and the oceans.

di Still burns
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto 1 ***
Capitolo 2: *** Atto 2 ***



Capitolo 1
*** Atto 1 ***


Rosso
Argento
Tu.

Il pullman su cui mi trovo mi sta portando ad una meta a me sconosciuta.
Non ho scelto una destinazione ben precisa, voglio solo lasciarmi tutto dietro, lasciare il mio cuore infranto e sanguinante alle spalle, lasciare che le persone che ho sempre creduto fossero miei amici per una volta marcissero in silenzio.
Non voglio nient’altro che lasciare quel posto che per me ora significa ben poco.
Sono arrivata a destinazione, sta iniziando per me una nuova missione, creare per l’ennesima volta un’altra me.

Scendo dal lungo pullman blu e mi dirigo verso un pub che si trova a pochi metri dalla fermata degli autobus, il pub è piccolo, ma sembra affollato.

Le pareti sono rosse con delle rifiniture in nero, entro spingendo lentamente la porta e appena entro nel locale un uomo dai capelli ramati mi viene in contro, rimango per un paio di secondi a guardarlo, poi lui con fare delicato inclina la testa e mi lascia passare.

Lo ringrazio con un timido sorriso e vado a sedermi ad un piccolo tavolo marrone posto accanto ad una grande finestra di vetri colorati. Appoggio lo zaino sulla sedia accanto alla mia e mi guardo attorno, sembrano tutti così felici mentre sorseggiano le loro birre e i loro caffè.

Dopo aver ordinato una tazza di te, rimango in silenzio ad osservare le altre persone all’interno del locale.
Per ogni tavolino di legno castano ci sono dalle due alle quattro sedie in ferro nero, su ogni tavolo, al centro c’è un vaso di piccole dimensioni che contiene delle orchidee.

Un ragazzo con una camicia nera mi porta la mia ordinazione, del te alle ciliegie servito in una color panna con dei decori argentei. Aggiungo lo zucchero e il latte e mescolo lentamente. Tutto è calmo, le risate e le chiacchiere delle persone risuonano lievi nel locale, mi guardo attorno e sorrido, non so per quale preciso motivo sto sorridendo, sento solo il bisogno di farlo.

Tra lo scambio gentile di sguardi delle altre persone ho incontrato il tuo, diverso dagli altri, rude e grezzo trafigge la mia anima come se fosse fumo. I tuoi occhi sono passionali quanto il più profondo dei mari, non salvarmi ora, lasciami affondare. 

Lasciami affondare in quell’oceano.

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Capitolo 2
*** Atto 2 ***


Oceano
Vita
Cielo.

Tu perso a guardare altrove, io che navigo senza sosta in quell’oceano che sono i tuoi occhi.
Mi guardi e mi sorridi, e io rimango immobile arrossendo di colpo, credo che ora posso toccare la luna con un dito.
Mi alzo per andare a pagare, prendo lo zaino e me lo metto in spalle dopo aver preso il portafoglio, un grande vaso azzurro a strisce blu è posto sul bancone della cassa ed è colmo di tanti fiori diversi e variopinti, tra tutti i fiori noto un’orchidea, piccola e violacea.
Ho sempre amato quel fiore, forse perché mi fa stare bene e mi fa sentire a casa in qualsiasi posto mi trovo.

-Sono, molto belli- dice una voce maschile che proviene da dietro di me.
Annuisco e dopo aver pagato mi dirigo verso l’uscita.
-Posso regalartene uno?- Aggiunge, mi fermo e mi giro ad osservare l’uomo, lui mi osserva per un po’ in silenzio per poi sorridermi, prende l’orchidea dal vaso, quella che poco prima avevo notato tutta sola, in disparte e bellissima.
Tende lievemente il braccio e mi porge il fiore. Accetto il fiore e lo prendo in mano come se fosse la cosa più delicata e fragile del mondo.

Esco dal pub e mi avvio verso la campagna e le scogliere, lui mi segue in silenzio. Mi siedo sulla scogliera più alta, tra la nebbia e le nuvole, lui si ferma ai piedi di essa e si siede a guardare il mare. Mi alzo e lui mi guarda.
Faccio un passo aventi, tanto da essere sull’orlo della rupe e avere un migliore punto di vista, il mare oggi è in burrasca.
Forti onde si infrangono contro la parte più bassa degli scogli, sembra che possano inghiottire qualsiasi cosa.
Guardo in basso e un forte vento inizia a soffiare, il mio vestito viene spostato nella direzione in cui soffia il vento e il mio zaino vola lontano.
-Cosa intendi fare?!”- dice lui pensando al peggio.
Non gli do ascolto e continuo a prestare attenzione al canto del mare infuriato, apro le braccia, le stendo e guardo in alto a quel caos che ora è il cielo.
-Allora?!- continua lui.
Lo guardo per meno di un secondo e gli sorrido, faccio un passo avanti nel vuoto e mi lascio andare.
Cado nel vuoto per farmi risucchiare dalle onde e scomparire tra la nebbia, l’acqua e il vento.

“Non salvarmi ora, lasciami affondare. Lasciami affondare.”

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