My prince of poor

di lunatique
(/viewuser.php?uid=366473)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My perfect life ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** My perfect life ***








“Buongiorno Grand Prairie, il sole è splendente e gli uccellini cantano, giornata perfetta per…” Il tizio alla radio non face in tempo a finire la solita frase che ripete ogni mattina come un disco rotto, che colpii su quell’apparecchio così fastidioso con la mano, facendola cadere sul pavimento freddo.
“Cavolo!” Pronunciai con la voce ancora impastata dal sonno.
Tolsi le coperte di seta da sopra al mio corpo e camminai stanca verso l’armadio, afferrai i vestiti della nuova collezione di Victoria’s Secrets acquistati pochi giorni prima e mi chiusi in bagno per prepararmi.
Mi sistemai in modo da essere presentabile e passai un’ultima volta il fondotinta sul mio viso, poi corsi al piano di sotto per fare colazione.
“Buongiorno Signorina Selena.” Mi accolte la domestica con la sua voce dolce ma allo stesso tempo roca, intenta ad apparecchiare la tavola.
“Buongiorno Elouise, cosa ha preparato oggi lo Chef Pierre?” Domandai accomodandomi sulla sedia.
Lei mi porse davanti un piatto d’argento lucido che rifletteva la luce che entrava dalla finestra, tolse il coperchio per mostrare una sottospecie di cornetto marroncino.
Croissant, buon appetito!” Mi sorrise.
“Scherzi vero?” La guardai assumendo un’espressione seria.
“Cosa c’è che non le va bene?” Mi chiese confusa.
“Io questa roba non la mangio! Di allo Chef che se è venuto qui per cucinarmi i suoi tanto amati piatti francesi che fanno vomitare, può anche tornarsene in Francia, non ci metto niente a farlo licenziare!” Scostai il piatto via da sotto il mio naso e mi alzai arrabbiata.
Tutti i domestici incompetenti proprio a me dovevano capitare, salvo Elouise che è fantastica.
“Selena Marie Gomez, torna subito a tavola e mangia quello che lo Chef Pierre ci ha gentilmente preparato.” Mi disse mia madre con tono severo seduta dall’altra parte della tavola.
“Sarebbe stato più gentile da parte sua non preparare quella robaccia.” So di essere dura, ma ormai ho imparato che è l’unico modo che ho per farmi rispettare.
“E comunque ora devo andare a scuola, ciao ti voglio bene mamma.” Continuai stampandole un bacio sulla guancia.
Mi salutò e aprii la porta principale per uscire.
Una ventata di aria calda mi accarezzo le guance rosee, comminai a passo veloce verso la macchina nera con i finestrini oscurati che era parcheggiata la davanti.
Un uomo in divisa mi aprii la portiera per farmi entrare, prima di posizionarsi al posto del guidatore.
L’autista Roger mise in moto la macchina cominciando a percorrere quelle stradine così familiari, prima di arrivare davanti alla mia scuola. Scese per primo e io aspettai paziente che mi aprisse lo sportello per farmi uscire, come fa ogni giorno.
“Nuova macchina?” Mi chiese Elizabeth in piedi davanti all’entrata di quella grande costruzione, infilandosi delle patatine in bocca.
“Si, mamma dice che quella di prima era troppo vecchia.” Risposi avvicinandomi a lei.
“Ma l’altra l’avevate comprata un mese fa!” Corrugò la fronte.
“Appunto.” Gli sorrisi.
Fece roteare gli occhi al cielo.
“Smettila.” Mi disse infilandosi un’altra decina di patatine ed in bocca iniziando a masticare rumorosamente.
La mia pancia gorgogliò alla vista di quel cibo oleoso che da tanto non mangiavo, ma mi bloccai: non volevo farmi vedere in giro mentre ingerivo quell’alimento tanto grasso quanto buono.
No Selena, non devi pensare queste cose, non devi pensare a quel sapore così salato tanto amato in precedenza, finiresti per cadere in tentazione.
“Di fare cosa?” Chiesi dopo un po’ con aria innocente.
“Di comportarti come una principessa.” Mi rispose lei alquanto scocciata.
“Questo perché io sono una principessa!” Dissi sarcastica, ma non avrei dovuto visto che la cosa sembrava urtarla ancora di più.
“Dai scherzo Liz, lo sai no?”
Lei abbozzò un sorriso in risposta prima di ritornare seria.
“Green, vieni qui!” Sentimmo gridare, ci girammo quasi nello stesso momento verso un gruppo di ragazzi col giacchetto nero di pelle ed i jeans strappati.
Ma perché Elizabeth si ostinava a frequentare certa gentaglia? Certo, non avrebbe potuto fare altrimenti visto che lei suona la chitarra elettrica nella loro band.
“Devo andare Sel, a dopo.” Mi salutò.
Sentii un gruppo di ragazze accerchiarsi attorno a me.
“La tua macchina è davvero favolosa Selena!”
“Ha ragione, dove hai comprato questo vestito?”
“Mi piacciono un casino le tue scarpe, se vuoi possiamo scambiarcele ogni tanto. Ti piacerebbe diventare mia amica?”
La testa mi girava, non ne potevo più delle ragazze della scuola che mi facevano i complimenti mirando ad una sola cosa: i miei soldi. Liz sembrava essere l’unica a fregarsene di tutto il mio denaro, lei mi voleva bene per come ero non per cosa possedevo, per questo è la mia migliore amica.
Sorrisi annuendo a tutte quante, non curante di cosa mi stessero dicendo.
D'altronde è questo il prezzo che si deve pagare per essere la più popolare della scuola.
 
 

“Selena se vuoi ti posso aiutare a portare i libri in classe!”
“Sel, a pranzo ti vuoi metterti vicino a me?”
“Mi presti il tuo smalto? È meraviglioso, ma su di te sta anche meglio!”
Basta! Un’altra parola e le sbatto tutte al muro, poi chiamo un elefante che con la sua possente proboscide le prende a sberle in faccia.
“Wowowo!” Intervenne Liz facendosi spazio tra quelle gallinelle urlanti accerchiate attorno a me che cercavo di prendere i libri dal mio armadietto.
“Andatevene via, forza, evaporate!” Le scacciò la mia amica dai capelli neri come la pece.
Le ragazze obbedirono sbuffando, mentre io ed Elizabeth ci incamminammo verso la classe di francese.
“Grazie, mi hai davvero salvata.” Cominciai io.
“Di niente.” Rispose scrollando le spalle.
Intravidi una figura sfocata camminare a passo veloce verso la nostra direzione. Man mano che questo si avvicinava lo riconobbi e gli sorrisi.
“Oddio è Dave, come sto?” Mi girai verso la mora vicino a me, sistemando i capelli con le mani.
“Benissimo, come al solito.” Rispose.
Dave in tutta la sua bellezza si avvicinò a noi stampandomi un bacio a fior di labbra.
“Buongiorno baby.” Mi sorrise. “Elizabeth.” Continuò a mo di saluto verso la mia amica.
“Ciao Dave.” Rispose dura Liz mentre la incenerivo con lo sguardo.
“Ci vieni a vedermi alla partita di basket, oggi?” Parlò con la sua voce profonda e dannatamente sexy.
“Certo.” Squittì io.
“Ci conto, a dopo ragazze.” Se ne andò lasciandoci nel bel mezzo del corridoio.
Dave Cooper, il capitano della squadra di basket, ragazzo più gettonato della scuola, nonché il mio fidanzato da quasi cinque mesi.
“Non capisco proprio cosa ci trovi in lui.” Liz si guardava i piedi mentre continuavamo ad andare per i corridoi con passo eccessivamente lento.
A lei non era mai andato a genio Dave, pensava che fosse solo un pallone gonfiato e pieno di se.
“Per cominciare gli occhi, i capelli sempre spettinati, i muscoli delle sue braccia..” Elencai aumentando di un dito a ogni motivo che dicevo, per contarli.
“E?” Chiese come se sapesse già la risposta.
Ci pensai su un attimo e rimasi in silenzio, in realtà queste erano le uniche cose che mi piacevano di lui.
“Come immaginavo.” Parlò, lo sguardo che lasciava vedere la felicità per la vittoria. “Lo sappiamo entrambe che non ti piace davvero.”
“Si invece!”
Alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto.
Io in risposta alzai gli occhi al cielo ed accelerai il passo verso l’aula di francese.
 
 

Entrai a testa alta nella mensa della scuola, con una mela e un piatto di insalata nel vassoio.
Guardai Dave da lontano che scherzava con i suoi compagni di squadra, seduti vicino a lui.
Mi sorrise e fece un gesto con la mano per indicarmi di venire li, io obbedii e mi incamminai a passo veloce verso la sua direzione.
“Ehi baby.” Parlò con il suo tono che ogni giorno sembrava farsi sempre più sexy.
“Allora, contro chi giocate oggi?” Sorrisi.
“Quelli della Independent School District.” Mi rispose addentando un trancio di pizza.
“Vincerete di sicuro.” Gli sorrisi accoccolandomi sulla sua spalla.
Mi tirò via da se, io iniziai a giocare con le mani in completo imbarazzo.
Ormai ci ero abituata, non capivo neanche perché mi ostinavo a riprovarci. Ogni volta lui mi scansava via come fossi un sacco di patate.
“Vieni a fare il tifo per me?” Mi chiese dopo un po’.
“Certo, te lo prometto.” Gli mostrai uno dei miei più sinceri sorrisi.
Addentai una foglia di insalata e sentii la pancia gorgogliare disgustata, quella roba mi faceva letteralmente schifo.
“Cosa hai bambina, stai bene?” Mi chiese notando quel rumore fastidioso.
“Tutto apposto, faccio un salto al bagno per..incipriarmi il naso. Torno subito.” Presi la mia borsetta e cominciai a camminare per i corridoi della scuola.
Abbassai lo sguardo per prendere la trousse di trucchi e andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Per fortuna non persi l’equilibrio tanto da cadere per terra, ma l’impatto mi fece indietreggiare di pochi passi.
Guardai davanti a me un ragazzo non molto alto, sull’ 1.75 circa, ma io non potevo parlare dato che arrivavo solo al metro e sessanta.
“Stai attento a dove cammina sfigato!” Gli urlai contro.
“Scusa.” Mormorò quasi senza voce abbassando gli occhi color nocciola coperti dalla frangia che gli ricadeva su di essi. Sembrava avesse una padella in testa.
Lo sorpassai mormorando un ‘stupidi ragazzini nerd’ e entrai in bagno.
Mi risistemai il trucco prima di ritornare a vagare per i corridoi, neanche il tempo di entrare alla mensa che la campanella era suonata.
Che palle, ora abbiamo matematica e non ho proprio intensione di farla, ma devo.
Camminai verso l’aula in cui avrei dovuto passare la prossima ora, entrando mi sedetti ad uno degli ultimi banchi sperando che il prof non mi avrebbe notata.
Sentii vibrare il cellulare nella tasca dei miei jeans firmati e lo afferrai.

Da: Liz
Hai da fare oggi pomeriggio?
 
A: Liz
Devo andare a vedere la partita di Dave, ricordi?
 
Da: Liz
Dave, Dave, Dave! Non sai dire altro da quando state insieme, non passi più tempo con me!
 
A: Liz
Scusa, prometto che mi farò perdonare…
 
Da: Liz
Mh, speriamo…

 
Non feci in tempo a rispondere che il Professor Morris fece sbattere una stecca di legno sul mio banco.
Sobbalzai dalla sorpresa e infilai velocemente il cellulare nella tasca dei jeans.
“Cosa stava facendo, Signorina Gomez?” Mi chiese come se non sapesse che stessi massaggiando.
“Seguo la sua interessantissima lezione su…” Mi zittì guardando la lavagna speranzosa, ma l’unica cosa che riuscii a decifrare erano segni strani mischiati a numeri.
“Ne sono lieto, che ne dice allora di venire alla lavagna e spiegare alla classe la lezione di oggi?” Mi chiese con un sorrisetto maligno.
Stupido bastardo.
Iniziai a toccarmi il polpaccio facendo una faccia dolorante.
“Ho preso un crampo, mi scusi non riesco ad alzarmi!”
“Non è divertente Signorina Gomez, se la ripesco di nuovo ad usare il cellulare glie lo sequestro e la mando dal preside.”
Annuii in silenzio mentre lo vedevo tornare alla cattedra.
Avevo problemi con la matematica, ed il Signor Morris.
Ma non era una tragedia, nelle altre materie me la cavavo piuttosto bene.
 
 
 
Entrai nella palestra della scuola seguita da altre ragazze che come me aspettavano ansiose di vedere la partita.
I giocatori entrarono in campo, Dave mi salutò muovendo la mano, feci il suo stesso gesto sorridendo.
La partita non durò molto e, come al solito, la nostra squadra vinse.
“Bravo tesoro!” Dissi al mio ragazzo mentre reggeva la coppa in mano.
I suoi compagni di squadra lo sollevarono e corsero tutti verso il corridoio, seguiti dal resto della scuola.
Mi affiancai a Dave che era stato messo giù dai amici mentre avanzavamo verso l’uscita, rimasi in silenzio ad ascoltare lui e gli altri commentare quanto siano stati bravissimi nel vincere questa partita.
Uno di questi, Frank mi pare si chiamasse, passò davanti ad uno sfigato facendogli lo sgambetto. Questo cadde per terra ma si rialzò subito, imbarazzato.
“Sfigatello!” Gli disse Dave ridendo, risi anch’io per assecondarlo pensando a quanto debba essere sfortunato quel ragazzo a non essere nato bello come il mio amato capitano.
Quella sottospecie di nerd raccolse i libri sparsi per terra e lo riconobbi: era lo stesso contro cui ero andata a sbattere stamattina.
Lo sorpassammo ed uscimmo dalla scuola, dirigendoci verso casa di Dave per festeggiare.
***
Buoooongiorno.
Eccomi tornata con un'altra storia che aveva in mente da un po' di tempo.
ALLORA, METTIAMO SUBITO IN CHIARO UNA COSA: SONO UNA SELENATOR ED UNA BELIEBER, QUESTA STORIA SARA' CONCENTRATA SU JELENA.
SO CHE SELENA NON E' VERAMENTE COSI' DI CARATTERE QUINDI NON VOGLIO SELENATOR ACCANITE CHE MI SCRIVONO "6 1 StRONzà SèLEnà NN è CòSì!" PERCHE' LO SO PERFETTAMENTE, MA MI SERVIVA DARGLI QUESTO CARATTERE.
SECONDA COSA, JUSTIN E' IL MIO IDOLO MA IN QUESTA FF MI SERVIVA NEL RUOLO DELLE SFIGATELLO (ALL'INIZIO), QUINDI NON VOGLIO BELIEBER CHE MI DICONO "SFìgàTèLLò Cì KìàMì Tùò PàDRè".

Ok, dopo aver chiarito questi due punti possiamo andare avanti c:
Vi devo chiedere un favore enorme: siccome che questa storia è un po' diversa, non so se piace. Quindi se vi piace vi chiederei di lasciare una recensione, sennò se vedo che non piace la elimino:)
Love you all.
Grazie per avermi cagato.

Scusate se il capitolo è corto, ma è il primo..i prossimi saranno più lunghi.
Se volete sapere l'aspetto dei personaggi (anche se Justin e Selena so che saprete gia come sono fatti,lol): Selena Justin Elizabeth Dave

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***








“Signorina Selena, la sua amica Elizabeth la sta aspettando alla porta.” Mi avvertì Elouise dopo aver avuto il permesso di entrare in camera mia.
“Dille di entrare e di venire qui.” Risposi cercando di muovere il meno possibile le labbra per non rovinare la maschera restringi pori che avevo appena cosparso sul mio viso.
La domestica se ne andò via annuendo, passarono pochi minuti quando una ragazza dai capelli neri fece irruzione in camera mia sedendosi vicino a me.
“Oggi non ti ho vista a scuola.” Mi disse fissando il composto verde che avevo in faccia.
“C’era il compito di matematica e non sono venuta.” Le risposi.
“Ah, capisco.”
Passarono i minuti e lei continuava a fissare la mia faccia.
“Cos’è quella roba? Sembra vomito.” Mi chiese pervasa dalla curiosità.
“È una maschera per restringere i pori del viso, Liz.” Spiegai alzando gli occhi al cielo.
“Ne vuoi un po’?”
“Ne faccio anche a meno.” Pronunciò schifata.
“Peggio per te, poi non ti lamentare quando avrai i pori dilatati ed io no.” Feci spallucce e mi misi le fette di cetrioli sugli occhi, poi portai la testa all’indietro poggiandola sullo schienale della sedia.
“Selena, io e la band suoniamo sabato sera, tu vieni?” Chiese Elizabeth.
“Dove?”
“Da Rumi’s Pizza.”
“Non so, dovrò vedere se Dave vuole venire.” Rispose alla domanda che la mia amica mi aveva precedentemente posto.
“Non dirmi che porterai anche lui.” Sbuffò quest’ultima.
“Mi pare ovvio.”
“Che palle.” Si lamentò Liz. “Ma non ti lamentare se gli spappolo la chitarra in testa.”
“Non te lo posso giurare…” Dissi ridendo insieme alla mora vicino a me.
Accavallai le gambe e sentii una mano passare sopra il mio polpaccio.
“Wao come sono lisce! Sei senza peli sai? Spelacchiata!” Mi prese in giro Liz.
“La magia della ceretta!” Sorrisi debolmente per non rovinare la maschera.
“Non me la farò mai!”
“Hai le gambe che sembrano quelle di un gorilla peloso, la lametta non funziona con te. Almeno provaci, una volta.”
Sentii silenzio e poi una risposta.
“Ok, ci proverò.” Acconsentì Elizabeth. “Ma se mi fa male ne avrai sulla coscienza.”
Rimasi in silenzio quando udii un cellulare vibrare, probabilmente quello di Liz.
Passarono una decina di secondi, quando si decise a parlare.
“Devo andare Sel, ti chiamo sta sera ok?” Mi disse.
Mi tolsi le fette di cetriolo dagli occhi e la guardai con aria interrogativa.
“Chi era?” Le chiesi accennando al cellulare che aveva in mano.
“Logan, mi ha scritto di andare a casa sua per provare.” Rispose con un sorriso.
“Intendi Logan sono-il-sesso-che-cammina Hill?”
“Si, lui.” Rise Liz.
“E vai a casa sua per le prove? Pft non ci credo, poi mi racconti se è bravo a letto.” La guardai con un sorrisino malizioso stampato in viso.
“Stupida, ci sarà anche il resto della band!” Rise tirandomi un cuscino.
Ridemmo insieme e lei si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia a mo’ di saluto, per poi ritrarsi subito.
“Quella maschera mi fa venire il voltastomaco, sembri la sorella gemella del Grinch.” Mi disse disgustata.
“Fai meno la simpatica! E ricorda di chiamarmi stasera.” Le sorrisi tirandole un po’ della maschera avanzata nella cotoletta, in faccia.
“Questa me la paghi, Gomez!” Mi inchiodò con lo sguardo trattenendo una risata, poi uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
Richiusi gli occhi e aspettai il “tic” del timer, segno che dovevo sciacquare via la maschera.
Quando questo arrivò, andai in bagno per sciacquarmela via e applicai una crema idratante sul viso.
“Perfetto!” Sorrisi guardando il mio volto nello specchio.
Riempii la vasca invitante, ci aggiunsi il bagno schiuma ed aspettai che fosse piena, mi spogliai velocemente e mi ci infilai dentro, beandomi dell’acqua calda in cui ero immersa.
Quando ne riuscii mi tamponai velocemente i capelli con l’asciugamano lasciandoli mossi, mi vestii velocemente e tornai in camera mia.
Accesi il computer e girai un po’ su Tumblr, prima che qualcuno bussò alla mia porta.
“Avanti.” Urlai.
Una signora entrò nella mia stanza, Elouise.
“Signorina Selena, la cena è pronta.” Mi disse lei con tono gentile.
Annuii e volai fino al piano di sotto nella sala da pranzo. Iniziai a mangiare quando notai che mi madre non c’era.
Probabilmente stava ancora a lavoro, se “stare a lavoro” significasse “mentire a tua figlia e andare in giro con Brian”.
Era il suo nuovo ragazzo, ma lei non me ne aveva mai parlato, ho scoperto di lui quando, un giorno ha riaccompagnato a casa la mamma ed io li ho visti dato che ero affacciata alla finestra.
Brian mi sembra un tipo a posto, ma mi da fastidio che mia madre non me ne abbia mai parlato, resterò in silenzio facendo finta di non saperlo finchè non me lo dirà.
Finii di mangiare in fretta dato che mi sentivo un soggezione con intorno cinque cameriere sedute a tavola con me, che parlavano qualsiasi lingua tranne la mia.
Salii in camera quando sentii il cellulare squillare, lo afferrai e schiacciai il tasto verde per rispondere senza neanche guardare chi fosse.
“Allora, è bravo a letto?” Chiesi sapendo già che dall’altra parte del telefono c’era Liz.
“Cosa?” La voce di mia madre si fece sentire dalla cornetta del telefono.
“Emh…Hablo español, quien es usted?” Improvvisai.
“Oh…perdoname, numero equivocado.” Mia madre sapeva parlare benissimo lo spagnolo ed anche io, dato che mio padre era messicano e lo spagnolo non era molto differente.
Attaccò, passò un minuto quando lo schermo del mio cellulare si illuminò di nuovo.
“Ciao mamma!” Dissi.
“Ciao tesoro, ti ho chiamato per dirti di non stare in pensiero per me, farò tardi per lavoro.” Mi spiegò.
Certo, per lavoro.
“Ok mamma, ciao.” Risposi cercando di essere il più allegra possibile, lei mi salutò ed attaccò.
Salii in camera e mi lasciai sprofondare nel letto.
Chiusi gli occhi e mi riposai, quando lo squillo del mio telefono mi fece sobbalzare.
“Chi è ancora!” Urlai afferrandolo, questa volta guardai il nome sul display “Liz” e risposi.
“Com’è andata?” Chiesi curiosa.
“Bene, abbiamo provato a lungo e a parte in alcune canzoni su cui dobbiamo lavorare, per il resto ce la caviamo.” Mi spiegò.
“E chi se ne frega!” Le dissi.
“Me l’hai chiesto tu!” Sembrava offesa.
“Ti ho chiesto com’è andata con Logan.” Le spiegai.
“Allora specifica! Comunque non è successo niente di che tra noi.” Sembrava rattristarsi, aveva una cotta per quel Logan da chissà quanto tempo.
“Vedrai che prima o poi scoprirà quanto sei speciale.” La rassicurai.
“Lo spero.” Mi dissi, iniziammo a parlare del più e del meno quando sentii uno strappo provenire dall’altra parte del telefono seguita da un urlo soffocato.
“Che è successo?” Domandai.
Nessuna risposta.
Eccolo di nuovo, uno strappo ed un urlo soffocato.
“Ti stai facendo la ceretta vero?” Risi.
“Si… ho capito che se voglio farmi notare da Logan devo iniziare a curare di più il mio corpo.” Rispose lei.
“Questo significa che la prossima volta ti metterai la maschera restringi pori con me?” Risposi eccitata.
“Neanche sotto tortura.” Mi rispose ed udii un altro strappo.
Sbuffai e le raccontai della figura di merda che avevo fatto al telefono con mia madre, e di come mi ero parata il culo parlando spacciandomi per una spagnola. Ridemmo insieme e lei mi disse “la solita cogliona”. Le rifeci il verso e ridemmo ancora.
“Vabbè, ti lascio ai tuoi peli, ci sentiamo domani.” La salutai ed attaccai.
Mi accorsi di essere tremendamente stanca, così mi infilai sotto le coperte e lasciai che il sonno mi risucchiasse.
 
 
Mi risvegliai scossa dal rumore proveniente dalla radio, andai a prepararmi e, come ogni mattina, piombai a scuola accompagnata in macchina dal mio autista. Le prime ore passarono velocemente ed in un batter d’occhio mi ritrovai nella mensa della scuola, Dave oggi non era venuto quindi mi sedetti al tavolo con Liz.
Cominciammo a parlare quando vidi arrivare Logan da lontano, feci finta di niente e continuai a chiacchierare con Elizabeth.
Hill si mise seduto al posto vicino alla mia amica, le diede un bacio sulla guancia per salutarla e poi mi rivolse un sorriso seguito da un “Hey Selena!”.
Ricambiai il saluto mentre vedevo le guance di Liz tingersi di rosso.
“Come va ragazze?” Ci chiese lui.
Logan era l’unico della band in cui Elizabeth suonava, che mi stava simpatico.
“Tutto bene, tu?” Risposi sapendo che Liz avrebbe balbettato qualcosa di incomprensibile, quindi feci bene a prevenirla.
“Tutto ok, ci vieni a vederci suonare vero?” Mi chiese.
“Certo.” Annuii.
“Ci conto, allora ci vediamo oggi pomeriggio Liz.” Disse lui dolcemente.
“Ok, ciao Logan.” Lo salutò lui con un sorriso a trentadue denti.
Ritornammo a mangiare quando, alzando lo sguardo notai lo sfigato che Dave aveva maltrattato, che fissava la mia amica.
“Lo sfigatello con la padella in testa ti sta fissando come se fossi nuda.” Risi.
“Chi?” Lei si girò ed incontrò lo sguardo di questo, per poi tornare velocemente al piatto.
“Povero illuso, è troppo brutto per te ma penso non lo capisca.” Rido prendendolo in giro.
“Non parlare così di lui, sai anche gli ‘sfigati’ come li chiami tu, hanno dei sentimenti.” Mi sgridò.
“Non penso.” Feci spallucce ed addentai una mela.
“Mi fa così tenerezza.” Disse Liz guardando verso quel ragazzino.
Alzai gli occhi al cielo e poi tra noi due calò il silenzio.

***

Rotola nella paginaaaa :D
Ok,so che ora voi starete tipo "brutta stronza sono settimane che non aggiorni e quando lo fai metti sta cagata?"
Scusate uu si lo so,è corta ed è orribile.
Ma mi amate lo stesso vero?
Bene,perchè io amo vooooi.
Questo capitolo è interamente concentrato sull'amicizia di Selena ed Elizabeth,spero vi piaccia.
Che ne dite di lasciare una piccolissima recensione cuori miei?daidai.
Per chi è curioso,questo è
Logan (cliccate sul nome per vedere la sua foto) ajdskdhsk (kyle in "lol pazza del mio migliore amico" aw)
Ok,non tiratemi i pomodori lol,al prossimo caaapitolo.


FACEBOOK
TWITTER
ASK

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3





Camminai per i corridoi, andando verso l’aula d’Arte quando incontrai il preside.
“Buongiorno.” Sorrisi cordialmente.
“Buongiorno.” Rispose lui ricambiando il sorriso. “Le devo dire una cosa, vuole venire nel mio ufficio?” Mi disse quella frase che non mi aspettavo.
“Ho fatto qualcosa che non va?” Chiesi provando a sembrare il più calma possibile.
“Oh no, nulla si grave.”
Ormai eravamo già entrati nel suo ufficio, mi fece segno di sedermi su una delle sedie girevoli mentre lui si metteva in quella dietro alla cattedra.
“Volevo parlarle del suo rendimento.” Iniziò.
“Ma io sono sempre andata bene a scuola, i miei voti sono abbastanza alti.” Dissi non capendo a cosa volesse mirare.
“Lo so, mi congratulo con lei dato che è una brava studentessa e va bene in ogni materia, eccetto matematica, i suoi voti stanno calando in quella materia, salta le lezione, non sta attenta in classe…” Mi spiegò.
“Che ci vuole fare? La matematica non fa per me.” Sorrisi provando ad assumere un’aria innocente.
“Ma questa cosa potrebbe rovinarle la media, oggi ho parlato con sua madre.”
Ha parlato con mia madre? Cazzo.
“Ed abbiamo deciso di assegnarle un tutor, per il suo bene.” Finalmente arrivò al punto.
Quindi ora mi tocca anche sorbirmi uno sfigato che mi da lezione di matematica? Fantastico.
“Il suo nome?” Chiesi facendogli capire che intendevo il nome del tutor.
“L’ha scelto sua madre, si chiama Justin Bieber.” Mi rispose il preside.
Justin Bieber? Che nome da nerd.
“Okay, arrivederci preside.” Dissi alzandomi e fingendo un sorriso.
“Arrivederci.” Rispose lui.
 
“Mandy Dawn Cornett!” Urlai il nome completo di mia madre entrando in casa e sbattendomi le porta alle spalle, proprio come faceva lei quando mi doveva sgridare.
“Dimmi.” Si fermò davanti a me.
“Cos’è questa storia del tutor? Non lo voglio, avresti dovuto parlarne prima con me.” Le urlai contro.
“Ma, Selena, ne ho parlato con preside e doveva farlo, poi questo Justin sembra un bravo ragazzo, ha tutti ottimi voti a scuola.” Mi disse lei con tono calmo.
“Si ma è uno sfigato, qualsiasi persona vada bene in matematica lo è, ed io non voglio neanche parlarci con i nerd!” Urlai esasperata.
“Non mi interessa, tu ora vai in camera ed inizi almeno ad aprire il libro di matematica dato che sarà qui fra un po’.” Ora mia madre si stava alterando.
“Cosa?” Le urlai contro.
“Vai!” Mi ordinò indicando la mia camera.
Le obbedii sbuffando, aprii il libro di matematica su una pagina a cazzo, presi il cellulare e mi distesi sul letto, iniziando a girare un po’ su Facebook e Twitter.
Dopo una mezz’oretta sentii il campanello suonare, non mi scomodai neanche dato che sarà già andato ad aprire qualche domestico.
Sento dei passi farsi sempre più vicini, probabilmente è Justin e gli avranno detto di venire qui.
Sento qualcuno bussare.
“Avanti.” Dico senza staccare gli occhi dal cellulare.
“C-ciao.” Dice mentre entra, alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti il nerd che fissava Elizabeth in mensa, quello con la scodella in testa.
“Sei tu Justin?” Dico allarmata sgranando gli occhi.
“S-si.” Risponde abbassando lo sguardo.
“Non ci posso credere, sei una persecuzione!” Alzo la voce facendo roteare gli occhi al cielo.
Lo vedo mordersi le labbra.
“V-vogliamo c-cominciare?” Chiese lui ancora in piedi, nel bel mezzo della mia stanza, incapace di spicciare una frase di senso compiuto senza mordersi il labbro o giocherellare nervosamente con le mani.
“Ho un’idea migliore, perché non te ne vai?” Dissi con un sorriso amaro.
“M-ma mi ha chiamato p-per farti da tutor.” Mi risponde lui, in modo insicuro.
“Mi hai scocciato, non me ne frega un cazzo ne di te ne della matematica, quindi ora ritornatene a casa a giocare con la calcolatrice.” Gli sputo quelle parole addosso.
Forse avevo esagerato, dato che le sue venette del collo si stavano gonfiando.
“Adesso ascoltami bene, io non vorrei essere qui e non vorrei avere a che fare con una come te, mentre tu non vorresti che io fossi qui. Quindi che ne dici di studiare un po’ di matematica così recuperi e non sono più costretto a darti lezione private? Tutto questo non è colpa mia, è solo tua, perché sei tu che non studi!” Mi urla contro.
Wow, il gattino impaurito ha tirato fuori le unghie.
Obbedisco e mi metto seduta sulla sedia davanti alla scrivania, lui si mette vicino a me prendendo un’altra sedia.
Justin iniziò a sfogliare le pagine del libro davanti a noi, fermandosi ad una.
“Disequazione quadratica.” Lesse il titolo della pagina. “Bene, possiamo iniziare da questo argomento.” Annunciò soddisfatto.
“Allora, una disequazione si dice disequazione di 2° grado o quadratica se in essa, una volta ridotta in una delle forme seguenti compaiono termini quadratici, cioè potenze di ordine massimo uguale a due.” Iniziò a leggere.
“Fin qui ci sei?” Si fermò per pormi quella domanda.
Alzai il pollice fingendo di capire, ma in realtà ero rimasta ad “allora…”
Lui continuò a leggere e a parlare di queste disecomesichiamano, così ne approfittai per tirare fuori il cellulare e messaggiare, dicendo ogni tanto un “ok” per far finta di ascoltarlo.
All’improvviso, si girò verso di me togliendomi il cellulare dalle mani.
“Hey! Ridammelo!” Gli dissi.
“Non te lo ridarò finchè non avremmo finito la lezione!” Disse duro.
“Chi sei? Mia madre?” Risi e questo sembrò infastidirlo, restammo in silenzio per un po’ finchè lui non si decise a continuare a leggere dal libro, mi spiegò tutto e devo ammettere che è anche bravo come tutor.
All’improvviso qualcosa comincia a fare bip, lui alza il polso e guarda l’orologio.
“Il mio tempo è finito, ci vediamo dopodomani.” Mi disse.
“Sei talmente sfigato che hai anche l’orologio giocattolo che fa bip.” Lo presi in giro, lui se ne andò via richiudendosi la porta alle spalle.
Ed il primo giorno di quell’agonia con Justin era passato, finalmente.
 
Entrai a scuola, la mia vita era talmente monotona ormai.
Aprii annoiata l’armadietto, con ragazzine che mi continuavano a chiedere se volessi diventare loro amica o dove avessi comprato le mie scarpe, neanche fossi una specie di star di Hollywood.
Che stress essere popolari!
Riuscii a togliermele di torno, andai nello spogliatoio per indossare i miei pantaloncini rosa e la canotta bianca, abbinata a delle scarpe da ginnastica del medesimo colore.
Entrai nella palestra della scuola seguita da altri ragazzi in tuta anche loro.
“Buongiorno.” Ci salutò la professoressa Clark.
“Buongiorno.” Rispondemmo in coro.
“Allora ragazzi, oggi vi dividerò in squadre da tre giocatori ognuna, per allenarci a pallavolo.” Disse mentre ci contava.
Sbuffai, avevo problemi con gli sport in cui rientrava un pallone, come football, basket, pallavolo e palla avvelenata.
La prof mi mise in squadra con un ragazzo ed una ragazza abbastanza bravi, di sicuro più di me.
Dall’altra parte della rete notai Sophie Williams, capitano della squadra di pallavolo della scuola, con due delle sue amiche, Caitlin e Brooke.
Vidi Sophie girarsi verso di me facendo scuotere la sua chioma di capelli biondi tendenti al rosso, si avvicinò con aria superiore alla rete che ci divideva.
“A noi due, Gomez.” Sputò con acidità.
Sono nella merda. Non so perché ma da quando ho messo piede in questa scuola Sophie mi odia, quindi di sicuro non avrà pietà per me nel caso avesse l’occasione di schiacciarmi in testa.
Il suono del fischio della prof segnò l’inizio della partita, la ragazza della mia squadra iniziò con la battuta. Tra Sophie e le sue due amiche ci fu uno scambio di passaggi che io neanche capii, poi mi resi conto che Caitlin stava schiacciando, e sembra mirasse a me. Mi spostai velocemente e la palla mi passò accanto colpendo il pavimento, il punto era loro.
Il moro della mia squadra lanciò la palla alle altre, Brooke si mise alla battuta mandando la palla dalla nostra parte, la ragazza dai capelli ricci vicino a me riuscì a rimandarla nel loro campo con un palleggio. Brooke la alzò verso Sophie, quest’ultima fece un salto colpendo con una schiacciata la palla, che mi finì in testa. Caddi all’indietro iniziando a vedere tutto nero.
 
“Hey Sel.” Sentii una voce vicino a me.
Aprii di poco i miei occhi, avevo la vista annebbiata.
“Selena!” Mi chiamò di nuovo questa ragazza.
Chiusi le mani a pugno strofinandomi gli occhi, li riaprii notando che vicino a me si trovavano Elizabeth e Logan, che mi fissavano.
“Che è successo?” Chiesi massaggiandomi la testa.
“Sophie ti ha schiacciato in piena faccia e quando sei caduta hai sbattuto la testa e sei svenuta.” Spiegò la mia amica.
Mi guardai intorno, capendo che mi trovavo su un lettino dell’infermeria della scuola.
Indossavo ancora i pantaloncini e la maglietta per fare ginnastica ed i miei capelli erano avvolti in una coda.
“Quanto tempo è passato?” Domandai, ancora scossa.
“Un’ora, almeno hai saltato il compito di Inglese.” Mi informò Logan.
“Almeno questo...” Risposi stiracchiandomi.
In quel momento l’infermiera fece irruzione nella stanza.
“Come va cara? Stai meglio?”
“Si si mi sento molto meglio.” Sorrisi.
“Perfetto, non hai nulla di grave, hai preso solo una botta. Puoi andare ora.”
Mi alzai ed accompagnata da Elizabeth me ne andai fino in bagno, mentre Logan ci aspettava fuori, mi diedi velocemente una sciacquata mettendomi i vestiti che la mia amica mi aveva portato, preparandomi per affrontare le ore successive.
Entrai nell’aula di matematica, sorpassando velocemente Justin che era seduto al primo banco e facendo finta di non conoscerlo.
Il prof quel giorno decise di interrogarmi. Quel bastardo, me lo fa apposta. Come sempre andai male, vidi con la coda dell’occhio Justin scuotere la testa e passarsi le mani tra i capelli ripetutamente.
Che palle. Quest’interrogazione andata male significa minimo altre due lezioni in più da quel secchione.
 
Entrai nella mensa, camminando velocemente verso il tavolo dove si trovava Dave, con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
“Buongiorno.” Mi sedetti vicino al mio ragazzo, troppo impegnato a parlare con quelli della sua squadra per rispondermi.
Okay Selena, fai finta di niente ed inizia a mangiare.
“Hey, come va?” Mi chiese George, seduto accanto a me, anche lui della squadra.
Lo conoscevo poco, ma potevo dire che era davvero un ragazzo gentile ed educato, non giocava quasi mai perché lo tenevano sempre in panchina, ma per me è piuttosto bravo.
“Tutto bene, tu?” Sorrisi.
“Idem.” Sorrise anche lui, intenerendomi con quel faccino da angioletto.
Almeno lui, si accorge della mia esistenza.
“Oh baby, da quanto sei qui?” Mi chiese Dave all’improvviso, girandosi verso di me.
“Cinque minuti, all’incirca.” Risposi.
“Bene, senti mi potresti andare a prendere un altro pezzo di pizza?” Chiese porgendomi il suo vassoio vuoto.
Faci un sorriso tiratissimo.
“Certo.”
Feci come mi aveva detto, stavo per ritornare al tavolo da Dave ma qualcuno mi fermò. Alzai lo sguardo, era Justin.
“Hey Selena ti devo dire una cosa.”
“Fermo un attimo, mi pare di averti fatto capire che non volevo che la gente pensasse che ti conosco, quindi dentro scuola non mi parlare. Grazie.” Feci per superarlo ma mi fermò.
“Si si, come vuoi tu, ma mi ascolti almeno per un minuto?”
Sbuffai.
“Vieni.” Lo portai in uno degli angoli più isolati della mensa.
“Parla, ma ti concedo mezzo minuto.” Incrociai le braccia al petto.
“Senti, oggi pomeriggio non posso venire perché ho un impegno. Siccome che abbiamo tanto lavoro di fare, che ne dici se dopodomani facciamo due ore di lezione ansi che una?” Mi spiegò.
“Due ore sono troppe, io ho una cosa che tu non conosci,  si chiama vita sociale.” Sbuffai, ancora.
“Più ore mi vedi adesso e meno me ne vedrai in futuro.” Provò a contrattare.
 “E va bene.” Alzai gli occhi al cielo.
“Selena ti stavo cercando ovunque!” Elizabeth piombò vicino a me.
“Lui è?” Chiese, girandosi verso il ragazzo davanti a me, che sembrava nervoso e continuava a sistemarsi la chioma che aveva in testa.
“Justin Bieber, piacere.” Disse il giovane, allungando la mano.
“Elizabeth Green.” Gli sorrise lei, stringendola.
Vidi Justin quasi diventare completamente rosso, mi trattenni dallo scoppiare a ridere.
“Vabe andiamo.” Trascinai dietro di me la mia amica, dopo aver detto quella frase.
“Ci si vede,  Justin.” Lei continuava a sorridere, salutando quella sottospecie di nerd.
“Non essere cattiva con lui Sel, è un ragazzo così adorabile.” Mi sgridò, appena fummo lontane dal castano.
“Si, certo come no. Comunque è cotto di te, si vede.” La presi in giro.
“E allora, che c’è di male? Se gli piacessi ne sarei felice.” Aggrottò la fronte. “Almeno lui è gentile, al contrario di Dave.” Ecco, aveva colpito il punto più dolente e lo sapeva bene.
“Dave è gentile con me.” Mormorai.
“Ti tratta come fossi la sua servetta.” Aggrottò la fronte.
“Senti Liz, no voglio ricominciare con questa storia, okay?” Finii il discorso, sapevo che andando avanti, avremo litigato per colpa di Dave, come sempre.
***
Hooola.
Allora, inanzi tutto mi scuso per aver fatto ritardo di, umh, tre mesi?
Davvero,non mi sorprenderei di trovare recensioni tipo "fai cagare,ritirati".
Ecco qui che iniziano le prime litigate di justin e selena ahahahaha.
Secondo voi justin ha una cotta per elizabeth?Mh,chissà se la cosa a lungo andare farà ingelosire selena...
Comunque,grazie alle ragazze che hanno recensito,siete dolcissime (anche se poche lol)
Esprimente il vostro parere,non esitate a dare dei giudizi,acetto anche le critiche
Comunque amo tutte quelle 8 persone (lo so,sono poche uu) che seguono la mia storia aw
Adiooos, alla prossima e prometto che aggiornerò presto.




 

Gruppo Facebook di EFP
Il mio profilo Facebook
Twitter
Tumblr

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1961708