Stoccolma syndrome di _LiveWhileWeAreYoung_ (/viewuser.php?uid=205426)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anteprima ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** I can't. ***
Capitolo 4: *** Stop it. ***
Capitolo 5: *** Never. ***
Capitolo 6: *** Alone. ***
Capitolo 7: *** Please. ***
Capitolo 1 *** Anteprima ***
Quando si parla di sindrome di Stoccolma?
Ci sarebbe una chiara spiegazione che ne spiega la nascita, il perché, le conseguenze. Per noi è semplicemente un’infatuazione verso il nemico.
Cosa intendo? Ci sarebbero diversi modi per spiegarlo, ma come per ogni forma d’amore, esistente in questo mondo, è praticamente impossibile fare.
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Capitolo 2 *** Prologo ***
Prologo:
-
A
VOLTE E’ PROPRIO DIFFICILE RENDERSI CONTO DI
QUELLO CHE CI APPARTIENE; LO FACCIAMO SOLO
QUANDO CI ACCORGIAMO
CHE STIAMO PER
PERDERLO
-
-
.
- Vi è
mai
capitato di sentirvi oppressi? Non da qualcosa in
particolare; da tutto.
- Dai
genitori, dalla fama, dal potere, dai soldi, dai conoscenti, dagli
amici
stessi, vi è mai successo?
- Ho passato
una vita a desiderare qualcosa di meglio per me, cosa non successa, e
non penso
che succederà.
- Non ho mai
potuto scegliere per me, ho sempre dovuto avere
attorno centinaia di persone che mi dicessero cosa fare o non fare.
- Ho un
carattere di merda, sono scontrosa, pazza, isterica, istintiva. Tutto
ciò non
mi ha mai aiutato. Infatti sono stata chiusa per anni dentro ad un
collegio, e
quando arrivò il giorno della mia uscita, vista la maggiore
età, mi incolparono
pure di alcuni infarti venuti
alle
suore.
- Mi hanno
affibbiato nomi terribili, decisioni infelici e una vita di merda,
senza darmi
il tempo di rendermene conto.
-
- Eccomi, sono
io.
- Mi chiamo Eva
Clarkson, 19 anni, mora e occhi terribilmente scuri.
- Figlia
di un ricco imprenditore irlandese.
- Pronta a tutto
ma decisa a nulla.
- Promessa
sposa ad un uomo/animale, senza valori e pieno di soldi.
- Nessuno sa
nulla di lui, nemmeno mio padre.
- Alla domanda
‘perché?’, come risposta
ricevetti:’ tu, figlia mia, hai bisogno di un ottimo
futuro, non puoi permetterti di sbagliare, non tu. Lui saprà
darti tutto quello
di cui hai bisogno ’.
- Cosa
impossibile. Chi è che non erra nella propria vita?
- Ma la
domanda principale non era quella;
- cosa me ne sarei fatta di
tutto questo? Cosa
mi sarebbe rimasto di tali cose? Cosa avrei imparato? Avrei imparato?
-
|
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Capitolo 3 *** I can't. ***
Secondo
capitolo:
Le
persone in cui speriamo vivamente, sono quelle che di solito sapranno
come
deluderci.
18
settembre 2013
Era
già passata una settimana dal mio diciottesimo compleanno, e
adesso sono qui a mettere
le ultime cose in valigia.
Ero
stranamente felice, e speravo con tutta me stessa che mio padre si
fosse almeno
degnato di darmi il benvenuto a casa, dopo 6 lunghi anni di assenza.
Salutai
le suore e coloro che erano diventate parte della mia famiglia durante
questi
anni: Evelen e Jada. Erano le mie migliori amiche, le uniche persone
capaci di
capirmi e di oltrepassare ogni santa volta quella maledettissima
barriera di
freddezza che mi ponevo a dosso. Non erano ancora maggiorenni. Eve lo
sarebbe
diventata il 24 ottobre, e Jade il 3 dicembre. ‘ Sarebbero
passati in fretta ’,
pensai tra me e me.
Entrai
dentro un taxi e dopo 40 minuti la macchina accostò.
Riconobbi subito le pareti
chiare di un’immensa villa proprio all’inizio della
strada.
Dopo
aver pagato mi diressi alla porta.
Mi
aprì Stewen, il nostro maggiordomo da una vita.
C’era da prima che mamma ci
abbandonasse; non so perché lo fece, ma a differenza di
molti non ho mai avuto
bisogno di una figura materna,
o almeno
non sempre.
Lo
abbracciai ed entrai in casa. Era proprio come mi ricordavo,
c’erano tantissime
foto attaccate alla pareti, fiori ovunque, e quel profumo di casa che
non
rispecchiava per niente i comportamenti freddi delle persone che ci
vivevano.
Girai
tutta la casa, ma di mio padre non c’era traccia.
Sul
tavolo della cucina trovai una lettera piena di soldi e un biglietto da
parte
sua con scritto che non sarebbe tornato prima della prossima settimana.
Niente
benvenuto. Niente scuse. Nulla.
‘
Bell’inizio ’ , pensai.
Mi
sistemai e finalmente andai a dormire.
Il
giorno dopo mi svegliai stanca e depressa, chiunque mi avesse rivolto
la parola
sarebbe morto, seduta stante.
Scesi
in pigiama, e vedendo la mia faccia Stewen mi accolse solo con un ‘ buongiorno
‘ appena sussurrato. Anche lui
mi temeva, bene.
Non
sapevo che fare, e sinceramente mi stavo annoiando, quindi mi preparai
per fare
una passeggiata.
Andai
nel parco dove Dona mi portava sempre
quando ero piccola.
Lei
era come una madre per me, la ricordo ancora, non so dove sia, ma spero
di
poterla rivedere.
Era
la migliore amica di mia madre, mi raccontava molte cose su di lei, ma
si è
sempre stentata sul parlare della decisione dell’amica di
andarsene e abbandonare
tutto e tutti. Le mancava. Tutti
mi dicevano che non si sarebbero mai aspettati una cosa del genere da
lei, perché
lei mi amava e amava mio padre. Ma allora perché se
n’era andata?
A
volte penso come sarebbe stata una vita con lei accanto, mi immagino in
una
vita migliore, poi ripenso a quello che ha fatto, e so che non avrei la
forza
di perdonarla se un giorno si fosse presentata alla mia porta.
No, proprio non ce l’avrei fatta.
.
Al centro c'è la nostra Eva, la
ragazza bionda è Evelen e ragazza mora accanto a
Eva è Jada.
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Capitolo 4 *** Stop it. ***
Terzo capitolo:
A farti male
sono proprio le persone
che
non ti
aspetti.
Al contrario
delle mie aspettative, quella settimana passò molto
velocemente, e arrivò il
giorno del ritorno a casa di mio padre. Mi accolse con un abbraccio e
un bacio
sulla fronte, per poi chiudersi di nuovo nel suo ufficio. Non ero
abituata alle
grandi manifestazioni d’affetto, quindi mi bastava, o almeno credo.
Quella sera ci
sarebbe stata una festa di beneficenza a casa nostra, e finito di
prepararmi
cominciarono ad arrivare gli invitati.
Mio padre mi
presentò tutti i suoi colleghi, sicura che non mi sarei
ricordata nemmeno un
fottuto nome. Vabbè.
Ad un certo
punto della serata mio padre fece il suo solito
discorso da sera questa volta dedicato a me, io felice
credetti che fosse
per darmi il benvenuto, quindi mi allargai in un sorriso enorme.
-…vorrei
in oltre
dare un annuncio importante. La settimana scorsa mia figlia
è uscita dal
collegio, ed è tornata a casa. Ho deciso di fargli un regalo
di benvenuto e ho
voluto qualcosa di speciale per lei. Ho trovato un uomo perfetto per
lei, e l’ho
promessa sposa.-
Mi sentii
morire. Mi aveva promessa ad un uomo senza che io sapessi niente?
-Ho
presa questa decisione perché desidero il
meglio per lei, e sono sicuro che lui Richard Walker possa darglielo.
Cin Cin.-
Continuò per poi brindare.
Non gli diedi
nemmeno il tempo di tornare al tavolo che gli urlai contro.
-Come ti
permetti di prendere decisioni per me! Eh? Senza dirmi niente! Come fai
a
sapere che questo qui possa darmi tutto quello di cui ho bisogno!- Ero
incazzata nera.
-Cerca di
calmarti, non parliamone qui!- Disse. Non mi importava che qualcuno si
fosse
girato a guardarci.
-No! Invece
parliamo qui! Io non sposerò nessuno senza il mio consenso
che ti piaccia o
no.- conclusi andandomene.
-Non
sarà così
facile, domani lo conoscerai e tra un mese vi sposerete, non
permetterò mai il
contrario.- disse mentre mi allontanavo.
-Questo
è
quello che pensi tu.- dissi tra me e me.
Il giorno dopo
venni svegliata dal continuo bussare della porta.
-Chi cazzo
è…-
guardai l’orologio nel telefono- alle 8.45 del mattino, porca
puttana!-
-Sono io
signorina, Stewen, deve prepararsi, alle 10 deve incontrarsi con il
signor
Walker per prendere il thè.- Disse attraverso la porta.
Sbuffai e mi
alzai. Aprì la porta, e rassicurai Stewen che mi sarei
preparata.
Quando fui
pronta scesi e trovai mio padre in cucina. Non mi degnò di
uno sguardo; idem
io.
-Quindi devo
incontrarmi con questo qui, di cui a stento conosco il nome, e tra un
mese
dovrei sposarlo.- Presi parola io.
-Proprio
così.-
Disse continuando a leggere quel giornale. Sembrava desse
più importanza a quei
fottuti fogli del cazzo che a sua figlia.
-Sai che non lo
sposerò- dissi sicura.
-Sai che lo
farai- disse, stavolta alzando lo sguardo verso di me.
-Non
succederà-
continuai.
-Vedremo.-
Finì
lui.
Sbuffai
irritata e insieme uscimmo di casa. Non ci parlammo durante tutto il
viaggio,
breve per (s)fortuna.
Entrammo in una
villa enorme. Bene, a questo i soldi uscivano anche dal culo.
Ci fecero
accomodare in giardino e già seduti al tavolo
c’erano un’anziana signora e un
uomo sui 50’anni. Speravo vivamente non fosse lui.
Speranze
vane.
Appena ci
presentammo mi sentii mancare a sentire che il nome di Richard Walker
apparteneva a quell’essere ripugnante già a vista.
Cominciai a
fare la fredda e a non rispondere, sotto lo sguardo arrabbiato di mio
padre,
infastidito dell’essere, e stranamente divertito della donna.
Quella
giornata sarebbe durata più del dovuto.
Cominciò
a
farmi domande di ogni genere ‘che collegio hai frequentato?
Eri ingamba a
scuola?’
Fin quando non
se ne uscì con la domanda…
-Sei vergine?-
A mio padre
andò di traverso il thè, io lo sputai
direttamente.
-Ma le sembrano
domande da fare signore?- Urlai alzandomi.
- Eva, calmati-
Disse mio padre.
-Col cazzo che
mi calmo! Mi sono trattenuta, ma questo non posso accettarlo! Se prima
non
volevo sposarlo perché non lo conoscevo adesso non lo faccio
perché è un
maniaco, addio!- continuai a urlare sotto l’occhio sbalordito
di tutti.
- ah, e per
precisare: no, non sono vergine! Fanculo.- Finì per poi
uscire di casa
correndo.
Erano modi? Ok
che non io ero della massima finezza, ma un uomo vecchio decrepito a
cui sono
stata promessa viene a chiedermi se ho mai fatto sesso? Scherziamo? Grr.
NEL FRATTEMPO
IN GIARDINO WALKER:
POV
Gerry
Clarkson (Padre di Eva)
-Mi scuso per
il suo linguaggio e per il suo comportamento, è appena
uscita da un collegio,
non immaginavo potesse avere questa reazione. Chiedo umilmente scusa-
Avevo
fatto una figuraccia. Ma questa non l’avrebbe passata liscia.
-Signor
Clarkson, stia tranquillo, è normale questa sua reazione, e
poi io sono stato
troppo scortese non dovevo- disse con una faccia che non prometteva
scuse, per
niente, ma non ci pensai molto, piuttosto nel viaggio verso casa
cercavo una
seria punizione da fargli passare.
Non l’avrebbe
scampata, non di nuovo.
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Capitolo 5 *** Never. ***
Quarto
capitolo:
Pov
X.
-Allora,
che dobbiamo fare?- mi chiese Andy.
-Aspettiamo
ancora qualche giorno, nel frattempo tenetela ancora sotto controllo.-
Risposi.
-Dobbiamo
sbrigarci, il matrimonio è fra un mese-
-Lo
so,
ma giuro che quel matrimonio non si celebrerà…a
qualsiasi costo.
-
Sarà
fatto.- concluse.
*Gli
avrei rovinato la vita…giuro.
Pov
Eva.
Cazzo,
che
noia. Si, mi stavo decisamente annoiando. Mmmm.
Idea!
Cose
possibili da fare per non sposare quell’essere:
1)
Uccidermi…
No,
questa
posso evitarla.
2)
Scappare
con un
altro uomo.
Potrei
pensarci,
sì.
3)
Pagare
un
riscatto…
Idiota,
è pieno
di soldi, non se ne farebbe nulla.
4)
Essere
rapita…
Ma
da dove mi
vengono queste? Che cogliona.
Ero
fregata.
Triste e fregata. Abbattuta, triste e fregata. Sfig…Ok,
basta.
La
mia idea di matrimonio è sempre stata quella con
accanto l’uomo perfetto. Ho fatto migliaia di schizzi su come
probabilmente lo
avrei voluto. Non mi sono mai accontentata; forse perché non
ho mai avuto la
possibilità di avere qualcuno accanto che anche lontanamente
gli somigliasse. Solo
uomini sbagliati.
Gli
errori ci sono stati nella mia vita, ma non mi sono
mai pentita di nulla. Sento però che questo matrimonio
renderà la mia vita un
inferno, ed io non posso permettere che accada.
*Decisi
di uscire un po’, così, per svagarmi. Mi sentivo
osservata, ma non ci feci
molto caso vista la quantità estrema di persone presenti in
quella piazza.
Presi
un
caffè e mi sedetti su una panchina a guardare i
comportamenti di ogni singola
persona che passava, chiedendomi come facessero tutti a essere
così sorridenti
e spensierati. Erano tutti così felici nella vita reale?
Oppure ero io l’eccezione
alla regola?
Sempre
forte, sempre decisa, sempre questo, sempre quest’altro, ma
quando mai avevo
dimostrato queste caratteristiche? Non me ne sono mai resa conto.
Forse
perché
mi ribellavo al bullo della scuola quando andavo alle elementari?
Perché sapevo
tenere testa alla troietta di primo passo? Questo? Non lo so; ma so che
non
sono forte, so che crollo, specialmente quando mi rendo conto che in
questo
mondo sono sola.
Mi
serve
una svolta, e non è sposando un vecchio
nell’ultima fase della sua vita che
l’avrò.
Erika
scrive:
Oilalalabubuh!
Sono la vostra autrice.
Si,
lo so: la storia fa schifo, e ‘na merda, non si
può
leggere perché è terribile.
So
tutte queste cose, per questo vi chiedo umilmente,
in ginocchio, pregando, di scusarmi.
E’
la mia prima volta, capitemi. (Non pensate male,
porcellini, so che i miei lettori hanno gli ormoni a mille hehehe, per
questo
non mancheranno le scene mlmlml)
Comunque,
questo capitolo è solo di passaggio, come
avete notato c’è il personaggio X, che spero vi
abbia incuriosito. Sarà il
secondo protagonista della storia, importante quando il personaggio di
Eva.
Bhe,
non avrete letto un cazzo di queste note, ma va
be, lo sforzo vale lol
Vi
saluto, belli. Alla prossima <3
Spoiler:
Pov
X:
-E’
arrivato il momento, potete procedere. Mi
raccomando, non fatevi vedere in faccia per nessuno motivo, e non
fatele del
male. Non voglio vedere sopra di lei nemmeno un graffio.-
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Capitolo 6 *** Alone. ***
Pss:sono
io, l’autrice rompicoglioni
lol. Vi chiedo da ora in poi di ricordare le date, perché
sono estremamente
importanti J
ci vediamo sotto! **
Quinto
capitolo:
*27
settembre 2013
Mi
stavo psicologicamente preparando per quello che avrei
detto a mio padre una volta uscita da questa stanza.
Avrei
potuto benissimo aspettare che se andasse…si, avr…
Fanculo.
Bussarono
alla porta e sento chiaramente la voce di mio
padre attraverso la porta.
-Ti
do 15 minuti per scendere, perché non ci sto nulla a
sfondare la porta-
La
cosa doveva essere abbastanza grave se al posto di Stew sia
venuto lui.
Ero
fottuta.
Scesi
in cucina rassegnata.
-Prima
che tu dica qualcosa vorrei parlare io- Annuì.
-Non
so spiegarmi il perché del tuo comportamento ieri, non
ci riesco. Ma sappi, che se prima ti avrebbe salvato, adesso ti ha
ucciso. Ti
avevo avvertito porca miseria! Non so cosa ho fatto per meritarmi una
figlia
come te, sei la mia più grande delusione!.-Wow,
queste
cose dette dal proprio padre fanno più male di quanto
credessi.
-Cosa
hai fatto? Niente! Ecco, cosa! Niente di niente. Io
sarò pure stata la tua più grande delusione, ma
ricordati che tu sei stata la
mia. Dette da te queste cose non me le aspettavo sinceramente,
perché per un
padre disinteressato come te l’unica cosa di cui mi sarei
dovuta preoccupare
sarebbe stata quella di non portare ragazzi in casa. Invece mi ritrovo
con l’unico
componente che mi rimane della mia famiglia a dirmi queste cose. Non
è
divertente? Spero che adesso sarai felice, prima la moglie e adesso
anche la
figlia, che uomo pieno di val..-non riuscì a continuare
perché sonoro tonfo
risuonò in quella stanza. Uno
schiaffo.
-Non
sai niente di me, non sai nulla di tua madre, di mia
moglie. Nulla. Ho sempre evitato di dirti le cose come stavano
perché il padre
disinteressato che dici tu ha cercato di proteggerti, di non farti
soffrire.
Quindi non ti permetto di parlarmi in questo modo!- ero scioccata.
-Di
non farmi soffrire? Mi hai abbandonata proprio come ha
fatto lei! Sono sempre stata sola! Mi hai mandato in un collegio e
adesso per
liberarti di me mi hai dato in sposa. Ho sempre voluto uno di quei
padri che
amano le loro figlie incondizionatamente. Un padre che mi proteggesse,
che mi
aiutasse a capire come funzionasse la vita. Invece certe cose ho dovuto
capirle
da sola, perché in realtà ad abbandonarmi non
è stata la mamma, ma tu.- Le
lacrime scendevano copiosamente. Lui
mi
guardava negli occhi, senza dire o fare nulla.
-
In tutti questi anni pensare di essere sola mi ha fatto
bene, sai? Perché sono riuscita a rendermene conto. Vuoi che
io sposi quell’uomo?
Va bene, lo farò. Farò come mi ordini tu. Pensi
sia la cosa giusta da fare?
Bene. Lo sposerò. Ma non
chiedermi di essere felice, non
chiedermi di sorridere grazie a lui, non
chiedermi di avere figli con lui, perché non voglio che mio
figlio passi tutto
quello che sto passando io.-
Ero
distrutta.
Lui
continuò a stare in silenzio.
Cominciai
a piangere di nuovo con l’intenzione di allontanarmi
da quella stanza, ma quando arrivai vicino alla porta mi bloccai
girando
leggermente la testa verso di lui
-Da
oggi non
sei più mio padre, sei solo il signor Clarkson per me, spero
te ne faccia una
ragione.-
Salì
in camera mia e per la prima volta piansi, piansi per
delle ore. Pensai a tutto quello che dovetti passare in quei anni e mi
sfogai.
Per poi addormentarmi esausta.
Quando
mi svegliai vidi attraverso la finestra che era buio,
e la fame cominciò a farsi sentire. Scesi sperando di non
trovarlo in casa.
Mi
diressi in cucina e dopo aver preso qualcosa da mangiare
tornai in camera con l’intenzione di dormire ancora.
*28
settembre 2013
Mi
alzai, e indossai un sorriso smagliante.
Scesi
e
in cucina lo trovai. Seduto e tranquillo come se non fosse successo
nulla.
Scossi la testa rassegnata.
-Buongiorno
signor Clarkson, dormito bene questa notte?- dissi finta euforica.
-Smettila
di chiamarmi così. Sono tuo padre.- affermò con
tono fermo.
-Guardi
signore, la mia domanda non era questa.- vedevo i suoi nervi tirarsi a
poco a
poco.
-Senti,
va bene, chiamami come ti pare, non mi importa. Buona giornata.- e se
ne andò.
Quando
scelsi di farlo uscire dalla mia vita credevo che avrebbe messo anche
il minimo
sforzo per rientrarci, invece lui non desiderava altro.
*************************
Pov
X:
-E’
arrivato il
momento, potete procedere. Mi raccomando, non fatevi vedere in faccia
per
nessuno motivo, e non fatele del male. Non voglio vedere sopra di lei
nemmeno
un graffio.-
-Sarà
fatto.-
risposero.
-Allora,
lei come
è solita fare alle 5 del pomeriggio uscirà di
casa per dirigersi verso il parco
dietro casa sua. Si accosterà qualche minuto vicino alle
panche dell’ala destra
per riscaldarsi per poi cominciare a correre. Voi dovete fare in modo
che lei
non inizi a correre. Mentre si allenerà voi dovete
spruzzarle a nell’aria
circostante questo sonnifero, si addormenterà nel giro di 2
minuti. State
attenti che non ci sia nessuno in quelle zone-
Spiegai
il piano.
-
Ma Zayn,
se qualcuno dovesse vederci ?- disse Andy
-Per
questo
dovete andare tutti e cinque per sorvegliare e non far passare nessuno.
Mi
raccomando, state attenti. Adesso andate.-
-Tu
non verrai?-
mi chiese Niall.
-No...io
devo
sbrigare delle faccende, non posso.- risposi.
Lui
annuì e se ne
andò.
Pov
Eva
Misi
una tuta
comoda per fare la mia solita corsa. Non ero abituata a farla, ma da
quando
avevo iniziato mi sentivo bene .
Misi
le cuffie nelle
orecchie e cominciai a
pensare. Pensai a quanto mi mancassero quelle
pesti in collegio. Sorrisi mentre mi dirigevo al parco.
Arrivata
lì non
vidi quasi nessuno.
Certo,
con questo tempaccio.
Cominciai
a
riscaldarmi.
Ad
un certo punto
non mi resi conto più di nulla. Mi girava la testa. Avevo l’istinto di
chiudere gli occhi perché troppo
pesanti. Mi chiedevo cosa mi stesse succedendo ma non ne ebbi il tempo
perchè
caddi a terra. Sentii un dolore lancinante alla testa. E poi niente.
Pov
Andy
Cazzo
cazzo
cazzo! Perché non ci avevo pensato? Sono un coglione, ecco
cosa! Zayn mi
avrebbe ucciso!
-Adesso
come
cazzo lo diciamo a Zayn!- Niall era incazzato nero.
-Adesso
pensiamo
a portarla da lui e a curarla perché sta perdendo del
sangue!- Aggiunse Liam.
-Andy
sei una
testa di cazzo! Avresti dovuto saperlo che se si sarebbe addormentata
sarebbe
caduta a terra, idiota!- aggiunse
Harry.
-
No, infatti, ci
sei stato tu che mi ci hai fatto pensare, sai?- dissi ironicamente.
-Pensavo
ci
arrivassi da solo!- disse lui.
-Pensi
troppo
direi, caro Harry- risposi io.
-E
tu troppo poco,
mio caro!- sto bast…
-Vi
do 3 secondi
per smetterla e per darci una mano razza di idioti. Non concluderete
nulla così.-
Se non ci fosse stato Louis
lo avrei picchiato seriamente.
Pov
Zayn
Sentii
l’arrivo di una macchina e mi
precipitai fuori vedendo Eva nelle braccia di Louis. Sorrisi pensando
che ce l’avevamo
fatta. Poi vidi del sangue colare dalla sua testa e la mia faccia si
fece
seria.
-Che
cazzo è
successo?- urlai.
-Stai
calmo,
adesso ti spieghiamo tutto per adesso aiutaci a medicarla.- disse pacato Liam.
Erika
scrive:
Hola people! Good evening a todosJ
Per
prima cosa
vorrei ringraziare con tutto il cuore le 3 persone che seguono questa
storia, e
le due che l’hanno recensita.
Tornando
alla
storia: Come avete visto le cose si complicano tra Eva e suo padre.
SPUNTANO
I MAGNIFICI
5! Visto? Avevo detto che sarebbero arrivati verso l’ottavo
capitolo lol ma era
troppo tardi.
Cosa
succede?
Bhe, Eva viene rapita, ma le cose si complicano anche qui.
Cosa
succederà?
Bho. Continuate a recensire e a seguire**
Erika.
Spoiler:
Pow
Zayn
-Che
succede?
Dove mi trovo? Chi cazzo siete? Sono armata brutti bastardi!
Riportatemi a casa
mia!-
-Stai
calma
cazzo! Non vogliamo farti del male…-
-E
allora cosa
volete farmi? Il regalo di Natale? Dite tutti così voi con
queste facce coperte
per far calmare la vostra preda, per poi ucciderla facendola soffrire!-
Sembrava sclerata.
-Ma
ti pare?
Calmati che non ti succederà nulla!- Speravo che si sarebbe
calmata.
-E’
una minaccia?-
L’avrei già uccisa se fossi stato un
assassino.
-Lo
sarà-
ok, avevo esagerato un po’, ma almeno si sarebbe calmata
|
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Capitolo 7 *** Please. ***
Quinto
capitolo:
Pov
Eva
Mi
svegliai con un dolore atroce alla testa. Toccando
il punto dolorante vidi che era coperto da un’enorme cerotto.
Non mi resi
subito conto di dove mi trovassi, ma appena mi accorsi che quella non
era la
mia camera mi agitai. Provai ad alzarmi ma sentivo le gambe deboli,
come se il
mio corpo pesasse più di quanto ricordassi. Con le forze che
trovai mi alzai. I
muri della stanza erano di tonalità chiare, e i colori erano
tutti tendenti all’azzurro.
Mi diressi in una delle due porte che scoprirono un bagno molto
ordinato. L’altra
porta invece era chiusa a chiave.
‘E
ora che faccio’
pensai.
Mi
allarmai e cominciai a tirare pugni contro la porta
e ad urlare di voler uscire.
Dei
passi mi fecero spaventare e indietreggiare.
Lo
scatto della chiave mi portò a prendere l’unica
cosa
che mi potesse aiutarmi a difendere da chiunque fosse: una lampada
mini, molto
mini.
La
porta si aprì e ne spuntarono due uomini con il viso
completamente coperto.
Non
ebbi mai avuto paura come in quel momento.
Sentivo
come se il cuore stesse per scoppiarmi. E
doveva vedersi dalla mia faccia, sicuramente sarei stata bianca dalla
paura.
Pov
Zayn
-Tranquilla,
non vogliamo farti del male, vogliamo
solo aiutarti.-
presi
parola io davanti alla sua faccia bianca.
-Che
succede? Dove mi trovo? Chi cazzo siete? Sono
armata brutti bastardi! Riportatemi a casa mia!-
-Stai
calma cazzo! Non vogliamo farti del male…- dissi
io cercando di tranquillizzarla
-E
allora cosa volete farmi? Il regalo di Natale? Dite
tutti così voi con queste facce coperte per far calmare la
vostra preda, per
poi ucciderla facendola soffrire!-
sembrava sclerata.
-Ma
ti pare? Calmati che non ti succederà nulla!-
speravo
che si sarebbe calmata.
-E’
una minaccia?-
l’avrei già uccisa se fossi stato un assassino.
-Lo
sarà-
ok, avevo esagerato un po’, ma almeno si sarebbe
calmata
Pov
Eva
Si,
in quel momento me la stavo facendo sotto.
Cedetti.
-Tranquilla,
uscirai da qui senza il minimo graffio. Ansi,
ci dispiace per la ferita alla testa- con
il cazzo che ci avrei creduto.
-Non
vi credo bastardi. Mio padre vi cercherà, e quando
vi troverà per voi sarà la fine.-
speravo di averli almeno un po’ intimiditi.
-Non
ne sarei così sicura se fossi in te-
perché
ridacchiava? Perché? Mi sta prendendo per il culo?
-Sentite,
io non so cosa volete da me, ma vi prego,
lasciatemi andare, non ho fatto nulla!-
ero disperata
-Devi
stare tranquilla, da te non vogliamo nulla, tu ci
servi solo come ostaggio, sperando che funzioni. Non ci interessi tu.
Noi non
abbiamo mai fatto del male a nessuno, e mai ne faremo, cerchiamo solo
la
vendetta. Tu puoi stare sicura che ti tratteremo bene.-
quelle
parole mi fecero sospirare quasi tranquilla.
-E
se non dovesse funzionare? Mi ucciderete? E poi cosa
ne farete del mio corpo?-
pensavo al mio corpo dopo che sarei morta. Ma che
cazzo avevo fumato?
-Ma
allora la botta in testa ti ha davvero fatto male-
disse
l’altro ragazzo sconvolto che fino ad ora non aveva aperto
bocca.
-Senti,
che sia chiaro, noi avremmo la nostra vendetta
a qualsiasi costo, e a qualsiasi costo tu rimarrai viva. Non morirai
nelle
nostre mani.-
disse il primo.
-Che
cazzo significa? Che ad uccidermi ci penseranno
altri? Brutti bastardi, lavate via il lavoro sporco!-
se
fossi stata io la rapitrice mi avrei preso per il culo da sola. Che
razza di
idiota.
-Ti
prego, dimmi che stai scherzando!-
il
ragazzo che aveva parlato si e no una volta si stava innervosendo,
quindi
decisi di stare zitta.
-Ma
quindi cosa dovrò fare?-
anche
io mi stavo incazzando.
-Niente,
guarderai la tv, leggerai qualche libro, farai
la doccia. Per il resto penseremo tutto noi. Vestiti, cibo e cose
varie.
Chiaro?-
avevo
altra scelta? Evidentemente no.
-Chiaro-
Sospirai chiudendo gli occhi e sperando che quello
fosse solo un brutto sogno.
-Hai
fame?-
disse stranamente dolce il secondo.
Annuì
leggermente, rendendomi conto di non aver
mangiato per niente quel giorno.
-Ok,
tra un po’ verrò a portarti qualcosa, passa il
tempo facendo qualcosa. Fatti una doccia che puzzi assurdamente di
sudore, ed è
disgustoso-
Guardai
male il primo rapitore ma capendo poco dopo che
avesse ragione visto l’odore sgradevole che emanavo.
Sbuffai
per la centesima volta quella sera e dopo che
furono usciti cominciai a cercare dei vestiti.
Non
sapevo come fare, avevo paura che potessero farmi
del male, violentarmi, picchiarmi. Non sapevo nemmeno come uscirne. Ma
speravo
che quella situazione finisse presto.
Erika
scrive:
Hola
chicass y chicoo!
Non
so se ho scritto il saluto bene, sto studiando spagnolo, ma non so
ancora un cazzo.
Eccomi
qui con un altro schifosissimo capitolo di cacca, tra l’altro
più
corto del solito.
Spero
però che vi piaccia, e spero anche di ricevere qualche
recensione,
mi farebbe piacereJ
Ringrazio
di cuore: quelli che recensiscono, quelli che mettono la storia
tra le ‘seguite’ e quelli che in silenzio leggono
la mia storia. Grazie.
Tornando
alla storia: come vedete è la prima sera del rapimento. Lei
terrorizzata comincia a sparare cazzate, capita in queste situazioni.
Nel
prossimo capitolo ce ne saranno delle belle, ho già
cominciato a
scriverlo e ho tante belle idee, spero di poterlo pubblicare per domani.
Buonanotte
belli<3
Erika.
Oggi
niente spoiler heheheJ
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