•aprendo a caso il dizionario

•parole: 101
•parola del dizionario: ore
•personaggi: ichinose kazuya; rika urabe
•eventuale paring: ichinose*rika
•avvertimenti: probabile ooc.
•genere: sentimentale.
•note d'autrice: una drabble sulla ichirika sebbene io non la sopporti molto, ma ne ho scritta una lol. ♥

Rika Urabe ci teneva ad essere impeccabile ad ogni appuntamento che aveva con il suo ragazzo, Ichinose.
Voleva apparire assolutamente perfetta, non ammetteva la minima imperfezione nel suo trucco, parrucco ed abbigliamento.
Amava ravvivarsi le labbra di rosso, sfumare vari ombretti sulle sue palpebre, tingere le unghie con vari smalti, adornare i capelli con un fiore bianco che conferiva loro un’aria molto elegante, indossare abiti alla moda... Avrebbe fatto questo ed altro per apparire perfetta agli occhi del suo tanto amato Ichinose.
L’unico problema era che per fare ciò, a volte il ragazzo era costretto ad aspettare ore prima di incontrarla.

•aprendo a caso il dizionario

•parole: 95
•parola del dizionario: immacolato
•personaggi: natsumi raimon
•eventuale paring: //
•avvertimenti: probabile ooc.
•genere: sentimentale
•note d'autrice: mh, ecco la mia nuova raccolta. aprendo il dizionario, ed usando la prima parola che leggo, dovrò scrivere una drabble. un po' cretina come idea, ma ci voglio provare. bello il fucsia con il nero, eh? ♥

Natsumi era quasi ossessiva con la perfezione.
Ogni oggetto che lei possedeva aveva un determinato posto, un determinato modo di usura e doveva essere prettamente immacolato.
Persino gli esercizi nei quaderni erano scritti in un determinato modo.
Non era colpa sua, ma era una cosa che proprio le veniva naturale: fin da piccola, la madre le aveva insegnato che era meglio avere una casa ordinata e semplice rispetto all’avere una casa sfarzosa, ma disordinata.
E forse quella ossessione nei confronti della perfezione era una specie di tributo per la madre, a cui voleva molto bene.

•aprendo a caso il dizionario

•parole: 101
•parola del dizionario: fascia
•personaggi: matsukaze tenma
•eventuale paring: //
•avvertimenti: //
•genere: generale
•note d'autrice: boh, che devo dire, l'ho scritta cinque minuti fa mentre chattavo con gika e lis_chan, boh. (?)
 

Finalmente ce l’aveva fatta.
Lui, Tenma Matsukaze, numero otto della squadra della Raimon Junior High, aveva ottenuto la fascia da capitano, quella che fino a poco prima aveva Shindou.
Se la rigirò fra le mani, incerto: sarebbe stato un buon capitano? Avrebbe saputo guidare la sua squadra durante la partita finale del torneo?
Mille dubbi l’assillavano, mille preoccupazioni gli vagavano per la mente.
Gettò di nuovo una rapida occhiata alla fascia rossa che aveva poggiato sul suo comodino, accanto al letto.
Era diventato davvero capitano. Stentava a crederci.
E come farebbe un buon capitano, avrebbe portato la sua squadra alla vittoria.

•aprendo a caso il dizionario

•parole: 107
•parola del dizionario: testa
•personaggi: kidou yuuto; menzionato endou mamoru
•eventuale paring: //
•avvertimenti: //
•genere: generale
•note d'autrice: yay, ce l'ho fatta. e pensare che ne avevo scritto la metà molto tempo fa lol. e boh, niente, penso che farò intorno ai dieci capitoli, perché poi pubblicherò una nuova raccolta di songfic. ah, e se riesco aggiornerò qui con un capitolo al giorno, spero, poiché domani parto. e buone vacanze, belle pulzelle (?).

Se c’era bisogno di qualcuno che nella squadra della Raimon Junior High sapesse usare davvero bene la testa, bisognava rivolgersi al giovane Kidou Yuuto.
Intelligente, brillante, serio… sì, lui era proprio il tipico adolescente capace di tenere un discorso sfruttando la materia grigia che possedeva in modo utile ed utilizzando argomentazioni, termini e spiegazioni adeguate.
Poteva anche essere data per scontata questa sua caratteristica, dato che lui era il regista della sua squadra, e quasi era più bravo del capitano stesso, Endou Mamoru.
Ogni tecnica di attacco e difesa, strategie e tabelle di allenamento, erano opera sua. Lo si poteva definire un vero e proprio  genio.

•aprendo a caso il dizionario

•parole: 97
•parola del dizionario: tranquilla
•personaggi: akane yamana
•eventuale paring: //
•avvertimenti: //
•genere: generale.
•note d'autrice: aggiorno dopo un secolo, wow. beh, devo finire questa raccolta. voglio concentrarmi su altre storie e.. beh, nulla, il mio umore non me lo permette. sono sempre triste ultimamente, ma ok, si vive ancora. vi ringrazio per le recensione, sul serio, anche se non vi rispondo le leggo tutte e, beh, vi adoro. ♥


Akane Yamana era sempre stata una ragazza tranquilla, secondo i suoi genitori.
Era diversa dalle sue compagne, si distingueva: non utilizzava cosmetici come alcune di loro, non chiacchierava molto o spettegolava sull’ultima conquista della professoressa di Inglese, ma soprattutto aveva hobby diversi da quelli delle compagne.
Non faceva danza classica come molte di loro; preferiva guardare una partita di calcio all’assistere ad una sfilata di chissà quale celebre marca in una delle capitali della moda mondiale.
Per le sue coetanee, invece, era solamente una ragazza stramba e non si distingueva per nulla, veniva addirittura definita una nullità.

•aprendo a caso il dizionario

•parole: 110
•parola del dizionario: guance.
•personaggi: aoi sorano; tenma mastukaze.
•eventuale paring: accenno alla tenaoi.
•avvertimenti: //
•genere: slice of life.
•note d'autrice: ultimo capitolo. the last. yep, inizierò una nuova raccolta, maybe, in futuro. ma non so, boh. va be', niente, questo è l'ultimo e... basta. (?) buona lettura, asd.


Delicate schiocche rosse comparvero sulle guance della piccola Aoi. Era il suo primo giorno d’asilo, ed aveva appena conosciuto un bambino, che le si era avvicinato dicendole: «Wow,  come sei carina!»
«Ehm, sì, ecco… grazie!» rispose lei iniziando a ridacchiare nervosamente. Sebbene fosse piccola, provava di già imbarazzo quando riceveva dei complimenti. L’altro bambino scoppiò a ridere.
«Come sei buffa!» esclamò allegramente, per poi porgerle la mano. «Mi chiamo Matsukaze Tenma.»
«Aoi Sorano, piacere.» rispose l’azzurrina sorridendo. Quel bambino già le piaceva, le si era presentato come simpatico e gentile, e sperava che lo fosse davvero, non come certe sue compagne che l’avevano dimenticata dopo pochi giorni. E così fu.