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di Anor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tedio ***
Capitolo 2: *** Nausea ***
Capitolo 3: *** Relax ***
Capitolo 4: *** Dolore ***
Capitolo 5: *** Follia ***
Capitolo 6: *** Vergogna ***



Capitolo 1
*** Tedio ***


"Nella piazza di una città un bambino piange disperato. Una donna cerca di consolarlo. Scoppia un temporale, e la donna e il bambino si rifugiano sotto una tettoia dove si è già rintanato un uomo."
 
Tedio
 
P
ietà, stupida pietà femminile. Un marmocchio disperso nel mezzo alla merda di piccione non dovrebbe essere oggetto di alcun interesse. Eppure lei è lì, inginocchiata nel mezzo della polvere cittadina, e tampona gli occhi del bambino che frigna.
       Ma cosa fa? Ma che gliene frega?
       Il tuono che rimbomba nelle mie orecchie è solo un piacere, perché gli strilli del ragazzino erano veramente insostenibili. Acuti, da perforazione del timpano.
       Le prime gocce cadono, e la polvere s’impasta sulle ginocchia della donna, creando aloni di putrido inquinamento sui suoi pantaloni. Si alza, trascinando il bambino per una mano. Si avvicina all’angolo d’ombra in cui sono riparato, e gli strilli si fanno più penetranti.
       Tuoni, fulmini, a me! Coprite questo strazio.

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Capitolo 2
*** Nausea ***


Enstone è un villaggio nel distretto del West Oxfordshire, Inghilterra. Prende il nome da un sito di sepoltura neolitico.
Karl Sudrich (Hodschein, 7 ottobre 1895 – 18 settembre 1944) è stato uno schermidore austriaco, vincitore di una medaglia di bronzo ai Campionati Internazionali di scherma.
Amezaiku è un'arte popolare tradizionale giapponese che consiste nel modellare e scolpire dolci e caramelle dando ad essi una forma particolare.


Nausea
 
La barca dondolava sotto i piedi del giovane. A Karl non erano mai piaciuti i grandi spostamenti, ma si sa, per lavoro –per il suo lavoro– avrebbe fatto questo ed altro.
       La gara si sarebbe svolta a Londra, ma poi sarebbe andato ad Enstone, a trovare uno dei suoi amici che faceva l’archeologo ed era emigrato lì durante la guerra.
       Ma chi glielo aveva fatto fare, di andare per mare? Lo stomaco era un guazzabuglio, la testa gli girava. Si fermò al bar della nave.
       –Un caffè, grazie–
       Il barista, sorridendo, prese una tazzina e accese la macchinetta.
       Un uomo si sedette accanto a lui, cominciando a parlare a raffica. Karl non capiva, gli sembravano parole senza senso unite in un’unica litania. Ma forse era il mal di mare.
       –Vuole vedere una caramella creata con l’arte Amezaiku?–
       Decisamente, stava delirando.

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Capitolo 3
*** Relax ***


Sokobanja è una città e una municipalità del distretto di Zajecar, proprio al centro della Serbia centrale. È un rinomato centro termale.
Zara Dampney (Christchurch, 10 giugno 1986) è una giocatrice di beach volley inglese.
I Morettini furono una famiglia di costruttori d'organo o organari perugini la cui attività attraverserà tutto il XIX secolo. I Morettini furono tre: Angelo, Nicola e Francesco. Tutti o quasi gli organi Morettini sono tutt'oggi funzionanti.
 
Relax
 
Zara si stava godendo il meritato soggiorno a Sokobanja. Ne aveva subito approfittato, quando le avevano detto che avrebbe dovuto partecipare ad un incontro –sotto pagamento di una cospicua somma– in una delle città termali più famose d’Europa, e aveva deciso di portare con sé Robert, il suo ragazzo.
       –Queste terme sono una pacchia– Disse Zara crogiolandosi nell’acqua bollente che sgorgava nella fontanella in mezzo alla vasca.
       –Sono d’accordo– rispose Robert –Mi rilassano quasi di più del suono di un Morettini–
       –Di un che?– Chiese la giovane sportiva.
       –Un Morettini!– Insistette lui –Sono organi d’epoca, tra i pochi ancora funzionanti,– cominciò a spiegare –ma non posso credere di stare insieme ad una tale ignorante!–
       Lei lo schizzò. –Ma smettila. Solo perché io sono vissuta in questo secolo e non nel precedente–.

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Capitolo 4
*** Dolore ***


Tre ragazzi camminano lungo un sentiero al margine del bosco. Il primo corre a perdifiato, gli altri lo inseguono ma lo perdono di vista.
 
Dolore
 
La pavimentazione sconnessa del sentiero di montagna è sempre gradevole per un amante delle scampagnate come Marco. Saltella agile tra le rocce, evitando le fronde dei rami.
       Per me, invece, è una tortura: c’è puzza di marcio, al limitare della foresta. Gli scarponi sono una macchina infernale, i piedi consumati dal continuo sfregamento.
Sento tre vesciche già gonfie premere dietro il calcagno, e Marco continua a correre qua e là.
–Dove cazzo vai?–
Simone è ancora più indietro di me. Certo, con tutto quel lardo come vuoi che faccia ad essere svelto?
Marco non gli risponde, e comincia a correre.
Simone mi supera ansimando come un mantice, e già aloni di sudore si aprono sulla sua schiena.
Comincio a correre anche io. Le vesciche si aprono, i miei piedi mi implorano di fermarmi, ma non lo faccio, e corro più forte.
Sento la pelle staccarsi dalla carne arrossata e cotta, ma Marco già non c’è più.

 

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Capitolo 5
*** Follia ***


Jean Bernard ematologo francese che studiò gli effetti dell’ossigenazione del sangue
Levecourt comune francese di 98 abitanti
Psichedelia è un termine derivato dalle parole greche ψυχή (psykhé, anima) e δλος (dêlos, chiaro, evidente), nel senso di "allargamento della coscienza".
 
Follia
 
Era un trantranquillo paesino della campagna Francese, Levecourt, abitato da contadini e pastori che vivevano solo del loro sudore.
  Lo era, prima che venisse invaso da un’orda di strani individui. Ragazzi, per lo più. Fricchettoni pieni di tatuaggi e piercing, vestiti di stracci e con neri anfibi ai piedi.
   Ogni giorno vagavano come assenti per la cittadina quasi deserta. Chissà cosa vedevano nei loro deliri e nelle loro allucinazioni.
   Ogni giorno all’alba si trovavano sul limitare del bosco, con lacci e cinture che si legavano al collo. Mini soffocazioni. Ipo ossigenazione del cervello, che come studiato da Jean Bernard portano ad uno stato d’estasi quasi onirico, ad una sorta di psichedelia che conduce verso il buio.
   Il paese era abitato da fantasmi.

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Capitolo 6
*** Vergogna ***


Vergogna
 
La vergogna è il viso di Tommaso sullo schermo della TV.
La vergogna è l’incespichio della lingua che lo tradisce mentre legge.
La vergogna è il dimenticare la battuta di fronte a tutta Italia.
Tommaso dovrebbe riuscire a sopportare la pressione: è uno sportivo, un uomo di spettacolo, è abituato al calore delle luci e alla confusione dello studio televisivo.
Ma ogni volta si blocca, con la fronte imperlata di sudore, le mani che gocciolano, fredde come il gelo.
Tommaso non parla.
Tommaso non si muove.
Tommaso suda e balbetta, Tommaso è nel panico.
Apre la bocca, le corde vocali non vibrano.
Sbatte le palpebre, boccheggia, respira.
Tommaso non parla.
Tommaso piange.
Tommaso vive.

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