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Premetto che tutti contenuti di questa fan fiction sono frutto della mia fantasia... Ovviamente non conosco i 30 Seconds To Mars nè Emma Ludbrook, assistente di Jared Leto.
La storia sarà composta da più capitoli! E' la mia prima fan fiction inoltre!
Questa ff narra più che altro la vita dei 30 Seconds To Mars (molte cose inventate da me poichè non conosco la routine della band) che fa da sfondo ad una love story...
Spero vi piaccia!
CHAPTER 1
CHAPTER
1
Non
potevo crederci.
Erano
le 3 del mattino e la strada davanti al locale era ancora popolata da un
centinaio di ragazzi e ragazze che combattevano contro il sonno, il freddo, il
mal di gambe e il post-concerto-massacrante solo per vedere loro, i miei
piccoli grandi artisti... Divento gelosa a volte... Sto lì a sbirciarli dal
finestrino scuro del tour bus mentre firmano merchandise e articoli di ogni
genere e scattano migliaia di foto mentre io me ne sto rinchiusa in
quell'animale di bus; e le loro facce sorridenti sono sempre impresse nella mia
mente.
Dopo
essersi liberati dalla massa di fans, o echelon come li chiamano loro, finalmente
son riusciti a salire su questo maledettissimo bus. Erano accaldati nonostante
fuori ci fossero 4°C, ma credo fosse dovuto alla passione che ragazzi di tutto
il mondo dimostrano loro giorno dopo giorno, e anche al concerto...
Sono
degli animali da palcoscenico; ripeto loro in continuazione che io non gestisco
una band bensì uno zoo! Toro, orso, scimmia. Ed eccoli i miei animaletti:
Shannon, Tomislav, Jared e poi c’era Timothy... Come routine ad uno ad uno
entravano, si svestivano da cappotti, sciarpe, cappelli e guanti, mi salutavano
e si stravaccavano sui loro mini divanetti!
"Emma
tutto ok?!" come al solito alla "scimmia", Jay, non sfugge
nulla. Ormai sono anni che lavoro con lui e mi conosce forse meglio di me
stessa.
"Certo,
una meraviglia!". Non sono mai stata brava a dire bugie, ma lui sa che
quando evito di parlare di qualcosa non deve insistere. Nei miei occhi si
leggeva un pizzico di tristezza mista a gelosia perchè ora erano famosi, ora
non erano più i miei musicisti...
Jared
ormai era come un fratellone per me, così come gli altri ragazzi... I
soprannomi "animaleschi" li ho associati un po' al loro animo e al
loro essere.
Shannon,
il toro, e non c'è da stupirsi vista la sua massa muscolare; inoltre è
tremendamente irritabile, se proviamo a svegliarlo un minuto prima di
mezzogiorno potrebbe scaraventarci una valigia addosso!
Tomo,
l'orsetto, è troppo dolce e buono quel ragazzo...gli dico che se continua così
qualche giorno me lo mangio a morsi come fosse un mars.
Jared,
la scimmia, sempre con la battuta e lo scherzo pronti, e le sue
"arrampicate" sono ormai famose in tutto il mondo!!
Infine
c’era Tim... Era con noi da una anno circa, entrato nel gruppo solo dopo
l’abbandono di Matt, e già era circondato da centinaia di donne e ragazzine
urlanti che pretendevano foto ed autografi dal bassista bello e dannato...
"Dai
Emma non fare la scontrosa è stata una serata spettacolare!". Shan, irritabile
sì, ma esageratamente ottimista.
"Ah
sì?! Beh io non c'ero...Raccontatemi allora! Com'è andata
ragazzi?!".
"Wow
Em, il pubblico era malsano questa sera! Cantavano, saltavano, ci davano
davvero tantissima carica!". Tomo era seduto accanto a me.
"Beh,
mi fa piacere che sia andata bene!".
"Ehi
ma che ore sono?! Ho perso la cognizione del tempo...". Tim -doveva sempre
distinguersi in tutto- se ne stava allungato sulla moquette, con l’ennesima
sigaretta spenta in bocca, mentre si girava e rigirava l'accendino nero tra le
mani e fissava Jared che maneggiava distrattamente il suo Blackbarry. Ma lui
continuava a guardare me, lo sguardo interrogativo, odiando i dubbi che lo
laceravano.
"Ehi,
fottuta addormentata nel bosco, vuoi degnarci della tua attenzione o
no?".
"Eh?
S..sì scusa Shan..ad ogni modo, abbiamo fatto tardi questa notte! Sono le 5".
Jared finalmente smise di fissarmi e guardò l’orario sul suo telefono, che più
che un cellulare sembrava un mini computer.
"Bene!
Allora bei fanciulli tutti a letto...altrimenti domani andrò io a suonare la
chitarra sul palco ed i vostri carissimi echelon non credo ne saranno felici..”
Non
dormii affatto quella notte... Rivedevo Tim che abracciava sconosciute,
sorrideva loro, le baciava sulle guance sempre con la sua sigaretta maledetta
nella mano destra ed una Corona nella sinistra... Erano ragazze sconosciute, e
le faceva impazzire anche solo con il suo sguardo di ghiaccio. Era perfido, non
te ne puoi andare in giro sbattendo la tua dannata perfezione in faccia al
mondo femminile intero, è perfidia pura, perché sai di non poterle accontentare,
ma semplicemente illuderle... Ma allora perché non illudeva anche me? Per quale
motivo non mi degnava di uno sguardo? Ero un po’ come Jay in fondo... Il dubbio
mi lacerava. E la sua indifferenza era una tortura per me.
“Sono
76,30 $, signorina!”.
Signorina... Tirai fuori il
portafogli con gli sguardi di tutti i clienti di Starbuck’spuntati addosso prima su di me, poi sulle cinque
buste piene di ogni sorta di cibo-spazzatura più bevande poggiate sul bancone.
Pagai, afferrai le buste e scappai sul bus che mi attendeva scalpitante.
“Si
mangia!!” Il toro si avventò su di me e prese il primo panino a quattro strati
che vedeva.
“Ma
tranquilli! Restate pure comodamente seduti, non ho bisogno di aiuto per cinque
enormi buste di cibo assurdo!” Sentivo che le braccia non avrebbero retto
ancora per molto. E subito Jared e Tomo mi vennero incontro e presero due buste
a testa.
“Emma...io
ti adofo...quefti panini fono l’ottafa mefaviglia!” Shannon continuava a
mangiare e parlava con me con la bocca piena, e sarà l’abitudine, sarà il
minimo di riconoscenza, non rimasi schifata da quella visione diciamo non molto
fine!
“Non
c’era la birra?!” Tim decise di rivolgermi quattro parole in croce.
“No,
mi dispiace, avevano solamente Coca e altre cose del genere!”. La sua faccia
non era assolutamente soddisfatta della mia giustificazione.
“Dai
Tim avrai almeno dieci Corona Extra nel mini-frigo!” Jared, mangiando la sua
insalatona, corse in mia difesa pur non conoscendo quali fossero i miei
sentimenti per il signor Kelleher. Poi sottovoce si rivolse a me... “Emma, ha
fumato 7 sigarette mentre eri da Starbuck’s... e ha anche bevuto una tazza di
caffè... non prendertela!”.
“Allora
ragazzi, carichi per questa sera?! Se non spaccate il palco in due sappiate che
ho intenzione di licenziarvi tutti!” Jared spostò nuovamente la sua attenzione
sul gruppo e sul loro concerto.
Erano
le 5 del pomeriggio e dopo un’ora e mezza sarebbe iniziato il soundcheck...
“Fratellino
fai poco lo spiritoso... senza di noi sei un musicista fallito!” Shannon,
sempre pronto a cacciar fuori i suoi aghetti che tutti ormai avevano
imparato ad ignorare!
“Ehi
ragazzi perché questa sera non facciamo venire con noi anche Em?!” E fu così
che Tomislav mi colse assolutamente di sorpresa...non me l’aspettavo. Nella
maniera più assoluta. E non poteva aver capito che...
“Ma
certo!! Dai Emma vieni! Faremo un blood ball questa sera e ti voglio nel
backstage con noi... Dev’essere una serata speciale per tutti...” In quel
momento Jared riprese la parola e guardò prima Tim, poi me. Bene, mi
dissi, hanno capito tutto.
“Erm...
siete sicuri che volete che io venga?”.
“Per
me va più che bene! Ci divertiremo!” Tomo mi corse accanto e mi abbracciò dal
suo metro e ottanta scompigliandomi i miei capelli biondissimi.
Ma
la reazione che più mi sorprese fu quella di Tim; e per la prima volta sembrò
svegliarsi dal suo stato di letargo e mi fissò negli occhi, con la bocca
semiaperta ed emise un flebile FANTASTICO privo di ogni enfasi...
…Non era la sua
voce, non era il suo sguardo, non erano le sue labbra,
non era lui... non era il solito Tim. Se pur sembrasse
una parola emessa da un robot, priva di sentimenti, il suo stupore e la sua
faccia erano eloquenti quanto non mai... non era più in trance!
Jared mi guardò e mi fece
l’occhiolino con il suo sorriso sghembo che tanto mi faceva innervosire, ma ero
troppo felice per inquietarmi
ancora!
Il tempo volò davvero in fretta e alle 7 eravamo davanti al locale.
C’erano migliaia di persone, a vederle così pensai che non sarebbero mai entrate
un quella scatola nera: pensiero sciocco di una ragazza
ancora non del tutto abituata a quell’ambiente.
Scendemmo dal tourbus, io ero incollata a Shannon che mi cingeva le spalle, avevo gli occhi sbarrati a
quella vista... Tutti i loro fan sanguinanti (‘sangue finto ovviamente’mi spiegò Shan), che urlavano a squarciagola e gridavano i loro nomi.
Purtroppo erano già con mezz’ora di ritardo, così ci affrettammo ad entrare,
mentre i quattro ragazzi che mi facevano strada
alzavano le mani per salutare la folla. Finalmente dentro. Un altro spettacolo.
Non era la scatola nera che io immaginavo, anzi, il locale era enorme, luci
soffuse, un palco immenso e neon colorati sotto il pavimento vetrato. Due uomini
alti almeno trenta centimetri più di me, ci scortarono nel backstage. I ragazzi senza neanche cambiarsi salirono sul
palco lasciandomi lì da sola, ed iniziarono il soundcheck. Ero lì, nel backstage, e li guardavo, lo sguardo
perso e felice, felice di essere lì per loro, felice del loro invito, felice
perché forse per la prima volta avevo il diritto di guardare Timothy senza aver paura che se ne potesse accorgere... se
ne stava lì strimpellando le corde del suo basso, tutto concentrato, sembrava
quasi stesse risolvendo un problema di astrofisica
difficilissimo.
Finirono il soundcheck in una ventina di minuti, lasciarono i loro
strumenti ai tecnici e corsero da me nel backstage.
Neanche mi parlarono, non parlavano nemmeno tra di loro
a dire il vero. Jared mi prese la mano e mi strattonò
nei camerini di corsa. Non avevo idea di cosa stessimo
per fare!
Entrati nel camerino
vidi i loro abiti appesi e su ogni completo il nome
scritto. Mi feci un attimo i conti ma... gli abiti
erano cinque! Ed uno da donna! La mia bocca si spalancò
involontariamente.
“Avanti, togliti
quell’espressione del cazzo
dalla faccia e preparati Em!!” Mi disse Jared con tono
ironico.
“Cosa?! Pensavo di non dovermi cambiare! Perché devo indossare q...que...quello... MIO DIO MA è BELLISSIMO!” Esclamai. L’abito
era uno splendore, mi avvicinai, notai il post-it
giallo canarino con su scritto Emma con un inchiostro rosso. Era un vestito
stupendo, di Dolce&Gabbana, nero, scollato, lungo
fino al ginocchio, in raso con particolari di pizzo. Oltre al vestito c’era un
sandalo nero altrettanto meraviglioso!
“Sapevo ti sarebbe
piaciuto..” disseJay guardando la mia espressione “...il mio buongusto non
mente mai in fatto di abiti! Beh, indossalo perché dopo il bloodball ci sarà un vero e
proprio ballo nel locale con trenta fortunati eletti che... beh, conosceremo
questa sera!”.
Non ancora realizzavo, avrebbero incontrato trenta loro fan sul serio?
Wow..
Osservai gli altri
abiti. Jareduno smoking ed una camicia
bianchi senza scarpe (avrebbe indossato certamente le sue O’nitsuka). Shannonpantaloni, gilet e scarpe neri con una camicia
bianca.
Tomislavcompleto da uomo
nero con camicia e cravatta nere. Timothyil mio dannato dio quella
sera avrebbe indossato un completo bianco con la camicia nera, che metteva in
risalto il suo sguardo glaciale...
Avevano iniziato a
spogliarsi tutti nella stessa stanza, ma prima che fosse troppo tardi presi il
mio abito da favola e le mie bellissime scarpe nuove, diedi un bacio sulla
guancia a Jay, accolsi con un
sorriso l’occhiolino di Tomo e uscii dalla stanza. Andai a cambiarmi nel bagno
che si trovava in fondo al corridoio dai muri neri, un po’ inquietanti a dire il
vero. Il bagno era molto pulito e per mia fortuna c’era un
sedia. Vi poggiai accuratamente i vestiti, posai le scarpe a terra e per
un minuto incollai la testa al muro, chiusi gli occhi, ripensai a quelle ultime
ore, a quel fantastico uscito dalle sue labbra, alle sue labbra socchiuse, ai suoi occhi sorpresi, a ciò che
quella serata certamente magica mi avrebbe riservato... Ok, basta pensare! Erano le 8 p.m. e dovevo darmi una
svegliata se volevo essere pronta in tempo per lo show.
Così mi tolsi i vestiti, fortunatamente la mia biancheria era nera... diedi un’occhiata allo specchio e... ERO UN CADAVERE! Aprii
la borsa in cerca del borsello dei trucchi, lo afferrai, lo aprii e la mia
attenzione fu catturata da qualcosa di nuovo: una boccetta contenente un denso
liquido rosso sangue a cui era incollato un post-itcon su scritto E’ sangue finto, lo abbiamo anche
noi... insanguinati Em! Pronta per le 9, devi essere
brillante. Il bastardo rimarrà a bocca aperta.
La calligrafia era
senz’altro quella di Tomo, e sorrisi leggendo e
rileggendo quell’ultima frase: il bastardo rimarrà a
bocca aperta! Non ci avrei messo la mano sul fuoco...
Passò un’ora, ero
vestita, l’abito mi cadeva a pennello ed era bellissimo a contrasto con la mia
pelle diafana. I sandali erano del numero giusto. Mi ero fatta il trucco nero
agli occhi e le labbra le avevo dipinte di rosso. I capelli biondi erano sciolti
e toccavano le spalle. Il sangue...come diavolo facevo
a metterlo?! Ok tentai. Decisi di farmi un bel buco
nel cranio e di far cadere una scia di sangue fino all’incavo del collo e anche
sull’occhio destro. Ciò che ne uscì fuori stranamente non mi dispiacque,
sembrava quasi vero! Vidi l’orario... Erano le 9,20!!!
Un’ultima occhiata alla mia immagine riflessa nello specchio, pensai a Tim, la voglia di restare rinchiusa in quel bagno c’era, ma
mi feci forza... O si sarebbe accorto di me quella sera o non l’avrebbe fatto
mai più.
Uscii dal bagno,
entrai nel corridoio e li vidi... Quattro ragazzi stupendi, avevano subito tutti una trasformazione. Mi davano le spalle, ma sembravano
statuari in quegli abiti; a confronto mi sentivo una maledetta pulce! Poi il mio
sguardo si posò su di lui... lo smoking gli donava, si tamburellava le dita
sulla gamba, sembrava nervoso ma d’altronde era
comprensibile.
Improvvisamente
Shan si voltò, mi sorrise a bocca aperta e si avvicinò
a me; Jared e Tomo si voltarono. Jared rideva, Tomo gettò
un fischio e diede una gomitata a Tim.
E un angelo si girò,
tanto lentamente da rendere un attimo un’infinità, mi guardò, il suo sguardo di
ghiaccio, e le labbra questa volta erano leggermente più aperte... sarà stato
l’effetto del sangue...
Nuovo capitolo!!
Grazie mille a tutte
le persone che leggono anche se non recensiscono…Se
leggete per me è già una gran cosa!
Grazie mille ha chi
ha recensito il primo capitolo (linkin park, ex_90,
BlueAndYellow, p i x i e
<3, Jaredina71, lore91 <3, SheritMaatkara)!
Grazie mille a chi
recensirà ancora!
Grazie mille a Lorenza, Mona, Giuliux ed i pazzi echelon del
manicomio 6277 che hanno letto e commentato in anteprima (vi adoro
XD)!
Spero vi sia piaciuto
questo capitolo (il primo non è eccezionale lo so!)!
“Wow
ma chi sei tu? Cosa ne hai fatto della mia Emma con i
suoi fottutissimi jeans strappati, il suo maglione e
lo sciarpone di lana?” Shannon
mi abbracciò e mi stampò un bacio sulla guancia. Se non lo conoscessi
così bene e se non fosse stato fidanzato avrei giurato di avere fatto colpo!
Ebbene sì, anche il toro aveva trovato una compagna; solitamente non ci seguiva
in tournèe, ma quella sera a sua insaputa sarebbe
arrivata la dolce e minuta Alice.
“AHAHAHAH..”
Tomo stava morendo dalle risate, era vicino a me ed era su di giri;
evidentemente la mia vista in abiti insoliti per il mio look
era riuscita a fargli dimenticare anche il concerto. “Emma
sei davvero una bomba!”.
“Ma
perché ho approvato l’idea di farti venire qui con
noi?! Questa sera avranno occhi solo per te…” Anche Jared si era avvicinato e mi cingeva i fianchi con un
sorriso a trentadue denti, poi mi sussurrò all’orecchio “…AndiamoEm, devi farlo impazzire il bastardo questa sera…”.
Il
bastardo…era
solo un nomignolo che gli avevano dato i membri della
band per la sua aria da bastardo bastonato: sigaretta in bocca, Corona nella
mano destra, faccia triste e seriosa.... Tim. Me ne
stavo quasi dimenticando quando allungai lo sguardo;
era ancora lì in fondo, non si era mosso, mi osservava con aria stupita ed
interrogativa al tempo stesso, il suo sguardo assorto, le labbra socchiuse. Era
dannatamente bello, il sangue gli sporcava un lato della bocca e scorreva giù
fino al collo, scompariva sotto il colletto della camicia nera. Sembrava un
vampiro, e mi sembrava più bello ogni volta che
incrociavo la sua immagine, come se i miei occhi rubassero la bruttezza e
l’invecchiamento e donassero bellezza eterna. Non si mosse. Una statua.
“Erm… Jared, ti posso far vedere
una cosa per il concerto in camerino?!Devo chiederti un attimo gli accordi di Buddha,
ho in mente una cosa…” Sì, certo come no! Tomo, pigro
fino all’osso, che aveva voglia di innovare una canzone secolare prima del
concerto...
“Certo
Tomo andiamo!” Avevano di certo in mente qualcosa quei due o meglio... “Vengo
anche io!”... o meglio quei tre. Un attimo e scomparvero. Tim
non li seguì…il suo basso evidentemente era a posto.
Abbassai
lo sguardo, il mio battito cardiaco rimbombava nel petto e chiunque distante da
me a meno di due metri l’avrebbe probabilmente sentito!
Ero sola con lui...Dovevo cogliere l’attimo e cercare
di parlargli, ma...dei passi. Sentii lenti passi che si avvicinavano verso di
me...
“S-sei-davvero-carina-questa-sera-Emma…” La velocità con cui
pronunciò quelle sei parole era indescrivibile. Lo
guardai allora negli occhi. Il silenzio più assordante di tutta la mia vita, lo
sguardo più bello che io avessi mai visto. Cercai di
emettere un grazie, ma la voce decise di
non uscirmi di bocca mentre le labbra si muovevano. Un gesto inaspettato e
veloce quanto la sua voce... Alzò la sua mano per
accarezzarmi il braccio, sfiorò appena la mia pelle con le dita gelide che mi
provocarono un leggerissimo brivido alla nuca, quando TAC - la porta del
camerino si aprì, lui si girò in fretta e si appoggiò al muro con le gambe
incrociate e le mani nelle tasche dei pantaloni... Il tutto in un nano secondo!
La velocità dei miei battiti raddoppiò e Jared che
aveva aperto la porta rimase fermo a bocca aperta per pochissimo, e subito la richiuse celando un sorrisetto
soddisfatto e andò verso il palco, alla fine del corridoio. Tomo e Shannon lo seguirono a ruota
libera, Tim con lo sguardo basso li seguì. Guardai
l’orologio alla parete. Erano le 10 p.m. e dovevano salire sul palco... Sentivo
le urla dei fan impazienti ‘FUORIII’. Li seguii anche io, eravamo in
fila sotto le scale del palco illuminato da luci rosse, vi erano
anche le loro solite bandiere rosse, la batteria monumentale dello Shanimal, le chitarre di Jared e
Tomo ed il basso di Tim... Ero vicina a lui,
sussurrai un ‘in bocca al lupo’ e lui sorrise.
Poi andai da Tomo sussurrai anche a lui un augurio ed un‘grazie’
e lo abbracciai mentre il suo ampio
sorriso gli illuminava il volto insanguinato. Augurai buona fortuna anche a Shannon e Jared, quando la musica
nel locale cessò.
Partì
O’Fortuna...
O
Fortuna velut luna statuvariabilis, sempercrescis
aut decrescis;
vita detestabilis nuncobdurat ettunccurat
ludo mentis aciem, egestatem, potestatem dissolvit ut glaciem.
…e il mio cuore sussultò come i loro credo...
Sorsimmanis etinanis,
rota tu volubilis,
status malus,
vana salus semperdissolubilis, obumbrata et velata michiquoqueniteris; nunc per ludum dorsumnudum
fero tuisceleris.
…Salirono
sul palco e partirono con le chitarre, la batteria ed il basso a fare ciò che
usciva loro meglio. Regalare emozioni infinite.
E lo vedevo dimenarsi sul palco come una
pantera, con il ciuffo al vento che seguiva i movimenti della sua testa.
Urlai
per incoraggiarli e partirono all’attacco. I miei animali da palcoscenico....
E
anche il terzo è postato!!
Ringrazio
nuovamente tutti quelli che si prendono la briga di leggermi…grazie!
Grazie
mille a chi ha commentato il capitolo 2 ( BlueAndYellow, p i x i e, Echelon_89, lore91, shannonlover )…Mi fa piacere che vi sia piaciuto (giri di
valzer!) e spero questo vi colpirà allo stesso modo^^
In
questo capitolo c’è il ‘preambolo’ se così vogliamo
chiamarlo, del prossimo capitolo in cui ho introdotto un nuovo personaggio
frutto della mia fantasia: Alice!
E
lo spettacolo finì... Ero in un cantuccio del backstage, il cuore contava
almeno 120 battiti al minuto, i miei occhi lucidi a
causa di Buddhafor Mary,
la mia canzone preferita, che aveva chiuso il concerto a dir poco emozionante.
L’atmosfera che si era creata nell’ultima ora era
indescrivibile, si percepiva nell’aria, sulla pelle; anche una persona sorda, o
muta, o cieca avrebbe potuto percepirlo...
Talmente
tanti pensieri affollavano la mia mente che non mi accorsi
del fatto che i ragazzi erano scesi dal palco e mi avevano raggiunto, finché
Tomo non mi scosse...
“Hey?! Devo prendere la tua
espressione persa e stralunata come un sì o meno?!”
“C-cosa?! Sì, scusa...mi era imbambolata…”.
“Allora...ti
è piaciuto Em?!”.
“Se mi è piaciuto? Beh secondo te per quale motivo sono in questo stato con le lacrime agli occhi Tomo?! E’
stato fantastico, forse uno dei miglior concerti che abbia mai visto...Grazie
mille per avermi invitato!”.
“OH,
è stato fottutamente perfetto! Ma avete visto che
pubblico?!” Jared camminava
avanti e indietro senza fermarsi un secondo, passandosi le mani tra i capelli
come un pazzo!
“AHAHAH,
è stato stupendo! Credo che la mia “bimba” ne risentirà...Ma
ne è valsa la pena!” Shannon era esaltato esattamente
quanto Jared...
“ShannonChristopher Leto!
Vorresti dire che mi hai tradito con la tua fottuta batteria?!” Una voce che conoscevo, una voce
femminile e solare che non poteva che essere sua...
Alice
comparve senza alcun preavviso alle mie spalle. Era bella come sempre.
Indossava un tubino nero, del sangue rosso le scendeva dolcemente dalla guancia
fino al decolletè, era piccolina e minuta come la ricordavo, i capelli e gli
occhi neri, il nasino all’insù.
In
quel momento ebbi il piacere di assistere alla scena più romantica, una scena che avrebbe senz’altro fatto invidia alla povera
Giulietta, poiché né Romeo né Paride le hanno mai regalato ciò che il “toro”
stava in quel momento regalando alla piccola Alice, e che lei stava
ricambiando.
Al
sentire pronunciare Shannon dalla sua voce, il
signor Leto rivolse lo sguardo verso la fonte di quel dolce suono e i suoi
occhi s’illuminarono, diventando lucidi, la sua bocca si spalancò, avrei
giurato che sotto la camicia il cuore che pulsava si
sarebbe visto.
Corse da lei non appena finì di pronunciare
quella frase e la abbracciò. Non era un abbraccio normale, non era un abbraccio tra amici, non era un abbraccio tra fratello e
sorella, tra padre e figlia o madre e figlio, non era un abbraccio tra
fidanzati, né tra marito e moglie... Lui, così grande e muscoloso, avvolgeva
come una coperta uno scricciolo adorabile. I visi di entrambi erano contornati
da lacrime trasparenti che pian piano si mescolavano al sangue finto e il loro
non era un bacio come tutti
gli altri. Le loro labbra tangevano dolcemente, e tra
un bacio e l’altro si sussurravano mille, soavi, sentiti ti amo, mentre
le lacrime continuavano a scorrere sulle loro guance.
Era
una vista troppo commovente per me, e dato che quella sera avevamo
avuto pochissime emozioni, dovevo sfogarmi con due lacrimucce!
Il
mio sguardo allora cadde sugli altri membri della band:
Jared sorrideva con gli occhioni
blu totalmente lucidi e guardava estasiato il fratello, contento della perfetta
riuscita della sorpresa che aveva architettato.
Tomo
era ormai in lacrime come me, del resto è un orsacchiotto, spera sempre nei lieto-fine!
Tim...mi stava guardando?! Avevo le allucinazioni o cosa?!TimothyKelleher non guardava assolutamente
Alice e Shannon e la loro dichiarazione d’amore
eterno, ma guardava me, me in lacrime per i Giulietta
e Romeo del XXI° secolo, me che non aveva mai degnato
di uno sguardo fino alle 9 di quella stessa sera, ed io guardavo lui.
Un’adorabile
ed incontrollabile ipnosi tra di noi.
Era
perfetto. Il suo sguardo angelico e ghiacciato divenne improvvisamente vivo e
infuocato. Le sue labbra serrate, come se volesse trattenersi
dal far qualcosa. Il viso leggermente inclinato sulla destra. Delle
goccioline di sudore gli imperlavano la fronte. Le mani
strette in pugni così forti che riuscivo a vederne i tendini tesi. Un angelo caduto, il mio angelo, e gli occhi di ciascuno in quelli
dell’altro.
Restammo
così per un tempo indeterminato. Secondi, minuti, ore, giorni, settimane?! Non me ne rendevo conto e non me ne importava...avrei potuto passare anche il resto dei miei giorni così.
Ma decisi di svegliarmi: gli rivolsi un ultimo
sguardo fulmineo e mi avviai a passi veloci nel camerino della band, nella
speranza di trovare Tomo o Jared su cui sfogarmi, ma
mi ricordai del ballo...Forse non li avrei trovati lì. Arrivai nel camerino e
mi chiusi la porta alle spalle, ma questa non si chiuse...
Tim era in mezzo alla porta con uno sguardo dieci volte più magnetico. Chiuse la porta di scatto e si avvicinò a me.
Dev’essere una serata
speciale per tutti... erano state queste le parole di Jared;
dovevo ricordarmi di ringraziarlo.
Tim posò la sua mano sulla mia spalla
facendola scorrere fino alle dita della mia mano, senza mai far allontanare i
nostri sguardi. Le nostre dita si intrecciarono,
mentre con l’altra mano disegnava i contorni del mio collo. Le sue labbra
indugiarono per pochi secondi nell’incavo della spalla.
Improvvisamente
le sue mani mi abbandonarono, così come il suo sguardo e le sue labbra... Tenne per un minuto la sguardo basso, mentre io lo guardavo
perplessa, convinta di essermi lasciata trasportare troppo.
All’improvviso mi ridonò i suoi occhi, quei
bellissimi occhi di un azzurro celestiale; il mio cuore batteva a mille quando mi prese i fianchi e dal suo metro e
ottantanove si abbassò al mio metro e settanta. I nostri nasi si sfioravano, le
nostre labbra socchiuse…1, 2, 3, 4, 5... Avvicinò la sua
bocca alla mia inclinando la testa sulla destra...
E
anche il capitolo 4 è postato!!
Come
da rito i ringraziamenti a chi legge, a chi recensisce, a chi critica…a tutti
insomma!
Un
ringraziamento in più a Giulia, Simona e Lorenza che mi
hanno aiutato nei blocchi =D
In
questo capitolo cerco di descrivere meglio il personaggio di Alice,
per le sue caratteristiche fisiche mi sono ispirata ad uno dei miei personaggi
dei libri preferiti: Alice Cullen (Twilight)!!!
Riuscivo
quasi a sentire il suo respiro, i suoi occhi,
purtroppo per me chiusi, erano della stessa sconvolgente bellezza di poco fa.
Socchiusi i miei quando...
“Oh
cazzo…erm… scusatemi!…”
Tomo aveva appena spalancato la porta, e la vista di me e Tim
lo aveva evidentemente shockato e colto di sorpresa. Era bloccato di profilo in
mezzo alla porta, la bocca spalancata, la mano sinistra sulla maniglia d’ottone
e la destra sulla testa. Era evidentemente shockato e non poco!
“Tim…erm…scusate nuovamente l’interruzione, ma…Jared mi ha
mandato a chiamarti. Il ballo è già iniziato da mezz’ora, Shan
è scomparso tra le braccia di Alice, Dio solo sa dove
e non possiamo reggere da soli la situazione…Emma devi venire anche te nella
sala…perdonatemi!”.
Tim si staccò da me non appena sentì la
voce si Tomo e lo guardava senza batter ciglio con le
mani piantate nelle tasche dei pantaloni. Appena Tomo finì la frase io non mi mossi, lui scattò via come una scheggia senza neanche
guardarmi; Tomo mi lanciò un’occhiata che mi parse quasi di rimprovero.
Non
riuscivo a capire. Era successo tutto troppo velocemente. Non riuscivo a capire
perché era accaduto tutto così all’improvviso, e perché la
passione di un secondo prima era stata spazzata via alla vista di Tomo.
Non mi spiegavo l’occhiata di Tomo, mi sembrava più
che favorevole alla storia tra me e Tim. Allora
perché quell’occhiata? I dubbi mi tormentavano, ma
era mezzanotte passata. Okmi dissi,
vai di là e fingi che non sia successo nulla.
La
serata fu esattamente l’opposto di ciò che mi aspettavo… Non appena entrai
nella sala in cui si teneva il ballo la vista non fu delle
migliori e riuscì a liberare la malinconia repressa la sera precedente. Jared, Tomo e Timerano circondati da trenta echelon
insanguinati che li bombardavano di domande e parole inutili dato che
sicuramente conoscevano la loro vita meglio di me! E come se non bastasse, come
sottofondo c’era ‘Lullaby’ dei The Cure, senz’altro scelta da Jared,
canzone allegra e adatta al mio stato d’animo no?!
Perlustrai
la sala con gli occhi non avvicinandomi alla band e
scorsi Shan e Alice ancora abbracciati su un
divanetto; se poco prima mi avevano fatto una tenerezza infinita, in quel
momento Alice era la persona che più invidiavo al mondo.
Mi
diressi al bar del locale. Ordinai un VodkaLemon e decisi di abbandonare il mio solito Cosmopolitan; avevo bisogno di qualcosa di forte per
reprimere i nervi e tenerli a bada per un paio d’ore. Buttai giù il primo e
ordinai il secondo, anche se mi sentivo già meglio.
Vidi
Jared avvicinarsi.
“Tomo
mi ha detto che vi ha visti…”.
“Visti
far cosa?!Se ci ha visti
baciare dì pure a Tomo che ha le allucinazioni perché le nostre labbra non si
sono neanche sfiorate”. Il mio tono era secco e detestabile, e Jared non se lo meritava.
“Scusami
Jay, mi girano leggermente questa sera…Torna pure
dalle tue fans: ti adorano, avranno mille domande
ancora da farti e sicuramente si staranno chiedendo cosa ci fai con una che
scola un VodkaLemon dopo
l’altro!”.
“Non
fare la stupida Em…Torno subito. Tomo e il
bastardo stanno già salutando gli echelon…E’
l’una ormai, credo possa bastare…Poi parliamo; se vuoi
ora vai a cambiarti e lavarti!”.
Non
risposi.
Finii
il terzo drink, ne scolai altri due e mi diressi al
bagno dove mi ero cambiata, mi sciacquai via dal viso trucco e sangue e tornai
ad essere la Emma di sempre, con i suoi fottutissimi
jeans strappati, il suo maglione e lo sciarpone di
lana, come aveva detto Shannon.
Aspettai
di sentire la porta del camerino della band chiudersi,
dopo di che presi la mia roba, appesi lo splendido abito nero nell’appendiabiti
e abbandonai il mio bagno. Entrai in corridoio ed in mancanza
di sedie decisi di sedermi per terra...Ero troppo stanca e sbronza per
reggermi in piedi, e anche per tenere…gli…occhi…aperti…
Un
enorme e pesante cerchio invisibile mi coronava la testa… Mi svegliai
all’improvviso a causa di un brutto sogno di cui ora non ricordavo più neanche
l’inizio, e mi accorsi di essere nel tour bus. Non
portavo le scarpe, e mi era stata tolta la sciarpa. Chi diavolo mi aveva trascinata lì dentro?!
Guardai il cellulare, erano le 5 del mattino.
Decisi di armarmi di tutta la buona volontà di cui ero in possesso per alzarmi
dallo pseudo-letto…cattiva, cattivissima idea.
Andai verso l’angolo cucina del bus e notai Jared. Finalmente un viso amico! Indossava larghi boxer neri e una t-shirt bianca con delle stampe sul davanti
molto stropicciata: abbigliamento insolito e troppo maschile per il
solito Jay! Era seduto e mangiava i
cereali CapitanCrunch immersi nel latte. I
cereali di Tim, pensai, fortuna che dorme
altrimenti l’avrebbe già sbranato vivo.
Mi
sedetti di fronte a lui e notai non con piacere la sua espressione… Volto
preoccupato, stravolto, stanco, di chi ha passato la
notte a vegliare un proprio caro deceduto. Profonde occhiaie violacee
contornavano i suoi occhi blu.
“Jared…mmm…scusa,
il post-sbornia-colossale non è mai piacevole.
Cosa diavolo è successo ieri notte e cos’è successo a
te?”.
Occhiaie
ed espressione stravolta erano nulla in confronto alla disperata e solitaria
lacrima che subito gli rigò una guancia. A lui, l’uomo di
pietra che non piangeva mai…
“Emma… E’ successo un casino…”.
Prima
che terminasse di parlare mi alzai dallo sgabello,
andai nel reparto notte dei ragazzi e capii cosa turbava Jared.
I
letti erano tutti vuoti, due disfatti, gli altri due
intatti…
Eccomi
con il capitolo 5 (scusate l’attesa!)…
Mi
sembra giusto giustificarvi il perché dell’eccessiva drammaticità nelle scene
drammatiche: scrivo con canzoni come Lullaby dei The
Cure, Fallen dei MyDurlingMurder e DemolitionLovers, Desert Song e The Ghost of You
dei MyChemical Romance…mooolto dramma in certi capitoli!
Ringrazio
come da routine tutti i miei lettori (vecchi e –spero-
nuovi), chi recensisce, chi mi ha assistito nella composizione dei mesi
precedenti e continua a farlo con i nuovi capitoli (Giulia, Simona, Lorenza)!
“Jared…Jared… tiprego, guardami. Che fine hanno fatto gli altri? Dove sono finiti
Tomo, Tim…?”.
Non
mi guardava, continuava a girare i CapitanCrunch nel latte e guardava nel vuoto cose che non riuscivo
ad immaginare. Passarono minuti e minuti, ma non rispondeva
mentre io continuavo a ripetere lentamente e con le lacrime agli occhi
il suo nome.
“Jared…………Jared…………Jared………”.
L’attesa
mi stava logorando…
“JARED
DIMMI COSA CAZZO STA SUCCEDENDO TI PREGO!”. Sembrò
accorgersi di me solo ora.
“Jared non riesco a trovarlo!”. Tomo era entrato di colpo
nel tour bus; gli corsi intorno, il ghiaccio del suo
sguardo nerissimo mi bloccò nuovamente.
“Vi
prego…ditemi-cosa-diavolo-sta-succedendo…”.
Ero in preda alla disperazione.
“Lo
vuoi sapere Em?! Beh se ci
tieni così tanto ieri sera siamo rientrati solo noi
tre in tour bus, e te sei svenuta nella discoteca! Indovina
un po’ Emma… TIM E’ SCAPPATO!”. Jared
pronunciò quelle poche parole con rabbia e rancore…
Tim, scappato, ma dove? Perché? Mi accorsi di non
essere nella posizione di fare ulteriori domande. Ce l’avevano con me e non riuscivo a capirne il motivo!
“Lo
stiamo cercando dall’una e mezza, ma di lui non c’è neanche l’ombra…”.
“EShannon ed Alice? Sono anche
loro fuori a cercarlo?” Chiesi.
“No,
sono andati in un albergo…Penso che conosci mio fratello abbastanza da capirlo
da sola”.
“Sì,
giusto… Avete provato a chiamarlo sul cellulare?”.
“Oh
ma che genialata… Il cellulare! Certo che sei una mente
Em… Rifletti, sono le 4,30 del mattino, abbiamo perso
Tim tre ore fa e secondo te
non abbiamo provato a chiamarlo sul telefono?! E’ spento
ovviamente” Tomo sprizzava acidità da tutti i pori.
“Tomo, ma cosa diavolo ti ho fatto? Scusa se sono le quattro
del mattino passate e non ancora mi riprendo dalla sbornia di ieri notte! E
questa notizia certo non mi è d’aiuto…” Sapevo di star per scatenare l’ira di Achille, ma non reggevo il nuovo Tomislav.
“Cosa mi hai fatto Emma? Cosaci hai fatto! Per quale motivo è
scappato Tim? Eh?! Per quale motivo ieri sera non
degnava neanche di uno sguardo quei trenta poveracci che hanno vinto il bloodball? Per quale motivo non è
rientrato in camerino dopo il ballo? Per lo stesso identico motivo
per cui io sono così con te stasera!! Vi stavate baciando Emma! Sai cosa
vuol dire?!Se finisce, se
non va, se qualche altro membro della band si mette in mezzo, perdiamo un bassista e forse anche l’assistente!”.
“TOMO
STA ZITTO UNA VOLTA PER TUTTE!”.
Nonostante il richiamo di Jared -non in mia difesa, ma in difesa della sua testa- le
parole di Tomo mi suonarono come una pugnalata al petto.
Ricordai
in un flash ciò che era accaduto quella sera… Io e Tim
nello stanzino, Tomo che entra, lo sguardo di Tomo, quello di Tim, le parole di Jared, i VodkaLemon e poi il buio.
“Tomo,
ascoltami! Primo: le nostre labbra non si sono neanche sfiorate grazie al tuo
arrivo. Secondo: sei un ipocrita, eri il primo a favorire questa storia ed ora?!” Le parole mi uscirono di bocca come un fiume in piena che
avrei voluto volentieri fermare.
“TERZO:
E’ INUTILE STAR QUI A DISCUTERE QUANDO HO PERSO L’ENNESIMO
BASSISTA E MIO FRATELLO SE LA SPASSA FELICEMENTE IN HOTEL!”.
Jared questa volta zittì entrambi. Il suo
sguardo ardeva.
Sapevo
quanto aveva sofferto per l’abbandono di Matt, non
come bassista, ma come persona…Ed ora la fuga di Timothy, e i ricordi di quel giorno di Marzo del 2007 che si ripresentavano alla sua memoria…
Mi
diressi nel mio angolo notte, mi cambiai, indossai le scarpe, la giacca, la
sciarpa, afferrai il cellulare lasciando la borsa sul bus e, senza degnare né Jared né Tomo di mezzo sguardo, uscii alla ricerca del mio angelo, questa volta caduto e forse per sempre.
Vagavo
senza meta sotto gocce di pioggia che mi graffiavano il viso come mille sottili
aghi, alla ricerca disperata di Tim. Dovevo concludere qualcosa di buono quella notte, non per me, ma
per i ragazzi. Svoltai un angolo, presi la seconda a destra,
poi girai a sinistra, svoltai ancora un angolo. Giravo
tutti i motel nel raggio di cinque miglia, non poteva poi essere andato
così lontano sotto la pioggia.
Dopo
un’ora di disperato vagabondare entrai in un caffè
notturno, mi sedetti al bancone ed ordinai un espresso. Lo scolai velocemente
per non farlo raffreddare, nella speranza che facesse
bene al mio post-sbornia, ma non fu così. Uscii dal locale e stava piovendo
ancora più forte di poco prima. Stava venendo giù il diluvio universale! Il
cellulare vibrava; sul display apparve la scritta Jared, decisi di rispondere…
“Pron..”
“Oh
per amor del cielo Emma! Torna subito al bus!!”
“L’avete
trovato?”
“No,
non ancora. Mezz’ora fa aveva riacceso il cellulare, ma quando Tomo l’ha
chiamato ha riattaccato senza neanche rispondere e non abbiamo idea di dove sia… Hai concluso qualcosa?!”
“No…”
“Bene.
Allora torna, dai, non fare la bambina testarda!
Capito?!…… Emma?! Emma rispondi!...”.
Riattaccai
il telefono.
Una
visione sul lato opposto della strada.
Un
motel con un insegna rossa.
E seduto sotto l’insegna, un ragazzo alto,
bagnato fradicio, una sigaretta spenta in bocca ed una Corona nella mano
destra, con un’aria da maledetto bastardo.
Eccomi
qui con il sesto capitolo^^
Bene,
avete scoperto come mai due letti non erano disfatti!
Come
vi è sembrato?! Spero di non aver deluso le vostre aspettative!
Ringrazio
come routine tutte le persone che leggono e soprattutto chi recensisce! Grazie
1000!
Il telefono mi cadde dalle mani. Non me ne
preoccupai. Continuavo a fissare la mia visione. Mezzo litro di caffè e stomaco
vuoto dopo una sbornia possono causare allucinazioni?! Le mie risorse celebrali
non davano risposte positive… Avevo trovato Timothy.
Aspettai con ansia che l’imput necessario
per far muovere le mie gambe arrivasse, mentre la pioggia mi inondava il viso e
gli abiti: dovevo raggiungerlo, dovevo fermarlo, era lì e dovevo avvicinarmi
per auto convincermi che fosse vero. Arrivò. Attraversai di corsa la strada, e
appena raggiunsi il marciapiede opposto mi notò.
Non so descrivere la sua espressione, né il
suo sguardo, la pioggia me lo impediva.
“TIM…TIM…TI PREGO…ASPETTA!!!”.
Invano…Appena intravide qualcosa di
famigliare nel mio viso, si alzò e scattò verso quella che probabilmente era
stata la sua stanza quella notte. Evidentemente la fortuna – sempre che
di fortuna si possa parlare – era dalla mia, perché mentre camminava gli
caddero le chiavi della stanza e riuscii a prenderle prima di lui.
“Tim, ti prego, devi ascoltarmi…”.
“Emma, dammi quelle chiavi per favore…” La
sua calma apparente nascondeva una furia insolita nei suoi occhi ghiacciati,
che ora vedevo meglio.
“No, perchè so che poi te ne
andrai…Ascoltami, non ti rubo più di cinque minuti…”.
“Emma, te lo chiedo per favore e con tutta
la calma di questo mondo…dammi-quelle-cazzo-di-chiavi”.
“NO TIM ACCIDENTI ASCOLTAMI!”. Si
paralizzò…Non avevo mai alzato la voce con lui. A dire il vero era il dialogo
più lungo che avevamo da quando lo conoscevo. E la sua espressione era
indescrivibile: un misto di incazzatura, inquietudine, spavento, perplessità,
ansia, tristezza…
“Tim…Non so perché sei scappato, e in questo
momento a dire il vero neanche mi interessa, non so perché hai riattaccato il
telefono in faccia a Tomo quando lui sembra stare dalla tua parte sempre e
comunque, non riesco a capire come puoi fare questo a LORO…Sono la tua
band, non mandare tutto a puttane…Torna Timothy, te ne prego!”.
Mentre pronunciavo quelle ultime parole le
lacrime si confusero alla pioggia, sperai di nasconderle inutilmente e la voce
mi si spezzò.
“Emma, tu non capisci…Non posso. Non ora.
Vat…”.
“Non ora?! HAI IDEA DI COSA STIANO PASSANDO
TOMO E JARED IN QUESTO MOMENTO?? STANNO MALE! E PER TE TIM!”.
“Emma io…”.
“…Emma un corno! Non ti sto pregando per me
Tim, ma torna. Torna per Jared. Non lo vedevo così da quando Matt se n’è
andato…e sai che cosa sta passando. Lo sai…e so che non vuoi che lui soffra”.
“M-m-mi stai pregando per Jared?”.
“Io…beh…sì…insomma…ti prego…io…”. Non so
cosa, non so chi, non so come, non so perchè il pianto aumentò e mi gettai tra
le sue braccia. Sei una stupida Emma…stai rovinando tutto pensai.
Non ero abbracciata ad un essere umano, ero
abbracciata ad un pezzo di ghiaccio, immobile, statuario, che improvvisamente
prese vita e mi respinse…
“Emma…Io-non-posso…Vattene!”.
“Scusa…Tim non riesco a capire…”.
Famous Last Words…Il titolo di una
delle mie canzoni preferite…
Now I know
That I can't make you stay
But where's your heart? But where's your
heart?
But where's your...
…Sei una bambina ingenua e stupida Emma…La porta di una
stanza a tre metri da noi si aprì. Stupida, stupida, stupida STUPIDA!
Così stupida… Stanza 305…
And I know
There's nothing I could say
To change that part
To change that part
To change...
…Guardai la chiave che era nelle mie mani:
tre-zero-cinque.
Guardai Tim: il viso nelle braccia
appoggiate al muro del motel, mi nascondeva i suoi occhi.
In mezzo alla porta una ragazza e solo un
lenzuolo bianchissimo a coprirla. I capelli lunghi e castani gettati di lato,
le guance rosse.
“Hey, Timmy…Rientra dai…altrimenti ti
ammal…chi è questa?”.
Timmy? Odia essere chiamato così…
L’unico pensiero che mi venne in mente? Avanti
sforzati Emma…Meriti di soffrire.
Scusa…Tim non riesco a capire… le ultime parole
famose…Non c’era nulla da capire ormai; più evidente di così.
Lo guardai con gli occhi completamente
inondati di lacrime. Mi guardava. Era inerme…Tra le gocce di pioggia scorsi
delle lacrime che gli rigarono le guance.
“Emma…Emma…Aspetta…”.
Gettai le chiavi a terra e scappai.
Correvo, correvo, correvo…Nessuno mi avrebbe
più fermato.
Finalmente ce l'ho fatta!! Scusate l'enorme
attesa, ma Word è partito e non contribuisce più.
Ebbene sì, era proprio Tim... Le parole della
canzone a cui Emma sta pensando sono quelle di 'Famous Last Word' dei My
Chemical Romance, canzone che a me piace davvero tanto!
Grazie 1000 a BlueAndYellow (ho letto
qualche tua one-shot, sei davvero bravissima *-*), loryherm (looo grazie per
aver letto :* i capitoli non si allungheranno però hehehe) e in particolare a p
i x i e (graaaaazie mille!).
Non riuscivo più a sentirmi né braccia, né
gambe, né viso. La pioggia mi stava consumando la pelle ed i vestiti erano
zuppi, ma non mi importava.
Era scappato dal gruppo. Era scappato via da
Jared, Tomo e Shannon. Aveva abbandonato la sua musica, il suo lavoro senza
alcun preavviso e per cosa? Una scopata? Non sarebbe tornato, aveva detto ‘tu
non capisci…Non posso’ e per quel poco che lo conoscevo, potevo essere
certa del fatto che non avrebbe mandato tutto a puttane per la sfigata ragazza
di turno. Più correvo e più mille pensieri mi affollavano la mente: avevo
gettato via il mio cellulare, Jared stava già impazzendo per Tim e
probabilmente sentirsi riattaccare il telefono in faccia da me non era ciò di
cui aveva bisogno. Ero stata egoista. Stavo scappando, ma cosa avrei risolto
così? Ero come Tim forse: scappavo dai miei problemi. Problemi…sì,
certo, problemi seri i miei! Mi resi conto che non stavo scappando perché non
ero riuscita a riportare Tim sulla ‘retta via’, ma perché lui era scappato. Non
l’avrei più visto tutte le mattine, non avrei più sentito la sua voce, non
avrei più visto in giro mozziconi di sigarette e bottiglie di Corona vuote, non
avrei più potuto osservarlo mentre si concentrava e si scatenava sul
palcoscenico con il suo basso. Tutti i miei problemi erano incentrati sul mio
fottuto ego!
Egoista, narcisista, stupida…Mi bloccai e mi
resi conto della cazzata che stavo facendo.
Ero l’assistente di Jared Leto e non dovevo
fare altro che il mio lavoro, senza coinvolgere i miei sentimenti. ‘Il
lavoro prima di ogni cosa, io non ho bisogno di persone sentimentali ed emotive’
erano state le parole di Jared quando mi assunse, ed io gli promisi che avrei
lasciato la mia parte romantica ed emotiva fuori dagli “affari”. Avevo
mantenuto la parola, certo, ma entrando in quel camerino con il bassista della
sua band la sera prima avevo distrutto sei anni di carriera e professionalità.
La Emma razionale stava riprendendo il
controllo: mi rifugiai sotto il portone di un appartamento, cercai di
asciugarmi il viso con le mani anch’esse bagnate e diedi un’occhiata in giro
per rendermi conto di dove mi trovavo. Senza neanche rendermene conto avevo
corso per cinque isolati ed era il crepusolo…Mi armai di forza e coraggio,
dovevo riaffrontare il temporale e tornare al tour bus.
Iniziai a camminare cercando di lasciare in
bianco il foglio della mia mente. Passo, dopo passo, dopo passo, dopo
passo…Arrivai alla fine del primo isolato…Un passo, un altro passo, un altro
ancora…Il vento ora sostituì la pioggia, e mi sbatteva contro con enorme
violenza, ma continuavo a camminare…
La sciarpa che avevo attorno al collo volò,
danzando nell’aria. Corsi per riprenderla in mezzo alla strada. Due fari
abbaglianti puntati nei miei occhi. Poi il buio.
Un dolore lancinante mi distruggeva la
testa, le costole, le braccia, le gambe. Cercai di aprire gli occhi, ma non ci
riuscivo. Sentii la voce di una donna…
“Non ora, mi dispiace…Tornate questa sera”.
Buio.
Tentai di aprire gli occhi. Sentivo la
macchina che segnava il mio battito cardiaco. Il dolore non era cessato.
“SSH…Smettela voi due! Em…Em?”.
Buio.
*72 ORE DOPO*
Mi svegliai. Avevo finalmente ripreso
coscienza. Riuscii ad aprire gli occhi…
Ero una mummia! La gamba destra ingessata,
il ginocchio sinistro fasciato, braccio destro ingessato, costole fasciate,
flebo nel braccio sinistro ed il dolore lancinante alla testa che non cessava.
“EMMA!”.
Un ragazzo alto, mingherlino, vestito
totalmente di nero, viso sconvolto, pallido, occhi blu elettrico, capelli
castani…Volto conosciuto, ma la mia vista era ancora un po’ appannata.
“Em…Em, sono io: Jared! Ti ricordi di me?”.
Ma certo, il mio capo di lavoro! Jared…e una sua lacrima solitaria che scorreva
giù dal suo occhione lucido.
“Hey…aah” Anche sorridere mi procurava
dolore. “Jay, perché piangi?”.
“Em…Em, io…Oddio non sai quanto mi dispiace.
Sono stato uno stupido a risponderti male l’altra sera, un fottuto stupido a
lasciarti andare…Em potrai mai perdonarmi?”.
L’altra sera…Sì, ricordavo bene
cos’era accaduto. Un’altra fitta di dolore, un dolore non fisico, un dolore che
nessun medico, nessun dottore avrebbe potuto curare. L’altra sera…
“Ma Jay tu…Aspetta, da quanti giorni sono in
questo stato?”.
Un accenno di sorriso illuminò il suo volto
“Tre giorni Emma. Emma io…Sono mortificato. Non doveva accadere. Ho temuto di
perderti! Non dormo da tre giorni, ho bevuto solo caffè e non ho mangiato
nulla…Emma, perdonami ti prego”. Un’altra lacrima amara.
“Hey hey hey…basta lacrime ok? Non sto
piangendo io, e sembro la mummia di Tutankamon! Scherzo…Jared, se c’è qualcuno
che deve perdonare quello sei tu. Sono io a doverti chiedere scusa, sono io che
ho infranto la promessa, sono io che sono scappata senza preavviso, sono io…”.
“…Sei tu che dormi da tre giorni in questo
cazzo di ospedale tutta bendata solo perché io ti ho lasciata andare! Ti voglio
bene Em”.
“Anche io te ne voglio…”.
“EMMA!!” Shannon, seguito da Alice e Tomo,
era entrato e si era fiondato su di me, schioccandomi un sonoro bacio senza
neanche sfiorarmi la guancia. “Ci hai fatto penare per tre giorni Em! Ma più
che per te, temevo per questo cadavere qui, che un tempo pensavo fosse il mio
fratellino!”.
“Shan! Oh mi dispiace, lo ripeto anche a
voi. Jared sta peggio di me e si vede…Jay, perché non vai a mangiare
qualcosa?”.
“Abbiamo pensato a tutto noi! Tieni Jay, un
bel panino vegetale ed una tavoletta di cioccolato. Non voglio sentire storie,
quindi mangia tutto!” Alice, così piccola e così premurosa, che brutto
benvenuto che aveva ricevuto da parte nostra…
“Alice!”. “Hey Emma!! Non posso
abbracciarti, ma sappi che ti stritolerei se potessi, quindi devi rimetterti al
più presto ok?”. “Certo…”.
Mancava una voce all’appello. Volsi il mio
sguardo verso il fondo di quella camera troppo bianca per i miei gusti ed
incontrai gli occhi di Tomo, lucidi. Era imbarazzato e si sentiva evidentemente
in colpa per quanto era accaduto quella sera. Non riusciva a rivolgermi la
parola così presi l’iniziativa.
“Hey tu laggiù…Ci conosciamo?”. Gli chiesi
con un debole sorriso sulle labbra livide. Tutti quanti guardarono Tomo e poi
me. Jared gli rivolse un sorriso incoraggiante e con un’occhiata eloquente
invitò ad uscire il fratello e la sua ragazza dalla camera.
Non appena la porta si chiuse, Tomo si
avvicinò a me e mi abbracciò goffamente poiché ero piena di bende e tubicini.
Si staccò subito, e scorsi una lacrima anche sul suo viso.
“Tomo! Tomo…Non piangere, non è colpa di
nessuno se non mia, se sono in questo stato! O e anche del bastardo che mi ha
messo sotto, ovvio”.
“Emma, io non dovevo dirti quelle cose.
Sappi che non le pensavo davvero, erano solo dettate dall’agitazione, dalla
stanchezza, dallo stress, e forse anche un po’ dall’ invidia nei confronti di
quel bastardo! Em, sono contento di rivederti ad occhi aperti…”.
“Grazie Tomo! Ti voglio bene…Ora che Jared è
fuori posso farti una domanda?”. Dovevo sapere, anche se la ferita incurabile
che avevo nel cuore stava per riaprirsi…
“Vuoi sapere se si è fatto sentire? No…No
Emma. Shan gli ha lasciato un messaggio in segreteria due giorni fa, ha trovato
giusto informarlo del fatto che eri uscita per cercarlo, e di ciò che ti era
successo, ma lui…”.
Tomo non riuscì a terminare la frase, io non
riuscii più ad ascoltarlo e la porta della stanza si aprì…
Non volevo interruzioni! Stavo chiarendo una volta per tutte con Tomo cav-cav-o-lo…
TimothyKelleher
sulla porta della mia stanza d’ospedale.
La mia bocca prese una strana forma…
L’incidente mi aveva ridotto male e il minimo movimento mi procurava dolore. Mi
voltai verso Tomo: i suoi occhioni neri erano ancora
più lucidi e subito corse ad abbracciare vigorosamente
Tim, il quale ricambiò allo stesso modo. In un’altra
situazione quella visione mi avrebbe commosso, ma la ferita nel mio petto non
solo si era riaperta, ma bruciava, sanguinava
invisibilmente, faceva male, mi logorava, mi stava lentamente uccidendo. Non so
chi o cosa mi aiutò a scacciare indietro le lacrime, chiunque sia gliene sono grata!
“Sono contento di rivederti…” Tomo si staccò
da lui e puntò lo sguardo nei suoi occhi.
“Anche io. Mi
dispiace Tomo, davvero…”.
“Sì…L’importante è che avremo modo di parlare
dopo questa visita, che non credo sia per noi, ma per quello scricciolo
fasciato…” Si girarono verso di me e Tomo mi indicò
con un sorrisetto soddisfatto e rincuorato sulle
labbra. In quel momento preferivo di gran lunga il
Tomo di tre sera prima.
“Eh sì, beh…Se non ti dispiace, potresti
lasciarci soli cinque minuti? Prometto che non scapperò…”
“Cer…”.
“No.” La mia risposta tuonò come un ordine
imperiale, ma non potevo restar sola con lui, non potevo osservare il suo
sguardo glaciale che mi fissava, non potevo reggere la sua fottuta
bellezza, e più di ogni altra cosa non volevo
ricordare la mia stupidità di quella sera.
“Hey, piccolo
cadavere, credi di essere nella condizione di potermi impedire qualcosa?!”.
Ingenua? Sì, forse. Non potevo muovermi e se
voleva star lì certamente non avrei potuto alzarmi e
sbatterlo fuori a calci. Odiavo quella situazione così triste che si stava
trasformando in comica!
“Ciao…”. Appena la porta
si richiuse accadde ciò che più temevo. Non riuscivo a resistere alla
sua voce, ai suoi occhi.
Non volevo rispondergli. Se
solo lo avessi fatto, nulla avrebbe potuto fermare le lacrime.
“Emma, io…”.
“Non-voglio-ascoltarti”.
La mia vista si inondò senza preavviso.
“Devi…Devi
lasciarmi spiegare. Devo parlare con te. Devo sapere molte cose e mi servi
lucida…Ti prego Emma, ne ho bisogno…Se non per me, fallo per loro. Non so
quanto riuscirebbero a sopportarci se dobbiamo convivere sul tour
bus senza rivolgerci parola!”. Così dicendo prese una sedia, si mise accanto al
mio letto e delicatamente con la sua mano asciugò le mie lacrime. Chiusi gli
occhi. Il suo tocco gelido mi provocò dei brividi lungo la schiena.
Quando tornai ad essere
padrona delle mie facoltà mentali, decisi di affrontarlo…Emma non doveva
più deviare gli ostacoli.
“Quindi hai deciso
di tornare?”.
“Dipende tutto da te…Hai
deciso di chiarire?”.
“Ho altra scelta? Fai pure le domande che devi…”.
“Quando sei venuta a cercarmi l’altra
sera…Emma guardami nelle palle degli occhi per favore!
Quando sei venuta a cercarmi, sei venuta davvero per Tomo, Jared e Shannon?”.
“Cosa vorresti
insinuare Tim? Certo, sono venuta per loro…” Se era
tornato per restare dovevo mentire.
“Stai mentendo Em…Non
avresti avuto quella reazione”.
“Sai Tim, sei la
persona più egoista ed egocentrica che io abbia mai
incontrato!”.
“Rispondi alla mia domanda”.
“Io…beh è ovvio che son
venuta per loro no? Stavano da schifo e ti stavano
cercando da quattro ore! E…io…Cosa vuoi da me Tim?”. Neanche questa volta riuscii a trattenere le
lacrime. La mia domanda lo sorprese e il mio piangere
lo infastidì, abbassò gli occhi, ma non troncò la nostra discussione…
“Emma ti prego…Se fossi venuta solo per loro
non avresti avuto quella reazione”.
“Perché che reazione ho avuto?!” Stavo iniziando ad innervosirmi.
“GUARDATI EM! Quando ho sentito il messaggio
di Shan in segreteria mi è
preso un infarto! Ho pensato al peggio, ho pensato che
avresti potuto non riaprire più gli occhi, ho pensato che avrei potuto perderti
Emma! E la colpa sarebbe stata mia e di nessun
altro!”.
Una calda, infiammata e rabbiosa lacrima
sulla sua guancia. La prima da quando lo conoscevo.
“C-cosa…” Tirai un
sospiro. “Tim, no! La colpa è solo mia se ci troviamo
in questa situazione…Sono stata una stupida…una stupida
egocentrica. Hai ragione Tim, non me ne fotteva nulla della band, né di Jared, né di aver fatto incazzare
Tomo. Dovevo trovarti…dovevo sapere…io…Tim, perché sei scappato così?”.
Mi fissò per un interminabile minuto con le
labbra socchiuse.
“Emma…” Riabbassò lo sguardo e si portò le
mani alla testa.
“Tim, rispondimi.
Fregatene di ferirmi. Dammi solo una risposta. Sei stato
ingiusto con me e me lo devi”.
“Che altra scelta
avevo Emma!” Un’altra lacrima, seguita da un’altra ancora, ma la sua voce non
perse intensità.
“Che altra scelta aveviTim? Mi hai semplicemente illusa!
Mi avresti baciata in quel maledetto camerino se Tomo
non fosse…”
“ARRIVATO! Non ti pare ovvio Emma?”.
“No…dovrebbe?! Mi
avresti baciato per poi andartene con la prima che ti capita sottomano! Certo
molto logico Tim!”.
“Emma quella non ha nessuna
importanza per me! Emma…Tu sei importante per me” Un fulmine a ciel sereno, e le mie idee erano sempre
più confuse. Quelle poche parole mi colsero di
sorpresa…Ero importante per lui?
“Smettila di illudermi. Ti prego…”. Un’altra
lacrima cadde sulla mia guancia destra. Abbassai lo sguardo,
ma due mani gelide presero il mio viso e mi costrinsero a guardarlo.
“Ficcati bene in testa, una
volte per tutte, che io non voglio illuderti! Mi ferisci se lo pensi
Emma! Nota il mio sguardo quando ti vedo, nota il mio
comportamento quando ci sei tu nei paraggi, nota me e non ciò che tu vuoi
vedere!”.
Ormai avevamo entrambi gli
occhi lucidi, ci fissavamo a cinque centimetri di distanza…accadde
qualcosa di simile a tre sere prima. Le mie labbra però questa volta
incontrarono le sue. Erano delicate, mi sfioravano appena, ci guardavamo negli
occhi, ma durò troppo poco. Un bacio a stampo della durata di un secondo bastò
per scatenare la parte irascibile di Tim. Si staccò
da me, calciò la sedia lontano dal mio letto, si appoggiò con le mani al muro e
nascose la testa tra le braccia come quella sera…
“T-Tim…” La mia
voce era un sussurro e le lacrime mi scendevano giù dagli occhi.
“TU NON CAPISCI EMMA! INZIAMO UNA STORIA, VA
TUTTO A MERAVIGLIA, CI INNAMORIAMO, FINCHE’ ARRIVA IL GIORNO IN CUI CI LASCIAMO E POI? DOVREI
ABBANDONARE LA BAND COME HA FATTO MATT? O ABBANDONERESTI TU IL TUO LAVORO? RAGIONA EMMA! SON DOVUTO
SCAPPARE QUELLA SERA! NON POSSO MANDARE QUESTA CARRIERA A PUTTANE!”.
Un pugnale mi trafisse il petto. Un pugnale
affilato, sfoderato dal mio maledetto angelo caduto.
E la ferita ormai non
si sarebbe più risanata.
Fatti forte Em, ha
ragione. Ha solo ragione.
“Ok. Bene. Grazie
per la visita. Ora torna da Tomo, Jared e Shannon”.
Dovevo cacciarlo se non volevo che
assistesse alla mia crisi isterica.
“Emma…Cerca di capire”.
Tentai di tenere la voce salda.
“Ho detto VA-VIA!”.
Il mio angelo svanì per sempre, sbattendosi
la porta alle spalle.
Nuovo capitolo arrivato! Scusate l’attesa
molto lunga, ma Word non collabora -.-
Ebbene sì, dietro la porta c’era Tim (ovviamente) ed è così che l’arcano è –quasi- svelato
si spera XD
Grazie 1000 a chiunque abbia
letto e recensito la mia prima fanfiction, in
particolar modo a Giulia e Lore!
@ BlueAndYellow:
Grazie per la puntualità nel recensire e… sì, mi piace la suspance,
dovrete abituarvi!!
Il rumore di quella porta diede il ‘via
libera’ alle mie lacrime e non avevo alcuna intenzione di fermarle. Dovevo
sfogarmi, dovevo espellere il mio dolore con quel pianto ora che ero sola… Perché
nessuno, nessuno, avrebbe dovuto mai vedermi in quelle condizioni. Nessuno mi
avrebbe mai visto piangere per un uomo. Nessuno avrebbe dovuto vedere Emma
Ludbrook in lacrime.
I sentimenti fuori dagli affari. C’ero riuscita bene
no?!
“Buonasera signorina Ludbrook…Signorina
Ludbrook, tutto bene?!” L’infermiera entrò nella stanza e cercai di asciugarmi
le lacrime come meglio potevo, anche se gli occhi erano arrossati e gonfi.
“S-sì…certo…E’ che… mi fa male ovunque…”.
“Oh mi dispiace, ma è normale. Dovrà
sopportare ancora per poco però…Una settimana per gli accertamenti e sarà
fuori!”.
“Cosa? Una settimana? Ma…Ma non posso!
Insomma io, la band, il lavoro, i concerti…Oh mio Dio!”.
“Si calmi! Ah…I ragazzi che erano prima qui
hanno chiesto di rientrare…Va bene per lei signorina Ludbrook?”.
Non feci in tempo a risponderle, che aveva
già finito di cambiare la flebo e tre ragazzi entrarono nella mia stanza…Ne
mancava uno all’appello.
“Hey piccola…Hey, cosa sono quegli occhioni
arrossati?!” Jared fu il primo a parlare. Prese la sedia che Tim pochi minuti
prima aveva scaraventato via e si accostò al mio letto accarezzandomi una
guancia.
“Nulla…Nulla, davvero. Sento dolori un po’
ovunque, ma è norm…Oddio ragazzi mi hanno appena detto che devo restare qui
ancora per una settimana! Cercate di rintracciare Buck, o qualcun altro che
possa sostituirmi. Devo chiamare tutti i locali dei concerti di questa
settimana, e i ragazzi delle scenografie, e gli stilisti…Deve occuparsene
qualcun altro... io... io...”.
“Hey Furia di cosa diavolo stai parlando??”
Tomo e i suoi odiosi soprannomi…
“Del tour ovviamente! Non vorrete mica…”.
“…restare qui? Andiamo Emma! Non penserai
che ci sfiori l’anticamera del cervello il pensiero di lasciarti qui da sola!!
E poi abbiamo tutti bisogno di un break. Sai, Alice se n’è andata, ciò che è
successo con T.. Ahia!!! Hey di’ un po’ sei impazzito???” Shannon stava per
pronunciare il suo nome, quando Tomo lo riprese prontamente con una gomitata
nel fianco. Shan aveva ragione, avevamo tutti bisogno di un periodo di
assestamento…
Jared non parlava, mi fissava semplicemente.
Mai visto sguardo più eloquente.
Il suo sguardo si trasformò in parola, come
temevo… “Em, perché piangevi?”
Cosa? Come sarebbe a dire perché piangevo?
Non doveva insistere…Sapeva che non doveva farlo.
“Hey Emma…” Tomo troncò Jared, lanciò
un’occhiata che cercava approvazione al cantante, accanto a me, e al batterista,
vicino a lui, e riprese “… Em dicci tu cosa sta succedendo! Abbiamo chiesto di
entrare perché poco fa abbiamo visto Tim che scappava in lacrime
dall’ospedale…L’abbiamo chiamato, ma non ci ha neanche guardati!”.
Tim…In lacrime.
“Tomo, smettila! No Em, se non te la senti
di parlarne non succede nulla…Ci chiedevamo solo cosa stesse accadendo. Non
vogliamo che nessuno di noi stia male e se sfogarti può aiutarti a star meglio…
allora fallo” Shannon cercò di frenare il lato passionale di Tomo, quando Jay
mi ripoggiò la mano sulla guancia, e mi accorsi che stavo piangendo…di nuovo.
Stupida, sei una stupida. Non dovevo
permettere che mi vedessero piangere, non avrebbe dovuto assolutamente
accadere. Mai! Mai…
Jared fece cenno a Tomo e Shannon di uscire
dalla stanza e lasciarlo solo con me, anche se avrei volentieri preferito che
fosse uscito insieme a loro…
“Oh Jay, mi dispiace per questa situazione
assurda…”.
“SSh…Non sono rimasto solo con te per
sgridarti Emma!”.
Restammo per un tempo illimitato in
silenzio: io fissavo il muro, lui fissava me, mentre mi accarezzava i capelli.
Finché decise di spezzare quel silenzio assordante…
“Ti senti meglio ora? Ti va di parlarne?”.
“Non so cosa devo fare Jared…”.
“Non capisco…Spiegati meglio”.
“Io… Io ho deluso te Jay… mi sono lasciata
prendere dai miei fottutissimi sentimenti insignificanti… ho perso la testa per
un bastardo… ho fatto incazzare Tomo… ho quasi rischiato di uccidermi per lui…e
per cosa? Per sentirmi dire ‘Senti povera illusa, ti amo, ma non si può fare!’
…Sono una stupida illusa!”.
Leggevo un’amara tristezza nei suoi occhi
che non mi guardavano più. L’avevo deluso, sapevo di averlo fatto.
“Emma, puoi spiegarmi bene cos’è successo
prima?”.
“E’ arrivato qui… io non volevo parlargli,
ma lui ha insistito… abbiamo discusso di ciò che è successo quella notte ed
eravamo evidentemente incazzati e dispiaciuti entrambi… Poi è successo tutto
molto velocemente Jay: io piangevo, lui mi fissava, un bacio di un nanosecondo
che è bastato per scatenare l’ira in lui”.
“Ira?! Per quale cazzo di motivo avrebbe
dovuto arrabbiarsi con te?!”.
“Più che con me, ce l’aveva con sé stesso.
Ma ha ragione Jared, tu avevi ragione: i sentimenti fuori dal lavoro. Mi ha
fatto capire chiaramente e senza mezzi termini che anche se proviamo tutto
l’amore di questo mondo non accadrà mai nulla tra di noi, non può accadere
nulla per il bene del mio lavoro, del nostro, per il bene della band”.
Non avrei mai voluto dirglielo, ma le parole
mi uscivano di bocca senza controllo e ogni parola ne tirava fuori un’altra, e
un’altra ancora.
Jared mi abbracciò e mi sussurrò qualcosa
che non riuscii a captare, ma avrei giurato che Tim non sarebbe stato contento
di sentirle.
“Ti voglio bene Jay…Sei il migliore amico
che si possa desiderare!”.
“Sì…Amico…” E si staccò da me.
Ta-da-da-daaaa!
Ecco
qui un nuovo capitolo miei carissimi lettori!
Spero
di non aver lasciato troppa suspance anche in questo capitolo! [ahahah forse un
pochino, ma che capitolo sarebbe senza?]
Grazie
1000 a chiunque abbia letto e recensito anche questo! Non sapete quanto mi
faccia piacere leggere i vostri pareri **
L’ultimo giorno di ricovero arrivò e la
settimana era passata in fretta.
La compagnia dei ragazzi mi aiutò molto e mi
fece star bene, nei limiti di significato che questa parola poteva assumere
nelle mie condizioni! Trascorrevano quasi tutti i pomeriggi in ospedale tra una
partita a Monopoli ed una a Guitar Hero (ebbene sì, portarono la Play in
ospedale). Shannon e Tomo giocavano come bambini dell’asilo e potevano
discutere per ore su chi, come e perché aveva vinto, ma puntualmente era il
perdente a lasciar vincere l’avversario e le discussioni sfociavano sempre in
battibecchi del tipo:
- Ho vinto! Sei un perdente…
- No, sono troppo buono perchè ti ho
lasciato vincere
- Allora sei uno stupido perdente!
Jared invece non giocava spesso, anzi, il
più delle volte passava ore intere a fissarmi…
Non vidi affatto Tim quella settimana e nei
pomeriggi, i miei tre compagni di disavventura a turno sparivano per un’oretta;
probabilmente andavano da lui, anche se le scuse variavano dalla fame, allo
shopping, al ‘tornare sul tourbus’.
Erano le tre del pomeriggio ed entro un’ora
sarei finalmente uscita da quelle quattro mura bianche.
Ero sola in ospedale. I ragazzi la sera
precedente mi avevano portato un maxipull nuovo di zecca, un paio di collant di
lana, a cui avevano accuratamente tagliato la gamba destra, e lo stivale
sinistro!
Non avevo idea di quanto tempo avrei
impiegato per vestirmi con quel maledettissimo gesso impediente e le stampelle,
così decisi di iniziare con un’ora di anticipo… Prepararmi non fu tragico, la
cosa più dura fu imparare a camminare! Le mie braccia erano troppo esili e
sorreggermi su quelle due stecche non faceva al caso mio, mi faceva sembrare un
burattino!
Ero agitatissima, avevo paura di uscire di
lì, ero esageratamente ansiosa e non capivo il perché…
Nella speranza di imparare ad usar bene
quegli affari, giravo in tondo per la stanza già vestita da circa un quarto d’ora
quando arrivarono…
Il primo ad entrare fu Tomo.
“Hey Em sei già pronta!! Fatti vedere… Oh…”.
“Che c’è?!”.
“Non sembri una che ha subito tre giorni di
coma da una settimana…”.
“Erm…Grazie Tomo…Devo prenderlo come un
complimento?”.
“Certo che sì…Sai da piccolo ero in
bicicletta e cadendo mi ruppi il femore. Per un mese ho avuto l’aspetto di uno
zombie!”.
Entrambi scoppiammo a ridere. Mi abbracciò,
mi schioccò un bacio sulla guancia e si mise a sedere sul letto.
“E per la serie…Io non ti ho avvertito del
fatto che Shan ha portato la macchina fotografica…”.
“Co-…”.
“CHEEEESE!” Non feci in tempo a captare le
parole di Tomo, che subito Shannon irruppe nella stanza ed un flash mi abbagliò
la vista.
“Gesù, Shannon!! Mi hai fatto prendere un
colpo!” Iniziai a camminare verso di lui con le mie stampelle e in sottofondo
le risate sua e di Tomislav…
“Emma fai troppo ridere!” Clik. Altra foto.
Iniziavo ad odiare quel ragazzo!
Buttò la macchina digitale sul letto,
accanto a Tomo, e corse ad abbracciarmi scompigliandomi come sempre i capelli.
Dopo il suo abbraccio arrivò quello di
Jared. Così mingherlino, mi strinse con una tale forza da stritolarmi!
“Ahi, Jay, mi soffochi!”.
“Oh scusa!” E anche lui si staccò…
Avrei voluto tornare indietro, continuare a
farmi stritolare da Jared, perché a differenza di tutti gli altri giorni, i
ragazzi nella mia stanza oggi non erano tre…
Il mio angelo apparve dietro di loro:
statuario, bellissimo, i suoi occhi color ghiaccio, il suo sorriso imbarazzato,
il suo cappello nero che nascondeva il ciuffo. Tim. Finalmente capii l’ansia,
la paura, l’agitazione di poco prima…Non ero pronta per rivederlo, la mia
ferita non era completamente cicatrizzata anche se avevo fatto del mio meglio
per risanarla, lui non era ancora un capitolo chiuso per me e, nel mio
subconscio, non volevo che lo fosse.
Era una visione, bellissimo come sempre.
Si avvicinò e timidamente cercò di
abbracciarmi, si staccò ad una velocità repentina e guardando la punta delle
sue scarpe disse sottovoce:
“Sono felice che tu stia meglio…”.
“Grazie” Risposi, e mi rivolse finalmente i
suoi occhi. Mi aspettavo imbarazzo nel suo sguardo, invece vi lessi tristezza,
rimorso, colpevolezza.
Perché Tim, perché mi guardi così dopo tutto
quello che mi hai detto?
“Bene, allora Emma… Sei pronta per tornare
alla vita normale di tutti i giorni?” Jared troncò i miei pensieri.
“E chiamate la vostra vita normale? Sì, sono
pronta…Ma sappi che voglio l’aumento!” Cercai di ironizzare, per non rivelare
il fatto che fossi terrorizzata da ciò che mi aspettava!
“Se… Scordatelo!” E uscì dalla stanza
ridendo.
“Bastardo…”.
Lo seguii, con Shannon accanto, che non la
smetteva di scattarmi foto, e dietro di me Tomo e Tim.
Dodici giorni rinchiusa in gabbia…Ed ora mi
aspettava la terza guerra mondiale!
Appena uscita dall’ospedale, il tour bus ci aspettava…Erano passati solo pochi
giorni, ma sembravano un’infinità! Era come quando tornai a casa dopo il primo
mese di college lontana dai miei genitori, lontana dalla mia famiglia, lontana
dai miei amici, lontana da tutti…Una sensazione stupenda…Ero di nuovo a casa.
Salirono tutti sul tour bus prima di me e una minuscola ed insignificante
domanda mi sorse all’improvviso…
“Mi spiegate come faccio a salire lì sopra con questi cosi?”.
I ragazzi mi stavano guardando da dentro il bus e Jay, Shannon e Tomo
scoppiarono a ridere, ma lui no. La sua espressione era sempre serissima, anche
se meno triste rispetto a poco prima. Si affrettò a scendere i tre scalini, mi
tolse le stampelle di mano e nell’istante in cui mi sollevò le risate dal bus
cessarono.
Mi prese delicatamente tra le braccia marmoree, attento a non farmi male, e non
mi guardava negli occhi; mi portò sul bus, mi face sedere su un divanetto e mi
passò le stampelle.
“Gra…eerm…grazie” mi si spezzò la voce in gola e pronunciai quelle parole con
un tono bassissimo, guardando a terra.
“Figurati…”.
Sentivo le guance che andavano pian piano in escandescenza e bruciavano, avrei
volentieri voluto coprirmi nel mio sciarpone in quel momento, ma non lo
indossavo. Dio, come poteva comportarsi in quel modo con me dopo tutto ciò che
era successo? Mi stava illudendo, sapevo che lo stava facendo e non dovevo
permettere al mio cuore di impossessarsi della mia mente ancora una volta!
Però c’era un cosa che mi bruciava più delle guance ed era lo sguardo di Jared:
fisso su di me, crudo, freddo…Quando si dice ‘se gli sguardi potessero
uccidere’…
“E’ successo qualcosa Jay?”.
“No! Emma, devi chiamare tutti i locali, le scenografie, i tecnici, chiunque
per i prossimi appuntamenti e concerti. Controlla che sia tutto a posto!”.
“Certo Jared, ci penso io, non preoccuparti…”.
C’era qualcosa di diverso nella sua voce, non so cosa…
“Ho detto di no!”.
“Come sarebbe a dire no? Perché non vuoi Jared?”.
“Shannon smettila di insistere ok?!”.
“Ti stai comportando come un bambino Jared! E’ sempre venuta ai nostri
concerti, perché questa sera non può?!”
“Perché…perché ha ancora il tutore alla gamba Shannon…Non voglio che venga”.
“Se…il tutore…Bella scusa! Ti ricordo che tu sei stato quello che ha costretto
Tomo a salire sul palco anche con le stampelle!! Inventatene un’altra
fratellino…Ti conosco fin troppo bene”
“SHANNON!”.
Ma così dicendo Shannon uscì dal loro reparto notte, sbattendo lo sportello.
Avevo sentito tutto, stavo preparando un caffé e sentii il loro dialogo
involontariamente. Ero io che avevo tolto l’ingessatura da tre giorni e portavo
il tutore, ero io ad essere sempre andata ai loro concerti e soprattutto era
Jared ad aver sempre voluto la mia presenza…Cos’era cambiato?!
Nel giro di un mese ero riuscita a rimettermi al pari, avevo chiamato tutti i
locali del tour per confermare le date, avevo fissato altri concerti per
rimpiazzare le date cancellate, avevo fatto tutto il possibile per loro e
quello era il ringraziamento da parte di Jared…Non voleva che andassi al loro
concerto.
Stavo per allontanarmi da lì, quando lo sportello opposto si aprì e caddi a
terra…Ma cosa diavolo…Tomo uscì dallo stanzino.
“Oh mio Dio Emma scusami scusami scusami! Non pensavo ci fosse qualcuno…Ah
maledetto tour bus…Tutto ok? La gamba?”.
“Sto bene sto bene…Ora aiutami a rialzarmi Tomislav!”.
“Come hai detto?!”.
“TOMO…per favore!” E finalmente si decise a togliermi da laggiù!
“Cosa ci facevi qui Em?!” Bella domanda…
“Erm…io…prendevo un caffé!” Era la verità del resto! Omisi il particolare
dell’aver origliato, anche se non l’avevo fatto apposta!
“Oh beh…Se ti va, stiamo andando a fare shopping…sai, su internet cominciano a
circolare foto con i soliti vestiti ed è alquanto imbarazzante! Ti unisci a noi
Emma?!”.
“Noi chi?!” Non fece in tempo a rispondermi che la stessa porta assassina di
prima si aprì colpendo Tomo in testa.
“Oh cazzo, ma… Tim! Che bastardo…”.
“Scusa Tomo non avevo sentito che eri…che eravate qui…Ciao Emma” Era passato
molto tempo eppure c’era sempre distacco e imbarazzo tra di noi…
“Erm…allora cosa fate qui?”.
“Tim, ci stavamo baciando! Ci hai interrotti. Quindi ora ARIA!” Disse Tomo
abbracciandomi… L’espressione di Tim prese vari colori, dal bianco, al rosso,
al viola…Sembrava shockato e mi rivolse un’occhiata fulminante, uno sguardo che
non avrei voluto vedere.
“Oh Tim stavo scherzando! Ho invitato Emma a fare shopping con noi due!”.
“Voi due?!”/ “Tutti e tre insieme?!” Io e Tim parlammo all’unisono e Tomo
scoppiò a ridere.
“Ok!” Ancora all’unisono.
“Erm…Vado a prendere la giacca…”.
“Io vado a farmi una sigaretta”.
“Vengo anch’io Tim…Ti aspettiamo fuori Emma!” Odiavo quell’espressione
compiaciuta di Tomo. Maledetto…
Scarpe, giacca, sciarpa. Pronta!
Scesi così dal tour bus dove, qualche metro più giù, Tim e Tomo mi stavano
aspettando. No, mi correggo: dove Tim, Tomo ed una decina di ragazzi in
trepidazione mi stavano aspettando! Non potevano metter piede fuori dal bus
senza esser assaliti. Aspettai con calma che finissero e ci incamminammo per
quella strada. Doveva essere una strada principale dato che c’erano dei negozi
stupendi!
Tomo cercava di mediare il dialogo tra me e Tim con scarsi risultati…C’era
ancora dell’imabarazzo, e si sentiva.
“Allora cosa ci compriamo Tim?!”.
“Non so…Vediamo cosa troviamo”.
“Emma tu cosa ci consigli?”.
“Non saprei…Oh, entriamo qui e diamo un’occhiata!” Lo shopping era come droga
per me: ne ero totalmente dipendente e mi aiutava a dimenticare…
“Signorsì signora!” Esclamò Tomo lanciando un’occhiata da S.O.S. a Tim.
Fortunatamente scelsi il negozio giusto: guardie del corpo, commessi in divisa,
capi di alta moda italina e inglese. Difficilmente trovavo negozi così belli in
America, 5th Avenue esclusa, ma Manhattan era Manhattan! I ragazzi girovagavano
tra le passerelle di abiti e scarpe senza davvero guardare qualcosa, io ero già
all’opera. Qualsiasi cosa carina vedessi da uomo la prendevo e la poggiavo sul
bancone: pantaloni, maglie, giacche, camice, sciarpe, calzini. Di tutto. Ero
shopping-dipendente.
La mia fantasia però ebbe libero sfogo per non più di dieci minuti.
“Quella donna mi fa paura…La conosciamo Tim?!” Chiese Tomo al compagno
guardandomi spaventato, sorpreso e al tempo stesso divertito.
“No…Direi di no” E tutti e due scoppiarono in una risata silenziosa.
“Dite un po’ voi due…Avete intenzione di fare shopping con Emma o no?!”.
“Certo capo!” Rispose Tomo ancora sorridente.
“Bene allora…Nei camerini, di corsa!”.
“Cosa?! Dovremmo provare tutta quella roba?!” Chiese Tim indicando il banco
accanto a lui.
“Oh certo che no Tim…Questa roba è di Tomo, quella è tua!” Risposi indicando il
banco accanto a me…Volevano che andassi con loro del resto…
Passammo tre ore in quel negozio –ore durante le quali Tim e Tomo si
assentavano a turno per la solita sigaretta- e riuscii a rinnovare tutto il
loro guardaroba finalmente…E la donna che era in Tomo uscì fuori quando
pronunciai la parola ‘scarpe’: ne provò 37 paia!
Uscirono dal negozio soddisfatti dei loro acquisti e anche Tim sembrava non
essere irritato dalla mia presenza.
“Oh wow…Diciamo che siamo a posto fino alla fine del tour eh?!”.
“Certo Tim! Emma, grazie per l’aiuto!”.
“Oh, aspettate a ringraziarmi…”.
“C-cosa?” Si allarmarono – giustamente- entrambi…
“Anche io ho bisogno di fare shopping appena toglierò il tutore!”.
“Oh no, scordatelo bella! L’addetto alle compere femminili è Jared, non
si discute!” Evidentemente Tomo era terrorizzato all’idea di passare un altro
pomeriggio con me all’insegna dello shopping sfrenato!
“Oh beh allora come intendete ricompensarmi per queste tre lunghissime,
estenuanti, stressanti, noiose..”
“Ok hai reso il concetto!” Mi zittì Tomo.
“Dicevo…Merito una ricompensa per queste tre ore no?!” Il mio tono voleva
essere sarcastico, ma temo non fu colto come tale…
“Sì, la meriti…Emma, ti andrebbe di assistere al nostro concerto questa sera?!”
Fu Tim a fare la proposta, ficcandosi la sua maledetta sigaretta in bocca.
“Non sarà un blood ball come l’ultima volta, ma…” Sia io che Tim credo che
abbiamo fulminato letteralmente Tomo con un’ochhiata in quel momento…L’ultima
volta. Quell’ultima volta..
“Ma certo! Mi farebbe piacere venire…Grazie”.
“Perfetto! Allora passiamo dal tour bus, ci cambiamo e andiamo al locale con
Jared e Shan ok?!” Disse Tomo.
“Ok!” Io e Tim rispondemmo nuovamente all’unisono.
“Ok! Vamos”…Vamos? Aveva detto davvero vamos?
Arrivammo al tour bus passando se non altro senza esser assaliti per strada.
Una volta su, trovai un Jared furioso e uno Shannon esasperato dal fratellino.
“Senti, non capita spesso di dirlo a qualcuno se non a me stesso, ma DEVI DARTI
UNA CALMA-…Oh salve ragazzi! Emma!” Stavano discutendo…Chissà di cosa.
“Hey…Cosa succede?!” Chiesi preoccupata.
“Jared…” Shan stava rispondendo, ma Jay subentrò “Niente. Non è successo
assolutamente niente! Allora, avete fatto compere ragazzi? Niente per me?” Lo
conoscevo troppo bene da capire che stesse schivando il discorso.
“Certo che no Jay! Sei quello con più vestiti tra noi, quindi niente per te.
Shannon, invece per te un paio di sneakers!” Rispose Tomo offrendo al
batterista un suo paio di scarpe nuove. “Grazie!!” Quando Shan fece per
afferrarle le ritirò con un irritante “Se... Ti piacerebbero!”.
“Molto, molto divertente Tomislav…Davvero”.
“Hey Jay, Shan…Per voi è ok se questa sera viene con noi Emma no?!” Ta-dà!
Sapevo che la risposta di Jared alla domanda di Tim sarebbe stata un bel no!
secco.
Shannon guardò il fratello con sguardo interrogativo, Jared smise di bere il
suo caffè e si rivolse a me…
“Erm…Hai il tutore…Sei sicura di voler venire?!" Sì. Parlavano di me quel
pomeriggio.
“La gamba non è un problema ormai…Tim mi ha chiesto di venire. Devono
ricompensarmi per lo shopping di oggi e non vogliono accompagnarmi a fare mille
giri per negozi quindi…Ma se a te non va, posso restare qui” Non volevo, ma era
lui il capo!
“Non fare la stupida Em…Se dici che non ti fa male la gamba puoi venire”
Rispose se pur con voce atona.
“Bene! Dai ragazzi prepariamoci, altrimenti salta la prelistening session” Shan
mi ricordò di un piccolissimo particolare che avevo dimenticato: la prelistening…Eravamo
in Italia. Adoravo l’Italia.
Sarebbe stata una bella serata.
Chiedo umilmente venia per l’attesa!
So cosa vuol dire aspettare per settimane e settimane le
ff, ed è odioso!
Arrivammo al locale che, come al solito, era bramato da migliaia di persone che
attendevano fuori trepidanti. Ma come potevano? Da ragazza ero stata anche io
fan di band rock, ma quando andai al mio primo concerto dei Nirvana non rimasi
cinque ore in fila al freddo! Arrivai tranquilla tranquilla alle 8 di sera e mi
godei il concerto dal bancone del bar… L'importante era ascoltare la musica,
non guardare i musicisti.
Una volta entrati iniziò la solita routine: soundcheck, camerino, cena, cambio
abiti e poi la fatidica prelistening session a cui Tim non avrebbe partecipato.
19:30…
“Buona fortuna ragazzi!” Mi rivolsi a Shan, Tomo e Jared che mi guardava male… ma
che strano quel ragazzo!
“Grazie!” Risposero Shannon e Tomo, che mi schioccò un sonoro bacio sulla guancia.
Mi avvicinai a Jared…
“Hey, in bocca al lupo capo!”.
“Grazie” E fu freddo come non mai.
“Jay è successo qualcosa?”.
“Cosa? No, perché mai dovrebbe esser successo qualcosa!?”.
“Non so… Sarà una mia impressione! Allora dacci dentro stasera!”.
“Sì… Shan, Tomo pronti?”.
“E me lo chiedi?! Stiamo e stanno aspettando solo te Jared! Ti stai truccando
da un quarto d’ora!” Sbottò Tomo con tono ironico e a Tim scappò una risatina
soffocata. Jared fulminò Tomo con lo sguardo, guardò Tim e abbassò gli occhi.
“Mettevo solo la matita, smettila di fare storie Tomo!” Ok, luna storta.
“Shannon, anche tu smettila di tamburellare dovunque con le tue bacchette del
cazzo. Non lo sopporto! Andiamo!”.
“Jared se ce l’hai girate stasera non rompere me, va bene?!” Rispose Shan irritato
dall'ammunizione del fratellino.... Ma cosa gli prendeva?!
Si stamparono in faccia dei falsi sorrisi, salutarono me e Tim e salirono sul
palco. Io me ne andai in camerino.
"Hey dove scappi?" Mi guardai intorno, stava parlando davvero con me?
"Cosa? Oh andavo in camerino".
"Ti seguo, non mi va di star buttato qui come un eremita".
Mi seguì nella stanza poco distante dal backstage, ci accomodammo su due sedie
diametralmente opposte e il silenzio irruppe prepotente su di noi... Mio Dio
che imbarazzo!
Sfogliavo distrattamente le pagine di quello che doveva essere il Rolling
Stones italiano senza capire neanche mezza parola di ciò che vi era scritto,
quando il silenzio cessò...
"Allora, come stai?!" Mi chiese Tim. Il suo sguardo era fisso su di
me, sperava in una risposta positiva... Erano passati ormai due mesi
dall'incidente e entrambi avevamo capito che era giunto il momento di buttarsi
tutto alle spalle. O almeno questo era quello che speravo.
"Bene, la gamba non è più un problema davvero!".
"Non mi riferivo alla gamba...".
"Oh... Sì beh, sto bene! Tu?!" Non capivo ancora quella domanda...
Alludeva forse al diverbio di quel giorno oppure era un semplice modo di
rompere il silenzio?
"Sì tira avanti... Sono stanco e ho serio bisogno di un paio di giorni di
relax".
"Sì, credo che ne abbiamo bisogno un po' tutti.. Jared in primis"
Forse lui sapeva cosa stava succedendo a Jay.
"Già... Ma, si comporta in modo strano ultimamente non trovi?" O
forse no.
"Sì, l'ho notato. Cerco di parlarne con lui, ma devia sempre il discorso
e, a dire il vero, speravo sapessi qualcosa tu...".
"No mi dispiace... Io non so nulla, ma lo vedo parecchio agitato
ultimamente!".
"Già..." E quando si dice parli del diavolo... Jared aprì la
porta di scatto e si bloccò, vedendo me e Tim nel camerino, con gli occhi
sbarrati.
"Scusate... Vi ho interrotto?!".
"Hey Jay, no figurati... Allora com'è andata?!" E subito Tomo e
Shannon arrivarono nel camerino con un sorriso ad ottantaduemila denti per
rispondere alla domanda di Tim.
"Emma, Tim, io adoro l'Italia!" Disse Tomo, stravaccandosi su una
poltroncina, togliendosi il cappello e scompigliandosi i capelli neri.
"E' andata benissimo! Peccato sia durata poco... Cantavano meglio di
Jared!" Disse Shan, cercando di provocare il cantante che rimase
impassibile.
"OOk, messaggio ricevuto! Io esco a farmi un giro e controllo la band
spalla affinché sia tutto a posto... voi intanto preparatevi dato che tra
un'ora si va in scena!" E così dicendo uscii dallo stanzino. Mi sentivo di
troppo e sentivo di essere la causa dello stato d'animo di Jared. Ma non era il
caso di affrontare il problema prima della loro performance, avrei aspettato
fino al dopo concerto...
Era circa mezzanotte quando i ragazzi scesero dal palco e corsero nei camerini
per darsi una ripulita. Fortunatamente quella notte ci attendeva un albergo e
non il nostro tour bus, quindi potevamo restare in città e andare a prendere
qualcosa insieme.
Dopo circa venti minuti di attesa decisi di aspettarli sul retro del
locale...Neanche io impiegavo tanto tempo per cambiarmi!
Verso mezzanotte e mezza arrivarono quattro ragazzi incappucciati, con sciarpe
e giacche nere.
"Pronti?!" Chiesi impaziente.
"Pronti!" Rispose Tomo "Dove ci porti questa sera Em?!".
"Oh mi hanno consigliato un locale poco distante da qui, ci aspettano due
taxi...".
Arrivammo in dieci minuti in un locale carino, riservato, per fumatori - onde
evitare lamentele di Tim e Tomo- in cui nessuno riconobbe la band
fortunatamente...
"Oddio è vero! E Tomo ad un certo punto se ne esce dicendo: 'Certo bambola,
sono uno chef d.o.c.!' e da allora la bionda non s'è più fatta sentire..."
E scoppiarono tutti in una fragorosa risata alla rivelazione di Shannon.
"Oh non è vero!! Non è andata così! E poi ci ha rimesso lei, non io...pff,
sai dove lo trova un musicista bello e bravo che cucina anche!" Tomo
rispose mentre le sue guance inziavano ad arrossarsi per l'imbarazzo!
E la serata passò così: tra una chiacchierata, una risata e un bicchiere di
birra.
"Cameriere, può portare altre cinque Corona per favore?!" Ovviamente
fu Tim a chiederle...Dovette ripetere la domanda due volte prima di ricevere un
'certo' pronunciato con un'esagerata cadenza italiana.
Le birre arrivarono e Jared prese la parola dopo una serata di semi-mutismo...
"Erm...ora che siamo tutti" E richiamò tutta la nostra attenzione con
la sua voce pacata "Vorrei parlarvi di una decisione importante che ho
preso... Shan ne è già al corrente, ma voglio parlarne anche a voi".
Decisione importante che ha preso? Nell'arco di un secondo mi passarono
in testa le decisioni più tragiche: il suo abbandono della band e quindi la
rottura; l'abbandono di qualche altro membro, di Tim per esempio; il mio
licenziamento...
"Beh... Ne abbiamo parlato molto e la scelta è stata difficile, ma... Ho
deciso di prendere con noi un assistente nuovo che possa dedicarsi solo alla
band, così Emma non avrà il doppio lavoro da svolgere! Si chiama Mike e ci
raggiungerà domani, qui, in Italia".
"Oh bene, pensavo fosse qualcosa di più grave! Ma ti togli questa cazzo di
nota melodrammatica dalla voce??" Esplose Tomo per la seconda volta.
Shan, Tim e Jared sorrisero. Io cercai di fare altrettanto, pur non capendo
quella scelta.
"Così avrai più tempo di respirare Em... E se vorrai potrai anche prenderti
delle ferie" Aggiunse.
"Sì certo... Fantastico" Sì, fantastico... Da quanto potevo prendere
ferie io?!
Ce la possiamo fare a postarla tutta xD
Ecco qui anche il capitolo 14!
Grazie per aver letto e/o recensito =*
@BlueAndYellow: sono stata 3 settimane a NY,
questo è il motivo del ritardo! Chiedo venia ancora >.<
Il mattino dopo mi svegliai in un comodissimo letto d'albergo, immemore del
fine serata. Ricordavo solo il volto di Shan e una frase: non esagerare Em,
sai che non reggi bene questa roba! Ma Em è stata testarda ed il risultato
era un post sbornia che mi avrebbe senz'altro rovinato la giornata. Decisi che
era ora di alzarmi, diedi un'occhiata al telefono...Le 11.
"LE UNDICI??" Parlai da sola, scattando a sedere sul letto come una
molla alla vista dell'orario.
"Buongiorno..." O magari non ero da sola. Ai piedi del mio letto,
seduto su una sedia, c'era qualcuno. Avrei voluto avere ancora la vista
appannata, come mezzo secondo prima, per non vedere chi fosse... Tim, con la
t-shirt e i jeans della sera precedente, se ne stava lì, a fissarmi, privo di
espressione.
"TIM! Cosa diavolo ci fai qui??" chiesi, o meglio urlai.
"Emma, ora rilassati...Sta calma...Dobbiamo parlare" Quel dobbiamo
parlare mi provocò un sussulto al cuore che mi portò a coprirmi fino alle
spalle con le lenzuola. Oh...Capivo di cosa dovevamo parlare. Ero nuda, nuda
! Stupida stupida stupida stupida! Probabilmente la mia espressione
rispecchiava ciò che pensavo in quel momento...
"Sì, beh..." Sospirò.
"Tim...Tim, perchè sei nella mia stanza? Perchè io...tu...che cosa è
successo ieri sera?" Le mie parole erano intervallate da respiri
affannosi...Dovevo sperare che per una volta il mio intuito andava nella
direzione sbagliata.
"Senti Em, non so bene cosa sia accaduto ieri sera...Eravamo al bar,
abbiamo bevuto un po', poi Tomo si è sentito male, allora Shan e Jared l'hanno
portato via dato che rischiava di sporcare tutta la moquette del locale.
Eravamo sbronzi tutti quanti, l'unico sobrio era Jay...Ci hanno lasciati soli,
tu hai chiesto un'altra birra; abbiamo preso due bottiglie e poi siamo usciti
dal bar. Beh...Non ricordo molto se non due bottiglie di birra, la hall
dell'albergo e... Questa mattina mi son svegliato e...Beh...Oddio Em sono
mortificato".
Era successo. Eravamo stati insieme quella notte! Pochi flash mi tornavano in
mente: Tomo che rimetteva sulla moquette, Shan e Jay che lo portavano via, io e
Tim fuori dal locale, delle mani gelide che mi scioglievano il reggiseno e poi
la sveglia.
"Dove sono gli altri?! Ti hanno visto qui?!".
"No...no, stanno ancora dormendo".
"Esci immediatamente dalla mia stanza...".
"Em, io... Dovevo evitarlo, lo so. Dovrei essere io quello abituato a
situazioni come quelle di ieri sera, tu non bevi molto e non reggi
bene...Scusami".
Ero sull'orlo di una crisi di nervi. Sentivo le lacrime spingere bollenti
contro le mie palpebre pronte ad uscire. Non doveva accadere! Avrebbe dovuto
scappare dopo avermi visto nel letto con lui, non avrebbe dobuto far sì che
accadesse, non avrebbe dovuto lasciar che io lo scoprissi, avrei voluto vivere
per sempre nella mia beata ignoranza...Tra me e lui non doveva esserci nulla di
più di una pacifica e distaccata convivenza. Un'altra promessa fatta a me
stessa e non mantenuta.
"Emma! Emma ti prego dì qualcosa" Era ancora seduto e si reggeva la
testa tra la mani. Proprio come l'ultima volta: lui seduto accanto al mio letto
con il volto coperto e io che trattenevo a stento le lacrime.
"Esci da questa stanza e dimentica ciò che è successo" Fu tutto ciò
che riuscii a dirgli...Perchè c'era un problema di fondo: per me Tim non era
'il ragazzo di turno', non lo sarebbe mai diventato.
"Emma...Non voglio..." Scusa?!
"Scusa?!".
"Em, non voglio dimenticare questa notte" No, no, no. Non dovevo
illudermi ancora una volta!
"Tim-".
"Emma quello che ti ho detto in ospedale" Sentivo lo squarcio nel
petto che iniziava a riaprirsi.. "lo penso davvero!" ..lentamente..
"Per me non sei solo l'assistente di Jared, o una ragazza qualunque
Em!" ..molto lentamente.. "Sei importante per me, anche se non
possiamo vivere la nostra storia liberamente ed i comportamenti di Jared
ultimamente ne sono la prova! Em...Credo di essermi innamorato di te...".
Mi alzai di scatto anche se ero nuda mentre gocce bollenti mi graffiavano il
viso. Lo presi per la maglia e lo buttai letteralmente fuori dalla mia stanza
d'albergo. BASTA! La rabbia stava riaffiorando insieme alla memoria.
Altri flash: le labbra di Tim, il suo corpo contro il mio. BASTA! Tirai
un pugno al muro con tutta la forza che avevo e le nocche si riempirono di
sangue. BASTA! Corsi in bagno, frugai nella cassetta di pronto soccorso,
presi una benda e mi fasciai la mano. BASTA! Un conato da post sbornia
mi sorprese, mi chinai sul water e poi mi sciacquai la faccia. BASTA!
Tornai nella stanza alla ricerca della mia valigia. Non c'era, quindi doveva
essere la sua stanza. BASTA! Recuperai il mio intimo, i miei vestiti e
le scarpe da terra, mi vestii e mi specchiai prima di uscire... BASTA! Emma Ludbrook, è il 13 Febbraio 2008. Oggi c'è in programma un
concerto sensazionale nonchè bloodball a Milano. La band è ospite a Total
Request Live. Devi preoccuparti degli abiti. Inoltre arriva il nuovo assitente,
Mike. Devi illustrargli come funziona qui. Lavora, lasciati impossessare dalla
Emma razionale e abbandona i sentimenti. Il tuo cuore deve tornare ad essere di
pietra Emma! BASTA!
Aprii la porta e Tim era ancora lì, con gli occhi lucidi.
"Emma..." La voce gli si spezzò.
"Sì scusami Tim, è la tua stanza. Vado a svegliare gli altri. Poi scendo e
ordino il pranzo. Vi aspetto per mezzogiorno. Ciao!" Risposi con il
massimo della cordialità, fredda e con un sorriso degno di un'attrice. Fingi
Em, fingi.
Era l'unica cosa che poteva salvare il mio cuore...
Nuovo capitolo!
Ebbene sì, è successo… Non pensate al Tim
come ad uno stupratore però erano entrambi ubriachi >.< Spero di aver
reso bene le scene!
Grazie 1000 a chi ha letto e recensito. I vostri
commenti mi fanno davvero piacere! *_*
Erano le 11:35. La stanza accanto alla sua era di Tomo, così bussai. Nessuna
risposta. Bussai ancora una volta.
"OOOH, CHE VOLETE?!" Un Tomo fin troppo assonnato rispose, così decisi
di entrare da sola.
"Sono io Tomo, Emma. Sto entrando!".
Entrai e Tomo era ancora sul letto, dormiva, con indosso i panni della sera
precedente.
"Tomo?!".
"Mmh..".
"Tomo stai ancora dormendo?!".
"Ssh, mamma ancora cinque minuti..." disse con una voce degna di un
orso in letargo!
"No Tomo cinque minuti un corno! Devi svegliarti...".
"Daaai Tonka... un minuto!" Tonka?! Pensava fossi sua madre?! Così
dicendo si girò sull'altro fianco.
"Tomo non mi constringerai ad urlare vero?! E poi sono Emma, non
Tonka!".
"Ssh...".
Ok, l'aveva voluto lui!
"TOMISLAV MILICEVIC IN PIEDI ALL'ISTANTE! SUU!" E scattò di colpo,
cadendo dal letto e sbattendo la testa sul comodino.
"Ahiii!".
"Ti sembra normale che hai 28 anni e cadi ancora dal letto??".
"Emma?! Hai la voce identica a Jared quando diventa isterico! Ma che ti ho
fatto di male?? E' prestissimo!" Aveva ancora gli occhi strizzati perchè
infastiditi dalla luce del sole.
"Prestissimo?! Tomo, manca un quarto d'ora a mezzogiorno e abbiamo
appuntamento con gli altri - che devo ancora svegliare tra l'altro!".
"Mmh... Sto malissimo Em, io non scendo per pranzo".
"Poche storie Milicevic. Muovi il culo, cambiati e... Fatti una doccia
caro, sai di sbornia!".
"Ah ah ah, molto divertente. Ora mi lavo".
"Bene ti aspetto di sotto... TOMO, LAMPO!" E mi chiusi la porta alle
spalle.
Stanza di Shannon. Bussai e nessuno rispose, così anche qui mi armai di
coraggio, non sapendo cosa mi aspettava, e aprii la porta.
"Shan sono Emma, sto entrando!" Ma ancora una volta nessuno rispose.
Mi diressi verso la camera da letto...
"OMMIODDIO!" Shannon era in dolce compagnia di una ragazza castana.
Dormivano ed erano nudi! Mi girai di spalle e decisi di fare il mio lavoro.
"SHANNON CHRISTOPHER LETO! ESCI IMMEDIATAMENTE DA QUEL LETTO, BUTTA FUORI
LA TIPA E MUOVITI. TRA DIECI MINUTI DOBBIAMO SCENDERE!".
Sentii un rumore simile a quello provocato da Tomo quando cadde dal letto.
Faceva questo effetto la mia voce?
"Oh Gesù Bambino, Maria e Giuseppe. Erm... Emma, non è come sembra!".
"Sì, certo... Questo lo racconterai ad Alice non a me! Ma che cosa ti è
saltato in mente Shannon?! Ne parliamo più tardi, ora caccia via lei e datti
una mossa!".
"Emma? Alice? Ma, Shany... Non capisco!" La ragazza parlò dopo aver
sbadigliato. Evidentemente il nostro Casanova non le aveva detto nulla.
"Erm.. Sì, senti...".
"Ragazza dall'identità ignota, ti prego di mettere addosso i tuoi
vestitini e andar via ok?!" Cercai di velocizzare anche la povera
malcapitata.
"Senti... Com'è che ti chiami?!" Chiese Shannon. Non volevo crederci!
"Samantha!".
"Ok Samantha, è stato bello, ma sono un batterista e sono
fidanzato..".
"Oh non per molto ancora Shany!".
"Taci Em! Mi dispiace, ma devi andare... Emma vi raggiungo di sott, tempo
di vestirmi!".
"Bene, ma il discorso non è chiuso qui Shany...".
Uscii dalla stanza traumatizzata. Mancava Jared, ma conoscendolo doveva essere
già sveglio...
Mi diressi verso la sua stanza e bussai. Nessuno rispose anche qui, ma non
aprii la porta dato che immaginavo fosse già nel ristorante dell'albergo.
Era mezzogiorno passato. Frugai nella borsa alla ricerca degli occhiali e mi
ricordai della benda che avevo alla mano. Dovevo inventare una scusa
plausibile... Ci avrei pensato più tardi.
Nella hall dell'albergo non c'era nessuno, così andai al ristorante, ma neanche
lì vidi Jared, Tomo o Tim...
Chiesi al cameriere se poteva indicarmi il tavolo riservato ai 30 Seconds To
Mars, ma continuava a ripetere di non potermelo dire neanche dopo avergli fatto
vedere la patente, dato che non credeva fossi l'assistente di Jared!
"Senta, per quanti è il tavolo?!".
"Cinque persone".
"E quanti membri ha la band?!".
"Non saprei... cinque?!".
"No quattro, e la quinta persona sono io! Mi può gentilmente portare al
tavolo una volta per tutte?!" E solo così riuscii a convincerlo.
Mi fece sedere al tavolo e portò cinque menù, ma ordinai io per tutti. Ormai
conoscevo i gusti dei ragazzi meglio dei miei!
Mezzogiorno e mezza: arrivarono Tomo e Shan e, insieme a loro, il nostro
pranzo.
"Scusaci il ritardo Em!" Disse Tomo.
"Sì davvero... Hey, ma Tim e Jay?!" Chiese Shannon.
"Non lo so... Jared non era in camera, non ha aperto nessuno. Tim
dev'essere di sopra, credo".
"Ah bene... OH EM CHE CAZZO HAI FATTO ALLA MANO?!" Tomo se ne
accorse... Ma non poteva pensare ancora che fossi sua madre??
"Oh... Niente di che... Erm... Ieri sera credo di aver sbattuto, ma non mi
ricordo bene".
"Ah mi dispiace... anche Tomo non ricorda bene la serata di ieri"
Disse Shan, sghignazzando.
"Me lo ricorderete fino alla morte eh?!" Disse Tomo.
"E' stata una nottata da dimenticare per tutti Tomo, non lo faranno... Vero
Shany?!" Per la prima volta potevo esser io a difendere Tomo e non
il contrario, utilizzando il nomignolo usato dalla ragazza nel letto di Shan.
"Vero... Oh ma mio fratello che fine ha fatto?!" Jared non ancora
arrivava. Se potevo capire l'assenza di Tim, certamente non quella di Jay.
"Non so... Hai provto sul cellulare?!" Chiesi.
"Sì, ma non da segni di vita!".
"Ah, mi ha appena scritto un sms Tim... Dice che, dato che non deve venire
a Trl, preferisce restare qui e riposarsi un po'. Che avete fatto ieri sera
Em?!" Tomo mi fece la domanda che più temevo.
"Cosa?! Oh, niente di che... Abbiamo bevuto un'altra birra e poi siamo
tornati in albergo".
"Tu, Emma Ludbrook, hai retto un'altra birra??" Chiese Shan incredulo
"E sei tornata viva e cosciente qui?!".
"Ahahah, ma fammi il piacere Em! Eri brilla prima che lo diventassi
io!" Odiosi quando ci si mettevano.
"Sì beh?! Non ero brilla! Avevo bevuto, ma ero ancora lucida!"
Nessuno doveva scoprirlo.
"Se non parli tu parlerà Tim... Non me la racconti giusta Emma!"
Disse Tomo ridendo ancora...Tim?! Oh non avrebbe osato dirglielo.
"HEY RAGAZZI!" Era l'una e finalmente Jared si degnò di arrivare.
"Alla buon ora!" Disse Shan finendo il suo piatto di pasta.
"Alla buon ora voi, che avete dormito fino a mezzogiorno!! Comunque non
perdiamoci in chiacchiere e passiamo alle presentazioni..." E così dicendo
si spostò sulla destra, rivelando un ragazzo dall'aria familiare... Era alto,
magro, capelli castani che gli accarezzavano il viso, celando due occhi verde
acqua contornati da una spessa matita nera; aveva un piercing alla sinistra del
labbro inferiore; indossava pantaloni stretti neri e una maglia a maniche
lunghe bianca...
"MIKEY!!".
"EMMA?!".
Ta-daaaaà!
Scusate
la lunghissima attesa! Il monitor del pc finalmente è tornatodall’assistenza e
sembra pronto ad assistermi ancora!
Capitolo
di passaggio, ma non troppo scontato…Nuovo personaggio, chi sarà mai?!
Michael Turpin, classe del 2000, Devon High School di Los Angeles, ultimo banco
a destra; un ragazzino esile, etichettato come 'strano' solo a causa dei suoi
gusti musicali, la sua tendenza omo e il suo modo di vestire. Lo prendevano
tutti continuamente in giro...
*FLASHBACK* 10 Settembre 1999.
"Hey Turpin come sta la mammina?!".
"Turpin, vuoi un bacio? Eh? Oh ma guarda è arrivata la mia ragazza!". Non è possibile! Siamo alle porte del XXI° secolo e nessuno riesce a
realizzare che esiste la possibilità di essere omosessuali...
"Emma, guarda! Quello è Mike Turpin! Sai che è gay?!" E tu Lucy,
sai che sei una gallina?
"Ah sì?".
"Sì, lo sa tutta la scuola... Ha cercato di baciare Nick l'altro ieri, ti
rendi conto?!" Nick Gray, il belloccio della squadra di pallanuoto.
"Hey Lucy ho lezione... Ci vediamo in palestra" Finalmente la
campanella è suonata e mi scrosto di torno questa. Ora di Religione, il che equivale a dire riposo assoluto, chissà chi c'è
quest'anno. Arrivo in classe in ritardo come al solito.
"Signorina Ludbrook, ci degna della sua presenza! Quale onore...Si
accomodi prima che decida di spedirla in punizione!" Il professor
Coolman.
Mi do un'occhiata intorno: sono tutti intenti a parlare e a raccontarsi le loro
avventure estive, le ragazze o i ragazzi che hanno rimorchiato, le vacanze
all'estero, il costume nuovo acquistato... Tutti argomenti di interesse comune,
ma non mio. Ciarlano tutti tranne uno. Un ragazzino esile, capelli lunghi
castani, vestito di nero, chino su quello che doveva essere un blocco schizzi,
siede all'ultimo banco a destra e casualità: l'unico banco libero si trova
accanto a lui.
"Ciao!".
Mi
guarda, svelandomi dei bellissimi occhi verde acqua.
"Ciao.." Non sembra particolarmente entusiasta del fatto che ho
intaccato la sua fantasia, ma ormai il danno è fatto no?!
"Piacere, io mi chiamo Emma!" Questa volta la sua espressione è
sorpresa.
"Dici a me?!" Perchè così sorpreso?!
"Certo che dico a te!".
"Io sono Mike piacere" Sì, lo so... E subito si ricurva sul suo
blocco, così caccio il mio.
"Disegni?!" Mi chiede.
"Oh, erm...ci provo, sì!" Ma il suo sguardo si sposta sulla mia
t-shirt.
"Ascolti i The Who?!".
"Spero non sia un problema..." Sfoglia le pagine del suo blocco e
mi mostra un ritratto in bianco e nero di Roger Daltrey.
"Wow... Sei bravissimo, dove hai imparato a disegnare così?!" Ora
sorride, forse ho conquistato la sua simpatia.
"Diciamo che sono un autodidatta...".
"Posso?!".
"E io posso?!" Ci scambiamo i blocco-schizzi, lui guarda i miei
scarabocchi, io osservo i suoi capolavori. Ce li restituiamo senza fiatare.
"Pensi anche tu che io sia strano vero?! Te lo si legge negli
occhi..." Si mette nuovamente a disegnare, ma l'unica cosa che si può
leggere ora nei miei occhi è stupore e assoluto rispetto per il suo talento.
Forse un pizzico di invidia.
"Pensavo che questa scuola fosse popolata da esseri insignificanti e
poveri - moralmente parlando - esclusa me, ma devo ricredermi Mike... Siamo in
due!" Mi sorride di nuovo. E' bellissimo e mi fa tanta tenerezza al
tempo stesso... Spero che nasca una bella amicizia tra di noi.
"Micheal Turpin!!!".
"Emma Ludbrook! Ommioddio, chi mai avrebbe pensato di rincontrarti in
questo modo!".
"Oh Mike!" Corsi ad abbracciarlo, non ancora realizzavo, ma
finalmente avevo qualcuno su cui contare, qualcuno che appartenesse alla
vecchia Emma. Due goccioloni mi bagnarono le guance.
"Hey Emma non piangere!".
"Mikey... chi l'avrebbe mai detto?! Ti ricordi i nostri pomeriggi
insieme?! I nostri stupidi progetti per il futuro?!".
"Emma Ludbrook, io ti prometto che quando avremo finito il college
metteremo su una band e suoneremo Baba O' Riley in tutto il mondo!"
Sì, erano le stesse identiche parole.
"Sì! Dicevi proprio così.. Ah, la laurea che non ho mai preso! Sono
scappata per lavorare con Jared dopo tre anni di college".
"Eh non ci siamo più sentiti da allora!".
Lo abbracciai di nuovo. Mikey, finalmente
qualcuno con cui potermi sfogare, a cui urlare la mia rabbia repressa, che
potevo picchiare per una crisi di nervi per poi ricevere un abbraccio come
punizione: Mikey!
"Voi due vi conoscete già?!" Chiese Jared.
"Sì, frequentavamo lo stesso liceo e lo stesso college!" Risposi.
"Oh ma che carini!" Tomo, sempre dolce e romantico lui.
"Bene, avremo tempo dopo per le smancerie! Ora... Oh Emma che hai fatto
alla mano?!" Anche Jay se ne accorse!
"Oh, nulla... Non preoccupatevi per la mia mano, sto benissimo! Ora
dobbiamo andare sono le due e tra mezz'ora dobbiamo essere in Piazza del Duomo
per Trl.. Pronti?!".
"Prontissimi!" Rispose Shannon.
"Pronto Marco?!" Chiesi a Mike.
"Pronto Polo!" Rispose.
E abbandonammo l'albergo...
Ecco
a voi Mikey, il nuovo personaggio!
Spero
sia stato di vostro gradimento il capitolo ^^
L'automobilista ci stava aspettando fuori nel solito furgoncino argentato dagli
specchi scuri. Vi entrammo tutti e arrivammo presto a Piazza del Duomo a
Milano...Uno spettacolo!
"Bene! Mike, Em...Voi fatevi pure un giro se vi va. La puntata dovrebbe
iniziare per le tre e finire per le quattro, quindi fatevi trovare già
nell'auto perchè abbiamo un'intervista e subito dopo il soundcheck ok?!"
Disse Jared, che fortunatamente mi sembrava più rilassato.
"Certo Jay! Mi raccomando fate i bravi!" Raccomandai loro sorridendo.
"Come al solito Em... O Mike avverti il locale che arriveremo per le sette
e che quindi non devono assolutamente aprire le porte a nessuno prima delle
sette!" E Jared iniziò subitissimo a comandare a bacchetta il povero
Mikey.
"Erm, ok ma..".
"Non preoccuparti Mike, c'è Emma che ti aiuta! Jay ci penso io a
illustrargli la situazione!".
"Perfetto...Cazzo quanta gente!" Esclamò Jared non appena
l'automobilista si fermò "Shan, Tomo, siete pronti per questo?!".
"Piantala Jared! E' una figata!" Disse Tomo con il suo sorrisone a
trentadue denti!
"Ahahah! Dai la gabbia dei leoni ci attende..." Disse Shan mettendosi
i suoi occhiali da sole.
"Vuoi dire delle leonesse..." Disse Tomo e tutti scoppiammo a ridere,
finchè scesero dalla macchina.
"Bene, e questo è quanto devi sapere per il momento! Ora che hai tutti i
contatti, fai pure la chiamata che ti ha detto Jared!" Avevo dato a Mikey
tutte le indicazioni di cui doveva essere a conoscenza ed era pronto per
iniziare il suo lavoro.
"Perfetto ci penso io..." Compose il numero e fece la sua telefonata
"Fatto!".
"Sì?! Tutto a posto?! Sicuro?!".
"Sì sì Emma! Non te lo togli questo cazzo di vizio eh?!".
"Ma quale vizio Mikey?!".
"Sei sempre esageratamente diffidente e non ti fidi mai delle persone che
ti stanno accanto!" Pronunciò quelle parole con il sorriso sulle labbra,
ma nella mia testa risuonarono come il martello del giudice che richiama il
silenzio in aula. Si mutarono in un unica parola: Tim, e la mia diffidenza nei
suoi confronti.
"Hey, Emma?! Ma cos'è quel musone?! Guarda che stavo scherzando!" E
mi accarezzò la guancia.
"Sono contenta che tu sia qui Mikey...".
"Anche io sono contento di averti rincontrato Em, mi mancava il nostro
legame!" E mi abbracciò. Era come tornare al liceo. Io, Mikey, la musica,
il disegno, la mia stanza e questo era ciò di cui avevamo bisogno. Ma tutt'ad
un tratto ciò che avevo tenuto alla larga dai miei pensieri, vi penetrò
prepotentemente cogliendomi di sorpresa... Em...Credo di essermi innamorato
di te... Perchè? Perchè? Perchè?
"Hey, hey?! Ok che abbiamo passato dei bei momenti insieme, ma non c'è
bisogno di piangere!!" Fortuna che me lo disse lui, perchè non me ne ero
accorta.
"No, scusami Mike...Non è per quello che piango".
"Oh... Sai che ti conosco troppo bene Em?! E' da questa mattina che ti
osservo... Non hai una bella cera" Mi disse scrutandomi attentamente.
"Grazie! Ora sì che mi sento meglio...".
"Ma.. No scusa, non volevo dire che non sei bella, anzi...cioè io...okay
cancella tutto".
"Mikey, respira!".
Rimase un paio di minuti in silenzio, poi riprese.
"Emma, ricordi quando al quarto anno arrivammo una mattina a scuola e sul
mio armadietto Nick Gray e la sua squadra di pallanuoto avevano scritto
'fottuta checca'?".
"Sì, ma cosa c'entra?!".
"Quella mattina appena arrivati davanti all'armadietto, tutti quanti mi
deridevano e mi sfottevano... Tutti tranne te. Ricordo la tua faccia: li hai
guardati tutti con disprezzo, poi ti sei avvicinata a me, mi hai fissato negli
occhi...e poi mi hai baciato! Hai guardato Nick e i suoi amici e hai detto 'non
sarà mai più checca di voi!' ".
"Oh mio Dio, è vero...Ti ho baciato sul serio quella mattina!" Per un
attimo sorrisi.
"Sì, l'hai fatto... Ricordo però bene la tua espressione, la stessa di
questa mattina: fingevi Em, fingevi che io fossi etero, ti autoconvincevi del
fatto che loro fossero degli idioti e cercavi di convincerli del fatto che non
ero più checca di loro, ma sapevi che non era vero... Em, hai avuto
un'espressione simile per tutta la giornata, la tua solita espressione di
quando fingi! L'unica differenza è che quella mattina, nei tuoi occhi si
leggeva disprezzo per loro e soddisfazione per ciò che avevi appena fatto; oggi
nei tuoi occhi c'è una mesta tristezza, rancore, dolore... Emma, cosa sta
succedendo?!".
Rimasi a bocca aperta. Era il solito vecchio Mike, quello intuitivo, quello
buono, quello sempre nel giusto, quello perfetto, l'unica persona che mi
capisse davvero, l'unica persona che sapeva com'ero fatta... Tendevo a
reprimere la mia sofferenza con il silenzio, ed era ciò che stavo cercando di
fare con Tim. Come quando ero piccola: andavo dal parrucchiere e dopo il
balsamo lo shampista tentava di strecciare i miei lunghissimi capelli, mi
faceva male, mi faceva diventare pazza quel dolore e la poca delicatezza di
quel ragazzo, ma non dicevo mai nulla, stringevo i pugni e soffrivo in
silenzio... Finchè un giorno sono scoppiata in lacrime.
"Mikey, io..." E gli raccontai tutta la storia con Tim, mentre
saltuarie lacrime continuavano a sgocciolare dai miei occhi azzurri. Come entrò
nella band, la sua freddezza nei miei confronti, come me ne innamorai, il punto
di svolta, il nostro fatidico blood ball, Tomo che entrò nella stanza mentre
stavamo per baciarci, la nottata in bianco a cercarlo, il motel, l'incidente,
l'ospedale, e poi, dopo due mesi in cui ci eravamo ignorati a vicenda, quella
notte... Quella stramaledetta notte e la mia stramaledetta sbornia. Ed ero
ormai in lacrime.
"Emma, non avrei immaginato mai... Wow. Ma perchè allora piangi?! E'
innamorato di te piccola!" Ovviamente non poteva sempre capire tutto...
"Mikey, il suo amore, o infatuazione, o come vuoi chiamarla, non può
uscire allo scoperto... Capisci cos'è che mi ferisce di più? Mi ha illuso una
volta e sono stata in coma per tre giorni per un mezzo bacio del cazzo! Mi ha
chiaramente detto che non ci sarà mai nulla tra di noi per i problemi che una
storia potrebbe causargli con il lavoro. Non devo essere così importante per
lui allora... Passano due mesi e neanche mi parla, e poi?! Una sbornia basta
per cancellare tutto?! Oh no Mike, tu mi conosci, non voglio illudermi
ancora... Non ero cosciente e lui mi ha illuso nuovamente!!".
"No Emma...Vedi sempre tutto nero, grigio mai?! Ti ama, te l'ha detto, non
voleva illuderti!".
"Non mi interessa Mike, non sono una puttana e non voglio rovinarmi la
carriera per una notte...Non doveva accadere, non doveva....Non doveva" E
subito mi abbracciò per frenare le mie lacrime.
"E tu non dovevi scappare oggi Em! Sono curioso di conoscere questo
fatidico bastardo stasera, e se davvero ti sta mentendo sarò contento di
picchiarlo per te!" E mi diede un bacio sulla guancia.
"Grazie, ma potresti farti del male... Se ti piace te lo lascio, non
voglio più sentire le sue storie!" Sorrise lui, io mi asciugavo le
lacrime.
La portiera della macchina si aprì e urla sconcertanti mi distrussero i
timpani...La gabbia delle leonesse, come aveva detto Tomo!
Entrarono prima Jared, poi Tomo ed infine Shannon e tutti e tre tirarono
simultaneamente un sospiro.
"Bene..Ora possiamo anche fuggire via di qui!" Disse Jared.
"Perfetto, ragazzi io chiamo Tim e vedo come va...Magari passiamo a
prenderlo!".
"Certo! Tanto abbiamo ancora un'ora di tempo" Disse Shannon, Jared
abbassò lo sguardo e Mike mi scrutò ancora.
"Allora, com'è andata?!" Chiesi, cercando di ignorare Tomo che era
attaccato al telefono.
"Bene! Guardate, abbiamo fatto un po' di foto!" Disse Shan,
passandomi la fotocamera.
"Un po'?! Avete fatto cinquanta foto!" Dissi io iniziando a
sfogliarle insieme a Mike.
"Beh sì..." Disse Jay.
"Oh ma questo sei tu Jared?! Sul cornicione?! E se cadevi?!" Disse
Mikey ansimante.
Io, Jared e Shannon ci guardammo e scoppiammo a ridere.
"Mikey, lui è una scimmia travestita da essere umano! Non cadrebbe neanche
dalla punta della Statua della Libertà, fidati!".
"Ha ragione questa volta..." Disse Jared, togliendosi il trench.
Tomo tornò tra noi...
"Ragazzi... Sono quattro volte che chiamo Tim...Non risponde!"
Eccomi
con il 18 finalmente!
Mi
dispiace per l’attesa e –ammesso e concesso che qualche lettore mi sia rimasto-
vi ringrazio per la pazienza!
Grazie
in anticipo se leggerete e commenterete, mi piacerebbe trovare qualche critica
ogni tanto =D
"Ah, si sarà addormentato come al solito Tomo,
non preoccuparti!" Disse tranquillamente Shannon.
"Alle quattro di pomeriggio secondo te dorme ancora?! Non essere ridicolo Shan! Se si stesse parlando di te
lo crederei, ma Tim no!" Tomo era preoccupato e
non capivo perchè. Poteva capitare di non sentire il telefono, o poteva davvero
dormire!
"Tomo ti rilassi un attimo?! Capita di non
sentire il cellulare, non è successo niente!" Risposi, cercando di farlo
stare tranquillo.
"Mikey..." Jared
tornò tra noi "tu non hai conosciuto Tim vero?!" Cosa?!
"No! No, Jared, non l'ho conosciuto... Questa
mattina non c'era".
"Allora che ne dite di passare in albergo anche se non risponde?! Magari lo svegliamo, così avrai occasione di
conoscerlo..."Jared
sorrideva, ma mi lanciò un'occhiata fugace e fulminante senza alcuna
motivazione!
"Sì, assolutamente! Io intanto continuo a provare al cellulare" Tomo
era davvero legato a Tim, si preoccupava sempre per
lui e anche per pochissimo come in questo caso!
Arrivammo presto in albergo, scendemmo dall'auto e
entrammo nella hall, cercando di evitare le ragazzine in calore!!
"Che facciamo andiamo di sopra?!" Chiese Shan.
"Ah, io ho bisogno di cambiarmi... voi no?!" Disse Jared, osservandosi in uno specchio con aria schifata.
"Io sì! Assolutamente!".
"Bene, e io mi unisco a Emma e Jared... Non ho una stanza, ma posso andare da Em a cambiarmi!" Disse Mikey.
"Perfetto!".
"Sì.. erm.. anche io vorrei cambiarmi, e poi
dobbiamo poggiare questa roba!" Disse Shan
mostrando la borsa piena di regali dei fans.
"Io non mi unisco a voi.. Sto bene così e non so che mettermi... Magari
vado a svegliare Tim! Ci vediamo qui tra un quarto
d'ora e non fate tardi! Ok?" Disse Tomo,
pigiando il pulsante dell'ascensore.
"Ok!" Risposi all'unisono con gli altri, e
ognuno andò nella propria stanza.
"Ah sono proprio curioso di conoscerlo Tim!
Santo Jared!" Disse Mikey
con il sorriso sulle labbra.
"Seh, santo un corno! Non ce la faccio a reggere il suo sguardo Mikey...".
"Ce la fai. Ci sono io qui!".
Lui entrò in bagno prima di me e ne uscì cinque minuti
dopo totalmente rivoluzionato: all star nere, jeans
stretti strappati, maglia a collo alto nera e giacchetta di pelle. Io non
ancora mi cambiavo, ero in slip e reggiseno e cercavo qualcosa nella borsa.
"Carino!".
"Come sempre no?! Grazie... Woh,
ok che sono gay Emma, ma
evita di farti trovare in slip senza preavviso!" E scoppiai a ridere; per
me Mikey era come un fratello, non me ne vergognavo
affatto!
"Sì, scusa! Quando eravamo piccoli non te ne
scandalizzavi!".
"Eravamo piccoli... Ti aspetto di sotto ok?!"
Chiese, distogliendo lo sguardo da me in mutande!
"Ok, ok, vai!!".
Trovai cosa mettere! Uno dei miei maxipull, leggins, ballerine e sciarpone:
semplicemente Emma!
Mi stavo infilando le mie MiuMiu quando qualcuno bussò
prepotentemente alla porta, così mi precipitai ad aprire...
"EMMA. TIM. EMMA. VIENI!! DAI!!!" Oh, mio,
Dio! Tomo era davanti alla mia porta sconvolto e
respirava affannosamente.
"Cosa diavolo è successo?!" Mi tirò per il braccio e mi trascinò
nella camera che quella stessa mattina pensavo fosse la mia: la stanza di Tim.
Entrammo, ma Tim non era a letto.
"Ma non c'-- ODDIO TIM!!" Il mio sguardo cadde sul pavimento del
bagno... Tim, nel bagno, disteso a terra privo di sensi,
portava una felpa nera a maniche lunghe con la scritta kill
sul petto.
Mi precipitai al suo fianco...
"Tim... Tim,
svegliati.... TIM!!" Caddi in ginocchio, urlando e piangendo, nella
speranza di svegliare il mio angelo caduto, perfetto anche se privo di sensi...
Ma cosa diavolo..??
"Oh mio Dio...oh Dio, no nononono..." sussurrai a quella vista... "TOMO CHIAMA UNA CAZZO DI
AMBULANZA VELOCE!!!".
"Cosa?! Un'amb.. Ok
chiamo subito!". Oh Dio! Tim, Tim non
morire! Dio fa che non muoia...Tim perchè?! Perchè l'hai fatto?!Tim... Tim...
Dio ti prego tienilo in vita!! Tim, Tim svegliati...perchè Dio perchè??
Un mare di pensieri, un oceano di lacrime, uno squarcio nella gola e nel cuore,
una vista che mi fece sentire la peggiore persona del mondo. Tim era privo di sensi nel bagno, ma non era solo. Accanto alla sua mano, la sua assassina.
Un rettangolino argenteo, luccicante, appena
macchiato di un denso liquido rosso-nero.
E la manica sinistra della felpa appena sollevata, a svelare un polso
bianchissimo e due tagli orizzontali insganguinati su
di esso. Perchè, perchè, perchè, perchè, perchè, perchè perchèperchèperchè. PERCHE'?...
Non morire Tim...
Sirena di un'ambulanza, luci rosse, Tomo... Infermieri, lettino, scale... Hall
dell'hotel, Shannon a bocca aperta, Jared con le mani ai capelli, Mikey...
Flash offuscati dalle lacrime e dal sangue di Tim, il
mio angelo bello e dannato, caduto. Non capivo niente, non
vedevo niente, se non quel polso diafano macchiato di rosso, e una fottuta lametta... Poi il buio.
Non morire Tim. Non mi ascolti ora, ma non voglio che tu muoia. Non avresti dovuto Tim.
Non avresti dovuto farti del male, non avresti dovuto
parlarmi, non avresti dovuto amarmi, non avresti dovuto illudermi. Non ora che...
"Respira molto debolmente. Il battito non si è arrestato
però. Bende! Dobbiamo fermare ora l'emorraggia!".
"Sì, la ragazza non ancora si sveglia!".
Dio ti prego fa che non muoia! Timresisti, non morire, non per colpa mia Tim,
non ne vale la pena! Dio Tim, non puoi morire
ora!
T_T Troppo melodrammatico e triste questo
capitolo, ne sono conscia!
Spero
comunque di non aver deluso le vostre aspettative!
Grazie
1000 per aver letto e –magari- recensito…
Al
prossimo
Bi
<3
giugina2004: O.O Davvero?!
Non avevo idea né di dove stessero a dormire, né tanto
meno dell’ipotetica ragazza di Shannon Leto! Wow sono
veggente xD Grazie per la recensione *_*
Ero al pronto soccorso di quello che doveva essere un ospedale italiano: il
lettino era coperto da lenzuola bianche, i muri erano bianchi, i mobili erano
bianchi, gli infermieri vestiti di bianco, l'unico tocco di colore ero io,
vestita di nero! Mi ci vollero un paio di minuti per mettermi a sedere e
ricordare quando fossi svenuta... Guardai l'orologio -bianco- attaccato alla
parete: erano le sette e mezza di sera, avrei ancora trovato qualcuno di
conosciuto lì? Ma un flash irruppe nei miei pensieri come un fulmine a ciel
sereno: il polso di Tim... Mi alzai di scatto dal lettino, inciampando sulla
scaletta e cadendo precipitosamente a terra. Poco importava se la gamba rotta
tre mesi prima riniziava a far male... Dovevo trovarlo, dovevo vederlo ad occhi
aperti, dovevo vederlo respirare... Due lacrime amare mi attraversarono le
guance e scomparvero sulle labbra socchiuse.
I miei pensieri furono interrotti dalla voce stridula di un'infermiera che con
tono allarmato mi disse qualcosa in italiano.
"Mi scusi sono Americana... Non la capisco!" Risposi, e così dicendo
corsi, zoppicando per il dolore, fuori da quello stanzino, ma fui subito
bloccata da una forte presa. Qualcuno da dietro mi abbracciò e sentii dei
singhiozzi strozzati sul mio collo..
"Mikey!" Mi voltai e vidi i suoi occhi verdi diventare lucidi.
"Em... Em stai bene?! Piccola, stai bene?!".
"Sì Mike, sto bene... Mike dov'è Tim?! Dove sono i ragazzi?!".
Un attesa troppo lunga alla mia domanda...
"Mike ti ho chiesto dove sono! Come sta Tim?".
"Ho dovuto annullare il blood ball di questa sera...".
"Dove cazzo sta Tim, Micheal??".
"Emma calmati cazzo, dammi il tempo di rispondere!! Vieni con me, ti
accompagno...".
Mi prese per mano e mi trascinò davanti all'ascensore...
"Lo prendi vero?!" Mi chiese, ben ricordando la mia paura folle degli
ascensori... In un occasione normale avrei detto di no, ma non potevo
permettermi il lusso di ritardare di soli 5 secondi... Annuii e mi condusse al
terzo piano.
Uscimmo dall'ascensore e il primo che vidi fu Jared. Mi corse incontro e mi
abbracciò, obbligando Mike a mollare la presa.
"Mio Dio Em... Non fatemi più nulla del genere! Non so se potrei reggere
ancora..." La sua voce era un sussurro, sentivo la repressione delle
lacrime.
"So che è tutta colpa mia Jared... Perdonami! Mi dispiace per il
concerto".
"Ssh... Quello dev'essere l'ultimo dei tuoi problemi... Anzi,
fortunatamente riusciamo a recuperarlo domani grazie a Mikey! Emma, tu stai
bene?!" Questa volta la sua voce era possente, autoritaria, apprensiva.
"Sì... Sì, fisicamente sto bene".
"Emma!" E dalla stanza di fronte a noi uscì Shannon, e anche lui
venne ad abbracciarmi.
"Sto bene..." Dissi, rispondendo all'abbraccio e non appena si staccò
da me ripresi "...Lui è lì?" Entrambi annuirono.
"Sì, quella è la stanza..." Disse Shan indicandomi la camera dalla
quale era uscito poco prima.
"Come sta?!".
"Sta riposando ora... Ha avuto una emorragia e hanno detto che aveva
bevuto troppo... Ma è vivo, non preoccuparti!" E' vivo, non
preoccuparti... Jared pensava mi dovessi preoccupare?! Pensava mi sentissi
in colpa?!
"Posso...".
"Vai!" Disse Shannon. Vidi Jared allontanarsi e Mikey farmi uno
sguardo di incoraggiamento.
Stanza bianca, pavimento bianco, mura bianche, tende bianche, finestre bianche
che celavano un cielo nero senza stelle, un letto bianco e, steso sotto quelle
lenzuola bianche, il mio angelo... Perfetto, pallido, stranamente sereno. Aveva
i capelli scompigliati e le palpebre perfettamente serrate, indossava una
camicia da ospedale bianca; spostai lo sguardo più in basso e vidi il polso
sinistro avvolto in bende bianchissime e una flebo ficcata nel destro. Era
dannatamente perfetto.
"Hey..." Non mi ero accorta della presenza di Tomo. Era seduto
accanto al letto, accasciato sulla sedia, si reggeva il viso con le mani. Aveva
l'aria sbattuta, le guance insolitamente rosse e striate -avrei giurato che
avesse pianto fino a quel momento- e gli occhi neri gonfi e lucidi.
"Oh Tomo..." Corsi da lui ad abbracciarlo "... Come ti
senti?!" Parlavo a bassa voce per non svegliare Tim e per non irrompere
prepotentemente nella tristezza di Tomo.
"Io... Io sto bene, sì. Tim si è ripreso quindi sto bene!" Non ci
credeva neanche lui.
"Sì beh... Sapete quando lo rilasciano?!".
"Resta qui in osservazione per questa notte, ma il dottore ha detto che è
solo per precauzione, avrebbe potuto uscire anche ora!".
"Bene...".
"Sì... Tu Em?! Sei svenuta, mi dispiace. Non avrei dovuto chiamarti, ma
non rispondeva, e pensavo che sentendo la tua voce... Non so… Mi
dispiace!".
"Non devi dispiacerti... Sono sensibile alla vista del sangue. Ora sto
bene però!" Tomo abbassò lo sguardo e io non capivo ancora perchè Tim avrebbe
dovuto svegliarsi all'udire la mia voce, quando qualcosa in quel letto si
mosse. Tim aprì gli occhi lentamente e guardò l'aria sopra di lui spaesato,
finchè non incontrò le figure di Tomo e mia.
"Tomo?! Emma?!" La sua voce era più flebile che mai.
"Sì Tim, siamo qui! Come ti senti?!" Tomo si alzò e si avvicinò a
Tim; io non mi mossi di un centimetro, ma le lacrime spingevano contro le mie
palpebre!
"Così... Dove sono Jared e Shannon?!" Non finì la domanda che i due
nominati seguiti da Mikey entrarono.
"Mi pareva di aver sentito un sussurro!" Disse Shannon, avvicinandosi
al letto di Tim.
"Buongiorno Tim!" Disse Jared sorridendo amaramente.
"Hey ragazzi... Scusatemi, io sono davvero mortificato per... Oddio, ma il
concerto di questa sera? Il primo blood ball europeo, quella povera gente che
ha comprato i biglietti, le vostre interviste e...".
"Appena sveglio e già così petulante?! Tim, non devi assolutamente
preoccuparti di nulla! Domani starai meglio e potremmo recuperare tutto! Ora
riposa, siamo qui per te... Non devi preoccuparti di nulla!" Disse Jared
posandogli un dito sulla bocca. Non so perchè trovai strano, ma assolutamente
dolce quel gesto...
"Ok... Ok va bene...".
"Forse non sei nella tua forma più smagliante Tim, ad ogni modo questa
mattina è arrivato Mike, il nostro nuovo assistente, nonché ex compagno di
scuola di Emma!" Disse Shan facendo venire avanti Mikey, che teneva lo
sguardo basso.
"Ciao Tim, piacere!" Disse.
"Ciao... Erm, sì, beh... Io sono Tim!" Disse distogliendo lo sguardo
dagli occhi di Mikey. Era evidente che fosse tremendamente imbarazzato per
l'accaduto e irritato perchè l'avevamo scoperto.
Subito però mi accorsi di Tomo; mi stava guardando interrogativo e quando si
accorse che avevo notato il suo sguardo fisso su di me, mi fece segno di
avvicinarmi a lui. Non volevo, ma dovevo obbedirgli. Mi accostai a Tomo, sulla
fiancata destra del letto d'ospedale e Tim si accorse di me.
"Hey..." Mi disse lui, guardandomi fisso negli occhi. Ti prego Dio
fallo smettere! Non connettevo la bocca al cervello con quello sguardo.
"Tim... Ti senti meglio?!" Tirai un sospiro e abbassai lo sguardo. Probabilmente
così facendo capì che mi sentivo in un certo qual modo colpevole, ma non potevo
evitarlo.
"Sì, sto bene".
"Sentite vado a chiamare un infermiere almeno mangi qualcosa!" Disse
Tomo e uscì dalla stanza senza far replicare Tim.
"Sì, beh a dire il vero anche io sto morendo di fame! Ci vediamo dopo
Tim!" E anche Shan scomparve dietro quella porta, seguito da Mike. Vidi
Jared tentennare un attimo, si fermò trenta secondi a fissare prima me e poi
Tim, infine decise di lasciarci soli e uscire anche lui, chiudendosi la porta
alle spalle. Così presi il posto sulla sedia di Tomo. Tim mi guardò e spezzò il
silenzio...
"Finalmente soli...".
Eccolo!
Posso farcela a postarla tutta…
Come
vedete Tim non è morto e era svenuto e per l’emorragia e per la sbronza, non
giungete a conclusioni affrettate =)
CHAPTER
21
Non riuscivo a guardarlo negli occhi e non volevo che il mio sguardo si
soffermasse sul suo polso bendato, non sapevo cosa dirgli, non sapevo come
comportarmi... Cosa si fa con una persona che si è tagliata le vene a causa
tua?! Nulla, pensai, ci si sente solamente in colpa. Tuttavia volevo sapere la
sua versione, pur non essendo sicura che avesse voglia di parlarne.
"Mi ha detto Tomo che sei stata tu a scoprirmi...".
"Sì, sono entrata prima di lui" La mia risposta fu seguita da un suo
interminabile sospiro. Tim volse lo sguardo verso la finestra; era pallido
nonostante le flebo che gli avevano fatto. Ma subito continuò...
"Emma, mi dispiace".
"No Tim... Non devi" Le nostre voci erano velate, quasi un sussurro.
"Emma... Non sono un masochista, non faccio queste cose... Avevo bevuto un
po' troppo forse e per di più a stomaco vuoto... Ho perso il controllo. Non..
Non mi ricordo esattamente cosa e come sia successo, ma sappi che mi
dispiace... E mi dispiace ancora di più che l'abbiate scoperto... Che tu
l'abbia scoperto" I suoi occhi erano vuoti e inespressivi e fissavano
ancora la finestra, nonostante i miei stessero urlando loro contro.
"Ecco qui! Tieni Tim, non abbiamo rimediato di meglio che un paio di snack
italiani! Emma, prendine anche tu uno... Hai bisogno di zuccheri, sei svenuta e
non mangi niente da mezzogiorno!" Tomo, seguito da Shannon e Mikey, era
entrato nella stanza attirando l'attenzione mia e di Tim.
"Sei svenuta?!" Tim non lo sapeva e, a dire il vero, non volevo lo
scoprisse.
"Oh non preoccuparti... Ho avuto semplicemente un calo di zuccheri!"
Bugia colossale alla quale speravo abboccasse; la verità era che il suo sangue
aveva causato il mio svenimento.
"Grazie
per lo snack Tomo!" E così dicendo uscii in corridoio. Non avevo voglia di
mangiare, ebbi un flashback e improvvisamente tornai indietro a quella stessa
mattina, ai motivi che avevano probabilmente spinto Tim a fare ciò che ha
fatto! Il corridoio era bianco, così bianco da sembrare il corridoio per il
paradiso... Mi metteva inquietudine. Rimasi lì, ferma, appoggiata al muro come
un automa: non pensavo, non parlavo, non mi muovevo. Il mio stomaco però iniziò
a brontolare. Scartai svogliatamente lo snack e ne morsi un pezzetto.
"Finalmente ti sei decisa a fare qualcosa di umano" Disse Mikey in
tutta calma. Era appoggiato al muro opposto a quello su cui poggiavo io e mi
scrutava "Sei immobile in quella posizione da dieci minuti Em... Che
succede?!".
Ma perchè? Non poteva farsi una volta per tutte gli affaracci suoi?
"Niente, figurati! Sono solo stanca... E affamata! Questi cosi sono
buonissimi!" Dissi continuando a mangiare lo snack nella speranza che
abboccasse anche lui.
"Sì sì come no...".
"Hey Emma, Mikey, si è fatto tardi e domani noi abbiamo un concerto. Io mi
avvio in albergo da Jared, venite con me?!" Shan era appena uscito dalla
camera di Tim e si stava mettendo il cappotto.
"Io ti seguo volentieri, sono stanchissimo!" Rispose Mikey
distogliendo lo sguardo da me.
"Tomo resta?!" Chiesi a Shannon.
"Sì, ha detto che preferisce restare qui, anche se dovrà fumare le
sigarette di Tim!" E a quelle parole mi venne da sorridere.
"Va bene, allora li saluto e vengo con voi!".
Entrai nella stanza e Tim stava fissando la porta, come se stesse aspettando
che qualcuno entrasse, ma quando comparsi sull'uscio, spostò il suo sguardo
verso la finestra ed il buio della notte.
"Hey ragazzi, Emma va a nanna!" Dissi mostrando un sorriso
convincente.
"E Tomo va a farsi una sigaretta! Notte Em!" Tomo mi venne incontro, mi
abbracciò e uscì per 'farsi una sigaretta'.
"Bastardo..." Disse Tim a mezza voce, non sopportando l'astinenza da
fumo e Corona per più di un'ora!
"Hey io vado davvero... Buonanotte!".
"Vieni, avvicinati" Due parole per far sussultare il mio cuore. Mi avvicinai
al letto, tenendo lo sguardo basso...
"Spero potrai perdonarmi un giorno...".
"Non ce n'è bisogno Tim" E non so chi mi diede il coraggio di
abbassarmi e dargli un leggero bacio sulla fronte "A domani..."
"A domani!" E scappai fuori, dove Mikey e Shan mi aspettavano per
raggiungere l'hotel. No Tim, spero che tu potrai perdonarmi un giorno...
Stavo dormendo beatamente, quando qualcuno bussò alla porta... Ma che
diavolo vogliono??
"Em... Emma sono io, Mikey!" No! No no no... Non voglio
svegliarmi! "Emma apri!" Ok devi aprire ora, ma poi puoi
sbatterlo fuori.
Mi trascinai verso la porta ancora in canotta e slip e aprii di scatto e con
l'espressione sbattuta.
"Oh già così incazzata a mezzogiorno?!".
"Certo, mi hai appena sv... Cosa?? Mezzogiorno??" Corsi verso il
comodino, inciampando nella valigia, per vedere il cellulare. Avevo disattivato
la sveglia ed era davvero mezzogiorno!
"Oh Gesù, Mikey grazie per avermi svegliato! Devo prepararmi ora, ma tu
seguimi pure e parla!" E così iniziai a vagare per la stanza alla ricerca
di vestiti, spazzolino, dentifricio, sapone, pettine, trucchi... Correvo dalla
camera al bagno, mentre Mikey era immobile sul letto che mi guardava a occhi
sbarrati e bocca spalancata, rifiutandosi di parlare. Nel giro di dieci minuti ero
pulita, vestita e truccata, pronta per iniziare la giornata.
"Allora?! Cosa dovevi dirmi?!" Ma non rispondeva, si limitava ad
osservarmi sconcertato.
"Non sei cambiata affatto Emma Ludbrook!".
"Cosa?!"
"Dieci minuti fa eri uno zombie... Ora?! Sei rimasta com'eri al liceo: di
mattina ti preparavi in dieci minuti e poi eri pronta per passare tutto il
giorno scolastico in stato semi comatoso!" E così dicendo scoppiò a
ridere.
"Non passavo tutto il giorno in stato comatoso! Solo le prime tre ore... E
le ore della Umbridge e di Kutcher!".
"Che erano le ultime due!!" Continuava a ridere.
"Allora perchè bussavi allarmato alla mia porta?!" Chiesi fingendo di
essere spazientita.
"Prima di tutto per svegliarti...Missione riuscita! Poi... Per dirti che è
tornato Tim" Era tornato Tim...
"L'hai visto?! Come sta?!".
"Normale... E' serioooso! Ci ho scambiato due parole: Jared ci ha
ripresentati, mi ha chiesto da dove venivo, gli ho detto che eravamo amici al
liceo e al college e...".
"E?!".
"Ed è cotto Emma!".
"Oh sei così stupido Michael!".
"Cosa?! Scusa, ma è la verità! Sono in grado di capirlo, gli si
illuminavano gli occhi! Sai che ho una sorta di sesto senso per queste
cose...".
"Al diavolo tu e il tuo sesto senso! C'è poco da scherzare su questa
storia Mikey...".
"Lo so... Scusa, non volevo. Ad ogni modo, ci aspettano al
ristorante!".
"Bene scendiamo!".
Arrivammo al ristorante e allo stesso tavolo del giorno precedente sedevano
Jared, Shannon, Tomo e Tim: i miei tre animali... e il mio angelo.
Tadaaaaà!
Capitolo
ventuno arrivato finalmente…
Spero
vi sia piaciuto e come potete leggere la storia sta prendendo una nuova svolta
=P
Grazie
mille davvero per aver letto e recensito, mi fa un piacere immenso leggere le
recensioni davvero.
"Da quando mangi così tanto Jared?!" Chiese Shannon al fratello,
stupito davanti ai tre piatti di pasta da lui consumati.
"Adoro il cibo italiano! Fattene una ragione Shan, perchè penso che
mangerò anche una pizza prima del concerto! Oh poi dieta per una settimana
ovviamente..." E tutti scoppiammo a ridere. Era insolito vedere Jared
mangiare e così tanto per giunta! Di solito noi mangiavamo come dei manigordi,
lui spizzicava qualche fogliolina di insalata e poi se ne stava a guardarci,
intrattenendoci con le sue chiacchiere.
"Io mi unisco a Jared!" Disse Tomo, continuando a mangiare il suo
piatto di spaghetti.
"Allora vi farò portare delle pizze all'Alcatraz!" Esclamò Mikey, che
si era arreso dopo il primo piatto.
"Certo Mike!" Rispose Jared... Ora aveva smesso di mangiare e si
massaggiava la pancia piena!
Era così strano... Tutto ciò che era successo il giorno prima era stato rimosso
dalle loro menti?! O semplicemente fingevano per far sentire meglio Tim?! Il
mio sguardo cadde così involontariamente su di lui. Guardava Shan, Tomo e Jared
che continuavano a discutere e scherzare, facendo progetti per quella serata, e
ogni tanto sul suo viso angelico si disegnava un quasi impercettibile sorriso.
Nei suoi occhi però leggevo un qualche cosa di irrequieto, ogni tanto
schizzavano da una parte all'altra, si nascondevano improvvisamente... Non era
sereno. Lo studiai troppo forse, perchè si accorse del fatto che lo fissavo e
iniziò a fare altrettanto, finchè non nascosi io i miei occhi.
"Dunque, sono le due! Ricapitolando, devo andare a controllare la
scenografia alle sei e poi vi aspetto lì giusto?! Ho chiamato il locale per
confermare l'orario del nostro arrivo e dell'arrivo degli strumenti... Oh, ho
chiamato anche loro dato che Emma mi ha detto dell'imprevisto del 12! Ora io
andrei in camera... Voi cosa avete intenzione di fare?!" Era evidente che
Mikey fosse orgogliosissimo del suo lavoro e lo svolgeva probabilmente meglio
di me!
"Perfetto Mikey! Io ho bisogno di riposare ora altrimenti questa sera mi
portate sul palco con la gru!" Disse Jared, alzandosi dal tavolo.
"Sì anche io voglio riposarmi... Non tutti abbiamo dormito fino a
mezzogiorno!" Disse Tomo fissandomi e soffocando una risata.
"Scusa! Avevo del sonno arretrato..." Risposi, fingendomi offesa!
"Anche io ho sonno... Questa sera sarà impegnativa!" Shannon si unì
alla truppa.
"Sì beh, allora vado anche io in stanza" Disse Tim.
"Allora a dopo ragazzi..." Dissi io, alzandomi e avviandomi insieme a
loro verso le scale.
Eravamo nel corridoio delle nostre stanze. Jared era entrato in camera, seguito
da Shannon; Tomo venne a salutarmi e dirmi che 'scherzava prima'; mentre Mikey
mi prese la tessera e aprì la mia stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
"Mikey!" Dissi scocciata.
"Emma... Erm..." Tim era dietro di me.
"Dimmi!".
"Potresti venire..." e indicò la sua stanza "Ti rubo pochissimo
davvero. Vorrei solo finire di parlare con te... Ieri Tomo ci ha
interrotti!" Guardava la tessera per aprire la sua camera, cercando di
evitare il mio sguardo.
"Certo, è la sua specialità! Va bene, tanto mi sono svegliata tre ore fa e
di dormire non se ne parla!" Sorrise e aprì la stanza.
"Vieni, andiamo fuori... Devo fumare!" E cacciò dalla tasca il suo
pacchetto di Marlboro e l'accendino nero. Andammo in balcone, si accese la sua
sigaretta e se la mise in bocca. Lui era appoggiato alla ringhiera, io al muro
della stanza: diametralmente opposti. Dopo un minuto decisi di rompere il
silenzio...
"Tim... Come stai?!".
"Sono stanco".
"Ma allora riposa... Possiamo parlare anche più tardi!".
"No Emma... Sono stanco di questa situazione...".
"Non capisco...".
"Non posso continuare così... Per la band e per il bene della mia carriera
avevo fatto una scelta: avevo deciso di ignorare e reprimere quello che provavo
per te, ma non ci riesco Emma... Non sono riuscito a cacciarti via dalla mia
mente il giorno del tuo incidente, non sono riuscito a cacciarti dalla mente
nel mese successivo, non sono riuscito a respingerti l'altra notte... Mi sono
stancato Em, non voglio più nascondermi dietro un dito" Ero sveglia?!
"Cosa?! Tim, sei stato tu il primo a dire che nessuno doveva scoprirlo!
Hai visto anche tu come si comporta Jared ultimamente, no?! E' strano, si
comporta in modo strano, non posso farlo incazzare!" I sentimenti fuori
dal lavoro, i sentimenti fuori dal lavoro, i sentimenti fuori dal lavoro...
Tim buttò la sigaretta a terra, si avvicinò pericolosamente a me e.... Le sue
labbra, le sue morbide labbra si posarono sulle mie. Questo bacio era diverso
dal primo, meno discreto, più passionale. Era agitato, nervoso, ma non riuscivo
a resistergli. Ma come faccio? Come faccio con Jay? E Mikey? Oh mio Dio,
smettila ti prego!
Quasi come se avesse ascoltato i miei pensieri, si bloccò.
"Non ho detto che non voglio nascondermi dagli altri Emma... Non voglio
più nascondermi da te..." Continuava a tenere il mio viso tra le mani.... Cosa?!
"C-come scusa?! Mi stai chiedendo di fingere?!" Ero incredula.
"Emma, ti sono totalmente indifferente?!" Abbassai lo sguardo, ma lui
ormai avevo il possesso del mio viso e mi tirò su il mento. Digli di sì
digli di sì digli di sì!
"No... Ma".
"Allora è l'unica soluzione Emma... Non possiamo continuare a fissarci per
ore e non parlarci nemmeno! E' stressante, non lo reggo! Se non vuoi che ti
scoprano gli altri, almeno non nasconderti da me...".
Cosa avrei dovuto rispondere?! Mi stava chiedendo di mentire a Tomo, a Shannon
e anche a Jared per iniziare una storia con lui. Non che il gioco non valesse
la candela, ma... Ma avevo paura di uscire bruciata...
Non parlammo più. Lui aveva liberato il mio viso dalla sua presa e mi fissava,
io facevo altrettanto. Restammo così per molti minuti, come a quel blood ball,
quella maledetta serata in cui tutto ebbe inizio. Ci fissammo per un tempo
illimitato e il suo sguardo mi fece perdere ogni minima capacità razionale. Non
ragionavo, ma non riuscivo a resistere e alla fine i suoi occhi, glaciali e al
tempo stesso infuocati, riuscirono a convincermi... Mi avvicinai a lui e lo
baciai. Ricambiò senza alcun problema e allora avrei dovuto essere la persona
più felice del mondo, ma ancora qualcosa si muoveva dentro di me... Stupida, stupida Em!
Ci salutammo così, senza parlare, senza respirare, con un bacio.
Andai nella mia stanza e trovai Mikey sul letto che dormiva... Presi l'I-pod,
mi stesi accanto a lui, alzai il volume a livello spaccatimpani e dopo tanto
tempo chiusi gli occhi...Senza aver bisogno di pensare...
Incredibile,
ma vero! Dopo 22 capitoli questa scrittrice ignorante ce la fa!
E
ora sento già i lettori che urlano "Evvivaaaaaaaaaa" XD
Spero
però, nel mio piccolo, che vi sia piaciuto =*
"Emma".
"Eeemma!".
"EMMA!" Sbottò Mikey strappandomi gli auricolari dalle orecchie.
"Cosa? Che ho fatto? Che succede?".
"E meno male che hai dormito fino a mezzogiorno!!" Ora mi guardava
scioccato, non capendo come potessi essere così dormigliona.
"Ma non stavo dormendo! Probabilmente non ti ho sentito perchè avevo della
musica spaccatimpani piantata nelle orecchie... Cosa c'è?!".
"Sì sì come vuoi... C'è che sono le 5! Io tra un'ora devo andare al locale
e tu dovresti andare da Jared e vedere se gli serve qualcosa".
"Ok capo!" Feci per alzarmi dal letto.
"E cambiati Emma!!".
"Sì sì mi cambio!" Prendeva troppo sul serio il suo lavoro, stava
diventando insopportabile "Ti dispiace se mi cambio qui e non in bagno?!
Non devi scandalizzarti!".
"No, va bene! Non ti preoccupare!" Così iniziai la caccia al vestito.
Mi avvicinai alla valigia, ma aveva qualcosa di diverso.. "Mikey hai
riordinato la mia valigia?!".
"Certo! Mi sono svegliato un'ora fa... Non sapevo cosa fare e dato che
stasera riprenderemo il tour bus e sicuramente non avresti fatto in tempo a
riordinare tutto da sola, ti ho anticipato!".
"Vero stasera tour bus! Me ne ero completamente dimenticata, grazie
Mike!" E mi avvicinai a lui per dargli un sonoro bacio sulla guancia.
Finalmente trovai cosa indossare: jeans slavato, dolcevita nera, giacca di
pelle, sciarpa e tronchetto nero. Mikey intanto era disteso su letto, già
pronto, con le mani dietro la nuca e aria interessata, come se stesse
aspettando i particolari piccanti di un'appassionante storia.
"Sì?!".
"Mi chiedevo... Cosa voleva prima Tim?!" E così dicendo sfoderò il
suo sorrisetto sghembo!
"Niente di che..." Cercai di essere vaga, ma era Mike, non potevo
zittirlo così.
"Racconta!" Morivo dalla voglia di dire tutto a Mikey. La nostra era
sempre stata un'amicizia senza veli, incondizionata; ora invece non potevo
rivelargli cosa stesse accadendo e lo odiavo. Ero quasi tentata dal rivelargli
tutto, nonostante Tim non volesse... Quasi.
"Mi ha chiesto di nuovo scusa per l'incidente di ieri...".
"E..?".
"E niente Mike, è tutto risolto".
"Quindi non devo picchiarlo?!" L'idea di Mikey, così magro, che cerca
di picchiare Tim per me, mi fece scoppiare a ridere.
"No, non ce n'è bisogno, ma grazie! E poi credo non ne usciresti
vivo...".
"Lo credo anche io! E' un bestione!" mentre io continuavo a ridere,
l'espressione di Mikey era seria e preoccupata... Probabilmente immaginava
anche lui lo scontro!
"Emma... Sei sicura di stare bene?!".
"Sì, certo Mikey!".
"Ok! E' solo che... Ieri eri sconvolta! Non ti ha dato spiegazioni sul
comportamento di ieri mattina?!".
"Non ce n'è bisogno Mike. Ero, più che sconvolta, sorpresa. Ma è passato
tutto, non c'è nulla che mi debba spiegare. Eravamo sbronzi, capita, ma si va
avanti no?!" Cercai di incollarmi un sorriso sulla bocca, ma risultò poco
convincente e Mikey continuava a scrutarmi...
"Andiamo?!".
"Sì, stai bene! Cosa metti questa sera?!" Mike sapeva sempre come
mettermi di buon umore eh?!
"Non-ne-ho-idea!" E subito lo zittii.
"Ook come non detto...".
Andammo da Jared, bussai e subito venne ad aprire.
"Hey entrate!".
"Jared, io vado al locale va bene?! Controllo le scenografie, gli
strumenti, ordino qualcosa da mangiare per voi e poi vi aspetto lì!".
"Oh va bene Mike...".
"Ciao Jay, ciao Em!" Mikey se ne andò sbattendo la porta, così
restammo soli...
"Allora?! Hai qualcosa da fare?!" Mi chiese Jared, mentre si
sistemava il nuovo taglio di capelli... Solo lui riusciva a portare tagli così!
"No! Niente...".
"Perfetto, ho un disperato bisogno di shopping!".
Feci chiamare un taxi dalla reception e non impiegò più di cinque minuti per
arrivare davanti all'hotel. Io e Jared salimmo in macchina e ci dirigemmo verso
il centro di Milano. Entrammo in un negozio di Dolce e Gabbana e iniziammo a
spulciare tra i nuovi arrivi nella speranza di accontentare il guardaroba di
Jared! Fortunatamente riuscimmo a trovare tutto ciò che gli serviva e alle 6
eravamo pronti per tornare in albergo.
"Allora?!" Mi chiese per spezzare il silenzio.
"Allora cosa?!".
"E' da parecchio tempo che non restiamo soli...".
"Sì, hai ragione! Emozionato per stasera?!".
"Più che emozionato direi... Elettrizzato! Sarà speciale questa
serata...".
"Lo credo bene è tutto esaurito! I vestiti li avete già pronti?!".
"Cosa?! Ah, Emma non farmi più scherzi del genere!" E scoppiò in
quella che mi sembrava una risatina isterica... Ma chi stava scherzando?!
"Guarda che non scherzo Jared! Ci ha pensato Mikey?!".
"No! Credevo ci avessi pensato tu Emma!!" Ora il suo sguardo era a
dir poco furioso!
"Oh mio Dio, ma avvertirmi no eh?! Autista ci porti indietro, dobbiamo
tornare da Dolce e Gabbana per favore!" E nel giro di venti minuti
tornammo nel negozio lasciato poco prima, prendemmo tre camicie bianche e una t
shirt nera per Shan, un vestito nero per Tomo, una giacca bianca e nera per
Jared ed un vestito nero per Tim. Al resto avrebbero pensato loro! Volammo
verso il taxi che ci stava aspettando lì fuori e Jared chiamò Shannon.
"Shan?! Sì sono io... Senti sono uscito con Emma e ci siamo resi conto di
non aver preso nessun vestito per questa sera, quindi siamo andati da Dolce e
Gabbana. Sì non preoccuparti ho usato la mia carta!! Ascolta, tra cinque minuti
vi voglio tutti e tre nella hall! Tu portati pantaloni neri, e dì a Tomo e Tim
di cercarsi delle scarpe, quelle che vogliono! Al sangue ci pensa Mikey
d'accordo?! Smettila di chiamarmi bos! A dopo!" Riattaccò e ripose il
Blackbarry con un sospiro "Bene, possiamo andare!".
"Siamo in perfetto orario! Ce la possiamo fare!".
"Ma tu vieni così?!".
Lo guardai sconcertata... Cosa avrei dovuto mettermi?! Non avrei mai fatto in
tempo!
"Erm io...".
"Ok non è un problema, tanto chiuderemo tutto subito dopo il
concerto!".
Arrivati in albergo, trovammo i ragazzi appena oltre la porta d'ingresso
"Eccoci, siamo tutti, può partire!" Alla volta dell'Alcatraz.
Eccomi
qui!
Capitolo
di transizione di poca rilevanza, studio permettendo e se me ne ricorderò
aggiornerò tra uno due giorni =D
Grazie
a chi legge e chi recensisce! Oh, ho notato che qualche utente ha la storia tra
i preferiti *_* La cosa mi fa davvero piacere!
Prima
che leggiate premetto che questo non è il solito capitolo di transizione. Spero
con questo capitolo di non offendere nessuno. Tutto ciò che è narrato è frutto
della mente malata della scrittrice, nulla è reale. Non conosco Jared Leto, non
conosco Tim Kelleher e tanto meno le ragioni che hanno spinto Matt Wachter ad
abbandonare i 30 Seconds To Mars. Buona lettura =)
CHAPTER
24
Aspettai in camerino che finisse il concerto, mentre Mikey rimase sotto il
palco per vederli, essendo la sua prima volta. Dopo tre ore di estenuante e
noiosa attesa, durante le quali ne approfittai per chiamare mia madre e qualche
vecchia conoscenza a L.A., qualcuno bussò alla porta della stanza in cui mi
trovavo. Alzai di scatto lo sguardo dal bianco divano in pelle su cui ero
appollaiata e senza che dicessi 'Avanti', Tim entrò.
"Disturbo?!".
"Certo che sì, non vedi come sono impegnata?!" E subito sul suo volto
si disegnò un luminoso sorriso. Era troppo perfetto per essere vero; mi avevano
insegnato che la perfezione non esiste, ma evidentemente si sbagliavano.
"Gli altri sono impegnati con la signing line e Mikey sta tenendo la
situazione sotto controllo. Dato che io non sono autorizzato ad avere un
contatto diretto con i fan" e dicendo questo la sua bocca si contorse in
una smorfia di disapprovazione "ho pensato di venire a salutarti".
Lo osservai: sul suo volto le tracce di sangue finto erano sparite, il vestito
preso quel pomeriggio con Jared era stato sostituito da pantaloni neri e
t-shirt a strisce bianca a nera, i capelli erano nascosti sotto un cappellino
nero, indossava i suoi soliti guanti neri ed il polso sinistro era ancora
bendato...
"Allora... Cosa hai fatto di interessante in questi... Che ore
sono?!" E venne a sedersi accanto a me.
"E' quasi mezzanotte".
"Oh.. Allora? Cos'hai fatto?!" Era sereno, sorrideva, era molto
diverso rispetto alle ultime volte in cui avevamo parlato.
"Ho fatto qualche telefonata, poi ho iniziato a contemplare le
mattonelle!".
"Wow, una cosa seria allora, ti ho interrotto! Vuoi che me ne
vada?!".
"No" Non volevo che il mio tono sembrasse insistente o che
nascondesse un che di morboso o spaventato, ma ebbi scarsi risultati.
"Quanto tempo credi ci vorrà per firmare autografi a tutta quella
gente?".
"Almeno un'ora... Almeno!".
Si sistemò sedendosi in direzione di me, mi prese per mano. Era tutti così
strano e...imbarazzante! Vedendo i suoi occhi scrutarmi, i battiti
accellerarono e divennero più rumorosi, facendomi sentire quasi in imbarazzo.
Iniziò a disegnare ghirigori immaginari sul palmo della mia mano, mentre io
continuavo a tenere lo sguardo basso, finchè... Il cellulare posto tra noi due,
sul divano, vibrò! Mi staccai immediatamente, fingendo di non vederlo alzare
gli occhi al cielo. Era Mikey!
"Pronto?! Cosa?!Mike non ti sento parla più forte! Woh, ok ok ho capito!
Sto arrivando!" Riattaccai... Perchè ci doveva sempre essere qualcuno
disponibile ad interromperci?! "Era Mikey... Erm, i ragazzi stanno per
finire, molta gente era già uscita dal locale. Ha detto Jared che dobbiamo
iniziare a caricare le valigie sul tour bus".
Lo sentii sospirare, poi annnuì e mi lasciò andare.
Raggiunsi Mike nel bar del locale, situato accanto al backstage, e per la prima
volta mi resi conto di qualcosa che mi scioccò... Non ero mai uscita al di
fuori dalle quinte in Europa e non avevo mai quindi incontrato fans europei, ma
sentendomi gli occhi e gli indici puntati addosso e ascoltando qualche
bisbiglio intermezzato dal mio nome, capii con mia enorme sorpresa che ormai
ero conosciuta in tutto il mondo: un motivo in più per stare alla larga da...
"Ti dai una mossa o no?! Le valigie non si trascinano da sole e il tour
bus è qui fuori! Approfittiamone ora che tra poco verrà sommerso da ragazzine
isteriche!" Mikey mi risvegliò dai miei pensieri.
"Sì capo! Mike stai prendendo troppo sul serio questo lavoro, mi
spaventi!".
Tornammo nel backstage e caricammo tutte le valigie sul tour bus in due viaggi,
mentre commentavamo il concerto; o meglio, lui commentava con toni enfatizzati,
io annuivo.
Mancava solo la mia borsa. Lasciai Mikey sul tour bus, che ora era circondato
da un gruppetto abbastanza numeroso di fans, e tornai nel locale. Appena
oltrepassata la porta incontrai Tomo e Shannon.
"C'è l'Africa là fuori?!" Mi chiese Tomo spaventato.
"No, diciamo che c'è solo il Congo!" Risposi, suscitando una risata in
Shan e ancora più terrore in Tomo, che ora si mordeva le unghie.
"Oh ora sì che sono più tranquillo, grazie Emma!".
"Figurati! Hai ricevuto qualche orsacchiotto questa sera Tomo?!" Shan
soffocò a malapena una risata, mentre io mi divertivo. Far arrabbiare Tomo era
esilarante!
"Simpatica Em, davvero...".
"Oddio te ne hanno regalati!! Ahahah... potresti aprire un negozio di
peluches Tomo!".
"Sì, Emma ha ragione! Dai uomo fatti coraggio, dobbiamo attraversare solo
la strada per raggiungere il tour bus e poi il gigante Mikey ci salverà!".
"Vaaa bene!" Ed entrambi uscirono. Inutile sottolineare che dopo
cinque secondi esatti sentii le urla!
Mi diressi verso il backstage. Il tipo della Security mi fece entrare. La porta
del camerino dei ragazzi era aperta. Vi passai davanti poichè si trovava prima
del mio...
Il mio sguardo cadde involontariamente all'interno della stanza: Jared era
davanti a Tim; l'uno con la bocca spalancata, l'altro con gli occhi sbarrati...
"T-Tim, io..." Ma quando Jared cercò di parlare Tim lo zittì con un
gesto. La sua bocca si apriva e chiudeva, come se stesse cercando di parlare
non trovando le parole adatte.
"Scusami scusami scusami... Non so che mi sia preso!" Jared si portò
le mani alle tempie e chiuse gli occhi, Tim invece schizzò fuori dalla stanza,
asciungandosi le labbra con il dorso della mano. Indugiò un secondo davanti a
me, mi guardò imbarazzato e poi corse via. Decisi di non seguirlo, piuttosto mi
soffermai su Jared. Era lì, immobile, con le mani che premevano le tempie e gli
occhi strizzati. Tirò un calcio alla sedia più vicina, scaraventandola contro
il muro.
"J-Jay?!" Quella parola fu un sussurro, un sussurro sufficiente per
farlo girare, sufficiente per costringerlo a mostrarmi i suoi occhi blu, umidi,
lucidi e la sua bocca ancora aperta, incredula.
"Emma, io..." Ma io avevo già visto quello sguardo... Gli occhi di
Jared avevano la capacità di parlare stranamente, ed ogni sguardo era diverso
dall'altro, ma quello, quello non avrei mai potuto dimenticarlo...
*FLASHBACK*
El Paso 1 marzo 2007
"Hey ragazzi... Credo sia arrivato il momento di dirvi quella
cosa..." Oh sia lodato! Matt ci sta tenendo sulle spine da due settimane
per questa fatidica notizia! Temo ciò che sta per dirci, si gratta il gomito
come quando è agitato. Jared è spaventato, so cosa lo lega a lui, anche se
continua a negarlo; è soprattutto per lui che io ho paura...
"Vai Matt!" Shan si sta avvicinando a Jared, credo sia l'unico che
sappia cosa deve dirci il bassista... Oh merda.
"Beh ecco... Voglio essere rapido... e indolore..." Sta tentennando,
ha anche lui paura di parlare, paura di ferirlo... Sta guardando Shan, che
ricambia lo sguardo incoraggiandolo... Tomo lo guarda, anche lui preoccupato.
Io aspetto...
"Devo lasciare ragazzi... Non posso andare avanti così: mi manca la mia
famiglia, sono troppo stanco, non ce la faccio a sostenere questi ritmi ancora
e... Tom Delonge mi ha offerto il posto di bassista negli Angels and
Airwaves" Ovviamente abbassi lo sguardo, bastardo! Che vigliacco... Tutte
scuse, non sono queste le vere motivazioni! Non te ne freghi niente di Jared?!
Allora perchè lo hai illuso?! Jared... No, non quello sguardo, è più grave di
quanto pensassi allora! Devo restare sola con lui... Nessuno può capirlo meglio
di me...
Non volevo crederci... Speravo di sbagliarmi, ma quello sguardo... Non avrei
potuto dimenticarlo facilmente!
"Emma..." Cercò di toccarmi con i polpastrelli delle dita il braccio,
ma mi scansai. Lo guardavo torva, sorpresa, incredula, delusa, scioccata.
"Non è come sto pensando io vero?!" La mia voce era affannata, i
battiti acceleravano...
"No... Emma ascoltami ti pre-".
"Hai cercato di baciarlo Jared?!" Assurdo detto così, assurdo
raccontarlo e assurdo cogliere lo shock di quel momento. Non rispondeva,
abbassò semplicemente lo sguardo, ma quel silenzio era denso di significati.
"L'hai fatto! Non riesco a crederci Jared, l'hai fatto di nuovo!".
"Non... Io non volevo... Non so cosa mi sia preso!".
"Non sai cosa ti sia preso?! Per quale motivo devi sempre innamorarti dei
tuoi bassisti?!" Era una bastardata sputargli in faccia quelle parole, lo
so, ma non avevo altra scelta. Ora i suoi occhi non erano più dispiaciuti, ma
furiosi! Dovevo ingorarli e continuare. "Perchè Jared?! Perchè lui?! E'
per questo che mi eviti e mi fulmini ogni qual volta mi vedi ultimamente vero
Ja... Oh no, te ne sei innamorato?!".
"Mi dispiace...".
Basta, non potevo reggere ancora quello sguardo... Scappai dal locale, da lui,
da tutti... senza meta.
Spero
vi sia piaciuto e spero di non avervi sconvolto eccessivamente!
"EMMA!! EMMA FERMATI!" Passando davanti al tour bus, mentre Tomo e
Shannon erano intenti a salutare le fans trepidanti, Mikey cercò di seguirmi.
Lo ignorai, decisi di ignorarlo e proseguire a passo svelto verso
non-sapevo-dove.
"VA VIA MICHAEL!".
"EMMA ASPETTA!". Continua a correre Em, fallo sfiancare così poi ti lascerà sola.
Correvo, ma non bastava. Mikey continuava a chiamarmi... Diamine ho solo
bisogno di starmene un po' da sola!!
Improvvisamente però lui si piazzò davanti a me, sbarrandomi la strada.
"Ero sempre il primo nella corsa campestre Emma, dovresti saperlo!".
"Sì, e io ero seconda! Che cosa vuoi Mikey?!".
"Dov'è che scappi?!".
"Non lo so!".
"Guarda che se stai raggiungendo Tim, puoi dirmelo! Non reggeva il ruolo
da donna di ghiaccio che sostenevi oggi pomeriggio!".
"Io... Cosa?! Ma se Tim è sul tour bus!".
"No! Tim non è neanche salito sul tour bus... Ma... Che cavolo sta
succedendo?!".
"Dov'è andato?!".
"Non lo so, ma.. Emma mi vuoi dire dove stai andando?!".
"Mikey, torna dagli altri" Feci per superarlo, ma mi bloccò e mi
incollò al muro.
"Se non mi dici dove vai e che succede, non ti mollo!!!". Ok Emma, ora distrailo e poi scappa! Lo baciai con le labbra serrate,
tanto quanto bastò perchè le sue braccia cedessero. Appena mi staccai, mi
guardò confuso e in certo qual modo sconcertato! Scappa scappa scappa!
"Scusa Mikey, devo trovarlo!" Dissi iniziando a correre. Mio Dio Tim, dove ti sei cacciato?!
Vagavo
per le strade di Milano, senza avere la più pallida idea di cosa stavo facendo!
Provai a tornare in albergo, ma non c'era; girai un paio di motel, ma nessuna
stanza prenotata a suo nome; vagai per le strade, ma non lo trovai.
Mi fermai di colpo. Sentivo le gambe cedere, la faccia andava a fuoco, la testa
girava. Chiusi gli occhi: Jared, Tim, immaginavo la scena del fatidico 'bacio',
maledicevo Jared anche solo per aver pensato a lui in quel senso! Stavo
per cedere, per cui decisi di entrare in un bar. Luci soffuse, deserto, il
posto ideale. Mi accasciai su una sedia nel tavolino più remoto dello stanzone
e subito un ragazzo italiano, il barman evidentemente, venne accanto a me.
"Posso sedermi?!" Parlava bene l'inglese.
"Prego".
"Cosa ti porto?!".
"Posso avere una cioccolata calda?!".
"Certo!".
Dopo
tre minuti la mia cioccolata rovente arrivò e l'odore mi pervase le narici.
"Cosa ci fa una ragazza americana tutta sola di notte per Milano?! E'
pericoloso sai?!" Girò la sedia che mi stava di fronte e si mise a sedere.
"Sono di L.A.... La notte non mi spaventa".
"Sai, se stai scappando dai tuoi problemi, finirai con il ferire qualcuno
questa notte... E' per un ragazzo che sei qui?!" Ma chi cazzo sei tu
per psicanalizzare me!! Lo fissai, furiosa, ma il suo sguardo sembrava
sincero.
"No, sono qui per me stessa... Avevo bisogno di evacuare un attimo dalla
mia vita".
"Non lo troverai qui... Va a cercarlo, ha sicuramente più bisogno di te
che di una Corona... Torna alla tua vita!" Cosa?!
"Scusa?! Che hai detto?!".
"Non stai cercando lui?! Il ragazzo di Los Angeles bello e alto?!".
"Ha preso una Corona?!".
"Ha preso una Corona" Tim! Stavo per lasciargli un pezzo da 20
euro, non avendo la più pallida di quanto potesse venirmi una cioccolata.
"Offre la casa!" Gli rivolsi un sorriso impacciato e uscii di fretta
dal locale. Se fossi Tim dove andrei?!
Cercavo
di capire che direzione prendere, le parole di quel ragazzo... Ma chi diavolo
era e come faceva a sapere che cercavo proprio Tim?! Bah... Girai a destra,
percorsi qualche strada buia e deserta... Dove diavolo sei Kelleher?!
Dopo aver girovagato, imboccai un vicolo cieco. Sembrava tanto una storia di'Angeli',
ero incredula e iniziavo a pensare che in quella cioccolata ci fossero gli
allucinogeni... Un ragazzo alto, con una Corona in mano e lo sguardo basso era
seduto per terra. Appena sentì il mio respiro affannato, si girò verso di me
per mostrarmi i suoi occhi vuoti.
"Tim?!".
"Emma?!".
Corsi verso di lui, mi gettai a terra e lo abbracciai. Restammo così per un
po', poi lui mi staccò.
"Perchè mi hai seguito?!".
"Non ti stavo seguendo...".
"Hai parlato con Jared?!".
"E' pazzo. Avevo capito che gli prendeva qualcosa di strano ultimamente,
ma non pensavo...".
"Già... Mi dispiace che sei capitata lì proprio in quel momento!".
"Non è colpa tua... Come stai?!".
"Strano... Non capisco perchè l'ha fatto... E sono stato uno stupido a
scappare così, ci starà da schifo ora!".
"Come minimo, non doveva! Ha già commesso questo errore in
passato...".
La sua risposta fu un sospiro... Mi fece segno di sedermi accanto a lui,
obbedii e mi fece appoggiare al suo petto. Nessuno dei due parlava, era la
prima volta che avevamo un contatto così vicino, non contando la notte in cui
eravamo entrambi sbronzi. Sarei rimasta lì per sempre, ma il cellulare vibrò...
ancora una volta.
"Mikey?! Cosa?! Ma... Ma Jared non lo beve! Ok faccio prima che posso
ciao! Cosa?! Sì sì... Ma non è come pensi! Arriviamo!".
"Mi stanno cercando?!".
"Jared ha preso una sbronza e sta facendo un casino incredibile sul tour
bus... Sarà meglio che torniamo!".
Eccomi
qui, spero vi sia piaciuto!
Grazie
mille per aver letto e soprattutto per aver recensito =*
Unendo il mio al suo senso dell'orientamento riuscimmo a trovare il tourbus in
un tempo relativamente breve. Era ancora lì, immobile, davanti al locale: luci
accese; ombre che si muovevano agitate, dai finestrini; l'autista che aspettava
fuori, fumando una sigaretta, mentre si reggeva la testa con l'altra mano; le
strilla assordanti dei ragazzi!
"LA SMETTI DI URLARE COME UN FORSENNATO?! Fa silenzio!" Shannon
sembrava spazientito molto probabilmente da Jared sbronzo!
Appena entrammo, vidi Tomo che guardava Shan e Jared litigare con aria
divertita, Mikey che li scrutava perplesso, uno Shannon infuriato e Jared che
barcollava, mantenendo a stento l'equilibrio!
"Buonasera" Tim salutò con tono di voce incerto.
"Ciao! Jared..." Mi unii a Mike nel guardarlo perplessa. Non era da
Jared essere in quello stato, e mi faceva incredibilmente pena!
"Eeeemma, Tiiiim... Shhhh, dobbiamo fare sileeenzio! Shan ti arrabbi se
non fanno silenzio verooo?!" Cercava di mantenere il tono basso,
acquisendo così una voce da bambinone.
"Jared che cosa hai combinato?!" Chiesi spazientita.
"Ioo?! Niente, lo giuuuro! Guarda?! Sto daavvero... Bene!" E così
dicendo, cercò di fare una giravolta su sè stesso, ma cadde addosso a Tim.
"Woh, stai attento!" Disse Tim, riprendendolo per le braccia.
"Siiì, attento attento... Tim, Tim io ti chiedo davvero... Scusa! Mi
dispiace tannnto!" E mentre porgeva le sue sincere e 'coscenti' scuse, gli
posò entrambe le mani sulle spalle, e lo guardò con aria solenne.
Ovviamente Tomo, Mikey e Shan scoppiarono a ridere... Io speravo tanto che
l'effetto soporifero della sbornia facesse effetto in quell'esatto istante.
Guardai Tim che aveva perso la salivazione... Mi riguardò, ma lo allontanai con
un'occhiataccia.
Avrebbero potuto scoprire tutto e non doveva succedere! Non doveva accadere per
lui, non doveva accadere per Jared, e neanche per me.
"Non preoccuparti, non mi sono fatto male!" Rispose Tim.
"Ma noooo... Sì, scusa anche perchè sono caduto, ma... Dicevo per
prima" Oh-oh.
"Erm... Jared sta delirando! Shannon perchè non lo metti a letto?!"
Cercai di correre ai ripari.
"Cosa?! Perchè proprio io?!".
"Non sto delirando!".
"Perchè sei il fratello?!".
"Ma io non sto delirando!" Irruppe Jared con tono lamentoso "Mi
sono comportato come... una stupida checca, e voooglio scusarmi!" Oh
cazzo! Cazzo cazzo cazzo cazzo!
"Cosa?! Stupida checca?! Ma che cavolo sta succedendo?!" Tomo si era
svegliato dal trance e si era avvicinato a noi, seguito da Mikey.
"Niente Tomo... Ha bevuto troppo!" Risposi, cercando di zittire una
volta per tutte il nostro Bacco!
"Solo un pochiiino!!! Tim, mi dispiace... Emma, devo delle scuse aaanche a
te!" Ma Bacco continuava imperterrito!
"Ci spiegate che succede?!" Ora anche Mikey ci si metteva!
"Nien..".
"Ve lo dico io... che cosa succede! Tim... Ho baciato Tim!" Non
riuscivo a crederci, l'aveva detto davvero! Aveva pronunciato quelle parole
scandendole lentamente.
Tim aveva lo sguardo basso. Shannon sbarrò gli occhi e sbiancò di colpo, come
se avesse appena visto un fantasma. Tomo spalancò automaticamente la bocca.
Mikey mi fissava. Un periodo interminabile di silenzio: il silenzio più
assordante che avessi mai vissuto!
"Erm... Credo sia ora di andare a letto. Buonanotte a tutti!" Shannon
ruppe il silenzio, prese Jared sotto la spalla e lo condusse nella sua zona
notte.
"Sì... Anche io vado! A domani" E anche Mikey sparì.
Tim uscì fuori, cacciando il suo pacchetto di sigarette dalla tasca dei
pantaloni.
"E' vero?!" Mi chiese Tomo, ancora scioccato.
"Sì Tomo... Sono capitata lì proprio in quel momento per sbaglio... Non so
davvero cosa gli sia preso!".
"E' Jared... Che vuoi che gli sia preso?! Va a dormire, è stata una
giornata abbastanza faticosa! Io vado a fumarmi una sigaretta!" E anche
lui uscì come il suo precedente, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni le
sigarette.
Erano ormai le quattro di notte ed eravamo già in viaggio, ma le palpebre non
ne volevano sapere di chiudersi. Così accesi l'I-pod e misi il volume al
massimo per ascoltarlo senza mettere gli auricolari... L'ultima cosa di cui
avevo bisogno era un mal di testa!
Qualcuno bussò alla mia cabina, così, quasi certa su chi mi sarei trovata
davanti, andai ad aprire.
"Posso?! Dormivi?!" Tim era appoggiato alla porta e due profonde
occhiaie violacee contornavano i suoi occhi.
"Entra... Non riesco a prender sonno!" Lo feci entrare e si accomodò
su quello che possiamo definire 'letto'.
"Allora... Qual'è la versione?!".
"Ho detto a Tomo che hai visto anche tu... E sei venuta a cercarmi appena
sono scappato... E che non so perchè l'ho fatto".
"Non... Non ha chiesto nulla?!".
"No, tranquilla!".
"Bene... Credo che Mikey sospetti qualcosa, ma non mi preoccupo di
lui".
"Ok".
Restammo un po' in silenzio, da sottofondo la musica del mio I-pod. Mi accorsi
di ciò che stavo ascoltando solo quando sul viso di Tim si disegnò un
sorrisetto ironico. E infatti -ironia della sorte- il mio aggeggio aveva scelto
una canzone del vecchio gruppo di Tim, Fallen.
"Mi è sempre piaciuta questa canzone... Quando la suonavo ci mettevo
dentro anima e corpo, ogni volta... Fa parte di me".
"Piace molto anche a me".
"Così conoscevi i My Darling Murder!".
"La verità?! No... Ho preso il loro... erm, vostro cd, dopo averti
conosciuto!" Lui scoppiò a ridere! Morivo dalla vergogna per quella
confessione non del tutto vera. Dopo averlo conosciuto, avevo cercato di
scoprire tutto sulla sua vita precedente, uno po' per richiesta di Jared, un
po' per mia curiosità personale...
Quella canzone finì, e fu subito sostituita. Tim iniziò a canticchiare quella
melodia... Non aveva affatto una brutta voce, anche se la sua non sposava bene
quella di Gerard Way. Quelle parole erano bellissime... Coinvolgenti!
Smise di cantare, si alzò e si avvicinò a me, sovrastandomi dal suo metro e
novanta. Inclinò la testa e iniziò a baciarmi. In un altro luogo, in un'altra
situazione, ad un altro orario, avrei pensato fosse un maniaco per la lentezza
dei suoi movimenti, ma l'effetto su di me non fu negativo, anzi...
La forza aumentò con il crescendo della canzone... Ogni tanto si fermava per
cantarmi nell'orecchio qualche parola... I'm trying, I'm
trying to let you know how much you mean... Mi portò sul letto,
si distese sopra di me e iniziò a spogliarmi... Si tolse la maglia e la lanciò
ai piedi del letto, facendo cadere l'I-pod... La musica svanì... I nostri corpi
si unirono.
Scusate
il ritardo nel postare!
Sto
studiando come un’esaurita in queste settimane -_-
Spero
di non aver deluso le vostre aspettative, sono gradite le recensioni xD
CHAPTER
27
Aprii gli occhi. Dati i movimenti del nostro mezzo di trasporto, dovevamo
essere ancora in viaggio. Una fioca luce penetrava nel tour bus dai vetri
scuri. Mi voltai nel letto e mi accorsi che Tim era ancora accanto a me! E
dormiva! Non doveva esser tardi se era ancora nel mio letto.
Ero appoggiata sul suo braccio, eravamo ancora nudi e le lenzuola nere ci
scoprivano la schiena. Tim era di una bellezza sconcertante anche mentre
dormiva... Fissavo il suo profilo delineato, i suoi capelli castani
scompigliati, le lunghe ciglia nere, i muscoli perfettamente scolpiti sotto la
pelle diafana e mi chiedevo cosa potesse trovare un uomo talmente perfetto in
una come me!
Rimasi a fissarlo per un paio di minuti ancora, quando sentii delle fragorose
risate dal tour bus... Non era possibile che all'alba quei ragazzi fossero già
svegli!! Mi alzai dal letto trascinandomi dietro il lenzuolo a sfavore di Tim,
afferrai la mia borsa per cercare il telefono...
"Oh mio Dio... Oh mio Dio, Tim! Tim devi svegliarti!" Erano le 11 del
mattino e Tim Kelleher non era nel suo reparto notte! Cercai di svegliarlo con
un fil di voce, ma per tutta risposta lui si girò su sè stesso e continuò a dormire
con la pancia all'ingiù.
"Tiiim! Svegliati cazzo, Tim!".
"Mmmh" Un muflone sarebbe stato più eloquente! Mi avvicinai a lui per
squoterlo.
"Tim! Devi-svegliarti-ora!" Aprì gli occhi.
"Dai, cinque minuti ancora e poi me ne vado!".
"Tim, sono le undici!! I ragazzi sono già svegli!".
"COSA?!" Scattò dal letto come una molla, ma si accorse di esser
nudo. Recuperò i suoi vestiti e li indossò, mentre ripeteva cazzo cazzo cazzo
un migliaio di volte!
"Hey... HEY! Ti vuoi dare una calmata?! Sì?!" Lo afferrai per la
maglietta e cercai di farlo tacere. Non poteva certo uscire di lì
indisturbato!!
"Scusami... Scappo!".
"Non puoi uscire dalla mia stanza senza che nessuno se ne accorga genio!
Facciamo così... Tu aspetti che io mi cambio, poi esco e distraggo i ragazzi.
Tu aspetta cinque minuti e poi potrai uscire!".
"Afferrato! Vestiti allora... Non guardo!" Disse con un sorrisetto
malizioso, mentre si buttava sul mio letto.
"Ah ah ah molto divertente!".
"Pronta!" Si alzò per avvicinarsi a me.
"Buongiorno straniera..." Mi afferrò per i fianchi e mi strinse a sè.
"Buongiorno straniero!" Risposi sorridendo al pensiero che non ci
eravamo ancora salutati! "Brad e Angelina ci fanno un baffo!"
"Chi?!".
"Brad Pitt e Angelina Jolie... Mr and Mrs Smith!".
"Sì... Certo".
"Mai visto Mr and Mrs Smith?!". "No...".
"Ma non è possibile!!".
"Ha-ah...".
Avvicinò il suo viso al mio e mi baciò dolcemente, cercando di farmi star
zitta. Ricambiai il bacio, ma si stava facendo tardi e l'immagine del Jared
ubriaco della sera precedente mi costrinse a staccarmi da lui.
"E' tardi... Vieni tra cinque minuti!" Uscii dalla stanza con un
pizzico di amarezza dentro. Ma che diavolo stai facendo Em?
"Buongiorno ragazzi!".
"Buongiorno!" Rispose Shannon, stravaccato sul divanetto, mentre
contemplava delle bacchette colorate.
"Emma è quasi mezzogiorno!! Non ti fai schifo da sola?!" Esordì
Mikey.
"Certo che no! Non esiste persona più pigra di te sulla faccia della terra
Mike, quindi non fare prediche a me!".
"Emma" Sbadigliò Tomo.
"Tomo".
"Nervosetta eh?!" Borbottò Mikey e scomparse.
"Che fine ha fatto Tim?!" Chiese Tomo, sgranocchiando dei biscotti.
"Non ne ho la più pallida idea!!".
"'Giorno a tutti!" Tim ci raggiunse, sbadigliando anche lui e
stropicciandosi un occhio. Andò a sedersi accanto a Tomo e gli rubò un biscotto
al cioccolato.
"Hey! Sono miei!" Rispose Tomo indispettito, allontanando il
pacchetto da Tim. Poichè il chitarrista ed il bassista iniziarono a litigare
come bambini, andai a sedermi accanto a Shannon.
"Tuo fratello?!" A quella domanda Shan mi contemplò per qualche
secondo, poi si decise finalmente a rispondere!
"In camera... Ieri sera è crollato subito e dorme ancora".
"Forse è meglio che riposi... Ne ha bisogno...".
"Parlavate di me?!".
Scusate
il ritardo!
Auguri
per le feste passate e per il nuovo anno! Che vi porti tanto rock e tanto roll
u_u
Grazie
1000 per le recensioni e grazie anche a chi si limita alla lettura =*
Jared comparve sul separè del tour bus tra il reparto giorno ed il reparto
notte. Gli occhi, contornati da profonde occhiaie violacee, erano arrossati;
lui era pallidissimo. Sapevo che il sorriso appena accennato che vedevo sul suo
volto era privo di allegria o buon umore...
"No che non parlavamo di te!" Rispose Shannon alla domanda del
fratello.
"Buongiorno Jared!" Cercai la sua attenzione o quanto meno un suo
sguardo, ma lui lo distolse da me e lo posò sul finestrino scuro.
"'Giorno a tutti".
"Hey Jay!" Disse Tomo che finalmente riuscì a tornare in possesso
della sua busta di biscotti, allontanandosi da Tim per raggiungere Jared.
"Ciao Jay..." Tim voleva andare avanti, parlargli, credo volesse
azzardare un 'come va?', ma qualcosa nella freddezza glaciale del cantante lo
bloccava.
Restammo così, immobili, in silenzio, osservandoci le punte delle scarpe;
eravamo in una situazione alquanto imbarazzante.
"Facciamo una breve sosta ragazzi! Io metto benzina, voi se volete andate
a prendere qualcosa da mangiare!" L'autista spezzò quel silenzio
angosciante. Non appena il bus si fermò, Tim prese la palla al balzo.
"Io scendo a fumare una sigaretta... Tomo, vieni con me?!".
"Sì, arrivo!" Presero sigarette e accendino ed entrambi scomparvero
oltre la porta scorrevole del bus, lasciando soli me, Jared e Shannon.
Jared continuava ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino, io invece
sentivo lo stomaco aggrovigliarsi e lo sguardo di Shannon perforarmi il
profilo.
"Erm..." Jared imbarazzato ruppe il silenzio "Ho preso una
sbornia ieri sera per caso?! Non mi sento così da una vita!" E così
dicendo si passò una mano alle tempie e chiuse gli occhi. Possibile che non
ricordasse davvero?!
"Sì, sei partito dopo qualche bicchiere di vino Jay..." Rispose Shan,
distogliendo finalmente lo sguardo da me.
"Oh, davvero?! Non ricordo più niente... Cos'ho combinato?".
Ecco che la domanda che più temevamo arrivò. Cos'aveva combinato?! Io e Shan ci
guardammo interdetti per un po', poi lui riprese la parola.
"Hai iniziato a fare il pagliaccio e a parlare in modo strano... Ricordi
quando siamo tornati a casa ubriachi dopo il ballo della scuola del quarto
anno?! E la mamma ci ha ripresi con la videocamera per rimproverarci a mente
lucida?!".
"Ha-ah...".
"Ecco! Ti sei comportato come venti anni fa Jay!".
"Fantastico...".
"Oh, ogni tanto devi crollare anche tu, non puoi essere perfetto! E
comunque non hai causato grandi danni... Giusto Emma?!" Sentivo un
non so che di acido in quelle parole, ma del resto non capivo cosa potesse
avere Shannon contro di me, quindi continuavo a ripetermi che era una mia
impressione e la mia risposta doveva essere sì, per Jared.
"Sì, giusto... E poi gradirei vedere quel filmino!".
"Non se ne parla! Vado a mangiare qualcosa..." Disse Jared per
chiudere il discorso. Andò a recuperare cappello e occhiali da sole e scese dal
tour bus.
Stavo per scendere anch'io, ma Shan mi bloccò.
"Meglio non dirgli nè ricordargli nulla... Si sentirà già abbastanza in
colpa e in imbarazzo ogni qual volta incontrerà te o Tim... Quindi, continua
pure a spassartela, ma fallo alle sue spalle!".
Le parole di Shannon mi trafissero come mille lame.
"Come scusa?!".
"Andiamo Emma... Non dirmi che tra te e lui non è nato niente! Vi siete
quasi ignorati per mesi e ieri notte, piuttosto che restare a consolare mio
fratello, impedendo che si prendesse la sbronza, sei partita all'inseguimento
di Tim... Sono nato prima di te Emma!".
"Non so cos'hai in mente Shannon, ma non è come credi!! E' già scappato
una volta, distruggendo sia Jared che Tomo. Non potevo permettere che accadesse
di nuovo! Ah certo, ma tu non c'eri, eri troppo impegnato con Alice! A
proposito, come sta la tua fidanzata? Le hai raccontato le tue avventure Shany?!"
So che è stata una bastardata, so che ero troppo sulla difensiva, ma nessuno
doveva sospettare alcunchè.
"Questo non c'entra niente ok?! E non cambiare argomento!".
"E tu invece non cercare di farmi sentire in colpa perchè se tuo fratello
si è innamorato del vostro bassista non è colpa mia!!!" Urlavo ed eravamo
faccia a faccia, ma Shan non mi guardava più... Fissava pietrificato qualcosa
dietro di me. Mi voltai e vidi Tim a bocca aperta.
"Tim, io..." Cercai di giustificarmi non so per cosa, ma mi zittì.
"Lascia stare. Qualche problema Shannon?".
"No, certo che no...".
"Non tirare più fuori quest'argomento... Mai più!".
"Ha-ah, certo, come volete!" Shan sbottò, mi scansò di lato e uscì
anche lui dal tour bus.
"Stava insinuando qualcosa su di noi...".
"Lascialo stare, è solo molto legato a Jared e odia vederlo così!" Mi
tranquillizzò Tim.
Sprofondai nelle sue braccia, lui mi strinse forte e poggiò le sue labbra tra i
miei capelli.
"E-erm!" Mi staccai istintivamente da lui e vidi Mikey spuntare dal
nulla e guardarmi curioso.
"Mikey!".
"Emma... Tim".
Tim era diventato un pezzo di marmo, Mikey ci scrutava sorridente, io non
sapevo cosa dire o fare.
"Scendo! No, resto qui! Ok, scendi tu!" Io e Tim parlammo all'unisono
e Mikey scoppiò in una fragorosa risata.
"Non sapevo di farvi questo effetto! Io scendo ragazzi".
"Anche io!" Dissi.
Tim mi guardò implorante, ma lo fermai con un'occhiataccia e raggiunsi gli
altri.
Holaaaaaaaaaaa!
:D non sapevo se continuare o meno a postare dato che non scrivo un capitolo da
agosto 2008, ho perso del tutto l’ispirazione… ma dato che ero andata avanti di
un’altra decina di capitoli ancora, sarebbe uno spreco tenerli nel pc!
Spero
vi sia piaciuto, attendo con ansia vostre recensioni!
*TOC-TOC*
"Posso?!" Mikey entrò nella mia stanza, senza che lo invitassi ad
entrare, con un sorriso che non prometteva nulla di buono sul viso...
"Sì, certo..." Sapevo che non sarei potuta scappare a lungo.
Mikey si accomodò sul mio letto ancora disfatto ed era molto meglio se non
avesse scoperto il perchè! Io continuai a preparare i vestiti per il concerto
di quella sera. Saremmo arrivati a Lisbona entro le 6 del pomeriggio.
"Allora..." Voleva che parlassi io, perchè tenne in sospeso quell'
"allora" per un po'.
"Che vuoi sapere Mike?!" Rimisi l'abito che volevo provare in valigia
e mi lasciai cadere sul letto.
"Io? Nuuulla, figurati..." Disse con poca convinzione il mio amico.
Ebbi l'impressione di sentire una risata repressa, ma cercai di ignorarla.
"E' solo che... Tu e Tim... Abbracciati... Da quando va avanti?!" Da
tre giorni soltanto! Non dovevo parlarne con nessuno, era questo l'accordo
preso con Tim. Lui non ne avrebbe parlato a Tomo, io non avrei detto nulla a
Mikey. Ma il suo sguardo... Non sapevo per quanto avrei potuto mentire, non
sapevo se ci sarei riuscita.
"Cosa?! Mikey, non so di cosa tu stia parlando...".
"Io credo di sì...".
"E io ti dico di no! Non insistere ti pre..." Stavo cercando di
rispondere, ma per mia sfortuna fui interrotta... Non credo esista donna più
sfigata di me al mondo. Un cellulare iniziò a squillare.
"Mikey, rispondi!".
"No...".
"Come sarebbe a dire no?!" Iniziai a frugare nelle sue tasche dei
pantaloni, ma mi bloccò le mani.
"Non è il mio! Non ho questa... suoneria... io!" E scoppiò in una
fragorosa risata. In effetti quella suoneria era alquanto imbarazzante! Avete
presente i topolini di Cenerentola che cantano allegramente, mentre le cuciono
il vestito per il ballo con il principe?! Ecco, loro.
"Credi davvero che io abbia una suoneria del genere al cellulare Michael?!
Dai, non vergognarti se è il tuo!".
"Ma il mio non è..." La sua espressione parlava chiaro e diceva 'Cosa
mi nascondi?', d'altro canto credo che la mia espressione più che altro dicesse
'Tana per Emma!'. Mi alzai per cercare da dove provenisse quella suoneria
assordante. Stavo per chinarmi sotto al letto quando una furia mi entrò in
camera, chiudendosi rapidamente la porta alle spalle...
"Emma, il mi... Mike!" Mi voltai e vidi Tim, pallido in volto, occhi
sgranati, che fissava preoccupato Mikey, poi me, per poi tornare sul mio amico.
"Tim! Che begli incontri che abbiamo oggi, eh?!" Disse Mikey con un
tono da 'la so lunga, anche se voi due non me ne parlate'. Si stampò quell'odioso
sorrisino in faccia, mentre io recuperai il cellulare di Tim e glielo diedi.
"Grazie..." Rispose Tim, imbarazzato.
"Prego!".
"Erm... Io... Meglio che vada...".
"No no, resta pure Tim! Vieni, siediti!" Esordì Mike... Sapevo forse
cos'aveva in mente, ma preferivo non pensarci. Mikey si alzò, poggiò una mano
sulla spalla di Tim e lo mise a sedere; si avvicinò a me, ignorò il mio sguardo
irritato e mi mise a sedere. Si piazzò davanti a noi con le braccia conserte,
come quando la mamma becca la figlia in flagrante e si prepara al discorso su
come nascono i bambini.
"Michael ti prego..." Cercai di evitare ciò che stava per succedere
inutilmente.
"Sì?!" Rispose lui. Abbassai lo sguardo e iniziai a fissarmi le
ginocchia.
"Mike, senti, posso spiegare..." Iniziò Tim.
"No! No, Tim non devi spiegargli niente! Anche perchè ora tornerà di là e
fingerà di non aver visto nè sentito nulla, vero Mikey?!".
"No no, invece io sono interessato a sentire cos'ha da dire Tim!".
"Dannazione..." Dissi tra me e me.
"Non sei tenuto a farlo!" Continuai verso Tim.
"Lo so, ma è meglio così... Mike, quello che ti dico resta qua dentro
ok?!".
Mikey annuì.
"Se solo provi a dirlo a qualcuno, chicchessia, morirai Michael! In modo
lento e doloroso..." Lo avvertii, sorridendo.
"Che sadica! Avete la mia parola, non dico nulla a nessuno!" Rispose
Mikey.
"Mikey, noi..." Iniziò Tim.
"Avete una storia?! Storia vera?! Solo sesso?! Una tresca e basta?!".
"Michael!!".
"Che c'è? Non è colpa mia se non sai dire bugie...".
"Mike, abbiamo una storia ok?! Nessuno deve saperlo, soprattutto
Jared..." Tim si fece cupo d'un tratto, sapevo che ci stava male.
"Certo, puoi fidarti di me!" Mikey strinse una mano a Tim.
"Non è il patto di Varsavia, Mike!".
"Ah-ah-ah spiritosa... Meglio che vada, se volete restare un po'
soooliii....".
"Mikey, sparisci!" Sbuffai io, Tim sorrise.
"E così...".
"Non eri tenuto a dirglielo!".
"Lo so, ma in fondo è meglio così... E' il tuo migliore amico, non è
giusto che tu gli menta per colpa mia...".
"Grazie...".
"Allora, cosa metti questa sera?!".
"Oh, giusto, questa sera!" Tornai in me. Gli ero grata per avermi
evitato chissà quanto tempo ancora di bugie... Almeno con Michael. Era il mio
migliore amico, lo era sempre stato, mentirgli non sarebbe comunque servito a
niente. Mi alzai, andai alla valigia e estrassi l'abitino nero che avevo scelto
per quella sera.
"Carino. Corto ed elasticizzato. Mi piace!" Si avvicinò a me con un
sorriso sghembo.
"Ci avrei scommesso! Meglio che tu vada, tra un'oretta arriviamo e devo
sistemare ancora le ultime cose!".
"Signorsì signora!" Mi stampò un bacio e uscì, ma lo fermai subito
per il braccio.
"Tim!" Dissi con un filo di voce.
"Che c'è?!".
"Il cellulare!".
Allooooora…..
@shanna_b:
grazie per l’ennesima recensione! Mi fa sempre piacere leggerle =) ok
pubblicherò gli altri capitoli, anche se alla fine avrete in bocca più amaro di
quanto ne abbiate ora, perché resterà per sempre incompleta a meno che qualcuno
dei miei poveri lettori voglia continuare la storia, facendo un lavoro migliore
del mio certamente =P
@ljl30stm:
aaaah hai svelato l’arcano!! Purtroppo ho una miriade di problemi di
connessione e del computer quindi cerco di connettermi su siti in cui navigo il
più in fretta possibile, dato che dopo mezz’ora il mio pc muore -.- quindi
posterò qui! E finchè non avrò una connessione migliore niente madhouse =(
Spero
vi sia piaciuto, anche se è un brevissimo capitolo!
Come previsto, alle 6 arrivammo a Lisbona, Portogallo.
Dall'arrivo di Mikey, Jared mi aveva ordinato di stargli alle costole e seguire ogni suo minimo movimento, ogni sua chiamata, qualunque cosa organizzasse e questo implicava la mia presenza ad ogni concerto.
Arrivammo al locale in poco tempo. I ragazzi fecero il soundcheck e prepararono la set-list, mentre io e Mikey ci preoccupammo di far arrivare qualcosa per cena. Dopo aver mangiato, i ragazzi iniziarono a vestirsi e truccarsi.
Il concerto andò bene e Mike giorno dopo giorno sembrava essere sempre più esaltato ed entusiasta del suo lavoro.
Dopo il concerto non ci fu nessuna signing line, così decidemmo di andare in un pub poco distante da lì per prendere qualcosa da bere.
"Allora ragazzi, cosa vi porto?!" Una cameriera si avvicinò al nostro tavolo e tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans un blocchetto.
"Birra!" Tomo, Tim, Shannon e Mikey risposero contemporaneamente.
"Ok, 4 birre e... per voi?!" Chiese la cameriera guardando me e Jared.
"Per me una soda" Risposi.
"Sì, anche per me una soda va bene" Si accodò Jared.
"Perfetto arrivo subito!".
"Emma, per che ora è prevista la partenza domani?!" Mi chiese Tomo.
"Oh, non devi più chiedere a me Tomo!" E indicai Mikey che si illuminò con un sorriso a 32 denti!
"Giusto... Mikey, per che ora è prevista la partenza domani?!".
"Partiamo domani mattina alle 11 dall'aereoporto di Lisbona!".
"Perfetto!" Rispose Tomo sorridendo.
"Ecco qui la vostra ordinazione!" La cameriera posò sul tavolo il vassoio con le birre e le sode e tornò dietro il bancone.
"All'Americaaaa!" Disse Tomo alzando una birra.
"California, arriviamo!" Rispose Shannon brindando insieme al chitarrista.
"Ah, non vedo l'ora di tornare a casa... Mi manca, chissà come sta!".
"Jared le case non sono degli esseri viventi, non possono star male o bene!" Rispose Shannon.
"Oh! Che insensibile Shannon!" Risposi, soffocando una risata.
"Domani si torna da Constance! Sei contento cocco di mamma?!" Jared cercò di stuzzicare il fratello maggiore.
"Certo che sono contento! E sappiamo entrambi che sei tu il cocco di mamma!".
"Che cazzata, non è vero!".
"Oh, andiamo! Sei sempre stato tu quello piccolo e gracile, preso di mira dai bulletti della scuola, che si faceva consolare da mamma!".
"Che cosa c'entra?! E poi erano i tuoi amici che mi picchiavano non dimenticarlo!".
"Anche io ero preso di mira a Detroit! Sfottevano sia me che Ivana perchè eravamo croati... Quando dicevano male a mia sorella cercavo di difenderla, ma le prendevo sempre!" Esclamò Tomo.
"Oh, povero!" Dissi facendogli pat-pat sulla testa.
"Invece scommetto che te eri il bulletto della scuola!" Disse Mikey, indicando Tim.
"Erm... Non so se bulletto è il termine adatto, ma non le prendevo, questo è certo!".
"Ci credo... Eri tu a darle?!".
"Sì, ma se lo facevo c'era sempre una giusta causa!".
"Oh come Robin Hood, ruba ai ricchi per dare ai poveri!" Disse Tomo sorseggiando un po' della sua birra.
"Mica rubavo io!".
"Il fine è lo stesso Tim...".
"Voi due invece?! Eravate compagni al college se non sbaglio!" Disse Tim, guardando me.
"Sì..." Non sapevo quanta voglia poteva avere Mikey di ricordare i suoi 'compagni' di scuola.
"Era sempre lei a difendermi, mentre ero io quello preso di mira... Qualche volta ha anche picchiato quegli stronzetti della squadra di pallanuoto che mi sfottevano! Era maschio dentro la nostra cara Emma!".
"Mikey, ti prego...".
"E' vero, non fare la timida! Tirava delle sberle assurde! Non avrei voluto trovarmi al posto di quei poveracci...".
"Oh oh, Gangster Emma contro tutti!" Scoppiò a ridere Tomo. Mio Dio che imbarazzo, la Emma del college era scomparsa ormai, era sepolta chissà dove dentro di me... I ragazzi mi guardavano sorpresi, ovviamente!
"Devi fare attenzione Tim..." Ok, prossima missione: uccidere Shannon Christopher Leto. Non poteva averlo detto davvero... Guardai Tim, era furioso, doveva calmarsi se non voleva che ci scoprissero.
"Certo dovremmo fare tutti attenzione, ora che lo sappiamo Shan!" Cercava di mantenere la calma, ma leggevo un insolito turbamento nei suoi occhi. Gettai un'occhiata agli altri: Mikey mi guardava, Tomo fissava divertito i due e Jared aveva la bocca semi aperta.
"Beh io ed Emma non abbiamo lo stesso rapporto che avete voi due!".
"Che rapporto avremmo noi due scusa?!".
"Perchè non ce lo dite voi?!".
"Perchè non c'è niente da dire!" Risposi io.
"Allora perchè saresti scappata da lui l'altra sera a Milano?!".
Non sapevo cosa rispondere, avevo tutti gli occhi puntati addosso, tutti tranne quelli di Jared, che ora guardava a terra.
"Avrei fatto lo stesso per Tomo, Shannon... Piantala!".
"Il tourbus è qua fuori vero?!" Jared sbattè la sua Soda sul tavolo e uscì da locale.
"Sei contento adesso?!".
Nella mia voce riuscii a sentire una nota di ira... Non gli diedi il tempo di rispondere, poteva fare a botte con Tim, poteva venire allo scoperto di tutto, sinceramente non mi interessava... Uscii fuori dal pub e raggiunsi Jared sul tourbus. Chiesi all'autista se era salito e mi indicò il reparto notte. Bussai alla sua porta, ma non mi rispose, così la aprii. Jared era seduto ai piedi del letto, le gambe incrociate, la testa china, girava tra le mani una sigaretta ancora spenta. Quando entrai non osò guardarmi in volto, fissò le mia scarpe e tornò alla nicotina che aveva tra le dita. Era uno strazio vedere Jared in quelle condizioni.
"Jared...".
Silenzio.
Andai a sedermi accanto a lui.
"Mi dispiace per quello che abbiamo detto...".
"Avete una storia?". Sì.
"No... Certo che no Jay!".
"E' uno stronzo mio fratello...".
"Diciamo che è giunto alla conclusione sbagliata troppo in fretta!".
"Mi dispiace...".
"Andiamo, non è colpa tua!".
Silenzio.
"Per quanto andrà avanti così?!".
"Nessuno voleva tirar fuori l'argomento Jared, ma non per questo devi fartene una malattia! Tu piuttosto, come ti senti?!".
"Stanco...".
"Il tour è finito, domani siamo a Los Angeles e avrai tutto il tempo per tornare in te...".
"Sono stanco di questo schifo di situazione Emma... A Maggio rinizierà il tour e mi troverò punto ed accapo".
"Se non vuoi dirmelo non sei obbligato, ma... Cosa provi?!".
"Non lo so! Voglio dire... Non doveva accadere, che io provi qualcosa o meno non ha importanza!".
"Sì che ne ha Jay!".
"Stiamo parlando di Tim, non di Matt...".
"No... Stiamo parlando di te!".
Mi guardò.
"Voglio solo cancellare tutto. Non ero in me quella sera e non voglio che vi ghiacciate tutti quando sono nei paraggi!".
"Allora non accadrà... Ma tu... Tim... insomma...".
"Non credo... Ho preso una sbandata, tutto qui. E' passato, ma per voi sembra non essere lo stesso!".
"Ti va di parlargli?!".
"Probabilmente quando arriveremo a L.A. lo farò". Va bene...
"Va bene! La sigaretta?!".
Sorrise.
"Non ho l'accedino...".
***
Non è un miraggio lo giuro, sono tornata :D chissà se dopo un anno avrò ancora qualche lettore! beh, spero di sì, e spero di ricevere qualche recensione!
La love story continua ;)
"America, Sto arrivando!" Tomo era certamente il più esaltato tra noi all'idea di far ritorno in patria, ma eravamo tutti stranamente felici ed estasiati di lasciare l'Europa e tornare alla vita normale, sempre che 'normale' possa definirsi una vita come la nostra!
"Avrai mica dimenticato il passaporto in qualche posto sperduto del continente Tomo?!" Chiese Jared al chitarrista.
"E' successo solo una volta, quando la smettete di prendermi in giro?!".
"Mai. E' divertente prenderti in giro!" Sorrise Tim sotto i baffi.
"Siete pronti?!" Chiesi, guardandoli uno per uno.
"Certo!" Rispose Shannon.
"Oh, non vedo l'ora di essere a casa!" Sospirò Jared.
"Ma è durato troppo poco!" Si lamentò Mikey.
"Forse per te...".
"OH MIO DIO! SONO LORO! JARED, SHANNON!" Un gruppetto di ragazzine portoghesi guardava verso di noi e si sbracciava nella speranza di attirare l'attenzione dei fratelli Leto.
"Evviva. Ci faranno perdere il volo!" Disse Shannon a denti stretti, mentre sfoderava il suo perfetto e smagliante sorriso e agitava una mano verso le ragazzine.
Jared scoppiò a ridere e rispondeva al gesto che facevano quelle. Non avevo mai capito perché due indici giunti dovevano voler significare 'provehito in altum'. Bah, i misteri di Jared.
"Jared, Shannon, che ne dite se andiamo?!" Li incitai. Salimmo a bordo dell'aereo e ci dirigemmo in prima classe. Tomo era in coppia con Tim, Jared con Shannon ed io con Mikey.
"Bene, svegliatemi appena arriviamo!" Tomo si infilò la sua mascherina da notte e sprofondò nella sua poltroncina...
"BEN ARRIVATI A LOS ANGELEEES!" Mikey lo urlò a voce talmente alta che non solo riuscì a svegliare me, Tim, Tomo e Jared, ma persino Shannon!
"Woh! Hai un futuro come megafono umano Mikey! Hai svegliato Shannon!" Disse Tomo, togliendosi la sua mascherina.
"Mmmh... E anche Tomislav!" Rispose Shannon con un tono ancora assonnato, stropicciandosi gli occhi.
Scendemmo dall'aereo per fare il check out e recuperare le valigie.
"Ci sono dei taxi pronti qui fuori!" Ci avvertì Mikey.
"E bravo il mio ragazzo!" Dissi attaccandomi al suo collo per scompigliargli i capelli, ma lo sguardo di Tim fu fin troppo eloquente. "Io me ne dimentico sempre!".
"Aaah, casa dolce casa!" Disse Tomo.
"Dobbiamo ancora arrivarci a casa, Tomo!" Gli disse Tim.
"Oh che importa!" Rispose lui, prendendo la sua valigia "Io chiamo Tonka!".
"Salutala!" Disse Tim.
"E così...".
"E così siamo a L.A." Ognuno aveva preso il proprio taxi, ma credo Mikey ne avesse chiamati solo tre non proprio casualmente!
"Sì... E' stato un bel tour!" Disse Tim, avvicinandosi a me. Poggiò le valigie a terra e iniziò a baciarmi.
"Ha riservato delle belle sorprese se non altro!" Continuò. Si bloccò improvvisamente sulle mie labbra, allontanò il viso dal mio e iniziò a scrutarmi.
"Che c'è?!" Chiesi incuriosita.
"Pensavo...".
"Sì?!".
"Che impegni hai stasera?!".
"Cosa?".
"Voglio sapere che cos'hai intenzione di fare questa sera!" Si accese una sigaretta.
"Oh, ehm... Beh, pensavo di sistemare le valigie, darmi una ripulita e riposarmi un po'...".
"Ah... Peccato".
"Sì?!".
"Sì. Avevo in mente di uscire con una ragazza, ma probabilmente lei vorrà restare a casa... o no?!".
Sorrisi.
"E a che ora vorresti passare a prenderla questa ragazza?! Giusto per sapere...".
Ora era lui a sorridere.
"Alle 10?! Sotto casa sua magari?!".
"Alle 10 sotto casa sua... ok!".
"Sì?!".
"Oh, ma sono io quella ragazza! Sì, si può fare... Ho più di un'ora di tempo!".
Sospirò, lasciando uscire dalla sua bocca una nuvoletta di fumo.
"E' stato più semplice di quanto pensassi!" Disse.
"Già...".
Si bloccò con la sigaretta a metà del tragitto gamba-bocca.
"Vai in tilt oggi?!".
"Scusa?!".
"Ti sei bloccato... Di nuovo!".
"Oh scusa... Pensavo.".
"Pensi per la seconda volta! Devo preoccuparmi?!".
Mi ignorò per mia fortuna.
"Il nostro primo appuntamento!".
Oh-mio-Dio.
"Vero...".
***
Se i miei personaggi fossero reali, arei certamente innamorata di Tim. E voi?! ;)
Bi.