once it starts, their love will never end.

di xfallingforher_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01 ***
Capitolo 2: *** #02 ***
Capitolo 3: *** #03 ***
Capitolo 4: *** #04 ***



Capitolo 1
*** #01 ***


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Adam si guardò allo specchio. Il ciuffo biondo che sovrastava i suoi capelli corvini spiccava, nonostante il colore fosse abbastanza sbiadito. I suoi occhi, azzurro cielo, così azzurro da far paura - e che ti entravano dentro ogni volta che ti scrutava - erano ancora più accentuati grazie al filo sottile di eyeliner che aveva messo qualche minuto prima. Si girò su se stesso per un'ulteriore "controllo": la giacca con le borchie, gli proteggeva le braccia e le possenti spalle, e il pantalone di pelle gli fasciava le gambe perfette quasi a strizzargliele per quanto fosse aderente. Una volta che fu finalmente pronto, raccolse il suo cellulare che ormai era sprofondato sotto il piumone del suo letto. Il display lampeggiava, c'erano due messaggi, ed il mittente era Sauli. Ah, Sauli, il suo Sauli. Si erano conosciuti quando lui andò a passare le settimane natalizie ad helsinki, perché era una località suggestiva dove padroneggiava la neve, e rendeva perfetta l'atmosfera che creava quella festività. Dal primo momento fu un colpo di fulmine, e Sauli nel giro di qualche mese si ritrovò a vivere in un appartamento ad affitto a los angeles. Ogni volta era un piacere sprofondare nelle braccia del suo Adam e ancor di più lo era sentirlo e vederlo quando si esibiva. si perché adam si esibiva. nonostante avesse avuto sfortuna in ambito televisivo, perché nessuno lo prendeva per qualche talent, non si arrese e quindi ogni sera cantava in un piccolo locale, sperando di racimolare qualcosa per arrivare a fine mese.Una volta nella sua auto nel giro di quindici minuti fu fuori quel locale. Già da due isolati addietro poteva intravedere la lunga fila che impiegava tempo ad accorciarsi. Parcheggiò non molto distante ed entrò grazie ad una porta secondaria. Non ebbe nemmeno il tempo di bere che subito si fiondo' sul palco: era arrivato il suo momento, ora esistevano solo lui, il microfono e il ritmo tenuto dalle percussioni di isaac, il suo migliore amico. Stettero quindici minuti in più, sul palco, per prendere gli applausi. e, una volta giù, si abbracciarono. Isaac esordì: "grande, amico mio! hai fatto tremare tutto il locale!" Adam sorrise soddisfatto. "stavo pensando una cosa" irruppe Adam, dopo un lungo silenzio. "perché non fondiamo una band? Io, tu e qualche altro scellerato. domani ho fissato delle audizioni" Isaac annui' e sorrise contento. Il giorno dopo l'entrata del teatro era un andirivieni di persone: chi suonava trombe, flauti, triangoli e altri strumenti inimmaginabili. Nessuno attirava la loro attenzione, se non una ragazzina mingherlina. Si chiamava Ashley, aveva avuto circa sui 23 anni, e suonava il basso. padroneggiava quello strumento come nessuno. Arrivò quasi alla fine della lista dei candidati. sul palco salì un ragazzo. Capelli biondi, occhi abbastanza accentuati, canotta leggera che lasciava intravedere i muscoli. Portava a tracolla una chitarra. "il prossimo, Tommy Joe..." Adam alzò lo sguardo e rimase incantato. "Ratliff".





 
*

buonasera! è la prima volta che mi ritrovo a scrivere in questa sezione. sin dal primo momento mi sono innamorata di adam e tommy, e ieri sera mi è venuta l'idea per questa ff.
questo dovrebbe essere il prologo, anche se non mi convince, la mia migliore amica - che è stata la prima a leggerlo - mi ha costretta a pubblicarlo.
beh questo è tutto, mi aspetto qualche recensione, sperando che vi piaccia come introduzione. c:
ora evaporo.
xx.

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Capitolo 2
*** #02 ***


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Tommy si posizionò al centro del palco, sotto l'unico riflettore che era acceso - nonostante fosse pieno giorno - e la luce del sole si infiltrava dalle porte di sicurezza che c'erano nel teatro. Senza proferire parola, sotto gli occhi di Adam e di Isaac, collegò la chitarra elettrica ad alcuni amplificatori e iniziò a strimpellare qualcosa, per accordarla poiché emanava un suono che era abbastanza acuto e non andava bene. Iniziò a muovere le esili dita su quelle corde, suonando un "pezzo forte", una delle sue canzoni preferite. Non staccava gli occhi dalla chitarra che teneva in grembo, sembrava l'unico oggetto a cui potesse veramente tenere in tutta la sua vita.
Una volta suonata l'ultima nota, ripose cautamente la chitarra su un sostegno che si era portato dietro per comodità, e con le mani incrociate dietro la schiena si mise - di nuovo - speranzoso, sotto il riflettore, in attesa di una risposta dai due individui che aveva a pochi metri di distanza.
"Va bene, per oggi basta così, ti faremo sapere." Adam, che sembrava ancora stralunato e sorpreso dalla bravura - e forse dalla bellezza? - di quel ragazzo decise così di terminare quel pomeriggio in teatro, per staccare un po' la spina e riprendersi prima dello spettacolo di quella sera. Iniziò a riporre via tutti quei fogli con i nomi dei candidati, mettendoli alla rinfusa in una borsa che i due amici si erano portati dietro. Intanto Tommy stava sistemando le sue cose, si prendeva cura di quella chitarra come se fosse una bambina, faceva attenzione ad ogni suo movimento pur di non danneggiarla. La ripose nella grande sacca e, una volta chiuse le zip, se la mise sulle spalle. Scese le scale del palco e si diresse verso l'uscita, "Grazie" e si dileguò, sotto lo sguardo di Adam che non smetteva di squadrarlo da capo a piedi, ogni singola movenza che compiva, fino a quando non lo vide scomparire nelle vie di Los Angeles.


*


Adam tornò a casa. Era stanco perfino di prendere le chiavi dalla tasca, ma per sua sfortuna dovette farlo. Si chiuse la porta alle spalle e scaraventò le chiavi su un mobiletto non molto distante; sfilò via anche la giacca e si - letteralmente - buttò sul suo letto, nell'oscurità. Adorava quando intorno a lui c'era solo silenzio, buio, e poteva ragionare, specialmente in quel momento che un forte mal di testa gli martellava continuo nelle tempie.
L'immagine di Tommy gli ritornò in mente. Ebbe il flashback di tutti i suoi movimenti, dal primo passo sul palco fino all'ultimo, fuori l'uscita d'emergenza del teatro. Ma perchè? Cosa gli stava succedendo? Lui stava con Sauli, lo amava più di tutta la sua vita, questo era certo. Ma con quel ragazzo, con Tommy, era tutto diverso. Chiuse per un secondo gli occhi e sospirò; solo un ticchettìo lo fece ridestare, era la sveglia che segnava l'orario: doveva prepararsi per la serata. In men che non si dica fu pronto, e ritornò subito nella sua auto diretto verso il solito locale.
Solita routine, solite persone ad attenderlo e solito palcoscenico dove salire. C'era una sola differenza: stavolta, con lui ed Isaac, c'era anche la piccola Ash che suonava il basso.
Una volta sul palco, iniziò a sistemarsi gli auricolari e il microfono per cantare; intanto dava uno sguardo alla solita folla che si faceva ai suoi piedi, ogni volta era un piacere per tutte quelle persone vedere le sue esibizioni. E poi eccolo, lo notò. Lui. I capelli biondo platino spiccavano nelle luci soffuse del locale, gli occhi marcati dall'eyeliner messo leggermente spiccavano, e risultavano unici in tutta quella gente. Adam iniziò a comportarsi con molta spavalderia, avvicinandosi ad Ashley; iniziò a sussurrarle. "Ehi Ash, guarda chi c'è tra il pubblico... Non è che abbiamo una chitarra in più?" la ragazza annuì. "Bene" sorrise malizioso "portalo qui, e facciamolo suonare con noi" tornò al suo posto, facendo finta che quella piccola conversazione non fosse mai esistita, e guardò Tommy salire sul palco. Gli occhi del ragazzo brillarono ancora di più, ma una volta con la chitarra sul grembo, tornò serio e concentrato. Fu la prima volta che si esibì e non andò bene, ma benissimo. Tutti restarono sorpresi dal talento di quel ragazzo pescato dal pubblico, e perfino lui restò sbalordito dal fatto che riuscì a suonare bene nonostante non si fosse esercitato l'intero pomeriggio, come era solito fare, nella sua camera.
Tra gli applausi dei presenti, lui non poteva fare altro che ringraziare, fino a quando Adam non lo distolse dai suoi pensieri. Si avvicinò pericolosamente a lui ed esordì: "Ci vediamo domani, in teatro, alle prove. Sii puntuale" Tommy restò ancor più sorpreso ed ammaliato da quei comportamenti. Il moro di fronte a lui gli fece l'occhiolino e con tanta malizia e spavalderia, scese dal palco e oltrepassò la folla per andare a bere qualcosa di - sicuramente - molto forte, chiacchierando ogni tanto con qualcuno che incontrava sul suo cammino.




*
 

buonasera! sono ritornata.
questo capitolo l'ho scritto così, cioè insomma ne sono abbastanza soddisfatta, anche se puntavo ad altro. ma passiamo avanti.
come sempre, sono stata incitata sempre di più dalla mia martina a pubblicare ed eccolo qui, tutto per voi. e specialmente per te, celebrolesa. uu
mi aspetto qualche recensione per sapere se andare avanti o no, ci conto moltissimo e spero che man mano che si sviluppi questa storia vi piaccia sempre di più.
bene, ora evaporo.
xx.

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Capitolo 3
*** #03 ***


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Tommy una volta ritornato a casa non riuscì a dormire. Erano circa le tre di notte, era appena tornato da quella caotica serata al locale insieme alla band di Adam e non riusciva ancora a collegare gli avvenimenti che erano accaduti qualche ora prima. L'odore pulito della camera faceva a pugni con quello suo, forte e fradicio sia di fumo che di alcol. E in più, una forte emicrania si era impossessata delle sue tempie, ed era sicuro che a sparire ci avrebbe messo un po' di più del tempo previsto. Senza contare che di lì a poco avrebbe dovuto alzarsi di nuovo, - per portare la colazione alla sua ragazza, quanta dolcezza all'improvviso - chiuse lentamente gli occhi si lasciò sprofondare sotto le coperte.

Il sole entrava leggermente dalla finestra, a causa delle tende. Solo un piccolo spiraglio di luce arrivò a solleticare il volto di Tommy, riscaldandogli la guancia. Lentamente socchiuse gli occhi, ancora marcati da una linea sottile e scura, che durante tutta la dormita era allegramente andata a farsi fottere sul cuscino candido; notò che il cellulare non smetteva di lampeggiare, così lo sbloccò e lesse i messaggi che gli erano arrivati..circa cinque:

08.00, jess: buongiorno!
08.45, jess: si può sapere dove sei finito?
09.00, jess: tra mezz'ora ho lavoro, ti sbrighi, di grazia?!?
09.15, jess: ho capito tommy joe, anche stavolta arriverò tardi e da sola, ciao!
13.45, utente sconosciuto: ci vediamo stasera, puntuale alle 19.00, non tardare ;)  - ADAM

Un brivido gli percorse la schiena, e chiuse tutti quei messaggi. Solo in quel momento notò l'orario dal suo display, segnava circa le 14.45. Aveva dormito un po' più del previsto. "Cazzo" sospirò, e scappò a prepararsi, per uscire a passare un po' di tempo da qualche parte, ovunque ma fuori da quella camera, poichè l'ansia si faceva sentire e non voleva rimanere a deprimersi.

*

Ormai mancava poco alle 19.00, qualche decina di minuti, e il biondo era già da un pezzo fuori all'entrata e stava torturandosi le mani, per l'ansia che ormai l'aveva travolto. Si decise ad entrare da una porta secondaria, e quando varcò la soglia trovò già le coriste sotto un riflettore bianco che provavano la scala musicale. Adam sarebbe arrivato sicuramente a momenti. "Ciao tesoro! Dai, sali sul palco, non avere paura!" Keisha gli suggerì, e Tommy mise a tracolla la sua chitarra e salì quei pochi scalini. Alla sua postazione, collegò alcuni cavi all'amplificatore e iniziò a strimpellare qualcosa per abituarsi a quel rumore forte della chitarra elettrica. Aveva lo sguardo fisso sulle sue mani e su quelle corde, poi attorno a lui non esisteva più nulla. Era finalmente in sintonia, solo lui e la musica.
"Ma guarda guarda, chi si vede..il nostro chitarrista modello" Adam entrò, trionfante, seguito dalla sua schiera di ballerini. "Vediamo un po' se riesci a stare al passo" ammiccò col suo sguardo da bastardo, suo solito. Tommy restò incatenato ai suoi occhi, ma subito si risvegliò e con un'altra occhiata di sfida iniziò a suonare, insieme al moro che iniziava a cantare al centro del palco.

" lost inside communication breakdown, better just read my lips
comin' clear when we get down,
iceberg's just a tip
my words get lost
can you read the look that's on my face
wires get crossed
in communion with the uman race.
can't say all the little things that i wanna tell you right now,
i know you won't understand but i gotta tell you somehow
and on and on and on i go
connect the neck to what's below i know,
now your body language is bro-ken
bro-ken en-g-lish "

Tommy attaccò l'assolo che seguiva poi. Adam dal centro del palco lo osservava stupefatto, e man mano sembrava avvicinarsi sempre di più. Pendeva dalle sue labbra, non sapeva nemmeno cosa gli stesse succedendo in quel momento. 
Le quattro ore successive le passarono a provare svariati pezzi, di svariati artisti, fino a quando non intervenne Brian, il tastierista della band. "Okay, la messa in scena delle prove è andata a buon fine, il gioco è bello quando dura poco." "Si, ha ragione!" "E cosa facciamo con Tommy? Lo portiamo con noi?" la piccola Ashley chiese col suo sguardo innocente. "Ovvio, è un onore per noi. Bene, TJ, benvenuto nella nostra band" Adam sorrise e lo fece accomodare ad un tavolo, in una camera dove c'erano tutti i dischi di platino e tutte le riconoscenze che la band aveva ricevuto. Tutti si accerchiarono a quel tavolo e Reyna tirò fuori dal cassetto un mazzo di carte, un gioco che facevano i ragazzini. Gente di trent'anni a giocare a cose così "infantili"? Per quanto potessero essere grandi, non si vergognavano di quel gioco, ogni volta dopo le prove era un rituale, e lo facevano dalla primissima prova ufficializzata della band. Ashley diede al biondo un bicchiere di Jack Daniel's che in quel momento tirò un respiro: adesso iniziava a sentrisi davvero a casa.



 

*

buonasera! a quanto vedete, sono di nuovo qui.
mi dispiace per l'enorme ritardo, lo so, ma in questo periodo non ho avuto molta ispirazione; solo che una sera il lampo di genio è arrivato, ed ecco quello che ne è uscito fuori.
perdonatemi se ogni capitolo è abbastanza corto o comunque non come ve l'aspettavate, io ogni volta cerco di dare il meglio di me e se c'è qualche errore o qualche cosa che non va bene assolutamente, siete liberi di scrivrmi tutto nelle recensioni.
ringrazio tutti i lettori che seguono questa long e che mi hanno anche recensito, e ringrazio anche chi legge soltanto e poi cambia pagina. uu
ma un grazie speciale va anche alla mia migliore amica, martina. lei ogni volta mi da' un parere su qualsiasi cosa che scrivo e mi convince a pubblicarlo anche se so che fa letteralmente schifo (esempio, questo capitolo) e mi sopporta ogni volta che ho qualche dubbio su che scrivere, quindi dire che è una santa è poco AHAH.
so, dopo questa divina commedia, evaporo!
fatemi sapere cosa ve ne pare, ci conto. :)
yours,
alex.

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Capitolo 4
*** #04 ***


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" ci si vede domani, stronzo! sii puntuale, abbiamo un locale da far tremare " le urla di Adam, abbastanza sbronzo, erano le uniche che si sentivano per tutto il vicinato: era notte fonda, tutte le case erano serrate e a stento si udivano i grilli con la loro solita cantilena. Tommy si fece forza per reggersi in piedi,  - erano quelli gli attimi in cui l'alcol gli annebbiava la mente in tutti i sensi - e con una spalla spinse la porta mentre girava la serratura.
" va bene, buonanotte! " la sua risata risuonò in tutto il silenzio che si fu creato di nuovo, dato che l'auto di Adam e dei ragazzi era già sfrecciata a tutta velocità verso le luci della città.
Ma ad aspettarlo non c'era una poi così bella sorpresa; il ragazzo non appena si chiuse la porta alle spalle, fece per accendere la luce e spogliarsi per andare a letto - la stanchezza si faceva sentire più del solito - e notò, accovacciata sul divano, la sua ragazza che reggeva in mano una tazza di caffè per rimanere sveglia. Ora cosa voleva da lui?
" dove sei stato? "
"  vado in camera, buonanotte " in quel momento voleva solo andare a riposare, era palesemente seccato da quel quarto grado
" tommy, chi erano quelle persone? "
" non sono affari tuoi! " la sua temperatura stava iniziando ad alzarsi, un altro passo e sarebbe scoppiato.
" come non sono affari miei? certo che lo sono! ti cerco per tutto il giorno e non rispondi al telefono, e ti vedo rientrare a casa completamente ubriaco e accompagnato da degli estranei! "
In effetti, era vero: solo ora si era ricordato di avere con sè il cellulare, per tutto il tempo che era rimasto con la band l'aveva impostato in modalità silenziosa per evitare ulteriori scenate; lo tirò fuori dalle tasche di quel jeans fin troppo stretto e accese il display: segnava 15 chiamate perse e 3 messaggi tutti dallo stesso numero.
" puoi spiegarmi per favore CHI CAZZO ERANO QUELLE PERSONE CHE TI HANNO TENUTO FUORI TUTTO QUESTO TEMPO? che ti hanno combinato? "
il biondo sbuffò, tutte quelle chiacchiere, a quell'ora - ora in cui voleva solo andare a letto e dormire fino all'indomani - gli stavano urtando ulteriormente i nervi. E, deciso ad andare direttamente per i fatti suoi, si avviò con le mani in tasca su per le scale; ma la ragazza fece giusto in tempo ad afferrarlo per il braccio e a strattonarlo: era piuttosto piccola di statura, all'apparenza poteva sembrare calma e docile ma se qualcuno la faceva arrabbiare sapeva tirare fuori gli artigli e difendersi. E in questo caso, fu molto facile afferrare il braccio completamente tatuato di Tommy per farlo voltare verso di lei e farsi guardare negli occhi: ci aveva messo molta forza ma la corporatura esile e magra del biondo contribuì notevolmente. Tommy potè vedere nei suoi occhi un misto di ansia, collera e rabbia. Un mix letale. A quel punto, non resse più.
" senti, prima di tutto taglia corto. NON SEI MIA MADRE, non puoi dirmi cosa posso fare o no. Mi dispiace se sei stata in pensiero ma in quel momento ero al lavoro. " cercò di rispondergli nella maniera più calma che potesse esserci.
" oh beh certo, eri a lavorare e sei tornato dopo ubriaco fradicio! dimmi, che lavoro hai ora? suoni per qualche band da quattro soldi in quei locali frequentati solo da degli alcolizzati? "
" porca troia, perchè non capisci?!? dopo tanto tempo sono riuscito a trovare un lavoro che mi piace, SI, suono in una band. E' quello che mi piace fare e di sicuro tu non me lo impedirai! " adesso era lui ad avere alzato il tono di voce, le parlava a un passo dalla bocca, nervoso più che mai. Si diede un attimo un contegno e si allontanò, intento stavolta, davvero ad andare in camera a riposare.
" Ho bisogno di dormire ora, buonanotte " e si congedò dietro la grande rampa di scale, lasciando la ragazza immobile, scossa, ancora da quel suo sguardo pungente e determinato che le aveva completamente trafitto il cuore.
Finalmente la giornata per lui finì sul serio. Si mise comodo a letto a fissare per qualche istante il soffito quando il cellulare dal comodino, vibrò. Era un nuovo messaggio.
" buonanotte piccolo gattino! - adam " 
come l'aveva chiamato? mentre leggeva quel rigo non potè fare a meno di sorridere. " piccolo gattino" ? solo una persona come Adam poteva inventarsi soprannomi del genere. In fondo, lo adorava. Davanti a lui faceva tanto il duro, perché lui era il capo e doveva mostrarsi forte e diligente con la band, ma sapeva che era tutta una messa in scena: Adam assumeva quegli atteggiamenti per scherzo più che altro, si vedeva dai suoi meravigliosi occhi azzurri e dal suo sorriso quanto fosse una brava persona. E così, col pensiero rivolto a quel ragazzo dai capelli corvini, finalmente si addormentò.
 
*

Il mattino seguente Tommy si svegliò grazie alla brezza fresca che trapelava dalla sua finestra e gli piombava sul viso. Si alzò seduto e si mise con le spalle al muro per rendersi conto della situazione: si era appena svegliato, le tempie gli pulsavano a causa della forte emicrania e stranamente si sentiva più libero, non aveva più quel masso sullo stomaco che lo turbava da giorni.
Trascinando i suoi passi scese lentamente le scale e, una volta giù, si strofinò gli occhi con le mani: notò attaccato al bancone un post-it giallo, con sopra una scrittura molto aggraziata che lui conosceva molto bene.
" stamattina non ho bisogno della colazione, ma bensì di una pausa.
ciao, tommy
jess "

Dopo aver letto quelle parole tirò un sospiro di sollievo, accartocciò il foglietto gettandolo via e sorridente andò a vestirsi: quella mattina non aveva voglia di prepararsi da mangiare, quindi colse l'occasione e uscì a fare un giro in città. Era sempre stato un tipo duro,  affezionato alla musica forte, quella che ti giocava i timpani in men che non si dica, ma amava anche quell'aria fresca che di primo mattino gli arrivava pungente, sul viso, mentre a passo veloce sfrecciava per le vie in cerca di un bar dove fare colazione.
Trovò il primo sulla via e ci si fiondò dentro, facendo così squillare il campanello che avvisava l'entrata di nuovi clienti. Diede un rapido sguardo al locale che gli si presentava davanti, in fondo non era poi così male: il pavimento era rigorosamente in legno e sulla destra si trovavano i banconi dove poter ordinare qualsiasi cosa, mentre sulla sinistra c'erano sparsi qua e là dei tavoli ognuno con dei porta-fazzoletti e dei dosatori di zucchero su di essi. I posti a sedere erano in pelle, stile divanetto e davano al complesso un'aria piuttosto accettabile. Portando lo sguardo in cerca di un tavolo libero, scorse una piccola ragazzina mora con i ciuffi blu che lo salutava sorridente: era Ashley. Senza esitare si sedette con lei e si diedero il buongiorno con un caloroso abbraccio.
" allora tommy joe! come stai? raccontami qualcosa di bello " la ragazza sorrise gioiosamente. Era così bella, nonostante i capelli blu le dessero un'aria un po' più cupa riusciva ad essere dolce e solare; ogni volta che la vedevano suonare, talmente era piccola di corporatura, avevano paura che il basso fosse troppo pesante per lei.
" niente di speciale, finalmente sono libero " e così passarono tutta la mattinata a parlare del più e del meno e a scherzare.

Finalmente era arrivata l'ora del concerto: mentre il locale iniziava a gremirsi di persone Tommy era dietro le quinte che si sistemava il grande ciuffo prima di mettere la sua amata chitarra a tracolla. Lì era tutto un viavai di persone, dai truccatori, ai costumisti fino ai ballerini che provavano senza sosta le coreografie per perfezionarle ancora di più. 
Mentre il biondo dava gli ultimi accordi alla chitarra, Adam gli passò accanto e gli diede una pacca sulla spalla. " Buona fortuna! " e gli sorrise. Era bello eccome!
Salirono sul palco ed il concerto iniziò nel migliore dei modi, fino a quando Tommy non iniziò gli accordi di " Chokehold " il suo brano preferito, ed Adam iniziò  a cantare.
Tommy non staccava per un momento gli occhi dalle sue corde e dal suo plettro, si sentiva davvero in armonia con sè stesso mentre Adam aveva il vizio, mentre cantava, di camminare per tutto il palco.
Guardacaso, iniziò a girare proprio intorno al biondino, continuando sempre la canzone.
  " oh without your touch i suffocate,
cold asphyxiate
but i kinda like the pain, hey yeah.
baby i can smell you on my clothes,
i try to stay composed
but i feel the fever grow,
grow up, oh. "

Si avvicinò pericolosamente al viso di Tommy e senza proferire nessun altra parola, lo baciò.



 
*
yaay buonasera! o dovrei dire buongiorno? sono le quattro del mattino lol.
sono ritornata con un nuovo capitolo. mi dispiace da morire per aver aggiornato così con un grosso ritardo,
in questo periodo di tempo sono successe tante cose che mi hanno stravolta, 
senza contare poi che l'ispirazione mi mancava.
beh ecco qui, questo nuovo pezzo di puzzle, il lampo di genio è arrivato ascoltando appunto Chokehold
e penso che sia uno dei capitoli migliori che abbia mai scritto.
beeene, vi chiedo ancora scusa per l'enorme ritardo nel pubblicare e come al solito,
spero vi piaccia. fatemi sapere!
yours,
xfallingforher_

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