Vecchi Eroi

di Marichetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi e Realtà ***
Capitolo 2: *** Ritorno in grande ***



Capitolo 1
*** Ricordi e Realtà ***


Tanti mesi sono passati da quando ho messo mano o intenzione su una Fan Fiction, una miriade di cose hanno cambiato le mie priorità

Benvenuti a tutti voi. Volevo solo dare una piccola introduzione. Questa FF non ha per nulla a che fare con i miei precendeti lavori, ho cercato per molto tempo un idea che mi potesse piacere, visto che era molto che non postavo nulla e mi mancava immensamente. Beh, volevao solo precisare che questa FF ha un’anima sua. Tutto qui. Buon Proseguimento.

 

Ricordi e Realtà

 

“Non mi vedi vecchia?”

 

Kaori ti prego, non assillarmi con i tuoi complessi adolescenziali, non ne hai più l’età credimi.

 

Un cipiglio nervoso prese forma sul visodi Kaori. Ne aveva abbastanza. Un poderoso martello comparì tra le sue mani.

 

“… Si ma ho la forza per questo!!! AHHHHHHHH…”

 

“NO, TI PREGO NOOOO! PERDO…”

 

BOOM!

 

“Troppo tardi Ryuccio. Come vedi non sono così arrugginita come credi.

 

“Eh, eh. Me ne sono accorto a mie spese purtroppo.

 

Nel frattempo una piccola figura si fece avanti silenziosamente. Ryo non se ne accorse immediatamente, i suoi riflessi non erano più quelli di una volta..

 

Hideyuki, smettila di nasconderti. Non sta bene sbirciare mamma e papà che litigano. Potresti avere una negativa soggezione da parte di questa donna. Esci”

 

“Cattiva soggezione E’?? Te l’ha do io la cattiva soggezione.”

 

SCHERZAVO SCHERZAVO. Non lo dirò più promesso.”

 

Le sue suppliche erano patetiche. Il ragazzetto vedeva il padre come un buono a nulla. Il suo unico punto di riferimento era la madre. Scattante, forte, astuta. Ryo gli sembrava un poltrone, pigro e ingrato di tutti i sforzi che Kaori, faceva per tirare avanti. I suoi 13 anni gravavano e i suoi compagni lo prendevano in giro, perché tutti loro nei temi in classe raccontavano di come, i loro padri, lavoravano e portavano a casa i beni per sopravvivere, invece lui poteva solamente parlare di quell’unica  persona  che aveva veramente a cuore il suo destino: Kaori. Ovviamente i suoi compagni dichiaravano in giro che lui fosse orfano o peggio, che il padre fosse un maleodorante barbone in qualche paese sconosciuto. Il ragazzo ne soffriva e Ryo non faceva altro che peggiorare la situazione. Hideyuki lo detestava.

 

“Vuoi rimanere nascosto li ancora per molto o vuoi farci onore della tua presenza.”

 

“TACI! Mi hai rovinato la vita. La mamma è sempre dispiaciuta per te e tu te ne freghi altamente, come se noi per te non avessimo importanza. Padre.”

 

Hide, piccolo, non dire a tuo padre queste cose. Non se lo merita, io stavamo… Beh… Stavamo scherzando tutto qua. Non ero arrabbiata.”

 

“Io ti sento mamma, quando papà rientra tardi la notte, il più delle volte ubriaco e tu gli dici che non deve rischiare la vita. Parole sprecate con lui, se vuole uccidersi faccia pure.

 

“Non ti permetto di dire cose simili a tuo padre. Hideyuki Saeba torna immediatamente in camera tua.

 

“Mamma, un giorno ti renderò felice. Ti porterò via da questo mondo, fatto solo di sofferenze.

 

Kaori era preoccupata per quei continui sfoghi del loro unico figlio. Sapeva perché Ryo rincasava tardi la notte. Doveva stare bene in guardia per vedere se qualcuno lo seguisse e se qualcuno lo faceva, doveva correre per seminarli. Non poteva affrontarli. Avrebbe causato troppi pericoli alla sua famiglia. Doveva rimanerne fuori il più possibile. Per quanto fosse difficile. Ecco perché la notte sembrava ubriaco, era solo una finta. Ryo sapeva che suo figlio lo stava guardando e doveva inscenare un diversivo per portarlo fuoristrada. Il ragazzo era intelligente, ma non avrebbe scavato a fondo se avesse visto il padre ubriaco tra le braccia di Kaori. Gli ubriachi sono ubriachi e basta. Lo odiava e Ryo se ne rendeva conto benissimo. Non aveva mai fatto nulla da vero padre. Si mortificava di questo. Eppure lui non aveva mai avuto attenzioni da nessuno che non un pazzo o uno squilibrato. Voleva che suo figlio divenisse forte, tuttavia stava perdendo tutta la sua vita. Niente saggi di fine anno, se si fosse incamminato nelle strade e avesse preso posto nel teatro scolastico sarebbe stato facile preda di qualche pazzo attentatore. Negli ultimi 30 i nemici si quadruplicavano con la sua fama di Sweeper.

 

“Ryo, non fai qualcosa per fermarlo. Non ti sforzi nemmeno?”

 

Kaori, ti ricordi come mi comportavo con te qualche anno fa. Secondo te perché non ti dimostravo quelli che erano i miei sentimenti? Non l’ho fatto perché non erano opprimenti, tutt’altro. L’ho fatto perché ti amavo, e ti amo ancora. Amo anche mio figlio. Tu lo sai, capisco che non vuoi accettare. Questa è la realtà dei fatti. Tu mi affermasti che per te, la vita da fuggitiva andava bene. Che spostarsi di paese in paese, andava bene. Basta che eri con me. Lui è mio figlio. Non è come te, lui non ha la facoltà di poter decidere certe cose. Perché coinvolgerlo in qualcosa di cui non sa nemmeno l’esistenza?”

 

“Hai ragione, ma io non riesco a sopportare la tua indifferenza cosi persistente. Come se di noi non ti importasse nulla Ryo.

 

“Sbagli a pensare questo, eppure so che non posso far niente per cambiare la tua idea. Ti amo per questo.”

 

“Io vado da nostro figlio.”

 

“...”

 

Kaori era innervosita dal suo atteggiamento menefreghista. La faceva soffrire. Credeva che Ryo non provasse più quell’amore che l’aveva convinto a lasciare tutto. Il figlio stava diventando sempre più irrequieto e autonomo. Già lavorava. Trasportava zuppe di Ramen in tutto il paese. Lavorava in un Take Away Giapponese. Odiava vederlo sgobbare, era cosi piccolo. Eppure Ryo insisteva nel dire che gli avrebbe formato il carattere da uomo, quale sarà un giorno. Kaori capiva, ciò nonostante provava un senso di angoscia perpetuo. Come se stesse crescendo troppo in fretta. Busso alla stanza. Nessuno rispose. Pensava fosse arrabbiato. Quindi provò ad aprire la porta. Chiusa a chiave. La madre credette che gli sarebbe passata presto, avrebbe riprovato più tardi.

 

Nella camera non c’era nessuno. La finestra era spalancata. Con un messaggio sul letto. Che qualcuno l’avesse rapito o fosse semplicemente scappato?

 

 

Beh che ne pensate. L’ho scritta in pochi attimi, perché quando l’idea mi balena in mente, la applico immediatamente. Mi mancava moltissimo postare le mie FF su questo sito cosi famigliare che mi ha accompagnato per tutta l’estate scorsa. Spero piaccia. Saluto tutti. Spero di vedere un riscontro da parte vostra. Mi farebbe piacere un ritorno in grande stile. Ciao alla prossima. Marica.

 

Sita Lisa, spero vi facciate vive come sempre. Sono tornata! Vi aspetto ragazze!!!

 

 

 

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Capitolo 2
*** Ritorno in grande ***


Ritorno in grande stile

Per chi arrivasse ora, consiglio di leggere almeno le ultime righe del prima capitolo per riuscire a capire il significato di quest’ultimo. Vi augura una buona lettura, nel mondo di Ryo Saeba!

 

Ritorno in grande stile

 

Ryo Saeba, aspetto una tua mossa

 

Ryo rimase attonito. Fissava il letto, scarmigliato e soprattutto vuoto, di suo figlio.

 

Ryo cosa facciamo?nostro figlio è…’

 

Prima di riuscire a finire la frase, cadde a terra. Lo shock è stato immenso. Ryo con scatto fulmineo, si risveglio dal torpore e la prese. Non sapeva cosa stava accadendo. Non a lui, non a suo figlio. Poggiò delicatamente Kaori sul letto di Hideyuki e si incamminò verso la finestra. L’ultimo posto che suo figlio aveva varcato prima di sparire. Rapito. Rapito. Questo l’unico pensiero fisso. Dopo vari minuti di silenzio apatico, prese carta e penna e scrisse:

 

Kaori, riporterò a casa nostro figlio.

 

Non sevivano altre parole, lei avrebbe capito, era Kaori.

 

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Finalmente riprese coscienza. Per focalizzare la situazione ci mise qualche minuto. Un urlo usci dalla sua bocca, Hideyuki era scomparso.

 

Ryo. RYO! RYO MALEDIZIONE! RISPONDIMI… HIDE…HIDE…Hideyuki mio figlio.

 

Pianse, pianse mille lacrime, le stesse che aveva versato nel giorno della nascita di quel figlio miracolato.

 

Tredici anni prima…

 

Ryo Ryo, buone notizie!’

 

Karoi, non vedi che ho da fare?’ rispose lui stancamente

 

IMBECILLE!’ un poderoso ed enorme martello si materializzò nelle sue mani. Voleva ucciderlo

 

50 tonnellate caddero sulla sua testa per schiacciarlo al pavimento. Beccato in pieno.

 

Maledizione Kaori, ma ti pare che ogni volta che hai qualcosa da dirmi devi usare la violenza, sono delicato io  incominciò a disegnare dei piccoli cerchi invisibili per terra.

 

Cretino ti vuoi alzare! Ho notizie sensazionali!’

 

‘Immagino, avrai picchiato qualche molestatore che ti ha toccato il sedere. Ma poi mi domando, chi poterebbe aver voglia di toccare qual coso molliccio!

 

Un fulmine passò attraverso gli occhi di Karoi, la sua ira era funesta!

 

TI ODIO!’

 

Bene, vedrai che non morirò per lo shock!

 

TI ODIO

 

Si ok ho afferrato…’

 

SONO INCINTA!’

 

Si mi odi o…k…c-cosa scusa?’

 

SONO INCINTA IDIOTA!’

 

inc-incinta?’

 

Si e tu nemmeno ti degni di ascoltarmi?! Beh non ha importanza. Darò la notizia a qualcuno che saprà ascoltare…’

 

Si avviò verso il cimitero…

 

Hideyuki, hai ascoltato le mie preghiere, quell 1% è nostro! Ryo ora stara imprecando, sapendo che avrà uno ‘stupido marmocchio’ tra i piedi. Hide sono cosi triste. Ti sento, sempre con me.’

 

A sera tarda si riavviò verso casa…

 

‘Sono tornata, se a qualcuno interessa…’

 

Saiuki, Arisa, Sumi, Hatsue oppure senti questo Mamiko ti piace, spero sia una bella femminuccia…’

 

Una lacrima scese lenta sulla guancia, lui capiva, lui sapeva. Voleva un figlio.

 

‘Se maschio fammi pensare…’

 

Kaori prese subito parte…

 

Hideyki.’

 

Hideyuki ovvio.

 

‘Ovvio.

 

‘Ti amo Kaori.’

 

Un’altra lacrima scese. Hideyki già dava le prime nausee. Era li dentro di lei e lo percepiva. Le sembrava la cosa più bella del mondo.

 

 

 

 

Dopo mesi e mesi eccomi di nuovo. Ma quanto mi piace scrivere!!!!si lo so posso sembrare un po’ confusionaria, strana, poco comprensibile. Però porca misera quanto mi piace. Spero possiate sentire le mie sensazioni attraverso questa FF scritta durante le ore di scuola. La Vostra Marica.

 

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