Heart by Heart

di felt0ned
(/viewuser.php?uid=532515)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io, Clare e Robert. ***
Capitolo 2: *** Due mesi di inferno. ***
Capitolo 3: *** il 13 Dicembre ***
Capitolo 4: *** Changes ***
Capitolo 5: *** Sorpresa! ***



Capitolo 1
*** Io, Clare e Robert. ***


Banner by: @heronducks_ 

 

Heart By Heart.
1° Capitolo.

<< Sei l'unica che mi capisce Prix; andremo a quel concerto, qualsiasi cosa accada.>>, disse Clare buttandosi sul letto con il telefono all'orecchio : << non capiscono.>>. << Clare, abbiamo un solo giorno prima dell'uscita dei biglietti. Come facciamo? Abbiamo 17 anni, e dobbiamo attraversare l'Inghilterra per arrivare a Londra, ho detto di nuovo a mamma che saremo responsabili, ma dice che siamo comunque troppo piccole per un viaggio simile. Abbiamo 17 anni, non 12. >>.
Clare fece un sospiro, quasi strozzato per le lacrime che scendevano sul suo pallido viso. << Clare, vado.. ci vediamo domani mattina. Solita ora, solito posto. Troveremo un modo.. Buonanotte piccola. >>. << Notte Prix, grazie per prima. Hai ragione, ce la faremo. " Non potete da sole perché siete troppo piccole " e gne gne gne.>> sbuffò Clare. << Notte ancora Prix, ti voglio bene. >>.
Sapevo che non ce l'avremmo fatta; mia mamma quando dice una cosa è quella, non cambia mai idea, lo fa raramente. ' Però tentar non nuoce ' pensai, e la mattina seguente avrei di sicuro riprovato, cercando di smuovere il lato dolce e comprensivo di mia madre. Era il 15 Ottobre, una nuvolosa giornata di quelle tipiche inglesi, ed ero seduta in cucina con la colazione già pronta davanti a me. << Buongiorno tesorino >> disse con un tono amorevole mia madre. << Dormito bene?>>. Feci un sospiro e alzai le sopracciglia. Volevo che capisse, ma non mi guardò. << Beh, in realtà no. Sai che giorno è oggi vero? >>. Si girò come se fino a poco fa lo avesse dimenticato, come se per lei fosse un fatto chiuso a prescindere. << Priscilla, ti ho detto che non puoi andare. Due ragazze di 17 anni non possono andare da sole da qui a Londra per un concerto, in uno stadio poi. Non se ne parla. Mi fido di voi due, mi fido anche di Clare, conosco la sua famiglia da quando mi sono sposata, ma non mi fido degli altri, Prix. Lo capisci che non è per te che non ti mando..?>>. Deglutii, e mi girai. Non volevo guardarla negli occhi. Credevo che sarei scoppiata a piangere, ma non lo feci. Non volevo che mi vedesse crollare, e poi la vendita dei biglietti era quel giorno alle sei di sera, qualcosa sarebbe potuta cambiare. Mio fratello minore sembrava quasi che fosse contento. Non lo faceva per cattiveria, ma era proprio nella sua indole; Luke ama infinitamente tormentarmi. Uscii di casa tranquillamente, infilai le cuffiette nelle orecchie per aspettare lo scuola bus, premetti la riproduzione casuale e partì More Than This. I miei occhi divennero da bianchi latte a rossi fuoco, ma trattenni le lacrime, presi il bus e arrivai a scuola.
I miei migliori amici erano Clare e Robert Swallow. Sono fratelli, infatti passiamo la maggior parte del nostro tempo insieme, e soprattutto a casa loro. Robert ha due anni più di noi, non che lui ce lo faccia pesare, ma è davvero un tipo in gamba, per la sua maturità sembra più grande. E' un po' il ragazzo che tutte vorrebbero, perché è dolce, simpatico, intelligente, e per molte ragazze è sexy. Io non lo noto, è come un fratello per me, ma sono abbastanza gelosa di lui. Io e Clare invece è come se fossimo la stessa persona. Non sentite mai parlare di Clare o di Priscilla ( io preferisco farmi chiamare Prix, ma ok), ma di Clare e Priscilla. Siamo tre migliori amici inseparabili, come quelli dei film o dei libri.
Arrivai a scuola, ma quel giorno non avevo davvero voglia di essere in quel posto.
<< Prix che fai, non saluti? >>. Mi voltai, e c'erano Robert e Clare che mi aspettavano appoggiati su una colonna. << Oh dio, scusate ragazzi ero sovrappensiero. Stavo pensando a quello che mi ha detto mia madre.. Come state? >> . << CHE TI HA DETTO TUA MADRE ?>> dissero i fratelli all'unisono, e io feci una smorfia: << Abbiamo di nuovo parlato del concerto. Mi ha detto che due ragazze di 17 anni da sole non possono andare a Londra per un concerto in uno stadio, e che si fida di noi, ma non per gli altri. Se avessi 18 anni andrebbe bene, ma 17 no? Che senso ha? >>. Clare era demoralizzata. Robert invece fece una smorfia di felicità, pensavo ci stesse prendendo in giro. Lo guardai male, e subito ci disse: << Ma siete stupide o cosa? Non vuole che andate da sole, vi manderebbe se qualcuno vi accompagnasse. >>. Lo guardammo sorprese. Come ho detto prima io e Clare abbiamo un rapporto speciale, e la maggior parte delle volte pensiamo la stessa cosa nello stesso momento. Ci guardammo e capimmo subito che avevamo pensato la stessa cosa. Robert si era quasi spaventato. << Vedi Robert.. tu hai 19 anni compiuti, porti la macchina, la mia famiglia si fida ciecamente di te.. >> Robert fece una faccia strana, aveva intuito sin dal principio che glielo avremmo chiesto, e sembrava come se si volesse far pregare. << E dai Robert, aiuta tua sorella e la tua migliore amica. E poi andremo a Londra, anche tu ti divertirai ! Sarà fantastico. >> lo implorò Clare. << Non sarai tu che distruggerai il nostro sogno, vero? >> disse con un tono dolce. Robert guardò Clare, e poi me. Allora ,con una faccia di uno che sta per dire di no in modo subdolo, disse: << e va bene. >> e io e Clare ci guardammo felici come non mai e lo abbracciammo all'istante. Non credevo che sarebbe stato lui a realizzare il nostro sogno.
Eravamo raggianti, convinte che ora nulla poteva fermarci. Alle lezioni, eravamo attente e concentrate. Mai successo prima di quel giorno. Per la prima volta quando andai a mensa ero convinta che avrei mangiato ognuna di quelle schifezze assurde che servivano, pur di ottenere ciò che desideravo. Mentre mangianvamo, avevamo deciso che saremmo andati subito a parlare con le nostre mamme. Uscimmo da scuola e visto che Robert era venuto in motorino, andò da solo verso casa mia, e io e Clare andammo con lo scuola bus. Quando scendemmo dal mezzo non eravamo più raggianti come prima però. Eravamo arrivate a quel punto dove devi scoprire se le tue speranze erano vere, oppure qualcosa che ci eravamo puramente immaginate. Ci guardammo tutti e tre. Clare aveva chiamato la mamma prima dell'uscita di scuola, ed era addirittura già dentro, perché la macchina era parcheggiata fuori. Volevamo avere una certezza, e magari la mamma degli Swallow avrebbe convinto la mia.
Appena entrammo, non ci diedero il tempo di posare le giacche che le mamme vennero incontro a salutarci. Io e Clare quasi tremavamo. Robert mi guardò e mi sorrise, quasi come se volesse dirmi che ce l'avremmo fatta. Presi forza, e dissi a mia madre quello che pensavo: << Mamma, abbiamo chiamato anche Marie per potervi parlare. Beh ecco, oggi tu hai detto che due ragazze di 17 anni non possono andare da sole fino a Londra per un concerto. Ma se ci accompagnasse qualcuno di un po' più grande di noi? >>. Mia mamma aveva capito. << Non se ne parla ugualmente Prix. Ha sempre 19 anni.>>. Incredibile come aveva distrutto i nostri piani, le nostre speranze in tre secondi. Noi tre ci guardammo distrutti. Marie Swallow invece ci guardò e sorrise. Non capivo che senso avesse ridere in quel momento.<< Ma perché no Isabelle? Sono tre ragazzi che si conoscono sin da quando sono nati, e mi fido di mio figlio, e anche delle nostre due ragazze. Non dovranno lasciare il paese, faranno un viaggio fra fratelli di appena una settimana. Non sono poi così tanti kilometri. Prenderanno il treno, e poi si muoveranno tranquillamente, Robert è già andato a Londra con la scuola. Sarà un'esperienza totalmente nuova per loro.>> disse la signora Swallow. Io, Clare e Robert non potevamo crederci. Ci lanciammo un'occhiata felice. Mia madre non aveva detto niente, però avevamo un sì a favore. Dopo poco la mamma fece: << Robert le accompagnerai al concerto?>>. Robert guardò mia madre come se gli avesse fatto una domanda sciocca, ma non aveva capito : << Ma certo, che le lascio da sole al loro destino? Ci penso io. >>. << No Robert. Loro vogliono andare in platea. Non possono andare da sole. Le accompagnerai anche dentro? >>. Robert sgranò gli occhi. "Dentro? A sentire i One Direction? Stava scherzando? " pensò il ragazzo. Poi si girò verso si noi. Ormai aveva detto di si. Cosa le sarebbe costato entrare per due ore per assistere ad un concerto? Tanto sarebbe dovuto rimanere lì con noi fino all'apertura dei cancelli, perché non ci avrebbe mai lasciate lì da sole per tutte quelle ore. << E va bene dai, le accompagno anche dentro. Farò le foto. >>. Guardai mia mamma; non capivo, le aveva detto che ci avrebbe accompagnate anche dentro, e lei non diceva nulla. Poi sospirò e parlò: << Robert mi fido di te >>. Andai ad abbracciare mia madre, Marie e i ragazzi. Ce l'avevamo fatta! Salimmo di corsa su per le scale per connetterci e aspettare di poter prendere i biglietti. Ora il mio sogno era reale. Fra due mesi avremmo visto i One Direction, li avremmo sentiti cantare, finalmente il nostro sogno di poter essere sotto quel palco e cantare a squarcia gola insieme e loro si era avverato; avrei anche passato una settimana intera a Londra con i miei migliori amici. Io e Clare eravamo troppo emozionate, ballavamo e cantavamo canzoni dei ragazzi, e Robert era collegato per prenderci i biglietti, e a pianificare il viaggio. Mi sembrava contento anche lui, se non fosse che avrebbe voluto tapparci la bocca per due secondi in quel momento. Io giustificavo il fatto che cantavamo le canzoni in quel modo così le avrebbe imparate. Lui rideva e faceva finta di tapparsi le orecchie.
Erano le 17.57, Clare che non ce la faceva a rimanere lì in camera per vedere se ce l’avremmo fatta a prendere i biglietti, e scese sotto con mia madre per preparare qualcosa per la cena. Io rimasi su con Robert,e  anche se ero troppo in tensione rimasi su, non potevo lasciarlo da solo. Lo pizzicavo sul braccio, mi piace dargli fastidio; anche a lui piace darmi fastidio. << Non distrarmi, altrimenti poi darete la colpa a me se non ce la farò e io non voglio vederti triste. >>. Era sempre dolce con me ( a differenza del rapporto che aveva con la sorella che si dicevano le peggiori cose in segno di affetto), e ogni volta mi colpiva questo suo lato. Ora erano le 18.01: erano usciti i biglietti. Nel tentativo di prenderli, l'acquisto fallì. Mi stava cadendo il mondo addosso. Mi alzai dalla sedia e mi misi in finestra. Dopo dieci minuti lo vedevo che ancora era lì sul computer. Non ce la facevo più ad aspettare. Dopo tutto quello che avevamo fatto, non eravamo riusciti a prendere i biglietti? Ero tutta concentrata su la mia delusione, quando da dietro una voce mi fece sobbalzare: << Allora, l'apertura dei cancelli è alle 16, zona prato, sezione verde. >> mi disse Robert dentro l’orecchio. Spalancai gli occhi, emisi uno di quei gridolini di gioia e gli diedi uno di quegli abbracci che si scordano difficilmente. Mi sorrise come solo lui sapeva fare, poi lo presi per mano e scendemmo giù facendo finta di essere tristi. Quando arrivammo in cucina Clare era già in pigiama. Avevamo deciso che per la notte sarebbero restati da noi. La mia migliore amica era bella anche in pigiama, e aveva la sua cascata di capelli mori legati in una coda fluente. La guardammo in modo che pensasse che non ce l'avevamo fatta. Lo sguardo di Robert e il mio si incontrarono e subito disse alla sorella :<< Clare ecco.. non ce l'ho fatta. I posti che volevate voi non ci sono più, in più non mi fa comprare nessun altro biglietto.. però ho trovato i migliori posti che ci sono per quel concerto, quindi..>>. Clare fece un urlo di gioia, e di nuovo ci abbracciammo tutti e tre. Adesso avevamo la certezza che li avremmo visti, che tutto quello che avevamo desiderato fin da quel momento si era avverato. Era così surreale, che quasi non ci credevamo. Così andammo su in camera mia a festeggiare.
Nella sera eravamo tutti in cucina, con il nostro laptop e sceglievamo l'hotel, l'orario del treno e tutto il resto. Robert come la sorella, si era messo il suo "pigiama". In realtà non era proprio un pigiama, comprava comunque dei vestiti che gli piacevano per poterli indossare come pigiami, portava infatti una canotta blu che esaltavano i suoi piccoli riccioletti castani, e un paio di pantaloni larghi color sabbia. Per casa usa una montatura di occhiali da vista, che a parer mio gli stanno benissimo. Clare dice che gli danno un look di uno di quei modelli di abiti "montati". Non mi chiedete perché. Parlando sempre di pigiami io avevo il peggiore fra tutti: me lo aveva preso mia madre il giorno prima credo, ed era orribile. C'erano orsetti rosa dappertutto. Così misi solo il sotto, e per il sopra indossai una canotta bianca, con delle ciabatte ( quelle non le avrei mai abbandonate ahah) enormi con sopra un mini unicorno, e i miei capelli mossi ed estremamente mori legati con un fermaglio. Quando scesi per andare a mangiare con i ragazzi, Robert mi fissò un attimo, poi si girò e fece una piccola risata mentre cercava degli hotel su internet. Mi sedetti sullo sgabello e cominciammo a mangiare.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due mesi di inferno. ***


Heart By Heart
Capitolo 2 * Due mesi di inferno *

 

Non potevo crederci che fosse già il 13 Dicembre. Ogni giorno che passava da quel 15 Ottobre fu un'agonia, fra l'ansia, la frenesia, e la scuola. Passavo la maggior parte del tempo dagli Swallow, pensavo a studiare solamente gli ultimi 5 minuti dalla fine della giornata. Sono stata minacciata molte volte da mia madre, mi diceva che mi  avrebbe impedito di partire se avessi ripreso un'altra E, e quindi passavo due e tre giorni senza vedere Clare e Robert fuori da scuola, ma poi ricominciava tutto daccapo. Clare si era fidanzata per sole due settimane con il ragazzo che tanto le piaceva dall’anno prima, e fu uno strazio per me e Robert, perché non faceva altro che assillarci con tutte le loro smielate conversazioni, e ci lasciava spesso soli in casa per uscire con lui o per parlargli al telefono. Per Robert poi era un misto fra gelosia e rabbia, perché vedeva la sorella cambiata. Dopo due settimane o poco più tutto questo però finì, e lei ne fu devastata. Da una parte mi dispiaceva per il suo dolore, dall’altra ero felice, perché quel ragazzo non aveva avuto una buona influenza su di lei. Purtroppo però, non finì qui il tormento di quell’odioso Jonathan Green. Nella mia scuola era molto popolare, perché per tutti era bello, alto, biondo, ricco e infinitamente stronzo; questo a certe oche della mia scuola piaceva e come. Clare il giorno dopo la rottura non si presentò a scuola. Così Robert passò a prendermi con il suo motorino e andammo insieme. Quando scesi dalla sella notai che c’era qualcuno sulla nostra colonna.
<< Prix, che hai?>> mi disse Robert appena scesi dal motorino.
<< Stavo guardando quei cretini che stanno con Jonathan.>>
<< Che stanno facendo?>>
<< Sono sulla nostra colonna, di solito non si mettono mai lì Rob.>>
Robert mi aiutò a sfilare il casco e , presi gli zaini, ci dirigemmo verso scuola. Davanti alla colonna c’erano ancora Jonathan e i suoi amici; ridevano, e ci guardavano.
<< Rob, non guardarli.>> gli dissi io.
Non appena aprii bocca sentii qualcuno dire “ quella suora “ ed emettere una lunga risata. Vedevo con la coda dell’occhio che si stavano avvicinando.
<< La tua sorellina suora non è venuta oggi, Swallow? >> disse un ragazzo grassoccio che era nel gruppo con Jonathan.
Tutti gli amici di Jonathan, compreso lui, cominciarono a ridere.
<< Sh Lucas, non ti intromettere. Non lo vedi, è uguale alla sorella, un perdente. >> disse Jonathan, scoppiando in una fragorosa risata.
<< Wow beh, allora questo si che è un insulto>> dissi io, con non so quale coraggio.
<< E questa chi è Robert? La tua amica che ti mette le corna? >> e tutti ricominciarono a ridere.
<< Non toccare né lei né mia sorella >> disse Robert, era fuori di sé.
<< E altrimenti? Che fai?  Per proteggere tua sorella la suora e questa puttanella, poi? >>
<< Rob ti prego lascia stare..>> gli sussurrai nell’orecchio.
Non feci nemmeno in tempo a dirglielo che mi sfuggì dalle mani. Li ritrovai per terra a picchiarsi. Il problema è che loro erano venti, lui uno solo. Cercai di farmi spazio fra di loro, ma un amico di Robert, Jack, mi tirò fuori a forza da quel mucchio di gente che si picchiava.Grazie all’intervento del bidello Korbs, i ragazzi si divisero e lasciarono Robert a terra. Quel bidello era un po’ temuto da tutti, sembrava un armadio umano. Michael Korbs fu campione di una disciplina di non so cosa, e per questo era diventato così imponente e temuto da tutti. Non so perché un campione poi debba ritrovarsi a fare il bidello in una scuola. Ritornando a quello che successe, io avevo preso un bel pugno in pancia, e quando uscii fuori, e tutti furono allontanati, notai che Robert aveva un taglio in fronte, il naso sanguinante e la faccia livida. Giaceva lì per terra, mi si gelò il sangue.
<< Rooob! >> urlai violentemente.
Corsi e mi gettai a terra accanto a lui.
<< Dì qualcosa, ti prego Rob. >> dissi piangendo.
Presi dei fazzoletti e cominciai a tamponargli le ferite.
<< Vi prego, chiamate qualcuno che può aiutarlo, ha perso i sensi >> scongiurai, e Jack corse in infermeria.
Dopo pochi minuti Jack tornò. Avevano chiamato l'ambulanza, ma nessuno veniva a vedere come stava Robert.
<< Priscilla, vieni in classe, lascialo qui con il bidello, ora arriva l’ambulanza.>> mi disse Jack.
<< Ma stai scherzando? Entra, io rimango qui, vado con lui in ospedale. >> dissi quasi singhiozzando.
<< Non ti faranno entrare se non sei della sua famiglia.>>
<< Mi inventerò qualcosa. >>
<< Ok.. ma.. quando sai qualcosa, se sta meglio mandami un messaggio.>>

Annuii, e continuai a tamponargli le ferite. Dopo un minuto arrivò l’ambulanza e lo misero su una barella. Io seguii tutta la scena, ero proprio accanto a loro.
<< Come si chiama il ragazzo?>> chiese un uomo che scese dall’ambulanza alla preside.
<<  Lui è Robert Louis Swallow. >>.
L’uomo chiese altre informazioni alla preside, e mentre stava per chiudere il portello del mezzo, io mi avvicinai.
<< Lei chi è signorina?>>
<< Sono Priscilla Clush >>
<< Ha assistito all’aggressione?>>
<< Certo, sono la sua fidanzata, sono stata qui con lui per tutto il tempo che ha dovuto aspettare per essere caricato. >>
<< Ah okay signorina. Mi può ripetere ancora il suo nome?>>
<< Sono Priscilla Clush signore. La prego mi faccia venire con voi. >>
<< Il punto è che non credo che possa venire signorina. >>
<< Le do il numero della madre appena siamo sopra, la chiami e le confermerà tutto.>>

L'uomo fece un sospiro, guardò Robert, e poi ricominciò a parlare.
<< Se la mette così… >> mi disse quel tipo, e mi fece salire.
Già gli avevano messo la flebo. Io lo presi per mano, ma quel tipo poco dopo mi disse che dovevo lasciarla. Arrivammo in ospedale, e incontrai Marie e Clare. Era pallidissima, e piangeva a dirotto. Andai da lei, e la abbracciai forte.
<< Shh, Clare, è tutto finito, tranquilla.. >> le dissi con un tono amorevole.
<< Ma lo capisci che è colpa mia? Lo capisci che se non fosse stato per me lui ora non sarebbe in ospedale?>> mi disse singhiozzando.
Marie era scomparsa fra i corridoi. Era nervosa, mi salutò appena mi vide; mi fece un sorriso dolce, ma pieno di angoscia, e non la vidi più per un'ora o poco più. Durante l'aggressione io avevo incassato un bel pugno in pancia, e mi venne come conseguenza un livido abbastanza grande sull’addome, ma in quel momento per quanto potesse farmi male, nemmeno lo sentivo per l’ansia che avevo dentro. Passarono due ore prima che un altro medico entrò di nuovo nella sua stanza. Noi non potevamo entrare. Lo vedevo a malapena dalla finestra, ma aveva tutta la tendina tirata giù, quindi vedevo ben poco. In quelle due ore recuperai il rapporto con la mia migliore amica, non che lo avevamo rovinato, più che altro, ritrovò se stessa..
Il medico quindi entrò nella stanza, e vide Robert che riprendeva i sensi.
<< Signor Swallow? Signor Swallow?>>
Robert aprì gli occhi lentamente, e non capì all’istante che si trovava in ospedale.
<< Mi dica, come si chiama >>
<< mmh..Robert. >>
<< Ok, quanti anni ha?>>
<< 19..>>
disse con un tono esausto.
Passati dieci minuti , dopo che le infermiere lo sistemarono, il dottore fece a Robert un’altra domanda.
<<  Qual è il suo ultimo ricordo?>>
Robert ci pensò su un attimo.
<< una voce che dice ‘  ti prego Rob‘, non so se sia vero. Non ricordo altro successo prima. >>
<< Bene, vedo che sta cominciando a formulare frasi intere. E’ probabile che lo abbia sentito. Magari qualcuno che era con lei prima che le accadesse questo, come la sua fidanzata. >>
Robert capì solo la parola ‘fidanzata’ e si sconvolse.
<< E’ qui fuori, insieme a sua sorella , sua madre e suo padre. Vuole vederli?>>
<< Si certo. >>
disse lui con una voce fioca, ma in modo veloce.
Appena il dottore ci disse che si era svegliato ci abbracciammo tutti, e la madre e il padre entrarono per primi. Clare mi chiese di restare un attimo con lei.
<< Cosa gli dico? Gli farò schifo..>> e Clare iniziò di nuovo a piangere.
<< Scherzi? Se ce la farà ti abbraccerà ! Ti adora Clare, e di certo non è colpa tua se quello è un esaltato. Tranquilla, non vede l’ora di vederti. >>
Le scese ultima lacrima sulla guancia, sorrise, ed entrò lei per prima. Robert e i suoi genitori stavano ridendo e scherzando.
<< Robert..>> disse Clare.
Robert sorrise.
<< Ciao sorellina. >> le disse con un tono dolcissimo, e subito lei corse verso di lui.
In realtà non sapevo se gli avessero detto della storia della finta fidanzata. Cosa avrebbe detto di me? Rimasi sull’uscio della porta nascosta. Vedevo che guardava spesso fuori dalla camera. Poi decisi di sporgermi, e appena Clare mi vide soffermò il suo sguardo su di me, e tutti lo fecero, compreso lui.
<< Prix >> disse Robert.
Un sorriso di felicità mi venne spontaneo.
<< Ciao Rob.. come stai?>>
<< Bene e tu Prix?>>

Non stava bene in realtà, lo sentivo dal tono della voce e da come si muoveva.
<< Io bene tranquillo. >>
Mi stavo avvicinando a lui quando mi prese una fitta alla pancia, e tutti si girarono verso di me.
<< Che hai Prix?>> mi disse Robert, che quasi stava scendendo dal lettino dove era disteso.
<< Niente tranquillo Rob. >> dissi dolente.
Clare mi alzò la maglietta e vide l’enorme livido che avevo sulla pancia quasi violaceo. Rob fece di nuovo come per scendere da quel lettino, ma la madre lo fermò. Paul Swallow subito chiamò un’infermiera che mi medicò. Nel frattempo mi telefonò mia madre: mi chiedeva di tornare a casa il più presto possibile. Volevo parlare dell’accaduto a Robert da sola, ma ero certa che non ce l’avrei fatta.
Così l'infermiera mi accompagnò di nuovo fuori dalla camera di Robert, e incontrai Clare.
<< Clare io devo andare, posso parlare un attimo con Robert?>>
<< Si certo piccola, anzi se puoi starci tu un attimo che io, mia mamma e papà andiamo un attimo giù alla macchina per prendere le cose di Robert. Poi papà se ne va, e noi due rimaniamo un altro po’ poi torniamo con i mezzi. >>

<< Chiamo mamma e ci facciamo venire a prendere che ne dici?>> proposi a Clare.
<< Si dai è perfetto. Così mamma si riposa un attimo. >>
<< Ok, ora le dico tutto >>.

Appena Clare si allontanò, presi il cellulare, mandai un messaggio veloce a mia madre ed entrai nella camera di Robert. Sembrava che stesse riposando. Mi misi seduta vicino a lui e gli strinsi la mano.
<< Prix..>> sussurrò Robert. Mi alzai di scatto.
<< Rob, oddio, come stai? >> gli dissi, ma lui aveva ancora gli occhi chiusi. Poi sorrise, ma non aprì ancora gli occhi.
<< Meglio di sicuro. Chi ti ha fatto quello?>> si alzò, e indicò la mia pancia.
<< Nessuno Rob tranquillo, non ti preoccupare. Ti hanno messo i punti in testa?>>
<< Si, ma non è nulla di grave Prix.>>
<< Domani vado a scuola fino alle 10, poi esco e vengo qui da te. >>
<< Grazie per tutto quello che fai e hai fatto per me Prix >>
<< Cosa ho fatto per te Rob?>>

Robert sorrise. Aveva capito tutto, ma non mi disse nulla. Poi arrivarono Clare e Marie con tutte le cose di Robert.
<< Amore noi andiamo, ci vediamo domani mattina ok? >> disse Marie al figlio.
<< Certo mamma, a domani, buonanotte. >>
<< A domani fratellino. >>
<< A domani sorellina.>>
e si scambiarono un bacio sulla guancia.
<< Buonanotte Rob. >>
<< Buonanotte Prix. >>
andai li, e gli diedi un bacio sulla guancia, e lui mi sfiorò la mano.
Non furono i due mesi più semplici della mia vita, e non solo per questo. Quando tornai a scuola però scoprii con piacere che Jonathan Green e altri due suoi amici furono sospesi per dieci giorni.  Robert tornò a scuola dopo pochi giorni, e tutto ritornò alla normalità.
Dunque dove eravamo..?
Ah già!
Eravamo arrivati a parlare che era il 13 Dicembre, un giorno prima della mia partenza per Londra.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** il 13 Dicembre ***


FF by @felt0ned on twitter.
Banner by @heronducks_
<< Sei pronta Prix?>> mi disse al telefono Clare.
<< Sto infilando le scarpe, ora scendo. Avete scelto il posto?>> le dissi io con un tono affannato.
<< Ha detto Robert che si mangia bene. >>
<< Per me una cosa vale l’altra dai. Ma dove siete?>>
<< Sotto casa tua Prix.>>
<< Oh dio, ma dimmelo no? >>
<< E’ la terza volta che ti dico che siamo vicino casa tua, ormai se non eravamo arrivati ci eravamo persi, non credi?>>
<< Spiritosa. >>
conclusi.
così scesi di corsa le scale di casa.
Era la sera del 13 Dicembre, la scuola aveva chiuso per le vacanze di Natale, ma questo poco ci importava, la cosa più importante era che il giorno dopo saremmo partiti per Londra. Per festeggiare Robert aveva deciso di portarci in un ristorante( e visto che non potevamo mai metterle, io e Clare decidemmo di indossare delle scarpe col tacco.).
<< I miracoli che fanno le scarpe col tacco. Tutte possono diventare alte allora Prix. >> mi disse ridendo Clare.
<< Stasera ti va proprio di essere spiritosa eh>> le dissi io con il sorriso sulle labbra.
Così aprii lo sportello della macchina ed entrai.
<< Chi si è fatto il bagno nel profumo?>> dissi io, ed entrambe fissammo Robert per qualche secondo.
<< Che c’è? Non dite che questo profumo mi sta bene?>> disse lui con aria ironica.
Così detto Robert accese la macchina e partimmo per il ristorante. Non era poi così tardi, ma faceva molto, troppo freddo, anche in macchina con i riscaldamenti accesi. Fuori c’era la neve, dappertutto, e forse l’idea di mettere i tacchi non era stata una delle migliori che avessi mai avuto. In quel momento mi ricordai di quando eravamo bambini e facevamo le battaglie con le palle di neve quando finiva la scuola. Quest’anno invece stavamo andando a mangiare in un ristorante solo noi tre. Delle volte mi sembrava  che il tempo volasse via, ma io in realtà non vedevo l’ora che arrivasse questo momento: potevo uscire come una ragazza grande, e potevo viaggiare e inseguire i miei sogni.
<< Prix, perché non parli stasera? >> mi domandò Robert, girandosi per un istante dietro per guardare che mi stesse succedendo.
<< Nulla stavo pensando. Tutto quello che io e Clare volevamo domani diventerà realtà, e tu condividerai con noi questa esperienza. Ti rendi conto? Non realizzo che stia succedendo a noi. >>
<< Ci pensi? I nostri idoli? Lì davanti a loro? >> disse Clare entusiasta.
<< Già. Ma i biglietti Clare? Le prenotazioni per l’hotel e per il treno le avete voi? Io i biglietti del concerto nemmeno li ho visti.>> pronunciate la parola ‘biglietti’ Clare spalancò gli occhi.
<< Robert, davvero dove hai messo i biglietti?>> riferendosi al fratello.
<< Li ho tenuti io quando sono arrivati, altrimenti sai voi che ci facevate. Disordinata come sei tu poi. >>
<< Almeno potevi farceli vedere Rob..>> dissi io sporgendomi dal sedile.
<< No vi rovinerei la sorpresa.>>
<< QUALE SORPRESA?>> dicemmo io e Clare all’unisono.
<< Ve lo dirò poi, per ora è una sorpresa. >>
Visto che era una bella sorpresa per come lo diceva, e di sicuro c’era scritta sui biglietti, io e Clare decidemmo di stare zitte, e non avremmo insistito. Di sicuro avremmo riprovato dopo a cena. All’improvviso si sentì il suono di un cellulare; era di sicuro quello di Robert visto che io il mio non era, e conoscevo a memoria lo squillo di quello di Clare.
<< Clare controlli un attimo chi è?>> disse Robert, e passò il cellulare alla sorella che era accanto a lui.
<< E’ Sarah.. Aspetta.. Chi è Sarah?>> domandò Clare.
<< Che c’è scritto Clare?>> ribatté il fratello.
Clare lo guardò un attimo accigliata, poi lesse:
<< “Buon viaggio, ci sentiamo appena arrivi domani Rob. Buona serata, un bacio Sarah.” >>
<< ROOOB?>>
esclamai io.
Clare vide che c’era un pizzico di disapprovazione da parte mia nei confronti di quel messaggio.
<< Siamo arrivati>> annunciò Clare <<…. Per fortuna..>> sussurrò, così che nessuno la sentì.
Scendemmo dalla macchina e Robert andò a parcheggiarla. Ero rimasta stupefatta da quel  messaggio, soprattutto perché lo aveva chiamato Rob. Solo io lo chiamavo così. Nemmeno Clare o la sua famiglia lo chiamavano così. Non volevo ammettere di essere gelosa di quel messaggio. E poi non avrei potuto rovinare la serata per un mio piccolo capriccio. Clare non mi disse nulla a riguardo, anzi cambiò subito discorso scese dalla macchina, anche se io non la stavo ascoltando molto, perché stavo pensando quello che vi ho detto poco fa. Così quando tornò Robert, prima mi guardò un attimo per capire il mio umore , poi quando vide che lo stavo guardando, lui ricambiò con un sorriso magnifico, ma Clare interruppe il momento e prese per il braccio entrambi, perché sosteneva  di avere fame.
Dopo aver ordinato Clare andò un attimo in bagno, e Robert uscì dal ristorante perché lo aveva chiamato la madre, e non sentiva nulla. In quei minuti avevo pensato le peggiori cose su quella Sarah. E se non fosse andato a parlare con la madre ma con Sarah? Se non fosse solo un’amica?
Ma a me cosa doveva importarmene? Sono la sua migliore amica, dovrei essere felice per lui. Giusto?
Fra i due fece prima a tornare Robert. E fu meglio così, altrimenti avrei continuato a tormentarmi.
Notai che una ragazza lo stava guardando da tempo, così glielo feci notare.
<< Ti sta mangiando con gli occhi Rob. >>
<< Chi?>> chiese lui.
<< Quella ragazza bionda. Vai a conoscerla no? >> risposi.
Rimase stupito dalla mia risposta, forse un po’ troppo acida.
<< Io in realtà sto aspettando di dire ad una ragazza che la amo, non è il caso che vado a conoscere altre persone. >> mi disse arrossendo.
Mi crollò il mondo addosso. Quindi ecco chi era quella Sarah. Quindi avevo ragione. Lo guardai in quei suoi occhi color oro, e annuii, senza dire nulla. Aveva notato che ero scossa.
 Poco dopo tornò Clare, e non dicemmo nulla riguardo all’accaduto. Veramente non dicemmo proprio niente per quasi tutta la prima metà della cena.
<< Ragazzi, sembrate che avete visto un fantasma. Che succede?>> esclamò ad un certo punto Clare.
Non rispondemmo, ma Robert cercò di cambiare discorso. La cena poi andò avanti fra le battute stupide di Robert e la programmazione del viaggio. Più passava il tempo più non vedevo l’ora di prendere il treno la mattina dopo alle otto. Non pensai più a quel fatto di Sarah, e mi divertii con i miei due migliori amici come un tempo, come quando facevamo a palle di neve. Proprio come quegli anni. Forse dovevo solo lasciare Robert più libero, ed essere meno gelosa. Forse tutto sarebbe stato più semplice.
Fra le chiacchiere e tutto, si era quasi fatta mezzanotte ormai, così decidemmo di tornare, perché altrimenti la mattina seguente non ci saremmo mai svegliati alle sei del mattino. Avevo un dolore fortissimo ai piedi con quelle scarpe, non riuscivo nemmeno a camminarci, se non me le fossi levate subito, non so come avrei fatto a camminare il giorno dopo.
Infatti, appena feci due passi con quelle scarpe Robert lo notò all’istante che mi facevano male.
<< Levatele. >> mi ordinò.
<< Che faccio, cammino scalza sulla neve?>> risposi un po’ bruscamente.
<< Se fai meno l’acida, forse potrebbe venirmi in mente di prenderti in braccio fino al parcheggio, che ne dici?>> mi disse lui dolcemente, con il sorriso sulle labbra.
<< Non ti preoccupare, ce la farò. >>
Non mi fece nemmeno uscire dal locale che mi prese da dietro; ero stata praticamente catapultata fra le sue braccia. Clare non capiva cosa fosse successo, perché quando lui mi prese in braccio vide che ci eravamo scambiati un’occhiata particolare; i nostri visi non erano mai stati così vicini in quel  modo prima di allora. In quell’istante capii che vederlo sempre come un fratello, come un migliore amico, mi era servito per nascondere tutto quello provavo. Io davvero lo vedevo come un migliore amico, non lo amavo perché era alto, magro, infinitamente bello o chissà cosa. Lo amavo perché sapeva tutto a memoria di me, soprattutto il mio cuore. Cosa fondamentale però, della quale dovevo rendermi conto, è che lui non ricambiava lo stesso sentimento. Anche se mi sembrava che i nostri sguardi avevano prodotto un’energia tanto forte, come la collisione fra due asteroidi, credevo fosse solo la mia immaginazione. Forse se Clare non ci avesse interrotto, chissà cosa sarebbe successo.
<< Prix, che è successo? Ti fanno male i piedi? >> chiese Clare.
Robert si voltò così che io potessi vedere Clare e poterle parlare faccia a faccia.
<< Si tesoro. Il nostro gentiluomo si è offerto di portarmi in braccio. >>
Clare cominciò a ridere e ci raggiunse.
Ci incamminammo per il parcheggio, e partimmo verso le nostre case.
Aspettate, ma è mezzanotte passata!
Vi ricordate che giorno è oggi?


Spazio autrice ||

Grazie a tutti quelli che stanno recensendo la mia ff e che la stanno seguendo.
In questi tre capitoli ho voluto un po' spiegare un po' i rapporti fra i tre protagonisti, nei prossimi si accenderà un po' la vita amorosa dei protagonisti.
Volevo concentrare un po' di più la ff su persone comuni ispirate a personaggi famosi.
Non vi anticipo nessuna coppia e niente, altrimenti non c'è il gusto di leggerla. u.u 
Noto con piacere che tutti e tre i personaggi piacciono, soprattutto Robert.

Grazie per tutto, spero continuiate a leggerla.

Un bacio da Mars.x

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Changes ***


FF by @felt0ned on twitter.

Heart By Heart

Capitolo 4.


Camminavo fra tanta gente, tutti ridevano, le strade erano piene di bus rossi. Non appena notai che tenevo in mano il biglietto del concerto dei ragazzi, la sveglia mi fece sobbalzare. Erano appena scoccate le sei. Mai ebbi tanta energia da far si che ci misi meno di un minuto ad alzarmi dal letto e filare dritta in bagno. Con stupore notai che c’era anche qualcun altro sveglio, me lo fece capire il frastuono delle stoviglie che proveniva dalla cucina. Chi non altro se non mia madre? Di certo non era Luke..  non viveva nessun altro con noi, perché io non ho un padre. O meglio, lo avevo. Forse non è il caso che proprio in un giorno così felice mi metta a raccontare di come mi manca quella figura maschile accanto a me. E’ per questo che mi rifugio sempre negli occhi profondi dell'unico ragazzo che ho accanto, è per questo che mi consolo con le sue parole che a me sembrano come il canto di una musa. Non ho mai accettato la morte di mio padre. In questo momento così felice vorrei che fosse qui con me, che mi svegliasse e abbracciasse la sua bambina. No, lui non c’è. Devo capirlo. Sono otto anni che vivo con questo dolore. Ma so che le persone che noi amiamo non muoiono mai, sono sempre dentro di noi. Questa convinzione mi basta per poter andare avanti. 
Così, finii di prepararmi, andai in camera e risposi al messaggio di Clare. Sarebbero arrivati sotto casa mia mezzora dopo quel messaggio. Chiuse le valigie, scesi da mia madre. 
Notai che stava piangendo. Mi avvicinai a lei senza che mi sentisse.
<< Mamma, che ti succede?>> dissi io appoggiando la testa sulla sua spalla.
Inspirò a stento poi cominciò a parlare.
<< Bambina mia, quanto sei cresciuta. Mi mancherai tantissimo..>> disse singhiozzando e mi abbracciò.
<< Mamma è un viaggio come fra fratelli, che succederà mai? Sarò via una sola settimana.>> la consolai io.
<< Appunto..>> disse con un sussurro.
<< Cosa?>> 
<< .. Una settimana.>>
<< Ma non è tanto mamma, vedrai che a te volerà.>>
<< Va bene piccola mia… >>
e mi abbracciò.
Poi mi preparò la colazione. Non mi disse più nulla. 
Nel frattempo Luke si era svegliato, e cosa strana lo aveva fatto per me. Cosa ancora più strana mi abbracciò. Era un giorno da segnare sul calendario quello.
Finita la colazione arrivarono gli Swallow che ci avrebbero dato un passaggio fino alla stazione; a seguito dei genitori c’erano Clare e Robert con un sorriso smagliante. Non appena ci vedemmo ci abbracciammo così tanto forte che io ero praticamente finita al centro fra Robert e Clare. Clare era più alta di me, ma a Robert io arrivavo alla spalla. Così diedi l’ultimo abbraccio alla mamma e a Luke ( cosa strastranissima, perché si era fatto riabbracciare) , e con una lacrima agli occhi sia io che lei ci salutammo.  
Caricammo tutto in macchina, e partimmo.
<< Hai portato tutto Priscilla? Sei felice? >> mi chiese il signor Swallow mentre guidava.
<< Si si certo, non vedo l’ora di essere lì. >> risposi io tutta in fremito.
Delle volte credevo che il signor Swallow mi considerasse come la sua terza figlia, ero cresciuta con Clare e Robert, quindi per lui facevo come parte della sua famiglia.
<< Robert ti ricordi che ci hai detto ieri? Che c’era una sorpresa..>> gli disse la sorella.
<< Ah si. Ve lo dico quando arriviamo a Londra.>> rispose guardando fuori dal finestrino.
<< Non puoi lasciarci così Rob, dai dicci di cosa si tratta ! >> gli dissi facendogli il labbrino.
In quel momento notai che per qualche istante mi stava guardando come la sera precedente, poi si girò di nuovo verso il finestrino e rispose:
<< Forse se siete buone potrei dirvelo in treno. >>
<< Che sorpresa Robert? >>
gli chiese la madre.
<< Una cosa che a loro piacerà molto.>> rispose lui.
Quando scendemmo dalla macchina, e avemmo lasciato i genitori di Rob e Clare era davvero tardi: erano le 7.50, se non ci fossimo sbrigati avremmo perso il treno.
“ Il treno per Londra 845613 partirà a breve dal binario 1 “ disse una voce registrata all’altoparlante.
<< Ma è vicino! Qui c’è il 2. >> esclamai.
<< Eccolo lì !>> urlò Clare.
E così corremmo per raggiungere il treno. Urtai contro molte persone, perché oltre a correre in un modo assai goffo, avevo anche due bagagli. Sembrerà esagerato, ma ne avevo ben due; uno non era molto pieno, così lo avrei riempito con lo shopping fatto a Londra. Poi giungemmo al binario.
<< Ce l’abbiamo fatta !>> esclamò Clare.
E salimmo sul treno tranquillamente. Non appena entrammo delle persone ci disposero in ordine le nostre valigie in un armadio ( se così lo si può definire), e ci sedemmo ai nostri posti. Era davvero bello dove li avevamo presi ; era per così dire “ privato”, in quanto era chiusa su tre lati, e sul quarto c'era un’ampia finestra. C’erano due divani, e al centro un bel tavolo. Eravamo rimasti a bocca aperta.
<< Che classe hai prenotato Rob?>> chiesi io ridendo.
<< C’era un buon prezzo per la prima classe.>> e scoppiò a ridere.
<< Se facciamo qualcosa va fatta per bene, altrimenti è meglio non farla, non credi?>> e si voltò verso di me. La presi sul personale, non capii perché. Dopo poco questo pensiero svanì.
Io e Clare ci eravamo messe su un divanetto, e Robert si era completamente sdraiato sull’altro.
<< Comodo Rob?>> interruppi il silenzio. Clare si stava riposando, io leggevo, e lui faceva altrettanto.
<< Vieni qui, così facciamo riposare Clare.>> mi rispose, e poi sorrise. Si stiracchiò un attimo, e poi riprendemmo a parlare sottovoce.
<< Vuoi sapere la sorpresa?>>
<< No.>>
risposi io, non credo se lo aspettasse.
<< Astuta lei. Sa che non le avrei detto niente, vero signorina? >> e cominciò a farmi il solletico.
Sapeva che era un po’ come la mia criptonite; conseguenza? cominciai a ridere come una pazza. In quel momento mi sembrava di essere ritornata bambina insieme a lui, facevamo le stesse stupidaggini di quando eravamo più piccoli. Poi nel muovermi la mia gamba scivolò sulla sua, e in un secondo mi ritrovai il corpo di Robert che giaceva completamente sul mio. Tremavo, ci trovavamo più vicini della sera prima, avevo avuto la sensazione che le nostre labbra si fossero sfiorate. Ero terribilmente rossa in volto, ero come una gazzella ferita attaccata dal suo predatore che non aveva paura di morire, anzi le faceva quasi piacere, non avrebbe più fatto nulla per sfuggire da lui. Giuro che stavo per dirglielo, stavo per dirgli quel segreto che probabilmente avevo tenuto nascosto per anni, e che avevo capito solo da un paio di mesi di costudirlo; ma Clare si svegliò, e all’istante mi riposizionai accanto a lei. Per me fu come un segno. Ogni volta che tentavo di fare qualcosa per il nostro rapporto c’era qualcosa o qualcuno che me lo ostacolava. L’unica cosa che avevo notato era che Rob non fece nulla, non si mosse finché non sentì la sorella stiracchiarsi. Clare non si era accorta di nulla, per fortuna. Non credevo avesse accettato la cosa, dopotutto è suo fratello, si sarebbe sentita messa da parte. Per il suo bene non le dissi nulla a riguardo. 
<< Che ore sono?>> chiese assonnata Clare.
<< Le 8.45 tesoro. >> risposi io scaldandole le spalle e la schiena.
<< Mi accompagni in bagno Prix? >> mi chiese.
<< Si certo.>> risposi sicura, qualsiasi cosa per non rimanere da sola con Robert.
Si affacciò dalla porta della nostra cabina, e poi rientrò.
<< E’ uno e piccolissimo. Nel frattempo voi prendete la colazione no? >> 
<< Va bene sorellina. >>
rispose lui.
<< C’è fila però per il bagno però! >> sbuffò Clare.
<< Se non ti ci metti mi sa che non ci andrai mai in bagno. >> disse Robert con il ghigno.
<< Vado. >> Clare uscì dalla cabina, e io e Robert rimanemmo soli. Lo sapevo, succede sempre così, quando non vuoi una cosa ti accade sempre. Non sapevo cosa dirgli. Poi lui ruppe il silenzio.
<< Sei contenta Prix?>> mi disse sempre guardando fuori dalla finestra.
<< Di cosa ?>> risposi io un po' bruscamente.
<< Stai per realizzare il tuo sogno.>>
<< Eh già, e tutto grazie a te. >>
e abbassai lo sguardo. Non avevo pensato quello che avevo detto, mi era uscito spontaneo.
<< Non per prendermi il merito, ma si.>> e cominciò a ridere quasi dolcemente.
<< Posso farti una domanda?>> chiesi io.
<< Certo Prix, non dovresti nemmeno chiedermelo.>> rispose lui. Ora non guardava più fuori dalla finestra.
<< Puoi anche non rispondere se vuoi..
Chi è Sarah?>>
e mi pentii di averglielo chiesto, così mi morsi il labbro.
Rimase sorpreso dalla mia domanda. Non se la aspettava.
<< Una mia conoscente.. perché?>> chiese lui stupito.
<< Così, non sembrava una tua conoscente, e poi ti chiamava Rob. Ha detto che vi sareste sentiti appena arrivati a Londra. Non pensavo avessi segreti con me..>> dissi io abbassando lo sguardo. Avevo l'impressione che mi si stessero riempiendo gli occhi di lacrime.
<< Prix? Prix che dici? Non ti ho mai nascosto nulla in vita mia. Anzi solo una cosa, presto la saprai.>> rispose lui gesticolando. Mi sembrava nervoso.
<< La sorpresa Rob?>> così chiesi io.
<< Forse. Comunque non so perché mi abbia chiamato Rob, nemmeno perché mi dia tanta confidenza. Io la saluto e basta, magari mi capita di parlarci, ma nulla di più, davvero. E tu invece? >> mi rispose con un'altra domanda. Perché cambiava discorso?
<< Io cosa Rob?>>
<< Hai qualche amico che non conosco?>>
domandò con un tono un po' brusco.
<< No Rob.>> e morsi di nuovo il mio labbro.
<< A volte credo di aver più bisogno io di te, che tu di me.>> affermò lui. Io ero sconvolta.
<< Rob, tu sei la persona più importante della mia vita insieme a Clare, come puoi pensare una cosa del genere?>> dissi allibita. Non potevo credere a quello che mi stesse dicendo.
Mi spostai vicino a lui.
<< A volte penso che io senza di te non potrei vivere, ma tu senza di me si. Non perché tu non mi voglia bene, ma tu sei quella che risolve i problemi, sei tu quella forte fra di noi Prix. Io cosa ho fatto per te?>>
<< Tutto Rob. Io non sono forte, e anche se lo fossi non dovrebbe essere un motivo per non volerti bene. E poi come fai a dire che non ho bisogno di te? >>
D'improvviso la porta si aprì.
<< Chi non ha bisogno di chi? >> rispose Clare mentre entrò nella cabina.
Guardai fisso lui e le sue labbra, su quest’ultime sembrava fossero rimaste delle parole importanti che doveva dirmi.
<< Ho interrotto qualcosa? State litigando?>> chiese Clare.
<< No affatto Clare, tranquilla. >> risposi io.
<< Ma la mia colazione ragazzi?>> chiese amareggiata.
<< LA COLAZIONE !>>  esclamammo all’unisono io e Rob.
<< Vado a prendertela Clare, scusa>> e mi alzai dal divanetto.
<< Vengo con te >> replicò lui.
<< No dai vado a prendermela da sola, io scherzavo..>> disse lei con un sorriso dolcissimo
<< No Clare, vado io da sola tranquilla ! >> risposi io, poi le diedi un bacio sulla guancia.
Robert si sedette di nuovo sul divanetto vicino alla sorella. Io ero già uscita dalla cabina.
Mi aveva fatto una dichiarazione non poco irrilevante. Cosa voleva dirmi? Che non gli do abbastanza attenzioni? Che ha bisogno di un rapporto dolce come una sorella? Non so cosa voleva dirmi, ma di certo dovevo scoprirlo. Ci eravamo quasi baciati, mi aveva detto che non può vivere senza di me. Forse con la mia stupida immaginazione stavo trasformando tutto in qualcosa che non esisteva. Probabilmente il mezzo bacio me lo ero immaginato, e quello che lui intendeva dirmi era che voleva di nuovo quel rapporto speciale che avevamo fino a due mesi prima.
Presa la colazione mi diressi verso la cabina. Credo che non ci fosse tanta gente da quelle parti, ma sentivo delle voci, due voci familiari, in modo molto nitido. Ma non potevano essere i fratelli, ero troppo lontana dalla cabina, pensai. Più mi avvicinavo più le voci sembravano le loro. Aspettai un attimo ad entrare, volevo capire perché stessero litigando. Proprio oggi poi.
<< Ma tu sei proprio uno stronzo Robert. >> diceva Clare al fratello, per un motivo ancora a me sconosciuto. Vedevo dal vetro opaco che camminava avanti e indietro.
<< Io te lo dico e mi dici pure che sono stronzo?>> rispose Robert bruscamente.
<< Si Rob, mi avevi assicurato che non era così poco tempo fa.>> affermò lei quasi urlando.
<< Ho assicurato male. >> rispose ironicamente lui per sdrammatizzare un po’.
<< Non fare lo spiritoso, sei solo uno stupido. Ma lo capisci che per lei non..>> non fece in tempo a finire la frase che entrai nella cabina, aprendo la porta abbastanza violentemente.
<< Ecco la colazione Clare. >> e le porsi il sacchetto.
<< Fra tre fermate dobbiamo scendere, l’ho letto sullo schermo qui fuori, quindi cominciamo a prepararci.>> spiegai ai fratelli che ancora si lanciavano occhiate puntigliose.
<< Prix, hai trovato il mio cornetto preferito.>> esclamò contenta dopo averlo deglutito. Io sorrisi, ma non le dissi niente. Volevo che tutto cambiasse appena scesi dal treno. Non volevo sapere perché i fratelli stessero litigando, volevo dimenticare quello che era successo con Robert in treno. Volevo solo godermi Londra, i miei idoli, e i miei migliori amici. Tutto qui..
Dopo quindici di minuti eravamo pronti per poter scendere. Robert ci aiutò a calare le valigie, e poi scendemmo con l’ascensore verso l’uscita della stazione. Non realizzavo che fossi a Londra. Era lei, era davvero lei, protagonista dei miei sogni più belli. Mentre immaginavo cosa avrei potuto fare, d’improvviso Clare mi diede un colpo sulla spalla, e mi bisbigliò qualcosa nell’orecchio:
<< Prix, oddio, guarda là! >> 
<< Cosa tesoro?>>
chiesi io che non capivo.
<< Quelle non ti sembrano due facce familiari?>> e indicò senza farsi vedere.
Sembravano due normali giocolieri dentro le stazioni, di quelli che si esibiscono per avere del denaro. Non capivo. Così mentre Robert controllava dove dovevamo andare io e Clare andammo a vedere chi fossero.  Più mi avvicinavo più mi sembrava di conoscerli. Quel sorriso, quei movimenti.. ancora non capivo. C'era anche il TG che riprendeva dentro la stazione quei due tizi. Ma come era possibile? Eravamo davanti a loro, quando uno dei due mi fece l'occhiolino.
<< You don't knoww, oh oh, you don't know you're beautiful. >> canticchiò quell'uomo.
<< ODDIO!>> esclamammo io e Clare.
I due giornalisti ci presero di parte per dirci qualcosa: in sintesi, avevamo appena incontrato Liam Payne e Harry Styles truccati da pagliacci anziani.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sorpresa! ***


                                                            
                                                                                    {Nota: il font è stato cambiato, spero ora la grafica sia migliore.}                                                                          

                                                                                    

 

No, non era possibile. Li avevo visti, e me li avevano portati via subito. Io e Clare eravamo sbalordite. Robert, naturalmente, non si era accorto di nulla. I loro occhi avevano incontrato i nostri, e chissà se li avremmo incontrati ancora. Fatto sta, che io e Clare non riuscivamo a capacitarci del fatto che erano loro. Mentre pensavamo a quell’incontro, Robert, spazientito dalla nostra assenza, ci telefonò, anche se non eravamo poi così lontani, ma aveva con se 5 bagagli, non poteva raggiungerci per parlare a voce.

“ Pensate che potete ritornare, o avete da fare per molto? chiese retoricamente lui alla sorella per cellulare.
“ Tu non puoi capire! “ rispose lei saltando e agitandosi.
“ Cosa non posso capire? Avete visto gli One Direction per strada? No, quindi tornate."  affermò con un tono brusco.
Strappai dalle mani il telefono a Clare.
“ E se li avessimo visti? “ chiesi io con aria presuntuosa.
“ Prix, ahah, dai venite qui."  rispose con un tono sarcastico.
Ci stava prendendo in giro? La mia gioia si era trasformata per un attimo in rabbia. Così con un passo pesante mi diressi da lui con Clare. Lo presi per un braccio, e lui si girò di scatto verso di me.
“ Ehi tu, dubiti di quello che ti diciamo? “ e, detto questo, mi fermai e lo guardai negli occhi.
“ Li avete davvero visti? “ chiese lui stupefatto.
“ Si Robert. Erano quei pagliacci. Ci credi? Liam ha anche fatto l'occhiolino a Prix, io non posso crederci! “ Clare era tutta agitata, gesticolava, non riusciva a contenersi, era stupenda quando lo faceva.
“Liam ha fatto cosa? Ma siete sicuri che erano loro, e non due pedofili? E perché mai dovrebbero vestirsi da pagliacci? “ chiese lui, io ancora lo tenevo per il braccio.
“No Rob, ti fidi di me? Ce lo hanno detto, e poi poco dopo si sono tolti tutte quelle cose attaccate che avevano in faccia. Erano loro. Cavolo, non li rivedremo mai più così vicini. “ risposi io amareggiata.
Robert poi ci guardò strano, e io lasciai la presa. Stava per dirci qualcosa. Prese qualcosa dentro la tasca, e ce la mostrò.
“Vedi questi? Sono i biglietti. “ e Robert ce li mostrò.
“Del concerto Rob? Oddio, fammeli vedere. “ cominciai a gesticolare come faceva Clare.
“ No. Cioè si, ma non solo. “ rispose lui, poi continuò, perché noi eravamo rimaste in silenzio. Non mi sono accorto che ho preso un pacchetto particolare. Ecco perché li ho pagati così tanto. Sapete, domani c'è il meet & greet con loro. Beh, questo biglietto può farti entrare lì. Fico vero? “ ci disse come se per lui fosse una cosa normale.
Io e Clare ci guardammo, e un secondo dopo scoppiammo a piangere. Ci abbracciammo e saltammo come due mezze isteriche. Ci lasciammo per un secondo, guardai Robert, e lo abbracciai fortemente. Lui fece lo stesso. Poi mentre le lacrime scorrevano sul mio viso, e bagnavano la sua giacca gli sussurrai uno strozzato ' grazie Rob ' nell'orecchio. Se così possiamo dire, non credo fosse proprio nell’orecchio, io sono molto più bassa di lui. Lo lasciai, e Clare fece lo abbracciò di scatto. Ora ero carica, pronta per affrontare Londra, il concerto, il meet & greet, e per poter stare con i miei due migliori amici. Ora tutto mi sembrava bello. E lo era.
Arrivammo in hotel con la metropolitana. Cavolo quant'è bella. Londra intendo, ma anche la metropolitana dai. Il nostro hotel affacciava proprio sul Big Ben. Una vista magnifica. La camera era spaziosa, aveva un letto matrimoniale e uno singolo, un grande armadio, un bagno da sogno e un altro po' più piccolo ( destinato di sicuro a Rob), e una enorme tv al plasma, l'amore di Robert. Rimanemmo un'ora scarsa in hotel per recuperare le forze, per poi fare una passeggiata in centro. Avremmo fatto shopping natalizio come ogni anno, ma quest'anno a Londra!
In quell'ora che passammo in hotel Robert si stese completamente sul letto matrimoniale, che era mio e di Clare in realtà, per vedere meglio la tv. Io e Clare ne approfittammo per farci una doccia e cambiarci. Robert l'avrebbe fatta dopo. Uscita dalla doccia, non trovai il phon, così uscii con l'accappatoio fuori dal bagno per cercarlo, e per un secondo mi dimenticai che c'era Robert li sdraiato sul letto. Io ero tutta bagnata, non volevo mi vedesse, ma tanto ormai lo aveva già fatto, quindi..
“ Allora, numero uno sloggia dal mio letto. Numero due.. non c'è una numero due. “ gli dissi io, con tono ironico, e cominciai a gesticolare presuntuosamente, ma scherzavo, lui lo aveva capito. Lui mi guardava con il telecomando in mano, non disse nulla, ma aveva il ghigno, lo vedevo. Poi girò di nuovo lo sguardo verso la tv e rispose:
“ Se non fosse che di sicuro sei nuda, ti verrei a fare qualche dispetto. “ e continuava a cambiare canale con il telecomando.
“Si si certo. E poi che ne sai che sono nuda scusa? “ chiesi subito io.
“ Immagino. Se non ti sbrighi ad asciugarti i capelli ti prendo ti peso e non ti metto più giù. Quindi vedi di sbrigarti signorina. " rispondeva, ma non mi guardava. Poi lo fece, però io mi ero già voltata per rientrare in bagno. Nel frattempo Clare aveva quasi già fatto. Io ero in ritardo, quindi cercai di sbrigarmi ma lasciai tutto in disordine. Ottimo direi. Quando uscii dal bagno ero pronta per uscire, e altrettanto la mia migliore amica. Così ci sedemmo sul letto, e ci abbracciammo. Ancora non riuscivamo a credere che stesse succedendo a noi. Poi di scatto si aprì la porta, e uscì Robert. Non lo so perché ogni volta che lo vedevo mi sembrava perfetto. Forse lo era veramente. Amavo quando si metteva la sua giacca con un t-shirt. Lo fissai per qualche secondo, immobile, lui non se ne accorse, ma Clare si. Poi, prese le borse, ci dirigemmo ad Oxford Street. Non potevo crederci, ma era così. Mi sembrava tutto così bello, tutto fatto su misura per me e Clare, ciò che desideravamo da tanto tanto tempo. E poi era tutto addobbato per Natale, c'erano così tante luci, e la neve, le nuvole che sembravano così soffici, le decorazioni, tutto faceva Natale. Camminavamo tutti uniti, talvolta lo eravamo nel vero senso della parola, perché prendevamo Robert sotto braccio. Ci fermammo in vari negozi per fare shopping, e con stupore notai che anche Robert trovò molti capi; lui poi non è solo un cliente, ma è anche il nostro giudice personale ed ufficiale: dopo essere entrate nei camerini per provare gli abiti, ci piace anche farglieli vedere per farci dare da lui un parere.
E poi per concludere poi bene la giornata andammo a mangiare da Mc Donald. Io e Robert come sempre prendemmo un Mc Chicken, il nostro preferito, con patatine, crocchette di mozzarella, e una coca cola zero, perché noi eravamo a dieta naturalmente. Clare invece prese i suoi soliti dieci nuggets , con patatine, coca cola zero, e una donut, che avrebbe diviso con me. Robert  durante la cena non faceva altro che raccontarci battute stupide, e noi che ridevamo come matte. Ogni tanto l'occhio mi cadeva sulle buste dei nostri acquisti, e pensavo a quanto ero stata bene quella giornata. Ma era appena l'inizio. Chissà quante altre situazioni meravigliose ci sarebbero state. La prima sarebbe stata il giorno dopo. Si,Il giorno dopo avrebbe cambiato i nostri rapporti in generale. Ma noi per quanto potevamo sognarcelo, di certo non potevamo prevederlo.
Il giorno dopo io e Clare alle sei meno dieci eravamo già sveglie. Avevamo già scelto cosa metterci, tutto rigorosamente acquistato la sera prima. Io avevo optato per una di quelle maglie stile baseball corte, con una bella ‘H’ al centro, grigia e rossa ciliegia, con una gonna infilata sotto sempre rossa, lunga fino a metà coscia con delle calze grigie e delle vans bordeaux, sopra avevo messo una giacchina lunga quanto la maglia, di ecopelle nera. Clare invece scelse un paio di collant colorati, con una sovrapposizione di maglie che le donavano particolarmente, e sopra una giacca nera, con degli anfibi di pelle.  Non eravamo andati a letto tardi la sera prima, ma era sempre presto per essere sveglie. Ci preparammo in silenzio, e lasciammo un bigliettino a Robert. Saremmo andate a fare colazione; ma, per quanto fummo brave a non fare rumore, Robert si svegliò.

" Buongiorno eh. " disse lui con un tono assonnato, mentre si girò verso di noi sbadigliando.
" Robert, andiamo a fare colazione, tu ti fai trovare pronto che poi usciamo? " propose Clare al fratello. Quest'ultimo lesse l’ora, e ci guardò male.
" Volete andare ad aprirli voi i negozi? Sono le 6.30, quanto potete metterci a fare la colazione? Sarebbe comunque presto. " si alzò, e andò dritto in bagno, senza farci dire nulla. Noi ci guardammo allibite. Poi dopo due minuti scarsi uscì. Noi ci eravamo sedute sul letto nel frattempo.
" Se mi fate preparare andiamo a fare la colazione da Mc, perché i bar qui sotto sono chiusi. Datemi il tempo di vestirmi e di lavarmi un attimo. " così rientrò subito in bagno, senza che noi rispondemmo. Quell'attimo di cui parlava durò più di un quarto d'ora. Così mi alzai e bussai forte alla porta.

" SIGNOR SWALLOWWW " urlai con un tono aggressivo, e poi continuai " può gentilmente uscire dal bagno? " con un tono dolce e persuasivo. Di colpo si aprì la porta, e vidi lui pronto davanti a me. Clare si era un po' infastidita, e subito disse se potevamo sbrigarci. Lasciammo tutto disfatto, e uscimmo per fare colazione. In effetti era presto, troppo presto, Robert aveva ragione. L'apertura dei cancelli per andare al m&g sarebbe iniziata alle 10.30, e con una decina di fermate di metro ci saremmo arrivati. Ma erano da poco scoccate le 7, quindi c'era poco da preoccuparsi. Noi però eravamo in ansia lo stesso. Dovevamo incontrarli, potevamo abbracciarli, parlare con loro, insomma, quelle tre ore non passarono mai. Nella metropolitana ( alle otto appena) , non stavamo un attimo ferme, e pur essendo piena, ci muovevamo da un angolo all'altro. La gente, probabilmente ci prese per pazze. Scese alla nostra stazione, ci guardavamo e saltavamo come bambine. Robert faceva finta di non conoscerci. Arrivati al palazzo dove c'era l'incontro, notai che non c'erano poi così tante persone. Non più di un centinaio. Erano le otto e mezza per la cronaca, era pur normale. Con il tempo arrivarono molte fan, ma la maggior parte non aveva il biglietto per andare al m&g. Avrei voluto che ognuna di loro avesse potuto vederli, ma purtroppo non potevo fare nulla per loro. Le ragazze che in finale avevano il biglietto saranno state circa duecento. Alle 10.29 non sapevo se piangere, essere felice, tornarmene via, troppi sentimenti contrastanti facevano da padrone nella mia testa, non sapevo che fare. Le porte si aprirono, e noi fummo quasi i primi ad entrare in una grande sala, dove eravamo sempre in fila. Con noi c'era anche Robert, che naturalmente era il massimo dell'euforia in quel momento, proprio uguale a noi. Le prime che entrarono erano anche un po' più agitate di noi, perché appena li videro emisero degli urli da isteriche. Le fan che però eravamo in fila non potevano vedere i ragazzi : all’interno di quell’enorme sala lilla, c’era un corridoio abbastanza grande, e da li si accedeva alla sala per incontrarli. La sala pur essendo grande, era divisa da un grosso vetro, dove c’era il rinfresco.
Ogni minuto che passava era un incubo. Non credo avrei potuto aspettare molto di più.

“ Rob, che ore sono?” chiesi io ansiosa mentre mi sporgevo. Non ne potevo più. In quel momento non ero nemmeno agitata, anzi, l’ansia mi faceva essere pure troppo calma.
“Le 11.08 Prix. Calmati, sei ad un passo da loro. Li vedrai, ok?” mi afferrò per le spalle e mi scosse. Mi guardò con il suo solito sguardo, poi..
“ Prego, tocca a voi, fatemi vedere i biglietti “ ci disse una donna della sicurezza. Io e Clare ci guardammo e iniziammo a piangere. Non ci riprendevamo.
“ Ragazze, per favore, ditemi come vi chiamate” insisteva la donna. Noi non riuscivamo a parlare.
“ Priscilla e Clare signora” rispose Robert per noi, e indicò chi fosse l’una e chi l’altra. Lui non pronunciò il suo però.
La donna poi comunicò qualcosa al microfono e ci fece passare. Prima di attraversare tutto il corridoio afferrai Clare.
“ Clare, qualsiasi cosa succede lì dentro, qualsiasi, non deve dividerci, ok?” le dissi decisa mentre le lacrime solcavano i nostri visi. Robert era già avanti.
“ Certo Prix, cosa dovrebbe mai succedere?” rispose lei con un’altra domanda, poi mi abbracciò senza farmi rispondere.
Afferrai la sua mano, e ci avvicinammo alla sala dei ragazzi decise. Spinsi la porta, e vidi cinque ragazzi che ci aspettavano, lì, sotto quel telo con scritto “ ONE DIRECTION”.
“ Ciao Clare, ciao Prix ! Come state?” disse Niall, e venne ad abbracciarci. Io ero immobile. Non piangevo. Avevo sentito per la prima volta quella voce angelica che avevo sempre ascoltato con delle cuffiette. E ora addirittura stava parlando a me. E poi mi chiesi per un attimo come facessero a sapere i nostri nomi. Poi capii che era grazie alla signora della sicurezza. Li sapevano, era questo l’importante. D’improvviso vidi Harry che mi fissava in modo strano, non capivo perché. Zayn e Louis erano venuti ad abbracciarci, Harry e Liam no. Cosa avevamo fatto? Mentre stringevo Louis fortissimo, sentivo il suo calore, il suo respiro sul mio viso, Liam si avvicinò, aspettò che lasciammo le presa, e mi afferrò la mano:

“ Avete un volto familiare. Non è che ci siamo incontrati ieri alla stazione?” e mentre pronunciava queste parole aveva un sorriso di quelli che non trovi da nessun’altra parte. Harry aveva detto lo stesso a Clare. Si ricordavano di noi. Non potevo crederci. Mi morsi il labbro, ero nervosissima, Liam lo notò subito. Così mi abbracciò; forse da lì mi calmai, definitivamente. Sentivo quasi che mi stesse proteggendo. Dall’altra parte poi c’era Robert: non li aveva nemmeno salutati, niente. Si era messo ad un angolo, con il telefono. Fosse stata un’altra situazione sarei andata lì, gli avrei detto qualcosa per farlo partecipare, per farlo felice. Stavolta era il nostro momento, quello che aspettavamo da quasi tre anni, lui non stava facendo niente per renderlo ancora più speciale, e io dovevo godermi questa giornata più che mai. Così Harry mi abbracciò, e Liam fece lo stesso con Clare. Non avrei mai voluto lasciarli andare, il loro calore, il battito del loro cuore, loro. Erano perfetti. Avevamo formato un gruppo di sette persone, e ci scambiavamo informazioni l’uno sull’altra, era magnifico, come se fossimo sempre stati amici, e ci fossimo ritrovati solo in quell’istante. Notavo che Harry si scambiava occhiatine dolci con Clare. Forse era una mia impressione, forse no, ma a me sembrava che lui era rimasto colpito da lei. Lei è quella bella di cui tutti si innamorano, ed era giusto così pensai. A Louis gli era presa a prendermi da dietro, e mi tirava verso di lui. Poi Zayn e lui poi cominciarono a farsi degli scherzi, e Niall venne da me con Liam, e quest’ultimo mi chiese di nuovo un abbraccio. Lui a me? Non dovrebbe essere il contrario? Ero su di giri, non mi ricordavo più niente, solo che stavo terribilmente bene in quel momento. Harry aveva preso Clare sotto braccio, Louis lo fece con Zayn; non so a cosa stessero giocando a dir la verità, ma erano carini, e poi erano troppo belli Clare e Harry insieme. Harry la abbracciava come se fosse la sua fidanzata, era troppo dolce. Clare alla fine si era talmente abituata che se li aspettava pure. Così andati pure troppo oltre al limite del tempo stabilito da trascorrere con i ragazzi, passammo alle foto. Robert, naturalmente, non partecipò. Eravamo tutti uniti, scambiavamo un po’ l’ordine per poter fare una foto vicino a tutti, e poi capitò una foto con me, Liam, Clare e Harry vicini. Un caso, pensai. Finite le foto, i ragazzi ci salutarono con un altro abbraccio, quando Liam si avvicinò a me, e mi sussurrò dentro all’orecchio ‘ a dopo ’; poi si morse il labbro. Ero rimasta a bocca aperta. Lo diceva a tutte? Quando avrei dovuto rivederlo? Era già tutto finito, li avrei rivisti il giorno dopo al concerto, ma chissà da dove visto che avevamo i posti non numerati. Accedemmo al rinfresco, e Robert aveva un’aria infuriata.

“ Fate tanto le santarelline, poi vi fate toccare da loro eh?” non ci guardò. E fu meglio così per lui dopo quello che aveva detto.
“ Spero tu stia scherzando Robert.” Risposi io arrabbiata. No, non poteva rovinarmi la giornata, non doveva. E ci stava riuscendo.
Clare stava per mollargli un ceffone ma la fermai io. Era inutile, tanto lui non capiva.
“ Lascialo stare Clare, è inutile sprecare parole con lui. Ci vediamo in hotel. Adesso vattene, ti prego.” Lo supplicai, non in modo dolce, anzi.
“ Non puoi dir..” non finì la frase che replicai io.
“ HO DETTO VATTENE.” Forse esagerai un bel po’ con il tono di voce, forse troppo aggressivo e forte, visto che tutta la sala si girò. Ma ero infuriata.
Robert rimase sorpreso. Non immaginava di certo che avrei reagito così. Mi guardò sbalordito. Nemmeno fece in tempo ad andarsene, che arrivò quella donna della sicurezza che ci aveva fatto entrare poco prima al m&g. Pensavo ci avesse cacciati.
“ Lei è la signorina Prix, vero? E lei Clare, giusto?” ci chiese in modo molto gentile.
“ Si signora, ci scusi. “ risposi alla donna.
“ Di cosa? Comunque questo è per voi. Siete fortunate. Ci vediamo dopo alle 16. “ ci lasciò un biglietto, e se ne andò. Quel ‘ci vediamo dopo ’ oggi era molto frequente. Robert era rimasto dietro, faceva finta di non sentire quello che ci aveva appena detto la signora. Aprimmo il biglietto. Scritto una calligrafia molto nitida e con una penna blu, lo lessi a bassa voce:
‘Visto che oggi ci hanno interrotto, noi ragazzi vorremmo poter finire la nostra chiacchierata con voi! Andate da Marie Rose Tirdal, la donna che vi darà questo, e ci vediamo alle 16 in macchina verso qualche bel posto. A dopo  Niall Zayn Liam Harry Louis x ‘

Guardai Clare, ma già si era piegata a terra a piangere di gioia.

**

@felt0ned:
vi ringrazio se l'avete letto tutto e lo avete apprezzato.
Questa è la mia prima ff, e ci sto mettendo il cuore per scriverla.
Spero di aver fatto un salto di qualità con questo ultimo capitolo.
Nel prossimo ci saranno tantissimi colpi di scena,e lo stesso nei prossimi, dove nasceranno nuove coppie, e salteranno fuori tanti segreti.
Grazie ancora di tutto. Un bacio,
la vostra Mars xxx

                                                                                    
Heart by Heart - @felt0ned
5° capitolo || Sorpresa!

No, non era possibile. Li avevo visti, e me li avevano portati via subito. Io e Clare eravamo sbalordite. Robert, naturalmente, non si era accorto di nulla. I loro occhi avevano incontrato i nostri, e chissà se li avremmo incontrati ancora. Fatto sta, che io e Clare non riuscivamo a capacitarci del fatto che erano loro. Mentre pensavamo a quell’incontro, Robert, spazientito dalla nostra assenza, ci telefonò, anche se non eravamo poi così lontani, ma aveva con se 5 bagagli, non poteva raggiungerci per parlare a voce.

“ Pensate che potete ritornare, o avete da fare per molto? chiese retoricamente lui alla sorella per cellulare.
“ Tu non puoi capire! “ rispose lei saltando e agitandosi.
“ Cosa non posso capire? Avete visto gli One Direction per strada? No, quindi tornate."  affermò con un tono brusco.
Strappai dalle mani il telefono a Clare.
“ E se li avessimo visti? “ chiesi io con aria presuntuosa.
“ Prix, ahah, dai venite qui."  rispose con un tono sarcastico.
Ci stava prendendo in giro? La mia gioia si era trasformata per un attimo in rabbia. Così con un passo pesante mi diressi da lui con Clare. Lo presi per un braccio, e lui si girò di scatto verso di me.
“ Ehi tu, dubiti di quello che ti diciamo? “ e, detto questo, mi fermai e lo guardai negli occhi.
“ Li avete davvero visti? “ chiese lui stupefatto.
“ Si Robert. Erano quei pagliacci. Ci credi? Liam ha anche fatto l'occhiolino a Prix, io non posso crederci! “ Clare era tutta agitata, gesticolava, non riusciva a contenersi, era stupenda quando lo faceva.
“Liam ha fatto cosa? Ma siete sicuri che erano loro, e non due pedofili? E perché mai dovrebbero vestirsi da pagliacci? “ chiese lui, io ancora lo tenevo per il braccio.
“No Rob, ti fidi di me? Ce lo hanno detto, e poi poco dopo si sono tolti tutte quelle cose attaccate che avevano in faccia. Erano loro. Cavolo, non li rivedremo mai più così vicini. “ risposi io amareggiata.
Robert poi ci guardò strano, e io lasciai la presa. Stava per dirci qualcosa. Prese qualcosa dentro la tasca, e ce la mostrò.
“Vedi questi? Sono i biglietti. “ e Robert ce li mostrò.
“Del concerto Rob? Oddio, fammeli vedere. “ cominciai a gesticolare come faceva Clare.
“ No. Cioè si, ma non solo. “ rispose lui, poi continuò, perché noi eravamo rimaste in silenzio. Non mi sono accorto che ho preso un pacchetto particolare. Ecco perché li ho pagati così tanto. Sapete, domani c'è il meet & greet con loro. Beh, questo biglietto può farti entrare lì. Fico vero? “ ci disse come se per lui fosse una cosa normale.
Io e Clare ci guardammo, e un secondo dopo scoppiammo a piangere. Ci abbracciammo e saltammo come due mezze isteriche. Ci lasciammo per un secondo, guardai Robert, e lo abbracciai fortemente. Lui fece lo stesso. Poi mentre le lacrime scorrevano sul mio viso, e bagnavano la sua giacca gli sussurrai uno strozzato ' grazie Rob ' nell'orecchio. Se così possiamo dire, non credo fosse proprio nell’orecchio, io sono molto più bassa di lui. Lo lasciai, e Clare fece lo abbracciò di scatto. Ora ero carica, pronta per affrontare Londra, il concerto, il meet & greet, e per poter stare con i miei due migliori amici. Ora tutto mi sembrava bello. E lo era.
Arrivammo in hotel con la metropolitana. Cavolo quant'è bella. Londra intendo, ma anche la metropolitana dai. Il nostro hotel affacciava proprio sul Big Ben. Una vista magnifica. La camera era spaziosa, aveva un letto matrimoniale e uno singolo, un grande armadio, un bagno da sogno e un altro po' più piccolo ( destinato di sicuro a Rob), e una enorme tv al plasma, l'amore di Robert. Rimanemmo un'ora scarsa in hotel per recuperare le forze, per poi fare una passeggiata in centro. Avremmo fatto shopping natalizio come ogni anno, ma quest'anno a Londra!
In quell'ora che passammo in hotel Robert si stese completamente sul letto matrimoniale, che era mio e di Clare in realtà, per vedere meglio la tv. Io e Clare ne approfittammo per farci una doccia e cambiarci. Robert l'avrebbe fatta dopo. Uscita dalla doccia, non trovai il phon, così uscii con l'accappatoio fuori dal bagno per cercarlo, e per un secondo mi dimenticai che c'era Robert li sdraiato sul letto. Io ero tutta bagnata, non volevo mi vedesse, ma tanto ormai lo aveva già fatto, quindi..
“ Allora, numero uno sloggia dal mio letto. Numero due.. non c'è una numero due. “ gli dissi io, con tono ironico, e cominciai a gesticolare presuntuosamente, ma scherzavo, lui lo aveva capito. Lui mi guardava con il telecomando in mano, non disse nulla, ma aveva il ghigno, lo vedevo. Poi girò di nuovo lo sguardo verso la tv e rispose:
“ Se non fosse che di sicuro sei nuda, ti verrei a fare qualche dispetto. “ e continuava a cambiare canale con il telecomando.
“Si si certo. E poi che ne sai che sono nuda scusa? “ chiesi subito io.
“ Immagino. Se non ti sbrighi ad asciugarti i capelli ti prendo ti peso e non ti metto più giù. Quindi vedi di sbrigarti signorina. " rispondeva, ma non mi guardava. Poi lo fece, però io mi ero già voltata per rientrare in bagno. Nel frattempo Clare aveva quasi già fatto. Io ero in ritardo, quindi cercai di sbrigarmi ma lasciai tutto in disordine. Ottimo direi. Quando uscii dal bagno ero pronta per uscire, e altrettanto la mia migliore amica. Così ci sedemmo sul letto, e ci abbracciammo. Ancora non riuscivamo a credere che stesse succedendo a noi. Poi di scatto si aprì la porta, e uscì Robert. Non lo so perché ogni volta che lo vedevo mi sembrava perfetto. Forse lo era veramente. Amavo quando si metteva la sua giacca con un t-shirt. Lo fissai per qualche secondo, immobile, lui non se ne accorse, ma Clare si. Poi, prese le borse, ci dirigemmo ad Oxford Street. Non potevo crederci, ma era così. Mi sembrava tutto così bello, tutto fatto su misura per me e Clare, ciò che desideravamo da tanto tanto tempo. E poi era tutto addobbato per Natale, c'erano così tante luci, e la neve, le nuvole che sembravano così soffici, le decorazioni, tutto faceva Natale. Camminavamo tutti uniti, talvolta lo eravamo nel vero senso della parola, perché prendevamo Robert sotto braccio. Ci fermammo in vari negozi per fare shopping, e con stupore notai che anche Robert trovò molti capi; lui poi non è solo un cliente, ma è anche il nostro giudice personale ed ufficiale: dopo essere entrate nei camerini per provare gli abiti, ci piace anche farglieli vedere per farci dare da lui un parere.
E poi per concludere poi bene la giornata andammo a mangiare da Mc Donald. Io e Robert come sempre prendemmo un Mc Chicken, il nostro preferito, con patatine, crocchette di mozzarella, e una coca cola zero, perché noi eravamo a dieta naturalmente. Clare invece prese i suoi soliti dieci nuggets , con patatine, coca cola zero, e una donut, che avrebbe diviso con me. Robert  durante la cena non faceva altro che raccontarci battute stupide, e noi che ridevamo come matte. Ogni tanto l'occhio mi cadeva sulle buste dei nostri acquisti, e pensavo a quanto ero stata bene quella giornata. Ma era appena l'inizio. Chissà quante altre situazioni meravigliose ci sarebbero state. La prima sarebbe stata il giorno dopo. Si,Il giorno dopo avrebbe cambiato i nostri rapporti in generale. Ma noi per quanto potevamo sognarcelo, di certo non potevamo prevederlo.
Il giorno dopo io e Clare alle sei meno dieci eravamo già sveglie. Avevamo già scelto cosa metterci, tutto rigorosamente acquistato la sera prima. Io avevo optato per una di quelle maglie stile baseball corte, con una bella ‘H’ al centro, grigia e rossa ciliegia, con una gonna infilata sotto sempre rossa, lunga fino a metà coscia con delle calze grigie e delle vans bordeaux, sopra avevo messo una giacchina lunga quanto la maglia, di ecopelle nera. Clare invece scelse un paio di collant colorati, con una sovrapposizione di maglie che le donavano particolarmente, e sopra una giacca nera, con degli anfibi di pelle.  Non eravamo andati a letto tardi la sera prima, ma era sempre presto per essere sveglie. Ci preparammo in silenzio, e lasciammo un bigliettino a Robert. Saremmo andate a fare colazione; ma, per quanto fummo brave a non fare rumore, Robert si svegliò.

" Buongiorno eh. " disse lui con un tono assonnato, mentre si girò verso di noi sbadigliando.
" Robert, andiamo a fare colazione, tu ti fai trovare pronto che poi usciamo? " propose Clare al fratello. Quest'ultimo lesse l’ora, e ci guardò male.
" Volete andare ad aprirli voi i negozi? Sono le 6.30, quanto potete metterci a fare la colazione? Sarebbe comunque presto. " si alzò, e andò dritto in bagno, senza farci dire nulla. Noi ci guardammo allibite. Poi dopo due minuti scarsi uscì. Noi ci eravamo sedute sul letto nel frattempo.
" Se mi fate preparare andiamo a fare la colazione da Mc, perché i bar qui sotto sono chiusi. Datemi il tempo di vestirmi e di lavarmi un attimo. " così rientrò subito in bagno, senza che noi rispondemmo. Quell'attimo di cui parlava durò più di un quarto d'ora. Così mi alzai e bussai forte alla porta.

" SIGNOR SWALLOWWW " urlai con un tono aggressivo, e poi continuai " può gentilmente uscire dal bagno? " con un tono dolce e persuasivo. Di colpo si aprì la porta, e vidi lui pronto davanti a me. Clare si era un po' infastidita, e subito disse se potevamo sbrigarci. Lasciammo tutto disfatto, e uscimmo per fare colazione. In effetti era presto, troppo presto, Robert aveva ragione. L'apertura dei cancelli per andare al m&g sarebbe iniziata alle 10.30, e con una decina di fermate di metro ci saremmo arrivati. Ma erano da poco scoccate le 7, quindi c'era poco da preoccuparsi. Noi però eravamo in ansia lo stesso. Dovevamo incontrarli, potevamo abbracciarli, parlare con loro, insomma, quelle tre ore non passarono mai. Nella metropolitana ( alle otto appena) , non stavamo un attimo ferme, e pur essendo piena, ci muovevamo da un angolo all'altro. La gente, probabilmente ci prese per pazze. Scese alla nostra stazione, ci guardavamo e saltavamo come bambine. Robert faceva finta di non conoscerci. Arrivati al palazzo dove c'era l'incontro, notai che non c'erano poi così tante persone. Non più di un centinaio. Erano le otto e mezza per la cronaca, era pur normale. Con il tempo arrivarono molte fan, ma la maggior parte non aveva il biglietto per andare al m&g. Avrei voluto che ognuna di loro avesse potuto vederli, ma purtroppo non potevo fare nulla per loro. Le ragazze che in finale avevano il biglietto saranno state circa duecento. Alle 10.29 non sapevo se piangere, essere felice, tornarmene via, troppi sentimenti contrastanti facevano da padrone nella mia testa, non sapevo che fare. Le porte si aprirono, e noi fummo quasi i primi ad entrare in una grande sala, dove eravamo sempre in fila. Con noi c'era anche Robert, che naturalmente era il massimo dell'euforia in quel momento, proprio uguale a noi. Le prime che entrarono erano anche un po' più agitate di noi, perché appena li videro emisero degli urli da isteriche. Le fan che però eravamo in fila non potevano vedere i ragazzi : all’interno di quell’enorme sala lilla, c’era un corridoio abbastanza grande, e da li si accedeva alla sala per incontrarli. La sala pur essendo grande, era divisa da un grosso vetro, dove c’era il rinfresco.
Ogni minuto che passava era un incubo. Non credo avrei potuto aspettare molto di più.

“ Rob, che ore sono?” chiesi io ansiosa mentre mi sporgevo. Non ne potevo più. In quel momento non ero nemmeno agitata, anzi, l’ansia mi faceva essere pure troppo calma.
“Le 11.08 Prix. Calmati, sei ad un passo da loro. Li vedrai, ok?” mi afferrò per le spalle e mi scosse. Mi guardò con il suo solito sguardo, poi..
“ Prego, tocca a voi, fatemi vedere i biglietti “ ci disse una donna della sicurezza. Io e Clare ci guardammo e iniziammo a piangere. Non ci riprendevamo.
“ Ragazze, per favore, ditemi come vi chiamate” insisteva la donna. Noi non riuscivamo a parlare.
“ Priscilla e Clare signora” rispose Robert per noi, e indicò chi fosse l’una e chi l’altra. Lui non pronunciò il suo però.
La donna poi comunicò qualcosa al microfono e ci fece passare. Prima di attraversare tutto il corridoio afferrai Clare.
“ Clare, qualsiasi cosa succede lì dentro, qualsiasi, non deve dividerci, ok?” le dissi decisa mentre le lacrime solcavano i nostri visi. Robert era già avanti.
“ Certo Prix, cosa dovrebbe mai succedere?” rispose lei con un’altra domanda, poi mi abbracciò senza farmi rispondere.
Afferrai la sua mano, e ci avvicinammo alla sala dei ragazzi decise. Spinsi la porta, e vidi cinque ragazzi che ci aspettavano, lì, sotto quel telo con scritto “ ONE DIRECTION”.
“ Ciao Clare, ciao Prix ! Come state?” disse Niall, e venne ad abbracciarci. Io ero immobile. Non piangevo. Avevo sentito per la prima volta quella voce angelica che avevo sempre ascoltato con delle cuffiette. E ora addirittura stava parlando a me. E poi mi chiesi per un attimo come facessero a sapere i nostri nomi. Poi capii che era grazie alla signora della sicurezza. Li sapevano, era questo l’importante. D’improvviso vidi Harry che mi fissava in modo strano, non capivo perché. Zayn e Louis erano venuti ad abbracciarci, Harry e Liam no. Cosa avevamo fatto? Mentre stringevo Louis fortissimo, sentivo il suo calore, il suo respiro sul mio viso, Liam si avvicinò, aspettò che lasciammo le presa, e mi afferrò la mano:

“ Avete un volto familiare. Non è che ci siamo incontrati ieri alla stazione?” e mentre pronunciava queste parole aveva un sorriso di quelli che non trovi da nessun’altra parte. Harry aveva detto lo stesso a Clare. Si ricordavano di noi. Non potevo crederci. Mi morsi il labbro, ero nervosissima, Liam lo notò subito. Così mi abbracciò; forse da lì mi calmai, definitivamente. Sentivo quasi che mi stesse proteggendo. Dall’altra parte poi c’era Robert: non li aveva nemmeno salutati, niente. Si era messo ad un angolo, con il telefono. Fosse stata un’altra situazione sarei andata lì, gli avrei detto qualcosa per farlo partecipare, per farlo felice. Stavolta era il nostro momento, quello che aspettavamo da quasi tre anni, lui non stava facendo niente per renderlo ancora più speciale, e io dovevo godermi questa giornata più che mai. Così Harry mi abbracciò, e Liam fece lo stesso con Clare. Non avrei mai voluto lasciarli andare, il loro calore, il battito del loro cuore, loro. Erano perfetti. Avevamo formato un gruppo di sette persone, e ci scambiavamo informazioni l’uno sull’altra, era magnifico, come se fossimo sempre stati amici, e ci fossimo ritrovati solo in quell’istante. Notavo che Harry si scambiava occhiatine dolci con Clare. Forse era una mia impressione, forse no, ma a me sembrava che lui era rimasto colpito da lei. Lei è quella bella di cui tutti si innamorano, ed era giusto così pensai. A Louis gli era presa a prendermi da dietro, e mi tirava verso di lui. Poi Zayn e lui poi cominciarono a farsi degli scherzi, e Niall venne da me con Liam, e quest’ultimo mi chiese di nuovo un abbraccio. Lui a me? Non dovrebbe essere il contrario? Ero su di giri, non mi ricordavo più niente, solo che stavo terribilmente bene in quel momento. Harry aveva preso Clare sotto braccio, Louis lo fece con Zayn; non so a cosa stessero giocando a dir la verità, ma erano carini, e poi erano troppo belli Clare e Harry insieme. Harry la abbracciava come se fosse la sua fidanzata, era troppo dolce. Clare alla fine si era talmente abituata che se li aspettava pure. Così andati pure troppo oltre al limite del tempo stabilito da trascorrere con i ragazzi, passammo alle foto. Robert, naturalmente, non partecipò. Eravamo tutti uniti, scambiavamo un po’ l’ordine per poter fare una foto vicino a tutti, e poi capitò una foto con me, Liam, Clare e Harry vicini. Un caso, pensai. Finite le foto, i ragazzi ci salutarono con un altro abbraccio, quando Liam si avvicinò a me, e mi sussurrò dentro all’orecchio ‘ a dopo ’; poi si morse il labbro. Ero rimasta a bocca aperta. Lo diceva a tutte? Quando avrei dovuto rivederlo? Era già tutto finito, li avrei rivisti il giorno dopo al concerto, ma chissà da dove visto che avevamo i posti non numerati. Accedemmo al rinfresco, e Robert aveva un’aria infuriata.

“ Fate tanto le santarelline, poi vi fate toccare da loro eh?” non ci guardò. E fu meglio così per lui dopo quello che aveva detto.
“ Spero tu stia scherzando Robert.” Risposi io arrabbiata. No, non poteva rovinarmi la giornata, non doveva. E ci stava riuscendo.
Clare stava per mollargli un ceffone ma la fermai io. Era inutile, tanto lui non capiva.
“ Lascialo stare Clare, è inutile sprecare parole con lui. Ci vediamo in hotel. Adesso vattene, ti prego.” Lo supplicai, non in modo dolce, anzi.
“ Non puoi dir..” non finì la frase che replicai io.
“ HO DETTO VATTENE.” Forse esagerai un bel po’ con il tono di voce, forse troppo aggressivo e forte, visto che tutta la sala si girò. Ma ero infuriata.
Robert rimase sorpreso. Non immaginava di certo che avrei reagito così. Mi guardò sbalordito. Nemmeno fece in tempo ad andarsene, che arrivò quella donna della sicurezza che ci aveva fatto entrare poco prima al m&g. Pensavo ci avesse cacciati.
“ Lei è la signorina Prix, vero? E lei Clare, giusto?” ci chiese in modo molto gentile.
“ Si signora, ci scusi. “ risposi alla donna.
“ Di cosa? Comunque questo è per voi. Siete fortunate. Ci vediamo dopo alle 16. “ ci lasciò un biglietto, e se ne andò. Quel ‘ci vediamo dopo ’ oggi era molto frequente. Robert era rimasto dietro, faceva finta di non sentire quello che ci aveva appena detto la signora. Aprimmo il biglietto. Scritto una calligrafia molto nitida e con una penna blu, lo lessi a bassa voce:
‘Visto che oggi ci hanno interrotto, noi ragazzi vorremmo poter finire la nostra chiacchierata con voi! Andate da Marie Rose Tirdal, la donna che vi darà questo, e ci vediamo alle 16 in macchina verso qualche bel posto. A dopo  Niall Zayn Liam Harry Louis x ‘

Guardai Clare, ma già si era piegata a terra a piangere di gioia.

**

@felt0ned:
vi ringrazio se l'avete letto tutto e lo avete apprezzato.
Questa è la mia prima ff, e ci sto mettendo il cuore per scriverla.
Spero di aver fatto un salto di qualità con questo ultimo capitolo.
Nel prossimo ci saranno tantissimi colpi di scena,e lo stesso nei prossimi, dove nasceranno nuove coppie, e salteranno fuori tanti segreti.
Grazie ancora di tutto. Un bacio,
la vostra Mars xxx

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2145492