Un fiore pieno di speranza

di JunoEFP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia inizia dal capitolo due - Copertina ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola e ricordi ***
Capitolo 3: *** Nuovi nemici per Sakura Haruno ***
Capitolo 4: *** Arrendersi ***
Capitolo 5: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 6: *** Inizia il piano S.S.S ***
Capitolo 7: *** Ce la metterò tutta! ***
Capitolo 8: *** Piano B? ***
Capitolo 9: *** Non serve a nulla scappare, Naruto ***
Capitolo 10: *** Incomprensioni ***
Capitolo 11: *** Lasciate fare a me ***
Capitolo 12: *** Il passato di Naruto - Parte 1 ***
Capitolo 13: *** Il passato di Naruto - Parte 2 ***
Capitolo 14: *** L'amore non è mai come ti fanno credere ***
Capitolo 15: *** Ti aiuterò, Hinata ***
Capitolo 16: *** Amici...? ***
Capitolo 17: *** Un pomeriggio tra amici ***
Capitolo 18: *** Sei speciale ***
Capitolo 19: *** Già, brava Sakura ***
Capitolo 20: *** Il dolce profumo della libertà ***
Capitolo 21: *** Ti amo ***
Capitolo 22: *** Il passato di Naruto - Parte 3 ***
Capitolo 23: *** Antiche verità celate ***
Capitolo 24: *** Fiorito a Dicembre ***



Capitolo 1
*** La storia inizia dal capitolo due - Copertina ***


La storia inizia dal capitolo due!




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Capitolo 2
*** Primo giorno di scuola e ricordi ***


PRIMO GIORNO DI SCUOLA E RICORDI




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A Konoha, una cittadina caotica e molto abitata, vivono 10 ragazzi di cui la vita sta per avere una svolta che li segnerà per sempre.

* * *

Sakura, stava percorrendo la strada verso la scuola. Odiava il primo giorno, avrebbe dovuto rivedere tutte quelle persone che detestava, ma che allo stesso tempo la attiravano con i loro strani modi di fare.
Anche se non voleva andarci, era contentissima di poter rivedere i suoi amici.
Da lontano vide Karin uscire di casa, quella ragazza era la sua unica vera amica, con lei riusciva a lasciarsi alle spalle la timidezza ed essere se stessa.
-Ehi, Karin!!-
Disse cercando di farsi sentire.
La ragazza si girò per poi mostrare uno splendido sorriso, sistemandosi gli occhiali e cominciando a correre verso Sakura alzando anch’ella il braccio e sventolandolo freneticamente.
-Sakura! Come sono andate le vacanze?-
Disse l’amica affiancandola, e cominciando a camminare insieme a lei verso la scuola.
-Una noia, siamo andati in Italia a trovare la zia, ma lì c’erano solo ragazzi italiani e io non capivo nulla di quello che dicevano-
-Capisco, io invece sono stata ad Osaka, ed ho conosciuto un sacco di bei ragazzi e brave persone, se vuoi la prossima estate ci andiamo insieme e te li faccio conoscere!-
Gli disse con un sorriso.
-Che bella idea, certo ne sarei davvero felice Karin!-
-Bene, allora l’estate prossima tutti a Osaka!-
Mentre parlavano delle vacanze estive, raggiunsero l’enorme cancello, e videro il solito gruppo di ragazzi chiacchierare.
“Oddio no” pensò Karin guardando preoccupata l’amica che lanciava occhiate di sfida ad Hinata che la guardava con fare divertito.
Quella ragazza era veramente bella, capelli corvini lunghi fino ai fianchi, occhi color perla, viso candido e pelle chiara. Aveva un fisico fantastico, ma il carattere non era dei migliori.
-Sakura, guarda! C’è Sai, perché non andiamo a salutarlo?-
-Ma non vedi che sta con Temari? Perché mai dovremo disturbarli?-
Disse lei con fare scocciato
-E va bene, allora andiamo in classe, così mi prendo la merenda al distributore-
Le due ragazze si incamminarono .

Intanto il gruppo di ragazzi…

-Allora Hinata, che hai intenzione di fare quest’anno?-
Disse un ragazzo dai capelli neri e gli occhi del medesimo colore con un sorriso malizioso sul volto.
-Sasuke, certo che non capisci proprio niente! Insomma hai il massimo dei voti in tutte le materie e non capisci queste cose?-
-Oddio mio, scherzavo!! Comunque dai seriamente, hai intenzione di rovinargli anche quest’anno?-
-Certo, che domande-
Rispose lei sorridendo.
-Hinata!-
-Ehi, Ten Ten! Ciao!
Una ragazza con dei buffi chignon ed gli occhi color nocciola si stava avvicinando al gruppo sorridendo
-Ciao Ten!-
-Ciao Sasuke! Come sono andate le vacanze?-
Disse abbracciando tutti uno per volta
-Abbastanza bene, tu?-
-Benissimo Temari! Sono stata tutti i giorni in spiaggia e ho fatto amicizia con due ragazzi davvero simpatici!-
-A si? E come si chiamano? Forse li conosco-
-Si chiamavano Neji e Rock Lee-
-Ah, quei due strani tizi!-
Disse Ino
-Ma come, li conosci?-
-Più o meno, abitano nel palazzo di fronte al mio-
Disse lei pensierosa
-Capisco, allora un giorno te li presento, sono davvero divertenti!-
-No, tranquilla non c’è bisogno-
-DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN-
-Bene, andiamo, non vorremmo fare tardi il primo giorno di scuola!-
-Certo, andiamo Hinata!-
-Si Ten-
E così, anche il gruppo se ne andò nelle rispettive classi dividendosi.

Terzo anno seziona A

Sakura e Karin sedevano al terzo banco vicino alla porta e si guardavano intorno.
Vicino alla finestra in un banchetto singolo sedeva Naruto, un ragazzo scorbutico e antipatico, non parlava mai con nessuno, la sua media a scuola era molto bassa, ma attirava molto Sakura.
Quel ragazzo una volta l’aveva presa in giro per una figuraccia fatta, ma Sasuke l’aveva difesa, facendola innamorare di lui.
 

Inizio FlashBack

Quella mattina Sakura stava camminando per il corridoio da sola, era il primo anno che passava in quella scuola ed ancora non aveva fatto amicizia con Karin.
D’un tratto, mentre camminava urtò un ragazzo, un certo Kiba Inuzuka, che le rovesciò il bicchiere d’acqua che aveva in mano sulla gonna.
Da come era bagnata sembrava che se la fosse fatta addosso, e lei subito arrossì cominciando a chiedere scusa balbettando.
-Oh,… s-sc-scusa… i-io n-non… non v-volevo… ti prego p-perdonami!-
-Su, stai tranquilla, più tosto corri a cambiarti, che sennò ti ammali-
Le disse lui con un sorriso. Lei arrossì di nuovo e facendo “si” con la testa corse in bagno per cambiarsi.
Mentre correva però sentì una voce chiamarla
-Ehi, tu devi essere Sakura Haruno giusto? Ma che diavolo ti è successo, te la sei fatta sotto?-
Lei si girò e vide un ragazzo biondo che la indicava ridendo. Lui era Naruto Uzumaki, e per una volta non si vergognò anzi, non fece per niente caso a quello che le aveva detto, perché per la prima volta lo aveva visto ridere.
Già lui non aveva mai riso davanti a lei, e come paralizzata rimase lì a fissarlo mentre rideva.
Era così carino, con quel sorriso infantile stampato sulla faccia, sembrava proprio un bambino. Mentre lo guardava non si accorse che un ragazzo con i capelli scuri le si era parato davanti e stava cominciando a parlare con il biondo.
-Ma che cosa sei stupido?-
-Che vuoi, non sono affari tuoi questi, vattene!-
-No, sei così infantile, ti pare il modo questo? Sai benissimo che è solo acqua, mi sembri un bambino delle elementari!-
Gli disse schernendolo. Il ragazzo biondotornò serio guardandolo con quei suoi bellissimi occhi azzurri che sembravano spenti. Si, non sembravano vivi, erano spenti, e chissà da quanto tempo.
-E va bene, è una cosa idiota quella che ho fatto e allora?-
-Lasciala stare-
Ecco, quella fu la risposta secca che gli fu data senza un minimo di paura, il moro sorrideva, lei non sapeva come si chiamasse ne perché l’ avesse aiutata, sapeva solamente che quando il ragazzo biondo se ne andò sconfitto e lui si girò a guardarla con quel sorriso, il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, e divenne rossa come un peperone.
-G-grazie-
Gli disse quasi sussurrando per non farsi sentire
-Non c’è di che! Adesso io vado, ma mi raccomando, non farti mettere sotto da tipi come quelli capito?-
Le disse sorridendo di nuovo e accarezzandole la testa come si fa con i cani
-S-si… un momento!-
Il ragazzo moro si girò di colpo con le mani in tasca
-P-puoi dirmi… si insomma… non… non è che potresti…-
-Potrei?-
-POTRESTI DIRMI IL TUO NOME?-
Gli disse tutto d’un fiato per non balbettare, non accorgendosi che aveva urlato
-Certo!-
Lui sorrise, e lei arrossì ancora
-Il mio nome è Sasuke Uchiha! Beh, allora ci vediamo!-
Lui si girò e facendole cenno con la mano cominciò a camminare per poi entrare in classe. “Sasuke Uchiha, e io che avrei giurato si chiamasse Angelo Custode!”.

Fine FlashBack

“Da quel giorno sono sempre stata innamorata di Sasuke ed in un certo senso attratta da Naruto”
Lei lo guardava e riguardava cercando di capire che cosa gli fosse accaduto, aveva cercato in tutti i modi di sapere di più sulla sua vita, ma a quanto pareva nessuno a parte il gruppo di Hinata sapeva niente su di lui.

 

Note dell’autrice:
Eccomi con questa nuova storia, totalmente OOC che con tutti questi impicci che ho in mente mi fa morire dalle risate (Muahahahah… ok, basta così)
Ho deciso di pubblicarla perché su Naruto non faccio mai niente, anche se è il mio anime preferito.
Perciò spero tanto che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che seguirete la mia storia.
Un bacio!

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Capitolo 3
*** Nuovi nemici per Sakura Haruno ***


NUOVI NEMICI PER SAKURA HARUNO



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Ancora stava fissando il ragazzo seduto al banchetto, quando d’un tratto egli si voltò.
Lei abbassò lo sguardo arrossendo lievemente, ma quando rialzò il capo, il ragazzo non cera più.
Si guardò intorno cercandolo accompagnando lo sguardo che degli impercettibili movimenti della testa. Niente, Naruto era evidentemente uscito dall’aula, dato che in classe non lo vedeva.
Si domandava cosa avesse quel ragazzo, perché era così strano?
Scaccio il pensiero sentendosi chiamare, mentre qualcuno le scuoteva la spalla.
-Ehi, Sakura? Ti senti bene?-
-E’? Ah, si si, sto benissimo! Tranquilla Karin-
Rispose lei cercando di nascondere l’espressione preoccupata che minacciava di comparirle sul volto.
Chissà perché più provava a non pensarci, e più l’espressione triste di Naruto le tornava in mente.
Soltanto il suono della campanella riuscì ad allontanarla da quei pensieri, riportandola alla vita che come ogni anno avrebbe dovuto trascorrere.
 
Davanti al distributore

Hinata, Sasuke, Ten Ten ed Ino intanto stavano decidendo quali ragazzi della scuola potessero essere validi rivali, o alleati, cercando di scegliere il meglio.
Dopo una lunga riflessione da parte di tutti, Hinata scelse come alleati dei ragazzi del quinto anno che si facevano chiamare Akatsuki.
Il gruppo era formato da quattro ragazzi: Itachi, Deidara, Sasori e Tobi.
Quest’ultimo non convinceva molto Hinata, ma con il fatto che seguiva Deidara ovunque andasse, e faceva ciò che faceva anche lui dovette arrendersi alla dura realtà ed invitare anche lui ad unirsi al suo gruppo.
Informò gli altri della sua decisione, e visto che erano tutti d’accordo, decisero che sarebbero andati a parlargli durante l’intervallo.
 
Tre ore dopo, durante l’intervallo

Sakura e Karin passeggiavano tranquillamente per i corridoi, parlando di come si erano svolte le lezioni.
-Mamma mia Sakura, non ce la facevo più!-
Karin si accasciò sulla spalla dell’amica, che con un timido sorriso cercò di consolarla.
-Su, dai infondo dieci traduzioni e un copiato non sono poi tutta questa tragedia!-
Le disse soffocando una risatina isterica
-Infatti, SOLO CHE PER ESSERE IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA NON TI PARE TROPPO?-
Ok, Karin era leggermente alterata, e una volta finito di strillare nell’orecchio della povera Sakura riprese tutta la sua calma digitando lentamente il numeretto di una merendina sul distributore.
-Senti Sakura…-
-Si, dimmi-
Karin era leggermente imbarazzata, strano, non era da lei avere certi comportamenti. Quella era Sakura!
-A cosa stavi pensando prima?-
Dall’imbarazzato il suo volto divenne carico di preoccupazione, si vedeva che Sakura non fosse riuscita a nascondere il suo sconforto, altrimenti non glielo avrebbe chiesto.
Sakura era incerta se dirglielo o meno, ma appena vide passare davanti a lei Naruto, non riuscì a non guardarlo mentre si allontanava.
Karin non se la lasciò sfuggire, un’occasione simile non capitava tutti i giorni.
-Centra Naruto vero?-
Sakura deglutì, ma non se la sentiva proprio di mentire, così rispose con un cenno del capo.
-Capisco… ti ha presa di nuovo in giro? Perché se è così io…-
-No! Non centra assolutamente niente…-
Sakura arrossì, ma decise che sarebbe stato meglio confidarsi con qualcuno, ogni volta che lo vedeva si sentiva tremendamente triste, aveva bisogno di qualcuno che le dicesse cosa fare.
-Il fatto è che… non lo so, ma ogni volta che lo vedo non riesco a staccargli gli occhi di dosso!-
Karin gonfiò le guance pensierosa, e passandosi una mano sotto il mento, cominciò a blaterare cose senza senso, fino a che sembrò avere un’idea
-Sakura… mi stai dicendo che ti sei presa un cotta per lui?-
Sakura divenne completamente rossa, il punto non era quello, ma sentirsi dire certe cose l’imbarazzava parecchio.
-Ma no, che dici! A me piace ancora Sasuke.-
Karin sembrò rasserenarsi
-Menomale-
Disse semplicemente, Sakura si sentì rabbrividire, che aveva quel ragazzo che non andava? Che cosa significava quel “menomale”?
-Perché dici così?-
-Sai Sakura, ho sentito dire che non è affatto un bravo ragazzo-
Hinata e Ten Ten si stavano dirigendo ai piani superiori, dove si trovavano i quarti e i quinti.
Ten Ten era visibilmente nervosa, non gli importava più di tanto, ma il fatto di parlare con ragazzi più grandi di lei non la faceva sentire affatto bene.
Cercò di rasserenarsi pensando che se avessero accettato sarebbero diventati suoi amici, e che forse non sarebbe stato poi così terribile.
Guardò un attimo Hinata con la coda dell’occhio, era così sicura di se, non aveva la benché minima paura, la invidiava tanto in queste situazioni.
“Ok, Hinata calmati, non c’è alcun motivo per avere paura. Hanno solamente ucciso tre persone, che vuoi che sia? E poi erano solo voci di corridoio, non puoi sapere se è veramente così. Avanti, guarda Ten, lei si che è una ragazza forte, non ha paura di niente! Quanto la invidio!”
Le due ragazze assorte ognuna nei propri pensieri arrivarono davanti al 5° C fermandosi. Nessuna delle due sembrava voler aprire quella porta, ma non dovettero aspettare molto, infatti essa si aprì da sola.
O meglio, qualcuno la aprì al posto loro.
Davanti a loro si trovava un ragazzo, in apparenza poteva sembrare cattivo visto lo sguardo con cui scrutava le due ragazze.
-Vi serve qualcosa?-
-Vorremmo parlare con te e con il tuo gruppo-
Fu la risposta di Hinata fiera e coraggiosa.
-E perché-
-Te lo dirò non appena ci saranno tutti-
Ten Ten rimase in silenzio, se doveva parlare glielo avrebbe detto Hinata,e per ora era meglio non rischiare
-Capisco, e quando vorresti parlarci?-
-Preferirei dirvi tutto ora, se per voi va bene-
-Perfetto, allora li vado subito a chiamare-
Il ragazzo rientrò in classe e Ten Ten guardò Hinata
-Hina? Chi era quello?-
-Itachi Uchiha-
-Ma come? Ha lo stesso cognome di Sasuke?-
-Si, sono fratelli-
-Davvero? Non mi avevate mai detto nulla!-
Hinata non rispose, e il ragazzo tornò portando con se tutti i membri del gruppo.
-Eccoci qua-
-Bene, grazie Itachi-
-Che cosa volevate dirci?-
Chiese un ragazzo biondo alquanto irritato, Hinata non si scompose, si limitò a lanciargli un’occhiata di ghiaccio che non appena raggiunse il ragazzo lo fece rabbrividire.
-Volevo  chiedervi ; vi andrebbe di entrare a far parte del nostro gruppo?-
-Si evviva!-
Uno strano ragazzo con la faccia coperta da una maschera a forma di girandola di color arancione uscì da sotto le gambe del biondo.
-Ma che cosa diavolo fai?-
-Perdono, perdono Deidara-sempai, Tobi is a good boy!-
Le due ragazze li fissavano allibite, e quelli erano una banda di assassini? “Uff.. voci di corridoio!” pensò Hinata portandosi una mano sulla fronte.
Ten Ten rimase immobile, non aveva la forza di muoversi, era scioccata.
Itachi e un ragazzo dai capelli rossi, si limitarono ad osservare la scena impassibili, evidentemente erano abituati a cose simili.
-Allora, vi va?-
 
Intanto nel corridoio della scuola…

Naruto camminava lentamente, con lo sguardo basso e le mani in tasca.
Pensava, perché mai proprio a lui dovevano accadere delle cose simili? Insomma, tra tanti ragazzi proprio lui doveva vivere in quella situazione?
Si fermò davanti all’ufficio della preside.
Quante volte aveva pensato di entrarci e ritirarsi dalla scuola? Quante volte aveva preparato lo zaino per andarsene di lì? Quante volte ci aveva rinunciato?
Non lo sapeva più. L’unica cosa di cui era sicuro era il fatto che si sentiva un codardo, una pedina manovrata da pezzi più importanti che la muovevano incassando le vincite.
Che cosa ne era del suo spirito combattivo? Di quello che era un tempo? Svanito? Soppresso?
Non sapeva nemmeno questo. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornare ad essere il bambino allegro e spensierato che era un volta.
Già, se solo non fosse stato così ingenuo adesso…
 
 
 
Note dell’autrice:
Avevo detto che avrei aggiornato la settimana prossima, ma non ho saputo resistere ed ho aggiornato in anticipo!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come vedete sembra che Hinata non sia veramente come vuole sembrare, oppure era soltanto un attimo di debolezza?
E Naruto, quale sarà la causa della sua sofferenza?
Tutto questo nella prossima puntata! (Scusate, ma non ho resistito! :D)
Beh, che dire, spero sia piaciuto.
Un bacio!

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Capitolo 4
*** Arrendersi ***


ARRENDERSI



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Sakura, stava ancora pensando a lui.
Era inutile, non riusciva proprio a levarselo dalla testa. Così decise di agire.
Si alzò dalla sedia e si diresse verso il terzo B.
Sapeva di poter trovare Shikamaru lì. Non erano molto amici, anzi, non lo erano affatto. Ogni tanto lui le accennava un sorriso, lei ricambiava e finiva lì.
Fortunatamente, lui era lì. Era talmente pigro, che non si spostava mai dalla classe. Lo trovò accasciato sul banco, con la testa immersa nelle braccia.
-Sh-Shikamaru…-
Il ragazzo non si mosse, e Sakura con molta delicatezza cominciò a scuotergli il braccio.
-Shikamaru?-
Nessuna risposta, evidentemente stava dormendo, e Sakura non aveva la minima intenzione di disturbarlo.
-…mm…-
Lei si girò lentamente, Shikamaru si era svegliato, e adesso si stava stiracchiando aprendo la bocca in un profondo sbadiglio.
Sakura sorrise dolcemente, sembrava un tenero e piccolo bambino, mentre ancora assonnato si stropicciava gli occhi.
-Choji, che ore sono?-
Sakura arrossì lievemente, era imbarazzante per una come lei venire scambiata per un ragazzo.
-Non… non sono Choji-
Shikamaru alzò lo sguardo, e non appena la vide spalancò gli occhi, guardandola da capo a piedi. Lei era lì, davanti a lui, e così bella.
“Dio, com’è carina!”
Eh si, a Shikamaru, Sakura era sempre piaciuta, un po’ perché era carina di suo, un po’ per il suo modo di essere gentile con tutti sempre e comunque, che alla fine si era innamorato.
A lui però non era mai passata nemmeno per la mente l’idea di dichiararsi.
Non perché non ne avesse il coraggio, cioè si anche per quello, ma il vero problema eraLei.
Non Sakura, ma Lei: Ino Yamanaka.
 
Ino gli piaceva da molto prima di Sakura, solo che il loro carattere completamente opposto, lo mandava letteralmente in confusione.
Chi scegliere? Ino o Sakura?
Non riusciva proprio a capire quale delle due fosse più adatta a stare con uno come lui.
Probabilmente, non avrebbe avuto speranze con nessuna delle due, Sakura andava dietro a Sasuke, ed Ino… Beh, lei era semplicemente irraggiungibile, mentre lui non era nessuno.
Stava cercando una risposta, semplicemente per mettere fine a tutta quella confusione, avrebbe voluto pensare ad una delle due con più ordine, con maggiore chiarezza.
-S-Shikamaru? Tutto bene?-
Oh cavolo, si era completamente dimenticato di Sakura!
-Si, tranquilla-
Abbozzò un sorriso, e lei arrossì cominciando ad intrecciarsi le dita delle mani, in modo agitato.
-Volevi dirmi qualcosa?-
Lei sobbalzò, portandosi le mani dietro la schiena e abbassando lo sguardo.
-s-si…-
-Su, dimmi pure-
Lei prese un respiro profondo e poi parlò
-Si… si tratta… si tratta di… si tratta di N-naruto…-
Sul volto di Shikamaru si dipinse un espressione cupa, triste e malinconica. Se sapeva qualcosa, sicuramente non era nulla di divertente.
-Che cosa vuoi sapere?-
-Non so… qualcosa su di lui, il suo passato, la sua situazione familiare ed economica… non so, qualcosa su di lui…-
In quel momento, Sakura sembrava un’altra persona, mentre diceva quelle parole, la timidezza, l’insicurezza, ed il rossore sulle guance che sempre l’accompagnavano erano come spariti.
-Perché lo chiedi proprio a me?-
-Non lo so… il fatto è che tu stai spesso con Sai, e lui è il suo migliore amico…-
Nonostante il rossore sulle guance fosse svanito, la sua timidezza non l’aveva abbandonata, infatti Shikamaru aveva avuto molta difficoltà a capire cosa gli stesse dicendo, tanto bassa era la sua voce.
-Capisco… mi dispiace, non posso aiutarti.-
Mentiva. Gli si leggeva in faccia che non le stava dicendo la verità. Ed anche se questo andava contro le sue norme, Sakura aveva deciso che non avrebbe mollato.
-Tu… tu sai… t-tu sai q-qualcosa… vero?-
Shikamaru si sorprese, era anche tentato di dirle tutto, ma si trattenne.
Non spettava a lui rivelarglielo, se voleva sapere, l’unico che poteva risponderle era Naruto.
-Anche se fosse non te lo direi-
Sakura ci rimase molto male, sperava tanto di sapere qualcosa su di lui, voleva aiutarlo, e invece…
-P-perché?-
-Perché non è affar tuo, ne tanto meno mio-
Bene, anche l’ultima possibilità che aveva di sapere del passato di Naruto era vanificata.
Quel ragazzo era avvolto nel mistero, come chiuso in una stanza completamente sigillata, senza porte ne finestre: impenetrabile.
-Capisco… scusa tanto per il disturbo-
Detto questo, Sakura si girò, dirigendosi verso la propria classe.
Non avrebbe più pensato a Naruto.
Se avesse voluto rivolgersi a lei, per qualsiasi problema, lo avrebbe aiutato volentieri, nel frattempo si sarebbe limitata ad osservarlo da lontano, senza intromettersi nella sua vita.

 
* * *

-Allora, vi va?-
I  ragazzi scrutarono attentamente Hinata, persino Tobi sembrava essersi calmato.
-Ci sto!-
Deidara aveva accettato con entusiasmo, forse gli piaceva il fatto che il gruppo di Hinata fosse sempre attivo, e quindi non ci si annoiava mai, ma da come l’aveva detto, sembrava che l’avesse presa più come una sfida che un’occasione per divertirsi.
-Se sta bene a Deidara-sempai, accetto anche io!-
-Bene. Itachi, Sasori, voi che fate?-
-Credo che accetterò, Hinata-
Disse Itachi con un lieve sorriso, era così diverso dal fratello…
-Sasori, manchi solo tu-
-Beh, se accettate tutti, ci sto anche io!-
Hinata sorrise compiaciuta, avevano accettato tutti, e sembravano anche simpatici.
-Perfetto allora, se non avete niente da fare questo pomeriggio, che ne dite di uscire tutti insieme?-
-Ci farai conoscere anche tutti gli altri?-
-Certo Tobi, ci saremo tutti-
-Deidara-sempai, ci andiamo?-
-Per me va bene-
-Evviva!!-
-DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN-
-Hinata, dobbiamo andare-
-Si Ten. Allora a dopo!-
-Ciao!-
Esclamarono all’unisono i ragazzi.
 
Nel cortile, ore 16.20
 
Sakura stava percorrendo il cortile per tornare a casa.
Karin era uscita prima, a causa di un malore improvviso, e quindi le sarebbe toccato fare la strada da sola.
“Oh cavolo, ho dimenticato il libro in classe!”
La ragazza si voltò cominciando a correre.
Salì le scale della scuola, e si diresse verso la propria classe. Mentre svoltava l’angolo che l’avrebbe condotta nel corridoio che portava nella sua classe, finì sopra qualcosa, o meglio qualcuno…
Non appena vide sopra chi fosse atterrata rimase come paralizzata.
Sakura non si mosse, mentre le guance le si coloravano di un evidente rosso.
Lei… sopra… Sasuke… Uchiha… sul pavimento!
-S-s-s… Sas-s…-
-Eih, tu sei Sakura giusto?-
Lei fece cenno di “si” con la testa.
-Tutto a posto?-
Lui le fece un dolce sorriso, e lei come di colpo si risvegliò.
-E’? Come? Si, si certo! Tutto apposto!-
Si fece scappare una risatina isterica, che fece scoppiare Sasuke in una sonora risata.
-Ok, visto che stai bene, che ne dici di alzarti?-
Sakura arrossì più di prima, “Come sono imbarazzante! Sono rimasta sdraiata sopra di lui a guardarlo! Mannaggia a lui, perché è così maledettamente bello?”
-T-ti ti prego p-perdonami… è… è t-tutta c-colpa mia!-
-Non, devi scusarti, non mi sarei dovuto fermare qui, quindi è anche colpa mia-
Ci fu un imbarazzante minuto di silenzio, fino a quando Sakura non scorse qualcosa tra le mani del ragazzo.
-Che cos’hai lì?-
Gli disse indicando la mano di lui
-Oh, questo dici? L’ho trovato su un banco, lo stavo portando in segreteria.-
-Posso vederlo un minuto?-
-Certo, tieni!-
Stranamente, in questi ultimi tempi Sakura non balbettava molto, anche se il rossore sulle guance rimaneva, si sentiva più sicura di se.
-Ma è il mio libro di chimica!-
-Quindi è tuo?-
Lui le sorrise, e lei tornò ad essere la solita e timida Sakura.
-S-si-
-Bene. Sai, mi sembri una ragazza simpatica, ti va se ci sentiamo ogni tanto? Ovviamente Hinata non deve saperne nulla-
Sakura sentì il suo cuore mancare un battito, le stava forse dicendo che voleva diventare suo amico? Conoscerla?
Avrebbe tanto voluto rispondere, purtroppo però lui cominciò a camminare.
-Allora ci vediamo!-
Sakura rimase lì, immobile. Avrebbe conosciuto Sasuke Uchiha.
 
 
Note dell’autrice:
Ecco a voi il terzo capitolo!
Spero proprio che vi sia piaciuto, ho fatto di tutto per far uscire una cosa decente, e spero vi abbia soddisfatto. :)
Il gruppo di Hinata e l’Akatsuki andranno d’accordo?
E chi sceglierà Shikamaru, tra Ino e Sakura?
Diventeranno davvero amici Sakura e Sasuke?
Se volete saperlo dovrete continuare a seguire questa storia!
Ringrazio:

_sweetygirl_
NaruHina4ever
Emozione

Che recensiscono
 

NaruHina4ever

Che ha inserito la storia tra le preferite
 

Kibahina4ever
Midori9
Milan010
Emozione
nozo_chan
sasukina90

Che hanno inserito la storia tra le seguite.
 
E chiaramente grazie anche a chi legge solamente.
Un bacio!

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Capitolo 5
*** Primo appuntamento ***


PRIMO APPUNTAMENTO

 



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Sasuke stava camminando lungo la strada che portava al bar, fischiettando allegramente con le mani dietro la testa.
Pensava, per la prima volta in vita sua ad una ragazza
“Certo che quella ragazza è veramente simpatica!”
Sorrise all’idea del suo dolce viso, e cercando con lo sguardo un bel posto dove portarla quando sarebbero usciti.
Decise di allungare la strada, passando per i campi, voleva portarla in un posto speciale, diverso da quelli dove aveva portato tutte le altre ragazze con cui era uscito.
Dopo circa un’ora di cammino, i suoi occhi si illuminarono, alla vista di uno splendido anzi meraviglioso paesaggio.
“Questo è il paradiso!”
Pensò, prima di girarsi e cominciare a correre dalla parte opposta.
Mentre correva, tirò fuori dalla tasca dei jeans il cellulare
“Chissà che ore sono”
Sblocco la tastiera e…
“Cavolo, sono in ritardo!”
Aumentò la velocità, sperando in cuor suo di arrivare il più presto possibile.
 
* * *
La ragazza era ancora lì, immobile.
Stava forse sognando? Sakura non poteva crederci. Davvero Sasuke, il suo amato Sasuke voleva uscire con lei? Ed era veramente giusto crederci?
Insomma, poteva credere ad un ragazzo che fino al giorno prima le aveva reso, insieme al suo gruppo la vita impossibile? E, se la stava solo prendendo in giro?
“Magari è un altro trucchetto di Hinata…”
Chiuse gli occhi, e mettendosi le mani nei capelli scosse violentemente il capo.
-NO! NO! NO! Sasuke non farebbe mai una cosa simile!-
“Già, ma che ne posso sapere io, non lo conosco nemmeno…”
-ADESSO BASTA! HO DETTO DI NO!-
Aprì gli occhi, accorgendosi che tutti i passanti la stavano fissando.
Arrossì di botto, cominciando a correre verso il parco.
“Che vergogna, che vergogna, che vergogna!”
Giunta a destinazione, si affacciò alla recinzione che mostrava l’intera città.
Si sporse, assaporando l’aria frizzantina che le invadeva i polmoni.
Prese un bel respiro e…
-SASUKE TI ODIO!-
Adesso si sentiva meglio, era tutta colpa sua se aveva fatto una figuraccia.
-L’amore è sinonimo di odio…-
Sakura si voltò di scatto, una vecchietta minuta stava dietro di lei, con gli occhi chiusi, e le mani poggiate sulle ginocchia; i capelli raccolti in uno chignon, e il kimono verde oliva con dei fiorellini rosa.
Stava seduta in ginocchio su di un buffo maialino rosa.
-Cerca dentro di te, troverai la risposta…-
“La risposta? Quale risposta?”
-C-che cosa s-significa…?-
-La risposta del tuo cuore…-
Sakura la osservava in silenzio. Assorta. Rifletteva, e i suoi pensieri erano seri e profondi…
“Ma questa è ammattita? Dev’essere la vecchiaia…”
Quei pensieri sarebbero divenuti sicuramente concreti, se non fosse stato per quella dannata timidezza, che impediva a Sakura di esprimersi.
-EHI!-
Una ragazza, dai corti capelli neri correva a per di fiato nella loro direzione, sventolando freneticamente un braccio.
-Oh no! Shizune-san!-
“Shizune-san? Ma chi, la responsabile della segreteria della scuola?”
-MI RIDIA SUBITO TON TON!-
-Ci rivedremo presto… Sakura…-
Detto questo, la vecchietta sparì, lasciando Sakura in balia di mille quesiti che le ronzavano nella testa, a cui non riusciva a dare delle risposte.
“Mi ha chiamata per nome? Come fa a conoscermi? Perché diceva frasi senza senso? Che cosa voleva dire?”
 
* * *
In tanto, davanti al bar…
-Oh, ma insomma! Quando arriva Sasuke!-
-Dai calmati Hinata, in fondo anche i membri dell’Akatsuki sono in ritardo…-
-No Ten Ten, gli ho detto io di venire mezz’ora dopo, per evitare situazioni simili! Ma appena arriva, lo uccido!-
Venti minuti dopo, proprio quando stavano per perdere la speranza che venisse, ecco spuntare da un vicolo, il tanto atteso Sasuke Uchiha.
-EHI, RAGAZZI!-
Disse lui sbracciandosi
-Io lo ammazzo, lo ammazzo, lo ammazzo!-
-Hinata… HINATA!-
Troppo tardi, la ragazza era già partita all’attacco, decisa ad uccidere Sasuke una volta per tutte.
Ten Ten sospirò rassegnata, ma sorrise di fronte alla scena che si stava svolgendo davanti a lei, Ino e Temari: Hinata aveva afferrato il collo di Sasuke con entrambe le mani, ed ora, lo stava strattonando avanti e indietro gridandogli rimproveri di ogni tipo nelle orecchie.
-BRUTTO DISGRAZIATO! TI SEMBRA L’ORA DI ARRIVARE QUESTA?-
-E dai, sono solo un po’ in ritardo…-
-Solo un po’? Dovevamo incontrarci qui, UN ORA FA! Fortuna che avevo detto a Itachi di presentarsi un po’ dopo!-
-E tu un ora la chiami un po’ dopo?-
Hinata gli sferrò un pugno in piena faccia, facendolo cadere a terra.
-Tu sei l’ultima persona che può parlare. In quanto a ritardi, non sei secondo a nessuno!-
-Ahia…-
-HINATA-SAMA! NON UCCIDERE SAS’KE-KUN!-
Tutti si voltarono verso la voce che avevano appena udito, il che non era altri che Tobi.
Tobi, Itachi, Sasori e Deidare erano arrivati.
Hinata lasciò Sasuke, il quale vedendo Itachi si rabbuiò un poco.
-Ciao Sasuke-
-Itachi-
Nelle loro voci non c’era nessun’emozione, come sui loro volti, traspariva solamente indifferenza.
-Allora, facciamo le presentazioni!-
Hinata diede una botta sulla spalla di Sasuke sorridendogli, conosceva l’intesa che c’era tra i due fratelli, e non voleva che le cose peggiorassero.
“Speriamo solo, che con questa iniziativa, il loro rapporto migliori…”
-Allora, come sapete, io sono Hinata, la ragazza alla mia destra è Ino, questa è Temari, alla mia sinistra Ten Ten, e per finire, quello è Sasuke.-
-Io invece sono Itachi, quell’emo che vedete è Deidara…-
-NON SONO EMO!-
-… il tappetto qui a fianco è Sasori…-
-Tappetto sarai tu.-
-…. E per finire, lì c’è Tobi.-
-TOBI IS A GOOD BOY!-
-Ehi, perché a lui nessun commento?-
Protestò il biondo
-Beh, perché lui è…-
-TOBI IS A GOOD BOY!-
-… un bravo ragazzo…-
Tutti si misero a ridere, tranne Deidara e Sasori che avevano messo il muso.
-Allora, dove andiamo?-
Fece Ino aggrappandosi al braccio di Itachi
-Che ne dite del Luna Park? Quello che hanno appena aperto, è un bel posto.-
-Buona idea Sasuke!-
Disse Ten Ten emozionata.
-Allora aspettate, chiamo Sai-
-Chi è Sai-kun?-
Chiese Tobi incuriosito
-Il suo ragazzo-
Rispose gentilmente Hinata
-Allora io vado-
-Dove vai Sasuke?-
Lui si girò con un sorriso
-Ho un appuntamento!-
Ten Ten sorrise compiaciuta
-Beh, allora divertiti!-
-Sicuro! Ci vediamo!-
Lui si girò nuovamente allontanandosi.
 
* * *
 
Sakura stava tornando a casa, era ancora sotto shock per via di quella vecchietta, quando il cellulare sounò.
-Pronto?-
-Sakura! Ciao, sono Sasuke!-
La ragazza perse un battito, stavano succedendo troppe cose strane…
“Ok, Sakura calmati, ragiona. Prima una vecchietta che conosce il tuo nome ma che tu non hai mai visto, poi Sasuke ti chiama, e tu non gli hai mai dato il tuo numero… CAVOLO STO IMPAZZENDO!”
-Oh, c-ciao S-sasuke… d-d-devi d-dirmi  q-qualcosa?-
-Si, sei libera adesso?-
-S-si, perché?-
-Volevo portarti in un posto… vuoi venire?-
-V-va b-bene…-
-Fantastico! Allora ci vediamo davanti al parco tra dieci minuti!-
-O-ok…-
-A dopo!-
Mi se il cellulare nella tasca e si fermò.
“Ok, ok, ok, tranquilla, andrà tutto bene… si, ma come fa ad andare tutto bene? Mi renderò ridicola alla prima occasione, ne sono sicura!”
Così, mentre Sakura pensava e ripensava distruggendosi il cervello, arrivò in stazione.
“Chissà dov’è, aveva detto tra dieci minuti, e io sono anche in ritardo, come mai ancora non è arrivato?”
Un quarto d’ora dopo…
-SAKURAAAA!!-
Lei si voltò, vedendo la figura del ragazzo avvicinarsi di corsa
-Ti… chiedo scusa… sono in ritardo perdonami…-
Disse lui tra un respiro e l’altro
“Deve aver fatto proprio una bella corsa…”
-T-tranquillo… n-non c’è bisogno d-di scusarsi… p-può capitare…-
-Che carina che sei!-
Disse lui sorridendo. Sakura arrossì, mormorando un “grazie” imbarazzata.
-D-dove v-volevi p-p-portarmi?-
-Ah, si, mi ero quasi dimenticato, vieni.-
Detto questo, prese la mano della ragazza e cominciò a correre ridendo.
“Oddio, Sasuke mi sta tenendo per mano, e sta passando per i campi… qui saremo sicuramente da soli… che faccio, che faccio, che faccio!”
-Ecco, siamo arrivati!-
Disse lui fermandosi. Sakura rimase immobile, era incantata, il paesaggio che ora lei aveva l’onore di ammirare, era stupendo: davanti a loro c’era uno strapiombo che si affacciava su di  una distesa di erba verde, con sfondo una catena di montagne azzurre. Il tutto sotto i caldi raggi del sole che proprio in quel momento stava tramontando.
Alle loro spalle cerano due panchine, una di fianco all’altra.
-Ti piace?-
-E’… è… è stupendo!-
-Ci sono delle panchine lì, vuoi sederti?-
-V-va bene…-
I due ragazzi si avvicinarono alle due panchine, e Sakura si sedette posando le mani sulle ginocchia.
-P-perché mi hai portata q-qui?-
-Perché mi sembri una brava ragazza, ed anche simpatica!-
Sakura arrossì di nuovo, era un evento più unico che raro ricevere complimenti, per una come lei.
-Comunque, ti ho portata qui anche per dirti una cosa…-
-C-che cosa?-
Il ragazzo abbassò lo sguardo, sedendosi sulla panchina di fianco alla ragazza.
-Io… volevo chiederti scusa…-
-S-se ti riferisci al r-ritardo… n-non c’è problema…-
-Non è per quello…-
Lui chiuse gli occhi, sospirando.
-Volevo chiederti scusa per averti reso la vita impossibile insieme ad Hinata…-
Lei si sorprese, se era strano che un ragazzo le facesse i complimenti, il fatto che le chiedesse scusa era ancora più strano.
“E adesso che faccio? Devo dirgli qualcosa… ma cosa?”
-N-non p-preoccuparti, n-non ce l’ho con t-te…-
-E con Hinata?-
Sakura non rispose, se avesse rovinato tutto dicendogli che la odiava? Che cosa doveva fare?
“La odio! Ecco cosa, ma non posso dirglielo… è sua amica, potrebbe rimanerci male… che faccio?”
-Capisco, sei arrabbiata con lei.-
La ragazza spalancò gli occhi, “Come ha fatto a capirlo?”. Lui si alzò dalla panchina, e la guardò sorridendo.
-Brava!-
“E’? Come brava? E’ contento perché odio la sua amica?”
-E’ così che si fa! Mi avrebbe dato fastidio se avessi detto di no solamente per compiacermi, come fanno tutte le altre ragazze.-
Lui sorrise di nuovo, e Sakura ricambiò felice.
“Non mi aspettavo fosse così… così… sincero e dolce…”
-Ti va un gelato?-
-M-ma come… n-non mi sembra ci siano gelaterie…-
-Oh, hai ragione… va bè, non importa, ti va di fare una passeggiata?-
-O-ok…-
Mentre camminavano, Sakura sentì il bisogno di fare una domanda al ragazzo, ma non immaginava che in seguito gli avrebbe portato delle novità anche piacevoli, ma non solo…
-Senti Sasuke… t-tu p-per caso… s-sai qualcosa… r-riguardo a Naruto Uzumaki?-
Lui la guardò serio, poi rispose
-Perché me lo chiedi?-
“Uffa, ma tutti così mi rispondono?”
-S-solo p-per sapere… gli è successo qualcosa di brutto?-
-Non è che ti piace?-
Lei spalancò gli occhi stupita.
-Ma no, no, non è questo… è… è solo che… è s-sempre così triste…-
-C’è solo un modo per scoprirlo-
La ragazza guardò lui perplessa, poi timidamente chiese:
-Q-quale?-
Lui si fermò di scatto, e strinse i pugni.
-Devi diventare la sua ragazza!-
-Cosa?-
-E io farò di tutto per aiutarti!-
 
 
Note dell’autrice:
Chiedo scusa per il ritardo… sono stata occupata con l’altra fic, e non ho potuto postare prima… Perdonatemi!!!
Adesso passiamo alla storia:
Che cosa sarà successo tra i fratelli Uchiha?
Cosa vorrà fare Ino con Itachi? (Non pensate male)
E Sakura come prenderà la proposta di Sasuke?
Per sapere di più continuate a leggere! :)
Spero tanto che sia piaciuto, ci ho messo due giorni…  Ringrazio:

 
 luce_chan ti vi mi bi
NaruHina4ever

Che hanno messo la storia tra le preferite

 Emozione 
 
Irelolita 
kibahina4ever 
 
lovemusic 
Midori9 
milan010 
nozo_chan 
sasukina90 

Che hanno messo la storia tra le seguite

 Marie Cullen
 _sweetygirl_
 Emozione
NaruHina4ever

Che recensiscono
Grazie a tutti quanti, anche a chi legge soltanto.
Un bacio!

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Capitolo 6
*** Inizia il piano S.S.S ***


INIZIA IL PIANO S.S.S

 



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Naruto stava seduto sul suo banco, lo sguardo fisso, rivolto verso la finestra e la testa poggiata sulle mani. Sospirò.
“Chissà cosa le è preso a quella…”

Inizio Flashback
-Perché io… SONO INNAMORATA DI TE!-
-Bugiarda-
-Se è questo che pensi di me, va bene! Ma sappi che non rinuncerò a te, io… ce la metterò tutta! Si, farò tutto il possibile per farti capire che i sentimenti che provo per te sono sinceri!-
Fine Flashback

 
Scosse nervosamente il capo
“Ma con chi diavolo credeva di parlare, non cado in trucchetti così stupidi! Anche se, sembrava sincera… No! Ma cosa vado a pensare, sono tutti uguali! Vogliono solo i miei soldi… nessuno mi vuole veramente bene...”
Si sfregò gli occhi, asciugando alcune lacrime che si erano preparate ad uscire.
“Nessuno mi vuole veramente bene…”
 

* * *

 
-“Allora, sei pronta? Che il piano abbia inizio!       Sasuke”-
-“Veramente… non so se ce la faccio…        Sakura”-
-“Tranquilla, andrà tutto bene, ho studiato il piano nei minimi dettagli.       Sasuke”-
Sakura sospirò, e ripose il telefono nella tasca dei jeans.
“Certo, che quando vuole, Sasuke è un vero rompiscatole! Però io non riesco a dirgli di no… Avrebbe potuto almeno fare un piano un pochino più decente…”
 

Inizio Flashback

-Bene ragazzi, questo è il piano-
Disse Sasuke allargando le sottili labbra in un ghigno soddisfatto.
-D-di che c-cosa si tratta?-
-Glielo spiego io, Sai?-
Il ragazzo non rispose, ma annuì lievemente.
-Bene, allora, per prima cosa dovrai renderti sempre disponibile, per ogni sua esigenza; ovvero ti faccio un esempio, vediamo…-
Il ragazzo moro cominciò a grattarsi freneticamente la nuca, in cerca di una qualche idea.
-S-sasuke…?-
-Ah, si! Ad esempio gli cade un libro e tu glielo raccogli subito sorridendo, capito?-
Sakura annuì decisa.
-Benissimo! Punto due: sii sempre carina, come sei con me…-
Il volto della ragazza si infiammò, colorandosi di un intenso rosso.
-…e non alzare mai la voce davanti a lui-
Sasuke la guardò un attimo, corrugando la fronte.
-Sakura? Sicura di star bene? Sei diventata tutta rossa…-
-Eh? No, no, sto benissimo! Tranquillo…-
-A me non sembra…-
Lui mise una mano sulla fronte della ragazza, la quale divenne quasi incandescente per l’imbarazzo.
-Cavolo! Sei bollente! Ti sarà venuta la febbre.-
Disse lui togliendo velocemente la mano.
-N-no, d-dev’ essere il c-caldo…-
Lui la fissò sconcertato.
-Il caldo? Va bene che non è ancora inverno, ma fuori fa freddino, guarda sta anche piovendo!-
Sakura abbassò lo sguardo senza dire nulla, mentre Sai osservava la scena divertito.
“Sasuke, ma tu… davvero non ti rendi conto? Non riesci nemmeno lontanamente ad immaginare cosa lei prova per te?”
-Sai, per favore, puoi andare in cucina e preparare una tazza di the caldo per Sakura?-
-Certo-
Il ragazzo uscì dalla stanza, lasciando Sasuke e Sakura da soli.
-Nel frattempo ti spiego il resto del piano, ok?-
-S-si, va bene-
Sasuke sorrise, e Sakura arrossì di nuovo.
-Punto tre:  devi riuscire ad attenerti agli altri due punti.-
-O-ok…-
D’un tratto la porta si aprì, lasciando intravedere la sagoma di un sorridente Sai, con in mano una fumante tazza di the caldo.
-Ecco a lei, signorina!-
Disse posando la tazza sul tavolo, di fronte alla ragazza.
-G-grazie-
Rispose lei rossa in volto.
-Le hai spiegato il piano, Sasuke?-
-Non ho ancora finito, gli ho spiegato solo i tre punti base, ora devo dirle cosa accadrà se il piano riuscisse.-
-Allora spiegaglielo.-
Sasuke sorrise.
-Si! Allora Sakura, se tu seguirai questi punti, ti avvicinerai sicuramente di più a lui, fino a diventare sua amica. Mi segui?-
Lai annuì sorseggiando un po’ del suo the.
-Bene, poi una volta instaurato un legame, gli rivelerai i tuoi sentimenti…-
A quelle parole, Sakura si strozzò, cominciando a tossire rumorosamente.
-Ehi, ehi! Ti senti bene, Sakura?-
Lei smise di tossire e sorrise.
-S-si… tranquillo, mi era solo andato un po’ di the di traverso,  c-continua pure…-
-Meno male, allora, gli rivelerai i tuoi sentimenti e vi metterete insieme, questo però solamente dopo aver capito almeno in parte cosa gli è capitato. Dopo di ché lui saprà che di te si può fidare, e ti rivelerà tutto il resto. Finito, allora, non lo trovi un piano magnifico?-
Lei lo guardò, e poi disse
-S-si, ma dopo?-
-Dopo cosa?-
Lei abbassò lo sguardo, contorcendosi le mani.
-D-dopo che s-saprò tutto, cosa farò?-
Sasuke spalancò gli occhi senza dire una parola, mentre Sai si limitò a fissarla stranito.
-Non lo so… Sakura, ma per ora dobbiamo concentrarci sul piano, vedremo cosa accadrà dopo.-
-V-va bene…-
Sai spostò lo sguardo su Sasuke e disse
-Sasuke, avevi detto che volevi dare un nome al progetto, posso sapere quale?-
Sasuke sembrò risvegliarsi,  e sorridente rispose
-Ah si, quasi dimenticavo, il progetto si chiamerà: I.S.F.P.S.S.S.!-
-Come?-
Esclamarono Sakura e Sai all’unisono
-Semplice, I.S.F.P.S.S.S!-
-Si, va bene ma che significa?-
Chiese Sai allibito
-Significa: Il super fantastico piano di Sasuke, Sakura e Sai!-
I due ragazzi lo fissarono a lungo, poi Sakura si abbandonò ad una risatina isterica, facendo cenno di si con la testa.
-Ma se preferite possiamo abbreviarlo con: S.S.S. Ovvero Sasuke, Sakura e Sai.-
-Meglio-
Disse Sai esasperato.
-Bene, da domani inizierà il piano S.S.S!-

Fine Flashback

 
Intanto al parco…

Shikamaru se ne stava seduto sotto l’ombra di un albero, non aveva voglia di andare a scuola, lo sguardo perso rivolto al cielo, e le mani dietro la testa.
Osservava le nuvole.
Da sempre quello, insieme agli Shoji era il suo passatempo preferito.
Non amava la confusione, preferiva starsene in santa pace, senza pensieri, o preoccupazioni.
Ma stavolta era diverso, già, questa volta aveva deciso di stare da solo proprio per pensare.
Odiava farlo, ma era la cosa in cui riusciva meglio, riusciva a trovare le soluzioni più convenienti e facili in pochissimo tempo, ma questa volta sapeva che sarebbe stato difficile anche per lui.
“Povera Sakura, non avrei dovuto trattarla così, in fondo mi ha solamente fatto una domanda… già, ma perché sto qui a pensarci? Sono passati giorni ormai, eppure io non riesco a darmi pace…”
-Ehi, cosa ci fai qui ragazzino?-
-E tu chi sei?-
Una buffa vecchietta seduta su di un maialino rosa stava davanti al ragazzo, che annoiato la fissava.
-Non si risponde mai ad una domanda con un’altra domanda…-
“Ma che vuole questa?”
-…ricorda ragazzo, in amore i miracoli non accadono da soli, bisogna fare qualcosa per farli accadere…-
Detto questo la vecchietta svanì, sotto lo sguardo incredulo di Shikamaru.
“E’ sparita… amore? Miracoli? Che si riferisse al mio problema? No, non può saperlo… mah!”
Si sdraiò completamente e chiuse gli occhi abbandonandosi al regno dei sogni.
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao a tutti! Per prima cosa mi scuso per il ritardo, mancanza di ispirazione… ma adesso eccomi qui, con questo capitolo che spero vi sia piaciuto. :)
Anche Shikamaru ha incontrato l’adorabile nonnina, che ha tirato fuori un’altra delle sue frasi filosofiche.
E così il piano è iniziato, come andrà a finire?
Sasuke, Sakura e Sai riusciranno nel loro intento?
E Naruto, cos’è che lo ha portato a tanto?
Shikamaru troverà una risposta al suo dilemma?
Ma soprattutto, come se la starà passando Hinata?
Se volete una risposta a queste domande, continuate a leggere!
Ma adesso passiamo a i ringraziamenti. Ringrazio.

 Emozione
 NaruHina4ever
 _sweetygirl_ 
 Marie Cullen
 Angel_Yoko

Che recensiscono.
 

 luce_chan ti vi mi bi
 Markz
 NaruHina4ever
 TheCristopher94
 _sweetygirl_ 

Che hanno messo la storia tra le preferite
 

 Argorit

Che ha messo la storia tra le ricordate
 

Angel_Yoko
Emozione
FeverSkating 
girlforanime96 
kibahina4ever
lovemusic 
milan010 
nozo_chan 
Princessire 
sasukina90 
valehinata1992

Che hanno messo la storia tra le seguite.
Un grazie anche a chi legge soltanto. Cavolo, siete un’enormità! Un bacione a tutti quanti!

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Capitolo 7
*** Ce la metterò tutta! ***


CE LA METTERO’ TUTTA

 



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La ragazza dai lunghi capelli neri, camminava solitaria nella strada che portava al parco vicino alla scuola.
“Come sono stanca! Quel Luna Park era enorme. Però devo dire che mi sono divertita!”
Sorrise, alzando lo sguardo e guardandosi in torno.
Scorse una figura dalla folta chioma bionda camminare verso di lei con lo sguardo basso e le mani in tasca.
-Uzumaki?-
Gli disse lei una volta trovatasi davanti al ragazzo.
-Hyuga-
Si guardarono. Lei con dolcezza, lui con indifferenza, poi lei alzò lo sguardo al cielo.
-Perché…-
-Perché, cosa?-
Hinata tornò a guardare il ragazzo negli occhi.
-Perché ti comporti così? Stai sempre da solo, e non parli mai con nessuno, si può sapere il perché?-
-Non sono affari tuoi-
-Si che lo sono!-
-E perché?-
Lei rimase immobile, poi abbassò lo sguardo contorcendosi le mani.
-Perché…-
“Avanti Hinata, puoi farcela. Diglielo!”
-Perché io…-
Lui inarcò un sopracciglio continuando a fissarla.
-Perché io… SONO INNAMORATA DI TE!-
Gridò con tutto il fiato che aveva in gola, stringendo i pugni.
-Bugiarda-
Hinata spalancò gli occhi, poi una lacrima scese, rigandogli il volto.
-Tu… vuoi solo i miei soldi-
La ragazza si sentì gelare il sangue , come poteva pensare una cosa del genere?
-Levati dai piedi-
Lui ricominciò a camminare lasciandosi la ragazza alle spalle.
-NARUTO!-
Il ragazzo si fermò senza voltarsi
-Se è questo che pensi di me, va bene! Ma sappi che non rinuncerò a te, io… ce la metterò tutta! Si, farò tutto il possibile per farti capire che i sentimenti che provo per te sono sinceri!-
Detto questo corse via, mentre una leggera pioggia cominciava a scendere bagnandole il viso.
 

* * *

 
Sakura era nella sua camera, seduta sul letto, e con la testa appoggiata al vetro della finestra.
“Piove… odio la pioggia”
La pioggia metteva Sakura sempre di cattivo umore, ma la faceva sentire calma, e le dava modo di pensare.
“Chissà che cosa starà facendo Sasuke… già, Sasuke…”
-BIP-BiP-
“Uh… un messaggio!”
Prese il telefono, e aprì il messaggio.
-“Vieni domani pomeriggio a casa mia, ho un piano, e sono sicuro che funzionerà!   Sasuke”-
Sakura sospirò rassegnata.
“Quanto durerà questa storia? Io non mi voglio mettere con Naruto! Certo, voglio sapere cosa gli è successo, ma io voglio stare con Sasuke!”
 
Il giorno dopo, a scuola

-Ehi, Sakura!-
-Ciao Karin! Sei guarita?-
Disse lei sorridendo
-Si, adesso sto benone!-
Le due amiche continuarono a chiacchierare fino al suono della campanella, dirigendosi in classe.
-Senti Sakura, pensi ancora a Naruto?-
La ragazza arrossì lievemente, non poteva certo dirgli che Sasuke voleva farli mettere insieme!
“E adesso cosa gli dico? Se le dicessi che sono uscita con Sasuke, e che lui adesso vuole farmi stare con Naruto sarebbe la fine! Cosa posso fare?”
-N-no… non come prima almeno…-
-Che vuoi dire?-
Karin guardò Sakura dubbiosa, ma decise di lasciar perdere.
-Va bè, non importa… andiamo in classe.-
-Si-
Le due ragazza si sedettero nei rispettivi banchi, estraendo dalla cartella il libro della lezione.
Sakura si guardò intorno, trovando Naruto al solito banco intento a scarabocchiare un libro.
Girò la testa dall’altra parte, l’ultima cosa che voleva, era che Karin la sorprendesse nuovamente mentre osservava il ragazzo.
Guardò fuori la porta, e arrossì. Proprio in quel momento stava entrando Sasuke, per salutare Hinata. Lui la vide, e le fece l’occhiolino.
Sakura arrossì ancora di più, e si ritrovò in mano un bigliettino arrivatole da qualcuno che lo aveva lanciato.
Lo aprì incerta, ma vi trovò scritto solamente un numero.
“16, 30… mm… sarà di Sasuke?”
Cercò di nuovo il suo sguardo, e non appena lo incontrò ricevette un’occhiata di conferma
“Si, era suo… Oddio! Non ci avevo pensato… E’ a casa sua! E ci saranno i suoi genitori! No, non sono pronta!”
 
Casa Haruno, ore 16, 00

La giornata era passata in fretta, e la fatidica ora era ormai giunta.
-MAMMA! DOVE SONO I MIEI JEANS, QUELLI CHIARI?-
-Cara, li ho stesi questa mattina, non sono ancora asciutti. Non ne hai degli altri?-
-NO! NO! NO! MI SEVONO QUELLI!-
-Ma perché? Dove devi andare?-
Sakura si bloccò, doveva assolutamente calmarsi
-DA NESSUNA PARTE MAMMA, TRANQUILLA! NE METTO ALTRI!-
“Avanti Sakura, calmati. Fai un bel respiro e abbassa la voce. Siete a distanza di una camera, non c’è bisogno di urlare!”
Continuò a rovistare nell’armadio, estraendone poi un paio di jeans stretti e una magliettina a maniche corte celeste.
-Mamma? Per caso sai dov’è la mia cinta celeste? Quella uguale alla maglia!-
-No cara, mi dispiace.-
Sakura sospirò, e decise di lasciar perdere la cinta. Andò in bagno e si pettinò con cura i capelli, prese la borsa ed uscì di casa.
“Qual’era l’indirizzo?”
Prese dalla borsa il foglietto che le aveva tirato Sasuke quella mattina, ma non appena lo rilesse spalancò gli occhi
“Oh, no! Non mi ha scritto l’indirizzo! L’unica cosa da fare è chiamarlo…”
Prese il cellulare e digitò il numero.
-Pronto?-
-P-pronto… S-sasuke?-
-Oh, Sakura, sei tu!-
-S-si…-
-Perché mi hai chiamato?-
-B-bhe… n-non c-conosco il t-tuo indirizzo…-
-E’ vero! Me ne ero dimenticato! Tranquilla, vengo io a prenderti, dove sei?-
-V-vicino al parco, del centro…-
-Ok, arrivo tra un minuto, rimani lì!-
-V-va bene…-
Rimise il telefono nella borsa e si sedette su una panchina ad aspettare.

Cinque minuti più tardi

-Sakura!-
Lei si girò, e vide un ragazzo su di un motorino avvicinarsi a lei. Il ragazzo si fermò, e si torse il casco.
-Scusa, ti ho fatto aspettare molto?-
-N-no…-
-Bene, allora salta su, andiamo!-
Sakura annuì, e si sedette dietro di lui.
-Tieniti forte!-
-D-dove devo t-tenermi?-
-Aggrappati a me!-
-C-cosa?-
Lei divenne rossa, e rimase immobile.
-Certo, non vorrai cadere spero!-
-C-certo che no…-
-Allora tieniti, mi raccomando, non voglio che ti faccia male-
La ragazza non si mosse, così lui le prese le braccia e se le allacciò in vita. Poi sorrise.
-Si parte!-
Detto questo partirono velocissimi, e Sakura si strinse di più a lui, sperando di non cadere.

16, 45 casa Uchiha

Sasuke infilò le chiavi nella serratura, e aprì la porta entrando.
-Prego-
-P-permesso... s-scusate il d-disturbo-
-Tranquilla, non c’è nessuno-
Sakura sospirò sollevata, non era pronta per conoscere i genitori di Sasuke
-Fa come se fossi a casa tua-
Le disse lui allontanandosi verso la cucina.
-G-grazie… sicuro che non disturbo?-
-Figurati! Ti ho invitata io no? E poi… a me fa piacere la tua presenza!-
Sorrise, e Sakura arrossì violentemente paralizzata.
-Siediti pure-
Lui indicò il divano, prendendole un braccio e facendola sedere.
-Toc-Toc-
-Qualcuno sta bussando, deve essere arrivato!-
“Arrivato? Chi altro avrà invitato?”
-Ciao Sai!-
-Sasuke! E’ arrivata anche Sakura?-
-Si, lei è in casa-
I due ragazzi tornarono nel soggiorno, dove Sakura attendeva.
-Ciao Sakura!-
-C-ciao…-
-Immagino che già vi conosciate, ma mi diverto a presentare la gente, quindi: Sai, questa graziosissima ragazza che vedi è la mia amica Sakura…-
“Graziosissima ragazza? Mia amica? Adesso svengo!”
-E Sakura, questo ragazzo qui vicino a me è Sai-
Sasuke prese le mani dei due ragazzi e le fece stringere amichevolmente l’un l’altra, poi si lasciarono.
-Sasuke, andiamo a spiegare il piano a Sakura?-
-Si, vieni Sakura, andiamo in camera mia.-
Lei annuì, seguendoli al piano di sopra.
Non appena entrati, Sakura non poté non notare il fresco profumo di pulito che emanava la stanza , le coperte scure perfettamente stirate coprivano il letto singolo situato al lato destro della stanza, sulla parete opposta si trovava una scrivania di legno,sulla parete di fronte alla porta un ampia finestra con delle tende di raso bianche illuminava la stanza, e sulla parete di fianco alla porta un piccolo armadio.
-Sedetevi tutti qui-
Sasuke indicò un basso tavolino al centro della stanza, si sedettero. Lui tirò fuori dall’armadio un piccolo rotolo di pergamena, lo aprì e lo distese sul tavolino.
-Bene ragazzi, questo è il piano…-
 
 
Note dell’autrice:
Eccomi qui con un altro capitolo, che spero vi piaccia! :)
Se posso dire la mia, la prima parte mi piace molto, mentre il resto del capitolo un po’ meno, ma sono gusti!
Che cosa succederà tra Naruto e Hinata adesso che quest’ultima è stata rifiutata?
E Sakura, troverà la forza di ribellarsi a questo fantomatico piano?
Se volete saperlo dovrete continuare a leggere. Un grazie a tutti quanti :)
Un bacio, e al prossimo capitolo!
 

 
 
 

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Capitolo 8
*** Piano B? ***


PIANO B?

 
 



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Sakura si avvicinò al ragazzo biondo seduto sul banco, intento a guardare fuori dalla finestra.
I caldi raggi del sole, risplendevano, creando mille giochi di colori, sopra le piccole pozzanghere e sulle goccioline d’acqua, create il giorno prima dalla pioggia.
La ragazza prese un respiro profondo.
“Coraggio Sakura, te l’ha detto anche Sasuke, no? Andrà tutto bene…”
-N-n… N-naruto…?-
Lui si girò, fissandola con il suo solito sguardo. Vuoto.
Sakura si sentì gelare, ed abbassò il capo, fissandosi i piedi.
Naruto continuava a fissarla, mettendola in imbarazzo. Era difficile reggere il suo sguardo, e sentirsi osservata in quel modo.
La ragazza ormai non riusciva più nemmeno a parlare, si sentiva troppo a disagio in quella situazione.
-Allora? Che cosa vuoi? Non ho tempo da perdere con ragazzine come te.-
Sakura sobbalzò. Ragazzina? Se Sakura era una ragazzina, lui era un maleducato antipatico.
Naruto si alzò, superandola. Fermalo.
-Aspetta!-
Fu veloce, lo afferrò per la manica della maglietta, costringendolo a voltarsi.
-Allora, si può sapere che vuoi?-
Sakura spalancò gli occhi “Oddio! Che ho combinato!”
-Ehm... S-scusami… n-non volevo…-
“Avanti, devo almeno provarci… Sasuke ce l’ha messa tutta per progettare questo piano, non posso mandare tutto all’aria in questo modo. Devo farlo. Per lui.”
Lei alzò lo sguardo, incrociando quello freddo di Naruto.
Si portò lentamente le mani al petto, arrossendo.
-A-ascolta… i-io volevo… p-provare a diventare t-tua… tua a-amica…-
-MA COSA TI SEI MESSA IN TESTA?!?-
Perché…
-Io non ho nessun interesse a diventare tuo amico. Quindi d’ora in poi, stammi lontana. Sono stato chiaro?-
Detto questo, le diede le spalle, lasciandola così, incapace di muoversi o di solo pensare.
 

* * *

 
Hinata, davanti alle macchinette, chiacchierava allegramente con il suo gruppo, e con l’Akatsuki, o almeno quello era ciò che avrebbe voluto fare.
“Come ha potuto rifiutarmi in quel modo? Non sa contro chi si è messo, se crede che gliela farò passare liscia! Già, ma chi voglio prendere in giro… voglio forse… mentire a me stessa?”
La verità era che Hinata avrebbe voluto morire, il cuore in frantumi, e la mente annebbiata dal dolore.
“Non mollerò, sarò felice… Uzumaki!”
Non avrebbe fatto quello che si aspettava Naruto. Oh no.
Hinata era sempre stata una ragazza introversa e taciturna.
Da piccola la consideravano strana, perché non legava con nessuno, veniva etichettata come arrogante e altezzosa, ma lei non era così, la sua era…
Timidezza.
Con il tempo aveva imparato, aveva reagito, e adesso riusciva sempre a metterla da parte quella timidezza, tirando fuori il carattere che mostrava a tutti.
Lo stesso carattere con il quale si era fatta degli amici. Amici sinceri, con i quali stava parlando ora.
Loro sarebbero stati sempre accanto a lei, anche se non sapevano cosa fosse accaduto.
Hinata però non si sentiva affatto una buona amica, o forse, non lo era sul serio.
“Non gliel’ho detto…”
Non aveva mai detto nulla ai suoi amici, ne di Naruto, ne della decisione che avevano preso i suoi genitori.
Gli raccontava solo si quello che la rendeva felice, non diceva mai ciò che la faceva soffrire.
“Non l’ho fatto…”
Hinata odiava essere compatita, odiava essere aiutata. Dopo tutto era una ragazza forte. No? Se la sarebbe cavata.
Ma ciò che Hinata proprio non sopportava, era che gli altri si preoccupassero per lei, si dispiacessero per lei, combattessero per lei, soffrissero per lei…

 
* * *

 
-“Sas’ke, non è andata bene…         Sakura”-
-“Che è successo?         Sas’ke”-
-“Mi ha detto che devo stargli lontana…       Sakura”-
-“Bene, inizia il piano B!     Sas’ke”-
-“Piano B?     Sakura”-
-“Aspetta e vedrai!     Sas’ke”-
-“Se lo dici tu…     Sakura”-
 
-Ehi, Sakura! Che stai facendo?-
Karin si sistemò gli occhiali sul naso, avvicinandosi all’amica.
-Eh? Niente, mia madre mi chiedeva se stavo bene…-
Karin alzò un sopracciglio corrugando la fronte, stranita.
-Sakura?-
-S-si?-
-Tua madre non ti manda mai messaggi a scuola.-
Oh.
A Sakura non piaceva mentire, odiava farlo, soprattutto se il soggetto a cui doveva dire una bugia, era la sua migliore amica.
Però non poteva certo dirle la verità, se avesse scoperto che era diventata di nascosto amica di Sasuke, le avrebbe sicuramente detto che si era messa nei guai con Hinata.
E Sakura non voleva sentirselo dire, lo sapeva benissimo che era sbagliato, che si sarebbe cacciata nei guai, ma lei amava Sasuke, e il solo essere diventata sua amica era un traguardo altissimo, che lei era riuscita a raggiungere.
Se gli avesse rivelato del piano per scoprire cosa fosse successo a Uzumaki, si sarebbe infuriata.
E aveva ragione, se avesse scoperto che stavano facendo tutta quella storia solo per curiosità sul suo passato, avrebbe sofferto, e tutto per colpa sua…
E se Karin si fosse arrabbiata, non le avrebbe più rivolto la parola, e Sakura non voleva nemmeno questo, non voleva perdere la sua amicizia, ne quella di Sasuke, e non voleva far soffrire Naruto.
Sakura era confusa, non sapeva cosa fare. L’unica cosa che le rimaneva era continuare e mentire, e lasciare che quello che doveva accadere accadesse, che il destino facesse il suo corso che…
Mentre pensava, Sakura non si accorse che Karin si era lentamente avvicinata, e che ora stava leggendo il nome del destinatario a cui Sakura stava inviando il messaggio.
“Dio no, Dio no!” Troppo tardi.
-Sas… ke. Sas’ke. SAS’KE? Sakura, mi devi delle spiegazioni. SUBITO!-
 

* * *
 

Ore 16.30 davanti casa Uchiha.
-K-karin… non credo che sia una buona idea…-
Due ragazze, aspettavano pazientemente davanti alla porta di casa Uchiha, che Sasuke scendesse per iniziare il piano “B”.
-Scherzi? Dopo quello che mi hai raccontato è naturale che mi unisca anch’io. Sono la tua migliore amica, no?-
“Già, o forse non vedi l’ora di vantarti, dicendo che sei amica di Sas’ke.”
Una volta che Sakura ebbe finito di spiegare cosa fosse accaduto, per filo e per segno a Karin, quest’ultima aveva deciso di unirsi al piano, con la scusa di doverla aiutare.
Ed in conclusione ecco perché in quel momento si trovassero entrambe davanti alla casa dell’Uchiha.
D’un tratto la porta si aprì, e uscì il grande Sasuke Uchiha in tutto il suo splendore.
-Scusa se ti ho fatto aspettare, Saku…-
Si bloccò, non appena vide Karin sorridergli divertita.
-C-ciao… Sas’ke…-
-Una tua amica?-
Sakura annuì, abbassando lo sguardo rossa in volto.
-Sc-scusa, avremmo dovuto avvertirti, ma vedi è stata una decisione i-improvvisa…-
Sasuke sorrise, allungando il braccio verso Karin.
-Non importa. Piacere, io sono Sasuke-
Lei strinse la mano del ragazzo, poi rispose semplicemente
-Karin-
Dopo di ché lasciarono la presa.
-Adesso che abbiamo un nuovo membro dovremo cambiare il nome del piano… come potremo chiamarlo, vediamo… Hai detto che ti chiami Karin, giusto?-
La ragazza annuì
-Che ne dite di S.S.S.K? Non è fantastico?-
Karin lanciò un’occhiata interrogativa a Sakura. Quest’ultima si limitò ad arrossire, abbassare lo sguardo e sorridere. Poi disse
-E’… è una lunga storia… Karin-
La ragazza dai lunghi capelli rossi fissò per un istante Sasuke, poi sembrò capire.
“Ho capito, anche secondo lei questa storia del piano è una stupidaggine… Ah, l’amore!”
-Bene ragazze, Sai ci aspetta al parco, andiamo!-
Sasuke cominciò a camminare, seguito da Karin e Sakura.
-S-sas’ke…-
-Uh? Dimmi Sakura-
Lei arrossì, aumentò il passo, arrivando di fianco a lui. Poi disse.
-D-dove andiamo…?-
-Te l’ho detto Sakura, al parco-
Rispose gentilmente lui con un sorriso enorme stampato sulla faccia.
“Dio, quanto mi sento stupida! Ma perché deve essere sempre così ottuso? Eppure a dei voti alti in tutte le materie!”
-S-sì, ma a fare cosa?-
-Aah, andiamo a pedinare Naruto!-
Cosa?
Sakura si fermò, facendosi raggiungere da Karin. Poi lentamente ricominciarono a camminare.
-Karin? Cosa ne pensi?-
-Di chi?-
-Di Sas’ke…-
-E’ scemo-
-Lo so-
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ed eccomi qui, con questo nuovo capitolo :)
Sinceramente non è che mi abbia soddisfatto molto, ma mi sono dovuta accontentare, visto che mi serve del tempo.
Sto programmando di scrivere un One-shot, tutta NaruHina, ma non so se alla fine la farò su questo paring…
Va bé, mi sto dileguando in chiacchiere inutili, quindi passiamo alla storia…
Si è aggiunta anche Karin, come andrà questo piano B?
L’ho aggiunta perché mi sono accorta che la stavo trascurando troppo, ed essendo la migliore amica di Sakura non potevo lasciarla così!
Hinata ha deciso di essere felice, e che non si arrenderà, riuscirà nel suo intento?
Se volete saperlo, continuate a leggere!
Ringrazio:
 

Emozione
Angel_Yoko
NaruHina4ever
_sweetygirl_
E
Marie Cullen

Anche se ha eliminato l’account mi sembra giusto ringraziarla lo stesso
 
Che recensiscono.
 

ENDOINA95 
FeverSkating 
girlforanime96 
kibahina4ever 
lovemusic 
milan010 
nozo_chan 
Princessire 
sasukina90 
TianA 
valehinata1992 
Angel_Yoko 
Emozione

 
Che hanno messo la storia tra le seguite
 

 luce_chan ti vi mi bi 
Markz 
NaruHina4ever 
TheCristopher94 
_sweetygirl_ 

 
Che hanno messo la storia tra le preferite
 

 Argorit

 
Che ha messo la storia tra le ricordate
Un grazie speciale ad Emozione, che è stata tanto gentile da creare quel banner stupendo che adesso se ne sta buono, buono in ogni capitolo della mia storia. Grazie Emozione!
Grazie anche a tutti coloro che leggono solamente.
Un bacione!
 
 

 

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Capitolo 9
*** Non serve a nulla scappare, Naruto ***


NON SERVE A NULLA SCAPPARE, NARUTO



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Naruto camminava lentamente di fronte alla stazione. Le mani in tasca, e la testa bassa. Come al solito.
Il vento tiepido gli accarezzava il viso, scompigliandogli i capelli.
Chiuse per un attimo gli occhi, sfregandoli con le mani. Gli pizzicavano, da quando Hinata si era dichiarata, non faceva altro che pensarci.
Non lo sopportava. Perché non riusciva a staccarsi da quel pensiero? Eppure, ci era sempre riuscito…
Camminò a lungo, arrivando di fronte alla biglietteria. Si fermò, fissando l’uomo che vendeva i biglietti del treno per Kyoto.
Fece una smorfia, e si girò, portandosi davanti alle rotaie.
-Uzumaki…?-
Lui si voltò, aprendo un po’ di più gli occhi, sorpreso.
-Ancora tu.-
La ragazza lo guardò, seria e decisa, quasi arrabbiata. Ma Naruto la guardò negli occhi, intravedendo una nota di dolcezza nel suo sguardo di ghiaccio.
-Perché mi eviti a scuola?-
Lui inarcò un sopracciglio, scrutandola dalla testa ai piedi. –Non mi sembra di comportarmi diversamente dal solito. E poi, non avrei motivo di evitarti.-
Hinata sembrò arrabbiarsi, stringendo i pugni. Mantenne però il controllo, non dandolo troppo a vedere.
-Adesso basta, mi hai stancata. Voglio farti di nuovo quella domanda, ma sappi che nel caso non volessi rispondere, per me andrà bene, però… continuerò a chiedertelo, fino a che non mi risponderai.-
Naruto continuò a fissarla, impassibile.
-Che vuoi sapere?-
Lei abbassò lo sguardo, chiudendo gli occhi. Li riaprì, determinata.
-Perché ti comporti così, Uzumaki?-
 

“-Devi smetterla, Naruto. Non lo capisci che ti stanno solo usando? A nessuno importa veramente di te.-“

 
-Non capiresti…-
Arrivò il treno, e la porta si aprì proprio di fronte a i due ragazzi.
Naruto si voltò, aspettando che la gente scendesse.
-N-naruto, aspetta!-
Lui entrò nel vagone, afferrando una maniglia rimasta libera. Poi si girò, osservando Hinata che lo fissava contrariata.
“Non serve a nulla scappare, Naruto. Ricordatelo.”
 

* * *

 
-Ehi, Sas’ke?-
Il ragazzo moro si voltò, osservando Sakura che lo seguiva a testa bassa.
-Dimmi, che c’è?-
Karin stava dietro di loro, osservando i maestosi alberi di ciliegio, che facevano da contorno a entrambi i lati della stradina che stavano percorrendo.
Una leggera folata di vento scompigliò i capelli dei tre ragazzi, che continuarono a camminare in silenzio.
-Allora Sakura? Che cosa volevi dirmi?-
Lei sobbalzò, arrossendo lievemente. “Vorrei tanto dirglielo… ma dopo tutto quello che sta facendo per farmi avvicinare a Naruto, non posso certo dichiararmi… no, non posso farlo.”
-Emh… niente Sass’ke, non preoccuparti.-
Sasuke la fissò, sconcertato. “Chissà cosa voleva dirmi… certo, che quando vuole, Sakura è proprio strana. Però, è tanto simpatica!”
Sorrise al pensiero, socchiudendo gli occhi, e guardandola con dolcezza.
Sakura, dal canto suo, in quel momento avrebbe voluto sprofondare in un pozzo senza fondo, e affogarci. Ma dovette rinunciare al pensiero, e si limitò ad arrossire, spostando velocemente lo sguardo.
-Ma si può sapere quanto è distante questo benedettissimo parco? Mi sono stufata di camminare!-
Karin sbuffò, incrociando le braccia al petto.
-KARIN, MA CHE DICI! S-sas’ke… sc-scusala, non… non fa sempre così… posso garantirtelo. E’… è una ragazza gentile… in… in realtà…-
Sasuke, la guardò stranito, poi scoppiò in una sonora risata, facendo vergognare Sakura ancora di più.
 -Tranquilla Karin, siamo quasi arrivati.-
Sorrise. E Karin capì come mai uno scemo come lui piacesse tanto alla sua amica Sakura.
Era un ragazzo bello, simpaticissimo, divertente, gentile, intelligente, perché altrimenti i voti alti che prendeva non si spiegavano. Ma serio quando serviva.
Dei difetti, però c’erano. Eccome se c’erano.
Era un pessimo stratega, con delle idee molto poco intelligenti, a volte infantile, scemo, scemo, e scemo.
Era scemo per un semplice motivo: non riusciva a capire quello che Sakura provava per lui. A tal punto da pensare che questi sentimenti li provasse per un altro ragazzo.
Sasuke era indubbiamente un amico perfetto, un comico perfetto, uno studente perfetto, ma non era sicuramente un fidanzato perfetto.
-Eccoci! Guardate ragazze, li c’è Sai!-
Cominciò a correre verso l’amico, sbracciandosi il più possibile per farsi notare.
-SAI, SIAMO QUI!-
Il ragazzo si girò, sorridendo allegramente. Poi fece un cenno di saluto con la mano.
-Ciao, ragazzi!-
Sakura accennò un sorriso, e Karin si limitò a scrutarlo dalla testa ai piedi. Si appoggiò ad un palo della luce, e stette in silenzio, appoggiando una gamba su di esso.
-Ciao Sasuke, ciao Sakura! Chi è questa ragazza?-
I due ragazzi si girarono nello stesso momento a guardarla, poi Sasuke sorrise e rispose.
-Lei è un’amica di Sakura, si chiama Karin!-
Sai le tese la mano, sorridendo.
-Piacere, il mio nome è Sai.-
Karin sbuffò sonoramente, poi allungò il braccio, stringendo con forza la mano del ragazzo, che contrasse il viso in una smorfia per il dolore.
-Tzè. Karin. Sasuke, tanto per la cronaca, so presentarmi benissimo anche da sola.-
Poi sorrise, lasciando la mano di Sai, soddisfatta.
-Sai, ti p-prego, p-perdonala… n-non fa s-sempre così… lo g-giuro!-
Lui sorrise, rincuorando Sakura, che era al quanto spaventata per l’impressione che aveva dato l’amica.
-Tranquilla Sakura, non mi sono offeso. Anzi, mi sta anche simpatica quella ragazza!-
Sakura si sentì sollevata, e sospirò felice. Poi sorrise, arrossendo leggermente.
-Allora ragazzi, dobbiamo pedinare Naruto, o no? Forza, andiamo!-
Così dicendo, Sasuke, si incamminò verso la stazione, seguito dal gruppo di ragazzi.
-Secondo i miei calcoli, dovrebbe prendere un treno tra dieci minuti esatti.-
Sai lo guardò perplesso.
-Scusa Sasuke, ma tu… come fai a saperlo?-
Sasuke ghignò malignamente. Poi rispose con voce terrificante.
-Caro Sai, io sono Sasuke Uchiha, certe cose le so!-
Karin si trattenne dallo scoppiare a ridere, mentre Sakura sprofondava nella vergogna. Sai si limitò ad osservare l’amico tra lo sconcertato e l’impaurito.
 

* * *

 
Dieci minuti dopo, davanti alla stazione.

Hinata stava ancora davanti alle rotaie. Lo sguardo perso nel vuoto, e le braccia lasciate morbide lungo i fianchi.
I lunghi capelli neri, fluttuavano nell’aria, andando talvolta ad infastidire il viso candido e serio della ragazza.
Dopo svariati minuti, decise di andarsene.
Si diresse verso la gelateria, sperando che fosse aperta. “Speriamo che la gelateria sia aperta, ho tanta voglia di un bel gelato… però ormai siamo a fine Ottobre, probabilmente sarà chiusa…”
Arrivò di fronte alla gelateria, ed osservò triste, le serrande tirate giù, con il cartello appeso, che recitava: “Chiusi per ferie”
-Al diavolo il gelato!-
Si lasciò sfuggire quella frase, quasi urlando, ma non ci badò molto, nemmeno quando la gente cominciò a fissarla perplessa.
Aveva troppe cose per la testa, troppi intrighi da risolvere, troppe scelte da fare, e troppe cose da capire.
In quel momento, Hinata era terribilmente confusa. Non riusciva a capire i motivi delle azioni di Naruto, e nemmeno le sue…
Da un po’ di tempo, Hinata, non riusciva a capire nemmeno quello che faceva lei stessa, torturandosi con quesiti continui, del tipo: “E se non avessi fatto questo?”  “E se avessi provato quell’altro?”
Insomma, Hinata, galleggiava nella confusione più totale, ma anzi che preoccuparsi di quello che lei stessa faceva, di quello che lei stessa provava, cercava di capire cosa lui facesse, e cosa lui provasse.
Ad Hinata faceva uno strano effetto provare tutto quell’interesse vero qualcuno. Non aveva mai provato affetto verso una persona, non come quello che provava per Naruto almeno.
Continuò a camminare, assorta nei suoi pensieri, fino a quando…
 
Intanto, il gruppo S.S.S.K…

-Ehi, Sasuke?-
Lui si girò, fissando l’amico. –Si? Che c’è Sai?-
-Quella non è la Hyuga?-
Sasuke si girò di scatto, verso la figura indicata da Sai. La fissò per alcuni secondi, analizzando ogni particolare.
I lunghi capelli neri, la frangetta, la pelle chiarissima, l’esile corpo nascosto da una felpa davvero troppo grande, e a solita espressione da dura che la caratterizzava.
-Oh, santo cielo! Vieni Sakura!-
Spalancò gli occhi, e velocemente afferrò Karin e Sai, girando in una stradina, e cominciando a correre.
A Sakura ci vollero diversi secondi per capire che cosa fosse successo, poi quando si accorse di essere rimasta da sola in mezzo al marciapiede, capì.
“Oh, no. Oh, no!”
Hinata si avvicinava lentamente, la testa alta, la fissava. Era seria, ma sembrava delusa. O forse, addirittura triste…
In pochi secondi, le due ragazze si trovarono una di fronte all’altra.
-Haruno. Piccola pecorella smarrita, cosa ci fai qui, non vai a fare i compiti? Se non ti sbrighi, domani prenderai un brutto voto, e non vorrai che la tua media da 10 e lode passasse solo a 10.-
Sakura non rispose, abbassando lo sguardo. Perché andava sempre così? Perché non riusciva mai a difendersi?
 
 

Note dell’autrice:
Ciao a tutti! Come state?
Con questo capitolo, finalmente, si vede un po’ di rivalità tra Hinata e Sakura, mentre Naruto piano, piano sta tirando fuori un po’ di sé.
Tra pochissimi capitoli, due o tre, rivelerà finalmente il motivo del suo comportamento, e chissà, magari sboccerà anche l’amore… :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che leggono la mia storia, e che la recensiscono.
 Un bacione!
 

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Capitolo 10
*** Incomprensioni ***


INCOMPRENSIONI

 



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-Allora, Haruno. Perché non rispondi?-
Sakura rimase ferma, immobile; lo sguardo basso, le braccia tese, e le mani chiuse a pugno.
Non era mai stata brava a competere, soprattutto con Hinata. Veniva sempre schiacciata da lei e aveva paura.
D’altro canto, Hinata, non poteva certo dire di sentirsi meglio. Non le piaceva discutere con l’ Haruno.
Si divertiva, certo, ma non ne traeva alcun vantaggio, e ad Hinata, fare delle cose inutili non piaceva.
Lo faceva solamente per mantenere la sua reputazione, per non sfigurare la sua immagine; ma soprattutto, litigare con Sakura, l’aiutava a mantenere solido quel muro.
Quello per cui aveva fatto enormi sacrifici per costruirlo, e per cui ne avrebbe fatti molti altri, pur di mantenerlo.
-Non ho interesse a litigare con te, Hyuga.-
Hinata udì chiaramente la nota di paura, nella voce tremante di Sakura, e si lasciò scappare una risata divertita. “Ma di cosa avrà paura, non la mangio mica!”
-Non mi importa cosa ti interessa o meno. Ma dimmi, dove hai preso quell’adorabile magliettina? Non è un po’ troppo scollata per te?-
Sakura si portò le mani al petto, imbarazzata. Indossava una semplice maglia a maniche corte, color verde chiaro, e lo scollo a “V”.
Nulla di strano, ma per Sakura, indossare una maglia simile, così diversa, rispetto alle maglie che era solita indossare, era una novità più che scandalosa.
-E’… è un regalo…- Disse con la voce bassa.
In realtà, quella maglietta non piaceva nemmeno a lei, ma sua nonna si era impegnata tanto a cercarne una che potesse piacerle, e a Sakura, non andava proprio di procurarle dispiaceri.
-Ah, si? E sentiamo, chi è che te l’avrebbe regalata? La tua mammina, forse?-
Sakura strinse i pugni con rabbia. Come si permetteva di prenderla in giro in quel modo? E come si permetteva di tirare in ballo sua madre? “Vigliacca. Sei soltanto una vigliacca.”
-Smettila. Immediatamente.- Sibilò a denti stretti. Mantenendo però la voce bassissima.
-Oh, la piccola Sakura che si ribella? Sono proprio stupita!-
La ragazza alzò il capo, incontrando lo sguardo divertito di Hinata. La guardò negli occhi, bianchi come la neve, e altrettanto freddi.
-Ti ho detto di smetterla! Non farmelo ripetere di nuovo.- Questa volta fu più decisa, e senza timore.
Hinata stette in silenzio. Non era da Sakura tutta questa determinazione.
Passarono diversi minuti, poi, Hinata, decise di rompere quel silenzio pressante, in cui si erano rinchiuse entrambe.
-Va a casa.-
Sakura non se lo fece ripetere due volte, si girò, ed iniziò a camminare, spedita verso casa.
 
* * *
 
Qualche ora dopo, due ragazzi passeggiavano tranquillamente, mano nella mano.
-Non lo trovi bellissimo?- Chiese la ragazza bionda, fissando un punto indefinito del parco.
-Cosa, Temari?- Lei mise il broncio, facendo finta di essere arrabbiata.
-Tutto, soprattutto quei tre bambini che giocano laggiù.-
Sai osservò bene tutto il paesaggio di cui poteva godere in quel momento. Si sederono su di una panchina, e il suo sguardo finì sulla fontana circolare, che si trovava al centro della piazza.
Poi, le quattro panchine situate tutt’intorno, ai lati del parco. Dietro di esse, delle piccole aiuole piene di fiori, con delle graziose recinzioni su perimetro.
Infine, osservò i bambini, che giocavano felici sull’asfalto. Sorrise.
-Già.-
Temari sorrise compiaciuta, Erano pochi i momenti in cui potevano godere di una simile tranquillità, lontani da tutto e da tutti.
-Sai?- Lui si girò, guardandola negli occhi. –Uh?- Temari abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzata.
-A te… a te, non piacerebbe, avere dei bambini così… un giorno?-
Sai non rispose, era una domanda insolita, e non era da Temari fare domande simili… Alzò le spalle, non sapeva proprio cosa rispondere.
-Cosa significa questo?-
La ragazza sembrava infastidita, dal gesto del fidanzato. –Questo, cosa?-
Sai non capiva, cosa le prendeva tutto ad un tratto? E come mai le dava fastidio il modo in cui rispondeva?
Temari, al contrario, sembrava sicura di quello che era successo, e l’unica cosa che le sembrava strana, era che lui non capisse.
-Perché hai alzato le spalle in quel modo? Cosa significava quel gesto?-
Sai ci capiva sempre meno, se la domanda che gli aveva posto era strana, questo suo comportamento lo era ancora di più.
-Perché non sapevo cosa rispondere…-
Lo guardò, seria. Sembrava veramente arrabbiata, ma tenne il controllo, cercando di non litigare. Poteva sembrare strano, per un motivo così stupido, ma Temari era solita avere questo comportamento. Si arrabbiava spesso, anche per la più piccola stupidaggine.
Per questo Sai si preoccupava sempre, questo loro modo di essere, così diverso, tra loro, lo preoccupava. E non poco.
-Cosa significa che non sapevi cosa rispondere? Non è abbastanza chiaro, forse?-
-Non so, dipende da chi dovrebbe essere la madre.-
Temari lo fissò negli occhi, sperando forse che il ragazzo la capisse semplicemente guardandola.
-Se dovessi essere io, la madre?-
Sai stava per preoccuparsi seriamente, ma cercò di mantenere la sua solita aria neutrale.
-Tesoro, stai forse cercando di dirmi qualcosa?-
Temari non sapeva se mettersi a ridere, o a piangere, o semplicemente mettersi ad urlare. Ma cosa diavolo aveva capito?
-Ma cosa vai a pensare? Rispondi e basta!-
Sai tirò un sospiro di sollievo, non gli andava proprio di diventare padre a solo sedici anni. Ma adesso sorgeva il problema. Cosa doveva risponderle? Aveva bisogno di tempo, per pensare. Non erano cose da dire così, su due piedi. Poi, sembrò finalmente avere la risposta.
-Credo, che se la madre dovessi essere tu, non vorrei averne.-
Temari spalancò gli occhi, lasciò la mano del fidanzato, e si alzò in piedi bruscamente. Anche se non lo dava a vedere, era una ragazza tremendamente materna, si prendeva spesso cura dei suoi fratelli, proprio come fosse una madre, e il suo grande sogno era di diventare la mamma di due bambine femmine, ed un maschio.
Per questo motivo, l’affermazione di Sai, che non conosceva questa sua ambizione, le aveva trafitto il cuore come mille lame, in pieno petto.
-Cosa… perché con me non ne vorresti?-
Sai si sorprese non poco, per quella reazione, decisamente esagerata. Cosa aveva detto di sbagliato? Perché si era arrabbiata in quel modo?
-Beh, perché penso che tu non sia tipo per queste cose… quando penso al tuo futuro, ti vedo come una bellissima donna d’affari, con uno splendido appartamento, tutto per te…-
-Quindi, nel mio futuro, quando te lo immagini, tu non ci sei.-
Temari cercava a stento di trattenere le lacrime, non voleva piangere, non dopo quelle parole, non davanti a lui.
Sai, dal canto suo, avrebbe preferito non aver mai risposto a quella domanda, viste le conseguenze a cui aveva portato.
-Temari, calmati… non intendevo questo…-
-STAI ZITTO, DANNAZIONE! NON VOGLIO PIANGERE PER TE!-
Il ragazzo spalancò gli occhi. L’aveva inconsapevolmente portata alle lacrime, con delle parole che per lui non significavano nulla.
Non voleva ferirla, e non  pensava fosse così fragile. Temari era sempre stata una ragazza all’apparenza forte, non si faceva mettere i piedi in testa, e non aveva mai rivelato quel lato di lei che adesso, come per magia, la dominava in modo spaventoso.
-TU… tu non sai, cosa significasse questo per me… ogni volta, quando IO mi immagino il mio futuro, vedo noi due… insieme, circondati da ragazzini, che sghignazzano ad ogni nostro semplice ed innocente bacio.-
Ormai le lacrime le solcavano il viso, ininterrottamente, ma sulle sue labbra un sorriso amaro, si era lentamente dipinto.
Sai era senza parole, non le aveva mai detto una cosa simile, ed adesso comprendeva a pieno la sofferenza che le aveva fatto provare pochi secondi prima.
Si sentiva tremendamente in colpa, ma ormai era inutile. Se fai arrabbiare Temari, non c’è scampo, devi pagarne le conseguenze.
Sapeva in oltre, che o se ne stava zitto, ma questo comprendeva anche la rottura permanente della loro relazione, oppure il litigio.
Quest’ultima soluzione, a Sai, sembrava la più stupida ed incosciente cosa da fare, ma questo fino a che non conobbe Temari, dopo di ché, capì che con lei, non c’era altra scelta, se si voleva salvare il rapporto che si aveva con lei.
-Perché non me lo hai mai detto?-
Temari alzò lo sguardo, pronta a litigare, come non lo era mai stata. Prese un respiro profondo, e cominciò a riassumere tutti i motivi del perché lo aveva sempre tenuto nascosto. Quando, finalmente riprese la calma, cominciò a parlare.
-Ascoltami bene, non te l’ho mai detto, perché non  mi sembrava una cosa necessaria. Come facevo a sapere che saremmo rimasti insieme per sempre? Avevo deciso di aspettare, fino a che fossimo abbastanza grandi per una cosa del genere, dopo di ché, se saresti stato con me, fino alla maturità,forse avrei preso in considerazione l’idea di dirtelo.-
Mentre diceva queste cose, Sai sentiva salire la rabbia dentro di se. Come mai, quando era lui ad insinuare un futuro senza di lei, si arrabbiava, e adesso che era lei a dirlo andava tutto bene?
Quando ebbe udito la parola “Forse” esplose, come non aveva mai fatto prima. Tutta via, cercò di contenersi, e mantenne la voce bassa.
-Mi stai dicendo, che non pensavi saremmo rimasti insieme? E’ questo che mi stai dicendo? E allora perché mi hai fatto questa domanda proprio adesso?-
Temari lo fissò, in silenzio. Aveva regione, non aveva senso quello che gli aveva fatto e detto. Ma ormai la frittata era fatta, e non poteva di certo tirarsi indietro. Aveva una dignità da difendere, e non si sarebbe mai piegata al chiedere scusa. Era stata comunque offesa nell’orgoglio.
-SI ESATTO, PERCHE’, NON TI VA BENE?-
-No, che non mi va bene! Non mi dici mai niente, non mi fai sapere dove vai quando esci, non mi dici chi sono i tuoi amici, non so nemmeno quale gusto di gelato preferisci! TI SEMBRA ESSERE UNA FIDANZATA QUESTO? Eppure, io sono sempre stato zitto, non mi sono mai lamentato. Ma adesso sono stufo, di TE, e del tuo comportamento!-
Temari continuò a fissarlo, in silenzio. Non sapeva davvero cosa dirgli. Aveva perfettamente ragione, non era mai stata una brava fidanzata, non gli aveva mai fatto sapere nulla; ma pensava che a lui non importasse, che andasse bene così. Non si sarebbe mai immaginata una rivelazione simile. Una cosa era certa, arrivati a questo punto, non si torna indietro, si va fino in fondo. E se questo significa troncare la relazione, che ben venga. Avrebbe fatto tutto quello che doveva essere fatto.
-MI FAI ANCHE LA PREDICA, ADESSO? Se stai cercando di farmi pentire per quello che ho fatto, bene! E’ vero, ho sbagliato, è vero, sono stata una pessima fidanzata, ma tu nemmeno sei stato uno dei migliori. E se vuoi saperla tutta, non sono affatto pentita, per quello che ho fatto!-
Sai la guardò, allibito. Non poteva credere alle parole che aveva appena udito uscire dalla bocca di Temari.
Quella ragazza, tanto arrogante, quanto gentile, si era trasformata in una ragazza che diceva cose senza senso, e che pretendeva di avere anche ragione.
-Con questo, è finita…?-
Lei abbassò lo sguardo, solo per un istante, si pentì di quello che aveva appena fatto, ma ormai era troppo tardi.
-Non lo so- si girò, e corse via, in preda alle lacrime di disperazione e dolore, che le rigavano nuovamente il viso.
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao a tutti! Madonna mia, che depressione questi due! xD
Poverini, li prendo pure in giro… e pensare che è tutta colpa mia se hanno litigato… Muahahahahahahahah!
Comunque, ci si avvicina al capitolo tanto atteso, quello in cui si scoprirà la verità su Naruto… chissà cosa mai gli sarà successo!
Ultimamente sono monotona: Hinata e Sakura litigano, Sai e Temari litigano… questo capitolo erano solo litigi… xD
Va bé, spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti, come al solito. Grazie a che recensisce, a chi l’ha messa tra le preferite, ricordate e seguite, e anche a chi legge solamente!
Un bacione!
 

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Capitolo 11
*** Lasciate fare a me ***


LASCIATE FARE A ME!

 



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Una ragazza castana, con degli adorabili chignon, stava seduta su di una panchina, dondolando le gambe avanti e indietro. Pensava.
Da tempo, ormai, stava cercando di fare un scelta; la scelta, che le avrebbe cambiato, probabilmente, la vita che fino ad allora, aveva vissuto serenamente e felice.
A scuola, piano piano, aveva cominciato a provare un certo interesse nel fare amicizia con un ragazza. E non ci sarebbe stato nulla di strano, se fosse stata una comune ragazza, ma il punto era il seguente: si trattava proprio di quella ragazza.
TenTen, non avrebbe mai voluto conoscere la nemica giurata della sua migliore amica. Lo sapeva, era completamente sbagliato, non c’era nulla di coerente ne fare una cosa simile, e non glielo avrebbe mai perdonato.
Perché si, la ragazza verso il quale provava interesse, era proprio lei: Sakura Haruno.
I motivi erano tanti, come la sua timidezza, che le dava un’aria simpatica, ai capelli, di quell’insolito color rosa, agli occhi, che a TenTen erano sempre piaciuti; ma oltre agli aspetti fisici, le piacevano soprattutto determinati lati del suo carattere, che conosceva nonostante non gli avesse mai nemmeno rivolto la parola.
Ma quello che più ammirava in lei, erano due cose in particolare; uno era il fatto, che non smetteva mai di provare, al di la della sua esagerata timidezza.
Aveva assistito a più di una delle scene di quando, per qualche assurdo motivo, cercava di essere gentile con l’Uzumaki, ed ogni volta, anche se lui la respingeva nei modi più bruschi possibili, non si arrendeva mai, e continuava a tentare.
Un’altra cosa che le piaceva, era la sua estrema gentilezza; non l’aveva mai vista alzare la voce, anche se si arrabbiava spesso.
Sapeva benissimo che era una scelta azzardata, che avrebbe dovuto combattere contro una delle due, senza scampo, ma lei voleva essere amica di Sakura. Lei era sicuramente una persona buona, gentile, onesta. Una vera amica.
Anche Hinata era così, ma lei aveva qualcosa di diverso… le voleva bene, cerco, avrebbe fatto di tutto per lei, certo, ma non si sarebbe mai aperta completamente, come invece avrebbe fatto sicuramente una ragazza come Sakura.
In un certo senso, poteva dire che Sakura assomigliava ad Hinata; difatti, anche se non lo dava a vedere, Hinata era stranamente gentile ed affettuosa, quando si trovavano da sole.
TenTen però, avrebbe tanto voluto un’amica che non si limitasse solo ad ascoltarla, come faceva Hinata; TenTen avrebbe voluto un’amica che si confidasse con lei, che le chiedesse consigli, e con la quale avrebbe superato tutti gli ostacoli, dai più semplici da superare, a quelli talmente insidiosi e dolorosi, da sembrare filo spinato.
Ma Hinata non era così; non lo era mai stata, e TenTen dubitava che sarebbe cambiata in futuro.
Lei era una di quelle persone che preferiscono morire dentro, piuttosto che far preoccupare per loro gli altri.
Purtroppo però, TenTen sapeva benissimo che Hinata soffriva, e che non andava tutto bene, come cercava sempre di farle credere.
Sapeva che nel suo cuore c’era qualcuno. Qualcuno di irraggiungibile, distante, e… diverso.
Alla ragazza, questo faceva male, ma sapeva che Hinata lo faceva per il suo bene, perché non voleva farla stare male ulteriormente, perché le voleva bene. E lei non voleva costringerla a confidarsi, o a farle chiedere aiuto.
Perciò, anche se non le diceva nulla, e le raccontava bugie su bugie, le sarebbe andato bene, e se mai Hinata avrebbe voluto confidarsi con lei, un giorno, di tutte quelle cose che la turbavano e che la facevano stare male, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà, e lei ci sarebbe stata, perché anche lei voleva fare la sua parte, anche lei voleva aiutare e proteggere le persone che amava; ma soprattutto, anche lei voleva essere una buona amica.
Ormai aveva deciso, sarebbe andata da Sakura, e le avrebbe offerto la sua amicizia. Il resto poi, sarebbe venuto da sé.
 

* * *

 
Intanto, camminando su un comunissimo marciapiede, in mezzo alla folla, Sai, era impegnato in un’animata conversazione, o per meglio dire discussione con la sua ragazza.
-Ancora con questa storia? Dio mio, non ti sopporto più!-
-SMETTILA DI LAMENTARTI, E FAI L’UOMO PER UNA VOLTA SOLTANTO!-
-Senti Temari, questa conversazione mi ha stufato. Ci sentiamo.-
-NON OSARE NEANCHE LONTANAMENTE IMMAGINARE DI RIATTAC-
Il ragazzo sospirò, riponendo il cellulare nella tasca della felpa scura.
Dal famoso episodio del parco, ormai, lui e Temari, non facevano che litigare, anche sulle cose più stupide; non trovandosi mai d’accordo su niente.
Ogni volta che stavano insieme, veniva a crearsi intorno a loro, un’atmosfera di tensione fortissima, tanto da non concedere nemmeno un attimo di tranquillità, tanto erano frequenti i litigi.
Fosse stato per lui, avrebbe troncato subito il rapporto che c’era con lei, mostrando per l’ennesima volta, il suo solito lato razionale; ma lui amava Temari, e ogni volta che provava ad immaginarsi la sua vita come era una volta, ovvero senza di lei, sentiva qualcosa mancare, ed un vuoto incolmabile nello stomaco.
E così si fermò, incurante di essersi fermato proprio in mezzo al marciapiede, intralciando gli altri passanti; ma a lui non importava, e rimase fermo, come spettasse qualcosa,oppure qualcuno, che l’avrebbe aiutato a trovare una soluzione, o un appiglio, al quale affidarsi completamente.
-L’amore non è come ti fanno credere…-
Si girò confuso, notando una vecchietta; i capelli raccolti, vestita con un elegante kimono di seta, color del cielo, decorato con dei ghirigori di filo oro e d’argento; notò inoltre la bizzarra creatura sulla quale stava comodamente seduta: un buffo maialino piccolissimo.
-Cosa intende dire?-
La strana signora chiuse gli occhi, sospirando malinconica. –Lo scoprirai presto, lo scoprirai presto…-
Lui si girò un secondo dalla parte opposta, distratto da uno strano rumore, ma quando portò nuovamente lo sguardo sulla vecchietta, ella non c’era più, e al suo posto, solamente l’inquietudine e la malinconia.
“O forse, l’ho già scoperto”
 

* * *

 
Nonostante fosse quasi buio, tre ragazzi, si erano nuovamente riuniti, e si preparavano ad attuare il loro nuovo, esaltante e meraviglioso piano.
-Allora ragazze, è tutto chiaro?-
Sasuke era eccitato ed allegro, come al solito, mentre una certa ragazza dai capelli rossi, lo fissava annoiata.
-Scusami tanto, Sasuke… ma a me, questi tuoi piani, sembrano tutti uguali. No, Sakura?-
L’interpellata sobbalzò nell’udire il suo nome, e rispose con un impercettibile cenno del capo, abbassando lo sguardo e cominciando a fissarsi i piedi, giocherellando con le dita.
-Ti sbagli, Karin. Se non l’hai notato, questa volta, lo pedineremo ognuno per conto proprio; in questo modo non ci sarà la possibilità di perderlo di vista! E’ completamente diverso da tutti gli altri piani che ho architettato! Tu lo capisci, vero Sakura?-
Sobbalzò per la seconda volta, portandosi le mani sul viso.
Era mai possibile che doveva scegliere se dare ragione alla sua migliore amica, oppure al ragazzo di cui era innamorata? Obbiettivamente, era senza dubbio Karin ad avere ragione, però non poteva neanche lontanamente pensare di contraddire Sasuke…
-Allora, Sakura? Perché non rispondi?-
La ragazza non ce la faceva più, lo sentiva, soltanto un altro istante in quel pressante silenzio, e sarebbe esplosa in lacrime; non ce la faceva, non ci sarebbe mai riuscita. Le era sempre stato difficile fare scelte, soprattutto se erano di questo tipo.
Fortunatamente, Karin comprese a pieno il disagio dell’amica, e cerco subito di evitare il discorso, parlando di qualcos’altro che non comprendesse discussioni di nessun tipo.
-Ma, come mai Sai, non c’è? Non lo vedo…-
Sasuke sembrò intristirsi leggermente, ma mantenne il sorriso sulle labbra, guardando però in un punto indefinito della piazzetta in cui si trovavano.
-Purtroppo, in questi ultimi giorni, ha avuto diverse discussioni con Temari… non vanno molto d’accordo, e preferisce rimanere da solo…-
Sakura si pentì quasi per aver, in qualche modo, “costretto” Karin a cambiare discorso, se non l’avesse fatto, non avrebbero toccato quell’argomento, e avrebbero continuato a parlare del piano, allegri e spensierati come facevano sempre… in quel momento, Sakura sentì il bisogno di chiedere scusa, e quello era il momento perfetto; Sasuke avrebbe sicuramente pensato che si riferisse a Sai e Temari.
-M-mi… mi dispiace t-tanto…-
Lui le sorrise, rassicurandola. –Oh, non devi preoccuparti. A volte, può capitare di passare momenti difficili e un po’ bui. Ma si risolverà tutto, non c’è niente di cui avere paura.-
Sasuke non aveva realmente compreso il motivo delle scuse della ragazza, ma non importava, sarebbe andato bene comunque.
-Allora, andiamo?-
Karin sospirò, facendo un lieve cenno d’assenso con il capo, mentre Sakura si limitò a seguire silenziosamente il ragazzo.
 
Qualche ora dopo, i tre ragazzi tornarono alla piazza da dove erano partiti, e si accasciarono su delle panchine, avviliti.
Purtroppo, nonostante fossero riusciti a scoprire che Naruto aveva preso un treno per Kyoto, e che si sarebbe trattenuto li in città per tutto il pomeriggio, non erano riusciti a trovarlo, ed il piano, beh, quello fallì miseramente.
-Mannaggia a quell’Uzumaki, sta facendo fallire tutti i miei piani uno dopo l’altro! Ma non importa, ne ho già pronto un altro, e sono sicuro che questa volta non…-
-SASUKE, SAKURA!-
I ragazzi si voltarono contemporaneamente verso Karin, sconcertati; ma prima che potessero anche solo formulare una domanda, lei li precedette, regalandogli un sorriso tutt’altro che rassicurante.
-D’ora in avanti, lasciate che me ne occupi io.-
 
 

 
Note Dell’autrice:
Ciao a tutti, quanto tempo è passato? Si, sono un po’ in ritardo, ma che volete farci, vi credete che gli ultimi giorni di scuola siano facili, vero? Ed invece non è così! xD
Ma passiamo al capitolo:
La vecchietta a fatto di nuovo la sua comparsa, tirando fuori un’altra delle sue perle di saggezza, e questa volta tutta per il nostro amato (?) Sai!
Tra lui e Temari le cose non vanno bene, come finirà tra loro? Saranno tanto innamorati da riuscire a superare la crisi, oppure la lite avrà la meglio e si lasceranno?
TenTen ha deciso di diventare amica di Sakura, riuscirà ad esaudire questo suo desiderio? Oppure cambierà idea e manderà tutto all’aria?
Karin  invece, ha deciso di dare una svolta al piano S.S.S.K. che cosa avrà architettato? Riuscirà finalmente a svelare il mistero che circonda la vita dell’Uzumaki?
Se volete scoprirlo, non perdetevi il prossimo capitolo di “Un fiore pieno di speranza”! (Mamma mia, mi sembro una presentatrice televisiva. xD)
Ve lo giuro, questo era l’ultimo capitolo filler, e davvero, davvero, nel prossimo capitolo verrà scoperto il tenebroso passato di Naruto. (NaruHina4ever, sei contenta? Spero tu sia sopravvissuta. :D)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un bacio!
 
PS: vi sarete sicuramente accorti che l’Akatsuki non compare quasi mai, ebbene… me li ero dimenticati! Nei prossimi capitoli li farò comparire ogni tanto, ma non garantisco nulla! xD
Vi avverto quindi, che saranno personaggi MOLTO secondari, e che serviranno solo per determinate scene.

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Capitolo 12
*** Il passato di Naruto - Parte 1 ***


IL PASSATO DI NARUTO – PARTE 1

 



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Un ragazzo biondo, camminava lentamente sul marciapiede recentemente asfaltato, spostando di tanto in tanto lo sguardo, ad osservare i numerosi negozi che superava tranquillamente. Ignaro del fatto che tre ragazzi lo seguivano di nascosto…
Sakura, gli andava dietro, cercando di mantenere il passo, e di non essere scoperta; mentre Sasuke e Karin dall’altra parte della strada, osservavano la scena da lontano, riparati da un lampione della luce, situato esattamente dalla parte opposta.
-Ehi, Karin! Io devo ancora capirlo questo piano. Mi spieghi come mai Sakura non lo segue insieme a noi?-
Karin contorse il viso in una smorfia, sospirando sfinita.
-Ma insomma! E’ la quarta volta che te lo ripeto. Possibile che tu non abbia ancora capito? Comunque, vedi che Sakura cammina esattamente a cinque metri di distanza?-
Il ragazzo annuì attento, sforzandosi di capire il più possibile. –Bene, questo perché se lui la notasse, lei potrebbe nascondersi in uno dei negozi, e far finta di passare di li per semplice shopping.-
-AAAAAAAAH!-
I ragazzi si voltarono di scatto a guardare Naruto, che ormai si era accorto pienamente della presenza della ragazza.
-Ok, Karin… ma allora, PERCHE’ E’ CADUTA IN UNA POZZANGHERA?!-
Karin non rispose,massaggi ondosi  le tempie e fissando disgustata l’amica completamente sporca di fango, e contemporaneamente l’altro ragazzo, terrorizzata all’idea che potesse capire il vero motivo della sua presenza.
Intanto, Sakura aveva cominciato a sudare freddo, sentendosi così vicina all’Uzumaki. Difatti, non appena il ragazzo aveva udito l’urlo di lei, si era avvicinato subito, chiedendosi come diavolo facesse una ragazza di sedici anni, a cadere così miseramente dentro una pozzanghera in pieno Novembre, dopo una settimana di sole cocente.
Il ragazzo le tese la mano, tenendo sempre la sua espressione seria e inespressiva in volto. –Tutto a posto? Ti sei fatta male?-
-Si, si, si! Perfetto! Proprio quello che pensavo. Brava Saku!-
Sasuke fissò la ragazza dai capelli rossi sconcertato. Forse, non era stata una buona idea farle dirigere il piano. O forse si…
Sakura stava per ribattere, ma proprio in quel momento…  -Oh, no! Ci mancava solo questa!- Esclamò il ragazzo coprendosi con lo zaino scolastico.
Inaspettatamente, un vento fortissimo si abbatté sulla città di Konoha, e cominciò una vera tempesta. I lampi e i tuoni divennero sempre più frequenti, e la pioggia cominciò a cadere fortissima sopra di loro.
Naruto afferrò la mano della ragazza, tirandola su, e cominciando a correre, svoltando in una stradina stretta e buia. Percorsero di corsa tutta la stradina, svitando di tanto in tanto, le bottiglie di birra e le scatolette di cibo per gatti. Successivamente si ritrovarono in una grande piazza, circondata di palazzi costruiti recentemente.
Naruto si voltò un attimo, cercando di capire se l’avesse fatta correre troppo, ma Sakura lo rassicurò, sorridendo dolcemente. Dopo di chè, ricominciarono a correre, in direzione di uno dei palazzi più vicini.
Sakura non ebbe nemmeno il tempo di pensare, che si ritrovò sotto il portico di un edificio enorme, insieme a Naruto, che lentamente, estraeva un mazzo di chiavi dal giacchetto, e faceva scattare la serratura del portone.
Il ragazzo le fece segno di entrare, e lei senza nemmeno pensarci lo seguì, attraversando l’atrio enorme, e salendo le scale, in mancanza di un ascensore funzionante.
“Certo, in un edificio del genere, è mai possibile che non funzioni l’ascensore? Mah…”
E mentre Sakura si perdeva in questi pensieri, Naruto le aveva fatto fare circa una decina di piani, e adesso si preparava ad aprire la porta del suo appartamento.
-S-sicuro… c-che non disturbo?-
Lui la guardò un attimo, dopo si voltò di nuovo ed aprì la porta, mostrando lo spoglio ingresso verniciato di bianco. –Figurati, non c’è mai nessuno…-
Sakura non capì bene quella frase, ma non se ne curò tanto dopo essere entrata in casa: c’erano pochissimi mobili, e le pareti erano completamente bianche… né una foto, né un quadro, né niente. In quella casa non c’era assolutamente niente. Notò con piacere, che al centro del soggiorno, sul quale si affacciava l’ingresso, erano posizionati una divano di pelle grigio, e sulla parete di fianco, una libreria di legno scuro.
-Lì c’è il bagno… se vuoi ti presto qualcosa di mio da mettere fino a quando la tua divisa non di sarà asciugata.- Disse indicando una stanzina di fianco alla libreria.
Sakura arrossì al pensiero, ma non poteva mica passare il pomeriggio bagnata fradicia! Così, decise di accettare, e aspettò in piedi, in attesa che Naruto le portasse qualcosa da mettersi.
Il ragazzo si diresse verso una porta chiusa, che si trovava alla fine di un corridoietto alla fine della stanza. Mentre aspettava, Sakura ingannò il tempo osservando l’ambiente attorno a lei, soffermandosi sulla libreria di legno scuro.
Le si avvicinò, sfiorandola con le dita. Mentre camminava avanti e indietro, leggendo i titoli dei pochi libri che si trovavano su quello scaffale, le scivolarono alcuni fogli di giornale, che erano leggermente sporgenti rispetto agli altri volumi e libri.
La ragazza si chinò a prenderli, per rimetterli a posto, ma qualcosa le fece cambiare idea, e cominciò a leggere cosa c’èra scritto:
 

“UN AEREO PRECIPITA. MORTI DUE FAMOSI IMPRENDITORI, E MIGLIAIA DI PASSEGGERI. SALVO SOLO UN BAMBINO DI POCHI MESI.”

 
Sakura fu catturata subito dall’immagine dell’aereo: la metà di esso, giaceva per terra completamente distrutta, mentre l’altra bruciava, invasa dalle fiamme.
Poi, vide la foto dei due imprenditori, e si meravigliò di quanto l’uomo assomigliava a Naruto. I capelli biondi gli incorniciavano il volto, illuminati da due bellissimi occhi azzurri. Poi vide i lunghi capelli rossi della donna, e la sua espressione dolce. Bellissima.
-Che stai facendo?-
Il tono freddo del ragazzo, la fece sussultare, e i fogli le scivolarono nuovamente sul pavimento. Sakura avrebbe voluto tanto raccoglierli e rimetterli a posto, facendo finta di nulla, ma sapeva che era impossibile, e che ora più che mai era nei guai, grossi guai.
-Non è una cosa carina ficcare il naso negli affari degli altri…- Naruto si chinò, raccogliendo i fogli.  -…comunque ho preparato un bagno caldo, se ti va.-
Detto questo, le porse una maglia enorme, e un pantalone, altrettanto largo.  –S-sicuro c-che non disturbo?- Lui sorrise. Un sorriso appena accennato, ma pur sempre un sorriso. Sakura si incantò di fronte a quel sorriso quasi invisibile. Arrossì violentemente, mormorando un flebile “grazie” e sparendo dietro la porta del bagno con i vestiti.
Naruto  osservò malinconicamente quei fogli di giornale. Erano loro la causa di tutto. Loro e di quel maledettissimo giorno.
 

* * *

 
Sakura si levò i vestiti bagnati, e si immerse nella vasca. L’acqua bollente era l’ideale per rilassarsi, e riscaldarsi un po’ dopo tutto quello che era successo.
Non appena fu entrata, il tepore della vasca la pervase, annebbiandole la mente e facendola cadere nel completo benessere.
Subito però, i suoi pensieri ricaddero su ciò che era avvenuto poco prima. Naruto era sicuramente arrabbiato, eppure non aveva dato nemmeno un accenno di fastidio. Questo confondeva la ragazza, e non poco.
Cercò di distrarsi, osservando attentamente l’arredamento della stanza da bagno; le pareti erano sempre bianche, leggermente rovinate dalla muffa, c’era una piccola finestra sulla parete di fronte alla vasca, un armadietto, il lavandino ed il water.
Quello che passò per la mente di Sakura in quel momento, era dannatamente vero: quella casa era veramente spoglia.
Non aveva nulla che la caratterizzava, non un particolare che potesse renderla speciale. Era così anonima da farti provare una certa agonia. Ma nonostante tutto, Sakura riusciva a vederci qualcosa di speciale, qualcosa che tutte le altre case non avevano.
Purtroppo però, nemmeno lei sapeva esattamente cosa. Ma l’avrebbe scoperto, oh si!
Si sciacquò un ultima volta, ed uscì dalla vasca. Si sentiva molto meglio, un bel bagno caldo è l’ideale per riprendersi da un acquazzone. 
Si infilò i vestiti che le aveva prestato Naruto, e notò con piacere che non le stavano affatto male. Contenta, uscì dal bagno, e si avvicinò nuovamente alla libreria. Decise però di non toccare nulla, per evitare altre figuracce.
-Hai finito con il bagno?-
La voce del ragazzo veniva dalla cucina, così senza dire niente, lo raggiunse, passando per una piccola apertura nella parete, situata di fianco all’entrata. –P-posso?-
Lui si voltò a guardarla, poi annuì lievemente. –Hai ancora freddo?-
Sakura non rispose, fissando il tè caldo che aveva preparato. Il ragazzo se ne accorse, e sorrise.
-Ne vuoi un po’?- Lei arrossì, ed rispose con un cenno del capo. Neruto prese due bicchieri e ce lo versò, completando l’opera con una montagna di zucchero.
Gliela porse, e la condusse di nuovo verso il soggiorno, dove si accomodarono sul divano.
Sakura si accorse che anche lui si era cambiato ed asciugato, e si chiese se avesse due bagni. Ma lo scacciò subito. Che razza di pensieri faceva? Non era da lei fare supposizioni simili.
-Immagino che avrai capito qualcosa, ormai.-
A Sakura mancò poco che si strozzasse, ma si trattenne e abbassò lo sguardo arrossendo. Aveva fatto la figura dell’impicciona, ma a lui sembrava non importasse nulla. La ragazza era confusa, non capiva niente di quello che gli passava per la testa, eppure lei stava facendo il possibile per riuscirci.
-Sei soddisfatta adesso? Non era quello che hai cercato di fare per tutto il tempo?-
Questa volta si strozzò sul serio, cominciando a tossire rumorosamente. Naruto si mise a ridere divertito, cosa che terrorizzò molto la ragazza. Cosa stava succedendo? Perché non era per niente arrabbiato? Ma soprattutto, come faceva a sapere di quello che stava cercando di fare?
Naruto smise di ridere, fissandola serio. –Se proprio vuoi saperlo, posso raccontartelo.-
Sakura non sapeva cosa fare, accettare sarebbe stata una cosa davvero maleducata ed indecente, però in fondo era quello che voleva, no? Che doveva fare? Decise di rimanere sul vago, e di accettare senza sembrare troppo interessata.
-S-se ti va di dirmelo… altrimenti n-non importa…-
Lui sorrise nuovamente. Sembrava si stesse divertendo sul serio –E va bene, allora non te lo dirò.- Sakura spalancò gli occhi. Aveva appena sprecato l’occasione che aspettava da tempo! Dannazione!
-Scherzavo! Per me non ci sono problemi.-  Fosse stato per lei, si sarebbe alzata e l’avrebbe fatto a pezzettini, ma la sua instancabile timidezza, il buon senso, e l’educazione, la costrinsero a rimanere ferma al suo posto e sorridere.
-Beh, come avrei già capito, i miei non ci sono più… infatti, tengo apposta quel giornale. E’ l’unico ricordo che ho di loro…-
In quel momento si ricordò della figura di quell’uomo, e di quanto assomigliasse a Naruto. Ma adesso che sapeva che erano padre e figlio, la somiglianza era come svanita. Naruto non aveva quell’espressione dolce che avevano i genitori, i suoi occhi non brillavano come quelli dell’uomo, ed il suo sorriso non era rassicurante come quello della madre.
Sakura si sentì tremendamente triste, conscia del fatto che lei non avrebbe mai potuto capire la sofferenza che aveva patito lui, non sarebbe mai stata capace di confortarlo, o semplicemente di sorridergli e dirgli “Va tutto bene”. Non sarebbe mai riuscita a farlo.
-La cosa più brutta, è che io non sono mai riuscito a conoscerli. Io sono stato l’unico sopravvissuto, è tutta colpa mia, sarei dovuto morire anche io con loro…-
La ragazza non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito, non poteva essere vero, come poteva dire che era una disgrazia il fatto che fosse rimasto vivo? Avrebbe dovuto essere felice, ringraziare il cielo di essersi salvato, e invece…
-Adesso penserai che sono un pazzo. Ma credimi, non è affatto bello vivere con il peso della morte di migliaia di persone sulle spalle. Non sempre il denaro è una buona cosa…-
Lei ci capiva sempre meno, cosa centravano adesso i soldi? E perché “il peso di migliaia di persone”? Cosa centrava lui? Non ce la faceva più, doveva chiederglielo, e voleva saperne di più, anzi, doveva saperne di più.
-Perché dici questo? Eppure non mi sembra che sia stata colpa tua… li c’era scritto che è stato un incidente!-
Naruto sorrise di nuovo. Un sorriso amaro, diverso da quelli fatti in precedenza. Possibile che non capisse? Eppure, gli sembrava una ragazza intelligente.
-Sei piuttosto ingenua, non dovresti credere a tutto quello che ti viene detto.-
-Cosa intendi dire?-
-Ecco, vedi…-
 
 

Continued…

 

Note dell'autrice:
Ciao a tutti! Ed eccoci arrivati al momento della verità, che non saprete mai! Muahahahahaha!
Ok, scherzavo xD
In questo capitolo, Naruto è molto simpatico, non trovate? Poi l’ho fatto lunghissimo, sono fiera di me!
Chiedo scusa, è vero, avevo detto che in questo capitolo si sarebbe scoperto tutto, ma non ce l’ho fatta, e l’ho diviso in due parti. Perdonatemi, vi prego!
Comunque mancava poco, e vi prometto che nel prossimo capitolo finirà tutto!
Ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono, e bla, bla, bla xD Un bacione a tutti quanti!!!!

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Capitolo 13
*** Il passato di Naruto - Parte 2 ***


IL PASSATO DI NARUTO – PARTE 2

 



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In un posto indefinito della città, le persone si spostavano impaurite, al passaggio di due giovani ragazzi che avevano l’aria di chi non ha tempo da perdere.
Difatti, i due poveri ragazzi, correvano senza sosta da circa un’ora e mezzo, in cerca della loro amica sparita chissà dove per via della pioggia.
-SASUKE! Se quel Naruto fa qualcosa alla mia amica, me la pagherai cara, CHIARO?!-
Il ragazzo, che di colpe non ne aveva nemmeno una, un po’ per la stanchezza, e un po’ per la paura, decise di non rispondere, limitandosi a sospirare sconsolato.
-Almeno impegnati a cercarla!- sbraitò la ragazza sempre più seccata. –Si, si. Le ho già inviato un messaggio! E poi, dovresti essere contenta, visto che il tuo piano ha funzionato. Almeno in parte…-
Karin spalancò gli occhi, che ne frattempo aveva tenuto chiusi annuendo soddisfatta, e rischiando di andare a sbattere contro qualcuno. Si, perché ancora stavano correndo!
-Cosa intendi per “almeno in parte”?-
-Beh, non sappiamo ancora se Sakura sia riuscita a scoprire qualcosa… per questo solo in parte.-
Beh, Sasuke aveva perfettamente ragione, non poteva biasimarlo. –Sono sicura che c’è riuscita! O almeno credo…-

 
* * *

 
-Ecco vedi… quando si sopravvive ad un avvenimento così… insomma ci siamo capiti, è difficile riuscire a riprendersi e a fidarsi delle persone.-
-In che senso è difficile fidarsi delle persone?- Lei non capiva, non poteva capire. Insomma, nessuno che non avesse vissuto sulla propria pelle una disgrazia simile, avrebbe potuto capire. E Sakura non l’aveva provato, non poteva capire.
-Perché il mio… anzi, il nostro, non è stato un semplice incidente…- fece una lunga pausa, respirando profondamente. Doveva essere particolarmente difficile riuscire ad esprimersi con una persona che nemmeno si conosce.
-Infatti non fu un incidente. Quella volta..- Il suo sguardo si perse nel vuoto. Non parlò più, e non smise di fissare un punto indefinito della stanza. Sembrava fosse entrato in uno stato di trance, ma Sakura sapeva benissimo che i suoi erano solo ricordi, terribili ricordi.
Poi alzò di scatto lo sguardo, fissandolo su quello della ragazza. Lei non lo resse, e voltò il capo da un’altra parte.
-Ma immagino che tu non possa capirmi… e poi credo che nemmeno ti possa interessare.-
Se Naruto conoscesse tutta la storia e i piani architettati da Sasuke, avrebbe sicuramente cambiato idea riguardo la sua ultima affermazione, ma Sakura non poteva certo rivelargli tutto, l’avrebbe cacciata fuori di casa a calci se avesse scoperto una cosa simile. Insomma, pedinare una persona per conoscere il suo passato, non erano cose proprio legali… ecco.
-Si che mi interessa!- Lui la guardò storto per un secondo, giusto il tempo per far capire alla ragazza che grande sciocchezza avesse detto. Ma non ci volle molto, infatti, Sakura si rese subito conto, e non perse tempo per rimediare. –Cioè, intendo dire che mi piacerebbe aiutarti… se è possibile.-
Naruto sembrò crederci, e riprese a raccontare – Dicevo, non è stato un vero e proprio incidente… infatti tutto era stato…-

“Nessuno ti vuole veramente bene…”

Naruto scosse violentemente il capo. Cosa stava facendo? Perché le stava raccontando tutto? Nemmeno si conoscevano. Doveva smetterla, immediatamente. O sarebbe stato troppo tardi, non poteva rischirare.
-Allora?- Sakura lo fissava ansiosa. Anche se probabilmente gli faceva male parlarne, ma Sakura era troppo curiosa, e voleva sapere tutto.  –Niente… lascia perdere-
Lui si alzò, e si diresse verso l’ingresso a testa bassa, afferrando due cappotti per proteggersi dalla pioggia.
-Dai vieni. E’ tardi, ti riaccompagno a casa.-
Si alzò anche lei, seguendolo ed annuendo dispiaciuta. Era tutta colpa sua se non era riuscita a sapere di più. Era accaduto tutto troppo in fretta, ed era stata troppo invadente.
Naruto le porse un cappotto, e lei lo accettò ringraziandolo con un sorriso.
Uscirono dall’edificio e ripercorsero la strada che avevano fatto poche ore prima al contrario. Arrivarono dove si erano incontrati, e si fermarono.
Sakura prese un attimo il telefono dalla tasca dei pantaloni che Naruto le aveva gentilmente prestato. Lo accese e… “Cosa? 120 messaggi di Sasuke?” Ne aprì due tre, ma il contenuto era sempre più o meno lo stesso:

“ 18.27 : Ehi, Sakura! Dove ti ha portata Naruto? Non vi vediamo più…
Sas’ke  “
 
“ 18.29 : Andiamo, Sakura! Dove siete? Karin mi sta uccidendo, e dice che se non vi fate vivi entro tre ore mi strangola… Rispondiiii!
Sas’ke”
 
“ 18.32 : SAKURAAAAA! Mi fai preoccupare così! Perché non mi rispondi? Se scopro che quell’Uzumaki ti ha fatto qualcosa di brutto, giuro non si ritrova più i denti! Forza, non puoi farmi stare così! RISPONDIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
Sas’ke”

 
La ragazza trattenne a stento una risata, alla vista di quei messaggi tutti uguali. Si affrettò a rispondere , dicendogli che stava benone, e che li aspettava dove si erano lasciati.
Ripose il telefono nella tasca, sperando di non ricevere altri messaggi di quel tipo, e si rivolse a Naruto.
-P-puoi andare… s-se vuoi.- Lui le sorrise, poi rispose –Se vuoi ti accompagno, per me non c’è problema.-
Sakura si affrettò a rispondere. Ci mancava solo che venisse a conoscenza del piano S.S.S.K !
-No! Cioè… volevo dire no, perché ho inviato un messaggio a mia madre e le ho detto di venire a prendermi qui. Quindi tranquillo, non c’è bisogno che ti scomodi.-
-Beh, allora aspetto con te. Fra poco farà buio e non  me la sento di lasciarti qui da sola.-
Sakura arrossì violentemente. Non era abituata a ricevere tante attenzioni. Gli disse che non era necessario, e lui dopo un po’ di proteste, si arrese, e decise di andarsene.
-E va bene, se proprio insisti. Ci vediamo!-
Si girò, e cominciò a camminare. Ma dopo nemmeno cinque metri si fermò, senza voltarsi. -Un’ultima cosa…-
La ragazza sobbalzò per lo spavento, poi tranquilla rispose –S-si… dimmi-
- Dopotutto, non sei così infantile. Sono stato bene con te e… Scusami per quella volta, non avrei dovuto prenderti in giro.-
Riprese a camminare e svoltò l’angolo, sparendo dalla vista di Sakura.
-Beh, infondo non è così antipatico-
-SASUKE!- Sakura si girò di scatto spaventata. Ultimamente si spaventava veramente troppo spesso. Si calmò e riprese a parlare.
-Devo assolutamente parlarti. Ora.-
Lui sembrò stupirsi. Non tanto per la richiesta, più che altro era la sicurezza con cui la ragazza aveva appena pronunciato quelle parole, che lo sorprendeva.
Poi sorrise –Certo, nessun problema. Vieni pure a casa mia, Karin ci sta aspettando-
 

* * *

 
-E così ti ha raccontato tutto?- la ragazza annuì lievemente. Karin aveva la bocca spalancata, non riusciva a crederci. Sakura si era rifiutata categoricamente di raccontare il passato del ragazzo, ma aveva riferito tutto di quello che era successo: la sua gentilezza, i sorrisi, le sue espressioni, i silenzi, il modo in cui gli aveva raccontato il suo passato, e come aveva interrotto la conversazione.
Tutto, nulla era stato lasciato al caso, perfino quello che era successo durante l’attesa vicino alla pozzanghera era stato rivelato.
Non c’è che dire, Sakura aveva fatto proprio un bel lavoro.
-Allora, quando avete intenzione di vedervi di nuovo?- Sakura rimase spiazzata dalla domanda di Sasuke e rimase in silenzio.
-Sakura, gli hai dato il tuo numero, vero?- Questa volta era la voce di Karin.
Silenzio.
-Santo cielo, Sakura! Sei un disastro!- Sakura arrossì, e Sasuke scoppiò a ridere. –CHE HAI DA RIDERE TU!-
-Niente, ma a quanto pare, la squadra S.S.S.K. ha ancora un compito da svolgere.- rispose lui con fare solenne. Le due ragazze sorrisero ed annuirono. Dopo tutto, anche loro si erano affezionate a quello strambo piano.
 

* * *

 
Sakura e Karin erano appena uscite da casa Uchiha.
Stavano percorrendo il vialetto che le avrebbe condotte all’uscita, quando…
-EHI, VOI! COSA CI FATE QUI?-
Le ragazze sobbalzarono voltando lo sguardo al cancelletto del giardino, dove sostava spazientita una bellissima quanto arrogante ragazza.
-Andiamo Sakura, siamo ancora in tempo. Voltati lentamente, e poi corri a tutta velocità dentro casa di Sasuke. Non tutto è perduto, possiamo ancora farcela.-
Sussurrò Karin pienamente cosciente dei guai in cui si erano appena andate a cacciare.
Sakura non si mosse. L’unica cosa che riuscì a dire, fu: -C-ciao… Hinata-
 
 


Note dell’autrice:
Ciao a tutti ragazzi! Come va la vita? *Cerca di deviare il discorso prima che le ricordino il ritardo*
Dai, perdonatemi! Lo so, è cortissimo, non succede niente, fa schifo ed è in ritardo, ma meglio di niente no? Purtroppo in questi giorni sono stata assalita dalla pigrizia, in più sono giorni che ho terminato una storia, ma ogni volta la devo modificare perché non mi soddisfa… insomma, cercate di capirmi!!!
Comunque, Naruto non è più freddo e distaccato com’era prima. O almeno non adesso… Muahahahahahahahahaha!
Ok… emh, dicevo, si incontreranno di nuovo oppure è stata la prima ed ultima volta?
E adesso ecco Hinata… Sakura e Karin sono state beccate, come andrà a finire? Se la caveranno, o dovranno fare il papiro degli addii prima della fine?
Poi non dimentichiamoci di TenTen. Vuole ancora conoscere Sakura, come andrà a finire?
Se volete saperlo, continuate a leggere!

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Capitolo 14
*** L'amore non è mai come ti fanno credere ***


L’AMORE NON E’ MAI COME TI FANNO CREDERE

 



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Seduto comodamente ad un tavolino di un bar, Shikamaru si beava dell’invitante tranquillità che gli era stata concessa da qualche strano potere divino.
Ordinò una bottiglia d’acqua naturale, e si immerse nei suoi pensieri, fissando fuori dalla finestra.

Era da un po’ che non si prendeva del tempo per pensare a se stesso. L’ultima volta aveva incontrato quella strana vecchietta, e da allora era ancora più confuso di prima; cosa voleva dire con quel “In amore i miracoli non accadono da soli, bisogna fare qualcosa per farli accadere…”? Era una frase senza senso, una presa in giro bella e buona. O no?

No, non lo era affatto, e questo Shikamaru lo aveva capito sin da subito. Cercò di soffermarsi sul significato della frase, e quando ci arrivò, provò ad attribuirlo alla sua situazione. Ma proprio quando c’era quasi arrivato, fu distratto da qualcosa. O meglio, qualcuno.
Fuori dal bar, Ino ed un ragazzo conversavano allegramente, dirigendosi proprio verso il bar dove stava lui. A Shikamaru non dava fastidio il fatto che la ragazza fosse in compagnia di qualcuno, ma ci mancò poco che si strozzasse con l’acqua che stava bevendo quando si accorse di chi fosse il ragazzo.
Perché Ino non era uscita con un tipo qualunque, Ino era uscita proprio con lui: Itachi Uchiha.
Era sicuramente un bravo ragazzo, fin troppo per i suoi gusti e quelli della ragazza. Itachi e Shikamaru avevano avuto modo di conoscersi più di una volta, durante i colloqui con gli insegnanti.
Spesso l’argomento ricadeva sul fratello più piccolo di Itachi, Sasuke. Visto che lui e Shikamaru andavano in classe insieme, Itachi gli chiedeva di come andasse a scuola, e se si comportasse bene con i professori. Ma Shikamaru non sapeva mai cosa rispondergli, visto che non ci aveva mai fatto caso vista la scarsa amicizia che c’era tra i due.
-Non so, bene credo.- Rispondeva sempre incapace di dare altre informazioni. Shikamaru non era mai stato un ragazzo particolarmente interessato a quelle cose, e capitava di rado che sapesse cosa accadeva intorno a lui. Questa sua mancanza di attenzione era dovuta soprattutto alla sua perenne pigrizia. Di una cosa però non si poteva discutere: Shikamaru era un ragazzo molto intelligente.
Questa sua intelligenza però, era poco utilizzata dal ragazzo, che preferiva di gran lunga farsi un sonnellino piuttosto che perdere tempo con la logica. Si poteva dire che era uno spreco, e che avrebbe dovuto coltivare questa sua dote, ma a lui non importava, e si accontentava sempre e solo di quello che succedeva, evitando di ambire a sogni irrealizzabili.
Il maggiore degli Uchiha però non si scomponeva, continuando a sorridere in quel modo strano e fastidioso. Non faceva sorrisi veri, non ci metteva un minimo di emozioni nel sorridere.
Solo ora però, Shikamaru si rendeva conto che stranamente non aveva mai conosciuto i genitori dei due fratelli, e che era sempre Itachi ad andare agli incontri con i professori di entrambi.
Non ebbe il tempo di rifletterci allungo, perché proprio quest’ultimo gli si avvicinò sorridente, portandosi dietro la ragazza.
-Ehi, Shikamaru! E’ da un po’ che non ci si vede, tutto a posto?- Fece sedendosi di fronte a lui, invitando Ino a fare lo stesso.
-Tutto a posto.- Replicò tenendo fermo lo sguardo sul ragazzo davanti a lui. Lanciò giusto qualche occhiata a Ino, giusto ogni tanto, tanto per deliziarsi di tutta quella bellezza.
-E voi, come state?- Usò il voi tanto per educazione, in realtà, non gli interessava molto come stesse la ragazza. Insomma, la vedeva tutti i giorni in classe, era completamente cosciente che stesse bene.
Infatti, rispose subito allegra –Benissimo, grazie!-
-Si tira aventi.- Fece lui, invece tremendamente calmo e pacato come al solito.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, e dopo aver ordinato qualcosa da mangiare, Shikamaru ruppe il silenzio. –Come mai da queste parti?-
-Semplicemente siamo andati in diversi posti, e necessitavamo di un po’ di meritato riposo.-
-Si! Siamo andati al Luna Park, non puoi neanche lontanamente immaginare quanto era grande, e poi siamo andati anche…-
Ino si mise a raccontare tutta la mattinata trascorsa con Itachi, gesticolando animatamente e parlando ad alta voce; ottenendo solamente qualche cenno d’assenso da quest’ultimo, e più o meno una ventina di sbadigli da parte di Shikamaru.
Verso l’ora di pranzo, quando la ragazza finì di raccontare, uscirono dal bar e Itachi prese parola. –Shikamaru, io ed Ino adesso andiamo al centro commerciale, che ne dici di unirti a noi? Una passeggiata non fa mai male.-
-Si, che idea fantastica! Itachi, sei un genio!- Gridò la ragazza euforica.
-Veramente, non è proprio il mio modo di divertirmi, quindi non credo che…-  -Perfetto, allora andiamo!-
Nonostante le proteste ed i lamenti, Shikamaru non riuscì ad evitare in nessun modo quel chiassoso pomeriggio diviso tra passeggiate e shopping sfrenato, nel più frequentato centro commerciale di Konoha.
-Che ne dici di questa?-
-Itachi, voglio quella gonna!-
-Come mi sta?-
-Nah, non mi piacciono quelle scarpe!-
-Troppo scollata.-
-Il tacco è troppo basso, proprio non capisci, eh?-
-Dai, andiamo la!-
 

* * *

 
-Ino, perché non ce ne torniamo tutti a casa adesso?- Shikamaru guardò l’orologio, e sbuffò quando lesse l’ora: 18,30
-Sei matto? La serata comincia adesso!- sbraitò la ragazza.
“Chi sarebbe il matto? Io a quest’ora già dormo.”
-Venite con me, ci divertiremo!- Disse, facendogli cenno di seguirla, e cominciando a camminare verso un locale abbastanza pieno.
Ed era proprio quando Ino diceva certe cose, che di lei non bisognava fidarsi. I due ragazzi la seguirono, preparati al caos totale a cui andavano incontro.
 
-Visto? Questo posto è il massimo! E voi che non volevate venire.- Ino si diresse velocemente al bancone di quell’enorme locale pieno zeppo di gente.
-Si, come no.- Sussurrò Itachi a Shikamaru ridendo. Quest’ultimo sospirò, abbandonandosi su una sedia dietro di lui, e maledicendosi per aver anche solo per un secondo dato retta ad Ino, ed essersi fidato ingenuamente di lei.
Sarebbe stata una lunga serata, una serata molto lunga.

 
* * *

 
-Perché non ce ne torniamo a casa? Ormai sarà l’1,00 di notte passata.- Shikamaru sbadigliò stanco. Non aveva fatto altro per tutta la sera, parlottando di tanto in tanto con Itachi. Era incredibile quanto quel ragazzo sapesse mantenere la calma e riuscisse a non scomporsi mai in ogni situazione.
-Uffa, quanto sei noioso! E va bene, andiamocene.- I tre ragazzi uscirono dal locale, e si diressero verso la stazione per tornare a casa.
-Scusate ragazzi.- Ino e Shikamaru si voltarono, guardando Itachi fermo sul marciapiede.
-Cosa c’è, perché ti sei fermato?- Chiese Ino interrogativa. –Io devo andare in un posto…- abbassò lo sguardo, poi subito lo rialzò sorridendo.
-Voi andate pure.-
-Se vuoi possiamo accomp- -No tranquilla, non ce né bisogno. Andate a casa- i due ragazzi rimaserov a guardare Itachi allontanarsi, finché non scomparve dalla loro vista; poi Shikamaru parlò dopo un breve sospiro.
-Andiamo?- La ragazza annuì con un mezzo sorriso, e ricominciarono a camminare lentamente.
 
Pochi minuti dopo, davanti alla stazione:

-Quale devi prendere?- -Perché lo vuoi sapere?- Shikamaru alzò le spalle, fissando assorto le rotaie della metro, come ci trovasse qualcosa di particolarmente interessante.
-Così. E poi, non ti hanno insegnato che non si risponde mai ad una domanda con un’altra domanda?- La ragazza scoppiò a ridere, poi rispose calma.
-Linea B. Ma non devi sentirti obbligato…-
-A fare cosa?-
Lei abbassò lo sguardo –Ad accompagnarmi. So cavarmela benissimo da sola, sai?-
Shikamaru sorrise –E va bene, se me lo chiedi in questo modo, allora…- -NON TE L’HO CHIESTO!- Sbraitò lei alzando un pugno all’altezza del viso.
Poi arrivò la metro.
 
Un altro po’ di minuti dopo, davanti casa Yamanaka:

-Bene, sei arrivata. Ci vediamo.- il ragazzo le diede le spalle, cominciando a camminare con le mani in tasca.
-Ehi, aspetta un momento!- si fermò, girando solo la testa per guardarla. –Che vuoi?-
-Volevo semplicemente dirti, che oggi mi sono divertita molto con te, e mi è sembrato strano che in tre anni passati insieme, io non mi sia mai accorta di te.- Disse sorridendo.
-E allora?- Non capiva, cosa c’era da dire? Che si era divertita se ne era accorto anche lui, vedi come lo aveva trascinato ovunque, ma cosa intendeva dirgli?
-E quindi, ti andrebbe di rifarlo qualche volta?- Shikamaru spalancò gli occhi.
-Vuoi dire che dovrò sopportare di nuovo quest’inferno? Non ci penso nemmeno!- -Ehi, come sarebbe a dire “quest’inferno”? E poi, non ti hanno insegnato che non si risponde mai ad una domanda con un’altra domanda?-
Il ragazzo sorrise –E’ vero, ma  quello che hai appena fatto anche tu.-
Ino spostò velocemente lo sguardo, arrossendo lievemente. –Non è vero, ti sbagli di grosso.-
-Comunque, per me va bene. Buona notte.-
-Buona notte!-
 

* * *

 
“incontriamoci alla piazzetta dove abbiamo litigato l’ultima volta. Devo dirti una cosa, è importante. PS: vediamoci li alle 17,00 in punto.
Temari”
La ragazza schiacciò il tasto “invio” ed attese, seduta su quella panchina dell’ultima volta.
Guardò velocemente l’orologio: 16.45
Le mani le si intrecciavano freneticamente, proprio non ci riusciva a stare ferma. Più il tempo passava, più sentiva la tensione aumentare, e le gambe tremarle. Mai in tutta la sua vita aveva provato il forte desiderio di alzarsi e scappare via come lo stava provando adesso.
Guardò di nuovo l’orologio impaziente: 16,52
Quei pochi minuti trascorsi, a Temari erano sembrati un tempo indeterminabile, un’ eternità.
Prese un piccolo foglietto di carta dalla borsa, e cominciò a piegarlo tante e tante volte. Lo riaprì e lo piegò nuovamente infinite volte, tante da perdere il conto. Cominciò a strappettarlo quando lo vide.
17,00 in punto.
In orario, come al solito. In base a quanto ricordava, Sai non era mai arrivato in ritardo ad un appuntamento, salvi casi eccezionali.
Tempo qualche secondo, e i due ragazzi si ritrovarono l’uno di fronte all’altro. –Temari, io…-
-No. Non dire niente che potrebbe rivelarsi solo un’inutile perdita di tempo, e lascia parlare me.-
Lui non rispose, né si mosse. Interminabili minuti di silenzio si fecero padroni di quel momento carico di tensione ed incertezze. Quell’atmosfera era insopportabile, così dopo un respiro profondo, Temari si decise a parlare.
-Facciamola finita, ormai è inutile continuare a fingere. E’ evidente che non ci amiamo più. Non come prima almeno…-
Sai le mise le mani sulle spalle, e fece  per baciarla, ma lei lo fermò abbassando lo sguardo. -Non hai capito… ti sto dicendo che voglio lasciarti. E’ meglio per tutti e due.-
Il ragazzo strinse la presa, come per non permetterle di andarsene, e poi parlò anche lui. –Non è quello che vuoi.-
-Si invece! E’ meglio così, credimi.- Temari si tolse di dosso le mani di lui, e poi si girò, incapace di guardarlo ancora.
-Cos’hai intenzione di fare?- Nel suo tono c’era una leggera nota di fastidio, ma non era arrabbiato. Evidentemente anche lui aveva capito che ormai non c’era più nulla da fare, e che era tutto inutile, loro non sarebbero più stati bene insieme.
E non era per colpa di quella stupida lite, ne tanto meno per le scenate di Temari. Ormai entrambi avevano capito di non amarsi più, di non volersi bene come se ne volevano quando avevano deciso di essere una coppia.
-Te l’ho detto, ci siamo appena lasciati. Cosa vuoi ancora?-
-Guardami ancora una volta. Guardami come se fossi ancora la mia ragazza, e ti prometto che poi non ti scoccerò più. Hai la mia parola.-
Lei si girò. Non era affatto felice di farlo, ma si sforzò di non piangere e di sorridere come meglio poteva. Voleva lasciargli un bel ricordo, proprio come aveva fatto lui con lei.
-Sono stata bene con te, davvero…- Il ragazzo l’abbracciò, e le sussurrò un “anch’io” nell’orecchio. Poi si staccarono, e nell’aria solo le ultime parole di Temari prima di andarsene.
-E’ finita…-
“L’amore non è mai come ti fanno credere…”
-Allora è questo che intendeva dire, eh?- Poi una lacrima, e le labbra incurvate in un amaro sorriso.
Temari.
 
 
 
Note dell’autrice:
Eccomi qua! Scusate il ritardo, ma ho avuto dei problemi con  la connessione e non ho potuto aggiornare prima. In compenso però, ho avuto tempo per portarmi un po’ avanti con i capitoli, e so per certo che non ci saranno ulteriori ritardi. Ciò per almeno una settimana o due. Xd
Per intenderci, non ho scritto nulla, ma so benissimo cosa devo scrivere, per cui, mi manca solamente di mettere nero su bianco tutto ciò che ho in mente nella mia malvagia testolina… xD
Che ne dite di questo capitolo? Un filler bello e buono, e mi dispiace per questo, ma non ho potuto fare diversamente, perdonatemi. Salvo l’ultimo pezzo però, dove Temari e Sai si lasciano.
Mi dispiace per loro, ma pianificavo la rottura già da tempo, e non potevo evitarlo. Diciamo pure che lo avevo deciso già dall’inizio della fic. Muahahahahahahahahahahaha! xD
Shikamaru avrà finalmente capito che Sakura è solo una cotta? E che Ino è la ragazza della sua vita? (Che parole grosse!) Lo scoprirete molto, molto presto!
Lo so che volevate sapere cosa avrebbe fatto Hinata a Sakura e Karin, ma la mancanza di tempo ed ispirazione mi hanno portato a scrivere questo inutile capitolo che spero con tutto il cuore vi piaccia.
Tranquilli però, che sto contemplando le pagine di word con delle sorpresine davvero coinvolgenti, che a pensarci mi fanno morire dal ridere, ma che faranno morire di lacrime (?) voi. xD
Rinnovo le mie scuse, e spero che mi perdonerete. Un bacione!
 
PS: ci sarà anche una parte 3 del capitolo “Il passato di Naruto”. Ma non aspettatevi nulla di simile a quello che è accaduto nelle altre due parti. Sarà molto, molto, molto diverso!!! E probabilmente arriverà qui su EFP tra un paio di capitoli. (Tipo 3-4).

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Capitolo 15
*** Ti aiuterò, Hinata ***


Ti aiuterò, Hinata

 



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-Allora, me lo dite o no quello che state combinando davanti a casa di Sasuke?- Hinata era seccata. Nonarrabbiata, ci mancherebbe, visto che nemmeno era casa sua, ma la sua confusione era comprensibile, e Sakura e Karin non sapevano proprio cosa fare.
Fortunatamente, Sakura trovò una soluzione, e se ben andasse contro i suoi principi, non esitò un secondo a dire una piccola bugia. –Beh, ci serviva un… un libro! Si…si, proprio un libro, e Sasuke è stato tanto gentile da prestarcelo… ehm, vero Karin?-
La ragazza fece un cenno d’assenso con il capo, colpita dallo strano, ma intelligente, comportamento dell’amica; e superò velocemente la corvina, trascinandosi dietro anche Sakura.
Hinata le guardò allontanarsi per un secondo, e si precipitò in casa dell’amico, evidentemente non aveva tempo da dedicare ai litigi o alle spiegazioni, ed aveva altro per la testa. Picchiettò spazientita il pugno sulla porta in legno color ciliegio, e suonò ripetutamente il campanello. Dopo pochi secondi, Sasuke aprì la porta, sorpreso dall’inaspettata visita della ragazza.
-Oh, Hinata! Entra pure, accomodati.- lei sorrise lievemente, e senza tanti complimenti entrò, sedendosi sul primo divano che vide. -Devi per caso dirmi qualcosa? Posso offrirti qualcosa, una tazza di té?- lei lo fissava, in attesa che l’interrogatorio finisse, poi prese a parlare, calma e pacata, ma con una nota di fastidio, o forse tristezza nella voce.
-No, non voglio niente. Ascoltami Sasuke, devo dirti una cosa… è importante.- il tono serio di Hinata lo fece preoccupare, e si sedette davanti a lei, pronto ad ascoltarla.
-Cosa c’è Hinata, è successo qualcosa per caso?- lei abbassò lo sguardo, coprendo il viso con la lunga frangetta, e poggiando le mani sulle ginocchia, stringendole con forza. –Io, cioè, i miei genitori hanno deciso di… oh, per la miseria, ma perché!?-
Sasuke corrugò la fronte. Se prima era preoccupato per quel qualcosa che era successo, adesso si preoccupava della sanità mentale della sua migliore amica. Insomma, comportarsi in quel modo, non era di certo normale.
-Ma perché, cosa? Non riesci a dirmi cosa è successo? Guarda che non mi metto a ridere!- provò a scherzarci su, ma non ci fu nessuna reazione e nemmeno uno sbuffo. Niente.
Rimasero in silenzio per un po’. Sasuke non capiva, ma non era nemmeno stupido. Aveva capito che le serviva tempo per riuscire a trovare il modo per esprimersi, visto che non era mai stata una ragazza particolarmente aperta, e con i discorsi pronti.
Dopo qualche minuto, finalmente riuscì a trovare le parole, e parlò. –Beh… i miei hanno deciso di… di… di cambiare casa!-
Silenzio. Silenzio e lacrime. Tante lacrime da parte della ragazza, che si buttò tra le braccia di Sasuke, stringendo la maglia con forza.
 

* * *

 
-Cavoli Sakura, sei un genio! Anche se non penso che ci abbia creduto molto, devo dire che senza di te non ce la saremo cavata.- Karin era euforica, e non faceva altro che complimentarsi con l’amica ormai da quando se ne erano andate da Sasuke.
Certo, il suo coraggio era stato ammirevole nell’affrontare Hinata, ma non c’era bisogno di farne un miracolo o qualcosa di innaturale.
-Su Karin, ormai è fatta, non parliamone più…- Sakura era arrossita con tutti quei complimenti, ma era felice. Si sentiva forte in un certo senso, ma sapeva anche lei che non era nulla di speciale.
-Scherzi, vero? Per una volta che fai qualcosa per qui vale la pena parlare, vuoi dimenticare tutto? Non ci penso nemmeno, dovranno saperlo tutti a scuola che hai detto una bugia ad Hinata!- dopo un po’ di tempo passato a bisticciare, Karin decise di assecondarla, e di non parlarne più, date le circostanze.
Avevano quasi raggiunto il parco, quando sentirono una voce chiamarle. Si voltarono entrambe, e con enorme stupore, videro la figura di Tenten, avvicinarsi di corsa. Quando le raggiunse, dovette aspettare qualche secondo prima di poter parlare, la corsa l’aveva stremata, e non aveva più fiato.
-Allora, cosa vuoi?- si erano sedute su una panchina del parco, e attendevano pazientemente di sapere cosa volesse la migliore amica di Hinata da loro.
Prese un ultimo respiro, e bevve un sorso dell’acqua che le avevano offerto. –Oh, si scusate, vi sto facendo perdere tempo…-
-Si, è vero.- Sakura impallidì, mordendosi il labbro inferiore. –Karin! Non essere c-così scortese, non è affatto carino! Tenten, s-scusala, sono sicura che non voleva risponderti in quel modo.-
La ragazza sghignazzò divertita, tenendosi la pancia, e facendo finta di asciugarsi le lacrime. –No Sakura, stai tranquilla. Più importante, potresti venire con me? Vorrei parlarti…-
Sakura di alzò lentamente dalla panchina, e la seguì a testa bassa, quasi avesse paura di quello che stava per sentire. Le dispiaceva anche dover lasciare da sola Karin, ma per lei non si preoccupò più di tanto. Infondo sapeva cavarsela molto meglio di lei.
Camminarono a lungo, nessuna delle due proferì parola. Camminarono, ancora e ancora, e decisero di fermarsi solamente quando le gambe dolevano a tutte e due. Si sedettero su di un muretto, in attesa. Alla fine, Tenten decise che quello era il momento perfetto per dirgli che voleva diventare sua amica.
-Senti Sakura…- la ragazza sussultò, e si sforzò di alzare la testa per guardarla, cosa che gli riuscì più o meno bene. –Si… dimmi pure.- stranamente quel giorno si sentiva più a suo agio con le persone. Forse il fatto che fosse riuscita a mentire alla grande Hinata Hyuuga, o forse la vicinanza di Sasuke e Karin, in qualche modo era riuscita ad acquisire più sicurezza, soprattutto con le ragazze.
-Beh, forse potrà sembrarti un’idea stupida, però, a me piacerebbe molto se accettassi non di diventare mia amica, almeno non adesso, ma mi farebbe piacere provare a conoscerti…- la ragazza con gli chignon le fece un timido sorriso. Evidentemente si vergognava un po’ a fare richieste così esplicite, anche se non era nulla di particolarmente imbarazzante. Anzi, non lo era per niente.
Sakura si chiese come mai tutti gli amici di Hinata stessero diventando, a poco a poco, anche i suoi; e venisse automaticamente messa nei pasticci. Non ci pensò molto, perché si ritrovò a  rispondere positivamente con un bellissimo sorriso stampato sulla faccia.
-Oh, grazie mille! E, stai tranquilla, non diremo nulla ad Hinata, in modo tale da non finire nei casini. Sai, ho l’impressione che tra voi due non scorra buon sangue.- si lasciò sfuggire un risolino divertito, che contagiò anche Sakura, e si ritrovarono a percorrere al contrario la stessa strada fatta in precedenza.
Arrivarono alla panchina, e con loro grande stupore trovarono Karin intenta ad aspettarle con le braccia incrociate e il piede tamburellante sull’asfalto rovinato.
-Karin! Non ci posso credere, nonostante tutto il tempo che abbiamo impiegato, tu ci hai aspettate comunque!- quella sbuffò, spostando lo sguardo e chiudendo gli occhi. Anche se non lo dava troppo a vedere, Karin voleva un gran bene a Sakura, ed era proprio in quei momenti che le dimostrava quanto.
-E ci avete messo pure tanto. Ingrate!- le due risero, e dopo un po’ anche Karin di unì alle risate, smettendo di avere quell’aria seccata di sempre, ed assumendo un’espressione indecifrabile ma bellissima.
Passarono altre due ore, e raccontarono a Karin dell’idea di diventare amiche, e valutarono l’opzione di far entrare Tenten nel piano S.S.S.K. senza dire, chiaramente, nulla alla diretta interessata. Decisero quindi di proporre la cosa a Sasuke, e di decidere insieme.
Incredibile ma vero, Karin non si oppose per niente a nessuna delle due proposte, e anzi, sembrava persino contenta che ci fosse un nuovo componente. Evidentemente lo scarseggio di femminilità in quel gruppo la infastidiva, e la presenza di una ragazza la rendeva, se non felice, sollevata. Nonostante le ragazze e i ragazzi fossero esattamente pari.
 

* * *

 
Hinata si era calmata da un bel pezzo ormai, e aveva accettato una tazza di tè per riprendersi un pochino, e di parlarne con Sasuke.
Il ragazzo era sconvolto quasi quanto lei. Gli aveva raccontato tutta la storia, e da quello che aveva capito, in seguito ad una chiamata da parte della scuola, i suoi avevano deciso di trasferirsi in un’altra città per cercare di rieducare la figlia.
A quanto pareva, un insegnante era venuto a conoscenza dei numerosi litigi tra lei e Sakura, e dei brutti comportamenti che assumeva Hinata verso di lei. Questo aveva fatto scattare l’ira dei genitori, e per punizione avrebbe dovuto trasferirsi. Ma non con la famiglia, sarebbe dovuta andare a Tokyo da sola.
L’idea era quella di mandarla in un istituto di rieducazione per ragazzi e ragazze con precedenti non molto civili, e sperare che il carattere sarebbe cambiato. Quello che i suoi non capivano però, era che quello che serviva ad Hinata era la sua famiglia, una vera famiglia, e non una specie di orfanotrofio per teppisti.
Da sempre Hinata veniva trattata come una nullità, usata per i lavori di casa, ed accusata per l’improvvisa banca rotta che aveva subito la sua famiglia.
Dopo la nascita di sua sorella, la madre morì per un’emorragia, e la colpa di tutto fu data ad Hinata, la primogenita e futura erede della società del padre. Questo fece diventare Hinata, da una bambina gentile ed educata, ad un pezzo di ghiaccio.
Dopo poco, il padre si risposò, e la matrigna della ragazza non assomigliava per niente alla madre. Questa cercava in tutti i modi di rimpiazzarla, non urlava mai, era sempre cortese, e non c’era modo di farla arrabbiare, ma questo faceva soffrire Hinata. Tanto.
Perché lei non voleva una sostituta, nessuno avrebbe potuto prendere il posto della madre. Le sarebbe andato bene se si fosse semplicemente sforzata di essere se stessa, ma evidentemente per la sua nuova madre era una richiesta impossibile da esaudire.
Ormai, le uniche a portare i soldi a casa e a sfamare la famiglia erano lei e la madre. Si facevano in quattro per essere utili, ma evidentemente non era bastato.
Hinata si era addirittura chiusa in casa per un periodo lunghissimo, per studiare. Aveva passato i pomeriggi di chissà quanti mesi sopra i libri, impegnandosi al massimo. Ottenne degli ottimi risultati, e vinse una borsa di studio. Grazie ad essa andarono avanti ancora per un po’, e contemporaneamente cercò di rendere il padre fiero di lei.
La povertà non le dispiaceva, sosteneva di essere più felice ora di quando avevano i soldi; ma non era affatto così. Prima era un disonore per la famiglia, e adesso era la schiava.
-Tu non ci vuoi andare a Tokyo, vero?- lei lo guardò male –Ma davvero? Fino a pochi secondi fa, pensavo il contrario. Davvero, finire in una specie di prigione per ragazzi instabili è davvero il massimo, credo che anticiperò la partenza!- le lacrime avevano smesso di bagnarle il viso, ma il tremore alla voce era rimasto, e non sembrava intenzionato ad andarsene. –Il sarcasmo non è proprio adatto a questa situazione. Rispondi seriamente, potresti benissimo volerci andare, perciò devi rispondere.-
Lo guardò male di nuovo, e incurvò le labbra in un piccolo sorriso amaro, e carico di sofferenza. –No che non ci voglio andare, io voglio rimanere qui con tutti voi. Perché… si, insomma, infondo io vi voglio… bene.- Sasuke sorrise, non aveva mai sentito quella frase uscirgli dalla bocca, ed adesso che l’aveva sentita, l’avrebbe aiutata in tutti i modi possibili.
-Bene, se non vuoi andartene, non te ne andrai!- Hinata spalancò gli occhi, che cosa aveva intenzione di fare? Il tono che aveva usato, non tralasciava nulla di buono, e tanti, tanti guai.
-Cosa avresti intenzione di fare, eh Sasuke?- lui sorrise, un sorriso malvagio che metteva i brividi. Perfino Hinata impallidì non appena lo vide. –R-rispondi…- il ragazzo continuò a sorridere, incurante del viso pallido dell’amica.
Poi rispose, la voce anche peggio della faccia. –Direi che ha inizio il piano O.S.H.!- se gli occhi di Hinata prima erano spalancati dal terrore, adesso quasi le uscivano dalle orbite dallo shock. Che significava il piano O.S.H? Sasuke era forse diventato pazzo? Prendeva dei medicinali di nascosto che lei non conosceva?
-S-scusa, Sasuke… cosa sarebbe? Sei scemo?- il lieve balbettio era dovuto alla strana situazione ed al comportamento di lui, che era a dir poco inquietante. –Oh beh, significa: Operazione Salvataggio Hinata! Non lo trovi fantastico?-
Lei incurvò le labbra in una smorfia, ed alzò le spalle con noncuranza. Se il piano funzionava, allora poteva chiamarlo anche: Operazione Pazzia di Sasuke, non le sarebbe importato minimamente. Sorrise, e poi scoppiò a ridere insieme a Sasuke. Era bello avere degli amici così, pronti ad aiutarti in ogni situazione.

* * *

 
Naruto stava tranquillamente passeggiando, le mani in tasca e lo sguardo basso. Alzò lo sguardo per un istante e vide Sakura, seduta su una panchina intenta ad arricciarsi una ciocca di capelli rosa, che le ricadeva fastidiosa sul collo.
Le si avvicinò, e si sedette accanto a lei, tenendo basso lo sguardo. –Ciao, Sakura- Lei sussultò, quasi non si fosse accorta di non essere più sola, poi rispose con un banalissimo “ciao”
Naruto sorrise –Senti, io volevo scusarmi con te…- La ragazza aggrottò la fronte, non capendo il motivo per il quale dovesse ricevere delle scuse da lui. Stette in silenzio, attendendo la fine del discorso.
-Insomma, io ti ho sempre trattata male, nonostante sapessi che volevi avvicinarti a me solo per aiutarmi…- Sakura non appena udì quelle parole, si sentì in colpa; era vero, aveva deciso di aiutarlo, ma solamente dopo essere venuta a conoscenza del suo triste passato. All’inizio la sua era semplice curiosità.
-Perciò, scusami.- Lei sorrise dolcemente, accettando le scuse e chiedendosi come mai un ragazzo così gentile si comportasse in una maniera inaccettabile con tutti gli altri.
-Scuse accettate.- Naruto la guardò per un secondo, senza smettere di sorridere. Rimasero a fissarsi per alcuni secondi, dopodiché spezzò il silenzio creatosi. –E’ strano…- la ragazza lo guardò confusa, possibile che dovesse sempre parlare a pezzi? Non poteva finire almeno una frase senza mettergli qualche dubbio nella testa?
-Cosa è strano?- Naruto stava fissando un sassolino, proprio come fosse la cosa più interessante del mondo in quel momento. Non le rispose, e senza saperne il motivo, anche lei incominciò ad ammirare quel misero sassolino, sperando di trovarci qualcosa di incredibile anch’essa.
-Non riesco a capire come mai tu non mi sembri una cattiva persona…- Lei spalancò gli occhi, in che senso non riusciva a capire? Era ovvio che lei fosse una brava persona, come tutti gli altri del resto. Non c’era nulla di strano, no? E’ normale credere nella bontà delle persone.
-C-come non riesci a capire…?- Sakura cercò il suo sguardo, ma non lo trovò, sebbene fosse ancora fisso sul sassolino. Continuava a non rispondere, e lei ci capiva sempre meno. Possibile che non riuscisse mai ad intuire nulla? Quel ragazzo era così misterioso… ormai era convinta che ogni segreto su di lui si fosse dissolto, ma evidentemente non era affatto così.
-Io, non riesco mai a fidarmi di nessuno… non voglio fidarmi di nessuno. Eppure, con te è diverso, sento che con te posso confidarmi, che posso considerarti un’… amica.- Silenzio. Ormai c’era sempre lui, in qualunque situazione c’era sempre un silenzio imbarazzante, che Sakura non riusciva in nessun modo a rompere.
-C-erto che puoi fidarti di me, ma anche di tutti gli altri… e poi, perché non vuoi fidarti di nessuno?- Adesso Naruto la guardava, ed anche lei lo faceva. Il suo sguardo era carico di tristezza… no, di odio. Quello che celava nei suoi occhi era odio, odio allo stato puro.
Sakura quasi si spaventò, e non riuscì a reggerlo. Abbassò il capo, torturandosi la ciocca di capelli e mordendosi il labbro inferiore.
-Perché fidarsi è bene, ma non fidarsi è molto meglio.- ma la stava prendendo in giro? Prima faceva il serio, e poi se ne usciva con quei proverbi? Certo, non aveva niente contro di essi, ma anche lei li conosceva, non c’era bisogno di citarli in quel modo. E poi, non sapeva bene cosa, ma quella frase le aveva ricordato qualcuno…
-Perché dici questo? A-anche io conosco questo proverbio, n-non è necessario che tu me lo ripeta!- Lui rise, cosa che fece al quanto irritare la ragazza. Poi il sorriso svanì, e si alzò, dandole le spalle. –Io invece sono convinto del contrario. Tu non conosci affatto il significato di questo proverbio, non sai niente.-
Sakura di alzò di scatto, stringendo forte la gonna che indossava, affondando le dita nella morbida stoffa. –Aspetta! Dove vai adesso? Non puoi andartene, devi spiegarmi cosa intendi, io non riesco a capire! Ti prego, fermati qui con me, io voglio davvero aiutarti… ma se non mi dici niente, io come faccio?-
Proprio come la ragazza aveva chiesto, Naruto si fermò, voltandosi e mostrando uno strano sorrisetto tra il triste e il divertito. Magari non era poi un’idea così cattiva quella di provare a fidarsi di qualcuno, dopo tanto tempo.
-E va bene, vieni con me, non mi va di stare fermo. Ti racconterò qualcosa mentre camminiamo, ma non ho intenzione di finire il discorso di prima. Voglio solo farti capire che le persone non sono sempre come te le immagini, e metterti in testa che non bisogna fidarsi troppo.-
Lei annuì, non era proprio quello che sperava, ma era meglio di niente, no?
 

* * *

 
-Allora Hinata, per prima cosa non dovrai dare più fastidio a Sakura, né dovrai risponderle male in alcun modo! Ci siamo capiti?- Sasuke la fissò, mentre attendeva una risposta positiva.
Lei annuì, ma non si limitò a quello –Va bene, ma secondo me è inutile. Mio padre non ci casca in queste scenette, non crederà mai che io sia pentita sul serio, e non rinuncerà a spedirmi in quella specie di riformatorio!- Il ragazzo sorrise, capendo al volo a cosa stava alludendo l’amica.
-Questo è ovvio, visto che infatti tu non sei affatto pentita.- Hinata abbassò lo sguardo, aveva colpito in pieno. Come al solito.
Anche se non sembrava, Sasuke era un genio in tutto. Andava bene a scuola, era un asso negli sport, sapeva intraprendere una conversazione con chiunque, e più di tutti, era l’unico che riuscisse a comprendere a pieno Hinata come non ci era mai riuscito nessun altro, nemmeno sua madre.
-Ed è proprio questo il punto, Hinata. Tu non devi fare finta di essere pentita, tu devi pentirti! Non devi sforzarti di rispondere bene a Sakura, tu devi farlo perché vuoi farlo! E se non ci riesci, allora forse ti serve davvero andare in quella scuola.-
La ragazza spalancò gli occhi, e si trattenne dal strozzarlo. Come poteva dirgli una cosa simile? Proprio lui che era il suo migliore amico? Ma forse aveva ragione lui, lo stava facendo per il suo bene, doveva solo essergli grata e fare come diceva lui.
-E va bene… ti prometto che mi impegnerò al massimo, non tratterò più male Sakura, quant’è vero che mi chiamo Hinata Hyuga!- sorrisero entrambi, quando Hinata faceva una promessa la manteneva, a qualsiasi costo.
-Ok, visto che sei così determinata, che ne dici di iniziare subito?- lei lo guardò interrogativa, cosa intendeva con “iniziare subito”? Aveva forse qualcos’altro in mente? Di qualsiasi cosa si trattasse, Hinata sperava non fosse nulla di bizzarro come quello strano piano che si era messo in testa di attuare.
-Dai, vieni con me. Abbiamo molto da fare noi due!- si alzò dal divano, e seguito dalla ragazza si avviò dove lei non si sarebbe mai aspettata di andare…
 
-Ma allora, si può sapere dove stiamo andando?-  Hinata era spazientita, non erano nemmeno dieci minuti che camminavano, ma se non le diceva qual’era la destinazione, non avrebbe fatto un altro passo. –Un minuto di pazienza, Hinata! Siamo quasi arrivati, resisti ancora un po’. Se ti dicessi cosa voglio fare te ne andresti subito, quindi non posso dirti nulla.-
Stava davvero per voltarsi ed andarsene, se venire a sapere dove stavano andando le avrebbe fatto cambiare idea, tanto valeva fare come se già lo sapesse. Qualcosa però le diceva che sarebbe stato meglio restare, e vedere come si evolvevano le cose. Chissà, magari quella di Sasuke era solo una supposizione, e non le sarebbe dispiaciuto affatto andare dove la stava portando.
Lui si fermò. Erano davanti al cancello della scuola, cosa che la confuse un poco. Era un luogo insolito, si aspettava che sarebbero andati al parco, o in un posto più comune. Forse si riferiva alla scuola quando diceva che non le sarebbe piaciuto, infondo non le piaceva molto andarci, anche se aveva degli ottimi voti.
-Allora, è qui che dovevi portarmi? Perché proprio a scuola?- Sasuke non rispose, e prese il cellulare digitando un numero. La ragazza le fece un’altra serie di domande, ma lui la ignorò completamente, appoggiandosi il telefono all’orecchio e attendendo la risposta.
Si allontanò un pochino, e dopo nemmeno cinque minuti si riavvicinò, riponendo nella tasca dei jeans il cellulare. –Ok, arriva.- lei lo fissò, in attesa che le dicesse chi stava per arrivare. La risposta non arrivò, così decise di rassegnarsi e sperare che quella persona si sbrigasse a raggiungerli.
 

* * *

 
-Capisco… adesso scusami, ho ricevuto una chiamata da un mio amico, e pare sia importante. Il mio numero di cellulare ce l’hai, per cui, se ti andasse di r-rivederci chiamami pure. Ci vediamo!- gli fece un cenno con la mano e si incamminò verso il cancello della scuola.
A Sakura sembrava un posto piuttosto insolito per vedersi, di solito si vedevano al parco, o in un posto un po’ più comune. Decise di non pensarci troppo, ed aumentò il passo, volendo arrivare da lui il prima possibile. Dalla chiamata era sembrata davvero una cosa seria, così non voleva farlo aspettare troppo.
Non poteva certo negare che non vedesse l’ora di parlargli, ma questo passava in secondo piano visto che la priorità adesso era quello che aveva da dirle.
Pochi minuti e arrivò a qualche metro di distanza dalla scuola. Assottigliò lo sguardo, cercando di riconoscere le due figure scure che vedeva in lontananza. Uno era Sasuke, non c’era dubbio, ma non riuscì a capire chi fosse l’altro individuo.
Sasuke non le aveva detto che ci sarebbe stato qualcun altro. Si avvicinò ancora e ancora, fino a ché non capì con un po’ di dispiacere che l’altra figura non era altro che di Hinata. Rallentò un po’ il passo, tanto da sembrare non muoversi affatto.
Cambiò subito idea, non c’era modo peggiore che andarsene in quel momento. Certo, la voglia di parlare con Hinata era poca, pochissima, quasi nulla, ma non poteva certo dare buca a Sasuke, non adesso che poteva finalmente fargli vedere che non aveva paura di affrontare la ragazza.
Arrivò davanti ai ragazzi e si fermò, fissandoli in silenzio. Sasuke le sorrise, e guardò per un secondo Hinata spaventandosi dell’espressione che aveva assunto. Le aveva raccomandato di non fare mosse azzardate, ma a quanto sembrava non era iniziata affatto bene.
-C-ciao Sasuke… Hinata.- Il ragazzo continuò a sorriderle come per rassicurarla, mentre Hinata la fulminava con lo sguardo. Poi stranamente anche lei sorrise, non come Sasuke ovviamente, ma sembrava sincera, e rispose al saluto come se non avessero mai litigato, come se tutto quello che avevano provato reciprocamente fosse svanito con un semplice saluto.
Sakura invece non sorrise, e continuò a fissare entrambi in silenzio, attendendo una spiegazione plausibile per quella scenata. Fu Sasuke a spiegare tutto, benché fosse l’unico a sapere cosa stesse succedendo. –Allora ragazze, visto che adesso ci siamo tutti, direi che giustamente vorrete avere una spiegazione per questo “incontro”- le due annuirono, e lui prese un respiro profondo, preparandosi un discorso adatto alla situazione.
Non era il tipo da fare le cose frettolosamente, senza essere sicuro di quello che faceva e senza pensarci prima. Quando fu completamente sicuro di quello che doveva dire, si schiarì la voce, e parlò. –Bene, allora con il tuo permesso Hinata, per far sì che il mio piano funzioni, dovrei raccontare tutta la storia a Sakura. Sei d’accordo?-
Lei scosse violentemente il capo, e si apprestò a rispondere con molta poca delicatezza. –Ma ti sei bevuto il cervello? Non lo sa mia sorella e dovrei raccontarlo a questa… questa qui! Non pensarci nemmeno, te lo scordi!- Sasuke la guardò male, e la vide abbassare il capo sbuffando.
-E va bene, fai come ti pare.- il ragazzo sorrise e rivolse la sua attenzione a Sakura. –Allora Sakura, ci serve il tuo aiuto per evitare che Hinata sia costretta a partire per Tokyo.- lei spalancò gli occhi. Non era possibile, Hinata a… Tokyo? Cavoli, questa era il sogno di una vita, Hinata sarebbe sparita per sempre dalla sua vita, non avrebbe avuto più nessun problema, ma allora… perché non si sentiva affatto sollevata?
-C-come sarebbe a dire T-tokyo? N-non è possibile…- Sakura guardò Hinata, come per avere una conferma, ma tutto quello che ricevette fu sentire un sospiro carico di tristezza e vedere una cascata di capelli corvini coprire il volto della ragazza. Spostò lo sguardo su Sasuke, ma lui guardava da un’altra parte, con gli occhi bassi.
Sakura chiuse gli occhi, come per comprendere a fondo le parole che il ragazzo aveva pronunciato, e cercando di riuscire a dargli un altro significato a lei sconosciuto. Passarono alcuni secondi, ma niente. Li riaprì, e quello che vide la lasciò senza parole. Hinata piangeva, stava in silenzio, non singhiozzava affatto, ma le lacrime c’erano. Quelle scendevano, impadronendosi dei lineamenti perfetti della ragazza.
-S-sakura… per favore, aiutami!- Davvero, non poteva essere reale la scena a cui stava assistendo. Hinata piangeva e le aveva appena chiesto aiuto. Cosa poteva mai fare poi, non lo sapeva nemmeno lei, ma ce l’avrebbe messa tutta. Ed anche se sapeva benissimo che non avrebbe mai ricevuto nemmeno un ringraziamento oppure un semplice gesto di gratitudine, non le importava. Avrebbe aiutato Hinata, anche se dopo sarebbe tornato tutto come prima e tutto sarebbe stato dimenticato. Anche se avrebbe sicuramente scoperto la segreta amicizia che legava lei e Sasuke, anche se fosse venuta a conoscenza del piano S.S.S.K non le sarebbe importato.
Hinata stava soffrendo davvero, e non importava se si erano sempre detestate, questo andava oltre a quella specie di rivalità che c’era stata. –Va bene… si, ti aiuterò, Hinata.- Sasuke sorrise, fece calmare Hinata e le portò in un bar. Non c’era niente di meglio di un buon tè freddo al limone con un buon panino per parlare pacificamente e spiegare ad entrambe quello che avrebbero dovuto fare d’ora in avanti.
 

* * *

 
-Allora Sakura, ora che sai tutta la storia, capisci perché dovete smetterla di litigare?- la ragazza annuì tristemente, adesso capiva come mai serviva il suo aiuto, era solo colpa sua se i genitori di Hinata avevano preso questa crudele decisione.
All’inizio non comprendeva, era certa che sarebbe stato solamente per la durata dell’anno scolastico, ma quando Sasuke le disse che sarebbe dovuta rimanere lì fino a quando non avesse avuto un comportamento adeguato e la maggiore età, si sentì tremendamente in colpa.
Certo, se solo Hinata non l’avesse sempre trattata male, adesso tutto questo non sarebbe necessario, ma era anche vero che se solo Sakura avesse avuto la forza di parlare pacificamente e chiarire anzi che starsene sempre in silenzio a sopportare, forse avrebbe risolto la faccenda molto tempo prima.
-Amiche?- Sakura non si sarebbe mai aspettata di pronunciare simili parole proprio ad Hinata, mentre le tendeva la mano, e si sorprese non poco per averlo fatto.
Come era prevedibile però, Hinata non era affatto il tipo di persona che dimentica tutto e prova a ricominciare, così voltò lo sguardo su un lato e incrociò le braccia al petto. –Adesso non esagerare. Direi che per ora una tregua è più che sufficiente.- e si strinsero la mano, come non avrebbero mai pensato di fare.
Sasuke intanto sorrideva. Nonostante non fossero in buoni rapporti, quelle due ragazze promettevano bene, e sicuramente sarebbero riuscite a sistemare le cose nel migliore dei modi.
E così uscirono dal bar con il sorriso sulle labbra. Tutti e tre soddisfatti e sicuri di assistere ad un lieto fine.
 
 
 




Note dell’autrice:
Ciao a tutti, lettrici e lettori, come sono andate le vacanze? Spero bene, e… Ah, da quanto tempo è che non aggiorno? Ebbene, ecco qui dopo quasi tre mesi un bel capitoletto bello lungo, tutto per voi!
Spero che l’attesa non vi abbia consumato (?) e che non mi ucciderete per averla sospesa per così tanto tempo. Ma state tranquilli, le vacanze sono finite, la scuola è ricominciata, e gli aggiornamenti saranno regolari per le prossime sei, sette settimane.
Perché è vero che in tutto questo tempo non ho mai aggiornato, ma è anche vero che sono riuscita a concentrarmi meglio ed a scrivere più o meno sei capitoli, lunghi e pieni di sorprese! (O almeno credo… o.o)
Ho anche fatto la scaletta per i capitoli, e so esattamente quanti saranno, ma non ve lo dico per non farvi dire quando arriveremo più avanti, cose del tipo “Mmh… siamo quasi alla fine, ormai. Che peccato.” Oppure “Evvai, finalmente tra poco tempo finisce, non la sopportavo più!” .-.
Per cui, non dirò a nessuno quanti capitoli saranno, né quanti ne mancano perché sia finita. Posso solo dirvi che non sono moltissimi, e che non tirerà per le lunghe.
Bhe, come vedete abbiamo un’Hinata piuttosto fragile, ma state certi che non si arrenderà tanto facilmente, nonostante tutte le cose brutte che le accadranno… Muahahahahahahahahahahahah!
Sasuke, non so voi, ma io lo adoro, è davvero dolcissimo! E dire che di solito lo odio... Anzi no, direi che mi è del tutto indifferente, anche se è un pazzo psicopatico.
Beh, che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima! Baci<3

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Capitolo 16
*** Amici...? ***


Amici…?




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-Sakura, tesoro, come mai sei tornata così tardi? Ti sei trattenuta a scuola, per caso?- la voce proveniva dalla cucina, dove la madre era impegnata a stendere un grande foglio di pasta, munita di mattarello. La figlia la raggiunse, mettendosi a sedere su una delle sedie del tavolo.
-No, ero con degli amici.- respirò profondamente, assaporando l’odore sublime del sugo fatto in casa dalla mamma. Era buffo, la signora Haruno era veramente brava in cucina, mentre Sakura rischiava ogni volta di mandare a fuoco la casa, ed aveva imparato a cucinare solamente i biscotti di pasta frolla che faceva sempre sua nonna.
Anche se non era affatto difficile cucinarli, Sakura poteva vantarsi di essere l’unica a conoscere il segreto per renderli unici. La nonna lo aveva detto solo a lei, la sua unica nipote, al quale voleva un bene dell’anima. Nemmeno la sua stessa figlia ne era a conoscenza, ed era l’unica cosa in cui Sakura la batteva nell’ambito culinario.
-Con Karin, immagino. Giusto?- lei scosse la testa, e la madre si sorprese. Sakura non aveva mai avuto degli amici, escludendo Karin ed un certo Sai, che comunque non era poi così legato alla figlia. Era curiosa di conoscere i nomi dei suoi nuovi amici, ma era sicura che non c’era bisogno di chiederlo. Sakura era sempre stata aperta con lei, avrebbe solo dovuto pazientare qualche secondo, e avrebbe saputo tutto quanto.
-Sono uscita per vedere come stava Hinata… e c’era anche Sasuke.- la donna si bloccò. Sasuke era un nome nuovo, non ricordava di averne mai sentito parlare, ma Hinata… lei si, era consapevole che tra lei e Sakura non scorreva buon sangue, aveva saputo che aveva procurato non pochi problemi a lei ed alla famiglia, e non si sarebbe mai aspettata che uscisse per vederla.
Decise però di non toccare l’argomento. A differenza del solito, Sakura non aveva pronunciato quel nome con rabbia, fastidio o altre emozioni che provava spesso al pensiero della ragazza, al contrario, era sembrata seriamente preoccupata, e questo non era buon segno.
-Sasuke, eh? Non me ne hai mai parlato, chi sarebbe?- arrossì un pochino prima di rispondere, e strinse le mani da sotto l’allegra tovaglia giallo limone. –Beh, Sasuke è un ragazzo… ho fatto amicizia con lui un paio di mesi fa. Le sono caduta sopra a scuola, e lui mi ha detto che voleva essere mio amico…-
La madre scoppiò a ridere, immaginandosi la scena di sua figlia sdraiata sopra un giovanotto forte e bello dall’aria misteriosa e seria. Non sapeva però che in realtà lui non era affatto così, o almeno questo era quello che credeva Sakura, perché ancora non sapeva com’era veramente Sasuke…
-Bene Sakura, e dimmi, hai intenzione di farmelo conoscere uno di questi giorni? Mi piacerebbe molto fargli assaggiare una torta che ho imparato a fare modificando una ricetta della nonna. E magari, se ti va, invita anche Hinata. Poi ci sarebbe Karin, è da molto che non la vedo, sta bene?- la ragazza annuì. Nonostante si vergognasse un po’ al pensiero di avere Sasuke in casa, le faceva piacere farlo conoscere a sua madre, e sapeva che sarebbe andato matto per la torta che avrebbe preparato.
-Ah, non dimenticarti che avrò bisogno di una mano, i biscotti di pasta frolla non si cucinano da soli!- sorrisero entrambe, anche se avrebbe voluto aiutare nella torta, sapeva che sarebbe stata un pessimo aiuto, così si convinse che sarebbe stato meglio dedicarsi a ciò che sapeva fare bene, piuttosto che rovinare tutto.
 

* * *
 

Sasuke era appena uscito dalla tabaccheria. Itachi gli aveva chiesto un pacchetto di sigarette, e lui, anche se controvoglia, gliele aveva comprate. Superò il parco e la scuola a passo svelto; odiava fare delle commissioni per suo fratello, e non vedeva l’ora di tornare a casa e sdraiarsi sul divano per fare una bella dormita.
Presto o tardi però, se ne sarebbe finalmente andato da quella casa che odiava tanto, e non avrebbe più rivisto né lei né suo fratello. Ogni tanto sperava che fosse Itachi quello che se ne sarebbe andato per primo, anche se probabilmente avrebbe sentito la sua mancanza, non lo avrebbe mai ammesso.
Erano pensieri oscuri i suoi, che rinchiudeva nel luogo più profondo del suo cuore. Lì aveva archiviato tutti i ricordi felici passati con la sua famiglia, aveva rimosso tutto ciò che gli avrebbe fatto provare nostalgia, e manteneva saldi nella testa solamente i loro errori, e ciò che di sbagliato avevano fatto nella vita.
Quando era da solo, nella sua mente, pensieri crudeli su di loro, e di come avrebbe potuto fargliela pagare un giorno, quando sarebbe stato abbastanza grande per raggiungerli e vendicarsi.
Sapeva che avrebbe dovuto fare il contrario, che ricordare solo i momenti sereni trascorsi con loro, che sarebbe stato meglio per lui rassegnarsi e lasciarsi alle spalle tutto ciò che lo aveva fatto soffrire, ma era sicuro che questo sarebbe stato solamente un modo di scappare, e di dimostrare codardia.
Si ritrovò ad un bivio, e si fermò. Se avesse preso la strada di sinistra, sarebbe arrivato a casa, mentre se prendeva quella a destra, sarebbe arrivato probabilmente alla stazione, e se continuava per quella strada superato il campo da golf, si sarebbe ritrovato nel centro di Konoha, dove si potevano prendere i pullman per fuggire, via da lì per sempre.
Ci pensò un po’, e prese la via a destra.
 
Adesso era davanti alla stazione degli autobus, davanti a lui la biglietteria, e dietro la strada per tornarsene a casa. Non fece nulla, rimase immobile a fissare i mezzi pubblici partire, e allontanarsi sempre di più da lui. Non ce l’aveva fatta, aveva capito che andarsene sarebbe stato inutile, e si era ricordato che c’era ancora un’amica che aveva bisogno del suo aiuto. Non poteva di certo abbandonare Hinata.
Si girò, ma non prese la strada che lo avrebbe ricondotto a casa, ne prese un’altra. Non sapeva esattamente quale, né dove l’avrebbe portato, ma sentiva il bisogno di vedere qualcos’altro, diverso dai soliti quartieri di periferia dove era abituato a stare.
Sasuke non si sarebbe mai aspettato di incontrare qualcuno proprio lì, e ancora meno di incontrare quel qualcuno. A pochi metri da lui, su un piccolo ponte costruito sopra un canale, stava Naruto, con le mani in tasca e lo sguardo fisso sul canale sottostante.
Il corpo si mosse da solo, si avvicinò al ragazzo biondo, e si fermò a pochi centimetri da lui, fissandolo. Non aprì bocca, non sapendo cosa dire, e Naruto non lo guardò, nonostante sapesse perfettamente della sua presenza. Rimasero così per un po’ di tempo.
-Ti va di sederti?- Sasuke annuì, e s’incamminarono insieme alla ricerca di una panchina libera dove potersi sedere. Avrebbero parlato? Sasuke non lo sapeva, e nemmeno Naruto. Entrambi erano preparati ad ore di silenzio, ma non importava a nessuno. Infondo serviva a tutti e due un po’ di tranquillità, ed a volte il silenzio è meglio di mille parole.
Non trovarono nessuna panchina libera, ma riuscirono a sedersi su una specie di staccionata, che faceva da recinto ad un piccolo parco giochi. Silenzio, erano sicuri che ci sarebbe stato, e nessuno lo ruppe. Almeno, non per il  momento.
-Cosa ci fai qui?- Sasuke alzò le spalle, e rise. –Non parlarmi, sembriamo una coppietta!- l’altro spalancò gli occhi, e lo fissò. Come gli veniva in mente un’idea simile? Rise anche lui, e poi insieme smisero.
-Scappo- Ancora silenzio. Era impossibile che l’avesse detto, ma cosa ancora più incredibile era che la persona a cui lo aveva detto, era il temibile Naruto Uzumaki, di cui un tipo come Sasuke Uchiha non aveva per nulla paura.
-Scappi… di casa?- Naruto non sembrava sorpreso, se mai divertito. Scappare di casa era una cosa da mocciosi, non certo per un ragazzo maturo di sedici anni. Ma Sasuke scosse la testa. Prima con un mezzo sorriso, poi serio, l’espressione quasi triste in volto.
-Dai ricordi.- Anche Naruto s’intristì. Se c’era qualcuno che poteva capire il suo stato d’animo, era proprio lui. Chissà perché proprio loro si erano incontrati. Forse una decisione del destino? Un semplice casualità? Non lo sapeva, ma non gli importava nemmeno.
-Un momento, non sei forse tu quello che piace ad Hinata? Non me lo ha mai confessato, ma sono certo che le piace qualcuno, e tu sei il più sospetto.- Non rispose, e non lo guardò nemmeno. Si perse nei giorni passati, quelli dove più di una volta Hinata si era presentata davanti a lui, e gli aveva confessato i suoi sentimenti. Perché l’aveva sempre allontanata? Gli sembrava una brava persona anche lei, ultimamente capitava spesso, ma qualcosa gli diceva che non doveva fidarsi.
Anche in questo tipo, Sasuke se non si sbagliava, trovava qualcosa di familiare. Forse il fatto che stesse scappando dai ricordi, dal passato lo incuriosiva, o meglio, lo rendeva simile a lui.
Era soltanto per il passato, o per la vita difficile che sentiva di potersi fidare? Che si sentisse libero di dire quello che pensava e che si era sempre tenuto dentro? Probabile, ma non lo fece. Non poteva essere sicuro che fosse un tipo affidabile, doveva verificarlo. Sapeva soltanto una cosa, quel ragazzo aveva molto in comune con lui.
-Non sono io che te lo devo dire. Tu invece, sei quello che mi seguiva insieme a Sakura, vero? Credevate forse che non me ne fossi accorto? Se vuoi un consiglio, prima di pedinare la gente, assicuratevi di esserne capaci.- e sorrise, mentre Sasuke sbiancava. Era un tipo sveglio, non poteva che provare ammirazione verso di lui.
-E’ una brava ragazza, puoi fidarti di lei.- Naruto abbassò lo sguardo. Anche lui lo aveva pensato, lo pensava anche in quel momento, ma come esserne sicuro? Al mondo ci si può fidare solamente di se stessi, si può contare solamente sulla propria persona, e basta.
-Sai Sasuke, tu sei simile a me.- Era vero, lo sapevano benissimo entrambi. Ancora silenzio, questa volta più lungo e sereno rispetto agli altri che c’erano stati. Forse il fatto di essere simili li confortava, gli dava un senso di pace, e li faceva stare bene. Chi lo sa.
-Sei simpatico Naruto, credevo fossi altezzoso e strafottente.- Risero, e si alzarono, dirigendosi verso quella strada che, anche se in momenti diversi, avevano percorso entrambi quel pomeriggio, e che li avrebbe condotti a casa.
-Credo dovresti andare a casa, Sasuke.- Sorrise, indicando col dito indice la stretta stradina buia, che faceva intravedere poco e niente di quello che li aspettava. –Anche tu allora. Oppure hai paura del buio coniglio?- Si incamminarono, e con le mani in tasca, percorsero la strada insieme.
-Figuriamoci, te la faccio anche di corsa se vuoi.- Un ghigno divertito sul volto del moro –Parole tipiche di chi vuole farla finita in fretta. Correndo arriverai prima a casa e ti rifugerai al sicuro…- Scoppiò a ridere, trascinandosi dietro anche Naruto.
-Intanto arriverei a casa, tu invece scommetto che non riusciresti a fare nemmeno tre metri di corsa, e finiresti per metterti a piangere in mezzo alla strada, ed a pregarmi di tornare in dietro a prenderti.- Si fermarono, e si guardarono, sfidandosi con gli occhi.
-Scommettiamo? Chi arriva prima alla fine della strada potrà dire che l’altro è un fifone.- Allungò la mano, e la strinse con quella dell’altro ragazzo. –Perfetto. Tre, due, uno… VIA!-
E corsero. Veloci e felici, come due bambini che giocano con la sabbia nel parco giochi. Forse, era l’inizio di qualcosa, o di niente. Il tempo lo avrebbe rivelato, per il momento, avrebbero dovuto aspettare ancora un po’.
 

* * *

 
Il giorno dopo, Sakura era perfettamente preparata per invitare Sasuke ed Hinata a casa sua. Aveva passato la notte a trovare un modo efficace per dirglielo, senza balbettii o arrossamenti inutili. Era certa che davanti a Sasuke sarebbe arrossita, ma almeno non avrebbe balbettato.
Entrò nel cortile della scuola con lo sguardo puntato davanti a se, diversamente da tutte le altre mattine, in cui lo sguardo ricadeva spesso sui piedi, per risollevarsi una volta seduta al proprio banco.
Questa volta non ne aveva bisogno, era amica di Sasuke, anche se non poteva dirlo in giro, Hinata era convinta che si fossero incontrati solamente quel giorno per parlare con lei. Ma era anche “amica” di Hinata, se così si poteva dire.
Insomma, non erano mica diventate migliori amiche. Semplicemente avevano stabilito una pausa fino a quando la faccenda di Tokyo non si fosse sistemata.
In ogni caso doveva invitarla a casa sua. Se c’era anche lei, poteva benissimo dire che era stato invitato anche Sasuke solo per controllarle ed evitare prevedibili battibecchi. Scelse comunque di evitare una scusa simile, avrebbe potuto rivelarsi pericoloso farlo, soprattutto se c’era anche Karin, e quest’ultima non sapeva ancora nulla di Hinata, ed a quanto sembrava non lo avrebbe saputo ancora per molto.
Se doveva dirla tutta, avrebbe preferito di gran lunga non invitarla, ma rimaneva sempre la sua migliore amica, no? Non poteva tagliarla fuori per una simile sciocchezza, che poi non lo era per niente.
Aveva deciso, la prima ad essere invitata sarebbe stata Karin, dopotutto, era la più facile da invitare, visti i rapporti in cui erano, dopodiché il primo che avrebbe visto sarebbe stato il secondo invitato, infine sarebbe andata da chi mancava e le avrebbe posto l’invito.
Era un piano geniale, peccato che fallì miseramente quasi un secondo dopo che l’aveva inventato. Si ritrovò davanti al distributore delle bevande, c’era una fila smisurata, e proprio di fronte a lei, Hinata aveva appena infilato una monetina all’interno di esso.
Estrasse una bottiglietta d’acqua naturale e si voltò, sorridendo falsamente alla vista di Sakura. Il sorriso, dapprima falso e insopportabile, si tramutò in un mezzo sorriso al quanto sincero, cosa che stupì molto la ragazza.
Le fece cenno di raggiungerla con la mano, e dopo un breve esito, si avvicinò ad Hinata, che le fece gentilmente prendere il posto davanti ad un’altra ragazza probabilmente in fila da chissà quanto tempo. Quest’ultima sbraitò, ma non appena lo sguardo di Hinata la penetrò, smise immediatamente, ed incitò Sakura a darsi una mossa.
Quando il tè freddo uscì dalla macchinetta, si incamminarono entrambe nella loro classe. Sakura stringeva con entrambe le mani la bottiglietta, e guardava in basso. Hinata invece, leggermente più alta, la scrutava in silenzio, indecisa se dire qualcosa oppure no.
Improvvisamente, prima che potesse dire qualcosa, Sakura si ricordò dell’invito per la cena a casa sua. La mamma aveva deciso che sarebbe stato meglio di sera, visto che nel pomeriggio avrebbe dovuto lavorare. Potevano venite per le 17.00 e rimanere fino alle 23.00
-Senti Hinata, io… cioè, mia madre vorrebbe che tu e Sasuke, veniste… vorrebbe invitarvi…- Questa non ci voleva, non si ricordava più il discorso, e dire che ci aveva messo così tanto tempo per idearlo, si sbrigò e ne inventò un altro in fretta, dopodiché parlò nuovamente.
-Mia madre vorrebbe invitarvi a cena domani, ti andrebbe di venire? A lei fa piacere, ed… anche a me.- Hinata la fissò, incredula. Quelle parole erano davvero uscite dalle candide labbra rosa di Sakura Haruno? E senza balbettare, addirittura? Cavolo, era un cosa incredibile, da ricordare per tutta la vita.
Non rispose subito, da un lato avrebbe tanto voluto risponderle male ed andarsene via, dall’altro però… insomma, lo aveva promesso, doveva farcela assolutamente!
Sorrise ed annuì, sembrava così dolce, che Sakura si meravigliò molto. Non pensava che simili espressioni potessero essere viste proprio sul volto di Hinata. Sorrise anche lei, ed entrarono in classe, pronte per una nuova giornata di lezione.
 
Si sedette al suo banco, e salutò Karin seduta di fianco a lei. La invitò ed accettò subito, non ci furono problemi con lei, come previsto. Si guardò intorno, e trovò Naruto al solito banco vicino alla finestra, che guardava fuori.
Lo guardò per alcuni secondi, poi lui si voltò, e le sorrise salutandola. Non rispose al saluto, al contrario, arrossì lievemente e girò di scatto la testa dall’altro lato. Sentì Naruto ridere, e sorrise.
Pensò che avrebbe voluto parlarci di nuovo, camminare insieme a lui, oppure semplicemente stare seduti su di una panchina in silenzio. Le piaceva trascorrere il suo tempo con lui, anche se era accaduto così poche volte che avrebbe potuto contarle. Ne contò due, e si mise a ridere, silenziosa.

 
 
 



Note dell’autrice:
Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui a proporre un nuovo capitolo di “Un fiore pieno di speranza”!
Come vedete, è passata esattamente una settimana dall’ultimo aggiornamento, non sono un genio? Ebbene, per tutti i capitoli che ho scritto fino a mo’ posterò ogni Sabato, in modo che ogni aggiornamento distacchi esattamente sette giorni dall’altro. Fico, no? (No, decisamente.)
Beh, abbiamo una Sakura timida come al solito che si sta facendo mille problemi, e la sua cara mamma. Ricordatevi bene quest’ultimo personaggio, è l’unico in tutta la fic. Ad essere normale. (E’ vero, ve l’assicuro! xD) Sasuke e Naruto sono diventati “rivali” e forse, ben presto, anche amici
Cosa dire ancora, Passate a leggere la One-shot che posterò fra poco, il titolo è: “Anatanoegao, watashi no ai” (Si, mi faccio pubblicità da sola .-.) E’ una NaruHina, ed è molto… drammatica? Si, lo è.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacione grande a tutti i lettori, i recensori e a tutti coloro che hanno messo la mia storia da qualche parte: Seguite, Ricordate, Preferite, e Schifose. Grazie mille a tutti quanti, davvero, mi fate veramente felice. Vi sono grata! :) Kiss <3

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Capitolo 17
*** Un pomeriggio tra amici ***


Un pomeriggio tra amici

 



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Proprio quella sera, la casa di Sakura sarebbe stata riempita dalle voci e dalle risate dei suoi amici, e lei non aveva ancora invitato Sasuke. Si vergognava troppo, aveva persino cercato di chiederglielo con un messaggio, ma una volta scritto, anzi che inviarlo, lo aveva cancellato.
Non ci riusciva proprio. Aveva cercato consiglio parlando con Karin, ma l’unica cosa che si sentì dire fu: -Arrangiati, se non ci riesci allora vuol dire che non puoi invitarlo. Immaginati come sarebbe averlo in casa con tua madre. Se non riesci a parlarci normalmente, come pretendi di riuscirci domani? Inventati che non poteva venire, oppure sforzati e chiediglielo.-
Santo cielo, era riuscita a chiederlo ad Hinata, qual’era il problema? Insomma, HINATA! Sasuke al confronto era un normalissimo ragazzo, non doveva temere nulla, eppure non ci riusciva, immaginava di essere liquidata con un: -Come sarebbe a dire? Scordatelo, mi fa schifo la tua casa, come mi fai schifo tu!-
Si coprì il volto con le mani e scosse violentemente il capo, facendo oscillare i capelli corti. Perché mai Sasuke avrebbe dovuto rispondergli in quel modo? Se era stufo di lei glielo avrebbe detto molto tempo prima…
Cosa doveva fare? Ormai era quasi sera, poche ore e sarebbero arrivate Karin ed Hinata!
Si decise, prese il cellulare e digitò il numero. Poggiò il marchingegno sull’orecchio destro, e si sdraiò sul suo letto, stringendo con forza la trapunta sotto di sé. “Avanti Sakura, o la và, o la spacca!”
-Pronto?- ingoiò un mucchio di saliva che le bloccava la gola, prese un bel respiro, e fu pronta. Si impose di non balbettare, e si schiarì la voce.
-P-ronto Sasuke? Sono Sakura, ciao.- come inizio poteva andare, anche se aveva indugiato un secondo all’inizio, aveva proseguito senza intoppi.
-Oh, sei un’amica di Sasuke… mi dispiace, Sasuke non è in casa, io sono il fratello, piacere.- Non era possibile, proprio ora che aveva trovato la giusta grinta per affrontare la conversazione, cosa le capitava? Sasuke non era in casa, al diavolo!
-Vuoi lasciargli un messaggio?- Solo allora Sakura si rese conto di non aver parlato tutto il tempo, e che erano stati in silenzio sino a quel momento. Si vergognò tantissimo, e si sbrigò a declinare la richiesta.
-N-no, non importa, v-volevo solo… fa niente, non era nulla di importante. A rivederci!- chiuse la chiamata. Sarebbe stata credibile, se solo non avesse balbettato tutto il tempo, e non avesse adottato quel tono insicuro.
Stupida Sakura.
 

* * *

 
-Allora Sakura, verranno tutti? Non vedo l’ora di conoscerli,  e di rivedere Karin!- l’entusiasmo della donna era impressionante, l’energia con cui sbatteva le uova per fare la torta, poteva addirittura incutere terrore.
Aveva uno strano sorriso in volto, era  eccitata, ma sembrava anche nervosa. Voleva fare una bella figura, far vedere di essere una brava madre, una brava cuoca, voleva mostrare il meglio di sé, e probabilmente se non fosse stata così agitata, ci sarebbe anche riuscita.
-Si, dovrebbero venire tutti, forse però Sasuke passa…- guardò un secondo la figlia, poi riprese a sbattere le uova nella ciotola. –Oh, come mai? Aveva qualche impegno?- Sakura annuì. Sebbene non fosse questa la ragione, si vergognava del fatto che non era riuscita a dirglielo, e che quando aveva trovato il coraggio per farlo era troppo tardi.
-Quindi sarà una serata tra donne? L’ultima che ho fatto, è stata il giorno prima del matrimonio con tuo padre, avevo deciso di eliminare definitivamente gli uomini da quella serata, non ce n’era neppure uno, anche i cani non potevano entrare se non erano femmine!- si mise a ridere sotto i baffi, coprendosi le labbra con una mano.
Anche Sakura rise, incominciando ad impastare i biscotti. Quando furono pronti, ne fece alcuni semplici, altri con il cioccolato e altri ancora con la marmellata di fragole. Voleva accontentare tutti i gusti, sperando che quei biscotti finissero subito data la bontà.
Sapeva che non sarebbero andati a ruba, ma le piaceva pensarlo. Quando furono pronti, spense il forno, ma li lasciò dentro, in modo da non farli raffreddare troppo, o non sarebbe stato facile morderli.
La madre intanto, aveva spalmato la panna sul pan di spagna, e si stava accingendo ad aggiungervi del succo di limone per ammorbidirlo. Doveva essere proprio buona, peccato che a Sakura le torte non piacevano molto, si stufava subito di mangiarle. L’unica di cui faceva anche il bis, era la torta di mele di sua nonna. Era eccezionale, ne avrebbe mangiate fette su fette senza fermarsi.
Mise la torta nel forno, e poi nel frigo. Si sederono sul divano, ed attesero. Sakura raccontò di come andava a scuola, delle materie che le piacevano e quelle di cui invece non vedeva l’ora che finissero. Raccontò dei professori, che avevano sempre qualche complimento per la sua intelligenza, e dei compagni, che poco a poco stava imparando a conoscere.
Più o meno mezz’ora dopo, il campanello suonò. –Vado io, mamma.- la donna la seguì, sapeva che voleva soltanto evitare figuracce con lei, ma era buona educazione che andassero entrambe.
Si fermò sulla soglia, aspettando che la figlia aprisse. –Sakura! Ti prego, fammi entrare, non la sopporto più questa squilibrata!- Hinata spalancò gli occhi. –Cosa? La squilibrata sarei io? Non l’ho fatto a posta ad arrivare insieme a te, se l’avessi saputo avrei preso un’altra strada!-
Sakura rise, mentre osservava le due ragazze discutere. –Ciao Karin, da quanto tempo non ci si vede! Tu invece dovresti essere Hinata, giusto? Prego, entrate.- Karin salutò con un grande sorriso ed entrò, Hinata invece fissava la donna, immobile davanti alla porta .
-Su Hinata, puoi entrare!- non appena Sakura parlò, smise di guardare la donna ed entrò. Lentamente percorse un piccolo corridoi etto, trovandosi davanti una scala che portava al piano superiore, a sinistra la cucina, e a destra il salone con il tavolo per mangiare.
-Sakura, falle accomodare, io vado a preparare la cena per dopo.- La ragazza fece come le aveva detto la madre, e si sedette sul divano accanto a loro. Stettero in silenzio per un po’, poi non sapendo cosa fare, Karin accese la televisione. Girò sul telegiornale, ed ascoltò le notizie.
Ad un certo punto, mostrarono la foto di un criminale. I capelli leggermente lunghi, scuri, gli occhi altrettanto neri, da potersi specchiare; ed il volto stanco, vissuto. Avrà avuto un quarantina d’anni, ed a Sakura ricordava qualcuno. Non riuscì però a ricordare chi.
Hinata aveva un’espressione indecifrabile, quasi scioccata, ma anche seccata, forse. Sakura non riusciva a capirla. –Che orrore, abbandonare un figlio e scappare con la moglie in un altro continente clandestinamente. Ha anche rubato un macchina ed un sacco di soldi per pagarsi il viaggio, deve essere un uomo orribile. Spero che lo prendano. Insomma, abbandonare un figlio! Sembra che ne abbia anche un altro, ma quello è maggiorenne.- Karin era infastidita, non le erano mai piaciute le ingiustizie, soprattutto in casi come questo. Spesso si lamentava della stupidità umana, o di come sarebbe più facile se ci fosse stata lei a capo di tutto.
-Avrà avuto le sue buone ragioni…- al contrario, Sakura credeva che tutto ciò che faceva una persona avesse un motivo valido, una spiegazione che nessuno avrebbe potuto giudicare, un motivo che avrebbe fatto fare la stessa cosa ad ogni individuo presente sulla faccia della terra.
-No, ti assicuro che gente come quella non ha motivi, lo fa e basta, perché ha semplicemente deciso di farlo.- il tono di Hinata era tagliente, da quella bocca sputava veleno, era incredibile, ma nonostante ciò, Sakura dovette darle ragione. La cosa più brutta che si potesse fare, più grave di rubare, più delle truffe, più di un omicidio, era abbandonare un figlio.
Soprattutto per la madre, è una cosa vergognosa, e non poteva nemmeno lontanamente immaginare cosa stesse provando quel bambino proprio in quell’istante.
Sembrava fossero scappati più o meno da otto anni, o almeno così diceva la TV e che il bambino aveva più o meno la loro età adesso.
Himata si alzò, dirigendosi in cucina. –Signora Haruno, posso aiutarla in qualche modo?- la donna guardò la ragazza, leggermente sorpresa, ma sorrise dolcemente. La invitò a sedersi su una delle sedie, e quando Hinata lo fece, si girò continuando a preparare.
-Da quanto siete amiche tu e Sakura? Non mi ha mai parlato di te…- non rispose, restando in silenzio per un po’. Disegnava con il dito i contorni del motivo stampato sulla tovaglia, assente, lo sguardo perso nel vuoto.
-Da poco veramente, sua figlia mi sta aiutando a risolvere dei problemi in famiglia. Dovrei ringraziarla, ma non mi riesce. Sa, all’inizio io e lei ci odiavamo a morte, ogni volta che la vedevo venivo invasa dall’… invidia? Si, credo sia così. Sua figlia è completamente diversa da me, ed io vorrei essere come lei. Non glielo dica però, Sakura non dovrà mai saperlo!-
La donna fece uno strano verso, soffocando una risata con una mano. Era fiera di Sakura, e contenta per gli amici che era riuscita a farsi, erano veramente bravi. Aspettava soltanto di confermare tale affermazione conoscendo anche Sasuke.
-Senti, Hinata… tu fai parte della famiglia Hyuga, non è vero? – lei confermò con un cenno del capo, lo sguardo triste rivolto al tavolo, e le mani intrecciate su di esso. –Capisco… e dimmi, avete ancora problemi? Mi riferisco alla bancarotta di undici anni fa.- Non rispose, ma il suo silenzio diceva tutto. La donna annuì comprensiva, chiudendo gli occhi.
 

* * *

 
-Ragazze, venite a tavola, la cena è pronta!- Avevano trascorso la giornata sul divano, guardando la TV e commentando le nuove pubblicità, i telefilm ecc… le tre ragazze si diressero verso la cucina, dove la madre le attendeva con un sorriso smagliante stampato sul volto.
La tavola imbandita di cibo all’apparenza gustosissimo: c’era del pollo, l’insalata, dolci di ogni tipo, e la pasta al sugo in ogni piatto. Non riuscivano più a smettere di mangiare, Karin si complimentava in continuazione con Sakura, dicendo cose del tipo: -Sakura, credimi, non sai quanto sei fortunata ad avere una mamma così!- oppure –Sakura, tua madre ha le mani d’oro.-
Hinata invece mangiava silenziosa, parlava giusto ogni tanto, commentando alcune frasi, oppure semplicemente per rispondere alle domande che le poneva la madre di Sakura.
Ad un tratto suonò il campanello. –Sakura tesoro, vai tu ad aprire? Io intanto taglio la torta. Sarà sicuramente il vicino, da un po’ di giorni voleva tagliare le siepi, digli che per me va bene.- la ragazza si alzò, dirigendosi verso la porta di casa.
La aprì –Buongiorno, per mia madr- spalancò gli occhi, proprio davanti a lei, colui che non si sarebbe mai aspettata di vedere quella sera. Stava fermo sulla soglia, con le mani in tasca ed un sorriso bellissimo sul volto.
-Ehi, come va, Sakura?- Lei arrossì lievemente, salutandolo e sorridendo gentile. –Cosa ci fai qui?-  Sorrise ancora, mostrando il cellulare. –Nel registro delle chiamate c’era il tuo nome. All’inizio non voleva dirmi nulla, ma poi ha ceduto. Volevo sapere cosa avevi da dirmi. Itachi mi ha detto che si sentiva che c’era qualcosa di importante.-
Anche lei sorrise  –Dai entra, Sasuke.- Si spostò, permettendogli di entrare, ma lui rimase immobile. Gli occhi ridotti a due fessure, la fronte aggrottata, ed un’espressione perplessa protagonista del suo bel viso.
-Su, che fa freddo fuori, entra! Mamma ha fatto la torta, vedrai che ti piacerà!- quel tono di voce, così rassicurante, lo straniva. Era davvero Sakura la ragazza con cui stava parlando? Niente balbettii e toni insicuri?
Stette a fissarla per un po’, dopodiché mormorò un “permesso” ed entrò, seguendo la ragazza all’interno dell’appartamento. Lo portò nella cucina, e avanzando verso il tavolo, richiamò l’attenzione di tutti schiarendosi la voce.
-Mamma, c’è un altro ospite. Ti presento Sasuke.- La donna si avvicinò sorridendo, la mano tesa, che poco dopo strinse in quella del ragazzo. –Piacere, io sono la madre di Sakura.-
Lui sorrise –Sasuke Uchiha, molto piacere.- aprì un po’ di più gli occhi, era sorpresa, mai si sarebbe aspettata la visita di un Uchiha.
-Hai detto Uchiha?- il ragazzo annuì, non capendo perché tanto interesse. –Sakura, non mi avevi detto che era quel Sasuke! Santo Cielo, sei cresciuto moltissimo dall’ultima volta che ti ho visto! Allora avevi soltanto otto anni, ma dimmi, come sta Mikoto? E’ invecchiata almeno un pochino? Dimmi la verità.-
Sasuke si incupì leggermente, abbassò lo sguardo, rialzandolo immediatamente con uno splendido sorriso. Sakura osservava in silenzio, sua madre conosceva quella di Sasuke? Si voltò lentamente verso Hinata, ma lei teneva lo sguardo fisso sul cucchiaio, Karin invece stava in silenzio tranquilla.
-Sta bene, e si, è un po’ invecchiata dall’ultima volta.- Sorrise anche la signora Haruno, ed invitò il ragazzo a sedersi a tavola. Aggiunse un piatto, e servì la torta.
 
 
 


Note dell’autrice:

Ciao a tutti! Emh… lo so che avrei dovuto finire il capitolo, ma no, non l’ho fatto. :D
Però, posso assicurarvi che mi rifarò con il prossimo, perché ci sono un sacco di sorpresine al quanto interessanti… Muahahahahahahahahah!! xD
Cosa dirvi, chi sarà mai il criminale che hanno mostrato alla TV? E perché mai dovrebbe interessarvi? Do’ il via ai voti, a chi indovina, dedicherò il prossimo capitolo! (Che le sto a fare ste’ cose, solo la mia cara Sweety recensisce ancora… ti voglio bene! <3)
Beh, con Sasuke anche succederanno un po’ di cosucce… ma che ci sto a fare qui a dirvi tutto, lo scoprirete molto, mooolto presto!
Adesso però mi dileguo, perché non ho altro da aggiungere, e perché tanto questo spazio non lo legge nessuno… Perciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacione grande! Kiss <3

 

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Capitolo 18
*** Sei speciale ***


Sei speciale




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Erano ormai le 23.00 passate, i tre ragazzi stavano facendo ritorno a casa, ormai era tardi, Hinata e Karin avevano deciso di fare la strada insieme. Sostenevano di divertirsi a litigare, ma secondo Sakura, era solo un pretesto per provare a conoscersi, visto che avevano scoperto di avere molto cose in comune.

-Allora ci vediamo Sakura, arrivederci signora Haruno! – Sakura le salutò con un cenno della mano, e la madre chiuse la porta.
Tornarono in cucina, e videro Sasuke prendere il giacchetto dalla sedia, e prepararsi per andare via. Stavano per salutarlo, quando la madre di Sakura, si ricordò inaspettatamente di qualcosa. –Sakura! Santo cielo, ci siamo dimenticate di tirare fuori i biscotti!-
La ragazza si portò una mano alla bocca, per fortuna che aveva spento il forno, altrimenti avrebbe mandato a fuoco la casa se li avesse lasciati per tutto quel tempo. Li prese dal forno, poggiandoli sul tavolo.
-Ormai si saranno tutti freddati…- Sakura sospirò sconsolata, chiuse gli occhi ed abbassò il capo.
-Ehi, ma sono buonissimi! Signora Haruno, questa volta si è davvero superata!- La ragazza rialzò il capo, fissando Sasuke che mangiava uno dei biscotti da lei preparati. Sasuke aveva davvero fatto dei complimenti ai suoi biscotti? Erano davvero così buoni? Sentiva la felicità crescere dentro di lei, ed un sorriso a trentadue denti si fece largo sul suo volto.
-Oh, no. Quelli li ha fatti Sakura!-  Il ragazzo si fermò un attimo, ed osservò per alcuni secondi l’amica davanti a lui. Poi sorrise compiaciuto –Meglio ancora, desideravo tanto assaggiare la tua cucina Sakura! Complimenti, sei stata bravissima a cucinare questi biscotti, davvero.-
Lei arrossì, -N-non è niente, s-sono facili da preparare…- Sasuke sorrise ancora, ed afferrando un altro biscotto, si diresse velocemente verso la porta. Loro lo seguirono, aprendo la porta e facendolo uscire.
Si fermò sulla soglia, girandosi e sorridendo. –E’ stata una magnifica serata, vi ringrazio! Ancora complimenti per i biscotti, sono buonissimi! Ci vediamo domani, Sakura! Arrivederci signora Haruno!- Si voltò lentamente, e se ne andò.
Tornarono in cucina, adesso che non c’era nessuno sembrava così grande e vuota, che a Sakura mise una certa tristezza. Sorrise al pensiero della bella serata trascorsa, e si sedette. Dopo pochi minuti, la madre richiamò la sua attenzione.
-Sakura tesoro, mi faresti un favore? Andresti a buttare l’immondizia? Lo so che è tardi, ma…- La ragazza annuì, prese il sacchetto della spazzatura, ed uscì, portandosi le chiavi di casa.
Cominciò a camminare lentamente, i secchioni erano piuttosto lontani, e preferiva non correre troppo, altrimenti si sarebbe stancata. Si guardava in torno, mentre la busta oscillava avanti ed indietro, avanti ed indietro.
Passò davanti ad una panchina, e la figura che vi era sopra la incuriosì, e la spaventò allo stesso tempo. Osservò bene il ragazzo accasciato su di essa, alcuni capelli biondi uscivano fuori dal cappuccio che gli copriva il volto, e le mani unite sulle ginocchia.
Allungò il collo verso di lui, per vedere meglio, ma quest’ultimo alzò il capo, e la fulminò con lo sguardo. Sakura spalancò gli occhi –N-naruto?- La fissò ancora per un po’, assottigliò lo sguardo, e quando una macchina passò illuminando il volto della ragazza con i fari, anche lui si sorprese
-Ehi, Sakura! Cosa ci fai qui?-  Non rispose subito, scrutando i suoi occhi azzurri, cercandovi qualcosa all’interno. Non vide  niente, solo una strana luce che non le apparteneva.
-Vado a buttare la spazzatura. V-vuoi accompagnarmi?- Lui annuì sorridendo, un po’ stranito per la richiesta, ma ugualmente volenteroso di accompagnarla. Gli piaceva stare insieme a lei, lo faceva sentire bene, sereno.
-Come stai, tutto a posto?- La ragazza non rispose, ma sorrise guardandolo. Forse questo bastava come risposta. Anche Naruto sorrise, contento per la risposta affermativa. Chissà perché, si sentiva sollevato nel sentire che stava bene. Quella ragazza suscitava in lui strane emozioni, che mai nessuna era mai riuscita a fargli provare, a parte lei e…
Camminarono a lungo, fin quando Sakura non gettò nel secchione la busta dell’immondizia, e si pulì le mani strofinandole l’una contro l’altra assumendo strane espressioni. Lui rise, era veramente buffa.
Anche Sakura si unì alla risata, e dopo un po’, quando smisero di ridere, s’incamminarono nuovamente verso la casa della ragazza. –Non ti dispiace se ti accompagno, vero? Non è prudente percorrere queste strade da soli, la notte.- Sakura  guardò con un’espressione confusa il ragazzo.
-Come sarebbe a dire, anche tu lo fai!- Naruto la fissò, sorridendo divertito, e poi assumendo un’espressione alquanto seria e preoccupata. –Beh, ma io sono un ragazzo, e poi, quelle carine come te rischiano molto di più!- Lei arrossì, stringendosi le mani unite dietro la schiena. –Perché stai sempre a preoccuparti per me?- Naruto la fissò per alcuni secondi, poi sorrise –Potrei farti la stessa domanda. Non sono mica io quello che pedina le persone semplicemente per sapere del loro passato.-
Sakura sbiancò. Perché glielo rinfacciava in continuazione? Non se ne era vergognata abbastanza? Si divertiva forse a metterla in imbarazzo?
Si abbandonò ad una risatina isterica, grattandosi con le unghie dietro la nuca. Il nervosismo era troppo, così Naruto decise di chiudere lì la discussione, e di metterla più a suo agio. Era consapevole del peso che aveva quella storia su di lei, poteva immaginare quanto fosse imbarazzante, così cambiò argomento.
-Adesso capisco…- Sakura smise di ridere, e si fece seria, scrutando il ragazzo curiosa. –Che cosa hai capito?- Lui alzò lo sguardo al cielo, osservando le poche stelle che si vedevano quella sera. La Luna era assente, ed il cielo era scuro ed impenetrabile. Immenso.
-Ho capito perché piaci così tanto ai tuoi amici. Sei speciale.- Lei era sempre più confusa, non aveva niente di speciale, cosa c’era da capire? Semmai, era lui quello speciale, talmente strano, anche, da creare interesse in chiunque lo incontrasse.
Riabbassò lo sguardo su di lei, sorridendo. Un sorriso strano, diverso da tutti gli altri, non era dolce, non era triste, non poteva essere descritto. Era come un padre quando guarda la propria figlia, ma Sakura dubitava fortemente che Naruto la ritenesse simile ad una bambina.
Stette ad osservarlo mentre camminavano, lui con le mani in tasca, e lo sguardo dritto davanti a sé, sembrava così sicuro, così coraggioso. Era… bello.
Sakura non avrebbe mai pensato di usare quell’aggettivo su un altro ragazzo a parte Sasuke, e non avrebbe nemmeno lontanamente immaginato di attribuirlo proprio a lui. Insomma, si parlava di Naruto, era carino, certo, ma bello? Si, lo era.
La luce dei lampioni gli illuminava metà del volto, ed i capelli sembravano così morbidi, che avrebbe voluto toccarli. Si immaginò come potesse essere accarezzare un ragazzo, poterlo guardare negli occhi all’infinito, senza vergogna. Stringerlo a sé, baciarlo e sussurrargli un “Ti amo” all’orecchio.
Mentre lo faceva, però, non pensava a Naruto. Nei suoi pensieri, mentre si immaginava un ragazzo da amare, vicino a lei c’era Sasuke, sorridente e protettivo. Si immaginò di perdersi nei suoi occhi scuri, di nuotarci all’interno, e di uscirne solamente quando le loro labbra si sarebbero incontrate.
-Siamo arrivati, Sakura.- La ragazza si risvegliò improvvisamente, scuotendo violentemente il capo. –Eh? Oh, si… certo. G-grazie per avermi accompagnata, Naruto. Sei stato veramente gentile. Ci vediamo.- Si girò, apprestandosi a prendere le chiavi. Le infilò nella toppa della porta, e quando stava per girarla…
-Un momento, devo dirti una cosa!- Si girò di scatto,spaventata.  Non si aspettava di certo di trovarlo ancora lì dietro, era convinta che se ne fosse già andato. Lo fissò, aspettando che continuasse, impaziente.
Faceva freddo, e Sakura non vedeva l’ora di infilarsi sotto le coperte, al caldo. –Senti, ti andrebbe di…- La ragazza aggrottò le sopracciglia, non capendo il perché di tanta esitazione. Vide il suo sguardo che vagava sul vialetto, in attesa di un suggerimento sulle parole da usare.
-Mi andrebbe…?- Naruto alzò lo sguardo, fissandolo su quello della ragazza. Ok, adesso stava diventando davvero strano, il suo sguardo poteva fare quasi paura. Era così intenso, profondo… Sakura si incantò davanti a lui, e non si accorse nemmeno che si era avvicinato. Troppo.
-Ti andrebbe di diventare… la mia ragazza?- Sakura spalancò gli occhi.
Cosa?
 
Sakura si gettò sul letto, affondando la testa nel cuscino.
Gli aveva detto…di si?
 

* * *

 
Tenten camminava calpestando perfettamente ogni mattonella del marciapiede. La divisa ballava sulle sue gambe, e la frangetta faceva su e giù sulla fronte. Quella mattina il sole splendeva, nemmeno una nuvole minacciava di coprirlo, e faceva talmente caldo, che era stata costretta ad indossare la divisa estiva.
Strano, erano ormai in pieno Novembre, come mai faceva così caldo?
Fece dondolare lo zaino da una mano all’altra, ma si fermò di colpo, rischiando di colpire in pieno la testa di una stranissima vecchietta apparsa misteriosamente davanti a lei. Era sicura che fino a pochi secondi prima non ci fosse…
-Mi scusi, l’avevo quasi presa, non si è fatta nulla, vero?!- La scrutò per un attimo, lo chignon sulla testa, il Kimono d’orato, ricamato con fiorellini rossi e foglioline verdi le era famigliare, ed inaspettatamente, sotto di lei c’era il maialino della responsabile della biblioteca, Shizune.
-Ehi, ma tu sei Tonton, come mai oggi non sei con Shizune? Devi accompagnare questa signora da qualche parte?- Si mise a parlare amichevolmente con il maialino, accucciandosi davanti ad esso, fino a quando la vecchietta non richiamò la sua attenzione schiarendosi la voce.
La ragazza alzò la testa, osservando sconcertato la buffa signora. Osservò gli occhi chiusi, ed attese. Sperava si sbrigasse, doveva andare a scuola lei, e non aveva tempo da perdere ad aspettare di sentire le parole di una vecchia.
-Quello che fai è buono…- Rimase in silenzio, sperava veramente che si sbrigasse, perché oltre ad essere una perdita di tempo, aveva anche scoperto della sua poca sanità mentale. –…ma ricordati, che non sempre quello che è buono è anche giusto…-
Seccata sbuffò, ricevendo un’occhiataccia dalla signora. Poi sorrise dolcemente, superandola a passo spedito. Non aveva capito nulla di quello che le aveva detto, ma era buffa, e si mise a ridere, cominciando a correre verso l’edificio scolastico. Forse però…
Si fermò di scatto, e si voltò. La cercò spaventata con lo sguardo, ma invano. Lei non c’era più, e come un velo estremamente pesante, la confusione e l’incertezza le si posarono addosso, violente.
Possibile che si stesse riferendo…?
Si riavviò con gli occhi spalancati verso la scuola, poi li chiuse, e corse veloce, sperando di dimenticare tutto vedendo Hinata e tutti gli altri. Quella vecchia aveva un non so ché di inquietante, e Tenten voleva dimenticarla, oppure rincontrarla. Voleva chiarire i suoi dubbi, l’avrebbe cercata ovunque, ma prima doveva andare a scuola, e provare a capire da sola.
Dopo la scuola l’avrebbe trovata, ne era certa.
 

* * *

 
Karin si buttò sulla sedia esausta. Sebbene si fosse appena svegliata, Sakura sapeva bene che era molto pigra, e il solo sapere che l’aspettava una giornata di lezione, la stressava. –Ciao Sakura, come ti andato il fine settimana?- Rispose con un banalissimo “bene” ed abbassò lo sguardo, forse era stanca?
-Che c’è, è successo qualcosa?- Scosse la testa, e sorrise. Evidentemente stava bene, ma a Karin non la raccontava giusta. Decise che sarebbe stato meglio riparlarne più tardi, e si concentrò sulle lezioni.
Naruto entrò dalla porta, e si avvicinò al loro banco, sorridendo. –Ehilà, Sakura! Come stai? Oh, ciao anche a te…- La ragazza dai capelli rossi gli tese la mano, aspettando che lui la stringesse. Lo fece. –Karin. Mi chiamo Karin.-
-Piacere, Karin!- Sorrise ancora, e lei lo fisso incredula. Naruto sorrideva? Era allegro? Felice? No, non poteva non essere successo qualcosa, era sicuramente accaduto, doveva essere avvenuto un qualche evento a lei ancora sconosciuto, ma che avrebbe scoperto molto presto.
-Ciao, N-naruto…- Sorrise anche Sakura, lanciando occhiate preoccupate all’amica. Quest’ultima, le concesse solamente un’occhiataccia arrabbiata e confusa, che fece, per un momento, tremare la ragazza.
Karin continuava a guardarli ininterrottamente, Naruto, Sakura, Sakura, Naruto. I suoi occhi erano come impazziti, a vagavano tra i due ragazzi come cercando qualche indizio, che chiaramente, non trovò.
-Perché vi parlate? Che è successo?- Sakura cominciò a sudare freddo, mentre Naruto, se prima sorrideva, adesso sorrideva ancora di più. –Ma come, non glielo hai detto, Sakura? Ascolta Karin, io e Sakura ci siamo messi insieme!- Lei rimase di sasso, mentre Naruto salutava Sakura e se ne andava a sedere al suo posto.
Karin guardava fisso nel vuoto, Sakura guardava Karin. Non poteva, anzi, non voleva nemmeno immaginare la reazione che avrebbe avuto, aveva una paura immensa di quello che le avrebbe potuto dire.
-Sakura… che cosa Diavolo significa?- Quasi urlò, ma si trattenne, e quando Sakura le fece cenno di tacere, abbassò tanto la voce che per sentirla, si dovette avvicinare. –Ma a te non piaceva Sasuke? Cos’è questa storia? Ti prego, non dirmi che non hai saputo dirgli di no, perché davvero devi essere uscita di testa.-
Sakura abbassò lo sguardo, tremava, e si torturava le dita –No, non so per quale motivo, ma quando me l’ha chiesto… si insomma, non so, non è che non ho saputo dirgli di no, semplicemente in quel momento mi sono sentita come una spinta. Volevo dirgli di si, e l’ho fatto. Chissà, forse Sasuke non era il ragazzo giusto per me…-
Karin la scosse per la spalle –Ma che dici, Sakura! Ti sei forse bevuta il cervello? Sasuke é  il ragazzo giusto per te! Si vede lontano un miglio che sei innamorata di lui, e scommetto che anche a lui tu piaci!- Si tolse le mani dell’amica dalle spalle, e la guardò come mai aveva fatto prima.
-Karin, adesso basta. Non sai cosa voglio, né cosa provo, quindi sei pregata di smetterla di dire idiozie! Ho finalmente trovato un ragazzo che mi ama, qualcuno con cui posso stare bene, senza fare stupidi piani o scoprire il passato delle persone. Sasuke non mi ha mai vista come una fidanzata, per lui sono soltanto un’amica, e non voglio sprecare la mia giovinezza a corrergli dietro! Ho imparato che nella vita bisogna sapersi accontentare di quello che si ha, e non correre dietro a sogni irraggiungibili. Naruto mi piace, e voglio stare con lui. L’argomento  è chiuso.-
Karin era allibita. Da quando Sakura sapeva così bene come funzionava il mondo? E l’amore? Per carità, non sapeva assolutamente cosa voleva, ma non era affar suo. Se voleva fare di testa sua, era liberissima di farlo, per cui, decise di mettersi da parte. –E va bene, ma ricordati anche, che se non hai un sogno da raggiungere, la tua vita è comunque sprecata.- Si girò, e tirando fuori un libro di storia, cominciò a leggere.
Sakura si girò verso Naruto, e gli sorrise. Forse era lui il ragazzo che aspettava da tempo? Era lui il famoso Principe Azzurro? Forse, come poteva benissimo essersi sbagliata. Sakura aveva deciso, non le importava se tutto questo sarebbe finito presto, voleva vivere quella storia al meglio, non farsi scappare nulla, e dimenticarsi di Sasuke.
Con lui non avrebbe mai funzionato, ma doveva comunque ringraziarlo. Se le cose erano andate in quel modo, era tutto merito suo.
 
 




Note dell’autrice:

Oh, ehm… ma che buoni i biscotti! *Finge indifferenza*
Sapete, a me la vecchietta sta sempre più simpatica, a voi no? *Continua a fingere indifferenza, battendo nervosamente le mani sulla tastiera*
Ok, adesso basta… ebbene si cari lettori, Naruto e Sakura si sono messi insieme! (Forse l’ho detto con un po’ troppa enfasi…) ma chissà come andranno le cose… (Oddio, non una NaruSaku, non una NaruSaku!! Ok, probabilmente non lo sarà, ma chi può dirlo? Ahahahahahah! No, non fa ridere, decisamente.)
Comunque, Karin sembra non essere d’accordo, chissà come la prenderà  Sasuke! Non siate troppo impazienti però, e non smettete di leggere la storia, perché ci sono ancora molte sorprese per voi cari lettori, davvero tante! u.u
Beh, non ho altro da aggiungere, o finirei per spiattellarvi tutto il resto della storia in faccia, per cui… al prossimo capitolo gente, spero che questo vi sia piaciuto!
Un bacione! Kiss <3

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Capitolo 19
*** Già, brava Sakura ***


Già, brava Sakura

 



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La pausa pranzo, finalmente, era dall’inizio della giornata che Sasuke l’aspettava. Nel cortile della scuola non c’era quasi nessuno, faceva talmente caldo che gli studenti avevano deciso di rimanere dentro l’edificio, al fresco.

Sasuke preferiva di gran lunga la pioggia, gli piaceva potersene stare al calduccio nel giubbotto, mentre fuori faceva freddo, ma non gli dispiaceva passeggiare sotto i caldi raggi del sole, se gli capitava.
Diede un morso al suo panino, e si appoggiò al tronco di un albero, beandosi del venticello che passava sotto l’ombra, e gli scompigliava i capelli. Chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro. Sentì l’aria attraversargli i polmoni, e si sentì meglio.
Decise di andare sul retro della scuola, da lì si poteva ammirare in lontananza il campo da calcio che non utilizzava mai nessuno. Ci andava spesso, quando voleva stare da solo, o quando doveva recuperare dei compiti il pomeriggio.
Riusciva a concentrarsi meglio lì, e non si sarebbe mai aspettato di incontrarci qualcuno, e ancora meno che quel qualcuno fosse Naruto Uzumaki. –Ehi, Uzumaki!?- Quello si voltò sorridendo, tirando fuori le mani dalle tasche, ed incrociandole sul petto.
-Uchiha, come stai?- Sasuke affiancò il ragazzo, osservando il prato verde davanti a loro. Il campo da calcio era deserto, come al solito. –Non male, e tu?- Anche Naruto stava bene, anzi, benissimo.
-Bene. Senti, un giorno ti va di fare una partita? Tanto quel campo è sempre vuoto.- Sasuke assottigliò lo sguardo, mettendosi una mani sulla fronte per coprirsi dal sole, e vedere meglio. –Ma perché, sai giocare a pallone, tu?- Scosse la testa ridendo, alzò le spalle e rispose. –Veramente no, ma penso che sarebbe divertente provare.-
Sasuke annuì, ridendo anch’esso. –E va bene, chi perde paga da mangiare!- Si strinsero la mano, e parlarono ancora e ancora, trovandosi a ridere quasi ogni cinque minuti.
Naruto rideva in continuazione, molto di più di Sasuke, e quest’ultimo si sorprese molto, ma non ci pensò più di tanto. Era strano vederlo ridere, o parlare con qualcuno, ma si stava divertendo talmente tanto, che non ci fece troppo caso. Magari aveva deciso di smetterla di non fidarsi di nessuno, e di farci degli amici, ma nemmeno di immaginava il motivo di tanto cambiamento.
Dopo un po’, Naruto smise di ridere, e sorridendo disse –Senti Sasuke, ma cosa siamo noi due? Conoscenti, amici? Sai, non sono bravo a capire cos’è per me una persona, e non so nulla di legami…- Ci pensò un momento, poi rispose alzando un pugno verso di lui –Noi non siamo conoscenti, ma nemmeno amici. Caro Naruto, noi da adesso, siamo rivali!- Sembrava sorpreso, ma dopo qualche secondo, scoppiò a ridere –E va bene. Rivali!-
Si alzarono, e salutandosi si diressero ognuno verso le rispettive classi. Camminando, Sasuke guardò davanti a se, e vide Sakura salire le scalette della scuola. Le si avvicinò, salutandola amichevolmente. Lei gli sorrise, ricambiando il saluto, poi si incamminarono insieme, parlando un po’ della serata passata a casa della ragazza, e del fine settimana.
-Allora Sakura, quando pensi di provare con il prossimo piano?- Lei sussultò, il prossimo piano? Già, lui ancora non sapeva niente di lei  e Naruto. Si morse il labbro inferiore, socchiudendo gli occhi. Doveva dirglielo proprio lei, ma perché?
In quel momento, sperò di vedere Naruto, e che finisse come con Karin. Se glielo avesse detto lui, sarebbe stato tutto molto più facile, ed invece… si maledì, non avrebbe mai dovuto iniziare quel piano, avrebbe dovuto rifiutare subito; in quel modo, avrebbe fatto come voleva lei, si sarebbe messa con Naruto, e adesso non avrebbe dovuto dare spiegazioni a nessuno.
-Sasuke, n-non ci sarà… un altro p-piano…- Fece una faccia strana, tra il confuso ed il sorpreso. Magari non aveva capito cosa le aveva detto, così lo ripeté a voce più alta, ma Sasuke aveva capito benissimo.
Si fermarono. –Scusa, ma che significa che non ci sarà un prossimo piano?- Lei sorrise lievemente, arrossendo. –Beh… ecco vedi, grazie a te Sasuke, il piano ha avuto successo. Io e Naruto… ci siamo messi insieme!- Il ragazzo spalancò gli occhi. Cosa aveva appena detto Sakura? No, doveva essere uno scherzo.
-Q-quindi, il piano è… finito?- Lei annuì, continuando a sorridere. Ma come poteva sorridere? A Sasuke veniva quasi da piangere, si sentiva invadere dalla rabbia, e si liquidò subito quando sentì la campanella suonare.
Sakura lo guardò allontanarsi, non capendo come mai non gli avesse detto neanche una parola e se ne fosse andato in quel modo. Decise di non pensarci, ed andò in classe.
Era strano, ormai non balbettava quasi mai, per quale motivo con Sasuke non riusciva a smettere? Sarà stata la situazione? Forse, o magari… no, era sicuramente per quello.

* * *

 
La penna picchiettava freneticamente sul banco, stava disturbando la lezione, ma non gliene importava un accidente. Quello di Sakura era sicuramente uno scherzo, non poteva essere andata sul serio così. Insomma, significava che non ci sarebbero stati più inseguimenti clandestini, piani da attuare, incontri nella piazza del parco, e risate? Tutto questo era finito?
Sbatté forte il braccio sul banco, e la penna si ruppe. –Uchiha! Ma cos’è, impazzito? Esca subito dall’aula! Mi meraviglio di lei, uno studente modello che si comporta in quel modo. Assurdo!- Si alzò lentamente, con lo sguardo fisso nel vuoto, e le braccia ciondolanti sui fianchi.
Tenten lo seguì con lo sguardo, sorpresa. Non era mai stato buttato fuori, e le sembrava davvero strano che si fosse comportato in quel modo. Ma riprese a fare i suoi compiti, quando si richiuse la porta alle spalle.
Si appoggiò al muro, osservando la scritta “III° B” stampata su un foglio attaccato alla porta. Sorrise, per quanto potesse sorridere in quelle condizioni, e cominciò a passeggiare per i corridoi. Sebbene fosse vietato, non gli interessava minimamente. Passò davanti al III° A e si fermò a fissare la porta chiusa.
Sakura…
Riprese a camminare, ed uscì dall’edificio. Non importava se chiamavano casa, tanto nessuno avrebbe risposto. Superò il cancello, e se ne andò lontano, camminando lentamente, con le mani in tasca, e lo sguardo basso.
 
Non sapeva come ci era arrivato, ma davanti a lui, il campo da calcio, ed in lontananza, la scuola. Si avvicinò alla rete, e vi si aggrappò. Salì su in cima, e vi rimase seduto sopra. Guardò lontano, dove si vedevano le prime case del centro di Konoha. Si sporse in avanti, e scorse anche la stazione dei pullman. Si sporse ancora e…
-Ahia!- si massaggiò la schiena, alzandosi da terra. Era completamente ricoperto di polvere, e gli ci vollero diversi minuti per ripulirsi almeno un po’.  –Vedo che ti piace essere puntuale, Sasuke. Ma da quanto sei qui?- Ci pensò su, e si sorprese quando si rese conto che erano ben quattro ore che se ne stava seduto su una delle panchine del campo. –Da un po’, Naruto. Hai un pallone?-
Quello mostrò un pallone vecchio e malconcio, e con un calcio lo mandò in mezzo al campo. Sasuke si alzò, e si diressero insieme verso il centro, recuperando il pallone, e posizionandosi uno di fronte all’altro. –Come si gioca?- Sasuke alzò le spalle. –Lo hai proposto tu, ti saresti anche potuto informare.- Rise, ma Sasuke non lo fece.
Naruto diede nuovamente un calcio al pallone, e si diresse correndo verso una delle due porte. –Ad ogni modo, se non ti sbrighi, vincerò io. Non conosciamo le regole, quindi ce le inventeremo mano, mano che giochiamo.-
Corsero tanto quel pomeriggio, e stremati, si sdraiarono al suolo, ridendo. –Perché non mi hai detto di te e Sakura?- Naruto non rispose, chiudendo gli occhi, e mettendosi le mani sullo stomaco.
Sasuke si mise a sedere, fissando il suo rivale. Questo sentendosi osservato, aprì un occhio, e rise. Era così serio, che sembrava addirittura arrabbiato, o forse, lo era. –Semplicemente, ero convinto che sarebbe stato meglio se te lo avesse detto lei.- Si sdraiò nuovamente, ed osservò il cielo del colore del tramonto.
-Capisco. Lo sai che per colpa tua, non potrò più creare piani da attuare?- Il biondo annuì, sorridendo. Sapeva anche altro, ma non voleva rivelargli nulla, non per il momento. –Devo ringraziarti, senza di te, non mi sarei mai accorto di Sakura.- Sasuke restò in silenzio, pensando a tutte le volte che avevano provato invano, senza riuscire mai portare un piano a buon fine.
Rise, pensando che prima nemmeno si parlavano, e adesso? Se ne stavano sdraiati ridendo su un campo di calcio, a cui nemmeno sapevano giocare. –Allora, chi ha vinto?- Naruto sorrise –Diciamo che siamo pari. – E sorrisero ancora.
 

* * *

 
-Quando pensi di dirglielo?- Sakura guardò l’amica perplessa. –Dirgli cosa? E a chi, poi?- Karin sospirò sconsolata, a volte Sakura sapeva essere veramente ottusa, e ormai non si sorprendeva più di questo.
-Ad Hinata, quando pensi di dirgli che tu e Naruto state insieme?- La ragazza non capiva, perché mai avrebbe dovuto dirglielo? E poi perché una domanda simile? Sembrava che si sarebbe arrabbiata se glielo avesse detto. Insomma, non c’era nulla di strano, lei e Naruto stavano insieme, e allora?
-Sakura, ascoltami bene, forse tu non lo sai, ma ad Hinata…- Si bloccò, quando proprio quest’ultima le spuntò davanti. “Parli del Diavolo…” Hinata sorrideva, e le salutò con un amichevole gesto della mano.
-Come state, Sakura, Karin?- La prima sorrise, annuendo, mentre Karin sbuffò, mormorando un “Bene, grazie” seccata. Non si poteva finire un discorso in pace? Ogni volta che doveva parlare con Sakura, qualcuno si metteva in mezzo.
Hinata si accorse della nota di fastidio nella sua voce, e diventando improvvisamente seria, chiese. –Cosa c’è, dovete dirmi qualcosa? Oppure vi ho interrotte?- Sakura la rassicurò, dicendo che non era niente di importante, ma Karin voleva chiarire, subito.
-Hinata, rispondimi sinceramente. A te piace Naruto, vero?- Lei spalancò gli occhi, e lo stesso fece Sakura. Hinata scosse la testa nervosamente, e Karin fece finta di crederle, ma non si arrese. –Perfetto allora. Sakura, avanti diglielo.- Questa cominciò a tremare, anche lei aveva capito benissimo che Hinata mentiva, non aveva il coraggio di ferirla in quel modo.
Rimase in silenzio per un bel po’, spostando lo sguardo da Karin a Hinata, e viceversa. Non sapeva che dire, come rivelarle una tale notizia. Solo in quel momento si rese conto di quanto Hinata stesse soffrendo veramente. Prima la decisione dei suoi, poi la sua inspiegabile amicizia con Sasuke, che era riuscita facilmente a mascherare come un puro legame creato solo per aiutare lei, il segreto avvicinamento di Tenten, e adesso questo.
Non poteva credere che stesse facendo tutti quei torti ad Hinata, lei che era sempre stata onesta e gentile, si sentiva un mostro. Non solo l’aveva presa in giro per tutto quel tempo, ma adesso le aveva anche rubato il ragazzo. Certo, non poteva averglielo “rubato” visto che Naruto non era mai stato con Hinata, ma era come averla tradita.
Continuò a mantenere il silenzio, Hinata ormai aveva capito, non c’era bisogno di spiegarglielo, ma Karin non aveva intenzione di lasciare le cose così. Sakura aveva combinato un bel pasticcio, ed anche se non sapeva nulla, e non avrebbe potuto farlo a posta, adesso avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
Sapeva come avrebbe reagito la corvina, per questo stava spingendo Sakura a rivelare tutto. Hinata meritava di sapere cosa c’era tra quei due, e sebbene fosse ancora più difficile, le avrebbero rivelato anche del piano S.S.S.K.
-E va bene, se non vuoi parlare, lo farò io.- Sakura fissò contraria l’amica, era infastidita, si sentiva presa in giro, era… arrabbiata? Si, lo era, e molto. Possibile che non riuscisse a farsi gli affari suoi? Che la sua storia con Naruto le desse tanto fastidio? No, non era quello il motivo.
Sakura sapeva cosa aveva in mente Karin, era certa che volesse soltanto il suo bene e quello di Hinata. Quello era il suo modo di esprimere affetto, preoccupazione fraterna, quasi. A Sakura piaceva questo interesse verso di lei, ma adesso stava esagerando.
Non aveva nessun diritto di decidere cosa avrebbe dovuto rivelare, e in quale momento. Non si sentiva ancora pronta, doveva trovare le parole giuste, magari scriversi un discorso che non avrebbe ferito i sentimenti di nessuno. Era certa che avere tutta quella fretta non avrebbe portato nulla di buono, ma sapeva anche che se non lo faceva lei e subito, lo avrebbe scoperto in altri modi, che l’avrebbero fatta soffrire ancora di più.
-No, Karin, lo faccio io…- Hinata strinse i pugni, e cercò in tutti i modi di mantenere lo sguardo serio fisso sulla ragazza davanti a lei. Ci riuscì, ma le costò anche molta fatica. –Ascoltami bene Hinata, io e Naruto… si, beh, vedi io e lui ci siamo… - prese un bel respiro, ed assunse un tono più fermo e deciso.
-Io e Naruto, stiamo insieme.- Silenzio. Karin abbassò lo sguardo, incrociando le mani sul petto, Sakura si morse il labbro inferiore senza farsi notare, ed attese. Aveva paura della reazione che quella frase avrebbe potuto portare, ma voleva finirla lì una volta per tutte, e non le andava affatto di aspettare troppo, questo non faceva altro che aumentare la tensione.
Poi, arrivò. –Sai Sakura, ero convinta che fossi davvero una brava ragazza e, molto probabilmente, lo sei. Tuttavia, non mi aspettavo un colpo tanto basso da parte tua, devo dire che mi hai deluso molto.- La ragazza sorrise amaramente. Se solo le lacrime non fossero scese prepotenti sulle sue guancie, si poteva benissimo credere che la notizia non le avesse fatto alcun effetto.
La voce era ferma, lo sguardo serio, il sorriso. Sakura invece avrebbe voluto urlare, chiedere scusa, e piangere, ma non fece nulla di tutto ciò. Si limitò ad abbassare lo sguardo, ed a mordersi ancora il labbro, fino a farlo diventare completamente bianco.
Hinata si asciugò le lacrime, ma non riuscì a fermarle completamente, e continuarono a scendere veloci ed implacabili. Si girò, sorridendo ancora. –Beh, stai tranquilla, non mi vendicherò su di te. E’ vero, sono arrabbiata non lo nego, ma… sono certa che non sei tu la persona sulla quale mi dovrò sfogare. Sakura, grazie per tutto quello che hai fatto, mi hai aiutata molto, e non ti darò più fastidio, né a te, né a nessun altro, lo prometto.- Rilassò le braccia, e le mani si aprirono, sciogliendo i pugni che, fino a quel momento, erano stati tenuti stretti fino a sbiancare ancor più la pelle della pallida ragazza. –Karin, anche tu sei stata davvero importante, anche se ci siamo frequentate poco, e non facevamo altro che bisticciare quando ci incontravamo, sono stata bene con te, e sei una ragazza divertente. C’è un ragazzo che secondo me starebbe bene con te, se vuoi un giorno te lo presento…-
Karin sbuffò, ed Hinata rise. –Ok, ho capito. Forse andare in quella scuola mi farà bene, magari non sarà così inutile come credevo…- Le due ragazze spalancarono gli occhi, e pronunciarono una serie di parole incomprensibili per cercare di fermarla. Lei rise ancora, non sembrava appena uscita da una rivelazione alquanto deludente.
-Ma dai, scherzavo! E poi, ci sono ancora un sacco di cose che devo fare qui, credete davvero che sarei capace di andarmene? E dai, ce l’avete il cervello, usatelo!- Smise di ridere, e facendo un cenno con la mano, cominciò a camminare, sempre più veloce, ed infine corse, sparendo alla vista di Sakura e Karin.
-Gliel’ho detto…- 
-Brava Sakura.- Sospirò.

Già, brava Sakura…

 
 
 
 
Note dell’autrice:

Oh, salve a tutti! Come va la vita? Eeeh, Sasuke sembra esserci rimasto male, chissà, che abbia cominciato a provare qualcosa per Sakura? Oppure gli importa solo della fine di tutti i suoi piani?
Naruto invece è alquanto contento, ma ahimè, quanto durerà la sua felicità? Penso molto poco, perché in questa storia sono tutti molto sfortunati… Muahahahahaha!
Hinata al momento è molto depressa, (Vedi come reagisce, poverina.) ma posso assicurarvi che molto presto le cose per lei prenderanno una piega a dir poco piacevole :3
Adesso, Karin come al solito è saggia e matura, e Sakura tonta ed infantile u.u ma anche lei, in fondo, sta crescendo pian piano. E questo devo dire che un po’ mi dispiace ma mi fa anche piacere, perché lo sviluppo del loro carattere lo sto creando io, cioè, li sto facendo crescere io! *Si sente importante e le spunta un sorriso sognante sulla faccia*
Tornando seri (?) devo ammettere che questo capitolo mi ha creato abbastanza problemi, ero molto indecisa sul fatto di farlo scoprire così ad Hinata. All’inizio tramavo di farla assistere ad un dialogo abbastanza “dolce” tra Naruto e Sakura, ma poi sarebbe stato davvero troppo meschino e crudele, ed ho cambiato idea… *Coff, coff*
Comunque! Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che anche il successivo non vi faccia vomitare, ecco. Al prossimo Sabato! Kiss <3
 

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Capitolo 20
*** Il dolce profumo della libertà ***


Il dolce profumo della libertà

 



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Un altro giorno era passato, e Tenten si stava ancora chiedendo quale fosse l’identità di quella strana vecchietta. Il pomeriggio del giorno in cui l’aveva incontrata, aveva percorso di corsa il parco, perlustrato le strade ed i vicoli, setacciato ogni angolo del cortile della scuola, ma niente.
Era come svanita nel nulla, e non era più riuscita a parlarci. Anche con Hinata le cose non andavano bene, si allontanavano sempre di più, e sembrava avesse litigato con Sakura. Non conosceva i dettagli, ma non sembrava nulla di buono. Di mezzo c’era senza dubbio Naruto, era da quando quei due si erano messi insieme che Hinata si comportava in modo strano.
E se Naruto significasse qualcosa per lei? Se Hinata provasse qualcosa per lui che non le aveva mai rivelato? No, non poteva essere così, altrimenti, perché mai non avrebbe potuto dirglielo? C’erano forse problemi nel rivelare ad un’amica di una cotta? Decise che era meglio non pensarci, e si diresse nel bagno.
Si sistemò meglio la gonna, ed entrò; si sciacquò il viso nel lavandino, e si sistemò i capelli osservandosi nell’ormai vecchio specchio. Non si vedeva bene, era tutto sfocato, spaccato a metà, e sporco. Si girò, e appoggiandosi al muro fissò la porta del bagno. Aspettava di vedere Hinata, o meglio, sperava di vederla.
-Tenten? Sei tu, giusto?- Sorrise voltandosi, e non si sorprese vedendo Sakura avanzare verso di lei con lo sguardo triste. Qualsiasi cosa fosse successa, avrebbe potuto consigliarla, darle una mano. Ecco perché era voluta diventare sua amica, sapeva che con lei sarebbe stato diverso, che a differenza di Hinata si sarebbe sempre confidata con lei.
Si trovarono l’una davanti all’altra, e sebbene Tenten continuasse a sorridere, Sakura non aveva nessuna ragione per farlo, ed abbassò lo sguardo, lasciando le braccia morbide lungo i fianchi. –Qualcosa non va?- Scossa la testa, facendo oscillare i corti capelli rosa. Ma la ragazza sapeva che non era vero, infatti…
-In realtà, una cosa ci sarebbe… ma non so se posso raccontartela.- La castana sorrise nuovamente ed invitò Sakura ad uscire dal bagno e a passeggiare un po’ per i corridoi. La scuola era finita da un pezzo, ma potevano rimanere anche tutto il pomeriggio, mentre si svolgevano i corsi di recupero.
Dopo un po’ si fermarono, Tenten aprì la porta della sua classe, una delle tante ad essere vuota, ed entrò, sedendosi su un banco a caso. Sakura si avvicinò, ma non si sedette. Rimase in piedi, con lo sguardo basso a fissarsi le mani ossute e piccole.
-Allora, cosa volevi dirmi? Se riguarda Hinata puoi raccontarmelo tranquillamente, tanto noi due ci diciamo sempre tutto, probabilmente me lo avrà già detto.- Era una bugia, ma era necessaria a tranquillizzare Sakura. Funzionò, e dopo poco, anche Tenten venne a conoscenza della “cotta”, se così si poteva chiamare, di Hinata, e della strana reazione di Sasuke.
All’inizio, quando le aveva parlato di Hinata, l’espressione di Tenten era seria, e leggermente triste, ma quando incominciò a parlargli di Sasuke, sembrava un’altra persona. Un ghigno le si era dipinto sul volto, e si accarezzava malignamente il mento. –Ho capito. E dimmi, sei sicura che quello con cui vuoi stare sia Naruto? Oppure c’è dell’altro?- Non capì subito la domanda Sakura, ma quando ci pensò su un momento, si rese conto di cosa parlava l’amica.
-No Ten, mi dispiace. Sasuke mi piaceva, ma adesso non mi interessa più. E’ inutile continuare a corrergli dietro, devo imparare a non lasciarmi sfuggire quello che già ho, piuttosto che perdere tutto cercando di raggiungere un sogno davvero troppo lontano.- Tenten continuava a guardarla in modo strano, divertito forse, Sakura non riusciva a decifrare quello sguardo.
Nella mente di quest’ultima intanto, tutte le informazioni erano andate a posizionarsi perfettamente come i pezzi di un puzzle, ed adesso tutto era più chiaro. Aveva capito cose che nemmeno Sakura sapeva, ma non avrebbe detto nulla. Si sarebbe dovuta accorgere da sola di quello che provava, e non aveva il diritto di spiattellargli tutto in faccia rischiando solo di confonderla.
Decise che la cosa più saggia da fare in quel momento era rimanere sul vago ed assecondarla, in questo modo le sarebbe sicuramente venuto più facile capire cosa avrebbe dovuto fare. Il ghigno svanì, e sorrise dolcemente, fissando la ragazza dinnanzi a lei, e prendendole le mani disse: -Ascolta Sakura, io non so cosa provi, ma posso dirti che se sei sicura dei sentimenti per Naruto, allora quello che stai facendo è giusto. Non avere paura, se ne sarà accorta anche Hinata, e non te ne farà una colpa.- Sakura la ringraziò per il sostegno, e dopo essersi preparate, uscirono insieme dalla scuola, dirigendosi verso il parco.
 
-Bene Sakura, io devo andare dalla parte opposta, quindi ci salutiamo qui.- Quella sorrise, e si salutarono. Osservò la schiena di Tenten allontanarsi velocemente, il passo regolare e deciso. Avrebbe voluto tanto essere come lei.
Si girò dall’altra parte, e s’incamminò anche lei. Cercò di camminare come faceva Tenten, ma non ci riuscì; le gambe andavano tutte storte dove volevano loro, e dopo qualche tentativo, si arrese.
Sentì un fruscio in mezzo ai cespugli, e si girò di scatto, allarmata. –C-c’è qualcuno?- Non ricevette una risposta, e questo la tranquillizzò. Probabilmente era un animale innocuo, e non c’era motivo di preoccuparsi. Continuò a fissare quel punto però, come se qualcosa le dicesse che doveva indagare, scoprire cosa si celasse dietro a quell’ammasso di foglie.
Il suo istinto le diceva di avvicinarsi, ma la sua mente tutto il contrario. Sapeva che il cervello funzionava meglio, e decise di seguirlo, andandosene, ignara di cosa ci fosse la dietro, a casa.
 

* * *

 
Se da una parte c’era una ragazza che aveva da poco risolto tutti i suoi dubbi, dall’altra che n’era una che convinta di sapere quali dovesse risolvere, stava sbagliando tutto, passo dopo passo.
La ragazza si prese una ciocca di capelli scuri, e li posizionò dietro l’orecchio, spostando di poco anche la frangetta. Era passata a casa e si era cambiata, la divisa era tutta sudata per la corsa che aveva fatto, e con dei jeans ed una maglietta si stava molto più comodi.
Vide un grande cartello, ma non riuscì a decifrare ciò che c’era scritto sopra. Era una strana lingua, con dei caratteri molto simili a quella inglese. Si sforzò di ricordare, e le venne in mente di aver visto una poesia scritta su un menù di un ristorante Italiano, capendo finalmente a quale lingua appartenessero quelle scritte.
Guardò il locale sulla quale era stato appeso il cartello, e notò solo allora che era finita in un quartiere che lei non aveva mai visitato. Si girò più e più volte, sperando di vedere qualcosa che le ricordasse casa, o che la riportasse sulla strada di ritorno. Niente. Sospirò rumorosamente, e continuò a camminare, avventurandosi in quel quartiere.
Non le interessava molto non sapere dove si trovava, anzi, ad essere sinceri, non le importava affatto. Osservò le vetrine dei piccoli negozietti di oggetti antichi, e rimase incantata davanti ad una piccola scatoletta decorata con piccoli disegnini argento e blu. Continuò a guardarla, fino a quando il suo sguardo non cadde sul prezzo. “Troppo caro”, si disse rimettendosi dritta, e ricominciando a camminare, non riuscendo però a togliersi la scatoletta dalla testa.
Guardò l’orologio, ma non si curò molto dell’ora. Lo fece tanto per farlo, non le interessava che fossero le 20,00 o le 24,00, l’unica cosa che le importava, era passare meno tempo possibile a casa, e magari non tornarci affatto. Sospirò nuovamente, quella sera le capitava spesso di farlo, e si appoggi ad un muretto. Evidentemente doveva essere arrivata piuttosto lontana, visto che se guardava bene, riusciva a scorgere perfino il mare.
Lo osservò ammirata, con un mezzo sorriso stampato in faccia, ma dopo un po’, il sorriso di deformò, e le spalle della ragazza furono scosse da singhiozzi sempre più forti, mentre le lacrime uscivano. Piangere, lo faceva in continuazione, e non ne poteva più. Si sentiva debole, incapace di fermare i sentimenti, di contenersi. Ma infondo piangere era quello di cui aveva bisogno, ciò che la faceva sentire meglio. O quasi.
La cosa che più la faceva arrabbiare, era non sapere il motivo di quelle lacrime. Forse lo sapeva, o forse no. Era per quello che aveva fatto Sakura? No, sicuramente non era per quello, era molto improbabile. Insomma, ok che Naruto era l’unica persona che nonostante la facesse soffrire molto, le dava la forza di andare avanti, ma non le importava se stava con un’altra ragazza. In fondo si erano parlati talmente tante poche volte, che poteva benissimo dimenticarsi di lui, anche se non definitivamente. Ciò che la faceva piangere, era la decisione dei suoi genitori, o meglio di suo padre, di mandarla a Tokyo.
Tokyo… com’era lontana quella città dalla sua, com’era lontana da lei. Insomma, Hinata era una ragazza di periferia, non viveva nemmeno nel centro del suo quartiere, come poteva riuscire a vivere in una città? No, era impossibile. Insomma, Konoha e Tokyo erano come il cielo e la terra, non puoi vivere sempre sulla terra, ed improvvisamente riuscire a spiccare il volo.
Si asciugò le lacrime, quando si sentì meglio, e andò via di lì. Camminò a lungo, forse mezz’ora, o di più. Hinata non se lo ricordava, ma l’unica cosa che voleva era camminare ancora. Lo fece, e non si fermò nemmeno quando davanti a lei la strada non continuava più, e si ritrovò in mezzo ad una specie di campo, dove l’erba era secca, e l’aria più buona, pulita.
Prese un respiro profondo, e si lasciò cadere all’indietro. Cadde a terra, e si fece male, ma non urlò, ne emise versi di nessun tipo. Semplicemente strizzò gli occhi, e poi rise. Allargò le braccia e le gambe, creando un angelo come si faceva quando nevicava. Non si alzò per vederlo, ma chiuse gli occhi, respirando profondamente, ed assaporando il dolce profumo della libertà. Sorrise.
Era bello non avere pensieri, dover prendersi cura solo di se stessi, e non avere un passato, un presente, un futuro… nulla. In quel momento nemmeno il nome aveva un significato, c’era solo lei, e nessun ricordo.
Tutto era come svanito, l’unica cosa che c’era era il silenzio, e la pace. Nemmeno gli animali si vedevano, tutto era scomparso. Hinata avrebbe perfino azzardato a dire che quello era il Paradiso, sicuramente. Cosa c’era di meglio al mondo? Esisteva un altro posto simile? Dove potevi cancellare tutto, e lasciare spazio solamente a te stessa? No, non c’erano altri posti così, e se c’erano, Hinata non li avrebbe mai chiamati Paradiso.
Un fruscio la fece sobbalzare. Si mise velocemente a sedere, e si guardò in torno, all’erta. Cosa poteva essere? Un animale? Forse… una persona? Improbabile, ma non impossibile. Sentì una presenza alle sue spalle, e rabbrividì. Chiuse un momento gli occhi, e prese un bel respiro.
Si girò lentamente, mai si sarebbe aspettata di trovarsi davanti un vecchietta. –Dio mio, per fortuna, pensavo ci fosse… menomale!- Sospirò ancora, incurante dello sguardo serio che aveva la signora davanti a lei. –Hinata Hyuga?- Quella si spaventò nuovamente, il fatto che qualcuno conoscesse il suo nome in un quartiere in cui lei non era mai stata, e che addirittura la riconoscessero in un campo, era anche più spaventoso della situazione di pochi secondi prima.
-Lei invece chi è?- Lo sguardo che aveva la vecchia signora era indecifrabile, inizialmente contrario, poi più sospettoso, adesso invece più curioso ed indagatorio. Se Hinata avesse avuto con se uno specchio, si sarebbe resa conto che erano esattamente le stesse occhiate che stava lanciando lei.
Ora la sua espressione mostrava solamente dolcezza e compassione, ed uno sguardo che irritò molto la ragazza. Si sentiva una poveraccia, una di quelle persone che quando la gente gli passa davanti, vengono consolate con parole all’apparenza piene di preoccupazione, ma in realtà solamente vuote. –Si, sono Hinata. Adesso mi dice chi è lei?-
La vecchia sorrise impercettibilmente, senza smettere di guardarla. La scrutò per benino, e poi, senza degnarsi minimamente della domanda della ragazza, ne fece una nuova –Chi sei tu…? Te lo sei mai chiesto?- Hinata alzò un sopracciglio, contorcendo le labbra in una strana smorfia. Che cosa voleva dire? Quella tizia le stava già antipatica, si vedeva che era una di quelle persone che si divertono a giocare con i sentimenti altrui ed a confonderli.
Ignorò anch’essa la domanda, ma al contrario della vecchia, stette in silenzio. In attesa di qualcosa forse, o magari, non sapeva semplicemente come comportarsi. –Vuoi per caso partire? Andartene per sempre?- Si stranì sentendo quella domanda, perché mai sarebbe dovuta partire? E per andare dove, a Tokyo? Certo, così sarebbe morta di nostalgia. Non rispose ancora, voleva vedere fin dove arrivasse la pazienza di quella donna.
-Forse ti farebbe bene andartene in qualche grande città, non mi sembri il tipo a cui piace stare fermo. Non ti piacerebbe visitare… che so, Tokyo?- Possibile che fosse una moda quella di nominare quella stramaledetta città? No che non voleva visitarla, figuriamoci andarci a vivere, per sempre poi, assurdo! –Si sbaglia, adoro il mio quartiere, e ci abiterò per tutta la vita. Non partirò mai, può starne certa.- Ad Hinata parve di intravedere un ghigno formarsi sulle sottili labbra della vecchietta. –Come vuoi… ma secondo me, ti farebbe bene. Sai, non sempre scappare è tanto inutile, anzi, direi che ad una come te non farebbe che risolvere i problemi più intricati…-
Hinata sbuffò, ed alzandosi sparì immersa nell’erba alta. La vecchia rise, sarebbe partita sicuramente, era sicura. Doveva ammettere, che però aveva un caratterino niente male, per essere riuscita ad andarsene prima di lei. -Hinata Hyuga… sei destinata a fare grandi cose. Per te l’amicizia è come l’oro, non è così?-
 

* * *

 
-Adesso basta Sasuke, questa storia deve finire.- Il ragazzo al contrario, non era affatto convinto di voler dare retta al fratello maggiore. Dopo tutto quello che avevano passato, come poteva continuare a cercare il suo perdono? Itachi si era fatto in quattro da quando era bambino per essere come una madre, un padre, ed un fratello per lui, come poteva voler ancora bene ai loro genitori?
Sbuffò, che facesse quello che voleva, lui non li avrebbe mai perdonati. –Sei tu che la devi smettere. Insomma, come puoi credere ancora che io possa perdonarli? E volergli bene, addirittura? No, mi dispiace.- Itachi lo guardò serio, ma non si arrese. Era ovvio che Sasuke non capisse, era ancora un bambino quando tutto avvenne…
-Mi dispiace Sasuke… evidentemente non sono stato un bravo fratello come avrei dovuto.- E dopo quelle parole uscì, lasciando la casa vuota come era sempre. Sasuke sospirò, sdraiandosi sul divano che aveva di fronte. Itachi gli aveva sempre detto che non capiva, che quando era accaduto quell’evento era troppo piccolo, e Sasuke sapeva che aveva ragione. Infatti non capiva, come potevano aver fatto una cosa simile? I suoi genitori?
Si mise una mano sul volto, e si strofinò gli occhi, facendoli arrossare, ma scacciando tutta la rabbia che aveva raccolto. Li chiuse, e per un momento, ebbe la sensazione di dimenticare tutto. Purtroppo non avvenne nulla di simile, ma gli sembrò di sentirsi meglio credendo che fosse possibile dimenticare.
Sospirò ancora –Mamma, papà… perché?- Si alzò di scatto, afferrò le chiavi, un giacchetto, ed uscì chiudendosi la porta alle spalle. Corse poi, veloce e deciso. Sapeva dove doveva andare, aveva una meta precisa, ed aveva un infinito bisogno di raggiungerla.
Una volta arrivato, bussò forte, chiamò un nome talmente tante volte che non sapeva più quante, e diede calci alla porta. Non smise nemmeno quando da un balcone gli gridarono di smetterla. Quando non ce la fece più, si appoggiò alla porta, e scivolò giù, sedendosi ed appoggiando la testa sulle ginocchia.
Perché non rispondeva? Possibile che fosse uscito proprio in quel momento? Doveva parlargli, e subito. Aveva bisogno di… sfogarsi? Non proprio, quello che voleva era un consiglio, ma nessuno sarebbe andato bene come lui. Era l’unica persona che conosceva ad aver sofferto come lui. Non conosceva la sua storia, ma qualcosa gli diceva che erano simili.
Però, dopo l’enorme pressione che aveva fatto sul suo orgoglio, perché chiedere aiuto non era proprio da lui, venire a sapere che la persona che cercava non era in casa, era piuttosto demoralizzante. Molto…
Proprio quando le ultime speranze di trovarlo lo stavano abbandonando, il rumore di un paio di scarpe che battevano sull’asfalto, lo fece sussultare di spavento, ma anche provare una sorta di sollievo.
Si alzò in piedi, e sorridendo, salutò la figura del ragazzo davanti a lui. –Ehi, Sasuke, che ci fai davanti casa mia? Non sarai diventato uno stalker spero!- Rise, ed anche Sasuke si sforzò di farlo, non riuscendoci benissimo. –No, no… posso salire?- Naruto lo guardò un po’ confuso, ma intuì che qualcosa non andava, ed annuì, sorridendo amichevolmente.
 Quando entrarono, Naruto non chiese come mai sapesse dove si trovava casa sua, molto probabilmente lo sapeva già, e se ne andò in cucina parlando a vanvera su quello che vendevano al supermercato e di quanto costasse. Sasuke invece era rimasto a fissare l’arredamento del soggiorno, in piedi ed in silenzio. –Guarda che puoi sederti se ti va!- Appena udì quelle parole, si chinò meccanicamente sul divano, e vi si sedette a scatti, come timoroso di rovinarlo o di fare pasticci; nonostante non ci fosse assolutamente nulla di costoso o che potesse ritenersi importante.
Naruto si sarebbe sorpreso se lo avesse visto, ma lui era ancora in cucina, e adesso parlava delle trasmissioni noiose che trasmettevano alla TV. Sasuke invece ascoltava, per modo di dire visto che pensava ad altro, e si era rilassato un po’ di più, guardando fuori da una piccola finestra che dava su quella piazza dove stavano altri quattro palazzi esattamente identici a quello dove stava Naruto.
Smise di prestargli interesse quando quest’ultimo uscì dalla cucina, e si sedette accanto a lui, sorridendo proprio come stava facendo pochi minuti prima. –Cos’è che ti fa ridere tanto?- Sasuke era serio, così anche l’altro lo diventò. Doveva essere una cosa importante quella che doveva dirgli, e decise di prestargli tutta la sua attenzione.
 
-Così è questo il tuo dilemma… capisco. Beh, è una cosa difficile, niente a che vedere con quello che ho passato io, questa è tutta un’altra storia, e magari anche più complicata…- Naruto si fece pensieroso, mentre ormai Sasuke si era lasciato prendere dallo sconforto. La sua espressione non faceva trasparire alcuna emozione, ma dentro di lui c’era l’inferno.
Naruto lo guardò, anche lui aveva avuto quegli occhi prima di conoscere Sakura. O forse, quello sguardo ancora c’era, anche se l’odio era diminuito notevolmente. Era strano, mentre raccontava dei suoi a Sasuke, nella sua voce non c’era rabbia, solo una leggera nota di malinconia. Certo, il peggio se l’era tenuto per se, ma era comunque tutto molto strano. Sasuke odiava molto più di lui, ne era certo.
-Forse, l’unica cosa che puoi fare è dimenticare, ma dubito che ci riuscirai. L’odio che ti porti dentro è così forte nonostante tutti questi anni… mi dispiace, ma credo che l’unica medicina, adesso sia l’amore.- Sasuke non rispose, la mattonella del pavimento era diventata tanto interessante? No, niente a fatto. Ormai non lo ascoltava più, nella sua mente, ma soprattutto nel suo cuore, non c’era posto per l’amore, non più.
L’altro sospirò arrendendosi. Doveva ammettere che quel ragazzo era davvero cocciuto. Cosa veniva a fare a chiedergli consigli, se poi nemmeno lo ascoltava? Gli mise una mano sulla spalla, e lo accompagnò alla porta. –Credi che riuscirò a dimenticare…?- Quelle parole fecero fermare la porta che si stava chiudendo, e con un mezzo sorriso, l’amico rispose –Come ti ho già detto, la medicina migliore che può aiutarti adesso, è l’amore. Non ne so molto di queste cose, ma sono sicuro che funzionerebbe se ci provassi.- Sasuke annuì, e con lo sguardo basso se ne andò, in quella casa che avrebbe tanto voluto dimenticare insieme a tutto il resto.
Come fai tu, Itachi?
 
 





Note dell’autrice:

E così, anche Ten e Hinata hanno fatto il fantomatico incontro! (?)
Ma che maleducata, nemmeno saluto! Ahimè, che sbadata. Uff!
Beh, buonasera a tutti cari lettori e lettrici, come vi è sembrato questo capitolo? Ammetto che faceva pena (Io stessa non volevo postarlo .-.), ma comunque era necessario. Per lo sviluppo della storia, si intende.
Tra Tenten e Sakura si sta instaurando proprio un bel rapporto, e questo pare valga anche per Naruto e Sasuke, che da rivali, stanno diventando –a poco a poco- buoni amici. :)
Karin non c’era in questo capitolo :( ma non disperate, a breve tornerà, state tranquilli! :DD
Cos’altro… ah, si! Quasi dimenticavo, sapete, ho terminato i capitoli che avevo scritto quest’estate, quindi, purtroppo gli aggiornamenti rallenteranno, e non saranno più regolari.
Adesso vi spiego il motivo: una volta scritti i capitoli che ho postato in queste settimane, mi sono detta “Dai, tanto c’è ancora tempo, ricomincerò a scrivere più tardi…” il risultato? Beh, arrivata a questo punto, devo ricominciare a scrivere d’accapo, perché mi sono fermata… xD
Tranquilli però, ho deciso di impegnarmi, per cui, il prossimo capitolo non vi farà attendere troppo. Massimo due settimane, giuro!
Grazie mille per aver letto –anche- questo capitolo, spero che continuiate a farlo, perché anche se non ricevo chissà quante recensioni, il solo fatto che so di essere seguita, mi sprona a continuare.
Un bacione grande, e grazie! Kiss <3

PS: avete notato il titolo? Beh, non lo trovate assai poetico? Eeeh? (Bellissimo, brava brava, vuoi un euro? Mah! u.u)

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Capitolo 21
*** Ti amo ***


Ti amo




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Confusione. Da molto tempo ormai si faceva spazio tra i neuroni del suo cervello; dentro di lui, senza dargli scampo. Cercava in continuazione di trovarvi qualcosa di diverso, all’interno, ma nulla. Solo confusione, tanta, tanta confusione.
Sasuke certo era un ragazzo sveglio, anche molto intelligente; ma dei sentimenti, di sé stesso, conosceva pochissimo, praticamente niente.
Il parco: quante volte c’era stato? Lì, in quel piccolo quartiere della città di Konoha, era ormai diventato come un posto dove radunarsi con gli amici, passeggiare, pensare, fare chiarezza. Quel parco, rappresentava tutto, per quei ragazzi, da sempre.
-Cosa ci fai qui, e da solo oltretutto? Non lo sai che è pericoloso gironzolare in questo parco così presto? Non saranno nemmeno le cinque di mattina…- Sussultò. Ma chi diavolo era la pazza che parlava alle spalle in quel modo? Senza nemmeno presentarsi, o avvisare della propria presenza? Senza preoccuparsi ulteriormente, il ragazzo si girò sorridendo, abbassando di un poco la testa, giusto per scorgere l’argentea chioma dell’anziana signora sottostante.
Riconobbe immediatamente il piccolo maialino che si trovava sotto di lei, ma nonostante la curiosità, non badò molto all’animale, concentrandosi maggiormente sullo strano ed antiquato, abbigliamento della vecchia: portava uno strano Kimono di taglia ridotta, di un bel rosso carminio, decorato semplicemente da una fascia d’orata sulla vita, ed un piccolo motivo scuro sul petto. –Posso aiutarla in qualche modo?- quella non rispose, e rimase lì, ferma. Immobile.
Ripeté a voce più alta, Sasuke, ma sospettava che non fosse l’udito ormai poco funzionante a non far rispondere la vecchia, pensava piuttosto, che fosse proprio lei a non voler parlare, o semplicemente guardarlo o prestargli attenzione. Poi, dopo una lunga attesa, arrivò, la risposta: -Sai, ragazzo, non sei come tutti  gli altri… sei sveglio, ma anche molto ottuso. Complimenti, mi rendi davvero la vita difficile.- Lui non capiva, ma d’altronde, come avrebbe potuto?
Si schiarì la voce, attirando l’attenzione della signora, -Mi scusi, ma io stavo tentando di pensare, se non le dispiace, io andrei…- fece per incamminarsi, ma nuovamente la voce di lei lo fermò. –Ascoltami bene, non hai proprio nulla da capire, tu.- La guardò estrefatto. Certo non si aspettava di dover intrattenere un vecchia in cerca di divertimento, quando aveva deciso di alzarsi così presto per passeggiare. Sorrise stanco, e le fece un cenno con la mano. –Non si preoccupi, so quello che faccio.-
Ancora un altro passo, e… -Ti ho detto che non hai proprio un bel niente da capire.- Ok, adesso stava veramente esagerando quella vecchiaccia. Possibile che non si potesse nemmeno più fare una passeggiata in santa pace? Non stette ad ascoltarla, e s’incamminò verso l’edificio scolastico; la divisa l’aveva già indossata, e la cartella era poco distante da entrambi, poggiata delicatamente su di una panchina.
-Sappi, giovanotto, che se non ti sbrighi a dirglielo, te la farai scappare. Nella vita, bisogna saper rischiare, altrimenti non si ottiene nulla.- Si fermò improvvisamente. Lasciarsela scappare? Fare qualcosa? Ma chi diavolo era quella tizia?
-Tu… cosa sai, di me? E… di Sakura?- Ghignò la vecchia, ma Sasuke naturalmente, non riuscì a vederla. Tonton prese ad avvicinarsi, il ragazzo poteva chiaramente sentire i piccoli zoccoletti battere energicamente sull’asfalto, e farsi sempre più forti, ma più lenti. Essi cessarono. –Questo non ha importanza, Sasuke. Corri, e sbrigati a fare quello che devi fare, oppure anche l’amicizia diventerà un problema. Vai!-
Non se lo fece ripetere due volte, e le gambe incominciarono a muoversi sempre più velocemente, sempre più impaziente. Sasuke non era mai stato un tipo molto impulsivo, di solito pensava sempre prima di agire, ma questa volta, aveva pensato anche troppo.
“Sakura, arrivo… aspettami!”
 
Ormai era da molto che gironzolava per il cortile della scuola, ma di Sakura, nessuna traccia. Possibile che non la trovasse proprio adesso? Che voleva tanto parlarle?
Non si diede per vinto, e continuò la sua ricerca tra tutti gli studenti della scuola, sperando di vederla presto.
 

* * *

 
-C-come hai detto, scusa…?- Naruto le sorrise, guardandola divertito. Era proprio carina quando si imbarazzava così. –Allora, te lo ripeto per l’ultima volta…- disse ridendo –Io ti piaccio veramente, Sakura?- Mantenne quel sorriso, nonostante il fatto che Sakura non rispondesse, poteva benissimo essere interpretato come un “no”.
Tuttavia, a Naruto non sembrava dare affatto fastidio, anzi, si stava addirittura divertendo! Anche lei sorrise, o almeno, cercò di farlo, e ci riuscì egregiamente, rispondendo poi con un cenno affermativo del capo. –Oh, è suonata la campanella, andiamo in classe, Sakura-chan!- Chissà perché, da qualche giorno, Naruto aveva cominciato a chiamarla “Sakura-chan”; in teoria, entrando in confidenza con una persona, il vezzeggiativo spariva, e dato che lì, in quel quartiere era anche poco frequente l’uso di essi, a Sakura sembrava veramente assurdo essere chiamata così dal proprio… ragazzo, si.
Non chiese spiegazioni al riguardo però, e prendendosi per mano, si diressero nella loro classe. Per Naruto, quella di stare nella stessa aula, era una grande fortuna, mentre per la ragazza era del tutto indifferente. Chiacchierarono tanto, ma appena entrato il professore si scambiarono un sorriso, e ognuno andò a sedersi al proprio posto.
Karin sembrava seccata, non faceva altro che parlare a vanvera, commentando e lamentandosi di ogni cosa. –Sakura, non ho voglia di fare i compiti, puoi farmeli copiare tu?- oppure –Posso venire a casa tua oggi? Non ho capito nulla di questo paragrafo, questo professore non è capace a spiegare.- queste erano le parole che uscivano dalle labbra della ragazza dai capelli rossi. Nessuna parola dolce, amichevole, soltanto sbuffi e lamenti.
Se doveva dire la verità, Sakura avrebbe potuto scommettere che quell’atteggiamento fosse dovuto al fatto che fosse ancora arrabbiata per il modo in cui si era lasciata alle spalle Sasuke; anche se, tutto sommato, non se l’era proprio lasciato alle spalle, ecco.
 
La campanella dell’intervallo suonò, e tutti gli studenti si alzarono, trascinando i piedi verso le macchinette; c’era sempre tanta fila lì, e spesso si incontravano conoscenti ed amici. Anche Sakura ci andava molte volte, e questa era una di quelle.
Si avvicinò al distributore, inserì le monete, e digitò il numeretto per avere una bottiglietta d’acqua. Scese giù il resto, ma della bottiglia, nessuna traccia. Diede un paio di colpetti alla macchina, ma questa sembrava non avere la minima intenzione di rendergli ciò che gli spettava di diritto. –Dannato distributore, rendimi la mia bottiglia!- pronunciò quelle parole sottovoce, ma a quanto sembrava, non era stato affatto difficile sentirla.
-Cosa devi prendere, Sakura?- Si girò, sorridendo amichevolmente a Sasuke, il quale sembrava stranamente a disagio. Lei lanciò di sfuggita un’occhiata alla macchina, e tramutò il bel sorriso in una smorfia tra il seccato, e l’arreso. –Quest’affare non vuole darmi la bottiglietta d’acqua che ho pagato… mi sa che devo lasciar perdere, almeno per questa volta.- Sospirò, e fece per andarsene, ma lui la fermò improvvisamente, dicendole divertito.
-Sakura, guarda che se non ci riprovi, non avrai mai la tua bottiglietta. Sta a vedere, si fa così!- Allungò il braccio verso il marchingegno, e con un colpo secco, spinse il gomito contro la superficie di quest’ultimo. Ci fu qualche secondo di attesa, ma poi la bottiglia tanto attesa, scese giù in quella specie di cestino di ferro.
La ragazza sorrise entusiasta, ringraziando Sasuke. –Devi insegnarlo anche a me, quella specie di trucco. Potrebbe ricapitarmi, non si sa mai.- Lui acconsentì, e insieme passeggiarono un po’, uscendo in cortile. Era da un po’ che tra di loro si faceva spazio solamente il silenzio, e proprio quando Sakura stava per romperlo, Sasuke la precedette: -E’ da un po’ che non parliamo, noi due. Come ti va con… Naruto? State insieme, no?-
Lo guardò, insospettita dalla domanda, forse. Poi annuì pensierosa, senza badare troppo alla risposta da dargli e dicendo semplicemente: -Si, non c’è male. Mi diverto con lui, è un ragazzo tanto dolce, anche se non sembra.- Sasuke non disse nulla. In realtà, non aveva proprio nulla da ribattere, anche se aveva tante cose da rivelare.
Ormai la pausa stava per giungere al termine, probabilmente era il momento giusto quello, doveva soltanto dirglielo, senza paura, Sakura non avrebbe reagito male, perciò… -Emh… Sakura, stammi a sentire, tu per caso vorresti… cioè no, ti piacerebbe…- La ragazza non riusciva a comprendere il significato di quelle parole, ed era ovvio, era impossibile capire. Lo fissò, forse aspettando si sarebbe spiegato meglio.
-Cosa c’è, Sasuke? Ti ascolto, su.- Smisero di camminare, e la campanella suonò. –Io… no, non importa. Devo andare in classe, ci vediamo Sakura!- E se ne andò a passo svelto in classe, non voltandosi nemmeno una volta.
Sakura invece, stava a poco a poco, notando sempre di più lo strano comportamento che in quegli ultimi giorni stava assumendo Sasuke. Purtroppo però, non ne conosceva il motivo. Le dispiaceva, non voleva vederlo così strano, le mancavano i suoi piani, le sue battute, le loro risate.
Che hai, Sasuke?
 

* * *

 
La giornata era voltata via velocemente; tutti gli studente si spingevano verso l’uscita dell’esdificio scolastico, ridendo e scherzando. C’era addirittura che si lasciava andare a sospiri di sollievo, o chi rimaneva attaccato alle spalle di un compagno, facendosi trascinare.
Sakura, invece, se ne stava tranquillamente seduta al suo banco, rimettendo ordinatamente tutte le sue cose nella borsa. –E sbrigati, su! Io voglio andare a casa, Sakura-chan!- Guardò di sfuggita Naruto,se ne stava appoggiato allo stipite della porta dell’aula, sbadigliando di tanto in tanto.
-Si, ho quasi finito, Naruto. Aspetta solo un attimo.- mise l’ultimo oggetto all’interno, e si alzò dal suo posto. Andò incontro al ragazzo, ed insieme, si diressero verso l’uscita, come tutti gli altri. Varcarono la soglia del portone, e si fermarono, ammirando il cortile illuminato dai raggi del sole, che nel frattempo, stava tramontando.
-Uffa, ma perché dobbiamo uscire da scuola così tardi, dico? Non possiamo nemmeno uscire il pomeriggio, visto che lo passiamo qui!- sbuffo lui, e Sakura trattenne a stento una risata, mettendosi delicatamente una mano sulle labbra. –Non te la prendere, a breve ci saranno le vacanze invernali, e potremmo finalmente riposarci ed uscire! E poi con questo freddo, non è meglio starsene a scuola con tutti i nostri amici?-  Lui sorrise, e scesero le scale.
-Sakura!- la ragazza si voltò, e sembrò sorprendersi quando si trovò davanti il viso serio di Sasuke. –Ehi Sasuke! Cosa ci fai ancora qui? Non dovresti essere già a casa?- Sasuke non lo stette nemmeno a sentire, e puntò lo sguardo fisso su Sakura. –Ti devo parlare, vieni un momento.- Poi volse lo sguardo all’altro ragazzo –Da soli.-
Naruto rimase in silenzio, osservando per bene gli altri due. Come mai Sakura non rispondeva? Che fosse successo qualcosa? E come mai tutta quell’atmosfera buia e seria?
Si avvicinò a Sasuke, guardandolo serio. –Senti un po’, io e Sakura dovremmo andarcene a casa se per te non è un problema; per cui, questa cosa gliela dici domani, a meno ché non sia davvero importante.- Sasuke lo guardò, con aria di sfida. Poi disse: -E’ importante. Non posso aspettare, glielo devo dire adesso.- Naruto si girò verso la ragazza, e la prese per mano. –Andiamocene, Sakura-chan.- fece per andarsene, ma Sasuke l’afferrò per un braccio.
-Ho detto che è importante. Non metterti in mezzo!- Sakura era allibita, non capiva cosa dovesse fare, non sapeva cosa dire. Perché diavolo Sasuke si comportava in quel modo insolito? Sperava soltanto che non si mettessero a litigare, l’ultima cosa che voleva era che i due ragazzi più importanti per lei venissero coinvolti in un’azzuffa.
-Sei proprio deciso, eh?- Naruto sorrise.-E va bene. Sakura-chan, ci vediamo domani, oggi ti accompagna Sasuke a casa!- e se ne andò. Se quello che dovevano dirsi era tanto importante, allora non c’era motivo di impedirgli di parlarsi. Tanto erano solo amici, no? Non c’era da preoccuparsi, quindi.
-Sakura… vieni.- La prese per mano, ed incominciarono a correre.
Era da molto che correvano, e ormai erano arrivati davanti alla stazione. Sasuke rallentò la corsa, e lasciò la mano della ragazza. Che dovessero prendere il treno? Ma per cosa, poi? Se aveva capito bene, doveva dirgli qualcosa… ma allora perché non le parlava nemmeno?
Stette a fissarlo per un po’, dopodiché chiese: -Sasuke, che cosa devi dirmi? Io devo andare a casa, potresti sbrigarti? – Lui si nascose dietro una colonna, o almeno a Sakura sembrò nascondersi, e le disse di avvicinarsi. Sakura era un po’ spaventata, ma curiosa allo stesso tempo. Camminò lentamente verso il ragazzo, e quando gli fu accanto, Sasuke indicò la colonna bianca.
C’era una scritta in inchiostro nero su di essa, e c’era scritto… sbarrò improvvisamente gli occhi, e rimase a fissare imbambolata la scritta. Cosa? Oh, mio Dio!
Si girò meccanicamente verso di lui, e non disse niente. La bocca spalancata, e gli occhi ridotti a due palline da baseball. –S… sa… che… che cos…?- Sasuke sorrideva. Poi divenne improvvisamente serio, e la prese per le spalle, portando il viso di lei vicinissimo al suo. –Sakura, è proprio come è scritto su questa colonna. Tu mi piaci Sakura, io… ti amo!-
Eh?
 
Sakura seduta su una panchina del parco adesso. Dopo quella rivelazione aveva mormorato uno “Scusa” ed era scappata via di corsa. Come poteva credere ad una simile idiozia? Insomma, Sasuke era innamorato di lei? L’amava? No, impossibile. Sasuke non poteva essere innamorato di lei, era inconcepibile, era… vero?
A Sakura venne in mente che forse non le andava giù perché ormai lei aveva già fatto la sua scelta: forse si era pentita…? Lei era convinta che Sasuke fosse troppo, irraggiungibile. Sasuke era Sasuke, non poteva innamorarsi di una come Sakura, figurarsi amarla! Eppure, alla fine era stato proprio così. Poteva essere una bugia? No, ancora più inverosimile.
E poi, come avrebbe potuto rispondere, lei? Stava con Naruto adesso, ma da quando Sasuke le aveva dichiarato i suoi sentimenti, era tornato tutto come prima, Sasuke le piaceva, ma anche Naruto! Un momento… “tutto come prima”, cosa? Era forse cambiato qualcosa da quando si era fidanzata con Naruto? La sua cotta per Sasuke era passata? No, e non si era nemmeno innamorata di Naruto.
“Dio, che confusione!” si alzò dalla panchina, e si sedette su di un’altra poco distante. Si alzò nuovamente, e prese a camminare avanti e indietro davanti ad essa. –Cosa devo fare?- un fruscio. Si voltò di scatto, verso il cespuglio da cui proveniva il rumore. Era lo stesso cespuglio dell’ultima volta, quello dove qualche sera prima aveva sentito lo stesso fruscio…!
-C-chi c’è? Stavolta sono sicura che sei lì, esci fuori immediatamente!- un altro fruscio. Poi una voce: -Cosa devi fare? Uh-uh, che sciocca!- questa volta proveniva dalla parte opposta. Ma… un momento! Lei ricordava quella voce, si, e bene anche.
Si tranquillizzò improvvisamente, e con tono calmo e tranquillo, chiese: -Guarda che ho capito, esci fuori.- un piccolo balzo, e dal cespuglio uscì la, ormai conosciuta, vecchietta. –Impossibile… ancora lei?- Sospirò, e la vecchietta fece un furbo sorriso. –Mi hai scoperta Sakura, complimenti davvero uh-uh.-
Sakura sorrise amaramente, e si sedette sulla panchina, di nuovo. –Cosa devo fare… secondo lei?- Si stupì a quella richiesta, la vecchia, ma nonostante questo, si avvicinò alla ragazza in sella al suo fidato maialino. –Sakura, come fai a porti domande con risposte così ovvie? Suvvia, lo sai benissimo cosa devi fare…- Osservò la vecchia, Sakura, e si chiese come mai una donna tanto saggia, se ne uscisse con frasi così ambigue e… stupide.
-Mi scusi, ma se lo sapessi… pensa che glielo chiederei?- Sorrise di nuovo, l’anziana, e poi si allontanò lentamente con il suino. –Fa ciò che devi fare, Sakura. Non permetterti distrazioni, non pensare sempre e solo agli altri. Cosa vuoi tu, Sakura?-
Una folata di vento, e la vecchia svanì. –Cos… non sparisca di nuovo! Si spieghi meglio!- Troppo tardi, quella ormai non l’avrebbe più sentita.
“Cosa voglio, allora? Io…ma certo! Domani, si risolverà tutto domani!”
E con il sorriso, se ne andò a casa, gustandosi già al pensiero l’abbondante cenetta che l’attendeva.
 
L’indomani, quando la sveglia suonò, Sakura non era in casa. Quella mattina, era talmente contenta e sicura di sé, che si era svegliata molto prima del solito; si era vestita, e adesso se ne stava seduta davanti al cancello della casa di Karin, attendendo che uscisse.
La porta cigolò, e da essa, uscì con uno sbuffo la sua cara amica. –Buongiorno, Karin! Dormito bene?- quella sbuffò nuovamente, e alzò un sopracciglio seccata: -Così. A te? Come mai sei così euforica stamani?- Non rispose, Sakura, ed abbassò lo sguardo arrossendo.
Karin aprì maggiormente gli occhi, strofinandoli con il dorso della mano. Era arrossita? Di nuovo? Era da troppo tempo che non lo faceva, che cosa stava a significare allora quel lieve rossore sulle guance? Non fece domande, però, e insieme, chi con gioia e chi con stanchezza e sorpresa, si avviarono verso il luogo dove si svolgevano, per la gran parte del tempo, le loro giornate: la scuola.
-Sakura, sbaglio oppure oggi hai pettinato i tuoi capelli in maniera diversa? Sembrano più lunghi…- Lei sussultò leggermente, e si rivolse alla ragazza con un sorriso. –Ma no, Karin, sono semplicemente cresciuti un pochino, è da molto che non li taglio.- La ragazza dai lunghi capelli rossi annuì, e guardò verso l’entrata dell’edificio, osservando i pochi studenti che erano già arrivati.
Vide di sfuggita un ragazzo, e in lui riconobbe Naruto; accanto a lui, Sasuke. –Vieni Sakura, oggi fa più freddo, possiamo entrare prima a scuola.- Sakura sorrise, e salirono le scale. Davanti alla loro classe, Sasuke e Naruto si erano fermati a parlare, prima di dividersi e andare ciascuno nella propria aula. Karin, che voleva assolutamente vedere il comportamento dell’amica di fronte ad entrambi, li salutò a gran voce, e si avvicinò a loro, seguita dall’altra ragazza.
-Naruto, Sasuke! E’ da molto che non ci si vede, come state?- Naruto rise, mentre Sasuke non rispose nemmeno, preso a fissare qualcosa proprio dietro la rossa: Sakura.
-Ma, Karin! Io sto bene, ma veramente ci siamo visti anche ieri.- Anche Karin scoppiò a ridere, guardando con la coda dell’occhio la sua migliore amica: se ne stava dietro di lei in silenzio, le mani prese a contorcersi tra loro, il rossore sulle guance, lo sguardo basso ed il labbro quasi rosso per la stretta dei denti. La vecchia Sakura, di nuovo?
Karin salutò nuovamente i due ragazzi, e se ne andò in classe. –Ciao Naruto,c-ciao  Sasuke …-Sakura corse letteralmente in classe, e si sedette velocemente al suo posto. Poi sospirò, ed incominciò a sistemare le sue cose sul banco.
Karin la osservava in silenzio, e sorrise divertita quando la vide prendere il cellulare, ed inviare un messaggio al numero di Sasuke. –Cosa fai, Sakura? Spengi questo telefonino su! Oppure ti vrrà sequestrato!- Lei non lo spense, riponendolo semplicemente nella tasca della gonna. –Hai ragione Karin, farò attenzione, ma non posso spegnerlo, mi serve…- Sorrise di nuovo, Karin, ed annuì.
 
-Allora ci vediamo, Sasuke! – Anche Naruto entrò in classe, e Sasuke si incamminò verso la sua.
-Bip – bip- dannata suoneria, si sarebbe dovuto ricordare di spegnere il telefono, o almeno di mettere il silenzioso, Diavolo!
Lo afferrò dalla tasca dei pantaloni, e vide un messaggio. –Sakura. Cos…?!- aprì immediatamente l’SMS e lo lesse con attenzione, cercando di trattenere un fremito della mano.

“Vediamoci oggi pomeriggio in quel posto di tempo fa, devo dirti una cosa, è urgente…
Sakura.”

“In quel posto di tempo fa…? E che vuol dire?” Ci pensò un po’, ma dopo poco smise, data la grande felicità che gli aveva indotto quel messaggio. Certo, Sakura avrebbe anche potuto volergli dire qualcosa di spiacevole, ma bastava il fatto che volesse parlargli a renderlo così contento e pieno di vita. Bisognava essere positivi per ottenere qualcosa, no?
Così se ne andò in classe, attendendo con ansia la fine delle lezioni, e l’arrivo del pomeriggio. Sarebbe andata bene, ne era sicuro.
 

* * *

 
A Sakura sembrava sempre di essere arrivata prima del tempo previsto, pensava che quando qualcuno doveva parlare con lei arrivasse a posta in ritardo, per farla sentire a disagio, per farla stare in pensiero. Poi però, si chiedeva come potesse la gente essere così cattiva, e pensava che c’era sempre un  motivo per arrivare in ritardo, sempre un contrattempo, un qualcosa di imprevisto.
Sakura era un ragazza positiva, e voleva esserlo anche quella volta. Che Sasuke non fosse ancora arrivato, poteva forse significare che quello che le aveva detto fosse una bugia? Improbabile, ma non impossibile. Anzi si, impossibile.
Avrebbe aspettato ancora un po’. Dopotutto, mezz’ora di ritardo non era nulla di grave, no?
Sasuke, dove sei?
 
Ormai era quasi un’ora che cercava di capire invano quale fosse il luogo prestabilito dell’appuntamento. Aveva provato al parco, al centro commerciale, davanti alla scuola, alla gelateria, al Luna Park, addirittura a casa Haruno, ma niente. Di Sakura nessuna traccia.
Avrebbe potuto chiamarla al cellulare, ma non voleva fare la figura di quello che non conosceva il loro posto speciale. Se per lei aveva avuto un significato, perché per lui no? Quindi doveva per forza esserci un posto importante per entrambi, ovvero quello scelto dalla ragazza.
-Avanti Sasuke, pensa…- quand’era la prima volta che aveva parlato con Sakura? Nel corridoio della scuola, no? Ok, quello però non poteva essere, perché a quell’ora l’edificio era chiuso, quindi che cosa rimaneva?
-Ma… certo!- Era ovvio, come aveva fatto a non pensarci subito? Incominciò a correre, arrivò davanti casa, ed afferrò il motorino con  le chiavi. Sakura era davvero una ragazza profonda e… dolce. Si, Sakura Haruno era proprio una ragazza dolce.
Accellerò al massimo, e in pochi minuti, si ritrovò su una strada costeggiata da un immenso prato verde, e di sotto un profondo fossato; il luogo del loro primo appuntamento. Ma di questo a Sasuke non importava minimamente, perché, davanti a lui, uno spettacolo ancora migliore: lei, Sakura.
-S-sasuke, è successo qualcosa? Come mai sei così in ritardo?- rise lui, grattandosi nervosamente la nuca. Poi si avvicinò, e le sorrise dolcemente, invitandola a sedersi su quella panchina di tempo addietro. –No Sasuke, restiamo in piedi…- Il ragazzo divenne improvvisamente serio, e la fissò a lungo, poi parlò, e lei quasi si spaventò del tono duro che aveva assunto: -Allora dimmi, cosa c’è? Per quale motivo hai voluto incontrarmi proprio in questo posto? Se vuoi rifiutarmi fa pure, ma allora dimmi perché Diavolo mi hai fatto venire qui. E’ una cosa simbolica per caso? Non vuoi più parlarmi e hai deciso di rovinare tutti i bei ricordi con te?-
Sakura ascoltava in silenzio, aprendo sempre di più gli occhi, presa alla paura. Perché faceva così? Lei non aveva assolutamente deciso di fare una cosa simile. –Ma… i-io… credimi Sasuk- le sue ossa scricchiolarono sotto la potente presa che il ragazzo fece sulle spalle di lei, e quasi si mise a piangere quando incontrò il suo sguardo. –Sasuke, ma cos…-
-Io non ce la faccio più, Sakura! Perché devi sempre fare così? Perché non mi dici le cose normalmente? Se devi piantarmi, perché cavolo non  lo fai senza balbettare? Di cosa ti vergogni, eh? Hai forse paura che io reagisca mal- uno schiaffo. Veloce, secco. Un semplice movimento della mano di una ragazza, aveva fatto improvvisamente calare il silenzio su di loro.
Poi la sua voce, lieve ma arrabbiata. No, delusa. –Smettila Sasuke, chi ti dice che voglio rifiutarti?! Razza di stupido, non lo capisci che anche a me piaci? Tu… mi sei piaciuto fin dall’inizio, tu… mi piaci da sempre, Sasuke!- Silenzio. Di nuovo.
-Ma, tu allora… no, che cosa diamine…! Insomma, perché non me l’hai mai detto? E poi tu adesso stai con Naruto, no? Quindi sei innamorata di lui. E poi…- Sakura si spostò di scatto, facendo qualche passo indietro. –Che cosa centra questo? Non puoi piacermi anche se sto con un altro ragazzo?- Sasuke era sconcertato, e non ci stava capendo niente, Sakura ne era sicura.
-Ascoltami bene Sasuke, quando mi sono messa con Naruto, era perché pensavo che a te io non interessassi; ho provato ad innamorarmi di lui, ma… non ci sono riuscita. A me piaci tu, Sasuke, e nessun altro. Perciò, penso che noi due… si insomma, penso che noi due dovremmo metterci insieme!- Gli occhi del ragazzo erano ormai quasi fuori dalle orbite, e l’espressione seria… beh, quella era letteralmente andata a farsi fottere.
Lui non aspettava altro, del resto. Si avvicinò sorridente alla ragazza, e quando le fu a pochi centimetri di distanza, di colpo l’abbracciò. La strinse forte a sé, e mentre Sakura arrossiva, lui ne respirava l’inebriante profumo. –Sai Sakura, mi è venuta la gran voglia di baciarti…- allentò la presa, in modo da poterla guardare in viso, ma senza lasciarla andare.
E Sakura, beh, se prima era arrossita, adesso il suo viso stava davvero prendendo fuoco. –C-che cosa…?- si scostò dall’abbraccio, portandosi le mani al petto. –In che senso ti è v-venuta voglia di b-baciarmi?- il ragazzo inarcò un sopracciglio, e la guardò. Quant’era buffa, pensava; era mai possibile che una ragazza così goffa, così impacciata e timida, gli avesse rubato il cuore in quel modo?
-Nel senso, che ho tanta voglia di darti un bacio.- Cercò di guardarlo negli occhi, Sakura, ma non appena ci provò, il suo sguardo cadde nuovamente a terra, sui suoi piedi. –I-io non credo di esserne capace…- lui trattenne una risata, e si avvicinò nuovamente, sorridendo divertito. –Ah, si? Beh, che ne dici di fare una prova?- la ragazza finalmente alzò gli occhi verso di lui, e con la faccia completamente rossa dalla vergogna, chiese: -C-come si fa…?-
Sorrise ancora, lui, e la prese per le spalle. –Si fa che io mi avvicino, ti prendo per le spalle, porto il mio viso davanti al tuo, e…- le sue labbra premettero leggermente su quelle della ragazza, e dopo poco, le ritrasse. –E ti do un bacio.- Sakura era sconcertata, non era riuscita a capire nulla di quello che era successo, e tutto ciò che riusciva a fare in quel momento, era guardare Sasuke, e portarsi una mano sulle morbide labbra.
-Era… il mio primo bacio, Sasuke. E tu non mi hai dato il tempo di rispondere, non ho potuto capire cosa stesse succedendo, e adesso, non potrò nemmeno ricordare com’è stato.- Sasuke rise allora, e poi la guardò, scrutandola. –Si, e allora?- lei abbassò nuovamente lo sguardo, nascondendo il viso sotto i corti capelli di quell’assurdo rosa, e poi ghignò. –E allora… devi morire, Sasuke!-
Il ragazzo la guardò ancora, terrorizzato. Mai aveva visto Sakura tanto adirata come in quel momento. –Aspetta, i-io non volevo… giuro che non l’ho fatto di proposito!- lei alzò lo sguardo, e rise malefica. –Mi dispiace, Sasuke… troppo tardi!- prese ad inseguirlo, e tra risate ed urla di divertimento, i due ragazzi ormai sapevano di amarsi entrambi. E Sasuke... beh, lui non avrebbe mai rivelato a Sakura che quello era anche il suo primo bacio.
Li aspettava proprio un bel finale a quei due, sicuramente.
 

* * *

 
-Si, si certo… si, non dirò nulla a Sasuke, come al solito. Va bene, ci sentiamo presto, ciao papà, buonanotte.-
Riagganciò il telefono, e spengendo la luce, Itachi se ne andò dritto in camera sua. Una bella dormita gli avrebbe fatto sicuramente bene, sì.
 
 


 
Note dell’autrice:

Lalalalalalalalalalalalala! Macciao, gente! Come va, eh?
Come avrete notato, sono proprio in orario quest’oggi, già già, sono stata proprio puntuale con l’aggiornamento, no? (A meno che tu non ritenga due settimane un aggiornamento puntuale… NO .-.)
Ma mi perdonerete, no? Anzi, mi avete già perdonata, giusto? (Anche qui… NO!)
E su, Sasuke e Sakura si sono messi insieme, allegria!! *Lancia festoni e coriandoli in giro per la stanza, e con un cappellino da compleanno in testa balla Gangnam Style* o.o
Beh, come reagirà Naruto non appena scoprirà di loro due? E Hinata? Itachi invece ha ricevuto una misteriosa telefonata da suo padre… cosa accadrà ancora?
Prevedo tempeste e uragani nel prossimo capitolo di… “Un fiore pieno di speranza!” nel capitolo che sì, cara gente, s’intitolerà proprio “Il passato di Naruto – Parte III”!
Dite la verità, non vedete l’ora di leggerlo, eeh? (Se sarà un’altra schifezza come questo, no, assolutamente .-.)
Beh, io ragazzi vi saluto, e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Io c’ho messo tutta me stessa, davvero! Un bacione grande!
Juno <3

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Capitolo 22
*** Il passato di Naruto - Parte 3 ***


Il passato di Naruto – Parte III




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-Naruto, Naruto!- Tenten sorpassava velocemente tutti gli studenti, chiamando a gran voce il nome del ragazzo. Lui si girò, ma vedendola si stranì non poco.
Insomma, quella ragazza non gli aveva mai rivolto la parola, non ricordava nemmeno il suo nome, cosa mai avrebbe potuto volere da uno come lui? Ricordava che fosse un’amica di Sakura, che fosse accaduto qualcosa alla sua ragazza?
Si fermò, attendendo che l’altra lo raggiungesse. Finalmente si trovarono l’uno di fronte all’altra, e Tenten parlò, riprendendo un attimo fiato: -Naruto… finalmente ti sei fermato!- fece un mezzo sorriso, invitandola a continuare. –Ho bisogno… di un aiuto… puoi aiutarmi?- Era affaticata, si poteva notare benissimo, e tutte quelle pause tra una parola e l’altra erano abbastanza fastidiose. Decise di passarvi sopra, e di prestare attenzione soltanto a quello che aveva da dirgli la ragazza.
-Non saprei proprio, dipende da che tipo di aiuto…cosa ti serve?- Tenten lo fissò a lungo, poi, dopo un profondo respiro, rispose: -Hinata… si tratta di Hinata!- Lui era ovviamente sorpreso, mai si sarebbe aspettato di aiutare Hinata. O almeno, da quello che aveva capito, quella che avrebbe dovuto aiutare era lei e non Tenten.
-Spiegati meglio, che cosa dovrei fare? A me non sembra che abbia bisogno di aiuto.- Quella abbassò lo sguardo, coprendo gli occhi con la corta frangia castana. –Vedi, Naruto, probabilmente non dovrei dirtelo, ma non ce la faccio proprio a vederla soffrire così, è ingiusto! Pensa che non ne ha parlato nemmeno con me…- Beh, se all’inizio era sorpreso, adesso era semplicemente confuso.
Perché mai Hinata avrebbe dovuto soffrire? Anche se non la vedeva spesso, le sembrava come al solito, non triste, non arrabbiata… normale, ecco. Decise che avrebbe dovuto fare maggiore chiarezza: -Scusami tanto Tenten, ma credo di non aver capito. Dici che soffre, che a te non ha detto nulla, e che io devo aiutarla… ma scusami, che vuol dire?-
Lei rialzò lo sguardo, fissandolo su quello perplesso di Naruto. –In sala professori. Ho ascoltato cosa dicevano e ne stavano appunto parlando. Non conosco il motivo, ma sembra che Hinata cambierà scuola.- Il ragazzo non rispose. O meglio, non lo fece perché non aveva idea di cosa dire. Insomma, ok che cambiare scuola non era una cosa positiva, ma era anche vero che avrebbero potuto benissimo vedersi alla fine delle lezioni, qual’era il problema?
-Naruto, non credo che tu abbia capito. Ascolta, so benissimo che potremmo vederci dopo la scuola, ma è molto difficile viaggiare da una città all’altra tutti i pomeriggi, non trovi?- Lui inarcò un sopracciglio, confuso. –Da una città all’altra?- Un sorriso amaro si dipinse sul volto della ragazza, e con un sussurro le sue parole arrivarono alle orecchie di lui.
-Sai, diciamo che il quartiere di Konoha è abbastanza lontano dalla città di Tokyo…- detto questo se ne andò.
Naruto rimase immobile alcuni secondi, fissando il vuoto. “Ma che Diavolo…?!”
 
Erano passate ore ormai, ma le parole di Tenten continuavano a ronzargli in testa: “Il quartiere di Konoha, è abbastanza lontano dalla città di Tokyo…”, “La città di Tokyo…”, “Hinata cambierà scuola…”.
Si buttò su di una panchina a caso, e mise la testa tra le mani. Perché non riusciva a togliersi quelle parole dalla testa? Cosa cavolo gli importava? E se anche gli fosse importato qualcosa, perché gli importava? Insomma, lui era fidanzato, avrebbe dovuto trascorrere il periodo più felice della sua vita, eppure non riusciva proprio a dimenticarsi della partenza di Hinata.
Poi perché doveva trasferirsi? Nemmeno questo sapeva. Quello che però gli dava più fastidio, era non sapere cosa fare. Tenten gli aveva esplicitamente chiesto aiuto, ma perché a lui? E per fare cosa? Non aveva la minima idea di come impedire una cosa simile.
Un’altra incognita era il motivo della partenza. Ovviamente doveva esserci un motivo, altrimenti perché una cosa simile? C’era forse un modo per scoprirlo? L’unica soluzione era chiederlo ad Hinata, o poteva ottenere le risposte in un altro modo?
Pensò a lungo, ma alla fine si arrese. E’ vero, gli avevano chiesto aiuto, ma come poteva mai aiutare qualcuno in una situazione simile, di cui non conosceva assolutamente nulla? Si alzò dalla panchina e fece per andarsene, ma un presentimento lo trattenne fermo sul posto.
Attese guardandosi intorno, ma evidentemente si era sbagliato, perché non c’era proprio nulla lì. Riprese a camminare, ma qualcosa lo bloccò nuovamente: -Uh-uh, a quanto pare hai un buon istinto, peccato che non ti sia servito a molto, visto che non ti sei fidato di esso nemmeno per un secondo.- Naruto si voltò lentamente, osservando poi la strana figura sotto di lui: una vecchia.
Trattenne una risata al buffo animale sottostante, ma rimase alquanto affascinato dall’abbigliamento che indossava questa. Così piccolo ed abbagliante. Aveva un kimono bianco in seta,insolitamente bianco. A parte il fatto che ormai i kimoni non venivano più indossati così spesso, averlo bianco era del tutto innaturale. Da quello che sapeva lui si usavano soltanto come abito da cerimonia per le spose.
Sorrise, rispondendo gentilmente all’anziana signora: -Mi scusi, ma l’istinto non mi serve per difendermi da una vecchietta come lei. Adesso vado, arrivederci.- fece un lieve inchino, ridendo silenziosamente. La donna ghignò, e prese a seguire lentamente il giovane. Seppur consapevole di avere una vecchia alle spalle però, lui decise di non farci troppo caso, e non si voltò nemmeno una volta.
 
Era ormai davanti casa, e sembrava proprio aver incontrato per strada una vecchia alquanto insistente. Possibile che dopo tutta quella strada, lo stesse ancora seguendo?
-Posso sapere cosa vuole? La sua presenza mi irrita.- La vecchia signora uscì dal suo nascondiglio situato dietro ad un basso muretto, e sorridendo avanzò verso di lui. –Sai ragazzo, sei molto divertente uh,uh. Devo dire che sei uno dei più stupidi che io abbia mai conosciuto…- Si irrigidì improvvisamente, e si strinse nelle spalle. Non poteva rispondere male ad una vecchia, per carità, lui era un ragazzo maturo non poteva permettersi di certe scenate!
Sospirò rumorosamente e si girò nuovamente sorridente verso di lei: -Pazienza. C’è chi è intelligente e chi è stupido, cosa posso farci? Adesso se non le dispiace, entrerei in casa mia, visto che sta facendo buio e non vorrei fare troppo tardi. Buonasera, signora.- fece scattare la molla della serratura, ma a quanto pareva quella non aveva proprio intenzione di sparire senza intraprendere almeno una breve conversazione: -Ma certo come vuoi tu. Soltanto una cosa ti dico: se non riesci a dimenticarti di qualcosa, probabilmente è molto importante…- il tempo di girarsi, e la vecchia non c’era più.
Possibile che proprio adesso che voleva parlarci, se ne andava così? Diamine che confusione!
Entrò in casa, fiondandosi in cucina e preparandosi un buon caffè.
 
Naruto era sempre stato consapevole di non essere proprio un genio nel capire le cose, ma sapeva per certo di non essere affatto stupido. E gli sembrava piuttosto strano, non essere ancora riuscito ad arrivare al punto dopo tutto quel tempo.
Hinata: era lei l’unico problema. Per lui era sempre stata una ragazza misteriosa, una di quelle che non andavano affatto prese con troppa leggerezza. Lui non riusciva mai a capirla, reagiva in maniera così strana! La trattava male, e piangeva insultandolo; cercava di risponderle, e continuava a stressarlo, e… lo amava.
Amarlo. Chissà perché si era innamorata di lui… sempre che non fosse una bugia; in fin dei conti, lui come poteva sapere se mentiva quando si era dichiarata? Mh. Che ragazza assurda! Come poteva una ragazza tanto carina, perché sì, era carina e molto, essere allo stesso tempo tanto complicata?
Il caffè si era raffreddato da un pezzo, eppure le labbra di Naruto non avevano ancora nemmeno sfiorato la delicata  porcellana della tazza. Troppi pensieri, troppi rompicapo impossibili da risolvere con la scienza. Ecco perché odiava tanto i legami e la psicologia: non erano mai uguali, nemmeno una volta; e lui non ce ne capiva un accidente.
Hinata. Di nuovo. Ormai, era certo che quel pomeriggio non avrebbe pensato ad altro. Strano, non aveva mai pensato per così tanto tempo ad una persona soltanto, figurarsi una ragazza. E proprio Hinata, poi… strano. Davvero stranissimo.
Perché mai una ragazza di cui non gli importava minimamente, doveva stargli impressa nel cervello tutto il pomeriggio? Cosa doveva capire? E che diamine voleva quella vecchiaccia di prima? Naruto odiava essere confuso, ed in quel momento la confusione regnava sovrana dentro di lui.
 
Minuti. Ancora minuti. E poi ore, molte. Quanto tempo era passato esattamente? Naruto non lo sapeva.
Il suo caffè era ancora in attesa di essere sorseggiato e, senza rendersene conto, aveva passato la giornata a pensare. Sì, a pensare.
A lei. Ad Hinata.
-Ok, ora basta. Mi sono davvero stancato.- Si alzò, lasciò il caffè sul top della cucina e uscì, correndo, di casa.

* * *

 
Il quartiere dove si trovava casa Hyuuga era sempre stato molto complicato da raggiungere. Non era molto lontano, ma per uno che veniva da un semplice residence con cinque palazzine, era molto difficile orientarsi in un territorio così sconfinato e sconosciuto. Ma soprattutto, pericoloso.
La famiglia di Hinata non era mai stata lodata per il giro di contatti che si era procurata. Spesso veniva coinvolta in piccole rapine innocenti e si salvava soltanto per la classe sociale al quale apparteneva. Se non si ricordava male, Naruto sapeva che anche dal punto di vista economico se la cavavano: da quello che raccontavano le vecchie signore del centro, avevano superato una grande crisi e adesso era tutto a posto.
Ma stava perdendo la concentrazione. Allora, dove poteva abitare Hinata? Dove doveva cercare? Cosa doveva cercare? Chi, doveva cercare?
Si fermò un istante. Chi conosceva che abitava in quel quartiere? Se non si sbagliava, lì vicino abitava Tenten. Sì, ma a lei non poteva chiedere. Quella ragazza era troppo speranzosa, se fosse venuta a conoscenza dell’interesse che Naruto aveva tirato fuori per Hinata, si sarebbe fatta troppe illusioni, e probabilmente lui non sarebbe riuscito a fare nulla, alla fine.
Poi Hinata aveva un cugino. Neji Hyuuga, ed era anche un grande amico di Tenten. Sicuramente gli avrebbe detto lui dove abitava Hinata se gli avesse detto che stava facendo un favore alla castana. Sì, doveva provare.
Fortunatamente era stato più di una volta a casa del ragazzo, quando frequentavano le elementari, e ricordava la strada.
Nonostante la mancanza di luce, trovò ugualmente l’appartamento di Neji, e quando gli chiese se poteva indicargli la via per raggiungere la dimora della cugina, quello acconsentì subito, fortunatamente.
Venti minuti, e Naruto si trovò esattamente davanti al portone di casa Hyuuga.
Un attimo di esitazione, ma poi con un gesto secco il campanello suonò.
Nessuna risposta.
Suonò nuovamente, stavolta accompagnando il suono con dei leggeri pugni sul portone in legno.
Ancora niente.
Prese il telefono dalla tasca: aveva il numero di cellulare di Hinata. Le fece uno squillo, senza aspettare che rispondesse. Giusto per farle capire che la stava cercando.
In risposta, lui ricevette uno squillo dalla ragazza. Capì che a breve sarebbe venuta ad aprirgli la porta, così attese davanti all’uscio per alcuni minuti.
Hinata non apriva.
Bussò nuovamente, e chiamò il nome della ragazza.
Ancora nulla.
Ok, si stava davvero stufando. Prese da terra alcuni sassolini, e li lanciò contro tutte le finestre che poteva raggiungere, così alla fine, Hinata si affacciò.
Lui le fece cenno di scendere, ma lei aprì semplicemente la finestra. –Cosa vuoi, Uzumaki?- Naruto la guardò, serio. Scrutandola. Soltanto allora notò quanto freddo fosse lo sguardo che racchiudeva in quegli occhi così particolari. Solo in quel momento comprese.
Hinata non era affatto come lui l’aveva sempre vista.
-Hinata, scendi. Devo parlarti.- Lei lo guardò, perplessa. Non le aveva mai prestato attenzione, e adesso veniva lì, sotto casa sua, a darle ordini? Ma chi Diavolo si credeva di essere? –Senti, è tardi e io vorrei dormire. Ho anche freddo, e se non ti dispiace vorrei evitare di ammalarmi per colpa tua. Adesso ho da fare, buonanotte!- fece lei, sbattendo con forza la finestra al quale era affacciata.
E’ poco dire che Naruto per poco non si metteva a tirare i calci alla porta dalla rabbia, ma come sapeva bene, non era affatto stupido!
Fortunatamente la finestra di Hinata si trovava al primo piano e non sarebbe stato affatto difficile arrampicarsi fin lassù. Prese la rincorsa, fece un salto e si aggrappò al davanzale della finestra. Un gioco da ragazzi!
Ci si sedette sopra e scrutò all’interno. La camera di Hinata era esattamente l’opposto di come l’aveva immaginata: si aspettava una stanza piena di oggetti che le ricordavano le sue amiche, qualche poster di una band musicale, qualche cosa di suo.
Ed invece, era così triste… diversa. Le pareti erano bianche, prive di qualunque segno di personalità. Il letto singolo al centro di una delle pareti, la scrivania in ciliegio e l’armadietto panna di fianco alla porta.
Naruto notò soltanto un piccolo particolare di quella stanza. Di fianco al letto, un comodino rosa. Su di esso c’erano molte foto che la ritraevano insieme alla sua famiglia.
Ticchettò sul vetro, attirando l’attenzione di Hinata. Quella guardandolo sgranò un poco gli occhi, per poi abbandonarsi ad uno sbuffo ed avviandosi ad aprire la finestra per permettergli di entrare. La aprì. –Certo che sei proprio insistente, eh?- Lui sorrise –Mai quanto lo sei stata tu.- un altro sbuffo. –Dai, entra.- Gli fece largo, sedendosi sul proprio letto e attendendo che lui parlasse.
-Wow, certo che hai proprio una bella camera! Somiglia un po’… alla mia.- lei non rispose, e Naruto divenne improvvisamente serio. –Devo parlarti.- lei sorrise sarcastica –Beh, questo l’ho capito anch’io… dimmi pure.-
Hinata era troppo strana quella sera, anche se rispondeva spesso male, non si era mai comportata così. Che fosse per l’ormai prossimo trasferimento?
D’altra parte, Naruto non capiva i sentimenti che proprio in quel momento stava provando lei. Come avrebbe potuto?
Ma l’agitazione era talmente tanta, che non riusciva ad essere gentile. O quanto meno educata. Insomma, avere in camera il ragazzo che ami da sempre, e per di più lui vuole parlarti, non è proprio una cosa facile da superare!
Si accorse però del silenzio che Naruto si imponeva di mantenere, e decise di rimediare: -…e va bene, scusami tanto. Non so cosa mi prende questa sera, ti prego di perdonarmi. Adesso però, potresti dirmi di cosa devi parlarmi? Ci terrei davvero tanto a saperlo…-
Beh, adesso Hinata aveva confermato a Naruto di avere degli sbalzi d’umore incredibili, ma lui decise di lasciar perdere questo particolare e di concentrarsi sulla ragazza.
-Bene. Probabilmente io sono l’ultima persona che dovrebbe venire qui da te a chiederti spiegazioni ma, è proprio vero che te ne andrai?- silenzio. Lui la guardò negli occhi, osservando la sua reazione. Li vide cominciare ad inumidirsi sempre più, e pian piano spalancarsi di stupore… o paura? Anche Naruto sgranò d’istinto gli occhi, di fronte ad una tale reazione della corvina.
-H-hinata… che ti prende?- era sul punto delle lacrime, ecco cosa le prendeva. Lui sentì una strana morsa al cuore e, lentamente, si sedette accanto a lei. Le mise una mano sulla spalla, facendola sussultare. –Come… c-come l’hai saputo!?- Hinata si girò di scatto verso di lui, afferrandolo per la maglietta.
-Hinata, cosa c’è? Calmati! Mi è stato riferito da Tenten che mi ha chiesto di aiutarti. Tutto qui.- Hinata lo lasciò e rimaste ferma, immobile. Quindi era venuto soltanto perché glielo aveva chiesto Tenten? E dire che per un attimo aveva davvero sperato che si fosse interessato a lei spontaneamente. –Ehi, tutto bene?- La ragazza portò nuovamente il suo sguardo su di lui, e sorrise. –Sì,sì, tutto bene, certo. Ora che sai che me ne andrò, puoi anche andare, giusto? Sempre che tu non debba dirmi altro…-
Naruto scosse la testa, e si alzò. Avvicinandosi alla finestra però, sentì Hinata soffocare un singhiozzo e si girò, improvvisamente preoccupato. –Non va tutto bene, vero? Tu non te ne vuoi andare… no?- Lei non rispose, di nuovo. –Guarda che, se vuoi, puoi sfogarti con me. So che ne hai bisogno.- Ancora niente.
D’altronde, che cosa avrebbe dovuto rispondergli? Tutta quella preoccupazione la spaventava. Naruto non aveva mai mostrato interesse nei suoi confronti, eppure ora sembrava davvero desideroso di aiutarla, di confortarla. Nemmeno Naruto stesso sapeva come mai si stesse comportando così ma, sentiva che doveva aiutare Hinata.
Quello che provava però era talmente assurdo che lo spaventava. Era tutto così nuovo. –Hinata, ti prego… non andartene.- lei alzò di scatto la testa, fissandolo. –C-come…?- Naruto si avvicinò nuovamente a lei, aiutandola ad alzarsi: -Ho detto… non te ne andare, Hinata.- e l’abbracciò. Non conosceva la ragione di quel gesto, voleva farlo e basta. Probabilmente lei dopo poco lo avrebbe allontanato, ma non importava. Naruto sentiva il bisogno di stringerla a sé, di consolarla.
-N-naruto, ma cosa…? Perché ti stai comportando così?- Lui si scostò leggermente dall’abbraccio, quel poco che bastava per guardarla in viso, e le disse, sussurrando: -Perché adesso ho capito, Hinata. Tu sei importante per me, e non voglio che tu te ne vada.- Hinata lo guardò, stupita. –Non dici sul serio.- Lui sorrise –Sì, invece.-
A quel punto era inutile provare a trattenerle, le lacrime bagnarono dolcemente le guance candide della ragazza, e Naruto la abbracciò nuovamente. –Scusa… scusa se ti ho insultato così tante volte, e scusami se ero sempre arrabbiata con te! Soltanto che, sei sempre stato così freddo e mi dava fastidio…- lui la strinse più forte, e rispose a voce bassa: -Scusami anche tu. Ho sempre pensato che tu non fossi realmente interessata a me, che volessi soltanto prendermi in giro, eppure adesso ho capito quanto in realtà mi sbagliassi! Non so per quale motivo, ma sento di potermi sinceramente fidare di te.-
Lei sorrise tra sé, sprofondando con il viso nel petto caldo di Naruto.
 
Era da un po’ che Hinata aveva smesso di piangere, e adesso erano entrambi seduti sul suo letto, in silenzio. Non c’era bisogno di parole in quel momento. O almeno, loro non volevano avere qualcosa da dirsi. Tutti e due avevano paura, paura di affrontare l’argomento. Quell’argomento.
Poi, Naruto si fece coraggio, e parlò per primo: -Hinata… perché vuoi andartene?- lei gli lanciò un’occhiataccia, e lo zittì. Poi rispose: -Credi davvero che io voglia andarmene? Sono costretta a partire, non è affatto una mia scelta. Anche perché, non avrei motivo per andarmene… capisci?- Lui annuì, assorto.
Hinata non fece tanto caso al fatto che lui la stesse ascoltando o meno, ed incominciò a raccontare tutta la storia. Dall’inizio, con calma e senza fretta. Voleva far sapere tutto quanto ciò che era accaduto a Naruto, e così avrebbe fatto.
In meno di qualche minuto, anche il ragazzo era venuto a conoscenza di tutte le sofferenze che aveva dovuto patire lei. Seppe della bancarotta della sua famiglia, della morte di sua madre, di Sakura ed il motivo della partenza.
Poi, improvvisamente, capì.
Tutto quell’interesse verso di lui mesi prima, la sua voglia incessante di aiutarlo. Hinata aveva sempre avuto paura: la grande paura di perdere di nuovo, una persona a lei cara.
Non voleva assolutamente che Hinata andasse a Tokyo. Non da sola. Non così lontana da lui. La guardò con la cosa dell’occhio: anche lei era presa totalmente dai suoi pensieri. Continuò ad osservarla, fin quando non gli venne in mente un’idea geniale! –Hinata! Farò in modo che tu non parta! Conta su di me, so come fare!- lei sussultò, sorpresa. –Che intendi con “lascia fare a me”? E che vuol dire che farai in modo che io non parta? Cos’hai in mente?-
Naruto non rispose a nessuna di quelle domande e, com’era entrato, uscì dalla stanza, lasciando un’Hinata confusa al suo interno.

 
* * *

 
Il giorno successivo, Naruto correva a perdifiato verso la scuola, andando spesso a sbattere contro qualcuno e mormorando uno “scusa” senza pentirsi seriamente.
Arrivato nel cortile dell’edificio, si guardò intorno con agitazione, abbandonandosi ad un sospiro di sollievo quando intravide la sagoma della sua ragazza in lontananza. –Sakura, Sakura!- si avvicinò velocemente a lei, facendola voltare a guardarlo sorridente.
La ragazza lo salutò con un cenno del capo e quando lui l’affiancò, si avviarono insieme verso la loro classe. Visto che però il professore non era ancora arrivato, decisero di rimanere un po’ nel corridoio a parlare.
Non lo diede a vedere, Sakura, ma in realtà era molto agitata. Insomma, per quanto Naruto fosse gentile con lei in quel momento, l’aveva… come dire… tradito? Forse quello che aveva fatto non era così grave, ma non si sentiva comunque in pace con sé stessa, e doveva rimediare immediatamente. –Naruto, ascoltami… io- ma non poté terminare la frase, che il ragazzo si allargò in un sorriso a 32 denti, sbracciandosi in direzione di qualcun altro.
Sasuke.
-Ciao Naruto, ciao Sakura!- Lei sorrise, mentre i due intraprendevano un’animata discussione. Entrambi ridevano, cosa che fece sorridere dolcemente la ragazza, ma improvvisamente Naruto divenne serio. –Sakura, devo parlarti. Ed anche a te, Sasuke!-
Un brivido percorse veloce la schiena di Sakura, che subito pensò al peggio. E se Naruto avesse scoperto tutto di lei e Sasuke? E se adesso i due ragazzi si fossero picchiati proprio di fronte a lei? E se per colpa sua non volessero più parlarsi? E se non volessero più parlarle
Naruto si schiarì la voce, guardando Sakura con un’espressione strana. Dispiaciuta, forse. –Emh… Sakura non so come dirtelo ma… credo di volerti lasciare.- Lei, stranamente, non reagì.
Non sapeva per quale motivo, ma si sentiva sollevata. O forse sì, lo sapeva eccome.
-Ti prego, dimmi che non ti ho offesa! Se sei arrabbiata picchiami pure quanto vuoi, io ti lascerò fare! Però ti prego, non starci male, ok?- Sakura lo guardò per un istante, e poi sorrise. –Non preoccuparti Naruto, non sono arrabbiata.- Lanciò un’occhiata fugace a Sasuke, e lui ricambiò.
Naruto invece sospirò, eliminando tutta la tensione che aveva accumulato, e prese Sasuke in disparte. –Sasuke mi raccomando, la lascio nelle tue mani.- l’altro fece una strana smorfia, evidentemente confuso, e Naruto sorrise. –Ti piaceva, no? Fatti avanti!- E se ne andò, ridendo sotto i baffi.
Purtroppo, non vide mai il leggero ghigno che si formò sulle labbra del moro.
 
Finite le lezioni, Naruto andò nuovamente a casa di Hinata. Adesso che aveva lasciato Sakura, mancava soltanto di attuare il famoso piano a cui aveva accennato la sera prima.
Quel giorno non era venuta a scuola, e temeva che fosse già partita. Corse più forte, fino ad arrivare davanti alla villetta. Era abbastanza grande, probabilmente l’ultimo frammento di quella ricchezza persa anni prima.
Bussò alla porta e, diversamente dal giorno prima, venne immediatamente qualcuno ad aprire. Una donna sulla trentina apparì sulla soglia, mostrando un dolce sorriso. Naruto si presentò: -Molto piacere, sono un amico di Hinata. Lei è in casa?- quella scossa la testa, e per un attimo, Naruto temé il peggio. –E’ andata un attimo al supermercato qui vicino, tra poco sarà di ritorno. Se vuoi accomodarti per aspettarla.- lei lo fece entrare, conducendolo nel salotto.
Si sedette su un divano di pelle bianca, e Naruto fece lo stesso, ma su quello di fronte. Anche il salone, come la camera della ragazza, era completamente bianco. C’erano però molti più mobili, ognuno con la sua storia da raccontare.
Un silenzio imbarazzante calò nella sala, e Naruto decise di romperlo – Avete proprio una bella casa, complimenti…-  sorrise lei, annuendo impercettibilmente. –Grazie, emh…- -Naruto. Mi chiamo Naruto, signora.- si affrettò a dire, ricevendo in cambio un altro meraviglioso sorriso. Quella donna sorrideva molto, si vedeva che era felice.
Strano, perché non assomigliava nemmeno minimamente ad Hinata.
-Di un po’, Naruto, tu e mia… figlia andate molto d’accordo?- sembrò esitare di fronte alla parola “figlia”, e questo turbò abbastanza il ragazzo. Ma non ci badò, rispondendo prontamente alla domanda –Veramente è da poco che ci frequentiamo.- lei annuì, e sembrava stesse per dire qualcosa, ma il rumore delle chiavi nella toppa della porta la fermò.
-Sono a casa!- La voce bassa, ma decisa di Hinata riecheggiò nella stanza, e quando anche lei fece il suo ingresso nel salone, Naruto notò un accenno di stupore nel suo sguardo, vedendolo.
Subito i ricordi della sera prima riaffiorarono nella sua mente. Quando l’aveva stretta a sé, inspirando il suo profumo e sentendo i morbidi capelli sotto le sue mani. Era così esile che avrebbe potuto spezzarla se l’avesse stretta più forte.
Naruto le sorrise e lei ricambiò timidamente. Timidamente…? Mah…? Lui sospirò, certo che non sarebbe mai riuscito a capirla.
La donna si avvicinò ad Hinata, le sussurrò un qualcosa nell’orecchio e poi se ne andò. –Ciao, Naruto.- lui la salutò con la mano, invitandola ad accomodarsi di fianco a lui. Lei non si mosse. –Cosa ti serve, Naruto?-
-Aiutarti, Hinata. Nulla di più.- lei inarcò un sopracciglio, stranita. –Ieri dicevi sul serio?- annuì, ed Hinata rimase senza parole. Davvero lui voleva aiutarla? Voleva impedirgli di andarsene sul serio? E come avrebbe fatto? Ma soprattutto… perché voleva farlo?
-Che vuoi fare?- lui sorrise ancora, alzandosi ed avvicinandosi a lei. Quando le fu davanti, parlò:- Portami da tuo padre.-
Un sussulto, e poi l’inaspettato.
Quella sera, quando Hinata e Naruto uscirono da Villa Hyuuga, si abbracciarono. Le guance di lei rigate da calde lacrime, ed il viso di lui illuminato da un rassicurante sorriso.
 
-Cos’hai intenzione di dirgli, Naruto? Dimmelo!- lui salì le scale della piccola villetta, senza prestarle attenzione. –Naruto! Non so come potrebbe reagire, dimmi di cosa devi parlargli, ti prego!- il ragazzo continuava a salire e, spazientita, Hinata lo afferrò per un braccio, bloccandolo.
Lui si girò, serio: -Semplice, gli farò capire che mandarti via è uno sbaglio colossale!- lo lasciò andare, indicandogli una porta.
Lo studio di Hiashi Hyuuga.
Naruto le sorrise, dirigendosi a passo spedito verso la stanza. Hinata lo seguiva a ruota, in silenzio. Quando si trovò di fronte alla porta, prese un profondo respiro e bussò, cauto.
-Avanti.- la voce profonda e secca di Hiashi lo fece sobbalzare, ma entrò senza esitazioni. Fece due passi in avanti, mostrandosi al padre di famiglia. Si schiarì la voce, attirando la sua attenzione. –Tu saresti..?- un mezzo sorriso sul volto del biondo. –Naruto Uzumaki, signore.- l’uomo lo scrutò a lungo. Sembrava che il suo sguardo lo penetrasse nel profondo, rivelando tutti i segreti del suo essere con una facilità innata.
-Che cosa posso fare per te, Naruto?- il ragazzo divenne improvvisamente serio, e trattenne il fiato, per poi rispondere deciso:-Desidero che lei ritiri il permesso per far partire sua figlia Hinata.- Hiashi lo guardò con stizza, accartocciando un documento inutile e buttandolo in un cestino sottostante alla scrivania.
-E perché mai dovrei decidere di commettere un simile gesto?- Naruto lo sfidò con lo sguardo, incassando i colpi gelidi ed ignorando le ferite che quelle parole gli stavano procurando. –Semplicemente perché Hinata non vuole partire. Ed io nemmeno voglio che lo faccia.-
Hinata sfiorò con le dita la spalla del giovane davanti a lei, sperando di calmarlo. Si stava agitando troppo e questo rischiava di compromettere le poche possibilità di riuscita.-Cosa ne sai tu, di cosa vuole mia figlia?- Naruto ghignò. –E lei invece, ne sa forse più di me?-
L’uomo sbatté un pugno sulla scrivania di metallo, facendo sussultare entrambi i ragazzi. –Non osare pronunciare simili parole di fronte a me. E’ già troppo che io ti stia concedendo un po’ della mia attenzione, sciocco ragazzo!- si avvicinò all’uomo velocemente, afferrandolo per il colletto della camicia.
-Naruto! Ma che stai facendo?- Hinata era combattuta. Che cosa doveva fare?
-Vuole che io la smetta di rivolgermi così a lei? Bene, allora le dirò educatamente come stanno le cose: a me non importa minimamente cosa lei pensi di sua figlia, ma sappia che non è assolutamente come viene descritta. Non è una poco di buono, non ha mai trattato così male Sakura come gli hanno sicuramente riferito, signore. Hinata è una ragazza dolce con un grande cuore e, se anche a volte non si capisce cosa provi e risponde male, io so che non tratterebbe mai male una persona senza un valido motivo! E se permette, trovo anche molto stupido mandarla in una specie di riformatorio soltanto perché non va d’accordo con una ragazza.-
Hiashi rimase in silenzio per un po’, poi venne fuori il verdetto: -Non se ne parla. Hinata andrà in quel collegio, che lo voglia o no. E tu sparisci immediatamente!-
-Smettila, papà!- entrambi si voltarono verso la ragazza in lacrime, sorpresi. Hinata non aveva mai replicato una decisione presa da lui, eppure adesso sembrava davvero contraria alla sua conclusione. –Hinata, si farà come ho deciso. La questione è chiusa.- L’uomo riprese a contemplare i vari documenti, ma Hinata era davvero decisa a cambiare le cose. –Non m’importa che cosa vuoi tu, papà.-
Lo sguardo dello Hyuuga tornò a concentrarsi sulla figlia, ed attese. –Non puoi decidere cosa fare della mia vita! Ho sempre fatto quello che volevi,mi sono trovata anche un lavoro per aiutarti a migliorare la nostra situazione economica, ho sempre cercato di accettare quell’estranea nella nostra famiglia come se fosse la mia vera madre, ho fatto da genitore ad Hanabi, mi sono impegnata a vincere borse di studio! Ho fatto tutto quello che potevo senza lamentarmi, ma adesso basta! Io non andrò mai in una scuola simile, non me ne andrò mai da questo quartiere, non abbandonerò i miei amici, e non lascerò che i tuoi piedi calpestino anche il mio amore!Io… non voglio lasciare Naruto.-
Hiashi afferrò il telefono e digitò un numero. –Sì? Hiashi Hyuuga. Vorrei ritirare la domanda d’iscrizione per la “Tokyo High School” se è possibile…- sul volto dei due ragazzi si dipinse un sorriso colmo di gioia –Va bene, la ringrazio. Arrivederci.-
-Non essere così felice, Hinata. Nel momento in cui tu non obbedisci ai miei ordini, significa che puoi vivere la tua vita da sola. Non farti mai più vedere in questa casa.- Hinata sgranò gli occhi, colpita in pieno dalle parole senza cuore del padre.
Lei non disse nulla.
-Hinata… Si può sapere cosa le è preso, signore? Pensavo avesse compreso la situazione!- Hiashi zittì Naruto con un’occhiataccia, rispondendo. –Infatti è così. Ma in questa casa ci sono delle regole, e visto che la signorina non vuole rispettarle, che si faccia una vita altrove.- Naruto lo guardò con rabbia, poi si avvicinò ad Hinata prendendola per mano.
-Andiamocene, Hinata.-
 
-Starai da me per qualche giorno, fin quando non ti sarai trovata una sistemazione, va bene?- Lei annuì, e si diressero verso la casa di Naruto.
 

* * *

 
Ormai erano a metà strada, quando Hinata si fermò improvvisamente.
-Ehi, qualcosa non va?- Lei scosse la testa, tenendo lo sguardo basso. –Posso farti una domanda, Naruto?- il ragazzo annuì, confuso.
-Perché ti comporti così, Uzumaki?-
Impossibile, ancora quella domanda. Erano passati mesi ormai dall’ultima volta che glielo aveva chiesto, eppure, non avere una risposta la turbava ancora. Quella ragazza era folle; follemente innamorata di lui. Possibile che anche dopo aver ricevuto tutte le attenzioni che voleva fosse ancora interessata al motivo del suo precedente comportamento?
-Non molli mai, eh?- ci scherzò su, ma lei rimase seria. –E va bene. Risponderò, ma ad una condizione.- Hinata lo incitò a continuare, e lui sorrise. –Devi rispondere alla mia di domanda.- la ragazza acconsentì, e lui le pose il quesito: -Hinata, tu sei realmente innamorata di me?-
Rimase in silenzio Hinata, arrossendo lievemente. Poi incominciò a camminare, avvicinandosi lentamente a lui. Gli mise le mani sul viso e mettendosi in punta di piedi lo baciò.
Solo una lieve pressione sulle labbra di lui, ma quel piccolo gesto, valeva più di mille parole. Rimase ad un centimetro da lui e sussurrò: -Sì…- Naruto sorrise e, prendendola per mano, le raccontò tutta la storia, fermandosi quando si rese conto di averle raccontato tutto con una naturalezza incredibile.
Quando si era confidato con Sakura, non era stato così semplice per nessuno dei due.
Arrivò poi il momento di completare il racconto con l’ultima incognita sconosciuta a tutti. Lo avrebbe detto solo a lei, soltanto ad Hinata.
Non lo avrebbe mai pensato ma, Naruto si fidava ciecamente di quella ragazza.
-Beh, adesso immagino tu voglia sapere il motivo del perché io non mi sia mai fidato di te né di nessun altro, vero?- Lei annuì lievemente, e Naruto sospirò malinconico.
 

“Smettila di credere a tutto ciò che ti dicono. La gente non è come pensi tu. A nessuno importerà mai veramente di te, a nessuno.
Sei solo, Naruto. Lo sei sempre stato.”

 
Lui scosse la testa.
-Quando i miei genitori morirono, io venni preso in affidamento da un uomo. Si chiamava Madara e faceva davvero di tutto per me. Io gli sono grato per tante cose, e lo sarò per sempre. Purtroppo però lui non aveva sempre tempo per me, e spesso veniva a trovarmi il mio caro vecchio Zio Jiraiya. Con lui passai dei momenti bellissimi, mi divertivo un mondo quando veniva a casa mia, ma un giorno…- Naruto si perse nei tristi ricordi, e soltanto quando Hinata gli sfiorò il braccio lui si risvegliò da quella specie di trance.
-Naruto, tutto bene?- Lui annuì. –Sì, scusami tanto Hinata. Adesso continuo.- prese fiato. –Allora, stavo dicendo… un giorno però, Madara venne da me e mi riferì che mio zio era morto. Era stato assassinato.- la ragazza sussultò. Naruto continuò, amareggiato.
-E’ stato da quel giorno… mi rivelarono che Jiraiya, proprio come i miei genitori, erano soltanto un ostacolo che andava eliminato. Tutti loro… le persone a cui volevo bene erano state uccise senza scrupoli, solamente perché quei farabutti volevano i soldi. La mia eredità. Essendo io un bambino ancora troppo piccolo, se i miei fossero morti mi sarebbe stato affidato un tutore e di conseguenza a lui sarebbe andato tutto il patrimonio della mia famiglia. E’ per questo che non mi sono più fidato di nessuno. La gente è capace di fare cose orribili per qualunque sciocchezza, soprattutto per il denaro. Fu proprio Madara ad aprirmi gli occhi, a farmi capire che dovevo smetterla di dare fiducia alla gente che non la meritava.- Fece una pausa.
-E quando anche Madara morì per lo stesso motivo, io mi ritrovai senza un soldo. Tutto quello che avevo sempre temuto avvenne, ed io rimasi solo. Incapace di affezionarmi a qualcuno e di avere dei legami.- poi sorrise. –Questo ovviamente, prima di conoscere Sasuke, Sakura e… te.-
Hinata si scusò, e la conversazione finì lì.
-Ehi Naruto… ma noi due adesso stiamo insieme?- lui scosse la testa, prendendole la mano. –Non ancora. Al momento questa situazione mi piace così com’è. Io non voglio perdere nemmeno un secondo di noi, per cui, lasciamo che il destino faccia il suo corso.-
Hinata sorrise, abbandonandosi al suo abbraccio.
Era bello il tempo che passava con Naruto, e andava bene così. Almeno per il momento.
 

* * *

 
-Itachi, sono a casa!- Sasuke salì le scale, deciso a farsi una bella dormita, ma aprendo la porta della sua camera, non poté fare a meno di rimanere sorpreso.
Lo sguardo serio e profondo di Itachi lo paralizzò. Mai una volta l’aveva visto così.
-Devo parlarti, Sasuke.-






 
 
 
 
Note dell’autrice:
Buonasera a tutti, cari lettori e lettrici!
Ok, non uccidetemi per aver lasciato a metà la scena con Itachi e Sasuke, e non trucidatemi per avervi fatto questo schifo di passato di Naruto che aspettavate con ansia (Perché lo so che vi stavate leggendo la storia soltanto per sapere cosa gli era capitato .-.), è solo che su queste cose non so essere emozionante… mi dispiace! :(
Ma vabbé u.u
Mi scuso per il tremendo ritardo, ma sapete, le feste sono impegnative! (Sì, inventatene un’altra? .-.) E va bene, lo ammetto, mi sono presa una vacanza xD Ma andiamo, a nessuno capita mai di essere un pochino stanco e di volersi riposare ogni tanto? (Ogni tanto? Rientrata dalle vacanze estive hai pubblicato tre capitoli e ti sei presa quelle di natale! -.-“) Ah-ah-ah *Con agitazione*
*Fischietta ignorando la sua coscienza che la sgrida.*
Allora, che ne pensate del capitolo? Io sinceramente lo trovo un po’ esagerato, ma visto che era il capitolo dedicato completamente al NaruHina, mi sono lasciata un po’ andare… però ammettetelo, non è il capitolo più lungo che voi abbiate letto, scritto da me? Esattamente 15 pagine e 6.251 parole di World! *O*
Super lugno e fluffuoso!
Naruto e Sakura si sono lasciati! Si sono lasciati! Si sono lasciati! (Sì, sì, sì, sì!!!!)
Cooomunque! Sinceramente non volevo mettere in così cattiva luce Hiashi, ma volevo mandare Hinata a vivere con Naruto, così l’ho sfigurato u.u
Cos’altro dire, mi sono sentita di mettere in mezzo anche Neji visto quello che sta succedendo nel manga, volevo fare una specie di piccolissimo tributo anche a lui :’(
Questo capitolo (strano ma vero) mi è stato ispirato da una canzone che ho scoperto ultimamente… se volete sentirla, è questa: Hear You Me - Jimmy Eat World
Le parole sono bellissime, mi è venuto quasi da piangere quando le ho lette! O:
Allora cari lettori, cosa succederà adesso che Hinata e Naruto stanno “insieme”? E tra Sasuke e Sakura continuerà ad andare tutto rose e fiori? Cosa vorrà mai dire Itachi a Sasuke di tanto importante?
Scopritelo nel prossimo capitolo di “Un fiore pieno di speranza”! Che potrete leggere molto, molto presto! (Ok, piccola bugia di consolazione u.u)
Beh, non credo di aver altro da aggiungere a parte: Auguri a tutti per il nuovo anno, spero sia migliore di questo appena trascorso!
Un bacione grande!♥
 

Juno.

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Capitolo 23
*** Antiche verità celate ***


Antiche verità celate




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No questo era troppo. Un colpo basso bello e buono.
Hinata si voltò bruscamente, andandosene irritata. Anzi no, furibonda.
 
-Hinata! Hinata, ehi!- Naruto continuò a seguirla, ma lei non ne volle proprio sapere di fermarsi. Poi decise che era meglio dargli retta e si fermò, girandosi e fissandolo in una maniera strana. -Hinata, cosa ti prende? Si può sapere come mai mi sei venuta vicino, mi hai dato una botta e te ne sei andata? Che è successo?-
Lei volse lo sguardo altrove, stringendo forte i pugni: -Dimmi una cosa, Naruto. Che cos’ha quella di tanto speciale? Perché prima la trattate male e poi, appena si fa avanti, diventate tutti suoi amici? E’ forse una nuova moda?- Naruto non capì, ovviamente, ritrovandosi senza niente da dire. -Beh? Perché non mi rispondi?-
 -Hinata io non capisc- si voltò nuovamente, riprendendo a camminare. Stavolta è più veloce, più arrabbiata. Naruto se ne accorse, ma questa volta si limitò a camminarle accanto. Se avesse deciso di parlargli bene, altrimenti sarebbe stato con lei tutta la giornata a costo di farla parlare.
Probabilmente erano quasi due ore che camminavano e Naruto era evidentemente stanco. -Ehi! Avanti è da troppo che camminiamo e abbiamo anche saltato il turno di pulizie in classe, per quanto ancora hai intenzione di tenermi il broncio? Io non ti ho fatto niente.- Hinata si voltò, incerta. Si fermò poi, chinando il capo e portando le braccia al petto.
-Anche Ten… maledetta! Anche lei mi ha presa in giro.- Lui la guardò, non riusciva proprio a capire cosa stesse dicendo. Forse era per la voce bassa di lei, o più semplicemente non centrava niente in quella storia e Hinata ce lo stava mettendo in mezzo. -Hinata non riesco proprio a capirti, mi dispiace.- Lei alzò nuovamente lo sguardo, fissandolo: -Vuoi sapere cosa mi è successo? Cosa ha fatto quella maledetta?- Naruto annuì, leggermente spaventato.
-Tsk. Succede che quando sta con me la prendiamo in giro e ne parliamo male, e quando non ci sono, invece, ci gioca e ci scherza insieme!- per Naruto l’argomento era ormai chiaro, quello che non riusciva a capire era chi riguardava. -Capisco, machi ti ha fatto questo? Di chi stiamo parlando?- la ragazza fece un sorriso forzato e poi sussurrò: -Tenten… la mia migliore amica. E di Sakura.-
 
-Dici davvero? Cavoli, mi dispiace Hinata… ma sei sicura che fossero loro? - lei annuì, sconsolata. -Te l’ho detto, stavano sedute nel giardino della scuola e parlavano ridendo. Ti dirò Naruto, non mi sono mai sentita più stupida in tutta la mia vita. Sai cos’è che mi da più fastidio? Il fatto che non mi abbia detto nulla… era la mia migliore amica, capisci? Se me l’avesse detto l’avrei lasciata fare. Insomma, non posso mica vietarle di fare amicizia se lei lo vuole, mi sarei adattata. Secondo te perché l’ha fatto? Nell’amicizia il fattore più importante non è forse la sincerità?-
Naruto pensò per un attimo, poi capì che non c’era risposta più semplice: -Vedi Hinata, quando si vuole bene a qualcuno, si ha sempre paura di sbagliare. Tenten sapeva bene della tua forte antipatia verso Sakura, e temeva che ti saresti arrabbiata se te l’avesse detto. Io non ne so molto di queste cose, ma quel poco che ho imparato credo basti per affermare ciò che ho detto.- Hinata sorrise, rimandando indietro alcune lacrime che cercavano di uscire; -Devo essere proprio una pessima amica, non è così?- Naruto si stupì della domanda e rimase in silenzio, non aveva la benché minima idea su cosa rispondere.
Ma evidentemente Hinata non si aspettava nessuna risposta perché, dopo poco, riprese a parlare: -Sono arrivata addirittura al punto in cui la mia migliore amica ha paura di confidarsi con me. Prima ho quasi perso del tutto te, e adesso anche Tenten. Sai? Ho intravisto qualche volta anche Sasuke parlare con lei. Sto perdendo tutti i miei amici. Uno ad uno…- Naruto non sapeva cosa dire, gli dispiaceva vederla così, ma non aveva idea di cosa fare per tirarle su il morale. Decise così di confortarla a parole. O di provarci, almeno.
-Sai, Hinata, io non penso che tu sia una persona cattiva. O pessima, come credi di essere. Trovo invece che tu sia molto altruista, anche se non lo dai a vedere. Vedi, pur di non far dispiacere i tuoi amici, non hai detto a nessuno della tua fantomatica partenza per Tokyo, hai continuato a portare quel fardello da sola, senza chiedere aiuto. Io penso che tu sia una persona molto buona. Al posto tuo io avrei subito scaricato i miei problemi su qualcuno, lamentandomi in continuazione. Tu sei forte Hinata, ma devi capire che, alcune volte, si è più forti chiedendo aiuto.- Le sorrise e poi se ne andò.
-Parlerò con Tenten domani, devo farlo assolutamente.-
 

* * *

 
-Itachi quante volte dovrò ancora dirti che non devi mai entrare nella mia camera? Mi infastidisce saperti qui dentro. Adesso, se non ti dispiace, ti pregherei di uscire immediatamente.- Itachi non fece nemmeno un passo, anzi, si sedette comodamente su una sedia al centro della stanza, invitando il fratello a fare lo stesso.
Sasuke sbuffò, incrociando le braccia al petto, stizzito. -Ho detto che devi uscire. Subito.- il maggiore scosse la testa, deciso. -Siediti, fratellino. Io e te dobbiamo parlare.- un altro sbuffo ed anche il piccolo Uchiha decise di sedersi: -Dimmi pure, ma fai in fretta. Ho voglia di dormire.-
-Riguarda nostro padre. E la mamma.- Sasuke scoppiò in una breve risata di scherno, tornando poi improvvisamente serio: -I nostri genitori ci hanno abbandonati, ormai non fanno più parte della nostra vita. Non vedo come potrebbe interessarmi parlare di loro. Adesso puoi anche andartene, non ho alcuna voglia di riaffiorare eventi del passato, è tardi per queste cose.- Itachi si alzò, afferrando il fratello per un braccio.
-Ma cosa ti prende? Lasciami in pace.- lo strattono che ricevette Sasuke fu forte, e lo scaraventò dritto sul letto di fronte. -Ti ho detto che dobbiamo parlare, e parleremo.-
 
-Ma che cazzo stai dicendo? Senti Itachi, non ho voglia di sentire una parola di più. E’ passato troppo tempo ormai, non ho bisogno di balle per voler di nuovo bene ai nostri genitori. Sono estranei per me, adesso. Smettila quindi di raccontarmi frottole e inventatene un’altra, perché sei veramente poco credibile.-
Itachi non mollò: -Sasuke non mi sto inventando proprio niente. E’ la verità. E se non mi credi, dai una letta a questa lettera, vedrai che diventerò molto più credibile una volta che l’avrai fatto. Un solo avvertimento: quando avrai finito di leggerla non potrai fare niente di quello che, sicuramente, ti verrà in mente di fare.- Sasuke non diede peso alla parole del fratello e, con un gesto secco, afferrò la lettera dalle mani del fratello, incominciando a leggerla con poco interesse.
Bastarono poche righe, e i suoi occhi si spalancarono lentamente:

“Caro Sasuke,
Se stai leggendo questa lettera, significa che purtroppo i  nostri sforzi non sono serviti a niente.
Bene credo di doverti delle spiegazioni, non è così? Ebbene incominciamo. Dall’inizio, come è giusto che sia.
Vedi figliolo, prima che tu nascessi, quando tua madre ed io aspettavamo ancora la nascita di tuo fratello Itachi, il nostro denaro si ridusse pian piano ad una piccola somma. Riuscimmo comunque ad andare avanti per ben 10 anni, facendoci aiutare da una cara famiglia nostra conoscente.
Quando arrivasti tu, però, i nostri averi vennero spazzati via con una semplice folata di vento. Così, da un giorno all’altro. Eravamo disperati, non sapevamo come fare per poterti mantenere, per vederti crescere sano e forte. Non sapevamo nemmeno se saremmo riusciti a farti sopravvivere.
Purtroppo tua madre, essendo fisicamente troppo debole, non poteva sopportare un aborto, così decidemmo di portare avanti la gravidanza. Questo però ci costrinse ad andare verso una dura scelta, che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti quanti.
Non appena tu nascesti, io e tua madre commettemmo qualcosa di molto grave: svaligiammo la piccola banca del quartiere di Konoha. Noi non ci saremmo mai aspettati di arrivare a tanto, ma per amore tuo e di tuo fratello decidemmo che era la cosa più giusta da fare.
Riuscimmo a nasconderci per diversi anni ma, una volta arrivati al tuo ottavo compleanno, era ormai impossibile per noi sfuggire alla polizia. Devi capire che non avevamo scelta, l’alternativa sarebbe stata quella di portarvi in un orfanotrofio dove vi avrebbero mal denutriti e non ci avreste mai più rivisto.
Capisco che ti è difficile crederci, ma permettimi di finire il mio racconto.
Quando al telegiornale arrivò la notizia che avevano finalmente trovato un modo per riconoscere le due figure riprese dalle telecamere della banca, capimmo che era il momento di andarcene. Non potevamo portare anche te e tuo fratello con noi, perché avreste vissuto come dei criminali, e noi non volevamo che qualcuno vi additasse per crimini che non avevate commesso.
Così arrivò quel giorno. Quel maledetto giorno che tu ricordi sicuramente molto bene.
Ti mentimmo, dicendo che eravamo stufi di voi e lasciandoti alle cure di tuo fratello che aveva soltanto 10 anni. Scappammo via quel giorno, ci rifugiammo in America. Vi comprammo una bella casa e ce ne andammo, riuscendo così a permettervi una vita dove non mancasse nulla.
Sapevamo che prima o poi avresti scoperto la verità, ma speravamo comunque che continuassi a credere per sempre che fossimo soltanto dei vigliacchi e che ci odiassi al punto di tagliarci completamente fuori dalla tua vita, dai tuoi pensieri.
Abbiamo telefonato tutti i giorni per sapere come stavate in questi ultimi otto anni, e pregammo tuo fratello di non dire niente e di essere forte, cosicché tu potessi goderti la tua vita senza pensare a noi. Senza sentirti responsabile di tutto ciò.
Sappiamo bene che adesso starai male, sarà sicuramente impossibile per te credere ad una verità tanto assurda, ma ti prego, qualunque cosa tu scelga di fare, non cercarci.
Non incolpare tuo fratello, non smettere di odiarci. Ma soprattutto, non buttare via la tua vita come abbiamo fatto io e tua madre.
Spero tanto che tu possa capirci, ma non ci aspettiamo nulla da te. Non preoccuparti di niente, fa soltanto quello che ti senti di fare.
Un grande bacio

Mamma e papà.”

 
-Q-questo è assurdo… n-non è possibile. E’ uno scherzo, non è così? Stai scherzando!- Itachi rimase impassibile, non si mosse minimamente. -Tu… per tutti questi anni mi hai fatto credere che si fossero stufati di noi, che non ci volevano più fra i piedi. Ti sei preso gioco di me, mi hai mentito. Hai osato tenermi nascosta una verità del genere! Sei un bastardo, un vero bastardo!- Sasuke si avvicinò pericolosamente, e fu forte il colpo che inflisse sul volto del fratello maggiore.
L’odio era tanto, per Itachi era quasi palpabile.
“Sfogati, Sasuke. Non lasciare nessuna traccia di questo terribile odio dentro di te. Sputa tutto fuori.” E Sasuke lo fece davvero. Non si erano mai picchiati, mai toccati per l’esattezza.
-Tu! Papà, la mamma! Mi fate schifo, non meritate di vivere!- continuò a tirare pugni, ed Itachi non si oppose in nessun modo. -Siete tutti e tre dei vigliacchi, schifosi vigliacchi!-
E le lacrime uscirono, implacabili come non mai.
“Finalmente, Sasuke.”
Lui non aveva mai pianto. Sasuke non piangeva mai nemmeno da piccolo. Quando cadeva e si sbucciava un ginocchio tratteneva anche i gemiti di dolore e faceva finta di nulla, quando a scuola veniva sgridato incassava i rimproveri senza reagire, capendo di meritarseli.
Non si era mai sfogato, non aveva mai liberato l’odio che covava dentro di sé. Si lasciava consumare da esso, senza ribellarsi. Sapeva che era giusto così, e aveva tenuto fede alla sua convinzione per tutta la vita.
Sasuke non piangeva mai, perché lui non poteva permettersi di piangere.
Un ultimo pugno, ma il braccio si fermò improvvisamente davanti al volto di Itachi, pronto ormai ad incassare il colpo.
Questi si sorprese, ma non poté dire niente, perché il minore lo precedette con la voce soffocata dai singhiozzi: -Adesso basta. Sparisci immediatamente. Vattene da questa casa…- Sasuke si alzò ed Itachi fece lo stesso -…per sempre.- gli occhi spalancati e la voce strozzata.
Non può essere…
Sasuke fu veloce: tutti i vestiti e gli oggetti del fratello erano adesso in una grande valigia. Scese le scale portandosela dietro, mentre il fratello cercava di farlo ragionare.
-Non puoi mandarmi via così, gli assegni per pagare la casa papà li ha sempre mandati a me, come pensi di sopravvivere senza?- Sasuke lo squadrò, duro. -Papà manda gli assegni a questo indirizzo, sarai tu a doverti arrangiare.- Itachi accolse la sfida: -Questa è anche casa mia.- -Itachi, mi hai mentito per troppo tempo. Non mi fido più di te. Se non te ne vai tu, me ne vado io. Scegli pure.-
Il maggiore digrignò i denti. -E va bene. Preferisco andarmene anziché saperti in giro per il Giappone chissà dove.- Itachi era ormai sull’uscio della porta.
-Addio Ototuo… stammi bene.-
. . .
-…addio, fratellone.-
 

 
 
 






Note dell’autrice:
Buonasera a tutti quanti, carissimi lettori!
Bene, come al solito il capitolo è in perfetto anticipo e il contenuto è assai intrigante e succoso. (Ah si? E di quale storia staremo parlando, si può sapere?)
…ok va bene, lo ammetto! Sono in super ritardassimo, il capitolo è corto e fa schifo, ma cosa posso farci? Sono una pessima scrittrice :(
Chiedo umilmente scusa a tutti quanti e mi inchino di fronte al glorioso (?) popolo di EFP. Chiedo perdono!
Comunque!
Mh, mh, mh… non è super yoyo questo capitolo? Drammatico al 100% *----------------------*
La splendida fine di un’amicizia e di un rapporto fraterno. Cosa c’è di meglio?
Ammetto che è tutto molto breve, ma non so perché, quest’oggi mi sono sentita stranamente capace di risolvere tutto in quattro e quattr’otto. Di solito mi ci vuole un’eternità per descrivere un semplice passo >.<
Spero comunque che, nonostante la brevità (?) del capitolo, vi sia piaciuto.
Sapete ultimamente sono molto impegnata e non riesco quasi nemmeno a recensire. Questo mi dispiace molto, ma non so proprio come rimediare… questa sera troverò un po’ di tempo, va! (Ma perché lo dici a loro? O.o)
…non lo so eh eh!
Vabbé vi sto facendo perdere tempo e non credo nemmeno che ci sia qualche psicopatico che legge questo spazio… perciò vi saluto!
Un grande bacio dalla vostra (?) piccola (????) Juno! ^^
 
Ops! Quasi dimenticavo, che sbadata! Dedico questo capitolo a _sweetygirl_ ed a HellGirl96 che hanno indovinato nel capitolo 17 “Un pomeriggio tra amici” chi fosse l’uomo ricercato al telegiornale.
E’ stato così facile indovinare? D: Caspiterina, dovrò rivedere il mio modo di mettere suspance in un racconto… mannaggia a me!
Beh adesso ho finito veramente! Un bacione grandissimo!! ♥

Ah! (Ma non avevi finito?) lasciami in pace. Comunque! Non so se è una buona o una cattiva notizia -a seconda dei casi-, ma devo informarvi che questo, signori e signore è... *rullo di tamburi* esattamente il penultimo capitolo di "Un fiore pieno di speranza"! (Finalmente...)
Per alcuni sarà sicuramente una bella notizia, per altri -spero- invece no.
A prescindere da questo però, è proprio come ho detto in precedenza. Di conseguenza, il prossimo capitolo sarà esattamente l'ultimo! Vi avverto in anticipo che non sarà affatto come voi tutti ve lo immaginate! (Questa volta le do ragione) Ma davvero? O:
Beh, spero riusciate a resistere fino all'ultimo come avete sempre fatto :')
 
P.S: mi scuso per il linguaggio che in un certo punto del racconto assume Sasuke. Il motivo è semplice: sono convita che Sasuke reagirebbe così in una situazione simile, per cui, se per caso lo avete trovato fastidioso vi prego di perdonarmi.

P.S.2: avete notato come, insolitamente, la mia personalità abbia parlato poco? Uh che figo! (Ma smettila, cretina -_-)
Oh, come non detto...


 

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Capitolo 24
*** Fiorito a Dicembre ***


Fiorito a Dicembre



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In quel freddo Lunedì mattina, tutto sembrava finalmente tranquillo; il quadrimestre era ormai giunto al termine e le vacanze natalizie erano alle porte.
Sai si trovava sulla terrazza della scuola, osservando tutti coloro che passeggiavano per il cortile, raffigurandoli nel suo anonimo disegno. Disegnare gli piaceva molto, lo faceva sentire in pace con sé stesso, libero.
Da quell’altezza scorse una figura: una ragazza bionda, formosa. I suoi occhi incontrarono per un istante quelli di lei; la disegnò per poi successivamente accartocciare il foglio con stizza. Non era ancora riuscito a superare la rottura, Temari gli mancava terribilmente e la fine del piano S.S.S.K. non l’aveva di certo aiutato, non avendo più un qualcosa con cui distrarsi.
-Sai… ciao.-  lo aveva raggiunto non appena si erano incrociati con lo sguardo. Sai però non rispose, cercando di ignorarla. -Cosa stai disegnando?- la sentì avvicinarsi e d’istinto gettò il disegno al vento, voltandosi.
-Niente di speciale.- non abbassò lo sguardo, al contrario, la scrutò per bene e successivamente fissò gli occhi scuri in quelli di lei. Sperava riuscisse a comprendere cosa stava provando in quel momento, che aveva una gran voglia di tornare a ridere con lei, di abbracciarla. -Sei ancora arrabbiato con me, eh?- A Sai venne da ridere: era convinto che lei fosse addirittura l’unica a conoscerlo, invece si era appena reso conto che, probabilmente, non lo conosceva affatto.
-Sappi che invece io non ce l’ho affatto con te. E’ vero, ti ho lasciato per una stupidaggine, ma adesso mi rendo conto di quello che ho fatto! Non sto cercando di rimettermi con te però, se a te non dispiace, mi piacerebbe tornare ad essere amici.- Sai le sorrise ma scosse la testa: -Lo sai meglio di me che è impossibile, Temari. Questo perché io, al contrario, ho il desiderio di provarci di nuovo. Lo capisci, non è vero?-
Temari sorrise. -Sì, probabilmente è così. Ci vediamo… Sai.-
 
* * *
 
-Sai Hinata, non avrei mai pensato che ti piacesse Naruto, sul serio! E adesso state pure insieme… pazzesco!- Hinata lo guardò con irritazione: -Sasuke, ti ripeto che io e Naruto non stiamo affatto insieme. Siamo buoni amici e adesso siamo costretti a convivere, ma non c’è nessun tipo di legame che ci lega in quel senso. Intesi?-
Sasuke annuì, sciogliendosi poi in un dolce sorriso. Era felice per il modo in cui le cose si erano sistemate: Hinata non sarebbe più stata costretta né a trasferirsi in quel collegio a Tokyo, né a sopportare ancora le accuse da parte del padre.
Adesso era libera… e felice.
Vivere con Naruto avrebbe sicuramente fatto bene ad entrambi, su questo non c’erano dubbi. Lui avrebbe imparato finalmente cosa significa voler bene a qualcuno, e lei avrebbe potuto dimostrare ogni giorno il suo amore per lui.
-Sai Sasuke, credo di dovere delle scuse a Sakura... e di doverla ringraziare. Probabilmente se lei non ci fosse stata non avrei capito tante cose.-  Contrasse le sopracciglia, come se si stesse sforzando nel dire quelle parole.
 -Vedi, se Sakura non mi avesse fatto capire che l’aiuto degli altri è importante, che ne avevo bisogno anche io, non sarei mai stata capace di rivelare tutto a Naruto… né a te. Però grazie a lei ho capito. Osservandola mi sono resa conto che anche io desideravo essere circondata da amici su cui contare, essere libera di piangere quando ne avevo bisogno e di sfogarmi. Se lei non ci fosse stata, probabilmente adesso mi troverei su un treno diretta a Tokyo.-
Con le sue parole Hinata riuscì a colpire molto Sasuke:-Hinata… promettimi che, da adesso in poi, mi dirai tutto ciò che ti fa stare male; che ti confiderai con me e che, se ne avrai bisogno, chiederai il mio aiuto. Perché io sarò sempre pronto ad aiutarti e ti supporterò sempre, qualunque cosa accada.-lei annuì.
-Sas’ke! Sas’ke ma dove sei?- la voce di Sakura arrivò chiara alle orecchie dei due ragazzi. Hinata lo guardò per un po’ e sorrise -Sas’ke eh? Non avevi detto che detestavi quel nomignolo?- Sasuke s’imbarazzò, ridendo nervosamente.
-Sono contenta, Sasuke. Credevo che non saresti mai riuscito ad innamorarti davvero… ed invece guarda un po’ là- indicò Sakura -Adesso hai una bella fidanzatina che ti riempie di attenzioni.- Lui non sembrava particolarmente contento del discorso “padre figlio” che gli stava facendo Hinata, ma la lasciò continuare: -Sai ti invidio parecchio… darei qualsiasi cosa per trovarmi in una situazione come la tua.-
Poi lo spinse in avanti, esclamando: -Va da lei, su! Non farla aspettare troppo.- Sasuke non se lo fece ripetere due volte e corse verso la sua Sakura.
Hinata si guardò intorno, intravedendo con la coda dell’occhio un gruppo di ragazzi del quinto anno.
Forse non le era andata poi così male…
 
* * *
 
-SHIKAMARU!- lo squittio di Ino lo fece sobbalzare, decidendosi ad alzare finalmente la testa del banco. Choji era lì accanto a lui che mangiava patatine tranquillamente, mentre la ragazza sbraitava da quasi un’ora sulle frange della borsa che le aveva regalato lui. -Insomma, quante volte te l’ho detto che su una borsa bianca le frange stanno malissimo? Sarà la decima volta che mi costringi a riportarla al negozio, ma ancora non ti entra in testa! Insomma cerca di capirmi, è orribile!-
Shikamaru sbuffò, alle volte la sua ragazza era davvero una seccatura.
-Mi dispiace, la cambieremo.- riappoggiò la testa sulle braccia, cercando di riuscire ad addormentarsi nuovamente. Ma Ino non glielo permise: -“La cambieremo”, tutto qui? La cambieremo? Certo che la cambieremo, questo è ovvio! Forza alzati.- il ragazzo emise un verso soffocato di protesta, ma niente e nessuno sarebbe riuscito a convincerla.
-Dov’è che andiamo?- lei sorrise, afferrando il fidanzato per un braccio e cinguettando allegramente: -Al centro commerciale!-
-Ma sono le 8,00 del mattino!-
Choji si alzò lentamente, sorridendo compiaciuto: Ino e Shikamaru erano fatti l’uno per l’altra.
 
* * *
 
-Ah ma dove si sarà nascosta!- Tenten cercava ovunque: dietro ai cespugli, sotto i banchi, addirittura in sala professori. Sapeva che da qualche parte avrebbe trovato la vecchietta, e non si sarebbe fermata fin quando non l’avrebbe trovata! Aveva tante domande e pretendeva delle risposte.
Continuò imperterrita la sua ricerca, quando scorse in lontananza uno sprazzo di color argento in mezzo a delle erbacce.
“Forse…!” corse in quella direzione, ma rimase delusa scoprendo che era un semplice pezzo di carta argentata.  -Dannazione! Giuro che cerco anche nei bidoni della spazzatura, devo trovarla assolutamente.-
Chiudere ogni rapporto con Hinata e fare amicizia con Sakura era stata la cosa giusta da fare? Le sue motivazioni erano valide oppure no? Purtroppo non riusciva a darsi delle risposte da sola, ecco perché si trovava alla ricerca di quella stramba nonnetta.
Chissà se ad Hinata era dispiaciuto vederla con Sakura… Tenten non era riuscita a comprendere la reazione della sua vecchia amica, e sinceramente non riusciva a capirla nemmeno in quel momento.
Ma quello che non era mai riuscita a capire non era proprio questo. Ciò che si chiedeva di continuo: Hinata le voleva veramente bene?
Scosse la testa, riprendendo a correre. Non era questo che importava in quel momento: adesso doveva concentrarsi nel trovare quella dannatissima vecchia.
-Ma perché non vuoi farti trovare? Numi!-
 
Erano passati diversi minuti, eppure della vecchia non c’era traccia. “Oh andiamo, da qualche parte dovrà pur essere!”
-Tenten!- lei si girò, trovandosi davanti colui che mai si sarebbe aspettata di vedere. -Naruto! Ti serve qualcosa?- il ragazzo scosse la testa, sorridendo.
 “Naruto sorride? E’ la prima volta…”
-Sai ho parlato con Hinata qualche giorno fa e credo che voi due dobbiate tornare amiche.- Il tono che aveva usato era stranamente tranquillo, non sembrava volesse attaccar briga, anzi.
-E’ andata come doveva andare, adesso non ho più voglia di sforzarmi per l’ennesima volta senza che lei faccia niente. E’ sempre stato così, lei sapeva tutto di me ed io non sapevo niente di lei. Ma adesso mi sono stancata, basta così.- Naruto fece per ribattere ma lei non glielo permise: -Ti ringrazio per averci provato. -
Naruto non si arrese: -Ascoltami, Hinata mi ha aiutato tantissimo e adesso voglio essere io ad aiutarla. Sei libera di scegliere cosa fare, ma sappi che Hinata ti vuole davvero bene e sono certo che se adesso tu provassi a chiederle scusa per averla “sostituita” con Sakura, lei ti perdonerebbe senza pensarci due volte.-
Tenten non disse niente, si limitò a ricominciare a correre, cercando disperatamente la vecchia saggia.
 
* * *
 
-Hinata, si può sapere perché alla fine non abbiamo affatto reso impossibile la vita di Sakura? Cos’hai in mente?- Il ghigno di Deidara non sfuggì affatto alla ragazza, che si mise a ridere divertita. -Hina-chan ride, Hina-chan non è cattiva… A Tobi piace! Visto, Deidara-sempai?-
-Certo che non sono cattiva! E, Deidara, io non ho alcuna intenzione di rendere la vita di Sakura impossibile.- Deidara sembrò deluso, così Hinata decise di rimediare con qualcos’altro -Sentite, questo pomeriggio non ho niente da fare, che ne dite di fare un giro fuori città?-
-Vedete, qualche giorno fa mi sono imbattuta in uno strano quartiere e lì c’erano dei ristoranti italiani. Che ne dite di provarli?-
-Ristoranti italiani… quindi si mangia? Sì, sì, sì! Deidara-sempai ci andiamo? A Tobi piacerebbe tanto andare con Hina-chan!- Deidara sbuffò, chiudendo la bocca dell’altro con un colpo sulla testa. -Andiamo, non siamo mai stati in un altro quartiere, potrebbe essere interessante.- Una volta che anche Sasori ebbe espresso il proprio parere, Deidara si convinse.
-Deidara a te cosa piace?-
-Cosa mi piace?- Hinata annuì sorridendo -Sì. I tuoi hobby, passatempi…-
-L’arte!- Sasori sbatté sconsolato una mano sulla propria fronte, sospirando; Hinata invece sembrò interessarsi -Vedi Hinata, poter creare con le proprie mani delle opere grandiose ed uniche per poi distruggerle. Questa è arte pura!- il discorso di Deidara non era proprio ciò che lei definiva “logico”, ma decise di ascoltare fino alla fine: -Distruggendole con un’esplosione! E’ quando l’opera esplode che si raggiunge la perfezione: l’arte è esplosione!-
Hinata era molto sorpresa, a Deidara mancava sicuramente qualche rotella. Ripropose la domanda anche a Sasori, sperando in una risposta più sensata: -Sasori t-
 -Deidara sei incorreggibile! Proprio non vuoi capire che la vera arte è ciò che può essere ammirata in eterno? Come le mie marionette!-
“Esplosioni? Marionette?” Hinata sospirò, guardando Tobi stranamente silenzioso: -E a te Tobi? Cosa ti piace?- lui si girò lentamente verso la ragazza, una strana aura scura lo circondava e dal buco della maschera arancione s’intravide uno strano occhio rosso fuoco.  -A me piaci tu, Hinata.- la voce inquietante e profonda…
-C-come?- l’abbracciò di scatto, appiccicandosi a lei peggio di una sanguisuga: -A Tobi piace Hina-chan! A Hina-chan piace Tobi?-
“Beh, peggio di così non può andare…”
 
* * *
 
-Ehi Rossa!- Karin sbuffò, aumentando il passo e superandolo: -Ti ho detto mille volte di non chiamarmi “Rossa”! Mi da sui nervi!- Lui rise, raggiungendola.
Camminarono a lungo per i corridoi dell’edificio scolastico, poi Karin perse definitivamente la pazienza: -Hai intenzione di seguirmi ancora per molto? Aria Suigetsu, oggi non è giornata.- Suigetsu non aspettava altro, era l’occasione giusta per stuzzicarla un po’: -Senti un po’ Rossa, non è che per caso la piccola Sakura non ti ha ancora raccontato di Sasuke? E’ per questo che sei arrabbiata, eh?- lui bloccò appena in tempo il pugno di lei, fermando la sua mano a meno di un centimetro dal proprio volto.
La ragazza sbuffò, abbassando il braccio seccata. -Vattene immediatamente.- questa volta fu il turno di Suigetsu di sbuffare; l’afferrò per il polso, trascinandola in un’aula a caso e chiudendo a chiave la porta alle sue spalle. -Ma cosa ti sei messo in testa? Lasciami uscire da qui!- in risposta lui ripose la chiave nella tasca dei pantaloni, sedendosi poi sulla cattedra del professore.
-Adesso datti una calmata e siediti.- Karin non lo aveva mai visto così serio; rimase in piedi, incrociando le braccia al petto: -Parla. Che cosa vuoi?- Suigetsu si schiarì la voce, scrutandola.
-Allora?- lei era evidentemente stufa di quella situazione, le sembrava di trovarsi sotto esame; e le interrogazioni non le erano mai piaciute. -Voglio semplicemente che per una volta tu sia sincera con te stessa.- Karin gli lanciò un occhiataccia, alzando poi un sopracciglio. -Non capisco.-
-Andiamo smettila di fare la dura, lo so benissimo che ti da fastidio il fatto che Sakura non si confidi più con te. E’ inutile che fingi. L’hai beccata con Sasuke e non riesci a spiegarti perché non ti abbia detto niente, giusto? -
Colpita e affondata.
Karin sgranò di poco gli occhi, evidentemente sorpresa. Perché voleva fare l’amico, adesso? Dopotutto, si frequentavano da meno di un mese.
-Non riesco proprio a capire come questo possa interessarti, Suigetsu.- lui si alzò, avvicinandosi pericolosamente. Quando le fu a meno di cinque millimetri dal viso, sussurrò: -Adesso basta…-
La baciò improvvisamente, ma giusto per pochi secondi, perché lei lo allontanò velocemente con una spinta: -Togliti! E non provarci mai più, che schifo.-
Suigetsu rise, pulendosi la bocca con il dorso della mano: -Brutta stregaccia, credi che mi abbia fatto piacere? Era per entrare in confidenza. Ora che siamo amici sputa il rospo, avanti.- Karin spalancò la bocca, allibita. -Tu sei matto da legare! Non bastano certi giochetti per guadagnarsi la fiducia di una persona.-
Lui ghignò, di nuovo: -Questo lo so benissimo. Infatti era solo un modo per rassicurarti… dopotutto tu già ti fidi di me.- tutta quell’arroganza le mandava in bestia il cervello. Ancora pochi secondi e avrebbe commesso un omicidio.
-Togliti dalle scatole, mi hai veramente stancata.- afferrò le chiavi dalla tasca del ragazzo e si diresse a passo svelto verso la porta dell’aula -Ehi Rossa, aspetta!-  Karin sbatté con violenza un pugno sul legno della porta: -Ti ho detto di non chiamarmi Ros- un momento.
Quella non era la voce di Suigetsu…
Si voltò spaventata, trovandosi davanti ad un Suigetsu sorpreso ma divertito, ed una vecchia seduta su un maialino rosa. “Ci mancavano le allucinazioni, adesso!”
-Ma guarda un po’ chi c’è. Cosa vorrà mai vecchietta in groppa ad un maialino rosa, da una stregaccia come te?- l’umorismo di Suigetsu era davvero fuori luogo.
-Mh… e così tu sei Karin? Non si direbbe che proprio tu e Sakura siate amiche.- l’irritazione della rossa aumentava sempre più. Era sicura che non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto. Prima avrebbe ucciso Suigetsu con un calcio in mezzo alle gambe, poi avrebbe buttato la vecchia dalla finestra, ed infine si sarebbe cucinata un bell’arrosto con quel ridicolo maiale.
-Senta signora, ho già sopportato abbastanza, non mi interessa se le sembra strano il fatto che io e Sakura siamo amiche, mi lasci in pace.- infilò con stizza le chiavi nella toppa della porta quando sentì la vecchia ridere sotto i baffi.
-Sai Karin, tu potresti essere di grande aiuto a Sakura, ma devi capire che la vita è la sua… se non ti racconta alcune cose è semplicemente perché vuole avere qualcosa che è soltanto suo e di Sas’ke-kun.- lei strinse i pugni e si girò furibonda.
 -Adesso basta! Sia lei che Suigetsu non fate altro che dirmi che cosa devo fare, pretendete di sapere cosa mi da fastidio, ma sapete che vi dico? Quella di Sakura è la sua vita, bene, e questa è la mia! Quindi risparmiatevi i discorsetti da saputelli.-
Uscì così dall’aula, irritata più che mai.
La vecchietta si girò verso il ragazzo, lo fissò a lungo e poi sussurrò: -Perché non la segui e cerchi di farla ragionare? Siete amici, lo hai detto tu stesso.- lui non si mosse e lei sorrise amorevolmente, facendogli venire i brividi.
-Allora… non vai?- Suigetsu sussultò, il sorriso di quella donna era terribilmente inquietante.
-S-sì, vado…-
Uscì anche lui dalla classe, giusto in tempo per non accorgersi del ghigno che adesso deformava il viso della vecchia.
 
* * *
 
-Ascolta…-
-Sì?-
-Tu mi piaci.-
-Sì, lo so.-
-Mi piaci tantissimo.-
-So anche questo.-
-Mi piaci così tanto che quasi non riesco a respirare.-
-Mh.-
-Mi piaci, Sasuke.-
-Anche tu mi piaci, Sakura.-
 
* * *
 
Lei  voltava le spalle alla propria scrivania, ammirando dalla finestra il freddo vento che smuoveva gli alberi.
-Sei arrivato, finalmente.-
L’uomo indossava una strana benda sull’occhio sinistro. Fece un leggero inchino -Chiedo scusa, signora.-
 La donna scosse il capo.
-Dimmi, chi ti manda, Kakashi?- Lui si mise come sull’attenti, e con voce ferma disse: -Lui mi ha mandato qui per ringraziarla della sua collaborazione, signora. Inoltre mi ha ordinato di informarla che al momento possiamo semplicemente osservare i movimenti dei soggetti.-
La vecchia rise: -Tutto è andato secondo i piani. Stupido Jiraiya, certo non si aspettava che il suo adorato nipote si facesse manovrare così facilmente… uhuhuh! -
Kakashi annuì, mantenendo il viso completamente inespressivo.
-Dirottare quell’aereo è stato così facile! Il piccolo Naruto è ancora convinto di essere davvero sopravvissuto. Pff, chissà come la prenderà quando scoprirà di non essere mai salito su quel volo. Vengono modificate liste aeree tutti i giorni, no? Uh uh.-
Sentiva già l’odore invitante dei contanti.
-Anche quella stupida Hyuuga c’è cascata in pieno, temeva davvero che il padre l’avrebbe mandata a Tokyo, come se gli Hyuuga possano ancora permettersi tali lussi. Mandarla via di casa era inevitabile, Hiashi non sarebbe stato capace di continuare a mentire alla figlia per troppo tempo.-
Il pensiero della ragazza che aveva permesso la riuscita del piano, le fece spuntare un sorriso a 16 denti sul viso. -Per non parlare di Sakura. Quella ragazzina ingenua mi ha reso tutto più facile. Grazie a lei Naruto adesso è felice, ha sicuramente messo da parte la voglia di vendicarsi e scoprire chi gli ha causato tutti quei mali. Ha anche messo fuorigioco Sasuke, l’unico che sarebbe stato capace di risalire a noi tramite i genitori. Ormai l’unica capace di fermarci è quella Rossa, ma non penso abbia ancora voglia di avere a che fare con me, possiamo considerarla un problema archiviato.-
-Va pure, Kakashi, riferisci tutto a lui.-
-Si, signora.-
La vecchia chiamò con un fischio il suo maialino, e ci si mise in groppa, facendo ondeggiare leggermente il solito kimono, questa volta color rame, senza nessun motivo, eccetto per un piccolo fiore nero all’altezza del petto.
-Il tuo piano è riuscito, complimenti Madara…-
Uscì dall’ufficio, chiudendosi la porta alle spalle. La targhetta di metallo fece luccicare la scritta “Presidenza”.
-…ma non è ancora finita!-

 
 
Fine.
 
 
 
Note dell’autrice:
E’ finita, finalmente.
E’ finita davvero.
Io vi chiedo scusa, seriamente. Sono disposta a mettermi in ginocchio e farmi tirare pomodori in faccia a costo di farmi perdonare.
Il penultimo capitolo l’ho pubblicato a Febbraio, e dopo tutto questo tempo mi presento con… diciamolo, questa cacca.
Ma ho delle spiegazioni:
  1. Esami! Insomma, gli esami di terza media saranno pure facili, ma sono comunque stressanti. Non avevo proprio voglia di fare niente, figuriamoci di scrivere!
  2. Estate. Lo sapete che appena posso mi prendo vacanze a caso, voi lettori ormai ve ne sarete fatti una ragione.
E faceva caldo, non mi andava proprio di stare seduta davanti ad un PC.
  1. Ho avuto un periodo di blocco. Non sapevo cosa scrivere, come continuare il capitolo (un pezzo l’avevo già scritto), e soprattutto come finire la storia.
  2. Ho incominciato le superiori, ragazzi, se scrivevo in questo periodo il capitolo sarebbe stato troppo felice! Non sarebbe stato più un capitolo depresso e schifoso!
  3. Non avevo voglia, è questa l’unica vera realtà!
Comunque voi siete fantastici.
Nonostante sia passato tutto questo tempo, nessuno di voi ha abbandonato la storia, non ho perso nemmeno un lettore! Anzi, alcuni di voi si sono anche aggiunti… ed io non smetterò mai di ringraziarvi.
Beh, che dire, in quest’anno e sei mesi ne ho passate davvero tante, e le emozioni che ho provato scrivendo questa storia sono indescrivibili, ma anche quest’avventura è terminata.
Io sono contentissima di averla affrontata insieme a voi (l’avventura, eh!), e spero di viverne altre come questa in futuro.
Ma penso che prima di cimentarmi in una nuova long passerà molto tempo, perché mi sono resa conto che portarne avanti una richiede tempo ed impegno, e non sono ancora pronta per portare un peso simile per troppo tempo.
E poi voglio migliorare! Quindi non sparirò, potrete gustarvi tutte le One-shot NaruHina che vi sfornerò da adesso in poi.
Adesso sparisco e lascio spazio ai ringraziamenti.
Un bacione grandissimo! <3
Juno.
 
 
Quindi ringrazio:
Jackal93
kaede93
luce_chan ti vi mi bi
Markz 
matura93
mtla_smile
naru94
NaruHina4ever
PoisonIvy1992
rossette
TheCristopher94
xSweetNightmare
 
Che hanno messo la storia tra le preferite <3
 
Argorit
Isa Cullen 
Kira4ever
 
Che hanno messo la storia tra le ricordate <3
 
Angel_Yoko
angi99
Beckill
boss_heartandsoul
darastrix92
Echan
FeverSkating
girlforanime96
inuyashaandKagome_love
Isa Cullen
Jackal93
Jess90
kibahina4ever
Kira4ever 
Linduz94
lovemusic
Marie_
Mary183 
milan010
Music My Life
nakimire
naru94 
nozo_chan
Rinoagirl89
sasukina90
Sky_Storm
stezietta w
TianA
Yukiko_99
yuki_22
_sweetygirl_
 
Che hanno messo la storia tra le seguite <3
 
Ed un ringraziamento speciale a  _sweetygirl_  che mi ha sostenuta dal primo all’ultimo capitolo, dandomi la giusta grinta per continuare!

 
 
Grazie.
 
 

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