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di Giulia102
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Erano passati più di due anni dall'ultima volta che avevo visto gli occhi blu di Julie, da allora non esistevano più colori nel mio mondo,c'era solo il grigio. Dovevo andarmene, dovevo vivere il suo sogno.

Tornai a casa e presi tutte le valigie che trovai,mi meravigliai quando vidi l'enorme quantità di vestiti che avevo, rimasi ancora piu impressionata quando ne riempii una di sole scarpe; stavo finedo di preparare il tutto, avevo già parlato della mia decisione tempestiva con i miei genitori che capirono al''istante il perchè lo stessi facendo; chiusi l'ultima valigia quando sentii un canticchio dietro di me:

“ha una valigia per le scarpe che sembra un aeroplano”

Risi.

Era mia sorella,Em, appoggiata allo stipide della porta di camera che mi guardava mentre finivo di sistemare le ultime cose.

 

“mi raccomando divertiti”

 

ma i suoi occhi mi dicevano di non partire, sapeva che se avrei trovato il coraggio di lasciarmi tutto alle spalle non sarei più tornata, mi alzai e gli diedi una leggera spinta in modo sherzoso lei sorrise “ricordati che ho delle mani enormi e che vincerei sicuramente io in una lotta fra sorelle!”. Scoppiammo entrambe a ridere, la sua risata mi sarebbe mancata; cercavo di apparire sempre sorridente per non creare sofferrenza nelle persone che mi stavano a fianco, o semplicemente per non essere guardata sempre con l'aria compatita da tutti, ma dentro urlavo.

Afferrai le ultime cose da portare via, 4 ore dopo, tre valige e altrettante borse ero Londra.

Trovai ad aspettarmi una lontana parente di mia madre che mi avrebbe ospitato per qualche giorno fino a che non avessi trovato una sitemazione mia, grazie a Dio, anzi alla mia great Prof, sapevo molto bene l'inglese.

Ormai era più di due settimane che “vivevo” a Londra, quella mattina mi svegliai e dei timidi raggi di sole passavano attraverso la finestra, era la prima volta che vedevo il sole da quando ero arrivata, pensai che quello sarebbe stato il mio giorno fortunato presi il cappotto,indossai le mie scarpe rosse preferite ,presi la borsa e mi incamminai verso la mertro. “Bene” pensai dentro di me ,”5 minuti che suoni fuori e mi sono già persa” ero scesa ad una fermata sbagliata, “ottimo lavoro Sele” borbottai.

Uscii dalla metro e mi ritrovai in quartiere moto bello e alla moda, quando la mia attennzione cadde dulla vetrina di un piccolo negozio vintage, mi soffermai per gaurdalo e decisi di entrare quando la mia visuale individuò un accessorio che dovevo assolutamte avere.

La moda era una delle mie più grandi passioni, era artistica e sfacciatamete creativa, l' adoravo, tenevo all'aspetto della mia persona, nostante riuscissi a vedere solo grigio. Entrai. Una gentilissima ragazza mi accolse insieme a una stravagante signora dai capelli rossi fuoco che mi squadrò.

 

“Ehi ragazza il tuo look è cool, tuoi jeans mi fanno ripensare ai miei tempi migliori, yeah! A woodstock!”

 

“Scusala mia madre tende a dire tutto ciò che gli passa per la testa” disse la ragazza “belle scarpe” aggiuse.

 

Rimasi spiazzata per qualche secondo non sapendo cosa dire con l'aria stupita.

“Grazie” sorrisi

 

“Sai devo ancora avere quei jeans a casa o in qualche angolo del negozio, ci sta che saltino fuori prima o poi vero Liz?” girando la testa verso la ragazza.

 

“si, si.. certo mamma, ma ricordati che ormai i tuoi vent'anni sono passati da più di trenta!”

 

“puah, è solo invidiosa, li vorrebbe lei”

 

Non sapevo piu cosa fare mi trovavo in diffilcoltà e in imbarazzo in mezzo a questa conversazione, mi guardavo in torno cercando di distrarre il mio evidente nervosismo; gli indumenti che erano appesi erano bellissimi e di altamoda, realizzai molto presto che ero entrata nel negozio sbagliato, cercai di riprendere il controllo del discorso , che ancora dovevo iniziare, schiarendomi la voce, ma non venni considerata; madre e figlia erano ancora concentrate sulla loro “discussione” fino a quando la signora sbottò.

 

“ooh basta.”

afferrò il cappotto e borsa , aggirò il bancone mi prese sotto braccio e mi trascinò verso l'uscita del negozio.

 

“Noi andiamo a prendere un caffè, acida di una ragazza che non sei altro”

 

“Ciao Sally” gli urlò dietro.

 

“Mi chiama sempre per nome quando si impermalisce, ti porto da John, è qui vicino, fanno il miglior cappuccino di tutta Londra”

 

oh il capuccino mi mancava!Uscimmo dal negozio e ci incaminammo a passo svelto verso quello che penso sia stato un cafè, mentre l'estroversa signora continuava a tenermi a braccetto.

Girato l'angolo ce lo trovammo davanti, entrammo e fu subito riconosciuta, doveva essere molto popolare la signora, pensai.

 

“oooh Sally, amore tesoroo”

 

“John , John che adulatoree”

 

Bene, quello era John l'avevo capito,avrà avuto sui 25 anni, capelli biondi e carnagione chiara, un classico inglese insomma con uno stile tutto suo, la ciocca color magenta sui suoi capelli era fantastica! Continuavo però ancora a essere come un pesce fuor d'acqua non riuscivo a connettere il tutto che era successo così veloce, non sapevo cosa dire, proprio non sapevo da dove iniziare, ma non ce ne fu bisogno.

 

“qual'è la tua storia dolcezza?come ti chiami? Tutte le persone che porta Sally qui hanno qualcosa di interessante da raccontare” mi guardò mentre preparava i cappuccini.

 

“oh mio Dio, scusa tesoro, che maleducata! Non ti ho chiesto nemmeno come ti chiami!! Ormai avrai capito, io sono Sally! Raccontami un po' di te!”

 

 

Sorrisi.

 

“Mi chiamo Sele, non ho una storia così intereressante da raccontare..sono qui per un sogno...e per il tuo cappuccino visto che Sally ha detto che il più buono di tutta Londra!”

 

Ci fu un attimo di silenzio quando scoppiammo tutti a ridere.

 

“ti amo già e ti conosco da soli 5 minuti” mi fece l'occhiolino porgendomi il cappuccino “ e comunque i sogni sono sempre intereressanti” aggiunse John.

 

Ci fermammo li a parlare per circa un ora, mentre Sally racconva le sue avventre da ragazza, quando scappò di casa perchè voleva assolutamente mangiare un cupcake Magnolia Bakery, fu veramente una bellissima mattinata , all'ora di pranzo ci raggiunse anche sua figlia Liz, per un panino.

 

“Devo lasciarvi, scusatemi..ho passato una splendida mattina con voi, siete persone adorabili” mi alzai dal tavolino dove eravamo seduti.

 

“Dove vai tesoro? La giornata è ancora lunga, rimani ancora con noi!” disse Sally lanciadomi una sguardo come quasi a pregarmi.

 

“Devo trovare un lavoro e una casa dove trasferirmi, non potrò vivere per sempre dalla parente di mia madre, ma passerò sicuramente a trovarvi in questi giorni ”

 

“E' questo il tuo problema?” Sally mi guardò con aria interrogativa, scossi la testa come affermzione, il suo volto si illuminò con enorme sorriso. Non capii il perchè fosse cosi contenta.

 

“Puoi lavorare nel nostro negozio, lo stile giusto ce l'hai, più o meno hai l'età di Liz”

 

“ho 19 anni”

 

“ Liz, ha solo un anno più te! La potresti aiutare, non ce la fa mai a fare tutto da sola”

 

“oh si, ti prego!” appogiando la sua mano sul mio avanbraccio “Salvami da mia madre, passare tutto il giorno con lei nuoce alla mia salute” scoppiò a ridere.

 

Un enorme sorriso, si formò sul mio viso. La ruota stava davvero girando dalla mia parte.

 

Annuii con la testa di si, sfoderando il mio miglior sorriso.

 

“ E un problema lo abbiamo risolto” alzò la sua mano verso di me “dammi il cinque”

 

“Ne rimane uno” afferai il giornale che era sul tavolino e andai alla pagina degli annunci quando John, mi prese il giornale dalle mani. Rimasi a gurardarlo, le mie sopracciglia si sollevarono e la mia bocca assunse la forma di una “o”, dovevo avere proprio un aria stupida.

 

“Sono cosi squallide le case degli annunci” disse John “ci penso io, ho un amico che può aiutarti”

Quindici minuti dopo, avevo anche un appartamento, ed anche vicino alle famose strisce di Abbey Road! Ero felicissima, mi ricordavano la passione per i Beatles di Julie e il suo tatuaggio “LET IT BE..”, la sentivo più vicina a me in questo modo.

 

Ormai era già tardo pomeriggio, ci salumtammo dopo la nostra bella giornata. Domani sarebbe stata una giornata impegnativa, il primo giorno di lavoro e il trascloco nel nuovo appartamento.

 

“ Da dove vieni Sele? Chiese con aria incuriosita John prima di salutarci

 

“Italia”

 

“Sapevo che i tuoi capelli color cioccolato intonati ai tuoi occhi, non erano made in Uk!”

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Ero di nuovo da punto e da capo, a rifare le valige! Avevo fissato alle 08.00 AM al Cafè di Jonh, mi avrebbe aspettato li insieme al suo amico, alle 09.30 circa sarebbe stato il mio primo giorno di lavoro. Il problema ora era arrivare puntuale con tutte le valige che mi ritrovavo tra le mani, presi un taxi; quando arrivai li trovai già li, mi aiutarono a scendere tutte le valige dalla macchina.

 

“Lui è Dereck” disse John presentandomi il suo amico che aveva uno stile molto indie, non rinunciando a una ciocca acqua marina che era intonatissima con quella di John.

 

“Piacere, io sono Sele” sorrisi “ti ringrazio per la tua gentilezza, per avermi trovato questa casa”

 

“Di niente Cara,per le amiche di John questo e altro, andiamo su scendiamo queste valige..non vorrai arrivare tardi al tuo primo giorno di lavoro”

 

Caricammo i miei bagagli nella macchina di Dereck e partimmo. Il quartiere dove si trovava l'appartamento era molto tranquillo e ben curato, era al primo piano, c'era solo da salire una piccola rampe di scale, meno male, pensai, una valigia a testa ed è fatta. Entrammo. L'appartamento era piccolo, ma non mi importava, era composto da una piccola cucina , sala da pranzo e salotto erano insieme il tutto illuminato da una grande finestra che dava sulla strada con un grande davanzale dove sarei potuta stare sedeuta guardando la vita di Abbey Road passare, un piccolo corridoio portava alla camera da letto e al bagno, la carta da parete molto anni 80 aveva perso la sua lucenzezza lasciando la casa in un alone grigio, odiavo il grigio.. non lo potevo vedere, mi faceva paura.

 

“Ecco questo sarà il tuo piccolo rifugio” disse Dereck

 

“E' perfetto, non so come ringraziarti”

 

“ Dai su Sele, lo sbircerai dopo in ogni angolo, farai tardi a lavoro” disse con entusiamo e un po' di preoccupazione John

 

“Dereck posso ritingere le pareti del colore voglio?”chiesi

 

“Aspettavo che me lo chiedessi, questa carta da parati è inguardabile! Ah non so se hai notato” aggiunse “se ti piace il cibo piccante quello è un fastfood messicano, gli dici a Carlos che ti mando io” mi fece l'occhiolino.

 

Sorrisi.

 

“ma che conoscete tutta Londra?!”

 

“Certo tesoro, hai avuto la fortuna di conoscere le persone più chic di tutto il regno unito!”

 

Era giunta l'ora di andare da Sally e Liz al negozio.

 

Il mio primo vero giorno della mia nuova vita a Londra era passato, ero tranquilla e rilassata, anche se un po' stanca , dovevo ancora disfare tutte le valige, non mi imporava, andava tutto nel verso giusto; non so cosa avrebbe fatto Julie, non avrebbe preso sicuramente la strada che avevo preso io, eravamo due caratteri diversi, Io estroversa e lei introversa,io appassionata di moda e lei di musica rock,ma insieme eramo un unica cosa. Questo pensiero mi fece rabbrividire, diventai triste, mille pensieri invasero la mia mente. E se stavo sbagliado tutto?

Andai a dormire per cercare di scacciare via il più possibile il dolore che si stava formando dentro il mio petto. Mi addormentai subito, fino a quando non venni svegliata da un enorme ma bellissima risata che rimbobò tra i palazzi, mi alzai e andai verso la finestra del soggiorno, spostai la tenda e vidi un gruppo di 5 ragazzi e una ragazza al fastfood messicano dalla parte opposta della strada, stavano facendo un gioco, penso, uno strano gioco, uno di loro con i capelli castano chiari e uno strano ciuffo continuava ad urlare “esitation!!!” non capivo, ero solo frastornata dal sonno che non sapevo se avrei ripreso a causa del brusco risveglio, tonai verso la camera innervosita perchè ero stata svegliata quando sentii di nuovo quella risata, non avevo mai sentito una risata cosi'.

Corsi di nuovo alla finestra, volevo vedere chi era, uno di quei ragazzi era lettermamte piegato sulla ginocchia dal ridere, riuscivo a vedere solo i suoi capelli appuntiti biondi ma non riusci a vedere bene il suo viso del tutto, apparte il suo enorme sorriso.

Ritornai verso il letto, sperando di avere un bell'aspetto l'indomani a lavoro, perchè avevo la netta sensazione che quei 5 ragazzi non mi avrebbero lasciata dormire in pace.

 

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


ore 07.30. il terribile suono della sveglia mi catapultò di sotto al letto. Andai ciondolante verso il bagno e mi guardai allo specchio, non avevo un bell'aspetto, la mia notte insonne si faceva vedere sul mio viso, sognavo solo un letto e un cuscino morbido. Mi feci una doccia fredda, mi vestii e andai in cucina a prepararmi una buona tazza di te, non avevo comprato niente da mettere sotto i denti per la colazione e il mio stamaco , infatti, stava replicando! Speravo solo il fastfood dall'altra parte della strada avesse qualcosa di dolce e ipercalorico da mangiare.

 

“Buongiono! Tu devi essere Carlos” dissi

 

“e tu devi essere Sele...Dereck mi ha già detto tutto, l'ultimo nuovo acquisto di Abbey Road” strizzò l'occhio “da dove vieni Chica?”

 

“ehm.. sono italiana”

 

“oooh italia, sangre latino, avrei scommesso spagnola vedendo i tuo capelli scuri”

 

Il suo strano accento inglese intromesso da alcune parole spanole mi faceva ridere.

 

“hai passato una brutta nottata? Hai una faccia!!” esclamò

 

“ a dire il vero si” dissi un po' rammaricata

 

“allora questo è quello che ti ci vuole per iniziare la giornata!” mi porse un bicchierone di caffè americano

 

“Certo Carlos che con tutto questo caffè non dormirò per settimane altro che” risi

 

“Dammi anche quel cupcake, è da quando sono entrata che mi sta chiamando!..Sele, Sele Mangiami”

 

“ahahahahahah sei divertente!”

 

Sorrisi.

 

“Scappo a lavoro Carlos, ci vediamo presto”

 

Mi avvicinai quasi correndo alla porta.

 

“Salutami Sally”

 

“certo” risposi con aria sorpresa, come faceva conoscere Sally?

 

 

Non mi ero accorta che era così tardi, con il cupcake ancora in bocca e il caffe in una mano mi precitai di corsa verso la metro, wow stavo correndo come una matta con regolare tacco dodici, ce la feci appena in tempo prima che le porte della metro si chiudessero quando il mio sguardo intravide attraverso il vetro, dall'altra parte dei binari, 5 ragazzi. Erano loro! Quelli che non mi avevano lasciata dormire. Il ricciolo, il ragazzo dai capelli neri, il ragazzo “esitation”, il ragazzo con il cappello dalla tesa verde e il biondo con quella risata bellissima.

Non ero riuscita neanche questa volta a vedere il suo viso.

 

“Buongiorno a tutti”

 

“che ti è successo?! Hai una faccia! Hai dormito male nel tuo nuovo appartemento?” Disse Liz affacciandosi dalla porta magazzino ,mi guardò con aria stupita per ritornare poi nella stanza sul retro.

La mia faccia sconvolta era così evidente?

 

“c'erano 5 ragazzi al fastfood davanti casa...hanno riso tutta la notte...non mi hanno fatto dormire”

 

Vidi la testa bionda di Liz sbucare nuovamente da dietro la porta, si tirò giù i suoi grandi occhiali neri e tirò su i sopraccigli con un aria sorpresa mista a quella di chi non capiva bene la situazione.

 

“ma per lo meno erano carini?”

 

Rimasi senza parole a questa uscita di Liz, solitamente era sempre molto timida e arrossiva quando parlava di ragazzi, non me l'aspettavo. Mi puntava aspettando la mia risposta.

 

“ehmm...ehmm non li ho visti molto bene, ero un po' assonnata”

 

mi guardò scuotendo la testa sconcerta e ritornò nel retro del negozio, mi girai verso la porta quando si aprii, era Sally. Aveva comprato un bellissimo mazzo di fiori super colorati, amavo i fiori freschi, mi piaceva il profumo che davano all'ambiente, sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto uscita da lavoro: comprare un vaso e una mazzo di fiori.

 

“Saluti da Carlos, Sally”

 

“Carlos?!aaah Carlos si era il buttafuori del mio locale preferito quando ero una giovane ragazza pimpante come te! Riportali i miei saluti!”

 

La mattinata passò veloce fino all'ora di pranzo, l'ora di chiusura del negozio, Sally e Liz dovevano andare fuori città, quindi oggi avrei avuto tutto il pomeriggio libero. Passai da John prima di tornare a casa per raccontargli il mio primo giorno nel mio piccolo nido e per chiedergli informazioni su dove comprare pennello e tinta per togliere quel grigio dalle pareti di casa. Andai diretta nel posto indicato da John e comprai tutto l'occorente..ed una bacheca di sughero, mi ero portata tante foto per sentire meno la lontanza da casa, sopratutto quella di Julie. Ce la feci ad arrivare a casa sana e salva nonostanze tutti i sacchetti da portare e ovviamente con il mazzo di fiori, rose rosa.

Mi cambiai, levai i miei amati tacchi, misi una tuta vecchia, feci una coda di cavallo un po' scompigliata e iniziai a coprire tutto di bianco quella orrenda carta da parati. Quasi quattro ore dopo, regnava il bianco ovunque, il mio appartamento sembrava la tela ancora vuota di un pittore che aspettava l'ispirazione per iniziare a dipingere. Mi sentivo soddisfatta, il mazzo di fiori sul tavolo bianco (anche quello) era perfetto!guardai l'ora, le 21.15! Cavolo! Scesi giù da Carlos per prendere qualcosa da mangiare, ed erano tutti li fuori,I fantastici 5, escluso il biondo. Feci finta di nulla e passai avanti verso il bancone, Carlos mi guardò con aria strana.

“sono esausta!” ammisi “ ho dipinto tutta casa!”

 

Presi la mia cena take away e mi girai per andare via, quando entrò. Oh mio Dio, il ragazzo biondo, ero riuscita a vedere il suo viso e sopratutto i suoi fantastici occhi blu come il cielo ,erano sorpredenti. Rimasi a guardarlo come ipontizzata, come se fossi finita in un universo parallelo, era bellissimo, sentii le cambe leggere, come se stessi per volare.Quando la voce alta di Carlos che mi chiamava mi fece ritornare al presente, me lo ritrovai alle mie spalle che mi soreggeva metre mi guardava con aria preoccupata.

 

“Stai bene?! Meno male che sono stato veloce altrimenti saresti caduta all'indietro!”

 

Sentii l'imbarazzo crescere sempre di più dentro di me,ringraziai Dio in quel momento perchè non mi aveva dato il “dono” dell'arrossire, avevo tutti gli occhi su di me, anche quei bellissimi occhi blu.

 

“Sto bene grazie Carlos”

 

scappai più in fretta possibile a casa, quando chiusi la porta vidi la mia immaggine riflessa nello specchio e capii il perchè Carlos mi guardava con aria strana, ero piena di vernice ovunque, sul viso, sui capelli , sui vestiti..non ci potevo credere di esssere andata fuori in quello stato e di aver incontrato lui! Andai verso la finestra del soggiorno e spostai un po' la tenda, lo vidi che guardava da questa parte. Andai a fare una doccia per lavare via tutta la vernice e la figuaraccia che avevo appena fatto. Quegli occhi, erano celesti come quelli di Jiulie..della mia Julie, fantastici, non avevo mai visto un colore più bello di quello, stavano tornando i colori nel mio mondo grigio, tutto si stava colorando, grazie solo al suo sguardo.

 

 

 

***

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Stasera c'è una festa in maschera al Tate. Vieni? Liz x.”

 

Certo! Ma ho bisogno che mi aiuti in una cosa. S x.”

 

Alle 21.00 puntuale passò a prendermi Liz. Arrivammo e da fuori si poteva vedere l'ultimo piano del Tate che scintillava di luci di diversi colori e la musica che risuonava.

 

“mettiamoci le maschere sul viso e andiamo! Non sono ancora abituata a vederti con questi capelli glicine, mia madre ti adorerà quando ti vedrà cosi”

 

Ebbene si, avevo tinto momentaneamente la mia chioma scura di un viola chiaro, avevo voglia di colore ,tanto colore anche se stavo ancora cercando di dimenticare quella terribile figura. Era pieno di gente tutta molto chic ed anche eccentrica che ballava, beveva e si divertiva, tutti avevano sul volto una maschera e io ne avevo una nera, che si abbinava al mio look total black, che ricordava il carnevale di Venezia e un rossetto rosso fuoco. Liz conosceva abbastanza persone, più che altro vecchi compagni di scuola, che mi aveva presentato; mi guadavo il giro metre lei continuava a rivangare i tempi scolastici, mi levai per qualche istante la maschera, per poter vedere meglio i quadri di arte moderna che erano appesi alle pareti ,e perchè mi era preso prurito tremendo al naso, starnutii.

 

“Saluteee!” disse Liz sorridendomi

 

“Graz...”

 

Due occhi blu mi fissavano attraverso una maschera. Non può essere lui.

 

“che c'è Sele? Sembra che tu abbia visto un fantasma!”

 

Quando si incamminò verso di me capii che era proprio lui. Oh cazzo. Come aveva fatto a riconoscermi?mi avevava vista solo per qualche minto!

 

“devo ehm..andare in bagno Liz”

 

cominciai a nascondermi tra folla, per non farmi vedere o per fargli perdere semplicemente le mie traccie, tirai un sopriro di sollievo quando spigendo una piccola porta mi ritrovai fuori sul tetto, ero salva, lo avevo seminato. Faceva freddo lassù ,era solo con una canottiera addosso, ma Londra era bellissima da quell'altezza,il Millennium Bridge illumitato che portava fino a San Paul era suggestivo.

 

“Le ragazze cadono sempre ai mie piedi , ma non in modo esplicito come hai fatto te”

 

La mia pseudo -euforia nell'aver saputo sgattaiolare via da lui era svanita del tutto, mi aveva trovata. Ero veramente pessima, non sapevo neanche scappare.

 

“Io non cado, ero solo molto stanca”

 

“uuuh ho a che fare con una vera dura, piacere Niall” mi tese la mano

 

“Sele” risposi stringendola

 

le sue iridi blu mi guardavano, potevo vedere i mei occhi che si specchiavano nei suoi, mi levavano il respiro. Indossava una camicia bianca aderente che lasciava intravedere il profilo dei suo muscoli, un paio di jeans scuri e le supra, era bellissimo. Mi ero persa ancora una volta nei suoi occhi. Strinse la mia mano e mi tirò verso il suo bacino appoggiando l'altra dietro la mia schiena; cominciò a giocherellare con le dita con una ciocca dei miei capelli che si era spostata da un lato comprendomi un occhio. Osservai ogni dettaglio del suo viso angelico, i suoi occhi blu che vicino alla pupilla sfumafano un color oro, più lo guardavo e più non capivo niente. Una leggera brezza mosse i suoi capelli e il colletto della sua camicia, il profumo che aveva riempì e miei sensi, volevo che quel momento non finisse mai, era dolce, i suoi gesti erano delicati e premurosi, era perfetto. Non puoi cascarci così in pieno Sele..nemmeno lo conosci, cercavo di autoconvincermi, ma era tutto inutile.. la mia “determinazione” scompariva tutte le volte che mi guardava.

 

“Non ti avrei mai riconosciuta con questi capelli se non fossi tolta la maschera”

 

“Avevo voglia di colore”

 

“Mi piacciono molto”

 

Continuava a giocare con la mia ciocca quando una voce lo fece distaccare da me.

 

“Niall!!!! ma che ci fai qui? Ti stiamo cercando da non so quanto!!”

 

La ragazza, l'unica, che era in quel gruppo era li davanti e me e mi guardava con aria diffidente, come se avessi toccato una cosa proibita che apperteneva solo a lei.

 

“Ah tu sei quella che c'era da Carlos, non ti avevo ricosciuta senza la vernice addosso, scusami”

 

La simpatia in persona pensai dentro di me.

 

“Lei è Addison e ...Addison lei è Sele” disse Niall

 

“Su Niall vieni dentro, ci sono tutti gli altri!” Lo prese per un braccio portandolo verso di se “è stato un piacere Sele”

 

Che bugiarda che era, quale piacere! Mi aveva lettermente fulminata con lo sguardo. La piccola porta si apri si nuovo, anzi venne spalancata un po' bruscamente, ne uscii fuori il ragazzo con i capelli neri.

 

“Vas Happening???!!!!!!!” urlò “ ehi dovete venire dentro! Harry a rimorchiato l'ennesima ragazza.. bah ma guarda chi si rivede” si avvicinò verso di me

 

“lui invece è Zayn” mi disse Naill che mi guardò con un sorriso

 

“tu sei Downfall” Zayn rise di gusto

 

“C-cosaaa??!! mi avete dato un soprannome e neanche mi conoscete?!” la mia bocca si spalancò, il mio viso stupido cercò gli occhi di Niall che stava ridendo come un pazzo, quella risata.

 

“Si ok io me ne vado, fa freddo, ciao è stato bello conoscervi, addio!” dissi di un solo fiato dirigendomi a passo svelto verso la porta per poi sparire di nuovo nel cuore della festa. Dovevo cercare Liz e andarmene al più presto, la vidi che stava parlando con un ragazzo alto e ricciolo. Oh no l'amico di Niall, Harry, aveva rimorchiato Liz.

 

“Liz dobbiamo proprio andare via” la strattonai verso l'uscita, lontana da lui

 

“ehi amica guasta feste, non mi portare via Liz....aspetta una attimo,ma tu sei Downf..”

Lo bloccai prima che finisse e aggiungesse qualsiasi altra cosa.

 

“si sono io è stato un piacere conoscerti Harry! Ciao!!”

 

“Ma come fai a sapere il suo nome se nemmeno te lo ha detto!?? cosa mi stai nascondendo Sele? Perchè stiamo correndo via? Sele, mi devi delle spiegazioni adesso! E perchè ti ha chiamata Down qualcosa?”

 

si impuntò con i piedi ben saldi a terra e le braccia incrociate guardandomi con quella che doveva essere un aria minacciosa. Troppe domande e tutte insieme.

 

“ehm ti ricordi quei 5 ragazzi di cui ti parlavo, quelli del fastfood? Ecco Harry è uno di loro e sono quasi svenuta, diciamo,quando ho visto i bellissimi occhi blu del suo amico, e mi chiamano Downfall, perchè avevo la faccia da una che era cascata dall nuvole ,a quanto pare, quando mi sono imbambollata a guardarlo! Bene ora sai tutto possiamo andarcene prima che mi ritrovi? Grazie!”

 

Liz era totalmente sconvolta,“Oh merda” fu l'unica parola che riuscì a dire.

 

“ti accompagno a casa Sele”

 

“non fa niente Liz, prendo un taxi, non attraversare tutta la città..ci vediamo domani”

 

“ok come preferisci e comunque Harry, se la vuoi sapere tutta, è veramente un gran figo”mi fece l'occhiolino e partì sparendo dientro la curva.

 

Stavo salendo sul taxi ,che nel frattempo era arrivato, quando sentii una voce provenire dal museo

 

“scappi dal ballo come Cenerentola ,sulla tua carrozza?”

 

Era Niall affacciato dal parapetto del tetto che evidentemente mi aveva vista andare via. Gli sorrisi.

 

“ho sempre amato le favole”

 

 

Ciao  cari lettrici/lettori questa è la prima FF che scrivo. La storia deve ancora evolversi e tutti i punti che, magari ad oggi non sono molto chiari, verranno spiegati poi nei prossimi capitoli! Metterò il prossimo il capitolo dopo che avrò letto i vostri commenti, per sapere cosa ne pensate. Commentate in tanti!!!!! :D
Baci
G.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Avevo passato tutta la notte a ripensare al ragazzo dagli occhi blu che ormai aveva un nome: Niall. Nella mia mente ripassavano ripetutamente quei pochi minuti in cui mi teneva stretta metre giocava con i miei capelli, ma allo stesso tempo non sapevo se volevo aver niente a che fare con lui ed i suoi amici che mi avevano dato quel soprannome e che a quanto pare , in qualche modo , mi predevano in giro...se così si può dire. Avevo un gruppo in Italia di amiche con cui io e Julie uscivamo spesso, una di loro però sapeva fare solo questo, parlare e parlare dietro le spalle, guardava e giudicava sempre e solo gli altri non si guardava mai allo specchio ,era il suo hobby preferito..portare una maschera, e io non riuscivo a tollerarla ;era per questo, forse, che non riuscivo a non passare avanti a quello che avevo scoperto quella sera, anche se magari per loro era solo per fare due risate ma per me era come un ritorno a quella amica di cui non ero mai fidata..a dire il vero era solamente molto permasola,ma sopratutto avevo paura , paura che qualcosa più grande di me prendesse il sopravvento, avevo paura di soffrire ancora di ritrovarmi da sola da un momento all'altro, avevo paura della sua dolcezza, dell'effetto che mi facevano i suoi occhi, avevo paura della felicità, dell'amore. Guradavo la mia immagine riflessa nello specchio del bagno, i mei occhi erano pieni dei fantasmi del passato che non li facevano brillare come avrei voluto erano ricoperti da un velo grigio, faceva male ,le pulsazioni del mio cuore aumentarono, il mio respiro si fece affanoso..ero il ritratto della paura, dovevo calmarmi in tutti i modi, dovevo essere forte, mi buttai sul letto. Passai qualche ora con questi pensieri che mi frullavano prima di addormentarmi. Dopo una lunga doccia e miei capelli viola avevano già cominciato ad andare via, il colore rimase solo sulle punte..non era così male. C'era il sole fuori, dopo tanta pioggia, finalmente! Misi una svolazzante gonna a vita alta con una camicia molto colorata e le miei amate scarpe rosse che mi avevano portato tanta fortuna. Presi la borsa e uscii di casa incammindomi verso la metro.

 

“Sele Sele..hai fatto conquiste Chica de Italia” mi urlò Carlos dall'altra parte della strada

“il ragazzo biondo è passato ieri sera chiedendomi di te, princesa” aggiunse

 

“princesa io?!” Cenerentola già..feci uno sguardo stupito ma non lo notò, visto che avevo un paio di occhiali vintage a specchio.

 

“voleva sapere come ti avrebbe potuto rintracciare ma non avendo il tuo numero, gli ho detto che lavoravi in un negozio vintage a Notting Hill”

Volevo seriamente correre da Carlos per ucciderlo.. ma che cazzo gli era saltato in mente? Speravo solo che non avrebbe mai e poi mai trovato il negozio, visto che nel quel quartiere non l'era l'unico vintage, non dissi niente feci un cenno con la mano per salutarlo. Me ne andai adirata e già nervosa di prima mattina verso il lavoro, cercando di autoconvincermi che non mi avrebbe trovata. Feci questo per tutto il resto del viaggio in metro e fino a che non arrivai. Liz era ancora mezza sognante dall'incontro con Harry di ieri sera; era andata ,l'avevo persa!

 

“Sele c'è qualcosa di strano stamani mattina in Liz sembra...drogata” mi sussurò Sally nell'orecchio, feci di tutto per non scoppiare a ridere come una pazza

 

“Tranquilla Sally si è presa solo una cotta per un ragazzo ricciolo e con gli occhi verdi” la rassicurai. Ridacchiò e mi lasciò di nuovo al mio lavoro facendo finta di nulla.

 

“Sele tesoro puoi andare a ritirarmi un pacco qui vicino?”

 

“certo Sally, volete qualcosa da magiare, un caffè visto che esco?”

 

“no no grazie...te Liz? Liz?? bella addormentata svegliati” gli urlò Sally sbattendo forte le mani insieme.

 

“ah dite a me? Cosa è successo?”

 

Era completamente frastornata, sembrava davvero che fosse fatta di non so quale nuova droga sintetica. Presi la sua risposta come un no e me ne andai.

 

“Sono tornata , ecco il pacco Sally”

 

Appoggiai la scatola vicino alla cassa. Ma dove avevo messo il mio telefono? cominciai a rovistare dentro la mia borsa.

 

“è venuto tuo cugino Sele, gli ho lasciato il tuo numero perchè non sapeva come contattarti” disse Liz mentre apriva il pacco che avevo appena portato

 

“Mio cugino??!!!ma.. ma io non ho cugini qui in Inghilterra, sono tutti in Italia”

 

“Ma come non hai un cugino biondo con gli occhi azzurri...” si fermò prima che finisse la frase forse perchè vide la mia faccia scandalizzata e anche la sua divenne come la mia quando capì.

 

“Oh Dio era lui, ups”

 

“Liz! Liz! Non dico niente forse è meglio”

 

“scusami Sele” tirò su le spalle con un sorriso stampato sulla faccia, questa cosa la doveva proprio divertire. Io ero disperata invece, non feci in tempo a riprendermi che il mio cellullare squillò, un messaggio.

 

A quanto pare ti ho trovata anche senza che facessi il giro del reame con una scarpetta. Ti trovo da Carlos stasera? Io sarò li. Ci conto. N x.”

Sono molto impegnata stasera”

 

Ti aspetterò ugualmente. N x.”

 

 

Che palle, che palle e ancora che palle, oggi tutti avevano dato informazioni su di me a un totale sconosciuto, ma perchè? Le miei scarpe rosse non mi avevano portato così tanta fortuna, ma c'era un problema che non sapevo come risolvere; come facevo ad evitarlo se Carols era proprio davanti al portone del mio appartemento? Avevo la brutta sensazione che a qualunque ora fossi tornata me lo sarei trovata li davanti. Ma no, pensai, loro si ritrovano sempre verso le 21:00 basta che torni prima, ed ero sempre molto prima di quell'ora a casa. Ed infatti così feci, alle 17:00 ero già sul viale che portava al mio appartamento e non c'era nessun Niall in vista, tirai un sopriro di sollievo. C'era qualcosa di strano però, una grande macchina nera opaca, un Range Rover Sport per essere precisa; mio padre è sempre stato un grande appasionato delle quattro ruote e ormai anche io ero diventata un' “esperta” di macchine, mi ero fatta una vera e propria cultura grazie alle sue riviste automobilistiche, ma non poteva un ragazzo di circa vent'anni avere una macchina così, scartai subito l'opzione che potesse essere lui, anche perchè non c'era sengno della sua presenza da nessuna parte. Entrai in casa e mi gettai sul divano, ero stanca, stasera sarebbe stata una serata tranquilla..film, una tazza di tea caldo e tanti biscotti.Spostai la tenda e aprii la finestra per far circolare un po' l'aria, dopo qualche minuto la richiusi, erano ormai quasi le nove e la mia serata cinema stava inziando, misi il film “Elizabethtown”, tazza di tea in mano, tutto procedeva secondo i miei piani, non sarei scesa da giù da lui, e lui non poteva sapere dove trovarmi se non rispondevo al cellulare.

Tutto filava liscio ad un certo punto la paura e l'ansia presero il sopravvento su di me, sentii delle piccole botte alla finestra, come se qualcuno stesse lanciandovi contro qualcosa, oh mamma! Stoppai il film e mi avvicinai lentamente e un po' impaurita alla finestra metre lo strano rumore continuava, prima che spostassi la tenda per vedere cosa stesse succedendo una voce che urlava mi rese il tutto più chiaro; Niall.

 

“Giulietta, Giulietta..affaciati alla finestra Giulietta!”

 

Aveva cominciato a tirare i sassolini del perfetto giardinetto della mia vicina a piano terra contro la mia finestra visto che non sapeva qual'era il mio campanello, a quanto pare era già li “nascosto” da qualche parte quando ero tornata da lavoro e mi aveva visto aprire la finestra. Non mi affacciai, rimasi in piedi dietro la tenda chiusa mentre continuava ad urlare e tirare sollini. I suoi tenativi falliti di farmi affacciare richiamarono l'attenzione dei suoi amici che corsero in suo aiuto.

 

“oh Giulietta Giulietta affaciati per questo gentil Messere”

 

ora le voci erano 5 e tutte urlavo a turno la stessa frase. Ma quanto erano scemi?! Pensai dentro di me, la situazione mi faceva troppo ridere mi sembrava di essere in un film, non ce la feci a non spostare la tenda e aprile la finestra. Erano tutti li, l'uno a fianco all'altro i loro bracci erano appoggiati intorno alle spalle dell'amico che avevano accanto , formando una catena, il viso di Niall si illuminò quando sorrise vedendomi.

 

“Era l'ora! Grande!” cominiciarono ad applaudire e a darsi il cinque, erano soddisfatti di essere riusciti nel loro intento, Niall era li e continuava a guardarmi.

 

“Vieni qui” disse

 

“Aspetta”

 

presi le chiavi e scesi giù, brava Sele e meno male che non saresti mai scesa, pensai ..ero pessima, avrei dovuto fare un corso di autoconvizione, se solo esistessero. Arpii il portone e Niall era seduto sopra gli scalini che mi aspettava, mi sedetti accanto a lui.

 

“hai perso le scarpe?” mi disse

 

Ero solo con i calzini, non aveva torto..ero abituata a stare scalza in casa. Sorrisi

 

“Insomma mi hanno detto che sei mio cugino da oggi”

 

Rise, con la sua bellissima risata

 

“è stata la prima cosa che mi è venuta in mente e la tua amica c'è cascata in pieno”

 

lo guardai negli occhi e lui ricambiò il mio sgardo, Dio ...quegli occhi mi facevano perdere la logica di tutto.

 

“Sei statto forte, nessuno mi aveva mai inscenato una specie di Romeo e Giuletta sotto la finestra” dissi “quando i tuoi amici sono corsi in tuo aiuto, sono scoppiata a ridere da sola se lo vuoi sapere”aggiunsi

 

“si a quanto pare gli dovevo fare un po' pena..avrei voluto vederti sorridere..e poi so che ti piacciono le storie”

No aspetta non dirmi che Niall ha appena definito una delle più grandi tragedie di Shakespeare una storia??ebbene si mia cara coscienza. In effetti tratenni quasi a stento l'istinto di tirargli uno scappellotto in testa per il paragone appena fatto ma mi limitai a inspirare profondamente lasciando perdere. 

“Devo andare Niall, il mio film mi sta aspettando l'ho bloccato nel mezzo di un discorso importante sai!” mi alzai per andare verso il portone la sua mano mi afferrò per un braccio per fermarmi, si alzò e si avvicinò a me, appoggiando la sua fronte contro la mia.

 

“Non andare” mi sussurò

 

Non sapevo cosa dire, cosa rispondere.

 

“Devo Niall” mi allontanai da lui e aprii il portone ; lo guardai scoraggiato metre raggiungeva i suoi amci, ma prima che lo chiudessi la mia bocca si aprii e senza nemmeno pensarci dissi “domani ho il giorno libero, devo andare a Candem” avevo perso il cervello? Anche lui ormai faceva quello che voleva, non rispondeva più ai miei comandi, era in Tilt per colpa di Niall.

Non disse niente Sorrise...con il suo miglior sorriso.

 

 

 

Ciao a tutte mie care Lettrici/Lettori! Ecco a voi servito il  "CAPITOLO 5" della mia FF.
Aspetto tanti vostri commenti (almeno 5) per sapere le vostre impressioni sulla mia storia, se devo continuare o meno ad aggiornarla! Vi aspetto numerosi!
Baci
G.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


 

Tra qualche mese sarebbe stato il compleanno di mia sorella, partivo sempre in anticipo per fare i regali, mi piaceva avere tutto sotto controllo per organizzare tutto nei minimi dettagli. La mia sveglia quella mattina non suonò e quando mi alzai era quasi l'ora di pranzo, cavolo! Era tanto che non facevo una bella dormita come questa! Mangiai un boccone veloce, controllai nell'Ipad la foto delle Vans che gli piacevano e andai.Non avevo detto niente a Niall ne l'ora, ne dove andavo di preciso , non ci avevo pensato anche perchè il mio cervello si era rifiutato di ripondere ai miei comandi in quel momento, ed aveva preso l'iniziativa da solo; mi troverà ne ero convinta. Mi fermai all'edicola a prendere VOGUE, il mio giornare preferito di cose che non avrei mai potuto avere, ma guardare non costava niente, sfogliai qualche pagina fino a che non arrivai alla fermata di Candem Town. Mi divertiva, non so perchè, quel quartier,e era così colorato e alternativo, certo ero un po' fuori luogo li, le mie scarpe rosse e il mio Vogue sotto il braccio non si intonavano del tutto, ma vabbè. Comprai le scarpe a mia sorella e continuai a fare un giro per gli stravaganti negozi, mi fermai al tavolino di un un caffè per prendere qualcosa da bere e per sfogliare la mia amata rivista.

“ti ho trovata, finalmente”

Avevo ragione. Sollevai lo sguardo per vederlo, rimasi un po' delusa quando vidi che i suoi occhi blu erano nascosti da un paio di Rayban neri, mi ripresi all'istante quando un secondo dopo li tolse.

“Cosa stai leggendo?” mi disse afferrando una sedia per mettersi accanto a me

VOGUE, le ultime sfilate, cose che non avrò mai..tipo queste scarpe dalla suola rossa che amo alla follia”

mi guardava incuriosito, era bello come il sole. La sua canotta con una stampa lasciava i suoi bracci e le sue spalle muscolose in bella vista, la sua pelle così chiara lo faceva sembrare di porcellana.

“Hai comprato un paio di Vans?! Esistono anche scarpe senza tacco nel tuo mondo?” disse in modo scherzoso.Sorrisi. “sono per mia sorella, e comunque penso di avere qualche scarpa sportiva per andare a correre”

“ah perchè corri te?”

“si, almeno in Italia lo facevo” mi guardava con aria strana

“Sei Italiana?!”

“ non mi pare che abbiamo li stessi colori io e te” avvicinai il mio braccio accanto al suo, la sua pella bianca contrastava con la mia che era un po' ambrata dall'abbronzatura dell'ultima estate.

“Grazie a Dio, mi hai tolto un peso, credevo fosse abbronzatura spray” scoppiò a ridere di gusto “ nemmeno tra un milione di anni!” risposi sgranando gli occhi.

“Senti Sele ti volevo chiedere scusa per quella festa, per il soprannome e per Addison, mi rendo conto che non siamo stati così tanto simpatici, sopratutto Ad, ti guardava in un modo un po' minaccioso, ma quello è un po' il suo modo di fare” appoggiò la sua mano sulla mia e la strinse. Ero sorpresa, non me le aspettavo queste scuse sinceramente non le aspettavo nemmeno.

“Grazie Niall per avermi det..” mi interuppe

“oh merda”

“che succede!?” il suo viso ero sconvolto

“Niall va tutto bene?”

“Corri”

“C-Cosa??!!”

“Corri adesso!” alzò la voce, mi prese con forza per un braccio strattoandomi via dal tavolino e cominciò a correre.

“Niall fermati! Non vedi che tacchi ho?” si fermò

“No Sele, devi correre” mi disse mentre guardava al di la delle mie spalle, mi voltai per vedere da cosa stavamo scappando. Un uomo dalla grande stazza stava infierendo contro di lui. Girai di scatto la testa e guardai Niall con gli occhi sbarrati in attesa di una spiegazione.

“ io e gli altri siamo scappati dal suo ristorante,ehm.. senza pagare il conto, ma ora devi correre Sele. Corri!” mi girai prima di cominciare a correre e vidi quell'uomo che si incamminava a passo svelto verso di noi, poi cominciò a correre.

“Corri Niall, corri” gli dissi. La mia mano teneva saldamente la sua, urtammo involontaiamente alcune persone che camminavano tranquillamente sul marciapiede, era come una corsa ad ostacoli, avevamo dato un bel po' di distacco a quella figuara che ci inseguiva quando a un certo punto la mia gamba destra andò giù; il tacco delle mie scarpe rosse porta fortuna era diviso in due, Niall continuava a dirmi di correre invece mi fermai.

“oh nooo Niall le mie scarpe rosse, si sono rotte, erano le mie preferite..come faccio adesso!!”

“levale” mi urlò, non pensai feci come mi disse e con le scarpe in mano continuai a correre scalza. La folla che c'era ci nascondeva da quegli occhi che ci inseguivano, fino a che Niall non entrò in un vicolo stretto, con il braccio mi spinse verso il muro facendomi appoggiare di schiena mentre lui faceva da scudo umano davanti a me, con una mano mi teneva indietro per non farmi sporgere mentre continuava a dirmi di stare zitta.

“eccolo” sussurò “ci ha persi, siamo stati bravi..se ne è andato Sele”

mi lasciai scivolare con la schiena fino a che non mi sedetti per terra e lui fece lo stesso sedendosi accanto a me. La fatica era evidente, il mio petto faceva su e giù velocemente, non ero abituata a correre così da un momento all'altro, continuavo a guardare le mie scarpe distrutte cercando in qualche assurdo modo di accomodarle, Niall appoggiò la sua testa sulla mia spalla.

“mi dispiace per le tue scarpe Sele”

Ci guardAmmo intensamente per qualche secondo, potevo leggere nei suoi occhi tutte le emozioni che provava in quel momento. Era come un libro aperto.

“tu sei un pazzo” gli dissi scuotendo la testa “ e anche un po' delinguente” sorrisi.

Io non so veramente cosa mi faceva, cosa mi accadeva tutte le volte che mi guardava, volevo solo stringerlo forte e non lasciarlo andare via, quel ragazzo di cui non volevo saperne era li davanti a me e mi stava ridando tutti i colori che non avevo più da anni, per quanto non volessi, per tutta la paura che avevo era il raggio di sole che aveva illuminato la mia stanza buia. Mi avvicinai e gli diedi un timido bacio sulla guancia.

“anche se non te lo meriti” dissi e lui scoppio a ridere, era bello il suono della sua risata, la musica più bella che le mie orecchie avessero mai udito.

“dai Sele andiamocene di qui, ti porto in un posto più tranquillo”

Ci incaminnammo verso la sua macchina, quando tirò fuori dalla tasca dei jeans le chiavi e con il telecomando la aprii, i fari di una range rover nera opaca si accesero. Era la sua. Accidenti! Aprii la bauliera per metterci dentro il mio sacchetto con il regalo di mia sorella e le mie scarpe rotte, vidi in fondo un guscio di una chitarra..wow sa suonare, pensai. Mi aprii la portiera per farmi salire.

“Madame” disse, porgendomi la mano per aiutarmi a salire, comiciai a ridere

Attaccato al cambio c'era un portachiavi con la bandiera Irlandese con scritto sopra Horan, avevo notato il suo accento strano.

“sei Irlandese?” chiesi

“ebbene si, abbiamo qualcosa in comune Baby, siamo entrambi londinesi adottati”

“dove mi porti?” sorrisi

“in un giardino tranquillo, ti piacerà ,così possiamo riposarci” Era vicino al negozio dove lavoravo, non lo avevo mai visto..ero piccolo e così tranquillo.

“Niall ma sono ancora scalza!” gli ricordai

“Vieni sali”

si mise davanti a me di schiena e aspettava che salissi, non me lo feci ripetere due volte. Strinsi le mie gambe intorno al suo bacino lascai le braccia ricadere morbide sul suo petto appoggiando la testa nell'incavatura del suo collo, il suo profumo era proprio come me lo ricordavo, strinse più forte le mie coscie e poi girò la testa per cercare il mio viso, sorrise. Varcò il cancello e si fermò davanti ad una panchina per farmi sedere, un timido sole si faceva largo tra le foglie dell'albero dietro le mie spalle, mi scaldava battendo sulla mia pelle; tirai fuori dalla borsa Vogue e mi sdraiai di schiena sull panchina alzando il giornale sopra la mia testa all'altezza degli occhi.

“vado a prendere una cosa in macchina, torno subito” lo guardai mentre si allontava..mamma mia se non era perfetto,la perfezione fatta in persona! tornai con lo sguardo sull'articolo che stavo leggendo. Ero completamente concentrata in quello che stavo facendo che non lo avevo visto ritornare, afferò il mio braccio e mi tirò giù verso il prato dove era seduto, aveva preso la chitarra. Sorrisi. Mi sedetti per bene accanto a lui e appoggiai la testa sulla sua spalla mentre stava incominciando a suonare “Wonderwall” degli Oasis, la canzone preferita di Julie, chiusi gli occhi e ascoltai ogni singola nota provenire dalla sua chitarra, era rillassante...mi tornò in mente l'ultimo che viagggio che avevo fatto con lei a Parigi, sulla scalinata davanti al Sacro Cuore c'era un artista di strada con la chitarra che suonava proprio questa canzone, come stava facendo Niall in questo momento, rividi nella mia testa quella scena di Julie che cantava ogni singola parola senza mai sbagliare; non esisteva giorno in cui non pensassi a lei, quasiasi gesto spontaneo mi riportava indietro da lei, era triste. Un tenero bacio si posò sull'angolo della mia bocca solo allora riaprii gli occhi, avevo la testa appoggiata sulle sue gambe mentre faceva scorrere le dita tra i miei capelli accarezzandoli con cura. “Buongiorno bella addormenta” mi disse teneramente mentre mi guardava

“quanto ho dormito? Perdonami”

“eri tenera” sorrise, parlammo per circa un ora del più e del meno, mi raccontò la vicenda del conto non pagato, quante risate!la mia schiena era appoggiata al suo petto e le sue braccia intorno alla mia vita, mi stingeva forte a se ogni tanto appogiando la sua testa sopra il mio orecchio destro e annusava il profumo dei miei capelli, ogni volta che mi sfiorava sentivo le farfalle che svolazzavano impazzite nel mio stomani, non ricordavo che questa sensazione fosse così bella..era la mia luce nel cielo.

“dobbiamo andare Sele o ci chiuderanno dentro”sussurò.

Mi riaccompagnò a casa dopo la bellissima e bizzarra giornata, recuperai le mie cose dalla bauliera, anche le mie scarpe rotte che continuavo a guardare con un po' di tristezza. Era in piedi davanti a me, le persone che passavano sul marciapiede mi guardavano in modo strano, forse perchè ero scalza.

“mi dispiace ancora per le scarpe” mi accarezzò una guancia, tolsi lo sgardo dalla mie scarpe che tenevo in mano e lo guardai nei suo bellissimi occhi. “sei davvero bravo a suonare, sono stata bene oggi. Grazie Niall” mi abbracciò forte appoggiando la testa nell'incavatura del mio collo, ricambiai quell'abbraccio stringendolo più forte che potevo vicino a me.

“Grazie a te, ci vediamo presto principessa” sussurò, mi buttò un bacio metre saliva in macchina prima di chiudere lo sportello e partire. Il mio ragazzo Irlandese preferito. Mi fermai a pensare sulla soglia del portone prima di infilare la chiave nella serratura per entrare in casa, sorridevo fra me come un ebette con aria sognante, cercando di ricordare la piacevole sensazione delle sue braccia intorno a me. Cosa mi stava succedendo? Cosa stava Succedendo?



Ed eccomi qua! allora in questo capitolo abbiamo la nostra protagonista, Sele, che per quanta paura abbia, non riesce più a connettere ogni volta che  guarda negli occhi oceano il nostro Niall, tanto che il suo cervello, anzi il cuore, decide di parlare al posto della sua testa. Hanno appena trascorso una giornata alcuanto bizzarra correndo una "maratona" molto improvvisata per Candem Town a causa dei guai in cui si era cacciato il ragazzo, senza però farci mancare un romantico finale fra i gesti premurosi e delicati di Niall. Cosa potrà nascere fra questi due "neo piccioncini" ? vi lascio con le domande interiori di Sele..troverà mai una risposta?
Baci G.
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Era un po' di giorni che non sentivo e vedevo Niall, non sapevo perchè, cercai dentro di me migliaia di motivi ma non ne trovavo neanche uno; ogni tanto prendevo il cellulare in mano e gli scrivevo un messaggio che poi non gli mandavo. C'erano quasi tutte le sere i ragazzi da Carlos, ma lui no. Non potevo certo stare tutta la notte a sbirciare dalla finestra aspettando che arrivasse, sarei passata per stalker! Lo chiamo o non lo chiamo? Continuavo a fissare il telefono come una scema.

 

“Sele è arrivvato un pacco per te” Liz interuppe il mio dilemma interiore “un pacco?!” chiesi confusa “Si e c'è anche un biglietto insieme, dai su apri apri!”continuava a saltellare e a fare giravolte sul posto allo stesso tempo battendo velocemente le mani insieme mentre la sua chioma bionda ondeggiava insieme ai suoi movimenti, sembrava come una bambina piccola quando riceve il ragalo che ha aspettato per mesi anche se ,in quella circostanza, il ragalo era per me e lei aveva 20 anni.“che c'è scritto? che c'è scritto?” ripetè più volte stranazzando

 

Mi dispiace ancora per le tue scarpe porta fortuna.

Spero che così mi perdonerai

Niall.”

Lessi ad alta voce e lottai contro la mia euforia per non imitare la scena di pochi secondi di fa di Liz. Scartai il pacco alla velocità della luce. La ragazza cominciò ad urlare e a starnazzare di nuovo portandosi le mani davanti alla bocca per cercare di nascondere l'evidente stupore e chiamò ripetutamente Sally gesticolando insistentemente fino a che non arrivò, la sua reazione fu identica. Non sapevo che faccia avevo assunto in quel preciso istante ma ero sicura che non era da meno delle loro, ero rimasta a bocca aperta.

 

“S-S-Sele te ne rendi conto? sono un paio di Louboutin”continuò ad urlare “ non so chi sia questo..” prese il biglietto “... Niall ma sposalo” mi urlò Sally . Ero ancora senza parole, continuavo a fissare quelle scarpe che fino a pochi giorni fa erano stampate su una inanimata rivista, l'ultima collezzione che lo stilista francese Christian aveva messo sulle passerelle, un bellissimo paio di Artifice Strass blu acceso ricamate con disegni di color verde brillante e pietre colorate, più le osservavo e più mi ricordavano quei bellissimi ricami fatti con l'hennè sulla pelle delle spose indiane, non ci potevo credere..ma cosa aveva fatto?! Era un pazzo, ne ero certa ancora di più! Presi il telefono, forse era quella la spinta che aspettavo per trovare il coraggio di chiamarlo..era spento; batteria scarica. Fantastico. Sarei voluta correre a casa sua, ma non sapevo dove abitasse o in qualsiasi posto lavorasse per abbracciarlo più forte che potevo, e non per il regalo che avevo appena ricevuto, ma semplicemente perchè avevo bisogno di lui e di quel gesto, del suo calore, dei suoi occhi blu e di come mi faceva sentire..per dirgli che se vedevo di nuovo il mondo a colori era solo grazie a lui. In realtà sapevo ben poco di quel ragazzo irlandese che mi aveva ipnotizzata, ma bastava che lo guardassi negli occhi per vedere la dolcezza e l'amore che abitavano dentro di lui, mi rassicurava tutto ciò. Mi faceva stare bene, felice come non ero da anni. Aspettai con ansia l'ora di chiusura del negozio per tornare il più velocemente possibile verso casa.. quei minuti non passavano più, mi sebravano un eternità. Uscii dalla fermata della metro e cominciai a camminare con passo sostenuto verso Carlos ma quando arrivai constatai che la sua macchina nera non c'era, ne rimasi un po' delusa ma decisi di entrare comunque nel negozio, con l'aria affannata mi diressi verso Carlos.

 

“Ho bisogno del tuo aiuto! sai dove abita Niall, il ragazzo biondo..ti ricordi?” chiesi informazioni proprio come aveva fatto lui la sera della festa in maschera.

 

“Niall! Certo! Però mi dispiace Sele non ho idea di dove abiti”

 

“Posso dirtelo io” una voce roca alle mie spalle si intromise nel nostro discorso, era Harry che mi fissava con le sue iridi verdi.

 

“Ciao Harry”

“Ciao Downfall” sorrise e due tenere fossette comparvero sul suo volto

“Sele” gli dissi sorridendo anche io “tu mi puoi aiutare vero?”

“Vieni ti accompagno, non sono bravo a spiegare le strade ti perderesti sicuramente..non voglio averti sulla coscenza” un sorriso che andava da un orecchio all'altro si formò sul mio volto illuminandolo, sicuramente, appena il riccio pronunciò quelle bellissime parole.

lo seguii in silenzio fino alla sua auto, Anche Harry aveva la stessa macchina di Niall, solamente non opaca. Il vaggio durò per un paio di minuti, atraversammo la città fino a che la macchina non si fermò in una via a Primerose Hill, davanti a Regent's Park.

 

“ecco Niall abita li”

mi indicò una casa a mattoni rossi, anzi da fuori sembrava più un vecchio capannone rimesso a nuovo, un picoclo muro di cinta e un cancello cromato delimitavano il perimetro della casa.

“Allora non scendi? Ci hai ripensato?non mi avrai mica fatto fare tutta questa strada per nulla” Harry interuppe la mia osservazione

 

“mmm no no vado subito” aprii lo sportello e scesi “Grazie Harry sei stato gentile, ci vediamo presto” mi strizzò l'occhio in risposta, chiusi lo sportello dietro di me e mi incamminai verso la porta d'ingresso visto che il cancello era già aperto

 

“Ho visto i tuoi occhi prima, si sono illuminati di goia quando ti ho detto che ti avrei portato da lui..ti piace l'irlandense èèèh?” l'imbarazzo cominciò a salire all'affermazione del ragazzo e quando succedeva diventavo nervosa ed Harry si accorse di questo è cominciò a ridere; tirai su le spalle senza rispondere e mi incamminai nuovamente verso la porta. Era già così evidente che il ragazzo dagli occhi blu aveva creato qualcosa di incontrollabile dentro di me? ripetevo tra me e me cosa avrei potuto dirgli una volta che me lo sarei ritrovato davanti, esitai qualche momento e poi suonai il campanello.... Ma non vidi ciò che mi aspettavo. La porta si aprii e ne usci fuori Addison, indossava solo una canotta che gli arrivava circa a metà delle sue gambe magre e sicuramente non era sua, sentii una strana sensazione al cuore, una crepa, la fortezza che avevo costruito con i mattoni che la vita mi aveva tirato addosso si era incrinata, l'ennesimo colpo. Ero già a questo punto? Stare male per una “storia” che nemmeno era cominciata? forse perchè nonostante la paura, la volevo..volevo quella storia, volevo Niall, i suoi occhi e il suo sorriso. Avevo veramente creduto che sarei stata nuovamente felice.

 

“Cosa ci fai tu qui!?” mi guardava con aria schifata e sorpresa quanto la mia quando me l'ero trovata dinnanzi, i suoi capelli lunghi rossi cadevano leggeri fin sopra il suo petto nascondendolo, i suoi occhi celesti, quasi bianchi, erano ghiacciati;non era felice di vedermi e non ero certo la benvenuta in quel momento, mi aveva congelata con un solo sguardo ed un brividio percorse tutta la mia schiena. Volevo chiederle se Niall era in casa ma le parole non uscirono dalla mia bocca, la guardavo li davanti a me che aspettava che dicessi qualcosa, mi sentivo solo una stupida, avevo sognato ad occhi aperti quello che non esisteva fra me e lui, mi ero illusa che tutto sarebbe andato bene per una volta.

“Sele!” lo vidi comparire dietro di Addison, in calzini e con solo un paio di pantaloncini sportivi grigi, mi guardava con un gran sorriso, come faceva sempre, io invece volevo solo scomparire.

“scusate devo andare via” mi girai e cominciai a camminare più veloce che potevo, la porta si richiuse dietro le mie spalle. Trovai un po' di sollievo quando ,una volta girato l'angolo, vidi l'entrata della metro in fondo alla strada. Ero stata così ingenua, credevo che le sue attenzioni significassero qualcosa, ci ero cascata in pieno, avevo imparato a non sognare più ad occhi aperti, avevo imparato sulla mia pelle che la felicità è uno stato temporaneo destinato a finire ma a lui, scioccamente, avevo creduto. Mi ero persa nei suoi occhi, in quegli occhi che mi avevano riportata indietro di anni quando tutto andava bene, nei suoi occhi blu rivedevo quelli Julie..quel colore che tanto mi mancava e mi rassicurava. Sentivo le lacrime che salivano, ma non le avrei fatte uscire..ero una testarda. Il mio telefono suonò più volte una volta uscita dalla metro speravo solo che non fosse lui; Liz.

io e mamma stasera andiamo a cena fuori con deigli amici americani per lavoro ..vieni? Ormai fai parte della crew!”

fui grata a Liz in quel momento per quel messaggio gli risposi subito di si, in questo modo non avrei pensato allo spiacevole incotro di oggi e a quanto fossi stata stupida. Indossai il mio miglior vestito che era nero stretto fino sopra la linea della vita e poi si allargava in ampia gonna che arrivava circa 10 cm sopra il ginocchio, le maniche lunghe erano di pizzo, lo scollo a “V” sulla schiena la lasciava scoperta fino metà. Legai i capelli in uno chignon e misi di lato a questo un fiore rosso. Volevo sentirmi bella per non sentirmi più stupida, mancavano solo le scarpe, continuavo a guardare quella scatola che avevo lasciato sul tavolo e mi veniva da pensare a lui, la presi e la rinchiusi nell'armadio. Occhio non vede cuore non duole, diceva sempre mio padre. Presi un altro paio di scarpe dalla mia collezione, la mia enorme borsa e andai ad aspettare Liz. La cena era ad un ristornte giapponese, adoravo il cibo orientale, gli amici americani di Sally erano molto simpatici, ci facemmo un sacco di risate e parlammo anche di lavoro anche se non riuscivo a essere presente al 100%, di una cosa straordianaria che di li a poco sarebbe arrivata in negozio, “vedrai vedrai Sele” mi ripeteva Sally alla fine di ogni frase. Anche loro , come Sally, erano proprietari di un negozio di abiti ricercati e di alta moda a NY,  quella era veramente il mio mondo e il mio sogno. Fantasticai su New York, il mio sogno di andare laggiù e passare dei giorni da 'Carrie Bradshaw'. ..un giorno quella città sarebbe stata mia,avrei vissuto il mio sogno americano. La serata si concluse bene e piacevolmente ,Sally e Liz mi riaccompagnarono a casa lasciandomi all'inizio della strada, mi incammnai verso l'appartamento quando vidi la macchina di Niall parcheggiata proprio li davanti, non ci voleva. Ero riuscita, in quelche modo, a salvare questo giorno catastrofico grazie al gradevole fine serata. Avrei dovuto affrontarlo, non avevo scelta. E infatti lui era li, che stava ditruggendo di nuovo il perfetto giardino della mia vicina tirando ancora i sassolini alla mia finestra, non mi aveva visto, mi fermai quando ormai era quasi arrivata e cominciai a osservarlo metre lui ignaro che io fossi li, continuava ad urlare contro a quella finestra buia “ Sele affacciati ti prego”. Mi faceva tenerezza, sarei voluta andare li ad abbracciarlo, ma non lo feci..continuai ad guardarlo con aria impassibile poi spostai il mio sgurado davanti a Carlos dove c'erano gli altri ragazzi, gli feci un cenno portando il dito indice davanti alla mia bocca per dirgli di stare zitti quando mi voltai nuoavemnte il biondo si era arreso e sedutto sulle scale con le braccia appoggiate sulle sue ginocchia e le mani fra i capelli, sembrava disperato, continuai a non dire niente. Cosa voleva ancora? Credevo che le cose ormai fossero abbastanza chiare dopo oggi. Mi spostai davanti a lui, alzò la testa e mi guardò diritta negli occhi, non avrei permesso a quegli occhi blu di rendermi debole ancora una volta, di farmi perdere la logica di nuovo, come facevano sempre. Si alzò e venne verso di me afferrandomi dolcemente il polso. Levai il braccio tirandolo via forte dalla sua presa, vidi il suo viso perdere la sua normale luce e si incupii a causa del mio gesto brusco. Mi guardava affranto ed era triste, il mio cuore urlava a vederlo così perchè lui era sempre pieno di vita, ma non potevo fare altrimenti. Mi diressi verso la porta sorpassandolo senza dire niente, non volevo dire nulla.

"Sele, guardami..sono qui” il topo disperato che usò mi fece trattenere nell'oltrepassare il portone ma non mi voltai

“sei bellissima” sorrisi a quel complimento, sapevo che non poteva vedere la mia reazione, decisi i voltarmi ed un sorriso comparve sul suo viso che ritornò alla sua abituale luce.

“non indossi le mie scarpe” constatò il biondo. Ma che diavolo...???!!

“mi hai aspettato tutto questo tempo solo per vedere che scarpe indossavo?” odiavo fare l'antipatica e rispondere male, non era nel mio carattere, ma non potevo permettergli di farmi male. Abbassò la testa verso il basso cominciando a giocare con un sassolino, era nervoso o forse si sentiva solo in colpa.

“io vado Niall, stammi bene” aprii la porta e sorpassai la soglia.

“io..io.. mi dispiace Sele ok? davvero tanto, per tutto quello che hai visto oggi...io e Addy ..ehm siamo solo amici”

“certo Niall e io sono la fata turchina” gli risposi in modo sarcastico e scocciato, ma perchè non se ne andava?

“Harry, H- Harry mi ha raccontato che mi stavi cercando e...” si interuppe chiudendo gli occhi mentre inspirava più aria possibile per iniziare un discorso che si prospettava alcuanto serio o semplicemente per trovare le parole giuste da dirm,. ma io non riuscii più a trattenermi. Sbottai. Le parole uscirono come un fiume in piena, era un mio grande difetto o pregio a seconda dei punti di vista, dire tutto quello che mi passava per testa.

“Cosa vuoi Niall? Cosa vuoi da me? Mi insegui alla feste, lanci sassi contro la mia finestra, mi fai correre la maratona per Candem Town, mi compri regali,mi riempi di attenzioni e poi invece stai con lei? Pensi che sia scema o qualcosa del genere? Io non faccio da ruota di scorta per nessuno, non sono il passatempo o lo svago di nessuno! Era mezza nud...anzi lo sai cosa, non voglio sapere delle vostre attività di quel pomeriggio, oh mio Dio Niall mi hai fatto sentire così stupida!!..basta!ne ho abbastanza,me ne vado” ero veramente incazzata,la mia voce era più alta del solito, il mio cuore urlava e batteva ad un ritmo irregolare per la troppo adrenalina in circolazione.

“uuuh parole dure da parte di questa ragazza” un commento usci dal gruppo che a quanto pare si stavano godendo lo spettacolo dall'altra parte della strada.

“Zitto Louis!” replicò Niall mantento lo sguardo su di me

“no aspetta tu pensi che io e lei...” la sua risata rimbobò tra le mura degli edifici della strada facendo eco. Allora vuole veramente una cinquina in pieno viso.

“ti pare che mi stai divertendo per caso?”

 

“oh Dio nooo Sele nooo, hai frainteso tutto..non è come pensi”

 

“ah no Niall?!”

 

“io e Addison non siamo niente”

 

“come posso crederti?! Spiegamelo!non ti conosco nemmeno, non so chie sei e perchè hai fatto tutto questo..non so quale sia il tuo scopo, non ho alcune basi solide per potermi fidare di te.. ma so solo che non ti permetterò di prenderti gioco di me e delle mie emozioni, ne ho già passate troppe..non voglio altre delusioni” mi girai discatto verso la porta quando sentii che una lacrima stava per scendere, non volevo che la vedesse. Detestavo questa parte di me così emotiva. Si avvicinò abbracciandomi da dietro e stringendomi forte,come se avesse paura che da un momento all'altro sarei scomparsa lasciandolo solo..mi sentivo un verme, gli avevo fatto quella parte davanti a i suoi amici, era stata una stronza. Appoggiò la testa sulla mia spalla e mi baciò delicatamente sul collo. Non era arrabbiato, non mi aveva urlato e dato contro come molti altri avrebbero fatto e come avevo fatto io, cercava di calmarmi con i suoi gesti ed odio ammetterlo ma ci stava riuscendo.

 

“fidati di me”

 

“come faccio? ho paura Niall”

 

“non devi, io sono qui..dammi una possibilità Sele io non sono come gli altri, ti prego.”

mi girai verso di lui lo guardai negli occhi, era sincero ,anche il suo sguardo mi implorava di fidarmi di lui..mi rendevano fragile e debole allo stesso tempo quegli occhi, mi disarmavano di tutte le barriccate che avevo tirato su per proteggermi da qualsiasi dolore, non potevo resistergli ne ero pienamente consapevole. Gli saltai lettermente al collo stringendolo forte ricambiò il mio gesto sollevandomi da terra e facendo un giro su se stesso mentre continuava a tenermi stretta per poi rimettermi giù.

 

“sono ancora arrabbiata con te Niall” lo avvisai cercando di convincere anche me stessa

“ti ho già detto che stasera sei bellissima?”

 

 

 

Spazio autrice

Scusateee per il supermega ritardo con cui posto questo capitolo, ma sono stata e sono tutt'ora incasinata di cose da fare! Tornando alla storia, Sele va a casa di Niall ma non vede la persona che avrebbe voluto non appena la porta della casa del ragazzo viene aperta. Ed ecco la prima "litigata" fra i due ragazzi che si risolve con un abbraccio che vale più di mille parole. ma vi sieti mai chiesti del Pesonaggio di Julie di cui spesso parla la nosta Sele?
ci vediamo presto , spero. Fatemi sapere come vi sembra questo nuovo capitolo ;)
un bacio G.

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