When we were young
When we were young
Capitolo 3
Romance
Era un giorno come gli
altri, a Konoha. Io non ero in misione, e come in tutti i miei giorni liberi
stavo andando ad allenarmi.
Per le strade del villaggio
c’erano tanti bambini, quasi tutti più grandi di me, che correvano verso
l’accademia. In effetti era l’ora di entrata.
Improvvisamente ricordai
che proprio quel giorno Gai avrebbe ricevuto una risposta alla sua domanda di
iscrizione all’accademia ninja. Io ovviamente ero certo che non sarebbe mai
entrato, per questo motivo avevo fatto una scommessa con Kurenai. Se Gai non
fosse stato ammesso, Kurenai avrebbe smesso di provare a coinvolgermi nei suoi
discorsi da femmina. Se invece fosse riuscito ad entrare, io avrei giocato con
le bambole insieme a Kurenai tutte le volte che voleva. Se avessi perso, la
penitenza sarebbe stata terribile. Ma ero certo di vincere.
Pronto a sbattere in faccia
a Kurenai il mio successo, decisi di deviare verso l’accademia. Al mio arrivo,
Gai mi corse incontro sorridendo come un idiota. Sembrava troppo allegro per
aver fallito.
«Ciao! Com’è andata?» mi
informai.
«Ce l’ho fatta! Stai
parlando con un allievo dell’accademia ninja di Konoha!» rispose mostrando un
pollice.
No, non era possibile! Non
poteva essere veramente stato ammesso! Non solo era il peggio aspirante ninja
che io avessi mai conosciuto, ma quella sua inaspettata riuscita aveva
inevitabilmente portato alla mia sconfitta nella scommessa con Kurenai!
«Fantastico…» borbottai
sarcastico.
Voltai le spalle a Gai e
comincia a guardarmi intorno alla ricerca di una certa bambina. Prima mi
toglievo il peso di ammettere il mio errore di giudizio e meglio era.
Poi la vidi. Era davanti
all’altalena che parlava con qualcuno. La raggiunsi e per poco non mi prendeva
un colpo! Stava parlando con… Iruka?
Ma che ci faceva lui nel
cortile dell’accademia? E soprattutto, come faceva Kurenai a conoscerlo? Iruka
era il mio amico! Inspiegabilmente fui assalito da una strana sensazione.
Sembrava quasi… gelosia?
«Ciao Iruka! Ciao Kurenai!»
salutai raggiungendoli.
«Kakashi!» Kurenai chiamò
il mio nome allegramente.
Iruka non disse nulla.
rimase seduto sull’altalena, con i piedi che non toccavano terra e lo sguardo
basso. Sembrava triste. Decisi di avviare una conversazione.
«Ho sentito che quel
completo incapace di Gai è stato preso in accademia. Certo che da dopo che mi
sono diplomato io hanno cominciato ad accettare proprio chiunque!» dissi.
«Non proprio chiunque…»
notò invece Kurenai.
La guardai perplesso, e lei
fece un cenno vero Iruka.
Iruka?
Ma che aveva a che fare con
l’accademia? Non poteva aver fatto domanda per l’ammissione: non era ancora
minimamente in grado di farcela!
«Hai provato ad entrare?»
domandai.
«Sì, ma mi hanno respinto.»
borbottò in risposta.
«Sono sicura che la
prossima volta ce la farai!» cercò di tirarlo su Kurenai.
Provai una grande pena per
lui. A quei tempi ero abituato ad essere il migliore in tutto, quindi mi veniva
difficile mettermi nei panni di Iruka, visto che non ero mai stato respinto da
nessuno. Ma ero sicuro che se un giorno qualcuno mi avesse considerato “non
adatto” per qualcosa, probabilmente sul mio viso si sarebbe dipinta la stessa
espressione delusa che aveva Iruka in quel momento, quindi non potei non
dispiacermi.
I sensei dell’accademia
chiamarono a sé i loro allievi, annunciando l’imminente inizio delle lezioni. La
maggior parte dei bambini corse verso i maestri. Kurenai, invece, non si mosse.
Fu allora che Gai ci raggiunse.
«Kurenai, muoviti, dobbiamo
andare!» esclamò frettoloso «Non possiamo perdere tempo con un idiota viziato e
il suo amichetto incapace che non raggiungerà mai il suo livello!»
Non so cosa mi trattenne
dal saltargli addosso e spaccargli la faccia. Erano in molti a darmi del
viziato, dicevano in tanti che ero chunin solo perché mio padre era la Zanna
Bianca di Konoha, quindi ci ero perfettamente abituato. Quello che mi aveva
fatto arrabbiare era il modo il cui si era rivolto a Iruka. Che idiota! Ma non
lo vedeva che Iruka era soltanto un bambino? Io alla sua età mi ero già
diplomato all’accademia, ma io ero un caso a parte, e Gai lo sapeva bene… E poi
durante l’infanzia non mi ero mai paragonato ai miei coetanei, proprio
per evitare che qualche idiota invidioso della mia abilità facesse commenti come
quello che era appena uscito dalla bocca di Gai.
«Pensa a raggiungere il mio
livello, prima di parlare degli altri. Sempre se ne sarai mai in grado,
ovviamente!» ribattei acido.
Gai mise su il broncio e si
girò indignato da un’altra parte. Iruka non sollevò lo sguardo da terra ma
arrossì.
«Kurenai, va tranquilla.
Adesso ci penso io a lui!» aggiunsi notando l’occhiata preoccupata che la
bambina aveva lanciato al mio amico.
Lei esitò, poi annuì e si
allontanò con Gai. Quando fummo rimasti soli, io scompigliai affettuosamente i
capelli di Iruka.
«Sto andando ad allenarmi.
Ti va di venire con me? Magari potrei insegnarti qualche tecnica di base…»
suggerii.
Lui immediatamente sollevò
la testa, mostrandomi un sorriso a dir poco smagliante. Era bastato poco per
risollevargli il morale.
Per tutta la mattina ci
allenammo insieme. Non se la cavava male, per essere uno che non aveva mai
provato nulla di più serio del giocare al ninja. Anzi, sembrava essere più o
meno al livello di Gai, che dal almeno due anni si allenava con l’intenzione di
sconfiggermi.
Mangiammo insieme, poi
andammo ad accomodarci sulla testa di pietra del terzo Hokage. Verso metà del
pomeriggio fummo raggiunti da Kurenai.
«Kakashi, ho portato tutte
le mie bambole! Giochiamo?» disse allegramente.
«No!» esclamai all’istante
«Non cedi che ho altro da fare?» aggiunsi, indicando Iruka al mio fianco con un
cenno del capo.
«Non puoi rispondere di no!
Hai dato la tua parola di shinobi che se perdevi giocavi con me tutte le volte
che volevo. E tu… hai perso! Quindi adesso giochiamo.» constatò seriamente la
mia amica.
«Ma… Ma…» provai a
giustificarmi, ma non sapevo che cosa dire.
«Tranquillo, va bene.
Giochiamo tutti insieme.» si mise in mezzo Iruka.
Io lo guardai sconvolto.
Lui voleva giocare con le bambole? Assunsi uno sguardo allucinato.
«Ehi, non guardarmi così! È
solo perché Kurenai è stata buona con me stamattina!» esclamò per
tranquillizzarmi.
«Vedi, Kakashi? Lui sì che
è gentile!» notò Kurenai abbracciando Iruka.
“Giù le mani!” mi ritrovai
a pensare.
Mai come in quel momento
avevo sentito il bisogno di brontolare. Comunque mi costrinsi a stare calmo e
per distrarmi presi una bambola. Tutto sommato mi sentivo un idiota. Sperai con
tutte le mie forze che nessuno mi vedesse.
Poco dopo iniziammo a
giocare, e io mi sentii ancora più stupido.
Mentre pettinava la sua
bambola, Kurenai prese a parlare di quello che aveva appreso quella mattina alla
lezione per Kunoichi.
«Le ragazze amano le cose
romantiche. I fiori, le canzoni d’amore, i bei vestiti.» disse con aria sognante
«E ovviamente le storie d’amore...» aggiunse sbattendo le ciglia.
«Ti piacciono le cose
romantiche?» le domandò Iruka.
Kurenai ridacchiò e poi
annuì con convinzione.
«E a te?» Iruka rivolse
anche a me la stessa domanda, mentre nel frattempo si rigirava tra le mani una
bambola.
«No.» risposi di getto con
tono schifato, facendolo scoppiare a ridere.
Insomma, ma dov’ero
capitato? Ero certo che se quel pomeriggio non fosse finito in fretta io sarei
impazzito! Kurenai mi guardò storto.
Continuammo a giocare. Era
ora che le nostre bambole andassero alla festa al palazzo del principe. La mia
amica tirò fuori una bambola in versione maschile e la diede a Iruka. Accidenti,
avrei voluto farlo io il maschio! Sarebbe certamente stato meno umiliante che
fare la principessa! E invece dovetti accontentarmi, e fingere di piangere
quando il principe scelse di ballare con la bambola di Kurenai, sotto espresso
ordine di quest’ultima. Raccapricciante…
«Fantastico, il principe ha
trovato l’anima gemella, ora posso andarmene?» domandai scocciato dopo essere
stato escluso dal gioco per alcuni minuti.
«Assolutamente no!» obiettò
Kurenai scandalizzata «Devi piangere ancora mentre bacio il mio principe!»
Mi venne un dubbio: erano
le bambole che dovevano baciarsi, oppure aveva intenzione di baciare Iruka?
Qualcosa mi disse che se fosse stata la seconda opzione la situazione sarebbe
diventata improvvisamente insopportabile. Ma fortunatamente il bacio si limitò
alle bambole. Tirai mentalmente un sospiro di sollievo.
«Kurenai, ma perché le
persone si baciano?» domandò Iruka, attirando anche la mia attenzione.
«Una persona bacia un’altra
persona quando le vuole bene. È così che funziona tra gli adulti.» spiegò
saggiamente lei.
Poi cadde il silenzio.
Pochi attimi dopo, qualcosa di soffice si posò delicatamente sulla mia guancia.
Era… Un bacio? Sbarrai gli occhi e mi irrigidii, mentre Kurenai di fronte a me
scoppiò a ridere.
«Allora Iruka vuole bene a
Kakashi!» esclamò ridacchiando.
Mai come in quel momento
avrei voluto che Kurenai non ci fosse. Se io e Iruka fossimo stati soli, forse
anche io gli avrei dato un bacio. Perché ormai gli volevo bene, e sapere che lui
ne voleva a me poté solo rendermi felice.
Mi voltai a guardarlo. Era
leggermente arrossito, ma mi stava sorridendo. Allora gli sorrisi anche io,
rilassandomi.
«Non vedo l’ora di dirlo a
Gai!» aggiunse Kurenai.
Rabbrividii e mi bloccai di
nuovo. Voleva dirlo a Gai? Santo cielo, lui mi avrebbe preso in giro fino alla
fine dei miei giorni! Già me lo immaginavo a spargere in giro strane voci su me
e Iruka…
«No, non dirglielo!» la
supplicai.
«E invece sì!» rispose
facendomi la linguaccia.
«Se glielo dici, giuro che
non giocherò mai più con te e le tue stupide bambole!» minacciai con tono rigido
e severo.
Lei fece un ghigno strano,
che non prometteva nulla di buono.
Come promesso, quella fu la
prima e ultima volta che giocai con le bambole insieme a lei.
Note al capitolo:
Qui c’erano un Kakashi al
limite dell’esasperazione, un Iruka adorabile, una Kurenai in versione tiranno
ed un Gai sbruffone. Io trovo che siano davvero un bel quartetto! Per quanto
riguarda Gai, non prendetevela con me se l’ho fatto così! Un motivo c’è, e tra
un po’ si scoprirà. L’avevo già detto alla fine del capitolo precedente che per
me lui è il personaggio più difficile in assoluto da caratterizzare! Per quanto
riguarda possibili anticipazioni, posso dire solo che nel prossimo capitolo
compare un altro bimbo!
Ringraziamenti e
risposte:
Grazie a chi ha letto la
storia e chi l’ha aggiunta tra i preferiti. Meno male che c’è qualcuno che mi
sostiene! Ecco invece le risposte per chi mi ha lasciato un commento.
X slice:
sinceramente non ci ho proprio pensato se alla fine Kakashi ci riusciva o no a
cavalcare i cani degli Inuzuka… Ma comunque non sei l’unica a cui piacerebbe
farlo, perché anche io sono particolarmente attratta da quei bei cagnoloni!
X dodo:
grazie, mi fa piacere che ti piaccia! Iruka è vero che è pucciosissimo, è
proprio così che me lo immagino da bimbo!
X Wolly:
allora… non so neanche da dove cominciare con questa risposta, visto e
considerato che in questo momento stiamo parlando su msn e potrei dirti lì tutto
quello che mi viene in mente… Spero che Gai non ti abbia delusa troppo. E poi
sappi che ho già in mente un capitolo sul rapporto tra Kakashi e suo padre! ;)
Per la scenetta yaoi tra Mizu e Nako dovrai aspettare ancora un pochino, adesso
con l’esame alle porte non riesco a stare dietro a tutto quello che devo
scrivere!!
X Urdi:
sono felice che ti sia piaciuta! In effetti mi ci sto mettendo abbastanza
d’impegno per descrivere al meglio tutti i personaggi… Comunque noto che anche
tu sei interessata al rapporto di Kakashi col padre. Beh, non sei l’unica!
Quindi ti anticipo che, per accontentare Wolly, farò in modo che si vedano
ancora insieme! ^^
Nel prossimo capitolo:
Kurenai annuì e ci fece
segno di seguirla. Noi obbedimmo.
Attraversammo Konoha,
per poi trovarci in uno dei campi di addestramento ninja. Seguimmo Kurenai fino
a raggiungere una radura con in mezzo tre pali. Appoggiato al paletto centrale
c’era un bambino sui sette/otto anni con l’aria da duro. Aveva corti capelli
neri e occhi neri, e stava giocherellando con delle lame dall’impugnatura
decisamente sproporzionata rispetto alle sue mani.
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