Love & Pride

di Yuki Delleran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il pegno di una promessa mai mantenuta ***
Capitolo 2: *** Il Passato I - Il suo posto ***
Capitolo 3: *** Il passato II - Può esistere la pace? ***
Capitolo 4: *** Il passato III - Gesti d'affetto, gesti d'amore ***
Capitolo 5: *** Il Passato VI - Non esiste pace per il peccatore ***
Capitolo 6: *** Il Passato V - Legami ***
Capitolo 7: *** Il Passato VI - In cerca di un segno ***
Capitolo 8: *** Il Passato VII - Colei che giunge dalle ombre ***
Capitolo 9: *** Il Passato VIII - La pietra rossa: di nuovo ***
Capitolo 10: *** Il Passato IX - L'orgoglio del giocattolo rotto ***
Capitolo 11: *** Il Passato X - La fine e l'inizio ***
Capitolo 12: *** Solitudine ***
Capitolo 13: *** Innaturale ***
Capitolo 14: *** I sentimenti di un fratello ***
Capitolo 15: *** Ancora di salvezza ***
Capitolo 16: *** Raggiungere il limite ***
Capitolo 17: *** Dimenticare il dolore ***
Capitolo 18: *** Un senso di te ***
Capitolo 19: *** La fiamma si riaccende ***
Capitolo 20: *** Pride, la Superbia ***
Capitolo 21: *** Inaccettabile verità ***
Capitolo 22: *** Le prime risposte ***
Capitolo 23: *** Bisogno di verità ***
Capitolo 24: *** Possibilità e teorie ***
Capitolo 25: *** Edward era... Edward è... ***
Capitolo 26: *** Verità o follia? Essere o non essere? ***
Capitolo 27: *** Il desiderio di un essere umano ***
Capitolo 28: *** Sono vivo ***
Capitolo 29: *** La fine di un incubo ***
Capitolo 30: *** Epilogo - Rezembool, 3 oct. '19 ***



Capitolo 1
*** Il pegno di una promessa mai mantenuta ***


Hola a tutti! Sono tornata!
Questa è la mia prima fic nel fandom di Fullmetal Alchemist e spero di trovare la stessa calorosa accoglienza di quello di Yu-Gi-Oh! Innanzi tutto perché FMA? Perché amo questa serie con tutto il cuore e adoro il nostro Fagiolino! ^///^ Quando ho visto la fine su mtv avevo i lacrimoni agli occhi e un nodo in gola quindi ho deciso istantaneamente che DOVEVO scrivere qualcosa. Quella sera è nata ufficialmente Love & Pride (in realtà la stavo progettando già da tempo). Ci tengo a precisare un paio di cose. Questa è una sorta di “storia alternativa” al film, quindi i due anni che Ed ha passato nel nostro mondo ci sono stati anche se vengono poco menzionati. Alla fine però è riuscito a tornare ad Amestris. Il modo non viene specificato in questa storia per un motivo ben preciso, infatti fa parte di un’idea non mia. Si tratta di una storia che sta scrivendo una mia amica e che in un certo senso è parallela a questa ma vista dal punto di vista degli Homunculs (spero che prima o poi la porti a termine così da pubblicarla!)
Inoltre volevo anche dire che mi sono rifatta molto al videogioco Bluebird’s Illusion, a cui però non ho mai giocato e di cui non ho nemmeno letto la trama completa. La mia massima ispirazione sono state le immagini scovate nel web e chi sa di cosa sto parlando, riconoscerà sicuramente le scene… ^_^ Diciamo che questa è una specie di mia versione della trama. Proprio perché so che diversi autori si sono rifatti a questo gioco nelle loro fic, temo di essere incorsa in similitudini con storie già scritte. Se questo dovesse essere successo, mi scuso anticipatamente assicurandovi che non c’è nessuna intenzione di plagio, avendo volutamente smesso di leggere questo genere di fic proprio per evitare influenze. La mia è comunque una storia completa la cui trama era già stata stabilita appunto quella famosa sera, quindi spero di non offendere nessuno.
Ah, dimenticavo di dire che mi ispiro principalmente alla serie animata, ma qua e là ho infilato qualche battuta che si rifà al fumetto, quindi non siate troppo fiscali…

Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.

Ok, dopo questa noiosissima tirata, possiamo finalmente alzare il sipario!

READY, STEADY, GO!! (sognavo da mesi di scriverlo…)



Love & Pride 01


Love & Pride

di
Yuki Delleran


La fede è un uccellino blu
Che vedi distante
Non puoi averlo o comprarlo
Non si fa catturare
Però c’è ed è proprio lui
Che fa tutto avverare
***


(Disney’s “Bianca & Bernie”)




01
IL PEGNO DI UNA PROMESSA MAI MANTENUTA



La ragazza sedeva la tavolo della piccola cucina silenziosa e semibuia tenendo lo sguardo basso fisso su qualcosa di imprecisato. Pesanti occhiaie segnavano il suo viso innaturalmente pallido e i lunghi capelli biondi, solitamente raccolti in una coda, le ricadevano scompostamente sulle spalle e sugli occhi, come se non avesse ritenuto necessario pettinarli. Di fronte a lei, appoggiato allo stipite della finestra, il ragazzo aveva lo stesso sguardo spento. Fissava la strada oltre i vetri senza realmente vederla e l’unico accenno di colore sulle sue guance era quello lasciato dai riflessi dei raggi del sole al tramonto. Sembrava che nulla di quello che succedeva all’esterno potesse scalfire il guscio in cui le due figure si erano rinchiuse. A dimostrazione di questo, al suono del campanello sobbalzarono vistosamente entrambi. Il ragazzo si avviò alla porta e quando si trovò davanti un uomo ancora piuttosto giovane abbigliato con una divisa blu e una vistosa benda sull’occhio sinistro, scattò sull’attenti esibendosi in un saluto militare.
«Buonasera, generale Mustang. » disse con un tono che contrariamente alle sue intenzioni suonò solamente stanco.
«Buonasera, Alphonse. Winry. » rispose l’uomo con espressione addolorata. «Sono venuto a porgervi le condoglianze ufficiali di tutto il quartier generale. Immaginavo non avreste gradito una processione infinita di militari alla vostra porta…»
«La ringrazio. » mormorò Alphonse.
Lo sguardo di Winry, alle sue spalle, scivolò dalla divisa impeccabile di Roy Mustang alla camicia spiegazzata del ragazzo, fino a soffermarsi brevemente sui propri capelli: erano entrambi in uno stato pietoso. Si ritrovò a considerare quanto fosse assurdo in un momento così terribile prendere anche solo in considerazione una sciocchezza del genere. Il cervello umano era proprio strano, quasi si trincerasse dietro banalità del genere per evitare di affrontare una realtà troppo crudele. Anzi, forse era proprio così.
Il generale Mustang aveva in mano una scatola e stava dicendo qualcosa ad Al. Winry, pur nello stato di doloroso stordimento in cui si trovava, tentò di seguire il discorso.
«Questi sono gli effetti personali che Fullmetal ha lasciato in ufficio, ve li restituisco. »
Alphonse fece strada fino al tavolo della cucina dove Mustang depose la scatola e l’aprì. Per la maggior parte era piena di carte, documenti e appunti. Winry riconobbe cerchi alchemici di svariato genere con diverse annotazioni ai lati. A cosa stava lavorando Edward? Scosse lentamente la testa. Ora non aveva la minima importanza. Vide Al scorrere con scarso interesse quelle pagine poi soffermarsi su una in particolare. La sua espressione assente mutò lentamente in una inorridita mentre la mente registrava l’informazione che gli occhi spalancati stavano fissando. Sul foglio era disegnato un cerchio alchemico piuttosto complesso a schema ettagonale. Winry non l’aveva mai visto.
Alphonse alzò di scatto la testa balbettando parole incoerenti.
«Questo schema… al laboratorio n. 5… e nella città sotterranea… la trasmutazione umana…»
Mustang scosse la testa a indicare che non aveva idea del perché quel foglio si trovasse ancora tra i documenti di studio dell’Alchimista d’Acciaio.
Continuando a estrarre oggetti dalla scatola, pose sul tavolo alcune fotografie. Era incredibile, Edward Elric conservava in ufficio delle fotografie. Questo riuscì addirittura a distrarre Al dal foglio che ancora tremava leggermente nella sua mano. Winry le accarezzò con la punta delle dita sforzandosi di non scoppiare miseramente il lacrime per l’ennesima volta. Una rappresentava Edward e Alphonse da piccoli con la loro madre. Nella seconda si vedevano i due fratelli e la stessa Winry sorridenti nel giardino di casa. La ragazza aveva gettato scherzosamente le braccia al collo di Ed che aveva le guance incredibilmente arrossate, mentre Al li indicava ridendo della grossa dell’imbarazzo del fratello. La terza invece rappresentava ancora i due fratelli ma diversi anni prima, quando l’anima di Al era ancora legata all’armatura, in compagnia di un militare con gli occhiali e dall’enorme sorriso.
«Ecco dov’era finita la foto del signor Hughes…» commentò Winry con voce rotta.
Le lacrime iniziavano già a pizzicarle gli occhi quando una piccola scatola scura attirò la sua attenzione. «Questa era nascosta in fondo a un cassetto. » disse Mustang porgendogliela insieme a un foglietto spiegazzato infilato sotto il coperchio.
Sul suo volto era dipinta una strana espressione: sembrava si stesse sforzando in tutti i modi di sorridere ma non ci riuscisse.
Winry spiegò lentamente il foglietto oltre il velo che aveva iniziato ad offuscarle la vista, riconobbe il proprio nome e una data. Era stato cancellato e riscritto più volte, come se il mittente fosse stato indeciso e alla fine avesse stabilito di lasciare solamente il nome del destinatario e la data. Quella data. Winry si sentì girare la testa mentre riviveva quel giorno. Era iniziato come al solito, con Al che si era alzato prima di lei per preparare la colazione e Ed che non voleva saperne di lasciare il letto. Aveva dovuto sgridarlo, urlargli che avrebbe fatto tardi al lavoro e infine strappargli le coperte, tutto per guadagnarsi un’occhiata omicida da quelle incredibili iridi dorate ancora offuscate dal sonno. Quando finalmente era riuscito a prepararsi, prima di uscire l’aveva salutata con la solita espressione strafottente.
«Non tentare di fare a botte con Mustang. » gli aveva detto lei. «Mi raccomando l’Auto-mail! »
Solita frase. Solita risposta.
«Ma sì, ma sì. A più tardi, maniaca della meccanica! »
Ed aveva uno strano modo di dimostrare affetto. Quella frase infatti significava più o meno: «Stai tranquilla, non mi farò male. Ti voglio bene anch’io. »
Winry aveva sorriso e l’aveva salutato con la mano mentre risaliva la via. Sì, era stato un giorno come tutti gli altri. Con la differenza che a sera Ed non era rientrato e lei non l’aveva più rivisto.
Si rese conto che le sue dita tremavano mentre sollevava il coperchio della scatolina e scopriva al suo interno il piccolo anello d’argento ornato da un brillante. «Cosa… cosa significa? » balbettò quando vide le iniziali incise all’interno.
“From E to W”
Spostò lo sguardo smarrito da Alphonse a Mustang sentendo che il suo cuore sarebbe potuto andare in mille pezzi da un momento all’altro.
«Allora l’ha fatto davvero…» mormorò Al.
Winry strinse le mani in grembo. Di cosa stava parlando?
«Cosa? » incalzò. «Parla, Al! »
«Ti farà stare peggio…» tentò di tergiversare il ragazzo distogliendo lo sguardo.
«La persona che amo è morta! Non posso stare peggio di così! »
Quello scatto sembrò convincere Alphonse.
«Mio fratello… non l’aveva detto a nessuno ma lui voleva… bhè, voleva chiederti di sposarlo. Quello è un anello di fidanzamento. »
Il silenzio calò nella stanza. Mustang aveva spalancato l’unico occhio sano, come se non credesse Edward capace di un gesto simile. In effetti ripensando al carattere testardo e indipendente di quello che era stato l’Alchimista d’Acciaio, si poteva ben comprendere la sua incredulità. Al si era coperto il volto con una mano per tentare inutilmente di dare un contegno al proprio dolore, poi dei singhiozzi spezzati ruppero il silenzio e Winry si rese conto che provenivano da lei. Forse avrebbe dovuto dare ascolto ad Al, ora si sentiva decisamente peggio, il dolore era lacerante. Era un sogno che si realizzava per precipitare subito nell’incubo. Sapeva che i sentimenti di Ed per lei andavano ben oltre la semplice amicizia, ma da quello a dimostralo con un anello e una proposta di matrimonio… una proposta mai fatta. Quel cerchietto d’argento che aveva automaticamente infilato all’anulare della mano sinistra, ora non era altro che il pegno di una promessa che non sarebbe mai stata mantenuta.
Notando gli sguardi di commiserazione dei due uomini, si alzò di scatto dalla sedia e uscì velocemente dalla stanza. Stava già abbastanza male senza che la guardassero in quel modo. Salì le scale, sbatté la porta della propria stanza facendola rimbalzare sullo stipite e si gettò a faccia in giù sul letto. Stringendo convulsamente la mano sinistra diede libero sfogo a delle lacrime che non credeva più di avere. No, quelle versate per lui non si sarebbero mia esaurite. Attraverso la porta socchiusa sentì Al parlare con Mustang.
«La ringrazio di essere passato, generale. »
«Figurati, venire di persona era il minimo che potessi fare. Farò il possibile per essere presente anche al funerale e se la loro presenza non vi disturba vorrebbero partecipare anche il tenente Hawkeye e i miei uomini. » disse Mustang.
«Disturbarci? Mio fratello ed io vi consideriamo la nostra famiglia! »
«Già. Fullmetal ha sempre avuto una strana concezione di famiglia… o forse ora dovrei dire Edward…»
«Va bene così. » mormorò Alphonse e Winry riuscì a immaginare la sua espressione triste. «Mio fratello avrebbe voluto che lei lo ricordasse come Fullmetal. »
Dopo quel breve scambio di battute, la porta d’ingresso si chiuse e la casa piombò di nuovo nel silenzio. Era opprimente. Ogni cosa, anche l’aria che respirava, sapeva di lui e dopo la shockante rivelazione di poco prima non era più sicura di riuscire a sopportare di vivere ancora lì.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Allora, che ve ne pare dell’inizio? Iniziamo bene, direte voi… ç_ç
Dal prossimo capitolo comincia la parte sul passato che spiega come siamo arrivati a questa situazione e durerà un po’ di capitoli, poi si riprenderà con la storia normale. Questo modo di strutturare la trama l’avevo preso da un libro che alternava passato e presente della protagonista, ma poi ho deciso di mettere tutto il passato di fila per non creare confusione. Senza contare che mi sono accorta che questa è anche la stessa struttura della sere animata di FMA… ^_^
Bene, se vi ha ispirato almeno un po’, me lo lasciate un commentino?
Alla prossima!
YUKI-CHAN




Next -> "Il suo posto"
(Il soffitto sopra la sua testa è quello di un luogo che può di nuovo chiamare casa, il profumo che gli solletica le narici è quello di una colazione preparata dal suo adorato fratello di nuovo in sembianze umane, la voce che canticchia nel corridoio appartiene a quella che da amica d’infanzia è diventata la ragazza che ama e tutto ciò che lo aspetta nell’immediato futuro è smistare le pratiche da sottoporre al suo superiore.)

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Capitolo 2
*** Il Passato I - Il suo posto ***


Love & Pride 02 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato I
***
IL SUO POSTO


E’ meraviglioso aprire gli occhi e sapere di essere esattamente dove si deve essere, al proprio posto nell’universo, o meglio, nel proprio universo. Il soffitto sopra la sua testa è quello di un luogo che può di nuovo chiamare casa, il profumo che gli solletica le narici è quello di una colazione preparata dal suo adorato fratello di nuovo in sembianze umane, la voce che canticchia nel corridoio appartiene a quella che da amica d’infanzia è diventata la ragazza che ama e tutto ciò che lo aspetta nell’immediato futuro è smistare le pratiche da sottoporre al suo superiore. Bhè, no. Questo non è esattamente meraviglioso. Rigirandosi e tornando ad avvolgersi nelle coperte, Edward si chiede per quale astruso motivo tra una missione e l’altra da Alchimista di Stato gli è toccato l’ingrato compito di segretario del generale Roy Mustang. L’ha fatto sicuramente apposta, quel maledetto, così può bersagliarlo a piacimento con le sue insopportabili frecciatine. Se avesse voluto fare del lavoro d’ufficio si sarebbe fatto assegnare all’archivio del tribunale militare come Alphonse, invece gli tocca sopportare l’ex colonnello che con l’avanzamento di grado è diventato ancora più vanesio. Solo un paio d’anni prima era stato praticamente certo che non l’avrebbe più rivisto, ma a quanto pare è destino che faccia parte della sua vita.
La voce che fino a un attimo prima canticchiava sommessamente, sia alza di tono chiamandolo.
«Ed! Alzati! Finirai per fare tardi! »
Il ragazzo si copre la testa con il cuscino. Perché le sue giornate devono iniziare sempre in quel modo?
La voce si fa più vicina mentre la luce inonda la stanza non più bloccata dalle tende.
«Insomma, Ed! Se fai tardi in ufficio, Mustang ti prenderà ancora in giro o peggio. E pensare che stava meditando di promuoverti. Possibile che tu non sia minimamente ambizioso? »
Edward grugnisce e sbuffa da sotto il cuscino.
«Non mi importa un accidente di fare carriera nell’esercito…»
«Comunque sia, alzati subito! Non intendo fare tardi in officina per colpa tua! »
Edward sbuffa di nuovo poi finalmente allontana le coperte. Winry che brandisce una chiave inglese è un argomento più che convincente.
La ragazza si è trasferita in quella villetta a Central City con lui e Alphonse dopo aver terminato il suo apprendistato a Rush Valley e ora lavora in una piccola officina di Auto-mail continuando ad essere anche la sua meccanica. Ogni volta che la guarda, a Ed sembra di tornare ai giorni felici dell’infanzia. Ora la sua vita, ex colonnelli a parte, è decisamente perfetta.
Dopo una breve doccia Edward torna in camera alla ricerca della divisa chiedendosi per l’ennesima volta perché non può vestirsi in borghese come durante le missioni. Portare l’uniforme lo fa sentire uguale a tutti gli altri, come una piccola formica tra le tante e gli è insopportabile… soprattutto se si sofferma sulla parola “piccola”! Come se non bastasse non riesce a trovare quella stupida giacca da nessuna parte. E’ sicuro di averla gettata accanto al letto la sera prima, ma ora sembra essersi volatilizzata. Continuando a cercarla, apre l’armadio e il suo sguardo cade sulla lunga giacca rossa che indossava un tempo e che l’ha accompagnato nel suo peregrinare alla ricerca della Pietra Filosofale. La stessa giacca rossa che suo fratello ha indossato negli anni in cui sono stati divisi. Il simbolo di tutte le sue certezze assolute e di tutte le sue convinzioni smentite. Colto da un attimo di incoerente nostalgia, scuote la testa e getta un’occhiata al suo orologio d’argento: ora inizia ad essere seriamente in ritardo. Andrà così com’è, non lo degraderanno di certo perché è senza giacca!
Una voce squillante lo chiama dal piano di sotto.
«Fratellone! Se stai cercando la giacca dell’uniforme, è qui lavata e stirata. »
Ed l’ha sempre detto che suo fratello è un angelo! Un attimo dopo è di sotto e storce il naso davanti alle tazze di latte sul tavolo della cucina.
«Si ripresenta testardo come ogni mattina, vedo. » commenta disgustato.
«Mai come te. » risponde Winry posandogli davanti una tazza di caffè. «Bevi e poi corri. »
Dopo il rischio di un’ustione al palato, si avvia all’uscita mentre Alphonse sorseggia ancora placidamente il suo latte forte del suo “orario flessibile”.
«A più tardi! » esclama.
E’ già per strada quando Winry lo ferma.
«Ah, Ed! Mi raccomando l’Auto-mail! »
«Ma sì, ma sì…»
Stessa frase tutti i giorni e tutti i giorni la stessa risposta. Altro che Auto-mail. Quella ragazza smetterà mai di stare in ansia per lui? Il pericolo più grave che corre attualmente è quello di finire sepolto dalle scartoffie. Eppure le è grato per l’affetto che gli dimostra e che lui ricambia in pieno. Stare vicino a lei gli scalda il cuore e lo fa sentire bene.
Sensazione che svanisce una volta entrato al Quartier Generale e soprattutto dopo aver varcato la soglia di quell’ufficio.
«Sei caduto dal letto, Fullmetal? »
E’ in momenti come questo che Ed ricorda il reale motivo delle raccomandazioni di Winry: reprimere il suo istinto di fracassare l’Auto-mail sulla testa del suo diretto superiore.
«La ringrazio per l’interessamento ma no. » risponde tentando di controllarsi. «Provvederò subito a portarle le pratiche di oggi. »
Edward è sicuro di aver visto un lampo di esasperazione negli occhi scuri di Roy Mustang e segretamente esulta: lo sommergerà di lavoro così non avrà il tempo di prenderlo in giro. Mentre fruga nello schedario, incrocia lo sguardo del tenente Hawkeye che gli sorride indulgente come a suggerirgli di portare pazienza. Ed si chiede come faccia lei ad essere così tollerante e allo stesso tempo a mantenere l’ordine e la disciplina in quel covo di scansafatiche. Ormai da tempo si è reso conto di quanto sia una persona straordinaria, specialmente nel modo di gestire i rapporti con quello pseudo-generale. Che stanno insieme al Quartier Generale ormai lo sanno anche i sassi, Ed li ha anche beccati un paio di volte a scambiarsi teneri sguardi e a chiamarsi “Roy” e “Riza” con un tono di voce che gli ha fatto venire la pelle d’oca, eppure lei non lascia mai che tutto questo influisca minimamente sulla sua efficienza.
Quando ha quasi finito di smistare il primo pacco di pratiche, è proprio la stessa Hawkeye ad attirare la sua attenzione dalla propria scrivania.
«Edward, per cortesia, potresti andare in archivio a recuperare la documentazione del caso 342? Sto aspettando una telefonata e non posso muovermi. »
Il ragazzo si alza annuendo. Sarà un piacevole diversivo, potrà fare due passi e andare a trovare Alphonse.
«Già che ci sei gradirei un thè, Fullmetal. » esclama il generale.
Ed non si degna nemmeno di rispondere e si sbatte la porta alle spalle. Nonostante questo gli giungono ugualmente i commenti di Hawkeye.
«Generale, questo è un ufficio non un bar. Potrà avere il suo thè quando avrà smaltito il lavoro in arretrato. »
Gran donna.
Le sale dell’archivio gli piacciono, calde d’inverno e fresche d’estate, hanno sempre la temperatura ideale. Quando varca la soglia per trovarsi circondato da alti scaffali ricolmi di fascicoli e di tutta la documentazione possibile, subito si rilassa. E’ come entrare in una silenziosa e tranquilla biblioteca, tutto il contrario di quel caotico ufficio dove il telefono squilla in continuazione e un certo generale sta zitto solo quando si addormenta sulla scrivania. A volte invidia Alphonse per quel lavoro, ma poi ripensandoci si rende conto che troppa tranquillità non farebbe per lui. E’ vero che è uno studioso, ma rimane pur sempre un uomo d’azione. Si dirige verso una scrivania completamente ricoperta da pile di fascicoli, al punto da nasconderne alla vista l’occupante.
«Buongiorno, Sheska! » la saluta con un sorriso.
«Oh, buongiorno, Ed! » risponde la ragazza con gli occhiali sbucando da dietro una montagna di carte e ricambiando il sorriso. «Posso esserti utile? »
«Sì, cercavo la documentazione del caso 342 e poi… sai dirmi dov’è Al? Non lo vedo in giro. »
«E’ andato alla biblioteca centrale a depositare dei documenti. »
Sheska fruga tra gli scaffali e riemerge quasi subito con il verbale che le ha chiesto.
«A proposito, forse non sono affari miei, ma Al sta bene? » domanda porgendolo a Ed. «Te lo chiedo perché ultimamente è un po’ strano. Anche prima, l’ho chiamato diverse e volte ma non mi ha risposo e quando si è voltato sembrava non si fosse accorto di niente. Forse è solo mancanza di sonno, però…»
La ragazza continua a parlare ma Edward ha smesso di ascoltarla. Un brivido gli corre lungo la schiena. Tenta di dirsi che non ha motivo di essere preoccupato, che sono cose che possono succedere a tutti, ma il presentimento inquietante che si è fatto strada dentro di lui non vuole saperne di andarsene.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonasera/buongiorno a tutti!
Questo è un aggiornamento anticipato rispetto a quello che avevo progettato visto che il primo capitolo sembra aver stuzzicato la vostra curiosità. Scommetto che adesso siete più curiosi di prima, vero? Hi, hi! ^_^ Una piccola precisazione: il cambio del tempo verbale della narrazione è voluto, non sono rimasta vittima di una crisi pseudo-grammaticale. Mi sembrava che il presente desse un'idea di maggiore immediatezza alla scena anche se sembra un paradosso utilizzarlo nella parte che racconta il passato... in realtà anche quest'idea è un'eredità di quel romanzo che dicevo nello scorso capitolo, per questo la manterrò per tutto il periodo riguardante appunto il passato. Quando si tornerà a narrare il presente, il tempo verbale tornerà il passato remoto come nello scorso capitolo (quello che per me è il "tempo di narrazione dei romanzi"). E' un discorso contorto...
Passiamo ai ringraziamenti in breve:
Irene Adler: Mettiamola così, per avere Pride esiste una condizione necessaria a cui non si può sfuggire, anche se io per prima ero disperata in stile Winry solo all'idea... Comunque prima di conoscere il caro Homunculus dovrai aspettare un po'... sono contenta che ti intrighi, spero continuerai a seguirmi!
meby138: Sì, sì, la fic è finita. Per principio non posto mai cose a metà, però devo ancora mettere tutto l'html e questo lo faccio volta per volta. Anche se devo essere sincera e dire che in certi momenti ha rischiato davvero di andaresene per i fatti suoi, il fatto è che ormai per me i personaggi hanno vita loro. Il caro Pride è sì molto affascinante, ma non ti dico che fatica entrare nella sua testolina! Spero di essere riuscita a renderlo al meglio... Per il momento, almeno fino a Natale, gli aggiornamenti saranno settimanali (o almeno spero) causa straordinari sul lavoro che mi lasceranno poco tempo, più avanti penso che li renderò almeno bisettimanali.
fedar: Invece ci hai azzeccato in pieno! Pensavo di essere una delle poche ad averlo letto... Il modo in cui è strutturata la narrazione è una delle poche cose che mi ha colpito di quel romanzo. (sono una fan della vecchia trilogia con Nihal e Sennar...)
kogarashi: Ma grazie! Sono davvero felice di essere riuscita a trasmetterti così bene i sentimenti di Al e Winry! Se le sensazioni che voglio comunicare arrivano al lettore, allora il mio intento di "scrittrice" è pienamente riuscito! Ti dirò, io mi immedesimavo in Winry e avevo il magone...
rory: Fatto! Grazie! ^_^
fullmetalQUEEN: Ave santa protettrice dell'EdWin! Grazie mille per i complimenti! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto altrettanto anche se è meno pesante. Essendo a tutti gli effetti una long(looooong)-fic, la trama ci mette un po' a svilupparsi e a districarsi, ma siamo solo all'inizio. Sarebbe un onore finire nei tuoi preferiti, spero di essere all'altezza! ^_^ Un bacio!
Hila92: Oh, mamma! Conosco Brothers, ho sia la versione inglese che quella originale russa e tutte le volte che le sento mi si spezza il cuore! E' la colonna sonora perfetta per tutta la parte del passato (ma a meno che tu non voglia farti dei gran pianti, stento a consigliartela...). Mi raccomando, continua a seguirmi! Ma senza annegare nelle lacrime... :-p
Melisanna_: Grazie mille per i complimenti! Allora aspetterò volentieri i tuoi commenti! ^_^
Ok, gente, per questa volta è tutto! Alla prossima!

Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!

YUKI-CHAN




Next -> "Può esistere la pace?"
(«Anche se ti scaldi tanto, la situazione non cambierà. È già cominciato e tu non puoi fare proprio niente. Lo perderai. »)

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Capitolo 3
*** Il passato II - Può esistere la pace? ***


Love & Pride 03 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato II
***
PUO' ESISTERE LA PACE?


E’ tardi. Edward getta un’occhiata distratta all’orologio e sospira. In realtà è tardissimo. Si è dovuto trattenere oltre l’orario di lavoro perché le pratiche da smaltire si sono rivelate più del previsto, ma questa volta non può dare la colpa al generale Mustang. La verità è che ha avuto la testa altrove tutto il giorno, ha rimuginato su Al e sul motivo della sua distrazione e più ci pensava, più il problema si ingigantiva nella sua testa. Ha provato a ripetersi innumerevoli volte che non c’è niente di strano, che se non la smette di vedere guai dietro ogni angolo gli daranno del paranoico, ma proprio non riesce a evitarlo. Il risultato immediato è stato che all’ora di cena, quando tutti hanno lasciato l’ufficio, si è ritrovato con ancora metà del lavoro da fare e gli è toccato chiamare Winry per dirle che sarebbe rientrato tardi. Fortunatamente non sembrava arrabbiata. Non ha avuto il coraggio di chiederle di Alphonse. Stupido.
Impila gli ultimi rapporti su un lato della scrivania e si alza, rimanendo per un attimo appoggiato al piano di legno. Ora tornerà a casa e lo vedrà da sé come sta suo fratello, fare ipotesi non serve a niente.
Quando si volta per recuperare la giacca, lo vede e istintivamente scatta facendo un passo indietro. E’ seduto nel vano della finestra aperta, le gambe languidamente accavallate e un’espressione strafottente stampata in faccia: un incubo tornato dal passato. Envy.
Ancora prima che apra bocca, Edward si mette sulla difensiva preparandosi a trasmutare il suo Auto-mail in un’arma, ma l’Homunculus non si scompone minimamente.
«Sempre con i nervi a fior di pelle, eh, Piccoletto d’Acciaio? » lo provoca.
Ed è pietrificato: com’è possibile che quell’essere sia ancora vivo, com’è possibile che sia tornato? Non riesce a capire.
L’Homunculus ridacchia provocandogli un brivido involontario. Da quella volta nella città sotterranea, quando ha scoperto la sua identità, non è più riuscito a togliersi dalla testa il suo vero aspetto. Un fratellastro che assomiglia a suo padre come una goccia d’acqua, un fratellastro che lo odia e vuole la sua morte. Quella volta, se non fosse stato per Al, avrebbe raggiunto il suo scopo. Pensava che fosse rimasto imprigionato nel mondo oltre il portale, ma evidentemente non è così.
«Pensi che ora la tua vita sia perfetta, non è vero, bimbo? » continua Envy con un ghigno inquietante. «Una vita perfetta per il bambino prediletto. Ebbene sappi che il tuo piccolo mondo sta per crollare. »
Ed batte le mani e trasforma la parte superiore dell’Auto-mail in una lama affilata.
«Sparisci! Non voglio avere più niente a che fare con te! » esclama.
«Ma davvero? E lo dici minacciandomi con una lama? A me sembra che tu voglia combattere. » ribatte Envy. «Che noia, sai che a me non piace litigare. »
Lo sta prendendo in giro e la pazienza di Ed sta scemando rapidamente.
«Vattene! » intima.
«Anche se ti scaldi tanto, la situazione non cambierà. È già cominciato e tu non puoi fare proprio niente. Lo perderai. »
La sua mente registra a malapena la frase, che già si è lanciato in avanti. Non vuole sentire quelle parole, non vuole nemmeno pensare a cosa significhino, l’ha già fatto troppe volte in passato. L’attacco viene però bloccato da una presa ferrea sul suo polso metallico.
«Ho detto che non voglio combattere. » ribadisce Envy con espressione dura. «Fosse per me ti ammazzerei seduta stante, lo sai, ma mi è stato proibito. Resta in vita e osserva quella di chi ami andare in pezzi. »
Edward si sente gelare. Può minacciare lui fin che vuole ma non deve toccare la sua famiglia. Dopo tutto quello che hanno passato, sono appena riusciti a ristabilire un po’ di serenità.
«Scordatelo! » grida strattonando il braccio per liberarsi dalla stretta.
Un infido sgambetto lo raggiunge sulla destra facendogli perdere l’equilibrio e provocandogli una caduta all’indietro che manca per un soffio lo spigolo della scrivania. Envy gli è subito sopra sempre stringendo l’Auto-mail.
«Non costringermi a renderti inoffensivo. » sibila.
«Perché sei qui? » ringhia Ed. «Se deve succedere qualcosa, perché mi stai avvertendo? »
«Perché sarà molto più divertente vederti dibattere nella disperazione, consapevole di non poter fare niente. »
La stretta dell’Homunculus si accentua e Ed sente le giunture metalliche scricchiolare. Maledizione, deve muoversi! Tenta di alzarsi, ma un improvviso schianto lo immobilizza mentre il braccio d’acciaio ricade inerte.
«Ops! »
Envy sfodera un ghigno sadico quando Edward tenta di nuovo di alzarsi, inchiodandogli a terra con un piede l’Auto-mail sinistro.
«Se non stai buono, dovrò romperti anche questo. » commenta. «Dopotutto mi è stato detto di non ucciderti, non di non danneggiarti. »
La rabbia monta dentro Ed come un fiume in piena. Ignorando le giunture semidistrutte, tenta di sollevare il braccio artificiale per battere le mani, ma proprio in quel momento la porta dell’ufficio si spalanca.
Appena il tempo di voltarsi ed Envy è già scomparso.
«Cosa sta succedendo qui? »
La voce allarmata è quella del sottotenente Havoc. Cosa ci fa lì in quel momento? Quando lo vede a terra gli si avvicina di corsa.
«Edward! Cos’è successo? Ti ho sentito gridare. Cosa ci fai ancora qui a quest’ora? »
Ed si alza lentamente.
«Stavo giusto andando a casa. » risponde titubante. «Sono… ehm… sono scivolato e ho sbattuto contro la scrivania. »
È una bugia pietosa, la prima che gli è venuta in mente. Anche un bambino capirebbe che sta mentendo, infatti Havoc lo scruta con gli occhi socchiusi, oltre il fumo dell’immancabile sigaretta.
«Lei, piuttosto, perché è qui? »
Altrettanto pietoso tentativo di distogliere l’attenzione.
«Un appuntamento finito troppo presto, ahimè, e un accendino dimenticato. Non cambiare discorso. Avevo l’impressione che stessi parlando con qualcuno. »
Accidenti, perspicace. Troppo per Havoc.
«Inveivo tra me e me. Non c’è proprio nessuno qui. »
Mentire è stato un impulso irrazionale, però riflettendoci si rende conto che non vuole che si sappia quello che è successo. Se Envy sta macchinando qualcosa, troverà il modo di fermarlo da solo senza coinvolgere persone innocenti.
Prova a muovere l’Auto-mail. L’articolazione della spalla è staccata per metà e riesce a malapena a muovere il gomito che cigola sinistramente. Dal polso in poi è completamente andato, non riesce a muovere le dita.
«E l’Auto-mail? » insiste Havoc.
«Gliel’ho detto, ho sbattuto contro la scrivania e ci sono caduto sopra. »
Edward fa un passo avanti e anche il ginocchio sinistro cigola. Maledizione.
Havoc sospira.
«Ti accompagno a casa con la macchina. Non vorrei che la tua gamba si guastasse a metà strada. » dice avviandosi alla porta. «Però ti consiglio di inventare una storia migliore con la tua meccanica.»
Colpo basso. Quando Winry lo saprà sarà una tragedia e lui rischierà la vita, letteralmente. Però sempre meglio così che rischiare di coinvolgerla di nuovo in qualcosa di pericoloso. Lei e Alphonse sono quanto di più caro ha al mondo e li proteggerà con ogni mezzo.
Quando la macchina si ferma davanti alla villetta, Edward rimane per un attimo con lo sguardo fisso verso l’unica finestra illuminata, al primo piano. Winry lo sta aspettando sveglia. Nonostante i suoi timori, un sorriso spontaneo nasce sulle sue labbra.
«Se vuoi posso accompagnarti anche dentro. » dice Havoc strappandolo dai suoi pensieri. «Hai così paura della sua reazione? Oppure non ti è ancora venuta in mente una storia credibile? »
Un sogghigno.
Colpo bassissimo.
«La smetta, per favore! » esclama Ed chiudendo la portiera dell’auto.
Havoc ridacchia.
«Stai tranquillo, dirò al generale Mustang che domani ti prendi un giorno di ferie. Rimettiti in sesto con calma. »
Edward annuisce e finalmente entra in casa.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Sono in crisi post-traumatica causa visione del film... Dopo avergli imprecato contro per tutto il tempo, appena sono partiti i titoli di coda, così, senza preavviso, mi è scesa una lacrimuccia (e io per i film non piango MAI). L'ultima inquadratura di Winry e delle foto mi ha spezzato il cuore! Mizushima, ti odio!!!! Davvero, sono sconvolta... Per sfogarmi riempirò il computer di one-shot deprimenti...
Ok, la pianto. Parliamo del capitolo! Eccolo, è arrivato! ENVY!!! Qualcuno lo aspettava? Immagino di no... Io personalmente non reggo questo personaggio, davvero non lo sopporto! Però se devo essere sincera, nel film mi ha fatto pena... Per non parlare di Wrath... Sto di nuovo parlando del film... Meglio che passi ai ringraziamenti!
Neverwinter: Questo te lo posso dire in tutta tranquillità: no, il povero Al non è un Homunculus. Sono contenta che ti piaccia! Già nei preferiti? Grazie!!
meby138: Bhè, trovare la voglia di scrivere un commento a quell'ora ti fa onore! ^_^ Grazie mille!
Irene Adler: Qualche parentesina RoyRiza qua e là la troverai, quindi sono contenta che apprezzi la coppia! Quanto ad Al... sì, un pochino da preoccuparsi per lui ci sarebbe, ma c'è già Ed che si fa abbastanza paranoie per tutti, quindi stai tranquilla!
Sister00: Bhè, sono contenta di aver incontrato i tuoi gusti anche se non ti piace la coppia! Posso sperare che continuerai a seguirmi?
fedar: Fa sempre piacere trovare qualcuno con gli stessi gusti, che bello! ^_^
fullmetalQUEEN: Quiete prima della tempesta? Yes yes!! E la tempesta è arrivata in questo capitolo (vero Envy-palma? :-p)! Sì, il primo giorno di BBI l'ho seguito pari pari, ma poi ho smesso di leggere la trama perchè temevo che mi influenzasse troppo. Riscrivere la storia di BBI non avrebbe avuto molto senso... In compenso più avanti ho ripreso una parte di un monologo di Ed, ma metterò l'avviso al momento giusto. Sono davvero felice che l'idea di una long ti piaccia, temo sempre di essere troppo prolissa e che la gente si stufi di leggere le mie storie... Grazie!!!
Baci a tutti!

YUKI-CHAN




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(«Seriamente, Ed. Stai facendo qualcosa di pericoloso?»
Edward sorride appena. Ecco, si sta preoccupando.
«No, stai tranquilla. Va tutto bene. »
Orribile, orribile bugiardo.)

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Capitolo 4
*** Il passato III - Gesti d'affetto, gesti d'amore ***


Love & Pride 04 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato III
***
GESTI D'AFFETTO, GESTI D'AMORE


«Io non capisco! Ti assicuro, mi impegno, ma non capisco! Prima telefoni per dire che non torni a cena perché hai troppo lavoro accumulato e poi rientri a notte fonda con entrambi gli Auto-mail guasti! Come li avresti rotti? Sollevando fogli di carta? Di’ la verità, ti sei azzuffato con Mustang. Altrimenti non è comprensibile! »
Per tutto il tempo della riparazione, Winry non ha smesso un attimo di sgridarlo e di fargli domande. Più lui tenta di rassicurarla, più lei si irrita.
«Non mi sono azzuffato con nessuno, ti ho detto. È stato un incidente. » ripete per l’ennesima volta Edward.
«Per favore, non raccontarmi balle! »
Piuttosto che dirle di Envy e vederla di nuovo ansiosa e preoccupata, preferisce sorbirsi qualunque sfuriata. Quel mostro non distruggerà di nuovo la pace della sua famiglia.
«Ok, ho finito! » esclama Winry smettendo di armeggiare con le connessioni del suo braccio. «L’attaccatura della spalla era letteralmente a pezzi, è stata una faticaccia. Al, per favore, vieni un attimo. »
Edward è seduto su una sedia con il braccio destro appoggiato sul tavolo e le gamba sinistra distesa su un’altra sedia. Proprio a questa si avvicina il fratello.
«Quando te lo dico, stringi quella valvola. » indica Winry. «Colleghiamo i nervi. Sei pronto, Ed? »
«Sì…»
Come se si potesse essere pronti per una cosa del genere.
«Ok, al mio tre, Al. Uno, due… tre! »
Un dolore lancinante gli trafigge la spalla destra e la gamba sinistra e Ed si lascia sfuggire un lamento. Odia quel momento, non si abituerà mai alla sofferenza dell’agganciamento degli Auto-mail, anche se ora sa che li porterà per tutta la vita.
«Tutto bene, fratellone? » chiede subito Alphonse sollecito.
«Certo… sì… starò bene… tra poco…»
«Come va? Riesci a muovere la mano? » continua Winry per verificare che il suo lavoro sia ben fatto.
Sì, riesce a muoverla, constata Ed, anche se in questo momento vorrebbe solo sdraiarsi e rimanere immobile. Alphonse e Winry lo aiutano a raggiungere il divano dove si distende appoggiando quasi distrattamente la testa sulle gambe della ragazza che gli si è seduta accanto. Lei inumidisce un fazzoletto in una bacinella d’acqua e gli bagna la fronte lentamente.
«Stai… molto male? » sussurra fissandolo.
«Ma no. Tra una mezz’oretta al massimo sarò come nuovo! » risponde Ed anche se le giunture bruciano come il fuoco.
«Non fare lo spaccone con me. »
La mano della ragazza abbandona il fazzoletto iniziando ad accarezzare i suoi capelli che si sono sciolti sfuggendo all’elastico.
Improvvisamente, Alphonse schizza dall’altra parte della stanza esclamando come se se ne fosse accorto solo in quel momento: «Accidenti, la mia pausa è finita! Devo tornare al lavoro! Ciao! »
Edward si porta la mano sana alla fronte.
«Ma dove va quello stupido…»
Anche se non è ancora del tutto convinto, si sente rassicurato nel vedere che suo fratello sta bene e si comporta come al solito. Chiude gli occhi e si rilassa sotto il tocco gentile delle dita di Winry. Si trova a pensare che se fosse un gatto, in questo momento starebbe facendo le fusa.
«Mmm… a proposito, non dovresti essere al lavoro anche tu? »
«Oggi mi occupo di un cliente a domicilio. »
Sente le mani di lei indugiare scostandogli dalla fronte una ciocca bionda e umida.
«Seriamente, Ed. » mormora cambiando completamente tono. «Stai facendo qualcosa di pericoloso?»
Edward sorride appena. Ecco, si sta preoccupando.
«No, stai tranquilla. Va tutto bene. »
Orribile, orribile bugiardo.
Winry ricomincia ad accarezzarlo e dopo un attimo Ed sente le sue labbra posarsi sulla fronte.
«Non voglio rischiare di perderti di nuovo…»
Ed socchiude gli occhi. Oro che si perde nell’azzurro. È vagamente consapevole di essere arrossito in modo imbarazzante. Si solleva un poco appoggiandosi al braccio sano mentre lei si china in avanti. Le labbra si incontrano a metà strada in un primo tocco incerto, per poi cercarsi di nuovo. Una sensazione di dolcezza e calore si scioglie nel cuore di Ed. In quel momento crede di provare pura felicità, ma quando tornano a guardarsi arrossisce fino alla punta delle orecchie e distoglie lo sguardo senza riuscire a spicciare parola. Si sente uno sciocco, ma il suo cuore batte all’impazzata e si rende conto che desiderava farlo ormai da molto tempo. Anche Winry tace e il silenzio imbarazzato si protrae finché non decide di alzarsi con una scusa qualunque.
«Preparo un po’ di thè! »
Ed la osserva affaccendarsi ai fornelli e sorride.
È dunque questa la pace?

L’indomani varcare la porta dell’ufficio si rivela un’impresa ardua. Edward ha la certezza pressoché matematica che Havoc non abbia tenuto la bocca chiusa e che di conseguenza il generale Mustang lo subisserà di domande. Non appena mette piede nella stanza, tutti gli sguardi si fissano inesorabilmente su di lui. A confermare i suoi timori giunge la voce del tenente Hawkeye.
«Edward, il generale Mustang vuole parlarti in privato nel suo ufficio. »
Appunto.
Raggiunge la stanza laterale, bussa e fa il suo ingresso. La prima cosa che nota è l’unico occhio di Mustang che lo fissa con severità. L’uomo si alza dalla scrivania e si ferma alla finestra dandogli le spalle.
«Ti farò solamente una domanda. » dice con voce terribilmente seria. «Sta succedendo qualcosa di cui dovrei essere informato? »
Si volta verso Edward e torna a fissarlo, rigido e immobile. L’immagine della stabilità.
Per un attimo il ragazzo è tentato di rivelare quello che è successo. Forse il generale potrebbe essergli d’aiuto. No, ha promesso a sé stesso di non coinvolgere altre persone e Mustang in particolare ha già patito abbastanza nel precedente scontro con gli Homunculus.
«No, signore. » risponde tentando di dare più fermezza possibile al suo tono di voce.
Come al solito è difficile mentire guardandolo dritto negli occhi, ma la benda nera che gli copre la parte sinistra del volto parla chiaro sul prezzo che l’uomo ha già pagato per la sua causa.
Mustang si esibisce in un sorriso obliquo.
«Ho capito. Molto bene, ci sarà da divertirsi. » commenta.
Ed accenna una protesta, ma il generale lo interrompe e lo congeda. Dopo quel breve colloquio, concentrarsi sul lavoro è decisamente complicato. La sua mente tende a divagare analizzando parola per parola la risposta di Mustang. È evidente che ha capito. Accidenti a lui, perché deve essere sempre così trasparente?
Gettando un’occhiata distratta alla finestra, si accorge che fuori si è scatenato un vero e proprio diluvio. Vorrebbe andare da Al, ma si rende conto che in quel momento deve essere al lavoro. Irrazionalmente, stargli lontano lo rende inquieto. Raccoglie un pacco di pratiche e le porta verso la scrivania del generale sperando che non gli chieda più niente. Quando entra nell’ufficio privato vede che Roy Mustang sta indossando un cappotto.
«Oh, Fullmetal, giusto tu. Sto uscendo, accompagnami. » dice.
Sbircia per un attimo i suoi sottoposti come per assicurarsi che nessuno lo stia osservando, poi appoggia la mano sulla testa di Ed.
«Il tuo impegno è lodevole, ma per oggi faresti meglio a lasciar perdere quelle pratiche. »
In un qualsiasi altro ambito, un gesto del genere avrebbe mandato Ed su tutte le furie, ma in questo momento non ha la forza di protestare. Anzi, rimane immobile, con gli occhi sgranati, a chiedersi se quello è un modo del suo superiore per dimostrargli che si preoccupa per lui. A dispetto del suo orgoglio, deve ammettere che quella sensazione di calore è piacevole.
Escono insieme dall’ufficio e rimangono sotto il portico del Quartier Generale in attesa dell’auto. Edward continua a fissare infastidito il cielo da cui scende una pioggia scrosciante. Quando il tempo cambia così all’improvviso, le articolazioni già provate dal recente aggancio degli Auto-mail, gli danno sempre noia. Quasi senza rendersene conto, si trova a pensare ad Al. Ora non deve più temere di arrugginirsi in situazioni come quella. Chissà se Winry ha preso un ombrello o arriverà a casa di corsa dall’officina bagnata fradicia? Forse dovrebbe passare a prenderla. Il pensiero di Winry gli riporta alla mente i fatti del giorno prima e arrossisce involontariamente. Spostando lo sguardo, si rende conto che Mustang lo sta fissando con uno strano sorriso, una via di mezzo tra un’espressone paterna e un sogghigno ironico.
«Non sto pensando a niente! » sbotta Ed d’impulso.
«Io non ho aperto bocca…»
In quel momento un’auto nera dell’esercito si ferma davanti a loro ed entrambi salgono a bordo. Mustang da un indirizzo.
«Ehi, è casa mia! » esclama Edward voltandosi di scatto. «Cosa significa? »
«Niente di che. » risponde il generale con aria noncurante. «Semplicemente ero stanco di vederti in ufficio con la testa altrove, quindi ora, da bravo, vai a casa e parlane con loro. »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti! Alloooooora, capitolo romantico! Piaciuto? E poi... quanto mi piace Roy in queste scene! Lo so che non dovrei dirlo perchè l'ho scritto io, però trovo davvero che quando se ne esce con certe battute sia un grande! Nel frattempo il povero Ed se ne sta andando davvero in crisi. E il peggio deve ancora venire... Via con le risposte!
Hila92: Allora, soddisfatta? Abbassa la sega elettrica, ti prego! Direi che dopo un capitolo così non si può più dubitare che sia una EdxWin. Mi fa piacere che preferisci la mia storiella alla trama originale di BBI! Grazie!
Irene Adler: Allora un po' di soddisfazione anche a te! Viva le EdWin e abbasso Mizushima! (odioooooo....) Ti dirò, quell'Envy mi ha fatto un po' pensare male ma io ho una testa malatissima quindi non faccio testo (e dire che l'ho scritta io...). Bacio!
WinryRockbelltheQueen: A dir la verità, a distanza di giorni, sono ancora in crisi. L'ho rivisto di nuovo e... ho pianto ancora! Non me ne capacito, questo film mi devasta... Grazie per i complimenti e mi raccomando non mancare adesso che la situazione si complica!
meby138: Bhè, io Envy non lo reggo, ma ho dovuto inserirlo per esigenze di trama. In realtà non sarà lui l'Homunculus che apparirà maggiormente, giusto lo stretto necessario... Come dicevo a Winry, alla seconda visione invece io ho pianto di nuovo. Sto diventando sentimentale? Sigh... Le shot sono in progetto, la prima è già in fase di revisione, quindi tra poco... ^_^
Melisanna_: Nemmeno io sono del tutto convinta di quest'uso dei verbi, è la prima volta che scrivo una parte di storia così lunga al presente e spero di non aver fatto strafalcioni, ma visto che ormai la storia è già completa penso che la lascerò così. Più si va avanti più la situazione si ingarbuglia! Resta sintonizzata!
Anche questa volta è tutto!
Baci!
YUKI-CHAN


Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!


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(«Generale, mio fratello sta male! Bisogna chiamare subito un medico! »)

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Capitolo 5
*** Il Passato VI - Non esiste pace per il peccatore ***


Love & Pride 05 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato IV
***
NON ESISTE PACE PER IL PECCATORE


Edward non ha avuto nemmeno il tempo di protestare, che il generale Mustang l’ha spinto fuori dalla macchina sotto la pioggia, quindi non ha potuto fare altro che correre in casa. A quanto pare c’è qualcuno. Probabilmente il suo superiore ha fatto in modo che anche Al rientrasse prima. Ancora non riesce a capacitarsi dell’incredibilità del suo gesto.
«Al! » chiama attraversando l’atrio. «Al, ci sei? Al! »
Entrando in cucina, il suo piede urta qualcosa rischiando di farlo inciampare. Abbassa lo sguardo e si sente gelare: suo fratello è steso sul pavimento circondato da un mucchio di fogli sparsi. Edward fa un passo indietro irrigidendosi e per un attimo la vista si appanna mostrandogli un’immagine analoga di tanti anni prima.
«Mamma… Alphonse…»
Il panico si impossessa di lui mentre si precipita dal fratello inerte scuotendolo e chiamandolo. Mille ipotesi, una peggiore dell’altra, premono per farsi spazio nella sua mente, ma ora non ha la lucidità necessaria per prenderle in considerazione. Faticosamente riesce a trasportare Al fino al divano, poi si precipita fuori.
«Vado a chiamare il dottore, torno subito! »
Sul cancello di casa quasi si scontra con Mustang.
«Generale, mio fratello sta male! » esclama afferrando i lembi del suo cappotto. «Bisogna chiamare subito un medico! »
Non si ferma neppure a chiedersi perché sia ancora lì nonostante avesse un impegno altrove.
L’uomo lo afferra per le spalle.
«Adesso calmati, Fullmetal! » esclama, poi si dirige verso la casa con passo spedito. «Dov’è? »
Edward gli indica la cucina.
Mustang si avvicina al divano, scrutando con occhio critico il volto pallido di Alphonse, poi lo solleva tra le braccia e riparte verso l’uscita coprendolo con il suo cappotto per ripararlo dalla pioggia.
«Muoviti, Fullmetal! » ordina salendo in macchina. Poi all’autista: «All’ospedale militare, sbrigati!»
La macchina parte a razzo, ma Ed se ne rende a malapena conto. Sta tremando. Non riesce a smettere. Immagini fugaci attraversano la sua mente sovrapponendosi a quelle appena viste. La mamma a terra… il cestino di verdure rovesciato… «Prenditi cura di tuo fratello… dovete stare sempre insieme…»… la tomba bianca nel prato verde… il cielo rosso del tramonto… «Fratellone, io ho fame e ho anche freddo. Andiamo a casa? »… un cerchio alchemico tracciato col gesso bianco sul pavimento scuro…
«Fullmetal! Edward, ehi! »
La mano del generale che lo scuote lo fa tornare in sé prima che riviva il ricordo peggiore, ma il tremito non si placa.
«Mantieni la calma. Andrà tutto bene. »

«Adesso possiamo andare a casa? »
«No, aspettiamo i risultati delle analisi. »
«Sto bene, fratellone! Se non trova nessuno a casa, Winry si preoccuperà. »
«Ho detto di no, aspettiamo ancora un po’! Anzi, preferirei che restassi qui per qualche accertamento…»
Da quando Alphonse si è ripreso, Ed non lo ha lasciato un attimo. Il medico che lo ha visitato sostiene che si sia trattato di un semplice calo di pressione, ma il maggiore degli Elric ha insistito perché venissero fatti esami approfonditi.
Mentre siedono nella sala d’aspetto, Al tenta di rassicurare il fratello sulla propria salute, ma Edward non vuole sentire ragioni. La vista di Al in quello stato lo ha atterrito riportandogli alla mente la perdita della madre e le drammatiche conseguenze. Inoltre ora si sta preoccupando anche per la minaccia di Envy. Che abbia qualcosa a che fare con quell’inaspettato malore? Oppure si tratta di una coincidenza?
«Le coincidenze non esistono. » insinua una vocetta nella sua mente.
È talmente nervoso che l’infermiera di controllo lo fissa come chiedendosi se non fosse il caso di sottoporre lui a delle analisi. Esasperato da quelle continue occhiate, fa cenno ad Al di non muoversi ed esce nel corridoio per raggiungere il portico esterno e respirare un po’ d’aria. Sta ancora piovendo. Il generale Mustang è appoggiato a una delle colonne e fissa il cielo. Ed invece fissa le proprie mani, ancora scosse da un leggero tremito. Questa volta si è proprio lasciato andare. È stata una fortuna che Mustang fosse ancora nelle vicinanze, dovrebbe ringraziarlo.
«Alphonse sta bene? » chiede l’uomo senza voltarsi.
«Sembrerebbe di sì. Io volevo…»
«Mi fa piacere. » lo interrompe Mustang. «Ora anche tu sarai più tranquillo. »
Ed vorrebbe andarsene di corsa. Si sente improvvisamente uno stupido ad essersi comportato così di fronte al generale, ma era talmente nel panico che quella gli è sembrata l’ultima cosa di cui preoccuparsi.
«Se vuole ora può prendermi in giro fin che le pare. » commenta aspro.
Mustang lascia la colonna per avvicinarsi a lui e gli afferra il polso sinistro sollevando la mano.
«Stai ancora tremando… Sarò cinico, è vero, ma non fino a questo punto. »
Lascia la presa un attimo prima che Ed strattoni il braccio per liberarsi.
«Torno in ufficio. » aggiunge. «Usate pure la macchina per farvi accompagnare a casa. »
«Ma… e il suo impegno? » chiede Ed perplesso.
Non è da Mustang comportarsi così.
«Non era niente di importante. »
Edward rimane solo nel portico a guardare il suo superiore allontanarsi sotto la pioggia. Ora non vuole pensare, dei motivi di Mustang si preoccuperà in un secondo momento. Trae un paio di lunghi sospiri e quando pensa di poter sembrare sufficientemente calmo da non suscitare le ire dell’infermiera, rientra.
I risultati delle analisi di Al tardano e quando finalmente possono lasciare l’ospedale, inizia a fare buio. Non è stata riscontrata nessuna anomalia nei valori, a livello fisico il ragazzo sembra stare benone. Forse un po’ di stress, forse poco sonno negli ultimi tempi. Probabilmente si è trattato davvero di un semplice calo di pressione.
«Magari il mio corpo si sta ancora abituando a nutrirsi da sé e se lo trascuro un po’ si debilita. » ipotizza Al una volta raggiunta la loro abitazione. «Forse risente ancora del distacco, da quando non è più la tua mente a tenerlo in vita. In effetti, da quando sono tornato normale, anche tu sei cresciuto un po’, fratellone! »
«STAI DANDO DEL NANEROTTOLO A TUO FRATELLO MAGGIORE!? » sbotta Ed.
«Non è vero, fratellone! »
La reazione del ragazzo strappa un sorriso a entrambi. Appena aprono la porta, trovano Winry ad attenderli nell’ingresso con espressione ansiosa.
«Dove siete stati? » esclama. «È tardi, mi sono preoccupata da morire! »
«È una storia lunga…» esordisce Ed, poi si volta verso il fratello. «Hai fame? »
«No, ho mangiato prima. Ora sono solo stanco. »
Gli occhi castani di Alphonse si posano prima su Edward e poi su Winry, mentre il ragazzo trattiene a stento un sorrisetto malizioso.
«Penso proprio che andrò a dormire! »
Così dicendo, sale le scale e si chiude la porta della propria stanza alle spalle.
Winry sorride.
«Tu non mangi, Ed? »
«No, grazie, non ho fame. »
Ed si lascia cadere sul divano sospirando e la ragazza si siede accanto a lui appoggiando la testa sulla sua spalla e prendendogli una mano tra le sue.
«Sembri molto stanco. » mormora.
«Abbastanza. Al si è sentito male e abbiamo passato ore in ospedale. »
«Capisco. Ora come sta? »
«Bene, direi. I medici hanno detto che non è niente. » risponde Ed perplesso da quella reazione.
«Che stupido. Lo stai perdendo e non te ne rendi nemmeno conto. »
A quelle parole Ed abbassa lo sguardo di scatto. Le mani che stanno tenendo la sua sono guantate di nero. I lunghi capelli che scivolano sulla sua spalla sono di uno strano colore… verde! Balza in piedi allontanandosi il più possibile dal divano mentre il suo stomaco si torce dolorosamente. Envy accavalla le gambe e gli restituisce un sorrisetto rilassato.
«Reagisci sempre in questo modo, piccoletto. Prima o poi finirò per offendermi. »
«TU! COSA…»
Ancora prima di riuscire a formulare una frase, si trova la mano di Envy sulla bocca, mentre l’essere si porta un dito alle labbra.
«Ssssh! Non gridare o sveglierai il tuo fratellino. »
Ed si dimena mentre l’altro gli artiglia il braccio sano per bloccarlo.
«Davvero non hai ancora capito? Oppure credi ancora in quello stupido principio? Lo scambio equivalente non esiste! »
Gli occhi dorati di Ed si spalancano per l’orrore mentre inizia ad intuire una verità inaccettabile.
«Il prezzo pagato non è mai abbastanza e per il peccatore non esiste la pace! »
Quelle parole sono più taglienti di una lama e Edward vorrebbe mettersi a urlare. Non è possibile! Non sta succedendo!
Il rumore della porta d’ingresso che si apre distrae Envy dalla sua tortura psicologica.
«Esiste una soluzione…» gli sibila a un orecchio. «… se avrai il coraggio di venirmi a cercare…»
Detto questo, si dilegua fuori dalla finestra mentre le ginocchia di Ed cedono e il ragazzo si affloscia sul pavimento.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonasera a tutti (o buongiorno, a seconda dell'ora in cui leggete ^_^)!
Stiamo entrando nel vivo della storia! Finalmente Ed ha capito cosa sta succedendo al povero Al... Mentre scrivevo la scena di Envy mi inquietavo da sola! Povero il mio Fagiolino, sono davvero sadica! Una piccola precisazione: la teoria secondo la quale è la mente di Ed che tiene in vita il corpo di Al all'interno del Portale fa parte del manga ed è lo stesso Ed a formularla. Non fa parte della serie animata su cui si basa la fic, ma mi sembrava che come riferimento stesse bene quindi l'ho messo. Mi piacerebbe conoscere i vostri pareri su Roy. ^_^ Personalmente in questa parte della storia lo adoro (no, no, non l'ho caratterizzato io, Roy è venuto così da solo!). Però, sarà per tutte le fic che ho letto o per la mia testa malatissima, durante la fase di revisione in cui rileggo la storia come se non fosse mia, in questo capitolo e soprattutto in quelli successivi, ci ho intravisto un velo di possibile RoyEd one-side. (però del resto io sono quella che si è fatta anche i film su Envy nell'ufficio...) Che ne pensate?
Bando ai deliri e passiamo alle risposte!
fullmetalQUEEN: Decisamente la quiete prima della tempesta! E di nuovo la tempesta si chiama Envy! Ho cercato di rendere Ed e Win il più possibile simili agli originali, senza esagerare con le sdolcinatezze perchè non sono i tipi, sono contenta che ti siano piaciuti! Teneri!! Tieniti ben stretta questa scena romantica perchè è moooolto rara... Bacio^_^
kogarashi: Grazie mille! Sì, Eddino è troppo dolce e io gliene faccio passare di tutti i colori, sono cattiva... Appena passerà questo periodo aggiornerò prima e con più regolarità, promesso!
peachbibby: Felice di aver risposto alle tue preghiere! ^_^ Vedo che la scena del bacio ha riscosso un discreto successo! Me felice!!! ^___________^ Come ti capisco per il film! Anch'io mi sono immedesimata in Win, mi asciugavo le lacrime e intanto insultavo Ed...
Hila92: Sì, decisamente ci stiamo avvicinando alla parte tragica, già in questo capitolo la situazione sta volgendo al peggio ma prima che precipiti ce ne vorrà ancora qualcuno... Comunque non è male avere i fazzoletti a portata di mano... Che bello, qualcuno che mi apprezza Roy! Sono contenta! Un bacio!!
Irene Adler: Mi sa che questo capitolo resterà tra i più apprezzati... tenetevelo caro perchè quando inizieranno i guai, addio scene romantiche! Sadismo (mio) a palate... a proposito di Al, non è stata proprio un bella occasione per rivederlo, ma più avanti avrai l'intera storia per godertelo! Alla prossima!
meby138: E il finale del videogioco non è che 1/3 della storia! Spero che il capitolo con Al abbia soddisfatto le aspettative e chiarito i dubbi (che più che altro erano di Ed...)! ^_^
Chibisimo: Aggiornato! Contenta? In questo periodo sono piena di lavoro quindi faccio fatica ad aggiornare con regolarità, ma passato Natale prometto che sarò più costante! Grazie dei complimenti!
Comunicazioni concluse, per stasera chiudiamo qui.
Alla prossima!
YUKI-CHAN


Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!


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(«Ascoltami bene. Qualunque cosa succeda, io mi prenderò cura di te e di Al. Sempre. A qualunque costo. »)

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Capitolo 6
*** Il Passato V - Legami ***


Love & Pride 06 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato V
***
LEGAMI


Non è possibile. Non è vero. Non può essere vero! Dopo tutto quello che ha passato, dopo che è stato disposto a sacrificare ogni cosa per restituire il corpo a suo fratello, non può succedere questo! Avrebbe dato la sua vita per portarlo indietro, è stato scaraventato in un mondo alieno… non può!
Una mano si posa sulla sua spalla.
«Ed, cos’è successo? Cosa ci fai sul pavimento?»
Si volta. Lei… o Envy?
«STAMMI LONTANO! » grida spintonandola.
Winry lo fissa con gli occhi sbarrati, chiaramente spaventata. È bagnata fradicia e ha le guance arrossate dalla corsa.
«Win… ry… Sei davvero tu? » balbetta Ed.
«Certo che sono io! Ed! Ero preoccupatissima perché stavate facendo tardi e sono andata al Quartier Generale a cercarvi. Mi hanno detto che siete usciti entrambi in anticipo ma nessuno sapeva altro. Cosa…»
Edward non la lascia continuare. La afferra per un braccio costringendola ad inginocchiarsi a sua volta sul pavimento e la abbraccia stretta.
«Ed… ti bagnerai tutto…» protesta lei debolmente senza però allontanarsi. Infine cede e lo abbraccia a sua volta.
È questa la cosa più importante. È questa la cosa da proteggere. Questo calore. Non è disperandosi che potrà essere d’aiuto. Se esiste una soluzione, allora la troverà. A costo di rincorrere Envy per tutta Amestris!
«Edward. » mormora Winry contro la sua spalla. «Cosa sta succedendo? Ti prego, dimmi qualcosa.»
Ed la stringe ancora per un attimo tentando di farsi forza e di apparire il più possibile naturale, poi torna a guardarla.
«È stato… in realtà non è stato niente di che. » dice sforzandosi di sorridere. «Al è stato poco bene, ma il dottore ha detto che è stato solo un calo di pressione. Adesso sta riposando, quindi non preoccuparti. »
Winry impallidisce.
«Al è stato male? »
«Non era niente, davvero! »
La ragazza lo scruta. Quegli incredibili occhi azzurri sembrano saper leggere dentro di lui. Così è tutto più difficile.
«Però tu ti sei spaventato parecchio, vero? Non negarlo, sei pallido e hai le mani gelate. »
Ed distoglie lo sguardo. Negarlo? Non ci pensa nemmeno.
«In effetti…»
Winry si alza e gli porge la mano per aiutarlo.
«Credo che dovresti riposare un po’ anche tu. Dopo un buon sonno sono sicura che ti sentirai meglio. »
«Hai ragione. »
Ed afferra la mano tesa e si alza a sua volta. È preoccupata, lo sente, ma in qualche modo ha capito che non deve fare domande perché lui non risponderebbe. Stringe quella mano calda tra le sue anche se in quel momento sembra non poter riscaldare né quella metallica né tantomeno l’altra.
«Ascoltami bene. » dice fissandola seriamente. «Qualunque cosa succeda, io mi prenderò cura di te e di Al. Sempre. A qualunque costo.»
«Se parli così mi preoccupo ancora di più. »
«No, non è niente. Solo… volevo che lo sapessi. Vado a letto. Buonanotte. »
Ed sale le scale quasi di corsa sentendosi ancora scosso e confuso. Quella giornata ha prosciugato le sue energie. Da domani comincerà le ricerche di Envy. Se necessario ribalterà gli archivi dell’intero Quartier Generale alla ricerca di casi sospetti. Inoltre appena un minuto prima ha preso una decisione. Forse si tratta di un gesto un po’ folle, ma in quel momento ne sente la necessità.
Attraversando il corridoio si ferma davanti alla porta delle stanza di Al e la socchiude per controllare che il fratello stia riposando bene. Proprio come faceva la mamma quando da piccolo prendeva l’influenza. Con suo grande stupore scopre che il ragazzo è invece seduto alla scrivania con espressione concentrata e fissa un libro. Sbirciando da sopra la sua spalla, riconosce uno dei propri testi sulla trasmutazione organica. Perché Al sta studiando quella roba? Che abbia capito quello che gli sta succedendo? Allora perché non gliene ha parlato? Bhè, del resto nemmeno lui l’ha fatto. In questo momento non ha la forza di affrontare una discussione del genere, ma si ripromette che l’indomani lo farà.

È stata una notte orribile e costellata di incubi. Dopo tanti anni Edward ha sognato la fallita trasmutazione della madre, quando suo fratello ha perso il corpo per colpa sua. Inoltre il sogno è proseguito riportandogli alla mente il suo esilio nel mondo oltre il Portale, il senso di smarrimento e il terrore di non essere riuscito a salvare Al.
«Lo scambio equivalente non esiste. » insinua insistentemente una voce. «Non esiste pace per il peccatore. »
È vero. Qualunque cosa faccia, le sue colpe sono troppo grandi per essere perdonate, ma nonostante questo intende continuare testardamente per la sua strada. Avere una vita serena accanto ai propri cari sembrava un’ideale a portata di mano, ma improvvisamente gli è stato di nuovo strappato. Lui non lo merita.
Si sveglia ansioso e demoralizzato, non meno disgustato di sé stesso di sei anni prima e deve farsi forza per alzarsi dal letto. Non ha tempo per crogiolarsi nell’autocommiserazione, anche se a pensare alla realtà dei fatti gli sembra di impazzire. Deve darsi da fare.
La sua presenza in cucina ad un orario decente sbalordisce i coinquilini.
«Cosa sono quelle facce? » brontola Ed. «Non è detto che io mi debba sempre alzare in ritardo! »
Sorseggia il suo caffè poi si rivolge ad Al in tono più naturale possibile.
«Facciamo la strada insieme, ti va? »
Il fratello annuisce con un sorriso, ma appena messo piede fuori di casa comincia a fissarlo con sguardo indagatore.
«Allora, fratellone? » lo incalza. «Cosa mi devi dire? »
Ed sospira. Niente da fare, non riuscirà mai ad imbrogliare Al, lo conosce troppo bene.
«Bhè…»
Meglio iniziare dal discorso che lo preoccupa di più.
«Ho visto i miei testi sulla trasmutazione organica nella tua stanza. Perché di notte studi quella roba invece di dormire? »
Alphonse distoglie lo sguardo con un sorrisetto imbarazzato.
«Così mi hai scoperto. Lo facevo di notte perché avevo paura che ti arrabbiassi. Il fatto è che… bhè… vorrei trovare un modo per recuperare il tuo braccio e la tua gamba. Non voglio più vederti soffrire come l’altro giorno per colpa degli Auto-mail. »
Ed è senza parole: suo fratello sta di nuovo perdendo il sonno per lui. Considerando le sue condizioni, dovrebbe essere l’ultima cosa di cui preoccuparsi. L’unico pensiero che riesce a realizzare è che se non avesse avuto l’Auto-mail e Envy gli avesse rotto il suo vero braccio sarebbe stato molto peggio.
«Al, per favore, lascia stare. » mormora. «Va bene così. Davvero. Non voglio rischiare di perdere di nuovo qualcosa di importante. Io sto bene così. Già una volta lo scambio non è stato sufficiente, non metterti ancora di più in pericolo per colpa mia. »
«Se me lo chiedi così, fratellone…» risponde Al deluso. «Volevo solo aiutarti. »
«Aiutami dandomi un tuo parere. » dice Ed cambiando bruscamente argomento.
Adesso deve farsi coraggio ed esprimere il pensiero che lo assilla dalla sera prima. Forza! Ce la può fare… anche se sente di essere già arrossito.
«Io vorrei… vorrei che noi tre stessimo sempre insieme, come una vera famiglia. »
«Fratellone, noi stiamo già insieme. Viviamo nella stessa casa. » obietta Al.
«Sì, però… io vorrei… ufficializzare la cosa. »
Alphonse si gira di scatto verso di lui spalancando gli occhi. Ancora prima che riesca a dire una parola, Edward inizia ad agitare le mani davanti a sé.
«Ma se tu non sei d’accordo…! »
L’espressione di Alphonse tradisce la sua emozione, sembra sul punto di mettersi a saltellare come un bambino.
«Fratellone, vuoi chiedere a Winry…»
«SI’, LO VOGLIO! »
Il fratello lo fissa per un attimo, poi scoppia in un’allegra risata.
«Questa frase dovresti tenerla in serbo per il prete! »
Ed si sente le guance in fiamme, ma è felice che suo fratello abbia preso bene la notizia. Temeva che si sentisse geloso o in qualche modo escluso. La decisione di chiedere a Winry di sposarlo è un colpo di testa. Se non si fosse trovato in una situazione precaria come quella, probabilmente non ne avrebbe avuto il coraggio nemmeno tra un milione di anni, perché significa mettere a nudo i suoi sentimenti. Però dopo gli ultimi avvenimenti si sente fragile e vulnerabile, come se ogni cosa potesse sfuggirgli dalle mani, e proprio per questo ha bisogno di dare una forma concreta a quel legame. Ha bisogno di sapere che lei ci sarà sempre, per evitare di affondare nella disperazione.
«Quando comprerai l’anello? »
La voce di Al lo strappa dai suoi pensieri.
«Quale anello? » risponde cascando dalle nuvole.
«Quello di fidanzamento, fratellone! »
Ormai sono arrivati davanti al Quartier Generale e Al si volta verso l’ingresso che conduce all’archivio.
«Mha, credo che quella preferirebbe una chiave inglese…»
Alphonse lo fissa scandalizzato.
«Stavo scherzando! Non saprei, mi chiedevo se…»
Lo sguardo di Alphonse si fa severo.
«Sì, fratellone, trasmutare diamanti dal carbone è un reato! »
Poi, con un sorriso raggiante, si volta e si allontana salutandolo con la mano.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Rieccomi!
Come mi piace il finale di questo capitolo!!! La battuta finale di Al in particolare. Ce lo vedo Ed che trasmuta l'anello dal carbone...^_^ Scommetto che le fan EdWin si stanno leccando i baffi, però dal prossimo capitolo in poi potete iniziare ufficialmente a preoccuparvi. I guai arriveranno moooolto presto!
meby138: Per il momento Al si è ripreso, ma non sarà per molto... Bwahaha!! Envy ha finito di fare il Kaito Kid dei poveri, ma verrà "rimpiazzato" da una degna compare. Resta sintonizzata e vedrai!
Irene Adler: Ecco scoperto dov'era finita Winry. In effetti penso che l'unico fatto capace di sconvolgere completamente Ed sia il rischio di perdere suo fratello, lo manda nel panico. E questo sarà la causa di tutto... Anche a me piace parecchio questa sua reazione, ma mi piace altrettanto la reazione enigmatica di Roy sotto il portico dell'ospedale... (la solita testa malata...)
Hila92: Grazie mille per i complimenti! Sono contenta che Envy sia risultato inquietane al punto giusto! Ah, no, niente anticipazioni sulla fine! Dovrai pazientare... (tanto come finisce BBI lo sanno anche i sassi...). Per Roy... bhè... è molto affezionato ad entrambi i fratelli e non gli piace vedere che Ed sta male. Mettiamola così, va bene? ^_^
fullmetalQUEEN: quella scena di Envy io me la immaginavo in animazione con Ed che si alza di scatto con gli occhi sgranati e un'espressione inorridita delle sue (quelle che fanno stringere il cuore). Se l'avessi vista davvero mi sarebbe venuta la pelle d'oca... Sul taisa ti posso rassicurare, i film che mi faccio su di lui sono di tutt'altro genere. Certo che devo essere una mezza pazza a parlare di queste cose nel bel mezzo di un circolo di EdWin fan... Compatitemi, mi faccio film su una mia stessa storia...
lunachan62: Bentrovata anche su questa fic, tesoro! Grazie per la recensione e non ti preoccupare se non riesci sempre a commentare, so bene cosa vuol dire essere superimpegnati. Anch'io in questo periodo sto dando di matto col lavoro... Un bacio enorme! ^_^
Chibisimo: Ma povero Al, che cattiva! Allora ti crogiolerai nei capitoli successivi alla "fine" di BBI... piccolo cucciolo Al...

Non so se riuscirò ad aggiornare la settimana prossima visti gli straordinari sul lavoro, ma farò il possibile, promesso!
Un bacio a tutti!!
YUKI-CHAN


Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!


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(«Questa sera cerca di tornare a un orario decente. »
«Ok, te lo prometto. »)

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Capitolo 7
*** Il Passato VI - In cerca di un segno ***


Love & Pride 07 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato VI
***
IN CERCA DI UN SEGNO


La giornata procede lenta. Tentando di dare meno nell’occhio possibile, Edward ha impilato sulla scrivania tutti i fascicoli che ha trovato che trattano di casi strani in cui possano essere coinvolti gli Homunculus e appena può corre in archivio. È sicuro che il tenente Hawkeye si sia accorta del suo strano comportamento, così come il generale Mustang, ma nessuno dei due gli fa domande. Suo fratello e Sheska invece lo interrogano più volte su quel continuo via vai, senza però ottenere una risposta soddisfacente. Ed è alla ricerca di una traccia, una qualunque, e non ha intenzione di fermarsi finché non l’avrà trovata.
Di ritorno dall’ennesima visita all’archivio, appoggia sulla scrivania una nuova bracciata di fascicoli e si immerge nella lettura. Una piccola parte di lui inizia a chiedersi se tutto questo ha un senso. Dopotutto non ha in mano niente da cui partire e quegli orribili esseri sono maestri nel dissimulare le proprie azioni. Se Envy gli ha detto di andare a cercarlo, significa che un modo per trovarlo esiste. Oppure si tratta di uno scherzo crudele? O di una trappola per ottenere qualcosa da lui? Bhè, questa è una delle poche certezze che ha. Se andrà da loro, non potrà certo tornare indietro come se niente fosse. A questo però non riesce a pensare, ora. La priorità assoluta va alla vita di suo fratello, quello che succederà a lui non ha importanza.
Si passa le mani tra i capelli esasperato, allontanando i ciuffi biondi dagli occhi. Se solo trovasse una minima indicazione!
Il suo sguardo cade sulla piccola scatola scura semisepolta dalle carte e la sua mente divaga per un attimo. L’uscita dal gioielliere durante la pausa pranzo è stata una delle esperienze più imbarazzanti della sua vita, specialmente quando l’uomo gli ha fatto i migliori auguri per la sua “bella sposina”. Edward avrebbe voluto seppellirsi ed è uscito dal negozio praticamente di corsa e rosso come un peperone, accompagnato dalle risate del gestore. La scelta di un posto lontano dal Quartier Generale per evitare di incontrare anche per sbaglio qualche collega e incorrere nelle loro battutine, non è stato sufficiente a risparmiargli quell’umiliazione. È comunque soddisfatto della sua decisione, ricaduta su un semplice anello d’argento con un piccolo diamante, niente di troppo appariscente o ostentato, proprio come piace a Winry. Per personalizzarlo e renderlo unico gli è bastato un battito di mani e sotto il tocco delle sue dita, sulla parte interna della fascetta è apparta l’incisione “From E to W”. Davvero grazioso. Glielo darà quella stessa sera. Deve solo trovare il modo giusto, ma è sicuro che ce la farà. Infila la scatolina sul fondo di un cassetto della scrivania e torna alla sua indagine.
La sera sta ormai calando quando incrocia le braccia e lascia ricadere la testa sul tavolo, esausto. Niente. Non ha trovato niente. Gli occhi gli bruciano e la testa gli fa male, ma non ha comunque intenzione di arrendersi. Dai verbali dei casi è passato alla consultazione dei trattati di alchimia organica presenti alla biblioteca centrale, più approfonditi di quelli che ha a casa, e ora il ripiano delle scrivania è cosparso di fogli su cui sono schizzati cerchi di vari livelli di complessità. Si risolleva e comincia a raccoglierli, tra di essi c’è anche quello a sette vertici da lui stesso ideato per trasmutare la pietra filosofale. Quello stesso cerchio che ha usato per riportare indietro il corpo di Alphonse legando insieme mente e anima e pagando per questo con anni di esilio in quel mondo estraneo. Dovrà utilizzarlo di nuovo? Cosa succederà questa volta? Il prezzo pagato non è mai sufficiente…
Si alza stiracchiando la schiena indolenzita. L’ufficio è deserto, se ne sono andati tutti e vista l’ora è più che comprensibile. Dovrebbe tornare a casa anche lui, ma non se la sente di abbandonare le ricerche con un nulla di fatto. Istintivamente afferra il telefono e compone il numero.
«Winry? Ciao, sono io… Sì, esatto, lavoro arretrato. Farò un po’ tardi, voi cenate pure. Ma no, stai tranquilla. Certo che sono davvero in ufficio! Dove dovrei essere? Va bene, a dopo. »
Riaggancia la cornetta sospirando.
«Racconti balle anche alla tua ragazza? »
Al suono di quella voce, Ed si gira di scatto.
«NON È LA MIA RAGAZ…»
No, ormai quella protesta è decisamente fuori luogo.
«Non racconto balle! » si corregge lanciando a Mustang un’occhiata di fuoco. «Come vede sono qui, questo è l’ufficio e quello è il lavoro arretrato. »
«Però lei si sta preoccupando per quello che fai. »
«L’unica preoccupazione di Winry è che non rompa gli Auto-mail facendo a botte con lei! »
Roy Mustang si esibisce in un’espressione ostentatamente delusa.
«Per chi mi ha preso quella ragazza? »
Si avvia verso l’uscita dell’ufficio, ma sulla porta si volta.
«Comunque ha ragione. È tardi, faresti meglio a rincasare e riposarti. »
Edward gli concede a malapena un’occhiata.
«Quando avrò finito. Forse. »
«Non fare il bambino, Fullmetal. È solo lavoro. »
«NON SONO UN BAMBINO! E QUESTO NON È… Non si preoccupi per me, se ne vada pure. »
Come sempre Mustang riesce a fargli saltare i nervi. Vorrebbe urlargli tutto quello che sta passando, la sua paura, la sua frustrazione, ma non può farlo. Gli mostrerebbe una debolezza che lui stesso stenta ad accettare e, come ormai si ripete in continuazione, non vuole coinvolgere nessuno.
Il generale gli volta le spalle e lascia la stanza senza una parola. L’ufficio torna silenzioso. La sera è calata e lunghe ombre si proiettano sulle pareti. Edward afferra il volume che stava consultando e si siede sul piccolo divano in un angolo. Almeno in quel modo la sua schiena smetterà di implorare pietà. Non pensava di essere così stanco, ma del resto non si è dato tregua tutto il giorno. I complicati termini tecnici appaiono appannati ai suoi occhi esausti, che dopo qualche minuto cedono chiudendosi lentamente. No, non può addormentarsi! Deve trovare un modo per salvare Al. Non può permettere che suo fratello finisca di nuovo in quel maledetto Portale. Quel Portale che gli ha strappato tutto: la vita di sua madre, il suo braccio, la sua gamba, il corpo di suo fratello. Quel Portale che l’aveva privato persino del suo mondo. Quel Portale dagli abissi luminosi come il sole e neri come la pece che ora si spalanca davanti ai suoi occhi…
«ALPHONSE! »
Edward si sveglia di soprassalto gridando.
Tentando di regolarizzare il respiro affannoso e il battito del cuore impazzito, si guarda attorno e scopre di essere ancora in ufficio. Si è appisolato sul divano. Con un respiro profondo allontana i capelli dalla fronte sudata e quando abbassa lo sguardo si rende conto che qualcosa lo copre. È una giacca dell’uniforme militare e alla vista dei gradi Ed sussulta. Per l’ennesima volta il generale l’ha trattato come un bambino, pensa seccato. Eppure le sue labbra si increspano in un piccolo sorriso mentre se la stringe addosso per allontanare i brividi dell’incubo.
Quella notte, di nuovo solo nelle tenebre della sua stanza, non riesce in nessun modo a prendere sonno. Le immagini di quella specie di sogno continuano a tormentarlo e l’idea di dover affrontare di nuovo il Portale o qualcosa di simile lo atterrisce. Inoltre un’altra immagine lo assilla, quella dell’espressione ansiosa di Winry quando lo ha visto rientrare a così tarda sera. Non merita di essere trattata così. Lei dovrebbe avere una vita serena e tranquilla, lontana dai pericoli che la sua vicinanza attira come una calamita. Eppure, nonostante tutto questo, lui ha deciso di legarla a sé anche se non sa cosa potrebbe accadergli nell’immediato futuro. Si sente un egoista, eppure allo stesso tempo ne ha bisogno. Visto che ha dimenticato l’anello nel cassetto della scrivania in ufficio, si ripromette di parlarle l’indomani, mettendo così nelle sue mani la decisione definitiva, anche se sa benissimo che lei non lo rifiuterà né lo allontanerà. Questo, se possibile, lo fa sentire ancora più meschino.
Gli sembra di aver dormito solo pochi minuti quando la voce di Winry, con il consueto tono mattutino, lo sveglia.
«Ed! Alzati o farai tardi! »
L’ultima cosa che ha voglia di fare in quel momento è lasciare il letto. Con tutti i pensieri che gli riempiono la mente, desidererebbe quasi dormire per sempre. In questo modo non avrebbe più preoccupazioni.
«Ed! »
Che sciocchezze! Non può perdersi in questo genere di elucubrazioni. Anche se la mente ancora offuscata tende a divagare.
«EDWARD ELRIC! È TARDISSIMO! »
Lo strillo di Winry gli perfora un timpano e quasi contemporaneamente la luce che filtra attraverso le tende spalancate lo acceca. Le coperte gli vengono strappate e la ragazza lo afferra per un braccio tirandolo in piedi senza troppi complimenti. Raccoglie i pantaloni e il sottogiacca dell’uniforme, glieli infila in mano e lo spinge nel bagno.
«Guarda cosa mi tocca fare! Sbrigati, ti aspetto di sotto! » si lamenta.
Lo sbattere della porta copre il tintinnio dell’orologio d’argento che cade dimenticato sul pavimento.
Dopo la doccia Ed è un po’ più presente e di nuovo determinato a trovare una risposta ai suoi quesiti.
Sulla porta Winry lo saluta con la consueta frase.
«Non tentare di fare a botte con Mustang. Mi raccomando l’Auto-mail! »
«Ma sì, ma sì. A più tardi, maniaca della meccanica! »
Quella sorta di rito ha un nonsochè di rassicurante. Mentre risale la via, Winry lo saluta con la mano.
«Questa sera cerca di tornare a un orario decente. » gli dice un attimo prima di rientrare.
Ed sorride a sua volta.
«Ok, te lo prometto. »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Per la serie "Torno subito, aspettami eh!" Shinichi Kudo docet...
Come va gente? Che bello, sono riuscita ad aggiornare nonostante non abbia un secondo libero! Ne approfitto per augurare un buonissimo Natale a tutti voi e a ringraziarvi per le recensioni davvero bellissime che mi lasciate! Grazie mille! Temevo che ci fosse un calo di interesse, invece con lo scorso capitolo ci sono state addirittura due new entry! Sono davvero felice!!!
Due parole su questo capitolo: è ufficialmente finito il periodo "tranquillo", adesso iniziano i guai! Se avete la lacrima facile, preparatevi... (capito, Lunuccia mia? ^_^) Permettetemi un piccolo sclero di fine giornata: che tenero Ed con addosso la giacca di Roy! Teeeeeenero!! Ok, finito. :-p
Hila92: Anche a me piacciono tantissimo i momenti dolci tra Ed e Win, ma tento sempre di non farli troppo sdolcinati. Dopotutto penso che se Ed non fosse così disperato non si lascerebbe mai andare in questo modo. Sì, adesso puoi ufficialmente preoccuparti... Oh, mamma, latino alle 23:00? Paura...
fullmetalQUEEN: Mi fa piacere di essere in buona compagnia, pensavo di essere l'unica a farmi questi film! Ne ho in serbo altri su questa fic, li scriverò man mano così da vedere le vostre reazioni. Lo so, sono matta... ^_^ Concordo sul fatto che a scuotere Ed è la situazione, e lui si sente anche in colpa per questo. Si sente egoista ma non può farne a meno (e menomale, dico io!). Fai bene ad avere paura... eh, sì...
lunachan62: Povera tata, con la febbre! Spero tanto che tu stia meglio! Sai, mi era venuto in mente di scrivere una shottina su Ed dall'orefice, ma non sono molto ferrata nelle storie comiche. Magari però ci provo lo stesso, non si sa mai! Un bacio!!
Chibisimo: E' strano, ma la tua recensione è sparita dopo il riassestamento del sito... Tranquilla (si fa per dire) già dal primo capitolo avrai capito come starà Al, no?
by ila: Prima new entry! Addirittura un genio? Grazie, troppo gentile! Sono davvero contenta che ti piaccia tanto! Sì, in effetti ho tentato di descrivere Roy come un figo in questa parte (dopo si vedrà...). Grazie mille per i preferiti!
MalkContent: Seconda new entry! Rigrazie (ma esiste questa parola?) per i preferiti!! Mi fa piacere di essere riuscita a centrare l'IC, non mi piace quando i personaggi finiscono OOC, e sono anche più contenta che la struttura di cambio dei verbi renda l'idea! Mi dispiace che odi le yaoi, allora fai finta di non leggere i miei scleri, ok? :-p

Bacioni e un enorme BUON NATALE a tutti!!!

YUKI-CHAN


Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!


Next -> "Colei che giunge dalle ombre"
(«Io sono solo una messaggera, però posso portarti dalla persona che stai cercando. »
...
«Scusami, Winry, temo che non riuscirò a tornare tanto presto…»)

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Capitolo 8
*** Il Passato VII - Colei che giunge dalle ombre ***


Love & Pride 08 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato VII
***
COLEI CHE GIUNGE DALLE OMBRE


La giornata in ufficio ripercorre quasi passo passo quella precedente, con la differenza che Ed ha ampliato il suo raggio d’azione comprendendo oltre agli archivi del tribunale militare, anche la grande biblioteca centrale. Il tempo è di nuovo peggiorato, di pari passo con il suo umore. Il fatto di non riuscire a fare il minimo progresso lo scoraggia terribilmente e se si ferma a pensare sente affiorare il panico. Non ce la farà. È impossibile con le sue sole forze. Perderà suo fratello senza essere stato capace di fare niente.
In piedi sotto il portico del corridoio esterno che conduce all’archivio, alza gli occhi verso il cielo da cui scende una pioggia scrosciante. Si sente inutile e impotente, mentre un nodo gli stringe la gola rendendogli difficile respirare normalmente. Avanza di alcuni passi all’esterno sentendo le gocce gelide scivolare sul viso e sui capelli insinuandosi nel colletto della giacca fino alla schiena. Se solo quell’acqua potesse lavare davvero le sue colpe! Ma il suo peccato originale è indelebile ed è da quello che sono nate tutte le successive sofferenze. Non esiste il perdono! Stupido. Inutile. Alchimista di Stato. Che nome altisonante. Nella realtà dei fatti, nei momenti decisivi, non è mai riuscito ad essere utile a nessuno. Adesso come allora, il prezzo dei suoi errori viene pagato da persone innocenti.
«Perché? Perché Alphonse? Perché non io?! »
Sopraffatto dalla disperazione, si lascia cadere in ginocchio nel prato inondato dalla pioggia, chiudendo gli occhi più forte che può per impedire a lacrime brucianti di sgorgare.
«Cosa devo fare? Cosa devo fare?! »
Improvvisamente sente qualcosa di caldo cadergli addosso e ripararlo dalla pioggia. Una mano salda lo afferra e lo tira in piedi.
«Forza, alzati. Ti prenderai un malanno. »
Attraverso il velo di lacrime che gli offusca la vista, Edward riconosce il generale Mustang. Non l’ha nemmeno sentito avvicinarsi. Senza opporre resistenza, si lascia avvolgere nel cappotto e trascinare al coperto, rimanendo in piedi a testa china davanti a lui.
Mustang gli strofina i capelli nel goffo tentativo di asciugarli, poi si riprende il cappotto. La tentazione di scoppiare in lacrime e chiedere il suo aiuto è enorme. Maledetto orgoglio.
«Non ti farò nessuna domanda perché sono del parere che un uomo sia consapevole di dove può spingersi con le sue sole forze prima di chiedere aiuto. »
Le parole di Mustang esprimono fermezza, proprio ciò di cui Ed si sente carente in quel momento.
«Sappi comunque che non intendo compilare pile di inutili scartoffie. »
Esattamente come tanti anni prima.
«Vedi di non morire nella mia giurisdizione. »
Edward si raddrizza e lo guarda allontanarsi.
«Non ce ne sarà bisogno! » esclama immaginando alla perfezione il sorrisino obliquo del suo superiore.
Non ha nessuna intenzione di morire… a meno che non sia strettamente necessario.
Rientra in ufficio e riprende ad affannarsi sui libri. Ha abbandonato le ricerche degli Homunculus per cercare un metodo che gli permetta di salvare Al. Sarà lui stesso a farlo. Questa almeno è la sua idea.
A sera si affloscia di nuovo sulla scrivania esausto, sentendosi un perfetto incapace. Forse dovrebbe tornare a casa e rivelare tutto a suo fratello. Forse insieme potrebbero trovare una soluzione… ammesso che esista. Non sopporta l’idea di poter perdere Al da un momento all’altro. Si abbandona contro lo schienale della sedia chiudendo gli occhi. La testa gli gira leggermente. L’ufficio è buio e silenzioso, l’unica luce è rappresentata dal debole bagliore dorato della sua lampada da tavolo. Aveva promesso a Winry che sarebbe tornato presto. Le ombre sembrano avvolgere ogni cosa, il mondo esterno così come la sua mente e il suo cuore…
«Allora, ti arrendi? »
Edward si alza di scatto guardandosi attorno, ma non vede nessuno.
«Chi c’è? » esclama sfoderando il suo consueto tono minaccioso. «Fatti vedere! »
«Che razza di modi. E pensare che dovresti solo ringraziare per il fatto che sono qui. »
Una figura emerge letteralmente dalle ombre di fronte a lui e Ed agisce d’impulso. Un battito di mani, un lampo azzurrino e sul suo braccio destro appare una lunga lama lucente. L’ultima volta che è stato sorpreso di notte in ufficio, non si è trattato esattamente di una visita di cortesia, pensa sulla difensiva squadrando il suo interlocutore. È una ragazza piuttosto esile e slanciata, ma sa bene che non deve lasciarsi trarre in inganno dalla sua apparente fragilità. La luce della lampada strappa riflessi dai suoi strani capelli argentei. Veste completamente di nero, con una lunga giacca a celarne la figura. Nella semioscurità non riesce a distinguere altro.
«Ehi, calma! » esclama la ragazza. «Non sono qui per combattere, ma per offrirti la soluzione al tuo problema. Certo, sei libero di non accettare, però guardati. Non fai un sonno decente da tre giorni, ti reggi in piedi a malapena. Con che forze pensi di continuare? »
«Chi accidenti sei tu? » ringhia Ed spazientito. «Come conosci la soluzione? Dimmela immediatamente! »
La ragazza sorride appena.
«Me l’avevano detto che eri in tipo impaziente… Io sono solo una messaggera, però posso portarti dalla persona che stai cercando. »
«Envy? Tu sai dove si trova? »
Uno scintillio di occhi ametista nel buio.
«Esatto. Ora sta a te decidere se seguirmi o no. »
L’esitazione dura solo un istante. Getta un’occhiata al cassetto chiuso.
«Scusami, Winry, temo che non riuscirò a tornare tanto presto…»
Poi si volta verso la ragazza.
«Andiamo. »
Lei scavalca la finestra e Edward la segue, ma appena appoggia i piedi a terra, crolla come un sacco di patate. Uno sgambetto.
Ed alza sulla sconosciuta uno sguardo furibondo.
«Cosa ti salta in mente?! » sbraita. «Mi stai prendendo in giro? »
«Scambio equivalente, caro il mio Alchimista d’Acciaio. » risponde lei innocente. «Per colpa tua ho dovuto trottare avanti e indietro per due giorni. »
«Mi hai spiato! »
«Per citare il tuo superiore, è solo lavoro. »
Edward risponde con un ringhio, poi si appresta a seguirla nell’oscurità.
La sua guida lo conduce in periferia, in un ampio edificio che ha tutta l’aria di essere un magazzino abbandonato. Appena varcata la soglia con aria circospetta, Ed si accorge che la ragazza è svanita. Tutto attorno è buio pesto e se prima aveva anche solo un minimo dubbio, adesso ha l’assoluta certezza di essersi cacciato in trappola con le proprie mani.
Quando una lampada si accende in un angolo, la luce è talmente improvvisa da costringerlo a schermarsi gli occhi.
«Benvenuto, Piccoletto d’Acciaio. »
Quella voce provoca in Ed un brivido involontario. Envy è in piedi in un angolo e accanto a lui si trova la ragazza.
«Bel lavoro, Maris. » dice l’Homunculus rivolto a lei che sorride.
«Ti aspettavi qualcosa di diverso? »
Impietrito dall’orrore, finalmente Ed capisce: è un Homunculus anche lei. Com’è possibile? Avrebbe potuto giurare che non ce ne fossero altri. Da dove arriva? Cosa c’entra con Envy e soprattutto con lui e suo fratello? Quello però è il momento di un altro genere di domande.
«Hai detto di venire a cercarti, vero? Ebbene, l’ho fatto! Adesso dimmi come posso salvare mio fratello! »
Envy fa dondolare la lampada proiettando ombre lunghe e minacciose.
«Il piccolo Acciaio non si smentisce mai. Irruente. Impaziente. Tentenna davanti ad una sola persona. »
Uno sfrigolio e l’Homunculus assume le sembianze di una graziosa fanciulla bionda.
«Chissà cosa penserebbe la futura sposina del fatto che volevi trasmutare il suo anello dal carbone, o della tua miserevole fuga dalla gioielleria? Che gran cavaliere! »
La sua ristata sguaiata riecheggia nel grande spazio vuoto mentre Ed arrossisce furiosamente per l’imbarazzo e la rabbia.
«Pensi davvero che ti ringrazierebbe per averla tenuta all’oscuro di tutto questo? Pensi davvero che così lei sia al sicuro? »
A quelle parole Ed perde definitivamente le staffe lanciandosi in avanti.
«Non sono venuto per questo! » grida. «Dimmi subito come salvare Al! »
Tenta di colpire l’Homunculus con l’Auto-mail, ma come sempre è più agile e veloce di lui e riesce a schivare tutti i suoi attacchi. Poi, all’improvviso e senza un’apparente ragione, si ferma e riassume le sue sembianze. Edward si blocca a sua volta con la lama metallica trasmutata dal braccio puntata alla gola dell’altro. Lo fissa.
«È tutto un bluff, non è vero? » dice. «In realtà non esiste nessuna soluzione. »
Envy sogghigna.
La lanterna oscilla.
«Oh, no, la soluzione esiste…»
Ed non se ne accorge neppure. Un colpo alle spalle e sprofonda nell’oscurità.
«… ma per scoprirla dovrai venire con noi. »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonaseeeera!!!
Passato bene il Natale? Spero davvero di sì per tutti voi! Da parte mia sono più che felice di tutte le recensioni che mi lasciate e i commenti troppo gentili! Sono un regalo bellissimo!! Che dire su questo capitolo? Povero Eeeeeedddd!!! Amore-tesoro, non odiarmi, mi piaci così tanto ma le esigenze di copione sono quelle...
fullmetalQUEEN: Sono contentissima che il "mio" Ed ti piaccia! Adoro questo personaggio, è il mio preferito in assoluto, quindi se riesco ad esprimere bene il suo stato d'animo sono più che felice!! Anche in questo capitolo Roy ha mostrato il suo lato umano e Winry... se penso a lei mi sento quasi come quando ho visto il film... Povera! Un bacio!
Hila92: I momenti di tenerezza tra Ed e Win mi mancheranno... sigh! Spero che tu non ti deprima troppo! Grazie comunque per la fedeltà e per gli auguri (ricambiatissimi!)!
lunachan62: Concordo pienamente con l'idea del "confine". Mi raccomando, non piangere anche tu! Bacio!!
by ila: Ricambio gli auguri di tutto cuore e ti ringrazio tantissimo per i complimenti! Sto diventando color peperone... ^///^ Sono contenta che anche a te piaccia come descrivo Ed, però a questo punto inizio a sentirmi in colpa perchè rischio di far piangere troppa gente! Scusaaaaaaatemiiiiii!!! Grazie di continuare comunque a seguirmi!
Irene Adler: Non preoccuparti se hai saltato un aggiornamento, l'importante è che la storia continui a interessarti almeno un pochino ^_^ In questo capitolo sono finalmente arrivati i "tanto attesi" (si fa per dire) guai che portano il nome di Maris! Povera Win, lei è messa peggio di Ran considerando che Ed è... ehm... morto... -_-''' Tantissimi auguri anche a te!!
meby138: Grazie mille per i complimenti e non preoccuparti per il mancato commento! Sì, la scena clou è in arrivo a breve, fazzoletti a portata di mano, mi raccomando! Adesso che il periodo incasinato sul lavoro è relativamente passato, penso che riuscirò ad aggiornare più frequentemente. Gioite! Sono arrossita per il "capolavoro" ^////////^ Grazie mille, davvero!
Ecco fatto, anche per questo aggiornamento è tutto.
Un bacio enorme a tutti voi e un augurio di feste serene con le vostre famiglie!
YUKI-CHAN


Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!


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(Tutto quello che riesce a realizzare nell’ultimo sprazzo di lucidità, sono le sue labbra che mormorano una parola.
«Mamma…»)

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Capitolo 9
*** Il Passato VIII - La pietra rossa: di nuovo ***


Love & Pride 09 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato VIII
***
LA PIETRA ROSSA: DI NUOVO


«Ehi, sveglia! Il tempo del pisolino è finito! »
È il dolore che lo fa tornare in sé e Ed si stringe il braccio sinistro attorno alle costole ansimando. Qualcuno deve avergli dato un calcio. Rimane ancora a terra senza fiato tentando di fare mente locale: ricorda di essere andato al magazzino abbandonato, di aver parlato con Envy e poi… buio. Si alza lentamente sentendo la testa ronzare e si guarda attorno. Si trova in un luogo che non ha mai visto prima, sembrerebbe un laboratorio, ma niente di quello che vede gli è familiare. La stanza è illuminata da fredde lampade azzurrine, le pareti sono ricoperte da scaffali ricolmi di libri e su un lato si trova una massiccia scrivania ingombra di fogli. In un angolo spicca una poltrona simile a un trono.
Voltandosi, Edward scorge Envy e la ragazza, Maris, accanto a una porta e la rabbia riprende possesso di lui. L’hanno attirato con l’inganno in quel posto assurdo, non la passeranno liscia! Tenta di nuovo di attaccare Envy, ma in quel momento la porta si apre lasciando entrare una nuova persona nella stanza. È una ragazzina con indosso un frusciante abito azzurro. I lunghi capelli castani le ricadono sulle spalle in morbide onde e solo i suoi occhi verdi tradiscono una freddezza che stride con la delicatezza del suo aspetto. Guardandola, Ed prova un’inspiegabile nausea alla bocca dello stomaco.
«Cosa significa tutto questo? Dove siamo? » esclama sperando che il tono di voce minaccioso gli dia un’aria di sicurezza nonostante sia in netta minoranza. «Pretendo delle spiegazioni! »
«Non sei nella posizione di pretendere un bel niente! » lo sbeffeggia Envy.
Ed è furibondo, si sente preso in giro e, anche se non lo ammetterebbe nemmeno a sé stesso, ha una paura folle. Con un incosciente colpo di testa, scatta verso la ragazzina, forse perché gli è erroneamente sembrata la più debole del gruppo o forse perché spera di disorientare gli Homunculus. Il suo attacco viene prontamente bloccato da Maris che si frappone tra lui e il suo obiettivo, mentre un violento colpo alle spalle da parte di Envy lo scaraventa a terra.
«Una brutta idea, piccoletto. » commenta sarcastico. «Sei stupido o cosa? Non ti rendi conto della tua situazione? »
Lo afferra per i capelli colpendolo con un pugno.
«Devi solo ringraziare di essere ancora vivo! »
«Envy! »
La voce della ragazzina ha una nota di rimprovero mentre si accomoda sulla poltrona.
«Se lo uccidi adesso, il lavoro tuo e di Maris sarà stato inutile. Inoltre sai bene che lo voglio per me. Portalo qui. »
Edward si asciuga il sangue che gli cola tra le labbra e tenta si schivare la presa di Envy, ma l’Homunculus lo afferra saldamente. Immobilizzandogli l’Auto-mail dietro la schiena, lo costringe in ginocchio davanti alla ragazzina e afferrandolo di nuovo per i capelli, gli solleva la testa in modo che i loro sguardi si incrocino.
«Non mi riconosci, Edward? » chiede lei con voce ingannevolmente dolce. «Dovrei ritenere un affronto che non ti ricordi di me, proprio tu, il figlio di Hohenheim della Luce. »
L’improvvisa consapevolezza colpisce Ed più duramente degli attacchi di Envy. Non è possibile, è totalmente assurdo, eppure…
«Sei… Dante…? » esala in un soffio inorridito.
La ragazza sorride e tanto basta come conferma.
Un milione di domande si affolla nella mente di Edward, troppo spaventato per riuscire ad esprimerne anche solo una.
«Cos’è quella faccia? » chiede Dante con voce melliflua. «Ti stai chiedendo cosa ci faccio qui? Perché sono ancora viva? Uno come te dovrebbe sapere che niente è impossibile. »
Ed riesce a malapena a respirare nella stretta dolorosa di Envy e sotto lo sguardo gelido di quella creatura che sopravvive da secoli a spese degli altri. Un parassita. Una ladra di corpi.
«Perché…» boccheggia.
«Perché ti ho fatto portare qui? » conclude Dante. «Semplice: tu hai una cosa che io voglio e io ho una cosa che tu vuoi. Scambio equivalente, come piace a te. Non temere, alla fine avrai ciò che desideri. »
Ed vorrebbe distogliere lo sguardo. Vorrebbe liberarsi da quella morsa e andarsene, ma non ci riesce. Non riesce a muovere un muscolo, inchiodato al suolo da quegli occhi verdi. È vero, sono verdi. Come gli occhi di sua madre. Tutto nel nuovo aspetto di Dante ricorda vagamente Trisha Elric. Dovrebbe trovarlo rivoltante eppure… perché non ci riesce? Prova solo una strana, struggente sensazione di nostalgia.
«No! » pensa in un’ultima disperata resistenza. «Cosa mi stai facendo? »
Tenta di concentrarsi con tutte le sue forze sulle immagini di Alphonse e Winry.
«Al, troverò il modo di salvarti. Winry, devo dirti una cosa importante. »
Quegli occhi però non lo abbandonano e tutto quello che riesce a realizzare nell’ultimo sprazzo di lucidità, sono le sue labbra che mormorano una parola.
«Mamma…»

Non sa quando ha ripreso conoscenza. Non sa quello che è successo. Non sa dove si trova e, detto francamente, nemmeno gli importa. Si limita semplicemente a fare quello che gli viene detto.
«Guarda laggiù. Quello è il nostro obiettivo. » dice Envy al suo fianco.
Edward abbassa lo sguardo vuoto e totalmente disinteressato dalla collina su cui si trovano verso la cittadina più in basso. Ha come l’impressione di averla già vista, ma comunque non ha la minima importanza.
«Si chiama Zenotaim. Ti dice qualcosa? » chiede Maris alla sue spalle.
Ed scuote la testa meccanicamente.
«Allora procedi! » incalza Envy.
Ed si china, batte le mani e le appoggia sul terreno davanti a sé. La terra trema e profondi solchi si incidono lungo il perimetro della cittadina. Le prime esclamazioni di sgomento giungono fin lassù. Envy lo afferra per un braccio e lo trascina avanti fino alla strada che porta all’ingresso. «Muoviti, prima che gli uccellini prendano il volo! » ringhia. Edward lo fissa. Non capisce il perché di tutta quell’agitazione. Lui non prova niente. Assolutamente niente. Quello che sta succedendo in quel momento e in quel luogo, anche se ne è lui l’artefice, non lo tocca minimamente. Ubbidiente, batte di nuovo le mani e appoggia i palmi sul bordo del cerchio alchemico. Immediatamente tutto viene avvolto da un’accecante luce rossa. Sembra non spegnersi mai, ma probabilmente l’intero processo non dura che pochi istanti. Quando riapre gli occhi, tutto quello che vede dinnanzi a sé è una landa desolata. Nessuna traccia delle case, delle strade e degli abitanti. Solo… polvere e qualcosa che brilla intensamente proprio nel mezzo. Maris avanza silenziosamente verso quell’oggetto e lo raccoglie. Sembra soddisfatta. Ed invece non prova il minimo interesse per quella strana pietra rossa.
La ragazza torna indietro e la consegna nelle mani di Dante, che li ha raggiunti in quel momento. È grande quanto il suo pugno. Anche lei ha un’espressione di compiacimento. Tocca il braccio di Ed e sorride.
«Ben fatto, mio caro. Vedi che si può sempre giungere a un accordo? »
Le lancia un’occhiata distratta chiedendosi di quale accordo stai parlando. Dubbio che aleggia nella sua mente per pochi secondi prima di essere completamente offuscato dalla nebbia che la occupa. Dopotutto la cittadina scomparsa nel nulla, quella strana pietra rossa e lo stesso accordo a cui ha accennato Dante sono cose che non lo riguardano. È mai esistito qualcosa di cui gli importasse? Non riesce a ricordarselo.
Si lascia docilmente ricondurre a una grande villa in un bosco, tra le montagne. È un edificio imponente con un grande giardino sul davanti. Mentre fanno il loro ingresso, un bambino scende precipitosamente le scale davanti al portone. Ha lunghi capelli scuri svolazzanti e il suo braccio destro e la sua gamba sinistra sono protesi meccaniche. Davanti a Ed si blocca e prorompe in un’esclamazione allarmata.
«Perché lui è qui? »
Envy si limita a lanciargli un’occhiata disgustata. Dante lo supera senza degnarlo di uno sguardo. Maris invece gli appoggia una mano sulla testa in una specie di carezza.
«Non preoccuparti, Wrath, è con noi. La missione è andata a buon fine. » dice.
Dante si volta indietro impaziente.
«Edward! Vieni qui! »
Quando il ragazzo la raggiunge, lo fa piegare verso di sé prendendogli il viso tra le mani.
«Sei proprio identico a lui. » mormora. «Anche tu hai la tendenza a perdere tempo con cose inutili.»
Gli accarezza una guancia, poi lo pende per mano.
«Andiamo, mio Hohenheim. »
Edward non si volta, non la guarda, si limita ad annuire e a spostare un piede davanti all’altro.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ok, la situazione è definitivamente precipitata! Quanto ho odiato Envy in questo capitolo! Fare male al mio "piccolino"... Ok, prima che "qualcuno" mi insulti, passo alle risposte visto che stasera sono un po' di fretta.
lunachan62: Scommetto che hai già pronti i fazzoletti, vero? Mi dispiace farti sempre piangere...
fullmetalQUEEN: Ho trasmesso i tuoi apprezzamenti su Maris alla sua ideatrice e ne è stata molto contenta! Il modo per salvare Al... mi sa che hai intuito bene... Come vanno i fazzoletti? Mi raccomando, tienili buoni anche per il prossimo! ^_^
meby138: Lo dico sempre anch'io, occhio alle spalle! E se il nemico non è nè davanti nè dietro, allora puoi stare certo che è sopra! Buon capodanno anche a te!
by ila: Mi piacerebbe scrivere una shottina di Ed dal gioielliere ma devo carburare parecchio... non mi sento molto portata per il comico... Envy dovrebbe trovarsi un hobby, gli suggeriremo la collezione di francobolli! Tantissimi auguri anche a te e... visto che ho aggiornato? ^_^
Chibisimo: Sei sadicaaaaa!! Poveri i miei tatolini! (proprio io lo dico che gliene faccio passare di tutti i colori!) Mi sa che nel prossimo capitolo ti divertirai!
Per questa volta chiudo qui. Scusate la nota super breve ma sono davvero di corsa.
Auguro a tutti voi un buonissimo capodanno!!
Baci!
YUKI-CHAN


Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!


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(Tutto quello che riesce a vedere è il suo sangue che sgorga bagnando il pavimento. Così tanto e così rosso…)

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Capitolo 10
*** Il Passato IX - L'orgoglio del giocattolo rotto ***


Love & Pride 10 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato IX
***
L'ORGOGLIO DEL GIOCATTOLO ROTTO



“You poor, sweet, innocent thing, dry your eyes and testify,
I know you long to break things down, tonight,
Sweet Sacrifice

You fall, sweet, innocent thing, dry your eyes and testify,
I know you live to break things down, tonight,
You're the Sacrifice”

Sweet sacrifice © Evanescence

***

Le giornate trascorrono lente e tutte uguali. Il mondo è grigio e informe e la totale apatia è tutto ciò che riempie la sua mente. Non sa far altro che rimanere seduto in una stanza a guardare fuori dalla finestra le nuvole che attraversano il cielo, il sole che si leva e tramonta, immutabile davanti ai suoi occhi spenti. Finché un giorno Dante gli dice di recarsi con Envy e Maris in una città chiamata Central City. I due Homunculus lo portano in un magazzino abbandonato e lo lasciano solo.
«Quando torneremo ci sarà del lavoro per te. » dice Maris. «Fino ad allora non muoverti di qui. Mi hai capito bene? Non uscire per nessun motivo. »
Ed annuisce, si siede contro una parete e rimane immobile. Aspetta e non pensa a niente, fino a sera. Non si muove nemmeno quando sente dei rumori provenire dall’ingresso. Forse si tratta di Envy e Maris che tornano. Dall’angolo del corridoio però fa capolino un volto diverso da quello che si aspettava. Si guarda attorno poi due persone entrano nella stanza. Sono un giovane uomo in uniforme militare e un ragazzo biondo. Il ragazzo si precipita verso di lui. Ha le lacrime agli occhi.
Ed non alza nemmeno la testa.
«Fratellone! »
Lo afferra per le spalle e lo scuote.
«Fratellone, stai bene? »
Anche l’uomo si avvicina.
«Fullmetal, riesci ad alzarti? Dobbiamo andarcene al più presto. »
Edward sposta lentamente lo sguardo da uno all’altro. Ha la fastidiosa sensazione di dover fare qualcosa. La prima vera sensazione da giorni.
«Fratellone! »
Il ragazzo lo abbraccia di slancio.
«Oddio, sono così felice di rivederti! »
Un brivido scuote Edward e le braccia si alzano automaticamente a circondare quel corpo stretto al suo. È calore quello che sta provando?
Il rumore secco della porta che sbatte, rompe l’idillio ed Envy e Maris fanno il loro ingresso.
«Guarda un po’ cos’abbiamo qui, due topolini! » esclama Envy. «Il colonnello… anzi, il generale di fuoco e il fratellino. »
Davanti agli occhi inespressivi di Edward prende il via un vero e proprio combattimento. L’uomo in uniforme schiocca le dita e dalla sua mano scaturiscono fiamme che illuminano la penombra della stanza. Maris ha il suo bel da fare a sfuggirgli attraverso le ombre. Envy invece si accanisce sul ragazzo.
«Forza, fatti sotto! » lo esorta beffardamente. «Tanto un fratello o l’altro per me non fa differenza e il tuo corpo non è altro che un residuo mal riuscito della pietra filosofale! »
Il suo avversario barcolla e si accascia al suolo, ma non sembra essere stato colpito. Envy non è stupito.
«In questo stato non dureresti comunque a lungo. »
Edward si sente tremare. Come l’ha chiamato? Un residuo mal riuscito della… pietra filosofale? Che non durerà a lungo?
«A… A…»
Un nome preme per uscire.
Envy si prepara a colpire, rapido e letale.
Il velo di nebbia che ottunde la sua mente, si squarcia improvvisamente.
«ALPHONSE! »
In un balzo è accanto al fratello e lo cinge con un braccio, mentre con l’Auto-mail trasmutato nella consueta lama para l’assalto di Envy.
«Maledizione! » lo sente imprecare.
Alzando per un attimo lo sguardo incontra quello di Mustang e ne intravede il sorriso.
«Bentornato, Fullmetal. »
«Per la prima volta posso dire che è un piacere vederla, generale. »
Il combattimento incalza e Mustang è appena riuscito ad immobilizzare Maris in un angolo, le fiamme la circondano e non può fuggire attraverso le ombre. Questo però rende precaria anche la posizione del generale, il fuoco limita la sua libertà di movimento. I due iniziano a fronteggiarsi direttamente.
Ed distoglie gli occhi dalla scena e torna a concentrarsi sul fratello che tiene tra le braccia.
«Al! Al, ti prego, apri gli occhi! Ti scongiuro, dimmi che stai bene! »
Le parole sortiscono l’effetto sperato e dopo un attimo le iridi nocciola di Alphonse si fissano in quelle dorate del fratello.
«Fratel…»
Accade tutto molto velocemente. Quello che Ed percepisce è un grido di rabbia e frusciante stoffa blu che si frappone tra loro e i coltelli scagliati da Maris. Poi schizzi rossi sul pavimento polveroso e il tonfo di un corpo che sembra cadere al rallentatore.
«GENERALE! »
I due fratelli si alzano all’unisono per accorrere da Mustang, ma Edward si blocca fissando inorridito la pozza di sangue che si allarga sul pavimento. Non vede le mani di Envy che calano inesorabilmente su di lui.
«Cosa stai facendo, fratellone?! »
Una spinta e si trova a ruzzolare a terra. Un secondo dopo il corpo di Al si accascia esanime tra le sue braccia, colpito al petto. Una chiazza di un rosso assurdamente acceso si allarga sulla sua camicia bianca e le prime gocce cadono sui pantaloni della divisa militare che Ed ancora indossa, macchiando le sue mani. A quella vista perde completamente la testa. Con un urlo sconnesso si lancia su Envy. Non gli importa assolutamente se l’Homunculus è più forte e veloce di lui, tutto quello che prova è cieco furore e un dolore lacerante. Envy non si fa certo scrupoli a rispondere all’attacco e Ed inizia a rendersi conto di non essere nelle condizioni ottimali per un combattimento. Si sente debole e gli gira la testa. Quanto tempo è passato da quando se n’è andato di casa e cos’è successo nel frattempo? Non riesce a ricordarlo. È tutto terribilmente confuso. Envy lo colpisce ripetutamente. Anche lui ha mutato il suo braccio in qualcosa che assomiglia a un’arma. Ed sente la maglia strapparsi sulla spalla sinistra e sul fianco destro e il sangue bagnare la stoffa. Si sente stordito ma non ha intenzione di arrendersi. Quel mostro ha colpito due tra le persone più importanti della sua vita, quello stupido generale e il suo adorato fratello. La pagherà per questo! Non vede nemmeno il rapidissimo attacco di Envy andare a segno. Solo abbassando lo sguardo si rende conto della lama che lo trafigge. Il dolore esplode violento in tutto il corpo, mentre crolla al suolo. Tutto quello che riesce a vedere è il suo sangue che sgorga bagnando il pavimento. Così tanto e così rosso…
Envy si allontana di un passo con espressione scocciata.
«Oh, accidenti! » brontola.
Maris lo raggiunge e sembra decisamente più turbata.
«Non fare finta di niente, scommetto che l’hai fatto apposta. » lo rimprovera. «Che disastro, cosa diremo alla signora Dante? »
«Ti preoccupi perché ho rotto il suo bel giocattolino? Poco male, non è né unico né insostituibile. »
Edward riesce a sollevare appena la testa per lanciare un’occhiata ai due Homunculus. Giocattolo rotto, l’hanno chiamato. Significa che fino alla fine è stato manipolato da loro? Che ora sta per morire? Non ha più nemmeno la forza di infuriarsi per questo. Non pensava che avrebbe fatto così male, anche se in effetti i sensi cominciano a venire meno. Solo, sente maledettamente freddo. Con un immenso sforzo di volontà riesce a voltarsi verso il punto dove giacciono suo fratello e Mustang.
«Stupido generale! Venire a cacciarsi in un guaio simile! Il tenente Hawkeye non me lo perdonerà mai! »
Paradossalmente sente gli occhi inumidirsi.
«Al… Perdonami, Al… Sono stato un pessimo fratello fino alla fine. Non sono riuscito a salvarti. Winry… Temo che piangerà di nuovo. Non sono riuscito a dirglielo. Stupido orgoglio! Winry, io ti…»
«Ehi, sei ancora vivo? »
Una voce confusa lo costringe a focalizzare l’immagina davanti a sé e di fronte ai suoi occhi appannati appare il volto di Maris.
«Lascia perdere. » sbuffa Envy. «Ormai è andato. »
La ragazza lo ignora.
«Edward, guardami. Ascoltami bene. Vuoi ancora aiutare tuo fratello? Questa è l’occasione buona. Sai come funziona, no? Una vita per una vita, scambio equivalente. »
Scambio equivalente. Ed fatica ad afferrare il significato di quelle parole. Deve sbrigarsi prima che sia troppo tardi. Prima che lo scambio non abbia più senso. Facendo appello alle sue ultime forze, afferra il braccio di Maris.
«Fallo… Sa… salva… mio fra… tello… ti prego…»
La mano ricade a terra priva di forze. La vista si offusca fino a sprofondare nel buio. Non sente più nulla.
«Ci ho provato… Scusami, Alphonse…»


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti! Passato bene il capodanno? Io sì, mi sono divertita un sacco!!
Allora, cosa ne pensate della piega che sta prendendo la mia storiella? Ormai siamo in piena zona tragica... Ed mi fa una tenerezza infinita, ce la mette proprio tutta, povero tesoro! Peccato che sembra proprio che il destino (no, non l'autrice, io l'adoro!!!) sia contro di lui...
A dir la verità dovrei un po' tirare le orecchie a voi lettori! Sto cercando di aggiornare più frequentemente (per quanto mi è possibile), questi sono i capitoli cruciali e voi che mi combinate? Dimezzate le recensioni? Guardate che mi passa la voglia di pubblicare... (capirai che minaccia...-_-''') A parte gli scherzi, tengo davvero tanto a questa storia ma ho notato che più va avanti più calano le letture. Fatevi sentire! Il vostro parere è importante!!
WinryRockbelltheQueen: Un graditissimo ritorno! Sono davvero contenta che la fic ti piaccia tanto! ^///^ Oh, mamma mia, hai pianto davvero? Una piccola precisazione: Ed non è ancora diventato Pride, era solo sotto l'ipnosi di Dante un po' come Rose alla fine della serie. Faceva tutto quello che lei gli ordinava ma in realtà era ancora lui. Infatti gli è bastato rivedere Al per tornare in sè... Buon anno anche a te e grazie ancora per i complimenti!
by ila: Bella l'idea dell'hobby per Envy! Potrei fargli concorrenza anch'io! Ho piccoli Ed ovunque: sulla mensola, attaccato alle chiavi, al cell... ^_^ Che ne dici del finale di questo capitolo, eh? Altrettanto mozzafiatante? ^_^ Bacio!
Chibisimo: Grazieeeeee!!! Allora, divertita? Afflizione e dolore in arrivo! :-p

Di seguito, la traduzione del testo degli Evanescence per chi avesse voglia di leggerla.

"Tu povero, dolce innocente, pulisciti gli occhi e fai il testimone
so che vivi per distruggere le cose, stanotte
un dolce sacrificio.

Tu cadi, dolce innocente,ti pulisci gli occhi e fai il testimone
so che vivi per distruggere le cose, stanotte
sei tu il sacrificio."

Bacioni a tutti!
YUKI-CHAN




Next -> "La fine e l'inizio"
(Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos’altro che abbia il medesimo valore. In alchimia è chiamato “il principio dello scambio equivalente”. Da tempo ormai dubitavo di questa verità…)

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Capitolo 11
*** Il Passato X - La fine e l'inizio ***


Love & Pride 09 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



Il Passato X
***
LA FINE E L'INIZIO


Non sa cosa esattamente gli faccia riprendere conoscenza. Vorrebbe poter dire che sono stati i suoi sensi sempre all’erta ad avvertirlo del pericolo imminente, ma è molto più probabile che si tratti semplicemente del fumo o del calore. Aprendo gli occhi, si rende conto che le fiamme avvolgono ormai ogni cosa e stanno aggredendo i muri portanti dell’edificio. Rimanere lì è estremamente pericoloso. Facendosi forza riesce ad alzarsi nonostante le ferite stiano ancora sanguinando. Dei coltelli che gli si erano conficcati in una spalla, in un fianco e in una gamba però non c’è traccia, quell’Homunculus dev’esserseli ripresi. Ricordandosi improvvisamente dello scontro, Roy si guarda attorno frenetico: dove sono i due fratelli Elric? Scorge Alphonse a pochi passi da lui, è privo di sensi e ferito gravemente, ma respira ancora. Deve portarlo fuori da lì! A fatica riesce a sollevarlo tentando di ignorare le fitte lancinanti in tutto il corpo. Ma dov’è Edward? Il fumo oscura la visuale quindi solo dopo essersi spostato riesce a vederlo. È una visione raccapricciante e nonostante il calore soffocante, Roy si sente ghiacciare il sangue nelle vene. Il corpo del ragazzo giace contro il muro in una posa innaturale, come se vi fosse stato scaraventato con noncuranza, i capelli biondo oro sparsi nella polvere. C’è sangue ovunque. Basta uno sguardo per capire, ma Roy Mustang, l’eroe di Ishbar che ha visto centinaia di cadaveri, non può… non vuole accettare questa morte. Si sente girare la testa. È tutto così crudelmente assurdo.
È un crepitio sinistro alle sue spalle a farlo tornare in sé: le fiamme hanno raggiunto alcuni barili in un angolo. Potrebbero contenere benzina. Non li aveva notati. Se non si sbriga ad uscire, il magazzino crollerà loro addosso. Vorrebbe portare con sé anche Edward, ma sa benissimo di non essere in grado di farlo. Si volta brevemente.
«Fullmetal, io…»
Poi scuote la testa e stringendo il più saldamente possibile Alphonse, si precipita verso l’uscita. Riesce a guadagnare l’aria aperta un attimo prima dell’esplosione e lo spostamento d’aria lo scaraventa in avanti di alcuni metri. Quando riesce a voltarsi indietro, vede che il magazzino è letteralmente collassato su sé stesso e le fiamme bruciano alte. Sembra un’enorme pira funebre. Non rimarrà nulla. Sarà la polvere o il calore del fuoco, fatto sta che i suoi occhi bruciano terribilmente.
Non saprebbe dire come è arrivato fino all’ospedale. Qualcuno potrebbe chiamarla “la forza della disperazione”, ma nella sua memoria è solo un’enorme voragine nera. Quando si riprende, scopre di trovarsi in una stanza asettica e piena di luce. Troppa. Accanto a sé avverte una presenza nota, gentile e rassicurante.
«Riza…» mormora voltandosi piano per poterla vedere con l’unico occhio sano.
La giovane donna sorride leggermente prendendogli una mano tra le sue, ma è paurosamente pallida. Questa volta deve averla fatta spaventare sul serio. Si rende conto che non dev’essere proprio il massimo venire informati che il proprio compagno è stato raccolto mezzo morto sui gradini dell’ospedale militare. Lei non era mai stata convinta di quella missione al di fuori degli incarichi ufficiali. Non che non volesse proseguire le ricerche di Edward dopo che l’esercito lo aveva dato ufficialmente per disperso, solo avrebbe preferito che lo facessero seguendo vie più consone. Era stato praticamente impossibile restare insensibili davanti alle suppliche accorate di Alphonse di aiutarlo in via personale, così Roy si era preso un periodo di ferie e aveva fatto in modo che anche il ragazzo lo avesse. Riza era stata la loro copertura mentre seguivano una pista che si faceva via via più strana man mano che si avvicinavano al loro obiettivo. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così. La morte di Edward è unicamente da imputare al loro intervento. È così terribilmente ingiusto. Roy si sente schifosamente colpevole. L’idea di avere sulla coscienza la vita di quel ragazzo gli è intollerabile.
«È colpa mia…» si lascia sfuggire.
La stretta sulle sue dita aumenta. Lei non gli farà domande, ha già intuito tutto. Si limiterà a stargli vicina e a dargli il suo sostegno, come sempre.
«Alphonse? » chiede Roy alzando lo sguardo.
«È nella stanza accanto, c’è Winry con lui. » risponde Riza sommessamente. «Ha subito un intervento d’urgenza, ma si riprenderà bene. »
«Ho capito. Aiutami ad alzarmi. »
«No, Roy, il dottore ha detto…»
«Immagino abbia detto che dovrei stare a riposo, ma cerca di capire. Devo andare. Devo. Ha il diritto di sapere e deve saperlo da me. »
Riza capitola e lo aiuta a sollevarsi e a muovere i primi faticosi passi. Raggiunto l’ingresso, si appoggia pesantemente allo stipite della porta ansimando. Chiude gli occhi per un attimo nel tentativo di raccogliere le forze e improvvisamente rivede il corpo insanguinato di Edward. Li riapre di scatto con un’espressione di orrore sul volto.
«Roy…»
«Sto bene. »
«Roy, lascia stare…» tenta ancora Riza con una nota di sincera preoccupazione nella voce.
«No. Dopotutto anche questo è il compito di un adulto. Però…»
Le prende il viso tra le mani e appoggia la fronte contro la sua.
«… Ho bisogno di coraggio. » mormora. «Più di quanto ne abbia mai avuto. Per andare di là e spiegare a quel ragazzino come e perché non sono riuscito a salvare il suo adorato fratello. »

Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos’altro che abbia il medesimo valore. In alchimia è chiamato “il principio dello scambio equivalente”. Da tempo ormai dubitavo di questa verità…
Sopra di me il bianco asettico del soffitto e l’azzurro freddo delle lampade.
Sotto di me rosso intenso a coprire il colore del pavimento.
Un rosso fin troppo brillante, tracciato in elaborate composizioni.
Qualcosa gocciola ripetutamente.
Uno…
Due…
Tre…
Colori troppo accesi per questi miei occhi che non riescono più a vedere.
Rumori impercettibili eppure rimbombanti per delle orecchie che non dovrebbero più sentire.
Qualcuno bisbiglia in lontananza.
Non sento niente. Il mio corpo è diventato insensibile e non si muove. Il braccio… la gamba… gli Auto-mail saranno ancora al loro posto?
Cosa mi è successo? Ricordo vagamente che Envy mi ha colpito e poi… il mio sangue che gocciolava.
È il mio sangue quello che bagna il pavimento?
È il mio sangue quello con cui è stato tracciato questo… cerchio alchemico?
Mi trovo in un cerchio alchemico?
Perché? Cosa sta succedendo?
La paura mi stringe la gola. Non riesco a respirare. Vorrei urlare ma non mi esce la voce.
Ti sei sentita così anche tu… mamma?
Come ho potuto farti questo? Che atrocità ho mai commesso?
Perdonami… Perdonami…
Un’improvvisa luce mi acceca. È rossa. Rosso sangue! Un dolore intollerabile sta lacerando il mio corpo. Non credevo di poter provare una sofferenza simile… Lo sento scomporsi cellula per cellula.
Basta!
Cosa mi state facendo?!
NON VOGLIO!
Sono mie le urla strazianti che sento?
SMETTETELA!
Poi tutto finisce. Improvvisamente.
La mia visione si fa nitida, anche se abbagliata da questo chiarore così intenso.
È…
No, no, non è possibile!
Perché mi trovo qui?!
Il Portale!
Sento il gelo del terrore penetrarmi nelle ossa.
Ho ancora una mente che può provare terrore?
Ho ancora un corpo che può provare dolore?
Ho ancora un’anima…?
Le porte si spalancano lentamente.
Oro, luminoso come il sole. Nero, oscuro come la morte.
È questo che voglio, ora. Fatemi morire adesso, perché tutto quello che si trova oltre quella soglia sarà peggiore della morte stessa.
Lo so.
Senza riuscire a muovermi, senza riuscire nemmeno a chiudere gli occhi in una strenua quanto inutile difesa, mi sento afferrare da quegli orribili tentacoli neri e trascinare avanti.
La testa sembra esplodere dal dolore, trafitta da mille aghi.
Qualcosa sta entrando nella mia mente e tocca pensieri talmente intimi che quasi ne ignoravo o rifiutavo l’esistenza.
Un liquido caldo scivola sulle mie guance mescolandosi al sangue.
Lacrime.
Sento la mia anima lacerarsi come se quegli immondi tentacoli la stessero facendo a pezzi.
Un ultimo spasmo di dolore e poi…
… il nulla.
Solo le porte che si richiudono in un silenzio mortale.



CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti! Sono tornata!
Allora, questa volta la situazione è precipitata definitivamente. Bye bye, Ed! (me sadica!) Mi piace tantissimo la parte di Roy in questo capitolo! Ce lo vedo proprio a parlare con Riza in quel modo! Il discorso sul compito di un adulto è molto "da Roy". E ovviamente si sente in colpa, quando mai? Se non si sentissero in colpa per qualcosa non sarebbero personaggi di FMA... Una precisazione. Tutta la parte del monologo di Ed è ispirata a una parte del testo di BBI, non tradotta perchè ci ho messo del mio, ma comunque abbastanza simile.
Ok, adesso volo alle risposte!
MalkContent: Per vedere che fine farà Dante dovrai aspettare ancora un po', ma confido che non rimarrai delusa! ^_^
meby138: Mi rendo conto che durante le feste si è presi da un mucchio di altre cose... io ho lavorato il doppio del solito quindi so bene cosa vuol dire... Sigh! -_-''' Ed era stato condizionato da Dante, una specie di ipnosi come quella che aveva fatto a Rose alla fine della serie animata, non aveva ancora niente a che fare con Pride. Spero di aver chiarito i dubbi. ^_^
lunachan62: Bentornataaaaa!!! I veri guai sono appena iniziati, lo sai che sono sadica e crudele, no? BWAHAHAH!!! (risata in Bakura-style) Bacio!
fullmetalQUEEN: Ahi ahi, ti sei persa un capitolo, eh? Penitenza! No, scherzo, l'importante è l'hai recuperato. ^_^ Sì, sono stata abbastanza sadica, ma non ho ancora dato il mio meglio... Il mio povero Eeeeeddd!! E pure Al e Royyyy!!! Però hai ragione, anche a me viene il magone se penso a Winry. Stai tranquilla che tutta la seconda parte, oltre che su Al è incentrata su di lei, quindi vedrai per bene cosa passa (poveretta, aggiungerei). Resta sintonizzata!
Anche per questa volta è tutto! Mi raccomando, fatemi sapere i vostri pareri!
Baci a tutti!
YUKI-CHAN


Mi raccomando, voi che passate di qui anche solo per caso, lasciate una traccia della vostra presenza! I pareri dei lettori sono la linfa dello scrittore!


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(«Però promettimi una cosa: che non farai niente di pericoloso. Promettimelo sul serio, non come Ed che mi raccontava un sacco di balle solo per non farmi preoccupare. »)

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Capitolo 12
*** Solitudine ***


Love & Pride 12 Devo dire di essere rimasta abbastanza delusa nel constatare il poco interesse sollevato dall'ultimo capitolo postato. Siete tutti terribilmente impegnati o il mio modo di scrivere è diventato improvvisamente noioso? Quello che mi da da pensare sono le 79 visite alla pagina e l'unica recensione lasciata. In questa storia ci ho messo il cuore ed ero davvero felice di vedere che veniva apprezzata, ma adesso dopo 3 capitoli passati quasi inosservati, sto seriamente pensando di interrompere la pubblicazione. Non mi era mai capitata una cosa del genere, ma sono davvero scoraggiata... e mi dispiace... Ne devo dedurre che il limite massimo di un lettore di fanfiction sono 10 capitoli? Spero davvero di sbagliarmi e che si sia trattato solo di un brutto periodo. Questo capitolo è la prova del nove, il proseguimento della storia è tutto nelle vostra mani.
YUKI

Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



02
***
SOLITUDINE


Non ricordava che i prati che si vedevano dalla sua finestra fossero così verdi. Tutto il panorama di Resembool traboccava di luce e di vita. Una visione quasi insopportabile, specialmente in un momento come quello. Winry sospirò e fece per tirare le tende, ma all’ultimo momento rinunciò: chiudere fuori il sole sarebbe equivalso a rifugiarsi nelle tenebre del suo cuore e non era sicura di riuscire ad affrontarle. Eppure il sole le ricordava così tanto lui, i suoi capelli color dell’oro, i suoi occhi come il miele… Doveva smetterla o avrebbe ricominciato a piangere! Al funerale aveva fatto del suo meglio per trattenersi, ma davanti alla lapide bianca era crollata. Dopotutto il suo nome era lì, inciso nella pietra a dichiarare che Edward Elric era morto e questo rendeva tutto mostruosamente reale.
L’intero gruppo del generale Mustang era venuto da Central City appositamente ed era rimasto in dignitoso silenzio in un angolo rivolgendo il saluto militare a quella pietra muta. Perché era così che stavano le cose: ancora prima di essere un ragazzo di campagna, Edward era un militare. Winry era certa di aver visto gli occhi arrossati del tenente Hawkeye, l’espressione affranta del sottotenente Havoc, l’innaturale sorriso di circostanza del maresciallo Falman. Il sottotenente Breda e il sergente maggiore Fury erano rimasti per tutto il tempo a testa bassa. Persino il maggiore Armstrong, accompagnato dal sottotenente Ross e dal sergente Brosh, non aveva aperto bocca tutto il tempo.
Anche se sembrava tutto un orribile incubo, questi particolari le dicevano chiaramente che non era così.
Il generale Mustang era rimasto rigido e impettito per tutta la durata della funzione, la visiera del cappello calata sugli occhi a celarne l’espressione. Da quando si era recato a casa loro a Central City a restituire gli effetti personali di Ed, Winry non l’aveva più visto e preferiva che fosse così finché i sentimenti che provava non si fossero chiariti. Il vecchio rancore che provava nei suoi confronti si era improvvisamente ridestato, ma era anche consapevole del fatto che non poteva incolpare lui della morte di Ed. Sarebbe stato troppo facile avere qualcuno su cui riversare il proprio risentimento, quando in realtà non aveva la più pallida idea della reale entità di quello che era successo. Ma forse era proprio questo quello di cui aveva bisogno, una valvola di sfogo, qualcuno da colpevolizzare per fare in modo che ciò che era successo non le apparisse completamente privo di senso. Razionalmente le appariva chiara l’ingiustizia di questo ragionamento, ma temeva che parlandogli direttamente avrebbe potuto dirgli qualcosa di inconsulto. Per questo si era rifugiata nella sua stanza quando sua nonna lo aveva invitato a bere una tazza di thè per riprendersi. Alphonse invece era rimasto di sotto. Li sentiva parlare in lontananza. Com’era possibile che Al lo avesse perdonato così, ancora non le era chiaro. Ma del resto niente le era chiaro in quei giorni, aveva l’impressione di vivere in un perenne stato di stordimento. Fissò l’anello che portava all’anulare della mano sinistra e per l’ennesima volta si chiese cosa fosse esattamente successo. Ed voleva sposarla, non aveva intenzione di mettersi in pericolo di vita. Allora perché quella maledetta sera se ne era andato dall’ufficio in quel modo? A cosa stava lavorando? Dove era andato? Perché aveva avuto di nuovo a che fare con gli Homunculus? Era tutto talmente confuso che le sembrava di impazzire.
Un paio di colpi alla porta la riportarono alla realtà e quando aprì, si trovò davanti Alphonse con un’espressione terribilmente stanca.
«Il generale Mustang e gli altri se ne stanno andando. Li accompagno in stazione. » disse, poi rimase per un attimo titubante, come indeciso se fosse il caso di aggiungere altro.
«Cosa c’è, Al? » chiese lei. «È successo qualcosa? »
«Bhè… in effetti sì. Domani tornerò anch’io a Central City. »
Winry si sentì piegare le ginocchia. Prima di partire era stata piuttosto chiara: non aveva intenzione di rimanere nella casa di città, soffriva troppo in quel luogo e pensava che per Al fosse lo stesso. Anche se in effetti il ragazzo non si era mai espresso chiaramente in proposito, era convinta che sarebbe rimasto con lei a Resembool. Quella era una doccia fredda che la fece improvvisamente sentire abbandonata.
«Mi dispiace lasciarti sola, Winry, ma al lavoro hanno bisogno di me. Sheska non può gestire l’intero archivio. Anche il generale Mustang ha detto…»
A quelle parole la ragazza alzò la testa di scatto.
«Il generale Mustang?! Cosa vuole ancora il generale Mustang? Come può quell’uomo pretendere ancora qualcosa da noi?! »
Vide a malapena l’espressione shockata di Al, lo scansò e si precipitò di sotto. Non le importava più niente dei suoi sentimenti confusi, voleva solo dire in faccia a Mustang tutto quello che pensava di lui. Riversargli addosso tutta la sua rabbia. Sfortunatamente, sulla porta di casa quasi si scontrò con il tenente Hawkeye.
«Signorina Riza, dov’è il generale Mustang? » chiese seccamente.
«È successo qualcosa? » fece la donna stupita bloccandola per le spalle.
«E me lo chiede anche?! Mi ha portato via i miei genitori, mi ha portato via Ed e adesso vuole portarmi via anche Al! » gridò Winry. «Di quante altre persona care vuole privarmi? »
Era decisamente fuori di sé.
La presa sulle sue spalle si rafforzò e Riza la fissò con espressione dura.
«Non importa quale sia la tua motivazione. Non pronunciare mai, mai, questa parole davanti al generale, sono stata chiara? » le intimò. «Se lo farai, non ti perdonerò. »
Detto questo, la lasciò e uscì dalla stanza.
Sentendosi toccare, Winry che era rimasta immobile, si voltò di scatto.
«Al…»
«Il tenente Hawkeye ha ragione. » mormorò il ragazzo. «Ti prego di non dire quelle cose a Mustang. Anche se non lo dimostrava, era sinceramente affezionato al fratellone e in questo momento sta soffrendo quanto noi se non di più. Si sente personalmente responsabile per quello che è successo, anche se in realtà non ha nessuna colpa. Ha fatto di tutto per proteggerci e mi ha salvato la vita. Non accusarlo. »
«Se non fosse stato per lui, però…»
«Se non fosse stato per lui, probabilmente mio fratello sarebbe rimasto un invalido su una sedia a rotelle e io un’anima imprigionata in un’armatura. »
«Con tutto quello che vi ha fatto passare?! »
«Winry, basta… è inutile recriminare adesso. »
La ragazza capitolò. Non era certo il momento di scaricare la propria rabbia su qualcun altro.
«Ho capito. » disse.
Prese tra le sue una mano del ragazzo e la strinse.
«Però promettimi una cosa: che non farai niente di pericoloso. Promettimelo sul serio, non come Ed che mi raccontava un sacco di balle solo per non farmi preoccupare. »
Alphonse sorrise.
«Winry, lavoro in un archivio. Il pericolo più grave che posso correre è quello di rimanere sepolto sotto una pila di scartoffie. »
«Al! »
«Va bene, te lo prometto e ti prometto anche che verrò trovarti molto spesso. »
Quando la lasciò, anche se era solo per accompagnare la squadra di militari alla stazione, Winry si sentì abbandonata e rimase ad aspettarlo sui gradini di casa fino al suo ritorno. Aspettare era quello che aveva fatto per tutta la vita. Prima il ritorno dei suoi genitori, poi dei suoi migliori amici, infine del ragazzo che amava. Nessuna attesa era mai stata soddisfatta, ma ora era diverso. Aveva la certezza che lui non sarebbe mai tornato e il rimpianto per tutto quello che avrebbe potuto essere e non era stato, anche per colpa della sciocca ostinazione di entrambi, le toglieva l’aria.
La trovò così, Al, al suo rientro: rannicchiata su sé stessa con le ginocchia strette al petto. Rimasero seduti in silenzio sugli scalini finché non si fece buio. Non era necessario parlare per sapere che anche l’altro avvertiva la presenza nota che aleggiava tra di loro. Winry poteva quasi sentire la sua mano che le accarezzava gentilmente i capelli. Chiuse gli occhi e riportò alla mente il tocco delle sue labbra, provato in quel primo e unico bacio. Solo quando il gusto salato si mescolò a quello dolce che la sua mente stava rievocando, si rese conto delle lacrime che scivolavano sulle guance. Sarebbe stato sempre così? Sapeva che con il passare del tempo il dolore si sarebbe affievolito, ma era certa che quella stretta al cuore che provava pensando a Ed, tutto il rimpianto racchiuso nelle parole “avrebbe potuto essere”, non sarebbe mai svanito.
L’indomani mattina non riuscì a impedire a sé stessa di rimanere a guardare Alphonse allontanarsi lungo la strada. Come se si fosse trattato di un monito, il ragazzo aveva indossato il soprabito rosso che portava anni prima e ad ogni battito di ciglia, Winry aveva l’impressione di vedere una treccia bionda ondeggiare sopra la stoffa rossa.
Adesso come allora, non poteva fare altro che rimanere a guardare la schiena di una persona cara che si allontanava senza poter fare niente per fermarla, mentre un senso di profondo sconforto la invadeva.


CONTINUA...


Next -> "Innaturale"
(Nessuno che strillava, nessuno che correva avanti e indietro con documenti ritardatari da firmare, persino i telefoni tacevano. Era tutto innaturalmente tranquillo. Innaturale. Ecco, era quella la definizione esatta che Alphonse cercava. Spiegava perfettamente l’intera realtà che lo circondava.)

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Capitolo 13
*** Innaturale ***


Love & Pride 13 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



03
***
"INNATURALE"


Alphonse aspettò di essere fuori dalla visuale di Winry prima di stringersi convulsamente addosso il soprabito rosso. Ormai era vecchio e consumato, non poteva certo proteggere dal freddo, ma aveva il profumo di suo fratello. Erano passato sette anni da quando lo aveva indossato la prima volta, la sera in cui avevano bruciato la loro casa. Sette anni… eppure sembrava una vita intera. Erano sempre stati insieme, nel bene e nel male potevano sempre contare sul sostegno incondizionato dell’altro e quei due anni che avevano trascorso separati da quell’orribile Portale per Alphonse erano qualcosa di inconcepibile. A poco a poco si era convinto di essere riuscito a superarli solo grazie all’amnesia. Se si fosse ricordato tutto quello che suo fratello aveva fatto per lui, arrivando a sacrificare sé stesso, probabilmente sarebbe stato divorato dai sensi di colpa. Esattamente come lo era adesso.
Si accucciò sul ciglio della strada e si strinse ancora di più nel soprabito respirando profondamente. Sapeva della lavanda che Winry metteva negli armadi e del loro shampoo. L’aveva comprato lui e Ed si lamentava sempre che aveva un profumo troppo dolce, ma poi finiva immancabilmente per usarlo. Tipico di suo fratello. Come avrebbe fatto a sopravvivere senza le sue lamentele, senza i suoi strilli isterici, senza i suoi sorrisi solari? Alphonse non lo sapeva. Da quando erano precipitati in quell’incubo, aveva sempre dovuto mostrarsi forte, soprattutto davanti a Winry, ma ora sentiva tutto il peso dell’essere un diciottenne nel corpo di un ragazzino di quattordici e la voglia di piangere si fece impellente.
Si alzò e deviando dalla strada principale, fece una corsa fino al cimitero.
«Qui non mi vedrà nessuno. » pensò lasciandosi scivolare sull’erba fresca respirando affannosamente. Le lacrime avevano già iniziato a bagnargli le guance.
«Fratellone…» mormorò alzando lo sguardo e sfiorando la lapide bianca. «Fratellone… io adesso come farò? »
In quel momento pregò che suo fratello gli rispondesse, desiderò spasmodicamente sentire la sua voce che lo prendeva in giro.
«Al, che piagnucolone che sei! » gli avrebbe detto.
Il pensiero che non l’avrebbe sentita mai più gli era inaccettabile. Appoggiandosi alla pietra, si coprì il volto con le mani e pianse silenziosamente dando sfogo a tutto il dolore che in quei giorni si era tenuto dentro. Quando finalmente riuscì a ritrovare la forza di alzarsi, si rese conto di aver perso il treno e che se non si fosse sbrigato avrebbe perso anche il secondo dovendo rimandare così la partenza all’indomani.
Si voltò per l’ultima volta verso la tomba.
«Fratellone, finalmente sei riuscito a rivedere la mamma. Cerca di farle compagnia, ok? E, per favore, tieni d’occhio Winry. Io… non so davvero cosa fare per lei… stupido fratellone… prenditi le tue responsabilità! »
Tentò di abbozzare un sorriso, poi lanciò un’occhiata all’orologio e si allontanò di corsa senza voltarsi.

Il viaggio in treno fino a Central City fu in assoluto il più triste che avesse mai fatto. Solo nello scompartimento deserto, Alphonse si sentiva completamente abbandonato. Non ci sarebbe stato nessuno ad accoglierlo alla stazione e nemmeno a casa. L’idea della villetta completamente vuota e silenziosa e della stanza di Edward rimasta esattamente come l’aveva lasciata, gli trasmetteva un senso di angoscia e la voglia di piangere riaffiorava prepotentemente. Allora appoggiava la fronte contro il vetro freddo del finestrino respirando a fondo per ricacciare indietro le lacrime.
Diverse volte, nelle stazioni intermedie, vedendo un ragazzo biondo che camminava sulla banchina ebbe l’impressione che si trattasse di suo fratello. Una volta addirittura si sporse dal finestrino chiamandolo e dovendosi poi di conseguenza scusare per lo scambio di persona.
«Basta, Al. » si disse sprofondando di nuovo nel sedile. «Di questo passo finirai per impazzire. »
Del resto non era colpa sua. Lui non aveva visto suo fratello colpito a morte, era privo di sensi quando era successo. L’unico ad averne visto il corpo era il generale Mustang, che per salvare lo stesso Alphonse, era stato costretto ad abbandonarlo nel rogo del magazzino. Tutto quello che Al sapeva, gli era stato riferito e il fatto di non avere un corpo da seppellire non faceva che aumentare il senso di irrealtà della situazione. Irrazionalmente, nonostante le parole di Mustang non lasciassero spazio a dubbi, Al sperava che suo fratello fosse in qualche modo sopravvissuto.
«Sto decisamente impazzendo…»
Fortunatamente la prossima fermata sarebbe stata Central City e quell’orribile viaggio sarebbe finito.
Scendendo dal treno, si guardò attorno istintivamente, anche se sapeva che non ci sarebbe stato nessuno ad accoglierlo.
«Alphonse! Qui! Qui! »
Tra le folla che riempiva la banchina, una voce attirò la sua attenzione e voltandosi riconobbe il sottotenente Havoc che agitava un braccio nella sua direzione.
«Va tutto bene? » gli chiese il militare facendoglisi incontro. «Ti aspettavo con il treno precedente.»
«L’ho perso… ehm… mi dispiace. » rispose incerto il ragazzo. Non si aspettava quell’incontro. «È successo qualcosa? Perché si trova qui? »
«Il generale mi ha mandato a prenderti, non voleva che rientrassi da solo, e poi effettivamente c’è anche un altro motivo. »
Mentre si avviavano alla macchina parcheggiata fuori dalla stazione, Al rivolse ad Havoc un’occhiata interrogativa. Sperava non si trattasse di nulla di lungo o complicato perché in quel momento desiderava solamente chiudersi in casa al buio e non vedere nessuno per un po’.
«Una persona si è presentata al Quartier Generale dicendo di conoscere te e Ed. Ha portato una notizia a dir poco sconcertante e abbiamo pensato che fosse il caso che lo incontrassi anche tu. » spiegò il sottotenente.
Alphonse si lasciò portare docilmente fino all’imponente edificio che rappresentava il suo posto di lavoro e condurre attraverso i corridoi fino all’ufficio del generale Mustang. Quando Havoc aprì la porta, quattro paia di occhi si voltarono verso di loro e quattro volti abbozzarono un sorriso.
«Bentornato, Al. » disse il tenente Hawkeye andandogli incontro con espressione materna.
«Grazie…»
Nonostante tutte quelle persone, quel luogo sembrava così vuoto senza la presenza costantemente corrucciata di suo fratello. Nessuno che strillava, nessuno che correva avanti e indietro con documenti ritardatari da firmare, persino i telefoni tacevano. Era tutto innaturalmente tranquillo. Innaturale. Ecco, era quella la definizione esatta che Alphonse cercava. Spiegava perfettamente l’intera realtà che lo circondava.
«È ancora qui? » chiese Havoc.
«Sì. » rispose Hawkeye. «È nell’ufficio privato con il generale. »
Fece segno ad Alphonse di procedere pure e il ragazzo bussò entrando poi nella stanza. Seduto alla consueta scrivania, il generale Mustang lo accolse con un sorriso tirato.
«Bentornato. Vieni pure avanti. »
In piedi accanto alla finestra si trovava un giovane che volgeva le spalle alla stanza. Portava l’uniforme militare e Al si chiese se fosse lui la persona che volevano fargli incontrare.
«Il maggiore Tringum sostiene di conoscerti già, quindi suppongo non siano necessarie le presentazioni. » continuò Mustang.
Il maggiore Tringum? Quando il giovane si voltò, Al ebbe un lampo di riconoscimento.
«Russell?! Sei tu? » esclamò stupito.
Gli occhi azzurri del nuovo venuto si illuminarono.
«Edward! Quanto tempo! Certo che non sei cresciuto nemmeno un po’…»
Se fosse stato in un’altra disposizione di spirito, Al sarebbe scoppiato a ridere. Solo in quel momento ricordò di essere ancora vestito allo stesso modo di come era solito fare Ed all’epoca in cui avevano conosciuto Russell. Biondo come lui e con quel corpo di quattro anni più giovane del dovuto, ai suoi occhi doveva apparire come una sorta di fotocopia di suo fratello. Lanciò un’occhiata a Mustang, ma il generale si limitò a scuotere impercettibilmente la testa.
«Non sono Edward. Io… ehm… sono Alphonse. »
Russell si lasciò sfuggire un’espressione imbarazzata e piuttosto sconvolta.
«Al?! Quindi ce l’avete fatta! Congratulazioni! Accidenti, Al, è un piacere conoscerti di nuovo! Perdonami se ti ho scambiato per Ed, ma…»
«Sì, lo so. » fece Al. «Anche tu però non scherzi in quanto a novità. Sei entrato nell’esercito e hai fatto carriera. Cosa ti ha portato qui? »
Lo sguardo di Russell si rabbuiò.
«Io sono di stanza al Quartier Generale di East City, ma a volte vengo mandato a fare delle ispezioni. Recentemente sono stato inviato a Zenotaim per controllare la fonte dell’acqua rossa e… insomma, sembra assurdo, ma… non c’era più. »
«Intendi la fonte? » chiese Alphonse.
«No, intendo l’intera città. È scomparsa, non c’è più nulla. Al suo posto ho trovato una landa deserta. La cosa strana è che non si sono verificati terremoti o altre anomalie del genere. Per un fatto così grave mi hanno inviato a fare rapporto direttamente a Central City e ho pensato di informarvi subito perché potrebbe centrare l’acqua rossa o la pietra filosofale. Immaginavo che a Ed potesse interessare. A proposito, dov’è? »
Alphonse abbassò la testa e non trovò la forza di rispondere.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Rieccomi!
Prima di tutto volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno chiesto di non interrompere la storia. Grazie all'affetto che mi avete dimostrato, state tranquilli che non lo farò. Capisco che la maggior parte di voi sia molto impegnata, ma proprio perchè questo apparente "calo di interesse" è arrivato in un periodo non molto roseo neanche per me ci sono rimasta peggio di quanto pensassi e il mio morale è crollato. In ogni caso ringrazio tutti quelli che hanno recensito e mi hanno mandato addirittura delle mail per rassicurarmi. Siete adorabili, grazie mille per il vostro sostegno!!
Veniamo al capitolo. E' arrivato! E' arrivato!! RUSSEL!!! Questo personaggio mi piace tantissimo e se fosse stato possibile avrei volutro farlo interagire con Ed! Quei due insieme fanno scintille! Peccato che non sia possibile... Questa parte della storia è abbastanza triste quindi abbiate pazienza, ok? Manca ancora un po' prima che LUI arrivi...
BeautifulKirja: Che bello, una new entry!!! Benvenuta!! Lo so che spesso la mancanza di recensioni è dovuta alla (chiamiamola così) pigrizia dei lettori e in questo mi ci metto anch'io. Questa storia mi ha insegnato una cosa: d'ora in poi, quando riterrò un racconto davvero valido, non mancherò di lasciare il mio commento. Ora che ho capito come ci si sente dall'altra parte, mi darò da fare in questo senso!
MalkContent: Lo scoraggiamento è passato per fortuna e con questo anche il rischio di interruzione, quindi va tutto bene! Evviva! ^_^ Spero che il tuo computer si riprenda presto!
fullmetalQUEEN: Mi sa che è davvero un periodo pieno per tutti quindi tra le pagelle (per chi studia) e il superlavoro pre e post-Natale (per chi lavora) il tempo è davvero poco, comunque con tutto l'affetto che mi avete dimostrato, la depressione mi è passata di colpo! Quanto ai capitoli, in effetti non è un bel periodo per Winry, poverina! Mi piange il cuore a pensarci! Per adesso l'attenzione si sposterà un po' su Al, anche lui non se la passa bene, ma li seguirò entrambi in questo "mare di lacrime" :-p
Chibisimo: Allora, che mi dici? Piange abbastanza Al? Questi capitoli per lui non saranno per niente una passeggiata e spero che possano soddisfare almeno un po' la tua sete di vendetta (Perchè poi? Povero cucciolo!)
meby138: Ciao! Non pretendo assolutamente delle giustificazioni, evidentemente ho davvero beccato un periodo pieno un po' per tutti. Mi dispiace se la mia è suonata come un'accusa, ero solo giù di morale perchè questo dispiacere si è aggiunto al periodo di nervosismo che sto passando sia a casa che sul lavoro. Sono contenta che i capitoli ti piacciano. Da qui in poi la storia andrà sempre avanti!
lunachan62: Lo so lo so che la storia ti piace e ne sono felice! Cercherò di non farmi più prendere da momenti di depressione nera come quello dell'ultima volta! Allora resto in attesa della tua mail, un bacio!
Vi ringrazio ancora tutti e ci vediamo al prossimo capitolo!
YUKI-CHAN




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(«Se fosse così, sarebbe colpa mia. Solo ed esclusivamente colpa mia! Significherebbe che ho provocato la morte del mio fratellone! »)

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Capitolo 14
*** I sentimenti di un fratello ***


Love & Pride 14 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



04
***
I SENTIMENTI DI UN FRATELLO



“È solo che…
Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
E questo fa paura
Tanta paura…”

E fuori è buio © Tiziano Ferro

***

«Al, sei sicuro? Voglio dire, farmi ospitare in un momento come questo… Non voglio disturbare, posso stare agli alloggi militari. »
Il ragazzo gli rivolse un sorriso.
«Sono felice che tu sia qui. Davvero. Me ne sono appena reso conto, se fossi tornato da solo in questa casa vuota, probabilmente avrei combinato qualche sciocchezza. Quindi non preoccuparti e accomodati pure. »
Lasciò il soprabito rosso sull’attaccapanni dell’ingresso e fece strada all’interno. Cielo, quanto gli erano familiari quei gesti! Anche Ed lo faceva sempre. Era davvero un bene che non fosse solo. In caso contrario non avrebbe fatto altro che attaccarsi a ricordi come quello e crogiolarsi nel suo dolore facendosi solo del male. Doveva ringraziare il generale Mustang per aver insistito che Russell andasse da lui, probabilmente aveva previsto tutto.
«Puoi dormire nella mia stanza. » disse invitando Russell a posare il suo bagaglio. «Io starò in quella di Winry. »
«E questa? » chiese Russell indicando la porta tra le due camere che il ragazzo aveva ignorato.
«Ah, quella è… ehm… la stanza di mio fratello. Scusami, ma ancora non me la sento…»
«No, scusami tu. Sono stato invadente. »
Quel senso di disagio si protrasse fino alla cena, durante la quale, per alleggerire la tensione, Russell prese a raccontare delle ultime novità da East City compresi alcuni pettegolezzi che strapparono ad Alphonse un sorriso.
«Come sta Fletcher? » chiese infine Al.
«Benone! » rispose Russell con un sorriso orgoglioso. «Adesso abita con me a East City. Da quando vi ha visti in azione, è rimasto affascinato dalle vostre capacità e si è messo studiare come un matto. Anche se è migliorato tantissimo, non gli basta. Dice che il suo obiettivo è diventare come Ed…»
Improvvisamente si bloccò, portandosi una mano alla fronte.
«Oh, Dio, sono un idiota! Perdonami! »
Alphonse scosse piano la testa.
«Guarda che il nome di mio fratello non è diventato tabù. Anzi, sono convinto che a lui, orgoglioso com’è, farebbe piacere essere preso ad esempio. »
Finirono di mangiare e si trasferirono sul divano del salotto, dove Alphonse chiese di riascoltare la storia della sconcertante scoperta di Russell. Il giovane raccontò di essere stato inviato a Zenotaim per una semplice ispezione. Le attuali alte sfere dell’esercito erano a conoscenza dell’esistenza della fonte dell’acqua rossa, ma non sapevano nulla delle conseguenze della sua raffinazione o della creazione della pietra filosofale. Per questo motivo il suo non era altro che un incarico di routine per cui era stata scelta una persona già pratica del luogo. Quando era giunto sulla collina dalla cui cima solitamente si godeva il panorama della cittadina, Russell era rimasto senza parole e per un attimo aveva creduto di aver sbagliato strada. Il sentiero però era uno solo e non compiva svolte, quindi non esisteva possibilità di errore. Al posto della fiorente ex-città dell’oro si trovava solo un’ampia spianata deserta. Non rimaneva più nulla a perdita d’occhio. Prima di precipitarsi a valle per verificare di persona cosa fosse successo, Russell aveva notato, grazie alla visuale sopraelevata, qualcosa di strano su quello che una volta era il perimetro della città. Profonde linee incise nel terreno a formare quello che sembrava un enorme cerchio alchemico, di un tipo complesso che non aveva mai visto.
«Ho fatto uno schizzo. » disse frugando nella tasca interna della giacca e porgendo ad Alphonse un foglio ripiegato. «È questo. Tu lo conosci? »
Il ragazzo si irrigidì non appena i suoi occhi si posarono sullo schema a sette vertici.
«È il cerchio per creare la pietra filosofale. » mormorò. «Mio… mio fratello l’ha ideato anni fa… e lo stava ancora studiando. Cosa diavolo sta succedendo?! »
Sentiva lo stomaco stretto in una morsa. Da qualche tempo non facevano che accadere fatti estremamente strani attorno a suo fratello ed erano culminati in quell’orribile tragedia. In quel momento Alphonse prese l’irrevocabile decisione di scoprire tutta la verità.
«Immaginavo che si trattasse di qualcosa del genere. » commentò Russell. «I segni di una trasmutazione erano evidenti e anche se non ne ho parlato esplicitamente davanti al generale Mustang, ho il forte sospetto che sia stata creata proprio una pietra filosofale. »
Per un attimo ad Alphonse girò la testa.
Un’altra pietra filosofale era in circolazione. Chi poteva averla creata e perché? Le coincidenze iniziavano ad essere decisamente troppe per essere semplici casualità. Suo fratello che spariva, rapito dagli Homunculus ma comunque tenuto in vita, quegli stessi Homunculus che non potevano usare l’alchimia ma avevano fatto di tutto per ottenere la pietra filosofale. Poi, proprio nello stesso periodo, veniva fuori che una nuova pietra rossa era stata creata. Inoltre c’era anche un’altra cosa.
Al si prese la testa tra le mani. L’idea che lo aveva appena sfiorato gli sembrava qualcosa di inconcepibile, eppure conoscendo Edward sapeva che ne sarebbe stato capace.
«C’è una cosa… di cui non ho mai parlato con nessuno. » cominciò. «Non volevo che mio fratello e Winry si preoccupassero, e poi nell’ultimo periodo Ed sembrava veramente angustiato da qualcosa quindi non volevo peggiorare la situazione. Diciamo che le mie condizioni fisiche non erano ottimali. Mi capitava di perdere conoscenza all’improvviso senza un reale motivo. Una volta ho fatto davvero spaventare il fratellone… Oppure avevo l’impressione che in alcuni momenti la mia mente vagasse distaccandosi completamente dalla realtà. All’inizio pensavo si trattasse solo di stanchezza, ma poi…»
Al si fermò e sospirò nel tentativo di trovare la forza di esprimere l’idea che gli era balenata in mente.
«Anche quel giorno… se non fosse stato per il mio malessere, il generale Mustang non sarebbe stato ferito per proteggerci e mio fratello non si sarebbe lanciato alla cieca contro quel mostro…»
Davanti agli occhi del ragazzo, fissi sul pavimento, scorrevano per l’ennesima volta le immagini di Edward che fissava inorridito la pozza di sangue che si allargava attorno al corpo esanime del loro superiore e quelle, più sfocate, dell’inizio del combattimento con Envy.
«È stata colpa mia…»
«Adesso come stai? » chiese Russell con espressione preoccupata.
La voce dell’amico lo riportò alla realtà. Stava divagando andando alla deriva nel suo senso di colpa senza giungere al punto.
«Adesso sto bene. » disse. «È proprio questo il fatto strano. Non ho più avuto crisi dopo la…»
Si bloccò per un attimo. Era dura anche solo da dire. Pronunciare quella parola equivaleva ad ammettere la realtà.
«Perdonami, è così difficile… Dopo la morte di mio fratello. Il mio timore è che avesse fatto una sorta di patto con gli Homunculus, qualcosa tipo creare la pietra filosofale per loro in cambio di un modo per farmi stare bene. Dopotutto questo mio corpo è stato riottenuto proprio grazie alla pietra. Se fosse così, sarebbe colpa mia. Solo ed esclusivamente colpa mia! Significherebbe che ho provocato la morte del mio fratellone! »
Era una prospettiva terrificante. Convivere con quella colpa era qualcosa di inconcepibile.
«Questo non è vero! » esclamò Russell. «Il tuo ragionamento è sensato, ma se anche Ed si fosse sacrificato per salvarti non puoi fartene una colpa. Magari i tuoi malesseri erano davvero legati alla trasmutazione, forse si trattava di qualcosa di più grave di quello che pensi, in ogni caso si è trattato di una sua decisione. Ed ti voleva un bene dell’anima, lo sanno tutti, avrebbe fatto qualunque cosa per te. Credo di poter capire i suoi sentimenti… dopotutto sono anch’io un fratello maggiore e se Fletcher si trovasse in serio pericolo sarei disposto a tutto. Però non tollererei che poi lui incolpasse sé stesso di questo. »
Alphonse si coprì gli occhi con una mano per nascondere le lacrime che già gli inumidivano le ciglia. Si sentiva terribilmente fragile e le parole di Russell gli avevano mostrato come in realtà avesse ancora bisogno di qualcuno che lo sostenesse. In quel momento avvertì acutamente la mancanza di Edward e della sua voce fiduciosa che esclamava: «Stai tranquillo, Al, andrà tutto bene! »
Niente sarebbe più andato bene, ma almeno una cosa poteva farla. Era il minimo, anche nei confronti della memoria di suo fratello.
Si strofinò gli occhi e alzò su Russell uno sguardo deciso.
«Voglio scoprire esattamente cos’è successo. Perché mio fratello stava studiando ancora la trasmutazione umana, perché gli Homunculus lo hanno rapito, se ha creato davvero lui la pietra filosofale e perché. So benissimo che tutto questo non mi restituirà il mio fratellone, ma non mi darò pace finché non sarò riuscito a dare un senso alla sua fine! »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti!!
Pronti a un nuovo delirio della sottoscritta? Quanto mi piace Russell!! Quanto mi sarebbe piaciuto usarlo un po' di più... Dopo essermi riletta questo capitolo non so quante volte in fase di stesura, sono arrivata a ipotizzare una RussellxAl! E adesso ditemi pure che sono fuori come un balcone! Lo so! A parte questo pensiero malato, finalmente Al si è reso conto che c'è qualcosa che non va e inizierà a darsi da fare. ...E dal prossimo capitolo, si torna da Win!
Fairy88: Benvenuta! Sono davvero contenta che la mia storia ti abbia fatto venire voglia di commentare! Grazie! Io ho una venerazione per FMA! All'inizio ero titubante, ma dopo un po' non riuscivo più a staccarmene. Tratta tematiche pesantine, ma proprio per questo trovo che sia molto profondo. Ha scalato la mia top ten! E non aggiungo altro perchè potrei satre qui a disquisire per ore...^_^
Chibisimo: Oddio, ti ho fatta emozionare? Me felice!!! Bhè, anche il questo capitolo Al piange un po' e non preoccuparti che i (suoi) guai sono appena iniziati!
by ila: Sono contenta che tu sia riuscita a metterti in pari! Nel descrivere le reazioni di Win ho provato a pensare come mi sarei sentita io in una situazione del genere (non che mi sia capitato di perdere così una persona cara, grazie al cielo!). Sono una che quando è triste, se viene in qualche modo unlteriormente "stuzzicata", tende ad arrabbiarsi parecchio... Per questo Win tenta di sfogarsi su quello che le appare come la fonte di tutti i mali, il povero Roy (che sta male forse più di lei). Inoltre dal mio punto di vista lei è l'immagine del rimpianto, infatti la frase che le associo sempre è "Avrebbe potuto essere", poveriiiiinaaaaa!!! Quanto a Ed, dovrai aspettare ancora un po' per sapere cosa gli è successo. Porta pazienza e continua a seguirmi! Bacio!!
meby138: Grazie a te per i commenti! Bhè, la fine che ha fatto Zenotaim noi lo sappiamo bene, ma Al lo scopre solo adesso! In effetti basta fare 2+2... Russell, bhè, se lo avvessi fatto apparire di più, ti assicuro che sarebbe stato molto protettivo con Al. Credo si sarebbe sentito in dovere di proteggerlo, come se dovvesse prendere il posto di Ed. Mi piacerebbe scrivere qualcosa sull'argomento...
lunachan62: Insomma, queste pagelle ancora non sono arrivate? Non è finito il primo quadrimestre? Che lenta agonia! A parte gli scherzi, grazie di recensire sempre anche se il tempo è poco! Non immagini il piacere che mi fai! Un bacio!!
Buona serata a tutti!
YUKI-CHAN




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(Come faceva a salvarla ogni volta che si trovava sull’orlo del baratro? Arrivava sempre quando aveva più bisogno di lui. L’unico in grado di capire i suoi sentimenti. La sua ancora di salvezza.
«Alphonse! »)

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Capitolo 15
*** Ancora di salvezza ***


Love & Pride 15 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



05
***
ANCORA DI SALVEZZA



“I always needed time on my own
I never thought I'd need you there when I cry
And the days feel like years when I'm alone
And the bed where you lie is made up on your side

When you walk away I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now

When you're gone
The pieces of my heart are missing you
When you're gone
The face I came to know is missing too
When you're gone
The words I need to hear to always get me through the day and make it ok
I miss you”
***
Il tempo sembrava soggetto a starne distorsioni. Le giornate scorrevano lente, dall’alba al tramonto le ore sembravano non passare mai. Eppure erano già trascorsi più di tre mesi da quando era tornata a Resembool. Winry iniziava a chiedersi se quella strana percezione del tempo fosse una cosa normale. In campagna, si sa, i ritmi sono più rilassati ma non era sicura che questa fosse una giustificazione sufficiente. Quasi inconsciamente aveva ricominciato a comportarsi come prima di lasciare il paese: aiutava la nonna nell’officina di Auto-mail, faceva lunghe passeggiate con Den, andava al mercato o a procurarsi dei pezzi di ricambio. A volte aveva l’impressione di essere tornata indietro nel tempo. Compiva gli stessi gesti di allora ed esattamente come allora era in costante attesa di qualcosa. Qualcosa che, questa volta lo sapeva bene, non sarebbe mai tornato.
Winry non si era mai considerata una persona particolarmente fragile, anzi detestava nel profondo l’immagine della ragazzina costantemente intenta a piangere sull’amore perduto. Evidentemente fino a quel momento non aveva avuto la maturità necessaria per capire cosa significasse perdere qualcuno in modo così definitivo. Quando erano morti i suoi genitori, era troppo piccola e il dolore si era stemperato nel corso dell’infanzia. Ora era completamente diverso. All’inizio era stata davvero dura, le lacrime scendevano senza che se ne rendesse conto e senza un motivo particolare. Non un pianto disperato, ma uno sfogo silenzioso, un vano tentativo di riempire il vuoto che le logorava l’anima. Questo atteggiamento faceva preoccupare terribilmente sua nonna, lo capiva dagli sguardi costantemente ansiosi che le rivolgeva. Per questo si era sforzata più che poteva di reagire, di fingere almeno quando era in compagnia di aver superato il suo dramma. Quando rimaneva sola in casa però, saliva nella stanza che Ed era solito occupare durante i suoi brevi soggiorni a Resembool, si sedeva sul letto e rimaneva in contemplazione della propria mano sinistra, su cui spiccava l’anello che Ed aveva comprato per lei. Rimanere lì in silenzio era come immergersi in un mondo a parte, fatto di ricordi caldi e struggenti, di parole mai dette e di sentimenti mai pienamente espressi. Quello era diventato una sorta di rito quotidiano, un rifugio dove poteva essere sé stessa senza timore che occhi indiscreti si posassero su di lei.
Anche quel giorno, approfittando dell’assenza di Pinako, aprì la porta ed entrò nella stanza immersa nella calda luce pomeridiana. Si avvicinò al letto e lisciò le piccole pieghe del lenzuolo. Lì non cambiava mai niente. La stanza era linda e pulita come sempre, pronta ad accogliere un ospite che sarebbe potuto arrivare in qualsiasi momento.
«Come se adesso fosse di una qualche utilità…» mormorò Winry amaramente.
Tanto tempo prima, quando lui era lontano, pensava di avere tutto il tempo del mondo per riflettere sui propri sentimenti. Non aveva mai immaginato di poter desiderare così intensamente la sua presenza. Ingenuamente, credeva di essersi abituata durante gli anni dei suoi viaggi, era convinta di non avere bisogno di lui per andare avanti. Invece si era dovuta ricredere: aveva bisogno di lui, eccome! Ne aveva bisogno mentre posava le labbra sulla pietra fredda che portava al dito, mentre si rannicchiava sulle lenzuola appena lisciate, mentre chiudeva gli occhi e stringeva i lembi del cuscino.
«Mi manchi… mi manchi… stupido… STUPIDO EDWARD, MI MANCHI! »
Singhiozzi spezzati, soffocati dalle piume.
Era in momenti come quello che capiva cosa aveva portato i due fratelli a compiere il loro peccato originale, e sapeva che se ne fosse stata in grado, non avrebbe esitato ad operare a sua volta la trasmutazione umana. Anche sapendo a cosa andava incontro. Questo lato di sé stessa la terrorizzava.
«Winry! Sei in casa? »
Al suono di quella voce, la ragazza si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza. Come faceva a salvarla ogni volta che si trovava sull’orlo del baratro? Arrivava sempre quando aveva più bisogno di lui. L’unico in grado di capire i suoi sentimenti. La sua ancora di salvezza.
«Alphonse! »
Spalancò la porta d’ingresso e volò tra le braccia del ragazzo che aspettava in mezzo al vialetto, lo sguardo ancora rivolto al balcone del piano superiore.
«Ehi, allora ci sei. Ho suonato alla porta ma non mi ha risposto nessuno. »
«Scusa. » mormorò lei contro la stoffa morbida della sua camicia. «Ero di sopra e non ho sentito. »
Alphonse le accarezzò leggermente i capelli e lei si sciolse dall’abbraccio. Era davvero cresciuto ultimamente, per guardarlo negli occhi ora doveva alzare la testa. «Winry, stavi piangendo ancora? » chiese Al con una nota preoccupata nella voce.
«Ma no! Cosa vai a pensare! » esclamò la ragazza tentando di darsi un contegno. Che stupida a non pensare che avrebbe notato i suoi occhi arrossati. «Sono solo tanto tanto felice di vederti! »
Al sorrise e si avviò con lei verso l’ingresso. Andava a trovarla un paio di volte al mese e ogni visita era come una boccata d’aria fresca. Quando stava in compagnia di Alphonse, Winry si sentiva inspiegabilmente sollevata. Forse perché condividevano lo stesso dolore, o forse semplicemente perché la vicinanza di una persona dal carattere mite come il suo era rasserenante.
«La nonna è andata in paese, ma sarà presto di ritorno. Come va il lavoro? »
Alphonse si sedette al tavolo della cucina distendendo le gambe davanti a sé con espressione rilassata.
«Siamo letteralmente sommersi dalle scartoffie. Proprio stamattina una mensola ha ceduto per il troppo peso, sommergendo di rapporti la povera Sheska. »
Winry si sforzò di rivolgergli un sorriso convinto. Di ridere apertamente non se ne parlava proprio.
«Ultimamente non facciamo che archiviare documenti su documenti. » continuò Al. «Stanno arrivando un sacco di testimonianze. »
A quelle parole lo sguardo di Winry si incupì.
«Testimonianze di cosa? Sta di nuovo succedendo qualcosa di strano? »
Posò sul tavolo una tazza di thè e si sedette di fronte a lui.
«Grazie. Veramente non saprei. Forse qualche ricercato è tornato in circolazione. Stando tutto il tempo chiuso in archivio, non mi arrivano molte informazioni e non ho certo la possibilità di leggere tutti i rapporti. » rispose Al. «Comunque non credo si tratti di nulla di preoccupante, in città la situazione è molto tranquilla. »
Winry annuì. Ogni volta che Alphonse le parlava del suo lavoro, le raccontava qualche episodio divertente su Sheska e la rassicurava sul fatto che andasse tutto bene. Aveva la netta impressione che anche se fosse andato a fuoco il Quartier Generale, le avrebbe comunque detto che andava tutto bene. Non era una bella sensazione, ma sapeva che lo faceva solo per non far gravare su di lei le sue preoccupazioni legate al lavoro. In fondo confidava nella coscienziosità di Al per far sì che non si cacciasse nei guai.
Quando Pinako rientrò, si affaccendarono entrambe a preparare la cena, e il pasto venne accompagnato dalle chiacchiere di Al sulle novità cittadine. A quanto pareva, al centro dei pensieri di tutti vi erano le imminenti pulizie generali dell’archivio, prospettiva che gettava nel panico la povera Sheska. Chi invece non aveva altro da fare, spettegolava sull’ipotetica nuova fiamma del generale Mustang che avrebbe scatenato le ire del tenente Hawkeye. Al però giurava di non aver mai visto Mustang in compagnia di una donna che non fosse Riza.
La serata trascorse piacevolmente finché Winry decise di andare a dormire. Sapeva che con molta probabilità Al sarebbe partito l’indomani e che quindi avrebbe dovuto trascorrere più tempo possibile con lui, ma la stanchezza aveva avuto la meglio. Mentre attraversava il corridoio del piano superiore tra il bagno e la sua stanza, notò che il ragazzo e Pinako erano ancora in cucina.
«C’è stata qualche evoluzione nelle tue ricerche? » stava chiedendo sua nonna.
«Poche, in realtà. » rispose Al. «La scomparsa di Zenotaim è collocabile al cento per cento nelle due settimane in cui mio fratello è sparito, ma ovviamente non ci sono testimoni della trasmutazione. Inoltre non si hanno notizie di altre trasmutazioni eclatanti, quindi chi ora possiede la pietra filosofale, molto probabilmente non la sta usando. Non ancora almeno. »
«E riguardo all’altra ricerca? Ti sei convinto che…»
«Ho provato a parlarne con il generale Mustang, ma mi ha risposto che sono pazzo. Lui ha visto bene il corpo di mio fratello e mi ha assicurato che per lui non c’era nulla da fare già prima del crollo del magazzino. Comunque nessuno avrebbe potuto sopravvivere a quel rogo. »
Winry non credeva alle proprie orecchie: cosa stava insinuando Al? E cosa centrava di nuovo la pietra filosofale?
«Però tu non sei convinto, dico bene? » continuò Pinako.
«No, perché nemmeno tra le macerie è stato trovato il corpo. Anche carbonizzato, ma qualcosa doveva esserci! Ho chiesto l’autorizzazione a diramare un identikit e abbiamo ricevuto diverse segnalazioni. So bene che la maggior parte non è attendibile, ma una in particolare mi ha colpito: una donna ha detto ha detto di aver visto un ragazzo vestito di nero, identico a mio fratello, in compagnia di una ragazzina. Zia Pinako, te lo prometto, andrò a fondo di questa faccenda! »
Winry si sentì mancare un battito mentre si chiudeva la porta alle spalle. Edward era vivo? Com’era possibile? Se era così, perché non era tornato da loro? E perché Al non le parlava di quelle ricerche? Per non darle false speranze? Anche una falsa speranza come quella era meglio del baratro della disperazione.

***
“I've never felt this way before
Everything that I do reminds me of you
And the clothes you left, they lie on the floor
And they smell just like you, I love the things that you do

When you walk away I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now

When you're gone
The pieces of my heart are missing you
When you're gone
The face I came to know is missing too
When you're gone
The words I need to hear to always get me through the day and make it ok
I miss you”

When you’re gone © Avril Lavigne



CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti!
Scusate il ritardo dell'aggiornamento, ma le cose da fare sono sempre tante e il tempo sembra sempre meno. lo so che suona come una scusa, ma vi assicuro che purtroppo è così, sigh...
"When you're gone" è una canzone che adoro e vi consiglio di ascoltarla mentre leggete. Per me è diventata la colonna sonora ufficiale di questa storia insieme a "Stay" di Elisa che accompagna il capitolo 15. CALDAMENTE CONSIGLIATA!! (Però tenete a portata di mano i fazzoletti...)
Allora, venendo al capitolo, siamo tornati da Winry! Poveretta, se penso a come si sente, mi sento male anch'io. Mentre scrivevo mi sono immedesimata al punto che non riuscivo più a smettere di descriverla e mi venivano le lacrime agli occhi (forse è per questo che mi sono dilungata tanto... che sia masochista???) Dal prossimo torniamo da Al, anche lui non è messo molto bene...
Chibisimo: Come sono contenta che ti sia piaciuto quel capitolo!! Spero che tu abbia apprezzato un po' la comparsata di Russell e non sia solo per i pianti di Al... :-p Non piangere anche tu o finiremo in un mare di lacrime! ^_^
Fairy88: Al potrà sembrarti strano, ma lui non ha visto il corpo di Ed e non riesce a convincersi che sia morto davvero. Per questo, dal suo punto di vista, in fondo è come se non fosse morto. Bisogna solo scoprire cos'è successo... e non è detto che questa sua fissazione alla lunga sia un male... Vedrai!
meby138: Grazie per i complimenti, mi fai tantissimo piacere! Anche questo è un capitolo di stallo, ma per raccogliere informazioni bisogna fermarsi per un po'... Ebbene sì, quella dell'anticipazione era Winry! E non è tutto...
lunachan62: Ben riemersa! Prometto che appena ho un filo di tempo rispondo alla tua mail! Addirittura una droga? E' la prima volta che mi dicono che provoco dipendenza, oddio, devo preoccuparmi? ^_^
Bacioni a tutti!!
YUKI-CHAN

p.s. Stamattina mi sono dimenticata di postare la traduzione della canzone. A chi interessasse, eccola!

Ho sempre avuto bisogno di tempo per me
non ho mai pensato che avrei avuto
bisogno che tu fossi lì quando piangevo
e i giorni sembrano anni quando sono sola
e il letto dove sei disteso è messo a posto dal tuo lato

Quando vai via conto i passi che fai
Vedi quanto ho bisogno di te adesso?

Quando sei lontano
i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza
Quando sei lontano
manca anche il volto che conoscevo
Quando sei lontano
mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi sempre andare avanti fino alla fine della giornata
Mi manchi

Non mi sono mai sentita così prima d'ora
Tutto ciò che faccio mi ricorda te
ed i vestiti che hai lasciato sono sul pavimento
ed hanno il tuo profumo, amo le cose che fai

Quando vai via conto i passi che fai
Vedi quanto ho bisogno di te adesso?

Quando sei lontano
i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza
Quando sei lontano
manca anche il volto che conoscevo
Quando sei lontano
mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi sempre andare avanti fino alla fine della giornata
Mi manchi




Next -> "Raggiungere il limite"
(Evidentemente quello che aveva visto il generale Mustang era la pura e semplice verità, nessuna morte simulata, nessun machiavellico piano degli Homunculus. Era tutto vero.)

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Capitolo 16
*** Raggiungere il limite ***


Love & Pride 16 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



06
***
RAGGIUNGERE IL LIMITE


Se si fosse fermato a riflettere, Alphonse non avrebbe saputo dire da quanto tempo non si concedeva una giornata di riposo nel vero senso della parola. Dopo essere venuto a conoscenza della sconcertante scoperta di Russell, la sua vita era stata un susseguirsi frenetico di indagini. Non appena ne aveva avuto la possibilità, era andato a Zenotaim dove era stato raggiunto dallo stesso Russell, per esaminare di persona il luogo della tragedia. Perché solo in questo modo poteva chiamare la scomparsa di un’intera città e dei suoi abitanti: tragedia o strage. Non esistevano dubbi che in quel luogo fosse stata creata la pietra filosofale. Al tremava al solo pensiero di cosa potesse aver spinto suo fratello a compiere un’atrocità simile e ringraziava il cielo che almeno Russell e Fletcher non si fossero trovati sul posto. Dopo quell’ispezione ne erano seguite molte altre. Più di una volta aveva tentato di convincere il generale Mustang a inviarlo in zone dove si registravano movimenti sospetti, ma il suo superiore sembrava irremovibile. Non voleva sentir parlare di teorie che ipotizzavano Edward ancora vivo. Nonostante il trascorrere del tempo, si era trattato di uno shock talmente grande vederlo in quello stato che si rifiutava anche solo di rievocarne il ricordo. Solamente grazie all’intercessione del tenente Hawkeye era riuscito ad ottenere gli incarichi. Riza infatti non era proprio il tipo da lasciare qualcosa di intentato, inoltre gli aveva detto chiaramente che non sopportava di vedere il suo compagno nello stato di rassegnata prostrazione in cui verteva. Fosse anche solo per dargli una scossa, era stata lei ad autorizzare il primo viaggio di Alphonse. Aveva fatto in modo che fosse aggregato ad un gruppo di militari diretti al sud a sedare una rivolta, in qualità di addetto alla documentazione ufficiale.
L’idea del ragazzo era che gli Homunculus stessero di nuovo fomentando guerre come in passato allo scopo di ricreare la pietra. Se fosse riuscito ad incontrarli, forse avrebbe scoperto cosa ne era stato effettivamente di Ed. Purtroppo però quella missione si concluse con un nulla di fatto, quello che stava provocando agitazioni era solamente un gruppo di esaltati senza un reale scopo.
Il secondo viaggio Al lo compì durante un periodo di ferie, ottenute sempre grazie all’intercessione del tenente Hawkeye. Si recò di nuovo all’est, nel territorio tra Zenotaim e Reole, dove era stata creata la precedente pietra filosofale. Esisteva la possibilità che il covo nemico si trovasse in quella zona, ma anche battendo il territorio palmo a palmo non era riuscito a trovare nulla.
Al terzo tentativo non fu più possibile nascondere le sue intenzioni al generale Mustang, ma nonostante l’evidente disapprovazione l’uomo non intendeva negargli l’autorizzazione ad assentarsi per proseguire le ricerche. Una volta, memore di come la comunità religiosa di Reole fosse stata fatta passare per un gruppo di rivoltosi, lo accompagnò anche sul luogo dove stava nascendo una nuova setta. Si fermarono più a lungo di quanto fosse necessario per i normali controlli, ma non riuscirono a scovare nessuna particolare implicazione con i fatti precedenti. Quello era un normalissimo e innocuo gruppo di fedeli.
Ogni volta che Alphonse tornava a Central City, la stessa Riza faceva in modo di fargli avere una copia di ogni rapporto in cui figurava qualcosa di anomalo. Aveva perso il conto dei sopralluoghi alla disperata ricerca di indizi dove era sorto il magazzino in periferia. Sopralluoghi che terminavano inevitabilmente in ginocchio nella cenere, con i pugni stretti e lacrime di frustrazione e dolore a stento trattenute. Ogni fallimento era una speranza delusa, un altro pezzetto di cuore che se ne andava. Al non sapeva per quanto tempo sarebbe riuscito a reggere ancora. Rientrare ogni sera in quella casa vuota e silenziosa lo riempiva di una tristezza profonda e la voglia di piangere lo assaliva ogni volta. Per farsi forza rileggeva il monito che suo fratello aveva inciso all’interno del suo orologio d’argento. “DON’T FORGET 3 OCT. 10” Un avvertimento che non si poteva tornare indietro, un invito a portare avanti sempre e comunque le proprie convinzioni. Del resto Edward era sempre stato così, testardo all’inverosimile. Una volta stabilito un obiettivo lo raggiungeva ad ogni costo, e Alphonse aveva tutte le intenzioni di essere alla sua altezza. Da quando l’aveva ritrovato sul pavimento davanti al bagno, la sera in cui suo fratello non era rincasato, non si era più separato da quell’orologio nonostante non fosse un Alchimista di Stato. Sapeva che avrebbe dovuto restituirlo a Mustang, ma non aveva la forza di separarsene. Era diventato una sorta di ultimo legame con Edward, esattamente come lo era per Winry l’anello che avrebbe dovuto regalarle.
Winry stessa rappresentava una costante fonte di preoccupazioni. Non sopportava di vederla ancora soffrire in quel modo, ma non poteva fare a meno di andare da lei almeno un paio di volte al mese. Stare in sua compagnia gli riportava alla mente i ricordi dell’infanzia, ma nemmeno in quei momenti poteva permettersi di abbassare la guardia. Non voleva che lei venisse a conoscenza delle sue indagini e che per questo si creasse delle false speranze. Bastava che fosse solo lui a sentirsi morire ogni volta di fronte a una falsa pista.
Più il tempo passava e le ricerche lo conducevano a inutili vicoli ciechi, più si rendeva conto di essere arrivato al limite. Era stanco, terribilmente stanco di soffrire, di versare amare lacrime di delusione stringendo tra le mani l’orologio d’argento. Era trascorso quasi un anno dall’incidente del magazzino e dalla presunta morte di Edward e Alphonse non ce la faceva più. Evidentemente quello che aveva visto il generale Mustang era la pura e semplice verità, nessuna morte simulata, nessun machiavellico piano degli Homunculus. Era tutto vero. Avevano rapito Ed per fargli creare la pietra filosofale e poi lo avevano ucciso. Di quella pietra ora potevano essersene fatti qualunque cosa e la fine di suo fratello sarebbe rimasta per sempre priva di significato. Sentiva un nodo serrargli la gola a quel pensiero, ma non poteva fare altrimenti. In un modo o nell’altro doveva continuare a vivere. Se Edward si era davvero sacrificato per lui, era sicuro che non avrebbe voluto vederlo costantemente all’inseguimento del suo fantasma. Per questo motivo quella mattina, quando il tenente Hawkeye entrò nella stanza dell’archivio con l’ennesimo rapporto in mano, aveva già preso la sua decisione.
«Buongiorno, Alphonse. » lo salutò Riza con un sorriso. «Ci è appena pervenuto la relazione di una pattuglia mandata in ricognizione al nord. Hanno notato sul territorio strane tracce riconducibili a trasmutazioni anomale. Quando vuoi posso farti avere i permessi per aggregarti alla spedizione di controllo come addetto alla documentazione. »
Alphonse abbassò gli occhi per evitare di incontrare lo sguardo del tenente Hawkeye mentre rispondeva.
«No, basta…»
«Come? »
La giovane donna sembrava stupita, quasi certa di aver capito male.
«Ho detto che non voglio più farlo. » ripeté Al sempre a testa bassa. «Mi perdoni, tenente. Lei è stata… davvero meravigliosa in tutti questi mesi, ma io non ce la faccio più. »
Sentì su di sé lo sguardo addolorato di Sheska ma si sforzò comunque di proseguire.
«Sono stanco di soffrire. Ogni volta è un colpo al cuore e, davvero, non posso andare oltre. La prego di chiedere scusa al generale Mustang da parte mia. Aveva ragione fin dall’inizio e io, nella mia testardaggine, non ho mai voluto ascoltarlo, anzi gli ho provocato inutilmente altro dolore. Sono mortificato. »
Quando rialzò gli occhi convinto di vedere un’espressione di rimprovero sul volto del tenente, scoprì invece che lo fissava con un misto di dolcezza e profonda tristezza.
«Non scusarti, non ne hai motivo. La decisione spetta solo a te e non ti biasimo per averla presa. Conosco poche persone che avrebbero avuto il tuo coraggio e la tua costanza. Quanto al generale, quella di aiutarti è stata a sua volta una sua decisione quindi sono sicura che capirà. »
Al annuì, grato per quelle parole gentili. Ora che aveva dato alla sua decisione una forma concreta, si sentiva stranamente svuotato. Avrebbe dovuto sforzarsi di trovare un motivo per andare avanti da quel momento in poi.
«Perché non ti prendi qualche giorno di vacanza? » propose il tenente Hawkeye. «Oltre ai viaggi, in quest’ultimo periodo hai lavorato senza risparmiarti, ti meriti una pausa. Potresti tornare a Resembool a riposarti un po’. »
«Veramente non saprei. » tergiversò Al. «Non vorrei creare problemi lasciando Sheska da sola. »
«Se è per me che ti preoccupi, vai pure tranquillo. » lo rassicurò la ragazza. «Me la caverò benissimo. Mi raccomando, salutami tanto Winry. »
Alphonse sorrise leggermente.
«Se dici così, allora va bene. »
L’idea di rivedere Winry prima del previsto gli riscaldava il cuore.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buongiorno!
Oggi vorrei condividere con voi un mio pensiero: SONO ARRABBIATISSIMA!!!! Tradotto: ho appena finito di leggere Harry Potter e i Doni della Morte e ci sono rimasta veramente male. Cioè, lo sapevo che sarebbe morto un personaggio importante ma non mi aspettavo questa strage! Il finale va benissimo per carità, ma c'era proprio bisogno di uccidere anche LUI solo per farlo tornare quando Harry usa la pietra? Non ce n'era motivo!! Come del resto non c'era motivo di uccidere Sirius in quel modo insulso... Sigh, che tristezza... Ok, anche oggi ho espresso il mio delirio personale.
Il capitolo: povero Al, non ce la fa decisamente più. Sono stata abbastanza cattiva con lui, ma il peggio deve ancora venire... Forse sarebbe stato meglio se si fosse fermato qui... FORSE...
Fairy88: E' una cosa positiva che la mia storia ti agiti tanto? ^_^ Comunque sia Al che Winry stanno tentando ognuno a modo proprio di farsi forza. Al semplicemente non vuole dare false speranze, per questo non parla con Win, preferisce stare male da solo che far soffrire ancora anche lei per niente. La speranza arriverà... prima o poi...
meby138: Sì, c'è stato un piccolo accenno ma Al non ha colto (o ha preferito non cogliere per il momento). Non dovrai aspettare ancora molto prima che LUI faccia la sua comparsa! ^_^
by ila: Sono gli stessi identici dubbi che ha Al in questo momento ma per scoprire come stanno esattamente le cose bisogna aspettare ancora qualche capitolo... Presto tutto verrà svelato! ^_^ Non preoccuparti per le recensioni ritardatarie, potrei ribattere che anche i miei aggiornamenti lo sono... grazie comunque di farle!
Alla prossima!
YUKI-CHAN




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(«Scusa, non volevo rattristarti. Andiamo a casa? »
Lo disse con naturalezza, tendendole la mano, e Winry la strinse come se fosse la cosa più normale del mondo.)

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Capitolo 17
*** Dimenticare il dolore ***


Love & Pride 17 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



07
***
DIMENTICARE IL DOLORE


Anche quel giorno era stata in visita al cimitero, aveva portato dei fiori ai suoi genitori, alla signora Trisha e poi a Ed. Si era anche fermata a chiacchierare un po’ con lui, comportandosi come se l’avesse di fronte. Gli aveva raccontato di come procedeva il lavoro e del fatto che fosse sempre più richiesta per la manutenzione di Auto-mail. Evidentemente l’apprendistato a Rush Valley aveva dato i suoi frutti. L’aveva preso in giro e anche insultato un po’ perché la faceva stare così male, poi, come al solito aveva accarezzato la lapide bianca con la mano su cui portava l’anello.
«Posso permettermelo, del resto in un certo senso sono la signora Elric, no, Ed? » mormorò.
Mentre risaliva la via diretta a casa, una figura familiare attirò la sua attenzione.
«Al? » chiamò.
Il ragazzo si voltò e quando la riconobbe sorrise caldamente.
«Sorpresa! » esclamò. «Sono venuto a passare qualche giorno di vacanza da voi. »
Winry gli corse incontro. Come sempre era felicissima di vederlo, anche se una vacanza in quel periodo era piuttosto strana. Ormai l’estate era passata da un pezzo, anzi erano in pieno autunno, solitamente il periodo più occupato per chi svolgeva il lavoro di Al.
«Diciamo che questa è una specie di vacanza premio. » disse Alphonse. «In questo periodo ho lavorato parecchio e i miei superiori hanno pensato di darmi questa gratifica. »
«Con superiori intendi il generale Mustang? »
Winry non era ancora sicura di riuscire a pensare serenamente a quell’uomo, anche se prima o poi avrebbe dovuto farci l’abitudine.
«Più che altro è stata un’idea del tenente Hawkeye, ma sono contento di essere potuto venire proprio adesso. »
Al estrasse dalla tasca l’orologio d’argento e lo aprì con uno scatto. Non l’aveva più sigillato con l’alchimia.
«Domani è il tre ottobre…»
Winry abbassò gli occhi. L’anniversario del giorno in cui Ed e Al avevano bruciato la casa ed erano partiti. L’anno precedente, nonostante i numerosi impegni in città, erano tornati tutti e tre lì per passare una giornata immersi nei ricordi. Non era stato doloroso perché allora erano certi di aver trovato la loro serenità, solo nostalgico. Non avrebbe mai pensato che ci sarebbe stato di nuovo motivo di piangere in quella giornata.
Al richiuse l’orologio infilandoselo in tasca.
«Scusa, non volevo rattristarti. Andiamo a casa? »
Lo disse con naturalezza, tendendole la mano, e Winry la strinse come se fosse la cosa più normale del mondo. Fecero l’intera strada mano nella mano, staccandosi solo quando videro Pinako che li aspettava sulla porta. A Winry piaceva la sensazione di calore che Al sapeva trasmetterle, anche se la lasciava sempre un po’ confusa e preda di un vago senso di colpa. Non avrebbe saputo dire perché, ma in quei momenti stringeva forte la mano con l’anello e pensava a Ed, anche se era tutt’altro che un conforto.
L’indomani, quando Winry si svegliò, Alphonse era già uscito. Era andato alle ceneri di casa sua, la informò la nonna, e molto probabilmente avrebbe trascorso là tutta la giornata. Non era il caso di disturbarlo. Winry capiva perfettamente la voglia di solitudine del ragazzo in quel momento, ma ripensando all’ufficio silenzioso dell’archivio e alla villetta vuota di Central City, capiva anche che restare solo era l’ultima cosa di cui avesse effettivamente bisogno. Lui gli era sempre stato vicino in maniera discreta e gentile nonostante fosse probabilmente quello che soffriva di più, ora toccava a lei essergli di supporto anche solo con la sua presenza.
Al non rientrò per pranzo e a metà pomeriggio Winry si avviò sul sentiero che portava alle rovine della casa degli Elric con un cestino da pic-nic sotto il braccio. Almeno avrebbe potuto giustificare la sua presenza senza apparire troppo indiscreta. Già si immaginava di vederlo rannicchiato sull’erba ad osservare le travi annerite che svettavano verso il cielo, uniche testimoni della doppia tragedia che si era svolta in quel luogo, immerso in rimpianti del passato. Invece quando giunse sulla collina non trovò nessuno. Preoccupata, si guardò attorno e scese dalla parte opposta facendo il giro dell’ampio prato circostante. Non vedendolo da nessuna parte, si sedette su uno steccato dondolandosi finché non lo notò risalire il sentiero che portava alla collina.
«Winry, cosa ci fai qui? » si stupì Al vedendola.
La ragazza sorrise leggermente imbarazzata e mostrò il cestino.
«Merenda al sacco. Visto che non sei tornato a pranzo, ho immaginato che potessi avere fame. Però se ti disturbo…»
«Tu non mi disturbi mai. » la interruppe Al. «E poi rifiutare la merenda preparata dalla zia sarebbe un reato. »
Winry impiegò un attimo a capire l’ironia.
«Ehi! Cosa ti fa credere che non possa averla preparata io?! »
Il ragazzo non rispose, si limitò a ridacchiare e la prese per mano conducendola su per la collina. Questa volta Winry si stupì del gesto. Da quando era tornato, Al era più affettuoso del solito e questo, per qualche motivo, la faceva sentire stranamente a disagio.
Si sedettero insieme sul prato davanti ai resti della casa degli Elric e iniziarono a mangiare i tramezzini effettivamente preparati da Pinako. Il silenzio si stava protraendo ormai da troppo tempo quando Al decise di spezzarlo.
«Sono stato a trovare la mamma e il fratellone. Ti ringrazio per i fiori che porti sempre loro. » mormorò.
«Figurati. Tutti voi siete parte della mia famiglia, è il minimo. Là poi c’è quello che avrebbe dovuto essere mio marito…»
Alphonse annuì gravemente.
«Infatti vedo che porti ancora il suo anello…»
Quelle parole suonavano stranamente amare e Winry se ne chiese il motivo. Al si stava comportando in maniera a lei incomprensibile. La persona che conosceva non avrebbe mai parlato con quel tono di un ricordo di Edward.
«Sono andato a parlare con mio fratello. » continuò Al esattamente come se si stesse riferendo a una persona viva. «Dovevo dirgli una cosa importante e poi chiedergli scusa. Per l’ennesima volta. Non sono stato alla sua altezza…»
Winry continuava a fissarlo in silenzio, confusa. Che si stesse riferendo a quella ricerca di cui non le aveva mai parlato? Non avendo notizie per tutti quei mesi, aveva finito per convincersi che non fosse altro che una falsa speranza e a quanto pareva era proprio così.
Alphonse però non aveva ancora finito.
«Ora farò una cosa per cui, probabilmente, mi attirerò il suo odio…» Sorrise appena. «Lui è sempre stato così premuroso con me, arrivando persino a sacrificare sé stesso, e io invece, proprio oggi, penso e dico cose del genere…»
«Al, non ti capisco…» tentò di interromperlo Winry.
«Vedi, Winry, il fatto è che non ce la faccio più. Continuando a rinvangare il passato e ad inseguire il fantasma di qualcosa che non esiste più, non riesco ad andare avanti. Io vorrei… lasciarmi alle spalle il dolore, ricominciare una vita normale che non comprenda necessariamente il destino dell’intero Paese. Pensi che sia possibile? »
«Vorresti dimenticare… anche Ed? »
Alle sue orecchie suonava come una follia.
Al scosse la testa.
«Non potrei mai dimenticare il mio fratellone, è parte di me. Senza di lui non sarei qui. Quello che voglio dire è che non si può vivere rimpiangendo costantemente il passato. Esistono due alternative: annientarsi lentamente o tentare di andare avanti e non ho dubbi su quello che avrebbe voluto lui. Io vorrei realizzare almeno uno dei suoi sogni. Vorrei creare quella famiglia che noi, da quel giorno, non abbiamo più avuto e la vorrei creare con te. »
Winry sentì un brivido correrle lungo la schiena. Per un attimo le parole di Alphonse le sembrarono totalmente incomprensibili.
Il ragazzo arrossì leggermente e distolse lo sguardo.
«Insomma, tutto questo gran giro di parole per chiederti se… vuoi diventare davvero la signora Elric. Winry, vuoi sposarmi? »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Al e Winry... Al e Winry... Mi state odiando? Ma noooooooo... vero? ^_^ Abbiate pazienza!
Allora, cosa devo fare? Vi devo tirare le orecchie di nuovo? Guardate che la fanfic si nutre delle vostre recensioni, senza finirà per deperire. Uomo avvisato... :-p
Veniamo a noi!
Chibisimo: Al si sta gradualmente riprendendo, ma il suo tentativo di serenità durerà ben poco... Aspetta e vedrai!
meby138: Che bello, qualcuno d'accordo con me su HP! Ho odiato la Rowling per questo!
Lui mi piaceva tantissimo, (stiamo parlando dello stesso personaggio, vero? Non vorrei dare spoiler) sfido chiunque a non adorarlo e lei non ha nemmeno descritto come è successo, manco se ne fregasse! Che odio! - 3 capitoli alla comparsa del nostro LUI, invece! Al non ha ancora finito di patire, povera gioia...
Alla prossima!
YUKI-CHAN




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( «Non te ne andare! Cos’è successo? DIMMI COS’È SUCCESSO, ED! » [...]
«Ti hanno portato via da me e io non so neanche perché…»)

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Capitolo 18
*** Un senso di te ***


Love & Pride 18 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



08
***
UN SENSO DI TE



“A un passo dal possibile
A un passo da te

Paura di decidere
Paura di me

Di tutto quello che non so
Di tutto quello che non ho

Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto - c'è

Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio - c'è
un senso di te

C'è un senso do te”

Eppure sentire (un senso di te) © Elisa


***
«Winry, vuoi sposarmi? »
Rimase totalmente senza parole davanti a una proposta così inaspettata e non riuscendo a sostenere lo sguardo limpido di Alphonse, preferì abbassare gli occhi per non mostrare il suo turbamento. Perché quella domanda? Possibile che Al fosse in qualche modo innamorato di lei? Non poteva essere solo la volontà di esaudire un desiderio di Ed. Edward… E se fosse stata quella la cosa giusta da fare? Dopotutto lei voleva bene ad Al. Continuare a inseguire un ricordo e a vivere nel rimpianto le avrebbe fatto solo del male. Forse avrebbe fatto meglio a rifletterci seriamente e a considerare quella scelta come più che possibile. Sì, avrebbe fatto così. Avrebbe chiesto ad Al del tempo per pensarci.
Quando Winry trovò la forza di voltarsi per dare la sua risposta, i suoi occhi incontrarono due incredibili iridi color oro che la gelarono sul posto.
«Quindi hai deciso di dimenticarti di me. »
Seduto accanto a lei, con un’espressione di profonda tristezza dipinta sul volto, si trovava nientemeno che l’oggetto di tutte le sue lacrime e di tutte le sue speranze distrutte. Winry non credeva ai propri occhi.
«E… Edward… No, non è così! » protestò. «Non potrei mai dimenticarmi di te! Però… però…»
«È la stessa cosa che ha detto lui…»
Winry non sapeva cosa rispondere. Avrebbe voluto scoppiare in lacrime e abbracciarlo più forte che poteva. Supplicarlo di non lasciarla mai più. Si sentiva una traditrice anche solo per aver preso in considerazione la proposta di Al.
Ed si alzò e lei gli afferrò d’impulso un braccio per trattenerlo.
«Avevi detto che ti saresti preso cura di noi! »
L’espressione di Edward esprimevano una profonda angoscia, i suoi occhi dorati erano velati dal dolore. Quando le afferrò la mano tra le sue, Winry sentì che erano entrambe gelide, sia l’Auto-mail che la mano umana.
«Ho dato tutto quello che avevo… tutto…»
Le sembrò che volesse aggiungere altro, ma poi si limitò a chinare il capo con quell’espressione colpevole che lei conosceva bene e che le faceva stringere il cuore.
«Cos’è successo? » incalzò Winry.
Ed scosse la testa, la lasciò e le voltò le spalle allontanandosi.
«Non te ne andare! Cos’è successo? DIMMI COS’È SUCCESSO, ED! »
Winry si svegliò urlando.
China su di lei, a stringere la mano che aveva disperatamente proteso in avanti, si trovava Pinako.
«Va tutto bene? Hai avuto un incubo? » chiese premurosa.
Per tutta risposta, Winry affondò il volto nel cuscino dando finalmente sfogo alle lacrime. Erano mesi che non faceva più sogni angoscianti e aveva iniziato a credere che il suo subconscio avesse accettato quella perdita. Evidentemente si sbagliava. Ma perché proprio ora? Nella realtà, come nel sogno, aveva chiesto ad Al del tempo per riflettere e forse era il fatto di non aver rifiutato nettamente a farla sentire in bilico. Del resto che reale motivo aveva di rifiutare? Alla sua richiesta di tempo, Al era stato fin troppo condiscendente.
«Posso capire che il fatto che il tuo futuro fidanzato abbia l’aspetto di un quindicenne ti crei qualche perplessità, » aveva detto con un sorriso. «ma ricorda che ho solo un anno meno di te. Non sono un ragazzino. »
Aveva riso ma entrambi sapevano che il problema non era quello. La presenza di Ed aleggiava tra loro più viva che mai, con il suo carico di segreti e mezze verità mai completamente svelate.
«Nonna, vorrei andare a Central City. » disse Winry dopo aver recuperato un minimo di autocontrollo. «Credo di aver bisogno di cambiare aria per un po’. Vorrei rivedere Sheska e penso anche che non sia giusto aver lasciato solo Al per tutto questo tempo. »
«Se a lui va bene, per me non ci sono problemi. » rispose la vecchietta. «Dopotutto la casa di Central è anche tua. Io me la caverò benissimo ma… ne sei davvero sicura? Tornare là non ti farà stare peggio? »
«Non lo so, è una delle cose che devo capire. Non posso continuare a rimanere rintanata qui, in questo modo non verrò a capo di nulla. Scusami se ti lascio di nuovo…»
Alphonse non trovò nulla da obiettare, anzi probabilmente lo interpretò come un segnale positivo in suo favore, quindi il giorno successivo, l’ultimo delle sue ferie, presero entrambi il treno per la capitale. Winry trascorse l’intero viaggio con lo sguardo fisso fuori dal finestrino e mentre davanti ai suoi occhi scorrevano panorami bucolici che lasciavano gradualmente intravedere l’avanzamento della città, nella sua mente turbinavano strani pensieri. Le parole che aveva urlato al risveglio dall’incubo l’avevano resa bruscamente consapevole di un fatto: lei non sapeva nulla. Che si trattasse delle indagini che avevano svolto Al e Mustang dopo la scomparsa di Ed, della dinamica che aveva portato alla sua morte o delle ricerche che stava precedentemente svolgendo, nessuno si era premurato di informarla dettagliatamente. Che fosse stato fatto con le migliori intenzioni, per non gettare sale su ferite aperte, il risultato non cambiava.
«Ti hanno portato via da me e io non so neanche perché…»
L’arrivo a Central City fu esattamente come lo aveva immaginato: la stazione affollata, le vie trafficate e poi il ritrovarsi di nuovo in un luogo che evocava tanti ricordi. La casa non era cambiata per niente, aveva lo stesso profumo caratteristico che ricordava. Non avrebbe saputo identificarlo con qualcosa di particolare, era “profumo di casa” e basta, dolce e nostalgico.
Mentre Al posava i bagagli, Winry salì a piano di sopra, dove scoprì che la sua stanza era in perfetto ordine e senza un filo di polvere, come se l’avesse lasciata solo il giorno prima. Alphonse era davvero un ottimo uomo di casa, dovette ammettere. La tanto temuta ondata di ricordi si presentò mentre si soffermava davanti alla porta centrale del corridoio, quella della stanza di Ed. Appoggiò piano la mano al battente, non osando quasi aprirla, poi si decise ad abbassare la maniglia. La camera era perfettamente in ordine, pulita e luminosa, i numerosissimi libri di alchimia allineati nello scaffale lungo la parete, la scrivania con tutte le carte e le penne al loro posto. Da un’anta dell’armadio dimenticata socchiusa si intravedevano il soprabito rosso e la divisa militare di ricambio, entrambi senza una piega di troppo. Tutto sembrava in attesa del rientro del suo proprietario da un momento all’altro. Ed era lì. Winry lo sentiva. Poteva quasi sentire la sua voce. Si appoggiò a una parete e chiuse gli occhi.
La porta d’ingresso che sbatteva.
«Sono tornato! Per colpa di quello stupido generale scansafatiche mi è toccato fare di nuovo gli straordinari! Cosa c’è per cena, Winry? »
«Winry! »
La voce reale che la chiamava la distolse dai suoi sogni. Alphonse era appoggiato allo stipite della porta e la fissava.
«Winry…»
Non c’era rimprovero nella sua voce, solo una stanca rassegnazione.
«Non sto piangendo! » gli assicurò la ragazza riscuotendosi. «Sto bene, davvero! Non fare quella faccia! Senti, esco a fare due passi intanto che tu finisci di sistemare. Magari vado a trovare Sheska. A dopo! »
Così dicendo, si defilò velocemente. Anzi, era scappata, precisò a sé stessa mentre usciva a passo spedito dal cancello, era scappata da Al. Se questo era l’inizio, andava decisamente male. Non capiva cosa la stava portando a comportarsi così, dopotutto era stata lei a voler tornare a Central City. Doveva essere il pensiero di Ed, così vivo e presente in quel luogo. Ogni strada che percorreva, sapeva che l’aveva percorsa anche lui, ogni negozio, palazzo o aiuola, faceva parte di quello che lui aveva visto ogni giorno. Eppure tutto era rimasto uguale a un tempo nonostante lui non ci fosse più, dalla margherita che si faceva spazio a fatica tra le mattonelle del marciapiede al cielo reso straordinariamente azzurro dal fresco vento autunnale che aveva spazzato via ogni traccia di nubi. La vita umana era così fragile, eppure quando si spezzava faceva così male. Avrebbe dato qualunque cosa, qualunque, per poter rivedere il suo sorriso ancora una volta, per stringerlo, per dirgli tutto quello che per timidezza o inutile orgoglio gli aveva sempre taciuto. Ora che si trovava di fronte a quello che forse era il bivio più importante della sua vita, si rendeva conto di non saper decidere. Fantasia o realtà? Passato o futuro? Edward o Alphonse? Tutte domande alle quali non sapeva, o peggio, non voleva dare risposta. Quando abbassò gli occhi, distogliendo lo sguardo dal cielo e tornando a posarlo di fronte a sé, qualcosa attirò la sua attenzione: il riflesso dorato di folti ciuffi che incorniciavano un volto, il baluginio di occhi color del miele. Occhi inconfondibili.
Winry si voltò di scatto.
«ED! »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Rieccomi! Regalino di San Valentino per tutti quelli che mi seguono e mi recensiscono! Contenti? Credo che questo sia un capitolo che in molti aspettavano, specialmente il finale... Niente da dire, è una svolta di fondamentale importanza come vedrete dai prossimi capitoli. E' il punto cruciale, tutto ruota attorno a questo brevissimo momento!
Due parole sul capitolo precedente, visto che ho notato molti di voi "perplessi" da Al eWinry. Se posso permettermi un'analisi come se la storia non fosse mia (tanto è già tutta scritta, quindi qualunque cosa possa dire adesso non cambierà), credo che quello che Al prova per Winry non sia esattamente amore. Per lui è una situazione molto difficile e credo che fondamentalmente cerchi solamente una persona a cui voler bene. Inoltre dice chiaramente di voler esaudire almeno uno dei desideri del fratello ed era chiaro che Ed voleva sposare Winry e creare una famiglia con lei. In un certo senso quello che Al vuole, più o meno consciamente, è riempire il vuoto lasciato da Ed in entrambi.
Passiamo alle risposte! Quante questa volta! Vedo che tirarvi virtualmente le orecchie è utile! :-p ^__________^''''
meby138: Potrei scrivere un trattato su quanto odio la Rowling in questo momento, ma mi sto rifacendo con la più bella (secondo me) fanfiction esistente sui Malandrini, lo stupendissimo Shoebox Project. Caldamente consigliato! Suvvia, non odiare Al, poveretto! Però forse nel prossimo cap.ti verrà voglia di far esplodere quel colpo di bazooka... chissà...
MalkContent: In un certo senso devo darti ragione, anch'io mentre scrivevo questa parte avevo l'impressione di star "tirando in lungo" perchè l'azione è praticamente inesistente, ma ogni capitolo ha una sua ragion d'essere, ogni scena contiene una sensazione che doveva essere descritta, una frase che doveva essere detta o semplicemente un'atmosfera che sentivo di dover comunicare, altrimenti non l'avrei scritta. Spero che non sia risultato troppo pesante... L'azione tornerà molto presto!
Irene Adler: Meno male, qualcuno che apprezza Al! In fondo è così tenero, ce la mette sempre tutta e nonostante questo, i suoi patimenti sono... diciamo solo a metà! ^_^
crilli: Mi sa che una certa battuta di Winry del prossimo capitolo, ti farà prendere un colpo, ma ricorda che alla fine Al è una persona intelligente... Non odiarlo, ti prego, anche lui sta soffrendo ma si rende conto che la vita deve comunque continuare in un modo o nell'altro...
Fairy88: Winry non smetterà MAI di portare l'anello di Ed, questo te lo posso dire tranquillamente senza paura di spoilerare troppo. Penso di aver risposto alle tue perplessità nella noticina sopra. Quanto alla eventuale reazione di Winry... vedrai!
by ila: Graaaaaazie mille per i complimenti! Spero che tu non abbia una paralisi dopo aver letto questa ultima frase! A quanto pare Al e Win non convincono nessuno, chissà perchè........
Chibisimo: Fidati di me. Ti dico solo questo: fidati di me, ok? ^_°
Buon San Valentino a tutti!
Baci!
YUKI-CHAN




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(«Potrai anche assomigliargli, ma non sei lui! »)

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Capitolo 19
*** La fiamma si riaccende ***


Love & Pride 19 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



09
***
LA FIAMMA SI RIACCENDE


«No! No, no, no! Tutto questo non ha senso. Non è possibile. Calma, Winry. Devi essertelo immaginato. Eppure… sono così sicura! Non potrei mai sbagliarmi su una cosa del genere! »
Questo era quello che Winry si ripeteva da circa mezz’ora continuando a camminare e a guardarsi attorno freneticamente per il centro di Central City. Era assolutamente certa di aver incrociato per una frazione di secondo lo sguardo di Edward. Eppure appena si era voltata per confermare l’impressione, non l’aveva più visto. Scomparso. Volatilizzato. Dietro di lei non c’era nessuno. Si rendeva conto che un gesto del genere poteva sembrare assurdo, ma non aveva potuto fare a meno di lanciarsi in un’affannosa ricerca per le vie circostanti. Ricerca che ovviamente non aveva dato nessun risultato. Ora che la sera stava calando e le prime ombra si allungavano nelle strade sempre più deserte, la ragazza iniziava a dubitare della propria lucidità. Aveva pensato a Ed talmente tanto nell’ultimo periodo e immaginato così spasso di rivederlo che non c’era da stupirsi che alla fine fosse successo davvero. Questo però era tutt’altro che un fattore positivo. Temeva seriamente che se avesse continuato così avrebbe finito per impazzire. Non era normale vedere, o “credere” di vedere, persone morte da un anno, per quanto care potessero essere. Doveva trovare il modo di togliersi quel pensiero ossessivo dalla testa o sarebbe stato molto peggio e le veniva in mente un solo modo per farlo, anche se alla sola idea le si spezzava il cuore.
Quando varcò la porta di casa e venne avvolta da un profumo stuzzicante di cibo, si sentì quasi in colpa per aver lasciato Al ad aspettare fino a quel momento. Il ragazzo le si fece incontro con aria preoccupata.
«Va tutto bene? È tardi…» disse.
Winry avanzò lentamente. Per trovare la forza di dare voce alla sua decisione le occorreva tutta la sua determinazione, ma era certa che dopo si sarebbe sentita più sollevata. Prese un respiro profondo.
«Ho riflettuto parecchio e sono giunta a una conclusione. » esordì.
L’espressione di Alphonse si fece di colpo seria, aveva capito al volo a cosa si stava riferendo.
«Ho deciso di accettare la tua proposta. »
La voce di Winry tremò leggermente contro la sua volontà.
«Diventerò tua moglie. »
Sul volto di Alphonse si aprì un enorme sorriso e i suoi occhi nocciola brillarono di una luce nuova.
«Davvero…? Voglio dire… stai accettando sul serio? È… Oh, Dio! È meraviglioso! »
La abbracciò di slancio, cogliendola completamente impreparata. Non aveva mai visto Al in quello stato, era arrossito e sembrava veramente felice. Forse aveva fatto la scelta giusta… Ad essere sincera non aveva nemmeno mai visto il suo viso così da vicino. Nemmeno nei suoi sogni più sfrenati avrebbe immaginato che Al si sarebbe avvicinato così tanto a lei per baciarla. Quell’unica volta era successo con Ed, ed era stata una conseguenza del tutto naturale della situazione. Anche Ed era arrossito in quel modo, dopo. I suoi occhi non le erano mai sembrati tanto belli come nel momento in cui li aveva distolti dai suoi con espressione imbarazzata. Avevano la luminosità dell’oro fuso. Socchiudendo appena le ciglia, intravide il volto di Al. Cielo, quanto erano simili! Anche Ed l’aveva guardata così dolcemente. Anche Ed aveva le guance arrossate in quel modo. Anche Ed… Anche Ed… Anche Ed…
«No! »
Si accorse a malapena del gesto con cui aveva respinto Alphonse.
«Potrai anche assomigliargli, ma non sei lui! »
Winry aprì gli occhi e quando incrociò lo sguardo ferito di Al, si rese conto dell’enormità di quello che aveva detto. Una crudeltà assurda e ingiustificata. Non sopportando quella vista, lo superò nel corridoio precipitandosi al piano di sopra e si rifugiò nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Si rannicchiò sul letto stringendo le ginocchia al petto e appoggiandovi la fronte. Cosa stava facendo? Aveva appena deciso di lasciarsi tutto alle spalle, allora perché reagiva così? Non aveva davvero un briciolo di volontà. No, in realtà il problema era un altro: non poteva assolutamente, in nessun modo, accettare di legarsi ad un’altra persona quando permaneva in lei il dubbio che Ed fosse ancora vivo. Dopo l’esperienza di quel pomeriggio, quell’idea era diventata un tarlo che l’avrebbe divorata se non ne fosse venuta a capo. Doveva fare qualcosa, anche qualcosa di assurdo come cercare il ragazzo che aveva visto per tutta la città pur di scoprire la verità.
Alcuni leggeri colpi alla porta la distolsero per un attimo da quel pensiero ossessivo.
«Winry, cos’è successo? »
La voce di Alphonse era carica di preoccupazione.
Già, Alphonse. Era stata davvero crudele con lui. Prima illuderlo e poi rifiutarlo in quel modo era stato davvero orribile. Non se lo meritava. Eppure, nonostante tutto, lui la cercava ancora, si preoccupava per lei.
«Per favore, dimmi qualcosa. Hai incontrato qualcuno in città? Oppure è colpa mia? Lo sapevo, è troppo presto. Non so cosa mi sia passato per la testa, ho pensato solo a me stesso. Perdonami. »
Lui le chiedeva scusa quando era stata lei a maltrattarlo? Assurdo.
«Non hai nessun motivo di scusarti, Al. » mormorò Winry. «Se c’è una in torto, quella sono io. Non riesco a togliermi dalla testa il pensiero di… Cioè, ci ero quasi riuscita ma poi ho visto… Oh, Dio, mi prenderesti per pazza! »
No, non poteva dirglielo. Quasi non ci credeva nemmeno lei. Perché ferire Al ancora di più?
«Cos’hai visto? »insisté Al. «Ho capito subito che doveva essere successo qualcosa. All’inizio eri così titubante, non potevi aver cambiato idea all’improvviso. Per favore…»
«Ho visto Ed. »
Le parole uscirono prima che lei potesse fermarle e una volta pronunciate aleggiarono indelebili nell’aria.
Dall’altra parte della porta, solo il silenzio.
«O almeno credo. » continuò Winry sforzandosi di portare a termine il discorso. «È stata una frazione di secondo, ma sono sicura che quel ragazzo fosse identico a lui. »
Ancora silenzio.
Sicuramente Alphonse stava pensando che fosse impazzita, che avrebbe fatto meglio a lasciarla a Resembool.
«Al…»
Sembrava una supplica.
«Apri la porta. »
«No…»
Non ce l’avrebbe fatta a guardarlo in faccia in quel momento.
«Winry, apri la porta. Ti racconterò tutto. Dall’inizio. Anzi, avrei già dovuto farlo. Le ricerche mie e del generale Mustang, quello che ha fatto mio fratello, tutto. Apri. Ti prego…»
Winry scivolò giù dal letto e si accostò piano alla porta. Appoggiò la mano sulla maniglia e l’abbassò. Non aveva chiuso a chiave e anche se l’avesse fatto, Al avrebbe sempre potuto aprire la serratura con l’alchimia. Il fatto che non ci avesse nemmeno provato denotava quanto realmente ci tenesse a lei e rispettasse i suoi desideri.
Si affacciò timidamente alla soglia con un pallido sorriso.
«Sono stata orribile. Scusami. » mormorò.
Al scosse la testa.
«Lascia perdere, è stata anche colpa mia. »
Scesero in salotto e si accomodarono sul divano. Parlarono tutta la notte, ignorando la cena che si raffreddava miseramente sul tavolo della cucina. A intervalli Al si alzava e preparava una tazza di thè. Per riscaldarla, sì, ma anche per darle il tempo di assimilare quello che stava raccontando. Le parole di Alphonse erano quelle di una persona che aveva deciso di smettere di lottare e di soffrire inutilmente, ma finirono inevitabilmente per accendere in Winry una fiammella di speranza.
«Si può sapere perché non mi hai mai detto niente?! » sbottò ad un tratto. «Tutto quello che mi hai raccontato è terribile e tu l’hai voluto affrontare da solo. Mi ritieni così debole da non poterti essere neanche un po’ d’aiuto? Ti sei isolato e hai lasciato anche me a piangere da sola quando invece forse una possibilità esiste. Ho creduto di morire dal dolore… e tu hai sofferto così tanto…»
Gli prese le mani tra le sue mentre Al la fissava con espressione affranta.
«Non mi mentire più, anche se credi che così facendo mi risparmieresti altra sofferenza. Non arrendiamoci, Al! Ti prego! Ti scongiuro! Non dobbiamo arrenderci! »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Alloooooora! Dite la verità, vi siete un po' spaventati quando Winry ha accettato la proposta di Al, vero? Ih ih ih!! Non preoccupatevi, è stato solo uno stordimento momentaneo, e dal prossimo capitolo... LUI... ^_^
MalkContent: Grazie! Sono contenta che ti sia piaciuto tanto! L'azione sta tornando!
Fairy88: Bhè, secondo me Al non agisce del tutto consapevolmente. Winry non accetterebbe mai che qualcuno sotituisse Ed e in questo capitolo se ne rende conto pienamente. Grazie per i complimenti!
Chibisimo: Allora, che ne dici? In questo capitolo l'ho strapazzato abbastanza?
meby138: Hi hi!! Spaventata? Ma no, ma no... La matassa inizia a dipanarsi anche se le rivelazioni sono solo all'inizio! E poi (rullo di tamburi)...LUI!
lunachan62: Poveretta sepolta... mi ricordi un po' Sheska! Anch'io non sono da meno comunque, sto cercando disperatamente di trovare il tempo di mandarti una mail... Grazie per i complimenti, come sempre! ^_^
Baci a tutti!
YUKI-CHAN




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(Era l’essere perfetto. Pride, l’incarnazione della Superbia. Il migliore di tutti.)

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Capitolo 20
*** Pride, la Superbia ***


Love & Pride 19 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



10
***
PRIDE, LA SUPERBIA


Tutto attorno prati verdi punteggiati di fiori primaverili.
Il profumo del bucato appena steso.
Il colore acceso della verdura matura.
La corsa su per la collina e le braccia tese verso la donna dal sorriso gentile.
«È per me? L’hai fatto tu?! Sei davvero figlio di tuo padre… Sei bravissimo! »
Senso di calore. Felicità?
«Però…»
D’improvviso il buio.
Il sorriso appena nato, gelato sulle labbra.
E rosso.
Dappertutto.
Rosso sangue.
«… la mamma non sei riuscito a trasmutarla, eh? »
Un urlo. Agghiacciante. Di terrore e orrore allo stato puro.
Il ragazzo si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi nella debole luce della stanza.
«Brutto sogno? » fece una voce con fredda ironia dall’angolo più buio.
Scosse la testa mentre i brandelli del sogno svanivano sempre di più dalla sua mente. I lunghi capelli dorati gli ricaddero sulle spalle scomposti, segno di quanto si fosse effettivamente agitato nel sonno.
«Non ricordo. » rispose con voce piatta.
«È anomalo. » continuò l’individuo nell’ombra. «Dormire, sognare. Sono tutte attività da esseri umani, non trovi anche tu… Pride? »
Pronunciò il nome con malcelato disprezzo, come a sottolineare la propria superiorità.
«Non saprei, Envy. » rispose il ragazzo biondo senza manifestare la minima emozione.
L’Homunculus scese dal cassettone su cui era seduto e si mostrò al compagno.
«Stupidaggini a parte, sono venuto a dirti che c’è del lavoro per te. Tu e Maris avete una missione. Muoviti! »
Detto questo uscì dalla stanza e sparì.
Pride si alzò lentamente dal letto. Gli ultimi brandelli delle immagini viste faticavano a svanire del tutto. Si chiese chi fosse la donna dal sorriso gentile. Assomigliava molto alla signora, aveva gli stessi occhi verdi, ma in qualche modo sapeva che non era lei. Inoltre chi era stato ad urlare?
Scosse di nuovo la testa. Era inutile interrogarsi su questioni di scarsa importanza come quelle. Lui esisteva solo per eseguire gli ordini della signora quindi non aveva motivo di porsi alcun genere di domanda.
Attraversò il corridoio e scese nel grande atrio della villa. Alla base della scalinata lo aspettava Maris, già vestita con il lungo soprabito nero.
«Cosa stavi facendo? » chiese la ragazza dai capelli argentei. «Envy è venuto a chiamarti più di mezz’ora fa. »
Pride non si scompose.
«Non lo so. »
«Non lo sai? Non sai cosa stavi facendo? »
Maris sospirò con l’espressione di chi rinuncia a capire un rompicapo troppo complicato.
«Lascia perdere…»
Si stava avviando verso l’ingresso quando da una porta laterale emerse una ragazzina avvolta in un frusciante abito azzurro.
«Siamo pronti, signora Dante. » disse Maris.
La giovane annuì con espressione seria.
«Ricorda bene, Lust, non tollererò per nessun motivo che gli accada qualcosa. Sarà Pride a svolgere il lavoro, ma sarà compito tuo controllare che ritorni da me sano e salvo. »
Aveva usato il nome da Homunculus di Maris e Pride sapeva che lo faceva solo quando intendeva sottolineare l’importanza delle sue parole.
«Questo è il vostro obiettivo. » continuò Dante porgendole una foto. «Suppongo lo conosca bene anche tu, è il generale Roy Mustang. Ultimamente sta ficcanasando un po’ troppo insieme al piccolo Alphonse. Non voglio più trovarlo sulla mia strada. Ricorda bene però, dev’essere Pride a farlo. Non interferire per nessuna ragione, sono stata chiara? »
Maris annuì chinando appena la testa e Dante si rivolse a Pride. Sia la sua espressione che il suo tono di voce si addolcirono notevolmente.
«Fai molta attenzione, mio caro. Togli di mezzo quella persona e torna presto da me, mio Hohenheim. »
«Sì, signora. » rispose Pride meccanicamente.
«Bravo. »
Dante gli prese il volto tra le mani e gli posò un bacio sulla fronte.
«Ora andate. »
Mentre Pride seguiva una Maris dall’espressione piuttosto disgustata attraverso il giardino, un bambino corse loro incontro.
«Stai uscendo? Un lavoro? » chiese ansioso.
Maris gli accarezzò i lunghi capelli scuri.
«Sì, Wrath, ma non preoccuparti. Saremo di ritorno presto. Nel frattempo non dare fastidio a Envy, intesi? »
Il bambino sorrise e annuì.
Pride gli lanciò solo una breve occhiata mentre si allontanavano.
Avevano un viaggio piuttosto lungo da fare ma si occupò Maris di tutto. Quando giunsero in città gli spiegò che quel posto si chiamava Central City e che il loro obiettivo era una persona piuttosto influente lì. Come se a lui tutto questo importasse. Niente di quello che sentiva poteva smuovere minimamente la sua sensibilità, anzi lui di sensibilità era completamente sprovvisto. Pride era il sicario perfetto: rapido, silenzioso, praticamente invisibile, assolutamente letale. Inoltre, essendo privo di una volontà propria era un servo totalmente devoto e fedele, completamente dedito ai desideri della signora. Era a malapena consapevole dell’occhio di riguardo che Dante aveva per lui, considerandolo il proprio capolavoro. Non era da tutti dare vita a un Homunculus in grado di usare l’alchimia. Era l’essere perfetto. Pride, l’incarnazione della Superbia. Il migliore di tutti.
«Dev’essere un lavoro rapido e pulito. » continuava intanto a istruirlo Maris. «Tu lo aspetterai nel suo ufficio, io farò in modo che ci vada da solo e che nessuno interferisca. Come stabilito dalla signora Dante, faremo in modo che la morte del generale Mustang venga imputata alla sua donna, quel tenente Hawkeye. In questo modo il caso verrà archiviato come delitto passionale e non avremo grane di alcun genere. Di questo però mi occuperò io, tu preoccupati solo di non essere troppo brutale o non crederanno mai che sia stata una donna. »
Pride annuì. Rapido. Non troppo brutale. Avrebbe obbedito agli ordini, come sempre.
Maris lo condusse al Quartier Generale. Era ancora giorno, il momento meno adatto per un delitto. Proprio per questo l’avevano scelto, nessuno avrebbe mai pensato che si trattasse di un atto premeditato. Le finestre dell’ufficio privato di Mustang si aprivano su un cortile interno e raggiungerne una e forzarla fu uno scherzo. Pride scivolò all’interno mentre Maris controllava la situazione. L’Homunculus accostò i vetri e mosse alcuni passi nella stanza in penombra. Non provava assolutamente nulla. Di lì a pochi istanti avrebbe incontrato la sua vittima, l’avrebbe colpita e poi sarebbe tornato di nuovo nella villa tra i boschi. Era già successo innumerevoli altre volte. La signora ordinava e lui eseguiva, come un rapido spazzino che toglieva dalla sua strada ogni rifiuto sgradevole.
Si accostò alla scrivania ingombra di carte e documenti disordinati. Quello stupido militare si era impicciato troppo di fatti che non lo riguardavano e ora la signora aveva deciso che era stanca della sua presenza. Questo era un motivo più che sufficiente per eliminarlo.
Il suo sguardo vacuo e freddo cadde distrattamente su due fotografie semisepolte dagli incartamenti. Una ritraeva il suo obiettivo in compagnia di un altro militare occhialuto e sorridente, ma fu alla vista della seconda che Pride si irrigidì. Insieme al generale Mustang era ritratto un ragazzo dall’espressione imbronciata. Portava un soprabito rosso e i suoi lunghi capelli dorati erano raccolti in una treccia. In piedi dietro di lui, con un braccio appoggiato alle sue spalle, Mustang lo fissava con un sorriso obliquo a metà tra l’ironico e il paterno.
Per la prima volta da che aveva memoria, Pride si pose una domanda.
«Perché in questa foto si trova una persona identica a me? »
Inspiegabilmente quella vista lo faceva sentire a disagio. Non gli era mai capitato di provare una sensazione del genere, o più precisamente non gli era mai capitato di provare una sensazione in generale. Una fredda macchina da combattimento, ecco quello che era. Nato solo per eseguire gli ordini della signora. Quindi ora per quale motivo stava fissando la foto con gli occhi sgranati chiedendosi chi diavolo fosse quella persona e totalmente dimentico della propria missione?
Fu in quel momento che la porta dell’ufficio si aprì lasciando entrare proprio la sua vittima. Non appena l’unico occhio color carbone di Mustang si posò su di lui, l’uomo si irrigidì e sbiancò.
«Ed… ward…? » balbettò con voce appena udibile.
Pride reagì all’istante: batté le mani e afferrò il primo oggetto sulla scrivania, una lampada da tavolo, trasmutandola in un pugnale. Mentre la fotografia cadeva a terra dimenticata tra i vetri della cornice in frantumi, si lanciò contro di lui.
Istintivamente Mustang alzò la mano destra e schioccò le dita.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonasera a tutti (o vista l'ora farei meglio a dire buonanotte...)!
Questo aggiornamento è tutto dedicato a celebrare la mia
assolutamente magnifica, mervigliosa e disperatamente desiderata SETTIMANA DI FERIE!!!
Mi scuso per il ritardo ma il tempo è tiranno. Lo so che è una scusa trita e ritrita ma è l'unica realistica che ho... Potrei dirvi di aver dovuto sventare un rapimento da parte degli alieni o di aver dovuto assistere Remus Lupin durante l'ultima luna piena, ma dubito che farebbe lo stesso effetto... :-p
So che in molti aspettavano questo capitolo, allora che ne dite? Pride soddisfa almeno un po' le vostre aspettative? Finalmente abbiamo anche il ritorno in scena di Maris e l'icontro con Roy. Poveretto, che colpo! Non è un caso se ho scelto che il primo a vedere Pride fosse quello che più era convinto della morte di Ed, sono una sadica senza pari!
meby138: Spero davvero che il capitolo ti sia piaciuto visto che lo aspettavi con ansia! ^_^ Caspita, sono riuscita a farti lodare Al, quando mi ci metto so fare miracoli! ^_^ Grazie per i complimenti!
crilli: Mi fa tantissimo piacere vedere che la storia ti coinvolge tanto e non scade nel banale. Uno dei miei timori principali è infatti che la trama diventi scontata... Spero di riscire ad entusiasmarti e a tenerti col fiato sospeso fino alla fine! Bacio!
lunachan62: Ciao! Spero che tu riesca a leggere questo aggiornamento dal tuo piccolo rifugio tra i libri, costruito coi libri, in cui ti nutri di libri! Scherzo, tesoro! Non esagerare e fatti sentire presto!
Fairy88: Bhè, Winry era molto, ma molto confusa. Era convinta di stare seriamente uscendo di testa, spero che questa sia una giustificazione sufficiente per il suo comportamento. Quanto ad Al, l'aveva capito nel momento esatto in cui lei è entrata dalla porta che c'era qualcosa che non andava per questo non se l'è presa più di tanto (o per lo meno non l'ha dato a vedere, Winry non avrebbe retto una scenata nel suo stato).
Chibisimo: Bhè, ma se piangi adesso (anneghi?) mi rovini metà del divertimento! I guai non sono finiti per Al ora che una "certa persona" si è rifatta viva! Vedrai! (Dai, non piangere, se piangi anche tu dove andiamo a finre? ^_^)
Buonanotte a tutti!
YUKI-CHAN




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(«Non mi ha minimamente riconosciuto. » continuò Roy portandosi le mani al volto. «Sembrava che volesse uccidermi, brandendo a quel modo quel pugnale… Ho accettato tante realtà inaccettabili, ma questo no… No. »)

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Capitolo 21
*** Inaccettabile verità ***


Love & Pride 21 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



11
***
INACCETTABILE VERITA'


L’esplosione che si sprigionò dalla mano di Mustang sbalzò Pride all’indietro scagliandolo contro la massiccia scrivania e riempì la stanza di fumo. L’Homunculus impiegò alcuni secondi a riprendersi dallo stordimento e quando vide il generale avanzare verso di lui, con uno scatto felino balzò fuori dalla finestra. Sul tetto del Quartier Generale, dove si rifugiò, venne raggiunto da Maris.
«Si può sapere cosa diavolo ti passa per la testa?! » sbottò la ragazza irritata. «Ti avevo detto di non essere brutale! C’è stata un’esplosione! Cos’hai fatto? »
Pride alzò appena la testa.
«Niente. » rispose con voce incolore. «Come niente?! Hai portato a termine la missione? »
«No. »
Maris sgranò gli occhi, un po’ per la sorpresa di quella risposta, un po’ per l’incredulità e l’esasperazione.
«Stai scherzando?! Ma cosa dico, tu non sai nemmeno cosa sia uno scherzo. Perché non l’hai fatto? Avevi Mustang a portata di mano. »
«Non lo so. »
Pride la calcolava a malapena e questo atteggiamento sembrava mandarla su tutte le furie. Dava l’impressione di poterlo colpire da un momento all’altro, ma Pride sapeva che non avrebbe mai osato alzare le mani su di lui: da una parte perché rischiava seriamente di avere la peggio e dall’altra perché la signora Dante non l’avrebbe perdonata.
Infatti Maris si limitò a battere un piede a terra per sfogare la frustrazione e a fargli cenno di seguirla. In quel momento l’intero Quartier Generale era in allarme, quindi erano costretti a rimandare l’operazione. Avrebbero atteso la prossima occasione propizia in uno dei loro covi in città.
Il modo migliore per muoversi a Central City, piuttosto che saltare sui tetti era camminare tranquillamente mescolandosi ai passanti in modo da passare del tutto inosservati. Maris non si preoccupava di celare la propria identità, in città comunque nessuno la conosceva. Diede invece a Pride il proprio soprabito nero in modo da nascondere i tatuaggi rosso vivo che spiccavano su buona parte del suo corpo. L’Homunculus lo accettò senza una parola e la seguì docilmente.
Le strade si stavano riempiendo di gente che rientrava dal lavoro. Di lì a poco sarebbero stati a casa a gustare una buona cena in tutta tranquillità. Non potevano certo immaginare che in mezzo a loro si aggiravano dei sicari a piede libero.
Pride teneva gli occhi fissi sulla schiena di Maris che passeggiava apparentemente tranquilla. Accadde tutto in un attimo. Una persona si frappose casualmente tra i due e voltandosi l’Homunculus incrociò lo sguardo azzurrissimo di una ragazza bionda. Guardava dritto davanti a sé con espressione assente, sembrava persa in un mondo a parte. Pride si bloccò in mezzo alla strada mentre una sensazione indefinita si faceva spazio dentro di lui. Quella ragazza… lui non l’aveva già vista? Fece appena in tempo a notare che si voltava indietro, prima di essere bruscamente strattonato per un braccio.
«Ed! »
Il nome esclamato dalla ragazza riecheggiò per un attimo nella sua mente prima che Maris lo trascinasse in un angolo.
«Non devi imbambolarti a guardare nessuno! » lo rimproverò, poi riprese come parlando a sé stessa. «Cosa ci fa lei qui? Maledizione, che sfortuna! Come se non fosse già un guaio aver fallito la missione…»
Non si soffermò a dare ulteriori spiegazioni e Pride non ne chiese. Si limitò a lasciarsi condurre al vicino covo attraverso stradine secondarie e semideserte. Dentro di sé si sentiva stranamente confuso: nell’arco di pochissimo tempo erano accaduti una serie di avvenimenti incomprensibili. Prima la fotografia di quel ragazzo identico a lui in compagnia del generale Mustang, poi lo stesso Mustang che sembrava conoscerlo e che lo chiamava con un nome diverso dal suo e infine quella ragazza dall’aspetto familiare che ripeteva quel nome. Cosa stava succedendo? Pride sapeva come nascevano gli Homunculus, la signora Dante glielo aveva spiegato, ma gli aveva anche detto che era una faccenda che non lo riguardava. Lui non aveva più alcun tipo di legame con gli esseri umani, era stato creato da lei al solo scopo di servirla. Quello che stava provando però non rientrava in un ordine che aveva ricevuto. Si sentiva a disagio e iniziava a porsi delle domande. Prime fra tutte: perché non era riuscito a colpire Mustang e perché sentiva il bisogno di rivedere quella ragazza?

Quando Riza Hawkeye irruppe nell’ufficio attirata dall’esplosione, il fumo aveva appena iniziato a diradarsi. Dietro di lei si accalcavano gli altri membri della squadra, Havoc, Fury, Breda e Falman, ma la donna riuscì a tenerli a bada con un gesto deciso e ad avanzare da sola nella stanza. Il cuore le batteva all’impazzata. Lo individuò all’istante: il generale Mustang era seduto a terra accanto alla scrivania. Quando, dopo un rapido esame con occhio critico, constatò che era illeso, dovette farsi forza per non crollare a sua volta sul pavimento per il sollievo. Per darsi un contegno, diede alla sua voce un tono di rimprovero.
«Generale, se non aveva voglia di lavorare, non era necessario radere al suolo l’ufficio! »
Quando Mustang si voltò verso di lei, il pallore del suo volto, così in contrasto con la benda nera, la spaventò. Si chinò subito su di lui mormorando allarmata: «Roy, cos’è stato? »
«Era… Edward… Ri…»
La donna lo interruppe con un breve accenno ai sottoposti che li fissavano dall’ingresso. Non era decisamente il caso che si lasciasse troppo andare davanti a loro. Per tutta risposta, Mustang si esibì in una risatina nervosa.
«Voglio proprio vedere come mi costringerai a lavorare adesso, tenente! »
«Oh, non si preoccupi di questo, generale. » rispose Riza stando al gioco. «Conosco diversi metodi persuasivi per gli scansafatiche. »
Così dicendo lanciò un’occhiata ad Havoc e compagni che, colto al volo il segnale, tornarono alle proprie occupazioni chiudendo prudentemente la porta.
Allontananti gli spettatori indiscreti, Riza si chinò di nuovo premurosa sul suo superiore.
«Stai bene, Roy? Sei ferito? » chiese chiamandolo ora per nome più liberamente. «Cos’è successo?»
L’uomo afferrò la sua mano come se si trattasse di un’ancora di salvezza mentre si rialzava dal pavimento.
«Orribile… È… orribile… Convoca Alphonse, voglio parlargli immediatamente. » disse.
«Ora non è possibile, lo sai. È ancora in ferie, rientrerà domani. Farò in modo che sia qui prima di cominciare il suo turno. Si tratta di Ed, vero? Cosa intendevi…»
Roy non sembrava nemmeno più sé stesso mentre si lasciava cadere su quello che restava della sedia della sua scrivania, tanto era l’orrore dipinto sul suo volto.
«Homunculus…» mormorò.
Riza non credeva alle proprie orecchie. Quegli esseri che già una volta avevano tentato di ucciderlo e rischiato di distruggere le sorti dell’intero Paese erano tornati?
«Quella creatura era identica a Fullmetal. » continuò Roy senza guardarla. «Era chiaro però che fosse uno di loro. Quando sono entrato stava guardando una fotografia, ma non appena mi ha visto, mi ha aggredito. »
«Un Homunculus con le sembianze di Ed? Ma non è possibile! »
«Eppure sono sicuro che si trattasse di uno di loro. Non aveva Auto-mail, ma il braccio destro e la gamba sinistra erano ricoperti di tatuaggi rossi che formavano un cerchio alchemico. Non potrei mai sbagliarmi sul suo significato, era quello della pietra filosofale! Inoltre sulla spalla sinistra aveva il marchio dell’Uroboro! »
Riza assistette impotente all’angoscia del proprio compagno. Quando si trattava di quel ragazzo, neanche lei riusciva a trovare le parole giuste per fargli coraggio.
«Non mi ha minimamente riconosciuto. » continuò Roy portandosi le mani al volto. «Sembrava che volesse uccidermi, brandendo a quel modo quel pugnale… Ho accettato tante realtà inaccettabili, ma questo no… No. »
Era straziante vederlo in quello stato. Probabilmente considerava Edward come una sorta di figlio o fratello minore che aveva guidato fin dal suo ingresso nell’esercito. Il senso di colpa per essere stato la causa indiretta della sua morte era stato devastante, e ora questo. La sola idea che esistesse un Homunculus con il suo aspetto, con tutto ciò che questo implicava, rischiava di distruggerlo. Il fatto poi che questo stesso Homunculus avesse attentato alla sua vita era qualcosa di assolutamente intollerabile nella sua assurda crudeltà.
Ricomponendosi, Roy alzò su di lei lo sguardo di nuovo fermo.
«Domattina voglio Alphonse Elric in questo ufficio e spero che abbia una spiegazione convincente!»


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Hola! Sono tornata! Visto che sono in ferie ho pensato di aggiornare un po' prima del previsto! Contenti? Alla fine non c'è stato un vero e proprio scontro tra Roy e Pride, ma Roy ne esce comunque piuttosto malconcio, soprattutto emotivamente... Persino Riza si sente impotente vedendolo così, poverino! Neanche Pride è messo molto bene però visto che sta iniziando a porsi delle domande...
crilli: Grazie , grazie, grazie. La scrittrice ringrazia! ^_^ Sì, lo so, sono sadica, ma non è colpa mia! Sono gli autori che leggo. Quando si ha a che fare con gente tipo la Rowling o Terry Brooks (che di solito fa le stragi) un po' di sadismo viene naturale, se no che divertimento ci sarebbe? Mi sa che il sangue ti si ghiaccerà di più nel prossimo capitolo, quando una certa persona si sveglierà e troverà... Vedrai!
meby138: Mi raccomando asciuga per bene la tastiera dalla bava o ti andrà in corto circuito! ^_^ A parte gli scherzi, sono contenta che il mio Pride ti sia piaciuto! Come hai visto, per il momento nessuno scontro aperto, ma mandare Pride da Roy è stato il più grosso errore che Dante potesse fare. Quanto a Roy, non si scomoda di certo ad andare fino a casa Elric, no no, fa andare Al da lui! ^_^
chibisimo: Ti ringrazio per aver lasciato un commento anche se di eri di fretta! Sono davvero contenta quando riesco a soprendere i lettori!

Ma come? Un capitolo tanto atteso e solo 3 commenti? Sigh! E io che volevo postare un regalino in occasione della recensione n.100... Pazienza, vorrà dire che aspetterò...ç_ç
A presto!
YUKI-CHAN




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(«Sai cosa significa questo? Che se non sei stato tu e non sono stato io, qualcun altro ha trasmutato Edward e adesso lo controlla. »
«Oh, Dio…»)

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Capitolo 22
*** Le prime risposte ***


Love & Pride 22 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



12
***
LE PRIME RISPOSTE


«Che cosa sta tentando di dirmi? Non capisco. » obiettò Alphonse confuso.
Quella mattina era stato convocato d’urgenza nell’ufficio del generale Mustang. Già vedendo l’arredamento della stanza semidistrutto era rimasto piuttosto scosso, ma quando poi il superiore aveva iniziato a raccontare dell’aggressione subita da parte di un intruso come se si trattasse di una sua responsabilità, aveva completamente perso il filo del discorso.
«Allora sarò il più chiaro possibile. » dichiarò Mustang. «Capelli biondi, occhi dorati e il cerchio alchemico della pietra filosofale tatuato sul corpo. Alphonse Elric, voglio sapere quando hai attuato una trasmutazione umana! »
Al tremò per lo shock. Muovendo alcuni passi incerti, si lasciò cadere su una sedia prima che le sue ginocchia cedessero. La conseguenza ovvia della descrizione appena udita si era già fatta strada nella sua testa, ma si rifiutava di accettarla. Inoltre l’accusa che gli era appena stata rivolta era mostruosa.
Rialzò lo sguardo e fissò gli occhi nocciola in quello color pece del generale.
«Sta insinuando che avrei trasmutato mio fratello? » disse mentre sentiva la rabbia crescere e trovare libero sfogo nelle sue parole. «Con chi crede di avere a che fare? Nessuno meglio di me può sapere cosa significhi realmente attuare una trasmutazione umana! Il prezzo da pagare e le conseguenze del suo fallimento! Io amavo mio fratello! Mai! Nemmeno per un momento ho preso in considerazione l’idea di riportarlo in vita per condannarlo ad un’esistenza privo di anima! »
Non si era reso conto che il suo tono di voce era salito al punto che ora stava urlando. Intanto i suoi occhi si erano riempiti di lacrime che avevano preso a scivolare inarrestabili sulle guance. Si coprì il volto con le mani singhiozzando in silenzio. Solo quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla e la voce di Mustang chiamarlo sommessamente per nome, osò rialzare la testa.
«Esiste davvero un Homunculus con le sembianze di mio fratello? » chiese in tono disperato.
Assomigliava in tutto e per tutto a una preghiera e in effetti Al stava pregando che si trattasse di un malinteso. Purtroppo, dopo quello che gli aveva riferito Winry e queste parole di Mustang, assumeva sempre di più i contorni definiti di un fatto reale.
Il generale, in piedi accanto a lui, annuì gravemente.
«Poteva trattarsi di Envy. » tentò ancora Al. «È un mutaforma e potrebbe aver assunto le sembianze di mio fratello per disorientarla. »
Qualunque ipotesi era migliore della prima.
«Ci ho pensato anch’io, ma a rigor di logica non avrebbe senso. Se fosse stato il mutaforma, si sarebbe presentato con l’aspetto di Fullmetal che tutti conosciamo: la divisa militare o la sua solita giacca rossa, i capelli raccolti o con la treccia. Non aveva motivo di presentarsi in quel modo e non sarebbe mai incorso nell’errore di dimenticare gli Auto-mail. No, ne ho la certezza quasi assoluta. Quello era un altro Homunculus, per di più in grado di usare l’alchimia. Sai cosa significa questo? Che se non sei stato tu e non sono stato io, qualcun altro ha trasmutato Edward e adesso lo controlla. »
«Oh, Dio…»
Alphonse si afflosciò sulla sedia privo di forze. Era un’ipotesi spaventosa che gli aveva ghiacciato il sangue nelle vene. Solo una persona poteva aver osato tanto, la stessa che aveva portato il Paese sull’orlo della rovina per propria soddisfazione personale.
«Dante…»
Mustang si accigliò e lo fissò perplesso. Solo allora Al si ricordò che lui non l’aveva conosciuta.
«Ah… ehm… si tratta della persona che controllava gli Homunculus durante il nostro precedente scontro. Dopo l’ultima battaglia era scomparsa, pensavo fosse morta. Lei era… come posso dire… la precedente amante di nostro padre o qualcosa del genere. È una storia piuttosto complicata. »
In un momento come quello, Alphonse non aveva nessuna voglia di ricordare i trascorsi del padre e la loro ipotetica parentela con un essere come Envy.
«Comunque sia è l’unica in grado di dare un aspetto umano alle creature nate dalle trasmutazioni umane fallite, dando loro da mangiare le pietre rosse. Se è lei la responsabile della morte di mio fratello, non la perdonerò. »

A svegliare Winry fu la leggera carezza dell’aria fresca sul volto. Nel dormiveglia non riusciva a ricordare di aver lasciato la finestra aperta. Quando aprì gli occhi e scorse una sagoma familiare, mormorò ancora assonnata: «Cosa stai facendo, Al? »
Non ricevendo risposta, si alzò a sedere e quando mise a fuoco la figura che, seduta di fianco al letto, la fissava immobile, si sentì gelare.
Il giovane indossava dei corti e attillati indumenti neri e le parti del corpo lasciate scoperte, specialmente il braccio destro e la gamba sinistra, erano ricoperte di complicati tatuaggi rossi. I lunghi capelli biondi ricadevano sulla spalle sciolti e liberi, mentre quelli che la fissavano erano occhi dorati completamente impassibili.
«E… Ed… sei…tu? »
Inspiegabilmente si sentì attraversare da un brivido. Provava un’irrazionale paura della persona che aveva di fronte, nonostante avesse desiderato con tutta sé stessa incontrarla. Quello non era il suo Ed, lo sentiva.
«No… cosa… cosa sei? » balbettò ritraendosi verso la testiera del letto.
«Pride. »rispose il ragazzo senza mutare minimamente espressione.
Winry scosse la testa mentre l’impulso di urlare si faceva sempre più pressante. Quella che aveva di fronte era una creatura pericolosa, avrebbe potuto ucciderla con la stessa facilità con cui strappava un filo d’erba. Alphonse! Doveva chiamare Alphonse!
Quando il suo sguardo si posò sulla spalla sinistra del giovane, capì il motivo di quello stato d’animo e il panico la invase. Il tatuaggio dell’Uroboro. Quello era un Homunculus!
«AL…»
Ancora prima di riuscire a pronunciare il nome per intero, si ritrovò scaraventata sul materasso con la mano di Pride premuta sulla bocca.
«Non devi gridare. » scandì lentamente l’Homunculus.
Winry si agitò convulsamente sotto di lui, ormai completamente in preda al panico. Gli sarebbe bastato un gesto e lei sarebbe morta lì, senza poter fare niente. Perché era venuto? Perché aveva assunto le sembianze di Ed? Era stata una crudeltà gratuita nei suoi confronti o c’era dell’altro? Cosa voleva da lei?
«Stai ferma. » intimò Pride.
La sua voce non aveva la minima inflessione di rimprovero ma Winry si irrigidì e quando lui tolse la mano osò appena tornare a respirare.
«Al è nell’altra stanza. » mormorò. «Verrà ad aiutarmi. »
«Non c’è nessuno in casa. » rispose Pride. «Il ragazzo ora si trova al Quartier Generale. »
Winry tentò di dominare l’ansia che si stava di nuovo impadronendo di lei.
«Vuoi… vuoi farmi del male? » esalò.
«No. »
A quella risposta le sembrò improvvisamente di respirare meglio.
«Allora perché sei qui? »
«Volevo vederti. »
Winry attese che continuasse ma Pride non sembrava averne intenzione. Che fosse in grado di rispondere solo a domande dirette? Il suo atteggiamento era molto strano e gli occhi fissi suggerivano che non fosse pienamente cosciente di sé. E se fosse stato inviato da qualcuno?
«Perché? » chiese ancora la ragazza.
«Per capire. »
«Che cosa? »
«Perché quando ti guardo mi sento strano. »
Winry rimase in silenzio. La paura stava lentamente svanendo. Forse quell’Homunculus non aveva davvero cattive intenzioni. Forse era lui la chiave di quello che cercavano, il modo di ottenere delle risposte.
«Ti ha mandato qualcuno? » trovò il coraggio di chiedere.
«No. »
Ad ogni risposta Pride non si spostava di un millimetro, limitandosi a seguirla con gli occhi.
«Questo è… il tuo vero aspetto? »
«Sì. »
Winry sentì una fitta allo stomaco. Ed e Al le avevano spiegato come nascevano gli Homunculus e tutto quello che implicava il fatto che uno avesse quell’aspetto le piombò addosso come un macigno. Era una realtà al limite dell’accettabile.
«Chi è stato…» singhiozzò mentre la voce le si spezzava. «Chi ti ha ridotto così? »
«Io sono nato per servire la signora. » rispose Pride.
Freddo. Impersonale. Però ora in fondo ai suoi occhi riusciva a intravedere il barlume di una luce nota. Era lui. L’aveva ritrovato. Era…
«Tu sei Ed, vero? Non so cosa ti abbiano fatto, ma sei Ed, ne sono certa! » esclamò.
«Sono Pride. »
«No, tu sei Edward! Io…»
In quel momento la porta d’ingresso sbatté e Winry sentì dei passi affrettati precipitarsi su per le scale. Quando si voltò di nuovo, scoprì di essere sola nella stanza.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonasera a tutti! Ecco l'aggiornamento per celebrare la fine della mia settimana di ferie... sigh! A volte mi chiedo perchè una settimana dura così poco, solo domenica scorsa mi sembravano un sacco di giorni... Bhè, veniamo al capitolo! Che ne pensate degli sviluppi? E' proprio vero che quando si tratta di Ed, Roy non riesce ad essere minimamente razionale. Quella frase "Se non sei stato tu e non sono stato io..." per me ha circa un milione di significati, tipo che lo stesso Roy sarebbe stato disposto ad attuare una trasmutazione umana, per questo gli viene spontaneo sospettare di Al (per la serie "il ritorno degli angolini della testa malata di Yuki"...). Voi come la vedete in proposito? Su Win invece posso dire che io per prima ero spaventata da quello che Pride avrebbe potuto fare, non sono stata tranquilla finchè non se n'è andato. Sarà che tende a sfuggirmi di mano! ^_^
MalkContent: Eh, sì, siamo entrati nel pieno dell'azione! Sono contenta che i nuovi capitoli ti piacciano! Per Dante... mmmmhh... ho in mente qualcosina per lei...
meby138: Come hai visto, sì, Roy ha ricevuto Al sulla sedia bruciacchiata! Faceva decisamente più scena! ^_^ Allora, che mi dici di questo nuovo incontro con Winry? Altro che porsi domande, questo Pride inizia a prendere iniziative, il che è ben più pericoloso... A proposito, piaciuto il regalino?
lunachan62: Ma povero tesoro! Anche la febbre! Non bastava essere seppellita dai libri... Riposati bene, mi raccomando, non strapazzarti per leggere le mie cavolate e riprenditi presto! Un bacio!
fre: Wow, una new-entry! (ormai vi accolgo tutti così...) Grazie mille per i complimenti! Mi raccomando, continua a seguirmi e fammi sapere anche in futuro cosa ne pensi. I pareri sono sempre preziosi! ^_^
Chibisimo: Ecco la tua dose quotidiana di Al! Il periodo peggiore per lui è arrivato e... credi che non farei incontrare Al e Pride? ^_^ Manca poco...
crilli: Se può consolarti in quelche modo, posso dirti che io ho odiato il finale del film quindi quello della fic non sarà di quel genere. E' già scritto (tutto è già deciso, la ruota del destino si è messa in moto... come sono melodrammatica!) quindi leggere favole romantiche non mi servirebbe a molto, ma forse può essere d'aiuto il fatto che ho abbandonato Terry Brooks da un po'... ^_^ Sì, l'idea di Pride è esattamente quella di Bluebird, ma siccome mi sono limitata a leggere solo la prima giornata, il resto della trama è tutta farina del mio sacco.
Anche questa volta è tutto!

Volevo ringraziare chi ha recensito la mia song-fic-regalino "UNA STORIA CHE VALE", Nanni92, Siyah e in particolare elyxyz (non mi sono ancora abituata al fatto che tu recensisca le mie storie. Grazie, sono commossa, anche perchè so che il pairing non è tra i tuoi preferiti...)
Se qualcun altro vorrà darle un'occhiata e lasciarmi il suo parere, sarò più che felice!

Un bacio a tutti!
YUKI-CHAN




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(«Io… avevo un braccio d’acciaio? » chiese.
«Dovresti smetterla con questa pessima abitudine delle domande. »)

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Capitolo 23
*** Bisogno di verità ***


Love & Pride 23 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



13
***
BISOGNO DI VERITA'


Quando Pride rientrò al nascondiglio, trovò ad attenderlo una Maris decisamente infuriata.
«Si può sapere dove accidenti sei stato? » gli strillò contro. «Mi hai fatto prendere un colpo, ti avevo detto di non muoverti da qui! Non oso immaginare la reazione della signora Dante se dovesse succederti qualcosa. »
«Ho cercato quella ragazza. » rispose Pride incapace di mentire e non vedendone nemmeno la ragione.
Maris si zittì all’istante. Non era mai successo che Pride prendesse iniziative personali e questo sembrava turbarla molto. Se ne chiese il motivo, dopotutto sentiva il bisogno di farlo e l’aveva fatto anche se nessuno gliel’aveva ordinato. Era strano, sì, ma non sembrava grave.
«L’hai incontrata? » chiese ancora Maris.
«Sì. »
«Le hai anche parlato? »
«Sì. »
Dall’espressione della ragazza capì che la situazione andava sempre peggio.
«Hai parlato con qualcun altro? »
«No. »
Questa era una cosa buona.
«Perché l’hai fatto? »
Pride rispose senza la minima esitazione e senza chiedersi se fosse un bene o un male.
«Perché volevo capire perché lei mi fa sentire così. »
Maris si scompigliò i capelli esasperata.
«Non va bene. Non va bene per niente. Adesso ascoltami. Tu non dovresti avere contatti con nessuno, questo può portare grossi guai per tutti. Credimi se ti dico che la situazione in cui ti trovi ora è migliore di quello che sembra. »
Pride annuì meccanicamente. Non conosceva nessun’altra situazione al di fuori di quella in cui si trovava quindi non aveva termini di paragone.
«Quella ragazza ti ha detto qualcosa? »
«Mi ha chiamato Edward. Il mio nome è Pride. Anche Mustang mi ha chiamato in quel modo. Non capisco cosa significhi. La signora ha detto…»
«Ok, ok, calma. » lo interruppe Maris.
Non lo aveva mai sentito pronunciare tante parole tutte insieme di sua iniziativa. Era evidente che qualcosa non andava.
«Ricorda che tu sei nato per la signora Dante. È lei che ti ha creato ed è lei che devi servire. Quello che dicono quegli esseri umani non conta, Edward è una persona che non ha niente a che fare con te. »
Pride notò che nonostante le parole di Maris fossero decise, la sua espressione era triste e se ne chiese il motivo.
«Non mi piace la piega che sta prendendo la situazione, penso sia meglio rientrare. Sì, torniamo alla villa. »
Una volta ricevuto un ordine diretto, Pride non poté fare a meno di seguire Maris diretta alla stazione. Anche quella volta adottarono la tecnica di mescolarsi alla gente per strada per dare meno nell’occhio. La ragazza gli aveva dato di nuovo il suo soprabito nero per occultare i simboli troppo evidenti sul suo corpo. A sua volta aveva indossato un abbigliamento diverso dal solito, più vivace e colorato. Una perfetta copertura da “ragazza qualunque”. Lei gli impose di camminare per le strade tranquillamente e Pride non fece commenti anche se quell’atteggiamento era del tutto nuovo per lui. Dopotutto come killer era abituato a muoversi nell’ombra e aveva l’impressione che ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in tutta quella situazione.
In quel momento Maris si bloccò in mezzo alla strada e per poco Pride non le andò a sbattere contro. Seguendo il suo sguardo vide che stava fissando una ragazza bionda che correva nella loro direzione. Era troppo tardi per nascondersi, per questo si voltò improvvisamente gettandogli le braccia al collo e masticando un’imprecazione.
«Abbracciami. » sibilò.
Pride eseguì all’istante circondandola con le braccia mentre lei gli si stringeva contro.
Una voce riecheggiò lungo la via.
«Winry, aspetta! Non essere precipitosa! » Pride raddrizzò la testa voltandosi in quella direzione come un segugio che fiuta la preda. Quella voce… L’aveva già sentita? Dove?
Maris imprecò sottovoce.
«Maledizione! Cosa ci fa lui qui? »
Prese il volto di Pride tra le mani e lo fece voltare verso di sé.
«Baciami! Subito! » esclamò unendo le proprie labbra alle sue.
Pride rimase immobile, con gli occhi spalancati, subendo completamente quel gesto incomprensibile. Non appena Maris lo lasciò, si voltò incrociando lo sguardo azzurro inorridito della ragazza chiamata Winry e quello nocciola shockato del ragazzo accorso dietro di lei. Il tutto durò una manciata di secondi, dopodiché la giovane si voltò e scappò in una direzione imprecisata seguita un attimo dopo dal compagno. Solo dopo che lui si fu allontanato, Pride riuscì a rilassare i muscoli e tornare a respirare. Non capiva cosa fosse successo: quando i loro sguardi si erano incrociati, il suo corpo si era improvvisamente irrigidito, rifiutandosi di muoversi. Chi era quel ragazzo? Perché lo guardava in quel modo, come se lo conoscesse? Che significato avevano le immagini che stavano attraversando come flash la sua mente?
Una stanza buia, un bambino biondo accanto a lui, poi un’esplosione di luce, dolore e sangue dappertutto.
Un urlo straziante.
«FRATELLONE! »
Un miscuglio confuso di sofferenza, senso di colpa e sopra a tutto il freddo gelido del metallo. Acciaio. D’acciaio era l’armatura che lo seguiva, così come d’acciaio era una parte del suo corpo.
«Ti farò tornare come prima. Te lo giuro. Lo farò a qualunque costo. »
Perché? Perché la sua mano destra era così dura e fredda? Chi era quella persona?
Pride alzò gli occhi su Maris.
«Io… avevo un braccio d’acciaio? » chiese.
Le parole gli erano scivolate fuori dalle labbra prima che potesse chiedersi che significato avessero.
Lo sguardo ametista di Maris si fissò su di lui leggermente allarmato.
«Dovresti smetterla con questa pessima abitudine delle domande. Come ti vengono in mente storie del genere? Spero solo che ci abbiano preso per una comune coppia. Sbrighiamoci ad andarcene prima che Alphonse ritorni. »
Alphonse.
Quel nome gli penetrò nel cervello come una lama gelida.
Alphonse… Alphonse…
«Prenditi cura di tuo fratello… dovete stare sempre insieme…»
«Vedrai che troverò il modo per farti tornare come prima. »
«Non c’è niente, niente, che abbia lo stesso valore della vita di una madre perciò non si può effettuare lo scambio e poi non voglio perdere anche te. »
«Credi ancora in quello stupido principio? Lo scambio equivalente non esiste! »
«Salva… mio fratello… ti prego…»

Pride non si rese nemmeno conto di essersi alzato e di essere balzato all’inseguimento dei due ragazzi dimenticandosi completamente di Maris. In quel momento aveva in mente un solo pensiero: doveva capire. Chi erano quei due? Chi era Edward? Chi era lui? Se Maris non gli dava delle risposte e la signora si limitava a vezzeggiarlo chiamandolo con un nome che non conosceva, allora doveva cercare la verità altrove. Non capiva da dove venisse questo desiderio spasmodico di sapere. La sua mente non aveva mai formulato un pensiero indipendente, eppure quelle immagini, quelle sensazioni, erano scaturite da qualche parte dentro di lui e ora voleva conoscerne l’origine.
Impiegò pochissimo tempo a raggiungere le sue prede e piombò in mezzo a loro dall’alto mentre stavano discutendo. Entrambe balzarono indietro spaventate. Pride puntò lo sguardo sul ragazzo che lo fissava sconvolto.
«Tu chi sei? » chiese bruscamente.
Quello avanzò di alcuni passi balbettando parole sconnesse.
«Non è… possibile… fratellone… sei davvero tu…? »
Man mano che la distanza tra loro diminuiva, Pride sentiva il proprio corpo irrigidirsi come trafitto da mille aghi. Non capiva il motivo di quella sensazione ma non riusciva a sopportarla.
«Stammi lontano! » gridò con rabbia facendolo sobbalzare.
Non riuscendo a sostenere il suo sguardo ferito, si voltò verso la ragazza che nel frattempo gli si era avvicinata a sua volta. Se per qualche ragione non poteva avere a che fare con lui, allora avrebbe ottenuto quello che voleva da lei.
Con uno scatto fulmineo si avventò su di lei e la afferrò per la vita sollevandola da terra. La ragazza gridò, anche il ragazzo gridò, ma Pride li ignorò entrambi mentre si piegava sulle gambe e spiccava un salto che gli permetteva di raggiungere il tetto più vicino.
Mentre si allontanava tenendo stretta la giovane che si agitava, nelle sue orecchie continuava a rimbombare quella voce disperata.
«Winry! Aspetta! Fermati, ti prego! Fermati, fratellone! »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti! Oggi mi sento un po' giù per una serie di ragioni che non coinvolgono me personalmente ma una persona a me vicina, vorrei tanto esserle d'aiuto in qualche modo ma non so davvero cosa fare (temo non ci sia niente da fare) e questo è davvero triste... quindi non prendetevela se non mi dilungherò molto in questa nota.
Solo tre parole per questo capitolo: Pride alla riscossa!
crilli: Non c'è niente da fare, Pride si è fissato con Winry e con l'idea di farle prendere un colpo, poverina! ^_^
fre: Anche stavolta sia Winry che Al si spaventano non poco... Sono davvero contenta che la storia ti piaccia! Grazie ancora dei complimenti!
Fairy88: Bentornata! Ma come, sospettavi anche tu di Al? Invece qualcuno lo ha battuto sul tempo... Sì, i nodi stanno pian piano venendo al pettine, ma c'è ancora della strada da fare!
meby138: Sì, le ferie che finiscono sono davvero deprimenti, e anche tornare e trovare questa situazione così triste... Insomma... Pride agisce ** e agisce pure troppo ** (mi hai contagiata) cosa non esattamente normale per lui! E' segno che qualcosa si sta muovendo **! Cercherò di aggiornare presto così da soddisfare questa Pride-fan! ^_^
Chibisimo: Ecco il tenero faccino di Al di fronte a (quello che resta del) suo fratellone! @_@ Decisamente sconvolto. Non so se l'ho reso al meglio perchè il pov era di Pride, comunque è decisamente shockato...
by ila: Ooooohh... tanta dedizione mi ha commossa e mi ha un po' risollevato la giornata, quindi sono io che dico grazie a te! Sono davvero felice quando riesco a trasmettere esattamente le emozioni che vorrei, in questo modo le mie storie acquisiscono una ragione di esistere! Posso dirti che da quando ha visto Pride, la proposta di matrimonio di Al si è volatilizzata dalla mente di Winry, non avrà più nemmeno un secondo per pensarci! Il fatto che Dante volesse che fosse proprio Pride a uccidere Roy era per dimostrare che aveva definitivamente tagliato i suoi legami con lui. Per lo stesso motivo non vuole che incontri gente (come gli ricorda Maris), teme che quei legami non siano del tutto tagliati. Roy, Al e Win risveglieranno Ed? Bhè, lascia che ti dica che non è così semplice... Grazie ancora di tutto e un bacione anche a te!! ^_^
MalkContent (che ha recensito "Una storia che vale"): Sono contenta che ti sia piaciuta! Lavori in biblioteca?! Quanto ti invidio! Stare in mezzo ai libri è il mio sogno nel cassetto! (invece per il momento sto in mezzo a creme e profumi...) Che emozione avere vicino la commemorazione dell'Hohenheim reale!

Alla prossima, ragazzi!
YUKI-CHAN




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(«A quanto pare Fullmetal non sopporta la tua vicinanza. Non lo trovi strano? »
«Quello non è Fullmetal e non è nemmeno Edward. È un Homunculus! »)

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Capitolo 24
*** Possibilità e teorie ***


Love & Pride 24 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



13
***
POSSIBILITA' E TEORIE


Quando Alphonse raggiunse il Quartier Generale di Central City era letteralmente più morto che vivo, affannato dalla corsa, i capelli scomposti e gli abiti trasandati. A dispetto della sua proverbiale gentilezza e cortesia, non degnò nemmeno di uno sguardo la signorina della reception che tentava invano di fermarlo e piombò nell’ufficio del generale Mustang gettando lo scompiglio tra i suoi subordinati. Fury e Falman sussultarono, Breda rischiò di strozzarsi con il panino che stava mangiando di nascosto e Havoc per poco non precipitò dalla sedia su cui si dondolava. Solo quando lo riconobbe e stabilì che non si trattava di un potenziale terrorista, il tenente Hawkeye abbassò la pistola che aveva estratto d’istinto. Al però tutti questi gesti non li vide nemmeno, attraversò la stanza e irruppe nell’ufficio privato di Mustang.
«La prego, mi aiuti! » esclamò disperato quando l’uomo alzò su di lui uno sguardo sorpreso. «Ha rapito Winry! »
Aveva lasciato quella stessa stanza poco meno di un’ora prima, dopo essere stato sospettato di aver compiuto una trasmutazione umana. Allora stentava a credere che si trattasse di qualcosa di diverso da un brutto sogno, ma ora che aveva avuto la dimostrazione che era reale, si rendeva conto che non esisteva nessun altro a cui potesse chiedere aiuto.
«Stai parlando di quell’Homunculus? » esclamò il generale balzando in piedi. «Allora l’hai visto anche tu! »
«Io… non riesco a capire! Lui e un altro Homunculus camminavano per strada come una coppia. Non capisco. Era tutto così strano. Lei lo ha baciato, Winry li ha visti ed è scappata, ma quando sono riuscito a raggiungerla, lui l’ha portata via. Oddio, generale, quell’essere è davvero mio fratello?»
Si vedeva lontano un miglio che Mustang si stava sforzando con tutto sé stesso di mantenere la calma. Al sperava tanto che il suo autocontrollo prevalesse, perché se anche lui si fosse lasciato prendere dal panico, sarebbe stata la fine. Fortunatamente la ragione sembrò prevalere e dopo aver preso un profondo respiro, il generale si allontanò con passo deciso dalla scrivania.
«Alphonse, vieni con me. » disse.
Attraversò l’ufficio adiacente tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
«Sto uscendo. Tenente, mi farai da scorta. » ordinò secco.
Riza Hawkeye scattò sull’attenti e, afferrato il soprabito, si mise in coda ai due senza dire una parola.
Quando furono in macchina, al riparo da orecchie indiscrete e con la stessa Hawkeye alla guida, Mustang la informò sul motivo di tanto scompiglio.
«A quanto pare non sono l’unico obiettivo di chi sta controllando Fullmetal. » concluse.
Mentre la macchina sfrecciava verso il luogo del delitto, il generale interrogò ancora Al.
«Quell’Homunculus ti ha detto qualcosa? Ha dato segni di riconoscerti? »
L’espressione di Al si fece affranta.
«Mi ha chiesto chi fossi e mi ha urlato di stargli lontano. Sembrava che non sopportasse nemmeno la mia vista. Il mio fratellone non si sarebbe mai comportato così…»
Ripensarci lo faceva sentire male. Quando si era trovato davanti quell’Homunculus, si era sentito mancare il terreno sotto i piedi. L’impressione era quella di essere tornato di colpo indietro di un anno, a quando Edward era ancora vivo. Non era preparato ad una cosa simile. Era, anche se suonava sciocco dirlo, troppo uguale a suo fratello. Era lui ma non era lui e allo stesso tempo incuteva un irrazionale terrore. Tutte queste sensazioni confuse lasciavano Alphonse stordito e decisamente nel caos.
«Se non sbaglio il punto debole degli Homunculus è che si bloccano quando vengono in contatto con una parte del loro corpo originario.» disse Mustang. «Però a quanto pare Fullmetal non sopporta la tua vicinanza. Non lo trovi strano? »
«La prego, non lo chiami così. » mormorò Al. «Quello non è Fullmetal e non è nemmeno Edward. È un Homunculus! »
«Come vuoi, però ascolta la mia teoria. Il corpo di tuo fratello non è mai stato ritrovato, quindi è plausibile che sia stato utilizzato per la trasmutazione. Di conseguenza non esistendo più un corpo originario, l’Homunculus che ne è nato non dovrebbe avere punti deboli. A dispetto di questo però, non sopporta la tua vicinanza. Guarda caso proprio la tua che sei sangue del suo sangue. Sai cosa significa? Che tu potresti essere l’unico realmente in grado di fermarlo. »
Alphonse rimase immobile. Mustang parlava con la fredda razionalità di uno scienziato alle prese con un esperimento. Dopotutto gli alchimisti erano questo: scienziati. Lui però, in quel momento, non riusciva a pensare in termini di teorie e probabilità. La sua mente era completamente occupata dallo sguardo gelido di quella creatura identica a Edward e dalle grida di Winry. Lei gli aveva detto che si era introdotto in casa loro per vederla, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a rapirla. A questo punto sperava solo che lei avesse ragione e non volesse farle del male ma solo recuperare dei ricordi. In caso contrario poteva solo pregare di arrivare in tempo.
Percepì più che vederla l’occhiata di rimprovero che il tenente Hawkeye lanciò al generale. Un attimo dopo Mustang parlò di nuovo.
«Forse questo non è il momento migliore per fare delle ipotesi, ma è sempre meglio essere preparati. »
Tossicchiò e Riza si schiarì la voce come a incitarlo a proseguire.
«A questo proposito volevo scusarmi per averti accusato in quel modo prima. Ero fuori di me. »
Sentendo quelle parole, Al spalancò gli occhi alzando la testa. Non ricordava di aver mai sentito il generale scusarsi con qualcuno. Incrociando lo sguardo di Riza attraverso lo specchietto retrovisore, notò che accennava un sorriso. Avrebbe voluto ringraziarli entrambi, ma ormai erano giunti davanti a casa. Mustang uscì dall’auto senza aggiungere altro e Hawkeye lo imitò. Non era più tempo per le parole, da quel momento si dava il via alla caccia.

Non appena varcarono l’ingresso del cantiere, Pride depose Winry a terra e la ragazza si allontanò da lui di scatto. Stava tremando.
«Perché mi hai portata qui? » chiese.
Pride rimase immobile davanti a lei.
«Perché voglio sapere la verità. »
«Questo dovrei essere io a dirlo a te! » esclamò Winry. «Tu sei l’unico che sa come sono andate veramente le cose. »
Quella era un’altra novità per Pride: non era mai capitato che una sua potenziale vittima gli tenesse testa in quel modo. Ora quella ragazza ai suoi occhi era ancora più anomala.
«Io sono Pride e sono stato creato dalla signora per servirla. È tutto quello che so. Tu però mi hai chiamato Edward. Voglio sapere chi è Edward. »
La vide spalancare gli occhi con stupore.
«Vuoi farmi credere che davvero non ricordi nulla? Che mi hai portata in questo posto per caso? »
Pride non capiva. Quel luogo era semplicemente il cantiere di un magazzino in costruzione. Non l’aveva portata lì per un motivo particolare, semplicemente i suoi piedi si erano mossi in quella direzione. Guardandosi attorno ebbe l’impressione di esserci già stato, ma era come il ricordo lontano di un sogno.
«È stato proprio qui che tu… voglio dire, che Ed… ha combattuto contro Envy per proteggere Al. » mormorò Winry con voce rotta. «È stato qui che lui è… morto. »
«Lui è morto? »
Pride sentiva la testa ronzare. Edward dunque era morto? Era vero?
Chiuse gli occhi per un momento ed ebbe l’impressione di vedere un uomo vestito con la divisa militare blu cadere lentamente ai suoi piedi. Una pozza rossa che si allargava sul pavimento e poi una voce.
«Cosa stai facendo, fratellone? »
Ora la chiazza rossa spiccava su una camicia bianca. Tutto era un turbinio di colori confusi.
Pride si portò una mano alla testa. Ricordava di aver assistito in quel luogo ad una scena che l’aveva sconvolto, ma allo stesso tempo sapeva di non averci mai messo piede. Le sue sensazioni e la sua consapevolezza non erano mai state così discordanti e tutto gli appariva assolutamente assurdo. Tornò a rivolgersi a Winry, l’unica che sembrava disposta a rispondere alle sue domande.
«Dimmi cos’è successo qui. »
«Te l’ho appena detto. » rispose lei con voce stanca. «Io non ero presente, me l’ha raccontato Al ma nemmeno lui ha visto tutto. Nessuno ha assistito per intero al combattimento. Sappiamo solo com’è finito…»
Non era quella la risposta che Pride voleva.
«Raccontami quello che sai. Voglio capire. Dimmi chi era Edward. »
La vide sospirare e il suo sguardo velarsi di tristezza. La seguì con gli occhi mentre si sedeva in un angolo appoggiando la schiena al muro.
«Se è questo che vuoi, va bene. Ti parlerò di Ed. »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonasera! Questo aggiornamento è arrivato in anticipo rispetto al solito o è solo una mia impressione? Mi sa che è solo una mia impressione... La situazione sta lentamente (lentamente?) precipitando e molto presto ci sarà un confronto generale! Ci stiamo avvicinando alla resa dei conti! Che ne pensate dei cambiamenti di Pride? Secondo voi è plausibile o dovrebbe essere molto più freddo come il Pride di BBI?
Veniamo alle rispostine! Questa volta avete recensito in più del solito e sprizzo di gioia!!
fre: Per evitare pazzie incipienti, ecco il seguito! Sì, Pride si è fissato con Winry, ma come rapitore è un po' anomalo e anche lei dopo un primo momento non ne è più spaventata.
MalkContent: Pensa che oggi, dopo un sacco di tempo che volevo farlo, dopo il lavoro sono andata in libreria e mi sono comprata tre libri. Mi è bastato questo per sentirmi in pace col mondo, uscendo dal negozio con quel sacchetto in mano mi sentivo meravigliosamente! Credo che in questo capitolo la fragilità di Pride di cui parli sia venuta a galla. Il suo bisogno di sapere si è fatto quasi qualcosa di fisico e sfocerà in... vedrai!
by ila: A quanto pare hai già in mente la conclusione, che ci sto a fare io qui? ^_^'''''''''' (sigh...) A parte gli scherzi, non c'è nessun bisogno di "portare Pride dalla loro parte", fa già abbastanza da solo, fidati!
saku_chan the crazy dreamers: Bentornata con il nuovo nick! Sono contenta che la storia ti entusiasmi e Pride ti piaccia! Non è stato facile caratterizzarlo, perche se Ed è un personaggio molto complesso, Pride lo è anche di più. Diciamo che siamo arrivati ad un punto in cui un po' di speranza è necessaria, non trovi?
meby138: Grazie per la partecipazione. La situazione si è risolta nell'unico modo possibile, putroppo... e adesso non posso fare altro che tentare di stare vicina a quella persona sperando di poterle essere anche solo un po' d'aiuto. Addirittura divinizzando?! Esagerata! Comunque grazie!! ^///^ Pride sta decisamente prendendo in mano la situazione, alla faccia delle varie Dante e Maris!**
crilli: All'egregio sig. Alucard. La prego di accettare le mie scuse per eventuali infarti non intezionali provocati alla sua consorte. Si consiglia la lettura accompagnata da qualcuno di emotivamente stabile (o magari da una camomilla) soprattutto per quanto riguada i capitoli seguenti. Declino inoltre ogni responsabilità per quanto riguarda il comportamento di tale Homunculus denominato Pride. Il generale Mustang, la sig.na Rockbell e il sig. Elric si uniscono a me nell'augurarle un buon proseguimento di lettura. ^_^
Chibisimo: Grazieeeeeee!!!!!
MisaMisa: New entry! Benvenuta! Spero che anche il seguito ti piaccia!
Anche questa volta è tutto! Alla prossima e... continaute a recensire così numerosi! Mi risollevate le giornate!
Un bacio a tutti!
YUKI-CHAN




Next -> "Edward era... Edward è..."
(Mi chiedo se ti sei mai reso conto di quanto ti voglio bene…»
Una mano fredda le sfiorò la guancia.
«Almeno quanto te ne voglio io…»)

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Capitolo 25
*** Edward era... Edward è... ***


Love & Pride 25 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



15
***
EDWARD ERA... EDWARD E'...



“You did not dare say a single word
I did not dare ask for something more
I’ve kept my questions secret deep inside
But I wish I could have let you know about
A time when I would have said

Wait, and please stay
Did you mean to push me away?
Please wait and just stay
Did you want it to be this way?

Would you want to know what I've been through?
(Through all this time... all this time)
Would you want to know I have missed you too
(And I have you on my mind)
And you've been and you will be a part of me
(That I can't find)
And you've been forgiven for your silence”

***
«Edward era una persona straordinaria. Tutti dicevano che era un genio dell’alchimia ma in realtà si impegnava moltissimo per ottenere quello che voleva. Era molto testardo e quando decideva una cosa non c’era verso di fargli cambiare idea. Questo lato del suo carattere ha fatto sì che finisse spesso nei guai…»
Winry chiuse gli occhi e appoggiò la testa all’indietro, rievocando ricordi del passato. Era stata proprio la testardaggine di Ed nell’intenzione di riportare in vita la madre a dare il via a tutto. Allo stesso modo dovevano ringraziare solo la sua perseveranza se ora Al aveva di nuovo un corpo degno di questo nome. Ripensare al periodo dei suoi viaggi, a quella costante ansia e preoccupazione la riempiva di nostalgia.
«Può sembrare che abbia un caratteraccio scorbutico, ma fa sempre tutto quello che può per aiutare le persone. È molto gentile. »
Sospirò e sorrise tra sé.
«Sì, sei sempre stato così. Ti mostri forte per non far preoccupare gli altri ed è anche un modo per trovare dentro di te il coraggio di andare avanti, ma io so che sei sensibile. Sei fragile. Ti sei sempre addossato tutte le colpe definendoti un peccatore e hai sofferto tanto. Quanto vorrei poterti essere anche solo un po’ di conforto… Mi chiedo se ti sei mai reso conto di quanto ti voglio bene…»
Una mano fredda le sfiorò la guancia.
«Almeno quanto te ne voglio io…»
Winry aprì gli occhi di scatto trovandosi di fronte Pride. Si era inginocchiato accanto a lei e l’aveva accarezzata. Gli occhi dorati che la stavano fissando avevano perso l’abituale impassibilità, tornando ad essere quelli luminosi e pieni di vita della persona che tanto amava.
Sentì le lacrime pizzicarle le ciglia.
Non si era nemmeno resa conto di aver smesso di parlare al passato e di essersi rivolta direttamente al suo interlocutore. Le parole pronunciate con quel tono di voce così familiare e quello sguardo così dolce le provocarono un tuffo al cuore.
«Ed…»
Appena aprì bocca l’incantesimo si spezzò e il ragazzo si allontanò da lei con un balzo tornando a trincerarsi dietro la consueta espressione fredda. La mano che Winry aveva sollevato, rimase ferma a mezz’aria, protesa nella sua direzione.
«Ti prego… Ed…» mormorò.
«Io sono Pride. » rispose impassibile l’Homunculus.
Winry strinse entrambe le mani al petto soffocando i singhiozzi. Era durato solo un istante, ma aveva rivisto Ed. Ora aveva la certezza assoluta che il ragazzo che aveva di fronte fosse proprio lui e tutta la paura che provava nei suoi confronti era svanita come per incanto.
«Sai, mi sento molto in colpa. » disse continuando a rivolgersi all’Homunculus come se si trattasse di Ed. «Perché non ho mai insistito perché tu mi parlassi. Quando ti facevo delle domande e tu mi rispondevi che andava tutto bene per non farmi preoccupare, in realtà sapevo che non era così. Non ho mai osato insistere e credo sia stato per paura di infrangere il mio piccolo sogno dove tutto si era tinto di rosa. Insomma, eri tornato, eri di nuovo con me e tutto andava per il meglio, o almeno così volevo credere. Invece non era vero e non riesco a perdonarmi di non essere stata capace di capirti. Se mi fossi mostrata più forte, forse ti saresti confidato con me e anche se non sono sicura che avrei potuto esserti d’aiuto, almeno ti sarei stata vicino. Non voglio più che ti carichi sulle spalle un peso troppo grande e che sia costretto a soffrire da solo. Questa volta non ti lascerò. Non permetterò che tu mi metta da parte e farò il possibile per riportarti indietro! »
Aveva parlato spinta da una nuova determinazione che aveva appena scoperto di avere. La sua natura era quella di una ragazza tenace e combattiva, quindi da quel momento in poi decise di impegnarsi con tutta sé stessa per raggiungere il suo obiettivo. Dopotutto era lo stesso modo in cui si sarebbe comportato Ed.
Pride si accucciò a terra ad alcuni metri da lei.
«Quelle gocce che cadono dagli occhi sono lacrime? » chiese.
Winry le asciugò velocemente.
«Sì, succede quando si piange. »
«Perché stai piangendo? »
Winry sentì una stretta al cuore: era una domanda semplice eppure la risposta le appariva così confusa.
«Non lo so. Perché sono triste. Perché mi manchi. Perché non riesco a ritrovare la parte di me che se n’è andata con te. Perché ti voglio troppo bene e adesso che sei qui di fronte a me so che ti perdonerei per tutta questa sofferenza, qualunque cosa tu abbia fatto. »
Pride rimase immobile a fissarla, facendo però attenzione che lei non gli si avvicinasse. Winry non ne aveva la minima intenzione, avrebbe aspettato che la coscienza di Ed risbocciasse sotto la scorza impassibile di Pride.
«Sei un bugiardo. » disse.
Quelle parole sembrarono spiazzare l’Homunculus, incapace di mentire.
«Tempo fa mi avevi promesso che non avrei più pianto a causa tua, invece non è stato così. »
Pride abbassò la testa e mormorò una frase tra sé.
«La prossima volta che ti farò piangere sta’ sicura che saranno lacrime di gioia…»
«Sì, sì, avevi detto proprio così! » esclamò Winry. «Oh, Ed! Ti prego… ti prego… Guardami! Sono Winry! Non posso credere che non ti ricordi di me. Ci conosciamo da una vita, volevi sposarmi. Non credere che mi arrenderò così facilmente adesso che ti ho ritrovato! »
«Win… ry…? »
Pride sembrava confuso, come se si stesse sforzando di ricostruire un puzzle a cui mancavano delle tessere.
«Sì, esatto! Il braccio, la gamba… i tuoi Auto-mail li ho costruiti io! Sforzati di ricordare, ti scongiuro! »
Ora che la speranza era rinata dentro di lei, Winry avrebbe fatto di tutto pur di riportare indietro Ed. Anche l’idea che stava a poco a poco nascendo nella sua mente non le sembrava più tanto assurda nella sua pericolosità.
«Non immagini nemmeno quanto ho sofferto in tutto questo tempo. » continuò. «Quanto ho desiderato averti vicino. Nemmeno io mi ero resa conto di quanto avessi bisogno di te e di quanto ti volessi bene. Lo so, sto continuando a ripeterlo, ma mi sono pentita così tanto di non avertelo mai detto che ora non posso farne a meno…»
«Non capisco. Quello che dici non ha senso. Vuoi bene a me o a Edward? »
Quella domanda di Pride lasciò Winry senza parole. Sarebbe stato troppo semplice rispondere che era la stessa cosa, anche perché in quel momento non era la verità.
«Ora sarò io a farti una promessa: riusciremo a sistemare le cose, vedrai. Tornerà tutto come prima, troveremo un modo. Io so che anche tu lo troverai. »
Erano parole azzardate, ma aveva bisogno di crederci. Quel modo esisteva e il primo passo per trovarlo era porre le fatidica domanda che avrebbe dato il via all’idea che le frullava in mente da un po’. Doveva solo trovare il coraggio di farlo. Non sapeva a cosa andava incontro e il rischio di non fare ritorno era grande, ma non esisteva nessuna alternativa e la contropartita era la vita con Ed, i giorni felici sempre promessi e mai davvero raggiunti. Il ricordo del suo sorriso solare le diede il coraggio di parlare, era disposta a tutto pur di rivederlo.
«Esiste una sola persona che conosce tutta la verità. La persona che ha ucciso Ed e creato Pride. Vorrei che tu mi portassi dalla tua padrona. »

Quando Alphonse, il generale Mustang e il tenete Hawkeye irruppero nel magazzino trafelati e senza fiato, lo trovarono deserto.
Incapace di arrendersi a quello spettacolo desolante, il ragazzo prese a correre avanti e indietro per il cantiere alla disperata ricerca di indizi.
«Sono arrivato troppo tardi! Oh, Dio, ti prego, fa che Winry sia salva! Fratellone, ti scongiuro, non compiere altre atrocità! »
Quando tornò nel deposito principale, vide Hawkeye che esaminava alcune tracce a terra.
«Se ne sono andati da poco, le impronte sulla polvere sono fresche. Sembra che non ci sia stata nessuna colluttazione. » stava dicendo la donna mentre Mustang si era a sua volta chinato con espressione apprensiva. «Winry doveva essere seduta qui. » continuò indicando un angolo accanto al muro. «Si è spostata con le sue gambe quindi presumo che stia bene, l’andatura non è zoppicante o altro. Un’altra persona invece era rannicchiata qui. » Questa volta indicò il pavimento ad alcuni metri di distanza. «Dalle tracce rimaste presumo indossasse un soprabito lungo. Sono usciti entrambi da quella porta. » concluse indicando l’ingresso.
«Dove possono essere andati? Se Winry l’ha seguito senza fare storie non può significare niente di male, vero? » esclamò Alphonse non potendo tacere oltre.
«Dipende. » obiettò Mustang. «Esistono molti modi per costringere una persona. Perlustreremo ancora questa zona, nel frattempo… Tenente! Trova un telefono e dirama un ordine di controllo di tutte le stazioni e delle strade che portano fuori dalla città. Fornisci le descrizioni di Winry e Fullmetal con l’ordine tassativo di avvertirmi se vengono avvistati. Nessuno deve tentare di fermarli, quell’Homunculus è un killer, non voglio altri morti. Vai! »
«Sissignore! » esclamò Riza scattando sull’attenti e uscendo di corsa.
«In questo modo se tentano di lasciare Central City lo sapremo, » continuò rivolto ad Al. «e se siamo fortunati seguendoli troveremo anche il covo di questa Dante. »
«Non trova strano che abbia portato Winry proprio qui? » disse Alphonse. «Forse è perché è stato un loro nascondiglio, però vorrei credere che in lui sia rimasto qualcosa di mio fratello…»
«Anch’io vorrei poterlo pensare, ma ora non possiamo permetterci distrazioni. La cosa più importante è che, quando giungerà il momento, tu faccia quello che va fatto. »


***
“All this time when I would have said

Wait, and please stay
Did you mean to push me away?
Please wait and just say
Is there a way that could replace
The times you never said
How've you been?
Do you need anything?
Want you to know I'm here?
Want you to feel me near?

Yeah...and I hope
I hope that you will find your way
Yeah...and I hope
I hope there will be better days...”

Stay © Elisa


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti!! Avete passato un buon White Day? Spero di sì! Il mio è stato... bhè, è stato. I cioccolatini a S. Valentino li avevo fatti, ma purtroppo non siamo in Giappone quindi nessuno si è sognato di ricambiare. Basta il pensiero, mettiamola così... :-p ^_^
A proposito del capitolo, ci tenevo a precisare che la canzone che lo accompagna è la seconda "colonna sonora ufficiale" della fic. Dalla prima volta che l'ho sentita, ho cominciato a chiedermi: "Perchè lei si sta pentendo di non avergli chiesto di restare? Dov'è andato lui? Cos'è successo nel tempo perduto che devono recuperare? Insomma, cosa stanno rimpiangendo questi due?" Si può dire che tutta Love & Pride sia nata su queste basi, quindi è una canzone mooooolto importante. Tutt'ora quando la sento mi viene un nodo in gola. Per chi vuole, la traduzione è come al solito dopo le risposte.
fre: Grazie! Winry si è abbastanza calmata, come hai visto. Direi che ormai Pride non le fa più paura e credo che questo sia un bene!
MisaMisa: Con calma la confusione inizierà a dipanarsi. Al e Roy sono sulla pista giusta!
MalkContent: Sono abbastanza d'accordo con te per quanto riguarda le emozioni degli Homunculus (tranne che per Envy, per me è un caso a parte. Capisco come si sente, ma non accetto la sua crudeltà e la vendetta trasversale. Dubito che gli perdonerò mai il finale dell'ep. 50...). In questo capitolo Pride si è decisamente lasciato andare e si può dire che abbia recuperato i sentimenti che era convinto di non possedere. In realtà il suo bisogno assoluto di sapere deriva proprio dal fatto che è umano. Conosco qualcuno che entrerebbe di corsa nel tuo Comitato per la salvaguardia dei diritti degli Homunculus, ovvero colei che ha creato Maris! ^_^
kogarashi: 5/6 capitoli di fila? Che voglia! Complimenti per la resistenza e grazie mille dei complimenti! Mi fa davvero piacere che la storia ti abbia preso a tal punto! Perchè evitare di dire che Pride è da sbavo? Forse perchè è (era?) una sorta di killer psicopatico? Ma esprimiamoci, dico io! ^O^ Anche se il paragone con Ed io non risco a farlo, per me sono una cosa sola...
meby138: Sì, in effetti adesso tutti i risvolti della trama e le azioni dei personaggi dipendono esclusivamente da quello che passa per la testolina di Pride (alla faccia di Dante che insiste nel dire che è privo di volontà!). Riguardo alle intenzioni di Al (e a quelle di Roy) per il momento mi è stato imposto il più assoluto riserbo, si tratta di un segreto militare. ^_^ Spero che la minestra non si sia scotta!
crilli: Allora, presa la camomilla? Gliel'ha preparata lei, vero, sig. Alucard? ^_^ Spero che i risvolti questa volta non siano stati troppo "emozionanti", mi sentirei in colpa per ulteriori svenimenti...:-p Lo scorso capitolo era corto? Davvero? Ti sembrerò stordita ma credevo che fossero tutti più o meno lunghi uguali...
saku_chan the crazy dreamers: Grazie per aver commentato anche se eri di fretta! Si può dire che le parole di Winry abbiano sortito un certo effetto! A presto!
Chibisimo: Ed non si sarebbe comportato così ma Pride è un'altra cosa (anche se tre righe sopra ho detto che sono la stessa cosa...:-p). Pride non ha la più pallida idea (conscia) di chi sia Al, sente solo che avvicinarglisi lo fa stare male, per questo si porta via Winry, l'unica che può avvicinare senza rischiare danni. Ma non preoccuparti, Al non resta certo con la mani in mano!
lunachan62: Bentornata! Sono davvero contenta che continui a seguire e recensire la mia fic nonostante tu l'abbia già letta in anteprima e sia piena di impegni di studio! Grazie davvero!

Ecco la traduzione:
Non hai osato dire una singola parola
non ho osato chiederti qualcosa in più
ho mantenuto le mie domande segrete nel profondo di me
ma avrei voluto farti sapere di tempo fa, quando avrei detto

aspetta, e per favore resta
intendi spingermi via?
per favore aspetta e resta
volevi che andasse in questo modo?

vorresti sapere cosa ho passato?
per tutto questo tempo, tutto questo tempo
vorresti sapere anche che mi sei mancato?
e che ti ho in mente
e sei stato e sarai parte di me
una parte che non riesco a trovare
e sei stato perdonato per il tuo silenzio
tutto questo tempo quando avrei detto

aspetta, e per favore resta
intendi spingermi via?
per favore aspetta e dimmi
c'è un modo per poter rimpiazzare
il tempo in cui non mi hai mai chiesto
"come stai? hai bisogno di qualcosa?
vuoi sapere che sono qui? vuoi sentirmi vicino?"

si... e spero che troverai un modo
si... e spero che ci saranno giorni migliori

Volevo approfittarne per ringraziarvi tutti ancora una volta, lo scorso capitolo è stato il più recensito della fic e questo mi ha fatta davvero felice! Grazie a tutti!
YUKI-CHAN




Next -> "Verità o follia? Essere o non essere?"
(«A quanto pare il mio Hohenheim non apprezza più l’aspetto di quella sgualdrina per cui mi ha tradita. » continuò Dante. «Ora preferisce una come te. Poco male, il tuo corpo è ancora giovane e sarà un contenitore perfetto. »)

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Capitolo 26
*** Verità o follia? Essere o non essere? ***


Love & Pride 26 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



16
***
VERITA' O FOLLIA? ESSERE O NON ESSERE?



“I’ve been looking in the mirror for so long.
That I’ve come to believe my soul on the other side.
Oh, the little pieces falling, shatter.
Shards of me,
Too sharp to put back together.
Too small to matter,
But big enough to cut me into so many little pieces.
If I try to touch her,
And I bleed,
I bleed,
And I breathe,
I breathe no more...”

Breathe no more © Evanescence


***


Lo specchio era sempre stato lì, nella stanza arredata con mobili antichi ed eleganti, sopra la cassettiera. Semplicemente non si era mai soffermato ad osservarlo, anzi non si era mai nemmeno chiesto perché tra i suoi compagni fosse l’unico ad avere una stanza così. Ora invece non riusciva a distogliere lo sguardo dalla superficie fredda e l’immagine che gli veniva rimandata era completamente diversa da quella che si era aspettato: il ragazzo nello specchio non aveva tatuaggi sul corpo, i suoi capelli biondi erano intrecciati e il soprabito che indossava era rosso. Quando aveva alzato la mano per sfiorare il vetro, quella del riflesso che aveva incontrato la sua era meccanica.
Pride era rimasto immobile a fissare quell’immagine, la mente affollata da mille pensieri.
«È quella la mia vera natura? La mia anima? Io sono un Homunculus, non dovrei avere un’anima, eppure… Cos’ho dimenticato? Quale parte della mia esistenza precedente potrebbe distruggere quella attuale? Io chi sono davvero? Cos’ho fatto? Esiste qualcosa dentro di me, una parte di me, che non deve venire alla luce. Se succedesse… No, ho paura! Non dovrei nemmeno conoscere il significato di questa parola eppure questo gelo non può essere altro. Non farlo! Non pensare! Mi ucciderebbe! »
Pride si accasciò sul pavimento respirando affannosamente. Nei suoi ricordi si rincorrevano immagini confuse, suoni, voci, nomi ripetuti all’infinito. Un grido straziante in una notte di pioggia, il freddo dell’acciaio, il peso di una tristezza infinita e poi il barlume di una speranza, il calore di un sentimento e di nuovo il baratro della disperazione.
Mamma…
Alphonse…
Winry…
Roy…
Edward… Fratellone… Ed… Fullmetal…

Vide il panorama di una cittadina, poi una luce rossa che avvolgeva l’orizzonte dissolvendo ogni cosa. Al centro di quella desolazione, una pietra scarlatta grossa come il suo pugno. Una pietra che, nel suo immaginario, grondava sangue innocente.
Il prezzo dei suoi errori che veniva pagato da altri.
Lo scambio equivalente non esiste…
EDWARD ELRIC.

Una mano sulla bocca, gli occhi sbarrati.
«Cos’ho fatto…? »

Nel momento esatto in cui avevano messo piede in quell’enorme villa tra i boschi, Winry era stata bruscamente separata da Pride. Un Homunculus, la stessa ragazza che aveva visto per strada, l’aveva trascinata nel seminterrato e rinchiusa in una stanza. Pride non aveva mosso un dito. Le sue urla e i colpi alla porta erano serviti solo a farle venire male alla gola e alle mani. Aveva notato però che sia la ragazza, Maris, che il suo compagno, che aveva riconosciuto come l’Homunculus Envy, sembravano turbati dalla sua presenza. Probabilmente questo non era previsto in una sorta di piano stabilito in precedenza. Infatti, non appena l’aveva vista, Envy aveva ringhiato di eliminarla seduta stante per evitare guai futuri. Doveva ringraziare Maris, se così si poteva dire, se questo non era ancora successo. A quanto pareva non era loro concesso di agire in modo completamente autonomo e dovevano attendere il ritorno della loro padrona per quel tipo di decisione. Da quel momento li aveva sentiti discutere animatamente e l’argomento era innegabilmente Pride. Envy era talmente infuriato che la sua voce giungeva nitida fino a lei.
«Un bacio?! Si può sapere cosa ti passa per il cervello? Proprio a lui! »
La risposta di Maris, che evidentemente si stava esprimendo con un tono più decente, non le giunse chiara.
«Non me ne frega niente se era un diversivo! Ne ho abbastanza di averlo tra i piedi! » rispose Envy. «Guarda che casino ha combinato! Si è pure portato dietro la ragazzina! E quella donna non fa altro che amoreggiarci! Ha completamente perso la testa! Maledetto nanerottolo, avremmo fatto meglio a lasciarlo crepare in quel magazzino! »
Winry si irrigidì. Quella era la conferma definitiva. Mentre si accasciava accanto alla porta tremando leggermente, un pensiero fugace e inopportuno le attraversò la mente: cosa significava “amoreggiarci”? Scosse la testa, non era il momento di soffermarsi su idee del genere. Doveva rimanere lucida, non poteva dimenticare di trovarsi in un covo di assassini e di esserci per uno scopo ben preciso.
Improvvisamente una voce acuta squillò rendendosi udibile anche a lei.
«Envy! Falla finita! Cos’è tutto questo chiasso? Vedo che sei tornata, Maris. Dov’è Pride? Mustang è ancora vivo e voi avete parecchie cose da spiegarmi! »
Era lei, Dante. Ora tutti i nodi sarebbero venuti al pettine.
Winry sentì i tre salire delle scale probabilmente diretti al piano superiore e sperò ardentemente che non avessero cattive intenzioni verso Pride. Al contrario, dopo qualche minuto, sentì in lontananza un nuovo scoppio d’ira di Envy.
«NO, SONO IO CHE NE HO ABBASTANZA DI QUESTA BUFFONATA! MI PRENDI IN GIRO?! MI SONO ROTTO DI STARE AI TUOI COMODI, HO CHIUSO! »
Sentì una porta sbattere – o era una finestra? – e il rumore di un vetro infranto. Poi, passi affrettati che scendevano le scale e di nuovo porte sbattute. Seguì un silenzio talmente prolungato che Winry si chiese se non se ne fossero andati tutti. Per questo quando la serratura della stanza scattò, sobbalzò per la sorpresa e si rifugiò contro la parete opposta con il cuore che batteva all’impazzata. La figura che apparve nell’ingresso, avvolta nel frusciante abito azzurro, la lasciò senza parole.
«La… signora… Trisha…? » balbettò.
No, era decisamente troppo giovane, eppure la somiglianza era impressionante.
«Bhè, non si può certo dire che tu sia bella. » esordì la ragazzina squadrandola. «A quanto pare però lui nutre un certo interesse per te e questo è sufficiente. »
«Tu… sei Dante? » osò chiedere Winry.
Era davvero lei la colpevole di tutte le loro sofferenze?
«Dov’è Ed? Cosa gli hai fatto? Come hai potuto ridurlo in quello stato? »
«Affamata di risposte, vedo. » commentò Dante con una smorfia impertinente sul viso infantile. «Seguimi allora e avrai la tua verità. »
Così dicendo uscì dalla stanza e si avviò lungo il corridoio che risaliva fino all’atrio della villa. Winry la seguì, ancora scossa dai tremiti, fino alla base delle scale che portavano al primo piano. Lì Dante si voltò e la trafisse con i suoi occhi verdi, così simili a quelli di Trisha e allo stesso modo così diversamente crudeli.
«Ho fatto solo quello che lui mi ha chiesto. In questo modo entrambi abbiamo ottenuto quello che volevamo. Ho ridato la salute a suo fratello e in cambio mi sono presa la sua anima. Ora mi appartiene completamente, nel corpo e nello spirito! »
Sembrava godere dello sconvolgimento di Winry. Donna crudele, come poteva arrivare a tanto?
«Ed non avrebbe mai voluto diventare un Homunculus! » trovò la forza di protestare la ragazza.
«No, infatti. Lui si sarebbe lasciato morire, ma io lo volevo per me. È il mio Hoheneheim che è tornato dall’altro mondo per trascorrere l’eternità insieme a me. »
«È pazza, sta delirando! » pensò Winry terrorizzata. «Rivede in Ed suo padre morto. Ha fatto tutto questo per legarlo a sé! »
«Però a quanto pare il mio Hohenheim non apprezza più l’aspetto di quella sgualdrina per cui mi ha tradita. » continuò Dante. «Ora preferisce una come te. Poco male, il tuo corpo è ancora giovane e sarà un contenitore perfetto. »
Winry si sentì prendere dal panico quando l’afferrò per un braccio con una forza inaudita per la sua figura esile. Tentò di liberarsi dimenandosi più che poteva, ma quella donna non aveva la minima intenzione di lasciare la presa.
«Dovremmo andare in laboratorio, ma siccome sei tanto restia, temo che dovrò farlo qui…»
Così dicendo Dante estrasse da una tasca dell’abito una grossa pietra scarlatta. Winry la vide luccicare sinistramente alla debole luce che filtrava dalle finestre.
«La vedi? » mormorò soavemente. «Questa è la pietra filosofale, il sogno proibito di ogni essere umano, e lui l’ha creata per me. Solo ed esclusivamente per me, per permettermi di trascorrere l’eternità insieme! »
Winry si ritrasse mentre Dante le avvicinava la pietra al volto. Voleva gridare ma il terrore le bloccava la voce.
«Ed! Ed, aiutami! »
«Stai tranquilla, non sentirai niente. Sparirai semplicemente, o almeno credo. Non sono mai stata dall’altra parte, io. »
Le parole di Dante vennero interrotte da un clangore metallico e dal rumore di qualcosa che cadeva a terra infrangendosi.
Quando Winry osò riaprire gli occhi, vide la mano che l’aveva trattenuta sanguinare e il pavimento attorno ai suoi piedi ricoperto di schegge rosse. Poco lontano un pugnale era infisso nel suolo.
Lo sguardo della ragazzina era rivolto verso la cima delle scale e quando Winry lo seguì, incrociò due occhi dorati fiammeggianti d’ira e incredibilmente vivi.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ok, evidentemente il masochismo è insito nel mio essere. Non ce la faccio. Non ce la posso fare. Sono reduce dalla terza visione del film di FMA, questa volta su Mtv, e speravo che tra le pubblicità e tutto il resto questa volta sarebbe stato diverso. Cioè, l'avrei visto interrotto almeno quattro volte, con i miei che mi giravano attorno e mi parlavano, avrei perso tutta la suspance e buonanotte. Sì, buonanotte veramente! Nel senso che se ne sono andati tutti a dormire e me lo sono vista da sola nel silenzio più totale godendomelo dalla prima all'ultima virgola. Morale? Ho pianto per la terza volta. Sapevo che sarebbe finita così, me lo sentivo, ma ho voluto vederlo lo stesso. Se non è masochismo questo... Spero che questa nota mi distragga un po' visto che il risultato dell'ultimo sonno post-film è stato "Una storia che vale"!
Parlando del capitolo, stavolta succedono davvero un sacco di cose. Prima tra tutte la presa di coscienza di Ed/Pride, seguita a ruota dalla scenata di gelosia di Envy (ebbene sì, lui e Maris stanno insieme) e dall'abbandono di entrambi della causa di Dante. Non ho volutamente descritto la scena perchè fa parte di quella storia incentrata su Maris che sta scrivendo la mia amica Miki. Se mai la finirà, sarà proprio dal pov di Maris. Io, per non dover scendere nei particolari, ho pensato che quello di Winry, estranea alla scena, fosse il migliore. E...(rullo di tamburi) last but not least, ecco entrare in scena anche la tanto agognata pietra filosofale! Che ne dite? Abbastanza colpi di scena per un solo capitolo?
crilli: A proposito di colpi di scena... Sei ancora viva? Temo finirà che tuo marito se la prenderà con me e mi tenderà un agguato esigendo giustizia... me tapina!
MisaMisa: Grazie! Quello che posso dirti per il momento è che Dante è partita per la tangente. Qualcuno la fermerà?
by ila: Grazie per esserti messa in pari e aver recensito due capitoli in uno! Sono davvero contena di riuscire a coinvolgere chi legge! Ho tentato di immedesimarmi il più possibile in Winry per scrivere quella parte e se dici che ti sei commossa, significa che ho ottenuto l'effetto che volevo! In realtà Roy non è affatto freddo, vedere Pride (che è una creatura senza anima) e riconoscere in lui una persona "viva" come Ed l'ha sconvolto parecchio ma, come dice Al, se anche lui si facesse prendere dal panico sarebbe la fine, quindi si sforza di agire con razionalità per tutti.
meby138: Sì, sì, tieni il bazooka a portata di mano, può sempre servire... Winry si è infilata dritta dritta nella tana del nemico cacciandosi in un guaio più grosso di lei. Un applauso, prego! ^_^ Sai, quando descrivo le scene me le figuro disegnate e animate. Nella mia testa i personaggi si muovono e l'intera storia si svolge come se stessi guardando una seconda serie animata. Forse è per questo che certe descrizioni o le reazioni di alcuni personaggi mi vengono così spontanee. Perchè lo ho lì, davanti agli occhi.
Siyah: Innanzi tutto ti ringrazio per aver recuperato la mia storia e per aver tentuto fede alla regola "non giudicare mai al primo sguardo/lettura"! Quando ho iniziato a pubblicarla ero un po' preoccupata proprio perchè c'erano in giro un sacco di fic su un'ipotetica morte di Ed e anche diverse con Pride. Temevo di risultare noiosa e ripetitiva. Invece ho ricevuto un sacco di bellissime recensioni che mi hanno rassicurata! ^///^ Mi sono impegnata per mantenete i personaggi più IC possibile (e mi fa piacere che si noti) e, proprio come dici, ho puntato parecchio sulle reazioni emotive. Infatti la parte centrale della storia è praticamente priva di azione. Quanto al finale, posso dirti essendo reduce dal magone post-film, che io una cosa del genere la odio, quindi... ^_^
saku_chan the crazy dreamers: Sì, in quella scena una parte di Pride stava effettivamente urlando: "Io sono Edward Elric!" ma l'altra si stava chiedendo che cosa stesse succedendo, chi fosse Edward e perchè quella ragazza che non conosceva gli faceva dire cose che non sapeva da dove venissero. Roba da crisi di identità, poverino... Adesso finalmente si è schiarito le idee e si capisce perchè Maris sostenesse che la sua condizione precedente non fosse poi così male... Dante è meglio che si prepari... >_<
noemi_878993: Benvenutaaaaa!!! Grazie per i complimenti! Ho sempre pensato che in realtà Winry fosse un personaggio sì forte, ma anche molto sensibile. La serie animata non le ha reso giustizia, ogni volta che Ed si allontana lei soffre ma questo passa sempre in secondo piano. Volevo che avesse un ruolo un po' più importante visto che in realtà la "casa" di Ed è lei.
Chibisimo: Mi sto seriamente preoccupando! Sei viva? Stai bene? Non voglio averti sulla coscianza! Lascia perdere Al, distrai la mente, immagina... non so... di prendere a pugni Dante, ecco! Va meglio? ^_^ Ah, le intenzioni di Al... e di Roy...

Ancora grazie a tutti per le bellissime recensioni!
Di seguito la traduzione della canzone:

Ho guardato nello specchio così a lungo
che ho finito col credere all’esistenza della mia anima dall’altra parte.
Oh, i piccoli pezzi cadendo si distruggono.
Frammenti di me,
troppo taglienti per rimetterli a posto
troppo piccoli per contare qualcosa
ma abbastanza grandi da tagliarmi in tanti pezzettini.
Se cerco di toccarla
sanguino
e sanguino,
e non respiro
non respiro più.

YUKI-CHAN




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(«Ferma! Non entrare nel cerchio! Torna indietro, Winry! »
«No. »
«Stammi lontana! »
«NO! »)

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Capitolo 27
*** Il desiderio di un essere umano ***


Love & Pride 27 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



17
***
IL DESIDERIO DI UN ESSERE UMANO


Senza distogliere lo sguardo dalle due ragazze, Pride batté le mani, si chinò e le posò sul pavimento. Un alone azzurrino percorse l’intera gradinata ma apparentemente non ebbe nessun effetto. L’Homunculus ripeté il gesto ed estrasse dalla parete una lancia, che puntò inesorabilmente contro di loro.
Winry sentiva l’aria crepitare di energia ed era certa che anche gli altri due l’avvertissero. Una volta Ed le aveva spiegato che compiere trasmutazioni in presenza della pietra filosofale era molto rischioso. Allora perché lo stava facendo? Winry era certa che quello fosse Ed, lo aveva capito dai suoi occhi, vivi e brillanti come non mai. Era di nuovo sé stesso e l’aveva salvata.
Mentre scendeva le scale, sempre con la lancia spianata, Pride indicò con un gesto di disprezzo le pietre al suolo.
«Ecco cosa ne è del tuo sogno, del cosiddetto sogno di ogni essere umano. Si tratta solo di un’inutile illusione per raggiungere la quale non hai esitato a sfruttare egoisticamente quelli che definivi tuoi figli, facendo compiere loro ogni sorta di atrocità. Non si può più definirti un essere umano, ormai sei solo un mostro. »
Dante vacillò leggermente sotto il peso di quelle parole dure e distolse per un attimo l’attenzione da Winry.
«Come puoi parlarmi in questo modo? » protestò. «Ho fatto tutto questo solo per poter vivere con te! Tu mi appartieni! Sei mio anima e corpo! Non ti permetterò di abbandonarmi a causa di questa ragazzina! »
Così dicendo si voltò di scatto e afferrò di nuovo Winry che aveva tentato di allontanarsi, strattonandola con violenza e con l’altra mano brandì il pugnale che era sul pavimento.
Quando la ragazza vide la lama calare su di lei, non riuscì a fare altro che chiudere gli occhi e urlare. Il colpo fatale però non la raggiunse mai. Osò tornare a guardare solo quando sentì il corpo di Dante afflosciarsi addosso al suo con un’esclamazione strozzata. Il sangue le macchiava il vestito, la lancia, scagliata da Pride, la trafiggeva.
«Per me? » disse l’Homunculus in tono sprezzante. «Hai fatto soffrire così tante persone per un motivo così futile? Guarda bene, perché ora la causa di tutto metterà fine a questo circolo vizioso. »
Fece alcuni passi indietro e improvvisamente il pavimento attorno a lui si illuminò di un bagliore azzurrino mentre il cerchio alchemico che vi era impresso si attivava. Il simbolo di Dante, il serpente avvolto attorno alla croce, appariva nitido sulle piastrelle, quello stesso simbolo che Ed aveva portato sulla schiena per tanto tempo, inserito nell’unico schema in grado di neutralizzare un Homunculus. E Pride vi era entrato volontariamente.
Spaventata, Winry si scrollò di dosso il corpo di Dante correndo verso di lui.
«Ed! Cosa vuoi fare? »
Una risatina gorgogliante alle sue spalle la gelò sul posto.
«Credi che questo… serva a qualcosa… Pride? » ansimò Dante sottolineando particolarmente quel nome. «Hai dimenticato? Quel cerchio… da solo… non può neutralizzare un Homunculus… Serve una parte… del corpo originale… ma il tuo…Oh! Non esiste più! È questo il tuo destino… Non potrai ottenere la morte… nemmeno se la brami… Ormai neanche tu puoi più definirti… essere umano. Hohenheim… mio capolavoro…»
A quelle parole Pride crollò in ginocchio con espressione disperata. Winry, che si era fermata per un attimo, avanzò di quei pochi passi che la separavano da lui. “Non potrai ottenere la morte nemmeno se la brami.”? Significava che Ed voleva morire? Conoscendolo sapeva bene che sarebbe stato disposto a tutto per espiare una colpa e se ora la sua mente era di nuovo lucida, il peso del peccato doveva apparirgli così abominevole da non riuscire a vedere altra soluzione possibile. No! Questo Winry non poteva accettarlo! Non tollerava l’idea di perderlo di nuovo, questa volta definitivamente, e di rivivere l’inferno di quel dolore che la stava consumando.
«Ferma! Non entrare nel cerchio! »
L’esclamazione secca di Pride tentò di impedirglielo ma lei lo ignorò.
«Torna indietro, Winry! »
«No. »
«Stammi lontana! »
«NO! »
Azzerò la distanza e gli gettò le braccia al collo.
«Scordatelo! Hai capito? Scordatelo! Scordatelo! Scordatelo! » esclamò con la forza della disperazione. «Non ti lascerò morire, levatelo dalla testa! »
Avvolto dalla stretta di quelle braccia calde, Pride sembrava aver perso ogni energia.
«Winry…»
«Ti avevo promesso che avremmo sistemato tutto, te lo ricordi? Avremmo trovato il modo! Adesso non puoi decidere di comportarti da egoista e abbandonarci di nuovo! Hai idea per quanto tempo ho aspettato questo momento? Hai idea di come mi sia sentita in quella maledetta stanza d’ospedale con Alphonse a malapena cosciente e il generale Mustang che ha detto quella frase? Dio, non la scorderò mai! “Non sono riuscito a salvare Edward.” Mi sono sentita morire anch’io! Non voglio mai più sentirmi così, mai più! Mi sembrava di essere stata chiara, non permetterò che tu mi metta da parte! Se davvero vuoi espiare la tua colpa, allora non è certo scappando che ci riuscirai! Vivi! Hai capito? Vivi! Devi vivere! »
Le lacrime che traboccarono oltre le ciglia interruppero quel fiume in piena di parole.
«Questo anello…» mormorò Pride prendendo la sua mano sinistra. «Non dovresti portarlo. »
Winry lo colpì con un pugno rammaricandosi di non riuscire ad imprimervi più forza.
«Scemo! » esclamò tra i singhiozzi. «Non mi hai neanche fatto una proposta decente! »
E Pride, anzi Edward Elric, nonostante il dolore lacerante, l’immenso peso della colpa e il desiderio di morte, si trovò ad abbozzare un sorriso.

Il viaggio fino a quella regione montagnosa dell’est non aveva incontrato ostacoli di sorta. Erano riusciti ad attraversare il bosco che circondava la villa senza difficoltà. Era stato tutto troppo facile, quindi ora Alphonse era certo che oltre quella porta avrebbero trovato qualcosa di orribile. Dopo aver lasciato il tenente Hawkeye di guardia al margine della radura, il ragazzo si stava avvicinando con circospezione all’ingresso insieme al generale Mustang, quando un urlo spezzò la quiete della sera che calava.
«VIVI! DEVI VIVERE! »
«È Winry! » esclamò Al allarmato abbandonando ogni remora e precipitandosi verso il portone. Ci si gettò contro aspettandosi di trovarlo chiuso, ma quello si spalancò al primo colpo facendolo quasi ruzzolare all’interno seguito a ruota da Mustang.
Quando rialzò gli occhi sull’atrio della villa, quello che vide lo lasciò senza fiato: alla base delle scale c’era una grossa pozza di sangue circondata da altre tracce e una scia che si dirigeva verso un ingresso laterale. Schegge rosse erano sparse un po’ ovunque attorno a una lancia dalla forma a lui nota, ma quello che attirò immediatamente la sua attenzione fu il grande cerchio alchemico impresso sul pavimento al centro del quale si trovavano Winry e Pride.
Un’ondata di sentimenti confusi crebbe dentro di lui. Quel ragazzo era un Homunculus o al suo interno sopravviveva ancora qualcosa dell’anima di suo fratello? No, gli Homunculus non hanno un’anima. Allora perché stava abbracciando Winry in quel modo? Perché la sua espressione carica di dolore e i suoi occhi dorati erano così terribilmente vivi? Al non riusciva a muoversi. Se era ancora tormentato da dubbi del genere, come poteva andare avanti?
Una mano si posò sulla sua spalla.
«Sai quello che devi fare, vero? » disse Mustang. «Tu sei l’unico che possa riuscirci. »
Al rabbrividì. Non sapeva che effetti avrebbe ottenuto, ma ormai era tardi per i ripensamenti. Doveva fare almeno un tentativo. Lo doveva a sé stesso, a Mustang, a Winry e… sì, lo doveva soprattutto a suo fratello.
«Winry! » esclamò.
La sua voce riecheggiò amplificata dall’alto soffitto e la ragazza si voltò verso di lui con un’espressione dapprima sorpresa e poi sollevata.
«Al! Meno male che ci hai trovati! Al, Ed è…»
Anche Pride lo stava guardando. Sul suo volto Al lesse stupore, sollievo e affetto, quell’affetto profondo e incondizionato che fino a quel momento aveva visto solo in Ed.
«Winry, esci dal cerchio! Subito! » esclamò interrompendo le parole della ragazza e tentando di ignorare lo sguardo dell’Homunculus.
Raccolse un frammento di pietra da terra e avanzò. Più si avvicinava più vedeva quello sguardo caldo farsi di ghiaccio, il corpo irrigidirsi. Con passo deciso varcò il confine del cerchio e in quel momento vide Pride scattare all’indietro. Il cerchio alchemico si illuminò per un attimo di luce rossa impedendogli di allontanarsi oltre. La pietra filosofale lo aveva attivato, ora che il processo si era avviato non si poteva più tornare indietro.
«Allontanati da lui, Winry! » ripeté. «Esci subito dal cerchio! »
Ora la ragazza era spaventata.
«Perché? Cosa vuoi fare? Al, rispondimi! »
Fu Mustang ad allontanarla quasi di peso.
«Questo è tutto quello che possiamo fare. » le disse. «Fidati di lui. »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buona Pasqua a tutti!!
Che bello!!! Lo scorso capitolo è stato recensito da un sacco di nuovi lettori e questo mi ha resa felicissima! Grazie a tutti!! Ormai siamo alle battute finali, come credo tutti abbiate capito, però spero di riuscire a tenervi sul filo del rasoio almeno per un altro capitolo senza che mi consideriate troppo cattiva. ^_^
Bene, visto che la scorsa volta mi sono dilungata fin troppo, passo subito alle risposte!
Lady Greedy: Benvenuta! (lo dirò a tutti) Grazie per i preferiti, sono lusingata! Sono d'accordo con te su Pride, è un personaggio molto versatile e ognuno può vederlo come preferisce, per questo è molto affascinante. A me il suo lato tormentato fa molta tenerezza (come del resto me la fa anche Ed). Quanto a Dante, per conoscere la sua sorte dovrai aspettare il prossimo capitolo... Certo che il suo aspetto ha un motivo, niente è un caso e le coincidenze non esistono. Dante è fondamentalmente gelosa di Trisha che le ha portato via l'uomo che amava, per questo ha assunto il suo aspetto per riconquistarlo. Poco le importa che Hohenheim sia in effetti morto, sfrutta comunque questa cosa per costringere Ed a cederle e per tenere con sè Pride come sostituto. Infatti lo chiama "mio Hohenheim". Per lo stesso motivo quando si accorge che Pride/Ed è attratto da Winry, tenta di impossessarsi del suo corpo. Lo so che è un ragionamento contorto, ma ho sempre pensato che a lungo andare Dante fosse impazzita...
Miranda chan: Benvenuta! Ancora nei preferiti! Grazie!! Complimenti per la pazienza di esserti letta tutto di fila! In effetti questa fic nasce apposta come alternativa al film (pur tenendo conto dei due anni che Ed passa oltre il Portale) anche se all'epoca non lo avevo ancora visto. Purtroppo conscevo già a grandi linee la trama e siccome non finiva bene per nessun personaggio, ho pensato di inventarmi una sorta di "seconda versione". Grazie ancora per i complimenti! ^_^
saku_chan the crazy dreamers: Povero Pride, che tenerezza mi fa! La storia tra Envy e Maris non è farina del mio sacco, come dicevo, e io stessa sono in fervente attesa di leggerne il seguito! Quanto alla pietra filosofale, si sa = guai+guai+guai!
Silvia91: Benvenuta! Whaaaa! Una novella fan! (magari fossi riuscita a vedere le repliche, io sono una di quelle che se l'è visto una volta a settimana per più di un anno e mezzo! Da patema!) Mi fa molto piacere che ti sia capitata subito sott'occhio la mia fic e che ti sia appassionata al punto da leggerla tutta nonostante la lunghezza! Grazie!! Ho tentato di restare il più possibile fedele alle tematiche della serie (lasciando perdere il film che è un universo a parte). Ringrazio anche a nome di Pride! L'AlxWin... sì, in quell'ambito era plausibile perchè in assenza di Ed i due si erano molto avvicinati, ma in generale Win riesco a vederla davvero solo con Ed. Non a caso lei non l'ha mai dimenticato.
Miko: Benvenuta! Ti ringrazio tantissimo per i complimenti! ^///^ Mamma mia, sono in imbarazzo! Bhè, è vero che la maggior parte della storia è ad alto indice di disperazione, ma la speranza è sempre pronta a fare capolino. Dopotutto sono convinta che l'uccellino blu (bluebird) non sia solo un'illusione! ^_^ A quanto pare Pride ha un seguito non indifferente, ne sono felice!
Chibisimo: Niente panico, ti prego! Come vedi Al è tornato in scena e le sue intenzioni... le vedrai nella prossima puntata! Il sadismo regna sovrano... ^_^
by ila: Grazieeee!! Più che ansia per Winry, qui ci sarebbe da essere in ansia per Ed... Dante invece (visto che nessuno è in ansia per lei e mi pare il minimo) se ne va tranquilla incontro al suo destino, vedrai!
Siyah: Mi parli del film e io potrei aprire un dibattito che dura da qui a domani, ma temo che verremmo a capo di poco visto che sono toooooootalmente d'accordo con te (a parte il fatto che questo è ufficialmente l'unico film sulla faccia della terra in grado di farmi piangere, il che lo rende doppiamente deleterio). Nota di merito alle animazioni sicuramente (dopo tre anni di scuola un po' di occhio critico ce l'ho) ma la trama è un disastro e la gratificazione sia per i personaggi che per lo spettatore è pari a zero. Quello NON è Ed e NON è FMA! Che fine ha fatto il beneamato prinicipio dello scambio equivalente? Qui tutti si sacrificano e nessuno ottiene niente! Ok ok, il principio non esiste, però così è decisamente troppo. E poi basta con gli eroi che si sacrificano per il bene del mondo! Che il mondo si arrangi una volta tanto! Confido nella sensei Arakawa per un finale più decente nel manga (possibilmente senza stragi, vi prego!) Lasciando perdere questa tirata, sì, il finale si avvicina ed era ora che Winry tirasse fuori la sua grinta! Mi piace questo suo lato deciso! Grazie ancora per i complimenti!
crilli: Edduccio-puccio!! Yeah! In realtà siamo tutte innamorate di lui, ma per non perdere la faccia tendiamo a non divulgare questa passione quindi non se la prenda e non faccia il geloso, sig. Alucard! :-p Spero che i sogni di sua moglie siano un filo più rosei dei miei post-prima-visione-del-film! Forza Ed e forza Winry, quindi! Perchè non si unisce anche lei alla nostra hola? Suvvia, non scappi a nascondersi sotto il tavolo, è indegno di lei!

Anche questa volta la nota è lunga quasi quanto il capitolo... perdonatemi ma ci tengo a rispondere a tutti! Rinnovo i miei auguri a tutti voi!
Un bacione!
YUKI-CHAN




Next -> "Sono vivo"
(«Sono tuo fratello, sangue del tuo sangue, quanto di più vicino al tuo corpo originale possa esistere.» rispose Al con la voce che tremava a sua volta. «Sono l’unico che può distruggere l’Homunculus Pride. »
«Allora fallo… fallo subito… fratellino…»)

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Capitolo 28
*** Sono vivo ***


Love & Pride 28 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



18
***
SONO VIVO



“Let him know that you know best
Cause after all you do know best
Try to slip past his defense
Without granting innocence
Lay down a list of what is wrong
The things you've told him all along
And pray to God he hears you
And pray to God he hears you

Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life”

How to save a life © The Fray


***

«Al… Al… sei davvero tu… stai bene, grazie al cielo. Dopo tutto questo, almeno tu…»
Quando Alphonse sentì pronunciare queste parole da Pride, svanì in lui anche l’ultimo residuo di dubbio nei confronti dell’Homunculus.
«Fratellone…? »
Mosse un altro passo avanti ma il volto di Pride si contorse in una smorfia.
«Non venire! Non avvicinarti a me! » esclamò. «È paradossale… un attimo fa desideravo solo morire eppure… ora che sento che la tua vicinanza potrebbe portare davvero alla distruzione di questo corpo… non lo sopporto. È assurdo…»
Alphonse scattò in avanti e lo afferrò saldamente per le spalle.
«Cosa stai dicendo? Volevi morire?! Sei impazzito? » esclamò scuotendolo. «Non devi mai rinunciare a vivere, fratellone! Mai! »
Al tocco delle sue mani, Pride emise un gemito strozzato e si piegò in avanti scosso dalle convulsioni mentre il suo stomaco rigettava le pietre rosse che era stato costretto ad ingoiare per mantenere quella forma.
«Fratellone… fatti forza…» mormorò Al mentre tentava di sostenerlo come poteva.
«Questo non… non sarebbe dovuto… succedere…» ansimò Pride tremando da capo a piedi e stringendo le braccia attorno al corpo.
«Sono tuo fratello, sangue del tuo sangue, quanto di più vicino al tuo corpo originale possa esistere.» rispose Al con la voce che tremava a sua volta. «Sono l’unico che può distruggere l’Homunculus Pride. »
«Allora fallo… fallo subito… fratellino…»
«Va bene. »
«FERMATI! »
Il grido disparato di Winry li fece sobbalzare e voltare di scatto entrambi.
La ragazza si dibatteva furiosamente a stento trattenuta da Mustang.
«Non farlo, Al! È Edward! Non lo vedi? Si ricorda di noi! Dev’esserci un altro modo! »
«Non c’è nessun altro modo! » esclamò Mustang tentando di schivare le sue gomitate. «Credi che non ci abbiamo pensato? »
«Stia zitto! » gli si rivoltò contro lei con rabbia. «Forse lei è abituato a vedere morire le persone e fare finta di niente, ma io non lascerò che…»
«Winry! »
Alphonse intervenne richiamando con decisione la ragazza. Capiva il suo stato d’animo, ma non era decisamente il caso di dire quel genere di crudeltà.
Contrariamente a quanto si aspettava però Mustang non si scompose.
«Forse non hai ben presente con chi stai parlando, signorina. » disse rafforzando la presa sulle sue braccia. «Quanto a te, per una volta potresti anche darci un po’ di fiducia. Procedi, Alphonse! »
Ricevuto l’ordine, Al tentò di escludere dalla propria mente le proteste di Winry e concentrasi su quello che doveva fare. Non era eccessivo dire che il resto della loro vita, della vita di tutti loro, dipendeva dal gesto che si apprestava a fare.
Trasse un respiro e batté le mani.
Le ultime parole che udì furono di Pride.
«Grazie…»

La luce rossa aveva invaso la stanza, talmente abbagliante da costringerlo a schermarsi gli occhi. Winry aveva smesso di dibattersi e si era accasciata sul pavimento ai suoi piedi coprendosi il volto con le mani.
Roy non aveva voluto mostrarlo, ma le sue parole lo avevano ferito. Non che fosse importante, tentava di convincersi, era solo l’ennesima ferita inferta ad un cuore già fin troppo provato. Sapeva benissimo di apparire in quel modo agli occhi di chi non lo conosceva bene e quella ragazza aveva tutte le ragioni del mondo per provare rancore verso di lui. Se quell’esperimento fosse riuscito, forse lo avrebbe perdonato almeno un po’. Si sentiva un perfetto idiota a pensare una cosa del genere, ma in quel momento avrebbe dato qualunque cosa per sentire la voce di Fullmetal che gli inveiva contro dandogli, come al solito, una sferzata di energia. Quello che udì in quel momento invece furono due suoni quasi contemporanei: quella stessa voce che lanciava un grido straziante e subito dopo l’esplosione secca di un colpo di pistola. Immediatamente la sua attenzione venne distratta dall’ennesimo tabù che veniva infranto davanti ai suoi occhi per spostarsi sulla persona che aveva tenuto lontano non per farsi proteggere ma per proteggere lei stessa.
«RIZA! »
Mosse un passo verso l’ingresso ma di nuovo un’esclamazione angosciata lo bloccò.
«Generale! La prego, mi aiuti! » invocò Alphonse.
L’esitazione di Roy durò solo un paio di secondi. Riza era un soldato addestrato, una donna forte e perfettamente in grado di badare a sé stessa. Il fatto che avesse sparato non significava necessariamente che le fosse successo qualcosa, poteva essere un colpo intimidatorio. Alphonse invece aveva bisogno del suo aiuto immediatamente ed era una questione di vita o di morte. Si avvicinò velocemente al cerchio e con un’occhiata constatò la situazione: il corpo di Pride era steso a terra esanime mentre Al teneva ancora le mani sulle sue spalle. I tatuaggi rossi erano notevolmente sbiaditi.
«Cosa devo fare? » chiese Roy incerto su come intervenire in un processo alchemico così complesso già avviato da un altro.
«L’energia è troppo forte. Una sola scheggia della pietra non è sufficiente, è già quasi completamente consumata. » esclamò Al. «Se si consumasse del tutto e il processo dovesse interrompersi a metà, non oso pensare a cosa…»
Roy non gli lasciò terminare la frase. Afferrò una manciata di schegge dal pavimento e le gettò all’interno del cerchio, badando però di tenerne in mano almeno un paio, batté le mani a sua volta e le appoggiò sul perimetro. Subito la luce rossa si intensificò, circondandolo e trascinandolo in un vortice di potere talmente intenso da fargli venire la pelle d’oca.
Poi, prima che se ne rendesse conto, si trovò in un immenso spazio bianco. Davanti a lui si ergeva un imponente portone scuro che si schiudeva lentamente. Roy lo riconobbe pur non avendolo mai visto prima. Era quello il Portale.

Colori, luci e suoni vorticavano attorno a lui in una frenetica danza impazzita e il suo cervello veniva attraversato da una quantità spaventosa di informazioni senza riuscire a focalizzarsi su nessuna. Tutta quanta l’alchimia, tutta la scienza del suo mondo, i segreti della vita e della morte si riversavano davanti ai suoi occhi come un fiume in piena: totalmente senza controllo e pronto a travolgere ogni ostacolo. Conosceva quella sensazione, sapeva di averla già provata e proprio per questo sapeva anche che la sua mente non avrebbe retto a lungo. Stava per abbandonarsi completamente al flusso di energia quando i suoi occhi si aprirono su uno spazio completamente bianco e sul Portale nero che si ergeva di fronte a lui. Quando lo vide spalancarsi lentamente, un brivido di puro terrore lo attraversò. Sapeva che oltre quella soglia lo attendeva un destino peggiore della morte. Era una sensazione di déjà vu totalmente irrazionale ma la necessità di fuggire si stava facendo sempre più pressante. Quando ormai il panico era quasi incontrollabile, una voce lo raggiunse.
«Dammi la mano. » disse. «Dammi la mano, fratellone. »
Si voltò di scatto e vide due figure protendersi verso di lui. Una sembrava circondata dalle fiamme, trasmetteva passione e forza, l’altra emanava una luce azzurra, pura e cristallina. D’istinto tese la mano verso quest’ultima e si lasciò avvolgere dal suo candore mentre la forza dell’altra li sosteneva entrambi. Si sentì cadere per un breve tratto, fu tutto buio e poi di nuovo luce abbagliante.
In quel momento Edward Elric aprì gli occhi.
La prima sensazione che provò fu quella delle lacrime che gli bagnavano le guance. Non avrebbe saputo spiegarne il motivo, ma la commozione gli serrava la gola riuscendo a manifestarsi solo in quel modo.
La seconda, così in contrasto con il freddo contro la sua schiena, fu il tepore che avvolgeva la sua mano. Spostò lentamente lo sguardo dall’alto soffitto verso sinistra e scoprì che era stretta tra quelle di suo fratello.
Alphonse aveva un’espressione sconvolta, ma quando i loro occhi si incontrarono si illuminò di una gioia talmente profonda che né il sorriso né le lacrime erano sufficienti ad esprimere.
«Fra… tellone…» articolò a fatica soffocato dai singhiozzi. Deglutì una volta e riprese. «Come… ti senti? »
Ed in realtà si sentiva stordito. Non capiva perché si trovasse sul pavimento di quella casa sconosciuta con a fianco suo fratello che piangeva a dirotto. Doveva essere successo qualcosa che al momento non ricordava ma, decise, non aveva importanza. Era molto più importante rassicurare Al. Distese quindi le labbra in un sorriso e rispose con più naturalezza possibile: «Bhè, sono vivo. »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonasera a tutti!
Ormai siamo alla fine... Vi stavate preoccupando che Al volesse uccidere Pride, eh? Hi hi! Ho tentato di lasciare le sue intenzioni in sospeso fino alla fine e spero di non essere risultata troppo scontata. Volevo fare un appunto sui capitoli precedenti: in realtà temo che la pietra filosofale non possa finire in pezzi, perchè è la materia perfetta. Lo dice Ed stesso nel 1° volume del manga a proposito della pietra fasulla di Cornello. Scusate l'immensa disattenzione! Come unico commento su questo capitolo posso dire... Ed è finito di nuovo davanti al Portale! Ormai è un'abitudine... :-p E questa volta ci sono anche Al e Roy. Ho fatto vedere il Portale a Roy... meglio che non mi metta a pensare a cosa questo potrebbe implicare...
Siccome manca solo un capitolo e un piccolo epilogo, volevo sapere se voi lettori preferireste che li postassi insieme o in due momenti diversi, contando che l'epilogo è davvero corto e serve un po' per tirare le fila. A voi la parola! ^_^ A proposito, qualcuno di voi domenica sarà alla Cartoomics di Milano? Se va tutto bene, farò il cosplay del Fagiolino! ^///^
Veniamo alle risposte, anche questa volta le recensioni sono state parecchie e ne sono entusiasta!
MisaMisa: Forse ho sbagliato a dare per scontato che tutti conoscessero BBI, per questo pensavo fosse ovvio che Pride fosse davvero Ed... Sorry! Come hai visto, Al non sigilla Pride, non ne ha mai avuto intenzione.^_^
Fairy88: Sì, il solo immaginare quel genere di scambio di battute tra Ed e Win mi manda in brodo di giuggiole, ma anche quando parla con Al. Quel povero ragazzo mi sta andando in crisi, è così tenero!
Chibisimo: Visto che non c'era motivo di andare in panico? Fidati di me! ^_^ Niente psicoanalisi, ok? Grazie per lo "struggente capitolo", sono felice che ti abbia preso tanto!
Kaggi_Inu91: New entry!! Spero che il problema virus si sia risolto! Grazie per i complimenti, anche se "ritardatari" sono più che ben accetti! Spero che tu possa apprezzare anche il finale!
by ila: Come hai visto direi che Ed è salvo anche se non esattamente intero... (ops, spolier! :-p) Sì, Dante è decisamente fuori di testa e lo confermerà nel prossimo capitolo. Addirittura strepitosa! Ma grazie!!
Miranda chan: Pride ormai non esiste più... povero figurino... :-p Grazie per i complimenti!
Silvia91: Uuuuuh... non avevo pensato all'ipotesi di far morire Al con Pride! Forse è stato un bene, temo che voi lettrici mi avreste odiata! In arrivo c'è un'ultima mini-scena romantica tra Ed e Win, spero ti piacerà!
lana_lana per crilli: Scommetto che invece ci avevi azzeccato con le previsioni! Vero? -_^ Sig. Alucard, è davvero sicuro di non aver voglia di fare la hola, adesso? ^_^ Mha, magari nel prossimo capitolo... E non si azzardi ad alzare la mani sul MIO Fagiolino! Quanto a Dante... è l'ultima faccenda da sistemare e verrà sistemata, non preoccuparti!
Siyah: Ehm... no, quando me le sogno vengono fuori cose da taglio di vene tipo "Una storia che vale"... Argh! Il film è la mia spina nel fianco! In effetti Ed è OOC, se fosse stato normale, col cavolo che si sarebbe arreso in quel modo! Avrebbe combattuto per quello che voleva come aveva sempre fatto! Anche sul sacrificio sono d'accordo. A parte che bastava distruggere uno dei due Portali, ma poi voglio vedere come si fa a distruggere una cosa "metafisica" come il Portale! Bha! I believe in Arakawa-sensei, I do I do!
lunachan62: Quanto tempo! Prometto che prima o poi riuscirò a mandarti una mail! Anche se il finale lo sai già, spero che mi lascerai un commentino anche al prossimo capitolo! Lo sai che ti adoro, vero? ^_^

Bene, vi lascio alla traduzione della canzone!

Fagli sapere che tu sai meglio di chiunque altro cosa sarebbe meglio fare
Perché in effetti lo sai meglio di chiunque altro
Cerca di scivolare oltre le sue difese
Senza concedere l’innocenza
Fai una lista di cosa c’è che non va
Le cose che gli hai sempre detto
E prega Dio che ti senta
E prega Dio che ti senta

Che cosa ho sbagliato, ho perso un amico
Da qualche parte in questa amarezza
E sarei stato in piedi con te tutta la notte
Se solo avessi saputo come salvare una vita

Piccola pubblicità no-profit: in occasione della recensione n.150 ho pubblicato una seconda song-fiction: Rève-moi. Anche se non è EdxWin, perchè non le date un'occhiata? ^_^
Un grazie particolare a Betta90 e elyxyz (ogni tuo commento è un'emozione!) che hanno già recensito!
YUKI-CHAN




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(«Sono un disastro…Ti ho fatta piangere di nuovo. »
«Cosa stai dicendo, sciocco? Hai mantenuto la promessa. Mi hai fatta piangere di gioia! »)

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Capitolo 29
*** La fine di un incubo ***


Love & Pride 29 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



19
***
LA FINE DI UN INCUBO



“And it’s glorious
yeah it’s all I see on a day like this you know
it 's meant to be.
Yeah I’ve got nothing to find
I’ve got nothing to lose, but you
And it’s glorious”

Glorious © Natalie Imbruglia


***

Non appena vide Edward aprire gli occhi, Roy non riuscì a resistere un minuto di più e si precipitò fuori dal grande atrio della villa. Si sentiva malfermo sulle gambe a causa dell’enorme quantità di energia impiegata nella trasmutazione. Ancora non era certo che avesse avuto successo, ma il solo aver rivisto quegli occhi dorati vivi come una volta, gli aveva tolto un gran peso dal cuore. Ora in mente aveva solo Riza, Riza e la sua incolumità.
Scese di corsa gli scalini dell’ingresso e la vide là, al margine del bosco, esattamente dove l’avevano lasciata. Era piegata in avanti e nonostante il buio della notte ormai calata, con la sola illuminazione che giungeva dai portoni spalancati, Roy capì che qualcosa non andava. Sulla sua uniforme spiccavano vistose macchie scure e questo fece crescere dentro di lui una sensazione di totale panico.
«Riza! » gridò precipitandosi verso di lei.
La vide alzare lo sguardo nella sua direzione: era paurosamente pallida e questo non fece che aumentare la sua agitazione.
«Cos’è successo? Stai bene? »
Quando la raggiunse vide che teneva tra le braccia il corpo di una ragazza.
«Io… lei… non so cosa mi sia preso…» mormorò.
Le sue mani tremavano e sembrava sul punto di scoppiare in un pianto dirotto, ma era il tenente Riza Hawkeye e Roy sapeva che finché avesse indossato quella divisa non avrebbe versato nemmeno una lacrima.
«Sei ferita? » insisté additando le macchie. «Tutto quel sangue! Chi ti ha aggredita? »
Riza scosse piano la testa.
«Non è mio. » mormorò con voce appena udibile.
Roy le si avvicinò di più per poter sentire meglio.
«Ero di guardia come mi avevi ordinato quando ho visto questa ragazza uscire da una porta laterale. Era ferita, così mi sono avvicinata per offrirle il mio aiuto. All’improvviso mi ha aggredita. Diceva cose strane come: “Ora il tuo corpo apparterrà a me” e “Potrò vivere per sempre insieme a lui”. L’ho vista estrarre dalla tasca una scheggia rossa e l’ho riconosciuta subito: aveva la pietra filosofale. Quando ha battuto le mani, d’istinto ho sparato. »
Riza depose a terra il corpo senza vita della ragazza sotto lo sguardo allibito di Roy. Lei non se ne rendeva conto, ma se la sua ipotesi era giusta, si poteva dire che li avesse salvati tutti.
Si chinò a sua volta a scrutare il volto della ragazza e in un lampo di riconoscimento ricordò quella vecchia foto sgualcita trovata tra gli effetti personali di Edward quella che sembrava una vita fa: era identica alla madre dei fratelli Elric. Tuttavia non poteva essere lei e questo non faceva che confermare la sua idea.
«Dante. » mormorò. «Una ladra di corpi che sopravviveva da più di quattrocento anni grazie alla pietra filosofale, la responsabile della morte di Fullmetal e dell’esistenza di quell’Homunculus. »
Riza si lasciò aiutare ad alzarsi e non protestò quando il braccio di Roy rimase attorno alle sue spalle. Le ombre notturne non erano sufficienti a celare la sua espressione angosciata.
«Ho ucciso una ragazzina…»
«Ci hai salvati tutti. » disse Roy.
In quel momento sentiva l’impellente desiderio di abbracciarla e decise che per una volta poteva anche seguire il suo istinto in barba alla divisa che indossava.
Riza non lo rifiutò, anzi assecondò quel gesto un po’ disperato seguito dal bacio e dalle parole: «Grazie al cielo, stai bene. » appena sussurrate tra i suoi capelli e il colletto dell’uniforme.
Quando la lasciò, ancora frastornato per lo spavento di poco prima e incredulo che fosse davvero tutto finito, Roy lesse nei suoi occhi una muta domanda. Annuì e sorrise speranzoso.
«Andiamo. » disse. «Scommetto che Fullmetal non vede l’ora di urlarmi un po’ contro. »

Ed non si sarebbe mai aspettato che le sue parole avessero quell’effetto sul fratello. Appena le aveva pronunciate, se l’era trovato letteralmente addosso, più disperato di prima mentre continuava a ripetere tra i singhiozzi: «È vero… sei vivo… sei vivo…»
Ed tentò di sollevare anche l’altro braccio per rassicurarlo, ma venne colto da una sensazione orribilmente nota. Abbassò lo sguardo inorridito e scoprì l’arto mancante.
«Al… Al…» tentò debolmente di attirare la sua attenzione.
Si sentiva completamente privo di forze, come reduce da un combattimento massacrante.
«Che fine ha fatto il mio Auto-mail? »
Non appena Alphonse si spostò, scoprì che anche la gamba sinistra non c’era più.
«Al, cos’è successo ai miei Auto-mail? Dove ci troviamo? Cos’è successo qui? »
«Siamo stati rapiti da Dante. »
Al suono di quella voce, Ed si voltò alla sua destra per scoprire che anche Winry era inginocchiata accanto a lui. Tentava di sorridere nonostante le lacrime le solcassero il viso.
«C’è stato uno scontro e tu mi hai salvata. I tuoi Auto-mail… non preoccuparti, te li ricostruirò più belli di prima. I migliori del mondo. Oh, Ed… sei vivo, tutto il resto non ha importanza! »
Il ragazzo colse appena lo sguardo incerto del fratello davanti a quella spiegazione, ma non ebbe la forza di prestarvi attenzione. In quel momento vedeva solo Winry che gli appariva come un raggio di sole nel buio.
«Sono un disastro…» mormorò mortificato. «Ti ho fatta piangere di nuovo. »
«Cosa stai dicendo, sciocco? » fece lei fingendo di arrabbiarsi. «Hai mantenuto la promessa. Mi hai fatta piangere di gioia! »
Ed si crogiolava nella sua vista, sembrava avesse il potere di allontanare il dolore dalla sua mente e dal suo corpo. Sentì a malapena Al che si alzava dicendo che dovevano andarsene in fretta. Lo vide allontanarsi per andare a chiamare qualcuno, ma si sentiva troppo stremato per fermarlo e chiedergli una spiegazione. Rimase così solo con Winry che gli aveva appoggiato delicatamente la testa sulle proprie gambe e gli accarezzava i capelli sciolti. Fu in quel momento che il suo sguardo cadde sull’anello all’anulare sinistro della ragazza.
«Chi te l’ha dato? » chiese con un filo di voce.
Winry esitò solo un attimo.
«Il generale Mustang. L’avevi dimenticato nel cassetto della scrivania, ricordi? »
Lo ricordava vagamente. Aveva comprato quell’anello con un chiaro intento, in un momento in cui aveva l’impressione che il mondo potesse crollargli addosso da un momento all’altro.
«Ed…» disse Winry arrossendo appena. «Mi vuoi ancora? »
Quella parole provocarono dentro di lui uno strano miscuglio di emozioni: imbarazzo, gioia, aspettativa, calore. Fu proprio a causa di questo che si trovò a pronunciare quelle due piccole, insignificanti parole che era convinto non avrebbe detto mai.
«Ti amo. »
Il sorriso di Winry gli sciolse il cuore, mentre la ragazza si chinava in avanti per baciarlo. Ed avrebbe voluto alzarsi ma non ne aveva la forza. Era la seconda volta che si trovava in quella situazione con lei e si chiese se per caso non fosse così affettuosa solo quando lui era fuori combattimento.
«E bravo Fullmetal! »
Quell’esclamazione li fece sobbalzare entrambi. Voltandosi videro Alphonse accompagnato nientemeno che dal generale Mustang e dal tenente Hawkeye.
«Noi ci preoccupiamo della tua incolumità e tu te ne stai qui con la tua ragazza a…»
Una gomitata del tenente interruppe quelle parole inopportune.
Nonostante tutto Ed era felice di vederlo. Anche se non ne capiva il motivo, era grato per la sua presenza.
«È strano ma… per la prima volta mi fa piacere vederla. Grazie per essere qui, generale. »
Mustang si chinò su di lui e lo avvolse nel proprio cappotto.
«Se parli in questo modo mi fai paura, Fullmetal. » disse. «Dobbiamo andarcene da qui e suppongo che tu non riesca esattamente a camminare. Forza, piccolo! »
Così dicendo lo sollevò senza sforzo tra le braccia e si avviò verso l’uscita.
Ed era senza parole. Gli lanciò un’occhiata che avrebbe voluto essere truce ma risultò poco convincente.
«Chi ha chiamato essere minuscolo che deve farsi portare in braccio come un bambino, eh, stupido generale?! » protestò debolmente. «Mi metta giù! Non ho bisogno del suo aiuto! »
Mustang gli rivolse un sorriso sollevato, come se non avesse aspettato altro che quelle parole e quegli insulti da tempo immemorabile.
«Bene, questo è il vero Fullmetal! » esclamò. «Ora sono certo che sei davvero tu. »
Ed avrebbe di nuovo voluto chiedere spiegazioni, ma quell’agitarsi aveva prosciugato le sue ultime forze e lo costrinse ad appoggiare stremato il capo sulla spalla di Mustang.
«E Dante? » sentì bisbigliare suo fratello al suo fianco.
«Ha fatto il più grosso errore della sua troppo lunga vita. » rispose il generale accennando al tenente Hawkeye che li seguiva sostenendo Winry. «Non ci darà più fastidio. »
Quando furono tutti sufficientemente lontani, Mustang schioccò le dita e le fiamme divamparono ai piedi della villa intaccando presto l’intero stabile. L’ultima immagine che Ed vide prima di perdere i sensi fu la casa che collassava su sé stessa divorata dal fuoco.
Un rogo simile una volta aveva significato la fine di un sogno, ora, per tutti loro, rappresentava la fine di un incubo.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti!
Innanzi tutto volevo scusarmi per l'enorme ritardo di questo post. In questi giorni sembrava che si fossero messi tutti d'accordo per non farmi torvare il tempo di aggiornare! Credo non ci sia bisogno di aggiungere altre parole a questo capitolo e per i ringraziamenti generali e finali vi rimando all'epilogo che, a furor di popolo, posterò separato da questo, molto probabilmente domani. Sigh... se ci penso mi intristisco tantissimo...
Lady Greedy: Bhè non è che tutti gli Homunculus possano tornare umani, per Pride è stato possibile solo perchè è stato trasmutato direttamente dal suo corpo originale e quindi si trattava solo di invertire il processo e lo poteva fare solo Al perchè era l'unico in grado di bloccarlo. Se come spiegazione non è abbastanza convincente, allora sì, è un po' AU... ^_^ Alla fiera mi sono divertita un sacco e ho addirittura trovato Roy, Hughes, King Bradley, Envy, Lust e Sloth!*O* Però non ho visto nessuna Sheska... Peccato!
by ila: Finalmente lacrime di gioia! Visto che fino allo scorso capitolo facevo piangere tutti di tristezza... ^_^ Non immagini quento sia felice di sapere che il capitolo ti ha emozionato tanto! Ti confesso che se avessi visto una scena come quella dove Al e Roy recuperano Ed dal Portale trasportata nella serie animata, io stessa avrei avuto i brividi! Quella della mano è una scena che ho avuta fissa in mente da quando ho scritto la prima riga, DOVEVA esserci! Grazie 10.000 dei complimenti!!^///^
crilli: Ci avrei scommesso che avevi azzeccato l'ipotesi su Al! ^_^ Quanto a Dante come vedi non hanno avuto bisogno dell'aiuto di tuo marito, è bastata quel mito di Riza! Anche questo, come la scena del Portale, l'avevo deciso all'inizio. Non volevo che fosse nessuno dei protagonisti ad ucciderla, nè che fosse un gesto volontario. Doveva essere qualcuno di inconsapevole e Riza era perfetta! Forse per Dante è stata un'umiliazione, ma dopo tutto quelle che ha combinato, è il minimo... Ci sentiamo nell'epilogo e mi raccomando, cura il mal di gola! Saluti anche al sig.marito! ^_^
meby138: Non avrei mai MAI potuto uccidere il mio adorato Fagiolino! Sì, Roy ha visto la Verità, ma non ha avuto neanche un secondo di tempo per pensarci... Chissà se in futuro combinerà qualcosa? Mi raccomando, aspetto il commento finale nell'epilogo! ^_^
Siyah: Come hai visto, non c'è da preoccuparsi per Riza, come dice Roy "se la sa cavare"! E' una grande! La scena romantica con Winry è in effetti un po' mini, ma conta che sono tutti un filo sotto shock... E poi finalmente Ed dice quelle due famose paroline... In effetti loro due li vedo così dolci solo in occasioni particolari (quando Ed è fuori combattimento, altrimenti sarebbe imbarazzo totale ^///^). La fiera è stata divertente, mi hanno anche fatto un sacco di foto e ho trovato un paio di sosia e tutta la banda di FMA! Ok, allora aspetto il papiro, ci conto!
Kaggi_Inu91: Grazie per aver commentato nonostante il virus! Sono contenta che la scena del Portale sia piaciuta così tanto! Che bello!! Scusa il ritardo dell'aggiornamento, spero che l'ultimo capitolo ti piaccia almeno quanto lo scorso!
Chibisimo: Grazie per tutti questi stra! Sono contentissima che Al ti sia piaciuto! Lui che di solito è sempre teneroso, questa volta si è dato da fare! Se non ci fosse stato lui, addio Ed!
lunachan62: Ciaooooo!!! Sì, finalmente un po' di pace, ma in mano mia non si sa mai quando ritorneranno i guai... No, bhè, per il momento penso che possano stare tranquilli! Un bacio!

Ed ecco la traduzione della canzone:

Ed è magnifico perchè tutto quello che vedo
in un giorno come questo è che
era destinato ad essere così
si non devo trovare niente,
non ho niente da perdere a parte te
ed è meraviglioso

A domani nell'epilogo! Vi aspetto!!
YUKI-CHAN




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(Se esiste un sentimento che si avvicina alla felicità perfetta, credo sia quello che sto provando in questo momento.)

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Capitolo 30
*** Epilogo - Rezembool, 3 oct. '19 ***


Love & Pride 30 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



EPILOGO



Rezembool, 3 oct. ‘19


Cara Sheska,
come stai? Ormai è quasi un anno che manco da Central City e anche se questa è la mia casa, devo ammettere di avere nostalgia della vita di città. Non vedo l’ora di tornare! Spero che al Quartier Generale stiate tutti bene. A volte ricevo delle cartoline dal tenente Hawkeye, ma non si sbilancia mai. Suppongo che tu e Al siate pieni di lavoro come al solito… A proposito di Al, sono davvero felice di come si sono evolute le cose tra voi! Sono convita che tu sia la persona giusta per lui. Sai, anche se lui si comporta come se niente fosse, non riesco a perdonarmi di essere stata così insensibile nei suoi confronti. Spero che un giorno riusciremo davvero a lasciarci tutto questo alle spalle. Forse è anche per questo motivo che non è rientrato in occasione dell’anniversario. Ed e io abbiamo sentito la sua mancanza oggi, durante la visita alle ceneri della loro casa. Il mese prossimo Ed compirà ventun anni, spero che in quell’occasione veniate a trovarci entrambi! Ultimamente ha fatto passi da gigante e si può dire che la riabilitazione sia ormai conclusa. Quando l’avevamo riportato a casa, dopo la trasmutazione, temevo seriamente che non si sarebbe più ripreso e che un secondo intervento per l’installazione degli Auto-mail gli avrebbe causato dei problemi. Nei primi giorni mi spaventava vederlo seduto in uno stato di totale apatia, con lo sguardo fisso di fronte a sé e incapace di muoversi. Invece fortunatamente mi sbagliavo. Dopotutto Ed è sempre Ed e ha recuperato alla grande. Ormai è perfettamente in grado di muoversi come prima. Gli unici a non essere tornati sono i suoi ricordi, ma dopotutto non si può dire che questo sia un male. A volte mi fa delle domande su quello che è successo, ma sembra che la versione secondo cui per un certo periodo sia stato sotto l’ipnosi di Dante, l’abbia convinto. A questo punto spero che la sua memoria non torni mai e che l’esistenza di Pride possa essere definitivamente dimenticata. Al sostiene che durante la trasmutazione il Portale si sia preso in cambio i suoi ricordi, esattamente come era successo la prima volta. Nel momento esatto in cui Pride ha cessato di esistere, anche tutto ciò che lo riguardava è scomparso. Se davvero le cose stanno così, spero che quello stupido Portale se li tenga ben stretti. Non sopporterei di vedere Ed soffrire di nuovo. Ma veniamo al vero motivo di questa lettera: grandi cambiamenti sono in vista! Finalmente abbiamo stabilito la data! Ed e io ci sposeremo in primavera. Oltre ovviamente ad Al, Ed vuole che il suo secondo testimone sia il generale Mustang. Dice di sentirsi più vicino a lui e di essergli grato per qualche motivo che nemmeno lui capisce. Forse si tratta del riflesso dei ricordi della trasmutazione, e in effetti è vero che Al da solo non ce l’avrebbe mai fatta. All’inizio non ero d’accordo con questa idea, ma ragionandoci mi sono resa conto che devo imparare a convivere serenamente con gli strani sentimenti che provo verso questa persona. Se da una parte non riesco a perdonarlo per quello che ha fatto ai miei genitori, dall’altra so che davvero se non fosse stato per lui ora Ed e Al non sarebbero qui. Quel giorno l’ho accusato di lasciar morire le persone, ma in realtà dovrei ringraziarlo perché mi ha restituito Ed e non mi ha mai rinfacciato niente. In fondo credo che sia una brava persona e che abbia sofferto quanto noi in tutta questa storia. Ma sto divagando come al solito… I miei testimoni saranno il tenente Hawkeye e la signora Glacier mentre ad accompagnarmi all’altare ovviamente sarà la nonna. Non è ancora del tutto convinta di questa nostra decisione, ritiene che siamo troppo giovani, ma ne abbiamo viste talmente tante che né io né Ed osiamo più definirci tali. Inoltre non voglio più, per nessun motivo, rischiare di perderlo. Forse ti sembrerà una sciocchezza, ma sento che concretizzare il nostro legame proprio adesso sia la cosa giusta da fare. Sono sicura che anche la nonna presto lo capirà. Ora è rimasto solo un posto vacante, quindi te lo chiedo formalmente. Vuoi essere la mia damigella? Non riesco a immaginare nessun altro in quel ruolo, dopotutto, anche se siamo lontane, resti la mia migliore amica. Spero tanto che accetterai! Dopo le nozze Ed e io abbiamo deciso di tornare nella casa di Central City e Ed ha intenzione di riprendere servizio nel corpo degli Alchimisti di Stato. Ho tentato di dissuaderlo, ma non mi ha dato retta. Un po’ lo capisco, sarebbe come chiedere a me di smettere di costruire Auto-mail. So che mi farà preoccupare di nuovo, è inevitabile, ma adesso so anche che non mi racconterà più bugie. Qualunque problema sopraggiunga, lo affronteremo insieme e sono sicura che insieme lo supereremo.
Oh, Sheska, sono tanto felice. Se esiste un sentimento che si avvicina alla felicità perfetta, credo sia quello che sto provando in questo momento. Le persone che amo sono vicino a me e non ho bisogno d’altro. So che quest’idillio non potrà durare in eterno, ma questi momenti così preziosi resteranno nel mio cuore per sempre. Ed e Den stanno facendo un chiasso infernale in giardino, sarà meglio che vada a vedere cosa stanno combinando…
Chiudo qui questa lettera, ma ti riscriverò presto e forse ancora prima ci vedremo.
Ti saluto con affetto


Winry


La ragazza ripiegò il foglio infilandolo in una busta che chiuse nel cassetto della scrivania. Quando uscì in giardino per scoprire il motivo di tanta confusione, vide Den che abbaiava e Ed che agitava il braccio salutando due figure che risalivano la strada che conduceva all’officina: un ragazzo alto e biondo e una ragazza con gli occhiali. La sua espressione si illuminò in un sorriso mentre correva loro incontro affiancata da Ed e la sua risata le sembrò il suono più dolce del mondo.
Sì, ora era tutto perfetto.


FINE









NOTICINA DI YUKI:
Tutto è bene quel che finisce bene, così si dice.
Ed e Winry stanno per sposarsi (finalmente) e Ed non ricorda niente di quello che ha combinato come Pride (per fortuna visto che era un killer...) Al ha perdonato Winry e lui e Sheska stanno insieme, così come Roy e Riza (anche se per loro era così fin dall'inizio). Per chiarire eventuali dubbi o fatti non spiegati volevo specificare che Pride, diversamente da quello che sostengono lui stesso e Dante, non è mai stato la creatura perfetta. Infatti essendo stato trasmutato dal suo stesso corpo originale, in un certo senso ha mantenuto parte della sua anima (cosa di cui gli Homunculus sono sprovvisti). A prova di ciò, i suoi occhi sono rimasti dorati a differenza di quelli degli Homunculus (compresa Maris) che sono sempre viola. Di solito nei racconti fantasy il colore viola degli occhi viene associato a creature non umane, a seconda delle interpretazioni elfi, demoni o altro. Quindi Pride non è mai stato un Homunculus al 100 %, tutto quello che il Portale si è preso durante la sua trasmutazione sono stati in suoi ricordi e la sua volontà, per questo Al ha potuto invertire il processo. Altro fatto che ha scatenato dei dubbi è perchè al momento del suo risveglio Ed non abbia gli Auto-mail. Bhè, il suo corpo da Homunculus non ne aveva bisogno visto che aveva sia il braccio che la gamba (Dante fa le cose per bene), ma il corpo originale di Ed era privo di arti quindi è così che torna ad essere. Gli Auto-mail non ci sono perchè dubito che dal materiale per un corpo umano si possano ricavare due protesi d'acciaio... Spero di essere stata esauriente e detto questo... è davvero la fine.
Ho cercato per un sacco di tempo di trovare le parole per accomiatarmi da questa storia ma alla fine non credo di esserci riuscita. Penso che resterà parte di me, non ne posso fare a meno. Ci tenevo però a ringraziare dal profondo del cuore tutte le persone che mi hanno sostenuta e consigliata durante la stesura, chi ha voluto lasciarmi il suo parere e chi ha semplicemente letto.
Grazie quindi a Miki, senza di te temo che questa storia sarebbe stata completamente diversa o forse non sarebbe nemmeno nata. Grazie per i consigli, per aver arginato la mia "mielosità" e per Maris che è un grande personaggio.
Grazie all'immancabile Vampy che mi sopporta e non è da tutti... ^_^
Inoltre un enorme grazie anche a tutti voi che leggete! Love & Pride è stata la mia fic più recensita in assoluto (al momento in cui posto conta ben 166 splendidi commenti) e vanta ben 30 preferiti. Forse per qualcuno questo non è molto ma per me è un'emozione grandissima!
Grazie per il vostro sostegno e spero di risentirvi presto sulle pagine di EFP!
Un abbraccio a tutti!
YUKI-CHAN

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