Pekopon invasa! Signor ... Eh?! Che cosa!?!

di Malanova
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un piccolo desiderio ***
Capitolo 2: *** Dove mi trovo? ***
Capitolo 3: *** Notizie sconcertanti ***
Capitolo 4: *** La solita riunione ***
Capitolo 5: *** Summer, Peach e ... ???? ***
Capitolo 6: *** Narratrice VS Narratore ***
Capitolo 7: *** Missione di salvataggio ***
Capitolo 8: *** Un pò di azione (ma va là) ***
Capitolo 9: *** Il segreto delle terme ***
Capitolo 10: *** Patate dolci ***
Capitolo 11: *** Allarme! ***
Capitolo 12: *** La Narratrice fa la spesa ***
Capitolo 13: *** I nemici aumentano ... ***
Capitolo 14: *** Spezzoni messi a caso ***
Capitolo 15: *** Polari ***
Capitolo 16: *** Un mistero svelato ... Alleluia! ***
Capitolo 17: *** La ragazza-spirito indica una via ***
Capitolo 18: *** La Narratrice e i suoi deliri ***
Capitolo 19: *** Tutti riuniti con i pro e i contro ***
Capitolo 20: *** Notizie su Facebook e inversioni di ruoli ***
Capitolo 21: *** Zoruru innamorato ***
Capitolo 22: *** Alla ricerca del Generale ***
Capitolo 23: *** Missione fallita ***
Capitolo 24: *** La Narratrice e la rivale in amore ***
Capitolo 25: *** Il nuovo covo di Terra Libera ***
Capitolo 26: *** Wanted! ***
Capitolo 27: *** Un pò di zucchero e via! ***
Capitolo 28: *** Attacco di Crossover parte 1 ***
Capitolo 29: *** Attacco di Crossover parte 2 ***
Capitolo 30: *** La Narratrice fa una riunione ***
Capitolo 31: *** Un bacio sotto ai primi fiocchi di neve ***
Capitolo 32: *** Il mostro con la voce del re ***
Capitolo 33: *** Momoka tra le sirene ***
Capitolo 34: *** La danza dei ventagli ***
Capitolo 35: *** L'ultimo tunnel ***
Capitolo 36: *** La Narratrice e il mondo della Tv ***
Capitolo 37: *** La porta d'oro ***
Capitolo 38: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 39: *** L'ultima battaglia ovvero Quando la storia sta arrivando alla fine ***
Capitolo 40: *** L'ultima battaglia ovvero Le cose non stanno andando troppo male ... ***
Capitolo 41: *** Ultima battaglia ovvero Un capitolo schifoso che serve da ponte per arrivare alla fine ***
Capitolo 42: *** Epilogo assurdo per una storia assurda ***



Capitolo 1
*** Un piccolo desiderio ***


E’ una calda giornata primaverile. Il sole splende alto nel cielo, gli uccellini cinguettano intonando canti d’amore e nell’aria si respira il delicato profumo dei fiori in boccio. Qui in diretta è la Narratrice, cugina di terzo grado del Narratore che purtroppo si è dovuto assentare per motivi di salute … (da qualche parte provengono dei suoni soffocati ma si capisce che sono urla che implorano aiuto da dietro un sipario) … Ritorniamo alla nostra storia. Tutto sembra essere in armonia con la natura fino a che …

“Brutto ranocchio! Guarda che cosa hai fatto!!!” urla Natsumi indicando il tavolino della sala “Ti avevo detto centinaia di volte che i modellini nel salotto non si devono fare! L’hai riempito di colla!”. La giovane ragazza dai capelli di fuoco e gli occhi castani è Natsumi Hinata, la guerriera più forte del pianeta Terra (brevi flashback dove si vede Natsumi nelle battaglie ma tra di esse appare anche quando si fa il bagno … Kururu! Hai messo le mani sui miei filmini! Ih,ih,ih!). Questa bella rossa di quattordici anni sta gridando contro un alieno piccolo, verde, dai occhi a palla e lo sguardo da fesso … (Alieno: Eh?) … Scusate … fisso, con indosso un cappellino con le orecchie giallo con una stellina rossa al centro e una stella, molto più grossa e gialla, sulla pancia: il sergente Keroro, l’alieno che proviene da Keron, capo di un plotone di keroniani che dovevano conquistare il pianeta Pekopon (nome insulso che gli alieni hanno dato al nostro pianeta) da circa un anno; tremava al cospetto della ragazza. In mano stringeva una piccola pinza e nell’altra un barattolino di colla. “C- chiedo p- p- perdono Lady N- Natsumi …” balbettò il sergente che stava impallidendo “M- ma in salotto c’e m- molta più luce r- rispetto alla m- mia camera …” “Questa non è una giustificazione!” dice Natsumi mettendo le mani sui fianchi “Le regole della famiglia Hinata dovresti saperle a memoria ormai. Per punizione ti sequestro gli ultimi tre modellini che ti sei comprato e in più pulirai il tavolino” “Ma …” protestò il keroniano “Io sono allergico allo sgrassatore …” “Non mi interessa!” lo interruppe la rossa “Per una volta accetta le tue responsabilità!”. Detto questo si dirige alla camera del sergente e gli prende le tre scatole contenenti i tre modellini che aveva accennato prima. “No … I miei Gundam …” e sviene. (Che melodrammatico).

Dopo qualche ora … Keroro è nella sua stanza, sopra alla sedia a sdraio, posta sotto al ventilatore. Ha le mani arrossate e grosse lacrime scivolano lungo le guance “Lady Natsumi è cattiva! Ora per colpa dell’allergia ho le mani grosse, gonfie e mi bruciano tanto …” (Ehm … Ma perché se sei allergico allo sgrassatore non ti sei messo i guanti?). Keroro mi ignora e si mette a guardare il soffitto. Ha le palpebre pesanti e prima di addormentarsi mormora “Se solo riuscissi a conquistare Pekopon … Sarebbe tutto diverso …”. In un luogo lontano e sconosciuto, un’entità misteriosa e avvolta dalla luce sente la preghiera dell’alieno e non poté fare a meno di sorridere.

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Capitolo 2
*** Dove mi trovo? ***


Keroro si risvegliò subito, perché sentiva qualcosa di fastidioso che gli solleticava la faccia. Quando riaprì gli occhi si accorse di essere steso sull’erba dove due piccoli steli gli solleticavano il viso. Si mise seduto e si guardò intorno. Si trovava in una prateria immensa, interrotta soltanto da delle rovine di pietra, poco lontano da lui e lievemente rialzate da una collinetta. Era notte fonda. Migliaia di stelle brillavano in cielo formando costellazioni che il keroniano non conosceva. “Dove mi trovo?” si domandò l’alieno. Come sospinto da una attrazione sconosciuta, si alzò e si diresse verso le rovine (Keroro: anche perché non c’era nient’altro oltre a quel cumulo di sassi). Quando arrivò nei pressi, constatò che i cumuli di pietra dovevano formare, migliaia di anni fa, un intricato labirinto. Ora le pietre marmoree erano rovinate dal tempo trascorso e il muschio dai fiorellini blu, aveva invaso gran parte della superficie coprendo il bianco. Solo l’ingresso aveva resistito un po’ di più: su di esso c’erano delle incisioni e proprio all’apice del arco c’era il mascherone che raffigurava il volto di una donna dallo sguardo inquietante. Ma Keroro non ne sembrava molto colpito “Lady Natsumi mi ha guardato anche peggio di così” borbottò tra se “Però a Mister Fuyuki gli sarebbe piaciuto e sarebbe stato in grado di dirmi che cosa sia … Ma visto che lui non c’e dovrò arrangiarmi da solo”. Passò attraverso l’arco. Il suo sguardo tornò al cielo e disse “Certo che è veramente bello questo cielo … Non ho mai visto così tante stelle su Pekopon …”. Naturalmente stava camminando mentre ammirava l’astro notturno. Così non si accorse della buca enorme che c’era sul pavimento. E come in tutte le scenette comiche trite e ritrite, il nostro protagonista ci cadde dentro. “UAAAAAARGH!”. Il buco si richiuse formando nuovi mattoni e il silenzio tornò a regnare sulla pianura.

In un lasso di tempo di due secondi e mezzo, Keroro si ritrovò steso sulla faccia. Si risollevò un po’ tramortito e sputando della sabbia. Ora si trovava su una spiaggia dalle acque cristalline e la sabbia finissima. Alle sue spalle c’era una lussureggiante foresta fatta di palme e altri alberi dei tropici che si collegavano tra loro tramite delle liane. Il sole era alto nel cielo. “Ma come?” si domandò l’alieno “Ma non mi trovavo prima su una pianura? E non era notte?”. Si mise una mano sulla testa e si grattò. Poi notò una sfera sul cielo che sembrava una bolla di sapone. Al suo interno c’era il cielo notturno e una immensa distesa verde interrotta solo da rovine. “Che io sia caduto da … lì?” si chiese ancora sempre più confuso. “Si … E’ molto probabile …” gli rispose una voce alle sue spalle. Keroro si mise ad urlare, spaventato a morte. Mettendosi una mano sul petto si voltò. A parlare era stata una bambina che doveva avere pressappoco dieci anni. Era alta (chi non lo era in confronto a lui?), dalla pelle nera e gli occhi verdi … No, sono azzurri … Mi sono sbagliata, sono castani … Ho sbagliato ancora, sono gialli … Insomma! Aveva dei occhi che cambiavano spesso il colore. I capelli rossi, di una tonalità più chiara di quelli di Natsumi (non ci provare a cambiarmi anche il colore dei capelli mentre sto raccontando! Bambina: Chiedo venia!), formata da rasta e legati in una coda alta. Era vestita con una semplice canotta gialla con dei pantaloncini azzurri. La bambina sorrise e gli pose un bicchiere di drink, rosso con dei cubetti di ghiaccio a forma di stelle marine “Devi essere molto assetato” gli disse affabile “Prendilo. L’ho fatto apposta per te …”. Il keroniano, senza pensarci due volte, accettò la bevanda offerta dalla sconosciuta (non si fanno queste cose!) e bevve tutto d’un sorso.

Quando anche l’ultima goccia finì in fondo alla gola, Keroro si sentì stranamente leggero e loquace. Un senso di serenità gli distese i nervi e si sedette per ammirare l’oceano. La bambina si sedette affianco a lui sulla sabbia. Keroro iniziò a parlare e raccontò alla bambina di chi era e che cosa faceva. Poi il racconto degenerò nei soprusi che era costretto a subire a casa Hinata per colpa di Natsumi e Giroro. “… Adesso Lady Natsumi mi ha sequestrato i miei ultimi modellini che mi sono comprato con la paghetta …” borbottò Keroro con le lacrime ai occhi “Che cattiveria!” disse l’altra consolandolo “Solo perché volevi un po’ di luce”. Il keroniano annuì. La ragazzina gli mise una mano intorno alle spalle e lo attirò a se “Mi sei simpatico Keroro” gli disse “E ho deciso di aiutarti”. Gli mise un dito sulla fronte e con voce profonda, inusuale per una bambina, gli mormorò “Quando tu ti risveglierai il pianeta Terra sarà conquistato dalla tua armata. Avrai elogi da chi ti disprezza e l’ammirazione di chi aveva dubbi. Ma ricordati che per tale progetto c’e sempre un prezzo da pagare e qualcosa da sacrificare …”. Gli sorrise, scoprendo dei denti aguzzi come quelli di uno squalo “Sei disposto ad accettare tale condizione?” gli domandò alla fine. Keroro gli rispose subito “Si” senza pensarci troppo. Lei sorrise ancora e fissò i suoi occhi cangianti su quelli del keroniano “Così sia!” esultò alla fine. L’alieno si paralizzò per un secondo e cadde all’improvviso nell’oscurità.

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Capitolo 3
*** Notizie sconcertanti ***


Keroro riaprì gli occhi e si mise seduto, con il cuore che batteva all’impazzata. Si ritrovava nella sua camera, dove si era appisolato prima. Il ventilatore girava lentamente, mandando una scia di frescura sulla faccia sudata del ranocchio. L’alieno si sfregò gli occhi e borbottò “Che incredibile sogno … Chissà da quanto sto dormendo …”. Si stiracchiò e si alzò dalla sdraio. Barcollò, ancora assonnato, verso l’uscita della stanza ma quando prese il pomello della porta e aprì la porta, si trovò davanti il tenente Garuru, il fratello maggiore di Giroro. “Oh!” fece Keroro facendo il saluto militare “Tenente Garuru, che piacere vederla! Come mai si trova qui?”. Il keroniano viola lo guardò stupito ma si riprese subito. Rispose al saluto e disse “Buongiorno a lei, capitano Keroro. Sono venuto qui per accompagnarla a villa Tamama, per la solita riunione”. Il sergente lo fissò con la bocca aperta: capitano? Villa Tamama? Solita riunione? (c’e qualcos’altro che vuoi ripeterti nel tuo cervellino da rana? E chiudi quella bocca, che ci entrano le mosche!). L’alieno viola lo accompagnò verso la scala che conduceva alla botola “Non riesco a capire, tenente Garuru: ma le riunioni non le eseguiamo nella base segreta?” domandò Keroro seguendo il superiore “Base segreta?” ripeté l’altro. Poi aggiunse “Noi non abbiamo mai avuto una base segreta, capitano …” si voltò verso Keroro e chiese “Vi sentite bene, signore? Non avete una bella cera …”. Il keroniano verde alzò le spalle e disse “Mi sono appena svegliato … Devo essere ancora un po’ frastornato per la dormita …”. Il tenente annuì, dubbioso, ma non disse altro. Si arrampicarono su per la scala e uscirono dalla botola. Casa Hinata era stranamente silenziosa.

Keroro ne rimase stupito “Com’è silenziosa!” disse “Ma dove sono finiti tutti?” “Si sono diretti già alla villa, signore” rispose Garuru accompagnandolo verso l’uscita della casa. “Keroro, stai andando a villa Tamama?” gli domandò una voce dal salotto. La capo-infermiera Pururu venne verso di lui, bella come al solito. Il sergente arrossì: aveva da sempre una cotta per la keroniana, sua amica fin dall’infanzia. Contro ogni sua previsione, lei gli sistemò il berretto e gli disse affettuosa “Tesoro, quando hai finito la riunione ricordati di passare dal artificiere per ritirare il tuo fucile d’ordinanza”. Per poco gli occhi di Keroro gli uscivano fuori dalle orbite: l’aveva chiamato tesoro?!? E come se non bastasse, lei avvicinò il viso al suo e gli diede un bacio sulla guancia. L’alieno verde cadde disteso a terra, con la testa che fumava, in preda ai deliri. “Keroro!” urlò Pururu spaventata, chinandosi su di lui “Tesoro mio, stai bene?” “Qui è il tenente Garuru” disse il keroniano alla ricetrasmittente che portava al polso “Il capitano Keroro ha un malore! Richiamate tutti i componenti e spostare la riunione a casa del capitano. Ripeto: richiamate tutti i componenti e spostare la riunione a casa del capitano!” “Ricevuto tenente” rispose una voce metallica e chiuse la comunicazione. Poi aiutò la infermiera a spostarlo.

Quando il sergente riaprì gli occhi si trovava sopra al divano, dove Pururu era seduta al suo fianco e gli teneva amorevolmente la mano. C’erano anche gli altri commilitoni con cui aveva lavorato per un anno: il soldato semplice Tamama, il caporale Giroro e il sergente maggiore Kururu. Ah! C’e anche un keroniano azzurrino con il viso nascosto da una maschera anti-gas … Com’è che si chiamava? (Dororo si mette contro l’angolino tutto raggomitolato e piange come una bambina di tre anni). In sostanza tutti lo guardavano con apprensione e anche loro sembravano comportarsi come se fossero caduti da un pero. Pururu si rivolse ai ospiti con un dolce sorriso “Vi ringrazio di aver accettato di spostare la riunione a casa nostra: mio marito, oggi, non si sente tanto bene …” “N- non ci sono problemi Pururu” disse Giroro cercando di controllare la sua voce “Tanto qui o alla villa le cose non sarebbero cambiate”. La keroniana annuì. Si alzò e disse “Vado a preparare un po’ di the” e aggraziatamente uscì dalla stanza. Garuru prese la parola “Anche io mi devo assentare: devo prepararmi per la missione sul pianeta Cruciali” e uscì dalla stanza anche lui. Rimasero nella sala solo loro quattro … OPS, scusatemi, cinque. Fu Giroro a prendere la parola “Keroro che diavolo sta succedendo?” domandò nervoso “Mi ero appisolato dentro alla mia tenda in giardino e quando mi sono risvegliato ero in un campo pieno di reclute che mi chiamavano –Maresciallo- …” si guardò intorno “E che fine ha fatto Natsumi?” “Io” si intromise il soldato Tamama “Ho scoperto di essere diventato il padrone di villa Nishizawa ma non sono riuscito a trovare Momoka e neanche Paul …”. Keroro non sapeva cosa dire: che cosa era successo?

La porta- finestra si fracassò in mille pezzi e un uomo imponente con un sorriso sempre stampato sulla faccia fece un paio di capriole a mezz’aria e atterrò facendo le tipiche mosse da guerriero della giustizia (ma li trovi tutti tu i mentecatti?): un altro amico d’infanzia di Keroro; Gogoro. “Ah,ah,ah! Ciao Keroro! Come stai?” domandò il nuovo arrivato facendo una mossa più assurda dell’altra. Poi sollevò un pollice in su e disse “In realtà sono venuto a fare le congratulazioni per la conquista di Pekopon, anche se sono in ritardo di un anno!” (classica musichetta quando c’e Gogoro che finalmente se ne va) seguito dalla sorella che continuava a dire “Mi dispiace per mio fratello! Scusatelo!”. Cala un silenzio glaciale. Avevano conquistato Pekopon?!?

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Capitolo 4
*** La solita riunione ***


“Che significa che hanno spostato il luogo della riunione?!” aveva esclamato Natsumi, rivolta a una specie di piccolo Mp3 rosa con tanto di cuffiette. Era nascosta in un vicolo vicino a casa sua, attenta che gli altri keroniani non la vedessero. Indossava una divisa militare con una spilla raffigurante un cerchio azzurro con le ali bianche spiegate “Stando a ciò che sono riuscito a captare” disse una voce maschile che proveniva dall’aggeggio “Il capitano si è sentito male …” “Ci mancava solo questa!” borbottò la ragazza esasperata “Stupido ranocchio” ma poi ordinò “Avvisa subito Peach e Snow che l’operazione – ritorniamo alla villa- è saltata e scopri dove hanno spostato questa stramaledetta riunione. Non possiamo permetterci di perdere altri valenti soldati” “Ricevuto Summer …” “Ah! Four! Devo dirti una cosa!” iniziò a dire la rossa ma la comunicazione si era interrotta. Sospirò. Era da ormai un anno che lottava contro le forze keroniane. Un anno che era lontana da casa e dalla sua famiglia. Dette un pugno al muro, irritata.

Dopo quell’attimo di sbalordimento fu Dororo a interrompere il silenzio. “Come abbiamo fatto a conquistare la Terra mentre stavamo dormendo?” domandò “E che fine hanno fatto Lady Koyuki e tutti gli altri?”. Keroro si voltò verso Kururu ma lui scosse la testa “Sarò anche un genio ma non sono ancora riuscito a costruire una macchina che conquisti i pianeti con la sola forza mnemonica …”. Ripiombò il silenzio finché Tamama disse “Possiamo chiederlo a Pururu …” “No” lo interruppe Giroro “Perché ho fatto la stessa cosa con i soldati dell’accampamento dove mi trovavo e mi hanno guardato come se mi fossi ammattito di colpo. Secondo me è meglio non fare molte domande e scoprire la situazione attuale nell’ombra”. Gli altri annuirono. “Scusate … Ma qualcuno sa di che cosa si trattava la riunione che dovevamo fare alla villa?” chiese Tamama ai colleghi. Come a rispondere alla sua domanda, Taruru entrò con un mucchio di moduli e cartelle. Erano così tante e impilate una sopra l’altra che a ogni passo sembravano sul punto di cadere. Alla fine inciampò sul tappeto e si rovesciarono sul tavolo del salotto, sparpagliando il contenuto. “Uhm … Scusatemi …” ansimò il ranocchio con le lentiggini, rimettendosi in piedi e facendo il saluto militare “Ma … erano davvero … pesanti …”. Prese una cartella dal mucchio e la sfogliò “Secondo gli ordini prestabiliti da voi capitano” disse Taruru guardando il keroniano verde “Bisogna innanzitutto scegliere il luogo ideale per costruire la sua 85° fabbrica di Gundam …”. Non serve a niente a dirvi che Giroro, Dororo e Tamama sbiancarono scioccati dall’argomento iniziale della riunione, facendo presagire la continua mentre al sergente gli si illuminarono gli occhi come a un bambino davanti a un regalo di natale e Kururu se la sganasciava dalle risate (tanto per cambiare).

Natsumi si era avvicinata di soppiatto alla sua ex-abitazione e stava monitorando la situazione attraverso un binocolo a rilevazione termica. Vedeva perfettamente i sei alieni che erano riuniti in sala. “Chissà cosa stanno architettando quei brutti ranocchi” pensò con rabbia “Da quello che vedo sembra che stanno indicando delle abitazioni … Non è che …” “Summer, qui chiama Four! Rispondi, passo!” la chiamò un voce dal Mp3. Lei prese pigiò un tasto “Qui Summer, passo!” “Ho scoperto dove stanno tenendo la riunione. E’ …” “Nella mia vecchia casa” lo interruppe la ragazza senza perdere d’occhio i keroniani “Li sto tenendo sotto controllo. Sembra che si stiano organizzando per attaccare alcuni edifici …” (non sai quanto ti sbagli, bella) “Vuoi dire che …” mormorò l’altro ma Natsumi disse “Non ne sono completamente sicura ma questo mi fa presagire nulla di buono”. Poi rivolse il binocolo nella stanza affianco, dove un keroniano stava dando dei ordini a una figura umana. Natsumi si tolse il binocolo e guardò la casa con tristezza “Fuyuki …”

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Capitolo 5
*** Summer, Peach e ... ???? ***


Pururu rientrò nella sala quando Taruru stava spiegando che l’ala ovest era l’ideale per metterci i modellini dalla tintura bianca. Insieme a lei entrò anche un ragazzo pekoponiano di dodici anni dai capelli blu, con ciuffetto che gli ricadeva sui suoi occhi verdi. Sorrideva tristemente e aspettò pazientemente che i keroniani finissero di parlare. Keroro e gli altri lo fissarono con la bocca spalancata. Poi gli occhi del sergente si inumidirono e balbettò “M- Mister F- Fuyuki …”. Lasciò cadere le carte e si lanciò contro il ragazzo.

Fuyuki fu preso dal panico e lasciò cadere le tazze piene di the. Poi, con il vassoio svuotato, colpì il ranocchio verde lanciandolo fuori dalla porta-finestra che portava in giardino come una palla da baseball (fuori campo! Classica musichetta delle partite e la folla che fa la ola). Subito dopo un piccolo esercito di keroniani apparve dal nulla e immobilizzarono il ragazzo facendolo cadere a terra. Pururu corse dal sergente mentre gli altri cercavano di far allontanare i soldati dal giovane, che protestava dal dolore. Infatti, quando essi alla fine si furono alzati, videro che si teneva il polso. Il piccolo esercito tirò fuori il loro fucile e lo puntarono contro Fuyuki “Alzati, maledetto!” gridò uno di loro “Adesso ti portiamo al fresco …” “Lasciatelo in pace!” gridò Tamama “Non vedete che è ferito?” “Mi dispiace, caporale Tamama, ma questo lurido pekoponiano ha attaccato il capitano …” iniziò a dire quello ma Dororo disse “Che linguaggio è questo? Abbi un po’ di rispetto!” poi si rivolse a Fuyuki “Mister Fuyuki, sta bene?” e gli tese la mano. Il ragazzo la schiaffeggiò con la mano sana “Non mi serve il suo aiuto!” borbottò lui guardandolo male e si riprese il polso ferito. Il keroniano di prima gli puntò l’arma sulla faccia “Alzati e cammina, sciagurato!”.

Portarono via il ragazzo e Pururu, trascinando Keroro che aveva un grosso bernoccolo in testa chiamò “Signora Aki! Venga qui subito!”. In sala entrò una bellissima donna che assomigliava molto a Fuyuki. “Mi ha chiamato signora?” chiese inchinandosi. La keroniana annuì “Suo figlio ha attaccato mio marito e guardi che macello ha combinato!” la sgridò indicando prima il ranocchio verde e poi le tazze versate “Pulisca tutto subito” ordinò. Poi rivolta a Keroro chiese, con voce dolce “Vado a prenderti una borsa di ghiaccio”. Lo aiutò a mettersi di nuovo sul divano e uscì di nuovo dalla stanza. Aki prese uno straccio dalla cintola e si mise a tamponare il pavimento. “Reale Madre, lasci che l’aiuti …” propose Keroro ma la donna lo guardò spalancando gli occhi “Come mi ha chiamato?” domandò ma prima che lui potesse dare risposta lei aggiunse “Non ho bisogno della sua pietà, capitano” e tornò a lavorare. Appena ebbe pulito, si rialzò da terra con il vassoio e le tazze vuote e senza degnare a nessuno uno sguardo, uscì dalla stanza.

Natsumi aveva visto tutto dal binocolo e stava tremando dalla rabbia. Visto che il fratello si era difeso dall’attacco del capitano, ora lo avrebbero portato alla Torre Nishizawa per appenderlo in una specie di gabbia, come una tortura che si svolgeva nel medioevo (scusate per la mia scarsa immaginazione ma vedendo una altissima torre di ferro non mi è venuto in mente altro). Poi l’avrebbero condannato a morte per aver aggredito –Keroro il Conquistatore- (regia, un’immagine fugace di Keroro con la faccetta maligna che mette le mani sul mondo … c’avete solo quella dove si scaccola? … Vabbé … mettetela in onda …). Doveva subito fare qualcosa, altrimenti per lui sarebbe stata la fine. Prese Mp3 e chiamò “Summer chiama Peach. Rispondi Peach”. Dopo un po’ di silenzio una voce femminile rispose “Qui è Peach, passo” “Peach! Hanno imprigionato Fuyuki alla Torre Nishizawa. Dobbiamo escogitare qualcosa per liberarlo!” “Bastardi!” urla la voce che improvvisamente è diventata più rauca “Li farò fuori ad uno a uno se solo si azzardano a torcere un capello al mio Fuyuki!” “Niente uccisioni!” ribatté la rossa “Regolati con Four e Snow per le tute tecnologiche. Io vi raggiungerò fra un’ora …” “Che cosa vuoi fare?” chiese spaventata l’altra con la voce che era ritornata come prima. Natsumi sorrise “Vado a recuperare mia madre”.

Una ragazza sospirò, spegnendo la ricetrasmittente. Doveva avere circa sedici anni. Aveva i capelli castani lisci fino alle spalle e due bellissimi occhi dello stesso colore. Portava dei occhiali dalla montatura rossa e la stessa divisa che portava Natsumi. Al suo fianco portava una mitraglia su cui aveva scritto Beatrice, capace con un solo proiettile di creare buchi grandi come una moneta da 100 lire (quelle grosse ovviamente … Ah! La cara e vecchia lira …) Era nascosta in un edificio fatiscente e spiava gli alieni in mezzo alla strada grazie al trucco della camera oscura. Momento della spiegazione: Allora la camera oscura è … ehm … uhm … in modo spiccio è un buco nel muro minuscolo ma che grazie a un foglio di carta permette di far vedere l’esterno … immaginate una telecamera o qualcosa del genere … avete capito? Nemmeno io! Quindi cercate sul dizionario che fate prima. Dopo la mia –brillante- spiegazione; ella si mette le dita sulle tempie e se le massaggia. “Quella testa calda di Summer …” sibila cercando di calmarsi “… con i suoi gesti impulsivi ci porterà solo guai”. Si alzò da terra, si mise in bocca un grosso sigaro di cioccolato che tira fuori da una confezione di plastica e borbotta seccata “Avrà bisogno di una mano”.

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Capitolo 6
*** Narratrice VS Narratore ***


Break! Ho bisogno di una piccola pausa!
Mi stiracchio e mi dirigo verso la cucina. Ho in mente di farmi una bella tazza formato piscina di cioccolata con tanto di panna montata e granelli di nocciola. Quando la inizio a preparare sento qualcosa che fruscia alle mie spalle. Cautamente ripongo il pentolino sul ripiano accanto ai fuochi e … tutto rallenta: il filino d’acqua che perde dal rubinetto, il volare di una mosca che mi passa a pochi millimetri dal naso, i granelli di polvere di cacao che rotolano dentro al latte e … la mano del Narratore che impugna uno sfollagente che la sta calando sulla mia testa. Faccio appena in tempo a spostarmi che la mazza cade sul manico del pentolino, facendolo schizzare sul muro bianco neve. I miei occhi si dilatano: ira funesta!!!!

Mi volto verso di lui brandendo un coltello da cucina e faccio roteare l’arma. “Se è la guerra che vuoi Narratore, guerra avrai!” gli dico con la voce roca (senza volerlo avevo inalato un po’ di polvere di cacao) “Fatti avanti!” mi sfida lui, facendomi il gesto di avvicinarmi con la mano e lasciando cadere la mazza “Non mi fai paura sciacquetta!”. Dopo aver sentito queste parole poso il coltello e faccio il mio grido di battaglia alla Xena, lanciandomi all’attacco.

Ci scambiammo una sequenza di pugni e calci che variavano dalle sofisticate arti marziali alla battaglia da ghetto. Poi, per uno strano svolgimento degli eventi, ci siamo messi a ballare la break dance. Una palla a specchio iniziò a penzolare e il tappetino si trasformò magicamente in una pista da ballo. La canzone “Don’t Touch Me” echeggiò nella cucina e il Narratore, dopo aver girato come una trottola sulla schiena, si alza e mi dice “Eccoti servita!” “Questo è un classico, sei preistorico!” obbiettò io scansandolo con la mano. Prendo il comando e metto “I’m sexy and i know it”.

Ballo da far invidia a Happy Feet e sento tutti gli uomini-stampini che fanno il tifo per me mentre il mio avversario digrigna i denti. Ma dopo un paio di minuti ride malignamente, si prende il comando e mette QUELLA CANZONE! Tutti vengono colpiti da un’epilessia fulminante, compresa io. Alza il volume al massimo “IN RADIO CE UN PULCINO, PIO!PIO! IN RADIO CE UN PULCINO, PIO!PIO! E’ IL PULCINO PIO, IL PULCINO PIO, IL PULCINO PIO, IL PULCINO PIO!”. Ho la bava alla bocca, mi si roteano gli occhi e invoco aiuto. Come una santa con tanto di aureola e velo verginale apparve mia madre. Tendo una mano verso di lei ma come al suo solito mi vuole rifilare una delle sue tante perle di saggezza. La vedo muovere le labbra e sorridere per poi scomparire in una colonna di luce. Io non ho sentito niente di quello che ha detto per colpa di quella maledetta canzone che era arrivata al tacchino.

Ormai stavo per svenire finché lei non ritorna, spegne lo stereo con un pugno che avrebbe fatto a pezzi la muraglia cinese e urla “CHI E’ STATO A MACCHIARMI IL MURO VERNICIATO DI FRESCO CON QUELLO SCHIFO?!?”. Io e il Narratore diventiamo piccoli come pulci. Ma io fui furba. Feci dei passetti indietro e indicai il Narratore. Mia madre scatenò l’inferno (immagine del pianeta Terra visto dallo spazio e nel punto dove si trova casa mia appare una nuvola da esplosione atomica; l’arma segreta delle madri di tutto il mondo). Io invece ritorno di soppiatto alla mia postazione davanti al computer e, dopo aver fatto un lungo sospiro e scricchiolato le ossa delle mani, ritorno a fare il mio lavoro di Narratrice.

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Capitolo 7
*** Missione di salvataggio ***


Crack crick (gli ossicini delle mie mani). Allora … Dove ero rimasta? Ah! Si! Ragazza con il sigaro di cioccolata ecc … Bene! Continuiamo.

Natsumi intanto cercava la madre con il binocolo, sperando che fosse in un punto della casa dove ci fossero meno guardie e sicurezza. Alla fine la ritrovò in bagno, intenta a riempire la vasca di acqua calda. Al suo fianco c’era ancora quell’insopportabile keroniana color lavanda. Ora doveva trovare un modo per andarla a prendere. Una mano lattea ma bollente gli afferrò energicamente la spalla facendola sussultare. Si voltò e vide la ragazza con il sigaro. “S- sempai Ship!” balbettò la rossa “C- c- cosa ci fa q- qui?” “TU che cosa ci fai qui Summer …” ringhiò l’altra osservando la casa “Pensi davvero di riuscire a recuperare tua madre dalla casa del capitano? Appena metterai piede sul giardinetto, i soldati ti salteranno addosso come hanno fatto con tuo fratello …”. Tornò a guardare la kohai che aveva distolto lo sguardo dall’edificio. Ora fissava la nuova arrivata con molta tristezza. “Devo provarci, sempai” mormorò lei alla fine. Ci fu un lungo silenzio. Ma alla fine Ship disse “Guarda che mi tocca fare …”. Prese Beatrice e domandò rivolta a Natsumi “Facciamo a modo tuo o a modo mio?”. La rossa si buttò alle sue braccia con le lacrime ai occhi.

Intanto Keroro era venuto a sapere delle condizioni di Fuyuki e aveva fatto di tutto per farlo rilasciare. Tutto inutile. I generali lo giudicarono come un affronto alle potenze keroniane. E se i pekoponiani venissero a sapere che con quel ragazzo avevano fatto un’eccezione, i guerrieri di Terra Libera, i ribelli del pianeta Pekopon l’avrebbero interpretato come una debolezza e ne avrebbero approfittato. La ranocchia verde, dopo l’ennesimo rifiuto, ritornò dei suoi amici e disse “Non vogliono sentire ragioni: domani lo fucileranno …” “Oh, no!” gridò Tamama, coprendosi il viso e lasciando cadere due lacrime. “Dobbiamo trovare un altro modo!” disse Dororo stringendo i pugni. I quattro annuirono. Keroro fissò il pavimento e dopo qualche minuto disse determinato “Io ho un’idea …”. Il suono di un allarme soffocò le sue parole e nella stanza apparvero delle lucine rosse lampeggianti. Qualcuno li stava attaccando.

Natsumi e la ragazza con il nome in codice di Ship erano riuscite abilmente ad eludere le guardie e le telecamere di sorveglianza. Riuscirono a raggiungere il bagno e, prima che Pururu potesse chiamare aiuto, la ragazza dai capelli castani gli puntò alla tempia Beatrice e disse sogghignando “Non urlare dolcezza, altrimenti tuo marito diventerà vedovo …”. L’infermiera la guardò male ma fece ciò che gli aveva ordinato. La rossa, intanto, stava abbracciando sua madre con le lacrime ai occhi. “Natsumi, bambina mia!” mormorò Aki ricambiando il gesto “Ero così in pensiero per te …”. La scena era così toccante e dolce che anche Ship si commosse e, involontariamente, abbassò leggermente l’arma. Ma, in quell’attimo di distrazione, Pururu spostò fulminea una mattonella del muro del bagno e pigiò il bottone rosso che era nascosto sotto di essa. Suonò l’allarme. “Dannata keroniana!” gridò Ship e colpì con un calcio l’infermiera facendola sbattere contro la vasca, tramortendola. Poi si rivolse all’altra ragazza e a sua madre “Summer, come sei messa ad armi?” “Ho due pistole da dieci colpi” rispose la rossa tirandole fuori dalla guaina. Ne diede una a Aki. La castana fece scattare la sicura della mitraglia. Intanto i primi soldati keroniani arrivarono. Le due ragazze si sorrisero, complici. “Apriamo le danze!” gridò Ship e si lanciò all’attacco, seguita da Natsumi.

Intanto Keroro e company si stavano dirigendo in bagno e videro i primi soldati stesi a terra, privi di sensi e con una piccola siringa piumosa infilzata nella pelle. Giroro si avvicinò e ne prese una. La esaminò attentamente e disse “Proiettili narcotici …” lo gettò a terra e fece apparire dal nulla le sue mitraglie “A quanto pare i nostri ospiti non hanno intenzione di ucciderci”. “Ih,ih,ih! Adesso ci penso io caporale!” ridacchiò Kururu facendo apparire un piccolo comando rosso “La Narratrice si è dimenticata che da quando sono arrivato su Pekopon ho fatto delle modifiche alla casa …”. E pigiò un bottone a forma di teschio. Non accadde assolutamente nulla. “Cosa?” borbottò il ranocchio giallo e pigiò altre tre volte il bottone. “Avrà le pile scariche?” chiese Keroro, voltandosi a guardarlo. “Dagli qualche schiaffo!” suggerì Giroro. Tamama cambiò personalità e gridò “Mi sono rotto di aspettare!”. Il sergente maggiore lo scosse anche come una maracas ma tanto continuava a non funzionare. Ora gongolo io. “Ma perché non funziona?!?” strilla indispettito. Forse perché, mio caro keroniano color senape, le cose sono un piccinino cambiate? Piuttosto, invece di stare li impalati a guardare il comando come se fosse una reliquia di San Gennaro; andate a vedere chi sta combinando ‘sto macello.

Le due ragazze erano arrivate a un buon punto finché non videro i cinque keroniani. “Maledizione!” gridò Natsumi indicando Keroro “C’e il capitano!”. “Non ci fermerà” replicò l’altra “Ricordati che i membri di Terra Libera concludono sempre la missione, qualunque cosa accada”. Imbracciò più strettamente Beatrice. Giroro, quando vide Natsumi vicino a sua madre e che impugnava la pistola, si fermò di colpo, ammaliato. La bella ragazza pekoponiana, che gli aveva rubato il cuore più di un anno fa; era davanti a lui con la divisa militare, come l’aveva sempre sognata (oltre che in costume da bagno, intendiamoci). La ragazza si accorse delle attenzioni del keroniano rosso e ne rimase stupita: non si era dimenticata dell’ultima volta che si erano visti. E quando aveva incrociato per un attimo il suo sguardo, ci aveva visto solo un profondo disgusto per la sua razza. Ma ora … erano così diversi … sembrava quasi innamora … “Torna tra noi rossa!” la sgridò Ship, visibilmente irritata “Siamo ancora su suolo nemico”. Keroro porse in avanti le mani “State tranquille, non abbiamo intenzione di farvi del male” disse affabile. Poi si rivolse alla rossa “Sono felice di vedervi, Lady Natsumi, come mai siete vestita da militare?”. Le terrestri rimasero a bocca aperta e lo fissarono incredule. “Ci stai prendendo in giro, Brutto Ranocchio?” chiese la rossa e gli puntò la pistola alla testa. Ship fece lo stesso con la sua mitraglia “Se non vi dispiace, capitano, dovete venire con noi. Ora siete nostri prigionieri”. “Ah, si? E allora chi salverà Mister Fuyuki?” domandò Keroro. Si avvicinò alle due soldatesse “Sapete che verrà giustiziato domani? Io sono l’unico che può salvarlo dalla morte …” “E come, visto che non sei riuscito a convincere i generali?” ribatté Ship senza perderlo d’occhio. Dororo gli domandò “Come fai a sapere queste cose?”. La castana rise “Sergente, se lei mi crede un idiota mi sottovaluta … davvero …”. Gli fece l’occhiolino “I maghi non rivelano mai i loro segreti”. Poi si rivolse a Keroro “Visto che le condizioni di Fuyuki le interessano così tanto, anche se non ne capisco il motivo, la rasserenerà sapere che ci abbiamo già pensato a lui”. La punta del mitra sfiorò la fronte del ranocchio verde “Ora basta con le chiacchiere” disse Ship sorridendo malignamente “ Ripeto che da questo momento voi e il vostro plotone, siete nostri prigionieri”.

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Capitolo 8
*** Un pò di azione (ma va là) ***


Intanto alla torre Nishizawa …
Un soldato keroniano teneva sott’occhio Fuyuki, rinchiuso in una gabbia a penzoloni dalla parte più alta della torre. Il ragazzo aveva il polso fasciato e gli avevano dato un calmante. Una magro sollievo visto che il giorno successivo lo avrebbero fucilato. Intanto si avvicinò un altro soldato al primo “Ehi! Come mai ‘sto ragazzino sta qui?” domandò guardando di sbieco il prigioniero. L’altro fece le spallucce, annoiato “Mah! Gira voce che abbia lanciato –Keroro il Conquistatore- come una palla da baseball con un vassoio da the …” “Ehi, non l’ho fatto apposta!” protestò il ragazzo guardando attraverso le sbarre “Il capitano mi era saltato addosso e mi ha fatto paura!”. I due soldati lo ignorarono completamente. Il primo soldato disse “Hai sentito che il tenente Garuru è andato sul pianeta Crucis …” . Fuyuki si sedette, amareggiato. Mentre era assorto nei suoi pensieri sentì dei tonfi e i due soldati che stavano facendo la guardia caddero a terra (ma che mammole), privi di sensi (alé!). Fuyuki si affacciò dalla gabbia e vide un membro di Terra Libera. Esultò. Era una ragazzina della sua stessa età, dai capelli turchini con quattro ciuffetti appuntiti. Gli occhi violetti erano arrotondati e dalla pupilla piccolissima. Si volse in alto e quando gli vide il polso ritornò normale “Fuyuki!” chiamò preoccupata “Stai bene? Ti hanno fatto del male?” “Momoka! Sono felice che tu sia qui!” gridò il ragazzo. Lei, a sentire queste parole, toccò il cielo con un dito. Vedendo che la ragazza se ne stava immobile gli chiese “Ehm … Se non c’e altro potresti farmi scendere?”. Momoka tornò in se “Scusami! Ti aiuto subito!”. Prese una penna laser e si arrampicò fino a raggiungere il fondo della gabbia “Tieniti pronto per la caduta” gli raccomandò lei. Lui annuì. Momoka iniziò a tagliare il fondo e quando il ragazzo atterrò incolume, lo prese per mano e corsero. L’Mp3 azzurro iniziò a gracchiare “Peach, qui è Ship che parla, rispondi”. La turchina prese la cuffietta e se la infilò in un orecchio “Qui è Peach!” rispose digrignando i denti. Ora che era riuscita a rimanere sola con il suo Fuyuki … “Come è andato il salvataggio del tuo amoroso?” chiese Ship maliziosamente. Momoka gli disse rossa come un peperone “Avevi dei dubbi sempai?” “Certo che no” rispose l’altra “Volevo metterti un po’ in imbarazzo”. Presuntuosa. “Comunque torna subito al covo” gli ordinò Ship “Anche io e Summer ci stiamo tornando” “Ricevuto”. Chiusero la comunicazione.

Ship stava portando i cinque keroniani in una macchina, insieme a Natsumi e a Aki. Sembrava che nessuno li stesse inseguendo. Il ché la fece insospettire. Era tutto troppo tranquillo. E poi si era accorta che le strade erano deserte … Dove si erano nascosti gli altri alieni che dopo la conquista si erano stabiliti qui? La cosa non quadrava. Si rivolse alla donna “Signora Aki, lei sa guidare?” “Certo” rispose lei accorgendosi dell’espressione pensierosa della ragazza. Arrivarono vicino a una jeep gialla e la castana porse di nascosto una chiave alla donna e sussurrò “Si faccia condurre da Summer al covo e portatevi quei ranocchi con voi. E ditegli di tenere spento il contatto radio …” “Che cosa sta succedendo?” chiese la donna cercando di essere naturale “Non ne sono del tutto sicura, ma abbiamo compagnia”. Poi disse a voce alta, rivolta a Natsumi “Ehi, Summer! Ho paura che tu dovrai stare dietro e tenerti un keroniano sulle gambe”. Giroro divenne più rosso del solito mentre la sua immaginazione galoppava in dolci visioni (Natsumi è seduta sul sedile posteriore, gli punta la pistola alla tempia e gli ordina di sedersi sulle sue gambe … il resto immaginatevelo perché non voglio alzare il rating). Gli altri vedono che la testa della rana rossa fuma. Natsumi lo fissa interdetta: non era per niente il crudele keroniano che aveva conosciuto! Ma che … Ship si avvicinò lei e gli riferì i suoi dubbi. Poi aggiunse “Vai con tua madre e i prigionieri al covo. Io rallenterò i nostri inseguitori in modo che arrivata al canale perdano le vostre tracce” “No” obbiettò la rossa “Non ti lascio sola. Combatterò insieme a te!” “Natsumi!” sibilò lei, chiamandola per la prima volta per nome. Poi con tono più dolce disse “Sei il membro più valente della ribellione. Non posso permettere che ti accada qualcosa”. Gli diede delle pacche sulle spalle “Stai all’erta”. Aki si mise al volante mentre i keroniani, con le armi puntate contro, si misero dietro. Per ultima salì Natsumi, che si sedette davanti, con grande delusione di Giroro. Ship rimase a terra e fece cinque passi all’indietro prima di iniziare a sparare. La donna pigiò l’acceleratore e partì a tutto gas.

La ragazza rimasta a terra urlò “Vieni fuori e affrontami!”. Un keroniano viola atterrò di fronte a lei abbracciando un fucile alieno. Garuru. Ehi, no! Stoppate un minuto! Ship e Garuru sbuffano. Ma tu, tenente non eri partito in missione? “Si ma …” rispose leggermente arrossito “Sono dovuto ritornare indietro …” Ah! Sentivi che c’era qualcosa che non andava e allora sei tornato! “Ehm … No” negò lui grattandosi la testa, diventando ancora più rosso “Ho … dimenticato il portafoglio a casa del capitano …”. Si sentii solo il soffio del vento. Ship guardò il tenente e propose “Se ti va bene continuiamo da dove abbiamo lasciato” “Si, grazie”. Si fissarono nei occhi a lungo, impugnando di nuovo le armi. Lui sorrise “La tua fama ti precede Ship … o devo chiamarti Nausicaa?”. Gli occhi della ragazza guizzarono al suono del suo nome. Poi anche lei si mise a sorridere “Mi tieni sotto controllo da molto …”. Garuru arrossì e la sua voce tremò leggermente “Sei uno dei membri più attivi di Terra Libera … E’ logico che ti tenessi sotto controllo …”. Alzò di nuovo la mitraglia. E lui fece altrettanto. Che coppietta romantica … “Eh?!?” fecero in coro, trucidandomi con lo sguardo.

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Capitolo 9
*** Il segreto delle terme ***


Aki e Natsumi si stavano dirigendo a tutta velocità verso fuori città. Erano molto preoccupate per la giovane Ship ma la rossa sapeva molto bene che ella sapeva badare a se stessa. I cinque keroniani rimanevano in silenzio nel retro della macchina e ogni tanto davano un’occhiata verso il finestrino, in cerca di qualche figura ostile. Le terrestri trovavano il loro comportamento alquanto insolito. Natsumi si voltò verso di loro, tenendo a portata di mano la pistola, e domandò “Come mai non vi lamentate o ci minacciate? Vi siete dimenticati in che situazione vi trovate?” “Lady Natsumi” rispose Dororo, solenne “Noi comprendiamo perfettamente la nostra situazione ma non ci sentiamo minacciati: potrà sembrarvi strano ma fino a ventiquattro ore fa noi eravamo amici”. Nei suoi occhi azzurri riluceva uno sguardo determinato “Abbiamo vissuto molte avventure insieme” continuò “Che ci ha unito sempre di più con il passare del tempo; unendo così due mondi completamente diversi grazie all’amore e alla amicizia che abbiamo imparato a conoscere”. Tutto divenne silenzioso. A un certo punto Aki diede una prognosi “Questa è la sindrome di Stoccolma: riconosco i sintomi”.

Breve immagine di un primitivo interruttore elettrico che si attiva. Dororo, da bambino, sulla platea della scuola intento a fare un discorso sull’inquinamento che molte aeronavi keroniane e elogiando le macchine ecologiche. A un certo punto, tra i suoi compagni di classe, erge la voce di Keroro. Il spocchioso girino verde borbottò “Uffa, che noia! Ma hai intenzione di diventare il presidente?”. Tutti si misero a ridere, compresi i professori. Il Dororo del presente frignò “Alla fine il discorso che avevo faticosamente scritto per ben cinque mesi fu messo nel dimenticatoio …”. Si raggomitolò su se stesso e nascose il viso con le braccia, dando sfogo a rancori infantili (portatelo da uno psichiatra!). Keroro gridò, contrariato “Dororo ha ragione!”. Guardò nei occhi Natsumi. Intanto il ranocchio alza la testa e fissa l’altro incredulo, come tutti gli altri. “Ci dovete credere!” aggiunse il sergente “Io sono stato a casa Hinata per un anno intero” “Certo” disse Aki sprezzante “Dopo averci invaso hai trovato la nostra casa abbastanza umida per la tua pelle ed hai deciso di abitarci con la tua giovane sposina … Chi non conosce questa storia?” “Grrr … Ma perché non volete starci a sentire?!?” ringhiò Tamama diventando isterico e preparando un raggio ma la ragazza puntò la canna della pistola alla fronte e sia Keroro che Giroro gli tapparono la bocca. Kururu rimaneva in disparte, a riflettere. Poi disse “I vostri Mp3 sono molto tecnologici … Sembra che siano quelli anche delle armi …”. La ragazza lo guardò male e gli chiese “Cosa ti importa di come ci procuriamo le armi?”. Poi sorride e aggiunse “Preoccupato che noi sappiamo replicare la vostra –avanzata- tecnologia?”. Il ranocchio giallo scrollò le spalle, indifferente “Tsk! Caschi male, carina”. I suoi occhiali a spirale luccicarono “Ma conosco un solo pekoponiano capace di creare tali aggeggi con tanta facilità”. Fece un ghigno “Saburo” pronunciò alla fine. Natsumi sussultò: come faceva a conoscere l’identità di Four? Le mani iniziarono a tremare. A un certo punto ella vide un edificio di sua conoscenza e disse alla madre “Siamo arrivate”.

Scesero dalla macchina. Era un centro benessere ormai in disuso dove c’erano anche le acque termali. Gli alieni conoscevano bene quel posto: era lì che sarebbe dovuta emergere la gloriosa fabbrica di modellini. Natsumi li condusse tutti verso le docce e arrivata sotto a quella centrale girò la manopola dell’acqua calda. Il doccione si incassò nelle mattonelle bianche, facendo scattare altre serrature, mentre i fori ruotavano come numeri di una cassaforte. Con un ultimo scatto deciso, si aprì un passaggio (in un altro universo, Harry Potter incrocia le braccia e borbotta “Tsk! Che brutta copia della camera dei segreti” Io: “Che diavolo ci fai nella mia storia?!?”. Tiro fuori la mia bacchetta comprata in edicola e grido “Spettro Patrono!”. Visto che non succede niente perché ho sbagliato formula gli tiro un pugno sul naso e sparisce dallo schermo. Bene! Continuiamo!). Tutti rimangono allibiti dalla mia violenza e entrano frettolosamente nel passaggio. Bravi giuggioli.

L’interno del passaggio era immenso e si travedeva un piccolo ascensore di ferro in fondo alla sala, dipinto di blu con delle stelline gialle. Dove si trovavano adesso era una palestra molto accessoriata e qualcuno si stava allenando con i vari attrezzi. Notarono che i terrestri erano di varie etnie e tutti portavano la divisa come Natsumi. Fuyuki era vicino al ring mentre guardava Paul che lottava contro il capo dei soldati della famiglia Nishizawa ma appena sentì le porte aprirsi e intravista la sorella e la madre; corse incontro e le abbracciò. Finalmente la famiglia Hinata era di nuovo riunita. Presto si avvicinarono anche gli altri. Molti, alla vista del plotone, impugnarono i loro fucili ma quelli sparirono misteriosamente come erano arrivati. Un ragazzo albino aveva pigiato un bottone dal suo bracciale e, sorridendo, si era avvicinato. “Dov’è Nausicaa?” domandò, incurante della presenza dei alieni. “E’ rimasta indietro” rispose Natsumi senza guardarlo e incapace di continuare. Tanto l’albino avrebbe capito. Infatti lui chinò il capo e non aggiunse altro. Natsumi sapeva quanto il ragazzo era legato a Ship, anche se non capiva la natura di tale complicità. Intanto Fuyuki aveva notato gli strani atteggiamenti dei keroniani, soprattutto quelli del capitano. Sentendosi osservato, Keroro puntò i suoi occhi neri a quelli verdi del ragazzo che iniziò a sentire una strana nostalgia. Possibile che quello che dicevano fosse la verità?

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Capitolo 10
*** Patate dolci ***


Intanto la bambina dai occhi cangianti vedeva tutto questo nel riflesso del suo specchio di berillio, sdraiata all’interno di una conchiglia gigante riempita di soffici cuscini. Gli occhi divennero color nebbia e si immersero nei suoi pensieri. Un piccolo keroniano marrone si avvicinò. Aveva un copricapo fatto di piume colorate di giallo e blu dalla fodera di velluto. In mano portava una lancia che i suoi occhi nocciola controllavano di continuo, come se fosse impaziente di utilizzarla. Lei lo guardò con occhi pieni di tenerezza e attese pazientemente che il girino prendesse parola. Ciò che non tardò a fare. “Abbiamo atteso troppo a lungo. Perché non attacchiamo l’esercito di Terra Libera?”. La bambina alzò gli occhi al cielo, seccata, e si mise a giocare con una ciocca di capelli che in quel momento erano biondi e lisci. “Quante volte mi farai questa domanda Cacao?” chiese alla fine studiandosi le unghie. I suoi occhi cambiarono colore e divennero di smeraldo. Lui abbassò lo sguardo “Anche Patata e Papaya se lo domandano” protestò alla fine tornandola a guardare “Siamo stanchi di aspettare”. La bambina si stiracchiò “Non sapete proprio aspettare il vostro turno …” borbottò alla fine. Sorrise mestamente “Ma anche io inizio a stufarmi: la Narratrice si sta divagando troppo e non arriva a nessun punto”. Fece un gesto stanco con la mano “Fate quello che volete”. Il piccolo keroniano sorrise e urlò “Ragazzi! Si va in scena!”.

Natsumi si avvicinò lentamente al keroniano rosso. Dopo un’assemblea durata per tutto il pomeriggio per il loro destino; Rei, una ragazza dai capelli biondi e lunghi fino alle cosce e gli occhi verdi che ai tempi della scuola era l’avversaria della giovane Hinata, aveva protestato vivacemente: i keroniani dovevano morire come loro avevano ucciso molti terrestri. Keroro, dal canto suo, ribadì per l’ennesima volta che lui e il suo plotone non avevano intenzione di fare del male a nessuno ma venne ignorato, come al solito. “I pekoponiani sono dei veri testardi” aveva sussurrato Giroro incrociando le braccia “Non ci danno ascolto e se lo fanno non ci credono”. Alla fine Saburo decise di contattarsi con Polari, il loro leader che era dovuto partire per l’Australia perché i keroniani avevano trasformato i canguri in mafiosi. Fino a allora essi dovevano essere tenuti sotto strettissima sorveglianza.

E ora eccolo lì, Giroro, intento a cucinare patate dolci nel fornetto a microonde nella cucina. Gli altri terrestri stavano da un’altra parte, ormai sicuri che egli non avrebbe tentato nessuna fuga. “Razza di smidollati” borbottò lei “Non sanno prendere sul serio i nostri avversari” ma sentendo il profumo invitante delle patate, alla ragazza gli venne l’acquolina in bocca. Giroro la notò e la invitò a sedersi di fronte a lui e gli porse una delle patate appena sfornate. Natsumi la sbucciò pian piano, tenendo d’occhio l’alieno. Egli si lamentò “Peccato che non si possa accendere un falò nel giardino, altrimenti sarebbero state molto più buone …”. La rossa lo fissò interdetta per qualche secondo prima di sussurrare “Ho la sensazione che tu mi conosca da tanto tempo …” “Infatti è così” confermò lui.

L’alieno sbucciò con cura il tubero, poi sospirò “Quando Keroro ha detto che lui era rimasto per un anno a casa Hinata intendeva come prigioniero e non come conquistatore”. Lei aprì la bocca ma lui la azzittì “Lo so quello che stai per dire ma ti assicuro che è vero! Noi non siamo mai riusciti a conquistare la Terra perché quell’imbranato si era fatto scoprire da te e da tuo fratello e la missione è saltata”. Prese fiato e continuò “Noi non serbiamo alcuna memoria di questa invasione”. Natsumi non sapeva cosa dire. Da una parte non poteva dimenticare il giorno in cui Keron invase il suo pianeta, obbligando i terrestri a lavori forzati e vendendoli per altre galassie come schiavi ma in fondo al suo cuore sentiva che l’alieno che aveva di fronte era sincero.

Poggiò una mano sopra a quella del keroniano e lo fissò nei occhi. Giroro, a quel contatto, arrossì come un peperone ma non ebbe il coraggio di togliere la mano né tantomeno distogliere i suoi occhi dai suoi. Entrambi furono invasi da un dolce tepore. Natsumi non aveva mai toccato un keroniano prima d’ora e fu sorpresa nel sentire che la pelle dell’alieno fosse così simile a quella di un terrestre. I suoi occhi si immersero nel nero dei suoi. No, lui non era l’alieno che un anno fa l’aveva costretta a fuggire dalla sua casa e dalla sua famiglia. I loro visi si avvicinarono. “Natsumi …” sussurrò Giroro socchiudendo gli occhi. E … Lumiere, un giovane venuto dalla Francia, spalancò la porta della cucina, interrompendo quella magica atmosfera. “Summer! Ship è ritornata alla base!” urlò pieno di gioia, poi vedendo la mano di lei ancora su quella del keroniano fece una smorfia. La ragazza si affrettò a toglierla e seguì di fretta il francese. Giroro la osservò mentre se ne andava via. Maledetto francesino.

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Capitolo 11
*** Allarme! ***


Koyuki si trovava in palestra insieme a Mukuro quando Ship entrò dal passaggio segreto. Era ferita e zoppicava vistosamente alla gamba destra, reggendosi sulla sua mitraglia; ma quando la giovane incrociò gli occhi della sua sempai, vide che erano luminosi come due stelle. Sembrava così … felice. Ovviamente voleva seguirla e ascoltare la sua storia ma notò che il keroniano azzurro con la maschera antigas la fissava intensamente. Con una punta di fastidio, lei si avvicinò all’alieno tenendo il suo pugnale sotto mano e domandò “Che cos’hai da fissarmi in quel modo?”. Lui sussultò a quel tono. Ma subito dopo si riprese e gli rispose “Ti ho osservato mentre ti allenavi … Sei molto brava nell’arte marziale”. Lei fece un breve sorriso, compiaciuta “Mi alleno fin da quando sono nata” gli disse con una punta di orgoglio nella voce. Quell’essere, con un semplice complimento, l’aveva messa a proprio agio. Il suo sorriso divenne più ampio e Dororo riconobbe la giovane fanciulla che aveva conosciuto e con il quale aveva imparato ad amare la natura. Le sue guance si imporporarono di rosso. Koyuki ridacchiò a quella reazione. E lui sarebbe un membro delle Grandi Manovre che aveva conquistato la Terra?

Entrambi si voltarono verso la nuova arrivata, che si era seduta pesantemente su un vecchio materasso ed i ribelli si erano seduti tutti attorno a lei come tanti ragazzini al campeggio. Ma prima che ella riuscisse ad aprire bocca e proferire parola, una serie di allarmi suonarono per tutta la palestra. Saburo si piazzò davanti al suo portatile e disse “Tre keroniani hanno attaccato la zona sud, dove si trovano le armi di riserva” “Come hanno fatto a trovarci?” gridò furiosa Rei. Nausicaa si rimise faticosamente in piedi “Riesci a darmi un’immagine dei intrusi?” domandò al ragazzo. Poi si rivolse a Dororo. Il suo sguardo era gelido. “Dove sono i tuoi amici?” “Non lo so” rispose l’alieno “Quando i tuoi compagni hanno finito la riunione ognuno è andato per conto suo a esplorare l’edificio …” “Cosa?!?” strillò la ragazza “Chi è che lascia un gruppo di nemici keroniani liberi di andare a zonzo come se fosse in una gita scolastica?!?”. Fulminò con lo sguardo due uomini poco lontano “Radunate immediatamente quei ranocchi! Potrebbero avere una ricetrasmittente con cui comunicare con gli altri plotoni!” “No!” urlò di rimando il keroniano azzurro ma la ragazza disse “Snow! Rimani qui e tienilo sotto controllo”. Si volta verso Saburo “Vai alla sala di controllo e tieni d’occhio tutte le sale del covo. Potrebbero esserne in arrivo altri …” “Si, subito” “Tutti voi” ordinò al resto dei ribelli “O andate ad affrontare i nostri ospiti, oppure andate a sorvegliare le altre stanze. Idioti cialtroni non ne voglio in giro”.

Tutti si volatilizzarono in ogni direzione. Lascia che io mi inchini, oh mia divina, a tanta dimostrazione di … “Stai zitta anche tu Narratrice! Se non vai a combattere, levati di mezzo!” Si, padrona. Zoppicando vistosamente, andò verso il porto d’armi. Rimasero solo Koyuki e Dororo. Lei si voltò verso l’alieno “Quanto mi sento stupida. Per un attimo ho creduto davvero che voi fosse pacifici” sussurrò con gli occhi pieni di lacrime. Dororo le prese le mani “No, Lady Koyuki, non centriamo nulla con questo assalto!”. Lei cerco di togliere le mani dalle sue ma non ci riuscì. Il keroniano aveva una presa ferrea. La ninja tirò allora fuori un piccolo shuriken dalla polsiera e lo lanciò verso la faccia del ranocchio. Lui lo scansò con facilità ma allentò la stretta alle mani della ragazza. Leggera come una piuma, si allontanò da lui e sfoderò la sua katana, che portava alla cintola del suo kimono.

Anche Dororo tirò fuori la sua. “Lady Koyuki … io non voglio combattere” disse l’alieno guardando la ragazza “Ho promesso, quando ci siamo incontrati, che ti avrei protetto da ogni pericolo”. Lei tirò un fendente verso lo stomaco “Noi due non ci siamo mai incontrati prima di oggi” sibilò. I due continuarono a combattere senza sosta. Alla fine la ninja scivolò e cadde a terra, distesa. Questo permise a Dororo di mettersi a cavalcioni sopra di lei e gli puntò la lama della spada alla gola. La ragazza lo guardò male. Dororo ricambiò il suo sguardo con uno pieno di rammarico. Avvicinò il viso al suo finché non vide con chiarezza lo splendore di quel verde smeraldino “Koyuki …” sussurrò tristemente. Koyuki si ritrovò a provare una strana nostalgia e, senza volerlo, anche lei sussurrò il suo nome. “Oh,oh,oh! Ho interrotto qualcosa?” gli chiese una vocina.

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Capitolo 12
*** La Narratrice fa la spesa ***


“Narratrice, tesoro, mi vai a comprare le pesche sciroppate?” urlò mia madre dalla cucina. “Ma mamma! Sto raccontando le avventure di Keroro!” mi lamentai io ma lei si mette a strillare “Non me ne frega! Secondo me stai anche troppo attaccata a quell’aggeggio! E poi chi è ‘sto coso di cui vai cianciando?”. Io gli spiegai tutta la tiritera e lei, dopo un attimo di silenzio, dice “Ecco! Un fallito! Perché devi raccontare la vita di un ranocchio alieno dalla sessualità ambigua? (brevi immagini dove Keroro si traveste da donna) Vammi a prendere quelle maledette pesche altrimenti mi metto a cantare!” “No, mamma, ti supplico!” strillai io alzandomi in piedi e preparandomi ad uscire ma lei, perfida e implacabile, inizia a intonare le prime strofe di –Applausi-. I vetri della casa ondeggiano pericolosamente. Superando il guinness dei primati come quella che si è vestita più rapidamente in sei millimetri di secondo; presi la borsa e uscii subito di casa. Per fortuna il supermercato era a due passi da casa mia. Letteralmente.

Il supermercato è un edificio immenso, con venti corsie labirintiche che cambiavano merce ogni dieci minuti, marmocchi che se non avranno la loro marca di cereali preferita si metteranno ad urlare come allarmi di ambulanze e soprattutto ci saranno loro: le casalinghe. Attaccati ai vetri c’erano le super offerte che arrivavano anche al 70% di sconto. Mi feci il segno della croce, presi il mio giubbetto antiproiettile e lo indossai. Armai il mio fucile a canne mozze e lo misi a tracolla dietro alla mia schiena. Feci un passo in avanti. Le porte di vetro si aprirono automaticamente. Gli occhietti luminosi delle cassiere mi squadrarono con i loro ricciolini ben fatti e le unghie laccate. Presi cautamente il carrello della spesa e andai alla ricerca delle pesche sciroppate. Le corsie erano stranamente silenziose mentre sotto ai miei occhi scorrevano prezzi ultra scontati. Alla fine eccole, o meglio dire eccola! L’ultima scatoletta di pesche sciroppate, scontata del 50% per via della stagione estiva; riluceva come un diamante in mezzo alle imitazioni. Allungai la mano per afferrarla ma a metà gesto mi bloccai. Alle mie spalle c’era l’essere più pericoloso del supermercato. Mi voltai.

Una casalinga aveva adocchiato la stessa scatoletta e mi puntava contro il manico di una scopa, minacciosamente vicino al mio naso “Non azzardarti a toccare quelle pesche! Sono mie!”. La guardai molto male. Ma un sorriso maligno mi spuntò dalle labbra. “Non sono ancora sue! Non le ha ancora pagate!” ho gridato io e afferrai con decisione la lattina benedetta e, schivando i colpi del manico di scopa, corsi verso le casse. Scoccarono i dodici rintocchi d’orologio. Un nuvolone di polvere si avvicinava pericolosamente alle porte. “No!!!!” urlai “L’ora di punta!!!”. E … Iniziò la battaglia delle massaie.

Ho visto cose … che voi umani non potrete mai immaginare … Donne accanirsi l’una contro l’altra per una maglietta, correre per le varie corsie e usare il braccio come una lingua di camaleonte per prendersi per prima una fetta di mortadella e gruppi che attaccarono in massa come delle leonesse una povera commessa zebrata che portava, tutta tremante, il carrellino con la merce appena arrivata. E i bimbi che portavano appresso erano usciti direttamente dall’inferno. I loro occhietti dolci quanto le loro ugole sono letali. Io continuai a correre “Ma perché le casse sono ancora così lontane?” mi chiesi con il fiatone. Alle mie spalle la casalinga mi stava alle calcagna “RIDAMMI QUELLE PESCHE SCONTATE!”. Boom. Al suono delle parole –pesche scontate- un centinaio di donne si voltarono verso di me, con i capelli arruffati e lo sguardo iniettato di sangue puntati sulle pesche. “UAAAAARGH!”. Aumentai la velocità. Presi il fucile ma appena premetti il grilletto spuntò dalle canne due bandierine rosse con su scritto sopra –bang!-. Dannati aggeggi cinesi. Buttai l’arma contro le massaie più vicine, facendo sbandare i loro carrelli che si scontrarono e esplosero in fiamme cerulee. Ma dovevo resistere. Ero così vicina. Allo stremo delle forze feci uno sbalzo e arrivai sopra il rullo, facendo timbrare la lattina. “Sono …. Euro e … centesimi”. Alzai la mia mano chiusa in un pugno e sorrisi contro il soffitto pieno di luci al neon e macchie di umidità. Vittoria!

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Capitolo 13
*** I nemici aumentano ... ***


A parlare era stata una piccola keroniana verde chiaro dai grossi occhi dorati molto spiritati. Portava in testa un velo bianco dove spiccava il simbolo della croce rossa. Sopra quella croce c’era un piccolissimo teschio bianco. “Sapevo che ti avrei trovato insieme alla graziosa ninja … ma come puoi pretendere che lei si ricordi un’amicizia mai esistita in questa dimensione?!” continuò la nuova arrivata scrutandoli con occhio cinico e avvicinandosi. Mise le mani dietro alla schiena e sorrise. Sia Koyuki che Dororo fecero un passo indietro, turbati dall’aura maligna che la piccola emanava nonostante il viso angelico. “Chi sei?” domandò il ranocchio azzurro puntando la sua katana contro di lei. “Il mio nome è Papaya” rispose la keroniana, allargando il suo sorriso. Si avvicinò finché la punta dell’arma non gli sfiorò il torace “Sono al servizio di colei che ha permesso che accadesse tutto questo e …”. Una katana dalla lama nera incrociò quella di Dororo “Sono una valente assassina” aggiunse alla fine “Questo lo vedremo” ribatté il keroniano. Koyuki si allontanò dai due alieni. Che cosa stava accadendo? Non era venuta a salvarli?

Keroro e gli altri, appena erano suonati gli allarmi, si erano radunati nella sala computer dove un indaffarato Saburo stava elencando ai membri della rivolta i danni che gli aggressori avevano causato prima nel porto d’armi e poi nelle stanze adiacenti. Come se non bastasse, sembrava che tutta questa distruzione venisse causata da un solo e piccolo keroniano. Il ranocchio verde esclamò “Uomini! Dobbiamo difendere il quartier generale di Terra Libera!” “Sono con te, Keroro” disse Giroro facendo apparire, sempre dal nulla, il suo inseparabile fucile. Tamama si trasformò in super keroniano “Sono pronto!” esclamò pieno di determinazione. “Cos’è che avete intenzione di fare?” gli domandò uno dei uomini a cui Ship aveva ordinato di scortare gli alieni. Gli puntò il fucile contro “Voi non andrete da nessuna parte. E’ per colpa vostra se siamo stati attaccati!”. Keroro si grattò il mento “Mi dispiace essere arrivato a questo punto …”. Puntò il dito contro l’uomo “Soldato Tamama! Mettilo KO”. Saburo avrebbe voluto intervenire ma proprio in quel momento un potentissimo virus era entrato nel computer e, vestito da uomo elegante con tanto di cappello anni trenta, si era inchinato ed era apparsa una scritta sotto forma di balloon “Ciao! Sono un allegro virus del computer! Ti informo che tra cinque secondi ti manderò in pappa tutti i tuoi dati! Non è incredibile!?!”. “Maledizione!” urlò il ragazzo e cercando disperatamente di distruggere il virus. Kururu si impossessò del computer al suo fianco e disse “Sei senza speranza! Lascia che un esperto ti faccia vedere come funziona un computer”. L’albino fece un mezzo sorriso “Vediamo di che sei capace, sottospecie di mostarda senziente” borbottò alla fine.

Giroro, Tamama e Keroro si diressero verso il porto d’armi. Gli occhi del caporale si inumidirono mentre un fiume di lacrime scorreva lungo il viso “Finalmente Keroro ti comporti da leader! Sono commosso!” Ehm … vuoi un fazzoletto? “Si grazie” rispose il keroniano rosso. Io gli porgo un pezzo di stoffa e lui me lo riempie di muco e lacrime per poi ridarmelo indietro. No! Tienilo, te lo regalo! Tamama mi dice “Ehi Narratrice! Vieni con noi?” Certo. Devo riportare i vostri avvenimenti passo per passo … Ma Keroro dov’è? Tutti lo cerchiamo ma sembra essersi volatilizzato. Infatti il –glorioso- keroniano verde era rimasto al sicuro nella sala computer “Figurati se vado alla battaglia! Potrei farmi male”. Ti pareva.

Saburo, che ancora stava lottando per fare in modo che il virus venisse estirpato dal suo computer, comunicò con l’Mp3 “Nausicaa! Si stanno imbucando altri alla festa!” dette un’occhiata allo schermo “E’ Garuru insieme al suo plotone!” “Così siamo in mille a cantare –Viva l’Italia!-“ ironizzò la ragazza “E non è tutto” aggiunse il ragazzo picchiettando sui tasti “Sta arrivando anche il Re del Terrore …” “Angol Mois!” esclamò inviperita “Non quella biondina scassa c peep!” No! Non si dicono le parolacce! Non sono da rating verde! “Scusate” mormora Ship “Ma posso dirne solo una per scaricare la tensione?” Va bene ma solo una “Grazie!” si schiarisce la voce “MA PORCA PEEPEREPE’”.

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Capitolo 14
*** Spezzoni messi a caso ***


Garuru e il suo plotone erano entrati attraverso l’enorme buco che aveva fatto il keroniano sconosciuto. Stava digitando nel suo computer portatile “Diario di bordo. Oggi, dopo tanti mesi passati a setacciare il pianeta, abbiamo scoperto la base segreta dei ribelli denominati Terra Libera …” Ma ti pare il momento di tenere aggiornato il diario? Lui incrocia le braccia e scosse la testa “Intanto con queste tre paroline” mi dice “Ho preso in due secondi più di venti –mi piace- su facebook e …”. Venne interrotto dall’arrivo di Zoruru, un keroniano per metà meccanico che sembra essere uscito da un film horror; che si inchina e disse “I misteriosi keroniani si sono spostati verso il centro dell’edificio … Forse è lì che tengono prigionieri il plotone delle Grandi Manovre …” “Molto bene … Ci penserà Angol Mois a recuperarli”. Garuru fece qualche passo verso un corridoio deserto, dove fili elettrici penzolavano come liane hi-tech e un polverone di calce in lontananza. Il suo sguardo felino e tagliente si intravvedeva attraverso le lenti gialle. Sorrise.

Keroro stava osservando la situazione attraverso gli enormi schermi della base. Dopo una estenuante battaglia contro il potente virus sconosciuto, alla fine Kururu e Saburo erano riusciti a debellarlo. Tirarono un sospiro di sollievo. Il sergente vide con la coda dell’occhio una saletta dove alcuni ribelli stavano aiutando dei bambini in lacrime ad uscire dall’edificio. “Mister Saburo, che ci fanno dei bambini qui?” chiese stupito. Il ragazzo, senza togliere gli occhi dallo schermo, rispose “Alcuni di loro sono i figli di qualche ribelle e altri sono orfani che Polari a preso con sé …” “Orfani?” ripeté il ranocchio verde. L’altro annuì. Tornarono a guardare lo schermo. Videro che tra loro c’erano anche Natsumi e Fuyuki, che prendevano in braccio i bimbi più piccoli e cercavano di calmarli.

Cacao si stava dirigendo a tutta velocità verso il centro della base. Al suo fianco c’era un altro piccolo keroniano dal colore giallo canarino e con una visiera marroncino scuro. I suoi occhi erano nascosti da un paio di occhiali simili a quelli di Kururu ma erano verdi. Al loro interno poteva vedere una serie di dati che gli indicavano l’ubicazione di tutti gli esseri viventi presenti nell’edificio. Volavano sopra a delle piccole aeronavi per i vari corridori e ogni tanto colpivano i muri facendoli esplodere in nuvole di fumo. Alla fine il keroniano marrone prese parola “Che fine ha fatto Papaya? Doveva venire con noi a fare un po’ di casino”. L’altro picchiettò al lato dei occhiali “Si trova nella palestra” rispose con voce monotona “Sta combattendo contro Dororo” “Uffa!” sbuffò l’altro “Così ci rallenta! Tua sorella doveva per forza affrontarlo ora?”. Il girino giallo scosse le spalle “Chi la capisce è bravo” ribatté alla fine. Arrivati a un certo punto i due videro in lontananza Giroro e Tamama. Si guardarono e un sorriso spuntò dalle loro labbra. Forse Papaya non aveva avuto una brutta idea.

A un certo punto il soffitto della sala computer si spaccò e Keroro fu travolto dai detriti e un grosso pezzo lo schiacciò. Dal cielo scese una ragazza dai capelli bianchi e vestita con un buffo vestito viola e oro. Sulla fronte aveva disegnato il terzo occhio che brillava di luce azzurra. In mano stringeva una lunga asta d’oro dove all’estremità c’era una sfera piena di crateri. Angol Mois della famiglia Angol fece il suo ingresso. Atterrò su un pezzo di soffitto e puntò un dito contro Saburo “Insulso pekoponiano! Dove hai nascosto il mio Sir Keroro?”. Un rantolo provenne da sotto il masso “Lady … Angol … Mois …”. Spuntò un braccetto verde pieno di graffietti. “Mio adorato Sir Keroro!” urlò la ragazza. Scese e fece roteare la sua asta come una cheer-leader “Attacco uno su un miliardo!”. Diede un colpetto alla pietra e BOOM! La pietra divenne porporina per bambini in un attimo. Ovviamente Keroro venne scaraventato contro la parete opposta dalla forza d’urto. “Sir Keroro!” gridò ancora lei e andò a raggiungerlo. Lo prese delicatamente tra le braccia e gli diede un abbraccio. Keroro giaceva inerme, svenuto. Kururu, che era rimasto impassibile sulla sua seggiola, borbottò “Nefertiti, pensi ancora che lui sia ancora al –sicuro-? Ih,ih,ih!”.

Un elicottero atterrò sopra il tetto o quello che ne era rimasto. Una figura alta e sottile scese dal mezzo e diede un’occhiata al tutto. I capelli nero carbone aveva ciocche rosse sparse un po’ a caso che si muovevano al vento artificiale delle eliche. La bocca si spalancò, tra orrore e stupore, ed ebbe solo la forza di borbottare “Che diavolo è successo?”.

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Capitolo 15
*** Polari ***


Dororo aveva il fiatone. La piccola keroniana di nome Papaya era veramente brava come si vantava di essere; ma Koyuki sapeva che in parte era anche colpa sua: doveva averlo sfiancato quando aveva combattuto contro di lei. Ora osservava il combattimento tra i due alieni impotente, senza sapere quando potesse intervenire e ribaltare la situazione. Papaya sghignazzò alla vista del ranocchio azzurro che iniziava a stancarsi. “Oh, povero Dororo” gli disse sadica “Sembri stanco e … triste”. Il suo sorriso si allargò in un ghigno folle “Lascia che metta fine alle tue sofferenze”. Con un balzo improvviso stava per calare la sua lama contro il collo del ninja ma si fermò a mezz’aria. Una delle pareti era esplosa, facendo intravvedere tra la polvere Giroro e Tamama che combattevano contro gli altri due piccoli keroniani. “Attacco Tamama!” gridò il girino nero, lanciando una sfera gialla contro il keroniano con gli occhiali ma lui riuscì a proteggersi grazie a una barriera elettrica che proveniva dalle lenti. Per la miseria! Neanche James Bond ha un simile gadget! Giroro, invece, stava affrontando Cacao. Volava attraverso il dispositivo che gli faceva avere quattro ali come Trilli e sparava con il fucile a ripetizione. Ma il girino sapeva il fatto suo. Con una pistola riuscì a colpire la parte del dispositivo volante e fece precipitare il keroniano rosso a terra. Papaya lì osservò a lungo prima di chiamarli “Cacao! Patata! Che diavolo! Proprio adesso che ne stavo accoppando uno!”. I due girini si fermarono al suono stridulo della assassina. Giroro notò Dororo che si era accasciato a terra, ansimante, con Koyuki al suo fianco. E si accorse che anche lui iniziava a sentirsi stanco. I tre girini guardarono il loro operato con soddisfazione. “Abbiamo fatto abbastanza caos. Torniamocene a casa” disse Patata serafico, come se avessero fatto una gita scolastica. Ma una voce li inchiodò dov’erano “Non credo proprio”.

Delle corde spuntarono dal nulla e li avvolsero come serpenti, facendoli cadere a terra. Una estremità della corda tolse pure gli occhiali miracolosi di Patata che si lamentò “Ehi! I miei occhiali! Così non vedo niente!”. La figura che era atterrata con l’elicottero borbottò “Non me ne frega! Così impari a distruggere la mia casa”. I suoi occhi rossi scrutarono fin dentro l’anima come un raggio x, facendo arretrare tutti di un passo. Koyuki esclamò “Polari!”. La ragazza cose e l’abbracciò “Finalmente sei tornato!”. Lui l’abbracciò con un braccio e contò “Uno, due e tre. Bene, ora lasciami”. La ragazza lo lasciò ma non si spense il suo sorriso. Poi gli chiese “Come è andata in Australia?” “Alla grande!” rispose Polari “Ora partecipano alla nostra causa anche cinque canguri … Salutano come veri mafiosi –Baciamo le mani, picciotti!- …” “Scusate …” disse Dororo. L’uomo si voltò verso di lui “Ah, un membro delle Grandi Manovre … Esoso … giusto?”. Il ranocchio azzurro si deprime “Mi chiamo Dororo …”. Polari fece un gesto con la mano spazientito “Si quello che è”. Dette un’occhiata attorno “Non voglio pensare alle spese di ristrutturazione …”. Tornò a rivolgersi a Koyuki. “Andiamo alla sala computer e tutti voi …” si rivolse ai keroniani “Seguiteci”.

Ship, con la sua inseparabile Beatrice, stava esplorando le varie stanze del covo. Dove erano finiti i suoi nemici? Mentre arretrava all’indietro sentì qualcosa scontrarsi con il suo polpaccio. Si voltò con cautela. Garuru. Entrambi sobbalzarono alla vista dell’altro. “E mai possibile che tu sia sempre tra i piedi?” domandò la ragazza con rabbia. Lui sorrise “Sono pur sempre un invasore, mia cara”. Poi tornando serio disse “Ma basta con i convenevoli”. Abracadabra il fucile apparve, per l’ennesima volta, magicamente tra le braccia del keroniano. Ma prima che potessero fare qualcosa arrivò Polari “Ehi! Fermate la giostra!” gridò “Le mie adorate terme sono già malconce senza che voi aggiungiate qualche bossolo al muro”. Garuru lo guardò storto “E così tu saresti il famoso leader giapponese di Terra Libera”. Gli puntò il fucile contro “Dove si trovano il capitano e il suo plotone?” “Calmati prugna” borbottò Polari “Sono nella mia sala computer impacchettati per bene”. Incrociò le braccia “Ora che sono ritornato non permetterò che voi facciate del male ai miei subalterni senza reagire”. Tese un braccio, come a invitarlo ad entrare in una stanza “Parliamo da persone civili o ci diamo ancora dentro ad ammazzarci l’uno contro l’altro fino a che non rimane un solo sopravvissuto?”. Garuru lo fissò molto confuso ma decise di posare le armi e di richiamare i suoi uomini. “Molto bene!” esclamò Polari “Avviso a tutti che da questo momento ci troviamo in Svizzera! IOLALA IIIIUUUU!”.

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Capitolo 16
*** Un mistero svelato ... Alleluia! ***


Ed eccoli tutti lì, nella sala computer, l’unica stanza del covo ad aver subito un solo danno al soffitto dove ora l’acqua del temporale scendeva formando una cascata artificiale. I macchinari completamente andati, l’edificio lasciamo perdere. Si vedeva chiaramente pulsare una vena bluastra sulla fronte di Polari per la rabbia ma aveva deciso di scendere ai patti con i kappa alieni. Sapeva benissimo che ormai Terra Libera poteva essere spacciata, soprattutto adesso che pioveva. Ma loro avevano pur sempre fatto prigioniero –Keroro il conquistatore- e il suo plotone … Doveva pur valere qualcosa. E poi c’erano anche i tre piccoli porcellini, che mai nessuno li dividerà tralla alala là … Scusatemi … Non ho dormito bene stanotte … i tre piccoli girini. Potevano essere figli di qualche riccone keroniano.

Per l’evenienza avevano applicato dei potenti essiccatori sulla testa dei prigionieri che gli impediva di assorbire l’umidità piovana ma che aveva l’unico effetto collaterale di renderli leggermente … imbambolati. Infatti avevano gli occhi persi nel vuoto e continuavano a gorgheggiare come bimbi di cinque mesi. E Angol Mois? Ella aveva sbattuto più volte il suo bastone contro il terreno ma stranamente senza fare l’effetto voluto. Infatti Polari aveva rivestito il pavimento con la pietra Angol Stone; comprata a peso d’oro dai Viper. L’unica volta che aveva tirato un sospiro di sollievo. Ora doveva stare attento a Garuru e alla sua compagnia bella. Il keroniano viola si separò dal suo plotone e si parò davanti a Polari “Io sono il tenente Garuru, capo delle forze d’esplorazione keroniane di Keron …” “Lascia perdere queste presentazioni” ribatté il moro “Sappiamo benissimo chi sei e del perché sei qui”. Si sedette a terra e tirò fuori una sigaretta elettronica “Ti dispiace se fumo?”. L’altro scosse la testa “Non sarà questo ad ucciderti, Polari”.

Keroro gorgheggiò tendendo le braccia “ENENNE AUGU!”. “Aspetta …” borbottò Polari. Prese un telecomando e pigiò su –sottotitoli- “Keroro: TENENTE GARURU”. Il ranocchio verde continuò “EBEBE MOA GAGA’ IH BABABA BRUMB LELEME” “Keroro: NOI SIAMO QUI DI NOSTRA SPONTANEA VOLONTA’”. “Cosa dice capitano?!” esclamò Garuru “L’essiccatore le ha sconquassato il cervello!”. Giroro prese –parola- “E MUMMO DIDI CRASH! AUG COCO PLOP!” “Giroro: QUELLO CHE STA DICENDO E’ VERO! PER FAVORE FRATELLO, PER UNA VOLTA ASCOLTACI”. Il tenente ringhiò “Non siete in grado di pensare con quei aggeggi in testa”. Poi si rivolse a Polari “Se consegnerete i prigionieri immediatamente farò in modo di non farvi condannare a morte. Ma se ancora opporrete resistenza …” schioccò le dita dove Tororo tirò fuori un arsenale da dietro le loro spalle. “… Vi giustizierò sul posto”.

Polari fece una lunga aspirata dal bocchino di plastica “Bisogna stare attenti a ciò che si desidera” borbottò meditabondo “Potresti ottenerlo” e sbuffò del fumo rosso. Keroro ritornò indietro nel tempo e nei ricordi … Quando si era addormentato ed aveva sognato una spiaggia … Una bambina dai denti aguzzi che gli aveva promesso Pekopon in cambio di qualcosa … Era cambiato tutto da allora! “DUDUFEFE NONOMO BABA CO CAFRUSH!” gridò Keroro con la bavetta che gli imbrattava il mento. Che schifo. “Keroro: LA BAMBINA DELLA SPIAGGIA! E’ LEI CHE HA FATTO TUTTO QUESTO!”. Si voltò verso Fuyuki “GOGOJ LALAMA IGH KUE” “Keroro: AVEVO ESPRESSO IL DESIDERIO DI CONQUISTARE PEKOPON E LA BAMBINA MI AVEVA DETTO CHE ERA POSSIBILE MA CHE IO DOVEVO RINUNCIARE A QUALCOSA DI IMPORTANTE …”. Giroro, con il suo braccio molle borbottò “MASDJ KAKKA!” e la mano colpì il viso del sergente. Assistiamo ora a una azzuffata di schiaffetti fatti a rallentatore. Papaya si mise a ridere e fu solo allora che Dororo gridò “VAXA ZING ZON SPLASH!” “Dororo: QUELLA RAGAZZINA PRIMA MI HA DETTO D I LAVORARE APPUNTO PER LEI!”. Patata diede un calcetto alla sorella. I cinque del plotone strisciarono come vermicelli pur di raggiungerli ma quelli strisciarono sempre più lontani. Tutti rimasero imbambolati a fissarli. Natsumi borbottò “E’ una scena patetica e imbarazzante ma non riesco a smettere di guardarli …”. Fuyuki intanto era andato vicino a Koyuki e gli aveva sussurrato qualcosa nell’orecchio. La ragazza annuì. Quando Keroro stava raggiungendo il girino marroncino una nube bianca esplose nella sala. I presenti tossirono e quando il fumo si dissipò del sergente, del suo plotone e dei tre misteriosi girini non ce n’era traccia.

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Capitolo 17
*** La ragazza-spirito indica una via ***


Koyuki aveva condotto i keroniani nel folto della foresta, a qualche chilometro di distanza dal centro termale. Si stavano riparando dalla pioggia sotto il tetto di un tempietto abbandonato all’inizio dell’invasione. La ragazza stava cercando di togliere anche l’ultimo essiccatore dalla testa di Dororo. Il ranocchio azzurro, anche se era ancora sotto l’effetto del macchinario, arrossì vistosamente quando lo fece sedere sulle sue gambe come un pupazzo e con le sue agili dita allentare il laccio. Keroro stava andando già su di giri al ripristino delle sue capacità mentali, ma Giroro gli stava puntando la pistola sulla guancia “Sei un cretino, Keroro!” gli ringhiò l’alieno rosso “Non so neanche perché mi arrabbio o mi stupisco ancora … E da quando siamo su questo pianeta che non fai altro che cacciarti nei guai!”

“C- calmati Giroro” balbettò Keroro alzando le braccia “Io non mi rendevo neanche conto di quello che facevo: credevo che fosse tutto un sogno …” “Quella ragazzina sa essere più antipatica anche di me. Ih,ih,ih!” disse Kururu tenendo d’occhio i tre girini “Ma grazie a queste tre piccole pesti sapremo dove scovarla …” “Noi non vi diremo niente!” gridò Cacao. I tre girini erano legati insieme a una trave. Tamama si avvicinò a loro con il suo sguardo minaccioso “Invece voi ci direte ogni cosa altrimenti vi farò parlare io!”. “Ah,ah,ah! Come sei divertente!” disse l’alieno marrone. Socchiuse gli occhi e sghignazzò “Se non sei riuscito a battermi quando ci siamo scontrati …”. Gli occhi di Tamama divennero più dilatati “Dannato moccioso!” sibilò “Ora ti faccio vedere io!”. Stava creando una grossa sfera nera dai riflessi viola con gli ideogrammi giapponesi che aleggiavano intorno. La lanciò contro il trio. I tre bambini se la fecero sotto dalla paura: così non potevano difendersi! Ma Keroro corse e gli fece scudo con il suo corpo. Si rialzò con una pettinatura afro molto voluminosa.

“Soldato Tamama” borbottò staccandosi la parrucca “Non facciamoci prendere dalla rabbia o dal panico: così non otterremo niente”. Sorrise e si rivolse ai tre girini “Sono sicuro che in fondo voi siete soltanto dei poveri bambini che hanno bisogno d’affetto …”. Papaya lo guardò male e gli tirò un calcio in mezzo alle gambe. La faccia del sergente divenne blu e si accasciò a terra. “Dannati ragazzini!” strillò allora Keroro “Vi prenderò a sculacciate!”. Giroro e Tamama lo tenevano fermo. Kururu tirò fuori un bastone che mandava scintille “Se volete, sergente, li farò parlare con questo ih,ih,ih!”. Koyuki gli strappò di mano il bastone “Vergognati” gli disse “Usare un arma contro dei bambini”. Dororo incrociò le braccia e disse “Non riusciremo a farli parlare facilmente … Cosa possiamo fare?” “Se volete vi potrei aiutare io” sussurrò una voce familiare.

I keroniani guardarono su e videro lo spirito di una giovane fanciulla galleggiare nell’aria “Oh, sei tu!” la salutò Keroro “Che cosa ci fai qui?” “Non se lo ricorda capitano?” ribatté lo spirito “Ha esorcizzato la stanza e da allora ho vagato a lungo finché non ho trovato questo confortevole tempietto”. Tutti si avvicinarono a lei tranne Giroro. Lui, alla vista dello spirito, si era appiccicato a un’altra trave in preda alla paura: odiava i fantasmi! Patata, Cacao e Papaya misero il broncio. Sapevano fin troppo bene che tornati a casa avrebbero avuto una bella strigliata. Lo spirito rivelò “Ho già visto loro tre nel mio vagabondaggio ed ho avuto occasione di parlare con quella strana bambina. Era così strana ma molto gentile. Mi aveva detto che aveva preso abitazione dentro al monte Fuji ma che appena avrebbe finito i suoi affari si sarebbe trasferita nel Vesuvio, in Italia”. Lì si mise a parlare con se stessa “Chissà che caldo vivere dentro a un vulcano attivo”. Keroro, vestito da Jack Sparrow urlò “Uomini, abbiamo una rotta!”. La musica de “I pirati dei Caraibi” echeggiò nell’aria mentre gli altri risposero con un “Yahoi!” molto piratesco e vestiti come tali (immaginate un po’ voi) ma Koyuki protestò “Ehi! Un momento! Fuyuki mi ha detto che lo dovevate aspettare qui!”. Il disco si graffiò. “Va Be …” borbottò Keroro “Lo aspetteremo …” “Sergente!” lo chiamò Tamama agitato e indico la trave dove erano imprigionati i bambini. Ma essi erano spariti, lasciando solo dei pezzi di corda.

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Capitolo 18
*** La Narratrice e i suoi deliri ***


Stavo passeggiando per la strada, senza una meta precisa. Dovevo prendermi un’altra piccola pausa altrimenti la mia testa sarebbe esplosa come un geyser, lasciando che il nulla mi penetrasse nel cervello senza il permesso di soggiorno. Il sole brillava come al solito alto nel cielo; così caldo per la stagione estiva che le persone avevano imparato a volare a furia di muovere i ventagli. I cammelli pascolavano liberi nei parchi, le leonesse inseguivano le zebre per le strade e una giraffa molto gentile aiutò una bambina a recuperare un palloncino incastrato tra i rami di un albero.

Man mano che camminavo, però, mi accorsi che al posto del catrame molliccio, si stava estendendo sotto ai miei piedi una stradina fatta di mattoni gialli. Anche il paesaggio attorno a me era cambiato. Le palazzine erano diminuite fino a lasciare spazio a estesi campi di grano con qualche fiore di papavero sparso qui e là. Iniziai a saltellare, colta da una strana euforia demenziale. Mentre stavo percorrendo questa stradina, all’improvviso, spuntò un distributore di bevande che si accese di rosso e con una voce al vetriolo mi chiese “Ciao! Ti va di giocare con me?”. Io lo fissai con gli occhi di fuori. La macchina continuò “Ti offro una Cola … vediamo se ti accorgi della differenza …” e apparve una faccina che mi fece l’occhiolino. “UAAAAAAAAGGGHHH!” urlai io “Un distributore pervertito vuole drogarmi!!!” e corsi a tutta velocità. Il distributore borbotta “Non è colpa mia se la pubblicità fa così …”.

Mi fermo dopo qualche metro, con i polmoni che andarono a fuoco. Un trio formato dai esseri più strani che abbia mai visto mi guarda incuriosito. Mi tolgo il sudore dai occhi e li osservo. Uno spaventapasseri vestito di stracci, un boscaiolo di latta e un leone dall’aria molto mite. Perplessa, feci sventolare la mano in segno di saluto. Quelli mi sorrisero e ricambiarono il gesto. “Scusate se vi disturbo …” mormorai io cercando di sorridere a mia volta “Ma sto cercando un modo per ritornarmene a casa …” “Puh! Un’altra …” disse il boscaiolo incrociando le braccia “Se sei venuta per fare il provino per la parte di Dorothy arrivi in ritardo … ne abbiamo già trovata una” “Ma …” iniziai a dire io “Io non sono venuta per …” mi azzittisco perché lo spaventapasseri mi afferrò per la mascella, mi studiò ben bene e domanda all’altro “Perché non facciamo che ci siano due Dorothy? Così baderà lei alle nostre valigie” “Scusami …” “Non si può fare!” ribatté l’altro “Ho già i nervi a fior di pelle solo al pensiero di portarmi appresso quella bambina viziata … Figurati se ce ne sono due” “Ehi!” “Uffa!” fa la bambola di paglia lasciandomi. Mi allontanai piuttosto inviperita e schioccai le dita. Delle colombe bianche apparvero con dei coriandoli e qualche palloncino. Il boscaiolo e lo spaventapasseri si misero ad applaudire mentre il leone ruggì estasiato. “Cavoli! Eppure Giroro e gli altri keroniani ci riescono senza intoppi!” strillai stizzita. Lo rifeci altre tre volte e spuntarono in successione un gruppetto di conigli, dei piccoli fuochi d’artificio e una famiglia di riccioli che venne sterminata da una macchina in corsa. Ci rinunciai. Il leone venne dalla parte del fantoccio “Ma questa sa fare le magie!”. Il taglia ceppi alza gli occhi al cielo. Meglio che mi allontano da questi pazzi.

Cammina e rincammina incontrai una bimba con la mantellina rossa. A pochi centimetri da lei cambiai strada. Basta favole. Mi ritrovai alle rive di un laghetto, mi sedetti sulla sponda e ci guardai dentro. Un fenicottero si avvicinò a me e mi chiese tutto ammiccante “Perso qualcosa?” “Si” risposi mogia “Volevo passeggiare per schiarirmi le idee ma adesso sono più ingarbugliate di prima” “Andrà tutto bene” mi consolò il pennuto mettendomi un’ala attorno alle spalle “Ora te ne vai a casa e ci pensi un po’ su …” “Ma come?” borbottai “Mi sono persa” “Ci penso io!” esclamò lui e tirando fuori da chissà dove una mazza da baseball. Con un colpo preciso mi da una legnata sulla testa. Riaprì gli occhi e mi ritrovai stesa sulla strada, con il Drago (la fontanella) che mi versa l’acqua in faccia. Mi rialzo tutta dolorante e per un brutto presentimento mi tasto le tasche dei pantaloni “Quel maledetto pennuto mi ha rubato il portafogli!”.

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Capitolo 19
*** Tutti riuniti con i pro e i contro ***


Keroro e gli altri rimasero ad aspettare per circa sei ore dentro al tempietto. Alla fine videro avvicinarsi il ragazzo. I vestiti che portava erano strappati in più punti e aveva anche un occhio nero. I keroniani si avvicinarono a lui molto preoccupati. “Mister Fuyuki!” esclamò il ranocchio verde “Che cosa ti è successo? Non mi dire che sono stati il tenente Garuru e il suo plotone …” “Non proprio …” rispose il ragazzo entrando. Si sedette su dei gradini vicino all’ingresso e disse “Quando ho chiesto a Koyuki di portarvi qui sapevo che sarebbe accaduto il finimondo ma non potevo fare altrimenti”. Li guardò ad uno a uno e sorrise quando il suo sguardo finì su Keroro. “Adesso le credo capitano”. Gli occhi del keroniano si inumidirono e piangendo balzò tra le braccia di Fuyuki che, questa volta, ricambiò il gesto. Che scena toccante. Anche gli altri si commossero tranne Kururu, che incrociò le braccia e commentò “Disgustoso”.

Dororo si rivolse alla ragazza “E tu Lady Koyuki? Credi in noi adesso?”. Lei si ritrovò a guardare negli occhi azzurro cielo del keroniano, carichi di aspettative e si morse il labbro. Tutto questo era così privo di logica … eppure … Quando vide che Koyuki non gli stava dando nessuna risposta Dororo si sentì il cuore a pezzi. Distolse il suo sguardo, anche se gli sembrava impossibile non ritornare a osservare quei lineamenti dolci e quei occhi da fata. E a lei gli dispiacque molto vederlo reagire così. Fuyuki lasciò andare Keroro e si mise a raccontare “Quando il fumo si è dissipato e voi eravate spariti, il tenente Garuru si è molto arrabbiato. Ha puntato il dito contro Polari e lo ha accusato di avervi imprigionato da qualche parte. Il capo gli ha detto ch lui non centrava niente e che Terra Libera non era l’unica a voler fare la pelle a voi, capitano …”. Keroro venne travolto dai brividi. Il ragazzo continuò “… Ma il tenente non ha voluto sentire ragioni ed ha attivato il suo arsenale. Anche i membri di Terra Libera tirarono fuori le loro armi, pronti all’azione. Iniziò una battaglia sanguinosa. Intanto arrivarono altre truppe keroniane e imprigionarono molti ribelli. Io in qualche modo riuscii a contattarmi con mia sorella e gli rivelai che avevo scoperto un passaggio dove si poteva fuggire dall’edificio senza essere notati dai alieni. Infatti sono scappato da li …” “E come ti sei procurato tutti quei graffi e quella contusione?” domandò Tamama indicando l’occhio nero. Il ragazzo arrossì appena e si grattò la testa “Ehm … sono inciampato su una radice e sono rotolato giù per una discesa …”. Le bocche si spalancarono: anche Fuyuki faceva gaffe?!?

I cespugli vicino al tempio frusciarono violentemente e una testa rossa con due codini apparve tra di essi: era Natsumi! E non era da sola. Con lei c’erano anche Momoka e Saburo. Appena la sorella vide Giroro le sue guance si imporporarono un pochino, memore di quello che era accaduto nella cucina, ma ad alta voce sibilò “Che ci fanno quei brutti ranocchi insieme a voi?!”. Saburo fa un mezzo sorriso e un cenno di saluto rivolto a Kururu che ricambia. Momoka andò verso Fuyuki ma notò che il girino la sta guardando con gli occhi lucidi. Lei si sentì alquanto a disagio ma ciò che la stupì maggiormente fu che provò una sorta di nostalgia, appena i suoi occhi incrociarono quelli del giovane keroniano. La sua attenzione ritornò al suo adorato. “Oh, Fuyuki, che cosa ti è accaduto?”. Prese un fazzoletto, lo inumidì d’acqua, e deterse i graffi che aveva sul viso. Il dodicenne gli rivolse un sorriso molto dolce “Grazie Momoka, sei davvero gentile”. A quelle parole, il cuore della fanciulla ballò la rumba. Fuyuki si rivolse di nuovo a Keroro “Capitano … lei ha detto che vi siete ritrovati in questa situazione dopo che lei aveva sognato una misteriosa ragazzina che vi ha promesso la conquista della Terra …”. Il keroniano verde annuì. Il ragazzo continuò “Credo di sapere la sua vera identità: lei è una Arcijanare …”.

“Un Arci … che?!?” domandò Tamama ma Giroro gli rispose “E’ una delle razze di Nontorma”. Vedendo che i terrestri lo fissarono strano aggiunse imbarazzato “Noi keroniani sappiamo che oltre ai pekoponiani esistono altre razze che voi definite –ultraterrene- … Noi li chiamiamo Nontorma …” “Per quanto io sappia …” replicò Kururu “Le streghe sono i Nontorma peggiori … e le Arcijanare sono le streghe più potenti di tutte, visto che hanno il sangue di diavolo nelle vene …”. Keroro si stupì “Davvero?”. Giroro gli tirò un pugno sulla testa “Come al solito, alla lezione supplementare prima di venire su Pekopon, non hai prestato la ben che minima attenzione!” “Essendo un essere soprannaturale” disse Fuyuki “Sarà quasi impossibile sconfiggerla. L’unico modo di far tornare tutto alla normalità è che troviamo un modo per rompere il patto stipulato tra lei e il Capitano”. “Si … ma come?” mormorò Momoka sedendosi affianco al ragazzo dei suoi sogni “Noi non sappiamo che cosa gli ha dato in cambio …”. Stettero tutti in silenzio finché Keroro disse “Quel giorno …” “Come?” domandò Natsumi incrociando le braccia. Il ranocchio verde ripeté “Quel giorno … Quando tu, Lady Natsumi, mi avevate scoperto dal mio nascondiglio … tutto è iniziato da allora …” strinse i pugni e aggiunse “E quella strega se l’e preso”. “Ma noi non possiamo andare indietro nel tempo!” esclamò Koyuki ma Saburo ribatté “Questo no … ma possiamo fare qualcos’altro …” “Cioè?” chiese Natsumi. Suo fratello si alzò “Dobbiamo far in modo che fra la Terra e Keron ci sia la pace”.

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Capitolo 20
*** Notizie su Facebook e inversioni di ruoli ***


“Voi siete davvero sicuri che riuscendo a convincere il Generale, lui ritiri le armate e liberi la Terra?” domandò Natsumi un po’ scettica. La notte era scesa ed aveva smesso di piovere. Tra le nuvole iniziarono a spuntare le stelle. Keroro annuì “Certo!” rispose “Il Generale può fare qualunque cosa! E’ come la regina d’Inghilterra e il presidente degli Stati Uniti messi assieme!”. Nella mente dei terrestri si formò l’immagine di un keroniano di colore con i capelli grigi e vestito in modo sfarzoso che salutando con una mano inguantata e gli occhi fissi dice “Yes, we can”. Una smorfia incomprensibile spuntò sui loro volti. Tamama protestò “Ma adesso dove sarà? Ora che Pekopon è conquistata, sarà ritornato su Keron …” “Non proprio” lo interruppe Kururu.

Aveva un grosso portatile e stava picchiettando animatamente sui tasti mentre lo schermo luminoso gli illuminava il viso già inquietante di suo. Ma dove l’hai tirato fuori il portatile? Tutti si raggrupparono attorno al ranocchio giallo e guardavano nel computer. Era su Facebook. “Ora vado nel profilo di Garuru …”. Apparve il profilo del tenente vestito da rockettaro. “Ecco gli ultimi aggiornamenti …”. Cliccò su lo stato. “Domani sera il Generale verrà all’anniversario annuale della conquista di Pekopon e la festa si terrà a …”. Andò giù con il mouse. “… A Villa Tamama”. “Allora è fatta!” esultò Momoka “Conosco ogni anfratto della villa …” “Ma sarà circondato da guardie keroniane di altissimo livello” disse Fuyuki “Come facciamo ad avvicinarci? Ci staranno cercando e anche se ci mascheriamo ci riconosceranno”. Stettero un po’ in silenzio, a pensare. Ma alla fine le idee vengono solo a Kururu. “Ho la soluzione adatta”. Si alzò e fece apparire una bacchetta da rabdomante di metallo e puntò la punta in alto. Una luce abbagliante colpì i presenti. Quando riaprirono gli occhi i terrestri erano diventati keroniani e i keroniani terrestri: Fuyuki divenne un girino blu indaco con gli occhi a palla verdi e il berrettino bianco con disegnato su un fiocco di neve. Momoka divenne anche lei un girino grigio-azzurro dai occhi dolci e viola e un velo blu scuro dai contorni di pizzo. Natsumi divenne una rana adulta sul rosa, con gli occhi castani dal taglio identico a quello di Giroro e un casco di metallo alla Magneto con un piccolo sole disegnato su. Saburo era identico in modo impressionante a un Kilulu e Koyuki divenne una keroniana sul verde bottiglia vestita da ninja e con il cappellino di paglia.

Bene, ora passiamo alla descrizione dei keroniani umanizzati (lì, chi so io, avrà avvicinato la faccia al computer tanto da far diventare gli occhi parte integrante dello schermo tanto che mi da un po’ di dispiacere deludere ma lo faccio comunque): Keroro era diventato un dodicenne dai capelli e gli occhi neri, vestito con la famosissima maglietta verde con la stella gialla al centro e i pantaloncini gialli larghi e lunghi fino al ginocchio. Tamama divenne un ragazzino un po’ effeminato dai capelli rossi e gli occhi neri, vestito con una tuta nera. Giroro divenne un bel adolescente biondo dai occhi grigi e la maglietta rossa con i teschi e i pantaloni mimetici. Kururu un adolescente con i capelli castani e gli occhiali da sole che coprivano interamente gli occhi e un filino di pancetta, vestito con una maglietta e pantaloni larghi da pop. Dororo era un’affascinante ninja dai capelli azzurri e gli occhi dolci dello stesso colore, vestito con la camicia hawaiana e i pantaloni verdi un po’ scoloriti. Kururu prese parola “Ora possiamo entrare alla festa senza destare sospetti” riprese il computer “Intanto creo delle generalità false in modo che noi passiamo come vostri servi e voi per keroniani importanti”. Natsumi strillò “Tutto questo è ridicolo! Voglio tornare come prima!”. Momoka era tutta rossa. Fuyuki era carinissimo anche da keroniano. Saburo si mise a fianco dell’hacker “Sbaglio o io assomiglio a una delle vostre armi?” “Ce ne saranno altri … passerai inosservato”. “Ora che siamo tutti pronti per imbucarci alla festa” disse Keroro “Escogitiamo un piano per avvicinarci al Generale senza essere notati!”. In quel momento il bottone dei pantaloni partì e fece cadere i pantaloni al sergente, mostrando dei boxer con le facce dei Gundam. Giroro si mise una mano sul viso “Con te sarà impossibile” borbottò alla fine.

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Capitolo 21
*** Zoruru innamorato ***


Arrivò la sera della festa (Eh?! Di già?!?). Due keroniani piuttosto tozzi controllavano i documenti all’ingresso. I nostro gruppo si avvicinò a essi un po’ titubanti e mostrarono i loro tesserini. Quelli li studiarono attentamente e, dopo qualche secondo da suspense, sorrisero e li fecero entrare. La sala era ghermita di keroniani che sfoggiavano gioielli e medaglie. Qui e là un gruppo di silenziosi umani servivano gli alieni. “Bene” bisbigliò Kururu nel fiore ad occhiello che portava sulla giacca. Per l’occasione il plotone si era vestito con lo smoking tipico della servitù. “Ora noi ci separiamo e il primo che trova il Generale manderà un segnale”.

Koyuki annuì. Nei documenti falsi lei era Yuyuki, una novizia dell’arte ninja keroniana e cugina di Dororo. Stava andando a prendere da bere quando sentì la sensazione di essere osservata. Si voltò e vide che Zoruru che la fissava intensamente, accarezzando con un dito metallico il bordo del bicchiere di vetro. Il suo sguardo non prometteva niente di buono. Lei si rigirò e prese un bicchiere. Quello si stava avvicinando! “Ciao” gli disse il keroniano mettendosi al suo fianco “E’ la prima volta che vieni in questo tipo di festa?”. Lei si allontanò appena “Si …” gli rispose a disagio “Sono una novizia dell’esercito … sono stata trasferita qui soltanto dall’altro ieri …”. Zoruru sorrise o almeno così sembrò “Molto interessante … e in quale plotone sei stata assegnata?”. Keroro aveva dato un’occhiata verso la ninja e l’aveva vista in difficoltà “Dororo!” chiamò a bassa voce attraverso l’occhiello “Lady Koyuki è nei pasticci”. L’azzurro annuì e andò verso il suo nemico d’infanzia. Intanto la ragazza cercava di arrampicarsi sugli specchi “N- non sono a- ancora stata assegnata a nessun plotone” balbettò intimidita dalla vicinanza del ranocchio “Sa … Con tutta la faccenda della scomparsa del Capitano e dei altri …”. Lui si avvicinò di più “Già …” replicò facendo tintinnare il bicchiere “Spero che tu venga assegnata al mio plotone … Ci vorrebbe un’altra assassina”. Con una mano gli afferrò il mento delicatamente e lesse il cartellino “Yuyuki …” mormorò come se lo gustasse “Un bel nome per una bella keroniana”. Lei gli schiaffeggiò la mano e sibilò “Come si permette di mettermi le mani addosso?”. Dororo arrivò in quel momento “Lady Yuyuki, sua sorella Natsusu la sta cercando …” “Grazie Daisuke” disse lei e con voce glaciale disse “Ossequi” e, insieme al ragazzo, si allontanarono. Zoruru rimase a guardarla finché non sparì tra la folla. “Yuyuki …” ripeté ancora mettendosi una mano sul petto e si stupì di sentirlo battere così veloce.

“Ma chi era quello?!?” disse con rabbia la ragazza mentre Dororo la portava da Natsumi. “Era Zoruru, il soldato scelto che si trova nel plotone del tenente Garuru …” rispose spiccio. Da quando aveva visto il keroniano meccanico che si era avvicinato così tanto a Koyuki; si era sentito rodere dalla gelosia e dalla rabbia. Lei lo fissò un po’ stranita “Che ti prende, Dororo? Come mai sei così arrabbiato?” “Io?!?” ribatté l’altro “Non sono arrabbiato”. Lei ridacchiò “Si … Certo …”. Il ragazzo arrossì. Beccato. Giroro stava girando per l’enorme sala con in mano un vassoio pieno di tartine. Ma poi vide una figura con un grosso mantello dirigersi verso i bagni “Ehi ragazzi! Il Generale è qui!” bisbigliò al fiore “Ritroviamoci in un luogo lontano dalla vista di tutti” “Ricevuto”.

Il gruppo era riuscito in qualche modo ad avvicinarsi al bagno tranne Koyuki che si ritrovò essere trascinata all’indietro. Era Zoruru. L’aveva afferrata per un polso e si mise a contemplarla. Lei si dimenò per liberare l’arto ma la sua stretta era fortissima. “Yuyuki … E’ la prima volta che provo un sentimento del genere per una donna … e solo dopo pochi secondi che l’ho incontrata ma …”. L’aveva avvicinata di più a se e cercava di baciarla. Dororo la strappò dalle sua braccia e la spinse verso gli altri. Poi si voltò verso il keroniano meccanico e gli disse “Sei proprio come quando eravamo bambini: non capisci mai il significato della parola no!”. Zoruru lo fissò allibito “Dororo?” lo chiamò. Quello, per tutta risposta, prese Koyuki e scappò. Il soldato si toccò a un lato della testa “Garuru” disse “Abbiamo qualche problema”.

Garuru ascoltò con attenzione le parole del suo sottoposto e ordinò “Non lasciarteli scappare. Devi inseguirli e portarli qui da me senza che il Generale si accorga di nulla” “Ricevuto”. La comunicazione cessò. Il keroniano viola si trovava nelle prigioni che aveva fatto costruire apposta per i membri di Terra Libera. Peccato che tra i ribelli che avevano catturato non ci fosse anche Ship. Ah! Quella ragazza ne sapeva una più del diavolo … Forse era per questo che non era riuscito ancora a catturarla. Ma tra le sbarre della cella che si trovava di fronte a lui c’era il loro leader: Polari. Lui se ne stava tranquillo a fumarsi quella strana sigaretta come se fosse in una stanza a casa sua. E Garuru ammirava il coraggio che dimostrava un uomo. “Lei è l’uomo più strano che io abbia mai incontrato Polari” gli rivelò Garuru “E’ così calmo … Di solito i prigionieri che si trovano qui, dopo qualche ora, implorano la mamma”. “Oh, io sono qui come spettatore e non come prigioniero” disse serafico lui. I suoi occhi cremisi guardavano il keroniano con una luce strana “Se io ancora non me ne sono andato è perché ci sono anche dei miei compagni qui”. “Lei è pazzo” gli disse il tenente “Mi vorrebbe dire che lei potrebbe uscire in qualsiasi momento?!?” si mise a ridere “Lei è ridicolo!”. L’altro sbuffò un po’ di fumo verde “Detto così sembra veramente ridicolo ma …” si interruppe e guardò il soffitto dove la nuvola di fumo stava penetrando “Perché non va a salutare suo fratello? Si trova vicino ai bagni, in attesa del Generale …”. Garuru gli voltò le spalle “Farò venire qui un’infermiera per visitare la sua salute mentale Polari e …” si rivoltò di nuovo verso l’uomo ma quello era sparito, lasciando solo il fumo della sua strana sigaretta.

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Capitolo 22
*** Alla ricerca del Generale ***


Il gruppo si trovava di fronte ai bagni. “Giroro, sei sicuro che il Generale sia venuto da questa parte?” chiese Keroro dubbioso. Il ragazzo biondo stava per rispondergli male ma sentirono dei rumori provenire da dentro alla stanza e si azzittì. Bussarono delicatamente alla porta. Non arrivò nessuna risposta. “Generale Totoro? E’ lì dentro?” domandò Giroro preparando la pistola. Anche questa volta non rispose. Kururu guardò l’orologio che portava al polso “Dobbiamo sbrigarci: la trasformazione durerà solo per altri dieci minuti”. Il biondo bussò con più forza. Scusate! Magari se è chiuso in bagno ci sarà un motivo piuttosto urgente che gli impedisce di rispondere … No?!? Tutti impallidirono a questa rivelazione. La porta del bagno si aprì di colpo, mostrando la piccola keroniana Papaya. “Alla fine ci rincontriamo, perdenti!” sghignazzò lei, sguainando la sua katana e puntandola contro il gruppo “Devo dire che state molto bene uno nel panno dell’altro” commentò Cacao che apparve alle loro spalle e facendo roteare la sua lancia. Per ultimo arrivò Patata, che fluttuava nell’aria grazie a un dispositivo antigravitazionale e aggiunse “Peccato che dobbiamo uccidervi”. Le sue lenti si tinsero di rosso e al centro venne un segnalino di puntamento. Tutti si guardavano in cagnesco, pronti a scattare appena uno avrebbe fatto qualche passo falso. “Dove avete nascosto il Generale?” ringhiò Giroro, tirando fuori le sue pistole ma il girino marrone replicò “Saperlo non vi servirà nella tomba” e diede inizio all’attacco. Tamama unì le mani creando una sfera d’energia gialla e gridò “Attacco Tamama!”. Dororo attaccò Papaya e diedero vita a una battaglia da film ambientati nell’era medievale giapponese (non so come si chiama l’era medievale giapponese). Giroro sparava all’impazzata e Kururu stava facendo una battaglia virtuale contro Patata. Anche le tre ragazze e Saburo si diedero da fare contro i tre piccoli keroniani.

Keroro e Fuyuki, intanto, erano entrati nel bagno, alla ricerca del Generale. Essendo la villa era appartenuta a una multimilionaria; il bagno non era una semplice stanzetta fatta da sanitari, vasca e armadietti vari … No! Il bagno era una immensa stanza dalle piastrelle fatte di madre perla, lavandini di marmo super extra bianco con rubinetti in oro massiccio e una pietra preziosa incastonata in ogni manopola: rubino per l’acqua calda e zaffiro per l’acqua fredda. La vasca da bagno era grande come una piscina munita di Jacuzzi e lucine che cambiavano colore all’acqua per creare ogni atmosfera. Il lampadario, ovviamente, fatto di cristallo di Boemia. Furono accecati per un momento da tutto questo lusso “Narratrice! Smettila di puntarmi la luce che riflette nello specchio sui occhi!” strilla Keroro. Fuyuki si guardò intorno “Ma dove è finito il Generale? Qui non c’e nessuno …”. La sua attenzione cadde su un rubinetto che invece di essere d’oro era d’argento. Su di esso c’era uno stemma di una rana tribale. “Capitano, guardi!” chiamò il ragazzo indicando il rubinetto insolito. Keroro lo fissò perplesso e poi esclamò “Ci sono! Mister Fuyuki, faccia come me!”. Ispirò l’’aria e iniziò a gracidare. Si unì anche Fuyuki. Il rubinetto, sotto a questa sincronia, si mise a girare e il muro si spalanca.

Harry Potter venne da me puntandomi la sua bacchetta al mio naso “Senti, non so se lo fai apposta ma questo si chiama Spoiler!”. Io tiro fuori a mia volta la mia bacchetta di plastica e con una semplice mossa faccio volare via quella di Harry. Il maghetto mi guarda stupito “Ma come hai fatto? E senza pronunciare nessuna formula magica!”. Io gongolo “La mia bacchetta è provvista di calamita”. Lo acchiappo per la fibbia della cintura fatta di metallo e lo trascino fuori.

Seguirono il tunnel tortuoso e arrivarono a un bivio. “Che strada prendiamo? La destra o la sinistra?”. Dopo averci pensato un po’ su e deciso con la morra cinese; decisero di andare a sinistra. Spuntarono da dietro una libreria dove in basso ci stava un professore dai capelli brizzolati con il suo gobbo assistente. Sul tavolo operatorio era steso un energumeno che lentamente si alzò a sedersi grugnendo. Il professore urlò giubilante “E’ vivo! Vivo!”. Keroro e Fuyuki indietreggiarono “Abbiamo sbagliato film”. Tornano indietro e imboccano l’altro bivio.

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Capitolo 23
*** Missione fallita ***


Finalmente uscirono dal lungo tunnel della villa Nishizawa. Erano finiti in un campo di baseball, illuminato a notte dai enormi fari. Fuyuki e Keroro si guardarono e notarono che avevano ripreso il proprio aspetto. Poi si volsero verso il centro dal campo: un keroniano gli dava a loro le spalle. Aveva un elmetto nero con uno spuntone in cima e portava un lungo mantello rosso svolazzante. Ma come fa?! Non c’e neanche un alito di vento! Keroro si mise una mano davanti ai occhi per pararli da quella luce accecante “Generale? E’ lei?” gli domandò avvicinandosi. Il keroniano si voltò lentamente e … “Padre!” esclamò Keroro stupito. “Ciao, Keroro” lo salutò il genitore accendendosi una sigaretta. Sembrava molto arrabbiato. “Ai piani alti sono tutti impazziti per la tua scomparsa e guarda un po’ che cosa scopro … che tu ti sei alleato con i pekoponiani!”. Il ranocchio verde alzò le mani “Posso spiegarti tutto! E’ successo che …” “Stai zitto!” lo sgridò l’altro. Indicò il cielo e disse “Il Generale è al sicuro nella sua navicella spaziale, in orbita vicino a Giove … Non lo raggiungerete mai …”. Fuyuki fece un passo in avanti “La prego, ci ascolti! Dietro a tutto a questo ci sta una …” iniziò a gridare ma il keroniano gli puntò contro una pistola “Rimani fermo dove sei, ragazzo”. Ritornò a guardare il figlio “Sei ancora in tempo per tornare indietro figliolo” fece una smorfia di dolore “Non farmi ritornare da tua madre e dirgli che sei diventato un traditore del tuo pianeta natio”. Gli occhi di Keroro si riempirono di lacrime “Padre …”. Un’esplosione distolse la loro attenzione: i tre piccoli keroniani combattevano ancora contro gli altri. Il padre abbassò la pistola e richiamò i tre. Papaya fece un verso di disappunto e rimise a posto l’arma. Dette un’occhiata carica d’odio a Dororo e Koyuki e ringhiò “Questa volta ve la siete cavata … Ma non finisce qui!”. I altri due la seguirono a ruota. Un enorme disco volante li venne a prendere. Mentre si stavano sollevando attraverso il fascio di luce, il Sergente Terrore lanciò un ultimo sguardo verso il suo unico figlio e scosse la testa. Sparirono dalla vista.

Fuyuki guardò tristemente il sergente, che aveva chinato il capo. Giroro mise via le pistole e chiese “Ehi, Keroro, ma quello non era tuo padre?”. Il ranocchio verde annuì “Ha preso il posto del Generale … si vede che i piani alti sono stati avvertiti del nostro intento e che abbiano provveduto a metterlo al sicuro … forse su un altro pianeta …” borbottò sconsolato. Tutti lo fissarono tristemente. Dororo prese la parola “Non possiamo più stare qui! Ho intravisto Zoruru che ci inseguiva …” “Oh, come sei perspicace …” disse una voce alle sue spalle. Il keroniano metallico stava sgranchendo le dita di ferro e sguainava la spada dal braccio. Presto viene raggiunto da Garuru, Pururu, Taruru e Tororo. La keroniana aveva gli occhi violetti pieni di lacrime “Tesoro! Dimmi che non è vero!”. Voleva raggiungerlo ma il tenente l’aveva trattenuta. Poi si rivolse a loro “Questo è l’ultimo avvertimento! O voi ritornate a casa oppure dovrò dichiararvi complici dei ribelli di Terra Libera!” “Ma volete provare ad ascoltarci per una volta!?!” gridò arrabbiata Natsumi ai keroniani “Una strega ha fatto un incantesimo a tutti noi e …”. Un raggio gli sfiorò la guancia. Il tenente gli aveva dato un colpo d’avvertimento.

Giroro gli disse minaccioso “Ti è saltato il cervello?!?” “Se la volevo morta, avrei mirato più a destra” ringhiò il fratello in risposta. Poi si rivolse alla rossa “Il tuo capo se le svignata lasciando i suoi sottoposti in cella …” “Tu credi?”. Polari era apparso alle spalle di Garuru e gli puntava una magnum alla nuca. Tutti gli altri prigionieri li avevano circondati e gli puntavano addosso i fucili. Garuru fece un sorrisetto. “Credi che io sia uno sprovveduto?” gli disse all’uomo. Parlò attraverso il braccialetto “Angol Mois! Fai irruzione!”. Silenzio totale. Tra i ribelli echeggiò una risatina. “La ragazzina è al momento indisposta …” disse serafico il leader. Diede un segnale ed arrivò un elicottero guidato da Ship. Tornò a guardare il ranocchio viola “Facciamoci un giretto … vi va?”. Salirono tutti a bordo del mezzo. Intanto gli altri keroniani continuavano a festeggiare, senza essersi accorti di nulla.

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Capitolo 24
*** La Narratrice e la rivale in amore ***


Voi credete che io, la Narratrice, sia una tipa molto sarcastica e maligna che si diverte a rovinare la vita a dei simpatici ranocchi alieni … In parte è vero ma dall’altro … anche io ho un cuoricino che palpita amore (guida turistica di –Siamo fatti così-: In mezzo a quelle due sacche umidicce che si chiamano polmoni; quel muscolo rosso percorso da vene bluastre che si contrae ininterrottamente si chiama cuore … Turisti: OOOOOHHHH!). Ma come la nostra Momoka, anche io ho patito per amore.

Non era bello ma per me aveva fascino da vendere: capelli castani quasi sul biondo tirati all’indietro, occhi color nocciola che appena li incrociavi con i tuoi notavi che aveva dei sprazzi d’oro come i fiumi texani prima della famosa febbre ed il suo sorriso mi faceva sciogliere come ghiaccio dentro al microonde e scoppiettare il cuore come un popcorn dentro a una pentola. Un giorno lo incontrai dentro all’autobus 9 e 3/4. Sentii il coro angelico dare quella nota dolcissima da telefilm e i raggi del sole inondarlo di luce. Stava ascoltando la musica anni ‘70 a tutto volume dal suo Mp3, nascosto nella tasca della sua giacca. Quella volta, dopo mesi che lo guardavo da lontano sbavando come un sanbernardo, avrei raccolto tutto il mio coraggio e gli avrei chiesto il suo numero di cellulare. Ma una creatura oscura dalla capigliatura bionda si aggirava tra i primi sedili del mezzo e si avvicinava a lui furtivamente. La colonna sonora de –Lo squalo- uscì dai altoparlanti tra un annuncio dello sciopero nazionale e il nome della prossima fermata. La riconobbi subito: spocchiosa e irritante Barbie.

Ella era il risultato mal riuscito di un esperimento genetico di uno scienziato pazzo, la rincarnazione di Satana, una mangiatrice di uomini … Insomma, abbiamo capito no?! Si avvicinò al tipo dei miei sogni con un sorriso diabolico e quando allungò una mano dalle unghie laccate di smalto verso la sua spalla ... Dovevo agire in fretta. Con salti da ninja la raggiunsi e bloccai il gesto blasfemo. I nostri occhi si incrociarono e lanciarono fulmini e saette. La studiai attentamente, in modo da capire quali armi possedesse e quali fossero le sue debolezze. Anche lei fece lo stesso. Il ragazzo non si era accorto di niente e continuava tranquillamente ad ascoltare la sua musica. Lei si arrampicò come una scimmia su una sbarra metallica e mi tirò un calcio con entrambi i piedi al mio stomaco. Boccheggiai. Maledetta … Quando stava per ritirarle le afferrai le caviglie e la spinsi a terra. Non mi piacevano le persone che mi trattano come uno zerbino. I passeggeri attorno a noi ci guardavano con gli occhi di fuori e quando Barbie si alzò e io feci la mia mossa da Tekken 3, un calcio tirato con un salto mortale che gli colpì con ferocia la sua mascella, alcuni applaudirono mentre i più anziani scossero la testa: questi giovani …

L’autista continuava tranquillamente il suo percorso, nonostante io e la bionda ce le stavamo dando di santa ragione. Lui e il ragazzo che ci stava dando sempre alle spalle e ancora ascoltava la musica. Alla fine io mi ritrovai con cinque graffi sanguinanti sulla guancia, cinque lividi sul collo e mezzo sorda per i suoi urli da gallina. Ma anche io avevo fatto del mio peggio: un occhio nero primeggiava sul suo colorito rosa porcellino, un piccolo taglio sul labbro e i capelli da riccioli d’oro arruffati. Ansimavamo per lo sforzo. L’altoparlante annunciò una fermata e il magnifico alzò gli occhi e si preparò a scendere. Dopo una fugace occhiata partimmo alla carica in sincronia. Quando tutti e tre scendemmo una bella ragazza dai capelli color cioccolata si avvicinò al mio principe e si baciarono. Le nostre mascelle si spalancarono. Lui si voltò e vedendomi mi fece un gesto di saluto e, a braccetto con la sua bella, si allontanarono dalla mia visuale. Noi due, shoccate, ci sedemmo sul marciapiede. E senza dirci neanche una parola di scusa, ci facemmo pugno contro pugno. Sorrisi con il pensiero. E anche lei.

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Capitolo 25
*** Il nuovo covo di Terra Libera ***


L’elicottero volò verso il centro della città di Tokyo. I keroniani erano tutti dietro stavano in braccio ai terrestri per la mancanza di spazio. Il plotone di Garuru si ritrovava davanti a quello di Keroro ed ognuno stava di fronte alla loro controparte. I due fratelli si squadravano come due cani rabbiosi anche se al principio Giroro era piuttosto felice: il sogno di sedersi sulle gambe della giovane Natsumi si era avverato e non avrebbe più permesso che qualcuno gli sparasse contro. Taruru e Tamama si fissavano annoiati, Kururu e Tororo idem, Dororo era ultra imbarazzato per essere finito in braccio a Koyuki mentre Zoruru gli lanciava uno sguardo omicida e Keroro guardava Pururu. Lei gli tese la mano e lui l’afferrò e la strinse forte. Polari era affianco a Ship ed era il secondo pilota. Accese la radio e annunciò “Tra poco raggiungeremo la nostra destinazione: se guardate a destra o a sinistra potete vedere solo una vasta gamma di palazzi disabitati e in degrado, una gentile concessione dei invasori …”. Si schiarì la voce e parlò in un’altra lingua con la pilota. L’altra ridacchiò e gli rispose. Garuru incrociò le braccia e guardò fuori. Fuyuki riconobbe il palazzo dove erano diretti “Natsumi! E’ il posto dove lavorava prima la mamma!”. Mentre stavano atterrando Polari disse “Grazie per aver volato con noi sull’elicottero ribelle di Terra Libera, aspettate che le pale siano ferme prima di scendere e vomitate possibilmente fuori”.

Quando tutti scesero vennero raggiunti dai altri membri. John si rivolse a Polari “Dobbiamo essiccarli capo?”. Lui dette un occhiata ai keroniani e scosse la testa “Non credo che ce ne sarà bisogno: fra poco diventeranno dei alleati preziosi …” “Cosa te lo fa pensare?” domandò rabbioso Garuru. Polari lo ignorò e si rivolse a Keroro “Credo che io e te dobbiamo fare un piccolo discorso riguardo all’Arcijanare …”. Il ranocchio verde lo fissò interdetto per qualche secondo ma poi annuì lentamente. Pururu si mise al suo fianco e mormorò “Prima che tu vada a parlare con lui ti devo dire una cosa …”. I ribelli li accompagnarono all’interno del palazzo. Polari si allontanò e disse “Io vado nel mio ufficio … Keroro, ci vediamo lì …” si rivolse ai altri ribelli “Invece voi sorvegliate i nostri ospiti e fategli compagnia”. E sparì, letteralmente. Rimasero tutti un po’ scioccati ma si ripresero subito. Andarono in una stanza piena di scatole con vecchi fumetti. La keroniana cinse il braccio del marito “Che cos’è un Arcijanare?” domandò guardando gli altri. Fuyuki gli raccontò i fatti. I keroniani non credevano alle loro orecchie: tutto questo era assurdo. “Ecco perché vi comportate da smidollati” disse Tororo mangiucchiando un hamburger. E quello dove l’aveva preso? Pururu corse al balcone e si mise a piangere. Keroro la raggiunse subito “Mi dispiace non avertelo detto subito” gli disse lui circondandola con le braccia. Al principio si dimenò ma poi accettò l’abbraccio e lo strinse a se a sua volta. Il sergente aggiunse “Be in realtà ho provato a dirvelo ma non mi avete ascoltato e …” “Keroro …” lo interruppe l’infermiera afferrandogli le labbra con le dita e serrandogliele “Sono incinta” gli urlò. Appresa la notizia, Keroro impallidì. Lei si voltò verso le vetrate che portavano all’interno e ci rimase secca. Tutti e dico tutti li avevano sentiti e avevano spalancato la bocca talmente tanto che gli si poteva vedere l’ugola.

Ancora sotto shock, Keroro si diresse verso l’ufficio di Polari e costatò che tutte le ristrutturazioni erano state riservate al momento solo per quella stanza. L’uomo bizzarro stava con i piedi sopra alla sua scrivania e fumava la sua sigaretta elettronica. Aveva gli occhi persi nel vuoto. Il ranocchio verde lo chiamò “Signor Polari …”. L’uomo si riprese e disse “Scusami … stavo pensando ai fatti miei …”. Guardò verso il sergente “Mi sembra un po’ pallido … Stai bene?” “Ho appena saputo che diventerò papà …”. Polari si lanciò dalla sedia, saltò la scrivania e sollevò il keroniano “Congratulazioni!” gridò e prima che l’altro potesse ribattere gli baciò le guance. Vedendo la sua reazione disse “Non pensare a male: noi italiani baciamo le guance ai nostri amici”. Ship stava sistemando la sua amata Beatrice. Garuru rimase ad ammirarla al suo angolo: ora capiva come aveva fatto suo fratello ad innamorarsi di una pekoponiana. Gli fece di nascosto una foto con il suo bracciale. Anche Zoruru fissava la graziosa ninja allenarsi con Dororo. Il suo cuore non smetteva di battere, nonostante avesse scoperto che la sua bella Yuyuki era in realtà una sua nemica, quel sentimento non era sparito. Frustrato, rimase a guardarli con le braccia incrociate, maledicendo il keroniano azzurro.

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Capitolo 26
*** Wanted! ***


La strega si stava pettinando i lunghi e lisci capelli neri mentre si guardava allo specchio. I suoi occhi viola erano persi nei meandri del tempo, in possibili futuri e dimenticati passati. L’invasione della Terra era stata fin troppo facile farla avvenire, ma ora c’era Polari a mettere il bastone tra le ruote. Quel ciarlatano … avrebbe pagato una persona a peso d’oro se riuscisse a capire che cosa gli passasse nella sua mente bacata. Quando i suoi capelli furono a posto, andò verso il balcone e si affacciò. Vedeva i suoi tre servitori dare ordini alle guardie personali del Generale ed addestrarle per eventuali problemi. Rise. Il Generale Totoro non era altro che una marionetta nelle sue mani … si poteva dire che era lei la vera Dominatrice. E doveva impedire al plotone di Keroro di aprire gli occhi a tutti gli altri.

E così passò un’altra notte senza che qualcosa si fosse concluso. Keroro era rimasto per tutto il tempo a pensare. Il mondo gli era completamente crollato addosso nelle ultime ventiquattro ore. E la riunione con Polari gli aveva confuso ancor più le idee, anche se ormai non c’era altro da fare. Una guerra. E questa volta lui e il suo plotone doveva lottare al fianco di Terra Libera per poter battere la strega. Ma il sergente era titubante: non voleva combattere contro la sua gente. Intanto Polari, dopo aver parlato con lui, aveva informato anche tutti gli altri delle sue intenzioni. “L’Arcijanare farà di tutto purché rimanga il pianeta Keron a comandare sulla Terra ma noi non glielo permetteremo!”. I ribelli esultavano. “Andremo, con la testa alta e il cuore pieno di coraggio, contro le armate keroniane!” “Si!” “Gli faremo vedere di che cosa siamo capaci, anche se le nostre armi assomigliano alle sorpresine degli ovetti Kinder in confronto alle loro!” “Si!” “Ci ammazzeranno senza pietà!” “Si! … Eh?!? Cosa?!”. Polari si deterse il sudore “Volevo dire che noi li ammazzeremo … Noi …” poi sussurrò a quello più vicino “Senza un buon piano siamo fregati, te lo dico io …”. Giroro lo osservò con attenzione “Tutta la rivolta è nelle mani di un pazzo squilibrato …” borbottò alla fine. Natsumi si avvicinò a lui, facendolo arrossire quattro volte più del normale. “Polari è capace di confonderti le idee con i suoi ragionamenti insensati ma sappi che è stato grazie a lui se ora noi siamo ancora vivi …”. Giroro annuì, molto dubbioso, ma non aggiunse altro. Andò verso il fratello e gli chiese “Allora? Che cosa hai intenzione di fare?”. Il tenente stava per dire qualcosa quando Pierre, una versione francese di Mirko di – Kiss me Licia-, attirò l’attenzione dei presenti e urlò “Ehi! Guardate che cosa hanno messo i keroniani in onda!”.

Saburo accese lo schermo megagalattico che, come ormai è solito tanto che mi viene voglia di mettere –copia e incolla- ogni volta che lo devo scrivere, apparso magicamente al muro. Una keroniana con i capelli biondi e truccata pesantemente stava annunciando al telegiornale “Durante la serata dell’anniversario della conquista di Pekopon, chiamato anche –Il pianeta che tutti gli alieni senzienti vogliono avere ma noi siamo arrivati prima-, si è verificata una tragedia che ha colpito come un dardo avvelenato il nostro beneamato pianeta anfibio: il capitano delle Grandi Manovre conosciuto come –Keroro il conquistatore- (una immagine di Keroro che si scaccola); si è unito all’unico gruppo ribelle di Pekopon chiamato Terra Libera. Purtroppo non è stato l’unico. Insieme a lui c’e tutto il suo plotone formato da tre keroniani (l’immagini di Tamama, Kururu e Giroro si affiancano a quelle del sergente. Dororo, in lacrime, borbotta “Si sono dimenticati ancora di me!”. Koyuki lo consola, sotto lo sguardo avvelenato di Zoruru) e, rullo di tamburi, anche tutto il plotone speciale del tenente Garuru; che era ritenuto da molte keroniane il sex simbolo della rivista –Galassia 6000- …”. Apparvero una serie di taglie sulla testa dei keroniani. “Chiunque avrebbe delle informazioni di qualsiasi genere su di loro, ci contatti a questo numero …”. Lo schermo al plasma esplose. Garuru era furioso “Ecco! Ora siamo ricercati anche noi!”. Polari spalancò la bocca e gridò “Il mio televisore!”. Ship si mise affianco al tenente e gli prese le spalle. I loro occhi si incrociarono per un secondo e allora lui abbassò l’arma. Keroro prese la mano di Pururu e lei lo abbracciò teneramente. Poi il sergente disse “Quella foto mi ingrassa terribilmente”. Tutti lo guardavano straniti ma, poco a poco, si misero a ridere. Che banda di sciroccati.

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Capitolo 27
*** Un pò di zucchero e via! ***


Garuru stava camminando avanti e indietro per la stanza. Ora anche lui era implicato in questa storia senza senso ed era costretto ad allearsi con un nemico con il quale combatteva da più di un anno. Fece una smorfia. Ship bussò sull’anta della porta ed entrò nella stanza. Il keroniano viola si fermò e si voltò. La divisa che portava aderiva sul suo corpo minuto ma allo stesso tempo forte. I capelli erano raccolti in una coda bassa che scoprivano il viso grazioso ma molte volte imperscrutabile. “Sono venuta per aiutarti a mettere a punto le armi …” “Non sparerò contro la mia stessa gente, anche se loro cercheranno di uccidermi” sbottò lui incrociando le braccia.

“Anche il capitano ha detto le tue stesse parole …” disse lei scuotendo la coda e inclinando leggermente la testa. “Si vede che la Narratrice mi ha rifilato lo stesso copione” borbottò il tenente. Sbuffò spazientito gettandolo a terra “Per una volta che ho una piccola parte a questa pazzia mi ritrovo con le battute di qualcun altro” “Il taglio dei budget è tremendo”. Tutti e due si trovarono ad annuire. “Sai mi chiedevo una cosa …” disse Ship voltandosi dall’altra parte “Se la storia della strega che ha cambiato il destino dei keroniani è vera … Noi dall’altra parte ci saremo mai conosciuti?”. Lui la guardò attraverso le lenti gialle e sorrise amaramente “Probabilmente no … All’inizio c’era solo il plotone di esplorazione del capitano sul pianeta. E se loro non erano riusciti a conquistarlo, io non sono mai atterrato”.

Lei ricambiò il sorriso amaro “Non riesco a immaginarmelo un tempo senza che tu mi sfidi a duello o che mi spari addosso”. Si avvicinarono l’uno all’altro. Ship si inchinò e chinò il viso su quello del keroniano. “E io …” iniziò a dire Garuru ma non riuscì a terminare perché la sua bocca si era unita a quella della ragazza. Il grido “WOOOOW!” da soap opera echeggiò nella stanza.

“Bene ... Qualcuno ha delle domande?” chiese Polari ai presenti. Loro scossero la testa. Già per spiegare il piano ci aveva messo quattro ore e non se la sentivano più di stare in quel bunker. Andarono a prepararsi per la battaglia imminente. Ora dovevano solo scoprire dove si trovava la strega. Un gruppo formato da Keroro, Fuyuki, Momoka, Tamama e una dozzina di altri sarebbero andati al monte Fuji. Giroro, Natsumi, Ship, Garuru e un’altra dozzina sarebbero partiti per l’Italia alla volta del Vesuvio. Koyuki, Dororo, Zoruru, Taruru e tutti quelli che rimanevano (la lista è un po’ lunga) sarebbero rimasti alla base a monitorare i movimenti dei due gruppi. Ovviamente sarebbero stati Polari, Saburo, Kururu e Tororo a tenere d’occhio i computer mentre gli altri aspettavano gli ordini.

I gruppi entrarono nei jet ultramoderni. Natsumi vide che nell’aereo c’era già un pilota al posto suo. “Scusa ma tu chi sei?” domandò la ragazza al nuovo arrivato. L’uomo rispose “Il mio nome è Bond, James Bond” e gli fece l’occhiolino. Giroro gli puntò la pistola contro “Scendi da questo mezzo 007! Hai già fatto troppi film dove rompi le scatole!”. Lo tirò su di peso e lo gettò fuori. Oh, please! Un po’ di educazione!

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Capitolo 28
*** Attacco di Crossover parte 1 ***


Un uomo appare dal nulla nella mia stanza, mentre masticavo con ingordigia un gelato-biscotto. Finalmente è arrivato. Gli faccio spazio, in modo che si possa sedere davanti al computer e digitare velocemente “Io, Koshi Rikudo, do l’autorizzazione di trasformare il cartone animato di Excel Saga in un crossover nella fan fiction su Keroro di Malanova”. Prende un grosso timbro e lo sbatte sul monitor. Appare il suo marchio nello schermo un po’ statico.

Entrambi i jet atterrarono nei pressi dei rispettivi vulcani simultaneamente. Keroro si mise una mano davanti ai occhi per poter ammirare la cima innevata del monte Fuji. “A vederlo così non sembra per niente un vulcano … sembra di più una altissima montagna innocua”. Fuyuki prese fiato e recitò “Fra le terre di Kai e quelle di Suruga lambita dalle onde sta la vetta del Fuji. Gli alti cirri osano appena avvicinarsi, e mai volano fin lassù gli uccelli. Il ghiaccio raggela irosi incendi e il fuoco distrugge la caduta neve. Vano è cercar parole, non v'è un nome degno di lui. Che sia un misterioso kami?” “Eh?” domandò il ranocchio verde “Mister Fuyuki, non sapevo che avevi l’anima del poeta …”. Momoka lo guardava con gli occhi trasformati in due cuoricini palpitanti. “Ah, si sbaglia capitano: queste parole sono di Mushimaro e poi la Narratrice ha fatto il copia e incolla da internet” specificò il ragazzo visibilmente imbarazzato. Poi anche lui si mise a guardare nel punto dove guardava l’alieno “Stando a ciò che ho visto dal jet, sembra che l’unica apertura sia proprio in cima al vulcano …” “Ma così non rischieremo di morire disciolti nella lava?” chiese Tamama ma Fuyuki scosse la testa “Se l’Arcijanare ci riesce a vivere vuol dire che avrà fatto qualche incantesimo”. Si girò verso Tamama e continuò “Per cui la lava deve esser stata rimossa oppure trasformata in modo da non creare danni”. Fece un cenno a uno del gruppo che iniziò a preparare il set per la montagna. Il percorso, come nel poema che aveva recitato Fuyuki, si rivelò arduo ma alla fine riuscirono ad arrivare in vetta. Ma tutti si stupirono quando videro che l’apertura del vulcano era grande abbastanza per far passare i ragazzi. Il resto del gruppo era fregato. “Allora noi andiamo dentro” aveva detto Momoka “Se vedete la strega oppure uno dei suoi sottoposti mandateci un segnale”. Gli uomini, con le lacrime ai occhi, fanno il saluto militare “Che Dio vi accompagni”. Loro quattro rispondono al saluto e si calano giù.

Intanto nelle profondità del monte … “Ahi! Il Palazzo!” urla Excel stendendo il braccio, seguita da Hyatt che pronuncia solo “ … Zo!”. L’uomo dai capelli argentei che è seduto di fronte alle due ragazze inizia a pronunciare le parole d’ordinanza “Questo mondo ormai è marcio! Abbiamo fatto più di ventisei puntate per essere replicati soltanto una volta su MTV e invece quegli sfigati di Dragonball, ancora oggi, irrompono sugli schermi …”. Fece vedere velocemente delle immagini dove i bambini combattevano come Goku, lanciavano onde energetiche e si trasformavano in super sayan. All’improvviso Keroro irrompe nella sala, seguito da Fuyuki, Momoka e Tamama. Calò il silenzio.

Giroro e gli altri erano riusciti ad entrare nel Vesuvio. “Come abbiamo fatto ad entrare dentro al vulcano?” chiese Natsumi “Io non mi ricordo di essere uscita dal jet …”. Gli altri non dissero niente, colti anche loro dalla stessa amnesia. “E poi …” disse Garuru “Che fine hanno fatto gli altri membri di Terra Libera? Ci siamo solo noi quattro”. Rimasero in silenzio, assorti nei loro pensieri. Dietro alle spalle della rossa sfrecciò una piccola figura. Natsumi tirò fuori la pistola “C’e qualcuno dietro di me” borbottò verso il gruppo. Tirarono fuori le loro armi. E poi … eccoli che avanzavano verso il gruppo. Erano alti quanto i keroniani ma erano gialli con due ricciolini sulla testa e portavano un pannolino rosa. In mano stringevano dei battipanni “Pucchu!” esclamarono verso di loro. Natsumi, Giroro e Garuru arrossirono alla loro vista “Come sono carini!” balbettò Natsumi e corse ad abbracciarne uno. Gli altri esseri piccini li circondarono in un batter d’occhio urlando “Pucchu!”. “Sono adorabili …” iniziò a dire Ship ma con un paio di colpi ben assestati urlò “Ma che diavolo centrate nella storia?!?”. Quell’essere grazioso morì, rivelando il suo vero aspetto. Gli altri scapparono facendo cadere le cerbottane. “Questo odore …” disse Giroro annusando un proiettile “E’ di una pianta velenosa” “Non mi sono mai fidata di quei cosi … avevano un battipanni in mano ergo molto pericolosi” disse la castana. Imbracciò la sua Beatrice, si mise un sigaro di cioccolata in bocca e mormorò, con la luce del sole che arrivava da chissà dove “Andiamo”. E lì si attivò il fermo immagine.

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Capitolo 29
*** Attacco di Crossover parte 2 ***


“Chi diavolo sono questi?” urlò Excel indicando Keroro e gli altri per poi rispondersi da sola con la sua parlantina super veloce “Sono frutto di una mente contorta che ormai non ha più un briciolo di idee su come far andare avanti questa storia già partita con il piede sbagliato ma che imperterrita continua a scrivere anche se il suo cervello assomiglia più al deserto del Sahara che a vera materia grigia oppure sono i classici alieni che con tutte le galassie che possono invadere con le loro astronavi super tecnologiche vengono soltanto sulla Terra dove l’unica cosa super tecnologica che è stata concessa di utilizzare dal popolo è il rasoio per tagliarsi i peli del naso ma che comunque riusciamo sempre con rimandare a calci nel sedere gli invasori a casa …” non fini la sua logorroica parlantina perché il Palazzo afferrò la corda e fece precipitare la ragazza dentro alla botola.

Dopo un attimo di silenzio imbarazzante, Keroro si fece avanti e si presentò facendo il saluto militare “Io sono il comandante del gruppo Grandi Manovre: sono il sergente Keroro, signorsì!”. Hyatt si rivolse al Palazzo “Non è quell’alieno che ha invaso il pianeta?”. Un geyser fuoriuscì dalla botola con Excel che urlava “Come?!?”. Bagnata fradicia puntò di nuovo il dito contro il gruppo “Ma se la grande Across non è riuscita a conquistare neanche un quarto di città in ventisei puntate!”. La mattonella dove c’era la bionda si inclinò, facendola scivolare di nuovo nella botola. Il Palazzo tolse il dito dal pulsante e disse “Si, ho sentito parlare di voi …” intanto pensava “Brutto grumo di muco dallo sguardo da ameba”. Fissò i suoi occhi felini sul gruppetto “L’Arcijanare è stata molto chiara: arriveranno due ragazzini accompagnati da due keroniani …” schioccò le dita. Un grandissimo gruppo di esseri gialli e coccoloni li circondò brandendo un battipanni. “Pucchu!” urlarono agguerriti. E con piccoli passetti si avvicinarono minacciosi.

Intanto al Vesuvio … “Questa storia sta andando troppo per le lunghe … quanto ci mette la Narratrice a scrivere?”. Nausicaa si lasciò cadere a terra, stremata. Tutt’intorno a loro una marea di cunicoli pieni di rocce, stalagmiti e stalattiti multi colorati come se fossero dei bastoncini di zucchero. “Non possiamo farci niente” disse Garuru incrociando le braccia “Non siamo altro che giocattoli in mano a una bambina psicopatica”. Bambina a chi?!? Adesso ti faccio vedere io! Un grosso masso si staccò dal soffitto e finì in testa al tenente “No, Garuru!” gridò Ship prendendolo tra le braccia e sussurrando, con le lacrime ai occhi “Come stai?”. Lui la guarda per un secondo poi dice “Sono la ragazza più carina del ballo della scuola!”. Giroro si avvicinò al fratello “Garuru, riprenditi! Non è il momento di impazzire!”. In un cunicolo delle ombre familiari si stavano avvicinando “Sono quei cosi di prima!” disse Natsumi “Ora che facciamo?”. Dopo aver pronunciato queste parole un cagnolino bianco gli fece segnali con le bandierine verso il buco che aveva accanto. “Seguiamo quel cane”.

Intanto al quartier generale di Terra Libera … “90” sussurrò tetramente Polari guardando il computer. Pururu gridò allegramente “Bingo!”. Un lungo verso lamentoso riempì la sala “Come diavolo fa a vincere sempre?” si lamentò il capo dei ribelli fissando con astio la keroniana. L’umore dell’infermiera era nettamente migliorato e con gesti amorevoli lucidava una sfera ambrata con un panno umido. Aspetta … non dirmi che … “Eh, si. Qui dentro c’e il mio adorato bambino”. Urca! Sembra caviale! Lei mi guarda minacciosamente puntandomi la sua siringa “Non ti azzardare!”. Scusa! Ma … Invece di giocare a bingo perché non state tenendo d’occhio i gruppi che avete mandato ai vulcani? Tutti si lamentarono ma andarono davanti ai computer. Bene, continuiamo … Il cagnolino bianco condusse i quattro verso a una porta di ferro. “Che ci fa una cosa simile in un vulcano attivo?” domandò Natsumi e girò la maniglia. Vide Fuyuki, Keroro, Momoka e Tamama intenti ad abbracciare gli esseri gialli esclamando “Quanto sono carini!”. “Voi!” urlò Ship indicandoli “Che diavolo ci fate nel Vesuvio?”. Il primo gruppo fissò atterriti gli altri “Ma state scherzando?” disse Momoka “Siamo nel Monte Fuji!” “Che fantastica storia è la vita!” cantò Garuru facendo che si ricadesse di nuovo in un inquietante silenzio. La Grande Volontà apparve “Non disperatevi. Guarirò io il tenente Garuru e vi mostrerò la strada da dover percorrere …”. OOOHHHH! (Attacco di Crossover parte 2 ... Missione: Fallita alla grande!)

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Capitolo 30
*** La Narratrice fa una riunione ***


Sbattei con forza un pugno sopra la superficie liscia del lunghissimo tavolo di mogano. Avevo una espressione corrucciata e mi mordevo ossessivamente l’unghia del pollice. Detti una rapida occhiata al grafico alle mie spalle: la lunghissima linea rossa che durante questi trenta capitoli aveva continuamente zigzagato su e giù stava precipitando inesorabilmente verso il pavimento ultra cerato dello studio e li aveva dato inizio a una specie di trapanamento della piastrella.

Mi rivolsi verso tutti i personaggi della mia storia che erano venuti per la riunione. “Così non va bene” dissi in piena apprensione “Come potete vedere alle mie spalle, la storia sta perdendo di interesse: rimaniamo troppo vaghi sui discorsi e non facciamo progressi. Dobbiamo trovare qualcosa che smuova i lettori …” “Tipo?” domandò Fuyuki, posando il plico di fogli sul tavolo e fissandomi. Io balbettai “N- non sa- saprei”. Tornai a mordermi l’unghia “Ho avuto tante cose da fare in questi giorni e quando ritornavo a casa ero troppo stanca … In più mi è venuto il blocco dello scrittore” borbottai alla fine a mo di scusa.

Tutti rimanemmo in silenzio tranne Gogoro che continuava a ridere con la faccia leggermente ombrata; segno che anche lui era preoccupato dell’andamento della storia. A un certo punto Angol Mois alzò la mano e disse “Perché non facciamo un capitolo dove si parli d’amore? Credo che alle lettrici piacerebbe leggere qualcosa di romantico” e poi aggiunse in un bisbiglio con una lacrimuccia che scivolava sulla guancia “Anche se lei si è dimenticata di me per tutto questo tempo … ora capisco come si doveva sentire Dororo …”.

Leggermente a disagio dissi “Ammiro molto la tua idea ma non credo che …”. Prima che potessi concludere una spada cadde dal cielo in una colonna bianca e la lama si infilzò nel legno. Poi l’arma si trasformò in uno strano essere bianco dal muso lungo e appuntito, un cappello a cilindro e un gilè. Excalibur di Soul Eater apparve in tutto il suo candore. Mi punta un bastone in faccia, arrivando a punzecchiarmi la guancia con la punta. “Cretina!” mi urla “L’idea della ragazzina bionda è ottima: le storie d’amore conquistano gli animi e fanno un mucchio di ascolti. Unisci un po’ di azione e bum!”.

Lanciò il bastone che si conficcò sul grafico “La tua storia diventerà di nuovo accettabile”. Mi punta quei occhi fissi, troppo simili a quelli di Keroro e borbotta “Volete che vi racconti la mia leggenda?”. “No!” urliamo tutti quanti.

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Capitolo 31
*** Un bacio sotto ai primi fiocchi di neve ***


“E’ sensazionale questa strega … Con la magia è riuscita a unire le profondità di due vulcani che si trovavano uno dall’altra parte del mondo rispetto ai altri …” commentò Keroro guardandosi attorno. I due gruppi d’azione stavano attraversando un corridoio naturale, dove dei rubini grandi quanto noci di cocco erano incastonate tra le pareti e quando la luce delle torce le colpivano mandavano bagliori vermigli. Chissà quanti modellini di Gundam sarebbe riuscito a comprare se … “Ehi, brutto ranocchio, non farti venire in mente strane idee” aveva esclamato Natsumi intuendo i pensieri dell’alieno “Ricordati che siamo in missione per rimediare al pasticcio che tu hai combinato”. Al sentirsi chiamare –Brutto ranocchio- dalla ragazza; in principio il sergente si offese un pochino ma in fondo era contento: questo significava che si stava riaffezionando di nuovo a lui. Un piccolo sorriso spuntò dalle sue labbra. Dopo aver camminato a lungo attraverso questo cunicolo; il nostro gruppo si ritrovò davanti a quattro aperture circolari. “Adesso da che parte andiamo?” domandò Momoka “Non saprei …” rispose Ship osservando attentamente le quattro aperture “Sembrano tutte uguali …”. Poi il suo sguardo andò a finire in alto e vide “Guardate!” esclamò alla fine “Ci sono delle scritte la in alto!”. Tutti sollevarono la testa. Con delle lettere luminescenti c’erano una serie di ideogrammi giapponesi … ma visto che sto scrivendo per un pubblico italiano mi tocca fare la traduzione (inforco bene gli occhiali). C’era scritto “Nessuno può attraversare se siete più di due”. “Ma che significa?” aveva domandato Giroro irritato ma il fratello intervenne “Significa esattamente che più di due nessuno può varcare queste soglie”. Keroro si mise a pensare “Quando dobbiamo fare un esperimento, Dororo non c’e mai!”.

Nella base dei ribelli Dororo starnutì. Era a fare la guardia all’esterno del covo, pensando che magari qualche servo della strega decidesse di attaccarli. Koyuki era al suo fianco, come se la distorsione degli eventi non fosse mai accaduta. La giovane gli porse un fazzoletto “Forse dovresti tornare dentro … Siamo vicino alla stagione dell’inverno e le serate stanno diventando più fredde …” “Non preoccuparti per me, Lady Koyuki, sono abituato ai cambiamenti di temperatura …” borbottò lui, accettando il fazzoletto leggermente arrossito. La giovane ninja si avvicinò di più e, senza dire una parola, lo strinse a sé con le braccia. Dororo sentì le guance andare a fuoco.

“Morra Ci-Ne-Se!” esclamarono Fuyuki e gli altri. Avevano deciso di ricorrere a questo giochetto per decidere chi andava dove. Alla fine risultò che … Garuru e Ship sarebbero andati nella prima apertura a sinistra; Fuyuki e Momoka nella seconda; Giroro e Natsumi nella terza ed infine Keroro e Tamama nella quarta. Ovviamente chi era innamorato/a di chi erano piuttosto soddisfatti della assegnazione e per una volta tanto mi facevano i complimenti. Si divisero dei piccoli walkie-talkie (scusatemi ma non mi ricordo come si scrive ma se lo scritto giusto esulto) e, promettendosi di stare attenti, ognuno si inoltrò nell’apertura assegnata.

Intanto Dororo fu pervaso da intensi sentimenti contrastanti: da una parte un’intensa voglia di ricambiare l’abbraccio gli invadeva le braccia e una parte del cervello ma le gambe rimanevano rigide e piantate al loro posto mentre un’altra parte del cervello gli urlava che se lo avrebbe fatto avrebbe rovinato per sempre la sua amicizia con la fanciulla. Koyuki, preoccupata, voltò la testa fino a guardarlo nei occhi. Quei occhi color del cielo erano colmi di una dolcezza che riempivano il cuore della ninja di compassione. Avvicinò lentamente il suo viso a quello del keroniano, sempre più scosso, ma che si tolse la maschera antigas in modo che le loro labbra si potessero incontrare. Iniziò a nevicare. Zoruru fissò quella scena d’amore nascosto dietro a una porta stringendo i pugni e odiando con tutta l’anima Dororo.

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Capitolo 32
*** Il mostro con la voce del re ***


Ship e Garuru stavano attraversando la galleria, immersa nel buio tranne per le loro torce che gli permettevano di vedere almeno dove poggiavano i piedi. Tra le pareti rocciose alleggiava un silenzio quasi imbarazzato. In fondo non erano rimasti da soli da quando si erano baciati. Il rossore imporporò le guance di entrambi. Poi la ragazza esclamò, tanto per rompere quel silenzio imbarazzante “Questa grotta è davvero immensa … Chissà come faceva la strega a non perdersi …”. Il keroniano si limitò a scrollare le spalle e borbottò qualcosa sui navigatori ma la voce era talmente flebile che si perse subito nei meandri della galleria. Ricadde il silenzio. Dopo un quarto d’ora di mutismo da parte di entrambi; Ship si fermò. L’alieno la superò di tre passi prima che se ne accorgesse. Si voltò verso di lei e gli chiese “Perché ti sei fermata? Hai visto qualcosa?”. Lei scosse la testa e disse “Dobbiamo parlare” “Adesso?!” protestò il keroniano “Avremo tutto il tempo di parlare quando saremo usciti di qui” “Invece no” obbiettò la terrestre “Può anche darsi che quando saremo usciti incontreremo gli altri oppure gli sgherri della strega”. Si sedette a terra e incrociò le gambe “Vorrei parlare con te adesso che siamo soli” disse alla fine guardandolo nei occhi. L’alieno sbuffò ma dopo un paio di secondi l’imitò e si sedette anche lui a terra. Lei annuì a mo di ringraziamento. Poi domandò “Se riusciamo a sconfiggere la strega e a far in modo che il Capitano e il suo plotone ritornino alla loro dimensione … che ne sarà di noi?”. “Te l’ho detto l’altra volta …” disse Garuru incrociando le braccia, seccato “Noi due, nell’altra dimensione, non ci siamo mai incontrati …” “E a te va bene così, non è vero?!” gridò la ragazza furiosa. Gli occhi castani gli si riempirono di lacrime. “Come puoi accettare una cosa del genere?!” singhiozzò iniziando a piangere “Come puoi accettare che tra noi finisca così?!”. Sospirò tristemente “Anche se la nostra relazione è iniziata da poco, io …”. Garuru non sapeva cosa dire. Si limitava a fissarla attraverso le lenti gialle. Vedendo che lui non spiccicava parola; la ragazza si tirò su e borbottò “Come immaginavo … voi uomini siete tutti uguali, anche se venite da mondi diversi”. E si addentrò nel tunnel, lasciandosi indietro Garuru.

Ship stava prendendo a calci ogni singola pietra che incontrava nel suo cammino, anche se questo comportava un certo indolenzimento all’alluce (dopo questo capitolo ricordatemi che mi devo fare gli auto complimenti per il mio miglioramento della grammatica). Borbottava tra sé “Sono stata una cretina a pensare che lui ricambiasse i miei sentimenti: è un’invasore dopotutto!”. I suoi passi marziali echeggiavano tra le pareti che avevano assunto una forma tondeggiante. La ragazza non badò a quel cambiamento ma non poté ignorare una luce azzurrina che proveniva dal fondo del tunnel. La ragazza spense la torcia e si diresse verso di essa. In pochi secondi si ritrovò in una gigantesca grotta, dove c’era un grandissimo lago dalle acque dense e fosforescenti. Era da lì che proveniva la luce. In mezzo a questo lago c’era una pietra nera piatta e tonda, che faceva ricordare a Ship un disco in vinile, e su di essa … “Elvis Presley?!?” esclamò la giovane, stupita. Il mistico cantante si voltò verso di lei, sembrava un po’ inquietante con la luce azzurra, sorrise e iniziò a intonare con la sua chitarra “LOVE ME TENDER”. Ship cadde in una specie di trance adorante, intonando insieme a lui “OH MY DARLING, I LOVE YOU …”. Elvis fece galleggiare il disco fino ad arrivare vicino alla ragazza. Lei non se ne accorse, ormai completamente partita, faceva oscillare la torcia accesa come se fosse un accendino. Con un sorriso diabolico, il cantante spalancò la bocca, rivelando una tre file di denti aguzzi e una lingua serpentina. Dalla sua gola continuava a venir fuori la melodiosa voce che aveva stregato la ragazza. Mentre con la sua bocca stava per inghiottire la testa della fanciulla; Garuru si fiondò contro di lui brandendo il suo fucile e gridò “LOVE ME TERIZZAMI questo!” e sparò una serie di colpì. Elvis esplose in mille pezzi, rivelando la sua vera natura: un mostro pieno di occhi e dal corpo di blog. Cadde nelle acque fosforescenti e non tornò più su. Il keroniano si voltò verso la ragazza, che intanto era caduta in un profondo sonno. L’alieno gli accarezzò teneramente la guancia e i capelli, canticchiando “I CAN’T HELP FALLING IN LOVE WENT YOU”.

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Capitolo 33
*** Momoka tra le sirene ***


Momoka stava combattendo per l’ennesima volta contro la sua timidezza: finalmente era rimasta da sola con Fuyuki grazie all’aiuto della mitica, insuperabile, leggiadra, affascinante, chi più ne ha più ne metta … L’altra Momoka si schiarisce la gola e mi guarda storto … Ho capito! Ritorno a questa storia strappa budella. Insomma, come in tutte le 320 puntate che ho visto di questo anime, la piccola miss tutti i problemi d’amore adolescenziali c’e li ho solo io; era divisa in due. L’altra Momoka, il suo alter ego aggressivo, gli continuava a dire di far finta di aver paura del aperte virgolette GROSSO ANTRO OSCURO chiuse le virgolette così avrebbe avuto un motivo per stingersi forte al suo braccio (hai capito la ragazzina). Ma la sua parte più dolce, innocente, logorroica del suo essere aveva la meglio così era due passi indietro al ragazzo. A un certo punto il ragazzo si fermò all’improvviso e tese una mano all’indietro, in modo da impedire a Momoka di continuare il cammino. Urtandogli il braccio, il cuore della ragazza accelerò i suoi battiti. “Lo senti anche tu questo suono?” domandò lui puntando la torcia davanti a se in un punto imprecisato. Lei credeva che si riferisse al suo battito cardiaco, per cui balbettò “No! C- c’e il s- silenzio più a- assoluto qui! E’ talmente silenzioso che si p- potrebbe sentire anche un petalo che cade su un pavimento di cristallo!”. Oddio è partita! Il dodicenne la guardava un po’ imbarazzato “No … io intendevo questo ronzio … sembra di sentire un nugolo di insetti …”. Momoka tacque, ritornando normale, e si mise in ascolto. Effettivamente lo sentiva anche lei e sembrava che provenisse dalle pareti. Il ronzio si spostò verso il terreno ed andò a intensificarsi in un piccolo punto tra Fuyuki e Momoka. Appena si chinarono sul punto, esso si illuminò di rosso e sbocciò una stranissima pianta dai fiori rosa, grossi e pendenti verso il basso. Nell’aria c’era un profumo dolcissimo e inebriante che fece cadere i due ragazzi in un profondo e lungo sonno.

Quando riaprì gli occhi, Momoka non si aspettava una cosa del genere. Si ritrovava in fondo all’oceano, distesa all’interno di una enorme conchiglia bianca. E non era tutto: al posto delle gambe aveva una lunga coda da pesce dalle squame perlacee e le pinne bianco-trasparenti. Ma la cosa che la faceva più agitare era che Fuyuki non era accanto a lei. “Fuyuki!” urlò con tutto il fiato che aveva ma al posto della sua voce uscirono solo delle bolle colorate. Si tappò la bocca, impaurita, ma poi, gettando un’occhiata in basso si dette della stupida “Sono una sirena, dovrei essere capace di respirare in acqua”. L’altra Momoka prese parola “Dobbiamo cercare Fuyuki! Se anche lui è nell’oceano potrebbe essere nei guai: lui non sa nuotare!”. La ragazza stava nuotando da circa un’ora e non c’era traccia del dodicenne. Sospirò. Come avrebbe fatto a trovarlo se non sapeva neanche da che parte stava andando? Si sedette su una roccia e si mise a osservare il pesce palla con l’acconciatura e il kimono da samurai che si gonfiava dicendo Banzai … l’aragosta blu con lo smoking che ballava il tiptap … e altre sirene. Si bloccò. Altre sirene?! Nuotò a tutta velocità verso le altre splendide figure marine. Si piazzò davanti a loro e gli chiese “Perdonatemi … Mi sapreste dire se avete trovato un ragazzo, un umano, da queste parti?”. Ma come successe prima, sputò fuori una filza di bolle multi colorate. Le tre sirene applaudirono “Che spettacolo carino!” esclamarono come tante piccole gallinelle. Una nuotò verso di lei e la prese a braccetto. Aveva lunghi capelli rossi, occhi color miele e l’aria impertinente “Mi sei simpatica … Ti porteremo con noi alla Laguna Blu …” “Dove parteciperemo alla gara di canto!” aggiunse un’altra sirena dalle sfumature verdi, la più piccola del gruppo “E chi vince si aggiudicherà un principe!” concluse l’ultima dai colori azzurro pastello. E senza avere la possibilità di ribattere, venne trascinata verso l’orizzonte.

La Laguna Blu sembrava l’incrocio di una piazza cittadina e un pub. Lì, altre sirene di vario colore si davano alla pazza gioia tra le note di Fabri Fibra “Anche se, tutti ballano tranne te …”. Tra spintoni e incoraggiamenti, Momoka fu costretta a ballare nella calca “Così non troverò mai Fuyuki …” si disse lei tra le lacrime. Dopo qualche minuto di scatenamento globale, una sirena viola, con la voce amplificata da una grandissima conchiglia a forma di cono annunciò “Madame! Vi avviso che tra pochi secondi inizierà la gara di canto. Vi ricordiamo che alla vincitrice avrà un principe!”. Le altre sirene urlarono giubilanti e le loro voci si alzarono di volume quando una gigantesca bolla venne abbassata. All’interno c’era … “Fuyuki!” esclamò Momoka appena lo vide. Il ragazzo, però, non poteva rispondergli. Vestito con una divisa militare con tanto di marsina, stivali luccicanti e coroncina d’oro sulla testa, giaceva svenuto galleggiando nell’aria della bolla. La ragazza si mise a piangere: lei aveva perso la voce e non sarebbe mai riuscita a vincere. Le sue nuove tre amiche la guardarono intenerite e quella dai capelli rossi disse “Oh, non piangere! Se vincerò io faremo metà per uno …”. “Metà per uno?” ripeté Momoka perplessa. L’altra annuì “I principi sono bocconi pregiati ma alla lunga nauseano …”. La dodicenne la guardò inorridita mentre le tre sirene raggiunsero il palco. Doveva fare qualcosa. Qualcosa scintillò tra la sabbia, richiamando la sua attenzione. Quando lo prese si rivelò un piccolo coltellino da cucina, troppo inoffensivo per affrontare un’orda di sirene ma abbastanza affilato per squarciare la bolla.

Mentre le altre sirene erano distratte dalla gara, Momoka si avvicinò di soppiatto a Fuyuki e, con un colpo deciso, bucò la prigione di sapone. Lo prese da sotto le ascelle e iniziò a nuotare con tutte le sue forze verso l’alto ma una delle sirene, quella verde, la notò e si mise ad urlare. In cinque minuti si ritrovò alle calcagna le sirene indignate. L’altra Momoka prese il sopravvento. Tenendo Fuyuki con un braccio solo, affrontò con ferocia le prime sirene che gli stavano afferrando la coda. Ma erano troppe e se continuava così Fuyuki rischiava di morire. Gli venne un lampo di genio. Iniziò a pronunciare sciarade, proverbi, e versi lirici formando enormi bolle che intrappolarono le perfide creature al loro interno. Finalmente, con molta fatica, riuscirono ad arrivare alla superficie. Momoka era molto preoccupata: il ragazzo era pallido e sembrava che non respirasse. Si trascinarono sulla spiaggia e lo adagiò delicatamente “Oh, Fuyuki” mormorò la ragazza in lacrime “Ti prego non morire …”. Chiuse gli occhi e lo baciò.

Quando riaprì gli occhi, scoprì di essere nel tunnel, accanto a Fuyuki che la fissava preoccupato. La pianta non c’era più. “Momoka!” disse il ragazzo abbracciandola così forte da farla arrossire. Poi l’aiutò ad alzarsi, anche lui rosso in volto, e gli domandò “Ce la fai a camminare?”. La ragazza annuì e i due proseguirono il loro cammino, mano nella mano.

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Capitolo 34
*** La danza dei ventagli ***


“Uffa, quanto è lungo questo tunnel?” si lamentò Natsumi, dando una rapida ai muri di pietra che la circondavano. Poi si era girata verso il ranocchio rosso, che era rimasto silenzioso al suo fianco. In realtà, nella testa di Giroro, c’era tanto di quel casino che avrebbe fatto concorrenza con il carnevale brasiliano. La rossa ritornò a guardare davanti a sé, scocciata che l’altro continuasse a stare zitto. Dopo un po’ di tempo la ragazza sbuffò irritata “Ma, insomma! Si può sapere che cosa ti prende? Non sembravi un tipo così riservato quando eravamo al covo …”. Vedendo che anche questo non smuoveva il ranocchio rosso, sbuffò un’altra volta. In realtà Giroro avrebbe voluto dirgli migliaia di parole ma, come gli capitava sempre più spesso quando era in compagnia della terrestre, la lingua gli si appiccicava sul palato. Presto la strana coppia si ritrovò nei pressi di un grosso burrone dove dal lato destro c’era una scaletta fatta di sbarre di metallo che portava verso l’alto e un’altra, identica, sul lato destro che portava verso il basso. Sopra di loro l’immensa grotta era illuminata da deboli raggi del sole, infiltrati all’interno grazie a una piccola apertura su soffitto. “Forse dobbiamo dirigerci su …” disse Natsumi pensierosa mentre si parava gli occhi nel fissare la lontanissima apertura “Almeno sapremo da che parte del mondo ci troviamo …”. Il keroniano annuì. La rossa, guardandolo storto, afferrò con una mano una delle sbarre e si issò su. Si sentì un sinistro cigolio e la sbarra si spezzò nelle mani della giovane. Giroro scattò in avanti e afferrò appena in tempo la mano di Natsumi, prima che precipitasse nel baratro. La sbarra precipitò giù e non si sentì neanche l’urto. Gli occhi della ragazza si spalancarono di terrore. Giroro strinse gli occhi e cercò di sollevarla ma i suoi piedi continuavano a scivolare sul terreno. “Natsumi” la chiamò alla fine, con il fiatone “Non ce la farò a tenerti ancora per molto …”. La ragazza si guardò intorno e vide l’altra scaletta “Dondolami verso la scaletta … mi aggrapperò lì …” “E se si spezzasse come l’altra? Non so se riuscirò a prenderti di nuovo …” “Non c’e altra soluzione!” ribatté lei “Io non riesco ad alzarmi, la pietra è scivolosa, e tu non ce la fai a sollevarmi. L’unica alternativa è quella”. Il keroniano non ne era molto convinto ma fece come gli era stato detto. La dondolò come un pendolo fino a che la mano libera di Natsumi riuscì ad afferrare una delle sbarre. Per fortuna questa scala era molto più robusta della prima. Giroro la raggiunse subito. La ragazza gli sorrise e gli sussurrò all’orecchio “Grazie per avermi salvata”. Il keroniano divenne incandescente.

Si calarono verso il fondo senza riuscire a capire per quanto tempo sarebbero dovuti scendere. Ma alla fine, quando le loro membra si stavano intorpidendo, videro un’altra apertura. Giroro saltò per primo e aiutò, come un vero cavaliere, la ragazza a scendere dalla scala. La rossa gli regalò un altro dei suoi sorrisi e per un lungo momento tenne stretta nella sua la mano del keroniano. Si inoltrarono silenziosamente in quello che sembrava un altro, lungo, tunnel. Giroro borbottò, dopo un paio di minuti “Non è che siamo ritornati dentro alla galleria di prima?”. Lei ridacchiò. Lui la guardò perplesso. “Scusami” disse la ragazza notando la sua espressione “Ma era ora che tu iniziassi a parlare …”. Lui incrociò le braccia e si voltò dall’altra parte, arrossendo “Non è che avessi così tante cose da dire … O forse ce le avevo ma non sapevo da che parte iniziare …”. La ragazza parve interessata “Ah, si? E’ ora? Che cosa vorresti dire adesso?”. Il ranocchio rosso balbettò una serie di “ma” e “bah” per poi finire con il silenzio. Arrivando a un certo punto, videro davanti a sé una figura imponente. Alta quanto una piccola montagna, questa creatura aveva il corpo da leone dal pelo biondo-rossiccio. La testa era quella di una affascinante donna da capelli ricci e leonini, con due occhi gialli molto felini. Appena vide che non era più sola, la creatura socchiuse gli occhi e parlò, con voce insolitamente dolce “Salve stranieri, qual vento vi porta nei meandri di questa terra?”. I due si guardarono stupiti ma poi Natsumi fece un passetto in avanti e disse “Io sono Natsumi Hinata, un membro di Terra Libera; un gruppo di ribelli intenzionato a liberare il pianeta dalle oppressioni dei keroniani” “Ma io ti vedo in compagnia di un keroniano” notò la creatura con la solita dolcezza e posando gli occhi su Giroro, che si avvicinò di più e disse “Ha ragione. Sono il caporale Giroro, membro delle Grandi Manovre delle forze keroniane. La storia sarebbe un po’ complicata …” “Oh, io so già tutto” lo interruppe la creatura andando a studiarsi gli artigli affilatissimi “E colei che cercate si trova esattamente alla fine di questo tunnel”. Poi tornò a guardarli “Ma prima dovete convincermi a farvi passare”. La ragazza la guardò attentamente “Tu sei una sfinge, vero? Quindi vorrai che risolviamo un indovinello …”. La sfinge sbadigliò “Per amor del cielo, no! E’ da tremila anni che tutti mi rompono le scatole con questa storia!”. Si passò la lingua sulle labbra sottili “Piuttosto … perché non fate un balletto? E’ molto più divertente”.

I due si impietrirono. “Un balletto?” ripeterono all’unisono scioccati. La sfinge annuì. “Come facciamo?” domandò Giroro alla ragazza in un sussurro “Io non so ballare …”. Natsumi ci pensò un po’ su e chiese alla creatura “Ti va bene se ballo solo io?”. L’altra annuì di nuovo “Che danza vorresti fare?”. La rossa ci pensò su ancora e rispose “La danza dei ventagli”. La sfinge annuì per la terza volta, soddisfatta. Dopo qualche minuto Natsumi sfilava con un bel kimono bianco dalle decorazioni rosa a forma di petali di ciliegio, i capelli rossi legata con dei fermagli di legno scuro con dei fiorellini d’arancio attaccati. Giroro arrossì: era bellissima. E rimase ancora più estasiato quando la ragazza attaccò a ballare. La musica echeggiò dentro alla galleria dal nulla e la giovane si muoveva con una grazia pari a quella di una principessa. Quando la musica finì, fece un grazioso inchino e fece l’occhiolino al ranocchio rosso. La sfinge ruggì, in segno di apprezzamento, e si spostò di lato “E’ stata la danza dei ventagli più bella che abbia mai visto” disse entusiasta “Passate pure. Ma fate attenzione: vi aspetteranno momenti difficili”. Loro annuirono. La ragazza andò a rimettersi la divisa e la sfinge approfittò di quel momento per sussurrare a Giroro “Avrai occasione per dirglielo”. Il caporale annuì e con quelle parole nella testa, si affiancò a Natsumi e continuarono il loro cammino.

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Capitolo 35
*** L'ultimo tunnel ***


Ed eccoci arrivati all’ultimo tunnel, dove Keroro e Tamama stavano parlando animatamente del corso degli eventi fino a questo punto “E pensare che la Narratrice voleva fare una cosuccia da dieci capitoli e invece siamo già al trentacinquesimo … Roba da guinness” stava dicendo il sergente, assumendo quella espressione allegra che mandava fuori dai gangheri Giroro. “Ha pienamente ragione Sergente” borbottò Tamama ma intanto pensava “Che noia! Ma perché non cambia argomento? Sempre a parlare delle solite cose”. Vedendo che il ranocchio verde stava riprendendo fiato per bofonchiare sulla crudeltà del destino; il girino esclamò all’improvviso “Gundam!” “Oh! Ma lo sai che è uscito il nuovo modello …” attaccò l’altro, pieno di entusiasmo che solo un maniaco dei modellini ha. Il soldato sospirò, sollevato “Almeno parla di qualcosa che potrebbe interessare anche a me”.

Erano ormai passate due ore da quando avevano imbucato quel lunghissimo tunnel oscuro. Il sergente strisciava per terra dalla stanchezza. “Non è possibile” rantolò “Mi sembra di non essermi spostato per niente!”. Si rotolò a destra e a sinistra “Non ci sono curve, né scale e tanto meno delle porte …”. Anche Tamama era stanco. Facendo fuoriuscire la sua parte violenta; ringhiò “Basta! Ne ho abbastanza di stare qui dentro! Voglio uscire!”. Ispirò più aria possibile, puntò verso un muro e urlò “Tamama impatto!”. “Fermati Tamama!” gridò il sergente ma ormai era troppo tardi. La onda energetica sfrecciò a piena potenza dalla bocca del girino fino a colpire con violenza la parete. La galleria iniziò a tremare e grossi massi iniziarono a cadere dal soffitto. Presto i due keroniani si ritrovarono bloccati, senza avere la possibilità di tornare indietro. Tamama ritornò normale “Accidenti, che pasticcio” mormorò imbarazzato “Ma almeno potremo essere certi se ci stiamo muovendo o meno”. Si voltò verso il suo superiore. Keroro era steso a terra, messo ko da un grosso masso che era caduto dal soffitto. Sulla testa aveva un bel bernoccolo. Il girino si avvicinò lentamente e rimase a contemplarlo. Aveva sempre avuto un’ammirazione per il sergente … magari potrebbe … Ehi! Niente cose che mi costringono ad alzare il rating di questa storia! Tamama si inchinò affinché potesse baciare il ranocchio verde sulle labbra ma quando stava a pochi millimetri ci fu un altro scossone e atterrò Angol Mois, armata di bastone d’oro. Il girino era su tutte le furie “No! La smorfiosa no!”.

La ragazza, vedendo il suo adorato sergente privo di sensi urlò “Sir Keroro! Che cosa ti è accaduto?!”. Ignorando completamente il soldato, prese tra le braccia il keroniano. Keroro si riprese e arrossì leggermente quando si accorse di essere tra le braccia della distruttrice di ball … ehm … di pianeti … Tamama lascia la tastiera! MOLLA! I due si guardarono intensamente negli occhi ma poi il sergente sospirò e si districò dalla ragazza “Lady Angol Mois. Apprezzo veramente molto la vostra devozione nei miei confronti”. La ragazza sorrise. Il ranocchio verde continuò “Ma io sono felicemente sposato con la capo-infermiera Pururu e presto avremo un bambino … Ed devo ammettere che, nei vostri confronti, io ho sempre provato solo un affetto fraterno …”. La biondina annuì. Tamama si asciugò una lacrimuccia all’angolo dell’occhio. In quel momento capì che non avrebbe mai avuto nessuna speranza con il sergente in questa dimensione. La galleria tremò per la terza volta e dal buco che aveva creato Angol Mois apparvero cinque ragazze vestite alla marinara. Una biondina con due lunghissimi codini, probabilmente la leader del gruppo, fece un passo avanti “Finalmente vi abbiamo trovato invasori! Per oltre un anno avete fatto i comodi vostri trattando i terrestri come schiavi”. Poi fece una serie di gesti e mezzi balletti dicendo “Io sono Sailor Moon! E sono venuta fin qui per punirti in nome della luna!”. Dopo un attimo di silenzio, Keroro obbiettò “Ma qui siamo sulla Terra …” “Silenzio!” gridò un’altra ragazza dai capelli neri e la divisa rossa unendo gli indici per creare una piccola palla di fuoco. Angol Mois si parò davanti al sergente e a Tamama “Voi andate avanti. Ci penserò io a loro” “Ma sono in cinque mentre voi siete da sola!” obbiettò ancora il sergente ma la ragazza impugnò il bastone e si trasformò. Un coro gregoriano echeggiò nel tunnel. “Lei deve tornare dalla signora Pururu” disse rivolgendogli un dolce sorriso “E prendersi cura del suo bambino”. Poi, rivolta a Tamama disse “Proteggi il capitano ad ogni costo”. Il girino sorrise sprezzante “Non c’era bisogno di dirmelo carina” ma allungò la mano per stringere quella della sua rivale. “Che faccia tosta! Ci stanno praticamente ignorando!” esclamò la Sailor vestita in verde e fece drizzare un’antenna che fuori uscì dalla tiara. Angol Mois, vedendo che le cinque Sailor stavano per attaccare, roteò il suo bastone “Attacco uno su mille!” gridò e scagliò l’onda d’urto. I due keroniani ne approfittarono per scappare. Keroro ebbe l’impulso di voltarsi indietro ma Tamama lo afferrò saldamente per un braccio e gli disse “C’e la farà … E’ una ragazza in gamba”.

Intanto nella sua sala del trono, l’Arcijanare fissava il keroniano che aveva davanti a lei con piacere e un pizzico di curiosità. I suoi piccoli servitori lo circondavano, stando all’erta e seguendo ogni suo movimento. Ma lui se ne stava immobile. Per prendere in giro il suo ospite, portava i capelli neri dai riflessi verdi legati in una coda di cavallo ed i suoi occhi, verdi come le foglie d’estate, si soffermavano sorridenti su di lui che urlò stizzito “Smettila!”. Un colpo dato da Cacao sulle ginocchia lo fece cadere a terra mentre la strega rideva di gusto. Zoruru si alzò, furioso, ma fino a quando quell’abominio aveva il volto di quella ragazza non sarebbe riuscito ad attaccarla. Maledetto il suo cuore. La strega fece un sorriso felino “Polari sta perdendo colpi … Ha accolto nel suo gruppo, nella sua famiglia, un traditore …”. Il keroniano di metallo ribollì di rabbia “Io non sono un traditore! Non ho mai tradito Keron, nemmeno quando ho seguito il mio comandante …” “Per questo ti trovi da me, per consegnarmi Terra Libera in cambio della tua incolumità e quella del tuo plotone …” “E della ninja” aggiunse in fretta Zoruru. Lei sorrise sadicamente ripetendo “E della ninja”.

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Capitolo 36
*** La Narratrice e il mondo della Tv ***


Sono stravaccata sulla mia poltrona super confort e pigio distrattamente lo stesso tastino del telecomando ogni due secondi, con gli occhi spenti e un filino di bava che mi fuoriesce da un angolo della bocca. No, non ho in testa l’essiccatore dei keroniani, ma un complesso e particolare attacco di insonnia. Mentre il mio pollice stava calando inesorabilmente per la 895 volta sul tastino P +; l’agente K e l’agente J dei Man in Black irrompono nel mio salotto accompagnati dai Vermoni e si dirigono verso la mia libreria. Il mio pollice rimane sollevato, l’unica parte del mio corpo che è rimasta incuriosita dell’arrivo dei nuovi ospiti. K si volta, mi vede e, con un mezzo sorriso, mi saluta “Ciao Narratrice! Come va? Come sta andando la Fan Fiction di Keroro?”. Giro la testa fino a che il viso di K non entra nella mia visuale. Il suo sorriso scompare “Oh, la situazione è così grave?”. Io annuisco. J si intromette “Dai K! Prendiamoci le armi e lasciamo stare questa ameba! Gli Umpa Lumpa arriveranno da un momento all’altro. Non dobbiamo neanche prenderci il disturbo di cancellargli la memoria. Guardala”. L’agente J mi mette una mano sulla testa e fece pressione per qualche secondo e dopo la tolse. La mia testa ondeggiò come una molla facendomi assomigliare a quei oggettini che molti mettono nella macchina. K fece un sospiro rassegnato e toccò un libro verde. Subito la mia libreria si spalanca.

Feci un sorrisino compiaciuto. Illuminata con delle lampade al neon ci stava un’immensa sala ripiena di ogni tipo di arma. C’erano: spade, spadini, coltelli da cucina, lanciafiamme, pistole, fucili, scacciacani, lance, cerbottane fatte con le penne di plastica svuotate con annessi proiettili di carta zuppa di saliva, borsette griffate, cuscini, righelli … Insomma un bel po’ di artiglieria leggera, pesante e insolita. “Ma le mie armi?” protestò K voltandosi verso di me “Che fine hanno fatto?”. Io alzo le spalle e pronuncio “Bo”. La porta d’ingresso si spalanca e Gandalf il Grigio fa la sua apparizione “Le armi non ti serviranno contro il Signore Oscuro” proclama alzando il suo bastone “Egli ha un potere che va oltre l’immaginazione! Egli sa a memoria …”. E li la voce gli divenne rauca, come se uscisse dai inferi “La canzone del Pulcino Pio”.

Nonostante la mia mente fosse lontana mille miglia alla parola –Pulcino Pio- ritornai in me e, con gli occhi pieni di terrore ritornai al mio primo esordio (per chi non se lo ricorda vada a rinfrescarsi la memoria con il capitolo 6). “No! Non dobbiamo permetterlo! Se diffonderà quella canzone milioni di persone innocenti moriranno!”. Poi stringo i pugni e dico “Questa volta non ci saranno le Iene a salvarci!”. Tutti chinano il capo. Ma alla fine l’agente J dice “No, c’è qualcuno che può aiutarci”.

Ci ritroviamo tutti nei sotterranei di Hogwarts, dove Piton ci fissa come se fossimo dei escrementi di piccione su una Jaguar nuova di zecca. “Non pretendo che tutti voi impariate l’arte sopraffina della Occlumanzia …”. Io do un’occhiata storta all’agente J. E’ lui che ci può aiutare? Piton vede che non sono attenta e borbotta “Legiments!”. Subito vengo teletrasportata indietro con i ricordi. Ritorno anche a prima della mia nascita, dove il ginecologo dice a mia madre “Stia tranquilla signora: al 99,9% è un bel maschietto”. Dopo sette mesi sono nata io, femmina al 100%. Una marea di ricordi mi affollano la mente fino a che ritorno al capitolo sei della FF dove il Narratore mi stava facendo ascoltare quella terribile canzone … Piton ansimò e bisbigliò verso ai altri “Lei è la ragazza che è Sopravvissuta!”. Un coro di Oh riecheggia nella umida stanza. Arriva all’improvviso Dark Fender che dice “In lei scorre la forza!”.

Boom! Inizia l’allenamento. Con la colonna sonora “IM THE TIGER” di Rocky Balboa; mi ritrovo a fare footing sotto la pioggia scrosciante affianco a mio padre, che sta al passo con la sua sedia a rotelle rosso fiamma. Io ansimo “Ma cosa centra la corsa con la battaglia contro il Signore Oscuro?”. Mi padre ci riflette su e dice “Assolutamente nulla. E’ solo per farti perdere un po’ di peso”. Bolt si materializza vicino a me e sbuffa “Mezza cartuccia” e mi sorpassa a velocità supersonica. Mi manca il fiato e alla fine mi scaravento a terra. Mio padre si ferma e urla “Non lasciare che lui ti umili in questo modo! Finisci almeno la corsa, non importa se tu vinci o perdi”. Tutti erano all’arrivo, carichi di adrenalina e suspense. Videro arrivare Bolt. Sembrava che avesse trangugiato dodici lattine di Red Bull talmente che aveva le ali ai piedi. Ma poi, all’orizzonte, si vide una cosa sensazionale. Io con mio padre che skate riamo con la sedia a rotelle a tutta velocità. Tutto va al rallentatore e si cambia musica. Chi si ricorda il nome di quella musica che si sente quando tutti corrono al rallentatore? Va Be, quella! C’e un casino di gente che urla ma la musica è talmente alta che non sento niente. Vedo solo le loro bocche che si muovono. Aumento la velocità. E lì accadde il miracolo. Superiamo Bolt e tagliamo il traguardo. Gandalf agita le braccia urlando giubilante, Abramo Lincoln che si prende i lembi della giacca e annuisce, Meow che fa una danza insieme a Renamon e a Puppetmon, Licia e Mirko si sbaciucchiano alla faccia del pudore, Freddy Mercury che canta “WE ARE THE CHAMPIONS”. Insomma tutti siamo festanti.

Poi arrivò il Signore Oscuro, Lord Voldemort che spalancò la bocca. Si sentì nell’aria la musichetta mefitica. Ma io, rapidissima, mi avvicino a lui e gli chiedo “Prima che tu canti … Mi spieghi perché al settimo libro sei stato sconfitto per una cosa così assurda?”. Lui si ammutolisce subito. La musica scompare e il Signore Oscuro si raggomitola tutto sconsolato in un angolino borbottando “Non è stata colpa mia …”. Vengo portata in trionfo sopra le spalle di Piton e del robot C-3-P-O. Ho vinto anche questa volta.

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Capitolo 37
*** La porta d'oro ***


Una goccia di sudore scivolò dalla tempia di Kururu e andò a finire sopra la tastiera del computer, formando una specie di lente di ingrandimento per la lettera –M-. Per la prima volta da quando era ritornato dall’Australia, Polari era veramente furioso. Quella COSA era lì, proprio davanti a lui, e sembrava prenderlo in giro per la sua incapacità. Gli occhi color del rubino non osavano neanche a battere le palpebre. Un ghigno folle gli deturpò le labbra quando le sue dita sfiorarono il manico del coltello da caccia. Invece quella COSA iniziò a sudare freddo. “Sei mia adesso” ridacchiò il leader e partì all’attacco. Prese la bottiglia di acqua frizzante con una mano e forò il tappo con la punta del coltello. L’aria compressa fuoriuscì sibilando, in un'unica sillaba a mo di canto del cigno. Il leader esultò e fece un brindisi “Ai mali estremi, estremi rimedi!” e si mise a tracannare il contenuto.

I keroniani rimasti fissarono allibiti il giovane comandante “Come avete fatto a trovarne uno così cretino?” domandò Pururu a bocca aperta. Saburo voleva difendere Polari ma quando lo vide fare una specie di danza tribale della vittoria cambiò idea. In effetti … Taruru si guardò intorno, mentre gli altri membri di Terra Libera si univano al comandante per fare il trenino, e notò che c’era qualcosa di strano. “Ehm … Scusatemi …” borbottò rivolto al capo “Ma Zoruru che fine ha fatto?”. Polari si fermò di botto, facendo scontrare tutti gli altri “Chi? Il vostro Hannibal the Cannibal?” chiese lui sforzandosi a ricordare. Poi un membro del gruppo, un tipo dai capelli riccioli venuto dal Brasile disse “L’ultima volta che l’ho visto era andato sul tetto quando c’erano Snow e il ninja azzurro …”. Dororo e Koyuki arrossirono e si guardarono nei occhi. E se lui avesse visto …

“Be, che state aspettando? Andate a cercarlo” ordinò il leader ad alcuni sottoposti per poi borbottare “Non vorrei che fosse rimasto incastrato nella turca …”. Ma dico! Sono cose da dire?! “Dai Narratrice, non fare così. Sai quante volte mi sono cadute delle cose in quel gabinetto sibillino? Una volta mi è caduto il cellulare e me ne sono accorto solo quando tra le tubature dello scarico ho sentito la suoneria”. Piccola visione dove tra le mattonelle risuona –Con te partirò- di Bocelli. “Scusate!” strillò Pururu con il suo ovetto tra le braccia “Ma possiamo ritornare alla storia?!”. Scusa.

I membri della ribellione cercarono dappertutto l’odioso keroniano meccanico ma inutilmente. Era sparito. Quando ritornarono indietro Polari si morse l’unghia del pollice e disse a Saburo “Riesci a procurarmi le registrazioni delle ultime due ore? Potrebbe essere uscito”. L’albino annuì e si dette subito da fare. Presto sul mega schermo apparso all’improvviso si vide chiaramente Zoruru uscire dalla porta sul retro. Non aveva una bella cera. Sembrava furioso. Chiuse l’occhio e rimase immobile per qualche secondo, prima di sparire all’improvviso. “Ma che …” disse Polari poi ordinò “Ritorna a due secondi prima che sparisca e rallenta le immagini”. Detto fatto. Si rivide Zoruru, immobile, con l’occhio chiuso e … Miseriaccia! Cacao era apparso insieme a Papaya e Patata e indicarono al keroniano di metallo una strada, prima di sparire per chissà dove. Tutte le bocche si erano spalancate. In quel preciso momento suonò l’allarme.

I personaggi che avevano intrapreso la via dei tunnel, dove ho spremuto fino all’ultima cellula delle mie fibre nervose per far entrare un po’ di romanticismo in questa storia che fra poco avrà l’effetto di Beautiful; riuscirono a incontrarsi nello stesso momento davanti a un immensa porta d’oro. Ci fu un attimo di silenzio carico di adrenalina. Che cosa ci sarà oltre quell’ennesima porta? Si ritroveranno davanti la perfida strega e i suoi scagnozzi? Oppure dovranno affrontare un’altra prova? Ma soprattutto … Perché devo pagare quando prelievo con il bancomat?!? Tutti mi fissano. Scusate, troppa televisione. Keroro si voltò dietro e sussurrò “Chissà se Lady Angol Mois starà bene …”. Poi riprendendosi andò vicino alla porta e gridò “Forza! Siamo riusciti ad arrivare fin qui incolumi, riusciremo anche a superare questa porta YEAH!”.

Un pugno micidiale di Natsumi calò sulla testa del sergente, facendolo impiantare a terra. “Brutto ranocchio! Ma ti sei bevuto il cervello?! Ora la strega saprà che siamo arrivati!” “Ehm … Sorellona …” disse Fuyuki tendendo le mani “Credo che se ne sia accorta da quando siamo entrati nei tunnel …”. “Che ragazzino sveglio” rombò una voce attorno a loro. Si misero in posizione d’attacco. Era L’Arcijanare. “Si, mi sono accorta della vostra presenza appena avete messo piede nelle gallerie” continuò la voce “Ma devo ammettere che siete stati molto bravi ad arrivare fino a qui …”. Keroro fece un passo avanti “Hai sbagliato a metterti contro di me!” “Ma se l’hai fatto tu questo casino!” ribatté Giroro fissandolo furioso. Il ranocchio verde allora balbettò “Hai invaso i pekoponiani e li hai ridotti in schiavitù!” “In verità siamo stati noi gli invasori anche nella nostra dimensione …” disse Tamama imbarazzato. “Ma insomma!” sbottò Keroro indignato “L’ho detto soltanto per creare qualche parola ad effetto, qualcosa che poteva rimanere nella memoria di quelli che stanno leggendo!”. Puntò il dito contro la porta “Preparati, oh tu megera! Il sergente Keroro è il suo plotone sta per arrivare!”. Guarda gli altri “Come sono andato?”. Fuyuki distorse lo sguardo mentre Momoka tentennava e Natsumi insieme a Ship borbottavano uno “Scarso”. Il ranocchio verde sbuffò “Cosa ci posso fare se tutte le frasi ad effetto se le sono prese –Il signore degli anelli-, la saga di –Harry Potter – e tutti i film amatoriali del cinema”. Tra le pareti echeggiò una risata “Sei una comica, sergente!”. La porta d’oro si aprì “Siate benvenuti nella mia dimora … Entrate”. Il gruppo stava per fare un passo in avanti ma la strega li fermò “Alt!”. Uno zerbino con su scritto “I LOVE MY VULCAN” apparve all’improvviso davanti all’ingresso. “Prima pulitevi le scarpe …”.

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Capitolo 38
*** Faccia a faccia ***


Quando il gruppo ebbe oltrepassato l’ingresso dorato; si ritrovarono in un’immensa sala piena di arazzi e macchine per tessere dai mille colori. Sembrava che ogni tessuto brillasse di luce propria, facendo sembrare di essere all’interno di un arcobaleno. Trovarono la strega in cima a un alto altare, seduta su un enorme ostrica come una giovane Venere, che si studiava attentamente le punte dei suoi capelli che per l’occasione speciale li aveva tinti di un verde brillante. Quando sentì i passi dei ospiti avvicinarsi alzò i suoi occhi rossi come i ribes e mormorò “Salve, sergente Keroro”. Il keroniano verde fu attanagliato dall’inquietudine al suono di quel saluto: infatti la voce della strega era rauca, come quando avevano stipulato il patto. E sul suo viso ogni traccia di gentilezza e compassione era sparita. Ora sapeva a chi apparteneva il viso all’ingresso del labirinto. Lei si alzò, facendo strusciare i bordi della sua tunica greca sul pavimento e scendendo lentamente le scale. Anche gli altri sentivano che la creatura che stava davanti a loro era molto pericolosa. La strega riprese parola “Sono passati ormai quattro giorni da quando noi abbiamo stipulato il patto”. Si avvicinò di più e Keroro deglutì. Lei a quella vista sorrise, mostrando i denti aguzzi “Io ho fatto solo quello che tu volevi: ho permesso che tu e il tuo patetico plotone riusciste nella missione che vi era stata assegnata dai vostri generali più di un anno fa e con essa hai avuto la gloria, la fama, una promozione e di avere la keroniana dei tuoi sogni …”. Lì si addolcì leggermente e sussurrò “So che presto diventerai padre … ti faccio le mie congratulazioni …” poi ritornò seria “Peccato che il tuo bambino non ti conoscerà mai”. “Cosa vorresti dire?” domandò Giroro alzando gli occhi verso il viso della strega. Dal nulla apparvero delle figure oscure, capitanati dai tre girini. Papaya sghignazzò follemente guardando il gruppo “Nel senso caporale …” rispose l’Arcijanare posando gli occhi sul ranocchio rosso “Che voi mi siete ormai d’intralcio. Se aveste accettato la vostra nuova vita non avrei mai pensato di uccidervi anzi! Vi avrei coperto di onore e gloria …”. Gli spettri si avvicinarono di più “… Ora non vi rimane che andare contro a una fine violenta”. Si innalzò da terra e mormorò “Addio” e scomparve come se fosse stata una nuvola violacea.

Intanto nelle segrete … Polari di toccava una parte del suo petto con la punta delle dita. Il sigillo impresso sulla sua pelle stava pian piano svanendo. Si mise a riflettere. Ancora dieci ore e sarebbe sparito del tutto. Sorrise. Presto i suoi poteri sarebbero ritornati.

In un'altra cella, un po’ più lontana rispetto a quella del leader dei ribelli, ci stavano Dororo insieme a Koyuki. La ragazza era piena di contusioni e graffi ma nel complesso non aveva niente di grave. Teneva il suo adorato stretto a sé, mormorandogli parole dolci e consolatorie. Il keroniano azzurro, durante l’aggressione al covo di Terra Libera, era stato colpito violentemente da uno spettro nero. Forse gli aveva fatto un maleficio, lei non lo sapeva, ma stava facendo l’impossibile per salvargli la vita. Un suono simile a quello dello xilofono echeggiò nelle buie segrete. La ragazza sollevò lo sguardo e vide Zoruru di fronte a lei, dall’altra parte delle sbarre. Il suo occhio si posò su un taglio che la ragazza aveva sulla gamba e poi il suo rivale che giaceva svenuto tra le sue braccia. Fece un verso sprezzante e disse “Io sarei stato capace di difenderti meglio Yuyuki”. Lei lo fissò con rabbia “Stai zitto! Non hai diritto di parlare in questo modo: Dororo è ridotto così appunto perché mi ha difeso dai attacchi di quei mostri. Senza di lui sarei morta …” “Senza di lui non saresti ferita!” sbottò il keroniano di metallo “Se tu fosti stata con me loro non sarebbero riusciti a toccarti!”. Lei contrattaccò “Perché li hai mandati tu contro di noi! Tu ci hai tradito!” “Io sono un servo di Keron!” gridò lui pieno di rabbia “Io sono e sarò sempre un nemico dei pekoponiani! Se qualcuno minaccia il mio pianeta; il mio compito è quello di sterminarlo!”. Koyuki rimase per un attimo in silenzio, poi sorrise amaramente “Allora cosa sono tutte queste lagne che dovevo stare con te invece che con lui quando io sono una pekoponiana?” domandò in un filo di voce. Lui si irrigidì ed afferrò le sbarre con entrambe le mani e disse “Perché tu sei diversa. Ogni volta che guardo il popolo a cui appartieni mi ricordano tante piccole formiche che meritano di essere schiacciate mentre tu sei una creatura eterea …”. Lei voltò la testa dall’altra parte “Vattene … Non posso stare a sentire queste parole quando il popolo a cui appartengo è ridotto in schiavitù …”. Zoruru fece un verso esasperato ma poi tornando a guardare Dororo, giocò la ultima carta “Se accetti di stare con me, di diventare la mia compagna, io salverò la vita a lui …”. Koyuki spalancò gli occhi e tornò a fissare il keroniano di metallo. La mano di Dororo afferrò quella della ragazza e mormorò “Non lo fare Koyuki … Mi ucciderà ugualmente …” e poi ricadde nell’incoscienza. Lei chiuse gli occhi e disse “Va bene …”. Lui sorrise ma la ragazza aggiunse “Ma prima mantieni la tua promessa: devi salvarlo”. Zoruru annuì e gli porse una boccetta color indaco. “Dagli da bere questa pozione”. Lei la prese e con le mani che gli tremavano, fece sorseggiare al ninja la pozione. Fece subito effetto. Presto il keroniano azzurro cadde in un sonno profondo. L’altro aprì la porta della cella e disse “Ora tocca a te mantenere la promessa”. La ragazza uscì con passo claudicante e dette un’altra occhiata apprensiva a Dororo. “Entro un paio d’ore starà bene” borbottò lui seccato. Poi si avvicinò alla ragazza e disse “Ora che stiamo insieme; che ne diresti di darmi un bacio? Tanto per suggellare il nostro patto”. Lei deglutì, impaurita, ma Zoruru la afferrò violentemente per la mascella e avvicinò il suo viso al suo. Quando le labbra della ragazza erano a pochi centimetri dal viso del keroniano; lei fece saettare una mano e con un dardo soporifero gli colpì la schiena. Lui gorgheggiò parole incomprensibili prima di cadere a terra, svenuto. Koyuki prese in braccio Dororo e afferrò il mazzetto di chiavi delle celle. Senza guardarsi indietro corse verso le prigioni dove erano rinchiusi i suoi compagni. Quando le ebbe aperte tutte utilizzò le sue capacità ninja per localizzare altre entità. Scoprì che tre piani più in alto qualcuno stava combattendo contro i fantasmi che avevano attaccato il covo. Polari si mise subito a capo del gruppo e urlò “Andiamo a riprenderci la nostra libertà!”.

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Capitolo 39
*** L'ultima battaglia ovvero Quando la storia sta arrivando alla fine ***


“Stop! Aspettate un secondo!” gridò Keroro rivolto ai suoi nemici. Cacao alzò la mano e l’orda di spiriti demoniaci si fermò, a pochi centimetri da un Giroro che stava impugnando due mitraglie tutto tremante. Lui i fantasmi li … si, abbiamo capito. Il sergente fece qualche passetto verso i tre girini e disse tutto impettito “Ma lo sapete chi sono io?”. Tutti, comprese le Ombre, si guardavano in faccia. Lui continuò “Io sono il sergente Keroro, comandante del gruppo Grandi Manovre del pianeta Keron ergo io sono il protagonista!”. Papaya domandò seccata “E con questo? Cosa importa? Tanto stai per morire …”. Keroro gongolò con espressione maligna “Da quando in qua i protagonisti di una storia per ragazzi muore?”. Patata impallidì e si rivolse ai altri “Cavoli, ha ragione! Non ci abbiamo pensato … I protagonisti in questo genere di storia non muoiono mai …” “Allora che cosa facciamo? Perderemo il nostro buon nome di ultracattivi se non facciamo secco qualcuno di loro …” disse Cacao dando sguardi perplessi al gruppo. Poi il suo viso si illuminò “Ci, sono! Ammazziamo la rossa!” “Ma sei diventato scemo?” ribatté Papaya tirandogli uno scappellotto “Se la accoppiamo si scatenerà un’altra smielata storia d’amore alla Titanic!”. Per la gioia di qualcuno; un breve filmino su cosa potrebbe succedere: Natsumi a terra, moribonda, dove un disperato Giroro gli afferra le mani e gli sussurra “Andrà tutto bene … Guarirai …” anche se lo sa che sta per lasciare questo mondo. “Abbracciami forte Red … Si sta facendo buio …” sospira lei socchiudendo gli occhi e inclinando la testa. “No! Non lasciarmi!” grida il ranocchio rosso con le lacrime ai occhi “Io ti amo!”. La ragazza sorrise debolmente e con il suo ultimo respiro mormora “Anch’io …”. I due si scambiano un dolce bacio d’addio … “Se ci penso un minuto di più, mi viene l’ulcera …” disse Papaya come se stesse dando di stomaco, riportando i presenti alla realtà. “Allora che facciamo?” domandò il girino giallo.

La porta di servizio si spalancò all’improvviso e i membri di Terra Libera entrarono nella sala facendo urli di guerra. Ma vedendo che non c’era nessuna battaglia in corso rimasero bloccati con la bocca spalancata. Koyuki domandò stupita “Che sta succedendo qui?”. Un coro di Ehm, Bo e ah echeggiò nell’aria. Intanto che c’era questa situazione di stallo alcuni spiriti, annoiati, si stavano facendo la battaglia dei pollici. “Basta!”. Io entro nella sala con il computer portatile sottobraccio. Tutti spalancano gli occhi e le bocche. Ship tamburellò con il gomito Natsumi e sussurra spaventata “La Narratrice! E’ la prima volta che appare nella storia di persona che non siano i suoi capitoli extra!”. Io, con i capelli spettinati raccolti in una coda e due occhiaie nere da far concorso; ghigno i denti e sibilo “Perché vi siete fermati? Vi rendete conto che siamo quasi alla fine della storia e voi ancora siete a questo punto?!?”. I tre girini si avvicinarono tutti tremanti e pigolarono “Si … Ma Keroro … ha detto …” “Dio del cielo! Che hai detto a questi ragazzini?”. Mi volto verso di lui che si è nascosto dietro a una gamba di Fuyuki, con la faccetta diventata blu. “Ho capito …” dico io senza aspettare una risposta. Mi rivolgo ai tre girini e dico “Si, è vero, il protagonista in questo tipo di storie” li faccio le virgolette e biascico disgustata “Non possono morire”. Il gruppo tira un sospiro di sollievo. “Ma …” continuo io facendo un piccolo sorrisino “Come ho già detto prima; la storia sta giungendo al termine e come da copione devo far combattere il bene contro il male … anche questo fa parte in una storia per ragazzi”. Ci penso su un attimo e vedendo che gli altri mi fissano in aspettativa gli dico “Intanto che penso come farvela svolgere voi intanto continuate come se io non ci fossi …” “Ah … ok capo …”.

“YAAAAAAH!” gridò Koyuki sfoderando gli shuriken e guidando un gruppo di ribelli contro i fantasmi. Garuru e Ship sfoderarono le loro armi e spararono all’impazzata. Sembravano che fossero discesi due Dei della guerra. Natsumi e Momoka indossarono le loro tute tecnologiche e diedero inizio a una lotta aerea da capogiro. La rossa, dopo aver steso uno spettro, diede un’occhiata giù in basso e vide Giroro paralizzato dalla paura. Non perse tempo. Atterrò vicino a lui e gli chiese “Sei ferito?”. Lui scosse la testa e indicò i fantasmi. “Tu … hai il terrore dei fantasmi … ?”. Il caporale annuì, provando un moto di vergogna. Lei sorrise “Sono sicura che riuscirai ad affrontare le tue paure” e gli diede un bacio a fior di labbra. Come se avesse bevuto la pozione di Asterix, Giroro scattò in piedi pieno di vigore, prese le sue pistole e diede inizio alle danze. I tre girini videro che, nonostante loro fossero in superiorità numerica rispetto ai ribelli, che quest’ultimi stavano avendo la meglio. Polari stava dando ordini uno più strategico dell’altro, Saburo con Kururu stavano facendo impazzire le macchine super tecnologiche di Patata, Tamama insieme a Momoka e Fuyuki davano del filo da torcere a Cacao e Koyuki stava avendo un testa a testa con Papaya.

L’Arcijanare vide tutto attraverso il suo specchio magico e disse tra se “Sono più potenti di quanto pensassi … Sono davvero determinati a rimettere a posto le cose …”. Voltò la testa verso il generale Totoro. Egli aveva un essiccatore ben calcato sulla testa che gli toglieva la forza di volontà. Un rivolo di bava scivolò dalla bocca leggermente aperta. Lei sorrise e gli pulì amorevolmente il mento “Non preoccuparti giuggiolo mio, loro non se lo riprenderanno il loro pianeta …”. Gli sussurrò nell’orecchio in modo seducente “Che ne dici se mandassimo il tuo esercito personale per la battaglia finale?”. Il keroniano annuì ricambiando il sorriso. La strega schioccò le dita. Apparve un keroniano azzurro dal elmetto con su incorporato due mitraglie. “Ah, Doruru …” disse la strega “Sai che cosa devi fare”. Lui fece il saluto militare e rispose con un semplice “Roger!”.

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Capitolo 40
*** L'ultima battaglia ovvero Le cose non stanno andando troppo male ... ***


Ma ritorniamo dai nostri amici che hanno stracciato alla grande l’esercito degli spettri dei tre girini. Adesso i nostri pargoletti si trovano legati per benino in una stanza che cade a pezzi. Perfino la magnifica porta d’oro con il maestoso trono di conchiglia non vennero risparmiati. (Mm! Un attacco di dejà vu). I ribelli stavano festeggiando alla grande: avevano messo lo stereo a palla e facendo il gangnam style. Polari si avvicina ai tre prigionieri fumando la sua solita sigaretta elettronica “Ormai non avete più scampo bambini …” gli disse con voce dolce sbuffando nuvolette di fumo che assumevano la forma delle lettere. “E so anche che la piccola Ehm in questo momento si trova a mille miglia lontano da qui, su un altro pianeta, probabilmente affianco al generale keroniano, a bollire come una pentola di fagioli e a complottare un ultimo piano per mandarci tutti in paradiso” continuò lui facendo assumere questa volta al fumo della sua sigaretta le sue parole fatte ad immagine. I tre girini impallidirono e domandarono in coro “E tu come fai a saperlo?” “Anche io ho i miei trucchi” sospirò lui meditabondo. Sbuffò un po’ di fumo violaceo e disse “Nonostante siete stati una spina nel fianco per Terra Libera e mi avete distrutto …” li la voce divenne leggermente più roca “… Le mie adorate terme; sono ancora indeciso se farvi prigionieri o …” “Non vorrai mica ucciderci?!?” strillò Cacao con vocina acuta “Siamo soltanto dei poveri bambini innocenti!”. Per poco il leader dei ribelli si stava strozzando con il suo stesso fumo. Quando si riprese rantolò “-Innocenti- pronunciato da voi equivale a una bestemmia”. Dopo qualche secondo di esitazione, apparve Jerry Scotti che si avvicina a Polari e gli dice “Hai ancora tre aiuti a tua disposizione: il 50:50, chiamare a casa e il pubblico”. Il presentatore sorrise “Hai un minuto per decidere”. Musichetta da suspense. La telecamera zoomava tra il volto di Polari e quello del presentatore fino a inquadrare i tre girini. Una gocciolina di sudore scivolò dalla tempia corvina ma alla fine lui pronunciò scandendo bene le parole “Ho deciso di volere l’aiuto del pubblico!”. Partono gli applausi. Il presentatore annuisce e se ne va. “Che cosa significa?” domandò Patata al leader “Che fino a quando qualcuno non recensisce e ci dice se ci vogliono salvi o meno, saremo fuori dalla storia?” “Sei intelligente pallina di cerume” disse Polari allontanandosi. Si controllò il petto e sbuffò. Ancora otto ore.

Keroro si era messo in testa al gruppo di ballerini cantando a squarciagola “HEY SEXY LADY!” insieme a Tamama. Ship stava curando amorevolmente le ferite di Garuru e Natsumi faceva lo stesso con Giroro. I due fratelli si guardarono nei occhi e si fecero il pugno contro pugno, sorridendosi complici. Non stavano così tanto male. Fuyuki si avvicinò a Momoka e gli domandò apprensivo “Come ti senti? Sei ferita?” “Ho qualche graffio ma sono a posto” rispose lei spavalda. Il dodicenne sorrise rassicurato e si avvicinò ancora di più alla ragazza, che a quel gesto arrossì come una mammola. Fu questione di un attimo … un breve incrocio di sguardi carichi di sentimenti intensi e … le loro labbra si appiccicarono come se al loro posto ci fossero due pezzi di calamita o di super attack. ALLELUJA, ALLELUJA, ALLE-LI-LUJA! Gli angeli intonarono il canto idilliaco e inondarono la coppia di luce celestiale perché finalmente, dopo centinaia di puntate di buche, fallimenti e ottusità; i due si baciavano. Natsumi si fermò un attimo dal curare il caporale e rimase a boccheggiare indicando il fratello alle prese con la multi milionaria. Giroro gli tirò giù il braccio e gli sussurrò “Dai … lascialo stare … sono ragazzi …” “E poi Momoka era innamorata di Fuyuki fin dalla prima elementare” aggiunse Ship mentre sistemava una benda sul braccio del tenente “Era ora che lui si accorgesse dei suoi sentimenti”. Eh, si, c’era da stare allegri.

L’allegria dei keroniani aumentò quando videro Angol Mois entrare nella sala, stanca e un po’ ferita ma salva. Keroro l’andò ad abbracciare con le lacrime ai occhi “Lady Angol Mois! Sono felice che tu stia bene, signorsì!”. Poi alzò gli occhi verso il suo viso e gli chiese “Come hai fatto a salvarti dalle guerriere Sailor?”. La biondina gli rispose “Quando voi siete scappati ho fatto di tutto per trattenerle utilizzando quasi tutti i miei poteri. Poi, quando credevo di essere spacciata, è arrivato Gogoro che mi ha detto –Tu vai a proteggere Keroro! Da adesso mi occuperò io di loro-. Così lui si è sacrificato permettendomi di scappare …” e gli scivolò una lacrima sul viso. Keroro lasciò andare la ragazza. Si mise dritto in piedi e disse “Gogoro, mio caro amico d’infanzia, paladino della giustizia e dell’amore; il tuo sacrificio non sarà vano: noi sconfiggeremo i nostri nemici e riporteremo la pace su Pekopon. La tua risata monotona e l’espressione da deficiente del tuo viso saranno il nuovo emblema del sole”. Tutti chinarono la testa e fecero un minuto di silenzio.

Intanto nel tunnel … “Ah, ah, ah! Ragazze state sbagliando tutto!” gridò Gogoro verso le guerriere Sailor. Si mise più al centro “Il tuo braccio, Sailor Moon, non è abbastanza teso mentre tu, Sailor Venus, devi metterti in posa con il piede destro non sinistro!”. Sospirò “Su, ragazze, ricominciamo …”. Si mise in posizione “E uno, due e tre”. Risuonò la classica musichetta di Gogoro mentre la sorella si asciugava una lacrimuccia del suo viso e diceva, commossa “Non ho mai visto mio fratello così felice!”. Be … Non gli è andata poi così male.

Pururu stava aiutando alcuni ribelli feriti quando il suo ovetto iniziò a illuminarsi a intermittenza. Si mise le mani sul viso e gridò “Keroro! Vieni qui presto!”. Il sergente arrivò di corsa e quando vide il fenomeno, richiamò tutti quanti giubilante “Sta per nascere! Il mio bambino sta per nascere!”. Dororo si era ripreso da poco e, aiutato dalla sua Koyuki, riuscì a mettersi vicino ai altri membri del plotone. Pian piano il guscio ambrato dell’ovetto iniziò a sciogliersi fino a che … tra le braccia della keroniana non rimase un piccolissimo girino alla prima fase. Era verde chiaro con la pancia bianca ed aveva due occhi tondi vispi e neri come l’onice. Il sergente aveva gli occhi luccicanti e balbettò “E’ una femminuccia … E’ nata la mia bambina …”. Pururu gliela mise in braccio. Subito la piccola scodinzolò tutta contenta. Tutti gli fecero le congratulazioni. “Avete deciso come chiamarla?”gli domandò Giroro stringendogli la mano. I due keroniani ci pensarono su, poi l’infermiera notò “Sai che assomiglia molto a tua madre, Keroro?”. Lui fissò la neonata “Hai ragione … Ha gli occhi del suo stesso taglio, il suo stesso colore ed anche l’espressione del viso è la stessa …”. Incrociò lo sguardo della moglie “Ho capito” disse alla fine. Sorrise e mormorò alla piccola “Benvenuta su Pekopon, mia piccola Kokorì”.

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Capitolo 41
*** Ultima battaglia ovvero Un capitolo schifoso che serve da ponte per arrivare alla fine ***


Intanto sulla navicella keroniana dell’esercito personale del generale; Nero Keroro stava pensando. Come era possibile che –Keroro il conquistatore- e il Tenente Garuru si siano rammolliti così tanto? Che i ribelli di Terra Libera avessero fatto il lavaggio del cervello a tutti loro? Oppure c’era qualcosa di marcio tra le potenze keroniane? Doveva ammetterlo; non lo convinceva quella strana ragazzina che stava sempre alle costole del generale. Fece una smorfia nel ricordarla. Quella si atteggiava come se fosse la regina dell’universo e si permetteva di dare degli ordini ai suoi uomini! E lui doveva sottostare ai suoi capricci pur di non perdere il posto di lavoro e non farsi fare qualche fattura. Fece un lungo sospirò. Questa faccenda gli mandava i nervi a pezzi. Doruru se ne accorse e gli chiese affabile “Vuole testare il nuovo fucile a edizione limitata provvisto di lanciafiamme, passo?”. Il keroniano oscuro si voltò verso quello turchese e gli lanciò un’occhiata perplessa. Doruru arrossì leggermente “Quando io sono sotto stress; il semplice contatto con il freddo acciaio di una granata unito al sublime odore dei proiettili laser e alla vista di un’area piena di bersagli, mi risollevano lo spirito immediatamente, passo …”. Shivava, che era seduto dall’altro lato del comandante, si voltò anche lui verso il keroniano turchese e borbottò “Oh, Signore … Ma tu una vita normale non te la vuoi fare?”. Miruru apparve sul mega schermo in quel momento e annunciò “Siamo arrivati nei pressi del pianeta Pekopon”. Poi vedendo questa scena di mutismo imbarazzante da parte dei tre keroniani, chiese “Va tutto bene?”. Il keroniano rosso rispose “Si … Stavamo solo ascoltando i pensieri amorosi e feticisti del nostro Tackleberry qui presente …” “Piantala, passo e chiudo!” urlò Doruru diventando ancora più rosso. Nero Keroro si prese la testa tra le mani e ordinò “Piantatela tutti e due! Mi state facendo scoppiare la testa!”. Poi pigiò un tasto e disse “A tutte le truppe, prepararsi a sbarcare sul pianeta. Se incontrate qualche nativo NON attaccate se non per legittima difesa”. Tolse il dito dal pulsante e si stropicciò gli occhi. Aveva bisogno di una vacanza. Pochi minuti dopo, Miruru entrò nella sala comando e si mise seduta sulle gambe di Nero Keroro e gli sussurrò dolcemente “Kuro, tesoro, stai prendendo l’aspirina che ti ha prescritto il medico? Non puoi pretendere che l’emicrania ti passi da sola …”. Come?! Tu e Nero Keroro state insieme?! “Ma tu gli affari tuoi non te li fai mai?” mi sgrida il keroniano oscuro “Che te frega se c’ho una ragazza?!?”. Ma sai … Vedendo il terzo film non mi sembrava che tra voi due ci fosse qualcosa ... “Doruru, butta fuori ‘sta morta de fame!” ordinò Nero Keroro indicandomi. Il keroniano turchese mi spiana le orecchie armate e mi spinge verso l’uscita di sicurezza. No, aspetta … AspettaAAAAAAA! Nero Keroro si mise a piagnucolare “Che cosa ho fatto io di male per meritarmi tutto questo? Volevo solo un po’ di tranquillità …”. Miruru lo consola abbracciandolo teneramente. L’unica cosa che lo consolava, oltre le coccole della sua keroniana, era che Keroro, appena avrebbe saputo che stava per arrivare, avrebbe pianificando un modo per contrastarlo.

“Un bacio sul pancino PRRR, Un bacio sul pancino!” canticchiò il sergente rivolto alla figlia per poi farle le pernacchie sulla pancia. La piccola Kokorì rise tutta allegra. Natsumi era rimasta a guardarlo mentre coccolava la piccola. Non pensava che quel brutto ranocchio era così bravo a fare il papà. Intanto Polari, dopo aver preso parte alla baldoria sia per la vittoria sui tre girini che per la nascita della piccola keroniana; radunò tutti attorno a lui e annunciò “Ascoltatemi tutti! Purtroppo non è ancora finita! Ho appena ascoltato la ricetrasmittente spia e ho sentito che il generale dei keroniani sta mandando qui sulla Terra il suo esercito personale, capitanato da Nero Keroro!”. Tutti borbottarono tra loro. Keroro prese parola, mentre agitava un sonaglino davanti al visino della neonata “Ma la mia controparte oscura si era trasferita su un altro pianeta quando ha scoperto quel popò di roba moralistica riguardo l’amicizia nel terzo film!” “A quanto pare non gli è bastata la lezione” borbottò Giroro sprezzante. “La colpa è della Narratrice che come al solito ha voluto strafare!” obbiettò il leader. Ecco, io lo sapevo! Quando le cose si fanno dure e difficili a chi danno la colpa? A me! Basta, sono stufa! Sempre a prendervela con me per come va la vostra vita! Io ho chiuso! Finitevela voi la storia! Sbatto la porta e me ne vado. Poi rifletto sulle ultime sette parole. Scema, la porta l’avevano distrutta. “Capo!” chiamò Lumiere, il ragazzo francese del 10° capitolo “Stiamo avendo segnalazioni sul radar di centinaia di astronavi keroniane che si stanno avvicinando alla Terra! Stanno arrivando”. Il leader si afferrò la testa e strinse le meningi. Stava cercando di far andare a velocità supersonica il suo cervello. Che se può fa? Che se può fa?! Idea! Latrina! La misteriosa creatura della torre; colei che comanda il futuro … Latrina alza il viso dalla padella dove stava cucinando la carbonara e mi dice stizzosa “Io sono una semplice cuoca! Come ve lo devo dire?! Ecco, assaggia la mia carbonara”. Porge la padella dove una massa di spaghetti con la pancetta fa alleggiare un profumino invitante ma, a un certo punto, gli spuntano due occhi verdi e una bocca ed inizia ad urlare come il gorgonzola di Hotel Transilvania. No … grazie … pensiamo a qualcos’altro. La faccia del leader diventa rossa e il fumo scaturì dalle orecchie fino a che … “Mi è venuta un’idea!” esulta alla fine. Chiama Saburo e Kururu e gli sussurra qualcosa all’orecchio.

La giornalista keroniana, la celebre Tatami, quella che ha pubblicato in televisione le taglie di Keroro e compagnia bella; fu la prima ad atterrare insieme alla suo cameraman. Si mise un rossetto bello rosso e si sistemò i capelli. Poi, quando gli diedero il via, iniziò il servizio. “Cari telespettatori. Qui è la vostra Tatami di Keron News in diretta da Pekopon. Siamo nelle vicinanze del Monte Fuji, situato in Giappone. Come potete vedere alle mie spalle, le centinaia di navicelle, seguite poco dopo dall’astronave madre, che contengono l’esercito personale del nostro illustre generale, stanno apparendo nel cielo. I pekoponiani potranno dire adesso che non è soltanto in America il luogo dove atterrano gli ufo. (Partono le risate finte). Comunque …”. Le navicelle azionano la colonna di luce per atterrare a terra ma a una gli si scoppia la lampadina e fa precipitare il gruppetto di soldati. Quello che è finito sotto a tutti implora aiuto. Un soldato appartenente a un altro gruppo chiede a un suo coetaneo “Ma perché ogni volta che dobbiamo scendere azioniamo la colonna di luce? Non possiamo utilizzare … che ne so … scale mobili o il teletrasporto di Star Tek?”. L’altro lo guarda di sottecchi “Senti … hai mai visto un film o un fumetto dove gli alieni che non siano umanoidi atterrino su un pianeta utilizzando le scale? No. Grazie a Spielberg, gli alieni atterrano utilizzando la colonna …”. Il primo fece le spallucce e si avviò con il compagno. L’esercito notò che l’area era stranamente deserta e silenziosa. Sembrava che i terrestri avessero abbandonato tutto al loro arrivo. La giornalista si avvicina all’astronave madre. Nero Keroro atterra insieme al suo plotone e stava per raggiungere i primi soldati quando la giornalista gli piazza il microfono davanti e domandò “Capitano! Come mai il generale ha mandato il suo esercito personale, formato dai soldati migliori di Keron, per contrastare un misero gruppo di ribelli pekoponiani?” “No comment!” rispose spicciò l’altro ma quella non demordeva “Che questa famigerata banda chiamata Terra Libera, ora che ha tra i suoi accoliti i due plotoni dissertatori, si sia dimostrata più dura da debellare del previsto?”. Miruru si volta verso la giornalista e disse “Non ci sarà mai un potere più grande di Keron. Siamo qui, sotto vece del generale in persona, per dimostrare la nostra potenza ai pekoponiani”. Detto questo la spinge per allontanarla da Nero Keroro. Dopo un po’ di tentennamento, la giornalista con il fido cameraman seguono l’esercito.

Arrivarono su un autostrada che, come il paesaggio di prima era desertico. Le macchine giacevano, una dietro l’altra, vuote; rappresentando una scena da post apocalisse. I soldati si aggirarono per i relitti irrequieti, tremando leggermente. Una figura sfrecciò alle spalle di Nero Keroro. Doruru si voltò e scaricò una dozzina di proiettili in quella direzione. I soldati, terrorizzati, iniziarono a sparare all’impazzata in tutte le direzioni. “Fermatevi razza di idioti!” ordinò il keroniano oscuro. Calò subito il silenzio, rotto soltanto da dei borbottii di scusa. E poi si fece sentire una musica in lontananza. Nero Keroro non riusciva a sentirla bene eppure i suoi piedi iniziarono a muoversi da soli. E non stava capitando solo a lui: sia l’esercito che la troupe televisiva ballavano. La musica divenne all’improvviso assordante fino a che … “EVERY DAY I’M SHUFFILIN”. Tutti gli invasori si misero a ballare e qualcuno fece anche lo sponcebob. Sopra alla palazzina, poco lontano da loro, un piccolo robot con le sembianze di Kururu emetteva le onde elettromagnetiche manipolatrici. “Ih,ih,ih! E’ stato così facile …” ridacchiò Kururu sorseggiando del sakè. Polari, insieme ai nostri amici, mentre gli invasori stavano facendo shuffilin; avevano rubato l’astronave madre e l’avevano impostata per la rotta inversa. “Così sapremo da dove sono partiti e potremo scoprire dove sta il generale” aveva detto Saburo, picchiettando sui tasti. Scoprirono che il pianeta designato era Keron. Keroro si voltò verso Polari e commentò “Però! Sbaglio o questo capitolo è più lungo dei precedenti?” “Potrebbe darsi … Adesso non sto lì a contare quante parole ha scritto la Narratrice …” rispose lui fumando la sua sigaretta “Anche perché …” “Cosa?” domandò il sergente. Il leader dei ribelli guardò il keroniano nei occhi e borbottò “Il prossimo è l’ultimo capitolo …”. L’astronave sfrecciò nella galassia oscura, diretta su Keron. Dove tutto, più o meno, ha avuto inizio.

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Capitolo 42
*** Epilogo assurdo per una storia assurda ***


Di solito, ogni sei capitoli, dovrei raccontarvi un aneddoto della mia vita facendovi sbellicare dalle risate con le mie disavventure ... Ma questa volta non sarà così. Oggi andrò avanti con la storia dei nostri prodi eroi, che si sono intrufolati all’interno della navicella spaziale di Nero Keroro; diretti verso il pianeta verde dai continenti a forma di stelle gialle denominato Keron. Io, la Narratrice, mi accingo a scrivere … “Ehi, che ci fai qui?” mi chiede Tamama aprendo la porta dello sgabuzzino delle scope dove io mi ero accucciata armata di portatile e ruminando una caramella mou dopo l’altra. Lo guardai per un secondo. Non lo vedi? Sto per scrivere l’ultimo capitolo. “Dentro allo sgabuzzino delle scope?” mi chiede di nuovo lui guardandomi perplesso. Allora io mi innervosisco e gli tiro in faccia uno straccetto bagnato che ho trovato dentro a un secchio. Torna nella storia e non rompere!

Il girino nero tornò nella sala pilotaggio dove c’erano gli altri, inveendo contro di me nella sua lingua natia formata esclusivamente da molti “Tama”. Polari stava con gli occhi incollati sulla visuale a centottanta pollici. Si muovevano veloci tra le stelle e le galassie. Ehi! La stessa immagine che c’ho come screen saver! Anche Keroro stava fissando la stessa immagine con in fremito che gli percorreva il suo piccolo corpo verdolino. Ah! Che dolce! E’ emozionato per il suo ritorno sul suo pianeta natio! “No …” mi risponde il sergente con due lacrimucce che spuntano ai lati dei occhi “E’ che la Kero Sfera mi è stata requisita dai pekoponiani … appena toccherò terra sarò mandato alla corte marziale …”. E lì si mise a piangere come un neonato. Giroro gli diede qualche pacca sulla spalla, comprensivo, ma poi si bloccò e disse, illuminato da una rivelazione “Ehi … Keroro … Aspetta un secondo …”. Il keroniano verde volta la testa verso il caporale, dando sfoggio al moccolo semi trasparente che gli fuoriusciva dal naso. Bestia, che schifo! L’altro, a quella vista, fece un passo indietro e continuò in fretta “Volevo dirti che in questa dimensione noi abbiamo completato l’invasione di Pekopon con successo … Quindi la Kero Sfera dovrebbe essere ancora nelle nostre mani …” “Oh, hai ragione” disse Keroro tornando serio e tirando su con il naso. Si tasta velocemente i fianchi e le gambe per poi passare dietro. Cos’è? La nuova versione della macarena? “Non la trovo …” fa lui pensieroso “Devo chiamare Pururu …”.

Intanto, a molti chilometri anni luce, sul pianeta Terra, la capo infermiera badava alla sua bambina mentre convinceva Nero Keroro a non prendere tutto l’esercito e farmela pagare per avergli fatto fare la figura del fesso. A un certo punto, dalla sua cuffia, si sentì una musichetta allegra. Con una mano pigiò un’orecchia. “Pronto? Ah, sei tu Keroro. Siete riusciti ad arrivare su Keron? Non ancora … Come? La Kero Sfera? … Ma non c’e l’hai tu? … Come no?! Non dirmi che sei partito senza portartela dietro?! … Sei sempre il solito! Quante volte ti ho detto di controllarti le tasche prima di andartene a zonzo per la galassia?! … Ora cosa ci posso fare? … Come? … Devo portartela io?! Ma … Non usare quel tono con me! … Ho capito … Ma sappi che questa è l’ultima volta che ti faccio un favore del genere, poi se dimentichi ancora qualcosa sono affari tuoi … Va bene … Sto arrivando … Ti amo …”. Chiude la comunicazione e si avvicina a Miruru “Posso prendere una delle vostre navicelle?”. Keroro, dall’altra parte, era diventato più rosso di Giroro quando Pururu aveva pronunciato “Ti amo”.

Il computer di bordo annunciò che avevano raggiunto la destinazione. Finalmente erano sul pianeta Keron. Fuyuki era su di giri. I suoi occhi verdi erano illuminati dalla sua antica e ritrovata passione per l’occulto “Capitano! Dobbiamo metterci per caso dei caschi con le bombole d’ossigeno attaccate? Oppure avete delle speciali gomme da masticare che ci trasformeranno di nuovo in keroniani?”. Keroro lo guarda un po’ imbambolato e gli rivelò “In realtà anche sul pianeta Keron respiriamo l’ossigeno” “Ah …”. Silenzio imbarazzante. “Ehi, muoviamoci da qui” disse Ship leggermente impaziente “Non ho alcuna intenzione di rimanere qua dentro per tutta la durata del capitolo”. Scesero. Da questo momento la colonna sonora è del nostro amato Ennio Morricone. Iniziamo con VIVA LA REVOLUCION. I terrestri dovettero ammettere che al primo impatto il pianeta dei ranocchi non era affatto male: le strade erano pulite, i palazzi dalle forme strane eppure in un certo senso aggraziate, i robot giardinieri potavano le piante con maestria. L’aria era umida e odorosa di pioggia e il cielo aveva sfumature verdognole. Giroro vide con piacere il viso di Natsumi illuminarsi di meraviglia quando vide il paesaggio. Gli tirò leggermente la mano e gli indicò una strada. “Andando da quella parte si può raggiungere casa mia …” poi vedendo l’espressione della rossa disse in fretta “P- perché mi guardi in quel modo?” “Perché quando hai pronunciato casa mia …” rispose lei sorridendo dolcemente “Ti si è addolcito il viso ed era piuttosto carino”. Il keroniano rosso arrossì vistosamente e, a sua volta, anche la rossa arrossì (che bel giro di parole). “Ehi, piccioncini!” li chiamò Ship “Volete muovervi? La strega si trova da questa parte”. Entrambi la guardarono male e, all’unisono, gli fecero una linguaccia. Poi si guardarono in faccia e si misero a ridere. Ship, vedendo questa scenetta sdolcinata, puntò gli occhi su Garuru ma quello aveva distolto lo sguardo. Sospirò. Fulmineo, il tenente gli diede qualcosa in mano “Per di qua arriveremo al quartier generale di tutte le operazioni militari di Keron …” borbottò tutto rosso e si allontanò dal gruppo. La ragazza sollevò la mano. Il keroniano viola gli aveva messo in mano un mazzolino di fiori blu. Sorrise scuotendo leggermente la testa. Vedendolo allontanarsi troppo gli gridò allegra “Ehi! Aspettaci Riccardo cuor di torrone!”. Ok, basta con queste baggianate e passiamo al sodo.

Intanto nel quartier generale, l’Arcijanare camminava avanti e indietro, innervosita dall’arrivo dei nostri amici. “Quel deficiente di Nero Keroro … farsi fregare in quel modo” ringhiò. Le sue unghie erano diventati lunghi artigli e i denti appuntiti erano più pronunciati. La sua parte demoniaca stava avendo il sopravvento. Il generale Totoro guardava un punto fisso nel vuoto e sorrideva placidamente. La ragazzina gli diede un’occhiata spazientita. Il gruppo arrivò alle porte del palazzo. Si diedero un’occhiata d’intesa, prepararono le armi e le tute da combattimento ed entrarono nell’edificio. Si trovarono d’avanti, ancora una volta, la strega. Polari si mise tra il gruppo e la ragazzina “Finiamola con queste idiozie. Ormai è chiaro come il sole che tu hai esaudito il desiderio della caccola qui presente …” e lì indicò Keroro che a quel nominativo si gonfiò come un palloncino ma il leader dei ribelli lo ignorò “… Soltanto per i tuoi loschi fini: sapevo ormai da tempo che tu volevi allungare i tuoi artigli sulla Terra e su Keron”. Avvicinò il suo viso a quello della strega “Quanti esseri vuoi far soffrire con i tuoi capricci?” “E tu a quanti gli vuoi mentire …” ribatté l’altra guardandolo tra l’insolenza e la rabbia “… Mio caro fratello …”. Tutti guardarono Polari sbigottiti. Come l’aveva chiamato? Fratello?

L’uomo socchiuse gli occhi rossastri e un alone di fumo simile alla nebbia di prima mattina lo avvolse. Si voltò verso gli altri “Mi dispiace di avervi mentito” sussurrò con voce un po’ rotta “Ma ho sempre ammirato gli esseri umani per la loro capacità di vedere la vita e per le meravigliose cose che sapevano fare nonostante Epimeteo li avesse creati così indifesi …”. Poi guardò Dororo “Credo che la stessa cosa sia capitata anche a te …”. Il ranocchio azzurro annuì e si strinse di più a Koyuki. L’aria divenne ancora più umida e carica di elettricità. L’ombra della ragazzina divenne enorme. Tra i due fratelli scoppiarono scintille. Keroro e gli altri keroniani, che erano sensibili all’umidità, divennero lucidi e scivolosi. Un senso di beatitudine si propagò dai loro visi. E poi avvenne. Nel cervellino ultra stimolato di Keroro si accesero migliaia di idee tanto da farle sembrare le luci intermittenti di natale. Intanto la piccola strega guardava Polari con un sorriso di trionfo stampato sulle labbra “Non puoi fare niente contro di me, fratello” disse lei “Il sigillo che ti ho imposto è ancora in funzione … sei ancora come un miserabile essere umano”. Unì le mani e ne fece scaturire tra le dita piccole scariche elettriche color blu “Mentre i miei poteri sono all’apice della potenza!”. Tese le braccia verso il gruppo “Addio, razza di idioti!”. Ciak!

Keroro, con il secchio ancora stretto fra le mani, aveva buttato dell’acqua contro la megera. Gli occhi cangianti si posarono su di lui. Poi urlò con vocina acuta “Oddio! Mi sto sciogliendo!”. Si inginocchiò sul pavimento contorcendosi come una biscia “Che mondo crudele!”. Poi di botto si tirò su e disse rivolta al sergente “A parte gli scherzi Flubber … credevi sul serio che buttandomi un secchio d’acqua addosso mi sarei sciolta o avrei preso la scossa? Caschi proprio male …” “In realtà …” ribatté Keroro sorridendo maligno “Il mio intento era un altro …”. Un fascio di luce illuminò la stanza. In mezzo alla luce galleggiavano sei esseri che sembravano un incrocio tra un polipo e un serpente. “Sono Nyororo!” urlò Dororo. L’essere sinuoso si avvicinò velocemente alla strega che gridò, questa volta di paura “Non ti avvicinare!”. Ma quello l’afferrò con i suoi corti tentacoli e la inghiottì in un solo boccone come se fosse una mentina. Dopo averla ingoiata il Nyororo si contorse come se fosse uno straccio e da giallo passò a un bel turchese. Come era venuto, così se ne andò. L’accecante luce si dissipò e ai piedi di Polari era rimasta la strega, tutta tremante. I capelli erano diventati bianchi come la neve e gli occhi erano tinti di nero. Si guardò le mani e boccheggiò “I miei poteri … Mi ha risucchiato i miei poteri …” “Questo significa che ti abbiamo sconfitto …?” borbottò l’altro e si voltò verso il gruppo, raggiante “Sei stato fenomenale caccola! E’ rimasta senza …” e lì rimase con la bocca spalancata. Gli altri Nyororo avevano risucchiato i nostri cinque keroniani e adesso si libravano in aria come fogli di carta. Pururu entrò in quel momento, con la Kero Sfera stretta in mano e la neonata stretta al petto. “Tesoro! L’ho trovata sotto il letto spero di essere arrivata in tempo …” vide tutta la scena e disse “Oh …”.

Da quel momento tutto accadde in fretta: il generale Totoro fu liberato dall’essiccatore e, sentendo la storia di Keroro, decise di contattarsi con il capo leader del gruppo di Terra Libera e di firmare un trattato di liberazione e di pace. Il gruppo ritornò al pianeta Terra e venne accolto tra grida giubilanti e feste che durarono tutto il giorno. Solo quando fu notte fonda e gran parte delle persone addormentate; Keroro e il suo plotone ebbero un po’ di privacy. Il sergente fissava la figlia che dormiva beatamente nella culla, tenendo un braccio intorno alle spalle di Pururu. Entrambi avevano la stessa domanda che rimbombava nella testa: che cosa succederà adesso? Giroro invece si era messo a guardare l’orizzonte in cima a una montagna di rovine, affianco a Natsumi. La ragazza dai capelli rossi mormorò “Ora che tra i nostri pianeti c’e la pace; devo ammettere che mi mancheranno le nostre battaglie …” “Che ci sia la pace o meno io ti sfiderò sempre e ovunque” dichiarò Giroro guardandola nei occhi. I loro visi si avvicinarono “Sono un osso duro … non sarà facile per te sconfiggermi …” disse lei, vicinissima “Non ho mai dubitato di questo …” ribatté l’altro con un sussurro. Le loro labbra si unirono.

“Che scena sdolcinata e patetica” ringhiò la strega. Era sdraiata su una nuvola affianco a Polari che fumava tutto tranquillo la sua sigaretta. Il suo aspetto era leggermente cambiato: i capelli si erano allungati e legati in una esile coda e dalle tempie spuntarono due bei cornetti da toro bianco latte. Lo guardò di sottecchi e gli domandò “Che fine hanno fatto i miei tre piccoli keroniani? Credevo che le recensioni fossero state magnanime con loro …” “Si …” rispose lui facendo una smorfia “Ma a condizione di fargli pagare lo scotto con qualcosa di umiliante …”. Fece una lunga aspirata e aggiunse “Guarda un po’ da quella parte …”. La strega guardò e li vide “EVERY DAY I’M SHUFFILIN”. Sollevò la testa “E questo lo chiami umiliante?” “Immaginali costruire la città ballando così …” ribatté lui ma vedendo che l’espressione non cambiava si azzittì. Per un po’ stettero in silenzio ma poi lei ruppe il silenzio “Siamo alla fine …” “Già …” annuì l’altro meditabondo. Gli allungò un biscotto della fortuna “Facciamo ritornare tutto normale?”. La strega alzò le spalle, stizzita, ma prese comunque una estremità del dolce. Si udì un leggero crack e … tutto divenne buio.

Keroro si svegliò di soprassalto, cadendo dalla sedia a sdraio nella sua stanza. Le pale del ventilatore girarono lentamente, mandando un filo d’aria contro il viso del ranocchio. Sentì un pizzicore alle mani e se le guardò. Erano rosse, screpolate e leggermente gonfie … come quando aveva utilizzato il detersivo per pulire il tavolo. Spalancò gli occhi e si precipitò fuori dalla botola. Si scontrò contro Fuyuki “Sergente! La stavo venendo a cercare” disse il ragazzo “Natsumi ha preparato la cena …”. Il keroniano verde lo fissò con la bocca spalancata. Lo aveva chiamato sergente e non capitano. Era ritornato nella sua dimensione! La ragazza dai capelli rossi fece capolino da dietro la parete “Sbrigatevi voi due! Altrimenti si raffredda!”. Fuyuki seguì la sorella mentre il ranocchio rimase immobile. Era felice di essere ritornato indietro ma … lì si guardò le braccia, dove qualche ora fa in un’altra dimensione, stringeva un piccolo girino verde chiaro.

Dopo una settimana … “Brutto ranocchio!” urlò Natsumi puntando contro il sergente un cucchiaio di legno “Sbaglio o ti avevo detto di pulire il bagno?! Per punizione niente Gundam per due settimane!” e si diresse di nuovo, indispettita, verso la cucina. Mescolò nella pentola il sugo e disse “Quel fannullone! Ogni volta ne deve sempre combinare una!”. Lanciò il cucchiaio dentro il lavandino e sbraitò “E non è soltanto lui: mentre stendevo la roba fuori in giardino Giroro ha tentato di baciarmi!”. Prese le nappine e ringhiò “Quanto vorrei che quel brutto ranocchio sparisse …”. Da una parte, in un luogo illuminato di candida luce, un’ombra oscura non poté fare a meno di sorridere …

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

 

Fine



 

Ed eccoci giunti alla fine miei cari lettori! Banale è insoddisfacente ma pur sempre una fine. Ringrazio tutti voi che avete perso tempo a leggere l’orda di scemenza che ha partorito la mia mente compreso chi è stato talmente pazzo da metterla fra le sue preferite, ricordate e seguite che per ironia della sorte hanno scelto dei Nick Name lunghi quanto papiri per cui ho difficoltà nel trascriverli. In più una prostrazione totale da baciare il pavimento a tutti quelli che hanno recensito: NEFERTITI _97; GERRY2; LUNA_BAKA_NEKO; LOUREN GO; AMBERSUPERFUN03; MISS SWANN; KEIRA27; LIVE4LOVE136 e DEMENZIAL HACHUNE (li ho scritti in maiuscole perché il mio computer mi si sballa). Vi stringo calorosamente la mano con le mie dita ultra congelate dall’umidità e con un ultimo inchino vi dico GRAZIE!!!!! ALLA PROSSIMA!!!!

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