Le parole del cuore

di Marty Andry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questione di sguardi ***
Capitolo 2: *** Basta solo...Girare l'angolo ***
Capitolo 3: *** To promise ***
Capitolo 4: *** Compleanno ***
Capitolo 5: *** Ricordi ***
Capitolo 6: *** Meeting in square ***
Capitolo 7: *** Basta ***
Capitolo 8: *** Goodbye ***
Capitolo 9: *** #Guitar ***
Capitolo 10: *** Desperate ***
Capitolo 11: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 12: *** Simply love ***
Capitolo 13: *** To wait ***



Capitolo 1
*** Questione di sguardi ***


 


 


A Paolo
perché fa di ogni giorno…
una risata

 
 
 
Lei cammina incurante lungo il corridoio della scuola.
Sente dei passi familiari, avvampa, sa chi è ma ha paura di voltarsi. Anche di voltarsi.
Ha paura di ammettere di provare qualcosa nei confronti di lui, di cadere un’altra volta, l’ennesima volta. Non vuole scontrarsi ancora con quegli occhi scuri come onici.
Gira rapidamente ed imbocca l’altro corridoio, le gambe sembrano essere dotate di un proprio cervello, velocizza il passo, il cuore le batte a mille.
Sente quei passi sempre più vicini, una scossa le percorre tutta la schiena.
Cammina ancora, le suole delle scarpe sembrano prender fuoco, si ritrova davanti alla porta che dà all’esterno. È gennaio, ma non importa.
Poi si ricorda del raffreddore appena passato e rimane lì, ferma davanti alla porta.
Con il cuore in gola, decide di girarsi.
Deglutisce rumorosamente, non sente più quei passi.
Finalmente si gira.
Il suo sguardo impaurito incontra con quello dolce di lui, occhi negli occhi, cuore contro cuore. Lui la avvolge in un abbraccio rassicurante e delicato, poi si avvicina lentamente e la bacia.
I loro sguardi si incrociano nuovamente, gli occhi di lui si perdono in quelli di lei, occhi che si perdono nell’immensità del loro amore.

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Capitolo 2
*** Basta solo...Girare l'angolo ***


Dedicata senz’altro a Luca,
che spegne sempre la mia rabbia <3

 
 
 
Lei, una ragazza dal cuore in frantumi.
Viene sollecitata da, forse un paio, di amiche ad uscire. Magari si sarebbe risollevata il morale.
Certo, con tutto quello che era successo il giorno prima sarebbe stato semplice.
Scoprire che per mesi ti sei solo illusa, che hai sperato in qualcosa che, a quanto pare, non ci sarà mai.
Qualcuno suona alla porta di casa, lei apre ed esce.
Cammina, immersa nei suoi pensieri, tristi pensieri. Qualcuno che sta lì, vicino a lei, le dice di non dare importanza all’accaduto, di ricordarlo come un semplice incidente e andare avanti.
Già, un incidente. Andare avanti. Parole ripetute un’altra volta, la milionesima volta.
Non rispondeva a ciò che le amiche le stavano dicendo, la tristezza le aveva rubato anche la parola.
Chissà come sarebbe andata se in quella frase pronunciata da colui che aveva causato tutto ciò, quel “non” non ci fosse stato. Forse invece di piangere e di dirgli di avere più tatto, l’avrebbe abbracciato. Forse, il desiderio di prenderlo a schiaffi non sarebbe stato così forte.
Continua a camminare, ora sta in luogo più affollato.
Tra la marea di gente chi spicca alla sua vista è lui, con il solito sorriso spavaldo, forse la causa del suo batticuore.
Distoglie lo sguardo da lui, sente una risata. Sa perfettamente di chi è, la rabbia dentro di lei arde sempre di più. Vorrebbe catapultarsi da lui e sputargli in faccia tutta la rabbia che ha dentro.  
Mentre era in preda a questi pensieri, si siede su una panchina vicina, da sola.
Pochi istanti dopo una mano si poggia sulla spalla.
Sorride, sa chi appartiene quella mano. La mano di colui che più di tutti la stava aiutando in quel periodo buio. Magicamente viene invasa da una quiete improvvisa che spegne la sua rabbia.
Quel suo amico si siede accanto a lei e, come d’istinto, sentono il bisogno di abbracciarsi.
Forse, tutto ciò che cercava era proprio dietro l’angolo, nell’amico più caro che aveva. 

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Capitolo 3
*** To promise ***


A  Kim Na Nà,
perchè mi sopporta ogni giorno :D




Sono cinque ragazzi, riuniti davanti ad altrettante pizze fumanti.
Mentre mangiavano, due di loro si scambiavano occhiate fugaci.
I capelli ricci e fulvi di lui gli ricadevano sul viso spruzzato da tante timide lentiggini  come una cornice intarsiata.
Lei, seduta a qualche centimetro di distanza da lui, tremava come una foglia.
Ricambiava i suoi sguardi, con la sola intenzione di sparire.
Ad un tratto una voce familiare e non molto lontana dice qualcosa, si parla d’amore e di sentimenti non corrisposti, si cerca di fa cambiare idea a qualcuno; i due ragazzi si sentono tirati in causa, ma entrambi preferiscono tenere lo sguardo basso ed avvampare.
Cioè…Chi si sente al centro dell’attenzione è lei, mentre lui appare quasi impassibile, sembra che la situazione gli scivoli addosso.
Per fortuna, la voce sparisce e, stavolta, sembra che l’argomento sia tutt’altro.
Lei, ancora una volta, vorrebbe andare via, ma la blocca il solo pensiero che dovrà aspettare quattro mesi per poterlo rivedere. Però crede che lui sia lì solo perché quella sera non aveva di meglio da fare.
Inutile insistere, convincersi che ci sarà un futuro.
Escono dalla pizzeria, il gelo di dicembre gli investe, ma lui c’è abituato.
I ragazzi si salutano e basta, ognuno torna alla sua vita di sempre, ricordando quella serata come l’ennesimo incontro tra le loro vite.
Lui va a sinistra, lei dalla parte opposta.
Dopo aver fatto pochi metri, lei ha un groppo in gola. Vorrebbe piangere con tutta sé stessa. Guarda l’amica che le sta accanto e una, poi due, tre, quattro lacrime le rigano il viso.
Inizia a correre, non vuole restare lì nemmeno per un secondo, vuole chiudersi quella porta alle spalle una volta per tutte, stanca di soffrire.
Ma quella porta è rimasta aperta per troppo tempo, le sue lacrime versate a causa di quell’amore non corrisposto ne hanno arrugginito i cardini.; vorrebbe riuscire a chiuderla, ma sa che da sola non ce la farà mai. Forse i suoi amici- pensa- potrebbero aiutarla.
Qualcuno grida il suo nome, è una voce lontana ma familiare, non ha bisogno di girarsi per capire di chi si tratti.
Resta ferma, immobile, qualcuno da dietro le cinge la vita delicatamente e le sussurra in un orecchio, una promessa d’amore a fior di labbra.
Forse, tra tutto quel gelo, la fiamma del loro amore era l’unica cosa che poteva riscaladare.

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Capitolo 4
*** Compleanno ***


Si dice che le giornate più tristi e malinconiche siano quelle autunnali, in cui tutto sta morendo per poi rinascere qualche mese più tardi.
Forse, per lei, non è così.
Il giorno più malinconico è proprio il giorno del suo compleanno, una radiosa giornata primaverile in cui tutto è vivo, il sole ti rallegra e ti dà forza.
Guarda il cielo che si sta tingendo di arancione e delle sue sfumature, quel giorno sta per finire. Il giorno in cui tanti, ma non molti, anni prima lei è nata.
Quella sera, così aveva deciso, avrebbe preso solo una boccata d’aria, non era in vena di festeggiare.
Tutto questo perché lui non poteva stare lì; proprio quella sera sarebbe dovuto partire per poi tornare tra quattro, eterni, mesi.
I suoi pensieri si perdono nuovamente nell’immensità del cielo che osservando da una finestra, vorrebbe tanto piangere, ma, allo stesso tempo, cerca di trattenerle.
 
Ormai calata la sera, il cielo dapprima striato di rosso, ora era cosparso da tanti puntini luminosi, da una miriade di stelle.
Lei esce, cerca di apparire una persona felice di compiere gli anni; cerca di esserlo, tutti sanno che non lo è, sanno che quel sorriso che ha stampato sulle labbra è solo una maschera per nascondere la tristezza che mai, come in quel momento, la sta affliggendo.
In quel momento, nemmeno la più bella delle sorprese può riuscire a placare ciò che prova.
Mentre pensava che sarebbe stato il compleanno più brutto della sua vita, in lontananza vede una sagoma familiare…
Forse sono allucinazioni, pensa.
Poi la sagoma si fa sempre più nitida: si riesce ad intravedere un ragazzo alto, dai capelli neri come il carbone.
la figura si avvicina sempre di più, fino a quando essa non pronuncia il nome di lei.
Allora il suo cuore inizia a battere forte, inizia a correre, vuole raggiungere la sagoma, è come una calamita che la sta attraendo verso di sé.
A pochi metri di distanza, finalmente capisce di chi si tratta.
Lo stringe in un forte abbraccio, ingoiando tutto ciò che fino a poco tempo prima aveva detto; perché forse non c’era stato compleanno migliore di quello. 

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Capitolo 5
*** Ricordi ***


Ogni tanto –sempre- la sua mente vola, in cerca di tante risposte.
Chiude il libro che stava leggendo, un libro dall’argomento imprecisato, e con esso anche i suoi occhi, abbandonandosi a riflessioni e a ricordi.
La prima immagine che le appare è quella di una ragazza di cui riesce a distinguere solo due grandi occhi che sembrano onici, che stava scherzando con due sue amiche.
Una serata estiva come tutte le altre, in cui spesso la noia prende il sopravvento e non c’è niente di meglio che uscire e chissà…Proprio quel giorno, magari, la tua vita potrebbe cambiare.
Stavano lì, sedute su una panchina, quando un ragazzo dall’aria presuntuosa si avvicinò a loro.
Le loro facce divennero serie, smisero di ridere. Quel ragazzo non le ispirava proprio simpatia!
Però, col passare del tempo, conoscendolo un po’ più a fondo, aveva capito che la sua prima impressione era totalmente sbagliata; e naturalmente, da cosa nasce cosa.
Ora le appare un’altra immagine.
La stessa ragazza di prima stava ridendo insieme allo stesso ragazzo che aveva conosciuto pochi mesi prima e che le stava antipatico.
Sorride, perché in fondo quello è stato solo l’inizio.
Subito dopo le appare un terza ed ultima immagine, i due ragazzi finalmente insieme.
Lei aveva imparato a lasciare da parte i suoi pregiudizi e facendo ciò aveva trovato, in lui, l’amore.

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Capitolo 6
*** Meeting in square ***


 
 
Cammina, veloce.
Pochi istanti la separano da lui.
Col cuore in gola continua a camminare, sguardo basso.
Alza gli occhi, di poco. Scruta la ripida salita. Prende fiato. Inizia a salire.
Arriva in cima, una scossa le percorre tutta la schiena, ma non importa.
In lontananza sente una triste musica: arriva la processione del Venerdì Santo.
Quasi come spaventata, inizia a correre. Arriva nella piazzetta.
Migliaia di persone, all’apparenza tutte uguali, sarà difficile capire dove lui sia.
Ma non importa, continua a camminare velocemente destando la curiosità della gente.
Incrocia i mille sguardi che la scrutano, ma le interessa un solo sguardo.
Eccolo, lì, forse quella vicino è la madre, come si somigliano.
Indugia un attimo, ormai la processione volge alla fine, non sa che fare. Fuggire a gambe levate sarebbe una validissima alternativa.
Ma non può. Non può perché farlo vorrebbe dire perdere un’occasione. Stare male. Piangersi addosso.
Prende  coraggio, si avvicina di poco, sussurra il suo nome con una flebile voce.
Eccolo, si gira. Rotea lentamente il capo, la guarda sorpreso.
Le sue mani calde avvolgono quelle gelide di lei, con l’altra le sfiora la guancia destra.
Lei si slancia in un abbraccio e lui la stringe sempre di più a sé, sperando che quel momento fosse eterno. Poi lui le dà un bacio sulla guancia.
La pelle liscia di lei viene a contatto con le labbra di lui, i loro respiri si mescolano.
Sulla sua guancia si sentono i primi segni di una timida barba che sta crescendo, sente il suo inebriante profumo.
Lo ama, ora lo sa con certezza. Ma il momento dell’ “arrivederci” è arrivato.
Una lacrima solca i loro volti, si abbracciano per un’ultima, straziante volta per poi rivedersi, tra qualche mese.

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Capitolo 7
*** Basta ***


Egocentrica?
Non mi conosci.
E tu, cosa sei?
Impassibile?
Molto.
Non hai mai pensato che io fossi egocentrica?
Beh, l’hai fatto!
Scusa?
No, è troppo tardi; ma almeno potevi parlarmene prima.
L’ho pensato solo un’ora fa.
Sarei comunque esplosa. Va’ via, non voglio più avere niente a che fare con te.
Va bene.
Mi dai ancora un’altra volta la prova di essere impassibile.
Tu mi irriti.
Succede; anche i tuoi atteggiamenti mi irritano; e poi sono io a credermi l’ombelico del mondo!
Basta.
Lo dici a me? Lo dici a me che per giorni, mesi , anni, ti ho aspettato pazientemente? Cresci! Perché tu hai sempre tutto ciò che desideravi quando lo volevi. A dire basta ora sono io, perché tu mi ha logorato il cuore.

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Capitolo 8
*** Goodbye ***


A Giovanni  

 
12.05.13 

Un mese. Trenta giorni. Quattro settimane.
 
Stai lì, immobile, distesa su un letto dalle lenzuola scarlatte.
Ora, l’unica cosa a cui puoi associare quel colore è l’amore.
Poi ti accorgi che il tessuto è pieno di macchie più scure.  
Acqua?
No, lacrime.
Quel colore…Quel sentimento…Quella persona.
 
Ti alzi. Non riconosci niente, nessuno. Tutto e tutti ti sono estranei.
Lanci un’occhiata al bracciale che hai al polso. Quello non ti è estraneo, ti è più che familiare.  Lo sfiori con l’indice. Altre e due lacrime solcano il tuo viso, ricordando le sue ultime parole:

Io ti amo ancora, ma non si può vivere di amore platonico.
Io non tornerò mai da lei, perché amo solo te. 

 
Guardi ancora una volta quel bracciale, riaffiorano  i ricordi di quella sera, le risate, gli abbracci, gli sguardi intensi, le sue labbra a contatto con la tua pelle bianca.
Quel giorno era il tuo compleanno, pensi che tra un paio di giorni sarà il suo e non potrai nemmeno dargli gli auguri.
 
Riaffiorano anche i ricordi del giorno in cui i vostri sguardi si sono incrociati per la prime volta, scoprendo che quegli occhi ti inseguivano già da settembre; e che solo nove mesi dopo era riuscito a farsi avanti. Allora vorresti tornare all’inizio della storia, per poter riparare gli sbagli, per non cadere un’altra volta.
Ma non riesci a fartene una ragione, non capisci del perché una storia così bella sia durata solo un mese, finita in quel modo assurdo.
Erri per le strade come un fantasma in cerca del suo corpo. Alzi lo sguardo e ti accorgi di essere vicino casa sua. Guardi la casa alla tua sinistra.
69.
Colpo al  cuore. Ti avvicini alla porta per vedere se sul campanello c’è effettivamente il suo cognome. È proprio il suo.
Allora acceleri perché proprio in quel preciso momento qualcuno stava per aprire quella porta. È lui.
Pensi che la calura estiva ti stia confondendo le idee, ma in cuor tuo sai che non è così, sai che è proprio lui.
Ti giri per controllare.
I vostri sguardi, disperati, smarriti si incrociano ancora una volta, come la prima; a sancire l’ultimo e definitivo addio.  

18.06.13

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Capitolo 9
*** #Guitar ***


Apri gli occhi, come se fossi spaventata. Ma non lo sei, in te c'è stupore per quel particolare mai notato, nonostante la tua attenzione. 
Ti appare un'immagine familiare.
Riccioli color vermiglio gli ricadono sulla fronte, sul viso pallido, tra le mani ha una chitarra. Il suo sguardo dolce ed innocentesi rivolge verso di te, rimani impietrita. Le sue mani iniziano a sfiorare le corde dello strumento con grande delicatezza.
Inizia una dolce melodia, dopo un po' la riconosci. 
Le lacrime iniziano a rigarti il volto, cadono copiose sulle tue guance. Quel ragazzo lì, con la camicia bianca, è il tuo Apollo; e tu la sua Dafne.
Quante volte hai voluto che quelle braccia ti avvolgessero, quelle mani stringere le tue, le labbra posarsi sulle tue... 
Quante volte hai sperato che quegli occhi ti guardassero come i tuoi guardano lui. Gli hai donato due anni della tua vita, ricevendo solo tanta stima e affetto, sguardi come tutti gli altri, strette da mano per non farlo andare via. 
Continui a pensare di voler essere accarezzata proprio come quelle mani fanno con le corde della chitarra. 
Le lacrime  continuano a solcarti il viso, vorresti che lui fosse lì vicino a te. Ma non ti resta altro che piangere e sperare in un futuro... Insieme.


-24 

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Capitolo 10
*** Desperate ***


Pensieri confusi,  immagini di momenti passati assieme che si sovrappongono ad altri, parole dolci dette con timore, paura di sbilanciarsi.
Chi sei in realtà? Cosa provi davvero? Perché fai questo?
Tante domande senza risposta che da un po’ di tempo infuriano nella tua testa come un ciclone alla disperata ricerca di un perché, un segno, una traccia. Pensi di meritare quelle risposte, come se fosse un tuo diritto, dopo tutte le notti insonni in cui hai aspettato, invano, un suo ripensamento; o sognato che le cose potessero cambiare, finalmente.
Ma proprio quando il fantasma della rassegnazione e della resa iniziava ad aleggiare, bastava una sola parola, un solo sguardo più intenso di altri per farti ricadere nel baratro da cui stavi lentamente cercando di uscire, piangendo tutte le volte in cui, in mezzo all’oscurità,  avevi visto aprirsi un piccolo spiraglio di luce, di probabile felicità…E l’avevi abbandonato per rimanere al buio, fermamente ancorata alle tue speranze.
La speranza, unica ragione per cui hai continuato a batterti per questa causa che già sapevi persa fin dal primo istante in cui è stata aperta, fin dal primo istante in cui il tuo cuore ha iniziato a battere più forte alla sua vista.
Inizi a chiederti perché l’odio che provavi nei suoi confronti si è trasformato in amore, comè potuto succedere?! Come può un sentimento come l’astio trasformarsi in qualcosa di totalmente opposto come l’amore?
Ma in mezzo a tanti interrogativi, l’unica certezza è proprio quella di amare, di sperare che un giorno qualcosa potrà cambiare, arriverà la luce che illuminerà le tenebre del  dubbio.

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Capitolo 11
*** Fuochi d'artificio ***


La piazza è illuminata a giorni, luci dai mille colori sfavillano tra l’oscurità della notte che lentamente incombe sul paese. 
Incontri tanta gente, sconosciuti e non, tutto ti è familiare e contemporaneamente estraneo. I tuoi occhi rimbalzano da un volto all’altro, cercandone almeno uno su cui aggrapparti. Scruti le decine di persone che ti sono intorno cercando lui, ma niente.  Quando inizi a rassegnarti, quando capisci che fino ad allora ogni tentativo è stato vano, senti la mano che viene stretta da un’altra. 
La pelle e morbida e liscia, cerchi di capire quale sia la forma delle dita.
Musicista.
Scendi più giù, verso le unghie, lunghe. 
Chitarra.
Il cuore batte all’impazzata, i polmoni si riempiono d’aria, il corpo prende vita. 
Ti volti, incroci gli occhi da cerbiatto che ti fissano, come stessero parlando una lingua sconosciuta. 
Camminate, mano nella mano, le gambe tremano per l’emozione. Senti uno scoppio provenire dal cielo. Fuochi d’artificio. 
I vostri volti si dipingono dei colori più iridescenti, sorridi. 
Lui ti stringe più forte la mano e allora capisci di essere come una crisalide: esci dal bozzolo solo quando sei con lui. Ti accorgi che ti guarda, questa volta con un’aria diversa. I suoi occhi sono diventati più seri, ad un tratto scorgi una lacrima che quasi fa capolino dal’occhio, desiderosa di scendere. Provi ad asciugarla prima che ciò avvenga, lui ti stringe forte al petto fino al punto di sentire il ritmo martellante del suo cuore.
Si scosta, una manciata di secondi dopo senti qualcosa di morbido a contatto con le tue labbra. 
Pensi che probabilmente ti trovi in un sogno, l’ennesimo, in cui tutto si stravolge come per magia. 
Apri gli occhi, lui è tornato a guardare i fuochi che sembrano fontane zampillanti in cielo. 
Ma è tutto vero, stranamente vero. Meravigliosamente vero. 
I fuochi cessano di brillare e capisci che con loro, anche questa volta, andrà via una parte di te. Un attimo, solo il tempo di realizzare che il momento dell’arrivederci- o dell’addio, chi può dirlo!- è arrivato. 

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Capitolo 12
*** Simply love ***


Jacopo

 

 

 

Chi sei davvero? 

Chi sei davvero, ragazzo che lentamente ti insinui nelle crepe della mia anima, nei meandri più profondi del mio essere; tu che t'imponi con prepotenza al di sopra di tutti, facendo tuo il mio cuore, dissetandoti con le mie lacrime versate ogni giorno, nutrendoti delle mie parole? 

Ho parlato al mondo del mio amore, le mie parole sono volate fino a te come gialle foglie d'autunno, come un flebile "ti amo" mormorato in silenzio, in un momento di debolezza in cui tu sei l'unica certezza. 

Ho imparato a convivere coi tuoi coi tuoi sguardi che valevano più di mille parole e con i tuoi interminabili silenzi che tanto mi hanno fatta esasperare. 

E ogni tuo segno, un incontro, qualunque cosa è stata gelosamente custodita nel mio cuore per anni, dopo aver impregnato di te anche la mia anima. 

E sappi che dovunque ti andrai, io ti seguirò, legati da quell'invisibile filo rosso che continuamente si svolge e si riavvolge, coinvolgendoci in quello strano e colorito tornado chiamato semplicemente...amore. 

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Capitolo 13
*** To wait ***


A Soly Dea e...
Jacopo xD



 
 
Quanti giorni dovranno ancora passare perché io possa tenere di nuovo quelle mani tra le mie e stringerle forte; accarezzare il tuo volto, catturare i tuoi lineamenti, star male ancora una volta per la tua assenza? E la ruota continuerà a girare, il tempo continuerà a scorrere inesorabilmente, tutto si ripeterà con la stessa ansia, monotonia, felicità. Aspettando. In silenzio. 










Questa è l'ultima flash, ahimè. Dopo più o meno sei mesi, anche questa è finita. Che dire, grazie a chi ha leggo e recensito, spero vivamente che nessun altro testo di narrativa mi faccia partorire certe cose; in questo caso, mi ha ispirato una novella; Sessantuno, che fa parte di una raccolta di Giorgio Manganelli.
A presto,
Marty Andry

 

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