Te lo chiederò solo un'altra volta

di _Giuggiola_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ***
Capitolo 2: *** Perchè lei...lei era ancora la sua Scheggia ***
Capitolo 3: *** Passato prossimo. ***
Capitolo 4: *** Vieni via con me ***
Capitolo 5: *** "...stanchi, ma felici." ***



Capitolo 1
*** Il ***


Il "Gilmore"





-Buongiorno Rory, ha appena chiamato il signor Carline. Per la 4° volta nell’ultima settimana. Ha chiesto se cortesemente puoi degnarlo di una chiamata.- disse Mia, alzandosi immediatamente dalla sua postazione e cominciando a correre dietro il suo superiore che, come al solito, era in ritardo e che quindi camminava in modo molto simile ad un’atleta che affronta una maratona, dirigendosi verso il suo ufficio.

-Oddio! Non posso credere di non averlo ancora richiamato. Ti prego Mia, appena sarò seduta alla mia scrivania passamelo sulla 2, grazie! Anzi, no! Prima devo chiamare mia madre. Puoi chiamarmelo dopo?- chiese una Rory con gli occhi da cane bastonato alla sua assistente/segretaria che era anche una di quelle poche persone che gli erano veramente amiche da quando si era trasferita a Manhattan e aveva fondato un giornale tutto suo, dopo aver lavorato presso il Chronicle prima, e il New York Times dopo.

Lorelai Leight Gilmore non era più la reporter che come primo incarico aveva avuto quello di seguire la campagna di Barack Obama nelle elezioni del 2008. Rory Gilmore era ormai una donna. Una donna conosciuta e rispettata, ma che non aveva mai perso quella semplicità che l’aveva sempre caratterizzata.
Quella semplicità e freschezza che le erano state trasmesse dalla madre, con la quale aveva un rapporto che poche figlie hanno con la propria madre.
Grazie a quella campagna aveva conosciuto molte persone in giro per l’America. Persone importanti che l’avevano presentata a persone altrettanto importanti e che le avevano portato agganci a riviste molto note. Il suo primo incarico dopo quella esperienza? Il Chronicle.
Già, proprio a San Francisco, dove avrebbe potuto vivere avendo un marito, se solo avesse accettato la proposta di Logan Huntzberger, il suo più grande amore.
Ma ormai quanti anni erano passati dal giorno della sua laurea? 7? No, 8. E ormai Logan faceva parte del suo passato. Non lo aveva più visto né sentito. Non aveva più saputo nulla né di lui né della sua famiglia. E forse era stato meglio così. Forse accettando allora la sua proposta, non sarebbe potuta arrivare dove era arrivata.
A creare una rivista che per importanza si trovava quasi al pari dei grandi magazine come il giornale di Providence, la cui offerta di un posto era stata rifiutata anni prima dalla giovane imprenditrice.
Il “Gilmore” era un giornale nuovo, dotato della stessa semplicità della sua fondatrice. C’erano articoli riguardanti temi seri come le questioni del Medio Oriente, che purtroppo non erano ancora state del tutto risolte, o come la ricostruzione di New Orleans. Ma anche qualcosa di più leggero, come eventi mondani, servizi fotografici di stilisti tra i più famosi al mondo e foto di alcune delle opere più belle degli artisti emergenti.
La redazione del Gilmore si trovava al 32esimo piano di un grattacelo che in tutto ne aveva 43, al pieno centro di Manhattan, la città più caotica che Rory avesse mai visto. Aveva 49 dipendenti di cui conosceva nomi, età, debolezze e punti forti. Conoscere bene tutte le persone con cui lavorava, creava un’aria familiare in quella redazione che nulla avrebbe potuto sostituire. Le piaceva parlare con Milly, la ragazza che si occupava dell’aspetto della copertina mensile, con Bud il ragazzo che consegnava i giornali e il vecchio custode, il Signor Curtis che ogni mattina la salutava con il suo sorriso bonario e un –Buongiorno Miss Gilmore-.
Non le piaceva molto essere chiamata a quel modo, preferiva che tutti le dessero del tu e proprio per questo l’anziano custode non lo faceva. Diceva che amava distinguersi, ed era l’unico al quale lo permetteva.
Quando la sua impresa aveva cominciato ad ingranare, tutte le persone che aveva assunto (la maggior parte lavoravano ancora con lei, salvo poche eccezioni), si erano imposte di darle del ‘lei’, come si conviene, e a nulla servivano le sue proteste ogni volta che lo facevano. Così un giorno, aveva indetto una riunione alla quale dovevano partecipare tutti, compresi Bud e Todd, il ragazzo che prendeva le ordinazioni per i pranzi di tutti e che consegnava anche la posta, e con uno dei suoi soliti discorsi aveva imposto una regola: tutti dovevano chiamarla Rory.
Ai più anziani c’era voluto un po’ per capacitarsene, ma tempo qualche mese e il ‘boss’ dell’azienda non era più “Miss Gilmore” ma semplicemente “Rory”.

-Ok. Ha chiamato anche John, chiede la conferma per stasera e David non capisce perché non ti sei presentata alla mostra di ieri sera.- concluse Mia seguendo una Rory trafelata che cercava di reggersi in piedi tra tacchi alti, corsa, caffè nero di Starbucks in mano, e borsa da lavoro.

Raggiunsero il suo ufficio e finalmente la donna potè posare tutto ciò che aveva in mano, finalmente più serena.
Rimase qualche secondo in silenzio, guardando la sua assistente che la guardava con un occhiata di rimprovero.

-Ok, è vero, mi sono completamente dimenticata della mostra! Richiamalo e digli che nel prossimo numero ci saranno le foto dei suoi capolavori meglio considerati dai nostri critici, va bene? Vedrai che si consolerà molto presto dopo questa notizia.- finì sorridendo a mo’ di scusa.

Mia, una ragazza qualche anno più piccola di Rory, capelli neri come la pece e occhi castani circondanti da occhiali da vista D&G, sbuffò, annuì e poi uscì.
Rory, finalmente rimasta sola, si lasciò cadere sul divanetto e pensò ad una nuova giornata che era appena cominciata e soprattutto a quando sarebbe finita.
Quella notte non aveva riposato tranquillamente e neanche lei sapeva perché. Aveva uno strano presentimento, ma non sapeva dire di cosa si trattasse.

-Rory! Dobbiamo assolutamente discutere di una cosa!- disse una voce catapultandosi nell’ufficio del capo.

-Non se ne parla! La sto aspettando da 20 minuti e io ho il diritto di parlarle prima di te!- disse un’altra voce femminile all’interno della stanza.

-No, mie care. Se dobbiamo parlare di diritto, allora vinco io. Sono al lavoro da 1 ora devo per forze parlare con Rory di una cosa, quindi via! Aria!- cominciò una voce maschile sovrastando le altre.

-E poi dicono che gli uomini sono dei cavalieri quando vedono una ragazza!- lo rimproverò la prima voce.

-Stooop!- gridò Rory che si era alzata a sedere di botto non appena le tre persone si erano catapultate nel suo ufficio che pur essendo molto grande e arioso, in quel frangente le sembrò spaventosamente piccolo e cupo.

-Allora, quali sono i problemi?- chiese Rory a nessuno di preciso. Appunto per questo tutti cominciarono a parlare contemporaneamente. –Alt! Uno alla volta! Stephen, dimmi.-

L’unico uomo presente nella stanza, si girò verso le due colleghe e dopo un ghigno di scherno, disse: -Stamattina quando sono arrivato in ufficio, prima di tutti,- cominciò sottolineando le ultime parole, -mi sono fermato al 30esimo piano per parlare con un amico e in via strettamente confidenziale, sono venuto a sapere che domani vi sarà una manifestazione, l’ennesima, contro la guerra. Parteciperanno soprattutto i parenti delle vittime. Mogli, madri, fratelli, sorelle ecc ecc. Ci saranno anche alcuni militari. Pensavo che avresti voluto mandare qualcuno per qualche intervista, sopralluogo e quant’altro.-

-Credo sia un’ottima idea Stephen, grazie. Vai tu naturalmente, ma porta con te anche Darrel ed Amy. Hanno bisogno di fare esperienza, e domani sarà sicuramente un’ottima occasione per imparare qualcosa.-

Stephen annuì e andò via, non degnando di uno sguardo le due colleghe.

-Judith, parla.-

La ragazza bionda, vestita in modo molto alternativo e con le punte dei capelli verdi, era l’addetta agli eventi. In poche parole, il suo compito era scoprire in anticipo quali grandi eventi mondani ci sarebbero stati durante il mese, parlarne con la sua “capa”, come scherzosamente chiamava Rory, e poi chiedere a Mia di prendere gli appuntamenti a cui Rory intendeva partecipare.

Sorrise e cominciò: -Ben arrivata, capa! Allora, da domanni saranno a New York City i vertici di una delle aziende web più importanti negli ultimi 8/9 anni. La Bunching & Huntz Company. Ti dice niente?-

Rory parve pensarci su qualche secondo poi scosse la testa in senso di diniego e la spronò a continuare.

-Ok, come non detto. In ogni caso, sono sicura che pubblicizzare la loro compagnia nella nostra rivista convenga ad entrambi. Noi guadagneremmo in entrate e loro in pubblicità.-

La donna si alzò e si girò ad osservare il paesaggio della Grande Mela dalle vetrate del suo ufficio. Poi si girò, e disse sorridendo come sempre:

-Ok, Jud. Chiedi a Mia di mettersi in contatto con assistenti o segretarie o dipendenti o insomma quello che vuole lei di questa compagnia e di farmi sapere al più presto se hanno accettato e se lo hanno fatto, per quando hanno fissato la cena o appuntamento o quello che hanno fissato! Ti ringrazio.- concluse Rory entusiasta.

La bionda dalle punte verdi sorrise ed uscì soddisfatta, alla volta della scrivania della povera Mia.

-Benissimo! Ora tocca a te, Milly.-

Millicent Parrish era una ragazza cicciotella e molto timida ma con un grande carisma.

-Io…Ecco, volevo solamente ricordarti che oggi abbiamo la riunione per la decisione della copertina del mese. Ne abbiamo preparate due.-

-Ma certo! Non ti preoccupare, comincia ad andare in Sala Riunioni e raduna la ciurma, io arriverò tra 10 minuti!- esclamò Rory sorridendo.

Milly sorrise e uscì.
Finalmente Rory potè godere di qualche attimo di pace. Si alzò dal divano, si tolse per un po’ le scarpe che le stavano torturando i piedi e si sedette alla scrivania, componendo automaticamente il numero della sua migliore amica. Dopo qualche squillo, una voce maschile, elegante e con l’accento francese forse un po’ troppo calcato, rispose.

-Buongiovno sono Michelle, state chiamando il Dvagonfly Inn. In cosa posso essevvi utile?-

-Ciao Michelle, sono Rory.-

-Oh Vovy! Che piaceve sentivti! Come stai?-

-Bene, grazie. La mamma è lì?-

-Cevto, te la chiamo subito! Au revoir, madame.-

Rory sorrise e attese qualche secondo.

-Pronto?- disse una voce all’altro capo della cornetta.

-Mamma!-

-Michelle, sei licenziato!- disse Lorelai sentendo il suono della voce della figlia.

-…mamma?-

-Scusami tesoro! Solo che quella sottospecie di francesino nullafacente mi aveva detto che eri un fornitore quando ho cominciato a scalpitare e fremere come un cagnolino chiedendo se era la mia bellissima figlia che mi stava chiamando. Un momento, ma i cani scalpitano?- chiese Lorelai forse più a se stessa che alla figlia.

-Non credo, mi pare che quelli siano i cavalli. Uhm…si, credo siano i cavalli.- rispose Rory riflettendoci su.

-O forse esistono dei cani che sono nati dall’accoppiamento di un cane e di un cavallo!- esclamò Lorelai come se la mente le si fosse appena illuminata.

-Oh mio Dio, mamma! Ma è orribile!- gridò Rory inorridita.

-Si tesoro, non hai tutti i torti! In ogni caso, mia piccola imprenditrice, come stai? E’ da ieri sera che non ti sento!-

-Si, hai ragione, ma ero molto stanca ieri! Comunque tutto bene. Tu? Luke? Matty?- chiese alludendo anche al suo patrigno e alla sua sorellastra di 6 anni.

-Io tutto benissimo, Luke impazzisce dietro tua sorella e tua sorella ama far impazzire suo padre. Insomma, tutto come sempre. Ma quando verrai a trovarci? La piccola peste non fa altro che chiedere di te. “Mamma, papà, ma quando viene Rory? E cosa fa Rory? E Rory di qua, Rory di là…”, devo ammettere che sta diventando parecchio noiosa!- rispose Lorelai facendo scoppiare a ridere la sua primogenita.

-Bè, dille che appena potrò, verrò! Sono davvero sommersa di lavoro, ma appena avrò un attimo di respiro mi catapulterò da voi!- rispose la ragazza.

-Perfetto! Piccola, ora devo andare. Michelle e Suki stanno litigando e i clienti non li sopportano più. Ci sentiamo dopo, tesoro! Ah, chiama tuo padre!- disse prima di riattaccare.

-Lo farò.- sorrise Rory e premette il tasto con il telefono rosso nel suo cordless.

Rimase seduta ancora un po’, poi guardò l’orologio e notò che era arrivato il momento della riunione per la decisione della copertina.

**********

3 ore dopo, la riunione si era finalmente conclusa con la decisione di mettere in copertina un Ewan McGregor stile Trainspotting, e i titoli delle interviste più importanti del giornale.
Rory uscì dalla Sala Riunioni alle 12 in punto, dirigendosi verso il suo ufficio per prendere il cappotto per andare a pranzo. Poco prima aveva mandato un messaggio alla sua amica Laura Schieffield, che lavorava nella banca al 25esimo piano, chiedendole di andare con lei a pranzo nel ristorante italiano che c’era proprio davanti al loro grattacielo.
Rory e Laura si erano conosciute 8 anni prima, al primo vero incarico da reporter della prima, la campagna di Obama. Laura era la fidanzata di uno dei tanti giornalisti. Le due avevano legato subito, si erano tenute in contatto in tutti quegl’anni pur lavorando in differenti città e poi si erano ritrovate a distanza di pochi piani l’una dall’altra.

-Rory, aspetta! Ti ho fissato l’appuntamento con i soci della Bunching ecc ecc. E’ una cena, domani alle 21.30 al Dom Perignon.- disse velocemente Mia prima che le porte dell’ascensore in cui era appena salita la ragazza Gilmore si chiudessero.

-Ok!- gridò la donna dall’ascensore sperando che l’altra l’avesse sentita.

Rory e Laura si incontrarono davanti l’entrata del palazzo e attraversarono velocemente la strada, arrivando al ristorante italiano “Da Dino”.
Laura era una donna della stessa età di Rory, capelli neri, pelle molto chiara, quasi serica e occhi castani quasi cioccolato.
Entrarono nel ristorante, chiesero un tavolo e si sedettero. Ordinarono subito: maccheroni al formaggio per Laura e spaghetti al sugo per Rory.

-E con Kenny come va?- chiese Rory all’amica, arrotolando gli spaghetti che le sfuggivano continuamente dalla forchetta.

-Non so se mi piace veramente. Lo trovo un po’ immaturo- rispose Laura tra un maccherone e l’altro.

-Bè, è quello che rischi se esci con un ragazzo che ha 10 anni meno di te, sai?- disse la prima sarcasticamente.

-Questo era un colpo basso!- esclamò l’altra puntandole il dito contro.

Guardandosi in faccia, entrambe scoppiarono in una fragorosa risata, quando Rory si fermò di botto guardando un punto fisso davanti a sé. Nel locale erano appena entrati due uomini sulla trentina. Erano di spalle e stavano parlando con Dino per chiedere un tavolo. Erano entrambi alti. Uno con i capelli scuri, l’altro biondo.

“Non può essere lui”, pensò Rory con il cuore che le batteva forte nel petto. Evidentemente Dino aveva appena detto che non c’era nessun tavolo perché i due salutarono e fecero per uscire. Il primo a prendere la porta fu il ragazzo moro, poi fu il turno del biondo. Era lui. Non lo vedeva da un po’, 8 anni per la precisione e ovviamente era cambiato, ma lei lo avrebbe riconosciuto anche con i capelli bianchi e la barba chilometrica.
Immediatamente si alzò dal tavolo e senza dire niente a Laura che la guardava in modo interrogativo, si precipitò alla porta, tacchi permettendo, e uscì. Di lui e del suo amico, nessuna traccia. Venne raggiunta da Laura quasi subito, che la trovò intenta a guardare da entrambe le parti.

-Rory, ma cosa succede? Sei uscita talmente in fretta…-

-Si, lo so, scusa- rispose la donna senza distogliere lo sguardo dalla strada. -Credevo di aver visto qualcuno che conoscevo tanto tempo fa.- continuò poi.

-Chi?-

Rory esitò qualche secondo prima di rispondere, ma poi si arrese, girandosi guardare l’amica, con gli occhi lucidi. –Logan Huntzberger.-



Buonasera a tutti! E' la prima volta che mi cimento in una Gilmore Girls' Ff...spero che vi sia piaciuta la mia Rory 8 anni dopo e tutto il contesto in cui l'ho inserita.
Chissà se quello è davvero Logan o solo frutto della sua immaginazione...tutto nel prossimo cap!
INFORMAZIONI GENERALI: l'intera storia non dovrebbe comprendere moltissimi capitoli, verrà continuata solo se piacerà (...insomma mi farebbero mooolto piacere i vostri commenti!!XDXD), purtroppo non so quando mi sarà possibile scrivere e pubblicare per tutti gli impegni scolastici che ho.
Detto questo, vi saluto e mi auguro di ritrovarvi presto per un altro cap! Alla Prossima!
_Giuggiola_

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Capitolo 2
*** Perchè lei...lei era ancora la sua Scheggia ***


Perchè lei...lei era ancora la sua Scheggia.





Dopo il pranzo era tornata in ufficio, ma a parte qualche abbozzo di alcuni articoli non era riuscita a combinare molto.
La sua mente ritornava continuamente a quella figura che di spalle assomigliava tanto al biondo che aveva amato e che avrebbe anche potuto essere il padre dei suoi figli.
Era ritornata nel suo appartamento al 18esimo piano di un grattacielo, si era spogliata mentre la vasca si riempiva lentamente e poi, dopo averla fatta riempire di schiuma, si era immersa in quel piccolo mare profumato con un bicchiere di Chardonney in mano e il telefono appoggiato su uno sgabello sopra il morbido telo di spugna, coloro panna.
Guardando un punto fisso, cominciò a pensare, a ricordare. Tutti i momenti che avevano passato insieme, i litigi, le riappacificazioni, i viaggi, i baci, i suoi abbracci, la sicurezza che le trasmetteva nei momenti difficili. I suoi occhi che la guardavano sempre con amore e che all’improvviso si trasformavano negli occhi feriti che lei aveva visto il giorno della sua laurea, quando aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio. Si era odiata per tanto, dopo quel giorno. Era vero, voleva seguire i suoi sogni, ma voleva anche lui.
Avrebbero potuto prendere una decisione insieme, perché lui non l’avrebbe mai fermata. Aveva fatto un errore e ormai era passato molto tempo.
Ad un certo punto venne risvegliata dai ricordi dal telefono che aveva preso o suonare.

-Pronto?- disse Rory dopo essersi asciugata l’orecchio.

-Ciao Rory!- disse una voce maschile all’altro capo del telefono.

-Luke, ciao! Come stai?-

-Ah ehm, bene, grazie! Dimmi.-

-Eh? Luke, hai chiamato tu…- gli fece osservare la sua figliastra.

-Come? Oh si giusto! Scusa ma tua sorella ci sta facendo impazzire! In ogni caso, volevo chiederti se hai intenzione di tornare a casa questo weekend.- chiese Luke.

-Te l’ha chiesto la mamma, vero? Passamela, dai.-

-Ehm si. Lorelai non è colpa mia! Non so mentire, lo sai…cosa? Oh, non se ne parla! Avanti, parla con tua figlia! Ciao, Rory.- la salutò infine dopo un po’ di lotte con la moglie.

-Pronto?- rispose Lorelai.

-Perché hai fatto chiamare Luke?- chiese subito Rory.

-Io? Oh ma non è vero! Non credere a lui, amor mio! Ma già che ci siamo, quando torni a casa?- chiese Lorelai fingendosi noncurante.

-Mamma te l’ ho detto stamattina. Sono oberata di lavoro. Quando mi sarà possibile, verrò.- rispose la figlia con un tono incolore.

-Eh va bene. Ma ti sento strana, cos’hai?-

-Niente, niente.-

-Rory, hai lo stesso tono di quando hai preso una A- in 4° elementare. Su, dimmi.- disse Lorelai che conosceva la figlia meglio di quanto conoscesse se stessa.

-No, niente, davvero.- rispose la donna mettendo il broncio anche se la madre non poteva vederla.

-Rory…-

-Credo di aver visto Logan.-

-Huntzberger?- chiese subito Lorelai, apprensiva.

-Quanti Logan conosciamo, mamma?!-

-Ok. Ma credi o ne sei certa?-

-Credo…cioè mi pare di averlo visto in un ristorante, di spalle.- rispose Rory.

-Tesoro, di spalle?-

-Conosco Logan. Conosco le sue spalle, i suoi capelli. Lo riconoscerei ovunque, conciato in qualsiasi modo.- rispose afflitta.

-E ora come ti senti?-

-Male. Non faccio che ripensare al giorno della mia laurea. Forse ho fatto uno sbaglio.-

-Rory, non so se hai fatto uno sbaglio, ma so che l’unica domanda che dovresti fare a te stessa in questo momento è: se lo avessi sposato, sarei arrivata dove sono ora? Pensaci. Ora devo andare, scusa. Oggi è il compleanno di Davey e Sookie ha organizzato una festa e Matty non vuole assolutamente mancare.- concluse Lorelai con tono amorevole. Amava sua figlia più della sua vita, e per lei rimaneva la sua bambina anche se aveva già 30 anni.

-Grazie mamma. Fai gli auguri a Davey anche da parte mia.- rispose dopo qualche secondo.

-Certo tesoro. Ci sentiamo domani.-

-Ok. E…mamma?-

-Si?-

-Ti voglio bene.- rispose Rory come se fosse tornata piccola quando spaventata dai temporali si rifugiava nel lettone della madre.
Lorelai esitò un po’ e poi, con la voce emozionata e forse incrinata un po’, disse:

-Anch’io ti voglio bene, bambina.-

E dopo chiuse la comunicazione.
Lorelai rifugiandosi nell’abbraccio confortevole del marito e Rory nella schiuma che ormai era diventata più fredda.

********

Il giorno dopo era andata in ufficio con le occhiaie che, nonostante il trucco, erano rimaste ben visibili.

-Oddio, sei orrenda! Cosa ti è successo?- disse Joel, non appena Rory mise piede fuori dall’ascensore che la trasportò al suo piano.

Joel era lo stylist del Gilmore. Si occupava dei vestiti che le modelle dovevano indossare nei servizi fotografici, del trucco e delle pose. Era un bel ragazzo. Occhi neri, profondi. Capelli scuri. Alto e forse un po’ troppo magro. Metteva un foulard al collo, ogni giorno diverso. Era molto alla moda e completamente, totalmente, irrimediabilmente…gay.

-Grazie, Joel. E’ stato molto carino da parte tua, farmelo notare.- rispose Rory laconicamente.

-Bè, tesoro, lo sai che dico sempre la verità. Hai delle occhiaie tremende e sei pallidissima. Ore piccole stanotte, eh?- esclamò il moro sorridendo sornione.

Rory lo guardò aggrottando le sopracciglia, continuando a camminare verso la sua stanza.

-Si…una nottata passata in compagnia degli incubi. Non ti dico il divertimento!-

-Povera cara! Io odio gli incubi…bè, chi li ama? Comunque, mon cherì, devo lasciarti! Bye bye!- disse Joel prendendo un’altra direzione.

Ma il suo posto a fianco di Rory non rimase vuoto per molto. Presto subentrò Mia, che doveva informare il suo capo sugli ultimi appuntamenti e telefonate che aveva ricevuto e che doveva fare.

-…e infine: confermata la cena con la Bunching & Huntz Company, di stasera. Rory, puntuale ti prego.-

-Ma io sono sempre puntuale!- protestò la mora sedendosi alla scrivania mentre la sua assistente usciva mormorando qualcosa tipo “Si, come no!”.

Rory guardò la miriade di carte che erano sul suo scrittoio e cominciò ad esaminarle.
Alcune vollero pochi minuti, altre ne richiesero molti di più. Così, tra documenti, contratti, interni del Gilmore da approvare e altre carte e scartoffie, la giornata di Rory passò in fretta.
A pranzo rimase in ufficio per scrivere alcuni articoli e per rivederne altri, quando poi dovette convocare una riunione straordinaria per dei problemi che erano sorti con la stampa della copertina che era stata approvata il giorno prima.
La riunione richiese alcune ore e alle 8.13 pm, la seduta fu sciolta.
Quindi, la proprietaria del giornale, scappò a casa a prepararsi.
L’appuntamento con i due soci della compagnia web era alle 9 al Dom Perignon. Non voleva far tardi come al suo solito.
Arrivata a casa, si fece una doccia veloce, scelse quel che doveva mettere, optando per un tubino nero elegante, come richiedeva il locale, che la fasciava perfettamente, mettendo in risalto il seno che veniva evidenziato dalla vita stile impero e dalla scollatura a balconcino, si truccò in modo leggero per non sembrare appariscente e sistemò i capelli lasciandoli mossi e sciolti che ricadevano sulle spalle.
Uscì di corsa dal suo appartamento, salutò come sempre il portiere del palazzo, un uomo italiano di mezza età che svolgeva quel lavoro da 30 anni circa, Marcello, e prese un taxi al volo.
A causa del traffico arrivò davanti il locale alle 9 precise, sperando che non la considerassero una ritardataria.

-Dovrebbe esserci un tavolo prenotato a nome della Bunching & Huntz Company.- informò il metre che stava all’entrata e che conduceva ai tavoli.

-Certo. Mi segua, signorina.-

Il ragazzo la condusse ad un tavolo in cui erano seduti un uomo sulla trentina, moro, e una donna della stessa età all’incirca, con capelli di un rosso acceso ma naturale.

-Buonasera.- sussurrò Rory.

I due alzarono lo sguardo e sorrisero cordialmente.

-Buonasera! Lei deve essere la signorina Lorelai Gilmore, vero?- sorrise l’uomo alzandosi e accennando un baciamano.

-Preferisco essere chiamata semplicemente Rory, se non le dispiace.- disse Rory sorridendo.

-Allora suggerirei di darci del tu! Io sono Robert Bunching e questa è mia moglie, Rose Stevens Bunching.- disse Robert ultimando le presentazioni.

-Molto piacere.-

-Il piacere è mio, Rory. Leggo il tuo giornale dal primo numero e lo adoro semplicemente. Quando Robert mi ha detto dell’accordo, sono stata entusiasta!- disse Rose che parve avere un comportamento molto alla mano.

-Ti ringrazio! Sono contenta di conoscere una delle lettrici!- disse Rory sorridendo e facendo sorridere gli altri due.

-Sai, ho pensato che farti venire qui, da sola a cena con due uomini potesse crearti qualche imbarazzo. Quindi ho colto due piccioni con una fava e ho accontentato Rose e salvato te dal disagio.-

-Hai fatto molto bene!- si trovò d’accordo Rory.

Continuarono a parlare quando Robert, alzandosi disse:

-Rory, lascia che ti presenti il mio socio in affari nonché caro amico e testimone di nozze. Logan Huntzberger.-

Al sentire il nome, Rory sbiancò di botto. Non poteva essere lui, doveva essere un caso di omonimia. Ma poi, la voce. QUELLA voce.

-Scusatemi per il tremendo ritardo.-

-Non preoccuparti. Logan, lei è Rory Gilmore.-

Lentamente la ragazza si girò verso l’uomo che le stava a pochi passi di distanza.
Si guardarono immediatamente negli occhi. Non erano cambiati di una virgola. Rimasero fermi, inebetiti per un tempo che sembrò infinito, quando Robert, non capendo cosa stesse succedendo, chiese titubante:

-C’è qualcosa che non va? Vi conoscete?-

Il primo a rispondere fu Logan senza distogliere lo sguardo dalla donna che aveva di fronte.

-Si. Ciao Rory.-

Ancora quella voce. Era più profonda di quando ricordasse, ma calda come se non fosse passato neanche un giorno dal loro ultimo incontro.

-Ciao Logan.-

-Come stai?- chiese subito lui.

-Bene, grazie. Tu?- chiese esitante.

-Vado avanti.- fu la laconica risposta di Logan.

Rory aveva perfettamente capito a cosa si riferiva. A spezzare nuovamente la tensione fu Robert che propose di prendere posto.
Logan salutò la moglie del suo migliore amico e poi si sedette accanto a Rory. Ordinarono tranquillamente, o in modo molto relativo, senza sfiorarsi neanche per sbaglio, rimanendo in tensione tutto il tempo, quando Robert chiese, guadagnandosi una sonora gomitata da Rose:

-Ma come vi siete conosciuti?-

Per la prima volta da quando si erano salutati all’inizio, Rory e Logan si guardarono come per chiedersi reciprocamente il permesso.

-Ricordi quella ragazza di cui ti ho parlato quando ci siamo conosciuti?- chiese Logan al suo amico cercando di lanciargli segnali abbastanza eloquenti.

-Chi? Quella ragazza di cui mi parlavi incessantemente?-

Al sentire quell’affermazione la mora sorrise, non aspettandoselo e Logan arrossì leggermente.

-Non ne parlavo senza sosta! Comunque, si. Te la ricordi?-

-Certo! Quella che ti ha lasciato il giorno della sua laurea. Ma cosa c’entra?-

-Oddio amore mio! Metti in moto il cervello anche fuori dall’ambito lavorativo, per favore!- sospirò Rose spazientita.

Robert parve rifletterci su un po’, poi strabuzzò gli occhi e guardando Rory disse:

-Eri tu?-

-Colpevole.- sorrise la ragazza, imbarazzata.

-Non ti ho mai immaginata così! Ti figuravo molto più brutta e bionda! Si, bionda!-

-Giuro di non avere i capelli tinti!- scherzò Rory per far sorridere.

Passarono alcune minuti e poi tutti si lasciarono andare ad una risata liberatoria. Poi Bunching preferì non riprendere l’argomento ricordandosi di quanto l’amico al tempo avesse sofferto per quella storia.
Mangiarono e poi a metà pasto, Logan disse:

-Credo che ora sia il caso che si parli di lavoro.-

-Oh no, Logan! Ti prego, non adesso. Parlate sempre di lavoro! Staremo in città altri 3 giorni. Che ne dite di lasciare questa serata come un divertimento e trasformare l’intera di domani, in una di totale lavoro? Potreste discutere di tutto domani, nella redazione di Rory. Che ne dite?- propose Rose che si stava divertendo davvero tanto.

-Per me non ci sono problemi.- rispose Rory in prospettiva di passare un’intera giornata al fianco di Logan.

Robert e Logan invece esitarono ma poi si convinsero e ripresero a parlare di cose buffe e futili. Così trascorse la serata, quando decisero di dividersi per andare ognuno nelle proprie “dimore”, anche se queste per alcuni erano rappresentate da splendide seppur inospitali suite di albergo.

-Vado a chiedere di chiamarmi un taxi.- disse Rory facendo per alzarsi.

-Se vuoi ti accompagno io.- le disse Logan gentilmente.

Rory esitò prima di rispondere ma poi accettò.
I due raggiunsero la macchina e vi salirono.

-Dove devo portarti?- chiese il biondo dopo aver acceso il motore.

-820, 58° strada.- rispose Rory, impacciata.

Logan annuì e si immise silenziosamente nel traffico notturno.

-Cosa hai fatto dopo…dopo la mia laurea?- chiese la brunetta pensando che dire “dopo che ci siamo lasciati” fosse un po’ brutale.

-Ho accettato il lavoro a San Francisco, ma sono andato a vivere in una casa più piccola di quella che avevo visto per noi. E’ lì che ho conosciuto Robert. E tu?- rispose come se avesse preparato la risposta sapendo che lei avrebbe fatto quella domanda.

-Ho partecipato alla campagna di Obama fino alla fine, ho lavorato per alcuni giornali e poi ho creato il Gilmore.-

-E’ un ottimo giornale. Sarò sincero, l’ho letto ieri per la prima volta, pensando di dover preparare qualcosa da dire in previsione di questa cena. Ma giuro, e dico davvero, di non aver fatto caso al nome! Che idiota, eh? Puoi ben capire la mia sorpresa nel trovare te, stasera.- spiegò Logan sorridendo.

-E ne sei rimasto deluso?- chiese lei involontariamente, con un tono quasi come volesse provocarlo.

Logan, fermo nel traffico, si girò verso la donna che gli sedeva accanto.

-Vuoi davvero che ti risponda?- le chiese semplicemente.

-No. Non credo di voler sapere. E’ stato inopportuno da parte mia chiederti una cosa simile. Dopo tutto quello che è successo…davvero, ti chiedo scusa.- disse lei prontamente, rispondendo imbarazzata e infuriata con se stessa.

Dopo queste parole, saggiamente, Logan azionò la radio che stava a significare solo una cosa: discussione chiusa.
Continuarono il tragitto in assoluto silenzio.
Lui non credendo ancora di averla lì, seduta nel sedile accanto.
Lei immaginandolo arrabbiato e deluso da una simile uscita.

Dopo pochi minuti giunsero ai piedi del grande palazzo dove abitava Rory.
Logan fermò la macchina, scese e galantemente aprì la portiera della brunetta.
Rory, scendendo dalla macchina, immaginò di trovarselo davanti davvero nero, più imbufalito di un bufalo, ma fu sorpresa nel notare che sul viso del biondo aleggiava un’espressione più che serena e per niente turbata.

-E’ stato bello rivederti, Rory.- disse dopo qualche attimo di silenzio.

-Anche per me, Logan. Allora…a domani.- sussurrò Rory.

Il biondo la guardò qualche istante e poi annuì. La guardò dirigersi verso l’entrata del suo palazzo e poi rientrò in macchina.

Rory, all’interno del suo appartamento, finalmente protetta dagli sguardi dei vicini curiosi, si lasciò andare contro la parete e si sedette per terra appoggiando la testa sulle ginocchia che aveva raccolto al petto.
Era Logan. Il suo Logan. No, non più suo. Forse di qualcun’altra. Ma in quel momento l’unica cosa a cui riusciva a pensare, era che lo aveva rivisto.
Che gli aveva parlato. Che aveva osservato ogni suo gesto con rimpianto e familiarità.
Che non lo aveva dimenticato.

Seduto sul sedile della sua Berlina nera ripensò alla serata appena trascorsa. Alla sorpresa nel rivedere la sua ex lì, davanti ai suoi occhi, ancora più bella di come la ricordava. Ancora più bella di quella Rory che continuava a sognare talvolta, la notte.
Non aveva fatto che pensare, per tanto tempo, alla sua reazione se l’avesse mai rivista.
Aveva progettato più volte di essere freddo. Scostante. Arrogante. Distante. Gelido. E tutto quello che ci si potrebbe aspettare da un fidanzato rifiutato al matrimonio.
Ma poi, eccola lì. Davanti a lui. E in un attimo tutto quello a cui aveva pensato per anni, era andato via. Svanito. Perché lei…lei era ancora la sua Scheggia.




**********



Ma salveee!! Lo so lo so...sono davvero imperdonabile...è da un sacco che ho postato il primo capitolo senza darvi notizie sul secondo...mi dispiace! Spero che riuscirete a perdonarmi...anzi, spero che con questo capitolo io sia riuscita a redimermi! Allora, che ve ne pare? E' tornato il nostro Logan! Contenti? Io moltissimo! xD
E ora passiamo ai ringraziamenti:

Ferefe84: Ciao! Prima di tutto: scusa per il tremendo ritardo! Poi...piaciuto questo capitolo? Eh si, avevi ragione...Logan fa parte della compagnia...!! Ah, comunque, anche io adoro Michelle! Un bacio e spero che continuerai a seguirmi e a lasciarmi il tuo parere! Ciao ciao

romanticgirl:...e azzeccato! Certo che c'era Logan alla cena...che cena sarebbe senza Logan accanto?? Piaciuto questo secondo capitolo?? Spero di si! Fammi sapere che ne pensi! Ciao ciao!

giuggiolina43: ehi, abbiamo il nick molto simile...abbiamo buon gusto! Spero che anche questa continuazione ti sia piaciuta...fammi sapere, eh?? un bacio, a presto (spero xD)

scheggia94: bè, guardando il tuo nick direi che sei proprio una grande fan di Logan e Rory! Ti è piaciuto l'incontro?? Continua a seguirmi e dammi un tuo parere! un bacio e a prestissimo

Gnometta08: ed ecco qui il secondo capitolo! Ci ho messo un pò di tempo, ma dimmi, ne è valsa la pena almeno un pochino? fammi sapere! Ciao ciao!

cherol: Ciao! Spero tanto che anche questo secondo capitolo ti abbia appassionata! Fammi sapere, eh? Un bacio

LoVe4Ever: deduco che ti piace la coppia Logan/Veronica di Veronica Mars, eh? Bè, anche io la adoro! Chissà...forse siamo proprio fissate con i Logan! Ma certo che è Logan...Logan4ever! Spero che, anche se non ami particolarmente questo telefilm, continuerai a seguirmi e a dirmi che ne pensi! A presto, spero!

Deb: Non so da dove mi vengono certe sparate come l'incrocio tra un cane ed un cavallo, ma è divertente, lo riconosco!! Comunque, che te ne pare di questo capitolo? Piaciuto oppure no?? Spero di si! Fammi sapere,ok? Un bacio!

Lamb23: Non so cm mai ma il tuo nick mi ricorda un misto di Twilight e One Tree Hill! Comunque, anche io avrei voluto che facessero una stagione 8 come questa, ma purtroppo è andata come è andata! Per ora accontentiamoci delle storie scritte da noi e fammi sapere che te ne è parso di questo capitolo! Un bacione, a prestissimo!

juju210: Finalmente è finita la scuola e quindi con un pò di tempo in più, eccomi a scrivere! Grazie per i complimenti (*_*) e spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Bè, certo che è Logan...dopotutto Rory diciamo che ci ha vissuto a stretto contatto per un bel pò di tempo...quindi nonostante la lontananza lo doveva riconoscere per forza! E poi, diciamocelo, Logan non è un tipo che si può scordare facilmente! Un bacio e spero che continuerai a seguirmi! A prestissimo!

elli7: eccoti accontentata! Piaciuto questo seguito? Mi dispiace per l'attesa, ma avevo davvero troppi impegni...spero che per il prossimo capitolo dovrete aspettare di meno! Un bacio



CONTINUA...

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Capitolo 3
*** Passato prossimo. ***


Passato prossimo.





Rory passò una notte quasi più agitata di quella precedente.
Non aveva avuto occasione di parlare di ciò che era successo, con nessuno.
Non avrebbe potuto chiamare sua madre perché avrebbe sicuramente rischiato di svegliare la piccola Matty.
Non avrebbe potuto chiamare neanche Lane perché avrebbe rischiato di svegliare i piccoli Juan e Steve.
Aveva invece provato a chiamare Laura, ma quando al suo numero aveva risposto un tizio che parlava in spagnolo aveva saggiamente deciso di riattaccare. Probabilmente era un tizio che aveva rimorchiato in qualche bar che frequentava ultimamente.
In sintesi, non aveva avuto nessuno con cui sfogarsi. Almeno fino a quella mattina.

-Pronto?- biascicò una voce femminile ancora mezza addormentata perché non aveva bevuto il favoloso caffè del marito.

-Ciao mamma-, rispose una Rory alquanto imbronciata.

-Rory? Sono le 7 meno un quarto del mattino. Lo sai che prima delle 8 non ragiono. Cosa è successo, tesoro?-, chiese Lorelai tra uno sbadiglio e un altro.

-Scusa, ma…avevo bisogno di parlare con te. Ho rivisto Logan.- sussurrò la ragazza.

-Lo hai visto o hai creduto di averlo visto?- chiese la madre con tono amorevole.

-L’ho visto. E ci ho anche parlato. E sono stata seduta accanto a lui per tutta una serata. E mi ha anche riaccompagnata a casa. Ora, pensi che la mia testa sia andata così completamente fuori tanto da immaginarmi tutto oppure mi credi?- sbottò Rory con la voce a metà tra il frustrato e l’arrabbiato.

-Ti credo. Ora riparti dall’inizio e spiegami bene tutta questa storia.- propose Lorelai finalmente sveglia.

Rory cominciò a raccontare tutto, senza fermarsi. Senza riprendere fiato neanche un momento. Aveva bisogno di un consiglio. Ne aveva un disperato bisogno. E lo voleva in quel preciso momento.

-E quando ti sei seduta per terra, nel buio del tuo appartamento, quale è la cosa alla quale hai pensato immediatamente? La prima primissima?-

-Che non lo avevo dimenticato come credevo.- rispose la brunetta dopo averci pensato appena qualche secondo.

-Bene. Allora, tesoro, credo che l’unica cosa che tu ora possa fare è alzarti, farti una bella doccia calda, vestirti e correre nel tuo ufficio. E poi parlargli. Hai detto che oggi passerete la giornata insieme, no?- chiese la più grande.

-Si, ma a lavorare.- bofonchiò Rory.

-Amore mio, un momento lo troverai sicuramente. E poi parlagli. Vedrai che riuscirai a risolvere tutto.-

Rory rimase in silenzio qualche secondo, riordinando le idee, e poi decise che in fondo sua madre aveva ragione. Che doveva parlargli e che solo con le parole sarebbe riuscita a fargli capire, a fargli comprendere come si era sentita nel momento in cui aveva sentito la sua voce dopo 8 lunghi anni.

-Grazie mamma-, sussurrò la brunetta.

-Dovere di mamma. Buona fortuna, tesoro. E non avere mai paura di mostrare quello che provi. Ti voglio bene-, concluse la madre.

-Anche io ti voglio bene.- disse chiudendo la comunicazione.

Rory a quel punto si guardò allo specchio e si disse che la madre aveva assolutamente ragione.
Solo parlandogli, avrebbe capito. E doveva capire.
Si precipitò in camera e uscì dall’armadio un paio di jeans attillati, una camicetta bianca, una giacca nera sagomata da mettere sopra e decolleté a tacco alto, rigorosamente nere.
Un quarto d’ora dopo si ritrovò al 32esimo piano dell’edificio in cui aveva sede la sua redazione e con stupore si accorse che in tutto l’ufficio c’era troppo silenzio e che soprattutto, Mia non era al suo posto.
Cominciò ad andare verso la sua stanza quando vide una folla di ragazze alla scrivania di Judith, tutte attente nel guardare verso la sua stanza che aveva le tendine alla veneziana, aperte.

-Ma si può sapere cosa sta succedendo, qui?-

Praticamente tutte saltarono per aria, e una di questa, Carla, facendosi avanti, disse:

-Stiamo guardando uno degli esseri maschili più belli che il pianeta Terra si possa vantare di avere. E in questo momento si trova nel tuo ufficio.-

“Uno degli esseri maschili più belli che il pianeta Terra si possa vantare di avere” era nel suo ufficio?
Rory si sporse un po’ e vide Logan.
Logan?! Cosa ci faceva Logan Huntzberger solo nel suo ufficio?! A quell’ora, poi?

-E’ Logan Huntzberger!- esclamò una del gruppetto.

-Lo so chi è.- rispose lei decisa, dirigendosi verso la sua stanza.

Aprì la porta inducendolo a girarsi verso l’entrata.

-Logan, non ti aspettavo già qui. E’ molto che aspetti?- chiese, cercando di sembrare il più naturale e tranquilla possibile mentre il suo cuore le martellava nel petto come un tamburo, pronto a perforarle la carne e uscire.

-5 minuti. Scusa l’anticipo, ma ho pensato di portarti un caffè. Amaro e lungo. Come piaceva a te.- disse lui mostrandole il bicchiere di Starbucks.

-Come piace a me.- sorrise lei, che, sentendosi osservata, chiuse le tendine, deludendo la spettatrici che dovettero tornare a fare ciò per il quale venivano remunerate.

Si sedettero sul divanetto di pelle nera e cominciarono a parlare.

-Sai, Logan, mi chiedevo ieri sera come mai abbiate deciso di mettere solo Huntz e non il cognome completo.- chiese poi Rory.

-Stavo proprio pensando a quando mi avresti fatto questa domanda. Bè, quando senti Huntzberger, a cosa pensi subito? Di primo istinto.- chiese lui sorridendo sornione.

-A te.- rispose la brunetta sinceramente.

-Eh, grazie. Ma non tutti la pensano come te. Volevo che questa compagnia fosse solo mia. Ovviamente anche di Robert, ma principalmente volevo che quest’azienda non appartenesse neanche nel cognome, a Mitchum. Tutto quello che ho avuto, l’ho avuto grazie a lui. Questa volta volevo guadagnarmi qualcosa senza il suo aiuto. Senza la sua fama. Senza il suo nome.- spiegò Logan, colto da un improvviso fervore.

-Lo capisco. Hai sempre voluto distinguerti dalla tua famiglia. Sai di essere sempre stato migliore di loro. O almeno, lo sei diventato.- sorrise Rory nel ripensare a quanto un tempo fosse stato diverso quel Logan che ora le sedeva accanto.

-E tutto grazie a te.- sussurrò il biondo.

Seguirono alcuni minuti di silenzio durante i quali Rory cominciò a sorseggiare il suo caffè ormai tiepido e Logan si guardò intorno osservando tutto.

-Ti trovo davvero bene. Tua madre?- chiese lui educatamente.

-Molto bene, grazie. 7 anni fa lei e Luke si sono sposati e l’anno dopo è nata Matilda. Matty-. Raccontò Rory, sorridendo al pensiero di quando la madre aveva scoperto di aspettare sua sorella.

-Mi fa molto piacere. Lei e Luke hanno sempre formato una bella coppia. Ricordo ancora con molto piacere quel San Valentino che abbiamo passato nella casa dei miei, a Martha’s Vineyard.- ricordò lui, forse con una nota di rimpianto.

-Lo ricordo. Due giorni splendidi.-rispose sognante la donna.

-Come tutti gli altri che abbiamo passato insieme.- aggiunse lui con quella sua voce. Bassa. Calda. Confortevole. E più sexy che mai.

-Logan, io…mi dispiace per come sono andate a finire le cose tra di noi. Non volevo farti soffrire.- disse lei prendendo coraggio neanche sapendo da dove.

-Bè, lo hai fatto, se devo dire la verità. Sono stato perdutamente innamorato di te. Pazzamente e perdutamente. E non è un caso il fatto che, dopo di te, io abbia avuto solo storie senza importanza. Tutte nella vana speranza di dimenticarti. Mi hai davvero spezzato il cuore, Rory Gilmore. E forse hai fatto bene a dirmi di no. Forse sposandomi non saresti mai arrivata dove sei ora. Forse sposandomi non avresti fondato il Gilmore. Forse…- sorrise tristemente.

Rory decise di soffocare il dolore che le aveva causato l’uso di quel passato prossimo.
“Sono stato perdutamente innamorato di te.”
Passato prossimo.
Vuol dire che ormai non lo era più. E come poteva biasimarlo? Dopotutto lei lo aveva lasciato.
Lo aveva lasciato quando lui l’aveva quasi supplicata chiedendole di passare il resto della loro vita insieme.
Di creare una famiglia loro.
Di vedere correre per casa i loro figli.
Di invecchiare insieme.
Decise di soffocare ancora una volta quel dolore e si concentrò su quel “forse”.

-Credi davvero che io abbia fatto la scelta giusta dicendoti di no?- chiese lei con un filo di voce, poggiando il suo caffè sul tavolo in vetro davanti il divano.

-Forse…- ripetè ancora una volta il biondo, spostandosi verso di lei.

Si guardarono negli occhi e poi quasi impercettibilmente cominciarono ad avvicinarsi sempre di più.
Si avvicinarono così tanto da poter sentire il respiro dell’altro sul proprio viso.
Così tanto che i profumi dei due si mischiarono.
Così tanto che quasi i loro nasi si sfiorarono.
Così tanto che quasi le loro bocche…
Ma non si toccarono.
Tutto grazie al bussare rumoroso alla porta, di qualcuno.
Si allontanarono immediatamente, quasi come fossero stati bruciati o avessero toccato uno spillo caldo.
Logan si alzò avvicinandosi alla finestra e dando le spalle alla porta, cercando di riprendere il controllo di se stesso.
Rory si alzò per rassettarsi la giacca e quando finalmente si sentì pronta, sussurrò un flebile ma comunque deciso:

-Avanti.-

La porta si spalancò lasciando entrare Mia e Robert, entrambi allegri e sorridenti.

-Siamo pronti per gli affari?- chiese l’uomo con tono gentile.

-Ma certo. Mia, accompagna i signori nella Meeting Room. Io arrivo tra qualche istante.-

Logan, prima di uscire, guardò un attimo Rory che aveva raggiunto la sua scrivania alla quale si era appoggiata dandogli le spalle, e poi uscì seguendo Robert e Mia.
La donna bruna attese qualche minuto cercando di riprendere a respirare normalmente e di calmare il battito del suo cuore che aveva pericolosamente ricominciato a correre.
Si calmò e, anche se ancora tremante, raggiunse la sala dove l’aspettavano i soci della compagnia con i loro avvocati e i legali del suo giornale.


*********

Erano già trascorse più di due ore dall’inizio della riunione, quando decisero di interrompere per il pranzo, pensando ad un posto in cui potessero andare a prendere qualcosa tutti insieme.
Quando però uscirono dalla Meeting Room, si ritrovarono davanti una briosa e sorridente Rose, nel suo maglioncino color panna e gonna nera al ginocchio.

-Tesoro, cosa ci fai qui?- chiese Robert sorridendo e avvicinandosi alla moglie per posarle un delicato bacio sulla fronte.

-In quanto vostra PR unofficial sono venuta per informarvi che siamo stati invitati, come compagnia, ad un party inaugurale per una mostra di quadri post moderni, organizzata da Mark Parkard.- li informò la rossa sorridendo.

-Il Mark Parkard, magnate dell’industria tessile in Australia?- chiese Rory sbarrando gli occhi per la sorpresa.

-Lui. Ma non è finita qui. Appena hanno sentito che la nostra compagnia è in affari per affiliarsi al Gilmore, sono impazziti e vogliono che anche tu, Rory, venga alla mostra. Non è meraviglioso?- completò entusiasta la rossa.

-Io?! Oddio. Ma non ho ricevuto nessun invito e la mia assistente non mi ha detto niente e…- cominciò a farfugliare Rory, agitandosi.

L’essere invitata ad una mostra tanto importante avrebbe messo il suo giornale in una luce ancora migliore e soprattutto si sarebbero potuti intravedere alcuni premi dalla critica.

-La tua assistente, che sarei io, non ti ha detto niente perché ha appena messo giù con la segretaria del signor Parkard. Sei stata ufficialmente invitata alla mostra. Stasera, ore 21:15.- disse Mia raggiungendoli davanti la porta della Meeting Room.

-Perfetto! Ora devo solo trovare cosa mettermi…- pensò la brunetta ad alta voce.

-Che problema c’è? Si va a fare shopping!- propose Rose sorridendo alla prospettiva di passare qualche ora in compagni di una donna.

-Scusate? Noi dovremmo andare a quel pranzo e poi riprendere la riunione. Quando vorreste andare a fare shopping?- chiese insolitamente acido Logan.

-Non fare l’antipatico, Logan! Sfrutteremo la pausa pranzo di Rory. Il vostro pranzo potrete farlo anche senza di lei e così sarete solo uomini. E dopo potrete ricominciare la vostra riunione. Non sono un genio?- disse sbrigativamente la moglie di Robert.

-Ma si, Logan. Lasciale andare a fare cose da donne. In ogni caso la riunione non sarebbe stata ripresa prima delle 16, quindi ne avete di tempo.- disse Robert guardando il suo orologio da polso che segnava le 12 in punto.

Logan sbuffò vedendo che la prospettiva di passare un intero pranzo al fianco di Rory gli era stata sottratta con tanta cattiveria.

-Per me va benissimo! E’ molto che non vado in giro per negozi con una donna. Allora…a dopo, signori.- disse Rory cortesemente verso gli avvocati e gli altri due.

Rose sorrise e dopo aver salutato il marito stampandogli un dolce bacio sulla guancia, prese la bruna sotto braccio e insieme si avviarono verso l’ascensore. Invece, Logan e Robert, rimasero a guardarle andare via, quando il moro gli sussurrò all’orecchio:

-Stai tranquillo, avrai altre occasioni per stare solo con lei. Stasera, ad esempio.-

-Come? Ma che dici. Era solo un pranzo di lavoro.- minimizzò Logan.

-Si, un pranzo di lavoro.- sussurrò Robert rientrando nella Meeting Room per raccogliere le sue cose, pronto ad un vero pranzo di lavoro con i suoi avvocati e l’amico che, evidentemente, non aveva ancora, e forse mai avrebbe, dimenticato Rory Gilmore, colei che gli aveva spezzato il cuore.


********

Erano le 15 in punto e la rossa e la bruna avevano già comprato vestiti, scarpe e accessori vari per la serata.

-Ci rimane ancora un’oretta…ti va qualcosa da mangiare?- propose Rose che come la sua nuova amica non aveva ancora toccato cibo dalla colazione.

-Certo! C’è un posto carino proprio lì. Possiamo vedere se ci danno un tavolo fuori. C’è un caldo oggi!- disse Rory indicando un piccolo locale con dei tavolini davanti l’entrata, proprio dall’altra parte della strada.

Attraversarono e dopo aver chiesto un tavolo all’aperto, si sedettero l’una di fronte all’altra.
Ordinarono due insalate e dell’acqua minerale e aspettando, cominciarono a parlare di loro.

-Come hai conosciuto Robert?- chiese Rory sinceramente interessata.

-Logan non ti ha raccontato niente oggi? So che siete rimasti da soli per un po’.- la stuzzicò Rose sorridendo.

-Noi…abbiamo parlato solo di cosa abbiamo fatto in tutti questi anni…niente di più.- cercò di giustificarsi Rory, arrossendo.

-Non c’è ragione che ti imbarazzi. So tutta la vostra storia, Rory.- disse dolcemente la rossa.

-Ah, davvero?-

-Si. Rory, Logan è un ragazzo molto speciale e quando io e Robert lo abbiamo conosciuto era davvero a pezzi. Non sto cercando di farti sentire in colpa, vorrei solo che tu sapessi davvero come è stato in questi anni. Dubito che lui ti abbia mai detto di quante notti ha passato in bianco pensando a te. O di quante storie lui abbia avuto nella speranza di non pensarti almeno per qualche minuto. O di quante volte sia passato davanti a quella che doveva essere la vostra casa.- concluse Rose ripensando a tutte quelle volte che aveva visto stare male il ragazzo biondo.

-Ha detto soltanto che gli ho spezzato il cuore e ha parlato di qualche storia che ha avuto...e basta. Ma anche io sono stata male, che vogliate crederci o meno.- sussurrò infine la brunetta abbassando lo sguardo.

-Oh no Rory, io non volevo metterlo in dubbio! Io non ti conosco, ma ieri sera ho visto il tuo viso quando hai riconosciuto la voce di Logan, anche senza esserti girata.-

-Ho sentito una fitta al cuore.- ammise Rory.

-Lo so. Lo capisco. E credimi, non metterò mai in dubbio la tua sofferenza. Non potrei. Ma posso chiederti una cosa? Puoi anche non rispondere, dopotutto non sono affari miei.- chiese la rossa curiosa.

Rory la guardò e annuì dandole il permesso.

-Perché gli hai detto no? Se lo amavi così tanto, e credimi che si vede, perché non lo hai sposato?-

La brunetta parve colpita da quella domanda. Se l’aspettava, ma non così presto.
Non ne aveva mai parlato con nessuno che non fossero sua madre e Lane e decise di parlarne a Rose.
Non sapeva perché, ma sentiva di potersi fidare di quella ragazza che aveva più o meno la sua età, dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi blu oceano.

-Ero giovane. Avevo appena concluso l’università e volevo entrare subito nel mondo del lavoro. Quando ho dovuto scegliere tra la campagna di Obama e il seguire Logan a San Francisco, ho scelto la prima. E alla fine, qualche anno dopo, mi sono comunque ritrovata a San Francisco, lavorando per il Chronicle. Non rinnego nulla di quello che ho fatto per arrivare dove sono ora. Ho faticato per avere tutto questo, e so di averlo meritato. Ma ora che ci sono arrivata non riesco a non pensare a quanto sarebbe stato bello condividere tutte le gioie e i dolori di questo mondo con accanto Logan.- concluse con una punta di rimpianto e amarezza verso il passato.

-Non si può tornare indietro, ma si può andare avanti. Puoi, potete, guardare al futuro. Un futuro insieme.- disse Rose.

-Non so se è ancora possibile avere un futuro insieme. Ha anche usato il passato prossimo.-

-Io sono sicura di si.- sorrise dolcemente Rose portandosi alle labbra il bicchiere di vino bianco che aveva ordinato poco prima.

Passarono alcuni minuti riprendendo a mangiare, quando Rory decise di spezzare quel silenzio che poco si addiceva a due chiacchierone come loro, ricordandosi così che la rossa non aveva ancora risposto alla sua domanda.

-Ma allora come hai conosciuto Robert? Non hai ancora risposto.-

-Hai ragione! Sono brava a cambiare discorso senza che le persone se accorgano, non è vero? Scusa, sto divagando di nuovo. Dunque…io e Robert ci siamo conosciuti quando è venuto in Inghilterra per un appuntamento nell’azienda di mio padre. Io non sono americana, sono inglese di nascita. Genitori inglesi, nonni inglesi, bisnonni inglesi. Nata e cresciuta a Brighton. Non lo avevi capito dal mio accento?- chiese la rossa interrompendo il suo racconto.

-Avevo intuito che non eri americana. Voi inglesi avete un accento molto più elegante del nostro, lasciatelo dire.- rispose Rory sorridendo.

-E come darti torto? Ma su una cosa voi americani vi sbagliate: non siamo per nulla snob. Quasi tutti. E anche Robert, quando mi ha conosciuta, ha ammesso di essersi ricreduto. In ogni caso, lui è andato all’appuntamento e ci siamo incrociati nella hall dell’azienda. E’ stato amore a prima vista, ma come tutte le giovani inglesi di buona famiglia non potevo mostrare immediatamente il mio interesse verso di lui. Quindi mi ha corteggiata a lungo e dopo soli 6 mesi di fidanzamento, ci siamo sposati venendo ad abitare a San Francisco.- concluse Rose ricordando tutti i momenti trascorsi con quello che ora era suo marito da quasi 7 anni.

I 7 anni più belli della sua vita.

-Wow! E tu hai lasciato tutta la tua famiglia e tutti i tuoi amici per venire a trasferirti in un paese in cui non eri mai stata?-

-Si, ma non mi sono mai pentita della scelta che ho fatto. E poi, conoscevo Logan che è stato il testimone di nozze di Robert. Sono entrati in società due anni dopo.-

-È una bellissima storia, Rose.- disse Rory sincera.

-Si, lo ammetto, hai proprio ragione. Ehi! Ma sono già le 4 meno un quarto. Sarà meglio chiedere il conto e chiamare un taxi.-


**********

10 minuti dopo si salutarono di fronte l’entrata del grattacielo in cui aveva sede il Gilmore e Rory raggiunse la Meeting Room dove già Logan e Robert e tutti gli avvocati si erano riuniti.

La conferenza durò all’incirca 3 ore e mezza e poi si congedarono, i tre dandosi appuntamento per quella sera stessa al Palace dove avrebbe avuto luogo la mostra.

Rory rientrò immediatamente a casa pronta ad infilarsi sotto la doccia che le servì da rifugio per almeno un quarto d’ora.
Dopodiché, frizionandosi i capelli con un asciugamano entrò nella sua camera per sistemare l’abito sul letto, in modo che non si sgualcisse più del dovuto. Poi tornò in bagno, e dopo aver indossato una vestaglia di seta bordeaux, cominciò ad asciugarli.
Subito dopo si truccò. Leggermente.
Un po’ di matita per definire gli occhi, mascara per allungare le ciglia, fondotinta per coprire le occhiaie dovute alla nottata precedente quando non aveva chiuso occhio, fard e cipria per dare unicità e un po’ di colore a quella pelle quasi serica.
Tornò in camera da letto quasi completamente truccata e togliendosi la vestaglia, indossò il vestito che pochi minuti prima aveva depositato sul letto.
Lo indossò piano, attenta a non mettere in disordine i capelli e a non toccare il trucco. Senza difficoltà riuscì a chiudere la cerniera invisibile che si trovava su un fianco, infilò i sandali neri tacco 12 facendo bene attenzione a non sbagliare gancetto come le succedeva sempre con quel tipo di scarpe, tornò in bagno per mettere il rossetto scuro rifinendolo con un po’ di lucidalabbra trasparente e poi si diede un ultimo sguardo allo specchio che aveva nella sua camera da letto e grazie al quale poteva mirarsi interamente.
Sorrise soddisfatta del suo lavoro.
Era pronta.
Chiamò un taxi che arrivò 10 minuti dopo, quando venne avvertita da Marcello, il portiere di origini italiane, di appena 60 anni, che aveva visto la nascita di quel grattacielo in cui era venuto subito a lavorare e abitare con la moglie e i 3 figli, ai quali aveva potuto pagare tutti gli studi fino al conseguimento della laurea in medicina per Antonio, il più grande, in legge per Carlo Maria, il mezzano, e in Archeologia per Esme, la più piccola che aveva l’età di Rory.
Pochi secondi dopo salì sul taxi e facendo un profondo sospiro disse il luogo al tassista.
La sua serata stava davvero per cominciare.



***********


Ed eccomi di nuovo qui dopo un tremendo ritardo durato per 1 mese esatto, oggi! Chiedo nuovamente umilmente venia, spero di poter aggiornare il più presto possibile anche perché questo è un capitolo spezzato a metà. In origine questo e quello che verrà dopo ne formavano uno unico ma vedendo che era troppo lungo, ho pensato di dividerlo e di lasciarvi anche con il fiato sospeso.
Cosa succederà alla festa? Ditemi cosa vorreste leggere e io vedrò di accontentarvi…anche se, ricordatevi, è già stato tutto deciso! XD
E ora, si passa ai ringraziamenti!

juju210: Ciao! Eh si lo so..anche io all’inizio avevo pensato ad una reazione un po’ + fredda da parte di Logan ma alla fine il mio lato romantico ha ceduto e lo ha fatto molto più dolce di quanto previsto. Ma comunque, che te ne pare di questo capitolo di “transizione” come lo chiamo io? Non succede niente di particolare ma è come dire… “la quiete prima della tempesta”! Detto questo ti saluto e mi auguro di leggere ancora una volta i tuoi commenti! Un bacione.

pinkgirl: Ehi grazie per i complimenti…me li merito davvero? Bohhh! Che ti pare di questo capitolo? Fammi sapere! Ciao ciao

giuggiolina43: Eh si anche secondo me Rory e Logan sono la coppia perfetto! Continua a seguirmi, mi fa sempre piacere trovare commenti!

Lamb23: Non so se il tuo presto equivalga al mio, ma l’importante è aggiornare! Tranquilla, la fic la finirò, prima o poi! Grazie per i complimenti…l’ho proprio scritta perché avrei voluto che l’ottava stagione si svolgesse così! Peccato…consoliamoci con le storie che leggiamo e scriviamo! Che mi dici su questo capitolo? Solo un piccolo momento della loro storia e poi qualcosa in più su Rose e Robert! Fammi sapere presto! Baci.

romanticgirl: …sono perdonata anche questa volta per non aver aggiornata per tutto questo tempo? Chiedo scusa, ma veramente ho avuto un macello di cose da fare! Come ti sembra questo capitolo? Fammi sapere che ne pensi! Ciao ciao

Alphacent: certo che anche io ho ancora l’amaro in bocca per come è davvero finito tutto…per questo cerco di addolcire un po’ tutti noi delusi con questa storia. Che mi dici di questo capitolo? Fammi sapere! Bacetti

LoVe4Ever: Eh si…che fissa che abbiamo con tutti sti Logan! Comunque…sono contenta che sia anche il tuo telefilm preferito…non vedo l’ora di leggere la tua storia su V.Mars! Sono sicura che sarà bellissima…purtroppo anche quella è finita in modo piuttosto strano, secondo me! Ti è piaciuto come ho descritto il loro momento all’inizio del capitolo? E la storia di Rose e Robert? Fammi sapere che ne pensi perché sono davvero curiosissima!! Baci, ciao ciao

scheggia94: anche io adoro profondamente quando Logan chiama “Scheggia” Rory…troppo bello e troppo romantico! Comunque, spero di rivedere il tuo nome tra i commentatori! Un bacio

Christine23: si, credo fosse l’ora di Scaly…o forse della Leo, non ricordo! Ne abbiamo combinate troppe in quelle ore che ormai ho perso il conto! Comunque…che mi dici tu di questo capitolo? Sappiate che è grazie a lei che non ho messo anche la parte della mostra…quindi se volete ringraziare, dite a lei e se vi siete arrabbiati…prendetevela con lei!! XDXD Vabbbbbèèèè! Ou ex compa futura compa fammi sapere che ne pensi, eh? Ciaoooooo bye bye

LadyElizabeth: ed ecco il seguito? Piaciuto? Lo so, non ho detto molto ma nel prossimo ne vedrete delle belle! Fammi sapere! Ciaoo!

phedre: Ancora per la fine ci verrà un po’, ma tranquilla, arriverà presto. In ogni caso, sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti e spero che ti sia piaciuto anche questo. Fammi sapere! A presto



CONTINUA…

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Capitolo 4
*** Vieni via con me ***


Vieni via con me.




Si guardò ancora una volta allo specchio sistemandosi per la centesima volta il nodo della cravatta.
Un attimo era troppo stretto, sembrava quasi volesse soffocarlo, l’attimo dopo era troppo largo, quasi a voler sembrare un cappio pronto a stringerlo per impiccarlo.
Niente da fare, quella sera non c’era verso di fargli piacere niente.
Forse perché era semplicemente nervoso.
Di cosa poi non riusciva minimamente a comprenderlo.
Stava solo per andare ad una mostra dove avrebbe rivisto, per la 4° volta in due giorni, la sua ex fidanzata per la quale provava qualcosa di ancora molto forte e non facilmente definibile.
Era rimpianto, decise. O forse era amore?
Quella stupida vocina nella sua testa non la smetteva di insinuargli quell’atroce dubbio.
Come avrebbe potuto amarla ancora, dopo tutto quel tempo? Era assolutamente impossibile. O forse no?
Cercò di non ascoltare ancora una volta quelle fastidiose parole e si concentrò nuovamente sul nodo della cravatta di seta nera che indossava sulla camicia bianca sotto il completo nero che aveva saggiamente deciso di indossare.
Finalmente fu soddisfatto del nodo e si guardò di nuovo.
Non poteva certo dire di non avere ancora quel fascino che lo aveva sempre accompagnato, anche quando aveva conosciuto lei.
Ed ecco che la sua mente tornava a quella ragazza, quella donna, sussurrò di nuovo la vocina, dai lunghi capelli castano scuro e gli occhi in cui un tempo aveva amato perdersi.
Un tempo?
Ignorò nuovamente le parole e si decise a scendere nella hall dell’albergo dove avrebbe atteso i suoi amici.
Inaspettatamente li trovò già pronti, seduti rilassati sui confortevoli divanetti damascati.

-Ma quanto ci hai messo a prepararti? Peggio di una donna.- commentò Robert vedendolo raggiungerli.

-Scusa per il ritardo, ma il nodo alla cravatta mi ha portato qualche problema e non mi sono accorto di che ora fosse.- si giustificò Logan.

-Non sarà che il problema del nodo alla cravatta te lo ha procurato l’ansia di rivedere una certa persona, stasera?- chiese malizioso quello che fino a quell’istante, Logan aveva considerato il suo migliore amico.

-Logan, non ascoltarlo. Sai che parla sempre a sproposito-, disse Rose rifilando un’occhiataccia al marito e rivolgendosi all’amico con tono dolce, aggiungendo poi –e non sei affatto in ritardo. Siamo noi che siamo in anticipo. Ma se non ci sbrighiamo, lo saremo davvero.-

10 minuti dopo si ritrovarono nella macchina sportiva di Logan, pronti a raggiungere la meta.


*********


Il taxi si fermò esattamente di fronte l’entrata del Palace.
Uno chauffeur venne ad aprire gentilmente lo sportello di Rory che scendendo poggiò i piedi sul così detto red carpet, venendo improvvisamente invasa da una folla di giornalisti e paparazzi inaspettata.
La donna, ormai abituata a quei momenti, vacillò i primi secondi e subito dopo sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi e cominciò a salire le scale che l’avrebbero condotta dritta all’entrata dell’elegante edificio.
La larghezza del red carpet segnava, aiutata dalle transenne, il limite che i giornalisti e i curiosi non dovevano oltrepassare.
Rory continuò a sorridere verso destra e verso sinistra illuminata a giorno dai milioni di flash, quando finalmente si ritrovò all’ingresso.

-Vuole darmi il soprabito?- le chiese un giovane dall’aspetto raffinato.

-Grazie.- sorrise Rory lasciando che il giovane l’aiutasse a togliere la stola che le copriva la schiena totalmente lasciata scoperta dalla vertiginosa scollatura posteriore del vestito.

Tenne invece la piccola pochette nera con sé ed entrò nella sala grande dove già si trovavano gli invitati intenti ad osservare i quadri esposti, abituandosi immediatamente al caloroso brusio.
Non sarebbe stato difficile individuare le persone con cui doveva incontrarsi, ed esattamente così fu.
Subito vide una testa rossa affiancata da una testa scura e una bionda. Rose, Robert e Logan.

-Buonasera a tutti.- disse Rory schiarendosi la gola e inducendo i tre a girarsi interrompendo la visione di quel quadro che raffigurava un oggetto alquanto irriconoscibile.

-Rory! Ciao!- disse felice Rose avvicinandosi alla donna e schioccandole due baci sulle guance, all’italiana.

-Ciao Rose! Questo vestito ti sta benissimo.- si complimentò Rory osservando la donna che le stava di fronte che indossava uno splendido tubino beige, Armani.

-Grazie! E tu stai divinamente con questo vestito. E permettimi di dirti che non poteva essere il contrario, considerando il fatto che lo hai comprato con me presente! Che ne dite voi due, non le sta d’incanto?- disse Rose, chiedendo infine conferma ai due uomini che stavano con loro.

-Ciao Rory! Si, stai proprio benissimo!- disse Robert con lo stesso entusiasmo della moglie.

-E tu cosa ne pensi, Logan?- chiese quasi melliflua, Rose.

Logan si girò a guardare l’amica, rifilandole uno sguardo poco carino e poi tornò a guardare la donna che le stava di fronte.
Era molto più che divina.
Era l’incarnazione della bellezza con quel vestito nero che la fasciava perfettamente non evidenziando in maniera volgare nessuna parte del suo corpo. Era di un tessuto leggero e morbido che le cadeva sui fianchi con grazia. Poco sotto il ginocchio. Accollato sul davanti, lasciava intendere, anche a chi le stava solo di fronte e non dietro, una scollatura molto profonda sulla schiena.
Era semplicemente meravigliosa.

-Sei bellissima.- riuscì solo a dire.

Ma bastò quello per fare arrossire tremendamente Rory.
Non aveva più pensato a quanto quelle parole dette da lui, provocassero in lei.
Una sensazione di sconvolgimento totale.
Devastazione.
Ma anche lui era bello.
In quel completo.
Le poche volte che lo aveva visto indossare quel vestito, quando stavano insieme, gli aveva detto scherzando, che le sembrava James Bond, l’Agente 007 più famoso del mondo.
Forse perché in fondo erano ancora dei ragazzini.
Ora l’impressione che le fece fu quella di totale fascino.
E stordimento.
L’aveva stordita vederlo così bello e affascinante. Il fascino di un uomo che aveva superato la trentina da un paio d’anni.
Continuarono a guardarsi negli occhi per qualche minuto, quando passò vicino a loro un cameriere con dei flute di champagne sul vassoio d’argento che portava sul palmo della mano.
Logan, accortosi che i suoi due amici si erano di poco allontanati con già dei bicchieri in mano, ne prese solamente due, porgendone uno a Rory.

-Grazie.- sussurrò la bruna.

Non era un grazie per lo champagne. Era un grazie con mille significati dietro. E Logan lo sapeva.

-Signori e signore- disse una voce che catturò l’attenzione di tutti e che indusse Rory a girarsi e mettersi di fianco al biondo, interrompendo così il contatto visivo che avevano stabilito pochi istanti prima, -vi prego di concedermi qualche minuto della vostra attenzione. Come ben sapete siamo tutti qui oggi per la presentazione della collezione di quadri realizzata da mio figlio, Andrew Parkard.- seguì un applauso con conseguente inchino dell’interessato, un uomo alto quasi quanto suo padre con capelli corvini e occhi verdi. -Spero vivamente che tutto sia di vostro gradimento e vorrei ringraziarvi nel modo più sincero possibile per essere qui oggi. Infine vorrei ringraziare mio figlio per aver dedicato questa serata e ogni singolo quadro a suo fratello Dominique, recentemente scomparso. Tutto ciò che spenderete per questi quadri verrà devoluto alle associazioni contro il cancro. Nella società in cui viviamo oggi è necessario combatterlo con tutte le nostre forze. Spero che vi unirete a me nel farlo.- seguì un lungo applauso commosso e un abbraccio sentito tra padre e figlio in ricordo del figlio e fratello perduto.

-Avevo sentito dire che il figlio maggiore di Parkard era morto per un cancro, ma pensavo non fosse vero. Speravo non fosse vero. Per lui e la sua famiglia.- dicevano persone in giro.

Pochi minuti di silenzio e tornò tutto come prima del discorso. Forse con un po’ di spirito in più da parte degli invitati nello sperare di comprare qualche quadro.


**********


-Dovremmo comprarlo, come compagnia intendo.- suggerì Rose quando Logan e Rory si unirono nuovamente alla coppia che stava ammirando uno dei tanti quadri pieni di colori.

-Si, credo anche io che dovremmo comprarlo. E’ per una buona causa.- acconsentì Logan vedendo Robert annuire con aria grave.

-Anche io ho intenzione di comprarne uno per il Gilmore.- si intromise Rory.

-Oh perfetto, cara! Andiamo noi a sbrigare tutte le pratiche, adesso. Vero, Robert?- disse Rose guardando il marito con aria maliziosa.

-Cosa? Ma perché spetta sempre a me occuparsi di queste cose? Non può farlo Logan per una volta?- si lamentò Robert come fa un bambino di 10 anni che non vuole aiutare la madre a fare la tavola cercando di scaricare il compito sul fratello minore.

-No, Logan non può. Ce ne occuperemo noi, non è vero?- disse nuovamente Rose facendo bene attenzione a non farsi notare dagli amici mentre guardava il marito con aria omicida.

Robert ci mise qualche secondo a capire, ma poi ci arrivò.

-Oh, ma certo! Ce ne occupiamo noi! Voi continuate a girare e…a parlare.-

Tempo due minuti e la bruna e il biondo rimasero ancora una volta soli.
Girarono ancora qualche sala con altre opere, quando Logan, sorseggiando ancora il suo champagne, osservò Rory.
Era bellissima, e questo lo aveva notato anche prima. E lo aveva visto anche quando l’aveva rivista dopo 8 anni al locale il giorno prima.
E non riusciva a credere che ancora le facesse quell’effetto.
Quello strano effetto che lo portava a guardarla quando sperava che lei non se accorgesse. Quando la vedeva troppo intenta nel fare qualcosa per accorgersi della sua presenza a qualche passo di distanza.
Quello strano effetto che gli faceva guardarla in quel momento mentre osservava i quadri e le venature di un quadro, uguale a quello strano effetto che un tempo gli faceva guardarla chinata in biblioteca su uno dei tanti vecchi tomi polverosi che la aiutavano nello svolgere i suoi compiti.
Amava osservare la sua espressione corrucciata. Vedere le sopracciglia aggrottarsi se c’era qualcosa che non riusciva a capire. Le guance imporporarsi se qualcosa in quello che vedeva o leggeva la turbavano.
Provare ancora una volta tutte quelle sensazioni lo affascinavano e lo spaventavano contemporaneamente.
Com’è possibile che io sia ancora così tanto legato a lei? È possibile.
Com’è possibile che sia ancora l’unica che riesce a farmi battere il cuore così veloce? E’ possibile, sussurrò ancora una volta la vocina traditrice dentro di lui.
E’ possibile che sia davvero lei la donna della mia vita e che averla rincontrata sia un segno del destino?
Non è possibile. È certo.
E in quel momento Logan desiderò che tutte le persone intorno a loro fossero scomparse.
Desiderò essere solo con lei in una stanza, però senza correre il rischio di venire interrotti come quella mattina. Vicini come sempre anche quando erano lontani. Desiderò correre verso di lei e stringerla tra le sue braccia ancora una volta. E vederla sorridere di quel gesto, pronta a ricevere un bacio.
E in quel momento, gli venne un’idea.
Con due falcate la raggiunse e posizionandosi dietro di lei, poggiò le mani sulle braccia di lei e avvicinò il viso al suo orecchio e le sussurrò con voce roca:

-Vieni via con me.-


**********


Stava osservando un quadro dai colori caldi paradossalmente mischiati a quelli più freddi che avesse mai visto, quando sentì delle dita, per l’appunto, fredde, posarsi sulle sue braccia, poco sotto le spalle e un respiro regolare ma corto avvicinarsi al suo orecchio.

-Vieni via con me.-

4 semplici parole che ebbero il potere di scaldarle il cuore in pochi secondi e di farle salire la pressione a mille.
Si girò pochi secondi dopo, che al ragazzo parvero comunque un’eternità.
Lo guardò dritto negli occhi e annuì quasi impercettibilmente.
Ma lui se ne accorse.
Si sarebbe accorto anche di un cenno ancora meno visibile, se fosse provenuto da lei. Si sarebbe sempre accorto di qualsiasi cosa la riguardasse.
Sempre e per sempre. Oltre il tempo e la lontananza. Per la vita.
Si presero subito per mano, un gesto che parve istintivo ad entrambi.
Senza imbarazzi.
Le dita di lui si intrecciarono subite tra quelle di lei, ritrovandosi come se non si fossero mai lasciate.
Cominciarono a camminare con passo spedito tra la folla, poi a correre verso l’uscita. Non aspettarono neanche che il ragazzo all’ingresso desse la stola a Rory.
Corsero verso l’uscita ed eccitati come due bambini che stanno combinando una delle loro marachelle, non si accorsero neanche dei giornalisti che avevano cominciato a fotografarli mano nella mano e sorridenti.
Aspettarono che lo chauffeur consegnasse la macchina di Logan.
Salirono in macchina e mettendo in moto, Logan sorrise.

-Dove ti porto?-

-Ovunque tu voglia.-

E partirono verso una meta che non avevano ancora deciso.
Forse verso quella che sarebbe stata la notte migliore della loro vita.

-Tesoro, credo che dovremo prendere un taxi per tornare in albergo.- sospirò rassegnato Robert guardando verso la porta di ingresso.

-Perché?- chiese Rose che non si era ancora accorta di niente.

-A giudicare da come stavano correndo verso la macchina, dubito che Logan e Rory questa sera torneranno a prenderci.-

-Sono andati via insieme?- esclamò felice Rose girandosi verso il marito.

-Credo che il termine corretto sia scappati, tesoro.-

Il moro e la rossa si guardarono e sorrisero, prendendosi per mano.
Forse questa volta la storia sarebbe andata diversamente.


*******


Logan posteggiò la macchina davanti i cancelli, chiusi, di un grande parco poco dopo Avenue Street.
A quell’ora, le 22.30 appena passate, era chiuso.

-Che ci facciamo qui?- chiese Rory stupita dalla location in cui il ragazzo l’aveva portata.

-Facciamo una passeggiata.- rispose Logan nel modo più naturale possibile.

-Ma dove? Nel parco?-

-Esattamente.-

-Ma è chiuso! Non si può!- protestò la brunetta.

-Stai parlando con Logan Huntzberger, Rory. Quando mai sono esistite regole per me?- le disse guardandola con uno sguardo scherzoso e malizioso al tempo stesso.

-Bè, sinceramente pensavo fossi maturato a trent’anni e passa!- dibatté Rory.

-E invece no. Dovresti saperlo, Gilmore, gli Huntzberger non cambiano.-

-Hai ragione.- ammise infine.

Scesero dalla macchina e Logan corse verso i cancelli cominciando a scalarli.

-Non vorrai che anche io faccia la stessa cosa con i tacchi che mi ritrovo!- si ritrovò a protestare una certa brunetta a cui comunque non dispiaceva affatto quello che stava vedendo dal basso. (a voi l’interpretazione di questa frase! XD *__* NdAutrice)

Logan non rispose e dopo essere letteralmente atterrato dall’altra parte della cancellata, si limitò a scrollare la sbarre e miracolosamente il cancello si aprì.
Rory preferì non indagare ed entrò sorridendo al biondo che le faceva un inchino profondo e scherzoso.
Cominciarono a camminare per i sentieri bui e silenziosi del parco, facendo attenzione a non sfiorarsi quando ad un certo punto Rory, non potendone più di quelle trappole infernali che qualcuno ancora aveva il coraggio di chiamare scarpe, si appoggiò alla spalla del ragazzo e se le sfilò rimanendo a piedi nudi e tornando alla sua altezza normale, quella di qualche centimetro inferiore a Logan.

-Più comoda ora?- le chiese il ragazzo sorridendo.

-Non hai idea quanto.-

Ricominciarono a camminare in silenzio quando decisero di sedersi su un muretto. Continuarono a guardare il vuoto per un po’.
Erano lì, da soli.
Completamente soli.
L’uno vicino all’altra.
Potevano benissimo toccarsi ma evitavano accuratamente ogni sorta di contatto fisico. Per un attimo, per la mente di Rory, passò il tragico pensiero che tra di loro le cose si fossero raffreddate al punto di non sapere più cosa dirsi. Né come comportarsi tra di loro.
Eppure quella mattina…erano stati così vicini. Stavano davvero per baciarsi, qualche ora prima, o era solo stato frutto della sua immaginazione?
E poi, come mai lui le aveva chiesto di andare via? Avrebbe potuto chiederlo a una qualsiasi ragazza presente in sala, ma lo aveva chiesto a lei.
Che la scintilla fosse ancora accesa, dopo 8 anni?
Forse si. Ma forse no. Non aveva mai vagliato queste diverse ipotesi, ma forse solo perché non aveva neanche mai vagliato l’ipotesi di un loro nuovo incontro.
E lei, lei era così vicina per lui. Così vicina quanto in realtà lontana e irraggiungibile.
Suo padre glielo aveva detto diverse volte.
Lei è diversa. Non fa parte del tuo mondo. Lei è irraggiungibile per uno come te.
E aveva ragione. Ma non aveva ragione nel modo in cui intendeva quelle parole.
Aveva ragione per come le intendeva lui, Logan.
Era sempre stata un gradino superiore a lui, ma lo aveva sempre amato.
Incondizionatamente. Sempre.
Ma allora perché non lo aveva sposato?
Era giovane e forse ingenua.
Pensava di non poter realizzare i suoi sogni continuando a stare con lui e progettando anche un futuro che si presentava roseo agli occhi di tutti?
All’improvviso una folata di vento fece spostare le foglie per terra e fece rabbrividire la brunetta che si strinse tra le braccia.
Logan se ne accorse immediatamente e annullando la distanza che li separava, si tolse la giacca e gliela pose sulle esili spalle.

-Grazie.- sussurrò Rory, piacevolmente sorpresa del fatto che ancora lui si accorgesse di ogni minimo cambiamento in lei.

E ancora più inaspettatamente, Logan, le passò un braccio intorno alla vita, tirandosela sempre più vicina.
Ormai i loro corpi erano del tutto uniti.
Come due parti di un puzzle, avevano ritrovato la loro metà.
Per non lasciarsi mai più?

-Logan…- tentò di dire Rory girandosi verso il viso del ragazzo.

-Shh…non dire niente, ti prego.- la implorò il biondo poggiandole un dito sulle labbra.

La brunetta annuì e appoggiò la testa nell’incavo del suo collo, ascoltando il battito del suo cuore.
Tum Tum Tum Tum.
Quanto le era mancato quel suono che l’aveva cullata tante notti in cui lui l’aveva presa tra le braccia dopo aver fatto dolcemente l’amore, beandosi delle sue carezze sulla sua pelle e del profumo dei suoi capelli che a volte si impigliavano appena nella barba non fatta da due giorni.
Improvvisamente lui la strinse ancora di più come se non volesse mai più lasciarla andare via.
Come se volesse fondere i loro corpi in modo da non essere più costretto a farla scappare.
Come se volesse diventare un’unica cosa con quella donna.
La stava stringendo come solo lui era mai stato capace.
Facendola sentire sempre al sicuro. Sempre a casa anche quando si trovavano dall’altra parte del mondo.

-Io non ti ho dimenticata.- sentenziò Logan in un impercettibile sussurro. –Sei ancora la mia Scheggia.- aggiunse poi lasciando che le parole venissero trasportate dal vento.

Rory si scostò appena per guardarlo negli occhi.
Non riusciva a vederli con il buio che li circondava e li risucchiava.
Ma sapeva, sentiva, che anche lui la stava guardando negli occhi.
Si avvicinarono lentamente, come se avessero di fronte l’eternità di una vita da passare insieme.
I loro respiri, prima lenti e regolari, ora veloci e spezzati, si fusero diventando uno solo.
Il calore dei loro corpi bastò a riscaldarli a vicenda.
E quando le labbra di Logan si poggiarono su quelle di Rory, tutto il resto del mondo, scomparve.
Nulla più ebbe senso.
Nulla, tranne loro due.
Logan e la sua Scheggia.



***********



Eccomi di nuovo qui! Avete visto? Questa volta ho pubblicato praticamente a tempo di record! Che ve ne pare di questo capitolo? Credo che a molti sia piaciuto! Ecco, da ora in poi sono ad un bivio…nel senso che devo prendere una decisione per l’evolversi della storia. Quindi vi dico soltanto di non esultare troppo ma neanche di disperarvi…le mie storie hanno sempre l’happy ending, quindi don’t worry!

AVVISO: Dal 20/7 al 2/8 sarò in Inghilterra e quindi mi sarà impossibile scrivere e di conseguenza aggiornare! Mi dispiace, ma credo che il prossimo capitolo lo leggerete solo verso la metà di Agosto! Con questo vi auguro anche buone vacanze! Ci vediamo (in senso molto metaforico! *__*) al mio ritorno! Mi mancherete tanto!

Detto questo, passiamo ai ringraziamenti!

Christine23: Hai visto? Sta volta erano completamente soli e quindi nessuno che potesse interromperli…buono, eh? Che mi dici di questo capitolo?? Cioè, lo so che mi dici perché mi hai già detto, ma non illuderti! Io non dico niente, che è meglio…vabbè torno a parlarti su msn!! Bye byeeeeeee

chefame93: ma certo che la continuo! Sono felice che la mia storia ti stia appassionando..spero continuerai a seguirmi! Ciao ciao e a presto, (spero!!)

LoVe4Ever: Ma ciao! Allora, prima di tutto: GRAZIE!! Io adoro in modo spasmodico le recensioni lunghe quasi quanto i capitoli che scrivo (XDXD) e quindi di conseguenza ora adoro te! Lolll! Per quanto riguarda la nazionalità di Rose…bè, all’inizio anche io avevo pensato di farla irlandese (siamo telepatiche?! U.u) ma alla fine, non chiedere perché tanto la mia mente malata non saprebbe darti una risposta, ho scelto per l’England…eh vabbè, dai! Io adoro tantissimo Rose e Robert…danno quel tocco di romanticismo che fino ad ora non abbiamo notato in Logan e Rory. Detto questo, passiamo a questo capitolo…allora, che te ne pare? Sono stata brava? E nessuno li ha interrotti!! Youppy per Logan e Rory! Se l’altra volta hai detto che mi avresti volentieri linciata per aver fatto finire il capitolo in quel modo, non so proprio che mi avresti fatto se avessi deciso (come era nei miei piani all’inizio) di far finire questo quando lui le sussurra il fatidico “Vieni via con me”…devi ringraziare Christine23 per avermi convinta a non farvi schiattare tutti! E ora…ti saluto! Alla prossima e spero che continuerai ancora con le tue recensioni che mi fanno sorridere tanto…=D PS: Loganuccio (che per inciso, è MIO! *__*) ringrazia e ricambia il bacio! Ihihih! Ciaooooo

Yuffie23: Non ti posso assicurare che non si siano già riappacificati perché, come ho detto fin dall’inizio, non sarà una storia molto lunga, ma di certo ne succederanno ancora delle belle! Che te ne pare di questo capitolo? Così…come dire…più romantico del solito? Fammi sapere! Baci baci

giuggiolina43: Ed come è finito questo capitolo! Contenta per la SEMI riappacificazione?? Spero di si! Mi raccomando fammi sapere che ne pensi…un bacioneeee!

romanticgirl: certo che ho pubblicato a tempo di record, eh?? Sono stata brava, vero? Per una volta…comunque…che ti è parso di questo nuovo capitolo?? Spero che ti sia piaciuto e che vorrai farmelo sapere! ;D PS: sn passata dal tuo account e leggendo la tua presentazione mi sono accorta che anche tu adori Nicholas Sparks! Ho appena finito il suo ultimo libro "La Scelta"! E' un bel libro ma ne ho letti anche di più belli (vedi "Le pagine della nostra vita" o "Il posto che cercavo" e il suo seguito "Ogni giorno della mia vita")

LadyElizabeth: certo che questa cosa del passato prossima vi ha proprio colpite (e anche un po’ affondate, eh?)! Ma non temere, puoi tornare a galla…non sembra proprio che questo amore sia diventato passato prossimo dopo questo capitolo, vero? E tranquilla che Rory non ha affatto dimenticato che Logan è l’uomo più bello e affascinante del pianeta…era solo un po’ annebbiata! Fammi sapere che ne pensi di questo continuo! Baci baci


CONTINUA…

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Capitolo 5
*** "...stanchi, ma felici." ***


"...stanchi, ma felici."




-Io non ti ho dimenticata.- sentenziò Logan in un impercettibile sussurro. –Sei ancora la mia Scheggia.- aggiunse poi lasciando che le parole venissero trasportate dal vento.

Piccole grandi parole.
Piccoli grandi sussurri che continuavano a muoversi tra le pesanti coperte.
Che si insinuavano nelle menti, nei respiri, nei cuori, in ogni battito.
Che si muovevano con condiscendenza.
A tratti erano quasi parole soffocate.
A tratti erano urla.
A tratti erano voci ovattate.
A tratti potevano sembrare solo un lontano ricordo.
A tratti potevano apparire come frutto di un sogno.
Ma non lo erano.
E Logan Huntzberger lo sapeva.
Ecco perché non riusciva a chiudere occhio.
Ripensava alle parole che aveva sussurrato qualche ora prima alla ragazza, alla donna, che continuava a fargli battere il cuore più velocemente del normale.
L’aveva davvero baciata mandando a farsi benedire tutti quegli anni in cui aveva creduto di essere riuscito a fare a meno di quelle labbra?
Si.
Aveva davvero rinunciato alla speranza di dimenticare una volta per tutte quell’orrenda giornata in cui si era costretto a dirle addio?
No.
Ma avrebbe mai potuto davvero rinunciare a lei?
No.
L’aveva baciata?
Si.
Se ne era pentito?
Mai.

*******

-Io non ti ho dimenticata.- sentenziò Logan in un impercettibile sussurro. –Sei ancora la mia Scheggia.- aggiunse poi lasciando che le parole venissero trasportate dal vento.

L’aveva baciata.
L’aveva chiamata Scheggia.
Ed era tornata ad 8 anni prima.
Aveva fatto un passo indietro nel passato. Si era tuffata nei ricordi.
Il suo abbraccio.
Il suo odore.
Il suo torace.
Le sue labbra.
Come si sarebbero comportati d’ora in poi?
La sera prima, a quel bacio ne erano seguiti altri.
Poi lui l’aveva riportata a casa.
E anche lì, davanti il portone in vetro dietro alla quale il sostituto notturno di Marcello stava guardando la tv in un mini televisore, si erano baciati.
Cosa avrebbe dovuto fare quel giorno a lavoro?
Come avrebbe dovuto parlargli?
Come avrebbe dovuto salutarlo?
Rory Gilmore non si era mai sentita così ansiosa di arrivare al suo posto di lavoro, prima di quel giorno.
Lui sarebbe già stato là ad aspettarla come la sera prima?
O sarebbe arrivato più tardi?
Anche quella mattina avevano una riunione per stabilire la frequenza di pubblicazione della pubblicità per la loro compagnia che il giornale doveva rispettare.
Rory arrivò in anticipo in ufficio, cosa che non succedeva dai primi mesi di vita del Gilmore.

-Ciao Mia. Ci sono messaggi per me?- chiese alla sua assistente/segretaria uscendo dall’ascensore.

-Rory? Sono le 8 solo adesso e tu sei davvero davanti a me? Giurami che non sei un ologramma!- sbottò Mia sinceramente colpita da questa improvvisa puntualità del suo capo.

-Te lo giuro. Ora posso avere i miei messaggi?- chiese nuovamente la bruna sperando di vedersi recapitare un post-it con scritto il nome di Logan Huntzberger che ci teneva ad essere richiamato.

-Non ce n’è. Però è arrivato un mazzo di rose che troverai nel tuo ufficio. E c’è un biglietto.- disse la ragazza con sguardo malizioso.

Rory la guardò e sorrise e subito, cercando di non farlo capire, si precipitò nella sua stanza.
Un mazzo di rose rosa. E un biglietto.
La donna lo afferrò con mani tremanti e lo spiegò velocemente.

La ringrazio sentitamente per la donazione che ha voluto
effettuare per la lotta contro il cancro.
Le sono davvero grato.
Dovrebbero esistere più persone come lei.



In Fede,
Mark Parckard.



Perfetto.
Non era di Logan. Erano i ringraziamenti del magnate australiano della sera prima. Certo, facevano piacere. Ma erano pur sempre dei semplici ringraziamenti da un perfetto sconosciuto.
Nessuna chiamata. Nessun messaggio. Nessun biglietto.
Niente, nada, nisba.
Dove era finito?
Quella mattina, appena alzata, aveva controllato il suo cellulare, convinta che lui le avesse mandato qualche sms.
Superata la delusione per l’sms, con la stessa convinzione era arrivata in ufficio di corsa, sinceramente sicura di trovare una sua chiamata lì.
E superata l’ennesima delusione, era entrata nel suo ufficio con la completa sicurezza che quei fiori fossero realmente da parte sua.
Niente, nada, nisba.
Si sedette frustrata alla scrivania e accese il suo computer.
Aveva dei file da controllare e servizi fotografici da revisionare. Meglio farlo subito, almeno per tenere la testa impegnata.
Non doveva preoccuparsi. Lo avrebbe comunque sicuramente visto neanche un’ora dopo per la riunione.
Appena pochi minuti dopo alzò la testa per incontrare lo sguardo sorridente di Robert che stava uscendo dall’ascensore.
Salutò Mia e poi proseguì fino all’ufficio della bruna.
Le sorrise attraverso la porta a vetri e pochi secondi dopo entrarò, sempre con un enorme sorriso stampato in viso.

-Ciao Robert.- lo salutò Rory.

-Ciao Rory! Allora, sei pronta per l’ultima riunione? Dopo oggi avremo finalmente chiuso l’affare!- disse Robert.

-Già! Finalmente!-

-Bene, credo sia ora di andare in Sala Riunioni. Ho visto i nostri legali che erano già pronti all’entrata della stanza.-

-Non aspettiamo Logan?- disse lei subito in apprensione.

-Oh, Logan ha chiamato dicendo di cominciare senza di lui.-

Rory annuì e delusa si alzò dalla sua scrivania dirigendosi verso la Sala dove tutti stavano aspettando, subito seguita da Robert.

*******

La riunione era cominciata già da un’ora e di Logan ancora neanche l’ombra. Dove era finito?
Che la stesse evitando?
Ma perché? Dopotutto era stato lui a farsi avanti per primo, la sera prima.
Se ne era pentito?
E allora perché non dirglielo? Si sentiva a disagio?
Ecco quello che pensava Rory Gilmore durante una delle riunioni più importanti degli ultimi giorni.
Quello che doveva essere il suo pensiero fisso, ovvero i bilanci e gli ultimi accordi con la Bunching & Huntz, era ormai stato completamente soppiantato. L’unica persona alla quale riusciva a pensare in quel momento era Logan.
E non le era mai capitato di non riuscire a scindere il lavoro dalla vita privata.
E invece, in quell’occasione le era capitato. E alla grande, si dovrebbe osare dire.
I suoi avvocati stavano ancora discutendo sui termini di chiusura del contratto, con un Robert sorridente e bonario come sempre e i suoi agguerriti legali, che un frastuono distolse tutti da ciò che stavano facendo.

-S-scusate.- mormorò la causa del rumore.

Era ovviamente Logan, che entrando trafelato nella Meeting Room, non si era accorto della presenza di una pianta vicino alla porta, e l’aveva malamente urtata facendo rompere il vaso e quindi finire tutta la terra per terra.

-Logan! Ma dove eri finito? Avevi detto di iniziare senza di te, ma non pensavo che avresti ritardato così tanto!- disse Robert alzandosi e andando a dare una pacca sulla spalla al suo amico che stava invano cercando di rimettere in senso quel disastro.

-Non ti preoccupare, Logan. Sistemerà tutto Mia, dopo. Vero?- chiese Rory rivolgendosi alla sua assistente che dopo aver sbuffato in modo quasi impercettibile come a dire “faccio sempre tutto io”, sorrise e annuì vigorosamente.

-O-ok.- rispose Logan che dopo essersi sistemato e ripreso dal trambusto che lui stesso aveva provocato, salutò educatamente i legali di entrambe le parti e si sedette vicino a Robert, esattamente di fronte a Rory.

Rory, dal canto suo, non seppe né come né tanto meno perché, cominciò a sudare freddo.
Nuovamente, una cosa che non le era mai capitata durante una semplice riunione di lavoro.
L’unico problema, proprio sottile, era che forse il tutto dipendeva, prima dall’assenza dell’uomo che amava e ora dalla presenza dell’uomo che amava.
Problema a cui trovare una soluzione.
Si impose di stare tranquilla e ricominciò a respirare regolarmente, con il petto che si alzava ed abbassava ad un ritmo abbastanza regolare, e di non guardare davanti a se.
Per nessun motivo, per nessuna ragione avrebbe dovuto girarsi verso il biondo.
Anche se tutti gli altri avessero visto passare davanti alle finestre un UFO con gli alieni che facevano “ciao ciao” con le tre dita affacciandosi da delle specie di oblò.
Mai, mai, mai avrebbe dovuto girarsi.
Ma forse una sbirciatina…no! Non poteva e non doveva, soprattutto.
Ad un tratto tutte le altre voci divennero un bla bla bla costante e cominciò a sentirsi osservata.
Decise che in quel caso avrebbe potuto girarsi. E lo fece.
Logan la stava guardando, con insistenza.
Non distolse lo sguardo neanche quando i loro occhi si ritrovarono incatenati.
Rimasero così per diversi minuti, quando una voce, all’inizio lontana, cominciò a farsi sempre più distinta. Robert.

-Logan? Logan, mi senti?!-

-Cosa? Oh…io ehm si. Dicevamo?- sobbalzò Logan risvegliatosi dai suoi pensieri e dalle sue elucubrazioni mentali.

-Amico, stai bene? Sembravi su un altro pianeta.- scherzò il moro accanto al ragazzo.

-No, io…scusate.- mormorò in segno di scusa e come una furia si alzò e si precipitò fuori dalla stanza.

Colui che aveva sempre avuto un grande controllo su se stesso e sui suoi stati d’animo, era in quel momento incapace di mostrare qualsiasi tipo di indifferenza nei confronti dello sconvolgimento emotivo alla quale aveva sottoposto il suo cuore negli ultimi giorni.
Si alzò in fretta e altrettanto velocemente uscì dalla Meeting Room.

-Ma cosa gli prende?- chiese Robert guardandosi intorno e alzandosi per raggiungere il suo amico.

-No, vado io.- lo fermò la ragazza che si alzò e, tacchi permettendo, uscì il più in fretta possibile dalla sala.

-Non vorrei essere inopportuno, ma non ho capito bene cosa è appena successo.- mormorò uno degli avvocati dando voce al pensiero di tutti gli altri.

Alla domanda rispose un Robert assorto mentre guardava ancora la porta che i due ragazzi avevano imboccato qualche istante prima.
Si mise le mani nelle tasche e con sguardo pensieroso ma con sorriso soddisfatto sussurrò:

-Oh, io lo so. Si, so cosa sta per succedere.-

*********

Si infilò nell’ufficio della proprietaria del giornale e si chiuse dentro, non a chiave, ma comunque come se si fosse trovato a casa sua.
Non ci era riuscito. Quella mattina, quando si era svegliato, aveva imposto a se stesso di dover rimanere calmo. Di non dover dar segno di ricordare, né tanto meno considerare, ciò che la sera prima era successo in quel dannato parco e sotto quel dannato grattacielo in cui lei abitava.
Era sempre riuscito a far finta di dimenticare, e molte volte non aveva neanche dovuto fingere, ma quando entrava in gioco Lorelai “Rory” Gilmore tutto il resto non contava.
Era sempre stato irrazionale nei sentimenti che provava verso quella ragazza.
Sin da quando si erano messi insieme, lui sapeva di aver trovato la sua anima gemella.
Avevano avuto i loro momenti bui.
Avevano litigato ferocemente per più volte.
Si erano lasciati per più volte.
Ma alla fine, qualunque strada avessero intrapreso, si ritrovavano.
Come i poli di due calamite che non possono fare a meno dell’altro. Che si attraggono, che poi si respingono, ma che poi tornano ad unirsi.
E quel fortuito incontro ne era la prova.
La prova del fatto che anche 8 anni e kilometri di distanza non avrebbero potuto separare le loro anime, che ormai avevano trovato l’altra metà combaciante.
E lui, Logan Huntzberger, era deciso a non lasciare che qualcos’altro li dividesse.
Non poteva farlo succedere.
Non poteva lasciare che accadesse. Non di nuovo.
E quella mattina, quando alzatosi dal letto dopo una notte passata a rimuginare aveva pensato che l’indomani se ne sarebbero andati e che sarebbe tornato tutto alla normalità, si era sentito mancare al pensiero di tornare non a quella normalità familiare che apprezzi, che ami, che cerchi, che rincorri, che brami, per la quale combatti affinché non ti venga sottratta.
No, a quella normalità anomala che si era creato per convincersi che anche senza di lei poteva andare bene. Che anche senza di lei poteva andare avanti con la sua vita. Si era preparato velocemente ed era corso verso il Gilmore.
Aveva preso un taxi per paura di correre troppo veloce per le strade di Manhattan.
E quando l’aveva vista in quella Sala, aveva capito che l’unica cosa che poteva fare era…

-Logan…- sussurrò una voce entrando nell’ufficio e trovando il ragazzo con le spalle alla porta e lo sguardo perso per le strade trafficate di Manhattan che si vedevano dalle grandi vetrate.

Il biondo si girò velocemente e se la ritrovò a pochi centimetri di distanza.
No, doveva allontanarsi perché nel caso contrario non sarebbe riuscito a dirle quello che doveva.
La guardò per qualche istante e poi fece due passi indietro, mettendo tra di loro una piccolissima distanza.

-Logan, io…-

-No, Rory. Fai parlare prima me, per favore, ok?- chiese Logan incalzante.

La moretta annuì e rimase ad aspettare che il ragazzo trovasse le parole giuste.
Inaspettatamente non dovette aspettare neanche alcuni secondi che la voce del biondo raggiunse nuovamente le sue orecchie.

-Ieri sera è stato qualcosa di inaspettato. Non avevo programmato tutto. Non avevo pensato di rapirti da quella festa e portarti via. Ma quando ti ho vista ho desiderato immensamente che tutte quelle persone che ci stavano intorno sparissero per sempre, per lasciarci soli. Ero addirittura alterato perché questo non stava accadendo e non riuscivo a capire come le persone ancora non si fossero accorte di quello che già ci stava succedendo mentre ci guardavamo e al perché non se ne fossero già andate per lasciarsi alla nostra intimità.-

Si fermò per sorridere e poi riprese.

-E poi ti ho portata via e la mia mente, e il mio cuore, sono tornati a 9 anni fa quando ti ho portato per la prima volta nelle cucine di Yale, quando già era tutto chiuso.
Probabilmente erano le 2 di notte o giù di lì. Ricordo come se fosse ieri il tuo sguardo di disappunto, ma il guizzo divertito nei tuoi occhi. Ricordo di quando, come se fossi stata una bambina nel paese dei balocchi, hai scalpitato per poter avere la prima ciotola di cereali della giornata e quando, sentendoti in colpa, hai lasciato quei 10 dollari sul bancone. Ed è stato lì, mentre ti vedevo felice per qualcosa di così semplice, che ho capito che ero innamorato di te. Lo so, ci ho messo un po’, un bel po’, per dirtelo, ma lo sai come sono fatto…non so mai se una cosa sia giusta da dire oppure no. E ieri mi sono ricordato di quanto io ti amassi. E di quanto ti amo, Rory.-

Completò il suo discorso con un sorriso e con un’emozione enorme.
Subito riflessa su di lei.
Rory rimase qualche secondo traballante su quei tacchi ora del tutto inutili e sulle sue gambe completamente e totalmente instabili.
Lui le aveva appena confessato il suo amore, di nuovo, dopo 8 lunghissimi anni di separazione.
E lei, lo amava?
Si, ne era certa.
Doveva dirglielo.
Ancora con il cuore in tumulto, gli si avvicinò.
Lui non le diede il tempo di fare più di un passo che annullò la distanza che li divideva e si strinsero tra le braccia.
Si strinsero forte, come se volessero imprimere le impronte dei loro corpi su quello dell’altro. Combaciavano.

-Ti amo.- gli sussurrò Rory.

Si guardarono negli occhi e piano, con un movimento quasi impercettibile, si avvicinarono.
I loro respiri si confusero e i loro occhi si fusero.
Si incontrarono le labbra e finalmente si baciarono. Dapprima piano, poi più velocemente, presi dalla passione.
Poi cominciarono a sorridersi, labbra a labbra.
E poi risero di gioia, continuando a tenersi stretti.

-Questo vuol dire che…- azzardò Rory sfiorandogli le labbra con un dito.

-Che non mi scapperai mai più.- sorrise il biondo perdendosi in quell’oceano.

Si baciarono di nuovo. Ancora e ancora, per diverso tempo.
Decisero di andare via, di fuggire e di andare a rintanarsi nell’appartamento di lei.
Uscendo dall’ufficio, ancora mano nella mano, intrecciate tra di loro, salutarono Robert sorridente e Mia esterrefatta.
Uscirono dall’edificio e in pochi minuti, grazie ad un taxi, si ritrovarono sotto casa di lei.
Entrarono nel grattacielo, salutarono Marcello, sorpreso nel vedere una delle migliori inquiline del palazzo che seguiva da anni accanto ad un uomo tanto felice negli occhi, e subito raggiunsero l’appartamento della ragazza.
Si baciarono con calma prima in ascensore e poi davanti la porta.
Rory cercò le chiavi e finalmente riuscì ad entrare.
Era un open space molto grande che collegava salotto, sala da pranzo e cucina e si divideva dalla camera da letto solo da una porta scorrevole in noce.
L’arredamento era molto semplice ma sofisticato.
Si buttarono sul divano, ancora sorridenti, ancora felici.
Continuarono a baciarsi fino a quando decisero di spostarsi in camera da letto.
E lì, fecero l’amore.
Come se fosse la prima volta.
Come se in realtà non si fossero mai lasciati.
Conoscevano ancora il corpo dell’altro, come se l’ultima volta che avevano fatto l’amore risalisse a neanche due ore prima.
Fecero l’amore in modo lento, dolce e passionale allo stesso tempo.
Una, due, tre volte.
Avevano tutto il tempo del mondo per rivedersi, riscoprirsi, riconoscersi.
Si amarono per ore e poi sfiniti si accoccolarono l’una nelle braccia dell’altro.
Rory appoggiò il capo sul petto di lui, all’interno del quale ancora il cuore batteva forte come un tamburello.

-Mi è mancato tutto di te.- inspirò Logan accarezzando la schiena della sua amante. –Mi è mancata la tua risata, la tua bocca. Mi è mancato il tuo viso, il tuo respiro sul mio torace, il tuo battito del cuore. Mi sono mancate le tue battute sarcastiche e mi sono mancati anche i tuoi disastri in cucina.- rise infine il biondo.

-Ora sono diventata piuttosto brava, lo sai?- lo rimbeccò lei dandogli un buffetto sul petto.

Si guardarono negli occhi, ancora sorridenti, e si baciarono di nuovo.
Un bacio a fior di labbra, semplice, casto, ma pieno di amore e tenerezza.
Fecero di nuovo l’amore e poi si addormentarono, stanchi ma felici.




***********



E rieccomi qui nel giorno del mio 17esimo compleanno! Ebbene si, oggi divento più vecchia o come amo dire io “semplicemente più saggia”. E mentre ascolto una vecchia canzone dei Blue sono qui a scrivervi il capitolo e a ringraziarvi.
Che ve ne pare di questo capitolo? E’ stato abbastanza difficile da scrivere, lo ammetto. Avevo diverse idee per questo capitolo, ma alla fine ho deciso per quella più buona. Probabilmente è un po’ sdolcinato, ma io credo che tutti gli innamorati, anche quelli più duri e più “bastardi” dentro alla fine non possano fare a meno di mostrare la loro dolcezza nei confronti della persona amata, quindi perdonatemi per essere un’inguaribile romantica. Alla fine di questa storia mancano massimo 2 o 3 capitoli, quindi la storia sta volgendo al termine.
Ora passiamo ai ringraziamenti:

pinkgirl: Ciao! Non credo che tu abbia mai recensito, ma come si dice? Meglio tardi che mai!^^
Allora, sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta e spero che anche questo capitolo tu lo abbia apprezzato! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi! Alla prossima!

LoVe4Ever: Oh mia cara…hai dovuto aspettare un po’ di più ma alla fine sono tornata!^^ Mi sei mancata tanto *.*! Comunque, ritornando in me…che mi dici di questo capitolo?? Lo so, è un tantino sdolcinato, ma qualche volta ci vuole, non credi? Per quanto riguarda la nostra Lorelai (dico nostra perché anche io la AMO profondamente!^_^) ritornerà nel prossimo capitolo e ti assicuro che all’inizio ci sarà da ridere. All’inizio…ehm ehm non posso aggiungere altro! Cmq, “Altro Personaggio” è fortunatamente riferito a Rose e Robert…nessun personaggio esterno scombussolerà la coppia, lo prometto…ok, sono sadica ma non fino a questo punto! xD Che ne dici del mio (ok, nostro…) Logan? Come ti è sembrato? All’inizio era più confuso che persuaso, ma alla fine ha deciso per il meglio…non credi?! Per quanto riguarda le tue recensioni (lunghissime (che io adoro profondamentissimamente)) piene dei tuoi deliri, bè, lasciatelo dire ma…io le ADORO! Anche perché anche io sono un pò pazza (non so se si evince da quello che scrivo nei capitoli o da quello che sto scrivendo ora! o.O)…quindi…continua così che vai alla grande! Detto questo mi rimane da dirti soltanto che ti adoro e che non vedo l’ora di leggere cosa pensi di questo capitolo! Ciao carissima, spero a prestissimooooo! =D

romanticgirl: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e di questo che mi dici? Troppo zucchero?  Comunque… “la scelta” di sparks l’ho letto in italiano e mi è piaciuto molto! Lo hai letto, per caso? Baci, alla prox

giuggiolina43: Rieccomi…un po’ in ritardo, ma rieccomi! Allora che te ne pare di questo momento idilliaco tra i nostri beniamini? Piaciuto? Fammi sapere! Baci, alla prossima!!

LadyElizabeth: Eccomi di nuovo qui, anche se con un po’ di ritardo! Sono stata brava oggi? Spero di si! Fammi sapere che ne pensi, ok? Un bacione

cherol: Sono contenta che lo scorso cap ti sia piaciuto, ma ammetterai che questo è ancora più romantico, no?? Un bacio

Nikki Potter: Ciao! Sono davvero contenta che la mia storia ti sia piaciuta e che tu possa vederlo come un proseguo per il telefilm…chissà che gli sceneggiatori non battano la testa e decidano di riprendere a girare! Un bacio e aspetto di sapere cosa ne pensi di questo cap! A presto

Yuffie23: Non ti preoccupare, cara, sei scusata per il ritardo! xD Dopotutto anche io lo sono con l’aggiornamento, quindi siamo pari! =P Detto questo, che mi dici di questo capitolo? Spero proprio che tu lo abbia apprezzato! Un bacio e a presto!

summer89: Prima di tutto: ho cercato di respirare aria inglese per tutti voi, contenti? xD Detto questo passo a dirti che sono davvero lusingata per ciò che hai detto. Da quando ho visto l’ultima puntata di questo esilarante telefilm ho sempre desiderato dargli un degno finale. Soprattutto alla storia tra Logan e Rory che secondo me ha subito un drastico taglio. In ogni caso, ti ringrazio davvero tanto e spero che continuerai a farmi sapere cosa ne pensi! A presto, spero!


CONTINUA…

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