_Our Story_

di _mystoryisonmyskin_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'unicorno e l'Ameba ***
Capitolo 2: *** L'Angelo e l'umano ***
Capitolo 3: *** Loro r(esistevano) ***
Capitolo 4: *** La Sirena e la Luna ***
Capitolo 5: *** Il Principe ***
Capitolo 6: *** La bella Ninfa ***



Capitolo 1
*** L'unicorno e l'Ameba ***


Questa è la storia di un'ameba arancione di nome Riccardo e di un unicorno bianco di nome Gioia. Questi non si conoscevano finché non andarono al compleanno di una scimmia loro amica. L'ameba chiese se qualcuno conoscesse un ameba di nome Riccardo e l'unicorno fece una figura di cacca perché disse di no quando l'ameba parlava di se stessa. L'ameba penso che l'unicorno fosse pazza, e lo era, completamente. L'unicorno amava far ridere le persone. Sapete quando dite NON CREDO NELLE FATE e una fata muore e per farla vivere bisogna battere le mani? Ecco per l'unicorno era lo stesso con le risate e ovviamente gli abbracci. L'unicorno era un po' brutto e vestiva con delle cose sempre di una taglia in più perché si vergognava di se stessa.L'ameba invece era davvero bellissimo ma non lo sapeva perché una strega gli aveva fatto un incantesimo per il quale l'ameba si sottovalutava sempre. L'unicorno era una guerriera e quindi aveva molte cicatrici di cui non andava fiera e lo disse all'ameba,spaventata dal fatto che questo suo nuovo amico se ne andasse. Ma l'ameba aveva visto le cicatrici e non se ne era andato. Ma l'unicorno aveva sempre paura che questo suo nuovo fratello la abbandonasse e quindi cercava sempre una scusa per arrabbiarsi e abbandonarlo lei,cercava sempre di spingere finché qualcosa non si spezzava. Ma l'unicorno voleva davvero molto bene all'ameba e il suo sorriso era uno dei più belli e potenti per salvarla. Ma l'unicorno preferiva morire che soffrire per l'ameba! Ma un giorno spinse troppo e qualcosa si spezzò davvero,lei. Stava litigando ma non era davvero arrabbiata,era solo un modo per ricordarsi che non doveva affezionarsi perché in realtà l'ameba non era così affezionata a lei. Ma l'ameba si arrabbiò moltissimo con l'unicorno e lei si spezzò. Niente risate. Niente abbracci. Niente urla. Solo quel senso di calma che è nell'occhio del ciclone. Solo quel sospiro quando un piatto si rompe. E tutto era finito. 

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Capitolo 2
*** L'Angelo e l'umano ***


Lavoisier diceva che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Quei ragazzi erano il Tutto,non il Nulla e qualcosa si era trasformato. Se la corda fra l'ameba e l'unicorno si era spezzata, un'altra corda aveva intrappolato due loro amici. Era cresciuta, come le radici degli alberi, attorcigliandosi attorno ai loro piedi, poi alle gambe, e poi su, su fino al cuore; là, stretto in un abbraccio, nacque un fiore, un fiore tanto bello da essere invisibile a chi guarda solo con gli occhi. E questa è la storia di quel fiore. La scimmia aveva invitato al suo compleanno molti amici, tutti di generi e forme diverse. C'era anche un angelo. Non nella sua forma naturale, ovviamente, altrimenti la sua voce ci avrebbe fatto impazzire, e in ogni caso un angelo nella sua forma naturale non ci sarebbe stato in una casa. Si era incarnato in un'umana, come ogni animale o creatura a quella festa, ma la potenza e la purezza dell'angelo si vedevano attraverso la ragazza. Era bellissima,davvero. Era diversa da tutte quelle modelle alte e anoressiche, lei era più bella di tutte loro. Nella sua semplicità riusciva ad affascinare tutti. Un umano, forse l'unico umano presente a quella festa, ne restò incantato. E anche l'Angelo rimase altrettanto stupefatta dall'umano. Non aveva mai visto qualcuno così. Gli umani sono stupidi, hanno la possibilità di migliorare, hanno la possibilità di amare e la sciupavano,quasi fosse un semplice foglio di carta. Qualcuno ha detto che: "La virtù degli angeli è che non possono peggiorare; il loro difetto, che non possono migliorare. Il difetto dell'uomo è che può peggiorare; la sua virtù, che può migliorare." E questo è vero. Gli angeli sono perfetti, gli umani imperfetti. Ma cosa succede quando un angelo e un umano si incontrano? Alcuni lo chiamano Zing, altri Imprinting, gli stolti lo chiamano Amore Impossibile, a noi piace chiamarlo Natura. Lo ying e lo yang, il bello e il brutto, il buono e il cattivo, il perfetto e l'imperfetto, l'Angelo e l'uomo. Dalla prima volta Loro erano una certezza per tutti noi e ne eravamo gelosi. Non gelosi di lui o di lei, ma gelosi di quella certezza che va oltre le leggi della natura, oltre il razionale e l'irrazionale. Ma un Angelo non può amare. Ma un uomo non può vedere davvero un angelo. Ma loro si volevamo amare. È un po' come il mito della Luna e del Sole... La Natura era molto arrabbiata con loro,perché avevano violato le sue leggi, e nonostante fosse stata lei a farli innamorare, decise di punirli. Li aveva intrappolati in quella radice che doveva essere una prigione per loro. Ma loro erano uniti in quell'abbraccio e si guardavano negli occhi e quello bastava. E Eros, l'Amore lo chiamano, fece nascere un fiore dove i loro cuori si incontravano così che chiunque li avesse guardati e visti davvero, avrebbe saputo che lui esiste.

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Capitolo 3
*** Loro r(esistevano) ***


Se quei ragazzi erano Tutto era solo grazie alla scimmia che li aveva invitati al suo compleanno. Siano benedetti i compleanni, siano benedette le persone che festeggiano ancora i compleanni. La scimmia si era incarnata in un ragazzo bellissimo, che piaceva a molte ragazze, di nome Andrea. Quel ragazzo era molto magro,gli si vedevano le ossa e l'unicorno aveva sempre paura che un giorno si sarebbe spezzato. La scimmia diceva sempre quello che pensava, a tutti; ma un giorno disse alla Luna che i suoi crateri la rendevano brutta,che era imperfetta. E la Luna lo punì, gli rubò la voce. La scimmia non se ne accorse subito, ma quando capi di aver perso la voce non si disperò. Anzi, inventò un nuovo modo per farsi capire dalle persone. Lui ballava e chiunque lo guardasse ne rimaneva affascinato. Quando ballava chiudeva gli occhi e sembrava che si staccasse dalla sua natura umana,che si trasformasse, che andasse su un altro mondo. La scimmia prendeva possesso della forma umana, la natura per qualche attimo vinceva sull'uomo. Lui si esprimeva così e incantava tutti. Ma aveva incantato una persona più di tutte. Una piccola elfa di nome Naiche. Il suo nome è riferito alla Dea Niche,la dea della vittoria perché questa elfa era la protettrice delle vittorie. Ma lei non poteva vincere o tutti gli altri elfi l'avrebbero ritenuto ingiusto. Ma lei era bellissima. E la scimmia era bellissima. E i loro occhi si erano incontrati e non si staccavano più. Insieme erano disfunzionali ma funzionavano. E loro provavano, ah se ci provavano. Ma lei non poteva vincere e lui non poteva parlargli. Allora si guardavano negli occhi, lui ballava per lei. Loro ci provavano. E resistevano. E questa ragazza da parete può assicurarvi che ce l'avrebbero fatta,se non fossero stati così stolti.

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Capitolo 4
*** La Sirena e la Luna ***


Fra amicizie che crollavano, amori che nascevano, occhi che si incrociavano c'era una sirena sola. Dovete sapere che le sirene non sono come quelle delle storie per bambini, le sirene sono creature bellissime e il loro canto è il più dolce che esista. Ma tutto ciò serve ad attirare i marinai,farli innamorare ed annegarli dolcemente. Le sirene non sono cattive, ma sono nate così. Sono nate da demoni e umani, sono come le fate ma hanno la coda e non le ali. Non sono costrette a dire solo la verità,come le fate, ma sono costrette ad annegare chiunque si innamori di loro. Ma loro non sono cattive, infatti quando annegano una persona lo fanno nel modo più dolce possibile. Il marinaio sente il canto e la sua testa comincia a non riuscire a comandare il corpo, si gira e incrocia gli occhi della sirena. In quel momento la sua mente non riesce più a controllare il corpo, questo va da solo, si sporge per toccare la sua amata, si sporge per baciare quella bocca che emette un suono così meraviglioso. E la sirena si avvicina, gli tocca la mano, lo incoraggia, lo trascina con se. E l'uomo la segue, entra in acqua e si lascia trascinare giù, lentamente. A questo punto l'uomo è consapevole di ogni particella del suo corpo che urla per un po' di ossigeno; spalanca gli occhi e lotta per tornare in superficie ma il suo corpo non risponde, continua a lasciarsi andare. E allora lui lotta,prega,urla finché l'acqua non gli riempie i polmoni, finché non diventa altro che cibo per pesci. E la sirena piange, tutte le sirene piangono i loro marinai. Ma la sirena di questa storia era diversa. Era una di quelle che aveva affogato più marinai, alcuni non li aveva neanche pianti. Ma un giorno, anzi una notte, stava seduta su uno scoglio a specchiarsi vide il riflesso della luna che piangeva e la trovò bellissima. Continuava a guardarla, finché non trovò il coraggio e le chiese perché piangesse. E la Luna rispose che piangeva perché quella sirena aveva dimenticato ad amare gli uomini. Allora la sirena si gettò in mare e si rifugiò in un anemone a piangere. E pianse tutta la notte e tutto il giorno perché a lei incuriosivano molto gli uomini ma non provava più nulla per loro. Così la notte dopo tornò allo scoglio e chiamò la Luna. Le chiese di non piangere più perché lei non poteva più cambiare. Lei non amava più gli uomini, ma provava un sentimento molto forte per la Luna. Ne era davvero innamorata. È la Luna le disse che anche lei l'amava ma che non era giusto perché non si sarebbero mai potute toccare,non si sarebbero mai baciate. Ma la sirena era fatta così. Aveva bisogno di un ancora ma voleva un aquilone. Le serviva conoscere la realtà ma preferiva l'immaginazione. Così parlarono tutta la notte e poco prima dell'alba la sirena nuotò fino all'orizzonte e quando la Luna toccò il mare,lei la baciò.

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Capitolo 5
*** Il Principe ***


Forse di tutte le persone che questa ragazza da parete osserva, quello che più le stuzzicava la mente, quello che più le intrigava i pensieri era il Principe. Questo Principe era il più bello di tutti i principi,di tutti gli dei,semidei,animali,spiriti, tutti. A vederlo poteva sembrare una di quelle persone talmente belle da non considerare i mortali. Ma lui non era affatto così. Era il più umano e dolce di tutti. E faceva innamorare molte fanciulle. Quello che non tutte le fanciulle sapevamo era che,come l'unicorno, anche il principe era un guerriero. Ma lui era molto più bravo, sapeva nascondere il suo animo guerriero meglio dell'unicorno. Ma lei lo aveva capito. Molte persone dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma come non potevano vedere che i bellissimi occhi del Principe ancora urlavano le memorie della guerra? Di quella guerra che aveva condotto contro se stesso. I ricordi lo dilaniavano dall'interno, non aveva imparato a farli volare via. E soffriva ancora ma nessuno se ne accorgeva. E di notte si svegliava urlando, e di giorno si sentiva improvvisamente vuoto. E nessuno si accorgeva che i suoi occhi urlavano,che chiamano aiuto. La bellezza a volte è una maledizione. Tutti guardavano il suo sorriso, perché il suo sorriso era davvero wow. Era capace di far svenire una persona,di farle girare la testa,di fare innamorare chiunque lo vedesse. Ma la ragazza da parete,l'unicorno osservava tutti e combatteva contro gli effetti collaterali di quel sorriso mozzafiato e gli guardava gli occhi. E ne restava incantata,sempre. Avrebbe giurato di poterci vedere l'universo riflesso dentro, di poter vedere la verità della vita attraverso quegli occhi. Ma oltre l'universo c'era un urlo disperato. E lei piangeva sempre perché voleva baciargli le cicatrici,perché voleva avere il potere che hanno le lacrime della fenice e piangere su quei segni bianchi e farli guarire e piangere sul suo cuore e farlo guarire. Ma lei non poteva farlo. C'era già chi doveva farlo e lei non poteva. Poteva solo stare a guardare e piangere in silenzio e sperare che qualcuno si accorgesse anche dei suoi occhi che urlavano.

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Capitolo 6
*** La bella Ninfa ***


Tra questi strani amici c'era una ninfa. Ovviamente tutte quelle creature erano bellissime anche incarnate in un comune essere umano, ma lei aveva passato talmente tanto tempo nella sua forma umana,per piacere di più agli uomini, che aveva consumato quel corpo. I corpi degli umani sono deboli, si consumano in fretta...la loro vita è quasi come i fuochi d'artificio: sono bellissimi,emozionanti ma durano pochi istanti e poi ti lasciano col ricordo di qualcosa che era,nel suo piccolo, unica e irripetibile,ma finita, per sempre. Quando una creatura immortale prende possesso di un corpo mortale lo consuma molto velocemente e lascia trasparire una parte della sua vera natura. In questo caso era la straordinaria bellezza della ninfa e la sua pelle, che quando veniva bagnata rivelava il colore della ninfa. Ella aveva la pelle azzurrina,quasi trasparente, e i lunghi capelli avevano il colore delle striature del cielo pochi istanti dopo il tramonto,ma prima della penombra. Aveva il nome dell'intelligenza,del pensiero,Sofia. Si muoveva silenziosa e con grazia, come i pensieri. Il bellissimo aspetto della ninfa era, in un certo senso, rovinato dal carattere di lei, il carattere di chi è arrabbiato col suo destino. Infatti spesso la seguiva una tempesta, la tempesta di tutti quei pensieri che tormentano le menti di molti uomini. Tutti i pensieri più strani,stupidi,profondi, tutti gli universi che si trovano in un cervello formavano una tempesta che si gettava dietro di lei e a volte distruggeva ciò su cui si abbatteva. Molti erano affascinati dalla ninfa e la volevano accanto a sè, ma poi fuggivano, spaventati da quel turbinio nero dietro alle delicate curve dì lei. Ma la ninfa,pur essendo arrabbiata, non disperava, sapeva che sarebbe arrivato un uomo che l'avrebbe amata in ogni caso o un eroe che la salvasse dalla sua maledizione. E se l'eroe di cui aveva bisogno fosse sempre stato sotto i suoi incantevoli occhi? E se l'eroe che tutti quegli amici cercavano fosse stato uno di loro?

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