NekoAxel – la leggenda di un cuore fedele

di Archaix_Lemixia
(/viewuser.php?uid=427275)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo incontro ***
Capitolo 2: *** Felino Clandestino: il segreto di Roxas, un nuovo amico ***
Capitolo 3: *** L'addestramento di NekoAxel - una minaccia a Crepuscopoli ***
Capitolo 4: *** La minaccia continua - combattimenti, gelosie e piani segreti ***
Capitolo 5: *** Scoperti - La trappola del Necroparassita, un felino di troppo ***
Capitolo 6: *** Scienziati pazzi in azione - L'ultima pozza, la perdita di un caro amico?? ***
Capitolo 7: *** Scomparsi - dolore, verità e strane alleanze ***
Capitolo 8: *** I'll be waiting ***



Capitolo 1
*** Primo incontro ***


… Era un pomeriggio come tanti a Crepuscopoli. La vita scorreva placida a tranquilla, le vie della città erano piacevolmente riscaldate dalla luce di un eterno tramonto, e Hainer, Pence e Olette stavano ancora pensando a come trascorrere i loro giorni di vacanza. Una giornata come altre, insomma.

“TORNA SUBITO QUI BRUTTO BA****** RIDAMMI IL MIO GELATOOOOOOO!!”

NO, rettifico. Questo è uno dei giorni in cui le urla di Hainer si propagavano per tutta la città, cosa che succedeva ogni volta che il gatto del vicolo gli fregava il suo prezioso gelato salmastro.
“TORNA QUI BRUTTO GATTACCIO!! STAVOLTA LE PRENDI SUL SERIOOO!!!”
E come sempre partì l’inseguimento. Hainer scattò sull’attenti e fece un balzo dalla panchina su cui era seduto, atterrando vicino al gatto: questi scartò di lato e si rifugiò in un vicoletto lì vicino, con il gelato azzurro stretto fra le mascelle.
“Fermo Hainer! Torna qui!!” gridò inutilmente Olette. Il ragazzo si era già infilato fra le strette vie della città alla rincorsa di quel monello randagio. L’inseguitore non accennava a stancarsi, e neanche il gatto intendeva mollare il bottino. Si imbucò in diversi vicoli, finché non prese una strada chiusa. Non si sa se la scelse di proposito o no. Fatto sta che si arrampicò su una fila di scatoloni, e si adagiò esattamente al centro del mucchio. Era un bel posticino, i raggi del perenne crepuscolo illuminavano il vicolo donandogli un’aria quasi casalinga.
“ah-ah!! Adesso non fai più il gradasso eh? Ridammi subito il mio gelato brutto gatt-“
Olette e Pence erano riuscito a fermarlo in tempo, prima che potesse sollevare un solo dito sul povero micio.
“NO FERMO HAINER! Non vedi chi è lui??”
“Certo che lo vedo, è il pezzentone che mi ha rubato il gelatooooo!”
“No, è il gatto della storia di cui parlava la signora dei gelati! Non ricordi? Quello che è stato abbandonato dal suo padrone e che da allora lo sta aspettando alla torre dell’orologio…”


Nota delle autrici: Questo primo capitolo era un po' corto, ma serviva come imput per il resto della storia... Mi raccomando continuate a leggere ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Felino Clandestino: il segreto di Roxas, un nuovo amico ***


Un grido disperato risuonò nell’aria.
Il tranquillo boschetto di Crepuscopoli trasformato in un capo di battaglia, centinaia di shadow avevano invaso la città dall’eterno tramonto. La missione gli richiedeva di rimanere concentrato, ma quel grido soffocato sembrava quasi essere rivolto nella sua direzione… Corse verso l’animale ferito, che nel tentativo di difendersi aveva consumato le unghie fino all’osso. Giaceva lì, accasciato, un miagolio terrorizzato e costante.
 
I cuori dei nemici furono liberati fino all’ultimo. Il Nessuno si avvicinò al povero animale tremante di paura. Per rassicurarlo si tolse il cappuccio,  rivelando l’immenso oceano dei suoi occhi blu.
“Non aver paura micetto…”
Prese il gattino in braccio, e gli occhi verde smeraldo di lui divennero calmi e sereni.
“Sai, assomigli molto ad un mio amico. Forse se ti porto da lui mi saprà dire che fare di te…”
Il piccolo gattino fece le fusa e si accoccolò fra le braccia del biondo..
“Ma adesso è in missione… e sinceramente mi scoccia andarlo a cercare. Ti porterò con me e poi si vedrà. Giusto piccolo?” detto questo aprì un varco oscuro vicino a loro. Il gatto si spaventò alla vista di quel portale fatto di buio e ombra, ma il Nessuno lo tranquillizzò con parole dolci.
Poi lo ficcò nel cappuccio del suo cappotto e si infilò fra i fiotti di oscurità.
 
Xaldin stava preparando la cena, ed era al lavoro sui fornelli quando all’improvviso un portale oscuro gli si materializzò davanti, ed il nessuno dai capelli sparati all’insù si ritrovò faccia a faccia con il feroce lanciere.
“Oh scusami Xaldin, ho di nuovo sbagliato ad aprire il varco…”
“Nah non fa niente. Tu piuttosto, hai finito la missione o stai bighellonando?”
“No Xaldin l’ho finita.. Non sono un bambino, so completare le missioni. Stavo andando a dirlo a Xemnas appunto. Dici che è in terrazza ad ammirare Kingdom Hearts?”
“Mi pare ovvio. Ah, complimenti allora, per le tue missioni questo è un tempo record!”
“Smettila di prendermi in giro, piuttosto hai visto Axel?”
“No sta ancora svolgendo la missione… Ora devo tornare a cucinare ciao…”
Il nessuno biondo si allontanò da Xaldin, quel tanto che basta per notare il grembiule da cucina nero con il simbolo dei Rammstein.
“Beh che c’è? L’altro non  mi piaceva…”
“Ma te lo aveva regalato Xigbar, ci teneva tanto…”
“Era ROSA CON I CUORICINI. Il suo posto è nella spazzatura.”
L’altro non osò obbiettare e uscì in fretta e furia dalla cucina per dirigersi verso camera sua, il micio nel suo cappuccio cominciava ad agitarsi e lui non voleva farsi scoprire. Chiuse la porta e lasciò il felino libero di esplorare camera sua.
Tutto bianco. Muri bianchi. Soffitto bianco. Letto bianco. Pavimento bianco. Ed un’unica palla di pelo rosso fuoco che si aggirava in quel nuovo mondo color neve. Il Nessuno si buttò sul letto stanco, a fissare un punto imprecisato del vuoto cosmico. Poi quella dolce palla di pelo schizzò sotto al letto e per poco non gli fece prendere un infarto. La porta si era aperta, facendo entrare un Nessuno dai capelli infuocati da riccio.
“Ehi Roxas, come va? Sono appena tornato… Xaldin mi ha detto che avevi chiesto di me…”
“Si Axel, ho bisogno di te perché ho…. Trovato una cosa…”
Lentamente, chiamò il micio rossastro fuori da sotto al letto e lo prese in braccio: “Non è un amore?”
“U-un gatto?? Roxas lo sai che non si possono portare animali al castello!”
“TI PREGO POSSIAMO TENERLO??”
“No Roxas, non sono ammessi animali nell’organizzazione.”
“E allora Saix che ci fa qui??”
I due si fissarono per qualche istante.
“…Ok, facciamo che per qualche tempo può restare…”
“YEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!”
Axel sospirò. E da quel giorno il gatto diventò clandestino dell’organizzazione. Roxas lo chiamò NekoAxel, perché lui e il numero VIII si somigliavano molto. NekoAxel imparò anche a combattere, poiché il biondo Nessuno lo portava con sé nelle missioni più facili. Ma man mano che passava il tempo era sempre più difficile nascondere la sua presenza…

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'addestramento di NekoAxel - una minaccia a Crepuscopoli ***


Quella mattina Roxas si era svegliato molto presto e, zaino e in spalla e gatto nello zaino, si stava incamminando nel corridoio quando incontrò il numero VII. Le fredde iridi del Mago che Danza sulla Luna incontrarono l’oceano calmo del ragazzo, fulminandolo come una tempesta.
“B-buon giorno Saix, c’è qualcosa che posso fare per te?” chiese titubante la chiave del Destino.
“Credo proprio di si. Sto facendo una ricerca per conto del Superiore. Pare che sia stata comprovata l’esistenza di un felino clandestino all’interno del castello che Non Esiste, e per quanto sia grande il mio sentimento di fratellanza, mi è stato dato l’ordine di buttarlo fuori”
Roxas rimase impietrito dalla notizia. Come avevano fatto a scoprirlo? Aveva nascosto la presenza di NekoAxel così bene che persino lui faticava a trovarlo… Guardò con circospezione e senza farsi notare la sacca che teneva sulla spalla, pregando che il gattino rimanesse immobile senza fiatare. Rispose che lo avrebbe informato se avesse scoperto qualcosa e fece immediatamente dietrofront, ma una mano gli prese la spalla.
“Mi è anche stato dato l’incarico di ispezionare tutte le camere degli altri membri. Posso?”
Roxas deglutì silenzioso. Si era cacciato in un brutto guaio.
 
Aveva controllato tutto, da cima a fondo, con una precisione millimetrica. Per fortuna del clandestino nessuna traccia, così si stancò di cercare e si accinse ad uscire. Il numero XIII trasse un profondo sospiro nella mente, ma dovette fermarsi subito poiché l’altro non se ne era andato. Anzi, stava diritto davanti a lui con un’espressione lievemente interrogativa dipinta sul volto.
“…cos’è quel ciuffetto che hai sul cappotto?”
Quello che chiamava ciuffetto era un unico pelo rosso, quasi invisibile, poggiato sul mantello del biondo. Lo prese e lo annusò.
“Uff, è solo un capello di Axel. Dovresti lavarlo quel cappotto”
Detto questo fece dietrofront e continuò l’ispezione. Roxas sospirò felice. Era stata una vera genialata lavare NekoAxel con lo shampoo dell’amico.
Più volte il numero VII aveva sospettato qualcosa su di lui, ma per fortuna l’esistenza del piccolo clandestino non era ancora stata scoperta. Si tuffò nel portale d’ombra e ricomparì a Crepuscopoli, una città legata più che mai ad entrambi: infatti è da li che entrambi provenivano. E questo non poteva che aumentare l’empatia fra i due.
“Molto bene NekoAxel, la missione di oggi sarà sconfiggere un Heartless di medio livello. Sei pronto?”
Il gattino rispose con un miagolio fiero e convinto. Nonostante non fosse ancora molto grande, Roxas aveva constatato che possedeva una dentatura robusta e degli artigli molto forti.
“Molto bene, ma prima, riscaldamento. Zampata, rotolata, graffio”
NekoAxel partì subito sfoderando una micidiale zampata diretta ad un nemico inesistente, poi rotolò di lato e balzò sull’avversario invisibile con gli artigli sguainati. Era pronto.
I due si inoltrarono nel boschetto che li separava dal campo di battaglia. La Chiave del Destino avanzava cauto, con il suo compagno felino sulla spalla.
“Ricorda cosa ti ho insegnato Neko: concentrazione, azione. Individua il tuo avversario…”
All’improvviso NekoAxel si girò indietro e scattò in direzione di un nemico invisibile. Le unghie affondarono nella pelle nera del nemico incidendogli il volto, questo urlò dal dolore e finalmente divenne visibile.
“Una Lucertola Furtiva! Stai attento Neko!” Roxas evocò la sua Keyblade e partì all’attacco con un rapido affondo, che fu schivato agilmente dalla lucertola; questa caricò la coda e scaraventò via il custode, che andò a sbattere contro i pesante cancello della villa abbandonata. La furia si accese negli occhi del gattino, che balzò sul nemico e gli piantò i denti nella zampa anteriore: questi barcollò all’indietro sorpreso e scosse il braccio per levarselo, scaraventandolo via. NekoAxel incassò il colpo ma non si diede per vinto, prese la rincorsa e sfoderò un potente colpo di testa sul muso dell’avversario. Colpo che fu abbastanza potente da stordirlo per qualche istante, il tempo necessario per preparare l’attacco insegnatogli il giorno prima dal suo padrone: balzò su di lui e con una micidiale zampata gli sfregiò il volto, poi atterrò sotto di lui e rotolò in avanti, sbucandogli dietro e cominciando ad incidergli la schiena con le unghie affilate. La lucertola diventò invisibile e cominciò a correre in cerchio, ma il micio combattente non mollò la presa e piantò gli artigli. D’improvviso però il nemico si fermò, fece un enorme balzo e atterrò di schiena, spiaccicando il povero NekoAxel. Quando la lucertola furtiva si rialzò il gattino si rimise in piedi a fatica e non riuscì a parare il colpo che gli arrivò dritto sul muso. Venne sbalzato per qualche metro, atterrando pesantemente di schiena. Il nemico torreggiava sopra di lui.
La grossa Lucertola caricò la coda e…
Fu fermata da un  getto di fuoco che gliela tranciò di netto.
“Non toccare il mio amico brutto lucertolone!” esclamò il custode della Keyblade, che con un micidiale fendente gli squarciò il lato sinistro del corpo: la bestia barcollò tremante all’indietro sotto i colpi della Catena Regale, finché non tornò invisibile. Roxas alzò la guardia e tornò vicino al suo amico a quattro zampe: “Come stai Neko? Tranquillo ti coprirò io le spalle…”
Un improvviso movimento alle dietro di lui mise in allerta il ragazzo, che si girò roteando la Keyblade e colpendo l’Heartless di striscio. Avanzò per attaccare ma subito si bloccò a causa del forte dolore: delle scariche luminose lo avevano colpito in pieno petto. Esitò per qualche istante, e venne colpito da un’altra scarica di colpi. Finalmente riuscì a riprendersi, e identificò la posizione del nemico: dietro di lui. Fece un salto all’indietro atterrandogli sulla schiena, ed impugnò la Keyblade: la lama trapassò l’Heartless, ferendolo gravemente. Roxas saltò di nuovo all’indietro e caricò un altro Fire, che colpì il nemico in pieno.
Osservò il cuore luminoso della lucertola salire verso l’infinito, e lo immaginò ricongiungersi con Kingdom Hearts. Poi si precipitò verso il suo amico:
“NEKOAXEL! Stai bene? Ti prego rispondimi…”
Il gattino aprì gli occhi color smeraldo e rispose con un miagolio flebile ma convinto.
Poi tutto tremò.
**********************************                       **********************************
[P.S. se vi state domandando perchè Roxas combatte in maniera così rozza è perchè questa fanfiction è stata ambientata prima dell’arrivo di Xion, e quindi Roxas è ancora un novellino. Ovviamente lo abbiamo reso un po’ più sociale di come è descritto nel videogioco…]
**********************************                       **********************************
“M-ma che succede!?” Esclamò il biondo spaventato. Strinse il micio al petto con una mano e con l’altra impugnò la Keyblade. Che stava succedendo?? Cos’era quello?? Non capiva. All’improvviso si era creata un’onda d’urto potentissima, tanto da far tremare la terra. I sensi del custode della Keyblade erano al massimo, ma non captò altre anomalie. Tutto si fece silenzioso.
Poi all’improvviso un’altra scossa. I due compagni sentirono in lontananza un rumore di un edificio che crollava, ma non poterono andare a vedere poiché dovettero nascondersi: stava arrivando qualcuno.
“Olette! Sei sicura che sia qui!?”
“Si sono sicura! Hainer è andato alla casa stregata e non è più tornato! E ora anche questo terremoto! Dobbiamo trovarlo!” E si tuffò nella cavità.
Roxas non sapeva cosa fare: nessuno lo aveva avvertito di questo contrattempo! Era un’altra prova di Xemnas? Qualunque cosa fosse, non era obbligato ad affrontarla. La sua missione era già finita.
Uscito allo scoperto, aprì un varco oscuro, quando vide una vecchietta che, caduta a causa del terremoto, cercava di rimettersi in piedi. Non poteva lasciarla lì. Andò da lei e la aiutò a rialzarsi, sentendosi dire: “Grazie! Che ragazzino gentile che sei… Penso che ci rivedremo un giorno…”
Roxas rimase un po’ interdetto da quell’affermazione, ma non poté preoccuparsene perché stava cominciando ad arrivare altra gente. Si tuffò nel varco oscuro con NekoAxel alle calcagna, percorrendo velocemente il tratto d’ombra che lo separava dal castello che Non Esiste. Ad un certo punto però si fermò. Dall’altra parte, quella da dove era entrato, lo raggiunse un ruggito agghiacciante che se avesse avuto un cuore glielo avrebbe fatto battere all’impazzata. All’ultimo momento però si ricordò di mettere NekoAxel nel cappuccio per non farlo scoprire.
 
“ROXAS STAI BENE!?” non appena Roxas comparve tra le spire di oscurità il Soffio di Fiamme Danzanti gli corse incontro e lo abbracciò. Intorno a lui si erano accerchiati quasi tutti i Nessuno dell’organizzazione.
“Roxas, stai bene? Zexion ha avvertito la presenza di un potente Heartless nel mondo che stavi vistando, temevamo che lo avessi incontrato…”
“Beh ad un certo punto la terra ha cominciato a tremare…”
“Tremare?” domandò una voce composta e rilassata. Nascosto dietro a Xaldin, il numero VI si avvicinò lentamente al centro della piccola folla.
“Credo di sapere quindi di che si tratta… Andrò a riferire al Superiore. Intanto Demyx e Xaldin, voi andate a Crepuscopoli e accertatevi che le mie supposizioni siano corrette.” E sparì in un varco oscuro.
Demyx rispose felice: “mi piace quando il mio amico fa il capo^^ ” e sparì anche lui in un portale oscuro insieme a Xaldin.
 
Tutti erano concentrati nelle loro missioni. Nessuno si accorse che il varco scuro aperto da Roxas era ancora aperto, e nessuno vide quella macchia d’ombra che ne uscì silenziosamente, e scivolò nel buio.



Angolo delle autrici: salve a tuttiii ci scusiamo del fatto che postiamo i capitoli senza una data precisa, ma vogliamo solo il meglio per i nostri cari lettori ^^
vorremmo farvi un sondaggio:
preferite capitoli più corti ma aggiornati con più frequenza o preferite capitoli più lunghi? Al prossimo aggiornamento!! Archaix_Lemixia

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La minaccia continua - combattimenti, gelosie e piani segreti ***


…Quella mattina era stata parecchio movimentata per i nostri amici, che decisero così di passare il resto del pomeriggio a divertirsi. Axel conosceva un posticino tranquillo e soleggiato all’interno di bosco in cui andare a fare una bella scampagnata. Quel che era successo a Crepuscopoli però rimaneva ancora un mistero per Roxas, che camminava pensieroso in mezzo a quel bosco tetro e scuro a fianco del numero VIII e del suo amico peloso.
“…Ehi Roxy che succede? Pensi ancora all’episodio di stamattina? Tranquillo, è ordinaria amministrazione, e poi sai che a Zexion piace esagerare sulle tragedie…”
Il biondo sollevò lo sguardo verso gli occhi smeraldini dell’amico e accennò un sorriso incerto e sincero, ma dentro di se sapeva che era successo qualcosa di oscuro.
Dopo qualche minuto di camminata finalmente arrivarono nel luogo prestabilito: una piccola radura circondata dagli alberi, illuminata dai caldi raggi del sole, al cui centro sorgeva un albero di cui Roxas non avrebbe saputo dire la specie: i rami carichi di foglie formavano un’enorme cupola ombrosa, sostenuta da un tronco spesso e nodoso.
“…Quello è un Castagno Roxas” precisò il Nobody, vedendo l’espressione sul viso del biondo.
“E.. che ci fa qui? In mezzo a una radura, fra tutti questi alberi così diversi da lui…”
L’altro restò per qualche istante  in silenzio, poi si diede una pacca sul collo e disse:
“…Sinceramente non lo so”
I due si misero a ridere, si avvicinarono al possente albero sedendosi alle radici del tronco e NekoAxel, probabilmente sentendosi messo da parte, saltò sulla pancia del suo padroncino biondo rischiando di soffocarlo.
“Ahio! Tranquillo Neko, non ci siamo dimenticati di te, vero?” Roxas cominciò ad accarezzare il pelo liscio del micio che di rimando fece le fusa, contento di aver finalmente ottenuto un po’ di attenzione. Si accoccolò in grembo a pancia in giù e si lasciò carezzare docilmente…
“…Mi stai ascoltando Roxas?”
“Eh?” il biondo si ridestò dalla sua trance. “S-si? Cosa c’è?”
“Ti ho fatto una domanda Roxas, non mi hai sentito?”
“Oh scusami, è che mi sono incantato a guardare Neko…”
Axel mise su un piccolo broncio, se avesse avuto un cuore avrebbe potuto dirsi offeso.
“…Ma che… non sarai mica geloso eh?”
“Geloso io? Macché! E poi cosa vuol dire geloso?”
“Boh… Vexen mi ha detto che i Somebody definiscono così qualcuno che vorrebbe avere cose che hanno gli altri o essere al posto degli altri…”
“Beh in questo caso non sono geloso, mai stato e mai sarò! Io sono un personaggio commerciale…”
“Eh?”
“Niente, niente…”
 
 
**********************************                       **********************************
“Yawn, che giornata. Tutte le missioni per Crepuscopoli sono state sospese a causa di quella presenza oscura… Domani ti va di indagare?” Il biondo stava accarezzando la testolina di quella pallina di pelo rossa che da tempo conviveva con lui. Nella penombra della stanza non si vedevano i colori, ma Roxas avrebbe giurato che il manto di NekoAxel fosse più scuro del solito. Non ci fece caso, e si coricò supino nel letto. La stanchezza doveva giocargli brutti scherzi, perché ora credeva di vedere addirittura DUE gatti riposargli a fianco. Ma era solo un’allucinazione.
“ O beh, allora buona notte. Ci vediamo alle tre  di mattina…”
E puntualmente, alle tre del mattino seguente, tutta l’organizzazione fu svegliata dall’assolo di Sitar del Notturno Melodico.
**********************************                       **********************************
 

Era l’alba del giorno dopo. Roxas si era svegliato presto con la folle curiosità di andare ad indagare su cosa fosse successo ieri, insieme al suo amico felino. Nella riunione di ieri sera Xemnas aveva detto che se ne sarebbero occupati Xaldin, Lexaeus e Larxene. Doveva essere un Heartless davvero forte per dover mandare tre membri così potenti. In realtà avrebbe dovuto andarci anche il Leggiadro Sicario, ma aveva insistito per rimanere al castello:
“Vexen mi ha incaricato di curare le nuove piante geneticamente modificate da lui, che sbocciando generano frammenti di cuori. Hanno bisogno di cure costanti e se non li faccio sbocciare mi ucciderà!”
Quel giorno però gli era stata affidata una missione, quindi si ripromise di indagare più tardi. Saix gli aveva riferito personalmente le direttive e l’incarico sembrava più difficile del solito, così non se la sentì di portare NekoAxel con lui.
“Oh, un’ultima cosa…” aggiunse il numero VII prima di congedare il ragazzo.
“…Se avverti la presenza di un altro Heartless oltre a quelli segnalati, un nemico potente, ritirati subito. Intesi?”
Questa cosa lo turbò molto. In che senso un nemico potente? Provò a chiedere spiegazioni ma non ottenne risposte. Così si avviò verso la finestra per osservare la bella giornata di sole che presto sarebbe diventata una notte cupa e carica di terrore. Aprì il portale d’ombra che lo avrebbe condotto nel mondo prestabilito e ci si tuffò, lasciando che le spire di oscurità lo catturassero e invadessero.
Si ritrovò così nella città rappresentante della macabra festività di Halloween.
Ripensandoci non avrebbe portato lì NekoAxel neanche se avesse potuto.
 
Castello dell’Oblio:
… Mentre il biondo era in missione, naturalmente ad Axel era stato affidato l’incarico di badare al  “dolcissimo” NekoAxel. Peccato che il Nobody in questione avesse la voglia di un comodino di badare al suo piccolo alter-ego.
“Umpf. Di questi tempi Roxy non ha occhi che per te. Dovresti sentirti lusingato pallina di pelo”
NekoAxel stava giocando a rincorrere un gomitolo datogli dal suo padroncino. Correva dietro alla pallina felice con un’agilità sorprendente, ora infilandosi sotto al letto, ora saltando sul davanzale della finestra.
“Non sembra importartene più di tanto. Sei felice di aver incontrato chi ti apprezza per quello che sei e lo rispetti, ma… Sai Roxy ha ragione... Sono proprio geloso.
NekoAxel raggiunse il gomitolo e ci si agguantò felice, mostrando al rosso due occhi smeraldini fieri e raggianti.
 
 “è permesso?” chiese una voce atona.
“Oh cavolo” Axel scattò in piedi e corse a nascondere NekoAxel, ficcandolo con un calcio sotto al letto. “S-si entra pure” rispose.
La porta si aprì e Saix squadrò immediatamente la tensione del numero VIII: “posso sapere come mai ti trovi negli appartamenti della Chiave del Destino?”
“Beh io stavo… (pensa in fretta Axel pensa in fretta!!) …Stavo cercando una cosa ce avevo lasciato qui l’ultima volta, niente di che”
Il Mago che danza sulla Luna sembrò cascarci, e fece per andarsene. Axel tirò un silenzioso sospiro di sollievo e si mise un ginocchio per recuperare il povero micio: “Ma che cavolo, dove si finito?? Devo portarti fuori da qui… Eccoti! Ma che siete un due lì sotto? Stai fermo!!”
Finalmente lo tirò fuori, la polvere sotto al letto si era attaccata al pelo rosso perché sembrava più scuro; appena uscì da sotto al letto NekoAxel cominciò a divincolarsi come un indemoniato nella stretta del Nessuno che, preso alla sprovvista, perse la presa e lo lasciò andare.
“Ma che fai?! Cos è ti sei arrabbiato per il calcio di prima? Scusami ti prego, fermati ci farai scoprire!”
Finalmente riuscì a prenderlo e a ficcarselo sotto al cappuccio; scivolò silenzioso fuori dalla stanza dopo aver accertato che non ci fosse nessuno, e si incamminò per il corridoio.
 
Lasciando la porta aperta.
Saix, appostato dietro l’angolo, ne approfittò per entrare di nascosto:
“Umpf. Obiezione, vostro odore*. Il tuo shampoo puzza di gatto Axel, e io non mi sbaglio mai”
Controllò dappertutto, finché non sentì un movimento da sotto al letto. Si mise in ginocchio e cercò di distinguere qualcosa nel buio…
“Uh?”
 
Intanto…
… La sua missione era raccogliere i cuori di un gruppo di Indaspettri annidati nel cimitero. Si avviò verso il centro della città, trovandolo fortunatamente vuoto, e si avvicinò alla strana fontana fluorescente che si ergeva nel centro della pazza. Lentamente, si sporse sul bordo per osservare meglio quello strano fluido fluorescente e velenoso, chiedendosi da dove venisse, quando intravide l’ombra di lui: l’essere che più gli incuteva paura, il re della macabra città. Lo scheletro si muoveva confondendosi con le  ombre della notte, leggermente chino su se stesso e pensieroso. Una volta i loro sguardi si erano quasi incrociati, ed il Nobody aveva provato più che mai una sensazione di vuoto assoluto.
Si acquattò dietro la fontana ed aspettò che se ne andasse via, per poi dirigerti in fretta verso il pesante cancello che conduceva al cimitero. Varcò la soglia del campo di battaglia, ed evocò la Keyblade.
Non c’era anima viva. Roxas alzò la guardia al massimo e si mise in posizione di battaglia, restando immobile per percepire gli spostamenti del nemico. D’improvviso sentì un movimento alle sue spalle e roteò la Keyblade, che fendette il nulla. Scattò in avanti e finalmente colpì l’Indaspettro che divenne visibile e si accasciò sul terreno perdendo ectoplasma. Il custode della Keyblade puntò l’arma su di lui per finirlo, ma non si accorse di altri due Heartless dietro di lui che lo afferrarono e trascinarono verso l’alto: paralizzato dal loro potere non poté fare nulla per evitare l’attacco del terzo Indaspettro che, ripresosi, gli sferrò in pieno petto. La Chiave del Destino venne scaraventata contro una lapide circolare sbattendo pesantemente di testa. Sentì un dolore lancinante attraversargli la metà sinistra del cranio e ed un intorpidimento alla gamba e al braccio destro, ma si impose di rialzarsi, evitando così la sfuriata del nemico. Scartò di lato e fece pressione con il piede su una lapide dietro di sé per rispondere all’attacco. L’Indaspettro caricò a testa bassa ed i due si scontrarono, ma la vittoria andò al Nobody che trapassò il non-corpo del nemico con la sua arma. Ebbe appena il tempo di tastarsi la testa per confermare i suoi dubbi: la ferita del capo perdeva sangue. Sentì arrivare da dietro un altro attacco e schivò appena in tempo l’affondo dei due…
Cinque? Ma quanti erano!?
 
Sala delle riunioni:
Xemnas stava riflettendo sul significato di quella strana presenza a Crepuscopoli. Anche al castello della Bestia era stato trovato un nemico fuori dall’ordinario, una Capsula Vivente molto più potente della norma…
“…Che cosa hai intenzione di fare? Vorresti danneggiare il custode della Keyblade o il suo Nessuno? In entrambi i casi, non possiamo permettertelo…”
Un leggero sorriso comparve sul volto del Superiore, che si fece inghiottire da un portale di tenebre e scomparì.





 
************************************+        +***********************************
  • * = Citazione presa dai video di VelerysuperBest  (siete grandi ^^)
************************************+        +***********************************






Nota delle autrici:
Riuscirà il nostro biondo custode a uscire vivo dallo scontro?
Di che sta parlando Xemnas??
Ma soprattutto chi avrebbe mai sospettato che il grande Axel è GELOSO!!!??? (noi no... >w< *fangirling squeel*)
Avreta la risposta a queste e a tante altre domande seguendoci fino al prossimo capitolo!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Scoperti - La trappola del Necroparassita, un felino di troppo ***


Venti, ecco quanti erano. Il numero XIII si concesse finalmente un momento di riposo e si sedette sul resto di una lapide spezzata, massaggiandosi il capo. Alcuni lembi del suo mantello si erano strappati, le cuciture svolazzavano leggere nel vento. Tutto intorno a lui era tornato silenzioso e tranquillo, come dovrebbe essere un cimitero.
“Argh, mi sono fatto prendere alla sprovvista da quell’Heartless. Devo ricordarmi di non restare fermo sul posto per troppo tempo…” Si incamminò dalla parte opposta del cancello per non incontrare nuovamente il Re delle Zucche, infilandosi per il sentiero della scorciatoia.
Come d’un tratto sentì una violenta scossa da sotto i piedi, così forte da farlo cadere all’indietro. Al centro del sentiero si era formato una specie di buco nero che si stava allargando a vista d’occhio, Roxas si alzò in fretta e si allontanò da lì ripercorrendo a ritroso la strada ma sbatté contro un muro invisibile: delle pareti inesistenti avevano circondato il perimetro che andava dal cancello d’entrata all’inizio della via alternativa. Si voltò per affrontare la nuova minaccia, ma rimase pietrificato dalla vista che gli si presentava: dall’enorme buco oscuro era uscita una gran quantità di tentacoli neri come la notte stessa, che si stavano avvicinando a lui. Spaventato (se così si può dire) si mise sulla difensiva cercando inutilmente una via d’uscita, quando si vide arrivare quelle piante addosso. Balzò su una di loro e saltò ancora più in alto, evitando di rimanere rinchiuso nella stretta morsa di spire che si era avvolta intorno a lui. Cercò di saltare ancora più in alto ma venne afferrato per la gamba da una delle piante, che lo trascinò giù facendolo sbattere pesantemente contro il terreno. La ferita al capo ricominciò a bruciargli, non riusciva più a muovere il braccio destro e non c’era alcuna via d’uscita. Gridò aiuto, sapendo che nessuno lo avrebbe sentito, e si preparò a difendersi come meglio poteva…
Da dietro di lui arrivò una potente frustata che lo scagliò contro la parete invisibile, sbatté violentemente di faccia e cadde inerte sul terreno. Cercò di rialzarsi inutilmente, non voleva morire, anche se sapeva che per un Nessuno morire non significava nulla. I Nobody sono creature dell’oscurità, gusci vuoti della gente che aveva ceduto la propria anima alle tenebre e aveva perso il suo cuore per sempre…
Le piante incombevano ormai su di lui, e in quel momento si chiese se mai avrebbe riavuto il suo cuore. No, non un cuore nuovo, donato da Kingdom Hearts, ma il SUO cuore. Quello che aveva perso quando il suo Somebody era stato inghiottito fra le ombre del buio. Forse, si disse, lo aveva fatto per una giusta causa. Forse aveva donato il proprio cuore alle tenebre per salvare chi gli era più caro… Si ripromise di chiederlo ad Axel quando lo avrebbe rincontrato.
Anche lui vorrebbe dare la propria non-vita per i suoi amici, pensò.
 
Le piante malefiche stavano per sferrare il loro attacco, si avvicinarono al ragazzo indifeso e si prepararono… Quando una di esse bruciò.
 
“Pensavo di avervi sistemate l’ultima volta! Ne volete ancora?”
Una voce terrificante e spettrale giunse nel campo di battaglia da non so quale parte, ed al centro del tumulto delle spire si accese un fuoco intenso: una figura alta e magra saltò fuori dall’incendio e lanciò una zucca esplosiva addosso alle piante, che esplosero nelle fiamme.
Roxas non riuscì a vedere chi era quella persona, né l’altra lo vide, così ebbe il tempo di fuggire aprendo a fatica un portale oscuro.
Quando anche l’ultima pianta fu bruciata il guerriero sciolse le spire infuocate che lo circondavano, rivelando essere la forma primordiale del vero re delle Zucche.**
“Uh, pensavo di aver sentito un grido, ma evidentemente mi sbagliavo, qui non c’è nessuno…”
 
*********************************                            *********************************
  • ** Il sequel di “The nightmare before Christmas”, il videogioco per palystation, rende disponibile la forma di Jack Skeletron versione “Re delle Zucche”, cioè Jack vestito come nella sua prima apparizione nel film: in questa forma acquista la capacità di dominare il fuoco.
*********************************                            *********************************
 
 
Nella sala delle missioni tutto era tranquillo, i numeri X e II stavano tranquillamente seduti al tavolo a giocare ad una partita di poker, quando dalla stanza di Marluxia uscì un grido disperato. Tutto come al solito pensò Luxord, che alzò un sopracciglio quasi sorpreso (quasi), ma non se ne curò più di tanto, e tornò alla sua partita. E per inciso, stava vincendo.
Aveva quasi completato la mossa finale, che il silenzio della stanza venne interrotto dalla rumorosa comparsa di un varco delle tenebre, il portale del numero XIII. Si appoggiava a fatica sulla sua Keyblade come una stampella, e perdeva sangue dalla cute. Subito i due si alzarono per soccorrere il compagno ferito, facendolo sedere sul divanetto bianco.
“Ma che ti è successo Roxas? Che hai incontrato nella tua missione??” chiese subito Luxord.
Il biondo Nobody si mise a fatica a sedere e balbettò una risposta: “U-un… una pianta… spire nere…. Apparso da un buco nel terreno…”
Gli occhi dei due Nessuno si incrociarono in uno sguardo d’intesa, e lo Sfidante del Destino si alzò immediatamente per riferire al Superiore.
“C-che succede? Sapete qualcosa?” chiese flebile la voce del ragazzo.
Xigbar lo guardò negli occhi, e per un istante, un piccolo istante, sembrò davvero serio.
Poi rispose:
“Boh, non so cosa abbia inteso Luxord. Io non ci ho capito niente.”
Roxas era ancora molto debole, ma ciò non gli impedì di sbattersi la mano sulla faccia. Il solito Xigbar.
 
Passò ancora qualche minuto, poi si riprese del tutto, e volle subito tornare nelle sue stanze.
“Sei sicuro di voler andare da solo? Non è che mi svieni in corridoio?”
“No Xigbar sto bene, davvero…”
Percorse lentamente il corridoio per un tratto, poi quando si accertò che nessuno lo vedesse partì a razzo verso la sua camera: non era per niente tranquillo, e non solo perché aveva quasi incontrato il macabro Jack Skeletron e una misteriosa pianta aveva tentato di ucciderlo, ma perché sentiva che era successo qualcosa a NekoAxel. Corse con tutta la forza che aveva malgrado le gambe gli facessero ancora male, e in quel momento gli venne in mente la riflessione che aveva avuto poco fa. Si chiese chi fossero i suoi migliori amici…
E la risposta non tardò ad arrivare. ***
 
*********************************                            *********************************
*** = Uhuuh e adesso vi voglio vedere. Ha pensato ad Axel o a NekoAxel?
*********************************                            *********************************
 
In camera sua non c’era nessuno, così corse verso la stanza del numero VIII: arrivato davanti alla porta riprese il fiato e bussò delicatamente: era aperta. Entrò lentamente senza far rumore, constatando che la stanza era vuota. I muri bianchi facevano risaltare le tende rosso fuoco (Infiammabili) ed il letto intagliato in legno (Infiammabile). Un giorno avrebbe voluto anche lui personalizzare la sua stanza …
Dalla porta del bagno spuntò fuori il Nessuno riccio, che si sorprese di vederlo lì e in quelle condizioni. Si precipitò dall’amico per soccorrerlo, ma questi gli vece capire che era tutto a posto.
“Roxas ma che hai fatto? Chi ti ha ridotto in quello stato?? Vuoi sederti?”
“No tranquillo sto bene, ho avuto un problema con un nemico di stazza molto più grossa e sinceramente non ho capito ne anche io cosa fosse….”
A sentire quelle parole il volto di Axel si incupì. Roxas lo guardò stupito, sapeva qualcosa? Perché non glielo diceva?
“O beh… Dov’è Neko?” chiese infine. Il volto dell’amico da pensieroso si fece subito imbronciato.
“è in quella sacca lì sulla sedia, l’ho dovuto chiudere dentro perché ad un certo punto ha dato di matto…”
 “Cosa?? Oddio Neko, stai bene?  Eccomi qui piccolo, scusami se Axel ti ha tenuto lì den..”
La sacca era vuota.
“Neko…. Neko? NEKO!!??”
Si voltò in direzione di Axel con una sguardo ammutolito, ottenendo in risposta lo “stupore” di quest’ultimo. “Dov’è!?”
“Non lo so prima era lì dentro mi sono assentato solo un attimo…”
Dove se ne era andato NekoAxel? E come aveva fatto ad andarsene, la sacca era chiusa!
…No aspetta.
Controllando meglio, si accorse che sotto la sacca si era aperto un foro, uno squarcio che solo degli artigli ben affilati potevano aprire. Preso da quello che forse avrebbe potuto definire terrore si precipitò lungo il corridoio, ma non trovò alcuna traccia. Corse a perdifiato verso il giardino, dove trovò Demyx che suonava come al solito con il suo fido sitar.
“Demyx senti lo so che sembrerà strano ma hai visto in giro un gatto che è la copia identica di Axel?”
“Oh, anche tu a cercare gatti? Io non ne so niente, ma ho sentito prima Marluxia che gridava come un forsennato che un topo gigante aveva devastato le sue piante…”
L’altro non aspettò che lui finisse e si precipitò di corsa dalla camera di Marluxia:
“grazie sei un amico, e se Saix ti chiede qualcosa digli che non ne sai nienteeee…”
Il Notturno Melodico restò lì a guardarlo correre, finché non lo perse di vista, ed allora tornò al suo amato sitar.
“Boh, qui sono tutti pazzi. Meno male che ci sei tu Dash…”
Detto questo diede una pacca al sitar. E si rimise a suonare.
 
I piedi del nessuno percorsero in fretta e furia il lungo corridoio che portava alle stanze degli altri membri, e si precipitò nella camera del numero XI. E quello che vide lo impietrì. Tutti (ma dico TUTTI) i vasi e le fioriere erano distrutti e sfasciati. I fiori neanche sembravano più piante e la porcellana dei contenitori era sparsa dappertutto. Ok, non poteva essere stato NekoAxel. In un angolo giaceva Marluxia, le mani stringevano l’unico fiore rimasto, un tulipano minuscolo, il viso contorto in una maschera di tristezza e furia omicida.
“S-stai bene Marluxia?”
“Secondo te!? Un topo rosso e nero ha sfasciato il mio giardino!”
“E d-dove è andato?”
 “non lo so, è filato via  verso la sala delle riunioni non appena so…”
Neanche il tempo di finire la frase che la Chiave del destino era schizzata in corridoio. Doveva assolutamente trovarlo prima di Saix. Ma qualcosa non lo convinceva. Nel tragitto incrociò Xigbar, ma non lo degnò neanche di uno sguardo, ed arrivò alla sala delle riunioni col fiatone pregando che Xemnas fosse in terrazza ad ammirare Kingdom Hearts, poi entrò. Per fortuna non c’era nessuno, ma sentiva distintamente la presenza di un animale in quella stanza, forse spaventato quanto lui.
“Neko… Sono io Roxas… vieni fuori, lo sai che non devi farti scoprire…”
“Ma con chi stai parlando?” Chiese qualcuno alle sue spalle. Il numero XIII si voltò molto lentamente…
“A.. A nessuno, Xigbar. Proprio nessuno…”
“Che cos’è, ti sei inventato un’altra volta degli amici immaginari eh? Che tipo strano…
 

ODDIO UN ALTRO GATTO, allora la maledizione di Saix era veraaa!!!!!”
Roxas osservò esterrefatto il numero II correre fuori dalla stanza come un pazzo. Come “un altro gatto”? Si voltò e lo vide. NekoAxel! Il povero gattino si era rifugiato dietro una delle tredici colonne, lo guardava con un’aria fragile e tremante. Il numero XIII si avvicinò lentamente alla colonna per non spaventarlo, sempre più piano, finché non fu a poco più di un metro.
“Vieni piccolo non voglio farti del male…”
All’improvviso il gatto scattò in avanti e gli piombò sulla faccia. Roxas urlò per lo spaventò e tentò di levarselo, e notò che il suo pelo era molto più scuro del solito. NekoAxel si staccò e fuggì nel corridoio, Roxas non poté fare altro che seguirlo. Incrociarono Zexion:
“Ehi che ci fa un gatto al castello? Torna qui!” e si mise ad inseguirli. Incrociarono Larxene:
Cosa? Una gatto?? IO ODIO i gatti! Torna qui!!” e si mise ad inseguirli pure lei.
 
La cena era quasi pronta, il numero III si auto complimentò per l’ottimo lavoro, bastava ancora qualche minuto.. Poi sentì un improvviso trambusto provenire da corridoio. Si avvicinò alla porta…
E fu investito da quest’ultima che, sbattendo con fragore sulla sua faccia, gli impresse il segno del legno sul naso e la maniglia sullo stomaco.
“Ma che  CA*** succede qui?!” esclamò furioso, mentre i tre Nessuno tentavano di acchiappare la palla di pelo impazzita. Questa saltò sulle padelle e sulle teglie, vanificando tutto il lavoro del feroce Lanciere. Il numero VI acchiappò una zampa del micio con il suo Lexicon, ma questi si girò e gli graffiò tutta la faccia. Mollata la presa, il pesante libro cadde per terra (per essere precisi sul piede di Xaldin) facendo un gran casino. Il gatto fece un balzo e atterrò sulla padella dove stava friggendo il bacon, ma non sembrò sentire il dolore del fuoco. Larxene evocò i suoi kunai e si preparò ad attaccare, ma fu fermata da Roxas: “NO ferma così gli farai male!”
“Perché, quel gatto è forse tuo? Lo sai che non si possono portare animali qui, guarda che casino che sta creando!” e lo scaraventò sul tavolo da cucina: il braccio del biondo fece pressione sul manico della padella, che rimbalzando scaraventò via NekoAxel.
Il trambusto attirò l’attenzione di Demyx che, accorso, stava assistendo alla porta con un cesto di pop-corn in mano.
“NOO!” urlò Roxas, si rialzò e si buttò nel tentativo di prendere il micio al volo, mollando involontariamente un calcio a Larxene, che imprecò sotto i denti. Si buttò con le mani aperte, NekoAxel atterrò fra di esse. Subito tentò di fuggire ma queste lo avevano afferrato e lo tenevano stretto, incuranti dei graffi che stavano ricevendo. Cadde con un tonfo sordo. Proprio davanti ad un paio di stivali lucidi puntati su di lui.
Lentamente, alzò gli occhi, per incontrare le fredde iridi ambrate del Superiore.
“ oh me*** ”
 



**********************************                       **********************************
 
“che cosa sta succedendo qui?” Chiese calmo il numero I. Il suo sguardo seguiva tutti i presenti, immobili così come erano quando era entrato. Solo Demyx stava ancora seguendo la scena dalla porta mangiando i pop-corn. Xemnas si voltò fulminandolo. Demyx sobbalzò e lasciò cadere il pacchetto, il contenuto si sparse sul pavimento.
“Forse… Credo di potervi dare una spiegazione io”
Dalla porta entrò il numero VII, con una mano stretta sull’orecchio del Soffio di fiamme Danzanti, e l’altra sulla collottola del vero NekoAxel.
 
**********************************                      



Angolo delle autrici:
Cari amici (su dopo 5 capitoli possiamo considerarvi amici vero?^^) cosa succederà ora che entrambi i NekoAxel sono stati scoperti?? E Axel sarà DOPPIAMENTE geloso? >w<  Cosa deciderà di fare il nostro inflessibile Superiore???

Tutti questi misteri che aspettano una risposta verrano svelati tra un pò di tempo perchè purtroppo tra interrogazzioni, verifiche e valanghe di compiti abbiamo sempre meno tempo per aggiornare T^T Ma state tranquilli entro la fine della settimana ( e qui lo promettiamo) vi daremo il tanto agognato sesto capitolo!!!
Mi raccomando continuate a seguirci! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scienziati pazzi in azione - L'ultima pozza, la perdita di un caro amico?? ***


Premessa: buona sera a tutti^^ *escono da un varco oscuro* in questo capitolo finalmente capiremo che è successo nelle ventordici puntate precedenti. Ci scusiamo per avervi fatto attendere e auguriamo a tutti una buona lettura!! *Scompaiono fra le ombre del  buio*
 
 

Tutti fissavano increduli la scena: nessuno avrebbe potuto decidere quale situazione fosse più strana, se un Roxas steso sul pavimento con un gatto demoniaco in mano davanti a Xemnas o un Saix che teneva un Axel per l’orecchio e un gatto in braccio.
“Ho scoperto che in camera del numero VIII era nascosto un felino di razza Abissina, che oltretutto puzza del suo shampoo, e che non è neanche un gatto.”
I presenti spostarono lo sguardo dal gatto in braccio a Saix, a quello in mano a Roxas. E cominciarono a capire.
“Non ha subito traumi o lesioni, quindi l’unica spiegazione è che abbia attraversato un passaggio oscuro da solo. L’unico che abbia affrontato una missione individuale in questi giorni sei tu, Roxas. Sapresti dirci qualcosa?”
 
Quando ebbe spiegato tutto, alzò gli occhi lucidi in direzione di Xemnas. Questi rimase in silenzio per alcuni secondi, poi prese l’Heartless di NekoAxel che Roxas teneva in mano. Questi smise di dimenarsi e ciondolò mite per la collottola.
“Capisco le tue motivazioni. Ma le regole sono regole, non si possono violare. E poi sai che da quando Saix è entrato nell’Organizzazione Xigbar ha quella fobia per i gatti… Vexen sarà incaricato di unire l’Heartless del tuo gattino al suo Nessuno, ma a quel punto dovrai abbandonarlo nel mondo in cui l’hai incontrato.”
“M-ma non posso io… Era a  Crepuscopoli, e lì ora c’è quel mostro…”
“Gli altri membri dell’Organizzazione se ne sono già occupati. Ti permetto di restare con il tuo amico finché non tornerà normale, ma promettimi che allora lo lascerai libero. Puoi?”
Il numero XIII fece un leggero cenno del capo, e si incamminò insieme al Superiore verso il laboratorio di Vexen.
 
**********************************                       **********************************
 
Il laboratorio del numero IV sembrava davvero il covo di uno scienziato pazzo: provette piene di liquidi dalla dubbia natura biologica ingombravano grossi tavoli bianchi e decine di esperimenti in corso che minacciavano di esplodere o peggio da un momento all’altro. Le fredde luci al neon tipiche da ospedale che illuminavano precariamente la stanza non contribuivano a migliorare la situazione, e su un tavolo era chiuso in un barattolo di liquido verde uno strano organo grigio-rossiccio a forma di Kingdom Hearts…
Roxas non si sentiva tanto tranquillo a lasciare il suo gattino nelle mani di quel pazzo, cioè in realtà non sentiva niente, ma sapeva che di lui non ci si può fidare fino in fondo.
“Umpf, resterai qui a guardare tutto il tempo, vero? Accomodati pure” disse il numero IV indicando una grande sedia piena di cavi e cavetti colorati, messi lì per follia estetica pensò Roxas. Strinse a sé il Nobody del suo amico e si sedette lentamente per riposarsi dalla lunga corsa di poco prima nel tentativo di acciuffare l’Heartless di NekoAxel. Al contatto il sedile era di un metallo freddo e ruvido, e si sentiva puzza di bruciato; nonostante la luce accesa la sua testa era all’ombra così alzò gli occhi per capire cosa ci facesse quell’elmetto sulla sua testa…
Si alzò di scatto e si allontanò il più possibile: era una sedia elettrica! Si voltò con sguardo irato (se così si può dire) verso il Freddo Accademico che, con fare superiore e un leggero ghigno in volto, rispose all’accusa:
“Ehm, io intendevo QUELLA sedia” ed indicò lo sgabello vicino alla sedia elettrica.
“Oh”.
L’Heartless del gattino venne consegnato nelle mani di Vexen, che lo alzò verso la luce del neon per vederlo meglio:
“…Uhm, Che splendido esemplare. Proprio bello. Ed ha anche una buona dentatura…
Xemnas posso vivisezionarlo?”
“No”
“Posso strappargli il pelo per ottenere un suo clone?”
“No”
“Posso…”
“LIMITATI a curarlo Vexen”
 
Il Superiore si avvicinò a Roxas e gli chiese di consegnare a Vexen anche il Nessuno di NekoAxel, poiché gli era stata affidata una nuova missione.
“M-ma avevate detto che sarei potuto stare con Neko finché non fosse tornato normale!”
“Ho mentito. E poi Vexen ha bisogno di concentrazione per compiere questo esperimento, non gli è mai riuscito del tutto. Ora va, Saix ti chiarirà i dettagli.”
Roxas tentennò per qualche attimo, non gli piaceva per niente l’idea che Vexen facesse esperimenti sul suo gatto/i. Diede un’ultima carezza a quelle palle di pelo che lo guardavano con sguardo supplicante… Nel senso che l’Heartless era disperato, il Nessuno leggermente preoccupato.
“Promettetemi che non vi farete sezionare da quel pazzo, intesi?”
I due risposero con un miagolio incerto. Si avviò lentamente verso la porta, tenendo costantemente gli occhi fissi su Vexen.
Che nel frattempo aveva tirato fuori un set completo di strumenti da taglio.
 
Nella sala delle missioni c’erano solo Axel e Zexion, quindi dovette aspettare l’arrivo del numero VII sedendosi sul divanetto (bianco) della stanza (bianca) con un muso talmente lungo che per poco toccava il terreno. Vedendo lo stato del ragazzo, Zexion si avvicinò a lui.
“Cerca di capire, la nostra priorità resta comunque scoprire il motivo delle trappole sparse per i mondi…”
“Trappole?”
Il Burattinaio Mascherato si sedette sul divanetto vicino a lui, e lo guardò molto seriamente.
“Ti ricordi il terremoto che hai sentito l’ultima volta che sei andato a Crepuscopoli? Era l’onda d’urto di un Invincibile, un potente Heartless che solitamente non appare spesso e in luoghi frequentati. Infatti si trovava lì perché è stato piazzato come trappola in una Pozza dell’Inganno da qualcuno, ma non sappiamo chi sia o a quale scopo. La popolazione si è messa in allarme in tutti i mondi in cui le trappole sono scattate, aumentando il nostro rischio di essere scoperti nelle missioni….”
Come un fulmine a ciel sereno, il flusso dei ricordi tornò al giorno dell’accaduto, e le scene gli apparvero nella memoria in un istante. Facendogli capire cosa successe veramente.
“Zexion… io queste pozze oscure le ho viste! Ce ne era una anche nella città di Halloween, ne è uscito fuori un mostro che mi ha quasi….”
Ucciso? No, non ucciso. Un Nobody non può morire, scompare semplicemente.
“E… se non fosse stato per quel misterioso guerriero di fuoco non sarei qui.”
“Guerriero di fuo… Intendi tipo un tizio alto, con una zucca in testa…?”
“Si esatto”
“Aaah, allora quello era Jack”
Cosa? Jack? QUEL Jack?? È stato LUI a salvarlo??? Non capiva. Lo aveva sempre considerato solo spaventoso, senza averlo mai conosciuto…
Vedendo l’espressione stupita (se così si può dire) del numero XIII Zexion si spiegò meglio:
“Uhm, mi sa che non lo conosci. A prima vista sembra Mister Morte in persona, ma è simpatico”
Che!? Ma non era assolutamente vietato interagire con i personaggi di altri mondi?
Boh. In questa Organizzazione fanno tutti come pare a loro…
Perfino lui.
 
 
Gli ultimi ultra-disertori scomparvero sotto i colpi dei Chakram di fuoco. Lui e Roxas erano in missione per scovare l’ultima Pozza dell’Inganno presente a Crepuscopoli, captata dal fine olfatto del Burattinaio Mascherato. Si stavano incamminando per una stradicciola isolata, un silenzio di tomba regnava fra i due.
Gli dispiaceva, effettivamente parte della colpa era sua se NekoAxel era stato scoperto, e si sentiva strano. Come se un peso gli stesse schiacciando il petto in un punto dove non c’era nulla… Questo dovrebbe essere il ricordo dei sensi di colpa, si disse.
 “Senti Roxas… Lo so che se avessi un cuore saresti molto arrabbiato, ma mi dispiace non volevo che accadesse ciò…”
Si chiese come poteva dire di essere dispiaciuto. Lui non ERA dispiaciuto, non avrebbe potuto esserlo neanche volendo, ma se avesse avuto un cuore in quel momento sapeva che avrebbe provato molto più che dispiacere.
L’altro si voltò, mostrando non un viso arrabbiato ma preoccupato: “lo so Axel, ma non è stata colpa tua. Sono io il responsabile della divisione di Neko in due parti. E comunque ora ci sono cose più importanti, dobbiamo trovare quella pozza d’ombra.”
Ciò che era successo in questi giorni... Perché? C’era forse qualcuno che lo voleva morto? Mentre camminava mille pensieri gli affollavano la testa, ed era così concentrato che non si accorse che stava andando contro un mucchio di scatoloni e sbatté sonoramente la faccia sulla pila. Cadde all’indietro trascinandosi tutta la catasta, che gli rovinò in testa facendo un fracasso terribile. Axel si precipitò a soccorrerlo spostando gli scatoloni:
“Roxy dovresti stare più attento, lo so che ne sono successe di tutti i colori ma devi restare con i piedi per terra.”
“Già hai ragione, scusami.. è che continuo a non capire perché qualcuno ce l’abbia con me. Tu sai dirmi qualcosa?”
Si, Axel conosceva il perché di quegli attacchi, ma non poteva rivelarlo. Non poteva dirgli chi era veramente né perché fosse così importante per l’Organizzazione, poiché gli era stato vietato dal Superiore.
“No Roxas, non conosco la causa di ciò.”
Si rimisero in cammino, mentre quel senso di oppressione sul petto del numero VIII aumentò ancora.
All’improvviso sentirono un frastuono assordante in direzione del Ring di Sabbia, si alzarono di scatto e si guardarono negli occhi: la loro preda si era risvegliata. Corsero verso l’obbiettivo con le armi in pugno, sapevano che non si poteva sottovalutare nessun nemico in una situazione del genere.
 
 
Giunti nel luogo della battaglia i due si prepararono a combattere ma rimasero come stupefatti: davanti a loro si ergeva un enorme Blindato Potenziato molto diverso dal solito, completamente nero e con i bordi di un tetro rosso sangue. L’Heartless si girò di scatto e individuò i compagni.
“Finalmente un po’ d’azione!” esclamò il Soffio di Fiamme Danzanti brandendo i suoi chakram infuocati e avvolgendosi in una scia di fiamme. Il Nobody si lanciò contro la possente creatura scagliandogli contro entrambe le armi e facendolo indietreggiare di non pochi centimetri, ma venne respinto dalla resistente corazza che non fu neanche scalfita. Venne scagliato contro il muro dal Blindato ma si riprese subito e ricominciò ad attaccare. Dal canto suo Roxas entrò in azione quando l’Heartless si dimenticò di lui, sferrandogli una Keybladellata sul cranio. L’altro si voltò per contrattaccare ma fu preso alla sprovvista da Axel che gli piantò un Chakram fra capo e collo. La testa corazzata rotolò per terra e la creatura si girò su se stessa disorientata, era il momento di agire: Roxas colpì il capo ripetutamente per scagliarlo lontano e Axel si occupò di tenere a bada il corpo. A questo punto potevano già gustarsi la vittoria, ma qualcosa andò storto. L’Heartless prese come nuova energia e afferrò il numero VIII con le mani cominciando a roteare su sè stesso. Poi mollò la presa.
Axel venne catapultato dall’altra parte della città, ed il Blindato Potenziato si divise in tre parti: Roxas dovette schivare due potentissimi manoni rotanti e due piedi corazzati si scagliarono contro di lui. Cosa era successo?? Perché  la creatura si era risvegliata così all’improvviso? Non poté rispondersi perché fu scagliato all’indietro da un improvviso tornado: il corpo del Blindato Potenziato si era messo a roteare ad una velocità talmente forte da creare un enorme vortice d’aria.
Era spaventato, o almeno lo sarebbe stato se avesse avuto un cuore, ma ciò che lo inquietò di più fu la sottile e profonda voce metallica che sentì provenire da fin dentro l’armatura:
“La mia signora mi ha ordinato di eliminarti.”
 
“Ma cos.. Dove sono?”
Axel era stato catapultato dall’altra parte della città con una potenza inaudita.
“Ma che è successo.. Il blindato… Roxas…ROXAS!!”
Si alzò subito in piedi, ma dovette ri-abbassarsi a causa di un forte dolore alla gamba sinistra. Dolorante e acciaccato, si mise in piedi a fatica e cominciò a correre verso il suo amico. Non si sarebbe mai perdonato se Roxas fosse rimasto ferito o peggio… Avrebbe dovuto dirgli la verità.
Non voleva perdere il suo compagno, l’unico vero amico che avesse mai avuto nella sua non-esistenza.
“Resisti Roxy, sto venendo da te."
 
“Distruggere…” ululava quella creatura ferrea che ad ogni passo sferrava una potente onda d’urto contro il Nobody. “Distruggere distruggere distruggere!!”
“Cosa vuoi da me!?” gridò il numero XIII, che cercava di difendersi dalla violenta scarica di colpi abbattutasi su di lui. “Chi sei tu??”
L’Heartless si ricompose e continuò instancabile a sferrare centinaia di sfuriate sulla Keyblade, unica difesa del ragazzo che ad ogni colpo indietreggiava inesorabilmente verso la parete.
“La mia signora non gradisce la tua esistenza” disse con naturalezza glaciale, e schiacciò il Nessuno con una poderosa manata: Roxas tentò con tutte le forze di resistere alla pressione ma era troppo debole, cadde sotto il peso della mano corazzata.
Allo stremo delle forze, riuscì solo a sussurrare una domanda.
“C-chi… è la tua signora?”
Il nemico corazzato prese per il mantello il Nobody ansimante e lo scaraventò lontano. Sbatté pesantemente contro il muro, lasciando una visibile traccia di sangue scarlatto sulla tinta arancione.
“La mia signora…”
Ormai sfinito, non poté fare altro che subire le scariche di onde d’urto del Blindato Potenziato che si avvicinava lentamente verso di lui. La voce proveniente dall’emo della notte si era ridotta ad un sussurro, ma le orecchie del Nessuno riuscirono a captare ciò che bastava, prima di essere colpito un’ultima volta.
“La mia signora è Malefica”



Angolo delle autrici:

Tan Tan TAAAAN

Quindi chi si cela dietro alle Pozze dell'Inganno e è la misteriosa Malefica?
Riuscirà a cavarsela Roxas?
Saranno riusciti i due NekoAxel a sfuggire a Vexen o lo scianziato avrà ceduto alla tentazione di sezionarli?
E soprattutto...
Che cavolo centra quella vecchietta di ventordici capitoli fa?
Scoprirete tutto nell'ultimo capitolo!! (già siamo quasi giunti alla fine, dispiaciuti?? Noi tantissimo T^T)

P.S. Un ultima cosa ci scusiamo veramente per il ritardo, ma come abbiamo già detto la scuola chiama; speriamo che per voi sia valsa la pena di aspettare un pò (UN PO'??) di più per questo capitolo!
Detto questo ci ritiriamo ALLA PROSSIMA!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Scomparsi - dolore, verità e strane alleanze ***


Buona sera^^ allora, innanzitutto ci scusiamo per l'ENORME ritardo e... Ebbene si abbiamo mentito. Questo non è l'ultimo capitolo, è che ci è sfuggito un po' di mano ed è diventato troppo lungo così... Abbiamo deciso di dividerlo. Per la gioia dei lettori. Comuuque... L’ultima volta ci siamo lasciati con Roxas che stava combattendo contro un Blindato Potenziato al servizio di… Malefica? Cosa vuole lei da Roxas? E come stanno i NekoAxel?
Tra colpi di scena e battaglie all'ultimo sangue, ecco a voi il settimo capitolo della saga!!
 
P.S. Il nostro Blindato Potenziato sarà UN PO’ più reattivo del solito, tant’è che parla e ha pure il senso dell’umorismo.
***********************************                   ***********************************
 
“Bene bene piccolini, state fermi e vi garantisco che non sentirete alcun dolore…” disse il pazzo con il bisturi che si avvicinava lentamente alle sue prede. L’Heartless si dibatteva furioso fra le cinghie e il Nobody accennava qualche segno di timore, come se avesse già vissuto quella situazione, quando entrambi ebbero un presentimento: il loro padrone era in pericolo. E per la prima volta le due creature dell’oscurità decisero di collaborare: il Nessuno si concentrò con tutte le sue forze sul terreno, mentre l’Heartless si calmò e aspettò il via libera.
“Bravi, ecco come dovete stare, tranquilli…”Vexen era ormai sopra di loro, pronto a mettersi all’opera. Si sedette su una sedia girevole ed impugnò saldamente lo strumento.
“Sei pronto piccolo frammento di purezza?”
All’improvviso una stalagmite di cemento spuntò dal terreno colpendo in pieno volto il numero IV che si ribaltò dalla sedia e cadde all’indietro, mentre del soffitto i vetri delle lampade si ruppero in spesse lame che ruppero le cinghie a cui era legato il compagno felino: questi scattò un piedi e con un’artigliata liberò il piccolo Nessuno.
Il Freddo Accademico si rialzò a fatica ed evocò il suo scudo di ghiaccio:
“Ehi dove andate!? Non avete il permesso di lasciare questa stanza!” e scagliò contro di loro dei blocchi di ghiaccio per impedire loro di raggiungere la porta. I due zigzagarono agili ma il loro obbiettivo era un altro: l’Heartless di NekoAxel si portò alle spalle di Vexen e gli si attaccò al cappuccio del mantello, strappandoglielo.
Il Nessuno di NekoAxel intanto si era rifugiato in un angolo: si concentrò ancora una volta, lo aveva visto fare tante volte dal suo padrone, alzò la zampa anteriore e…
Davanti a lui comparve un piccolo varco oscuro, in cui lui e il suo compagno saltarono protetti dal cappuccio del mantello.
“Tornate qui!!” gridò l’anziano fondatore, ma ormai era troppo tardi.
 
 
È finita, pensò. Non aveva più le forze di combattere o di difendersi, poteva solo subire.
“Malefica…” Quel nome risuonava nella sua mente, credeva di averlo già sentito ma dove…
“…P- perché…”
Il nemico torreggiava ormai su di lui.
“Il custode intralcia i piani della mia signora. Tu sei parte del custode, perciò vai eliminato.”
L’Heartless sollevò la sua mano ferrata, pronto a sferrare un pugno. E in quel momento Roxas sentì di nuovo quel ricordo vago e lontano, un’emozione che non poteva provare ma di cui era vittima: la paura. Il pugno di ferro calò su di lui solenne come la lama di una ghigliottina, ma si fermò. Qualcosa aveva colpito il Blindato.
Si girò furioso e dietro di sé trovò  una coppia di innocui gattini che non avrebbero potuto fare male neanche ad uno Shadow. Dall’elmo partì una risata profonda e agghiacciante, alzò un piede pronto a schiacciarli ma questi schizzarono via e gli piombarono addosso: i due guerrieri, seppur con due tattiche diverse, combattevano fianco a fianco per permettere al suo padrone di riprendere le forze.
“Neko? Che ci fate qui!?” disse con un filo di voce il numero XIII. Stavano temporeggiando.
Si riprese quel poco che bastava e menò un fendente verticale che sbilanciò il nemico, mentre l’Heartless di NekoAxel balzò sull’ elmo per impedirgli di vedere.
A quel punto dal terreno partirono una serie di bracci di pietra che bloccarono gli arti del Nemico, impedendogli per qualche istante di muoversi: Roxas guardò “stupito” in direzione nel Nessuno di NekoAxel: Terra! Il suo potere era quello della terra!
In effetti se lo aspettava, data la potenza dei suoi attacchi sviluppata durante le missioni.
La trappola di pietra durò per poco, il Blindato si liberò in fretta disintegrandola e scagliando i pezzi contro Roxas, che li schivò per un soffio. Ma dove era finito Axel??
Con l’aiuto dei due mici combattenti si era ripreso, ma non ce l’avrebbero fatta senza un guerriero del suo calibro… *
 
Castello dell’Oblio
Kingdom Hearts risplendeva sempre più nel cielo, rischiarando quel mondo in bilico fra luce e oscurità, ma solamente il Nobody possessore delle Lame Eteree la osservava in silenzio dalla sua terrazza. Un leggero sorriso incorniciava quel volto sempre impassibile.
“Credi davvero che eliminando Roxas impedirai la riuscita del nostro piano? Umpf… “
Un varco oscuro si aprì e da esso ne uscì il numero VII: “Ser, i clandestini sono fuggiti”
“Cosa?” dei semplici gatti erano riusciti a fuggire da un castello enorme come quello, non se lo spiegava proprio.
“Vexen ha tentato di dissezionarli…”
“Come scusa!? Avevo bandito la violenza sugli animali dalla volta scorsa**! Cos’ha da dire Vexen a sua discolpa?”
“Niente. Ha solo detto che quelli possedevano un esemplare di cuore puro.”
Oh, ora si spiegava tutto. I cuori puri, di cui un esempio perfetto sono quelli delle sette principesse, sono speciali non solo perché non contengono oscurità, ma anche perché se divisi nelle entità di Heartless e Nobody possono riunirsi spontaneamente.
Più o meno come il cuore di Sora.
Forse è per questo che Xemnas non voleva che Roxas fosse eliminato.
 
Il Nessuno di NekoAxel schivò un secondo colpo e si allontanò dalla battaglia saltando su una panchina: si concentrò con tutte le forze sprigionando il suo potere latente, pezzi di strada si staccarono e volarono sul nemico che, distratto dall’Heartless di Neko, non si accorse dell’attacco che lo centrò in pieno. Non fu molto potente, ma abbastanza da creare un diversivo per Roxas che prese la rincorsa e colpì la corazza nero corvina creando un buco.
La collera montò sull’Heartless nemico che si voltò di scatto e scaraventò via Roxas: questa volta fu preparato e atterrò con i piedi sulla parete per prendere lo slancio e scagliarsi un’altra volta sul Blindato. La battaglia durava da molto ormai e i tre combattenti erano in difficoltà, le sfuriate di NekoHeartless non bastavano e il potere di NobodyNeko era ancora troppo rozzo…
“Roxas!!”
Un grido, una voce familiare. Finalmente era tornato.
Un chakram venne scagliato contro il blindato, centrando e allargando ancor più il buco nella corazza.
“Axel? Ma dove eri finito?”
“Mi spiace Roxy, ho avuto qualche problema” rispose lui con un sorriso forzato.
Roxas guardò meglio l’amico: stava zoppicando.
 
Da qualche parte, nascosta nel buio, una figura celata da un mantello nero osservava la scena attraverso uno specchio d’acqua.
“Però… non mi aspettavo che durassero tanto a lungo… E chi sono quei due felini fastidiosi? Eliminali tutti mio servitore!”
La figura scostò leggermente il mantello per far uscire una mano fredda e verdastra, che prese il ciondolo che portava al collo. Fissò per qualche istante quella gemma scintillante color rosso sangue e questa emanò una “luce buia” che raggiunse lo specchio, rendendolo opaco.
Una risata  leggera si alzò nell’aria, sottile e sfuggente come il soffio della vita che va incontro alla morte.
 
Grazie all’intervento del Soffio di Fiamme Danzanti la battaglia stava volgendo in loro favore, quando sulla fronte del Blindato Potenziato brillò di oscurità un gioiello invisibile: il nemico venne avvolto da un’aura oscura e acquistò nuova potenza.
“Occavolo, Roxas non possiamo continuare così, vai a chiamare altri membri!”
“Subito!” rispose prontamente e aprì un varco oscuro, ma venne bloccato da una poderosa manata del nemico. Fu scaraventato a terra senza riportare gravi danni ma col fiato ormai corto, provò ancora ma l’aggressore glielo impedì. L’Heartless di NekoAxel, appostato lì vicino, si schierò subito davanti a lui e inarcò la schiena in segno di sfida: nessuno avrebbe fatto del male a colui che gli aveva salvato la vita.
“Ehi tu, guarda da questa parte!” fece Axel scagliandogli contro i suoi Chakram, questi li ignorò bellamente anche se andarono a conficcarsi nella sua schiena e partì con una velocità innaturale all’attacco contro Roxas. Axel non lo avrebbe mai raggiunto in tempo.
 
Il tempo scorreva a rallentatore: Roxas vide il nemico piombare su di lui.
Poi vide il Nobody di Neko corrergli davanti con una velocità fulminea e saltare insieme al suo omonimo contro di esso. Un’aura di luce li avvolse.
La luce sembrò arrecar danno al Blindato che frenò l’attacco e mise le braccia a mo di scudo per ripararsi. Le due figure avvolte dall’alone di purezza si sovrapposero e per un istante sembrarono uno solo.
L’Heartless oscuro urlò di dolore e con un ultimo disperato attacco ruppe gli anelli di luce e schiacciò i gatti al suolo. Si sprigionò un lampo rosso e nero.
“NOOOOOOO!!!!!!!!”
 

“Roxas, vai a cercare aiuto!”

Non sentiva niente.
“Roxas!”
Solo un ricordo vago e lontano. Il ricordo del dolore.
 
“Roxas!!”
La voce del suo amico lo riportò alla realtà, e in un attimo rimise a fuoco la situazione.
“Devi andare a cercare aiuto presto!!”
Ancora un po’ scosso, il Nobody approfittò dell’attimo di distrazione del nemico e scomparì in un portale delle tenebre.
Avvolto dall’oscurità, percorse il corridoio di corsa coprendosi il volto con una manica del cappotto, nella mente ancora quella scena. Non capiva, lui era un Nessuno, non poteva provare sentimenti… Allora perché sentiva così male in un punto imprecisato del petto, perché  avrebbe voluto sprofondare nel buio e dimenticare ogni cosa…
Perché stava perdendo acqua dagli occhi?
“Neko…”
I suoi pensieri vennero interrotti da una risata maliziosa e agghiacciante, che lo spinsero ad aumentare la velocità.
Nella sala delle riunioni tutto era tranquillo: Demyx suonava il suo sitar, Saix controllava i fogli delle missioni, Marluxia ancora si lamentava delle sue piante distrutte con Larxene… Da un varco oscuro comparì Xaldin: “Marl come vuoi il condimento stasera? Sto preparando in anticipo la cena e di solito sei sempre così schizzinoso/a/Uma***…”
In mezzo a loro comparì un portale da cui giunse, il numero XIII.
“Xaldin presto devi venire ad aiutarci!!”
“Funghetto che ci fai qui, e cosa ti è successo? Dovresti essere in missione”
“Axel è in pericolo abbiamo bisogno di te!”
“…E allora?”
“XALDEEEN!!”         (Da un angolo sbuca fuori Xigbar e si unisce all’esclamazione di Roxas)
“Ok ok. Ma vieni anche tu Xigbar.”
 
Non poteva andare peggio di così: Axel era in difficoltà e non trovava alcuna via d’uscita, schivava a stento gli attacchi cercando di difendersi come meglio poteva con il braccio ancora sano, quando dietro di lui comparì un portale d’ombra.
“Come butta fuoco fatuo, ora ti diamo il cambio”   si voltò “sorpreso”, e per la prima volta in vita sua fu felice di sentire quella voce sgradevole e di vedere il volto sfregiato di Xigbar. Davanti a lui si era parato Xaldin che con le sue lame bloccò il devastante pugno che avrebbe colpito in pieno Axel.
“Vai da Roxas amico, questo bullo lo teniamo a bada noi”
“Siete sicuri che non vi serve il mio aiuto?”
“In questo momento ha più bisogno di te il funghetto”
Axel lasciò la postazione e sparì nel varco, che si richiuse subito dopo.
“Sei pronto socio?” disse in tono sprezzante il numero II. I due si misero in posizione di attacco e si lanciarono sul nemico. Xigbar caricò il fucile a mezz’aria e si preparò a fare fuoco in maniera molto azzardata, il nemico se ne accorse subito e caricò un colpo con il pugno di ferro contro di lui. L’attacco sembrò andare a segno ma all’ultimo momento Xigbar si scansò di lato evitandolo per un soffio, lasciando campo libero al suo socio che dall’alto lanciò tre delle sue lame conficcandole sulla schiena del nemico. Questo grugnì dal dolore e barcollò all’indietro, colpito subito dopo in pieno viso da una scarica di letali proiettili. Ripresosi subito prese la rincorsa scagliando furioso onde d’urto che colpirono il cecchino scaraventandolo su un muro: lui non si mosse, anzi aspettò che il nemico si avvicinasse, in piedi perpendicolarmente alla parete.
“Odio gli Heartless come te, siete tutti ostinati fino all’inverosimile”
“Davvero Xiggy?” rispose Xaldin dall’alto, in un turbine di lame affilate: “io invece li adoro, perché quando si concentrano su un nemico…”
Scagliò due lame contro di esso, che si voltò di scatto per pararle e rispedirle al mittente, lasciando scoperta la schiena che venne bersagliata da una raffica degna di un mitra. Voltatosi di nuovo il Blindato prese per il cappotto Xigbar che dal canto suo rimase impassibile e anzi sfoggiò un marcatissimo ghigno.
“…si dimenticano di tutti gli altri!!” Xaldin concluse la frase e piombò con il resto delle sue lame sul nemico che perse l’equilibrio e mollò la presa sul numero II: con un ultimo disperato tentativo l’Heartless si scaraventò all’indietro schiacciando il Feroce Lanciere, ma così facendo le lance sulla sua schiena penetrarono nella corazza fino a trapassarla. Ormai privo di forze e di un corpo, l’elmo cadde a terra con un rantolio simile ad un sibilo agonizzante. Le braccia corazzate e i piedi si staccarono dal corpo che rovinò pesantemente a terra e cominciarono a sferrare una serie di colpi sui due Nessuno separatamente: Xigbar era un po’ in difficoltà a dover sparare ad una distanza così ravvicinata e Xaldin inizialmente si dovette difendere dalle poderose artigliate dei guanti corazzati. Riunendo tutte le lame a sua disposizione il Feroce Lanciere improvvisò una danza del vento che circondò i bracci e li imprigionò in un turbine di lame affilate cercando di indebolirli.
“Ok mi avete stancato. Xaldin mettiti al riparo!!”
Il numero III si girò accigliato verso il compagno, ma non obiettò e corse subito ad uno degli angoli del campo di battaglia, sapeva cosa stava per usare Xigbar. Infatti dopo pochi secondi questo aveva tirato fuori degli enormi Bazooka.
Accortisi di ciò gli arti impazziti del Blindato si riunirono per moltiplicare le forze (e perché erano stupidi), non accorgendosi che era esattamente quello che lui voleva.
“KAWAA BONGAAAAAAAAAAAA!!!” esclamò accennando a qualcosa che avrebbe potuto essere la felicità di un bambino che per la prima volta usava il suo nuovo giocattolo, e sparò un’enorme cannonata di energia viola contro di essi. In un istante vennero polverizzati.
Era finita. La trappola di Malefica era stata distrutta. I due Nobody si avvicinarono all’elmo dimenticato ribollente di rabbia:
“La mia signora è adirata, non finisce qui! Pagherete tutti!!”
Xigbar non lo fece finire e gli puntò contro la pistola. Un unico colpo e della testa non ci fu più neanche l’ombra.
“La tua signora può anche andare a quel paese.” Rispose secco il Tiratore Libero.

*************************************+              +**********************************
*= “del suo calibro” intende che Axel (per quanto sia stupido) è potente e Roxas non ce la può fare da solo (vedi capitolo del Necroparassita ad esempio)
 
** = con “la volta scorsa” Xemnas rievoca un episodio di molto tempo fa: Vexen aveva appena scoperto il funzionamento dei cuori puri, e aveva prelevato un ipotetico campione dal Radiant Garden che possedeva date caratteristiche, un gatto dal pelo rosso. Senza l’autorizzazione del Superiore questi aveva tentato di dissezionarlo senza successo, poiché fu scoperto subito. Da allora la violenza sugli animali (prima permessa) fu bandita e il gatto fu abbandonato in un vicolo a Crepuscopoli…


Angolo delle autrici:
NOOOO!!! Povero NekoAxel!! Malefica ha superato il limite stavolta!!
Roxas ne è rimasto "devastato", Axel è ferito e Xigbar per una volta è riuscito a fare una figura da figo.
Ci scusiamo ancora per il ritardo e vi promettiamo che l'ottavo capitolo arriverà a breve ^^
Alla prossima!! *scompaiono in un portale d'ombra*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** I'll be waiting ***




Roxas era sconvolto da sé stesso:  perché non riusciva a smettere di pensare a quella scena?
Lui bloccato contro il muro, impotente, “spaventato”, ormai pronto a diventare nulla.
Già Nulla. Perché dal nulla era nato e nel Nulla sarebbe tornato.
Non male come prospettiva, in fondo la sua vita non si poteva considerare tale.
Pronto…
…Pronto…
……Pronto…
Poi ad un tratto un lampo rosso e nero…
….una luce accecante e poi… “NOOOOOOOOOO!!!”.
Eppure aveva visto tanti Shadow “morire”, ma non gli avevano mai suscitato nulla, allora perché ora si ritrovava con gli occhi bagnati, raggomitolato sul letto?
Proprio non capiva…
Un rumore di passi lo risvegliò dai suoi pensieri. “Oh no! Sta arrivando qualcuno, non posso farmi vedere così!!” Si asciugo in fretta e furia il viso con la manica sinistra del cappotto e corse sul terrazzo fingendo di essere uscito per una boccata d’aria.
Dalla porta apparve Axel. Aveva ancora i postumi della battaglia tra cui una gamba fasciata e un polso rotto, ma nonostante questo appariva piuttosto in salute.
Sul viso un sorriso amaro sfoggiato apposta per l’occasione. “Ehy Roxy… come stai? ”
Roxas si voltò, tentando di mantenere un atteggiamento distaccato: “Sto bene, grazie alla cure di Vexen, mi sto riprendendo bene… Non credevo di avere un tempo di guarigione così rapido!!” rispose sorridendo.
Ma negli occhi azzurro cielo si vedeva la profonda “sofferenza” che turbava il piccolo Nessuno;
e Axel sa bene quanto Roxas non sappia mentire.
Per questo si avvicinò e lo abbracciò forte facendo sprofondare la sua testolina bionda contro il suo petto.
Il gesto inaspettato sorprese il Custode, facendolo scoppiare a piangere.
Inizialmente il numero VIII era confuso, non ricordava cosa fossero le lacrime, ma poi uno sfuocato ricordo della sua precedente vita, quando ancora si chiamava Lea, riaffiorò nella sua mente.
Di istinto strinse Roxas ancora più a sé.
D’un tratto un pigolio rotto dai singhiozzi ruppe il silenzio. “Axel, ma sigh perché perdo acqua sigh dagli occhi??” “Vedi Roxy, quelle sono lacrime, sono piccole stille salate che escono dagli occhi quando si perde qualcuno di caro.”
Il Nessuno biondo si staccò dall’abbraccio del più grande asciugandosi le lacrime.
“Dai ora andiamo a prendere un bel ghiacciolo salmastro, ti va?” disse Axel con rinnovata energia.
Il più piccolo annuì, seppur non totalmente convinto. La vicinanza e la contagiosa “allegria” dell’amico sarebbe riuscita a tirarlo su di morale.
Axel aprì una varco oscuro che li portò direttamente davanti al negozio. Dopo pochi minuti uscì raggiante con tre ghiaccioli.
“Perché ne hai presi tre?” “Beh due sono per te, per farti stare meglio! So quanto ti piacciono!” rispose il rosso con un sorriso a trentadue denti.
Rientrarono nel varco oscuro e ne uscirono sulla cima del Campanile.
Come loro solito Roxas si sedette al centro e Axel alla sua destra.
Scartarono i ghiaccioli e cominciarono a mangiarli lentamente, davanti a loro si estendeva il panorama di Crepuscopoli al tramonto.
Mentre gustavano il loro meritato gelato, Axel parlava a ruota libera, come al solito, ma questa volta il biondino non sarebbe riuscito a stargli dietro neanche volendo.
I pensieri vorticavano e vorticavano nella sua mente, ma nonostante si sforzasse andavano a finire sempre lì, al piccolo Neko e al suo Heartless, al loro grande coraggio, al loro grande Cuore in contrasto con le loro piccole dimensioni.
Intanto il gelato azzurro tra le sue mani si stava sciogliendo.
Finalmente dopo vari minuti di sproloqui il numero VIII alzò lo sguardo sull’altro Nessuno.
“Oh Roxy, proprio non riesci a scordarli vero?”
“Scusa Axel, ma proprio non ci riesco, non riesco a non pensare che non ci sono più, che non li potrò più vedere... Che ora sono da solo…”
“Ti prego non dire così, Neko lo ha fatto per te, per tenerti in vita. Per far sì che tu sia felice per sempre… Cosa è successo al Roxas che prima non parla e poi inizia a tempestarmi di domande? Non ce la faccio a vederti così! E poi non sei solo… tu hai me…”
“Hai ragione Axel, Neko non vorrebbe vedere il suo padrone ridotto così!!” disse e prese a mangiare il suo gelato (orami mezzo sciolto) con foga.
“Questo è il Roxy che riconosco!! Tieni prendi anche questo!” disse il rosso porgendogli l’altro ghiacciolo ancora incartato.
Dopo qualche minuto di silenzio fu ancora Axel a prendere la parola “Ti ricordi quando mi hai spiegato cosa voleva dire ? Beh penso… di essere stato veramente geloso del piccolo Neko… ma in fondo era proprio un bravo micetto!” disse sorridendo verso l’amico.
In quel momento chi fosse passato sotto il Campanile avrebbe sentito le risate di due amici sinceri.
 
 
 
*************************************+              +**********************************
      “Ma questo…”
I tre viaggiatori si guardavano intorno leggermente spaesati.
“… è il luogo da dove siamo partiti. Non ci si può più affidare al pilota automatico…” sbuffava spazientito Paperino.
“No, sono stato io!” rispose felice Sora.
 “PERCHE'??!”
“Volevo sapere come stavano i ragazzi…”
“Insomma! Guarda che non stiamo mica facendo un viaggio di piacere!!” sbraitò infuriato il papero con la sua voce quasi incomprensibile. E Sora sapeva bene quanto fosse vero. Quel viaggio lo stavano facendo per ritrovare Riku e il re, per tornare finalmente sulla loro isola…
“Mhhh...non so perché, ma ho un brutto presentimento…” bofonchiò Sora. E aveva ragione, un tizio passò di lì correndo come un pazzo urlando.
“Aiuto! Dei mostri.. Dei mostri in città!!”
Ci risiamo… Altre grida, i tre accorsero per vedere.
“Razza di… che cosa fate alla mia merce!?” le urla provenivano da un botteghino di leccornie, dove alcuni Simili stavano facendo razzia di cibo. Subito i nostri tre eroi si fiondarono per salvare la situazione: Sora si lanciò esuberante al centro della combriccola di Simili e con un affondo di Keyblade fece scomparire una coppia dei nemici. Questi si misero sulla difensiva e crearono un cerchio attorno a lui, stringendosi sempre di più. Sora restò immobile aspettando il momento opportuno, e quando tutti scattarono in avanti balzò in alto e scagliò una Firaga sul mucchio. Paperino dal canto suo si appostò di lato e usò il suo bastone magico come un mirino per scagliare dei blizzard addosso ai Simili.
Pippo invece menava fendenti con il suo scudo, sbattendolo sulle teste dei nemici o usandolo come boomerang.
Quando finalmente non ci fu più traccia di quegli orribili "spettri bianchi", i tre si girarono per vedere il disastro che avevano combinato. Si può dire che il negozio stava meglio prima.
“Tutto bene signora?”
“Che disastro! Ma chi diavolo erano quei… Aspetta! Ma sei tu!”
“Eh?!” Sora la guardò "leggermente" confuso. La vecchina si avvicinò e gli strinse forte la mano: “Grazie per avermi salvata di nuovo!"
"Cosa? Veramente io..."
L'anziana signora si voltò verso il negozio e vi entrò, parlando forte per farsi sentire dagli amici che erano rimasti fuori. 
"Per sdebitarmi vi regalerò dei gelati al sale marin…”
Quando tornò fuori, non poté finire la frase che i tre se ne erano già andati...              
 
 
 “Ma insomma! Cosa vuole questo? Ha sguinzagliato in giro questi strani esseri!!” le grida provenivano da una piazzetta vicino al centro, in cui tre ragazzi stavano tentando di difendersi dagli spettrali nemici.
“AAArgh mollalo quello è il mio giuramento di sangue!!” urlava impazzito il più grande dei tre mente tentava di recuperare il suo berretto, sottrattogli da un Simile dispettoso. Un colpo di Keyblade sfrecciò sulla sua testa rapido come il vento e l’essere si polverizzò all’istante.
“Lascia fare a me!” gridò Sora mentre si gettava agilmente nella mischia, seguito a ruota dal papero e dal bracco. Seifer e gli altri rimasero stupefatti dalla potenza di quei colpi: loro non erano riusciti neanche a sfiorare i nemici, mentre quel ragazzino più piccolo di lui stava facendo in pochi attimi una strage…
Con in agile affondo il Simile davanti a Sora si smaterializzò in un attimo, seguito da altri due inceneriti sotto le Firaga di Paperino. “Attento!” gridò Pippo all’amico e scagliò il suo scudo come un disco contro il nemico dietro di lui, tranciandolo di netto. Quando nella piazza tornò la calma i tre avventurieri si avvicinarono alla banda di Seifer.
“Tutto bene?” chiese Sora felice. Seifer lo squadrò un attimo e rispose distrattamente di sì, poi tornò ad osservarlo e finalmente si ricordò.
“Ma tu sei quello che alla festa mi ha tirato in faccia lo zucchero filato!!!!” gli sbraitò in faccia furioso. Per tutta risposta ricevette un gigantesco punto interrogativo stampato sulla faccia del castano.
“Chi sei?”
“MA COME NON TI RICORDI??”
Improvvisamente alla loro destra si materializzò un varco oscuro da cui uscì un uomo con un cappotto nero come la notte, i cui lunghi capelli blu scuro ricadevano sulle spalle.
“Eccellente”
Sora si voltò di scatto sorpreso: “L’organizzazione XIII!” e sfoderò la Keyblade pronto a combattere. Ogni volta che incontrava quei tizi non ne veniva fuori nulla di buono, aveva imparato a non fidarsi mai di loro e dei loro trucchi.
“Che intenzioni avete stavolta? State dando fastidio alla gente della città!”
Il Nessuno rimase impassibile e non sembrò curarsi della domanda. Fece qualche passo in avanti con aria indifferente. “Non importa. Piuttosto, non avete incontrato un uomo di nome Axel? Sta agendo autonomamente… E ci sta causando dei problemi.”
Il punto interrogativo riapparì ancora più grande sulla faccia del castano: “Axel? E io che ne so?” Ma appena disse quelle parole qualcosa dentro di lui si ruppe.
“Hanno litigato fra amici? “ Chiese titubante Pippo al custode, che si girò per guardarlo con un’aria critica: “Mah, in fin dei conti questa organizzazione XIII non è un granché.”
“Faresti meglio a stare attento. Axel intende trasformarti in un Heartlrss.”
Quelle parole lo colpirono come un macigno, Sora si girò verso il Nobody e fece istintivamente un passo all’indietro Che cosa?! Chi era veramente questo Axel? Perché voleva ciò?
“E perché ci dici di stare attenti? In fondo anche voi siete uguali! Noi vi siamo d’intralcio, no?
“Ti sbagli di grosso, noi abbiamo a cuore la tua incolumità, eroe della Keyblade”
“E come potete, se nemmeno ce l’avete un cuore!”
Il Nessuno si fermò, il labbro inferiore cominciò a tremare, come se ci fosse rimasto male.
“Sei crudele…”
 
Quest’affermazione spiazzò completamente il custode, che si pentì di quello che aveva detto.
“Sei tu quello senza cuore, a dire una cosa del genere…” continuò il Nobody.
Sora guardò per un attimo l’uomo per quello che era, e si chiese se davvero non provassero dei sentimenti, se davvero non possedessero un cuore…
“SORA!!” la voce indecifrabile e squillante di Paperino lo riportò alla realtà. “Non farti imbrogliare! Quello è un Nessuno! In realtà è completamente indifferente!!” Il castano si ridestò dai suoi pensieri si mise di nuovo in posizione di attacco.
“Non sottovalutateci. È vero, noi non abbiamo un cuore. Tuttavia ci restano il ricordi del passato i cui lo avevamo. Sappiamo quali sono i modi per ferirlo, un cuore…”
Dicendo questo alzò un braccio ed aprì un varco oscuro. Si mise il cappuccio in testa e si avviò indifferente verso il portale. “Se trovi Axel fammelo sapere” disse prima di sparire. Sora gli corse subito dietro, ma si bloccò poco dopo sentendo le parole dell’uomo.
“Ah… è meglio che non ti avvicini a questo varco.. Se non vuoi fare la fine di Riku” aggiunse in fine il Nessuno, prima di scomparire.
“No! Aspetta! Che cos’è successo a Riku!?” gridò inutilmente il castano. Nella testa rimbombò una frase: Continua a combattere gli Heartless… Sora…
L’Organizzazione XIII centrava qualcosa con Riku!? Che è successo… Cadde in ginocchio dallo sconforto, fino a quando avrebbe dovuto rincorrere l’albino per i mondi? Sentì una mano appoggiata sulla sua spalla e alzò lo sguardo: era Pippo, che tentava di risollevargli il morale.
Si voltò per vedere se i ragazzi di prima c’erano ancora, ma erano fuggiti. *
Si incamminarono lentamente verso la Gummship con il morale a terra, e fu allora che lo videro: davanti a loro si era piazzato un tenero** gattino dal pelo rosso che li fissava dolcemente. Sora sembrò perdere tutta la tristezza poco fa e sfoderò un piccolo sorriso, si acquattò vicino a lui e lo accarezzò: “Bravo… che bel micetto che sei”.
E per un istante, un solo piccolo istante, qualcosa sembrò affiorare fra i ricordi perduti, e i suoi occhi color del cielo brillarono di una luce diversa. Lo smeraldo incontrò l’oceano degli occhi del suo padrone.
“Neko…”
“Sora che succede?” la voce perforante di Paperino lo scosse dai suoi pensieri e spaventò il gatto, che fuggì via. “Lo conoscevi?” continuò il papero.
“N-no.. non lo conosco…”
“EHI SORA!!!!” un grido attirò la loro attenzione, era Hainer con la sua banda che stava correndo in quella direzione. Stranamente i capelli del ragazzo avevano qualcosa di diverso…
“ACCIDENTI, non potevi arrivare un po’ prima??”
“Perché che è successo?”
“è SUCCESSO DI TUTTO!!”
“…Ti sei fatto la permanente?”
“Ma no!!!”
Olette intervenne per arrivare al punto: “Kairi è la tua ragazza, vero?”
Il ragazzo si bloccò: “Kairi? Come fai a conoscerla?”
“Era venuta qui alla tua ricerca… ma è stata rapita!”
Cosa!? Sora si sentì ribollire dentro dalla rabbia: chiunque avesse osato toccare i suoi amici l’avrebbe pagata cara!!
 
Poco dopo…
Torre dell’orologio: Sora, Paperino e Pippo erano pronti a partire, salutarono i loro amici e accesero i motori. I tre li guardarono scomparire all’orizzonte, ancora confusi dagli ultimi eventi. Quando la Gummship sparì dalla loro vista Hainer tornò a tentare di sistemare alla bell’e meglio i suoi capelli bruciacchiati. Nel farlo notò la vecchietta dei gelati ?scendere? frettolosamente le scale con una busta in mano “Ehi ragazzi! Per caso avete visto dei ragazzini, insieme a un cane e un papero? Prima mi hanno aiutato, così ho portato loro dei ghiaccioli”
Il viso di Pence si illuminò di gioia: “Me spiace, se ne sono appena andati. Se vuole li mangiamo noi!!”
“Sono 1000 munny l’uno”
“Argh”
I tre si divisero equamente il bottino (e il debito) e presero ciascuno in ghiacciolo.
“Ma… ne avanza uno”
La vecchietta dei gelati li guardò sorpresa, poi sorrise.
 
“Si ovvio.
I ragazzini erano due, no?”
 
 
 
 
 
In un angolo della piazzetta, davanti ala torre dell’orologio, un gattino osservava l’orizzonte.
Non importa, pensò NekoAxel. Il mio padrone ha deciso così. Quella volta tu non mi sentisti, mai io ti dissi che ci saremmo incontrati in un'altra vita.
Aspetterò.
 
 
 
Fine


 
 
 
*************************************+              +**********************************
* = in realtà per chi ha visto il manga ci sono ancora, ma se li avessimo messi ci sarebbe stata la scena in cui Seifer dice “pensaci tu a Kairi” ed è evidente che si è preso una cotta gigantesca. Ma noi non lo mettiamo semplicemente perché KAIRI NON LA VOGLIAMOOOOOOO!!!!!!! XD
Di conseguenza non ci sarà neanche la scena delle palline alla torre del’orologio.
 
** = tenero per modo di dire, visto cos’ha fatto alla Lucertola furtiva e al Blindato.
 
N.B.  da notare che l’ultima frase è come quella fra Axel e Roxas:
“Ci ri incontreremo in un’altra vita”
“Si, aspetterò”
*************************************+              +**********************************
 
 
 
 
Angolo delle autrici: Fine. Una parole che all’inizio non ci saremmo mai neanche sognate di scrivere. Per noi una storia era come la vita, continuava, andava avanti, non ci siamo subito rese conto che un giorno o l’altro avremmo dovuto porre questa parola in fondo al capitolo.
Ringraziamo tutte le persone che ci hanno seguito:
Un grazie a JLuna_Diviner, che ci ha seguite con costanza recensendo ogni singolo capitolo (sai, è anche grazie a te che gli iniziali 4 capitoli della fanfic sono diventati 8)
Un grazie a LorenzoTop, le tue critiche costruttive ci sono state di grande aiuto (anche se il discorso della punteggiatura ancora non lo abbiamo capito)…
Un grazie anche a Anima1999 e a Black_Soul che hanno recensito, e naturalmente un grazie a tutti voi che leggete ^^ speriamo di avervi fatto divertire, sognare e magari tenervi col fiato sospeso fino al capitolo successivo (che ammettiamo di non aver pubblicato con molta frequenza).
Detto questo vi salutiamo per l'ultima volta in questa fanfiction, ma sappiate che abbiamo ancora moolte idee e ci rivedremo presto ^^
 
ALLA PROSSIMAAAAAA!!!
*salutano con la mano e scompaiono, un'ultima volta, tra le spire di un varco oscuro*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2196193