Fratelli

di Blooming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno. ***
Capitolo 3: *** Due. ***
Capitolo 4: *** Tre. ***
Capitolo 5: *** Quattro. ***
Capitolo 6: *** Cinque. ***
Capitolo 7: *** Sei. ***
Capitolo 8: *** Sette. ***
Capitolo 9: *** Otto. ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




Stava fumando nel pick-up ascoltando Mozart e muoveva le mani come se dirigesse un orchestra.
Teneva le gambe fuori dal finestrino e il cane dormiva sul sedile accanto acciambellato su se stesso.
Ascoltava il Requiem e quello era il momento della giornata che preferiva, il sole ormai tramontato e le luci che iniziavano ad accendersi piano, una alla volta.
La macchina era ferma su di uno spiazzo di una montagna che dava sulle città che da quell’altezza sembrava un città modellino collegato all’elettricità.
Le luci provenienti dalle case brillavano e una leggera brezza rendeva la notte fresca e piacevole.
Il cane, un rottweiler di nome Belle si svegliò stiracchiandosi e facendo vibrare la pelle, guardò con i grandi occhi castani la padrona che buttò il mozzicone fuori dal finestrino e ritirando le gambe cominciò a grattarla dietro l’orecchio.
D’improvviso il cellulare nel cruscotto della macchina squillò. Strano. Quel telefono non veniva usato quasi mai, lo teneva solo nel remoto caso chiamasse uno della famiglia ma nessuno la chiamava ormai da anni, da quasi una vita non aveva più sentito nessuno e l’unico ancora in vita della famiglia era il fratello ma anche lui non la chiamava da anni.
Guardò il cellulare e rispose
“Pronto?” aveva una voce limpida e dolce anche se restia a parlare
Una voce profonda e maschile rispose
“Louise Swan? Sono lo sceriffo McHowle.”
La donna sgranò gli occhi, come avevano fatto degli sceriffi ad avere quel numero e come conoscevano il suo vero nome? Scese dal pick-up e guardò l’orizzonte buio
“Cosa… come…”
“È scoppiato un incendio nella casa di suo fratello a Wichita Falls; Texas. Lui è in ospedale e questo è il recapito da chiamare in caso di emergenza.” Louise non disse niente “Signora? È ancora in linea?”
“Sì.” Sussurrò lei con la voce rauca “Sì.” Ripetè più forte “So che mio fratello era sposato… lei è…” non riuscì a terminare la frase
La risposta fu negativa. Il fratello era ancora vivo ma era ricoverato in ospedale, non aveva riportato ustioni, solo un lieve trauma celebrale.
Louise salì di nuovo in macchina e accese il motore.
Guardò Belle accanto a sé
“Guiderò tutta la notte pur di arrivare da mio fratello.” E pigiando l’acceleratore con lo stivale di cuoio partì a tavoletta
Prese la superstrada per arrivare il prima possibile e superò ogni limite di velocità. Le ruote si consumavano bruciando l’asfalto. Il cane guardava la strada illuminata solo dai fari e Louise accese la radio per tenersi compagnia. Spinse più forte l’acceleratore.
Guidò per tutta la notte e buona parte del giorno dopo. Alle 3 del pomeriggio frenò, finalmente, davanti all’ospedale.
Saltò giù e il cane la seguì
“No Belle! Torna in macchina. Non puoi entrare.” Ma il rottweiler la aspettò sotto le scale
Louise corse lungo il corridoio.
Puzzava di fumo e indossava un paio di jeans strappati sul ginocchio e nell’interno coscia, era l’unico paio di pantaloni che avesse, gli stivali da cowboy rossi logori sulla punta battevano sul marmo del pavimento e la canottiera che indossava era la stessa da giorni, l’aveva rubata in un negozio infilandola nella borsa anch’essa rovinata.
Louise non era una a cui importava il modo di vestire e anche se era in grado di barare a poker o a clonare carte di credito, preferiva tenere i soldi per qualcosa che le servisse veramente.
Arrivò davanti il bancone dell’accettazione, l’infermiera la guardò con occhi critici
“Desidera?”
Louise aveva un volto stravolto e voleva solo vedere suo fratello
“Sono la sorella di Peter Swan… io…”
In quel momento lo sceriffo che l’aveva chiamata arrivò
“Lei è Louise Swan? Venga.” E la guidò verso la stanza del fratello e la lasciò sola
Entrò e vide Peter attaccato a delle flebo, dormiva. C’erano dei macchinari accesi che registravano le pulsazioni e la frequenza cardiaca.
Prese una sedia e si avvicinò al letto, gli prese la mano e la strinse forte, guardava quel viso così familiare, così simile al suo ma più maschile. La barba sfatta e i capelli rossi corti a spazzola
“Peter…” non lo vedeva da quando aveva diciotto anni e avevano preso strade diverse
Rimase al fianco di Peter tutto il giorno  in attesa che si svegliasse e qualche volta lei piegava la testa stanca sul materasso e si addormentava per pochi minuti, rialzava il capo e tornavano a guardare gli occhi chiusi del fratello.
Louise si alzò riluttante nel lasciare il fratello. Andò a prendere una tazza di caffè alle macchinette.
Aveva passato più di quattro ore seduta nella stessa posizione e doveva sgranchirsi le gambe e poi c’era Bella da sfamare. Uscì attraverso le porte di vetro scorrevoli con la tazza fumante di caffè annacquato, vide la sua fedele compagna distesa sui gradini a guardare la grande palla di fuoco all’orizzonte
“Hey Belle!” il cane la guardò e cominciò a scodinzolare
Louise si sedette accanto e le grattò il fianco
“Scusami piccola se ti lascio sola ma questa è una cosa importante, questioni di famiglia.” E il cane sembrò capire
La ragazza andò verso il retro del pick-up e prese una manciata di croccantini da un grosso sacco e li diede a Belle, le fece una carezza sulla testa e lei scodinzolò felice.
Aprì la portiera e prese la giacca di pelle nera, sistemò meglio il coltello nascosto nello stivale “Dai Belle. Salta su.” il cane saltò sul sedile, Louise abbassò tutto il finestrino e chiuse lo sportello “Stai qui e non saltare giù, torno tra un paio d’ore a vedere come stai.” Tornò dal fratello
Si sedette di nuovo e cominciò a pregare perchè tutto andasse bene.
 

La macchina nera frenò davanti alla porta scorrevole dell’ospedale.
I due agenti in completo nero scesero e si guardarono in faccia
“Dean non mi va di andare. Vacci tu.” Sorrise fintamente
Il fratello maggiore lo guardò
“Solo perché non hai voglia non ti puoi tirare indietro. Quindi adesso ti muovi e andiamo a fare il nostro lavoro.”
Sam chiuse la portiera con un colpo e subito dopo notò lo sguardo severo di Dean che lo giudicava per aver trattato male la sua “piccola”. Sammy scosse la testa fregandosene e seguì il fratello verso gli scalini dell’ospedale, passarono a fianco del pick-up protetto dal rottweiler che alla vista del minore dei Winchester cominciò ad abbaiare felice.
Sam si voltò
“Hey un cane…” infilò una mano dentro
Il cane cominciò a fargli le feste e a leccargli la mano
“Sammy!” disse Dean seccato “Muoviti!” allargò le braccia “Giochi dopo con Lessie.”
Sam sbuffò e salutato il cane seguì il fratello dentro l’ospedale.
Si presentarono come agenti dell’FBI, Smith e Carter. Indagavano su una serie di incendi avvenuti a una distanza di tre giorni l’uno dall’altro in diverse zone del Texas.
I Winchester pensavano che fosse stato un demone ma allo sceriffo dissero che poteva essere un piromane seriale.

 
Louise strinse ancora più forte la mano del fratello che piano e debolmente cominciò ad aprire gli occhi
“Loui?” bisbigliò “Loui sei tu?”
La ragazza sorrise dolce
“Sì Peter, sono io…”
Peter cercò di sorridere
“Deve essere orribile rivedersi dopo tanti anni solo per questo motivo.” Tossì
“Non sforzarti Pet. Litigheremo quando starai meglio.” Sorrise dolce “Torna a riposarti fratellone.”
Mentre lui richiudeva gli occhi, un’infermiera entrò e bisbigliò rimanendo sulla porta
“È la seconda volta che si sveglia e si riaddormenta. Si è svegliato la prima volta un’ora prima che arrivasse lei, c’ero io nella stanza ma ora che c’è un familiare accanto si riprenderà più in fretta.”
Loui sorrise all’infermiera
“Non vedo e non parlo con mio fratello da dieci anni…” l’infermiera la guardò
“Ma ora è qui per lui e lui lo sa che ci tiene, se no non sarebbe qui.” Sorrise dolce
Loui la guardò e poi tornò a guardare il fratello, l’infermiera tornò subito professionale
“Volevo avvisarla che sono arrivati due agenti dell’FBI per parlare con suo fratello dell’incendio.”
La ragazza guardò verso la porta, si alzò
“Non di certo adesso, si sta appena riprendendo.” Si legò la folta chioma riccia e rossa in una coda disordinata, si abbassò la canottiera e uscì a grandi passi nel corridoio “Nessuno disturberà mio fratello.”
Passò furente in mezzo a due ragazzi in completo elegante e poi si fermò, si girò e li chiamò
“Voi siete gli agenti dell’FBI?” si mise le mani sui fianchi
Dean si voltò
“Sì. Agente Smith e…” Sam si voltò a guardare la ragazza tenendo le mani in tasca “Lui è l’agente Carter.” Lasciò le presentazioni al fratello
Sam fissò la ragazza
“Loui Swan?”
Lei sorrise riconoscendolo
“Ommioddio! Sam Winchester!” si avvicinò sorridendo “Ancora vai in giro vestito da agente dell’FBI?” rise
Dean la guardò dall’alto in basso
“Tu sei Loui Swan? Quella Loui Swan?” lei gli sorrise
“Dean! Che piacere rivederti.” Si alzò in punta di piedi e gli diede due baci sulle guance
Lui sorrise dolce
“Non ti vediamo da quando avevi diciotto anni…”
Louise rise
“Forse tu non mi vedi da quando avevo diciotto anni ma Sammy ed io ci siamo visti circa un anno fa.”
“Ah sì è vero.” Sam si passò una mano sul volto e sorrise ricordando
Dean li guardò senza capire, Louise gli spiegò velocemente
“Sam non aveva l’anima ma aveva una stanza di motel libera e io, invece, avevo solo tanta voglia di divertirmi.”
Sammy rise
“Sono ancora senza anima.”
“Ah sì?! Non sono riuscita a sedermi tutto il giorno seguente. Maledetto bastardo!” Gli diede una pacca sul petto, poi si infilò le mani in tasca, Dean era semplicemente sconvolto “Ma lasciamo perdere… cosa fate qui?” chiese gentile
Dean scosse la testa
“Dobbiamo interrogare un certo Peter Swan…”
“È mio fratello, cosa vogliono due cacciatori da uno come lui? Non può…”
“Crediamo di sì. Tu non hai visto nessuna traccia?”
“Sono arrivata da poche ore… ero a Santa Fe fino all’altro giorno. Sono corsa qui appena ho sentito.”
“Noi dobbiamo parlare con tuo fratello lo stesso.” disse Sam
“Parlate prima con me, gli spiegherò tutto io. Ha sempre rifiutato il mio modo di vivere e quello che facevo, mi ha preso per pazza appena gli ho detto dell’esistenza di fantasmi, vampiri, demoni e mostri vari. Potrebbe non prenderla bene.” Guardò i ragazzi con gli occhi verdi tristi “Ha perso sua moglie nell’incendio.” Si guardò i piedi
Dean la guardò un secondo e poi guardò Sam
“Allora parliamo con te.” Si andarono a sedere nella zona attesa e parlarono per un paio d’ore





Angolo autrice:
Hello boys, sono ancora qui con un'altra storia su Supernatural 
Questa sarà un pochettino più lunga delle altre, spero vi piaccia :) 
Un bacio a tutti e buon ritorno di Spn 

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Capitolo 2
*** Uno. ***


“Quindi voi credete che quella serie di incendi sia dovuto a un demone pazzerello?” si sciolse i capelli per poi rilegarli meglio
“Diciamo di sì, non sappiamo per quale motivo lo fa ma probabilmente è un demone, non abbiamo mai sentito di un fantasma o un mostro che si diverte ad appiccare incendi nelle case…” disse Dean
“Sam tu cosa ne pensi?” chiese Loui dubbiosa
“È anche la mia ipotesi.”
La cacciatrice si morse il labbro e tamburellò i piedi
“Non ci crederà mai.” sbuffò e tirò indietro un ricciolo rosso che le ricadeva sul volto “L’ultima volta che gli ho detto che andavo a caccia era dieci anni fa, il giorno in cui abbiamo litigato perché non poteva credere che mi rifiutassi di andare all’università per qualcosa a cui lui non crede.” Si alzò e fece un giro camminando su e giù per il corridoio “Deve sapere quello che ha ucciso Kara, era sua moglie… voi capite vero?”
Ovviamente capivano ma probabilmente quello che gli avrebbe detto Louise gli avrebbe cambiato la vita, come era successo anni prima a loro padre e a loro, la loro vita era cambiata per sempre
“E se decidesse di diventare un cacciatore? Se…” Dean le toccò la gamba
“Deciderà lui. Ha il diritto di sapere.” si sedette ancora sul divanetto tenendo in mano una tazza di caffè
L’infermiera di prima si avvicinò
“Mi scusi signorina Swan… suo fratello si è risvegliato, chiede di lei.”
“Arrivo.” E senza salutare i Winchester corse nella stanza
 

Dean si alzò a prendere una lattina di coca-cola
“Sammy vuoi qualcosa?”
Ma Sam era pensieroso e rimaneva sulle sue
“Sam?” Dean schioccò le dita “Ti svegli?!”
Sam si voltò e gli sorrise
“Lo sai che non mangio.” Tornò a fissare il nulla
Dean prese un pacchetto di patatine e si sedette davanti al fratello
“Stai pensando a Loui Swan?” sorrise
“No.” Lo guardò “Mi disgusti quando mangi come un maiale.” Lo guardò schifato
“Lo sai che anche io sono stato a letto con Loui? Da Bobby. Quando aveva diciotto anni.”
“La cosa non mi stupisce affatto, si vedeva lontano un miglio che era innamorata di te. Eri più grande di lei e a un certo punto siete spariti tra le macchine di Bobby. Vi abbiamo cercato per più di un’ora. Ricordo che papà e Bobby erano infuriati e già pensavano al peggio.” Dean rise “E ora cos’hai da ridere coglione!”
Dean continuò a ridacchiare per un po’
“Ci siamo nascosti dentro una macchina, tra i sedili sfondati. È stato divertente.”
Sam rise
“Peccato che poi Bobby e papà ti abbiano preso a calci mentre a lei hanno dato un bicchiere di whisky e una ciambella.” Cominciarono a ridere
“Quindi anche tu e lei eh?” ammiccò Dean sorridendo al fratello che sbuffò e poi sorrise
Prima che potesse rispondere arrivò Louise
“Hey agenti.” Si avvicinò in modo che nessuno potesse sentirla “Ho parlato con mio fratello di quello che potrebbe essere, mi è sembrato confuso e impaurito. Tra dieci minuti venite voi e gli parleremo insieme.”
Lei cominciò ad andare lasciando tempo ai due di raggiungerla.
Cominciarono a camminare per il corridoio con dei finti sorrisi sulla faccia rivolti ai medici poi Dean ricominciò il discorso lasciato a metà
“Allora?”
“Allora cosa?” chiese Sam
“Ci sei andato a letto eh?”
“L’ha detto prima, siamo andati a letto, o meglio, siamo andati contro un muro lasciando il cane sul pick-up ad aspettare.” Sbuffò
“Ci sei andato giù pesante eh?!”
“Sì. Molto in effetti.” Il maggiore rise e diede una pacca sulla spalla al fratello che cercava di mostrarsi umano “Questa è la stanza.” Disse Sam fermando il fratello
Dean bussò alla porta della stanza
“Si può?”
Loui sorrise dolce, teneva la mano del fratello che ormai era pienamente sveglio e cosciente.
I Winchester entrarono
“Signor Swan…” disse Sammy
Peter li guardò
“Voi siete gli amici di Louise? I cacciatori…”
“Sì. Volevamo farle qualche domanda.” Riprese Sam con un tono di voce serio ma confortante
“Loui mi ha già spiegato qualcosa. Potrei cominciare a crederci, insomma… è tutto così, così…”
“Così strano?” chiese Dean terminando la frase di Peter
“Sì. È stato strano. Insomma Kara ha preso fuoco, non so come… era nella nostra camera e quando sono entrato anche io, l’ho vista sul soffitto della stanza e…” strinse la mano a Louise “Ha preso fuoco… io…” si portò una mano al viso e le lacrime gli scesero lungo le guance
Louise gli strinse più forte la mano e cercò di consolarlo.
Dean trascinò fuori dalla stanza Sam
“Ha preso fuoco sul soffitto.” Disse duramente il maggiore
“Come la mamma e come Jessica.” Rifletterono un secondo “Non può essere Occhi Gialli.”
“No. Ho ucciso quel bastardo anni fa.”
Louise uscì
“Scusate ma Peter vuole parlare con voi.” Guardò il fratello un secondo “Lo so che per voi è strano. Vi chiedo solo di aiutarmi a spiegargli qualcosa sulla caccia e sui demoni e i mostri. Non vi chiedo altro.”
Dean si avvicinò
“Questo demone deve essere distrutto. Sappiamo per certo che non è quello che ha rovinato le nostre vite perché l’ho ucciso con le mie mani. Questo bastardo deve essere un imitatore o qualcosa del genere.”
Louise gli mise una mano sul braccio
“Mi dispiace veramente tanto Dean.” Si morse il labbro e lo guardò teneramente “Io non so come…”
“Non importa Louise.” Dean sorrise tenero
“Parleremo con Peter, non ti preoccupare.” Ribatté Sam “Se vuoi entrare anche tu…”
“Meglio di sì. Anche se mio fratello è debole staccherebbe volentieri la testa a Dean, vorrei evitarlo.” Sorrise dolcemente
“E perché lo farebbe?” chiese Dean agitato
Louise sorrise e senza rispondere entrò nella stanza
“Pet. I Winchester ti diranno un po’ di cose,” lui la guardò “io sto qui a tenerti la mano.”
Dean e Sam rimasero in piedi davanti al letto
“Noi siamo Sam e” il minore indicò il fratello “Dean Winchester…”
Peter guardò prima l’uno e poi l’altro
“Dean. Dean Winchester.” Peter lo guardò negli occhi duramente, guardò la sorella che abbozzò un sorriso “Lui è Dean Winchester. Quel Dean Winchester?”
“L’unico e il solo.” Sorrise Dean
Louise lo fulminò con uno sguardo di fuoco cercando di dirgli di stare zitto
“Appena mi riprendo ti prendo a sberle.” Peter tossì facendo aumentare il battito cardiaco e la macchina cominciò a emettere dei lunghi Beep, l’infermiera entrò e controllò il macchinario
“Non si stanchi troppo Peter.” Sorrise e lui ricambiò
Appena uscita la ragazza, Sam riprese a parlare
“Okay. Sbrighiamoci, allora i demoni, i mostri esistono ed è stato un demone ha uccidere tua moglie.” Notò lo sguardo pieno di tristezza e malinconia “Lo fermeremo.” Disse tutto duramente
“Voglio partecipare anche io a… come lo chiamate voi tutto questo.” Aveva la voce rauca e spezzata dal dolore “Mia sorella ha sempre avuto ragione e io non le ho mai creduto. Ora voglio uccidere quel bastardo che ha assassinato mia moglie.” Guardò la sorella e poi tornò a guardare i Winchester “Appena sarò fuori voglio che mi insegnate ogni cosa. So già sparare e usare un coltello, ho fatto l’addestramento militare.”
“Perfetto!” esclamò Dean “Noi andiamo a fare ricerche sul campo allora.”
I due fratelli salutarono gli altri fratelli e tornarono all’Impala non prima che Sam facesse qualche carezza sulla nuca di Belle che scodinzolò per tutto il tempo.
Partirono verso il motel più vicino e presero una camera. Era una semplice camera, i letti a una piazza e mezzo coperti con una trapunta beige e le lenzuola bianche. Dean sbattè la borsa sul letto che considerava migliore e si cambiò, si sdraiò sul letto stravolto
“Ho guidato per ore!” sbottò stringendo il cuscino
“Dean!” chiamò Sam
“Voglio solo dormire…” si rotolò sul letto coprendosi la testa col cuscino
“E alzati coglione!” urlò il fratello seccato
“Cosa c’è adesso!” lo guardò con gli occhi verdi di smeraldo “Cosa?!”
“Veramente non sai perché il fratello di Louise vuole prenderti a calci nel culo?” rise mentre si toglieva la cravatta e la giacca
Dean corrugò la fronte e si mise a sedere sul letto, guardò davanti a sé pensando a un valido motivo per cui Peter Swan dovesse avercela con lui ma poi scosse la testa e chiese al fratello
“Veramente non lo sai?” anche Sam rise
“Dimmelo! Mi hai svegliato e adesso me lo dici!”
Sammy si voltò a guardarlo e sorrise
“Sei proprio un coglione.” Sogghignò “Quando sei stato con lei, dieci anni fa, tu avevi ventidue anni e lei diciotto. Tu eri già un donnaiolo all’epoca e lei una ragazzina scappata di casa e finita nella trappola di un Wendigo. L’hai salvata giusto?” guardò il fratello dritto negli occhi
“Sì. Ero con papà e ho fritto quel bastardo prima che potesse farle del male.”
“Esatto. E poi l’avete portata da Bobby per riprendersi ed è stata accanto a te per quanto? Una settimana continuando a sorriderti e a ringraziarti.” Dean annuì “Ti ripeto Dean, lei aveva diciotto anni e tu l’hai salvata da una morte orribile.”
“E allora? Vieni al punto.”
“Sei proprio scemo. Peter vuole spaccarti la faccia perché quando ti sei fatto la sorella, lei era… ora però completa tu la frase da bravo.” Si levò la maglietta
“Era cosa… era felice?” chiese “Era… era…” fece una finta risata nervosa “Non mi dirai che era vergine?”
“Bingo!” disse Sam andando verso il bagno
“Cosa?!” rise nervosamente “Veramente? Ommioddio. Ha ragione Peter a volermi spaccare la faccia. Sono un maledetto figlio di puttana.” Continuò per un po’ a fissare il muro “Dovrò chiedere scusa a Louise per tutto.” Parlava da solo “Le ho fatto male. Sammy! Le ho fatto male!” lo inseguì nel bagno
“Dean! Perché non dormi adesso eh?! Prima eri stanco morto…” si voltò di nuovo a guardarlo con occhi vitrei
Dean gli fu accanto
“E tu come te la sei fatta eh? È stato bello?” Sam lo spinse via
“E lasciami in pace!” E Sam lo chiuse fuori

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Capitolo 3
*** Due. ***


La mattina dopo i ragazzi Winchester scesero dall’Impala e fecero qualche passo prima di essere fermati da uno sceriffo sui sessant’anni con i Ray-Ban neri a specchio, loro tirarono fuori i distintivi dell’FBI e l’agente li fece passare.
Andarono a guardare quello che rimaneva della casa.
C’erano solo le macerie carbonizzate e le fondamenta erano l’unica cosa quasi intatta.
Cominciarono a cercare degli indizi che potessero portarli sulla strada giusta da seguire.
Non trovarono praticamente niente, tutto era andato perso e ormai non si poteva salvare granché.
Sam camminava attentamente tra le rovine della casa cercando di non farsi cadere addosso le travi carbonizzate. Arrivò in quella che doveva essere la sala da pranzo. Tutto era bruciato, non si riconosceva niente, solo le sagome delle sedie e del tavolo.
Un poliziotto entrò
“Brutta storia eh?” cercò di fare conversazione
Sam si girò e cercò di sorridere cordiale allo sceriffo
“Terribile. Lei sa un po’ di più su i Swan?”
Dean si avvicinò e l’agente rispose
“Peter Swan e la sorella Louise erano dei ragazzi gentilissimi e dei fratelli uniti ma quando i genitori sono morti in un incidente d’auto tutto è cambiato. Peter viveva già in questa casa con la fidanzata Kara, la donna morta nell’incendio. Louise venne affidata al fratello, hanno nove anni di differenza e quasi sempre in questi casi si andarono a creare dei conflitti. La ragazza scappò di casa…” questa storia i Winchester la conoscevano già “E quando ritornò dopo una settimana, litigarono ancora e la sorella scappò di casa senza dire una parola.”
Lo sceriffo guardò i federali negli occhi e scosse il capo
“L’altra sera ho incontrato Peter che usciva dal supermercato. Diceva che andava a preparare una cena per la moglie, era il loro anniversario. E poi, forse una fuga di gas, un… non lo sappiamo. E Kara è morta. È stato terribile per tutti, soprattutto per Peter. Lui si è salvato per un pelo ma so già che avete parlato con lui e con la sorella…”
Dean guardò meglio lo sceriffo e si mise le mani in tasca
“Noi dell’FBI crediamo sia un piromane, non sappiamo ancora come scelga le sue vittime ma ci sono già stati quattro incendi come questo in tutto il Texas. Tutti uguali, a tre giorni di distanza l’uno dell’altro.”
Sam annuì
“Se scopriamo altro la terremo informata sceriffo.”
“Grazie agenti. Sono a vostra disposizione, è sempre un piacere aiutare i federali.” Fece un sorriso di circostanza e uscì di casa
Sam guardò Dean
“Trovato niente che ci possa essere utile?” chiese al maggiore
“Zolfo nel giardino sul retro.”
Rimasero a cercare delle altre tracce finché non uscirono di casa e videro la folta chioma di Louise dentro al pick-up intenta a fumare.
Aveva le mani appoggiate al volante e guardava davanti a sé. Tenendo in bocca la sigaretta si legò i capelli e prese la borsa accanto a lei, spostò la macchina in una zona più riservata dietro a qualche albero e si levò i jeans luridi e la canottiera consumata. Infilò dei pantaloni grigi e aderenti. Appoggiò i piedi al cruscotto e infilò i vecchi stivali rossi da cowboy.
I Winchester si guardarono perplessi e poi si avvicinarono al pick-up
“Anche quando l’abbiamo conosciuta noi aveva quegli stivali rossi, quanti anni avranno?” chiese Dean retorico al fratello
La ragazza li vide e si infilò in fretta la maglietta verde e buttò il mozzicone a terra, poi scese dalla macchina seguita da Belle che assaltò Dean e gli balzò in braccio leccandogli la faccia
“Belle! Vieni qui!” la richiamò Louise
“Bava di cane!” disse Dean passandosi la manica della giacca sulla faccia “Io non sopporto i cani, ecco ora sono pieno di peli.” Si indicò il vestito
“Come mai ti sei cambiata?” le chiese Sam guardandola dall’alto in basso
“Come mai fumi?” chiese Dean
“Oh mi avete visto… beh non voglio tornare dopo dieci anni in questa città come una profuga con i vestiti logori di almeno tre anni, ne ho presi di nuovi dieci minuti fa. E fumo quando sono nervosa.” Prese un guinzaglio che teneva sul sedile e legò il cane che la guardò scodinzolando “Avete scoperto qualcosa? Chiese piegandosi per grattare il fianco di Belle
“Zolfo.” Sbottò Sam
“Merda!”
“Merda. Esattamente.” Disse Dean
Una donna si avvicinò a Loui che parlava gesticolando e muovendo la folta chioma
“Loui? Louise!” la donna agitò la mano
La cacciatrice si girò e guardò la donna di mezza età avvicinarsi, probabilmente era una vecchia vicina ma non la riconobbe
“Sono Dolly West ero la vicina di casa dei tuoi genitori.” Aveva un volto simpatico
Loui tirò indietro le ciocche ribelli
“Scusi, non ricordo… è passato così tanto tempo, mi scusi.”
“Oh non importa ragazza. Sono venuta appena ho sentito di tuo fratello, che storia terribile…” Dolly guardò gli agenti “Voi siete gli agenti dell’FBI?”
Dean e Sam la guardarono un secondo
“Esatto.” Risposero all’unisono “Lei ha visto qualcosa?” chiese poi Sam
“Io?! No niente, abito distante da qui ma sono da sempre un’amica di famiglia.” Riprese a parlare con la ragazza dai capelli rossi, si piegò verso Belle cercando di accarezzarla ma il cane si mise a ringhiare e a rizzare il pelo
“Belle! Ma cosa fai. Dolly deve scusarla, non si è mai comportata così.” Si giustificò Loui
Dolly ritirò la mano
“Oh non sto mai molto simpatica ai cani.” sorrise alla ragazza “Comunque cara, se vuoi parlare mi trovi qua in giro.”
“Grazie.” Sorrise dolce Louise “Adesso mi scusi ma devo finire di parlare con i due agenti.”
I Winchester e Loui si allontanarono. Dovettero tirare il cane per il guinzaglio perché si muovesse ma continuava a fissare ringhiando Dolly che si allontanava.
Louise rimase a parlare con i Winchester sulle possibilità di trovare il demone che avesse fatto tutto ciò e sulle condizioni del fratello. Dean e Sam le dissero che alloggiavano all’Easy Motel e lei rispose che probabilmente avrebbe preso una stanza anche lei lì perché in ospedale non poteva restare di notte. La prima notte l’avevano fatta rimanere ma le avevano fatto capire che non poteva rimanere per quelle seguenti.
Si salutarono con una stretta di mano per non destare sospetti poi Louise andò verso la casa bruciata e si fermò a parlare con lo sceriffo Brown che la conosceva da una vita.
Le raccontò di come erano andate le cose da quando se n’era andata. Peter l’aveva cercata per mesi ma poi ha perso le speranze ma non poteva farci niente, lei era maggiorenne e poteva benissimo vivere la sua vita.
Louise era triste e malinconica, forse la sua vita sarebbe stata diversa se fosse restata col fratello ma sapeva troppe cose sul sovrannaturale e non poteva continuare a vivere con l’angoscia di venir attaccata sapendo benissimo come proteggersi.
Alle domande che le rivolgevano rimaneva sempre sul vago e evadeva ogni domanda sul lavoro.
Salutato quelli che riconosceva, tornò in ospedale. Rimase fino a sera accanto al fratello dicendogli ogni cosa scoperta grazie al sopraluogo dei Winchester e poi andò al motel.
L’uomo della reception la guardò un secondo e poi le diede la chiave.
Entrata nella stanza si sdraiò sul letto e sfilò il cellulare dalla tasca, controllò la rubrica mentre accarezzava sul muso il cane che si era sdraiato accanto a lei con il naso sul petto
“Pronto, Sam?! Ciao sono Loui, sono al motel… venite a cena da qualche parte? Okay… vengo da voi. Sì. Di a Dean che porto la cagna e di non rompere se no gliela aizzo contro.” Rise “Arrivo!” e si diresse verso la stanza dei fratelli seguita dalla scodinzolante Belle che non vedeva l’ora di riempire di peli il letto del maggiore dei Winchester.




Angolo autrice
Ciao a tutte :)
Questo capitolo è veramente corto, scusate, ma è un capitolo di raccordo. Il prossimo sarà più lungo e ci sarà qualcosa per cui farmi perdonare per le poche righe di questo capitolo
Un bacio a tutti :*

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Capitolo 4
*** Tre. ***


Dopo aver sentito bussare un paio di volte e aver sentito grattare la porta, Sam si decise ad aprire e vide Belle correre dentro appena la porta fu abbastanza aperta per permetterle di passare
“No! Belle, ferma!” urlò Sammy
Il cane saltò sul letto di Dean e si mise a pancia all’aria scodinzolando
Loui entrò e diede un bacio sulla guancia a Sam
“Belle! Vieni qui.” Batté la mano sulla coscia e il cane scese dal letto saltandole addosso “Dov’è Dean?” chiese con un sorriso
“A fare la doccia, meno male che non ha visto il cane. Potrebbe impazzire.” Rispose Sam cercando di abbassare il più possibile la voce
“In doccia eh?!” Loui si avvicinò al bagno e aprì la porta, sussurrò a Sam “Sai che quando sono stata da Bobby Singer per quella settimana ho beccato Dean a spiarmi sotto la doccia più di una volta?” sorrise “Ora tocca a me.”
Aprì la porta e seguita dal fedele rottweiler tirò la tenda della doccia urlando
“CIAO DEAN!” sorridendo
Il maggiore dei Winchester la fissò e poi subito guardò il cane seduto a guardarlo, tornò a guardare gli occhi verdi di Louise
“Sei pazza!” tirò di nuovo la tenda coprendosi “Una pazza furiosa!”
Louise rise e uscì
“Dovevo vendicarmi per quella volta che mi hai guardato sotto la doccia anni fa, io non dimentico niente.” E uscì ridendo
“Rimani una pazza!” urlò Dean dal bagno
Louise prese una birra dal frigor bar e si sedette al tavolino accanto alla finestra
“Dai Sammy siediti. Parliamo un po’.”
Sam prese una birra e si sedette di fronte alla ragazza che sorrise dolce
“L’ultima volta che ci siamo visti non abbiamo parlato molto eh?” disse lei ridendo
“No, non proprio.” Rise anche lui
“Però è stato divertente.” Concluse lei “Tremendamente eccitante ma divertente.”
“Anche per me.”
Loui alzò un sopracciglio e sorrise, fecero un piccolo brindisi battendo il collo della bottiglie
“Ai tempi passati.” Disse Loui bevendo un generoso sorso

 
Louise sbatté la porta del pick-up e si diresse verso la stanza del motel illuminato da una luce al neon che andava ad intermittenza.
Bussò un paio di volte e poi si voltò a guardare Belle che guardava fuori dal finestrino della macchina. Sam le aprì e la guardò dall’alto in basso
“Louise?” disse con un sorriso ambiguo “Pensavo fossi già in viaggio per ovunque ti piaccia andare.” Avevano appena finito di collaborare a una caccia
“No.” Lo superò ed entrò in camera “Posso farmi una doccia da te? Non ho soldi per la camera.”
“Fai come vuoi.” Sammy chiuse la porta e la guardò sorridendo provocante
Louise si tolse la giacca di pelle davanti a Sam che la guardava sorridendo a mezza bocca poi lei entrò in bagno, aprì l’acqua della doccia lasciando i vestiti ammucchiati sul pavimento
“Si dice in giro che Sam Winchester di ritorno dall’Inferno sia cambiato…” si infilò sotto la doccia
Sam comparì sulla porta
“Potrebbe essere vero.” Si appoggiò allo stipite
“Sei sempre un ottimo cacciatore Winchester.” Si passò le mani tra i ricci bagnati
“Lo so.” Guardava l’ombra dietro la tenda bianca “Lo sai cosa vorrei fare adesso?”
Louise rise
“Cosa?”
“Fare sesso.” Sorrise ancora e incrociò le braccia al petto, Louise si sporse dalla tenda e lo guardò “Con te.” Riprese Sam e la guardò negli occhi e con un sorriso seducente sulle labbra
Louise uscì dalla doccia ancora bagnata e completamente nuda, si avvicinò. Si mise davanti a lui rimanendo incantata da quegli occhi verdi senz’anima ed estremamente eccitanti, si passò la lingua sulle labbra
“Cosa stai aspettando Winchester.” Lo provocò lei
Sam si abbassò e afferrandola per la nuca e affondando la mano nei capelli bagnati la baciò e la trascinò nella stanza da letto.
Lei si strinse a lui afferrandolo per i capelli. Le baciò il collo e i seni. Portò le cosce di lei alla vita
.
Le prese il volto tra le mani e la baciò appassionatamente, la spinse contro la parete con la tappezzeria verde marcio. Louise sbatté la testa contro il muro e gemette per la botta ma Sam non si fermò.
Le leccò il collo e le baciò il mento scendendo lungo il collo e tornò a leccarle l’incavo della gola e ancora una volta si concentrò sui seni.
Cominciò anche lei a passare le dita tra i suoi capelli scuri e morbidi e a disegnare con la mano la forma dei muscoli delle braccia.
Lentamente entrambi cominciarono ad assaporare i corpi sudati baciando ogni singolo centimetro della pelle calda. Si spostarono sul letto. Sam conduceva il gioco e cominciò a spingere prima piano e poi sempre più forte lasciando libero sfogo alle grida di eccitazione della ragazza da cui traeva piacere e aumentavano il suo ego.
Si guardarono negli occhi per un secondo e poi Sam scivolò al fianco di Louise ansimando per qualche secondo, poi ripresero senza dire una parola quella loro violenta e sensuale danza d’amore.

 

Dean uscì dal bagno e guardò diffidente il cane e poi sorrise imbarazzato a Louise, Belle gli corse in contro e appoggiò le zampe sulla sua pancia.
Dean fissò il cane che lo guardava con occhi da cucciolo
“Stai giù!” disse con tono duro e autoritario
Belle si allontanò un po’ e poi, lentamente si distese allungando le zampe e appoggiando il muso sul pavimento. Teneva la coda dritta e la muoveva piano piano, guardava Dean con gli occhi scuri e dolci, guaì lievemente e poi si mise supina rimanendo a fissare il cacciatore che la guardò sbalordito
“Cosa sta facendo?” indicò il cane ai suoi piedi rivolgendosi ai due ragazzi seduti al tavolo
Louise rise
“Si sottomette a te, sei riuscito a domarla. Bravo! Sono anni che provo ad educarla e a cercare di addestrarla ma tutto quello che ricevo sono leccate in faccia.” Guardò Dean negli occhi
Sammy rise
“Credo che riconosca in te il maschio dominante.” Sorrise al fratello
Dean cercò di oltrepassare il cane che ancora a pancia all’aria lo guardava sottosopra
“E ora cosa faccio?” anche Dean guardò Belle che mugolò
“Grattale la pancia, le piace.” Disse Loui bevendo l’ultimo sorso di birra
Dean la fissò un secondo e poi guardò il cane che aspettava solo le sue coccole, si abbassò riluttante e cominciò a grattarle la pancia e sul fianco
“È divertente!” realizzò Dean continuando ad accarezzare il cane
Non appena Dean tornò a sorridere al cane scodinzolante, questo si sollevò e gli sbavò la mano, gli diede una linguata sul naso e scodinzolando tornò a sedersi sotto la sedia della padrona
“Ecco! Bava di cane, perfetto.” Tornò a lavarsi la faccia
Louise rimase fino all'alba con i Winchester a parlar di quel periodo in cui non si erano visti, che non si erano visti tutti e tre insieme.
 

La mattina seguente Dean andò a parlare con Peter in ospedale.
Stava ancora male e probabilmente si stava chiedendo perché non fosse morto lui al posto di Kara.
Dean bussò piano alla porta e vide Peter mettere nel portafogli una fototessera della moglie, aveva un sorriso amaro e gli occhi pieni di lacrime, alzò il capo e lo squadrò
“Entra pure.”
Dean sorrise cordiale
“Salve Peter.” Prese una sedia e si sedette accanto a lui “Louise mi ha pregato di iniziare a spiegarti qualcosa sul nostro mondo e il nostro stile di vita.”
Peter lo guardò malissimo
“Lei dov’è?” chiese brusco
“Sta parlando con i vecchi vicini, vecchi amici. Le stanno raccontando un po’ quello che è successo in questi ultimi anni. Le stanno tutti vicino.”
Peter mugugnò
“E tuo fratello?”
“Sta facendo delle ricerche.”
I due si guardarono un secondo, Dean era quasi preoccupato per quelle occhiatacce che gli riservava Peter ma poi cominciò a spiegargli le varie tecniche per riconoscere il sovrannaturale, per seguire una pista, per uccidere o fermare un mostro, come distruggere un fantasma. Gli spiegò tutto e Peter sembrava sempre più curioso e deciso a diventare un cacciatore e cercare vendetta.

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Capitolo 5
*** Quattro. ***


Passarono tre giorni dall’incendio alla casa di Peter e non ci furono altri incendi nel Texas. Nessuno capì perché quello fosse l’ultimo incendio del demone e i Winchester decisero di concentrarsi a trovare quel demone che doveva ancora trovarsi in quella zona che era piena di tracce.
Peter si riprese in fretta, in una settimana fece la riabilitazione e la settimana dopo venne dimesso, la sorella raccolse le sue cose dalla stanza e lo aiutò a rialzarsi.
Si guardarono per un lungo e intenso minuto negli occhi verdi chiari, quasi trasparenti.
Si ricordarono di quando lui, a diciotto anni, usciva con i suoi amici e impediva a lei, di nove anni, di seguirlo. Poi però quando tornava a casa e la abbracciava, le raccontava le avventure con gli amici e le prometteva che quando sarebbe stata più grande l’avrebbe portata ovunque. Le prometteva che avrebbero fatto un lungo viaggio insieme, che sarebbero stati insieme per sempre.
Si guardarono abbozzando un sorriso. I ricci rossi di lei che ricadevano sulle spalle sottili, i capelli corti ramati e spettinati di lui
“Mi sei mancata Louise.” Si abbracciarono, un lungo e caldo abbraccio
“Anche tu. Molto.” Si strinsero forte
“Mi dispiace Loui…”
“No.” Lo guardò ancora “Non ti dispiacere. È il momento di essere forti questo e devi essere forte, riserva tutto per uccidere quel bastardo, capito?” lui annuì
Uscendo dall’ospedale trovarono Sam appoggiato al pick-up che sorrise nel vedere i fratelli così uniti, Dean uscì dall’Impala e li guardò un secondo
“Pronto Peter?”
“Non immagini neanche quanto.”
Belle si avvicinò e gli annusò i pantaloni
“E questo chi è?” gli accarezzò le orecchie
“Belle. La mia fedele compagna di viaggio, non sai quante volte mi ha salvato il culo da mostri di vario genere.”
Sam strinse la mano a Peter che sorrise tristemente
“Seguiteci.”
Loui andò verso il pick-up seguita da Peter e da Belle. In macchina non c’era abbastanza posto e il cane non voleva rimanere sul retro del furgone, si impuntò e grattando il cemento con le unghie resistette a Louise che tentava di sollevarla.
La cacciatrice sentì Dean ridere, si voltò e lo guardò
“Provaci tu allora! Visto che le stai così tanto simpatico.”
“Io a quella non mi avvicino.” Scosse la testa ridendo
“Beh non posso lasciarla qui ed evidentemente preferisce i sedili di pelle al metallo freddo.” Louise guardò con un sorriso Sam e si rivolse a lui “Apri per favore la portiera dietro?”
Sammy aprì la portiera e in un millesimo di secondo Belle saltò sui sedili scodinzolando.
I due Winchester guardarono prima il cane e poi la ragazza, Dean alzò la voce sconvolto
“No! Non può stare sulla mia piccola. La riempie di peli. Vai giù cane!” ma il rottweiler non si mosse
Peter appoggiato alla portiera sorrise nel vedere Dean in difficoltà, non gli stava antipatico ma era solo una questione di orgoglio e senso di protezione fraterno. Ovviamente non sapeva niente della notte che la sorella aveva passato con Sam
“Dai Winchester! Poi ti pago l’autolavaggio.” Rise Louise e prima che Dean potesse ribattere era già in macchina
I Winchester fecero strada verso un capannone abbandonato in periferia. Belle mise il muso tra i sedili appoggiando il mento sulla spalla di Dean
“Sembra che il cane si sia innamorato di te Dean.” disse Sam
“Si eh? Beh io no. I cani puzzano.” Spostò la spalla costringendo Belle a spostarsi
Il cane guaì felice e batteva forte la coda sui sedili con grande disapprovazione di Dean.
Frenarono davanti a un capannone. Belle saltò giù e corse verso la padrona, i tre cacciatori e Peter entrarono nel capannone
“Ti insegneremo tutto.” Disse la sorella sorridendo dolce e comprensiva al fratello che guardò corrugando la fronte i simboli disegnati con la vernice o col sangue sulle pareti e sul pavimento
“E questi a cosa servono.”
“A rimandare al mittente gli angeli.” Disse Dean
“Esistono anche quelli?” sorrise Peter nervosamente
“Oh sì. E sono dei maledetti bastardi.” Rispose il minore dei Winchester
“Voi ne conoscete uno vero? Quello strano con il cappotto…” disse Louise
“È un trench in realtà.” Disse Dean sorridendo
“Un angelo con un trench. È sempre tutto più strano.” Peter guardò la sorella “Okay.” Prese un profondo respiro “Okay, iniziamo.”
Belle stava al fianco di Louise come per proteggerla ma ostacolava i suoi movimenti
“Da brava Belle! Stai giù.”
La prese per il collare e la portò fuori scusandosi un secondo con gli altri tre
“Belle, vai a farti un giro. Incontriamoci davanti alla stanza di motel, dai vai.” Il cane sembrò capirla e trottò via inseguendo una lucertola o qualche scoiattolo che aveva puntato
Louise tornò dentro
“Cosa ne hai fatto del cane?”
“Le ho detto di andare a farsi un giro. Quel cane è quasi umano, sembra capire ogni cosa che le dico. È come la migliore amica che non ho mai avuto.” Sorrise “Continuiamo pure.”
 

Belle passeggiava annusando i vicoli umidi della città. Era calata la notte e la cappa di umidità copriva la periferia di Wichita Falls.
Del rottweiler si sentiva solo il ticchettare delle unghie sul cemento bagnato. Entrò in un vicolo e notando che non c’era una via d’uscita si voltò per tornare al motel dalla sua padrona ma il passaggio le venne bloccato da un odore pungente di zolfo.
Il cane guardò l’uomo davanti a lei e cominciò a ringhiare
“Ciao cagnolina.” Disse con accento scozzese
Belle aveva il pelo ritto e la coda dritta dietro di sé. Mostrava i denti e latrava minacciosa
“Stai buona! Non voglio farti niente.” Sorrise ma il cane continuava a fissarlo digrignando le zanne “Pensavo potessimo parlare io e te. Da demone a cane.” Schioccò le dita
Il rottweiler si voltò e continuò ad arretrare finché non venne costretto in un angolo
“Ovviamente conosci già Dolly.” La donna sorrise malefica mostrando le orbite nere e oscure “Prendi il cane.” Ordinò il Re e il demone obbedì
Dolly sparì con il cane che emise un ultimo guaito
“E ora andiamo a fare visita a dei vecchi amici.” E il Re scozzese scomparì dopo pochi passi percorsi nel buio

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Capitolo 6
*** Cinque. ***


Dopo il lungo addestramento di Peter tornarono tutti e quattro al motel, Dean venne incaricato di prendere la cena mentre gli altri andavano nelle rispettive stanze.
Louise e Peter si sistemarono nella camera della ragazza e mentre il fratello andava a farsi una doccia, lei si sdraiò sul letto; guardò la porta del bagno con il vapore che usciva.
Si passò le dita tra i ricci


Louise e Peter avevano iniziato a litigare già dell’inizio della giornata. Louise aveva ricevuto le risposte delle università a cui aveva fatto domanda e Peter le metteva fretta per sapere i risultati.
 

Si sentì bussare e Loui andò ad aprire
“Entra Dean.” Il ragazzo entrò con le sporte del fastfood  “Peter è sotto la doccia.” Subito dopo entrò anche Sam
“Dov’è la bestia?” chiese Dean preoccupato di una possibile aggressione
“Non si è ancora fatta vedere.” Disse Loui inquieta “Questa è l’ora della cena anche per lei e il fatto che non sia tornata mi preoccupa.”
“Si farà viva.” Cercò di tranquillizzarla Sam “I cani sanno sempre trovare la via di casa.”
Aspettarono Peter e poi cominciarono a mangiare


“Dai aprile.” Si sedette al tavolo
“Un attimo.” Respirò a fondo “Peter, io non so se ci voglio andare veramente all’università.”
Lui la guardò
“Cosa vuol dire che non lo sai, l’avevamo deciso anni fa. Insieme.”
“Beh le cose sono un po’ cambiate. Io voglio andare in giro, vedere il mondo. Come volevamo fare prima dell’incidente.”
“Siamo cresciuti. Non possiamo vivere di sogni Loui.” Sbuffò “Apri quelle buste.”
“No.” Louise si alzò e fece un giro della stanza “Non voglio.”
Uscì di casa sbattendo la porta per tornare solo qualche ora dopo.


 
“La tua vita potrebbe cambiare per sempre Peter, lo sai vero?” gli chiese Dean addentando un hamburger
“Sì, lo so. Ma voglio distruggere quel figlio di puttana come lui ha distrutto la mia vita.”
 

“Dove sei stata?” la aggredì non appena entrò in casa “Sei uscita con Fred vero? Lo sai che quello è un poco di buono.”
“No. Non sono uscita con Fred. Mi hai detto di non uscirci e non l’ho più fatto.” lo guardò negli occhi “E sai perché non l’ho fatto?! Perché faccio sempre quello che mi dici di fare. Se mi piace un ragazzo e a te no, non ci esco più. Se voglio iscrivermi a Stanford e tu dici che è meglio Harvard allora faccio domanda ad Harvard.” Urlava contro il fratello che la guardava duramente “Smettila di dirmi cosa fare. Non sei mamma e papà!”
Peter le tirò uno schiaffo.

 

“Tutto bene Louise?” chiese Sam vedendola giocare con le patatine fritte nel piatto
Lei alzò lo sguardo triste e pensierosa
“Guarda che Belle tornerà da un momento all’altro.” Cercò di confortarla l’amico
Ma Loui pensava ad altro oltre che al suo cane, spinse via le patatine e l’hamburger a cui aveva dato solo un morso. Le si era chiuso lo stomaco
“Non le mangi più?” chiese Dean allungando la mano
“Fai pure.” Gli lasciò mangiare la sua cena
 

“Lasciami in pace!” urlò lei al fratello “Smettila di seguirmi. Ti odio!” percorse il vialetto a grandi passi
“Dove vorresti andare adesso?” urlò di conseguenza Peter
“Lontano da te.” Si voltò Louise a guardarlo
Kara uscì dalla porta e guardò il fidanzato litigare con la sorella, le dispiaceva per quella minuscola famiglia a pezzi ma era meglio che non si mettesse in mezzo.
Peter raggiunse la sorella, lei aveva da poco compiuto diciotto anni e lui ne aveva ventisette. La differenza di età si era cominciata a sentire alla morte dei genitori.
Avevano avuto in incedente in macchina ed erano morti entrambi. Louise aveva sedici anni e venne affidata al fratello che ormai aveva una vita sua e conviveva con la fidanzata in una villetta in un quartiere residenziale.
Louise non aveva dimenticato quando il fratello le diceva che sarebbero stati per sempre loro due, solo loro due e vederlo con “un’altra” le dava fastidio. Peter era il suo fratellone e odiava vederlo con una donna che non fosse lei.
Forse era troppo gelosa e il suo amore per il fratello era troppo morboso ma l’aveva sempre avuto solo per lei e condividerlo con un’altra donna le dava fastidio.
E poi lui non le dava tregua, le stava addosso e non le lasciava fare le sue scelte. Lei voleva vivere la sua vita.
Remissiva tornò in casa ma alla notte scappò di casa. Rubò le chiavi della macchina del fratello e riuscì ad arrivare fino al confine con il New Mexico poi la macchina si fermò e fu costretta a fare l’autostop per tutta la notte e anche per il giorno seguente. Accettò diversi passaggi e anche se era terrorizzata saliva lo stesso sui camion.
Uno di quei camion riuscì a portarla fino in Idaho. Spese i pochi soldi rimasti per comprarsi da mangiare.
Era notte e non sapeva dove andare, sapeva solo il nome della città:
Crouch.
Camminò disorientata e spaventata per qualche ora. Entrò incautamente nel bosco, teneva in mano una torcia che aveva rubato dal discount.

 

“Non so come ringraziarvi ragazzi per quello che state facendo per me, insegnarmi a cacciare e tutto il resto…”
“Vogliamo quanto te far fuori quel figlio di puttana.” Disse Dean
E i Winchester cominciarono a raccontare a Peter un po’ della loro vita.
 

Louise sentì un rumore alle sue spalle
“Fai che non sia un orso.” Puntò la luce contro gli alberi
Sentì come un ruggito e una figura pallida ed ossuta le comparì alle spalle, Louise emise un urlo acuto e perforante e cominciò a correre sperando di salvarsi.
Venne presa quasi subito e trascinata in una grotta fredda e umida.

 

“Loui sicura che vada tutto bene?”
“Sì Dean non ti preoccupare. Vado fuori a fumarmi una sigaretta.” Finì di arrotolare il drum e uscì sbattendo la porta
Era preoccupata per il fratello. Per lui era tutta una novità, non sapeva in cosa stava cacciandosi e aveva paura per lui, per la sua incolumità. Sapeva benissimo che avevano bisogno l’una dell’altro ma era duro ammetterlo dopo dieci anni di solitudine.
 

Un uomo e un ragazzo entrarono nella grotta cautamente. L’uomo, teneva in mano una pistola e una specie di lanciafiamme artigianale. L’altro, il ragazzo, aveva una pistola e una torcia per illuminarsi la strada.
Si fecero dei segni e poi sentirono dei mugugni provenire dal fondo della grotta, il ragazzo andò nella direzione della voce sommessa.
Si avvicinò e vide delle carcasse di uomini legate. Forse erano lì da qualche giorno. Illuminò i corpi e vide la sagoma di una ragazza che, legata per i polsi e per i piedi, cercava di liberarsi. Emetteva dei piccoli versi di paura.
Si avvicinò. Lei lo guardò negli occhi e tentò di chiedere aiuto ma non riusciva a parlare, lui le tagliò le corde
“Come ti chiami?” chiese bisbigliando
La ragazza dalla chioma rossa si guardò intorno e vide i morti accanto a lei e cominciò a urlare, lui le mise una mano sulla bocca zittendola e le disse di non fare rumore, che tutto sarebbe andato bene.
Prese la ragazza tra le braccia e uscì dal tunnel e andò verso il padre
“Papà… questa è viva.” La ragazza avvolse le braccia al collo di Dean
“Portala fuori.” Bisbigliò John “Ci penso io qui.”
Il Wendigo si parò davanti alla ragazza e a Dean, John si voltò in tempo e con un colpo di pistola lo rallentò e facendo partire la fiamma sconfisse definitivamente il mostro.

 

Sam uscì dalla porta e andò a fare compagnia a Loui che stava seduta sul marciapiede e guardava le stelle
“Hey.”
“Ciao Sammy.” continuava a guardare il cielo
Sam si sedette accanto a lei
“Non stai così solo per il cane vero?” sembrava stranamente umano seppur senza anima
Quella ragazza gli faceva uno strano effetto
“No. È tutta questa storia, mio fratello che caccia… non lo so.” Louise si passò una mano in faccia
 

Dean e John misero la ragazza sui sedili posteriori dell’Impala
“Ti portiamo in ospedale ragazzina.”
Lei guardò il ragazzo poco più grande di lei
“No.” Lo guardò implorante “Non posso andarci.”
John guardò Dean
“Dean. Muoviti!”
Il figlio guardò il padre, prese un profondo respiro e osservò la ragazza che lo guardava con occhi imploranti
“Come ti chiami?” le chiese dolce
“Louise, non posso tornare a casa… ti prego.” Gli strinse la mano
“Riposati adesso.” Disse John e la ragazza si strinse nella giacca che Dean le aveva messo addosso
A metà strada per arrivare all’ospedale, Dean si voltò a vedere la ragazza che dormiva
“Non possiamo portarla in ospedale. Per me è scappata di casa.”
“E cosa vuoi fare? Rapire una ragazza?” John scosse la testa, guardò il figlio “Okay!” frenò e fece inversione “Andiamo da Bobby, tuo fratello è già lì. La facciamo riprendere e poi la riportiamo a casa.”
Il giovane Dean Winchester sorrise alla ragazza addormentata e tremante.

 

“Tuo fratello ha preso una decisione. Vuole vendicarsi, come dargli torto.” Cercò di farle capire Sam
“Non lo so, lui odiava la mia vita e odiava perfino quando mi vedeva sfogliare libri sui mostri. E ora si è catapultato dentro alla caccia, come se fosse sempre stato normale. Per me ci sono voluti anni per capire e per abituarmi a una vita di stenti e anche se sono rubare e barare a poker, la vita non è affatto facile. Non vivo in hotel di lusso e ho gli stessi vestiti da anni. A mala pena riesco a farmi una doccia a settimana e a cambiarmi le mutande.” Rise nervosa “Negli ultimi due anni sono stata con il cane ma prima è stato difficile. Stare da sola, cacciare da sola…”
“Non sarai sola e tuo fratello non sarà solo. Siete quello che rimane della vostra famiglia. Dovrete dipendere l’uno dall’altra. I primi tempi sarà difficile, lo so, ma poi vi abituerete. Ci saranno sempre scontri e battibecchi ma sarete pronti a salvarvi il culo in ogni occasione.”
Louise si voltò e lo guardò negli occhi lievemente coperti dalle ciocche di capelli
“Ora stai parlando di me e Peter o di te e Dean?” Sam sorrise e le diede una leggera spinta con la spalla
Loui lo guardò e sorrise, si avvicinò e gli diede un tenero bacio sulle labbra, gli mise una mano sul ginocchio
“Grazie Sammy. Sei sicuro di non avere ancora l’anima?” sorrise ancora e lo guardò negli occhi
Sam annuì
Louise si alzò
“Ora torniamo dentro che mi è ritornata fame, spero che tuo fratello non mi abbia mangiato tutte le patatine.”
Sam la guardò rientrare e sorrise.

 
-Me ne vado Peter. Scusami. So che questo biglietto non sarà abbastanza ma dirti quello che devo dirti a voce sarebbe molto più doloroso. Sei mio fratello e ti voglio bene ma quello che ho scoperto, la scoperta dell’esistenza di mostri e creature sovrannaturali mi ha cambiato. So chi potrà aiutarmi nella mia missione. Potrai prendermi per pazza e non accettare la nuova vita che sto per iniziare ma sappi che ti vorrò sempre bene, qualunque cosa accada. Un bacio Loui.-

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Capitolo 7
*** Sei. ***


Peter si lasciò andare sul letto a dormire mentre Loui e i Winchester rimasero svegli un altro po’. Per non disturbare il fratello andarono nella stanza dei ragazzi ma anche Sam non aveva più voglia di contatti umani e si chiuse in stanza, così Dean e Louise si ritrovarono svegli e soli a parlare seduti sul bordo del retro del pick-up
“Da quanto tempo non parliamo Winchester?”
“Da dieci anni.” Sorrise lui guardandola di sfuggita
Loui si sdraiò e guardò il cielo
“Non credo di aver mai ringraziato abbastanza te e John per avermi salvato dal Wendigo.”
Dean le si sdraiò accanto e le sfiorò la mano
“Te lo ricordi ancora eh?”
“Come se fosse ieri. Ero terrorizzata ed ero una stupida ragazzina scappata di casa che si era persa. Meno male che mi avete sentito urlare.”
“Come poter dimenticare quell’urlo lancinante nel bel mezzo della notte.” Rise Dean
“Grazie per avermi tenuto con voi e non avermi lasciato in ospedale da sola a rispondere a un sacco di domande a cui non avrei saputo rispondere.”
I due si guardarono e sorrisero
 

Dean guardò la ragazza svegliarsi
“Ciao.” Le sorrise
“Dove sono?” si alzò di scatto “AH! La testa.” Si portò una mano alla tempia
 Guardò gli occhi verdi del ventiduenne seduto accanto a lei che sfogliava una rivista di caccia e teneva le gambe allungate su un'altra sedia
“Sdraiati. Avanti.” La fece sdraiare di nuovo
“Tu sei quel ragazzo che mi ha salvato da quella cosa… quel…”
“Un Wendigo.” Lo disse come se fosse naturale
“Un cosa-digo?” chiese lei frastornata
Dean cominciò a spiegarle un po’ del loro mondo, di cosa davano la caccia lui, suo padre e suo fratello, cominciò a spiegargli gli affari di famiglia. Le disse che non l’avevano portata in ospedale ma a casa di Bobby Singer nel South Dakota. Aveva tutto il tempo di riprendersi ma poi sarebbe dovuta ritornare a casa
“Vivo con mio fratello in Texas.” Disse lei perdendosi negli occhi smeraldini che brillavano e nel sorriso sicuro di Dean che non smetteva di rivolgerle per darle coraggio
In quel momento il giovane Sam si avvicinò
“Ah! Ti sei svegliata, tutto bene?”
“Sì. Grazie.” Sorrise lei
“Sono Sam, il fratello di Dean.” Comparì anche John “E lui è papà.”
“Ciao.” Disse lui severo ma paterno con un sorriso “Stai meglio?”
“Sì. Lei è l’uomo che mi ha salvato… grazie. Io non so come…”
“Non farlo. È il nostro lavoro.” Disse John
“Grazie infinite.” Sorrise Loui timida


 
“Stavi simpatica a papà, anche se ti ha conosciuto per poco.” Disse Dean tornando a guardare le stelle
“Ti manca tuo padre?” le chiese sussurrando
“Non passa giorno in cui non ci pensi e che non lo rivoglia indietro.” Sospirò
“Io penso sempre a mamma e papà. Se ne sono andati quando avevo più bisogno di loro…” Dean sapeva benissimo come ci si sentiva “Scusa, non dovevo parlarne.”
“No. Non ti preoccupare, va tutto bene.” Sorrise lui “Anche a me piace ricordare la mia famiglia e anche se ho dei ricordi offuscati di mia mamma, le voglio sempre bene e papà è il mio eroe.”
 

“Papà hai visto Dean?” chiese Sam
“Ti stavo per fare la stessa domanda.” Padre e figlio si guardarono attorno
Bobby comparve dallo studio
“Ho una bella notizia. È sparita anche la ragazza.” Disse brusco
“Io quello lo ammazzo.” Sussurrò John “Come faccia a non capire niente delle ragazze non lo so.”
Sam lo guardò
“E cosa doveva capire?” chiese il figlio minore
“Che Louise è vergine.” Disse John come se fosse ovvio “Se le fa del male è la volta buona che lo ammazzo.” Sbuffò “Non come quella volta che mi ha preso la macchina per farsi un giro.”
Bobby si guardò intorno
“Scommetto tutti i miei libri che sono tra qualche macchina.” E andarono a cercarli

 

Louise si girò sul fianco rivolta verso Dean
“È sempre stato tutto così strano tra noi due.” Constatò
“Hai ragione!” ridacchiò Dean “Finiamo sempre per stare sdraiati su una macchina a parlare. Però questa volta non ci stiamo nascondendo da nessuno.”
Cominciarono a ridere
“Sam mi ha detto che non sapevi che fossi vergine quando sono stata con te.”
“No! Ti giuro. Non lo sapevo.” Ammise le sue colpe “Scusami se…”
“Scusarti di cosa. Sei una testa di cazzo, è vero, ma è stato bello, quasi romantico” Si guardarono negli occhi poi lei scoppiò a ridere
 

Rimasero sdraiati uno sopra l’altra sui sedili posteriori di una vecchia macchina da rottamare. I sedili perdevano imbottitura ma a nessuno dei due importava.
Dean le diede un bacio sulla clavicola
“Ti è piaciuto?” questa domanda serviva ad aumentare il suo ego e la sua fama di Don Giovanni
Louise arrossì diventando del colore dei suoi capelli
“Sì.” Bisbigliò stringendo le braccia intorno alla schiena nuda di Dean
Lui si appoggiava gentilmente al corpo di lei senza soffocarla con il peso, appoggiò il mento sullo sterno di lei e la guardò negli occhi
“Stai bene?” chiese dolce passandole le dita tra i ricci fulvi
“Sì.” Bisbigliò ancora lei
Non sapeva cosa dire o cosa fare. Rimaneva a guardare il ragazzo davanti a lei con cui aveva appena fatto l’amore, non c’era bisogno di dirgli che era la sua prima volta, ormai era inutile.
Sentirono le grida che li chiamavano e li cercavano
“Forse è meglio andare.” Disse Loui sollevandosi un po’
“Credo di sì.” Si diedero un altro bacio
Comparirono sorridendosi da dietro una macchina, avrebbero potuto dire che erano andati a fare una passeggiata ma John li beccò subito
“Allora?!” guardò duro Dean
“Cosa?” sorrise lui facendo il finto tonto
“Lo sai cosa.” Guardò la ragazza che un attimo prima sorrideva e poi, notando lo sguardo severo, abbassò la testa
“Vieni Loui.” Bobby la portò in casa “La vuoi una ciambella?”
“Sì, grazie.”
“Ti piace il whisky?” chiese accompagnandola in cucina
“Quanto basta signore.”
Bobby rise
“Chiamami Bobby ragazza.”

 

“Ricordo che John ti fece il solito cazziatone.”
“Non immagini quanto. Ma ero abituato. Non ci feci troppo caso e quando papà tornò in casa, Sammy, che aveva ridacchiato tutto il tempo, mi guardò e mi disse che avevo dei pezzi di imbottitura gialla tra i capelli e sui vestiti.” Rise
“Anche io ero piena di quella roba tra i capelli, siamo stati beccati in flagrante.” Risero insieme
Dean si mise sul fianco e guardò Louise
“Mi ricordo quando ti abbiamo riportato a casa, ti abbiamo lasciato giù e siamo partiti prima che qualcuno potesse vederci.” Sorrise “Ma come mai hai detto che sei stata con me a tuo fratello? Non c’era bisogno di dirgli tutto… ora vuole uccidermi.”
Louise e Dean si guardarono un secondo imbarazzati ed entrambi tornarono a guardare le stelle
“Beh lui mi ha chiesto dove fossi andata e io gli ho detto –con Dean Winchester- così lui mi ha chiesto chi fosse e io gli ho risposto che era il ragazzo con cui avevo fatto sesso.” Rise “Sono stata troppo stupida ma ero ancora arrabbiata con lui. Credo si sia infuriato più per il fatto che ho preso una decisione senza consultarlo che per il fatto che fossi stata con un ragazzo.”
Dean sorrise
“E per la storia del Wendigo?”
“Oh. Sì beh… quello è stato più difficile. Gli ho spiegato quello che mi dicesti tu ma non la prese bene come me e non passò neanche una settimana che scappai di nuovo. Quella volta andai subito da Bobby e mi feci aiutare con la macchina, i soldi, le armi e tutto il resto.” Sorrise malinconica “È strano rivedere mio fratello dopo tanto e rivederlo come un cacciatore. Mi dispiace per quello che ha dovuto passare.”
Dean non disse niente e ancora una volta tornò a sfiorare la mano della cacciatrice. Rimasero a parlare per più di un’ora sdraiati sul retro del pick-up. Parlarono dei genitori persi e dei fratelli. Parlarono di come si sentivano quando riuscivano a salvare una persona, di come fosse logorante quella vita, ma era la loro vita, il loro lavoro e non potevano smettere di farlo solo perché erano stanchi.
 

La mattina dopo, Belle non era ancora tornata e Louise cominciò a preoccuparsi seriamente.
Andò con Sam a cercare il rottweiler per tutta la città senza trovarla, la chiamavano ma non riuscirono a trovarla.
Loui rimase mogia per tutta la giornata e neanche Peter riuscì a consolarla. Lei era felice per il rapporto riacquistato con il fratello ma rivoleva la sua amica, ne aveva bisogno.
Ritornarono al motel e Louise rimase ancora una volta da sola con Dean perché gli altri due andarono a prendere delle armi dal retro dell’Impala.
Non appena furono soli sentirono uno schianto e quando si voltarono videro l’infermiera dell’ospedale che si occupava di Peter in mezzo alla stanza. Sorrideva e teneva le mani sul fianco. Batté gli occhi e l’iride divenne nera.
I due cacciatori si alzarono
“Vedo che avete capito, questo nuovo contenitore mi piace.” Si guardò dall’alto in basso e poi guardò Louise “La tua amica texana era terribile.”
Loui la fissò non capendo
“Quando sono venuta a presentarmi come Dolly, la vecchia amica di famiglia, ero nel corpo di Dolly ma conducevo io i giochi. E mi divertivo. Per questo la cagna ringhiava.” Sorrise e poi guardò Dean “Vi ho riconosciuto subito Winchester.”
“Certo. Con voi dagli occhi neri non serve un distintivo falso per nascondersi.” Guardò il demone in faccia con ribrezzo
“Cos’è quella faccia Dean? Non ti è piaciuto come ho fritto quella povera donna? Pensavo che a te e al fratellino facesse piacere ricordare la tragica morte della mamma.” Disse sarcastico, rise
“Figlio di puttana.” Mormorò Dean
Entrarono d’improvviso Peter e Sam che guardarono il demone
“Tu devi essere Peter, mi dispiace per tua moglie, veramente. Lo giuro. Ma è stato divertente vedere la tua faccia quando l’hai vista prendere fuoco sul soffitto di casa.” Rise “Il Re vuole vedervi. C’è un vecchio capannone fuori città.” Sorrise guardando i quattro “Ci vediamo lì tra un’ora.” E svanì.

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Capitolo 8
*** Sette. ***


Rimasero a guardarsi per un secondo.
Se Crowley decideva di venire sulla Terra e parlare con i Winchester c’era un motivo.
Peter rimase a guardare il vuoto in cui prima c’era l’infermiera dagli occhi neri. Era il suo primo incontro con un demone e non riusciva a capire niente di quello che era successo.
Louise guardò gli occhi del fratello e lo trascinò per la giacca fuori dalla stanza
“Era il demone. Quello era un demone.” Gli spiegò la sorella “Si impossessano delle persone e se ne fregano se fanno del male. Sono crudeli e si divertono nel vedere soffrire le persone.”
“È stata quella cosa ha rovinare la mia vita?”
“Sì. E bisogna fermarla.” Si guardarono negli occhi “Ti aiuterò io.” Gli mise una mano sulla spalla e cercò di infondergli coraggio
I Winchester uscirono
“Andiamo. Meglio muoversi.” Disse Dean dirigendosi verso l’Impala
“Noi vi seguiamo.” I fratelli Swan salirono sul pick-up
 

Arrivarono al vecchio capannone abbandonato, si guardarono intorno
“Sei pronto fratellone?” chiese Louise prima di entrare
“Non vedo l’ora.”
Andarono a prendere da dentro una sacca nel retro della macchina delle catene di ferro, dei fucili e una scorta di sale e acqua santa.
Decisero di dividersi, Dean e Loui sarebbero entrati dalla porta principale mentre Sam e Peter avrebbero fatto il giro dall’esterno. I primi due cominciarono a segnare il pavimento con diverse trappole del diavolo e mentre Sam raggiungeva la seconda porta notò delle tracce di zolfo.
Chiusero la porta di servizio e cominciarono a disegnare trappole del diavolo e simboli restando attenti a qualunque rumore o spostamento d’aria.
Louise e Dean cominciarono a guardarsi intorno, non si vedeva l’ombra dell’infermiera posseduta e cominciavano a pensare di essere finiti in una trappola di Crowley.
La cacciatrice non l’aveva mai incontrato, lo conosceva solo di fama. Sapeva che dopo che Lucifero era stato messo in gabbia insieme a Sam, era passato da Re degli incroci a Re dell’oltretomba. Sapeva come aveva più di una volta ingannato i Winchester dandogli l’illusione di poter restituire l’anima a Sam e in cambio gli commissionava cacce.
Dean guardò Loui
“Hai paura?” le chiese sarcastico
“Oh sì. Sono tutto un tremolio. Salvami Dean Winchester…” rise rispondendo anche lei con sarcasmo
“Ammettilo che ti piacerebbe essere salvata ancora da me.” La guardò
I due si fermarono e si misero uno davanti all’altro guardandosi negli occhi, lei era più bassa di lui di qualche centimetro e alzò gli occhi per incrociare i suoi
“Ciao Louise.”
“Salve Thelma. Potremmo tornare su i sedili posteriori di una macchina dopo, magari senza lanciarci giù dal Grand Canyon.” Disse lei appoggiando il fucile sulla spalla
Dean rise nervoso
“Non provocarmi ragazza!” disse fissandola un secondo
Una risata roca provenì dal fondo della stanza e l’infermiera comparve, indossava ancora la divisa azzurra con lo stetoscopio al collo
“Ciao ragazzi.” Li guardò sorridendo “Come state? Io benissimo. Adoro questo corpo, così veloce e così giovane. La povera donna qua dentro ne ha passate molte di storie, sta divorziando. Poverina. Non credo che con me avrà mai la custodia dei figli e la cosa mi rende molto triste. Dentro di me sto piangendo, lo giuro. D’altronde non mi piaceva il corpo di Dolly, era veramente poco divertente e troppo credente per i miei gusti.” Rise
“Perché ci hai fatto venire qui?” disse Dean duramente
“Ma ve l’ho detto. Il Re voleva così e visto che di me si fida, mi ha mandato qui a fare tutto questo lavoro. Per vedere voi Winchester e per vedere lei.” Guardò con un sorriso Louise “Bei capelli.” Disse ironico
“Sempre meglio dei i tuoi.” Rispose Loui
In quel momento alle spalle del demone comparvero Peter e Sam che prontamente lo immobilizzarono con dell’acqua santa e subito lo incatenarono con del ferro.
Peter guardò il demone
“Bastarda!” disse e il demone rise guardandolo
“Scusami per tua moglie, eseguo solo gli ordini.” Sorrise
“Dobbiamo ucciderla vero?” chiese Peter ai cacciatori più esperti
“No. La esorcizzeremo, le faremo fare un bel viaggetto all’Inferno.” Lo guardò Dean, poi tirò fuori il suo coltello e lo porse a Peter “Però prima puoi vendicarti quanto vuoi. Fagli qualche graffio, per sfogarti.”
Lo trascinarono nel centro di una trappola. Il demone fece resistenza ma ormai l’avevano in pugno.
Lasciarono Peter da solo con il demone, sentivano le urla laceranti e dopo qualche minuto tornarono a vedere cosa rimaneva del corpo dell’infermiera e del demone al suo interno.
Il demone era sfiancato e perdeva sangue dalle braccia e dalla coscia. Fermarono Peter che si era sfogato abbastanza
Sam guardò i fratelli Swan
“Vuoi esorcizzarla tu?” chiese a Loui
“Non me la cavo bene con il latino. So che tu sei il dio degli esorcismi. È tutta tua!”
Sam si schiarì la voce e cominciò a ripetere la formula in latino

Exorcizamus te, omnis immundus spiritus
omnis satanica potestas, omnis incursio
infernalis adversarii, omnis legio,
omnis congregatio et secta diabolica…


Il demone si contorceva senza poter fuggire e urlava disperato quando a un certo punto si sentì una voce schiarirsi dal fondo del vecchio capanno
“Salve ragazzi.” Disse come divertito “È da un po’ che non ci si vede vero?”
I cacciatori si voltarono e lo guardarono stupefatti, si sentì un guaito debole. Louise sgranò gli occhi
“Ommioddio!” esclamò portandosi una mano alla bocca.

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Capitolo 9
*** Otto. ***


Il demone rise fragorosamente ma nessuno lo guardò. Tutti fissavano Crowley che sorrideva. Il Re dell’Inferno teneva la mano intorno al collare di Belle che rimaneva sollevata sulle zampe posteriori e uggiolava spaventata, teneva la coda tra le gambe e tremava dalla paura
“Questa bella cagnolina ed io siamo diventati ottimi amici.”
“Cosa le hai fatto bastardo?” urlò Loui
Crowley rise, Dean e Sam lo guardarono
“Perché non sei all’Inferno?” sibilò Dean
“Non lo sono? Già. Dovrei esserlo. È strano, non trovate?” sorrise il demone scozzese
Peter lo guardò
“Chi è quello?” chiese rivolgendosi alla sorella
Crowley lo guardò
“Ah! Tu devi essere il poveraccio a cui ho distrutto la famiglia. Scusami. Ma mi servivi per i miei piani.”
Peter lo guardò un secondo con odio
“Quello è Crowley, un maledetto figlio di puttana meglio conosciuto come Re dell’Inferno.” Disse Dean “Che dovrebbe morire.”
“Ricominciamo con la storia che dovrei morire? Siete monotoni.” Strinse più forte il cane che latrò ancora
“Lascia il cane!” intimò Dean
Crowley sorrise a mezza bocca
“Come mai ti piacciono i cani adesso Dean? Pensavo che tu e queste bellissime bestie non andaste molto d’accordo.” Schioccò le dita
Si sentì un ruggito e il graffiare delle unghie sul cemento umido, Crowley passò le dita tra la pelliccia del suo mastino
“È cresciuto dall’ultima volta.”
Dean impallidì, non poteva vederlo ma riusciva benissimo a ricordarsi le unghie e i morsi che gli avevano lasciato anni fa i mastini di Lilith. Sam lo guardò preoccupato, ricordava anche lui il terrore negli occhi del fratello
“Cosa vuoi Crowley?” ringhiò Sam
“Lasciate andare la mia amica là in fondo e io lascio andare la cagna.”
Peter guardò gli altri, spettava a lui la decisione e poi vide gli occhi della sorella. Capì che lei voleva veramente bene a quel cane, come uno di famiglia forse di più di quanto volesse bene a sé stessa. Guardò verso il demone che sorrideva ormai consapevole della sua libertà, guardò ancora la sorella.
Peter si avvicinò e gli tolse le catene
“Grazie Peter, cominciavano a pesarmi le braccia.” Disse il demone
Peter grattò la vernice a terra e lo lasciò andare
“Ci vediamo all’Inferno ragazzi.” Sorrise ai cacciatori e a Crowley e poi il demone svanì nel fumo portando con sé il corpo dell’infermiera
I quattro cacciatori tornarono a guardare il Re
“Ora lascia andare Belle!” disse come un ordine Loui
“Non voglio.”
Louise socchiuse gli occhi
“Hai detto che l’avresti fatto. Bastardo!”
“La verità è che non voglio farlo. Mi sono affezionato a lei.” E la strinse ancora più forte sollevandola di poco da terra
Belle cominciò a latrare chiedendo aiuto ma la sua padrona era impotente e la guardava chiedendole scusa
Crowley non si muoveva e continuava a fissare i suoi nemici inermi, sorrise e facendo schioccare le dita rimandò il mastino a cuccia
“Così ora Dean è più tranquillo.” Sorrise crudele “Tranquillo, veramente. Non te lo scaglierei mai contro.” Sorrise ancora “State calmi ragazzi, voglio solo parlarvi.”
Guardò Louise
“Che bastardo.”
“Mi piaci ragazza. Con quei capelli devi aver origini scozzesi, come me.”
“Irlandesi in realtà.” Loui lo guardava piena d’ira
“Peccato.” Crowley fece un mezzo sorrisetto e si guardò intorno
“Cosa vuoi?” ruggì lei
“Un momento.” Li guardò tutti in faccia “Vi spiego.” Sorrise “Come sapete, miei cari Winchester, è da un po’ che cerco le porte del Purgatorio. Voi mi aiutate perché poi ridò l’anima a Samantha ma vi siete fatti sfuggire un Alfa. Ho organizzato un po’ di movimenti per vedervi e finalmente eccoci qui! Che bello, sembra una vecchia rimpatriata del liceo.” Rise
“Muoviti Crowley ho ti immergiamo nell’acqua santa.” Accellerò Sam guardandolo con odio
“D’accordo!” sorrise Crowley agitando Belle che ringhiò “Dicevamo… ah si! Allora ho fatto incendiare tutte quelle belle casette texane solo perché avevo voglia di vedere i miei cari Winchester, poi mi sono detto –Se i Winchester devono venire fino a qui, almeno diamogli qualcosa con cui disperarsi-.” guardò Peter “Ed è qui che entri in scena tu ragazzo!” lo indicò “La tua bella sorellina ha da qualche anno questo cane e io amo i cani. Dovevo farvi riunire per potermi avvicinare a lei…” si guardò intorno e vide i volti storditi da quel ciarlare “In realtà avrei potuto prendere tua sorella quando volevo ma non ho niente da fare, governare un regno è stressante e volevo prendermi una breve pausa. Così, ancora una volta, ho chiesto al demone di bruciare una casa ma di farlo in modo che i Winchester si legassero a questa caccia e che ti insegnassero tutto quello che loro sapevano. E ricollegandoci al fatto che la loro mammina è morta bruciata su un soffitto, ho pensato bene di far bruciare anche la tua adorata moglie come la defunta e compianta Mary.”
Nessuno aveva capito niente, eppure per Crowley era tutto chiaro nella sua mente contorta. Li guardò ancora una volta con un mezzo sorriso sulle labbra
“Ho voluto che voi Winchester incontraste la bella cacciatrice così da spiegarle che c’era un demone dietro tutto questo perché lei non ci sarebbe mai arrivata e così, facendovi iniziare questa caccia, ho avuto tempo per seguirvi, per osservarvi meglio e ho avuto la conferma di ciò che già sapevo. E mi avete portato proprio da ciò che volevo.” Rise guardando Louise
Loui guardò il povero cane e chiese confusa
“Volevi me? Non so perché ma non toccare il cane.”
Crowley la guardò sgranando gli occhi e con una faccia stupita
“Oh ma io non volevo te. Volevo solo il tuo cane. O qualsiasi cosa sia, so solo che è un bellissimo esemplare di Alfa.” Agitò ancora Belle per il collare “Vero?” la guardò negli occhi scuri “Sei una bellissima Alfa.” Disse con un tono canzonatorio, lo stesso timbro di voce che si usa con i cuccioli
Sam e Dean si guardarono
“Belle? Un Alfa? È un solo un cane…” disse Dean
“Cos’è un Alfa?” chiesero Peter e Louise
Sam gli spiegò velocemente la faccenda degli Alfa e l’idea perversa di Crowley di torturare tutti i capostipiti dei mostri per avere notizie del Purgatorio
“Belle è solo un cane!” disse Louise
“Da quanto ce l’hai? Non da quando era cucciola…” chiese Crowley
“Da due anni.”
“Perfetto. Dai Belle! Fai vedere a loro quello che hai fatto vedere a me giù negli inferi, o hai paura di farlo perché sono cacciatori? Sai che questi non ragionano.” le agitò ancora la collottola “Muoviti!” le urlò
Il cane uggiolò e poi mostrò la sua vera natura.
I cacciatori la guardarono stupita. Belle ringhiò
“Sei contento adesso pezzo di merda?!” ringhiò ancora Belle
“Sì. Effetti sì.”
Louise guardò la bellissima donna mulatta tenuta per i capelli neri e corti da Crowley
“Hai fatto la brava cagnetta. Ottimo.”
Belle teneva le mani su quelle di Crowley che la tiravano sempre più forte per i capelli
“Visto ragazzi? Io non dico bugie, ecco a voi un bellissimo esemplare di Alfa femmina.”
“Vuoi lasciarmi maledetto?!”
“No.” Scosse la testa lui “Mi servi.”
Belle, ormai donna, guardò Louise che la fissava sconcertata. Erano state compagne di viaggio da due anni ed era riuscita così bene a nascondersi, erano diventate amiche e fedeli compagne. Quello sguardo che Louise le riservava per averle mentito la distruggeva
“Cosa sei?” chiese Louise avvicinandosi
“Uno skinwalker. I Winchester ne hanno già incontrati della mia razza… vi spiegherò dopo.” Cercò di liberarsi dalla presa di Crowley
“È come una specie di umano che quando non sa cosa fare si trasforma in cane, si aggrappa a una famiglia e non la lascia più. Deve essere bello trasformarsi in cane eh piccola?” la strinse ancora più forte
Belle roteò gli occhi cercando quelli di Crowley
“Sei un bastardo.” Ringhiò
“Buona cagnolina, dobbiamo parlare ancora un po’ io e te e poi ti farò incontrare il mio adorato cucciolone, magari fate amicizia…”
Belle emise un latrato feroce
“Sai qual è il bello di poter trasformarsi in cane?” Crowley la guardo “Che posso sbranarti senza sporcarmi i capelli.” Belle rise e ritornò alla forma animale
Si voltò e azzannò la mano del demone, gli saltò addosso e cercò di addentarlo ma quello schioccando le dita richiamò il mastino
“L’incontro è avvenuto prima del previsto.” Sussurrò guardando negli occhi scuri Belle sopra di lui
Belle arretrò rizzando il pelo.
I quattro cacciatori erano inermi, Crowley si alzò
“Attacca bello!” ordinò “Winchester, noi ci rivediamo presto.” E sparì
Il mastino si lanciò contro i quattro cacciatori ma Belle che poteva vederlo si parò davanti a Louise, cominciò uno scontro tra il cane infernale e lo skinwalker.
Belle stava sanguinando ma riusciva a tenere testa alla bestia. Louise cercò di aiutarla ma non sapeva dove colpire e Belle le impediva di prendere parte alla lotta.
Il rottweiler cominciò a correre fuori dal capanno e venne inseguita dal mastino.
Louise guardò verso l’uscita, anche se le aveva mentito, era sempre il suo cane. La sua unica amica e l’unica che la capiva, l’unica che le aveva voluto bene per anni.
Passarono pochi minuti e il cane ritornò dalla padrona zoppicando e perdendo sangue dal fianco. Uggiolava ferita. Loui le corse incontro e il cane si trasformò cadendo tra le braccia della cacciatrice
“Belle! Stai bene?! Belle!” urlò inginocchiandosi
Belle mugugnò e poi si tirò su
“Solo qualche graffio. Il mastino se n’è andato.”
I Winchester e Peter si avvicinarono, la skinwalker li guardò con gli occhi neri da cucciolo
“Hai tenuto testa a un mastino infernale.” Disse Dean guardandola
“Allora non sono solo uno stupido cane.” Rispose Belle con un mezzo sorriso stringendosi tra le braccia di Louise che la tenevano.

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Louise e Belle si chiusero nel pick-up. Loui prese delle fasce e delle garze e cominciò a medicare l’amica
“Hai una ferita sul collo… aspetta.” Le versò della vodka che stava sotto al sedile per disinfettare la ferita
“Brucia.” Guaì Belle e strinse le unghie intorno al braccio dell’amica
“Fatto.” si guardarono un secondo negli occhi
“Forse è meglio che parliamo.” Disse Belle “Sono stata una stronza a non dirti niente su quello che ero in realtà, ma so quanto i cacciatori possono essere cocciuti e diciamo, con una mentalità chiusa. Volevo dirtelo, lo giuro. Ma ogni volta che ci provavo non riuscivo a trovare le parole…”
“Veramente pensavi che non avrei capito?” Chiese Louise mettendo una mano sulla spalla “Sei stata con me per due anni e sei diventata indispensabile per me, mi hai salvato più di una volta avvertendomi dell’arrivo di un mostro, come potevi credere che ti avrei cacciato?”
Belle abbassò lo sguardo
“Scusami.” Borbottò
“Ho visto come hai cercato di difenderci prima, come hai difeso me.”
“Capirò se non mi vorrai più.” Teneva sempre gli occhi bassi
“Ma non capisci?” le mise una mano sulla guancia e le fece alzare lo sguardo “Devi stare con me. Sei parte di me. Ho bisogno di te, sia come cane che come amica. Decisamente di più come amica.”
Belle sorrise dolce e guardò l’amica
“Quindi verrò ancora con te?”
“Sì! Come farei senza la tua compagnia se no.” Si abbracciarono “Diventa una cacciatrice.”
“Lo sono già, da quando ti ho conosciuto ho iniziato a esserlo.”
 

Belle, in forma umana, e Louise tornarono nel capannone dove ad aspettarli c’erano Peter e i due Winchester che gli spiegavano più dettagliatamente la storia degli Alfa e di Crowley.
Louise si avvicinò ai tre uomini
“Ciao ragazzi!” guardò Belle che si avvicinò con un sorriso “Vi presento Belle, la mia nuova compagna di caccia.”
Sam la guardò
“Ma è un cane!”
“Non ti dava fastidio che fossi cane quando ti sbattevi la mia padrona lasciandomi su un furgone.” Disse lei dura
Peter guardò Sam
“C-cosa? Anche con… oddio.”
Louise gli si avvicinò e abbracciandolo gli sussurrò
“Rimani sempre tu l’uomo della mia vita.” I due fratelli rimasero a parlare in disparte per un po’, dovevano recuperare il tempo che avevano passato lontani
Dean sorrise guardando i due fratelli poi tornò a guardare Belle
“E così sei una donna.” La guardò dall’alto in basso “E anche una bella donna.”
Belle lo guardò socchiudendo gli occhi e facendo un piccolo sorriso
“Ma sono anche un cane. Un cane che ti riempie di peli la macchina e ti sbava sui vestiti. Non puoi avere solo una parte di me.”
“Direi di no.”
Belle si trasformò in cane e saltò addosso a Dean atterrandolo, lui la fissò e lei si ritrasformò
“Avrai sempre una delle mie due vite e sarà quella che odi di più.” Si rialzò e andò da Sam che la guardò
“Vuoi che ti tiri un legnetto e poi me lo riporti?” le chiese
“Ed è per questo che preferisco Sam, il solito cinico bastardo ma a cui piace grattare i cani dietro le orecchie. Se vuoi puoi grattarmi la pancia…” lo provocò lei
“Stai a cuccia bella!” ordinò Sammy
“Come vuoi!” e Belle guardò entrambi i cacciatori “Voglio chiedervi dei miei figli che avete ucciso…”
“Dovrai spiegarci tu di più.” Disse Sam, in quel momento arrivarono anche Peter e la sorella
“D’accordo.” Belle respirò a fondo “Si sa che i cani hanno un sesto senso per certe cose e io ho capito subito che c’era qualcosa che stava per accadere e così, circa due anni fa, sono sparita.” Guardò Louise “Ho deciso di rimanere cane finché non avrei capito come andavano le cose per noi ‘mostri’. Loui mi ha trovato e sono rimasta con lei. I miei figli…” sospirò e aveva un’espressione come di dolore “Loro hanno pensato che fossi morta e hanno cominciato a creare un esercito, per sopravvivere.” Guardò i Winchester “Li avete uccisi Winchester.”
“Sono mostri.” Disse Sam duramente
“Non sto dicendo che avete fatto male, quelli che avete ucciso, meritavano di essere uccisi. Il vero compito di noi skinwalker è ben altro… non creare eserciti.” Sorrise “Credo che comparirò loro in visione e spiegherò la situazione.”
“Scusa.” La fermò Dean “Se sei la prima skinwalker… quanti anni hai?”
Belle rise
“Più di quanto tu immagini.” Poi si ritrasformò in cane e tornò a fissare con i grandi occhi neri i quattro cacciatori
 

Peter decise di continuare la vita del cacciatore insieme a Louise e a Belle che rimaneva cane per qualche giorno per poi trasformarsi dal nulla in donna.
I fratelli Swan partirono alla ricerca del demone che aveva distrutto la vita di Peter, la vita di entrambi.
Presero il vecchio furgone della Volkswagen di Peter, caricarono tutte le armi necessarie.
Belle saltò sul retro del furgone e si accoccolò sul piccolo divanetto e decise che sarebbe rimasta comoda su quella poltroncina restando in forma canina, non le piacevano gli addii.
Prima di partire verso la caccia e alla ricerca di vendetta, gli Swan andarono a salutare i Winchester.
Peter ringraziò i fratelli con una stretta di mano. Dean sapeva di avergli rovinato la vita con tutte quelle notizie sul sovrannaturale ma era stata una sua decisione. Il fratello lasciò Louise a parlare con i due fratelli. Si mise sul retro del furgone a coccolare Belle che sonnecchiava.
Louise si voltò a guardare il fratello
“Sembra che stia meglio.” Tornò a guardare gli occhi verdi dei ragazzi
Si alzò in punta di piedi e diede un lungo bacio a Sam, affondando le mani nella giacca. Gli sorrise
“Sei eccitante senza anima ma spero riuscirai a ritrovarla lo stesso.” Sam sorrise senza dire una parola a riguardo
Loui si rivolse a Dean che le sorrise
“Ciao Louise!”
Lei affondò le mani nei suoi cappelli e lo baciò
“Ciao Thelma!” sorrise ancora “Siete due dei tre uomini della mia vita.” E salutandoli si allontanò con un sorriso
“Chiamate se avete bisogno.” Disse Dean prima che partissero
 

La caccia era una cosa che distruggeva la vita, la sfiancava e la demoliva lentamente ma se c’era qualcuno al tuo fianco a sostenerti e ad aiutarti nei momenti difficili, allora stavi meglio e andavi avanti facendo del tuo meglio per non deludere l’altro.
Così facevano i Winchester e così iniziarono a fare gli Swan.
In entrambe le famiglie c’erano stati sofferenze e violente perdite, ma l’essersi ritrovati e l’essere rimasti l’uno al fianco dell’altro in ogni momento, in ogni situazione, rendeva il dolore più lieve. Non cancellava il passato ma lo faceva diventare meno triste.
Quello che facevano era salvare le persone e cacciare esseri. Ecco qual era il loro lavoro. E lo facevano bene. Rimanendo sempre uniti, come amici e come fratelli.

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