Two guys, one love.

di Lucreziaaaas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meeting ***
Capitolo 2: *** Do you believe in love? ***
Capitolo 3: *** Catching feelings ***
Capitolo 4: *** Zayn is in my mind. ***
Capitolo 5: *** Pleasure. ***
Capitolo 6: *** Just friend. ***
Capitolo 7: *** I don't understand! ***
Capitolo 8: *** Ambiguity ***
Capitolo 9: *** PA PA PArty ***
Capitolo 10: *** Forgive me. ***
Capitolo 11: *** OMG. ***
Capitolo 12: *** No words ***
Capitolo 13: *** The plan. ***
Capitolo 14: *** Something like that ***
Capitolo 15: *** The last. ***



Capitolo 1
*** Meeting ***




«Mamma hai divorziato da papà solamente da sei mesi, e ci siamo trasferite qui a Londra solo da quattro mesi, come puoi volerti già risposare?» le chiesi curiosa e allo stesso tempo incredula.

«Sai quando si dice, è stato un colpo di fulmine, è bastato uno sguardo per capire tutto quanto» mi disse lei davvero convinta delle sue parole.

«Senti, sei uscita con questo fantomatico uomo solo un paio di volte. è assurdo. Neanche nei film più stupidi, succedono cose di questo tipo» obiettai le sue affermazioni cercando di riportarla sulla retta via. Come poteva dire baggianate simili? Proprio lei che quando aveva scoperto che papà se la faceva con la segretaria, aveva passato le pene dell'inferno. Proprio lei, che era follemente innamorata di papà e aveva appena vissuto il trauma della separazione. Proprio lei che aveva passato due settimane chiusa in camera sua al buio senza mangiare o bere. Adesso voleva davvero ributtarsi a capofitto in una relazione? Ma che dico, addirittura in un matrimonio? A volte penso che i genitori siano più immaturi e sprovveduti dei figli.

«Vedi Lucy, i tuoi ragionamenti hanno senso. Ma io ho capito davvero che questo uomo è quello giusto. Lui potrà finalmente farmi tornare a vivere. Dopo tutto ho bisogno di essere felice, gli ultimi mesi sono stati un inferno, e adesso sono stufa di versare lacrime» mi disse con gli occhi lucidi.

«Mamma, hai tutte le ragioni del mondo, non ti biasimo. Ma io sto solo dicendo che forse dovresti fare le cose un po' più con calma. Dico solo che non dovresti accelerare i tempi. Volervi sposare dopo solo un paio di appuntamenti è davvero impensabile» le confessai.

«Lucy, stasera verrà qui a cena, così gli appuntamenti saranno tre. E poi tu avrai l'occasione di conoscere lui e suo figlio»

«Aspetta, cosa? Lui ha figli? Non me l'avevi detto» esclamai sorpresa dalle sue parole.

«Sono stata così presa ultimamente, che me ne sono totalmente scordata. Comunque si, Carl ha un figlio. Penso che abbia la tua età o un anno in più» disse soprappensiero.

Alzai gli occhi al cielo e girai i tacchi per tornarmene in camera mia. Assurdo. Questa storia era una vera e proprio assurdità. Pensavo che dopo la separazione con papà, avesse detto di non volere più alcun tipo di relazione fino a nuovo ordine, ma evidentemente non era vero. E così stasera avrei conosciuto questo famoso Carl che aveva avuto il potere di far perdere le rotelle che alloggiavano nel cervello di mia madre. E avrei conosciuto anche il figlio, sicuramente un brufoloso adolescente dall'acne impazzita, con capelli intrisi di gel e cera. Non so perché la mia mente si era fatta questa strana idea.

 



Il campanello strillò per tutto l'appartamento, Carl e il figlio erano arrivati. Dopo aver applicato correttamente l'eye-liner cercando di metterne la stessa dose in entrambi gli occhi, uscii dal bagno diretta in soggiorno. La scena che mi si parò di fronte non era proprio delle migliori. Mi faceva strano vedere mia madre avvinghiata ad un uomo che fosse tutto meno che mio padre. Le aveva appena stampato un sonoro bacio sulle labbra. Rimasi un attimo perplessa, ma in fondo, era una cosa del tutto normale. Dovevo solo farci l'abitudine. Carl a primo acchito mi era sembrato un tipo a posto, alto, robusto, capelli brizzolati tendenti al nero, occhi grandi e di un grigio intenso, smoking elegante gessato e mocassini in pelle all'apparenza costosi. Come si suol dire, un vero galantuomo. Dietro alla figura possente di Carl, riuscii a scorgere un ragazzino intimidito che scrutava l'intero ambiente con fare indagatore. Non era un brufoloso con l'acne, era un biondino dall'aria impacciata che a giudicare dai vestiti, non sembrava proprio figlio di suo padre. Jeans strappati, t-shirt di un rosso sbiadito e scarpe da ginnastica semidistrutte. 

«Lucy come puoi notare, lui è Carl» mi accennò mia madre con un sorriso che partiva dall'orecchio destro per arrivare al sinistro.

Sorrisi all'uomo stringendogli la mano con fermezza.

«Che bello conoscerti Lucy, tua madre mi ha parlato molto di te»

«Beh si suppongo che durante le innumerevoli volte in cui siete usciti, abbiate parlato solo di me» dissi ironicamente per sottolineare il fatto che fossero usciti solo un paio di volte. Di solito, non ero una stronza che lanciava frecciatine, e infatti non so esattamente il perché di quella mia affermazione.

«Lucy, ti sembra il caso? Vedi Carl, mia figlia pensa che stiamo correndo troppo» irruppe mia madre cercando di giustificare quel mio intervento poco appropriato.

«Si Linda, forse tua figlia ha ragione, ma cambierà idea. Ne sono certo» disse Carl in tono amichevole. Nel frattempo il figlioletto osservava la nostra conversazione con gli occhi sgranati e uno strano ghigno sul volto.

«Conor, forza vieni qui» ammiccò Carl.

«Lei è Linda, la mia quasi fidanzata e questa è sua figlia Lucy» cinguettò Carl. Mia madre andò verso Conor le gli stampò un bacio sulla guancia.

«Dio che piacere conoscerti» disse fiera. Poi Carl e mia madre puntarono gli occhi su me e Conor, mierda. Suppongo che adesso toccava a noi presentarci. Ma che senso aveva? Sapevo già il suo nome, e lui sapeva il mio. Quindi era fatta.

«Non siate timidi, dai Lucy, sei sempre così estroversa» mi incoraggiò mia madre. Feci un impercettibile respiro e mi avvicinai a Conor. 

«Lucy» gli dissi porgendogli la mano destra e mostrandogli un lieve ma sincero sorriso.

«Conor» disse ricambiando la stretta di mano.

Supponevo che sarebbe stata una cena molto lunga, e che mia madre e Carl sarebbero stati gli unici a proferire parola.



 

La tavola era imbandita meglio di quella di un ristorante all'ultima moda. Le stoviglie erano perfettamente coordinate agli accessori e ai tovaglioli. Inoltre mia madre si era preoccupata di mettere posate diverse in base alle portate che ci sarebbero state. Il menu per la serata prevedeva un entrée a base di affettato e verdurine sottaceto, la prima portata era un risotto al tartufo. Come secondo piatto c'era dell'arrosto di maiale con salsa rosa. E per finire una millefoglie con crema pasticcerà e crema chantilly. La mia preferita.

Ci sedemmo e iniziammo a sgranocchiare le prime cose che mia madre si era premunita di mettere in tavola.

«Allora Lucy, mi ha detto tua madre che vai alla Scheeme High School, che classe fai?» mi disse Carl, con un lieve sorriso in volto.

«Beh sono al terzo anno ed essendomi trasferita qui a Londra solo da qualche mese, ho dovuto adattarmi ai laboratori di quest'anno. Sicuramente l'anno prossimo ne sceglierò altri» tentai.

«E che laboratori ti piacerebbe scegliere?»

«Beh suppongo che le materie scientifiche facciano per me» affermai soddisfatta. A Mullingar, in Irlanda, ovvero dove abitavo prima, frequentavo una scuola basata solamente su materie scientifiche ed ero la classica studentessa modello, ma da quando per il bene di mia madre, ci eravamo trasferite a Londra, avevo dovuto adattarmi ai laboratori di letteratura della Scheeme High School. Una vera e proprio tortura.

«Anche Conor ama le materie scientifiche, lui frequenta l'istituto di fianco, la Linkol High School» disse Carl. 

«Si, ho presente» dissi in modo piuttosto pacato. Notavo Conor osservare schifato la roba che aveva nel piatto. Non aveva ancora proferito parola e a giudicare dalla sua espressione era palesemente a disagio. Carl iniziò a intrattenere una conversazione con mia madre, ogni tanto cercavano di coinvolgere anche me e Conor, ma senza molti risultati. 

I miei sguardi vagavano persi per la tavola, ogni tanto mi soffermavo sulle espressioni di Conor, non era un brutto ragazzo. Ma di certo non il mio tipo. Anche perché a breve sarebbe potuto diventare il mio pseudo fratellastro. Le sue iridi cristalline erano incollate al piatto mentre le sue mani erano impegnate a vivisezionare l'arrosto di maiale. Improvvisamente alzò lo sguardo che incontrò il mio. Mierda. Abbassai la testa cercando di fare finta di niente. Tutto ciò era ridicolo. Mi aveva sorpresa a "spiarlo" chissà che idea si era fatto di me. 

Mia madre e Carl se la ridevano amabilmente ormai, come se la mia presenza e quella di Conor, fossero pressoché inesistenti. Tirai fuori di nascosto il mio iPhone dalla tasca sinistra dei miei jeans scuri e decisi di inviare un messaggio a Mery, la mia migliore e unica amica a Londra. 

-Mia madre si è portata a casa il suo nuovo tipo e prima ha minacciato di volerselo sposare. Ma la cosa più inquietante è suo figlio. Da quando è arritavo ha aperto bocca solo per ingoiare un pugnetto di riso. Aiutami- la sua risposta non tardò ad arrivare.

-E figo?-

-Ma chi?-

-Scema, il figlio del tipo di tua madre.-

-Beh figo, non esageriamo. Normale. Anzi, ce ne sono di più belli. Tipo Zayn Malik- Zayn era il ragazzo più popolare della Scheeme High School e tecnicamente anche il più bel ragazzo mai visto sull'intero pianeta terrestre.

-Ehy, giù le mani. Malik è solo mio- sorrisi alle sue parole. In realtà consapevole del fatto che Malik non sarebbe mai stato ne di mia proprietà ne tantomeno di sua proprietà. Non appena riposi il cellulare nella tasca dei jeans, sentii la vibrazione. Era un altro messaggio di Mery.

-Io penso che per smorzare la tensione, dovresti portartelo in camera tua e farci fiki fiki, sempre se capisci cosa intendo- trattenni una risata dopo aver letto il suo messaggio. Adesso sì che la riconoscevo.

-Dopo aver giocato a The Sims per anni, conosco quel termine. Ma purtroppo per te non lo farò-

«Lucy, quante volte ti ho detto che è maleducazione usare il cellulare a tavola?» la voce acuta di mia madre non mi permise di continuare a messaggiare con la mia migliore amica.

«Scusami» pronunciai cercando di imitare un tono realmente pentito. Cosa che non mi riuscì troppo bene.

 

 

 

Verso le 23.30, Carl e Conor lasciarono la mia umile dimora. Non appena mia madre si chiuse la porta alle spalle dopo aver fatto tutti i dovuti saluti, mi fiondai sul divano esausta. Quella cena mi aveva sfinita. Quel Conor..Conor?

«Mamma, come fa Carl di cognome?»

«Maynard, perché?»

«Pura curiosità» dissi con voce assonnata dopo aver sbadigliato. Conor Maynard.

«Allora, come ti sembra Carl?» chiese lei.

«Sembra un tipo a posto, e se ti rende felice, allora sono sicura che sarà davvero perfetto per te.» le dissi con tutta la sincerità in mio possesso.

«Grazie tesoro, la tua opinione per me è davvero importante. E suo figlio? Simpatico vero?»

«Come puoi definire simpatico un ragazzo che a parte aver detto tre parole, ovvero 'Conor', 'Grazie' e 'Ciao', è rimasto tutto il tempo con lo sguardo sul piatto e la bocca cucita?» dissi sarcasticamente.

«E' un ragazzo timido, vedrai che con il tempo riuscirà ad aprirsi anche con noi» continuò mia madre, credendo davvero in ciò che stava affermando. Convinta lei, convinti tutti.

«Vedremo, comunque io me ne vado a dormire. Notte» le dissi abbracciandola e lasciandole un lieve bacetto sulla guancia.

Appena mi rintanai sotto il mio piumone viola, ebbi modo di pensare a quella cena, a quel Conor, ai suoi occhi e a quell'unico sguardo casuale ma intenso che c'era stato tra noi. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo meglio. D'altronde, probabilmente sarebbe diventato il mio fratellastro.

 





S M I L E . Ce l'ho fatta, dopo ottomilaseicentoquarantatre prove, ho trovato una trama che più mi avvince. Ne ho provate di ogni, ma alla fine questa ha avuto la meglio.
Ci tengo a sottolineare che sono nuova di questo fandom. Qualche mese fa ho scritto una FanFiction e una One-Shot sui One Direction. Sono contenta però di scriverne anche su Conor, lui è il mio piccolo grande amore. <3
Spero possa piacervi, e spero di poter conoscere tanta più gente possibile in questo Fandom.
Facebook: Lucrezia Efp (accetto tutti)
Twitter: Lucreziaaaa_

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Capitolo 2
*** Do you believe in love? ***



Mi svegliai di soprassalto con la fronte imperlata di sudore. Guardai l'ora sulla mia fidata sveglia, segnava già le sette del mattino. Mi alzai dal letto, buttando il piumone in fondo ai piedi ma rimanendo lo stesso seduta sul materasso con lo sguardo rivolto verso un punto fisso del pavimento. Che sogno. C'era Conor con un mazzo di rose rosse in mano, ed era nel bel mezzo di un prato, e continuava a fissarmi, anzi non mi staccava letteralmente gli occhi di dosso, io avevo un mezzo sorriso sul volto pensando realmente che quei fiori fossero indirizzati a me, ma non appena feci un passo per avvicinarmi a lui, un'altra ragazza gli andò in contro prendendo le rose e abbracciandolo come se fosse il suo orsacchiotto di peluche. Oddio. Perché faccio questi incubi sul mio quasi futuro fratellastro? 

Mi alzai definitivamente dal letto aprendo le finestre per far entrare quella luce fioca che un cielo stranamente piovoso stava emanando. Era metà ottobre e il sole si era nascosto ormai da quasi un mese. Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Mi mancava terribilmente l'Irlanda, i miei amici, mio padre, il mio migliore amico Niall e tutto quanto riguardasse la mia vecchia vita. 

Sospirai pesantemente per poi avviarmi verso il mio grande guardaroba di mogano bianco laccato. Lo aprii ed estrassi un semplice paio di Leggins che calzavano a pennello con le mie gambe lunghe e snelle, presi un maglione di lana rosa e le mie fidate Converse bianche. 

«Buongiorno tesoro, pronta per iniziare una nuova settimana?» strillò mia madre mentre mi versava il latte caldo.

«Non proprio, mi mancano le vacanze» dissi annoiata e sorseggiando il mio latte.

«Non ti preoccupare io e Carl stiamo organizzando un week-end in montagna, sono sicura che è quello che ti ci vuole» disse lei, felice e raggiante come non mai. Dovevo ammettere che vederla così solare e allegra, metteva di buon umore anche me. Era una gioia poter finalmente constatare che era uscita dalla sua depressione causata da papà. Però il week-end in montagna con Carl e il suo piccolo figlioletto-zombie, non mi attraeva più di quel tanto. Chissà se sarebbe rimasto muto per l'intero week-end.
Conor Maynard.
Eppure per quanto non ci trovassi niente di interessante in lui, il suo nome mi piombava in testa almeno cinque volte al minuto, questo voleva dire ogni dodici secondi. Ero riuscita perfino a sognarmelo di notte.

«Un week-end in montagna? Cosa si può desiderare di meglio?» dissi ironicamente verso mia madre che però parve non riuscire a cogliere la punta di sarcasmo nella mia voce.

Dopo aver raccattato i libri e averli messi nella mia borsa, uscii di casa strillando un saluto a mia madre.

L'aria pungente di Londra mi si insinuava nelle ossa, mentre una leggera pioggerellina ticchettava sul mio ombrello. Come ogni mattina attesi l'arrivo di Mery davanti al Caffè sull'angolo tra la mia via e la sua. Dopo tre buoni minuti di attesa eccola arrivare. Mery era stata una delle poche ragazze che mi aveva accolta senza nessuna esitazione, mi ero trovata subito bene insieme a lei, e ormai erano tre mesi che la conoscevo e non potevo desiderare amica migliore. Era come se la conoscessi da sempre, era una ragazza con i piedi per terra, intelligente, scaltra e terribilmente amante della moda. Eravamo molto simili su alcuni aspetti, ma al contempo, totalmente diverse su altri. 

«Ehy scusa il ritardo, ma Louis ieri sera se n'è andato tardissimo e stamattina svegliarsi è stato un trauma» mi disse, in tono di scuse. Louis era il suo fidanzato storico, mi aveva raccontato che stavano insieme da due anni. Lui era più grande e aveva già finito la scuola, era un ragazzo simpatico e terribilmente innamorato di Mery.

«Tranquilla. Mi devi aiutare. Io sono in panico, il suo nome mi continua a piombare in testa, inventiamo il risucchia pensieri?»

«Parli di Malik? Senti, lo so è davvero figo. Ma non pensavo che ti piacesse fino a questo punto. Ascoltami, hai presente Harry? Quello riccio, amico di Malik insomma. Beh da qualche settimana ha iniziato a salutarmi quando mi vede in giro, anche se precisamente non so il perché. Comunque posso farmi coraggio e far sì che ti presenti a Malik. Va bene? Poi dimmi che non sono un genio» mi disse lei convinta. Ascoltarla mentre diceva quella miriade di cose insensate, mi fece scappare un sorriso.

«Ma scema, non parlo di Malik. Parlo di Conor» le confessai. Mery si fermò in mezzo strada e mi puntò gli occhi addosso.

«E adesso mi vuoi spiegare chi è questo Conor?» disse interrogativa.

«Hai presente ieri sera? I messaggi? Il figlio del tipo di mia madre?»

«Cosa? Ti sei presa una cotta per il tuo futuro fratello?»

«Tecnicamente lui non sarà mai mio fratello. E poi no, non è una cotta. Semplicemente ho il suo nome scalfito nel mio cervellino» le dissi mentre eravamo quasi praticamente arrivate alla Scheeme High School.

«No Lucy, dai è impossibile. Mi hai anche detto che non era figo!»

«Io ho detto che ce n'erano di più belli. Ma ciò non toglie che lui sia bello comunque» 

«Senti, che ne dici di ripensare a Malik? Così ti scorderai questo Conas»

«Conor»

«Dove?»

«No dico, si chiama Conor, non Conas»

«Fa niente, pensaci però Lucy. Vado a lezione io, ci vediamo dopo» disse stampandomi un bacio sulla guancia e abbandonandomi da sola all'ingresso della scuola. Mery aveva la mia età ma lei non frequentava i miei stessi corsi, l'unico in comune era storia dell'arte, che si teneva solo un paio di volte a settimana.

Mi guardai intorno notando che i corridoi erano ormai del tutto vuoti, aprii velocemente l'armadietto mettendo dentro alcuni libri e poi mi avviai verso l'aula 4B al secondo piano.

Entrai, aprendo lentamente la porta che emise un piccolo cigolio capace di far alzare il capo a quasi tutti gli altri studenti già seduti e concentrati nei loro banchi. Il professore mi diede uno sguardo complice invitandomi a prendere posto in uno dei pochi banchi rimasti liberi. Scrutai alla ricerca di un posto tra le prime file, con scarsi risultati. Gli unici posti liberi erano quelli in ultima fila. Di solito dovrebbe essere il contrario, ma le lezioni del Professor Campbell erano famose per essere delle vere e proprie lezioni di vita, di conseguenza nessuno voleva starsene dietro alla classe e farsi un sonnellino. Nessuno, tranne Malik. 

Presi posto vicino a lui, appoggiando a terra la mia borsa. Lui alzò la testa verso di me.

«Ehm posso?» sussurrai. Lui non rispose e fece solo cenno di si con la testa. Probabilmente l'avevo distratto dalla sua pennichella.

Tirai fuori il quaderno degli appunti e iniziai a seguire la lezione. Il professore stava parlando dell'assuefazione. Non in riferimento solo alle droghe, in riferimento all'amore, al cibo, alle persone e agli oggetti.

«Ogni persona è naturalmente predisposta ad amare ed essere amata, ma la maturità nel sentimento dell’amore è un conseguimento grande e, come tale, richiede impegno, cura, sacrificio, coerenza, lealtà, verità. E come diceva il grande Paulo Coelho, Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e s'umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore.»
Mentre il professore paragonava la droga all'amore, io pensavo a mia madre. Sì, probabilmente Carl era diventato la sua droga, anche se forse dopo solo tre uscite era un po' esagerata come cosa. Ma in fondo io che ne potevo sapere dell'amore?

Ascoltavo interessata le parole del professor Campbell che avevano ormai catturato l'attenzione dell'intera classe. Malik, al contrario degli altri, era stravaccato sul suo banco con il braccio appoggiato alla testa. 

«Che stronzata l'amore» disse a bassa voce. Lo ignorai. In fondo era bello tanto quanto stupido e menefreghista. Da sempre Malik era ritenuto il latin lover, dongiovanni della Scheeme High School mi aveva informata Mery, e io avevo potuto constatarlo durante quei due mesi di scuola. E adesso avevo anche avuto la conferma della sua superficialità. Che razza di idiota. Ero sicura che Conor credesse nell'amore. Aspetta cosa? Ancora Conor?

«Tu ci credi nell'amore?» una voce mi richiamò dal mio stato di trance, Malik che mi rivolgeva la parola?

«Ehm, perché no? Anche se non ho mai provato cose così profonde!»

«E sai perché?»

«Beh forse non ho ancora trovato la persona giusta» gli risposi mantenendo il contatto visivo.

«Vedi di trovarla questa persona giusta, biondina» disse lui con voce piatta. Che cosa voleva dalla mia vita?

La campanella avvisò l'intera classe che la lezione era terminata. Malik raccolse i suoi libri e lasciò l'aula senza degnarmi di un ultimo sguardo. Io rimasi seduta a fissare nel vuoto. «Vedi di trovarla questa persona giusta, biondina». E a lui cosa importava della mia vita sentimentale? La persona giusta l'avrei trovata sicuramente, col tempo e con la pazienza, ma non vedevo perché mai dovesse dirmele un perfetto sconosciuto queste cose.

Conor Maynard. Cazzo basta. Avrei voluto avere il cervello atrofizzato, dovevo togliermi dalla testa questo maledetto nome, che ormai mi stava perseguitando.

 

 


«E poi mi ha chiesto se secondo me l'amore esisteva, beh io gli ho detto di sì, ma che comunque non avevo ancora trovato la persona giusta. Poi alla fine se n'è uscito col fatto che devo trovarmi qualcuno da amare» dissi senza neanche prendere fiato, rivolta verso Mery che mi scrutava con lo sguardo di un pitone assassino.

«E sarà mio compito affibiarti un ragazzo super sexy. Che ne dici di Malik appunto?»

«Mmh, è bello ma non mi fido di lui, e poi è superficiale»

«Che ne sai? Ha una reputazione, beh non delle migliori, ma nessuno l'ha mai conosciuto così bene da potersi permettere di giudicarlo.» disse alzando le spalle.

Eravamo nel cortile di fronte alla nostra scuola ed io le stavo tenendo compagnia mentre lei aspettava che Louis venisse a prenderla. Mery continuava a parlare, io però avevo smesso di ascoltarla quando un biondo con gli occhi azzurri e la giacca blu, aveva catturato la mia attenzione. Carl aveva detto che Conor frequentava la Lincol High School, che si trovava esattamente di fronte alla mia scuola, ma non pensavo che l'avrei addirittura incontrato. A stento riuscivo ad incontrare gli studenti della mia scuola, figuriamoci quelli della scuola di fronte. Il mio sguardo era inchiodato su di lui, era insieme ad un altro ragazzo, un amico. Probabilmente il solo e unico. Le parole di Mery mi giungevano lontane all'udito. Ero come ipnotizzata e ammaliata. Ma cosa mi stava succedendo? Come poteva un semplice incontro a cena, aver creato così tanto scombussolamento nella mia testa? 

Un mano si fece spazio davanti ai miei occhi. Mery stava sventolando il suo palmo di fronte al mio sguardo incantato.

«Lucy, Lucy ci sei?»

«No, Conor»

«Ancora lui?»

«Mery cazzo, coprimi»

«Dov'è?»

«Ragazzo a ore dodici con la giacca blu, e le Blazer rosse» dissi per poi mettermi esattamente dietro di lei.

«Ma è biondo»

«E quindi?»

«Non è così bello, è magro, si veste male. Cosa ci si può trovare in uno così?»

«Oh scusami tanto Regina d'Inghilterra. Solo perché non si veste all'ultima moda, non vuol dire che non sia un ragazzo adatto a me»

«Tu ti vesti firmata, come puoi guardare uno così?»

«Ho imparato a non essere così superficiale. Ci sono altri valori oltre all'aspetto estetico, sai»

«Ma davvero? Valori tipo?»

«Beh, la gentilezza, la simpatia, la fedeltà, e tanti altri»
«Sisi, come vuoi. Ma vuoi mettere un Malik super sexy ad un Conor super sfigato?»

«Ma che c'entra? Ovvio che sceglierei Malik, ma non ci sarebbe niente di male a stare con uno come Conor»

«Non potrai starci. Sarà tuo fratello»

«No, non sarà mai mio fratello. Al limite un fratellastro acquisito»

«Incesto»

«Non sarebbe un incesto. E poi comunque stiamo parlando del nulla dal momento che tra me e Conor non c'è assolutamente niente»

«Ma tu pensi a lui»

«Si, ma mi passerà» dissi stufa delle sue continue accuse. 

«Oh guarda c'è Louis» le dissi indicando il suo ragazzo sulla sua bellissima BMW bianca.

«Ciao Lucy, mi raccomando ragiona e fai la brava. Ci sentiamo dopo» disse mandandomi un bacio volante. Le sorrisi, per poi avviarmi a piedi verso casa.

Mentre camminavo, sentii una presenza farsi spazio di fianco a me. Mi girai quasi spaventata vedendo un ragazzo. L'aria era piuttosto famigliare, probabilmente era uno studente della Scheeme High School. Si, per forza. Dovevo averlo visto nei corridoi. Ma certo era l'amico di Malik. Quello che si era messo a salutare Mery. Cosa voleva da me?

«Ciao» provai a dire, dal momento che mi fissava senza proferire parola.

«Ciao, piacere Harry» disse porgendomi la mano.

«Lucy»

«Ehm, non faccio queste cose di solito, ma.. beh ecco tieni» disse porgendomi un bigliettino di carta mezzo strappato.

«Cos'è?»

«All'interno c'è un numero, non è il mio numero. è di un mio amico, lui mi ha chiesto di dartelo» disse quasi intimidito. 

«Beh grazie, ma poteva darmelo questo tuo amico. Non aveva il coraggio?»

«Io devo andare» disse sorridendo per poi girare i tacchi ed andarsene. Aprii il pezzettino di carta, trovandovi un semplice numero di telefono scritto malamente con una biro ad inchiostro blu. Sotto al numero c'era scritto in piccolo il nome "Zayn". Zayn, Zayn Malik? Ehm, beh quanti Zayn conoscevo? Solo uno. 

Lo misi nella tasca della mia giacca vento, consapevole del fatto che non l'avrei mai chiamato. Anche se, detto onestamente, il fatto di avere il suo numero non mi dispiaceva. Dovevo dirlo a Mery. Insomma, il più figo della Scheem High School mi aveva fatto avere il suo numero di telefono. Certo che per la reputazione che aveva Zayn Malik, poteva benissimo darmelo lui senza bisogno di un piccione viaggiatore.

Nel giro di una decina di minuti arrivai davanti a casa, mi fermai qualche secondo giusto per riuscire a centrare il buco della serratura con le chiavi.

«Mamma sono a casa» urlai.

«Tesoro, sono in cucina»

Non appena la raggiunsi, potei, non troppo felicemente, notare che a tavola era seduto Carl. Speravo solo che, adesso che si erano effettuare le dovute presentazioni, mia madre non prendesse il vizio di invitarlo a casa ogni santo giorno.




Smile
Sono tornata, fortunatamente ho trovato il tempo di aggiornare, ultimamente la scuola mi sta tipo ammazzando e sono sprovvista di tempo materiale per fare le mie cose. Che triste destino che ha in serbo per me la vita. Va bene basta!
Iniziano i primi "casini" e credetemi se vi dico che siamo solo all'inizio:)
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTE COLORO CHE L'HANNO MESSA TRA LE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE, E TUTTE QUELLE CHE HANNO RECENSITO. Non sapete che piacere che mi fa leggere i vostri pareri.
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much love.

 

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Capitolo 3
*** Catching feelings ***


«Tesoro Carl è venuto qui a pranzo proprio per discutere del week-end in montagna di cui ti ho accennato questa mattina!» esclamò mia madre. 

«Ah si?» affermai poco interessata mentre addentavo il primo boccone di pasta fumante che avevo sotto il naso.

«Beh sì Lucy, io ho un piccolo appartamento in Scozia, potremmo sfruttarlo il prossimo week-end tutti insieme, come una vera famiglia» sentenziò Carl. Come una vera famiglia? Ma se nemmeno lo conoscevo. Sapevo il suo nome e sapevo che era l'uomo che aveva fatto ripartire gli ormoni a mia madre, ma non sapevo nulla sul suo conto. Non sapevo le sue origini, non sapevo che lavoro facesse, non sapevo dove abitasse, non sapevo perché si fosse separato, non sapevo niente di niente; e lui pensava davvero che potessimo già essere una vera famiglia? Possibile che l'unica persona matura in tutta questa storia, fossi solo io? Nemmeno mia madre che reputavo essere tra le persone più concrete e mature, in questo frangente era stata capace di esserlo. Si comportava proprio come una ragazzina presa dalla sua prima cotta, si comportava come se conoscesse Carl da secoli, si fidava ciecamente di lui, proprio lei che mi aveva sempre raccomandato di accertarmi quaranta volte prima di fidarmi di qualcuno. Probabilmente sbagliavo ad essere così prevenuta nei confronti di Carl, ma in fondo non era altro che un perfetto estraneo.

«Beh non siamo obbligati ad andarci» cercai di accennare.

«Ma tesoro, avevi detto che avevi voglia di vacanza e poi alla fine sono sicura che sarà divertente. Carl è un ottimo sciatore»

«Mamma io so sciare, non ho bisogno del maestro» sputai le parole di bocca, per poi accorgermi di avere utilizzato un tono un po' meschino.

«Però si dai, in fondo staccare la spina è ciò che mi ci vuole» cercai di rimediare al mio brutto tono dicendo quella frase, per poi pentirmene un minuto dopo.

«Che bella notizia, allora prepariamoci per un week-end tutti insieme» disse mia madre, era davvero così felice. Non capivo come, non capivo perché di tutta quella gioia. Quella donna non era mia madre, la mia vera madre era stata inavvertitamente scambiata con un clone identico che però al posto del cervello aveva una dose infinita di euforia.

Bene, avrei passato un week-end con Conor, lo stesso Conor che doveva disintegrarsi nella mia testa.

 


 

Dopo aver studiato le infinite pagine di storia, presi il mio cellulare dalla borsa, non l'avevo nemmeno tirato fuori quel pomeriggio, guardai l'ora: 18.47. Avevo la bellezza di quattro messaggi e due chiamate perse. Uno dei messaggi era di mia madre che mi informava che sarebbe tornata più tardi dal suo precario lavoro in libreria, gli altri tre erano di Mery.

Messaggio 1: -Devo assolutamente dirti una cosa, stavo tornando a casa e sai chi ho incontrato??? Non te lo immaginerai mai-

Messaggio 2: -Ti ho già chiamata due volte, vuoi cagare il tuo bell'iPhone? è importante!!!!-

Messaggio 3: -Va bene, io non resisto. Ho incontrato Harry Styles, sai quello ricciolino amico di Malik? Dopo essermi soffermata su quanto fosse figo, abbiamo parlato e indovina un po' Malik ha una specie di cotta per te-

A quel punto decisi che la cosa migliore da fare era chiamarla.

«Ma dove cazzo avevi il telefono? Almeno ti sei degnata di chiamarmi» sbottò acida.

«Scusami, sono stata sopraffatta dalla rivoluzione americana» cercai di giustificarmi.

«E chissene frega. Hai letto i messaggi? Non è fantastico, io dico Malik il figo dei fighi ha una cotta per te, oddio, io a questo punto sarei già uscita in mutande e mi sarei messa a correre per tutto l'isolato urlando che il più figo esistente sulla faccia di Londra, ha una cotta per me. Spero solo che tu abbia intenzione di farlo..» disse senza neanche prendere una piccola pausa per ricaricare il suo povero fiato.

«Innanzi tutto si ho letto i messaggi, per questo ti ho chiamata e poi no, non ho intenzione di prendermi una broncopolmonite solo per Malik! Ah un'ultima cosa, Malik è un senza palle! Oggi mentre tornavo a casa mi si è avvicinato il suo amico ricciolino e mi ha dato un foglietto malmesso col numero di Malik. Guarda te, non ha avuto nemmeno le palle di darmelo lui il suo numero» dissi amareggiata.

«Stupida, Malik non sa che Styles ti ha dato il suo numero»
«Si che lo sa»

«No che non lo sa»

«Si che lo sa»

«No!»

«Si!»

«No!»

«Mery, dimmi tutto quello che sai» dissi infine.

«So che Malik ha detto a Harry che poteva essere interessato a te ma voleva aspettare che facessi tu il primo passo, allora Harry ha pensato di architettare questa specie di messa in scena, così che tu, avendo il numero di Malik, forse avresti agito alla svelta» disse in un fiato, attaccando il più possibile le parole.

«Ah..»

«Sei delusa? Amareggiata? Triste? Sconsolata? Vorresti suicidarti buttandoti sotto un camion? O magari buttandoti dal bancone?»

«No. Voglio uccidere Styles» dissi riattaccando il telefono.

Incredibile, beh forse un po' avrei dovuto immaginarlo che si trattasse di una cosa di questo tipo, Malik non era così timido da mandare i suoi amici a darmi il suo numero, e poi comunque se davvero stava aspettando che io facessi il primo passo verso di lui, probabilmente avrebbe dovuto aspettare in eterno. Lui e il suo fottuto piedistallo, lui e la sua fottuta autostima. Non mi sarei certa messa in ginocchio davanti a lui pregandolo di uscire con me. 

Decisi di richiamare Mery.

«Sapevo che mi avresti richiamata!»

«Ah dimenticavo regina d'Inghilterra, tu sai sempre tutto»

«Certo, beh dimmi dai»

«Il fatto è che io non muoverò un dito per Malik.»

«E se lo muovesse lui? Nel senso, se fosse lui a farsi avanti, accetteresti?»

«Che domande, tsk»

«Lo sapevo, maialina» disse con un'impronta di malizia nella voce.

«Ah un'altra cosa, il prossimo week-end ho un incontro intimo con la mia nuova famigliola»

«In che senso Lucy?»

«Andremo a fare un week-end in montagna» strillai fingendomi euforica. Sentii Mery ridere dall'altro capo del telefono, non era così divertente.

«Con quello sfigato mezzo anoressico del tuo futuro fratello?»

«Non è sfigato e neppure anoressico e non è nemmeno il mio futuro fratello, al massimo fratellastro»

«Va bene, va bene, come vuoi ma Malik è il migliore» affermò convinta. Ruotai gli occhi al cielo, tanto non mi avrebbe vista.

«Mery, non è una gara a chi è più figo»

«Mmh, scusa c'è il mio amico immaginario che mi sta invitando a giocare a carte insieme, ti devo lasciare, a domani Mrs Malik» disse per poi attaccare il telefono. Mery era famosa per le scuse idiote che si inventava solo per mettere giù il telefono. Ormai ci avevo fatto l'abitudine. Era chiaro che non volesse sentirmi parlare di Conor. Ma che male c'era?

Andai in cucina e mi preparai un toast, alla fin dei conti non è che sapessi proprio cucinare e le mie abilità culinarie erano pressoché scarse. Mi sedetti sul divano e con il mio affezionato portatile decisi di fare qualche ricerca per vedere se la dicitura "Carl Maynard" mi avesse condotto ad una pista su di lui. 

"Carl Maynard:

Uomo. Nato in un piccolo sobborgo del Regno Unito. Impiegato in un'azienda alimentare 'FoodSpol' nel distretto di Liverpool. 

Matrimonio civico effetuatosi nel 1991."

Non essendo un personaggio famoso e non avendo un intero sito di Wikipedia indirizzato a lui, le informazioni sul suo conto erano piuttosto scarse. Ma mi stupii ugualmente per avere trovato qualcosa di sufficientemente utile. Era un impiegato, beh per lo meno aveva un lavoro stabile, e si era sposato nel 1991. Non volevo essere impicciona, volevo semplicemente informarmi per il bene di mia madre, che sicuramente sapeva molte più cose di me su di lui. Non avrei voluto rivivere tutto ciò che lei aveva passato dopo la rottura con papà, non avrei voluto che questo matrimonio si fosse rivelato un altro insuccesso, in fondo mia madre non se lo sarebbe meritato. L'unica sua colpa era quella di affezionarsi subito alle persone. Un po' come me del resto. Mi ero "affezionata" a Conor dopo una semplicissima e stupidissima cena nella nella quale non ci eravamo nemmeno rivolti la parola.

 


 

Un altro giorno d'ottobre era appena iniziato. La sveglia sul comodino segnava già l'ora di alzarsi dal letto e prepararsi. Avrei tanto voluto fingere un mal di testa letale e starmene tutto il giorno al caldo sotto il mio piumone viola, ma avrei mandato letteralmente in frantumi tutta la fatica che avevo fatto il giorno prima per aver studiato quella stupida e infinita Rivoluzione Americana. Il compito in classe del professor Ostrof mi stava attendendo. Presi una felpa e un paio di jeans stretti e mi precipitai in soggiorno dove mia madre stava preparandomi la colazione con il sorriso dipinto sulle labbra. Veramente, più i giorni passavano e più quella donna viveva di sorrisi. Beata lei. Non penso di averla mai vista così felice quando stava con papà, forse all'inizio, prima che io nascessi. 

Bevvi il mio solito latte caldo, e cercando di sbrigarmi recuperando tutti i miei libri. 

Scesi le scale velocemente e attesi come al solito Mery. Tutti i giorni erano come dei dejavu. Alzarsi, vestirsi, fare colazione, aspettare Mery, andare  scuola, fare lezione, salutarsi, tornare a casa, studiare e andare a dormire. Niente di diverso, tutto perfettamente identico. Ma da qualche giorno, le sorprese si erano insinuate nella mia vita monotona, prima Carl e Conor, ieri Styles con il numero di Malik, e la telefonata di Mery nella quale mi parlava della cotta di Zayn nei miei confronti. Cosa sarebbe successo oggi?

«Buongiorno fatina, stai per caso ridendo con gli angioletti?» mi chiese Mery pizzicandomi una guancia.

«Scusami, non ti avevo vista» le dissi ridendo alla sua affermazione.

«Perché sorridevi da sola come un'ebete?»

«Stavo semplicemente pensando»

«A Malik?» chiese lei alzando le sopracciglia e assumendo un ghigno ironico in volto.

«Basta con questo Malik, sta diventando più un'ossessione per te che per me»

«Tranquilla piccola, presto diventerà il tuo desiderio più infimo» disse lei in tono tetro, come se fosse la maga Circe e mi stesse prevedendo il futuro. Dopo di che intraprese un discorso chilometrico su Louis che ci tenne impegnate fino all'arrivo a scuola.

Mi affrettai ad andarmene in classe, il mio amato compito di storia mi stava aspettando. Mi appostai in terza fila aspettando che il professore ci consegnasse il foglio con le domande. Non appena lo ebbi ricevuto, il mio cuore si tranquillizzò notando con gioia che sapevo tutte quante le risposte a quelle domande. Iniziai a scrivere senza esitazioni, fino a quando un versetto sonoro mi indusse a girarmi. Malik. Che cazzo voleva da me durante il compito di storia? Che volesse provarci? Oh ti prego Lucy piantala.

Lo guardai. Mi guardò. Poi iniziò a sussurrare qualcosa che non capii, ma riuscii a interpretare il labiale.

«Mi passi la domanda tre?» biascicò.

Come caspita avrei potuto passargliela? Una domanda aperta di almeno dieci righe, era impossibile da suggerire. Estrassi delicatamente un post-it dal mio astuccio cercando di non attirare l'attenzione del professore intento a leggere il suo giornale. Iniziai a scrivere la risposta velocemente, perché lo stavo facendo? Perché stavo perdendo del tempo suggerendo la risposta proprio a lui? Perché invece non stavo utilizzando gli ultimi dieci minuti a disposizione per completare il mio compito? Ero sicura che se fosse stato qualcun altro a chiedermelo, non l'avrei mai fatto!

Gli passai velocemente il post-it per poi tornare a concentrarmi sulle ultime risposte del mio compito. 

La campanella si insinuò nelle mie orecchie. Cazzo. Scrissi il più velocemente possibile le ultime cose, e sotto le assidue pressioni del professore, consegnai il compito senza nemmeno rileggerlo.

Non appena uscii dall'aula, sentii una voce alle mie spalle.

«Lucy» urlò Malik. Mi girai di scatto per poi trovarmelo di fronte.

«Grazie davvero, non so come avrei fatto senza quella riposta» disse, con un live e sorriso sulle labbra.

«Beh, figurati. Non c'è problema» blaterai.

«Nono davvero, lascia che ti offra un the alle macchinette, so che è squallido ma non so che altro offrirti» sorrisi alle sue parole. Era comunque un gesto carino e apprezzabile.

«Non ti preoccupare, un the mi sembra più che sufficiente» dissi guardando dritto nei suoi occhi nocciola.

Lo seguii verso le macchinette in fondo al corridoio, avevamo quindici minuti esatti prima che la campanella ci facesse tornare nelle nostre aule.

«E così ieri Styles mi ha dato il tuo numero, però non ho capito perché» gli dissi sfruttando tutto il mio coraggio.

«Davvero lo ha fatto? Non ci credo. Beh comunque adesso che ce l'hai non esitare a comporlo» disse facendomi l'occhiolino.

«Beh, non vedo per quale motivo dovrei» dissi con aria di superiorità, decisamente quel tono da finta snob, non mi apparteneva neanche lontanamente.

«Allora se mi dai il tuo numero, magari io non avrei problemi a comporlo ogni tanto» aspetta, mi aveva appena chiesto il mio numero?

«Ah certo» tirai fuori la biro dalla tasca della felpa e scrissi su un post-it il mio numero per poi darglielo.

«Non hai posto alcuna resistenza a darmi il tuo numero, comunque» constatò lui con un ghigno soddisfatto stampato in volto. Arrossii impercettibilmente, cazzo, e adesso cosa potevo dirgli? 'Beh si sai, sei un figo da paura e non mi dispiacerebbe affatto che tu mi chiamassi o che mi chiedessi di uscire', decisamente no. 

«Beh, sono una persona gentile, non volevo sembrare scortese» dissi prima che la campanella suonò.

«Bene Lucy Brown, potrei fare uso di questo insieme di cifre nei prossimi istanti. Ora vado in classe» disse mostrando il suo sorriso e assottigliando gli occhi. Lo guardai andarsene per poi farmi scappare un respiro sonoro. Quel ragazzo era tanto bello quanto stronzo. Sapevo che stando al suo gioco sarei finita per farmi del male, eppure nonostante lo sapessi, qualcosa mi attirava come una calamita. E non riuscivo ad essere più stronza di lui e ignorarlo.




 

S M I L E .

Bene, bene, bene. Mi sono data una mossa e ho aggiornato. Ringrazio la neve per aver permesso la chiusura delle scuola!
Okei, sono iniziate ufficialmente le "storielle". 
Comunque ho letto alcune recensioni che classificavano la trama come banale. Certo, ognuno può pensare quello che vuole, ma io, se fossi in voi, aspetterei di leggere tutta quanta la storia. Come si può capire la trama soltano in due capitoli?
Non mi dileguo, come al solito ci tengo a ringraziare tutte coloro che recensiscono e che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite. GRAZIE, DAVVERO<3
-Lucrezia.

Twitter: @Lucreziaaaa_ Facebook: Lucrezia Efp

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Capitolo 4
*** Zayn is in my mind. ***


«Mi sento terribilmente in colpa! In colpa perché ieri dovevo uscire con Louis e mi sono dimenticata, in colpa per non aver risposto alle sue innumerevoli chiamate a causa del tono silenzioso sul mio cellulare, in colpa per non avere neanche minimamente preso in considerazione l'idea di guardare quel maledetto telefono, in colpa per non essermi ricordata il fatto di dover andare al lago insieme a lui, in colpa perché tutte queste cose me le sono dimenticata a causa di quel ricciolino che mi ha fermata dopo scuola, in realtà so a malapena il suo nome. Ma allora perché parlare con lui mi ha staccata da tutto il mondo circostante? Ti giuro siamo stati due ore a parlare su una panchina, di cose banali, stupide, niente di importante. Sono una stupida.» mi ripeté Mery per la terza volta in dieci minuti.

«Ehi, stai tranquilla» le dissi notando una lacrima iniziare a solcare il suo volto. In effetti doveva sentirsi terribilmente e inesorabilmente in colpa, dal momento che le lacrime sul suo viso le avevo viste circa un paio di volte in tre mesi a causa del freddo che le faceva lacrimare gli occhi. Quindi sì, si poteva benissimo dire che fosse la prima volta che la vedevo piangere per una motivazione reale.

«Vedrai che Louis capirà, magari non gli racconti di aver passato il pomeriggio con un altro ragazzo. Puoi sempre dirgli che una tua lontana parente si è sentita male» continuai io cercando di trovare una sorta situazione credibile che potesse consolare Mery.

«Lucy, tra me Louis è sempre stato tutto semplice e perfetto, sin dall'inizio. In due anni avremo litigato circa una mezza volta e per una cavolata. Noi ci diciamo tutto, non ci sono segreti, nessuna barriera, nessun ostacolo, tutto bellissimo. E io cos'ho fatto? Mi sono dimenticata di lui solo per una stupida conversazione sul tempo di Londra, su te e Malik e sulla scuola. Capisci, sulla scuola? Io odio la scuola, eppure quella conversazione mi ha fatto dimenticare del mio appuntamento con Louis» disse lei ormai del tutto in lacrime. Vederla così mi spiazzava, non sapevo bene che fare o come reagire, era la prima volta che mi si parava davanti una situazione del genere. Di solito era Mery che consolava me. Io non ero capace in questo ruolo.

«Capisco, beh allora sii sincera con lui e digli tutte queste cose, sono sicura che capirà. Louis mi sembra un ragazzo comprensivo. Magari ti metterà il muso per qualche giorno, ma vedrai che andrà tutto per il meglio» tentai con un mezzo sorriso sulle labbra.

«Già, lo penso anch'io. Il problema è un altro però.» disse lei tirando su con il naso.

«Ovvero?»

«Se io mi sono dimenticata di uscire con lui, vuol dire che quello che stavo facendo era più significativo per me. No?» mi chiese. Pensai che la sua fosse una domanda retorica.

«In realtà, penso di si.» dissi mordendomi il labbro.

«Quindi, io ho reputato una conversazione con quel mezzo sconosciuto di Styles, più importante di un appuntamento con Louis. Questo vuol dire che mi è partito il cervello. Ma allo stesso tempo ti direi che ho passato un pomeriggio del tutto piacevole, ti direi che tutto sommato mi sono divertita, ho riso, mi sono aperta con lui come se fosse il mio migliore amico, mi ha anche detto che Malik ti vuole davvero chiedere di uscire e mi ha anche detto che sono simpatica e divertente» disse mentre andava avanti e indietro dalla scrivania di camera sua all'armadio. 

«Allora, la cosa più importante adesso è confessare tutto a Louis e poi capire il motivo per il quale la conversazione con Styles sia stata per te così significativa» le dissi in tutta onestà.

«Si beh Louis non risponde al telefono quindi probabilmente tra poco mi precipiterò a casa sua e cercherò di chiarire tutto. Sarò sincera e diretta, ho sempre odiato i giri di parole. E per quanto riguarda quella conversazione con Harry, beh ci penserò. Potrei diventare una sua amica, cosa c'è di male?» chiese per poi alzare le spalle.

«Assolutamente niente di male se riuscirai a farla rimanere solo una semplice amicizia» tentai io.

«Cosa dici Lucy? Io sono follemente innamorata di Louis»

«Conosco quel tono Mery, spero per te che tu non stia cercando di auto convincerti»

«Seriamente io amo Louis, però perché quella normale conversazione mi sta destabilizzando?» disse abbassando lo sguardo verso le sue Vans.

«Non lo so, chiarisci con Louis, fai passare qualche giorno e se sei ancora destabilizzata, allora ne riparleremo» 

«Grazie Lucy» mi disse venendomi di fianco e dandomi un abbraccio.

Dopo aver salutato Mery, uscii dal suo palazzo, indirizzata ad andare a casa mia. Era tardo pomeriggio e le mie condizioni non erano delle migliori dal momento che avevo deciso di fare quei pochi metri da casa mia a casa sua senza uno lieve strato di trucco e vestita mezza in pigiama e mezza in tuta. Ma si sa che i migliori incontri si fanno quando si è nelle condizioni più ignobili del mondo. Camminavo piuttosto veloce ma da lontano riuscii a scorgere la figura di un ragazzo dall'aria piuttosto famigliare, alto, magro, slanciato, Blazer, giacca blu.. Cazzo. Cosa ci faceva da queste parti Conor? Mi infilai il cappuccio onde evitare di fare meschine figure. Il mio passo si faceva sempre più spedito e il mio sguardo era perennemente indirizzato alle mie ciabatte. Ebbene sì, non mi ero messa nemmeno le scarpe.

«Lucy?» sentii. Cazzo, cazzo, lo sapevo. Alzai lievemente il volto trovandomelo a pochi passi da me. Incredibile che mi avesse addirittura chiamata per nome.

«Ciao, Conor. Come mai da queste parti?» Risposi imbarazzata.

«Beh ero da un amico, poi mio padre mi ha detto che era da tua madre e così mi ha chiesto se l'avessi raggiunto. Penso che tua madre abbia organizzato un'altra cenetta a quattro» disse lui abbozzando una sottospecie di sorriso. Possibile che io non lo sapessi? Possibile che quella donna decidesse tutto senza il mio consenso? Possibile che non mi avesse dato nemmeno cinque minuti di preavviso? Possibile che io fossi in pigiama e struccata? 

«Ah, bene. Quindi suppongo che faremo la stessa strada» dissi con la voce tremante.

«Non ne sapevi nulla?» mi chiese mentre avevamo ripreso a camminare diretti verso casa mia.

«Beh a dire la verità no! Mia madre ultimamente è sopraffatta da questa relazione e si dimentica di dirmi le cos..» non feci in tempo a finire di parlare che il mio cellulare iniziò a vibrare. Lo presi dalla tasca della giacca e notai un numero sconosciuto sullo schermo.

«Scusa» pronunciai flebilmente verso Conor che mi fece segno di rispondere.

«Si?» dissi mostrandomi distaccata dal momento che quel numero non risultava salvato sulla mia rubrica.

«Ciao Lucy» sentii dall'altro capo del telefono. Solo a quel punto mi resi conto di chi stava parlando. Zayn. Avevo dimenticato di riportare il suo numero dal foglietto al telefono. E adesso come potevo comportarmi? Non mi sentivo a mio agio parlare con lui con Conor lì di fianco che avrebbe sentito ogni singola parola.

«Ehi ciao» dissi timidamente.

«Ti disturbo Lucy?»

«Nono, ehm..cioè sto per andare a casa e non sono sola»

«Non puoi parlare? Sei con un ragazzo?»

«Esatt..nonono cioè nessuno! Potrei richiamarti?» decisi di dire alla fine.

«Ma certo, a dopo allora. Ci conto» mi rispose lui. Ma con tutti i momenti che poteva avere per chiamarmi, proprio quello doveva scegliere? 

Nel frattempo eravamo arrivati davanti al portone di casa mia. Suonai e mia mamma si presentò alla porta raggiante come un fiore in primavera. 

«Ragazzi, siete insieme? Che gioia vedervi così affiatati e uniti» ci disse con un sorriso che faticava a stare sul suo viso talmente era gigante.

«Mamma quando ti deciderai ad avvisarmi quando inviti ospiti a cena o a pranzo?» le dissi mostrandomi sorridente ma facendole intendere il mio tono poco allegro. Lei non rispose e cinse le spalle di Conor con un braccio accompagnandolo in cucina dove probabilmente era già posizionato Carl. 

Io sgattaiolai in camera mia, mi vestii in modo presentabile e mi misi un tocco di trucco che mi avrebbe fatta sembrare meno cadaverica di prima. Non appena mi fui rimessa in sesto, scesi le scale raggiungendo l'abitacolo nel quale stava per servirsi la cena.

«Ciao Lucy» la voce calda di Carl si insinuò nelle mie orecchie.

«Ciao» dissi sorridendo. Conor era seduto vicino a suo padre mentre mia madre stava estraendo qualcosa dal forno.
La cena fu qualcosa di meglio rispetto a quella precedente. Conor riuscì a pronunciare qualche parola di più e tutto sommato non era antipatico, probabilmente durante il week-end in montagna, sarei riuscita a conoscerlo un po' meglio e chi lo sa magari saremmo anche potuti diventare amici. Dovevo ammettere che comunque non mi era indifferente, mi importava di quello che pensava di me, mi importava di non risultare patetica ai suoi occhi, mi importava che mi trovasse simpatica e carina. Detto onestamente non so perché mi importassero tanto queste cose, ma mi importavano.

Non appena Carl e Conor lasciarono casa mia, guardai l'ora sul telefono notando che si era fatto tardi. Decisi che non sarebbe stato opportuno richiamare Zayn a quell'ora. Gli mandai lo stesso un messaggio.

- Scusami, ho avuto una cena di famiglia improvvisa, potremmo parlare domani comunque, notte. Lucy -

Non so esattamente cosa mi passasse per la testa in quel periodo, so solo che reputavo Conor interessante nonostante non lo conoscessi praticamente, e per quanto riguardasse Zayn, beh forse dovevo ricredermi su di lui, sarebbe potuto piacermi. 

 


 

Quella mattinata a scuola non sembrava voler finire. Era già la quarta ora e stavo facendo il conto alla rovescia pensando che in questo modo, il tempo sarebbe passato più velocemente. Era la lezione di storia dell'arte, di conseguenza di fianco a me c'era Mery intenta a maneggiare il suo cellulare. Non aveva ancora del tutto risolto la faccenda con Louis, e per questo motivo lo riempiva di messaggi col fine di estenuarlo talmente tanto, al punto che lui l'avrebbe perdonata più per esasperazione che altro.

«All'uscita di scuola ti vedi con Zayn allora?» mi disse tornando sul mondo dei vivi. Non avevo ancora avuto l'occasione di parlare a Zayn dopo la sua chiamata di ieri sera. Mi era dispiaciuto liquidarlo in pochi istanti, ma purtroppo la presenza di Conor al mio fianco non mi aveva permesso di fare un'interminabile e amabile conversazione.

«Ehm, non lo so.. forse sì, forse no, dipende» le accennai vaga. Non sapevo se l'avrei visto o meno, anche se onestamente da una parte ci speravo.

La campanella ci permise di reputare finita quella giornata di scuola e l'intera settimana, dal momento che era venerdì. 

«Allora con Louis?» chiesi a Mery mentre raccattavamo i libri. 

«Con Louis niente, è arrabbiatissimo e non riesce a concepire il fatto che io abbia potuto dimenticarmi del nostro appuntamento.» mi disse con aria triste.

«Beh è comprensibile, ma in fondo errare è umano, e poi il perdono lo si concede a tutti» la rincuorai.

«Certo Lucy la fai facile tu. Ma già Louis non concepisce il fatto che abbia potuto dimenticarmi l'appuntamento, figuriamoci se dovesse sapere il perché. Non ho avuto il coraggio di dirgli che ho passato l'intero pomeriggio con un altro ragazzo» sentenziò alzando la voce. Non ebbi la prontezza di risponderle quando ci si presentarono davanti Zayn Malik e Harry Styles. Bene.

«Ciao Lucy» mi disse il primo. 

«Ciao!» risposi timidamente.

«Ti va di fare un giro?» mi chiese con il sorriso stampato in volto. Okay, eravamo addirittura passati dal non salutarci, al parlarci superfluamente, al chiamarci e adesso al fare un giro insieme? Tutto questo in tre giorni. Quando si dice che la vita è imprevedibile. Guardai Mery, con un espressione supplichevole, insomma non volevo lasciarla sola con Styles, ma d'altro canto non volevo nemmeno rifiutare la richiesta appena ricevuta da Zayn.

«Vai, scema» sussurrò la mia amica. Non appena ebbi il suo consenso, mi misi al fianco di Zayn e lo seguii fino in cortile, dove la mandria di studenti era intenta ad uscire dai cancelli, pronta a tornarsene a casa.

«Allora Lucy, ti sembrerà strano questo mio improvviso interesse per te» iniziò Zayn.

«Perché strano? Sì, insomma non mi hai mai nemmeno degnata di uno sguardo effettivamente. Non capisco cos'hai in mente» 

«Cos'ho in mente? Niente direi. A parte chiedere ad una bella ragazza se ha voglia di uscire con me domani sera» disse spavaldo e sicuro di se. Era la classica situazione in cui lui parlava di me, a me stessa. 

«Ah ma davvero? Sarei io la bella ragazza?»

«Cosa? No, intendevo dire la bionda davanti a noi» alzai lo sguardo prima di allora puntato sulle mie Converse. Vidi esattamente davanti a noi, una biondina probabilmente del secondo anno, intenta a togliere la catena dalla sua bicicletta. Dovevo ammettere che fosse nettamente più bella di me, e probabilmente Zayn era serio. Spostai lo sguardo dalla biondina a Zayn, notando un sorriso sulle sue labbra e notando il suo sguardo rivolto verso di lei. Rispostai lo sguardo sulla biondina notando che anche lei stava sorridendo a Zayn. Cosa? Era serio quindi? Non sapevo esattamente cosa fare. Riabbassai lo sguardo sulle mie scarpe.

«Ah bene, allora che aspetti a chiederglielo?» dissi sussurrando.

«Guarda che scherzavo. Usciresti, tu Lucy Brown, con me domani sera?» mi disse senza troppi giri di parole. 

«Perché stavi sorridendo alla biondina?»

«Sei gelosa? Non siamo nemmeno mai usciti e tu sei gelosa»

«Non sono gelosa, era un'innocua domanda.»

«Dai Lucy, dimmi che domani sera esci con me» ribadì lui. Il fatto era che Zayn Malik aveva fascino da vendere. Ma come avevo sempre pensato, era tanto bello quanto stronzo. In ogni caso mi aveva appena chiesto di uscire. E io non avevo la benché minima intenzione di rifiutare.

«Mmh, beh penso proprio che..» prima di potergli dare la mia risposta, un flashback mi attraversò la mente, IL WEEK-END IN MONTAGNA. Cazzo.

«No!» mi feci sfuggire ad alta voce per poi portarmi una mano sulla fronte.

«Stai bene Lucy?» mi chiese Zayn mettendosi di fronte a me e appoggiando una mano sulla mia spalla.

«No scusami è che mi è venuto in mente adesso che questo week-end la mia famiglia ha organizzato una specie di gita in montagna, di conseguenza penso che dovremmo rimandare la nostra uscita» dissi con tono dispiaciuto. Certo che questa nuova famigliola mi continuava a mettere il bastone tra le ruote. 

«Tranquilla non ti preoccupare, ti aspetterò, non scappo mica io. Possiamo uscire insieme la prossima settimana» mi tranquillizzò.

«Grazie» dissi flebilmente. 

«Lucy credo che il mio pullman sia arrivato, ci sentiamo comunque, divertiti in montagna» disse stampandomi un bacio sulla guancia. Non riuscii a fare altro che non fosse un fintissimo sorriso imbarazzato e allo stesso tempo estasiato. Zayn Malik mi aveva dato un bacio sulla guancia, cos'era in fondo? Niente di che, e perché allora mi sentivo come un forno di temperatura pari a 200 gradi centigradi?

Osservai Zayn sparire tra la folla di ragazzi alla fermata del pullman. Aveva una strana influenza su di me quel ragazzo. Probabilmente un week-end lontana da Londra, mi avrebbe fatto bene, forse.





S M I L E .
Ce l'ho fatta ad aggiornare in tempo. Ultimamente non è un gran periodo, un po' per la scuola, un po' per altre cose, quindi potrei metterci qualche giorno di più ad aggionare. Ci tengo a ringraziare tutte quelle che hanno recensito e messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate, SIETE TROPPO GENTILI. 
Passerò da quelle che mi hanno chieste un parere sulla loro storia appena ho tempo. (:
Grazie ancora! Lucrezia. Non so esattamente perché le righe sono così staccate, ahahah Twitter: @Lucreziaaaa_ Facebook: Lucrezia Efp

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Capitolo 5
*** Pleasure. ***


                                                             







«Lucy, Lucy forza svegliati» sentii le urla di mia madre provenire dal piano di sotto. Aprii pigramente gli occhi prima che l'attenzione venne catturata dall'ora impressa sulla mia sveglia digitale: 6.02. Erano decenni che non mi alzavo così presto, soprattutto se la ragione era uno stupido e insignificante week-end in montagna con la mia "nuova famiglia".

Mi alzai dal letto appoggiando i piedi sul pavimento freddo, un brivido mi percorse la schiena. Ma chi me lo faceva fare? Era sabato mattina e come da tradizione potevo tranquillamente svegliarmi a mezzogiorno. 

«Ma non sei ancora pronta?» irruppe mia madre in camera mia. 

«Dammi dieci minuti al massimo» le dissi tra uno sbadiglio e l'altro. Lei stranamente mi sorrise e chiuse la porta. Era sempre più assurdo il suo continuo sorriso stampato in volto. La sua medicina per sorridere era decisamente l'amore. Decisi di raggiungere il bagno di fianco alla mia stanza. Mi feci una doccia veloce e afferrai tutta l'attrezzatura utile per sciare già precedentemente sistemata nel borsone. Presi distrattamente il cellulare sul comodino e potei notare dei messaggi di Mery.

- Tieni a freno gli ormoni col biondino -

-  Non fare cazzate, sai che poi te ne pentiresti .

- Comunque quando torni uscirai con Malik, quindi attenta a tuo fratello, non farti abbindolare dalla sua sfigataggine, sempre se esiste come parola -

Sorrisi a quei messaggi, era sempre la solita. Ma in fondo cosa sarebbe mai potuto succedere con il ragazzo al quale era stata mangiata la lingua dal gatto? Dubitavo che ci sarebbero state conversazioni più lunghe di qualche domanda di circostanza. 

Scesi le scale e vidi subito mia madre con Carl, lui mi sorrise e io non potei fare altro che ricambiare. Senza troppe parole, afferrò la mia borsa e si diresse fuori dalla porta, probabilmente con l'intento di caricare tutto quanto in macchina.

«Ci divertiremo tesoro, e mi raccomando non tenere quel broncio» disse mia madre.

«Mamma non ho il broncio, sono solo un tantino stanca, sai com'è» risposi scocciata.

«Potrai dormire in macchina, su. Non fare di una sciocchezza una tragedia» disse sempre con quel suo tono pacato e tranquillo che ormai da settimane utilizzava.

Uscita di casa vidi Carl già al posto di guida sulla sua macchina scura, una BMW. Conor era seduto sul sedile posteriore e aveva lo sguardo basso e una cuffietta all'orecchio. Presi un respiro, e salii in macchina sedendomi nel sedile di fianco al suo. Mentre mia madre prendeva posto al fianco di Carl.

«Ciao Conor!» dissi sforzando un sorriso. 

«Lucy» rispose senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. Simpatico. Mi sembrava che dopo la seconda cena in famiglia, qualcosa fosse cambiato, pensavo che un minimo di confidenza ci sarebbe stata. E invece, mi stavo solo sbagliando. Piuttosto strano quel ragazzo.

Fu un viaggio piuttosto noioso e interminabile, Conor ascoltò per tutto il tragitto la sua orrenda musica che da tanto era alta, potevo sentirla anch'io. Mia madre, invece, si divertì un sacco insieme a Carl, fecero amabile conversazione e risero di gusto per ogni singola cosa che dicevano. Inoltre fui costretta anche ad assistere ad una parte della loro conversazione nella quale Carl raccontò a mia madre tutti i suoi viaggi in Congo alla ricerca della vipera nera. Lei naturalmente era affascinata da questi racconti mentre io ero del tutto schifata.

Scesi dalla macchina dopo tre buone ore di tragitto. Mi sgranchii le gambe e mi guardai intorno: il paesaggio era bellissimo, c'erano alberi e pini ovunque e immense vallate innevate tutte intorno a noi, altro che la città di Londra, questo era un paradiso. Un sorriso mi sfiorò le labbra, il primo dalla partenza. 

«Bene ragazzi, prendete le vostre borse che entriamo in casa» disse Carl. La casa distava poco dal parcheggio in cui Carl aveva appostato la sua auto. Camminammo in salita per quasi cinque minuti fino ad una schiera di palazzi l'uno di fianco all'altro. Erano tutti quanti bianchi con i serramenti marrone scuro. Carl si posizionò davanti ad uno di questi palazzi e tirò fuori le chiavi dalla tasca della giacca per poi aprire in cancellino. Entrammo uno ad uno. Fortunatamente l'appartamento di Carl era al primo piano così che non dovemmo neanche fare troppi scalini per raggiungerlo. 

«Ragazzi, non essendo molto grande, dovremmo adattarci. Di conseguenza Conor, tu dormirai nella stanzetta insieme a Lucy, mentre io e Linda prendiamo la stanza matrimoniale» disse sorridendo. A quelle parole lasciai la presa della borsa che fino a poco prima tenevo saldamente nelle mie mani. Il rumore della borsa a terra fece alzare la testa a Conor. Vidi i suoi occhi blu puntati nei miei, prima di poter immediatamente girare lo sguardo verso suo padre.

«Papà, non possiamo dormire io e te mentre Lucy starà con sua madre?»

«Ma figliolo, dov'è il problema? Nella vostra stanzetta c'è un letto a castello, non dormite nello stesso materasso» concluse Carl. Bene, anzi benissimo. Questo week-end non poteva che migliorare. Conor non disse nulla in risposta all'affermazione del padre, prese la sua borsa e si incamminò verso quella che sarebbe dovuta essere la nostra stanza. Fortuna che dovevamo dormirci solo una notte. 

«Tesoro va tutto bene?» mi si avvicinò piano mia madre sossurrandomi quella domanda. 

«Certo mamma» dissi sorridendole con una punta di ira nella mia voce. Per lei andava tutto bene, certo eravamo nell'appartamento del suo fidanzato e lei avrebbe potuto passare una notte all'insegna di fuoco e fiamme, dio che schifo. E inoltre sarebbe potuta stare incollata al suo Carl per due giorni interi. Ma decisi di non fare polemiche, alla fine non volevo rovinarle i suoi piani. Afferrai la mia borsa da terra e decisi di andare anch'io verso la stanza in cui Conor era da poco entrato.

«Stai nel letto sopra tu?» chiesi non appena vidi Conor appoggiare dei vestiti sul letto superiore.

«L'idea era quella, ma se vuoi starci tu non c'è problema» mi disse sorridendomi.

«Nono tranquillo, nessun problema» affermai. Era stato carino a chiedermi se volevo dormire di sopra. Forse la cosa migliore sarebbe stata quella di sforzarmi di più al fine di conoscere meglio Conor. Alla fine prima o poi uno dei due avrebbe dovuto parlare, saremmo diventati fratellastri. Non potevamo passare la nostra vita ad ignorarci come due perfetti estranei. 

«Senti Conor, forse siamo entrambi timidi per rompere il ghiaccio, ma io penso che potremmo diventare amici» dissi tutto d'un fiato tenendo lo sguardo puntato verso il tappetino di fianco al letto. Silenzio, perché non rispondeva? Alzai la testa e vidi Conor intento a fissarmi. oh Dio. Era così assurdo?

«Ce-certo» disse balbettando.

«Bene, perfetto» dissi sicura di me. Se lui aveva intenzione di giocare perennemente la sua carta della timidezza, beh allora in quel caso sarei stata io quella più decisa e sfrontata. Vidi Conor sfoggiare un sorriso sincero, quell'espressione mi fece capire che forse era felice della mia richiesta.

«Ragazzi venite in centro a fare un giro?» urlò Carl dalla stanza vicina alla nostra.

«Che ne dici?» mi chiese Conor.

«Per me si può fare» sorrisi.

«Va bene» urlò Conor in risposta a suo padre.

 

 

 

 

Il centro del paese era carino, c'erano negozietti sparsi qua e là e una valanga di persone che camminavano a passo svelto sui marciapiedi e in mezzo alla strada. Nonostante il caos, si poteva avvertire la tranquillità che lo contraddistingueva da Londra. Mia madre e Carl erano davanti a noi, giravano a braccetto e si sorridevano ogni venti metri. Non avevo mai visto una coppia più affiatata di loro. 

«Non ho mai visto mia madre così felice» dissi rivolta a Conor che stava camminando al mio fianco.

«Non dirlo a me. Eppure mio padre non è mai stato un tipo romantico, ma da quando sta con tua madre è cambiato completamente» confermò lui.

«Beh sono felice per loro. In effetti mia madre se lo merita dopo tutto quello che ha passato a causa di mio padre» continuai.

«Ah si? Io non so esattamente come abbia preso mio padre il suo divorzio, sai quando mia madre se n'è andata io ero piccolo avevo solo due anni» mi disse alzando le spalle.

«E tua madre non la senti mai?» chiesi noncurante del fatto che fosse una domanda piuttosto intima.

«Ogni tanto mi chiama, e molto raramente la vedo. Ma mi sono abituato alla sua assenza, alla fine lei per me non c'è mai stata» 

«Mi dispiace.» dissi sincera. Bene, eravamo passati dall'ignorarci completamente a parlare di cose che erano tutto meno che stupide e banali.

«No tranquilla, io sono felice con mio padre! E chissà che magari con tua madre, non mi abitui ad avere una nuova specie di mamma» rise tranquillo.

«Sì, mia madre però sarebbe il classico esempio di mamma apprensiva e rompi palle! Anche se da quando sta con Carl, mi lascia molta più libertà e mi controlla molto meno. Non mi lamento di questo» dissi ridendo insieme a lui.

«E tuo padre?» chiese.

«Mio padre è rimasto a Mullingar in Irlanda, dove abitavamo prima. Sai il loro rapporto non funzionava più da un po' e sei mesi fa hanno finalmente deciso di divorziare. Non che io sia contenta, ma è decisamente meglio così. Sentirli litigare ogni giorno per delle cavolate era davvero estenuante» dissi alzando le spalle e sbuffando.

«Ci credo, beh speriamo che questo matrimonio funzioni» disse fiducioso rivolgendo uno sguardo verso mamma e Carl che erano qualche metro davanti a noi.

«Secondo me si» affermai convinta. Probabilmente era affrettata la loro idea di sposarsi, ma in fin dei conti, se sentivano di amarsi davvero, perché aspettare inutilmente? Alla fine avevano entrambi un matrimonio alle spalle e non erano più due adolescenti, non è che si potessero permettere di aspettare ancora molto prima di sposarsi. 

La nostra conversazione si spostò su cose più futili come per esempio la scuola. Scoprii che Conor non era molto bravo e la sua media non era delle migliori diversamente da come me l'ero immaginata. Aveva l'aria da classico bravo ragazzo secchione, e invece no. Iniziammo poi a parlare dei suoi Hobby e subito dopo dei miei. Era una classica conversazione amichevole. Non avrei mai detto che saremmo riusciti a sbloccarci così alla svelta. Ma soprattutto non avrei mai pensato che il merito sarebbe stato mio, se probabilmente non avessi esordito con quella frase sull'amicizia, penso che Conor non mi avrebbe rivolto la parola. Era timido, ma poi se veniva spronato era un ragazzo di estrema compagnia. Dopo qualche chilometro per quel paesino sentii squillare il mio cellulare: Mery.

«Pronto Mery?»

«Maleducata che non sei altro, non hai risposto ai miei messaggi!» la sentii urlare dall'altro capo del telefono. Ah, una mezza giornata senza di lei e già sentivo la sua mancanza.

«Scusami, ero sopraffatta dalla stanchezza e poi mi sono dimenticata» mi scusai.

«Fa niente ti perdono. Comunque oggi sono uscita ancora con Harry» disse velocemente.

«Cosa? Mery ma sei impazzita? E Louis?» chiesi perplessa.

«Louis non lo so. Cazzo io lo amo, ma Harry mi piace. Sto bene insieme a lui! Cosa faccio?» mi chiese implorante.

«Devi parlare con Louis, non se lo merita quel povero ragazzo! Ma scusa dov'è finita la Mery che diceva "sono una stupida, io amo Louis, tra me e lui non ci sono segreti"?» dissi imitando la sua voce disperata.

«Senti, ti ho chiamata per essere supportata e non per farmi fare la ramanzina! Altrimenti riattacco» urlò.

«Non ti sto facendo alcuna ramanzina, comunque ho una chiamata sotto. Ci sentiamo dopo» le dissi mettendo giù e accettando la seconda chiamata. Ma tutti adesso dovevano chiamare?

«Si?» dissi interrogativa non avendo visto di chi si trattava.

«Lucy, ciao» sentii la voce di Zayn provenire dall'altro capo del telefono. Oddio. Zayn.

«Ehi ciao, come stai?» chiesi imbarazzata non aspettandomi quella chiamata. Possibile che ogni volta che mi chiamasse ci fosse sempre Conor al mio fianco che non mi permetteva di parlare liberamente. O meglio forse ero io che non volevo parlare liberamente con lui in presenza di Conor, ma per quale motivo?

«Certo grazie! Tu in montagna te la stai spassando?»

«Si beh abbastanza! Sono in un bel posto, domani andrò a sciare» dissi cercando di mantenere una conversazione decente.

«Come ti invidio. Beh non vedo l'ora che tu possa tornare così finalmente potremmo uscire insieme» affermò. Sì l'uscita con Zayn. 

«Già, non avrò più nessuna scusa per rimandare.»

«Non vedo l'ora. Comunque ti lascio in compagnia della tua famiglia. Fammi sapere non appena sarai tornata, ciao Lucy un bacio» 

«S-si certo, va bene, ciao» dissi facendo trasparire il mio imbarazzo e riattaccando un attimo dopo. Non pronunciai apposta il suo nome, non volevo che Conor sentisse la mia conversazione con un maschio. Anche se ancora non riuscivo a spiegarmi il perché non volessi fargli sapere di avere una sorta di pretendente.

 

 


 

Finalmente potei coricarmi. Era stata una giornata piuttosto pesante, mi ero svegliata presto quel mattino e avevo passato l'intero pomeriggio camminando per il paese, le mie povere gambe reclamavano una pausa. Avevamo appena finito di cenare e Conor era a farsi una doccia mentre Carl e mia madre avevano deciso di andare a fare un ultimo giro tra le bancarelle vicino al nostro palazzo. Quei due erano instancabili. Mentre ero sola in camera con lo sguardo rivolto vero le reti del materasso sopra di me, pensavo al rapporto che si era minimamente creato oggi con Conor. Non pensavo che avremmo fatto quei passi da gigante in un solo pomeriggio. Non pensavo che oltre a parlare molto, avremmo anche affrontato conversazioni di una certa importanza. Speravo sempre di più che il nostro rapporto sarebbe migliorato, magari sarebbe nata una meravigliosa amicizia. Anche se non mi capacitavo del fatto di voler tenere nascosto a Conor tutto ciò che riguardasse Zayn. Chissà se Conor aveva una ragazza. Sembrava un ragazzo tanto indifeso ma chi lo sa, magari una un marpione o un latin lover all'ennesima potenza. 

«Non vedo l'ora di addormentarmi e svegliarmi per andare a sciare» la voce di Conor interruppe tutte le mie fantasie. Era entrato in camera e stava indossando una maglietta grigia e un paio di pantaloni che a giudicare dalla larghezza sembravano da Basket.

«Si anch'io. Fai basket?» chiesi curiosa.

«No, perché?» disse interrogativo.

«I tuoi pantaloni» esordii.

«Ah no! Hanno una strana storia questi pantaloni» disse malinconico. Mi appoggiai sul gomito per guardarlo meglio.

«Raccontamela» dissi sfacciatamente. Non sapevo dove riuscissi a trovare tutto quel coraggio. Non ero mai stata così sfrontata e curiosa. Di solito mi facevo sempre gli affari miei, ma con Conor era diverso, volevo sapere tante più cose possibili sul suo conto.

«Sicura di volerla sentire? Non ha un lieto fine» disse serio.

«A meno che non implichi qualche morto, certo che la voglio sentire» scherzai.

«Non implica morti» disse lui sorridendo.

«Bene, allora forza» lo incoraggiai.

«Eh beh esattamente l'anno scorso, ho iniziato ad uscire con una ragazza della mia scuola, lei era al secondo anno. Mi piaceva, era semplice carina e non una di quelle fissate con la dieta o con i vestiti alla moda. Ci siamo messi insieme e siamo stati fidanzati per circa quattro mesi, e per il mio compleanno lei mi ha regalato questi pantaloni perché avevamo visto una partita di Basket insieme nella quale io prendevo in giro le divise dei giocatori. In effetti come puoi notare sono piuttosto arancioni e fanno piuttosto schifo» disse sorridendo e guardandosi meglio i pantaloni. Lo osservai mentre raccontava quella storia. Doveva essere davvero preso da questa ragazza.

«Era stato anche un bel pensiero, cioè per lo meno significativo.» continuò spostando lo sguardo verso il basso.

«E poi cos'è successo?» chiesi curiosa.

«Beh poi un bel giorno all'uscita di scuola l'ho vista parlare con un ragazzo, pensavo che fosse un suo amico, ma quando le labbra di questo ragazzo hanno premuto contro quelle di Caroline, beh allora ho capito che forse non era solo un amico. Appena lei mi vide mi corse in contro dicendomi che non era come sembrava e che c'era una spiegazione e che la colpa non era sua. Ma io sapevo quello che avevo visto, quindi non riuscii a perdonarla. Ci sono stato male davvero, lei mi piaceva, ma ogni volta che pensavo al fatto di poterla perdonare, la mia testa mi faceva vedere il filmato di lei insieme a quel ragazzo» disse passandosi nervosamente una mano tra i capelli.

«Mi dispiace Conor.» dissi realmente affranta. Doveva essere stato un brutto colpo a giudicare dal tono di voce con cui mi aveva raccontato la storia.

«Tranquilla, è acqua passata ormai. Lei si è rifatta la sua vita e io anche» disse con un falso sorriso sulla labbra. Quindi se lui si era rifatto una vita probabilmente stava con un'altra ragazza. La mia curiosità non aveva un limite; ma mi trattenni dal chiedergli se avesse un'altra ragazza. 

«Ti va se dormiamo?» mi chiese poi, dopo qualche istante di silenzio.

«Certo, non potevo desiderare proposta migliore!» gli risposi con un accenno di sorriso. Lui si avvicinò all'interruttore spense la luce per poi salire sul suo letto.

«Buonanotte» sussurrò.

«Notte Conor» dissi. E mi addormentai subito dopo.





Smile
Ce l'ho fatta ad aggiornare in tempo. Purtroppo vedo che le recensioni diminuiscono ogni capitolo, spero però che stiate leggendo lo stesso:)
In ogni caso per qualsiasi cosa, su twitter sono @Lucreziaaaa_ 
RINGRAZIO TUTTE COLORO CHE L'HANNO INSERITA TRA LE PREFERITE, RICORDATE, SEGUITE E ANCHE COLORO CHE RECENSISCONO. E' importante per me sapere ciò che ne pensate:) Twitter: @Lucreziaaaa_ Facebook: Lucrezia Efp

 

 

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Capitolo 6
*** Just friend. ***


                                                                     





Avevo passato un week-end davvero piacevole. Conor non si era dimostrato il ragazzo timido e introverso che pensavo, avevamo parlato e mi aveva anche fatto confessioni sulla sua vita, il che era decisamente un passo avanti. Inoltre c'eravamo anche divertiti sulle piste da sci, mi aveva insegnato alcune tecniche di velocità e mi aveva spronato a fare i salti nella pista apposita. Avevamo riso e non avevamo smesso di scherzare nemmeno per un secondo. Mi era sembrato tutto così spontaneo, semplice era come se l'avessi sempre conosciuto. Anche mia madre si era estremamente stupita di quel comportamento, tant'è vero che mi aveva persino chiesto se mi fossi innamorata di lui. Quella sua domanda mi aveva terribilmente lasciata senza parole, certo che non mi ero innamorata di lui e mai lo avrei fatto. Sarebbe diventato una sorta di pseudo fratellastro, come avrei potuto mischiare un amore fraterno, con un amore sentimentale?

Mi preparai per uscire di casa diretta verso casa di quella psicopatica della mia migliore amica che durante la mia assenza momentanea aveva combinato immani disastri nella sua vita privata.

«Fortuna che sei arrivata, ho fatto in tempo a mangiarmi tutte le unghie nella tua attesa» sbraitò isterica Mery sulla soglia di casa sua.

«Sono in ritardo di quattro minuti Mery» dissi in mia difesa.

«Sai quante cose possono succedere in quattro minuti? Avrei anche potuto suicidarmi» cinguettò sbattendo ripetutamente le palpebre. La guardai malamente mentre mi trascinava con forza nel salotto di casa sua. Rimasi perplessa quando davanti a me, seduti sul divano c'erano Harry Styles e Zayn Malik. Prima che i due potessero vedermi, mi girai di scatto verso Mery sgranando gli occhi. Lei alzò le spalle e si diresse verso i due che intanto stavano parlando di qualcosa a me sconosciuto.

«Ben tornata» la voce si Zayn si insediò nelle mie orecchie. Ero frastornata e non riuscivo a mettere a fuoco la situazione. La mia migliore amica mi aveva chiamata dicendomi di essere in preda ad una crisi isterica a causa di Louis. Mi ero relativamente sistemata sia i capelli che il trucco pensando che fosse sola in casa e ora invece mi trovavo in questa scomoda situazione. Feci passare velocemente nella mia testa una miriade di idee su come poter uscire da quella stanza, ma nessuna di queste sembrava essere valida.

«Grazie Zayn» accennai appena, senza guardarlo direttamente negli occhi. Mery se ne stava seduta sul divano appiccicata ad Harry. Non volevo minimamente sapere cosa avesse fatto con lui, ne tantomeno dove fosse Louis in questo momento.

«Volete qualcosa da bere?» chiese Mery per spezzare quell'imbarazzante silenzio che dominava l'intero abitacolo.

«Direi di sì, ti aiuto a prendere qualcosa in cucina» dissi in tono deciso rivolgendomi a lei. 

La seguii mentre abbandonava il divano sul quale era seduta.

«Ma dico sei impazzita? A parte il fatto che avresti potuto avvisarmi, mi sarei truccata e vestita in modo meno imbarazzante e poi dico, Malik e Styles in casa tua? Sei così in confidenza?» sbottai acida e allo stesso tempo infuriata.

«Se te l'avessi detto, probabilmente non saresti venuta e poi lo sto facendo per te. Voglio rendere le cose più semplici tra te e Malik» disse lei con un tono da finta vittima.

«Mery apprezzo il gesto, ma me la so cavare da sola, non ho bisogno che tu mi organizzi gli appuntamenti con lui, in fondo è la mia vita. E poi Styles che ci fa qui?» dissi abbassando la voce.

«Beh non avrei potuto invitare solo uno dei due» disse lei sorseggiando dell'acqua.

Poggiai una mano sulla fronte facendo un sospiro sonoro.

«E Louis?» tentai di chiederle subito dopo.

«Louis. Bella domanda, Louis non ne vuole più sapere di una ragazza distratta e smemorata che si dimentica gli appuntamenti con il suo fidanzato per uscire con un altro ragazzo» disse imitando probabilmente il tono di Louis.

«Ha scoperto di Harry?»

«Sì gliel'ho detto io.» disse lei sussurrando appena.

L'abbracciai sapendo che probabilmente quella situazione la rendeva triste anche se tentava in tutti i modi di non darlo a vedere. 

«Torniamo di là» constatò dopo essersi divincolata dal mio abbraccio e sorridendomi.

Mery appoggiò il vassoio con le bevande e i bicchieri sul piccolo tavolino di cristallo che risiedeva al centro del suo salotto. Si sedette di fianco a Harry mentre lui afferrava uno dei bicchieri.

«Com'è andata in montagna?» mi chiese Zayn posando il suo sguardo su di me.

«Direi molto bene, fosse stato per me sarei rimasta là» cercai di direi senza che la mia voce assumesse un timbro insicuro e irregolare. Nonostante tutto, Zayn mi intimidiva, probabilmente perché era tra i ragazzi più richiesti della Scheeme High School o probabilmente perché non lo conoscevo abbastanza.

«Beh ma se fossi rimasta là, avremmo dovuto rimandare ancora il nostro appuntamento» ammiccò lui. Iniziai a tossire convulsamente a causa dell'acqua che mi andò di traverso. 

«Già» dissi infine, cercando di schiarirmi la voce. Il nostro appuntamento, allora non l'aveva dimenticato. Anche se da una parte speravo l'avesse fatto.

«Domani pomeriggio?» continuò Zayn probabilmente alludendo al nostro fatidico incontro. 

«Sì» dissi annuendo flebilmente.

Nel frattempo Harry e Mery avevano acceso la televisione su un canale di musica e giocavano a chi sapesse più parole delle canzoni proposte. Non so per quanto sarei dovuta stare lì insieme a loro. La cosa non mi entusiasmava affatto, sia perché la presenza di Zayn non mi metteva a mio agio, sia perché non sapevo esattamente cosa dire o cosa fare. Non ero mai stata timida, ma ultimamente gli avvenimenti che avevano sopraffatto la mia vita da adolescente, avevano fatto sì che lo diventassi. All'inizio con Conor ed ora con Zayn.

Fortunatamente l'improvvisa chiamata di mia madre mi costrinse ad abbandonare la casa di Mery, di dispiacque comunque doverla lasciare sola con Zayn e Harry, ma del resto quella situazione l'aveva creata lei, quindi non mi sarei dovuta sentire in colpa.

Raggiunsi mia madre a casa, la trovai seduta in soggiorno e davanti a lei c'era un grosso album.

«Lucy fortuna che hai fatto presto, forza vieni qui e aiutami per piacere» disse lei entusiasta. La osservai senza capire a cosa si stesse riferendo, mi fece il gesto di sedermi affianco a lei e io obbedii.

«Cos'è mamma?» chiesi titubante.

«Questo è l'album con i preparativi» disse lei fiera e continuando a mantenere il sorriso sulle labbra. Oddio, i preparativi? Alludeva al matrimonio? 

«P..per il matrimonio?» chiesi a bassa voce per paura della sua risposta.

«Esatto! Allora, ci sono diverse proposte di chiese, ristoranti, menù, torte nuziali, bouquet, vestiti, gioielli e decorazioni varie. Visto che Carl non mi sarà molto d'aiuto, ho pensato che chiedere consiglio alla mia damigella d'onore, nonché mia figlia, fosse la cosa migliore» ammise lei con sguardo dolce. Ero scossa da quell'elenco di cose da scegliere, ero scossa dal pensiero che mia madre si stesse davvero per sposare, scossa al pensiero di dover andare a vivere con Conor e suo padre, scossa dallo sconvolgimento totale della mia vita.

«Mamma allora ne sei proprio certa di volerti sposare?» chiesi cercando di farla ragionare anche se sapevo che la sua decisione ormai sarebbe stata irrevocabile.

«Oh Lucy, certo che sono sicura. Un mio pregio è sempre stato quello di non esitare a scegliere le cose che mi avrebbero resa felice, e so che questa è una scelta giusta» disse accarezzandomi una guancia. 

«Va bene allora se sei sicura tu, non vedo come non debba esserlo io.» le sorrisi per poi afferrare quel grosso album e posizionarlo sulle mie gambe. Iniziammo a sfogliarlo scartando per prima cosa tutto ciò che non era di nostro gradimento. 

 

 

 

 

Erano le otto di sera ed ero tranquillamente seduta sul divano a sorseggiare la mia coca cola, mia madre si stava preparando per andare alla presentazione di un libro che si teneva proprio nella libreria in cui lei lavorava.

«Allora Lucy se avete bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi, se non ti rispondo prova sul cellulare di Carl dal momento che sarà con me» disse lei mentre di infilava i suoi orecchini di diamanti. Pensai dopo alle sue parole, "se avete bisogno" come mai aveva usato questo plurale dal momento che ero sola in casa?

«Mamma, cosa intendi con la frase 'se avete bisogno'?» chiesi estremamente allarmata.

«Si Lucy, insomma se vi serve qualcosa o se improvvisamente dovesse saltare la luce... Cose ti questo tipo» rispose lei pacata.

«Si quello l'ho capito, ma non vedo perché ti ostini ad usare il plurale» cercai di farle capire.

«Ma tu e Conor» la sentii urlare mentre si era avviata in un'altra stanza forse per terminare la sua preparazione. Mi alzai di scatto raggiungendola.

«Come sarebbe a dire io e Conor?» chiesi senza far notare troppo la mia incredulità.

«Lucy mi sembrava di avertelo detto» constatò lei spruzzandosi il suo amato Chanel n°5.

«No mamma non me l'hai detto. Se mi avessi avvisata me ne sarei certamente ricordata. Non pensi che ultimamente ti dimentichi di dirmi le cose? Non è normale» sbottai. Mi spiaceva risponderle male, non era mia intenzione ma alcune volte non la riconoscevo proprio. Si dimenticava di avvisarmi, mi rivolgeva a stento la parola, era distratta, sulle nuvole, va bene che era innamorata ma non era più una ragazzina e poi comunque non era una giustificazione valida.

«Scusami tesoro, ero convintissima di avertelo detto» tentò lei.

A quelle parole girai i tacchi e mi riappropriai del divano, tanto continuare quella specie di discussione non mi avrebbe portata a nulla di costruttivo. 

Sentii il campanello poco dopo e mi alzai svogliatamente dal divano per andare ad aprire. Carl e Conor erano perfettamente in orario davanti alla porta di casa.

«Entrate» dissi loro sorridendo. Ma che poi, non capivo il perché mia madre e Carl avessero deciso di fare venire Conor a casa mia, non che mi stesse antipatico o chissà che altro, ma poteva benissimo starsene a casa da solo come avevo intenzione di fare io.

«Lucy è pronta tua madre?» mi chiese gentilmente Carl.

«Penso che stia arrivando» gli risposi. Nel frattempo mia madre ci raggiunse in soggiorno. Carl la guardò con un certo bagliore negli occhi, sembravano esattamente due ragazzini ancora presi dall'emozione dei loro primi appuntamenti. In poco tempo e dopo aver fatto le dovute raccomandazioni, lasciarono me e Conor soli. Nonostante avessimo raggiunto una certa confidenza durante il week-end in montagna, un velo di imbarazzo tra di noi era ancora palpabile.

«Allora che vuoi fare?» chiesi grattandomi la testa.

«Uhm, non lo so. Potremmo guardare un film» propose lui sorridendomi e sedendosi sul divano.

«Un film, certo. Allora ho alcuni horror, thriller, commedie, romantici, tragici o d'azione. Diciamo che mia madre ama i film» constatai aprendo l'armadietto dei Dvd.

«Penso che un thriller possa andare bene» confessò.

«The Hole?» dissi leggendo il primo titolo che mi balzò all'occhio.

«Non l'ho mai visto, quindi suppongo che sia perfetto Lucy» disse sorridendomi. Afferrai il lettore Dvd e inserii il disco aspettando che partisse. Mi posizionai di fianco a Conor dal momento che il divano era solo uno a causa del trasloco che non ci aveva permesso di risistemare del tutto la casa.

Era piacevole stare lì con lui, alla fine dovevo anche farci l'abitudine dal momento che quando Carl e mia madre si sarebbero sposati, queste situazioni sarebbero diventate quotidiane. Rimanemmo seduti a guardare il film per tutta la sua durata, ogni tanto sentivo gli occhi di Conor puntati su di me. Strinsi un paio di volte la sua mano a causa di qualche scena colma d'ansia o piuttosto cruda.

«Wow bel film» sospirò lui non appena apparvero i titoli di coda.

«Mi aspettavo qualcosa di meno assurdo però. Dai è impossibile architettare una cattiveria tale» annunciai io ripensando a tutto ciò che era successo nel film.

«Beh Lucy è un film» disse lui.

«C'è scritto che è tratto da una storia vero, quindi non è solo un film» dissi in mia difesa e corrucciando lo sguardo. Conor scoppiò a ridere. La tensione iniziale fortunatamente si era del tutto affievolita, avevamo ricominciato a parlare normalmente e tranquillamente come se ci conoscessimo da sempre. Supponevo che sarebbe stato un fratellastro perfetto, avrebbe spezzato la monotonia della mia vita da figlia unica che da sempre mi stava opprimendo. Avevo sempre desiderato avere un fratello o una sorella con cui condividere i miei pensieri o con cui scambiare qualche parola a proposito dei comportamenti strani dei nostri genitori, o comunque con cui condividere moltissime esperienze positive. E forse la presenza di Conor avrebbe fatto sì che ogni mia aspettativa si potesse avverare.

 

 

 

 

Quella mattina a scuola era stranamente volata. Possibile che quando speri che la mattinata scolastica passi alla svelta, sembra non finire e quando invece vorresti che non finisse mai, invece passa alla velocità della luce? Erano pochi i giorni in cui speravo che le mattinate a scuola fossero interminabili, ma questo era uno di quelli. Lo stesso pomeriggio sarei dovuta uscire con Zayn e per quanto la cosa fosse positiva, comunque non mi faceva sentire a mio agio. Inoltre anche le opprimenti domande di Mery non mi erano d'aiuto.

«Hai intenzione di baciarlo subito o aspettare il prossimo appuntamento?» chiese Mery con una voce stranamente acuta.

«Mery ma che razza di domande, non siamo ancora usciti nemmeno una volta e tu pensi già al secondo appuntamento? Frena» le risposi seccata.

«Ma devi pensarci a queste cose, e poi come ti vestirai? Casual o elegante?» continuò il suo interrogatorio.

«Casual» risposi mentre chiudevo il mio armadietto.

«Senti ma dove andrete?»

«Mery non lo so, non so nulla okay?» sbottai infine.

«Sì ma non essere acida. Le mie sono domande di circostanza e sono obbligatorie tra due amiche» disse lei.

«Non mi sembra di averti mai chiesto il tuo abbigliamento quando uscivi con Louis» le feci notare.

«Oh Louis» sospirò lei con un'espressione triste.

«Mi dispiace scusami, non volevo tirarlo in causa tentai.»

«No tranquilla, ogni uscirò con Harry» si ricompose immediatamente.

«Ma che intenzioni hai con lui?»

«Mi piace, Lucy. So che sembra affrettato visto che sono ancora scossa dalla rottura con Louis, però sto bene insieme a lui» confessò lei con uno strano ghigno in volto. Nonostante non la conoscessi da così tanto tempo, avevo imparato a distinguere le sue emozioni e avevo anche imparato a capire quando diceva o no la verità. Probabilmente Harry le piaceva davvero.

«Beh sono felice per te. Adesso scusa ma c'è mia mamma che mi aspetta in macchina» le dissi stampandole un bacio sulla guancia.

«Ti prego stasera chiamami. Voglio un resoconto super dettagliato, e mi raccomando fai la brava e non dargliela subito» urlò lei nel corridoio. Scoppiai a ridere dopo la sciocchezza che aveva appena detto e raggiunsi l'auto di mia madre parcheggiata di fianco al cancello della scuola. Quante altre volte dovevo dirglielo di non venire così vicina all'entrata?

Salii sull'auto salutandola cordialmente e aspettando che mettesse in moto. Nel frattempo l'ansia del pomeriggio che mi si sarebbe parato davanti aumentava, mancavano poco più di tre ore a quel fatidico appuntamento.




Smile.
Okay scusate se il capitolo è piuttosto noioso, ma è di passaggio e quindi mi duole non aver aggiunto qualcosa di particolarmente interessante. Prometto che il prossimo sarà un attimino più movimentato:)
Approfitto per ringraziare davvero tutte quelle che seguono la storia e mi fanno sapere cosa ne pensano.
Per qualsiasi cosa twitter @Lucreziaaaa_ e facebook: Lucrezia Efp
 

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Capitolo 7
*** I don't understand! ***




                                                                   



«Così tua madre si vuole risposare?!» chiese Zayn con tono enfatico mentre continuavamo a camminare per le strade di Londra. I nostri passi erano coordinati sebbene le sue gambe fossero più lunghe delle mie. Gli avevo raccontato di come mia madre volesse risposarsi dopo la rottura con mio padre, gli avevo inoltre raccontato del mio trasferimento improvviso, dell'Irlanda e dei vecchi amici.

«Già. Spero tanto che questo matrimonio sia positivo per lei» ammisi io per poi sedermi su una panchina di fronte a noi.

«Oh sei già stanca?» esordì Zayn sorridendo.

«Stiamo camminando da un'ora e sai com'è..» cercai di giustificarmi. Zayn rise di nuovo e si sedette al mio fianco.

«Sai Lucy, non ti avevo mai notata prima di una settimana fa, insomma intendo dire, prima che tu ti mettessi di fianco a me. Non avevo mai fatto caso della tua presenza nella mia classe. Poi Harry continuava a parlarmi di Mery e così, passando intere ore ad osservare lei, ho potuto vedere che tu eri una sua amica.» disse Zayn guardando davanti a sé, verso un paio di bambini che si rincorrevano nel parco di fronte a noi.

«Harry è davvero interessato a Mery?» chiesi dimenticandomi della parte in cui mi aveva detto di non avermi mai notata prima.

«Sì, beh saranno tre mesi ormai che mi parla di lei e adesso che ha preso coraggio e si è buttato, è al settimo cielo» disse lui sorridendo.

«Anche perché Mery ha diciamo..lasciato il suo ragazzo per Harry» confessai.

«Capisco. Tu non dovrai lasciare nessun ragazzo per me vero?» chiese abbozzando un sorriso.

«Io non ho un ragazzo» affermai convinta sostenendo il suo sguardo all'apparenza divertito.

«Meno male, avevo temuto il peggio per un istante» disse fingendosi affranto per poi scoppiare in una fragorosa risata. Risi anch'io al suo seguito.

«Quindi non devo bloccare i miei istinti?» continuò lui tornando serio. Lo guardai interrogativa non riuscendo a capire a cosa si stesse riferendo.

«Scusa?» chiesi flebilmente, continuando a non interpretare la sua espressione.

Zayn guardò in basso per poi riportare il suo sguardo nei miei occhi, mi sorrise. Si alzò in piedi mettendosi esattamente davanti a me, lo osservai mentre ero ancora seduta sulla panchina. Mi prese le mani nelle sue e con una lieve spinta mi invitò ad alzarmi. Io acconsentii e mi posizionai davanti a lui. Nessuno dei due proferiva parola, c'erano continui giochi di sguardi e sorrisetti, ma nessuno dei due aveva il coraggio di rovinare quella strana situazione, utilizzando le parole. Credevo che si potesse dire tanto, senza usare una parola. Le sue braccia cinsero appena i miei fianchi ormai attaccati al suo bacino. Dopo qualche istante una sua mano portò lievemente una ciocca di capelli dietro al mio orecchio. Socchiusi gli occhi beandomi del suo tocco leggero. Quando li riaprii Zayn mi osservava sorridendo. In pochi istanti le sue labbra si unirono alle mie lasciando un dolce e innocente bacio su di esse. 

«Posso?» chiese sussurrando nel mio orecchio. Annuii continuando a non dire nulla. 

Zayn sorrise cingendomi ancora di più i fianchi e portando di nuovo le sue labbra sulle mie. Questa volta il tocco non era più leggero come prima, era qualcosa di più intenso e di profondo. La sua lingua si inserì facilmente nella mia bocca, muovendosi lentamente. Senza accorgermene le mie mani furono ben presto tra i suoi capelli, erano così morbidi.

Ci staccammo dopo quella che sembrava un'eternità. Ed ecco di nuovo quel gioco di sguardi. Sorrisi e mi lasciai abbracciare da Zayn in una stretta piuttosto compatta.

Era tutto così romantico nel bel mezzo di quell'area verde a Londra, una delle poche a dire la verità. Con quel primo bacio tra noi, avevamo dato inizio ad un elenco infinito di altri baci che si susseguivano ad intervalli piuttosto ravvicinati. Stavo bene in suo compagnia, sentirlo parlare e raccontarmi alcune parti divertenti della sua vita mi faceva ridere, lo guardavo e lo ascoltavo attentamente mentre le sue espressioni cambiavano ogni istante facendo trasparire la sua bellezza spropositata.

«Comunque Zayn, mi dispiace interromperti, ma sono le sette. Avevo promesso a mia madre che non avrei fatto tardi» dissi a malincuore. Zayn portò il suo sguardo rivolto al cellulare appena estratto dalla tasca per rendersi conto che erano effettivamente le sette di sera.

«Questo pomeriggio è volato. Forse perché sono stato estremamente bene insieme a te» disse lui sorridendomi e guardandomi negli occhi forse per trovare un senso di approvazione da parte mia che confermasse le sue parole.

«Già, anch'io sono stata davvero bene» le mie parole non tardarono ad arrivare e nemmeno il sorriso che comparve sul suo volto.

«Ti riaccompagno a casa» disse infine tenendomi per mano.

 

 

 

 

Arrivai davanti a casa, Zayn se n'era appena andato ed io ero al settimo cielo, non avevo mai provato emozioni simili, le farfalle continuavano a svolazzare felici nel mio stomaco, e un sorriso ebete mi apparve improvvisamente in volto. Forse adesso stavo capendo la metamorfosi di mia madre, forse anche lei provava questo senso di infatuazione nei confronti di Carl. Ed effettivamente l'amore non ha età, quello che provi a diciassette anni, lo provi anche a trentotto anni suonati. 

Cercai le chiavi nella mia borsa, ma con scarsi risultati. Suonai il campanello, nella speranza più concreta che mia madre fosse in casa. Dopo qualche snervante e ansioso secondo di attesa, sentii la serratura aprirsi da dentro. Quel rumore mi rilassò. La porta si aprì lasciando spazio ad una persona che non era mia madre. Oddio, a meno che lei non si fosse trasformata in un ragazzino biondo, dagli occhi azzurri e tremendamente carino.

«Ehi, Conor. Ehm..scusa l'irruenza ma tu che ci fai qui?» chiesi confusa.

«Tua madre ci ha invitati qui a cena stasera» disse sorridendomi e scrutandomi dal basso verso l'altro. Ed ecco di nuovo un'altra cena senza preavviso organizzata da mia madre. Non che mi desse fastidio avere Carl e Conor in casa, ma avrei preferito che mi avessero avvisata. Sarei tornata ancora prima delle sette, mi sarei fatta trovare pronta e invece no. 

«Oh capisco, beh allora vi raggiungo subito» dissi sgattaiolando poi in camera mia. Mi feci una doccia veloce passando in rassegna ogni momento di quello splendido pomeriggio in compagnia di Zayn. Non mi sembrava vero. Lucy e Zayn, Zayn e Lucy. Mentre la mia mente vagava verso sconfinate idee, la vibrazione insistente del mio cellulare, mi riportò alla realtà: Mery. 

«Ciao Mery» dissi in tono vivace.

«Lucy cazzo, vuoi farmi morire di crepacuore e crepaansia?» sbraitò come suo solito.

«Crepaansia?» chiesi interrogativa.

«Non cambiare discorso, raccontami, forza voglio i dettagli!» cinguettò lei calmandosi improvvisamente.

«E' andato tutto meravigliosamente bene» dissi lasciandomi sfuggire un sospiro sonoro.

«Ti sembra un resoconto dettagliato questo?» incalzò lei con tono burbero.

«Abbiamo parlato, parlato e parlato; praticamente di tutto dalle cose più semplici a quelle un pochino più complesse e poi ci siamo baciati. Un vero bacio, e io sono al settimo cielo» dissi sorridendo più a me stessa che a lei.

Un urlo improvviso provenne dall'alto capo del telefono quasi perforandomi un timpano.

«Ma sei impazzita?» sbraitai mentre cercavo di mettermi un paio di jeans. Impresa piuttosto ardua dal momento che avevo solo una mano libera a disposizione.

«Sono felicissima, te lo giuro Lucy. Oddio che emozione!! Lo sapevo che Malik era quello giusto per te» continuò urlando come un'ossessa. A volte mi sembrava una pazza isterica.

«Grazie Mery, sono felice che tu sia felice» blaterai.

«Tu non te lo immagini, adesso potremo fare le uscite a quattro» urlò ancora una volta. Un'uscita a quattro? Avevo sempre odiato quel tipo di cose. Non avrei mai fatto un'uscita a quattro e poi questo voleva dire che lei e Harry avevano combinato qualcosa.

«Ti sei messa con Styles?» chiesi temendo una sua conferma.

«Non è proprio una cosa ufficiale, ma in sostanza sì, cioè quasi ecco» riuscì a pronunciare vagamente. Conoscevo Mery, aveva sicuramente fatto qualcosa con Styles, e questo qualcosa poteva comprendere un bacio, un'uscita nella quale chiarivano il loro rapporto oppure il sesso. Decisi comunque di non soffermarmi troppo sulla questione.

«Povero Louis» mi lasciai sfuggire mentre terminavo di mettermi un po di eye-liner sulle palpebre.

«Senti Lucy non parlami di lui. Non mi ha più voluta e nemmeno perdonata. E' stata una fine orribile lo so, e mi dispiace credimi. Ma non posso piangermi addosso. Io le mie scuse gliele ho fatte, più di così non so cosa fare. Cioè dovrei inchinarmi a lui, baciargli i piedi e magari portargli la colazione a letto ogni mattina per ottenere il suo perdono?» disse lei retorica.

«Magari funzionerebbe» conclusi sarcastica.

«Ne sono certa. Comunque c'è il mio amico immaginario che si sta ubriacando. Meglio che vada a fermarlo prima che combini guai, a domani Lucy» dicendo così riattaccò. Aveva una fantasia incredibile quella ragazza. Quando non voleva parlare di qualcosa, pur di mettere giù il telefono si inventata storie piuttosto particolari. Era una cosa di lei che mi faceva ridere. Misi il telefono in tasca pronta a scendere dalla mia nuova e presto assodata famigliola.

«Ciao» dissi entrando in cucina e vedendo già tutti a tavola.

«Mamma se mi avessi avvertita sarei tornata a a casa prima» continuai.

«Sì tesoro me ne sono proprio scordata, mi dispiace» disse lei iniziando a mettere la pasta nei nostri piatti.

«Non ti preoccupare Lucy, sei in perfetto orario» aggiunse Carl sorridendomi. 

Presi posizione di fianco a Conor. 

«Come procede la tua vita Lucy?» mi chiese lui mentre mamma e Carl parlottavano tra di loro.

«Tutto benissimo grazie, e la tua come procede?» dissi sorridendogli.

«Alla grande anche la mia» ammiccò lui ridendo. In quel mentre sentii il mio cellulare vibrare dalla tasca dei jeans. Lo estrassi cercando di non farmi notare da mia madre che sapevo si sarebbe arrabbiata. Sullo sfondo del cellulare appariva chiaro e a caratteri cubitali il nome ZAYN MALIK. Osservai Conor che a sua volta osservava il mio telefono. Non appena vide che lo stavo guardando spostò subito il suo sguardo sul piatto di pasta di fronte a lui.

Zayn: "Sono stato davvero bene oggi Lucy, spero proprio che accetterai il mio prossimo invito."

Un sorriso spontaneo si fece spazio sul mio volto. Non avrei di certo rifiutato. 

Riposi immediatamente il telefono nella tasca dei jeans iniziando a mangiare ciò che mia madre aveva precedentemente cucinato.

«Dovremo anche andare a prenotare quella piccola chiesetta in Oxford Street che io e Lucy abbiamo scelto» disse mia madre rivolta a Carl.

«Oh sì, è molto carina! Per quanto riguarda il ristorante e il rinfresco?» chiese lui.

«Io e mamma avevamo pensato ad una cosa tranquilla, tipo nel salone che c'è di fianco al National History Museum, l'hanno rifatto ex novo ed è molto accogliente» dissi io soddisfatta.

«Mi fido del tuo gusto Lucy, più di quello di tua madre» aggiunse Carl sorridendo. Mia madre gli diede un colpetto sul braccio.

Conor sembrava piuttosto distante dalla conversazione, continuava a tenere lo sguardo nel suo piatto senza proferire alcuna parola. Mi sembrava che questa fase l'avessimo ormai superata. La timidezza aveva lasciato spazio ad un rapporto di amicizia, o per lo meno era quello che mi era sembrato di capire.

«Però all'assaggio dei dolci ci andiamo tutti insieme» disse mia madre.

«Certo!» risposi estasiata, più per il fatto di dover assaggiare delle torte che altro.

«Direi proprio di sì» aggiunse Carl stringendo la mano di mia madre. Conor non spiccicò nemmeno una sillaba. Era strano, prima mi aveva rivolto la parola con il sorriso sulle labbra ed ora era stato catapultato nel mondo dei muti e probabilmente anche sordi.

«Conor?» chiese Carl guardando nella direzione del figlio.

Lui alzò la testa.

«Che c'è?» chiese distratto.

«Sei dei nostri?» disse Carl in tono severo.

Conor annuì con la testa per poi tornare con lo sguardo rivolto al suo piatto. Non mi capacitavo di quel suo improvviso sbalzo di umore, probabilmente era solo stanco.

Non appena finimmo di cenare, Carl e mia madre sparecchiarono mentre io seguii Conor in soggiorno.

«Quanto vorrei tornare in montagna» tentai di approcciarmi a lui.

«Tornaci allora Lucy» disse lui. Non capivo se fosse serio o meno. Quella sua risposta mi aveva spiazzata.

«Tutto a posto Conor?» chiesi tentando di capire il suo stato d'animo.

«Certo che sì» disse spavaldo per poi afferrare il suo giubbino dall'attaccapanni di fianco alla porta d'ingresso.

«Dì a mio padre che sono andato a casa a piedi» aggiunse poi.

«Ma aspetta Conor, gli dic..» prima che potessi finire la frase, uscì di casa sbattendo appena la porta. Rimasi a fissare la superficie piana del portone non realizzando ancora il motivo di quella scenata da parte sua.

Tornai in cucina dove mia madre e Carl stavano lavando i piatti.

«Ehm, Carl..» lui si girò fissandomi.
«Conor mi ha detto di dirti che se n'è andato a casa a piedi» dissi d'un fiato.

«Come? Conor è andato davvero via?» chiese sgranando gli occhi.

«Sì, ho cercato di fermarlo, ma non c'è stato verso» ammisi dispiaciuta.

«Quel ragazzo mi farà impazzire» borbottò tra se.

«Linda, Lucy grazie infinite per la cena. Mi dispiace per questo ultimo inconveniente. Vado a recuperare mio figlio» disse lasciando un bacio sulle labbra di mia madre e salutandomi con un grosso sorriso.

 

 

 

 

«E quindi è davvero scappato?» domandò incredula Mery per la terza volta quella mattina per poi scoppiare a ridere da sola.

«Sì, e onestamente non riesco ancora a capirne il motivo» dissi affranta.

«Quindi è anche pazzo» aggiunse lei tra una risata e l'altra.

«Non è pazzo. Semplicemente ha avuto una reazione un tantino strana» cercai di giustificarlo.

«Va bene, va bene» disse lei per poi correre verso Styles che era magicamente apparso davanti a noi in fondo al corridoio. Mery gli gettò le braccia al collo stampandogli un bacio casto sulle labbra. Meno male che non era nulla di ufficiale, niente di serio. Lui le strinse i fianchi e poi le sorrise. Osservavo la scena a qualche metro di distanza mentre alle mie spalle sopraggiunse Zayn.

«Spii la tua amica?» ammiccò ridendo.

Lo guardai e sorrisi di rimando.

«Semplicemente stavo constatando il fatto che mi abbia detto una bugia sul suo rapporto con Styles» dissi diretta. Zayn scoppiò a ridere e si avvicinò a me lasciandomi un bacio sulla guancia. Le farfalle, che però si erano trasformate in pterodattili, iniziarono a volare senza sosta nel mio stomaco. Un solo e semplice bacio sulla guancia aveva scatenato in me un uragano di emozioni. 

«Penso che stiano insieme» esordì.

«Eh? Chi?» chiesi spaesata.

«Intendo Harry e la tua amica. Secondo me stanno insieme» disse lui in tono scontato.

«Ah sì, probabilmente stanno insieme. Un po' affrettata come cosa ma sono felice per loro» constatai.

«Beh se i loro sentimenti sono reali perché aspettare? Hanno fatto bene» disse strizzandomi l'occhiolino. Speravo solo che con quella sua espressione non stesse alludendo a qualcosa in particolare, come ad esempio la nostra specie di pseudo relazione. Che relazione non era.

Nel frattempo anche Mery e Styles ci raggiunsero.

«Eccoli i due piccioncini» urlò Mery.

«Beh io direi che forse voi due siete più piccioncini di noi» si intromise Zayn sorridendo.

Annuii con veemenza dandogli ragione. Harry sorrise e prendendo Mery per un braccio, si allontanò da noi.

«Andiamo in classe?» mi chiese Zayn sapendo che avremmo avuto la stessa lezione.

«Sì» dissi flebilmente.

«Senti Lucy, che ne dici di uscire ancora con me domani?» chiese lui catturando la mia attenzione. Sapevo che mi avrebbe chiesto di uscire ancora con lui, ma non pensavo così presto.

«Oh beh domani dici? Penso che potrebbe andare bene» dissi io insicura. Volevo davvero uscire con lui, ma forse sarebbe dovuto passare qualche giorno in più. No?

«Se non vuoi, non fa niente» disse lui alzando le spalle.

«Nono certo che va bene!» aggiunsi infine. Non avevo il coraggio di dirgli di no, o meglio forse non volevo. L'unica cosa di cui ero certa era che Zayn Malik aveva una strana influenza su di me. Probabilmente positiva.

Mi sorrise dopo aver accettato il suo invito prima che potessimo prendere posto nei banchi dell'aula di letteratura.




SMILE.
Hola, ho aggiornato un poco in ritardo vabbè. Sarà perché la mia voglia di scrivere si sta affievolendo. Boh pensavo che come storia potesse essere migliore. 
Vaaaa bene, spero di leggere le vostre recensioni.
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Capitolo 8
*** Ambiguity ***




                                                    




Era passata ormai una settimana dalla scenata isterica di Conor, e più i giorni avanzavano, e meno riuscivo a capire il suo comportamento. Dovevo sentirmi in colpa per qualcosa che non avevo commesso? Dovevo pentirmi di aver fatto qualcosa che in realtà non avevo fatto? Non sapevo esattamente cosa fare, cosa pensare o come agire. 

Mi stavo preparando per il tanto atteso appuntamento organizzato da mia madre nella sua fedele pasticceria. Ci sarebbe stato l'assaggio dei dolci, e ci sarebbe stato anche Conor. 

Mentre finivo di spargere egualmente il phard su entrambi gli zigomi, il mio cellulare iniziò a suonare, sbuffai abbandonando il pennello sul lavandino per poi afferrare l'apparecchio elettronico. 

«Pronto?» dissi distrattamente senza nemmeno aver controllato il nome sullo schermo.

«Ciao meraviglia» sentii la voce di Zayn dall'altro capo del telefono.

«Ehy ciao Zayn» risposi. Avevamo avuto l'occasione di uscire svariate volte durante quella settimana e potevo con tutta onestà affermare che la mia cotta per lui si intensificava di giorno in giorno. Sapeva sempre come stupirmi e come farmi divertire, ci stavamo conoscendo sempre meglio e non mi sembrava affatto lo stronzo, maniaco che tutti descrivevano. Probabilmente la gente giudicava solo per il gusto di farlo, senza realmente conoscere le persone.

«Che programmi hai per oggi?» chiese malizioso.

«Oh, oggi ho un importante incontro di famiglia e non posso assolutamente assentarmi» conclusi dispiaciuta.

«Peccato, volevo portarti in un posto speciale, sarà per la prossima volta. Giusto?» rispose lui. Mi morsi un labbro maledicendo quel fatidico assaggio di torte.

«Già, mi dispiace davvero.» affermai.

«Tranquilla, allora ti lascio ai tuoi impegni. Ci sentiamo più tardi, un bacio.» disse infine Zayn. Sorrisi a causa del suono della sua voce che si era addolcito particolarmente durante quella sua ultima frase, e poi attaccai il telefono.

Uscii dalla stanza dopo aver ultimato la mia preparazione, mia madre era seduta sul divano mentre parlava al telefono. Sentii che pronunciò un "scendo", così immaginai che Carl fosse già giù ad aspettarci, e con lui anche Conor.

Presi la giacca dall'appendi abiti, seguita a ruota da mia madre che mi incoraggiò ad uscire di casa, sempre ovviamente con il suo immancabile sorriso sulle labbra. Scendemmo le scale per poi trovarci davanti la grande auto scura di Carl. Sospirai prima di aprire la portiera posteriore e trovarmi davanti un Conor completamente assorto nella sua musica. Aveva le cuffiette all'orecchio e non si degnò nemmeno di alzare lo sguardo. Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, al momento prima di partire per il week-end in montagna, ma almeno in quel frangente non ci conoscevamo, invece adesso la situazione era del tutto diversa. Se Conor aveva intenzione di continuare quella sua scenata, beh allora io non gli avrei certo chiesto scusa.

Il viaggio fortunatamente fu breve, e in meno di dieci minuti fummo davanti ad un immensa pasticceria. Scesi dalla macchina mettendomi al fianco di mia madre, che emozionata com'era, aveva già raggiunto l'ingresso del locale. Una donna sulla quarantina ci fece accomodare in una saletta a parte, e iniziò a parlare con mamma e Carl riguardo ai gusti delle torte e alle varie decorazioni. Io ero in secondo piano insieme a Conor che si stava torturando un unghia. Lo osservavo incredula, avrei voluto chiedergli una volta per tutte il motivo di quel suo ambiguo comportamento nei miei confronti, ma purtroppo il mio orgoglio ebbe la meglio, impedendomi di proferire parola alcuna.

Mamma e Carl si accomodarono in un tavolino a due posti, mentre la donna sulla quarantina ne apparecchiava un altro più distante, probabilmente per me e Conor. Non immaginavo che dovesse essere un procedimento così complicato.

Ci sedemmo l'uno di fronte all'altro senza parlare. Io tenevo lo sguardo basso per non correre il rischio di incontrare i suoi occhi, mentre lui continuava la sua opera di distruzione dell'unghia del suo indice sinistro.

«Lucy» sentii dopo circa cinque minuti di silenzio interrotto ogni tanto dalle risate di mia madre e di Carl provenienti dal tavolo poco distante dal nostro.

Alzai lo sguardo vedendo Conor con gli occhi sgranati mentre mi mostrava un dito ricoperto di sangue. 

«Non avresti un cerotto?» continuò lui. Lo fissai ancora più sconvolta per poi afferrare il mio portafoglio dalla borsetta ed estrarre un cerotto.

«Tieni» dissi in tono pacato.

«Grazie» rispose lui secco, per poi scartare ed applicare il cerotto al suo povero indice. Beh per lo meno mi aveva parlato.

«Ragazzi, ai grandi ho portato le torte alle creme, invece a voi ho portato quelle alla frutta» disse la donna, arrivando al nostro tavolo con due piattini sui quali erano poste due fette di torta.

«Grazie» pronunciammo io e Conor all'unisono.

Iniziai a tagliare un pezzettino della mia torta e prima di assaggiarlo, mi decisi a parlare a Conor. Avevo capito che se non avessi fatto io la prima mossa, lui avrebbe continuato ad ignorarmi come se fossi una perfetta estranea.

«Mi vuoi dire cosa ti passa per la testa? Cos'ho fatto?» chiesi tenendo gli occhi puntati su di lui.

«Cosa?» rispose immediatamente.

«Evita di fare finta di nulla. Mi stai ignorando, è esattamente una settimana che non mi rivolgi la parola. Ho fatto qualcosa di sbagliato?» domandai tenendo questa volta lo sguardo rivolto verso la mia fetta di torta.

«Non ce l'ho direttamente con te. Ma forse dovresti stare attenta alle persone che frequenti» affermò per poi lasciar cadere la forchetta sul piattino.

«Scusa?» dissi incredula.

«Oh Lucy, hai capito.» disse in tono infastidito. E adesso non ero più libera di frequentare chi volevo? 

«Se ti riferisci a Zayn, so che voci girano su di lui, ma ho potuto constatare che è diverso da come lo dipingono le persone» ammisi.

«Senti fai come credi, non sono nessuno per dirti chi devi frequentare o chi non devi.» sbuffò.

«Non ti seguo, e allora perché te la prendi tanto?» chiesi non riuscendo a seguire il filo logico del suo discorso.

«Lucy, non ho voglia di parlarne, ti dico solo di stare attenta alle persone che frequenti.» disse alzando la voce tanto da fare girare mia madre che ci osservò con sguardo interrogativo. Le sorrisi, rassicurandola per poi tornare con gli occhi fissi su Conor.

«Sei geloso?» chiesi direttamente e senza alcun giro di parole.

«Cos..? Geloso? Nonono, sei fuori strada» disse sghignazzando come se gli avessi detto un'eresia. Speravo davvero che la sua scenata non fosse dovuta alla gelosia, perché avrebbe dovuto essere geloso? La parte del fratello protettivo non poteva di certo essere la ragione di quel suo comportamento, che fosse geloso a causa dei sentimenti nei miei confronti? Sarebbe stato impensabile.

«E allora perché fai così? Perché mi ignori?» chiesi esausta infine.

«Senti lascia stare. Continua ad uscire e a divertirti con i tuoi amici. Poi non dire che non ti avevo avvertita» disse inghiottendo l'ultimo boccone della sua torta ed alzandosi dalla sedia per salutare mamma e Carl ancora intenti ad assaggiare diverse specie di torte. Presi un respiro profondo e non appena Conor fu già lontano da noi, mi alzai anch'io andandomene dalla pasticceria. Quel ragazzo mi stava rovinando l'esistenza, possibile che non fossi libera di frequentare chi volevo? Possibile che si comportasse in quel modo? Un attimo prima affermava di non avere diritto di dirmi chi o non chi frequentare, e l'attimo dopo mi faceva una scenata avvertendomi di stare attenta alla mia nuova compagnia. Prima o poi sarei diventata matta.

Mandai un messaggio a Mery, che prontamente mi rispose dicendomi di raggiungerla ad un bar poco distante da dove mi trovavo, percorsi poco più di cinquecento metri per poi vedere in lontananza la sagoma della mia migliore amica che si sbracciava cercando di farsi notare, impresa che le riuscì piuttosto bene.

«Hey» la salutai mentre feci una piccola corsa per avvicinarmi a lei.

«Come mai sei già libera?» chiese interrogativa inarcando un sopracciglio.

«La pazzia è il secondo nome della mia nuova famiglia» sospirai.

«Cos'è successo?» mi chiese mentre ci avvicinavamo ad un tavolino esterno.

Le spiegai in breve la scenata isterica di Conor.

«Gli piaci, per forza, deve essere geloso!» affermò Mery con ovvietà.

«Ma non credo che sia per quello. Insomma, presto saremo fratellastri, abbiamo entrambi la consapevolezza che non ci potrebbe essere nessun rapporto che implichi sentimenti amorosi o quant'altro! Mi sembra abbastanza sveglio ed intelligente per capirla questa cosa.» constatai io.

«Sarà, ma a me questa cosa non convince» ammise. 

Nel frattempo il pomeriggio si stava concludendo lasciando spazio al buio della sera. Decidemmo di tornare a casa, salutandoci con la promessa di trovarci il giorno seguente per andare a scuola, come sempre del resto.

Percorsi il breve tratto di strada rimanente, da sola. Il mio passo si fece più svelto a causa della scarsa tranquillità che la notte mi trasmetteva. Non mi era mai piaciuto camminare da sola di sera. Fortunatamente arrivai in fretta davanti al cancello di casa, intravedendo da lontano una sagoma seduta sul marciapiede davanti al mio vialetto.

«Zayn?» esclamai.

«Finalmente sei arrivata» disse lui alzandosi di scatto e venendomi in contro.

«Cosa ci fai qui? E' successo qualcosa?» chiesi preoccupata.

«No, avevo voglia di vederti» affermò con estrema tranquillità.

«Ma avresti potuto avvisarmi, insomma sarei tornata prima».

«Non volevo disturbarti. Sapevo che prima o poi saresti tornata a casa, così ho deciso di venire qui e aspettarti» concluse. Sorrisi alle sue parole, e mi avvicinai di più a lui.

«Hai avuto un bel pensiero» gli sussurrai a fior di labbra.

Vidi i suoi occhi illuminarsi, prima che due braccia forti stringessero la mia vita. Zayn appoggiò delicatamente le sue labbra sulle mie prima di approfondire il bacio. 

«Hai avuto un altro bel pensiero» dissi sorridendo non appena si staccò da me. Zayn rise sistemandosi il ciuffo con una mano.

Ci sedemmo sul marciapiede davanti a casa, e iniziammo a parlare noncuranti del fatto che si stesse facendo tardi e noncuranti di avere una famiglia che probabilmente ci stava aspettando. Non riuscivo ancora a capacitarmi delle parole di Conor. Lui non conosceva Zayn, non avrebbe dovuto trarre conclusioni affrettate. Zayn era il ragazzo perfetto, e ne avevo la conferma dopo quello che aveva fatto quella sera. 

 

 


 

Mi alzai di scatto dal letto, aprendo gli occhi e guardando l'ora sul mio cellulare: le 7.42. Non era suonata la sveglia. Scattai in piedi nel giro di qualche frazione di secondo. Mia madre doveva già essere uscita, il mercoledì era solita iniziare prima in libreria. Cercai di sistemarmi come meglio potevo anche se alla mattina trovavo traumatico avere la lucidità necessaria per prepararsi in maniera presentabile. Il mio cervello non si collegava al mondo esterno prima di almeno un'ora dal mio risveglio. 

Uscii di casa trascinando lo zaino con la mano destra e tenendo la giacca con la sinistra. Chiusi come meglio potevo la porta di casa per poi mettermi a correre in direzione del posto in cui mi sarei dovuta trovare con Mery.

«Cazzo Lucy» la sentii urlare da lontano.

«Scusa, scusa» dissi con il fiatone mentre cercavo si infilarmi la giacca e sistemarmi lo zaino sulle spalle.

«Muoviti» abbaiò per poi iniziare a correre seguita da me.

«Non è suonata la sveglia» mi giustificai mentre le mie gambe imploravano pietà. Come potevo pretendere che i miei arti inferiori avessero sopportato quel grade sforzo mattutino?

«La prossima volta ti pianto da sola» ammise acida la mia amica.

Non appena fummo davanti a scuola vidi da lontano Zayn mentre parlava con una biondina, la stessa che gli aveva sorriso parecchi giorni prima mentre cercava di aprire il lucchetto della sua bicicletta.

Diedi una gomitata a Mery indicandole Zayn e la ragazza.

«Chi è?» domandò lei scrutandoli.

«Sinceramente non lo so, credo che sia una sua amica» cercai di convincere più me stessa che Mery.

«Amica sì.» disse lei.

«Che vuoi dire?».

«Sicuramente è un'amica, non sono intimi» disse lei.

«Ci mancherebbe anche che fosse intimo con una ragazza che non porti il nome di Lucy Brown» dissi convinta.

«Andiamo in classe stupida» affermò lei trascinandomi per un braccio. La seguii a malavoglia dal momento che sarei rimasta volentieri a guardare le mosse di Zayn e quella biondina, volevo vedere se si fosse comportato in modo più intimo. Ma in fondo mi fidavo di lui. "Perché avrebbe dovuto lanciarsi oltre con una ragazza se aveva me?" domandai al mio subconscio che non tardò a fornirmi una risposta valida "Perché Lucy, tutti sono a conoscenza della sua reputazione." "Sì ma alla fine con me si era dimostrato essere perfetto." risposi a tono a quella stronza della mia coscienza. "L'apparenza inganna Lucy". Dopo quelle risposta decisi di trovare un diversivo che non fosse parlare con la mia mente. Ma improvvisamente mi vennero in mente le parole di Conor "Forse dovresti stare attenta alle persone che frequenti". E se avesse avuto ragione lui? E se stessi frequentando la persona sbagliata?

Aprii l'armadietto prendendo i libri per poi dirigermi con Mery verso l'aula di storia dell'arte.

Avrei approfondito più tardi quella questione con Zayn, anche se però non avrei mai voluto passare per la gelosa paranoica.

Ci accomodammo sul retro dell'aula non badando al discorso del professore che era intento a spiegare l'arte fiamminga con la celebre figura di Jan Van Eyck.

«Dici che era una sua amica?» chiesi a Mery.

«Sì Lucy stai tranquilla, ne sono certa» mi tranquillizzò.

«Io non ne sarei così sicura.. insomma tutti qui sono a conoscenza della sua reputazione» dissi con un tono piuttosto malinconico.

«Oh senti Lucy non fasciarti la testa prima del tempo, oh eccolo guarda è appena entrato in classe e sta venendo qui. Perché non glielo chiedi direttamente?» sbottò Mery indicandomi Zayn che era appena entrato in classe con ben quindici minuti di ritardo.

Prese un banco che era leggermente spostato dal mio e lo attaccò. Mi sorrise e io ricambiai.

«Hey» sussurrò.

«Ciao, come mai così in ritardo?» chiesi temendo la sua risposta.

«Mi sono fermato a parlare con Meggy» disse con nonchalance e come se la cosa fosse normalissima.

«Meggy?» chiesi stupita. Per lo meno mi stava raccontando la verità.

«Sì, è una ragazza del secondo anno, e mi ha chiesto se avessi intenzione di partecipare alla settimana bianca quest'anno.» disse lui.

«Ah.. capisco» risposi non convinta delle sue parole.

«Sì ma non ci andrò. Sai vorrei passare più tempo possibile insieme a te» mi confessò per poi stringere la mia mano nella sua. A quella parole mi spuntò un sorriso sul volto e il mio cuore si tranquillizzò riponendo in Zayn tutta la fiducia che avevo perso in quei pochi minuti quella mattina.




 


Smile :)
Ce l'ho fatta. Okei, non so esattamente cosa dire e la cosa mi stupisce dal momento che nella vecchia storia avevo sempre una marea di cose da dire, boh! Va beh ringrazio le ragazze che l'hanno inserita tra le preferite, seguite, ricordate e anche quelle che recensiscono. Anche se le recensioni sono diminuite spero che stiate leggendo lo stesso la storia, e soprattutto spero che vi piaccia.
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Much love.

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Capitolo 9
*** PA PA PArty ***




                           




«Tesoro, allora parlandone a lungo io e Carl abbiamo deciso che il matrimonio si terrà a Giugno» annunciò felice mia madre.
«Beh allora non manca poi molto al tanto atteso evento» dissi mentre ticchettavavo con le dita sul tavolo da pranzo su cui eravamo sedute.
«Direi che sono poco meno di sei mesi» cinguettò lei al settimo cielo. Sembrava proprio che vivesse in balia di quell'evento, in balia di Carl, in balia di coronare il loro amore.
«Mamma senti, stasera ci sarebbe una festa, non è che potrei andarci?» chiesi ricordandomi di una vecchia proposta di Mery.
«Con chi andrai?» disse alzando lo sguardo su di me.
«Con Mery e con due ragazzi della nostra scuola. Ma tranquilla sarà una festa qui vicino» dissi cercando di facilitare il suo consenso.
«Lucy, lo sai che stasera verranno Carl e Conor a cena» mi sottolineò.
«Mamma la festa è un dopo cena, usciremo verso le undici» mi giustificai.
«Va bene, chiedi anche a Conor se vuol venire, no?» chiese lei sorridendomi. Non le risposi e mi limitai solamente ad annuire con la testa. Non avrei mai chiesto a Conor se avesse voluto venire con noi. I nostri rapporti non erano proprio dei migliori e la colpa non era assolutamente mia.
Lasciai mia madre da sola in soggiorno mentre mi avviavo verso camera mia, purtroppo era uno di quei periodi nei quali la scuola non lasciava un minimo di tregua, così mi ritrovavo sempre ad avere rapporti ravvicinati con i libri. Aprii lo zaino estraendo il quaderno di matematica e iniziando a fissare gli appunti senza troppa concentrazione. La verità era che avevo troppi pensieri nella mente, Conor che mi faceva diventare matta, la scuola che mi assillava di giorno in giorno, Zayn che come avevo potuto notare aveva avuto scambi di sguardi e di parole con quella biondina di nome Meggy, Mery che si era invaghita fin troppo velocemente di Styles e questo mi preoccupava. 
Presi un respiro profondo prima di concentrarmi sulla mia tanto amata algebra. Non appena iniziai a leggere qualche definizione, la porta di camera mia si aprì, sentii quel solito cigolio insopportabile che ero abituata ad ascoltare e poi intravidi mia madre seguita da Zayn. Zayn?
«Tesoro, hai un ospite» sentenziò mia madre sorridendo e facendo una serie di espressioni buffe che non riuscii a comprendere.
Mi alzai goffamente dal letto sul quale ero intenta a guardare il libro e raggiunsi lo stipite della porta.
«Ciao» dissi rivolta a Zayn mentre quello mi sorrideva e mia madre molto discretamente lasciava la mia stanza.
«Ciao» rispose lui.
«Potevi avvisarmi, mi sarei fatta trovare con un look meno imbarazzante» dissi arrossendo e guardandomi le mie enormi pantofole di Garfield.
«Sei sempre bella» disse lui venendo poi accanto a me e cincendomi e fianchi. Lasciò un lieve bacio sulle mie labbra per poi allontanarsi e guardarsi intorno.
«Carina la tua stanza!» constatò.
«Grazie» dissi sorridendogli.
«Come mai questa visita inaspettata?» continuai io.
«Avevo semplicemente voglia di vederti» ammise alzando le spalle. Lo guardai di sottecchi, senza realmente capire del perché fosse lì. Ci eravamo visti la mattina a scuola e mi sembrava strano che gli mancassi già, anche se averlo nella mia stanza mi faceva terribilmente piacere.
«Stasera allora verrai alla festa?» mi chiese sedendosi sul letto di fianco a me.
«Ho avuto il consenso di mia madre» dissi annuendo.
Zayn si girò di scatto verso di me con uno sguardo malizioso. Si avvicinò ancora al mio viso e mi stampò un altro bacio, più intenso rispetto a quello precedente.
«Non vedo l'ora» disse con le labbra ancora attaccate alle mie.
A quelle parole una scia di brividi percorse la mia schiena, Zayn continuò a tenere premute le sue labbra sulle mie e questa sensazione mi stava letteralmente mandando in estasi. Si chinò lievemente su di me per rendere tutto quanto più semplice. Iniziò a muovere le sue mani sulla mia schiena e io mi lasciai travolgere da quell'evento. I baci erano sempre più intensi e non sapevo esattamente come reagire. Ero completamente a sua disposizione e non gli stavo negando l'accesso che la sua mano aveva appena intrapreso sotto la mia maglietta. 
«Aspetta» dissi con un mezzo fiatone a causa della situazione.
«C'è qualcosa che non va?» mi chiese lui ancora con le labbra umide a causa dei nostri baci.
«Ehm.. ho le mie cose» dissi imbarazzatissima e probabilmente assumendo un colorito boreaux-viola. 
«Oh tranquilla, non c'è nessun problema» disse lui sorridendomi e ricomponendosi mettendosi seduto sul letto.
Il fatto che avessi trovato una pessima scusa per giustificare la mia insicurezza non mi faceva stare molto bene. Il fatto era che semplicemente non mi sentivo pronta. E probabilmente ci voleva uno sforzo immane per potergli confessare la verità. Passammo un pomeriggio piacevole tutto sommato, io rinunciai alla mia carissima algebra. Mi feci consigliare da Zayn il vestito che avrei potuto indossare quella sera e infine mi raccontò alcuni vecchi aneddoti sulle sue serate in discoteca.
«Bene, allora passo alle dieci e trenta?» mi chiese mentre era fermo davanti al portone di casa.
«Perfetto» dissi dandogli un bacio volante e chiudendo la porta di casa.
Mi affrettai a sgattaiolare in bagno e farmi una doccia mentre mia madre era intenta in una serie di manovre complicate ai fornelli dal momento che Carl e il suo adorabile figlio, sarebbero arrivati a momenti.
Mi sistemai al meglio, la preparazione ufficiale per la festa l'avrei compiuta successivamente. Scesi velocemente le scale sperando che non fossero ancora arrivati, ma purtroppo mi trovai tutti e tre seduti sul divano mentre sorseggiavano un aperitivo che mia madre si era gentilmente preoccupata di preparare.
«Ciao» dissi interrompendo la loro conversazione.
«Eccoti tesoro, siediti lì, ho preparato il succo anche per te» disse mia madre incitandomi a sedere al fianco di Conor.
Sorrisi a tutti per poi accomodarmi e iniziando a gustare il mio Ace. Conor teneva lo sguardo rivolto al tappeto sul pavimento. 
«Lucy, hai chiesto a Conor per stasera?» iniziò mia madre. Merda.
Scossi la testa in segno di 'no'.
«Oh sei sempre la solita. Conor, Lucy ti voleva chiedere di andare ad una festa con lei e i suoi amici stasera. Che ne dici?» continuò mia madre rivolta verso quel povero ragazzo che come avevo potuto notare era diventato il pomodoro della situazione.
«Ehm.. nono grazie» rispose lui leggermente imbarazzato.
«Ma dai Conor, avrai la possibilità di farti nuovi amici, e poi a te piace andare alle feste» disse Carl. Conor festaiolo? E chi l'avrebbe mai detto.
«No papà non mi va, sono stanco e vorrei andare a riposare il prima possibile» ribadì Conor.
Sapevo che non avrebbe mai accettato e da una parte la cosa non mi dispiaceva visto il suo odio nei confronti dei miei amici e adesso anche verso di me.
Finimmo di bere il succo e come al solito ci avviammo verso la sala da pranzo per cenare. Mia madre servì una serie di portate tutte differenti, decisi di non abbuffarmi onde evitare meschine figure in discoteca. Conor non spiaccicò parola per tutta la cena ma dovevo aspettarmelo. Verso le dieci salii in camera per prepararmi e vestirmi. Mi infilati un tubino blu consigliato da Zayn e poi raggiunsi il mio bagno dove potei truccarmi.
Mentre accuratamente mettevo l'ombretto sentii bussare. Andai ad aprire e trovai davanti a me mia madre.
«Lucy c'è Zayn giù che ti aspetta» disse lei sorridendo.
«Cosa? In casa???» chiesi incredula.
«Certo, è in soggiorno» continuò lei. Mi spruzzai il profumo e scesi le scale alla velocità della luce nonostante i tacchi. Probabilmente avrei dovuto dire a Zayn di aspettarmi fuori e di non entrare in casa vista la presenza di Conor, e visto che Conor non lo gradiva affatto.
Mi affacciai alla porta del soggiorno dove trovai mia madre intenta a convincere Conor a venire con noi mentre Zayn assaporava tutta la scenetta.
Non appena arrivai, le loro parole terminarono. Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me, neanche avessi in mano un'ascia appuntita e il mio scopo fosse quello di uccidere tutti.
«Beh?» dissi cercando di riportare gli ospiti alla realtà.
«Sei molto bella» disse Zayn venendomi incontro. Notai lo sguardo di Conor abbassarsi mentre mia madre a Carl sorridevano.
«Grazie. Andiamo?» chiesi poi. Prima sarei uscita e meglio sarebbe stato per tutti.
«Certo» disse Zayn.
«Lucy fai attenzione, non tornare tardi, stai sempre con i tuoi amici, non bere e non fumare, stai attenta perché ci sono tanti ragazzacci che mettono strane pastiglie nei bicchieri. Ah stai anche attenta alla borsetta è un attimo che dei ragazzi ti infilino dentro la mano e ti rubino le cose. Mi raccomando, lo sai che ho fiducia di te ma al giorno d'ogg..» non la lasciai finire di terminare la frase.
«Sì mamma stai tranquilla. Ti voglio bene» le dissi per poi afferrare il mio cappotto appoggiato lì di fianco.
«Ciao Lucy e ciao Zayn è stato un piacere» disse Carl seguito a ruota da mia madre.
«Ciao» disse Conor.
«Ciao Maynard, ci vediamo» sussurrò Zayn rivolto verso Conor. Si conoscevano così bene da chiamarsi anche per cognome?
Lasciammo la mia dimora per raggiungere Mery e Harry che ci aspettavano lì davanti fermi in macchina.
Non appena salimmo sentii il mio cellulare vibrare. Guardai lo schermo notando un nuovo messaggio.
- Fai attenzione a Malik. Per qualsiasi cosa chiamami - Da Conor.
Non ci potevo credere, ancora questo suo subdolo odio nei confronti di Zayn. Non capivo come mai, forse per la sua reputazione o forse lo conosceva meglio di me. In effetti avrei dovuto chiedere a Zayn come conoscesse Conor.
«Lucy» mi chiamò Zayn che era seduto al mio fianco.
«Vivi con Maynard?» continuò.
«No, sai che ti avevo spiegato che mia madre si sarebbe risposata? Beh Conor è il figlio del fidanzato di mia madre» conclusi.
«Come lo conosci tu?» gli chiesi senza troppi giri di parole.
«Siamo vecchi conoscenti, niente di più! Ma diciamo che non siamo mai andati troppo d'accordo» mise subito in chiaro lui.
«Come mai?» chiesi curiosa.
«Oh, storia lunga e noiosa.. pensiamo a divertirci stasera» disse poi lui, toccandomi un ginocchio con la mano come per rassicurarmi. Non mi preoccupai molto per il suo rapporto con Conor e decisi di non fare altre domande.
Scendemmo poco dopo dall'auto, arrivati finalmente a destinazione. Mery mi prese per un braccio e mi feci trasportare verso l'entrata del locale.
«Tutto bene amica? Stasera voglio festeggiare, quindi mi ubriacherò» cinguettò lei saltellando.
«No ti prego, non voglio farti da balia» dissi io sorridendole.
«Non ce ne sarà bisogno visto che anche tu sarai nelle mie stesse condizioni» aggiunse immediatamente lei. Riuscii a storcere il naso in segno di dissenso. Non mi sarei di certo ubriacata, non l'avevo mai fatto in vita mia e di certo avrei continuato a non farlo, sapevo che c'erano tantissimi diversi modi per divertirsi evitando l'alcool.
Entrammo all'interno di quella grossa discoteca, la sala era già gremita di ragazzi con in mano cocktail di ogni colore. 
Mi avvicinai a Zayn che era rimasto indietro con Harry.
«Vuoi qualcosa da bere?» mi chiese Zayn.
«No grazie, sono a posto» osservai io fiera. Nel frattempo continuavo ad analizzare tutta la gente intorno a noi, finché il mio sguardo non si posò su una ragazza. Bionda, bella, magra, bassina, non mi aveva fatto assolutamente nulla quella ragazza ma in un certo senso sentivo una sottospecie di fastidio vedendola lì. 
Probabilmente era gelosia, dettata dal fatto che mi sembrava che Meggy o come si chiamava, aveva catturato l'attenzione di Zayn e lui non era assolutamente restio dal fatto di scambiarle sorrisetti o dal fatto di fermarsi a parlarle. Speravo solo che che quella sera lui potesse non vederla.
«Assaggia» sentii subito dopo una voce che mi riportò con i piedi per terra. Zayn era davanti a me mentre mi allungava il suo bicchiere. 
Senza pensarci troppo portai le mie labbra alla cannuccia di quel cocktail rosa e feci un sorso. Il sapore era molto buono, se non fosse stato per il fatto che il mio esofago stesse invocando pietà a causa del bruciore che lo aveva invaso.
«Oddio, è fortissimo. Cos'é?» chiesi sgranando gli occhi.
«Segreto» mi sorrise ammiccando per poi stampare un bacio sulle mie labbra.
Lo fissai per qualche istante potendo constatare la sua infinita bellezza.
Sentii una mano stringermi il braccio.
«Mi accompagni in bagno?» mi chiese Mery.
«Certo» dissi. Feci un cenno a Zayn e seguii la mia amica. Mentre eravamo in bagno e lei si sistemava il trucco sentimmo qualche ragazza parlare da dentro le cabine del bagno, una di loro parlava di Louis Tomlinson esattamente l'ex ragazzo di Mery. Lei drizzò le orecchie e rimase immobile facendomi segno di non fiatare.
Feci come mi disse lei e ascoltai attentamente la conversazione delle due ragazze.
«E' una bomba a letto» blaterò una delle due.
«Raccontami dai» sentimmo cinguettare l'altra.
«Beh prima mi ha portata a cena in un locale e poi siamo andati a fare una passeggiata in centro e alla fine io avevo casa libera ed è successo, oh davvero mi farà impazzire quel ragazzo! è uno schianto e poi eccome se ci sa fare» disse la presunta fidanzata di Louis. Mery, che fino a quel momento era rimasta immobile a fissare la sua immagine riflessa nello specchio, mi guardò di scatto. In quel suo unico sguardo potei vedere rinchiusi rabbia, disprezzo, gelosia, tristezza, amore, rimpianto, e una serie di altri sentimenti. Le lacrime iniziarono a bagnarle gli occhi, non sapevo cosa fare come agire; mi sentivo inutile senza qualcosa che potessi fare per non vederla così. 
Sapevo che Mery non era solita avere queste reazioni e non era solita neanche stare così tranquilla, infatti stavo temendo il peggio per una sua reazione, che non tardò ad arrivare.
Iniziò a bussare alla porta del bagno di quelle due ragazze, iniziò a tirare dei pugni fino a che una delle due non uscì con gli occhi sgranati per vedere cosa stesse succedendo.
«Sei impazzita?» chiese una delle due ragazze.
«Chi è che si scopa il mio moroso? Io vi ammazzo, avete capito?» urlò Mery fuori di se. La presi di forza per un braccio cercando di allontanarla da quel bagno pubblico. 
«Ma che cazzo vuoi?» esordì poi l'altra ragazza prima che io e Mery uscissimo dal bagno.





Esse Emme I Elle E (Smile)

Scusatemi, scusatemi e ancora scusatemi il ritardo, come ho già detto ad alcune di voi non è stato un gran periodo per una serie di cose. Poi sono andata anche in gita quindi ho avuto pochissimo tempo, e sto postando per miracolo visto che la scuola è a dir poco opprimente in questi giorni. E' un capitolo di passaggio ma si intuiscono alcune cose, spero vi piaccia.
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<3

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Capitolo 10
*** Forgive me. ***


 *Immaginate Conor nudo*







Ero riuscita a trascinare Mery fuori dal bagno utilizzando tutta la forza che avevo. Lei non accennava a smettere di imprecare e piangere e detto onestamente mi trovavo in seria difficoltà non riuscendo a placare quella sua reazione. 
«Mery cazzo calmati adesso!» urlai in preda ad un attacco isterico.
«Hai capito che quella si scopa Louis? Hai capito che lui sta con me?» urlò lei.
«Mery tecnicamente vi siete lasciati, e come tu ti sei rifatta una vita con Harry, lui se l'è rifatta con quella ragazza!» le dissi cercando di farla ragionare. Capivo la gelosia che poteva provare nei confronti di Louis, ma questa reazione era troppo persino per lei.

«No Lucy, penso di amarlo ancora» concluse poi asciugandosi le lacrime ed iniziando a camminare. La seguii, per poi ritrovarmi fuori dal locale. In strada.
«Scusa cosa ci facciamo qui?» le chiesi temendo la tua risposta.
«Bo, tu non lo so cosa ci fai qui. Io prendo un taxi e vado da Louis» disse lei alzando le spalle, come se avesse detto al cosa più ovvia e scontata del mondo.
«Mery che cazzo dici? Stasera sei venuta qui con Harry, ti ricordi di lui vero? Ricciolino, occhi verdi. Si da il caso che siate anche fidanzati e
da qualche settimana ormai.
» le risposi io sventolandole una mano davanti al viso.
«Ah giusto, dici che prima dovrei lasciarlo?» mi chiese lei seria. Mi portai una mano sulla fronte. 
«Ragiona. Non stai reagendo così solo perché sei colta da un attacco di gelosia vero? Magari domani ti penti di tutto, e sarà troppo tardi per tornare indietro. Stai facendo una cosa azzardata Mery, pensaci un attimo.» le mie parole non sembravano cambiare molto la situazione dal momento che Mery si mise a correre verso un taxi poco distante da noi.
«Ti faccio sapere. Ciao Lucy» mi urlò prima di salire sull'auto.
A volte non sapevo esattamente cosa pensare di lei, forse che era un po' troppo impulsiva o che semplicemente era sicura delle sue azioni, o magari era solo pazza.
Rientrai in discoteca, e adesso cosa avrei detto ad Harry? 
Fortunatamente vidi i capelli corvini di Zayn di fianco al bancone degli alcolici. Non era da solo, e la persona insieme a lui non aveva le sembianze di Harry, a meno che quest'ultimo non si fosse trasformato in una ragazza bassina, magra e bionda. Meggy.
Non stavano facendo nulla di male, parlavano. Non dovevo essere gelosa di una sua semplice amica, e poi io mi fidavo di lui.

«Ehy» lo raggiunsi cingendolo da dietro.
«Eccoti, dov'eri finita?» mi disse lui snobbando la biondina rimasta al nostro fianco.
«Ero con Mery, ma adesso ehm.. se n'è andata» gli dissi con nonchalance.
«Come? Con Harry?» mi chiese allarmato.
«No da sola, sai non stava per niente bene e allora ha pensato di tornarsene a casa» gli dissi io inventandomi la prima scusa minimamente credibile.
«Va bene. Ti presento Meggy, una mia amica» disse indicando la famosissima Meggy.
«Piacere Lucy» dissi stringendole la mano. Lei mi sorrise molto dolcemente. Il fatto era che in lei non c'era nulla che non andasse bene,
aveva dei modi di fare invidiabili e per niente grezzi. Era fine e all'apparenza anche molto educata e innocente, per questo mi sentivo in colpa a dubitare di lei e del fatto che sbavasse dietro a Zayn.
La mia coscienza però continuava a rimuginare una frase specifica “Lucy, l'apparenza inganna”. Fanculo alla mia coscienza, Meggy e Zayn non erano altro che semplici, anzi semplicissimi amici.
In ogni caso la serata passò tranquillamente senza specifici colpi di scena, Harry credette alla storia di Mery e del fatto che se ne fosse andata a causa di un malessere. Rimasi tutto il tempo insieme a loro riservandomi ogni tanto qualche momento di intimità da sola con Zayn.
Verso le tre Harry mi riaccompagnò a casa, scesi dalla macchina ringraziandolo e mi avviai verso il cancelletto. Prima di immettere le chiavi nella serratura però sentii una voce provenire dal mio cortile.

«Sei tornata prima del previsto dai..» disse. Subito sobbalzai spaventata, non mi aspettavo nessuna presenza ad aspettarmi in cortile alle tre del mattino.
«Conor? Cosa ci fai sveglio a quest'ora nel cortile di casa mia?» dissi quasi urlando.
«Mio padre ha insistito per volersi fermare a dormire a casa tua e di conseguenza ho dovuto stare anch'io qui, tua madre si è gentilmente premunita di prepararmi il lettino nella stanza degli ospiti, ma io non riuscivo a prendere sonno così ho pensato di venire qui in giardino ad aspettarti» mi disse con un tono pacato e tranquillo.
«Conor siamo a gennaio, c'è un freddo indescrivibile e tu trovi comodo aspettarmi qui fuori? Vuoi morire assiderato?» gli dissi preoccupata.
«Ho il piumino e tre coperte. Comunque va tutto bene?» mi chiese venendomi incontro aprendomi il cancelletto. Entrai e lo seguii dentro casa.
«Tutto bene grazie. C'è un motivo preciso per il quale mi hai aspettata?» lo guardai mentre appoggiavo il cappotto e salivo le scale il più silenziosamente possibile seguita da lui.
«Si, volevo chiederti scusa Lucy. Ho reagito in malo modo nei tuoi confronti anche se effettivamente la colpa di tutto questo non ha nulla a che vedere con te» sussurrò dispiaciuto. A quel punto mi girai di scatto verso di lui.
«Conor, spiegami tutto per piacere» gli dissi guardandolo negli occhi. Il fatto che non avessimo un bel rapporto mi stava logorando, avrei voluto chiarire quella situazione il prima possibile.
«La verità è che ce l'ho semplicemente con Malik. Sai che ti avevo raccontato della mia relazione con Caroline, o meglio ti avevo spiegato il perché avevamo rotto.» disse lui mantenendo lo sguardo sul pavimento.
«Si mi ricordo, lei stava baciando un altro ragazzo all'uscita della scuola» dissi io ricordandomi esattamente le parole di Conor.
«Già. Quel ragazzo era Malik» concluse lui.
«Oddio, perché non me l'hai detto subito Conor? Avremmo evitato tutte quelle stupide discussioni. Mi dispiace davvero io non avevo idea..» dissi mortificata. Ma del resto io non potevo saperlo. 
«Zayn sapeva che Caroline stava con te?» chiesi io discretamente.
«Sì, lo sapeva perfettamente» disse lui puntando i suoi occhi nei miei.
«E perché l'ha fatto?» chiesi con un filo di voce continuando a mantenere i miei occhi incatenati ai suoi.
«Non lo so, è uno stronzo. Lucy per questo ti dico di stare attenta a lui, non ha un cuore. Tutte le ragazze che ha avuto le ha sempre trattate come se fossero oggetti, la fedeltà non sa nemmeno cosa sia» mi disse mentre si avviava verso la stanza degli ospiti.
«No aspetta.. Vieni in camera mia. Mi è passato il sonno e ho bisogno di parlare con qualcuno» gli dissi per poi avviarmi in camera mia. Conor mi seguì e non appena fummo dentro ci sedemmo sul letto. 
«Vedi Lucy, non ti dico di lasciarlo perdere, non sono nessuno per dirti queste cose, ma vedi.. ti prego stai attenta» ribadì.
«Conor, con me Zayn è sempre stato onesto, mi ha sempre trattata con rispetto di conseguenza non saprei proprio come comportarmi. Forse sta cambiando..» dissi cercando di giustificare Zayn.
«Il lupo perde il pelo ma non il vizio Lucy.» mi disse lui.
Spostai lo sguardo verso il basso. Mi sentivo come tradita. Da una parte ero sollevata del fatto che avessi chiarito con Conor ed ero anche sollevata del fatto che le previsioni di Mery si erano rivelate false dal momento che i comportamenti strani di Conor nei miei confronti non erano dovuti alla gelosia. Conor non provava sentimenti per me, o per lo meno non sentimenti d'amore, e la cosa mi sollevava alquanto.
Ma allo stesso tempo aver scoperto quelle verità su Zayn mi aveva lasciata senza parole. Insomma avevo sentito della sua reputazione poco ottimale, ma non avevo mai avuto prove specifiche o non avevo mai avuto l'occasione di sentirmi raccontare una delle sue storielle. Mi sentivo come pugnalata alle spalle e una marea di dubbi stavano iniziando ad affiorare la mia mente. E se Meggy la biondina, non fosse stata solo una semplice amica? E se dietro a quello sguardo così buono e innocente si fosse nascosta una traditrice? E se tutto
quello che mi diceva Zayn era solo una vana verità? E se mi stesse riempiendo di bugie? Ma a quale scopo?

Io e Conor parlammo fino alle cinque circa, dopo di che mi ritrovai costretta a sfrattarlo visto che le mie palpebre invocavano pietà.





«Svegliati cazzo, tua mamma mi ha fatta entrare e io ti devo assolutamente parlare. Dai scema, cogliona, idiota apri quei cazzo di occhi» sentii urlare mentre venivo energicamente strattonata dalla mia migliore amica che molto gentilmente aveva deciso di venirmi a dare un dolce buongiorno. Aprii leggermente gli occhi e l'ora della sveglia mi balzò all'occhio nel buio della stanza: 9.08.
«Mery porca puttana, ti rendi conto di che ore sono? Sono andata a dormire alle cinque. Non ho voglia di stare sveglia. Buonanotte» dissi con il tono di voce alterato.
In ogni caso le mie parole furono inutili dal momento che Mery aveva già tirato su le tapparelle di camera mia facendo entrare una luce abbagliante. In questi frangenti giuro che avrei preso una mazza da baseball e l'avrei colpita fino a farle perdere i sensi. Modo carino per dire che l'avrei uccisa.

«Ti devo assolutamente raccontare» mi disse cinguettando e saltellando per tutta la stanza.
«Dimmi» dissi flebilmente portandomi il piumone sopra la testa con l'unico scopo di ripararmi da quella luce accecante.
«Allora in pratica ieri sera mi sono fatta accompagnare a casa di Louis, ma ovviamente non era a casa. Cioè in effetti chi sta a casa il sabato sera? Nessuno. Appunto, cioè io e forse anche tu. Va beh ma questo non è importante. Ho chiesto a sua sorella dove fosse e lei mi ha spiegato che era con degli amici universitari al bar dell'università. Sapevi che all'università ci fosse un bar? Beh nemmeno io. Ho preso un altro taxi e mi ha portata esattamente lì. Non puoi immaginare che figura, erano tutti grandi e grossi e io che mi facevo spazio tra la folla dando delle gomitate a raffica, mi sono presa tipo quattro o cinque volte della "testa di cazzo". Comunque cosa importante, ho trovato Louis. Era al bancone con un certo Bob, Dob o qualcosa di analogo. No Lucy, appena l'ho visto mi è preso il panico e mi sentivo le gambe di gelatina e l'unico desiderio che avevo era che il pavimento di quel bar mi inglobasse del tutto. Fatto sta che mi sono fatta coraggio da sola, e mi sono avvicinata. Lui si è girato e ha sgranato gli occhi quasi come fa il mio gatto quando mio fratello lo spaventa. Hai presente no? Beh io ho iniziato a parlare a più non posso, gli ho chiesto almeno cinquanta volte scusa e che ero stata una cogliona e che lo amavo, e ti assicuro che è così io amo Louis…» fece una pausa. Una piccola pausa dopo circa cinque minuti di dialogo ininterrotto.
«E poi?» ebbi l'opportunità di dire in quel suo spaventoso silenzio.
«E poi siamo usciti dal locale e lui mi ha confessato di non aver fatto altro che pensare a me e che gli manco da morire e sono l'unica per lui. L'unico problema è che adesso siamo entrambi fidanzati con due persone contemporaneamente. Non fa figo?» mi chiese lei mentre si sedeva ai piedi del mio letto. Solo a quel punto spostai il piumone dalla mia faccia.
«Cazzo Mery, tu sei tornata insieme a Louis mentre stai con Harry e Louis è tornato insieme a te mentre sta con la ragazza del bagno?» chiesi sgranando gli occhi.
«Sì. Mi sento una merda però. Cosa faccio?» disse modificando il suo tono di voce che divenne più acuto del solito.
«Beh io andrei a parlare con Harry per prima cosa e poi mi accerterei che Louis faccia lo stesso con la sua ragazza. Sei convinta che sia Louis quello giusto?» le chiesi curiosa. Fino al giorno prima non aveva fatto altro che ripetermi quanto la sua cotta per Harry fosse qualcosa di assolutamente fantastico e originale e veritiero e adesso mi stava dicendo che il suo cuore batteva solo ed esclusivamente per Louis. Non avrei mai potuto fare la psicologa o l'analista, andavo in crisi di fronte alle storie di Mery, figurarsi di fronte alle storie di altre
persone più disturbate. Sempre ammesso che ce ne fossero. 

«Sì, ma cosa dico ad Harry? "Wei pollastro, sono tornata con il mio ex, ADDDDIO." Non mi sembra il caso» disse lei con l'aria seriamente turbata.
«Mery, gli dici la verità. Ovvero che sei una cretina matta che si è resa conto di provare dei sentimenti per il suo ex ragazzo. No? Troppo difficile?» le chiesi.
«Lucy lo sai che non sono mai stata brava in queste cose. Lo sai che davanti a questi discorsi io vado in panico, lo sai che finisco sempre per dire delle stronzate. Al funerale del mio criceto mi ero preparata tutto il discorso figo e commuovente e poi quando è arrivata l'ora di recitarlo mi sono messa a parlare dei canguri in Indocina, ti ricordi? Io non ce la faccio.» sostenne lei mentre si torturava nervosamente un unghia.
«Lo so Mery, ma pensa ad Harry non si merita tutto questo. Ieri sono mi sono dovuta inventare che un malessere ti aveva colta di sorpresa. Adesso si merita di sapere la verità. Sforzati vedrai che ce la fai» la rassicurai.
«Bene, pronti, via. Grazie Lucy. Scusa per la sveglia poco carina. Mi farò perdonare» così dicendo uscì dalla mia stanza.
Ormai il sonno era stato interrotto talmente bruscamente da non poter più essere ripristinato. Decisi di abbandonare il mio letto dirigendomi in soggiorno, dove mia madre e Carl stavano sorseggiando una spremuta.

«Buongiorno leone» disse mia mamma sorridente.
«Ciao» risposi io poco entusiasta.
«Com'è andata ieri sera?» intervenne Carl interessato all'argomento.
Avrei dovuto immaginarlo che non appena avrei messo piede in soggiorno sarebbe partito il terzo grado.

«Molto bene, il posto era carino, la musica anche e la gente pure.» risposi pacata.
«Quindi nel complesso una serata carina» scherzò Carl.
Gli sorrisi debolmente.

«Vai a svegliare Conor per piacere Lucy, così poi togliamo il disturbo» mi disse Carl.
Adesso che i nostri rapporti si erano riallacciati probabilmente sarebbe stato tutto più semplice, soprattutto in famiglia. Per lo meno non ci sarebbe più stato quello strato di imbarazzo di prima. Mi avviai al secondo piano e aprii la porta della sua stanza. 

«Conor tuo padre ti reclama» dissi scuotendolo. Sentii solo dei mugolii poco entusiasti.
«Dai Conor svegliati» ribadii il concetto.
Come risposta sentii il suo braccio trascinarmi sul letto con lui. Persi l'equilibrio e mi ritrovai stesa a peso morto di fianco a lui.
Iniziai a ridere convulsamente seguita a ruota da lui che ancora addormentato non aveva trovato il coraggio di aprire gli occhi.
Dopo qualche minuti di risate mi ricomposi e mi rialzai in piedi.

«CONOR NON TE LO DICO PIU'. ALZA IL CULO» sbraitai. Dopo di che uscii soddisfatta dalla stanza con il sorriso stampato sul viso.
Ero felice terribilmente, anche se sentivo che c'era qualcosa in me che non condivideva appieno questa mia felicità. ZAYN.






SMILE.


Che cazzo di schifo di Smile. Comunque scusate ancora l'ennesimo ritardo ma la scuola mi tiene costretta su una sedia con davanti brutti libri che non mi permettono di andare avanti con il mio Conoryno.
Vi ho anche fatto aspettare per un capitolo del cazzo. Mi sento in colpa adesso!
VI PREGO PERDONATEMI, e anche se boh non ha senso, lasciatemi some recensions (spirito inglese).

Ciao bbbbelle!
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<3

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Capitolo 11
*** OMG. ***


  •    
  •    «Sono il cucciolotto più bello del mondo»
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  •  
  • Un'altra ora di chimica e probabilmente i miei neuroni mi avrebbero del tutto abbandonata. Era incredibile quanto la scuola potesse
  • determinare la mia voglia di vivere. 
  •  
  • Ebbene sì, perché a scuola, seduta su quel banco, davanti a quella professoressa, la mia voglia di vivere era pari a zero. 
  • Zayn era dall'altra parte della classe insieme ad Harry, non si era messo vicino a me giustificando la cosa come un'opera di bene nei confronti del suo amico. 
  • Beh non lo biasimavo, alla fine Harry dopo il discorso che gli aveva fatto Mery su Louis e sulla rottura della loro relazione, si era del tutto depresso. 
  • Infatti sia Mery che Zayn mi avevano attentamente spiegato la dinamica della situazione. Mery gli aveva confessato di essere ancora innamorata di Louis e a quanto sembrava Harry era scoppiato a piangere come un bambino. Insomma, potevo capire il dispiacere, ma addirittura piangere dopo una relazione di qualche settimana? Fossero stati mesi, anni.. Ma settimane?
  • Sentii il brusio dei miei compagni di classe che stavano sistemando i libri nello zaino, segno evidente che la campanella sarebbe suonata di lì a poco. Sistemai le mie cose attendendo con ansia il suono che avrebbe determinato la fine ufficiale della lezione. 
  • Dopo la sera nella quale Conor mi aveva spiegato il motivo del suo odio nei confronti di Zayn, non avevo avuto modo di parlare molto con quest'ultimo. Un po' a causa di Harry e della sua depressione che tenevano Zayn impegnato per la maggior parte del tempo, e un po' anche perché avevo il timore di scoprire brutte verità sul mio attuale ragazzo. 
  • In ogni caso avrei dovuto andare sull'argomento, volevo sapere di più riguardo a quella storia.
  • Dopo il suono della campanella raggiunsi Zayn che nel frattempo si era avviato a mettere giù i libri nel suo armadietto.
  • «Dici che ce la faremo a stare un po' insieme oggi?» gli chiesi sorridendogli.
  • «Speriamo, Harry mi ha detto che oggi ha l'allenamento di calcio, di conseguenza mi lascerà respirare un po'. Poveretto è uno straccio» mi confessò Zayn dispiaciuto.
  • «Lo vedo..» mentre parlavamo della situazione Harry-Mery, ci avviammo verso il parco fuori dalla scuola per poter mangiare qualcosa, approfittando di quell'occasione per stare un po' insieme.
  • «Senti Zayn, io dovrei parlarti di una cosa..» dissi dopo un po' di tempo passato a parlare di tutt'altro.
  • «Certo, qualsiasi cosa» mi rispose lui sorridente e per niente turbato.
  • «Sai che insomma Conor è il mio fratellastro ora, quindi passiamo parecchio tempo insieme e abbiamo anche avuto l'occasione di parlare di un po' di tutto. E anche di una certa Caroline..» dissi fermandomi non appena lo sguardo di Zayn, che fino a quel momento era rimasto concentrato sul suo panino, si spostò dritto nei miei occhi.
  • «Ca-Caroline?» disse lui per poi iniziare a tossire convulsamente probabilmente a causa del fatto che gli fosse andato di traverso qualcosa.
  • «Ehm, sì Caroline» ripetei io.
  • «Caroline era la ragazza di Maynard» blaterò lui.
  • «Si Zayn, lo so! Ma volevo sapere il perché tu avessi fatto quello che hai fatto sapendo che lei stava insieme a lui?» gli chiesi spiegandogli la situazione visto che sembrava non voler capire cosa intendessi.
  • «Beh non c'è un motivo, era una bella ragazza e non rifiutava le mie avance, di conseguenza volevo far capire a Maynard che la sua tanto amata Caroline non era poi così innocente e fedele come lui pensava» disse alzando le spalle e addentando un'altra parte del suo panino.
  • «Cazzo Zayn, ma sei perfido. Non bastava dirglielo?» chiesi io sgranando gli occhi.
  • «Non sono il genere di ragazzo che va dalle persone e spiega come la loro relazione non possa aver futuro a causa dell'infedeltà del partner! E poi comunque è acqua passata. Possiamo cambiare discorso?» mi supplicò infine.
  • Annuii e aspettai che iniziasse a parlare di altro.
  • Il fatto che Zayn fosse così stronzo stava realmente iniziando a preoccuparmi. Ma alla fine a me non aveva mai dato modo di dubitare di lui e pensavo anche che se aveva voluto presentarmi Meggy forse era davvero solo un'amica. Se avesse voluto tenermela nascosta, penso proprio che non si sarebbe mai permesso di parlare liberamente davanti a tutti con lei.
  •  
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  • Non appena tornai a casa intravidi Louis e Mery di fronte al bar vicino a casa nostra. Erano a tutti gli effetti tornati quelli di una volta, lei rideva di gusto mentre lui stava seduto al tavolino e parlava. Mi erano mancati insieme e adesso che tutto tra di loro si era finalmente risolto, speravo che la mia amica potesse davvero essere felice insieme a lui, il suo grande amore. 
  • Decisi di proseguire verso casa evitando di fermarmi da loro e disturbare una delle loro uscite romantiche.
  • Davanti al muretto di casa mia in lontananza vidi qualcuno seduto per terra. Ultimamente casa mia era diventata una meta così assidua? Prima Zayn, poi Conor e adesso.. Meggy?
  • La raggiunsi in pochi secondi andandole incontro e precipitandomi di fronte a lei.
  • «Meggy giusto?» le dissi mentre lei si alzava in piedi.
  • «Esatto! So che non ci conosciamo molto bene, ma volevo parlarti» mi disse lei con la sua vocina così innocente e quei suoi occhini dolci. 
  • Sapevo che avrebbe voluto parlarmi di Zayn, in fondo non ci conoscevamo e di conseguenza non è che potessimo avere chissà quali argomenti su cui poter discutere.
  • «Certo, vuoi entrare?» le chiesi cortesemente notando il suo disagio.
  • «Nono tranquilla, se non ti dispiace possiamo sederci qui..» mi disse indicando il marciapiede davanti a casa mia.
  • Annuii e mi sedetti seguita a ruota da lei.
  • «Scommetto che riguarda Zayn!» le dissi spezzando quel silenzio.
  • «Già..» confermò lei.
  • «Bene, dimmi..» la incoraggiai.
  • «Lucy tu sei una ragazza d'oro e non ti meriti di essere trattata in questo modo.» sgranai gli occhi non appena sentii quelle parole. Non mi meritavo di essere in trattata in QUESTO modo, ma quale modo?
  • «Zayn mi ha chiesto svariate volte di baciarlo e di stare con lui! Ma ti giuro che io ho sempre rifiutato perchè sapevo che stava insieme a te, e non mi sarei mai permessa di farti un torto tale» disse lei con un filo di voce.
  • Le sue parole mi colpirono così forte che smisi di ascoltare il resto della sua frase. Il mio sguardo si incatenò all'asfalto della strada mentre una sensazione terribile si impossessava di me, del mio cuore.
  • Mi alzai di scatto non riuscendo più a sopportare quell'orribile silenzio che si era creato intorno a me, era come se fossi all'interno di una bolla insonorizzata, la voce di Meggy era lontanissima nonostante lei fosse vicina a me. Rientrai in casa non rivolgendo nemmeno una parola a quella povera ragazza che voleva solamente avvisarmi della pericolosità di Zayn.
  • Fortunatamente a casa non c'era nessuno, così fui libera di rinchiudermi in camera.
  • Quel silenzio non mi aveva mai spaventata così tanto, era come se un camion mi avesse appena travolta a 210 chilometri orari, era come se il soffitto di camera mia fosse appena crollato dritto su di me, come se l'aereo sul quale viaggiavo fosse appena precipitato in mare aperto.
  • Sapevo quanto Zayn fosse importante, ma non lo pensavo sino a quel punto.
  • Cosa avrei dovuto fare? Come avrei dovuto comportarmi d'ora in avanti? Avrei dovuto dirgli che ero al corrente di tutto quanto o avrei dovuto lasciarlo senza una spiegazione? Era vero quello che mi aveva detto Meggy? Magari erano solo una serie di scuse che lei si era inventata per allontanarmi da Zayn. Però sembrava così dispiaciuta e così sincera.
  • Mi buttai a peso morto sul letto affondando la mia testa nel cuscino.
  • Mi addormentai pesantemente, probabilmente dormire era l'unica cosa che potesse distrarmi da ciò che avevo appena scoperto. Sempre ammesso che fosse vero. Ero quasi del tutto convinta che le parole di Meggy rispecchiassero la verità, ma avrei comunque dovuto accertarmi meglio.
  • Lo squillo del telefono mi costrinse ad aprire di scatto gli occhi. Erano passate due ore da quando mi ero addormentata.
  • Presi il cellulare dal comodino leggendo un numero sconosciuto sullo schermo.
  • «Pronto?» dissi flebilmente con la voce ancora impastata dal sonno.
  • «Lucy scusa se ti disturbo ma io non so cosa fare» sentii la voce dall'alto capo del telefono. Harry.
  • «Hey Harry, ciao» gli dissi.
  • «Mi devi aiutare. Non può essere finita così da un momento all'altro, non capisco cosa possa essere cambiato in così poco tempo! Fino al giorno prima mi riempiva di certezze sulla nostra storia e poi così dal nulla se n'è uscita con il fatto di essere ancora innamorata del suo ex. Lucy dimmelo tu, ho sbagliato qualcosa con lei?» mi disse con la voce rotta.
  • «No Harry, tu non hai sbagliato niente. Non colpevolizzarti la colpa non è assolutamente tua. Sai a volte le persone che pensavamo di conoscere bene, si rivelano per qualcun altro. E purtroppo noi non ci possiamo fare nulla. Dobbiamo accettare queste situazioni e mandare giù questa pillola nonostante sia difficile perché è una pillola amara che non avremmo mai voluto ingoiare.» gli dissi pensando sia alla mia storia con Zayn che alla sua con Mery.
  • «Lo so, ma io non ce la faccio! Nessuna ragazza mi aveva mai fatto sentire come ha fatto lei in così pochi giorni. So che sembro pazzo!» disse lui. E detto onestamente sì, all'inizio quando mi avevano detto che si era messo a piangere per lei, pensavo davvero che fosse pazzo visto che la loro storia era durata solo qualche settimana. Ma adesso mi ritrovavo a rimangiare ogni mio pensiero. Anche la mia storia con Zayn non era durata poi così tanto, eppure mi sentivo così male.
  • «Non sembri pazzo, sei solo un ragazzo innamorato. Harry mi dispiace davvero..» gli confessai.
  • «Almeno tu con Zayn sei felice.. è un bravo ragazzo alla fine» quelle parole mi bloccarono. Bravo ragazzo? Si definisce bravo un ragazzo che mentre sta insieme a te ci prova anche con un'altra? E magari Meggy non era nemmeno l'unica, cosa ne potevo sapere io?
  • «Già lo so.» dissi sapendo di mentire. Avrei trovato da sola le prove del tradimento di Zayn e non appena le avessi trovate gliel'avrei fatta pagare. Per il momento dovevo solo fare finta di nulla, come se Meggy non mi avesse mai parlato, come se non avessi mai saputo nulla.
  • «Mi prometti che parlerai con lei?» sussurrò Harry infine.
  • «Harry io le parlerò, ma lo sai vero che non ti posso assicurare niente?» cercai di farlo ragionare. Sapevo che qualsiasi cosa avessi detto a Mery le sarebbe entrata da un orecchio e uscita dall'altro. Era palese che adesso non avesse che occhi per Louis. Era quasi incredibile come riuscisse facilmente a cambiare idea e a non sentire il peso dei sensi di colpa. Ma probabilmente non voleva darlo a vedere a nessuno.
  • «Lo so, ma un ultimo tentativo lo voglio e lo devo fare. Grazie per tutto, buonanotte» disse per poi riattaccare immediatamente il telefono.
  • Avrei tanto voluto chiedergli la verità su Zayn, ma poi sicuramente gliel'avrebbe riferito e io non avrei più avuto la possibilità di attuare una vendetta. 
  • Sicuramente Mery mi avrebbe aiutata in questo.
  • Ripresi il telefono e composi il numero di Conor.
  • «Ehy Lucy» sentii la sua voce.
  • «Avevi ragione, su tutto! Zayn è uno stronzo» gli dissi cercando di soffocare i singhiozzi.
  • «Oddio Lucy, cos'ha fatto quel coglione? Giuro che se non l'ho riempito di botte per Caroline, adesso non mi tirerò indietro» lo sentii sbraitare.
  • «Nono Conor aspetta! Una ragazza mi ha detto che ci prova con lei mentre sta con me, ma io non ho nessuna certezza. Di conseguenza aspetto di trovare delle prove e nel frattempo mi comporterò normalmente. Poi una volta scoperto ciò che mi serve, gliela faccio pagare» gli spiegai la situazione.
  • «Quindi non farai nulla? Continuerai a subire questa situazione?» mi chiese preoccupato.
  • «Per adesso sì, ma quando troverò le prove giuste, preparerò una bella vendetta» ribadii sentendomi per un attimo una regina malvagia. Ma che poi tanto malvagia non era visto che cercava solo di reagire ad un torto che le era stato fatto.
  • «Va bene, va bene se lo dici tu allora mi fido. Comunque in ogni caso sai di poter contare su di me. Sia che tu voglia sfogarti e sia che tu abbia bisogno di una mano per il tuo piano contro Malik» disse Conor con voce dolce e sincera.
  • «Lo so che posso sempre contare su di te» gli dissi sorridendo attraverso il cellulare.
  • «Perfetto Lucy! Ah domani tua madre e mio padre penso abbiano organizzato una cena!» mi annunciò. 
  • Naturalmente mia madre non si era minimamente preoccupata di avvisarmi, ma in fondo ci avevo fatto l'abitudine. L'amore l'aveva resa totalmente distratta catapultandola sulle nuvole.
  • «Non vedo l'ora. Grazie ancora Conor, a domani» gli dissi mentre attaccavo il telefono.
  • Immediatamente sentii ancora quel silenzio intorno a me, quell'orribile silenzio che portava i miei pensieri verso un'unica direzione: Zayn.
  • Avevo comunque apprezzato l'avviso di Meggy e se le sue parole si fossero rivelate vere, avrei dovuto ringraziarla per avermi aperto gli occhi riguardo a Zayn. 
  • Nonostante sapessi la sua reputazione e nonostante tutto, io avevo voluto buttarmi nella storia con lui. La stupida ero solo ed esclusivamente io, non avrei mai dovuto fidarmi di lui.
  • In fondo lo dicevano tutti "E' uno stronzo, non bisogna fidarsi di lui, è infedele, non ha rispetto per nessuno" eppure con me era stato così terribilmente gentile, così adorabile e così premuroso. 
  • Ero combattuta sul da farsi. Se Meggy non mi avesse detto nulla io ora non avrei questi pensieri e vivrei ancora nell'ignoranza più totale riguardo alle sue mosse.
  • Era bravo a illudere e a farsi amare, era ancora più bravo a mentire. 
  • Ma che razza di persona trovava il coraggio di trattare così la gente?
  • Che razza di infame schifoso?
  • Nonostante tutto la mia mente e il mio cuore speravano che le parole di Meggy fossero solo un brutto scherzo e una falsa verità.
  • Mi riaddormentai, infine, presa dall'ansia dei miei pensieri.






 S m i l e e e e e e e e e e e

Innanzi tutto vi consiglio vivamente di ascoltarvi una canzone adesso, penso che rispecchi molto l'animo di questo capitolo, si intitola "Dammi una lametta che mi taglio le vene" ah magari la conoscete. AHAHAHAH 
Anyway, Conor e Lucy sono super amici e non sono tenerelli?
Dai esprimetevi, quanto odiate Mery da 1 a 10? Povero Haroldino!
Infine, Meggy dice la verità o no? Zayn?
Bene le domande sono fine per qualsiasi informazione chiamare il numero verde 800 123 456.
No scherzi a parte, per qualsiasi cosa,

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Love all of you <3
(Sono a casa con la febbre e se non mi riprendo entro domenica per il concerto dei ragazzi giuro che mi uccido)


 

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Capitolo 12
*** No words ***


  • Ero per l'ennesima volta in ritardo, la sveglia era suonata circa sei volte e solo dopo il sesto suono mi ero resa conto che quel fastidioso rumore che stavo sentendo fosse la mia sveglia. 
  • Cercai di fare il prima possibile pensando anche alle maledizioni che mi avrebbe potuto mandare Mery. 
  • Corsi fino all'incrocio nel quale eravamo solite trovarci e la trovai seduta per terra con uno strano ghigno sul volto. 
  • «Sei in ritardo» mi disse scocciata.
  • «Scusa è che stamatt..-»
  • «Non me ne frega niente. Stamattina tanto non andremo a scuola» mi interruppe lei.
  • «Cosa?» chiesi un po' stupita.
  • «Hai sentito bene, ho la verifica di Fisica e non so nulla, quindi tu da brava migliore amica mi farai compagnia stando fuori insieme a me» disse lei sorridente.
  • «Se mia mamma dovesse becc..-»
  • «Oh ma smettila, andremo in un posto appartato« affermò lei iniziando ad avviarsi nella via opposta alla direzione della scuola. Se davvero, come dicevano, "il buongiorno si vede dal mattino" allora sarebbe stata una giornata pressoché infernale. Quando Mery non mi permetteva di finire le frasi e si intrometteva in continuazione non era un gran bel segno.
  • Per evitare spiacevoli litigi, la seguii senza proferire molte parole, procedevamo a passo spedito verso una meta della quale solo lei era a conoscenza.
  • Ci fermammo dopo un po' in una specie di parco che detto onestamente, non avevo mai visto.
  • «Dai Mery sputa il rospo, c'è qualcosa che non va e si vede» le dissi io guardandola negli occhi.
  • «Probabile..» mi rispose.
  • «Con Louis?"» le chiesi.
  • «Nono con Louis tutto bene, sai adesso ci siamo appena riallacciati quindi la nostra storia è perfetta» mi disse pacatamente con un sorriso che le alloggiava in viso.
  • «E allora qual è il problema?» le chiesi infine. Certo che le cose bisognava proprio tirargliele fuori.
  • «Eh beh, a dire la verità.. ma si, in pratic..-» 
  • «Mery, breve e concisa, vai dritta al punto senza troppi giri di parole, lo sai che li odio.» le annunciai.
  • «Ieri pomeriggio ero fuori con Louis, e siamo andati a fare un giro per la città. Nel parchetto dopo la scuola, ho visto Zayn! Pensavo fosse con te perché di fianco a lui c'era una ragazza circa alta quanto te e con i tuoi stessi identici capelli, ma quando si è girata mi sono resa conto del fatto che non fossi tu.» mi disse quasi con un filo di voce. 
  • Ed ecco di nuovo quel silenzio terribile che mi aveva colpita anche il giorno precedente a causa delle parole di Meggy.
  • «Lo sapevo che Meggy non era l'unica» sospirai.
  • «Meggy?» mi chiese. 
  • «Sì ieri è venuta da me e mi ha spiegato che Zayn ci ha provato svariate volte con lei, speravo che fosse solo una sua invenzione ma a questo punto ho la certezza che non lo fosse» le spiegai.
  • «Cazzo Lucy io lo ammazzo quel coglione» iniziò a sbraitare.
  • «No aspetta. Lui ti ha vista?» chiesi. 
  • Stavo cercando in tutti i modi di restare lucida evitando che le lacrime potessero impossessarsi delle mie guance da un momento all'altro. 
  • Dovevo e potevo fare ogni cosa ma non piangermi addosso per uno stronzo.
  • «No, non penso proprio! Anche perché io e Louis eravamo dall'altra parte del parco e loro se ne stavano andando quindi.. cioè, no non mi ha vista» mi disse lei cercando di ripensare alla scena del giorno precedente.
  • «Perfetto! Voglio attuare un piano di vendetta infallibile, e deve assolutamente essere a insaputa di Zayn quindi io dovrò fare finta di nulla ancora per un po'» le spiegai.
  • «Ma cosa dici?? Devi andare da lui e sputargli in faccia con tanto di calcio nei testicoli» urlò lei mentre si alzava in piedi e faceva una scenata delle sue.
  • «Abbiamo imparato che con la violenza non si risolve nulla Mery» le ricordai.
  • «Sì ma lui è un fottuto stronzo!» puntualizzò senza abbassare il tono di voce.
  • Dovevo assolutamente cambiare discorso. Nonostante tutti i miei pensieri fossero rivolti a Zayn e al fatto di volergli rovinare il suo bel faccino, non potevo permettere che Mery continuasse la sua sfilza di insulti nei suoi confronti. Avrei premeditato una vendetta.
  • «Ah comunque ieri mi ha chiamata Harry, era in crisi e disperato a causa tua. Mi ha chiesto di parlarti» le dissi.
  • La sua espressione mutò improvvisamente.
  • «Ti giuro che a me dispiace di averlo trattato così e gliel'ho anche detto! Ma non avrebbe senso che io continuassi a stare con lui quando in realtà sono innamorata di Louis.» mi confessò con una punta di tristezza nella voce.
  • «Lo so, lo so. Louis alla fine è il tuo grande amore è quella per Harry è stata solo una sbandata.» la rassicurai.
  • «Esatto! Comunque adesso dobbiamo assolutamente scegliere una modalità con la quale potremmo rovinare la faccia di Zayn» esplose lei.
  • Sbuffai rassegnata, il mio tentativo di cambiare discorso era miseramente fallito.
  • «Lucy ti si sta illuminando il telefono» mi avvisò Mery.
  • Presi il cellulare dalla tasca del mio maglioncino per poi vedere comparire sullo sfondo il nome: ZAYN.
  • «E' Zayn, mi ha appena mandato un messaggio» dissi flebilmente.
  • «Peccato che non si possano tirare calci e pugni per telefono» blaterò lei.
  • La fulminai con lo sguardo.
  • «Cosa ti ha scritto?» si limitò a chiedermi.
  • «Ha scritto: ehi meraviglia come mai non sei a scuola? stai male? se non ti dispiace oggi vorrei passare del tempo insieme a te, mi manchi da morire» lessi sconcertata.
  • Ero terribilmente scioccata dalla sua spregiudicatezza, dalla sua falsità, dal suo essere così terribilmente dolce ma allo stesso tempo stronzo.
  • Mery non osò proferire una sillaba. 
  • Mi fissò insistentemente per qualche secondo per poi iniziare a maledirlo con ogni parola possibile e immaginabile.
  • «Promettimi che non farai nulla. Mery ho bisogno che tu per una volta te ne stia zitta, devo risolvere da sola questa cosa» le dissi cercando di essere il più chiara possibile. 
  • «Va bene, va bene, terrò le mani e i piedi a posto» disse lei infine.
  • «Bene allora gli rispondo al messaggio» dissi pacatamente.
  • «COSA?» ricominciò a sbraitare Mery.
  • «Scrivo: non sto male tranquillo, mi piacerebbe uscire un po' con te ogni pomeriggio» dissi io.
  • «Ti odio!» sbraitò Mery.
  •  
  •  


  • Stavo camminando a passo svelto verso la meta accordata poco prima con Zayn. Mi sarei comportata normalmente, come se né Meggy né Mery mi avessero detto delle sue performance da ragazzo poco fedele. 
  • Lo intravidi seduto su una panchina, stava armeggiando con un accendino nell'intento di accendersi una sigaretta. 
  • Nonostante lo odiassi con tutta me stessa, nonostante lo reputassi tra i ragazzi più meschini, cattivi e crudeli sulla faccia della terra, vederlo lì su quella panchina con il suo solito ciuffo impeccabile, gli occhi ridotti a due fessure, lo sguardo seducente e intrigante, le labbra così rosee e leggermente schiuse, e quel suo abbagliamento da cattivo ragazzo, mi faceva passare l'odio nei suoi confronti. 
  • Era davvero immensamente bello.
  • Ma come da tradizione, l'aggettivo "bello" era strettamente correlato all'aggettivo "stronzo". 
  • In ogni caso cercai di far tornare i miei occhi alla loro forma primordiale dal momento che si erano trasformati in due cuori.
  • «Ciao Zayn» dissi mentre ero quasi arrivata al suo fianco.
  • «Ciao bellezza» si avvicinò lui posandomi un leggero bacio sulle labbra che ricambiai appena.
  • «Allora? Come mai non eri a scuola stamattina?» mi chiese apparentemente interessato.
  • «Ma sai dovevo tenere compagnia a Mery che aveva una verifica e non aveva studiato!» risposi con nonchalance.
  • «Potevi avvertirmi, sarei venuto insieme a voi» disse ridendo.
  • «No, poi come avrebbero fatto le altre ragazze della scuola non vedendoti alla ricreazione?» risposi mandando qualche frecciatina.
  • «Ehy ma cosa dici? Lo sai che ho occhi solo per te. E mi sembra di dimostrartelo, no?» mi chiese avvicinandosi pericolosamente a me.
  • Se mi fossi allontanata avrebbe capito il mio distacco, quindi avrei dovuto assecondarlo e in fondo avrei potuto godere degli ultimi suoi baci che non erano affatto male.
  • Mi cinse i fianchi e io mi lasciai travolgere dal suo profumo. 
  • Iniziò a lasciarmi teneri baci sul collo mentre io socchiudevo gli occhi beandomi di quella magnifica ma sbagliata sensazione. Dal collo giunse alla mia mandibola per poi arrivare velocemente anche alle labbra, a quel punto il mio cuore sobbalzò nel petto. 
  • Era tutto così sbagliato, mi stavo facendo del male da sola, nonostante tutto quella che ci avrebbe rimesso sarei stata io in ogni caso. 
  • I baci di Zayn mi facevano sentire completa. Stavo bene.
  • E per una frazione di secondo anche i pensieri più brutti che guarda caso riguardavano proprio lui, se n'erano andati.
  • «Cosa fai stasera?» mi chiese Zayn una volta tornato ad una certa distanza da me.
  • «Penso nulla di interessante, probabilmente una cena in famiglia» risposi senza pensarci.
  • «Con Maynard?» continuò lui.
  • «Eh direi proprio di sì» dissi annuendo. In fondo Conor stava davvero diventando parte della mia famiglia.
  • «Senti Lucy a me dispiace per quella storia con Maynard. Ero un ragazzino stupido, ora non farei più queste cose» disse lui leggermente imbarazzato mentre si percorreva una mano tra i capelli.
  • «Ma tranquillo, l'hai detto anche tu, è acqua passata» gli risposi tranquillizzandolo.
  • «Sì, lo so. Però ammetto di non essere stato corretto nei confronti di Maynard» ammise.
  • «Tutti commettiamo degli errori!» conclusi infine.
  • Zayn sembrò mutare la sua espressione in un ghigno sollevato. Per il resto del tempo non fece altro che sussurrarmi quanto gli piacesse passare il tempo in mia compagnia, di quanto gli fossi mancata quella stessa mattina alla lezione di italiano e di quanto gli sarebbe piaciuto avere una storia seria insieme a me.
  • Mentre lui mi ripeteva tutte queste cose tremendamente dolci e romantiche il mio pensiero era solo uno: STRONZO, FALSO, BASTARDO. 
  • Un unico pensiero in grado di diramarsi in tre brevi aggettivi ma che facevano perfettamente al caso suo.
  • Con che coraggio riusciva a dire certe cose?
  • Con che faccia tosta non riusciva a vergognarsi?
  • Ma soprattutto perché? Perché aveva deciso di prendersela proprio con me? Con i miei sentimenti?
  • E perché io stavo così male?
  • Perché continuavo a stare lì ad ascoltare quelle falsità?
  • Perché mi facevo male da sola?
  • «Senti Zayn, io avevo promesso a mia madre che sarei tornata a casa presto per aiutarla, quindi dovrei andare» gli dissi fingendomi dispiaciuta.
  • «Sì certo, ti accompagno a casa allora, anche se mi dispiace che siamo potuti stare insieme solo un'oretta» rispose lui.
  • «Tranquillo avremo tempo per stare insieme! Comunque vado da sola a casa, non ti preoccupare» lo rassicurai. 
  • Dopo di che mi alzai in punta per dargli un lieve bacio sulle labbra e mi incamminai verso l'uscita del parco.
  • Lo stesso parco in cui lui il giorno prima aveva portato un'altra ragazza e magari chi lo sa, il giorno prima ancora ne aveva portata un'altra diversa.
  • Avrei dovuto chiedere al custode del parco informazioni riguardo a Zayn e  alla sua vita amorosa, probabilmente mi avrebbe raccontato l'intero repertorio di ragazze con cui il mio caro fidanzato flirtava ogni giorno.
  • Raggiunsi ben presto casa mia, fortunatamente mia madre era già tornata e per l'occasione di un'ennesima cena di famiglia aveva preparato un ottimo menù.
  • «Com'è andata oggi a scuola tesoro?» mi chiese tra un fornello e l'altro.
  • «Tutto a posto, grazie! E tu al lavoro?» le chiesi cambiando discorso.
  • «Oh tutto bene! Sai oggi è arrivata la conferma ufficiale della spedizione degli inviti per il matrimonio. Domenica 9 giugno sarà il giorno più importante della mia vita. No bè, il secondo giorno più importante. Il primo è il 16 agosto 1996, il giorno in cui è nata la più bella ragazzina del mondo» disse sorridente mia madre prima di stamparmi un sonoro bacio sulla guancia.
  • AH LA MAMMA.







           Smile
       
Giuro che il capitolo l'avevo già scritto da tre giorni e l'unico compito che avevo era quello di ricontrollarlo e pubblicarlo, ma porca troia non ho nemmeno avuto il tempo di fare questo breve lavoretto. La scuola mi ha sommersa, letteralmente. 
Domani ho L'ULTIMA interrogazione e poi, se Dio vuole, sarò un'anima libera.
Anyway, il capitolo vabbè non è nulla di troppo interessante o che ne so, però si scopre la natura di Zayn. :'(
Povero, io non volevo farlo stronzo. Io sono follemente innamorata di lui, ma mi disp, CONOR HA LA PRECEDENZA
<3
Ho pensato una little thing. Visto che la storia non mi piace e visto che la trovo di un'infinita pallosità, ho deciso che non mancano moltissimi capitoli alla fine, così almeno potrò liberarmi di questa palla al piede chiamata anche "Two guys, one love".
Ps, il 25 giugno parto per Londra e tornerò la prima settimana di Agosto, quindi spero vivamente di riuscire a pubblicare un altro capitolo prima di quella data.
Pps, capisco quelle che stanno smettendo di recensire e che l'hanno tolta dalle storie preferite/seguite, fa schifo quindi è abbastanza comprensibile come cosa (anche se ammetto che è un duro colpo vedere che parecchia gente ha abbandonato la storia).
RINGRAZIO, PERO', TUTTE QUELLE CHE ANCORA LA SEGUONO E RECENSISCONO <3 <3 <3
Ppps  
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BUONE VACANZE A TUTTEEEEEEE.
              

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Capitolo 13
*** The plan. ***


  •  
  •                              Malik.                                                                                   Maynard.
  •  
  •                                         
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  • Riuscii ad aprire gli occhi per miracolo quella mattina. La cena di famiglia della sera precedente si era protratta più del previsto, Conor e Carl se n'erano andati a mezzanotte passata e di conseguenza io non ero riuscita ad addormentarmi prima dell'una. Maledicevo sempre il mio andare a letto tardi eppure continuavo a farlo. 
  • Toccai il pavimento freddo con i piedi e un brivido mi riportò sulla terra. Tutti i miei pensieri si concentrarono su di lui: Zayn. 
  • Ogni volta che pensavo a quella situazione mi sentivo un vuoto nel petto e una serie di brividi nelle braccia, come se volessi a tutti costi risolvere quella situazione ma che del resto era irrisolvibile.
  • Misi i primi vestiti che riuscii a trovare e scesi in cucina a fare colazione. Mia madre se n'era già andata ma mi aveva lasciato tutto pronto. 
  • Finii alla svelta pronta per raggiungere Mery al solito posto. 
  • La intravidi mentre si sbaciucchiava con Louis, la invidiavo da morire, a lei andava sempre bene tutto, e tutto ciò che desiderava riusciva ad ottenerlo. Avrebbe potuto donarmi un po' della sua fortuna, mi sarebbe servita. 
  • «Ciao piccioncini» dissi disgustata.
  • «Ciao Lucy» mi disse Louis sorridente.
  • «Come va? » intervenne subito dopo la mia amica.
  • «Beh Mery, tutto alla grande grazie» le dissi in tono ironico.
  • Nessuno osò più rispondere e ci incamminammo a passo piuttosto spedito verso la scuola. Un altro giorno infernale sarebbe cominciato. Quella mattina c'era stranamente traffico, probabilmente per il fatto che fosse venerdì. Tante persone iniziavano il week-end il venerdì, di conseguenza si muovevano dalla città per raggiungere amici o parenti. Feci un sospiro di sollievo pensando al fatto che il giorno dopo sarei potuta stare a dormire fino ad orario indeterminato.
  • Giunti di fronte alla scuola notai subito la figura di Zayn intento discutere con una mora, sembrava alquanto alterato e a giudicare dai gesti, probabilmente stavano litigando. Mentre pensavo a tutte le storie possibili tra di loro, la gomitata di Mery mi colpì in pieno braccio.
  • «Tu e la tua finezza, cazzo aia Mery» le dissi guardandola male, anche se lei non sembrò curarsene.
  • «Lucy è lei, la ragazza che ho visto al parco con Zayn è lei. Vero Louis?» Chiese conferma al suo ragazzo.
  • «Sisi probabilmente è lei» disse lui confuso.
  • «No ascolta Lucy, io ne sono certa. Devi andare da lui e accusarlo davanti a tutta la scuola. Se vuoi vengo con te, così possiamo picchiarlo insieme» sbraitò Mery.
  • «No Mery, stai tranquilla. Se sto bene io, non vedo perché tu debba preoccuparti» le dissi pacatamente e con un falsissimo sorriso sulla labbra.
  • Un'altra gomitata però mi fece mutare espressione.
  • «Mery adesso hai veramente rotto le palle, mi fai male» le urlai.
  • «Sta venendo qui» mi avvisò lei.
  • Mi girai di scatto trovando Zayn davanti a me.
  • «Oh buongiorno» dissi sorpresa.
  • «Ciao» mi disse lui cercando di avvicinarsi per baciarmi.
  • «Fermo dove sei» urlò Mery.
  • «Scusa Louis, potresti portare via la tua ragazza, gentilmente.» Dissi rivolta a lui. Louis annuì e sparì seguito da Mery che continuava a fissare Zayn in modo assassino.
  • «Che stava succedendo con quella ragazza?» Gli chiesi.
  • «Oh no niente, si è arrabbiata perché ho rifiutato di stare con lei. Ma io in fondo ho già la ragazza, quindi..» Disse alzando le spalle e cercando di avvicinarsi di nuovo a me per darmi un bacio. Lo bloccai mettendo una mano sul suo petto.
  • «Sicuro Zayn?» Gli dissi in tono interrogativo.
  • «Certo, senti Lucy, posso non essere stato un ragazzo fedele in passato, ma le cose che ti ho detto ieri al parco, le penso davvero. Tu mi piaci, sei l'unica che mi piace davvero! Non ti farei mai del male» mi disse con un tono apparentemente sincero. Avrebbe potuto partecipare ai provini per diventare attore, l'avrebbero preso sicuramente.
  • «Va bene, adesso vado in classe altrimenti farò tardi » gli dissi.
  • «Ah Lucy, stasera c'è una festa a casa di Dylan, verrai?» Mi chiese speranzoso.
  • «Vediamo» dissi infine allontanandomi verso la classe di storia dell'arte.
  • Una festa da Dylan certo, una delle solite feste di Dylan, uno dei ragazzi più popolari della scuola. L'unico scopo delle sue feste era quello di fare ubriacare tutte le ragazze presenti e poi portarle a fare il bagno in piscina "approfittando" del loro stato di scarsa lucidità per baciarle o addirittura portarsele a letto.
  • Non ci sarei andata sicuramente. Così magari avrei lasciato Zayn nella più assoluta libertà di portarsi a letto chiunque.
  • Accantonai quel pensiero raggiungendo la mia classe, davanti alla porta dell'aula intravidi quella ragazza che un attimo prima stava discutendo con Zayn. Possibile che non l'avessi mai vista nei corridoi e ora improvvisamente me la trovassi davanti così frequentemente.
  • «Ehi, scusami. So che non ci conosciamo ma potrei parlare con te?» la sentii dire. Alzai lo sguardo puntandolo verso di lei.
  • «Scusa?» le chiesi non essendo sicura di quello che avesse appena detto.
  • «Piacere Gloria, ti ho chiesto se possiamo parlare un attimo in privato» ripeté lei. Sgranai gli occhi.
  • «Scusa, è che adesso ho lezione» le dissi scansandola.
  • «Per piacere, è importante. Non ti ruberò più di due minuti, lo giuro.» ci riprovò lei.
  • Annuii, e la seguii mentre si spostava verso gli armadietti vicino alla mia classe.
  • «Probabilmente prima mi hai vista parlare con Zayn, beh volevo spiegarti il motivo. So che sei la sua ragazza, ma stai attenta con lui. Mi ha più volte chiesto di uscire, e insomma.. io sono innamorata di lui da una vita, quindi non ho mai rifiutato. Però ora mi sento in colpa. Lui sta con te e insomma.. esce, cioè è uscito anche con me» sussurrò lei con la voce spezzata.
  • «Senti Gloria, giusto? Facciamo una cosa, fingiamo che questa nostra conversazione non ci sia mai stata va bene? Ora io vado in classe e tu anche. Ti ringrazio per la confessione, ma non ho intenzione di farci nulla a riguardo. Buona giornata» le dissi congedandola con un falsissimo sorriso.
  • Poteva sembrare strano quel mio atteggiamento, poteva sembrare assolutamente incomprensibile. Stavo ignorando tutto e tutti, me ne stavo fregando di quello che mi raccontavano su Zayn, stavo ignorando anche l'aiuto della mia migliore amica. Non era da me. Ma dovevo, per una volta avrei dovuto fare di testa mia, e in fondo lo sapevo quello che dovevo fare. Dovevo fargliela pagare e per fare in modo che tutto andasse secondo i miei piani, mi sarebbe servito solo l'aiuto di una persona. CONOR.
  •  
  •  
  •  
  •  
  • Uscii da scuola diretta verso la scuola di Conor che era esattamente di fronte alla mia. Mi posizionai davanti al cancello, aspettando impaziente la sua uscita.
  • Le uniche persone che vedevo erano ragazzi brufolosi con occhiali spessi almeno otto centimetri e jeans a zampa di elefante. Scena più raccapricciante era davvero difficile da immaginare. 
  • Poi finalmente, tra gli ultimi ad uscire, intravidi Conor. Era con un paio di altri suoi amici. Gli corsi incontro urlando il suo nome. Sia lui che i suoi amici mi guardarono abbastanza allibiti, come se non avessero mai visto una ragazza.
  • «Lucy? Che ci fai qui» mi chiese lui.
  • «Ho assolutamente bisogno del tuo aiuto. Saluta i tuoi amici e vieni con me» lo supplicai.
  • «Devo studiare con Taylor» mi disse indicandomi uno dei suoi amici.
  • «Domani Conor, ci studi domani con Taylor» gli dissi sorridendo a entrambi.
  • «Va bene. Scusa amico, ci vediamo domani» disse Conor dispiaciuto rivolgendosi al suo amico.
  • Presi Conor per un braccio trascinandolo velocemente fuori dal cortile della sua suola.
  • «Si può sapere cosa c'è di così grave da non potere aspettare nemmeno uno giorno?» mi chiese lui mentre si sistemava il grosso zaino sulle spalle.
  • «Domani mattina.» mi bloccai.
  • «Lucy? Domani mattina cosa?» mi chiese lui sempre più incuriosito.
  • «Domani mattina all'entrata di scuola. Davanti al cancello» gli dissi bloccandomi di nuovo. 
  • Dovevo assolutamente trovare il coraggio di spiegargli bene tutto. Ma c'era qualcosa che non mi permetteva di esprimermi al meglio. 
  • Forse vergogna, forse imbarazzo, non ne avevo idea.
  • «Lucy, mi stai facendo venire l'ansia» sbraitò Conor.
  • «Domani mattina potresti baciarmi davanti al cancello della mia scuola?» gli chiesi senza nemmeno prendere fiato.
  • «Davvero mi stai chiedendo di baciarti? E perché dovrei?» mi disse lui quasi scandalizzato.
  • «Oh scusami tanto, pensavo volessi aiutarmi» gli confessai.
  • «Aiutarti? Ma cosa stai dicendo?» ribadì incredulo.
  • «Zayn va con più ragazze a quanto pare, ma lui non sa che io lo so. Quindi invece di fare una delle solite scenate da fidanzata super gelosa, vorrei semplicemente fargliela pagare baciando qualcun altro. E al momento sei l'unico che mi viene in mente. Sei l'unico con cui ho una certa confidenza al punto di chiedergli una cosa simile. Ti prego Conor. Consideralo un gesto per vendicarti anche tu di Malik.» gli dissi guardandolo con occhi dolci.
  • «E se mi dovesse picchiare?» mi chiese.
  • «Ti difenderei io, a costo della mia vita» gli dissi scoppiando a ridere.
  • «Va bene Lucy. Lo faccio solo perché sei tu, sai.. non mi avevano mai chiesto di fare una cosa del genere.» mi confessò lui.
  • «E io non mi sarei mai e poi mai aspettata di chiedere una cosa del genere a qualcuno. Ma adesso mi sembra l'unica cosa giusta e sensata che io possa fare. Di certo non mi piangerò addosso per un coglione che ama avere più ragazze contemporaneamente. Ammetto di essere dispiaciuta, in fondo per Zayn provo qualcosa, o per lo meno provavo. Però so che non ne vale la pena starsene soli a piangere» gli confidai soddisfatta delle mie parole e della mia improvvisa saggezza.
  • «Lucy quasi non ti riconosco. Questo discorso non fa una piega, sono felice di poterti aiutare, davvero» mi disse lui poggiando il suo braccio intorno al mio collo.
  • «Ma come lo vuoi il bacio?» continuò per poi scoppiare a ridere.
  • «Cretino» gli dissi dolcemente, continuando a ridere insieme a lui mentre ci accingevamo ad andare verso casa.
  • Mi sentivo finalmente sollevata, avevo raccontato tutto a Conor e aveva accettato di aiutarmi. Speravo solo che questa cosa potesse non compromettere la nostra amicizia, ma in fondo cos'era un innocuo bacio? Entrambi sapevamo che non era assolutamente un vero bacio, eravamo consapevoli del fatto che fosse solo un mezzo per farla pagare a Malik. 
  • Ora l'unica cosa da fare era aspettare l'indomani mattina e vedere come avrebbe reagito Zayn.
  • Sapevo della sua poca simpatia nei confronti di Conor, probabilmente il fatto di vedermi proprio insieme a lui avrebbe scatenato ancora di più la sua ira, o così almeno speravo io.



Smile.

Vorrei scusarmi all'infinito per il ritardo. Non mi era mai capitato di aspettare così tanto prima di postare un capitolo. Solo che essendo stata un mese in Inghilterra, ed avendo fatto parecchie cose, il tempo per scrivere non l'ho proprio trovato. Non sapete quanto mi dispiaccia. Inoltre il capitolo non è nulla di che, e anche questa cosa mi logora.
Sono un disastro.Spero soltanto che continuerete a seguire la storia. Ringrazio davvero tutte quelle che recensiscono (sebbene siano poche) e tutte quelle che l'hanno inserita tra le PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE.

 

<3
Lucrezia.

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Capitolo 14
*** Something like that ***


  •  
  • Mi ero sistemata perfettamente, non mi era mai capitato di andare a scuola agghindata in quel modo. Non avevo mai e poi mai pensato di usare i miei gioielli di Tiffany solo per una stupida e semplice mattinata di scuola e non avevo neanche mai pensato di pettinarmi in modo ordinato e decente solo per delle stupide lezioni. 
  • Ma dovevo attuare il mio piano, dovevo essere perfetta anche esteticamente, un po’ per rendere la scena migliore e un po’ per me stessa.
  • Avrei dovuto baciare Conor quella mattina, se l’avessi detto a mia madre probabilmente le sarebbe venuto un infarto.
  • Mi affrettai anche a truccarmi più del solito, anche se detto onestamente, non mi sentivo molto a mio agio ad andare a scuola in quel modo. Scesi lentamente le scale, ond’evitare di farmi sentire o vedere da mia madre, che sicuramente mi avrebbe fatto il terzo grado.
  • Presi lo zaino vicino alla porta e poi la aprii cercando di fare più silenzio possibile.
  • «Lucy, non fai colazione?» sentii le sue urla provenire dalla cucina.
  • Merda.
  • «No mamma, devo essere a scuola presto perché devo ripassare biologia insieme a Mery» le dissi inventandomi una scusa banale.
  • Poi sentii dei passi.
  • «Dove stai andando Lucy? Come ti sei vestita?» mi disse avvicinandosi a me. 
  • «E cos’hai fatto ai capelli?» continuò lei. 
  • «Mamma per una volta mi sono vestita e truccata come una ragazza normale, non vedo il perché di tutte queste domande infondate» le risposi a tono.
  • «Lucy non sarai diventata come una di quelle ragazze che dice ai genitori di andare a scuola e poi va in giro per i centri commerciali a fare la stupidina e a rubare nei negozi vero?» chiese lei temendo il peggio. Potevo affermare di non conoscere una persona più paranoica di mia madre.
  • «No mamma, no.» le dissi sbuffando.
  • «Ci vediamo oggi, allora! In bocca al lupo per il compito» la sentii finalmente dire, le sorrisi per poi chiudermi la porta alle spalle e uscire di casa.
  • Raggiunsi la scuola a passo piuttosto spedito, avevo persino detto a Mery che ci saremmo viste direttamente davanti al cancello. Non avrei sopportato il suo terzo grado riguardo ai miei capelli, al mio abbigliamento e al mio trucco. 
  • Lei non sapeva nulla del mio piano, ed ero certa che se avesse dovuto vedere me e Conor avvinghiati, mi sarebbe saltata addosso ribaltandomi.
  • Vidi in lontananza Conor, puntuale come sempre.
  • «Oi ciao» gli dissi con il fiatone.
  • «Lucy non sono neanche le sette e trenta, ti rendi conto? Siamo io, te e i secchioni!» mi disse lui facendomi notare la poca gente intorno a noi.
  • «Meglio essere in anticipo. In queste situazioni bisogna avere tutto sotto controllo» affermai convinta.
  • «Mi sembra di essere l'agente 007 in missione, e poi comunque Malik non arriverà prima delle otto, è sempre in ritardo» disse scocciato.
  • Mi sedetti sul marciapiede davanti al cancello. 
  • Nonostante avessi attuato quel piano, nonostante pensassi che potesse funzionare, nonostante tutto, mi sentivo comunque triste e sconfitta. 
  • Probabilmente con quel gesto non avrei distrutto Malik, a lui non importava nulla di me, forse l'unica mia vittoria sarebbe stata quella di far fare a Zayn una figuraccia davanti a tutta la scuola, ma a parte quello a me cosa sarebbe venuto in tasca? Niente di niente. I miei sentimenti per lui sarebbero rimasti.
  • Rimuginai a lungo su ciò che stavo facendo, fino a quando Conor, che fino a quel momento se n'era stato zitto, mi diede un leggero calcio sulla caviglia.
  • «Lucy è arrivato Malik» mi disse lui indicandomi il moro a qualche metro da noi. Zayn non ci aveva ancora visti ed era in compagnia di Styles.
  • Nel frattempo il cortile si era riempito di ragazzi, dal momento che di lì a poco sarebbe suonata la campanella.
  • Mi alzai in piedi fissando Zayn che camminava convinto verso la mia direzione, seppure non mi avesse ancora notata.
  • «Conor baciami!» gli dissi guardandolo decisa.
  • A quelle parole lo vidi avvicinarsi al mio viso, mi cinse i fianchi con le sue braccia e senza troppo preavviso appoggiò le sue labbra alle mie.
  • Non sapevo quando Zayn ci avrebbe visti. Quindi rimasi attaccata alle sue labbra per qualche istante.
  • Ed effettivamente non è che mi dispiacesse così tanto quella situazione, aveva delle labbra così morbide e dovevo ammettere che Conor sapeva baciare davvero bene.
  • Per qualche momento riuscii a non pensare che quel bacio fosse solo un mezzo per farla pagare a qualcuno, per qualche momento mi stavo sentendo serena dopo un periodo terribile.
  • Conor si staccò cogliendomi di sorpresa, ritornai mentalmente sulla terra. 
  • Mi guardai intorno e vidi una sorta di varco attorno a noi, non che tutti ci stessero fissando, ma almeno una decina di persone si.
  • «Oh cazzo» sentii Mery pronunciare quelle parole. Mi girai ed era proprio lì che ci fissava.
  • «Ma sei cogliona? Che cazzo baci tuo fratello?» mi sussurrò poi all'orecchio.
  • Nel frattempo il mio sguardo stava vagando alla ricerca di Zayn.
  • «Dici che Zayn ci ha visti?» chiesi immediatamente a Mery.
  • «Certo che vi ha visti. Se n'è pure andato da un po'» mi disse lei ancora sconvolta dalla scena che aveva appena visto.
  • «Lucy posso andare io?» intervenne subito dopo Conor.
  • «Certo! Ehm.. grazie mille» gli dissi.
  • Lui mi sorrise e se ne andò lasciandomi sola con Mery. Non osavo immaginare la miriade di insulti e domande che mi avrebbe fatto nel giro di due minuti.
  • «Cos'è questa storia Lucy? Cosa ti è saltato in testa? Sei diventata pazza? Hai il cervello annacquato per caso? E da quando ti trucchi cos? Oh ma questo è il Tiffany di tua madre!» mi disse agitando le sue mani e utilizzando un tono di voce abbastanza alto.
  • «Sì questo è il Tiffany di mia madre. Comunque dovevo vendicarmi di Zayn, non volevo dirlo a nessuno e volevo che funzionasse.» le confessai senza enfasi.
  • «Neanche alla tua migliore amica?» mi chiese.
  • «Neanche a lei, altrimenti me l'avrebbe impedito» le dissi guardandola negli occhi.
  • «Certo che ti avrei impedito di baciare tuo fratello. Ma almeno Malik se n'è andato incazzato e vedere quella scena mi ha rallegrato la giornata» mi disse sorridente.
  • «Cosa dovrei fare adesso?» le chiesi riferendomi a Malik.
  • «Assolutamente nulla. Vedrai che prima o poi verrà Zayn da te a chiederti spiegazioni.. credo» affermò lei poco convinta.
  • Non le risposi e continuai a camminare verso la mia classe. Mi sentivo strana, mi sentivo in colpa, mi sentivo delusa, mi sentivo di aver rovinato il rapporto tra me e Conor, ero confusa e indecisa. Un mix di emozioni che non riuscivo a controllare.
  • «Lucy..» sentii una voce.
  • Mi girai di scatto.
  • «Ciao Zayn» gli dissi guardandolo.
  • «Mi spiegheresti gentilmente perché hai baciato Maynard davanti a tutta la scuola?» mi chiese con tono tranquillo. Quasi non mi sembrava lui.
  • «Mi spiegheresti perché mentre stai con me esci con altre ragazze?» gli chiesi con lo stesso identico tono.
  • Lui abbassò lo sguardo passandosi una mano tra i capelli.
  • «Da quanto lo sai?» mi chiese.
  • «Da un po'.» ammisi seria.
  • «Mi dispiace okay? Mi dispiace per tutto quanto, sono un coglione Lucy, e mi sto rendendo conto adesso quanto tu sia davvero importante per me. Non sei come le altre, tu sei fottutamente diversa, e avevo paura! Paura che per la prima volta mi potesse seriamente importare qualcuno, paura perché tu non sei mai stata da una botta e via, paura perché io non so cosa siano i sentimenti. Scusa» disse tutto d'un fiato agitando le braccia e passandosi ossessivamente le mani tra i capelli.
  • «Peccato, sarebbe stato anche un bel discorso. Zayn è troppo tardi e io mi sono stancata di te e delle tue bugie. Ho sopportato anche fin troppo» gli dissi andandomene.
  • «E adesso stai con lui?» lo sentii urlare dal corridoio.
  • A quelle parole mi girai di scatto.
  • «Ah giusto, è questo che ti importa? Se sto con lui? Fottiti» gli urlai alzando il dito medio per guarnire meglio la situazione.
  • Il discorso di Malik mi aveva fatto venire la pelle d'oca, ma sapevo che probabilmente la metà delle sue parole erano false, come del resto tutti i suoi bei discorsetti sulla fedeltà e sul fatto che fosse davvero cambiato. Tutte stronzate.
  • Andai in classe nonostante sapessi che il signor White mi avrebbe sicuramente messo una nota a causa del mio ritardo.
  • Mi misi in fondo alla classe senza ascoltare nessuna delle parole che stavano uscendo dalla bocca del professore. In quel periodo la scuola era l'ultimo dei miei problemi.
  • Mi sarebbe importato solo di dimenticare Malik e di chiarire la situazione con Conor, dopo il nostro bacio avevo avvertito qualcosa di strano in lui e non volevo che il nostro rapporto si compromettesse.
  •  
  •  
  •  
  •  
  • «Meno male che sei tornata subito tesoro» mi disse mia madre non appena arrivai a casa.
  • «Devo assolutamente andare al negozio a fare la prova del vestito» aggiunse infine raccattando cappotto e borsetta.
  • «Non farò tardi» disse poi prima di uscire. Le sorrisi e la lasciai andare.
  • Ormai non mancava poi così tanto al suo matrimonio con Carl, e tra loro le cose andavano a gonfie vele.
  • Me ne andai in camera mia e mi stesi sul letto. Improvvisamente il soffitto della mia stanza mi sembrava un ottimo rifugio dal quale poter scappare da tutti quei mie pensieri.
  • Prima il bacio con Conor che non mi aveva lasciata del tutto indifferente, poi il suo strano atteggiamento, infine il discorso di Zayn.
  • Ma nonostante tutto gliel'avevo fatta pagare a quel coglione.
  • Sentii il mio telefono vibrare accanto a me.
  • «Pronto?» dissi svogliatamente senza nemmeno controllare chi mi avesse chiamata.
  • «Lucy, possiamo parlare» sentii dall'altra parte.
  • «Ehm.. ciao, sì che possiamo parlare» risposi imbarazzata, anche se non avevo un valido motivo per esserlo.
  • «Tra dieci minuti vengo sotto casa tua. Mi preparo e arrivo» mi spiegò.
  • «O-ok.. Ti aspetto allora» risposi io con la voce tremante.
  • Perché tutto quel terrore? Perché tutta quell'ansia? Cosa mi frustrava?
  • Mi sistemai un attimo dopo quella orribile giornata di scuola e scesi in cortile, aspettando il mio ospite.
  • Onestamente ero un tantino agitata, cosa avrebbe dovuto dirmi? E perché non me l'aveva semplicemente detto al telefono? 
  • «Ciao Lucy» mi disse appena arrivato.
  • «Conor, cosa c'è di importante?» gli chiesi sorridendo. 
  • «Allora? Cos'ha detto Malik?» mi chiese allarmato.
  • «Conor, Zayn non ti picchierà! Il piano ha funzionato, penso di averlo abbastanza umiliato e dubito che ci saranno conseguenze» affermai.
  • «Meno male, sono stato in allerta tutto il giorno. Pensavo mi uccidesse» disse per poi sospirare rumorosamente.
  • Lo vidi abbastanza sollevato. Era davvero venuto qui per questo?
  • Che bisogno avevo di agitarmi così tanto per questa stupida chiacchierata? 
  • Probabilmente stavo sperando in qualcosa che non sarebbe mai accaduto, nemmeno in un milione di anni.

Care lettrici,
Vi informo che:
-Sono consapevole della pallosità di questa storia. (Qualcuna di voi mi ha scritto anonimamente su ask dicendomelo. Accetto benissimo le critiche, soprattutto quando sono costruttive, però se dovete dirmi qualcosa riguardo alla storia, potete dirlo senza anonimo. NON MI OFFENDO).
-Le recensioni diminuiscono sempre di più. E questo mi fa capire molte cose.

-Non c'è molto movimento all'interno della storia e non ci sono colpi di scena ecclatanti o delle new entry.
-Non ci saranno ancora molti capitoli.
-Aggiorno tardissimo e mi dispiace da morire :-( La storia non piace nemmeno a me e di conseguenza non ho mai ispirazione.
Continuo a ringraziare, però, tutte quelle che la seguono e recensiscono siete le migliori. Avete portato questa storia tra le popolari <3

Come sempre: twitter @lucreziaaaa_       ask: Lucreziaaaas

 
 
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Capitolo 15
*** The last. ***


  • «A dire la verità sono un po' scossa, ormai da mesi Conor» gli confessai perdendomi con gli occhi nella fantasia della sua cravatta azzurra a righe bianche.
  • «Me ne sono accorto, ma speravo che almeno per il giorno più importante dell'anno, avresti messo da parte le tue stranezze» replicò lui allacciandosi gli ultimi bottoni della camicia.
  • «Come se fosse facile, stai mesi interi con un pensiero fisso che ti turba, e poi pretendono che tu lo dimentichi anche solo per un giorno. Pff» dissi più a me stessa che a Conor.
  • «Se almeno ti decidessi a parlarmene, invece che mi sta facendo passare le pene dell'inferno ormai da secoli» mi riprese lui che nel frattempo si infilava la giacca nera elegante.
  • «Te l'ho detto, te lo dirò. Devo solo attendere l'occasione giusta» ripetei.
  • La verità era che non avevo il coraggio di dire o fare nulla, erano ormai passati tre mesi da quando io e Zayn ci eravamo lasciati. Di conseguenza, erano passati tre mesi anche dal finto bacio tra me e Conor. Io lo sapevo, in cuor mio sapevo di aver provato qualcosa quando le nostre labbra si era incontrate, ma non ero certa della classificazione di quel sentimento. Appagamento? Benessere? Amore? Gioia? Desiderio? Pura voglia di baciare qualcuno? Qualsiasi cosa fosse dovevo scoprirlo.
  • Avevo avuto un'occasione particolare in cui avrei potuto dire tutto quanto a Conor, ma lui mi aveva nettamente preceduta.
  • «Ciao Lucy» mi disse appena arrivato.
  • «Conor, cosa c'è di importante?» gli chiesi sorridendo. 
  • «Allora? Cos'ha detto Malik?» mi chiese allarmato.
  • «Conor, Zayn non ti picchierà! Il piano ha funzionato, penso di averlo abbastanza umiliato e dubito che ci saranno conseguenze» affermai.
  • «Meno male, sono stato allerta tutto il giorno. Pensavo mi uccidesse» disse per poi sospirare rumorosamente.
  • «Sei venuto fin qui per questo Conor?» gli chiesi speranzosa di sentire pronunciare un 'no'. Nonostante sapessi che Conor fosse il mio fratellastro, nonostante sapessi che avrei compromesso tutto quanto, nonostante sapessi che sarebbe cambiato tutto anche con i nostri genitori, avrei voluto riappoggiare le mie labbra alle sue, questa volta non per finta, non per gioco, ma seriamente. Non so cosa mi stava accadendo, sapevo solo che uno stupido scherzo si stava trasformando in quella che sarebbe sfociata in una tragedia.
  • «No Lucy, ecco era meglio parlarne faccia a faccia» mi disse lui mentre iniziò a torturarsi un dito come suo solito. Era palesemente nervoso.
  • «Conor, spara! Rapido» lo spronai io.
  • «Volevo assicurarmi che dopo il nostro..ehm.. bacio di oggi, fosse tutto a posto! Nel senso amici come prima no? Per me non ha significato nulla e penso che la stessa cosa valga per te! Cazzo Lucy questi discorsi mi imbarazzano da morire» mi disse infine con un filo di voce. Ed ecco cadere tutto quanto esattamente sulle mie spalle, come un macigno di almeno centoventi quintali. Aveva chiarito perfettamente la situazione.
  • «Ma certo Conor, era proprio quello che pensavo! Era solo uno stupidissimo e banalissimo bacio finto. Tutto a posto» confermai il suo discorso.
  • «Benissimo, adesso si che sto bene. Sai non sono abituato a fare certe cose» sghignazzò lui.
  • Risi alla sua affermazione, anzi, feci finta di ridere alla sua affermazione, tutto quello che volevo era scoppiare in un pianto isterico.
  • «Lucy, ci sei?» la voce di Conor mi fece sobbalzare.
  • «Dobbiamo andare in chiesa a sistemare le ultime cose» continuò Conor.
  • Certo, la chiesa, i fiori, le fedi, tutto quanto. Era il giorno delle nozze di mia madre e di Carl, e forse Conor aveva ragione, almeno per oggi avrei dovuto accantonare quei pensieri. Anche se la cosa risultava doppiante difficile, poiché oltre al mio scombussolamento interiore, c'era anche la consapevolezza che da quel giorno io avrei vissuto nella stessa casa di Conor, e la situazione non avrebbe fatto altro che peggiorare.
  • «Sì certo, andiamo» dissi rivolta a Conor che si era già avviato verso la porta d'ingresso di casa. Mia madre era ormai uscita da un'ora per andare al centro estetico, io e Conor avevamo avuto modo di prepararci a casa per poi completare le ultime mansioni. Salii in macchina, e Conor, che aveva appena conseguito l'esame di patente, mise in moto l'auto.
  • «Lucy sorridi, è da stamattina che hai quel muso. Anzi sono mesi ormai che non scherzi più con me come prima» mi fece notare Conor.
  • «É? Ma che dici? Non è vero» tentai io.
  • «Non mi freghi Lucy, sono stanco di chiederti sempre che cos'hai e sono altrettanto stanco di sentirmi dire in continuazione che prima o poi me lo dirai» disse sbuffando ma continuando a tenere gli occhi puntati sulla strada.
  • «Lo vuoi sapere? Te lo dico allora» dissi io sicura di me stessa. Ma pentendomi esattamente il secondo successivo. Merda, e ora che gli avrei detto? La pura e semplice verità.
  • «Finalmente, spara» mi disse Conor subito dopo.
  • «Il fatto è che.. Insomma sono tormentata da questa cosa, e so che.. Conor io sono confusa. Confusa da quando ci siamo baciati» dissi l'ultima frase velocemente.
  • «Lucy, non riesco a capire dove tu voglia arrivare» mi disse lui.
  • «Il fatto che a quel bacio io non sono stata del tutto indifferente, ho provato qualcosa! Non chiedermi cosa fosse, ma era pur sempre qualcosa, insomma una specie di sentimento misto sensazione positiva, e che ne so. Questa cosa mi ha scossa parecchio, e se mi fossi innamorata?» chiesi con tono innocente.
  • Per tutta risposta ricevetti una fragorosa risata da parte di Conor. Mi sentii presa in giro.
  • «E adesso mi spieghi la parte divertente della storia, per piacere?» dissi con tono alterato.
  • «Lucy, come potresti esserti innamorata di me dopo un finto bacio? Sì, insomma ammetto che abbia fatto un certo effetto anche a me, ma in fondo è normale, no? Almeno provare un minimo di scossa interiore al contatto con le labbra di una persona, è abbastanza frequente. E credimi che non è amore.» sottolineò lui.
  • «Cos'è? Voglio sapere che genere di sensazione ho provato, e voglio ma soprattutto devo sapere se io provo qualcosa per te. Oltre all'affetto da buon fratellastro» gli dissi piagnucolando.
  • «Siamo arrivati Lucy, ne riparliamo dopo» mi disse lui parcheggiando e scendendo dall'auto.
  • Sbuffai ma scesi anch'io e lo seguii in gioielleria, ritirammo le fedi e poi ci avviammo verso il fiorista lì di fianco per ritirare il bouquet di rose bianche che mia madre aveva accuratamente scelto qualche mese prima.
  • Per tutti quei tragitti i nostri discorsi si limitarono a cose tecniche riguardanti il matrimonio. Una volta arrivati in chiesa, ci venne ordinato dal prete di collocarci in una stanzetta e sistemarci bene per la cerimonia. Entrambi comunque eravamo già pronti, la mia acconciatura provvista di boccoli era stata pazientemente preparata dalla parrucchiera il giorno precedente, di conseguenza non dovevo fare altro se non sistemarmi il trucco.
  • «Adesso possiamo riparlare» disse Conor rompendo il breve silenzio che si era creato.
  • Annuii mentre continuavo a spalmare l'ombretto omogeneamente su entrambe le palpebre.
  • «Lucy, non so se provi o meno qualcosa per me, ma credimi che non puoi averlo capito da un bacio dato senza neanche delle intenzioni serie» disse Conor iniziando a camminare per la piccola stanzetta.
  • «E allora perché da quel bacio io non so più cosa provo per te? Ero fermamente convinta di non provare nulla del genere nei tuoi confronti, ma dopo quel bacio io.. io beh non lo so più» constatai girandomi verso di lui.
  • «E sono tre mesi che ti porti dentro tutto ciò?» mi chiese.
  • «Sì, pensavo che mi passasse. Ma non è stato così» dissi abbassando lo sguardo a terra. Sentii dei passi venirmi in contro e quando alzai gli occhi vidi di fronte a me Conor che mi fissava sorridendo.
  • «Sei veramente una stupidina» disse scherzando.
  • «Conor forse dovremmo semplicemente riprovare a baciarci per vedere se sentiamo qualcosa o no, non credi?» cercai di convincerlo che fosse la cosa più opportuna da fare.
  • Conor annuì semplicemente.
  • «E va bene» disse sorridendo. Mi appoggiò le mani ai fianchi, proprio come aveva fatto la prima volta, mi avvicinò a lui e quando fui esattamente attaccata al suo viso, fece combaciare perfettamente le sue labbra con le mie, restammo così qualche istante e poi ci staccammo guardandoci dritti negli occhi.
  • Io iniziai a ridere a crepapelle, seguita a ruota da Conor che non riusciva a mantenere un'espressione seria.
  • «Sono proprio una cogliona» dissi tra una risata e l'altra.
  • «E io che ti do retta, lo sono ancora di più» confermò Conor.
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  • La cerimonia era appena iniziata, io e Conor eravamo disposti sull'altare, io a destra e lui a sinistra. Tutti gli invitati erano intenti ad osservare l'entrata della chiesa nella speranza di vedere arrivare la sposa il prima possibile. Avevo riconosciuto zio Fred e zia Rose, i nonni, le infinite amiche di mia madre e qualche collega della libreria. Tutti gli altri invitati erano completamente estranei per me. Ci sarebbero stati tutti i parenti di Conor e tutti gli amici di Carl. Avrei sicuramente iniziato a conoscere così tante persone, avrei avuto una nuova famiglia, nuovi affetti, nuove persone intorno a me. Non mi ero resa conto fino a quel momento, del cambiamento drastico che sarebbe accaduto nella mia vita. Un'ondata d'innovazioni. A partire dalla condivisione della casa con altre tre persone, di cui una praticamente estranea. Nonostante tutto, Carl l'avevo visto poco, e non potevo considerarlo uno della famiglia, anche se forse avrei dovuto iniziare a farlo.
  • Intravidi la figura di mia madre che avanzava verso l'altare insieme a Carl, lui teneva la mano intorno al suo braccio, mentre con lei teneva in mano il bellissimo bouquet. Non sapevo per quale motivo non avesse voluto che ad accompagnarla all'altare fosse nonno Jerry, probabilmente era solo una questione di superstizione, ma che colpa aveva nonno se il primo matrimonio di mia madre non era andato bene?
  • In poco tempo giunsero vicini all'altare, in prossimità di me e Conor. Mia madre mi guardò felice mentre attendevamo tutti quanti che l'inno nuziale terminasse.
  • Il prete iniziò a blaterare le solite cose che vengono dette durante i matrimoni, mi ero ripromessa di ascoltare, ma i miei pensieri ebbero la meglio.
  • Ero stata così stupida a credere di provare qualcosa per Conor, ma insomma quel nostro primo bacio mi aveva così sconvolta, mi aveva pietrificata, e dovevo solo chiarirmi le idee e avere la certezza del sentimento che provavo per lui. Fortunatamente mi ero decisa a parlare, seppur dopo tre mesi, e avevo chiarito quella situazione. Ero sollevata dal fatto che il mio secondo bacio con Conor non mi avesse fatto provare nessunissima emozione. 
  • La nostra era solo una bellissima amicizia tra fratellastri. Grazie a mia madre avevo conosciuto una persona fantastica, perfetta, e assolutamente compatibile al mio carattere, che sapesse come tenermi calma, come aiutarmi in situazioni scomode, come consolarmi nel momento del bisogno. Forse avevo davvero trovato un fratello, non m'importava che non fosse un fratello di sangue, m'importava tutto quello che avevamo creato.
  • «Io Carl Maynard, sono pronto ad accogliere come sposa la qui presente Linda Stewart, prometto di amarla e onorarla, e prometto di esserci sempre nel momento del bisogno, la sosterrò nei momenti di gioia e di tristezza, nei momenti di malattia e di dolore. Giuro solennemente di non abbandonarla mai e mi prenderò cura di lei ogni giorno della mia vita, finché morte non ci separi» quelle parole pronunciate da Carl mi fecero tornare con i piedi per terra. Mi emozionò il fatto di sapere che erano rivolte a mia madre, speravo solo che fosse sincero e che non fosse un bastardo come mio padre.
  • Mia madre ripetè la promessa a Carl, e dopo essersi scambiati le fedi, pronunciarono il fatidico "Lo voglio". 
  • Chissà se quel momento sarebbe arrivato anche per me prima o poi.
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  • 29/06/2013
  • Caro diario,
  • Ho imparato molte cose da quando mi sono trasferita qui a Londra, ho imparato che non bisogna mai fidarsi delle persone che giurano di essere cambiate, nessuno cambia mai sul serio. Ho imparato che l'amore lo si può trovare semplicemente guardando una persona negli occhi, ho imparato che non servono necessariamente anni per potersi sposare con la persona che si sente di amare, ho imparato che se voglio posso cambiare la mia vita, ho imparato a volere bene a qualcuno come fosse un fratello, ma soprattutto ho imparato a confessare le mie paure e i miei dubbi. 
  • Ps: Se pensate di "amare" qualcuno baciatelo, quella ne è la prova.
  • Io e Conor viviamo insieme da ormai quindici giorni, mentre mamma e Carl sono in viaggio di nozze, è una dura, anzi durissima convivenza, lui è troppo disordinato e casinista, la casa è un porcile; ma a parte questo, non potevo desiderare di trovare un fratellone migliore.
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  • FINEEEEEEE.
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  • Odiatemi, su tiratemi calci, pugni, sberle. Cazzo uccidetemi pure, lo so, mi odio anch'io.. quindi vi capisco.
  • Inizia scusandomi, questa storia è una delle più schifose esistenti in questo fandom, non so nemmeno io come faccia ad essere tra le popolari. (Ho deciso di mandare a Mistero, questo fatto). In secondo luogo, ammetto che non potevo fare di peggio, è pallosissima, non succede niente di ecclatante, non ci sono colpi di scena, è piatta e insignificante. É davvero ammirevole che alcune di voi siano arrivate alla fine.
  • In terzo luogo, cioè l'ho aggiornata dopo un mese e mezzo, profonda vergogna. Ho sempre odiato quelle che aggiornavano dopo 23456789 anni ma ormai sono una di loro.
  • In quarto luogo non ha un finale, ah si ops, il finale è per Linda e Carl, ma chi cazzosenefregadiloro? IO VOLEVO IL LIETO FINE TRA LUCY E CONOR <3 
  • Odio la banalità, e sarebbe stato scontato!
  • Per concludere io ringrazio infinitamente tutte quelle che hanno recensito, che l'hanno inserita tra le preferite/seguite/ricordate, il mio karma agirà e farà accadere qualcosa di bello nella vostra vita :-)
  • Per riconcludere, dico che sto pianificando un'altra Fan Fiction nel fandom One Direction, bene, NON LEGGETELA. Tanto finirà in schifo pure quella. Parto sempre con dei buoni propositi ma poi falliscono miseramente. 
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  • Basta, ho davvero finito.
  • VI VOGLIO BENE <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 
  • Per eventuali insulti, mi trovate qui: 
  • -twitter: @lucreziaaaa_ 
  • -ask: Lucreziaaaas
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