Your bestfriend it's not your girlfriend.

di Blinker182
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ''Gli inseparabili''. ***
Capitolo 2: *** 'Se è ciò che senti, è sempre la cosa giusta.' ***



Capitolo 1
*** ''Gli inseparabili''. ***


 
''Io non volevo baciare Mark, non dopo ciò che mi ha detto Tom ieri sera..Io sono solo confusa e..''

''Sha, ora vai a casa.'' Travis mi sorride asciugandomi il viso, sorrido anche io, raccolgo lo zaino e torno a casa, 
saltando così le lezioni di oggi. 
Salgo sul pullman, mi siedo e subito sento vibrare il telefono, Mark.
''Scusa'', ma le scuse non mi avrebbero restituito il mio migliore amico.


Io, Tom, Mark e Travis formavamo il quartetto perfetto. Tutta la scuola ci conosceva ormai come gli inseparabili, 
per qualcuno eravamo i ''fantastici 4''. Essere 
l'unica ragazza non mi aveva mia creato problemi, non fino a poche ore fa. Tom e io siamo migliori amici dall'asilo,
 i nostri genitori si conoscono da anni e trascorriamo 
vacanze, festività e tutte le ricorrenze importanti riuniti, come una grande famiglia. Da qualche anno, poi, i ragazzi avevano tirato su una band, 
i Blink-182. Non erano ancora famosi 
come volevano, non ancora, almeno.
Suonavano in locali piccolissimi, dove gli unici spettatori eravamo io, parenti e qualche amico.  
Beh, ieri sera era il mio compleanno..come sempre, la mia famiglia e quella di Tom si sono riunite, parlavo con mia mamma e Tom era stravaccato
 sul divano con mio fratello, con i loro soliti videogiochi e video stupidi trovati in rete. Mi giro verso di lui, che ricomponendosi si siede e mi sorride. 
Sorrido. Il bene che voglio a Thomas è indescrivibile..In lui risiedono tutti i miei più profondi segreti, tutta la mia fiducia e le sicurezze...La sicurezza 
che resterà sempre al mio fianco, che mi aiuterà quando ne avro' bisogno, che sorriderà con me quando ci sarà da sorridere, e che mi dirà quanto
 sono cogliona ogni volta che sbaglio.  Si alza e mi raggiunge, mentre ancora lo fisso pensierosa.
''Tutto bene?'' dice. ''Certo.'' rispondo. Era strano, sentivo che qualcosa era strano, qualcosa non andava. ''Io devo ancora darti il mio regalo..'' 
''Oh, che cazzata. Lo sai che non importano i regali.'' sorride, e mi prende per il braccio e quasi di corsa mi porta sulla terrazza di camera mia, 
dove quotidianamente ci ritrovavamo per parlare, 
la sera, fissando il cielo, da cui entrambi eravamo affascinati, e sparando le peggiori cavolate di sempre. Su quel terrazzo avevamo costruito
 la nostra ''fortezza''. C'era un grande pannello di legno su cui erano attaccate tutte le nostre foto, le lettere, i bigliettini più stupidi che ci mandavamo 
in classe, ma anche quelli più dolci, quelli che, ricevuti da uno come lui, stupiscono sempre.
Arrivati, faccio per sedermi sul nostro solito divanetto, ma lui mi ferma. Dalla tasca tira fuori una lettera bianca, la apre, e ne estrae tre foto. Le avevamo scattate di recente, 
e sapeva quanto le adoravo. ''Queste vanno sul nostro pannello.'' dice, sventolandole e alzando il sopracciglio, cercando intesa. Lo abbraccio ''Oddio, sai quanto le adoro! Grazie!''
''Ma aspetta, mica è finita qui...Senti, io..devo parlarti.'' Lo guardo con aria confusa, ''è successo qualcosa?'' Abbassa la  testa, si appoggia alla ringhiera e guardando il cielo 
respira profondamente...''Sono innamorato.'', spalanco gli occhi, e lo abbraccio;
''che bello, oddio, Tom! E di chi? E perchè non mi hai detto niente prima??'' sembra in difficoltà, non parla e si passa ansioso le mani nei capelli. ''...Allora? Inizio a preoccuparmi..
Chi è la fortunata? Cos'è, ti vergogni di me adesso?'' 
''Ma vah, è che..'' 
''Parla!'' - ''Sei tu, cazzo, sei tu.'' Sento esplodere il cuore. Porto la mano alla bocca, per un attimo smetto anche di respirare. ''Dì qualcosa, ti prego.'' mi dice. 
''Io non..non so che dire...''
''Ragazzi, la torta!'' - ''Forse è meglio se scendiamo, ne riparliamo dopo, va bene?'' mi dice sorridendo, e mi abbraccia. 
Lo abbraccio forte, respiro il suo profumo, adoro il suo profumo, averlo così vicino libera la mia mente da ogni pensiero. ''Andiamo'', 
''vorrei poter esprimere io un desiderio, ora.'' dice, ''puoi farlo anche senza le candeline.'' rispondo, facendogli cenno di seguirmi verso la cucina.
*NOTE:Scusate per l'html pietoso, sono ancora alle prime armi! :')

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Capitolo 2
*** 'Se è ciò che senti, è sempre la cosa giusta.' ***


Un soffio, spengo le candeline e tutti scoppiano subito in un applauso. 
Guardo Tom, lui mi guarda e sorride, per poi arrossire e abbassare la testa.
La serata finisce, saluto tutti e aiuto mia madre a sistemare il casino che 
avevamo lasciato per la casa, come ogni anno.
Sono ancora pensierosa, non riesco a smettere di pensare a ciò che mi ha detto
Tom, il suo viso che arrossiva e le mani che tremavano.
Non lo nego, ho paura. Ho paura perchè dopotutto questo potrebbe rovinare ogni 
cosa. Non si puo' rimanere amici con una persona per cui si prova qualcosa di così
forte. Non per davvero, sarebbe forzato. Mai niente tra di noi era stato forzato.
Quindi saluto mia mamma e torno in camera mia, guardo il cellulare, nessun messaggio,
nessuna chiamata..accendo la tv, poco dopo mi addormento, ma non dura molto.
Il mio telefono suona, 'hei, balcone'..mi alzo di scatto dal letto raggiungendo lo specchio.
Cerco di rendermi il più presentabile possibile e stringendo la felpa sul petto esco sul
balcone. Guardo sotto, Tom mi punta la torcia in faccia 'Spegni,scemo. Vengo ad aprirti'
mentre lui scoppia in una risata rientro e corro verso la porta di ingresso per farlo entrare.
Non ci vediamo da poche ore e già non vedevo l'ora di rivederlo. 
'Non dovresti essere a dormire?' gli chiedo, prendendolo per il polso e richiudendo la porta
cercando di non far rumore per non svegliare nessuno. 'Dovrei, e invece guarda che mi
tocca fare!' risponde, ridendo. Saliamo, e anche se fa freddo, come di consuetudine ci 
sediamo sul mio balcone.Getta il suo zaino per terra, e si siede sul divanetto, sguardo al
cielo,non dice una parola..così faccio lo stesso. 'oh, aspetta..' dice, mentre impacciato e 
imbarazzato prende il suo zaino. 'Hai freddo?' tira fuori una sua felpa dal suo zaino e me
la porge. Prendendola sorrido e me l'appoggio sulle spalle. 'Grazie! Beh, non riuscivi a 
dormire?' appoggio la testa sulla sua spalla, sento che trema, e ancora non parla. 'Heei?'
'Non so se ho fatto la cosa giusta' dice, girando la testa e guardandomi dritto negli occhi.
'Ma, come diciamo sempre? Se è ciò che senti, è sempre la cosa giusta.'
Sorride e appoggia la testa sulla mia, lasciandosi scivolare sul divano. Restiamo qualche
minuto così, osservando ancora il cielo, ancora noi, ancora insieme. Poco dopo ci addormentiamo.

'Toom, ti svegli? Dobbiamo andare!' sono le 7 e Tom non sembra avere la minima intenzione di alzarsi.
'abbiamo la verifica di poesia oggi, lo sai, vero?'
'verifica di cosa?' Tom si alza di scatto. 'Sei un cretino. Hai preso il libro?'
'No, oddio, senti, tu vai. ti raggiungo lì.'
'Tom, sai che non puoi fare altre assenze..'
'Giuro, aspettami lì.' Mi da un bacio sulla guancia e esce correndo verso casa sua, io mi preparo
e raggiungo Mark e Travis alla fermata del pullman. 'Buongiorno!'
'Buongiorno, Tom?'
'Ci raggiunge a scuola, aveva lasciato un libro a casa.'
'Va bene..oh, comunque auguri!' Dice Mark, sorridendo. Travis mi porge un pacchetto. 'Questo
è da parte nostra.' 
'Ohh, ma come mai siete tutti in vena di regali quest'anno?' Lo apro, il pacchetto conteneva un 
portafoglio. Ma non un portafoglio qualsiasi, ma quel famoso portafoglio che, ogni giorno, quando
di pomeriggio ci riunivamo in centro, desideravo con tutta me stessa.
'Oddio! Grazie, grazie, grazie ragazzi!' li abbraccio e saliamo sul pullman.
Decido di non dire nulla ai ragazzi di ciò che Tom mi aveva detto la sera prima, anche se 
immaginavo sapessero tutto. Per tutto il viaggio nessuno dice una parola, ci scambiamo solo
qualche sguardo.
Arrivati a scuola Travis ci lascia per raggiungere la sua giornaliera lezione di batteria, e io e
Mark raggiungiamo l'aula di biologia, che è ancora vuota.
'Allora, com'è andata la festa ieri sera?'
'Bene..mi sono divertita un sacco, amo la mia famiglia.'
'Immagino sia bello avere una bella famiglia..'
'Si, lo è. E la tua famiglia è la migliore. Siamo noi,Mark.'
Sorride. 'Sha, secondo te un bacio si deve chiedere?' mi chiede, guardandomi con quei suoi occhi 
grandi. 'Secondo me no, un bacio non si chiede mai' neanche il tempo di finire la frase che Mark
si avvicina e mi stampa un bacio. Mi allontano subito guardandolo con aria confusa, ma non eravamo più soli nell'aula. 
Tom era sulla porta. Stringeva le labbra e respirava in maniera affannata, gli occhi erano lucidi. 
'Cazzo, cazzo, no.' Mi alzo e lo raggiungo mentre si lascia sbattere la porta alle spalle.
''Tom, cazzo, fermati.'' I suoi passi diventavano mano a mano più lunghi, raggiungerlo era quasi impossibile. 
Lo seguo ancora per qualche metro finchè si ferma davanti alla porta del bagno dei maschi. Si volta e 
con le spalle poggiate al muro mi guarda fisso negli occhi, poi abbassa lo sguardo, 
stringe le labbra come per trattenere le lacrime.
'Io..tu..non doveva andare così e io non...''
'Non parlare. Non parlare perchè finisci solo per peggiorare la situazione.'' Cerco di ascoltarlo e sto zitta,
 passandomi una mano sul viso.'è questo..questo è ciò che pensi su ciò che ti ho detto ieri sera, giusto, Sharon?'
'No! Tom, io, no..Giuro...' - 'Va bene, va bene. Ora lasciami andare, cazzo. Non ho voglia di vedere la tua faccia ora.'
Fa un cenno con la testa, come per salutarmi, con disprezzo..quel disprezzo che da parte sua non avevo mai visto prima. 
Diavolo, era il mio migliore amico. 'Allora?' Travis appoggia la mano sulla mia spalla, mi volto e in lacrime mi butto tra le sue braccia. 
'Io non volevo baciare Mark, non dopo ciò che mi ha detto Tom ieri sera..Io sono solo confusa e..'
'Sha si sistemerà tutto, ora stai tranquilla, e vai a casa.' Travis mi sorride asciugandomi il viso, sorrido anche io, raccolgo lo zaino
e torno a casa,saltando così le lezioni di oggi. 
Salgo sul pullman, mi siedo e subito sento vibrare il telefono, Mark.
'Scusa', ma le scuse non mi avrebbero restituito il mio migliore amico.

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