The world behind The Hobbit

di Stargirl1998
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il concorso ***
Capitolo 2: *** Caffè italiano ***
Capitolo 3: *** Da agnello a leone, da bambolina a giornalista ***
Capitolo 4: *** Il paradiso è a Notthing Hill ***
Capitolo 5: *** David Letterman si può mangiare una molotov ***
Capitolo 6: *** Dio benedica whattsapp! ***
Capitolo 7: *** Martin Freeman è una dannata vecchietta impicciona ***
Capitolo 8: *** Ho Sherlock Holmes in salotto e Watson lo vuole mangiare. ***
Capitolo 9: *** Dopo stasera potrei non avere più amici. ***
Capitolo 10: *** La creatura fra i biscotti ***
Capitolo 11: *** Sono la vergogna del genere femminile. Anche peggio di Eva. ***
Capitolo 12: *** Onnipresente caffè, dentifricio alla menta e il ritiro di mia mamma dalla cucina ***
Capitolo 13: *** Hyde Park: Tutte le coppiette limonano, tranne loro. ***
Capitolo 14: *** Sembra quasi che si parta...Ma davvero? ***
Capitolo 15: *** Parliamone, le hostess sono da impalare. ***
Capitolo 16: *** Più che attori sono spie della CIA... ***
Capitolo 17: *** La legge di Murphy colpisce ancora. ***
Capitolo 18: *** Tra tutti gli assistenti di volo... chiamasi sfiga. ***
Capitolo 19: *** Una si addormenta per...Dieci ore e in quel lasso di tempo i gatti imparano a volare. ***
Capitolo 20: *** SBADAM. Amore nerd. ***
Capitolo 21: *** Sconsigliato fare l'amore sugli scogli(-I'm back.) ***



Capitolo 1
*** Il concorso ***


Sto seduta, con le gambe accavallate, aspettando che entri l’attore che devo intervistare.
Dio solo sa che cosa mi sia preso, accettando di partecipare ad un concorso giornalistico del genere. Intervistare tutto il cast di ‘Lo Hobbit’ per sperare di assistere alle riprese di tutto il film, con il compito di redarne un articolo.

-Sarà un trampolino di lancio, un articolo mondiale! Il diario del mondo dietro ‘Lo Hobbit’!- aveva detto il direttore creativo della rivista cinematografica per cui lavoro da un mese. Come no… Fin ora avevo solo raccolto le noiosissime informazioni riguardo le location dei film meno cagati nella storia del cinema, annoiandomi a morte e odiando il mio lavoro… Ora però potevo veramente pubblicare qualcosa!

Ma cosa avevo pensato? Che intervistando gli attori sarei diventata una figura di spicco nella rivista?!
Con questo articolo probabilmente diventerò l’idolo di certe ragazzine ossessionate, non so proprio da che cosa, visto la grande eccitazione che provo adesso, stando seduta su una poltroncina di poliestere, sudata e con le gambe indolenzite.
Mi ero alzata presto quella mattina, eccitata come non mai! Avrei intervistato dei veri attori! E, vincendo il concorso, avrei assistito alle riprese di un vero film interrompendo per un anno la solita dannata routine. Non avrei soltanto intervistato il sindaco di qualche noiosa cittadina, la cui economia va avanti vendendo capre, che mi spiega il perché la loro boscaglia è migliore di quella dei vicini !

Il mio entusiasmo si era praticamente congelato, quando avevo visto il lunghissimo programma, che mi avrebbe impegnato almeno una settimana di lavoro per essere sorteggiata tra i giornalisti che avrebbero seguito le riprese dal vivo, andando in trasferta. Intervista primaria, per conoscere l’attore e guadagnarsi la loro fiducia, intervista secondaria, mirata all’introspezione dell’attore, intervista mirata all’introspezione del personaggio e intervista conclusiva. Tutto questo per tutto il cast. Era pressappoco un suicidio. Avevo iniziato con il protagonista indiscusso (alto un metro e un tappo) che mi aveva messa a mio agio. Era divertente e non mi aveva fatto pesare le classiche domande di routine, che di solito di fanno venire l’intenso desiderio di pugnalare qualcuno o te stesso con la penna. Avevo continuato con l’uomo che interpretava lo stregone barbuto e con il grande re dei nani, per poi passare ai nani stessi.
-Ma quanti sono?!- avevo pensato dopo il terzo che intervistavo, ormai quasi al punto di mandare tutto a puttane e andare a mangiare.
Digitai su google il titolo del film. ‘Lo hobbit, un viaggio inaspettato’… Le avventure di Bilbo Baggins con il gruppo di quattordici nani… Quattordici!?

Ore dopo…

Il prossimo che entra lo mordo. – bisbiglio tra me e me, mentre Dean O’Gorman lascia la stanza, con il sorriso sulle labbra. Beato te, la tua giornata è finita.
Apro la borsa di pelle nera, ne cavo fuori un mars mezzo schiacciato e lo mordo con voracità. Al diavolo la linea, devo sopravvivere alla giornata.

Fuori dalla stanza…

-Ehi. Tutto bene Dean? – un ragazzo dai ricci scuri cammina spedito, con una tazza di caffè in mano e l’aria di chi non si è ancora svegliato del tutto, nonostante l’orario.
- Tutto bene, la ragazza è simpatica. Ha voglia di stare qui per una settimana a fare le interviste come di prenderle di santa ragione ma è simpatica…credo e spero che sarà lei... -
- Gran bella giornata, fare le stesse domande tutto il giorno! Spero per lei che la situazione migliori, quando almeno ci saranno dei colloqui più aperti! -
- Per me se sopravvive la prima settimana può venire a girare con noi. E’ una che ha le palle. -
- Siamo già in troppi maschi, qui. Non per essere volgare ma non sono le palle che servono su questo set….  –
- Fila, deficiente! Non serviranno le palle ma ti assicuro che quella è in grado di picchiarti se la tieni ancora per un po’ chiusa lì dentro! –
Aidan ride e si avvia con velocità verso la porta dell’ufficio.

- Ma dove diavolo è?! E’ l’ultimo di quei dannatissimi nani e mi fa rimanere in sospeso qui come una scema… Quando arriva lo picchio… Voglio vincere il concorso, ma non ho certo intenzione di sacrificare la mia sanità mentale! Io devo lavorare! – sono furiosa, stringo la carta del Mars come se fosse la testa dell’attore in questione. –Rimani calma. Vuoi vincere il concorso? Fai una buona impressione a tutti… anche a questo deficiente. -
Qualcuno bussa alla porta. Mi sistemo i capelli, mi tiro giù la gonna e mi schiarisco la voce, che vorrebbe urlare tutte le parolacce che si ricorda.
- Avanti. – dico, affondo la schiena di più nella poltrona, preparandomi ad affrontare la serie di convenevoli inutili e di domande che ormai so a memoria.
La porta si apre un poco e un ragazzo infila la testa nello spiraglio.
- Scusa il ritardo, Aidan. -  dice il ragazzo, tendendomi una mano, che stringo calorosamente, alzandomi in piedi.
- Nulla – bugia grossa come il mondo, avanti così!
Il ragazzo si siede sulla poltroncina davanti a me, accavalla le gambe e avvicina la tazzina di plastica con il caffè alle labbra.
Mentre finisce di ingollare il caffè sotto il mio sguardo, probabilmente ustionandosi la sua lingua da ritardatario, mi prendo tempo per osservarlo.
Alto, magro, capelli neri ricci. La faccia da eterno bambino. Età compresa tra i venticinque e i trenta.
- Bene – dice, ha finito di bere la brodaglia immonda del distributore e, a giudicare dalla sua faccia disgustata, ha ingoiato i fondi.
Trattengo un sorrisino vendicativo e prendo la cartelletta con il modulo da compilare.
- Ben ti sta, ritardatario- penso, iniziando improvvisamente a credere al Kharma.
- Nome? -
- Aidan, già detto. – la mia mente ulula di prenderlo a calci, pure l’attore saccente e ritardatario di fine giornata! La mia neonata fede nel Kharma si butta dalla finestra.
- Cognome? -
- Turner. -
- Nato a…? -
- Clondakin. Irlanda. -
- Il…? -
- 19 giugno dell’83 -
- Benissimo… Entriamo nel vivo… - sorrido, falsa, se c’era del vivo in quest’intervista è morto da un pezzo. Lui sorride.
- Precedenti esperienze lavorative rilevanti? -
- Come vivo mi sembra un pochino morto… -
- Dammi tempo, mi devo riscaldare! -
- Desperate Romantics, Being Human… Lo Hobbit! -
- Direi, dato che siamo qui. Che personaggio interpreti in questo film? -
- Kili. Figlio di Dìs! Nipote di Thorin! E bla bla bla… Vuoi l’albero genealogico? -
- Nah… Faccio a meno. Impaziente di cominciare le riprese? -
- Certo! Tutti sono impazienti! Non vedo l’ora! Non ho mai visitato la Nuova Zelanda e sono eccitatissimo! -
- Due parole per definirti –
- Non saprei… Irlandese e riccio? -
- Perfetto… Migliore amico sul set?  -
- Dean. Sarà mio fratello nel film. E’ il mio migliore amico. E a quanto pare c’è gente che pensa che ce la facciamo di nascosto… Che tipe… Se mi volessi fare qualcuno, con tutto il rispetto, non sarebbe lui… -
- Lo devo mettere nell’intervista?-
- Sei tu la giornalista…-
- E tu quello che mi ha appena fatto una dichiarazione imbarazzante…-
- Sono uno che si fida…-
-A che ora finisce l’intervista? -
- Anche ora se vuoi, andiamo a cena? Mi dovrei trovare con gli altri al pub. Dovresti conoscerli visto che probabilmente sarai tu ad accompagnarci. Finiamo domani, se vuoi.-
- Perché sei così sicuro? -
- Le altre ragazze avevano la faccia perversa di una che si può infilare nella tua roulotte nuda nel pieno della notte. Non è una qualità che si apprezza, in genere, è inquietante. Tu sembri una seria e che lavora. Poi non mi dispiacerebbe neanche tanto se, durante l’anno, ti infilassi nuda nella mia roulotte, non so se mi spiego. -
Alzo gli occhi al cielo.
- Va bene. Finiamo domani. -
- Ahhh! -  Aidan si alza dalla poltroncina e si stiracchia, io ho il terrore di non avere più ossa in corpo, probabile.
- Mi vergogno un po’… Mi aiuti ad alzarmi? -
- Culi e poliestere: Nemici letali. -
- Più o meno – ridacchio io, prendendo le mani che il ragazzo mi porge e alzandomi in piedi.
- Ti ho salvata da un nemico letale e non so come ti chiami… Che cosa strana… La domanda è sottintesa, a questo punto. -
- Mi chiamo Ellie. –
- Andiamo, Ellie. -
 

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Capitolo 2
*** Caffè italiano ***


- Mai stata a Londra?-
- Io a Londra ci vivo, da un anno, ma sono italiana.-
- Dal nome non si direbbe… Spaghetti! –
- E’ un diminutivo un po’ più… inglese… Io sarei Eleonora. Ma chiamami Ellie, per favore. Me l’hanno fatta talmente tante volte la battuta degli spaghetti che ormai non fa più ridere…. Fatti un repertorio nuovo! –
- Perché sei venuta? Dicono che in Italia ci sia crisi, ma da qui a emigrare ce ne! -
- Lì il lavoro di giornalista è molto più difficile da trovare, comunque sono tanti quelli che decidono di scappare, lì è dura sfondare. -
- Mai stato in Italia, è bella? –
- Molto, il mare e le città d’arte sono le più belle cose che si possono trovare. E non pensare che la pizza che fate qui sia un’imitazione attendibile perché ti prendo a calci…-
- Suscettibile… no, non ci credo. Eccoci. Conosci già tutti? -
- So i dati anagrafici e il loro curriculum. Per il resto è buio totale.-
Aidan sorride e mi apre la porta di un pub sul Tamigi, classico, con i tavoli posizionati lungo il muro e con vecchi ritratti di vecchi e defunti re alle pareti. Il cast sta seduto in un angolo a parte, ridendo e bevendo birra.
- Mai stata più in imbarazzo di adesso. -
- Disse la giornalista che con ogni probabilità ci starà attaccata al culo per un anno… -
Gli faccio la linguaccia, ricambia. Quello che fa la creatura che parla di se in terza persona, Andy, lo avvista e lo chiama, attirando l’attenzione su di noi. L’impulso di uscire dalla porta e andare a buttarmi in pasto ai corvi della Torre di Londra è sempre più forte. E’ qui dietro, se corri ce la fai.
- Hai portato la ragazza – dice Andy, sei fottuta, Ellie, ti hanno visto. Non far fiutare la paura.
- Sì, stavamo entrambi crepando di fame e abbiamo deciso di finire l’intervista primaria- dice Aidan sorridendo
- Ciao! – dice Martin, continuando ad arrivarmi alle spalle. Ho i tacchi. E’ scusato.
- Ehi…- Timida? Nooooo, Ellie.
- Sei sopravvissuta alla prima giornata! E nessuno ti odia! E inoltre hai più carattere delle prime dieci… E Aidan non ti ha bidonato! Cappero! Un segno del destino! -
Aidan ghigna, io mi limito a sfoderare il sorrisino da brava ragazza, cercando di non farmi odiare adesso, dato che mi ero salvata quella mattina.
- Sediamoci e ordiniamo, non ho mangiato oggi a pranzo e ora credo di potermi mangiare… - si guarda in giro e poi mi indica – …Ellie! -
Gli altri ridono, e anche io mi lascio scappare un risatina nervosa. Sono tutti dei dannatissimi uomini, con ogni probabilità berranno un sacco di birra e poi torneranno a casa in metro o in taxi con la faccia di chi è andato a sbattere contro un muro con una Ferrari… divertiamoci a guardarli mentre perdono l’ultimo briciolo di lucidità. Sorrido e mi metto a sedere tra Aidan e Dean, di fronte a Martin e Andy.

Un’ora dopo.

Stiamo tutti ridendo e scherzando da un po’, mi sono sciolta non appena hanno iniziato a parlare del libro. Da piccola l’avevo divorato e ora sono seduta a parlare con chi lo interpreterà. E’ una cosa molto figa.
Andy sta dicendo che gli dispiaceva che avessero tagliato qualche momento nella grotta di Gollum e che gli dispiaceva, ma che comunque era necessario, quando sento un peso caldo sulla mia spalla.
Aidan si è letteralmente addormentato su di me, con la bocca semi aperta sul mio golfino di cachemire.
- Lo uccido se me lo sporca, sapete?-
- Non è praticamente più in se. Credo abbia bevuto troppa birra mischiata allo stress della giornata, lo porto a casa.- dice Dean.
- Ti accompagno. Con tutto rispetto ormai ci sono un pochettino invischiata, e poi è la mia spalla, quella sotto la sua faccia. Devo anche andare. -
Elaboriamo un piano. Io voto per svegliarlo con calma per evitare che cada con la testa sul tavolo, ma Dean ha un’altra idea, che ha già sperimentato. Spero.
Dean si avvicina alla mia spalla in affitto, ben attento a fare piano, e poi a pochi centimetri dal suo/mio orecchio urla –Kili tira fuori l’arco! Stanno arrivando gli orchi! -
Aidan fa un salto di un metro e mezzo, sotto gli occhi lacrimanti di gran parte del cast. Io non ci sento più da un orecchio. Dean, domani ti chiedo dove e come e con chi hai perso la verginità. Me la paghi.
Aidan non è dello stesso avviso perché ride come un cretino da dieci minuti, poi, nota che sto raccogliendo le mie cose e salutando tutti, quindi decide di venire anche lui. Salutiamo e andiamo verso la linea della metro più vicina.
- Piaciuta la serata? -
- Sì, i ragazzi sono simpatici, ci lavorerò volentieri.-
- Dove abiti? -
- King Cross.-
- E sei ancora viva?-
- Pesanteee-
- Laggiù ci vivono tutti gli spacciatori di Londra!-
- Ed io.-
- Hai risvegliato il mio istinto cavalleresco. Ti accompagno a casa.-
- Aidan, sei ubriaco.-
- No, ho bevuto birra. Ti accompagno.-
- Vada. Ti offro un caffè a casa. Credo che tu possa crollarmi su un piede, o di nuovo sul mio maglione.-
-Grazie, domani ho l’intervista, devo essere sveglio.- dice con un sorriso stanco, io sono sempre più convinta che stia per addormentarsi di nuovo.
Scendiamo nel tunnel della metropolitana e timbriamo il biglietto al tornello, prendiamo il treno e ci sediamo nei vagoni quasi vuoti. Lui intreccia le mani sullo stomaco come quel pomeriggio e chiude gli occhi, appoggiando la nuca al vetro scuro.
Gli tocco il braccio, e lui apre gli occhi di scatto. Mi fissa negli occhi.
- Hai degli occhi strani…-
- Definisci “strani”, se è un insulto…-
- Sono occhi che non si vedono ogni giorno… verdi o azzurri?-
- La carta d’identità dice verdi… e ognuno esprime un opinione diversa.-
- Per te?-
- Non me ne frega gran che…-
- Non è vero, hai messo lo smalto azzurro alle unghie, per farle intonare agli occhi e, dato che lo hai messo azzurro, direi che li reputi azzurri.-
- Va bene, Sherlock… Cuffia?-
Gli porgo una cuffia del mio auricolare e lui la prende, infilandosela nelle orecchie. Parte “I’ll stend by you” e lui chiude gli occhi, tenendo il ritmo con le dita, che batte sul ginocchio. Io tengo d’occhio la fermata e lo guardo Mi prendo più tempo di quanto me ne sia preso quella mattina.
Decisamente più tempo di quanto me ne sia presa quella mattina. Fanno tempo a passare tre o quattro canzoni e io sto ancora lì a guardargli i capelli…
- Kings Cross-
- Aid-  ma da dove cazzo è uscito Aid?  –è ora…-
- Cazzo Ell… Era proprio il mio sogno dormire in metro…-
- Dai, ti offro un caffè…-
- Meglio…-

Saliamo le scale del palazzo dove abito. Aidan sembra più morto che altro e mi ripropongo di fargli un caffè forte…
Sfilo le chiavi dalla borsa e le infilo nella toppa, sotto il suo sguardo assonnato, apro la porta ed entro in casa, accendendo la luce accanto alla porta.
Aidan si guarda in torno, e poi si lancia sul mio divano, bisbigliando
– Caffè, Dio Santo, o muoio…-
Vado in cucina, e inizio a far scaldare la Moka. In casa mia solo caffè italiano. Con quello fa il giro dell’isolato. Di corsa.  Saltando e declamando “Lo Hobbit” in tedesco.
- Ecco Aid… No, vacca. -
Il suddetto attore è decisamente addormentato sul mio divano. Mi metto ad imprecare in italiano. Prendo il cuscino di Matt dall’armadio, tanto il coglione se spera di riaverlo è fatto, e glielo ficco sotto la testa, gli tolgo almeno le scarpe (divano nuovo) e gli butto addosso una coperta colorata di lana.
Mi spoglio in corridoio e mi infilo il pigiama, mi lavo i denti e mi strucco. Ficco la testa in soggiorno, per vedere il mio ospite profondamente addormentato. Momento di pietà. Mi avvicino.
- Aid. AID. AIDAN.- lui spalanca gli occhi.
- Metti una maglietta, erano del mio ex. Quando le hai messe togliti i pantaloni e rimani sotto le coperte. Il riscaldamento è momentaneamente sfasciato. -
Aidan è confuso, io gli dico di stare zitto e gli auguro la buona notte. Poi mi infilo sotto le coperte e inizio ad addormentarmi, con i rumori di Aidan che si prepara nella stanza accanto.

 

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Capitolo 3
*** Da agnello a leone, da bambolina a giornalista ***


 
 
*Aidan*
 
Cosa succede? Dove diavolo sono? Ieri ero con i ragazzi… Non posso essere andato con una proprio mentre ero con loro! Mente locale, Aidan, fai mente locale… Ieri. Hai fatto l'intervista con Ellie. Sei uscito con Ellie e i ragazzi. Ti sei… No, non credo che Ellie sia la tipa. Complimenti ai valori morali di Ellie, ma non risolve il problema. Dove diavolo sono?
– Alzati, ubriacone.-
Polizia? Dean? Mamma?
– Alzati o sarò costretta a picchiarti con la lampada. E' una vecchia lampada. Pesante. Tra le righe, muovi il culo. O te la ritrovi in testa. -
Ellie.
– 'Giorno… La mia domanda è come sono arrivato qui. Avevo il dubbio che mi avessero rapito. -
- Hai fatto il cavaliere e ti sei trasformato nella Bella Addormentata. -
- Succede, per la cronaca, quante birre? Sto cercando di capire dopo quante esco di testa. -
- Boh… Non pensavo di dovertele contare… Suppongo più di tre e meno di venti. -
- Un numero compreso tra tre e venti… Sto migliorando. –
-Quante ne beve… No, anzi, non voglio sapere. –
Sorrido. Almeno lei fa ridere. Indossa un pigiama e stringe una tazza tra le mani.
– Niente caffè, per te. Alka Selzer e thé. Un muffin di quelli che faccio io. Poi dritti al lavoro. –
- Fai pure i muffin? Sposami! –
-Esagerato! – ridacchia e mi porge un muffin al cioccolato, accompagnato da una tazza di thé e da un bicchiere d'acqua frizzante, dove credo sia disciolta la pastiglia. Ingollo tutto, e il muffin è davvero buono, ma mi manca il caffè, comunque non ho il coraggio di chiederglielo. Dean ha ragione, è in grado di legnarmi di brutto. Dean! Quel cretino ieri mi ha fatto prendere un colpo! Alla prima occasione lo ammazzo…
- Vai a farti una doccia, io ho già fatto, mi basta vestirmi… -
- Andiamo al lavoro assieme, vero? Non sono certo di sapere dove mi trovo… -
- Certo, e ti farò un video delle domande imbarazzanti che farò a Dean, non so se ti ricordi ma ieri ti ha fatto uno scherzo…-
- Ricordo… Mi ha fatto prendere un fottuto colpo…-
- Il mio orecchio non sarà mai più lo stesso… -
Rido e lei con me. Mi alzo e lei mi indica una porta di legno lucido, che è, evidentemente, il bagno. L'ambiente è colorato, le piastrelle sono azzurre e le salviette sono di colori tutti diversi, c'è un box doccia dove ci sono più saponette che in un supermercato. Dal mobile prendo una salvietta verde mela e mi preparo. Apro l'acqua, mi spoglio e mi infilo sotto l'acqua, cercando di fare in fretta, non vedo l'ora di tornare di là e andare al lavoro, Dean ce la pagherà, Ellie non mi sembra una che lascia correre…
 
 
*Ellie*
 
Ecco! Ora stai calma, Ellie. Andrete al lavoro. Vai a cambiarti, dai. Stamattina? Leggins? Gonna? Pantaloni? Leggins neri. Maglietta del Signore degli Anelli… Eh no! Così sembra che io li voglia plagiare… Facciamo il vestito, terreno neutrale… Trucco leggero, capelli legati o sciolti? Ma quante fisime… Legati, non ti daranno fastidio. E a Matt piacevano sciolti. Si impicchi. A me piacciono legati. Ah.
Infilo il vestito e le ballerine, mi lego i capelli in un nodo alto, e preparo la borsa.
-Ci sei Aid? Dobbiamo elaborare un piano! Facciamo un escalation di domande imbarazzanti oppure partiamo con quella della verginità? –
-Pronto! Direi un escalation…Cazzo! –
-Cosa?! –
-Niente, bel vestito! –
-Grazie… Troppo per un intervista ad degli attori con cui potrei passare un anno della mia vita? -
- Hai troppa fiducia in noi! Se uno ti vede così è probabile che voglia passare il resto della sua vita con te! –
-Oh! Ma che cosa carina! Dai, ora andiamo, anche se fossi chissà chi, se non faccio il provino…-
-Quando ti dicono se sei in lista? –
-Oggi, e credo che chiederanno a voi… -
-Sì, ma io credo che tutti ti adorino. Tranne me, io di più. Sai fare i muffin, cavolo! –
-Ma quanto sei dolce? Ti prego andiamo, o cedo e ti do il caffè…-
-Adorabile, meravigliosa, sexy ed intelligente!-
-Il caffè non te lo do!-
-Allora nemmeno ci provo…-
Lo dice e mette il broncio, io rido e prendo le chiavi. Senza tacchi sono molto più bassa di lui. Martin, ripigliati l'onore, oggi ho le scarpe basse!
 
 
-Siamo in un mondo al limite della civiltà- borbotta Aidan, guardando la gente non propriamente rispettabile che cammina per la strada accanto a noi.
Io alzo gli occhi al cielo, per l'ennesima volta.
-Aidan, non credo che se dici che la gente non è rispettabile un'altra volta diventeranno tutti avvocati…-
Lui sorride a mezza bocca e si passa una mano tra i ricci, che sono particolarmente curati questa mattina
-Spazzola?-
-Sì… La tua…Dove l'hai presa? La mia non li fa così moooorbidi…-
-Harrods, primo posto dove sono andata, una volta trasferita…-
-E i tuoi?-
-Mi verranno a trovare presto, nel caso parta per la Nuova Zelanda…-
-Vorresti partire? O è solo un lancio per la tua carriera?-
-Voglio partire e lasciarmi questo anno terribile alle spalle, Londra ora è casa mia, ma voglio solo interrompere la routine…-
-Anno difficile?-
-Sì, tremendamente. Prima il lavoro, poi Matt, poi la preparazione per entrare alla rivista di cinema e quella merda di lavoro alla rivista di cinema…-
-Matt? Ragazzo?-
-Ex! Dio Santo, ex!-
Aidan ride e alza le mani in un divertito segno di resa
-Conosciuto qui?-
-No, Matt sta per Matteo… Siamo partiti assieme, ma si è rivelato un investimento fallimentare, stavamo insieme da tanto, ma lui pensava che una volta trasferiti avrei fatto tutto io, quando ha scoperto che mi sarei fatta il culo per mantenere solo me e che anche lui avrebbe dovuto lavorare, è tornato in Italia…-
-Errore madornale.-
-Perché, scusa? Ha avuto paura di fallire… Chiunque ne ha.-
-No, di pensare che tu avresti fatto il lavoro anche per lui, non mi sembri la tipa…-
Sorrido tristemente
-Allora lo ero, dolce e remissiva. Aveva tutti i diritti di pensarmi così…-
-Da agnello a leone, da bambolina a giornalista…-
Sorrido, aveva trovato le parole per quello che io non avevo saputo definire…Arriviamo alla fermata della metro, e prendiamo il treno per il centro, vicino al Tower Bridge, dove sta l'ufficio in cui si tiene il concorso.
-Non perdiamo tempo, finiamo l'intervista di ieri…-
-Certo, parti pure, così per dopo saremo a posto…-
-Mare o montagna?-
- Mare. -
-Stimi in particolar modo qualcuno della tua famiglia?-
-Mamma e papà, senza dubbio.-
-Cambiamo argomento… Il tuo personaggio preferito tra quelli che hai interpretato?-
-John Mitchell, in Being Human.-
-Mi puoi dire il perché?-
-Alla fine fa una scelta molto coraggiosa, decide di farsi uccidere dal suo migliore amico perché non è in grado di controllare i suoi impulsi e ha paura di fare del male a qualcuno che ama… E' qualcosa di veramente molto coraggioso, che forse io non avrei fatto, nelle sue stesse condizioni…-
-Quindi non ti piace molto il tuo personaggio in Desperate Romantics-
-Non è che non mi piace, è che è sostanzialmente un figlio di puttana adultero. Fa impazzire la moglie che si suicida dopo aver iniziato una dipendenza dall'assenzio!-
-Non è affatto bello… Il ruolo di Kili ti piace?-
-Molto, è un personaggio divertente, e allo stesso tempo un gran combattente, insomma è uno tra i miei personaggi preferiti. Anche lui poi è molto coraggioso. Ma se non hai letto il libro non ti dico niente…-
-Da ragazza l'ho divorato…-
-Ecco, non è un gran personaggio?-
Sorrido e annuisco
-Era il mio personaggio preferito…Ho pianto come una fontana quando…-
-Nooo, non dirmelo! Che dolce che sei!-
Ride e mi abbraccia, mentre io mi asciugo una lacrimuccia, al ricordo delle poche parole che Tolkien spende sulla morte del mio personaggio preferito…
-Lo volevo ammazzare a forza di sprangate quando l'ho letto! Ero furiosa e distrutta allo stesso tempo!-
Aidan ride, sentendo l'uscita alla Ellie, che come al solito, vuole prendere a sprangate qualcuno…
-Non dire così! E' un gran libro, solo che ha un finale triste…Per Thorin, Kili e Fili, per Bilbo tutt'altro…-
-Già, Ho visto che hai un buon rapporto con i membri del cast… Con Dean soprattutto, ma con gli altri? Dean a parte, chi ritieni più tuo amico sul set?-
-Martin, Richard, Andy… Tutti! Io non odio nessuno!-
-Ti trovi bene con gli altri membri? Quelli del vecchio cast?-
-Mi trovo bene con tutti, anche se non abbiamo ancora iniziato a girare abbiamo parlato a lungo e so, più o meno, come ragionano. Lavoreremo bene.-
La voce dell'altoparlante annuncia la fine del viaggio e io ho finito l'intervista primaria. Fiuuu. Un pochino di lavoro in meno. L'ufficio è attaccato alla stazione della metro e perciò arriviamo in perfetto orario nell'androne del palazzo.
Martin è all'ingresso, attorniato da ragazzine che gli chiedono autografi, che lui dispensa amabilmente e con un gran sorriso, fa foto e abbraccia ragazze, un paio delle quali in lacrime.
Aidan ridacchia e si infila passando alle spalle delle piccole assatanate e davanti a Freeman, il quale, spazientito, ma ancora educato, urla alle sue giovani fan
-Ragazze! Lui è Mitchell di Being Human!-
E' un momento che si può descrivere solo così.
Folla urlante: ARGH! AIDAN!
Aidan: Fottiti Martin! Watson si scopa Sherlock, ragazze, andate da lui!
Folla: MORDICI!
Aidan: No, ragazze, ho smesso!
Fu dopo che una ragazza saltò addosso ad Aidan urlando, che io e Martin smettemmo di ridere e ci decidemmo a chiamare la sicurezza.
 
 
 
 
Ribadisco che questo è veramente un capitolo un pochino scemo, ma mi diverto così. Fatevene una ragione e recensite.
 
 
Bacioni carissimi a tutti i coloro che seguono!

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Capitolo 4
*** Il paradiso è a Notthing Hill ***


Capitolo 4
 
 
Io, Martin e Aidan siamo seduti nell'ufficio della sicurezza. Aidan ha del rossetto praticamente ovunque mentre io e Martin abbiamo ancora le lacrime agli occhi.
Aidan sta aspettando che gli agenti sgombrino la scena e diano una diffida alle ragazze, per poi entrare nell'ufficio. Ha una caga pazzesca e lo sappiamo tutti.
-Aid…-
-Ellie giuro che vengo lì e ti strangolo se non la pianti.-
-Aidan, dai! Erano ragazzine!-
-Una mi ha morso!- dice, scostandosi il collo della maglietta e rivelando un morso violaceo
-Assatanate- aggiungo, trattenendo ancora le risate
-L'ingresso è sgombro, signori. Potete passare.-
Aidan, Martin ed io ci alziamo e ci rechiamo ai reciproci blocchi. Io e Martin dobbiamo andare alla sala conferenze, dove faremo l'intervista, Aidan probabilmente a bere dieci caffè tutti di fila nella speranza di superare il trauma.
 
Inizia la giornata di lavoro, che prosegue un po' più allegra della precedente, visto che i colloqui sono più aperti e meno legnosi. Dopo la pausa a pranzo (insalata confezionata a casa) ricomincio e sorrido a Andy, che sta entrando proprio in questo momento. Ci sei Ellie. Vinci questo concorso e parti. Non sei più la bambolina di Matt.
 
*Aidan*
 
-Aidan, Cristo! E' impossibile fare conversazione con te oggi! Cazzo hai?-
Dean probabilmente mi ha detto qualcosa, ancora, e io non ho ascoltato, ancora. Credo stia iniziando a odiarmi.
-Nulla, Dean. Solo un dopo sbronza particolarmente fastidioso…Merda!-
La cannuccia del mio bicchiere scivola a terra e io mi chino a raccoglierla.
-Porca vacca! Allora stanotte non hai solo dormito a casa di Ellie!-
-Certo che ci ho solo dormito! Ero troppo sbronzo per fare qualsiasi cosa. Ma che cavolo ti fa pensare che abbia fatto qualcosa con Ellie?-
-Hai un morso sul collo, Aidan. Hai incontrato una vampiretta, allora?-
Sorrido
-Circa, fan assatanata. Ho morsi e rossetto su tutto il corpo, hanno dovuto chiamare la sicurezza… Se me la lasciavano addosso mi stuprava…-
-Bello…Ma a te Ellie piace? Vero? –
-Sì, mi piace Ellie. Ma come amica. E' uscita da un casino di proporzioni tolkieniane da poco e credo non abbia voglia, come me per altro, di lanciarsi in una nuova storia. Fatto sta che la vorrei con noi in Nuova Zelanda, voterai per lei questo pomeriggio? Le interviste primarie sono tutte finite e lei mi è sembrata quella più qualificata. Ancora una settimana, e poi partiremo. Non vedo l'ora di lasciarmi Londra alle spalle per un pochettino.-
-Voterò per lei, come tutti, direi. Quella ragazza è brava, spero decolli con questo articolo. Devo andare, mi aspetta… Tu sei dopo di me, no?-
-Sì, a tra poco- dico, affondando il viso nella tazza con un ghigno. Dean stai per vedere il lato vendicativo del sottoscrittto.
 
*Ellie*
 
-Ehi Dean, accomodati-
Il mio orecchio, Dean, il mio dannato orecchio brama il tuo sangue.
-Ehi, tutto bene con Aidan? Mi ha detto che ha dormito da te? Troppo sbronzo?-
-Dannatamente sbronzo… Iniziamo.-
Attivo il registratore portatile, nella mia tasca sta il cellulare, acceso, con Aidan su Skype, che ghigna, alzando i pollici
Dopo le domande rivolte a tutto il cast…
-E per finire… Dove, come e con chi hai perso la verginità, Dean?-
Lo dico con lo stesso tono con cui ho detto le altre domande, senza alzare gli occhi dal foglio. Lo sento irrigidirsi accanto a me e tossire
Alzo lo sguardo, innocente come Voldemort, e dico dolcemente
-Hai capito, Dean? Scusa, forse non hai sentito… Dove, come e con…-
-Ho sentito! E' che questo articolo lo leggerà la mia mamma…-
-Tranquillo, per anni ho pensato che i miei mi credessero vergine, poi mio padre andando in farmacia mi ha chiesto se volevo che mi comprasse la pillola…-
-Ah!- Aidan irrompe nella sala con l'Iphone alla mano e scatta una foto alla faccia scandalizzata di Dean, che lo guarda come se fosse pazzo
-Ciao Dean- si ricompone e gli sorride –Ora è il mio turno. Ciaoooo.-
Dean raccoglie la dignità dal pavimento ed esce, con una faccia che ricorda molto quella di Aidan da ubriaco (stupida, sull'orlo di una crisi epilettica, alquanto traumatizzata).
-Mentre ero su Skype ho ascoltato le domande che hai fatto a Dean e ho risposto… Tieni.- Mi porge un pezzo di carta su cui sono scritte tutte le domande e le relative risposte.
-Consegnamo e andiamo.-
-Dove, di grazia?-
-A casa mia.- alza un sacchetto -Film e zuppa di Pret a Manger, Paradiso.-
-E la riunione per le sorti del mio beneamato fondoschiena?-
-Iniziata venti minuti fa, abbiamo già votato tutti. Sorpresa.-
-Mi sorprendi, Turner.-
-Ehe. Capita.-
-Dove abiti?-
-Notting Hill-
-Scusa se poco!-
-Come scusa?-
-Io ti porto a Kings Cross e tu a Notting Hill?!-
-Allora ammetti che il tuo appartamento è in un luogo pericoloso!-
-Cristo Aidan! E' Kings Cross! Certo che è pericolosa!-
-Andiamo! Mi hai preso per il culo!-
-Capita!-
Ride, rido. Mi viene un dubbio.
-Chi viene con noi?-
-Solo noi, è un problema?-
Connette.
-Oh! No, non è un appuntamento!-
Ride divertito
-Avanti, starei bruciando le tappe! Te ne accorgeresti se ci provassi!-
-Aidan, le tappe non sono il nostro forte. Non so se ti sei reso conto che hai dormito a casa mia ieri notte?-
-Fatto sta che te ne accorgeresti se ci provassi… è raro non accorgersene se uno ci prova con te come ci provo io…-
Si sposta, è più vicino e mi guarda con quei dannatissimi occhi…
-Nudo in salotto? Perché se non te ne sei ancora accorto lo hai fatto stamattina…-
Ridacchia e io distolgo lo sguardo. Mi metto a riempire la borsa. Dovrò passare tutta la sera a non guardarlo in faccia?
-Allora andiamo? Ho una fame che non ci vedo…-
-Mhm mhm…Aidan? E' successo ancora…-
Lo guardo, non sono in grado di alzarmi dalla poltroncina
-Eccomi! Pronto ad aiutare le donzelle in pericolo!-
-Aid. Aiutami e risparmiami il monologo.-
-Così mi ferisci!-
Fa una faccia esageratamente teatrale, portandosi le mani al petto
-Cretino.-
Ride e tende mani, mi aiuta ad alzarmi e poi si avvia verso la porta, cercando di farmi capire che vuole uscire. Mi ricorda un po' il cane che avevo da piccola… Sempre affamato, che vuole uscire… Grazie al cielo non lecca in faccia! Complimenti Ellie per la bella immagine.
 
-La faccia di Dean era qualcosa di spettacolare! –
Aidan lo ripete ancora, stravaccato sul sedile della metro che ci porterà a casa sua, ridendo come un matto
-Era tipo- rifà la faccia –Stavo quasi piangendo dal ridere!-
Io sorrido, la cosa si sta facendo ripetitiva e sono ancora imbarazzata dal discorso di prima… Eravamo così vicini… E cosa diavolo significava che me ne sarei accorta se ci avesse provato? Voleva mettere un'insegna al neon?!
-Che film hai preso?-
-Sorpresa.-
-Aidan. Ho lavorato in una rivista di cinema. Non puoi dirmi che è una scelta originale di un regista emergente perché quelli me li sono ripassati tutti. Conosco il loro stile come conosco casa mia. E se mi proponi un grande classico caschi male, a grandi linee conosco un pochino tutto…-
Sbuffa.
-Con chi credi di avere a che fare, signorina? Grande classico? Ti sembro uno da "Casablanca" o "Titanic"?-
Ha una maglietta tinta unita nera su jeans dello stesso colore. Può sembrare quello che vuole.
-Nah…-
-Prova ad indovinare… Ne abbiamo ancora per un pochettino…-
-Maratona di Being Human?-
-Con quello di solito concludo… Ommioddio Aidan, come sei adorabile quando ti fai ammazzare dal tuo migliore amico! Cavolo Aidan, sei adorabile quando bevi il tuo primo amore perché sei ferito e hai bisogno di sangue e piangi perché sei un mostro ad averlo fatto!-
-Maratona del Signore degli Anelli!-
-Nada.-
-Non saprei!-
-Allora aspetta e vedrai!-
Gli faccio la linguaccia.
Ricambia.
Una vecchietta ci sta guardando e sbuffa qualcosa sugli adulti di una volta.
-Quella donna ci sta insultando!-
-Non credo che se continui a farmelo notare quella vecchietta ci darà la sua benedizione!- dice lui in una fedele imitazione della sottoscritta questa mattina
-La sua benedizione per cosa, se mi permetti?-
-Oh, stellina, forse quando sarai più grande!-
-Aidan, credo di volerti picchiare. Chiama Peter e digli che gli serve un altro nano. Questo è rotto. O meglio, lo sarà quando avrò finito.-
-Non sapevo che ti piacesse il sadomaso!-
La vecchietta si alza dal posto davanti ad Aidan e ci viene di fronte
-La mia parrocchia aiuta gente come voi.- poi appoggia una mano sulla spalla di Aidan con uno sguardo tra il disgusto e la compassione e poi si siede, accuratamente lontano da noi
-Ma cosa diavolo…?!-
La voce metallica avvisa Aidan che la nostra fermata è arrivata, quindi scendiamo dal vagone, accompagnati dal solenne sguardo della vecchietta, che probabilmente crede di aver salvato delle anime.

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Capitolo 5
*** David Letterman si può mangiare una molotov ***


Capitolo 5
 
Aidan abita in un palazzo nella parte finale del quartiere, verso Portobello Road, lì le case sono più colorate e i negozi e i pub sono molto più frequenti. Un uomo che era uscito dalla tube con noi si avvia appunto verso uno di questi e apre la porta a vetri, da dietro la quale proviene una cover stonata dei Queen, cantata da qualche ubriacone in giacca e cravatta che tradisce la moglie con la cameriera di turno, e che sfoga la consapevolezza del fatto che sa che la sua vita fa schifo, rovinandomi per sempre Bohemian Rhapsody.
La positività di Ellie: non perdona.
Aidan fa una smorfia nel sentire un particolare acuto, che mi fa ringraziare una qualche divinità che Freddie Mercury sia morto, e ricambia il mio sguardo di puro disgusto.
Abbiamo ancora nelle orecchie "For meee, for MEEEEEEE" quando raggiungiamo la palazzina di Aidan. A differenza delle tante case di Notthing Hill, lui non è proprietario di una villetta. Infatti pratica quella cosa definita "Duplex" con un adorabile vecchietto, reduce del Vietnam e trasferito a Londra, che occupa il piano terra di una villetta bianca all'angolo della strada. Il piccolo giardino sembra curato e il cancellino si apre appena Aidan infila la chiave, senza un cigolio. La luce del soggiorno a piano terra è accesa e Aidan sbuffa bloccandomi l'accesso alla porta con un braccio,
-Il mio vecchietto è adorabile. Prepara biscotti e va a dormire presto e ha ottima cura del giardino, ha solo…-
-AIDAN! Buon e santo Kennedy, eccoti! Dobbiamo parlare!-
-Ovvio, Greg. Ma ho ospiti!-
-Appunto per questo! Quando dormi il tuo letto cigola! E io ho fastidio!-
-E' un problema che risolverò, Greg. Ora se non ti dispiace…-
-Ma se c'è la ragazza io non dormirò tutta la notte!-
Oh. Questo signore crede che… Oh. Sento che sto diventando rossa e vedo Aidan passarsi una mano tra i capelli, anche lui in imbarazzo.
-Non credo che io e Ellie…-
Il vecchietto mette in mano ad Aidan qualcosa
-Usalo, e poi fai quello che vuoi.-
L'oggetto nella mano di Aidan è un flacone di olio per motori, evidentemente destinato alle molle del suo letto. O almeno spero.
-Grazie, Greg…-
-Ciao, piccolina!-
Perché il vecchio pazzo mi sta parlando?
-'Giorno…-
-Fai la brava! Eh eh…-
Cribbio.
-Greg! Non spaventarla!-
-Vi lascio… -
Era ora, psicopatico.
Passa la porta bianca, seguito da noi, per poi entrare nel suo appartamento.
Aidan sospira e si appoggia alla parete delle scale, con un viso di un bianco slavato e gli occhi chiusi
-Cristo.-
-Aidan ti calmi? Ho ancora voglia di divertirmi stasera!-
Sorride e si passa una mano fra i capelli, che ormai sono ridotti ad una massa informe.
-Bene, in questo caso… Prego.-
Mi fa cenno con il braccio per salire le scale e lo sento trafficare con le sue tasche per trovare le chiavi, che ha rimesso repentinamente in tasca per qualche arcano motivo
-Mi spieghi perché le hai rimesse in tasca?-
-Per evitare di pugnalare Greg e di sporcare il mio portachiavi di sangue di vecchietto impiccione-
-Non fa una piega.-
Il portachiavi è di plastica ed è di Madagascar. Il re lemure ha un fumetto color giallo acceso che esce dalla bocca e che afferma "I'm sexy and I know it", sul retro in plastica qualcuno ha scritto "Sì, Aidan, credici. Sono più bello io. Russ".
Maschi, testosterone e un cartone animato con un lemure draq queen. M sento stranamente impotente.
Aidan entra nell'appartamento e accende la luce. Nel complesso l'appartamento è carino, anche se molto "minimal", il genere di posto in cui io piazzerei un cuscino colorato e una lampada con un paralume rosso/qualsiasi cosa che non sia il grigio. Tra grigio e bianco in effetti l'appartamento mi sta facendo venire un glaucoma.
-Che ti devo dire? Ci passo poco tempo al giorno…-
-Sto morendo di fame! Non me ne frega un beato tubo del tuo arredamento minimal! Via! La zuppa!  Hop Hop!-
-Sei adorabile mentre dai ordini a casa mia…-
-Ho fame, caro!-
Aidan sbuffa e tira fuori dal sacchetto di plastica le zuppe di Pret a Manger e le mette nel microonde, mentre io esamino la sua libreria, meticolosamente in ordine alfabetico
-Allende, Byron, Deaver, Osho, Wild, Pennac, Tolkien… Hai gusti eterogenei.-
-Beh, ci si interessa a cose molto diverse e nessuno ha un'unica sfaccettatura… Iniziamo a vedere il film?-
-Sì! Decisamente! Sono curiosa!-
-Uno splendido film americano, non molto conosciuto ma che negli USA ha avuto un discreto successo…-
-Spara. Non ce la faccio più!-
-E il film di questa sera é…Dio mio un po' di enfasi Ellie!-
-Cristo di Dio spara il titolo!-
-Ellie, credo che tu dovresti limitare l'aggressività e…-
-AIDAN SPARA STO CAZZO DI TITOLO!-
-Little Miss Sunshine! Ma non uccidermi!-
-Grazie. Mi ispira.-
In quel momento il microonde implose. Credo succeda questo quando due confezioni di zuppa d'asporto scoppiano dentro un microonde, che inizia a fumare.
-Pizza-
-Pizza-
 
Il fattorino arriva quarantacinque minuti dopo, il microonde bruciato sta nell'ingresso e stiamo pulendo la cucina dalla valanga di zuppa di zucca e carote che ha inondato i fornelli di acciaio e gran parte del pavimento.
Finalmente accendiamo il DVD davanti al cartone della pizza fumante, che a mio parere brilla di luce propria, e iniziamo a guardare il film ((nota dell'autrice! Il film è stupendo e ve lo consiglio, se lo volete vedere saltate le prossime righe perché ve lo spoilero praticamente tutto! Vi scrivo in corsivo da dove potete ricominciare a leggere!)). Già nei primi secondi mi innamoro del cast e dei personaggi. Nei titoli di testa la musica e le poche e sfocate immagini trasmettono più che cinquanta film di un regista stupido come un caprone.
-Amo il personaggio del nonno!- dico –E' decisamente il mio personaggio preferito!-
-A me piace lo zio…- ribatte lui –E il ragazzino. La mamma la devo inquadrare…-
-Non provo simpatia per i suicidi…Ma la mamma mi piace. E' quel genere di donna cazzuta…-
-Ci ha solo provato! Comunque sì. La mamma mi piace.-
-Ma ci voleva riuscire! La bambina è un amore ma il papà mi sta sulle palle!-
Circa mezz'ora dopo, pizza finita, il mio personaggio preferito è appena crepato per un overdose di eroina.
((Da qui evito gli spoiler, amo questo film, guardatelo!))
-Nooo…- dico singhiozzando e abbandonandomi sulla spalla di Aidan, che mette in pausa il film e mi abbraccia –Mi spieghi perché mi piacciono sempre i personaggi che crepano!?- dico tra le lacrime
-Perché il regista o l'autore fa morire quelli più carismatici…-
-Tu muori sempre nei tuoi film.-
-Vorrà pur dire qualcosa…-
Gli tiro una sberla leggera sulla spalla e lo abbraccio. A quel punto lui fa ripartire il film ma non sciogliamo l'abbraccio, lui continua ad avere il braccio attorno alla mia spalla ed io ad avere la testa sulla sua. Sento il cuore che batte fortissimo e quel leggero vuoto alla bocca dello stomaco, che mi avvisano che mi sto cacciando in una situazione di proporzioni bibliche ma da cui non ho intenzione di togliermi.
Alla fine dei titoli di coda abbiamo tutti e due le lacrime agli occhi dal gran ridere e spegniamo il televisore con le spalle ancora scosse dalle grandi risate.
-Ti accompagno a casa…-
-Va bene… Forse è meglio se ti porti il pigiama se va a finire come ieri…-
-Ti dispiacerebbe?-
-In effetti non russi…-
Ridiamo entrambi e prendiamo il cappotto dall'attaccapanni in ferro battuto accanto alla porta, per poi scendere dalle scale ripide fino alla porta dell'ingesso. Dietro la porta Greg grida qualcosa a David Letterman su dove si può ficcare il suo show e che fine avrebbe fatto in Vietnam, noi infiliamo la porta prima che Greg decida di spiegarci le ragioni secondo il Signor Letterman dovrebbe mangiare una molotov.
Andiamo a piedi fino alla fermata del tube e quindi prendiamo uno fra gli ultimi treni in partenza che passano per Kings Cross.
-Come farai a tornare a casa?-
-Taxi, autobus…-
-Mhm… Ce la fai a prendere questo… dico guardando l'orario sulla piccola tabella oraria che ho salvato sul cellulare il secondo giorno in cui mi ero trasferita.
Sento le dita di Aidan che schiudono il mio pugno chiuso e mi stringono la mano. Il cuore tiene il ritmo di quello di un colibrì. Mi sento arrossire e sento fiorire sul viso un sorriso ebete di prima categoria, prima che lui mi guidi verso due posti liberi. Io fisso le nostre dita intrecciate senza dire una parola, ma senza accennare a sciogliere la stretta, talmente abituata a quel dolce vuoto allo stomaco che non me la sento neanche più di immaginare tutti gli scenari disastrosi che la mia mente tenta di mettere in scena, provando a riempire il vuoto con il piombo.
Stavolta è Aidan a tirare fuori il cellulare e a connettere le cuffie, porgermene una e a far partire la musica.
-Ci rifacciamo le orecchie?-
Fa partire "Paradise" dei Colplay e io cerco di calmare i battiti impazziti del cuore, prima che i polsi mi tradiscano.
Circa dieci canzoni dopo sto ancora tentando di avere il controllo delle mie azioni, che al momento sembra in balia di qualche spiritello maligno e con un pessimo gusto per gli scherzi.
Troppo tardi, stiamo uscendo dalla tube e abbiamo ancora le dita intrecciate, che si sciolgono solo per passare al tornello, e che si ricongiungono subito dopo.
Apro con le mani che tremano il portone dell'ingresso e saliamo le scale lerce fino ad arrivare all'ultimo piano, dove appunto abito io.
Apro la porta sto sull'ingresso, con le spalle appoggiate alla cornice della porta e la mano ancora intrecciata alla sua, che sta ancora davanti a me, con la porta aperta che dà sul corridoio deserto.
-Buona notte, Ellie.- dice con il tono più tranquillo che si può avere con il viso di una persona a quella distanza
-Notte Aidan…- Io non ci provo nemmeno a mantenere un tono di voce calmo, ho il timore che le pulsazioni del mio cuore facciano tremare anche la mia voce
Cerco di dargli un bacio sulla guancia, ma lui,pensando di agevolami, si sposta all'ultimo secondo e le mie labbra sfiorano soltanto l'angolo destro della sua bocca. Le ritiro come scottassero e lo guardo, ha lo ha lo sguardo illeggibile.
Ed è un attimo. In quell'attimo in cui ho toccato le sue labbra per sbaglio mi rendo conto che ormai il danno è fatto e mi devo buttare.
Mi tiro in punta di piedi e gli do solo un'altro piccolo bacio.
Le nostre labbra si separano ed io apro gli occhi. Trovo i suoi fissi nei miei e respiro profondamente. Sento il suo cuore che batte sotto le mie dita. Sento le sue mani che scivolano sulla mia schiena fino ai miei fianchi, mi metto ancora in punta di piedi.
Il mio naso sfiora il suo. Siamo talmente vicini che sento il suo respiro nel mio. Stavolta è lui che si avvicina a me e mi bacia. Leggero, senza aprire le labbra. Sento la sua bocca sulla mia. I suoi capelli che li sfiorano la fronte. Le sue braccia che mi stringono e le sue mani sulla schiena
I miei talloni sfiorano di nuovo il parqué e le sue labbra mi sfiorano la fronte.
-Buona notte- dice lui
-'Notte-
-Ti vengo a prendere per colazione?-
-Allunghi di tanto la strada…-
-Te l'ho chiesto io…-
-E io chi sono per lamentarmi?-
-Appunto…-
-'Notte…-
Quasi goffo, mi mette un dito sotto il mento per alzarmelo e mi bacia ancora. Tanto leggero che quasi non lo sento (Col cazzo. L'ho sentito eccome.) Mi toglie il dito da sotto il mento e mi guarda quasi entusiasta, poi si volta sorridendo, scendendo le scale del mio palazzone.
Io guardo a terra cercando il mio stomaco e il mio cuore, che devono essere finiti al piano di sotto…
 

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Capitolo 6
*** Dio benedica whattsapp! ***


Capitolo 6
 
*Aidan*
 
Mi appoggio alle scale del palazzo di Ellie. Ho il fiatone e il cuore a mille. Mi chiedo se non l'abbia sentito… Non credo. Avrei tanto voluto baciarla prima… Ma io devo fare tutto bene. Devo ricordarmi che è uscita da una storia difficile.
Col culo io torno di sopra e la bacio ancora.
Faccio per girarmi e risalire le scale, ma mi fermo.
Devo stare solo calmo.
Cosa si può fare? Non voglio pressarla. Diciamo che baciarla sulla porta non è un invito all'indifferenza… Ma mi ha baciato lei…
Oddio… Due giorni e già non vorrei separarmi da lei…
Cotto, Aidan. Cotto e fottuto.
Andiamo. Sbrighiamoci o passi qui la notte.
Una vocina nella mia testa immagina come potrebbe essere una nottata a Kings Cross, visti i recenti sviluppi.
Ah no, mandrillo! Vai a casa. Doccia fredda. Gelata. Glaciale. Testa nel freezer. Insomma, fai il bravo.
Vibra la tasca dietro dei pantaloni. Eh no! Per quanto eccitato non vibri ancora!
Prendo il telefono. Ellie. Aleeeee. Come cavolo mi calmo se…
"Tutto bene? Ci sono gli autobus?"
Ah. L'autobus.
"Ehm… Se ti dicessi che sono sulle scale del piano sotto al tuo cercando di riprendermi il minimo di dignità che credo di aver dimenticato a casa tua?"
Passa qualche minuto.
"E' qui. Sali a prenderla. Senza dignità dove vai…"
"Sicura?"
"Sto flirtando, deficiente. Sali."
"Scusa, ricomincio.
Dove andrei senza dignità?"
"Bravo. Sì, sali. Le tappe non sono il nostro forte. Almeno saltiamole con stile."
"Completamente d'accordo. Salgo."
 
*Ellie*
 
"Completamente d'accordo. Salgo."
Oh. Oh. Sale.
SALE.
Bene. Calmi.
Mi sciolgo i capelli.
Spazzola. Ho un nido in testa.
Affondo la spazzola nei capelli e riesco ad ottenere un risultato decente nel momento in cui "qualcuno" bussa alla porta.
Calma. Respira.
Apro la porta.
-Ehi…-
-Ehi. Sono qui per la dignità-
-E' in cucina…-
-L'hai trattata bene? Sono uno che ha bisogno della sua dignità…-
-Stiamo ancora parlando per paragoni? Perché se è così potrei anche offendermi…-
Storce la bocca in un ghigno divertito
-Se ti ho offeso mi dispiace… Sono distratto e non so esattamente cosa dico…-
-Succede…-
-Mi perdoni?-
-Ci sto pensando…-
-Non ferire ulteriormente il mio cuore!- Si afferrò il petto e si agita, come in preda a convulsioni, con un aria eccessivamente teatrale, ma che fa un gran ridere
-Stupido- in qualche modo… colmo la distanza tra di noi e gli tolgo la mano dal petto. Ci poggio la mia, accarezzandolo leggermente.
Coglie l'antifona.
La mano neodisoccupata vaga, fino a raggiungere il mio fianco, su cui si appoggia decisa.
Ha colto decisamente l'antifona.
E alé.
Lo bacio.
Un bacio diverso da quelli timidi e dolci che ci siamo scambiati prima nell'ingresso.
Questo bacio urla "concludiamo".
 
*Aidan*
 
-Stupido- dice. Mi si avvicina e mi toglie la mano dal petto, per posarci la propria.
E va bene. Giochiamo.
Vorrei tanto pensare a giocare, invece che a "controllare-il-respiro-di-Aidan". Questo gioco, rispetto all'alternativa, non mi piace per niente.
La mano libera va al suo fianco, l'altra è ancora lungo il corpo. Piuttosto ingombrante e fastidiosa.
Sorride, ha un sorriso dolci-…
Mi bacia. Un bacio diverso da quelli che le ho dato, o che mi ha dato, un bacio più passionale, uno di quei baci che te ne fa desiderare un altro. Decisamente un altro.
Ho perso il gioco contro me stesso, e il respiro fa quel cappero che gli pare, mentre stringo l'altro fianco di Ellie.
E lì la situazione si delinea definitivamente. Chiamasi "punto di non ritorno". Dopo quel punto, o fai quello che devi fare, o muori. Ancora non è chiaro come, ma muori. Credo che la partner ti stacchi la testa a morsi…
La sento indietreggiare e l'assecondo verso una porta che probabilmente è quella della sua stanza.
Lo spero. Il tour guidato delle stanze lo vorrei fare domani.
Ci appoggiamo alla porta chiusa e ci separiamo per riprendere fiato.
Mi guarda negli occhi con uno sguardo divertito. Noto con un certo stupore che anche lei ha il cuore a mille e le dita strette spasmodicamente alla mia maglietta. Sento le sue unghie conficcate nella pelle e il suo cuore che batte ad un ritmo quasi udibile. Grazie al cielo non è solo sesso.
Sarebbe frustrante.
 
*Ellie*
 
La mano che avevo fatto correre dietro la sua schiena cerca la maniglia d'ottone della porta della camera da letto. Grazie al cielo la trova perché sto impazzendo. Tutto questo è così strano…
Mentre io cercavo la maniglia, lui ha iniziato a baciarmi sul collo. Il terrore che senta il mio cuore è ormai passato. Ho sentito il suo. Ha sentito il mio. Abbiamo idee concordanti in proposito.
La porta si spalanca e noi quasi cadiamo sul pavimento. Lo sento ridere sulla mia pelle mentre mi appoggio al cassettone. Lo guido verso il letto esattamente come l'ho guidato verso la camera.
Ci lasciamo cadere sul piumino e lui ricomincia a baciarmi, con l'entusiasmo di uno che sa di avere la vittoria in tasca.
Sono distesa, con lui in ginocchio sul letto accanto a me. Lo vedo armeggiare con la maglia, e mi chiedo come fare a togliermi il vestito. Ci sta pensando lui.
E' a torso nudo e mi lascia distendere. Sento le sue mani che mi accarezzano dolcemente la schiena, in cerca della cerniera dell'abito. Una volta trovata la strada è in discesa. Sento la carezza morbida della stoffa sulle mie spalle, e poi una sagoma scura che viene lanciata nei meandri della mia stanza.
Le sue mani percorrono le mie gambe, fino ad arrivare agli slip, che vengono sfilati. Mi avvicino al suo viso per baciarlo.
Respira con le labbra schiuse e ha la fronte imperlata di piccole gocce di sudore.
Sento un brivido bollente lungo la schiena, quando le sue labbra calde toccano le mie. Abbandonano la mia bocca e scendono piano lungo il mio collo, seguendone la linea, io affondo le dita nei suoi capelli e nella pelle, soffoco la mia voce nella sua spalla.
Lo aiuto a sfilarsi i pantaloni, fastidiosamente stretti, che raggiungono il vestito e la maglietta sul pavimento.
Le sue mani corrono lungo il mio corpo. Sul seno, sulla pelle sensibile del collo, tra le cosce…
Allontana il viso dalla mia spalla
-Tutto bene?-
-Secondo te?- sorride alla vista del mio viso, che sospetto essere un mezzo disastro, sudato e vagamente rosso.
-Sei bellissima…-
Sorrido e lo bacio ancora con trasporto, del tutto consapevole che ha mentito ma totalmente d'accordo a fargli la manfrina sulla sincerità in un altro momento.
Un istante dopo scivoliamo tra le coperte leggere del mio letto. Il suo corpo preme contro il mio, le sue labbra sulle mie. I suoi denti mordono un lembo di pelle sulla clavicola e sento il corpo che freme
al suo minimo tocco.
 
*************
 
Aidan si lascia cadere accanto a me sul materasso, con le guance arrossate e il collo pieno di segni rossi, il viso è decisamente soddisfatto e ha un sorriso ebete stampato sulle labbra, cosa che suppongo sia replicata sulle mie.
-Decisamente… Soddisfacente-
-Lo definirei… BUM-
-Per fortuna che avevo detto a Dean che non ci avrei provato…-
-Grazie al cielo! Cosa avresti fatto se no?-
-Avrei utilizzato Being Human. E ora avremmo già finito da un pezzo. E saremmo a casa mia. E tu saresti vestita da… No. Questo non te lo dico-
-E' quel genere di cosa inquietante che io non farei neanche sotto tortura?-
-Ne ho sedotte di ben più stronze di te, cara-
-Ah davvero?-
-Decisamente…-
-Cosa facciamo adesso?-
-Io un'idea ce l'avrei…-
-Intendo dire al lavoro!-
-Per il momento non lo diciamo a nessuno. Quando verrà reso pubblico l'esito del concorso partiremo e dopo circa una settimana diremo "Ommioddio stiamo insieme! Ci siamo innamorati! Ci diamo tanti bacini!"-
-Piano corretto. Quando escono gli esiti del concorso?-
-Fra due giorni…-
-E intanto…-
-Verrai a scoprire tutti i segreti di Notthing Hill con un londinese trapiantato d'eccezione…-
-Sei uno stratega nato…Vieni qui…-
Si avvicina e mi bacia ancora
-Sarebbe ora di dormire… Ti passo a prendere per colazione?-
-Certamente… Dormi che domani abbiamo tanto lavoro da fare…-
-A me va anche bene… Se mi passi le domande replichiamo la splendida serata…-
-Dormi. -
-Scusa…-
Sento le sue labbra sull'orecchio che mi sussurrano la buona notte, e mi lascio abbracciare.
Cullata dal suo respiro mi addormento in pochissimo tempo.
 

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Capitolo 7
*** Martin Freeman è una dannata vecchietta impicciona ***


Capitolo 7
 
Apro gli occhi e subito sento freddo. Mi rendo conto che Aidan si è preso tutto il lenzuolo e che io sono completamente nuda. Il pensiero del mio pigiama di Garfield di pile si fa strada nella mia mente, ma dato che rovinerebbe l'atmosfera che regna nella stanza, ci ripenso. Mi alzo piano e getto un occhiata dall'altra parte del letto. Aidan è sdraiato, completamente arrotolato nel mio lenzuolo, tanto da sembrare una mummia, con un braccio sopra la testa che va a coprirgli gli occhi e i ricci scuri sparsi sul cuscino. Prendo dall'armadio la maglietta del Signore Degli Anelli più larga che ho (XXL, ultima rimasta con la locandina delle Due Torri) e mi infilo un paio di slip neri. Mi vado a lavare i denti e a farmi una coda di cavallo. Quando torno in camera vedo che Aidan ha cambiato posizione, ora è girato di pancia ed è mezzo scoperto. Le gambe e anche l'altro braccio gli escono dal bozzolo di lenzuolo e tiene le braccia stese accanto alla testa, con il lenzuolo che gli copre solo l'inguine e la schiena. Sentendomi avvampare chiudo gli occhi e respiro profondamente. Mi avvicino al letto e mi siedo sui talloni accanto alla sponda. Esamino per un istante di svegliarlo come aveva fatto Dean, ma la sola idea di fargli una cosa del genere mi distrugge, e poi temo la vendetta, così opto per una soluzione più soft.
Salgo sul letto e mi metto a cavalcioni sulla sua schiena, poi prendo a posare piccoli baci sulla sua schiena e sulle sue spalle. Quando arrivo alla zona sensibile del collo sento un fremito della sua pelle e noto che le sue braccia si stanno muovendo
- 'Giorno…- dico, con la bocca incollata alla sua pelle
- Si preannuncia bello…- risponde lui e dal suo tono capisco che sta sorridendo
Si gira verso di me, stando attento a non farmi cadere, ora mi guarda negli occhi.
Ha la barba da fare, i ricci spettinati e gli occhi ancora un poco gonfi dal sonno, ma sorride e ha uno sguardo che quasi… Brilla.
- Mhm…- mi guarda attentamente
- Mi piaceva di più la tua mise di ieri notte- dice, alludendo alla maglietta
-Se fosse per me…- Sorride e avvicino il suo viso al mio, conducendolo con le mani.
Sento le sue che vanno sotto la maglietta e sfiorano il seno con il dorso, a quel punto lo bacio, un bacio che potrebbe preannunciare un ritardo considerevole al lavoro se non fosse che abbiamo entrambi un senso del dovere molto sviluppato… Io ho un senso del dovere molto sviluppato.
-Aidan…- Lui emette un mugugno ma continua a baciarmi, senza per altro smettere di accarezzarmi la schiena
-Aidan. Aidan!- lui sbuffa e apre gli occhi, appoggiando la sua fronte alla mia
-Eh?!- ha il tono di voce scocciato di chi è stato interrotto sul più bello, ma non toglie la mani da sotto la mia maglietta, sorride malizioso e aggiunge
-Avanti, cinque minuti…-
-Na na na… Grazie al cielo non ce la potremmo fare in cinque minuti-
-Anche questo è vero. Congratulazioni a me e al mio amico. Olè. E anche tu ottieni una menzione particolare per essere la giornalista nerd più sexy sulla faccia della Terra, della Terra di mezzo e di Arda -
-Oh… Che cosa dura da fare…-
-Eh?-
-Evitare di saltarti addosso adesso. Di non farlo al lavoro. Di andarci al lavoro, invece di stare qui a fare l'amore con te…-
-E tu adesso pretendi che io ti lasci scendere da questo letto?!-
-Ci spero… Perché se non mi prendono sarai costretto a scoparti Dean in Nuova Zelanda.-
-Andiamo. Subito. Ora. Muoviamoci. Hop Hop!-
-Vedi il mio punto di vista adesso…-
-Certo! E bisogna muoversi! Porta un caffè a Peter! O un assegno a Peter!-
-Cretino…- lo bacio a fior di labbra e mi alzo dal letto, con lui che mi segue a ruota
-Vado a farmi una doccia… Vuoi venire anche tu?-
-Aidan!-
-Io ci ho provato!-
-Vai…- lo bacio ancora leggermente mentre lui vira verso il bagno, ricordandosi in quel momento la minaccia della Nuova Zelanda.
Mentre lui è in bagno io metto a scaldare la moka, così per quando sarà uscito dalla doccia avrà il caffè e un muffin… Cristo mi sto comportando da sposina. No.
Gli verso il caffè e gli metto il muffin in un piatto, poi bevo il caffè appoggiata al piano della cucina, con un broncio di una che si arrende all'evidenza.
Innamorata in due giorni.
 
*Aidan*
 
Mentre l'acqua mi scorre sul viso la sento imprecare contro qualcosa e sorrido.
La mia piccola scontrosa.
Ops. Sento il sorriso che mi si congela in faccia.
Cosa hai appena detto, Aidan Turner?!
Sei per caso impazzito?! La conosci da 48 ore!
"E ci hai già fatto sesso. E che sesso." Dice una vocina nella mia testa
Ah. Merda merda merda merda.
Dovrebbero farne un film orribile per la televisione. "Innamorarsi in 48 ore".
A patto di fare sesso anche durante il pessimo film è una routine che mi piace.
Esco dalla doccia e sento nell'aria l'odore del caffè. Entrando in cucina la vedo subito appoggiata al bancone, che tiene in mano una tazza fumante da cui beve ogni tanto, fissando il vuoto.
-Tutto bene?-
-Mpf. Sì. Pronto?-
La guardo ironicamente, accennando all'asciugamano che stringo in vita e alla sua maglietta che le arriva alle cosce
-Se vuoi uscire così…-
-Dai. Vieni a far colazione. Io vado a vestirmi.-
-Se fosse per me…-
Mi passa davanti ed io la blocco con un braccio
-Sei sicura di stare bene?-
-Sicura. Mangia, dobbiamo andare…-
Passano circa dieci minuti, alla fine dei quali lei esce dalla camera da letto completamente vestita, truccata e pettinata, mentre io sto ancora studiando da che parte addentare il muffin.
Le donne.
 
*Ellie*
 
-Non sei ancora pronto?-
-Non ho ancora deciso come iniziare a mangiare il muffin…-
-Tu e Dean sarete fantastici insieme…-
Lo vedo che sgrana gli occhi e trattengo una  risata mentre ficca in bocca il muffin senza quasi morderlo e poi si alza in piedi, stringendosi addosso l'asciugamano, per scappare nella mia stanza a prendere i vestiti, che devono essere ancora abbandonati sul pavimento. Circa dieci minuti dopo è pronto, con ancora gli occhi sgranati e l'aria mezza traumatizzata.
-Hai provato ad immaginare…-
Annuisce e io rido come una pazza mentre lui prende le chiavi e me le porge, aprendo la porta.
 
Un quarto d'ora dopo siamo seduti sui lercissimi sedili della metro, che chiacchieriamo amabilmente del più e del meno.
Si illumina e, con una faccia che non promette niente di buono mi fa
-Insegnami a parlare in italiano.-
-Cristo! No! Non soddisferò la tua perversa fantasia dell'insegnante e dell'allievo! E non userò una frusta!-
Ride e getta la testa all'indietro, con i ricci che urtano il vetro
-Ma va! Mi interessa! Volevo andare in Italia quest'estate e adesso ho l'incentivo…-
-Mi inquieti…- mi bacia dolcemente e sussurra
-Tutto il giorno senza…-
-Calmino… Ci hai passato una vita senza…-
-Dicono che Eva fosse dipendente dalle mele dopo aver fatto la trasgressiva.-
-Se fossi Pinocchio il tuo naso andrebbe da qui alle scogliere di Dover!-
-Ma si da il caso che sia un povero irlandese trapiantato!-
-Allora vuoi che ti insegni a parlare nella lingua più difficile del mondo a parte il cinese?-
-Cristo no! Solo frasi fatte! Come "Per pranzo vorrei gli spaghetti", "Devo andare in ospedale" e "Dei profilattici, per favore".-
-Hai raggiunto nuove vette di coglionaggine.-
-Se vado in Italia tu vieni con me! E se andiamo in Italia assieme spero non staremo tutto il giorno a guardarci negli occhi…-
-Iniziamo con le lezioni, allora. Cosa sai dell'italiano?-
-Che si parla in Italia e che ha dato il nome a un sacco di cibo.-
-E' un inizio-
-Davvero? Ho sparato a caso. Aidan regna-
-Dio mi aiuti.-
 
*Aidan*
 
Stringo gli occhi e dico tutto d'un fiato
-Dove si trova il bagno?-
-Il suono è gn! Non g-n!-
-Così mi ferisci! Tutto il mio impegno! Bagno, bagno!-
-Ci rinuncio…-
-Abbiamo appena iniziato! Avanti!-
-Non parlarmi in italiano! Mi inquieti!-
-Che cosa triste…Tutta la mia concentrazione per sorprenderti… e ora mi distruggi così?-
-Esatto… Stasera hai programmi?-
-Pensavo di averne uno con te…ma a quanto pare, no. Sono libero, tu?-
-Voglio andare con un'amica fuori a cena…-
-E ti vuoi portare il tuo "amico" come dolce?-
-Invitante come piano…-
-Poi cosa a tre con la tua amica?-
-Cosa a quattro, se mai, voleva portare anche il suo ragazzo. Ma aveva paura  di deprimermi.-
-Ok, tesoro. Fai mostra di me come tuo ragazzo trofeo. Sono adatto a questi ruoli…-
-Hai intenzione di recitare?-
-Non lo saprai mai.-
Sorrido e la bacio sulla fronte, poi le scosto qualche ciocca leggera di capelli castani dal viso, che sfuggono al cerchietto nero.
-Cos'hai intenzione di fare così?-
-Così come?-
-Facendo il perfetto… Vuoi forse farmi impazzire?-
-Il piano è quello…-
-Sta funzionando…-
 
**********************************
 
-Aidan? Ciao!-
-Oh! Martin! Già arrivato? Le ragazze stamattina erano meno agguerrite del solito!-
-Sono passato dal retro. Non lo sapranno mai…Anche tu sei arrivato presto! Poco agguerrite anche le tue allora!-
-Ho preso un giornale alla metro e mi ci sono nascosto dietro.-
-Ah! Metodo da provare! Hai visto Ellie? Devo parlarle… Peter la cerca.-
-E' uscita un secondo per andare da Starbucks… Spero nulla di grave!-
-Tutt'altro! Fra mezz'ora avremo una riunione, partiamo con dieci giorni di anticipo da qui. Peter vuole iniziare e siamo in ritardo. Perciò verrà scelta per accompagnarci la ragazza che ha riscosso maggior successo, vale a dire Ellie.-
La notizia si fa strada nella mia mente come un fulmine a ciel sereno. "Ellie viene con noi.".
-Che bella notizia, Martin! Non potevi darmi una notizia mi…-
-Aidan…?-
-Sì?-
-Cosa diavolo stai combinando con…?-
Stavo per inventarmi una scusa stupida e infondata quando vedo Ellie imboccare il corridoio e dico, in maniera abbastanza a stronza a dire la verità
-AH! Perché non lo chiedi a lei?-
-No lo chiedo a te!-
-Cosa succede?- Ellie ti prego salvaci il culo.
-Ellie tra te e Aidan…?-
-Eh? Oh! Cinque minuti, Aidan! Cinque dannati minuti!-
-Scusa! Ma mi ha detto che hai avuto il posto ed io sono stato troppo entusiasta, credo…-
-Ma cosa… Ho avuto il posto?!-
-Congratulazioni!-
-Non sviare l'argomento!-
-Ma come siete carini!-
Io ed Ellie ci voltiamo di scatto verso Martin, che sorride come una vecchietta felice, tutto fossette
-Eh?!- la mia cara, dolce e delicatissima Ellie…
-Siete adorabili!-
-Troppo per una mattina sola.- Ellie si siede sul divanetto di poliestere della sala di aspetto deserta
-Oh avanti, Ellie! Calmati! Non succede nulla! Lo teniamo fra noi (vero Aidan?) e non succede nulla. So che non lo avresti mai ingabbiato per avere il posto. Non è neanche così importante. Calmati.-
-Ehi!- questa è cattiva
-Ah! Dai Aidan, scherzavo! Falla calmare, per favore! Questo siparietto non cambia il fatto che Peter la cerchi. E io non dovevo dire nulla…-
Ellie è raggomitolata sul divanetto e sorseggia il suo cappuccino, con un aria leggermente traumatizzata
-El? Tutto bene? E' il secondo in due ore…-
-Tu ne hai bevute due tazze a casa…-
-Sta bene.- Martin sorride e la fa alzare e le sorride
-Siete proprio carini…-
-Vado?-
-Vai.-
La vedo che traballa con Martin verso lo studio di Peter, e spero con tutto il cuore che vada bene, anche se so già la verità.
 
*Ellie*
 
Sento i tacchetti delle mie scarpe battere contro i lastroni del pavimento, in netto contrasto con i mocassini di Martin, che emettono un suono soffocato dal pavimento
-Stai calma, non ci sono problemi. Ti deve solo parlare per quanto riguarda il viaggio. Gli alloggi, la durata, dovrai compilare dei moduli simili a quelli che ha dato al mio agente… Tranquilla. Poi Aidan è di là. Non faremo un tubo tutto il giorno. Probabilmente sta leggendo una rivista in sala di aspetto…-
L'immagine di Aidan che legge "Elle" si fa strada nella mia mente come una diapositiva
-Ecco-
La porta dello studio mi fa paura, ma l'idea di scappare a gambe levate mi inquieta non poco. Quindi busso leggermente e aspetto la risposta affermativa, che giunge troppo presto
-Avanti-
-Vai…-  Martin mi da una pacca leggera sulla spalla e mi incoraggia verso la porta
 
*
 
-Ciao, Eleonora-
Iniziamo male.
-Buon giorno…-
-Accomodati pure.-
Sta seduto su quelle poltroncine maledette che ho usato anche io per le interviste e me ne indica una di fronte a lui. Mi siedo e sento subito l'eco pelle che si incolla al vestito. Alee.
-Siamo in ritardo con la produzione, quindi abbiamo deciso di anticipare la partenza. Questo rende il concorso inagibile. Non abbiamo il tempo di concludere tutte le interviste e di esaminare gli elaborati. Tu hai ricevuto una serie di complimenti invidiabili. Cito "Briosa, simpatica, lavoratrice, dotata, ottimo humor…" insomma, hai fatto colpo. Ti piacerebbe seguirci in Nuova Zelanda, partendo fra cinque giorni per redarre un articolo sulla produzione dei film?-
Cinque anni di teatro ti serviranno Ellie. Menti ad un regista.
-Oh mio Dio! Davvero?! Sì, mi piacerebbe tantissimo! Grazie mille!-
-Bene, cara. Come saprai la Nuova Zelanda è fredda, portati abiti caldi. Mi metterò d'accordo con il dirigente della tua rivista per farti avere le informazioni su salario, alloggio e partenza. Congratulazioni!-
-Grazie mille! Veramente! Ora cosa dovrei fare?-
-Oh! Ti presenterò ufficialmente al cast e alla produzione. Abbiamo una riunione…-
Ci alziamo, io con qualche difficoltà, e ci avviammo verso il corridoio, esplorando un'ala nuova dell'edificio. Una serie di stanze per conferenze e simili stanno sul lato del corridoio.
La porta della stanza per riunioni numero 62442 è chiusa e da dietro di essa proviene un frastuono infernale, da quel che deduco ci sono delle ciambelle.
 
Peter apre la porta e il frastuono cessa immediatamente, tutti in pose abbastanza imbarazzati.
Martin è in piedi sul tavolo, che cerca di tenere fuori dalla portata di Richard una ciambella glassata al cioccolato. Il serissimo e rispettabile Bilbo Baggins ha un'aria veramente comica, quasi quanto Grahm e Adam che si sono bloccati con una ciambella in bocca, incapaci di masticare e mezzi soffocati, Aidan ha Dean sulle spalle, il biondo cerca di strangolare il mio ragazzo predatore di dolciumi, che tiene fra le fauci una ciambella alla crema, evidentemente l'oggetto della contesa. Ian guarda la scena, intingendo ogni tanto la ciambella dentro il bicchiere di carta del caffè.
-Una volta mi hanno detto- mormoro a mezza voce e trattenendo una risata davanti agli occhi stupefatti del regista –La vera natura di un uomo si vede se lo chiudi in una stanza con altri uomini e metti in quella stanza del cibo o una donna-
-Mai stata frase più azzeccata-
 
-Allora.- la calma regnava nella sala, somigliando più ad imbarazzo che altro
-Ellie, la conoscete tutti, è la ragazza che ci accompagnerà in questa "Avventura". Spero le darete tutti un caldo ben venuto… Ora passiamo ai punti…Andy, volevi parlare di una scena da salvare nella grotta di Gollum…-
L'attenzione scema via da me rapidamente e ci troviamo tutti seduti attorno al tavolo. Martin e Aidan si siedono accanto a me, e Dean di fronte a noi. Di lì a poco il brusio del regista che discute con Andy e Philippa si assottiglia, perché sono distratta da qualcosa che attira tutta la mia attenzione
-Aidan! Cosa diavolo stai facendo?!-
-Sto facendo passare il tempo… queste riunioni di solito le passo a giocare a tris con Dean…-
-E giocaci! Lascia stare le mie gambe!-
La mano di Aidan correva sulla coscia, ovviamente con altri intenti. Ben sapendo che io non potevo in alcun modo attirare l'attenzione su di me.
-Dai!-
Scosto con un leggero schiaffo la mano che cerca di infilarsi sotto l'orlo del vestito, senza riuscirci
-Parafrasando "Lo hobbit", sono il tuo Smaug, caro Kili…e la Montagna Solitaria è off limits per le tue frecce, almeno al momento!-
-Così mi ferisci!-
-Ringrazia il cielo che non ti ferisco davvero! Ho una forbice nell'astuccio!-
-Non ne saresti capace…-
-Di tagliarti i capelli nel sonno?-
-Questa è un'ottima ragione per smettere…-
-Cretino…- ridacchio e gli prendo la mano, stringendola sotto il tavolo
Quasi non mi accorgo di quello che sta succedendo quando un foglietto appallottolato atterra davanti ad Aidan, che legge e mi fa vedere. Lì, scritto a caratteri grandi e chiari, è segnato
 
"Siete da diabete… Un pochettino più antisgamo? Dean"
 
Alziamo lo sguardo e incontriamo quello di Dean, vagamente divertito.
Cazzo Ellie. Due ore e lo sanno già due persone. Che relazione segreta…

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Capitolo 8
*** Ho Sherlock Holmes in salotto e Watson lo vuole mangiare. ***


Buon salve a tutti! Vi lascio alla storia e saluto in particolar modo Panenutella, acui dedico il capitolo. Ti voglio bene. Preghiamo Mahal per trovare un dietologo ad Orlando Bloom.

Capitolo 8
 
-Bene ragazzi… Possiamo dire di aver finito. Vi lasciamo andare…-
Un coro di arrivederci si leva dalla folla affamata e dolorante che scivola verso la porta come uno sciame di api.
-Fame?- Aidan e Dean annuiscono e mentre stiamo decidendo da che ristorante cinese ordinale il maiale mushu quando Martin viene verso di noi
-Ehi ragazzi-
-Ciao Martin-
Sia Dean che Aidan danno una leggera pacca alla spalla di Martin, che barcolla leggermente in avanti
-Ragazzi… Io esco a pranzo con un amico… volete unirvi a noi?-
-Noi volevamo mangiare cinese a casa mia…Volete venire?-
-Oh! Che idea carina! Va bene. Lo avviso subito.-
Detto questo cava l'I-Phone di tasca e compone il numero. Dopo un paio di squilli l'interpellato risponde e ci si mette d'accordo per trovarsi alla stazione della metro.
-Non ci arriveremo mai a casa tua, lo sai?- mi sussurra all'orecchio Aidan, facendomi rabbrividire e prendendomi le mani
-Coppietta d'oro? A casa… Qui no. In primo luogo perché Ellie rischia il lavoro, in secondo perché mi fate un poco schifo-
-Forse geloso? Se aspettavo un pochettino te la cuccavi tu…-
-Ehi! Qui non mi cucca nessuno! Non sono… Un paio di stivali in saldo-
-Oh avanti! Sei giornalista! Un paragone migliore lo potevi anche beccare!- ribatte Dean
Gli faccio una linguaccia ed esploro l'ingresso con lo sguardo, in cerca di piccole maniache che vogliono slinguazzarsi il mio uomo o i miei amici. Nessuno. Vedo che Aidan ha tirato fuori ancora quel giornale e Martin ha un paio di occhiali da sole nonostante il tempo nuvoloso. Dean invece rimane visibile, ma mi annuncia che se lo prendono di mira inizia a correre.
Arriviamo alla metro con pochi minuti di anticipo sull'amico di Martin.
-Allora… Come vi siete conosciuti tu e il tuo amico?-
-Collega. Giriamo una serie tv assieme. Sherlock BBC, la conosci?-
-Se la conosco?!-
Aidan si intromette nella conversazione ad arte, prima che io possa sciorinare tutta la lista delle ragioni per cui amo "Sherlock"
-Intendi dire che il tuo amico é…-
-Benedict? Sì. Non dirmi che avete problemi perché mi sembrerebbe scortese annullare adesso…-
-Scherzi? Hai visto la faccia di Ellie? E' come se le avessero detto che la apple regale computer a povere e disagiate giornaliste!-
-Disagiata sto cazzo.-
Improvvisamente la banchina della metro si riempie di folla urlante
-Ah eccolo. Sempre in grande stile…-
Se non avessi visto una fan di Aidan fargli un succhiotto sul collo senza che lui potesse in qualche modo reagire, non avrei potuto neanche concepire quello che stava accadendo in quel tunnel.
Le urla acute di donne, e di alcuni uomini pronti per un musical di Brodway a giudicare dagli acuti, si perdevano nei tunnel della metro, accompagnate dallo stridio metallico del nostro treno in fermata
-Dentro, ragazzi- ci dice Martin e noi ci sbrighiamo ad entrare in un vagone mentre lui fa un cenno ad uno dei corridori che, con uno scatto fulmineo entra nel vagone con noi, un attimo prima che questo chiuda le porte automatiche e riparta.
Il nuovo venuto ha un berretto calzato sui ricci scuri, gli occhi come fanali azzurri e una statura…alta.
E' vestito semplicemente, jeans e giacca nera, e ora scruta tutti con un certo stupore. Poi posa gli occhi su Martin.
-Ciao! Le fan stanno diventando sempre più assatanate… Una ha mandato la figlia nella ressa sperando che riuscisse a raggiungermi senza essere calpestata. L'ho persa di vista dopo che è stata centrata da un caffè in faccia…-
-Ciao Benedict. Loro sono Aidan, Dean e Eleonora, la ragazza di Aidan, saremo ospiti a casa sua-
-Oh! Ciao ragazzi. Io sono Benedict-
Porge la mano sia ad Aidan che a Dean, quando arriva a me io fisso la sua mano come una manifestazione del genio divino. Sento una manata di Aidan sul fianco, ma non me ne frega un granché.
-Lei mi ha guardato in tv?-
-Suppongo di sì… Ma con me non ha fatto così. Mi ha fatto solo i complimenti-
-Ellie…?- sento Aidan che mi sussurra all'orecchio e questo mi fa riprendere un pochettino la coscienza delle mie azioni. Stringo la mano
-Scusi, sono molto appassionata di Sherlock e mi sono persa un attimo…-
Lui mi sorride ed io ricambio abbastanza timidamente
-Sai Ellie- dice Dean –Benedict presterà la voce e i movimenti a Smaug nel secondo film-
-Davvero? Oh che cosa carina! Ancora insieme su un set?-
-Sì, mi piace lavorare con Martin, ridiamo tantissimo, tu sei giornalista?-
-Sì, ma come…-
-Si nota…Il modo in cui poni le domande…-
-E' Sherlock.- bisbiglio e sento Aidan accanto a me che ridacchia
Dopo di che la situazione diventa meno imbarazzante, infatti Dean, Martin e Benedict si siedono di fronte a noi e iniziano a bisbigliare tenendo lo sguardo a terra e non provando nemmeno a coinvolgerci nella conversazione
-Che occhio…- mi bisbiglia Aidan all'orecchio, un suo labbro mi sfiora leggermente loboo ed io sento il sangue che va alle guance ad una velocità assurda
-Eh?-
-Hanno capito che voglio rifarmi delle tre ore in sala conferenze…-
Sento un suo dito sul mento che mi fa girare la testa, i miei occhi trovano i suoi che mi guardano fisso e sento che la mia mente vaga ai ricordi della sera prima e che le mie guance raggiungono la temperatura della lava.
Sono le mie labbra a catturare le sue, inaspettatamente, ma sono le sue a schiudere le mie. La sua lingua batte sui miei denti e sento Dean che interrompe la spiegazione di un piatto tipico della Nuova Zelanda per fare notare che non stiamo soffrendo troppo la loro mancanza.
Sento un fruscio di carta e socchiudendo gli occhi noto che una foto della regina ci sta davanti. Ha aperto il giornale. Stiamo limonando dietro un fottuto giornale. Chissene fotte. Faccio passare le braccia dietro il suo collo e sento le sue che vanno sui fianchi. Il mistero è come tenga il giornale.
Continuiamo così finché la voce metallica non annuncia che siamo a Kings Cross.
-Riemersi dal paradiso? Londra, 2011, mese di marzo…- blatera Dean
-Per la precisione l'16! Capito simpaticone!- Aidan non molla il mio fianco tranne che al tornello e non posso dire che la cosa mi dispiaccia. Nonostante le risatine provenienti da zona Dean, arriviamo a casa senza che io lo butti giù dal marciapiede dritto a fare da decorazione al paraurti di un camion.
Finalmente varchiamo la porta di casa mia, non posso fare a meno di ricordare cosa era successo la penultima volta che siamo entrati in casa mia… Mi faccio consegnare i cappotti e dico ad Aidan di andare a prendere il volantino del cinese che sta nel primo cassetto della cucina. Quando torno dalla camera da letto sono già tutti seduti che decidono cosa ordinare. Dopo aver perso un'ora a parlare con il fattorino cinese e a spiegargli con precisione cosa volevamo, cosa complessa visto l'incapacità di quattro uomini inglesi arrabbiati e affamati di spiegare ad un cinese stupido cinque ordinazioni da asporto e un indirizzo.
-Allora…- Benedict sta seduto con le gambe accavallate sul mio divano, con accanto Martin e Dean. Io, mi vergogno a dirlo, sto seduta in braccio ad Aidan sulla poltrona. Le sue dita mi districano i capelli ed io sono mollemente appoggiata al suo petto, con il carattere di un gatto addormentato davanti al fuoco. Le benedizioni sono la birra e i salatini che stanno sul tavolino, la birra, rigorosamente irlandese, (mi rifiuto di bere altro tipo e il mio irlandese personale sembra apprezzare) è posata sul tavolino e tutte le bottiglie sono mezze vuote, o mezze piene, visto la bella giornata.
-State insieme, allora? Ho la brutta sensazione di essermi perso qualcosa…- chiede Dean
-Mmh…- giro leggermente la testa verso Aidan che ricambia il mio sguardo
Lui sorride e mi sussurra all'orecchio –Vuoi metterti con me, Ellie?-
Per tutta risposta dico ad alta voce –Sì, stiamo insieme. Tranquillo Dean, saresti dovuto essere sotto il mio letto questa notte per non esserti perso niente…-
Tutti ridono e il pranzo continua nel migliore dei modi, anche quando arriva il fattorino dopo un'ora e un quarto, la mia riserva di birra rischia l'estinzione e la moglie di Martin lo chiama mentre è in bagno e risponde Benedict, dando luogo ad una serie di momenti imbarazzanti denominati "Martin non è solo con me, siamo a casa di una sua amica" che potrebbero produrre effetti come "la morte di Smaug per mano di Bilbo Baggins, altro che Bard". Verso le tre del pomeriggio i tre attori lasciano casa mia, uno per andare a casa sua per salvare il proprio matrimonio, un secondo per andare dal dentista e il terzo per andare a dormire.
Quando li congedo e chiudo la porta passano all'in circa trenta secondi prima che le mani di Aidan mi sollevino e che io mi trovi, del tutto impotente, in braccio a lui.
-Ti ricordo l'appuntamento delle sette e mezzo alla torre di Londra con Chiara-
-Abbiamo tempo…-
-Lo so… Era per dire qualcosa che non fosse troppo volgare tipo "portami in camera da letto ora o mi accontento del pavimento del soggiorno".-
-In effetti è più fine il ricordare l'appuntamento…-
Dopo di ché cammina verso la mia camera da letto, con una decisione militaresca. Apre la porta e mi lancia sul letto. Quando dico ''lancia'', intendo "lancia".
-Ahi!- dico, guardandolo mentre si toglie la maglia e calcia via le scarpe
-Diciamo che ne ho voglia da stamattina, ora la finezza non è il mio forte-
Per tutta risposta mi slaccio il vestito
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************************
Appoggio la testa al petto di Aidan e ascolto il battito del suo cuore e il suo respiro ritornare normali
-Tutto bene?- bisbiglio piano, la bocca talmente vicino alla sua pelle che ho il dubbio che non mi abbia sentito fino a che non lo sento bisbigliare in risposta
-Perfettamente. Tu, cara?-
Sorrido e lo bacio, in corrispondenza del cuore, che risponde subito accelerando un pochino i battiti
-Tutto perfetto. Giornata perfetta, fidanzato perfetto e lavoro perfetto…e stasera un giro con i miei amici. Diciamo che la bottiglia di birra è mezza piena…-
Mugugna qualcosa in risposta, poi prende ad accarezzarmi la schiena e a tracciare delicati disegni con la punta delle dita
-Sei felice di venire in Nuova Zelanda con me? O preferiresti lasciarti Londra alle spalle e ricominciare veramente da zero?-
-Te lo avrei detto…Sono felice con te. Non cambierei questo con niente-
Sorride nella penombra della stanza e si tira su sui gomiti. Mi bacia sul naso e poi si alza in piedi, uscendo dalla stanza per ritornare poi con due bicchieri di succo di mela.
-Berremo mai acqua?- dico mentre afferro il bicchiere e bevo avidamente
-Ne dubito…- risponde lui ridacchiando e abbracciandomi
Scivoliamo sotto le coperte dopo il mio primo brivido di freddo. Appoggio la testa al cuscino e mi concentro sul suo naso, che sento premuto contro la mia spalla.
Le sue braccia mi cingono la vita sotto il lenzuolo. Sento il suo mignolo appoggiato all'altezza dello stomaco, le altre dita circondano il seno. L'altra mano gioca con i capelli.
Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi, appoggio le mani sul suo petto e ascolto il cuore che accelera, quando so che ha imparato a memoria ogni sfumatura delle mie iridi, lo bacio. Un bacio da prima casto, poi sempre più passionale. Interrompendo il bacio lo guardo ancora negli occhi
-se ti alzi andiamo di la e guardiamo un film-
-Sei tremenda-
-La la la-
-Va bene…-
Ci alziamo e ci infiliamo addosso qualcosa, giusto per non congelare nell'appartamento gelato a fine marzo.
-Ti va Harry Potter?-
-Quale? Non possiamo vedere…- sto zitta e guardo il suo profilo mentre osserva la mia libreria
-Questo?- tiene in mano un DVD regalatomi da Chiara e Greta, le mie migliori amiche, per un mio compleanno, tempo prima.
-"Il castello errante di Howl"? Sì! Non lo vedo da mesi! E' un film che amo davvero tanto!-
Sorride –Allora questo.-
-Decisamente!- saltello fino al lettore DVD e ci infilo dentro il disco, premendo subito play.
Quando appare il logo dello studio Ghibli lancio uno stridio e sento Aidan ridacchiare da dietro di me.
Lui è già seduto sul divano e con la mia coperta addosso, mi siedo accanto a lui e lo abbraccio, gettandomi la coperta sulle gambe.
 
L'idillio inizia! Stanno insieme, lasciamoli divertire, non che voglia combinare casini. Assolutamente. Mi sto dedicando già a due angst e mi bastano!
 

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Capitolo 9
*** Dopo stasera potrei non avere più amici. ***


Hola! Sto aggiornando con la velocità della luce perchè ho dei capitoli che stanno facendo la polvere e voglio piantarla di tenerli lì fermi...

Dedico questo capitolo a due autrici fantastiche, Neryssa e Panenutella, che seguono la storia con l'ansia con con cui io seguo le loro...

Lo dedico anche alla mia BFF(momento bimbominkioso della giornata), a cui è ispirato il personaggio di Chiara. Per "ispirato" si intende che ho preso la mia ammora, l'ho immersa nella vernice e spalmata sulla carta. Diciamo che "ispirato" non è il termine giusto. "Bellamente scopiazzato" ha più senso...
Glassie mille a tutti! Recensite!

Capitolo 9
 
Verso le sei il film termina con le adorabili canzoni dei titoli di coda ed io mi spertico in lodi sul regista, sui disegni e sul regista
Aidan mi tappa la bocca con un bacio leggero
-Basta, tesoro! Basta! Questa musica è divina. Basta-
Metto su un broncio esagerato, facendolo ridere e poi mi alzo, correndo in camera e urlando dal corridoio
-Siamo in fottuto ritardo, Dio! Muoviti Aid! O non arriviamo più!-
-Va bene, va bene!-
E' un marzo fottutamente freddo, quindi decido di rimanere informale. Jeans, maglione di Zara, francesine, tanto eyeliner.
In circa dieci minuti sono pronta mentre lui sta ancora lavorando sull'allacciarsi i jeans
-Aidan! Ma ti devo aiutare io a vestirti?!- dico, tra la risata e la frustrazione
-Se mai a svestirmi…-
Grazie al cielo è pronto in dieci minuti e schizziamo fuori casa in tempo utile a prendere l'ultimo treno che ci poteva portare in orario alla torre di Londra.
-Ammetti che ti è piaciuto il film.-
-Mi è piaciuto tantissimo! Non capisco perché continui a chiedermelo!-
-Così… Vieni qui…-
Gli prendo il collo della maglietta e lo attiro verso di me, baciandolo
Il viaggio dura veramente poco quando hai un buon passatempo.
 
Sotto una pioggerella leggera scendiamo e appena fuori dalla metro vi è la torre dei Normanni, illuminata per la notte. E' da un anno che esco da lì di sera per incontrarmi con la mia migliore amica, ma non mi sono ancora abituata.
-Ellie, mi dici com'è la tua amica? Così la so riconoscere nella folla.-
Una miriade di persone sta uscendo dall'ultima visita alla Torre di Londra, e veniamo investiti da una mandria di turisti russi senza alcun rispetto per lo spazio personale
-Ecchecazzo!- dico dopo che l'ennesimo tizio mi è passato "attraverso"
-Sei la finezza.-
-Chiara!-
La mia migliore amica ci ha trovato prima che noi trovassimo lei.
E' il genere di ragazza che i porci definiscono "botte piccola, vino buono". E' parecchio bassa, ma è bellissima: ha dei lineamenti elfici e definiti e degli splendidi occhi nocciola. Fin dal liceo ha i capelli corti, che ha provato mille volte a farsi crescere senza risultati. E' venuta a Londra con me e il mio ex, accompagnata dal suo storico ragazzo musicista e fa la fotografa professionista.
La abbraccio stretta e lei dall'alto del suo metro e cinquantacinque (con tacco 10) mi arriva al collo
-Ehi. Sono Aidan –
L'irlandese non si smentisce e da di nuovo prova del suo fascino anglosassone. Sono costretta a tirare un leggero schiaffo a Chiara per permetterle di rispondere in una lingua corrente e articolata
-Che Zeus mi fulmini… Ciao! Chiara… e lui è Giacomo. –
La mia migliore amica cava dal ventre di un turista particolarmente ingombrante un braccio, seguito dal resto del corpo, del suo storico ragazzo.
Questo si passa una mano fra i capelli ricci e scuri, per poi porgerla al mio irlandese
-Ehi-
Non è mai stato uno loquace, ma Chiara parla per entrambi. Chiara parla per loro e i loro futuri novanta figli. Chiara parla. Tantissimo.
-Allora. Dove andiamo? Ci sarebbe il tour di Jack lo Squartatore e a me…- accenno
-Così Chiara fa gli incubi per tutta la dannata notte ed io mi devo alzare per farle il thé verde con il miele alle fottute tre del dannatissimo mattino? Credici, Ell.-
-Suppongo sia un no-
-E' decisamente un no-
-E se andassimo a mangiare in quel pub dell'altro ieri? Mi hanno consigliato una cosa e…?-
Aidan indica la strada che si snoda lungo il Tamigi e noi altri non possiamo fare altro che annuire e seguirlo, io ammaliata dalla sua lidership, Chiara impaurita dal mio sguardo anti repliche e Giacomo ben convinto a mantenere la sua fidanzata nel suo spazio aereo.
 
Un piccolo oceano di birra dopo
 
-Era la birra che dovevi provare?-
-Dovevo mangiare una cosa,ma mi sono dimenticato che cosa-
In quel momento suona il mio telefono spaventando a tal punto Chiara da farle rovesciare gran parte della sua birre sulla schiena di un malcapitato avventore, che è talmente sbronzo da poter ignorare anche uno strip della cara regina.
-Elonore!-
Cristo di Dio benedetto e risorto. Il mio dannato datore di lavoro.
-Salve Mr Lawrence! Che piacere sentirla! Io sono Elelonora, comunque-
-Sì, certo. Bene, bene! Eleonore! Tu hai vinto il concorso!-
-Mi hanno già informato stamattina-
-Lo so, piccola fortuna!-
Senti, bacucco. Sveglia. Dimmi quello che mi devi dire e riattacca
-Allora. Siamo molto contenti e partirai per la Scozia a breve, corretto?-
-Nuova Zelanda, signore-
-Quel posto lì. L'unica cosa, Eleonore. Cassidy ha deciso che il momento opportuno per farsi ingravidare da quel maiale jersey di suo marito era questo. Ha detto che non può partire. Sei senza fotografa-
-Signore,  Cassidy è al sesto mese di gravidanza! Le ha presentato la richiesta di congedo circa due mesi fa!-
-Ah davvero? Sesto? CLARISSA. MANDA DEI FIORI A QUELLA ZOCCOLA E POI FAMMI SAPERE SE DARA'IL MIO NOME AL PARGOLO. IN TAL CASO POTREMO RIDARLE IL LAVORO. Trovati una fotografa, Eleonore. La paghiamo noi l minimo sindacale, ma la paghiamo. CLARISSA CE LA POSSIAMO PERMETTERE, VERO?-
Sospirai e chiusi le dita a pugno, segnale che Aidan prese per versarmi altra birra nel boccale vuoto.
-Aspetti un secondo, Mr Lawrence… Chia. Un anno in Nuova Zelanda, pagata il minimo sindacale, in compagnia di attori e con la prospettiva di pubblicare? Risposta?-
-Oh. Eh? Cazzo. Giacomo…?-
-SI DIO MIO!- amo profondamente quel ragazzo
-Oh. Sì! Sì Dio mio!-
Sorrido radiosa e tolgo la mano dal ricevitore, mentre Aidan corre al bancone a prendere altre birre, prima che Chiara si renda conto di ciò che ha appena fatto
-COSA HO APPENA FATTO.-
Buongiorno stellina, è il diciassette marzo da circa nove minuti. Partiamo il 21. Sveglia, amore mio.
-Ho trovato la fotografa, Mr Lawrence. Chiara Bianchi.-
-Un'altra lurida immigrata?-
-Esatto, Mr Lawrence.-
-Bene. A domani. Ore nove, in redazione. Porti la ragazza.-
Riaggancia ed io bevo un sorso di birra in più del necessario, per poi piombare tra le braccia di Bacco e costringere Aidan a portarmi a casa in braccio. Lo farà, spero.
 
*Aidan*
 
E' straordinario come una ragazza sobria si possa ubriacare dopo un sorso di birra. O meglio, è straordinario come Ellie, sobria dopo cinque birre, si ubriachi dopo il primo sorso della sesta.
Chiara è uscita di testa, e, dopo aver sfogato la sua impulsività nell'alcool, ha sussurrato qualcosa nell'orecchio di Giacomo, che l'ha presa per mano con un certo brillio negli occhi e si è dileguato salutando me ed Ellie con un gesto sbrigativo della mano, trascinandosi dietro la ragazza ridacchiante.
Non faccio tempo a voltarmi che trovo la mia ragazza ridacchiante, che mi fissa con i suoi occhioni da cerbiatto a due centimetri dal mio naso.
-Hai dei capelli fantastici-
Ridacchio, la Ellie ubriaca è qualcosa di vagamente innaturale, quindi le prendo la mano e, dopo aver pagato, la guido dolcemente verso l'uscita.
La mia ragazza traballa leggermente sui tacchi alti ma non da segni di cedimento. Fermo comunque un taxi.
-Portobello Road… Verso l'inizio da Notting Hill. Il mio coinquilino ha la mania di cambiare il numero civico per evitare che i servizi segreti scoprano la nostra abitazione, non le dico il civico, quindi.-
-Dormo da te, quindi? DORMO?-
-Sei quel genere di ragazza del ballo scolastico? Che apre le gambe dopo la sesta birra?-
-Per te anche dopo un bicchiere d'acqua minerale-
-Credo sia un complimento…-
-Lo é. Sei straordinariamente sexy. Come… Oddio. Boh. Sei una specie in via d'estinzione delle cose sexy-
-Vai avanti, mi interessa-
Lei si scioglie il nodo che ha sulla testa, e i capelli le ricadono disordinati sulle guance e sulle spalle
-Sei tipo… BUM. Quando sei entrato in sala conferenze l'altro giorno eri tipo… BUM-
-Anche tu non sei male…-
Le accarezzo una guancia con il dorso della mano e lei si appoggia alla mia spalla
-Sai, Aidan? Stiamo saltando le tappe…-
-Lo so-
-Aidan?-
-Eh…?-
-Ti amo un pochino…-
-Ti dico un segreto-
-Davvero?-
-Sì… Un pochino ti amo anche io-
-Sono contenta… A casa possiamo dormire e basta?-
-Sì, perché hai sonno…-
-Anche tu, Aidan?-
-Un pochino, sì-
-E mi abbraccerai quando mi addormenterò?-
-Tutto il tempo che vuoi-
Sento la sua testolina sulla mia spalla e appoggio la nuca allo schienale, mentre guardo Londra schizzare fuori dai finestrini. Quando arriviamo nel mio quartiere Ellie è addormentata da un pezzo ed è sdraiata sulle mie ginocchia, accoccolata dolcemente con la mani sotto la testa e i capelli sciolti sparsi sulle mie cosce. Pago il tassista e le sfioro con un bacio leggero la fronte distesa
-Ellie, tesoro, scendiamo… Ti prometto che in dieci minuti dormi di nuovo-
Lei scende dall'auto stropicciandosi gli occhi e tenendomi la mano, che non lascia nemmeno quando litigo dieci minuti con le chiavi perché Greg ha lasciato le sue nella toppa. La lascia quando devo entrare dalla finestra del salotto (beccandomi in faccia il telecomando) per aprire la porta dall'interno.
-Ora ti prometto che andiamo a dormire…-
-Greg che dice?-
-Ti saluta e ci chiede di usare le precauzioni-
-Cos'hai fatto al labbro?-
-Mi ha tirato il telecomando del ventilatore-
-Poverino…Ti fa tanto male?- dice, avvicinandosi sempre di più al mio viso
-Ehm…- allarme nelle zone a sud. Allarme, ALLARME
Posa un dito leggero sul piccolo taglio, per poi soffiarci sopra un dolce bacio morbido
-Tu non hai la più pallida idea degli effetti che hai-
-E chi te lo dice, Aid?-
-Non dormiamo?-
-Se non vuoi dormire…-
-Io… Beh…-
-Io dico che qualcuno non vuole dormire-
Beccato.
-Ehm…-
Ellie ride di gusto e mi appoggia una mano sul petto, spingendomi leggermente verso la porta del piano di sopra e sfilandomi le chiavi di tasca. Nonostante la sbronza le infila subito e scivoliamo nel soggiorno prima ancora che Greg si chieda perché siamo da tanto tempo sulle scale.
In salotto ci rimaniamo per circa tre nanosecondi, giusto il tempo di far scattare il blocco alla serratura e di girarmi, che già si è tolta scarpe e soprabito, e mi vola in braccio. Corro verso la camera da letto, consapevolissimo del fatto che, se non mi sbrigo, si tramuterà da fidanzata ubriaca e che non vuole andare a dormire perché ha altri interessi a bella addormentata.
Per ridurre il rischio chiamato "Biancaneve dal fruttivendolo", la lancio sul letto, cosa che, come durante il pomeriggio, non sembra apprezzare gran che
-Cazzo Turner! Non sono una fottuta bambola! E due! Alla terza tu non ci combini più nulla per un bel po', eh?!-
Cazzarola, non le migliora certo il caratterino, bere come una scaricatrice di porto!
-Scusa, tesoro… Ma hai voglia? Non hai troppo sonno?-
Per tutta risposta si alza sulle ginocchia e mi apre la zip dei jeans.
Porcaccia se ne ha…
Toglie la cintura, che si smaterializza alla velocità della luce, e fa cadere i pantaloni a terra.
-Ell…-
-Sì?-
-Sei sicura che…?-
Di nuovo non mi risponde, ma il maglione di Zara e la canottiera che ci stava sotto vanno a fare compagnia alla cintura. A questo punto è scattato il "non ritorno", e mi lancio anche io sul letto.
 
*****
 
-DIO- è l'unica cosa che riesco a proferire dopo il passatempo dei grandi
-Invece di invocare divinità random, passami i miei slip. Non riesco a dormire completamente nuda se non sono a casa mia…-
-Io non mi faccio tanti problemi-
-Lo so- ah, è vero. Che figura.
-Domani a che ora devi essere dal tuo capo?-
-Più o meno… Allora. L'ufficio apre alle sette. Clarissa arriva alle sette. Il principale anche. A venire e a sistemare la scrivania… Circa per sette e dieci.-
Ridacchio e affondo di più la faccia nei suoi capelli sciolti
-Allora dormi… -
-Buonanotte…-
-Buonanotte-

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Capitolo 10
*** La creatura fra i biscotti ***


Allora… AMO LA DESOLAZIONE DI SMAUG CON TUTTO IL MIO DANNATO ESSERE.
E vi do una notizia che potrebbe dare inizio ad una rivolta (esatto, so' pure tributo). La mia BFF ha letto la storia in cui è nominata/scopiazzata/descritta vividamente e… Ha deciso che probabilmente scriverà un prequel sull'arrivo delle bestiole a Londra. Va bene, niente Aidan, ma comunque un prequel. Verrà pubblicata nelle originali e vi aggiornerò, se vi interessa. Dobbiamo ancora decidere dei dettagli. Per lei non è un bel momento e sta decidendo se sene vuole occupare. Se vi interessa, quando la pubblica/scrive, ve la spammo a non finire.
 
Terminando. Sono stupida e continuo a scrivere e i capitoli che fanno polvere si accumulano, ma CHISSENE FREGA. Continuerò ad aggiornare come una forsennata e magari farò pure piacere a qualcuno *si fa piccola piccola* Veeero che farò piacere a qualcunoo?
 
Neryssa, pubblica il dannato aggiornamento o mi cascano le braccia. Sto urlando. Sono in crisi di astinenza. Panenutella, pubblica e io sono felice, passo in silenzio perché sono stupida e dal cellulare, ma ho letto tutto il leggibile!
Amora, angelo della mia esistenza, mia BFF. Amami. Hai già letto il capitolo, ti massacro a non finire, ma (momento biscotto della fortuna) "soffrirai ma poi sarai felice". Vi lascio andare oppure mi inseguite con i forconi.
 
Capitolo dieci
 
*Ellie*
 
Il dolore alla testa esplode nel momento in cui la sveglia parte.
Ore sei e mezzo del mattino. Vorrei spararmi e dai mugolii provenienti dall'altra parte del letto neanche Aidan fa i dannatissimi salti di gioia.
Abbiamo dormito, tra una cosa e l'altra, all'incirca quattro ore.
Odio la vita.
Lui quanto me.
-Dimmi che è una finta. Che non ci dobbiamo alzare. Ti prego.- brontolo affondando la testa nel cuscino ancora un pochino e stringendomi le tempie con le mani
-Odio la sveglia-
-Odio la vita. Le mattine e i lunedì.-
-Devi scrivere a Chiara…-
-Le devo mandare il fottuto indirizzo del mio fottuto ufficio?-
-Decisamente.- Aidan si rigira ancora nel letto, fino a strapparmi tutte le coperte mentre io afferro il cellulare ed invio l'indirizzo a Chiara, senza molte cerimonie. Mi conosce fin troppo bene, la ragazza. A l mattino non dico"buon giorno" e alla sera non pago la mancia. E vive benissimo con questa consapevolezza. Moto di pietà:
-Dai, dormi ancora. Io vado e poi ci troviamo…-
-Sei pazza?! Io vengo con te! E ti proteggo da quel figlio di puttana che ti ritrovi come capo! Appena sarà finita sta cosa, tu rassegni le dimissioni in tempi record e non se ne parla nemmeno di…-
Interrompo la sua sfilza di parole inutili stampandogli un bacio sulle labbra, più per scopi pratici che altro
-Va bene, quello che vuoi. Ma se vuoi venire sbrigati, siamo decisamente di fretta-
-Ho una domanda, capo- si tira su sui gomiti e mi guarda interrogativo
-Dimmela- raccolgo reggiseno, canottiera e maglione dal pavimento, mentre cerco con lo sguardo le scarpe, che poi ricordo di aver lasciato in salotto
-Ci sarà mai una sera in cui dormiremo SOLTANTO?- dice, tra il divertito e lo scocciato
-Dipende da diversi fattori: quanto ho bevuto, quanto sei particolarmente sexy/nudo/armato, quanto hai bevuto, quanto Greg è aggressivo con il prossimo, quanto Benedict è sexy/nudo/armato…-
-Colto l'antifona- sbuffa
-La risposta vera e propria? Al momento l'idea di dormire e basta mi sembra un pochino impraticabile. Forse quando saremo in Nuova Zelanda… Non spariamo cazzate. Il tuo amico avrà compagnia pure lì-
-In un certo senso questa cosa mi rassicura- scende dal letto
-Vai a farti la doccia, io preparo il caffè. E non aspettarti muffin, baby. Qui digestive e, probabilmente, neanche quelli…- infila la porta con aria perplessa, andando a frugare in dispensa
Entro nel bagno e mi faccio una doccia veloce, evitando accuratamente di bagnarmi i capelli, per uscire poi dal bagno in dieci minuti.
Sul tavolo della cucina sono ammucchiati diversi pacchetti di biscotti, tutti in diversi stati di decomposizione. Sono certa di aver visto qualcosa muoversi dentro un pacco di Oreo e arretro di qualche passo, vagamente disgustata.
-E se (come ipotesi del tutto assurda) evitassimo di prenderci qualche malattia infettiva e mortale e andassimo da Starbucks? Sai com'è, la vita, il futuro…?-
-Ah ah ah. Divertente. Per me ci sono ancora delle possibilità con questi…- dice, avvicinando la mano ad un pacco di dolcetti alle mandorle e ritraendo il dito, terrorizzato dalla stessa cosa che si muoveva prima tra gli Oreo.
-Asporto?-
-Decisamente-
 
*******************
 
Siamo avvolti in diversi strati di lana, nel freddo e fottutissimo marzo inglese, ad aspettare la mia migliore amica fuori dall'edificio più inutile di tutta Europa. Ed esiste la casa del Grande Fratello. Sto per rinunciare alla mia fedina penale pulita, quando la mia Hobbit, compare per il viale, correndo come una pazza con la borsa piena di cose inutili che le urta contro il fianco coperto di jeans.
-Meglio tardi che mai, diceva sempre…-
-Alex quando ti arrivava il ciclo?-
Uff. Storico, primo ragazzo. Mai fare queste battute con la tua amica storica, migliore, attentissima e con una memoria di platino armato di bazooka.
-No, mia mamma, mia nonna e mio nonno, quando mandavo gli auguri di compleanno alle undici e cinquantanove- dico tutto ad un fiato –Con lui ho sempre preso la pillola-
Fa un sorriso tirato e saluta Aidan con un cenno della mano stanco.
-Chia… Va tutto bene? Non sembra che tu stia al massimo delle tue forze e devi dimostrare di essere una con los cojones per essere "scelta per un ruolo così importante", citazione del gran pezzo grosso di sopra…- mi interrompe, sfiorandomi leggermente il polso, solo in quel momento mi accorgo che ha veramente qualcosa da dirmi e allora guardo Aidan, che grazie al cielo capisce al volo
-Vado da Dean… Mi mandi un messaggio poi e ci raggiungete lì… Spero anche tu, Chia…-
-Certo. A dopo, Aidan- lo dice sorridendo ed io gli abbraccio il collo, baciandolo a fior di labbra. Dopo di che lui se ne và
-Siete dolcissimi insieme- sembriamo ancora al liceo. L'unica differenza probabilmente sta nello stipendio, dato che la qualità dei discorsi non è cambiata gran ché
-Grazie… Con lui sto bene. Non sono una facile, lo sai fin troppo bene cosa ho fatto passare ad Alex o a Matt, anche solo per sfiorarmi con un dito. Con lui è tutto più naturale. Come se fossimo fatti per stare insieme. Credo di essermi innamorata in due giorni e la sola idea di non averlo attaccato al mio beneamato culo per un'ora o due mi manda ai pazzi- dico, sollevando una mano tremante. Alzo gli occhi e vedo che Chiara sta piangendo. Grosse lacrime le scendono dagli occhi nocciola e le fanno colare il mascara lungo le guance
-No, no, no! Cosa succede?! Dimmi, tesoro!- Che ipocrita che sono a dire "tesoro''. Io non chiamo nessuno "tesoro". Non sono la tipa. Eppure… Ci avviamo verso l'ingresso del palazzo, noto che Clarissa non è dietro la scrivania della segretaria, quindi sarà ancora sopra la scrivania del capo. Allora quel figlio di puttana le avrà prese le pillole che gli ha consigliato l'erborista!
-Ieri, quando siamo tornati a casa, Giacomo…- parla in italiano, per fare in fretta, sa quanto odio dover districare la sua pronuncia umidiccia quando piange
-Sì, tesoro, cosa?- inizio a preoccuparmi. Se l'ha lasciata lo tiro sotto con l'auto. Potrà vivere ancora un bel pezzo, allora, il volante a destra mi confonde
-Mi ha chiesto di sposarlo-
Silenzio. L'istinto mi dice che dovrei saltare in cinese ballando la conga e cantando le canzoni di "Wiched", ma una parte del mio cervello che controlla le azioni, mi dice che potrei perdere alcuni contatti, se mi mettessi a cantare e a ballare sul posto di lavoro. Inoltre non mi sembra che lei sia così entusiasta della cosa e la mia reazione potrebbe spaventarla o condizionarla non poco…
-E… Tu cosa gli hai risposto?- sono titubante e vagamente terrorizzata. Un mondo di certezze mi sta crollando addosso. Mi ricordo di una battuta fatta alla nostra migliore amica, la sera prima del primo appuntamento di Chiara con Giacomo: "Se non si sposano, io mi mangio un violino". Zam zam zam zaaaam. O meglio, zin zin zin ziiiin.
-Sì-
Il mio banchetto con gli strumenti musicali può attendere per il quinto divorzio di Justin Bieber.
-Ero già incerta, venendo qui. Sta cambiando tutto e lui non è un punto fermo. Il mio mondo sta cambiando e non lo sento "un'ancora". Poi tu hai parlato di Aidan ed io… Io so stare senza di lui. La mano non mi trema quando lui se ne và. Non lo ha mai fatto-
Si guarda la mano. L'anulare è cerchiato da un anellino d'argento, o quel cazzo che é. Mia sorella guardava quell'arnese come se fosse la cura per il cancro, Chiara come se fosse un paio di dannate manette.
Violini di tutto i mondo, tremate.
-Tesoro, ma cosa succede? Ne sei sempre stata innamorata e adesso…-
- Quando me lo ha chiesto mi sono resa conto di non essere con il tipo giusto. -
-Cazzo- riesco a proferire quello e mi segno a mente di comprare un bastimento di bustine di Gaviscon per digerire i violini e i contrabbassi.
-Cosa gli dirai?- è pur sempre un caro amico.
-Credo che non se la prenderà troppo.
-Vuoi solo annullare il fidanzamento o…?-
-Mi ospiteresti a casa tua per un paio di giorni, fino che non partiamo?-
Risposta più che chiara.
-Certo, tesoro-  la bomba delle… SETTE E MEZZA. SACROSANTISSIMO KENNEDY. (Greg me la paghi). Anche lei nota l'ora e Clarissa alla scrivania, che si liscia le pieghe della gonna orribile, corriamo da lei.
-Siamo qui per vedere Mr Lawrence- dico sbrigativa, visto che la tipa mi sta già abbastanza sui maroni
-Un attimo…- dice con la sua vocetta acuta premendo sull'interfono – Mr Lawrence, ci sono della ragazze. Eleonore e la sua amichetta, credo-
La accoppo stanotte. Ah no, stanotte no. Devo consolare la mia migliore amica. Quando ho fatto ti ficco su per il tuo culo quadrato il dannato interfono di merda. Bonjour finesss..
-Sì. Dobbiamo fare una cosa importante, se permetti-
Ed entro nello studio del mio grasso, stupido e idiota capo.
-Mi ascolti bene, Salame di Varzi! Ora tiri fuori il contratto e ce lo faccia firmare. Ci sbatta in mano i biglietti pagati e ci lasci andare. Abbiamo un fidanzamento da rompere e un trasloco da fare. Poi devo chiamare mia mamma e spiegarle qualcosina-
-E COSA PENSA? CHE NON LA LICENZIERO'?!-
-CI PROVI, E NON VEDRA' NEANCHE UNA STERLINA DA QUESTO ARTICOLO E QUANDO MI AVRA' PAGATO IO ME NE ANDRO' E LEI POTRA' ASSUMERE GENTE PIU' STUPIDA DI UNA CAPRA PER COMPENSARMI-
 
Dieci minuti dopo sto chiamando Aidan per chiedergli dove abita Dean, mentre Chiara legge con attenzione ogni clausola del contratto che ci hanno fatto firmare ed esamina i biglietti pagati.
-Sai che mi fai paura?-
-Ti voglio bene, Chia-
-Anche io, Ell-
 
Dean, abita in un sobborgo di Londra, più precisamente in un appartamento in affitto a Stratford, visto che starà a Londra solo qualche settimana. Quando arriviamo, Aidan è sdraiato sul letto mangia un'onnipresente ciambella, mentre Dean è venuto ad aprirci la porta.
-Hey Dean… Senti, ci puoi fare un thé? E secondo, hai un'auto?-
Ci tocca spiegare. Mi sdraio sul letto accanto al mio divoratore di ciambelle automatico e aggiorno gli uomini sui nuovi sviluppi
-Fammi capire bene- dice l'irlandese –Stiamo insieme da circa quarantotto ore conoscendoci da circa ottanta e già mi chiedi di aiutare la tua migliore amica a sgomberare l'appartamento in cui ha vissuto per un anno con il suo fidanzato del liceo, con cui sta per rompere dopo circa dieci anni di relazione e circa sette ore di fidanzamento, inoltre chiedi al mio migliore amico se ha un'auto per non scarrozzare in giro sulla metro di Londra le cose della tua amica che verrà a stare da te? E in tutto questo probabilmente verrà tua mamma per aiutarti a preparare le valige per partire per la Nuova Zelanda?-
-Sì- la semplicità è una dote di cui vado molto fiera.
-Va bene- Io quest'uomo lo amo.
Dean dice che ha noleggiato un pickup e che ci darà volentieri una mano, Chiara dice che ci ama tutti. Io le dico di sbrigarsi a chiamare il suo ragazzo. E' il caso di evitare che vada a dirlo al mondo, visto il recente sviluppo.
La mia migliore amica compone il numero e chiama il ragazzo, che risponde al terzo squillo
-Ehi. Sei a casa? Dobbiamo parlare. No, ne parliamo a casa. Sì, a dopo-
Chiude la chiamata con le lacrime agli occhi e affonda il viso nella tazza i thé che Dean le porge con un sorriso. Io, dal canto mio, non sto molto meglio. Affondo il viso nella spalla di Aidan e verso una lacrima di nascosto. L'adrenalina è svanita e rimane solo un grande dolore. Universo? Toc toc? Se ci sei lancia un razzo luminoso e poi inizia a correre.
 
Quella sera siamo tutti distrutti.
Abbiamo passato tutto il pomeriggio ad aiutare Chiara a preparare gli scatoloni, o meglio, Aidan e Dean lo hanno fatto. Io ero sul tetto ad aiutare Giacomo ad accettare la cosa. Non ha pianto molto. Solo per mezz'ora. Ho esaurito la riserva di fazzoletti che conservo per le maratone di Greys Anatomy (sono una patita delle riserve: fazzoletti, birra, scatole e scatole di tampax…) e gli ho promesso che lo aiuterò a riallacciare i contatti con quella ragazza del bar con cui aveva flirtato e per la quale Chiara gli aveva tirato addosso l'asciugacapelli.
 
Tornati a casa avevo chiamato mia mamma:
Io: Ciao mami! Come va?
Mamma: Ciao pulcino! Io tutto bene, tu?
Io: Io ho vinto il concorso… Parto per la Nuova Zelanda fra due giorni…
Mamma: CHE COSA?! E ME LO DICI ADESSO?! ORA PRENDO IL NOTTURNO E VOLO LI' DA TE, DISADATTATA-
Io: Ciao, mamma. A dopo. Kings Cross, Pentonville St.
Mamma: E lo dirò a tuo padre!
Io: Ah ah. Ciao.
 
Dopo di ché abbiamo mangiato una pizza e ci siamo addormentati TUTTI guardando "Dancing with the stars". Ops.
 

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Capitolo 11
*** Sono la vergogna del genere femminile. Anche peggio di Eva. ***


Buon salve! Nuovo aggiornamento, per cercare di starmi dietro, impresa in cui io sono incapace.
Allora. Dean, Aidan, Chiara, Ellie sono a casa di quest’ultima, che attende con ansia crescente la Ellie-mamma (termine coniato dalla dolce Neryssa), che la deve aiutare a fare le valigie per la Nuova Zelanda. Sì, per chi si stesse facendo questa domanda, sì. Arriverà in Nuova Zelanda, ma amooo Londra, quindi… Ci tengo a precisare che ogni luogo che nomino a Londra (il pub, gli edifici, Pentonville St…) sono realmente esistenti. Vi consiglio, se andate in quel pub, la Torta salata carne/Stilton. Dal nome fa schifo, ma l’è ‘na meraviglia!
 
 
Capitolo undici
 
Quando suona il citofono, verso le quattro del mattino, mi sveglio di soprassalto.
OMG-MIA MAMMA-RAGAZZI ADDORMENTATI NEL MIO SALOTTO-MORTE PREMATURA DI GIOVANE DONNA
 
Troppo tardi. Mia mamma apre la porta ed entra nel mio appartamento con uno svolazzo di cappotto scuro e uno sguardo truce negli occhi verde acqua.
Sta per urlare (ha già aperto la bocca e sta puntando il dito verso di me con fare minaccioso) quando nota gli altri sul divano.
-Eleonora. Creatura fuoriuscita da me. Chi sono i due uomini su questo divano-
Niente punti di domanda. E' un ordine.
-Stavamo guardando la televisione e ci siamo addormentati. Sono amici-
Non ho il tempo di intavolare una bella discussione con Aidan sul fatto che voglia o no dire a mia mamma della nostra storia. Adesso come adesso meglio non rischiare.
-E Chiara? Dov'è Giacomo?-
Sbuffo e la faccio sedere al tavolo della cucina, dopo aver messo la sua valigia in una delle due stanze degli ospiti ed aver appeso il cappotto all'attaccapanni. Il mio appartamento non è enorme, tutt'altro. Quelle che io chiamo "stanze degli ospiti'' non sono altro che dannati sgabuzzini in cui io ficco gli universitari che vogliono pagarmi l'affitto. Al momento non c'è un cane.
-Si sono lasciati. Sta da me e partirà per la Nuova Zelanda come fotografa-
Per mia mamma è troppo. Mi dice di svegliare i babbei sul divano e di mandare Chiara a letto.
-I babbei staranno qui per una notte… Non me la sento di svegliarli-
-Fai come vuoi- le cade la borsa, che si svuota sul pavimento, dietro il tavolo della cucina. Lei, imprecando come una scaricatrice di porto cinese si china dietro il tavolo, scomparendo momentaneamente alla vista. Mia mamma è molto diversa, fisicamente parlando, da me. Tuttavia se chiudete gli occhi e ci sentite imprecare, sembriamo la stessa persona.
Le palpebre di Aidan tremano e si aprono, sto per urlare di mettersi al riparo e di non fare figure di merda, quando, per la legge di Murphy (che io solitamente chiamo "quello che succede a moi perché a Natale puoi e anche tutto il resto dell'anno perché la mia vita ha qualche problema di bilanciamento sfiga/fortuna", abbreviato Q.C.S.M.P.N.P.A.T.R.A.P.M.V.H.Q.P.B.S/F) lui dice:
-Ehi tesoro, è arrivata tua mamma?-
E si scatena l'inferno.
-TESORO?!- mia mamma esce da sotto il tavolo brandendo un rossetto come arma di offesa
-ARGH?!- urla Aidan
-Che cos succed?!- Ben svegliato, Dean!
-SANTO DIO!- Mancavi tu, Chia.
-E' il tuo ragazzo?!- Oh Lord…
-Ehm…- grande risposta, Ell. Oh Signore dei cieliii…
-Stiamo insieme- dice l'uomo che sposerò…Prega per noiiii…Eh?!
-Da quanto tempo?- mamma, ti prego, taci. Devo sposare un uomo.
-Ehm…- ecco, bravo il mio caro. Che risposta sagace.
-Sono adorabili insieme, vero?- Chiara, ti amo.
-Sì, certo…- mamma, ti prego…
-Anche io ho pensato fossero perfetti dal primo momento in cui li ho visti…- la amo.
E si trascina mia mamma in camera da letto, mentre io mi lancio addosso al mio deficiente di peso (spezzandogli una costola, probabilmente) per poi prenderlo a botte con un cuscino. Desisto non appena due nani addestrati mi volano addosso facendomi il solletico, cosa che in genere non ti capita, ma che è un ottimo deterrente per questo genere di cose.
-POTEVI ASPETTAREEEE-
Un'altra cosa che ti aiuta a dimenticare l'arrabbiatura? Il tuo bel figo irlandese che ti bacia dolcemente sulle labbra… Eh? Stavamo parlando…?
Alla cortese attenzione di Ellie in futuro: segnatele le dannate cause perché sei arrabbiata con lui. Oppure ti bacia e poi non capisci più nulla.
Se, col cazzo. Io lo so perché ero arrabbiata. Ma non me ne frega una beata… Erebor.
-Vado, ragazzi. Domani devo iniziare ad impacchettare le mie cose per la partenza e non è il caso di disturbare…- tenta Dean, scendendo dal divano, dove è diventato una specie di gnomo da giardino decorativo, considerato che non parla mentre Aidan cerca di farmi dimenticare perché gli volevo staccare la testa.
-Non dire cagate, Dean. Tu dormi qui. Alle quattro del mattino in Kings Cross? Se speri di uscirne con il buco del culo dove lo avevi lasciato… Che ammore il nostro neozelandesino!-
-Ma no El… Non hai più posto…-
-Ho il divano. Oppure puoi andare nel letto di Chiara e tirarle su il morale…- dico, buttandola sul vago e vedendolo arrossire di colpo. Cazzo quanto sono imbarazzabili per essere attori…
-ELLIE!- urla la mia amica dal bagno. Cazzo! Mi sente fino a qui?!
-Oppure di mia mamma, ma preferirei di no.-
-ELEONORA!- Dio! Ma cosa puzzola ha?! Le orecchie ipersoniche?! Solo io sono sorda come una capra di montagna di duecento anni?!
-Potresti per fino dormire con me ed Aidan e fare il miglior sesso a tre della tua vita. Parliamone, tutti parlano tanto di quelli di colore, ma ti assicuro che gli irlandesi mica ci scherzano con i…-
-ELLIE!- La mia carriera come seminatrice di battute sconce è terminata, visto che Aidan mi ha tappato la bocca con la mano. Te la sei cercata, dannato coglione. Gli inizio a leccare le dita. Mi strofina la mano in faccia. Questo qui può tranquillamente mettere l'amico in affitto, non lo usa per un BEEEL pezzo! Oh bella! Lo può anche usare, ma dovrebbe fare tutto da solo.
-Fermati, Deano. E' meglio… Questa meraviglia ora organizza il "giaciglio" così dormi decentemente per una sera-
-In effetti… Probabilmente prima della partenza non chiuderò occhio. Che schifo-
-Mhpf?- è il suono che esce quando hai l'indice del tuo ragazzo che sfiora l'ugola e vuoi dire "Che?"
-Il mio appartamento in affitto fa schifo, ma con così poco preavviso non posso nemmeno cambiarlo. E per cosa, poi? Tre giorni? Due?-
Mordo il dito di Aidan, che lo toglie dalla mia bocca e mi guarda mezzo sconvolto, mentre io parlo con Dean
-Vieni a stare qui! Per due giorni mi è indifferente, tanto Aidan è praticamente sempre qui… Potrebbe essere divertente…-
-Eleonora se ti sento ancora parlare di sesso con partner multipli lo vado a dire a tua madre!-
-E tu se lo vai a dire a mamma puoi anche mettere in gabbia l'uccellino perché non vola per tutto il dannato mese!-
-ELEONORA!- mi mordo la lingua mentre mi arriva uno scappellotto sulla nuca da parte della mia mammina, che ora può considerare conclusa la sua missione giornaliera e andare a dormire.
-Davvero?- Dean è sbalordito
-Certo! Figurati…- sorrido dolcemente
-Tu con chi dei due stai?- Ma non dovevi andare a dormire, mamma?
-Moro- sbuffo, Aidan fa "ciao ciao" con la manina, sintomo che dobbiamo andare a nanna
-Ne parliamo domattina, Dean… Comunque. Sei ufficialmente invitato al nerd party che ha luogo in questo appartamento ogni giorno da quando un'agente immobiliare cogliona me lo ha mostrato definendolo "da sogno". E non lo era. E' un capannone, ora è solo più…Ellie.-
Sia Dean che Aidan sorridono e mi aiutano a fare il letto
Circa alle cinque, Dean può finalmente dire di avere un posto letto. Grazie al cielo domani non abbiamo impegni e la truppa potrà dedicarsi ai traslochi. Mio e di Dean, più che altro. Aidan ha detto che ha già la roba pronta da quando Greg ha espresso il desiderio di imparare prima di morire a suonare l'oboe. E provava ogni sera. A quel punto si lancia in una vivida descrizione delle pene che l’adorabile vecchietto gli ha inflitto, cominciando con l’oboe e persistendo con:
  1. Il tentativo di fargli sposare sua nipote
  2. Lo scherzo del primo di aprile, grasso di qualche bestia sotto lo zerbino, scivolone colossale e microfrattura al coccige
  3. Il tentato rapimento del gatto di Mrs White, che defecava nelle peonie. Il gatto, era stato rinvenuto completamente privo di pelo nel suo armadio. Tre segni d’artiglio sul petto, li testimonio in prima persona.
  4. Lieve avvelenamento da metallo pesante, causato delle tubature del secondo piano, mai cambiate dal 1960. Vomito per un mese.
  5. Tentativo di iniziarlo alla cucina vegana. Sulla tazza del cesso per una settimana.
  6. Il regalo di Natale del 2009. Reliquia della guerra del Vietnam, bomba. Artificieri incazzati perché sottratti alla famiglia.
  7.   Distruzione sistematica di ogni ornamento da giardino dei vicini, diverse centinaia di sterline spese in cauzioni.
  8. Smarrimento di diversi pacchi del corriere, causa del cambio sistematico del numero civico.
  9. Furto della pentola a pressione di Mrs White.
  10. Omissione di soccorso, non ha chiamato la polizia dopo due mesi che Mrs White non usciva di casa. Accuse ritirate, consigliato l’intervento di uno psicologo.
 
Io e Dean ridiamo come due deficienti un quarto d’ora, alla fine del quale io sto crollando dal sonno. Quando esco dalla stanza scorgo Dean battere il pugno ad Aidan. Il testosterone.
Sono sdraiata a letto in camera mia e il torpore del sonno scende piano piano su di me quando sento una mano, di una persona che non mi prende abbastanza sul serio e la cui mano non dovrebbe essere lì, sfiorarmi l'interno della coscia.
-Tu stai scherzando!-
-Oh! Dicevi sul serio!-
-No, dicevo al puffo che ogni notte mi tira sotto il letto e mi sbatte!-
Il sonno non aiuta le battute sagaci.
-Avanti! Solo una volta!-
Tanto per i romanticismo.
-Ma sei scemo? Scommetto che stai ragionando con il cazzo…- alzo il lenzuolo per controllare
-Ti assicuro che adesso vorrei tanto avere sonno, ma ho altri pensieri!- mi tira uno schiaffo sulla mano e lascio ricadere il lenzuolo, concludendo un'indagine già partita male. Sappiamo sia io che lui che se ficco la mano là sotto, difficilmente la tiro fuori.
Mi bacia sul collo, con quella lentezza esasperante che in genere ti porta a decidere di prenderlo calci, cosa che non faccio solo per pietà, considerato che conosco le angherie di cui è vittima a casa.
-Sono arrabbiata con te-
-Mhm Mhm…-
Persiste il puttaniere.
-Sono arrabbiata con te…_
-Lo so…-
Continua, io tremo. Sono umana. Cacchio se sono umana…
-Dai… Lasciami fare la sostenuta…-
No, evidentemente.
Quanto sa essere sexy con gli occhi da cucciolo?
Becca la mia indecisione a colpo sicuro. Merda.
Eccola! La sua sacrosanta manina che mi slaccia il fottuto reggiseno! Ed ecco pure quella che me lo toglie lanciandolo nel buio. Ma perché io ho il reggiseno? Boh. Ora non ho più quel problema.
-C'è mia mamma di là'!- che difesa stupida.
-Che difesa stupida-
Tra lui e la mia testa c'è un legame… Particolare.
A questo punto, mi diverto anche io.
E ringraziamo quella buona stellina che non gli ha fatto portare il pigiama e che lo obbliga a dormire in mutande!
*Ellie perversa mode on*
Ho imparato a scout a spogliarmi nel sacco a pelo, per non cambiarmi davanti ai maschi, quindi sono rapida a spogliarmi in uno spazio ristretto e velocemente. Tiro fuori la mano dalle coperte e lascio cadere il pigiama sul pavimento.
Il resto ormai è storia.
 
**************************
 
-Mia mamma ci ha sentito, lo so-
-Non hai urlato neanche tanto-
-Perché ti ho morso, se no?-
-Pensavo facesse parte di un disegno più grande…-
-Non sono così geniale… Mica sono Einstain…-
-CHE COSA?!-
Traumatizzato a vita.
-Dormiamo, devo togliermi dalla testa l'immagine di… AH-
-Buona notte-
-Buona notte, Ell-
 

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Capitolo 12
*** Onnipresente caffè, dentifricio alla menta e il ritiro di mia mamma dalla cucina ***


Cosa si può dire a delle persone così stupende come sono quelle che leggono sta (beeep)?
Grazie a chiunque perde qualche secondo a leggere e un abbraccio a quelli che recensiscono, grazie di cuore. Vi voglio tanto bene.
Vi prego impeditemi di ascoltare Lana del Rey quando scrivo, ve ne prego.


*Aidan*
Mi sveglio di soprassalto, tirandomi a sedere si scatto.
Il fiatone va via via a calmarsi, mentre il cuore ricomincia a pompare sangue a un ritmo sano.
Getto uno sguardo accanto a me, dove Ellie dorme.
E' piccola, da addormentata. I capelli sono sparsi sul cuscino e lei è acciambellata sotto le coperte.
Quel sogno mi si disegna ancora nella mente e mi procura un brivido freddo lungo la schiena. Decido di alzarmi. I numeri della sveglia indicano le dieci e mezzo, di un giorno piovoso.
Il corridoio è vuoto e la cucina altrettanto. Metto a scaldare la moka nel più completo silenzio, mentre le immagini oniriche del mio sogno tormentano ancora il mio cervello.
La sanità mentale a quel punto cerca di salvarsi ricordando la notte prima. E il primo sorriso della mattina si fa strada sul viso. Ogni sussurro, ogni carezza, ogni bacio è stampato a fuoco sulla mia pelle e mi dà una ragione per togliere il dito dal manico della caffettiera, che sta raggiungendo temperature da Monte Fato.
-Ehi Aidan.
Chiara si avvicina al tavolo, con i capelli corti scompigliati e un pigiama grigio con dei tost disegnati sopra.
-Fai il caffè? Anche per me un goccio. Oggi devo aiutare El a fare le valigie. E sua mamma parte domani in mattinata, per la Francia. Sai che Ellie ha una sorella lì, vero?
-No, ora lo so.
-Come fate a stare insieme se quasi non vi conoscete?
Non c’è critica nella sua voce, solo una domanda.
 
-E’ diversa dalle altre ragazze. Ha una marcia in più, è dolce, bellissima, intelligente… E’ diversa. E in quel momento, quando ha pianto per un personaggio di un film e le è caduta quella maschera da stronzetta sarcastica che amo tanto, ma che non può sempre essere, è stato come un mese, un anno, passato con lei. Mi è parso di conoscerla da sempre. E ti giuro, se mai le farò del male potrai tirarmi sotto con qualsiasi mezzo tu voglia.

La sua migliore amica sorride e afferra la tazza di caffè, versandoci dentro una quantità di latte e di zucchero che è addirittura maggiore di quella del caffè.
-Stai rovinando un perfetto espresso, cara.
- Io odio il caffè, lo bevo per sopravvivere, ma lo odio.
Sono abbastanza perplesso, come diavolo in carriola si fa ad odiare una tanto perfetta creazione del Signore?
-Qualcuno mi faccia un caffè, invece di dimenticarvi del fatto che io sto dormendo in salotto e che la cucina è a vista.

Mi sbatto una mano sulla fronte mentre il mio collega mi maledice in cinese mandarino e si alza dal divano.

-Caffè, Turner. O giuro ti faccio ammazzare sul set. La mia vendetta potrebbe sapere di silicone nel tuo caffè mattutino.
Il caffè è al centro del nostro universo.
-Tieni.
Gli porgo una tazza, lui lo beve nero.

-Cosa dovete fare oggi?

Chiara arraffa un muffin e lo mordicchia, mentre Dean le spiega tutto il piano, parola per parola.
E’ un piano lungo e ne approfitto per far vagare la mente ai pensieri della sera precedente, assentandomi completamente dalla conversazione.

*Ellie*
La sveglia che preferisco? Mia mamma che si sveglia e mi avvisa che stanno parlando di me nella sala. Vorrei risponderle che ha messo al mondo un esserino alquanto interessante e che è più che giusto che si parli di me, visto che sono l’argomento di conversazione più figo su questo piano. Ah, no. Ci sono i dannati ragazzi. Terzo argomento interessante in questo appartamento. Ho il sospetto che il tizio che abita di fronte a me sia Elvis, ma lasciamo perdere.
-Mamma, uno è il mio ragazzo, l’altra è la mia migliore amica e l’altro è il migliore amico del mio ragazzo. Ce la possono fare a parlare di me senza chiamare la CIA.
-E Aidan che parla con Chiara. Di te. Della vostra storia, credo. Non so parlare bene l’inglese e lo sai.
Mi vergogno, ma scivolo giù dal letto velocemente e corro ad appiattirmi contro la porta del salotto, miracolosamente chiusa dal precedente piantonamento
-Come state a stare insieme se quasi non vi conoscete?

Bella domanda, Chia…

-E’ diversa dalle altre ragazze. Ha una marcia in più, è dolce, bellissima, intelligente… E’ diversa. E in quel momento, quando ha pianto per un personaggio di un film e le è caduta quella maschera da stronzetta sarcastica che amo tanto, ma che non può sempre essere, è stato come un mese, un anno, passato con lei. Mi è parso di conoscerla da sempre. E ti giuro, se mai le farò del male potrai tirarmi sotto con qualsiasi mezzo tu voglia.

A parte la “stronzetta sarcastica” sono commossa.
Che dolce. Aidan, ti giuro che ti amo tanto, adesso. Metti giù quella moka.
Mentre cerco di riprendermi dalla grande ondata di feelings che mi ha pigliato e che mi sta calpestando il cuore come una mandria di tori da corrida, Dean si sveglia e inizia a spiegare il grande piano della giornata, mentre il mio uomo sta seduto al tavolo, stringendo la tazza con un certo disinteresse e fissando assente il vuoto, con un sorrisino che gli prende mezzo viso.

Entro anche io in scena, con un certo stile, almeno.
Con la mia migliore faccia da zombiee cateterizzato faccio il mio ingresso, attirando su di me gli  sguardi dei commensali, per poi sedermi in braccio ad Aidan e piantargli  bacio, di quelli tanto innamorati, passionali, dolci, canditi, rotolati nei fumi di miele, che hanno lo stesso effetto di una maratona di Grays Anatomy nel pieno della notte. Al mio migliore amico sono quasi cresciute le tette, ma lasciando stare le meraviglie della medicina moderna.
Aidan risponde al bacio con un certo entusiasmo, tenendomi stretta al suo petto. Dopo qualche secondo sento i colpi di tosse di Dean e le sberle che gli tirano mia mamma e Chiara. Sento anche il tavolo che vibra dove Aidan ha tirato un calcio allo stinco del migliore amico.
Lievemente contuso, Dean sta zitto.
-Ed ora
Dico, alzandomi
-Qualcuno mi dia un caffè.


*Aidan*
Woo.
Qualcuno mi ricordi di respirare. Dean mi tira un calcio. Grazie fratello.
Ma perché Ellie se ne esce con questi risvolti da pornodiva. Stella, la mattina sono troppo stressato per cose simili.
A parte gli scherzi, adoro ogni volta che lo fa.
Dopo colazione ci alziamo e partiamo per le reciproche destinazioni. Mentre io e Dean siamo sulla porta, e lui si perde in lunghi discorsi d’addio con Chiara, che lo asseconda, tuttavia, la ragazza, io mi dilungo qualche istante a guardare Ellie che annienta una scatola vuota di cartone con l’accendino, per poi buttare la carcassa fumante in un cestino di metallo. Nella sua lieve perversione è molto sexy.

-Andiamo, Ell.
-Va bene… Ci sentiamo presto. TI riempio di messaggi.
La giornata passa tra sbuffi della padrona di casa di Dean, con un numero di bambini spropositato, che si lamenta perché lascia prima l’appartamento, lui se ne frega, e  tanti scatoloni, con all’interno un numero di maglioni sufficiente a vestire un gruppo ben nutrito di chiwawa.
Tornando a casa, con valige a non finire e tanta polvere tra i capelli, ci accoglie una scena da immortalare. Ellie stringe al petto un paio di scarpe decisamente troppo leggere per la Nuova Zelanda. Troppo, leggere Ed è questo che sua mamma cerca di dire alla mia ragazza mentre questa si rannicchia a terra e inizia a dondolare avanti e indietro, scatenando le risate di Chiara e una serie di cuscinate da parte di sua mamma.
Dopo questa scena ho imparato a non toccare mai le scarpe della mia Ellie.


* Ellie*
- Mia mamma cucina bene? A me ha fatto schifo, ma tu hai sempre vissuto qui, quindi…
-No, ha fatto schifo anche ai piatti, probabilmente.
-Sai che la mamma ha sentito che tu e Chiara stavate parlando di me stamattina, e che io ero dietro la porta?
Aidan interruppe il lavaggio dei denti, sputando il mentadent nel lavandino con un mugugno stupito
-Che?
-Ho sentito quello che hai detto.
-Allora?
-Puoi darmi un bacio? Mi sei mancato.
Senza togliersi il dentifricio dalle labbra e dal mento mi bacia, come il mio quella mattina, dolce, morbido, alla menta…
Nell’appartamento è calato il silenzio da un pezzo e quasi sembra un esplosione lo strusciare della porta del bagno sul pavimento del corridoio.
La distanza di un bacio è quella che mi separa dal suo viso, il suo profumo mi impregna i capelli, il suo sorriso mi illumina gli occhi, le sue braccia mi circondano e i suoi capelli mi solleticano la fronte.
E sono le sue braccia che mi stringono, mentre stiamo sdraiati a letto a dormire.
 
 
 
 
 
Evidentemente lui mi crede addormentata quando bisbiglia all’aria

-Cristo, la amo. 

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Capitolo 13
*** Hyde Park: Tutte le coppiette limonano, tranne loro. ***


Ricordo al gentile pubblico che vi amo tanto tanto! Recensite! 

Sono le otto del mattino del 20 marzo 2011 quando mia mamma decide che le occorre il nostro aiuto per preparare le valigie.
-No. Non lo faccio. E non lo farà nemmeno Aidan.
-Eleonora, sii ragionevole. Aiuta tua madre…
-Ci tengo a questo ragazzo! Non ti aiutiamo a piegare le tue mutande! Tutto ma non le mutande!
Mia mamma sbuffa e ci caccia dalla sua stanza con un imperioso gesto della mano, che mi fa tanto venire voglia di ricordarle chi è ospite a casa di chi, ma del resto devo mandarla da quella povera sfigata della mia sorellona di buon umore, o si rimette a dirle che è ingrassata e succede un casino grande come il culo di mia sorella, appunto.
Aidan si trascina come uno zombie per casa, senza avere grandi programmi se non quelli di pisolare sull’orlo del mio sgabello della cucina per tutta la mattina. Del resto l’attività notturne stancano. Eccome se stancano. Soprattutto se tua madre ti sveglia la mattina dopo e ti costringe a piegare le tue mutande senza neanche farti bere un caffè. Un caffè. Un caffè!
Cercando di non svegliare Deano, che non è stato arruolato per piegare i lenzuoli di mia mamma grazie ad Odino, ci prepariamo la colazione, scambiandoci sorrisini maliziosi da sopra le tazze fumanti. Non mento quando dico che alzando lo sguardo e incontrando quello di Aidan nel mio, sento un fremito quasi doloroso all’altezza dello stomaco.
Quando accadono cose del genere ad una persona normale quasi non ci credi, un attimo prima sei una giornalista, nerd e con una passione insana per le miniserie della BBC e un attimo dopo stai limonando con un attore delle miniserie della BBC. Sono quelle cose che stravolgono la normalità di una ragazza. E positivamente, Cristo!
-Come va, Aidan? Nervoso?
-Quando qualcuno mi chiama con il nome completo e per di più interrompendo gli sguardi sensuali significa che ci sono casini in vista.
Lo dice sollevando lo sguardo dalla tazza e fissandomi negli occhi. Ogni volta che li vedo mi viene un colpo. Gli sono stata tanto attaccata ma non ho ancora deciso di che colore sono.
-Ma che sei, scemo? Col culo! Va tutto da Dio! Da Dio!
Ride e si alza dallo sgabello, cosa che già ritengo un mezzo miracolo, considerato che aveva programmato di viverci, sul mio sgabello Ikea.
-Ah bene… Non ero pronto a farti la mia imitazione di Mitchell per farti piangere e convincerti a non lasciarmi mai…
“Oh bella. Lasciarti? Ti sposo.”
-Ehm… Sì, ovvio.
Il cervello si spegne mentre Aidan si avventa sulle mie labbra come si dovrebbe avventare sulla colazione che gli ho gentilmente preparato con tutto il mio amore. Chissene frega, baciami uomo, come se fossi un piatto di pancakes!
In effetti le cose vanno parecchio in fretta, stiamo sostanzialmente convivendo e limonando nella mia cucina con il suo migliore amico che dorme sul mio divano, ma sono dettagli. La testa continua a ripropormi varianti del suo “ti amo” occultato nel cuscino… Tutti parlano tanto del “ti amo” serioso, detto prima della proposta o per suggellare l’amore eterno e bla bla bla… Ma parliamone. Quando Aidan Turner sussurra al cuscino di amarti, le cosa vanno benissimo, meglio di così si unisce un modello canadese* nel letto, tanto per divertirsi, insomma.
Il bacio che gli sto dando è anche per quello, è una risposta affermativa. Urla “ti amo anch’io, pezzo d’uomo! Sei la perfezione, sposami adesso!”
Gli cingo il collo con le braccia e lui mi prende in braccio. Un angolo della mia testa lo manda a fanculo mentalmente per farmi sentire così dannatamente bassa in confronto al suo dannato metro e 83. Dean è più alto di me con il suo dannato metro e 75 e l’unico che riesco a guardare in faccia è Martin, che è alto esattamente come me.
Decido di fare la permalosa in un altro momento visto che questo sta prendendo una piega decisamente più interessante. Le mie gambe si stringono attorno ai suoi fianchi e lui cammina lentamente verso la camera da letto. Il mio piano geniale di dirgli “ti amo anche io” nel momento in cui i suoi polmoni smettono di torturare i miei va, però, allegramente a puttane, quando mia mamma entra in salotto di scatto pronta e con le valigie chiuse e Aidan mi molla di colpo, facendomi cadere a terra, con la sua migliore faccia da “No, non stavo portando sua figlia in camera da letto alle otto e mezza del mattino per farci le brutte cose con lei in casa. Assolutamente.” Il mio coccige protesta e gli do una manata sul polpaccio, con il solo risultato di ammaccarmi le dita e di beccarmi uno sguardo denso di pietà da mia mamma.
-Ora me ne vado, ragazzi. Vedete solo di usare le precauzioni.
E ce l’hanno su tutti con queste dannate precauzioni! Tranquilli, l’ho fatta educazione sessuale. E ho pure fatto una battuta fantastica alla mia compagna di banco**, ma lasciamo stare…
-Ciao ‘ma.
-Arrivederci, signora…Mi ha fatto molto piacere conoscerla e spero…
-Ciao, Aiden. Il coso biondo?
-Dorme, Dean dorme.
-Chiara l’ho salutata. Bene, vi lascio. Almeno falla divertire, Aiden.
-Oh, beh…
-Eccome, mami. Vai.
Mia mamma va via senza dispensarmi neanche un bacio e chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo.
Mi metto in ginocchio davanti a lui e gli dico con il mio tono da stronza migliore
-Aidan. Fammi cadere un’altra volta e ti strizzo i gioielli di famiglia così forte che potrai fare Galadriel, altro che Kili.
Deglutisce sonoramente prima di risollevarmi e tenermi addossata al suo petto.
-Perdono, non ti lascerei mai…
Stavamo giusto riprendendo da dove avevamo lasciato quando
-Ragazzi, al mattino due che si scambiano la lingua davanti ai tuoi occhi non fa bene allo stomaco.
-DEAN O’GORMAN IO TI UCCIDO!
Inaspettatamente il grido parte dalla bocca di Aidan, lasciandomi un tantino interdetta, il mio ragazzo mi “poggia delicatamente a terra” (mi dice “attenta” e poi mi molla) e gli salta addosso. Capisco le patite della AiDean. Davvero. Vi assicuro che vederli farsi il solletico è qualcosa di tremendamente eccitante, non so se mi spiego, ma il fatto che, una volta ristabilita la supremazia, si sia fiondato di nuovo su di me e mi abbia trascinato in stile cavernicolo in camera da letto è una prova sufficiente della sua eterosessualità.
*******
-Ehi?
-Dimmi Ellie.
-Divertito?
-Parecchio. Due volte in dieci ore. Aidan è felice.
-Piantala di parlare in terza persona e dammi retta.
-Ok, meraviglia di una donna…
-Ti ho sentito ieri sera…
-Grazie al cazzo, Ell. Sai com’è è un pochino dura non sentire uno che…
-No! Intendo dire che ti ho sentito dopo… quello che hai detto dopo.
Sbianca di colpo.
-Oh. Era di questo che volevi parlare prima? Scusa Ell, so che le cose stanno andando in fretta ma…
-Anche io. Ti amo anch’io.
-Oh.
E’ stupito, si volta sulla schiena e riprende a respirare, sbuffando ritmicamente con una mano sul cuore.
-Mi hai fatto prendere un colpo, Ell.
Sbuffo anche io, salendogli cavalcioni sui fianchi.
-Avanti…
-No, Ell. Mi hai fatto prendere un beato colpo.
Gli mordo un capezzolo e lo sento rabbrividire.
-Ma va tutto bene.
-Ah, ecco…Potevo offendermi.
********
Verso le undici decidiamo di uscire dalla camera da letto, che resta sempre una valida alternativa nel caso Dean si rimetta a parlare di elettronica con Chiara. I fotografi.
Quando entriamo in soggiorno troviamo i due rispettivi migliori amici che tubano sul divano con una dolcezza adorabile. Aidan, capitan finezza-dolcezza-sexappeal, si rannicchia dietro il divano dove i colombi cinguettano e nel momento meno appropriato, quando erano a distanza di bacio, salta urlando molto eroicamente “FILI, LE DAGHE, LE DAGHEEEE”. La guerra per la supremazia continua mentre io vado a prendere del Lexotan per Chiara.
********
Nel primo pomeriggio decidiamo di andare ad Hyde Park, per rilassarci. Sia Dean che Aidan stanno prendendo lentamente un colore violaceo e Chiara continua a pulire le lenti della sua Canon.
Dopo che cinque ragazze hanno bloccato i ragazzi per l’autografo in metro, io ho baciato Aidan tanto improvvisamente da fargli prendere un colpo, oltre che segnare abilmente il territorio.
Arriviamo al parco verso le quattro del pomeriggio, ci sdraiamo all’ombra di un pioppo su degli asciugamani di spugna presi in Sardegna anni prima, parlando del più e del meno. Passa un’ora, quando mi accorgo che io e Aidan stiamo parlando praticamente da soli, visto che Chiara sta appoggiata a Dean in silenzio con gli occhi chiusi mentre lui le disegna con le dita sulla schiena.
Sillabo ad Aidan un “sono adorabili”, che lui appoggia vivamente.
Quasi non se ne accorgono quando ci avviciniamo al lago, lasciandoli da soli.
-Sono carini, vero? E’ fragile in questo momento e non voglio che un ragazzo la rovini…
-Dean sarà perfetto. Devi solo stare tranquilla.
-E’ una parola con te a questa distanza…
-Ti amo. Ti amo, tanto. E non me ne frega se stiamo insieme da una settimana. Sei speciale.
-Anche io. Tanto.
-Ho paura per domani. Wellington. Argh. Cento giorni di riprese in interno e poi il vuoto. Ho paura, Ell.
-Domani inizio anche io. Io ti starò vicino, ma tu fallo con me… Ho già quella sensazione dietro lo stomaco…
-Se Peter ti dice qualcosa…
-Avrà ragione. Ma io sono brava nel mio lavoro.
-Lo so.
-Avranno fatto, quei due?
-Cristo, speriamo di sì!
Veniamo a sapere una volta a casa che non hanno combinato un beato tubo.


*velato riferimento al mio maritino di riserva, Francois Arnaud.
** Professore: Il 70% non sente l'anello durante il rapporto e il restante 30% lo giudica piacevole...
Autrice mente bacata: A Gollum l'anello piasa!

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Capitolo 14
*** Sembra quasi che si parta...Ma davvero? ***


Capitolo 14
Adesso si parte! Finalmente! O almeno si spera! Vorrei annunciare che il personaggio che si profila al termine del capitolo non è di mi poprietà ma mi è stato prestato dall'autrice, che a sua volta lo ha inventato. Consiglio fra l'altro la fanfiction dove questo personaggio fantastico è protagonista. Nella categoria "cast signore degli anelli" la fanfiction "La mia vita sul set"di Panenutella ha il personaggio femminile più carismatico possibile! Passate, mi raccomando! A presto!
 
Il panico assoluto quando mi accorgo di che giorno é.
L'alba del 21 marzo è luminosa, freddo come il ghiaccio, ma luminosa.
Chiara ci ha svegliato alle sei, bussando alla porta e dicendoci che abbiamo il brunch pronto. Verso le otto del mattino abbiamo già chiamato un taxi, che ci porterà ad Heatrow, dove comincerà la vera e propria avventura. Aidan trema piano sul sedile accanto a me, pigiato tra Dean e Chiara, che stanno facendo conversazione quasi convulsamente, cercando di non rendersi conto di dove stanno andando. Io ho il portatile sulle ginocchia, con una pagina bianca di Word e il cursore che lampeggia, irritandomi a morte. Ho un disperato bisogno di scrivere un'introduzione per il mio blog giornaliero, da cui verrà poi estratto settimanalmente materiale per un articolo, senza però essere troppo pesante. Ho concordato con il Salame di Varzi un blog bi lingue, di cui mi posso occupare io stessa. Il progetto, quindi, avrà una piattaforma anche italiana. Si sta progettando di espandere anche in Spagna e Francia, ma per il momento sono solo splendidi sogni. Stai facendo strada, Eleonora. E se la mia vocina mentale mi chiama con il nome completo è veramente una cosa seria.
L'ispirazione mi colpisce.
"Inizia il mio viaggio nel magico mondo del cinema, o meglio, verso l'aereoporto di Heatrow, Londra, verso Wellington. Prima tappa di questo magico mondo fatato di Motion Capture e silicone…" inizio "Prima di iniziare a parlarvi delle meraviglie di Peter Jackson e della meravigliosa Terra di Mezzo, vorrei parlarvi di qualcosa di un filo più generale… Cosa succede quando guardiamo un film? I nostri occhi si scontrano con realtà differenti dalle nostre, ed è forse per questo che amiamo tanto il cinema. Perché ci trasporta a Narnia, nel Medioevo, nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts! Ma cosa stiamo guardando in realtà? Questo blog giornaliero proveniente dal portatile di Eleonora, italiana trapiantata che si farà chiamare Ellie, ve lo spiegherà.
Ellie, nata in Italia nel 1985, quando ha finito la scuola e si è laureata in lettere (ha fatto la metà dei corsi in Italia e l'altra metà in Inghilterra), si è trasferita a Londra dove vive nella zona più malfamata, affittando appartamenti agli universitari e scrivendo per la rivista di cinema "Lights, camera, action!" per cui gestisco, appunto, questo blog.
Cosa si può dire d'altro per presentare questa Avventura? Ah, certo! Le foto della fantastica Chiara Bianchi, che si occuperà di passare a voi le stesse emozione che proverò io in questo viaggio!
Ci siamo mai chiesti cosa provano gli attori quando recitano?
Ce lo dice Aidan Turner, che, alle ore 8:30 del mattino(fuso di Londra) mi informa della grande gamma di emozioni, che non si riduce solo al fissare la telecamera e a sciorinare battute come fossero bastoncini Findus in padella!"
-Stai scrivendo di me?-
-Di cosa dovrei scrivere?-
-Del set… Della trama, dei cambiamenti… Io sono praticamente una comparsa!-
-Ceerto. No. Io voglio parlare di te. E poi se chiedo a Deano di farmi una dichiarazione adesso è probabile che m'inculi seduta stante, nonostante lo spazio ristretto…-
-Non ti ho mai vista così… entusiasta-
Sorrido radiosa, amo scrivere quanto amo la mia vita.
-Amo con tutto il mio essere scrivere, lo sai… Se poi devo scrivere di te…-
Ridacchia e mi abbraccia. Mi stiracchio con il portatile davanti e incomincio a lavorare.
-Ok, Aidan. Spara, la recitazione per te é…?-
Risponde e io trascrivo in tempo reale, aggiungendo, limando, rendendolo un pochino meno prolisso…
"Io sento la recitazione parte di me. Mi è sempre piaciuto farlo e interpretare parti diverse mi rende più felice di quanto tu possa immaginare. E' qualcosa di unico poter essere qualcuno di diverso da te". Aidan sarà Kili, nipote di Thorin. Siamo all'aereoporto, prima di prendere il volo (letteralmente) e io già inizio a rompere gli zebedei al povero irlandese, che ha avuto la sfortuna di sedersi accanto alle mie all stars. Ci siamo messi a parlare di quanto la recitazione fatta ad un certo livello sia importante. Aidan ha recitato in "Being Human" e "Desperate Romantics", due personaggi principali, che hanno emozionato il pubblico in alcune scene, che io ricordo come toccanti o divertenti, a seconda della situazione.
"L'attore emoziona con lo sguardo'' aggiunge Aidan "E deve essere in grado di far capire al pubblico cosa prova il personaggio" ride e continua "se per esempio il mio personaggio sta mentendo, ma è un incapace, io devo fare capire al pubblico che lo scopriranno. Non posso recitare la bugia alla perfezione, o salta il copione, la storia".
Cinque anni di teatro alle superiori hanno fatto della sottoscritta una discreta intenditrice di tecniche di respirazione, oltre che numerosi anni di canto. Infatti la recitazione è diversa dal "parlare". Devi usare altri toni e, che ci crediate o no, altri muscoli. Fateci la dannata abitudine, se volte provare, a usare quelli che la gente chiama "muscoli del diaframma".
Passerei e chiuderei, ma, dato che la nostra avventura è appena cominciata, direi solo Ciack, Azione!
Chiudo la pagina di word e mando il file a Peter.
-Cinque anni di teatro?! Parecchi di canto?!-
Beccata.
-Nulla di che…-
-Ora canti qualcosa!-
-Ora? No! Non ora, siamo in taxi!-
Mi inizia a fare il solletico, cercando di convincermi con la forza ad aprire la mia boccuccia canterina. Il solletico ha il dannato effetto di farmi venire il singhiozzo e trenta secondi dopo non riesco a mettere due parole in fila.
-Speriamo che ti passi presto… Oppure niente concertino privato per Aidan…-
-Stai diventando Andy (hic) da quando parli in terza persona (hic)?-
-Da quando tu mi nascondi il tuo passato da attrice?!-
-Ma che passato da attrice…-
-Cinque anni sono tanti, ragazza mia!-
-Ma rispetto a te!-
-Sta zitta, va… Ti dirò io domani se fai schifo oppure i tuoi anni di recitazione sono valsi qualcosa!-
-Grazie!-
Ride ancora e mi abbraccia, per poi perdersi con lo sguardo fuori dal finestrino con le dita che tamburellano sul ginocchio.
Intanto il mio portatile si illumina, segnalandomi un'email. Peter.
Wow Ellie! Fantastico! La grafica del blog è pronta? Quando potrai iniziare a pubblicare con regolarità?Non vedo l'ora di vederti lavorare sul serio! Sei in viaggio? Stai arrivando?
A tra pochissimo, Peter
 
Buongiorno, Peter! Anche adesso, la grafica è pronta e come introduzione sarebbe perfetta. Poi sul sito della rivista inizierebbero a pubblicizzare da subito. Cosa faccio? Pubblico? Dimmi tu, per me è assolutamente indifferente…
Ell
PS. Sono quasi all'aereoporto, sono in taxi e sto arrivando! Nervosissima!!
 
Aidan guarda lo schermo del portatile con un certo terrore e vedo il panico nei suoi occhi, leggendo l'email.
-Ho paura, Ell…-
-Anche io… E credo anche quei due…Ma non mi azzardo a chiedere-
-Ti amo Ell…-
-Anche io-
Mi bacia. Quel genere di bacio romantico, dolce, profondo, che ti fa piangere, pieno di sentimento, di amore… Il bacio dei baci. Quelli da tramonto su una scogliera in una decappottabile mentre gli unicorni svolazzano.
-E questo?- dico ad occhi chiusi, appoggiando la mia fronte alla sua e respirando piano
-Era per sottolineare che ti amo. –
"Calma il battito, Ellie, o svieni."
Mi squilla il telefono di scatto, facendo partire "Don't stop beliving", suoneria dall'alba dei tempi. Sul display leggo "Donna che mi ha messo al mondo", dato che "mamma" se lo sogna, dopo che ha chiamato Aidan "Aiden".
"Mà?"
"Eccoti, Eleonora. Io e Cinzia volevamo salutarti prima della partenza."
"Oh, passamela!"
"Prima parliamo io e te. Cinzia mi farà stare da lei per un mese ed io e tuo padre divorziamo."
Buio.
"Come, scusa?"
"Io e tuo padre ci separiamo. Cara, non cercare di capire. Sono fatti troppo complessi per una bambina."
"Capirei le tue scuse se io fossi una bambina! Non voglio sentire le tue storie! Basta. Passami Cinzia, chiederò poi spiegazioni a papà."
"Sei sempre stata così strana, anche da piccola. Cinzy? Tua sorella ti aspetta in linea…"
"Ell? Stai bene?"
La voce di mia sorella è come una carezza sulla pelle ustionata, l'unica persona a cui voglio davvero bene nella mia famiglia.
"No. Tu come stai?"
"Me l'aspettavo. Tu parti e vivi la tua vita. Me la sorbisco io sta faccenda e scopro il più possibile, poi ti avviso. Mami mi ha detto che stai con uno, goditelo e divertiti. Qui a casa smaltisco io. Poi sai che per me è più facile gestirla…"
"Sei santa."
"Ma ho un marito. E ti assicuro che non sono santa, almeno a letto."
Rido forte e Aidan mi stringe le dita, cercando di capire cosa sta succedendo.
"E lui com'è?"
"Lui è fantastico…"
"Allora vinci tutto. Lavoro, amore e doppi regali di Natale e compleanno!"
"Vediamola così; Cinzy…Siamo all'aereoporto… Devo andare. Mi manchi tanto. Saluta Pierre e manda a fanculo mami."
"Le dico che la saluti… E ricambia. Ciao Ell… Mi raccomando. Hai preso le pillole per dormire?"
Momento di puro panico.
"No."
"Merda! Prendile subito in farmacia o crepi tempo del volo!"
"Devo andare… Ti adoro Cinzy! E addio!"
"Non essere melodrammatica… Ciao Ell!"
Riattacco e deglutisco sonoramente.
-Ell…?- è Aidan a parlare, ma tutti (compreso il tassista) sono girati a guardarmi.
-I miei divorziano, ma è il danno minore-
-Ommioddio! Che succede?!- lo dice qualcuno a caso, forse proprio il dannato tassista.
-Ho dimenticato le pillole per dormire in aereo-
Solo Chiara capisce la gravità della cosa.
 
******
 
*Aidan*
 
Siamo alla farmacia dell'aereoporto, dove Ellie ha comprato due pacchetti di colori e dimensioni diversi di pillole.
-Uno per il sonno, l'altro per evitare i volatili con pargoli, le avevo quasi finite e non ha molta logica lasciare queste cose al caso…-
Ha senso.
-Quindi- inizio –Hai paura di volare?-
-Più che una paura è una fobia. Rischio di avere attacchi di panico in volo, quindi dormo…-
-Quando siamo venuti a Londra ha dovuto prendere talmente tanti sonniferi da stendere un cavallo e il suo fantino- aggiunge Chiara
Lei ridacchia, facendosi sciogliere sulla punta della lingua la pastiglia bianca e deglutendola con un sorso d'acqua.
-Sì, in effetti sono pericolosa…- dice Ellie
-Un pericolo con le all stars…-
Dean allude alla tenuta informale che per la prima volta le vede addosso. Le felpe solitamente sono bandite da casa sua, in favore di maglioni, golfini e pullover.
In effetti è raro vederla in jeans e felpa e con delle scarpe senza tacco e vagamente più comode.
-Avanti! E' sexy pure in jeans…-
Mi guarda con un sopracciglio alzato e mi sento vagamente colpevole dell'occhiataccia che mi rifila.
-Non c'è bisogno che mi tiriate su il morale… Sto bene- conclude con un'alzata di spalle
-Sicura? Va bene… Io vado a prendermi un muffin lì al bar. Ho fame e non mangio sugli aerei. Volete venire?- Dean parla velocemente, rivolgendosi a tutti ma guardando solo Chiara, io e Ellie diciamo di no e li guardiamo allontanarsi verso il centro "Spizzico" dell'aereoporto.
-Ora parla. Come va?- dico mettendole una mano su una spalla
-La odio- dice, non appena chiudo la porta –Le tirerei addosso qualcosa… Come si è comportata con te, poi!-
-Stai calma, tesoro, ti prego, non vale la pena di…-
Mi tappa la bocca con un bacio
-Ora puoi andare, se vuoi. Ho una madre pazza, una migliore amica che ti può ammazzare se mi fai del male, dei problemi irrisolti con il passato e avevo un gatto. Psicolabile. Credeva che il cuscino del divano fosse la lettiera, con risultati facili da intendere… Ma è scappato. Potrebbe essere ritrovato, però. Ha la massa di un satellite artificiale…-
Ridacchio e la bacio ancora
-Nada… Non ti liberi di me. E non volevi farmi vedere la tua interpretazione geniale?-
Sbuffa e si asciuga le lacrime che erano scese silenziosamente lungo le guance, facendo colare quel poco di mascara che si era messa quella mattina per "tenere insieme lo sguardo" a detta sua
-No, eri tu…-
-Io sono certo che tu volevi farmi vedere quanto sei brava…-
-No. Mi rifiuto-
-Canta, almeno!-
-E che cosa? Non sono un JukeBox…!
-Ehm…-
-Non lo sai neanche tu! E' tempo sprecato!-
-Don't stop beliving! Ah ah!-
-Non la conosco-
-Non è vero. Ce l'avevi tra le canzoni che abbiamo ascoltato la prima sera che ci siamo conosciuti… L'abbiamo ascoltata in metro… Mentre mi fissavi i capelli-
-Eri sveglio?!-
Ops.
-Beh… Sì… E guardavo te-
Sento il calore che esplode in un punto imprecisato dietro lo stomaco, quando mi accorgo che è arrossita.
-Te la canto dopo, va bene? Quando arriviamo a Wellington.-
-Quando vuoi… Basta che mi fai sentire quanto sei brava…-
Mi bacia dolcemente e io le passo un dito sotto l'occhio cercando di togliere i residui di mascara che sono colati, con un certo successo.
Un messaggio di whattsapp mi avvisa che tutti sono al gate e che il volo partirà in perfetto orario, ma sarebbe il caso di fare subito l'imbarco. Andiamo quindi a recuperare i ragazzi al bar e li troviamo, come al solito, a distanza di sicurezza, ma che tubano come piccioni in piazza Duomo a Milano.
Hanno fatto a pezzi un tovagliolino di carta e giocano a lanciare le palline nel posacenere. Quando arriviamo Chiara ha appena fatto centro e sta battendo il cinque a Dean. Quando la colombella ci vede arrivare salta in piedi con uno scatto fulmineo e la sua borsa centra in pieno il naso del mio migliore amico, che scatta all'indietro.
Ellie sbuffa mentre la sua migliore amica, sta facendo da crocerossina al caro neozelandese, che si bea dolcemente delle attenzioni della "hobbit".
-Ti fa tanto male?-
-Un pochino… Hai parecchia forza nelle braccia… Fai sport?-
Oh ma andiamo, Dean! Che schifo di frase! Se non ci stai provando spudoratamente sono un panda azzurro.
Sarei adorabile come panda azzurro… Dean, Aidan, pensa a Dean.
La ragazza (più scema di quel che pensavo) ridacchia dolcemente, per poi scuotere la testa quasi impercettibilmente
-Sono una frana con gli sport…-
-Ma andiamo! Hai anche una buona mira!-
-Quello che ha fatto centro era il primo di dieci tiri…-
Che figura di m…
Ellie, che osserva la scena con un certo interesse sputa acidamente
-Fanno venire il vomito di mattina…-
La mia dolcissima tesorina…
-Sono carini…-
-Si stanno passando sguardi carichi di lussuria e hanno fatto un casino del porco mondo mentre preparavano la colazione. Mi stanno facendo venire la nausea. E poi Chiara ha appena lasciato uno fra i miei migliori amici. Il vomito-
Detto questo fa cadere "accidentalmente" la borsa sul pavimento, che distoglie i due angioletti dalla loro occupazione.
Ci avviamo lentamente verso il gate, per fare l'imbarco.
Quando arriviamo al nastro del check in troviamo delle vecchie conoscenze che aspettano di passare, o meglio, una delle due sta aspettando tranquillamente di passare, mentre l'altra sta urlando contro un addetto di finire in fretta la pausa pranzo, perché hanno un aereo da prendere.
-Aidan! Dean!-
Ellie e Chiara aprono leggermente la bocca quando vedono chi ci sta venendo incontro con la solita prontezza e allegria.
-Orlando! Vedo che Lesley ha già iniziato ad urlare contro qualcuno…-
Orlando fa spallucce, stringendo la mano ad Ellie e a Chiara
-Lo sa fare bene… Di solito è adorabile, ma ci pianta degli urli quando le girano!-
-Somiglia tanto a qualcuno… Orlie, questa è Ellie. La mia fidanzata segreta-
-Pff. Se non sono segrete non sono fighe, no?- disse Orlando con uno sbuffo divertito
-Esatto, Bloom. Ora, se non ti dispiace, fammi salutare i novellini-
Lesley era vestita pesante, anche lei da viaggio e aveva due grossi trolley che si trascinava dietro. Mi gettò le braccia al collo
-Ciao Aidan!-
-Ehi Dalton! Cuccia! Sono prenotato!-
Lei ride e si presenta alle ragazze, poi corre ad abbracciare Dean
-Sbaglio- mi bisbiglia Ellie all'orecchio –O quella è Hery?-
-Non sbagli. Ma è più probabile che tu l'abbia vista altrove. Ha fatto carriera, dopo LTR. E' simpatica, sono certa che andrete d'accordo-
-Certo. Basta che si tenga il suo figo della miseria senza sconfinare nel territorio del mio figo della miseria-
-Apprezzerei anche io- aggiunge Orlando –O altrimenti saremmo costretti a vendicarci noi due, no?-
Ellie sorride con una stupidità assurda negli occhi chiari e quasi mi viene voglia di asciugarle la bavetta. Ma si risveglia dal coma e con un sorriso mi passa il braccio sotto l'ascella
-Ma me lo tengo stretta… Ho certi modi per tenermi un uomo e ti assicuro che sono efficaci…-
Orlando ride e abbraccia Lesley, che intanto è tornata dal suo giro di ricognizione del gate
-Ne sono certo!-
-Ora, signori, ho finito di mangiare. Se volete possiamo iniziare…-
-Era anche ora! Ma le pare che dobbiamo aspettare! E se fossimo arrivati in ritardo per prendere il volo…?-
-Lesley!-
Orlando la insegue, mentre lei brandisce una borsetta e la agita come una clava.
-Signori e signore- dice Dean –Siamo pronti per un'Avventura.-
 

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Capitolo 15
*** Parliamone, le hostess sono da impalare. ***


La sociopatica si dilunga.
Salve care! E cari, magari.
Vi ringrazio tanto! Chi ha messo la storia tra le preferite, le ricordate o le seguite è abbracciato a distanza. Sentite la stretta alla Koala? Grazie grazie grazie!
Le recensioni sono tante e per ogni capitolo, cosa che mi entusiasma tantissimo. Grazie ancora.
Sono partiti!
Lesley è un personaggio di invenzione di Panenutella! E' immaginario e non ha mai fatto parte del cast del ISDA (o LOTR, se avete un indole particolarmente ingleseggiante) è preso dalla fanfiction "La mia vita sul set" (Categoria "Il cast del Signore degli Anelli") e ha una relazione con Orlando! Ho il permesso dell'autrice di utilizzarlo e mi ha anche dato la sua benedizione.
Detto questo vi lascio alla storia, che cercherà di essere più fedele al lavoro fatto possibile. Mi baserò sui filmati dei blog, sulle riviste, su wikipedia… Ma sono sostanzialmente una stupida, quindi perdonatemi se tiro cacchiate come fossero riso agli sposi…
 
Grazie mille!Ci sentiamo presto!
 
A fallingslowly, la mia migliore amica. Ti amo piccola hobbit.
A Panenutella, che mi ha prestato il suo splendido personaggio, spero di renderlo bene come tu vuoi!
A Neryssa, che ha scritto una storia splendida e che è una tra le migliori autrici che per il momento ho incontrato su questo sito, grazie mille per i consigli e per la splendida storia, che mi fa ridere e commuovere!
 
 
 
Capitolo 15
 
*Ellie*
 
Cinque minuti dopo siamo seduti sulle sedie di plastica della sala d'aspetto. Pian piano arrivano alla spicciolata tutti i membri del cast. Da prima Martin, poi Elijah, Grahm, Adam, James, Evangeline, Ian… Pian piano che si avvicinano il mio nervosismo cresce, fino a diventare quasi palpabile. Stritolo le dita di Aidan in una morsa letale e guardo Lesley, seduta di fronte a noi, che invece ostina una tranquillità che si ottiene solo dopo diversi film e diverse situazioni analoghe. Sta seduta a fianco ad Orlando con una rivista di gossip sulle ginocchia. La prima pagina ipotizza il tradimento di qualche celebrità con un panettiere. Io ipotizzo invece di buttarmi dalle ampie vetrate che danno sulle piste d'atterraggio assieme ad Aidan, che ha la faccia di uno che sta per vomitare anche l'anima. Orlando si alza dalla sedia e tocca piano una coscia alla sua ragazza, che lo raggiunge a sedersi accanto a noi.
-Nervosetti, eh? Sembrano me al primo giorno, no OB?-
-Ah ah. E tu eri così agitata… Avevi finito la scuola da quanto? Due giorni?-
-Stavo facendo le valigie per tornare a casa, quando quel maniaco di Jackson mi ha chiamato a bordo…- rifila uno sguardo di sbieco ad Orlando e gli sfiora la mano con un gesto tanto dolce quanto abituale –E dobbiamo ringraziare lo Zio Ian, se adesso siamo qui...-
Si baciano dolcemente davanti a noi, che sorridiamo.
-Quanto tempo?- chiede Aidan alla coppia che ha appena finito di tubare
-Oh. Ci siamo messi insieme dopo l'inizio della Compagnia dell'Anello… Con un bel paio di rotture ma sempre finite bene, possiamo dire… Saranno una decina d'anni?-
-Oddio- ride Orlando –Suona così male!-
Lesley gli rifila una gomitata nelle costole, che non gli impedisce di contagiare tutti con la sua risata squillante
-Siete molto carini!-
Lesley studia per un attimo le facce delle persone che ci circondano per poi rivolgerci un sorrisino
-E voi, mascalzoni? Da quanto vivete tra le spire del più grande serpente? Azzardati a fare la battuta, Aidan, e non ti rivolgo più la parola-
Aidan mima il gesto di chiudersi la bocca con una chiave, che poi getta alle spalle.
-Sarà una settimana… Cinque giorni, per essere precisi quattro. Non mi ricordo con precisione a che ora mi ha baciato sulla porta dell'appartamento…- bisbiglio
I due ridacchiano e ci fanno le loro congratulazioni per poi indicare i due piccioni originali, che al momento stanno commentando un articolo di un quotidiano europeo, ad una distanza che lascia ben poco all'immaginazione. Dean è accovacciato dietro alla sedia di Chiara e sbircia il giornale da dietro la sua spalla, sussurrandole quasi nell'orecchio.
-Oh, non gliene parlare! Ellie ha dei problemi con la Diara… Lei è la sua migliore amica e ha appena rotto con il suo storico fidanzato, nonché loro caro amico… Diciamo che no fa propriamente i salti di gioia…-
A quel punto fa il suo ingresso Luke Evans, Bard, con un grosso borsone a tracolla. L'ultimo arrivato corre verso di noi con una certa ansia. Ci avvisa che Peter sta arrivando e che non è il caso di farsi trovare senza le carte d'imbarco in mano, dato che ha appena fatto una corsa dal taxi ed è palesemente alterato. Le mie dita lasciano la mano di Aidan con una velocità vista prima solo da Speedy Gonzales.
Il cast al completo è pronto a partire, mentre io inizio a sentire l'effetto del sonnifero. Peter arriva da lì a qualche minuto, bagnato fradicio. La giornata luminosa che poco prima avevo visto dalla finestra di camera mia si è tramutata in un classico pomeriggio londinese, vale a dire piovoso.
Peter saluta tutti con un gesto della mano e si avvia per primo davanti al banco dell'assistente di volo. Uno sguardo d'intesa con Chiara mi porta subito nella mentalità lavorativa.
-Peter? Un bel sorriso!-
Questo si volta e si mette in posa accanto all'aereo, seguito a ruota da tutto il cast, che dopo la prima foto si riunisce accanto a lui. Incollo i miei occhi a quelli di Aidan, che mi sorride dolcemente.
 
****
 
-Si prega di allacciare le cinture, seguire prego la dimostrazione dell'assistente di volo…-
Tremo e seguo la dimostrazione della ragazza. Ragazza che sembra pronta per posare per una rivista di moda. Sbuffo, trovando lo sguardo di Aidan sulla hostess. Cerco di convincermi che è solo per non procurarsi un trauma cranico contro il sedile di Richard, ma non riesco a tranquillizzarmi. Incuneata tra Lesley e Chiara, nella fila da tre adiacente al fianco, sento perfettamente i motori che vibrano sotto il mio culo fasciato in denim e l'ansia montare dentro il petto.
-Se muoio… Ah, no. Muori anche tu con me. Scusa. Sto zitta. Ti voglio bene, ok? Ok?-
-Ell… Quando inizia a fare effetto il sonnifero?-
-Credo adesso, ma dubito che mi risparmierà il decollo. E sai che lo odio, il decollo. Non è naturale-
-Tesoro, hai bisogno che ti ricordi le statistiche? Avanti. Non cadrà.-
-AAH! Non dirlo! Porta sfigaaa!-
-Ellie, ti prego, calmati! Va tutto bene. Ora ti addormenterai. Andrà tutto bene. Te lo dico io. Ho viaggiato tante volte su questi voli. Sono sicuri- bisbiglia Lesley, mettendomi una mano sulla spalla e facendomi aderire la schiena allo schienale del sedile.
-Mhmm…- tuttavia il sonnifero inizia ad offuscarmi la vista, proprio mentre le enormi ruote iniziano a rollare sull'asfalto della pista.
Mi si chiudono gli occhi e sento a malapena una voce familiare che urla
-CI SIAMO DAVVERO! CHI VUOLE LE CIAMBELLE?-
E mi addormento con la consapevolezza che il disastro che si sta per svolgere non ha niente di aereo.
 
*Aidan*
 
Mi volto verso Dean e, con un cipiglio che, devo ammettere, ricorda molto quello di Ellie, gli bisbiglio
-Adesso mi spieghi quello che stai combinando con Chiara, Dean… Ellie si sta preoccupando-
-Non sto facendo nulla! E poi non abbiamo fatto assolutamente niente di male. Ti ricordo che lei non è fidanzata e non stiamo insieme. E' solo… Che mi piace. E voglio vedere come va… Magari non succederà nulla, ma intanto…-
Gli faccio una smorfia
-Io non ho problemi… E' Ellie che mi preoccupa tanto. E' molto protettiva con lei. E non voglio rovinare nulla per causa tua, lo sai che a questa ci tengo-
Sbuffa e poi sorride, tirando fuori l'Ipod dalla tasca e mettendosi le cuffie nelle orecchie
-Abbiamo dieci ore e passa prima di fare scalo a San Francisco. Ho intenzione di dormire, ascoltare musica e leggere. Tu? Vuoi parlare tutto il tempo della tua bella addormentata?-
-Nah… Credo che mi uccideresti-
-Esatto. Ora, se permetti, mi immergo in un mondo fantastico di musica e sonnolenza…-
-Ti seguo a ruota…Non appena avrò chiarito una cosa con Chiara…-
-Ma perché in tutte le cose i cui siamo invischiati finiamo a tramare e fare discorsetti alle migliori amiche delle persone con cui stiamo?
-E' la vita…-
-Solo la nostra… Scommetto che Orlando non faceva 'ste cose con Lesley…-
A quelle parole l'interpretato si volta e ci guarda fisso per qualche secondo, per poi aggiungere con voce sepolcrale
-Quando io e Lesley abbiamo rotto per la prima volta e sembrava che dovesse essere la fine, Billy e Dom avevano fondato un'agenzia Ricuci Rapporti. No che non siete gli unici-
Rido e scuoto la testa mentre mi avvicino alla fila delle signore, dove la mia fidanzata sta in coma.
-Ragazze… Chiara, posso parlarti un attimo? –
-Certo, non ci sono problemi, ma va tutto bene?-
Sembra un pochino preoccupata, in effetti, ma tranquillamente cerca di sistemare le pieghe sul maglione e si alza dal sedile con uno scatto.
-Dimmi pure-
-Vorrei parlarti di Dean…-
-Oh…-
-Prima che lo facci Ellie, intendo… Sai, con la sua delicatezza potrebbe farti capire che non è una buona idea ma tu devi rifarti una vita dopo il tipo e non so cosa dire senza sembrare invadente… Ma sappi che Ellie è un pochino preoccupata e vorrei avere delle cose da dirle la prossima volta che si mette a sclerare sul fatto che è troppo presto e che soffrirai e che morirai di sifilide (che Dean non ha, per la cronaca…)-
Lei ride e poi mi appoggia una mano sulla spalla, che attira su di se tutti gli sguardi dei presenti. Lei se ne accorge e trasforma il gesto in una pacca "scaccia-qualcosa-che-entrambi-vediamo-ovvio-certo-assolutamente-come-voi-non-vedevate-l'immensa-cosa-che-lei-mi-ha-tolto-dalla-spalla?" e continua, lievemente imbarazzata
-So gestire la situazione, che mi piace. Non è nulla di complesso come una relazione, ma è solo semplice flirt… Non c'è nulla di male, no?-
Sorrido
-Nulla… Basta che ti prepari alle aggressioni di tutte le fan di Deano…-
-Ellie fa autodifesa ed è brava, indovina chi le fa da capocorso?-
-Tu?-
-No, la mia vicina di casa. Mi ha insegnato un sacco di mosse utili, sappi che mi so difendere abbondantemente…-
Ridacchio e la lascio tornare al suo posto, dove Ellie sta lievemente tremando nel sonno. Londra è passata ormai da un pezzo e l'Oceano si distende sotto di noi. Io ho volato tante volte, ma è comunque un'immagine impressionante.
La stanchezza mi prende anche se è a malapena l'una del pomeriggio. Ci mancando nove ore per arrivare a San Francisco. Altrettante per arrivare a Wellington, più o meno. Un colpo al cuore a sapere quello che ci faranno fare… L'ansia mi prende il petto e mi costringe a sedermi al mio posto, accanto a Deano, che già ronfa, il fetente.
Dopo poco rispetto la mia promessa e mi unisco a lui, russando adagiato allo schienale.
 
*Ellie*
 
Sento delle voci, che concludo appartengano a Lesley e a Chiara attorno alla mia testa e senza aprire gli occhi chiedo
-Quanto manca…?-
-Circa… Tre ore. A San Francisco.-
-Lo scalo durerà due ore… Poi ripartiamo-
Apro gli occhi. Fuori dal finestrino è notte inoltrata.
-Fiuu. Stiamo praticamente per atterrare… No? Ditemi di sì-
Lesley sorride e fa un cenno a qualcuno alle nostre spalle
-Più o meno… Il volo è stato tranquillo. Nessun problema, come volevasi dimostrare… Eccovi ragazzi! Eravate spariti!-
I tre dell'Ave Maria sono ricomparsi dal nulla con pieghe sui maglioni e lo sguardo sbattuto di chi ha dormito con la faccia premuta contro il logo in sovraimpressione del coprisedile dell'aereo.
-Mhm. Sì. Les. Fammi sedere e mi addormento in piedi e alla prima virata dell'aereo finisco addosso alle altre belle signorine… Non credo che i ragazzi apprezzerebbero, nevvero?-
Aidan alza le sopracciglia in un gesto esplicito mentre Dean arrossisce vistosamente abbassando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe. Uomini. Almeno siate decisi nelle vostre decisioni.
Lesley si alza e lascia sedere Orlando, per poi sedersi addosso a lui, guadagnandosi gli sguardi/stilettate delle hostess, che si consolano presto avventando i loro occhietti famelici sulle chiappe dei nostri uomini. Nostri. Nuestros hombres. Claro?
Cazzo, quel sonnifero era bello forte, ma non seda neanche un pochino l'immensa voglia che ho di accoccolarmi contro il petto di Aidan e cercare di sopportare stoicamente l'atterraggio. Credo che urlerò. Tanto per togliere gli occhi di quelle hostess dal CULO DEL MIO UOMO.
Mi devo accontentare di uno sguardo eloquente e di un cenno quasi impercettibile della testa che indica i bagni chimici dell'aereo.
Mi alzo con una certa urgenza appoggiandomi ai braccioli dei sedili e cercando di non svegliare gli altri passeggeri, che stanno lievemente crollando sui sedili. Varco la porta del bagno e mi ci chiudo dentro, sedendomi sulla tazza e respirando piano. Sono un pochino gelosa di Lesley e Orlando, del resto loro possono baciarsi e abbracciarsi quanto pare a loro, mentre io per questo rischio di perdere il lavoro. Fantastico. Veramente. Vorrei piangere per la frustrazione, ma non ne ho veramente bisogno. Vorrei solo abbracciare e baciare Aidan, sfogando la mia frustrazione sul suo collo e sulle sue labbra.
Non tarda molto, circa cinque minuti dopo il mio ragazzo è in quel bagno e mi abbraccia, sussurrando ai miei capelli
-Ancora poco… ancora poco… ancora poco-
-Se non crepiamo durante il volo!-
Si lascia andare ad una risata tesa, distendendo le spalle.
Mi prende il viso tra le mani grandi e me lo riempie di piccoli baci, che mi fanno strizzare gli occhi per la barba, mentre mi bacia la fronte, il naso, le guance e la bocca, cospargendola del suo profumo.
Costringendolo ad un bacio un poco più profondo, finisco con la schiena premuta contro la parete del bagno. Le sue labbra scendono piano lungo il collo, scostandomi ciocche ribelli dalla pelle di solito bianca, che si ricopre velocemente di segni rossi dove la barba l'ha strofinata.
La sua mano corre all'interno della coscia, cercando con ansia crescente il bottone dei jeans, ma veniamo interrotte nelle mie fantasie da film da un leggero colpo alla porta, che lo fa istantaneamente volare contro la parete opposta del bagno e mi fa ricomporre la crocchia con gesti veloci, dettati dall'esperienza. Non l'esperienza a scopare in aereo, ma quella a rifarmi crocchie spettinate dall'irruenza maschile.
La voce di Martin si fa strada oltre la porta di plastica fino a raggiungere le nostre orecchie rosse.
Aidan socchiude la porta
-Ehm… Ad Ellie era caduto il telefono nel water. E io la stavo aiutando a riprenderlo-
-Ma certo, Aidan… riallacciati la zip, prima di tornare di la-
Dice, proponendoci un sorriso a dir poco malizioso sul visetto da topo.
Stramaledetto Martin e il suo dannato olfatto per le situazioni compromettenti!
Mi sento un cattivo di Scooby Doo con la sua solita frasetta: Se non fosse per questi ragazzacci e il loro dannatissimo cane l'avrei fatta franca!
Se non fosse per quel dannatissimo attore e per il suo sesto senso l'avrei fatta franca!
 
 

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Capitolo 16
*** Più che attori sono spie della CIA... ***


N.d.A. Salve a tutti! Dopo un periodo di lunga attesa, in cui sono certa che vi sono mancata *si autoconvince* eccomi qua!
Ve la tiro breve, alla fine del capitolo troverete il link della pagina facebook officiale che ho creato mentre ero annoiata.
Yaba daba doh. Adieu.
Capitolo sedici
 
Aidan si appoggia di nuovo alla parete del bagno, sospirando, a metà tra il divertito e il preoccupato.
-Dobbiamo sistemare questa situazione.- bisbiglia, passandosi una mano fra i capelli.
-Decisamente non potrà essere così sul set, figurati. Martin ci ha beccati in aereo! Vogliamo parlare del fatto che quell’uomo ha un gusto inquietante e dovrebbe aprire un’agenzia investigativa?!- gli rispondo io, altrettanto preoccupata. Ho ancora il batticuore da quando il Signor Freeman, non me la sento di chiamarlo in altro modo senza prorompere nel volgare, è entrato nel bagno, dove noi ci stavamo “intrattenendo dolcemente”.
-E allora…?- è perplesso, si vede che sta pensando con tutto se stesso ad una soluzione.
-Lo diciamo a Peter. O meglio, estorciamo a Peter cosa farebbe nel caso due suoi dipendenti stessero insieme e che fanno di tutto…- sputo io, cercando di non assumere un’aria di sufficienza.
-La tua laurea è meritata- ridacchia
-Lo so-
Si da la spinta e preme di nuovo il suo corpo contro il mio, baciandomi ancora con tutta la foga del momento, una via di fuga dalla situazione barbina, un bacio, un lavoro importante, la tremenda botta della sua capoccia contro il soffitto… EH!?
-DIO!-
Si getta all’indietro, tenendo la testa con le mani. Lo amo, ma non è tutta ‘sta agilità.
-Tesoro?-
-Sto bene, credo… Non è plastica, è marmo!-
Sbuffo divertita mentre gli do un bacio sulla botta, facendolo gemere infastidito.
-Ahi…-
Gli bacio ancora la testa, e lui si siede sul water, prendendomi in braccio.
-Non vorrei tornare di là…- bisbiglia alla mia clavicola
-E’ anche il mio sogno vivere in un bagno-
-Sai che intendo…-
-Sì, lo so- poso un altro bacio sulla sua testa, che grazie al cielo non sanguina
-Non è grave- bisbiglio ai suoi ricci
-E’ solo una botta, Capitana Ovvio-
-Ne prenderai tante sul set!- la mia voce si alza involontariamente di un paio di ottave, rendendomi quasi isterica.
-Ah! Dai Ellie! Andrà tutto bene!-
Perché lui SA.
-Andiamo ad interrogare Peter- dico.
-O- Ora?! Non è una grande idea andare lì e dirgli “Ehi Peter, ti darebbe fastidio se, per caso, due dei tuoi dipendenti scopassero”?! Un poco antisgamo!- anche la sua voce sa raggiungere delle belle notine, e me compiaccio particolarmente quando la sua voce diventa così acuta da non uscire che con un sibilo dalle sue labbra schiuse.
-Esatto. Ho un piano.- gli dico, piantando un indice sulle sue labbra e mettendo fine alla sua sfuriata in acuto. Lo bacio ed esco dal bagno con uno scatto fulmineo, prima di poter cambiare idea.
Tutti sono svegli ora, ma soprattutto Peter lo è.
Mi siedo davanti a lui.
-Posso farti qualche domanda? Ho paura che sverrò di nuovo all’atterraggio e che dopo sarò così piena di sonniferi da non riuscire più a fare nulla…- sorrido innocentemente.
-Certo, Eleonora. Dimmi pure, o meglio, chiedimi pure.-
Mette in stend by il computer e guarda l’orologio.
-Grazie, chiamami Ellie, per favore. Così mi chiama solo mia madre.-
-Certo, allora… Ellie, chiedi pure-
-Allora! Siamo partiti! Cosa ne pensi?-
­-Sono veramente eccitato, Ellie! Ho già visto parecchi dei miei collaboratori che tentavano il suicidio, quindi non sono l’unico che vuole crocifiggersi per l’ansia!-
Rido –Li ho visti anche io! Stiano attenti la sotto, se riescono a forzare i portelloni potrebbero esserci precipitazioni!-
Mi passa un brivido lungo la schiena.
-Già, ma sono positivo! Ottimo cast, ottime location, ottimi effetti speciali. Diciamo che sono ottime basi per un film. Anche il romanzo è un’ottima inizio-
-Hai intenzione di cambiare tanto del romanzo?-
-Alcuni, è ovvio. Vorrei evitare di anticipare tanto, ma ho intenzione di ampliare e aggiungere parti.-
-E’ trapelato che non approva l’assetto maschilista del romanzo, e che saresti intenzionato a…-
-E’ esatto. Infatti ho intenzione di aggiungere un personaggio femminile, e di riproporre una nostra vecchia conoscenza…Il nuovo personaggio accrescerà di molto una parte che altrimenti sarebbe solo… di contorno.-
-Uh! Così mi incuriosisci! Su questo aereo ci sono molte vecchie conoscenze, devo presupporre che avranno una parte nel tuo operato!-
-Decisamente un’ottima deduzione! Sì, ho in programma dei camei, per cercare di introdurre meglio la storia…-
-E mi sembra che siano felici di essere tornati! Ho parlato con Lesley e Orlando di questo e sembrano a dir poco entusiasti!-
 -Esatto! I due piccioncini avranno poche parti, ma importanti… Per un certo periodo il set della Compagnia dell’anello è sembrata la redazione di una rivista di gossip. Tra i triangoli, Dom e Billy che continuavano ad andare in giro bevendo caffè, Sean che pregava prima di salire sugli elicotteri e Bean che svicolava quando gli davamo i calendari con le scene di esterno… Tutti sapevano di tutti e stava diventando imbarazzante girare con loro! Mi ricordo quando la stampa ha beccato Les e Orlando la prima volta. Les ci ha piantato su un casino! Ma li abbiamo perdonati, del resto sono o non sono adorabili?-
Ahaaa! Beccato!
-Decisamente! Sono adorabili e ti devono molto! Sei praticamente il loro Mecenate!-
-Ovvio, Peter Jackson, regista e Mecenate delle coppie sul set! Almeno finché lavorano possono fare ciò che vogliono!-
Cuore che manca un battito, deglutisco.
-Quindi… Sei favorevole alle coppie?-
-Ovvio. Chi sono io per tarpare le ali all’amore?-
-Certo!- mi impedisco di saltare in piedi e fare un balletto –Hai intenzione di affrontare delle scene in maniera… Particolarmente particolareggiata?-
Ride, rido.
-Certo, saranno molto precise le scene della battaglie, ma vorrei in particolar modo focalizzare l’attenzione su due scene, che credo saranno entrambe nel secondo film. Aspetta, l’hai letto il libro?-
Tiriamola breve.
-Sì, certo. L’ho amato molto, anche se non mi ricordo mai il numero esatto dei nani, e li devo ripetere…-
-Allora… ci sarebbero le scena dei… dei ragni- rabbrividisce -E quella delle botti, anche se credo che verrà caratterizzata da qualcosa in più…-
Ah, è vero. E’ aracnofobico. Mi strizza l’occhio e guardi l’orologio.
-E’ tardi- aggiunge –ti consiglio di andare dalla tua amica e poi a parlare con Aidan e Dean. Saranno contenti di sapere cosa hai scoperto…-
Sbianco di colpo, per poi arrossire.
-Allora…-
-Sì, cara. E’ un poco dura non accorgersi di nulla quando stai per tre ore in sala riunioni…-
-Oh-
-Ti prego Ellie, calmati. Stai iper ventilando.-
-E’ un pochino dura stare calme, ma sono certa che, se fossimo a terra, avrei appreso la notizia con un filo più di…Onore.-
Ride e mi prende il polso fra le dita
-Ti prego, stai calma. Ora vai da Aidan, ti sta guardando con due occhi grandi come padelle e credo che mi aggredirà se non tolgo le dita dal tuo polso, quindi dammi una buona ragione per evitare di controllarti le pulsazioni. Adesso, riprendi a respirare e, per favore, vai da Aidan. Mi sta per aggredire e un’aggressione al suo primo regista importante non gli garantirebbe una grande carriera-
Riprendo a respirare e mi alzo dal sedile, anche se mi gira lievemente la testa. Noto, in effetti, che Aidan sta si sta trattenendo dal corrermi addosso per controllare come sto. Sono io che però gli vado incontro (incontro= gli salto praticamente in braccio) e faccio aderire il mio petto al suo, mentre gli sguardi di tutti si concentrano su di noi.
-L’inquietantissimo Peter sapeva. Ci da il via libera-
Momento di silenzio.
Bacio.
Applausi.
Le mani sui miei fianchi non mollano la presa e mi sollevano da terra, approfondendo quello che era già, senza alcun miglioramento, un bacio da dieci e lode.
Elijah, che era venuto a sedersi accanto a Leseley, da bravo migliore amico (il mio è difettoso, mi ruba i pop corn, è più soggetto al ciclo delle donne…) si mette a pestare i piedi, seguito a ruota dagli altri Hobbit, mentre gli elfi si lanciano in fischi d’apprezzamento. Le mie labbra si separano da quelle di Aidan per colmare un’esigenza biologica stronzissima: il respiro.
Dean gli da una pacca sulla spalla e io mi siedo accanto a Chiara, Lesley, Evangeline ed Elijah (che, per qualche strana ragione che mi sfugge, è seduto con le bambine), mentre i maschietti fanno a gara a chi ha più testosterone. Aidan continua a ricevere pacche sulle spalle da tutte le parti (a me basta che stiano sopra il punto vita) e ricevere commenti su di me da tutte le boccucce di rosa che sono su questo aereo.
Tutte le ragazze, e Elijah, continuano a ridere e scherzare, mentre io mi estranio un attimo, a parlare con me stessa, come facevo da piccola, quando non avevo nessuno con cui parlare.  Non lo facevo… Dal liceo.
Eleonora! Come l’ha preso tua mamma il quattro in matematica?
Dipende da quale, sono passati tanti anni ormai… Sei da aggiornare.
Da quanto tempo non ci sentiamo! Ti sei poi sposata con il tuo amore? Dicevi che era la persona giusta…
Ne ho passati una paio, non mi ricordo a quale tu ti riferisca… Ma lo dicevo io e basta. Ora sto con la persona migliore del creato…
Uno dei Jonas?
No! Non sono una pedofila! E’ un attore, dolce, bellissimo, intelligente… E’ quello giusto, ne sono certa.
Se lo dici tu, cara. Ma allora perché mi parli ancora? Quando avevi quindici anni avevi anche le tue motivazioni, lo so. Tanti problemi e poche persone a cui parlarne. Ma ora? Sai bene di non avere gli stessi problemi, sei accettata, fai bene il tuo lavoro, hai degli amici… Perché hai ancora bisogno di me?
Sembra tutto un sogno.  Sai com’ero da piccola. Ero così… fragile. Sono la stessa persona, anche se sono così cambiata? Mi sembrava giusto pensarci su. Non voglio dimenticare ciò che mi ha fatto diventare come sono, mi capisci?
Certo, lo capisco. Elelonora, sei cambiata tanto, ma in meglio. Credo che ora tu possa definirti quella che volevi tanto essere “l’eroina di te stessa”. Non hai bisogno di nessuno per salvarti, sai farlo da sola. E ti ricorderai per sempre gli anni peggiori della tua vita, ma come monito.
Grazie, voce…
-Ellie? Ellie. Ellie?! Allacciati quella cazzo di dannata cintura, stiamo per atterrare!-
Quella che mi ha appena svegliato dal mio viaggetto attorno alla mia testa, è la mia migliore amica. Quella che, quando avevo quindici anni, ha fatto sì che smettessi di usare la mia vocina/psicologa.
-Ti voglio bene, Chiara-
-Ti voglio bene anche io, cara. Ma allacciati quella cosa, o ti strangolo-
Mi lego la cintura e stringo le dita di Chiara, socchiudendo gli occhi. Vedo Aidan che parla tranquillamente con Dean. Quasi sentisse la forza del mio sguardo su di se, si volta e mi sorride.
Un sorriso sincero, che m’illumina per qualche secondo. Poi le ruote urtano l’asfalto e lancio un urlo da svegliare i morti.
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Capitolo 17
*** La legge di Murphy colpisce ancora. ***


Capitolo Diciasette
 
San Francisco è davvero splendida, vista da dietro i finestroni di un dannato aereo porto. Infatti la sosta è di sole due ore, quindi è impossibile qualsiasi visita.
La voglia di risalire sull’aereo dopo dieci ore di volo è palpabile, soprattutto per chi ha la fobia, del volo.
In poche parole, due ore stressanti e caldissime.
Abituati come eravamo alla fredda e dannata Londra, San Francisco ha la temperatura del fuoco.
Appoggio la testa al tavolo, cercando di convincermi che le due ore stanno scivolando. Per la prima volta nella mia vita vorrei essere su un aereo invece che per terra. Lo dico a Chiara e lei lo segna come “avvenimento importante” su Facebook. L’amore, lei.
Aidan è in coma accanto a me, l’unico movimento che fa è giochicchiare con il passante della cintura, nell’attesa che Dean rientri dall’area fumatori.
L’occhio mi cade su Lesley e Orlando, che stanno pisolando testa contro testa, nell’attesa che chiamino il nostro volo. Un particolare interessante attira il mio sguardo sul collo della ragazza, e tiro una gomitata a Chiara.
-Chia…?-
-Eh?-
-Ti ricordi gli Oscar del 2004?-
-Come potrei mai dimenticarli… Avevamo diciannove anni, avevamo convinto i ragazzi a vedere la cerimonia invece che andare al cinema a vedere quella gran merda di “Cinquanta volte il primo bacio”…-
-Già. Ti ricordi? Orlando che…-
-Oh. Alla fine si sono sposati?-
-No, ma guarda il collo di Lesley-
Vedo Chiara voltare di scatto la testa verso la ragazza, probabilmente sfasciandosi otto vertebre e distaccandosi delle placche del cranio, ma fa nulla. Vede quello che vedo io.
-Mado…cina-
Un anello, paurosamente simile all’Unico, brilla appeso a una catenina ed esce dal colletto aperto della camicetta. Lo sguardo di entrambe corre al dito di Orlando, che ha la replica dell’anello di Lesley all’anulare, cosa che ci convince definitivamente che quello non è l’Unico, per chiari motivi.
-Oh. Ma che cosa carina!-
-Sono sposati da… sette anni e non lo sa un cane?!-
-Sarà stata una cosa privata…-
-Scoop… scoop… scoop… scoop-
-Non lo faresti mai…-
-Se mi danno il permesso eccome-
Chiara fa un salto di tre metri, e mi accorgo che Dean è tornato dall’aerea fumatori e si è seduto accanto a noi. Aidan si è addormentato con il dito in uno dei passanti della cintura.
-Nulla da fare, eh? Questo ha i ritmi del sonno di un poppante…- ridacchia
-A me basta che non lo svegli come hai fatto l’ultima volta…- il ricordo mi fa ancora tremare.
Ride e Chiara ci guarda perplessa.
-Non credo di voler capire…-
-Nulla di scabroso, bei ricordi di innocenza…-
Dean le fa passare un braccio sulle spalle con tutta la nonchalance che si può mettere passando un braccio attorno alle spalle di una ragazza che tiene in mano un Iphone*.
 Lei gli rifila un’occhiataccia, ma lo lascia fare.
-Abbiamo fatto una scoperta sensazionale- dico in tono confidenziale al migliore amico di quello che dorme.
-Sarò una tomba- chiude la sua bocca con una chiave immaginaria e la getta alle sue spalle, cosa che fanno tutti da queste parti.
-Orlie e Les, a quanto pare, sono sposati!-
Dean sbuffa.
-Qualcosa che non sapessimo tutti? Noi lo conosciamo Orlando, ce l’ha detto-
-Ma lo sanno tutti? Non mi pare sia ufficiale…-
-No, non lo è-
Chiara ha internet alla mano e tiene sotto il naso la pagina di Wikipedia di Orlando, che lo da libero come l’aria. Con gli occhiali sulla punta del naso, il telefono ad un pelo di topo dagli occhi e la maglietta dei Queen ( N.d.A sì, mia dolce e cara creatura. Hai la maglietta del tuo gruppo preferito. Sia perché piacciono a te, e me lo ricordi citando a memoria la discografia ogni cinque minuti, sia perché piacciono a me, cosa che tendi a dimenticare, tanto amore) sembra così tanto l’adolescente che sfrangiava la Benedetta ogni dieci minuti con un nuovo spoiler su qualche film.
-Il volo n. 62442 per Wellington è in partenza dal gate 7-
La voce meccanica che chiama il volo mi ricorda che dovrei piagnucolare.
Piagnucolo.
Chiara lo scrive su facebook.
-Aidan… La tua ragazza sta per mettersi ad urlare-
Credo che, quando Dean avrà dei figli dovrà farli svegliare alla moglie, se ci tiene alla sanità mentale di questi. Dato che è così bravo a non farsi pisciare addosso, a non sfondare i timpani, a mettere ansia ai dormienti, cavolo.
-Che?!-
Io sono troppo impegnata ad avere un attacco di panico, per tranquillizzarlo.
-Ell? Dobbiamo andare…-
Raccolgo le gambe al petto e scuoto la testa.
Aidan non cerca di convincermi, non mi accarezza la schiena ne mi offre un caffè, tanto per fare qualcosa.
-Dean, ce la fai con due trolley in più?-
Faccio appena in tempo a formulare il pensiero coerente che prende la forma di “ma che cazzo…?!” che Aidan mi fa la presa del pompiere** e mi porta di peso al gate, con Dean e Chiara che ci trotterellano dietro ridendo come due cretini mano nella mano e con me stessa che urla come una capra di montagna col ciclo.
Tutto troppo per me, valuto l’idea di svenire, ma sarebbe poco d’effetto, visto che sono sulle spalle del mio coglione irlandese e di prenderlo a calci non se ne parla, visto che ci tengo al suo bel nasino.
Decido di continuare a berciare accanto al suo orecchio per tutta la tratta Sala di aspetto/gate sette, dove mi mette giù, davanti ad una hostess vagamente spaesata.
-Pezzo di merda-
-Eh?-
-Ti amo- parlare in italiano da dei vantaggi.
 
***
 
-Sto per decedere-
Sono seduta tra Lesley e Chiara, nella stessa situazione di dodici ore prima.
Io piango, loro cercano di calmarmi, io tento di scappare, loro mi legano con la cintura di sicurezza.
Il problema serio arriva quando cerco le pastiglie… e non le trovo.
Come nei cartoni la nuvoletta che veleggia sulla mia testa m’informa che il blister è in valigia, nella stiva.
A quel punto svengo.
 
***
Quando riapro gli occhi sono sdraiata per terra sul pavimento dell’aereo, con la  mascherina dell’ossigeno posata sul viso. A pochi metri da me c’è Aidan che sta litigando furiosamente con una hostess, che sta berciando qualcosa su status di salute random.
Mi tolgo la mascherina e cerco di alzarmi, senza grandi risultati se non una gran fitta alla testa.
-Cristo Ell! Sta giù!- quando Chiara mi parla in italiano so che ci sono casini.
-Sto bene. Sì. Per favore, richiama Aidan e fai partire sto coso, o Peter m’incula-
-Non dire cazzate! E stai giù!- Chiara mi spinge di nuovo con la schiena a terra e cerca il supporto di qualcuno, probabilmente Dean, con lo sguardo.
-Faccio io. Aidan?- mi puntello sui gomiti e mi giro verso di lui. In pochi secondi mi è accanto.
-Scusa Ell… Non dovevo portarti se non te la sentivi… scusa- mi accarezza i capelli, io non capisco tutta sta gentilezza, sono un’idiota, non c’è nulla di nuovo.
-Sentite, datemi i miei sonniferi e poi partiamo, non c’è nulla di nuovo. Ho solo avuto un momento di panico-
-Amore… Non sei tu il problema. Tu sei stata svenuta qualche minuto…-  si passa nervosamente una mano fra i capelli e inizia a tornarmi il panico.
-A-Aidan?-
-Tesoro… Respira piano…-
-Cazzo succede!?-
La finezza non è certo alimentata dall’ottimo stato d’ansia.
-Les si è sentita male tre secondi dopo di te, quando sei crollata per terra si è spaventata e ti ha seguito. E’ con i paramedici, qui sotto. Orlando è con lei-
Non sarò un medico, ma se io sono svenuta e sono qui, perché lei è svenuta e sta di sotto? Non credo che sia perché ha un paio di Oscar alle spalle, ma se uno viene trascinato giù da un aereo non è che stia cavalcando unicorni assieme agli Umpa Lumpa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*toccate una ragazza che ha in mano il suo cellulare, soprattutto Chiara, senza il suo permesso ed è l’ultima cosa che fate.
**presa adoperata dal corpo dei vigili del fuoco che consiste nel far passare il corpo della malcapitata/o dietro il collo, e nel tenere la persona per le gambe e le braccia davanti al collo.

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Capitolo 18
*** Tra tutti gli assistenti di volo... chiamasi sfiga. ***


N.d.A Salve a tutti :3
Mi scuso per il ritardo, ma, come ho scritto sulla mia pagina ufficiale di facebook, ho avuto gravi problemi. Purtroppo il mio migliore amico (la persona più simile ad un fratello che ho o avrò mai) ha tentato il suicidio, provando a gettarsi da una finestra. Potete di certo capire quanto io sia rimasta distrutta. Vorrei, quindi, dedicare un capitolo all'argomento, in futuro. Avevo già l'idea di trattare con un argomento serio, e questo me ne da l'occasione. Grazie a tutti.
 
A Daniele, il mio fratellone, il mio papà quando il mio non c'è, la persona migliore che conosco.
 
"Gli amici sono la famiglia che ci si sceglie da soli", e spero che ti basti, perché senza ti de morirei anche io.
 
Capitolo 18
 
-Hai novità?-
-Ells, sono seduto accanto a te-
Sbuffo. L'aereo è fermo da mezz'ora e Lesley è, a quanto pare, in grado di partire. Ci hanno detto solo questo,poi ci hanno informato della partenza ritardata di trenta minuti.
Trenta minuti che stanno passando alla velocità di Speedy Gonzales sotto steroidi con un branco di ghepardi alle spalle.
Quando Lesley risale sull'aereo, è di un colore straordinariamente simile alla mia pelle.
Al liceo mi chiamavano Biancaneve. Adesso non lo fanno perché posso picchiarli.
Si lascia cadere stancamente accanto ad Orlando, mimetizzandosi perfettamente contro il sedile bianco.
La curiosità, che uccise la fottuta gatta ma a me non fa un beato baffo, mi sta torturando, ma non spezzando. Mi limito a sperare non sia nulla di contagioso e ad evitare la strigliata di Aidan sul tenere il nasino al suo posto.
Abbiamo idee discordanti in proposito, essendo io giornalista (la curiosità nel mio lavoro è legge) e lui attore (noi giornalisti cacciamo gli attori nella sconfinata Savana), ma se sento ancora una volta la manfrina sul mio naso, che so benissimo che vuole che resti lì perché ama morderlo (ognuno ha le sue perversioni), faccio sciopero per un mese. Oh oh, ne soffrirei anche io, ma il mio onore è più importante, considerato che gli uomini in astinenza ti riveriscono manco fossi improvvisamente diventata Megan Fox.
Mi arrischio a lanciargli uno sguardo implorante, ma lui scuote la testa impercettibilmente, lanciandomi uno sguardo assassino, che so che significa "tesoro, il naso sulla tua faccina, non nei cazzi altrui. In tutti i sensi possibili, sono geloso." Mi appunto mentalmente di dimostrargli più tardi che ho occhi solo per il suo pacco, ma per i pettegolezzi sono altri casini. Francamente dei suoi posso fare a meno, ma ho un bisogno patologico di gossip. L'aereo inizia a muoversi e io guaisco, guadagnandomi un buffetto da Aidan. Gli stritolo la mano, mentre l'aereo spicca il volo, accompagnato da grida di giubilo generale e di Orlando che sbraita di fare piano, visto che Les sta amorevolmente pisolando.
Dean è seduto accanto a Chiara, stanno parlando e tubando, al solito. Vorrei tanto che limonassero e la piantassero di fare i casti. Saltatevi addosso e piantatela di fratturarcela.
-Aid?-
-Mhm?-
- Quand'è che Dean bacerà la mia migliore amica? E non fingere che non ne abbiate parlato-
Gli va di traverso la saliva, tossisce e si piega in due
-E tu come lo sai, scusa?!-
Sorrido.
-Ha improvvisamente iniziato a fare mosse molto più esplicite, incoraggiato, fra l'altro, dalle tue strizzate d'occhio-
-Mai cercare di fare 'sti scherzetti alla tua fidanzata che ha studiato psicologia, Aidan cretino- borbotta
-Speriamo solo che si sbrighi, odio le coppie tubanti. Preferisco quelle che si rintanano in ogni anfratto a scopare come ricci-
Sgrana gli occhi.
-Eh?! Tu non eri per la preservazione di Chiara nella formaldeide?!-
-Se non fosse consenziente se ne sarebbe già tirata fuori da un pezzo, e non in modo delicato…-
Aggrotta la fronte, per poi mormorare qualcosa di estremamente simile a "Donne".
-Aid?-
-Mhm?-
-Facciamo il gioco dei riflessi?-
Ridacchia, per poi porgermi entrambi i palmi rivoltati, su cui io poggio le mani.
-Sei una frana-
-Lo so-
Gira di scatto le mani, colpisce le mie. Ricominciamo al contrario.
-Perché hai paura di volare?-
-Vecchia storia. Pare che mio padre mi abbia messo, una volta, seduta sulla balaustra del balcone di mia nonna. Perciò ho dei problemi con tutte le cose alte e in precario equilibrio-
Tento di colpirgli le mani, ma svicola. Riappoggio le mie sulle sue, consapevole che perderò ancora.
-Brutta storia… E dimmi un po'… Com'è tuo padre?-
-Dopo che hai conosciuta la mia mammina hai anche i tuoi diritti!-
-In effetti… Potrei aspettarmi di tutto. Dal nuovo esponente di un partito filo nazista al gestore di un allevamento di unicorni-
-E' un pasticcere-
-Un che?!-
-Quelli che preparano i dolci, sai…-
-Lo so che cos'è un cuoco, non capisco come da un generale nazista e da un pasticcere sia nata tu!-
-Il generale ha interessi artistici e ha scritto un libro, il pasticcere è un cuor contento che vive per i biscotti. Prepararli, non mangiarli. Lui odia i dolci-
-Un pasticce… Oddio-
Ridacchio
-Tu e la mia famiglia siete due mondi a parte… -
-Beh, io ho mio padre, a cui sono molto legato e… O PORCACCIA, GREG!-
E non lo sta dicendo perché gli è venuto in mente. Lo sta dicendo perché Greg era seduto davanti a noi.
 
***
Dopo esserci ripresi da un colpo ed essere andati a cambiarci i pantaloni, veniamo a scoprire un sacco di cose interessanti.
Innanzi tutto, Aidan non sa distinguere un vecchietto da un altro, Aidan è paranoico, gli hostess uomini esistono da milioni e milioni di anni, e prima di assistere sugli aerei assistevano sui velociraptor. Il vecchietto in questione era seduto cinque minuti, e si è preso un infarto.
Aidan sta cercando di riprendesi dalla figura di merda, ma non è facile se la tua ragazza, il tuo migliore amico e Martin Freeman ti stanno ridendo in faccia e rotolando davanti.
Rido talmente forte che un'assistente di volo è costretto a portarmi dell'acqua, prima che crolli per terra e che la compagnia abbia dei grossi problemi di assicurazione.
L'estinguersi delle mie risa isteriche non è certo aiutato dal fatto che Aidan sta inseguendo Dean per tutto l'aereo, a loro volta sono inseguiti di Orlando che cerca di mantenere il sonno di Lesley intatto.
Morale, tutto l'aereo ride, mentre Lesley, ovviamente, si sveglia.
Si viene a sedere accanto a me, dato che i nostri ragazzi si stanno menando da un'altra parte e gli altri stanno tifando troppo rumorosamente per i gusti di chiunque.
-Come ti senti, Les? Ci hai fatto preoccupare tutti, almeno, hai fatto preoccupare tutti, poi io mi sono svegliata e mi sono preoccupata anche io-
Ridacchia e appoggia la testa allo schienale, è veramente pallida.
-Nulla di grave, anche se cambieranno un poco i programmi…-
L'occhio arriva sui ragazzi, che stanno lottando per la supremazia, in modo ridicolo, per non dire "esageratamente idiota".
-Del resto ci sono sposata con quel tizio, sarebbe successo, prima o poi- sbuffa, cercando di capire, nel groviglio di braccia, mani e gambe, quali sono del suo maritino.
-Sei…?-
-Sì! Ma se non la pianta di picchiare la gente per causa mia, mi sa che io e lui dovremo fare un bel discorsetto…-
-Congratulazioni! Sono come le guerre sante, con la scusa di Cristo e della Santità hanno fatto un casino di proporzioni biblic…Ehm…-
Ride, mentre dall'altra parte dell'aereo, i cari ragazzi stanno giungendo ad un accordo pacifico e leccandosi le ferite.
-E Orlando è contento?-
-Credo di aver capito di sì, deve averlo borbottato tra un "dobbiamo comprare dei pannolini" e un "lo allattiamo al seno?". Credo che lo ucciderò prima della fine di questi mesi. *-
-Direi che ti capisco!- una persona iper protettiva ti spinge all'omicidio per autodifesa.
-E tu? Con Aidan? Come vanno le cose?-
-Al momento, il problema più grande è stato quello del divorzio dei miei. Ha già conosciuto mia mamma, decisamente non per mio volere, e si troverà molto presto con una giornalista piena di caffeina che ronza come una mosca sul set. Potrebbe andare meglio, direi-
-Non avete ancora litigato seriamente?-
-Nah, siamo entrambi della corrente di pensiero che abolisce le litigate magistrali in favore di aggressioni reciproche nei luoghi appartati-
-Ah! Capisco!- ride, lasciandosi cadere contro lo schienale dopo aver appurato dove stava dando fastidio Orlando.
-Devo controllarne già uno…- chiude gli occhi, mentre i ragazzi si alzano, finalmente, dal pavimento.
 
 
*devo ancora ideare una cronologia per gli avvenimenti che ho in mente, più avanti specificherò.
 
Per i baluba che non l'avessero capito, Lesley è incinta.
Eh sì, Neryssa! Avevi proprio indovinato!
So che è breve, scusate tutti.

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Capitolo 19
*** Una si addormenta per...Dieci ore e in quel lasso di tempo i gatti imparano a volare. ***


 
N.d.A. Salve a tutti!
Solo alcune parole…
 
Umpa Lumpa, Unicorno. (solo per Halfblood :3)
 
Ci rivediamo alla fine…
 
Capitolo 19
 
Il resto del viaggio lo abbiamo passato a ronfare beatamente sui comodi schienali della prima classe, interrompendo ogni tanto i beati sogni per sorseggiare bevande costose di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, almeno, prima di poggiare il culo sui sedili di questa trappola mortale.
Quando l'uomo che amo mi sveglia, mi rendo conto che c'è qualcosa che non va.
Il rumore che mi ha accompagnato (terrorizzato) per le ultime 23 ore, vale a dire il rumore di qualcosa di grosso sotto il mio culo, non c'è più. La consapevolezza di quello che è appena accaduto si fa strada nella mia mente.
Siamo atterrati. Sono viva. Probabilmente per qualche altro anno, fino a che mia mamma non deciderà che è ora di venire a vivere a Londra con la piccola di casa, diventata la più giovane dotata di Polizer dalla nascita del premio, circa. A quel punto potrò prendere in considerazione di buttarmi dal Tower Bridge e di diventare una creatura radioattiva.
Ma per il momento, ci tengo alla mia vita.
Salto in piedi cercando di abbracciare Aidan (per manifestargli il mio entusiasmo alla testardaggine dei miei polmoni), ma mi dimentico della cintura, che è veramente dura e che, a contatto stretto con la pelle/organi interni, provoca un dolore molto simile a quello di una mano di ferro che gioca a "ti ho preso il fegato". Vagamente dolorante, e con un principio di emorragia interna, decido di slacciarmi la cintura e di scendere dalla trappola mortale con le ali.
-Te l'ho detto che saresti sopravvissuta…-
Aidan me lo sussurra all'orecchio, sorreggendomi con un braccio. Ha l'aria più sveglia di me, ma la prova schiacciante è la macchia di caffè sulla sua felpa. Ho il timore che il suo fegato si stia per autodistruggere. Evito di fare una scenata, e mi accoccolo contro il suo petto, guardando gli addetti dell'aereo porto scaricare i bagagli dalla stiva. Le navette ci stanno aspettando, grazie a Dio. In Nuova Zelanda fa freddo tanto quanto a Londra ed io mi stringo addosso la giacca a vento, del tutto congelata, dopo il tepore dell'aereo.
Nelle navette ci sono pochi posti a sedere, che i galantuomini cedono a noi. Il mio istinto di giornalista è partito, urlando qualcosa sul "Sono tutti qui, aggrediscili e fai loro delle domande". Il mio istinto da fan urla altrettanto forte "Sono tutti qui, aggrediscili e obbligali ad abbracciarti e a consolarti per la fine della tua prima, in ordine cronologico, saga preferita". Ignoro entrambe le voci (che bello, sento le vocine) e decido di dare retta quella reale, vale a dire quella di Orlando.
-Les ti ha detto tutto?-
Mi sfugge il perché mi venga a chiedere una cosa del genere, ora e soprattutto a me.
-Sì, Orlando. Congratulazioni. Posso chiederti perché sei preoccupato e perché mi fissi come se ti avessi ammazzato il gatto?-
-Sei una giornalista…-
Ah, è vero.
-Tranquillo, non ho voglia di perdere la vostra fiducia nei primi cinque minuti… Chiedi conferma al tuo amico, che per la cronaca, mi fotte. Quindi ha abbastanza fiducia in me-
-Scusa Ell- sbuffa e poi si siede accanto a me. Tutta sta confidenza l'ha cagata, ma non sono proprio dell'umore esatto per fare fisime senza sprofondare nell'isterico.
-È solo che ho paura… Dopo Il falso allarme…-
-Lo capisco… Ma metti in ansia anche lei. Ha bisogno di supporto, non di pannolini e di un marito isterico. Senza offesa-
-Niente. Quindi credi che io sia troppo agitato?-
-Vagamente-
-Ma… A me sembra di non aver sbagliato nulla…-
-Orlando. Sei seduto accanto ad una mezza sconosciuta, mezza addormentata, su una navetta dell'aereo porto, a parlare di come dovresti comportarti con la tua moglie segreta incinta. Cogli le anomalie nello schema, fratello? Anche il fatto che io ti abbia appena chiamato "fratello", da una chiara panoramica di quanto io sia fusa. Comprendi, Orlando?-
-Capisco-
-Vai a parlare con tua moglie, e dammi l'esclusiva per lo scoop, come regalo di benvenuto, solo quello del matrimonio. Tienili sulla corda… Te lo avrà detto il tuo agente, no?-
-Qualcosa…-
-Vai a parlare con tua moglie, ora. Credo che il mio ragazzo sia talmente pieno di caffeina da poterti aggredire credendoti Azog-
Orlando sorride e mi da una pacca sulla spalla, andando poi a sedersi accanto a Lesley, accarezzandole i capelli.
-Ell…-
Prevedo una testa mozzata fra tre, due, uno…
-Sì…?-
-Ho bevuto troppi caffè-
-Non mi dire!-
-Credo di sì…-
-DAVVERO?!-
-Ell. Non sei divertente-
-Oh, invece sì. Tantissimo. Da scompisciarsi-
-Hai sonno, Ell?-
-In confronto Biancaneve e la Bella Addormentata sono iper attive-
Apro un occhio e mi trovo davanti uno di quelli di Aidan, con la pupilla talmente sottile che sembra una ciglia di topo in orizzontale.
-Spiegami cosa dovrei fare per farti dormire. Spiegamelo, tesoro, perché mi sfugge. Devo tirarti una botta in testa con il freno a mano di questo aggeggio? Devo farti un'endovena di morfina? Perché, amore, ti devo dire una cosa. Ho finito l'ultima per lavarmi le mani-
-No, volevo sapere se ti andava di fare conversazione-
-L'istinto mi dice che stai scherzando, il cervello ride e dà all'istinto dell'ottimista senza speranza. Amore, non puoi parlare con Deano? Impediscigli di rompere i coglioni a Chiara, la conosco, va a letto con le galline, ma è troppo educata per dirgli di togliersi dalle palle o di farle da cuscino…-
-Sta dormendo anche lui…-
Mette su il broncio da "sono un dolce cucciolo di gatto con grandi occhioni bisognoso di amore" ed io, futura gattara, cedo.
-Cià, parliamo. Quanti caffè hai bevuto, tesoro mio?-
Ridacchia, vagamente compiaciuto, mentre li conta sulle dita.
-Circa quattro. Corti. Nelle ultime… Quattro ore-
Faccio un rapido calcolo. E' l'una e mezza. Ne avremo per circa altre tre ore, prima che io opti per abbandonarlo a se stesso e lasciarmi cadere in un sonno pesante e comatoso.
-E… questa tua improvvisa mossa stupida è derivata da quale connessione saltata nella tua zucca ricciuta?-
-Sto cercando di smettere di fumare…-
L'avevo notato. Stava evitando decisamente l'area fumatori e aveva regalato a Dean il suo pacchetto quasi nuovo, stupendolo non poco. A quanto pare Aidan era possessivo con le sue sigarette.
-E…Questo tuo improvviso moto di pietà peri tuoi polmoni?-
-Nessuna pietà per i polmoni. Ultimatum del medico. O il mio sistema immunitario va direttamente a fan culo senza passare dal via…-
La navette (guidata da un gatto ubriaco), inchioda, facendo volare per terra Adam Brown.
Partono bestemmie a non finire.
-Quando andiamo a dormire?-
E' la richiesta, abbastanza adatta al contesto, di Dom, che ringhia non poco all'autista.
A quanto pare, bisognerà passare un'ora in pullman, poi si arriverà alla terra promessa.
Ripartono le bestemmie.
 
Un'ora, dieci minuti, qualche nanosecondo dopo…
 
Ci hanno fatto scendere dal pullman con il cucchiaino e ci hanno ammassato nell'area parcheggio degli Studios. Tutti sono a dir poco morti, accasciati gli uni agli altri, senza essere pienamente coscienti.
Peter, l'unico sveglio, tiene saldamente un foglio in mano, dove sono scritti i numeri delle roulotte.
Nessuno vorrebbe prestargli veramente attenzione, stanno tutti cercando di capire se l'asfalto è così scomodo come dicono, per dormire.
Ci hanno sottratto le valigie, che hanno già spedito alle roulotte, e ci hanno affidato un numero di assistenti, che ci porterà alla magica area abitazioni, per mezzo di un dannato golf kart.
-Bene signori! Un poco di attenzione prego! Le seguenti coppie al numero di roulotte assegnato. NESSUNO SCAMBIO. Vero Turner? O'Gorman? Chiaro?-
-Cristallino- borbottano i due interessati, scambiandosi l'occhiolino. Il panico mi pervade.
-Quasi tutti voi avrete diritto alla roulotte singola, ma…- (N.D.A. ASSOLUTAMENTE FITTIZIO, IL PRIMO CHE CRITICA VIENE SBRANATO. Sto scherzando, vi amo. Ma non criticate. Per favore. Ho troppo sonno per prenderla costruttivamente.)
-Peter! Taglia. Abbiamo tutti sonno-
-Ehm… Sì- appende il foglio sulla bacheca alle sue spalle, poi inizia a leggere ad alta voce
-Roulotte 1; Martin Freeman;
Roulotte 2; Richard Armitage;
Roulotte 3; Sir Ian;
Roulotte 4; Turner e O'Gorman;
Roulotte 5; Luke Evans,
Roulotte 6, McTavish, Brown…-
Respira profondamente e ricomincia, cercando di mantenere un andamento ritmico, con il solo risultato di farci addormentare di più.
-… Roulotte 26; Bianchi e la nostra Ellie;
Roulotte 27; Monoghan e Boyd, non fatemi pentire di avervi chiamato per… Quello che voi sapete-
Il sorriso che si scambiano i due mi fa pensare troppo male.
Un tipo (che potrebbe essere anche Mr Universo Mondo, per quanto mi riguarda ma ho troppo sonno per indagare) ci carica su un golf kart praticamente di peso, per poi raggiungere la roulotte 26.
 
***
 
Chiudiamo la porta senza tante cerimonie, buttandoci vestite sui letti. Chiara poi cede, e va a farsi una doccia, tirandomi fuori anche il pigiama dal borsone. Mi infilo stancamente il mio idillio felpato, dedicando un angolino della mia testa ad Aidan.
Con chissà quale forza (ogni tanto mi stupisco della mia stupidità), prendo il telefono e guardo la sua chat di whattsapp. Online.
"Buonanotte, bestiaccia. Dormi bene."
Lo visualizza subito e dopo pochi istanti risponde.
"Anche tu, meraviglia. Ti sei ripresa dall'orario delle riprese?"
"Quale… Oh no. A che ora devo smuovere il culo?"
"Dobbiamo; alle cinque."
Guardo l'ora lampeggiante sull'angolo dello schermo. Ore 3:00.
"Andiamo a dormire."
"Già. Notte, amore mio."
"Notte, bestiola."
Circa trenta secondi dopo chiudo gli occhi, ma faccio in tempo a vedere lo schermo del telefono di Chiara illuminarsi.
Dean: "Sogni d'oro, tesoro."
L'unico pensiero coerente che riesco a formulare prima che il cervello si spenga è "Opporcaccia la mieseria schifa. Mi sono persa qualcosa".
Poi, il nulla.

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Capitolo 20
*** SBADAM. Amore nerd. ***


N.d.A: Hem hem…*Sonorus!!*
Venti capitoli di Eldan! Congratulazioni, popolo di efp! Mi avete sopportato già per venti capitoli!
Come premio per la vostra perseveranza la vostra simpatia, vorrei aprire un concorso.
Come avrete notato, la nostra Ellie non ha un cognome. Non ce l'ha proprio, é inutile che controlliate. Quindi… Che ne direste di inventarlo voi? Tramite recensione potreste propormi un cognome, che si addice alla personalità della nostra spumeggiante protagonista… Pochi limiti, in verità solo due:
a)Deve essere italiano
b)Deve piacere alla sottoscritta e alla grande giuria…formata dalla Chiara reale, dalla mia cara Greta, dal mio scontrosissimo beta, dal mio BFF Daniele…
Il concorso durerà fino al prossimo aggiornamento!
Partecipate numerosi!

Mi scuso, inoltre, per essere un'emerita idiota. Ho scoperto adesso che Evangeline, al momento delle prime riprese, era incinta. Il bambino è nato il 23 maggio (potrei dire "che culo!", ma mi trattengo)
Eliminatela, per il momento. Se avrò tempo cambierò i capitoli precedenti, eliminando il suo nome…
Amatemi. Non odiatemi.

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Capitolo 20
 
Il telefono è su vibrazione, quando, alle quattro e mezza, mi desta da un sogno alquanto vivido in cui Aidan mi offre del paté di olive. Decido che devo smetterla di guardare Master Chef. Evitando di svegliare Chiara, scivolo fuori dal letto, infilandomi velocemente una maglia di lana sopra il pigiama. Fuori, manco a dirlo, piove. Arraffo il macchinario, che continua a vibrare con una certa insistenza, e lo porto sulla rubrica, in cui cerco disperatamente un numero. Premo il tasto di chiamata, accetto le condizioni che mi avvertono della cifra esorbitante che sto per spendere, e mi accheto soltanto quando la linea libera inizia a suonare dall'altro capo del mondo.
-Ufficio dell'agenzia investigativa H&W, posso aiutarla?-
Sbuffo, ancora una volta è riuscito a cambiare segretaria.
-Sì. Vorrei parlare con il suo principale, è possibile?-
-Certamente, gli passo subito la chiamata. Chi devo annunciare?-
-Gli dica pure che la sua Miss Adler* è atterrata alla base, e che ha voglia di fare due paroline con Mr Holmes…-
Silenzio tombale.
-…-
-Non sto scherzando. Lo faccia, non ci sono controindicazioni. E si sbrighi. Sto chiamando dalla Nuova Zelanda e sto spendendo un patrimonio…-
La segretaria obbedisce. Poco dopo la voce profonda di un uomo s'attacca alla cornetta.
-Vedo che sei viva, Adler… Pensavo fossi morta durante quel volo. Sai com'è, whattsapp serve anche a questo. A non far preoccupare i migliori amici-
-Dan, sappiamo entrambi che non eri preoccupato dato che hai controllato il sito dell'aereo porto-
-Forse è per questo che sei l'unica ragazza che conosco da anni e con cui parlo ancora… Sei intelligente come me. Ho parlato con la casa editrice, per il libro…-
-Dimmi subito!-
Borbotta qualcosa sul suo romanzo. E' una creatura che cura da decenni, frutto di mille notti insonni e di tante ore di riflessione comatosa. E' come se fosse suo figlio.
-E' una notizia meravigliosa! Solo le bozze si sono già guadagnate un posto tra i loro interessati? Davvero?!-
Sento che sorride dall'altro capo della linea
-Non sono mai stato più felice…-
Gli credo, per una volta.
-Cosa vuoi, grande giornalista? E' il caso di passare agli affari…-
Ghigno; Oltre ad essere il mio migliore amico, è la più grande fonte di informazioni d'Europa. Digli un nome, ti sa dire che cosa ha mangiato a pranzo il giorno del Ringraziamento di vent'anni prima.
-Se ti dessi dei nomi… Cosa riusciresti a ricavare? Ho bisogno di argomenti su cui premere durante le interviste…-
-Sono le quattro e mezza del mattino da te, le 16 e 30 da me… In un'ora ti faccio avere i plichi di mezzo cast…Chi ti serve urgentemente?-
-O'Gorman. Quello subito- sputo.
-C'ha provato con la tua dolce pulcina?-
-C'è anche riuscito. Ho bisogno d'informazioni. Ora-
-Pff, sei troppo protettiva… Tu, invece? Stai ravanando in cerca di attori fighi?-
-Sto assieme ad un attore figo, Dan…-
-Dimmi il nome. Se ti fa del male io voglio essere coperto-
-…Fammi avere i file via email… Vado a vedere se c'è già del cibo disponibile…-
-Dimmi il nome, creatura della notte! Il nome! Eleonora! Il nome!-
Gli attacco in faccia la comunicazione e prendo un paio di jeans dalla valigia, preparandomi per il primo giorno di lavoro.
Chiara continua beata a dormire, con il telefono accanto alla testa. Al solito, ha i capelli perfetti. E' l'unica ragazza che ha dei capelli sempre, dannatamente perfetti.
I miei, inutile dirlo, non lo sono mai.
Mi ficco addosso otto strati di vestiti e provo ad uscire dalla roulotte, sentendo distintamente il poco calore corporeo venir meno. Faccio una corsa verso la mensa, fiocamente illuminata. Entro, bagnata come un pulcino e con tutti i capelli appiccicati alla testa e alla felpa, il computer era nascosto sotto la maglia, grazie a Odino, e non si è bagnato. Scopro che non sono l'unica, che si alza in anticipo. Cate Blanchett è seduta con gli occhi chiusi, le cuffie nelle orecchie e una tuta da ginnastica. Stringe tra le mani una tazza, non meglio identificata, fumante. Non so nemmeno se è il caso di disturbarla, conoscendo il genere "sono appena sveglia, toccatemi e avrete un problema a forma di martello", ma grazie alla mia infinita coordinazione motoria, vado a sbattere contro una panca e cado a terra. Good, Ellie, good. Quella che mi aiuta a rialzarmi è proprio lei, che cerca di trattenere un sorrisino
-Già sveglia?- borbotto, vagamente in imbarazzo. La Galadriel migliore del mondo mi ha appena impedito di morire sul pavimento.
-Sì, ho imparato per esperienza sul set che è sempre il caso di presentarsi prima… Il mio trucco poi è lungo… Le scene al chiuso sono parecchie, le mie poche, è vero, ma sono certa che mi utilizzeranno in qualche modo…Mi hanno precettato per un paio di settimane, del resto, mi recicleranno-
Ha un sorriso meraviglioso. Dio mio, è fantastica.
Il mio telefono vibra nei pantaloni, distraendomi dalla perfettissimissima Cate (mio sogno erotico nel caso cambi sponda, ma non c'è pericolo). Disattivo la sveglia delle cinque, mentre sento le urla di disperazione provenire dalle mi spalle. Circa trenta secondi dopo entra Peter, con una tazza (presa dal Tartaro dove dorme, probabilmente) di caffè fra le mani, il giubbotto aperto sull'immancabile camicia a quadri.
-La disperazione al mattino ha un odore così dolce…- sospira, inalando e sfilando davanti a noi
Io e Cate quasi cadiamo dal tavolo per le risate.
 
*Aidan*
 
"Questo è uno scherzo. Stupido, irritante, che induce all'omicidio"
E' il commento che mi sale alle labbra nel momento in cui la sveglia mi riscuote 'dolcemente' dai miei cappero di sogni.
Mugugnando, rotolo fuori dal letto, finendo sul pavimento.
La giornata inizia con un bel bestemmione, tanto per vivere bene la vita.
-Alzati, porco mondo, Dean. Siamo in ritardo-
-Pfff. Muori, Kili. Io dormo-
-Non ci provare, essere odioso. Ora ti alzi, o giuro che ti levo il lenzuolo da sopra quelle tue cosce neozelandesi e ti faccio crepare di ipotermia-
-Vai a… Sto arrivando-
Le sinapsi connettono.
-Uuuh! Qualcuno ha concluso e ha voglia di rivedere la sua fidanzatina!-
-Non parlare in terza persona, idiota-
E' bravo anche da appena sveglio.
-Seriamente. Hai concluso con l'amica figa della mia ragazza?!-
-Turner, vai in doccia-
-Lo hai fatto! MANDRILLO! Ah ah!-
-Ma che hai capito, cretino! Ci siamo baciati! E basta!-
Improvviso un balletto.
-Fanculo, Aidan. Vai. In. Doccia. Puzzi di capra-
-Disse… Sii buono, voglio i particolari-
-Proprio adesso? Sto annaspando in cerca di ossigeno-
-Quando esco dalla doccia voglio TUTTI i dettagli. E una tazza di caffè-
-FILA-
Obbedisco, i tappi neozelandesi fanno paura quando non sono ancora rasati.
 
*Ellie*
 
La mia migliora amica entra di corsa nella sala, con la macchina fotografica a tracolla e l'aria di una che vuole morire. Ha la maglietta del giorno prima, con la sua felpa preferita.
Gliel'abbiamo regalata quando avevamo quindici anni "I love Draco Malfoy". Era così felice… Momenti non si staccava più da me e da… Una fitta al cuore, meglio non pensarci.
Mi si siede accanto, passandosi una mano sui jeans.
-Ti devo dire una cosa-
Era ora, ma faccio comunque l'offesa.
-Mhm… Qualcosa che ha a che fare con Dean?!-
-E tu come cazzo…? Ci sono le foto? Merda. Io l'avevo detto che l'aereo porto non era una grande idea…-
-Non ci sono le foto! Lo so e basta!-
-Ieri sera era tardi per iniziare un argomento così complicato!-
-Mentre oggi, invece, è tutta pacchia, amore, fantasia e ippopotami in tutù!-
-So che non sei contenta…-
-Ma chi te lo dice?! Ma che cavolo, sono o non sono la tua migliore amica porcaccio Giuda?!-
-Non pensavo fossi favorevole!-
-E chi te lo ha detto?!-
Continueremmo così per ore, ma grazie al cielo, qualcuno mi mette davanti un piatto di ciambelle.
Normalmente, se qualcuno mi mette qualcosa davanti alla faccia mentre sto litigando, o sto parlando seriamente ad una persona, o sto respirando, la cosa in questione vola per terra in un altro continente assieme alla persona che ci ha, scioccamente, provato.
In questa situazione la cosa è diversa.
Grazie alla coordinazione e la tempistica della persona in questione, piatto mi prende in fronte, e svengo.
 
*Aidan*
 
Non faccio in tempo ad entrare in mensa.
Nuovo record.
Ellie e Chiara stanno litigando, o si stanno avvicinando pericolosamente a farlo. Incrocio lo sguardo di Dean, una maschera. Corro al banco delle brioches, e prendo un vassoio di metallo mettendoci sopra più dolci che posso. Faccio segno a Dean di seguirmi a ruota, mentre noto che Ellie sta agitando le mani convulsamente, fin da qui si sentono gli acuti che la mia dolce pulzella sa lanciare (al solito) anche alle 5:30 del mattino. Cercando di evitare il dramma, corro all'ingesso e afferro Martin per una scapola, trascinandolo dentro mentre lui impreca come un dannato scaricatore di porto. Nella mia corsa, butto per terra Jed Brophy, che non è certo felice. Gli chiedo scusa e continuo a correre verso il tavolo. La regina McKellen fa il suo ingresso, assieme a Billy e Dom. Ellie alza ulteriormente il tono, Chiara anche. Mi dispiace dirlo, ma la mia Ell fa' acuti molto più d'effetto. Sempre tenendo in ostaggio Martin (che ha coniato nuove parolacce nella corsa e sta inveendo contro di me) faccio una scivolata, tentando di mettere il piatto sotto il naso della mia Ell.
Piccolissimo problema.
La prendo in faccia con un chilo di vassoio e dolci.
Sviene.
 
*Ellie*
 
Rinvengo quasi subito, con un gran dolore al sopracciglio sinistro.
-Chi devo picchiare?-
-Tuo ragazzo- risponde un coro.
Scopro di essere diventata il centro dell'attenzione, ancora.
Attorno a me ci sono Martin, Ian, Dean, Aidan, Peter, Cate, Dom, Billy, Elijah, Les e Orlando (che devono essere entrati mentre ero a terra) e Chiara. Sta diventando un'abitudine.
-Come ti senti?- pigola Aidan
-Come se un vassoio mi fosse arrivato in fronte-
-E' ironica. Va bene se è ironica, vero? Vero?-
-Sto bene, tranquillo…Mi gira un pochino la testa, ma va tutto bene-
-Questo è normale- commenta Gandalf
-…Bene! Se siete tutti a posto andate al trucco! Abbiamo dei fan da soddisfare! Turner, anche tu! Lei ti può seguire con l'altra tipetta, se vuoi. Ma tu non puoi pedinare la gente! Dom, Billy, Les… Venite con me un attimo-
La finezza di Peter mi sorprende ogni minuto che passa.
Il telefono brilla e vibra sul mio culo, ma nessuno se ne accorge. Aidan mi aiuta ad alzarmi e mi stringe a se, abbracciandomi a baciandomi la fronte (facendomi un male dannato).
-Mi accompagni dal truccatore?-
-Da qualche parte si dovrà pur iniziare con quel blog…-
Sorride e mi passa un braccio lungo il fianco. Facciamo entrambi finta di non vedere Dean che fa la stessa cosa con Chiara. Ho il vago sospetto che non sappia un beato rabarbaro neanche lui…
La roulotte del trucco è enorme. In confronto la mia trousse è paragonabile a quella di un barbone.
Lì noto il bozzo violaceo sul sopracciglio, ma cerco di fregarmene.
La truccatrice si chiama Wanda, ed appende allo specchio una foto di Aidan truccato da Kili, che dovrà prendere come spunto.
-Chiara, inizia a fare foto del prima, scatta alla roulotte, alla truccatrice mentre lavora, cerca di beccare scatti idilliaci in cui tutti sorridono e bla bla bla… Ok?-
Annuisce e inizia a pulire più velocemente l'obbiettivo della macchina fotografica, cercando di eliminare anche l'ultima traccia di polvere.
Mentre nessuno mi sta guardando, vedo chi mi ha scritto. Senza alcun tipo di stupore, noto che l'email è dell'agenzia di Dan, più precisamente del grande master dei master, vale a dire il mio migliore amico.
 
Oggetto: Puttana, dimmi il nome.
Testo: Dimmi il nome. Se ti lascia, è l'ultima cosa che fa da uomo libero.
Guarda, ti ho anche trovato i file di mezzo, dannatissimo cast. Collabora, pezzo di cacca.
Non infierire su Christopher Lee, nel periodo in cui ha lavorato in un chiosco di fonduta! E voglio un autografo.
Dimmi il nome, puttana.
Sei la mia migliore amica.
Dimmi il nome.
Dimmelo.
Ti adoro, ma dimmi quel nome.
File:(MartinF);(IanMk);(RichardA);(SilvesterMC);(ElijahW);(CateB);(AdamB);(DeanOG);(AidanT);(HugoW);(ChristopherL);(GrahamMT)
 
Oggetto: Re:Puttana dimmi il nome.
Testo: Grazie mille! Sei il migliore!
No.
 
Chiudo la casella delle email, passando alla grafica del blog.
E lì resto imbambolata.
Una mia foto pesantemente photoshoppata mi fissa da sopra la schermata bianca da riempire con mie parole.
Il numero di persone che seguono è impressionante (quasi 500 persone) che hanno pubblicato e pubblicizzato l'articolo anche s facebook e twitter.
In molti hanno commentato il primo articolo, chiedendo a gran voce un proseguimento.
Deglutisco e cambio la grafica con quella precedente, vale a dire la foto scattata all'aereo porto.
Mentre Wanda inizia a lavorare sul viso di Aidan e Chiara scatta le foto, io mi diletto a scrivere il secondo articolo:
 
Buonsalve dalla fantastica NZ!
A gran voce avete richiesto un proseguimento, ed eccolo qui!
Arrivati stanotte qui sul set, e già all'alba, letteralmente, siamo al lavoro! Oggi si inizieranno a girare le scene d'interno, vale a dire quelle che non hanno bisogno di una location esterna. Ci vorranno circa cento giorni per terminarle, poi saremo ostaggio dei bellissimi paesaggi!
Queste sono alcune delle foto che la grandissima Chiara ha scattato per voi e vi mandiamo pure la pianta dello studio! Non fatevi strane idee, la trovate su internet.
Primo passo: siamo al trucco! Non storcete il nasino, maschietti! Sono certa che dareste un testicolo per essere al posto dei ragazzi in questo momento!Chi si siede su queste comode poltrone girevoli, se ne alza cambiato. Tra circa un'ora vi faremo vedere le foto! Ci riconnettiamo prestissimo, un'ora vola!
Prossimo passo: costumi!
 
-Hai fatto?- Wanda è piuttosto scocciata dopo la terza foto venuta male e che Chiara vuole rifare. Aidan è terrorizzato dalla piccola spatola per la colla che la truccatrice tiene ad un centimetro dal suo splendido occhio.
-Lei non so, ma io sì! Ho completato il secondo capitolo del blog, sta andando bene! Ci sono quasi 500 persone iscritte!-
-Amore, sono orgogliosissimo di t… AHIA!-
La spatolina è andata ad abbracciare la sua cornea.
 
Nulla di grave, sembra. Non ha nemmeno perso sangue. Ha solo pianto parecchio.
Quando l'occhio ritorna ad una dimensione normale e il collirio fa cessare il bruciore, Aidan si siede di nuovo sulla poltroncina. Accanto a lui, Dean non c'è più. Al suo posto c'è il nano più sexy che il creato potesse concepire con addosso dei pantaloni della Nike.
Ho la gola secca.
-Chiara, ehm, fai un figl…Una foto?-
Lei, rossa come un peperone, decide di darsi da fare, scattando foto da tutte le angolazioni e come una forsennata. Circa un quarto d'ora dopo hanno finalmente finito di sistemare meglio i capelli a Dean e sono tutti pronti per andare ai costumi. E' allora che la mia vita acquista un senso.
E lo acquista in un modo veramente banale.
Perché mi giro.
E porcaccia la miseria.
Ritiro ciò che ho detto sul nano più sexy del creato con dei pantaloni della tuta. Il primato va a Kili, beh, ad Aidan.
Mi fa uno strano effetto non vedere i suoi ricci, ma credo che ci farò l'abitudine.
I capelli scuri arrivano fin oltre le spalle, la barba è solo accennata (assieme a Richard, Aidan è l'unico a cui non viene applicata la barba finta) e mette in risalto la sua carnagione chiara, seppur più scura del solito, a causa della grande quantità di fard che gli è stata imposta. Il naso fa uno strano effetto, non essendo il suo, e le orecchie leggermente appuntite sono adorabili…
Mi sono innamorata, ancora.
E sommato alla voglia incredibile che ho di saltargli addosso e di strappargli i vestiti, i nani di Arda hanno un grosso problema, oltre a Smaug.
 
Ora sono le sette del mattino.
La carrozza dei costumi è epica. Vi è un grosso appendi abiti, con un nome scritto sopra. Ci rechiamo senza indugio a quello di Martin, che abbiamo bellamente ignorato, mentre Fili e Ki… Dean e Aidan vanno a prepararsi.
-Ah, vi siete riprese. Da come guardavate i ragazzi cinque minuti fa sembrava che doveste fare un salto a cambiarvi…-
-Martin? Fan. Culo.- dico ridendo
Chiara arrossisce e inizia a scattare qualche foto per la zona costumi, cercando di evitare gli attori in mutande, vietata dalla sottoscritta che ha deciso di evitare querele (Anche se le fan ne sarebbero d a v v e r o contente.).
Martin ha una serie quasi infinita di costumi quasi identici, dato che si logoreranno durante il viaggio, ed esprime il suo malessere bestemmiando in cinese. Quando ha finito di prepararsi deve ritornare al trucco, per i piedi. Mando Chiara per fare le foto e il video, mentre io mi dedico alle interviste degli altri attori, da inserire nel blog.
Raccolgo solo cose positive, e non sono entusiasta.
Il primo giorno di riprese è sempre e dannatamente fluff. Tutti sono felici e contenti e possono arrivare a fare i complimenti alla carta igienica, piuttosto che dire qualcosa di negativo.
Jed è arrivato a lodare il caffè, James ha detto che non dorme così bene neanche a casa sua.
Io ho detto a entrambi che gli unicorni non esistono. Non l'hanno capita.
 
Sto quasi per andare a dare la caccia a Richard (intrappolato da ore nella zona di Thorin), quando la visione più paradisiaca dell'universo fa la sua comparsa, abbagliando chiunque si trovi nel raggio di cinque metri.
Aidan è, limitandosi per i minori e i bambini innocenti, da orgasmo.
Non ha aperto bocca e mi fissa perplesso, forse confuso dalla mia espressione: un misto di stupore, sorriso idiota e felicità.
Mi avvicino, e mi alzo in punta di piedi per baciarlo.
-Tutto bene? Hai fatto una faccia strana…-
-Stavo pensando a quello che farò più tardi al giovane Durin…-
-Devo avere paura?-
-Fossi in Aidan, girerei al largo…-
Gli mordo il lobo.
Mi bacia ancora, fino a quando non ci ricordiamo di avere un lavoro da fare.
Ma, del resto, è solo un film di portata mondiale…
 
 
 
Adler = Per chi non conoscesse, personaggio femminile di Sherlock

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Capitolo 21
*** Sconsigliato fare l'amore sugli scogli(-I'm back.) ***


Mi troverete diversa, forse, ma ci sono. Sono tornata. Sto da cani, ma sono tornata.
 
 
Oh, le mie solite dediche.
Dedico questo capitolo a Francesco, che ha saputo rendermi felice e mi ha reso un po’ più grande e più adulta agli occhi di questo mondo e di me stessa.
 
Capitolo 21
 
 
Tutto quello che accade nella prima settimana di riprese di un film è sintetizzabile in una parola: delirio.
Ci sono solo registi (nel nostro caso Peter “non ho niente da fare che urlare alle 5.45 del mattino” Jackson) nervosi, attori verdi come il budino al pistacchio che si aggirano come anime in pena tentando di imparare porzioni improbabili di copione in tempi ridotti, assistenti che corrono con vassoi di caffè fumante da un set all’altro cercando di non ustionare persone più o meno importanti e poi ci sono i giornalisti.
I giornalisti sono di due tipi: i paparazzi (che cercano di capire cosa diavolo sta succedendo al di là del set) e i poverini che sono autorizzati e che quindi sono obbligati a scrivere di ogni minuto dietro o davanti alla macchina da presa. E fin qui sarebbe facile, no? Niente di diverso da quelle noiose relazioni scolastiche. Ma noo, ovvio. Bisogna rendere accattivante, non dare troppe informazioni, non far imbestialire i fan a casaccio… Insomma, se reggi la prima settimana reggi tutto l’anno. E magari ti rinnovano pure il contratto.
 
Salve Signori dalla freddissima Nuova Zelanda!
Come vi avevo avvisato ieri, oggi è il giorno in cui la meravigliosa Cate abbandonerà il set, dopo aver girato le sue ultime scene. Un’indiscrezione del nostro caro regista afferma che tornerà… presto!
Oggi sul set è un giorno importante! Il bollettino meteorologico ha reso per la prima volta sodisfatto il nostro amato Peter, che ha finalmente indetto una scena di esterno! Tutti sono gasatissimi e scalpitano per incominciare, nonostante il cielo finalmente privo di nubi desti non pochi sospetti!
Vi aggiorneremo presto!
 Ellie, inviata speciale.
 
-Newzelandlover ha scritto alle 7.25 from Italy : Oddio! Scena di esterno! Non posso credere che dovrò aspettare ancora per vedere questo film!
-Cinic98 ha scritto alle 6.50 from Spain: Io amo Ellie perché tipo ti dice le cose sul film, ma riesce anche a parlarti del tempo.
-JordanB ha scritto alle 4.38 from Canada: Solo io se fossi chiusa in un set con così tanti fighi andrei in giro a raccattare cazzi con il retino per le farfalle?
-Biaaaaaatch ha scritto alle 3.26 from Germany: Vorrei specificare che seguo questo blog non per il film ma per le foto di fighi. Ma a questo punto il film lo guardo lo stesso.
-TurnerNaked ha scritto alle 2.17 from Scotland: Vogliamo più foto del figo irlandese nudo. E non fingere che non ti piacerebbe vederglielo, Ellionoooraaaah
 
Leggo i commenti e rido, tenendo il portatile appoggiato alla scrivania e aspettando che Aidan liberi la doccia.
Stiamo aspettando che arrivi l’auto che ci porterà alla spiaggia, dove qualcuno ha organizzato una festa per “dire addio a Cate”, ma che si potrebbe facilmente tradurre in “abbiamo bisogno di alcolici perché Peter Jackson è cattivo”.
Chiara non è più nella roulotte da qualche ora (probabilmente si è rifugiata in quella di Dean esattamente come Aidan si è rifugiato nella mia, per darsi a del sanissimo sesso rilassante al termine di un’ennesima giornata di riprese) ma ha lasciato qui il telefono. Prevedo fulmini e saette nel momento stesso in cui se ne accorgerà, ma facciamo finta di nulla.
L’acqua nell’altra stanza smette di scorrere e quasi in contemporanea appare Aidan –nudo- che si pone il problema di quale camicia mettere.
Mentre espone i pregi di quella verde oliva (bleah) ed io sto pensando a da quando in qua si depila, la porta si apre.
Sono Chiara e Dean, che sono già pronti e che stanno cercando il telefono della mia coinquilina.
-Oh mannaggia!-
-“Mannaggia”? Oddio Chiara, per Dio, chi lo dice più “mannaggia”?-
-E tu da quando ti depili?-
-DEAN!-
La mia vita sembra una commedia degli equivoci di Goldoni, mannaggia.
 
Circa un’ora dopo siamo su una macchina decappottabile (IL GELO) diretti alla spiaggia, dove hanno montato un gazebo, tante lucine e, più importante, un bar con tanti alcolici e baristi con la mano libera e poco ghiaccio disponibile.
-Cantiamo qualcosa!-
-Chiara- è un coro unanime che esprime un diniego irreversibile, siamo diventati bravi.
-Daaaai. YOU SHOUT IT LOOOOUD, BUT I CAN’T HEAR A WORD YOU SAAAAAY-
Siamo quel genere di persona che fa tanto “Oh no, io? Cantare? Ma n- dammi il microfono” quindi quando ci danno l’attacco partiamo in quarta. Quinta. Turbo.
In cinque minuti mettiamo su un gruppo a cappella di tutto rispetto, con tanto di canoni e beatbox.
Poi grazie al cielo la strada finisce, o ci saremmo trovati David Guetta sul parabrezza a tirarci cazzotti sul naso.
 
L’ambiente è suggestivo.
La spiaggia, sabbiosa, è completamente vuota tranne che per un gazebo bianco illuminato da tante lanterne, sotto il quale un moltitudine di persone si sta raggruppando.
La maggior parte di loro ha un bicchiere in mano ed io annuso l’aria alla ricerca di un dispenser di vodka. Una volta trovato, l’ansia scompare. Rimaniamo io, Aidan, Dean e la mia migliore amica, che da povera guidatrice designata, beve una coca cola.
La musica scuote il legno del pavimento e di lì a poco tutti dimenticano di essere i soliti adulti responsabili (tranne Chiara) e si abbandonano ai soliti effluvi dell’alcool (tranne Chiara).
 
La festa inizia a scemare verso le tre del mattino, quando gli alcolici iniziano a scarseggiare e le bottiglie per terra sono di più dei granelli di sabbia.
Io e Aidan ci siamo allontanati dalla folla circa un’orafa, portando con noi solo due bottiglie di birra e il suo portafoglio (chi intenda intenda, insomma) e ci siamo accomodati su uno scoglio sul mare, parlando della settimana appena passata.
Almeno, ci proviamo. Dopo circa cinque minuti di conversazione io sono senza reggiseno e la sua mano fredda fa congelare anche me.
“Sconsigliabile fare l’amore sugli scogli”, penso, mentre sono quasi certa di aver lasciato un pezzo di vestito su una sporgenza rocciosa.
Mi bacia il collo e io cerco aria, senza trovarla e ansimando contro la sua spalla gelata. Entrami avremo il raffreddore domani, ma chiessene frega.
Cioè, non posso pensare al raffreddore. No davvero.
 
Alle tre siamo tutti e quattro in macchina. In tre ubriachi, una troppo sobria. O almeno, abbastanza sobria da farmi il culo perché sono sparita per un’ora. Come faccia non lo so, ma riesce sempre ad essere materna, anche con il rossetto sparso per tutta la faccia.
Quando chiudo gli occhi, struccata e con addosso un pigiama caldo, dopo aver dato la buonanotte ad everybody con poco affetto e tanti “vaffanculo, andate a crepare che voglio dormire” ed essermi limonata il mio ragazzo sulla porta in modo molto adolescenziale penso:
“Ah, è vero. La gente felice vive così”.
Finalmente prendo il ritmo della felicità.
Dopo questa rivelazione sconcertante, mi addormento di sasso e sogno delle verze.
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Non c’è molto da dire, faccio schifo.
So che questo è solo uno sputo ma tenterò di andare avanti e di fare il meglio che posso.
 
 
 

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