The Red in The Blue

di needs1Dhugs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Adoravo Lester Square, era semplicemente fantastica, come d'altronde tutta Londra, vivevo in questa città da sempre ma giuro, ogni giorno mi sembra di scoprirla sempre di più, è una cosa fantastica. 
Per non parlare delle deliziose casette tipiche di cui avrei voluto tanto averne una, anche se purtroppo, come dire, mancavano i fondi.
Una rapida occhiata all'orologio e quasi svenni, mi ero praticamente assentata a lavoro, ora quella donna chi la sente!!! Esclamai mentalmente cominciando a correre, mi calmai soltanto quando mi trovai a Carnaby Street vicino alla casa di quell'arpia che era la madre della bambina (un tenero amorino) a cui dovevo badare. Stavo ancora riprendendo fiato quando mi scontrai contro qualcosa, o per meglio dire, qualcuno. Era una bambina, non più grande della piccolina a cui dovevo badare, ma a differenza sua era bionda e con due grandi occhi azzuri che in quel momento straripavano di lacrime. Mi persi un attimo a osservare il mio riflesso negli occhi della cucciolina, un viso normale, i capelli scuri che tendevano al nero anche se io mi ostinavo a dichiarare che fossero solamente castano scuro, le labbra normali, diciamo, infatti il labbro superiore era leggermente più carnoso di quello inferiore, dettaglio che tra l'altro io odiavo profondamente. E poi mi accinsi a osservare gli occhi, i miei occhi, erano, come dire, di un colore altrrnativo che andava dal rosso sangue, quando ero veramente incazzata al rosso quasi slavato quando ero terribilmente annoiata. Non che fossi una vampira o qualcosa del genere, semplicemente i miei occhi avevano deciso di farmi uno scherzetto, ecco. Comunque non mi soffermai troppo sul mio viso e incominciai subito a cercare qualcuno che magari potesse aver perso quella meravigliosa bambina che assomigliava incredibilmente a Lux.


MY LIIIIIITTLE SPACE
Allora ragazze com'è????? Orrendo lo so, comunque spero di avervi intrigato e vi assicuro che i prossimi capitoli saranno più lunghi, questo è solo un prologo
Un bacio a dopo che sto di fretta (sto chattando col tizio che mi piace u.u C:)
Ok allora è cortissimo e orrendo ma vi prego credetemi se vi dico che poi migliora!! Non abbandonatemi!!!
Comunque è solo il prologo ed è molto corto lo so, lo so, non c'è bisogno che me lo diciate.
Come vi ho già detto prima questa storia è MIA e NON l'ho copiata da facebook, quindi se la trovate su quel social network non mettetevi a dire cose del tipo che l'ho copiata, rubata etc....
Mi farebbe piacere che recensiste ma naturalmente non posso dirvi cosa fare, mica sono vostra madre no?? E poi vi capisco, neanche a me va di recensire, insomma è da un anno che sto su EFP e ho recensito solo UNA volta una storia fantastica.
Ora vi lascio con le mie due pagine facebook se mai voleste passarci:

Nσι cнє αmιαmσ ι σиє ∂ιяєcтισи « e One Direction:amore impossibile
Un graaaaaaaaande bacio a tutte/i
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1


Sospirai sconsolata alla vista dei miei occhi convinta che la bambina, che mi ritrovai a pensare ancora una volta, che poteva essere la gemella perfetta della piccola Lux, la tenera bambina più invidiata al mondo. Mi costrinsi a pensare che non poteva essere possibile, e poi tanto sarebbero scappati i suoi idoli se mai l'avessero cista, oh insomma aveva degli occhi che nessuno rimaneva a fissare per più di una manciata di secondi. Bhe a dire il vero i bambini curiosi incatenavano il loro sguardo nel suo fino a che la madre sbiancata dalla paura di un MOSTRO, li tirava per la mano e si scusava balbettando sue parole in croce e poi scappando.
Comunque si ripromise di ritrovare la madre o il padre o qualcuno che avesse a che fare con la bambina dai teneri occhi stracolmi di lacrime.
-Ehi
-tu non mi abbandoni vero??
Quelle parole così dense, e aveva solo due anni
-No piccola non preoccuparti, non ti abbandono, ma comunque con chi sei venuta?
-Con zio Lou perchè zio Harry aveva mal di gola
-ZIO CHI???????- urlai attirando l'attenzione di tutti anche se presto distolsero lo sguardo, come al solito. 
-No tesoro non preoccuparti, non volevo spaventarti ma sai, bhe ecco... Sì io... Sai sono una grande fan di Zio Lou e zio Harry e di tutti gli altri sai? Quindi è un po' sorprendente per me, insomma ecco sai sono i miei idoli.
-Hahhahahahahah sei così carina!!!
Trillò felice la piccola notando il rossore che si diffondeva sulle mie guance.
-Hai il numero di qualcuno piccola?
Lux fece dei segni di assenso con la testa mettendosi una mano in tasca ed estraendo un fogliettino ripiegato con su scritto un numero.
Velocemente lo composi e schiaccia il tasto della chiamata.
Dopo pochi squilli mi rispose una voce che avevo ormai imparato a riconoscere.
-Chi è?? Sono di fretta sto cercando qualcuno e non posso proprio fermarmi
Il mio cuore accelerò il battito cercando di sfondarmi la cassa toracica
-Ehmmm- balbettai insicura-Io..
-Tu cosa dai parla sono incazzato nero e non voglio ulteriori problemi
-IO ho ritrovato Lux ma se non ti interessa la tengo io così continui a girare come un coglione! 
Sbottai evidentemente infastidita. Idolo o non idolo odiavo chi mi manca di rispetto, fanculo a chi dice che sono sempre ben predisposti per le fans
-Ah ehmm. Oddio scusa!!! Pensavo fossi, oh senti non lo so che pensavo, comunque dove sei? 
-A Lester Square, perchè?
-Possiamo vederci al negozio delle Dr Martins a Carnaby Street?
-sì certo- confermai io incamminandomi verso il luogo predisposto prendendo per mano Lux















MY LIIIIIIIITLE SPACE!!!!!!!!!!
Ok fa ANCORA più schifo dell'altro!!! Cosa quasi impossibile ma vera, purtroppo, comunque è solo un capitolo di passaggio, come avrete capito.
Quindiiiii secondo voi con chi ha parlato al telefono la nostra protagonista senza nome (ancora per poco)??????
Muhahahhahahaha vi lascio con la curiosità
Ora scappo che devo andare a piano. 
Spero che qualcuno legga la mia FF, ci tengo molto e ci metto l'anima.
Alla prossima comunque

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
 
Stavo giusto per entrare quando Diana, la mia suoneria, iniziò a suonare, scocciata presi quel coso che io osavo chiamare cellulare:
-Che c'è??
-Signorina le ricordo che non può parlare così a me, e comunque mi aspetto di trovarla davanti alla scuola di mia figlia tra esattamente 5 minuti, chiaro??
-Ehmm, signora mi scusi ma ho avuto un cotrattempo e oggi proprio non posso venire, mi spiace molto e...
-Non può venire?? Le devo forse ricordare di chi è la casa dove alloggia? Bhe spero che lei abbia un appartamento su cui contare perchè IO non ho alcuna intenzione di avere sulle spalle una ragazza come lei, in poche parole, se non ha capito lei è licenziata.
-Ma.. perchè che ho fatto??- mi ritrovai ad urlare da sola visto che la mia ex-capo, se così si poteva chiamare, mi aveva abbandonata.
Ricacciai indietro le lacrime che minacciavano di sommergermi e, con un grande sospiro entrai nel negozio dove avrei dovuto aspettare 1/5 della mia vita, Louis William Tomlinson. Cercai di non andare in iperventilazione stringendo al mio petto Lux che aveva incominciato a spappolarmi la gamba richiedendo attenzioni.
-Ehi piccola principessa, che c'è?
-Tu ha qualche tatuaggio?
-Sì ne ho uno, ma perchè me lo chiedi?
-Da grande me ne voglio fare tanti come zio Harry!!
Ma quanto poteva essere dolce quello scricciolo??
-Quanti zio Harry? Ma non sono troppi?
-No, no!
-Come vuoi tu piccola.
Non avevo tenuto conto del tempo trascorso e quando vidi in lontananza una figura fin troppo sconosciuta mi affrettai ad indossare gli occhiali da sole che portavo sempre con me quando dovevo incontrare persone che non conoscevo, poi iniziai ballare la conga nella mia testa quando riuscii a intravedere il profilo del suo cazzo di viso perfetto.
Mi voltai solo perchè Lux mi tirava per un braccio facendomi segno di avvicinarmi alla sua boccuccia
-Sì piccolina?
-Ma ti piace zio Louis?
-Cosa? Ma che dici? No comunque tesoro non mi piace Louis.
Sono solo pazzamente innamorata di lui da anni, aggiunsi in quella scatola cranica che doveva contenere il mio cervello che era andato a farsi fottere quando il mio idolo si presentò davanti a me tendendomi una mano.
-Io sono Louis 
Abbassando la testa balbettai un -Lo so- molto incerto per poi maledirmi per la grandezza della figuraccia fatta e tentai di rimediare
-Io invece sono Arya, piacere
MI presentai timidamente stringendogli la mano.
-Grazie per aver trovato Lux, veramente, ero uscito di testa, avevo paura che le fosse successo qualcosa, e se mai fosse le fosse capitato qualcosa io non me lo sarei mai perdonato io...
Lo interruppi sorridendo
-Non preoccuparti, anzi è stato un piacere
Mi regalò uno dei suoi sorrisi più stupendi del mondo e non potei fare a meno di ricambiare, mi stava facendo sorridere troppo quel ragazzo.
-Come posso ripagarti?
-Cosa?Ma non devi ti dico, seriamente ora mi spiace devo andare
Mi congedai in fretta sapendo che da lì a poco sarei svenuta o peggio sarei scoppiata in lacrime di fronte a lui. No era decisamente il caso di liquidare la faccenda in fretta e poi tornare a cercare un lavoro e una casa dove stare.
Dovevo scordarmi di tutto e passare avanti.
Lo superai ma una morsa ferrea mi impedì di andare avanti.
-Louis- quanto poteva far male dire il suo nome dopo averlo visto dal VIVO e nel dal VEVO?-Ti prego devo andare.
Sussurrai con la voce rotta dalle lacrime che sarebbero sgorgate da lì a poco, lo sentivo.
La voce della principessina mi distrasse dai miei pensieri.
-Zio Lou zio Lou!!
-Sì piccola?
-Lo sai che Arya ha un tatuaggio? Però lei è cattiva e non me lo ha fatto vedere- esclamò mettendo il broncio e incrociando le mani al petto.
Quanto poteva essere pucciolosa lei?
-Davvero hai un tatuaggio?
-Sì ho un tatuaggio ora se non ti dispiace dovrei andare, sono in ritardo a lavoro considerando che dovrei essere dall'atra parte della città ADESSO!, Quindi se non ti dispiace...
I suoi occhi si illuminarono, manco avessi detto chissà che cosa, ma vabbè, è da X-Factor che penso che quel ragazzo abbia dei seri problemi psicologici
-Ti ci accompagno io allora!!
-COSA!?!?!?!?!?!- No aspetta un momento io non ho sentito quello che ho sentito vero? Non può averlo detto sul serio
-Sì ti ci accompagno io, insomma oggi non ho proprio nulla da fare e quindi... 
-Oh, ok se ci tieni tanto- acconsentii timorosa raccogliendo la borsa da terra dove l'avevo poggiata precedentemente- Grazie Louis per il passaggio
Conclusi poi sorridendogli per non fargli notare l'agitazione
-Non preoccuparti Arya, almeno ho trovato un modo per sdebitarmi
-Uff, ti ho già detto che non mi devi nulla per aver ritrovato Lux!!
-E io invece non sono d'accordo. dai vieni la macchina è di qua.
Mi incamminai dietro di lui che aveva intanto preso in braccio quello scricciolo che si aggrappava a lui manco fosse una scialuppa a cui si sorregge il naufrago, ma vabbè.
Arrivati in macchina mi fece salire e con mia grande preoccupazione mi accorsi di dover togliere gli occhiali da sole, mio unico scudo, probabilmente era grazie a quelli che ancora non se ne era andato via urlando come una femminuccia in preda al suo primo orgasmo. E questa da dove mi è venuta?? Insomma dai io sto bene sono solo terribilmente nervosa, ora lui se ne andrà a io rimarrò sola come un coniglio.
Ero veramente molto nervosa, ragionai ripensando alle metafore che avevo precedentemente pensato.
Sbuffai e salì in macchina quando il mio piccolo sole che a poco sarebbe scappato mi aprì la portiera.
-Grazie, sussurrai entrando e portandomi una mano sugli occhiali pronta a togliermeli...


 
 
MY LIIIIIIITLE SPACE

Eccomi tornata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Com'è??? Cioè, nel senso quanto fa schifo da 1 a 10000000000?? Io direi 1000000000000000000000+ e voi?
Siate sincere, perfavore.
E Mi scuso ancora per aver ritardaro ma il computer mi era moto ieri, e ciò equivale a:
Computer morto=niente internet=niente capitolo oppure un'altra variante: Computer morto=niente wi-fi-niente capitolo
Ora mi dileguo byeeeeee alla prossima
Comunque volevo sapere se vi piaceva la nuova scrittura, a me shiiiiiii *-* da impazzire (?)
Vabbuò ora mi dileguo
Un baciooooooooo

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3:


Presi un profondo respiro immaginario e, lentamente, tremando, con il cuore in gola tolsi quei cosi che vietavano al mondo di vedere i miei occhi per poi additarmi come vampira, strega, lupa mannara, nutaforma e chi più ne ha ne metta. Li lasciai scivolare lungo il mio naso tenendo per gli occhi chiusi e decisa a non aprirli fino a quando non saremmo arrivati a destinazione. Mi appoggiai al sedile sfinita come se avessi appena sollevato un sacco da boxe dopo averlo scambiato per un avversario.
Tra me e me incominciai a canticchiare Bad di Michael Jackson, quanto adoravo lui, la sua voce, e le sue canzoni? 
Mi persi nei miei pensieri fin quando il mio accompagnatore non mi riscosse da quella specie di tepore in cui ero caduta, escludendo tutto il mondo circostante e lasciando che la musica mi avvolgesse tra le sue braccia invitanti e rassicuranti
-Dove devo portarti?
-Se mi lasci davanti alla Tate Modern sarebbe perfetto
Riuscì ad articolare non ancora del tutto ripresa, tenendo sempre gli occhio sbarrati come se aprendoli il mondo sarebbe stato risucchiato da un buco nero.
-Perchè tieni gli occhi chiusi
-Principessa, mi da fastidio la macchina e quindi preferisco così
Parlai senza neanche girarmi verso Lux sapendolo che per farlo avrei dovuto aprire le mie pozze di sangue, come le chiamavo io.
-Ma sono tanto belli! E poi zio Louis deve vederli. Vero che vuoi vederli???
-Sì mi farebbe molto piacere sai?
Finì la frase voltandosi verso di me, me ne accorsi dal rumore che fece quando strusciò i capelli sul sedile della macchina.
-Louis, ti prego, ti NON vuoi vedere i miei occhi, sono seria. Non è una bella esperienza
-Ma mica saranno rossi sangue come quelli dei vampiri no?-Mi immobilizai  a quelle parole, trattenendo il fiato- E comunque tutti gli occhi sono belli a modo loro. Continuò non notando la tensione del mio corpo.
-Va bene, ti faccio vedere i miei bulbi oculari, ma tu prima di giungere a conclusioni affrettate fammi parlare, ok?
-Sì certo, in quella risposta trovai una nota di sarcasmo convinto che io stessi esagerando, come tutti gli altri prima di lui.
-Louis sono seria, promettimelo!
-Sì!Sì va bene ma ora apri quegli occhi oppure quando arriviamo non ti faccio scendere! Sbuffò spazientito.
Ok idolo o non idolo era veramente irritante, soprattuto perchè non si fidava.
Sconsolata tirai un sospiro e mi preparai a quello che sarebbe successo. Lentamente, molto lentamente, feci intravedere il colore degli oggetti in questione.
Solo quando la mia palpebra fu completamente sollevata mi voltai a osservare la reazione di Louis. Aveva gli occhi che sembravano volessero mettersi a rimbalzare per tutta la macchina per quanto erano spalancati e ci si poteva leggere uno sguardo completamente impaurito, terrorizzato e qualsiasi altro sinonimo di quest'ultimi.
-Louis, avevi promesso di ascoltarmi, lo farai oppure anche te ti farai guidare dai pregiudizi?
Formulai questa domanda ormai sull'orlo delle lacrime. Anche se avevo rivisto questa scena centinaia di volte ogni volta era come la prima, se non peggio.
-I-Io... T-tu cosa sei?
Balbettò il mio idolo.
A quel punto mi incazzai di brutto. Era troppo tempo che mi tenevo tutto dentro e non ce la feci più.
-Cosa sono Louis? COSA?? Ma ti sembro un cazzo di oggetto? No sono una cazzo di persona normale con dei cazzo di sentimenti che da piccola, 5 mesi, ha battuto la testa e, guarda caso, per uno strano caso del destino la botta ha colpito la parte del cervello riservata al colore degli occhi, ti starò a risparmiare i dettagli, non preoccuparti, e mi ha cambiato dall'azzurro iniziale a questo cazzo di merda di colore! Non sono un vampiro, una lupa mannara, una strega, un mutaforma o qualsiasi altra cosa spaventosa che ti sia passata per la mente. Ora se non ti dispiace è tornato verde, e vorrei arrivare in tempo alla Tate. Grazie.- finì di parlare con Louis e mi rivolsi a Lux-Mi spiace piccolina che tu abbia dovuto ascoltare le parolacce, non provare a ripeterle ok?
Sfinita da quello sfogo mi buttai a peso morto sul sedile aspettando una qualsiasi reazione dal mio autista.
-Mi spiace, Arya, non avrei dovuto...
-Già non avresti dovuto-Commentai glaciale fissando un indefinito punto davanti a noi-comunque non ti preoccupare, ormai ci sono abituata, una volta in più o in meno, anche se questa volta dal mio idolo, non mi cambierà la vita, fidati. 
-Mi sono lasciato prendere dai pregiudizi, e sono un cretino, mi è sempre stato detto di non giudicare un libro dalla copertina, di non considerare diverso da me un essere umano con la pelle di colore diverso dalla mia, e adesso che faccio? Solo perchè non avevo mai visto un colore di occhi come il tuo non posso permettermi di giudicarti. So che probabilmente non servirà a niente, ma... Mi spiace, sul serio e vorrei che tu accettassi le mie scuse, sono seriamente triste, amareggiato e deluso da me stesso.
-I-Io...Nessuno mi aveva mai chiesto scusa- Balbettai lasciando che le lacrime rigassero il mio volto trascinando con sè gran parte del mascara e della matita nera.-davvero Louis, io non so cosa dire, e penso sia una delle prime volte che mi trovo senza parole. Comunque sarei felice di accettare le tue scuse..
-Ma c'è un ma vero?
-Sì, mi spiace non riesco a dimenticare, non ci riesco, mi guardavi come se fossi un MOSTRO, come se non fossi un essere vivente, non umano ma VIVENTE, e fa male essere gurardati come lo si farebbe se la Terra venisse invasa da alieni di un'altra galassia con 345 braccia, 3 gambe, 700 piedi, 46558 mani, 2 dita, 1244986038604 occhi sparsi su tutto il corpo  che si aprono e chiudono come se avessero cervelli autonomi e che possono allungarsi a piacere. Non è una bella sensazione, davvero, ma tu non puoi capire, puoi anche essere odiato da delle persone ma lo fanno perchè sono gelosi, mentre a me guardano con schifo, paura, disprezzo, terrore e qualsiasi altra cosa negativa e ti assicuro che NON lo fanno perchè sono gelosi, ma perchè sono DIVERSA da loro, da voi....
MY LIIIIIIIIIIIIIIITLE SPACE

E alla fine mi è venuta voglia di pubblicare questo capitolo, mi sentivo in vena, e poi mi fa sfogare scrivere. Allora che c'è da dire? Bhè qui possiamo notare il "lieve" sfogo della protagonista, e ce credo poraccia! E' da quando è nata che la trattano male. Comuuuuunque secondo voi quale sarà la reazione del nostro protagonista? E Lux? Non vi sarete mica dimenticati di lei vero?!?! Nel prossimo capitolo voglio darle un ruolo importante. Devo dire che questo capitolo mi piace, forse non come è scritto ma per il pensiero dietro di esso, non lo so ma oggi mi sento filosofica e di buon umore!
Un bacio a quelli che seguono la mia storia. Alla prossima
Un ringraziamento a 
 Starlight_00 che ha sempre recensito i miei capitoli dandomi de consigli 
e anche a 
 Rachi danger sempre per aver recensito l'ultimo capitolo
Ringrazio anche 
 stelllina per averlo messo tra le seguite come anche le due che ho citato precedentemente
-Barby

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4


Sopprimendo un verso animalesco che rischiava di lasciare la mia gola mi accascia sul sedile, felice, per aver tirato fuori tutto, furiosa con Louis, per gli ovvi motivi, e decisamente stanca, stanca della mia vita, stanca dei pregiudizi, stanca di essere considerata diversa; volevo semplicemente fuggire da questo mondo, rifugiarmi da qualsiasi altra parte, teoricamente avrei potuto chiedere a Louis di mettere della musica, la mia ancora di salvezza con le arti marziali, ma avrei dovuto rivolgergli la parola, e non era esattamente ciò che desideravo con tutta me stessa in quell'istante, come anche in quello successivo, e in quello ancora dopo e così via.... Insomma praticamente non volevo parlargli in generale, ma non era neanche nella mia natura stare zitta per troppo tempo, era una cosa che mi inquietava il silenzio soprattutto quando sentivi lo sguardo che ti analizzava, implorante di guardarlo, di uno dei tuoi idoli, il che rendeva il tutto ancora più imbarazzante di come sarebbe stato se al posto del principe William ci sarebbe seduto un qualsiasi sconosciuto che non ti fa né caldo né freddo.
Decisa a recidere quel senso di oppressione mi girai verso Lux che, in tutta la mia vita, è stata la seconda che non si è fermata all'aspetto esteriore, non lasciandosi ingannare dai miei occhi che sicuramente, sono pronta a scommetterci tutti i miei (pochi) soldi, sono di un rosso tendente al sangue con delle striature nere, presi due respiri profondi per non far spaventare la bambina.
Stavo per parlare quando lei mi precedette non rivolgendosi a me però ma a quel cretino, bastardo, stronzo e altro ancora del tizio che sta guidando l'auto che mi porterà a destinazione.
-Zio Louis?-
-Sì scricciolo?-
-Sei stato cattivo sai? Molto molto cattivo!-
Spalancai la bocca e gli occhi quasi mi caddero sul sedile, nessuno e dico nessuno aveva mai preso le mie difese, nemmeno la mia baby-sitter che è stata l'unica a prendersi cura di me. Ora invece arriva questo piccolo geniaccio intrappolato nel corpo di una bambina di due anni e rimprovera uno che conosce da quando è nata perché ha discriminatizzato una ragazza conosciuta da poche ore che ha gli occhi rossi? Oddio penso di amare questa... questa... questo piccolo ammasso di pelle, ossa e muscoli che ha più cervello di una qualsiasi persona per strada! 
Boccheggia come in cerca d'aria appena il mio cervello mise in moto quelle poche rotelle che si ritrovava per elaborare l'informazione. Mi ritrovai a sorridere come un'ebete ripetendo tra me e me le parole da poco fuoriuscite da quelle labbrine.
-LUX!!!!!!-
-Che c'è? E' vero quindi stai zitto e cerca un modo di farti scusare, non puoi dire queste cose a qualcuno. Sei cattivo!-
Oookkey Lux, per la seconda volta aveva preso le mie difese, figo! 
-Non preoccuparti principessa, ci sono abituata-
Parlai intromettendomi nel discorso, non era giusto, magari avrebbe passato qualche guaio per colpa mia e non volevo.
-Ma...-
-Tranquilla va tutto bene tanto tra poco scenderò da questa macchina e Louis sarà uno dei tanti che mi ha trattato così e che poi non vedrò mai più, mentre a te ricorderò per sempre come una bellissima e intelliggentissima principessa che ha preso le mie difese. Ah Louis comunque siamo arrivati. Grazie del passaggio.
Quanto a te mia regina stammi bene ok?-
Mi sporsi per abbracciare quel corpicino che mi tenne stretta a sé come se fossi uno scoglio durante la tempesta. Era dolcissima.
-Ora devo proprio andare se no rischio di perdere anche questo lavoro- 
Le sussurrai all'orecchio mentre a malincuore mi staccavo da quell'abbraccio.
-Ciao Arya-
-Ciao Lux, ciao Louis, grazie ancora del passaggio-
Salutai quest'ultimo con un tono di voce atono e inespressivo mentre ancora ripensavo a come aveva reagito e mi salivano le lacrime agli occhi minacciando di uscire.
Sbattei con violenza la porta ed entrai nel locale adiacente alla Tate Modern, ho sempre adorato quel posto, dove poco dopo mi sarei dovuta esibire ancora una volta, non che mi dispiacesse adoravo cantare ma vedere tutti i giorni la stessa gente agli stessi tavoli era un po' triste. Avrei voluto tantissimo che ci fossero i miei amici ma, come dire, i miei "amici" e il mio "ragazzo", ormai ex, mi avevano abbandonata quando, presa da un momento di coraggio e fiducia avevo mostrato loro il vero colore dei miei occhi visto che in loro presenza avevo sempre portato le lenti a contatto.
Dopo un mese erano tornati dicendo che si erano comportati da stupidi, che si erano veramente pentiti della reazione che avevano avuto e mi pregavano in ginocchio di scusarli. Io, da brava cretina, gli avevo creduto e felice e contenta avevo riavuto indietro i miei amici e il mio ragazzo e non avevo più paura di mostrarmi a loro per come ero veramente. Quello che non sapevo era che alle mie spalle sparlavano di me dandomi della puttana, discriminandomi e allontanando tutti coloro che potevano anche essere lontanamente interessati a legare con me. Che storia pietosa, odio le storie pietose e di conseguenza odio la mia storia. Comunque adesso è passato tutto e non sono sola perché so che dalla mia parte avrò sempre la musica e le arti marziali che fanno parte di me dai tempi dei tempi.
In compagnia dei miei pensieri mi diressi verso il camerino salutando Freece, il capo, cioè per meglio dire il figlio del capo, però ormai sta sempre lui al locale perchè il padre sta male. Non è esattamente quello che uno definirebbe un brutto ragazzo, anzi, diciamocelo, è un figo assurdo, e non sa dei miei occhi e continuerà a non saperlo fino a quando non sarò troppo vecchia per cantare e quindi sarei dovuta andare in pensione lo stesso. Per il momento nessuno con quelli con i quali sono in rapporti più o meno amichevoli lo sa, in loro presenza ho sempre gli occhiali da sole o le lenti a contatto.
In camerino tirai fuori dalla borsa che avevo a tracolla un vestito azzurro scuro lungo fino al ginocchio, monospalla con il corpetto un po' rigido, stretto in vita da una fascia celeste e con la gonna di tulle, con abbinate delle scarpe con il tacco 10 blu, un trucco sfumato sulle tonalità del viola e per finire e ringiovanire quel completo una collana con scritta AARRGHHHHHHH, la cui scritta andava man mano calando di grandezza.
I capelli li legai con una treccia a lisca di pesce e come tocco finale misi le lentine marroni.
Afferrai il microfono mentre un brivido di adrenalina saliva dal cocige fino al collo. Adoravo la tensione prima del palcoscenico, era qualcosa di indescrivibile, anche perché una volta saliti scompare quasi completamente lasciando spazio a una sensazione meravigliosa.
Stavo torturando il microfono quando Freece mi chiamò facendomi segno che potevo andare, che era il mio momento, solo mio.
Con un ultimo respiro mi feci coraggio e varcai le quinte lasciandomi investire dall'occhio di bue, provai un senso di accecamento per qualche secondo e sbattei più volte le palpebre per abituarmi alla luce.
Subito le note di Black or White mi Michael Jackson risuonarono per tutto il locale mentre io mi muovevo per il palco prima di iniziare a cantare.

MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIITLE SPACE!!!!!


Ed ecco a voi un nuovo capitolo!!!!!!!!!!!!!!!! Grazie, grazie a tutti per essere qui stasera.
Ok la smetto. Comuuuunque come vi è sembrato il capitolo? a me sinceramente soddisfa anche perché avete idea di quanto cazzo ci abbia messo a scriverlo? Una volta era troppo banale, l'altra no non ci stava col personaggio di Arya, l'altra ancora era scritto in una maniera orrenda e potrei continuare all'infinito.
Sono sicura che tutte voi state fremendo di impazienza perché volete vedere Freece (sì certo vai convinta Barbara!) comunque io me lo immagino così: http://stainweb.altervista.org/_altervista_ht/adam-gregory.jpg
e il vestito che indossava Arya è questo:
http://www.polyvore.com/karaoke/set?id=99689106
scusatemi ma sono un disastro con le descrizioni quindi....

Vorrei ringraziare tutti quelli ceh recensiscono, che hanno messo la storia
tra le preferite-seguite-ricordate.
Mi fa veramente piacere, voi non ne avete idea.
Se qualcuna/o vuole farmi delle domande sul capitolo, sulla storia, su di me.....
Me le può fare nella recensione.
Un ringraziamento speciale a 
Starlight_00 e ad i suoi splendidi consigli, davvero, grazie mille!
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 
CAPITOLO 5:
 
Adoravo quella canzone, insomma Michael Jackson è il re del pop, lasciatemelo dire!
Lo adoravo e poi mi piaceva cantare, per cui le due cose si compensavano insieme e poi mi permetteva di guadagnare qualcosa in più. A proposito di guadagnare, il giorno dopo avrebbe dovuto cercare un altro lavoro a causa di quella stronza che l’aveva licenziata...
Non faci in tempo a concludere il pensiero che mi dovetti interrompere perché la canzone era ormai iniziata. Presi fiato e la mia voce fuoriuscì dai miei polmoni.
Cantava da sempre, la mia baby-sitter ogni sera intonava melodie della buonanotte che mi avevano subito appassionata al canto cosicché al liceo avevo intrapreso uno studio musicale.
Come al solito scrutò la sala per vedere se qualche nuovo cliente era entrato in quella specie di buco, che però adorava ma purtroppo non notai nessuno.
Mentre cantavo They Don’t Care About Us mi avvicinai al batterista facendogli l’occhiolino, era adorabile quel ragazzo, ovviamente a lavoro poi fuori era un mistero. Un paio di volte mi aveva chiesto di uscire ma... come dire... non mi piace mentire fuori dal lavoro e quindi preferii fingermi occupata.
Al chitarrista, anche lui un ragazzo figo come pochi, gli battei invece il cinque.
Continuai la serata cantando Love Me Do, dei Beatles, Wish You Were Here, di Avril Lavigne, quanto adoravo quella donna, Tell Me somethings I Don’t Know di Selena Gomez e conclusi la serata con We Are The Champions dei Queen. Ero assolutamente una fan sfegatata di questi cantanti gruppi e non avrei potuto fare a meno di nessuno di loro.
Tornata in camerino dopo gli applausi e i ringraziamenti mi spogliai beandomi dell’aria fresca che trovava spazio sul mio corpo accaldato e sudato dai balli e dal canto della serata.
Mi asciugai velocemente il sudore con un asciugamano e mi misi in fretta i leggins e la maglietta verde che avevo portato come cambio, mi struccai non ritruccandomi visto che sarei tornata subito a casa “mia” che in una settimana dovevo sgombrare per lasciarla alla prossima baby-sitter della figlia di quella pazza che mi aveva tolto i fondi necessari per vivere.
Sbuffando salutai Freece e il resto della banda con un bacio sulla guancia e uscii incamminandomi nelle viuzze di Londra prendendo la Circle Line sulla metro per poi cambiare a Earl’s Court con la District Line fino alla fermata di Parsons’ Green, esattamente una fermata dopo Fulham Broadway e in dieci minuti arrivai in una specie di buco che però era stato il mio rifuggio per un tempo immemorabile.
Buttai la borsa nel mini-ingresso e mi diressi a grandi passi verso la doccia che feci velocemente essendo troppo stanca per potermi rilassare, velocemente presi le mutande e la grande ,lunga e larga maglia che mi faceva da pigiama.
Il tempo di sdraiarmi e sprofondai in un sonno profondo data l’intensa giornata trascorsa.
Mi svegliai con la ragazza del piano di sopra che spostava mobili e altre cose.

Ancora mezza addormentata lanciai un grido alla vista dell’ora
-7.30?!?!?!?!?!?!?!?! Ma siamo impazziti qua?-
Urlai così forte che probabilmente mi avevano sentiti anche i tizi del piano di sotto, meglio così, quelli là sono insopportabilmente insopportabili.
Mi trascinai in bagno dove la mia bellissima faccia da zombie mi diede il buongiorno.
Volendo uscire al più presto per dare almeno un senso alla mia giornata mi sciacquai la faccia e mi lavai le ascelle tolta la maglia, presi il mio salvatore in tutte le peggiori situazioni: il correttore e ne riversai una quantità immensa sulle mie palpebre lunghe chilometri, impazzii per trovare la matita che recuperai nella boccetta di un vecchio profumo comprato quando ancora ero agiata e potevo permettermi di fare shopping ogni settimana. E infilai le mie lenti a contatto marroni.
Afferrai di fretta una maglietta rossa con dei pallini bianchi che lasciava scoperto il mio tatuaggio sulla clavicola che era la scritta “Kudo” in giapponese... Quanto adoro quell’arte marziale, è completa di tutto, è tipo karate, judo e lotta a terra messi insieme che formano un mix perfetto. Fortunatamente il proprietario della palestra mi conosceva bene e mi faceva allenare gratis in cambio di qualche lavoretto di casa, visto che lui aveva un appartamento dentro la palestra, e qualche lezione al corso dei bambini che di solito conduceva lui.
Come per abitudine passai una mano sulle linee del tatuaggio sovrappensiero per poi risvegliarmi e afferrare un jeans chiaro dentro al quale infilai quella sottospecie di aggeggio elettronico che non so con quale coraggio chiamavo cellulare, l’MP3, un vecchio regalo di Natale, le cuffiette, il portafoglio con dentro documenti, scontrini e pochi soldi e infine le chiavi di casa.
Alzando gli occhi al cielo afferrai al volo una borsa visto che il tutto non entrava nelle piccole tasche di cui era munito il mio pantalone. Finalmente uscii di casa e chiusi la porta facendola sbattere.
Inspirai l’aria fresca mattutina quando un leggero brontolio del mio stomaco e una sensazione di freddo sotto i miei piedi mi avvisarono che avevo dimenticato di fare colazione e di mettermi le scarpe.
Ringhiai infastidita e rientra in casa per mettere qualcosa sotto i denti, una pesca e afferrando al volo un paio di calzini e le mie vecchie, vecchissime e consumatissime All Star.
In casa intravidi il vestito e le scarpe della sera precedente e mi appuntai mentalmente che avrei dovuto riportarlo al locale.
Per strada comprai un giornale e mi fiondai subito sulle offerte di lavoro per poi dirigermi a passo svelto verso il primo indirizzo, scartai immediatamente quell’opzione, poco redditizia e molto estenuante.
Pensai che forse Danilo, il capo della palestra avrebbe potuto darmi un lavoro anche se lo escludevo visto che gli insegnanti c’erano tutti e la signora delle pulizie anche, io tappavo solo i buchi e le assenze che faceva.
Mi rimisi subito all’opera ma non trovai nulla di interessante fino all’ora di pranzo. Mangiai velocemente un panino comprato da Waitrerose.
Scoraggiata non abbandonai però le mie ricerche fino a quando non mi ritrovai di fronte a un portone di una villa, perché così si poteva chiamare quella costruzione enorme , dove decisi che se lì non avrei trovato nulla sarei tornata diligentemente a casa e poi al locale altrimenti... Avrei incominciato a lavorare.
presi un respiro e tremante allungai la mano fino al campanello.
-Liam cazzo vai tu!-
-Ma non vedi che non posso? In questo momento sono occupato!!!-
-Vado io!! Basta che se è un’altra per l’annuncio messo oggi la facciamo fuggire come le altre 34!-
Ero come paralizzata, io quelle voci le conoscevo, eccome se le conoscevo.

I miei sospetti erano fottutamente fondati e dovetti deglutire un paio di volte per riuscire a proferire parola dopo essermi ritrovata davanti quegli occhi, troppo conosciuti, che mi avevano insultata e giudicata fottutamente male.
Mi feci forza. Non poteva riconoscermi con le lenti a contatto. Non poteva e non doveva.
-Buongiorno sono qui per l’annuncio sul giornale. Qui dicevate di aver bisogno di una ragazza alla pari, se non sbaglio. Giusto signor...-
Mi stava scrutando come se gli ricordassi qualcuna.
Mi schiarii la voce
-Ehm... Signor..?-
-Oh scusi, mi dispiace mi sembrava di averla già vista da qualche parte, comunque mi dia del tu e chiamatemi Louis.-
-Ok, ma solo se anche tu mi darai del tu Louis-
-Sì certo, allora vieni dentro che parliamo un po’ del lavoro-
-Ok-
-Arya!!!!!!!!!!-

Non feci in tempo a formulare altri pensieri più sensati che dovetti allargare le braccia per prendere quello scricciolo di principessa che mi si era praticamente buttata addosso.
-Lux- sussurrai, più a me che agli altri affondando il viso nei capelli della bambina.
-Lo sapevo, io lo sapevo che saresti tornata e che ti avrei rivisto. Tu non sei più arrabbiato con zio Louis vero? E poi perché i tuoi occhi sono di un colore diverso?-
-Io veramente...-
-Dai vieni che ti faccio vedere i miei vestiti per Carnevale-
Ero completamente assorta nello sguardo di Louis che non sentii niente di niente.
I suoi occhi erano così... così, non saprei descriverli erano stralunati, confusi, meravigliati, sorpresi, delusi, tristi, mogi, spenti e tante altre emozioni che non avrei saputo decifrare.
-Scusate se interrompo il vostro scambio di energie, ma vorrei chiedervi come fa Lux a conoscere questa ragazza dai capelli scuri e gli occhi marroni- all’ultima affermazione sorrisi triste- e perché anche tu Louis sembri conoscerla-
-Zayn, andiamo di là, devo spiegarvi un po’ di cose a partire- e lentamente, con cautela tolsi le lentine lasciando che tutti potessero “ammirare” i miei occhi che in quel momento sicuramente erano rosso sbiadito- da questo-
Le loro reazioni non mi lasciarono sorpresa, soltanto ancora più amareggiata, per non scoppiare a piangere nascosi il viso nella spalla di Lux e mi sfiorai un altro mio tatuaggio, sul polso destro, era un infinito con scritto da una parte “life” e dall’altra “love” e terminava con una piuma.
Alzai lo sguardo giusti in tempo per vedere un pugno di Harry arrivarmi in faccia per poi prendermi e togliermi dalle mani Lux che venne portata al sicuro mentre io ero ancora sotto shock,  quasi non me ne accorsi dei colpi che mi arrivavano da parte di Harry mentre gli altri erano ancora impietriti. Anche Louis non si muoveva, non toglieva il suo amico che stava a cavalcioni su di me prendendomi a parole e a botte.
-Sei un mostro cazzo! Che cosa hai osato fare a Lux? Eh che fai? Non rispondi? Mostro! Che cazzo sei eh? Allora? Non parli? Oh poverina il gatto ti ha mangiato la lingua? Oh no scusa, hai ragione il gatto non ti ha mangiato la lingua, non potrebbe, probabilmente sei tu che hai mangiato lui. Allora come l’hai cucinato? O forse non l’hai proprio cucinato e te lo sei semplicemente sbranato vivo e crudo?-
Era un sogno, solo un semplice e brutto sogno. Piangevo, non potevo farne a meno, tanto le lacrime si sarebbero mischiate con il sangue, per cui non mi preoccupai di nasconderle più di tanto. Ogni parola che diceva era come una pugnalata al cuore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITLE SPACE:
 
Bella gente come va???? Spero bene e mi scuso per il ritardo, non sono prorpio riuscita ad aggiornare prima. Vorrei ringraziare tutte quelle che recensiscono e che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate.
Mi spiace non poter fare ringraziamenti più approfonditi ma devo scappare.
Alla prossima e se volete darmi consigli ve ne sarei grata.
Ora scaaaaaaaaaaaaaappo baaaci <3
La prossima volta vi metto le immagini dei ragazzi super fighi con cui lavora Arya e anche dei suoi tatuaggi e tutti i link delle canzoni che ha cantato, oggi proprio non posso
-Barby

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

Stavo a terra e ormai mi arrivava tutto ovattato alle orecchie, il dolore ormai non lo sentivo più, le urla di Lux erano come un sogno, un sogno lontano, lontanissimo, un incubo. L’unica cosa che occupava il mio cervello erano le parole di Harry, rimbalzavano nella mia scatola cranica come se fossero palline da ping pong e ogni volta facevano più male colpendo il cuore già rotto in mille pezzi per poi rincorrere i pochi resti e spezzarli in parti ancora più piccole e più dolorose che si diffondevano nel mio corpo come un anestetico per il dolore fisico ma rinvigorisce, per così dire, la mia sofferenza mentale.
Ero completamente assente, e t delusa? No troppo poco. Triste? Sì ma non era l’emozione principale. Sofferente? Sì abbastanza...
Vabbè, in poche parole mi sentivo uno schifo. In diciannove cazzo di anni nessuno, e dico NESSUNO mi aveva mai picchiata per il colore dei miei occhi. Derisa sì, insultata sì, evitata sì ma menata no, mai fino a pochi minuti? Ore? Bho non saprei dirlo ho perso completamente la cognizione del tempo. Insomma fino a poco prima.
Solo quando non sentii più la pressione del corpo di Harry sul mio tentai di aprire gli occhi. Non riuscivo a spalancarli del tutto e, ripresa finalmente conoscenza, ogni singolo atomo presente nel mio corpo urlava di dolore.
Mentalmente mi insultai per non aver reagito a quei colpi visto che lo avrei potuto velocemente ribaltare assumendo così io il comando di quella lotta.
Quello che vidi attraverso i miei occhi semi-aperti fu solo Zayn che si incazzava con Harry. Con un grande sforzo di volontà riuscii a sentire quello che dicevano
-Harold Edward Styles, sei per caso completamente uscito fuori di testa????-
-Ma perché?-
-Hai idea di chi sia la ragazza che hai appena picchiato a sangue?-
-Dovrei?-
-Sì razza di cretino sì!!!-
-Allora illuminami intelligentone!-
-Con piacere, lei è quella che ha incontrato Louis l’altro giorno che aveva perso Lux!! Lei  l’ha salvata, non, come dici tu, maltrattata o chissà cos’altro!!-
-Lei ha salvato Lux?-
Mi sembra di avertelo già detto Harry. Non mi va di ripetertelo-
-O sant’Iddio! Sono un cretino.-
-Puoi dirlo forte amico-
-Ora porta questa ragazza di sopra che se no muore dissanguata-
-Vado Liam, vado, ma stai tranquillo, non penso di averla ferita così gravemente.- Si girò poi verso di me che chiusi di scatto gli occhi -N-non sono stato io vero?-
balbettò poi.
-Sì Harry sei stato tu.- Ahia cazzo santo che male parlare. -Ora se non vi spiace potreste aiutarmi ad alzare?-
Erano tutti impietriti, manco fossi uno zombie oh!
-Ehmm ragazzi so di avere un aspetto orrendamente orrendo ma seriamente non riesco ad alzarmi, penso che il signorino qui davanti mi abbia slogato una qualche articolazione del braccio destro. Per favore, ve lo chiedo in ginocchio potreste non farmelo ripetere visto che non riesco a parlare?-
Silenzio, immobili come statue di cera.
-E che cazzo! Qualcuno venga e mi tiri in piedi, non è tanto difficile e non penso di essere così pesante!!-
Cercavo di essere forte, di no far trapelare a nessuno il mio dolore fisico ma soprattutto mentale, non volevo avessero pietà di me, odiavo la pietà, ti fa diventare qualcuno che non sei realmente.
Ma mi faceva male dappertutto e quando Niall iniziò ad alzarmi non riuscii a trattenere una smorfia di dolore e un’imprecazione.
Le lacrime volevano uscire ma sapevo che avrebbero solo procurato dolore su quei lividi e su quelle ferite, visto che la mia pelle si era super-sensibilizzata e anche il minimo tocco mi faceva urlare dal dolore.
-Chiamo un’ambulanza-
-No!- Cercai di urlare ma le parole mi morirono in gola, diventando poi un urlo di dolore e impotenza, non riuscivo a reggermi in piedi. Era una sensazione orrenda, tremenda.
L’ambulanza chiamata da Louis arrivò in circa 5 minuti per poi portarmi all’ospedale Chelsea and Westminster Hospital.
Ero di nuovo sola e senza soldi, in più avevo qualche ammaccatura sul corpo.
In ospedale mi trasfusero del sangue e diagnosticarono che avevo la spalla slogata e che invece le gambe dovevano solo riprendersi per qualche ora.
Nulla di grave alla fine, le ferite non erano profonde e i lividi stavano iniziando a scomparire. Venni dismessa quella sera stessa sotto mia assidua richiesta.
Facendo finta di nulla mi diressi al locale dove cantavo e quel giorno optai poi per un jeans chiaro strappato, una maglietta/felpa della All Star grigia, delle Converse blu, una collana con un teschio brillantinato nero, degli orecchini con delle ragnatele e dei ragnetti rossi, una sciarpa grigia, un cappellino nero, tre anelli con scritto BAD, una lettera per gioiello e per finire un trucco pesante sugli occhi e un rossetto rosso scuro di Chanel e tanto, ma tanto correttore e fondotinta. Tutto questo preso dagli abiti di scena che il karaoke possedeva e metteva a disposizione dei cantanti. Quella sera misi le lentine color nocciola visto che quelle marroni cioccolato che usavo di solito si erano rotte quel pomeriggio.
Non ballai molto, ancora avevo qualche dolore anche se erano quasi del tutto passati, o almeno io mi ripetevo così anche se ogni movimento era un sacrificio, lasciai che la mia voce si diffondesse per tutto il locale, cantai con il cuore come non facevo ormai da moltissimo tempo, mi emozionai durante When You’re Gone di Avril Lavigne, e durante Mean di Taylor Swift mandai a fanculo mentalmente tutti quelli che avevano infierito su di me e sui miei occhi, Dei Beatles quel giorno cantai Yesterday e invece dei Queen scelsi Every Breath You Take dei Police durante la quale piansi come una cogliona. Mi sentivo come se non avessi più il cuore, come se si fosse nascosto e io non riuscivo a trovarlo, mi sentivo una stronza bastarda, disprezzata da tutti, anche dai propri idoli che dicevano di amarti in ogni canzone ma alla fine ti giudicavano come tutti gli altri. Si erano presi gioco di e, mi avevano incantata e illusa per poi potermi uccidere in senso metaforico.
Quella serata l’ultima canzone l’avrebbe scelta una strana macchina che conteneva tutte le canzoni conosciute dalla nostra band, veniva chiamata una persona e lei doveva tirare una leva che si fermava poi su una canzone.
Scesi quindi dal palco e girando su me stessa, come ogni volta che lo avevo fatto indicai il predestinato, era un ragazzo nuovo, mai visto prima in questo buco. Era alto, ben strutturato, gli occhi nocciola e i capelli marroni, aveva una giacca nera di pelle, i jeans scuri attillati e un poco calati lasciavano intravedere i boxer di Calvin Klein, la maglia era rossa e fasciava bene i suoi muscoli.
Ero tesa, come ogni volta, e iniziai a torturarmi le mani, il tizio era estremamente lento e ciò non facilitava la mia concentrazione. La leva andò gi e tutte le canzoni iniziarono a girare come se fossero trottole. Finalmente si calmarono e ne uscì fuori Black to Black degli AC/DC, li amavo. Visto che serviva anche un’altra chitarra andai a prendere la mia nera e iniziai a suonare, seguita poi dalla batteria e dall’altra chitarra. Con quella canzone mi sfogai, era bellissima, la adoravo, la ascoltavo da sempre, la mia baby-sitter mi aveva fornito una cultura musicale degli anni d’oro de rock, pop enorme e io me ne ero subito innamorata.
La serata finì e io anche se mi avevo solo cantato e suonato tornai nello spogliatoio stanca morta e sudata. Mi faceva male la gola e non avevo più voce, avevo dato tutta me stessa in quell’ultima canzone, e ora ne pagavo le conseguenze, salutai frettolosamente Freece, presi la paga di fine mese e mi diressi a grandi passi verso la metro con le cuffie nelle orecchie ascoltando la mia playlist sugli AC/DC, mi erano entrati in testa quella sera e nessuno avrebbe più potuto estorcermeli dal cervello, erano semplicemente stupendi.... Spettacolarmente bravi.
Contai le fermate della metro che mi separavano dalla mia casetta e le ore che mi mancavano per trovarne un’altra, ero semplicemente nella merda. Bello, bel futuro, complimenti Arya, sei solo una casinista, e non sarai mai contenta se nella tua vita succedesse qualcosa di normalmente calmo.
Più volte la possibilità di prostituirmi mi aveva sfiorata, ma non l’avevo mai presa in discussione seriamente, quella sera ero invece molto demoralizzata e quel sottospecie di lavoro mi sembrava l’unica possibilità che avevo, ero completamente negata a lavorare in un bar o in un negozio, non ero per niente paziente, tranne che con i bambini, loro li adoravo ma avevo girato tutta Londra e tutti i posti possibili e inimmaginabili ma nessuno ero soddisfacente o soddisfatto di me. Ero semplicemente nella merda.
Con questi pensieri mi diressi verso il letto.
Mi addormentai ancora vestita e truccata, oltre che puzzolente, bel mix no?
Il giorno dopo mi svegliai a mezzogiorno, tutta acciaccata come se qualcun altro mi avesse dato una ripassata. Era mercoledì e teoricamente sarei dovuta andare in palestra ma sinceramente non ne avevo la forza, con una sottospecie di grugnito malriuscito afferrai il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, cazzo dovevo ridare tutto a Freece se no mi avrebbe ammazzato sicuramente, e composi il numero dell’Otzuka, mi rispose come al solito la segreteria telefonica visto che Danilo non rispondeva MAI al telefono della palestra.
-Danilo, senti oggi non posso venire, mi spiace ma non mi sento bene, ci vediamo sabato va bene? Ora devo scappare baci, ah e volevo chiederti quando potevamo vederci per il tatuaggio di cui ti ho parlato... in questi giorni sono nella merda fino al collo, quella stronza mi sta cacciando di casa e devo trovarmi un cazzo di lavoro nuovo, mi ha anche licenziato, quindi che ne dici di sentirci tipo tra una o due settimane?
Grazie ci si vede.-
Chiusi il telefono in contemporanea con gli occhi e abbandonai la testa sul cuscino. Svogliatamente, dopo cinque minuti di relax mi alzai e mi diressi verso la doccia, velocemente presi l’intimo e un paio dei leggins con accoppiata una canottiera bianca, nulla di speciale, non mi potevo permettere tutti i vestiti del mondo e quindi dovevo accontentarmi. Velocemente mi spogliai e aprii il getto freddo dell’acqua, in poco tempo mi ero preparata e truccata alla bella e buna, giusto per non sembrare uno zombie. Di corsa mangiai una mela e uscii di casa ricordandomi solo dopo la borsa con tutte le cose che avevo precedentemente infilato dentro.
Il tempo di uscire e il telefono iniziò a squillare.
-Pronto?-
-Ehmm Arya?-
-S-sì sono io.- Risposi, ma lui come cazzo faceva ad avere il mio numero?-Ehmm Senti sono Harry-
-Sì lo so, che vuoi?- ero incazzata con lui e non mi poteva mica comprare con una chiamata e paroline dolci, idolo o no.
-Ah, sì già giusto Louis mi aveva detto che sei Directioner- ragionò lui tra sé e sé. –senti non ti ho chiamato per chiederti scusa o giustificare le mie azioni, non dico che sono giuste ma insomma chi vuoi che non si spaventi vedendo i tuoi occhi? Senza offesa eh! Non mi scuso anche perché penso che potesti tirarmi addosso qualcosa, non ho giustificazioni e lo so, volevo solo dirti che bhè noi abbiamo pensato che visto che Lux ti adora come non so che cosa che potevi venire a lavorare da noi. Ovviamente hai tutto il diritto di tirarmi un pugno in faccia, anche se non penso possa farmi male, oppure di lanciarmi addosso un vaso Ming ma comunque ti prego di prendere in considerazione questa offerta, almeno per Lux. Ti scongiuro e se per farti accettare dovrei pregarti per ore in ginocchio io e gli altri ragazzi lo faremmo e...
-Per quanto mi alletti l’idea di vederti in ginocchio Harry sono costretta a dirti che accetterò senza avere il privilegio di essere pregata da voi-
-Ti prego ripensaci ti giuro che... Aspetta cosa hai detto?-
-Che accetto Harry, sei forse diventato sordo? Ho bisogno di soldi e adoro Lux, non mi importa se dovrò vederti ogni giorno. Voglio avvertirti però che io la sera canto e il mercoledì e il sabato dalle 3.30 alle 6 sono impegnata.-
-Sì certo va bene.-
-Ok allora quando inizio?-
-Anche adesso, condividerai la stanza con Lux e avrai il tuo bagno personale. Domande?-
-No non preoccuparti adesso arrivo, il tempo di fare una borsa con le cose principali.-
-Sì ti aspettiamo, oggi abbiamo un’intervista.-
-Lo so Harry, lo so-
-A dopo-
Attaccò senza darmi il tempo di salutarlo. Avevo accettato e non mi importava veramente se avrei dovuto vedere ogni santo giorno Louis e Harry, adoravo Lux e non mi pentivo di quella scelta.
Non avevo perdonato Harry, come avrei potuto dopo neanche ventiquattr’ore? Ma semplicemente odiavo portare rancore, e odiavo chi portava rancore.
Velocemente risalii a casa e feci una veloce e piccola valigia, ci buttai dentro dell’intimo, i CD della mia Baby-sitter, il caricatore dell’MP3 e del cellulare e qualche vestito a caso, presi una manciata di magliette e pantaloni, calzini e li infilai lì dentro alla rinfusa, con cura misi dentro i miei gioielli, i miei trucchi e le mie lentine, avevo un sacco di colori. Altrettanto velocemente di come ero entrata uscii e mi diressi alla metro, cercando di ricordarmi dove dovevo scendere e che linea prendere.
Dopo poco scesi e in dieci/quindici minuti mi ritrovai davanti al portone.
Solo dopo aver ripreso fiato suonai.
Mi venne ad aprire Liam che mi salutò invitandomi ad entrare.
-Hai fatto in fretta-
-Stavo a casa-
-Ma non ci hai messo molto lo stesso-
Scrollai le spalle non sapendo cosa rispondere.
-Aryaaaaaa!-
-Luuuuux!!!!-
-Sei venuta!-
-Sì sono venuta e non me ne vado, contenta?-
Per risposta si limitò a saltare sul posto battendo le mani, era adorabile.
-Dai mi fai vedere la casa?-
Mi prese la mano trascinandomi in giro per quella specie di villa.
Solamente il salotto era più grande di casa mia, la cucina era tipo quella di Gordon Ramsey, avevano un giardino, una palestra sotterranea, una piscina all’aperto e una al chiuso. Al piano di sopra si trovavano le stanze e i bagni di tutti.
C’era anche un’enorme cabina armadio dove tenevano i vestiti per le interviste o cose del genere.
La nostra stanza era enorme, dormivo in un letto a una piazza e mezzo mentre Lux in un lettino che era però enorme. Aveva un armadio di giochi e uno di vestiti più quantità infinite di qualsiasi cosa possibile e immaginabile.
-WOW- non riuscì a proferire altro dopo il giro turistico.
-NOI ANDIAMO!!!!!- urlò Niall da giù
-Sì non preoccupatevi, noi stiamo qui, a dopo.
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITLE SPACE:

Allora buongiorno a tuuuuutte!!! come promesso adesso vi metto le immagini dei tatuaggi di Arya e i link per le canzoni, in più vi faccio vedere quei fighi che solo lei può avere come batterista e chitarrista.
Iniziamo con l vestiti che Arya indossa quando canta:
http://www.polyvore.com/bad_girl/set?id=100410827 eccoli qui asafsjkhlhgaghakgh li amo!!!
Continuiamo poi con i suoi tatuaggi:
http://passionetattoo.it/wp-content/uploads/2013/05/tattoo-infinito.jpg quello sul polso
https://si0.twimg.com/profile_images/1667641031/75-5.gif immaginatevelo sulla clavicola
Quest invece è il chitarrista:
https://fbcdn-profile-a.akamaihd.net/hprofile-ak-ash3/161980_138836662800879_7823933_n.jpg
E questo è il batterista:
http://data1.whicdn.com/images/16549095/247210_217425918288972_187150204649877_723596_7824165_n_large.jpg
Invece queste sono le canzoni che canta in questi capitoli sono:
http://www.youtube.com/watch?v=zjZwi_PJiio Michael Jackon Black or White
http://www.youtube.com/watch?v=QNJL6nfu__Q Michael Jackson They Don't Care About Us
http://www.youtube.com/watch?v=wIu0cpC-mSA Love Me Do dei Beatles
http://www.youtube.com/watch?v=VT1-sitWRtY Wish You Were Here di Avril Lavigne
http://www.youtube.com/watch?v=_RRyniZG0Jo Tell Me Something I Don't Know di Selena Gomez
http://www.youtube.com/watch?v=04854XqcfCY We Are The Champions dei Queen
http://www.youtube.com/watch?v=0G3_kG5FFfQ When You're Gone di Avril Lavigne
http://www.youtube.com/watch?v=jYa1eI1hpDE Mean di Taylo Swift
http://www.youtube.com/watch?v=XNnaxGFO18o Yesterday dei Beatles
http://www.youtube.com/watch?v=_wsMEj2ZfW8 Every Breath You Take dei Police
http://www.youtube.com/watch?v=pAgnJDJN4VA Back in Black degli AC/DC

Questo è tutto ma prima voglio ringraziare personalmente Starlight_00 e Flaminialoves1D, vi amo ragazze!! Siete spettacolari.
Vi mando tanti baci e ci vediamo la prossima volta
:* :* :* :* :* :* :*
-Barby

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7:
 
Uscirono tutti e quando sbatterono la porta mi prese un colpo colposo(?) che, come dire, mi fece praticamente inveire contro tutti gli dei immaginabili, a partire da Zeus per finire con Ishtar, insomma, ma la porta non potevano accompagnarla dolcemente come una qualsiasi altra persona normale avrebbe fatto?? Ah, giusto, dimenticavo, loro non sono normali, piccola dimenticanza....
Con una specie di verso che non so neanche io da dove mi uscì tornai a Lux che intanto mi stava mostrando la sua collezione di automobiline. Un secondo... macchinine????? E dove sono finite le barbies??? Io le desideravo tanto ma non le  ho mai potute avere, anche se eravamo benestanti la mia tata non era esattamente ricca sfondata fino al midollo...
Ormai i bambini cambiano, anche io però avevo sempre avuto una predisposizione per i giochi maschili, ma guai a chi mi insultava Ken e Barbie!! I miei supereroi preferiti dopo Wolverine e Tempesta, più ovviamente tutti gli X-Men, Thor, I fantastici Quattro, Spiderman, Batman, Superman, DearDevil etc. etc.
-Arya, Arya!!-
-E che cosa è successo?- domandai scrollando la testa, mi ero persa nei ricordi, non era mai una buona cosa, mai. Il passato è passato e basta, non ci si può fare niente.
-Ti stavo facendo vedere i miei giochi, vieni?-
-Sì certo principessa-
Mi portò in una piccola stanzetta adiacente completamente piena di giochi di ogni tipo, dalle Barbies, (allora anche lei le adorava!!!!) ai supereroi giocattolo alle cucine di plastica ai giochi da tavolo.... Insomma tutto quello che una bambina può volere.
-Wow!! Cioè, volevo dire che vuoi fare?- mi ricomposi in fretta e strabuzzai gli occhi dalla sorpresa quando lei prese in mano dei fumetti della Marvel vecchi, nientemeno che il numero 1 di Thor, e mi chiese di leggerglielo. Oddeo potevo fare una statua a quella piccola genia, io la adoravo!!!
-Me lo puoi leggere tu? Gli zii non possono mai e allora...-
-Sì certo che te lo leggo, con piacere, dai vieni in salotto che poi vedi la tv, ti va?-
-Sììììì!!!!!-
-Hahahahahahahahahahaha dai andiamo di là- le tesi una mano che lei prontamente afferrò stringendola nella sua piccola e paffuta manina.
-Allora sei pronta?-
-Sì dai incomincia a leggere!-
Mi schiarì la voce e iniziai fino alla fine del fumetto. Ok, lo ammetto, lo adoravo e mi sembrava di tornare indietro nel passato.
Quando finii notai che Lux si era addormentata. Sorrisi involontariamente e la portai al piano di sopra facendo attenzione a non svegliarla, lentamente la poggiai nel suo lettino, le tolsi i vestiti che per dormire erano esageratamente scomodi infilandole una tutina e rimboccandole poi le coperte.
Approfittando di quella pausa presi il mio borsone con le cose dentro e le sistemai nell’armadio che mi era stato riservato, inutile dire che era enorme e ci sarebbero state quattro volte tutte le mie cose e sedici volte le cose che mi ero portata.
Lux non si era ancora svegliata, meglio per me, almeno avrei potuto farmi una doccia. Velocemente presi l’intimo, mutande viola e reggiseno nero, odiavo i completini abbinati, li trovavo insopportabilmente falsi, un pantaloncino e una canottiera bianca, semplice.
Entrata nella doccia mi lavai velocemente mentre l’acqua fredda mi tonificava, non usavo quasi mai acqua calda, costava troppo e non potevo permettermela.
Velocemente mi asciugai e vestii, in seguito tornai da Lux che si era intanto svegliata e voleva fare una passeggiata, la capivo poverina, era stata tutto il giorno rinchiusa in casa, mandai un messaggio a Louis avvisandolo che andavamo a farci un giro, non aspettai risposta e afferrai la borsa con dentro tutto quello che mi poteva servire, misi un vestitino a Lux, non mi andava di vestirla con pantalone e maglietta, ci avrei messo troppo, infilai in fretta e furia le scarpe e mi catapultai fuori dalla porta, ok adoravo andare in giro per Londra, problems??
Portai Lux a Holland Park, lì c’era un parcogiochi super-figo con un sacco di giochi, alcuni estremamente pericolosi per i bambini piccoli, ma altri molto belli, ci andavo sempre e l’ho sempre adorato, lì sono racchiusi un sacco di ricordi, veramente troppi ricordi. Quando iniziò a imbrunire decisi di riprendere Lux e fare un salto alla mia vecchia casa per potermi prendere le cose che avevo lasciato.
La bambina era entusiasta di poter vedere dove abitavo, velocemente ci incamminammo e quando arrivammo lei restò stupefatta definendo la mia casetta adorabile, era un amoro quella principessa.
Mentre riempivo le valigie lasciai che Lux curiosasse in giro, ovviamente solo dopo essermi assicurata che non rompesse niente.
Mi fidavo di lei.
Buttai tutto a casaccio e finii in meno di mezz’ora, le valigie erano due, fortunatamente, così non mi sarei ammazzata per portarle.
Tornammo in metro, il viaggio fu tranquillo, anche se Lux mi tartassava di domande su... bhe su tutto!!
Sembrava volesse scoprire i miei segreti più remoti e nascosti!
-Ehi bella principessa che ne dici scendiamo che siamo arrivate?-
-Di già??-
-Sai se passi il tempo a bombardarmi di domande i minuti passano in fretta. Dai affrettiamoci che sennò rimaniamo chiuse fuori.- Afferrai le valigie ma m’incamminai solamente quando vidi la mano della bambina sul manico del trolley.
Quando entrammo in casa fummo travolte da 5 esseri più o meno umani che si avventarono su di noi soffocandoci con domande e frasi senza senso.
-Arya ma perché gli zii sono impazziti?- A quell’affermazione scoppiai a ridere e le spiegai, quando ci lasciarono respirare, che non erano impazziti ma semplicemente preoccupati per noi.
-Allora, dove siete state?- ci domandò Liam
-In giro, siamo andate a Holland Park e poi a casa mia per prendere le mie cose. Basta-
-E perché avete fatto così tardi?-
-Ma non è tardi, saranno le sette e mezzo!-
-Dettagli, ci siamo presi un colpo, e se fosse successo qualcosa Lou se la sarebbe presa con noi quando sarebbe tornata dalla sua vacanza.-
<< se fosse successo qualcosa a Lux>> quelle parole rimbombavano per il mio cervello, producendo lo stesso effetto di un pugno dato ripetutamente sullo stesso punto, in quel caso sul cuore, facevano male, molto male.
Tre su cinque dei miei idoli mi considerava una nullità, una cosa che poteva anche morire, tanto non era mai stata fondamentale, che non era niente più di un addobbo, un oggetto inessenziale, inutile ma che si tiene perché a volte può essere utile.
Sarei scoppiata in lacrime un’altra volta, ma non potevo permettermelo, non ero una povera frignona che si abbatte per ogni minima cosa.
-Sì ho capito, non succederà più Liam, posso andare oppure mi volete dire qualcos’altro?- ero fredda, ma dentro mi stavo sciogliendo.
-No, non preoccuparti, noi di solito ceniamo alle otto e mezzo, ma non so se tu ci  sei...-
-Certo che ci sono, perché non dovrei?-
-Pensavo andassi a cantare-
-No, penso smetterò di andare lì, non avrei tempo e sarebbe troppo stressante.-
-Ah, ok, un giorno ci farai sentire come canti?- Si intromise Niall nella conversazione, avrei potuto strozzare il biondo finto davanti a tutti, odiavo cantare davanti a gente che conoscevo.
-Ehmm... non mi sembra il caso Niall, non mi piace esibirmi davanti a gente che conosco-
-Dai non perfavore!!- Era cucciolosissimo, da lì a poco avrei ceduto.
-No davvero non...-
-Niente storie stasera ci canti qualcosa!-
-Zayn, ti prego, perché non vai a rompere i coglioni a qualcun altro, che ne so , alla tua promessa sposa, vi prego, seriamente, non mi vorrei-
-Insistiamo tutti, davvero!-
-Louis?!-
-Sì veramente!-
-Harry??- ero sempre più confusa.
Cedetti solo quando Lux si appese al mio pantaloncino, probabilmente avrei preso un raffreddore di quelli potenti, e mi pregò con la sua vocina adorabile, dopo cena, avevo un’ora per decidere cosa cantare, mi avevano dato tre canzoni da cantare, anche il numero dovevano decidere!
La cosa buona era che avevano messo a mia disposizione un intero guardaroba di articoli femminili, che non so per quale strano motivo si trovavano in quella casa visto che avevano tutti dissentito quando avevo chiesto se si trattasse dei vestiti delle loro ragazze.
Mi rinchiusi in camera e lentamente, molto lentamente, sfogliai tutte le canzoni di cui ero in possesso e di cui conoscevo il nome. Avrei sicuramente cantato una canzono degli AC/DC, ma non sapevo quale, erano tutte bellissime, poi una di Avril Lavigne, quella donna sapeva sempre rappresentare le mie emozioni sotto forma di musica, e la terza canzone non avevo idee!! Ero bloccata e stavo dando di matto.
Dopo una molto lunga riflessione decisi di cantare Thunderstruck degli AC/DC, Let Me Go di Avril Lavigne e infine... non avevo ancora deciso. Avrei scelto dopo che avessi deciso cosa indossare, quella cabina armadio era enorme, non sapevo cosa mettermi!!
Quel giorno mi sentivo dark, decisi quindi di mettermi dei pantaloncini neri con sotto dei leggins, una gamba aveva la fantasia a strisce bianche e nere mentre l’altra aveva delle croci. Scelsi una canottiera nera con sopra scritto: You Shot Me Rock’n’Roll But I Killed You First, come scarpe delle Dr Martins Viola, e mi misi un trucco molto pesante, matina sopra e sotto nera molto forte, rossetto nero e smalto nero, per finire ci abbinai dei gioielli, degli orecchini a teschio pendenti, una collna con dei denti da vampiro, probabilmente e per finire dei bracciali con le borchie o comunque scuri, neri.
Mi venne una specie di lampo di genio e come ultima canzone scelsi Back in Black sempre degli AC/DC che avevo cantato al karaoke non molti giorni prima.
Finita di prepararmi i vestiti mi infilai una tuta sbrindellata e una maglietta enorme per coprire i vestiti, anche se purtroppo il truccon non potevo coprirlo in nessuna maniera. Scesi e tutti mi guardarono come se fossi un’aliena pazzoide.
Sperai che la cena durasse almeno due ore, o che una catastrofe naturale facesse in modo di dover rimandare la mia esecuzione, cioè esibizione.
La cena fu tutto sommato piacevole, e soprattutto squisita, aveva cucinato il oro cuoco privato, e aveva preparato una braciola di maiale c e come dolce della Fudge Cake, la mia preferita, il primo era stato purtroppo rovinato da Harry che non so come lo aveva fatto rovesciare per terra mentre era ancora in forno, non sapremo mai cosa ci era stato cucinato.
Finita le cena ci dirigemmo tutti di la mentre io andavo a prendere la chitarra e mi sbarazzavo della tuta e della maglietta, la chitarra me l’aveva regalata il mio ex quando ancora credeva che io avessi gli occhi marroni. era unasemplice chitarra elettrica nera, niente di che.
Prima di scendere presi un respiro profondo, anzi due, o per meglio dire tre... insomma in poche parole stetti due minuti buoni a cercare di convincere il mio corpo a scendere quelle maledette scale....
 
 
 
 
 
 
 
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITLE SPACE:


Allora buona gente come va???? Spero bene, io in questo periodo sto tipo sommersa da interrogazioni e tutto, posso morire felice!!!!! Vorrei che tipo lasciaste qualche recensione, mi farebbe piacere, ora devo scappare ma non prima di avervi dato un bacio e ringraziare tutte quelle che hanno recensito, messo ttra preferite/ricordate/seguite la mia storia sono stra feliceeee!!!!!!!!!!!!  *-*
P.S. si veste così Arya  http://www.polyvore.com/cgi/set?id=100851103&.locale=it
Queste sono le canzoni:
Let Me Go di Avril Lavigne: http://www.youtube.com/watch?v=AqajUg85Ax4
Thunderstruck degli AC/DC: http://www.youtube.com/watch?v=v2AC41dglnM
Back in Black degli AC/DC: http://www.youtube.com/watch?v=pAgnJDJN4VA
baci baci alla prossima

-Barby

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8:


Non ero mica spaventata a morte, ma no dai! Chi non se la farebbe sotto se dovesse cantare davanti ai suoi cazzo di idoli, nessuno dai, insomma è una cosa da tutti i giorni!!
Uff, se anche i ragionamenti idioti che più idioti non si può allora vuol dire che ho veramente paura, che bellezza, mi sento al settimo cielo, ma ormai non posso più tirarmi indietro anche se ho come l’impressione di non averci azzeccato con le canzoni, insomma AC/DC non sono esattamente un genere da ninna nanna, ecco, diciamocelo.
Comunque riuscii a scendere, come per magia, quei pochi gradini che mi separavano dalla sala delle torture….cioè il salotto, scusate, a volte mi capita di confondermi e di fare battute deficienti come questa, soprattutto se sono nervosa, e io non sono nervosa VERO??!?!?!?!?!?! Chi osa insinuare che io sia nervosa??? No ma dico io vi sembro forse in preda a una crisi nervosa barra di panico?!?!?!?!?!?! No fatemi capire ecco, perché io mi sento una delle più tranquille ragazze del mondo, altro che yoga, quella specie di urlo mentale era stato un vero toccasana, ora si sentiva calma e rilassata come non mai…. Se vabbè col cazzo che mi sento calma e rilassata ora!!!! Sono più tesa di una corda di violino, che poi, detto tra noi perché si dice “più tesa di una corda di violino” solo gli dei del cielo lo sanno.
Ehi, Zeus, lassù ci sarebbe qualcuno così gentile da dirmi che cazzo vuol dire quel maledetto e stramaledetto modo di dire????
Niente, non degnano mica di una risposta e??? Non si fa maleducati!!
 Ok, stavo decisamente impazzendo e potevo averne la conferma anche osservando le facce dei miei ospiti che mi guardavano come se fossi il diavolo sceso in Terra.
E Lux, quel piccolo amorino tesorino, cucciolino, patatino, carotino, zucchinino, amorino…. No aspetta, ho già detto amorino? Vabbè quella principessina mi guardava invece come se avesse visto Zeus in persona che combatteva a fianco dei fratelli, Poseidone e  Ade, e delle sorelle, Era, Demetria ed Estia contro i Titani e uccideva sul padre Crono che aveva mangiato vivi i suoi 5 figli tranne che Zeus messo in salvo dalla madre Rea che aveva dato in pasto invece al marito una pietra.
-Che avete da guardare?-
-Eh bhe, sì, ecco, solo per dirti…..-
-Puoi anche parlare normalmente Harry, non penso che in questa stanza ci siano persone con GRAVI problemi mentali.-
-Comunque mi piace come ti sei vestita sembri più aggressiva sai?-
-Grazie Liam, e non sperare che io vada in iperventilazione perché mi hai fatto un complimento, sono ancora terribilmente seccata per il fatto che mi facciate cantare, e per ovvi motivi- Harry e Louis fecero come per parlare ma li zittì all’istante con un gesto della mano, dovevo finire di parlare e odiavo essere interrotta- fatemi finire di parlare voi due. Non porto rancore, odio portare rancore, la trovo una cosa inutile e una perdita di tempo. Anche se in realtà ci sarebbero due persone a cui serbo tutto il mio risentimento- l’ultima frase la dissi in modo veloce e poco udibile, parlavo tra me e me, segno, un altro, che ero tremendamente nervosa. Ero super insicura delle canzoni scelte, le adoravo tutte ma forse per una bambina piccola non erano il massimo, forse in quel momento stava pensando un modo per fuggire da me, forse avrei dovuto pensarci prima, ma proprio forse.
Ormai era tardi e come si dice quel che è fatto è fatto quindi o la va o la spacca.
Mi posizionai di fronte a loro nell’immenso salotto della casa e iniziai a suonare, quanto mi era mancato sentire le corde tese sotto le mie dita, come mi era mancato il suono che fuoriusciva dalla chitarra. Ero aggressiva come non mai mi sentivo pervadere da un’energia nuova, come quasi sempre succedeva quando cantavo o suonavo, non c’era nessun altro, solo io e la musica. Intanto alla chitarra si era aggiunta la mia voce, a volte mi stupivo di cosa la musica facesse alle mie corde vocali, era come se venissero modellate per eseguire la tonalità dell’autore, si modellavano a seconda dell’artista, erano una cosa astratta che prendeva la forma che era richiesta in quel momento, per me era ogni  volta una specie di magia e mi lasciava senza fiato ogni volta.
Back in Black era arrivata a metà della sua vita. Mi piaceva dire ogni volta che la cantavo qualcosa che richiamavo in vita il brano, mi faceva sentire ok. Una delle tante stranezze della mia personalità.
La prima canzone era finita e neanche allora alzai gli occhi dalla chitarra e iniziai subito la seconda, Let Me Go di Avril Lavigne, non volevo guardarli, avevo una paura matta della loro reazione. Speravo di calmarli con la prossima canzone, avevo paura che mi licenziassero, insomma non erano esattamente delle canzoni da ninna nanna quelle degli AC/DC e solo io potevo essere stata abituata ad ascoltarli 24 ore su 24.
La canzone di Avril filò liscia come l’olio e mi accorsi di essere arrivata alla fine solo quando mi apprestai a suonare l’ultimo ritornello. Quasi lasciai cadere la voce dalla sorpresa di aver concluso il brano.
L’ultimo brano della serata mi si presentò davanti in modo quasi inaspettato e con esso arrivò una sensazione di calma, come se sapessi che alla fine della serata sarei stata rispedita a casa in calci in culo e che Lux non mi avrebbe mai più voluto vedere per il resto della vita e io sarei ritornata a cercare lavoro, a cantare da Freece e sarei tornata da Danilo a combattere, la mia solita vita insomma e pian piano il ricordo di questo giorno passato con loro sarebbe sbiadito senza svanire, ma restando sullo sfondo e lasciandosi dietro una dolorosa ma bellissima malinconia. Animata da questi pensieri piacevoli misi tutta l’anima in Thunderstrack e conclusi senza fiato tenendo la nota finale cinque secondi in più di quanto avrei dovuto se avessi seguito l’originale.
Solo alla fine alzai glia occhi e scostai dalla faccia dei capelli che ormai formavano un disegno su tutta la mia faccia.
Incontrai per prima cosa lo sguardo di Niall che mi guardava le mani come in adorazione, ma che non aveva mai visto qualcuna suonare la chitarra? Mica era l’unico ad aver imparato, non era l’unico essere vivente sulla Terra, glielo dovrò far presente.
Spostai poi lo sguardo su Zayn che aveva un’espressione indecifrabile, Liam annuiva invece con la testa, Harry sorrideva come un ebete e Louis, bhe Louis batteva le mani peggio di Lux che sembrava in preda a un attacco di Directionolite, come se avesse appena visto il concerto del suo idolo, l’unica cosa che mancavano erano le lacrime e gli urli fuori dal comune, gli sgrilletti normali invece c’erano tutti con tanto di battito di mani. Almeno non mi avrebbero licenziata, o almeno spero
Prima di aprire bocca poggiai a  terra la chitarra e mi sedetti sul bracciolo del divano che si trovava dietro di me.
-Potete parlare, non penso che nessuno morirà se aprirà bocca-
-Da quanto conosci gli AC/DC?-
-Da quando sono nata, o quasi Zayn, sono cresciuta con loro-
-Vorrei tanto conoscere i tuoi genitori, dovevano essere dei grandi per averti fatto conoscere dei grandi della musica come loro-
-I miei Zayn? I miei genitori non esistono più- era il mio punto debole, mi avevano abbandonato solo perché una famiglia prestigiosa come la loro non poteva certo permettersi che la figlia assomigliasse a un mostro, ero cresciuta con la mia baby- sitter e l’unico sentimento che provavo verso coloro che mi avevano messo al mondo era il rancore, un profondo e indissilupibile.
-Oh mi spiace, non volevo… Io non sapevo che fossero morti, mi spiace veramente non volevo… io…-
-Non sono morti ma è una lunga storia e non mi va di raccontarla, forse un giorno. Forse. Non l’ho mai detto a nessuno… Cioè sì ma solo in un eccesso di rabbia- e il mio sguardo saettò un attimo verso Louis per poi tornare a posarsi su Zayn- e non intendo andare a dire a nessuno le mie faccende private, comunque la mia baby-sitter adorava ogni band degli anni del rock e del pop.
-Mi piace il tuo stile-
-Grazie Liam, sinceramente mi aspettavo un finale, come dire, leggermente diverso, ecco, pensavo che mi avreste cacciato a calci in…- mi fermai ricordandomi che in quella stanza c’era Lux- come hanno fatto tutti gli altri. Mi ero anche preparata un discorso in cui vi pregavo di non licenziarmi ma alla fine venivo messa alla porta con le lacrime agli occhi e disperata  cercavo un posto dove dormire o cose del genere.-
Dopo le mie parole un fastidioso suono che assomigliava terribilmente a una risata apposta malamente soppressa provenì da Harry.
-Harry, cosa ci trovi di estremamente divertente in quello che ho detto? Forse per te sarebbe meno divertente se qualcun altro si prendesse la briga di picchiarmi a sangue?- feci un sorriso malefico, io non porto rancore solo che a volte qualche soddisfazione dovevo pur prendermela e vedere il sorrisino beffardo di Harry scomparire dal suo viso era una soddisfazione a dir poco enorme.
-Comunque vorrei mettere a letto Lux, è abbastanza tardi dopotutto no?-
-Sì certo non preoccuparti-
Dopo aver avuto il consenso di Niall presi in braccio la principessa e la portai di sopra dove si lavò i denti e si infilò poi il pigiamino per poi correre sotto le coperte che prontamente le rimboccai, la salutai poi con un bacio della buonanotte e in punta di piedi uscì dalla stanza attenta a non fare nessun tipo di rumore. Andai in bagno dove mi struccai, cosa per niente semplice visto che mi ero messa chili e chili di mascara, matita e ombretto, per non parlare poi del fard, fatto sta che riuscì a togliere tutto quello che mi ero messa in faccia in non meno di 20 minuti. Passai poi a pulirmi il viso passandomi prima il latte detergente poi un panno umido e infine il tonico.
Lentamente tornai nella camera che dividevo con Lux cercando di non fare rumore e spogliatami mi infilai il pigiama e mi addormentai immediatamente.
Non sognai, o perlomeno sognai l’oblio, o almeno così penso visto che era tutto tremendamente bianco, come in ospedale, e, anche se sicuramente non corrispondente alla verità, sognai di sentire l’odore di disinfettante.
La mattina dopo mi svegliai abbastanza tardi contando che quel giorno speravo di avere il tempo di fare un salto nella palestra della casa che si trovava nel seminterrato.
Erano le otto e mezza, probabilmente non ce l’avrei mai fatta considerando che Lux si agitava nel suo letto e sembrava sul punto di svegliarsi. Con uno sbuffo mi lasciai ricadere pesantemente sul letto che cigolò in modo orrendo. Decisi quindi di alzarmi, speravo almeno di poter fare colazione da sola visto che la mattina il mio viso e il mio umore non erano nello stato di poter vedere nessuno. In fretta andai in bagno a sciacquarmi la faccia e dopo essermi infilata delle vecchie pantofole che una volta erano azzurre ma in quel momento sembravano di un colore che un po’ tendeva al celestino ma erano terribilmente slavate e si vedeva, anche un cieco l’avrebbe notato!!
Pigramente scesi di sotto per una veloce colazione prima che la bambina si svegliasse. Afferrai al volo una mela e uno yogurt che mangiai in fretta per poi risalire le scale senza fare nessun incontro inopportuno in quel momento.
In camera la piccolina non si era ancora svegliata e mi diede modo di cambiarmi lì cosa che avrei ,altrimenti, dovuto fare in bagno.
Presi il reggiseno, quel giorno verde acqua, una maglietta verde semplice e un jeans chiaro, tanto non sarei uscita o cose del genere e per stare in casa volevo stare comodo ma abbastanza formale, per così dire,infatti mi sarei altrimenti messa una larga tuta e una vecchia, vecchissima maglietta.
Fui poi distratta dal vagare della mia mente verso l’infinito e oltre, e certamente non stavo parlando io ma il mio subconscio visto che non saprei neanche da dove incominciare per tirare fuori una frase del genere, fatto sta che comunque Lux si era svegliata.
-Buongiorno Arya- esordì con quella vocina tenerina impastata dal sonno stropicciandosi gli occhi.
-Buongiorno Lux, dormito bene?-
-Sì ho sognato che tu e zio Louis vi mettevate insieme sai?-
-Che bel sogno, però era solo un sogno sai?-  purtroppo, aggiunsi mentalmente.
-Ma a volte i sogni si avverano no?-
-Sì ma è molto raro sai?-
-Ho fame!-
Sorrisi a quell’affermazione e le dissi di vestirsi che poi saremmo scese a mangiare.
-Cosa vuoi di colazione Lux?-
-Latte e biscotti!-
-E latte e biscotti avrai allora.- le risposi prendendo una ciotola con il latte sotto istruzione di Lux visto che non avevo la minima idea di dove fossero le cose, e, sempre grazie alla bambina, riuscii a recuperare i biscotti.
Mi sedetti accanto a lei mentre mangiava pensando a come sarebbe stato bello avere una vita normale a tutti gli effetti, essere amati VERAMENTE da qualcuno… o almeno essere amati per quello che si è non per come si appare alla gente.
Come al solito qualcosa mi distrasse dai miei pensieri. Quel qualcosa era niente meno che Niall che scendeva le scale come se dovesse schiacciare il suo più acerrimo nemico.
-Niall-
-Arya, Lux, buongiorno-
-Zio Niall!!- esclamò la piccola saltandogli praticamente addosso e non facendolo cadere per poco.
-Ehi Lux, che ne dici di scendere? Non vorrai che zio Niall si facesse male vero?-
sbuffando la piccola lasciò il collo del diretto interessato e tornò a sedersi dove continuò a mangiare.
-Niall?-
-Mhh- mugolò lui in risposta, inghiottendo un boccone di pane e non so che cosa che in tanto si era preparato.
-Non è che potresti farmi un favore visto che oggi è domenica e penso che non dobbiate andare a lavoro?-
-Sì sì non preoccuparti, che ti serve?-
-Puoi stare con Lux per un paio d’ore?- gli chiesi praticamente supplicandolo.
-Sì certo, non preoccuparti tanto penso che staremo in casa con i ragazzi, tu che devi fare? Andare incontro al tuo ragazzo?-
A quella domanda mi congelai praticamente sul posto, , penso che lo sguardo che gli rivolsi era freddo e ghiacciato come il mio cervello in quel momento.
-Io non ho un ragazzo Niall, penso che nessuno sano di mente mi vorrebbe, e io non vado in cerca di squilibrati. Se ti interessa tanto sapere cosa faccio se vuoi te lo dico, vorrei usufruire della palestra che si trova giù nel seminterrato, è da un po’ che non mi alleno.- dicendo questo sfiorai il tatuaggio sulla clavicola come se fosse un riflesso incondizionato.
-M-mi spiace, non volevo toccare un nervo scoperto-
-Lo so Niall, ma a volte fa male e io non ho la più pallida idea del perché lo stia dicendo proprio a te! Comunque ora vado, per mezzogiorno dovrei essere di ritorno, ci si vede.- conclusi salutandolo per poi girarmi verso Lux per darle un bacino sulla sua guancia oltremodo morbidosa e perfetta.- Fa la brava mi raccomando, ci vediamo dopo-
Salii di fretta le scale catapultandomi nella stanza alla ricerca del mio top e dei miei pantaloncini di tuta che solitamente utilizzavo per allenarmi quando ero sola.
Li ritrovai praticamente seppelliti dalla mia enorme felpa che di solito usavo in casa quando faceva particolarmente freddo.
In fretta e furia li infilai per poi mettermi sopra una tuta e una magliettina, presi le protezioni, il caschetto, i guantini, i paratibia e il paradenti, tutto rigorosamente nero tranne che il caschetto, bianco, era il caschetto ufficiale per il kudo, dietro lo si allacciava con dei laccetti e davanti era in plexiglas, una plastica molto resistente che non si appannava eccessivamente e aveva solo dei buchi sulla bocca per respirare.
Infilai il tutto in un borsone consumato e in più ci misi un asciugamano per dopo l’allenamento.
Velocemente scesi le scale rischiando di travolgere Zayn che si era svogliatamente alzato.
Praticamente correndo passai per la cucina che era ormai estremamente popolata e salutai tutti con un buongiorno frettoloso e non molto udibile.
-Arya, la palestra sta dall’altra parte-
-Oh grazie Niall-  cercai di darmi un minimo di contegno ma appena fuori dalla cucina mi buttai come all’inseguimento della mia meta e solo dopo averla trovata ripresi a respirare. La palestra era semplicemente fantastica, al centro c’era un ring e ai lati i pesi o degli attrezzi come le spalliere o gli step.
Mi concessi pochi attimi per restare incantata da quello splendore. Mi sfilai i pantaloni della tuta e la maglietta e gettarli disordinatamente nel borsone da cui estrassi poi le protezioni. Iniziai a scaldarmi, mi sentivo un poco deficiente  a correre da sola ma ci ero abituata, corsi per almeno dieci/quindici minuti a giudicare dall’orologio appeso al muro. Inizia lo streching attivo con alcuni esercizi base per poi continuare man mano con quelli più complicati.
Finito ciò mi posizionai davanti allo specchio per provare le tecniche base prima sul posto e poi in movimento. Inizia con dieci tzuki, pugno diretto tirato con il braccio davanti per poi continuare con dieci yacotzuki, pugni diretti tirati con il braccio posteriore, tirai poi sempre delle serie da dieci di furiken, ganci tirati con il braccio davanti, yacofuriken, ganci tirati col braccio dietro, ageken, montante col braccio davanti e yacoageken, montante col braccio dietro. Mi dedicai poi ai calci sempre con delle serie da dieci per gamba, maegeri, calcio frontale, mawashigeri, calcio circolare, uramawashigeri calcio laterale, ushiromawashigeri, calcio all’indietro circolare, ushirogeri, calcio all’indietro frontale e infine dieci sokuto che sono dei calci bassi che mirano alla tibia.
Finito ciò mi presi un attimo di respiro facendo 50 addominali bassi e 50 alti, ricominciai poi con le cadute all’indietro, in avanti, le due laterali e infine la rotolata sia destra che sinistra.
Iniziai poi a combattere a vuoto durante il quale capii che mi ero un po’ arrugginita sulle parate e schivate visto che non mi venivano più bene come pochi giorni prima.
Sbuffando decisi di sospendere quel combattimento per ricominciare d’accapo con le schivate e solo dopo aver ripreso il solito ritmo passai alle parate.
Un’occhiata veloce all’orologio mi fece praticamente cacciare un urlo, era mezzogiorno meno dieci e io in dieci minuti dovevo stare sopra. Mi levai velocemente le protezioni e mi asciugai il sudore con l’asciugamano e legai i capelli in una coda disordinata visto che non avevo tempo di toglierli un po’ del sudore, sfilai dal borsone la tuta e la maglietta  e me li infilai in tempo record, le protezioni finirono in disordine nella sacca che presi per poi catapultarmi fuori. Fortunatamente al ritorno riuscii subito a trovare l’uscita e arrivai appena in tempo nella camera di Lux. Non c’era. Guardai in cucina. Non c’era. In salotto. Non c’era. In bagno. Non c’era. Nelle stanze degli altri. Non c’erano. Nessuno. Fui presa dal panico. Erano spariti anche se probabilmente erano usciti fuori, mi sì costrinsi a pensarlo e solo quando sentii la porta che si apriva riiniziai a respirare tranquillamente. Volevo urlargli addosso ma mi trattenni perché con loro c’erano Perrie, Sophia ed Eleanor, fantastico! Ora chissà cosa avrebbero pensato, ero sudata e non potevo che avere un odore non proprio stupendo. Non potevano avermi visto ero nascosta dalla porta della cucina, grazie a ciò riuscii a salire le scale per salire in camera, prendere velocemente le cose che indossavo prima della palestra. Mi catapultai in bagno e in meno di dieci minuti mi feci la doccia e in un quarto d’ora mi ero lavata e vestita.
Scesi le scale velocemente per poi risalirle altrettanto velocemente visto che mi ero dimenticata le lentine. Non volevo che mi dessero subito addosso le fidanzate.
Le infilai in fretta e mi catapultai in salotto. Quando entrai quasi nessuno si accorse di me tranne tipo Niall e Harry che mi salutarono con un cenno della testa.
A farmi notare da tutti fu Lux, ho mai detto che a volte vorrei strozzarla? Mi si buttò tra le braccia e mi strinse forte.
-Dov’eri?-
-A fare la doccia, dopo quasi due ore di allenamento ne necessito assolutamente sai?-
Mi sorrise per poi portarmi sul divano dove si sedette sulle mie gambe. Ora avevo tutti gli sguardi puntati su di me. Fantastico, veramente fantastico!
-Arya…-
-Sì Louis?-
-I tuoi occhi…-
-I miei occhi cosa?-
-Non sono questi, i tuoi occhi sono r…-
-Lo so! Ho le lenti a contatto, poi le tolgo, se prima le vostre fidanzate promettono di non urlare o avere crisi isteriche o cose così. Di solito le donne sono peggio dei maschi, voi al massimo mi pestate un po’ ma noi brr… siamo tremende- ero sempre stata trattata peggio dalle donne che dai maschi, o almeno loro lo davano più a vedere il disgusto che avevano verso di me.

MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE

Partendo dal presupposto che oggi non vi libererete in fretta di me inizio con il dirvi
CCCCCCCCCIAO RAGAZZE!!!!
Ma li avete  visti ad x-factor???? Erano adjkhgakjhfakfjhaskfjfa
Comunque parliamo ora di voi....
-Come state?-
-Esistete?- (?)
-Vi piace la storia?-
Hahahahahahahahahahahahahahahahaha ok la smetto sto impazzendo, comunque vorrei veramente sapere come state. 
Io come sto? Bhe una merda grazie.
No non è per problemi sentimentali visto che sono una forever alone.
E' un dolore fisico, diciamo che in realtà è solo una palla pazzesca.
Comunque in pratica mi sono rotta l'acetabolo sinistro.
Ovviamente io scelgo l'osso con il nome più strano del mondo. 
Mi pare ovvio no??
Comunoque questo acebolo o aceto o acetabolo.... Insomma quella cosa che mi sono rotta si trova esattamente sopra la testa del femore.
L'unica cosa buona di questa enorme rottura è che i miei mi compreranno l'iPhone 5c, io lo prenderò azzurro, in questo momento sono in completa adorazione per i miei.
Parlando di cose serie, cosa ve ne pare del capitolo?
Chi pensate che sarà l'amore di Arya?
Louis come ha sognato Lux?? Ma Louis è fidanzato
Potrebbe anche essere Hazza che l'ha picchiata all'inizio??
Oppure last but not list, Niall, il tenero zio Nello che inizia a rapportarsi con Arya.
Queste sono le mie opzioni.
Datemi dei consigli se volete, mi farebbe molto piacere, e non preoccupatevi, Liam e Zayn non saranno messi da parte.
E ora vi salut...
Ah no aspettate, ultima cosa:
se vedo qualche storia che copia la mia idea sugli occhi rossi non vampireschi oppure che copia frasi o capitoli o qualsiasi altra cosa, e quindi per farla breve che mi PLAGI la MIA e sottolineo MIA storia verrà segnalato e mi occuperò personalmente di farlo sentire una merda vera e propria. 
E io posso essere mooolto cattiva se e quando voglio.
Detto questo vi amo tutti/e e spero che qualcuno recensisca.
Kiss Kiss
-Barby

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9:
 
-Ma come ti permetti di dire che noi donne siamo pù impressionabili, e poi, mi pare, che anche tu appartenga al nostro sesso, o mi sbaglio?-
-Non ti sbagli Sophia, ma vedi, dopo un po’ capisci come vanno le cose, io non sono maschilista, anzi, preferirei un mondo governato da donne che sottomettono gli uomini e non il contrario, e non interrompetemi, lo sanno tutti che alla fine diventiamo dipendenti da voi, lo sanno tutti, non negate l’evidenza, d’altronde è passato meno di un secolo da quando le donne hanno avuto l’indipendenza e la stessa importanza degli uomini, è normale che ancora ci sia un radicato senso di inferiorità, non sto offendendo nessuno, è la verità. Punto.-
-La verità è che sei gelosa, noi tutte abbiamo un ragazzo mentre tu sei da sola. O hai il tuo compagno nascosto nella tua stanza?-
-Hai ragione, sono gelosa, gelosa che voi abbiate avuto la fortuna di incontrare un uomo da amare e che lui abbia ricambiato, alcune di voi hanno trovato l’amore della propria vita- aggiunsi ammiccando verso Perrie, la mia idola- e sì sono gelosa di non aver avuto la vostra fortuna ma non credo che l’avrò mai, mi sono rassegnata all’età di 17 anni e non posso farci niente, mi va bene così, mi sento indipendente e posso fare quello che voglio, ma ciò non toglie che io sia profondamente gelosa ogni volta che vedo una coppietta felice passeggiare mano nella mano al parco o cose così, semplicemente non ci posso fare niente.-
Sophia si zittì immediatamente, poverina non si aspettava certo che mi aprissi così tanto, ma ero sincera e fingere non era nel mio stile, proprio per niente, per questo odiavo mettermi le lenti a contatto, fingevo di essere quello che non ero.
-Ma io non vedo che cos’hai di male, insomma, di fisico sei messa abbastanza bene, hai dei capelli neri lunghi e mossi, dei fantastici occhi cioccolato e…-
Non la feci finire che scoppiai in un’amara risata, non riuscii a trattenermi- Scusa Eleanor, se ti interrompo, spero che non te la sia presa ma, ecco, sono gli occhi il problema, non sono cioccolato, purtroppo, e nessuno si avvicinerà mai con gli occhi che mi ritrovo-
-Perché?-
Sorrisi amara e lentamente tolsi le lenti, le tre ragazze mi guardavano strana e quando alzai gli occhi su di loro ebbero le reazioni più diverse, Sophia si nascose dietro Liam cacciando un urletto da oca in calore,lui le spiegò tutto sottovoce e lei alzò lo sguardo timida e ancora impaurita, Eleanor invece trattenne il fiato ma mi fissò incuriosita anche se stava torturando la mano di Louis che intanto cercava di calmarla disegnandolo sul dorso della mano dei cerchi immaginari, Perrie invece mi guardava con gli occhi che le fuoriuscivano dalle orbite, o quasi.
Fantastico, ci mancava solo non essere accettata da una dei miei idoli, il massimo insomma no? Quello che uno desidera ardentemente con tutto il cuore.
-Te l’ho detto Eleanor che sono gli occhi il problema. E’ stato un piacere conoscervi ragazze ora devo andare che Lux deve dormire e se vuole può mangiare qualcosa.
Io sono Arya comunque.-
Presi in braccio la piccola e la portai in cucina.
-Ehi stellina vuoi mangiare qualcosa? E’ tardi ormai dovresti già aver pranzato, è l’una e mezzo.-
-Voglio solo latte e biscotti, non ho fame!-
-Va bene, allora che latte e biscotti sia mia principessa-
Presi dal frigo il latte e della credenza i biscotti mettendo poi il tutto in una scodella e porgendole il cibo con un cucchiaino, Lux si buttò letteralmente sul cibo e lo finì in un battibaleno pulendosi poi i baffi di latte che le erano “magicamente” apparsi mentre si beveva il latte che non era riuscita a raccogliere con i biscotti.
-Dai ora andiamo a riposare che è meglio-
-Arrivo-
Prese la mia mano e rise quando me la scaraventai, praticamente, in braccio, per permettermi di mettere la scodella e il cucchiaino nel lavabo.
Salii le scale con lei sulla mia spalla messa come un sacco di patate, arrivate in camera le misi il suo adorabile pigiamino per poi ficcarla a posta dentro al letto visto che non ne aveva assolutamente voglia.
-Arya?-
-Piccolina devi dormire!! E’ tardi!-
-Mi canti una canzone? Poi prometto di andare a dormire-
Mi fece degli occhioni dolci ai quali non seppi resistere, era incredibile che effetto mi faceva quella bambina!
Le cantai Change Your Life delle Little Mix ma lei non aveva nessuna intenzione di addormentarsi così presi una pianola che stava in un angolino e cominciai a cantare accompagnata da quel meraviglioso strumento, intonai Wish You Were Here e When You’re Gone di Avril Lavigne, I Wish di Cher Llyod, Story of My Life, degli One Direction, ovviamente, Killer Queen e Bohemian Rapsody dei Queen e solo dopo quest’ultima canzone finalmente chiuse gli occhi e il suo respiro si fece più pesante.
Lentamente scivolai lungo il muro e diedi vita a lungo respiro liberatorio, la mia povera voce non avrebbe sopportato oltre, sarei dovuta scendere a bare ma non avevo nessuna voglia di scontrarmi con nessuno in quella casa.
Alla fine il dolore alle corde vocali e dovetti per forza cedere, scesi lentamente le scale rimandando il più possibile il momento in cui avrei dovuto guardare in faccia le ragazze dei miei idoli, come se alla fine cambiasse qualcosa, anzi sarebbe stato meglio se avessi tolto in fretta il cerotto, avrebbe fatto male e poi un attimo dopo sarebbe passato, come con la ceretta insomma, invece più lentamente andavo e più il dolore avrebbe avuto il tempo di propagarsi e restare fisso.
Arrivai finalmente in cucina dove per mia sfortuna si erano riuniti tutti, che bello! Oggi sarà uno dei giorni più imbarazzanti della storia della mia vita, e io di solito sono ottimista, andiamo bene…
-Come sta Lux?-
-Eh?- chiesi facendo la figura dell’ebete, stavo pensando e già che avevo capito che parlavano con me era una specie di miracolo miracoloso.
-Ti ho chiesto come sta Lux- disse Perrie.
Cazzo cazzo cazzo inculato a una scimmia in calore che fa una sega a un elefante!!
La mia idola mi stava parlando normalmente e non picchiandomi o guardandomi come se fossi un mostro, ogni riferimento a Harry e Louis è del tutto disinteressato, sì certo e domani vado sulla Luna a mangiare con il piccolo Principe.
La mia faccia virò dal colore naturale alle tonalità del rosso che mai nessuno era mai riuscito a scoprire, mi avrebbero dovuto ricoprire di oro per quelle scoperte fondamentali sulle nuove tonalità di rosso.
-Sta bene, adesso dorme, ci è voluto un po’ per convincerla a dormire.-
Ero super imbarazzata, cosa dovevo dirle, ehi lo sai che sei la mia idola e vorrei abbracciarti e riempire di complimenti? Naaaa ti pare? Non sono così sdolcinata!
-Comunque ho sentito alla radio che prima stavano mandando Change Your Life, ti piace il nostro gruppo? Non voglio dire niente, è solo curiosità! Non voglio vantarmi o cose del genere!-
-Radio? Io non ho acceso nessuna radio, cantavo io, mi piace cantare, e sì mi piace il vostro gruppo, cioè in realtà sono una mixer, ma dettagli- Ecco glielo avevo detto, le avevo praticamente urlato che è la mia idola, genio Arya, sei un fottuto genio del cazzo, peggio di Archimede guarda!!!
-Cantavi tu? Veramente? Anche le altre canzoni?-
-Sì, è una specie di hobby il canto per me.-
-Sei brava, dove hai studiato canto?-
-Al liceo e a casa sotto la doccia o in tutti i momenti possibili-
-Perché non hai continuato anche dopo? Avresti potuto fare carriera, semplicemente hai una voce che si modella sul ritmo e le note della canzone-
-Grazie, ma non avevo soldi e dovevo guadagnarmi da vivere, ho lasciato perdere, cantavo in un locale ma ho smesso quando sono venuta qui a lavorare, parlo di due giorni fa-
-Mi spiace-
-Fa nulla, è la vita, capita, non tutti i sogni o desideri si avverano, non siamo nelle favole Disney dove c’è sempre il vissero per sempre felici e contenti. Dobbiamo prendere la vita come capita, alcune hanno la fortuna di incontrare il loro principe azzurro, come te, e a proposito, congratulazioni, mentre altre sono meno fortunate, fine della storia.-
-Grazie, sono felice che non siano tutte convinte che sia troppo presto, io lo amo veramente, ma tutte credono che stia con lui solo per la fama o per i soldi, è orribile-
Nel frattempo eravamo rimaste sole visto che i ragazzi e le altre due erano in salotto, ancora una volta. Ricordandomi poi di quello che ero venuta a fare mi affrettai a prendere un bicchiere d’acqua e bere visto che ormai la gola mi bruciava.
Finito di dissetarmi riuscii finalmente a dare una risposta decente a Perrie.
-Non preoccuparti, e poi io ti ho sempre sostenuta, sinceramente, sei perfetta con Zayn, state molto bene insieme.-
-Cambiando discorso secondo te qual è una delle canzoni che ti descrive bene? Te lo chiedo perché quando conosco una persona voglio conoscerla meglio e ci riesco meglio attraverso una canzone o più-
-Non preoccuparti, anche io a volte lo chiedo anche se il più delle volte mi piace scoprirla pian piano sempre che rimanga con me dopo aver visto i miei occhi, comunque penso Part of Me di Katy Perry.-
-Bella canzone, ora che ne dici di andare di la? Ci avranno date per disperse-
-Sì forse è meglio-
In salotto mi sedetti su una poltrona nera.
-Questa non è vera pelle  vero?-
-No tranquilla, è ecopelle o qualcosa del genere-
-Grazie Harry-
Gli rivolsi un sorriso di gratitudine, uno dei pochi veri sorrisi, di solito li riservavo per i bambini era più semplice.
Mi ero appena seduta quando quello stupido aggeggio chiamatosi cellulare prese a suonare e io intelligentemente avevo lasciato Diana come suoneria, non pensando ovviamente che sarei andata a vivere nella casa dei miei idoli, oggi sei veramente fortunata Arya, una fortuna del cazzo veramente, i miei complimenti, genio del cazzo.
I ragazzi per farmi sentire più a mio agio si misero a ridere come dei trogloditi in calore mentre Sophia sogghignava cercando di trattenere le risate e Eleanor e Perrie sorridevano divertite. Riuscii a scoprire altre tonalità di rosso e dopo aver mormorato un piccoliiiissimo e delicato vaffanculo, rivolto ai ragazzi risposi.
-Pronto-
-Arya, quanto tempo che non ci si sente, come va?-
La mia espressione cambiò con la stessa velocità con cui cambiava il mio umore quando avevo il ciclo, e io ero veramente veloce, tipo Flash, sbiancai e digrignai i denti mentre gli occhi diventavano di un rosso scuro, molto tendente al nero, lo sapevo con certezza, mi faceva sempre questo effetto, anche se non lo sentivo da te anni.
-Che cazzo vuoi stronzo dei miei stivali? Come osi chiamarmi dopo tutto quello che mi hai fatto? Ce l’hai un minimo di cervello oppure è completamente sommerso dai tuoi muscoli del cazzo? Oh, ho capito, mi hai chiamato perché non riesci a comprendere come una RAGAZZA abbia potuto batterti in uno fottuto combattimento del cazzo, se vuoi te lo spiego sai? Non è difficile, dovresti saperlo che è da quando ho 8-9 anni che pratico arti marziali, non dovresti esserne COSì scocciato! E poi diciamocelo è successo tre anni fa, non penso che tu ci possa mettere tutto ‘sto tempo ad assimilare la cosa anche se la tua materia grigia è praticamente inesistente-
-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH calmati dolcezza, ti ho chiamato perché mi andava-
-Perché ti andava???! TI ANDAVA?!?!?!?!?!?!?!?!?!? Ma mi stai prendendo per il culo?-
-No anche se mi piacerebbe vedere se è ancora così sodo come una volta, sai mi piaceva toccartelo, era il massimo, soprattutto quando scopavamo come maiali in calore-
Non c’era più spazio per la rabbia, ora ero semplicemente accecata dal dolore, come poteva essere così sadico e crudele, voleva farmi del male e ci stava riuscendo benissimo di lì a poco sarei crollata, non sarei riuscita a trattenere le lacrime ancora per molto. Come faceva Danny ad avere il mio numero? Perché mi perseguitava? Solo perché ho gli occhi rossi? Ma vattene a fanculo, con molto odio Arya.
-Vai a quel paese e sparisci Danny, hai già fatto abbastanza danni, ora non rompermi di nuovo, te lo chiedo in ginocchio, mi hai fatto soffrire come una puttana inculata da quattro giraffe in calore che intanto fa un pompino a un leone e un ippopotamo se la fa da dietro, quindi per favore SPARISCI dalla mia vita, non voglio più sentire la tua voce, non cercarmi, non chiamarmi, non farmi soffrire di nuovo. Se hai un pizzico di umanità ti prego fallo. Ora devo andare a mai più-
Quando attaccai avevo le lacrime agli occhi e tutti mi guardavano incuriositi e con un retrogusto di pietà, io non voglio la pietà di nessuno, l’ho superato da sola e da sola supererò questa telefonata che ha riaperto tante crepe del mio cuore sanguinante, ce l’avrei fatta, come sempre, da sola.
Sbuffando spiegai chi era Danny a grandi linee.
-E’ il mio ex, mi ha lasciato quando mi sono tolta le lentine visto che credeva che avessi gli occhi cioccolato, dopo un po’ si è ripresentato con il resto della combricola scusandosi e dicendo che si era comportato da cretino ma che mi amava e si era solo un po’ spaventato, l’ho perdonato e siamo tornati insieme, stavo con lui e i miei “amici” un giorno l’ho trovato con la troia della scuola a letto, mi ha spiegato che si era messo con me per potermi prendere in giro alle spalle, sparlare di me e cose così, come anche i miei  “amici” e ora mi ha richiamato riportandomi alla luce tutti i ricordi, questo è tutto, spero siate soddisfatti e per favore non guardatemi come se fossi una cagna cieca pestata a sangue alla quale sono stati cavate le budella lentamente in modo da poterla far soffrire con una pinzetta arrugginita che ha fatto poi infezione facendola morire di una morte lenta e dolorosa. Non ho bisogno della pietà di nessuno, ce la faccio da sola-
-Spiegami un po’ da dove le prendi queste frasi, sono terribilmente strane-
Sorrisi, un sorriso triste, una parvenza di un ma almeno le labbra provarono a stendersi per far vedere i miei denti.
-Tutte dalla mia mente bacata Harry, sono abbastanza orgogliosa, di solito lasciano spiazzati tutti e io posso andarmene facendo un’uscita ad effetto-
Ero tremendamente grata a Mister Fossette 2013.
-Vieni ti accompagno di sopra, magari fai qualche cavolata e non devi-
-Harry sono più grande di te di un anno e una settimana penso di potermela cavare da sola-
-Hai vent’anni?!?!?!?!?!?!?-
-Sorpreso? Comunque sì ho vent’anni quindi sei ufficialmente, dopo Lux l’essere umano più piccolo residente in questa casa-
-Ma non è giusto!! Ecco!-
Incrociò le braccia sotto al petto assumendo un’espressione finta-arrabbiata.
-Dai ti faccio fare il più grande, accompagnami pure di sopra se ti fa tanto piacere-
Con un suo braccio sopra le mie spalle mi accompagnò di sopra, nella stanza di Lux che intanto stava dormendo beata e tranquilla.
-Comunque come poggia braccio sei comoda sai?-
-Ma grazie! Comunque me lo dicevano in tanti al liceo-
Cominciai a piangere, faceva troppo male, quel bastardo l’aveva fatto apposta, voleva che ricordassi, non voleva farmi vivere una vita degna di questo nome.
Harry, intelligente com’è se ne andò capendo che per me sarebbe stato terribilmente imbarazzante, mentalmente lo ringraziai, quando piango voglio solo e solamente un’amica oppure la solitudine, non avendo amiche ero ricorsa alla solitudine in quegli ultimi tre anni.
La porta si aprì ed entrò una figura umana non meglio identificata anche se era sicuramente una femmina, quei passi non potevano appartenere ad un uomo, troppo delicati.
In silenzio, senza dire niente mi si avvicinò e mi abbracciò, fu seguita da un’altra figura femminile, anche se quest’ultima era evidentemente più timida.
L’ultima ombra si stagliava sulla porta indecisa se entrare o meno anche se alla fine si avvicinò mettendomi una mano sulla spalla con fare compassionevole.
-Non. Voglio. La. Pietà. Di.  Nessuno.- sibilai tra i singhiozzi
Come risposta mi abbracciarono tutte più forte, e io invece presi a singhiozzare senza ritegno, ben presto mi costrinsi a smettere, non volevo certo compatirmi per il mio fato o essere compatita.
Lentamente mi asciugai le lacrime e insieme alle ragazze, mi stava già più simpatica l’oc… cioè Sophia, sembrava più umana, mi diressi in bagno per sciacquarmi il viso anche se loro probabilmente pensavano che mi sarei tagliata o cose così, non sarei mai caduta così in basso da diventare un’autolesionista, quel bastardo figlio di puttana non si meritava neanche la più infima delle mie lacrime.
-Tranquille ragazze non mi taglierò o non mangerò solo per una telefonata, ho passato di peggio e non potei mai dargli la felicità di fargli vedere come mi ha distrutta. Al massimo affogherò il mio dispiacere in una fetta o due di pane e nutella in più al giorno, basta, so come gestirmi-
Rassicurate uscirono e mi lasciarono da sola.
Poggiai le mani sul bordo del lavandino e mi guardai allo specchio promettendomi di non cadere più così in basso per un bastardo.
Mi passai del tonico sul viso e poi mi sciacquai, con l’asciugamano ripulii il viso dai rimasugli di trucco.
Fatto il tutto scesi visto che Lux dormiva ancora.
Arrivata di sotto un orso cioè, pardon, un Niall mi si buttò addosso stritolandomi come se fossi un peluche.
-Niall due cose: 1 non sono un peluche 2 soffoco e se non ti levi ti tiro una gomitata nello stomaco facendoti bloccare il respiro a metà in modo che per un minuto buono tu abbia difficoltà a trovare l’ossigeno necessario per i tuoi polmoni-
Immediatamente si staccò come se avessi la peste.
-Ma tu sei strana forte!-
-Grazie Liam, me lo dicono tutti-
-No, nel senso che non è normale che tu faccia arti marziali, insomma sei una donna!-
-Qualcosa contro le donne che fanno arti marziali?- mi incazzavo sempre quando me lo dicevano, come se fosse così strano! Esistevano uomini che facevano danze e invece le donne non potevano fare arti marziali ma che se ne vada a quel paese!
-No nulla ma non è molto comune, e poi penso che non abbia senso, gli uomini sono muscolarmente più forti, è ovvio che vinciamo sempre, no?-
-Se sei così sicuro di te allora ti sfido, domani alle 16.00 nella palestra di sotto. Tu e io. Senza esclusioni di colpi al di sopra della cintura, valgono calci che mirano al perone. Uno vince quando l’altro si arrende.-
Gli tesi una mano guardandolo fredda e decisa.
Sorridendo me la strinse.
-Vedrò di non farti troppo male-
-Secondo me ti converrebbe stare attento al bel faccino che ti ritrovi, potrei rovinartelo senza volerlo. A domani Liam-
Non ero veramente incazzata con lui, solo delusa che lui potesse pensare che io non potessi essere alla sua altezza. Ciò però volgeva a mio favore.
Con un sorrisetto mi misi a sedere sul divano accendendo la TV

MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE:


Come va ragazzuole?!?!?!?!??! State bene?? Vi divertite? Cosa avete fatto per Halloween? Io niente perchè conj questo cazzo di osso dal nome impronunciabile e meglio che stia il più possibile ferma, sto rosicando troppo per non essere potuta andare alla festa organizzata dalla classe e poi, vi avverto, da VOI DUE, sì sto parlando di te 
Chiaro?????????? Ora penso di dovervi mettere i link delle canzoni, o terribile sventura! Dovevo far cantare Arya di meno, decisamente. 
Comunque prima vi chiedo che cosa ve ne pare e chi credete che vincerà tra Payne e Arya?? Misterrrrrrrrrro! E avete visto quanto sono cucciolosi Nialler e Hazza????? Oddio troppo! Li amo! Sono i miei cucciolotti.
comunque parlando del capitolo volevo dirvi che si concentra principalmente sul rapporto che si creerà tra le ragazze e la nostra protagonista, scopriamo anche una parte più fragile di quest'ultima. Lei è rotta da questo Danny, provvederò a mettervi una sua foto in poco, e lui sembra saperlo per cui le lascia un po' di tempo per aggiustarsi ma poi la rirompe.
Cosa succederà?!?!?! TA TA TA TAAAAAAN musichetta inquietante. 
Ora, grazie a tutte quelle che hanno recensito il capitolo precedente, e poi vi rendete conto che siamo arrivati a 253 visite al prologo???????? Ma vi rendete conto???? E' incredibile, fantastico, grazie mille davvero!! Mi fate emozionare così però!!!
Ora volevo chiedervi se vi andava di lasciarmi una recensionicinainainaina, io non continuo prima di tre recensioni, è il mio piccolo record personale.
Ora mi dileguo dopo aver messo i vari link e cose del genere.
Allora:
-http://www.youtube.com/watch?v=ifRoMGG8Wvs Change Your Life delle Little Mix, chi me le offende morirà ,sono stata chiara??
-http://www.youtube.com/watch?v=VT1-sitWRtY Wish You Where Here di Avril Lavigne
-http://www.youtube.com/watch?v=0G3_kG5FFfQ When You're Gone di Avril Lavigne
- http://www.youtube.com/watch?v=8EWINVP3B9A I Wish di Cher Llyod
-http://www.youtube.com/watch?v=0OJpbfprVro Story Of My Life dei One Direction
-http://www.youtube.com/watch?v=fJ9rUzIMcZQ Bohemian Rhapsody dei Queen
-http://www.youtube.com/watch?v=uuwfgXD8qV8 Part Of Me di Katy Perry
Infine il nostro amato Danny
-http://2.bp.blogspot.com/-IQjJVrWkANI/UfmDZX2NIgI/AAAAAAAABbA/wbYQrSsoxmo/s640/2.jpg

Ora vado via sul serio
Kiss Kiss
-Barby

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10:
 
Stavo davanti alla TV quando Lux scese le scale di corsa e mi si buttò in braccio.
-Lux piccolina che succede? Oddio perché piangi? Cosa è successo?-
-Ho fatto un incubo, ero tanto triste, e poi ho sentito te che piangevi, tu non hai pianto vero?-
-Mi spiace per il tuo incubo, mi racconti di che parlava? E mi spiace dirtelo ma anche io ho pianto, ero tanto triste anche io, capita a tutti-
Avevo la fronte poggiata sulla sua cercando di asciugarle le lacrime che le rigavano quelle guanciottine perfette.
-Lux cosa è successo?-
-Niente zio Zayn, solo un incubo, ma tu sai perché Arya ha pianto?-
-Sì ma adesso sta bene no? È questo l’importante- mi rivolse un’occhiata nervosa non sapendo cosa dire, quella bambina sorprendeva sempre tutti.
-Ma perché piangeva?-
Stava chiedendo in generale a tutti e nessuno riuscì a darle una risposta concreta, come si poteva spiegare a una bambina che alcuni, quasi tutta la popolazione, mi odia perché ho gli occhi rossi? È estremamente difficile.
Intanto la principessina continuò a domandarcelo fino a quando  riuscì a risponderle.
-Vedi Lux, mi ha telefonato il mio ex ragazzo, ricordandomi i tempi del liceo dove tutti mi prendevano in giro per il colore dei miei occhi, anche lui mi ha preso in giro, ha finto di amarmi mentre si prendeva gioco di me con tutta la scuola chiamandomi nei modi peggiori, l’ha fatto apposta a chiamarmi dopo tanto tempo, vuole farmi soffrire ancora solo per il fatto di avere gli occhi strani.-
-Ma i tuoi occhi sono bellissimi! È proprio scemo quello lì!-
-Hahahahahahahahahaha, hai ragione, è uno scemo, tutti quelli che pregiudicano le persone diverse sono sceme e sciocche!-
Iniziai a farle il solletico per farle passare il pianto, come se fosse una malattia.
La distesi sul divano e mi divertii ad osservarla mentre si contorceva come un’assatanata.
Dopo un po’ smisi per farla respirare.
-Cos altro è successo mentre io dormivo?-
Era troppo intelligente quella bambina, secondo me le hanno trapiantato il cervello di una undicenne!!
-Ma niente di che, ho solo sfidato Liam perché diceva che le ragazze che praticano arti marziali non possono battere un maschio, allora voglio fargli vedere che si sbaglia.-
-Basta che non gli fai troppo male, le directioners ti uccideranno se gli fai un occhio nero!-
-Ti prometto solennemente che non gli sfigurerò la faccia.-
Le giurai con una mano sul cuore e l’altra alzata come a dire che avrei mantenuto la promessa.
-Ma insomma c’è qualcuno che pensa come me?-
-Dai Liam non ti arrabbiare, ci sono io con te.-
-E anche noi!- Esplosero in coro i ragazzi.
-Vedi di non farle male, sarebbe un peccato buttarla!-
-Styles sei un porco! Ma come fai ad essere così… così te! Fai schifo! E ti prego qualcuno tappi le orecchie a Lux altrimenti resterà scandalizzata a vita da quello che sto per dire!- immediatamente Perry corse e portò Lux di sopra dove, forse, le mie urla non si sarebbero sentite, presi un respiro, un profondo respiro e incominciai-Styles porco cazzo di una pecora in calore ma chi cazzo minchia pensi di essere? Ci mancavi solo tu con questi commenti del cazzo di mia nonna! E poi davanti a una bambina! E che cazzo hai scassato i coglioni pure a una troia in astinenza da mesi!!!! Hai rotto lo capisci?!?! E poi non credo che tu sia tanto nella posizione di fare commenti, solo perché mi hai accompagnato di sopra mentre soffrivo come una cagna in calore non ti da’ nessun tipo di permesso speciale sul fare battutine idiote del cazzo del mio gatto dei miei stivali! Di solito non porto rancore ma posso fare un’eccezione speciale per te! Ne ho già fatta una e ancora non mi è passata, calcola che è da diciannove anni che porto rancore a due persone della minchia beata del papa Francesco qualcosa! Devo ricordarti che mi hai spedito in un cazzo di fottuto ospedale? Penso, e spero, di no! Quindi ora spiegami perché cazzo fottuto ti sei messo a fare la battuta! Sei divertente? No! Neanche in  primo liceo si facevano ‘ste cose di merda quindi smettila! Ho capito che seiil più piccolo cazzo! Ma almeno qualche neurone dovrebbe esistere in quella testa bacata che ti ritrovi! Vaffanculo! E io che credevo fossi diverso dal ragazzo che mi ha picchiata dandomi del mostro! Hai fatto una cazzo di battuta sul mio fottutissimo corpo dopo che il mio ex mi ha chiamato per ricordarmi di quando scopavamo come conigli in calore inculati da quattro cazzo di minchia di fottutissimi dromedari!!!!!!-
Mi accasciai sul divano sfinita dal mio cazzo di fottuto monologo di merda! Ecco, fantastica ci voleva solo che iniziassi a sclerare anche nella mia testa!
Alzai lo sguardo e vidi Harry che apriva la bocca come un pesce, senza emettere suono.
-Ti stai allenando a diventare un cazzo di fottuto pesce di merda? Se non lo stai facendo ti pregherei di darmi una fottuta risposta di merda, ti ho fatto un monologo scassa minchia lungo kilometri e tutto quello che sai fare è startene lì come un pesce lesso di merda??? E poi uno si chiede perché spesso gli idoli ti rendono fottutamente triste! E vorrei vedere io! Uno che mi dice che sono un fottuto mostro di merda, un altro che mi picchia ringhiandomi contro di essere una merda di mostro fottuto e gli altri che se ne stanno lì a fissarmi con odio manco fossi Hitler resuscitato pronto a fare un altro genocidio di ebrei,omosessuali o disabili! E che cazzo!-
Mi stavano fissando tutti come se fossi una marziana del cazzo.
-Non sono una fottuta marziana del cazzo. E tu- esclamai indicando Liam- spera che domani mi sia passata l’arrabbiatura, ho quasi mandato all’obitorio il mio fottuto ex ragazzo del cazzo di Jhonn Lennon! E non mi sarei fermata se qualcuno non avesse portato via il suo corpo e io non avessi colpito il fottuto asfalto della merda del culo della figlia, se ha figlie, di Ringo Star!-
Incazzata uscì da quella casa di merda senza lasciare a nessuno il tempo di parlare.
Anche da lontano si poteva vedere che stavo fumando di rabbia come una macchina a vapore che va al massimo.
Mi guardavano tutti come se non avessero mai visto una ragazza dagli occhi rossi che sta per esplodere da un momento all’altro!!
-E che cazzo avete rotto la minchia! Non avete mai visto una cazzo di fottuta ragazza essere tremendamente arrabbiata??? Penso di no! Manco stessi andando in giro come una pazza a cantare a squarciagola le canzoni  dei miei idoli di merda per poi mettermi a trattarmi per come mi hanno trattato!!! E che cazzo!- sbottai, quegli sguardi avevano rotto il cazzo di mia sorella.
Mi si avvicinò un giornalista, lentamente come se fossi una bestia pericolosa, poi, dopo essersi schiarito la voce iniziò a parlarmi.
-Signorina, sto facendo un’inchiesta sulle ragazzine deluse dai propri idoli, se può dirci chi…-
-Le sembro una cazzo di fottuta ragazzina di merda??? No, quindi non mi dia della ragazzina grazie, e comunque che giornale è? È mio diritto saperlo!- ero esplosa, povero lui, non aveva colpe, era solo un po’ insolente, ma proprio poco poco, comunque non avrei dovuto prendermela con lui, forse più tardi gli avrei chiesto scusa… forse.
-Il Guardian, perché?-
-È nuovo lei vero?-
-Sì, come fa a saperlo?-
-Dal fatto che mi abbia rivolto la parola, comunque non siamo qui per parlare dei miei fatti privati, solo mi faccia un favore, dica ai suoi grandi capi che se ne possono andare a ‘fanculo tranquillamente e  che la loro adorato figliola pensa ancora a come fargliela pagare, grazie. Ora se non gli spiace sono piuttosto di fretta.-
-Mi scusi che vuol dire quello che ha detto. Signorina! Signorina!- mi chiamò un paio di volte ma visto che non rispondevo mi prese per la manica della maglietta e mi girò.
-Lei non mi ha fatto niente, ma sono leggermente incazzata per cui o mi lascia la manica oppure giuro che le faccio cambiare sesso, tutto gratuitamente, solo un po’ di dolore, decida lei.- Mi aveva fatto girare e andavo veramente di fretta.
Deglutendo, visibilmente atterrito da quello che gli avevo ringhiato contro lentamente si allontanò, camminando all’incontrario per poi fuggire a gambe levate una volta abbastanza distante. Sbuffando presi la District Line e scesi un paio di fermate dopo Piccadilly Circus.
In fretta e furia scesi spintonando tutti quelli che mi intralciavano il passaggio e  mi precipitai nella palestra semi nascosta da una stradina, entrai dentro come un tornado.
-Danilo, posso avere un sacco da boxe e un angolino della palestra? Se mi mandi via dovrai ritenerti responsabile di tutti i morti a partire da qui fino oltre Piccadilly Circus… non so quanto ti convenga.-
Danilo è stato il mio maestro di arti marziali da quando andavo in terza elementare e mi ha sempre tenuto sotto la sua la protettrice perché ero una bambina quando venni per la prima volta e anche perché avevo gli occhi rossi e tutti mi insultavano, insegnò il rispetto ai miei compagni, loro non mi prendevano in giro, mi ignoravano soltanto.
-Cos…oh, ciao Arya, qual buon vento? Come stai? Anche se credo di potermi rispondere da solo a questa domanda. Comunque sì certo che ti do un angolino della palestra, oggi mi hanno prenotato una lezione privata un gruppo di cinque... non  è che sono quei ragazzini a cui vai dietro?-
-Uff, ho capito! Ho capito! Sto male grazie e tu? Spero vivamente di no, e giuro che non vi disturberò. Ora posso andarmi a cambiare? Tanto qui ho le mie cose.-
Con un buffetto sulla guancia mi fece andare a cambiare.
-Lo sai che non ti sopporto quando fai così! Non sono più una bambina!-
Mi lamentai come neanche Lux poteva fare.
-E per fortuna che non eri una bambina…-
Gli feci una linguaccia e entrai sul tatami, percorsi il lato della palestra seguendo il sentierino fatto apposta per non sporcare il vero tatami, ci sarebbero volute delle ore a pulirlo altrimenti! E lo sapevo per esperienza.
Mi cambiai e prese le protezioni entrai sulla “pista”. Appesi un sacco a uno dei tanti gancetti che penzolavano vuoti dal soffitto, accesi le ventole, non al massimo altrimenti mi sarei presa un accidente, e aprii un poco le finestre per far circolare l’aria.
Mi inizia a riscaldare ripetendo tutta la procedura di quella mattina. Mi stavo strecchando quando arrivarono i cinque ragazzi a cui Danilo doveva fare una lezione privata, che spreco di solito a quell’ora il mercoledì c’era pratica libera e si potevano ammirare un sacco di stili e di arti marziali oltre che a un sacco di muscoli, anche di ragazzi. Molto interessante di solito.
Dall’altra parte del vetro che separava la segreteria e la palestra vidi dei corpi che conoscevo troppo bene, fantastico ci mancavano solo quelli che mi avevano fatto incazzare! Allargai troppo in fretta le gambe e non essendo ancora abbastanza caldo mi piegai dal dolore, fantastica, ci mancava solo che mi facessi male nel mio elemento. Il massimo insomma!
Quando entrarono per andarsi a cambiare finsi di non averli notati ma ero visibilmente tesa e avevo indurito tutti i muscoli, casa che non dovevo assolutamente fare quando ci si riscaldava.
-Arya?-
Maledissi mentalmente Danilo e mi girai esibendo il sorriso più tirato che potevo e rispondendo con un falsissimo “Sì?” come se non sapessi cosa mi stesse per dire.
-Losai anche meglio di me che devi restare sciolta quando fai strecching attivo e non rimanere nella posizione ma molleggiare.-
-Lo so mi ero un attimo immobilizzata per capire chi fossero i cinque dalla lezione privata. Ora se non ti spiace tornerei a streccharmi.-
Lo vidi annuire per poi indicare ai ragazzi gli spogliatoi maschili.
Feci finta di stare da sola, di non avere come compagni di palestra i tizi che mi avevano fatto incazzare. E ci riuscii per un bel pezzo, diciamo che ero arrivata al dover colpire il sacco da boxe, e il fatto che immaginassi che fosse la faccia di Harry ovviamente non significava nulla, niente di niente, nada, nisba, OVVIAMENTE.
Poi, quel pezzo di m… geniaccio di Danilo ebbe la brillante, ma che dico, fantastica, stupefacente idea di farci combattere insieme a turno visto che io stavo da sola e uno di loro stava fuori a turno visto che lui doveva sorvegliare i vari combattimenti e correggere gli eventuali errori.
-Danilo, non posso, non vorrei stirarmi qualcosa, domani devo combattere e non mi sembra il caso….-cercai di fargli capire che non avevo nessuna voglia di combattere con loro essendo LORO quelli che mi avevano fatto incazzare. Nulla, quello non capiva. Pregai tutte le sante carrozzelle del mondo ma niente, era cocciuto peggio di me. Fantastico!
-Ragazzi mi spiace per chi combatterà contro Arya, oggi è venuta qui per sfogarsi visto che si era incazzata con non so chi e non so per che cosa! Quindi mi raccomando state bene attenti al suo montante sinistro,è molto potente.-
-Danilo ti sbrighi a fare queste coppie di merda invece di parlare?-
-Stavo solo spiegando…-
-Si spiega combattendo, non a voce.-
Conclusi quella conversazione iniziandomi a mettere i paratibia, il paradenti, il caschetto e infine i guantini.
I ragazzi dovettero arrangiarsi con le protezioni che trovarono in palestra perché le loro a parte il paradenti e i paratibie non andavano bene.
Le coppie erano abbastanza giuste, penso, Liam e Harry, Louis e Niall e per finire io e Zayn, yuppyyeee! Felicità portami via!
-Il combattimento dura due minuti a partire da adesso!-
Mi misi in guardia, gamba sinistra avanti e gamba destra dietro spostata di quarantacinque gradi per permettermi di non sbilanciarmi, e le mai davanti al viso.
Inizia a girare intorno al mio avversario, dovevo usare una tecnica diversa dal solito perché sicuramente poi Zayn sarebbe andato a dire a Liam le tecniche che usavo di più e le altre cose così.
Dopo poco partii con un gancio che schivai facilmente con la schivata a u, mi abbassavo per poi arrivare e colpire dall’altra parte e gli tirai una ginocchiata negli addominali, lo colsi di sprovvista, probabilmente non se l’aspettava, gli diedi quindi un pugno in faccia che fu attuito dal caschetto ma che lo fece lo stesso squilibrare. Gli lasciai riprendere fiato, dovevo farglielo credere così domani Liam sarà preso alla sprovvista quando lo atterrerò. Fui distratta dai miei pensieri che non vidi un facilissimo diretto da schivare arrivarmi fino a quando non sentii il contraccolpo nel caschetto.
Decisi di aver giocato troppo a fare la stratega, mi abbandonai a i miei sensi, esistevamo solo io e Zayn con il suo respiro affannato, nient’altro. Un respiro e iniziai ad attaccare, colpo dopo colpo, era un vortice di  braccia e gambe, non si distinguevano più di chi fossero. Parata, colpo, schivata e infine riuscii a buttarlo giù.
Gli feci una leva al braccio, era immobilizzato e se si fosse provato a spostare lo avrei soffocato visto che avevo una gamba sul suo collo.
Iniziai a far leva e non smisi fino a quando non lo sentii battere. Probabilmente il tempo era scaduto da un po’ ma non mi importava, mi era servito tremendamente a sfogarmi.
Lentamente mi alzai e tesi una mano a Zayn per aiutarlo, lo facevo con tutti, per me era come un segno di rispetto, come per dire “ti ho battuto ma non mi sento superiore e non vado a bearmi della mia gloria”.
-Non ho bisogno della tua fottuta mano per alzarmi occhi rossi-
Sputò il mio avversario a terra. Trasalii quando sentii come mi aveva chiamato.
-Se tu pensassi ad allenarti invece che a tenere il tuo stupido ciuffo in alto forse, e dico forse, saresti riuscito a battere la sottoscritta.- Era un colpo basso parlare così dei suoi capelli, ci teneva molto ma ero furiosa. Non riuscivo a capire come ritenesse degradante essere battuto da una donna, ero un avversario cazzo non una bambola di ceramica!
Mi diressi verso gli spogliatoi con passo decisamente da incazzata. Mi spogliai con rabbia tirando tutte le mie cose per lo spogliatoio. Quando tornai a casa ero ancora più incazzata di prima.
Entrai che già erano arrivati tutti, loro erano venuti in macchina.
-… E così non è imbattibile come dice di essere.-
-Di chi stai parlando Zayn? Della ragazza che ti ha messo al tappeto?-
Ora erano cazzi suoi.
-Oh, ehm ciao Arya come va? No certo che non stavo parlando di te! Ti pare!-
Era nervoso e si vedeva, si passava la mano tra i capelli.
-Oh, ora lo vediamo se stavi parlando di me. Lux, di che cosa stava parlando zio Zayn?-
-Del fatto che non sei imbattibile perché lui ce l’ha fatta. Però io non gli credevo! Tu non ti sei fatta battere da lui vero?-
-No Lux. Che cosa stavi dicendo Zayn? Che non stavate parlando di me e di come tu mi abbia “battuto”? che c’è ti vergogni di non riuscire a tener testa ad una ragazza? Sei ridicolo, completamente ridicolo! Voi altri ragazzi ovviamente lo avete lasciato fare giusto? Vi sarete sentiti più virili dopo questo orrendo gesto giusto? Mi sbaglio?-
Abbassarono le steste, colpevoli, come immaginavo.
-Vado a farmi una doccia state voi con Lux-
Salii velocemente afferrando i primi vestiti dell’armadio, un intimi, ovviamente di colore diverso, il reggiseno rosa con Minnie sulla coppa sinistra e gli slip viola con un fiocchettino crema.
Era la seconda doccia del giorno, e mi sentivo male a sprecare così tanta acqua, ma puzzavo peggio di un cammello in calore, per cui dovevo.
Mi spogliai velocemente e mi infilai nella doccia gelata per lasciarmi sbollire. Velocemente mi insaponai e lavai i capelli.
Uscii dopo neanche un quarto d’ora, ero peggio di Flash, ma dovevo vedere Lux, era come un calmante per me.
Mi infilai quelli che si rivelarono dei pantaloncini jeans e una maglietta a maniche lunghe.
Era quasi ora di cena, per fortuna che esisteva il cuoco! Non sapevo come avrei fatto senza, magari si sarebbero aspettati che io cucinassi pure per loro.
Quando scesi mi sedetti tra Perrie e Lux, davanti avevo invece Eleanor, per fortuna altrimenti avrei fatto una strage stragiosa e sarei dovuta fuggire da delle fidanzate volenti vendetta e dalla polizia per cinque omicidi e rapimento di un’adorabile bambina dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
A cena non parlai con nessuno a parte Lux e le ragazze, purtroppo Sophia ed Eleanor avevano vicine dei maschi e quindi mi era estremamente difficile guardarle in faccia, soprattutto a Sophia che aveva Zayn alla sua destra, mi aveva chiamato occhi rossi, voleva offendermi, era stata una cosa voluta, sapeva buona parte della mia storia, spiattellata in momenti di incazzatura accecante, era peggio dei bulli della scuola, loro non mi conoscevano, loro non erano i miei idoli.
Finito la cena salii immediatamente di sopra raccomandando a Lux di non salire dopo le nove e mezza, doveva dormire e già quell’orario era una concessione abbastanza ampia.
-Possiamo parlare?-
-Non abbiamo niente da dirci noi due Zayn. Buonanotte a tutti.-
Ci avrei parlato il giorno dopo, quando sarei stata più calma.
Salutai con un bacio sulla guancia le ragazze e ignorai i maschi.
Mi lavai i denti e mi infilai il pigiama. Crollai poco dopo, ero veramente stanca, giornata decisamente da dimenticare.

MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE


Ma buongiornoooooo belle ragazze!!! Come va?? Spero bene. 
Parlando di cose serie l'avete sentita SOML???? E' qualcosa di tremendamente bello. Il video fa venire i brividi, sono scoppiata a piangere dopo neanche i primi 45 secondi.
Parlando del capitolo: fa P E N A!!! Non avevo idee dopo aver scritto otto pagine e un quarto di tema di italiano, non ce la fecevo più. Penso sia il capitolo peggiore fino ad ora. L'ho fatto molto tagico perché mi sentivo giù quando l'hoscritto, dovevo fare ancora latino!!!! Io odio profondamente latino ma ora sono felice per due motivi: ho finito latino e le frasi avevano senso!!!!!!!! Un applauso a me? Ma no siete troppo genitili, ma se insistete tanto....
secondo motivo: è arrivato il 5c cazzoooooooo sto sclerando peggio di Arya quando fa il cazzione ad Hazza!!!!!!
Ora mi dileguo ci si vede la prossima volta...
Voi me la lasciate qualche recensioncina anche solo per dirmi che devo ritirarmi dal mondo di EFP perché con questo capitolo ho toccato il fondo della bruttezza???
Grazieee
Kiss Kiss
-Barby

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11:


Non riuscivo a prendere sonno, mi succedeva a volte e non era mai stato un buon segno. Le cose sono due, o mi sarebbe venuto il ciclo e sarei stata di pessimo umore (peggio del solito, incredibile ma vero) oppure sarei stata di pessimo umore perché mi sarebbe venuto il ciclo.
Mi rigirai nel letto per almeno due ore, e non sto scherzando purtroppo, e quando finalmente trovai una posizione comoda per dormire, mi ero praticamente chiusa a palla e messa all’incontrario con il cuscino incastrato tra la testa e le braccia, sentii dei passi di due ragazzi e uno più felpato, sicuramente di Lux.
Fantastico, ora dovevo pure alzarmi per preparare la bambina, avevo sonno! Non potevano, che so, venire una mezz’oretta prima? No, prorpio mentre mi stavo per addormentare! Il top del top del top.
-Secondo te sta dormendo?-
Urlò, o quasi, Niall.
Assonnata gli andai ad aprire, non dovevo avere una delle facce migliori, plausibile visto che molto probabilmente stavo per far morire annegati tutti e mi avevano appena fatto alzare da una posizione fantastica per dormire.
-Ora non sto più dormendo Niall. Grazie per essere stato più delicato di un ippopotamo ora posso prendere Lux e farla preparare e poi sperare di riuscire a trovare un’altra posizione per dormire decente?- In questo momento non aveva nessuna colpa ma ero molto, molto arrabbiata ed era lui la causa almeno in parte, quindi sì, era anche un po’ colpa sua infondo anche se non così tanto in fondo.
-Ma che hai il ciclo? Comunque sì, non preoccuparti piccola aspirante vampira non vedo l’ora di poter andare a dormire.-
Sussultai in modo tutt’altro che impercettibile quando mi chiamò piccola aspirante vampira. Mi sentii orrendamente, l’unico che ancora non mi aveva insultata si era finalmente tolto questo vizio. Probabilmente mi avrebbero dispregiata e pregiudicata ferendomi apposta per tutto il tempo per cui sarei rimasta con loro.
Ricacciai indietro le lacrime a quel pensiero, non sarei caduta così in basso, eppure mi ero illusa, avevano fatto i carini con me dopo che avevo ricevuto la telefonata del mio ex, tutta scena probabilmente, così mi avrebbero fatto più male, prima si fanno i ruffiani e poi ti pugnalano dritto nel cuore disperdendo in pezzi ancora più piccoli di quello in cui il tuo organo vitale era già rotto.
Tipico, non mi sarei dovuta fidare ancora, sono tutti così. Probabilmente l’amore non mi troverà mai e non sarò mai accettata da nessuno tranne che dai bambini, i bambini vanno oltre l’apparenza, con uno sguardo, una domanda innocente ti leggono nell’anima, loro sanno come ti senti, loro ti capiscono senza compatirti, non riescono ancora a provare pietà, non sono cattivi e meschini, sono puri, non hanno ancora vissuto abbastanza per potersi incattivire, per far sì che quella luce di innocenza, di purezza venga sradicata dai loro occhi.
Però a volte mi chiedevo se non dovessimo meritarci tutti una possibilità di essere accettati e amati per quelli che si è, senza doversi nascondere dietro maschere più o meno visibili e fragili, ma a quanto pare qualcuno lassù, se veramente Dio esiste, non è d’accordo con me oppure mi vuole motivo per qualche strano motivo a me incomprensibile. Mi sono sempre comportata relativamente bene. Non mi sono mai drogata, mai fatto sesso con sconosciuti da ubriaca o cose di questo genere, non ero un modello di castità ma neanche una poco di buono insomma!
Questi pensieri mi accompagnarono per tutta la serata, a partire da quando tolsi Lux dalle mani di Niall senza degnarlo di una risposta fino a quando mi rimisi dentro le coperte per la seconda volta.
Di lì a pochi giorni sarebbe stato il mio ventesimo compleanno, non avevo ancora esattamente l’età che avevo detto agli altri ma tanto giorno più o giorno meno… non cambia tanto no? E poi a cosa può importargli a loro? Sarebbero capaci di ritorcermi contro pure il fatto di essere nata, anzi mi meraviglio che non l’abbiano già fatto, insomma dovrebbe essere abbastanza semplice no?
Frasi fatte e rifatte che però fanno ancora male, ogni volta come “Maledetto il giorno in cui tuo padre si dimenticò il preservativo” come se avessi un padre.
Quella notte scivolai continuamente dal dormiveglia a l sonno, per cui dormii poco e male e ovviamente il giorno dopo trovai il lenzuolo macchiato di rosso, il mio sangue voleva copulare con il lenzuolo essendo molto attraente. Quanto volevo sotterrarmi in quel momento! Tirai fuori velocemente gli assorbenti dall’armadio e mi rinchiusi in bagno prima che Lux si svegliasse. Dovevo decisamente cambiare pigiama e slip. Corsi di nuovo fuori afferrando un insulso pantalone della tuta di un insulso colore nero con un insulso reggiseno rosso e delle insulse mutande verdi, ci mancava solo l’albero di Natale! E poi un’insulsa maglietta da uomo bianca che mi andava dieci volte essendo tipo XXL, l’avevo comprata per fare una sorpresa al mio odiato e insulso ex ragazzo. Volevo vomitare al ricordo ma mi trattenni rifugiandomi nel bagno che sarebbe diventato la mia nuova casa per i prossimi giorni. Chi non vorrebbe festeggiare il proprio compleanno con uno stupido e insulso ciclo? Ma dai è il sogno di ogni ragazza che si rispetti! Dopo dieci minuti uscii camminando come una specie di pinguino gigante e per niente coccoloso, avevo un pannolino non un assorbente. Lo mandai mentalmente a quel paese con il ciclo. Pacchetto completo! Prendi due paghi uno! Imperdibile!
Ero messa veramente male se incominciavo a fare battute orrende sul ciclo.
-Buongiorno Arya-
Tentai un sorriso al saluto della principessa ma al suo posto venne fuori una specie di smorfia.
Lei non sembrò accorgersene, beata ignoranza!!
-Pronta per far fuori Liam oggi? Lo fai per me? Ieri non sono stati molto gentili con te ma di solito sono meglio. Te lo giuro!-
Il combattimento! Mi era completamente passato di testa. Avrei combattuto col ciclo, una cosa che odiavo profondamente.
Oggi era un’altra giornata da dimenticare. Incominciata in modo pessimo non poteva che peggiorare.
-Certo non preoccuparti, oggi batterò Liam per te e poi ti porterò a festeggiare fuori prendendo un gelato e andando a fare shopping, ti comprerò tutto quello che vuoi.-
-Siii!! Ma solo se ti compri anche tu qualcosa!-
Merda, i soldi volevo risparmiarli per i periodi difficili anche se un po’ di shopping non aveva mai ucciso nessuno… e poi dovevo gratificarmi in qualche modo, ero malata e potevo svenire da un momento all’altro! Ok, forse l’ultima cosa no, ma insomma ci siamo capiti.
-Certo non preoccuparti! E se per caso perdessi… andiamo a fare shopping e gelato di consolazione! Che ne dici?-
-Ok, ora andiamo che sono le dieci, devi mangiare, riscaldarti, mangiare, riscaldarti di nuovo senza faticare troppo e poi provare le mosse. Ho imparato un sacco con i ragazzi quando andavamo in giro per il mondo, ti aiuterò a fare le cose. E se poi non mi vuoi mi farò da parte e farò il tifo per te tipo quelle tizie in gonnellina che fanno dammi una A, dammi una R e cose così…-
-Lux-
-Sì?-
-Sei l’amore fatto persona, se mi vuoi aiutare fai pure. Non preoccuparti tu non daresti mai fastidio-
-Ok! Ora andiamo che siamo in ritardo!-
Mi prese la mano trascinandomi giù dalle scale per poi farmi sedere su una sedia in cucina aprendo il frigo e prendendo un po’ di marmellata e una fetta di pane.
Velocemente mise il tutto su un piatto e me lo porse prendendo anche un coltello per spalmare la marmellata.
La ringrazia con un grugnito e svogliatamente mangiai. Quando mi viene il ciclo vorrei rintanarmi sotto le coperte con un tè caldo, una coperta e tanta tanta  musica soprattutto deprimente cercando di cantarla al meglio.
-LUUUUUUUX!!!-
Ci mancava solo quella sottospecie di pervertito del mio idolo innamorato pazzo di Lux da sembrare un pedofilo. E se fosse veramente un pedofilo? Oddio santa carrozzella madre del carrozzello!!! Ti prego fa che non abbia in casa un pedofilo! E se ha già fatto qualcosa a quella povera creatura? Naa non sarebbe così felice. Come minimo dovrebbe odiarlo giusto? GIUSTO??
Ok il ciclo mi fa male. Devo smetterla di innervosirmi e inventarmi cose che non esistono.
-Zio Harry lasciami!!! Ti prego mi fai male!-
Mi girai sulla sedia cadendo a gambe all’aria. Fantastico giornata di schifo incominciata. Figura di merda n1 fatta. Si prega di restare collegati sulla radio Arya e le sue pessime figure per eventuali prossimi aggiornamenti.
-Mezza-vampira-non-sono-una-vampira che c’hai il ciclo? Guarda che poi Liam ti fa il culo.-
-Mezzo-pedofilo-togliendo-anche-il-mezzo se ti interessa sì ho il ciclo e non mi vergogno di dirtelo. Il culo lo faccio io a Liam. E se ti interessa saperlo i tuoi soprannomi idioti non valgono un bel niente quanto le vostre canzoni di schifo che mi hanno fatto sentire troppo bene ma che in realtà non vi importa un niente di niente di quello che cantate e che qualche volta scrivete anche!-
Scoppiò a ridere. E che santa carrozzina dominante! Io gli faccio un bel discorso e lui mi ripaga con la sua splendida risata? Sì splendida, era pur sempre il mio insulso e idiota idolo per tutte le mie sante carrozzelle esistenti al mondo!
Storsi il naso per poi riconcentrarmi sulla mia fetta di pane.
Quando la finii mi catapultai in bagno cambiandomi l’assorbente per poi prendere un completo più appropriato per  allenarmi, una canotta bianca con dei pantaloncini di tuta rosso sangue, tutto fu ovviamente un puro, purissimo caso!
-Lux, arrivo aspettami!- Le urlai dalla stanza.
Arrivai in cucina dove si erano riuniti i ragazzi con le ragazze che si erano fermate a dormire. Purtroppo quella notte volevano fare qualcos’altro e ovviamente io sentivo tutto. Mi chiedo come faccia Lux e a cosa associ quei gemiti… la fantasia dei bambini è fantastica.
Scossi la testa liberandomi di quei pensieri.
Tutti, e dico tutti si girarono, manco fossi una specie di super giocattolo che tutti vogliono. Che diamine!
-Come va mezza-vampira-non-vampira-che-se-ne-frega-dei-nostri-insulti?-
-Mai stata meglio. Mi hai dato un nuovo motivo per vivere William, riempire la tua faccia per quello che è stata progettata. Di schiaffi.-
-Ma come siamo acide stamattina. Che c’è, hai paura…-
-che Liam mi faccia il culo? No Malik non ho paura di questo. Liam non mi potrà mai fare il culo se glielo faccio io no?-
Chiesi ironicamente regalandogli un sorriso che di vero non aveva neanche i denti.
-Ma sei sicura di farcela? Di non voler rinviare? Infondo hai il ciclo e non vorrei avere vittoria più facile…-
-Allora sei tu che hai paura Liam, non io, hai visto come ho battuto il tuo amichetto del cuore e adesso non vuoi fare la sua stessa pessima figura. E comunque se ho il ciclo posso diventare anche peggio di prima quindi al massimo io non vorrei approfittarmi della situazione così palesemente ineguale per te. Ora se non vi spiace io e questa principessina abbiamo da fare e la palestra giù la occupiamo noi quindi trovati un qualsiasi altro posto per allenarti.-
Misi fine a quella ridicola discussione prendendo Lux per la mano e trascinandola in palestra lasciando tutti a guardarmi come se avessi qualche strano problema mentale. Ok non ero una persona che qualcuno potrebbe definire “normale” ma insomma…
-Per prima cosa voglio che tu inizi a correre intorno alla palestra lentamente per almeno 20 giri!-
-Sì signora coach, subito!-
Feci come mi disse, insomma era intelligente, e poi male che vada avrei fatto di testa mia.
-Lux posso mettere un po’ di musica? Mi aiuta a concentrarmi.-
-Ok, ma qualcosa di movimentato. Non voglio che ti rammollisca!-
E da quando aveva imparato questi termini? Bambini!
Ok, presi il cellulare spuntato da non so dove e misi Welcome To My Life dei Simple Plan, li adoravo e quella canzone di rispecchiava completamente.
Inizia a correre cambiando giro ogni tanto per non farmi venire il mal di testa.
Dopo 50 giri, aveva aumentato quella demonietta, iniziai i diversi tipi di corsa: scalciata,laterale,ginocchia al petto, incrociata, saltata.
Feci altri 50 giri, 10 per ogni tipo. Mi piaceva Lux, era brava, probabilmente si era sorbita un anno o più di questo tipo di riscaldamento. Poverina chissà quanto si sarà annoiata…sicuramente tanto, spero non troppo.
Lentamente mi fece rallentare,ottimo per non raffreddarsi subito, e mi fece iniziare a tirare i vari colpi. 10 diretti al volto, 10 agli addominali, 10 con il kyay, quella contrazione della voce che si sente nei film. E così via con ogni colpo. Ci sapeva fare e intanto si era fatta l’una. Andai a mangiare, niente di troppo pesante, un’insalata, una fetta di pane e un pezzo di cioccolata per la mia gratificazione personale.
Mi fiondai in bagno canticchiando Bitchn’ Summer di Avril Lavigne, cambiatami tornai in palestra dove Lux mi aspettava.
Per l’ora e mezza successiva mi dedicai alle prese, alle schivate, alle leve, agli strangolamenti, alle cadute, alle proiezioni e al fiato.
Mi sentivo pronta e non eccessivamente stanca.
Inizia a cantare, mi svuotava la mente e avevo bisogno di lasciarmi andare. Il canto era la mia droga.
Cantai Slippin’ On Sunshine di Avril a Lux.
Avrei voluto poter cantare quelle parole a qualcuno ma io non ero fatta per amare e essere amata. Era il mio destino, mi sarei abituata con il passare degli anni, d’altronde ero ancora relativamente giovane.
Gli ultimi dieci minuti li dedicai al cambio dell’assorbente, non sia mai che mentre tiro un calcio mi si veda una macchia, sarebbe stato tremendamente imbarazzante.
Tornai giù con le protezioni.
C’era un sacco di gente in palestra, ma quando dico un sacco intendo proprio tanta tanta, forse troppa. Ed erano tutti venuti per assistere alla mia fantomatica sconfitta. Quei ragazzi si stavano montando troppo. Fortunatamente avevo una splendida idea per un’entrata a molto effetto. Salii su a prendere la chitarra e iniziai a suonare Bad Girl di Avril Lavigne quando entrai in palestra attaccai a cantare e tutti si girarono a guardarmi, effettivamente dovevo essere molto comica, avevo il caschetto con dentro le altra protezioni legato a un polso e suonavo una chitarra nera, e per tocco finale gli occhi rossi. Quelli furono decisamente il pezzo forte. Decisamente.
Mi muovevo tra gli invitati, li guardavo in faccia fino a quando loro non distoglievano lo sguardo. È sempre stato divertente, da un lato, vedere che effetto facevo alla gente, nessuno sosteneva il mio sguardo per troppo tempo, metteva in soggezione e in quel momento ero furiosa, decisamente furiosa.
A fine canzone mi fermai davanti a Liam appoggiando la chitarra come se fosse la lancia di Atena.
-Liam-
-Arya-
-Mi pareva che non avessimo parlato di spettatori.-
-Infatti, ma se hai paura posso cacciarli via.-
Sorriso beffardo, mo te lo do io il sorriso beffardo brutto scemo per le beate carrozzelle del mondo!
Improvvisamente tutta la sala si era fatta silenziosa. Chissà come mai? Non sarei mai riuscita ad immaginarmelo!
-Non vorrei che tutte queste persone vedessero la tua sconfitta, poi la tua immagine ne sarà danneggiata no? Sconfitta da una stupidissima e insulsa ragazza che assomiglia a una vampira che però non è una vampira no?-
L’avevo spiazzato, si vedeva.
-Non sarai forse troppo sicura di te?-
-Non ti arrampicare sugli specchi caro idolo che mi disprezza.-
Mi voltai salendo sul ring, mi infilai il paradenti, i paratibie, il caschetto e i guantini, mettendomi poi a gambe incrociate sul pavimento aspettando che Liam salisse. Ci mise cinque minuti buoni ma alla fine si decise e dopo essersi protetto fece salire Danny… no un seconda aspetta che ci faceva Danny qui? Strabuzzai gli occhi sorpresa ma mi ripresi subito concentrandomi sul combattimento. Solo e solamente sul combattimento. Non su quella sottospecie di ragazzo che ci spiegava le regole, che ci faceva salutare, che ci dava il via…
Iniziai a girare intorno al mio avversario quando da una parte delle stanza qualcuno mise delle musica, perfetto, ero nei miei elementi e in più avevo la mia idola a palla, Hello Kitty poi ti dava il ritmo, era perfetta. Liam invece si vedeva che era infastidito, ringraziai mentalmente chiunque l’avesse messa. Mi concessi un sorrisino divertito prima di sferrargli un calcio frontale al viso, lo parò per un pelo, come avevo previsto. Mi attaccò poi con un gancio sinistro. Nulla di più facile, schivai e rientrai con un montante sugli addominali, si piegò per pararlo lasciando scoperta la faccia dove lo colpii poi con il gancio sinistro. Riprese l’equilibrio attaccandomi a raffica, non mi feci intimorire, era solo arrabbiato e i suoi colpi erano scoordinati e facili da parare. Era come accecato, avanzava senza neanche sapere dov’ero.
Aspettai. Prendendomi tutto il tempo di studiarlo. Vedere i suoi punti deboli, quando e se abbassava la guardia…
Alla fine mi decisi e gli tirai un calcio circolare in pancia cogliendolo ancora una volta di sorpresa. Non gli diedi il tempo di riprendersi, avevo finito di giocare.
Ginocchiata al volto, proiezione per farlo cadere, contrariamente alle mie supposizioni si riprese dandomi un pugno in faccia, fece un po’ male ma avevo il casco. Poi mi tirò un calcio procurandomi probabilmente dei lividi, ma ci ero abituata. Con un pugno in pancia però mi fece entrare in iperventilazione. Mi serviva un solo semplice minuto, sapevo come riprendermi ma se avessi chiesto tempo avrei direttamente perso, e non potevo dargli questa soddisfazione. Lentamente mi allontanai cercando di calmare i respiri mozzati. Spesso non fui colpita di nuovo ma mi salvavo sempre all’ultimo momento. Finalmente mi ripresi e lo attaccai, per fargli capire che stavo solo giocando con lui, che non mi sarei mai arresa.
Improvvisai, buttandomi in qualcosa che probabilmente mi si sarebbe ritorto contro ma nella vita bisogna rischiare no?
Fintai quindi due pugni per distrarlo, quindi gli tirai un calcio volante che lo mandò a tappeto.
Sentii solo il mio respiro affannato e la voce di Danny che contava i secondi.
Lentamente mi tolsi il casco e il paradenti.
-1, 0,3, 2 ½ , 2 ¾ , -1…-
-Danny, ho sempre saputo che tu non sei proprio una cima in matematica ma quando stavamo insieme almeno fino a 10 sapevi contare. Vuoi che ti rinsegni come si fa?-
Lo sbeffeggiai davanti a tutti e un risolino sommesso si fece largo tra la folla.
Il soggetto in questione si limitò ad arrossire leggermente per poi contare decentemente e decretare la mia vittoria. Immediatamente Lux mi si catapultò tra le braccia stringendomi forte. Per il contraccolpo improvviso caddi a terra, insomma ero appena uscita da un combattimento estenuante di venti minuti. Subito scoppiai a ridere per la faccia preoccupata di Lux, la tranquillizzai subito dicendolo che non mi aveva fatto male.
-Grazie per aver messo la musica piccola, è stata un’idea geniale.-
-Ma non ho messo la musica. Le canzoni erano cantate.-
Mi rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
-COSA?!?!?!?!?!?!?!-
Urlai in preda a un attacco isterico.
-E chi le ha cantate?- chiesi cercando di calmarmi.
-Avril.-
-Avril Lavigne ha visto il mio combattimento?? E a pure cantato per me? Ma chi ha invitato Liam?-
-Quasi tutte pop star e qualche amico in comune.-
Ecco perché alcuni volti erano stranamente familiari, pensai, troppo scioccata per parlare.
Mi voltai ad osservare la palestra, mi guardavano tutti male, chi impauriti, chi con disprezzo, chi disgustato… che bel modo di festeggiare una vittoria!
Mi sentii colpire sulla spalla, mi girai prima di cadere a terra colpita in faccia da un fottuto pugno.
Alzai gli occhi per vedere Louis che si scrocchiava le nocche con un’espressione soddisfatta sul volto.
-Ma sei impazzito?-
-Hai fatto fare a tutti noi una figura madornale, il minimo che potevo fare era fare vedere e tutti che anche tu puoi essere ferita.-
Lo guardai stralunata. Erano tutti impazziti qua?
-E ovviamente lo fai colpendomi alle spalle giusto? Molto virile da parte tua Tomlinson. Bravo, veramente bravo. Vuoi anche un applauso?-
Un giornalista ci interruppe, stupida stampa avevo un bel discorso in mente.
-Ehi! Un secondo! Ma io la conosco!-
Il tizio mi guardò terrorizzato.
-Ma sì! Lei è quello di ieri a cui ho chiesto di mandare gentilmente a quel paese i miei. A proposito l’ha fatto?-
Il giornalista mi guardò prima di scuotere la testa.
-Pazienza lo farò io se e quando mai li incontrerò di nuovo. Ora se non vi spiace dovrei andare a cambiarmi che ho un uscita con questa piccola principessa.-
Adoravo le uscite ad effetto. Li lascia tutti lì a guardarmi mentre uscivo e salivo velocemente le scale per andare in camera, prendere al volo un paio di jeans scuri strappati, un assorbente, delle mutande e un reggiseno nuovo stranamente entrambi color panna e per finire una maglietta a maniche lunghe verde.
Velocemente mi feci la doccia , i capelli li legai in una coda alta asciugandoli giusto per non farli sgocciolare, mi vestii velocemente e come un fulmine presi il portafoglio con tutti i miei risparmi, il telefono e una borsa.
Volai praticamente giù dalle scale e in poco tempo presi Lux che mi aspettava davanti alla porta. Dopo aver lanciato un saluto generale uscii sbattendo la porta per poi dirigermi a Lester Square, dove tutto era iniziato….
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE:
Allora? Che ne pensate? Scusate ma devo scappare, volevo però chiedervi se per esempio vedete delle storie come queste di segnalarmele. Avete la vostra fantasia. Fatevi delle storie vostre e non venite a plagiare questa storia. Ci sto perdendo un sacco di tempo. Grazie a tutte quelle che lo leggono. Mi viene da piangere, ormai i  primi tre capitoli hanno superato le 100 visite!! Afkjhakfhalghda sto sclerando peggio del solito.
Vi prego non uccidetemi per quello che farò passare ad Arya di cui avete avuto solo un accenno che poi non saprete con chi si metterà. Muhahahahahaha la forza dei ricatti.
Purtroppo non riesco a postarvi i liks delle canzoni... La prossima volta li metto, promesso.
Voi però andate a sentirvele sono asdklfalfkjafja e non lo dico solo perché le canta la mia idola ma mi piacciono i testi.
Qualche Little Black Star tra di voi?
*sguardoscrutatore/assatanato*

Vi lovvo tutte.
Alla prossima
-Barby

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12



Non potevo scegliere luogo peggiore e migliore al mondo. Peggiore perché da quel giorno i miei cosiddetti idoli mi hanno incessantemente presa in giro, umiliandomi, perché avevo gli occhi un tantino particolari. E poi dicono che questa società non è basata sui pregiudizi e sugli stereotipi, ma io mi chiedo se hanno tutti gli occhi coperti da maiali interi oppure il mio cervello è troppo piccolo e insignificante.
Questi sono i dilemmi della vita. Comunque non avevo tempo per pensarci c’era quella piccola perfezione che aveva portato un raggio di luce nei miei giorni. Detto così sembro una pedofila ma quella bambina è una specie in via di estinzione, è intelligentissima pur conservando quella tanto bramata innocenza dei bambini.
Velocemente ci dirigemmo verso il negozio di gelati più decente di tutta Londra. Ben’s&Gerry’s o qualcosa del genere, quel nome è impronunciabile e fatto apposta per essere dimenticato, ne sono sicura, ci vado da quando ero una sottospecie di nanerottola e ancora non ho imparato il nome e quindi questo conferma la mia teoria, poi il fatto che io sia terribilmente smemorata ovviamente non centra nulla, nada, nein, niet!
Ordinai due coni, uno con solo cioccolato al latte, bleah dovevo istruirla meglio sul cioccolato a questa bambina, e uno con cioccolato fondente e pistacchio.
Ci sedemmo su una delle tante panchine che popolavano la piazza iniziando a mangiare, buono, come al solito.
-Arya oggi zio Louis mi ha dato i soldi per lo shopping, però mi ha detto di non spenderli tutti.-
-Quanto ti ha dato?-
-Più o meno 400 sterline, perché?-
Quasi mi strozzai. Era una bambina non una specie di robot per lo shopping minchia!
-Sono tanti soldi Lux, poi vediamo quanti ce ne restano a fine giornata ok?-
-Sì certo! Tu quanto ti sei portata?-
-Non tanto, voglio risparmiare per comprarmi una batteria e in seguito un pianoforte, quando ci riuscirò.-
-Quando sei nata?-
-Il 16 di questo mese tesoro-
-Quindi fai gli anni tra sei giorni?-
-Sì, purtroppo.-
-Perché purtroppo?-
-Perché farò vent’anni e mi sentirò estremamente vecchia a non essere una teenager. Sentirò che la mia vita è da buttare e che sono inutile o cose così.-
Conclusi con un’alzata di spalle, rassegnata.
-E non fai una festa?-
-No, non molti ci verrebbero, quindi no, direi di no.-
-Oh. Mi spiace.-
-Non fa niente, ora andiamo che abbiamo finito il gelato e poi si fa troppo tardi.-
Sorridendo balzò in piedi prendendomi per mano e portandomi in giro. Andammo prima a Carnaby Street dove mi obbligò a comprarmi un paio di Dr. Martens blu scuro, un paio di jeans neri, un vestito bellissimo, era nero, stretto sul seno senza maniche e la scollatura a cuore e ricamato, subito sotto il seno iniziava un motivo floreale che arrivava alla vita da dove delle gonne di tulle scendevano delicate fino al ginocchio. Lo adoravo ma non ero sicura, insomma faceva a pugni con gli occhi rossi! Alla fine vinse Lux, come al solito. Lasciataci quella via alle spalle entrammo subito nell’enorme Boots di Oxford Street e io comprai dei trucchi, i miei stavano diventando vecchi e stavano per finire. Per quel giorno avevo comprato abbastanza ma Lux voleva ancora girare per cui sommammo al suo paio di scarpe nuove, alle magliette e ai pantaloni un cappellino che le stava d’incanto.
Era relativamente tardi ma non mi andava di andare a casa, non volevo rivederli… ci stavo male e pian piano questo sentimento iniziava a marcire, a mettere radici e di lì a poco tempo, massimo due mesi, sarei arrivata nella condizione di chiedermi perché i miei mi avevano messo al mondo. Cosa che volevo rimandare al più tardi possibile il momento, in quel momento stavano di sicuro a casa a progettare come rendere la mia vita ancora peggiore, o a capire come rispondere alle mie battutine acide, o ancora meglio mi stavano del tutto ignorando, d’altronde mica potevo essere sempre al centro dei loro pensieri peggiori. Dovevo pur lasciare spazio ad altri no?? Sarebbe stato da egoiste egocentriche voler tutto quel loro tempo per sé no? E io non ero così egoista.
-Lux, senti sono le sette e mezzo, che ne dici se ora ti porto a casa che io penso che arriverò solo tardi?-
-Ma perché?-
-vado a suonare in un locale da un amico. Ti prometto che non farò niente di male. Ti fidi di me?-
-Sì ok, ma ora andiamo o farai tardi!-
Scoppiai a ridere per poi prenderla in braccio e iniziare a correre verso casa. La depositai dopo una lunga, lunghissima corsa con il fiatone ma sorridendo come non facevo da tempo. È abbastanza strano trovarsi così in sintonia con una bambina di 18 anni più piccola di te ma oltretutto niente della mia vita era mai stato veramente normale quindi non ci badai più di tanto.  La salutai velocemente dopo aver controllato se avevo abbastanza assorbenti per arrivare a quella sera. Appuratami anche di quello le diedi un veloce bacio prima che Niall in tutto il suo splendore venisse ad aprire. Non mi facevo problemi ad ammettere che fossero dei gran pezzi di bellezza, lo avevo detto una settimana prima lo potevo benissimo ripetere, questo non aveva niente a che fare con il fatto che mi odiassero e che io ci stessi male.
Scuotendo la testa affidai i miei pacchi a Lux prima che sparisse ringraziandola con un bacio volante. Corsi in mezzo alla strada per prendere la metro e fermarmi poi alla stazione poco prima della TATE Modern. Mi infilai in una stradina lì vicina e camminai fino a quando non vidi il locale di Freece e mi ci infilai veloce.
-Freece!-
Lo salutai contenta, infondo mi era mancato, era simpatico anche se non ci eravamo mai veramente conosciuti.
Quando mi vide rimase un po’ interdetto. Mi ero dimenticata delle lentine. Merda!
-Prima che tu inizi a insultarmi sugli occhi ti chiedo solo un favore. Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego fammi cantare. Solo per stasera poi se non vorrai più un mostro che canti ti capirò ma oggi è stata una giornata estremamente frustante e mi devo sfogare. E non potevo farlo a casa perché è lì che sono diventata nervosa e poi…-
-Ehi. Stop. Frena. Anche io sono contento di rivederti Arya.-
Mi sorrise. Non mi prendeva a parolacce? Strano… assottigliai lo sguardo e lo scrutai come se da un momento all’altro dovesse saltarmi addosso.
-Non ti preoccupare non voglio prenderti in giro. Anche io sono nella tua stessa situazione.-
Lo guardai stralunata.
-Hai gli occhi rossi??? Davvero?-
Scoppiò a ridermi in faccia. Maleducato!
-No ma bisessuale e quindi mi prendevano in giro perché non riuscivo a decidermi. Mi dicevano che ero nato indeciso, non sapevo se preferivo i maschi o le femmine. Mi dicevano ch ero nato sbagliato peggio dei gay, loro almeno avevano le idee chiare o cose così. Ero preso di mira peggio dei gay.-
-Oh.-
Splendida osservazione Arya, lui ti dice che siete sulla stessa barca e tu rispondi con “Oh”? ma io dico! Dove sarà andata a finire l’Arya con la parlantina più facile di tutto il Far West?
-Arya?-
-Ma che c’entra il Far West? Ma io dico potevi scegliere cose migliori, come, che so, di tutta l’America, dell’intera  Europa e tu te ne esci con “l’Arya con la parlantina più facile di tutto il Far West?” ma io dico! E poi lo sapevo di aver letto troppi Lucky Luke, quello mi ha fatto il lavaggio del cervello e voglio anch’io un cavallo parlante che sa fare un casino di robba!-
Alzai lo sguardo per incontrare quello divertito di Freece.
-E non sfottere! Lo voglio veramente quel cavallo!-
-Sei simpatica!-
-Grazie, me lo dicono tutti quelli che dopo il primo momento di spaesamento mi conoscono veramente. Quindi facendo un rapido calcolo tu saresti il… primo! Congratulazioni, lei è il vincitore del concorso conosciamo meglio Arya! Un applauso a questo gentile ragazzo.!-
Stavo evidentemente impazzendo ma era da troppo tempo che non mi comportavo così senza essere giudicata, libera di essere finalmente me stessa.
-Stai impazzendo.-
-Molto probabilmente. Ma è una delle poche volte che non sono giudicata e mi sento me stessa. È da tipo troppo tempo che non sono io.-
Sorrise, dio che sorriso!
Mi abbracciò, dio che abbraccio! Era caldo e accogliente, anche considerando il fatto che lui era tipo più alto di me di qualche, o per meglio dire molti e troppi, centimetri.
Poggiai la testa sul suo petto consapevole che per una volta ero stata accettata, che per una volta qualcuno mi si sarebbe realmente affezionato, che per una volta non ero quella diversa, che per una volta non ero il mostro, che per una volta ero finalmente io, Arya e non la ragazza mezza-vampira o il mostro.
Solo io. Poche altre volte mi ero sentita me stessa, solo con Lux, la mia “migliore amica” e il mio ex anche se alla fine non ero veramente io, insomma avevo le lentine!
-Comunque mi fai cantare stasera veeeeeero?-
Occhi da cucciola in azione, labbruccio sporgente pronto allo sbarco, mani congiunte a mo’ di preghiere  saranno attivate tra 5..4..3..2..1 ora!
-Ehi calmati! Comunque certo che ti faccio cantare. Poi oggi ho bisogno della tua voce visto che viene un sacco di gente importante.-
-Farò finta di non essermi mortalmente offesa perché hai bisogno della mia voce e non di me perché sono troppo curiosa di sapere chi viene. Allora chi viene??!-
-Allora, hanno prenotato i direttori del Guardian e anche la super boy-band del momento con dei culi meraviglios… cioè con una voce che fa impazzire il mondo.-
Rimasi paralizzata. E quando dico paralizzata intendo dire che assomigliavo a un tronco. Non respiravo, e intendo che Freece mi dovette dare tipo trenta colpi sulla schiena prima che iniziassi a tossire come una pazza mentre cercavo di prendere fiato.
-CHI!?!?!?!?!?!-
Urlai con la voce come quella di Taylor Swift negli acuti di Never Ever Get Back Togheter. Probabilmente facevo paura. Piegato in due, rossa come un non so che cosa per essere appena andata in apnea per troppo tempo e con la voce che fa concorrenza ai pappagalli. Sì, spettacolo orrendo, decisamente. Senza contare poi che molto probabilmente avevo dei rubini al posto degli occhi.
Comunque il fatto è che Freece mi guardò come si può guardare l’imperatore Palpatin, non molto incoraggiante, effettivamente.
-Non ti preoccupare non sono una sith, neanche l’imperatore Palpatin. Non userò la Forza per strangolarti o cose così. Però ti prego dimmi che quello che mi hai riferito è uno scherzo di pessimo gusto. Ti. Prego.-
Praticamente lo stavo costringendo a darmi ragione, ma dettagli….
-Spiacente Arya, mi spiace ma hanno prenotato. Se posso chiedere cosa ti turba così tanto?-
-Se parli ancora come neanche nel ‘700 facevano ti ficco il microfono in gola e te lo faccio uscire dall’orecchio destro! Comunque per la cronaca la boy-band sono quelli da cui sono fuggita, più o meno, bisto che mi fanno salire il nervoso ma sono i miei idoli, e i direttori del Guardian sono nientemeno che i miei adorabili genitori.-
-Quindi in pratica i tuoi non sanno che canti qui e disapprovano il tuo amore per la musica, giusto?-
-Sbagliato, sei completamente fuori strada. In pratica i miei mi hanno abbandonato quando avevo un anno, non riconoscendomi come loro figlia, lasciandomi nelle mani della mia tata, che da allora fu mia madre. L’altra volta un loro giornalista voleva intervistarmi e gli ho dato un messaggio non esattamente carino, diciamo che li ho mandati a quel paese molto tranquillamente, ecco.-
-Mi spiace, non volevo fartelo ricordare…-
-Due cose. Uno: prova ancora una volta a provare pietà per me e ti farò cambiare sesso. Due: pensi davvero che io mi possa scordare di quello che mi hanno fatto? Pensi veramente che non stiano sempre in qualche strano modo in sottofondo a tutti i miei pensieri? Spiacente deluderti ma è così.-
Sorrisi, triste.
-Ora pensiamo a cose felici. Tipo che mi dovresti anche sfamare e poi vado a scegliere come vestirmi. Ok?-
-Ceto! Cosa vuoi da mangiare?-
-Un pie steck e kindey. Voglio tenermi leggera.-
-Leggera? Con manzo e rognone? Ma stiamo scherzando?-
-Non ricordarmi cosa c’è dentro che altrimenti vomito ma mi piace, è il migliore, quello al pollo manco a parlarne, quello all’agnello che schifo! Questo è perfetto! E comunque potei mangiare molto di più! Ho bisogno di energie io per cantare e ballare. Oggi poi voglio dare il massimo! Devo far vedere a tutti di che pasta sono fatta e soprattutto devo prepararmi un discorso introduttivo. Posso vero?-
-Ok, ok, con molta calma. Sul pie se lo dici tu… puoi fare quello che vuoi, ma basta che canti ok? Ora vado a dare disposizioni al cuoco. Intanto puoi andare in camerino, tanto sai dov’è no?-
-Ok, corro. Fammi portare tutto di là che ho bisogno di concentrazione. A proposito che giorno della settimana è?-
-Mercoledì quindi farai scegliere la canzone e bla bla bla.-
-Ok, perfetto. Ci si vede Freece. E per il futuro, se provi a rubarmi ragazzi carini e non gay o bisex ti ammazzo chiaro?-
-Certo ma ora vai che poi fai tardi!-
-Vado, vado ora calmati!-
Sorridendo mi diressi verso la changing room. Avevano decisamente aggiornato il repertorio vestiti. Bella merda. Ci avrei messo più del previsto. Fantastico. Eccellente. Stupefacente.
Dopo mezz’ora che non sapevo che indossare arrivò il mio piatto. Lo lascia perdere per altri dieci minuti in cui non conclusi niente. Era troppo caldo anche quando iniziai a mangiare. Finito riiniziai la mia ricerca. Il tempo passava troppo velocemente e io non avevo concluso nulla. Illuminazione, ti prego illuminami! Probabilmente qualcuno lassù mi ascoltò perché andai a sbattere contro un abito semplicemente FA_-VO-LO-SO! Ok sembravo Kurt in Glee ma dettagli. Era fantastico. Lungo, semplice, blu, mono spalla, sulla  si staccava, per così dire, e dietro era scollato in quel punto, lì c’erano dei brillanti, bellissimo. In poco tempo trovai le scarpe e gli accessori. Scarpe alte, vellutate blu con tacco 12, un braccialetto azzurro con borchie, degli orecchini con le sfumature dall’azzurro al blu e per finire una collana semplice con un pezzo di puzzle in legno celeste con scritto “joy”. Mi truccai leggera, con matita sotto e sopra e l’ombretto sfumato.
Il discorso me lo ero immaginato tutto nella mia malvagia testolina. Dovevo solo scegliere cosa cantare. Niente di più facile.
Scelsi Let It Be dei Beatles, Why, Smile, Bad Girl e 17 della mia idola preferita, Avril Lavigne, Salute delle Little Mix, Neon Lights di Demi Lovato, Slow Down di Selena Gomez, Mamma Mia! degli Abba e per finire Killer Queen dei Queen. Sarebbe durato molto lo spettacolo, ma mi mancava troppo quel palco. Decisamente.
-Arya si va in scena!!!-
-Arrivo Freece!!! Ce l’hai tu il microfono?-
-Sì! Sì! Ora sbrigati, siamo di cinque minuti in ritardo.-
Non l’avevo mai visto così nervoso. Poverino.
-Sono qua. Ci sono tutti?-
-Sì ci sono tutti. Quindi ora tu sali su quel palco e spacchi, chiaro?-
-Come al solito. Ci vediamo alla fine.-
Gli diedi un veloce abbraccio prima di prendere il microfono e salire sul palco. Quanto mi era mancato! Adoravo esibirmi su questo palco. È stato uno dei primi posti che mi ha preso come cantante.
-Buonasera a tutti! Spero che non mi abbiate dimenticato! Fino a una settimana fa cantavo qui tutte le sere. Adesso non ho tempo ma vi giuro che farò del mio meglio.
Inizierò con il dire che io odio profondamente i discorsi ma oggi è un mio dovere, o almeno io lo sento come tale.
Quindi vi pregherei di starmi ad ascoltare fino alla fine. Poi farete quello che volete.
Iniziamo con i miei occhi, sono rossi, e no, non sono un mostro, un vampiro, neanche mezzo, un lupo mannaro, una strega, un alieno di qualche pianeta sperduto che è venuto a conquistarvi, e non ridete che me l’hanno detto sul serio a volte, io sono una persona. Come voi avete gli occhi nocciola, azzurri, verdi, grigi e tute le variazioni, io ce li ho rossi. Non sono nata così ma non vi annoierò con la storia della mia vita. Voglio solo dirvi, se per piacere potreste non picchiarmi, mi è successo recentemente- il mio sguardo saettò verso Harry ma mi ripresi subito- o prendermi a parole. Vi ricordo che spesso gli insulti sono peggio i una pugnalata. La ferita può guarire ma le parole lasciano un segno per sempre. Voglio solo essere accettata per quello che sono, non penso di chiedere troppo, o sbaglio? Voi dite che siete contro il razzismo ma cos’è questo che avete, in generale, contro di me? Razzismo, eppure questa società dovrebbe combatterlo o sbaglio?- silenzio, tutti presi da quello che dicevo, chi colpevole, chi assorto, chi d’accordo, ma tutti mi stavano ascoltando.- Sono succube di razzismo da quando avevo un anno, e non scherzo, primi furono nientemeno che i miei genitori biologici, quando capirono che non si poteva fare niente per gli occhi non mi riconobbero più come figlia, una che poteva essere scambiata per un mostro rovinava l’immagine no? Quindi l’unica cosa possibile da fare era disfarsene.  Non mi uccisero, ma da quel giorno muoio ogni giorno, muoio quando i miei idoli mi insultano, muoio quando vedo la gente guardarmi disgustata, muoio quando quando mi volto sparlano di me, muoio quando le madri coprono gli occhi ai loro figli per non fargli vedere un mostro, muoio quando mi si sputa dietro, muoio quando attorno a me in metro si crea magicamente uno spazio, muoio quando i ragazzi mi prendono in giro, sono morta quando i miei amici mi hanno abbandonata, muoio e soffro ogni giorno, è la verità e non la nasconderò per farmi forte, io so di essere forte, di riuscire a fronteggiare tutto questo, ma fa male, sempre e comunque, io ricordo e ogni volta è come se qualcuno mi marchiasse a fuoco. È dai tempi dell’asilo che soffro, probabilmente un giorno scoppierò. Ma io combatto. Io sono una combattente e non mi arrendo facilmente. Io non cedo alle tentazioni della lametta o della droga, che combattente sarei? No, io vado avanti ma fa terribilmente male. Una delle canzoni che canterò dice “lascia che sia” ma è difficile, tremendamente difficile e tu cerchi di lasciare che sia ma non ce la fai, gli insulti si radicano in te, ti distruggono, lentamente, ti sciolgono, incominciamo dall’esterno e quando arrivano al cuore si è fottuti. Voi mi direte, penso, che anche i cantanti hanno questi problemi ma io vi risponderò che loro sono insultati sì, ma ci sono i fans che staranno con loro, che li sosterranno, che manderanno a fanculo gli haters. Loro hanno un grandissimo aiuto, mentre io sono senza fans, diciamo così.
Oggi con noi abbiamo l’onore di avere nientemeno che i miei genitori biologici, non vi dirò chi sono, perché seppur piena di rancore, e io non porto mai rancore anche se per loro ho fatto un’eccezione, io rispetto, per così dire, la loro decisione. Loro non hanno una figlia, loro figlia è morta così come loro sono morti per me, e le sorprese non sono finiti, signori e signore! La più grande boy-band del momento ci ha degnati della loro presenza, li prego quindi di riservare gli insulti per dopo, quando nessuno può sentire quanto i miei idoli siano meschini e falsi. Cantano cose tanto carine ma quando si tratta di metterle in pratica, altolà non tocca a me, io devo solo cantarle, mica metterle in pratica.
Vi ringrazio per aver ascoltato questa pappardella deprimente.
Ora pronti per la prima canzone? Spero di sì perché io inizio lo stesso.-
Mi rivolsi al chitarrista mimandogli con le labbra Let It Be. Dopo un cenno di assenso da parte sua mi girai schiarendomi la voce e aspettando che attaccasse.
Misi tutta me stessa in queste canzoni e una dopo l’altra scivolarono veloci lasciando solo un ricordo sulle mie corde vocali. Per ora nessuno mi aveva lanciato i pomodori, o qualsiasi altro ortaggio, buon segno, buonissimo segno.
L’ultima canzone, Killer Queen dei Queen arrivò subito, quasi non mi ero accorta di averle cantate tutte anche se il sudore che impregnava, che terrmini di mia nonna, comunque stavo dicendo che impregnava la mia fronte ne era la prova schiacciante. Avevo messo tutta me stessa per far capire ai miei e ai ragazzi chi ero veramente.
Arrivai all’ultima nota e la tenni poco meno del necessario. Mi maledissi per quello ma nel complesso era andata abbastanza bene.
Ripresi fiato, adesso c’era l’estrazione della canzone.
-Bene! Mi fa piacere che non mi abbiate lanciato i pomodori appena ho finito il mio discorso deprimente, quindi ora vi chiedo altri cinque minuti e poi vi lascio sul serio. Oggi è mercoledì, quindi nelle migliori delle tradizioni oggi, come ogni altro mercoledì di tutte le settimane, eleggeremo una persona che tirando quella leva sotto il palco sceglierà la prossima canzone. Bene e ora affidiamoci al nostro caro occhio di bue.-
Respirai affannosamente mentre il fascio di luce girava per la sala che quel giorno era piena. Alla fine dopo molte indecisioni la macchina si fermò nientemeno che sulla tizia che mi ha messo al mondo. Sospirai ricordandomi di dover poi fare il cazziatone a Freece, un giorno, forse.
Scesi dal palco e la scortai fino alla leva senza guardarla, mi faceva schifo e probabilmente le sarei saltata addosso se l’avessi anche solo sfiorata con lo sguardo.
Anche quando tirò la leva non la degnai di uno sguardo.
La macchina scelse Give What You Like della mia idola. Sorrisi felice della mia scelta.
Portai mia madre a posto come da copione e poi risalii sul palco per comunicare agli altri il brano.
Per quel brano mi sedetti sul bordo del palco lasciando penzolare le gambe e muovendole a ritmo della canzone.
Sfinita mi alzai, feci un piccolo inchino e mi precipitai dietro le quinte. Avevo bisogno di idratarmi, stavo per svenire. Corsi davanti a Freece e mi catapultai in camerino che aveva sempre una scorta d’acqua per le povere disidratate come me.
Bevvi almeno due bottiglie prima di rallentare, riprendere fiato e buttarmi sfinita su un divanetto.
-Arya!!!!-
-Freece!!!! Dimmi!-
-Sei stata una grande. E mi è piaciuto il tuo discorso deprimente. Sei stata una genia!!-
Sorrisi troppo stanca per fare altro.
-Speriamo che anche i miei coinquilini accettino quelle critiche non proprio velate e che non mi tolgano il lavoro. Solo questo, non chiedo molto no? No decisamente no.-
Mi risposi da sola prevenendo quello lì che aveva aperto bocca.
-Se esci un secondo mi cambio e sgomberò qui.-
Annuendo uscì e finalmente sola mi spogliai per entrare nella doccia di cui era fornito, magicamente, quel camerino. Velocemente mi sciacquai via il sudore. Mi asciugai e mi rimisi i vestiti che avevo prima del vestito da scena.
Sbadigliando chiusi tutto e lanciai le chiavi al custode che salutai con un cenno. Ero stanca morta.
Fuori mi ritrovai l’auto di Louis davanti, se voleva un avversario facile mi aveva trovato, ovviamente c’erano tutti e nove, tutti e nove? Ah, le fidanzate e Lux. Svogliatamente entrai visto che mi seguiva passo passo. Se doveva attaccarmi lo facesse subito altrimenti mi sarei addormentata, cosa che feci dopo nemmeno cinque secondi che poggiai il mio rispettabilissimo culo sul sedile di dietro prendendo in braccio Lux.
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE:


Allora? Che ne dite? Spero vi piaccia. Volevo dare una mossa alla storia altrimenti sarebbe stata troppo lunga e il discorso infatti era previsto per dopo ma ci stava bene.
Comunque quando ho scritto che Freece è bisex non ci riuscivo a credere neanche io ma dovevo trovare qualcuno che la capisse e visto che girano troppi gay ho un po’ cambiato. Spero di non starmi banalendomi(?) qui9ndi se è così vi prego ditemelo.
Spero che non abbandoniate la storia. Mi state facendo impazzire con queste visualizzazioni, sono troooppe!!!! Vi rendete conto che avete superato le 100 in 5 capitoli. Cinqueeeee!!!!!! Oddio, è una sensazione magnifica, se l’avete letta allora vuol dire che vale qualcosa no? Mi rendete tanto felice.
Se potreste lasciare una recensione di quello che pensate, mi farebbe piacere visto che non so mai come comportarmi se continuare così o dare una svolta decisiva.
Questo è il look di Arya: http://www.polyvore.com/blue_is_my_color_today/set?id=104207643
Ora vado che devo lavarmi i capelli e ci metto tanto.
Kiss Kiss
-Barby

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13:

 
Mi svegliai dopo pochi minuti grazie ad una voce delicata.
-Cazzo Arya svegliati porca puttana!!! Non possiamo stare qui in eterno e nessuno di noi vuole portarti in braccio in camera!!!- istintivamente chiusi gli occhi quando sentii un’altra crepa apparire nella pelle già tremendamente scheggiata e rotta mostrando il vuoto sotto la delicata creta che la ricopriva. Devo dire che quando non connetto molto bene mi vengono delle frasi a dir poco adorabilmente aristocratiche.- Porco cazzo Arya!!-
Ok era scazzato nero e mi stava pure tipo scrollando le spalle o cose così. Una tortura insomma.
-Porca troia sono sveglia ok?!?!?! Ora le smetteresti? Grazie! E grazie del meraviglioso risveglio Liam.-
Ora ero io quella con qualche neurone andato in fumo per il nervosismo. Probabilmente sarei salita in camera e mi sarei messa a sfogare il mio nervosismo applicando una pressione con una lametta sulla mia pelle, per voi vederla tingersi di rosso, a quel punto sarei crollata a piangere disperata per poi trascinarmi in bagno e avvolgere le mie già martoriate braccia con delle fasce bianche, anche loro presto si sarebbero tinte di rosso sangue, il mio sangue che sgorgherà dalle mie lesioni.
Ok, o ero impazzita, o mi ero ubbriacata, o avevo veramente sonno da farmi parlare con una voce mezza da depressa. Le offese fanno male ma era tardi e io ero stremata. Tremendamente stanca e vogliosa di un letto. Lentamente e in modo aggraziato, facendo in modo che tutto il vicinato sentisse la mia incazzatura, salii le scale per andare a letto. Notando solo in quel momento che la bambina era già nel mondo dei sogni nel suo piccolo e adorabile rifugio... sì stavo impazzendo, stavo palesemente impazzendo. Stavo impazzendo in un modo assurdo.
Comunque Lux stava nel suo letto ed io andai direttamente a mettermi il pigiama, ero morta e non avevo voglia di alzarmi.
Mi addormentai peggio di un tronco.
La mattina dopo avrei continuato a dormire se quello stronzo, bastardo, cretino, deficiente, cioè, mi rettifico, quel dolce, carino, intelligente e tenero di Harry.
-Arya svegliati! Giù c’è un ragazzo!- mugolio o qualcosa del genere da parte mia- Cazzo Arya!!! Devi svegliarti lo capisci questo???? Come lo capisci che non voglio che scopiate in questa casa con quel Creece, o Greese, o...-
-Si chiama Freece demente che non sei altro! E poi scusa tutto deve essere legato al sesso? Non può essere un solo dannato cazzo di amico?? No perché ovviamente io non posso neanche pensare di poter avere un amico o un’amica giusto? Bhe sai che ti dico? Il mondo è pieno di cretini come te ma ci sono pure quelli che vanno oltre le apparenze. Pensa un po’! Non l’avresti mai detto eh? E non ringraziarmi per averti aperto la mente su questa cosa. Non ce n’è bisogno, non preoccuparti.-
Lo lasciai lì a guardarmi come se fossi una pazza. Forse lo ero ma sinceramente? Sti cazzi. E poi adoro le uscite/entrate ad effetto, fanno molto SWAAAAG! No ok sono da ricovero forzato. Non opporrò resistenza quando verranno a prendermi gli infermieri dell’ospedale psichiatrico per trascinarmi via legandomi con una camicia di forza. Lo prometto, non opporrò resistenza. Avete la mia parola.
Fino a quel momento non avevo capito che c’era Freece giù. Lo vedi alle prese di una conversazione con un altro cretino di nome Niall, il mio piccolo folletto irlandese preferito che mi dava della mezza-vampira e cose così. Il mio preferito, oh quanto lo adoravo!!!
Se qualcuno mi avesse mai letto nella mente avrebbe seriamente chiamato il manicomio. Ne sono sicura, e nella vita bisogna avere delle certezze.
-FREECE!!!!- ero leggermente felice di vederlo. Era il mio primo amico e mi affeziono troppo presto alle persone. Una cosa terribile con gli occhi che mi ritrovo. Ma non posso e devo pensarci.
Comunque per qualche strano e impensabile motivo mi ritrovai con il culo a terra sopra Freece mentre ridevo come una pazza.
Era imbarazzante. Abbastanza.
Anche lui rideva come un matto. Eravamo persi. Completamente.
-Che ci fai qui Freece?-
-Ieri hai dimenticato la tua trousse, così sono venuto. E no, non sono uno stalker ma ho amicizie che mi hanno dato qualche dritta su come trovarti.-
-Oh, grazie. Sei gentile.- arrossì, non mi piaceva ma nessuno mi aveva mai trattato così, anche i miei vecchi amici erano dei cretini totali, ero sempre l’ultima ruota del carro.- vieni su, e non preoccuparti di questi qua, prendo un secondo la bambina e sono da te.-
-Ok, dove devo andare?-
-Sali le scale prima porta a sinistra. Ti raggiungo subito!-
-Sì ciao!-
Piccola rivincita sui miei datori di lavoro. E poi volevo veramente parlare con Freece. Era da troppo tempo che mi sfogavo solo e solamente con la foto della mia baby-sitter, era come una madre per me. Le volevo veramente bene ma per problemi familiari era dovuta tornare in Italia. Non poteva neanche telefonarle e non la sentivo né vedevo da troppo tempo.
-Lux dove sei??-
Mi scocciavo ad andarmene in giro per quella casa immensa. Era troppo grande ed era presto, erano le undici.
-Lux, devi capirlo che lei può farti del male, è pericolosa.-
Era Perrie. Quella voce l’avrei riconosciuta d’ovunque. Era la mia idola. Era un complotto, ne ero sicura. Tutto quello che percepivo in quel momento era il suono del cuore che si ritirava su se stesso come se fosse stato colpito da un pugno nello stomaco proprio mentre stava inspirando, bloccando il respiro a metà, e poi dovesse fare uno sforzo per riprendere a respirare.
Poi arrivò, un’altra crepa, un’altra crepa arrivata a segnare la tua pelle, già terribilmente crepata, pronta a spezzarsi, la senti, è arrivata al massimo, è stata troppo segnata, troppe crepe, non può reggere, lo sai. Ma sai anche che andrai avanti, che risponderai male, che farai finta di niente, che proverai a ferirli, che sai che non dimenticherai e che la crepa si è aperta e non può sparire, perché non sparira, perché rimarrà lì a bruciare, e il dolore verrà assopito solo quando un’altra crepa si creerà, ma quella continuerà a pulsare, a fare male, anche se il dolore presente sarà più forte. Ma tu vai avanti e te ne fotti altamente. Vai avati sperando di essere accettata ma tranne qualche persona sai che nessuno ti vorrà mai. Nessuno perché sei strana e posso fare male, sono pericolosa, l’unica cosa che posso fare è combattere, ma non farei mai male a qualcuno fuori dal ring. Al massimo potrei abbracciare qualcuno come se fossi una specie in via di estinzione derivata da panda dolciosi.
Sospirai, appoggiandomi alla porta.
-Ha ragione zia Perrie piccola, lei ti farà del male, capiscilo.- Sophia
-Sì, devi allontanarti da lei te lo diciamo per il tuo bene.- Eleanor
Era il mio momento.
-Penso che Lux sappia cosa fare senza bisogno dei vostri amorevoli consigli, grazie di tutto. Grazie a te Sophia per avermi fatto credere che mi fossi sbagliata giudicandoti male perché sei venuta a consolarmi, grazie a te Eleanor, grazie perché pensavo che fossi diversa, grazie perché mi hai aiutato, grazie perché non hai urlato o strillato quando hai visto i miei occhi, grazie perché ho pensato che esistesse qualcuno che mi accettasse. E infine i miei più sentiti grazie vanno a te Perrie, oltre che ringraziarti per tutto quello che vale per Eleanor e Sophia devo dirti grazie, grazie di essere la mia idola, grazie per avermi fatto capire che bisogna andare avanti con un sorriso, grazie per avermi fatto capire che bisogna fregarsene altamente delle offese. Grazie di tutto.
E infine un grazie a tutte voi per avermi rotta. Mi avete rotta, non sono spezzata, non posso aggiustarmi. spero che capiate di avermi rotta, per sempre e definitivamente. Grazie per aver finito il lavoro di tutte le persone lì fuori e soprattutto della band dei vostri ragazzi sono veramente orgogliosa di come mi avete rotta. Di come avete fatto sì che tutte le crepe che partivano dal mio cuore non potessero più reggere il peso di tutto questo. Grazie per avermi fatto desiderare per la prima volta di sparire dalla faccia della terra, di mollare tutto e andarmene ad abitare in una qualsiasi regione sperduta dei ghiacci antartici. Grazie per avermi fatto sentire uno schifo, un reietto umano, uno SBAGLIO. Solo i miei mi avevano definita così, e me lo ricordo bene anche se sono passati troppi anni. Grazie per farmi piangere come una scema che fa una scenata. Insomma grazie. Spero che andiate fiere del vostro lavoro.-
Finii il mio discorso sciugandomi una lacrima, mi obbligai di smettere di piangere e fissarle negli occhi prima di lanciare uno sguardo a Lux sperando che capisse e sparire poi oltre la porta del salotto. Mi sarei dovuta fare un applauso da sola per come mi ero ringraziata e per come la mia uscita le aveva sicuramente lasciate a bocca aperta.
Fuori dalla portata del loro sguardo iniziai a correre per fiondarmi in camera dove trovai Freece che parlava con Zayn.
Perché mi sentivo tradita? Perché mi sentivo ancora più rotta? Perché quel giorno era tutto un totale casino?
-Freece, posso parlarti?-
-Un secondo Arya, sto discutendo con Zayn di come sono meglio le luci durante diverse canzoni.-
-Ti prego Freece, è importante...-
-Non rompere, anche questo è importante, dipende dai punti di vista!-
Sussultai, ormai ero rotta e un niente mi buttava giù, mi chiedevo come riuscissi a camminare quando mi sembrava che a ogni passo i miei cocci sarebbero potuti essere portati via dal vento. Era una sensazione orrenda. Tremenda.
-Sì, ok, ti lascio solo, e quando hai finito puoi anche andartene e non preoccuparti di chiedere di me, tanto riceverai soltanto un invito ad andartene a fanculo,vorrei dirti che capisco ma non posso perché no, non ti capisco.-
-Ma non capisci che mi sto cercando di fare degli amici!!?- urlò. Quella volta non sussultai, non chiusi gli occhi, dovevo provare a ricostruirmi.
-Ma lo capisci che in questo momento ho bisogno del mio unico amico? Questo lo capisci? Lo capisci che tu sei uno delle pochissime e quasi inesistenti persone che non mi giudicano per come appaio ma per come sono realmente? Questo lo capisci invece? Tu puoi farti degli amici se vuoi ma io no, no perché tutti se ne andranno quando vedranno i miei cazzo di occhi. Questo lo capisci?-
Forse avevo esagerato ma ero troppo furiosa e distrutta da quello accaduto poco prima. Non me ne sarei andata, sarei rimasta, magari a vedere un bel film.
Scesi e sicuramente tutti notarono i miei occhi diventare quasi neri, ma non un nero che sembra solido, era un nero liquido, come il petrolio, sembravano dover andare in fiamme da un momento a un altro. Nessuno si oppose quando presi Star Wars Episode IV, Una Nuova Speranza, il primo che è uscito per intenderci. Nessuno si oppose quando mi sedetti sul divano dopo aver inserito il DVD che chissà come era finito in quella casa, e per fortuna, direi, quella serie è la mia preferita e solo lei è capace di calmarmi. Mi prendeva completamente. Mi immergevo nei personaggi, piangevo con loro, gioivo con loro, urlavo incitamenti che non avrebbero mai potuto sentire e cose cretine così. Nessuno si oppose quando mi sdraiai sul divano alzando al massimo il volume, nessuno si oppose quando con uno sguardo li cacciai tutti fuori, dovevo gustarmi, come se fosse un gelato, quel film da sola.
Probabilmente qualcuno non aveva capito che nessuno era desiderato soprattutto perché in quel momento Darth Fenher stava strangolando un luogotenente con il la Forza, ovviamente il lato Oscuro, adoravo quella parte.
-Possiamo parlare?-
-Un secondo Freece, non vedi che sto guardando la parte in cui lui lo strozza?-
Indifferente, ecco come mi sentivo. Me lo sarei dovuta aspettare che avrebbe preferito i maschi a una stupida ragazza quasi vent’enne con gli occhi rossi.
Sospirò e poi uscì. Ci avevo quasi creduto che sarebbe rimasto abbracciandomi. Mi affeziono troppo facilmente alle persone.  Decisamente.
Dopo quella intrusione nessuno entrò più e quando finii il film non c’era nessuno.
Alzai le spalle sospirando per entrare poi in cucina prendendo un succo d’arancia rossa, un sandwich con tonno e cetrioli, che scansai prontamente, di Pret A Manger, chissà com’era finito nel frigo. Stavo morendo di fame e probabilmente mi ero machiata. Ma la fame viene prima di tutto.
Iniziai a mangiare quando notai sul tavolo un post-it.
 
                                                Siamo stati chiamati d’urgenza,
             
   forse passiamo dopo, possiamo dover partire, non lo sappiamo. Al massimo torniamo a prendere le valige.
 
Freece viene con noi. È bravo con le luci e ci serve un tecnico.
Ci si vede.
                  I ragazzi, le ragazze & Lux e Freece   

 
E ovviamente non dicevano quando sarebbero tornati. Ovviamente.
Tornai in camera dopo aver lasciato mezzo panino giù.
Mi cambiai l’assorbente e mi sdraiai sul letto mettendo la musica a palla mentre cercavo di non pensare a niente. Non cantai. Ero troppo rotta. Non volevo diventare apatica ma in quel momento non volevo fare niente.
Ero ancora rotta.
 
 
 
 
 
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE:


Scusatemi per il ritardo.
Oggi starò poco. Solo per dirvi due cosette. Sono depressa. Tanto.
Comuuuuunque come va ragazze? Io una merda fritta in padella.
Maaaaaa avete sentito il MD?????????? È iofunwilrudnqwilrfiewlrmsqweifnreiwuhqrenruweifnuiewfnc fantastico.
A voi quali canzoni hanno colpito di più? A me Something Great-Alive e Half a Heart anche se sono tutte PER-FECT!!!
Mi scuso per questo schifo di capitolo ma non ho idee.... mi sento sempre più giù e con me anche Arya.
Prima che me ne dimentichi qualcuna di voi sa fare i banner o sa un sito dove posso farli? Io ci proverei pure, verrebbe una cagata ma pazienza.
Grazie a tutte!!!!!!!!!!!!! Ora vado a deprimermi con latino.... che palle!!!
-Barby                                

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14:


Che poi non ero ancora rotta, ero rotta e basta, non mi potevo aggiustare in meno di un giorno, non sono una meccanica, non ho i pezzi di ricambio. Sono solamente una persona rotta.
Lux non si era fatta sentire. L’ansia mi divorava, avevo paura, una paura matta, che lei potesse dare ascolto a Perrie e le alter. Sentivo un tarlo che insinuatosi nei rimasugli del mio cuore li mangiucchiava, affamato di risposte che purtroppo non potevo dargli.
Mi lasciavo trasportare dalle note senza però dare un vero significato alle parole. Troppo difficile. In quel momento dovevo solo ricostituirmi, ricreare una nuova me uguale a quella prima, non avevo nessuna voglia di non amare o provare emozioni, ma più forte, ero stanca di dover aspettare qualcuno che mi aiutasse a rialzarmi. Ce la posso fare. Non sono debole. Io sono Arya. Arya e basta, Arya senza famiglia. Arya che vive della musica e dello sport.
I mei pensieri erano confusi, terribilmente confusi. Non riuscivo a concentrarmi.
Sbuffando portai le mani agli occhi come se non vedendo i pensieri si sarebbero messi a posto da soli. Illusa.
In quel momento la riproduzione casuale mise una canzone che più azzeccata di così non poteva essere, Wrecking Ball di Miley Cyrus.

We clawed, we chained our hearts in vain
We jumped, never asking why
We kissed, I fell under your spell
A love no one could deny
 
I nostri cuori, li abbiamo lacerati e incatenati invano
Abbiamo saltato senza mai chiederci il perché
Ci siamo baciati, sono caduta sotto il tuo incantesimo
Un amore che nessuno potrebbe negare.
 
Mi ero illusa, illusa con Danny, lasciando che il mio cuore si spezzasse. Mi ero illusa con i miei genitori lasciando che anche loro tenessero incatenato con sé un pezzo del mio cuore. Ho rischiato venendo qui, a vivere dai miei idoli, saltando in un vuoto riempito poi di delusioni. Li ho amati, e li amo ancora, un amore che nessuno può osare mettere in discussione. Sono caduta sotto l’incantesimo dei bravi ragazzi. Credendoci.
 
Don’t you ever say I just walked away
I will always want you
I can’t live a lie, running for my life
I will always want you
 
Non hai mai detto che io me ne sono andata
Ti vorrò sempre
Non posso vivere una bugia, fuggendo dalla mia vita
Ti vorrò sempre
 
Ancora Danny. Non l’hai accettato, non capendo che io sono più forte di te. Ma non posso mentire, io ti voglio, ti voglio da star male e non perché sono innamorata di te ma tu sei stato il primo in tutto. Il primo a mostrare interesse verso di me. Il primo bacio. Il primo con cui sono stata a letto. Il primo amico. Il primo amante. Il primo confidente. Il primo che mi ha sconquassato il petto a parte mio padre, ma lui non è mai esistito per me.
 
I came in like a wrecking ball
I never hit so hard in love
All I wanted was to break your walls
All you ever did was wreck me
Yeah, you wreck me
 
Sono arrivata come una palla da demolizione
Non ho mai colpito così forte per amore
Tutto quello che volevo era distruggere i tuoi muri
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
Sì, mi hai distrutta
 
Me lo hai detto tu, ti ricordi? Io sono arrivata distruggendo tutto, tutte le tue teorie, tutti i tuoi princìpi. Tutto. E mi sono innamorata di te. Non sono mai rimasta così folgorata dall’amore. Mai. Volevo distruggere  i tuoi pregiudizi per stare con te. Ma tu mi hai distrutta. Mi hai rotta, o ci sei andato vicino comunque. E se tu prima non ce l’hai fatta i tuoi amichetti e amichette invece hanno centrato l’obbiettivo.
 
I put you high up in the sky
And now, you’re not coming down
It slowly turned, you let me burn
And now, we’re ashes on the ground
 
Ti ho portato in alto nel cielo
E adesso non stai tornando giù
la situazione è cambiata lentamente,
tu mi hai lasciata bruciare
E adesso siamo cenere sul terreno
 
Ti ho amata dandomi tutto quello che avevo. La mia dignità che tu sai che è fondamentale per me. Ma tu sei rimasto in cielo lasciandomi bruciare nel mio dolore, insieme ai tuoi nuovi amichetti super star che si chiamano One Direction e alle tue amichette Little Mix e Sophia ed Eleanor. Mi hai fatto crogiolare nel dolore. Ma io mi sono vendicata riuscendo a bruciare te e i tuoi amici. Sì. Anche io vi ho bruciata. E ne sono felice. Felice che anche voi capiate almeno in piccola parte cosa si provi ad essere umiliati e poi bruciati.
 
Don’t you ever say I just walked away
I will always want you
I can’t live a lie, running for my life
I will always want you
 
I came in like a wrecking ball
I never hit so hard in love
All I wanted was to break your walls
All you ever did was wreck me
 
I came in like a wrecking ball
Yeah, I just closed my eyes and swung
Left me crouching in a blaze and fall
All you ever did was wreck me
Yeah, you wreck me
 
Non hai mai detto che io me ne sono andata
Ti vorrò sempre
Non posso vivere una bugia, fuggendo dalla mia vita
Ti vorrò sempre
 
Sono arrivata come una palla da demolizione
sì, ho semplicemente chiuso i miei occhi e ho oscillato
mi sono rannicchiata tra le fiamme e sono caduta
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
Sì, mi hai distrutta
 
Ancora Danny. Non l’hai accettato, non capendo che io sono più forte di te. Ma non posso mentire, io ti voglio, ti voglio da star male e non perché sono innamorata di te ma tu sei stato il primo in tutto. Il primo a mostrare interesse verso di me. Il primo bacio. Il primo con cui sono stata a letto. Il primo amico. Il primo amante. Il primo confidente. Il primo che mi ha sconquassato il petto a parte mio padre, ma lui non è mai esistito per me. Me lo hai detto tu, ti ricordi? Io sono arrivata distruggendo tutto, tutte le tue teorie, tutti i tuoi princìpi. Tutto. E mi sono innamorata di te. Non sono mai rimasta così folgorata dall’amore. Mai. Volevo distruggere  i tuoi pregiudizi per stare con te. Ma tu mi hai distrutta. Mi hai rotta, o ci sei andato vicino comunque. E se tu prima non ce l’hai fatta i tuoi amichetti e amichette invece hanno centrato l’obbiettivo.
 
I never meant to start a war
I just wanted you to let me in
And instead of using force
I guess I should’ve let you in
I never meant to start a war
I just wanted you to let me in
I guess I should’ve let you in
Don’t you ever say I just walked away
I will always want you
 
Non ho mai avuto intenzione di iniziare una guerra
Volevo solamente che tu mi lasciassi entrare
E invece di usare la forza
Penso che al tuo posto io ti avrei lasciato entrare
 
Ragazzi, ragazze, io non volevo, non voglio litigare con voi.  Vorrei che voi mi accettaste nella vostra famiglia, che mi consideraste un’amica, ho bisogno di amici. Freece, ti prego, non lasciarti distrarre dai loro visi angelici, ti prego, credimi. Se voi foste stati me e io voi sicuramente vi avrei accettato. Non me la sarei mai presa con voi. Non potrei mai. Ma a voi non importa. Voi preferite la guerra. E che guerra sia.
 
I came in like a wrecking ball 
I never hit so hard in love 
All I wanted was to break your walls 
All you ever did was wreck me 
I came in like a wrecking ball 
Yeah, I just closed my eyes and swung
Left me crouching in a blaze and fall 
All you ever did was wreck me 
Yeah, you wreck me

 
Sono arrivata come una palla da demolizione
Non ho mai colpito così forte per amore
Tutto quello che volevo era distruggere i tuoi muri
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
 
Sono arrivata come una palla da demolizione
sì, ho semplicemente chiuso i miei occhi e ho oscillato
mi sono rannicchiata tra le fiamme e sono caduta
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
Sì, mi hai distrutta
 
Quella canzone si adattava perfettamente a me, mi riflettevo. È strano. Non ho mai avuto una grande stima di Miley, sì mi piaceva come cantante ma non riuscivo a vedermici nelle sue canzoni. Mi sembrava una cosa impossibile. Eppure eccomi qui a capire che tutti siamo ugualmente diversi, che siamo umani. Che le nostre emozioni che noi riteniamo uniche sono provate da tutti o almeno dalla maggior parte... che cosa strana. E inquietante.
Spegnendo la musica vado a mangiare qualcosa e finisco per terminare il panino che avevo lasciato a metà.
Presa da un impeto di buona volontà risalgo in camera prendendo un mio vecchio costume rosso, semplice, niente di spettacolare, solo un bikini.
Mi diressi verso la piscina interna, quella casa era enorme, e mi buttai di testa per poi restare sott’acqua fino a quando non mi mancò il fiato.
Mi era mancata l’acqua. Resterei per ore in acqua, insieme alla musica e al kudo mi calma e svuota la mente. Amo l’acqua!
Inizia a immergermi per periodi di tempo sempre più lunghi ritornando bambina, come le ultime volte che andai in piscina insieme alla mia baby-sitter... sembrava fosse passato un secolo mentre erano passati solo quattro anni.
Fortunatamente scoprii che non mi ero scordata nulla. Riuscivo a fare i diversi stili, dalla rana al delfino, e i più svariati, e pazzi, tuffi.
Sarei rimasta lì per sempre ma la porta di casa si aprì, si sentiva tutto nella piscina visto che ormai quella villa era immersa nel silenzio. Sbuffando uscii per constatare che ero rimasta in acqua sì e no un’oretta. Mi salì il nervoso, insomma!!! E che modi! Perdincindirillina! E che cazzo! Porca carrozzella!
Stavo tanto bene finalmente e voi venite a infastidirmi! E in più mi ero dimenticata l’asciugamano in camera!! Doppio cazzo!
Possibile che non ci fossero degli asciugamani in quella piscina?
Si sentivano delle voci che si avvicinavano pian piano nel luogo in cui mi trovavo.
Scelsi quindi di rientrare in piscina facendo finta di non sapere che qualcuno era entrato. La cosa più semplice e ovvia.
Lentamente mi immersi iniziando a nuotare, cercando di escludere dalla testa il rumore dei passi che si avvicinavano.
Mi costrinsi a restare giù fino a quando i polmoni non mi fecero seriamente male. Velocemente riemersi per poi cercare disperatamente un po’ d’aria.
Avevo il fiatone, odiavo avere il fiatone. Vuol dire che non si ha il controllo del proprio corpo, che non si riesce a comandarsi di respirare normalmente e di non sembrare delle persone che hanno appena ricevuto un pugno il pancia proprio mentre stavano espirando, un’altra cosa odiosa.
-Ma guarda chi si vede...-
Minchia mi ero dimenticata che ci fosse qualcun altro.
-Zayn, ma che non piacere vederti. Ti chiederei come va se mi importasse qualcosa ma visto che non me ne fotte un emerito cazzo di come tu stia non sprecherò il mio fiato per te.-
Acida. Diretta. Stronzate, erano tutte delle stronzate per difendermi fino a quando non mi fossi ricostruita del tutto.
Soffocò una risatina. Sai dove te la do la risatina cretino?
Io e gli altri non ci sopportavamo a vicenda eppure per qualche strano motivo a me completamente ignoto non mi avevano ancora licenziata.
-Comunque non dovevate tipo partire o qualcosa del genere?-
-Sì ma alla fine hanno disdetto tutto.-
-Niall! Quale non piacere è vederti!-
-Dai Arya, non fare così, loro non sono maligni come me li hai descritti tu.-
-Freece.- gelida. Ero gelida. Fottutamente gelida. Non capivo, anche se probabilmente c’era da capire solamente che lui aveva scelto loro. E la cosa non mi avrebbe sorpreso più di tanto se solo non mi avesse abbracciato, se solo non si fosse dimostrato gentile con me. Idiota. Idiota e illusa. D’ora in poi mi fiderò soltanto dei bambini. Loro sono incapaci i dire bugie. Sono incapaci di mentire. Per loro il mondo è perfetto. È bianco e nero. Non esistono varie sfumature.
-Solo perché sei diventato il loro nuovo amichetto questo non vuol dire che loro non ti possano giudicare se glielo dici.- aveva ovviamente capito a cosa mi riferivo. Infatti sbiancò. –E non preoccuparti, non sono una traditrice, non o dirò mai a nessuno. Non sono così stronza.-
Feci un sorriso così falso che anche un cieco avrebbe capito che mentivo. Uscii dall’acqua per poi maledirmi un’altra volta per non aver portato un asciugamano per non fare la figura della cretina totale mi diressi in camera grondante d’acqua, probabilmente feci una figura peggiore, ma pazienza. In camera mi asciugai per poi mettermi a cercare la mia piccola principessina. Non si vedeva per tutta casa. Inquietante.
Fui presa dalla paura. Una fottuta e irrefrenabile paura. Avevo paura che le fosse successo qualcosa, anzi no ero terrorizzata al solo pensiero che le potesse essere successo qualcosa.
Mettendo il mio amore idilliaco al primo posto superando il disgusto per le persone che popolavano quella casa urlai con tutta me stessa. E i miei urli erano tremendi. Mi era sempre piaciuto urlare. Urlavo sotto voce. Urlavo in silenzio, urlavo disturbando i vicini, urlavo per urlare, per sfogarmi per sentirmi meno sola e abbandonata.
Il mio urlo si rivelò fruttuoso infatti un Louis bagnato e in costume, porca carrozzina proprio ora che sono incazzata nera con tutti lui arriva sventolandoti sotto il naso il suo fisico bestiale. Ecchecazzo!
-Che succede? Ti si è rovinata la manicure?- Come farti risalire il nervoso. Ci mancavano solo le sue battutine orrende.
-La manicure non la faccio da secoli. E comunque volevo sapere dov’è Lux.-
-Lux è partita.-
-Come è partita?-
-Se ne è andata con Lou che sta a uno stage di non so che diamine.-
-Oh- Le mie risposte lasciavano spiazzato chiunque, erano fulminanti, dei lampi di genio in una nebbia di cretinaggine.
-E quando torna?-
-Un mese? Forse due.-
BOOOOM aveva appena sganciato una bomba sulle macerie rimanenti. Mi sentivo vuota. Cosa avrei fatto in quei mesi? Mi avrebbero licenziato? Non potevo permettermelo. Non mi sarebbero mai bastati i soldi. MAI.
Sbiancai. E ovviamente Louis se ne accorse. E non mancò di rifilarmi qualche sua battuta pungente.
-Che c’è? Paura di perdere il posto?-
-No paura di restare così tanto tempo con voi senza un sostegno morale.-
-Non preoccuparti penso che se lei avesse dovuto scegliere da che parte stare di certo non si sarebbe “alleata” con te.-
-Non pensavo fossimo in guerra sai?-
-Ma lo siamo. Dai non dirmi che pensavi di potertela cavare così dopo aver sconfitto due dei nostri?-
-Ancora con questa storia? Pensavo che vi foste messi l’anima in pace dopo che mi hai dato un fottuto pugno sul naso! Siete dei bambini! E io che la ritenevo una cosa positiva qualche settimana fa!-
-Qualche settimana fa?-
-Sì qualche settimana fa! Quando ero una vostra fottuta fan sfegatata. E io te l’ho pure detto durante quella sfuriata nella tua fottuta macchina del cazzo.
Non è per niente piacevole. Pensa come staresti se Robbie Williams in persona ti avesse insultato dandoti del mostro, del mezzo-vampiro e di chissà cos’altro solo perché hai li occhi azzurri o verdi! Non è piacevole.-
-Per questo sei rotta.-
Emisi una specie di verso a metà tra un ringhio e uno sbuffo.
-Chi te l’ha detto?- Questa volta ringhiai sul serio. Sembrava quel verso che mettono le tigri che andava pian piano crescendo di intensità.
-Eleanor, ci è rimasta male.-
-Ci è rimasta male?? CI è RIMASTA MALE??? Ma stiamo scherzando? Mi stai pigliando per il culo? No perché sai io prima di fare una cosa ci penso sai? E non me ne vado a gettare della merda sulla gente a cazzo!- Stavo urlando. Brutto segno.- E poi prima di dispiacersi poteva anche non dire a Lux che io sono cattiva, che le farò del male quando la bambina è l’unica nota positiva in questa mia vista del cazzo se escludiamo la musica, lo sport e la piscina! Mi ero trovata un fottuto amico e voi lo traviate. Pensavo che almeno la smetteste di prendermi per il culo dopo che mi ha chiamato Danny ma voi non solo avete continuato peggio di prima ma lo avete addirittura invitato a fare l’arbitro durante il match con Liam!-
Respiravo affannosamente, lo odiavo, odiavo non avere il controllo del mio corpo.
-E che match dolcezza!-
-Danny, chiamami un’altra volta così e ti stacco il cuore a morsi. Osa rivolgermi le parole e giuro che banchetto con il tuo fegato. Osa posare il tuo sguardo del cazzo un’altra volta su di me e ti stacco le palle per poi fartele mangiare a morsi mentre ti sego il tuo amichetto nei piani bassi, capito?-
Sorrideva, il bastardo sorrideva. Fanculo al mondo e al fatto che lui fosse qui e non a fare qualsiasi altra cosa da qualsiasi altra parte del mondo.
-Io ti conosco Arya, e so che quando fai così non è solo perché sei incazzata nera ma perché hai paura e ti nascondi dietro le tue battutine acide.-
Colpita e affondata. Il vincitore di questa partita è Danny!
Come potevo essere stata così stupida da fidarmi di uno come lui. Ah l’amour.... quello fotte!
-Forse sono cambiata no? Sono passati tre anni e tu non sai niente di me. Della nuova me. Una volta pensavo di non poter vivere senza amore ma dopo che tu mi hai presa in giro ho capito che si vive senza amore. E non ti sto dicendo che io ho paura di amare, anzi! Ma ho imparato a vivere senza, me ne sono fatta una ragione. Punto. Sono cambiata. Non sono più la ragazzina che hai conosciuto.-
Sorrisi soddisfatta del mio discorso. Veritiero per altro.
Incrociai le braccia sotto al petto aspettando che lui rispondesse, non lo fece e semplicemente se ne andò in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.
Intanto lo sguardo di Louis mi perseguitava.
-So di essere fantastica e perfetta Louis ma ti ricordo che hai una ragazza.- Ironica, acida, come al solito.
-Parlale.-
-No.-
-Non era una domanda.-
-Decido io cosa fare o no. Sono grande e vaccinata. Penso di potermi permettere di scegliere con chi intraprendere delle discussioni.-
-Se non le parli scordati di rimanere qui a lavorare.-
-Mi stai ricattando?-
-Sì-
-Stronzo.-
-Forse, ma la amo e sta male.-
-Anche io sto male ma tanto nessuno se ne accorge.-
Sorpresa dalle mie stesse parole mi portai le mani alla bocca, tappandola come se quel gesto potesse cancellare le parole appena dette.
-Cosa hai detto?-
-Mio Dio Louis non sei mica invecchiato di cent’anni negli ultimi dieci secondi no? Quindi non fare finta di non aver capito perché ho detto quello che hai sentito e ora se non ti spiace vorrei andare da Eleanor se voglio tenermi stretta questo FA-VO-LO-SO posto di lavoro.-
Sorriso sarcastico e totalmente finto per poi mettermi alla ricerca della ragazza.


MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE:

Due cose due, allora qui trovate i link per il costume: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=105732196&.locale=it
E Wrecking Ball di Miley Cyrus:http://www.youtube.com/watch?v=My2FRPA3Gf8
Qualcuna di voi sa fare dei banner????? Vi prego è urgenteeeeeee *facciadacucciolo*.
Ora vado che è tardi!!!!
-Barby

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15:

Entrai nella camera dove si trovavano le ragazze per poi rapire Eleanor. Mi guardavano tutte come se fossi un mostro.
-Allora, perché mi volevi parlare?-
-Senti, io non volevo, lo giuro!-
-Parliamoci chiaro Eleanor, non puoi dire a una bambina che io sono pericolosa e poi come se nulla fosse tornartene qui, scusarti e pensare che vada tutto bene! Perché non va tutto bene ok? Sono stufa delle persone in generale e soprattutto come voi. Siete così false! Insomma prima dite una cosa e poi subito vi correggete? Non è normale! Abbiate le palle di scegliere con chi stare e basta! Non mettetevi a deludere le persone che contano su di voi che vi perdoneranno una, due, tre volte ma poi vi lasceranno e così sarete vi ritroverete più soli di un cane ucciso a mezzanotte!-
Mi fissò con quegli occhi color cioccolato come a supplicarmi ma sinceramente non ne potevo più. No ce la facevo. Avevo voglia di evadere. Andarmene a casa. Ma quale casa? Io non ho una casa.
Sospirando me ne andai lasciando che Eleanor tornasse dentro con le ragazze.
In camera presi la chitarra iniziando a suonare qualche accordo a casa che poi si trasformò man mano in Nobody’s Home della mia idola preferita, Avril Lavigne, quella canzone era meravigliosa. Fantastica. Perfetta. E purtroppo mi rispecchiavo troppo in quel testo.
 
I couldn't tell you why she felt that way,
She felt it everyday.
And I couldn't help her,
I just watched her make the same mistakes again.
 
Non potevo dirti perchè lei si sentisse in quel modo
si sentiva così ogni giorno
ed io non potevo aiutarla, potevo solo
guardarla mentre faceva sempre gli stessi errori
 
Non sapevo perché mi sentissi così giù, soprattutto in quel periodo, o almeno un motivo c’era, e in quei giorni soffrivo sempre di più. Non potevo aiutarmi da sola, riuscivo solo a guardare me stessa che sbagliava ogni volta, e come una cretina ogni volta faceva lo stesso errore, mi fidavo troppo della gente.
 
What's wrong, what's wrong now?
Too many, too many problems.
Don't know where she belongs, where she belongs.
She wants to go home, but nobody's home.
I's where she lies, broken inside.
With no place to go, no place to go to dry her eyes.
Broken inside.
 
cosa c'è di sbagliato ora?
troppi, troppi problemi.
non so a quale posto appartiene, lei appartiene.
lei vuole andare a casa, ma la casa di nessuno
è dove lei sta, distrutta dentro
senza nessun posto dove andare, nessun posto dove
andare, per asciugare i suoi occhi, distrutta dentro
 
Cosa avevo sbagliato quel giorno? Non ero abbastanza normale per la società? Che poi normale, era assolutamente oggettivo, io posso considerare normale avere gli occhi rossi, altri no! Mi facevo troppi problemi, non riuscivo a capire, e mi facevo domande senza risposta, non riuscivo a prendere la vita senza curarmi degli altri. Io non appartengo a niente, a nessuno, mi definirei uno spirito libero ma mi sento un uccello prigioniero di un mondo troppo vasto per essere compreso. Io non appartengo a niente. Io non ho una casa. La mia casa è andata distrutta anni fa. La mia ancora se n’è andata. Tornata nel suo paese natale. Andata. Per sempre.
E io sono rotta, rotta dentro, non posso andare da nessuna parte, nessuno mi asciugherà le lacrime, nessuno mi consolerà. Perché io sono rotta ma mi sto ricostruendo.
 
Open your eyes and look outside, find a reasons why.
You've been rejected, and now you can't find what you left behind.
Be strong, be strong now.
Too many, too many problems.
Don't know where she belongs, where she belongs.
She wants to go home, but nobody's home.
It's where she lies, broken inside.
With no place to go, no place to go to dry her eyes.
Broken inside.
 
Apri i tuoi occhi e guarda fuori,
cerca di trovare uno scopo (alla vita)
sei stata rifiutata, e adesso non riesci
a trovare quello che hai lasciato dietro
sii forte, sii forte, adesso
troppi problemi, troppi problemi.
non so a quale posto appartiene, lei appartiene.
lei vuole andare a casa, ma la casa di nessuno
è dove lei sta, distrutta dentro
senza nessun posto dove andare, nessun posto dove
andare, per asciugare i suoi occhi, distrutta dentro
 
Dovrei riuscire a capire cosa fare di me. Riuscire ad andare avanti, devo trovare qualcosa per vivere, Lux lo era, era diventata la mia nuova ancora ma lei se n’è andata, e non tornerà per più di tanto, troppo tempo. Mi sento uno schifo pechè nessuno mi accetta, prima Danny, poi i ragazzi ed infine le ragazze dei miei idoli. Ma devo essere forte, soprattutto ora che sono rotta, non riesco a ritrovarmi, mi sono persa, ho perso me stessa, i miei pezzi, le mie fondamenta una volta tanto solide ma che al primo terremoto abbastanza forte non sono riuscite a restare in piedi trascinandosi dietro tutti i palazzi, gli edifici che avevo tanto faticosamente costruito. Io non appartengo a niente, così facendo appartengo a tutto, voglio andare a casa, voglio trovare un luogo da chiamare casa, ora devo trovarlo ma non ci riesco, devo trovarlo, ora che sono rotta dentro. Nessuno mi consolerà, devo farlo da sola, devo farmi forza da sola, devo andare avanti da sola.
 
Her feelings she hides.
Her dreams she can't find.
She's losing her mind.
She's fallen behind.
She can't find her place.
She's losing her faith.
She's fallen from grace.
She's all over the place.
Yeah,oh
 
lei nasconde le sue sensazioni
non riesce a trovare i suoi sogni
sta perdendo la testa
sta cadendo in basso
lei non riesce a trovare il suo posto
sta perdendo la sua fede
sta perdendo il contegno
lei è in tutti i posti, si oh
 
Io mi nascondo, mi chiudo dietro uno stupidissimo muro, non voglio che nessuno veda come mi sento, non riesco ad applicarmi per seguire il mio sogno, mi distruggo da sola tutti i castelli di carte che mi costruisco, mi accontento di quello che ho, convincendomi che è già tanto se non mi hanno esclusa del tutto dalle società. E mi va bene. Ma non mi concentro, mi perdo, penso troppo e poi resto delusa, non mi riesco a trovare, ovunque guardo mi sembra di vedere persone felici e mi sento come se fossi l’unica a soffrire, l’unica ad avere paura di essere giudicata. Io non riesco a contenermi, mi metto a piangere nei momenti meno opportuni, non mi sento più neanche tanto io.
 
She wants to go home, but nobody's home.
It's where she lies, broken inside.
With no place to go, no place to go to dry her eyes.
Broken inside.
 
lei vuole andare a casa, ma la casa di nessuno
è dove lei sta, distrutta dentro
senza nessun posto dove andare, nessun posto dove
andare, per asciugare i suoi occhi, distrutta dentro
 
Voglio trovare un posto da chiamare casa, un posto pieno di affetto, un posto pieno di persone che ti vogliono bene per quello che sei e non per come appari.
Ma non posso, non lo trovo. Non riesco a trovarne uno dove mi possa asciugare le lacrime e rialzarmi.
Senza neanche accorgermene mi ritrovai in lacrime, mi sentivo debole, una piagnona, mi costrinsi a smettere. Ero forte abbastanza per sostenere tutto questo. Lo ero stata in passato, mi sarei rialzata, come al solito
Alzando gli occhi vidi arrivare verso di me un Harry come sconfitto, e triste, non feci in tempo di capire cosa stesse succedendo che mi ritrovai con il culo a terra e travolta da un corpo decisamente più muscoloso e mascolino del mio.
-Che cazzo stai facendo Harry?-
Ero praticamente intrappolata, nulla di irrisolvibile comunque.
-Ti sto abbracciando non si vede?-
-Grazie al cazzo genio! Questo lo avevo capito ma perché? Cioè che cosa minchia ci fate tutti voi qui?-
Mi accorsi poi che erano tutti riuniti davanti la porta della mia camera a guardare quella scena come se volessero dirmi qualcosa. Ma sinceramente? Sti beneamati cavoletti fritti e ripassati in padella di Bruxelles! Probabilmente avrebbero ricominciato ad insultarmi o cose così.
-È tutta colpa mia! Solo colpa mia!-
-Sì Harry, ok come vuoi... certo, come no! Ora che ne dici di alzarti e andartene a fanculo insieme ai cavoletti fritti e ripassati in padella di Bruxelles?-
Velocemente me lo tolsi di dosso per poi andare a sedermi sul letto della mia principessina preferita.
-Non mi piacciono i cavoletti di Bruxelles!-
Lo fulminai con lo sguardo facendolo tacere. Non era la persona adatta a fare battute.
-Ora, te lo ripeto per un’altra volta, cosa minchia scassa coglioni ci fai tu in questa stanza? E perché eri attaccato a me peggio di un polipo con le ventose sotto i tentacoli?-
-Non volevo, pensavo fosse uno scherzo! Ma poi... non lo so!-
-Facciamo finta che io ci abbia capito qualcosa ma tu sei comunque confuso quindi che ne dici di andare un po’ di là e riordinare le idee? Così poi ci potremo ignorare a vicenda? Tu che ne dici?-
Ok, ufficiale, quel ragazzo si è fatto qualche canna.
-NO!-
-Ehi, calmati! Stavo solo cercando di darti un consiglio che io seguirei molto, ma molto, ma proprio molto, ma molto molto volentieri. Ma visto che vuoi scassarmi le scatole un po’ te lo lascerò fare molto poco volentieri. Dai cosa devi dirmi?-
-La canzone...-
-Si chiama Nobody’s Home di Avril Lavigne.-
-No, non intendevo questo, volevo dire, la canzone...tu... e la canzone.... sembrava che ti rispecchiasse.-
-Allora puoi pensare per non lanciarmi uno stupido insulto! Felice che tu te ne sia accorto, e sì, la canzone mi rispecchia in questo momento. Ma non capisco dove tu voglia arrivare.-
-Ho avuto io l’idea di insultarti.-
Probabilmente notò la mia espressione che andava dal deluso, allo sconvolto, al triste, all’infuriato.
-Ma non volevo farti del male! Lo giuro!-
-Così come non volevi farmi del male quando mi hai picchiato giusto? Harry io non ci credo che tu non volevi farmi del male, mi spiace ma non ci credo. Io non posso crederti capisci? È surreale pensare che qualcuno possa anche solo pensare di pensare che dire e fare quelle cose non arrecherà alcun fottuto danno alla persona presa di mira. Anche i bulli sanno che rovineranno la vita alle loro vittime. Io non ci credo che tu abbia così poca materia grigia contenuta in quella scatola cranica ricoperta di riccioli. Semplicemente non posso crederti. Lo capisci questo?-
-Ok, hai ragione, all’inizio volevo vedere come reagivi, volevo tastare il terreno. E poi è diventato tutto troppo divertente e non potevamo farne a meno capito? All’inizio ho iniziato visto che era il mio pegno al gioco della bottiglia. E poi è diventato una specie di droga. Ci faceva sentire potenti, ma non pensavamo di poterti far così male.-
-Quindi non pensavate che mi potesse far del male rivedere il mio ex dela cazzo che si è preso gioco di me giusto? Quindi non pensavate che mi avrebbe fatto male essere presa in giro dai miei idoli giusto? E... aspetta un secondo! Voi lo trovavate divertente? Ma siete tutti fuori spero? Era divertente far dire alle vostre ragazze che io ero pericolosa, che Lux non si sarebbe dovuta fidare di me? Tutto questo era divertente? Ma stata scherzando! Io non ci credo, non ci voglio credere. È sconvolgente. Sconvolgente. E comunque ora dopo tutta questa pappardella cosa volete dirmi?-
-Possiamo provare ad avere un rapporto normale?-
Mi guardava con degli occhi illuminati da speranza. Speranza che non mi feci pregiudizi ad abbattere scoppiandogli a ridere in faccia.
-Noi- dissi indicando prima me e poi tutti loro- provare ad avere un rapporto normale? Dopo quello che mi avete fatto? Spiacente ma non siamo in una stupida favola dove tutti si perdonano e poi vivono per sempre felici e contenti. Mi spiace.-
-Ma perché no?-
-Harry, sei cretino o cosa? Osi chiedermi pure perché noi non possiamo avere un rapporto normale? Ho passato i peggiori giorni della mia vita di qui a tre anni e voi adesso provate a chiedermi di avere un rapporto normale? Ma potete ficcarvelo su per il naso il vostro rapporto normale di merda!-
Detto questo spinsi fuori dalla stanza Harry per poi chiudere la porta in faccia a tutta la bella compagnia.
Mi distesi sul letto per poi chiudere gli occhi e sprofondare in una specie di limbo dal quale mi ridestai giusto in tempo per cambiarmi per la cena.
Ero ancora in costume e non mi sembrava il caso. Comunque misi un reggiseno verde acqua e uno slip rosso, una felpa blu scuro con scritto Teenage Runway, come a volermi ricordare che di li a pochi giorni, 5 per l’esattezza, sarei stata una vent’enne, poi un paio di leggins grigi e delle Tom’s grige a pantofola, comunque erano calde e questo mi bastava. Il tutto ovviamente preso dall’enorme cabina armadio che avevano messo a disposizione mia. Ma che gentili!
Mi legai i capelli in una coda alta e scesi le scale correndo.
A tavola scese un silenzio imbarazzante ma non me ne curai molto e mi avventai sulla mia porzione già servita mormorando un “Buon appetito” molto freddo.
I ragazzi parlottavano tra di loro lanciandomi a volte delle strane occhiate.
Finito di mangiare mi alzai per andare in camera.
Mi annoiavo, era tremendamente noioso senza Lux. Mi serviva. Punto. Era la mia piccola roccia.
 
 
 
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE:

Alluora belleshe comment ça va? Come andate? Che mi raccontate? Io ve lo chiederò per l’ennesima volta ma qualcuna di voi sa fare un banner o sa trovarmi un sito per crearne uno???? Vi prego è urgenteeeeeeeeee!!!! Mi serve!!!!!
Ora passiamo al capitolo, pensiate che sia tutto un po’ troppo precipitoso? Ovviamente non li ha perdonati, vi sfido io a dimenticare che in quei giorni siete state maltrattate dai vostri dioli che vi hanno reso la vita un inferno.
Ora spero che sia di vostro gradimento. Qui sotto vi lascio i link della canzone:
Nobody’s Home di Avril Lavigne: http://www.youtube.com/watch?v=NGFSNE18Ywc
Come si è vestita Arya: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=106117692&.locale=it

Alla prossima!!!!!!! E por favor potreste recensire??
Ah e non dimentichiamoci che otto, e dico O-T-T-O capitoli hanno superato le 100 visualizzazioni e il prologo si sta avvicinando alle 500 :O!!!!!!! ma glashieeeeeee! Siete un ammmore.
Kiss Kiss
-Barby         

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16:


La mia unica roccia. Orma non potevo più aggrapparmi su nessun altro. O mi avrebbero ferito, come Freece ad esempio, mi ero aperta sperando in un suo aiuto, sperando che mi potesse capire, ma come tutti mi lasciò andar via, mi lasciò da sola, mi lasciò cadere nel mio buco nero personale nel quale solo poche cose riuscivano ad entrarne senza volerne necessariamente uscire, per esempio Lux, o la musica, o lo sport. O l’amicizia. Mi manca l’amicizia, mi manca poter parlare con qualcuno. Mi manca quella sensazione di solidarietà, di unione, di comprensione che c’è tra amici. Mi manca e non posso farne a meno. Come non posso fare a meno di andare in bagno, o respirare, o cantare, o almeno, potrei farlo, sì potrei ma per poco, troppo poco.
Lentamente mi accarezzo i vari tatuaggi tracciandone il contorno con il dito conoscendoli ormai a memoria. Non mi sono mai pentita di quelle macchie scure, mai. Come farei? Ormai sono una parte integrante di me.
Lentamente mi preparo per poi stendermi sotto le coperte. Ma non mi addormento. Semplicemente resto distesa con gli occhi aperti per tanto tempo fino a quando non sento delle voci salire su per il corridoio e quindi chiudo di scatto gli occhi maledicendomi per non aver accostato la porta, ma ormai non potevo farci nulla quindi mi girai sul fianco fino a che il rumore dei passi non si perse in lontananza. Quella casa era troppo grande! Impossibile da vivere appieno.
Dopo tutto lo stress accumulato durante la giornata mi ci sarebbe voluta una bella dormita, che però non arrivò fino a tarda notte. Dio quanto odiavo non riuscire ad addormentarmi, soprattutto se stanca.
La mattina dopo mi svegliai molto, ma molto, ma proprio molto tardi, o almeno per i miei standard, infatti scesi a fare colazione alle undici. E io odiavo iniziare una giornata tardi, poi finiva troppo presto e uno rimaneva come uno stoccafisso.
Mi piace la parola stoccafisso. È terribilmente intrigante, non lo so, mi piace dirla, mi piace gustarne il sapore acido ma con un retrogusto dolce e amaro, insomma in realtà non c’è un vero perché, mi piace e basta, diciamo la verità. Come quando ami una persona, la ami, ami il tutto e il niente di lui, o di lei.
Svogliatamente scesi in cucina e mi sedetti su una sedia fissando in religioso silenzio il tavolo di fronte a me ignorando tutto e tutti. Con un gemito di disapprovazione per qualcosa che probabilmente non avrebbe senso picchio la testa contro il legno scuro e restando poi in quella posizione alquanto comoda.
In quel momento volevo solo eclissarmi da tutto e tutti, cosa alquanto impossibile visto che dieci minuti dopo qualcuno che potrebbe casualmente portare il nome di Niall James Horan mi si buttò addosso, ma letteralmente! Come se non avessimo mai litigato, come se fossimo sempre stati dei buoni amici.
Gran fastidio, una gran fastidio si prova quando qualcuno cerca di fare finta che qualsiasi cosa in realtà non sia mai successa. Mi prudevano le mani, due erano le possibilità, o soffrivo di una malattia alla pelle oppure non vedevo l’ora di spaccare il naso a qualcuno.
-Chiunque tu sia, o meglio, Niall, levati subito da sopra di me. Mi prudono le mani e ti assicuro che non ho mai sofferto di malattie alla cute.-
-Allora?-
-Allora cosa? Metti un soggetto, un predicato verbale e possibilmente anche un complemento oggetto. Se proprio vuoi sprecarti ti consiglio anche i complementi di specificazione.-
Acida. Acida e scontrosa. Ma cosa si aspettavano da me? Che accettassi le loro scuse a braccia aperte? Che credessi a quella sottospecie di bugia che mi aveva rifilato Harry? Ma scherziamo? Anche un bambino di tre anni avrebbe capito che mentiva. Ma vi prego!
-Che ne dici?-
-Ti sei dimenticato di dare un senso logico alla frase visto che fino a poco fa stavo praticamente sdraiata sul tavolo cercando di attivare le mie funzioni vitali fondamentali e non.-
-Beh, allora, ci hai pensato? A quello che ti ha detto ieri Hazza?-
-Quella sottospecie di bugia? Dio vi prego! Credete veramente che sia così stupida! Non ci posso credere! Che opinione bassa avete di me. Quindi, la base di un rapporto qualsiasi è la fiducia, giusto? Beh non penso di potermi fidare di voi se anche quando mi fate delle scuse mentite. Pretendo la verità. Se vogliamo ricominciare mi spetta, come minimo. E questo lo puoi capire pure da solo. Prima di allora non voglio avere niente a che fare con voi. Addio.-
Mi alzai da tavolo, la fame era scomparsa, puff, come per magia, che cosa strana, non trovate?
-Arya!-
-Minchia! Oggi mi sento molto ricercata. Ma quale onore signor Payne, a cosa devo la vostra poco gradita attenzione?-
-Signora... Ehi aspetta!-
-Tranquillo, io non mi muovo da qui.-
-Ma noi non sappiamo il tuo cognome! Come mai?-
-Forse perché nono ve l’ho mai detto? Non lo so, questa è solo un’ipotesi, poi dimmi tu.-
-Molto simpatica.-
-Grazie, lo so.-
-Comunque tornando alle cose serie, qual è il tuo cognome.-
-Io non ho un cognome.-
-Dai, è impossibile, tutti abbiamo un cognome. Come si chiamano i tuoi di cognome?-
-I miei genitori biologici? Si chiamano Murray di cognome ma io non ho un cognome. O almeno, non porto il loro. Ma non penso che vi debba importare. Quindi, cosa devi dirmi?-
-Niall c’è rimasto male.-
-Perché non ho creduto alla vostra bugia? Spiacente ma non posso crederci e non posso perdonarvi se prima non conosco la verità. Ti direi che mi spiace ma non mi fa né caldo né freddo, quindi ciccia e a quando deciderete di rivelarmi il vero motivo per il quale mi avete trattato di merda. No, anzi no, fatemi un regalo di compleanno e ditemelo tra due giorni, è meglio.-
Questa volta arrivai in camera illesa. Lentamente mi cambiai e misi un semplice leggins nero e una felpa abnorme rubata da quella specie di stanza piena di vestiti che i ragazzi mi avevano messo a disposizione il primo giorno passato con loro.
Era calda, accogliente, e io stavo impazzendo.
Essendo stufa di quella stanza, sembrava che ci dovessi mettere le radici là dentro ridiscesi nuovamente e, senza salutare, uscii dirigendomi verso il centro, a Lester Square, ancora una volta, non so perché, ma quel posto mi tranquillizzava, mi sentivo accettata anche se non lo ero, in mezzo a tutta quella gente immaginavo di poter incrociare lo sguardo del mio futuro marito, come se qualcuno mi avrebbe mai sposato.
Purtroppo i miei pensieri furono interrotti dalla mia suoneria, avevo addirittura portato il cellulare! Si fanno progressi!
-Pronto?-
-Arya! Dove sei!-
-Dio Harry! Sei stressante! Sono grande e vaccinata giusto? Quindi non rompermi e vai a fanculo!-
-Scusa se volevo interessarmi a quello che fai!-
-Scusa se sono uscita da quella casa per stare da sola!-
-Scusa se ci preoccupiamo!-
-Scusa se non vi credo! Sono stufa. Stufa marcia di tutto ok? Prima mi picchiate, poi fate finta di accettarmi, poi mi prendete a parole e ora pretendete che tutto torni come prima? Scusate se non ci credo neanche un po’!-
Gli attaccai in faccia a quel cretino! Ma guarda un po’! manco fossi una bimba di 3 anni!
Sbuffando mi sedetti sul muretto vicino al TKTS, da quanto tempo non mi andavo a vedere un musical, adoro i musical, sono fottutamente belli. Quattro anni prima vidi The Lion King e me ne innamorai, era bellissimo, non banale o stupido, veramente bello e spettacolare come anche Wicked, Billy Elliot, Legaly Blonde, We Will Rock You e i Jersey Boys. Tutti musical stupendi.
Ma non avevo abbastanza soldi e i biglietti anche se comprati al TKTS costavano un patrimonio.
Sconsolata mi alzai per poi iniziare a vagare senza una meta precisa per la piazzetta centrale.
Osservai. Osservai i bambini felici. Osservai le giovani coppiette sdolcinate. Osservai i lavoratori che si mangiavano di fretta un panino preso da Tesco o dal Pret  Manger, qualcuno con i bibitoni di caffè dello Starbucks, qualcuno con un espresso doppio di Caffè Nero, altri che sorseggiavano un Costa caffè mentre in mano avevano un panino alla mozzarella e polpette e cercavano di scrivere messaggini in contemporanea. Osservai le donne che facevano jogging, osservai gli anziani che portavano a passeggio i cani. Osservai i ragazzi usciti da scuola che si amalgamavano diventando dei gruppi indistinti a causa delle divise scolastiche. Osservai le domestiche, per così dire, che portavano fuori la spazzatura.
Osservai la vita di diverse generazioni scorrermi davanti.
Improvvisamente mi alzai. Come per scacciare un tarlo dalla testa. Come per scacciare un’idea tanto meditata ma mai messa in atto.
Inizia a correre senza un’apparente motivo, sbagliando qualche volta strada e ricevendo in cambio, oltre che ai soliti sguardi di disgusto, occhiate di pietà, come se fossi una pazza psicopatica.
Comunque riuscii ad arrivare davanti al negozio tanto agognato, il famoso “London Ink” che si trova esattamente a 332 GOSWELL ROAD ANGEL EC1 7LQ, non troppo vicino al British Museum, anzi decisamente lontano ma comunque in quella zona.
Entrai e un impiegato mi accolse squadrandomi da capo a piadi come a chiedermi cosa ci facessi lì. Insomma a parte gli occhi non dovevo per niente sembrare una tipa tipo “Ehi bro!” “ Come butta amico” o cose del genere o neanche una che non vede l’ora di poter andare in televisione.
-Cosa vuoi?-
-Prendere appuntamento per farmi un tatuaggio, grazie.-
-Aspetta qui, vado a chiamare il capo.-
-Tranquillo, non mi muovo.-
Aspettai nell’atrio per cinque minuti buoni durante i quali mi guardai intorno.
Era uno spazio abbastanza grande, rettangolare, pulito e tenuto in ordine.
Alla mia destra c’era la cassa e davanti a me una tenda rossa. Probabilmente da lì si accedeva alla saletta del capo che dava a sua volta sullo studio.
Era da un po’ di tempo che non ci venivo. Un po’ tanto a dir la verità.
Non che avessi fatto più di tanti tatuaggi, solo uno, a dir la verità.
-Allora... Arya?-
-Freece? Che cosa ci fai qui?-
-Mio padre è il proprietario di questo negozio. Tu invece?-
-Voglio farmi un tatuaggio. Sai com’è, siamo in un negozio di tatuaggi.-
-Ok, allora, in questi giorni simo pieni... ah, scusa, una domanda, tu non vuoi far parte dello show vero?-
-Cosa? Oh no, tranquillo. Solo un tatuaggio. Niente televisione.-
-Ok... allora... dovremmo avere un buco il 16 alle quattro. Ti va bene?-
-Il 16? Un altro giorno non si potrebbe? No mi spiace. Altrimenti saltiamo e andiamo direttamente a tra due mesi...-
-No, non fa niente, e che il 16 sia. Grazie. Arrivederci.-
Velocemente uscii da lì per dirigermi alla metro.
In meno di un’ora fui di ritorno a casa, ci avevo messo meno di quello che avevo pensato. Strano, di solito se esco sto fuori per giornate piene invece avevo fatto tutto in tre orette scarse.
-Dove sei stata?-
-Com’è questo improvviso interessamento alle mie attività? Sono stata a Lester Square comunque e ora per favore lasciatemi mangiare qualcosa. Non mangio niente da ieri sera.-
Che stress.
-Arya ma tu sei nata il 16 Dicembre?-
-Dio! Non lo vedi che sto cercando di trovare qualcosa di commestibile? Comunque sì. Sono nata il 16 dicembre. Ma cosa vi può importare poi?-
-No niente, niente. Che fai per Natale?-
-Pensavo di restarmene qui. Se non è un problema e voi volete fare una super festa per vip.-
-Non vai dalla tua famiglia?-
-Diamine Liam! la mia famiglia non esiste ok? Ok.-
-Ehi! Calmati, non arrabiarti troppo!-
-E tu non farmi domande cretine.-
-Ma tornando al discorso di prima, veramente sei stata tre ore a Lester Square?-
-No, sono andata a prenotare un appuntamento dal tatuatore. Contenti?-
-Ti fai un tatuaggio?-
-No dal tatuatore pensavo di farmi una sauna sai?-
-Cosa?-
-Cosa cosa Liam?-
-Cosa ti tatui?-
-Free Yourself sulla spalla destra in corsivo con una piuma che parte dalla e finale di Free e da una parte si sgretola per poi diventare degli uccelli. Non so se mi spiego.-
-Wow, hai le idee chiare insomma.-
-Non vado a farmi il primo tatuaggio carino che vedo. Ci penso da mesi a questo tatuaggio. E quindi sì. Direi di avere le idee abbastanza chiare.-
Voltandogli le spalle aprii il frigo per prendere una fetta di prosciutto crudo, due fette di pane in carretta e del formaggio. Ci preparai un panino che mangiai in meno di un secondo.
-Arya?-
-Sì?-
Dio giuro che se mi rompono un’altra volta li stermino tutti. Come fa l’imperatore con gli Jedi. Vi giuro che mi metto a sparare fulmini di Forza dalle dita e se serve mi faccio pure raggrinzire la pelle sul viso prosciugandola di una qualsiasi forza e facendola attaccare al mio cranio. Giuro che lo faccio.
-Posso farti una domanda seria?-
-sì Niall, fammi una domanda seria.-
-Cosa vuoi per Natale?-
-Cosa voglio per Natale? Vorrei un sacco di cose. Tante, troppe forse. Tutte irrealizzabili, purtroppo.-
-C’è un lui che vuoi quindi?-
-Ehm no?-
-Non ti credo.-
-Stammi a sentire Niall. Apri bene le orecchie che non te lo ripeto una seconda volta ok?-
-Ok-
- Tutti a chiedere cosa vuoi per Natale.
Tutte a rispondere “lui” come se fosse un oggetto.
Nessuno che voglia vivere. Nessuno che voglia smettere di recitare, di fingere, di imitare. Nessuno che voglia gettare le proprie maschere, calpestarle, smetterla di essere marionette di una società ingiusta. Smetterla di giudicare persone senza conoscerle.
Nessuno che urla “NO” all’usare “gay”. “omosessuale”, “lesbica”, “bisex”, “bisessuale” come se fossero degli insulti.
Nessuno che lotti contro l’omofobia.
Nessuno che lotti per legalizzare i matrimoni gay.
Nessuno che si faccia avanti.
Nessuno che si assume la responsabilità di contrastare la corrente del fiume.
Siamo il mondo, ma non facciamo niente per lui.
Abbiamo intrappolato fiumi enormi in delle dighe, abbiamo costruito città, pietra dopo pietra, abbiamo osservato la Luna, abbiamo costruito sonde, razzi e basi spaziali, siamo atterrati sulla Luna. Si sta cercando un modo per arrivare su Marte. Si ipotizza di poter atterrare addirittura fino ad Io, satellite di Giove ma con una conformazione rocciosa, per capire come sia realmente fatto questa stella non esplosa.
Noi che abbiamo esplorato il micro e il macro mondo.
Noi , umani, brillanti siamo degli ottusi.
Ottusi che non capiscono che l’amore è amore.
Ottusi che ogni qual volta una coppia omosessuale ha delle dimostrazioni d’affetto in pubblico tutti gli danno addosso. Insultandoli con epiteti molto poco carini come:” finocchi”.
Noi che diciamo di non essere omofobi ma poi storciamo il maso di fronte a certe cose.
Noi che non ci riteniamo razzisti a se vediamo un nero o un mulatto per strada ci giriamo dall’altra parte per non vederlo e se ci rivolge la parola storciamo il naso.
Noi siamo gli umani brillanti e ottusi.
Nulla di più contraddittorio. Noi che riteniamo gli altri inferiori a noi.
Noi che per esercitare più potere sulla grande massa delle persone le teniamo nell’ignoranza.
Noi che facciamo credere alle nuove generazioni che la scuola non serve a nulla, che le cose che lo stato afferma sono giuste e non si discutono.
Noi siamo gli stolti umani.
Noi che sopravviviamo, troppo stanchi per nuotare, noi che ci facciamo trasportare dalla corrente, corrente che ci mette davanti a stereotipi di società “perfetta” e noi stolti umani ci crediamo e cerchiamo di adattarci. Ci modifichiamo. Soffriamo. Indossiamo maschere.
Vi presento la brillante, ottusa e stolta razza umana.
Ecco cosa vorrei per Natale Niall. Vorrei che gli uomini aprissero gli occhi. Che capissero. Che tutti gli omosessuali possano gridare di esserlo senza essere giudicati. Che si smetta con questo razzismo di merda. Con questo seguire la società. Che si smetta di essere così brillantemente stolti e ottusi.
Ecco perché ti dico che è un desiderio irrealizzabile. Lo capisci adesso?
Ora se permetti vado di là ad allenarmi.-
 
 
 
 
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE!!!!


Ma buongiorno a tutti/e!!!! scusate l’immenso ritardo ma non avevo idee e alla fine sono riuscita a partorire questo coso che dovrebbe essere un capitolo.
L’unico punto che mi piace è quando Arya dice cosa vuole per Natale CwC lo amoooooo *-* ci ho messo tipo una mattinata a scriverlo, volevo renderlo al meglio. Volevo farvi provare un briciolo di quello che provo io quando sento tipo che la gente chiama una persona “gay” come se fosse un insulto.
Vi giuro mi fanno salire un crimine tremendo quelle persone.
E POI CI SONO IO AD URLARE NO ALL’OMOFOBIA!!!!! OMOFOBI DI MERDA VI SPACCO I CULI A TUTTI QUANTI BRUTTI STRONZI!!!
No ok la smetto. Scusatemi ma mi gaso troppo quando si parla di ste cose. Lasciatemi stare va!
Mi scuso ancora per questo specie di orrore che non so con quale coraggio pubblicherò.
Spero di non farvi andare di traverso tutto il panettone/pandoro/torrone/qualsiasi altra cosa abbiate mangiato a Natale e nel tuo caso cara la mia One Love spero che non ti vadano di traverso i popcorn, le caramelle e la cioccolata calda e ti ricordo che devi inviarmi quella foto e dirmi come si chiama quella pagina dove prendi le foto fighe u.u
Ahahahahahahaha ma usare EFP invece di mandare messaggi? Io può gente! Inchinatevi a me!
No ok. Sono stata troppo tempo senza computer e ciò mi fa male. Ma più che altro sono stata troppo tempo senza vacanze!!!!
Quindi io vi auguro buon Natale in ritardo e un felicissimo Anno Nuovo perché non credo che ci rivedremo prima del 31 dopo questa cosa qui che ho scritto.
*si va a nascondere in un angolino.*
Alla prossima gente!!
P.S questo sarà il tatuaggio di Arya: http://www.etattoo.it/wp-content/uploads/2013/06/free-yourself-scritta-tattoo.jpg
Spero di averlo descritto abbastanza bene.
Kiss Kiss
-Barby

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17:
 
Quel giorno non riuscivo a concentrarmi. La testa mi scoppiava. E nemmeno una, dico una, tecnica mi riusciva. Sbuffando mi asciugai il sudore per poi ritornare di la visto che comunque non avrei concluso niente.
Erano tutti in salotto attorno a un computer confabulando tra di loro. Sembravano veramente delle ragazzine. Inconsapevolmente sorrisi tornando indietro nel il tempo, ripensando a quando ancora credevo che le mie amiche fossero sincere. Beata ignoranza.
-Arya!-
-Si Liam? non c’è bisogno che urli. Ti sento benissimo.-
-Sai che sono uscite delle foto tue e di Lux?-
-Come sarebbe a dire che sono uscite delle foto mie e di Lux scusa? Poi non è possibile! Lei sta fuori, non è a Londra!-
-Sono quelle vecchie... di quando sei uscita con lei dopo il match con me... hai presente?-
-Si, ho capito.-
Ero stralunata, dove erano appostati i fotografi? Non ne avevo notato neanche uno, anche se in quel momento non ero molto concentrata quindi...
-E cosa dicono?-
Ansia, tanto ansia, avevo paura di quello che avrebbero potuto dire di me...
-Ehm... forse è meglio che tu non...-
Non lo feci finire che gli levai il computer dalle gambe. I ragazzi si guardarono preoccupati e cercarono in tutti i modi di riprendersi il computer. Illusi. Se mi metto in testa di leggere quello che dicono su di me io leggerò quello che dicono su di me.
-Allora... “La figlia della truccatrice dei 1D è stata avvistata con una ragazza a dir poco inquietante, per non dire spaventosa...” no ma prego insultatemi pure no? Tanto sti cazzi se io lo leggo, sti cazzi se ci rimango di merda no? Vabbè, speriamo non dicano cose peggiori... “... se questa qui si può definire una ragazza, se si ingrandisce bene la faccia si può notare che ha gli occhi rossi. Non sembra un effetto collaterale della droga, cosa che comunque sarebbe gravissima ma almeno ne potrebbe uscire, invece ci sono diverse ipotesi sull’origine dei suoi occhi. I fans sono impazziti su tutti i social network e si chiedono perché i 1D non si preoccupino troppo. Alcuni pensano che la bambina più idolatrata al mondo sia stata rapita da questa ‘ragazza’ misteriosa per altri aggiornamenti vi preghiamo di restare collegati...” oh, ciò che dicono di me è interessante. Sì, molto interessante.-
MI sentivo strana, come al di sopra di tutto, probabilmente non aveva ancora realizzato bene.
Salii in camera e mi accasciai sul letto rimanendo a fissare il soffitto fino a quando, con un enorme sforzo di volontà, non mi tirai su per prendere il computer che si trovava sulla scrivania e aprire Twitter... magari avrei scoperto qualcosa in più...
La sezione delle notifiche stava letteralmente impazzendo, dei miei vecchi tweet venivano citati, ritweettati e messi tra i preferiti. I followers aumentavano in modo spaventoso e venivo citata praticamente in ogni tweet. Ognuno dei quali era pieno di odio e di disprezzo.
Non mi sorpresi per niente della velocità con la quale mi avevano rintracciata, anzi, ero pronta a scommettere che ci avrebbero esso addirittura di meno. Con la testa svuotata da ogni pensiero iniziai a scrivere un tweetlonger, non che sarebbe servito a qualcosa, ovviamente, ma giusto per far vedere che ero una persona normale anche io.
“Ciao a tutti/e, come ormai sapete io sono la tizia che è stata fotografata mentre stava in giro con Lux, bhe, giusto per farvi sapere, sì. Ho gli occhi rossi, no, non sono un mostro o un vampiro o una strega o una dorgata, tranqulli/e, sono solo caduta quando era molto piccola. Ma non siamo qui a parlare della storia delle mia vita, oddio io amo quella canzone, penso che un giorno la sposerò, sempre se lei accetta ovviamente, comunque sono la baby-sitter di Lux e non ho nessuna intenzione malevola nei suoi confronti. Sono una directioner anch’io quindi vi chiedo almeno il rispetto, siamo una famiglia no?”
Rilessi più volte il mio scritto prima di inviarlo, non guardai niente e chiusi il pc per poi sdraiarmi nuovamente a letto e addormentarmi.
Che merda di vita. Se potessi mi rifugerei in una montagna mai esplorata prima d’ora. Sarebbe meglio per tutti tanto. Per me, per gli altri. Basta insulti, basta tutto. Semplicemente basta.
La mattina dopo mi svegliai con una specie di pupazzo umano, comunemente chiamato Harry, sdraiato sulle mie gambe.
-Harry porca trota ti alzi per favore?-
-E per             quale motivo dovrei?-
-Perché mi stai schiacciando!!!-
-Non è un buon motivo.-
-Ma come non è un buon motivo? Certo che è un buon motivo! Dai alzati! Su!-
-Ma non ci riesco!-
-Dio santissimo Harry sembri un bambino di te anni! Anzi no, Lux fa meno capricci di te. Sei impossibile. Davvero!-
-Se insisti tanto mi alzo... calmati...-
-Sono calmissima, solo alzati, adesso. Grazie.-
Fortunatamente fece quello che gli avevo detto. Lentamente usci dal letto per dirigermi in bagno.
Mi preparai infilando un pantalone della tuta e una magliettina. Finito questo andai di sotto a mangiare, avevo una fame tremenda.
Salutai tutti, ancora mezza addormentata, e mi presi una fetta di pane con burro e marmellata, non l’avessi mai fatto! Tremendo, mai più, è una promessa. Disgustata continuai a mangiare, mi spiaceva troppo sprecare del cibo, sono cresciuta con la convinzione che il cibo non vada sprecata, al di fuori di questa porta ci saranno milioni di persone che muoiono di fame e mi sembra inutile non mangiare qualcosa solo perché ‘fa schifo’, ok se una cosa ti stomaca allora fa niente e lo lasci per forza perché comunque è inutile stare male ma se semplicemente non ti piace allora fai uno sforzo e mangi. Tutto qua, niente di difficile
La mia giornata si prospettava piena di impegni come, dormire, mangiare, stare davanti sul divano, rimbecillirsi di film e cose così. Insomma era il mio compleanno! Venti anni. Che merda invecchiare.
-Arya quali sono i tuoi progetti per oggi?-
-Niente di che Zayn, solo riposo. Non intendo uscire di casa.-
-I paparazzi prima o poi li dovrai affrontare sai?-
-Dio, si lo so. Grazie per avermelo ricordato. Ma non oggi ok?-
-Mia mamma diceva sempre: non rimandare a domani quello che puoi fare oggi.-
-Mia madre non esiste. E comunque ti pare che il giorno del mio compleanno mi metto ad innervosirmi con i giornalisti? Ma che stiamo scherzando?-
-Ah è vero! Oggi è il tuo compleanno!-
-Bravo genio!-
-Auguri allora!-
-Grazie.-
-Insomma che entusiasmo...-
-Senti, invecchiare è una delle cose più brutte del mondo quindi non rompere!-
Il ragazzo mi lanciò un’occhiataccia come se avessi bestemmiato. Tutti matti qui dentro. Io l’ho sempre detto che i miei idoli sono dei cretini/ pazzi/ con gravi problemi/ teenager e tante altre cose che non mi metto ad elencare altrimenti non finirei più.
Buongiorno.-
-Ciao Louis. Tutto ok?-
-Non rompermi il cazzo sono nervoso oggi.-
-L’ho notato. E comunque calmati non ti ha morso nessuno.-
Con una smorfia Louis si preparò la sua colazione che mangiò  quasi come se volesse ucciderla. Ma si può uccidere una colazione? I dilemmi della vita. Avrei dovuto sottoporre questa domanda a un filosofo, magari mi avrebbe dato una risposta.
Eleanor scese per le scale infuriata e come a rallenty si avvicinò a Louis stampandogli una cinquina in faccia. Ero sempre stata contro gli schiaffi, mi sembravano e mi sembrano tuttora inutili ma comunque quello tirato da El sembrava molto, ma molto potente, infatti fece come volare, si può dire volare?, la testa di Louis dall’altra parte. L’unica cosa belle da vedere in una coppia è il momento in cui si lasciano, forse sono crudele o cinica ma tutte quelle cose dolci non fanno più per me. Assolutamente no.
-Sei un bastardo! Ecco cosa sei! Sai che c’è? Vattene pure dal tuo nuovo amore, cisto che a quanto pare mi hai dimenticato!-
Per poco non sputai il boccone che avevo in bocca. Che bastardo. E che schifo. Tradisci la tua ragazza? Ma almeno abbi le palle per lasciarla prima no? Che disgusto.
-Te l’ho già detto e te lo ripeto El, io non ti ho mai tradito. Solo che mi piace un’altra ragazza, e non fare quella faccia! A me piace questa ragazza ma io ti amo El, ti amo sul serio.-
Questo va meglio. E sembrava una di quelle telenovele spagnole, chissà magari con il tempo sarebbero ritornati insieme e sarebbero vissuti felici e contenti per sempre.
Eleanor con le lacrime agli occhi, come se stesse facendo un enorme sforzo iniziò a parlare:
-Una volta mia nonna mi disse che se ti piace una persona mentre stai con un’altra allora vuol dire che l’amore che provi per il tuo compagno, o la tua compagna non è abbastanza forte altrimenti non ti saresti invaghito della seconda.-
Tremante Lou chiese cosa volesse dire con ciò che aveva appena detto, El, questa volta più risoluta gli rispose:
 
-Louis, ti sto lasciando. Non ce la faccio più a continuare così. È da giorni che sei assente, mi spiace ma è meglio che la finiamo qua. Addio Louis.-
Uscì dalla porta in meno di un battito di ciglia.
In casa regnava il silenzio più assoluto. Si sentivano i respiri pesanti di Louis e si poteva percepire lo stupore di tutti. Come se fosse una cosa materiale.
Dopo circa dieci/ quindici secondi Louis si alzò gettando la sedia per terra e correndo in camera. Tutti si voltarono a guardarlo,senza muovere un solo muscolo per andare a seguirlo probabilmente ancora troppo shoccati per muoversi.
Immediatamente tutti iniziarono a muoversi, a parlare, insomma a fare casino. Sembravano dei ragazzini del 7 anno, facevano un casino tremendo ed erano solo in quattro.
Lentamente mi alzai e me ne tornai in camera. Si, in camera. Non andai a consolare Louis, non mi avrebbe ascoltata e niente lo avrebbe fatto stare meglio. Niente.
La giornata passò lenta, molto lenta. In realtà fu un continuo viavai di gente dalla camera di Lou ad un qualsiasi altro posto della casa.
Che compleanno di merda. Ad un certo punto mi ricordai del tatuaggio. Cazzo che cretina! Aveva ancora mezz’ora. Un’impresa impossibile. Infatti arrivai con un quarto d’ora di ritardo. No salutai nessuno. Non mangiai. Mi infilai le scarpe alla cazzo, presi i soldi, le chiavi e mi fiondai fuori.
Arrivai trafelata e fortunatamente Freece mi fece lo stesso il tatuaggio. Un male tremendo. Non me lo ricordavo così doloroso. Ok che questo era leggermente più grande degli latri che mi ero fatta ma faceva comunque più male. O forse era solo una mia impressione visto che avevo la fobia degli aghi e quel giorno, intelligentemente, mentre il tatuatore stava sterilizzando l’oggetto più orrendo del mondo mi voltai a guardarlo. Non lo avessi mai atto. Mi sentii svenire. Fortunatamente fu solo una sensazione. Finita l’operazione e dopo le solite raccomandazioni tornai a casa, molto dolorante ma felice.
Quando entrai mi fiondai sul divano e prendendo un disco che conteneva tutti i dischi di Star Wars iniziai la mia maratona. Nessuno mi avrebbe tolta da lì. Mi sarei vista tutti e sei i film anche se erano già le sei. L’ho sempre voluto fare ma mi ero ripromessa di guardarli tutti insieme solo il giorno del mio ventesimo compleanno. Quindi, eccomi qui. Forse non è così male invecchiare.
Durante il sesto film, cioè il terzo che è uscito Niall arrivò e spense il televisore. Così. Come se non ci fossi anche io. Tirò fuori il DVD e ci mise Harry Potter e il Calice di Fuoco. Ma io dico! Cioè hai interrotto un capolavoro di George Lucas per inserire la schifezza diretta da David Yates che non è per niente pertinente al libro? Ma mi stai prendendo per i fondelli? Ma stiamo scherzando? No seriamente?
-Louis è pronto il film!!-
-Arrivo!-
No ok che lui sta male ma la sua camera avrà una dannatissima televisione no? E minchia! Non è solo lui a stare male! È anche il mio compleanno e fino ad adesso nessuno, e dico nessuno, a parte Zayn, mi ha fatto gli auguri. Non sono un fantasma, ve l’assicuro!
Probabilmente la mia faccia doveva essere esilarante visto che tutti si misero a ridere. Il problema era che io ero infuriata nera. Ma nera nera! E quando qualcuno ride quando tu sei incazzato allora vuol dire che vuole essere sbranato.

 
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITLE SPACE:


mi scuso per essermi assentata per tanto tempo ma non avevo idee. Mi scuso inoltre per questa medina ma non avevo idee.
Quiiiindi... che dire....
Ah si!!!!! Minchia tra quattro giorni esce il video di MM!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
*Urla* Sclera* *Si rotola per terra* *Riprende fiato*
ASDUHAWVEBITUEBYTUVENGKVSDFGLVSKDMGHISCMAIOSGMISDGMCAGXLKJHGNDFSJHGDJKLKVNDJKFHGAOIDGHDALKVNAKLDGHAIODGYAOFHOIWEUQOEFCHOI GHDFUIMVHIHMFIXQIWKFLHCJSMBFGHU WEUIGHV PIOFCOMAG,OINGYHUIRIGHDFJNHVSDJKGAUIYQUIYWNVMVEIHW9RTUYEKHGSDIGHAOIEROYQIUGHDJKVHFIOHTIOHRJTH
PORCA PUTTANA NON VEDO L’ORAAAAAAAAAAAA!!!!!! Ok ora basta, Barbara calmati, respira con me. Scusate, a volte mi prendono questo comportamenti da BM -.-“.
E si avvicina pure il 22 febbraio *Stessa scena di prima*
E si, sono una larry. E se insultate segnalo :) ( secondo me questa faccina è inquietante....)
Va bien, io vi ho rotto le palle abbastanza per cui adios e alla prossima volta che spero sarà molto ma molto presto.
P.S mi scuso ancora per il capitolo stra corto
-Barby
 

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