Headfirst For Halos

di AmandaBurton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I brought you my bullets, you brought me your love; CHAPTER ONE. ***
Capitolo 2: *** CHAPTER TWO. ***
Capitolo 3: *** CHAPTER THREE. ***
Capitolo 4: *** CHAPTER FOUR. ***
Capitolo 5: *** CHAPTER FIVE. ***
Capitolo 6: *** CHAPTER SIX. ***
Capitolo 7: *** save yourself i'll hold them back. CHAPTER ONE. ***
Capitolo 8: *** CHAPTER TWO. ***
Capitolo 9: *** CHAPTER THREE. ***
Capitolo 10: *** CHAPTER FOUR. ***
Capitolo 11: *** CHAPTER FIVE. ***
Capitolo 12: *** CHAPTER SIX. ***
Capitolo 13: *** early sunset over monroeville: CHAPTER ONE. ***
Capitolo 14: *** CHAPTER TWO. ***
Capitolo 15: *** CHAPTER THREE. ***
Capitolo 16: *** CHAPTER FOUR. ***
Capitolo 17: *** CHAPTER FIVE. ***
Capitolo 18: *** CHAPTER SIX. ***
Capitolo 19: *** demolition lovers; CHAPTER ONE. ***
Capitolo 20: *** CHAPTER TWO. ***
Capitolo 21: *** CHAPTER THREE. ***
Capitolo 22: *** CHAPTER FOUR. ***
Capitolo 23: *** CHAPTER FIVE. ***
Capitolo 24: *** CHAPTER SIX. ***
Capitolo 25: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** I brought you my bullets, you brought me your love; CHAPTER ONE. ***


-well let's go back to the middle of the day that stars it all..just think happy thoughts!-

era una di quelle sere strane a Belleville.
una di quelle sere in cui ti senti nelle ossa che accadrà qualcosa, ma non ci pensi più di tanto, e non capisci quello che ti aspetta fino a quando non te lo trovi davanti.
quella band di ragazzi stralunati suonava ormai da due ore nel club dove Evelyne lavorava, ed era quasi ora di chiusura.
-Eve, chiudi tu stasera.- le disse Morgan, il proprietario della bettola, mentre la guardava con l'aria torva di sempre.
lei annuì, e come sempre, svogliatamente, si rimise a lavoro.

finalmente quei tipi avevano smesso di suonare, e si apprestavano ad imboccare stancamente la porta.
tutti tranne uno, che invece di seguire i suoi compari, si posizionò sullo sgabello davanti al bancone.
-Stiamo per chiudere.-disse Eve,con la voce piatta.
-Lo so.- fece lui. -Ma ho cantato per tutta la serata. Non mi hai sentito?-
La ragazza alzò lo sguardo. -E con questo?-
Lui sorrise.-E con questo ho la gola secca e in fiamme. Posso avere una birra?- domandò cortesemente.
Evelyne non replicò, per il semplice motivo che Morgan la fissava da vicino la porta, e a lei non andava proprio di perdere anche quest'altro di lavoro; quindi senza dire una parola, poggiò la pinta di birra sul bancone.
Il ragazzo, in tutta calma, afferrò il bicchiere, ed iniziò a sorseggiare la sua ordinazione, aspettando con ansia che la ragazza perdesse le staffe.

-Dovrei chiudere sai.- osservò Eve seccata, dopo quasi un quarto d'ora.
-Giusto.- mormorò lui, appoggiando il bicchiere. -Sei carina, sai.- aggiunse poi, serio.
Fantastico, pensò lei, era quasi l'una ed era sola in quel locale con un potenziale stupratore.
La ragazza non si scompose. -Ho una vasta gamma di arnesi sotto il bancone. Facciamo che ti do l'opportunità di scegliere con quale farti evirare.-
Il ragazzo rise sguaiatamente.
-Bella e anche simpatica! Se sei intelligente, ho fatto bingo.-
Eve rimase a fissarlo, con aria alquanto schifata e il ragazzo intuì.
-Non è la mia serata evidentemente.- disse alzandosi dallo sgabello, e appogiando sul bancone 20$. -Il resto puoi tenerlo.- disse allontanandosi, e salutandola con il sorriso di chi la sapeva lunga.

Fu mentre infilava i soldi in cassa che si accorse di quel pezzetto di carta che faceva capolino dalla banconota stropicciata. Lo aprì.
Un numero di telefono era bellamente accompagnato dalla scritta "Chiamami", firmato da un certo Gerard.
Eve non potè far a meno di sorridere, e alzando lo sguardo lo vide.
Gerard era all'esterno, che la fissava dalla vetrina con un sguardo compiaciuto sul volto.

Angolo autrice: buonsalve.
tutto questo non mi appartiene e bla bla bla.
è solo frutto della mia mente perversa e bla bla bla.
è la prima FF che pubblico, siate spietati.
Rage&Love.
-A


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Capitolo 2
*** CHAPTER TWO. ***


Quel Gerard  si presentò al locale anche la sera dopo.
E quella dopo ancora.
-Non mi hai chiamato.- disse ad Evelyne quando prese posto sul solito sgabello.
-Avrei dovuto?- fece lei, iniziando a sistemare i bicchieri presenti nel lavandino.
Il ragazzo fece spallucce. -Bè, sono rimasto tutte queste notti accanto al telefono aspettando la tua chiamata.- disse cercando di apparire triste.
Eve rise.
-Vedi?! T'ho fatta ridere!- le fece notare -Qualcosa deve pur esserci.-
-Ah si? E cosa? Sentiamo.- domandò lei.
-Secondo me ti piaccio. Anzi..- ci pensò su - Tu moriresti per me. Solo, sei troppo orgogliosa..- disse lui sorridendo.
Evelyne diventò paonazza, e solo dopo cinque minuti di attenta riflessione aprì bocca per rispondere.
-No, direi che non sei il mio tipo..-
-Oh, avanti, nemmeno mi conosci!- protestò lui.
-Appunto.-
-Dammi una possibilità.- sospirò -Lascia che ti accompagni a casa. E se proprio non sono il tuo tipo, me ne farò una ragione.-
Eve sospirò pesantemente. -Fa un po come ti pare. Finisco alle 11.-

Quella storia andò avanti per un mese.
Gerard si presentava al locale, e aspettava che lei finisse di lavorare, seduto al bancone, e standola a guardare in silenzio.
La sera del 13 Ottobre, quando erano in strada, chicchierando del più e del meno, lui se ne uscì con un semplice "Vuoi venire da me?".
Inutile stare a spiegare il come e il perchè Evelyne accettò.
All'inzio quel tipo poteva essere chiunque, uno stupratore, un ladro.Ma con i giorni che passavano, Eve capì che il ragazzo che aveva davanti era semplcemente Gerard, che le chiedeva una possibilità. E lei aveva accettato senza pensarci.

-Io non sono quel tipo di ragazza,- ansimò mentre Gerard la baciava.
Il ragazzo sorrise. -Sei il mio tipo di ragazza, E questo è di gran lunga meglio.-
I fumi dell'alcool che avevano consumato al locale, e l'erba che si erano procurati, fomentò parecchio quell'idea di amore che entrambi cercavano in quel momento.
Probabilmente stava sbagliando tutto, ma non le importò.
Si era fidata per una volta di se stessa e di lui.
E aveva fatto male.

Angolo autrice: buonsalve di nuovo.
due capitoli in un giorno, mi sorprendo di me stessa.
nessuna recensione, wowowowow. 
mi sento inutile.
adieau.
Rage&Love.
-A

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Capitolo 3
*** CHAPTER THREE. ***


Evelyne si svegliò in un letto che non era suo, in una casa che non era sua.
Si mise a sedere e si guardò intorno: i suoi jeans erano appallottolati ai piedi del grosso letto matrimoniale, e la sua maglia giaceva sul pavimento.
Decise di alzarsi, quindi infilarsi qualcosa, e scendere al piano inferiore.
Lungo le scale, sulle pareti, erano appese varie foto di cui lei non riconobbe i soggetti.

Entrò in quella che doveva essere la cucina e si ritrovò davanti un Gerard sorridente che l'accolse con un bacio a stampo e un "dormito bene?", a cui lei non seppe davvero rispondere, poichè il suo sguardo era concentrato su altro.
A un lato del tavolo se ne stava seduto un ragazzo simile a Gerard, che infilava quella che doveva essere cocaina in bustine di piccola taglia.
-Che sta facendo?- domandò la ragazza, conoscendo già la risposta.
Il ragazzo alzò lo sguardo e sorrise beffardo.
-Ecco, tecnicamente noi..-
Gerard non fece in tempo a terminare la frase, che da una scalinata che probabilmente portava alla cantina,un gruppo di ragazzi apparì schiamazzando.
-Abbiamo buone notizie! Anzi ottime!- urlò un tipo tutto ricci -Van Sant ha in progetto grandi affari!-
Nessuno sembrava aver notato Eve, nonostante se ne stesse lì impalata e in mutande.
-Fantastico!- urlò Gerard in risposta -Come procediamo?-
-Quel Van Sant?- domandò incredula la ragazza.

Alexander Van Sant era certamente l'uomo più ricco e potente di Belleville.
Aveva costruito il suo impero su sesso, sangue e droga.
Spacciatore ed omicida, possedeva quasi tutti i locali della città, e la maggior parte dei casinò di Las Vegas.
Mettersi contro Van Sant, equivaleva ad un suicidio.


-E tu chi sei?- domandò il più grosso, il ragazzo biondo accanto alla porta della cantina.
Fu allora che tutti la notarono.
-Lei è Evelyne. Sta con me.- rispose il padrone di casa.
La ragazza non replicò a quella frase. Non era il momento.
Il più bassino, accanto al frigorifero, aprì bocca -E sa..-
-Che dovrei sapere?- fece lei, con voce atona.
Il tipo che trafficava con bustine e cocaina alzò lo sguardo e rise -Sei entrata nella tana dei cattivi ragazzi, tesoro-
Eve aveva capito fin troppo.
-Come vi guadagnate da vivere precisamente?- domandò, cercando di mantenere la calma.
-Piccoli lavoretti.- rispose il riccioluto.
-Che genere di lavoretti?-
Gerard si schiarì la voce -Sporchi.-
-Quanto sporchi?- domandò lei.
-Nella media.- rispose sorridendo il biondo.
La ragazza era confusa: la testa le girava violentemente, quei tipi strani stavano lì a guardarla.
In che guaio si era cacciata?
Respirò profondamente -Ma voi chi siete?- si decise a chiedere, dopo minuti di attenta riflessione.
Il ragazzino accanto al frigorifero le rivolse un gran sorriso. -Benvenuta nella Black Parade-

Angolo autrice: salve a tutti.
ringrazio Becky710 e Idiotlove__ per le recensioni.
Avete scaldato il mio piccolo e freddo cuoricino.
Grazie.
Spero che questo capitolo vi soddisfi.
A brevissimo, praticamente adesso, il quarto.
Rage&Love
-A


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Capitolo 4
*** CHAPTER FOUR. ***


La Black Parade? Che storia era?
-Lavorate per Van Sant?- domandò quasi spaventata.
-Assolutamente no!- rispose il biondo, con aria offesa.
-E cosa c'entra lui in tutta questa storia?-
I ragazzi si scambiarono un'occhiata eloquente, titubanti sul da farsi.
Lei non era una di loro.
-Volete parlare o no?- insistè lei -Posso sempre andare dalla polizia se volete.- disse, indicando la cocaina che imbiancava il tavolo.
-Ok, ok!- fece Gerard, cedendo per primo -Stiamo organizzando un colpo.-
La ragazza prese posto sul bancone accanto al lavandino.-Che genere di colpo?-
-Van Sant è l'uomo più potente della città. Ha pusher, cecchini e scagnozzi in ogni buco qui, e noi gli stiamo rovinando la piazza.- spiegò il riccio -Abbiamo scoperto che ha un grosso carico di cocaina ed eroina da solo dio sa dove. Dobbiamo bloccare il carico prima che arrivi in città e fare strage. Abbiamo troppe cose da vendicare.-
-..è l'ultimo colpo, e deve riuscire.-aggiunse il biondo.
Eve sembrava interessata e fece cenno al ragazzo di continuare.
-Per fare tutto ciò però abbiamo bisogno di altre informazioni che solo lui può darci: il luogo e la data dello scambio ad esempio.- fece lui, preoccupato -Stasera darà una festa, e noi dobbiamo andarci.-

-E come? Se scopre che siamo noi i tipi che gli rovinano gli affari ci ammazza- osservò il piccoletto -Dimenticate che mi ha fatto pedinare? Potrebbe risalire a noi in men che non si dica. E poi? Sarebbe la fine.-
-E allora cosa proponete di fare?- fece il tipo della cocaina.
Tutti parvero pensarci su.
Il loro fine era abbastanza egoistico ed illegale.
Ma ehi, chi era lei per giudicare? Avevano detto che dovevano vendicarsi. E alla fin fine, anche Evelyne lo sapeva, il fine giustifica i mezzi.

-Mandiamo lei.- propose il biondo, indicandola.
-Non se ne parla!- urlò Gerard, parandosi davanti alla ragazza -Lei non andrà da Van Sant-
-Si che ci andrò- disse lei risoluta.
-No! Non puoi!- protestò il ragazzo -Non posso permetterti di farlo, è troppo pericoloso. Sono problemi nostri, e non voglio che tu ne entri a far parte-
-Potevi pensarci prima- mormorò Eve -E poi, io sono una ragazza. Per me sarà più facile. Ho.."doti" che nessuno di voi ha-
Gerard sospirò, arrendendosi alla caparbietà della ragazza che aveva di fronte.
D'altronde aveva ragione.
-Perfetto allora- decretò il biondo sorridendo.
Eve li guardò, piantando lo sguardo su quello del riccioluto -Che devo fare?-

Angolo autrice: mantengo sempre le promesse.
a domani con altri due capitoli.
siate spietati.
Rage&Love
-A

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Capitolo 5
*** CHAPTER FIVE. ***


-Tutto chiaro?- domandò Ray, il riccioluto.

Pian piano i contorni della situazione e dei ragazzi si erano andati delineando.
Eve aveva scoperto, per quel che poteva, l'identità dei giovani e la loro posizione nel "branco": Ray, era l'addetto alle informazioni e il mago dell'informatica; il bassino con il piercing al labbro e l'anellino al naso, era Frank, il più piccolo del gruppo. Aveva 17 anni appena, ed era il cecchino; il biondo, e il più grosso era Bob, ed era il palo. Era l'addetto all'aiuto di Frank e dell'intero gruppo quando le situazioni si complicavano; e poi c'era il ragazzo della cocaina, Michael, che insieme a suo fratello Gerard, pensava al traffico della roba.

-Ovviamente- rispose la ragazza.
La stavano usando come esca per Van Sant: Ray le aveva installato addosso un microfono e un auricolare, per arrivare ad avere più informazioni possibili.
Da quanto ne avesse capito, Eve era diventata in meno di 24 ore la ragazza di Gerard, la donna del boss.
Aveva preferito non replicare di fronte a quelli insinuazioni, perchè a quel punto, era chiaro che i problemi fossero altri, e lei quella situazione non dispiaceva affatto.
-Promettimi che non ti farai del male- mormorò Gee, prendendole le mani.
-Te lo prometto- rispose lei, baciandolo.

***

Mezz'ora dopo, lei e il suo autista Mikey erano fuori l'enorme villa di Van Sant.
-Ci vediamo tra due ore- le disse il suo accompagnatore, prima di ripartire sgommando.

All'interno la casa era arredata con mobili antichi, dall'aria molto costosa.
La cameriera le prese il cappotto e la fece accomodare nel salone, dove la festa era già iniziata: le persone più facoltose di Belleville, s'erano riunite tutte lì, per nessun motivo apparente.
Si mosse tra la gente per una mezz'oretta circa, cercando di farsi notare come Ray le aveva suggerito nell'auricolare.
Capì d'esserci riuscita quando la cameriera le battè sulla spalla, per avvertirla che "Il padrone voleva vederla nel suo studio".
Ray le gridò come un matto nell'orecchio, mentre nonostante il guaio in cui si era impelagata, lei cercò di rimanere calma.

-Posso..?- mormorò aprendo leggermente la porta.
-Prego, si accomodi- rispose una voce dall'interno.
Solo lo studio di quel tipo, era grande quanto l'appartemento di Evelyne.
-Voleva vedermi?- domandò lei.
-In realtà non vedevo l'ora- rispose lui con un gran sorriso -Non mi sembra d'averla mai vista da queste parti.. Altrimenti me ne ricorderei-
Gerard gemette schifato attraverso l'auricolare.
Eve sorrise.
-Posso sapere il suo nome?- domandò l'uomo.
-Lucrezia Stewart- rispose la ragazza, cercando di tenere un certo contegno -Sono la nipote del Reverendo Stewart-

Il Reverendo Stewart era uno dei maggiori clienti di Van Sant,
Nonostante fosse un uomo di chiesa, aveva ben poco di religioso e fedele.


-Oh, Robert! Dov'è quella vecchia canaglia?- domandò Van Sant, con tono giocoso.
-Fuori città per affari di famiglia. Ma come vede, ha mandato me per concluderne un altro.- disse lei, accavallando le gambe.
-Di cosa ha bisogno stavolta?-
-Voleva solo sapere se ne avevate disponibile un quantitativo proficuo-
Era abbastanza ovvio dove fossero andati a parare.
Entravano nel vivo della conversazione.
-Non qui. Non adesso.- rispose lui, dandole le spalle.
-E allora dove? Quando?- fece lei, premendo leggermente sull'auricolare.
-Ho in arrivo un grosso carico- disse l'uomo voltandosi.
Aveva un sorriso inquietante.
-Da dove?- domandàò la ragazza, cercando di far apparire la sua voce alquanto languida.
-Messico-rispose lui, senza smettere di sorridere.
-Cartello di Juàrez o Tijuana?-
-Tijuana ovviamente-
-E quando dovrebbe arrivare il suddetto carico?-
-In Gennaio- rispose lui serio.
-Più precisamente?-
-Intorno alla seconda settimana del mese. Lo scambio avverrà al confine. Conto che suo zio sia lì con me signorina- concluse con un sorriso, e uno strano luccichìo negli occhi.

Eve giurò di aver visto già quel bagliore che aveva appena visto nelle iridi di quel mostro.

-Riferirò- disse, alzandosi.
Van Sant aggirò la scrivania in mogano e le si accostò -Mi permetta di osservare, signorina, che la sua bellezza è davvero unica- disse, sfiorandole la schiena, lasciata nuda dalla scollatura del vestito -Nel caso avesse bisogno di qualunque cosa,sa dove trovarmi-
Non era alla droga che stava alludendo.
Non stavolta.
-Non qui, Non adesso- lo citò lei- Ma la ringrazio signor Van Sant- disse, uscendo dalla stanza.
Attraversò il corridoio, passando davanti a mille foto che immortalavano il padrone di casa al centro di scene in cui era presente l'èlite di Belleville e dintorni.

Un'immagine la colpì.

Scatto alcune foto con il cellulare, mentre sentiva i ragazzi urlare di gioia nella sue orecchie.
Il peggio era passato. 
O forse no.

Angolo autrice: eccoci qui.
i compiti di Eve, e Van Sant.
Spero non deluda le aspettative.
Rage&Love
-A



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Capitolo 6
*** CHAPTER SIX. ***


Erano passate due settimane dall'incontro di Eve e Van Sant, e da allora i ragazzi non facevano altro che parlare di preparativi, armi e attacchi a sorpresa.

Evelyne era tornata nel suo appartamento la settimana prima, contro la volontà di Gerard, che l'avrebbe voluta tutta per se.

Era il 27 ottobre quando Gee si presentò a casa della sua ragazza.
-Dai, cambiati, devo farti vedere una cosa!- le urlò entusiasta, quando se la ritrovò davanti, sull'uscio.
-Che..?- biascicò lei.
Era mattina, e la lucidità di Eve era rimasta tra le lenzuola.
-Dai, andiamo!-
Gerard la tirò per un polso, senza darle nemmeno l'opportunità di prendere un giacchetto.
Quindi la caricò in macchina e partì sgommando.
-Dove andiamo?- domandò lei sbadigliando.
-Vedrai- rispose lui sorridendo.

Un quarto d'ora, e molti sbadigli dopo, Gerard le disse che erano quasi giunti a destinazione.
-Metti questa- fece, porgendole una benda.
Evelyne non replicò e si coprì gli occhi.
L'auto si fermò, e aiutata da lui, la ragazza scese.
-Pronta?- domandò lui emozionato.
-Sto gelando! Sbrigati!- sbraitò lei, battendo i denti.
Il ragazzo sciolse la benda, e lei si ritrovò di fronte ad una casa, in legno, immersa nel bosco più fitto di Belleville.
Non ci stava capendo nulla.
-Che significa?- domandò.
Gerard prese un respiro -Significa che ti amo Eve,e ho venduto la casa per comprare questa. Perchè.. bè, perchè voglio vivere con te, lontano da tutto-
-Quindi questa è.. la tua nuova casa?- domandò lei massaggiandosi le braccia intirizzite.
-Nostra.. è la nostra nuova casa Eve- disse lui sorridendo -Eve, sposami-
No. Non stava succendendo davvero.
Non in un bosco.
Non con lei che moriva dal freddo.
E per giunta in pigiama.
-Cosa?- fece lei stupita.
-Sposami- ripetè lui serio.
La ragazza si aprì in un sorriso.
E annuì.
Gerard l'abbracciò e la baciò.
Le piazzò sul dito un anello sottile e nero.
Eve stava per avere il suo per sempre.

Angolo autrice: mille sorprese in casa Way, eh?
salve a tutti.
detto questo, vi aiuto dicendo di non scaricarmi, dato che di sorprese ce ne saranno molte altre.
Rage&Love
-A

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Capitolo 7
*** save yourself i'll hold them back. CHAPTER ONE. ***


-can you save yourself  tonight?-

Belleville non era mai stata una cittadina molto sicura: droga, morte e prostituzione erano sempre stati all'ordine del giorno. 
Per questo motivo molte famiglie avevano deciso di trasferirsi, lasciando la fogna del New Jersey e le sue strade desolate.
Quelli che erano rimasti, erano comunque in regime restrittivo: impedivano ai loro figli di uscire a giocare, e qualora i ragazzi avessero avuto necessità di uscire, avevano da rispettare un coprifuoco.

Della minoranza rimasta facevano parte Donald e Donna Way: lui operaio in fabbrica, lei casalinga, che avevano deciso di metter su famiglia probabilmente nel posto sbagliato.
Belleville non era il posto adatto per crescere dei bambini,
Gerard e Michael Way erano cresciuti nelle loro camerette, tra fumetti e videogiochi.
Il primo, si rintanò in un mondo tutto suo, fatto di morte, tele nere macchiate a tratti di rosso, e musica. Gerard infatti non era mai stato un tipo molto socievole, ne paragonabile agli altri: durante la sua adolescenza era stato spesso preso di mira per la sua stazza, e quella era una delle cose che lo logoravano dentro.
Nemmeno il secondo ebbe vita facile: asmatico e mingherlino, passava più tempo in ospedale che a casa.  Non aveva amici, e questo lo portò lentamente a scivolare nell'apatia più assoluta.

La mazzata tra capo e collo per i fratelli Way, furono i due grandi lutti che colpirono la loro famiglia: dapprima la morte della loro nonna materna, Helena Lee, loro guida e mentore, e in secondo luogo, la morte prematura del loro padre, in seguito ad uno strano incidente sul lavoro.
Questi eventi lasciarono una grossa voragine nei petti di Gerard e Michael.
Voragine che venne colmata a suon di psicofarmaci e antidepressivi, quindi autolesionismo, droghe pesanti e alcool.

Da ciò, ne derivò l'allontanamento da casa di Donna, che venuta a conoscenza della loro vita segreta, decise che piuttosto che condividere lo stesso tetto con i suoi figli, preferiva andarsene.
E lo fece.
Si trasferì a Mankato, in Minnesota, lasciando i "Chemical Brothers", come amavano definirsi, al loro destino.
Ma quella fu solo una scusa.

In una vita segnata dal dolore, l'unica ancora dei fratelli Way era stata esclusivamente la droga.
Almeno fino all'arrivo di Eve.


Angolo autrice: Salve a tutti.
Questo capitolo lo dedico alla piccola grande Shan, che purtroppo non è registrata nel sito, ma a cui ho chiesto alcuni pareri, e di tutta risposta, mi ha spronata ad andare avanti.
Splendore, ti adoro.
Lo dedico ovviamente a quelli che mi hanno recensita, e non.
E alla mia migliore amica, che adora il modo in cui scrivo.
Povera pazza.
Questo è l'inizio del secondo libro, a cui ne seguiranno altri 2.
Si, la storia è divisa in quattro.
A tra poco,
Rage&Love
-A

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Capitolo 8
*** CHAPTER TWO. ***


-can you save yourself  tonight?-

Belleville non era mai stata una cittadina molto sicura: droga, morte e prostituzione erano sempre stati all'ordine del giorno. 
Per questo motivo molte famiglie avevano deciso di trasferirsi, lasciando la fogna del New Jersey e le sue strade desolate.
Quelli che erano rimasti, erano comunque in regime restrittivo: impedivano ai loro figli di uscire a giocare, e qualora i ragazzi avessero avuto necessità di uscire, avevano da rispettare un coprifuoco.

Della minoranza rimasta facevano parte Donald e Donna Way: lui operaio in fabbrica, lei casalinga, che avevano deciso di metter su famiglia probabilmente nel posto sbagliato.
Belleville non era il posto adatto per crescere dei bambini,
Gerard e Michael Way erano cresciuti nelle loro camerette, tra fumetti e videogiochi.
Il primo, si rintanò in un mondo tutto suo, fatto di morte, tele nere macchiate a tratti di rosso, e musica. Gerard infatti non era mai stato un tipo molto socievole, ne paragonabile agli altri: durante la sua adolescenza era stato spesso preso di mira per la sua stazza, e quella era una delle cose che lo logoravano dentro.
Nemmeno il secondo ebbe vita facile: asmatico e mingherlino, passava più tempo in ospedale che a casa.  Non aveva amici, e questo lo portò lentamente a scivolare nell'apatia più assoluta.

La mazzata tra capo e collo per i fratelli Way, furono i due grandi lutti che colpirono la loro famiglia: dapprima la morte della loro nonna materna, Helena Lee, loro guida e mentore, e in secondo luogo, la morte prematura del loro padre, in seguito ad uno strano incidente sul lavoro.
Questi eventi lasciarono una grossa voragine nei petti di Gerard e Michael.
Voragine che venne colmata a suon di psicofarmaci e antidepressivi, quindi autolesionismo, droghe pesanti e alcool.

Da ciò, ne derivò l'allontanamento da casa di Donna, che venuta a conoscenza della loro vita segreta, decise che piuttosto che condividere lo stesso tetto con i suoi figli, preferiva andarsene.
E lo fece.
Si trasferì a Mankato, in Minnesota, lasciando i "Chemical Brothers", come amavano definirsi, al loro destino.
Ma quella fu solo una scusa.

In una vita segnata dal dolore, l'unica ancora dei fratelli Way era stata esclusivamente la droga.
Almeno fino all'arrivo di Eve.


Angolo autrice: Salve a tutti.
Questo capitolo lo dedico alla piccola grande Shan, che purtroppo non è registrata nel sito, ma a cui ho chiesto alcuni pareri, e di tutta risposta, mi ha spronata ad andare avanti.
Splendore, ti adoro.
Lo dedico ovviamente a quelli che mi hanno recensita, e non.
E alla mia migliore amica, che adora il modo in cui scrivo.
Povera pazza.
Questo è l'inizio del secondo libro, a cui ne seguiranno altri 2.
Si, la storia è divisa in quattro.
A tra poco,
Rage&Love
-A
P.S. per problemi legati alla connessione e al fatto che non potrò scrivere, non so quando aggiornerò..spero presto!

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Capitolo 9
*** CHAPTER THREE. ***


Era la notte di Halloween: gli ultimi bambini girovagavano per il quartiere, suonando i campanelli delle porte per il loro dolcetto o scherzetto.

Era quasi mezzanotte e Eve stava chiudendo il locale per tornarsene a casa da Gerard.
Stava per infilare le chiavi nella portiera dell'auto, quando udì un tonfo sordo, arrivare dal vialetto vicino al club. Non ci diede molto peso.
Al tonfo seguì un gemito: qualcuno non se la stava passando benissimo.
Si avviò a passo spedito verso i rumori, e cercò di nascondersi dietro i bidoni per la spazzatura, per vedere meglio: c'erano 3 uomini.
Uno di loro, teneva fermo quello che sembrava un ragazzino, mentre l'altro lo minacciava con un coltello a serramanico.
Sapeva di non dover intromettersi, ma l'adrenalina cavalcò dentro di lei, è fu inevitabile.
-Hey!- urlò avvicinandosi.
L'uomo che era di spalle si voltò, lasciando intravedere il ragazzino, che altri non era che Frank pestato a sangue.
Eve sgranò gli occhi, mentre con un gesto tecnico, il ragazzo sferrava un calcio all'uomo armato, facendolo capitolare a terra, ai piedi di lei.
-Che ci fai qui!?- le urlò.
-Ci lavoro!- rispose lei, frugando nella borsa.
L'altro uomo, quello che fino a un secondo prima teneva fermo Frankie, aveva nel frattempo afferrato una pistola e la puntava contro il ragazzo, che con sguardo spaventato, ci guardava intorno in cerca di un'arma.
-Non voglio morire il giorno del mio compleanno!- urlò lui.

Evelyne estrasse dalla borsa un giraviti, e una volta che l'uomo sotto di lei fu in piedi, lo pugnalò al collo, e poi all'altezza dello sterno, facendolo stramazzare di nuovo al suolo in un lago di sangue.
Il tipo che s'era messo contro Frank, li guardò spaventato. Guardò il suo complice riverso al suolo, e fu per un secondo indeciso sul da farsi: non ebbe molto tempo per pensare, poichè il ragazzo lo colpì con l'unica cosa che avesse trovato. Una spranga.

Eve guardò Frank. Frank guardò Eve.
Erano entrambi coperti di sangue.
-Ma dai- disse lui divertito -Un giraviti? Davvero!?-
La ragazza non rispose.
-Ho capito. Facciamo che io non chiedo, e tu non parli, eh?- intuì il ragazzo.
Per una volta, nel loro periodo di convivenza forzata in casa Way, trovarono un'accordo.
-Oh, auguri Frank- disse distrattamente lei, salendo al posto del guidatore.

***

Inutile dire che quando gli altri videro rientrare Frank e Eve coperti di sangue, li sommersero di domande.

-Vado a farmi una doccia- disse la ragazza, liquidandosi prima di qualsiasi attenzione non gradita da parte di Gerard, che ovviamente non si arrese, e la seguì in bagno.
-Che avete fatto?- le chiese.
-Nulla- rispose lei, quasi svogliatamente.
-Te lo dico io. Avete ucciso due uomini. Erano uomini di Van Sant!- urlò lui.
-Oh, piantala di farmi la predica, perchè sai benissimo che non me ne frega nulla di quello che dici!- sbraitò lei -Sai anche che se ricapitasse, lo farei di nuovo! Stavano per ammazzarlo Gerard, lo capisci? E se fossi stata io, eh? Se al posto di Frank ci  fossi stata io!?-
Gerard la fissava, chiuso nell'ostentato mutismo di chi sa di avere torto.
-Vorrei darmi una ripulita se non ti dispiace- disse Eve, sfilandosi la t-shirt.

Il ragazzo fissò i vestiti sporchi di sangue gettati sul pavimento, con la faccia di chi avrebbe troppo da dire.
Ma rimase in silenzio.
Girò i tacchi, e poggiò una mano sulla maniglia.
La guardò entrare nella doccia.
Non poteva perderla. Non poteva permetterselo.

Angolo autrice: BuonGiorgio.
C'è aria di crisi in casa Way.
Non demordete, e andate avanti, magari avrete delle sorprese.
Vi voglio spietati come sempre.
Rage&Love
-A

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Capitolo 10
*** CHAPTER FOUR. ***


Eve non era nata nè cresciuta a Belleville.
Lei veniva da Burbank, in California.
Era cresciuta lì, in una famiglia non proprio da favola.
Sua madre si era impiccata quando lei aveva 13 anni, e suo padre era sparito quando lei ne aveva appena 7.
Il suo viso angelico, le sue lentiggini e i suoi lunghi capelli neri, non l'avevano aiutata a scampare ad una vita di dolori.
Era sempre stata una ragazza molto sveglia ed intelligente.
Era una guerriera.
Quando infatti scoprì la verità su Van Sant e la Black Parade, decise di non parlarne subito.
Ma, in una casa come quella, e in situazioni come quelle, la verità, diventa inevitabile.

***

-Gerard, devo farti vedere una cosa- disse.
 
Quella sera i due erano rimasti soli in casa.

-Certo, dimmi pure-

La situazione tra i due non andava proprio a gonfie vele: dall'incidente di Halloween, lei lo aveva evitato, e lui non s'era scomposto più di tanto. Inoltre, pareva che la ragazza avesse stretto una forte amicizia con il più piccolo, Frank, che  dal canto suo non sembrava disdegnare la sua compagnia.

Eve afferrò il pc e lo appoggiò sul tavolo della cucina. Cercò tra le immagini, e ne aprì una. Quella scattata a casa Van Sant.
-Quindi?- domandò lui.
-Tu conosci questa donna?- fece lei, indicando una ballerina alla sinistra dell'uomo.
-No, direi di no- rispose Gee confuso -Dovrei?-
La ragazza sparì un secondo al piano di sopra, per ricomparire poi con una cornice tra le mani.
-..è la madre di Frank- esordì lei, gettando ciò che aveva in mano sulla gambe del ragazzo.

Evelyne scoprì quella foto in camera di Frank circa una settimana prima, e da allora i dubbi le si erano insinuati addosso, come tarli in un vecchio mobile.

-Si, la madre di Frank era una ballerina del Flamingo. E con questo?- domandò lui, quasi inacidito.

Sempre e solo Frank, ecco qual'era l'argomento fisso.
Da Halloween in casa non si parlava d'altro.


-Guardali.- disse lei -Guarda come la tiene stretta-

Il ragazzo guardò la foto, e notò la strana posizione: Van Sant la teneva con una mano sulla vita.

-Non significa nulla- disse poi.
-Non ti sei mai chiesto perchè Van Sant sappia chi è Frank e perchè l'abbia fatto pedinare? Guarda gli occhi di lui..è praticamente lo sguardo di Frank! Guarda come fissa sua madre..la ama!-urlò Eve.

Ormai era palese.

-Tu pensi che..-mormorò Gerard sbiancando.
Eve prese un respiro -Alexander Van Sant è il padre di Frank-
E non voleva che il ragazzo lo venisse a sapere.

Angolo autrice: salve a tutti.
ripeto, che per motivi vari ed eventuali, non so di preciso quando aggiornerò, ma lo farò.
Rage&Love
-A

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Capitolo 11
*** CHAPTER FIVE. ***


Era il 4 Novembre.
Le situazioni erano solo andate peggiorando da quando Gerard e Eve avevano scoperto la vera identità di Frank.
Lui stesso non ne era a conoscenza.
E non doveva saperlo.

Quella mattina, Evelyne era strana. Era malata.
Come da due settimane a questa parte, decise di non andare a lavoro.

-Buongiorno- mormorò Frank sbadigliando, quando se la trovò davanti.
-Buongiorno- rispose lei, sorseggiando forzatamente il suo caffè.
-Dove sono gli altri?-domandò lui.
-Michael dorme, Ray e Bob stanno nel loro appartamento, e Gerard è uscito presto-
Il ragazzo annuì, e prese posto a tavola.
Nella stanza calò un silenzio quasi imbarazzante.

Frank si era ritrovato a pensare a lei in quel modo, e non avrebbe dovuto.
No, non erano semplici amici, ed era tangibile.
Lei e Gerard erano in crisi, e magari avrebbe potuto approfittarne.
C'era solo un problema: Gee era il suo "capo", e soprattutto il suo migliore amico.


-Sei pallida- osservò lui.
E ve fece di tutto per trattenersi.
Ci provò con tutta se stessa, ma fu inutile.
In un balzo raggiunse il lavandino, e ci si piegò sopra, gettandoci dentro anche l'anima.
Frank le si accostò lentamente, e le tirò indietro i capelli umidi.
-Sai, forse dovresti dirglielo- commentò con fare quasi annoiato.
-Che..?- biascicò lei, bianca come un lenzuolo, alzando di poco la testa dal lavandino.
Il ragazzo sospirò pesantemente -Dovresti dirgli che sei incinta-

***

Frank l'aveva scoperto, dio solo sapeva come, ma l'aveva scoperto.
E l'aveva convinta: doveva parlarne con Gerard.

Durante la cena, il silenzio che regnava in casa era quasi inquietante.
-Ray, potresti passarmi l'acqua?- disse lei.
Il ragazzo afferrò la bottiglia, e gliela passò in mano.
-Sono incinta- disse, mentre fissava il suo piatto.
Cinque paia di occhi le si puntarono addosso.
-Davvero?- chiese Mikey incredulo.
-Si, davvero-
Gerard s'era bloccato.
Non parlava.
Non mangiava.
Non respirava.
-Non ho più fame, scusate- . Eve si alzò da tavola, e si diresse a passo veloce al piano di sopra.

Si distese sul grosso letto matrimoniale e cercò di dormire.
Non voleva assolutamente pensare a quello che le stava accadendo.
A quello che stava accadendo dentro di lei.

-Hey..-mormorò Gerard dischiudendo la porta.
Evelyne rimase immobile.
Lui le si distese accanto.
-Come stai?-le chiese.
La ragazza non rispose.
Gee le appoggiò una mano sul ventre, lì dove doveva esserci quel minuscolo esserino.
-Eve, io ti amo, e voglio passare la mia vita con te, avere una famiglia- disse lui -Ma non così. Ho promesso di sposarti, e lo voglio davvero. Ma non ora. Non sarei un buon padre. Tutto il casino di Van Sant, e il resto..-
-E io non sarei una buona madre- rispose lei atona -Frank dice che devo prendermi del tempo per una decisione, ma non voglio che lui nasca in una famiglia che non lo vuole- 

La mente di Gerard s'era bloccata di nuovo.
Stavolta alla parola "Frank".
Da quanto lo sapeva? E soprattutto perchè?


-Siamo esattamente come i nostri genitori- ringhiò lui, arrabbiato più con altri, che davvero con sè stesso.
-Non possiamo evitarlo- disse lei in un sussurro.
E piangeva.

Angolo autrice: salvissime.
Capitolo abbastanza diabetico per me.
Ho difficoltà con queste cose.
Per questi capitoli non ho ricevuto recensioni..mi accontento.
Spero nel futuro.
Rage&Love
-A



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Capitolo 12
*** CHAPTER SIX. ***


Frank le aveva impedito di abortire.

Gerard era furioso perchè il suo migliore amico aveva saputo della gravidanza prima di lui.

Erano seguite settimane di festini, alla cui base c'erano droghe e alcool.
Efedrina, anfetamina, cocaina.
Qualunque cosa terminasse in "-ina", loro ce l'avevano.
Il resto fu inevitabile.

La mattina del 19 Novembre, Eve e Frank erano soli in casa.
I pensieri del ragazzo ormai vagavano nella direzione opposta alla semplice amicizia.
Sapeva che c'era qualcosa.
Se lo sentiva.

Eve uscì dalla doccia, e con la pelle che fumava ancora, si avvolse nell'asciugamano.
Pensò a Gerard, e a quanto fosse stupido il suo comportamento.
Pensò a Frank, e a quanto il ragazzo di preoccupasse per lei.


Il basso ventre iniziò a pulsarle, e le fitte furono dolorose.
Sempre più dolorose e forti.
Era come se la stessero squarciando.

-Eve- urlò Frank dal corridoio -Eve, hai finito?-
Stette ad aspettare, ma senza esito.
-Eve- ripetè -Stai bene?-
Ancora nessuna risposta.
Decise di controllare, per assicurarsi che fosse tutto ok, ma era meglio non farlo.
-Oddio..-gli uscì come un sussurro.
La ragazza era scompostamente seduta sul pavimento, con un fiotto di sangue tra le  gambe.
-Devi portarmi in ospedale-

***

Evelyne aveva avuto un aborto spontaneo, dovuto alle droghe e all'alcool.

I medici avevano dovuto procedere con il raschiamento, e rimuovere il feto dall'utero.

Frank era rimasto lì, con lei, per tutto il tempo, a tenerle la mano.
Nonostante tutte le telefonate, Gerard non s'era fatto vivo.

Quando i due rientrarono a casa, dopo che Frank giurò ai medici di non far muovere Eve dal letto, trovarono Gerard che li aspettava preoccupato, seduto sul vecchio divano di tartan.
-Oddio, Eve.. Stai bene?- domandò andandole incontro.
Lei lo evitò.
Lo mandò all'inferno, e con non poca fatica, prese a salire le scale.
Gee gettò uno sguardo su Frankie, e ancora una volta si arrese al fatto di avere torto.

***

Il ragazzo la trovò in camera, seduta a terra, mezza nuda.
-Vuoi parlare?-le chiese.
Lei gli fece cenno di prendere posto sul pavimento e lui obbedì.
-Dov'è tua madre?-domandò.
-..è morta- rispose lui.
-Come?-
-Le hanno sparato. Io ero lì. La tua?- domandò di rimando.
-S'è impiccata.- rispose lei -Non era riuscita a salvarmi dallo schifo che c'è al mondo, come mio padre..- ci pensò un attimo -E tu, ce l'hai un padre?-
Il ragazzo sospirò -Devo. Ma non l'ho mai conosciuto-
Nella stanza, per un secondo regnò il silenzio.

Non era il momento adatto per dire la verità.

-Ad Halloween..-disse lui -Era la prima volta che ammazzavi qualcuno?-
-No-rispose lei seccamente.
-Chi avevi fatto fuori prima di lui?-
-I due tipi che mi avevano violentata-disse lei, con la voce piena di amarezza.

Non voleva ricordare.

-Quanti anni avevi?-domandò lui, con i brividi sulla pelle.
-13-rispose, guardandolo negli occhi.

Si guardarono per minuti che parvero interminabili.
Ma Frank non poteva reggere quello sguardo.
Quegli occhi.
Quella situazione.


-Che vuoi dirmi?-fece lei.
-So che sembra troppo, ma credo di amarti- rispose lui, senza vergogna.

Eve si avvicinò lentamente, e poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo.

Nessuno dei due, immaginava che Gerard avesse capito tutto prima di loro.
E, da dietro la porta, ancora una volta, capì di aver sbagliato.

Angolo autrice: sorpresa!
Capitolo leggermente diverso dagli altri, perchè adesso la storia prenderà forma per davvero.
Anche il secondo libro è finito.
Ci sentiamo al prossimo.
Non so precisamente quando, ma ci sentiremo.
..è una minaccia.
Rage&Love
-A

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Capitolo 13
*** early sunset over monroeville: CHAPTER ONE. ***


-running away and hide with you..i never though they'd get me here-

Era il 3 gennaio.
Le festività, i ragazzi le avevano passate da schifo: un mortorio da quando era successo quel che era successo ad Eve, e Gerard aveva scoperto che la sua ragazza lo "tradiva", se pur ancora psicologicamente, con il suo migliore amico.
Non aveva avuto il coraggio di dirle che sapeva; ne quello di mollarla, dato che la amava.

Quella sera la Black Parade sarebbe partita alla volta di Tijuana per bloccare il carico di Van Sant.
Sapevano che se lo sarebbero trovato davanti, e sapevano di dover attuare il piano, e fare un lavoro pulito.

-Avete caricato tutt'e due le auto?-domandò Gerard.
Ray annuì.
-Perfetto, allora possiamo andare-

Erano le 19.00 e i borsoni erano pronti accanto alla porta; le munizioni e le armi stavano infilate in ogni buco libero delle vetture, e la preoccupazione era alle stelle.

-Aspettate!-disse Evelyne, prima che tutti uscissero di casa.
Rovistò in una delle credenze,e ne cacciò una polaroid.
-Che vuoi fare?-le chiese Frank.
-Voglio che prima di partire ci scattiamo una foto tutti insieme-rispose lei, con un sorriso nervoso.
Bob intuì dallo sguardo preoccupato della ragazza, che sotto c'era molto di più, e convinse gli altri ad accontentarla.

Azionarono l'autoscatto: Eve abbracciata tra Frank e Gerard, con il suo orrido cappello a forma di gufo, Mikey sorridente, e Bob e Ray vicinissimi.
L'istantanea si accasciò sul tavolo, e decisero di farla rimanere lì.


***

Presero due macchine: in una Gerard, Mikey e Eve, nell'altra Bob, Frank e Ray.

Nell'auto dei fratelli Way non si parlava.
Il silenzio era quasi assordante.
Gerard era assorto nella guida, con lo sguardo leggermente corrucciato, e Miks al suo fianco, leggeva attentamente il giornale del mattino.
Eve, dal canto suo si annoiava a morte sul sedile posteriore, e prese a guardarsi intorno.
-Mike, sei sposato?- domandò d'un tratto, notando la fede nuzziale sull'anulare del ragazzo.
-Lo ero-rispose lui, gettando distrattamente un'occhiata alla sua mano.
-E lei dov'è?-
-L'hanno ammazzata quelli di Van Sant-mormorò lui.
-Oh, mi dispiace-

Mikey era un tipo di poche parole.

-Come si chiamava?-continuò lei.
-Alicia-
-Era bella?-
-Stupenda-rispose lui sorridendo,e ricordando.
Gerard intanto non s'era mosso nemmeno di un millimetro.
-Perchè l'hanno uccisa?-
-Era una delle ragazze di Van Sant. La dovetti sposare a Newark, di nascosto. Quando lui lo scoprì, be..-

"Una delle ragazze di Van Sant".
Un mero sinonimo di prostituta.


Eve annuì.
Michael non si era scomposto dal leggere il giornale.

Solo allora capì che ciò che le avevano riferito era vero: avevano troppe cose da vendicare.

Angolo autrice: buonsalve.
la retata comincia insomma.
buon divertimento.
..e attenti ai proiettili.
Rage&Love
-A

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Capitolo 14
*** CHAPTER TWO. ***


Dopo circa 5 giorni di guida spericolate e soste varie, le due auto arrivarono sulla baia di Tijuana.

Quella non era Belleville, lo si percepiva: il caldo afoso, nonostante fosse gennaio, si appiccicava addosso. 
Si percepivano i colori, l'allegria, nonostante fosse notte.
Belleville in quel periodo riusciva solo ad essere grigia e deprimente.

Grazie a Ray, i ragazzi avevano saputo che lo scambio sarebbe avvenuto il 10 del mese.

Era il 9 gennaio. Erano le 22.45 e i ragazzi se ne stavano sdraiati nelle loro macchine, aspettando che qualcosa lungo la baia si muovesse.
Alle 2.53 del mattino, un furgone bianco arrivò verso di loro: i trafficanti.

-Andiamo-sussurrò Gerard, scendendo dall'auto.

Bastò un secondo, e i due tipi che guidavano il furgone erano morti.
Un lavoro pulito e veloce.

-Iniziate a caricare!-urlò Bob, squarciando il silenzio che regnava sulla baia.
I ragazzi si mobilitarono per spostare quanti più pacchi possibile dal furgone dei trafficanti alle loro auto.

Ma non funzionava così nel regno di Van Sant.

Le macchine dell'uomo più potente di Belleville s'erano materializzate dietro le auto dei 6 ragazzi.
Da un grosso SUV dai finestrini oscurati, fece il suo ingresso nella scena afosa lui, con indosso un completo coordinato in lino bianco ed elegante, seguito da 2 dei suoi scagnozzi.
Dall'auto parcheggiata dietro, uscirono altri 3 uomini.

-Finalmente ho l'onore di fare la vostra conoscenza- disse lui cordialmente.
Nessuno ebbe il coraggio di rispondere.
-Mi avete osservato per molto tempo ne deduco- fece, con voce calma -Oh, se la polizia fosse scaltra come voi, sarei già dietro le sbarre- rise -Io ti conosco- aggiunse poi, riferendosi a Eve -Sei Lucrezia Stewart. O almeno lo eri quando sei entrata in casa mia-.

La ragazza abbassò lo sguardo, e Van Sant estrasse la pistola.

Nemmeno 3 secondi dopo, uno sparo fendette l'aria.
Eve non fu nemmeno sfiorata.

Cadde a terra.
Un'impiastro di sangue e riccioli.
Ray era morto.


Angolo autrice: benvenuti nel delirio.
da adesso, la storia prenderà vari pieguzze, quali sangue e devasto.
spero di non offendere nessuno con i mie conti alla rovescia su pelle umana.
Rage&Love
-A

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Capitolo 15
*** CHAPTER THREE. ***


Frank si fiondò sul corpo inerme di Ray.
-Ma cosa hai fatto!?-urlò in direzioni di Van Sant, come se potesse davvero rispondergli.
L'uomo rise.
-Uccideteli-ordinò ai suoi uomini.

Il ragazzo prese a correre in direzione dell'uomo che aveva appena ucciso il suo amico, e gli saltò con le mani alla gola.
Caddero a terra, iniziando a picchiarsi come bambini: Frankie aveva le lacrime agli occhi, mentre Van Sant rimaneva fermo, sotto i pugni di quel ragazzino alto un metro e 62.

I ragazzi stavano lì a guardare, non potevano muoversi: i tipi di Van Sant li avevano braccati.

Frank si ritrovò a cavalcioni su quel bastardo, e gli puntò la pistola alla testa: gli occhi erano diventati rossi, di pianto e di rabbia.
Eve intravide la scena e spalancò la bocca.
Doveva impedirlo.

-Frank! Non farlo!- urlò verso il ragazzo.
Lui si voltò, in attesa di altro.
-Non farlo!-ripetè lei-Lui è..è..tuo padre..-mormorò tra le lacrime.

Frank sgranò gli occhi.
Si voltò di nuovo verso l'uomo sotto di lui che sorrideva.
Il ragazzo capì tutto in un attimo: sua madre uccisa da Van Sant, quest'ultimo che lo voleva a tutti i costi sotto le sue dipendenze.
-Salve figliolo, finalmente faccia a faccia- disse lui sorridendo beffardo.
Frank alzò il cane della pistola.
Senza pietà.
-Ci vediamo all'inferno..papà-

***

Spari, sangue.
La battaglia a suon di proiettili era finita male per Van Sant e i suoi.

-Dobbiamo andarcene-esordì Mike.
-E Ray?!-urlò Eve.
-Dobbiamo lasciarlo qui!-rispose Gerard.
-No! ..è Ray!-ribadì la ragazza, quasi in lacrime.
-..è un cadavere!-

Lui l'aveva salvata..

Frank era visibilmente scosso, e le urla dei suoi amici non facevano altro che peggiorare la situazione.

In lontananza si udì qualcosa. 
Un guaire sommesso.
-Cristo-fece Bob-La polizia! Dobbiamo andarcene!-
I ragazzi si mossero in direzione delle auto.

-Tu vai con loro-disse Gerard, rivolto verso Eve.
-Perchè?-chiese lei, nervosamente.
-Ha appena scoperto chi fosse in realtà suo padre e lo ha ammazzato. Non lo vedi com'è ridotto?- rispose lui, alludendo a Frank -Deve avere qualcuno accanto. E vuole te-.
La baciò e salì in macchina.

La Camaro e la Mustang partirono sgommando.

Eve era seduta sul sedile posteriore con Frank, mentre Bob guidava silenziosamente, con gli occhi velati di pianto, pensando al povero Ray.
-Se ti va di parlare sono qui..-sussurrò lei, al ragazzo al suo fianco.
Lui non rispose.
Le poggiò la testa sulle gambe, cercando forse di dormire, e dimenticare.
Eve gli passò le dita tra i capelli umidi di sudore, e una lacrima le rigò il volto.

Forse anche lei aveva preso ad amarlo.

Angolo autrice: sorpresa sorpresa.
se pensate che sia finita, be, è solo l'inizio.
e se qualcosa può andare peggio, lo farà senz'altro.
Rage&Love
-A

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Capitolo 16
*** CHAPTER FOUR. ***


Erano ripartiti alla volta di Belleville con i poliziotti alle calcagna.
Avevano guidato per 5 giorni, senza sosta: erano stanchi morti.

-Gerard dobbiamo fermarci-disse Bob, con la sua voce rude, parlando al telefono.
L'altro rispose qualcosa di incomprensibile, ma il biondino non lasciò perdere -Cristo Gerd, siamo allo stremo. Non dormiamo da giorni! Se non ti fermi, me ne frego. Io devo dormire.-disse convinto.
Con colorite bestemmie e male parole, Way Senior acconsentì di fermarsi per una sosta più lunga.

-Dove siamo?- domandò Frank, stropicciandosi gli occhi stanchi.
-In Pennsylvania-rispose l'autista.
-Che si fa adesso?- domandò sbadigliando.
-Ci fermiamo per la notte..-disse Eve.

Entrarono a Monroeville che erano le 21.52.

Era un piccolo paesino alquanto desolato.
Per parecchi tratti ricordava Belleville: stessi vicoli bui e freddi, stessi pusher agli angoli della strada.

Ma per la Black Parade era solo un posto come un altro.
Un posto per nascondersi.

-Stanotte dormiamo qui-disse Mikey, sbattendo la portiera.
-Sembra carino-osservò Frank.
-Non deve essere carino. Deve essere sicuro- fece Gerard sorridendo appena.
-Che allegria-mormorò Bob, storcendo il muso, mentre indicava l'insegna luminosa.

Sopra la testa di Mikey, la grossa insegna indicava "Hotel Bella Muerte".

Sarebbe stata una nottata lunga.

Angolo autrice: salve.
siamo giunti fin qui, a Monroeville.
bello, eh?
Rage&Love
-A

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Capitolo 17
*** CHAPTER FIVE. ***


-Benvenuti all'Hotel Bella Muerte! Posso aiutarvi?- trillò la receptionist.

Più che un hotel vero e proprio, quella bettola poteva essere al massimo un motel; uno di quelli a ore, dove le prostitute si appartano con i loro clienti.

-Ovviamente- disse Gerard cordialmente -Ci servirebbero delle stanze per questa notte-
-Certo! Quante?-chiese lei, sempre con il sorriso.
-Mh..facciamo una matrimoniale e 3 singole-rispose lui.
-Controllo!-esordì la ragazza, mettendo mano al computer che aveva davanti.
-Ma è deserto..-bisbigliò Frank, scatenando una risatina generale.
-Siete stati fortunati- affermò la ragazza dietro il bancone -Vi prendo le chiavi!-

***

Le stanze erano buie e fredde.
Mal arredate, con la moquette polverosa e sporca, e il muro pieno di crepe.

-Allora ci vediamo domani mattina alle 6.-ordinò Gerard -Mi raccomando, siate puntuali.-
I ragazzi annuirono, e si congedarono.

Il ragazzo si chiuse la porta alle spalle e gettò il borsone sul letto.
Si guardò intorno.
Si avvicinò alla finestra e guardò fuori: era venuto a piovere.

Eve uscì dal bagno, avvolta in un asciugamano, e gli si accostò.
-A che pensi?- gli domandò, in un sussurrò.
Lui non rispose e la baciò.

Poteva essere l'ultima notte.

Angolo autrice: salve salvino.
siamo quasi giunti al termine del terzo libro, e la situazione si complica.
mlmlmlmlml.
speriamo.
Rage&Love
-A

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Capitolo 18
*** CHAPTER SIX. ***


-Dico davvero Gee, a che pensi?- fece di nuovo lei.
Il ragazzo titubò leggermente.
-Penso al fatto che vi ho condannati tutti- ammise lui -I poliziotti sono lì fuori che ci cercano, e se ci trovano è la fine. Io non volevo che andasse a finire così. Non sai quanto mi sento in colpa. Eve, io ti amo. Amo tutti voi, e vi ho condannati a morte- disse, con la voce rotta.

La amava.
E non se ne pentiva, nonostante tutto.

Evelyne lo abbracciò: quello che Gerard aveva detto era la verità. Poteva essere la fine di tutto, la loro fine, la fine della Black Parade.

-Non dire queste cose, ti prego. Potrebbe essere l'ultima notte che passiamo assieme, e non voglio che sia così..-rispose lei baciandolo, mentre la sua mano si spostava sulla cerniera dei suoi jeans.

***

Erano le 2.35.
Gerard dormiva accanto a lei, con indosso solo i boxer.
Si contorceva di tanto in tanto tra le lenzuola umide, con un respiro calmo e regolare.

Eve non riusciva a dormire.
Pensava: pensava alla polizia, alla droga chiusa nelle auto, alle armi, a Ray.. a Frank.

Si alzò lentamente, si infilò la maglietta dei Ramones che giaceva ai piedi del letto, e si sgattaiolò lungo il corridoio.

Bussò.

Dall'interno un rumore ovattato di passi.

-Oh..-gli uscì, come per sorpresa.
-Ciao-disse lei.
Frank le fece spazio sulla porta per entrare.

-Come stai?-domandò la ragazza.
Lui fece spallucce: era una domanda stupida.

Si distesero sul piccolo letto. Erano vicinissimi.
Lui, con il naso infilato tra i suoi capelli che odoravano di fragola.
Lei, con la testa nell'incavo del suo collo, a sentire il suo calore.


-Cosa ricordi di quand'eri bambino?-fece lei.
-Tutti i miei  ricordi sono legati a mia madre- rispose lui - Ricordo il primo giorno di scuola delle elementari. Ricordo i miei calzoncini di velluto nero, e le mie scarpe di lucido blu. Erano strette, ma non lo dissi alla mamma, perchè non avevamo soldi per comprarne altre..- si bloccò un istante -Poi la ricordo distesa a terra, in un lago di sangue, mentre mi teneva ancora la mano.. Ci sono cose che un bambino non dovrebbe mai vedere-.
-L'unico ricordo che ho io di mia madre è l'odore dell'albero di pesche a cui si è suicidata. Era giugno- mormorò lei sovrappensiero -Non ricordo altro. Credo più per volontà che per memoria..-

Se ne stavano abbracciati, sul letto, e pensavano alla morte.
Gerard l'avrebbe definito molto romantico, se non si fosse trattato di loro due.
Frank l'avrebbe definito semplicemente molto deprimente.


Lei lo baciò.

-Non possiamo- sussurrò lui -Cosa direbbe Gerard?-
Era una domanda retorica, ed era palese.
-Che magari domani non saremo più qui. E non voglio andarmene rimpiangendo tutto questo.- rispose lei, sfilandogli la maglietta.

Nel frattempo, Gerard, se ne stava a fissare il soffitto, cercando di non pensare, di aver completamente sbagliato tutto.

Angolo autrice: buongiorgio.
fine terzo libro.
grazie a tutti, per recensioni e non, supporto e non.
vi amo.
Rage&Love.
-A

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Capitolo 19
*** demolition lovers; CHAPTER ONE. ***


-i'd end my days with you in a hail of bullets-

I ragazzi lasciarono l'Hotel Belle Muerte alle 6 del mattino.
Erano stati puntuali.

Sulle macchine non si parlava.
Si respirava a stento.
Si proseguiva dritti, lungo la via di casa.

Sapevano che qualcosa sarebbe potuto andare storto in qualsiasi momento.

Erano quasi le 18.00 quando varcarono il confine del New Jersey, ma avrebbero fatto meglio a non tornarci.

Erano a Willingboro, quando si trovarono la polizia alle spalle, con le sirene spiegate.
Li avevano seguiti, e avevano teso loro un agguato.

-Cristo! Cristo! Cristo!- urlò Gerard battendo le mani sul volante.
-Accostate!- strideva una voce in un megafono, da una delle volanti che avevano dietro.
-No! Continua a guidare!-esordì Mikey.
-Accostate subito e non accadrà nulla!- ripeteva la voce metallica.

Gerard non voleva saperne di fermarsi, e con la sua testardaggine continuava a spingere sull'acceleratore.

Un colpo. Poi un altro.

La Camaro e la Mustang sbandarono, e per un pelo non si schiantarono l'una contro l'altra.
Non volevano fermarsi? Bene, la polizia non la pensava così: li avevo fermati squarciando le gomme a suon di proiettili.

La Black Parade era al capolinea.

Angolo autrice: benvenuti alla fine.
non mi dilungo, il tema di religione non si scrive da solo.
Rage&Love
-A

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Capitolo 20
*** CHAPTER TWO. ***


-Scendete dalle auto con le mani ben in vista!- urlò la voce.

-Ok, potrebbe essere l'ultimo viaggio che facciamo insieme, quindi fate ciò che va fatto. E non guardatevi indietro- disse Gerard, infilandosi il Revolver e qualche caricatore nel retro dei pantaloni.
Tutti i ragazzi fecero lo stesso, e uscirono sulla strada sterrata armati fino ai denti.

-Mettete le mani sui cofani delle auto- li intimò la voce.
I ragazzi fecero come detto.
Non appena alcuni poliziotti furono vicini, l'inferno si scatenò: Gerard estrasse la pistola e iniziò a sparare, Frank e Mikey, dal canto loro iniziarono quella che poteva essere definita una rissa con il più grosso.
Bob cercava in tutti i modi di difendere Eve dai proiettili che saltavano a destra e a manca.

-Servono rinforzi!- urlava uno dei poliziotti nella radio all'interno della volante.

La Black Parade contro la polizia.
Proiettili, sangue.


Avevano la possibilità di farcela, se non fosse stato per le altre volanti che si avvicinavano a sirene spiegate, alzando solo un gran polverone.

Angolo autrice: buongiorno.
siamo quasi alla fine.
Rage&Love
-A

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Capitolo 21
*** CHAPTER THREE. ***


-Arrendetevi!- gridò il poliziotto nel megafono.
Nessuno sembrò ascoltarlo.

Ormai i poliziotti erano in maggioranza numerica e continuavano ad arrivare.
Avrebbero vinto.

I ragazzi continuavano a ricaricare le loro armi e a mietere vittime. Non si sarebbero arresi.
Bob cercava ancorda di difendere Eve, ma era rimasto scoperto e senza munizioni: venne colpito.
Cadde dietro la Camaro, con un buco nello stomaco.


Mikey accorse subito.
-Bob!- urlò piegato sul compagno.
Il ragazzo sorrise, tossendo un leggero rivolo di sangue -Fateli fuori.. per me-
-No!-urlò Eve con le lacrime agli occhi.

Era il secondo che se ne andava per lei.
E ce ne sarebbero stati altri se avessero continuato.

-Mikey..-sussurrò il ragazzo a terra, prima di esalare l'ultimo respiro.
Eve scoppiò in un pianto ininterrotto.

Un nuovo sparo.
Stavolta più vicino.


Michael cadde sul corpo di Bob: era stato colpito.

Angolo autrice: tutti iniziano a cadere e sciogliersi come fiocchi di neve.
bello, eh?
Rage&Love
-A

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Capitolo 22
*** CHAPTER FOUR. ***


-Dov'è Mikey!?- continuava ad urlare Gerard.

Nè Eve nè Frank ebbero il coraggio e il cuore di rispondere, e di dire che suo fratello fosse morto.

-Dove sta!?- ripetè un'ultima volta, prima di notare il braccio fasciato nel giubbetto di pelle rossa, che spuntava da dietro l'automobile.
Si arrese a quella visuale.
Iniziò a sparare più forte, e più forte ancora, con le lacrime agli occhi.

Anche Mikey era morto.

Gerard scacciò il pensiero sparando ancora e ancora sui poliziotti.
Ormai ne aveva buttati giù una dozzina.

-Devi rimanere qui- disse Frank, accucciato di fianco a Eve.
-Non andare!- urlò lei dal retro della Camaro.

Aveva accanto i corpi di Mikey e Bob.

Il ragazzo non l'ascoltò neppure e uscì allo scoperto, con le pistole ad altezza d'uomo.

Evelyne piangeva: non avrebbe dovuto cacciarsi in quel guaio.
Stava finendo tutto.
Il mondo le stava crollando addosso.


Poi uno sparo, due.
Frank era a terra.

-Frank!- gridò uscendo allo scoperto -Frank no!-

Gerard per un momento fu solo.
Difendeva la sua ragazza.
La ragazza che lo amava.
Ma che in realtà, dentro di lei, amava anche un altro.

-Eve..resta con lui..-sussurrò Frank.
-No! Tu non puoi andartene così! Non devi!- singhiozzò lei -Io ti amo!-
Frank sorrise -Anch'io ti amo..-
Sospirò, e le sue palpebre calarono lentamente.

Gee la guardò baciare le labbra fredde e morte del suo migliore amico.
La amava, e questo non sarebbe cambiato.
Per un momento si domandò cosa stesse pensando in quel momento, quando afferrò ciò che Frank aveva tra le dita.
Si domandò se avesse fatto lo stesso, se al posto di Frank, ci fosse stato invece lui.


Ma tutto questo, Eve non lo sapeva.

Erano rimasti in due.
E adesso, anche lei stringeva un arma carica nella mano sinistra.


Angolo autrice: iniziate il conto alla rovescia ragazzi miei!
chiedo venia per tutte le morti, ma ne ho bisogno per terminare la storia.
Rage&Love
-A

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Capitolo 23
*** CHAPTER FIVE. ***


Erano in due, contro una flotta di poliziotti armati e arrabbiati.

-Devi andartene!-urlò Gerard.
-Non ti lascio!-rispose lei tra gli spari.
-Devi scappare! Cambia la gomma! Ti copro io!- proprose lui.

Eve corse tra i proiettili, verso la Mustang.
Cercò il crick nel bagagliaio e iniziò a posizionarlo sotto l'automobile.
Udì uno sparo e un gemito, e si voltò: avevano colpito Gerard ad una spalla.

-No!- lei accorse, sparando ovunque, e alla cieca.
-Devi andartene!- le urlò lui in un orecchio.
-Se uccidono te, uccidono me!- fece lei.
Gerard la guardò negli occhi.
-Ti amo- urlò la ragazza.
-Ti amo anch'io- rispose lui.
-Non devono prenderci vivi- disse Eve.

Iniziarono a sparare di nuovo.
Altri poliziotti caddero in laghi di sangue, altrettanti ne arrivarono.

Quel lembo di periferia era diventato un mattatoio all'aperto.

Sparavano insieme, spalla a spalla.
Si amavano.
E sarebbe durato fino alla morte.


Angolo autrice: non commento, dato che la storia è quasi finita.
ringrazio ovviamente chi ha recensito.
mi scuso per la lunghezza dei capitoli, ma stringete i denti..è quasi finita.
Rage&Love
-A

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Capitolo 24
*** CHAPTER SIX. ***


I poliziotti erano diventati troppi, e loro erano solo in due.
Di cui un ferito.
Non potevano farcela.

-Eve!- urlò lui, indicando il fianco della Mustang.
La ragazza corse, e si ripararono sul lato dell'auto.
-Hai ancora un proiettile?- domandò Gerard col fiatone.
-Si.. Che vuoi fare?- disse lei.
-Non devono prenderci vivi- ripetè il ragazzo, citandola.

Evelyne capì subito.
Aveva ragione.
Era stata lei ad avere quell'idea.
Annuì, e uscirono di nuovo nella pioggia di proiettili.

I due, se ne stavano lì,con le mani alzate.
I poliziotti deposero le armi.

-Si sono arresi..- mormorò qualcuno.

Eve e Gerard si posizionarono l'uno di fronte all'altra.
-Dritto al cuore- sussurrò lui.

Lei aveva iniziato a singhiozzare: non potevano farlo davvero.
Ma era l'unica soluzione.

Puntarono la pistola l'uno sul petto dell'altra.
Sul cuore.

-Ti amo Gee- singhiozzò lei.
-Ti amo anch'io Eve. Per sempre- disse lui, con le mani che tremavano.
-Per sempre- ripetè lei.

Un'ultimo bacio.
Si presero per mano.

Nessuno si aspettava quel macabro spettacolo.

Due colpi. Un unico rumore.

Caddero a terra insieme, mentre una chiazza di sangue scuro si allargava velocemente sull'asfalto.

Angolo autrice: .............................
Rage&Love
-A

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Capitolo 25
*** Epilogo. ***


Della scia di morte e sangue che la Black Parade si portò dietro, se ne parlò molto.
Ma nessuno era veramente interessato alla morte dei ragazzi.

C'era chi sosteneva che quei ragazzi se l'erano meritata quella morte così violenta;
chi invece li acclamava, e sosteneva che invece fossero degli eroi, che avevano finalmente liberato Belleville dal terrore di Van Sant.

Ma non era davvero importante.

Tutto quello che rimaneva della Black Parade era un'instantanea abbandonata sul tavolo di una cucina deserta: Eve, la ragazza incontrata per caso, con quel suo orrido cappello da gufo, stretta tra i due ragazzi che aveva amato nella vita, Frank e Gerard, e che l'avevano accompagnata fino alla morte; Mikey, con quel suo raro sorriso, e Bob e Ray, dalla faccia serena, sia nella vita, così come quando la luce aveva abbandonato i loro occhi.

Una foto di 5 ragazzi normali, che avevano mosso la loro rivoluzione privata, verso un modo troppo crudele.
Avevano affilato le loro vite per combatterlo.
E loro lo sapevano, che le vite affilate, sono le più mortali da condurre.

Avevano lottato, fino alla morte.
E avevano vinto.


Angolo autrice: salve.
siamo giunti alla fine del viaggio.
ringrazio tutti.
vi ho amati.
solo amati.
chi ha recensito e chi non.
grazie.
alla prossima.
Rage&Love
-A

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