and then you changed my life

di suicidesdaughter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***



Capitolo 1
*** I ***



FIRST

'Selena svegliati' 'Selena svegliati' 'Selena svegliati'. Quelle erano le parole che mi rimbombavano nella testa. 'Mh, buongiorno coscienza' La coscienza era l'unica persona che mi degnavo di ascoltare. A volte parlavo da sola... O almeno così la gente credeva. Parlavo con lei. Non ero matta. Lei era l'unica mia amica, o se così volete dire: io ero la mia stessa migliore amica.
Dopo cinque minuti di conversazione con me stessa, mi alzai dal letto. Mi dirigei verso il bagno e mi risciacquai la faccia nel grande e immenso bagno del mio appartamento a Londra. I pezzi di ghiaccio della mia scuola mi chiamavano riccona sfigata. Io li chiamavo pezzi di ghiaccio.
Mi lavai subito anche i denti non volendo fare colazione, altrimenti tutti quei carboidrati sarebbero finiti ‘dritti in quei tuoi grassi fianchi, Gomez’. Così dicevano le ragazze della mia scuola. Ero conosciuta da tutti in quella scuola, ero conosciuta da tutti in tutta Londra, anche se purtroppo non con una buona reputazione: la reputazione di una figlia di un’alcolizzata abitante in qualche parte sperduta del mondo, forse in un manicomio e di un ricco sfondato avvocato morto in un tragico incidente. Ecco perché ero così ricca: eredità.
Perché tutti mi odiavano? Non lo so. Forse per il mio peso. Ho cercato di dimagrire. E con successo!  Ma i miei compagni già si erano fatti quell’impressione di me. Così cominciai con il fumo, con i tagli, cominciai a bere. Già all’età di 13 anni.
Ma avevo abbastanza denaro da non poter definire letteralmente la mia vita ‘una merda’.
‘SELENA, L’ORA!’ Gridai a me stessa. Oddio, erano già le 8:20 e le lezioni cominciavano alle 8:30. Andai in garage passando per la porta della cucina, ed entrai nella mia Roll Royce. Partii in fretta senza accorgermi di essere in retromarcia, quindi sbattei il retro della macchina contro una parete del garage ‘MERDA’. Senza dare tanto peso al mio errore di distrazione, ripartii e mi diressi verso la scuola. Mancavano ancora 5 minuti all’inizio delle lezioni per fortuna. Decisi di spenderli nel fumare una sigaretta, non fumavo da ben 20 ore.
Mi sentii quasi in sollievo al primo tiro, e buttai fuori insieme al fumo tutto l’odio che provavo per la gente, per me stessa. Buttai a terra mezza sigaretta, sentendo il suono della campanella. Entrai, mi diressi nell’aula di biologia, materia della prima ora, con i libri stretti al petto, con le mani che mi tremavano sperando che nessuno si fosse accorto della mia esistenza. Appoggiai i libri all’ultimo banco della stanza, vicino alla finestra, come sempre. Nessuno prendeva mai quel posto, quello era il MIO posto, e tutti lo sapevano ma ovviamente solo chi riuscivo a far sottomettere a me rispettava questa cosa. Ma ad ogni modo ero quasi sempre la prima ad entrare, quasi sempre la prima a prendere quel posto.
Fin dall’inizio dell’anno si udivano rumori di corridoio dicenti che un gruppo di 5 ragazzi avrebbe ‘fatto eruzione’ nella scuola nel secondo quadrimestre. 6 irlandesi. Sapevo non sarebbero stati un problema per me. I nuovi erano sempre sfigati. Certo, come se io non lo fossi. Ho sempre voluto avvicinarmi a qualcuno che data la sua impopolarità potesse accettarmi, ma già mi ero abituata alla solitudine e all’indipendenza. E a me andava bene così.
‘Sfigata, levati, quello è il mio posto’ Una voce maschile interruppe i miei pensieri. Mi girai verso di lui e mi risi in faccia, non per l’aspetto, per carità, era un bel ragazzo. Piuttosto per il suo accento. Intuii subito che faceva parte del gruppo di intrusi del secondo quadrimestre anche sapendo di non aver mai visto un viso del genere nella scuola. ‘HAHAHAH no’ Dissi io tra le risate. ‘Hai una bella faccia tosta a ridermi in faccia. Ma sai chi sono io?!’ Mi chiese lui ‘No, e sinceramente non me ne frega una beata minchia’ Gli sputai queste parole. Poi lui continuò ‘Sono il figlio di Geoff Payne’. Tutti sapevano chi era Geoff Payne.Non certo un semplice impiegatuccio, bensì il direttore di una rivista di economia londinese. ‘Bhe, e io sono di..’ Mio bloccai. Anche tutti conoscevano Ricardo Joel Gomez. Ma non c’era più. Quindi per quanto potesse contare quel nome per me, a nessuno più importava di chi era.  ‘Figlia di una drogata alcolizzata sei ahahah’ Sputò quelle parole in faccia mia, ci rimasi male. Ma ancora non mi spostai dal mio banco. Era mio, e mi ci ero insediata. Arrivò il prof di biologia che subito allontanò quel Payne dal mio banco solo con le parole ‘Tutti ai propri posti’.
In poco tempo arrivò l’ora di pranzo. Mi diressi alla mensa e mi sedei  in un posto piuttosto isolato con il mio vassoio.  Ogni 5 minuti passava un gruppo di ragazze davanti al mio tavolo ridendo solo al guardarmi. Io non ci diedi troppo peso, ero abituata.
Passò un’altra ragazza, tremolava, aveva il suo vassoio in mano, sembrava sperduta, era sperduta. Finché il tipo irlandese di questa mattina chiamarla ‘Demi, vieni qui’.  Realizzai che la voce proveniva da dietro di me, così mi voltai, guardai la ragazza sedersi con un gruppetto di facce nuove, tra cui il Payne. Mi rigirai verso il mio piatto roteando gli occhi. Il viso di quella ragazza sembrava così simile al mio, vedevo la sofferenza nei suoi occhi, la stessa sofferenza che provavo io guardandomi in quel pezzo di vetro. Ma no, lei era con Payne. Non potevo avvicinarmi a lei senza evitare altre lacrime, ne ero così sicura anche non conoscendo niente di quei due individui. 


hey hey hey hey oh! ciao<3
alluooor, questa è la mia prima ff su efp su selena. abbiate pietà di me, so che non è fantastico come primo capitolo ma come ogni storia che si rispetti, a piccoli passi scoprirete e magari capirete anche un po' di più lol
quindi, penso che abbiate capito, no? selena, one direction e demi sono i principali della storia... 
oh e non pensate strano, non ci sarà la coppia liam e selena lol
ve se lovvaaaaa<3 recensite, plz

-bisba

 

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Capitolo 2
*** II ***


SECOND

“Scusa, posso prendere questa sedia?” Mi domandò una voce sconosciuta indicando la sedia vuota accanto a me. Lo guardai negli occhi. Non capivo di che colore erano, era un miscuglio strano e armonioso di colori chiari, ci cascai dentro. Ancora non detti risposta, così lui mi guardò come per incitarmi a rispondere “C-certo” Dissi infine.  Lui ringraziò, prese la sedia e si mise al suo tavolo. Non potevo fare a meno di notare che si era seduto al tavolo di quelli nuovi.
Non avevo voglia di assistere ad un’altra lezione. Decisi di prendere le mie cose e tornare a casa. Avevo fame.. Avevo sempre fame.. ma no! Non posso. ‘Niente cibo fuori dai pasti, niente cibo fuori dai pasti’, questo era quello che la mia coscienza ripeteva.. Era come se il cibo mi chiamasse, diceva ‘Sì, sì’ ma la mia coscienza contrastava quelle parole. Non potevo ingrassare. Non di nuovo. Poi mi accorsi che in effetti era ora di pranzo, così senza altri pensieri presi la prima cosa che trovai nel frigo e la misi in bocca.
Il giorno dopo fu un incubo. Eravamo a lezione di chimica, nell’aula di chimica, con il prof di chimica, lavorando ad una stupida esplosione chimica. Finché.. bhe…  finché non mi esplose tutto in faccia. Le risate dei miei compagni erano fastidiose quanto il suono delle unghie che grattano sulla lavagna.
Corsi in bagno per pulirmi, senza il permesso di nessuno. Uno strano liquido denso color verdognolo mi ricopriva il capo. La cosa migliore da fare era un bagno caldo, ma non potevo saltare di nuovo la lezione di latino e tornare a casa. Puzzavo. Non potevo presentarmi in mensa, davanti a tutta la scuola, ridotta in quella maniera. Ma lo feci, dopo aver cercato al meglio di pulirmi. Avevo il mio vassoio in mano, cercando con lo sguardo un tavolo vuoto, quando sentii una voce scocciate urlare “Gomez!” Qualcuno mi chiamava. Mi voltai verso la direzione della voce, e notai Payne, insieme alla sua compagnia, seduta ad un tavolo. Mi avvicinai con la paura che volesse solo ridere di me per il mio ‘piccolo inconveniente’ nella lezione di chimica. “Su, siediti” Disse lui picchiettando sulla sedia accanto a lui. Mi sedetti, non so con quale coraggio. Scrutai tutti gli sguardi di quel tavolo che mi fissavano, non sapevo che volevano da me, e sinceramente non avevo voglia di scoprirlo… “Vedi Gomez..” Mi chiamava per cognome “… mia sorella Demi è molto timida, ancora non  ha conosciuto un’amica da quando è entrata in questa scuola”  Ancora non capivo che c’entravo io. Lui continuò: “Tienila d’occhio, stai con lei, non la perdere di vista un attimo. Diventale amica, confidatevi segreti e tutte quelle cose da femmine. Basta che non la fai sentire sola. Voglio il meglio per la mia piccola” Baciò la fronte della sorella, parlava come un padre iperprotettivo.
“M-ma perché io?” Chiesi con un filo di voce. Non sapevo se essere felice di aver l’opportunità di avere una nuova amica, o triste che la mia nuova amica fosse la sorella di Payne.
“Andiamo Gomez, tutti sanno che non hai amici, cerco di fare un favore a tutte e due. Sono o non sono un santo?” Disse lui. Bhe, no.
“Gomez, o accetti o accetti. A te la scelta.” Continuò. ‘Oh bhe, l’imbarazzo della scelta, davvero’ pensai ironicamente.
Accettai. Anche se costretta, sapevo quanto potesse essere difficile integrarsi in una nuova scuola.. l’avevo provato.  Appunto per questo volevo aiutare Demi, o come si chiamava..
“Su, che aspetti?! Andate a fare latino, via!” Ci ordinò Payne. E lui come sapeva che io avevo latino?! Lo guardai con sguardo interrogativo quando lui subito mi porse il foglio con scritti i miei orari e le lezioni. Glielo presi bruscamente dalle mani e mi incamminai con la ragazza verso l’aula di latino. Durante il cammino, nessuna delle due osò aprire bocca, fino a quando non inciampai su una mattonella mal messa. Cazzo, era la sesta volta del mese che inciampavo. Lì scoppiammo in una risata amichevole. “Oddio, ho la finezza di un brontosauro quando cammino!” Dissi io, tanto per ridere un po’.
Sì, su una cosa aveva ragione Payne: era molto timida e introversa quella ragazza.
Ma non era niente male.

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hey hey hey, newyorkesi!
alluora, scusate per la cacchetta D: Vorrei ringraziare tutte le visualizzazini per il precedente capitolo, in particolar modo le due recensioni di
Its A Kind Of Magic e Bolide Everdeen, che tra l'altro quest'ultima mi ha dato un utile aiuto a regolare la formattazione dei capitoli tanto che sia meglio per voi, cari lettori, da leggere. Quindi grazie a tutti tutti lol. Poi scusatemi se ad alcuni può sembrare il capitolo troppo corto, non ho potuto fare di meglio.
ve se lovva<3
 

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