You are the best thing that's ever been mine

di itsnightingale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Back to school ***
Capitolo 2: *** Little Joke ***
Capitolo 3: *** The game of bottle. Part1 ***
Capitolo 4: *** The Game of Bottle. Part2 ***
Capitolo 5: *** Likely Alliances. ***
Capitolo 6: *** Operation Faberrittana. ***
Capitolo 7: *** Changes. ***
Capitolo 8: *** Miss You. ***
Capitolo 9: *** Little big lie ***
Capitolo 10: *** You Look so Sad. ***



Capitolo 1
*** Back to school ***


Questa è la mia prima FF che scrivo.
Spero vi piaccia. Cercherò di aggiornarla il prima possibile. Non so quanto sarà lunga, ma credo un bel pò
Buona lettura.


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Allungai una mano verso il cuscino e lo tirai fino a spostarlo sul mio viso. Il sole ancora caldo si era posato sul letto, fino a sfiorare la pelle del mio viso svegliandomi prima del fatidico suono della sveglia, non riuscì nemmeno a finire di pensarlo che quest’ultima iniziò a suonare. Allungai la mano verso il comodino e la spensi sbuffando. Contai fino a tre e lentamente mi alzai da quella posizione e mi misi a sedere. Da giorni attendevo con ansia l’inizio dell’ultimo anno ma non pensavo fosse così difficile tornare a svegliarsi presto.
Dopo essermi passata una mano tra i capelli mi alzai posizionandomi davanti allo specchio. I capelli sotto quella luce sembravano ancora più biondi di quanto non fossero, cercai di darli una sistemata mentre guardavo il mio riflesso nello specchio. Nell’ultimo mese mi ero allenata tutti i giorni in palestra per tornare alla forma fisica che avevo ancor prima di rimanere incinta,perchè avevo degli obiettivi e volevo raggiungerli a tutti i costi: Il primo era essere eletta reginetta e il secondo , ma non meno importante, era  tornare a prendere il comando delle cheerios anche se quest’ultima cosa mi avrebbe causato parecchi problemi con Santana visto che era lei ,ormai, il capitano. Ma questo non mi scoraggiava, ne avevamo passate tanto e sicuramente questo non ci avrebbe diviso, d’altronde quel posto era sempre stato mio.. era mio di diritto.
Dopo aver fatto una doccia tornai in camera e presi dall’armadio la mia divisa dei Cheerios, l’adoravo.. anzi l’amavo! Amavo tutto di quella divisa: Il modo in cui mi stava, il modo in cui la gente mi guardava quando la indossavo e più di ogni altra cosa, amavo la sicurezza che mi dava.
Dopo averla indossata mi cimentai a legare i miei capelli che, essendo più corti, scappavano alla presa della molla. 
Ormai spazientita, presi le forcine da un cassetto della scrivania e le misi dove i capelli erano più ribelli. Dopo essermi guardata ancora una volta allo specchio sentì un clacson suonare, mi affacciai alla finestra e vidi San nella su Range Rover che tamburellava le dita sul quadrante dell’orologio. Le feci cenno di aspettarmi e scesi di corsa per raggiungerla.
 
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Arrivai fuori casa di Q. in anticipo perché sapevo che avrebbe fatto sicuramente tardi. Mentre aspettavo che uscisse  di casa iniziai a pensare a quest’ultimo anno. Volevo portare le Cheerios alla vincita delle nazionali per la terza volta di seguito. Volevo rimanere nella storia del McKinley, ed ero pronta a dettare nuove leggi.  Se gli anni precedenti mi avevano rispettato, quest’anno volevo che mi temessero.  La stronza era tornata!
Anche se c'era un motivo che mi rendeva particolarmente felice di riprendere il liceo. Potevo tornare a bearmi dell'angelica visione  della mia bionda, che tra l’altro non era più mia visto che mi aveva “lasciato”. E mi mancava. Lei aveva lasciato Artie per me, e quando mi disse che voleva vivere la nostra storia alla luce del sole mi era preso il panico. Non volevo essere giudicata, e questa mia paura l’aveva spinta ad allontanarsi da me ed a tornare con quella sediolina vivente. Diedi un pugno sullo sterzo per trattenere la rabbia. Lo odiavo, lui la faceva ridere..la faceva sorridere. Probabilmente quest’anno avrei torturato lui più di Berry. No. Scherzavo. Torturare Berry mi divertiva più di tutto! Specialmente quando camminava insieme a quello stoccafisso di Finnocenza. 
Spazientita mi girai verso la casa di Lucy Q. e la trovai al mio fianco, quasi mi prese un colpo.
“Dios..” dissi col fiato corto. “Bionda vuoi uccidermi? Non ti ho nemmeno visto entrare!”
Prese gli occhiali dal cruscotto, mi passò i miei e dopo aver indossato i suoi mi rispose.
“Ci credo che non mi hai sentito, eri troppo impegnata sul tuo travaglio interiore.” Abbozzò un sorriso e mise la cintura.
Misi in moto con una leggera smorfia, odiavo quando faceva la stronza con me.
Mentre guidavo verso scuola mi misi a riflettere sul da farsi e spontaneamente  mi girai leggermente verso Quinn
“Quest’anno voglio demolire lo sfiga Club, non ho niente che mi trattiene dal farlo, tra l’altro renderò felice anche la Sylvester.” dissi con un leggero ghigno.
 
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Odiavo il modo in cui cercava di comprare la Coach. Purtroppo ,però, mi toccava assecondarla questa volta, anche se il glee club iniziava a piacermi. Erano diventati la mia seconda famiglia. Anzi terza. La mia seconda famiglia era San.. questa cosa mi faceva sentire parecchio in colpa. Volevo andare in cima la piramide quindi ritornare ad essere stronza non mi avrebbe causato nessun danno e non doveva causarmi nessun danno tradire, in un certo senso, la mia mora. Un ghigno si balenò sul mio viso e San l’aveva notato. “Che hai da sorridere Lucy Q.?” chiese sospettosa.
Mi strinsi nelle spalle  “Nulla, penso che hai ragione. Voglio distruggere anche io quel club.". Mi girai verso di lei che ignorò totalmente ciò che avevo detto quindi aveva abboccato alla bugia che le avevo detto, anche se non si poteva definire una vera bugia.
Il tragitto verso la scuola non fu lungo, anzi fu più corto di quanto ricordassi.
La latina puntò verso il parcheggio e  percorse la solita strada per andare ad occupare il suo solito posto macchina, ma lì ci attendeva una sorpresa.
Blaine aveva appena parcheggiato nel posto della latina e scambiava teneri baci con Kurt.
San si fermò di colpo, fortunatamente avevo la cintura.
“La giornata si promette bene” disse con un ghigno malefico mentre abbassava il finestrino. Una volta abbassato si affacciò e iniziò a sbraitare "Ehi, Papillon! Leva la tua macchina dal mio posto, prima che con un calcio ti faccia diventare più basso di quanto tu non sia già”. Sorrisi sentendo le cattiverie che uscivano dalla sua bocca. Mi divertivano, era così spontanea quando era cattiva!
Kurt stava per aprire bocca per risponderla ma lei si mise a ringhiare nella sua direzione per zittirlo. Blaine dopo aver strinto la mano al suo ragazzo si decise a risponderla “Buongiorno anche a te, Santana. Pensavo fossimo diventati amici.." disse stringendosi nelle spalle "..Comunque non c’è scritto il tuo nome qui.”.
Incrociai le braccia sotto al seno e iniziai a gustare la scenetta divertita quando vidi Santana scendere dall’auto.
 
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Quel maledetto sfiga club li faceva mancare di rispetto. Solo perché ne facevo parte non voleva dire che ero loro amica per l’amor del cielo.  Io ero entrata in quel maledetto club solo per Britt e Quinn.. bè in realtà  non sapevo fosse perchè anche Quinn partcipava. Probabilmente per sfidare continuamente con la nana. Andava d’accordo con tutti tranne che con Hobbit Berry. Per lei provava un odio continuo, non cessava mai.
Inizialmente pensavo fosse per la storia di Finnocenza. Ma il ragazzo l’anno precedente aveva lasciato la squadra di Football quindi non era più popolare e la bionda aveva perso ogni interesse nei suoi confronti, ma continuava ad odiare Berry. Bè però come darle torto, si veste in un modo orribile!
Il solo pensare dell'abbigliamento di Berry mi urtava e ora ,quei due, facevano solo aumentare il mio nervosismo.
Scesi dalla macchina e mi avvicinai alla coppietta spazientita. Mi passai una mano sul viso
“Allora se non volete che il mio pugno destro vi sfigura quel bel viso che avete , e sapete che lo faccio.. Levatevi di mezzo! Questo maledetto posto mio e così state solo aumentando le possibilità di avere un dannatissimo anno di merda!” Dissi urlando.
Vidi Anderson sospirare ed entrò in macchina per spostarla, mentre faccia di porcellana mi prendeva a male parole sottovoce. Musica per le orecchie.
Entrai in macchina e aggiunsi, guardando Kurt
“Ti ringrazio per queste tue gentili parole” Gli feci l’occhiolino e dopo essersi volatilizzati parcheggiai nel mio solito posto.
Una volta entrate a scuola la gente si spostava per farci passare. Amavo questa cosa. Sapevano a che cosa andavano incontro se ci intralciavano la strada. Doveva solo capirlo il resto dei dementi club.
Mi brillarono gli occhi quando camminando vidi la nana vicino al suo armadietto che si trovava a pochi passi dal mio. Stavo per avvicinarmi a lei quando un pivello, probabilmente del primo anno, fece rovesciare a pochi centimetri da me il suo caffè e quasi non mi sporcò. Mi bloccai di colpo. 
Ora si sarebbe pentito di essere nato. Lo presi e lo buttai contro l’armadietto dello Hobbit che si fece scappare un gridolino.
“Sei sempre una signora Santana.” Disse aiutando il ragazzo che cadde per terra per la botta.
“Hobbit chi ti ha dato il permesso.. anzi l’onore di nominare il mio nome?” La guardi schifata. “ Pensavo che quest’anno ci avresti risparmiato vestendoti decentemente ma , come al solito, più passano gli anni più il tuo abbigliamento fa pena. Lo hai rubato ai barboni?” Non riuscì ad aggiungere altro perché rimasi scioccata da ciò che accadde avanti ai miei occhi. Brittany, la mia Brittany, si avvicinò per baciare lo Hobbit sulla guancia.

Non ci credo. Impossibile.

Mi girai verso di Quinn sconvolta senza aprire bocca.
 
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Mentre ridevo per come trattava Berry, vidi Brittany che si avvicinò per baciare la guancia di Berry. Da quando quelle due erano amiche?
Provai una strana sensazione nello stomaco.

Probabilmente era lo schifo per quella scena. Sì, sicuramente.

Santana si girò verso di me come se volesse un aiuto, mentre tutti la osservavano cercando di capire perché si era ammutolita. A tutti divertiva sentirla sbraitare contro Berry. Perchè riusciva a dire cose che gli altri non avevano il coraggio di dire a quella sottospecie di elfo.
Mi intromisi posizionandomi avanti a San, a pochi masso da quella proboscide che aveva Rachel piazzato sul viso.
“Cosa avete da guardare tutti? Pensate alla vostra patetica vita. E quanto a te ottavo nano..”
..dissi indicando Berry..
“Quest’anno sarà indimenticabile . Ti farò pentire di non aver cambiato scuola quando potevi.”
Brittany ci guardò stranite, poi posò lo sguardo su di me, anche se in realtà  cercava di decifrare l'espressione della latina.
“Ehi, Quinnie..” odiavo quando mi chiamava così “Cosa succ-..” Non diedi il tempo a Brittany di terminare la frase che la ignorai totalment,e trascinai Santana nel bagno più vicino a noi.
Con un urlò cacciai tutte le oche che si stavano dando una sistemata e quando rimanemmo sole la latina si lasciò andare e iniziò a piangere.
“Ehi.. San.” Dissi passandole una mano sulla guancia.
Mi guardò con gli occhi pieni di lacrime “Pensi.. Pensi che Hobbit Berry sia diventata Gay Berry e ora sta con.. con Britt?” Iniziò a singhiozzare e si appoggiò alla mia spalla.

Speriamo non mi sporchi la divisa col mascara.

Mi morsi la lingua per aver pensato una cosa simile, poi il mio stomaco si chiuse in una morsa pensando a Berry con Brittany.
Ero sempre più schifata.
“Che schifo, non penso che Brittany sia scesa così in basso. Si fa tutti è vero, ma non a questi livelli. Poi non ci dimentichiamo che lo Hobbit ha quello stoccafisso del fidanzato.”. Continuai a passarle una mano sulla schiena fino a quando smise di singhiozzare e di piangere.
Presi un tovagliolo e le asciugai le lacrime e le levai anche quel poco di mascara che era colato.
“Tu sei molto meglio di quella e se ha lasciato te per poi buttarsi fra le braccia della barbona, ci ha perso lei non tu.”
Lei accennai un sorriso.
“Ti voglio bene, naso di plastica.” Disse sorridendo. Mi scappò una risata e quando la campanella suonò. Ci avviammo verso le nostre lezioni. 

 

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Capitolo 2
*** Little Joke ***


La giornata finì velocemente ,probabilmente, perché non aveva seguito nemmeno una lezione. Non le andava di incontrare Brittany ne tanto meno quella puffa della Berry. Dio cosa le avrebbe combinato. L’avrebbe scamazzata se solo potesse. Ma il preside alla fine dell’anno precedente le aveva raccomandato di non dare troppo nell’occhio l’ultimo anno, o non le avrebbe fatto prendere il diploma. Ma la mora non aveva intenzione di lasciar finire quella giornata senza che lo Hobbit ricevesse la giusta punizione.


La bionda passò tutta la giornata con Santana, in cortile. Non avevano aperto bocca tutto il tempo. Sicuramente la mora stava pensando a come dover vendicarsi con Rachel. Lo sapeva benissimo, visto che conosceva l’amica meglio delle sue stesse tasche. La cheerio pensò a come le piaceva il suono del nome della moretta. O meglio le piaceva come suonava quando quel nome era accostato alla figura di quest’ultima. Si morse la lingua per fermare quell’orda di pensieri non affatto opportuni. Non poteva pensare quello. Non solo perché ne valeva della sua popolarità, ma anche perché la latina l’avrebbe sgozzata se l’avesse saputo. Ma d’altra parte non doveva saperlo per forza. Scosse la testa per tornare in se. Non capiva cosa le stava succedendo. Però, sicuramente, tutto questo aveva avuto inizio quando quella mattina ,Brittany, aveva baciato Rachel, sulla guancia. Quel gesto l’aveva infastidita troppo. Proprio come aveva infastidito San.


Le prese un colpo quando la sua amica si alzò di scatto. “Vieni naso di plastica, devo parlare con Puck.” Disse trascinandola verso il campo da Football, non le aveva nemmeno dato il tempo di rispondere, visto che la bionda voleva restare ancora un po’ lì a godersi la giornata. Non era obbligata a seguirla, infatti si fermò di colpo. “Allora hai intenzione di farmi trascinare quel tuo culo moscio o mi segui?” aggiunse, ancora, la latina dopo essersi fermata di colpo davanti a lei. La bionda sospirò alzando le mani in aria, conosceva l’amica e sapeva che l’avrebbe torturata finchè non l’avesse seguita. “Va bene. Andiamo.” Disse per poi seguirla. Sapeva con certezza che la mora aveva qualche piano in mente, e questo era l’unico motivo per cui la seguiva. Era curiosa di sapere come aveva intenzione di vendicarsi. Anche se non c’era niente di cui vendicarsi, infondo era stata Britt a dare il bacio sulla guancia a Rachel.


La mora camminò a passo svelto durante tutto il percorso che la conduceva ai giocatori di Football, in particolare da Puck. Aveva bisogno di lui. Sì, perché le era venuto in mente un modo per vendicarsi e visto che lei aveva coperto il culo dell’amico per tanto tempo, il minimo che potesse fare lui era restituirle il favore.

Arrivarono nel campo ma ormai i giocatori erano già nei loro spogliatoi. La mora emise un verso di frustrazione. “Tutta colpa del tuo culo moscio, Lucy Q.” mise le mani sui fianchi lanciando un occhiataccia all’amica. La latina non capiva perché i giocatori già si riunivano per gli allenamenti. Dopo tutto la scuola era appena iniziata e per le partite ufficiali ce ne era di tempo. Nemmeno gli allenamenti delle Cheerios iniziavano così presto. Di solito , infatti, riprendevano la seconda settimana dopo l’inizio della scuola. Ma probabilmente questo accadeva perché Sue voleva abbastanza tempo per escogitare un piano per farle passare un anno da incubo. Emise un verso di dolore al solo pensiero. Chissà cosa le aspettava quell’anno.


La bionda si schiarì la voce facendo svegliare l’amica dalla trance. “Andiamo negli spogliatoi. Oppure non hai le palle per farlo, Lopez?” Disse punzecchiandola. Adorava farlo. Alla fine la loro amicizia si basava su questo: Punzecchiamenti e provocazioni, si alternavano di continuo. Questo rendeva stabile il loro rapporto, e nessuno delle due riusciva a farne a meno.

La latina sorpassò la bionda con un ghigno sul viso. Q. l’aveva sfidata e Santana Lopez non si tirava mai indietro dopo una sfida. Camminò lungo tutto il corridoio che conduceva agli spogliatoi con passo spedito, mentre la bionda camminava dietro di se.

Arrivate avanti alla porta degli spogliatoi, Quinn non ebbe il tempo di dire nulla, perchè Santana subito spalancò la porta.
Quello che le due ragazze si trovarono davanti era qualcosa di disgustoso, almeno per loro. Una massa di scimmioni sudati che si palpavano a vicenda e gareggiavano a chi lo aveva più lungo.

Entrambe emisero un verso di disgusto e quello servì per far capire ai giocatori che non erano più soli. Si fermarono tutti di colpo e corsero nelle docce, non dando modo alle ragazze di aggiungere nulla. “Puck!” urlò la latina. “Porta subito qui, il tuo culo peloso prima che io vomiti.” Le ragazze si lanciarono uno sguardo d’intesa. Ed entrambe capirono che quello spettacolo non era piaciuto a nessuna delle due. Dopo un paio di minuti comparve Puck, coperto da un asciugamano intorno alla vita passandosi una mano sulla cresta. “Mamà, Diabla..” disse accompagnando il tutto con un cenno del capo “Pensavo che..”
La mora non gli fece finire il discorso che gli piantò una mano sulla bocca “Non pensare, ti viene meglio. E ti prego non parlare spagnolo, se così si può definire ciò che hai detto, perché potresti aumentare le mie possibilità di vomitare tutto il pranzo. Qui. Davanti a te.” Disse facendo scappare una risata alla bionda alle sue spalle. Il giocatore capì che non era il momento di scherzare, quindi si mise dritto aspettando di sentire il motivo per il quale le due ragazze lo volevano. Santana aprì di nuovo la bocca “Arriviamo subito al nocciolo della situazione. Voglio che lanci una granita addosso all’ottavo nano..”, il ragazzo stava per interromperla me lei gli mise di nuovo la mano sulla bocca. “Non interrompermi. Non mi interessa se siete amici o quant’altro. Lo farai perché mi devi parecchi favori ed è arrivata l’ora di restituirmeli.” Disse impassibile. Il ragazzo si fece sfuggire un verso “San, ho promesso a Finn che non avrei dato fastidio alla sua ragazza quest’anno. Chiedimi tutto ma non questo.”

La bionda sentì una stretta allo stomaco quando Puck disse ‘alla sua ragazza’. Diamine come faceva a stare con Finn, era veramente un troglodita rispetto a Rachel. Non capiva come la moretta potesse essere affascinata da tutto quel sudiciume. Anche lei pensava , in passato, di essere innamorata del ragazzo, ma alla fine ,fortunatamente per lei, aveva capito che l’unico motivo per il quale provava attrazione per il ragazzo era la sua popolarità.

La latina sbuffò e alzò le mani in aria, frustrata. “Senti, me ne sbatto se hai promesso a sacco di patate di non dare fastidio alla sua puffa. Mi devi un favore e non mi interessa se lo farai fare a qualcun altro. L’importante è che non si sappia che te l’ho chiesto io, ok?” disse voltandosi verso la bionda.

Le lanciò un sorriso d’intesa e si avviarono entrambe verso l’uscita. Il giocatore emise un verso, non poteva tirarsi indietro. Quindi annuì con il capo “Ok. Lo faccio! Ma venerdì voglio entrambi i vostri bellissimi culi alla mia super festa!” disse urlando, mentre le ragazze sparivano dalla sua vista, varcando la soglia.

Le ragazze dopo la breve discussione con Puck uscirono fuori a fumare. Aspettavano arrivasse la sesta ora per poter andare nell’aula coro, per l’ora dedicata al glee club. La mora non vedeva l’ora di vedere come avrebbe fatto Puck a lanciare la granita addosso alla Berry.

Quando suonò l’ultima campanella, le ragazze spensero l’ennesima sigaretta e si avviarono verso l’interno con passo sincronizzato. Camminavano tra i corridoi ormai vuoti. Non tutti seguivano il glee club, quindi la maggior parte degli studenti ,compreso il preside, già avevano abbandonato l’edificio.

Appena varcarono la soglia dell’aula canto trovarono già la maggior parte dei membri lì. Britt stava in prima fila vicino ad Artie; Sam, Mercedes e Finn nell’ultima fila. Blain e Kurt stavano dietro Britt e si scambiavano teneri baci e Rachel era appena entrata, prendendo posto sulla sua solita sedia in prima fila.


Brittany stava giocando con le dita di Artie quando le due Cheerios entrarno nella sala coro, insieme. La biondina dagli occhi azzurri lanciò uno sguardo verso la sua spagnola, anche se non poteva più definirla sua, visto i problemi che avevano avuto prima della fine della scuola, l’anno precedente. Cercò il suo sguardo, cosa che non trovò visto che la latina camminava come se avesse i paraocchi. In realtà l’aveva cercata anche tra una lezione e l’altra, senza successo ,però, visto che la mora non si era fatta viva tutto il giorno. Chissà dove era stata, pensò la biondina tra se e se. Dopo la fine del Glee, sicuramente l’avrebbe fermata per parlarle.

Quinn prese posto con Santana nell’ultima fila, lontano da tutti.
Entrando aveva visto Rachel prendere posto dove era suo solito sedersi, anche se era stata colpita dallo sguardo da cucciolo che Britt aveva mandato alla latina, anche se , probabilmente, quest’ultima non ci aveva fatto caso.

Dopo aver preso posto con la sua bionda, la latina guardò come la sala coro si riempiva mentre il tempo passava. Una volta che arrivarono tutti, compreso Puck, il professor Schuester iniziò la lezione scrivendo cose sulla lavagna. La latina maleddisse mentalmente Puck, visto che questo si era tirato indietro da ciò che lei gli aveva ordinato di fare. Gli avrebbe fatto il culo una volta messo piede fuori dall’aula.

Mentre scriveva sul quaderno le varie cose che diceva il professore, sentì bussare alla porta che era chiusa, visto che non mancava più nessuno. La latina alzò lo sguardo verso la porta quando due giocatori di football entrarono con un pacchetto.

“Abbiamo un regalo per..” Lessero il bigliettino, stropicciato, che avevano in mano “Per Rachel Berry” dissero insieme. Tutti iniziarono a chiacchierare curiosi, su chissà quale regalo stava per ricevere la moretta. Tutto questo accadeva sotto lo sguardo divertito della latina e della bionda che , probabilmente, avevano già intuito tutto.

Rachel si alzò, sotto il consenso del professore, e si avviò verso la porta curiosa su ciò che stava per ricevere. Quando si era alzata aveva cercato Finn con lo sguardo, pensando che il regalo fosse opera del suo ragazzo che voleva farsi perdonare, dopo la litigata che avevano avuto i due questa mattina.
Si avvicinò abbastanza ai due e si sporse in avanti, quando questi ultimi aprirono velocemente la scatola e in un batter d’occhio la diva si trovò bagnata da una sostanza rossa. Aprì la bocca sorpresa e guardò i due giocatori davanti a lei ridere. “Buon inizio anno nana Berry!” dissero dandosi il cinque e correndo via.

Tutto il glee club si alzò per andare in soccorso dell’amica, la quale era rimasta ancora lì come se fosse pietrificata.

Tutti tranne Santana e Quinn le quali guardarono la scena. Una era divertita e l’altra , in fondo, era dispiaciuta.







ANGOLO DELL'AUTRICE

Scusate il ritardo ma non ho avuto tempo!
Prometto che cercherà di pubblicare un capitolo alla settimana!

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Capitolo 3
*** The game of bottle. Part1 ***


The Game of the bottle. Part1
 
Dopo la bravata che fece l’amica nei confronti della Berry, non si sentì parlare d’altro all’interno della scuola, durante tutta la settimana. Anche se non era stata direttamente l’amica a lanciare quella granita, tutti sapevano che i cecchini erano stati assodati da lei. Infondo avevano visto tutti il modo in cui Santana ,il primo giorno, guardò Rachel e se l’aspettavano una mossa simile. Era parecchio scontata come cosa. Ma non così presto. Cioè la scuola era appena iniziata e già si erano dichiarate guerra, anche se ,dopotutto, non aveva mai avuto tregua questa loro battaglia.
 
Quinn durante questi giorni osservò come la diva camminava con timore tra i corridoi. Sapeva perché Santana se l’era presa tanto, e sapeva anche che non si sarebbe limitata a quello. Infatti, ogni volta che la ballerina dagli occhi celesti si avvicinava a lei in presenza della latina, questa l’allontanava.
La bionda aveva osservato il tutto attentamente e aveva anche cercato di parlare all’amica per farla ragione, senza nessun risultato. Dopotutto le dispiaceva per Rachel ,anche se non sapeva spiegarsi bene il motivo. Fino a qualche anno fa non ci avrebbe pensato due volte a torturarla al posto della latina, ma da quasi un anno era come se qualcosa fosse cambiato. La guardava sotto una luce diversa, addirittura iniziava ad apprezzare anche il suo abbigliamento. Aveva un non so che di sexy.
Si riscosse da quei pensieri impuri.
 ‘Fabrey ma cosa dici?’ si domandò tra sé mentre si accorse che fissava la moretta. Perché diavolo la stava fissando?! Non stava fissando propriamente lei ma come quella mini gonna plissettata le calzava a pennello. Non gliel’aveva mai vista addosso, non rientrava nel suo repertorio. Probabilmente le aveva consigliato Kurt di mettersela. E aveva fatto bene. Quinn se la stava mangiando con gli occhi.
Si svegliò di nuovo da quella trance quando si accorse che tutti ormai erano usciti, compresa la Berry, e lei si era fermata lì a fissare il vuoto.
Sentì una voce familiare proveniente dall’esterno della classe. Alzò lo sguardo e trovò la latina  che la fissava. “Ehi, naso di plastica. Oggi non vuoi tornare a casa? Muovi quel tuo culo moscio o ti lascio qui.”
La bionda annuì prontamente, e dopo aver preso le sue cose si avviò con l’amica verso gli armadietti per posare i libri che non le servivano.
Finalmente la settimana era finita, le aspettava solo quell’odiosa festa la sera dopo di che le aspettavano due giorni di puro relax.
“Cioè solo perché sta sera vieni alla festa, domani non esci?” la latina la svegliò di nuovo dai suoi pensieri. Chiuse l’armadietto e si girò verso l’amica. “San, te l’avevo già detto. Preferisco uscire sta sera, anche perché domani sera sono impegnata.” Abbassò lo sguardo mentre mentiva all’amica. Se avesse incrociato lo sguardo della mora l’avrebbe sgamata subito. Sì, perché Santana riusciva a leggerla come nessun altro. Le bastava uno sguardo per capire cosa le frullava per la testa.
 
La mora alzò le. Sapeva che Q. le stava mentendo ma non aveva voglia di parlarne ora quindi annui. “Va bene, se proprio devi.. Però se cambi idea fammi sapere.”
Mentre raccoglieva la sua borsa da terra, intravide dal riflesso della porta che si trovava davanti a lei ,proprio dietro le spalle di Q., la figura della gnoma che avanzava in quella direzione.
La latina non riuscì a resistere dal desiderio di farle uno sgambetto, infatti allungò leggermente il piede senza fare movimenti bruschi. Non voleva dare nell’occhio.
Non appena lo allungò abbastanza la menomata ci inciampò sopra e cadde fra le braccia della bionda davanti a lei. Il ghigno che le si era formato sul volto sparì.
 ‘Maledetta Q.’
 
 Quest’ultima afferrò la moretta prontamente e la resse. Si ritrovarono occhi negli occhi. Per Quinn era come se tutto quello che le circondava fosse sparito. E come se stessero sole in quel corridoio.
Si perse in quegli occhi color nocciola, non aveva mai notato quanto fosse profondo il suo sguardo.
“Lucy Q. inizio seriamente ad odiarti.” Disse la latina esasperata prima di andarsene. “Ci vediamo sta sera. E tu miss uno-hobbit-è-più-alto-di-me Berry fa attenzione a te.” Aggiunse per poi sparire del tutto dalla vista delle due. Doveva pensare qualche altro modo per ridicolizzare la menomata.
 
Le due ragazze si erano staccate solo per vedere l’uscita teatrale della latina, infatti , subito dopo erano tornate a guardarsi nuovamente.
La gente passava accanto a loro, ma nessuno le notò fortunatamente. Erano troppo impegnati ad evadere da quella prigione. Dopo che i corridoi si svuotarono del tutto, le due ragazze erano ancora lì e Quinn non aveva ancora levato le mani da sopra i fianchi di Rachel.
Quel silenzio iniziava a diventare imbarazzante e fortunatamente venne interrotto dalla mora. “Quinn..” disse appoggiando le mani su quelle della bionda che non si decidevano a mollarla. “G-grazie.. N-non avrei mai immaginato che tu mi aiutassi. In realtà non pensavo nemmeno che tu conoscessi il significato della parola ‘aiutare’, visto i nostri precedenti. E..”
Eccola, stava rovinando tutto con quella boccaccia e lei stava per diventare rossa. Maledetta Santana, perché le aveva fatto lo sgambetto?  Se si fosse fatta gli affari suoi non si sarebbe ritrovata in quelle circostanze, e non si sarebbe ritrovata ad incantarsi nel guardare labbra di Rachel. Chissà che sapore avevano. Probabilmente di ciliegia.. Sì, sicuramente di ciliegia. Si riscosse mentalmente.
Stava per fare un passo per accorciare le distanze da quelle labbra bellissime ma riuscì a trattenersi. Prese un lungo sospiro e cercò di tornare in se. Ma che cazzo stava facendo? Lei era Lucy Quinn Fabrey, ragazza super etero nonché sogno di tutti i ragazzi della scuola. E sicuramente non era lesbica! E se proprio le dovevano piacere le ragazze sicuramente in questa lista non rientrava Berry.
La spintonò leggermente e ringhio, più che ringhiare emise un verso di puro dispiacere. Non voleva trattarla in quel modo visto che ,tutto sommato, non era nemmeno colpa sua.
 “Attenta a dove metti i piedi la prossima volta, perché non sarò sempre qui a reggerti anzi ti farò trovare io stessa per terra!” Disse la bionda per poi lasciarla sola nel bel mezzo del corridoio. Avanzò il passo, e appena si trovò all’esterno dell’edificio corse verso la sua macchina con un nodo in gola e una stretta al cuore.
 
Rachel rimase lì, immobile. Non sapeva se aveva detto o fatto qualcosa che l’avesse fatta arrabbiare. Maledetta bocca, probabilmente l’aveva offesa mentre straparlava. Non capiva mai quando doveva stare zitta.
Sentì dei passi che man mano diventavano sempre più forti. Si girò nella speranza di vedere Quinn, almeno le avrebbe chiesto scusa. Ma una volta girata si ritrovò davanti a sé Finn. Un briciolo di amarezza la percorse tutta, ma cercò di scacciare quella brutta sensazione infondata. D’altronde davanti a lei stava Finn, il grande amore della sua vita.
“Rachel..” disse il ragazzo una volta fermo davanti a lei “Ti stavo aspettando ma non sei più venuta e  mi sono preoccupato. E’ successo qualcosa?”
Vedeva nello sguardo del suo fidanzato la preoccupazione.
Lui aveva il timore che potessero farle qualche altro scherzo, aveva anche litigato con Puck perché lui gli aveva chiesto chiaramente di lasciar in pace Rachel almeno quell’anno e aveva al mohicano di far smettere anche Santana, ma ovviamente non l’aveva fatto. Anzi Rach era stata ridicolizzata davanti a tutto il glee club e questo aveva portato a farli litigare.
Rachel gli prese la mano e la strinse. “Dai, andiamo.” disse per poi trascinarlo verso l’uscita.
 
 
Quinn una volta arrivata a casa corse nella sua stanza.  Aveva bisogno di stare sola, tranquilla e senza nessuno che la stressasse. Non andò nemmeno a vedere se la madre fosse in casa. Perché se Judy c’era sicuramente l’avrebbe tartassata di domande come suo solito e lei non voleva il terzo grado. Non quel giorno.
Anzi dopo quello che era successo se avesse potuto avrebbe spento volentieri il cervello.
Troppe domande iniziava a farsi nella sua testa e tutto quelle riguardavano , in un modo o nell’altro Rachel. Non capiva il motivo di tutto quello che stava succedendo, non aveva senso. E quello le fece venire in mente quando tornò a scuola dopo che aveva partorito. Tutti la guardavano diversamente. Non era più la capo Cheerios Quinn Fabrey, ma solo la ragazza sfortunata che era rimasta incinta, non del suo ragazzo ma del migliore amico del suo ragazzo.
Sentì di nuovo quel senso di angoscia farsi strada dentro di sé. Strinse forte le mani sullo stomaco, come se volesse bloccare la salita ma fu tutto inutile. La vista era sfocata e sentiva gli occhi pesanti.  Dopo essersi passata le mani sul viso, senti delle lacrime salate rigarle il viso. Cercò di trattenere i singhiozzi, non voleva scendere così in basso. Ma fu tutto molto difficile. E questo la stressava ancora di più.
 
Dopo essersi calmata, decise che il modo migliore per rilassarsi era farsi un bel bagno. Quindi si alzò dal letto e andò ad aprire l’acqua della vasca, per riempirla. Mentre questa si riempiva andò a prendere i sali da mettere in acqua nella stanza della mamma.
Una volta spenta l’acqua, si spogliò lentamente e il corpo caldo venne percorso da brividi di freddo. Una volta essersi levata tutti gli indumenti entrò nella vasca e si adagiò al bordo di essa. Chiuse gli occhi e cercò di liberarsi da tutte le preoccupazioni. Come se l’acqua potesse lavarla da tutto quel marcio che si sentiva addosso.
 
Una volta finito di rilassarsi, si asciugò per bene  e andò nella stanza per vedere l’ora. Erano le sette e trenta, era stata nella vasca più del dovuto.
Una volta sistemato il tutto si mise davanti all’armadio e lo fissò cercando di capire cosa poteva indossare per l’occasione. Inizialmente voleva mettere un jeans molto stretto con una camicetta, che avrebbe messo in mostra tutte le sue forme. Ma non voleva essere provocante, quindi optò per un vestitino turchese semplice, sotto un paio di bamboline bianche e aveva deciso di abbinare il frontino dello stesso colore delle scarpe.
Dopo essersi vestita passò dieci minuti buoni davanti allo specchio. Anche se non voleva, risultava sexy lo stesso e questo infondo la rese felice.
 
Appena arrivò l’ora di andare, scese di sotto e con grande soddisfazione notò che la madre non era ancora rientrata. Prese un post-it e le scrisse che avrebbe fatto tardi, dopo di che uscì di casa per andare alla tanto attesa festa che segnava l’inizio di tante altre, fino alla fine della scuola.
Arrivò fuori casa di Puck puntuale come un orologio svizzero. Intorno alla casa già c’erano un bel po’ di macchine parcheggiate e ne riconobbe alcune, come quella di Kurt, Mercedes e Rachel. Sull’ultima si soffermò un po’ di più meravigliandosi di non vedere il furgoncino di Finn. Di solito quando uscivano usavano la macchina di lui, chissà se il ragazzo era venuto. Poi si ricordò della discussione che aveva avuto con Puck in mensa e ricordò che il mohicano aveva ritirato l’invito per lui. Rimase a fissare la macchina della moretta, che questa fosse venuta sola?
Arrivata davanti alla porta non ebbe il tempo di bussare che questa si spalancò.
Puck la tirò dentro con una specie di abbraccio. Già puzzava di alcool.
Lo spintonò per staccarsi da lui e buttò un’occhiata in giro, la casa era quasi piena e mancavano ancora tante persone. “Q. dammi un bacino.” Disse l’ebreo cercando di tirarla di nuovo a se. La bionda mentre cercava di divincolarsi notò Mercedes che le faceva cenno da lontano. Questa scansò del tutto le braccia del ragazzo che erano pronte ad abbracciarla , di nuovo, e andò dall’amica.
“Ehi, ragazza.” Disse Mercedes quando Quinn aveva preso posto accanto a lei. “Ti consiglio di non bere, basta un bicchiere per dare i numeri.” Aggiunse facendole segno di guardarsi intorno.
E la ragazza aveva ragione. La bionda notò intorno a se come tutti stavano dando di matto ed era appena iniziata la serata.
Poco distante da loro notò Rachel seduta su una poltroncina e di fianco a lei c’era Brittany  sulle gambe di Artie mentre dava una controllatina alle tonsille del ragazzo. Chissà se Santana li aveva visti.
Le si accese una lampadina! ‘Giusto, Santana!”
 La latina non l’avrebbe presa sicuramente bene e se la sarebbe presa sicuramente con la diva visto che mentre la bionda divorava il suo ragazzo Rachel le stringeva la mano. Chissà quale strano e insensato rapporto univa quelle due.
“Ehi, Mercedes.” Disse voltandosi verso la ragazza di colore che si trovava alla sua destra. “Hai visto San-“ non riuscì a finire la frase che sentì un urlo prevenire dall’entrata.
“Puckerman! Idiota di uno scimmione!” riconobbe la voce della latina. “Levami le mani di dosso prima che ti levi le facoltà di procreare in futuro.”
Quinn scoppiò in una risata insieme a Mercedes, la quale sembrava una delle poche non ancora sbronza.
 
 
Santana non aveva affatto voglia di andare alla festa. Specialmente dopo che Noha le aveva detto che aveva invitato anche quelli del glee club. Sicuramente avrebbe trovato Britt e quel robot del fidanzato e non aveva veramente voglia di vedere quei due che tubavano senza ritegno davanti ai suoi occhi. Non che fosse gelosa. Cioè un po’ lo era ma non l’avrebbe ammesso mai.
 Britt si era rimessa con quello e la latina era finalmente libera di fare ciò che voleva senza dover dare conto a nessuno. Anche se quando provava ad uscire con un ragazzo l’unica cosa a cui pensava era lei. Nessuno la toccava o la faceva sentire speciale come quella biondina.
L’ebreo, però, l’aveva convinta ad andare promettendole una serata che non avrebbe dimenticato mai, ed era proprio quello di cui aveva bisogno. Anzi, aveva deciso che alla fine della serata si sarebbe infilata nel letto di Puck. Aveva bisogno di scaricare tutta quella tensione e quale modo migliore se non con una buona dose di sesso.
Aveva deciso di indossare un vestitino rosso, senza spalline e corto. Molto corto. Infatti le arrivava a metà coscia, sicuramente non poteva piegarsi con quel vestitino.
Si aggiustò la pettinatura davanti allo specchio, decidendo di legare solo una parte dei capelli e lasciare l’altra parte libera di accarezzarle il collo. Il tutto venne accompagnato da un paio di tacchi ,un po’ troppo alti anche per i suoi gusti, neri. Non riusciva a smettere di guardarsi, era veramente sexy.
Non si rese nemmeno conto di quanto tempo aveva passato a guardare il suo riflesso. Fatto sta che quando prese il telefono si accorse dell’ora. Si affrettò a prendere tutte le sue cose e a riporle dentro la sua pochette ,che richiamava il colore delle scarpe, e scese di sotto. Mentre stava per aprire la porta sentì qualcuno schiarirsi la voce. Aveva già immaginato chi fosse.
La madre era in vacanza su qualche isola tropicale e l’unico che poteva trovare in casa era il padre. Anche se questo non era affatto presente, proprio come la madre. Infatti Rodrigo Lopez era un chirurgo molto importante e si trovava sempre in viaggio per lavoro, quando non era in viaggio stava nel suo studio a spassarsela con qualche ragazzina. Questo Santana lo sapeva bene visto che aveva beccato il padre con le mani nel sacco, o in qualcos’altro, più di una volta. Anche la madre lo sapeva, ma semplicemente faceva finta di nulla. E questo la latina non lo sopportava. Non andava d’accordo ,sostanzialmente, con i genitori proprio per questo motivo. Preferivano apparire come una famiglia perfetta agli occhi degli altri, quando di perfetto non avevano proprio nulla. Se non i soldi.
Santana non si aspettava di trovarlo lì. “Mi amor..” disse il padre, vedendo che la figlia non si era mossa da come l’aveva trovata, aveva ancora la mano sulla maniglia della porta. “Non pensavo uscissi, speravo di passare la serata con te.”
La latina si fece scappare una risata, una risata amara. ‘Dios.. che bugiardo.’ Pensò tra sé.
“Rodrigo, non preoccuparti hai la casa libera. Salutami chiunque ti stia aspettando nello studio.” Detto questo aprì la porta e uscì di casa lasciando l’uomo lì ‘da solo ’.
Entrò in macchina e chiuse forte la portiera della sua Range Rover. Le prese quasi un colpo, infatti aprì la portiera e si mise a controllare se aveva fatto qualche danno. Amava troppo quella macchina, era stata l’unica volta in cui Rodrigo aveva fatto qualcosa di buono.
Cercò di trattenere le lacrime, non voleva piangere non per la sua famiglia. Non ne valeva la pena. Fortunatamente c’era la nonna, l’unica in grado di capirla. L’unica in grado di supportarla e di non farle mai buttare la spugna. Quelle due avevano un ottimo rapporto. E per la latina, la nonna era tutta la sua famiglia. Tutto ciò di cui aveva bisogno. Anche se con le sue regole dava parecchio filo da torcere alla mora.
Alzò gli occhi al cielo come per far tornare le lacrime al loro posto e partì, diretta alla festa. Aveva bisogno di tanto alcool.
 
Arrivata fuori casa di Puck sbraitò come una dannata. Non solo aveva beccato una lumaca davanti a lei, durante il tragitto, come se non bastasse ci mise quasi un casino di tempo per trovare parcheggio. Nessuno aveva parcheggiato decentemente.
Dopo aver lasciato la macchina poco più distante dalla casa, si diresse spedita alla porta. Quest’ultima ,fortunatamente, era aperta quindi non ci mise niente ad entrare.
Una volta messo piede all’interno rimase sconvolta da quello che vedeva. La festa non era iniziata da molto visto che mancavano ancora delle persone. Ma quelle presenti erano già tutte ubriache. Mentre squadrava tutti alla ricerca di qualche viso familiare, il suo sguardo ,come una calamita, venne attirato dalla biondina che le aveva causato tanto danno. Questa era occupata a fare una visita alle tonsille del robot.
La latina strine i pugni e iniziò a vedere rosso, ci mancava solo quello per coronare quella pessima giornata.
Mentre stava per partire spedita verso quei due venne bloccata da due mani salde. Non ebbe nemmeno il tempo di capire chi fosse che questa persona si precipitò frettolosamente sulle sue labbra, cercando di esplorare la sua bocca. Ma lei non voleva.
Morse la lingua di questo e lo spintonò. Quando si accorse chi fosse iniziò a sbraitare come una dissennata. ‘Maledetto Puckerman e maledetta festa! Soprattutto maledetta Brittany!’
Dopo aver insultato per bene il mohicano sentì due persone ridere in mezzo a tutto quel rumore e riconobbe sin da subito quelle risate.  Spostò lo sguardo verso il piccolo divano e vide Mercedes e Quinn ridere per la scena. La latina, esasperata, decise di andare dalle due amiche dopo aver spintonato un ultima volta il ragazzo con la cresta.
 
Le tre restarono lì, sul divano, a parlare del più e del meno fino a quando la latina ,annoiata, si alzò alla ricerca di altro alcool. Tutti erano ubriachi tranne lei, e non aveva fatto altro che bere! Probabilmente il troppo nervosismo bruciava troppo velocemente l’alcool. Per questo aveva deciso di andare in cucina a prenderne altro.
 
 
Brittany aveva osservato tutta la scena tra Puck e Santana, e da quando la latina aveva messo piede in quella casa non le aveva tolto gli occhi di dosso, senza farlo notare ad Artie. Purtroppo anche se voleva non poteva smettere di guardarla. Quella sera la mora era più sexy del normale. Quel vestito le stava benissimo e si ricordò di averla accompagnata lei stessa a comprarlo.     Sorrise tra se e fino a quando Artie notò che lei stava sorridendo senza un reale motivo.
Per non far insospettire il proprio ragazzo riprese a baciarlo e mentre gli lasciava un altro bacio all’angolo della bocca di lui notò che Santana non era più al suo posto.
Le venne in mente che quello era il momento perfetto per poter parlare alla latina, almeno per chiarire un paio di cose che la ragazza aveva frainteso. Dopo aver dato un ultimo bacio al ragazzo sulla sedia a rotelle, con la scusa di andare al bagno, si diresse in giro per la casa alla ricerca della sua latina.
Amava definirla sua. San le mancava tanto e lei non ce la faceva più. Non voleva nemmeno lasciarla, l’unico motivo per cui l’aveva fatto era perché voleva che la sua ragazza si sciogliesse. Non erano mai andate oltre un bacio e la latina la ignorava totalmente in presenza di altri per paura che qualcuno capisse di loro due.
Lei sperava che lasciandola si sarebbe data una mossa. Ma non fu così, anzi sembrava averlo accettato benissimo se non fosse per le scenate di gelosia che aveva fatto quando aveva saputo del suo ritorno con Artie. Ma nemmeno quello era servito a molto, infatti si era solo arrabbiata non era andata oltre.
Controllò tutto il piano di sotto, ma di lei non c’era nemmeno l’ombra. Mise il broncio, non poteva allontanarsi dal suo fidanzato per troppo tempo altrimenti lui le avrebbe fatto delle domande e lei non voleva mentirgli.
 Le mancava solo la cucina, dopo di che sarebbe andata al cercarla nel piano superiore, però quel pensiero non le piaceva. Aveva paura di trovare la mora appartata con qualcuno. Scacciò subito quella cattiva sensazione che provò.
Appena mise piede in cucina riconobbe subito una figura vicino alla finestra, intenta a scolarsi una bottiglia del tutto piena di vodka.
“Ehi, Sannie..” disse fermandosi dietro di questa.
 
 
Santana una volta arrivata in cucina prese un paio di bottiglie mezze vuote, però non trovò nessun bicchiere pulito e non avrebbe mai messo la bocca vicino a quelle bottiglie. Chissà chi ci aveva bevuto vicino. Quindi aprì il mobile e prese una bottiglia ancora chiusa. Si avvicinò alla finestra e mentre osservava la luna iniziò a scolare la vodka senza ritegno, ne aveva assolutamente bisogno.
Impegnata a bere non si accorse di chi era entrato. Fino a quando questa non parlò. Riconobbe subito la voce e ebbe un colpo al cuore.
Prese un respiro profondo e non si mosse, continuando darle le spalle. Non poteva guardarla, si sarebbe persa sicuramente in quei due zaffiri.
“Pierce, ti sei persa per caso?” disse cercando di rimanere il più distaccata possibile. Anche se aveva paura che sua voce tradisse ciò che realmente provava in quel momento.
 
La bionda non disse niente si limitò ad avanzare verso la latina e una volta arrivata abbastanza vicino appoggiò il mento sulla spalla di questa. Respirando a pieni polmoni il profumo della latina. Questo la fece rilassare del tutto.
 
Santana si trattenne dal lasciarsi andare contro quel busto. Inspirò come per raccogliere il più possibile il suo profumo per poi allontanarsi. Si girò verso la ragazza però senza guardarla negli occhi. “Britt che vuoi?”
 
Alla bionda scappò un sorriso, amava il modo in cui pronunciava il suo nome.
“Volevo parlarti.” Cercava lo sguardo della mora, senza nessun risultato. “Ho visto la tua reazione quando ho dato quel bacio a Rachel. In realtà lo hanno visto tutti. E-“ iniziò a giocare nervosamente con le dita, sapeva che la latina se la sarebbe presa. “E volevo dirti che non devi prendertela con lei, non ha fatto n-“ non riuscì a finire la frase perché alla mora scappò una risata. Una risata triste. Le si strinse il cuore. ‘Povera la mia San.’
“Pierce non mi interessano le tue tresche con gay Barry. Ora vai a fare ciò che ti pare ma lasciami in pace.” Disse la latina nervosa. Avrebbe ucciso Berry, fosse l’ultima cosa che faceva. E la cosa che più le dava rabbia era che Brittany era corsa subito in soccorso della nana da giardino.
“Rachel non è-“ non riuscì a finire la frase che Santana iniziò a camminare con fare minaccioso verso di lei.
 “Non capisci che non mi interessa? Vai a fare una visita alle tonsille del tuo ragazzo e di quel puffo ma lascia stare me!” disse la latina sbattendo le mani sull’isola che c’era in cucina dopo averle puntato un dito contro.
 Prima di lasciarla sola prese le bottiglie semi vuote di vodka che aveva lasciato prima su quel ripiano, dopo di che avanzò spedita nel salone verso le amiche.
 
Quinn si stava annoiando. Veramente tanto. Ormai tutti intorno a lei erano ubriachi, persino Mercedes. L’unica ad essere lucida era Santana che però continuava a scolare la vodka, nella speranza di diventare almeno brilla.
La cheerio aveva intuito il motivo. Qualche ora prima aveva visto la latina uscire nervosa dalla cucina, seguita subito dopo da Brittany. Chissà cosa le aveva detto la biondina per farla arrabbiare così tanto.
Si guardò un ultima volta in girò. Berry stava ancora seduta dove l’aveva vista appena era arrivata, probabilmente anche nella stessa posizione. Indossava una gonna simile a quella che aveva la mattina a scuola, era semplicemente di un colore diverso. Sopra aveva una camicetta bianca che aderiva perfettamente al suo corpo e questa non lasciava nulla all’immaginazione. 
Probabilmente si era vestita  sotto consiglio di Kurt. Non c’era dubbio quel ragazzo sapeva il fatto suo riguardo la moda.
 Quello che aveva più colpito la bionda era che Finn non c’era e lei era veramente sexy. Di solito quando era sola si vestiva peggio del solito.
 ‘Ok, basta. L’hai guardata abbastanza per oggi.’ Disse spostando lo sguardo verso la porta. Era arrivata l’ora di andarsene.
Quinn non ebbe nemmeno il tempo di alzarsi che Puck si alzò in piedi su uno dei tavolini che si trovavano nel salotto e iniziò ad urlare. “Gioco della bottiglia!” tutti quanti iniziarono ad esultare. Era decisamente il caso di andarsene.
Si diresse velocemente verso la porta ma un bestione della squadra di football che conosceva ma del quale non ricordava il nome la bloccò “Dolcezza, se non fai almeno un turno al gioco della bottiglia non puoi uscire. Ordini del capo.” Disse questo facendo segno con il capo a Noha.
Bastardo.’ Pensò Quinn. Puck aveva avuto sempre questo vizio. Sapeva che il mohicano amava quel gioco perché così aveva il diritto di slinguazzare con tutte senza dover inventare una scusa oppure poteva farlo senza dover acchiappare dei cazzotti dai fidanzati di queste.
Maledisse mentalmente il ragazzo che, appena la vide tornare al suo posto, la sorrise complice.
‘Super bastardo.’ Pensò mordendosi il labbro inferiore nervosamente. Infondo le bastava un turno per poter tornare a casa. Un maledetto giro poi sarebbe potuta evadere da quel posto.
Tornò a sedersi vicino alla latina la quale esultava entusiasta. Le diede una gomitata “Smettila di urlare come una cagna in calore è solo un dannatissimo gioco.” Disse la bionda, guadagnandosi un occhiataccia da parte dell’amica.
“Juno, per caso gli ormoni della passata gravidanza ti danno ancora problemi?” rispose acidamente la mora per poi andarsi a sedere lontano dalla bionda. Quinn spalancò la bocca. Gliel’avrebbe pagata.
 
Tutti si sedettero in cerchio intorno alla bottiglia di vodka vuota che avevano adagiato sul pavimento per iniziare il gioco.
La sua attenzione venne colpita da Mercedes che trascinava Rachel all’interno cerchio.
 La bionda non pensava che questo gioco potesse piacere alla diva.
 
Il primo giro venne ripetuto un paio di volte perché Puck imbrogliava, facendo fermare la bottiglia prima su di lui poi su San, infatti la latina alla terza (o quarta, non ricordava) volta iniziò a lanciare oggetti contro lo scimmione. Finalmente ripresero il gioco dopo un lunghissimo battibecco fra i due.
La bottiglia iniziò a girare forte e dopo un po’ questa iniziò a rallentare del tutto fino a fermarsi davanti a..
‘Cazzo.’ Pensò la bionda. Si era fermata proprio su di lei. Ma quanto poteva essere sfortunata? Non solo non aveva voglia di giocare ma per lo più ora era costretta a baciare qualche idiota della squadra di football o peggio qualche nerd che si trovava alla festa senza invito. Un’espressione schifata le si formò sul volto.
Tutti guardarono verso la sua direzione. Notò un sorriso formarsi sul volto del mohicano il quale godeva della situazione.
‘Che cosa potrà essere un bacio? Gli darai un semplice e velocissimo bacio. Un veloce tocco di lingua e basta. Poi sarai libera di andare.’
Allora volete far girare questa dannata bottiglia o devo aspettare tutta la sera per vedere chi devo baciare?” sbottò nervosa la bionda vedendo anche Santana gongolare.
Finalmente si decisero a far girare di nuovo l’oggetto e quando vide su chi si era fermato rimase di stucco. Non poteva essere.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
 
Finalmente sono riuscita a pubblicarlo! In realtà ero intenzionata a farlo ieri, ma non appena cercavo di decidere come far finire il capitolo c’era qualcuno che mi disturbava. -_-
Inizialmente ero anche intenzionata a scrivere tutta la serata in un unico capitolo ma veniva troppo lungo quindi ho decido di dividerlo.
La parte Brittana non doveva starci affatto, o meglio doveva starci, ma doveva essere molto più piccola. >.< però ho deciso di introdurre il padre della latina e la nonna. (capirete in futuro perché :D)
Immaginate già chi debba baciare Quinn? Io credo proprio di sì. u_u
Ora mi metto subito all’opera per il prossimo capitolo. Spero di pubblicarlo per lunedì. J

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Capitolo 4
*** The Game of Bottle. Part2 ***




Quinn osservò silenziosamente la bottiglia che si era fermata ,decisamente, sulla persona sbagliata. Cosa aveva fatto per dover affrontare quello?
Ripercorse mentalmente tutta la scena. Lei doveva andarsene. Maledisse tutti mentalmente, compresa la persona che da li a poco doveva baciare. Ma più di tutti maledisse l’ebreo. Sì, la colpa era decisamente sua. Aveva organizzato il tutto e non le aveva dato la possibilità di andare via. Ed ora quell’idiota era lì a guardarla con un sorriso troppo divertito.
La cosa positiva era che nessuno apriva bocca per paura di qualche reazione esagerata da parte della cheerio.
Alzò velocemente lo sguardo mentre la persona che doveva baciare era rimasta senza parole a sua volta. Probabilmente nemmeno voleva, proprio come lei. Maledetta anche lei. Non poteva sedersi da qualche altra parte? Oppure poteva anche non venire affatto alla festa visto che non era nemmeno il suo mondo quello, e da come aveva capito in passato non le piacevano nemmeno le feste. Quindi perché diavolo era lì? Non poteva stare in quella sua casa da super star a guardare stupidi spettacoli registrati che sicuramente aveva.
Vide che questa stava aprendo la bocca per parlare ma la bionda la fulminò con lo sguardo e fortunatamente capì che non doveva parlare.
 
Come aveva fatto a finire in quel pasticcio? Non voleva nemmeno giocare a quel gioco, soprattutto nel rispetto che portava verso il suo fidanzato il quale non c’era e non sarebbe stato sicuramente contento di quello che da li a poco doveva succedere.
Preferiva guardare piuttosto che giocare, ma Mercedes le aveva detto che c’erano pochissime possibilità che toccasse a lei subito al primo giro, visto che erano veramente in tanti a giocare, e che terminato quello era libera di poter andare dal proprio ragazzo.
Non solo aveva acconsentito pensando che l’amica avesse ragione ma per lo più ora era costretta a baciare una ragazza. Non una ragazza qualsiasi, ma Quinn Fabrey la ragazza più desiderata della scuola. Quella che in passato voleva tanto somigliare.
Continuò ad osservare la bottiglia che la puntava, incredula. Come poteva passarla liscia?
 Alzò lo sguardo per osservare la cerchia di ragazzi che osservavano silenziosamente la bottiglia, poi lei e poi Quinn e iniziavano tutto da capo. Nessuno si azzardava a dire nulla visto l’espressione della bionda. Non riusciva a capire se era nervosa o mostruosamente nervosa.
Si passò la lingua sulle labbra e mentre stava per aprire bocca Quinn la fulminò con lo sguardo. La richiuse subito sbattendo forte i denti per la paura. Non vedeva la cheerio così arrabbiata da più di un anno, almeno nei suoi confronti. Ma lei che colpa ne aveva?
Alzò di nuovo lo sguardo puntandolo su Mercedes che la guardava dispiaciuta. Le ragazza di colore le mimò ‘Scusa’ ,ma la diva si limitò a dissentire con il capo. Dopotutto non era colpa dell’amica.
Tornò a guardare Quinn quando il silenzio venne spezzato dalla persona meno opportuna.
 
Santana era decisa a mollare quello stupido gioco a causa di Noha ma quando vide che la bottiglia si era fermata su Quinn non potette fare altro che ridere. Cercò di trattenerla con tutta se stessa ma non ci riuscì. Chi se l’aspettava una cosa del genere? La ‘reginetta’ non si abbassava mai ai livelli loro e non baciava i primi che capitavano a tiro, infatti non aveva mai giocato al gioco della bottiglia. Ma fortunatamente quella sera aveva cambiato i suoi piani. Ed era toccato proprio a lei!
Continuava a ridere tra se mentre fecero roteare di nuovo la bottiglia. Chissà chi sarebbe stato il malcapitato a dover baciare Q.
Ma quando la bottiglia si fermò sull’ultima persona che aveva immaginato le prese quasi un colpo. In quel momento stava bevendo, diciamo che stava scolando, la vodka quando alzò lo sguardo verso la persona scelta. Il liquido che stava bevendo le andò di traverso e per poco non pensò di morire proprio lì.
Stette un paio di minuti zitta, pensando che quello che vedeva era frutto di tutto quell’alcool che aveva in corpo. E lei che addirittura pensava di essere troppo sobria!
Quando vide che nessuno aprì bocca capì che probabilmente era fin troppo sobria e quello che vedeva era tutto reale.
 Si diede un pizzico e sussultò. ‘Cazzo.’ Disse per poi ridere alzandosi in piedi.
“Q. deve baciare la menomata!” disse saltellando felice. Dio, quella serata stava diventando magnifica.
 
A quelle parole tutti iniziarono a ridere e Quinn dovette chiedere aiuto a tutta la pazienza che aveva o avrebbe strozzato Santana lì, davanti a tutti. E le sarebbe andato più che bene andare in carcere, almeno si sarebbe tolta lo sfizio.
Fulminò con lo sguardo la latina che non curante continuava. “Dios.. chissà se la puffa ha qualche malattia infettiva riguardante l’altezza! Q. attenzione potrebbe infettarti.” Disse continuando a ridere.
‘Strozzati, Santana’ strinse forte i pugni. Stava per parlare ma non riuscì nemmeno ad aprire  bocca perché si bloccò quando Rachel prese parola.
“Io non bacerò, Quinn.” Disse la diva sistemandosi la gonna che indossava con fare nervoso.
“Oh.. la prima persona che riufiuta Lucy Q., che questa stia perdendo colpi? Ora anche i rifiuti della società non la vogliono.” continuò Santana che però quasi ricevette una bottiglia addosso. Si voltò verso Quinn, quasi spaventata.
“Ma che cazzo, sei impazzita? Probabilmente perché non può accettare il rifiuto dell’ottavo nano.” La latina sj alzò dal suo posto e puntò Quinn, era pronta ad uccidere quella piccola insolente.
Noah intervenne subito alzandosi prontamente e mettendosi esattamente al centro tra le due ragazze. “Fermate i bollennti spiriti donzelle. Prima della scazzottata tra ragazze vogliamo il bacio tra ragazze.” Disse gongolando.
Quinn gli ringhiò contro. “Scordatelo! E per la cronaca sono io che non bacio te, stupida Berry!” Guardò la ragazza con disprezzo. La cosa che più le dava fastidio non era il fatto che doveva baciare la diva, ma che questa l’aveva rifiutata. Come se lo sforzo lo dovesse fare lei.
Puck scosse la testa. “Nah, mie principesse. Nessuna delle due può rifiutarsi e vi ricordo che il bacio deve essere lungo almeno cinque secondi.”
Quinn lo guardò indignata. “Ma tu non avevi detto che i baci tra ragazze valgono!” Bingo! La bionda credeva di aver trovato la scusa adatta. In fondo era vero lui non aveva detto niente riguardo il bacio tra donne.
  L’ebreo rise mentre si passava una mano sulla cresta. “Mia bellissima principessa..” disse rivolto a Quinn. “Io ho elencato solo le cose che non si potevano fare. Tra cui il bacio tra i ragazzi.” Schiacciò il cinque ad un giocatore di football. “Ma non quello tra ragazze. “ tornò a sedersi pronto a godersi la scena.
“Quindi fai poco la preziosa e slinguazza con la nana.” Aggiunse Santana saltando praticamente addosso a Noah entusiasta. Il ragazzo eccitato per tutta la situazione tirò la latina per baciarla e lei ricambiò dopo aver lanciato un veloce sguardo a Brittany che si trovava proprio difronte a lei.
Quinn osservò tutta quella scena schifata, mentre tutti iniziavano a urlare ‘Bacio! Bacio!’. La bionda sbuffò sonoramente. “Ok, chiudete tutti quella fogna!”
Immediatamente si zittirono tutti tranne ,ovviamente, Santana e Noah i quali gongolavano contenti. La bionda guardò Rachel la quale non si decideva a muoversi. “Berry se non porti il tuo culo qui, subito. Te la stacco la lingua durante il bacio.” Disse al limite della sopportazione.
La diva annuì prontamente e si piazzò davanti la bionda.
Quinn alzò un sopracciglio osservando la mora. Questa non smetteva di torturare il bordo della sua camicia e con i denti faceva lo stesso trattamento al labbro inferiore. “Allora stabiliamo le regole.” Disse Quinn lanciando un occhiata alla latina e al mohicano. “Niente palpatine, le mani puoi metterle solo sui fianchi o sulle spalle. Non usare troppa lingua, non ho bisogno di una visita alle tonsille. Non usa troppa saliva perché ne ho già. Niente baci a ventosa o cose simili, ci siamo intesi? E il bacio non deve durare più di 5 secondi.” Vide la mora annuire. “Ah.. spero per te che ti sia lavata i denti perché altrimenti-“ non riuscì a finire la frase che Rachel si sporse per appoggiare le sue labbra sulle sue.
 
Dopo che era stato assodato che era costretta a baciare Quinn la mora aveva sentito il suo battito cardiaco accelerare in una maniera pazzesca. Non riusciva ad aprire bocca, cosa alquanto difficile. Cioè lei era Rachel Berry quello che le veniva meglio era parlare ma in quel momento nulla. Non riusciva ad articolare parola.
Si era portata davanti alla bionda e mentre quelle le spiegava le sue stupide regole, come se fosse una bambina inesperta, lei si era incantata ad osservare il movimento delle sue labbra. E quando pensava dovesse avvenire il tutto, quella stava per dire altre cattiverie e non ci aveva pensato due volte a zittirla in un modo inaspettato. Fu tutto automatico.
 Appena appoggiò le sue labbra a quelle delle ragazze sentì una scarica percorrerle tutto il corpo. Non capiva nemmeno lei cosa aveva fatto. Ma qualunque cosa fosse le piaceva da morire. Cerò di ricordare le regole di Quinn e le mise le mani sui fianchi, attirandola per bene a se.
 
Quinn rimase sconvolta, chi si aspettava tutta questa sicurezza da Rachel. Addirittura era stata lei a baciarla. E quel bacio. Dio, non vedeva l’ora di approfondirlo. Appena sentì le mani della mora sui suoi fianchi e tirarla con forza verso sè facendo aderire i loro corpi non ci aveva capito più nulla. Passò la lingua sulle labbra della mora chiedendole di poterle esplorare la bocca e questa non ci mise niente a lasciarle il passaggio libero. Non appena la sua lingua fu dentro la bocca di Rachel trattenne a stento un gemito di puro, purissimo piacere. Iniziarono una lenta e  lunga battaglia con le lingue. Giocavano ad inseguirsi e quello la eccitava da morire.
Mise entrambe le mani nei capelli di della mora e avvicinò di più a lei il viso della ragazza.
Doveva durare solo cinque secondi ma era passato molto più tempo, inaffti non voleva staccarsi. Si ricordò che non erano sole ma , probabilmente, c’era molta gente che li stava osservando. Quindi era meglio finire lì altrimenti non si sarebbe più staccata.
Si staccò dalla ragazza senza aprire gli occhi, prese un profondo respiro e si decide ad aprirli lentamente. Doveva usare tutta la forza che aveva per non far capire a nessuno che quel bacio le era piaciuto da morire.
Sentì un fischio provenire da infondo la sala. Tutti la fissavano e li si accorse che anche se avevano smesso di baciarsi  continuava ad avere le mani tra i capelli della mora, e quella non aveva levato le mani dai suoi fianchi.
Si allontanò di colpo.
“Prendetevi una stanza!” urlò Santana ridendo. Quella risata era stata come un domino. Non appena una persona aveva iniziato a ridere tutte le altre l’avevano seguita.
Quinn strinse i pugni e si girò verso quella che doveva essere una sua amica.
“Chiudi quella boccaccia, Lopez. Io almeno ho baciato una ragazza per un maledettissimo gioco, tu invece lo fai per puro piacere.” Dopo quella frecciatina , dove tutti si zittirono nel vedere una Santana zittita, prese la sua borsetta e andò via senza guardarsi indietro.
Una volta varcata la porta corse verso la macchina mentre la sensazione che aveva provato quella mattina prendeva di nuovo possesso di lei più forte che mai. Entrò in macchina e si diresse a casa mentre lacrime calde le facevano colare il trucco.
Arrivata fuori casa, con suo grande piacere vide che all’interno non c’erano luci accese quindi sua madre stava sicuramente dormendo. Appena mise piede dentro avanzò il passò senza fare rumore diretta in camera sua. Una volta entrata si buttò sul letto continuando a piangere.
 
 
Rachel era ancora lì, ferma. Quinn se ne era appena andata e lei non stava capendo nulla, era come se qualcosa l’avesse svuotata. Anche se sapeva bene cosa era stato a resettare il suo cervello.
Per la seconda volta quella sera era senza parole a causa di Quinn. Non capiva come poteva esserle piaciuto, lei non era lesbica. Non aveva nulla contro loro, anzi aveva due papà gay che adora, ma lei no. Lei doveva provare quelle sensazioni con Finn, ma riflettendoci non aveva mai provato una scarica simile con lui.
“OK, Berry nessun’altra vuole baciarti quindi levati e facci continuare il gioco.” Sbraitò Santana con un ghigno. La moretta si girò verso la latina pronta a zittirla anch’essa ma appena aprì la bocca non uscì niente.
“Rach, la serata è finita. Andiamo.” Disse Kurt alzandosi e trascinandola via da quella massa di adolescenti in calore.
Il ragazzo aveva visto tutta la scena e aveva anche capito tutto.  Non aveva mai visto l’amica baciare qualcuno in quel modo.
Prese tutte le cose della Diva e se ne andò con lei facendo cenno a Mercedes che l’avrebbe chiamato.
Dopo che entrambi salirono in macchina il ragazzo si girò verso l’amica sorridendo. “Dio, Rach ti rendi conto di quello che hai fatto?! Te la stavi divorando e a lei piaceva! Dio che sc-“ non riuscì a finire la frase perché venne interrotto dai singhiozzi della ragazza che aveva iniziato a piangere. Si avvicinò a lei e l’abbracciò. “Andrà tutto bene. Non dirò nulla a nessuno, anche se l’ha visto quasi mezza scuola. Ci sono io con te.” Continuò ad accarezzarle i capelli e rimasero lì in macchina per un po’ in quella posizione.
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
 
L’ho pubblicato quasi subito, I know. Ma non vedevo l’ora
Il momento HummelBerry?! L’ho amato anche se è piccolo. Ho intenzione di approfondirlo nei prossimi capitoli proprio come voglio approfondire il rapporto tra Mercede e Quinn.
Sto anche pensando di inserire una Kitty che dia un po’ di problemi alla Faberry, diversi da quelli che darà Santan. ;)
 
Ora vado a lavorare su una nuova FF che mi è venuta in mente vedendo le stills della 5x04.
 
Stay tuned.

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Capitolo 5
*** Likely Alliances. ***


Il fine settimana passò velocemente  per Quinn, ma fortunatamente quel lunedì quando andò a scuola della piccola diva non c’era nemmeno l’ombra. Non sapeva se essere felice o meno della cosa. In parte lo era perché se l’avesse vista doveva lanciarle una qualche granita in faccia altrimenti tutti avrebbero parlato del bacio, invece con la granita avrebbero capito che non era cambiato niente dopo quel venerdì. Ed era tutta una maledettissima bugia.
Quinn si sentiva cambiata, aveva un vuoto dentro. E durante quei due giorni che aveva avuto per schiarirsi le idee, iniziava a capire che l’unico modo di colmare quel voto era baciare di nuovo Berry. Ma non poteva farlo. Lei non era lesbica. E non le era piaciuto il bacio con Rachel!
Mentre cercava di autoconvincersi un Sam sorridente si piazzò davanti a lei. Lei lo ignorò del tutto.
“Ehi, Quinn. Tutto bene?” La bionda annuì e si limitò ad aprire l’armadietto per prendere i libri che le servivano.
 Il ragazzo capendo che la tecnica che stava usando per avere una conversazione con lei decise non era quella giusta, quindi decise di essere schietto e di arrivare direttamente al nocciolo della situazione. Continuò a sorridere.
 “Bene, mi fa piacere. Mi domandavo..se.. Beh, mi domandavo se questo fine settimana ti andrebbe di uscire con me..”
La bionda stava per ridergli in faccia. Non sarebbe mai uscita con Sam Evans. Quel ragazzo aveva le labbra troppo grandi e probabilmente a causa di quelle labbra gli arrivava poco ossigeno al cervello visto che era ottuso quasi quanto Finn.
 Era intenzionata a dirgli un no secco ma una piccolo lampadina si accese nella sua testa.
Aveva bisogno di uscire con qualcuno per poter dimenticare quello che era successo venerdì. Finn era escluso perché non solo era il ragazzo di Rachel ma ,dopotutto, gli faceva anche senso; Noah no, visto che l’ultima volta che erano stati insieme lei era rimasta incinta, poi di lui già se ne stava occupando Santana. Non restava altro che il biondino. D’altronde Sam era anche un giocatore di football ed era abbastanza popolare, perché non dargli una possibilità?
Si voltò leggermente verso il ragazzo. “Sabato, alle sette e mezza e voglio tornare a casa per le nove e mezza. Niente posti sdolcinati, non farti strane idee al primo appuntamento e non fare tardi. Odio i ritardatari.” Chiuse l’armadietto e si allontanò dal ragazzo  con un sorriso fiero di sé. La vecchia Quinn stava per tornare.
Mentre si avviava al corso di chimica Santana le si piazzò davanti bloccandole il cammino.
“Tu e Gay-Berry vi siete date da fare, e’?” disse la latina sorridendo. La bionda la tirò per un braccio in un aula vuota, chiudendo la porta alle loro spalle.
“Prima cosa Berry non è Gay-Berry; Seconda cosa io non mi sono data da fare con nessuno, mi avete obbligato voi a baciarla; Terza cosa non fare questi giochetti subdoli con me perché tanto vinco sempre io.” La bionda non aggiunse altro e lasciò lì la latina da sola  per dirigersi  nella sua aula con lo stesso sorriso di prima.
 
Santana aveva visto tutto alla festa e aveva capito anche quello era successo. A Q. era piaciuto il bacio e l’aveva capito da come si era avvinghiata al corpo della nana da giardino. Quinn non si era attaccata in quel modo nemmeno in passato con Finn o con chiunque altro fosse uscita. Non baciava in quel modo le persone nemmeno dopo il quinto o sesto appuntamento. Invece con Gay-Berry l’aveva fatto, quindi la gnoma non le era del tutto indifferente. E questo per la latina era ottimo, così finalmente poteva far piegare una volta per tutte la sua amica. Avrebbe fatto capire a tutti chi era il vero leader del McKinley.
 Aveva avuto quel pensiero fisso per tutto il week end. Infatti la domenica chiamò i fidanzatini di Lima, Hummel e Anderson, e aveva chiesto di incontrarli. Il primo ,inizialmente, non voleva ma appena la latina aveva nominato ‘Faberry ‘,il ragazzo le aveva detto che appena sarebbe tornato a scuola si sarebbero visti.
Quella mattina, invece, aveva seguito la bionda in giro per i corridoi perché  aveva notato quanto quest’ultima fosse assente. L’aveva vista parlare con Sam ma non era riuscita a capire cosa si fossero detti. Aveva solo visto, alla fine, il biondino gongolare.
Dopo di che aveva  fermato l’amica per poterla punzecchiare sull’argomento ‘bacio’ ma questa non era più la ragazza insicura che aveva visto vagare, qualche minuto prima, per i corridoi ma era la vecchia e stronza Quinn, prima della gravidanza. Infatti l’aveva zittita con quella risposta tagliente. Risposta che aveva infastidito parecchio la latina. Sicuramente c’entrava qualcosa con quello che si era detto con bocca di trota. Avrebbe chiesto l’indomani a Hummel. Anche se il ragazzo non era presente quel giorno a scuola, proprio come Berry, avrebbe saputo sicuramente cosa si erano detti quei due. Dopotutto faccia di porcellana era gli occhi e le orecchie della scuola. Sapeva tutto prima ancora che accadesse.
 
Nell’ora di pranzo, in mensa, Quinn aveva buttato lo sguardo più volte verso il tavolo dei membri del glee club, dove era solita pranzare la mini diva. Ma quel giorno sembrava davvero sparita. Non solo non l’aveva incontrata nell’ora di letteratura, ma non stava nemmeno seduta con i suoi soliti amici. Proprio come Kurt.
Chissà come mai la mora non era venuta quel giorno. Forse aveva paura di qualche sua reazione? Probabilmente Hummel era rimasto a casa a consolarla su quello che era successo alla festa? Troppe domande affollavano la testa della bionda, la quale ,senza toccare il pranzo, si alzò dal tavolo dove stavano seduti Puck, Santana e altre cheerios e si allontanò da loro. Aveva bisogno di poter pensare senza nessuno intorno. Aveva bisogno di avere la mente lucida.
Tutto questo era successo sotto lo sguardo vigile di Santana che, ancora una volta, aveva capito tutto. Anzi aveva visto tutto. Aveva perfino notato le numerose occhiate dell’amica verso il tavolo degli sfigati, alla ricerca della gnoma.
La latina si alzò a sua volta, facendo segno a Puck di seguirla. Si stava prospettando un ottimo anno e aveva voglia di festeggiare.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
 
 
 
Lo so, è un po’ corto. Ma mi serviva come capitolo di passaggio.
Spero vi stia piacendo la piega che sta prendendo la storia. Lo so c’è poco Brittana >.< Ma inizieranno ad interagire ,le due, dopo che Santana parlerà con i Klaine. Chissà cosa avrà da dire la latina ai due ragazzi? Non voglio dire altro. :3 spero di riuscire a pubblicare il prima possibile il prossimo capitolo. (almeno per lunedì)
 
Stay Tuned.

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Capitolo 6
*** Operation Faberrittana. ***




Anche quella settimana era passata velocemente, proprio come quella precedente, senza nessun risultato. Quinn era sempre più chiusa in se stessa  e puffa non veniva a scuola da ormai una settimana, proprio come Kurt. La latina aveva ancora abbastanza interrogativi e l’unico che poteva darle una risposta era proprio Lady Hummel.
Durante la settimana aveva cercato di far parlare la sua amica riguardo quello che si era detta con Sam quel lunedì, ma la bionda non faceva altro che ignorare la domanda. Aveva provato ad estorcere il tutto al biondo dalle labbra gonfie  ma anche lui fece finta di niente, probabilmente l’amica l’aveva avvisato a riguardo. Aveva addirittura convinto Puck di farsi dire tutto dal biondo ma non c’era riuscito. Quell’idiota non era capace di fare nulla nemmeno di estorcere informazioni. Questo faceva imbestialire la latina. Odiava non avere la situazione sotto controllo. E questo le ricordava quanto la questione Brittany le fosse sfuggita. Ormai la latina camminava per i corridoi solo quando questi erano vuoti. Quella settimana non era andata nemmeno al glee club proprio per non incontrare la biondina che aveva fatto breccia nel suo cuore.
Finalmente mancava un ultima ora, dopo di che sarebbe tornata a casa e avrebbe messo la parola fine a quella settimana noiosissima.
 
Quinn aveva passato una settimana orrenda la quale era stata accompagnata da un mal di testa continuo. Lo aveva da quando era tornata a casa della festa e ora era venerdì e continuava ad averlo, più forte dei giorni precedenti.
Non aveva visto Rachel per tutta la settimana e non capiva se questo fosse una cosa positiva o meno. Chissà se la mora stava escogitando qualcosa con la sua banda del glee. Pensandoci bene quando era andata al glee nessuno l’aveva calcolata, nemmeno Mercedes. Mentre Santana non si era proprio presentata. Un’altra sua preoccupazione era proprio lei. Per tutta la settimana aveva cercato di ficcare il naso nei fatti suoi, fatti che comprendevano Sam. Aveva anche avvisato il biondo di non rivelare niente alla latina, sapendo che questa non si sarebbe arresa facilmente.
A proposito di Sam, domani devono uscire insieme e la bionda l’aveva completamente scordato. Si fermò contro gli armadietti in corridoio e passò una mano tra i capelli sciolti. Li teneva sciolti a causa del mal di testa e questo l’aveva fatta ricevere una settimana di sospensione dalle Cheerios. Diede un cazzotto contro un armadietto quando sentì dei passi avanzare verso la sua direzione. Pregò mentalmente che non fosse Sue, altrimenti questa l’avrebbe cacciata del tutto dalla squadra. Non capiva perché aveva tutto questo astio nei suoi confronti ultimamente.
“Ehi principessa, tutto bene?” sentì i passi finire proprio davanti a lei e aveva anche riconosciuto la voce. Infatti non aprì nemmeno gli occhi che aveva chiuso, si limitò ad ignorarlo.
“Principessa sai che puoi dire tutto al tuo Puckzilla.” La bionda aprì gli occhi e li alzò al cielo. Lei e Santana odiavano quel nomignolo che si era attribuito solo perché aveva quel topo morto in testa che lui definiva cresta.
“Che vuoi, Noah?” mise le mani sui fianchi e si girò verso il ragazzo, il quale vedendo come era scontrosa la bionda si passò una mano tra la cresta.
“Niente, avevo visto che eri sola e mi sono preoccupato non stessi bene. Tra l’altro ora sei anche la ragazza del mio migliore amico! Poi mi sono sempre preoccupato per te e Sannie..”
La bionda ignorò l’ultima parte perché troppo concentrata sulla prima. Diede un altro cazzotto contro l’armadietto. “Io non sono la ragazza di nessuno ne tantomeno di Sam. Sai ti conviene accendere quell’unico neurone che hai e capire che solo perché gli ho concesso un appuntamento non vuol dire che mi farò infilare la sua lingua in bocca, ne tanto meno diventerò la sua ragazza.” Osservò il mohicano sbalordita perché appena aveva detto ‘lingua in bocca’ lui le aveva subito sorriso sornione.
“Beh Quinn. Però non ci hai pensato due volte a farti infilare in bocca la lingua della Be-“ non finì la frase che si trovò il piede di Quinn tra e gambe. Il ragazzo  sussultò di dolore e la bionda levò subito il piede. Il ragazzo si portò le mani sulle parti che gli facevano male. “Cazzo Quinn, ma cosa ti passa per quella testa? Potevi uccidermi.”
La bionda rise e incrociò le braccia sotto al seno. “Non ti avrei ucciso. Avrei dato solo un motivo in più a San per poterti lasciare.” Il ragazzo capendo lo stato dell’amica si allontanò sempre più da lei.
“Beh passa una buona serata domani con Finn e Rachel..” il mohicano stava per andarsene quando trovò davanti a lui una Quinn stupita.
“Come Finn e Rachel? Io devo uscire con Sam!”
Il ragazzo annuì a quell’affermazione. “Lo so, ma visto che aveva anche preso appuntamento con Finn hanno deciso di uscire insieme e di portarvi a vedere un Horror.”
Sam organizzava tutto quello senza nemmeno avvisarla? Questo fece imbestialire la bionda, la quale aveva intenzione di farla pagare al biondino. Se voleva concedergli di tenerle la mano, dopo quello gli avrebbe levato ogni possibilità di toccarla.
Iniziò a venirle il panico non voleva andare al cinema con Rachel, e tra l’altro alla diva non piacevano i film horror. Come faceva quell’idiota del fidanzato a non saperlo.
Alzò lo sguardo verso Puck e le venne in mente un idea. “Tu e Santana domani venite con noi al bel grissino e non voglio risposte negative.”
Non diede modo di far rispondere il ragazzo perché si allontanò a passo veloce in direzione dell’aula dove da lì a poco sarebbe uscita Santana.
 
Finalmente suonò la campana dell’ultima ora e la latina si alzò di colpo per uscire prima degli altri. Aveva deciso di passare l’intera giornata a poltrire sul divano; Non aveva voglia di vedere nessuno,  soprattutto Puck. Mentre si avviava verso l’esterno si trovò tutto d’un tratto Quinn davanti. Sbuffò rumorosamente, aveva una tabella di Marcia da rispettare e niente e nessuno l’avrebbe fermata.
“Naso di plastica, levati se non vuoi che ti calpesti.” Si fermò a pochi centimetri dalla bionda.
Vide l’amica roteare gli occhi al cielo per poi metterle le mani sulle spalle. “San, ti devo chiedere un favore. Domani tu e Puck dovete venire con me e Sam a..-“ Non le fece finire la frase che le mise una mano sulla bocca. L’aveva ignorata tutta la settimana e ora voleva un favore da lei? Poteva anche scordarselo.
“Scordatelo culo moscio, ho di meglio da fare.” Ed era vero. Aveva il letto che l’aspettava!
La bionda scosse la teste e vide che aveva gli occhi lucidi. Ma non si sarebbe fatta intenerire da quella scorrettezza. “Dai Santana, ti prego. Sam mi ha chiesto di uscire e io ho accettato per perdere tempo. Ma ora ho saputo che con noi vengono anche Finn e Rachel e io non voglio stare sola con loro. Ti prego,San..”
La latina scosse la testa e varcò la soglia “Ci vediamo lunedì, Quinn.” Disse per poi sparire del tutto dall’edificio.
 
Il tragitto che percorse per arrivare alla macchina fu pieno di rimorsi. L’ultima volta che aveva vsito Q. era quando le disse di aver tradito Finn con Puck. Scosse la testa, non voleva pensarci. Non sarebbe tornata sui suoi passi.
Quando arrivò alla macchina quasi le venne un colpo perché vide due figure maschili ferme vicino alla sua Range Rover.  Quando si avvicinò di più alla macchina li riconobbe. Lady H e il fidanzato gel.
“Siete inquietanti e spostatevi dalla mia macchina che la graffiate.” Disse fermandosi davanti ai due ragazzi.
I due ragazzi saltarono, non l’avevano sentita arrivare e la mora sorrise per quella loro reazione.
“Buona giornata anche a te, Satana.” Disse Kurt mettendosi pochi passi avanti a Blaine.                                            Il nome che usò per chiamare la latina la fece sorridere ancora di più. Amava quell’appellativo. “Lady H ti ho aspettato tutta la settimana, sperando ti facessi vivo ma non sei venuto. Oggi sono parecchio impegnata quindi non ho il tempo di discutere con te su Gay Berry e compagnia.”
Il ragazzo gel arricciò il naso e si decise a prendere parola. “Oh Santana, ascoltaci prima di sparare cattiverie. Anche noi abbiamo da fare e tra l’altro tu ci hai voluto incontrare. Quindi ora stai zitta e ascolta Kurt.” La latina lo fulminò con lo sguardo e quando stava per prendere parola venne interrotta dall’altro ragazzo. “Grazie Blaine.. Comunque a Rachel è piaciuto il bacio, lo so per certo. Non ha mai baciato nessuno in quel modo nemmeno Finn/il suo grande amore. Solo che ha dei problemi nell’ammetterlo. Un'altra dimostrazione è il fatto che non è venuta a scuola per paura di incrociare Quinn! E abbiamo deciso di collaborare con te ad una sola condizione.”
La latina ascoltò il tutto attentamente per poi sbuffare sull’ultima parte. Sapeva che c’era qualche fregatura sotto. “Porcellana non smetterò di torturare voi sfigati del glee club, per nulla al mondo. Quindi non ci provare.”
Blaine mise la mano sulla spalla di Kurt e fece qualche passo nella sua direzione. Lei osservò tutta la scena in silenzio, iniziava a preoccuparle. Finalmente il ragazzo gel prese parola.
“Vogliamo che tu torni ad essere amica di Brittany.” Calò un silenzio tombale. La latina prima aveva sgranato gli occhi e poco dopo era scoppiata in una risata. Scosse la testa e si asciugò le lacrime agli occhi.
“Non so cosa vi passa per quella piccola testolina malata ma notizia dell’ultima ora: Brittay sta con Artie e questo non c’entra niente con Q. e Berry, quindi non accetto.”
“Santana, non scendiamo a patti. Sappiamo che questo non c’entra con loro, in realtà mi è indifferente ma Blaine vuole così e ora ti spiego anche il motivo. Come ben sai, lui sta dando ripetizioni a Brittany visto che tu non le dai nemmeno più una mano. I due sono diventati amici e Britt non fa altro che parlare di te e di quanto tu sia buona. Io , in realtà, credo sia lei la buona visto che trova qualcosa di buono in una persona come te. Lei ci tiene a te e a noi dispiace come la tratti. Quindi vogliamo  che tu leghi di nuovo con lei. Una sempre e innocua amicizia. Sappiamo che anche lei ti manca quindi non fai nulla contro il tuo volere. E in cambio avrai una Quinn gay da torturare.”
La latina stette zitta durante tutto il discorso di Kurt. D’altronde tornare ad essere amica di Brittany non le costava nulla, ed era vero che le mancava. Le mancava da morire. E poteva torturare Gay Berry e Gay Quinn, ci andava a guadagnare decisamente lei. Era deciso, avrebbe accettato. Infatti annuì. “Ok, qual è il vostro piano, cupidi Gay?”
Quella pessima battuta fece ridere Blaine che scosse la testa in modo teatrale. “Dobbiamo far stare quelle due il più possibile insieme. Tu ti occuperai di Quinn e noi di Rachel. Puoi già iniziare domani. So che Finn e Rachel usciranno insieme a Quinn e Sam, quindi dovete andarci anche tu e Noah.” Spalancò la bocca. Non poteva dire ai due che lei aveva appena rifiutato l’invito barra implorazione di Quinn. Doveva assolutamente andarci. Prese il telefono e digitò il numero di Quinn:
‘Aspetto un tuo messaggio con indicazioni. Ci vediamo domani.’
Rimise il telefono in borsa. “Già fatto, domani andrò con loro.” Vide i due ragazzi scambiarsi il cinque e sbuffò. “Ora se volete perdonarmi ho da fare. Però ora vi lascio il mio numero così possiamo tenerci in contatto.”
Kurt scosse la testa. “Santana abbiamo già il tuo numero.”
La latina per l’ennesima volta spalancò la bocca. “Ma come fate a.. Ok, non mi interessa. Voglio solo andare a casa.” Aprì lo sportello e ci buttò la borsa dentro. “Ci sentiamo. Comunque l’operazione Faberry è in corso.” Fece l’occhiolino ai ragazzi per poi accendere la macchina e andare via. Lasciando lì i due.
 
Kurt e Blaine si scambiarono uno sguardo sorridendo. “No,  l’operazione Faberrittana ha inizio!” si diedero un bacio a stampo e se ne andarono verso la loro macchina.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
 
 
 
Scusate gli eventuali errori ma ho corretto molto velocemente. Lo studio mi chiama >.< Tra due capitoli inizierò ad approfondire l’amicizia tra Blaine e Brittany. Ho sempre voluto che in glee i due stringessero una bell’amicizia ma non è successo quindi ho deciso di farla nascere qui.
Che cosa avranno in mente i Klaine? E Come andrà la cena tra le coppie. E’ tutto da scoprire!
 
Stay tuned.

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Capitolo 7
*** Changes. ***


La latina passò il venerdì pomeriggio sul letto senza muovere muscolo, come aveva già programmato. Non si alzò nemmeno per mangiare, aveva comandato a bacchetta la governante facendola andare avanti e indietro come un ossessa. Inizialmente era anche dispiaciuta ma ci ripensò ben presto, d’altronde veniva pagata profumatamente per fare quello. Doveva semplicemente fare ciò che le veniva ordinato.
Passò anche il sabato mattina a poltrire sul letto alternando lo studio a qualche puntata di grey’s anatomy. Si perse più volte nei suoi pensieri domandandosi , più di tutto, come i cupidi gay avessero il suo numero. D’altro canto erano in pochi ad averlo, e lei aveva intimato a quei pochi di non darlo a nessuno. Si segnò mentalmente di chiederlo ai due ragazzi.
Si riscosse dai suoi pensieri quando Marisol, la governante, entrò nella sua camera.
“Signorina, deve prepararsi. Tra un po’ il signorino Noah verrà a prenderla.” Le ricordò dopo aver aperto le tende per far entrare qualche raggio di sole che sfuggiva al tramonto.
“Non voglio andarci a questa stupida cena.” Ringhiò tra se dopo essersi alzata. Non aveva veramente voglia, voleva solamente dormire. Era chiedere troppo? Sbuffò e si avviò verso il bagno ignorando l’occhiataccia che aveva ricevuto dalla governante.
Dopo aver passato un ora buona sotto la doccia cercando di sciogliere i nervi si decise ad uscire. Marisol le aveva avvisato che era tardi più volte e questo la fece imbestialire. Cosa diavolo le interessava se faceva tardi? Era un problema suo e di quello stupido di Puck.
Si lavò i denti e usò la schiuma per i capelli, facendo diventare questi ultimi mossi. Si scocciava di asciugarsi i capelli e dopo tutto quando aveva i capelli mossi o ricci era molto più sexy. Non è vero, lei era sempre sexy ma per pigrizia li preferiva ricci. Indossò l’intimo e con passo decisamente lento andò nella stanza guardaroba. Non aveva voglia di mettersi niente di sofisticato dopo tutto era solo una cena tra amici, una cena che lei avrebbe sfruttato per punzecchiare Q. e la nana. Mise un paio di shorts di jeans e una camicetta rossa che aderiva perfettamente al suo corpo e che ,grazie alla scollatura, non lasciava niente all’immaginazione. Infine mise un cerchietto per dare più volume ai capelli.
Mentre si contemplava allo specchiò sentì l’inconfondibile suono del clacson di Puck interrompere i suoi pensieri. “Stupido cafone.” Ringhiò fra i denti. Odiava quando invece di suonare il campanello suonava il clacson. Lanciò un ultimo sguardo al suo riflesso e ,dopo aver preso l’iphone da sopra la scrivania corse giù per le scale. Prima di lasciare l’abitazione ringhiò tra i denti “Io non faccio mai tardi.” Rivolto alla governante che fece finta di non sentirla.
Entrò nella macchina di Puck. “Chica quanto sei calda..” il ragazzo si sporse per rubarle un bacio ma lei lo spinse via bruscamente. “Idiota quante volte ti devo dire che lo spagnolo non fa per te? E non azzardarti a toccarmi con quelle mani sudicie.”
Il ragazzo si strinse tra le spalle capendo che era meglio lasciarla stare e guidò in direzione del ristorante dove avevano appuntamento con le altre due coppie.
 
Quinn era nervosa, maledettamente nervosa e odiava a morte Sam. Come aveva potuto non avvisarle riguardo a quel cambiamento di programma? Lei avrebbe sicuramente rifiutato. Tra l’altro pensò che ,probabilmente, la piccola diva non sarebbe venuta visto che lei sapeva per certo che a scuola si era assentata proprio per evitarla. Ma meglio così! Almeno avrebbero risparmiato ai suoi poveri occhi quelle fusa vomitevoli che tendeva a fare con Finnocenza. Come faceva a stare insieme a quell’inetto? Era intelligente, solare e aveva degli obiettivi! Meritava una persona come.. come Lei. Scacciò immediatamente quel pensiero. Non era lesbica ne tantomeno lo era Rachel, non aveva nessun senso quel discorso. Cercò di concentrarsi su ciò che aveva davanti a se, l’armadio. Non sapeva veramente cosa mettere. Aveva provato a contattare più volta Santana, ma non aveva mai ricevuto risposta. Il giorno prima dopo aver letto il messaggio che le aveva mandato la latina l’aveva provata a contattare a casa ma la governante aveva detto che non c’era. Sapeva fosse una bugia. Santana tendeva sempre a chiudersi in se stessa, alcune volte. E questo non le spiegava il motivo per il quale la latina aveva accettato.
Buttò uno sguardo sull’orologio. Cazzo, Sam da lì a poco sarebbe venuto a prenderla e lei stava ancora a zero! Si affrettò ad indossare un vestito semplice e a mettere un nastro tra i capelli, usandolo come cerchietto, e con le due estremità ci fece un fiocco. Si guardò allo specchio e nella sua testa sentiva già la voce di Santana che le diceva ‘Ma come diavolo ti vesti? Non sei mica una bambina.’ Arricciò il naso. Se ne era sempre fregata di quello che diceva la latina sul suo modo di vestirsi, a lei piaceva. Ma tutto sommato non aveva torto.
Fece per cambiarsi ma la voce di sua mamma che l’avvertiva dell’arrivo di Sam le impedì di proseguire. Sbuffo e strinse le labbra, al diavolo. Lei si piaceva.
Scese di sotto e trovò Sam sul ciglio della porta con un piccolo mazzo di fiori e sua mamma che lo scrutava. Sorrise per quella piccola scena. Salutò sua mamma facendo un piccolo cenno con la mano ma venne fermata dalla piccola voce della mamma. “Non fate tardi e tieni le mani a posto.” Quinn rise e rispose a tono. “Non preoccuparti, non tarderò e già sa che deve tenere le mani a posto.” Chiuse la porta alle sue spalle.
Le dispiaceva lasciare da sola la madre di venerdì sera, dopo che questa aveva divorziato con il padre si erano legate molto e passavano tutti i sabato sera davanti alla tv alternando un episodio di Grey’s Anatomy con uno di Pretty Little Liars. Avevano gusti differenti riguardo le coppie e litigavano sempre scherzosamente su quale fosse migliore. Quinn shippava Callie e Arizona per GA e per Pll, shippava Emily e Hanna, aveva sempre sostenuto che quelle due dovessero andare oltre l’amicizia. La mamma invece era per Cristina e Owen per GA, e per Spencer e Toby per Pll. Riflettendoci Quinn notò che le sue coppie erano entrambe omosessuali e che sua madre non aveva mai detto niente riguardo questo piccolo particolare.
Si irrigidì ed entrò nella macchina meccanicamente. Che quello fosse un segno?
“Non te l’ho detto prima perché tua madre mi metteva un po’ paura.. Sei bellissima, Quinn.” La voce del ragazzo la fece tornare sulla terra. Accennò un sorriso e cercò di concentrarsi sulla serata che l’aspettava.
Dopo aver parcheggiato si avviarono verso l’entrata. Però si fermarono a metà strada riconoscendo la voce della latina che proveniva dal parcheggio. Sam provò a prenderle la mano mentre si avviavano verso quella coppia, ma lei gli negò il contatto.
Li trovarono vicino alla Jeep di Puck. Santana sbraitava in tutte le lingue possibili perché non voleva che il mohicano la toccasse. La bionda, automaticamente, rise per quella scena  bizzarra.
 
“Brutto scimmione levami quelle tue..” la latina sentì una risata familiare e subito si girò nella direzione in cui proveniva quel suono. Lo avrebbe riconosciuto ovunque, le piaceva quel suono. Però era troppo nervosa, in quel momento, per poterlo apprezzare.
“Culo moscio, che hai da ridere?” disse spazientita. Il suo sguardo si posò sull’altra chioma bionda che si trovava alla destra dell’amica. Sam guardava Quinn in un modo adorante.
“Dios.. Angelina Jolie, cerca di tenere a bada il tuo mini attrezzo. Sta semplicemente ridendo, non credi sia esagerato eccitarti per così poco?” chiese “E tagliati quei maledetti capelli che sono più lunghi di quelli di Quinn! Dio santo, che schifo! Sembrano fatti d’olio.”
Il ragazzo fece per ribattere ma i fari della macchina di Finn lo accerano.
Indietreggiarono tutti per permettere al ragazzo di parcheggiare meglio.
 
Quinn e Santana ignorano Finn, che appena scese non degnò loro nemmeno di un saluto e aspettarono con ansia che la diva scendesse. Quest’ultima ci mise un po’ ma quando lo fece entrambe spalancarono la bocca.
 
Rachel aveva pregato Finn di saltare quell’appuntamento, l’aveva pregato ma il ragazzo l’aveva ignorata totalmente. Da quando aveva saputo da Sam il bacio che aveva dovuto scambiarsi con Quinn, la ignorava. Aveva provato più volte a spiegargli realmente la situazione, che era tutto un gioco, ma per lui valeva lo stesso come tradimento. E la diva non poteva dargli torto tutto sommato a lei era piaciuto e quindi era un tradimento. Aveva passato tutta la settimana nel letto con Kurt a dannarsi per quel gesto. Non doveva piacerle. Ma più cercava di odiare quel gesto più le piaceva. L’amico l’aveva convinta, infine, dicendole che era meglio se vedeva Quinn così da poter capire se le piaceva realmente o meno. Questo la obbligò anche a vestirsi in un determinato modo. Le fece mettere un paio di shorts di tessuto blu con una canotta ,leggermente lunga, bianca. Il tutto accompagnato da una collana lunga che terminava proprio al confine che tracciava la canotta, tra i seni. Le aveva fatto cambiare anche taglio di capelli. Li aveva accorciati e si era fatta la frangetta. Doveva ammetterlo, Kurt ci sapeva proprio fare. Non si riconosceva nemmeno! E cosa più importante, si piaceva! Rachel Barbra Berry si piaceva!
Anche se quella sensazione piacevole non durò molto. Appena raggiunse Finn, fuori  , per andare al ristorante quest’ultimo era prima rimasto a bocca aperta e poi entrato in macchina aggiunse “Sei sicura che vestita così questa sera bacerai più di una persona.”
La diva aveva ignorato quel commento tagliente, dandogli poca importanza. Era molto preoccupata su ciò che Quinn potesse pensare di lei.
Arrivati nel parcheggio il suo ragazzo parcheggiò proprio dove i quattro ragazzi li stavano aspettando. Finn scese dando poca importanza a lei che era rimasta in macchina. Non aveva il coraggio di scendere, prese il telefono e mandò un messaggio a Kurt:
-Kurt, non ci riesco. Non posso farlo.. L
Il messaggio del ragazzo non tardò ad arrivare:
Kurt.
Rachel, per l’amor di Barbra sei stupenda! Sei una diva non devi avere paura. Male che vada Quinn ti salterà addosso. ;)
Sorrise arrossendo giusto un po’ e prontamente rispose all’amico.
-Così non aiuti. Ora vado, ti chiamo appena torno a casa. XoXo
Posò il telefono nella pochette anche se lo sentì suonare, probabilmente Kurt aveva già risposto. Prese un lungo respiro e scese. Chiuse lo sportello e a sguardo basso si incamminò verso il brusio delle persone che parlavano, anche se questo cessò subito. Alzò lo sguardo e vide le due ragazze che la guardavano a bocca aperta. Spostò lo sguardo da loro arrossendo e notò che anche gli accompagnatori delle due la fissavano. Tutti la fissavano tranne Finn. Sbuffò e si decise a raggiungere il proprio ragazzo.
 
Santana era completamente senza parole. Non sapeva che la nana avesse quelle gambe e che ,soprattutto, conoscesse gli shorts! Probabilmente quell’ultimo particolare era merito di Hummel, quando la Berry si vestiva bene era sempre merito del ragazzo.  Sbloccò il telefono e mandò un messaggio al ragazzo.
-Ti devo fare i miei complimenti, porcellana. Se non fosse per il soggetto in questione ci proverei io stessa con la gnoma.
La risposta del ragazzo non tardò ad arrivare.
Hummel.
Le soprese non sono finite qui. ;)
La mora lesse il messaggio curiosa. Chissà cosa aveva architettato quel cupido gay.
Scosse il capo e si girò verso Quinn che stava ancora mangiando la nana con gli occhi. La spintonò.
“E che diamine ,Fabrey. Pulisciti quella bava.” Disse ridendo. Si allontanò dall’amica e si avvicinò a Puck il quale parlava con tette moscie.
“Sacco di patate ti prego solo di non sederti accanto o di fronte a me. Sai la tua colonia mi ricorda un incontro spiacevole che abbiamo fatto un po’ di tempo fa, e non vorrei che mi rovinassi l’appetito.” Disse quella cattiveria ad alta voce sperando che la Berry avesse sentito. Alla fine era questo il suo compito, dividere le coppie per formarne una nuova. E lo avrebbe fatto maledettamente bene.
Si aggrappò al braccio possente di Puck e se avviarono all’interno.
 
In tutto questo la bionda era ancora li ferma, cercando di metabolizzare il tutto. Non si aspettava che Rachel venisse e soprattutto non si aspettava di vederla vestita in quel modo. Aveva delle gambe magnifiche e non capiva realmente perché a scuola le nascondeva con quelle orrende gonne lunghe e con quelle inguardabili calze.
Presa dall’impulso si avviò a passo veloce verso la diva e la fermò tirandola per il braccio. Il contatto durò poco visto che lei mollò la presa dopo aver sentito quella piccola scossa ed era sicura che anche Rachel l’aveva sentita visto che fece la stessa cosa.
“Ciao.” Si affrettò a dire
La mora abbassò lo sguardo. “Ciao, Quinn..”
Si morse il labbro inferiore non sapeva nemmeno lei cosa le era preso e soprattutto perché aveva fatto quella mossa avventata. “Stai..-“ non riuscì a finire la frase che Finn si precipitò al fianco di Rach, cingendole il fianco. “Niente gioco della bottiglia ,sta sera.” Le ringhiò e quello fece ridere Quinn. Lui sapeva! Per questo le aveva ignorate, ed era geloso!  Non ebbe il tempo di rispondere a tono che Finn tirò Rachel verso l’interno. Ma lei fu sicura di aver visto la mora mimare uno ‘scusalo’.
“Ehi..” il bracciò di Sam intorno alla vita la fece irrigidire di colpo. “Entriamo dentro.” Disse il biondo trascinandolo.
Appena entrarono vide Santana spingere via Sam da lei e ringraziò mentalmente l’amica per averlo fatto. Non voleva essere scortese, ma non le piaceva affatto quando qualcuno la toccava senza la sua autorizzazione.
“Ma per caso sta sera c’è una riunione del McKinley, qui? Bocca di trota non poteva pensare ad un posto migliore?” disse la latina sbuffando. E dopo tutto aveva ragione. In un tavolo c’erano Kurt e Blaine, in un altro Tine, Mike e Mercedes. In un altro ancora c’erano le cheerleader e quello accanto a loro era pieno di giocatori di football e al loro solito tavolo notò seduti Brittany e Artie. Bingo. Ecco perché aveva fatto quell’osservazione. Strinse la mano alla sua amica.
 
Appena entrata aveva notato che tutto il McKinley era li. La cosa non l’aveva toccata particolarmente, quello che l’aveva urtato più di tutti era vedere Brittany seduta sulle gambe di Artie, al loro tavolo. Aveva visto nero e prima che potesse fare qualcosa di stupido sentì Quinn stringerle la mano. La strinse a sua volta e accennò un sorriso. La lasciò subito dopo per mettersi al fianco di Puck, aveva deciso di ripagare la bionda con la stessa moneta. Appena passarono di fianco al loro tavolo tirò Puck e se lo baciò. Sentiva lo sguardo di tutti addosso, compreso quello di Brittany. Sorrise soddisfatta.
Presero posto al tavolo infondo al locale. Lei, Quinn e Noah si misero di spalle, non aveva voglia di vedere Brittany con quel robot, mentre Rachel,Finn e Sam si misero davanti a loro. I tre ragazzi iniziarono a parlare del più del meno, mentre loro tre rimasero in silenzio ad osservare i menù. La latina notò più volte che le due si lanciavano sguardi senza mai incontrarsi. Sorrise tra se, quella serata si stava decisamente mettendo bene.
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
 
Salve, ecco un nuovo capitolo! Mi scuso per il ritardo, ma non avevo l’ispirazione e volevo far accadere troppe cose quindi non sapevo come farle mettere tutte in un unico capitolo. Proprio per questo ho deciso di dividere questo appuntamento in tre capitoli (forse quattro, devo ancora decidere). Posso dirvi con certezza che il prossimo lo pubblicherò domani, visto che già è pronto, e sarà completamente Brittana *-* e con un po’ di Klaine, non vi dirò altro. Sta a voi leggerlo. Il terzo invece sarà una svolta per il Faberry. Beh diciamo che i prossimi due capitoli saranno una svolta u.u non dico altro! Mi scuso per eventuali errori.
 
 
Stay tuned.

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Capitolo 8
*** Miss You. ***




Dopo aver ordinato tutti si formò di nuovo quella divisione immaginaria tra i ragazzi e noi. Più volte Puck aveva provato a farci partecipare in quella loro conversazione riguardo chi era il giocatore di football più forte degli ultimi tempi. Ma noi non ne capivamo nulla quindi io mi girai verso Quinn e iniziammo a parlare della coreografia per la prossima partita. Di tanto in tanto con la coda dell’occhio guardavo la Berry che non aveva aperto bocca tutto il tempo e che in quel preciso momento stava giocando a tetris con il suo cellulare, riconobbi il gioco da quel motivetto fastidioso che emanava l’aggeggio. “Dio santo stupida Berry al lato sinistro del tuo maledettissimo telefono c’è quella specie di leva. Se l’abbassi smette di emanare quel fastidiosissimo motivetto. Probabilmente a causa tua sta sera l o sognerò.” Sbottai. Mi stava veramente innervosendo. Più che altro mi innervosiva il fatto che stesse zitta, sicuramente era successo qualcosa con quel menomato del fidanzato. Che lui sapesse del bacio durante la festa di Puck?
Venni riscossa dai miei pensieri quando la mano di Quinn si appoggiò sulla mia spalla. La guardai stranita, ma che cavolo prendeva a tutti quella sera?
 “Levami le mani di dosso. Oggi avete tutti questa mania di toccarmi!” mi spostai di colpo.
Lei sospirò. “Dio, Santana. Ti vuoi calmare?”
Mi alzai di colpo e notai lo sguardo di tutti addosso. “Che avete da guardare?” Lasciai il telefono e andai in bagno.
 
Lui e Blaine avevano scelto il tavolo migliore. Riuscivano a vedere tutto; Lui teneva lo sguardo puntato sul tavolo di Rachel mentre la sua dolce metà su quello di Brittany. Sentì la mano di Blaine sulla sua spalla.
“Britt non toglie gli occhi di dosso a Santana.” Disse entusiasto. “Tra l’altro nessuno le toglie gli occhi di dosso, tra lei e Rachel non so chi sia vestito meglio!” ridacchiò lasciandogli un bacio sulla guancia. Si girò verso di Blaine accennando un sorriso. “Beh almeno qualche coppia da diciamo segni. Rachel invece la vedo impacciata. Finn la ignora,  Quinn è troppo presa dal discorso di Santana e la stessa Santana non fa nulla per cercare di coinvolgerla. Però hai ragione, stanno veramente bene. Solo Quinn, mi lascia un po’ perplesso. Cioè il vestito è splendido però il fiocco è troppo infantile.” Disse stringendosi nelle spalle.
Blaine gli prese la mano e gliela strinse. “Beh ha bisogno del tuo aiuto, tu fai veramente miracoli. Basta vedere Rachel!” annuì sorridendo.
Kurt lasciò un bacio a fior di labbra al suo ragazzo, per poi alzarsi. “Torno subito.” Aggiunse per poi dirigersi al bagno. Passò di fianco al tavolo delle ragazze e sentì Santana parlare, o meglio sbraitare contro Rachel. Doveva parlare con la latina perché facendo quello non era veramente d’aiuto. Entrò nel bagno delle donne dopo essersi accertato che non ci fosse nessuno, non avrebbe mai usato quello degli uomini. Entrò dentro un box e chiuse la porta.
 
Entrò nel bagno delle donne sbattendo la porta, non capiva nemmeno lei perché fosse così nervosa. Tutto d’un tratto aveva la testa che scoppiava. “Maledetta Berry e stupida Fabrey.” Ringhiò tra i denti. Non si erano scambiate nemmeno uno sguardo, solo una volta e appena si accorsero che lei l’aveva notato avevano avuto entrambe lo sguardo basso.
Diede un cazzotto sul marmo del lavabo e le scappò un gemito di dolore. “Maledizione.” Ringhiò di nuovo. Aprì l’acqua e si sciacquo il viso. Sicuramente il karma la odiava. Non incontrava mai Brittany da sola e quando la vedeva c’era sempre quel tipo in carrozzella. Preferiva non vederla affatto. In realtà preferiva starsene a casa ad oziare. Maledetto Hummel. Lui l’aveva convinto a venire.
Chiuse l’acqua e quando alzò lo sguardo per specchiarsi vide dietro di lei l’ultima persona che voleva vedere in quel momento. Però non riuscì a fare a meno di contemplarla, era bellissima. Aveva un paio di Jeans con una canotte, ed era splendida in tutta la sua semplicità. Attraverso il riflesso dello specchio non potette fare a meno di perdersi in quel mare blu. Aveva gli occhi leggermente lucidi e questo le provocò una stretta al cuore. Chissà cosa la turbava.
Abbassò lo sguardo e lo punto sulla mano che ancora le faceva male.
“San..” si sentì chiamare dopo un po’. Cercò in tutti i modi di non guardarla, se non la guardava poteva riuscire ad ignorarla anche se sentiva il suo sguardo addosso.
Sentì dei passi avanzare e la intravide ,poco dopo, di fianco a lei.
“San.” Ripetette con tono più fermo. La latina prese un lungo respiro e fece appello a tutta la sua volontà per non perdersi in quello sguardo. Si girò verso di lei e vide quello sguardo color ghiaccio puntato nei suoi occhi. Si appoggiò al lavabo per non perdere equilibrio.
“Che vuoi?” disse tra i denti. Non sapeva cosa volesse la bionda ma sicuramente sapeva cosa voleva lei. Voleva scappare da quel bagno.
“Smettila di trattarmi così, non lo merito. Ti ho visto reagire in quel modo, e mi sono preoccupata. E così che ci si comporta da amiche.” Rispose a tono la bionda.
Appena sentì la parole ‘amiche’ cercò in tutti i modi di reprimere una rasata, ma non ci riuscì. Anzi rise fin troppo. Amiche. Da quando erano amiche? E poi, chi aveva bisogno della sua amicizia? Non di certo lei. Prese una posa più autoritaria. “E da quando ti comporti da amica? Tutto d’un tratto vuoi tornare ad essere mia amica? Fatti nuove amiche e non disturbare me, anzi non preoccuparti per me, non devi. Ho già chi si preoccupa per me.” Disse in modo tagliente. Tornò a darle le spalle.
“Sai hanno sempre detto che tra le due, la bambina ero io. Ma si sbagliano. Sei tu la bambina, Santana. Io ti avevo chiesto di provarci e tu mi hai tagliato fuori, sei stata tu. Mi hai escluso completamente per paura. Sì.. hai sentito bene paura.” Le tremò la voce. “Paura di quello che la gente poteva pensare della fighissima e famosissima Santana Lopez.” Disse in modo teatrale. “Ma resta il fatto che hai avuto paura e mi hai lasciata sola, e quando sono tornata da Artie hai fatto passare me per la cattiva, come se ti avessi abbandonato quando sei stata tu ad abbandonarmi. E la cosa bella è che Lord T. mi aveva anche detto che mi avresti spezzato il cuore, solo che io  stupida come sono non ho voluto dargli ascolto.” Aggiunse scoppiando in un pianto.
Le venne quasi impossibile respirare, l’aveva fatto di nuovo. L’aveva ferita di nuovo. Era la cosa che le riusciva meglio, ferire l’unica persona che teneva veramente a lei. E la cosa peggiore era che aveva ragione, ragione su tutto. Ma non l’avrebbe mai ammesso a lei. Strinse forte i pugni e sentì le lacrime ai lati degli occhi. Non poteva avere un momento di debolezza, non in quel momento.
“Smettila di piangere.” Ringhiò tra i denti. Le spezzava il cuore sentirla in quello stato, a causa sua tra l’altro.
“Che ti frega? Tanto non ti costa nulla ignorarmi.” Disse tra un singhiozzo e l’altro.
Scattò indietro e l’abbracciò, appoggiando il mento sulla sua testa. Sentiva le lacrime rigarle il viso. “Non abbracciarmi, vai via.” Disse dandole dei colpi sul braccio. Questa la indusse a stringerla ancora più forte. “Shh.. Ti prego, calmati.”
Rimasero in quella posizione per un tempo indefinito. Strette l’una all’altra. Si staccò leggermente quando i singhiozzi della bionda cessarono del tutto. Quest’ultima si stacco e alzò lo sguardo ,ancora pieno di lacrime che non aspettavano altro che uscire, verso il suo. La vide torturarsi le mani, sicuramente voleva dirle qualcosa. Fece per parlare lei ma venne interrotta da due semplici paroline che le fecero crollare il mondo.
“Mi manchi.” Disse per poi zittirsi, studiò lo sguardo della latina e dopo un po’ si decise a continuare. “Mi manchi come nessun altro mi è mai mancato. Mi manca tutto: Il modo in cui mi guardavi, sai usavi quello sguardo che avevi solo quando parlavi con me. Quello sguardo che è capace di bruciarti dentro; Mi manca il modo in cui mi stringevi la mano e soprattutto mi manca quando mi abbracciavi, sapevi esattamente quando ne avevo bisogno e non me ne hai mai negato uno; Mi mancano i tuoi  baci sulla guancia. E mi mancano i nostri sabato sera passati nel tuo letto a coccolarci.  E tu ripetevi sempre che non sapevi come si fanno le coccole perché prima di allora non ne avevi mai ricevute, ma io credevo e credo tutt’ora che come fai le coccole tu non le  fa nessun altro. Sento costantemente la tua mancanza e più di tutto l’ho sentita quest’estate. Non vederti per tre lunghissimi mesi è stato straziante. E fortunatamente c’è stata Rachel, non mi ha lasciato sola nemmeno un secondo. Quindi non prendertela con lei quando la vedi vicino a me, trattandola male solo perché sei gelosa. Non lo merita, lo meriti tu piuttosto.” Porto le mani sotto agli occhi e si asciugò le lacrime. Prese un lungo respiro e accennò un sorriso. Era un sorriso finto perché, quando sorrideva davvero le si illuminavano gli occhi. Mentre ora erano spenti.
Le fece un cenno di saluto con la mano e la lasciò sola nel bagno. Voleva fermarla. Desiderava profondamente farlo, ma semplicemente non ci riuscì.
Prese un lungo respiro e dopo aver visto il suo riflesso uscì dal bagno raggiungendo il suo tavolo. Notò con dispiacere che le ordinazioni erano arrivate e lei non aveva più fame.
Si sedette in silenzio e dopo aver notato lo sguardo preoccupato di Quinn, alzò il suo verso Rachel.
“Grazie.” Disse solo questo e tutti la guardarono come se stesse delirando. Nessuno aveva capito a cosa si riferiva, nemmeno la stessa Rachel l’aveva capito. Però la vide lanciare lo sguardo verso Britt per poi girarsi verso di lei e annuì accennandole un sorriso.
La latina abbassò lo sguardo e iniziò a giocare con il cibo nel piatto.
 
In tutto questo Kurt era rimasto nel box del bagno delle donne ad ascoltare tutto. Provava troppe emozioni. Era commosso, emozionato, amareggiato, felice e allo stesso tempo triste. Sentire Brittany dire quelle cose e parlare con quel tono lo aveva mozzato il fiato. Ma il silenzio eloquente di Santana lo aveva indotto a pensare che le stesse cose provasse la latina. E il modo in cui le aveva pregato di smetterla di piangere, faceva capire quando era dispiaciuta per la situazione. Non c’era altro da dire quelle due erano state fatte per stare insieme proprio come lui e Blaine e  come Quinn e Rachel.
Uscì dal bagno e si precipitò verso Blaine sorridendo, sperando che nessuno lo notasse. O meglio nessuno notasse da quale bagno fosse uscito. Appena arrivò al tavolo trovò Blaine che sorrideva.
“Ci hai messo una vita  e comunque non sai cosa ti sei perso! Santana era andata in bagno e Britt l’ha seguita. Sono uscite poco dopo entrambe sconvolte, chissà cosa è successo!” disse lasciando delle banconote sul tavolo e alzandosi per andare a stampare un bacio sulle sue labbra.
Kurt chiuse gli occhi a quel contatto e dopo essersi staccato prese le loro giacche.
“So tutto, anzi so anche più di te!” disse entusiasta. “Andiamo, ti spiego tutto durante il tragitto.”
Lanciò uno sguardo verso il tavolo di Rachel per poi uscire seguendo il proprio fidanzato.

 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
 
 
Le mie Brittana. *-* Il prossimo sarà sulla fine della serata e sarà più che altro una svolta per Rachel, però non voglio dirvi altro sta voi attendere. U.u Spero di pubblicare il prossimo entro domani!
  Ora vado a scrivere il prossimo capitolo di 'I love you like never before.'

Ps: E' leggermente corto, lo so. >.<
 


Stay Tuned.

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Capitolo 9
*** Little big lie ***


 Da quando Santana era tornata al tavolo sconvolta nessuno aveva aperto bocca. Anzi l’unica che aveva parlo era stata proprio la latina per ringraziare la piccola diva.

Mangiarono tutti in silenzio, tranne la latina che non mangiò affatto. Dopo aver finito la prima portata i ragazzi ripresero a parlare di nuovo di football e mentre Santana era persa nei suoi pensieri Quinn continuò a guardare Rachel fino a convincersi di voler continuare a dire ciò che le stava dicendo appena l’aveva vista.

Appena incrociò lo sguardo della moretta le accennò un sorriso e dopo essersi pulita la bocca con un tovagliolo si sporse verso Rachel.

“Rachel..stai-stai veramente bene stasera.” Accennò un sorriso ed abbassò lo sguardo quando si sentì lo sguardo di tutti addosso. Perfino quello di Santana che ,da come aveva intravisto, era abbastanza sorpresa.

La latina stava per aprire bocca quando vide Finnocenza sbuffare troppo rumorosamente per i suoi gusti. E Santana non vedeva l’ora di litigare con qualcuno! E la reazione del ragazzo era più che adatta per litigare. Infatti la latina si voltò verso di lui e gli lanciò un occhiataccia.

“Che hai da sbuffare Finnocenza? Solo perché è la tua ragazza non vuol dire che la mia amica non può farle un misero complimento.” Disse nervosa.

Stava per voltarsi verso Quinn per parlare con lei quando Finn la rispose.

“E’ la mia ragazza e Quinn non può farle i complimenti. Non c’è nessun gioco della bottiglia in atto quindi può tornare ad ignorarla a meno che il bacio non le sia piaciuto. In questo caso credo che Rachel sia più che favorevole a rifare ciò che hanno già fatto” sbottò il ragazzo. Non gli era andata bene che Rachel fosse andata alla festa senza lui. E da come gli era stato riferito da Sam, lei si era anche vestita bene. Cosa che fece lo imbestialire.

Rachel che intravide il fuoco accendersi sia negli occhi del suo fidanzato sia in quello di Santana decise di prendere parola e di acquietare gli animi. Era pur sempre un appuntamento per tutti loro e non le andava che la serata degenerasse, non per quel..beh, non per quel bacio.

Mise la mano sul braccio del ragazzo e gli accennò un sorriso sperando che quello lo calmasse

“Finn, ne abbiamo già parlato. E’ stato solo per gioco. E noi siamo una coppia matura, una coppia matura che si ama e che ha dei progetti. Non è il caso di rovinare quello che c’è tra noi e la serata a causa di quello.” Finì il discorso proprio quando lui tirò il braccio dalla sua presa.

“Stai zitta Rachel.” Disse nervoso, per poi tornare a guardare Santana.

Quinn appena sentì il modo in cui la trattò non ci vide più. Non tanto perché si trattava di Rachel (ok,no. In parte era per quello), ma per come aveva trattato una donna, non una donna qualsiasi ma la sua ragazza. E lei a quell’ordine aveva anche obbedito. La chearleader sbattè una mano sul tavolo.

“Perché la tratti come un fottutissimo oggetto? E lei stupida che ti obbedisce anche. Come se fosse un cane. “ Chiese la ragazza ormai nervosa. Si era veramente scocciata, quella serata era un disastro e lei sapeva che sarebbe andata a finire così. Tutta colpa di bocca di trota.

Santana non diede modo al ragazzo di rispondere che si intromise.

“Q. la stupida è lei che gli permette di trattarla in questo modo. Vedi? Faccio bene a chiamarla stupida Berry. Si fa trattare da zerbino e poi spera di poter fare carriera a Broadway. Come puoi fare carriera se non riesci ad importi nemmeno con quell’idiota che tu definisci ragazzo?” chiese alla piccola diva che continuava a non aprire bocca.  “Invece, il problema di questo lurido sacco di patate è che la Berry ha baciato te, la sua ex. E si sa che tu con la nana non vai d’accordo e lei si è fatta baciare da te. E tra l’altro Hudson, fatti spiegare come è avvenuto il bacio. Quinn la stava insultando quando la nana qui presente l’ha baciata. Sì, lei ha fatto la prima mossa. E appena ha messo le mani sui fianchi della mia sexy amica, la bionda più sexy e desiderata della scuola ha attirato la menomata a se mettendo le mani nei suoi capelli. Ed il bacio che doveva durare cinque miseri secondi è durato di più, molto di più.” Dopo aver finito il suo piccolo racconto vide Rachel e Quinn con le guance rosse. Questa era l’ennesima prova che alla puffa era piaciuto il bacio.

Rachel aprì la bocca un paio di volte dopo il discorso di Santana e quando si decise a parlare si voltò verso Finn.

“F-Finn non è andata propriamente così. Cioè sì, ma Santana ha raccontato-.. ha raccontato sotto il suo punto di vista. E..io..” Stava mentendo al suo ragazzo e non l’aveva mai fatto. Beh non era proprio una bugia era un cambiamento dei fatti, quindi non doveva sentirsi in colpa per quello, giusto?  Cercò di nuovo il contatto con il ragazzo quando lui si spostò di nuovo.

“Ti piace Quinn, Rachel?” chiese il ragazzo tutto d’un colpo.
La latina sorrise davanti a quella domanda e tornò a sedersi aspettando la risposta della Berry. Chissà cosa avrebbe risposto. Ovviamente era palese che le piacesse ma chissà se l’avrebbe ammesso davanti a tutti. Davanti a Finn. Davanti a Quinn.

Tutti al tavolo attendevano la risposta. La stessa Quinn attendeva quella risposta. Infatti aveva un espressione al quanto strana. Sconcertata, addolorata e curiosa.

La nana continuava a stare zitta e sia Santana che Finn erano esasperati. Visto che Finn non si muoveva a darle una mossa ci pensò Santana a smuovere il tutto.

“Oh, al diavolo Berry. La risposta è fottutamente facile: Sì, no, forse o non lo so. Oppure la risposta potrebbe essere ‘Ho voglia di prendere Quinn e sbatterla su questo tavolo e..’” non finì la frase perché Quinn le diede un pizzico sul fianco.

“Oh, Fabray che guasta festa! Io lo facevo per te.” Sbottò Santana.

Quinn dopo il breve sfogo dell’amica tornò a guardare Rachel attendendo la risposta. Non sapeva nemmeno lei perché attendeva quella risposta ma era troppo curiosa e spaventata da tutto. Cioè lei non era lesbica ma se Rachel avesse detto che le piaceva lei che faceva dopo? Non poteva fingersi lesbica (visto che non lo era eh) e ne tantomeno voleva dire che il sentimento non era ricambiato. Cioè forse lo era..anzi no, decisamente no.

Rachel stette zitta ancora per un po’ prima di decidersi a parlare.  Prese un lungo respiro e si voltò verso Finn. Era troppo confusa e non sapeva che fare.

“No, non mi piace Quinn. Non mi è piaciuto il bacio ne altro.” Mentì la diva. “Ma credo di aver bisogno di stare da sola, Finn. Ho bisogno di un po’ di tempo. Per riflettere..” Disse tutto d’un fiato. Non riuscì a continuare perché venne interrotta da Finn.

“Vuoi che ti accompagni a casa, Rach?” disse Finn non cogliendo il senso del discorso.

Discorso che fece salire il nervoso a Santana che sapeva che quella era tutta una grossa bugia. E purtroppo ,dall’espressione di Quinn, capì che non aveva colto la bugia. Quindi si decise ad intervenire per far sparire almeno Finnocenza.

“Tette mosce la tua stupida ragazza ti ha appena mollato. Mi correggo: la tua stupida ex ragazza ti ha mollato! Ed io mi sono scocciata di voi stupidi bamboccioni. E mi sono scocciata della menomata qui presente. Q. alza il tuo bellissimo culo ,culo che nessuno merita su questo tavolo, fatta eccezione per la sottoscritta, ed andiamo via.”

Santana prese la borsa di Quinn quando Sam si alzò per protestare. Santana lo guardò malissimo.

“Siediti di nuovo bocca di trota. Nemmeno tu la meriti.” Dopo aver detto questa ultima cosa strinse la mano di Quinn e la trascinò via.

Quando passarono accanto al tavolo di Artie e Brittany, Artie mormorò qualcosa su lei e la latina finalmente potè levarsi le pietre dalla scarpa.

“Che diamine hai da dire, sedia a rotelle?” chiese ormai esasperata.

Brottany si alzò per intromettersi quando Artie prese parola nervoso.

“Per l’ennesima volta mi ha lasciato a causa tua. Questo ho da dire.” Detto questo il ragazzo lasciò le banconote sul tavolo e andò via lasciando Santana di stuccò. Ma che diavolo stava succedendo quella sera? E non era decisamente colpa sua se Brittany aveva capito per l’ennesima volta che stare con quello era una perdita di tempo.

La ballerina si voltò verso Santana con lo sguardo abbassato sperando che la latina disse qualcosa. Ma quella che aprì bocca fu Quinn.

“Britt, vieni con noi. Tutti a casa Lopez!” cercò di dire con entusiasmo la cheerio.
Poco dopo uscirono dal ristorante insieme. E la latina ne approfittò per parlare. Questa volta non voleva essere cattiva però.
“Beh era tanto che l’unholy trinity non si riuniva. Quindi ci aspetta una lunga chiacchierata..” guardò Quinn. “Ed un pigiama party.” Accennò un sorriso rivolto a Brittany, ricordando i vecchi tempi.

Fortunatamente Brittany era venuta con la sua macchina così da non dover chiedere un passaggio a nessuno. Però la latina non si fidava nel far guidare la ballerina, non sapeva nemmeno lei come avesse fatto ad avere la patente (prima o poi gliel’avrebbe chiesto) quindi si offrì di guidare lei. Le preghiere di Quinn avevano avuto ascolto.

Durante il tragitto Brittany giocherellò con la radio e quando beccò Toxic alzò al massimo il volume. Santana e Quinn che avevano già un mal di testa non indifferente abbassarono il volume ma quella canzone fece accendere una lampadina nella testa di Santana.

“So che canzone canteremo lunedì al glee club.” Disse sorridendo. Un sorriso che non prometteva niente di buono. Quinn capì tutto e si affrettò a domandare.

“Perché ,lunedì, non canteremo?” la domanda fece sbuffare la mora e la zittì alzando di nuovo il volume mentre guidava verso casa sua. Prima si accorse che il suo telefono si illuminò e lesse il messaggio.

Hummel

Che diavolo è successo, Santana?
 

Dopo che le ragazze erano andate via Rachel si affrettò a prendere le sue cose e prima che Finn aprisse bocca uscì fuori dal ristorante. Prese il telefono e mandò velocemente un messaggio a Kurt.

Ti prego, vienimi a prendere.

Dopo averlo inviato vide una goccia cadere sullo schermo e si accorse che stava piangendo. Si affrettò ad asciugarsi le lacrime ed aspettò nel parcheggio che il suo amico tornasse.

 
 
NOTE D’AUTORE
Ecco il nuovo capitolo di questa ff. L’ho scritto più e più volte cambiando sempre il finale. Inizialmente volevo dare già la svolta per il faberry ma ho cambiato idea. Ora voglio approfondire la HummelBerry, far prendere una piega alla Brittana e inserire il personaggio di Kitty. Cosa avrà in mente Santana? Su chi inciderà il personaggio di Kitty? Beh non vi resta che aspettare. ;)
Il prossimo capitolo di questa ff arriverà tra due settimane.
La settimana prossima aggiornerò “I need the light to take me home.”
Stay tuned.
 
 

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Capitolo 10
*** You Look so Sad. ***


Quella sera era decisamente da dimenticare per Rachel. Fortunatamente per lei, Kurt era andato subito a prenderla rinunciando così ad una serata con Blaine e lei per questo si sentiva tanto in colpa ma aveva troppo bisogno di lui.
Arrivati a casa Hummel-Hudson  –non se la sentiva di farsi vedere in quello stato dai suoi papà- andarono subito nella camera di kurt, avevano visto la macchina di Finn lungo il vialetto ed entrambi sapevano che non era affatto il caso di incontrare il ragazzo. Sicuramente era furioso per il modo in cui Rachel l’aveva mollato davanti a tutti.
Appena salirono al piano di sopra Kurt mandò la piccola diva in camera e lui scese di sotto. Rachel prese a guardarsi in giro, rimaneva sempre ammaliata dalla stanza di Kurt. L’intera casa aveva uno stile abbastanza rustico e riciclato, ma la stanza di Kurt era magnifica, da vera diva. Si lasciò cadere sul grande e morbido letto di Kurt e si mise a fissare il soffitto ,era di un rosa delicatissimo, pensando e ripensando a ciò che era successo quella sera.
Cerò anche di riuscire a distinguere i propri sentimenti ma se ci provava le veniva da vomitare. Dio, era stata proprio codarda e bugiarda. Soprattutto bugiarda.
Quando stava per rispondere alla domanda di Finn la prima cosa che fece fu guardare Quinn ed in quello sguardo ,quello splendido sguardo, aveva visto uno strano scintillio. Scintillio che aveva mandato in subbuglio non solo le sue membra ma soprattutto al suo cuore. Avrebbe potuto giurare di averlo sentito fare le capriole quando ha visto quel luccichio. E nel suo stomaco aveva sentito uno strano e piacevole sfarfallio, sfarfallio che non aveva mai provato con nessuno.  Né con Jesse né tantomeno con Finn, e questa cosa la spaventava parecchio.
Non riusciva a capire cosa provasse per Quinn ma sicuramente era qualcosa di abbastanza forte, e di questo ne ha avuto la certezza quando aveva detto che non provava nessuno interesse nei confronti di Quinn e aveva visto come la ragazza avesse cambiato espressione. Era come se avesse indossato una maschera e lei si era sentita tremendamente in colpa. Doveva solo essere sincera ma non c’è l’aveva fatta. Cioè lei non era.. beh, non era quella cosa che iniziava per “L”, non che fosse omofoba o altro, anzi lei era pro l’omosessualità. Partecipava con i suoi papà a tutte le manifestazioni per gli omosessuali e ne andava fiera. Ma dire quella parola ed accostarla alla sua figura le faceva un certo effetto. Però restava il fatto che da quel bacio qualcosa era cambiato in lei e lei doveva solo capire cosa ed accettarlo.
Sì, non era difficile da fare. Doveva solo liberare la mente da tutto: pensieri e dubbi compresi. Ma non era tanto facile da fare. Non faceva altro che pensare a Quinn ed al bacio e a quello che aveva detto e.. oh dannazione. Già ne aveva abbastanza. Si mise le mani nei capelli esasperata, sperando di poter fermare quei fiumi di parole nella sua testa.

-Sta uscendo il fumo dalle tue orecchie. Disse Kurt appoggiandosi alla porta chiusa.
Rachel sospirò e si mise a sedere sul letto nella direzione di Kurt, in modo da guardarlo. Il ragazzo stava in pigiama – il pigiama era sicuramente di lino, aveva una fissa come lei con quel materiale- aveva due tazze fumanti in mano ,chissà cosa contenevano, ed una maglia - una maglia? Sisi, era una maglia-  sulla spalla.
Senza muovere le braccia e senza smettere di guardarlo si levò le scarpe scalciandole con i piedi ed inclinò leggermente il capo. Non capiva perché Kurt la fissava.

-Sembri così triste. Disse dopo un po’ Kurt inclinando anche lui il capo nella direzione opposta in cui lo aveva fatto lei.

Rachel si limitò a sgranare leggermente gli occhi e si lasciò cadere di nuovo sul letto per riflettere a ciò che aveva detto Kurt. Lei non si sentiva triste, si sentiva solo.. era come se.. in pratica si sentiva vuota. Sì, vuota era il termine più adatto. Non sentiva nulla e per lei era una nuova sensazione. Non aveva mai provato una cosa simile, in realtà non aveva mai non provato.. Ok, iniziava a delirare. Emise un sottilissimo lamento e portò uno dei cuscini di Kurt sugli occhi.
Era veramente brutto sentirsi vuoti, preferiva tornare allo stato di poco prima dove sentiva fin troppe cose. Provava fin troppe cose. Ora non sapeva nemmeno come definirsi, aveva solo voglia di sprofondare in quelle splendida lenzuola e farsi coccolare dal suo amico Kurt. Sì, voleva che Kurt l’abbracciasse e le dicesse che sarebbe andato tutto bene e che lui non l’avrebbe abbandonato e che soprattutto non l’avrebbe mai guardato in quel modo.
Diamine.. non riusciva a scacciare via quello sguardo di Quinn, non sapeva nemmeno che tipo di sguardo era. Anche quello le provocava una strana sensazione, ma una strana brutta sensazione. L’aveva sicuramente ferita. Si morse il labbro cercando di non emettere nessun altro suono ma lo morse fin troppo forte che sentì un odioso sapore metallico. Ci mancava solo che si fosse fatta troppo male.
Si mise a sedere e Kurt sgranò gli occhi quando notò il labbro fin troppo rosso di Rachel.

-Diavolo, Rachel.. smettila e calmati. L’amico uscì dalla stanza e tornò pochi secondi dopo con della carta nella mano destra. Che fine avevano fatto le tazze fumanti?

Lui le porse la carte e lei la accettò volentieri e come ringraziamento gli fece un cenno con il capo. Mise la carta sul punto che sanguinava e fissò Kurt con un espressione accigliata.
Lui iniziava ad averne abbastanza di questo silenzio e tra l’altro aveva mandato decine di messaggi a Santana e lei non si era degnato di risponderlo! Lunedì gliene avrebbe parlato senz’altro. Che poi era curioso di sapere cosa fosse successo con Brittany. Oh maledetta latina. E maledetta Rachel che non parlava!

-Oh santa Barbra.. Hai intenzione di parlarmi oppure andrai avanti con questa storia per tutta la serata? Chiese esasperato.

Rachel si strinse nelle spalle e si alzò. Prese la maglietta da sopra la spalla di Kurt ed andò in bagno a cambiarsi. Non aveva affatto voglia di parlare, perché sapeva che Kurt l’avrebbe spinta ad ammettere tutto, compreso quello che provava  e lei non era affatto pronta a questo. Come non era pronta ad avere un rimprovero da Kurt per quello che aveva fatto. Sapeva che Kurt non se la sarebbe presa per aver lasciato Finn –lui non shippava Finche, gliel’aveva detto più volte- ma l’avrebbe rimproverata per non aver detto tutto a Quinn, ma più di tutto perché non aveva avuto il coraggio di ammetterlo ad alta voce. Chi l’avrebbe detto, Rachel Barbra Berry è una codarda.
Si guardò allo specchio e quando vide il suo vide il suo viso capì che  ,in parte, ciò che aveva detto Kurt era vero. Era così triste, cosa totalmente differente dal sembrare triste. Lei era talmente triste, e non poteva farsi vedere in giro così. Ma non poteva nemmeno mancare per un’altra settimana a scuola.
Doveva veramente aprirsi con Kurt e parlargli di tutto. Perché aveva bisogno di sfogare. Tra l’altro era appena iniziato il week end non poteva stare per due giorni senza far nulla a farsi mangiare dei suoi numerosissimi pensieri. Solo che lei aveva bisogno di un altro po’ di tempo per ingranare ed assimilare il tutto e quella non era proprio la sera adatta e non era ancora pronta. Non ora. Ora aveva solo bisogno di un po’ di pace, non chiedeva molto dopotutto.
Si legò i capelli e si lavò il viso con l’acqua gelida. Aveva bisogno di mettere in moto il suo cervello in modo costruttivo e visto che non aveva voglia di fare la doccia –ora era anche pigra, yeah.- quello doveva essere il modo migliore.
Rimase in bagno a sciacquarsi il viso ed a guardarsi lo specchio per più di un’ora. Infatti si accorse di essere stata più del previsto quando kurt prese a bussare la sua porta.

-Rachel ,dannazione, mi stai facendo preoccupare. Esci subito dal bagno! Se mi verranno i capelli bianchi prima del previsto sarà tutta colpa tua! Quando sentì l’ultima frase le scappò un piccolo sorriso. Aveva proprio bisogno di quello.

Quando lo sentì bussare di nuovo si decise a rispondergli
.
-S..sì, Kurt. Non preoccuparti. Dammi altri due minuti. Disse con un tono di voce decisamente basso, aveva paura di svegliare qualcuno. In realtà aveva paura di svegliare Finn. Non voleva affrontare Finn, non così presto.

 Notò che Kurt aveva smesso di bussare quindi significava che l’aveva sentita e che quindi non doveva ripetere il tutto a voce più alta. Sospirò e tornò a guardare lo specchio cercando qualcosa di positivo in tutto quello.
Beh, pensandoci bene c’era una cosa positiva. Aveva lasciato Finn, tra loro due le cose non andavano bene già da un po’. E lei voleva cose totalmente diverse da lui. Se non l’avesse lasciato –non si spiegava nemmeno lei dove aveva cacciato tutto quel coraggio- sarebbero andati avanti ancora per molto e dopo sarebbe stato ancora più difficile lasciarlo.
Dopo essersi lavata i denti con lo spazzolino di Kurt, indossò la maglietta che lui aveva preso per lei e si decise ad uscire. Sapeva che a breve l’amico avrebbe bussato di nuovo. Molto più forte di prima e non era proprio il caso
Quando uscì dal bagno vide Kurt sul letto a leggere un libro, probabilmente era il ‘piccolo principe’. Ultimamente era andato in fissa con quel libro.
Quando notò che Rachel era uscita dal bagno alzò lo sguardo dal ‘piccolo principe’ e vide Rachel con la maglietta verde che le arrivava finò a metò coscia. Se non fosse stato un momento così delicato le avrebbe fatto una foto che avrebbe mandato prima a Quinn, Santana e poi l’avrebbe pubblicata su facebook perché stava veramente bene. Qualsiasi etero ,e soprattutto Quinn, l’avrebbe trovata decisamente sexy.
Le accennò un sorriso in segno di approvazione ma non aggiunse altro per non scombussolarla più di quanto non lo fosse già.
Lei andò a sedersi sul bordo del letto e le sorrise. Lì capì che aveva intenzione di parlare quindi prese lui per primo parola.

-Aver monopolizzato il mio bagno per due ore ti ha aiutato? Chiese con un filo di ironia nella voce. Vide Rachel sorridere e questo lo fece sospirare. Almeno le era passato quel momento.
 
Appena sentì ciò che disse Kurt sorrise di nuovo. Il suo migliore amico era il miglior aiuto che lei potesse chiedere. C’era sempre per lei, anche se a volte era fin troppo sincero e questo portava a ferirla. Ma sapeva che quello che lui diceva nei suoi confronti non era affatto con l’intenzione di ferirla, ma anzi lo faceva per aiutarla e per darle un po’ di coraggio.
Alla sua domanda si limitò a sorridergli per poi buttarsi addosso a lui per abbracciarlo.
Kurt fu preso alla sprovvista quando Rach gli si buttò letteralmente addosso sgualcendogli il suo amatissimo pigiama.

-oh, Rach vacci piano. Mi sgualcisci il pigiama!

La piccola diva si limitò a stringerlo ancora più forte per poi staccarsi da quella presa per dirgli:
-Grazie Kurt per esserci sempre. Gli prese la mano e gliela strinse appena.

-oh, Rachel non ringraziarmi. So che tu nei miei panni avresti fatto lo stesso. Probabilmente ,però, saresti stata molto più assillante di me. Perché è nel tuo stile.

Rachel ridacchiò sentendo ciò che disse ed annuì. Infondo aveva ragione. Anzi lei avrebbe anche esagerato chiedendo aiuto a Mercedes. Poi gli avrebbe dedicato un assolo ed infine avrebbero fatto un duetto. Decisamente in stile Berry.
Ma Kurt era diverso proprio perché lei era diversa. Anche se aveva bisogno di sfogare cantando. E aveva intenzione di farlo lunedì. Doveva solo scegliere la canzone. Beh l’avrebbe aiutata decisamente Kurt.
Infatti decise di esporgli la sua idea.

-Kurt, domani mi aiuti a cercare una canzone adatta da poter cantare lunedì al glee club?
Lui subito annuì e le rispose.

-Possiamo farlo anche ora, se vuoi e se te la senti.

Rachel subito scosse la testa e dopo aver fatto segno a Kurt di alzarsi dal letto lei lo aprì e si infilò dentro. Mentre aspettava che l’amico la raggiungesse si affrettò a rispondergli.

-Ora no. Sono troppo stanca e confusa e stanca.. Ho veramente bisogno di dormire. Preferisco domani.
Entrambi si sorrisero e dopo che Kurt si infilò nel letto, nel suo lato del letto, Rachel spense la luce.
-Notte Hummel. Disse ridacchiando.

-Oddio stare a cena con Santana ti ha fatto male. Domani ti farò il lavaggio del cervello! Comunque notte Rachel Barbra Berry.
 
 
Il fine settimana passò velocemente per le tre cheerios. Restarono per tutto il week end a casa Lopez a ballare, provare coreografie (sia per i cheerios sia per la loro performance per il glee club), a scherzare e Brittany e Santana lo passarono anche a recuperare il loro rapporto. Cosa che rese Quinn molto felice.
Le faceva veramente piacere vedere le sue due migliore amiche più unite che mai. Tra l’altro quelle due erano fatte per stare insieme e Santana apparteneva completamente a Brittany, e viceversa.
E lo vedeva anche ora. Santana amava il suo Range Rover, viveva per quella macchina e per aver dato il permesso a Brittany di guidarla voleva solo significare che amava quella biondina più di qualsiasi altra cosa al mondo. E questo la faceva sorridere. Le faceva piacere vedere che il loro amore aveva vinto sulle loro mille incomprensioni e sulla paura di Santana di fare coming out, la distraeva anche da quello che era successo quel week end. A Rachel non era piaciuto il bacio, e allora? Avrebbe vissuto lo stesso.  E grazie a Santana e Brittany aveva capito di essere lesbica. La cosa non le andava molto a genio ma le sue amiche le avevano fatto capire che lei non aveva mai avuto nessuna relazione seria con i ragazzi perché non provava nessun interesse per i ragazzi. Le avevano anche fatto capire che aveva una cotta per Rachel già da un po’, ma ora che la ragazza le aveva fatto capire che non le era interessato il bacio e che non le piaceva se ne sarebbe fatta ugualmente una ragione. Ora la cosa principale era accettare la sua sessualità.
Venne scossa dai suoi pensieri da una Santana che non faceva altro che scuoterla.

-Oh, naso di plastica! Terra chiama culo moscio, terra chiama culo moscio. Ci sei? La latina fece schioccare le dita davanti ai suoi occhi e questo le fece notare che stavano nel parcheggio della scuola. Mise gli occhiali da sole e si voltò verso Santana che iniziava a fare battutacce poco gradite.

-Lopez, ho capito che sei tutta allegra perché hai ritrovato la tua paperella.. –Vide la latina aggrottare la fronte e lei trattenne a stento una risata –..ma ora non rompere e non cercare di sfogare su di me. Ora puoi sfogare con qualcun altro.
Quando vide uscire il fumo dalle orecchie di Santana, Brittany capì che la situazione stava degenerando e quindi subito cinse le spalle della sua ragazza con un braccio.

-Esatto! Tra l’altro a Sannie piace un sacco il modo in cui la faccio scaricare.  Ora ti spiego. Inizio con dei baci sul collo..
Santana mise una mano sul viso e si intromise nel discorso.

-Britt, non vuole sapelo. Non ebbe il tempo di dire altro che la bionda le fece segno di stare zitta e continuò.

-..Poi la sbatto al muro e faccio scivolare le mani sulla sua coscia. La faccio camminare sulla sua coscia fino ad arrivare.. La ballerina ,questa volta, venne interrotta da entrambe le ragazze che insieme urlarono.

-Brittany, no!

La ballerina mise il broncio ed entrambe le ragazze persero mezz’ora a spiegare alla bionda che Quinn non era interessata a sapere certe cose mentre Santana non voleva condividerle.
Uscirono dalla macchina tutte e tre con gli occhiali da sole e si avviarono verso l’entrata.

Quando Quinn vide l’entrata della scuola iniziò a sudare freddo. Non sapeva cosa fare ora: Trattare bene o male , Rachel? Se avrebbe continuato a trattarla male ,la piccola diva, poteva dire che lei si comportava così solo perché l’aveva rifiutata mentre ,se la trattava bene poteva dire che lo faceva solo perché era segretamente innamorata di lei.
Si fermò di colpo in preda al panico e fortunatamente Santana se ne accorse, infatti andò da lei e le mise le mani sulle spalle.

-Q. io non capisco perché non posso picchiarla. Ti giuro che le farò pentire di aver aperto bocca e le farò cambiare scuola. Devi solo dire sì. Disse la latina in modo fin troppo serio.

-Santana, no. Non voglio pettegolezzi su questa storia, e se tu la minacci lei potrebbe dire che te lo faccio fare solo perché mi ha rifiutato. E non mi va affatto bene come cosa. Dopo aver detto questo vide sul volto della latina disegnarsi un broncio, ma decise di ignorarlo.
 
Col cavolo che Santana avrebbe permesso a quella piccola nana di camminare per i corridoi o per Lima tranquilla. Nessuno poteva ferire culo moscio se non lei. Poi chi si credeva di essere quel piccolo scorfano a poter rifiutare uno schianto come Quinn? Diamine era stata fidanzata con tette mosce! Quinn sarebbe stato un salto di qualità fin troppo alto per quella menomata!
Quando camminarono per i corridoi camminarono una di fianco all’altra. Aveva permesso a Quinn di stare al centro e lei e Brittany stavano ai lati.
Quando vide Rachel vicino al proprio armadietto vide nero. Come si azzardava quel piccolo hobbit ad essere andata a scuola? Aveva decisamente sbagliato, era meglio sé se ne restava a casa.

Prima che Quinn potesse accorgersene avanzò il passo ed in pochi secondi si trovò di fianco alla ragazza con un pugno chiuse la porta dell’armadietto della diva e con la spalla la urtò per farla sbattere contro di esso. Dopo essersi spostata quanto bastava dalla nana, si girò verso  di lei. Fece una ‘L’ con il pollice e l’indice per poi urlarle contro.

-Sfigata!  Subito dopo si girò e continuò la sua marcia verso il suo armadietto senza curarsi di Quinn e Brittany, tanto sapeva che dopo avrebbe avuto la partaccia.

 
Kurt guardò tutta la scena e quando Santana sparì dal suo campo visivo, lui andò vicino a Rachel nel momento esatto in cui Quinn passò accanto alla diva senza degnarle nemmeno un misero sguardo.
-Sembra così nervosa. Mormorò Rachel mentre si toccava la spalla.
-No, è tristezza quella. Disse lui senza smettere di guardare Quinn che avanzava.
 


 
ANGOLO DELL’AUTRICE
 
Oddio, non ci credo di averlo finito. Questa settimana è stata esasperante soprattutto questa giornata. Come potete vedere il capitolo è completamente HummelBerry. *-* In realtà è più un monologo interiore ma ho amato le piccole parti in cui comunicavano. So.. il prossimo capitolo sarà sull’esibizione al glee club e poi avrà un salto temporale così da poter far entrar in campo Kitty, finalmente.
Beh con questo capitolo ci vediamo tra due settimane. Domani spero di riuscire aggiornare le altre due. (Lo farò sicuramente.)
Stay tuned.

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