Amore divino

di Hiho_This_Is_Me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


CAP.1
 
Seduto sul suo maestoso trono riccamente ornato,Zeus, signore dei cieli, afferra la coppa che Ebe,
coppiera degli dei e dea della giovinezza, gli sta porgendo. Sfiora appena con le labbra il vino rosso mischiato
al miele per poi tornare a posare gli occhi su Moire. L’uomo incappucciato,con il volto seminascosto,lo guarda ansioso. Finalmente Zeus parla:
-Moire,cosa ti porta fin qua su?
L’uomo incappucciato vestito di nero,con una lunga tunica che arriva sino a terra, sorride avvertendo la tensione del padre di tutti gli dei.
-Come sapete,Zeus,io ho il dono di “vedere”…
Zeus lo scruta con i suoi occhi azzurri come il cielo
-Ebbene,cosa hai visto?
I due dei si fissano per un istante. Moire non si decideva a parlare
-Ebbene? Quale destino sei venuto a riferirmi?
La bocca di Moire si schiude lentamente
-Quella di suo nipote…
Zeus si piega lentamente in avanti. Intercetta lo sguardo di Moire e avverte la sua completa indifferenza a tutto ciò
-Quale nipote?
Il dio lo guarda fisso negli occhi
-Quello nato dall’unione di Afrodite e Ares…
Zeus sgrana gli occhi,ansioso
-Ebbene?- la sua enorme mano destra stringe la coppa con forza
-Tuo nipote,- Moire tace un istante,poi continua –morirà nel giro di pochi mesi.
Zeus tace un momento,atterrito,poi scoppia a ridere
-Ciò che dici è impossibile,gli dei non possono morire.-
Moire sorride enigmatico –E chi le assicura che suo nipote rimarrà  un dio immortale ancora a lungo?
Zeus si piega nuovamente in avanti
-Cosa stai insinuando?
Il volto di Moire si copre ancora di più con il cappuccio mentre una nebbiolina inizia ad avvolgerlo.
-Le sto dicendo solo ciò che ho visto,signore…
-Sicuro di non esserti sbagliato?
Il volto di Moire si fece più serio di quanto lo fosse prima
-Lei sa,signore,che in tutte le mie visioni,niente è errato. Ho visto il destino di suo nipote, e ciò che ho visto si compirà.
Con queste ultime parole,sollevò a mezz’aria un braccio e scomparve.
 
 
-Ormai hai quasi vent’anni…- continua a ripetere,agitando le mani a mezz’aria
-Sì,padre,lo so…
-è ora che tu ti sposi.
-Sì,padre,lo so…
-Ci sono tanti bellissimi ragazzi che ti fanno la corte…-
Tira un lungo sospiro –Sì,padre,lo so…
Perde la pazienza e batte una mano sulla scrivania –E allora?
Cinzia,rimanendo seduta sulla sedia,si piega in avanti poggiando le mani sulla scrivania fino a
sfiorare il naso di Aghost –Mi sposerò quando avrò trovato l’uomo giusto.-
L’uomo si alza in piedi furioso e inizia a girare per la stanza,tirandosi i capelli ed evocando tutti gli dei
del firmamento perché lo aiutassero
-Insomma,Cinzia!- sbraitò in fine,rosso in viso e con la lunga tunica spiegazzata –Devi deciderti a… a…-
-a…?- lo incoraggiò lei,sapendo già ciò che il padre stava per dirle
-devi deciderti a crescere!
La ragazza sospirò e si lasciò cadere pesantemente sullo schienale della sedia –Sì,padre,lo so…
-Perché non sposi quel bel ragazzo…come si chiama?Paul? ha un buon lavoro e…
-…e un cervello da gallina.- continuò lei, giocando con i propri lunghi capelli biondi
-Beh,se vuoi un intellettuale,pensa ad Armosteth. È un grande scrittore e un musicista formidabile. Inoltre la sua famiglia è molto rispettata e…
-Sopravvalutata,padre. Ti posso assicurare che quella famiglia di musica non sa niente e tantomeno di arte,nonostante quanto si vantino dei loro antenati pittori.
-Allora mi dici chi diamine vuoi sposare?
Cinzia si alza di sua volta in piedi e gli cinge con un braccio le spalle, poi si allontana silenziosa mimando solo con la bocca
-Quando incontrerò l’uomo giusto,mi sposerò…
Chiude la porta dietro di se e sente il padre gridare –e si può sapere quest’uomo giusto quando arriva?
-Dai tempo al tempo,padre.- ed entra nella cucina.
 
-SILEEENZIOOOOO!!!!!!- con questo potentissimo acuto Ugula riesce finalmente a calmare la situazione.
La capocuoca si avvicina al camino con sopra il pentolone. Afferra un cucchiaio di legno e lo immerge,
ritirandolo poco dopo fuori. Decine di occhi la guardano impauriti. La grassa signora ricambia con uno sguardo deciso e attento
ad ognuno di loro, nessuno parla,poi apre lentamente la bocca
-Si può sapere di chi è stata questa “brillante” idea?
Silenzio tombale
-Di nessuno?- passa il cucchiaio sotto gli occhi di tutti i presenti –immagino quindi che questa lucertola morta, dentro la zuppa ci sia caduta da sola.-
Mighi,la più anziana delle presenti,minuta e magrolina, impaurita più di tutti, balbetta qualcosa mentre si rigira il grembiule tra le mani
-Come,Mighi?
-Ho detto che forse,la lucertola un attimo fa era ancora viva e c’è caduta per errore,forse dal soffitto…
-Oh,no Mighi. Tu sei una delle persone più dolci e oneste che conosco- si addolcisce Ugula. Poi ricomincia
a guardare tutti sospettosa e torna acida –ma questa è opera di qualche mascalzone! Allora? Chi è stato si faccia avanti!-
dato che nessuno parla,la bassa e grassa signora dal caschetto nero passa ancora una volta il cucchiaio davanti a tutti.
Dentro,con intorno un po’ di zuppa, si trova una piccola lucertola morta stecchita. Ancora silenzio.
-D’accordo,adesso basta!- perde la pazienza, afferra un mestolo con la mano destra mentre con la sinistra
regge il cucchiaio e inizia a scuoterlo minacciosa in aria,la faccia rossa come la lava di un vulcano e gli occhi spalancati
–SE COLUI CHE HA ROVINATO LA MIA ZUPPA NON ESCE SUBITO ALLO SCOPERTO,
VI ROMPO LA TESTA A TUTTI QUANTI!! CHI è STATO SI FACCIA AVANTI ENTRO TRE SECONDI,PRIMA CHE FACCIO UNA STRAGE!-
I magrolini corpi dei cuochi si piegano su loro stessi,coprendosi la testa e scappando urlando per tutta la cucina
-Aiuto!
-è matta!
-Ci vuole uccidere tutti!- gridano terrorizzati
–Uno…-
-Correte!
-Si salvi chi può!
-Due…- continua a voce più alta,allungando una mano e afferrando un mal capitato che passava da quella parte
-…e tr..
-Sono stata io!-
Tutti ammutoliscono e si fermano. Davanti alla porta, Cinzia sorride con la mano ancora alzata
-Lei,signorina?- chiede Ugula
-Sì,volevo farti uno scherzo,così quando sei uscita,ho messo una delle lucertole che cattura mio fratello nella tua zuppa.-
-ma, signorina…- balbetta –ci lavoravo da più di tre giorni!
-Oh,beh, non importa,vuol dire che mangeremo pollo.- sorride dolcemente a tutti,saluta ed esce nel cortile interno.
Tra i presenti della cucina scappa qualche risata mezza soffocata
-Zitti! E tornate a lavorare!- così dicendo Ugula spinge via il ragazzo che era rimasto appeso per la colletta alla sua mano.
 

Spazio di Hiho:
ciao a tutti. ho scritto questa toria e spero vi piacca. vi prego di recensire,
accetto ogni tipo di recensione,anche negativa
grazie per aver letto.  
ciao a tutti xx :33

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


-Eros *chiama*.. Eros! Insomma,ti decidi o no ad arrivare?- Afrodite aspetta pazientemente il figlio mentre gli invia il messaggio mentalmente. 
-Sì,mamma,arrivo subito…- rispose lui, voce da innocentino
-Non chiamarmi “mamma”!-
-Ok,- aggiunge un pizzico di malizia –mammina.

Dopo due minuti appare, prima seminascosto da una nebbiola, poi perfettamente visibile. Divinità inferiore, rappresenta l’amore impetuoso. Il più sfacciato tra tutti gli dei, il più testardo, il più coraggioso, il più arrogante, e forse il più bello, degno di sua madre Afrodite dea della bellezza. Sulla faccia ha stampato un sorriso arrogante e fiero, mentre scosta con una mano dalla fronte una lunga ciocca bionda mossa che lascia di proposito cadere coprendo i suoi occhi azzurri-oceano, per poi spostarla con un lieve gesto e farla tornare poi al suo posto. Aveva sulla spalle ali dorate e nelle mani stringeva archi e frecce
-Volevi vedermi?
-Sì, ti devo parlare di una cosa molto importante.
- e bisogna farlo qui?- il dio si guarda intorno. La roccia sotterranea dalle pareti circolari era buia e umida, illuminata da un piccolo fuoco verde che ardeva al centro di quella che sembrava un enorme sala. Afrodite alzò un sopracciglio –Perché? Cos’ha che non va?
-Beh,sono abituato ad un altro tipo di lusso…
La dea si stizzì e si allontanò di qualche passo verso un altare in marmo bianco posto dietro di lei
-So benissimo a cosa sei abituato, ma è ora che tu inizi a guardare oltre la tua ricchezza!
Eros si scosta il ricciolo dalla fronte, calmo –Qualcosa non va?
Afrodite apre un piccolo cofanetto in legno –il grande Zeus teme la tua vita…
-Chi, Nonno?- di nuovo la dea perde la pazienza –Non chiamarlo così! Porta più rispetto per gli dei!-
Il figlio si avvicina alla madre e le sfiora il braccio,avvertendo attraverso un rapido sguardo che la madre è veramente preoccupata
-Zeus,- continua ancora Afrodite – ha avuto una visita da Moire questa mattina. Il dio che rappresenta la rincarnazione del destino, ha visto la tua morte, non molto lontana.- 
Per un attimo gli occhi di Eros si rabbuiano, poi tornano allegri –ahahaha, ma gli dei non possono morire!
Ma la madre non ride –ti conviene prendere seriamente la cosa, Eros.- i suoi occhi sono fermi e decisi.
-Sì,madre,ma se mi scusi adesso devo far innamorare un paio di città.- con uno spropositato e sfacciato inchino, il dio sorride, solleva il braccio destro e scompare.

Il pennello scorre veloce sulla tela, facendo a poco a poco scomparire il bianco coprendolo di vivaci colori. Il cortile era quadrato, stile romano. era al centro della villa e tutte le camere ci si affacciavano. Per accedervi c’erano due porte, quella della cucina e quella del salone. Al centro c’era un piccolo pozzo,raggiungibile attraverso viottoli di ciottoli che si univano insieme al centro, intorno fiori di tutti i tipi, specialmente papaveri, cresciuti tra una pianta e l’altre. Durante le feste, quando le cucine lavoravano di più, si espandeva un odore di spezie e vino per tutto il cortile. Cinzia ci passava l’intere giornate a dipingere. Il pannello a contatto con la tela sembrava prendere vita. Un rumore la distoglie dal dipinto. È Chloe. La madre le si avvicina lentamente, con la calma di sempre, sfiorando appena i papaveri. I suoi lunghi capelli marrone sono legati in una treccia tenuta alta e indossa una lunga veste bianca. La veste è larga,ma si intravede la pancia in cui riposa il suo terzo figlio. La madre le sorride dolcemente e le accarezza il viso, poi il suo volto si fa rigido
-Ho parlato con tuo padre. – l’atmosfera di pace finì in un lampo
-Lo immaginavo..- risponde Cinzia. –cosa ti ha detto?
- beh, come al solito, che non prendi seriamente il matrimonio.-
Tira un lungo sospiro –si sbaglia,e anche tu,madre,ti bagli se la pensi come lui. È proprio perché prendo seriamente il matrimonio che aspetto che arrivi la persona giusta.
-ma quando arriverà questa persona giusta, figlia mia?- le poggia delicatamente le mani sul braccio –tu meriti un re,ma non puoi pretendere che dal cielo scenda un angelo apposta per te. Ti devi sposare, e in fretta. Ormai non sei più una ragazzina, sei adulta e non vai ringiovanendo giorno per giorno.- la madre le passa i capelli lunghi biondi tra le dita –sono sicura che entro una settimana, sceglierai chi sposare tra tutti i tuoi ricchi corteggiatori.-
-una settimana?! Non mi avevate mai imposto un orario. Il cuore non si innamora a piacimento!-
Il volto di Chloe si fa impenetrabile –Lo so,ma tu devi prendere una decisione entro allora, oppure a decidere sarà tuo padre.-
-Cosa?! Mio padre non lo farebbe mai, non programmerebbe mai un matrimonio combinato, sono la sua unica figlia!- chinò imbarazzata la testa e guardò il pancione della madre –almeno per ora…-
-Ciò è deciso e ciò avverrà. Hai avuto anni per decidere, ti dovresti già essere fatta un’idea su chi sposare,in caso contrario,hai tempo fino ad una settimana.- si gira e se ne va.

-Solo una settimana? Siete sicura?- Ugula guarda preoccupata la giovane padrona.
-Sì,altrimenti Aghost programmerà tutto lui…- singhiozza Cinzia. Da sempre Ugula era stata sua fedele amica. Quella buffa e viperina signora grassa amante del cibo si era rivelata fin da subito fedele, leale, giusta, simpatica e una grande consigliera. Quando Cinzia era piccola, l’aspettava alzata fino a tardi, poi Ugula saliva di nascosto quando tutti dormivano e le dava un cestino di dolci. Oppure da ragazzina copriva le sue piccole fughe romantiche, in modo che Aghost non se ne accorgesse. Ma adesso davvero non sapeva che fare.
-Signorina, su, non pianga…- perfino un tipetto come Ugula si addolciva davanti a Cinzia che piange –vedrà he incontrerà qualcuno…-
-E chi? Tutti i miei corteggiatori- ovvero mezza Atene – non valgono neanche la metà di quanto sembri…-
Ugula le prese le mani, si inginocchiò ai piedi del letto sulla quale la ragazza era seduta e la guardò negli occhi –ma lei, signorina, che tipo di ragazzo vuole, si può sapere?-
Cinzia smette un attimo di singhiozzare e si asciuga le guancie, balbettando –io… io vorrei un uomo che non si intimidisca a sfidare le fiamme dell’Ade, pur di riscattarmi. Voglio un uomo che riaprirebbe la guerra con la Persia- (era finita da poco la guerra e i festeggiamenti per la vittoria) –pur di salvare il mio onore,se qualcuno lo minacciasse. Voglio un uomo che splenda come il sole e che mi ami,mi ami davvero, non per la mia ricchezza o per la mia bellezza,ma per il mio cuore. Come.. come….- cerca le parole
-…come nelle poesie che lei tanto ama leggere?- finì per le la frase Ugula. La cuoca le accarezzò una guancia -ma questi amori,signorina,esistono solo nelle favole…- 
-Lo so,lo so…- ricomincia a piangere
-Senta…- Ugula le si avvicina ancora di più –al porto Pireo ci sono ancora i festeggiamenti e oggi io finisco prima di lavorare in cucina, come sa è il mio giorno libero. Ci saranno moltissimi mercanti al porto, e anche i guerrieri tornati on le imbarcazioni da guerra di ieri. Che ne dice di andare con me? Sicuramente troverà qualcuno –e agita le braccia come se avesse una spada in mano –pronto a tornare sulla nave e risfidare Persia pur di avere la sua mano.- 
Cinzia scoppia a ridere e annuisce con la testa.


ciao a tutti, questo è il secondo capitoli,
spero vi piaccia e recensite se volete,
ciaoo alla prossima <3


 

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Capitolo 3
*** capitolo ***


Il porto di Pireo era pieno di banconi del mercato e di colorate stoffe, odore di verdure e frutta, mercanti urlanti che sventolavano il pesce. donne di tutte le età, dalla pelle abbronzata chi più e chi meno, correvano da una parte all’altra. Tutti erano concentrati sulle bancherelle. Finchè, mentre Cinzia sfiorava delicatamente della seta rosa, la folla non si fermò di colpo. Tutti avevano lo sguardo fisso sul mare. Dopo un attimo, grida si levarono in aria contemporaneamente e chiassosamente, mentre dalla nave da guerra scendevano l’ultimi guerrieri rimasti di ritorno dalla Persia. Vestiti ancora da guerra, scesero con potenti grida di battaglia, fingendo di essere ancora in battaglia e divertendo le ragazze che si stringevano attorno a loro. I mariti si affrettarono a riprenderle e a sgridarle apertamente davanti a tutti, per lasciare libero il passaggio ai guerrieri. Ugula picchiò dolcemente sulla spalla di Cinzia per chiamare la sua attenzione –Signorina, se permette-
-sì,Ugula?- la grassa donna l’accompagnò dentro la folla. I signori le guardavano sblorditi avvicinarsi sfacciatamente ai guerrieri. Mai una donna si sarebbe permessa di fare una cosa del genere, vergogna si sarebbe versata su di lei e sulla sua famiglia, per non parlare delle sgridate e frustate che avrebbe ricevuto. Ma Cinzia era ricca e nessuno osò ribattere. Ugula la trascinava dolcemente per il braccio fino ad arrivare davanti ai guerrieri. La lasciò lì,davanti a tutti quegli uomini vestiti da battaglia, mentre arretrava di qualche passo per lasciare l’attenzione solo su di lei. il silenzio regnava sovrano mentre le donne sbirciavano da oltre le braccia dei mariti che le tenevano ferme. Ecco che Cinzia, che di coraggio ne aveva tanto quanto un leone, fa un passettino ancora avanti, e si piega in un delicato e quasi invisibile inchino, poi alza lo sguardo aspettando che qualcuno le risponda. Tutti la guardano sorpresi. Ecco farsi avanti un ragazzo, sui venticinque anni ben portati, capelli lunghi fino alle spalle neri, occhi verde smeraldo, barba un po’ trascurata, pelle ancora con l’odore di salsedine e vino, un sorriso bianco e splendente in volto. Risponde con un inchino 
-Lei,signorina,è..?
-Firthest, Cinzia Firthest,signore…
-piacere,Cinzia (se così posso chiamarti). Io sono il generale Mircs Agamennone, capo della spedizione in Persia di questi uomini che sono qui con me.- e si gira per indicare i compagni urlanti e festosi –lei,signorina,possiede un buon coraggio a farsi avanti con presenti tutti questi uomini.- Cinzia rivolge uno sguardo a Ugula, che dalla folla sorride e la spinge a proseguire. Ugula, se ben solo cuoca, è molto sfacciata, e non si fa problemi a ribellarsi a quel mondo maschilista distinguendosi dalla massa di donne piegate ai voleri dei loro uomini. La ragazza posa i suoi occhioni azzurri sul volto dell’uomo –Non quanto il vostro, con la quale avete sconfitto la Persia.- 
La folla esulta ancora di più e si disperde, dimenticandosi della ragazza talmente sfacciata da presentarsi da sola davanti a loro. Solo Agamennone rimase a guardarla, e lei a guardare lui. La prende delicatamente per il braccio e la trascina via –il suo uomo non si preoccupa a lasciare andare da sola la propria donna al mercato?- -non sono sposata e sono accompagnata da una mia dipendente.- -sai,ho sentito molte buone cose sulla tua famiglia. Siete benestanti.- Cinzia sorride scettica tra se e se –ciò non dovrebbe importare a un buon uomo come lei,generale.- –oh,ti prego,chiamami Agamennone.- e le porge un bellissimo sorriso mentre la invita a guardare il mare –Mi parli delle sue battaglie,Agamennone.- l’uomo indica un punto lontano all’orizzonte e inizia a raccontare –assalimmo il villaggio Persiano di notte,una volta. Era grande, con mura alle pareti, e guardie possenti alle porte…- e continuò una lunga mezz’ora a raccontare, con Cinzia che tratteneva gli sbadigli. ad un certo punto Agamennone si ferma pensando che quello era un racconto troppo forte per una donna e la si offrì di accompagnarla a casa. –sì,volentieri,grazie.- accettò lei, prendendolo sotto braccio. Ugula le passò vicino, disinvolta, fingendo di non conoscerla. Poi,quando Agamennone era voltato da un’altra parte,le fece un occhiolino di approvazione e vittoria. “caro padre,” pensa la ragazza “le nozze combinate non sono più nei miei programmi,ormai.” E sorride al generale.

Eros punta sulla ragazza. Vola sulla folla riunita intorno al porto,che accoglie i soldati arrivati dal mare. La ragazza dai lunghi capelli biondi è girata di spalle. Basterà centrarle il cuore,perché lei si innamori perdutamente dell’uomo che le si trova vicino. Ad Eros quell’uomo sembra di conoscerlo. Sicuramente è il generale Agamennone, di cui,sull’Olimpo,tanto si parla. Di chi si tratta poco importa. Punta la freccia e si prepara a scoccarla,ma la folla gli copre la vista. Scende di quota,distinguendo i volti delle persone. Si nasconde dietro un enorme tappeto osso. Il venditore si è allontanato per badare alla moglie. Nessuno può vederlo. Punta ancora la freccia,ma… “uaho…” è l’unica cosa che riesce a dire. Dagli occhi azzurri,incoronati dai capelli biondi lisci, viso bianco come le nuvole, infantile,da bambola,bella come il sole… abbassò l’arco mentre a bocca aperta continua a guardare la ragazza. Alla fine lei prende sottobraccio l’uomo e si allontana. Le ali di Eros si muovono quasi da sole,mentre lo sollevano da terra e gli fanno inseguire quella che sembra la reincarnazione del firmamento…



allora ragazze, vi piace questo capitolo? e come va avanti la storia?
dai su, fatemi sapere <3

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