The Black Moon

di sve_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Compagni nuovi e cadute epiche ***
Capitolo 3: *** Asimmetrie ***
Capitolo 4: *** Las Vegas ***
Capitolo 5: *** Non sono come loro ***
Capitolo 6: *** Sogni Di Sangue ***
Capitolo 7: *** Is This Love? ***
Capitolo 8: *** Deles Animi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Camminavo con passo lento lungo le vie di Death City, era notte, ma non una notte qualunque, infatti sembrava che il tempo fosse particolarmente arrabbiato: diluviava, enormi gocce d'acqua colpivano con forza la città, come volessero bucarla. Tirava un fortissimo vento che faceva sbattere porte e finestre dei locali che in altre serate sarebbero stati pieni di gente, ma quella sera la città era deserta, muta, spaventata dalla potenza della natura che si abbatteva senza sosta spezzando i rami degli alberi e facendo piccoli tornado con le foglie ormai cadute. La gente per strada correva per sfuggire a quell'incubo riparandosi con un ombrello che il vento spazzava via o con un impermeabile, mi passavano vicino stupiti nel vedere che nonostante fosse già ottobre inoltrato e quella sera il gelo ancora più intenso si infiltrava in ogni casa e sotto il cappotto di ogni persona io indossavo una gonna corta a scacchi e una camicetta. Ma non avevo freddo, mi piaceva quella serata, non vedevo la Luna Nera e questo mi confortava, e poi io adoro i temporali. Mi lasciai trasportare dal vento che mi alzava la gonna e mi scompigliava i capelli, mi sentivo leggera come una piuma mentre la pioggia mi bagnava, era gelata ma a me non importava. Arrivai a destinazione, la Shibusen era illuminata dai fulmini, così lunghi e violenti che sembravano i flash di una discoteca, mentre potenti tuoni risuonavano nella valle. Quella visione mi fece venire i brividi, la scuola quella sera era veramente perfetta, sembrava il set di un film dell'orrore. Eccitata mi avvicinai al portone ed entrai.

Adesso vi starete chiedendo chi sono, be...questo dipende da come mi trattate, se siete gentili con me e mi rispettate poteri essere vostra amica, perfino il vostro sogno più bello ed irraggiungibile . Ma se invece mi trattate male la fidatevi che il sogno si trasformerà nel vostro incubo peggiore!

Mi chiamo Emily e questa è la storia della Luna Nera...

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Capitolo 2
*** Compagni nuovi e cadute epiche ***


Soul

Quel giorno mi svegliai di buon'ora, strano, solitamente mi alzo ancora tutto assonnato e senza la minima voglia di andare a scuola. Ma quella mattina mi sentivo riposato e Blair non venne a salutarmi seminuda, meglio per il mio naso che ormai dev'essere proprio stufo di sanguinare ogni volta che vedo il suo corpo. Con calma presi i miei vestiti preferiti e mi vestii, quindi mi guardai allo specchio compiaciuto, stavo diventando VERAMENTE cool !!

La mia maestra d'armi mi raggiunse tutta contenta << Buongiorno Soul! >> mi salutò raggiante << Ciao anche a te, Maka! >> risposi sorridendo << Ma Blair dov'è ?! >> << é andata a lavorare in quel locale con...mio padre... >> disse facendo una faccia nauseata; le misi una mano sulla spalla << Dai non ci pensare! >> Sapevo quanto fosse complicato il rapporto con suo papà, anche se mi sembrava che i goffi tentativi che lui faceva per avvicinarsi e per conquistare l'amore della figlia  fossero pieni di affetto. Ma Maka non lo sopportava e guai a contraddirla su questo argomento se non volete ritrovarvi colpiti da potenti Maka-chop a vita !

Dopo aver fatto colazione con i pancakes, che adoro, ci avviammo a scuola; arrivati in classe trovammo Tsubaki che si guardava intorno << Ciao Tsubaki, chi stai cercando? >> chiese Maka << Non trovo più Black*Star, è sparito da dieci minuti >>. Aspettammo finchè la classe non fu piena di gente, ma di Black*Star neanche l'ombra...

Ad un certo punto si sentì una voce familiare: << Yahooooooo date il benvenuto al Dio supremo!!!!!!!!!!!!!!! >> Black*Star era in piedi sul banco più in alto e si esibiva in pose da conquistatore del mondo, tutti si girarono a guardarlo e il ragazzo iniziò a saltare da un banco all'altro diretto al suo posto. Erano balzi veloci e precisi, si vedeva che era un assassino e che voleva fare scena.

Era quasi arrivato quando scivolò su un foglio di carta, perse l'equilibrio, cascò di lato e ruzzolò giù per le scale fino ad arrivare alla cattedra. L'intera classe si mise a ridere tranne me, Maka e Tsubaki che corse da lui preoccupata << Black*Star come ti senti ?! >> << Tranquilla Tsubaki, una caduta del genere non può fare niente ad un Big come me... >> disse lui e poi svenne; era coperto di lividi e aveva qualche ferita che gli aveva macchiato i capelli di sangue.

La sua arma sospirò profondamente quindi lo sollevò e uscì dalla classe diretta all'infermeria. << Uff, è sempre il solito! >> sbuffò Maka, nonostante il nostro amico facesse sempre entrate in grande stile la sua rovinosa caduta mi aveva colto di sorpresa, ma a Maka non importava granchè.

Entrò il dottor Stein e tutti andammo a sederci, la lezione sarebbe stata alquanto noiosa senza le battute di Black*Star. Il professore iniziò a spiegare l'argomento del giorno: “Come dissezionare un kraken”, ormai ogni nostra lezione con lui parlava di dissezioni, autopsie e operazioni varie su uomini ed animali ma quella era veramente assurda, dove lo avremmo trovato un kraken ?!

Mi stavo addormentando sul banco quando arrivò Spirit << Salve a tutti, sopratutto alla mia adorata figlioletta Maka! >> disse rivolgendosi alla ragazza che si girò dall'altra parte scocciata. L'uomo iniziò a parlare con Stein, non capii cosa dicevano ma vedevo il nostro insegnante che annuiva con lo sguardo tetro e un po' preoccupato; dopo due minuti abbondanti di conversazione disse : << Io devo uscire un attimo per risolvere una questione importante >> ed uscì seguito dalla Falce della morte.

<< Hai visto lo sguardo preoccupato del dottor Stein?! Sembrava proprio preoccupato! >> sussurrò Maka << Già, chissà cos'è successo... >> mormorai tentando di pensare ai possibili eventi che avrebbero potuto sconvolgere il nostro professore, ma la spiegazione più plausibile che mi veniva in mente era che si fosse estinta una specie di animale rara che Stein voleva dissezionare, magari erano scomparsi i kraken.

Dopo circa un quarto d'ora Stein ritornò in classe :<< Ragazzi avete compagnia, ecco a voi una nuova compagna di classe, Emily! >> disse spostandosi dalla porta per far entrare la ragazza.

Era magra e non molto alta, la sua pelle era bianca come quella di una statua di marmo e aveva dei lunghi capelli mossi color pece. I suoi occhi erano color rosso cremisi, grandi ed espressivi che guardavano la classe un po' spaventati. Era vestita con una gonna corta in stile scozzese e una cravatta con lo stesso motivo della gonna, ai piedi portava due ballerine nere e indossava una camicetta bianca con una manica tirata su e una che invece le copriva anche la mano, come se volesse nascondere qualcosa. Era molto bella, sembrava delicata ma qualcosa nella mia testa diceva che era pericolosa. Death the Kid la squadrava sorpreso e depresso per via della vistosa asimmetria della camicia. Emily fece un timido inchino e mormorò << Buongiorno... >> con una voce cristallina e melodiosa che mi lasciò senza parole. Maka mi guardò male, probabilmente dovevo avere un'espressione estasiata, la mia maestra d'armi sembrava gelosa...ma gelosa di chi ?!

<< Emily, vai a sederti nel posto vuoto vicino a Soul >> disse Stein, la ragazza annuì e con passo leggero andò a sedersi vicino a me << Benvenuta...mi chiamo Soul...piacere! >> dissi intimorito da quei bellissimi occhi che curiosi mi guardavano intensamente, come se volessero esplorarmi fino alle zone più remote della mia anima. << Piacere di conoscerti... >> rispose lei con tono un po’ incerto. Stein ricominciò a parlare della dissezione iniziando un discorso su come non far rompere la sacca dell'inchiostro dell'animale, me nessuno lo ascoltava: tutta l'attenzione della classe era rivolta verso la nuova ragazza seduta sul posto che normalmente spettava a Black*Star. Ma Emily sembrava non sentire le occhiate dei suoi nuovi compagni, si limitava a tenere lo sguardo puntato sul suo quaderno e a disegnare. Dopo circa dieci minuti che armeggiava con matita e gomma soffiò via dal banco i residui della gomma e osservò il lavoro finito, io sbirciai sul suo foglio e rimasi di stucco. Emily aveva disegnato la luna, ma non la luna qualsiasi che si vede ogni notte, gialla con un ghigno; la luna che aveva disegnato lei era nera, nera come i suoi capelli, il sangue che sgorgava dalla bocca sembrava vero e gli occhi della luna color rosso fuoco sembravano dire :<< Tu sarai il prossimo che verrà ucciso da me !>>. Quello schizzo metteva proprio i brividi, ma perchè lo aveva fatto ?!

Staccai lo sguardo dall'inquietante disegno tentando di seguire la lezione, anche se avevo la testa piena di domande.

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Capitolo 3
*** Asimmetrie ***


Maka

Finite le lezioni mi alzai e mi avviai verso l'uscita, ero quasi arrivata quando Stein mi fermò << Maka senti, potresti con i tuoi amici portare Emily in giro per la città? >> io annuii un po' svogliata. La nuova arrivata non mi convinceva tanto, fin dal primo momento che l'ho vista mi è sembrato che nascondesse un orribile segreto, qualcosa di oscuro e profondo come i suoi occhi. Ma gli altri sembravano non accorgersene, probabilmente erano stati “ammaliati” dalla sua bellezza delicata e misteriosa, come è successo con Soul. Ho visto il suo sguardo quando Emily è entrata in classe, sembrava che stesse osservando un angelo e questo mi dava fastidio...perchè...be non lo so bene neanche io...ma se lei avesse provato a fargli del male l'avrei spedita subito all'altro mondo senza esitazione!

Fuori dalla classe mi aspettavano Tsubaki e Black*Star che si era ripreso e aveva qualche fasciatura e un occhio nero. << Yahooooooo chi è quella ragazza ?! >> chiese Black*Star alludendo a Emily che stava in piedi vicino a Soul << Lei è Emily, una nostra nuova compagna >> rispose Soul continuando a guardarla. Tsubaki e il suo maestro d'armi si presentarono, ovviamente Black*Star fece una presentazione estremamente autocelebrativa dicendo che era un Dio invincibile e altre cose del genere, Emily rise leggermente quando lui finì di parlare e notai che i aveva i canini molto affilati, che sia un vampiro?! Ma no dai cosa vado a pensare, se fosse veramente un vampiro (ammesso che esistano) non l'avrebbero mai fatta entrare in questa scuola giusto ?!

Arrivò Death the Kid pallido come un lenzuolo, con uno sguardo atterrito che camminava con difficoltà sorretto da Liz e Patty che continuava a ridacchiare << Kyahahaha Emily, Kid non riesce proprio a guardare la tua camicetta! >> disse la minore delle sorelle Thompson << Oh scusa Kid... >> mormorò Emily imbarazzata. Kid sì tirò su e scrollandosi di dosso le braccia delle sue armi si avvicinò alla ragazza afferrandole il polso coperto dalla manica della camicia << Ma cosa scusa, almeno alza questa manica !!!! è un'asimmetria veramente orribile, come fai a vivere conciata in questo modo ?! La simmetria è la chiave della vita ! Non questa camicia qui ! >> disse lui e fece per tirare su il lembo di stoffa quando Emily con uno scatto fulmineo gli diede uno schiaffo sulla mano, così forte che lo fece barcollare. Tutti ci girammo a guardare Emily, stupiti e allarmati dal suo gesto così improvviso, lei abbasso lo sguardo imbarazzata << Scu...scusate...è che...ho un brutto...sfogo di allergia...non....non è un bello spettacolo... >> balbettò sorridendo amaramente << Dai fa niente. >> disse Kid massaggiandosi la mano che era diventata tutta rossa << però almeno tira giù anche l'altra manica, così è più simmetrica ! >> aggiunse << Oh giusto! Non ci avevo pensato >> disse Emily mentre “aggiustava” la sua asimmetria. Death The Kid si rilassò e la sua pelle riprese un po' di colore, quindi il gruppo si incamminò verso l'uscita della scuola.

Io rimasi indietro, ero ancora sorpresa da come aveva reagito Emily, aveva mentito...non poteva avere uno sfogo allergico, altrimenti lo avrebbe in parte mostrato o per lo meno non avrebbe reagito in maniera così violenta! Poi gli sfoghi allergici si sviluppano su tutto il corpo e non solo su un'area ristretta come il suo braccio, ma la sua pelle era bianca, liscia e perfetta. Nascondeva qualcosa, adesso ne ero sicura... << Maka va tutto bene ?! >> la voce Soul mi risvegliò dai miei pensieri << Sì sì scusa >> risposi io << Dai, andiamo a far vedere ad Emily la nostra città! >> disse la mia falce magica tutto contento. Io accettai, forse due passi mi avrebbero schiarito le idee.

 

Emily

Tornai a casa verso le otto, avevo passato un piacevole pomeriggio con quei ragazzi, eravamo andati in giro per Death City e loro si erano presi un bel gelato. Beati loro che possono mangiare... Sembravano molto simpatici sopratutto Soul, anche se aveva visto il mio disegno della Luna Nera e si era spaventato quel pomeriggio mi aveva fatto ridere e mi aveva anche fatto integrare bene nel gruppo. Mi sembrava di aver fatto amicizia con tutti, solo Maka mi guardava sospettosa, non le piacevo, aveva capito che c'era qualcosa che non andava in me...

Però me l'ero proprio vista brutta quando Death The Kid aveva provato a scoprirmi il braccio, se avessero visto il mio Vincolo sarebbe stata la fine !Nessuno doveva vederlo, nessuno doveva scoprire il mio Legame...

Salii le scale ed arrivai al mio appartamento: era al settimo piano di un edificio nuovo di zecca ma in cui viveva pochissima gente per via delle dimensioni delle case. Infatti erano tutte dei minuscoli monolocali con poca luce e un piccolo balcone.

Il mio appartamento era composto da un salone con un divano-letto, un tavolo, una tv e un angolo cottura che non avrei mai utilizzato, quindi c'era un bagno ceco con una doccia, i sanitari e un armadio. Era una casa piccola ma a me andava bene, infondo non ho bisogno di tanti confort per sopravvivere.

Aprii il balcone e il freddo autunnale prese il possesso della casa, la notte era calma, ormai non c'era più traccia del forte temporale che era scoppiato il giorno prima. L'oscurità sembrava zittire la caotica città che sembrava già dormire sotto lo sguardo attento di miliardi di stelle. Da dove ero io si vedeva gran parte di Death City comprese alcune delle sue piazze principali che erano piene di ragazzi che affollavano i locali, non sentivo le loro conversazioni e le loro risate, c'era un silenzio quasi surreale. Uscii sul balcone e mi guardai intorno...eccola, alla mia destra la Luna Nera...grande e minacciosa mi guardava con quegli occhi iniettati di sangue ricordandomi che per quanto fingessi e tentassi di scappare dalla mia vera natura Lei sapeva cos'ero, a cosa ero legata e che la mia vita infernale sarebbe continuata, sorvegliata da Lei e il suo sorriso malefico.

Un brivido mi percorse la schiena, brutto segno, avevo fame...odiavo dovermi nutrire perchè andava contro al mio carattere ma non potevo oppormi...altrimenti avrei perso il controllo...

Mi misi in piedi sulla ringhiera del balcone e saltai nel vuoto...atterrai leggera, come se non avessi compiuto un salto di sette piani...a quanto pare Lei non mi permetteva di uccidermi...mi guardai intorno alla ricerca di una preda...non c'era nessuno...la mia fame stava diventando insostenibile...chiusi gli occhi e pregai che nessuno dei miei nuovi amici si trovasse sulla mia traiettoria...

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Capitolo 4
*** Las Vegas ***


Maka

Passarono un po' di giorni da quando era arrivata Emily, e, anche se non mi andava a genio gli altri si erano già affezionati a lei. Io non volevo comunque escluderla dal gruppo o litigare con lei, per ora non si era rivelata essere pericolosa (per ora!) e magari mi sbagliavo sul suo conto, forse era solo una ragazza timida con degli occhi rossi e uno sfogo allergico sul braccio.

Era una mattina di novembre particolarmente fredda quando Lord Shinigami chiamò me, Soul e Emily nel suo “studio”, quindi andammo da lui, io ero tesa perchè non sapevo che cosa ci avrebbe chiesto di fare...ok dai voglio essere sincera...avevo paura che dicesse a Soul di diventare l'arma di Emily...ma la ragazza e la mia falce sembravano tranquilli e chiaccheravano senza sosta. Ciò era molto strano perchè Emily, per quanto fosse integrata nel gruppo parlava poco e rimaneva sempre un po' in disparte, però quando rimaneva con Soul parlava con lui di tante cose e il ragazzo ascoltava la sua voce come ipnotizzato.

Arrivammo da Lord Shinigami, dietro di lui c'era mio padre che mi corse incontro tentando di abbracciarmi « Ciao Makuccia !!!!! » esclamò, io gli feci lo sgambetto e lui finì a gambe all'aria « Ciao anche a te...papà » dissi con freddezza. Odio quando mi tratta così perchè non sono più una bambina e lui lo deve capire! << Buongiorno ragazzi, devo assegnarvi un compito importante: c'è un mostro che gira per le strade di Las Vegas mangiando le anime di persone innocenti, dovete sconfiggerlo insieme!  >> disse Lord Shinigami, io tirai un sospiro di sollievo, per fortuna la mia paura di dover lasciare Soul era infondata.« Ok, partiremo domani » rispose Soul, quindi tornammo in classe. Finite le lezioni informammo i nostri amici della missione che ci era stata assegnata « Bello, però tu Emily sei un maestro d'armi o un'arma?! » chiese Tsubaki « Oh, non lo so neanche io...però non ditelo a Stein, altrimenti mi disseziona per scoprirlo ! » rispose Emily, tutti si misero a ridere. Io sperai vivamente che fosse una battuta perché...se lei non sapeva se era un maestro d'armi o un'arma che senso aveva iscriversi alla Shibusen e venire in missione con noi ?!

La mattina dopo io e Soul uscimmo di casa abbastanza presto, ci dovevamo trovare con Emily davanti alla scuola. Arrivammo lì in moto « Però, se Emily non ha una moto che facciamo ?! Andiamo in pullman ?! » chiese Soul, non feci in tempo a rispondere che una fiammante moto nera comparve davanti a noi, a guidarla c'era nientemeno che Emily che sgommò e spense il motore « Buongiorno ragazzi, pronti a partire? » disse lei togliendosi il casco nero come la moto « Sì sì! » risposi io al posto di Soul che era rimasto a bocca aperta a fissare la ragazza, scosse la testa per svegliarsi « Che moto pazzesca !!!!!! » esclamò lui con gli occhi che brillavano.

Il viaggio durò circa tre ore, Soul correva come un matto per riuscire a stare dietro a Emily che però aveva una moto molto più potente della nostra e riusciva sempre a seminarci.

Quando arrivammo a Las Vegas rimanemmo senza fiato, la città era enorme e piena di luci, colori e grattacieli. Se già di giorno era così spettacolare non volevo immaginare quanto fosse bella di notte con i giochi di luce dei casinò accesi e tanta musica. Ma non potevamo pensare a divertirci, dovevamo trovare il mostro. Ci fermammo a mangiare al Mc Donald, a me non è mai piaciuto perché il cibo non è per niente sano, ma gli altri ristoranti del posto avevano prezzi stellari. « Ma...come facciamoa trovare il mostro?? » chiese Soul mentre addentava un mega cheeseburger « Ho fatto una ricerca, è stato avvistato verso le 22 nei pressi del casinò-hotel 'Luxor', probabilmente di nutre delle anime dei giocatori accaniti e delle prostitute » disse Emily « Ok, ma Emily non hai fame?! Non hai preso niente da mangiare  » dissi io « Tranquilla, sto bene così » rispose lei con un sorriso. Sinceramente un po' lo temevo il suo sorriso, con quei denti bianchissimi e appuntiti che mi mettevano in soggezione, come poteva un viso dolce e delicato come il suo avere quei denti così minacciosi ?! Una notte avevo perfino sognato che lei grondante di sangue mi sorrideva con uno sguardo famelico, e quella scena mi era rimasta impressa nella mente per molto tempo.

Passammo il resto della giornata a visitare la città, che poi non era niente di che, solo un ammasso di hotel di lusso e casinò, senza alcun elemento culturale.

Verso le 8 arrivammo al casinò Luxor, era un'enorme piramide con accanto una sfinge, tutte di un materiale simile all'oro che splendeva illuminato da migliaia di luci blu e verdi che donavano all'atmosfera un tocco surreale mentre grandi fari puntavano la loro luce verso l'alto per attirare ancora di più l'attenzione. Emily si guardava intorno, probabilmente era confusa dalle troppe luci e dal troppo rumore. Ad un certo punto vide la luna e rabbrividì, i suoi occhi si riempirono di terrore. Ma perché aveva paura della luna ?! Era sempre la solita luna gialla con un ghigno malefico, non avevo mai visto una persona tanto spaventata da quell'astro, ormai neanche i bambini la temevano più. « Emily va tutto bene? Sembra che hai appena visto un fantasma! » disse Soul poggiandole una mano sulla spalla « Sto bene grazie...ero solo immersa nei miei pensieri...questa è la mia prima missione e ho un po' paura...  » disse lei « Tranquilla andrà tutto bene, ti proteggerò io! » disse Soul spavaldo « Grazie » mormorò la ragazza arrossendo.

Aspettammo il mostro per due ore sul retro del casinò che era veramente malridotto rispetto all'ingresso principale e non c'era gente tranne un plotone di giovani donne con abiti corti con scollature provocanti e qualche losco individuo. Verso le 22 il nostro mostro sbucò da un vicoletto buio e si avventò sulle donne, assomigliava a un grande leone alto almeno due metri, con dei denti affilati, dei lunghi artigli e due occhi gialli. Anche se non mi piaceva troppo dover andare a salvare quelle persone visto l'indecoroso lavoro che svolgevano ma comunque afferrai Soul che si era già trasformato in falce e mi lanciai contro la creatura che aveva già iniziando a mietere vittime divorando in un colpo solo sia il loro corpo che la loro anima. Attaccai la belva di lato ferendogli un fianco e facendogli distogliere l'attenzione da una ragazza bionda che terrorizzata si nascose dietro un cassonetto. Il leone era forte, molto forte e a mala pena Soul riusciva a ferirlo, mi aspettavo che Emily ci seguisse tentando di aiutarci ma invece stava là ferma a fissarci come se stesse aspettando qualcosa...e se quel qualcosa fosse la nostra morte ?!

 

Combattevo ormai da venti minuti e mi stavo veramente stancando mentre il nostro avversario sembrava ancora pieno d'energia e attaccava sempre con rinnovata potenza. Aveva ferito sia me che Soul varie volte ma i tagli non erano molto profondi. Ad un certo punto mi saltò addosso, io fermai le sue zampe col manico della falce ma persi l'equilibrio e cascai a terra mentre mi difendevo a fatica...non sapevo per quanto tempo avrei potuto resistere. Sentii un rumore di corsa alla mia destra e mi girai, Emily era vicino a me con uno sguardo determinato. Mosse appena il braccio coperto dalla manica della camicia e una lama comparve da sotto la stoffa, allora era un'arma ?! E il suo maestro d'armi chi era allora?!
La ragazza diede un calcio potente sull'occhio del leone che urlò di dolore e, inferocito, si girò verso di lei, lasciandoci perdere. La creatura stava per attaccarla quando la ragazza, con una velocità veramente straordinaria gli girò intorno e si arrampicò su quel corpo enorme, la sua lama diventò grande il triplo e lei la calò con forza sul collo del mostro, che sparì con un grido assordante. Emily atterrò sulle ginocchia, mentre afferrava l'uovo di kishin che era comparso al posto della bestia. La giovane si avvicinò a Soul e gli porse l'anima. << Tieni, prendila tu, a me non seve... >> disse timidamente. << Ma mangiala tu! Sei stata bravissima! Sei riuscita ad abbattere quel... ehm... leone in un colpo solo! >> esclamò lui. << Grazie... ma io non ne ho mai mangiata una... e dato che non sono nè un maestro d'armi, nè un'arma non ho idea dell'effetto che mi potrebbe fare... >> << Dai, prova!  >>. Esortata da Soul, Emily prese l'uovo e lo mangiò... in pochi istanti il suo corpo minutò iniziò a contorcesi, scosso da dolorosi spasmi; la ragazza si piegò in avanti e vomitò l'anima, che rimanse fluttuante davanti a lei, come se non fosse successo niente.

Com'era possibile ?! Non avevo mai visto un'intolleranza simile per un'anima...ma allora Emily che cos'era ?! Aveva degl'occhi strani, un così detto sfogo allergico da cui compariva una potente lama, non mangiava, aveva una forza straordinaria e sembrava spaventata dalla luna...non era una persona normale e io volevo scoprire cosa nascondeva veramente!

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Capitolo 5
*** Non sono come loro ***


Emily

Perché non sono come loro? Perché non posso essere una normale adolescente? Perché devo rimanere legata al mio Vincolo? Perchè dovevo continuare a seguirLa ? Perché non potevo ribellarmi e lasciare che mi uccidesse?

Domande, troppe domande, velenose come serpenti giungevano da ogni parte della mia mente mentre mi osservavo allo specchio. Senza camicia il mio Vincolo si vedeva tantissimo, spiccava sulla pelle bianca come una luce spicca nella più completa oscurità. Lo odiavo, volevo cancellarlo, volevo eliminare tutti gli orrori che aveva commesso. Presa da un impeto di rabbia iniziai a graffiare il braccio per tentare di levare il Vincolo, come se insieme ad esso potessero sparire anche il dolore e la paura che mi seguivano costantemente. Non appena le mie unghie ne sfregarono la superficie ruvida una scossa di dolore partì dal braccio e si propagò per tutto il corpo, mi piegai in avanti stingendo forte il braccio come se lo volessi staccare, il male era fortissimo, urlavo e piangevo senza rendermene conto. Lei mi stava punendo, non mi avrebbe mai permesso di andarmene, le servivo troppo anche per uccidermi. Rimasi accoccolata sul pavimento del bagno per un quarto d'ora mentre il mio corpo era attraversato da scosse ancora più forti, come delle scariche elettriche; quando si attenuarono, ancora tremante mi alzai in piedi. Erano le sette e mezza, dopo che eravamo tornati a Death City, Patty ci aveva proposto di andare in discoteca con gli altri, Maka e Soul avevano accettato entusiasti e mi avevano convinto a fare altrettanto. Non ero mai stata in una discoteca, come mi dovevo vestire ? Come mi sarei dovuta comportare?

Barcollando entrai nella doccia, l'acqua scivolava sul mio corpo lavando via il male e la stanchezza che mi opprimevano. Dopo dieci minuti uscii dal bagno in una nuvola di vapore con addosso un asciugamano candido e mi diressi verso il divano, dove precedentemente avevo messo tutti i miei abiti migliori. Ne provai alcuni ma erano troppo eleganti e mi mettevano troppo in evidenza; solo uno mi faceva sentire a mio agio: era bianco, lungo fino al ginocchio e un po' aderente. Il Vincolo era coperto da una morbida manica di cotone mentre l'altro braccio era totalmente scoperto tranne una piccola parte sotto la spalla dove passava una sottile striscia di stoffa. Al centro del vestito c'era un enorme fiocco nero, non era proprio il mio stile ma mi piaceva. Infilai ai piedi un paio di ballerine bianche con un po' di tacco e misi un paio di orecchini pendenti. Non mi truccai, i miei occhi rossi si notavano già abbastanza, senza bisogno di mascara o eyeliner; odiavo anche i miei occhi, rossi come il sangue che colava dalla bocca della Luna Nera, il sangue che mi era stato negato. Però ai miei amici piacevano i miei occhi, come d'altronde tutta la gente rimaneva incantata a guardarli, ma cosa avevano di speciale ? tutto quello che mi avevano portato era dolore, se le persone avessero saputo cosa avevano visto quegli occhi, il motivo per cui erano di quel colore così particolare sarebbero scappate via o peggio...mi avrebbero uccisa...

Uscii di casa e mi diressi verso la piazza dove avevo appuntamento con gli altri. Arrivai giusto in tempo, erano tutti lì che mi aspettavano, mi guardavano stupiti, ma perché indossavano giacche e sciarpe? Oh giusto, che sbadata, mi ero dimenticata che loro potevano sentire il caldo e il freddo! Ormai non mi ricordavo più neanche il dolce tepore del sole sulla pelle o i brividi delicati che dava il vento primaverile. Il vento, il freddo, il sole, la pioggia, il caldo, nulla poteva più farmi sentire sensazioni sulla pelle. Ero un manichino, un manichino creato per distruggere, non per amare o per gioire delle sensazioni...perché non posso essere normale ?

Tormentata dai miei pensieri non notai Soul che mi si era avvicinato << Emily, sei bellissima! >> disse con una nota di dolcezza nella voce. Sentii le guance diventare calde, come era possibile? io non potevo arrossire! << Però...NON SEI SIMMETRICA NEANCHE OGGI!!!! >> mi urlò Kid prima di svenire dallo choc << Non ci fare caso Emily >> disse Liz mentre aiutata dalla sorella lo sollevava.

Ci dirigemmo verso la discoteca, da fuori era solo un locale basso da cui usciva musica a palla, non aveva finestre ed era spoglio tranne che per un'enorme scritta di neon che brillava nella notte. C'erano due buttafuori, due uomini grossi come armadi che facevano la guardia ad un portone coperto di lustrini, che cosa pacchiana, che cosa ci andavano a fare i miei amici lì ?! I due omoni ci fecero superare l'enorme fila che si era creata fuori dal locale e ci lasciarono entrare in un' anticamera tra gli sguardi invidiosi della gente. La temperatura doveva essere più gradevole perché si levarono tutti i cappotti e li consegnarono a una ragazza che, sommersa da una ventina di giacche tentava di infilarle in un enorme guardaroba, era in difficoltà ma continuava a sorridere come se per lei fosse normale trovarsi in una situazione simile.

L'anticamera sfociava in una sala più grande, mi fermai sulla soglia meravigliata, non avevo mai visto una cosa simile:

la stanza era enorme e piena di luci stroboscopiche e flash, a sinistra, su un piano rialzato si trovava un dj che metteva una canzone dopo l'altra di cui le luci seguivano il ritmo. La pista da ballo era piena di ragazzi che saltavano, ballavano e ondeggiavano seguendo il ritmo che si faceva sempre più incalzante. In un angolo c'era un piano bar dove un ragazzo faceva coktail colorati muovendo con maestria bicchieri e bottiglie come un giocoliere fa con i suoi attrezzi, mentre un gruppo di ragazze lo osservava rapite dalla sua abilità.

I miei amici si lanciarono in pista, Kid ballava in modo che i movimenti del corpo risultassero perfettamente simmetrico, Liz si scatenava insieme a Patty; Soul sembrava il re della pista, si esibiva in strabilianti mosse da ballerino di hip hop professionista, non pensavo che ballasse così bene !

Tsubaki, nonostante fosse una ragazza timida ballava abbandonando il suo corpo al ritmo e anche Maka faceva come lei.

Rimasi fuori dalla pista ad osservarli, che invidia mi facevano ! Erano umani, sentivano il caldo e il freddo, potevano mangiare e bere, compievano missioni per salvare la gente, non dovevano preoccuparsi di essere spiati dalla Luna Nera, non La vedevano di notte, non avevano un Legame pericoloso...come potevo scatenarmi con loro quando NON ERO una di loro?... 
Dopo un po' che pensavo, arrivò Tsubaki << Ehi, Emily, che ci fai qui in un angolino? Perché non vieni da ballare con noi?! >> << io...io...non sono capace... >> risposi abbassando lo sguardo; poi ci raggiunse Soul << Vieni, è divertentissimo!!!! >> esclamò e non feci in tempo a rispondere che lui mi prese per mano e mi condusse al centro della pista. La musica si fermò e tutti si girarono a guardarmi... ero al centro dell'attenzione e volevo sparire, mi volevo dissolvere come la nebbia, come un fantasma davanti a quegli occhi pieni di curiosità che mi fissavano aspettando qualcosa. La paura mi aveva paralizzata, che cosa avrei dovuto fare? Mentre ero alla disperata ricerca di una soluzione, partì un'altra canzone, aveva un bel ritmo, orecchiabile e incalzante. La folla iniziò a ballare guardandomi e facendo risate di scherno, prendendo in giro quella strana ragazzina con gli occhi rossi che rimaneva ferma come una statua di sale in mezzo alla pista. Al diavolo! Potevano considerarmi strana, un demone, una criminale ma non potevano prendere in giro la mia timidezza, io ero timida per proteggerli! « Dai Emily lasciati andare, è facile, fai vedere di che pasta sei fatta! » mi disse Soul che percepiva la mia rabbia e il mio imbarazzo. Io annuii e iniziai a muovermi, prima con ancora un po' di timidezza ma poi sempre più sicura, non pensavo di riuscire a ballare in modo così sciolto. « Sei bravissima!!!!!!! »  mi urlarono un gruppo di ragazzi tra cui Black*Star che pochi minuti prima si era calato dall'enorme palla di vetri che pendeva dal soffitto per fare una bella entrata di scena, ma nessuno lo aveva visto, concentrati come erano sulla musica. Così il ragazzo, un po' triste si era messo a ballare con loro. Arrossii per la seconda volta in quella serata. Soul mi si avvicinò e si mise a ballare con me, il tempo si fermò, non vedevo più tutta la gente che affollava il locale, in quel momento c'eravamo solo io e Soul. Lui mi sorrideva e mi faceva vedere qualche evoluzione che io provavo ad imitare ma senza successo, infatti cascai alcune volte, probabilmente la gente si era messa a ridere ma io non ci facevo caso, non riuscivo a staccare gli occhi da quel ragazzo dai capelli bianchi che rideva, ma la sua era una risata buona e dolce.

Ballammo per tutta la notte, mi avevano anche offerto un coktail dai colori sgargianti ma dovevo per forza rifiutarlo. Mentre tornavo a casa ballavo senza rendermene conto, ero così felice, per la prima volta mi avevano considerato come una ragazza normale. Ma...io non sono una ragazza qualunque...e non posso essere considerata come tale...fino a quel momento ero riuscita a celare la mia vera identità...ma per quanto tempo sarei riuscita a nascondermi all'ombra della Luna?

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Capitolo 6
*** Sogni Di Sangue ***


Soul
« Emily sono io, sono Soul! Vieni scappa con me! » urlavo con tutta la mia forza ma lei sembrava non sentirmi, rimaneva ferma sull'orlo del precipizio. Dove ci trovavamo? Non lo sapevo, eravamo in un bosco oscuro, lugubre, senza colori e strane creature dall'aspetto inquietante ci seguivano. Sentivo i loro occhi addosso, le loro risate, i loro sussurri. Emily era poco lontana da me, alla fine del bosco, si trovava sull'orlo di un baratro nero e fissava la luna. La luna era enorme, sembrava che si potesse riuscire a toccarla allungando il braccio. Ci osservava ghignando come se sapesse che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di brutto. Iniziai a correre verso la ragazza, ma sembrava che stessi camminando nell'acqua, ogni passo era lento e difficile da fare e sentivo un fortissimo dolore al petto, dove avevo la cicatrice.
« Emily! Emily aspetta! » gridavo senza rendermene conto mentre il male aumentava progressivamente. Lei si girò e mi guardò, aveva lo sguardo spento, i suoi occhi erano pieni di lacrime « Scusa Soul, addio » mormorò camminando all'indietro verso il burrone « Ferma! Che vuoi fare?! » urlai, ma Emily non si fermava, ormai le mancavano pochi passi prima di cadere. Sentivo sempre più dolore, ma non era la cicatrice a farmi male, era il mio cuore, sentivo una mano scheletrica che lo stringeva forte. Troppe volte avevo visto Emily che tentava di celare il suo dolore o la sua paura, io non volevo che soffrisse, una ragazza bella come lei non merita di soffrire e io volevo riuscire ad annullare questa sua sofferenza! 
Con uno sforzo immenso riuscii ad accelerare e la raggiunsi proprio mentre stava per precipitare, le afferrai un braccio ma non riuscii a fermarla perché una forza invisibile ci trascinò nel vuoto sotto gli occhi soddisfatti della luna.
Precipitammo nell'oscurità, io gridavo spaventato con l'aria che mi fischiava nelle orecchie ma Emily non urlava; aveva chiuso gli occhi e nella penombra sembrava che sorridesse rilassata, aspettando il momento in cui si sarebbe schiantata al suolo. Non sapevo da quanto tempo stavamo cadendo, sembravano passate ore, o erano secondi? Non si vedeva il suolo, non si vedeva niente, salvo la luna. Passò ancora un po' di tempo prima che riuscii a vedere la terra, era una distesa di roccia nuda e umida che ci veniva in contro a grande velocità, stavamo per atterrare, sarebbe stata la fine. Abbracciai forte Emily, come faceva ad essere così calma? Stavamo per morire! Lei aprì gli occhi e sorrise, come se si fosse appena liberata di un peso enorme, aprì la bocca per dirmi qualcosa...ma non fece in tempo a parlare che la stessa forza che ci aveva spinto nel burrone bloccò la nostra caduta, come se una corda si fosse tesa all'improvviso fermandoci. Il suo sorriso si spense subito, sostituito da un'espressione triste, carica di dolore. Ciò che ci aveva trattenuto ci faceva scendere piano e il luogo che ci circondava si illuminò. Ci trovavamo sopra un'enorme tavola di roccia, una sorta di enorme deserto di pietra di cui non se ne vedeva la fine, piatto e desolato tranne che per un gruppo di pietre che si innalzavano verso il cielo, uno strano bagliore rossastro proveniva da quelle rocce. Non c'era traccia né della foresta né del luogo da dove eravamo caduti. Atterrammo leggeri sulla distesa di pietre « Dove siamo?! » chiesi confuso « Tu...tu non dovresti essere qui! Lei non mi doveva fermare! Non dovevamo arrivare Qui! » esclamò mentre grosse lacrime scendevano dai suoi occhi e solcavano le sue guance di porcellana. Non capivo perché piangesse, infondo eravamo salvi! « Su torniamo a casa » dissi mettendole un braccio intorno alle spalle e ci incamminammo verso l'unico punto di riferimento visibile, cioè le grosse steli che non erano molto distanti da noi. Le raggiungemmo in poco tempo e notai che su ognuna di esse era scolpita una figura. Erano dodici, disposte in cerchio intorno ad un enorme tavolo di pietra liscio, sembrava una di quelle tavole per i sacrifici umani che avevo visto una volta su un libro scolastico. Le figure erano di giovani donne, ognuna indossava un lungo vestito che le copriva parte del braccio destro, mentre il sinistro era totalmente scoperto. Le donne avevano uno sguardo vuoto, freddo come il ghiaccio e i capelli erano abbandonati ad  un vento invisibile. Sinceramente quel posto mi metteva i brividi, l'atmosfera che c'era sembrava carica di mistero e paura. Osservai le figure una per una, muovendomi lentamente, come in un museo, fino ad arrivare dove si trovava Emily. La ragazza osservava la dodicesima stele con un'espressione spaventata che nascondeva anche un certo orrore. La statua rappresentava una ragazza molto più bassa delle altre, aveva dei lunghi capelli mossi e il vestito le copriva per intero il braccio destro. Il bagliore che avevo visto mentre stavo precipitando proveniva dai suoi occhi, erano grandi e rossi e sembravano fissarmi. Le mani della statua erano congiunte e mostravano un liquido che brillava, scarlatto come gli occhi, sangue. Il mio stomaco si contrasse dolorosamente e la testa iniziò a girarmi, mi avvicinai ad Emily e le chiesi: « Emily, perché sei scolpita qui sopra? »

Mi sveglia di soprassalto, ero nel mio letto sudato e con il fiatone, la cicatrice tirava e mi sembrava di avere un macigno al posto della testa. Maka e Blair mi osservavano preoccupate, probabilmente dovevo aver urlato « Soul come ti senti? » chiese Maka « Sto bene, è stato solo un brutto sogno » dissi mentre mi alzavo dal letto « Vuoi un tè caldo? » chiese di nuovo Maka « No, no ho solo bisogno di un po' d'aria fresca». Indossai un paio di jeans, una maglietta ed una giacca « Miah, dove vai? » Blair mi si avvicinò, indossava un pigiama mooooolto aderente « Faccio due passi e torno... » « ma sono le tre del mattino! » protestò la mia maestra d'armi. Io non la ascoltai ed uscii di casa, avevo bisogno di riflettere.

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Capitolo 7
*** Is This Love? ***


Soul

Le strade di Death City erano fredde e silenziose, non c'era gente a scaldarle. Camminavo da solo accompagnato dal vento e da qualche uccello notturno che mi osservava sgranando i suoi grandi occhi gialli. La cicatrice faceva ancora molto male ma non avevo il coraggio di guardarla, avevo paura di vederla tutta infiammata o peggio, temevo che avesse perso sangue. Nella mia testa le immagini dell'incubo si susseguivano velocemente come dei fantasmi di una vita passata : Emily, la foresta, la caduta, il deserto di pietra, le donne scolpite, la statua di Emily. Più ci pensavo e più mi sembravano reali, era un incubo troppo elaborato per essere solo il frutto della mia fantasia. Come aveva fatto un sogno del genere a venirmi in mente ? Quale parte del mio cervello aveva ideato quell'episodio? Era stato un sogno nitido come un ricordo, il dolore e la paura che avevo provato erano ancora vive dentro di me. La testa mi girava vorticosamente e il sonno cercava di opprimermi ma il freddo mi teneva sveglio e neanche io volevo riaddormentarmi per paura di scivolare di nuovo in quello strano mondo.

Camminavo senza una direzione ben precisa, dove sarei mai potuto andare ?! Non volevo tornare a casa, di andare in discoteca  non se ne parlava, tantomeno di andare alla Shibusen. Così arrivai in una piazzetta circolare con un parco giochi per bambini e alcune panchine. Mi sedetti su una panchina e fissai le altalene, il vento le faceva muovere con un leggero cigolio, sembravano animate da qualche spirito.

Le immagini dell'incubo avevano smesso di tormentarmi tranne una, quella di Emily che si buttava dal burrone, tutte le volte che la rivedevo provavo una strana stretta al cuore; se fosse successo veramente non saprei cosa avrei fatto, mi sarei buttato per cercare di salvarla? Possibile, quella ragazza aveva qualcosa che mi attirava. Da giorni quando mi fermavo a pensare senza volerlo lei era sempre al centro dei miei pensieri. Mi immaginavo i segreti che poteva nascondere dietro quell'aspetto così fragile, storie oscure come il sangue e dolorose come la mia cicatrice. Si vedeva che soffriva, nei suoi occhi c'era un velo di tristezza che non se ne andava neanche quando la facevo ridere; come se lei avesse la consapevolezza che il suo destino era tenebroso e che nessuno avrebbe mai potuto salvarla. Perché una ragazza bella e delicata come lei doveva essere così malinconica? Avrei dato qualsiasi cosa per poterla alleviare da quel peso che portava sul cuore, non volevo che lei fosse triste perché amavo il suo sorriso: era delicato come un petalo di rosa ma potente come una stella che la notte sconfiggeva l'oscurità per poter donare un po' di luce alla terra.

Ad un certo punto un'idea mi bussò nella testa, non è che mi ero innamorato ? In effetti non avevo mai provato delle sensazioni simili prima ma questo non voleva dire che ero innamorato vero ? Uno cool come me non aveva tempo di star dietro a fiori e romanticherie varie !

Mentre pensavo a quelle cose una figura scura attraversò la piazza e per un attimo si girò a guardarmi << Emily... >> mormorai, le immagini del sogno mi tornarono subito in mente, mentre il mio cuore accelerava i battiti. Decisi di alzarmi e di raggiungerla, Death City di notte poteva essere pericolosa per una ragazza. Così la raggiunsi << Ciao, cosa ci fai qui ? >> chiesi mentre allungavo il braccio per sfiorarla, lei si girò di scatto e mi osservò. Io avevo il cappuccio calato sulla testa e l'illuminazione era scarsa, difficilmente mi avrebbe riconosciuto ma non feci in tempo a scoprirmi la testa che Emily iniziò a correre << Ehi aspetta!!! >> gridai e la rincorsi. Era molto veloce, scappava impaurita come un cerbiatto << Emily sono Soul, non voglio farti del mare, fermati!!! >>  urlavo ma lei sembrava non sentirmi.

Corremmo per circa venti minuti, ansimavo, i polmoni bruciavano, ogni respiro era più difficile del precedente, le gambe mi dolevano ma mai quanto la cicatrice che sembrava divertirsi a farmi soffrire in quel modo; stavo per cedere quando la ragazza si fermò di colpo. Mi avvicinai di nuovo con cautela << Emily sono Soul tranqui... >> non finii la frase che lei mi colpì il fianco sinistro con un calcio. Mi accasciai a terra gemendo, aveva una forza incredibile ! La caduta mi fece scivolare il cappuccio all'indietro e il fascio di luce di un lampione mi illuminò il volto, così la ragazza mi riconobbe << Oh mio dio Soul sei tu ! Scusa, ti avevo scambiato per un maniaco ! >> disse visibilmente dispiaciuta << Non ti preoccupare, sono cose che capitano >> la rassicurai, nonostante avessi ancora il respiro mozzato da quel colpo. Emily mi venne vicino e mi passò un braccio intorno ai fianchi per aiutarmi a tornare in piedi. Quando sentii la sua mano che mi toccava il corpo ebbi un fremito, il mio cuore batté ancora più velocemente e tutto il dolore che provavo sparì all'istante. Era questo che si provava quando si era innamorati ? Una sensazione di benessere e felicità ?

<< Ma scusa che ci fai in giro a quest'ora ? >> mi chiese ad un tratto << Oh niente....stavo solo...facendo un giro...ho fatto ehm un incubo e avevo bisogno di riflettere... >> che mi stava accadendo ? Uno cool come me non riusciva più neanche a dire una frase senza esitare ?!

Feci un profondo respiro per riprendere il pieno controllo della mia mente, anche perché il cuore non ne voleva sapere di ascoltarmi.

<< Tu piuttosto perché sei qui ? Di notte la città non è un posto per ragazze >> << Lo so ma mi sembra di riuscire a difendermi abbastanza bene, non trovi? >> rispose alludendo al mio fianco, dove probabilmente si era già formato un livido. << Dove abiti? Ti accompagno a casa >> chiesi poi << Ah grazie, casa mia è qua vicino, è quel nuovo palazzo color azzurro cielo >> << Tu vivi lì ?! Ma come fai ?! Sono tutti dei minuscoli monolocali !! >> esclamai stupito << Beh sai io non ho un partner con cui condividere la casa e mi basta poco per sopravvivere >> disse accennando un sorriso malinconico.

La portai fino a casa sua, durante il tragitto rimanemmo in silenzio, immersi nei nostri pensieri. A volte mi giravo a guardarla: camminava con un passo silenzioso e lo sguardo perso nel vuoto, dai suoi occhi si riusciva a capire a cosa stesse pensando, doveva essere qualcosa che le provocava un'immensa tristezza. Mi piangeva il cuore nel vedere i suoi occhi così cupi.

Quando fummo arrivati Emily si girò verso di me e disse: << Grazie per avermi accompagnata e scusa ancora per il calcio di prima...Buonanotte >> Sentii un tuffo al cuore, non volevo che se ne andasse, con lei mi sentivo troppo bene per poterla lasciare andare ! La presi per i fianchi e la attirai a me abbracciandola. Il suo piccolo corpo tra le mie braccia appariva ancora più fragile di quanto non fosse in realtà, sembrava che stessi abbracciando una bambola di porcellana; avevo paura a stringerla troppo poiché pensavo di farle male. << Emily...io....non so bene come dirlo ma...ecco....penso di essermi preso una cotta per te...insomma tu mi piaci tantissimo e....voglio proteggerti e farti felice... >> Rimasi stupito dalle mie stesse parole, glielo avevo detto senza pensare, avevo solo lasciato che il mio cuore parlasse per me.

La ragazza mi guardò negli occhi e sorrise, era un sorriso meraviglioso che non avevo mai visto prima. << Nessuno mi aveva mai detto delle cose così belle >> disse con dolcezza. “Baciala, baciala, BACIALA !” Continuava ad urlare il mio cuore, quindi le presi il volto tra le mani e lo avvicinai al mio. Il suo profumo mi riempì le narici, era delicato ma molto buono, sembrava vaniglia. Lei arrossì e chiuse gli occhi, anche io li chiusi e le nostre labbra si sfiorarono << A-aspetta... >> mormorò ad un tratto staccandosi da me. << Ehi che succede? >> chiesi preoccupato << Soul...io vorrei tanto stare con te credimi...ma...non posso....tu non puoi capire...non sei come me....ho paura di farti male...scusa... >>. Due grosse lacrime le solcarono le guance pallide, non erano lacrime normali, erano rosse come il sangue, rosse come i suoi occhi. Provai ad abbracciarla di nuovo ma lei si girò e corse piangendo verso casa sua prima che io potessi fare qualcosa. Rimasi incredulo, scioccato, cos'era andato storto ?! Il senso di benessere che provavo prima se n'era andato, lasciando il posto ad un dolore sordo che non solo mi prendeva il fianco e la cicatrice, ma anche il cuore.

Tornai a casa sconsolato, mi rimisi a letto senza neanche levarmi i vestiti e in poco tempo scivolai in un sonno agitato.

 

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Capitolo 8
*** Deles Animi ***


Emily

 

Quella mattina su Death City splendeva un sole quasi accecante, la gente usciva a passeggiare e dal mio appartamento sentivo le loro chiacchiere allegre. Ma io ero triste, i ricordi della sera prima mi tormentavano, uniti ad un forte senso di colpa. “Tu non hai bisogno di lui ! Stai benissimo così, perché se qualcuno scoprisse la verità ti ucciderebbe subito e non puoi stare con lui senza che la sappia. Non hai bisogno di un ragazzo per essere felice!” continuavo a ripetere per auto-convincermi, ma chi volevo prendere in giro ?! In realtà ero innamorata di Soul da tanto, tanto tempo e il fatto di averlo rifiutato mi faceva stare male; ma per quanto il rimorso mi stava divorando l'anima, sapevo che l'avevo fatto per il bene di entrambi.

Decisi quindi di vestirmi in modo diverso per scacciare quei pensieri e per rendere la mia figura un po' meno malinconica; indossai una canottiera bianca, una camicia simmetrica rosa e azzurra a maniche lunghe per la gioia di Kid e un paio di jeans. Osservai allo specchio il risultato, ma per quanto fossi carina vestita in quel modo, i miei occhi tradivano il mio vero stato d'animo. Mi avviai lentamente verso scuola tentando di pensare a cose allegre, ma in tutti i miei ricordi migliori (che erano pochi) compariva sempre Soul. I miei amici mi stavano aspettando nel grande piazzale della Shibusen, sotto uno dei grandi teschi. Quando mi videro mi vennero incontro facendomi un complimento dopo l'altro per il mio aspetto. Io ringraziai, ma senza troppa allegria; Soul infatti era rimasto appoggiato al muro e a mala pena mi aveva guardata. Era arrabbiato e io lo capivo...come mi ero comportata male. Se lui avesse saputo il mio segreto forse avrebbe capito il motivo del rifiuto, ma non avevo il coraggio di dirglielo.

<< Soul che che hai?! Hai visto quanto è bella Emily oggi ?! Dai sii un po' gentile e levati quella faccia da funerale ! >> disse Maka scocciata. Il ragazzo alzò lo sguardo e mi osservò a lungo. Sentii le guance diventare calde e rosse, era una sensazione totalmente nuova per me, ma ormai avevo imparato a riconoscerla. Lo vidi arrossire e in maniera impercettibile mormorò: << Wow... è bellissima... >>. A quelle parole gli occhi mi si riempirono di lacrime e il rimorso tornò a stuzzicare il mio cuore, già tormentato di suo. Desideravo ardentemente correre da lui e abbracciarlo forte, mi ero sentita così al sicuro fra le sue braccia forti. Ma sapevo che se l'avessi fatto l'avrei messo in serio pericolo, non potevo permettere che la mia vera natura gli facesse del male e poi stava per baciarmi! Io non avevo mai baciato nessuno e non avevo la minima idea di come mi dovessi comportare: dove dovevo mettere le mani? Come dovevo inclinare la testa? E, domanda più importante, in che senso avrei dovuto ruotare la lingua?

Ero così immersa in quelle intricate riflessioni che non mi resi conto che nel frattempo eravamo arrivati in classe e la prima ora stava per iniziare. Prendemmo posto velocemente e io, per una strana coincidenza, mi ritrovai fra Maka e la sua arma. La ragazza prese fuori un libro dall'aria noiosa e difficile e si mise a leggere, Soul invece mi guardò senza dire una parola, ma il suo sguardo esprimeva un dolore e una tristezza pari alle mie. << Scusa... un giorno ti spiegherò tutto... promesso! >> dissi a mezza voce, non sapendo se lui sarebbe riuscito a sentirmi o meno. Lui piegò le labbra in un sorrisetto e si girò a parlare con Black*Star, lasciandomi sola a riflettere sulla mia patetica vita. Dieci minuti più tardi il Professor Stein fece la sua solita entrata bizzarra a bordo della sua sedia nera da ufficio che si ribaltava solitamente in prossimità della cattedra. Quel giorno aveva i capelli più arruffati del solito e nei suoi occhi aleggiava un'aura di forte emozione che lo rendeva ancora più inquietante. << Buooooooongiorno ragazzi! >> ci salutò estremamente euforico. La classe rispose al saluto con meno entusiasmo e tirò fuori il materiale per la lezione con la stessa meccanicità di un gruppo di automi. << Oggi ho una buona notizia per voi! Indovinate... sta sera vi porto a caccia! >> annunciò poi girandosi con soddisfazione la rotella posta sulla tempia sinistra. Nella classe si diffuse un mormorio agitato. << A caccia di cosa? Spero che sia qualcosa di asimmetrico o io non lo sfioro neanche! >> disse Kid incrociando le braccia. Patty batté le mani divertita, mentre Liz, che si stava limando le unghie, sussultò e lasciò cadere a terra la limetta. Black*Star fece un sorrisone e urlò << Yahoooooo, chiunque sia lo ucciderò senza pietà! >>. Tsubaki si guardò intorno preoccupata, mentre Soul si limitò ad alzare un sopracciglio sorpreso. La mia vicina di banco alzò la mano << Professor Stein, chi o che cosa dobbiamo sconfiggere? >> chiese con voce ferma. << Hanno trovato un gruppo consistente di deles animi, qualcuno di voi sa per caso di cosa si tratta? >>. Maka alzò di nuovo la mano: << Deles animi, dal latino distruttori di anime, si tratta di esseri antropomorfi che in precedenza erano degli uomini. I loro corpi ormai morti sono stati però rianimati, tramite l'inserimento forzato di una nuova anima rubata in precedenza. Nessuno sa chi riesca a compiere questa operazione, ma chiunque sia viene servito costantemente da questi morti viventi. Loro con un solo morso sono capaci di immobilizzarti e prenderti l'anima, per poi mangiarti totalmente. Solitamente non si muovono in gruppo e da soli sono anche facili da abbattere, ma si possono trovare anche branchi di più di cento individui, che possono rappresentare una minaccia per i centri abitati. >> spiegò risoluta. Quando finì di parlare nella classe piombò un silenzio tombale, tutti erano rimasti congelati all'idea di dover sconfiggere un centinaio di cadaveri animati, come avrebbero fatto ad uccidere qualcuno che era già morto? Stein, del tutto incurante dello stato d'animo dei suoi alunni, applaudì ammirato. << Complimenti, Maka, sono proprio loro. Nei pressi di Death City è stato segnalato un branco di circa cento individui che si sta avvicinando pericolosamente alle zone residenziali. Dobbiamo eliminarli prima che inizino a mietere vittime, ci muoveremo di notte per evitare di essere notati dai cittadini, che altrimenti andrebbero nel panico. Quindi ne lasceremo vivi due o tre per poterli vivisezionare con calma domani! >>. Gli occhi dell'uomo brillarono di una luce sinistra e Soul si passò una mano sul volto, esasperato; ecco perché il professore era tanto felice!

Passammo il resto della lezione ad apprendere le caratteristiche dei nostri nemici e i modi più rapidi per ucciderli. Stein ci diede appuntamento per le nove in punto davanti alla scuola e ci raccomandò di riposarci in vista della battaglia, poi ci permise di tornare a casa prima senza compiti. Nessuno di noi però sembrava più impaurito per quello che ci attendeva e neanche io ero in qualche modo agitata; l'unica che invece non riusciva a calmarsi era Liz, che tremava come una foglia. Così ognuno di noi tornò nelle proprie abitazioni, mentre io, che non avevo niente da fare, rimasi a girovagare senza meta per le strade della città.

 

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