Ho bisogno di te di lafatablu (/viewuser.php?uid=66790)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 01 ***
Capitolo 2: *** Parte 02 ***
Capitolo 3: *** Parte 03 ***
Capitolo 4: *** Parte 04 ***
Capitolo 5: *** Parte 05 ***
Capitolo 6: *** Parte 06 ***
Capitolo 7: *** Parte 07 ***
Capitolo 8: *** Parte 08 ***
Capitolo 9: *** Parte 09 ***
Capitolo 10: *** Parte 10 ***
Capitolo 11: *** Parte 11 ***
Capitolo 12: *** Parte 12 ***
Capitolo 13: *** Parte 13 ***
Capitolo 14: *** Parte 14 ***
Capitolo 15: *** Parte 15 ***
Capitolo 16: *** Parte 16 ***
Capitolo 17: *** Parte 17 ***
Capitolo 18: *** Parte 18 ***
Capitolo 19: *** Parte 19 ***
Capitolo 20: *** Parte 20 ***
Capitolo 21: *** Parte 21 ***
Capitolo 22: *** Parte 22 ***
Capitolo 23: *** Parte 23 ***
Capitolo 24: *** Parte 24 ***
Capitolo 1 *** Parte 01 ***
Ho bisogno di te.
Versione completa di
I need you già pubblicata nelle mie storie.
~~~
~~~ ~~~
Collocata nella terza
stagione di Angel e nella sesta stagione di Buffy,
questa storia parla di
come a volte sia sufficiente fare un semplice piccolo gesto,
per modificare il corso
degli eventi e forse il corso di un intera esistenza.
~~~ ~~~ ~~~
Crossover fra “Papà” (ATS 3x10)
e “Fuori controllo” (BTVS 6x10) di cui si consiglia la visione.
Il titolo
è orribile ma non mi viene in mente altro.
Per il momento non è un NC17 (nel caso
lo diventasse, avvertirò, ma non credo che mi spingerò oltre).
Voglio però fare una piccola
raccomandazione.
Se siete fans di Cordelia e
Spike, questa storia non fa per voi.
Loro due, non sono ritratti in modo dolce,
anche se ..Cordelia ha dei reali motivi per il suo
strano comportamento
Mentre Spike, beh lui è Spike ..e non è
un mistero che io non lo amo!!
Ho bisogno di
te.
Prologo
“Allora? adesso che c’è? eravamo tutti d’accordo, perché ora siete
così nervosi? Abbiamo fatto la cosa giusta, no?” Chiese Gunn mentre tamburellava
su un libro con una matita.
Fred sospirò pesantemente e si massaggiò il collo “Charles puoi
smettere con quella matita per favore?” Sorrise stancamente e continuò, “Forse
siamo stati troppo precipitosi, Cordelia sarà furiosa quando lo saprà, oppure
no.. ma avremo dovuto dirlo prima a lei. Ad ogni modo Angel è stato informato e
se va bene a lui, dovrebbe essere tutto ok,
giusto?”
Lorne ingoiò tutto d’un fiato il suo liquore preferito e pareva
visibilmente preoccupato, il pensiero di dover affrontare l’ira di Cordelia non
lo riempiva certo di gioia. Eh si, la ragazza a volte esagerava con la sua forte
determinazione e spesso feriva le persone con il suo modo di fare autoritario.
Non che Lorne non le volesse bene, ma non sempre apprezzava il suo
comportamento. Tentò di rispondere a Gunn e a Fred, ma fu interrotto dalla nuova
arrivata che entrò nella hall dell’ Hyperion, e con passo spedito si dirigeva
verso la sua scrivania. Roteando gli occhi spazientita, portò le mani ai fianchi
e rivolse lo sguardo verso le scale che portavano al piano superiore, mostrando
in modo evidente tutto il suo fastidio per la nuova
situazione.
“Oh no, non ditemi che è andato avanti così per tutta la notte”.
Nessuno rispose e lei incalzò. “Allora? Qualcuno è salito su per vedere cosa sta
succedendo? Non può farcela da solo, lui non ha il tocco di una donna,
nonostante il suo gusto nel scegliere i vestiti e adesso dovrà ascoltarmi, che
lo voglia o no.”
Gunn abbozzò un sorriso “Buongiorno anche a te Cordelia ..e si, è
andato avanti così per tutta la notte. Un vero
strazio”
“Quasi per tutta la notte, non tutta la notte” corresse Fred, che
fu colta da un attimo di puro terrore, ma cercò di farsi coraggio comunque,
d'altronde l’idea era stata sua. Qualcuno doveva pur informare Cordelia della
loro decisione. “Il fatto è, come hai detto tu, che lui ha bisogno d’aiuto e noi
abbiamo deciso..”
Lorne le fece cenno di tacere “Dolce Fred, è meglio aspettare che
torni Wesley da..tu sai dove.”
Cordelia, pur notando una certa tensione nel gruppo, decise di
ignorarli e incalzò ancora “qualcuno è andato su? avete verificato che tutto sia
sotto controllo?” Fred annuì velocemente e Lorne tentò di rassicurarla “oh si,
visto che nessuno di noi ha dormito, siamo andati su e giù per tutta la notte a
turno, ma niente da fare..quel moccioso ha urlato quasi ininterrottamente, come
se lo stessero sgozzando. Neanche la mia musica è riuscito a
calmarlo.”
Fred sorrise a Lorne e in cuor suo pregò che Wesley arrivasse al
più presto. Avrebbero messo Cordelia davanti al fatto compiuto e lei alla fine
avrebbe accettato la loro decisione. Certo, decisione che avevano preso senza
consultarla, ma lei era stata contraria all’idea sin dall’inizio e aveva
mostrato molta ostilità, senza lasciare spazio a
repliche.
“Non se ne parla proprio,
Fred. Quando ho detto che c’è bisogno del tocco di una donna, intendevo dire di
una donna donna, una donna vera, non uno scherzo della natura. Quindi no, quella
non è un opzione praticabile.”
Si, grosso modo, quelle erano state le parole di Cordelia e nessuno
aveva osato controbattere. Poi Cordelia aveva lasciato l’albergo e aveva passato
la notte a casa sua, mentre loro erano stati svegli per tutta la notte. Era
impossibile dormire con il pianto di Connor che incessantemente martoriava le
loro orecchie. Fred ricordava gli eventi delle ultime ore e per supportare la
tesi che la loro decisione fosse più che giusta, sentì risuonare dentro sé le
parole di Angel.
“Avanti piccolo, andrà tutto
bene. Lo so che sei spaventato, lo sono anche io ..ma ora smetti di piangere.
Non siamo soli, hai sentito la zia Fred? Fra poche ore..noi
due..”
Fu quello il momento in cui il piccolo smise di piangere, almeno
per qualche minuto. Sembrava più interessato a seguire il suono della voce di
suo padre, quasi come comprendesse il significato delle sue
parole.
Fred sorrise a se stessa, non le importava di cosa potesse dire
Cordelia. Vedere la gioia di Angel era una cosa così rara e lei voleva
assolutamente aiutarlo in questa nuova fase della sua vita, anche se questo
avesse comportato il fatto di inimicarsi Cordelia. Fred non capiva neppure
perché lei fosse così ostinata con il suo “non se ne parla proprio”. Non che
Angel acconsentì subito, questo no.. anzi inizialmente era stato un “NO” fermo e
deciso. Ma Fred, aiutata anche da Wesley, Gunn e Lorne, aveva insistito così
tanto che alla fine lui cedette, riconoscendo che al momento quella decisione
era la loro unica ancora di salvezza.
In oltre Fred ricordava benissimo il momento in cui nacque Connor e
ricordava le parole di Darla, visto che oltre ad Angel, lei era l’unica presente
in quel vicolo sotto la pioggia, con Holtz alle loro spalle che li minacciava
con una balestra.
La loro decisione, maturata nelle ultime ore, in fondo era anche un
modo per tenere fede all’ultimo desiderio di
Darla.
“Devi fare di tutto per
proteggere questo bambino. C’è una sola persona al mondo che darebbe la sua vita
per lui, così come sto facendo io. Lei è l’unica che può proteggerlo e amarlo
così come lo amo io. In quattrocento anni di vita, non ho amato nessuno in
questo modo. Tu assicurati che lui lo
sappia.”
Poi Darla divenne polvere, lasciando suo figlio sulla nuda terra, e
Fred sentì Angel pronunciare un nome, mentre avvolgeva suo figlio con il
cappotto e lo stringeva fra le sue braccia, proteggendolo dalla pioggia. Fu in
quel momento che Fred vide la sua vulnerabilità. Non aveva mai visto Angel così
indifeso come in quel momento. Nemmeno a Pylea, quando era emerso il suo IO
vampirico e lui aveva pianto per la paura che i suoi amici non potessero
sopportarne la vista.
Ricordando ancora gli eventi delle ultime ore, pensò sempre più,
che avevano fatto la cosa giusta. Era grata a Wesley per essere rimasto con loro
e dopo ore di insonnia, si ritrovarono tutti nel suo ufficio, dove l’ex
osservatore era intento a consultare i suoi
libri.
..e il piccolo
Connor ancora piangeva!
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Capitolo 2 *** Parte 02 ***
Parte
2
La nascita
miracolosa del figlio di due vampiri era un fatto senza precedenti. Wesley
doveva saperne di più. Da ore, l’ex osservatore era intento a consultare i suoi
libri, avrebbe voluto informare Rupert Giles per consultarsi con lui e questa
sera non escludeva di farlo.
Gunn invece
insisteva che era importante sapere come fare per combattere contro la setta di
vampiri, che accerchiava da ore l’albergo e sosteneva che era importante
incrementare il loro arsenale e la loro
forza.
Lorne sottolineava
che l’incantesimo di protezione non avrebbe retto a lungo, dopo tutto lui non
era esperto di magia, lui era solo un demone empatico. Sarebbe stato utile
consultare una vera strega.
Fred controllava
ancora la lavagna in cui ore prima aveva stilato la lista dei nemici di Angel,
che volevano rapire Connor. Più controllava e verificava e più si faceva strada
in lei la convinzione che avevano urgente bisogno di un aiuto esterno. Aveva
quindi riproposto la sua idea, quella che Cordelia aveva scartato subito,
bollandola come una “pessima, pessima idea”.
Tutti e tre erano
d’accordo che servissero: Competenza di
un esperto. Armi e forza. Alta Magia.
Con enorme
sorpresa di Fred, Wesley concordava con lei. “Si, Giles potrebbe aiutarci”.
Anche Gunn era d’accordo “Beh, si dice che nessuno possa battere una
cacciatrice, quando si tratta di prendere a calci i cattivoni. Mi piace, ci
sto!” Lorne acconsentì dicendo “Qui non servono solo i muscoli o i libri, avere
con noi una strega esperta, adesso sarebbe davvero un grande aiuto ..e poi, sono
amici di Angel, Wesley e Cordelia dopo tutto, quindi perché non chiamarli
subito?”
Insomma tutto
conduceva a Sunnydale. Pareva che la soluzione dei loro problemi portasse
esattamente in quella direzione. Lì c’era Rupert Giles, lì c’era la strega
potentissima e soprattutto, lì c’era la
cacciatrice.
“Già, ma hai
sentito prima? Cordelia pensa che non sia il caso, anche se non sono certa di
aver capito il perché” rispose Fred “eppure, per più di una ragione, continuo a
pensare che l’unica persona in grado di aiutare Angel, sia
Buffy.”
Poi raccontò al
gruppo ciò che aveva sentito da Darla, e Wesley, come fosse illuminato da un
improvvisa folgorazione, prese in mano la situazione “Dobbiamo parlarne con
Angel. Subito”
--- ---
---
“Che cosa? State
scherzando, vero? Io dovrei fare cosa? secondo voi dovrei chiamare Buffy perché
non riesco a far addormentare mio figlio?” Angel teneva in braccio Connor e
passeggiava nervosamente per la stanza, era esausto. “Sono un padre terribile,
non riesco neppure a farlo smettere di piangere ..sono un padre
terribile”
“Angel non essere
sciocco, ovvio che non stiamo dicendo questo” disse
Lorne.
“Pensaci Angel”
incalzò Wesley. “Guarda la cosa dal lato giusto, ovvio che qui non serve una
babysitter, certo che no. Dico solo che abbiamo bisogno di aiuto e anche subito.
L’albergo è circondato da un infinità di demoni che vogliono Connor per i più
disparati motivi. Holtz e altri tuoi nemici non aspettano altro che mettere le
mani su tuo figlio e come se non bastasse, la W&H è appostata là fuori con
le sue squadre d’assalto. Non possiamo batterli, sono troppi. L’incantesimo di
protezione sta per cedere. Serve la competenza di Willow, di Giles e.. la forza
di..”
Angel gli lanciò
uno sguardo torvo che avrebbe potuto incenerirlo all’istante.
“NO, Wes. Discorso
chiuso, mi hai sentito? Non voglio coinvolgerla in questo, è
chiaro?”
Connor, sentendo
la voce agitata del padre, pianse ancora più forte, quasi come se avesse
percepito la gravità del pericolo. Angel si sedette di nuovo, posandolo sulle
sue ginocchia e cullandolo nel tentativo di rassicurarlo, ma inutilmente. Gunn,
Lorne e Wesley si scambiarono uno sguardo fra il divertito e il preoccupato e
insistettero ancora, ma Angel pareva non sentire
ragioni.
“Insomma, perché
no?” chiese Fred “Qual è il problema vero? Non vuoi chiedere aiuto perché hai
paura di dire alla tua ex che hai un figlio e che sua madre è Darla? È questo il
vero problema? Ma questo è insensato, siamo nel bel mezzo di un emergenza, sono
certa che lei capirà. Si tratta comunque di salvare la vita di un innocente e
Darla sarebbe..”
Fred si fermò a
guardare Angel che pareva non ascoltarla. Era più interessato ad osservare il
sorriso di suo figlio, che per un breve attimo aveva smesso di
piangere.
Perché hai smesso? Si chiese Angel, mentre a sua volta, rispondeva
estasiato al sorriso di Connor, con un altro sorriso.
“Sono le fusa”
disse distrattamente Lorne, rispondendo alla domanda non espressa verbalmente da
Angel. Lorne lo conosceva bene, aveva letto la domanda nella sua
anima.
“Le fusa? Intendi
dire come i gatti? cosa centrano le fusa con Connor e Buffy?” chiese Gunn.
Angel e Lorne si
scambiarono uno sguardo di intesa che significava
“Io so - che tu
sai - che io so”
Connor cominciò a
piagnucolare di nuovo, ma più sommessamente, anche lui doveva essere esausto.
Aveva solo poche ore di vita e già la fuori vi era un mondo crudele che non
aspettava altro che poter banchettare con la sua carne. Senza spostare lo
sguardo da Connor, Angel ignorò Gunn e con voce calma e pacata rispose a
Fred.
Man mano che
parlava, lei giurò di aver sentito un suono basso e profondo, proveniente dal
petto e dalla gola di Angel, un suono ritmico e costante che pareva quasi
ipnotico. Angel faceva le fusa? Oh cielo, non l’aveva mai notato
prima.
“Fred, capisco la
tua.. la vostra.. preoccupazione, ma sei completamente fuori strada. No.. non è
quello il problema. Non ho paura di dire a Buffy di Connor, per il semplice
motivo che lei sa già di Connor. Sa tutto, compreso il suo nome ..anzi lei ha
saputo il suo nome prima di voi, visto che.. insomma, ok io adoro quel nome e
sono stato io a sceglierlo, ma lei ha pensato che fosse bellissimo. Anche a
Buffy è piaciuto subito, quindi è come se.. lo avessimo deciso insieme.. un nome
Irlandese.. ecco era proprio questo che Buffy voleva..
e..”
Fred spalancò gli
occhi incredula “ma… ma… quando? ..hai parlato con Buffy?
Angel..?”
Nella stanza era
calato il silenzio, Connor finalmente dormiva e Angel adattò il suono della sua
voce, seguendo il dolce ritmo del battito del suo cuore. La voce non era che un
sussurro e ricordò che le uniche volte che era stato in grado di fare questo,
era stato sempre in presenza di Buffy, e ora ripeteva questo miracolo in
presenza di suo figlio. Angel era connesso alla vita attraverso loro due,
respirava il loro respiro e si sentiva vivo come non
mai.
“Mentre voi
eravate in ospedale con Connor, ho chiamato Buffy. Lei doveva saperlo e doveva
saperlo subito. Io.. avevo bisogno che lei sapesse, capisci? Sa anche che
potrebbe essere utile il suo aiuto, lei sa tutto.” chiuse gli occhi e poggiò la
testa sullo schienale della poltrona.
“Andrà tutto bene,
abbiamo solo bisogno di riposare un po’”
Ad un cenno di
Lorne, Fred e Gunn uscirono dalla camera e Fred aspettò che anche Wesley li
raggiungesse. “Wesley?” chiese Angel mentre sistemava Connor nella culla,
“Chiama Sunnydale, parla con Giles e..”
Fred attese
ancora, sperando di sentire le parole giuste “..e Willow e..” Fred tornò sui
suoi passi “..e Buffy, avanti Angel, non c’è miglior tempo del
presente”
Annuendo, Angel
sorrise a Fred, mentre Connor si svegliò e cominciò di nuovo a strillare. Pareva
che in quella culla vi fosserò le spine, decisamente il cucciolo preferiva le
braccia del padre.
“Avanti piccolo,
andrà tutto bene. Lo so che sei spaventato, lo sono anche io ..ma ora smetti di
piangere. Non siamo soli, hai sentito la zia Fred? Fra poche ore..noi
due..”
Così Wesley aveva
chiamato Giles, ma non l’aveva trovato. Seppe che si era trasferito da tempo in
Inghilterra. Neppure Buffy era a casa e non riuscì a parlare neanche con Willow.
L’unico con cui riuscì a parlare fu Xander, che non disse molto, ma Wesley
riuscì comunque a percepire un qualche disagio nella sua voce, come se fossero
nel bel mezzo di una apocalisse, o come se non volesse avere nessuna
conversazione con lui.
Fortunatamente
Fred era piuttosto ostinata, e dopo numerosi tentativi, alle prime ore dell’alba
riuscì a trovare Buffy. Pareva preoccupata per sua sorella e per Willow. Disse
che Dawn, proprio poche ore prima, aveva rischiato di morire in un incidente
d’auto in cui Willow era alla guida. Fred passò la telefonata a Wesley che
spiegò la gravità della situazione. Concordarono subito che Buffy avrebbe preso
il primo aereo e che in poche ore sarebbe stata a Los Angeles.
Vedendo il sorriso
sul volto di Wesley, Fred volle sapere e lui rispose che sorrideva per le ultime
parole dette da Buffy.
“Avevo proprio bisogno di una vacanza ..e
Angel ancora una volta mi sta aiutando. Beh, tecnicamente sono io che sto
aiutando lui, ma..ancora una volta lui.. ok, ci stiamo salvando a vicenda..
abbiamo bisogno l’uno dell’altro e il momento non poteva essere migliore di
così”
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Capitolo 3 *** Parte 03 ***
Parte
3
“Dove è Wesley?”
la voce di Cordelia interruppe il flusso dei suoi pensieri e Fred tornò alla
realtà del presente. Davanti a lei, Cordelia teneva in mano un bicchiere di
sangue e un biberon, mentre si accingeva a salire le scale. “Allora? Come mai
non è ancora arrivato?”
Fred tentò di
balbettare qualcosa di sensato, ma sperava che qualcuno venisse in suo soccorso.
“Cordelia, come cercavo di dirti prima, io.. noi, tutti insieme.. abbiamo deciso
che fosse meglio.. Wesley è all’aeroporto e..”
Lorne la bloccò
subito “..e sta per arrivare, a breve sarà qui.. ehi attenta a non scambiare i
liquidi, principessa... ad Angel il rosso e al piccolo il latte caldo”
Cordelia sorrise a
Lorne, ma stava cominciando a spazientirsi con questi atteggiamenti strani di
Lorne, Gunn e Fred e inoltre il pianto del bambino che proveniva dal piano
superiore non aiutava certo. Quel piccolo sarà stato anche il figlio di Angel e
lei con il tempo lo avrebbe anche amato, ma il suo pianto, al momento, era al
quanto fastidioso.
“All’aeroporto? A
far ché? Ok non importa, me lo direte dopo, ora devo far smettere questo
strazio, come fatte a sopportarlo? Non vi da sui
nervi?”
Cordelia Chase si
voltò bruscamente e in un attimo fu in fondo al corridoio, al primo piano
dell'albergo che ospitava la Angel Investigations. Nella mano sinistra una
bottiglia di latte caldo, e nella destra un bicchiere di sangue di maiale. Si
era auto assegnata il compito di contribuire alla nuova missione “Angel-con-Connor” e voleva farlo bene.
Ciò significava che papà doveva mangiare, così come il piccolo demonietto
urlante. Beh, almeno avrebbe smesso di piangere. Angel era un totale deficiente
in certe cose, non sperava certo che lui vi riuscisse. Non senza il suo aiuto. Bussò piuttosto
rumorosamente per annunciare la sua presenza e, senza aspettare risposta, entrò
sfoderando il più smagliante dei suoi
sorrisi.
Angel era seduto
sul letto, appoggiato contro alcuni cuscini, mentre cullava Connor in braccio, e
gli sussurrava qualcosa in una strana lingua. Alzando gli occhi, vide Cordelia
alla porta e sorrise come un qualsiasi padre orgoglioso, innamorato di suo
figlio.
“Ciao, sei già
qui?”
“Angel? dove altro
potrei essere? Ma che avete tutti quanti stamattina? Siete così strani”
Angel si alzò dal
letto e solo allora vide il sangue e il latte che Cordelia teneva in mano
“Tutti quanti?
Tutti quanti cosa?”
Cordelia roteò gli
occhi al cielo, possibile che Angel fosse sempre un così tale pappamolle? Doveva
sempre spiegarle tutto due volte? Decise che era meglio lasciar
perdere.
"Ok ragazzi. La
Pappa è pronta." Disse allegramente, poggiando il sangue sul comodino e poi con
fare imperioso, fece cenno ad Angel di passargli
Connor.
Angel si ritrasse
subito e strinse suo figlio ancora più strettamente fra le sue braccia. “Non
credo sia una buona idea ..e non
abbiamo fame”
“Non è una buona
idea? Ma ti rendi conto che non ha smesso di piangere per tutta la notte? Sei
forse riuscito a farlo dormire? Avanti Angel, non fare storie. Dammi Connor e
bevi il tuo sangue”
A malincuore,
Angel cedette, discutere con lei era una battaglia persa in partenza. Posò
Connor fra le braccia di Cordelia e già sentiva un orribile sensazione di vuoto.
Esattamente come si era sentito i primi tempi al suo arrivo a Los Angeles, dopo
aver lasciato Buffy. Un terribile vuoto incolmabile e un buco proprio in mezzo
al cuore.
"Grazie" Disse
lei, come se Angel avesse avuto una qualche possibilità di scelta. "Ora mangia"
comandò, non a Connor, ovviamente.. ma al suo iperprotettivo
padre.
"No, non ho fame e
neppure Connor ne ha. Ha mangiato mezz’ora fa" Rispose Angel, ma prese comunque
il bicchiere in mano, senza mai distogliere gli occhi da suo figlio. "Attenta
alla testa. Tienilo bene, non vedi che penzola fuori dal tuo braccio? Devi
sostenerlo, così" e si inginocchiò per sorreggere la testa di Connor e
sistemarla meglio, mentre il piccolo non voleva saperne di aprire la bocca.
Davvero non ha fame? Pensò Cordelia, ma non è possibile. I bambini hanno sempre
fame. Alla fine dopo un estenuante lotta di due volontà che si scontravano,
Cordelia ebbe la meglio. Il piccolo cedette, aprendo la bocca e ingurgitando
controvoglia quel liquido bianco e caldo. "Visto che aveva fame?" disse Cordelia
trionfante. "E giusto perché tu lo sappia, ho intenzione di prendermi cura di
lui molto spesso, non è vero piccolo?"
Angel si muoveva
nervosamente e non vedeva l’ora che questo strazio finisse. Era solo a pochi
centimetri da suo figlio, ma già ne sentiva la mancanza. Poggiò ancora le mani
sulla sua testa, accarezzandola dolcemente e inalò il profumo di Connor che
pareva avere un effetto calmante su lui. Dio lo amava già tantissimo e si
sentiva totalmente connesso a lui.
Sapendo che
Cordelia percepiva il suo nervosismo, Angel cercò di ritrarsi indietro, non
voleva offenderla o urtare la sua sensibilità. Respirando profondamente il
profumo caldo di suo figlio e chiudendo gli occhi, concentrò il suo udito fino a
quando non sentì altro che il suono del battito cardiaco di Connor. Il ritmo lo
cullava, e un sorriso contenuto si accese sulle sue
labbra.
"E ora perché
sorridi? Stai per dirmi, “Come farei senza di te?” Vedi come è tranquillo
adesso? la zia Cordy si prenderà cura di voi due, che lo vogliate o no! Tu non
sei in grado di gestire tutto questo da
solo"
Angel si sentì
leggermente ferito e non rispose. Sedendosi sul bordo del letto, guardò Cordelia
attentamente, e si chiese se era anche vagamente consapevole, di come a volte,
le sue parole potevano ferirlo. Si chiese anche come era stato possibile,
pensare di essere.. di essersi innamorato di lei. Le voleva bene, questo era
cosa certa, ma l’amava davvero come aveva creduto fino a pochi giorni fa? Perché
la sentiva come un intrusa adesso? Perché lo infastidiva il suo modo di fare?
Perché era stato così facile chiamare Buffy e parlare con lei, come se non si
fosserò mai separati? L’ultima volta che si erano visti, fu giusto qualche
settimana prima. Quando lei tornò dal.. dal paradiso. E perché Darla disse
quelle parole prima di morire? Lei l’aveva supplicato di proteggere suo figlio e
parlò esplicitamente di Buffy, indicandola come l’unica persona al mondo in
grado di poter amare suo figlio, come solo una madre poteva fare. Perché
l’insopprimibile bisogno di chiamarla e di dirle tutto? e perché la sua
immediata comprensione? Si sarebbe aspettato almeno un po’ di disagio o chissà
che altro, e invece no. Buffy si era commossa ed era stata felice per lui. Aveva
pianto con lei al telefono, ma erano lacrime di gioia. Per entrambi. Buffy non
chiese nulla di Darla. Buffy capì e basta, senza fare domande, e offrì subito il
suo sostegno ancor prima di capire che Angel aveva bisogno d’aiuto. E la sua
risata quando sentì il nome di Connor? “Angel è bellissimo. È
perfetto!”
Angel guardò
ancora Cordelia e sentì come se si fosse tolto un enorme peso dal cuore. No, lui
non amava Cordelia, ed era felice di averlo capito adesso, prima che le cose
potessero spingersi tanto oltre da non riuscire più a gestirle. Per fortuna,
l’arrivo improvviso di Darla incinta, aveva dato un tale scossone alla sua vita,
che ora le sue priorità erano completamente diverse. Ciò che prima gli era
sembrato così importante, adesso passava totalmente in secondo piano. Non poteva
più vivere come prima. L’amore era rientrato nella sua vita e questa volta non
se lo sarebbe lasciato sfuggire. “Questo è un dono immenso, Angel. È vita” Le
parole di Buffy, ancora una volta gli scaldarono il cuore. Solo lei e Connor
contavano.
“Oh Dio, odio
quando stai lì fermo come una statua ninja a rimuginare. Ehilà? Sveglia, ti ho
fatto una domanda. E adesso perché tuo figlio si agita così tanto? Oh no, non
ricomincerà a piangere, vero?”
Angel scattò
subito in piedi, ma non fu così veloce da riuscire ad evitare che Connor
rigurgitasse tutto il latte sulla costosa camicetta di seta di zia Cordy.
“Oh Dio, che
schifo” Urlò Cordelia.
“Non aveva fame,
Cordelia. Lui mangia ogni tre ore ed era troppo presto. È un fatto fisiologico
..il rigurgito intendo. Se lo stomaco è troppo pieno, espelle automaticamente
ciò che non può contenere”. Angel prese Connor di nuovo fra le sue braccia e
porse un panno alla sua amica
“Tieni. Datti una
pulita, a Connor ci penso io. Ehi piccolo? Hai combinato un bel guaio, lo sai?
ora la zia Cordy sarà furiosa”
“Non lo trovo
divertente” Vedendo che Angel si sdraiava di nuovo sul letto, posando Connor
contro il suo petto, Cordelia urlò tutto il suo disappunto “Ma sei matto? Ci
credo che piange come un ossesso, chi vorrebbe stare sopra una cosa dura e
fredda? Senza contare che puoi bloccargli la digestione, avanti ri dammi il
bambino, è ora del bagnetto”
Cordelia aveva il
raro potere di farlo sentire in colpa per ogni cosa e spesso dopo le sue
osservazioni “amorevoli” si sentiva inadeguato e fuori dal mondo, e adesso
l’aveva veramente ferito. “A lui piace invece. Lo so che non ho un battito
cardiaco e che il mio corpo non emette calore, ma a Connor piace stare contro il
mio petto”
“Ed è per questo
che ha pianto tutta la notte? Perché le piace il freddo che emana il suo
papà?”
“Non ha pianto
tutta la notte, adesso non sta piangendo per esempio. Ci stiamo adattando,
Cordelia. Io e lui stiamo imparando a conoscerci. È una cosa nuova per entrambi,
sai?” disse Angel con un largo sorriso rivolto a
Connor.
“Ma per favore”
sbuffò Cordelia “Comunque sarà meglio che vada giù, meno male che in ufficio
tengo sempre delle camice di ricambio, metterò anche questo nel conto del mio
stipendio, cosa credi, paparino? Vado adesso, gli altri mi sono sembrati un po’
schizzati stamattina, forse è perché non hanno dormito e.. non ho capito perché
Wesley..”
“Wesley ha passato
la notte qui, adesso è all’aeroporto, e..”
sollevò la testa e
guardò Cordelia con un sorriso che lei non aveva mai visto prima.
“..e presto sarà
qui. È andato a prendere Buffy!”
“Che cosa? ma ti
sei bevuto il cervello? Certo che si, non è quello che accade sempre quando si
tratta di Buffy? vai completamente fuori di testa, proprio come hai fatto con
Darla. Non avevi già toccato il fondo con lei? Adesso di nuovo Buffy? cos’è una
mania la tua? È sempre una biondina a farti perdere il controllo. Eh no, bello,
questa volta non lo permetterò”
Cordelia agitava
le mani ed era molto arrabbiata. Voglio
proprio sapere di chi è stata la brillante idea.. lo sapevo che mi nascondevano
qualcosa! Pensò fra sé.
Spiegare a
Cordelia che Darla e Buffy non erano la stessa cosa, era fiato sprecato. Angel
lo sapeva bene, quindi preferì glissare l’argomento e comunque la sua vita
privata non riguardava Cordelia e se è per questo, non riguardava nessun
altro.
“Non avrei voluto
coinvolgerla, so che sta vivendo un momento complicato della sua ‘nuova vita’ e
non avrei voluto crearle altre preoccupazioni. Ma con Fred e gli altri, abbiamo
convenuto che abbiamo urgente bisogno d’aiuto. Hai notato niente venendo qui?
Hai visto tutte quelle auto appostate la fuori? Cosa credi che stiano
aspettando? Se l’incantesimo di protezione cedesse adesso, nel giro di pochi
minuti saremmo tutti morti”
“D’accordo
Angel..” disse Cordelia tentando di calmarsi “siamo in una situazione di
emergenza, ma anche altre volte lo siamo stati, e siamo riusciti a cavarcela da
soli. E comunque, tu pensi che Buffy sarà felice di sapere di Connor? Cosa le
dirai? ‘ciao amore, non ho mai smesso di
amarti, oh si tranne quella volta che sono andato a letto con Darla e.. ops..
sai, ci ho pure fatto un figlio insieme?’ E pensi che lei capirà? Pensi che
sarà davvero disposta ad aiutarti?”
“Cor.de.lia”
ringhiò Angel fra i denti in modo
esasperato.
Ma lei era già
fuori e non lo ascoltava più. Naturalmente solo dopo aver sbattuto la porta
tanto forte da far sobbalzare Connor, spaventandolo e facendolo svegliare di
soprassalto.
“Sshh piccolo, va
tutto bene ..è solo la zia Cordy dopotutto, nulla che non possiamo tenere sotto
controllo”
Angel non era
affatto preoccupato per Cordelia, pensava davvero ciò che aveva sussurrato al
suo cucciolo, e più ci pensava e più si convinceva, che avere Buffy accanto, era
tutto ciò di cui aveva bisogno adesso, anzi no.. tutto ciò di cui avevano
bisogno. Si, entrambi.
Lui e
Connor!
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Capitolo 4 *** Parte 04 ***
Parte 04
“E quando avevate intenzione di dirmelo?” chiese
una furiosa Cordelia entrando nell’ufficio che un tempo era stato di Angel,
prima che Wesley diventasse il nuovo capo.
“Voi non avete idea in che guaio vi siete
cacciati. Non eravamo già messi male, senza dover aggiungere altri problemi?
Lasciate che ve lo dica più chiaramente che posso. Angel e Buffy insieme, sono
una mina vagante. Sono come una bomba ad orologeria. Sono una minaccia per il
mondo intero. Voi non sapete che cosa può diventare Angel quando sta vicino a
lei. Voi non eravate a Sunnydale l’ultima volta che Angelus era libero di girare
per il mondo. Non potete sapere, perché non avete avuto il piacere di
incontrarlo, e io non permetterò che accada ancora. Buffy può tornare indietro
anche subito, perché non abbiamo bisogno di lei.”
Fred aveva sentito Wes al telefono pochi minuti
prima e sapeva che a momenti sarebbe stato di ritorno. Sapere che Cordelia era
stata informata da Angel le diede nuova forza e coraggio. Voleva bene a
Cordelia, ma spesso era intimorita da suo atteggiamento e sapeva che lei, la
pallida e fragile Winifred Burkle, non poteva competere con la “principessa”
Cordelia che rivendicava il suo trono e non perdeva occasione per ricordare a
tutti, che lei e solo lei possedeva lo scettro del comando.
Tutti erano intimoriti da lei, persino Wesley e
Angel, ma la verità era, che Fred non era ne timida ne fragile e che, da sola,
era riuscita a sopravvivere per cinque anni in una dimensione demoniaca. Quando
sentiva aria di pericolo, allora veniva fuori tutta la sua
forza.
“Abbiamo preso questa decisione tutti insieme. Si
tratta di fare la cosa giusta, rammenti Cordelia? difendere gli indifesi ad ogni
costo. Chiunque essi siano ..e adesso Connor e Angel hanno bisogno di
protezione. Hai davvero così poca fiducia in lui? pensi davvero che metterebbe
in pericolo suo figlio? Io credo di no.”
Cordelia avrebbe voluto interromperla ma Fred
continuò
“Buffy sta venendo qui con una strega, l’amica
della sua amica. Tara. Noi abbiamo deciso tutti insieme perché questo è l’unico
modo per mettere in salvo Connor. Se tu fossi stata qui con noi stanotte, anzi
che dormire comodamente nel tuo letto, saresti stata informata per tempo. Non
era nostra intenzione agire di nascosto da te. Semplicemente abbia fatto la cosa
giusta”
Cordelia stava per replicare, quando un lampo
accecante colpì tutti quanti, facendoli sbalzare a terra violentemente.
“L’incantesimo di protezione è andato” urlò Lorne. “Possiamo cominciare a dire
le nostre preghiere, perché non usciremo vivi da qui”
Un altro lampo seguì il precedente e in lontananza
sentirono un canto lento e dolce, come una nenia antica. Un immensa luce bianca
avvolse l’intero edificio e in quel momento si spalancarono le porte da dove
riuscirono ad intravedere tre figure avvolte da una intensa luce blu che si
facevano strada all’interno della hall. Si alzarono di scatto, mettendosi in
posizione di lotta, pronti ad affrontare la nuova minaccia, ma Gunn urlò “Fermi.
È Wesley.”
“Invisibilis ad malum. O dea, iubeo. Nos Absconde
a tenebris”
A quelle parole, la luce blu scomparve e tutti
poterono vedere chi si celava dietro essa.
“Hai ripristinato l’incantesimo di protezione?”
Chiese Wesley
“Si, ma ho anche celato la nostra vista
all’esterno. Loro non possono più vederci, almeno fino al tramonto” rispose
Tara.
“Bene. Proprio quello che ci serve. Angel non può
muoversi durante il giorno e abbiamo così il tempo di pianificare una via di
fuga. Qua non può restare, deve lasciare Los Angeles” disse
Buffy.
Lorne, Fred e Gunn erano frastornati e senza
parole, ma felici di vedere i nuovi arrivati. Cordelia invece era stranamente
silenziosa e squadrandola dalla testa ai piedi, non riusciva a togliere gli
occhi di dosso a Buffy. Sembrava cambiata, forse era anche più bella di come la
ricordasse.
“Buffy! chi non muore si rivede a quanto pare.
Anche se nel tuo caso, forse è meglio dire chi “resuscita” si rivede. Come sei
stata nell’aldilà? non bene immagino, visto che sei voluta tornare fra i vivi.
Questa cos’è la terza volta? Quante volte sei morta? Ho perso il conto. Comunque
bentornata, Buffy. Ora dimmi, perché sei qui?”
Era come ricevere un pugno sullo stomaco o uno
schiaffo in pieno viso, per il modo in cui le parole erano state deliberatamente
pungenti. Pronunciate solo per il gusto di ferire. Buffy, aveva dimenticato
quanto potesse essere velenosa la lingua di Cordelia, persino Anya impallidiva
di fronte al dispotismo della sua ex compagna di liceo. Perché Angel diceva che
era cambiata? A lei non sembrava proprio. Forse il tempo aveva un po’ addolcito
Cordelia, ma a quanto pareva lo nascondeva bene, perché Buffy non notò nessun
sostanziale cambiamento in lei. E il peggio era, che il resto dei presenti,
nonostante fossero a disagio, avevano talmente paura del disprezzo di Cordelia,
che preferivano rimanere in silenzio. Insomma proprio come ai vecchi tempi,
quando Cordelia tiranneggiava e inceneriva tutti con un solo
sguardo.
Ma non tutti erano disposti a stare in
silenzio.
“Ciao Buffy, io sono Fred e.. ci siamo sentite
prima al telefono.. grazie per..”
Buffy ignorò Cordelia e sorrise a Fred, la salutò
calorosamente e salutò anche gli altri, presentando Tara a chi non la conosceva
e Wesley le presentò al resto del gruppo.
“Bene, adesso che abbiamo scoperto che tutti
abbiamo un nome, mi dici cosa ci fai qui?” Disse Cordelia
Buffy rivolse ancora lo sguardo verso lei “Ciao
Cordelia. Sono qui per Angel. Dove è?”
Cordelia le si piazzò davanti, incrociando le
braccia al petto, e la guardò con tono di sfida. Il linguaggio del corpo non
lasciava molti dubbi circa le sue intenzioni. “Angel sta riposando e non vuole
vedere ness..”
Fred ne aveva abbastanza. Era stanca, non dormiva
da ore e lo stress dell’essere stata sotto assedio tutta la notte cominciò a
farsi sentire. Trovava Cordelia irritante oltre ogni limite. Non sapeva che
rapporto ci fosse fra le due e non le interessava. Buffy era anche sua ospite e
non poteva permettere che stupide beghe da liceali, rovinassero i loro piani.
Interruppe quindi Cordelia senza esitazione e prese Buffy per un
braccio.
“Andiamo Buffy, ti accompagno su
da..”
Non poté continuare oltre perché vide che Buffy
ormai non l’ascoltava più.
Segui il suo sguardo che era rivolto verso l’alto
e proprio là, nel corridoio al piano superiore, quasi nascosto da un arco, vi
era Angel con il suo dolce fagottino fra le braccia. Stava in piedi e si ergeva
in tutta la sua imponente figura, mentre incredulo, guardava verso il basso.
Fred fece un passo indietro, quasi con pudore, non
voleva in alcun modo invadere il loro spazio.
Buffy si mosse in avanti come un automa e cominciò
lentamente a salire le scale. Angel seguì i suoi movimenti e scese alcuni
gradini, da prima lentamente poi quasi corse per raggiungerla. Esattamente come
fece Buffy. Si incontrarono a metà strada, e nell’attimo esatto in cui si
raggiunsero, il mondo intorno a loro scomparve. C’erano solo loro
due.
Beh, non
esattamente.
C’erano solo loro tre.
Non parlarono, non servivano le parole. Il loro
linguaggio era fatto di sguardi, di occhi umidi di commozione che si perdevano
negli occhi dell’altro. Il loro era un codice antico, comprensibile solo a chi
sapeva vedere con il cuore.
Come una corrente sotterranea, che scorreva fra i
loro corpi, se solo si fossero sfiorati per un istante, furono avvolti dal
profumo delle loro anime. Era come se non si fossero mai
lasciati.
Come sempre, quando stavano vicino, il mondo
esterno sfumava i propri confini e loro entravano in una dimensione di sogno. Si
abbracciarono e insieme risalirono le scale, prima di scomparire completamente
allo sguardo degli altri.
Angel sentì il suo dolore e la sua disperazione.
Subito. La strinse più forte.
Buffy sentì la sua paura e la sua vulnerabilità.
Subito. Lo strinse più forte.
In silenzio, strettamente abbracciati, felici solo
di essersi ritrovati, il mondo moriva e loro si ritrovavano
ancora.
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