Stoccolma syndrome

di _LiveWhileWeAreYoung_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anteprima ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** I can't. ***
Capitolo 4: *** Stop it. ***
Capitolo 5: *** Never. ***
Capitolo 6: *** Alone. ***
Capitolo 7: *** Please. ***



Capitolo 1
*** Anteprima ***


Quando si parla di sindrome di Stoccolma?
Ci sarebbe una chiara spiegazione che ne spiega la nascita, il perché, le conseguenze. Per noi è semplicemente un’infatuazione verso il nemico.
Cosa intendo? Ci sarebbero diversi modi per spiegarlo, ma come per ogni forma d’amore, esistente in questo mondo, è praticamente impossibile fare.
 

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Capitolo 2
*** Prologo ***


Prologo:

 

A VOLTE E’ PROPRIO DIFFICILE RENDERSI CONTO DI QUELLO CHE CI APPARTIENE; LO FACCIAMO SOLO QUANDO CI ACCORGIAMO CHE STIAMO PER PERDERLO

.

 

Vi è mai capitato di sentirvi oppressi? Non da qualcosa in particolare; da tutto. 
Dai genitori, dalla fama, dal potere, dai soldi, dai conoscenti, dagli amici stessi, vi è mai successo?
Ho passato una vita a desiderare qualcosa di meglio per me, cosa non successa, e non penso che succederà. 
Non ho mai potuto scegliere per me, ho sempre dovuto avere attorno centinaia di persone che mi dicessero cosa fare o non fare.
Ho un carattere di merda, sono scontrosa, pazza, isterica, istintiva. Tutto ciò non mi ha mai aiutato. Infatti sono stata chiusa per anni dentro ad un collegio, e quando arrivò il giorno della mia uscita, vista la maggiore età, mi incolparono pure di alcuni infarti  venuti alle suore.
Mi hanno affibbiato nomi terribili, decisioni infelici e una vita di merda, senza darmi il tempo di rendermene conto.
 
Eccomi, sono io. 
Mi chiamo Eva Clarkson, 19 anni, mora e occhi terribilmente scuri. 
Figlia di un ricco imprenditore irlandese. 
Pronta a tutto ma decisa a nulla.
Promessa sposa ad un uomo/animale, senza valori e pieno di soldi.
Nessuno sa nulla di lui, nemmeno mio padre.
Alla domanda ‘perché?’, come risposta ricevetti:’ tu, figlia mia, hai bisogno di un ottimo futuro, non puoi permetterti di sbagliare, non tu. Lui saprà darti tutto quello di cui hai bisogno ’.
Cosa impossibile. Chi è che non erra nella propria vita?
Ma la domanda principale non era quella; 
cosa me ne sarei fatta di tutto questo? Cosa mi sarebbe rimasto di tali cose? Cosa avrei imparato? Avrei imparato?
 

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Capitolo 3
*** I can't. ***


Secondo capitolo:

 

              Le persone in cui speriamo vivamente, sono quelle che di solito sapranno come deluderci.

 

 

18 settembre 2013

Era già passata una settimana dal mio diciottesimo compleanno, e adesso sono qui a mettere le ultime cose in valigia.

Ero stranamente felice, e speravo con tutta me stessa che mio padre si fosse almeno degnato di darmi il benvenuto a casa, dopo 6 lunghi anni di assenza.

 

Salutai le suore e coloro che erano diventate parte della mia famiglia durante questi anni: Evelen e Jada. Erano le mie migliori amiche, le uniche persone capaci di capirmi e di oltrepassare ogni santa volta quella maledettissima barriera di freddezza che mi ponevo a dosso. Non erano ancora maggiorenni. Eve lo sarebbe diventata il 24 ottobre, e Jade il 3 dicembre. ‘ Sarebbero passati in fretta ’, pensai tra me e me.

 

Entrai dentro un taxi e dopo 40 minuti la macchina accostò. Riconobbi subito le pareti chiare di un’immensa villa proprio all’inizio della strada.

Dopo aver pagato mi diressi alla porta.

Mi aprì Stewen, il nostro maggiordomo da una vita. C’era da prima che mamma ci abbandonasse; non so perché lo fece, ma a differenza di molti non ho mai avuto bisogno di una figura  materna, o almeno non sempre.

Lo abbracciai ed entrai in casa. Era proprio come mi ricordavo, c’erano tantissime foto attaccate alla pareti, fiori ovunque, e quel profumo di casa che non rispecchiava per niente i comportamenti freddi delle persone che ci vivevano.

 

Girai tutta la casa, ma di mio padre non c’era traccia.

Sul tavolo della cucina trovai una lettera piena di soldi e un biglietto da parte sua con scritto che non sarebbe tornato prima della prossima settimana.

Niente benvenuto. Niente scuse. Nulla.

‘ Bell’inizio ’ , pensai.

Mi sistemai e finalmente andai a dormire.

 

Il giorno dopo mi svegliai stanca e depressa, chiunque mi avesse rivolto la parola sarebbe morto, seduta stante.

Scesi in pigiama, e vedendo la mia faccia Stewen mi accolse solo con  un ‘ buongiorno ‘ appena sussurrato. Anche lui mi temeva, bene.

 

Non sapevo che fare, e sinceramente mi stavo annoiando, quindi mi preparai per fare una passeggiata.

Andai nel parco dove Dona mi portava sempre quando ero piccola.

Lei era come una madre per me, la ricordo ancora, non so dove sia, ma spero di poterla rivedere.

Era la migliore amica di mia madre, mi raccontava molte cose su di lei, ma si è sempre stentata sul parlare della decisione dell’amica di andarsene e  abbandonare tutto e tutti. Le mancava. Tutti mi dicevano che non si sarebbero mai aspettati una cosa del genere da lei, perché lei mi amava e amava mio padre. Ma allora perché se n’era andata?

A volte penso come sarebbe stata una vita con lei accanto, mi immagino in una vita migliore, poi ripenso a quello che ha fatto, e so che non avrei la forza di perdonarla se un giorno si fosse presentata alla mia porta. No, proprio non ce l’avrei fatta.

.
Al centro c'è la nostra Eva, la ragazza bionda è Evelen e  ragazza mora accanto a Eva è Jada.

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Capitolo 4
*** Stop it. ***


Terzo capitolo:

A farti male sono proprio le persone

che non ti aspetti.

 

 

Al contrario delle mie aspettative, quella settimana passò molto velocemente, e arrivò il giorno del ritorno a casa di mio padre. Mi accolse con un abbraccio e un bacio sulla fronte, per poi chiudersi di nuovo nel suo ufficio. Non ero abituata alle grandi manifestazioni d’affetto, quindi mi bastava, o almeno credo.

Quella sera ci sarebbe stata una festa di beneficenza a casa nostra, e finito di prepararmi cominciarono ad arrivare gli invitati.

Mio padre mi presentò tutti i suoi colleghi, sicura che non mi sarei ricordata nemmeno un fottuto nome. Vabbè.

Ad un certo punto della serata mio padre fece il suo solito discorso da sera questa volta dedicato a me, io felice credetti che fosse per darmi il benvenuto, quindi mi allargai in un sorriso enorme.

-…vorrei in oltre dare un annuncio importante. La settimana scorsa mia figlia è uscita dal collegio, ed è tornata a casa. Ho deciso di fargli un regalo di benvenuto e ho voluto qualcosa di speciale per lei. Ho trovato un uomo perfetto per lei, e l’ho promessa sposa.-

Mi sentii morire. Mi aveva promessa ad un uomo senza che io sapessi niente?

-Ho presa questa decisione perché desidero il meglio per lei, e sono sicuro che lui Richard Walker possa darglielo. Cin Cin.- Continuò per poi brindare.

Non gli diedi nemmeno il tempo di tornare al tavolo che gli urlai contro.

-Come ti permetti di prendere decisioni per me! Eh? Senza dirmi niente! Come fai a sapere che questo qui possa darmi tutto quello di cui ho bisogno!- Ero incazzata nera.

-Cerca di calmarti, non parliamone qui!- Disse. Non mi importava che qualcuno si fosse girato a guardarci.

-No! Invece parliamo qui! Io non sposerò nessuno senza il mio consenso che ti piaccia o no.- conclusi andandomene.

-Non sarà così facile, domani lo conoscerai e tra un mese vi sposerete, non permetterò mai il contrario.- disse mentre mi allontanavo.

-Questo è quello che pensi tu.- dissi tra me e me.

 

Il giorno dopo venni svegliata dal continuo bussare della porta.

-Chi cazzo è…- guardai l’orologio nel telefono- alle 8.45 del mattino, porca puttana!-

-Sono io signorina, Stewen, deve prepararsi, alle 10 deve incontrarsi con il signor Walker per prendere il thè.- Disse attraverso la porta.

Sbuffai e mi alzai. Aprì la porta, e rassicurai Stewen che mi sarei preparata.

Quando fui pronta scesi e trovai mio padre in cucina. Non mi degnò di uno sguardo; idem io.

-Quindi devo incontrarmi con questo qui, di cui a stento conosco il nome, e tra un mese dovrei sposarlo.- Presi parola io.

-Proprio così.- Disse continuando a leggere quel giornale. Sembrava desse più importanza a quei fottuti fogli del cazzo che a sua figlia.

-Sai che non lo sposerò- dissi sicura.

-Sai che lo farai- disse, stavolta alzando lo sguardo verso di me.

-Non succederà- continuai.

-Vedremo.- Finì lui.

 

Sbuffai irritata e insieme uscimmo di casa. Non ci parlammo durante tutto il viaggio, breve per (s)fortuna.

Entrammo in una villa enorme. Bene, a questo i soldi uscivano anche dal culo.

 

Ci fecero accomodare in giardino e già seduti al tavolo c’erano un’anziana signora e un uomo sui 50’anni. Speravo vivamente non fosse lui.

Speranze vane.

Appena ci presentammo mi sentii mancare a sentire che il nome di Richard Walker apparteneva a quell’essere ripugnante già a vista.

Cominciai a fare la fredda e a non rispondere, sotto lo sguardo arrabbiato di mio padre, infastidito dell’essere, e stranamente divertito della donna.

Quella giornata sarebbe durata più del dovuto.

Cominciò a farmi domande di ogni genere ‘che collegio hai frequentato? Eri ingamba a scuola?’

Fin quando non se ne uscì con la domanda…

-Sei vergine?-

A mio padre andò di traverso il thè, io lo sputai direttamente.

-Ma le sembrano domande da fare signore?- Urlai alzandomi.

- Eva, calmati- Disse mio padre.

-Col cazzo che mi calmo! Mi sono trattenuta, ma questo non posso accettarlo! Se prima non volevo sposarlo perché non lo conoscevo adesso non lo faccio perché è un maniaco, addio!- continuai a urlare sotto l’occhio sbalordito di tutti.

- ah, e per precisare: no, non sono vergine! Fanculo.- Finì per poi uscire di casa correndo.

 

Erano modi? Ok che non io ero della massima finezza, ma un uomo vecchio decrepito a cui sono stata promessa viene a chiedermi se ho mai fatto sesso? Scherziamo? Grr.

 

NEL FRATTEMPO IN GIARDINO WALKER:

POV  Gerry Clarkson (Padre di Eva)

-Mi scuso per il suo linguaggio e per il suo comportamento, è appena uscita da un collegio, non immaginavo potesse avere questa reazione. Chiedo umilmente scusa- Avevo fatto una figuraccia. Ma questa non l’avrebbe passata  liscia.

-Signor Clarkson, stia tranquillo, è normale questa sua reazione, e poi io sono stato troppo scortese non dovevo- disse con una faccia che non prometteva scuse, per niente, ma non ci pensai molto, piuttosto nel viaggio verso casa cercavo una seria punizione da fargli passare.

Non l’avrebbe scampata, non di nuovo.

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Capitolo 5
*** Never. ***


Quarto capitolo:

Pov X.

-Allora, che dobbiamo fare?- mi chiese Andy.

-Aspettiamo ancora qualche giorno, nel frattempo tenetela ancora sotto controllo.- Risposi.

-Dobbiamo sbrigarci, il matrimonio è fra un mese-

-Lo so, ma giuro che quel matrimonio non si celebrerà…a qualsiasi costo.

- Sarà fatto.-  concluse.

 

*Gli avrei rovinato la vita…giuro.

 

 

 

Pov Eva.

Cazzo, che noia. Si, mi stavo decisamente annoiando. Mmmm.

Idea!

 

Cose possibili da fare per non sposare quell’essere:

1)    Uccidermi

No, questa posso evitarla.

2)    Scappare con un altro uomo.

Potrei pensarci, sì.

3)    Pagare un riscatto

Idiota, è pieno di soldi, non se ne farebbe nulla.

4)    Essere rapita

Ma da dove mi vengono queste? Che cogliona.

 

 

Ero fregata. Triste e fregata. Abbattuta, triste e fregata. Sfig…Ok, basta.

 

 

La mia idea di matrimonio è sempre stata quella con accanto l’uomo perfetto. Ho fatto migliaia di schizzi su come probabilmente lo avrei voluto. Non mi sono mai accontentata; forse perché non ho mai avuto la possibilità di avere qualcuno accanto che anche lontanamente gli somigliasse. Solo uomini sbagliati.

Gli errori ci sono stati nella mia vita, ma non mi sono mai pentita di nulla. Sento però che questo matrimonio renderà la mia vita un inferno, ed io non posso permettere che accada.

 

 

 

*Decisi di uscire un po’, così, per svagarmi. Mi sentivo osservata, ma non ci feci molto caso vista la quantità estrema di persone presenti in quella piazza.

Presi un caffè e mi sedetti su una panchina a guardare i comportamenti di ogni singola persona che passava, chiedendomi come facessero tutti a essere così sorridenti e spensierati. Erano tutti così felici nella vita reale? Oppure ero io l’eccezione alla regola?

 

Sempre forte, sempre decisa, sempre questo, sempre quest’altro, ma quando mai avevo dimostrato queste caratteristiche? Non me ne sono mai resa conto.

Forse perché mi ribellavo al bullo della scuola quando andavo alle elementari? Perché sapevo tenere testa alla troietta di primo passo? Questo? Non lo so; ma so che non sono forte, so che crollo, specialmente quando mi rendo conto che in questo mondo sono sola.

 

Mi serve una svolta, e non è sposando un vecchio nell’ultima fase della sua vita che l’avrò.

 

 

 

 

 

 

 

 

Erika scrive:

Oilalalabubuh! Sono la vostra autrice.

Si, lo so: la storia fa schifo, e ‘na merda, non si può leggere perché è terribile.

So tutte queste cose, per questo vi chiedo umilmente, in ginocchio, pregando, di scusarmi.

E’ la mia prima volta, capitemi. (Non pensate male, porcellini, so che i miei lettori hanno gli ormoni a mille hehehe, per questo non mancheranno le scene mlmlml)

 

Comunque, questo capitolo è solo di passaggio, come avete notato c’è il personaggio X, che spero vi abbia incuriosito. Sarà il secondo protagonista della storia, importante quando il personaggio di Eva.

Bhe, non avrete letto un cazzo di queste note, ma va be, lo sforzo vale lol

 

 

Vi saluto, belli. Alla prossima <3

 

 

Spoiler:

Pov X:

-E’ arrivato il momento, potete procedere. Mi raccomando, non fatevi vedere in faccia per nessuno motivo, e non fatele del male. Non voglio vedere sopra di lei nemmeno un graffio.-

 

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Capitolo 6
*** Alone. ***


Pss:sono io, l’autrice rompicoglioni lol. Vi chiedo da ora in poi di ricordare le date, perché sono estremamente importanti J ci vediamo sotto! **

 

Quinto capitolo:

 

*27 settembre 2013

Mi stavo psicologicamente preparando per quello che avrei detto a mio padre una volta uscita da questa stanza.

 

Avrei potuto benissimo aspettare che se andasse…si, avr…

 

Fanculo.

 

Bussarono alla porta e sento chiaramente la voce di mio padre attraverso la porta.

-Ti do 15 minuti per scendere, perché non ci sto nulla a sfondare la porta-

 

La cosa doveva essere abbastanza grave se al posto di Stew sia venuto lui.

 

Ero fottuta.

 

Scesi in cucina rassegnata.

-Prima che tu dica qualcosa vorrei parlare io- Annuì.

 

-Non so spiegarmi il perché del tuo comportamento ieri, non ci riesco. Ma sappi, che se prima ti avrebbe salvato, adesso ti ha ucciso. Ti avevo avvertito porca miseria! Non so cosa ho fatto per meritarmi una figlia come te, sei la mia più grande delusione!.-Wow, queste cose dette dal proprio padre fanno più male di quanto credessi.

 

-Cosa hai fatto? Niente! Ecco, cosa! Niente di niente. Io sarò pure stata la tua più grande delusione, ma ricordati che tu sei stata la mia. Dette da te queste cose non me le aspettavo sinceramente, perché per un padre disinteressato come te l’unica cosa di cui mi sarei dovuta preoccupare sarebbe stata quella di non portare ragazzi in casa. Invece mi ritrovo con l’unico componente che mi rimane della mia famiglia a dirmi queste cose. Non è divertente? Spero che adesso sarai felice, prima la moglie e adesso anche la figlia, che uomo pieno di val..-non riuscì a continuare perché sonoro tonfo risuonò in quella stanza. Uno schiaffo.

 

 

-Non sai niente di me, non sai nulla di tua madre, di mia moglie. Nulla. Ho sempre evitato di dirti le cose come stavano perché il padre disinteressato che dici tu ha cercato di proteggerti, di non farti soffrire. Quindi non ti permetto di parlarmi in questo modo!- ero scioccata.

 

 

-Di non farmi soffrire? Mi hai abbandonata proprio come ha fatto lei! Sono sempre stata sola! Mi hai mandato in un collegio e adesso per liberarti di me mi hai dato in sposa. Ho sempre voluto uno di quei padri che amano le loro figlie incondizionatamente. Un padre che mi proteggesse, che mi aiutasse a capire come funzionasse la vita. Invece certe cose ho dovuto capirle da sola, perché in realtà ad abbandonarmi non è stata la mamma, ma tu.- Le lacrime scendevano copiosamente. Lui mi guardava negli occhi, senza dire o fare nulla.

 

 

- In tutti questi anni pensare di essere sola mi ha fatto bene, sai? Perché sono riuscita a rendermene conto. Vuoi che io sposi quell’uomo? Va bene, lo farò. Farò come mi ordini tu. Pensi sia la cosa giusta da fare? Bene. Lo sposerò. Ma non chiedermi di essere felice, non chiedermi di sorridere grazie a lui,  non chiedermi di avere figli con lui, perché non voglio che mio figlio passi tutto quello che sto passando io.-

Ero distrutta.

Lui continuò a stare in silenzio.

 

Cominciai a piangere di nuovo con l’intenzione di allontanarmi da quella stanza, ma quando arrivai vicino alla porta mi bloccai girando leggermente la testa verso di lui

 

-Da oggi non sei più mio padre, sei solo il signor Clarkson per me, spero  te ne faccia una ragione.-

 

Salì in camera mia e per la prima volta piansi, piansi per delle ore. Pensai a tutto quello che dovetti passare in quei anni e mi sfogai. Per poi addormentarmi esausta.

Quando mi svegliai vidi attraverso la finestra che era buio, e la fame cominciò a farsi sentire. Scesi sperando di non trovarlo in casa.

Mi diressi in cucina e dopo aver preso qualcosa da mangiare tornai in camera con l’intenzione di dormire ancora.

 

 

 

*28 settembre 2013

Mi alzai, e indossai un sorriso smagliante.

 

Scesi e in cucina lo trovai. Seduto e tranquillo come se non fosse successo nulla. Scossi la testa rassegnata.

 

-Buongiorno signor Clarkson, dormito bene questa notte?- dissi finta euforica.

 

-Smettila di chiamarmi così. Sono tuo padre.- affermò con tono fermo.

 

-Guardi signore, la mia domanda non era questa.- vedevo i suoi nervi tirarsi a poco a poco.

-Senti, va bene, chiamami come ti pare, non mi importa. Buona giornata.- e se ne andò.

 

Quando scelsi di farlo uscire dalla mia vita credevo che avrebbe messo anche il minimo sforzo per rientrarci, invece lui non desiderava altro.

 

*************************

 

 

Pov X:

-E’ arrivato il momento, potete procedere. Mi raccomando, non fatevi vedere in faccia per nessuno motivo, e non fatele del male. Non voglio vedere sopra di lei nemmeno un graffio.-

 

-Sarà fatto.- risposero.

 

-Allora, lei come è solita fare alle 5 del pomeriggio uscirà di casa per dirigersi verso il parco dietro casa sua. Si accosterà qualche minuto vicino alle panche dell’ala destra per riscaldarsi per poi cominciare a correre. Voi dovete fare in modo che lei non inizi a correre. Mentre si allenerà voi dovete spruzzarle a nell’aria circostante questo sonnifero, si addormenterà nel giro di 2 minuti. State attenti che non ci sia nessuno in quelle zone-

Spiegai il piano.

 

- Ma Zayn, se qualcuno dovesse vederci ?- disse Andy

 

-Per questo dovete andare tutti e cinque per sorvegliare e non far passare nessuno. Mi raccomando, state attenti. Adesso andate.-

 

-Tu non verrai?- mi chiese Niall.

-No...io devo sbrigare delle faccende, non posso.- risposi.

Lui annuì e se ne andò.

 

 

 

Pov  Eva

Misi una tuta comoda per fare la mia solita corsa. Non ero abituata a farla, ma da quando avevo iniziato mi sentivo bene .

 

Misi  le cuffie nelle orecchie e cominciai  a pensare. Pensai a quanto mi mancassero quelle pesti in collegio. Sorrisi mentre mi dirigevo al parco.

 

 

Arrivata lì non vidi quasi nessuno.

Certo, con questo tempaccio.

 

Cominciai a riscaldarmi.

 

Ad un certo punto non mi resi conto più di nulla. Mi girava la testa.  Avevo l’istinto di chiudere gli occhi perché troppo pesanti. Mi chiedevo cosa mi stesse succedendo ma non ne ebbi il tempo perchè caddi a terra. Sentii un dolore lancinante alla testa. E poi niente.

 

 

Pov Andy

 

Cazzo cazzo cazzo! Perché non ci avevo pensato? Sono un coglione, ecco cosa! Zayn mi avrebbe ucciso!

-Adesso come cazzo lo diciamo a Zayn!- Niall era incazzato nero.

 

-Adesso pensiamo a portarla da lui e a curarla perché sta perdendo del sangue!- Aggiunse Liam.

 

-Andy sei una testa di cazzo! Avresti dovuto saperlo che se si sarebbe addormentata sarebbe caduta a terra, idiota!-  aggiunse Harry.

 

- No, infatti, ci sei stato tu che mi ci hai fatto pensare, sai?- dissi ironicamente.

 

-Pensavo ci arrivassi da solo!- disse lui.

 

-Pensi troppo direi, caro Harry- risposi io.

 

-E tu troppo poco, mio caro!- sto bast…

 

-Vi do 3 secondi per smetterla e per darci una mano razza di idioti. Non concluderete nulla così.- Se non ci fosse stato Louis lo avrei picchiato seriamente.

 

Pov Zayn

 Sentii l’arrivo di una macchina e mi precipitai fuori vedendo Eva nelle braccia di Louis. Sorrisi pensando che ce l’avevamo fatta. Poi vidi del sangue colare dalla sua testa e la mia faccia si fece seria.

-Che cazzo è successo?- urlai.

-Stai calmo, adesso ti spieghiamo tutto per adesso aiutaci a medicarla.-  disse pacato Liam.

 

 

Erika scrive:

Hola people! Good evening a todosJ

Per prima cosa vorrei ringraziare con tutto il cuore le 3 persone che seguono questa storia, e le due che l’hanno recensita.

 

Tornando alla storia: Come avete visto le cose si complicano tra Eva e suo padre.

SPUNTANO I MAGNIFICI 5! Visto? Avevo detto che sarebbero arrivati verso l’ottavo capitolo lol ma era troppo tardi.

Cosa succede? Bhe, Eva viene rapita, ma le cose si complicano anche qui.

Cosa succederà? Bho. Continuate a recensire e a seguire**

Erika.

 

 

 

Spoiler:

Pow Zayn

-Che succede? Dove mi trovo? Chi cazzo siete? Sono armata brutti bastardi! Riportatemi a casa mia!-

-Stai calma cazzo! Non vogliamo farti del male…-

-E allora cosa volete farmi? Il regalo di Natale? Dite tutti così voi con queste facce coperte per far calmare la vostra preda, per poi ucciderla facendola soffrire!- Sembrava sclerata.

-Ma ti pare? Calmati che non ti succederà nulla!- Speravo che si sarebbe calmata.

-E’ una minaccia?- L’avrei già uccisa se fossi stato un assassino.

-Lo sarà- ok, avevo esagerato un po’, ma almeno si sarebbe calmata

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Capitolo 7
*** Please. ***


Quinto capitolo:

 

Pov Eva

 

Mi svegliai con un dolore atroce alla testa. Toccando il punto dolorante vidi che era coperto da un’enorme cerotto. Non mi resi subito conto di dove mi trovassi, ma appena mi accorsi che quella non era la mia camera mi agitai. Provai ad alzarmi ma sentivo le gambe deboli, come se il mio corpo pesasse più di quanto ricordassi. Con le forze che trovai mi alzai. I muri della stanza erano di tonalità chiare, e i colori erano tutti tendenti all’azzurro. Mi diressi in una delle due porte che scoprirono un bagno molto ordinato. L’altra porta invece era chiusa a chiave.

 

‘E ora che faccio’ pensai.

 

Mi allarmai e cominciai a tirare pugni contro la porta e ad urlare di voler uscire.

 

Dei passi mi fecero spaventare e indietreggiare.

 

Lo scatto della chiave mi portò a prendere l’unica cosa che mi potesse aiutarmi a difendere da chiunque fosse: una lampada mini, molto mini.

 

La porta si aprì e ne spuntarono due uomini con il viso completamente coperto.

 

Non ebbi mai avuto paura come in quel momento.

Sentivo come se il cuore stesse per scoppiarmi. E doveva vedersi dalla mia faccia, sicuramente sarei stata bianca dalla paura.

 

Pov Zayn

 

-Tranquilla, non vogliamo farti del male,  vogliamo solo aiutarti.- presi parola io davanti alla sua faccia bianca.

 

-Che succede? Dove mi trovo? Chi cazzo siete? Sono armata brutti bastardi! Riportatemi a casa mia!-

 

-Stai calma cazzo! Non vogliamo farti del male…- dissi io cercando di tranquillizzarla

 

-E allora cosa volete farmi? Il regalo di Natale? Dite tutti così voi con queste facce coperte per far calmare la vostra preda, per poi ucciderla facendola soffrire!- sembrava sclerata.

 

-Ma ti pare? Calmati che non ti succederà nulla!- speravo che si sarebbe calmata.

 

-E’ una minaccia?- l’avrei già uccisa se fossi stato un assassino.

 

-Lo sarà- ok, avevo esagerato un po’, ma almeno si sarebbe calmata

 

Pov Eva

Si, in quel momento me la stavo facendo sotto.

Cedetti.

 

-Tranquilla, uscirai da qui senza il minimo graffio. Ansi, ci dispiace per la ferita alla testa- con il cazzo che ci avrei creduto.

 

-Non vi credo bastardi. Mio padre vi cercherà, e quando vi troverà per voi sarà la fine.- speravo di averli almeno un po’ intimiditi.

 

-Non ne sarei così sicura se fossi in te- perché ridacchiava? Perché? Mi sta prendendo per il culo?

 

-Sentite, io non so cosa volete da me, ma vi prego, lasciatemi andare, non ho fatto nulla!- ero disperata

 

-Devi stare tranquilla, da te non vogliamo nulla, tu ci servi solo come ostaggio, sperando che funzioni. Non ci interessi tu. Noi non abbiamo mai fatto del male a nessuno, e mai ne faremo, cerchiamo solo la vendetta. Tu puoi stare sicura che ti tratteremo bene.- quelle parole mi fecero sospirare quasi tranquilla.

 

-E se non dovesse funzionare? Mi ucciderete? E poi cosa ne farete del mio corpo?- pensavo al mio corpo dopo che sarei morta. Ma che cazzo avevo fumato?

-Ma allora la botta in testa ti ha davvero fatto male- disse l’altro ragazzo sconvolto che fino ad ora non aveva aperto bocca.

 

-Senti, che sia chiaro, noi avremmo la nostra vendetta a qualsiasi costo, e a qualsiasi costo tu rimarrai viva. Non morirai nelle nostre mani.- disse il primo.

 

-Che cazzo significa? Che ad uccidermi ci penseranno altri? Brutti bastardi, lavate via il lavoro sporco!- se fossi stata io la rapitrice mi avrei preso per il culo da sola. Che razza di idiota.

 

-Ti prego, dimmi che stai scherzando!- il ragazzo che aveva parlato si e no una volta si stava innervosendo, quindi decisi di stare zitta.

 

-Ma quindi cosa dovrò fare?- anche io mi stavo incazzando.

 

-Niente, guarderai la tv, leggerai qualche libro, farai la doccia. Per il resto penseremo tutto noi. Vestiti, cibo e cose varie. Chiaro?- avevo altra scelta? Evidentemente no.

 

-Chiaro- Sospirai chiudendo gli occhi e sperando che quello fosse solo un brutto sogno.

 

-Hai fame?- disse stranamente dolce il secondo.

 

Annuì leggermente, rendendomi conto di non aver mangiato per niente quel giorno.

 

-Ok, tra un po’ verrò a portarti qualcosa, passa il tempo facendo qualcosa. Fatti una doccia che puzzi assurdamente di sudore, ed è disgustoso-

 

Guardai male il primo rapitore ma capendo poco dopo che avesse ragione visto l’odore sgradevole che emanavo.

 

Sbuffai per la centesima volta quella sera e dopo che furono usciti cominciai a cercare dei vestiti.

 

Non sapevo come fare, avevo paura che potessero farmi del male, violentarmi, picchiarmi. Non sapevo nemmeno come uscirne. Ma speravo che quella situazione finisse presto.

Erika scrive:

 

Hola chicass y chicoo!

Non so se ho scritto il saluto bene, sto studiando spagnolo, ma non so ancora un cazzo.

Eccomi qui con un altro schifosissimo capitolo di cacca, tra l’altro più corto del solito.

Spero però che vi piaccia, e spero anche di ricevere qualche recensione, mi farebbe piacereJ

Ringrazio di cuore: quelli che recensiscono, quelli che mettono la storia tra le ‘seguite’ e quelli che in silenzio leggono la mia storia. Grazie.

 

Tornando alla storia: come vedete è la prima sera del rapimento. Lei terrorizzata comincia a sparare cazzate, capita in queste situazioni.

Nel prossimo capitolo ce ne saranno delle belle, ho già cominciato a scriverlo e ho tante belle idee, spero di poterlo pubblicare per domani.

Buonanotte belli<3

 

Erika.

 

Oggi niente spoiler heheheJ

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