Altair Malfoy-Granger [Mistake Spin-Off]

di piperina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 10 anni - Mamma e Papà ***
Capitolo 2: *** 10 anni - Mezzo Grifondoro ***
Capitolo 3: *** 11 anni - L'Hogwarts Express ***
Capitolo 4: *** 11 anni - Lo Smistamento ***
Capitolo 5: *** 11 anni - Il Primo Volo ***



Capitolo 1
*** 10 anni - Mamma e Papà ***


Salve a tutti!

Questa è la sorpresa che ho preparato per voi. Un piccolo spin–off di Mistake dedicato ad Altair. Ogni capitolo parlerà di un episodio della vita del nostro bambino preferito. 

Spero che apprezzerete il pensiero. I capitoli sono piccolini, ma ci tenevo a condividere con voi questi momenti della vita di Altair.

 

AVVISO

Per chi si ritrova qui senza aver letto la storia principale, avviso che è fortemente consigliata la sua lettura, perché questi sono dei missing–moment e non si capirebbe la loro esistenza e importanza senza conoscere la storia originale.

 

“Mistake – L’Errore più Grande” 40 capitoli – completa

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=535391&i=1

  

Buona lettura!

 

 

 

 

10 ANNI – Mamma e Papà

 

  

 

Altair Malfoy aveva dieci anni il giorno in cui i suoi genitori gli dissero la verità. Hermione aveva cercato di ritardare la cosa il più possibile, ma l’anno successivo lui sarebbe andato via, così decise, di comune accordo con Draco, di raccontargli tutto l’estate dei suoi dieci anni.

– Altair, tesoro, vogliamo che ascolti bene – erano tutti e tre nella stanza del bambino, seduti sul letto.

– Cosa c’è? –

Il piccolo si chiese se avesse combinato qualche guaio d recente, ma non ricordava nulla in particolare.

– Hai presente i bambini con cui studiavi? Quelli che ti trattavano male? –

Lui annuì e attese che la madre continuasse a parlare.

– Ricordi che dicevano brutte cose su me e papà? –

– Sì. –

Hermione prese un bel respiro e proseguì. – Quando andrai a Hogwarts l’anno prossimo, ecco, c’è la possibilità che altri bambini ti prendano in giro. –

– Perché? – non capiva: cosa avevano fatto di male i suoi genitori?

Draco sorrise con tenerezza, mascherando la rabbia che provava in quel momento.

– Io e papà ti abbiamo avuto a diciassette anni. –

Altair aggrottò la fronte coperta di riccioli chiari. Sapeva che la frequentazione di Hogwarts durava dagli undici ai diciassette anni. Fece due rapidi calcoli.

– Facevate ancora la scuola? –

Hermione annuì.

– Allora eravate piccoli per avermi? –

– Sì. Non si dovrebbero avere bambini così presto. –

C’era qualcosa che non quadrava.

– Noi due non stavamo insieme come adesso, ma abbiamo avuto te e questo ci ha fatto avere dei problemi a scuola. –

Hermione la stava prendendo larga. Come si poteva dire a un bambino di dieci anni che era stato un vero e proprio incidente di percorso?

– Sei stato una sorpresa – spiegò Draco nel modo più dolce possibile. – Io e la mamma abbiamo litigato tanto perché non andavamo d’accordo e dopo la scuola siamo venuti a vivere qui tutti insieme. –

Altair rimase in silenzio. Stava mettendo insieme le offese di quei bambini con ciò che i suoi genitori gli avevano detto. A scuola l’avevano chiamato in tanti brutti modi e avevano detto cose terribili su sua madre.

– Voi non mi volevate? –

Hermione sbiancò.

– No! Non è così, ti volevamo! – esclamò, nel panico.

– Noi non ti abbiamo cercato, ma siamo stati felici quando abbiamo saputo che stavi arrivando. –

Le parole di Draco furono miracolose, perché aiutarono Altair capire il motivo di tutte quelle offese. Il punto era che non ne capiva il motivo.

– Mamma, ma qual è il problema? – chiese ingenuamente. – Tu mi vuoi bene, papà anche. Io sono contento. –

Hermione aveva gli occhi lucidi. – Non sei arrabbiato con noi? –

– No. –

– Neanche sapendo la verità? Hai capito bene quello che ti abbiamo detto? –

Annuì con vigore, poi sorrise e scrollò le spalle con la tipica innocenza dei bambini. – Sei la mamma migliore del mondo. A me non importa come sono arrivato o cosa dicono gli altri. –

Anche Draco, pur non volendolo mostrare, era emozionato. Il terrore di traumatizzare suo figlio o darsi odiare da lui l’aveva logorato per anni. Altair avrebbe potuto subire un forte shock, invece aveva reagito meglio di un adulto.

Hermione lo abbracciò stretto e lui gli diede un bacio a schiocco sulla guancia.

– Se dicono brutte cose a scuola uso le fatture che mi ha insegnato zia Ginny. –

Draco Malfoy non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era contento che suo figlio fosse mezzo Grifondoro.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 10 anni - Mezzo Grifondoro ***


 

Buona lettura!

 

 

 

10 ANNI – Mezzo Grifondoro

 

 

 

 

Hermione stava leggendo “Storia di Hogwarts” a suo figlio. Era sdraiata sul letto insieme a lui, nella sua stanza, con una lampada magica accesa sul comodino. Sul soffitto e sulle pareti venivano proiettate le immagini delle creature presenti nel Mondo Magico – ogni scusa era buona per preparare Altair all’ingresso a scuola, anche una semplice lampada poteva essere un buon metodo di apprendimento divertente.

Finito il capitolo, Hermione posò il libro sul comodino e si mise su un fianco. Altair fece lo stesso, guardando molto seriamente la madre, con quei suoi bellissimi occhi azzurri.

«Voglio il tuo cognome» disse, senza preavviso.

Hermione non seppe come rispondere nell’immediato. Quella richiesta l’aveva colta del tutto impreparata. «Perché?» chiese, cauta.

«Posso averlo?»

«Sì, certo» rispose lei, aggrottando le sopracciglia, con gli ingranaggi del suo cervello già in movimento. «Si può fare la richiesta per aggiungerlo.»

Il bambino sorrise e lei si fece ancora più dubbiosa e preoccupata. C’era qualcosa che doveva sapere? Era successo altro? Qualcuno si era di nuovo comportato male con suo figlio?

«Tesoro, va tutto bene? Perché questa richiesta?»

«Perché tu sei una mamma meravigliosa e sei stata la più brava di tutta la scuola» disse lui, con la schiettezza e la sincerità che solo i bambini possedevano. «Io sono metà di papà e metà tuo. Sono contento che sei la mia mamma.»

Hermione sentì gli occhi inumidirsi. Suo figlio non era solo molto sveglio e intelligente, ma aveva un cuore grande ed era capace di provare un amore immenso.

«Sei sicuro?»

Lui annuì, più convinto che mai, poi si allungò per darle un bacio sulla guancia.

«Tutti devono sapere che sei mia mamma.»

A quel punto lei lo strinse in un forte abbraccio, sia per l’emozione sia per mascherare le lacrime. Era la cosa più bella che le avessero mai detto.

Draco, che aveva assistito al loro piccolo discorso, si sentì toccato dalle parole del figlio. Di nuovo, pensò, era felice che fosse mezzo Grifondoro.

Anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta volce.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 11 anni - L'Hogwarts Express ***



Buona lettura!

 

 

 

 

11 ANNI – L’Hogwarts Express

 

 

 

 

 

Il treno era appena partito. Altair si era infilato subito in un vagone vuoto, aveva riposto in ordine il suo baule e si era seduto accanto al finestrino.

Dal corridoio veniva un gran vociare. Gli studenti del primo anno erano sovraeccitati, quelli più grandi erano impegnati a raccontare agli amici le imprese estive.

Altair stava osservando la stazione – e la sua famiglia – sparire attraverso il vetro quando sentì una voce.

«Scusa, sono liberi gli altri posti?»

Si voltò e vide una bambina dalla carnagione chiarissima e lunghi capelli neri. Dietro di lei ce n’era un’altra, un poco più bassa, dalla carnagione caffelatte e i capelli corti castani.

«Sì, ci sono solo io.»

«Bene.»

Le bambine presero posto e sistemarono con calma il bagaglio. La morettina, che come lui aveva una civetta nella gabbia, lo fissò a lungo prima di farsi avanti.

«Tu sei Malfoy?»

Accidenti, era così riconoscibile? «Malfoy Granger. Ho due cognomi.»

«Forte! Allora sei proprio tu quello che ho visto in stazione. Tua mamma è Hermione Grager!» esclamò lei con entusiasmo.

«Sì, è lei.»

«Che fortuna» continuò, con occhi sognanti. «I tuoi genitori sono molto famosi.»

«A quanto pare…» sua madre gli aveva detto che i primi giorni sarebbero stati difficili a causa della popolarità del Golden Trio e della fama dei Malfoy, per non parlare dello scandalo riguardo proprio il suo concepimento.

Molti studenti avrebbero cercato di avvicinarlo con svariate intenzioni, per capire se fosse più Malfoy o più Granger.

«Sono contenta di averti conosciuto. Ammiro molto Harry Potter e tutti quelli che hanno combattuto insieme a lui. A proposito, io sono Bianca McNair.»

Altair osservò la mano che quella bambina gli stava porgendo. McNair. Conosceva quel nome. L’aveva letto in alcuni libri e i suoi genitori gli avevano parlato di lui e del suo schieramento politico.

McNair era stato uno spietato Mangiamorte.

Guardò gli occhi azzurri di Bianca e vi scorse una disperazione che stonava con il tono allegro della sua voce. Si chiese cosa avesse passato durante la sua infanzia.

Lui era un Malfoy. Suo padre non era sempre stato una brava persona e suo nonno era in prigione.

Sorrise e le strinse la mano. «Io sono Altair.»

Il sorriso che ricevette in risposta gli scaldò il cuore.

«Lei è mia cugina Mathilde. In questi giorni ha mal di gola e non riesce a parlare, ma dovresti sentire come canta!»

Anche Mathilde gli strinse la mano e notò che aveva gli stessi occhi di Bianca. Altair sperò di capitare nella loro stessa casa. Sentiva già di avere molto in comune con le due cugine.

Bianca parlò ininterrottamente. Era nervosa, si vedeva, e sembrava voler fare buona impressione su di lui, come se volesse assicurarlo che lei non era il cognome che portava. Proprio come lui era un Malfoy diverso da tutti i suoi antenati.

Le chiacchiere vennero bruscamente fermate dall’arrivo di due ragazzi del terzo anno, che aprirono la porta dello scompartimento senza preavviso e puntarono subito lo sguardo su Altair.

Guai in vista.

Portavano le divise di Serpeverde. Tutti i Malfoy erano stati orgogliosi membri di quella Casa, anche sua nonna e zio Severus. Altair non sapeva dove sarebbe finito e se fosse stato un Serpeverde se ne sarebbe fatto una ragione, ma sperava tanto di interrompere la tradizione di famiglia.

Sapeva che, se la sua Casa fosse stata quella del buon Salazar, il suo destino sarebbe stato segnato unicamente da quello. Non voleva essere giudicato per un nome o per due colori sulla divisa.

«Eccolo lì, il piccolo Malfoy» disse uno de due, con i capelli corti rossicci e le lentiggini sul naso.

«Mi chiamo Altair» disse lui, stizzito.

L’altro ragazzo, che aveva i capelli castani ed era poco più alto dell’altro, si sporse in avanti per guardarlo meglio. «È proprio un Malfoy. Ha lo stesso viso del padre e lo sguardo severo del vecchio Lucius.»

«Sono solo mezzo Malfoy» ribatté il piccolo, aggiungendo con orgoglio «Sono metà Granger.»

Bianca lo guardò con ammirazione. Altair portava fieramente il cognome di entrambi i suo genitori. Il figlio di un Mangiamorte e dell’eroina del mondo magico.

I due ragazzi storsero il naso.

«La Sanguesporco amica di Potter»

Altair sapeva che volevano provocarlo, ma lui non voleva litigare. Aveva ereditato il coraggio di sua madre e l’astuzia di suo padre. Li avrebbe usati a tempo debito. «Mia madre è stata la strega più brillante di tutta la scuola.»

«Altair conosce tutti gli incantesimi più potenti del mondo e sa fare delle pozioni fortissime!» Bianca intervenne quasi sovrapponendo la voce alla sua. «E Ginevra Weasley gli ha insegnato tutte le Fatture Orcovolanti che esistono. Fossi in voi starei attenta!»

Il rossiccio aprì la bocca per ribattere, ma una Caposcuola del settimo anno passò da lì proprio in quel momento per fare l’appello dei presenti e controllare che non ci fossero problemi.

«Ancora voi due? A chi state dando fastidio questa volta?» esclamò la ragazza con voce acuta. Si sporse all’interno della cabina, mostrando due grandi occhi verdi e corti riccioli biondi. «I vostri nomi?»

«Bianca e Mathilde McNair» rispose educatamente la bambina, attirando su di sé l’attenzione dei due ragazzi.

«McNair? Tuo padre era un grande uomo» disse il rosso con uno strano sorriso in viso. Lei lo ignorò.

«Segnate. Tu sei?» disse poi la Caposcuola guardando Altair.

«Altair Malfoy Granger.»

«Aah, ecco perché questi due idioti sono qua» diede una gomitata ai terzini, spostandoli e rivelando la divisa di Grifondoro. «I tuoi genitori te l’avranno di sicuro già detto, ma ignora i tipi come loro, sono stupidi. Io sono Carmilla Cordelia Canon, ma puoi chiamarmi C.C.»

Strinse la mano dei bambini e sorrise affettuosamente ad Altair. «Harry e tua madre hanno salvato la vita di mio zio Colin, gli sono davvero riconoscente. Salutali da parte mia quando li senti, per favore.»

«Lo farò.»

Una volta rimasto solo con la sua nuova amica e sostenitrice Bianca e la momentaneamente muta Mathilde, Altair si perse tra il paesaggio e i propri pensieri. Ricordava ciò che era successo durante il primo viaggio su quello stesso treno che avevano fatto i suoi genitori: Hermione aveva dato sfoggio del suo intelletto, mentre Draco si era comportato come quei due Serpeverde.

Era felice di sapere che suo padre fosse cambiato durante gli anni, anche se era sempre spocchioso e viziato.

Si chiese distrattamente cosa sarebbe successo all’ingresso a Hogwarts delle gemelline Potter, visto il successo che aveva già avuto lui.

Aveva la sensazione che la sua vita al castello sarebbe stata un’avventura fantastica.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 11 anni - Lo Smistamento ***


 

Buona lettura!

 

 

11 ANNI – Lo Smistamento

 

 

 

Nonno Silente era strambo come al solito. Zio Severus sedeva accanto a lui al tavolo degli insegnanti. Visto da lontano sembrava enorme e imponente, con tutti i professori seduti lì.

Nonna Minerva intanto stava spiegando cosa fosse lo Smistamento e come sarebbe avvenuto.

La voce che un Malfoy fosse tra i primini aveva già fatto il giro tra gli studenti e molti lo fissavano, chi di nascosto chi sfacciatamente.

Altair si chiese se anche Zio Harry a suo tempo di fosse sentito a disagio come lui quella sera. Sapeva che il suo arrivo era tanto chiacchierato perché era il primo tra i figli della generazione Potter a mettere piede a Hogwarts, oltre ad essere il primo Malfoy non Purosangue.

– Che bel cielo – sussurrò Bianca accanto a lui.

– È un incantesimo. L’ho letto su Storia di Hogwarts – rispose lui alzando gli occhi verso il soffitto magico.

Zia Minerva chiamò una decina di persone prima che toccasse a Bianca.

– Ci vediamo fra poco. –

– Come sai che saremo nella stessa casa? –

La bambina sorrise. – Lo so e basta. –

Il Cappello la smistò a Corvonero. Mathilda, subito dopo di lei, fu mandata a Grifondoro. Poi fu il suo turno.

– Altair Malfoy Granger. –

Un grande brusio si levò dai ragazzi presenti in sala. Qualcuno aveva anche fatto delle scommesse, ovviamente la scelta era tra Serpeverde e Grifondoro. I Malfoy erano sempre appartenuti alla casa verde-argento, ma il coraggio e la forza di Hermione Granger non erano da sottovalutare.

La vecchia professoressa aveva usato il suo solito tono professionale, ma c’era un profondo affetto nei suoi occhi mentre osservava il bambino sedersi e gli metteva il Cappello in testa.

– Eccoti qua, finalmente. Ero impaziente di vedere cosa c’è nel tuo cuore. –

Il Cappello ciondolò a destra e a sinistra più volte, mugugnando tra sé e sé.

– Mmh… hai la furbizia dei Malfoy, anche una grande nobiltà d’animo. Hai il fuoco di tua madre. Oh, e che mente meravigliosa! Non ho dubbi. –

Altair si sentì il cuore in gola.

– Corvonero! –

Minerva emise un sospiro di sollievo tra i tanti sorpresi dei presenti. Sorrise al bambino quando riprese in mano il Cappello, Silente gli fece l’occhiolino e Severus annuì appena.

Erano felici che non fosse Serpeverde. Non per la casa, ma per lui: non meritava di essere bollato per il suo nome e il colore sulla divisa. Allo stesso modo era divertente che non fosse neanche Grifondoro.

Il bambino era l’equilibrio perfetto tra i suoi genitori.

Altair si sedette accanto a Bianca, che gli rivolse un grande sorriso.

– Che ti avevo detto? –

Lui rispose al sorriso e provò una grande emozione. La sua avventura a Hogwarts era appena iniziata.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 11 anni - Il Primo Volo ***


 

Buona lettura!

 

 

 

 

11 ANNI – Il Primo Volo

 

 

 

Erano trascorsi solo tre giorni dall’inizio dell’anno scolastico. Altair era sovraeccitato quel pomeriggio e fingeva di non badare a quante volta Bianca l’avesse guardato scuotendo la testa.

– Come mai sei così agitato? –

– Oggi si vola! – esclamò il bambino.

Draco gli aveva già insegnato ogni cosa, ma farlo a casa era diverso: Altair voleva volare intorno al castello, vedere dall’alto ogni cosa, cercare i confini del mondo in sella alla sua scopa.

I due uscirono in giardino e raggiunsero Madama Bumb, che aveva già iniziato a segnare i presenti.

– Posizionatevi di fianco alle scope – disse a voce alta appena tutti gli alunni furono pronti. – Alzate la mano e dite “Su!” con grinta e convinzione. –

Un coro di voci si alzò all’istante. La scopa di Altair eseguì subito l’ordine, così come quella di Bianca. Altri cinque bambini entrarono in confidenza con l’oggetto senza alcun problema. Pochi non ci riuscirono, mentre alla maggior parte della classe furono necessari vari tentativi.

– Bene così – annuì soddisfatta la professoressa, passando in rassegna sia la classe di Corvonero che quella di Tassorosso. Un bambino si era beccato la scopa in mezzo agli occhi e ora mostrava un vistoso segno rosso in fronte.

Altair strinse il manico della scopa con vigore: adorava volare, era impaziente di ricevere l’ordine di Madama Bumb.

– Ora salite a cavallo della scopa, ma fate attenzione a non muovere il manico. –

Come previsto e come succedeva ogni anno qualcuno staccò i piedi da terra. Una bambina particolarmente minuta e visibilmente a disagio si trovava già a qualche metro da terra. Spaventata, si aggrappò al manico e chiese aiuto.

Altair stava per alzarsi in volo e soccorrerla, ma la professoressa lo precedette e riportò la ragazzina a terra.

– Tutto bene, Marie? – le chiese.

– Sì… – annuì lei, che porse l’odiata scopa all’insegnante. – Non la voglio. –

– Sei qui per imparare a usarla. –

– Ma io non voglio, ho paura. –

Madama Bumb cercò di convincerla a fare un altro tentativo, ma la bambina non voleva proprio saperne di riprovarci.

– Che incapace. – Geremia Flint, dalla fila di Tassorosso, diede voce al suo disappunto. – Quella è una stupida, non sa fare niente. –

– Non le piace volare, tutti qui – replicò Bianca, che non aveva davvero peli sulla lingua e già voleva affatturare il ragazzino.

Lui la fissò con astio, poi spostò lo sguardo su Altair e i suoi occhi si illuminarono.

– Guardate, il piccolo Malfoy – esclamò a voce alta.

– Hai la mia stessa età – replicò lui, – e il mio nome è Granger Malfoy. –

A quelle parole Geremia storse il naso. Non tutti i Tassorosso sono gentili e di buon cuore.

La rispostaccia di Altair venne bloccata da Madama Bumb, che aveva calmato la piccola Marie e aveva quindi ripreso la lezione.

Quando fu il momento di alzarsi in volo Altair capì che non valeva neanche la pena rispondere male: si librò in aria con sicurezza, mostrando la propria abilità e la perfetta padronanza della scopa e delle tecniche di volo.

Geremia, che si era inutilmente innervosito, non riuscì a mantenersi in equilibrio e dovette tornare subito a terra.

Altair lo squadrò dall’alto, del tutto a suo agio a cinque metri da terra, e sfoderò per la prima volta quel ghigno che lo rendeva identico a suo padre.

 

 

 

 

 

 

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