You changed my world George Weasley di crazy640 (/viewuser.php?uid=39055)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I just don't love you no more ***
Capitolo 2: *** How can you mend a broken heart ***
Capitolo 3: *** I'll be the light ***
Capitolo 4: *** Incontri e ripensamenti ***
Capitolo 5: *** Chiedere scusa ***
Capitolo 6: *** Somewhere only we know ***
Capitolo 7: *** Me after the deluge ***
Capitolo 8: *** Christmas presents ***
Capitolo 9: *** Santa Clause is coming to town ***
Capitolo 10: *** Midnight kiss ***
Capitolo 11: *** Kiss the rain ***
Capitolo 12: *** Again ***
Capitolo 13: *** Cosa penserai di me ***
Capitolo 14: *** Lovesong ***
Capitolo 15: *** Our happy memories ***
Capitolo 16: *** Dannato Weasley! ***
Capitolo 17: *** I muri tremano ***
Capitolo 18: *** Marzo ***
Capitolo 19: *** The birthday present ***
Capitolo 20: *** Il ricordo di un amore ***
Capitolo 21: *** I was crying when I met you ***
Capitolo 22: *** Svegliarsi la mattina ***
Capitolo 1 *** I just don't love you no more ***
magical
Luna Lovegood fissò lo sguardo sullo specchio a figura intera che era di
fronte al letto,seguendo le mosse dell'uomo che si muoveva nella stanza.
Stava facendo le valigie,se ne stava andando.
La stava lasciando...
Le aveva promesso amore eterno,una vita insieme...e invece tutto quello che
aveva avuto era stato una lunga serie di tradimenti culminata in
quell'addio.
-Cerca di non lasciare niente-gli disse lo sguardo attento a non perdersi
neanche una mossa dell'uomo.
Neville Paciock si fermò e guardò lo specchio,incontrando lo sguardo della
donna.
-Magari prendo le cose piu' importanti...E il resto lo vengo a prendere nei
prossimi giorni-le disse con voce calma.
Possibile che non fosse neanche un pò triste?Aveva messo fine alla loro
storia,stava voltando le spalle a tutti i loro progetti e a quello che avevano
passato insieme in quegli anni eppure non sembrava avere il minimo rimorso o
dispiacere.
Forse perchè sapeva che c'era già un altra ad aspettarlo...
-Sempre se la troverai ancora-gli disse lei,alzandosi dal letto e
avvicinandosi al cassettone.
Anche se gli dava le spalle,lo sentì poggiare una delle tante scatole di
cartone che aveva riempito con la sua roba sul letto e sospirare.
-Ti prego non fare così...-le disse.
-No...Non fare questi discorsi retorici.
Noi non li facciamo-gli disse.
Appoggiando entrambe le mani sul ripiano lucido e liscio del cassettone si
voltò di nuovo verso Neville, incontrando il suo sguardo.
-Vuoi andartene?Liberissimo di farlo!
Ma non venirmi a dire come mi devo sentire-gli disse,una rabbia che le
animava lo sguardo e le metteva in sobbuglio lo stomaco.
Neville si allontanò dal letto e fece un passo verso di lei,poi sembrò
rendersi conto che non era la mossa giusta,perchè si bloccò al centro della
stanza.
-Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così-le disse.
-Come?Con i tuoi tradimenti o con te che te ne vai con la prima gallina che
ti fa un complimento?Ah no,scusa ho sbagliato!
Non è la prima-gli domandò lei acida.
-Cerchiamo almeno di parlarne da persone civili,ti prego!-disse lui.
-Scusami Neve,ma in questo momento le mie buone maniere sono andate a farsi
benedire!
Non capisco neanche perchè ti rivolgo la parola-gli disse Luna alzando
leggermente il tono di voce.
Neville le fece un piccolo sorriso accennato,che interessò soltanto gli
angoli della bocca.
-Perchè nonostante tutto i sentimenti non si cancellano facilmente-le
disse.
-Per favore...-disse Luna infastidita.
Neville sospirò ancora una volta e si passò una mano fra i capelli
ingelatinati.
-Non ho scelto io di innamorarmi di un'altra donna!E' successo e basta-le
disse serio.
Luna lo guardò per qualche istante,uno sguardo duro che avrebbe incenerito
chiunque,poi annuì.
-Bene,ora che hai fatto il tuo gran finale puoi anche andartene.
Prendi le tue scatole e esci da qui!-gli disse senza lasciar trasparire
nessun'emozione dal tono di voce.
Neville sostenne il suo sguardo ancora per qualche istante,poi senza dire una
parola,prese la scatola che era sul letto e uscì dalla camera da letto.
Neanche cinque minuti piu' tardi,Luna sentì la porta dell'appartamento
chiudersi con un tonfo, e il silenzio piu' assoluto avvolgere la casa.
Ora poteva piangere in pace...
Si buttò sul letto,la testa sul cuscino,mentre piccole e fastidiose lacrime
cominciavano a bagnarle le guance candide.
L'ultima cosa che voleva era piangere per lui,ma era piu' forte di lei...Non
riusciva a fermarsi!
Aveva donato tutta sè stessa a quell'uomo e cosa aveva avuto in cambio?
Tradimenti e sofferenza.
Fin dal loro primo incontro si era convinta che lui fosse diverso,che in
qualche modo le somigliasse,che avesse una sensibilità simile alla sua...forse
era per questo che le era piaciuto fin da subito.
Erano dei bambini,non sapeva definirlo in modo diverso:aveva quattordici anni
ed era completamente persa nel suo mondo fantastico.
Non aveva posto per i ragazzi o per gli amici...
Ma il destino doveva pensarla in modo diverso,visto che sull'Espresso per
Hogwarts le aveva fatto incontrare Harry Potter e i suoi amici, un'anno avanti a
lei.
Harry Potter era famoso in tutta la scuola:chi non conosceva Colui che Era
Sopravvissuto?
Però lei non lo aveva mai trovato così affascinante come tutte le ragazze del
suo dormitorio e del suo stesso anno.
C'era un'altro ragazzo che attirava la sua attenzione:uno piu' schivo e un pò
al di fuori della sua stessa cerchia di amici.
Non sapeva molto di lui:sapeva che si chiamava Neville Paciock e anche lui
faceva parte della Casa dei Grifondoro.
Avevano insieme le lezioni di Erbologia,in cui lui era un vero genio al
contrario di lei,e quelle di Cura delle Creature Magiche.
L'occasione per unire le loro vite era stato prima l'Esercito di Silente e in
seguito l'aver sfidato l'esercito di Mangiamorte e Voldemort durante la
battaglia al Ministero.
Poi era arrivata l'estate e per tutti quei mesi,lei era stata indecisa se
spedirgli o meno un gufo:e se lui non si fosse ricordato di lei?
Rivederlo a scuola era stato un sollievo:aveva saputo che molti genitori,per
paura della nuova minaccia rappresentata da Voldemort preferivano tenere i loro
figli a casa con sè,piuttosto che così lontani,e aveva paura che anche la nonna
di Neville prendesse la stessa decisione.
Perciò quando lo aveva visto sulla banchina del binario poco prima della
partenza,aveva dovuto fare quasi violenza su sè stessa per evitare di correre ad
abbracciarlo.
Aveva occupato uno scompartartimento vuoto e,quando lo aveva visto arrivare
nel corridoio, lo aveva tirato dentro a forza;il rossore sulle guance di lui
glielo aveva fatto sembrare ancora piu' tenero...
Perchè Harry era dovuto entrare proprio in quello scompartimento?
Per settimane non aveva avuto la possibilità di rivederlo da sola,finchè un
giorno non lo aveva incontrato nel parco,piegato su alcune piante.
-Che fai?-gli aveva chiesto,senza neanche salutarlo.
Lui,al suono inaspettato della sua voce,era sobbalzato e le aveva sorriso
arrossendo leggermente.
-Sto studiando questo tipo di piante...Non credo di averlo nella mia
collezione-le aveva detto.
Poi tornò a guardare la pianta,dandole le spalle.
-Perchè ti interessano così tanto le piante?-aveva domandato ancora Luna.
Lo aveva visto alzare le spalle,poi aveva alzato lo sguardo di nuovo su di
lei.
-Forse perchè sono le uniche a cui la mia attenzione non dà fastidio-le disse
facendole un'altro sorriso.
Luna era certa che al prossimo sorriso gli sarebbe saltata addosso.
Lo aveva guardato qualche istante,poi aveva deciso che era ora di buttare la
bomba:in fondo,per far muovere le acque calme di uno lago,bisogna sempre buttare
un sasso.
-Magari non sono le uniche...-aveva detto misteriosa.
Neville l'aveva guardata sorpreso,mentre il suo viso diventava rosso per
l'imbarazzo dandogli un'espressione ancora piu' tenera.
Però prima che uno dei due potesse parlare,il suono amplificato della
campanella arrivò fino a loro annunciando l'inizio di una nuova lezione.
Da quel momento,Neville aveva fatto di tutto per trovarsi nei corridoi fuori
dalle sue classi per accompagnarla alla sua prossima lezione,senza però
affrontare mai l'argomento lasciato in sospeso quel giorno.
Quell'anno si era concluso con l'invasione e quella che lei aveva sempre
chiamato "La lotta fra il Bene e il Male".
E con la morte di Silente...
Da quel momento niente era stato lo stesso.
Dopo il funerale era andata a cercare Neville,e lo aveva trovato nello stesso
posto dove era quel giorno.
I passi sul manto erboso avevano tradito la sua presenza e lui si era voltato
per accoglierla con un sorriso triste.
-Sapevo che saresti arrivata-le aveva detto.
-Stai bene?-gli aveva chiesto,leggermente preoccupata.
Lui aveva scosso la testa.
-E' come se avessi perso il mio passato ancora una volta...Silente era un pò
un'anello fra me e i miei genitori...E' come se li avessi persi un'altra
volta-le aveva detto triste.
Un paio di mesi prima le aveva parlato dei suoi genitori,durante uno dei
pomeriggi passati in riva al Lago Nero:lo sguardo fisso sull'acqua e le mani
strette a pugno,come se avesse paura del suo giudizio o della sua opinione.
-Mi sento solo,Luna...Ora piu' che mai-le aveva poi detto guardandola.
Luna aveva fatto quei pochi passi che c'erano fra di loro e l'aveva
abbracciato:fra i due, stranamente era lei quella piu' forte.
-Non sei solo...Ci sono io-gli aveva detto,le braccia strette attorno al
collo di lui.
Sentiva il respiro caldo di Neville contro il collo,le braccia intorno alla
sua vita esile.
Neville aveva alzato la testa dalla sua spalla e l'aveva guardata per qualche
istante poi,timoroso aveva avvicinato il viso al suo.
Le labbra di Neville erano fredde,quasi gelate,quando si erano posate sulle
sue:un bacio a stampo,insicuro.
Gli occhi avevano cercato i suoi per vedere la reazione,e lei aveva
sorriso;un'altro bacio piu' lungo,piu' deciso.
Lei aveva dischiuso le labbra,dandogli maggior accesso alla sua bocca e per
la prima volta aveva chiuso gli occhi,lasciandosi andare.
Aveva sentito la lingua di Neville sfiorare il suo labbro inferiore incerto e
farsi strada maldestramente nella sua bocca.
Ancora adesso a distanza di anni,non sapeva dire quanto tempo erano rimasti
lì,abbracciati,a scambiarsi baci.
Da quel giorno erano stati una coppia...Anche se per poco,visto l'arrivo
delle vacanze e la separazione.
-Ti scriverò-le aveva detto salutandola poco prima dell'arrivo in stazione
dell'Espresso.
Però per tre mesi non si erano sentiti,troppo impegnati a salvarsi la pelle
per pensare all'amore:la situazione stava peggiorando sempre di piu' ed ogni
giorno lei pregava i Maghi Riuniti perchè vegliassero su Neville.
Quando finalmente settembre era arrivato e con esso la partenza per
Hogwarts,lo aveva cercato per tutta la banchina fra la folla di Auror e di
genitori preoccupati,senza trovarlo da nessuna parte.
-Cerchi qualcuno?-aveva sentito una voce alle sue spalle.
Eccolo lì:come un'angelo custode era apparso al suo fianco e ora le sorrideva
fissando il suo volto per vedere se quei mesi di lontantanza avevano portato sul
suo volto qualche cambiamento.
Gli aveva sorriso e si era rifugiata fra le sue braccia,lasciandosi stringere
forte contro il suo petto, respirando a pieni polmoni il suo profumo.
-Avevo paura di non rivederti...-gli aveva detto.
Lo aveva sentito ridere,con il viso nascosto fra i suoi capelli.
-La nonna non mi avrebbe mai lasciato a casa...Piuttosto mi avrebbe
consegnato personalmente ai Mangiamorte-le aveva detto.
Lei aveva riso,alzando lo sguardo e affondandolo dentro i suoi occhi e,dopo
mesi di lontananza,aveva posato di nuovo le labbra su quelle di lui,riscoprendo
il loro sapore e quello della sua bocca.
E per un attimo,mentre la gente passava loro accanto e si affollava attorno
al Treno,loro due avevano dimenticato tutto e tutti,creando un loro
mondo:esistevano loro due soltanto.
Ed era in quel mondo che si erano rifugiati per tutta la durata di
quell'anno,il piu' difficile,si erano fatti forza a vicenda e aiutati quando
sembrava che le cose sembravano aver preso una piega irreparabile.
Ed una notte poco prima delle vacanze di Natale,per festeggiare quei mesi
preziosi passati insieme,Neville le aveva fatto una sorpresa:le aveva fatto dire
da Ginny di andare nella stanza delle Necessità e quando lei era arrivata,la
porta si era aperta,mostrandole un tavolo per due apparecchiato con una tovaglia
bianca e un candelabro con due candele accese.
Aveva fatto qualche passo nella Stanza,e nell'angolo piu' lontano aveva visto
un letto a baldacchino con una pesante coperta;il pavimento era ricoperto di
tappeti e alzando lo sguardo si era accorta che il soffitto era stato incantato
in modo da mostrare le stelle che illuminavano la notte.
Ma dov'era Neville?
Si era voltata verso la porta e l'aveva visto:era bellissimo vestito con quel
completo elegante, e con i capelli ribelli tenuti a bada con il gel.
Le aveva rivolto un sorriso timido e aveva fatto qualche passo verso di
lei.
-Ti piace?-le aveva chiesto incerto.
-E me lo chiedi?E' bellissimo...-aveva detto lei guardandolo con gli occhi
che luccicavano dalla felicità.
-Volevo far qualcosa di carino per te prima di partire per le vacanze...-le
aveva detto lui,arrivando davanti a lei e prendendola fra le braccia.
Luna aveva sorriso.
-Nessuno ha mai fatto una cosa così dolce per me-gli aveva detto sincera.
Poi si era sporta per baciarlo,trovando subito la risposta del ragazzo.
Neville aveva pensato anche alla cena:tutto le sue pietanze
preferite,compresa la torta al cioccolato come dessert.
-Hai già fatto le valigie?-le domandò Neville quando furono al dolce.
Aveva evitato di farle quella domanda per tutta la cena,ma ora sapeva di non
poter aspettare oltre.
Lei aveva annuito.
-Papà verrà a prendermi alla stazione come sempre...Tu hai preparato
tutto?-domandò lei.
Neville annuì in silenzio.
-A cosa pensi?-gli aveva chiesto lei.
Neville l'aveva guardata e aveva posato la forchetta sul piattino.
-Stavo pensando...che ne dici di passare insieme le vacanze?
Voglio dire passere il Natale con i nostri parenti,e poi lascere tutto e
tutti per starcene un pò da soli-le propose.
-E dove?-domandò lei.
-Possiamo prenotare in qualche albergo in Scozia,o in Cornovaglia se
vuoi...Ti porterò ovunque tu voglia andare-le aveva detto prendendole una mano
fra le sue.
Luna aveva sorriso e aveva abbassato lo sguardo leggermente imbarazzata da
quelle parole:era la prima volta che qualcuno le diceva quelle cose.
-Credi che tua nonna ti lascerà partire?-gli aveva chiesto.
-Ormai sono maggiorenne-le aveva ricordato Neville.
Lei aveva annuito.
-Allora dobbiamo solo decidere dove andare...-aveva concluso Luna.
Neville aveva sorriso estremamente sollevato e si era alzato per prenderla
fra le braccia.
-Ho avuto paura che mi dicessi di no...-le aveva confessato prima di posare
le labbra su quelle della ragazza.
L'aveva stretta contro il suo corpo,mettendole una mano dietro la
schiena,mentre le braccia di Luna si stringevano attorno al collo del
ragazzo.
Lentamente il bacio era diventato piu' profondo,piu' intenso,e aveva portato
i due ragazzi a volere di piu':non era la prima volta che quel calore si
impossessava di loro,ma ogni volta uno dei due,quasi sempre Neville,si staccava
e cercava di riportare la situazione ad un livello meno pericoloso.
Luna le labbra ancora unite a quelle del ragazzo,era indietreggiata fino a
toccare il bordo del tavolo con il fondoschiena,e vi si era quasi seduta
sopra.
Le mani di Neville avevano preso ad accarezzarle i fianchi e le loro labbra
si erano staccate,in cerca d'aria,per poi tornare a unirsi di nuovo pochi
istanti dopo,ancora piu' fameliche.
Come se seguissero un percorso,le mani di Neville avevano accarezzato i
fianchi di Luna,per passare poi alla schiena e sfiorare con la punta delle dita
la curva del seno.
Luna aveva allacciato le braccia attorno alla vita di Neville avvicinandolo a
sè,per evitare che lui cambiasse idea e si allontanasse da lei,togliendole quel
calore e quelle carezze.
Infatti,come se le avesse letto nel pensiero,pochi attimi dopo,Neville si
staccò da lei iniziando a camminare per la stanza,dandole le spalle.
Ormai lo conosceva bene e sapeva perchè si comportava così:le prime volte che
Neville si comportava in quel modo strano,lei si sentiva terribilmente in
imbarazzo,quasi in colpa certa di aver fatto qualcosa di male.
Poi lui le aveva spiegato,cercando di vincere l'imbarazzo per
quell'argomento,che ogni volta che si lasciavano andare il suo corpo rispondeva
in maniera evidente a quei baci e a quelle carezze e per evitare di arrivare ad
un punto di non ritorno,preferiva fermarsi ai primi accenni
dell'eccitazione.
Non c'era stato neanche bisogno di chiedergli perchè si comportava
così:sapeva che lo faceva per lei.
Luna non aveva mai avuto esperienze con altri ragazzi e lo stesso valeva con
Neville e il rapporto con il sesso opposto:erano entrambi vergini e inesperti e
finora il fatto che lui non le facesse nessuna pressione per fare l'amore era
stato un sollievo.
Ma quella notte no.
Non poteva sopportare un'altro rifiuto.
Si era staccata dal tavolo e era andata alle spalle di Neville,mettendo
entrambe le mani sulle spalle del ragazzo.
-Ancora un'attimo...-aveva detto lui,senza voltarsi.
-Neve guardami!-gli aveva detto con voce quasi autoritaria.
Neville si era voltato e,come al solito,aveva legato i suoi occhi a quelli
della ragazza,sorridendole in maniera disarmante.
Senza dire niente,Luna aveva posato le sue labbra su quelle del ragazzo e
aveva iniziato a dargli piccoli baci,dapprima dolci poi sempre poi intensi.
-Luna aspetta...-aveva cercato ancora di fermarla lui.
-No...Non voglio piu' aspettare-gli aveva detto guardandolo negli occhi.
Aveva ripreso a baciarlo e l'aveva portato vicino al letto a
baldacchino,sperando che lui,impegnato nel bacio non protestasse.
Avevano passato insieme tutta la notte,facendo l'amore per la prima volta e
addormentandosi una nelle braccia dell'altro,svegliandosi poi all'alba per
tornare nelle rispettive Case.
Poco prima di separarsi,Neville le aveva dato un'ultimo bacio e aveva
incatenato di nuovo il suo sguardo.
-Nessun rimpianto?-le aveva domandato.
Lei aveva sorriso e scosso la testa.
-Neanche mezzo-
Si era allontanata con ancora davanti agli occhi il sorriso felice di Neville
per quelle sue parole.
Purtroppo non avevano potuto fare quella vacanza che avevano progettato
durante quella cena, per colpa dell'apprensione della nonna di Neville e di suo
padre,e anche quando erano tornati a scuola erano davvero poche le occasioni per
stare insieme piu' di mezz'ora.
Luna ricordava il resto di quell'anno come una serie di flashback sempre piu'
cupi e spaventosi, alla stegua di quelle storie di terrore che i babbani si
raccontano durante le vacanze attorno ad un fuoco acceso.
Le sembrava di essere nel centro del tunnel,nel buio piu' nero,e dovunque si
voltasse non riusciva a scovare da nessuna parte l'uscita e la luce.
E poi all'improvviso...la luce era esplosa con la potenza di un incantesimo
Lumos.
La luce e la pace.
Harry era tornato ad Hogwarts e aveva affrontato Voldemort avendo la meglio
sul Signore Oscuro,portando la pace nel mondo magico.
Erano liberi...per la prima volta non dovevano piu' preoccuparsi di quello
che sarebbe accaduto di li a poco o aver paura per i propri cari.
Certo quella pace era costata cara:tante morti e sofferenze...tanti amici
cari che erano stati molto importanti nella sua vita.
Ancora adesso le faceva male pensarci...
Quell'anno Neville aveva finito i suoi studi e lei non sapeva ancora cosa
sarebbe stato di lui:avrebbe seguito il corso di Auror come Harry,Ron e
Hermione?
Una sera,poco prima di separarsi per le vacanze si erano incontrati nel
parco,poco lontano dal Lago Nero dove si erano dati il loro primo bacio quasi
un'anno prima.
Si era seduta sull'erba con la schiena contro il torace di Neville e l'aveva
ascoltato mentre le raccontava della scomparsa di Harry:si era volatilizzato e
nessuno sapeva dove fosse;le disse poi che Ron e Hermione avevano intenzione di
partire per andarlo a cercare.
Luna sapeva già della scomparsa di Harry perchè glielo aveva raccontato Ginny
fra le lacrime e le aveva confessato che aveva deciso di partire a sua volta per
riportarlo a casa,o in caso contrario,almeno per farsi spiegare perchè era
scappato in quel modo.
-Tu sai già cosa farai a settembre?-gli aveva domandato lei,sperando di avere
un tono distaccato nella voce.
Anche se era di spalle,l'aveva sentito annuire.
-Davvero?Cos'è?-gli aveva chiesto.
-La professoressa Sprite mi ha chiesto di fargli da assistente-le aveva
detto.
Lei aveva staccato la schiena dal suo petto e aveva voltato la testa in modo
da poter incontrare il suo sguardo.
-Vuoi dire che resterai ad Hogwarts anche l'anno prossimo?-gli aveva
chiesto,con un sorriso incredulo ad illuminarle il viso.
Neville le aveva riavviato i capelli dietro l'orecchio destro e aveva
sorriso.
-Credevi di poterti liberare così facilmente di me?-le aveva chiesto.
Gli aveva buttato le braccia al collo,perdendo l'equilibrio e cadendogli
addosso,facendo finire entrambi distesi sull'erba.
Sarebbe rimasto con lei anche l'anno successivo...
Ma se avesse saputo cosa sarebbe accaduto,l'avrebbe spinto a fare il corso da
Auror.
Quando a settembre erano tornati,lei per l'ultimo anno e Neville come
assistente della professoressa Sprite,si era accorta subito che c'era qualcosa
di diverso:le sue compagne dell'ultimo anno e quelle del sesto si erano accorte
di Neville.
Tutti lo conoscevano e tutti improvvisamente volevano la sua
compagnia:volevano sapere quello che era successo l'anno precedente durante la
Battaglia o negli anni precedenti nelle sfide che aveva affrontato con Harry e
gli altri.
Neville non sembrava dispiacersi di quell'improvviso interesse per lui e
minimizzava ogni volta che Luna lo rendeva partecipe dei suoi timori.
-Non dirmi che sei gelosa?-le diceva sempre in tono scherzoso.
Erano cominciate così le liti,che lui riteneva stupide e prive di fondamento
e che li aveva allontanati sempre di piu' finchè Luna,stufa di essere oggetto
dei risolini delle sue compagne e di ragazze che non aveva mai conosciuto,aveva
deciso di lasciarlo.
-Hai bisogno di un pò di tempo per capire se io sono veramente la ragazza con
cui vuoi stare-gli aveva detto.
Erano sempre nello stesso posto,sempre di fronte al Lago Nero.
Lui non aveva detto nulla,l'aveva ascoltata in silenzio,e nel silenzio lei si
era allontanata,mettendo la parola fine a quasi due anni di vita insieme.
Per quasi due mesi,Luna si era chiusa in un bozzolo,concentrandosi soltanto
sui M.A.G.O. e fingendo che lui non esistesse:quando erano in Sala
Grande,evitava di alzare troppo lo sguardo sulla tavolata degli insegnanti per
non incontrare i suoi occhi,e durante le lezioni di Erbologia aveva convinto una
ragazza del suo stesso anno a scambiare il tavolo di lavoro,premettendole così
di allontanarsi da Neville.
Quando gli esami erano finiti,e la sua esperienza ad Hogwarts,lei aveva
soltanto dovuto pensare a quale sarebbe stato il suo futuro.
Ma stranamente senza Neville non riusciva a pensare a niente:era come se
senza di lui,la sua vita fosse diventata un'enorme buco nero.
Ma ancora una volta era arrivata la luce...
Mancavano due giorni alla fine della sua permanenza ad Hogwarts e,spinta da
un'attacco di nostalgia, aveva deciso di dire addio ai posti che l'avevano vista
felice con Neville.
Alla fine del tour era arrivata anche davanti al Lago Nero e,quasi subito
aveva sentito i passi sull'erba.
-Ciao-aveva detto,senza neanche voltarsi.
Non ne aveva bisogno:sapeva benissimo chi era.
-Come stai?-le aveva chiesto Neville facendo un passo in avanti.
-Che ne dici di saltare i preamboli?-aveva proposto lei.
Lui si era zittito e Luna l'aveva sentito fare un'altro passo verso di
lei.
-Ti rivoglio nella mia vita...-le aveva detto.
Questa volta era stata Luna a restare in silenzio,spingendo Neville a
continuare.
-Ho passato due mesi d'inferno senza di te e ho capito...ho capito che non
posso e non voglio stare senza di te-le disse.
Lei si era voltata per guardarlo e,come sempre,i suoi occhi l'avevano
attirata facendole dimenticare il resto.
-Non sopporto di sentirti così distante,di saperti così vicina e non poterti
toccare...Di non poterti dare la buonanotte o che tu non sia l'ultima persona
che vedo prima di addormentarmi...-le aveva detto arrivando di fronte a lei.
Ancora muta,Luna aveva tenuto lo sguardo nei suoi occhi,senza ribellarsi
quando lui le aveva preso il volto fra le mani.
-Mi manca il tuo profumo,il tuo calore,mi mancano le tue labbra...Mi manca
quando ti addormentavi contro il mio braccio...Ti prego...-aveva concluso.
Luna era rimasta ancora qualche istante in silenzio,poi aveva
sospirato,sapendo benissimo che avrebbe ceduto.
Lo aveva perdonato ed erano tornati insieme,con la sola differenza che ora
lui viveva a Hogwarts doveva aveva sostituito la professoressa Sprite come
insegnante d'Erbologia e lei viveva a Londra,in un'appartamento in cui lui
andava a trascorrere il fine settimana due volte al mese.
A studi conclusi,Luna aveva deciso di non frequentare nessun corso speciale
per Auror o per entrare al Ministero:era stanca di avventure o di situazioni
pericolose.
Aveva bisogno di un lavoro rilassante...E cosa c'era di piu' rilassante della
roba vecchia?
Si era accorta che molti maghi guardavano con curiosità alle cose vecchie,o
d'antiquariato,dei babbani e si era chiesta come poteva sfruttare la cosa.
Ne aveva parlato con Ginny e lei le aveva raccontato della passione di suo
padre per gli oggetti babbani,che ormai affollavano la loro cantina e la loro
soffitta convincendola ancora di piu' che quello poteva essere il lavoro
perfetto per loro.
Ginny,dopo aver cercato Harry in giro per il mondo magico per quasi sei mesi
senza alcun risultato,era tornata a casa e aveva passato gli ultimi quattro mesi
chiusa in camera,senza preoccuparsi di niente e di nessuno.
Per questo Luna l'aveva coinvolta con il progetto dell'antiquariato:aveva la
segreta speranza che quel lavoro la potesse smuovere,facendole accantonare il
pensiero di Harry per un pò.
Ed fortunatamente era riuscita nel suo intento:alla fine avevano aperto un
negozio,il "Now and Forever",che il giorno dell'apertura poteva contare solo
sugli oggetti "gentilmente" donati dal signor Weasley,ma che nel giro di pochi
mesi aveva guadagnato clienti e donazioni d'oggetti.
Se nel lavoro le cose si stavano mettendo bene,lo scotto lo pagava il
rapporto con Neville.
Aveva lavorato sodo negli ultimi mesi per curare l'apertura del negozio ed
essere sicura che tutto fosse perfetto il giorno dell'inaugurazione,trascurando
Neville.
Da quando era diventato professore,era cambiato:era diventato piu' sicuro di
sè e mal sopportava le obiezioni.
Ormai anche durante i loro litigi,voleva sempre avere l'ultima parola e un
paio di volte l'aveva scoperto a trattarla con sufficenza.
-Non sono uno dei tuoi studenti!-gli urlava contro lei spesso.
E alla fine erano iniziati i tradimenti.
Inizialmente lei non se ne era accorta:si vedevano poco e non aveva
abbastanza esperienza per riuscire a captare tutti i segnali.
Però c'era qualcosa che non andava quando lei andava a trovarlo ad
Hogwarts:erano tornate un'altra volta le risatine e le risate di sottecchi,e
questa volta non erano da parte degli studenti...
Erano da parte dei colleghi di Neville.
Loro sapevano qualcosa che lo riguardava e che indirettamente riguardava
anche lei.
Poi un giorno,cercando una pergamena nel cassetto della sua scrivania,aveva
scovato un biglietto d'amore.
Prenderlo e leggerlo era stato piu' forte di lei:era firmato Syria e
ringraziava Neville per la notte che avevano passato insieme.
Aveva accartocciato il foglietto fra le mani mentre lacrime di rabbia le
avevano annebbiato la vista:chi accidenti era Syria?E cosa era successo fra di
loro?
Era ovvio cosa era successo,anche un bambino di dieci anni avrebbe saputo
risponderle!
Quando Neville era tornato dalla sua lezione l'aveva letteralmente
assalito:aveva urlato,aveva chiesto spiegazioni,gli aveva lanciato contro il
bigliettino e poi si era messa seduta sul bordo del letto in attesa della sua
risposta.
-Non avresti dovuto frugare fra le mie cose-le aveva detto lui.
-Stavo cercando una pergamena!Chi è Syria?-aveva domandato ancora lei.
-Una mia studentessa dell'ultimo anno...l'ho aiutata con un progetto
difficile ed ecco spiegato il biglietto-le aveva detto lui,trattandola ancora
con quell'aria di sufficenza.
-Ci sei andato a letto?-aveva domandato alzando lo sguardo su di lui.
-Sei pazza?-aveva esclamato lui,in tono scandalizzato.
-Ci sei andato a letto?-aveva chiesto ancora lei.
-Assolutamente no!-disse Neville.
Luna era rimasta in silenzio,gli occhi in quelli dell'uomo:non aveva mai
saputo mentire.
E non sapeva farlo neanche adesso...
-Ogni volta che vengo a trovarti,i tuoi colleghi mi guardano con
compassione,hanno quasi pena di me.
Ridono alle mie spalle,Neville.Quindi te lo chiederò di nuovo e ti prego,ti
prego dimmi la verità-gli aveva detto fissandolo con occhi tristi,ma fieri.
Neville era rimasto in silenzio,deglutendo a vuoto per la serietà della
conversazione.
-Ci sei andato a letto?-aveva chiesto di nuovo Luna.
Neville aveva guardato i suoi occhi ancora qualche istante,poi senza fare
alcun suono,aveva abbassato lo sguardo.
E a lei era bastato quel gesto per capire.
Si era alzata ed era uscita dalla stanza:non voleva che lui la vedesse
piangere.
Nonostante l'orgoglio ferito,si era convinta a dargli un'altra
possibilità,certa che fosse stato soltanto un'incidente e che non sarebbe
successo piu'.
E invece era successo...Tante di quelle volte che ormai aveva perso il
conto.
Convinto di passarla liscia,Neville non si curava piu' di coprire le sue
malefatte,arrivando anche a portare le altre donne nella casa che divideva con
Luna a Londra.
Il suono del telefono arrivò provvidenziale a strapparla da quei ricordi che
si facevano sempre piu' dolorosi.
Si rizzò a sedere e si asciugò le lacrime con il dorso della mano
sinistra,prima di tendere l'altra verso il comodino dove c'era posato il
cordless.
-Pronto?-domandò.
-Luna?Sono Draco-disse la voce dall'altra parte del filo.
-Ciao Draco,se cerchi Neville se ne è già andato...-disse voltando la testa
verso la porta che collegava la camera da letto con il soggiorno.
-Lo so...Mi ha telefonato prima-la interruppe lui.
Luna aggrottò le sopracciglia.
-E allora perchè hai chiamato?-domandò incurante di sembrare maleducata.
-Mi ha chiesto di passare da te a prendere gli altri scatoloni che ha
lasciato,e io volevo sapere se potevo venire a prenderli-le spiegò Draco.
Ecco spiegato il mistero...
-Il tuo amico è troppo vigliacco per venire a finire il lavoro?O non vuole
vedere le macerie che si è lasciato dietro?-gli domandò riversando la rabbia
sull'uomo.
-Ti va bene se passo fra venti minuti?-domandò lui,senza rispondere alle
domande della donna, ma Luna lo sentì sorridere nella cornetta.
-Prima arrivi e meno corri il rischio di trovarla ridotta in cenere-ribattè
lei.
Questa volta sentì chiaramente il ghigno di Malfoy entrarle nell'orecchio
anche attraverso il telefono.
-Ci vediamo fra poco-le disse ancora ghignando.
-A tra poco Draco-disse lei.
Quando posò il cordless sul comodino,il viso rosso e gonfio per il pianto si
era aperto in un piccolo beneaugurante sorriso.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** How can you mend a broken heart ***
how
Tutta la comunità magica conosceva e
temeva Draco Malfoy.
Tutti conoscevano chi era stato,cosa aveva fatto e cos'era adesso;tutti
conoscevano la sua famiglia,la Nobile Casata dei Black-Malfoy,e se un tempo ne
parlavano sottovoce,quasi con paura,adesso il tono era diverso:era sparita la
paura e il disgusto,che era sempre stato presente nelle loro voci,ma abilmente
nascosto,ora poteva essere mostrato apertamente.
Nessuno aveva piu' paura di Draco Malfoy,ma ancora lo temevano...Per quel
segno che gli marchiava il braccio e che gli avrebbe ricordato a vita il suo
errore.
Ogni volta che il suo sguardo,anche se fugacemente,si posava su di esso Draco
sentiva una rabbia verso sè stesso:rabbia per quello che non era riuscito a
fermare e per quello che non aveva potuto fare.
Quel Marchio Nero,che un tempo aveva mostrato ai suoi compagni con
orgoglio,vantandosi della sua fortuna,ora gli ricordava solo la sua
stupidità.
Non si smette di essere Mangiamorte,gli aveva detto un giorno suo padre...Lui
era la prova vivente che si era sbagliato.
Era nato,era cresciuto ed era stato allevato con il solo scopo di essere
un Mangiamorte al servizio di Lord Voldemort,eppure quando era arrivato il
momento di schierarsi non aveva esistato un secondo a passare dalla parte dei
cosiddetti "buoni".
Finì di allacciarsi i bottoni della camicia bianca,lo sguardo fisso sullo
specchio nella camera da letto del suo appartamento ad Hogwarts:non c'era
rimasto niente di quel ragazzo.
Soltanto il nome.
Aveva ancora gli stessi capelli biondi,ora tagliati corti e controllati con
il gel in modo da farli ricadere ai lati del viso in ordinate ciocche;aveva
ancora lo stesso naso e la stessa bocca,che tante donne avevano baciato e morso
e gli avevano invidiato per la loro perfezione e pienezza...
Aveva ancora gli stessi occhi,o forse no?Forse dopo tutte le brutture a cui
erano stati costretti ad assistere erano cambiati anche loro.
Forse non erano piu' gli stessi occhi argentei che facevano sospirare le
donne e che nascondevano i suoi pensieri dietro una maschera di freddezza.
Magari dopo tutto quello che avevano visto,avevano perso un pò della loro
glacialità e avevano fatto cadere quella maschera.
Si allontanò dallo specchio e infilò la cintura nei passanti dei
pantaloni.
Non aveva nessuna voglia di andare da Luna,ma lo aveva promesso a Neville e
lui non era mai venuto meno alla sua parola...
Soltanto una volta.
La piu' importante,quella che gli aveva salvato l'anima...
Sentì bussare con decisione alla porta e pochi secondi dopo questa si
aprì.
Neville infilò parte del suo corpo nella stanza e lo guardò.
-Hai fatto quella telefonata?-gli domandò saltando i preamboli.
-Sto andando da lei adesso-gli rispose,continuando a tenere lo sguardo fisso
sulla cintura,come se avesse paura di sbagliare qualcosa.
-Che voce aveva?-gli domandò l'altro,dopo un'attimo di esitazione.
-Te ne frega qualcosa?-ribattè,guardandolo.
-Dray!-disse come se quello bastasse a rimproverarlo.
-Neve,credo sia meglio che io finisca di prepararmi se vuoi avere indietro le
tue cose intatte e non ridotte in cenere-disse sedendosi sul letto e infilandosi
una calza.
Lo sentì espirare.
-Ok,va bene,ci vediamo piu' tardi!-gli disse Neville,prima di richiudersi la
porta alle spalle.
Si lasciò andare ad un sospirò e buttò la calza sul letto:sapeva che sarebbe
finita in quel modo.
Erano mesi che aspettava di sentire la deflagrazione di quella bomba,e
finalmente quella mattina era successo.
Era quasi contento per Luna:ormai era diventata lo zimbello di Hogwarts.
Tutti,professori e studenti,sapevano delle scappatelle di Neville e lui
sembrava non avere nessun'intenzione di coprire le sue malefatte,così ogni volta
che la vedevano era un continuo di risatine e occhiate di compassione per quella
povera ragazza che si ostinava a dare altre opportunità ad un'uomo che non
sarebbe cambiato.
Si fermò un'istante a riflettere all'assurdità di quel pensiero:da quando era
diventato empatico con una Corvonero?
Aveva sempre odiato chiunque non fosse un Serpeverde.
Accidenti lui era il Re delle Serpi!Era puro Serpeverde,il capello parlante
non aveva neanche avuto bisogno di posarsi sulla sua testa per smistarlo!
Tutti i suoi amici erano sempre stati dei compagni di Casa...ma quando aveva
avuto bisogno di loro,dove erano?
Dov'era Pansy che diceva di amarlo piu' della sua stessa vita?
Dov'erano Tiger,Goyle,Zabini,Nott?
Non appena era caduto in disgrazia non avevano pensato due volte prima di
abbandonarlo al suo destino e salvarsi la pelle...ma in fondo cosa si
aspettava?Anche lui avrebbe fatto lo stesso se fosse capitato ad uno di
loro.
Allora perchè adesso ci restava così male?
Forse perchè era cambiato...
Quando Potter aveva sconfitto il Signore Oscuro,fin da subito aveva capito
che non sarebbe piu' tornato a far parte dei "cattivi".
Ma cosa sarebbe diventato,allora?
Dopo gli ovvi festeggiamenti,nel mondo magico si erano aperti i processi per
tutti coloro che avevano aiutato Voldemort a tornare al Potere.
Suo padre era stato portato ad Azkaban,il giorno stesso della morte di
Voldemort,e da lì attendeva l'inizio del suo processo.
Sua madre,invece,si era rinchiusa a Malfoy Manor e si era praticamente
isolata dal mondo, mantenendo i contatti soltanto con lui:sembrava tornata
bambina.
Il suo piu' grande timore in quei mesi era stata la possibilità che anche sua
madre venisse incriminata per colpa del patto che aveva stretto con Piton,ma
fortunatamente non avvenne:per tutto quel tempo si occupò di lei neanche fosse
una bambola di pezza.
Aveva imparato a vestirla,a lavarla,a farla mangiare anche quando lei non
voleva,e qualche volta arrivava ad addormentarsi sulla sedia accanto a lei per
essere sicuro che dormisse tranquilla.
Ma c'era anche un'altra paura che lo tormentava:la possibilità di essere
incriminato per quello che era successo durante il quinto anno ad Hogwarts.
Non poteva finire ad Azkaban,non con sua madre in quelle condizioni...
Così una notte,dopo essersi assicurato che lei dormisse,si era
smaterializzato ed era arrivato di fronte a quella che doveva essere una
casa,anche se all'apparenza non ne aveva l'aspetto.
Superò il cortile e bussò alla porta.
Quando la porta si aprì,la luce che proveniva dall'interno lo colpì in pieno
viso,impedendogli per qualche istante di riconoscere la persona di fronte a
sè,poi strizzò gli occhi e ne riconobbe le fattezze.
-Salve Signor Weasley-lo aveva salutato con voce seria.
Sapeva che era già una grande vittoria il fatto che l'uomo avesse deciso di
riceverlo,dopo tutto quello che lui e suo padre avevano fatto e detto contro la
famiglia Weasley.
Aveva spedito quel gufo quasi senza speranza,pronto a rivolgersi alla
McGranitt nel caso fosse stato necessario,ma la sera prima aveva ricevuto un
messaggio di risposta che lo invitava ad andare a casa sua per quel giorno.
-Salve Malfoy-aveva detto l'uomo facendosi da parte per farlo entrare.
Si era ritrovato nella cucina,e aveva dato un'occhiata in giro cercando di
non assumere un'aria troppo sostenuta o schifata per quello che aveva
intorno,per non offendere l'uomo che poteva aiutarlo.
-Seguimi-lo sentì dire.
L'uomo lo guidò nella casa fino al salotto,dove gli indicò una sedia poco
distante dal fuoco e si sedette sul divano di fronte a questa.
Draco si sedette e restò per qualche istante in silenzio,scoprendo di non
sapere da dove cominciare.
Doveva chiedergli scusa?Non gli avrebbe mai creduto.
Andare dritto al punto?Forse era la cosa piu' giusta da fare...
-Ho bisogno di aiuto-aveva detto,ancor prima di poter cercare le parole
adatte per iniziare il discorso.
L'uomo di fronte a lui l'aveva guardato in silenzio,le mani giunte sul grembo
ed era rimasto in silenzio ad osservarlo per un tempo che gli sembrò
infinito:quanto ci voleva per dare una risposta?
Forse aveva bisogno di qualche informazione in piu',pensò
Draco all'improvviso.
Si mosse a disagio sulla poltrona e tornò a guardare l'uomo in volto,cercando
di non incontrare il suo sguardo.
-Non posso finire ad Azkaban...Non so se c'è un processo contro di me per
quello che ho fatto o se è soltanto una mia paura...ma non posso finire ad
Azkaban-aveva ripetuto.
-Il Consiglio sta valutando se processarti o meno-fece l'uomo,parlando per la
prima volta.
Per un'istante sembrò che tutta l'aria della stanza era stata risucchiata
lasciandolo completamente senza fiato:stavano aprendo un processo contro di
lui!
-Non posso andare ad Azkaban...-aveva ripetuto,per l'ennesima
volta,nascondendo la sua paura dietro la durezza.
-L'avevo intuito...Perchè sarebbe un'offesa per la nobile famiglia
Malfoy?-aveva chiesto l'uomo senza nessun'inflessione particolare nella
voce.
Aveva scosso la testa e aveva capito che se voleva l'aiuto di Weasley al
Ministero,doveva semplicemente dirgli la verità.
-Mia madre...Non posso lasciarla sola.
Da quando mio padre è in prigione è caduta in depressione:non mangia,non
beve,a malapena si alza dal letto...Sono io che mi occupo di lei,e se ora voi mi
sbattete ad Azkaban so già che lei si lascerà morire-aveva detto rivelando il
segreto inconfessabile della sua famiglia.
Arthur Weasley l'aveva guardato in silenzio,aspettando che continuasse.
-Non posso perdere mia madre...-aveva aggiunto Draco.
Per la prima volta da quando erano in quella stanza,incontrò gli occhi del
suo interlocutore e si accorse che erano tristi,pieni di una tristezza che
niente e nessuno avrebbe potuto alleviare.
-Malfoy,capisco le tue onorevoli motivazioni,ma non so se al Ministero
basteranno-gli aveva detto.
-Sono disposto a tutto-gli aveva detto sicuro.
L'uomo l'aveva guardato qualche istante e poi aveva espirato forte.
-Io non lo so...-aveva iniziato.
-Anche a dire dove sono nascosti i Mangiamorte che state cercando-aveva
rivelato,con lo sguardo sul viso di Weasley.
L'espressione del suo interlocutore era cambiata:da dubbiosa e sfiduciata era
diventata,nel giro di pochi istanti,sicura e attenta.
-Quali?-aveva chiesto.
-Dai miei compagni di Casa ad alcuni dei piu' importanti-aveva continuato
Draco serio.
Si erano guardati per qualche istante:uno voleva cercare nei suoi occhi
argenti la prova che quelle non fossero menzogne e l'altro voleva dimostrargli
la sua sincerità.
Almeno quella volta non aveva mentito o imbrogliato...Avrebbe fatto qualsiasi
cosa per sua madre.
-Non è una decisione che posso prendere da solo...Devo parlarne con qualcuno
al Ministero e poi ti farò sapere-aveva detto Weasley.
-Ma in cambio voglio la sicurezza che nè io,nè mia madre finiremo mai sotto
processo o peggio ancora ad Azkaban...-aveva detto Draco,ponendo le sue
condizioni.
L'uomo lo aveva guardato e poi,senza dire niente,si era alzato e gli aveva
teso la mano.
Draco aveva fatto lo stesso e gli aveva stretto la mano.
-Ti farò avere notizie fra pochi giorni-aveva concluso Weasley.
Ovviamente erano state notizie positive e,grazie alle sue informazioni,molti
dei Mangiamorte che avevano preso parte all'incursione ad Hogwarts durante il
quinto anno e alla Battaglia furono catturati e processati.
Lui e sua madre si erano salvati.
Suo padre,al contrario,aveva ricevuto una condanna a vita ad Azkaban,senza
possibilità di contatti con i suoi famigliari,cosa che aveva scioccato sua madre
piu' della sentenza stessa.
Non si era mai ripresa,fino al giorno della morte neanche sei mesi dopo.
Le aveva fatto un gran funerale,con una bara bianca di marmo e tanti
fiori,tante rose,che ricoprivano il feretro:nella tomba aveva messo una sua foto
e una di suo padre.
Non voleva che fosse sola...
L'aveva sepolta al Manor,poco lontano dal labirinto dove lui e suo padre si
divertivano a sfidarsi quando lui era ancora un bambino ed ad un'occhio estraneo
apparivano come una spensierata famiglia felice.
Si era chiesto piu' volte,se era veramente servito vendere tutta la cerchia
d'amici dei suoi genitori al Ministero visto che sua madre comunque non era piu'
con lui.
Ma se non l'avesse fatto,lei sarebbe morta ad Azkaban circondata da pazzi
assassini e da Dissennatori,magari proprio per colpa loro.
Aveva sicuramente fatto la scelta piu' giusta...
Poco tempo dopo la conclusione dei processi piu' importanti,aveva conosciuto
sua moglie.
Sua moglie...Alle volte si dimenticava persino di essere sposato.
Astoria Greengrass,la sorella di Daphne,un'altra delle tante compagne di
letto che aveva avuto durante i sette anni ad Hogwarts.
L'aveva conosciuta causalmente un giorno che era in giro per Diagon
Alley:stava uscendo da un negozio e le era letteralmente andato addosso.
Per effetto della spinta,lei era caduta a terra e Draco,spinto dal suo animo
gentile e cavalleresco,le aveva offerto la mano per aiutarla a rialzarsi.
-Le sembra il modo di camminare questo?-gli aveva detto la donna,rimettendosi
in piedi.
Draco aveva posato lo sguardo sul bel viso della donna e si era fermato
un'istante ad osservarla: occhi neri profondi e fiammeggianti,un naso perfetto
con la punta leggermente all'insu' che sovrastava una bocca piccola e piena.
Il tutto in una cornice di capelli neri splendenti,che facevano risaltare
ancora di piu' la pelle candida.
-Vogliamo parlare del suo modo di camminare?Era lei quella che stava
entrando,avrebbe dovuto vedermi-aveva ribattuto Draco,un ghigno malandrino sul
viso.
-Che faccia tosta!-aveva detto lei prima di scansarlo di lato per entrare nel
negozio.
Draco si era voltato a guardarla attraverso i vetri del negozio e aveva
deciso che doveva assolutamente sapere chi fosse.
Non ci aveva messo molto:nel giro di pochi giorni aveva scoperto il suo
nome,la sua età e se fosse libera o meno,non che la cosa fosse importante.
Quando aveva deciso la sua preda,la presenza di un rivale rendeva la caccia
solo piu' divertente.
Aveva aspettato un'altro giorno prima di presentarsi a casa sua,con un mazzo
di gigli bianchi per Daphne.
Se ricordava bene erano i suoi fiori preferiti.
Daphne era l'unica che non gli aveva voltato le spalle dopo il processo:anche
suo padre era morto nella Battaglia e da quel momento qualcosa era scattato in
lei facendole cambiare idea e facendole capire quanto tutto in realtà fosse
stupido e insensato.
Era diventata la sua migliore amica in pochissimo tempo ed era l'unica che
veniva a trovare sua madre e che era venuta al suo funerale.
Quando aveva bussato alla porta,il destino aveva voluto che fosse proprio
Astoria ad aprirgli,che vedendoselo di fronte,era rimasta alcuni istanti
silenziosa sbigottita.
-E lei che ci fa qui?-gli aveva chiesto poi.
-Tu sei Astoria Greengrass-aveva detto Draco,senza rispondere alla sua
domanda.
-Ci conosciamo?-aveva domandato lei,perdendo per un'attimo la sua aria
acida.
Draco aveva sfoggiato uno dei suoi ghigni migliori e aveva fatto un mezzo
inchino.
-Draco Malfoy,per servirti-si era presentato.
Si era accorto subito che le guance della donna erano diventate paonazze,ma
da buon gentiluomo aveva fatto finta di non notarlo.
A quanto pare la sua fama lo precedeva ancora una volta...
-Daphne è in casa?-aveva chiesto poi.
La ragazza si era fatta da parte per farlo entrare e aveva chiuso la porta
dietro di lui.
Daphne lo aveva accolto con il solito affetto e lo aveva abbracciato alla
sola vista dei fiori.
Era rimasto da loro per un'ora parlando soltanto con Daphne e lanciando dei
veloci sguardi ad Astoria incontrando sempre il suo sguardo senza
però rivolgerle mai la parola,concentrando tutta la sua attenzione
sull'amica.
Quando se ne era andato,era stata sempre Astoria che lo aveva accompagnato
alla porta e approfittando di quel momento da soli,Draco le aveva chiesto
un'aiuto per sistemare la tesa della giacca.
Sapeva farlo benissimo da solo,ma voleva sapere che sensazioni gli avrebbe
dato il corpo della donna accanto al suo.
Astoria era stata al gioco:con mani agili gli aveva sistemato la tesa della
giacca,sfiorandogli con la punta delle dita la pelle del collo e facendolo
fremere quando i loro occhi si erano incontrati.
-C'è qualche possibilità che ti riveda...-le aveva chiesto,gli occhi in
quelli di lei.
Lei aveva sorriso maliziosa e aveva alzato le spalle.
-Magari uno di questi giorni potrei tornare in quel negozio e scontrarmi con
un'emergumeno che non sa camminare...Tutto è possibile-gli aveva detto a bassa
voce.
E poi se ne era andata.
Era stata una guerra anche il corteggiamento.
Se avesse capito prima quanto gli sarebbe costato soddisfare quel
desiderio,avrebbe ceduto le armi e si sarebbe concentrato sulla prossima
preda.
Ma era testardo e si era fissato su di lei:lei che si rifiutava persino di
dargli un bacio e quando lo faceva sembrava fargli un'enorme favore.
-Possibile che tu sia così altezzosa anche quando ci sono di mezzo i
sentimenti?-le aveva chiesto lui.
-Sentimenti?Tu hai dei sentimenti per me?Io credevo volessi solo portarmi a
letto-aveva ribattuto lei sarcastica.
-E anche se fosse?E' vero voglio venire a letto con te,ma tu lo fai sembrare
come se stessi pensando a chissà che peccato mortale-aveva commentato lui
duro.
Astoria aveva riso:una risata senza allegria.
-Sai bene che se vuoi avermi nel tuo letto devi sposarmi-gli aveva
ripetuto.
-E tu sai perfettamente che non lo farò!-aveva concluso lui.
Avrebbero ghiacciato le fiamme dell'inferno prima che Draco Malfoy si fosse
lasciato convincere a mettere una fede nuziale al dito.
Fortunatamente la sua vita non girava tutta intorno ad Astoria:aveva il suo
lavoro ad Hogwarts.
Era diventato professore di Pozioni.
Neanche lui poteva crederci quando gli era arrivata la convocazione della
Preside McGranitt che gli chiedeva un colloquio:aveva pensato alle cose piu'
strane ma non a quello.
Quando poi si era visto offrire il posto che un tempo era stato di Piton si
era sentito... apprezzato:avevano capito che era bravo in qualcosa.
-Vi fidate di me?-non aveva potuto trattenersi dal chiedere alla
McGranitt.
-Sei un'ottimo pozionista e credo che sarai anche un'ottimo insegnante-aveva
risposto la preside.
-Ma io non me la so cavare con gli studenti...-aveva ribattuto
lui,attraversato da quel pensiero.
Aveva visto la McGranitt sorridere leggermente.
-Perchè Piton lo sapeva fare?-gli aveva chiesto ancora sorridendo.
Anche a lui scappò un sorriso:tutto si poteva dire di Piton,tranne che fosse
il migliore amico degli studenti.
-Allora accetti la mia offerta?-aveva domandato poi la donna riportandolo
alla realtà.
Aveva annuito.
-Benvenuto ad Hogwarts professor Malfoy-aveva detto la donna alzandosi e
porgendogli la mano.
E da allora era il professor Malfoy.
Ed il marito di Astoria Greengrass...alla fine aveva ceduto al desiderio.
Non all'amore.
Voleva quella donna con ogni piu' piccola fibra del suo corpo e l'aveva
avuta.
La sera prima delle nozze,durante l'addio al celibato,si era portato a letto
una delle spogliarelliste che Neville,il suo testimone gli aveva fatto trovare
in camera...ma non era servito a niente.
Era un bisogno fisico di soddisfare quella passione a lungo trattenuta:era
sicuro che Astoria si sarebbe sciolta come neve al sole al tocco delle sue
carezze e non vedeva l'ora di sentire le sue grida di piacere e le sue
suppliche.
Ma non era successo...
Come se volesse metterlo in guardia,la mattina del suo matrimonio,il suo
cervello ebbe una crisi di coscienza che lo portò quasi a non
presentarsi:bastava il sesso per sposare qualcuno?
Fortunatamente,o sfortunatamente,il suo testimone Neville Paciock l'aveva
fatto tornare in sè e l'aveva messo davanti all'altare ad aspettare la
sposa.
Il suo testimone...chi avrebbe mai pensato che avrebbe chiesto ad un
Grifondoro di fargli da testimone?
Chi avrebbe mai detto che il suo migliore amico sarebbe stato quel
patetico,timido e goffo Paciock?
Nessuno neanche lui...Ma era successo,e adesso si chiedeva come era possibile
che non fosse successo prima.
Neville era diventato il professore di Erbologia ed era stata la prima
persona che aveva incontrato sul Treno per Hogwarts.
L'unico scompartimento libero per gli insegnanti era quello dove era seduto
Paciock e,con qualche riluttanza iniziale,si era seduto lì,di fronte al
finestrino.
Erano rimasti in silenzio per un pò finchè Neville non aveva parlato per
primo.
-Che c'è Malfoy ti hanno invalidato i M.A.G.O.?-gli aveva chiesto,con lo
sguardo sempre sul finestrino.
Draco l'aveva guardato,sorpreso che gli avesse veramente rivolto la parola e
che avesse anche fatto una battuta:non era Paciock quello che aveva paura anche
della sua ombra?
-Almeno a me hanno qualcosa da invalidare...Tu non hai neanche quelli-gli
aveva detto.
Neville aveva sorriso e aveva voltato il capo verso di lui,incontrando il suo
sguardo.
-Devo aspettarmi l'arrivo della tua milizia per aver osato parlarti?-gli
aveva chiesto poi.
Lui aveva scosso la testa.
-Non verrà nessuno...E i tuoi stupidi amici Grifondoro?-aveva ribattuto
Draco.
Neville aveva scosso la testa a sua volta.
-Tutti impegnati in faccende piu' importanti dell'insegnare alle nuove
generazioni-aveva detto con una leggera punta di amarezza nella voce.
Era iniziato tutto da lì,da quel momento:si erano sentiti in
contatto,vicini,con qualcosa da condividere.
La loro amicizia aveva fatto sorridere tutti i vecchi professori che li
avevano visti litigare e lanciarsi addosso incantesimi e maledizioni.
Adesso a vederli ci si domandava come mai non se ne fossero accorti prima del
legame speciale che li univa.
Al contrario di Astoria,che si rifiutava categoricamente di venire ad
Hogwarts,perchè la considerava un posto poco elegante,Luna veniva ogni due
settimane a far visita al fidanzato.
La prima volta che si erano incontrati non avevano avuto molto da dirsi,anzi
si erano presentati ed ogniuno era andato per la sua strada.
Poi però le cose erano migliorate:Luna era una delle poche persone che lo
faceva ridere e con cui aveva un vero rapporto d'amicizia.
Quando per una volta avevano provato ad analizzare la loro amicizia,entrambi
avevano convenuto che questa si basava sulla totale assenza di punti in
comune:non c'era niente che piacesse ad entrambi o su cui fossero d'accordo.
Però insieme si divertivano e Draco era in un certo senso affascinato da
Luna:era diversa da tutte le donne che aveva conosciuto nella vita.
In un certo senso,aveva qualcosa che gli ricordava sua madre.
Era la prima donna con cui era amico senza esserci andato a letto:era diversa
anche da Daphne.
Così quel giorno quando l'aveva vista seduta vicino al Lago Nero,in
lacrime,aveva capito che cosa era successo e che lei aveva bisogno di
un'amico.
Si era seduto sull'erba accanto a lei ed era rimasto in silenzio,aspettando
che i suoi singhiozzi si calmassero un pò.
-Tu lo sapevi,vero?-gli aveva chiesto lei dopo un pò,ancora con il respiro
mozzo.
I suoi occhi erano rossi e gonfi,e lui per una volta ebbe voglia di prendere
a pugni Neville per il modo stupido in cui si stava comportando.
Aveva annuito senza dire altro.
-Perchè non me lo hai detto?-gli aveva urlato contro,riversandogli in quella
frase tutta la rabbia che provava per Neville.
Si era alzata e aveva fatto qualche passo per allontanarsi da lui,ma era
stato inutile,visto che Draco la seguiva pronto per spiegarsi.
-Cosa avrei dovuto dirti?Come avrei dovuto dirtelo?
Avrei dovuto parlare del tempo e nel mezzo della conversazione dirti che era
andato a letto con una studentessa dell'ultimo anno?-le aveva domandato
lui,cercando di farla ragionare.
-Avresti dovuto trovare il modo!
Tu sei mio amico,cazzo!Gli amici dovrebbero aiutarti-aveva ribattuto lei.
-L'ho fatto!Ti ho protetto da tutte le risatine e dalle malelingue che
giravano per la scuola,ma non posso aprire il cervello di quell'idiota del tuo
fidanzato e fargli smettere di tradirti-ribattè Draco adattando il tono della
sua voce a quello di Luna.
Luna si era fermata e lo aveva guardato,spaventata,senza piu' alcuna
difesa.
-E' carina?-gli aveva chiesto,improvvisamente curiosa.
-Cosa?-
-E' carina questa studentessa?E' piu' bella di me?-aveva chiesto ancora
lei.
-No,no che dici...E' solo piu'...-aveva detto cercando di riparare alla
situazione che sembrava sempre piu' disperata.
-Piu' giovane-aveva concluso lei,ancora piu' sfiduciata.
-Parli come se fossi una cariatide:non hai ancora vent'anni!
E' vero è piu' giovane,ma non è per quello che Neville se l'è scopata-ribattè
lui,andandole accanto e mettendole un braccio sulle spalle.
Luna aveva alzato lo sguardo su di lui,insicura e triste.
-Quella ragazza lo ha messo su un piedistallo:ai suoi occhi sembrava
Potter!
Per lui rappresentava la novità,credo che fosse la prima volta nella sua vita
che qualcuno gli desse tanta importanza-le aveva spiegato.
Luna aveva sospirato e si era coperta gli occhi rossi con una mano.
-E adesso cosa devo fare?-gli aveva chiesto.
Come poteva risponderle?Avrebbe peggiorato le cose in entrambi i casi.
-Non posso dirtelo:sei tu che devi capire quello che è piu' giusto per
te-
Luna aveva annuito,strofinandosi poi l'occhio destro con il pugno
chiuso,neanche fosse ancora una bambina,e quel gesto piccolo lo aveva riempito
di dolcezza,spingendolo a scappare il piu' lontano possibile.
Stava succedendo qualcosa di strano...
Alla fine Luna e Neville erano tornati insieme e lui aveva continuato a
tradirla,sempre e piu' sfacciatamente...
Fino a quella mattina,quando Neville era venuto nel suo ufficio poco dopo una
lezione e gli aveva detto che aveva chiuso con Luna.
-Le hai detto anche perchè?-aveva domandato senza neanche alzare lo sguardo
dalla pergamena che aveva sul tavolo.
-Me lo ha chiesto...-
-E tu avresti dovuto mentire e dirle che non l'amavi piu'!-aveva ribattuto
Draco.
Luna doveva essere a pezzi.
-Sai che non sono bravo a mentire e poi lo aveva capito anche lei che c'era
un'altra...-
Draco aveva alzato lo sguardo verso l'amico:certe volte sembrava regredire ad
un'adolescenza indolente e stupida,in cui tutto gli veniva perdonato per la sua
goffaggine e idiozia.
Non aveva capito ancora che ora doveva assumersi le sue
responsabilità,altrimenti altre persone avrebbero sofferto a causa sua:era
ancora convinto che qualcun'altro avrebbe risolto i suoi casini.
-Perchè me lo stai dicendo?-gli aveva chiesto,cominciando a sentire puzza di
bruciato.
-Avrei bisogno di un favore...-aveva iniziato.
Così gli aveva chiesto di andare da Luna a prendere il resto delle sue
cose.
E Draco aveva accettato soltanto per evitare un'omicidio...
Infilò la giacca e uscì dal suo appartamento,pronto a smaterializzarsi a casa
di Luna.
Dalla caduta di Lord Voldemort,le difese di Hogwarts erano state abbassate:la
McGranitt aveva annullato il divieto di smaterializzarsi dentro e fuori dai
confini del castello.
Quindi Draco,dopo aver controllato che nel suo ufficio tutto fosse in
ordine,si smaterializzò a Londra,praticamente sul pianerottolo di Luna,di fronte
alla sua porta.
Controllò che nessuno l'avesse visto,ma era quasi buio e poche persone si
arrischiavano ad uscire con le tenebre.
Suonò il campanello a lungo per sovrastare la musica che si sentiva fin sul
pianerottolo e che veniva dall'appartamento.
Conosceva quella canzone:l'aveva sentita mille volte,ma non si era aspettato
di sentirla adesso.
Era la canzone di Neville e Luna,quella che ascoltavano praticamente sempre e
che lui usava ogni volta che voleva farsi perdonare un tradimento.
Luna,in pantaloni neri elasticizzati e un top rosa gli aprì la porta e gli
rivolse un sorriso triste.
-Non credevo fossi così masochista-le disse entrando in casa e chiudendosi la
porta alle spalle.
-Di che parli?-domandò avviandosi verso il salotto,voltando solo la testa a
guardarlo.
-La canzone.Perchè la stai ascoltando?-le domandò togliendosi la giacca e
appendendola all'attaccapanni.
Draco la raggiunse nel salotto e la trovò seduta sul divano color panna,le
gambe incrociate e un cuscino posato sulle ginocchia.
-Per ricordarmi quanto sono stata stupida-disse lei,lo sguardo nel suo.
Draco si guardò in giro nella stanza e vide due scatole di cartone posate sul
tavolo,poi individuò lo stereo e in pochi passi vi fu davanti e lo spense.
-Ehi stavo ascoltando!-disse Luna seguendolo con lo sguardo.
-E' proprio per quello che ho spento.Hai qualcosa da bere?-le domandò
cambiando argomento.
-Vicino al televisore...Serviti pure-gli disse indicandogli il carrello degli
alcolici.
Restarono in silenzio qualche istante mentre l'uomo si versava il suo
FireWhisky e poi tornava a guardarla.
-Come stai?-le domandò andando a sedersi accanto a lei.
-Mi sento un'idiota:avrei dovuto lasciarlo quando mi ha tradito la prima
volta...Almeno mi sarebbe rimasta un pò d'autostima-gli disse.
-Possibile tu sia sempre così pessimista?Guarda il lato positivo-le disse
bevendo un sorso dal suo bicchiere.
Luna lo guardò curiosa,in attesa di sapere quale fosse il lato positivo.
-Almeno ti è rimasto l'appartamento-scherzò lui.
Luna gli tirò il cuscino,facendo volare un pò del FireWhisky sulla camicia
bianca dell'uomo.
-Sei uno stupido!Quella l'avevo anche prima,anzi è mio visto che sono io che
pago l'affitto-disse sistemandosi meglio sul divano.
Draco guardò di nuovo gli scatoloni sul tavolo e poi guardò Luna.
-E' quella tutta la sua roba?-le domandò serio.
Luna annuì.
-C'è...C'è qualcosa che è andato bruciato accidentalmente?-le domandò con un
ghigno sulle labbra.
Luna sorrise e scosse la testa.
-Non sono così meschina...E poi non mi avrebbe aiutato-gli spiegò.
Draco la guardò in silenzio.
-La cosa che mi fa piu' imbestialire è stata la mia ingenuità...Tutte le
volte che ho deciso di chiudere gli occhi e di non vedere,tutti quegli
indizi...Le volte che gli davo un'altra possibilità ben sapendo che l'avrebbe
fatto di nuovo...Come posso essere stata così imbecille?-domandò alzando la voce
sempre di piu' ad ogni domanda.
Draco finì di bere il suo Whisky e posò il bicchiere vuoto sul tavolino poco
distante.
-Basta!Smettila con le recriminazioni e con i piagnistei:non servono a
niente.
Non sopporto le donne che piagnucolano!
Pensa che te ne sei liberata e che ora puoi cercartene un'altro...Sei una
donna sexy,e credimi io me ne intendo...-
Luna scosse la testa leggermente sconsolata a quelle parole.
-Neville è stato l'unico che si sia mai accorto di me,quindi non credo di
essere poi così sexy...-gli disse.
Poi un pensiero le passò per la testa e la fece sorridere maliziosamente.
-Tu ci proveresti con me?-gli domandò secca.
Draco aggrottò le sopracciglia,sopreso dal tono diretto della domanda.
-Come scusa?-le domandò.
-Sì...Se tu non mi avessi mai visto e mi incontrassi per la prima volta in un
bar,mi inviteresti a bere qualcosa?-gli chiese lei.
Aveva le antenne per capire quando le cose si stavano prendendo la piega
sbagliata,e ora stavano dando l'allarme per segnalare un pericolo:era meglio
andare.
-Ok,credo sia meglio che interrompiamo questa conversazione prima che vada
troppo oltre...-le disse alzandosi dal divano.
-Non hai risposto!-disse lei alzandosi e seguendolo in giro per la
stanza.
-Ammetterai che non è strano-disse lui guardandola.
-Cos'è ti ho spaventato?-gli domandò lei sorridendo divertita.
Draco ghigno in risposta al suo sorriso e scosse la testa.
-E' solo che non mi sarei aspettato quella domanda...Mi hai preso in
contropiede-le disse spostando alcune ciocche di capelli da davanti agli
occhi.
Luna sorrise divertita:Draco fu sollevato di vederla piu' tranquilla,visto lo
stato in cui l'aveva trovata neanche un'ora prima.
-Però non hai ancora risposto alla mia domanda-gli fece notare.
Draco sospirò leggermente esasperato e la guardò negli occhi:era strano
vedere degli occhi così simili ai suoi...Gli occhi di Luna nonostante quello che
avevano sofferto erano sempre fiduciosi e allegri.
-Va bene...Facciamo così:io ci penso e la prossima volta che ci vediamo ti
darò la mia risposta-le disse serio.
Luna arricciò le labbra mostrandogli il suo disappunto e lui ghignò un'altra
volta.
-Adesso devo andare-le disse tornando serio.
Luna annuì.
-Grazie per essere passato-gli disse con un lieve sorriso.
Lui fece un piccolo inchino con metà del corpo facendola sorridere di
nuovo.
Fece per prendere una delle scatole di Neville,ma qualcosa lo portò a
guardare di nuovo Luna e a scovarla in un'attimo di smarrimento e di
tristezza.
Senza pensarci due volte,la prese fra le braccia e la strinse a sè facendole
posare la testa contro la sua spalla destra.
-Sta tranquilla,andrà tutto bene-le disse,sentendosi improvvisamente
protettivo.
Perchè si sentiva così?Era la prima volta che provava quelle
sensazioni...
E perchè le sue antenne continuavano a urlare "PERICOLO" sempre piu'
forte?
Luna staccò la testa dalla sua spalla e incontrò il suo sguardo facendogli un
piccolo sorriso.
Per un'istante Draco si perse nella profondità di quegli occhi argentei
e,ancora una volta agì d'istinto.
Avvicinò il viso a quello della donna e posò le sue labbra su quelle di
Luna.
Salve a tutti!!
Volevo ringraziare tutti coloro che hanno
letto e rencensito il 1 capitolo...Spero vi sia piaciuto.
Voglio inoltre scusarmi per eventuali errori
di battitura e di ortografia.
E ora i ringraziamenti:xxxSailorKikaxxx(Sai che mi hai letto
nel pensiero?Cmq grazie x l'enorme complimento!Adoro anke le Draco/Herm e chissà
che un giorno nn mi venga un idea x scrivere su di loro.Quando dici ke ti ho
fatto cambiare idea,che intendi?),Lallina88(Sn felice che George e Luna t
piacciano,anke se x il momento George nn comparirà...Ovviamente c saranno anche
gli altri!), Alemalfoy(Che
te ne pare di qst capitolo solo sul tuo maritino?E di qst 2 capitolo?)
Potterfanlalla17(Si è
vero:Neville lo sto trattando proprio male in qste ff;penso sia l'unico
personaggio veramente negativo,visto ke anke Draco è diventato
"buono"),Ninny(Grazie x il
complimento!Che te ne pare?)Lilla4ever(Cattivo,cattivo Neville!Dopo aver scritto di George e Luna,nn
riesco a vederla con nessun'altro...)
BEne per il momento è tutto,io vi do
appuntamento al prox capitolo...
"I'll be the light"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** I'll be the light ***
light
Aprì gli occhi e sbattè le palpebre piu'
volte per capire dove si trovava.
Era la sua camera da letto.
Avvolta dalla penombra della sera,prima che la città diventasse completamente
schiava della notte.
Si mosse nel letto,sistemandosi le coperte sul corpo e dando dei pugni al
cuscino per dargli una forma piu' comoda.
Ma quando era andata a letto?
L'ultima cosa che ricordava era l'abbraccio di Draco nel salotto prima che
questi se ne andasse... poi iniziarono a tornarle alla mente dei flash.
Non era stato solo un'abbraccio...
Draco l'aveva stretta fra le braccia e le aveva assicurato che presto tutto
si sarebbe sistemato, ricordava che lei gli aveva sorriso e che lui l'aveva
baciata.
DRACO L'AVEVA BACIATA!!!
Aveva posato le labbra sulle sue per
un'istante,lo spazio di un secondo,e poi l'aveva guardata per vedere la sua
reazione.
Ancora fra le sue braccia Luna l'aveva guardato
negli occhi,quegli occhi così simili ai suoi,senza riuscire a capire cosa si
stesse agitando nell'animo dell'uomo.
Senza riflettere aveva avvicinato il volto a
quello di Draco e aveva poggiato di nuovo le labbra su quelle
dell'uomo,chiudendo gli occhi al primo contatto con le sue labbra
morbide.
Aveva lasciato le labbra chiuse,ancora
leggermente incerta per quello che stava facendo,ma non appena aveva sentito la
risposta di Draco al suo bacio,le aveva dischiuse per chiuderle sul labbro
superiore dell'uomo.
Le mani di Draco erano sulla sua schiena e la spingevano
piu' vicino al suo corpo,mentre le sue erano ancora nervosamente serrate
contro la camicia bianca, stroppicciandola e riempendola di
grinze.
Incontrò la lingua dell'uomo e la sfiorò con la
sua, abbandonandosi lentamente alle sensazioni che
sentiva.
-Che stiamo facendo?-aveva domandato
lei,staccandosi per un'istante dalle labbra dell'uomo e guardandolo negli
occhi.
Draco era rimasto alcuni istanti in silenzio e
aveva espirato forte prima di parlare,senza però accennare a
lasciarla.
-Non lo so...-le disse lasciando che il suo tono
sincero trasparisse.
Ancora nel letto,Luna si coprì il volto con entrambe le mani ricordando
quello che era successo,sentendo il viso diventare bollente per l'imbarazzo.
C'era però un'altra sensazione che stonava,che era diversa dal solito...
Alzò le lenzuola e si accorse di essere nuda sotto di queste,aumentando così
l'imbarazzo.
Come accidenti era finita in quel letto,per giunta nuda?
Era stata lei a spogliarsi o era stato Draco a farlo prima di metterla a
letto?
Voltò la testa di lato sul cuscino e sentì crescere ancora di piu'
l'imbarazzo quando scorse accanto a sè la figura chiaramente nuda di
Draco,placidamente addormentato dall'altra parte del letto.
CAZZO!
A quanto pare non si erano fermati a quel bacio...
Si rizzò a sedere e,coprendosi il corpo nudo con le lenzuola,prese la
vestaglia che era poco lontano dal letto e la infilò prima di alzarsi.
Cercando di fare il minimo rumore possibile,uscì dalla camera da letto,e
tornò in salotto.
Lì era dove tutto era cominciato...Magari le sarebbe tornato in mente
qualcosa.
Possibile che erano andati a letto insieme e lei non ricordava niente?
Non era ubriaca,di questo era sicura,perchè non aveva il cerchio alla testa
che aveva sempre quando era sbronza,quindi avrebbe dovuto ricordarsi di aver
fatto sesso con Draco.
Era andata a letto con uno dei piu' desiderati uomini del mondo magico e non
ne aveva nessun ricordo...La sua solita fortuna!
Si sedette sul divano,nella stessa posizione in cui ricordava di essere
all'arrivo di Draco e ripercorse nella memoria l'arrivo dell'uomo e il loro
breve discorso.
A conferma della presenza di Draco in salotto,prima che nella sua camera da
letto,c'era il bicchiere vuoto di Whisky sul tavolino di fronte al divano;si
ricordava di aver scherzato con lui e di avergli chiesto se la trovava
sexy...beh visto quello che era successo,non aveva piu' bisogno di una
risposta.
Poi Draco si era alzato per andarsene ed era stato allora che l'aveva
abbracciata e c'era stato il bacio...
Si voltò e corrugò la fronte scorgendo a terra,dietro il divano,qualcosa che
prima non c'era:si allungò e raccolse la camicia bianca di Draco.
E ricordò quando gliel'aveva tolta.
Draco
aveva smesso di baciarla,lasciando a lei la scelta:potevano fermarsi e far finta
che non fosse successo niente,oppure andare avanti e vedere come sarebbe andata
a finire.
E lei
aveva scelto di continuare.
Aveva
posato le labbra su quelle di Draco,accarezzando con la punta della lingua il
labbro superiore sentendo il leggero ricordo del Whisky su di esso;le mani
dell'uomo erano tornate a posarsi sui suoi fianchi con un tocco fermo e delicato
insieme, ricambiando il suo bacio.
Senza
aprire gli occhi,l'aveva guidata verso il divano ma quando vi erano arrivati
vicino,avevano sbagliato la mira andando a sbattere contro il bracciolo del
divano;con un ghigno divertito Draco aveva aperto gli occhi per guardarsi
intorno per poi farla sedere sul bracciolo,restando in piedi davanti a
lei.
Era
tornato a baciarla,lentamente e dolcemente,come se avesse tutto il tempo del
mondo spingendola sempre piu' avanti con il suo corpo,facendole perdere
l'equilibrio e cadere con la schiena sul divano seguita subito
dall'uomo.
Luna
rise seguita dalle risate di Draco,che incontrò di nuovo i suoi occhi,cercando
anche un minimo dubbio che lo portasse a fermarsi e a riportare il loro rapporto
a quello che era sempre stato,ma ancora una volta non ne aveva trovato neanche
uno.
Anzi
aveva visto un luccichio divertito e malizioso negli occhi di Luna,che lo
spinsero ad andare avanti.
Facendo forza sulle braccia per non pesarle addosso,Draco aveva
avvicinato il viso al suo e lei aveva teso le labbra per incontrare quelle di
lui,ma l'uomo aveva iniziato a mordicchiarle il labbro inferiore,sfiorando poi
con la lingua ovunque fossero passati i suoi denti.
Finalmente era riuscita a unire le loro labbra in un bacio piu'
intenso dei precedenti iniziando una lotta con la lingua di lui,mentre le mani
erano scese sulla camicia di Draco e avevano iniziato ad aprire i bottoni
bianchi.
-Luna
aspetta...-aveva detto Draco staccando le labbra da quelle della donna e
guardandola.
-Che
senso ha aspettare ancora?-gli aveva detto lei guardandolo con sguardo
sicuro.
Aveva
finito di slacciargli la camicia e l'aveva aiutato a sfilarla,mentre lasciava
piccoli baci sulle spalle e sulla gola dell'uomo.
Una
volta libero dalla camicia,Draco era tornato a posarsi sulla sua bocca,lanciando
la camicia nella stanza,senza curarsi dove questa sarebbe
finita.
Ecco perchè era finita lì dietro...
Con lo sguardo ancora sulla camicia che teneva fra le mani,Luna non sentì la
porta della camera che si apriva:sentì soltanto Draco che si schiariva la gola
per attirare la sua attenzione.
Posò lo sguardo sull'uomo quasi completamente vestito,eccetto la camicia e
sentì il suo viso diventare bollente ancora una volta.
-Ciao-disse Draco,con voce apparentemente calma.
In fondo perchè dovrebbe essere nervoso?Non è la prima volta che tradisce
Astoria,deve essere abituato a situazioni del genere,pensò Luna.
Ma nessuna di quelle volte,la sua "compagna" era anche sua amica...
-Credo che questa sia tua-disse alzandosi dal divano e sorridendogli.
Gli andò incontro e gli porse la camicia:era meglio buttarla sullo scherzo
per evitare l'imbarazzo.
Draco annuì e prese la camicia dalle mani della donna.
Luna lo guardò infilarla e iniziare ad abbottonarla in silenzio:non c'era mai
stato quel silenzio strano fra di loro.
Forse all'inizio quando ancora non erano amici e
passavano tanto tempo insieme per via di Neville, ma adesso era strano risentire quel
silenzio imbarazzato fra di loro.
Era ora di spezzarlo,pensò Luna.
-Che si fa in questi casi?-domandò all'uomo.
Draco la guardò con aria interrogativa.
-Tu devi promettere che chiamerai,anche se poi non lo farai e io devo
chiederti di tornare il prima possibile,perchè senza di te mi manca il
respiro...
Giusto?-domandò con un sorriso divertito sulle labbra.
Draco la guardò e ghignò.
-Potresti anche dire che passerai le ore aspettando che il telefono
squilli-le suggerì finendo di abbottonare la camicia.
Luna rise leggermente.
-Questo accadrà solo nei tuoi sogni Malfoy-gli disse divertita.
Draco rise e annuì,senza allontanare lo sguardo dal viso di lei.
Prima che uno dei due potesse parlare di nuovo,Luna si alzò e si diresse
verso l'uomo ed in silenzio gli sistemò il colletto della camicia,sfiorandogli la
pelle nuda del collo con la punta delle dita.
Non era la prima volta che lo faceva,ma quella volta,dopo quello che era
appena successo fra loro,Draco sentì la pelle d'oca lungo il braccio.
-Neville sarà in ansia per le sue cose,è meglio che vai-disse
Luna,allontanandosi.
Come risvegliandosi da un sonno ipnotico,Draco si ricordò il vero motivo per
cui era andato da lei e si voltò verso le scatole di cartone che ancora
aspettavano sul tavolo del salotto.
Si diresse verso di loro e ne prese una per ogni mano,prima di voltarsi verso
la donna.
-Per qualsiasi cosa,chiamami-le disse serio.
Luna annuì,poi gli andò accanto e gli diede un bacio lieve sulla
guancia,senza malizia alcuna, salutandolo come faceva sempre.
Draco vide il viso della donna allontanarsi e le sorrise leggermente.
-A presto-le disse.
Lei annuì di nuovo e lo guardò smaterializzarsi.
L'attimo dopo era sparito.
Era arrivato ad Hogwarts l'istante dopo aver lasciato l'appartamento di Luna.
Appena aveva messo piede nel suo ufficio,aveva gettato le scatole di Neville
su uno dei banchi ed era letteralmente corso nel bagno per buttarsi sotto la
doccia.
Mentre faceva diventare l'acqua bollente si era spogliato,lasciando tutti i vestiti
sul pavimento, incurante del caos che stava creando.
Era nel panico!
Si gettò sotto le goccie bollenti e non appena l'acqua toccò la sua pelle,si
lasciò scappare un grido,come se volesse allontanare,cancellare quello che era
successo.
AVEVA FATTO SESSO CON LUNA!!
Quello che all'inizio era sembrato soltanto un bacio consolatorio,che poteva
benissimo concludersi con una ricca risata da parte di entrambi,era finito con
una selvaggia...
NO!
Non doveva pensarci!Non poteva pensarci!
Accidenti era Luna,l'unica che avesse mai considerato sua amica...
Sicuramente non poteva addossarsi l'intera colpa di quello che era
successo:lui si sarebbe fermato anche al primo bacio,quello che le aveva dato
senza riflettere,quasi per farla sentire piu' sollevata.
Però i suoi occhi l'avevano convinto ad andare avanti,e quando lei lo aveva
baciato,non aveva saputo fermarsi.
Le sue labbra invitanti e piene,che quasi chiedevano di essere prese a
morsi,il suo corpo che si incastrava perfettamente fra le sue braccia,le mani di
lei fra i suoi capelli...
S'impose di calmarsi:anche sotto l'acqua della doccia,quei ricordi gli
stavano facendo lo stesso effetto di poco prima!
Chiuse con violenza l'acqua e uscì dalla doccia,infilandosi nell'accappatoio
verde e argento,tornando poi in camera da letto.
Con un colpo di bacchetta accese lo stereo e fece partire la sua canzone
preferita in momenti come quelli e si sedette sul bordo del letto,lo sguardo
rivolto alla finestra smerigliata.
"I hope you're feeling happy
now;
Just because you feel good doesn't make
it right
"
Si era sentito bene quando tutto era finito,quando si era addormentato
accanto a lei...Ma quando si era risvegliato e aveva visto il letto vuoto e gli
erano tornato alla mente quello che era successo,si era sentito una merda:poteva
aver rovinato tutto in un colpo solo.
"How do you remember
me?
The one who made you laugh
untill you cried,
I hope you're feeling
happy now "
Cosa sarebbe successo adesso?Avrebbe perso l'amicizia di Luna?
Avevano scherzato e fatto i buffoni come al loro solito,ma le cose sarebbero
cambiate fra di loro?
Sentì bussare alla porta e ebbe appena il tempo di voltare la testa verso la
porta della stanza che Neville entrò.
-Finalmente sei tornato...Cominciavo ad essere preoccupato-disse vedendo
l'amico seduto sul letto.
-Perchè?-domandò Draco spegnendo lo stereo.
-Credevo che se la fosse presa anche con te-disse Neville appoggiandosi alla
scrivania e guardando l'amico.
-Non ne aveva motivo,non sono io che l'ho tradita-disse Draco,non riuscendo a
resistere alla cattiveria.
-Molto divertente Dray.Sei riuscito a prendere le mie cose?-gli domandò
cambiando discorso.
-Ho lasciato tutto di là-disse Draco dandogli le spalle.
Neville lo guardò qualche istante in silenzio,poi parlò di nuovo.
-Era molto arrabbiata?-gli domandò improvvisamente preoccupato per la
donna.
Stranamente,Draco sentì un fuoco bruciare all'altezza dello stomaco:non
sopportava quando l'amico si comportava in quel modo.
L'aveva lasciata,l'aveva fatta diventare lo zimbello di Hogwarts eppure
ancora si preoccupava per lei!
Certe volte era un vero idiota...
-Si Neve era arrabbiata,ma non con te;ce l'aveva con sè stessa per non averti
scaricato appena avevi iniziato a tradirla-gli disse spazzolando i capelli
ancora bagnati e lanciandogli uno sguardo di fuoco attraverso lo specchio.
Neville lo guardò qualche istante in silenzio,come se avesse bisogno di
qualche attimo di pace per assimilare quella notizia.
-Ma lei non ha nessuna colpa...-disse alla fine,quasi senza rivolgersi a
Draco.
-Infatti-fece l'altro.
Neville annuì piu' volte,perso nei suoi pensieri poi alzò di nuovo lo sguardo
sull'amico.
-Adesso sarà meglio che vada...Ci vediamo a cena-disse il moro aprendo di
nuovo la porta e senza dire altro uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle
spalle.
Draco si lasciò cadere sul letto,affondando con la schiena nel piumone
freddo,gli occhi rivolti verso la tenda verde smeraldo che copriva il letto a
baldacchino dagli sguardi esterni.
La sua amicizia con Neville era compromessa?Sicuramente l'altro non sarebbe
mai venuto a conoscenza di quello che era successo fra lui e Luna,a meno che non
fosse stato lui a confessarglielo.
Avrebbe dovuto comportarsi come faceva di solito...
Era stato solo uno sbaglio,qualcosa che non doveva accadere,si disse mentre
si avvicinava all'armadio per scegliere i vestiti adatti per la cena.
Allora perchè non riusciva a distogliere la mente da quello che era
successo?
Le sue mani erano senza
peso.
Leggere e morbide le
accarezzavano tutto il corpo,partendo dalle spalle candide che sembravano aver
ripreso un pò del chiarore dei suoi capelli,per poi soffermarsi per qualche
istante sulla pelle delicata della gola,stuzzicandola con la punta delle
dita.
Avevano continuato la loro
discesa,accarezzandole un braccio nudo e faendole venire la pelle
d'oca,fermandosi poi una volta arrivata alla mano per intrecciare le sue dita
con quelle della donna.
I suoi occhi l'avevano
interrogata,scavando nel profondo,quasi avesse bisogno di un'ulteriore
conferma,di un'altro permesso per andare avanti in quella volontaria invasione e
per rassicurarlo lei aveva sorriso,avvicinando poi il viso a quello di
lui,staccando di poco la schiena dal morbido divano,fino ad incontrare le labbra
dell'uomo che l'avevano accolta affamate.
Erano capaci di farla
gemere anche solo con un bacio,sfiorandole l'interno della bocca con la punta
della lingua...
Aveva stretto le braccia
intorno alla sua vita,avvicinandolo di piu' a sè,avvertendo il suo peso contro
il proprio corpo,senza mai staccare le labbra da quelle dell'uomo,come se da
quel bacio dipendesse la sua sopravvivenza.
Il bacino dell'uomo aveva
sfiorato il suo,facendole sentire per la prima volta la sua eccitazione
nascente.
Aveva aperto gli occhi e si
era scoperta a sprofondare nell'argento dei suoi occhi che ora sembrava quasi
nero.
L'uomo si era staccata da
lei e,senza una parola,aveva afferrato i due lati del top che lei ancora
indossava e l'aveva tirato verso l'alto,lasciandola soltanto con il reggiseno
bianco dalle spalline trasparenti.
Aveva gettato il top per
terra,come prima aveva fatto con la camicia ed era rimasto qualche istante in
silenzio,semplicemente guardando il suo corpo
semisvestito.
-No...Non guardarmi,mi
vergogno-gli disse lei mettendo entrambe le mani sul viso,per evitare il suo
sguardo.
Senza dire una
parola,l'uomo le aveva tolto le mani dal suo viso e l'aveva guardata con
un'espressione seria.
-Non hai niente di cui
vergognarti...-le aveva detto.
-Luna!Luna,mi ascolti?-
Una voce la allontanò da quel sogno ad occhi aperti e la riportò con i piedi
per terra...
Ancora un'altro di quei maledetti sogni!!!
Si voltò verso Ginny,che ancora la guardava leggermente sorpresa e le rivolse
un sorriso,prima di scuotere la testa per tranquillizzarla.
-Scusa ero sovrappensiero...Che stavi dicendo?-le domandò andandole
vicino.
Era andata da Ginny proprio per cercare di cambiare aria,visto che ogni cosa
in casa sua sembrava ricordarle quello che era successo ormai una settimana
fa...ma non sembrava funzionare.
Ormai era tutto riaffiorato alla memoria,facendole riprovare ogni volta le
stesse sensazioni che aveva sentito con Draco,ed ogni volta era in posti poco
consoni a quel genere di sogni:una volta era in negozio,l'altra dentro la
vasca,una volta addirittura mentre era al supermercato a fare la spesa.
Sempre le scene piu' torbide,che la facevano arrossire e che rendeva quei
momenti di confusione ancora piu' imbarazzanti.
Chissà se a Draco succedeva la stessa cosa...
Da quando lo aveva salutato quel pomeriggio non lo aveva piu' visto;fra i due
sembrava lui quello piu' imbarazzato,anche se lei avrebbe scommesso il
contrario:in fondo era "esperto" nell'arte del tradimento,e doveva certamente
avere un manuale in cui era scritto come comportarsi in casi del genere.
Cosa rendeva il loro tradimento diverso dagli altri?In fin dei conti non era
neanche un vero tradimento da parte sua,visto che lei e Neville non stavano piu'
insieme.
Certo doveva considerare la questione dal punto di vista dell'uomo:era lui
quello sposato,ed era sempre lui che si era portato a letto la donna del suo
migliore amico.
Come doveva considerarsi:un'altra tacca sulla infinita lista di conquiste di
Draco Malfoy...Oppure lei era qualcosa di diverso?
Che accidenti era successo fra loro?Era stato solo sesso,o qualcosa di
piu'?
Non era una bambina,quindi sapeva benissimo di non essere innamorata di
Draco,vista anche il modo disastroso in cui si era conclusa la sua ultima,e
anche unica,relazione...
Magari tutto quello di cui aveva bisogno quel giorno era qualcosa che le
risollevasse il morale e l'aiutasse a non pensare.
-Base Terra chiama Luna!Rispondi!-sentì di nuovo la voce di Ginny.
Si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e vide l'amica che le
sorrideva divertita.
-Si può sapere che accidenti hai oggi?-le domandò la rossa,poggiando sul
tavolo un bicchiere di vino per lei.
Luna scosse un'altra volta la testa e si avvicinò al tavolo per prendere il
suo bicchiere.
-Scusami,ero un pò sovrappensiero-le disse prima di posare le labbra sul
bicchiere per un piccolo sorso.
-Me ne ero accorta...Stavi pensando a Neville?-le domandò,assumendo un tono
comprensivo.
Luna la guardò e,dopo qualche istante d'incertezza,annuì.
Non sempre la verità è la cosa piu' giusta da dire.
Ginny era da sempre la sua migliore amica:sapeva tutto della sua storia con
Neville,fin nel piu' piccolo dettaglio.
Era da lei che Luna era andata quando aveva capito di essere interessata a
Neville,anche per riuscire a strapparle qualche informazione in piu' sul
ragazzo,ed era stata la prima che aveva saputo del loro primo bacio e della loro
prima volta,e le aveva confessato di provare un pizzico d'invidia per l'amica
vista la sua situazione con Harry.
Era sempre stata Ginny che l'aveva consolata quando Luna aveva scoperto il
primo tradimento di Neville e che l'aveva esortata a lasciarlo,trovando però un
muro di fronte a sè:Luna non era ancora pronta a lasciarlo.
Anche quando Luna era furiosa per il comportamento deplorevole di Neville,era
sempre stata Ginny che le aveva dato qualcosa da rompere e ridurre in
frantumi.
-Non credo dovresti perdere tutto questo tempo a rimpiangerlo...Non lo
merita-disse la rossa bevendo un sorso dal suo bicchiere.
Luna annuì ancora una volta e si avviò verso il divano,seguita
dall'amica.
Si sedettero una di fronte all'altra e per un'istante restarono in
silenzio.
-Hai ragione tu,hai sempre avuto ragione...anche quando io non volevo
ascoltarti.
Ho solo bisogno di un pò di tempo per convincermene.
Tu invece come stai?-le domandò partecipe.
Anche Ginny aveva i suoi problemi,ma cercava di non farlo pesare a nessuno
come era nel suo carattere.
Dalla fine della Battaglia,nessuno aveva piu' alcuna notizia di
Harry:sembrava sparito nel nulla.
Ron ed Hermione erano andati a cercarlo prima del loro matrimonio,ma senza
nessun risultato;anche Ginny aveva fatto un viaggio nei luoghi che credeva piu'
importanti per l'uomo,ma anche lei alla fine aveva dovuto arrendersi e tornare
alla Tana a mani vuote.
Tante volte Luna aveva consolato la ragazza che,abbracciata ad un cuscino,non
riusciva a smettere di piangere e di domandarle dove fosse Harry,come se lei
potesse darle una risposta.
Come sempre,anche quella volta Ginny sorrise tristemente e scosse la
testa.
-Al solito...Aspetto una persona che non vuole farsi trovare e che sembra non
avere nessun'intenzione di tornare.
E come se non bastasse ci si mette anche George a renderci la vita
difficile-disse allontanando i capelli dal viso.
Luna aggrottò le sopracciglia e restò in silenzio:sapeva che George non stava
passando un bel periodo,ma non credeva che fosse così grave.
-Ha cominciato a bere-disse Ginny.
-Io ero convinta che fosse astemio-disse l'altra.
Ginny scosse la testa.
-Da quando è morto Fred è come se volesse farsi del male...se volesse punirsi
per non essere morto insieme a lui-disse la rossa con uno sguardo infinitamente
triste negli occhi.
-Non ci credo...Voglio dire,io non lo conosco come conosco Ron però non lo
credo capace di fare una cosa del genere-disse bevendo un'altro sorso dal suo
bicchiere prima di posarlo a terra poco distante dal divano.
-Fidati!E' diventato un'altra persona:è burbero,chiuso,addirittura cattivo
certe volte.
Devi sentire le maledizioni che lancia tutte le sere a Ron soltanto perchè lo
va a prendere al pub e lo riporta a casa-le confidò la donna.
Luna posò la mano su quella dell'amica e le fece una smorfia buffa soltanto
per farla ridere:non sopportava di vederla triste.
Anche quella volta riuscì nel suo intento e per alcuni istanti nella stanza
risuonò il suono cristallino della risata di Ginny.
-Si sistemerà tutto vedrai...George ritornerà quello di sempre e anche Harry
ritroverà la strada di casa solo per farti diventare la signora Potter e farti
sfornare tanti bambini uguali a lui-le disse sicura.
Ginny annuì e sorrise leggermente divertita.
-Speriamo che le tue doti divinatorie funzionino...-le disse.
-A dire il vero la Cooman ha sempre detto che il mio terzo occhio era fuori
fuoco...Non ho mai capito cosa intendesse-disse la bionda seria.
Quella considerazione portò Ginny a ridere quasi fino alle lacrime,non tanto
per le parole,ma per il tono serio e convinto con cui erano state
pronunciate.
-Quasi dimenticato il vero motivo che mi ha portato qui-disse Luna
improvvisamente.
Uscire di casa per allontanare il pensiero dal sesso con Draco,disse un voce
saccente nella sua testa.
Ginny la guardò curiosa e aspettò che lei continuasse.
-Neville è definitivamente uscito di scena,ma io ho tenuto
l'appartamento.
Il problema è che finchè stavamo insieme,Neve pagava metà dell'affitto e
delle bollette,mentre adesso devo far fronte alle spese da sola.
E qui entri in gioco tu-disse guardando la rossa con un sorriso.
Ginny aggrottò le sopracciglia e restò ancora in silenzio.
-Che ne dici di venire a vivere con me?-le domandò alla fine Luna.
-Cosa?-fece l'altra sorpresa.
-Sì!Pensaci sarebbe un pò come tornare ad Hogwarts!-disse Luna sistemandosi
meglio sul divano e guardando l'amica.
-Luna non lo so...-disse Ginny titubante.
-Ascolta Gin...
Sei la mia migliore amica e io non posso lasciarti da sola ad affrontare
tutto quello che sta succedendo nella tua vita,altrimenti che amica sarei?
Inoltre siamo entrambe sole e tristi per amore e se ti conosco bene,scommetto
che quasi ogni notte resti alzata fino a tardi a guardare film strappalacrime
con una vaschetta di gelato in mano,oppure affacciata alla finestra ad aspettare
di veder apparire una FireBolt o un gufo con una pergamena attaccata alla
zampa-disse Luna con voce calma e sicura.
Ginny non potè far a meno di abbassare lo sguardo alle parole dell'amica:era
tutto esatto,non aveva sbagliato neanche di una virgola.
-Quindi per evitare che tu ti riempa di brufoli e che io mi uccida con
qualche pianta dimenticata in giro per casa da Neville,è meglio che una tenga
d'occhio l'altra.
E l'unico modo per farlo è vivere insieme-concluse con un sorriso ad
illuminare il viso candido.
Ginny restò qualche istante in silenzio,riflettendo alle parole della donna,e
alla fine annuì.
-Ok,mi hai convinto-disse sorridendo.
Luna si tuffò sul divano abbracciando l'amica,che scoppiò a ridere non appena
la bionda atterrò quasi a peso morto su di lei.
-Ma sia chiaro!Voglio il controllo del telecomando e nessun'animale strano in
giro per casa-disse Ginny assumendo un'aria da dittatrice.
La lezione era finita da neanche cinque minuti.
Gli studenti,carichi dei loro libri,si accalcavano fuori dall'aula di Pozioni
cercando di uscire il piu' in fretta possibile da quella stanza.
Il professore era stato strano tutto il giorno:aveva dato loro un compito
piu' difficile del solito e quando un Tassorosso al terzo anno aveva provato a
farglielo notare,aveva ottenuto come risultato l'aggiunta di una pozione
supplementare da preparare nelle due ore di lezione.
Erano ormai due settimane che era diventato impossibile parlare con il
professor Malfoy:anche prima era scostante ed intrattabile,ma almeno riconosceva
i suoi errori e qualche volta era disposto ad aiutarti se era di buon'umore.
Ma da quindici giorni era nervoso e scattava al minimo accenno,come se fosse sempre in tensione;altre volte
invece lo avevano visto seduto sull'erba con lo sguardo fisso sul Lago
Nero, nonostante il vento freddo che aveva iniziato a soffiare e che gli
scompigliava i capelli perso nei suoi pensieri.
Stava iniziando ottobre,e presto le giornate si sarebbero accorciate,rendendo
i pomeriggi piu' bui e freddi.
Draco guardò gli studenti uscire velocemente dall'aula senza realmente
vederli:c'era un'odore strano nell'aula quel giorno.
Lo aveva notato fin dal primo momento che aveva messo piede nella
stanza...Un'odore che aveva riportato alla mente qualcosa che da giorni cercava
di allontanare con tutte le sue forze,e che ogni volta tornava a sopraffarlo con
le sue prepotenti sensazioni.
Ogni volta sempre piu' forte.
Chiuse gli occhi e ancora una volta si lasciò avvolgere da quel ricordo.
-Cos'è questo odore?-le
aveva domandato staccando le labbra da quelle della donna e annusando l'aria del
salotto.
Lei aveva sorriso,facendolo
inspiegabilmente eccitare:possibile che le bastasse così
poco?
-E' mughetto...Una candela
profumata al mughetto.
L'ho spenta poco prima che
tu arrivassi perchè so che non ti piacciono le candele-gli aveva risposto in un
sussurro.
Aveva fatto un piccolo
sorriso prima di calare di nuovo sulle labbra rosse e gonfie di lei,riprendendo
quella lotta che entrambi stavano imparando.
Si era allontanato dalle
sue labbra e,dopo averle lanciato un veloce sguardo e aver incontrato la
risposta curiosa di lei,si era staccato anche dal suo corpo,alzandosi dal
divano.
Le aveva preso la mano e
l'aveva fatta alzare,avvicinando le labbra a quelle di lei per un bacio
veloce.
Senza dire nulla era
tornato a sedersi sul divano con la schiena contro i cuscini,poi l'aveva
avvicinata a sè,facendola sedere sulle sue gambe ancora coperte dai
pantaloni.
Lei aveva sorriso e si era
sistemata meglio sulle sue ginocchia,allargando leggermente le gambe per essere
piu' comoda,poi lui aveva posato le labbra sul suo viso:su entrambe le guance,il
mento,scendendo poi sulla gola e mordendo la pelle morbida,aiutato anche da lei
che aveva reclinato all'indietro la testa.
Aveva posato le labbra
sulla pelle del torace trovandolo bollente mentre le mani si erano strette
attorno alla vita della donna,calandola verso il basso e avvicinandola a
sè.
Alle sue orecchie era
arrivato chiaramente il gemito profondo che era uscito dalla gola di lei,e
alzando lo sguardo sul suo viso,l'aveva vista ancora con la testa reclinata
all'indietro e con gli occhi chiusi,in un atteggiamento così naturale eppure
molto erotico.
La sua mano sfiorò la
schiena nuda della donna,seguendo il corso della spina dorsale,fino ad arrivare
all'aggancio del reggiseno.
L'aveva vista riaprire gli
occhi e aveva incontrato di nuovo il suo sguardo,perdendosi in quelle iridi
d'argento leggermente offuscate.
Le mani di lei si erano
posate come senza piu' forza sul suo torace nudo,seguendo la linea degli
addominali,come se avesse bisogno di allontanare la mente dalle mani dell'uomo
che trafficavano con il gancio del suo reggiseno.
Quando questo fu
slacciato,Draco aveva sfilato l'indumento con lentezza,quasi avesse paura di
farle male in qualche modo,senza mai staccare gli occhi da quelli di
lei.
Cosa stava pensando in quel
momento?
Cosa
sentiva?
Aveva avvicinato di nuovo
il viso a quello di Draco e aveva posato le labbra sulle sue,rendendo il bacio
appassionato fin dal primo istante.
Lui aveva sentito i seni
nudi della donna sfiorare il suo torace e provocargli quella piacevole frizione
che gli faceva venire i brividi lungo la schiena.
Aveva staccato una mano
dalla schiena di lei e aveva accarezzato la curva di un seno prima di posare la
mano piena intorno ad esso,accarezzandolo e
stuzzicandolo.
Ancora un'altro sussurro
dalle sue labbra:la sua eccitazione cresceva anche soltanto grazie a quei
piccoli lamenti...
Non era mai successo con
nessun'altra donna.
Si era allontanata dalle
sue labbra per riprendere fiato,e lui aveva accarezzato il suo sedere sodo
ancora coperto dai pantaloni leggeri,spingendola in basso contro la sua
erezione.
Senza parlare,lei si era
alzata e lo aveva guardato negli occhi.
Gli aveva teso una mano che
lui aveva stretto quasi fiducioso e si era alzato, fermandosi accanto a
lei.
L'aveva seguita in camera
da letto,sempre tenendole la mano,neanche fosse un bambino o un'adolescente alle
prime armi.
Si erano richiusi la porta
alle spalle incuranti del rumore che questa aveva fatto
chiudendosi.
Il rumore di un'altra porta sbattuta lo fece tornare alla realtà.
Aprì gli occhi e trovò l'aula vuota:tutti gli studenti erano usciti,ma di
fronte a lui c'era Kevin Hugo,il professore di Trasfigurazione.
Draco si mise a sedere piu' composto e lo guardò,chiedendosi da quanto l'uomo
fosse lì.
Hugo era stato un Serpreverde durante gli stessi anni in cui lui frequentava
Hogwarts e,anche se non avevano mai avuto la possibilità o la voglia di
frequentarsi,da quando erano professori avevano un rapporto di complicità e di
amicizia che era basato principalmente sull'appartenenza alla stessa Casa.
Era un rapporto diverso da quello che lo legava a Neville,ma ogni tanto era
piacevole avere una dose di cattiveria targata Serpreverde con cui
confrontarsi.
-Che ci fai qui?-gli domandò poggiando entrambe le mani sui braccioli della
sedia.
-Ti cercavo e i tuoi studenti mi hanno detto che eri ancora qui-gli disse
l'uomo sedendosi su uno dei banchi.
Kevin era un bell'uomo,ovviamente di famiglia Purosangue,con folti capelli
castani ricci che ogni volta ricordavano a Draco il Salvatore-Del-Mondo-Magico
Mr Potter,due occhi profondi e neri che sembravano capaci di attraversare il
proprio interlocutore da parte a parte,ed un fisico alto e possente.
-Qualche problema?-gli domandò ancora Draco.
Kevin scosse la testa,poi lo seguì con lo sguardo quando il biondo si alzò
dalla sedia e si diresse alle finestre per aprirle.
-Che fai?-
-Apro le finestre non lo vedi?C'è uno strano odore qui dentro-gli disse
l'altro acido.
-Io non sento nulla-disse l'altro dopo aver annusato l'aria intorno.
-Come mai sei qui?Hai bisogno di qualcosa?-domandò Draco,voltandosi verso
l'uomo.
Kevin annuì.
-Ci stavamo chiedendo,noi colleghi e anche gli studenti,cosa accidenti ti sta
succedendo in queste settimane-gli disse con tono tranquillo.
Draco aggrottò le sopracciglie e lo guardò.
-Ma di che parli?-domandò cercando di fare il vago.
Che i suoi turbamenti fossero così evidenti?
-E' da un paio di settimane che sembri un leone in gabbia;rispondi male a
tutti,studenti e colleghi e neanche Paciock è stato capace di dirci cosa ti
succede...
Non provare a mentire,perchè si vede benissimo che c'è qualcosa che non
va,quindi sputa il rospo e comincia a parlare.
Hai problemi con tua moglie?-gli domandò poi serio.
Draco lo guardò qualche istante pensieroso,poi decise di parlare:se non
avesse confessato a qualcuno quello che era successo probabilmente sarebbe
scoppiato.
-Chiudi la porta-gli disse.
Kevin si rizzò in piedi e andò a chiudere la porta dell'aula,dopodichè tornò
a sedersi sullo stesso banco,guardando in attesa Draco.
Il biondo era tornato a sedersi dietro la sua scrivania e dopo aver
incontrato lo sguardo dell'uomo per qualche istante,aveva allontanato lo
sguardo,cercando le parole per iniziare.
-E' successo qualcosa di inaspettato...-cominciò.
Kevin rimase in silenzio,in attesa.
-Qualcosa che non avevo assolutamente programmato e che mi ha letteralmente
sconvolto...E adesso non so come comportarmi-gli disse alzando gli occhi su
Kevin.
-Qualcosa di grave?-domandò l'altro.
Draco scosse la testa.
-Sono andato a letto con una persona...Una donna...-continuò.
-Chi?-domandò l'altro sempre serio.
-Non posso dirtelo-fece Draco,protettivo verso Luna.
-La conosco?-domandò ancora Kevin.
-Hai finito con le tue domande?Tanto non te lo dico chi è-ribattè Draco di nuovo acido.
-Ok,scusa...Continua-
-Fin dalla prima volta che ci siamo incontrati siamo sempre stati amici,e io
non l'ho mai vista come una possibile amante o una conquista...E' l'unica donna
di cui sono amico senza esserci stato a letto...Ormai non piu'-realizzò
tristemente.
-Allora cosa ti ha fatto scattare la molla del sesso?-gli domandò Kevin
poggiando i gomiti sulle ginocchia.
Draco lo guardò e sospirò:come spiegargli qualcosa che non aveva capito
neanche lui?
-Ero andato da lei per consolarla...E sembrava anche che fossi riuscito nel
mio intento:l'ho fatta ridere.
Stavo per andare via,quando l'ho vista triste e mi è venuto istitintivo
abbracciarla-gli raccontò.
-Ed è stato allora che Luna ti ha baciato-disse Kevin convinto.
Draco strabuzzò gli occhi e guardò l'uomo.
-Come hai...-domandò senza riuscire a finire la frase.
-Sono un Serpreverde come te Draco...E faccio parte di questa scuola,quindi
ho sentito anche io della triste storia fra Paciock e la sua ragazza.
Come se non bastasse quella volta ti ho visto al Lago Nero mentre cercavi di
consolarla...Lei non faceva che insultarti-ricordò l'altro con un sorriso
divertito.
Draco lo guardò in silenzio qualche istante e poi annuì.
-Ok,sì è Luna...Ma non deve uscire da questa stanza-disse improvvisamente
serio.
Kevin annuì.
-Continua-disse.
Draco sospirò e per un'istante si abbandonò contro lo schienale alto della
sedia,raccogliendo i ricordi.
-Sono stato io che l'ho baciata...E poi non siamo piu' riusciti a
fermarci-concluse.
Kevin lo guardò per alcuni istanti,mentre Draco tornava a posare la testa
sullo schienale chiudendo gli occhi.
-Cos'è che ti sconvolge tanto?-gli domandò poi l'amico.
Draco espirò forte ancora una volta.
-Non riesco a togliermela dalla testa:è successo due settimane fa e nei
momenti piu' impensabili ho dei flash su me e lei a letto insieme!
Non sono uno stinco di santo e non è la prima volta che tradisco mia
moglie,ma questa è la prima volta in assoluto che mi succede una cosa del
genere-gli disse riaprendo gli occhi e incontrando lo sguardo dell'altro.
-E lei che dice?-gli domandò.
Il biondo alzò le spalle.
-Non la vedo da quel giorno...Quando me ne sono andato abbiamo scherzato come
nostro solito,ma adesso non so come comportarmi.
Lei è uscita da una relazione tragica appena adesso e io sono sposato,quindi
non siamo proprio le persone ideali per il finale felice,non trovi?-gli disse
ritrovando una vena d'acidità nella voce.
-Magari non per il finale felice,ma per un pò di sesso in allegria sì-gli
fece notare l'altro.
Draco lo guardò corrugando la fronte:perchè quella cosa sembrava così volgare
detta da Kevin?
-Inoltre non hai parlato con lei:chi te lo dice che lei voglia infilarsi in
un'altra storia e che voglia il finale felice?
Specialmente dopo quello che ha passato con quell'idiota di Paciock-fece
Kevin.
Draco guardò l'amico riflettendo sulle sue parole:e se avesse ragione
lui?
-Prova ad andare da lei e vedere che succede:se va bene,diventerete
amanti...-fece Kevin scendendo dal banco.
-E se va male?-
-Almeno l'avrai fatta pagare a Paciock-concluse Kevin con un sorriso
tipicamente Serpeverde.
Non era la prima volta che il campanello suonava a tarda ora,ma da quando si
era lasciata con Neville,non riceveva piu' visite ad orari così strani.
L'orologio che aveva sul comodino faceva le due e mezzo di notte,ma Luna
sperava di aver visto male a causa del sonno.
Il campanello continuava a suonare e lei,strofinandosi gli occhi si avviò
verso la porta.
-Arrivo!-disse dal corridoio rivolta allo scocciatore.
Per fortuna Ginny avrebbe traslocato soltanto l'indomani,altrimenti avrebbe sicuramente
cambiato idea per quelle visite notture inopportune.
Aprì la porta senza togliere la catena e restò un'attimo sorpresa vedendo chi
c'era sul pianerottolo.
-Che ci fai qui a quest'ora?-gli domandò.
Draco era vestito in abiti babbani,e sembrava incredibilmente sollevato che
lei gli avesse aperto.
-Mi fai entrare?-le domandò in un sussurro.
Luna richiuse la porta e tolse la catena per poi aprire di nuovo e far
entrare Draco.
Questi le rivolse un sorriso di ringraziamento e entrò nell'appartamento.
-Grazie...Credo che uno dei tuoi vicini mi stesse spiando da dietro la
porta-le disse voltandosi a guardarla.
Luna richiuse la porta e senza parlare si diresse verso il salotto.
-Vai da qualche parte?-le domandò l'uomo vedendo le scatole di cartone che
erano in giro per il salotto.
Luna sbadigliò e scosse la testa.
-Ho chiesto a Ginny di venire a vivere con me...Quelle sono le sue
cose-spiegò la donna sedendosi sul divano.
Draco annuì e restò in piedi,come se avesse bisogno di una distanza di
sicurezza.
-Draco hai idea di che ore sono?-gli domandò la donna appoggiando la testa ai
cuscini del divano e chiudendo gli occhi.
Luna indossava soltanto da una camicia blu da uomo sicuramente di Neville,i capelli erano sparsi
sui cuscini e sul divano facendole da corona,e lui la vide allungare le
gambe nude sul divano e si ritrovò a deglutire anche se aveva la
gola secca.
Di nuovo lo stesso effetto...
Senza parlare,senza quasi pensare Draco fece i pochi passi che lo dividevano dal
divano e fu su di lei;Luna ebbe appena il tempo di riaprire gli occhi prima che
lui fosse seduto sul bordo del divano accanto a lei e le labbra le coprissero la
bocca.
Annaspò come se fosse andata sott'acqua senza aver preso un respiro e lo
allontanò da sè,restando a guardarlo sorpresa.
Lui la guardò con uno sguardo colpevole:sapeva di aver fatto la mossa
sbagliata,ma non aveva saputo resistere,era stato piu' forte di lui...
Voleva di nuovo le sue labbra,e adesso che l'aveva assaggiate anche se per
poco,voleva di piu'.
Ma non avrebbe fatto nulla senza il suo permesso.
-Scusami...So che non avrei dovuto.
Ma non faccio altro che pensare a quello che è successo fra noi...Non riesco
a togliermelo dalla testa-le disse con lo sguardo su di lei.
Luna sorrise,sopresa da quella confessione.
-Veramente?
Draco annuì e incontrò gli occhi della donna.
-Mi torna in mente nei momenti piu' sbagliati:nei sogni,nella
doccia...addirittura a lezione!-le confessò.
Luna rise,facendo sorridere anche lui.
-Anche a me succede la stessa cosa-gli confessò.
-Giura!-fece l'uomo.
Luna rise e annuì piu' volte.
-L'altro giorno stavo parlando con Ginny e non riuscivo a seguire quello che
lei stava dicendo perchè avevo la testa piena di immagini di noi due insieme-gli
disse.
Draco le prese una mano e le baciò il dorso di questa.
-Non ti sei fatto piu' sentire...-gli fece notare lei.
Draco abbassò lo sguardo,sentendosi un pò colpevole.
-E' vero...Ma non sapevo cosa pensavi di quello che era successo fra me e
te.
Da allora,non passa giorno che non ti desideri,che pensi a noi due...-le
disse senza alcun'imbarazzo.
Luna sorrise.
-Allora mi trovi sexy!-disse allegra.
Draco la guardò senza capire,poi ricordò la domanda che gli aveva fatto quel
giorno e da cui poi era cominciato tutto.
Sorrise e posò una mano su una gamba nuda.
-Ti trovo molto sexy...-confermò lui.
Luna sorrise e avvicinò una mano al suo torace,ancora coperto dai
vestiti,sfiorandolo con la punta delle dita.
-Però sono sposato...E tu sai che non...-iniziò con tono serio.
Era giusto mettere le cose in chiaro subito:così Luna poteva decidere cosa
era piu' giusto fare.
Lei interruppe le sue parole mettendogli un dito sulle labbra e quando lui
incontrò il suo sguardo,la vide scuotere la testa.
-So quello che faccio...L'ultima cosa che voglio adesso è l'amore eterno-gli
disse scostando la schiena dal divano e avvicinandosi all'uomo.
Con lo sguardo fisso nei suoi occhi,Draco la vide avvicinarsi finchè le
labbra della donna non furono sulle sue,morbide e piene come le ricordava.
Allacciò le braccia attorno alla vita di Luna e la strinse a sè,ricambiando
il bacio della donna,sfiorandole le labbra con le sue e accarezzandole con la
punta della lingua.
La spinse dolcemente sul divano,facendola sdraiare di nuovo e si sdraiò su di
lei,accarezzando il corpo seminudo con lentezza e con bramosia.
Fecero l'amore sul divano con passione e senza fretta,scoprendosi a vicenda,
e dopo che ebbero raggiunto l'orgasmo,lei lo prese di nuovo per mano e lo guidò
verso la camera da letto,dove si addormentarono uno accanto
all'altra.
Salve a
tutti!!!
Volevo
ringraziare tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e che mi
hanno seguito in questa nuova "avventura"!
Chiedo
scusa x eventuali errori di battitura e di ortografia.
LE
canzoni usate in questo capitolo sono "Hedonism" degli Skunk Anansie e "I'll be the
one" dei BackStreet Boys per il
titolo.
E ora i
ringraziamenti:Sarina87(Chi legge
le mie ff non crederà mai che il personaggio di Neville mi piace,ma x le mie
storie è di troppo),Jellicalcat(Veramente il titolo del primo capitolo è legato alla canzone di
Craig David che si chiama proprio "I just don't love you no more",che sembrava
perfetto x quel capitolo),Alemalfoy(Sono contenta che tuo marito abbia apprezzato!Anche io ho sempre
visto Draco cm una povera vittima di Lucius,anke se la Row si ostina a dire che
lui in realtà è cattivo...Non ci credo mica!),XXXSailorKikaXXX(Grazie x il
complimento,tr buona!Devo essere veramente brava se sn riuscita a farti piacere
le Ron/Herm...Ovviamente sto scherzando!),Lallina88(Nn dirmi che sei ancora a
rischio infarto,ti prego!Che ne pensi?),Potterfanlalla(Il destino se si
accanisce contro una persona riesce a cambiarla completamente,e così è successo
con Draco...),Ninny(Sei
rimasta soddisfatta o ti aspettavi qualcosa di piu?),Lilla4eve(Un dongiovanni triste...Il
suo matrimonio nn è dei piu' felici e lui cerca un "ripiego"
altrove).
Bene per
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Incontri
e ripensamenti"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Incontri e ripensamenti ***
incontri
Ottobre stava quasi per finire;la pioggia nell'ultima settimana non aveva
dato tregua ai londinesi e anche Luna e Ginny avevano avuto problemi a causa di
alcuni violenti nubifragi che avevano allagato il negozio a Diagon Alley.
Ginny aveva finito il suo trasloco e da quasi tre settimane era andata a
vivere con Luna, ricreando quell'atmosfera che c'era nel dormitorio femminile ad
Hogwarts:il venerdì sera affittavano qualche film e passavano la sera sul divano
con una scodella di pop-corn o del gelato Ben & Jerry, neanche fossero
tornate adolescenti.
Si erano divise i compiti:la mattina Luna si occupava della colazione e Ginny
pensava a rimettere in ordine e a pulire il bagno;poi si scambiavano i ruoli la
settimana successiva.
Andavano al lavoro insieme e avevano iniziato a considerare la possibilità di
aprire un'altro negozio nella Londra babbana:quello di Diagon Alley era sempre
pieno e molte volte erano costrette a rinunciare alle richieste dei
clienti,inoltre erano curiose di sapere se avrebbero avuto lo stesso successo
anche sui babbani.
Gli incontri fra Luna e Draco continuavano,ma nessuno,neanche Ginny ne era a
conoscenza: Draco arrivava a notte fonda e se ne andava sempre prima che Ginny
si alzasse.
Una volta si erano incontrati anche in pieno giorno,in un'albergo di Diagon
Alley,ma dopo la prima volta si erano trovati d'accordo che tentare di nuovo
sarebbe stato troppo rischioso per l'uomo:anche se non amava piu' Astoria,non
voleva ferirla.
Per la notte di Halloween,Ginny e Luna erano andate a fare razzie in giro per
i migliori negozi di Londra e di Diagon Alley,per arredare al meglio il negozio
e la casa;avevano passato quasi due ore per arredare tutto l'appartamento e alla
fine il risultato era perfetto.
Tutta la casa era coperta di ragnatele bianche e nere,scheletri erano appesi
nei posti piu' impensati e cadevano all'improvviso dal soffitto,una zucca era
stata scolpita e accesa per poi essere lasciata fuori di fronte al
campanello,insieme a vari ragni di gomma molto simili a quelli veri.
Era la casa meglio decorata della loro strada.
Ginny e Luna erano state invitate ad una festa,dopo aver finito di consegnare
i dolci ai bambini del quartiere ed aver fatto a loro volta un veloce giro per
le case in cerca di dolcetti,ed entrambe avevano deciso di accettare:adoravano
Halloween!
Era l'unica festa in cui potevano essere veramente per loro...Erano o no
delle streghe?
Entrambe le donne erano al negozio quel pomeriggio,quando insieme ad un
gruppo di clienti entrò anche Ron.
-Che sorpresa!E' da un pò che non ti vedo-disse Ginny andandogli incontro e
dandogli un bacio sulla guancia.
Ron ricambiò il bacio e le sorrise,leggermente imbarazzato.
-Scusa,ho avuto veramente tanto da fare...Il lavoro,il matrimonio...-le disse
per giustificarsi.
-Come sta Hermione?-s'intromise Luna,che aveva congedato gli ultimi clienti e
si era unita al discorso.
-Come vuoi che stia?Dopo un'anno ci si abitua anche al peggiore dei mali-fece
Ginny scherzando.
Ron le fece una smorfia provocando le risate da parte di entrambe.
-Molto divertente...Sta bene e spera terribilmente che tu dica di sì-disse
Ron guardando sua sorella.
Ginny lo guardò con aria interrogativa.
-C'è una cosa che devo chiederti-le disse l'uomo tornando serio.
Ginny si avvicinò al bancone e si sedette su uno degli sgabelli da bar
babbani che erano in bella mostra,ma che ancora nessuno si era arrischiato a
comprare:troppo "moderni" per il gusto dei maghi.
-Ecco cosa ti ha spinto fin qui!-disse Ginny tornando a guardare Ron.
Luna si appoggiò con i gomiti sul bancone e guardò Ron in attesa,leggermente
curiosa di sapere qual'era il favore di cui aveva bisogno:aveva dimenticato
qualche ricorrenza e aveva bisogno di un regalo all'ultimo momento?
-Dai fa la seria per un'attimo,si tratta di George-le disse Ron.
Come se avesse pronunciato una parola segreta o un'incantesimo,il sorriso
sparì dal viso di Ginny e lei guardò attenta Ron.
-Che è successo?-gli domandò.
-Ho bisogno che tu lo tenga d'occhio questa sera-le disse.
Le spiegò che lui ed Hermione avevano intenzione di festeggiare il loro
anniversario in anticipo per colpa di un'impegno di lavoro della donna,che
l'avrebbe portata fuori Londra proprio nei giorni dell'anniversario.
-Però non posso avere sempre il pensiero fisso di George,e l'ansia per quello
che sta facendo o che gli può capitare-le disse ancora Ron.
Ginny annuì.
-Hai ragione-
-Non può restare da solo neanche per una sera?-domandò Luna colpita dalle
espressioni serie e dal tono preoccupati dei fratelli Weasley.
Ron annuì.
-Potrebbe...Ma poi dovremmo andarlo a recuperare in qualche bettola o in
guardina,sperando che non abbia niente di rotto-le rispose l'uomo.
Luna annuì pensierosa.
-Puoi fare questo per me?-domandò ancora Ron,tornando a guardare sua
sorella.
-Veramente noi...-fece per dire Ginny.
-Sta tranquillo Ron...Goditi la tua serata con Hermione,a George ci pensiamo
noi!-intervenne Luna prima che la rossa potesse finire.
Ginny guardò l'amica e le rivolse uno sguardo riconoscente,poi tornò a
interrogare il fratello sui luoghi dove George era solito andare a
ubriacarsi.
Ron informò entrambe dei pub che George frequentava di piu' e aggiunse anche
di aver avvertito i proprietari che quella sera lui sarebbe stato impegnato.
-Ho dato a tutti il vostro numero:nel caso succeda qualcosa,il proprietario
vi chiamerà e vi dirà di andarlo a prendere-spiegò Ron con tono quasi
professionale.
-E se io ti avessi detto di no?-domandò Ginny.
-Ti avrei pregato in ginocchio finchè non ti avrei convinto-le disse Ron
sincero
Ginny sorrise,poi guardò il fratello preoccupata.
-Fai questo tutte le sere?-gli domandò poi,rendendosi soltanto adesso
veramente conto quanto fosse pesante star dietro a George.
Ron le sorrise stancamente.
-Ogni singola sera-disse Ron semplicemente.
Luna e Ginny si guardarono e si sentirono leggermente in colpa:perchè non
aveva chiesto il loro aiuto prima?
Magari non poteva contare molto sui loro genitori,o su Percy che era tornato
ad essere il solito menefreghista per quanto riguardava gli affari di famiglia,o
su Bill che doveva occuparsi di Fleur e della piccola Victoire,ma sia Ginny che
Luna l'avrebbero aiutato volentieri facendogli sentire meno il peso di quella
situazione.
-Ok,poi dopo averlo recuperato che dobbiamo fare?-domandò ancora Luna.
Ron la guardò e questa volta si rivolse direttamente a lei.
-Dovete portarlo a casa a piedi,non provare a smaterializzarvi altrimenti
finisce che vi vomita addosso...Credetemi parlo per esperienza personale!
Lo fate camminare:questo oltre a rinfrescargli le idee,gli calma lo
stomaco...Poi lo buttate a letto e ve ne andate-concluse.
Entrambe annuirono.
-Sta tranquillo,ci pensiamo noi-ripetè Ginny.
Ron annuì e fece ancora un paio di raccomandazioni prima di prepararsi per
andare.
-Vi devo un favore...A tutte e due!-disse dando un bacio alla sorella e
salutando Luna.
Ginny sorrise e Luna annuì.
-Tranquillo,te lo ricorderemo al momento piu' opportuno!-disse Luna.
Ron rise e,dopo gli ultimi saluti,uscì dal negozio.
I soliti posti,le solite facce...Anche le solite bottiglie.
Ma oggi era una giornata diversa:era la notte di Halloween.
Erano quasi quattro ore che era seduto al bancone del pub,e aveva visto
streghe e maghi vestiti per la festa darsi appuntamento in quel locale prima di
andare a fare "Dolcetto o Scherzetto"... Maghi giovani,forse con qualche anno
piu' di lui,e anche qualche vecchio stregone che nella nebbia dell'alcool gli
faceva tornare in mente Silente.
Chissà se il vecchio Preside si era mai mascherato per la festa di
Halloween?
Bevve quello che restava nella sua pinta di Burrobirra e la posò sul
bancone,facendo subito un cenno a Joe perchè gliene versasse un'altra.
Non era mai stato un grande bevitore,ma adesso le cose erano cambiate e
poteva permettersi un bicchiere ogni tanto...
Una volta alla settimana...
Ogni giorno...
Adesso era spezzato,mutilato,aveva perso una parte di sè stesso;non c'era
piu',anche se non aveva nessuna cicatrice che lo dimostrava:aveva perso
Fred.
Aveva perso la persona che sapeva tutto di lui,quella con cui aveva passato
piu' tempo della sua vita,con cui non aveva bisogno di parlare perchè era sicuro
che avrebbe capito lo stesso...
Era come essere morto,ma continuare a vivere.
Nessuno,neanche la sua famiglia poteva minimamente immaginare come si
sentiva:loro avevano perso un figlio,un fratello...
Lui aveva perso la sua anima gemella,e non l'avrebbe piu' ritrovata in
nessun'altro.
Arrivò la nuova pinta di BurroBirra e subito ne bevve un sorso generoso:aveva
bisogno di allontantanare quei cattivi pensieri!
La notte di Halloween era sempre stata la loro notte:erano liberi di dare
sfogo ai loro scherzi e alla loro voglia di divertirsi senza preoccuparsi dei
rimproveri della madre o delle conseguenze.
In quei giorni il negozio faceva affari d'oro,ma quella era la cosa che
adesso gli importava di meno...avevano chiuso il negozio per seguire l'Ordine
quando le cose erano diventate pericolose ed ora che tutto era finito non aveva
ancora avuto il coraggio di riaprirlo:che senso aveva ritornare lì senza
Fred?
Era qualcosa che avevano creato insieme e senza di lui non voleva piu'
tornarci...forse era meglio venderlo,piuttosto che farlo ammuffire e riempire di
polvere.
Ancora un sorso dalla sua pinta:quei pensieri dolorosi dovevano
andarsene!
Non poteva pensare a Fred,non se voleva continuare a vivere...
Voleva veramente?
Allontanò il boccale sul bancone e poggiò il braccio sul piano,posando poi la
testa su questo.
Aveva bisogno di chiudere gli occhi per un'istante,staccarsi da tutto e
dimenticarsi dove si trovava....
-L'ho trovato!-disse Luna,guardando attraverso i vetri che affacciavano sul
pub.
Avevano ricevuto la telefonata neanche dieci minuti prima,mentre erano ancora
occupate con la consegna dei dolcetti ai bambini del quartiere.
Subito Ginny aveva atteggiato il viso ad un espressione preoccupata che
l'aveva fatta assomigliare in modo incredibile alla madre,e aveva promesso al
padrone del locale che sarebbero andate a prenderlo il prima possibile.
Era evidente che non sapeva come affrontare la situazione,cosi era toccato a
Luna prendere in mano le redini del comando.
-Forza mettiti il cappotto-le aveva quasi ordinato.
Ginny aveva annuito impercettibilmente e aveva fatto come le aveva detto
l'amica,seguendola subito dopo in strada.
Erano arrivate a Diagon Alley,senza scambiarsi neanche una parola:Ginny era
preoccupata per il fratello e Luna guardava le strade in cerca del pub.
Si voltò per cercare lo sguardo dell'amica e si accorse che gli occhi di
Ginny erano spenti,così le si avvicinò e le si mise a braccetto.
Ginny alzò gli occhi fino ad incontrare quelli di lei e le sorrise
timorosa.
-Non fare quella faccia!Non ti sto mica portando al patibolo-le disse con un
sorriso d'incoraggiamento.
La rossa annuì,quasi meccanicamente.
-Dì la verità:hai solo paura che ti vomiti sulle tue belle scarpe nuove-disse
ancora Luna cercando di sdrammatizzare.
Questa volta,Ginny si lasciò andare ad una piccola risata.
Ormai erano arrivate al pub dove doveva trovarsi George,e Luna staccandosi
dall'amica si affacciò ai vetri che davano sull'interno del locale per
cercarlo.
Spostò lo sguardo fra i vari tavoli senza però vedere la caratteristica testa
rossa dei Wealey,finchè non le parve di scorgerlo al bancone.
-Eccolo lì-disse facendo cenno a Ginny di venire avanti.
La donna si avvicinò al vetro accanto a quello di Luna e guardò verso il
punto dove le stava indicando l'amica:non appena vide suo fratello emise un
singhiozzo di stupore.
-Ce la fai ad entrare?-le domandò Luna guardandola.
Ginny restò qualche istante senza rispondere,poi annuì.
-Portiamolo a casa-disse prima di avvicinarsi alla porta e di spingerla.
Luna la seguì all'interno del locale ed entrambe si sentirono gli sguardi
degli avventori seduti ai tavoli fissi su di loro.
-Cos'hanno da guardare?Non hanno mai visto una donna?-domandò Luna,senza
ricambiare nessuno degli sguardi.
-Forse sono già ubriachi e pensano che siamo un'allucinazione-disse
Ginny.
Le due donne si misero ai due lati dello sgabello di George e restarono
qualche istante in silenzio,sicure che l'uomo si sarebbe accorto della loro
presenza;ma dopo qualche istante Ginny fece si schiarì la gola per attirare
l'attenzione dell'uomo.
-George...-lo chiamò con dolcezza.
George alzò leggermente la testa dal braccio a cui era appoggiato e posò lo
sguardo sulla sorella,ma per qualche istante Ginny ebbe qualche dubbio se la
vedeva realmente.
-G...Ginny?-le fece poi con voce chiaramente ubriaca.
La donna sorrise e annuì.
-Che ci fai qui?-le domandò l'uomo strascicando le parole.
-Siamo venute a prenderti-s'intromise Luna.
Sentendo una voce sconosciuta George si voltò,non senza fatica,e guardò per
qualche secondo l'estranea accanto a lui,frugando nella sua memoria per capire
se la conosceva o meno.
Luna gli sorrise,leggermente divertita dall'espressione divertita che l'uomo
aveva sul viso.
-Ci conosciamo?-le chiese alla fine George.
Luna guardò Ginny e la vide chiederle scusa per le parole del fratello:piu'
volte Luna era stata ospite alla Tana durante le vacanze estive,ma era
impensabile che nello stato in cui era George se lo ricordasse.
Luna tornò a guardare George e gli sorrise.
-Sono il tuo autista per questa notte:sono venuta per riaccompagnarti a
casa-gli disse.
L'uomo annuì,come per assimilare meglio quelle parole.
-Quindi che ne dici di scendere da questo sgabello e venire con me e tua
sorella?-disse rivolta direttamente a George.
George si mosse sullo sgabello e scivolò su questo,dando le spalle al
bancone.
-Sei molto meglio di Ron...Puoi tornare anche domani sera?-le domandò
guardandola.
Luna sorrise e alzò le spalle.
-Lasciamo fare al destino...Per il momento accontentatidi questa notte-gli
disse.
Ginny si voltò verso il barista e attirò la sua attenzione.
-Dobbiamo pagare qualcosa?-gli chiese.
L'uomo,guardò prima le due donne poi lanciò uno sguardo a George e infine
scosse la testa:quanta pena provava per le due donne?
-Allora possiamo andare a casa-disse Ginny tornando a guardare il
fratello.
Le due donne si misero accanto a George e lo aiutarono a mettersi in
piedi;l'uomo fece qualche passo senza il loro aiuto poi,appena uscito dal locale
iniziò a barcollare,così Luna lo prese sottobraccio.
-Ti dispiace se mi appoggio?Questa strada è troppo buia-gli disse.
George la guardò,ma la bionda ebbe qualche dubbio che la vedesse
veramente.
-Già,anche a me fa paura-disse Ginny seguendo l'esempio dell'amica.
Così camminando a braccetto,percorsero gran parte del tragitto,senza
parlare,godendosi quel particolare silenzio che sembra avvolgere la città appena
cala la notte e che svanisce alle prime luci dell'alba.
-A che pensi?-chiese Ginny all'amica.
Luna,con lo sguardo fisso davanti a sè ed il braccio ancora sotto quello di
George,alzò le spalle.
-Che ho voglia di una cioccolata calda:credi che ne sia rimasta un pò nella
dispensa?-domandò all'altra voltandosi a guardarla.
Ginny rise e si ravviò i capelli dietro l'orecchio.
-Cioccolata calda?A quest'ora...Certo che tu hai dei gusti davvero strani-le
disse George con la solita voce strascicata.
Luna lo guardò sorpresa.
-Perchè cosa c'è di male?-gli domandò.
-Tu cosa vorresti mangiare adesso?-gli fece eco la sorella.
-Niente,altrimenti finisce che vomito...Però quando mi sarà passata la
sbornia,voglio un bagel pieno di burro e un muffin con il doppio
cioccolato-disse l'uomo.
Ginny e Luna si guardarono e si sorrisero.
Erano arrivate nella via di casa e Ginny si staccò da George per cercare le
chiavi di casa da dentro la borsa.
L'uomo,approfittando della inaspettata "libertà" si voltò verso Luna e le
posò una mano sul braccio,in un gesto che la donna giudicò spinto dalla paura di
perdere l'equilibrio.
Luna si ritrovò il viso di George a neanche due centimetri dal suo e incontrò
per la prima volta i suoi occhi:due pozze di cielo si scontrarono e si fusero
con i suoi occhi e per un'istante,la donna rimase sorpresa dalla tristezza che
vi lesse dentro.
-Come mai non ti ho mai incontrato prima?-le domandò.
Luna distolse lo sguardo da quello di lui e sorrise,leggermente
imbarazzata.
-Si vede che non hai cercato nei posti giusti-gli disse scherzando.
Ginny aveva trovato le chiavi e tornò ad afferrare un braccio di
George,staccandolo così da Luna.
Il trio riprese a camminare verso casa e quando finalmente arrivarono e
furono dentro,l'impresa era compiuta:non appena occhieggiò il divano,George vi
si gettò sopra e nel giro di qualche secondo era caduto nel sonno.
Le due donne,per non disturbarlo e per non essere disturbate dal russare da
ubriaco dell'uomo,si chiusero nella cucina per quella cioccolata calda di cui
aveva parlato Luna.
-Come stai?-domandò la bionda a Ginny.
Lei sorrise e annuì.
-Sto bene...E' stata piu' facile di quanto credessi,forse perchè c'eri tu con
me-le disse sincera.
Luna fece un cenno con la mano come per allontanare il complimento.
-Per favore smettila o finirò per montarmi la testa-le disse.
Ginny sorrise e bevve un sorso dalla sua tazza.
-Quando si sveglia voglio dargli un rimedio di mia invenzione contro il mal
di testa da sbornia-le disse Luna.
Ginny corrugò la fronte.
-Tranquilla niente di illegale o di velenoso:era qualcosa che preparavo anche
per Neville-le spiegò.
Ginny,piu' tranquilla,alzò le spalle.
-Lulu' io vado a letto...Sono distrutta!-disse Ginny.
La donna annuì e le diede la buonanotte.
Per qualche minuto restò in cucina rigovernando e controllando nella dispensa
per essere sicura di avere tutti gli ingredienti necessari per domattina,poi si
diresse verso la sua stanza.
Passando nel salotto si fermò davanti al divano e guardò George che dormiva
sdraiato sul divano:una mano era poco distante dalla bocca,mentre l'altra era
abbandonata contro il ventre ed entrambe le gambe erano piegate all'altezza
dello stomaco.
Era un bell'uomo...
Per qualche strana ragione,era sorpresa dal trovarlo attraente:forse era
dovuto alla sua amicizia con Ron e Ginny,ma mai aveva pensato di poter trovare
attraente uno della famiglia Weasley.
Eppure...
Quegli occhi...quando prima l'avevano guardata,anche se con quello sguardo
offuscato e confuso da ubriaco,le era sembrato di sentire una
connessione,qualcosa che la collegasse con George.
Il naso regolare e la barba rossiccia che gli copriva le guance e il mento
gli dava un'aria maschia,quasi trasandata...forse era una scelta voluta.
Si riscosse dall'osservazione quando sentì un sonoro crack nella stanza.
Alzò lo sguardo dal volto di George e si trovò davanti Draco,poco distante
dal televisore.
-Che sorpresa-gli sussurrò.
Lo era davvero:non sapeva mai quando aspettarsi le sue visite.
Lui arrivava quasi sempre a notte fonda,come un tempo faceva Neville,e
restava finchè non sorgeva l'alba.
-Ho pensato di trascorrere Halloween insieme-le disse.
Luna sorrise e fece un passo verso di lui.
-Vuoi che andiamo a fare dolcetto o scherzetto?-gli domandò, prendendolo in
giro.
Draco ghignò divertito e con una mano l'avvicinò a sè per darle un bacio.
-Veramente avevo un'altra idea in mente...-le disse quando le sue labbra si
staccarono da quelle della donna.
-Ah,la notte dei morti viventi-lo prese in giro lei.
Draco rise e la baciò di nuovo,prima di allontanare il viso da quello di
lei.
Luna vide che si era accorta di George,ma non disse nulla:restò in silenzio
fra le sue braccia aspettando che lui parlasse.
-Che ci fa Weasley qui?-le domandò.
Luna lo prese per mano e lo portò nella sua stanza,per evitare che la
conversazione venisse intesa anche da Ginny o che George si svegliasse.
Una volta chiusasi la porta alle spalle,si voltò verso Draco e alzò le
spalle.
-Ti ho chiesto che ci fa qui Weasley-ripetè l'uomo.
-Questa è anche casa di Ginny,quindi è normale che suo fratello sia rimasto a
dormire qui-bisbigliò Luna.
Draco le lanciò qualche lampo di rabbia.
-Normale?Puzza quanto una distilleria di BurroBirra!-disse l'altro adattando
la voce ad un sussurro.
-Non fare il moralista...So benissimo che anche a te piacere bere-gli ricordò
lei.
-Ma io non mi riduco certo in quelle condizioni-ribattè testardo Draco.
-Cosa avrei dovuto fare allora?Accendere un cerino e dargli fuoco?-domandò
lei sarcastica.
Perchè se la prendeva tanto?George era ubriaco,e allora?Che male poteva
farle?
-Non sarebbe una cattiva idea-fece Draco.
-DRACO!-lo rimbrottò lei.
L'uomo restò qualche istante in silenzio,sorpreso che lei l'avesse
ripreso:doveva essere una cosa nuova per lui.
-Insomma mi spieghi qual'è il tuo problema?Si è soltanto fermato a
dormire-gli domandò.
Draco si scostò i capelli da davanti agli occhi e la guardò serio.
-Non sopporto i Weasley-le disse.
-Beh dovrai abituartici se vuoi che questa specie di relazione vada
avanti:Ginny è la mia coinquilina e probabilmente non sarà l'ultima volta che
George resta a dormire da noi-gli disse.
Perchè aveva detto quella cosa?Forse quella era la prima e ultima volta che
veniva chiesto loro di occuparsi di George...Perchè stava facendo di tutto per
irritare Draco?
-Allora perchè non chiedi a lui di farti compagnia?-le domandò lui
irritato.
E prima che lei avesse il tempo di pensare ad una risposta a tono,Draco si
smaterializzò.
Luna si lasciò scappare un sospiro frustrato.
-Stupido idiota!-
Credeva di poter decidere della sua vita soltanto perchè veniva a letto con
lei?
Aveva proprio sbagliato persona con cui fare il prepotente...
Mise il pigiama,si infilò nel letto e spense la luce decisa a non lasciarsi
prendere dalla rabbia per quello che era successo,ma restò sveglia per le due
ore successive a muoversi nel letto.
Draco la stava aiutando molto...La aiutava a non pensare,a non farsi prendere
dalla malinconia e dalla tristezza:ogni volta che aveva pensato al suo passato
con Neville e ne aveva provato nostalgia,Draco era sempre stato lì accanto a lei
per farle tornare il buonumore e a farle ricordare realmente com'era la sua vita
con Neville.
Il piu' delle volte i loro rapporti si limitavano al sesso:lui veniva la sera
tardi,proprio per quel motivo e anche lei non aveva voglia di impegnare sè
stessa e il suo cuore in una nuova relazione.
Le ferite bruciavano ancora troppo per riuscire a fidarsi di un'altro uomo
così presto.
Per questo le andava bene il rapporto con Draco:tutti e due sapevano fin dove
potevano spingersi e quanto potevano chiedere all'altro prima di diventare
troppo appiccicosi o melensi.
Perchè adesso si comportava in maniera così inconsuenta per lui?
Quando guardò per l'ennesima volta l'orologio sul suo comodino erano le tre e
mezza di notte:aveva iniziato a piovere e grosse gocce di pioggia cadevano
sull'asfalto e su tutto quello che si trovava in strada,facendole compagnia.
Si alzò e,dopo aver indossato la vestaglia,uscì dalla stanza e attraversò il
salotto buio cercando di fare il minimo rumore possibile.
Ma quando ormai era vicina alla porta della cucina,la luce accanto al divano
si accese,illuminando la stanza.
-Oh!Che idea stupida ho avuto-sentì dal divano.
Si voltò e vide George,ancora sdraiato sul divano,che si copriva gli occhi
con entrambe le mani.
Sorrise e si diresse verso l'abajour e vi mise sopra un panno colorato che
ebbe il doppio risultato di diminuire la luce nella stanza e di colorarla di
rosa chiaro.
George allontanò le mani dalla faccia e la guardò.
Luna lo vide corrugare la fronte e,involontariamente sorrise.
-Luna...-disse.
-Ciao George-lo salutò a bassa voce.
-Che ci fai a casa di Ron?-le domandò poi l'uomo.
Luna rise a bassa voce,poi si piegò sulle ginocchia e si portò all'altezza
dell'uomo.
-Non è casa di Ron...Sei a casa mia e di Ginny:non ti ricordi?-domandò
poi.
George storse le labbra in una smorfia di concentrazione e restò qualche
istante in silenzio,poi scosse la testa.
-Buio completo...Ho la testa che mi scoppia-le disse poi.
Luna annuì.
-L'avevo previsto:vieni con me in cucina che ho il rimedio giusto per te-gli
disse.
Detto questo si alzò di nuovo in piedi e si diresse verso la cucina senza
aggiungere altro.
Sentì dietro di sè il rumore dell'uomo che si alzava e con cautela la seguiva
verso la cucina,e dopo pochi istanti se lo trovò in cucina.
Si appoggiò alla parete della porta e le lanciò uno sguardo attento.
Intanto Luna,cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare
Ginny,stava cercando nei vari scaffali della cucina gli ingredienti per il suo
"rimedio miracoloso".
-Che vuoi fare?-le domandò George.
-Qualcosa che ti eviterà quel fastidioso cerchio alla testa
post-sbornia-disse lei.
George guardò gli ingredienti sul tavolo:c'era una scatola di uova,una
confezione di sciroppo per la tosse,un limone e una bottiglietta di tabasco.
-Sei sicura di quello che fai?-le domandò leggermente preoccupato.
Luna sorrise e prese un'uovo dalla confezione.
-Assolutamente-gli rispose.
George la osservò mentre versava l'uovo intero nel frullatore,seguito da una
dose abbondante di sciroppo per la tosse,il succo dell'intero limone e per
finire da alcune gocce di tabasco.
-Non credo che sopravviverò a quell'intruglio-disse guardando la pozione che
ora aveva assunto una strana colorazione marrone.
Luna sorrise e senza rispondere,gli passò accanto e uscì dalla cucina,per
tornavi neanche un minuto dopo con la bacchetta in mano.
George la vide puntare la bacchetta contro il frullatore e subito
dopo, questo iniziò a mescolare il tutto senza fare il minimo rumore.
Quando incontrò lo sguardo della donna,lei sorrise di nuovo posando la
bacchetta sul tavolo.
-Non voglio svegliare Ginny-gli spiegò.
George annuì e alzò le spalle:era piu' che normale.
La donna fermò il frullatore e versò l'intruglio in un bicchiere,che posò sul
tavolo poco distante dagli ingredienti che aveva usato per prepararlo.
-Buon appetito-gli disse poi guardandolo.
George la guardò e dopo qualche secondo scosse la testa.
-Non se ne parla proprio!Non ho nessuna intenzione di bere quella roba-le
disse.
Luna sorrise,leggermente divertita poi alzò le spalle.
-Il sapore non è poi così cattivo...Avanti non sarà peggio di tutta quella
robaccia che ti sei bevuto-gli disse.
-Lascialo giudicare a me...-le disse lui.
-Avanti,non fare il bambino-gli disse lei,sorridendo.
George si staccò dal muro e fece un passo verso il tavolo.
-Sei sicura che non ci sono pericoli?-le domandò.
Questa volta Luna rise,coprendosi poi la bocca con una mano in una mossa che
la fece sembrare quasi una bambina.
George la guardò qualche istante,poi sorrise;fece i passi che lo dividevano
dal tavolo e allungò una mano verso il bicchiere.
Lei lo vide afferrare la tazza e portarlo a pochi centimetri dal naso per
sentirne l'odore e sorrise nuovamente della smorfia che si disegnò sul suo
viso.
-Pensavo peggio-le disse.
Lei annuì e lo guardò mentre posava le labbra sul vetro del bicchiere e dava
un primo timido sorso.
-E' terribile come credevi?-gli domandò.
George bevve un secondo sorso e scosse la testa.
-Sa di fragola e tabasco...Non credevo potesse esistere una cosa del
genere-le disse.
Lei annuì.
-Nel giro di un quarto d'ora ti rimette a nuovo-gli promise.
Una volta finito di bere quell'intruglio George tornò a posare il bicchiere
sul tavolo e guardò Luna.
-Come mai mi trovo a casa vostra?-le domandò poi,come ricordandosi
all'improvviso di quel particolare.
Luna sorrise.
-Ron ed Hermione avevano un'appuntamento,così ci siamo offerte di
aiutarli...-
-Vi siete offerte per farmi la guardia,giusto?-domandò George diretto.
-Piu' o meno...A dire il vero siamo state assunte per farti da autisti-gli
disse prendendolo quasi in giro.
George sorrise e abbassò la testa,leggermente in imbarazzo.
-Beh,visto che mi sento meglio...Credo sia ora di levare il disturbo-le disse
tornando a guardarla.
-Il disturbo lo dai se te ne vai-ribattè lei.
George rialzò la testa e incontrò lo sguardo di Luna per cercare di
interpretare le sue parole.
-Se domani tua sorella non ti trova sul divano dove ti ha lasciato ieri notte
sicuramente ha un'infarto...Quindi ora te ne stai tranquillo e ti
rimetti a dormire-gli disse lei calma.
George sorrise.
-Anche perchè sono le quattro del mattino e i pub a quest'ora sono tutti
chiusi...La tua fuga sarebbe inutile-gli disse prendendolo di nuovo in giro.
George rise piano e incontrò di nuovo gli occhi della donna.
-Scommettiamo che ne conosco qualcuno ancora aperto?-le disse quasi per
provocarla.
-Preferisco non rischiare i miei soldi su qualcosa che so già persa in
partenza-rispose lei.
La risata di George rieccheggiò per tutta la stanza,riempiendola di sollievo
e di allegria.
I loro occhi si incontrarono di nuovo e per qualche istante restarono in
silenzio a guardarsi.
-Andiamo a dormire?-gli domandò poi Luna.
George,sempre con gli occhi in quelli di lei,annuì.
Luna seguì George fuori dalla cucina ed entrambi si fermarono nel
salotto.
-Ti porto una coperta...ha rinfrescato-gli disse.
George rimase fermo accanto al divano e la guardò entrare nella sua camera da
letto e riuscirne pochi istanti dopo con una coperta di lana blu fra le
mani.
-Grazie-le disse,prendendole la coperta.
Luna sorrise e fece un cenno con il capo.
Restarono qualche altro istante in silenzio,finchè Luna non alzò le
spalle.
-Buonanotte...A domani-gli disse.
-A domani-
Si avviò verso la sua stanza e quando si chiuse la porta alle spalle,si
ritrovò avvolta dall'oscurità della notte.
Si infilò nelle coperte e pensò per qualche minuto a quel divertente scambio
di battute che aveva avuto con George,prima dell'arrivo del sonno.
Quella mattina non voleva essere disturbato,non voleva neanche fare
lezione...
Ma sapeva che era una pretesa sciocca:sarebbe sceso come gli altri professori
a fare colazione nella Sala Grande,e avrebbe fatto lezione anche se la sua non
era una delle materie considerate fondamentali.
Perchè aveva questa strana sensazione?
Perchè tutte le sue certezze erano crollate in così poco tempo?
Neanche due mesi prima era sicuro che lasciare Luna era la cosa piu' giusta
da fare,che stare con Juliet era quello che realmente voleva e che non poteva
piu' rimandare l'inevitabile...
Dove erano finite adesso tutte le sue sicurezze?
Ogni volta che si avvicinava a Juliet sentiva una strana
insoddisfazione,un'inspiegabile rabbia verso la ragazza,che invece era senza
colpe.
La colpa era sua:si era accorto troppo tardi di essere innamorato di una
donna che adesso lo odiava e che mai sarebbe tornata sui suoi passi.
Voleva Luna,l'amava,era un pezzo della sua vita,anzi era tutta la sua
vita...
Era stato un pazzo a lasciarla,ma quel breve distacco gli aveva fatto capire
quali erano le priorità nella sua vita.
Doveva chiedere il perdono di Luna,implorarlo se fosse stato necessario,e
fare in modo che lei tornasse da lui...
Ma lei lo avrebbe mai riaccolto nella sua vita?
Salve a
tutti!!!
Grazie x
l'INFINITA pazienza con cui avete aspettato il nuovo capitolo,ma se seguite anke
l'altra ff,sapete ke nn è stato 1 buon periodo x me...
Comunque,ora sn tornata e vi prometto che sarò piu' celere le prox
volte.
Come
vedete le cose si stanno evolvendo:nuovi incontri,insaspettate gelosie e
ripensamenti dell'ultima ora.
Voglio
ringraziare tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo
scusa x eventuali errori di ortografia e di battitura.
Ora i
ringraziamenti:Sarina87(Sì,è
stato molto dolce...forse un pò troppo x un Malfoy),Ninny(Scusa l'attesa,ma ora sn
tornata...Spero ke il capitolo sia di tuo gradimento!),Alemalfoy(E' vero,sn strani
insieme...Non avrebbero mai funzionato...E' in arrivo una ff su
Draco/Hermione...Fammi sapere cosa ne pensi!),GabryWeasley(Grazie x i
complimenti!Sarebbe veramente faticoso,e poi credo ke verrebbe a noia scrivere
la stessa storia da + punti di vista...Ora la mia nuova sfida è una
Draco/Herm),Lallina88(Grazie x i complimenti!Ma sn davvero così brava?...Cmq fidati,nn
ti farò assolutamente rimpiangere la mancata storia fra Draco e
Luna),Vinny(Se vuoi sapere
che fine ha fatto Harry leggi l'altra mia ff "Io e te...x sempre?",così avrai un
quadro + chiaro della situazione),Lilla4eve(Grazie x i complimenti...come
vedi qsta volta nn sn stata tanto veloce),Germana
(Assolutamente!La Row è troppo in alto x
arrivarci...),Potterfanlalla17(Ti dispiace che Draco e Luna si lascino?),Jellicalcat(Grazie!Sulla scena con i
protagonisti neanche foste nel Pensatoio di Silente?),Lyoko(Ti ho già ringraziato nell'altra
ff,ma lo faccio anke qui,many thanks!!x aver trovato il tempo,con la scuola e i
compiti,di leggere qst altra ff!),and last but not least Potterina88(GRazie x i complimenti
Pamy!!Le amiche sono la cosa piu' importante nella vita,altrimenti nei momenti
di crisi dove sbatteresti la testa?Preparati sta x arrivare una
Draco/Herm!)
Bene,x il
momento è tutto,e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Chiedere
scusa"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Chiedere scusa ***
scusa
Non riusciva ancora a spiegarsi cosa l'aveva fatto infuriare tanto.
Era stata la presenza di Weasley a casa di Luna?
Oppure era stata la difesa che la donna aveva fatto di quello straccione
alcolizzato?
Non riusciva a darsi una risposta a quella domanda,ma sapeva che il suo
comportamento non era stato "normale".
Aveva iniziato quella storia con Luna sicuro che non vi sarebbero mai entrati
i sentimenti:tutti e due sapevano fin dove potevano spingersi e sapevano quali
erano i limiti.
Luna sapeva perfettamente che lui era sposato e,al contrario delle sue altre
amanti,sembrava accettarlo come qualcosa di inevitabile e soprattutto non aveva
mai tentato di convincerlo a lasciare Astoria.
E dall'altra parte,lui sapeva che Luna usciva da una storia che l'aveva messa
a terra:Neville si era praticamente messo il suo orgoglio e il suo amor proprio
sotto le scarpe,senza preoccuparsi minimamente dei suoi sentimenti.
Ora l'ultima cosa che voleva era ricominciare tutto da capo con
qualcun'altro.
Perchè allora quella scenata di gelosia neanche fossero una coppia di sposini
novelli?
Cosa lo aveva infastidito maggiormente,la presenza di Weasley o la difesa
spassionata della donna?
Decisamente la prima.
Non aveva mai pensato che un'altro uomo potesse restare a casa di Luna oltre
a lui...Certo era un pensiero egocentrico,ma per le sue altre amanti lui era
sempre stato l'unico,almeno nel momento della loro relazione,e la possibilità
che Luna se la intendesse con Weasley era terribile anche solo da concepire.
Come si poteva passare da un'uomo come lui fiero,scattante,atletico,ed anche
abbastanza sexy, ad uno come Weasley che era disperato e alcolizzato?
Era come passare dal caviale al burro d'arachidi!
Ok,il loro rapporto non era ben definito e lasciava molte cose non dette,ma
credeva fosse chiaro che era un rapporto esclusivo.
Avanti,quale donna aveva bisogno di un'altro uomo quando poteva avere Draco
Lucius Malfoy?
Qeul pensiero continuava a roderlo,neanche un tarlo,e la cosa peggiore era
che non poteva parlarne con nessuno,non c'era anima viva a cui chiedere un
consiglio.
Dopo la prima volta in cui si era aperto e si era confidato con Kevin,aveva
preferito evitare che ce ne fosse una seconda:meno persone sapevano di quella
relazione,meglio era.
Inoltre conoscendo Kevin c'era il rischio che si facesse scappare qualcosa in
un momento di euforia alcolica.
Sentì come in lontananza i colpi sulla porta di legno del suo ufficio, e
quando voltò lo sguardo sull'uscio,vide la testa di Neville affacciarsi nella
stanza per cercarlo.
-Neve!-disse per attirare la sua attenzione.
L'uomo lo vide e sorrise all'indirizzo dell'amico.
-Sei occupato?-gli domandò restando sulla soglia.
Draco scosse la testa e gli fece un gesto con la mano per convincerlo ad
entrare.
-Che ti porta in queste fredde segrete?-gli domandò sedendosi meglio sulla
sua sedia.
Neville entrò nella stanza e,dopo essersi richiuso la porta alle spalle,si
mise seduto su uno dei banchi.
-Avrei bisogno di parlare con il mio vecchio amico...-gli disse.
Senza riuscire a spiegarsene il motivo,Draco cominciò a sentire puzza di
bruciato:che l'altro avesse combinato un'altro dei suoi guai?
-Di che si tratta?-gli domandò guardingo.
Neville restò in silenzio,non sapendo come cominciare il discorso,muovendo
nervosamente le mani e abbassando lo sguardo a fissarsi la punta delle
scarpe.
-Che è successo Neve?-gli domandò ancora Draco.
L'uomo alzò gli occhi sull'amico e restò ancora qualche istante in
silenzio,come se ancora gli mancasse il coraggio per parlare,poi tornò ad
abbassare lo sguardo e finalmente parlò.
-Tu credi che ho fatto una cazzata?-gli domandò senza guardarlo.
Draco aggrottò la fronte,sorpreso da quelle parole inaspettate.
-A proposito di che?-gli chiese serio.
Neve alzò gli occhi e questa volta fissò lo sguardo in quello dell'amico.
-Di Luna.Credi che ho fatto male a lasciarla?-gli domandò di nuovo
Neville.
Draco lo guardò qualche secondo,come se avesse bisogno di assorbire le ultime
parole dell'uomo.
Ma che diamine succedeva quel giorno?Era una specie di karma negativo?Tutto
sembrava essere contro di lui!
Prima la litigata con Luna,adesso gli ci voleva anche Neville con le sue
crisi di identità.
-Che fine ha fatto quell'altra?-gli domandò cercando di capire.
-Judith?Non riesco neanche ad averla vicino per dieci minuti senza
litigarci...-gli spiegò l'altro.
Draco annuì:e adesso voleva riprendersi Luna?
Ma ora lei era impegnata!
-Quindi avevi pensato di tornare con Luna,o sbaglio?-domandò,cercando di
rimettere insieme i pezzi.
Neville restò in silenzio poi annuì.
Draco dovette quasi fare violenza su sè stesso tanta era la voglia di
lanciare una maledizione contro Neville:stava entrando in qualcosa che non lo
riguardava piu'.
Non poteva decidere della vita di Luna,e in un certo senso anche della sua,
in quel modo...
-Luna è la sola persona che mi conosce veramente...Ho capito che non so stare
senza di lei-gli disse serio.
Draco lo guardò rimettersi in piedi e iniziare a camminare avanti e indietro
davanti a lui.
-Ho passato gli ultimi giorni a pensare ai motivi che mi hanno spinto a
lasciarla e ho capito che sono state tutte idiozie-
-Quindi?-gli domandò Draco per tagliare corto.
-La voglio indietro...Farò tutto quello che posso per convincerla a tornare
con me-disse Neville convinto.
Draco annuì lentamente,come se stesse pensando alle parole di Neville,mentre
in verità stava lottando contro la rabbia che lo aveva assalito e che cercava
anche il piu' piccolo pretesto per scaricarsi su Neville.
-Hai pensato al fatto che lei non vuole nè vederti nè sentirti?-gli
ricordò.
Neville annuì piu' volte.
-Lo so,lo so...Ma questo è soltanto un dettaglio.
So che io e lei siamo destinati a stare insieme e quando la rabbia che lei
prova nei miei confronti sparirà allora si accorgerà che io sono l'uomo della
sua vita-
Draco alzò le spalle in un gesto menefreghista,come se il discorso non lo
interessasse minimamente.
-Però ho bisogno del tuo aiuto-disse subito dopo.
Il biondo lo guardò quasi trafiggendolo con gli occhi gelidi.
-In che senso?-
-Ho bisogno che tu vada da Luna e le dica che fra me e Judith è tutto finito
e che io ho capito i miei errori-
-Vuoi che io vada da lei e faccia il tuo lavoro sporco?-gli domandò Draco
lasciando uscire un pò della rabbia che aveva in corpo.
Neville annuì.
-Ma sei completamente senza palle?Se hai deciso di tornare con Luna va da lei
e affrontala:prenditi tutti i suoi insulti e le sue maledizioni e considera
anche la possibilità che lei non voglia neanche sentirne parlare.
Per quanto ne so lei ti odia-gli disse maligno.
-Lo so,ho sbagliato...-
-No Neve,quello che hai fatto tu è piu' che sbagliato:hai calpestato quella
donna in ogni modo possibile!
E adesso pensi che basta uno schiocco di dita perchè dimentichi tutto e torni
allegra e felice al tuo fianco?Devi essere completamente fuori di testa-gli
disse.
-Non giudicarmi!-gli disse Neville alzando leggermente la voce.
Draco incontrò gli occhi dell'amico e vide delle piccole fiamme di rabbia
brillare nello sguardo di Neville.
-Che ne sai tu dell'amore?Quando è stata l'ultima volta che hai amato
qualcuno quanto io amo Luna?Per te le donne sono soltanto un piacevole
passatempo,qualcosa da mettere nel letto finchè ne hai voglia,poi arrivederci e
avanti un altra!
Hai mai provato qualcosa per qualcun'altro oltre te stesso?-
-Adesso stai esagerando!-sibillò gelido Draco.
-Beh,ne vale la pena!Sei talmente chiuso nella tua torre d'avorio che non fai
avvicinare nessuno...
Guai se qualcuno conoscesse il vero Draco Malfoy!
Sai che ti dico?Che forse non vali tutta questa fatica!-gli disse.
Poi prima che l'altro potesse ribattere qualsiasi cosa,si voltò e a passo
spedito si diresse verso la porta.
Draco lo vide uscire con furia e ad accompagnarlo ci fu il rumore della porta
sbattuta con forza.
Luna guardò l'orologio appeso alla parete:era l'una e mezza.
Con un movimento leggiadro uscì da dietro il bancone e in pochi passi fu
davanti alla porta a vetri del negozio;fece scattare la serratura e mise un
cartello con su scritto "Torno subito" sulla vetrata.
Anche lei aveva bisogno di dieci minuti di completo relax!
Era stata una giornata frenetica:sembrava che tutto il mondo magico si fosse
dato appuntamento nel suo negozio,o avesse bisogno del loro consiglio per fare
un regalo...
Non che volesse lamentarsi per i molti clienti,ma ogni tanto anche lei aveva
bisogno di un pò di respiro.
Inoltre quel giorno Ginny era andata ad un'asta babbana,lasciandola sola in
negozio fin dalla mattina,quindi se la meritava proprio una pausa.
Andò nel retro e prese dalla borsa il suo sandwich,poi tornò in negozio e si
sedette su uno degli sgabelli da bar che tanto facevano inorridire i maghi:cosa
avevano di così scandaloso ancora non lo aveva capito,però in compenso erano
comodi.
-Accio lattina!-disse nel negozio vuoto.
Quasi subito,vide arrivare la lattina di succo d'ananas che aveva dimenticato
nel retro: l'afferrò,la posò sul bancone e poi svitò il tappo prima di dare un
primo sorso.
Quella mattina quando si erano alzate,George era sotto la doccia:ne era
uscito appena in tempo per salutarle prima che le due donne andassero a
lavoro.
Le aveva ringraziate ancora una volta per averlo riportato a casa sano e
salvo e naturalmente Ginny non aveva voluto ascoltarlo.
Da sobrio sembrava anche una persona divertente e responsabile...Doveva
essere veramente a pezzi per ridursi in quello stato tutte le sere.
Diede un morso al suo panino e le tornò alla mente la discussione della sera
prima...
Cosa aveva spinto Draco a reagire in quel modo?
In fondo non stava facendo niente di male...Stava soltanto guardando l'uomo
addormentato sul suo divano e riflettendo fra sè e sè che in fin dei conti
George era un uomo attraente.
Ma che andava a pensare!
Non era quello che aveva fatto arrabbiare Draco:era stata la semplice
presenza di George a casa sua.
Eppure era un comportamento strano da parte sua,lo credeva immune da questo
tipo di sentimenti...
E poi non avevano deciso di lasciarli sentimenti dalla loro relazione?
Appallottolò il cellophane che aveva avvolto il suo panino e si sporse sul
bancone per gettarlo nel cestino della carta straccia.
Era ancora con lo stomaco sul marmo del bancone quando sentì un sonoro crack
poco distante da lei.
Sempre nella stessa posizione alzò la testa e guardò la persona che era
apparsa nel suo negozio.
Draco era di fronte a lei,impeccabile come sempre nella sua divisa di
Hogwarts e con una strana espressione sorpresa sul viso.
-E' una nuova posizione per la meditazione?-le domandò con voce seria.
Luna staccò il busto dal bancone e tornò a sedersi composta,lo sguardo fisso
su di lui.
-Molto divertente-gli disse.
Immobile neanche fosse una statua di sale,Draco era nel centro del negozio,lo
sguardo su di lei a carpirne ogni mossa,ogni piu' insignificante gesto.
-Che cosa ti porta qui in pieno pomeriggio?Forse un impellente bisogno di
chiedere scusa per il tuo comportamento?-gli domandò lei,con un leggero sorriso
sarcastico sulle labbra.
Draco ghignò a quelle parole:aveva immaginato che lei avrebbe detto qualcosa
del genere.
Scosse lentamente la testa.
-Affatto.
Sono qui,mio malgrado,in veste di messaggero-le disse.
Luna corrugò le sopracciglia,colpita da quelle parole.
-Se la mia presenza ti da tanto fastidio che sei venuto a fare?Potevi sempre
spedirmi un gufo...-gli disse.
-Neville-le disse lui secco.
Gli occhi di Luna si ingrandirono a quel nome.
Poteva un solo nome contenere in sè così tante emozioni?
A pensarci adesso si domandava come aveva fatto a soffrire a quel modo per
lui;adesso quello che provava quando pensava a Neville e al loro passato insieme
era la totale indifferenza.
Aveva imparato a separare i ricordi:da una parte tutti quelli felici,che
ancora riuscivano a strapparle un sorriso,e dall'altra parte quelli che avrebbe
cancellato volentieri con un colpo di spugna e che le facevano tornare le
lacrime ogni volta che ci pensava.
Ma ormai,il piu' delle volte,sentire il nome di Neville le provocava soltanto
indifferenza,come se fosse qualcuno che aveva incontrato nella sua vita e che
aveva diviso per un certo periodo il suo stesso cammino,prima di proseguire per
la sua strada.
-Ha scoperto qualcosa?-gli domandò subito.
Draco scosse la testa.
-L'unico modo perchè sappia qualcosa è che uno di noi due glielo dica...
E' un'altro il motivo per cui sono qui-le disse.
Luna lo guardò aspettando che continuasse e lo vide prendere fiato piu' volte
prima di parlare di nuovo.
-Neanche due ore fa è venuto nel mio ufficio e mi ha detto che fra lui e
Judith...-
-Judith sarebbe l'altra,vero?-lo interruppe Luna.
Draco annuì.
-Ok,va avanti-
L'uomo la guardò di sottecchi e questa volta,Luna lo sentì chiaramente
sospirare.
-Mi ha detto che è in crisi con Judith e che ha capito di aver sbagliato a
fare quello che ha fatto-le disse.
Luna annuì lentamente mentre l'altro continuava a parlare.
-Ha capito che tu sei l'unica che ama e che...Al diavolo,non ci credo neanche
che sto davvero qui a dirti queste stronzate-disse Draco bloccandosi a metà.
Luna sorrise leggermente a quelle parole.
-E io non riesco a credere che sto qua ad ascoltarle...Come è riuscito a
convincerti?-gli domandò lei curiosa.
-Questo non è importante.
Naturalmente torno da lui e gli dico che lo mandi al diavolo,no?-le domandò
con voce sicura.
Luna lo guardò in silenzio,con sguardo esitante,poi abbassò gli occhi sul
marmo del bancone.
Quel gesto,che altro non era che di confusione,venne interpretato nella
maniera sbagliata dall'uomo che lo prese come un segno di indecisione.
Cosa voleva fare,tornare da Neville?Magari giurargli amore eterno nonostante
tutto quello che le aveva fatto?
-Andiamo non dirmi che siamo di nuovo a quel punto!-le disse voce voce
dura.
Luna rialzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Draco,trovandoli freddi e
invalicabili neanche fossero due montagne.
-Che vuoi dire?-gli domandò.
-Non mi dire che adesso correrai di nuovo da lui come un cagnolino fedele-le
disse con voce cattiva.
Luna lo fulminò con lo sguardo.
-Non ti azzardare!Chi accidenti sei tu per parlarmi in questo modo?-gli
domandò arrabbiata.
-Basta che lui ti faccia un fischio e tu gli corri dietro,con la coda fra le
gambe...Vuoi portargli anche il giornale con i denti?Posso procurarti una copia
della "Gazzetta"!-le disse ancora,ben sapendo di farle del male.
Luna scese dal suo sgabello e gli andò contro,puntandogli in faccia un dito
quasi sfidandolo.
-Non usare mai piu' quel tono con me,hai capito?Non sono una delle tue
studentesse che non vedono l'ora di infilarsi nel tuo letto.
Che ne sai tu della storia fra me e Neville,eh?-gli domandò lo sguardo fisso
in quello di lui.
A quelle parole,Draco sentì il sangue ribollirgli nelle vene:possibile che
quella giornata dovessero tutti accanirsi contro di lui?
Dannato karma!
Senza riflettere le afferrò il polso e lo strinse forte,quasi fosse una
morsa,ma Luna non emise neanche un gemito:sapeva che altrimenti gli avrebbe dato
soddisfazione e quella era l'ultima cosa che voleva.
-Vuoi tornare a essere il suo zimbello?Bene accomodati,non sarò certo io a
fermarti!
Però questa volta non verrò a raccogliere i pezzi-le disse,il viso a pochi
centimentri dalla sua faccia.
-Quando mai sei venuto a raccogliere i pezzi?L'unica cosa che sei stato
capace di offrirmi è stato un pò di sesso senza impegno!-gli disse lei
cattiva.
-Però non mi sembra che ti sia dispiaciuto...Sarei io quello che si deve
lamentare-le rinfacciò lui.
Con una torsione del polso,Luna si liberò dalla sua stretta e per un'istante
gli sembrò che fosse sul punto di schiaffeggiarlo.
-Vattene al diavolo,tu e il tuo amico!
Non ho bisogno nè di te nè di lui-gli disse.
Draco la vide voltarle le spalle e andare nel retro,mettendo fra di loro la
tenda leggera rossa che separava il negozio dal retrobottega.
Nel piccolo stanzino,appoggiata al muro,Luna sentì un'altro crack,mentre
delle inopportune ed odiose lacrime le rigavano le guance.
-E' stato un Halloween strano...-
Ormai era diventata una tappa obbligata della sua giornata:ogni mattina,prima
di andare al pub aspettando che il giorno finisse,andava a salutare suo
fratello.
Ogni giorno andava a sedersi sul prato accanto alla tomba di Fred e parlava
con lui,a volte anche per delle ore,di tutto quello che era successo il giorno
prima e che riteneva giusto che il fratello sapesse.
-Ti ricordi come aspettavamo con ansia questo giorno?Facevamo piu' affari ad
a Halloween che in una settimana intera.
Però quest'anno ho lasciato correre...Non me la sentivo ancora di riaprire il
negozio,magari il prossimo anno,che dici?-domandò guardando la foto ovale del
fratello.
Restò in silenzio,lo sguardo perso nel vuoto,la mente che correva dietro ad
un fiume di pensieri.
-Sai ho rivisto una persona che non vedevo da tanto tempo...Mi ha fatto da
guardia insieme a Ginny ieri sera-disse senza guardare la foto.
Nella mente gli apparve l'immagine di Luna,come l'aveva vista quella notte in
pigiama e vestaglia nella cucina del suo appartamento e sorrise.
-Era da tanto che non la incontravo...E mi ha fatto uno strano
effetto-ammise.
Guardò la foto di Fred e si passò una mano fra i capelli.
-So di essere un fastidio in questo periodo,però lei è riuscita a non farmelo
pesare...Anzi l'ha fatto sembrare come se fosse una specie di gioco,un
passatempo.
Ero nel pallone per colpa del mal di testa post-sbronza e lei mi ha aiutato
senza farmi nessuna ramanzina-disse cercando di spiegare quel guazzabuglio di
idee che aveva in testa.
Abbassò lo sguardo sull'erba e sospirò:forse stava semplicemente
straparlando.
In fondo,era una cosa che gli capitava abbastanza di recente...
-Beh vecchio mio,adesso io me ne vado...
Torno domani-disse guardando ancora una volta la foto sorridente del
fratello.
Lo guardò per alcuni istanti,poi sospirò ancora una volta,leggermente
demoralizzato e alla fine si rizzò in piedi.
Era ora di cercare il primo pub aperto...
Era veramente una giornata di merda!
Doveva esserci una congiuntura astrale contro di lui,altrimenti non si
spiegava tutta quella sfiga!
E non poteva neanche sfogare la sua rabbia sugli studenti Grifondoro,perchè
quel giorno non aveva nessuna lezione con loro...
Come si permetteva di trattarlo a quel modo?Nessuno mai aveva osato usare
quel tono con lui,neanche i suoi genitori.
Chi era lei per farlo?Nessuno!Non era sua madre nè sua moglie...
Era soltanto una che si portava a letto qualche volta,quando ne aveva voglia
e che poteva lasciare quando e come voleva,senza neanche una spiegazione.
Lo sguardo che aveva negli occhi quando lo aveva sfidato non lo aveva visto
neanche in Potter durante i peggiori scontri...
Quel non volersi piegare...
Lo aveva eccitato in una maniera incredibile!
Era stato sul punto di saltarle addosso piu' volte:era riuscita a portarlo
sul limite dell'eccitazione senza neanche accorgersene,mascherando il suo
desiderio sotto la rabbia e la furia,rendendo il tutto ancora piu' focoso e
peccaminoso.
Sapeva che se avesse fatto una sola mossa verso di lei sarebbe stata la
fine:non sarebbe piu' potuto tornare indietro.
Avrebbe mostrato il suo punto debole e lei avrebbe avuto da quel momento in
poi il coltello dalla parte del manico,sfruttando quella situazione a suo
vantaggio ogni volta che ne aveva voglia.
Si buttò a pancia in su sul letto e si nascose il viso fra le mani.
Era incredibile come l'avesse ridotto soltanto con una lite!
Allora era vero quello che dicevano:certe volte era ancora piu' soddisfacente
il sesso riparatore.
Sapeva di averla ferita...
Inspiegabilmente sapere di essere il responsabile della sua sofferenza lo
faceva sentire un verme,se ripensava poi alle cose terribili che le aveva
detto.
Era stato piu' forte di lui:gli erano uscite senza volerlo dalla bocca...Era
bastato semplicemente che lei si mostrasse un'attimo dubbiosa,titubante,sulla
possibilità di tornare con Neville e lui aveva perso la testa.
Ma come poteva anche solo prendere in considerazione quell'idea?
Sapeva benissimo,come lo sapeva lui,che la loro era una storia morta e
sepolta e che era inutile provare di nuovo:al massimo sarebbe potuto durare un
altro paio di mesi,ma sarebbe stata soltanto una minestra riscaldata e avrebbe
rimandato l'inevitabile.
Inoltre lei non era libera al momento...Luna aveva lui.
E lui non era disposto a lasciarla andare.
Su questo era assolutamente sicuro...Non voleva nessun'altro accanto a Luna
oltre a lui.
Perchè per quella donna era così difficile da capire?
Prese un cuscino di raso verde e se lo mise sulla faccia,quasi volesse
soffocarsi.
Aveva bisogno di lei:ne sentiva la necessità quasi fisica.
Doveva chiarire quello che era successo al piu' presto,altrimenti la
situazione si sarebbe ingigantita e avrebbe preso un'aspetto peggiore di quello
che era in realtà.
Anche se non aveva ancora nessun'idea di come fare:lui non era uno che
chiedeva scusa e lo sapevano entrambi....
-Dray,ci sei?-si sentì chiamare.
Cosa era venuto a fare ancora:voleva il secondo round?
-Neve!-lo chiamò comunque.
Si tolse il cuscino dalla faccia e lo vide entrare nell'appartamento,poi si
puntellò sui gomiti tirandosi leggermente su.
-Non ho nessuna voglia di litigare...E' stata una giornata pesante-gli disse
subito.
Neville annuì.
-Nemmeno io:vengo con intenzioni pacifiche-disse,con una mano ancora sulla
maniglia della porta.
Draco lo guardò ancora qualche istante e poi gli fece cenno di entrare.
Neville entrò nel piccolo appartamento,ma restò abbastanza distante dal
biondo.
-Sono venuto a scusarmi...Sono stato uno stronzo-disse subito Neville.
Draco lo guardò in silenzio,poi annuì.
-Va avanti,mi piace quando ti insulti da solo-gli disse prendendolo in
giro.
Neville sorrise leggermente e fece un passo verso la scrivania a cui si
appoggiò con entrambe le mani.
-Ho avuto una reazione esagerata,lo so...Ma quando si tratta di Luna non
riesco piu' a pensare in maniera razionale-gli disse.
-Perchè in altre situazioni sì?-gli domandò l'altro.
Neville annuì divertito.
Draco sorrise e si rizzò a sedere sul letto,di fronte all'amico.
-Ascolta,lasciamo perdere...Non è la prima volta che ci scambiamo questi
piacevoli commenti...-gli disse.
Neville storse la bocca come faceva sempre quando era in imbarazzo.
-Inoltre,anche non volendo,sono andato a parlare con Luna-aggiunse Draco
guardando l'amico di sottecchi.
Lo sguardo del moro si fece subito attento e calibrando il senso dello
spettacolo neanche un attore consumato,Draco lasciò passare qualche istante
prima di parlare di nuovo.
-Ed è successo quello che avevo immaginato.
Non ne vuole sapere Neve,anzi mi ha mandato gentilmente all'inferno-gli
disse.
Neville annuì,visibilmente dispiaciuto da quel responso,e abbassò lo sguardo
sulle sue scarpe.
Perchè diavolo adesso si sentiva in dovere di risollevargli il morale?si
domandò Draco guardandolo.
-Andiamo,in fin dei conti lo sapevi che poteva anche finire così-gli
disse.
-Certo...Però questo non significa che faccia meno male-rispose l'altro.
-Avanti Neve...-
-Ho bisogno di stare un pò da solo a commiserarmi-gli disse prendendosi in
giro da solo.
Draco ghignò divertito.
-Ci vediamo piu' tardi a cena allora-gli disse allora.
Neville annuì distrattamente e si avviò verso la porta dell'appartamento.
Luna chiuse l'acqua calda e aprì la porta della doccia,poi fece uscire un
braccio per afferrare l'asciugamano bianco attaccato poco distante.
Si avvolse l'asciugamano intorno al corpo e ne prese un'altro per asciugare
le spalle bagnate.
Aveva proprio bisogno di un bagno caldo...Doveva spegnere il cervello e
dimenticarsi di quella giornata.
Per il resto del giorno la visita di Draco l'aveva assillata:le sue parole le
erano risuonate nel cervello,facendola apparire distratta ai suoi clienti,e le
avevano provocato ogni volta le stesse reazioni.
Ogni volta la stessa rabbia,la stessa furia e lo stesso odio.
Uscì dal bagno e si diresse verso la cucina dove si versò un bicchiere di
vino bianco.
Lo portò alle labbra e pensò a quello che il biondo le aveva detto,ancora una
volta le parole passarono nella sua mente come parole scritte su una pagina.
Per la prima volta aveva visto il Re delle Serpi in azione:durante la loro
permanenza ad Hogwarts come studenti non lo aveva mai ritenuta alla sua altezza
per infastidirla;poi il loro rapporto di amicizia glielo aveva fatto vedere
sempre sotto una luce positiva.
Mai aveva pensato che sarebbe arrivato a dirle quelle cose...
Si era sfogato:chissà da quanto tempo le pensava e aveva approfittato di quel
momento per dirle.
-Dannato Malfoy!-disse nel silenzio del suo appartamento.
Come evocato dalla sua imprecazione,sentì un sonoro crack e nel bel mezzo
della sua cucina apparve il diavolo biondo oggetto di tutta la sua rabbia.
Luna lo guardò,fulminandolo con lo sguardo.
-Prima di dire qualsiasi cosa ascoltami-le disse lui alzando le mani.
-Hai dimenticato di dirmi qualcosa questa mattina?-gli domandò acida.
Uscì dalla cucina e spense le luci,lasciandolo al buio.
Draco la seguì nel salotto,neanche fosse un cane da compagnia.
-Ok,stamattina non ero nella mia forma migliore...-iniziò.
-No,anzi, credo tu fossi al tuo massimo splendore:non ti ho mai visto
sprizzare così tanto veleno come questa mattina-disse lei dandogli le
spalle.
-Vuoi lasciarmi parlare?-le domandò lui.
-No,non mi interessa quello che hai da dire,anzi mi chiedo che cosa tu stia
facendo qui-gli disse lei voltandosi a guardarlo furiosa.
-STO CERCANDO DI CHIEDERTI SCUSA!-urlò Draco,pochi passi distante da lei.
Luna si bloccò,quasi tramortita da quelle parole.
Lo fissò come per essere certa che non fosse avvenuta una trasformazione e al
posto di Malfy fosse arrivato un'altra persona.
Era impossibile che lui le avesse detto una cosa del genere:un Malfoy non
chiede mai scusa!
-Non è possibile-si ritrovò a dire.
Draco la guardò e sorprendentemente annuì.
-Ma i Malfoy non chiedono mai scusa...Lo so persino io!-gli disse,sempre piu'
confusa.
Draco si passò una mano fra i capelli,a disagio.
-Ecco perchè è così difficile...Ma questa volta devo farlo-le disse.
L'espressione negli occhi dell'uomo era tornata seria e lei aspettò che
continuasse senza interromperlo.
-Non volevo dire quello che...Non intendevo veramente...
Uff,dannazione!-si lamentò.
Luna,malgrado la situazione,non riuscì a trattenere un sorriso divertito per
l'imbarazzo e la tensione di Draco.
L'uomo la guardò e sorrise a sua volta.
-Volevo chiederti scusa-disse.
Come erano strane quelle parole dette dalla sua voce.
-Non ho mai pensato quelle cose terribili che ti ho detto-continuò con gli
occhi fissi in quelli di Luna.
-Allora perchè...-gli domandò lei.
-Perchè le ho dette?Perchè il solo pensiero...la sola possibilità che tu
tornassi insieme a Neville,dopo tutto quello che ti ha fatto,mi ha mandato in
ebollizione il sangue.
E' successo anche l'altra sera con George,la sua sola presenza qui a casa tua
mi ha dato fastidio-le disse sincero.
-Ma non stavamo facendo niente di male-gli fece notare la donna.
Draco fece i pochi passi che lo separavano da lei e si fermò a pochi
centimetri dal suo corpo,poi
alzò una mano e l'avvicinò al corpo di Luna,seguendone il profilo senza mai
sfiorarlo.
Luna,con le labbra leggermente dischiuse seguì attentamente il movimento di
quella mano finchè questa non si fermò poco distante dal suo fianco destro.
Incontrò gli occhi di Draco e li vide brillanti e leggermente dilatati per
l'eccitazione.
-Vedi che effetto mi fai?E senza neanche sfiorarti...Il solo pensiero che
qualcun'altro stia vicino a te,ti tocchi mi manda fuori di testa...-le disse con
voce leggermente roca.
Luna arrossì leggermente a quelle parole:nessuno le aveva mai detto una cosa
del genere prima d'ora.
-L'idea che George o Neville o chiunque altro si prenda quello che è
mio...-
-Io non sono tua!-lo interruppè lei.
Draco posò con forza la mano sul fianco della donna,spingendola contro di sè
e avvicinando il viso a quello della donna:ormai le sue labbra erano a pochi
millimetri da quelle di Luna.
-Lo sei...Possiamo anche fingere che non ci siano sentimenti in questa
storia,ma è così.
Io sono tuo quanto tu sei mia...E' così-le disse.
Avvicinò le labbra a quelle di lei e le sfiorò il labbro superiore con la
punta della lingua.
Luna,nonostante si imponesse di resistergli,si ritrovò a chiudere gli occhi e
ad aprire leggermente le labbra.
Poi però un pensiero le tornò alla mente e le fece riaprire gli occhi.
Allontanò la testa da quella di Draco,facendo aprire gli occhi anche all'uomo
e lo guardò.
-Promettimi che non lo farai mai piu'..Che non mi tratterai piu' in quel
modo-gli disse seria.
Draco la guardò per qualche istante,poi annuì.
-Ti prometto che farò del mio meglio per evitare che succeda di nuovo-
E lei capì che era il massimo che poteva chiedergli:in fondo non ci si può
aspettare che un Malfoy cambi così in fretta.
Neville bussò alla porta:non era una buona idea smaterializzarsi direttamente
nell'appartamento di Luna.
Doveva parlare con lei a qualunque costo;Draco aveva ragione...
Luna doveva sapere che lui era ancora innamorato di lei e,allo stesso
tempo,lui doveva prendersi la sua buona dose di insulti e di maledizioni.
Avrebbe accettato qualsiasi cosa,basta che lei lo perdonasse alla fine.
Era tutto quello che chiedeva...
Bussò una seconda volta e pochi istanti dopo,la porta si aprì.
Salve a tutti!!!
Buon primo maggio!!!
Come avete visto le cose stanno andando
avanti,lentamente:gente che ricorda, gente che litiga e gente che ci ripensa
quando ormai è troppo tardi.
Voglio ringraziare tutti coloro che
leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di
battitura o di ortografia.
E ora i ringraziamenti:Germana(Grazie per i
complimenti!),Potterfanlalla17(Come vedi il comportamento di Neve non accenna a
migliorare...Tutto il contrario di quello di Draco),Lyoko(Neve è il classico maschio:prima
fa i guai e poi ci ripensa!Tieni duro ancora x un pò,la scuola sta x
finire!),Maryrobin(GRazie
x i complimenti e x esserti aggiunta),Lily94(Grazie x i
complimenti!TRanquilla,continua a leggere e presto avrai i
dettagli!),Lila4eve(Povero
Draco...Bisogna ricordare ke George era ubriaco come una cucuzza,quindi al
momento non capiva realmente qllo ke diceva),Alemalfoy(Ok,rispetto la tua idea...Ma
nn lo faresti neanche se ti dicessi ke Ron perde Hermione a carte contro
Draco?Cmq,nn voglio forzarti...Era stato proprio Draco a decidere di escludere i
sentimenti,x questo Luna nn si aspettava una reazione del genere),Ninny(Grazie x i
complimenti!),GabryWeasley(Hai ragione sn veramente molto simili,potrebbero essere fratello
e sorella),Vinny(Potrebbero essere una bella coppia,ma nn è detto ke nn lo siano
in un'altra ff...),and last but not least Potterina88(La ff su Draco ed Herm
esiste già:si kiama "Il pagamento di un debito"...Nn so ancora se qllo di Draco
è amore o soltanto senso di possesso;Cmq tranquilla,la ns Luna sa perfettamente
cosa vuole...).
Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi
do appuntamento al prox capitolo...
"Somewhere only we know"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Somewhere only we know ***
Somewhere
A strapparla dal sonno era stato il suono insistente e fastidioso del
campanello.
Aveva aperto gli occhi e la prima cosa che aveva visto era
Draco,profondamente addormentato al suo fianco,con il piumone che copriva fino a
metà schiena il suo corpo nudo.
Inspiegabilmente le era scappato un sorriso:c'era qualcosa nello svegliarsi
con quell'uomo accanto che la metteva di buon'umore...
Era il suo fisico snello e scattante?
Oppure era il ricordo del sesso che accompagnava sempre le sue visite?
Il campanello suonò un'altra volta,portandola ad uscire dal letto,ad
afferrare la vestaglia e uscire velocemente,ma il piu' silenziosamente
possibile,dalla stanza.
Che Ginny avesse dimenticato ancora una volta le chiavi di casa?
Se così era perchè non usare la smaterializzazione,invece che svegliarla nel
cuore della notte?
Si fermò davanti alla porta di casa con un'espressione che doveva sembrare di
rimprovero e aprì.
Il suo volto si immobilizzò,gelandole l'espressione sul viso non appena vide
la persona che era sul pianerottolo in attesa.
Con un mazzo di rose rosse,ed un sorriso pieno di speranza sul volto,Neville
la guardava,in attesa di un suo gesto,di una sua mossa.
-Ciao Luna-le disse con voce calma.
Che accidenti ci faceva quell'uomo sul suo pianerottolo di casa?
Se ne era andato,le aveva sconvolto la vita e fatto a pezzi il suo cuore e il
suo amor proprio...
Non aveva nessun diritto di trovarsi lì!
-Che ci fai qui?-gli domandò con voce dura.
Per nulla scoraggiato dal tono della voce della donna,Neville continuava a
sorridere,neanche avesse una paresi facciale,gli occhi fissi in quelli di
Luna.
-Ho bisogno di parlarti...Posso entrare?-le domandò.
-Io invece non ho niente da dirti-ribattè subito lei.
-Lulù,ti prego-le disse Neville.
Luna guardò ancora per qualche istante i suoi occhi,poi abbassò lo sguardo e
sospirò.
-Se questo è l'unico modo per mandarti via-disse facendosi da parte.
Neville abbozzò un sorriso,felice di aver raggiunto quel piccolo traguardo ed
entrò in quell'appartamento che conosceva a memoria:poteva muovercisi anche ad
occhi chiusi,sicuro di trovare tutto al solito posto.
Si diresse verso il salotto,seguito da Luna,e restò in piedi accanto al
divano,aspettando che lei arrivasse.
-Queste sono per te-le disse tendendo il fascio di rose rosse.
Luna scosse la testa.
-Non posso accettarle-rispose decisa.
-Lulù non è niente di...-
-Non chiamarmi Lulù!-gli ordinò.
Neville si zittì a quelle parole e annuì impercettibilmente,poi si voltò e
posò le rose sul divano,per poi tornare a guardare la donna.
-Perchè sei venuto?Credevo di essere stata chiara con Draco-disse Luna.
Istintivamente lanciò un velocissimo sguardo verso la sua camera da
letto,dove l'uomo stava dormendo e sperò che non uscisse dalla stanza durante la
visita di Neville:sarebbe stata una situazione terribilmente imbarazzante e
troppo difficile da spiegare.
-Sì,ho parlato con Dray...Ma ho pensato che era giusto che venissi di
persona-le spiegò Neville.
-Perchè?Credi di riuscire a farmi cambiare idea?-gli domandò sarcastica
lei.
Si era allontanata dal divano ed era andata a sedersi su una delle sedie
attorno al tavolo,lo sguardo sempre fisso su Neville,che sembrava piu'
impacciato di come era apparso quando lei aveva aperto la porta poco prima.
Forse non si era aspettato tanta resistenza...
-Magari se ascolti quello che ho da dirti,capirai come mi sento-le disse.
Luna alzò le spalle.
-Sinceramente non me ne importa nulla-gli disse.
Neville la guardò come se non la riconoscesse:era veramente Luna la donna che
era davanti a lui?
Come poteva parlargli in quel modo,essere così fredda?
Certo non si era aspettato che gli buttasse le braccia al collo non appena
aperta la porta,ma non aveva mai immaginato tutta questa acredine,questo
odio...
Non erano da Luna.
-So di averti ferito...Non credere che sia stupido-le disse per iniziare.
-Non l'ho mai pensato-
-Ti ho fatto del male,in tutti i modi possibili e immaginabili...
Ti ho trasformato in uno zimbello,un giullare di cui tutti potevano ridere,e
non ho avuto neanche la capacità di nascondere il modo abbietto in cui mi stavo
comportando-continuò,lo sguardo sempre su di lei.
-Scusa ma se volevi confessarti,perchè non sei andato in chiesa?-gli domandò
lei,quasi crudele.
-Perchè è il tuo di perdono che voglio!
Non uno qualsiasi...-ribattè l'uomo,alzando leggermente la voce.
Luna lo guardò con un'espressione indecifrabile sul volto e Neville restò in
silenzio qualche istante,come cercando di ritrovare il controllo.
Poi si avvicinò a lei e si piegò sulle ginocchia per arrivare all'altezza del
suo viso,incontrando i suoi occhi.
-Ho bisogno di te,mi manchi...
La notte resto sveglio pensando a noi,a quello che siamo stati,a quello che
abbiamo passato insieme,a come eravamo perfetti insieme-
-Non eravamo perfetti Neville!-lo interruppe Luna alzandosi e andando lontano
da lui.
Si scostò una ciocca di capelli dagli occhi e sospirò scocciata:perchè
Neville era lì?
Che si aspettava?Credeva ancora che lo avrebbe accolto a braccia aperte e gli
avrebbe perdonato tutto come faceva un tempo?
Beh,adesso era diverso...lei era diversa.
-Non è vero!-ribattè lui.
-Forse lo siamo stati:i durante i primi anni,quando eravamo tutti e due
giovani e ingenui.
Ma poi le cose sono cambiate e sembrava che il nostro rapporto non potesse
esistere senza un terzo incomodo-
-Luna,io ti giuro...-le disse l'uomo.
-Cosa?Che questa volta non correrai dietro a tutte le donne che ti passano
davanti?-gli domandò.
Neville restò in silenzio e la guardò quasi speranzoso,ma le sue ultime
speranze franarono come un castello di carta quando la vide scuotere la
testa.
-No,ci sono già cascata una volta,quando eravamo ancora ad Hogwarts e non ho
intenzione di farlo piu'...-gli disse seria.
Si voltò completamente per guardare l'uomo negli occhi:voleva che Neville
vedesse la determinazione che era racchiusa in questi.
-So che sono soltanto parole vuote,dette senza intenzione!
Tu hai bisogno di me perchè ti ricordo quello che siamo stati,ma non si può
costruire un futuro sui ricordi-gli disse convinta.
-Ma qui non si tratta di ricordi!Io ti amo!-le disse Neville alzando di nuovo
la voce.
-Ma io no!-
-Come accidenti fai a essere così sicura,così spietata?-le domandò Neville
quasi supplicandola.
Luna si ritrovò a sorridere in maniera cattiva.
-Ho avuto un buon maestro...Qualche mese fa ero io che ti imploravo di
restare,mentre tu stavi facendo i bagagli per andartene con un'altra.
E questa volta sono io a decidere...-ribattè lei adattando il volume della
voce a quello dell'uomo.
Neville si era ammutolito,come se avesse perso l'uso della parola.
-Non voglio che torni piu' qui...Non fare piu' nessun tentativo per ritornare
insieme:ormai è finita.
Chiaro?-gli domandò,in maniera quasi crudele.
Neville annuì.
-Cristallina-le disse.
Dopodichè,senza aggiungere altro,si diresse verso la porta ed uscì.
Luna non si voltò,ma restò ferma dandogli le spalle,e quando sentì chiudersi
la porta si lasciò scappare un sospiro di sollievo.
Se Neville aveva capito il messaggio,quella sarebbe stata l'ultima volta che
lo vedeva.
Quella visita notturna l'aveva completamente svegliata;guardò l'orologio:le
tre e mezzo di notte.
Si avvicinò alla finestra e guardò le poche macchine che passavano per la
strada a quell'ora tarda,seguendo il filo dei suoi pensieri:ora doveva essersi
liberata di Neville.
Neville...
Ancora non riusciva a capire come una persona che aveva amato con tutta sè
stessa e che per quasi tre anni e mezzo aveva rappresentato tutto il suo
mondo,improvvisamente era diventata la persona che odiava di piu'.
Era stato il suo migliore amico,il suo confidente,l'amante e adesso contava
meno di zero per lei.
Molte volte durante quei mesi si era chiesta se sarebbe stata capace di amare
di nuovo in quel modo:donare tutta sè stessa,senza alcun limite e senza alcuna
paura,arrivando a fidarsi completamente della persona che le stava accanto.
A pensarci adesso le sembrava impossibile...
Certo la storia con Draco le aveva risollevato il morale e l'aveva fatta
sentire di nuovo una donna,ma non era una vera storia d'amore.
Qualsiasi cosa dicesse lui,i sentimenti in quella relazione non c'entravano
nulla:lei sapeva benissimo di non essere innamorata di Draco.
Non era il suo tipo,e poi lo conosceva troppo bene per pensare di
innamorarsene,senza contare il fatto che era anche sposato.
Come tutti gli uomini sposati non avrebbe mai lasciato sua moglie per
lei,anche se questa era l'ultima cosa che Luna voleva.
Con i pensieri che ancora le ronzavano nella testa,si staccò dalla finestra e
si voltò a guardare la porta chiusa della sua camera da letto.
Spense le luci del salotto e,nel buio piu' profondo,aprì la porta della
camera.
S'infilò dentro facendo meno rumore possibile e,dopo aver gettato la
vestaglia sulla sedia,si mise sotto le coperte.
Posò la testa sul cuscino e con gli occhi spalancati,guardò il soffitto sopra
di lei:sembrava che il sonno si fosse dimenticato completamente di lei.
Si strinse le coperte ancora di piu' attorno al corpo e si girò su un
fianco,voltandosi dalla parte di Draco,che le dava le spalle.
La schiena dell'uomo era illuminata da un raggio di luna pallido che faceva
un pò di luce nella stanza e che moriva sulla parete piu' lontana della
stanza;Luna riusciva a vedere i muscoli dell'uomo muoversi armoniosamente sotto
il respiro tranquillo.
Liberando una mano dalle coperte,l'avvicinò alla schiena dell'uomo e gli
accarezzò con la punta delle dita la schiena liscia e resa ancora piu' candida
dalla luce lunare.
Non ci fu nessuna reazione da parte di Draco mentre lei faceva scorrere le
dita lungo la linea della sua spina dorsale.
-Sono sveglio-
La voce maschile,risuonò calma nella stanza silenziosa.
-Lo avevo capito-disse lei con lo stesso tono di voce.
Draco si voltò e quel raggio di luna colpì la sua faccia,permettendo così
alla donna di vedere la sua espressione.
-Hai ascoltato tutto?-gli domandò.
-Mh...Mi ha svegliato il campanello-le disse.
Luna sorrise e avvicinò di nuovo le mani al corpo dell'uomo,accarezzandogli
il torace.
-Come stai?-le chiese Draco.
-Quando me lo sono trovata davanti,mi sono sentita una rabbia addosso...
Che credeva di fare!-disse lei avvicinandosi un pò a lui nel letto.
-Forse non sono stato abbastanza convincente quando gli ho detto di lasciar
perdere...-commentò Draco.
Luna scosse la testa.
-Tu non c'entri niente...E' un'idiota cocciuto.
Credeva che bastassero due paroline dolci e un mazzo di rose per convincermi
a tornare con lui e a dimenticare tutto-ribattè lei aspra.
-Ehi!Non dovrei essere io quello che fa questi commenti cattivi?-le domandò
Draco colpito dalle sue parole.
-Vorrà dire che ti ruberò il ruolo per qualche minuto...
Gliele avrei fatte mangiare quelle rose!!!-disse ancora lei.
Draco rise,divertito dalla sua sicurezza e dalle sue parole spietate.
-Ok,va bene...Però adesso sono convinto che ha capito e che non tornerà.
A meno che non gli piaccia essere trattato male-aggiunse divertito.
Luna rise e gli diede un leggero buffetto sulla spalla sinistra,facendolo
ridere.
Pochi istanti dopo però,Draco era di nuovo serio e la guardava attento a
cogliere l'espressione del suo volto anche nell'oscurità.
-Sei sicura che va tutto bene?-le domandò ancora.
Luna restò qualche istante in silenzio,riflettendo alla domanda
dell'uomo.
-Andrebbe ancora meglio se tu mi dicessi che ho fatto la cosa giusta e mi
abbracciassi-gli disse.
Lo vide sorridere e si sentì afferrare dalle sue braccia muscolose.
Quando fu stretta a lui,il viso contro il suo petto grande e virile,si sentì
sicura di aver fatto la cosa giusta e tutti i dubbi che le avevano affollato la
mente poco prima scomparvero.
-Non potevi fare cosa migliore-disse Draco con voce seria e decisa.
Luna gli strinse un braccio attorno alla vita e per un pò restarono in
completo silenzio,in quella posizione,come se avessero bisogno uno del calore
dell'altra.
-Perchè non ce ne andiamo da qui?-gli domandò ad un tratto lei,rompendo il
silenzio quasi ipnotico che era sceso nella stanza.
Draco si staccò da lei quel poco che gli serviva per guardarla in volto,e
iniziò a scrutare il viso di Luna nell'oscurità.
-E dove vuoi andare?-le domandò curioso.
Nel buio intuì il sorriso della donna,e questo lo portò a sorridere a sua
volta.
-Andiamo a Keswick,nel Lake Distrect-disse lei.
-Il Lake Distrect?Ma un posto per vecchi...-si lamentò lui.
Sentì che lei scuoteva la testa:i suoi soffici capelli biondi gli si
strofinarono contro il braccio seguendo i movimenti della testa.
-Assolutamente no!
Ascolta:mio padre ha comprato una casa a Keswick e sarebbe fantastico andarci
per staccare un pò la spina...
Avanti non farti pregare-gli disse lei.
Draco,protetto dal manto delle tenebre,si lasciò andare ad un sorriso.
Era la prima volta che una delle sue compagne gli proponeva di andar via per
qualche giorno:di solito si accontentavano di quello che poteva offrire
loro,senza fare troppe richieste,per paura di perdere quello che già
avevano.
-Quando vorresti partire?-le domandò curioso.
Anche Luna si lasciò andare ad un sorriso:era quasi certa di averlo
convinto.
-Che ne dici di questo fine settimana?-gli domandò.
Questa volta fu Draco a scuotere la testa.
-Impossibile...Astoria ha organizzato non so che cosa e mi ha imposto di
tornare a casa-le disse.
Lei annuì.
-Allora il prossimo?Sei impegnato anche il prossimo fine settimana?-gli
domandò quasi speranzosa.
Draco cercò nella mente qualche impegno precedente,o qualche motivo che lo
spingesse a non partire con la donna,ma dovette rinunciarvi e cedere.
-Ok,vada per il prossimo fine settimana-concesse.
Luna,felice,si avvicinò ancora di piu' al corpo dell'uomo e posò le labbra su
quelle di Draco per un bacio che nelle sue intenzioni doveva essere fugace.
Ma Draco non era dello stesso parere:imprigionò le sue labbra e iniziò a
stuzzicarle il labbro superiore con la lingua.
Luna sorrise e rispose a quel piacevole imprevisto.
L'uomo si era sporto su di lei e la stava portando di nuovo con le spalle sul
materasso,coprendola poi con il suo corpo.
-Sai,stranamente mi è passato il sonno...-le disse Draco staccando le labbra
da quelle di Luna.
Lei sorrise e attorcigliò fra i capelli una ciocca bionda dell'uomo.
-Anche a me...-
Lo sentì ridere nel buio.
-Ecco perchè mi piaci...-le disse misterioso.
Poi tornò a coprire le sue labbra e lei dimenticò tutto il resto.
-Sei ancora decisa a partire nonostante questo tempo?-le domandò Ginny
guardando il temporale che infuriava in strada attraverso le vetrate del
negozio.
Luna sorrise a quelle parole.
-Se noi inglesi dovessimo aspettare il bel tempo non ci muoveremmo piu' da
casa-le fece notare.
L'amica la guardò e alzò le spalle.
-Ok,ma non mi sembra il caso di andare in una casa arroccata sugli scogli
mentre infuria il brutto tempo...Non è una scelta molto intelligente-le disse
come se stesse cercando di farla ragionare.
-Ginny sta tranquilla...Che ne sai se anche lì c'è questo putiferio?Magari
c'è il sole a picco e posso anche abbronzarmi-le disse per prenderla in
giro.
Ginny rise.
-Già!Ho sentito di centinaia di persone che si abbronzano in pieno
inverno-ribattè.
Da quando quella sera lei e Draco avevano deciso di partire,non c'era stato
nessun imprevisto o fuori programma:fra neanche ventiquattro ore sarebbe stata a
Keswick con Draco,cercando di buttarsi completamente alle spalle il ricordo
dell'ultimo incontro con Neville.
Quando il giorno dopo Ginny era tornata a casa,le aveva raccontato
dell'incontro notturno,felice delle sue esclamazioni indignate e leggermente
arrabbiate:anche lei era scioccata che l'uomo fosse così sicuro e sfrontato.
-Io se fossi stata al tuo posto gli avrei dato un pugno!-aveva detto.
Poi le aveva detto che sarebbe partita per il fine settimana spinta da suo
padre che aveva paura che la casa stesse crollando a pezzi per colpa della
salsedine.
-Sei sicura che non vuoi che venga con te?-le domandò ancora una volta
Ginny.
E ancora una volta,Luna scosse la testa,comunque felice che l'amica si fosse
offerta.
-Non dirmi che non riesci a starmi lontana neanche per due giorni...Ti
prometto che ti porto un pò della spiaggia di Keswick-le disse.
Ginny sorrise e annuì.
-Prima che tu vada però,dobbiamo decidere cosa fare per quel tubo-le
ricordò.
Da qualche settimana uno dei tubi della cucina aveva cominciato a fare i
capricci:era uno di quei tubi che portava l'acqua al lavandino ed era anche ben
nascosto fra i vari mobili.
Ma questo non cambiava di molto le cose,visto che nessuna delle due sapeva
usare gli attrezzi da idraulico,unica cosa che Neville si era lasciato
dietro.
-Credi che sia necessario chiamare qualcuno?-domandò Luna seria.
L'ultima cosa che voleva era ritrovarsi a camminare fra mezzo metro
d'acqua...
-Già,credo sia inevitabile...Ma siamo a venerdì e non credo che troveremo
nessuno prima di lunedì prossimo-le disse la rossa.
-Allora non apriamo l'acqua per questi giorni:così magari evitiamo il
problema-propose Luna.
-Certo,tu parli facile:stai per andare fuori città!
Ma io?Chiedo ai vicini di farci usare il loro bagno?-domandò leggermente
sarcastica Ginny.
Luna alzò le spalle.
-Potrebbe essere un'ipotesi...C'è quel ragazzo che non vede l'ora di un tuo
gesto per invitarti a cena fuori-le ricordò.
Ma come sempre,quando parlavano di quell'argomento,Ginny fece un cenno
scocciato con la mano e scosse la testa.
-Tutta immaginazione la tua-le disse.
Luna fece una smorfia a quelle parole e alzò di nuovo le spalle.
-Sarà,ma io l'ho visto come ti guarda...Peccato tu voglia metterti sotto sale
per Harry-le disse.
-Vogliamo cambiare argomento?-ribattè l'altra stizzita.
-Ok,ok scusa!So che non devo toccare quel tasto...Dunque...Se non vuoi
chiedere aiuto ai vicini perchè non vai dai tuoi,o da Ron ed Hermione, per
questo finesettimana?-propose.
Ginny restò qualche istante in silenzio,considerando la proposta,poi
annuì.
-Credo che Ron ed Hermione andranno bene-
-E poi Ron ti deve un favore per la sera di Halloween-le ricordò la
bionda.
Luna guardò l'orologio che aveva al polso e si rese conto che si stava
facendo tardi.
-Gin devo andare,altrimenti non riuscirò a fare tutto quello che devo prima
di partire...Ci vediamo domenica sera-le disse dandole un bacio per ogni guancia
per salutarla.
Ginny la salutò e poi la guardò smaterializzarsi sotto i suoi occhi.
Come aveva detto Ginny,la casa di Keswick era arroccata sugli scogli,in barba
a tutte le norme di sicurezza babbane.
Suo padre l'aveva comprata poco dopo la morte di sua madre,come se volesse
compensare in qualche modo la perdita che aveva subito e dall'estate di
quell'anno vi tornavano ogni anno finchè lei non era andata a vivere con Neville
e aveva iniziato a lavorare.
Suo padre,del resto,non sembrava sentire la mancanza di quel posto:si
lamentava che fosse troppo silenzioso e troppo babbano.
Ma su Luna Keswick aveva sempre avuto un effetto calmante:era lì che andava
ogni volta che aveva bisogno di pensare,o di prendere una decisione importante
fin da quando aveva raggiunto l'età adulta.
Quando quel pomeriggio arrivò,Draco non c'era ancora:le aveva detto che
sarebbe stato lì per il venerdì sera,non appena le lezioni del pomeriggio
fossero finite.
Con la sacca da campeggio appoggiata ad una spalla,Luna si diresse verso la
casa,respirando a pieni polmoni l'aria salmastra del mare.
Era quasi un'anno che non vi tornava,quindi non si stupì quando aprendo la
porta di casa,la trovò coperta di polvere e con un'insopportabile puzza di
chiuso.
Posò la borsa accanto alla porta e impugnò la bacchetta:c'era bisogno di dare
una ripulita prima dell'arrivo di Draco.
-Gratta e Netta-pronunciò chiaramente nella casa silenziosa.
In pochi istanti quella che prima sembrava una casa infestata dai
fantasmi,tornò al suo originale splendore;Luna aprì le finestre permettendo
all'aria fredda del tardo pomeriggio di entrare nelle stanze,rinfrescando
l'ambiente.
Si guardò attorno e annuì con aria soddisfatta.
-Così è molto meglio!-disse come se ci fosse qualcun'altro oltre a lei nella
casa.
Accese il generatore di corrente,dopodichè uscì per dirigersi in paese per
fare un pò di spesa:non aveva bisogno di guardare nel frigo per scoprire che era
completamente vuoto.
Restò in paese per quasi un'ora e mezza e comprò tutto quello che poteva
essere utile per quella piccola vacanza,e quando tornò nelle vicinanze della
casa,si accorse di una figura avvolta in un mantello nero in attesa poco
distante dalla scogliera:piu' si avvicinava e piu' le sembrava familiare quel
profilo,finchè una folata di vento non fece cadere il cappuccio,svelando il viso
biondo di Draco.
-Ehi straniero!-lo chiamò con un sorriso sulle labbra.
L'uomo si voltò verso la voce e quando la vide,sorrise a sua volta.
Luna lo vide buttare la sigaretta a terra e venire verso di lei,con passi
lenti e studiati,come se si fosse preparato quell'incontro nel periodo che aveva
passato ad attenderla.
Quando furono a pochi passi di distanza,lui le rivolse un sorriso targato
Malfoy e lei allontanò alcune ciocche di capelli che le avevano nascosto il
viso.
-Ce l'hai fatta ad arrivare-gli disse.
-Senti chi parla!Saranno quaranta minuti che sto qui fuori al freddo ad
aspettare-ribattè l'altro.
Luna sorrise e annuì:in effetti si era fermata in parecchi negozi attirata
dalle vetrine...ma non era riuscita a resistere!
-Allora che ne dici se entriamo in casa e ti riscaldi?-gli propose lei.
Poi senza attendere la risposta dell'uomo si incamminò verso la casa.
Furono accolti da un piacevole tepore,generosamente offerto da una stufa che
riscaldava magicamente tutta la casa.
Luna posò le varie buste sul tavolo di legno e con la coda dell'occhio guardò
Draco poggiare la borsa accanto alla sua poco distante dalla porta e togliersi
le scarpe ed il mantello.
-Mettiti comodo!-gli disse.
Dopo aver sistemato la cose piu' importanti nel piccolo frigo,Luna lo imitò e
lo osservò:si era comodamente sdraiato sul piccolo divano a due posti,e vista la
sua altezza aveva poggiato un piedi sul corrimano.
Lei gli andò vicino e scansò quel piede per potersi sedere a sua volta,poi si
voltò e incontrò i suoi occhi.
Restarono in silenzio a lungo,come se avessero ritrovato il silenzio dopo
tanto rumore,facendo incontrare a tratti i loro sguardi.
-Per un'attimo ho avuto dei dubbi...Non ero sicuro che venire qui fosse una
buona idea-le confidò ad un tratto l'uomo.
Luna lo guardò con occhi interrogativi,restando però in silenzio.
-Questo è nuovo per me:il massimo che ho sempre offerto alle mie amanti è un
posto nel mio letto-le disse sincero.
Era anche fin troppo sincero...
-Invece con te è diverso,l'ho capito subito che non sarebbe stata la stessa
cosa.
Tu mi conoscevi troppo bene per poter essere soltanto un'amante-continuò.
La conversazione stava andando troppo avanti:doveva fermarla in qualche modo
o altrimenti si sarebbe ritrovata ad ascoltare la dichiarazione d'amore di
Draco.
E quella era l'ultima cosa che voleva...Non voleva essere lei a spezzargli il
cuore.
Senza dire niente,si alzò dal divano e salì a cavalcioni su Draco,guardandolo
fisso negli occhi.
Draco la osservava,attento ad ogni suo sguardo,ogni suo gesto...
Guardò alternativamente gli occhi di Luna e poi le sue mani,che si erano
posate sulle sue spalle prima di scendere languidamente sul torace.
Le sentì sciogliere il nodo della cravatta e sfilarla con lentezza,prima di
iniziare a sbottonare la camicia bianca dell'uniforme.
-Sei ancora piu' elegante di quando eri uno studente-gli disse quasi
sussurrando.
-Mi piace essere d'esempio-le disse con lo stesso tono di voce.
Lei sorrise.
-Chissà quante studentesse ti cadono ai piedi...-commentò.
Questa volta fu Draco a sorridere divertito e alzò le spalle.
-Ho un certo seguito,non posso negarlo...-ammise.
Le dita di Luna erano arrivate alla metà del torace,sempre liberando i
bottoni dalla prigionia delle asole,lo sguardo ancora dritto in quello
dell'uomo.
Nella stanza scese il silenzio,mentre lei finiva quello che aveva iniziato:la
camicia finalmente sbottonata,senza staccare neanche un'attimo gli occhi dai
suoi,aprì le due metà e scoprì il torace nudo.
Accarezzò gli addominali scolpiti e i pettorali lisci e sodi con la punta
delle dita,sapendo che le carezze sarebbero state gradite.
Sempre senza parlare,Luna avvicinò il viso a quello dell'uomo fermandosi a
poca distanza dalle sue labbra che si protesero in avanti per incontrarle,ma
Luna,spinta da un'istinto goliardico,si tirò indietro e sorrise vedendo
l'espressione sorpresa che si dipinse sul volto di Draco.
-Allora chissà quante ragazzine vorrebbero essere al mio posto...-gli disse
soffiando le parole sul suo viso.
-Ci saranno presto se non la smetti di parlare-la minacciò lui.
Poi per impedirle di ribattere,le mise una mano dietro la testa e la spinse
verso il suo viso,facendo incontrare le loro labbra in un bacio che divenne
subito intenso,quasi famelico.
Draco staccò la schiena dal divano e le si schiacciò contro,premendo il
torace contro il seno,e avvolgendo le braccia attorno alla vita di Luna.
Anche lei lasciò che le braccia si legassero attorno al collo di
Draco,avvicinandolo ancora di piu',mentre le loro labbra erano ancora incatenate
in quel bacio che sembrava dar loro linfa vitale.
Lasciò che le mani scivolassero in basso verso la cintura dei pantaloni,e
mentre l'uomo si lasciava andare ad un gemito sulle sue labbra,lei slacciò la
cintura e iniziò ad abbassare la cerniera lampo.
Sentì le mani di Draco fermarsi ai lati della sua maglietta,cosi si staccò
dal suo volto e lasciò che lui gliela sfilasse,lasciandola soltanto con il
reggiseno.
I loro occhi si incontrarono per qualche istante,dopodichè Draco tornò a
posare le labbra su quelle di lei.
-Aspetta...-lo fermò Luna,staccandosi da lui.
Guardò di nuovo quegli occhi così uguali ai suoi e li trovò pieni di sorpresa
e di curiosità.
Si alzò dalle sue gambe e si mise in piedi,tendendo poi una mano verso
Draco,che continuava a guardarla con aria sorpresa:possibile che dovesse
spiegargli sempre tutto?
-Questo divano non ci da molte possibilità di manovra...-gli disse.
Subito il volto di Draco si rischiarò e lo vide sorridere,prima di prendere
la mano che lei gli porgeva e mettersi in piedi a sua volta.
Luna lo guidò al piano di sopra e ancora una volta,si lasciò trascinare
dall'oblio.
Quando la mattina dopo si risvegliò,il sole era quasi invisibile dietro le
nuvole nere che coprivano il cielo.
Che buffo:sembrava che anche il cielo si fosse accorto del suo umore e
volesse aiutarla in qualche modo.
Sentiva la presenza di Draco al suo fianco nel letto,ma non si voltò.
Si rizzò a sedere e prese gli slip dal pavimento,li indossò e poi si infilò
una felpa che tirò fuori dalla borsa.
Cercando di non far scricchiolare le assi rovinate del pavimento,si diresse
alla porta e scese al piano di sotto:aveva bisogno di un pò di tempo per
riflettere con calma.
Con un colpo di bacchetta,il suo tè fu pronto all'istante.
Prese la tazza e si sedette accanto alla finestra che dava sul mare agitato e
per alcuni istanti guardò le onde infrangersi sugli scogli con rabbia.
Che stava facendo?
Perchè continuava quella relazione che sapeva senza futuro?
Si era spaventata la sera precendente quando aveva sentito il discorso di
Draco:era sembrato veramente sincero e coinvolto,qualcosa che non aveva mai
immaginato all'inizio della loro storia.
Avevano iniziato quella specie di relazione perchè non dovevano esserci
sentimenti,non dovevano esserci feriti lungo la strada...
Allora perchè lei aveva la sensazione che ce ne sarebbero stati?
Era certa che le cose erano cambiate,lo sentiva che i sentimenti di Draco
erano diversi...Che si fosse veramente innamorato?
Ma non poteva!Non erano questi i patti!
Aveva detto che lei era sua...ma non era vero.
Lei non si sentiva affatto sua:sapeva di avere un grande debito nei confronti
di Draco,se non ci fosse stato lui,non sarebbe mai riuscita a superare la
rottura con Neville e probabilmente sarebbe tornata con lui dopo la scena
pietosa dell'altra settimana,ma non provava niente che potesse far pensare
all'amore.
Quindi era ora di chiudere...adesso che la situazione era ancora sotto
controllo.
Dannazione,quella vacanza era stata uno sbaglio!
Doveva capirlo anche da sola che non doveva uscirsene con una proposta del
genere:per un'uomo come lui,abituato ad un'altro tipo di rapporto con le
donne,quella proposta aveva assunto un significato particolare...
Sicuramente avrà pensato che comincio ad amarlo,si disse.
-Sei già in piedi?-
La voce inattesa la fece sobbalzare e versare un pò di liquido bollente sul
dorso della mano.
-Ahia!-si lamentò.
Poggiò la tazza sul pavimento e si alzò andando verso il lavandino per
mettere la mano sotto l'acqua fredda.
-Ti sei fatta male?-le domandò Draco andandole vicino.
Luna scosse la testa,senza guardarlo.
Restò qualche istante con la mano sotto l'acqua fredda,attimi in cui Draco le
si fermò accanto e la osservò.
Perchè ha preso questa dannata abitudine?si domandò lei chiudendo
l'acqua.
-Tutto a posto?-le chiese ancora lui.
Luna annuì.
-Non volevo spaventarti-si scusò.
-Non lo hai fatto...Ero solo sovrappensiero-
Draco annuì:anche lui era mezzo vestito,ma indossava i pantaloni
dell'uniforme ed era scalzo e a torso nudo.
-Cosa pensavi?-le domandò.
Luna si allontanò dal lavandino e tornò vicino alla finestra,dando le spalle
all'uomo e tornando a guardare le onde potenti ed arrabbiate.
Vorrei avere la loro forza,si ritrovò a pensare.
-Pensavo a noi due...-disse quasi senza accorgersene.
-Che vuoi dire?-le domandò ancora lui.
La voce di Draco era cambiata:si era fatta piu' guardinga,piu' tesa,come se
si aspettasse un'attacco da un momento all'altro.
Luna prese un respiro profondo e si voltò,incontrando il suo sguardo
indagatore.
-Credo che sia venuto il momento di chiudere-disse.
Draco la guardò perplesso e per un'istante lei ebbe paura che non avesse
afferrato il senso della sua frase.
-Vuoi rompere con me?-le domandò poi.
La sua voce era fredda e tagliente:stava indossando i panni di Malfoy per non
mostrare i suoi veri sentimenti.
Luna annuì.
-So che senza di te non mi sarei mai ripresa dalla rottura con Neville,e di
questo te ne sarò sempre grata,ma credo sia ora che ogniuno vada per la sua
strada-disse,le braccia incrociate sul petto pronta per ricevere le stoccate
dell'uomo.
Draco annuì.
-Posso farti una domanda?Per quale accidenti di motivo ci troviamo qui?-le
domandò.
Luna lo guardò e fece per rispondere,ma lui la interruppè.
-Se avevi già deciso di chiudere perchè cazzo siamo venuti fin quassù?-
-Non lo avevo già deciso!
L'ho capito soltanto stamattina:la situazione sta diventando troppo seria,e
non voglio che uno di noi due si faccia male andando avanti-gli disse.
-Credi veramente che potrei innamorarmi di te?-le disse lui quasi
sprezzante.
-Infatti non stavo parlando di te!-mentì lei.
Sapeva di dovergli lasciare il suo ruolo di cattivo senza cuore.
-Dovrei restare ad aspettare che anche tu non ti stanchi di me e mi getti
via?No grazie!
Ho avuto quest'esperienza e non intendo ripeterla troppo presto-disse lei
continuando a recitare.
Gli occhi di Draco la guardavano neanche volessero ucciderla con il solo
sguardo,ma lei sapeva che stava riflettendo attentamente sulle sue
parole,cercando un modo per risolvere la situazione senza perdere tutto.
-Non farei mai una cosa del genere-disse.
-Lo faresti...Involontariamente ma lo faresti...E io non voglio soffrire di
nuovo-gli disse.
Draco la guardò ancora qualche istante,poi si abbassarono e lei lo sentì
sospirare.
-Quindi io non ho nessuna voce in capitolo in questa faccenda?-le
domandò.
Luna scosse la testa.
-No,mi dispiace...Devo proteggere me stessa-
Draco annuì piu' volte.
-Allora non mi resta altro che fare i bagagli-disse.
Lei lo guardò avviarsi verso le scale e quando fu di nuovo sola nella
stanza,si concesse un piccolo sorriso.
Era stato molto meglio così...
Tornò a casa quello stesso giorno:non aveva motivo di restare a Keswick.
Draco era partito subito dopo aver fatto le valigie e se ne era andato senza
dire quasi una parola...Era normale in fondo che adesso ce l'avesse a morte con
lei.
Forse un giorno le cose sarebbero tornate quelle di un tempo,sperò lei.
Capì che c'era qualcosa che non andava fin quando arrivò davanti alla porta
di casa:aveva una brutta sensazione.
Sensazione che venne confermata quando,dopo aver aperto la porta,mise piede
dentro casa e sentì "Ciaf".
ACQUA!!!
Il dannato tubo era saltato!
Il salotto e la cucina erano completamente allagati:dovevano esserci dieci
centimentri d'acqua,che ancora non erano arrivati alle camere da letto.
Doveva essere successo tutto quella mattina...Per fortuna era tornata
prima!
Posò la valigia al sicuro sul divano e corse a prendere il telefono dalla
cucina,bagnandosi completamente scarpe e calze.
Si avvicinò al frigorifero dove Ginny aveva appeso la lista con tutti i
numeri di telefono della famiglia Weasley per i casi d'emergenza.
Provò a chiamare Ginny per prima,ma trovò il suo cellulare spento,allora
provò a chiamare Ron:avrebbe avvertito l'amica del disastro e avrebbe chiesto
l'aiuto di Ron.
Ma anche quel telefono sembrava suonare a vuoto!
CHE FINE AVEVANO FATTO TUTTI I WEASLEY???
Svanivano proprio adesso che si aveva piu' bisogno di loro!
Per un'attimo un pensiero le attraversò la mente:e se avesse chiamato
Draco?
Scartò subito quell'idea:l'avrebbe fatta annegare piuttosto che aiutarla dopo
quello che era successo quella mattina.
Diede una scorsa alla lista cercando il nome di qualcuno che avrebbe
sicuramente trovato in casa.
I suoi occhi vennero attirati da un nome...
Possibile?
Compose il numero scritto sul foglio e portò il telefono all'orecchio.
Tentare non costava nulla,e in caso contrario sarebbe stato solo un'altro
tentativo andato a buca.
Era già il terzo squillo,forse doveva rassegnarsi e cercare di riparare tutto
da sola.
Allontanò il telefono dall'orecchio e fece per chiudere la
comunicazione,quando sentì una voce dall'altra parte della cornetta.
-Pronto?-
Salve a
tutti!!!
Chiedo
scusa x il ritardo con cui ho postato il capitolo,ma portare avanti 3 ffs e
avere una vita è abbastanza stancante,specie se la vita decide di remarti
contro...
Cmq,come
al solito,spero ke vi piaccia e ke nn siano molte quelle di voi ke mi
correrranno dietro per la fine della storia fra Draco e Luna,ma ho capito dalle
vostre passate recensioni che nn piaceva a molti come stava evolvendo la
situazione,quindi ho pensato di chiudere.
Naturalmente ringrazio tt quelli che leggeranno e rencensiranno il
capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di
ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Sarina87(Tranquilla,nn è la fine del mondo!Come vedi Neve è stato rimesso
al posto suo,e anke il povero Draco...Ora inizia la vera storia),Gioconda(Benvenuta!E grazie x i
complimenti!Intendevi questo x far sparire Draco?),Alemalfoy(Ora sta a te consolare il tuo
povero maritino...A parte gli scherzi:è vero i maschi sn strani,ma nn credere ke
George sia meglio!),Gabryweasley(Ora inizia il vero divertimento:sapere tt quello che ha portato
alla perfetta coppia "George/Luna...Stay tuned!),Lila4eve(Come vedi,anke Luna se ne era
accorta,e ha cominciato a buttare qualcuno giu' dalla torre...), Potterfanlalla17(Lalla è difficile
avere dignità in amore:si arriva a fare cose ke normalmente nn avresti mai fai
fatto!),Ninny(Grazie x i
complimenti!!),Vinny(Anche
io avrei la tua stessa reazione!),Lyoko(Passata la febbre?Credo che abbiano messo anke un annuncio sul
giornale x ricordare l'evento!Buono studio!),Waka-laka-lilli(Grazie x i
complimenti!Ti posso assicurare che ti piacerà anche di piu'!)and last but least
Potterina88(Grazie
Pamy!Che dire:"Buona la prima"!Volevi saltargli addosso x il fisico o xkè
kiedeva scusa?Sii sincera!George è uno dei personaggi migliori,insieme a Teddy e
Luna,speriamo di continuare a renderlo speciale man mano che va avanti la
ff!).
Bene per
ora è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Me after
the deluge"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Me after the deluge ***
deluge
-Pronto?-
-Grazie al cielo sei a casa!-sentì rispondere nella cornetta.
George aggrottò la fronte a quelle parole:era successo qualcos'altro di cui
lui non era informato?
Di chi era la voce che lo aveva accolto con tanta gioia?
-Chi è?-domandò titubante.
-Sono Luna-ribattè la voce.
George restò in silenzio qualche istante,mentre scorreva mentalmente uno
schedario nella sua testa,cercando di associare un volto al nome,ma questa volta
non dovette cercare tanto.
Luna...
La migliore amica di Ginny,ora anche sua coinquilina,che l'aveva aiutato la
sera di Halloween per passare la sbornia,e che aveva cercato in tutti i modi di
non fargli pesare il fatto di essere sbronzo,come al contrario faceva Ron.
-Luna,che sorpresa!
E' successo qualcosa?-le domandò.
-Veramente sì!Ho bisogno del tuo aiuto-gli disse lei.
-Del mio aiuto?-domandò senza nascondere la sorpresa.
Era da tanto tempo che qualcuno non gli diceva che aveva bisogno del suo
aiuto,anche perchè lui si era distaccato da tutti e tutto.
-Sì è rotto un tubo e sono con l'acqua fino alle caviglie...Ti prego,dimmi
che te ne intendi con gli incantesimi di riparazione!-gli disse quasi
pregandolo.
George faceva ancora fatica a credere alle sue orecchie:stava veramente
chiedendo aiuto a lui?
E perchè non a Ron o a Ginny,che conosceva da piu' tempo e con cui aveva piu'
confidenza?
Certo anche loro si conoscevano,ma non avevano lo stesso rapporto che Luna
aveva con suo fratello,inoltre Ron poteva essere piu' utile di lui in quel
frangente,chiedendo magari l'intervento di qualcuno piu' capace al
Ministero...
Possibile che Ron sparisse sempre quando c'era bisogno di lui?
Stava per chiedere alla donna dove fosse la sua coinquilina,quando sentì un
gran fracasso dall'altra parte del telefono e un piccolo lamento provenire da
Luna.
-Luna!Luna,tutto bene?-le domandò quando sentì silenzio nel microfono.
-Si credo di sì...Sono solo scivolata in mezzo all'acqua e ora sono
completamente fradicia-gli disse.
Non poteva lasciarla da sola in mezzo al diluvio,pensò George cercando di
abbattere le sue ultime resistenze che ancora si rifiutavano di cadere.
-Ti sei fatta male?-le domandò.
-No,riesco ancora a muovere i piedi,ma ho un terribile dolore al sedere...E'
lì dove ho sbattuto-gli spiegò.
George si ritrovò inspiegabilmente a sorridere:la sincerità disarmante di
Luna era una cosa che lo aveva sempre scioccato,anche ai tempi di Hogwarts.
-Arrivo subito,tu cerca di restare a galla-le disse.
Sentì un sospiro entrare nel microfono della cornetta:lei stava
sorridendo?
-Ti ringrazio...Portati un canotto o non riuscirai ad entrare dalla
porta!-gli consigliò la donna.
E senza aspettare la risposta di George o aggiungere altro,Luna chiuse la
comunicazione.
George restò per qualche istante a guardare la cornetta muta e non potè
trattenere un sorriso: sicuramente sarebbe stata un'esperienza
imprevedibile.
Con un'incantesimo aveva fatto in modo che gran parte dei mobili si
sollevassero a mezz'aria,per evitare di essere toccati o rovinati
dall'acqua.
A quelli che non potevano essere appesi come salami,aveva invece fatto
un'altro incatesimo che li aveva resi impermeabili;aveva inoltre dovuto staccare
il generatore della luce per evitare di finire fulminata e per scongiurare
l'ipotesi di un corto circuito.
George le aveva detto che sarebbe arrivato il prima possibile,ma era da
quindici minuti che aveva chiuso la comunicazione con l'uomo e di lui ancora
nessuna notizia.
Che fine aveva fatto?Aveva deciso di lasciarla lì ad affogare?
L'acqua adesso le arrivava ai polpacci e non poteva neanche chiudere
l'interruttore dell'acqua perchè avrebbe dovuto scendere nel sottoscala del
palazzo,aprendo così la porta dell'appartamento e rendendo tutto il condominio
partecipe di quella piccola tragedia che si stava svolgendo in casa sua:l'acqua
sarebbe scesa come una piccola cascata per gli scalini e lei non aveva nessuna
voglia di sentirsi i rimbrotti degli altri inquilini e del portiere.
Aveva arrotolato le gambe dei pantaloni piu' in alto che aveva potuto per
evitare di bagnarsi,ma non era servito poi a molto,visto il capitombolo che
aveva fatto mentre era al telefono con George:adesso i pantaloni lungo tutto il
fianco destro e anche tutta la schiena erano completamente bagnati.
Era stupido andare in camera a cambiarsi,visto che comunque sarebbe tornata
di nuovo in mezzo all'acqua,quindi aveva deciso di restare con i vestiti
bagnati,anche a rischio di prendersi una polmonite.
Nell'attesa dell'arrivo di George,aveva provato a chiamare ancora una volta
Ginny,almeno per avvertirla di quello che era successo,ma anche questa
telefonata era andata a buca:chissà che fine aveva fatto la donna...
Improvvisamente sentì bussare alla porta:due colpi decisi sul legno che la
fecero sobbalzare nel silenzio dell'appartamento.
-Luna!Luna ci sei?-si sentì chiamare.
Erano arrivati i rinforzi!
-George,sei tu?-domandò avvicinandosi alla porta,facendo muovere l'acqua
intorno a lei in piccole onde.
-Che è successo al tuo campanello?Ho provato a suonare,ma non ha
funzionato-le disse l'uomo dal pianerottolo.
-Ho dovuto staccare la corrente per evitare un corto circuito-gli spiegò.
-Ok,adesso cerchiamo di risolvere questa catastrofe-disse lui.
-George non posso farti entrare dalla porta!-gli disse Luna.
L'uomo restò qualche istante in silenzio,sorpreso da quella frase,cercando in
questa qualche significato nascosto.
-Che vuol dire?-le domandò poi.
-Se apro,finisco per allagare tutto il palazzo...Ho fatto un'incantesimo
isolante alla porta...Non puoi trovare un'altro modo per entrare?-gli domandò
lei.
Dall'altra parte della porta sentì il silenzio:doveva averla presa per pazza
e deciso di andarsene,pensò quando non arrivò la risposta di George.
Poi alle sue spalle sentì un violento crack che la portò a voltarsi.
-Intendevi questo?-le domandò George,fermo nel mezzo del suo salotto,l'acqua
che gli aveva bagnato i pantaloni già fino a metà gamba e un mezzo sorriso
divertito sul viso.
Lei sorrise,visibilmente riconoscente.
-Non avrei saputo fare di meglio...-gli disse,muovendosi verso di lui.
-Cavolo!La situazione è peggio di come me l'ero immaginata!-disse l'uomo
guardandosi intorno.
Luna annuì e arrivò al suo fianco,poco distante da dove quella mattina si
trovava il divano,che ora aleggiava minaccioso sopra le loro teste.
-Già,sto pensando di lasciare tutto com'è e di aprire una piscina...Chissà
magari divento ricca-disse la donna.
George sorrise,incurvando leggermente gli angoli della bocca e scosse la
testa.
-Tranquilla adesso risolviamo il problema,piuttosto,perchè non ti metti
qualcosa di asciutto?-le disse accorgendosi dei suoi vestiti bagnati incollati
al corpo.
-E poi tornare a bagnarmi di nuovo?Preferisco restare così-gli disse.
George la guardò e scosse nuovamente la testa:era davvero strana!
-Ok allora,mettiamoci al lavoro-disse tirando fuori da una tasca la sua
bacchetta.
Luna annuì e si mosse verso il tubo rotto,producendo come al solito le
piccole onde,con George al suo fianco.
-Il tubo è lì dietro,nascosto fra il lavandino e quel mobile-gli disse
voltandosi a guardarlo una volta arrivata a destinazione.
George si tolse la giacca di pelle,e la poggiò sul piano cottura,poi facendo
forza su entrambe le braccia si issò sulla cucina per controllare se riusciva a
raggiungere il tubo senza spostare i mobili:l'acqua usciva come una piccola
fontana zampillante poco distante dal lavandino,ma il maledetto tubo era ben
nascosto.
-Vedo soltanto acqua-disse tornando a terra.
Come "premio" per quella piccola scalata,adesso anche le maniche della
camicia erano completamente fradicie e pesanti,quindi George sbottonò i polsini
e iniziò ad arrotolarle su per i gomiti.
-Quindi dobbiamo spostare i mobili,secondo te?-gli chiese la donna,fissandolo
dubbiosa.
George guardò Luna e poi tornò a guardare di nuovo il lavandino da cui
l'acqua cadeva in quella strana angolazione.
-Credo che non ci sia altra scelta-sentenziò.
Luna annuì e guardò a sua volta i mobili sotto accusa.
-Ma appena toglieremo il lavandino,l'acqua ci colpirà in
pieno...-riflettè.
-Ormai siamo già con i pesci che ci nuotano attorno alle caviglie,che
differenza fa un pò d'acqua in più?-le domandò lui scherzando.
Luna sorrise e prese la sua bacchetta,ancora leggermente titubante,poi alla
fine si lasciò convincere dalle parole di George:che cambiava in fondo?
Puntò la bacchetta contro il lavandino e come aveva fatto prima con il resto
della mobilia,lo fece svolazzare per qualche minuto nel vuoto,prima di
riportarlo a terra dall'altra parte della cucina.
Non appena aveva mosso il lavandino il tubo rotto,completamente libero da
costrizioni,aveva fatto uscire l'acqua con maggior afflusso.
-Sembra una vera cascata-disse George guardandolo da lontano per qualche
istante.
Luna,sempre con la bacchetta in mano,lo fissò, aspettando una sua mossa,poi
come per dare il buon esempio si avvicinò al tubo.
L'acqua sembrava ancora piu' fredda in quel punto,pensò mentre si
avvicinava;George nel frattempo,la stava imitando,anzi arrivò per primo alla
"cascata".
-Reduco-disse puntando la bacchetta contro l'acqua.
Fortunatamente il flusso d'acqua diminuì leggermente,ma non s'interruppe.
-Così almeno possiamo vedere dov'è il danno-disse George,voltandosi
un'istante verso Luna.
Alcune goccie avevano raggiunto i capelli di George,specialmente le ciocche
ai lati del viso e li avevano inumiditi,come se George fosse appena uscito dalla
doccia.
-Li vedi?-domandò Luna avvicinandosi a sua volta al tubo.
George non le rispose per qualche istante,lo sguardo attento a controllare la
superficie rossa e ferrosa del tubo.
-Eccolo-disse ad un tratto.
Luna si avvicinò all'uomo,arrivando a sfiorargli il braccio con il suo,per
riuscire a vedere il buco che aveva provocato tutto quel disastro.
-Sono due,li vedi?-le disse George,abbassando lo sguardo su di lei.
Luna strizzò leggermente gli occhi,finchè non li vide:erano due buchi,uno un
pò piu' grande dell'altro,da cui nonostante il suo incantesimo continuava ad
uscire acqua.
-Due fori così piccoli hanno potuto provocare un danno del genere?-gli
domandò alzando lo sguardo sul volto di George.
Lo vide sorridere.
-Adesso abbiamo ridotto la pressione dell'acqua,ma ricordati quanta ne usciva
fino a pochi minuti fa-le disse lui.
Luna dovette dargli ragione:non avrebbero resistito a lungo senza
quell'incantesimo.
-E adesso che si fa?-gli domandò.
George si rimise in posizione eretta e la guardò.
-Ora li rimettiamo a posto-le disse semplicemente.
Luna seguì il suo esempio e restò qualche secondo in silenzio,prima di
ribattere.
-Ma io sono negata in queste cose,altrimenti perchè avrei chiamato te?-gli
fece notare.
George sorrise.
-Quindi vorresti far fare tutto il lavoro sporco a me?-
-Naturale!-rispose la donna sorridendo divertita.
-Questa è bella!E io che ci guadagnerei?-le domandò George,continuando a
scherzare.
Luna storse la bocca verso sinistra,intenta a riflettere e dopo qualche
istante lo guardò in volto e tornò a sorridergli quasi compiaciuta.
-Ti invito a cena-gli disse.
George aggrottò la fronte.
-Cosa?-le chiese incerto.
Lei annuì convinta,sempre sorridendo.
-Sì,ti invito a cena:tu sistemi il tubo e io per ringraziarti ti offro la
cena-gli disse.
George restò in silenzio qualche istante,come per accertarsi che
quell'offerta fosse soddisfacente.
-Ma avrò comunque bisogno del tuo aiuto-le fece notare lui.
-Che vuoi dire?-gli domandò lei.
-Voglio dire che io posso occuparmi del tubo,ma tu devi aiutarmi:il foro è
troppo piccolo,ho bisogno di un'incantesimo allargante-le spiegò.
Luna non ebbe bisogno di riflettere per capire il discorso dell'uomo.
-Tu vorresti allargare quei buchi?Ma così finiremo veramente allagati!-gli
disse.
-E' l'unico modo per ripararli,e poi non voglio allargarli tutti e due in una
sola volta-ribattè George.
-Allora non capisco.
George si passò una mano bagnata fra i capelli,per spostarli dalla fronte,ma
l'unico risultato che riuscì ad ottenere fu quello di farli restare dritti
neanche fossero pieni di gel.
Luna vedendo quella buffa acconciatura non riuscì a trattenere un
sorriso.
-Voglio dire che dovremo allargare un buco alla volta,altrimenti l'acqua sarà
veramente troppa-le spiegò.
-Sei proprio sicuro di aver bisogno del mio aiuto?-gli domandò ancora una
volta Luna,visibilmente riluttante.
George annuì e lei non potè fare a meno di cedere,non prima di essersi
prodotta in un sospiro esasperato che la fece somigliare ad una bambina.
-Ok,va bene,faremo come dici tu-cedette.
George annuì e fissò lo sguardo sul tubo,stringendo piu' forte la presa
attorno alla bacchetta.
-Conto fino a tre e poi allargo il primo buco,ok?-le disse.
Lei annuì.
-Uno...due...tre...Expando maximo-contò lentamente George.
Non appena ebbe finito di contare,George pronunciò l'incantesimo:Luna vide
uno dei fori allargarsi e diventare visibile anche da quella distanza.
L'acqua aveva ripreso a scorrere ancora piu' copiosa,arrivando come piccole
onde sulle gambe e sui vestiti dei due adulti,che in piedi in mezzo al salotto
cercavano di contrastare quella forza della natura.
-Reduco-disse di nuovo Luna per fermare il getto d'acqua.
Ancora una volta il flusso diminuì,permettendo di vedere la voragine che era
diventata il primo buco.
-Adesso!-disse rivolta a George.
-Reparo!-scandì l'uomo ad alta voce,la bacchetta puntata contro il foro.
Quando l'incantesimo colpì il tubo sembrò come se qualcuno avesse premuto il
pulsante del rewind:il foro divenne sempre piu' piccolo fino a sparire del tutto
e dove prima c'era stata quella voragine che buttava acqua a getto continuo,ora
c'era un nuovo strato di ferro,come fosse stato appena fatto dall'idraulico.
Luna sorrise,felice che quel semplice ed elementare incantesimo avesse
funzionato.
Si voltò verso George e gli sorrise,vedendolo subito ricambiato.
-Bel lavoro compare!-gli disse.
George rise leggermente e si passò ancora una volta una mano fra i
capelli,sistemandoli in una nuova posa buffa.
-Già,ma guarda in che stato siamo...-le fece notare.
Luna guardò sè stessa e George e rise divertita:erano bagnati dalla testa ai
piedi.
Ciocche di capelli si incollavano al viso,ed i vestiti sembravano essere
diventati una seconda pelle per quando erano zuppi d'acqua.
-Faresti meglio a toglierti quella camicia-gli disse.
Poi prima che lui potesse replicare,fece una mossa completamente inaspettata
che lo lasciò senza fiato:afferrò i due lati della sua maglietta e la
sfilò,restando soltanto in pantaloni e reggiseno.
George abbassò lo sguardo,in un gesto imbarazzato,e con la coda dell'occhio
vide letteralmente volare accanto a sè la maglietta che la donna indossava poco
prima.
-Va tutto bene?-domandò Luna.
George annuì e rialzò lo sguardo,imponendosi però di fissarlo eslcusivamente
sul viso.
-Non ne potevo piu' di quella roba appiccicosa addosso,non da fastidio anche
a te?-domandò con voce totalmente priva di doppi sensi e di malizia.
Lui sorrise e si rese conto che in effetti quella camicia aveva iniziato a
farsi pesante per colpa di tutta l'acqua e decise di seguire l'esempio della
donna.
Iniziò a sbottonarsi la camicia e se la sfilò dalla testa,dopo aver slacciato
i primi bottoni:così facendo si rimodellò anche la stravagante
capigliatura,ormai completamente bagnata.
Si guardò attorno e,alla fine,lanciò la camicia sul piano cottura accanto al
giubotto.
-Sei pronto per il secondo round?-gli domandò Luna sorridendogli.
Lui annuì,bacchetta alla mano.
-Al tre.
Uno...Due...Tre...Expando maximo!-ripetè George.
Ancora una volta il foro diventò enorme e l'acqua prese a scorrere piu'
forte,facendo alzare il livello dell'acqua fino alla pancia dei due:ormai
muoversi era diventato quasi impossibile.
-Reducto!-disse Luna,sollevando la bacchetta per non farle toccare
l'acqua.
L'incantesimo si ripetè come poco prima e nel preciso istante in cui l'acqua
iniziò a diminuire, George lanciò il suo incantesimo.
-Reparo!-
Ancora una volta premettero il tasto del rewind,chiudendo quella toppa che
aveva trasformato l'appartamento in una palude.
Finalmente il tubo era tornato a posto:nella stanza era tornato il
silenzio,non si udiva piu' il gocciolio che li aveva accompagnati fino a quel
momento,soltanto lo sciabordio prodotto dal movimento delle piccole onde che
nascevano dai loro movimenti.
-Che l'abbiamo fatta!-disse Luna soddisfatta,voltandosi verso di George.
Lui voltò la testa verso di lei,rialzando un secondo dopo lo sguardo sul
volto della donna.
-Già...Che faticaccia:se sapevo quello che mi aspettava,non credo avrei
alzato il telefono-le disse sorridendo.
-Ah,ah...Molto divertente.
Comunque grazie davvero:se non fosse stato per te,non so come avrei fatto-gli
disse seria.
George scosse la testa,modesto.
-Sciocchezze!Non ho fatto poi nulla di così speciale-si schernì.
-Come vuoi,però non credere che mi dimentichi della mia offerta...Anzi ci
aggiungo anche un bagno caldo-gli disse sorridendo.
George aggrottò le sopracciglia.
-Come scusa?-
-Mentre io ordino la cena,tu ti fai un bagno caldo...L'ultima cosa che voglio
è che il mio salvatore si becchi una polmonite per causa mia-gli spiegò
seria.
-Assolutamente Luna,non è necessario-ribattè lui,cercando di rifiutare.
-Gratta e Netta!-disse ad alta voce.
Come risucchiati da uno scarico nel pavimento,l'acqua iniziò a calare:scese
dallo stomaco ai fianchi,poi alle ginocchia per finire alle caviglie.
Dopo neanche un minuto l'acqua era soltanto un vago ricordo,non c'era neanche
la piu' piccola traccia di umido sul pavimento.
La donna si avvicinò al piano cottura dove aveva gettato la maglietta poco
prima e dopo averla presa fra le mani,si voltò verso George e gli sorrise.
-Ti piace il cibo cinese?-gli disse.
George fece per replicare,ma lei si allontanò verso la sua camera da
letto,lasciandolo solo in quella stanza piena di mobili svolazzanti.
Alla fine aveva capito che era inutile controbattere.
Aveva accettato l'asciugamano che Luna gli aveva porto ed era andato a
chiudersi in bagno:si era spogliato e aveva posato i vestiti fradici sulla
tazza,con l'intento di asciugarli in seguito,e dopo aver riempito la vasca
d'acqua calda,vi si era infilato dentro,provando una piacevole sensazione di
benessere.
Poggiò la testa sul bordo della vasca e,vista la sua altezza era stato
costretto a poggiare un piede sul telefono e sul rubinetto freddo.
Con lo sguardo sul soffitto,ripensò a quello che lo aveva portato lì:era la
prima volta da tanto tempo che si sentiva utile.
Per tutti quei mesi si era lasciato andare,allontandosi da tutto e tutti,come
se fosse un'appestato, scansando ogni tentativo di contatto dei suoi genitori;se
gli avessero chiesto il motivo di quel comportamento non avrebbe saputo dare una
motivazione precisa:era triste per la morte di Fred,si sentiva in colpa per non
essere riuscito a proteggerlo...credeva di dover esserci lui al posto del
fratello...
Allora perchè,non appena Luna lo aveva chiamato,lui non aveva esitato
un'istante ad andare in suo soccorso?
Era bastato che lei gli dicesse che aveva bisogno del suo aiuto,che era con
l'acqua alle caviglie per fargli scattare dentro il senso dell'eroe,se così
poteva chiamarlo,e farlo venire in suo soccorso.
Eppure non erano neanche amici,almeno non troppo intimi...
Mosse una mano nell'acqua provocando una serie di piccole onde che si
infransero contro il suo corpo nudo.
Per una volta lasciò che la mente riandasse a neanche mezz'ora prima,quando
si erano trovati semi-nudi.
La semplicità e la purezza con cui lei si era spogliata davanti a lui,senza
il minimo imbarazzo o malizia,l'aveva fatto sentire in imbarazzo come mai prima
d'allora:non era la prima volta che una donna si spogliava davanti a lui,non era
un novellino!
Però questa volta,Luna non aveva nessun'intenzione di portarlo a letto o di
fare colpo su di lui, l'unico motivo che l'aveva spinta a togliersi la maglietta
era perchè questa era piena d'acqua e le impediva quasi i movimenti.
Aveva guardato il corpo della donna soltanto per qualche istante,ma era come
se si fosse scolpito nella memoria:sicuramente quella non sarebbe stata l'ultima
volta che gli avrebbe fatto capolino fra i pensieri.
Quella pelle così bianca e perfetta...Da quanto aveva visto non aveva neanche
un neo o un' imperfezione.
Il reggiseno rosa pallido di pizzo cingeva il seno con delicatezza neanche
fosse una carezza e piccole goccie d'acqua erano andate a posarsi sulla pelle
delicata delle scapole e del torace,facendo brillare quella parte.
Aprì e chiuse gli occhi piu' volte,cercando di darsi un contegno:doveva
smetterla di fare quei pensieri!
La persona interessata era fuori da quella porta e non era affatto carino
farsi trovare in atteggiamenti poco convenienti o perdere troppo tempo in quel
bagno.
Era ora di uscire,si disse alzando la testa dal bordo della vasca e issandosi
in piedi nella vasca.
Dopo aver ordinato per telefono la cena ed aver rimesso al loro posto tutti i
mobili,Luna era andata in camera sua per cambiarsi quegli abiti bagnati.
Aveva acceso la lampada sul comodino e si era guardata nello specchio del
comò nella fioca luce che illuminava la stanza.
Ancora non riusciva a credere a quanto era stata sfacciata:spogliarsi davanti
a George in quel modo!
Cosa le era passato per la testa?Era un modo per colpirlo,un perverso istinto
di esibizionismo?
Scosse la testa e iniziò a togliersi i pantaloni bagnati.
No,non era niente di tutto questo,si disse,voleva veramente togliersi quella
roba bagnata di dosso:rischiava veramente una polmonite!
Lasciò a terra i pantaloni zuppi e prese dall'armadio il pantalone di una
tuta nera ed una maglietta rosa a maniche lunghe.
Infilò i pantaloni,poi prese la bacchetta e la puntò verso i suoi capelli
completamente fradici e attaccati al suo viso:bastò un'incantesimo e il secondo
dopo,questi tornarono asciutti e vaporosi ad accarezzarle la schiena.
Posò la bacchetta sul comò e prese un'elastico pensando se doveva legarli in
una coda di cavallo come sempre,ma dopo un'ultimo sguardo nello specchio decise
di lasciarli sciolti.
Infilò la maglietta e per qualche strana associazione di idee la sua mente
riandò all'istante dopo,a quando lui si era tolto a sua volta la
camicia,restando a torso nudo.
Lo aveva sempre visto con indosso la divisa di Hogwarts,o al limite
completamente vestito...Ma doveva ammettere che anche quello che si nascondeva
sotto i vestiti non era male.
Aveva potuto soltanto sbirciare per evitare di sembrare invadente o
inopportuna,ma quello che aveva visto le era sembrato al posto giusto e nelle
giuste quantità:aveva una buona dose di addominali e di pettorali,una leggera
peluria rossa nel centro del petto e sul torace,due spalle larghe e
possenti.
Come per scacciare quel pensiero dalla mente,scosse la testa piu' volte:che
accidenti le prendeva?
Non era assolutamente il momento ne la persona adatta per pensare certe
cose,si rimproverò.
Era appena uscita da una storia terribilmente complicata e non era proprio il
caso di iniziarne un'altra che non le avrebbe portato niente di buono.
Ma perchè stava pensando cose del genere?
In fondo non era successo niente fra lei e George,le aveva soltanto dato una
mano a riparare il tubo rotto...
Prima che potesse trovare un senso a quei pensieri sconclusionati,sentì
suonare al citofono:era arrivata la cena!
Uscì a piedi scalzi dalla stanza e si diresse spedita verso la porta
dell'appartamento,mentre George usciva dal bagno,completamente vestito ed
asciutto.
Luna aprì il portone e prese dalla borsa i soldi per pagare la cena.
-Credi che ti lasci pagare?-le domandò George andandole incontro.
-Dovrai farlo visto che sono stata io ad invitarti a cena-gli fece notare la
donna.
-Ma non vuol dire...Lascia che paghi io-ribattè ancora lui fermandosi accanto
a lei.
Luna alzò la testa dalla borsa e incontrò i suoi occhi,sorridendogli.
Prima che potesse parlare,però,bussarono alla porta,così la donna si avvicinò
per aprire al ragazzo delle consegne.
La porta si aprì su un ragazzo con un giubotto catarifrangente ed un casco in
testa,che del suo viso lasciava intravedere soltanto gli occhiali e i brufoli
che gli devastavano le guance.
-Salve,avete fatto davvero presto-disse sorridendo al ragazzo.
Questi le porse i vari contenitori con il cibo senza risponderle poi diede
una scorsa ad un bloc-notes che teneva in una delle tante tasche del
giubotto.
-Sono venti sterline e cinquanta cents-disse con una voce nasale.
-Luna...-disse ancora George.
-George vuoi smetterla?Vorrà dire che la prossima volta sarai tu ad
offrire-gli disse lei senza voltarsi,impegnata a pagare il ragazzo e a tenere in
equilibrio su una sola mano i vari contenitori.
George sbuffò e le si avvicinò per alleggerirle il compito,togliendole le
varie scatole da mano,poggiandole poi sul bancone di cucina.
La donna prese il resto e salutò il ragazzo delle consegne poi,dopo aver
chiuso la porta,si diresse verso di George,che era ancora accanto al bancone che
osservava le varie scatoline con aria dubbiosa.
Un dubbio sorse nella mente di Luna.
-Conosci il cibo cinese,vero?-gli domandò guardandolo.
George annuì titubante,poi prese una scatola fra le mani e la avvicinò al
naso.
Luna sorrise leggermente divertita e si diresse verso il frigo.
-Vuoi una Burrobirra?-gli domandò aprendo lo sportello e guardandolo.
L'uomo annuì senza guardarla.
-Dobbiamo metterle nei piatti?-domandò George.
-No,non ce n'è bisogno-disse riavvicinandosi a lui con in entrambe le mani
una bottiglia di Burrobirra.
Lui alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi che lo osservavano divertita.
-Cosa?-non riuscì a trattenersi dal chiederle.
Luna scosse la testa e bevve a canna un sorso.
-Nulla...Forza prendi la roba che si mangia-gli disse prendendo le Burrobirre
e avviandosi verso il salotto.
Senza fare domande,George la seguì,posando poi i vari contenitori sul
tavolino poco distante dal divano e sedendosi su di questo accanto a Luna.
Lei bevve un'altro sorso dalla bottiglia e lo guardò sistemarsi piu'
comodamente,poi i loro occhi si incontrarono,facendola sorridere ancora una
volta,senza una motivazione chiara.
George ricambiò il suo sorriso e allungò una mano verso i
contenitori,prendendo il piu' vicino.
Lo aprì e ancora una volta infilò il naso dentro,annusando.
-Riso alla cantonese-disse guardando la donna.
Luna fece un piccolo mugolio di apprezzamento:era una delle cose che piu'
amava della cucina cinese.
Seguì l'esempio dell'uomo e prese una confezione,l'aprì e vi trovò gli
spaghetti fritti.
-Questa casa non sembra la stessa senza il piccolo oceano a fare da
contorno-le disse George fra un boccone e l'altro.
Luna gli fece una smorfia cercando di non mostrare il cibo che aveva ancora
in bocca e ingoiò prima di ribattere con una battuta che sperava tagliente.
-Se vuoi posso puntare la bacchetta contro il tubo e riaprire il buco in meno
di mezzo secondo-gli disse a mò di minaccia.
-No,non ti azzardare neanche-ribattè lui prima di prendere un'altro
boccone.
Luna sorrise.
-Cambio!-disse ad un tratto lui,strappandole dalle mani il suo contenitore e
dandole il suo.
Luna lo guardò perplessa per qualche istante,stupita dalla sua mossa.
-Io e Fred facevamo sempre così-le spiegò lui.
Luna annuì:sapeva che era difficile per l'uomo parlare del fratello e il
semplice fatto che avesse pronunciato il suo nome l'aveva sorpresa.
-Posso chiederti perchè?-gli domandò con cautela.
George ingoiò un'enorme boccone di riso dalla cantonese e alzò le spalle.
-Così avevamo la possibilità di mangiare tutto-le spiegò con semplicità.
Luna sorrise e portò alle labbra la bottiglia di Burrobirra,e mentre la stava
posando sul tavolino,un pensiero le attraversò la mente.
-E' per questo che hai fatto quella faccia strana quando ti ho parlato della
cena cinese?-gli domandò con lo stesso tono cauto.
George la guardò qualche istante in silenzio,poi annuì.
-In parte...Era una di quelle cose che facevo con Fred:si può dire che da
quando siamo andati ad abitare da soli abbiamo vissuto soltanto grazie al
take-away cinese.
Alcune volte avevo paura di svegliarmi e di trovarmi con gli occhi a
mandorla-le disse.
Luna rise,facendo cadere a terra un pò di spaghetti fritti.
Si coprì la bocca con una mano,continuando a ridere,provocando le risate
dell'uomo e per alcuni minuti l'unico rumore che si sentì nella stanza fu il
suono delle loro risate divertite.
Quando fu certa di essersi calmata,Luna prese la sua bottiglia fra le mani e
bevve un sorso,poi aspettò di averla posata di nuovo sul tavolino prima di
parlare.
-Invece a tua sorella non piace molto:ha provato soltanto una volta e dalla
sua faccia sembrava che stesse mangiando dei vermi fritti-gli raccontò prendendo
un'altro boccone di riso.
George rise di nuovo e abbassò per alcuni secondi la testa.
-Si,lo so,ha dei gusti delicati...-disse poi prendendo in giro Ginny.
-Sono assolutamente d'accordo con te-confermò la donna.
Prese un'altro boccone dalla confezione,poi lo posò sul tavolino accanto alla
bottiglia e ne prese un'altro,ancora chiuso.
-Se è il pollo alle mandorle è il mio!-disse subito George guardandola.
-Non ci contare!Non lo dividerei con nessuno al mondo-ribattè lei.
George le si avvicinò sul divano per riuscire a sbirciare nella confezione
ancora chiusa e,nello stesso tempo,Luna allontanò il braccio che stringeva la
scatola,portando l'uomo ad allungare di piu' il collo verso di lei.
-Avanti!Credi che un Weasley possa saziarsi con un pò di riso e degli
spaghetti?-le domandò lui alzando gli occhi sul suo viso.
Luna annuì convinta.
-Ah,già dimenticavo:i Weasley sono insaziabili-lo prese in giro lei.
-E anche golosi-ribattè lui.
In un'istante di distrazione di Luna,George allungò un braccio e afferrò il
cartone del cibo cinese che lei teneva ancora in mano,allontanandosi poi da
lei,quasi rintanandosi nella sua parte del divano.
-Ehi,non vale!-si lamentò la donna.
George rise soddisfatto e per alcuni istanti sembrò quello di un tempo,quasi
un'estraneo all'uomo che aveva preso il suo posto in quell'ultimo periodo.
Come era possibile che una persona che non conosceva quasi riuscisse a
metterlo così a suo agio?
Stava scherzando con Luna neanche la conoscesse da sempre,mentre invece in
passato era già un miracolo se si scambiavano dieci parole di seguito.
Aprì la confezione e sorrise soddisfatto.
-Pollo alle mandorle-disse guardando la donna.
-Già,ma l'ho preso prima io,quindi ridammelo-disse lei con un tono quasi
infantile.
-Non ci penso proprio,sai che potrei uccidere per questo?-ribattè lui,lo
sguardo fisso su di lei.
-Allora siamo in due-
George lanciò uno sguardo al pollo che languiva in quella scatola di cartone
e che malignamente lanciava verso le sue narici il suo profumo delizioso,e
sospirò.
-E se ce lo dividessimo?-disse poi rivolgendosi a Luna.
Lei lo guardò sorpresa e restò qualche istante in silenzio.
-Io non voglio rinunciarci,e lo stesso tu...Quindi l'unica alternativa è
quella di dividercelo-le spiegò.
-Credo che si possa fare-disse alla fine Luna.
Dopodichè si avvicinò a George sul divano,forchetta alla mano e prese il
primo boccone seguita subito da George.
-Vuoi sentire un pò di musica?-gli domandò dopo qualche minuto di
silenzio.
George scosse la testa.
-A meno che non voglia tu-le disse poi.
-No,io no...E' che alle volte ho paura di essere noiosa e quindi ho pensato
che un pò di musica potesse essere d'aiuto-gli disse.
George sorrise divertito,ingoiando un'altro boccone di pollo.
-Cosa?-gli domandò lei.
-Tu noiosa?Credo che tu sia la persona meno noiosa del mondo-le disse bevendo
poi un sorso dalla sua bottiglia.
-E che te lo fa credere?In fondo non ci conosciamo bene-gli fece notare lei
guardandolo in volto.
George annuì.
-E' vero,ma sono anni che le nostre strade si incrociano,no?-le domandò
ricambiando il suo sguardo.
Lei annuì,restando in silenzio in attesa del resto.
-Però posso basarmi su alcuni fatti...-le disse.
-Per esempio?-gli domandò curiosa.
-Gli strani orecchini-le disse per iniziare.
Luna si ricordò gli orecchini che indossava ad Hogwarts per far colpo o anche
per attirare l'attenzione e sorrise,annuendo.
-Oppure il fatto che leggevi le riviste al contrario-disse ancora George.
-Cercavo un'altro punto di vista-ribattè lei infilzando con la punta del
coltello un pezzo di pollo.
George rise e scosse la testa.
-E poi una volta ti ho vista che davi da mangiare al nulla-le disse per
concludere.
-Quelli erano i Thersal:guidano le carrozze di Hogwarts.
Li può vedere soltanto chi ha avuto un'esperienza vicina alla morte-gli
spiegò prima di bere l'ultimo sorso della sua birra.
George rimase colpito dalle sue parole e annuì lentamente un paio di
volte,poi la guardò senza sapere come farle quella domanda,ma lei lo
prevenì.
-Mia madre...Stava facendo un'esperimento e qualcosa è andato storto-gli
disse.
Ormai non era neanche piu' doloroso...Era passato tanto di quel tempo che era
diventato un ricordo,un aneddoto:qualcosa che la rendeva speciale.
George annuì ancora una volta e poi la guardò in volto.
-Quindi se tornassi ad Hogwarts adesso li vedrei anche io-disse.
Lei annuì,capendo a cosa si riferiva.
-Un motivo per tornarci...-gli disse ricambiando il suo sguardo.
George storse la bocca e dopo qualche istante,scosse la testa lentamente.
-Magari non così presto-rispose con voce piu' bassa.
Luna si accorse di aver riaperto una ferita che non avrebbe mai smesso di
sanguinare e cercò le parole adatte per rimediare,ma in quel momento
completamente inaspettato,la porta dell'appartamento si aprì.
Luna e George,quasi contemporaneamente,si voltarono e guardarono sorpresi
Ginny che posava la valigia all'ingresso per poi alzare lo sguardo e scorgere i
due seduti sul divano.
-E voi che ci fate qui?-domandò loro sorpresa.
-Tu che ci fai!Non dovevi essere da Ron e Hermione?-domandò Luna e andando
incontro alla sua coinquilina.
Ginny scosse la testa e chiuse la porta dell'appartamento.
-Abbiamo litigato e io me ne sono tornata a casa-le disse concisa.
George si era alzato a sua volta dal divano ed era venuto verso la
sorella.
-Perchè avete litigato?-le domandò curioso,infilando entrambe le mani in
tasca.
Ginny alzò lo sguardo su George,ancora sorpresa di trovarlo lì e decise di
rispondere prima di fare domande a sua volta.
Abbassò qualche istante lo sguardo sbuffò poi parlò.
-Per cosa litighiamo da mesi io e Ron?-domandò lei ai due.
-Harry-disse Luna guardando la rossa.
Ginny annuì ricambiando lo sguardo dell'amica.
-Come al solito ha cercato di convincermi a uscire con uno dei suoi colleghi
del Ministero e quando mi sono rifiutata è partita la solita lite sul fatto che
dovevo rassegnarmi,che Harry non tornerà piu',e che io sono una povera illusa ad
aspettarlo ancora-disse lei con un tono stanco e ripetitivo.
-Vedrai che avrai modo di fargli rimangiare tutto-le disse Luna andando
vicino a Ginny e mettendole un braccio attorno alle spalle.
Ginny annuì e poi guardò i due.
-E voi invece?-domandò cercando di non sembrare troppo curiosa.
-Sono venuto per un pronto intervento-le disse George.
Ginny corrugò le sopracciglia,senza capire,e si voltò verso Luna che alzò le
spalle.
-Quando questa mattina sono tornata l'appartamento era allagato,c'erano
almeno dieci centimetri d'acqua...Si era rotto il tubo-le spiegò.
-Cazzo-si lasciò andare Ginny.
-Infatti!Ho provato a chiamarti,ma non sono riuscita a trovarti da nessuna
parte-le disse.
-Casa di Hermione e Ron è peggio di un bunker,non riuscirebbe a ricevere
neanche un telefono satellitare-disse Ginny scusandosi.
-Comunque ho dato un'occhiata a quella lista che hai appeso sul frigo per i
casi di emergenza e ho chiamato George e fortunatamente lui è venuto in mio
soccorso e abbiamo riparato il tubo-disse la bionda.
Ginny si voltò verso George che le fece un sorriso sornione facendola
ridere.
-Hai fame?-le domandò Luna premurosa.
Ginny scosse la testa.
-Fortunatamente Ron ha aspettato il dopo cena per le sue menate-ribattè.
George sorrise poi vide la sorella venire verso di lui,abbracciarlo e
posargli un bacio sulla guancia.
-Grazie...Sei stato il nostro salvatore-gli disse guardandolo.
George scosse la testa schernendosi,e la sorella gli sorrise.
-Ho bisogno di una doccia...-disse poi Ginny voltandosi verso Luna.
Luna e George annuirono e la rossa si avviò verso il bagno,lasciandoli di
nuovo soli.
-Adesso sarà meglio che vada-disse George guardando Luna.
La donna annuì,poi un pensiero le attraversò la mente e si diresse verso il
divano,seguita dallo sguardo di George che la osservava curioso.
La osservò mentre cercava fra i vari contenitori del cibo cinese e poi la
vide sorridere dopo aver trovato l'oggetto della sua ricerca.
La vide voltarsi verso di lui e rivolgergli un sorriso.
-Non puoi andar via senza questo-gli disse tendendo una mano chiusa a pugno
verso di lui.
Quando la girò e l'aprì,George vide che nel palmo aperto c'era un biscotto
della fortuna;alzò lo sguardo sul volto di lei e sorrise.
-Non dirmi che credi alla fortuna...-le disse.
Luna ricambiò il suo sorriso e alzò le spalle.
-Non si può mai sapere-gli disse misteriosa.
George scosse la testa,ma prese il biscotto dalla sua mano aperta e davanti
ai suoi occhi lo aprì nel mezzo,tirando fuori il biglietto contenuto
all'interno.
Lesse le parole che vi erano scritte sopra sentendo lo sguardo della donna
fisso sul suo volto e quando rialzò gli occhi per qualche istante i loro sguardi
si incontrarono,nel silenzio della stanza.
-Cosa c'era scritto?-gli domandò lei,con voce calma e moderata.
George sorrise e mise il bigliettino in tasca,gli occhi sempre nei suoi.
-Forse un giorno te lo dirò-le disse misterioso.
Gli occhi di Luna rimasero nei suoi ancora per qualche istante,e per quel
breve lasso di tempo,sembrò che entrambi avessero dimenticato dove fossero e chi
fossero.
Poi lei sbattè le palpebre rompendo quel contatto.
-Adesso sarà meglio che vada-ripetè George,avvicinandosi al piano cottura per
prendere il giubotto di pelle che aveva posato lì al suo arrivo.
Luna lo seguì con lo sguardo e lo vide infilarsi la giacca e tornare verso la
porta,poco distante da lei.
-Non so come avrei fatto senza di te-gli disse sincera.
George scosse la testa.
-Te la saresti cavata lo stesso-ribattè.
Questa volta fu lei a fare un cenno di diniego.
-Non credo proprio...Sarei finita con l'acqua alla gola!
Grazie per avermi aiutato-gli disse di nuovo.
George annuì.
-Grazie a te per la cena...Ricordati che la prossima volta tocca a me
offrire-le ricordò con un leggero sorriso sul volto.
Luna annuì,e nello stesso istante si domandò se ci sarebbe stata davvero una
prossima volta o se era soltanto una di quelle frasi che si dicevano soltanto
per convenienza e che erano prive di significato.
Anche George si stava ponendo quella domanda,e al contrario di Luna sapeva
già la risposta.
La salutò un'ultima volta,poi aprì la porta e uscì sul pianerottolo mentre la
sua mente continuava a tornare alle poche parole scritte sul biglietto della
fortuna.
Salve a
tutti!!!
Come
sanno quelli che hanno già letto l'altra ff,questo è il momento i cui tutto ha
inizio...spero di essere riuscita a descriverlo bene.
Vi
consiglio di ricordare quel bigliettino che George ha messo nella tasca della
giacca...prima o poi tornerà.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.
E ora i
ringraziamenti:Alemalfoy(Già,ora
Malfoy è tutto tuo!Che il mio Neville sia un cafone ce ne siamo accorte già da
parecchio,anke dall'altra ff...chiedo scusa a tt le fan di Neville!),Xerley(Hai ragione:due in un colpo
solo,forse sn stata un pò cattiva:ma avevo deciso di lasciare sl Neville,ma
seguendo i commenti dei lettori ke nn amavano la piega presa dalla storia fra
Draco e Luna ho kiuso anche qlla),Lilla4eve(E' abbastanza presto?O ho
causato qualche danno irreparabile alla tua sanità mentale?),Waka-laka-lilli(Grazie x i
complimenti...Quello era l'unico modo x lasciare una persona orgogliosa come
Draco),Lyoko( Sono
d'accordo cn te,qlcn avrebbe finito x soffrire e Luna aveva pianto anke
troppo),Rosy823(Grazie x i
complimenti!),Vinny(Che
divertimento c'era ad arrivarci subito?La mia vena sadica doveva sfogarsi anke
in qst ff...skerzo!),Ninny(Grazie x i complimenti!),Potterfanlalla17(Forse se nn avesse
incontrato Draco,Luna nn sarebbe mai stata capace di fidarsi di George...e tt
sarebbe stato diverso),Gabryweasley(Grazie x i complimenti!Stay tuned x le novità!),Maryrobin(GRazie x i complimenti...me
li meriterò veramente?)
Bene,x
ora io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Christmas presents"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Christmas presents ***
natale
"You're the answer to my prayers
And you're with me
everywhere
You're my angel,my miracle,you're all I
need tonight..."
La radiosveglia sul comodino si produsse nel suo
solito canto infernale con cui lo svegliava ogni mattina.
Dimenticava sempre di resettarla!
George voltò la testa dal lato del comodino e
allungò un braccio verso la sveglia,liberandolo dal groviglio di
coperte,mettendo fine con un solo tocco a quel chiasso infernale.
Aveva la testa come un pallone!
Come al solito,ieri sera aveva bevuto troppo e
non ricordava niente di quello che era successo: sapeva solo di essere andato
come di consueto al pub,e poi il buio.
Poggiò di nuovo la testa sul cuscino e fece per
riaddormentarsi,quando sentì una presenza estranea accanto a sè dall'altra parte
del letto.
Con enorme fatica aprì gli occhi e mise a fuoco
lo spazio davanti a sè:una donna,nuda,coperta da metà schiena in poi dal
piumone,era addormentata accanto a lui.
Aveva un caschetto nero ed i resti del trucco
sul viso...
Un'altra delle sue conquiste da
bar!
Si passò una mano sul viso e scalciò via le
coperte,facendole scivolare ancora piu' in basso anche dal corpo della
donna.
Non voleva farsi trovare lì quando si sarebbe
svegliata.
Si alzò in piedi,completamente nudo e con la
testa che non gli dava pace,e iniziò a cercare i vestiti nella
stanza.
Prese il primo paio di boxer e di jeans che
trovò sulla sedia,afferrò una felpa e si fiondò fuori dalla camera da
letto.
Aveva bisogno di qualcosa che gli calmasse il
mal di testa,o quella mattina sarebbe cominciata con il piede
sbagliato!
Prese una confezione di aspirine che avevano
sempre un'effetto miracoloso sulle sue emicranee post-sbornia e ne ingioiò due
prima di bere un'abbondante sorso d'acqua da una bottiglietta di
plastica.
Guardò l'orologio appeso alla parete della
cucina:erano le dieci e mezzo.
Se fosse stata una giornata normale,a
quest'ora,sarebbe stato in negozio,fra folle di ragazzini urlanti e festosi e
adulti con espressioni di finto ribrezzo sulla faccia per mascherare il loro
divertimento ed interesse.
Ma era da tempo che non viveva una giornata
normale...
Aveva anche dimenticato come si viveva una
giornata normale!
Certo,adesso aveva creato un nuovo tipo di
normalità,quel genere di normalità che faceva venire la pelle d'oca e i capelli
bianchi ai suoi genitori e ai suoi fratelli:adesso le sue giornate iniziavano
verso le dieci,undici del mattino con un feroce mal di testa come compagno e
ricordo della sera precedente,per poi continuare al cimitero con la quotidiana
visita a Fred dove si tratteneva un'ora prima di andare nel primo pub aperto
dove avrebbe trascorso il resto della giornata, guardando la luce cambiare e il
pomeriggio diventare sera,e infine la sera diventare notte, finchè
qualcuno,quasi sempre Ron,non lo veniva recuperare per portarlo a casa sano e
salvo.
Alle volte c'era qualche piacevole cambiamento
di programma,come la sera prima:poteva incontrare una donna,qualcuno senza
pretese,senza troppe aspettative come lui che aveva soltanto bisogno di
divertirsi e di chiudere la serata in bellezza.
Il pensiero riandò per un'attimo alla donna che
era sdraiata nel suo letto e si sforzò,mentre l'emicrania l'abbandonava
lentamente,di ricordare il suo nome.
Dora?Nora?Lora?...Qualcosa del
genere.
In fondo neanche gli interessava:non l'avrebbe
piu' vista,che bisogno aveva di ricordarsi il suo nome?
Finì di bere il contenuto della bottiglietta e
la gettò nel cestino della pattumiera che chiedeva vendetta:erano settimane che
non lo svuotava!
Si sedette sul divano,coperto da vestiti sia
sporchi che puliti,e si infilò le scarpe:aveva un'appuntamento con Fred e non
voleva far tardi.
Mentre infilava la scarpa destra,la mente riandò
per un'istante all'incontro che lo aveva rialzato dallo squallore della sua
vita.
Luna.
Per una sera era rimasto sobrio,stupendo anche
se stesso,e non sentendo neanche il bisogno di bere.
Si era trovato incredibilmente bene in sua
compagnia,come se fosse una cosa talmente naturale e abituale per loro
ritrovarsi da soli in un appartamento vuoto,da spiegare i loro
comportamenti tranquilli e per niente agitati.
Aveva ripensato spesso a lei nelle scorse
settimane,chiedendosi se non doveva telefonarle o passare dal negozio per farle
sapere quanto era stato bene in sua compagnia,ma la possibilità di trovare anche
sua sorella e la possibilità ancora peggiore di apparire ridicolo l'aveva
bloccato.
Si alzò dal divano e prese il portafogli e le
chiavi di casa dal mobiletto su cui li lasciava sempre,o almeno ogni volta che
era sobrio.
Seguendo un riflesso condizionato,infilò le
chiavi in tasca e aprì il portafogli per controllare che ci fosse tutto:c'erano
un centinaio di sterline in vari tagli,la foto di Fred che portava sempre con sè
da quando il fratello non c'era piu' e poi c'era il biglietto uscito dal
biscotto della fortuna la sera della cena con Luna.
Non sapeva neanche lui perchè lo aveva infilato
in quelle tasche interne del portafogli,ma stato piu' forte di lui...Sapeva che
prima o poi sarebbe tornato utile,che aveva un significato particolare, anche se
adesso non sapeva spiegarsene il motivo.
Rilesse ancora una volta la frase che vi era
scritta sopra e,come ogni volta,annuì.
Infilò anche il portafogli in tasca e si ricordò
della donna che era nella sua camera da letto: doveva lasciarle almeno un
biglietto.
Prese un post-it e le scrisse due righe
velocemente,senza lasciarle il numero e senza neanche scrivere il suo nome,era
certo che se lui aveva difficoltà a ricordare il suo nome anche lei avrebbe
avuto non pochi problemi,pregandola di chiudere bene la porta quando se ne
andava e assicurandola che era stato bene in sua compagnia.
Anche se al momento non si ricordava
assolutamente niente...
Posò la penna accanto al post-it e si avvicinò
alla porta,dove poco lontano sul pavimento era poggiato la sua giacca di
pelle.
Prese anche la sciarpa:non sapeva quando sarebbe
rientrato e stava iniziando a far freddo la sera.
Dopodichè si smaterializzò direttamente al
cimitero,poco distante dalla tomba di Fred.
Gli piaceva fare a piedi quei pochi metri che lo
dividevano dalla tomba del fratello,vederla comparire quasi per magia dalla
linea della collina,con la segreta speranza di arrivare un giorno e non trovarla
piu'.
Anche quel giorno,trattenne in respiro,lo
sguardo fisso sul punto dove sapeva essere la tomba di Fred,pregando chiunque
fosse in Cielo perchè quella sua fantasia assurda potesse realizzarsi,ma ancora
una volta le sue speranze vennero disilluse:come sempre,il marmo bianco della
tomba di Fred si stagliò chiaro contro il cielo plumbeo di Londra e la foto del
fratello sembrò seguire i suoi passi finchè non si fermò poco distante da lui e
non si sedette sull'erba fredda.
-Eccomi qui!Lo so ho fatto tardi,ma non
cominciare...-gli disse come per prevenire ogni possibile
lamentela.
Una foglia secca era caduta sulla lapide
bianca,come una piccola imperfezione su una pelle perfetta,e George si mosse
subito per mettere a posto le cose.
-Sento odore di neve...-gli disse alzando poi lo
sguardo verso le nuvole sopra di sè.
Erano grigio perla,in attesa,come se
aspettassero il momento piu' giusto per ricoprire Londra e tutte le contee di
neve candida.
-Ti ricordi quanto ci divertivamo con l'arrivo
della neve?Quella volta che abbiamo animato quel pupazzo di neve e lo abbiamo
aizzato contro Ron?
Non la smetteva piu' di gridare!-ricordò George
con un sorriso.
Alzò lo sguardo sulla foto,dove Fred si
produceva in molteplici sorrisi malandrini e scosse la testa.
-Sta arrivando Natale Fred...E io vorrei essere
investito da un treno.
Eppure ti ricordi quanto mi piaceva il
Natale?Era la festa che aspettavo piu' di tutte!-disse ancora piegando le
ginocchia sotto il sedere.
-Adesso al solo pensiero che mancano due
settimane,mi viene voglia di chiudermi in casa e non uscirne fino al 2
gennaio...
La mamma farà di tutto per convincermi a tornare
a casa almeno per Natale,ma so già che non ci andrò.
Non mi sento ancora abbastanza forte-gli
confessò.
La foto di Fred continuava a ricambiare i suoi
sguardi,e sembrava veramente in grado di ascoltarlo e di capire quello che stava
passando,o almeno George aveva bisogno di credere che fosse così.
-Voglio soltanto chiudermi in casa e non
preoccuparmi di niente...
Non esistere-aggiunse serio.
Calò il silenzio mentre George rifletteva su
quello che aveva appena detto,lo sguardo basso e le mani abbandonate sulle
ginocchia,come senza vita.
Restò a lungo in quella posizione,guardando la
foto di Fred,finchè non lo salutò dandogli appuntamento al giorno dopo,e si
avviò giu' per la collina.
Aveva bisogno di cancellare quelle parole dalla
sua mente.
Si immise nelle strade di Diagon Alley,senza
neanche guardare dove stava andando,lasciandosi quasi trasportare dalla gente
che faceva acquisti per Natale,in cerca di un pò di vita,di
allegria.
Doveva occupare un paio d'ore prima di chiudersi
dentro al pub,altrimenti era sicuro che non ne sarebbe uscito piu'.
Era in piena crisi!
-George!Ehi George!-
Si voltò e passò qualche istante prima che
riuscì a mettere a fuoco la persona davanti a sè.
-Luna-disse con voce sorpresa.
La donna sorrise divertita e si strinse di
piu'nel cappotto per ripararsi da un'improvvisa folata di vento
freddo.
-Va tutto bene?Hai un'aspetto orribile-gli
domandò lei.
George annuì lentamente,poi incontrò i suoi
occhi e si sforzò di seguire il discorso.
-Comunque non è una cosa carina da dire:e se
l'avessi detto io a te?-le fece notare George.
Luna alzò le spalle.
-Saresti stato sincero,o in questo caso bugiardo
perchè so di essere al massimo del mio splendore,almeno in questo caso-gli disse
lei.
George non potè evitare di sorridere davanti a
tanta sincerità:come faceva Luna a dire sempre quello che pensava senza mai
preoccuparsi delle reazioni altrui?
Avrebbe dovuto prendere qualche
lezione...
Però guardandola dovette ammettere che aveva
ragione:i capelli biondi erano legati in una treccia che stringeva tutti i
capelli,fatta eccezione di poche ciocche lasciate libere ad arte lungo gli
zigomi;il viso era truccato con un trucco leggero e in tinta con la sua
carnagione chiara,dandole un'aria calda che a George ricordò un fuoco che brucia
ancora sotto la cenere.
-Stavi andando da qualche parte?-le domandò
cambiando argomento e distogliendo gli occhi dal suo corpo coperto dal cappotto
grigio.
-Sto finendo di fare gli ultimi regali di
Natale,odio arrivare all'ultimo momento...
Anzi...-aggiunse guardandolo in modo
strano.
George le restituì l'occhiata e iniziò a
sorridere in modo ambiguo.
-Che ne dici di venire con me?-gli domandò
Luna.
-In giro per negozi?Io odio andare a far
compere...-
-Già è molto meglio andare a stordirsi in un
pub,no?-gli domandò diretta come al solito.
George la guardò poco sicuro che lei avesse
realmente detto quello che credeva e scosse di nuovo la testa.
-E poi non credo di poterti essere molto
d'aiuto-disse cercando una nuova via d'uscita.
-E' qui che ti sbagli!I regali che devo fare
sono per la tua famiglia:chi li conosce meglio di te?
Avanti...Non farti pregare!-gli
disse.
E per aggiungere maggiore enfasi alle sue parole
gli strinse con entrambe le mani il braccio destro,facendo poi un
saltello.
George si lasciò scappare un sorriso divertito e
la guardò qualche istante prima di rispondere.
-Non ti preoccupa farti vedere in giro con un
tipo così poco raccomandabile?-le domandò in tono serio.
-Beh allora è veramente importante che tu stia
al mio fianco a proteggermi!-gli disse prendendolo di nuovo
sottobraccio.
Dopodichè senza aspettare una sua eventuale
critica,si incamminò trascinandolo con sè e a George non restò altro da fare che
seguirla.
Inizialmente arrancò dietro il passo spedito
della donna,ma il fatto che lei continuava a tenerlo sottobraccio lo aiutò a
trovare il passo e la velocità giusta per poterle stare accanto.
-Hai qualche idea oppure avevi intenzione di
andare semplicemente in giro per negozi aspettando di trovare qualcosa che ti
attirasse nelle vetrine?-le domandò lui dopo qualche minuto di
silenzio.
Luna voltò leggermente la testa verso di lui e
scosse la testa,con un sorriso divertito sul viso.
-Avanti!Non sono mica così banale...Ho un'idea
per ogni membro della tua famiglia,però essendo una novizia...-gli spiegò
lei.
-Una novizia?Che vuoi dire?-la interruppè lui
colpito da quella parola.
-Ma sì,quando entri a far parte di
un'associazione o diventi membro di qualcosa...Prima di diventare realmente
socio c'è sempre un periodo di noviziato,in cui gli altri soci ti scrutano,
decidono se sei adatto per entrare nel club-gli disse.
-E la mia famiglia starebbe facendo questo?-le
domandò sorridendo divertito.
Luna annuì.
-Certo l'amicizia con Ginny mi aiuta
parecchio,ma non sarò mai allo stesso livello di Hermione...- continuò lei
seguendo un nuovo corso dei pensieri.
-Perchè mai?-chiese ancora George.
Improvvisamente quel discorso era diventato
interessante,divertente e stranamente non vedeva l'ora di sapere come si sarebbe
concluso.
-Beh,Hermione ha sposato un membro fondatore del
club...Non potrò mai arrivare al suo livello...-ripetè Luna,guardandolo di
sfuggita.
-Chi lo sa?Non è mai detta l'ultima parola-le
fece notare George sorridendo.
-Ah già certo...C'è ancora Percy-disse lei
posando lo sguardo su una vetrina poco distante da loro che aveva attirato la
sua attenzione.
George rise e scosse la testa;in fondo Luna
aveva ragione:gli unici rimasti scapoli erano Percy e lui...
Ma non avrebbe consigliato a nessuno di sposarsi
con suo fratello a meno di non volersi chiudere in un'archivio del Ministero per
il resto della vita.
Quindi restava soltanto lui.
Lui e Luna...Certo sarebbero stati una coppia
davvero strana,si ritrovò a pensare.
-Entriamo qui!-gli disse la donna tirandolo
dentro un negozio alla sua destra.
George si riscosse da quel pensiero che lo aveva
allontanato per un'attimo dalla realtà e si diede dell'idiota da solo:ma che
cosa gli saltava in mente?
Luna era la migliore amica di sua
sorella!
Gli bastava una cena e due risate per montarsi
la testa a quel modo?
La seguì dentro il negozio scacciando
definitivamente quei pensieri dalla mente e prestò attenzione alle sue
parole.
Erano entrati in quel negozio perchè lei aveva
visto una vestaglia di seta rossa che poteva essere perfetta per
Fleur.
L'aveva fatta togliere dal manichino in vetrina
e nell'attesa aveva dato un'altra occhiata in giro per il negozio.
-Hai già fatto i tuoi regali di Natale?-gli
domandò dandogli la schiena.
Era intenta a osservare un vestito celeste
che,secondo George,non le sarebbe stato molto bene.
-No...Non credo che farò i regali quest'anno-le
disse.
Luna si voltò subito verso di lui,incontrando i
suoi occhi e lui non lesse il solito rimprovero che leggeva in tutti quando
parlava di quell'argomento,ma vi lesse sorpresa e sbigottimento.
-Non puoi farlo!Non puoi lasciarmi spendere
tutti questi soldi e non seguirmi in questa pazzia-gli disse.
George sorrise:ancora una volta lei aveva
tradito le sue aspettative.
Si era aspettato una ramanzina per i suoi
parenti e invece l'aveva ricevuta per il conto in banca di Luna.
-Veramente quando sono uscito,questa mattina,non
avevo nessuna idea di darmi allo shopping folle-le fece notare.
Prima che lei potesse replicare,il commesso
tornò con la vestaglia per Fleur e la mostrò a Luna,che atteggiò il viso ad
un'espressione incerta.
-Non ne sono tanto sicura...Sul manichino era
piu' bella.
George tu che ne pensi?-gli domandò
guardandolo.
-Perchè non la provi?-le propose.
Luna aggrottò le sopracciglia.
-Io?Ma io sono completamente diversa da
Fleur!-replicò.
-Ma sei comunque una donna...Dovrei provarla io
per caso?-la provocò.
Luna lo guardò per qualche istante,poi George la
vide sbottonarsi il cappotto e posarlo a terra,poco lontano da lei,e prendere la
vestaglia che il commesso aveva ancora in mano.
Si avvicinò allo specchio a figura intera e si
infilò la vestaglia che le fasciò subito il corpo neanche fosse fatta apposta
per lei.
George la guardò,cercando di non fissare lo
sguardo su un punto determinato del corpo e si ritrovò stranamente la gola
secca.
Quella dannata vestaglia le stava
d'incanto...
La vide voltarsi verso di lui e rivolgergli uno
sguardo interrogativo.
-Che ne pensi?-gli domandò.
George la guardò qualche istante e,prima di
parlare,si schiarì la gola.
-Dico che se questa vestaglia starà bene a Fleur
come sta a te,allora Bill è un uomo fortunato- le disse con lo sguardo nel
suo.
Luna sorrise e fece un piccolo cenno d'assenso
con il capo prima di togliere la veste.
-E' perfetta,la prendo-disse porgendo la
vestaglia di nuovo al commesso.
Si rimise il cappotto e,insieme a
George,aspettarono che fosse pronto il pacco dono prima di poter pagare e
uscire.
Continuarono la ricerca dei regali per un'altro
paio d'ore.
Piu' volte si trovarono in disaccordo riguardo
ai regali:George voleva far valere la sua conoscenza della famiglia
Weasley,dando il suo giudizio sulle scelte di Luna,mentre la donna il piu' delle
volte si impuntava difendendo i regali.
Alla fine,Luna aveva comprato quasi tutti i
regali di cui aveva bisogno:l'unico che le era rimasto era il signor
Weasley.
-Te la senti di accompagnarmi nella Londra
babbana per il regalo di tuo padre?-gli domandò.
Erano in giro da ore,ma non avevano smesso un
attimo di punzecchiarsi,di prendersi in giro e di parlare.
Per tutto il tempo,pacchetti permettendo,il
braccio di Luna era stato sotto quello di George,e anche se all'inizio era
sembrata una sensazione strana e nuova,alla fine era arrivato a sentirne la
mancanza quando Luna si staccava da lui.
-Devo farti da balia anche nella Londra
babbana?
Ma non c'è un compenso per questa tortura?-le
aveva domandato senza rispondere.
-Il solito gentiluomo...-aveva ribattuto
lei.
-Sempre al tuo servizio-
Anche per il signor Weasley,Luna aveva le idee
molto chiare.
Ginny le aveva raccontato che suo padre di
recente aveva visto il suo primo film babbano,e ne era rimasto letteralmente
affascinato.
Per evitare che si annoiasse Ginny e Ron gli
avevano fatto vedere un film d'avventura,un film chiamato "Indiana Jones e i
Predatori dell'arca perduta".
Il signor Weasley non si era staccato dal
salotto finchè non era finito il film e alla fine era talmente immedesimato nel
personaggio da volere una frusta ed una giacca come il
protagonista.
Ginny aveva pensato di regalarglieli per Natale
ma Luna l'aveva quasi implorata di lasciarle quel regalo:in fondo per la rossa
non sarebbe stato difficile trovare qualche altra cosa che facesse piacere a suo
padre.
Dopo aver provato a suggerire di fare un regalo
unito,alla fine Ginny si era lasciata convincere.
-Una giacca da esploratore ed una frusta?-le
chiese ancora George divertito e sorpreso.
Luna annuì,mentre si immettevano nelle strade
trafficate della Londra babbana.
-A che gli serviranno?-le domandò ancora
l'uomo.
-Magari per qualche gioco di ruolo...-gli
rispose sovrappensiero.
George la guardò qualche istante
sovrappensiero,poi una smorfia di disgusto si disegnò sul suo volto quando
afferrò il vero significato di quelle parole.
-Ti prego...Non voglio avere gli incubi per il
resto della mia vita!-le disse scuotendo piu' volte la testa,come per far uscire
l'immagine dalla mente.
Luna rise divertita dalla sua espressione e gli
mise una mano su un braccio.
-Perchè?Credi forse di essere il frutto di
qualche strana magia?-gli domandò continuando a prenderlo in giro.
-La vuoi smettere?Altrimenti ti lascio con tutti
i tuoi pacchettini qui in mezzo alla strada e te la dovrai vedere da sola-le
disse,tentando la strada della minaccia.
-Allora quand'è così...-rispose lei in tono
misterioso.
Il negozio che,secondo Luna,aveva il regalo per
il signor Weasley era a Covent Garden nel quadrato di strade che circondavano il
mercato.
Luna e George si fermarono qualche istante a
guardare uno dei tanti intrattenitori che affolavano la piazza e risero con il
resto della folla quando il saltimbanco prese una povera vittima tra la folla
come assistente nel lancio dei coltelli.
Alla fine del breve spettacolo,Luna lasciò una
sterlina nel cappello dell'uomo e insieme si avviarono verso il
negozio.
Era pieno di articoli cinematografici:locandine
di film,cartonati a figura intera di attori o supereroi,magliette,costumi e
tanto altro.
Luna si diresse verso il commesso dietro la
cassa e gli chiese se avevano una giacca ed una frusta alla "Indira
Jones".
-Vorrà dire Indiana-la corresse il
ragazzo.
Luna lo guardò qualche istante,poi alzò le
spalle.
-Se lo dice lei mi fido...-
George aveva preso a gironzolare per il
negozio,stupito da tutte quelle strane cose:nonostante la passione di suo padre
ancora non riusciva a capire niente del mondo babbano.
Certo,usava le automobili ed il
cellulare,ascoltava la loro musica e alle volte,quando era a casa, guardava la
loro televisione...
Ma per il resto,il mondo babbano era un grande
buco nero!
Luna era poco distante da lui,e stava fissando
un cartonato enorme di un gruppo di uomini tutti vestiti in giacca e cravatta
neri e con occhiali neri.
-Le iene...Chissà cos'è-si domandò dando
un'ultima occhiata al cartonato.
George alzò le spalle e si avvicinò allo
scaffale delle magliette,iniziando a scorrerle con gli occhi.
-Mi spieghi perchè una persona dovrebbe
indossare una maglietta con su scritto "Toga!Toga!" oppure "Pulp fiction"?-le
domandò,lo sguardo sempre fisso sulle magliette.
-Magari per i babbani hanno un significato che a
noi sfugge-gli fece notare Luna.
-Non li capirò mai!-disse George
categorico.
-Avanti non buttarti giu' così!Magari fra
qualche secolo...-lo prese in giro lei.
George le fece una smorfia e subito dopo la sua
attenzione venne attirata da qualcosa alla destra di Luna.
Sorprassò velocemente la donna e si avvicinò ad
uno scaffale,dove sull'ultimo ripiano era appoggiato un cappello
grigio.
-Questo cappello è fantastico!-disse non
riuscendo a staccare gli occhi.
Luna si avvicinò a lui e fissò a sua volta il
cappello.
-A me non sembra niente di speciale-gli disse
lei.
-Scherzi?Starei da dio con quel coso
addosso-ribattè lui convinto.
-Quello è il capello all'Indiana
Jones-s'intromise il commesso,arrivando vicino a loro con la giacca e la frusta
poggiati su un braccio.
George e Luna si voltarono e l'uomo lo guardò
come se avesse bisogno di altre notizie.
-Starebbe benissimo con la giacca e la frusta
che ha già comprato...Sarebbe tutto coordinato- aggiunse poi il commesso
rivolgendosi a Luna.
-Quanto costa?-s'intromise George.
-250 sterline ed è suo-gli disse.
-Dannazione!-fece il rosso ricordandosi delle
cento sterline che aveva nel portafoglio.
Luna lo guardò e scosse la testa.
-Sembri un bambino!Non dirmi che adesso non
riesci a resistere senza quel cappello-lo prese in giro la donna.
-E' solo che sono sicuro che ci starei
benissimo...Come è successo prima con te e la vestaglia:si vedeva che era
perfetta per te-le disse guardandola.
Di fronte a quel complimento inaspettato,Luna
arrossì e per cercare di riprendersi scosse la testa.
-No,affatto...Ti è sembrato così perchè l'hai
immaginato addosso a Fleur-disse.
Sembrava volesse convincere sè stessa e allo
stesso tempo anche lui.
-Allora lo prendete?-s'intromise di nuovo il
commesso.
Luna e George si guardarono per un'istante e poi
la donna scosse il capo.
-Per il momento ci accontentiamo della frusta e
della giacca-gli disse.
Dopodichè seguì l'uomo alla cassa per
pagare,mentre George restava ancora in adorazione di quel cappello che a suo
giudizio sembrava fatto apposta per lui.
Si riscosse soltanto quando sentì il suo
nome:Luna era vicino alla porta,con una grande busta stretta in una mano e lo
aspettava con un sorriso divertito sulle labbra.
Avevano finito:tutti i regali erano stati
fatti.
Adesso George poteva tornare al pub e riprendere
la sua giornata da dove era stata interrotta qualche ora prima,e Luna poteva
ritornare a casa e continuare con la sua vita.
Eppure sembrava che nessuno dei due fosse
disposto a separarsi,a fare il primo passo che l'avrebbe portati a salutarsi,a
darsi appuntamento alla prossima volta e a farsi gli auguri di
Natale.
Continuavano a camminare uno accanto
all'altra,il braccio di Luna sotto quello di George, guardando i banchi del
Covent Garden Market,come una coppia qualsiasi,come se avessero tutto il tempo
del mondo a disposizione.
-Hai fame?-le domandò George.
Luna lo guardò e restò in silenzio.
-Hai fame?No perchè io comincio a sentire un
certo languorino e non è consigliabile lasciare un Weasley da solo con lo
stomaco che brontola-le disse ancora George guardandola.
Luna sorrise e lo guardò con la fronte
corrucciata.
-Perchè che cosa può succedere?-gli domandò
lei.
-Che la cucina finisca le scorte di cibo-le
rispose semplicemente.
Luna rise,abbassando per un'istante la testa
proprio nel momento in cui una folata di vento le sollevava le ciocche di
capelli lasciate libere attorno al viso e la faceva sembrare ancora piu'
eterea.
Sembra capace di volar via alla prima folata di
vento,pensò George gli occhi fissi su di lei.
-Allora mi fai compagnia?-le domandò con voce
seria,riscuotendosi da quei pensieri.
Per pochi istanti i loro sguardi si incontrarono
e i due restarono in silenzio vicini,cercando in quella vicinanza un riparo dal
vento.
-Se devo farlo per l'economia del
ristorante,allora non posso esimermi-gli disse poi lo sguardo sempre in quello
di George.
L'uomo sorrise e fece un piccolo cenno con il
capo.
-Mi piace questo tuo lato da crocerossina...-le
disse poi prendendola in giro.
Dopodichè si incamminarono verso il primo
ristorante sulla loro strada.
Neanche un quarto d'ora dopo erano seduti ad un
tavolo del "Pizza Express" poco distante dal teatro dell' Opera.
-Posso farti una domanda?-le chiese
George.
Avevano posato i loro cappotti e tutte le buste
sulle sedie accanto alle loro ed avevano già fatto le loro ordinazioni:il locale
era abbastanza affollato visto l'orario,ma gran parte dei commensali erano
turisti che non si fidavano abbastanza del cibo inglese per mangiare in un
ristorante o in un pub e allora si dividevano fra i ristoranti "Pizza Express"
ed i Mc Donalds.
Luna alzò lo sguardo e lo fissò sul volto
dell'uomo,restando in silenzio qualche istante prima di annuire.
-Ho notato che non c'è il regalo per
Neville...E' stato il primo che hai fatto?-le domandò cercando di porre la
domanda in maniera neutra.
Non sapeva neanche lui perchè aveva fatto quella
domanda:era stato un riflesso condizionato, un'istinto.
Sapeva che Luna e Neville erano insieme ai tempi
di Hogwarts e della Battaglia,ma se fossero ancora fidanzati era un mistero per
lui.
La donna sorrise e scosse la testa.
-Già è vero,non c'è il regalo di Neville e
neanche ci sarà.
Neville e io ci siamo lasciati-gli
disse.
Non c'era rabbia nè rancore nella sua voce:stava
soltanto raccontandogli un dato di fatto.
George annuì.
-Scusa,non volevo sembrare invadente...-iniziò a
dire.
-Assolutamente,anzi io credevo che tu già lo
sapessi...In fondo tua sorella è la mia coinquilina-gli fece notare
lei.
Era perfettamente a suo agio,tranquilla,come non
si sentiva da tempo,eppure quello non era neanche un'appuntamento!
Erano soltanto due amici che pranzavano insieme
dopo una mattinata di shopping...già ma nessun'amico le aveva mai detto che
stava bene in vestaglia!
Ancora una volta,Luna lo vide
annuire.
-Hai ragione,ma ultimamente sono stato un pò
fuori dal giro-le disse.
-Ah vuoi dire nell'ultimo anno e mezzo?-gli
domandò lei prima di bere un sorso dal suo bicchiere.
George la guardò sorpreso:come faceva a fare
quelle domande imbarazzanti senza il minimo pudore?
Lei si era accorta della sua espressione
sorpresa e alzò le spalle.
-Cosa?Te l'ho detto:tua sorella è la mia
coinquilina e anche la mia migliore amica-aggiunse poi.
-Ok,allora cosa sai di me?-le chiese
George.
Luna aggrottò la fronte e fece per parlare,ma
l'arrivo del cameriere con le loro ordinazioni la bloccò.
-Che significa cosa so?-gli domandò una volta
tornati soli.
-Sei a contatto con la mia famiglia da piu' di
un anno quindi penso che ne avrai sentite di tutti i colori su di me-le
disse.
Luna storse la bocca verso destra pensierosa e
dopo qualche istante annuì,prima di iniziare a tagliare la sua
pizza.
-Di che tipo?-la incalzò George strappando un
pezzo dalla sua margherita e portandolo alla bocca.
Luna finì di masticare il boccone e scosse la
testa.
-Non è così tragica come l'immagini tu...Sono
soltanto preoccupati per te-gli disse.
George restò in silenzio qualche
istante,masticando lentamente la sua pizza e poi annuì a sua volta.
-Sì lo so,ma certe volte le loro attenzioni
sono...asfissianti!
Non ti lasciano un'attimo di tranquillità-le
disse strappando un'altro pezzo dalla pizza.
-Quindi il fatto che passi le tue giornate fra
il pub e il cimitero sono soltanto leggende metropolitane?-gli domandò,poggiando
poi le labbra sul bicchiere.
George,ancora una volta,rimase sorpreso da tanta
sincerità e si ritrovò a sorridere.
-Ok quello è vero...-ammise.
Per qualche istante calò il silenzio fra
loro,mentre George giocava con la pizza e Luna tagliava la sua in fette piu'
piccole.
-Quindi perchè è finita con Neville?-le domandò
George,cambiando decisamente argomento.
Luna lo guardò,stupita da quel cambio di rotta,e
alzò le spalle.
-Perchè si è innamorato di
un'altra.
Ma sarebbe finita comunque visto che non ha
fatto che mettermi le corna per anni-gli disse tranquilla.
George si trovò a strabuzzare gli occhi di
fronte a quella frase:per l'ennesima volta,Luna aveva parlato con voce
tranquilla come se la cosa non la riguardasse minimamente.
Come riusciva a trovare quel
distacco?
-Ti tradiva?Ma stiamo parlando dello stesso
Neville Paciock?-le domandò non riuscendo a nascondere la sua
sorpresa.
Luna annuì.
-Da quando è diventato professore ad Hogwarts,ha
un vivaio di studentesse che gli ronzano intorno,interessate soltanto al suo
coinvolgimento nella Battaglia e alla sua amicizia con Harry.
Alla fine una di queste è riuscita a fargli
perdere la testa-gli disse senza nessun sentimento particolare nella
voce.
George la guardò per qualche
istante.
-Mi dispiace...-le disse sincero.
Lei scosse la testa e gli sorrise.
-Ormai è passata...Oddio,i primi tempi mi
sembrava di essere finita sotto un treno,ma adesso sto molto
meglio.
Anzi credo che non saremmo durati comunque-gli
confessò.
Era una scoperte che aveva fatto di
recente,quando si era fermata ad analizzare il suo rapporto con Neville
dall'inizio fino alla sua conclusione.
-Che vuoi dire?-le domandò George
improvvisamente curioso.
-Quando io e Neve ci siamo messi insieme eravamo
ragazzini,c'era la minaccia di Voldemort e la possibilità che tutto finisse da
un momento all'altro.
Avevamo bisogno l'uno dell'altra per farci forza
durante quel periodo difficile...
Lo dimostra il fatto che non appena è arrivata
la pace,il nostro rapporto è entrato in crisi-gli disse.
George la ascoltò in silenzio,e si rese conto
che c'era un fondo di verità in quello che Luna stava dicendo.
-Forse hai ragione.
Prendi anche Harry e Ginny:il loro sembrava il
grande amore eppure adesso lui è sparito senza lasciare nessuna traccia e lei
riesce a cavarsela benissimo anche da sola-disse George.
Luna sorrise amara e scosse la
testa.
-Quello fra Ginny e Harry è il grande
amore...E lei non sta benissimo...-gli fece notare.
George corrugò la fronte e la fissò in
attesa.
-Ogni mattina tua sorella si sveglia e la prima
cosa che fà è controllare che non ci sia un gufo per lei,che non ci sia qualche
segno di Harry-gli rivelò quel piccolo segreto che conosceva soltanto
lei.
George si lasciò scappare un piccolo fischio di
sorpresa e Luna sorrise.
-Ogniuno ha le sue piccole ossessioni,no?-disse
Luna,fissando lo sguardo in quello di George.
Ancora una volta scese il silenzio mentre i loro
sguardi sembravano incatenati:chiunque li avesse visti insieme li avrebbe
scambiati per due fidanzatini.
-Anche tu stai aspettando qualcuno?-gli domandò
Luna dopo un pò,rompendo il silenzio.
George sbattè le palpebre come se volesse
rompere un'incantesimo e scosse la testa subito dopo.
-No,nessuno...Non credo di essere un buon
partito per nessuna al momento-le disse serio.
-Sei un cattivo ragazzo,e questo alle donne
piace ancora di piu':sono in poche che lo ammettono,ma tutte vorrebbero una
storia con un cattivo ragazzo prima di trovare il buon partito-gli disse
Luna.
Stranamente George si ritrovò a chiedersi se era
lo stesso anche per Luna:aveva anche lei quelle speranze?
-Lo terrò a mente allora...Se solo l'avessi
saputo prima-disse in tono scherzoso.
Si era creata una strana tensione elettrica fra
di loro,che non c'era la volta precedente e che sembrava caricare ogni parola e
ogni frase di centinaia di significati diversi e di doppi sensi.
Eppure quando erano stati a casa di Luna per
riparare il tubo si erano ritrovati seminudi nel giro di un paio d'ore e in
situazioni piu' imbarazzanti di quel pranzo,ma non era stata neanche
lontanamente difficile come adesso.
Perchè adesso mi sento piu' nudo dell'altra
volta?si domandò George con gli occhi fissi in quelli di Luna.
-Credo sia ora di andare-disse la donna
interrompendo il silenzio fra di loro.
Si fecero portare il conto e quando questo
arrivò,Luna fece per allungare una mano,ma George la bloccò dandole un piccolo
schiaffo sul dorso della mano.
Luna alzò lo sguardo sul suo viso e solo in
quell'istante George si rese conto di quello che aveva fatto:che accidenti gli
era venuto in mente?
-Non crederai che ti lasci pagare anche questa
volta?-le disse per spiegare il suo gesto.
Fortunatamente Luna sorrise e ritirò la
mano.
-Sta bene-cedette.
George annuì e pagò poi simultaneamente si
alzarono,prendendo cappotti e pacchetti dalle sedie accanto alle
loro.
Uscirono dal locale e fecero qualche passo per
allontanarsi dalla porta principale.
-Sarà meglio che io vada...-le disse
George.
Luna si voltò mettendosi di fronte a lui e
annuì.
-Hai ragione,ti ho sequestrato anche troppo a
lungo-gli disse.
L'uomo scosse la testa.
-Assolutamente no,è stato un piacere stare con
te-ribattè.
Luna sorrise e fece un piccolo
inchino.
-Anche io mi sono divertita in tua
compagnia...questa giornata non sarebbe stata la stessa se fossi stata da
sola-gli disse.
George sorrise,leggermente imbarazzato,e le
porse i pacchi che aveva tenuto fino a quel momento,aiutandola a stringerli
tutti.
La salutò un'ultima volta e prima che potesse
allontanarsi,Luna gli si avvicinò e mettendosi in punta di piedi,avvicinò il
volto al suo posando le labbra sulla sua guancia destra.
Al contatto delle morbide labbra della donna con
la sua pelle,George sentì un caldo improvviso colpirgli il volto.
Avrebbe voluto allungare le braccia e
avvicinarla al suo corpo,prolungando il contatto il piu' possibile,ma Luna si
stava già staccando da lui ritornando a posare il peso del corpo sui
talloni.
Quando gli occhi dell'uomo incontrarono il volto
della donna la videro sorridere.
Con voce stranamente roca,George la salutò
ancora una volta e si voltò,dandole le spalle incamminandosi per la sua
strada,con la mente che ronzava neanche fosse piena di api.
-George!-si sentì richiamare.
Si voltò subito e si bloccò sul posto,neanche
fosse stato colpito da uno Schiantesimo.
-Sì?-domandò.
Vide Luna venire verso di lui,cercando di
trovare il passo giusto per non far cadere nessuno dei pacchetti.
-Stavo pensando una cosa-gli disse quando si
fermò davanti a lui.
-Cosa?-
-Credo di non sbagliare se dico che quest'anno
non trascorrerai il Natale alla Tana-disse Luna.
George corrugò la fronte,colpito da quelle
parole.
-Non sbagli-le confermò.
-Perchè allora non passi il Natale con me e mio
padre?-gli domandò,cogliendolo del tutto di sopresa.
-Con te?-le domandò per essere
sicuro.
Luna annuì.
-Negli ultimi tempi mio padre non sta molto
bene,quindi non credo che sarà un gran Natale, però non posso interrompere la
tradizione...
Non mi piace l'idea di saperti da solo in
qualche pub con una birra ed un tacchino rinsecchito il giorno della
Vigilia.
E visto che sarò praticamente sola anche io,ti
andrebbe di farmi compagnia?-gli domandò.
George restò in silenzio qualche istante,per
riprendersi da quella valanga di parole che l'aveva investito e subito dopo
annuì.
-Va bene...Verrò molto volentieri-le
disse.
Il sorriso che Luna gli riservò fu qualcosa di
nuovo:non aveva mai visto un sorriso così luminoso prima d'ora.
-Perfetto...Allora ci vediamo...-disse
Luna,improvvisamente impacciata.
George annuì ancora poi la salutò un'ultima
volta e tornò ad incamminarsi.
Stava succedendo qualcosa che non sapeva
spiegarsi,qualcosa di inaspettato che non gli era mai capitato nella
vita.
Eppure era la prima volta che si sentiva così
vivo da mesi...
Salve a
tutti!!!
Spero di
non avervi fatto aspettare troppo e che questo capitolo sia all'altezza degli
altri.
Ho già
qualche idea per il prox e spero di entrarcele tutte...
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso per eventuali errori di battitura o di ortografia.
Ora i
ringraziamenti:Lyoko(Non gli ha
offerto un barile di Burrobirra... soltanto una bottiglia,l'effetto è stato
minore;Come ti capisco,anke io vorrei ke fosse già Natale o x lo meno
inverno!),Maryrobin(Sn
contenta:x me è uno dei personaggi ke mi sn riusciti meglio...),Waka-laka-lilli(Per il biglietto
dovrete aspettare ancora un pò,anke se ci saranno continui riferimenti a questo
ed avrà un ruolo importante in qst storia), Gabryweasley(Già...Vorrei essere al
posto di Luna certe volte, specialmente x qllo ke succederà in
futuro!),Alemalfoy(Grazie
x i complimenti!Sn d'accordo cn te:George ha una cicatrice
invisibile...Te lo svelerò Ale,ma devi avere pazienza!),Vinny(Grazie x i complimenti!W
George!),Beky(Grazie x i
complimenti e benvenuta!Hai letto l'altra ff?), Xerkey(E' vero,sai già come va a
finire...Ma nn tt quello ke ha portato al happy ending),Ninny(Grazie x i
complimenti)Potterfanlalla17(Non può filare tt liscio fin dall'inizio sennà sai che
noia?),Lilla4eve(Grazie x
i complimenti!Nn preoccuparti prima o poi lo scoprirai:t fidi d me?Verrà fuori
al momento + giusto).
Bene x
il momento è tutto,io vi saluto e v do appuntamento al prox
chap
"Santa
Clause is coming to town"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Santa Clause is coming to town ***
Santa clause is coming
Erano piu' di venti minuti che continuava a fissare il profilo scuro di
quella casa.
Non trovava il coraggio di fare i pochi passi che lo avrebbero portato a
bussare,ma allo stesso tempo non riusciva neanche a voltare le spalle e
andarsene.
Si era smaterializzato nei pressi della Tana,abbastanza vicino da riuscire a
sentire i canti e le risate provenire dalla proprietà,ma non abbastanza da poter
essere scorto dall'interno.
Non voleva che nessuno sapesse della sua presenza a così poca distanza da
casa...Ci sarebbero rimasti ancora piu' male.
Con le mani in tasca per ripararsi dal freddo e la testa bassa,come a contare
i propri passi, aveva iniziato la salita della collina che divideva la proprietà
dei Weasley da quella dei Lovegood.
Mentre percorreva quel breve tratto aveva iniziato a nevicare:inizialmente
era una leggera spruzzata,con i fiocchi che gli cadevano intorno e addosso quasi
in maniera piacevole.
Poi la nevicata era aumentata e ora,mentre era fermo con lo sguardo fisso su
casa Lovegood,i fiocchi lo colpivano con forza sul viso,bagnandogli le ciocche
di capelli rimaste fuori dal berretto.
Nonostante il freddo e la neve,però,non riusciva a decidersi.
Quando Luna gli aveva rivolto l'invito per Natale,la cosa piu' sensata era
stata accettare:avevano passato insieme tutta la mattinata e si erano trovati in
perfetta sintonia,come se si conoscessero da sempre e non avessero bisogno di
troppe parole.
Il modo in cui lei si appoggiava al suo braccio,senza troppa pressione,quasi
senza peso,oppure il modo in cui rispondeva a tono alle sue provocazioni e alle
sue battute.
Si era accorto che gli unici momenti di tranquillità che aveva ultimamente
erano quelli che trascorreva con lei.
Però adesso come doveva considerare quest'invito?
Lo aveva invitato perchè realmente non le andava l'idea di saperlo da solo la
sera della Vigilia oppure per qualche altra ragione che non gli aveva detto?
Magari anche Luna aveva fatto i suoi stessi pensieri...
Che anche lei si fosse chiesta come mai stavano così bene insieme?
Si strinse ancora di piu' nel cappotto e sospirò,facendo uscire una densa
nuvola di fumo bianco dalla bocca.
Doveva prendere una decisione,altrimenti si sarebbe ibernato!
Ok,quale alternative aveva?
Poteva tornare a Londra,in uno dei soliti pub che frequentava e cercare di
dimenticare che era Natale con una birra e del tacchino.
"Tacchino rinsecchito".
Sorrise ripensando alle parole di Luna di qualche settimana prima.
Oppure poteva andare da Luna e suo padre,passare il Natale con loro e vedere
quello che succedeva fra loro.
Magari erano solo sue fantasie e Luna lo vedeva soltanto come amico.
Inoltre le aveva già fatto un regalo,quindi...
Aveva preso la sua decisione,doveva soltanto muovere il primo passo.
Sospirò ancora una volta,facendo uscire un'altra nuvola bianca e si sistemò
il cappotto,per cercare di rendersi presentabile,nonostante la giacca
bagnata.
S'incamminò verso casa Lovegood e quando mancavano pochi metri alla porta di
casa,vide le luci accese in tutto il piano inferiore:una in particolare era di
un rosso acceso,che gradualmente virava sull'arancione,giallo,seguendo tutta la
scala cromatica fino all'argento.
Sporgendosi verso quella finestra,continuando a camminare,George vide che
l'effetto di luci era dovuto alle decorazioni appese sull'albero,un pino la cui
punta era coperta da una stella dorata che sfiorava il soffitto.
In sottofondo,adesso che si avvicinava alla porta,riusciva a sentire della
musica:sicuramente canzoni natalizie tipo "Jingle Bells" e orrende canzoni
simili.
Per colpa di sua madre,aveva sempre odiato quel tipo di canzoni.
Era ormai arrivato alla porta,su cui era appesa una ghirlanda di biancospino
e agrifoglio,dalle cui foglie spuntavano bastoncini di zucchero.
George strinse il battente nella mano destra,e vinto l'ultimo attimo di
esitazione,battè due colpi decisi,per riuscire a sovrastare la musica.
Restò in attesa che qualcuno venisse ad aprire,riparandosi come meglio poteva
dalla neve che continuava a cadere incessante.
Finalmente la porta si aprì e quando vide chi era apparso nel riquadro
illuminato della soglia, sorrise.
Era la prima volta che si rendeva conto di quanto fosse attraente.
I lunghi capelli biondi erano sciolti sulle spalle in morbide onde che
accarezzavano le spalle e scendevano fino all'inizio della schiena in piccoli
riccioli.
L'esile corpo femminile di Luna era appena intuibile dentro il maglione di
lana pesante rosso e i pantaloni di velluto scuro,ma il viso era illuminato da
un sorriso sorpreso e felice.
Gli occhi argentei della donna erano puntati sul volto di George e lui vide
una piccola luce brillarvi dentro.
-Scusa il ritardo-le disse.
Luna scosse la testa.
-Lo sapevo che saresti venuto-
Dopodichè fece un passo verso di lui ed accostò la porta,chiudendo entrambi
fuori.
George la guardò sorpreso e le si avvicinò cercando di ripararla dalla bufera
di neve.
-Mangiamo qui?-le domandò scherzoso.
Luna sorrise e scosse la testa.
-No,però prima di farti entrare vorrei parlarti di una cosa-gli disse
cambiando espressione e diventando seria.
George corrugò la fronte e annuì.
-Si tratta di mio padre-iniziò.
-Gli è successo qualcosa?-domandò subito lui.
-In un certo senso...Vedi da quando è uscito da Azkaban,è una persona
diversa...
Vive in un mondo tutto suo-
George annuì serio:un'altra delle vittime della guerra.
Eppure non ne aveva mai saputo nulla...
-Ok,cosa devo fare?-le chiese.
Luna sospirò,poi abbassò per qualche istante lo sguardo sulle mani di
George,che erano serrate sul torace per riscaldarle,prima di tornare ad
incontrare i suoi occhi.
-Mio padre non sa che fra me e Neville è finita...Lui è molto legato a
Neville,lo ha visto crescere e se gli dicessi che ci siamo lasciati cadrebbe in
depressione-gli spiegò.
-Quindi è possibile che durante la cena mi chiami Neville,giusto?-le chiese a
conferma.
La donna annuì.
George sorrise leggermente.
-Ma non si accorge che siamo diversi?-le domandò ancora.
Luna scosse la testa,ravviandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio
sinistro.
-Te l'ho detto vive in un mondo tutto di fantasia:l'unica cosa che lo tiene
ancorato alla realtà sono io-
George alzò le spalle e la guardò in silenzio:non era un problema fingere di
essere qualcun'altro per un paio d'ore.
In fondo non era quello che faceva dalla fine della guerra?
-Allora che aspettiamo ad entrare?-le domandò con un leggero sorriso sulle
labbra.
Luna ricambiò il suo sorriso e dopo qualche istante si voltò per aprire la
porta,facendosi poi da parte per farlo entrare in casa.
Xenophilius Lovegood era seduto sul divano,intento a contemplare l'albero di
Natale con occhio critico,non si voltò nemmeno quando sentì chiudersi la porta
di casa.
George ebbe tutto il tempo di togliersi il cappotto di infilare lo zuccotto
di lana nella tasca destra,e di darlo a Luna perchè lei lo appendesse insieme
agli altri prima che l'uomo si accorgesse di non essere piu' solo.
Xenophilius era sempre stato noto,nel mondo magico,per la sua stravaganza:il
suo giornale era sempre pieno di frottole o di articoli divertenti e al limite
del surreale.
L'unico momento di grande splendore che aveva avuto era stata l'intervista di
Harry Potter per sensibilizzare il mondo magico al ritorno di Voldemort.
George non lo aveva mai visto di persona,ma aveva sentito parlare spesso di
lui come un uomo tranquillo e a suo modo rassicurante,ma a guardarlo adesso non
lo avrebbe mai detto.
L'uomo di fronte a lui era inquieto e nervoso,con lo sguardo perso dietro
mille pensieri che non sembrava capace di concentrarsi sulla stessa cosa per
troppo tempo.
Indossava una veste da camera color oro lunga fino ai piedi,che faceva
risaltare ancora di piu' i suoi candidi capelli piu' radi sulle tempie.
-Papà è arrivato Neville-lo chiamò Luna.
L'uomo fissò lo sguardo su sua figlia e restò qualche istante in
silenzio,immobile,talmente immobile che George ebbe paura che non avesse
ricevuto l'informazione.
Poi,come un burattino a cui venivano mossi i fili,si ricosse e si avvicinò a
loro con la mano destra tesa.
-Neville,ragazzo mio...Che piacere rivederti!-disse andando incontro a
George.
Il rosso atteggiò il volto ad un sorriso e si preparò a stringere la mano
dell'uomo,ma questi inaspettatamente ritrasse la mano e preferì slanciarsi verso
di lui per un'abbraccio paterno.
-Quanto tempo,eh?Stai lasciando passare troppo tempo fra una visita e
l'altra...-lo rimproverò parlando al di sopra della sua spalla destra.
George incontrò lo sguardo di Luna,che lo fissava con occhi preoccupati e
supplicanti insieme e capì che anche lui doveva fare la sua parte.
-Mi dispiace,ma c'è stato parecchio da fare ad Hogwarts-disse allora.
Il vecchio gli diede una pacca sulla schiena e interruppe l'abbraccio.
-Vieni,voglio farti vedere l'albero...Sei tu l'esperto,no?-gli disse
prendendolo per la manica della camicia e portandolo vicino all'albero.
George lo seguì e restò in doverosa contemplazione per qualche
minuto,registrando l'arrivo di Luna al suo fianco con la coda dell'occhio.
-Lo ha scelto lei?-gli domandò cercando di avere un tono professionale.
Come parlava Neville quando era con l'uomo?
Non ne aveva la minima idea,quindi avrebbe dovuto improvvisare.
E per iniziare,avvicinò di piu' a sè Luna mettendole un braccio sopra le
spalle,tornando poi a guardare il signor Lovegood.
-Personalmente!Sono andato nei boschi al limite della proprietà come ogni
anno e ho scelto l'abete migliore...-si vantò.
-Però ad decorarlo ci ho pensato io-disse subito Luna,prendendosi la sua
parte di merito.
Il braccio destro di Luna era scivolato attorno alla vita di
George,diminuendo lo spazio che li separava,e ancora una volta,George registrò
quell'informazione con un sorriso.
-Hai fatto un lavoro fantastico...Me ne ero accorto anche prima quando ero
fuori in mezzo alla neve-le disse volgendo il capo verso di lei.
La donna non disse nulla,ma lo ringraziò con un sorriso che le illuminò tutto
il volto e che la fece assomigliare,se possibile,ad una stella.
-Papà ti va un punch caldo?-domandò poi Luna,rivolgendosi al padre.
-Tesoro non hai neanche bisogno di chiedermelo-la rimbrottò il vecchio.
Si era allontanato dall'albero ed era andato a sedersi su una vecchia e
logora poltrona rosso scura,che George capì essere la "sua" poltrona.
-Tu ne vuoi?-gli domandò la donna.
George portò gli occhi su di lei e annuì:ancora non si era staccata da quella
specie di abbraccio e se fosse andata in cucina si sarebbe allontanata da
lui.
-Ti dò una mano-si offrì.
Luna sorrise e continuando a tenerlo allacciato per la vita,lo guidò verso la
cucina.
La cucina era attaccata al salotto,ma separato da questa tramite una porta di
mogano chiaro:era una cucina piu' piccola di quella a cui era abituato alla
Tana,grande forse solo un terzo di quella dei Weasley,ma con tutti gli
elettrodomestici possibili.
Le mattonelle erano color crema e rendevano l'ambiente piu' accogliente e
caldo,mentre i mobili erano stile Anni '60 con le piastrelle del piano cottura
verde mela,colore ripreso anche dal frigorifero e dal forno,dentro il quale
stava finendo di cuocere un tacchino che avrebbe sfamato una famiglia di dieci
persone.
I fornelli erano spenti,ma su questi era posata la caraffa del punch,con la
sua tipica colorazione rossa;inoltre piu' distante c'era un'altra caraffa
contenente un liquido piu' denso e giallo: zabaione.
George avrebbe voluto avventarsi sulla caraffa dello zabaione e berla d'un
sorso,come aveva fatto un Natale di tanti anni prima,ma si ricordò anche
l'effetto che gli aveva fatto tutto quell' "eggnogg" e desistette.
Una volta entrati,Luna si staccò da lui e si avvicinò al piano
cottura,diretta al mobile che sovrastava il lavandino e dopo averlo aperto,ne
tirò fuori due tazze tipicamente natalizie.
La osservò attentamente mentre le riempiva di punch e poi incontrò il suo
sguardo quando Luna si voltò verso di lui,tendendogli una tazza.
-Grazie-
Prima di dire qualsiasi cosa,Luna prese la sua bacchetta dal piano cottura e
subito dopo nella stanza si sentirono le note di "All I want for Christmas is
you".
-Per protezione,anche se non credo ci stia spiando...-gli spiegò.
George annuì e soffiò sulla tazza prima di berne un sorso.
-Non porti il punch a tuo padre?-le domandò poi.
Luna scosse la testa,con una strana espressione negli occhi.
-Ormai se ne sarà già dimenticato-gli disse.
C'era tutta la tristezza del mondo in quella semplice frase.
Restarono qualche istante in silenzio,bevendo ognuno dalla propria tazza e
lanciandosi fugaci sguardi.
-Grazie per essere stato al gioco-disse Luna rompendo il silenzio.
-Non è poi tutta questa fatica e se ti aiuta a passare un Natale piu'
sereno,allora lo faccio piu' che volentieri-
Luna lo ringraziò con un piccolo cenno del capo,le labbra attaccate alla
tazza,prima di bere un'altro sorso di punch.
-Da quanto vai avanti così?-le domandò cercando di non sembrare
indiscreto.
Luna posò la tazza accanto ai fornelli e posò di nuovo lo sguardo nel
suo.
-Fin da quando è stato rilasciato da Azkaban...All'inizio non erano altro che
piccole dimenticanze, distrazioni a cui non ho dato troppo peso perchè anche
quando era "normale" le aveva.
Poi ha cominciato a dimenticare i nomi dei collaboratori del giornale e alla
fine non si ricordava neanche che era a capo del giornale.
Ormai sono mesi che non ci va piu'...-disse triste.
George si trovò a pensare che doveva fare qualcosa per dimostrarle la sua
comprensione,ma non voleva che lei la confondesse con la pietà.
Fece un passo verso di lei e posò la tazza accanto alla sua,in silenzio,in
attesa che lei continuasse.
-Continua a cambiare arredamento:ogni volta che torno trovo la casa
sottosopra perchè lui cambia la disposizione dei mobili.
L'unica cosa che ricorda siamo io e quello che gli è successo ad
Azkaban-disse.
-Ti ha parlato di Azkaban?-le domandò serio.
Luna scosse la testa.
-Neanche una volta...Ma ha gli incubi una notte sì e una no...-disse triste
la donna.
George la sentì sbuffare frustrata.
-E la cosa che mi fa arrabbiare di piu' è che io non posso aiutarlo,non posso
fare niente per migliorare le cose...Questa situazione prima o poi lo porterà ad
un punto di rottura e io...-disse con voce rotta.
George non la lasciò neanche finire.
La prese fra le braccia e se la premette contro,per far andar via quei
cattivi pensieri,farla tornare quella di sempre con gli occhi ottimisti e sempre
allegra.
Luna strinse entrambe le braccia attorno alla sua vita e premette la testa
contro il petto di George,in silenzio,mentre la mano dell'uomo aveva preso ad
accarezzarle i capelli dolcemente.
-Non dirlo neanche per scherzo!Non è finita finchè non è finita.
Tuo padre è qui,anche se completamente immerso nel suo mondo o piu' bizzarro
del solito-le disse con voce seria.
Luna colse una strana inflessione che la portò ad alzare la testa dal suo
petto e a incontrare lo sguardo di George:i suoi occhi erano pieni di una
tristezza inconsolabile.
-Tuo padre è qui-le ripetè.
E lei capì:George non aveva la stessa fortuna.
Qualcosa oltre il suo controllo gli aveva strappato Fred e niente avrebbe
potuto ricucire quella ferita.
Spinta da un'improvvisa follia,si alzò sulle punte dei piedi e gli allacciò
le braccia al collo,posando la testa sopra la sua spalla e sperando che George
facesse lo stesso.
Le braccia dell'uomo si strinsero attorno alla vita di Luna e,dopo l'iniziale
smarrimento,anche George posò la testa sulla spalla di Luna,lasciando che fosse
il silenzio a parlare per loro.
Dopo qualche istante,le braccia di Luna si mossero sulle spalle
dell'uomo,fino a posarsi sulle sue guance lisce portando il suo volto a poca
distanza da quello di George.
-Anche io sono qui-gli disse.
Anche io sono qui per te.
George annuì e restarono qualche istante in silenzio,in quell'abbraccio così
intimo.
Cosa era giusto fare?si domandò George.
Era meglio tirarsi indietro oppure era l'occasione giusta per farsi
avanti?
Non ci voleva tanto per posare le sue labbra su quelle della donna...Ma se
lei si fosse tirata indietro?
Prima ancora che potesse decidere,il timer del forno suonò,Luna tornò ad
abbassarsi,rimettendo tutto il peso sui talloni e si staccò da lui voltandosi
poi verso il forno.
-Spero tu abbia portato anche il famigerato appetito Weasley,perchè questo
tacchino è enorme-gli disse con il suo solito tono di voce allegro,dandogli le
spalle.
Si era chinata sul forno,dandogli una visione perfetta del suo sedere e
George colpito all'improvviso da una vampa di calore si voltò dandole in parte
le spalle.
-Quello c'è sempre-disse per risponderle.
Perchè adesso stava facendo questi pensieri strani su di lei?
Andiamo!Era Luna!
-Hai bisogno d'aiuto?-le domandò cercando di pensare a qualcosa che non
fossero le gambe lunghe della donna.
-Potresti passarmi la mia bacchetta?-gli domandò lei voltando la testa verso
di lui.
George annuì e si tese verso il piano cottura per prendere la bacchetta che
poi le passò.
L'istante dopo il tacchino si librava per aria nella sua casseruola e Luna
era tornata a rizzarsi in piedi accanto a lui.
-Era troppo pesante per me-gli spiegò.
George annuì,guardando il tacchino che si posava delicatamente accanto alla
caraffa del punch.
-Vuoi tagliarlo tu?-gli domandò Luna voltandosi a guardarlo.
-Non credi sia compito di tuo padre?-le domandò sorpreso.
Luna scosse la testa e si avviò verso la porta che separava la cucina dal
salotto,seguita da George.
Aprì la porta e guardò verso la poltrona rossa al centro della stanza,dove
poco prima si era seduto il vecchio Xenophilius e da cui ora proveniva un
leggero russare.
-Come volevasi dimostrare-disse la donna.
Richiuse la porta e tornò di fronte al tacchino,posandovi un dito sopra per
controllare che fosse morbido e croccante al punto giusto.
-Non lo svegliamo?-le domandò George.
Luna scosse la testa.
-Se lo svegli adesso non si riaddormenterà piu' per tutta la notte e ci
toccherà fargli compagnia.
Gli conserverò un pò di tacchino e di pudding e li mangerà domani convinto
che sia ancora la Vigilia-gli disse Luna.
Non si era mai reso conto di quanto fosse forte.
Gli aveva sempre dato l'impressione di una ragazza senza problemi,con la
testa fra le nuvole eppure adesso stava scoprendo molti lati del suo carattere
che gliela facevano apprezzare sempre di piu'.
-Vuoi che faccio comparire un tavolo e delle sedie?-le domandò cercando di
rendersi utile.
La donna scosse la testa.
-Non c'è bisogno.Basterà portare queste cose in sala da pranzo:tu prendi i
piatti e la caraffa del punch e io prendo il tacchino e le posate per
tagliarlo-gli disse.
George sorrise e fece quello che gli era stato ordinato,prima di seguirla
nella sala da pranzo.
Questa era collegata al salotto da un corridoio lungo che sfociava anche in
una scala che collegava i due piani.
Alla fine del corridoio c'erano due porte:una a destra e l'altra a
sinistra.
Luna entrò in quella a sinistra e George la seguì.
La sala da pranzo era priva di decorazioni natalizie:la carta alle pareti era
a fiori bianchi e rossi.
La tavola era al centro della stanza e poteva contenere otto persone al
massimo,tre persone per ogni lato,piu' due ad ogni capotavola.
Su una parete era appoggiata una grande credenza di legno che esponeva una
collezione di piatti di porcellana che sembravano far parte di un servizio
antico.
Ad illuminare la stanza c'era un lampadario a braccio celeste.
-Siedi pure dove vuoi-gli disse Luna posando il tacchino al centro della
tavola.
George posò la caraffa accanto al tacchino,poi sistemò i piatti uno di fronte
all'altro.
-Tu taglia il tacchino,intanto io prendo il resto della cena-gli disse
posando i coltelli sul tavolo.
George alzò lo sguardo su di lei e la vide uscire dalla stanza così iniziò ad
affilare i due coltelli e, subito dopo,a fare il primo taglio al tacchino.
Gli piaceva fare quell'operazione:l'aveva sempre vista fare da suo padre,o da
Bill e Charlie che erano piu' grandi di lui e che quindi potevano "giocare" con
i coltelli,ma quando due Natali fa aveva potuto provare anche lui,aveva capito
di esserci portato perchè non aveva sbagliato neanche una volta.
Aveva fatto delle fette precise,una uguale all'altra...Tutto il contrario di
Fred che aveva fatto una fetta piu' grande dell'altra.
Non aveva smesso di prenderlo in giro per ore!
Luna rientrò nella stanza seguita da alcune pirofile fluttuanti sopra la sua
testa:vide un'insalata di cavolo,un'insalata di patate,la salsa per il
tacchino,e per finire c'era il pudding al cioccolato da accompagnare con
l'eggnogg.
Soltanto a vedere tutta quella roba,gli veniva l'acquolina in bocca...
-Spero che sia tutto di tuo gradimento-disse Luna disponendo le varie
pirofile sul tavolo.
-Scherzi?L'unico problema che potremmo avere è sulle porzioni-le disse.
Luna sorrise.
-Facciamo così:io mi servirò per prima e poi ti lascerò il resto della
pirofila-gli disse prendendolo in giro.
-Per caso vuoi mettermi all'ingrasso?-le chiese lui.
Lei lo guardò curiosa.
-E che interesse avrei?-gli domandò.
George alzò le spalle.
-Non si sa mai...-disse misterioso.
Lei sorrise e scosse la testa,mettendosi poi a sedere.
George finì di tagliare il tacchino e prese i piatti:servì prima Luna,poi
passò al suo piatto.
Si sedette di fronte alla donna e per qualche minuto si passarono i vari
contenitori per riempirsi i piatti,escludendo il dolce.
-Raccontami com'è il Natale a casa Weasley-gli domandò la donna,dopo qualche
minuto di silenzio.
George ingoiò un boccone di insalata di patate e la guardò.
-Perchè vuoi annoiarti anche la sera di Natale?-le chiese.
-Di qualcosa bisognerà pur parlare,no?-gli fece notare Luna infilzando un
pezzo di cavolo.
-Allora raccontami com'è il Natale a casa Lovegood-ribattè George.
Luna lo guardò qualche istante senza parlare,poi annuì.
-Il Natale a casa Lovegood ha avuto due fasi:quando c'era mia madre,e dopo la
sua morte-iniziò.
George si pentì subito di averle fatto quella domanda.
Possibile che parlassero solo di cose spiacevoli?
-Quando c'era lei,fin dalla metà di novembre per tutta la casa si sentivano
canzoni natalizie e si iniziava ad appendere le decorazioni,lei lo amava
davvero.
Diceva che la metteva di buon'umore:con la neve,i pupazzi e con tutti i
regali...
Poi dopo la sua morte,mio padre ha cercato di non farmi sentire la sua
mancanza,ma lo ha fatto nel modo sbagliato-gli raccontò.
George aggrottò le sopracciglia.
-Che vuoi dire?-le chiese.
Luna ingoiò il boccone che aveva in bocca e bevve un sorso di punch prima di
parlare.
-Invece di fare quello che faceva mia madre,cioè le musiche e le decorazioni
etc,ha cominciato a farmi tanti regali.
Ha cercato di compensare la sua assenza con i regali,mentre tutto quello che
serviva era tenere in vita quelle tradizioni che rendevano speciale il Natale
con lei-spiegò Luna.
George annuì.
-Per questo quando sono cresciuta abbastanza da prendere in mano la
situazione ho riportato in vita la tradizione...
Adesso tocca a te-disse subito dopo.
-Vuoi davvero saperlo?-le domandò George.
-Andiamo...Cosa farete mai di così terribile?-lo provocò Luna.
George scosse la testa.
-Niente di terribile.
Al contrario di te e tuo padre,noi siamo una marea:siamo talmente tanti da
dover trasferire il tavolo in salotto per poter entrare tutti.
Da anni ormai alla nostra famiglia si aggiungono Hermione e Harry,anche se
quest'anno non credo che Harry ci sia-raccontò lui.
Luna annuì,concorde con lui.
-Poi ci sono Fleur e la piccola Vicky.
Fleur ci conosce da anni eppure non ha mai perso quell'aria spaesata,come se
ancora si stesse chiedendo come ha fatto a finire in quella gabbia di matti,al
contrario di sua figlia che sembra divertirsi un mondo-continuò,mentre un
sorriso si dipingeva sul viso.
Luna sorrise a quelle parole:da quanto le aveva raccontato Ginny,la piccola
Vicky aveva ripreso tutto dal padre,ed era una Weasley in tutto e per tutto.
-Mia madre avrà messo uno di quegli orribili dischi che le ricordano il
periodo in cui era fidanzata con papà e si starà sciogliendo in lacrime
ripensando a quando erano giovani...E mio padre starà sopportando quel supplizio
sperando che ogni canzone sia l'ultima-
-Posso farti una domanda?-gli chiese Luna.
George la guardò e annuì.
-Se io ti proponessi di lasciar perdere tutto e di scendere la collina tu
accetteresti?-gli domandò.
George fissò lo sguardo nel suo e restò in silenzio a lungo:era pronto per
tornare alla Tana?
Era dalla morte di Fred che non ci tornava.
Non aveva avuto piu' il coraggio di entrarci,di vedere le stanze che aveva
sempre diviso con il fratello.
Certo,tutti sarebbero stati felici di vederlo,ma lui era pronto a scendere la
collina?
-E tuo padre?-domandò,cercando una scusa.
La vide sorridere.
-Mio padre non si accorgerebbe neanche se la casa gli crollasse in testa-gli
disse lei.
Dipendeva da lui quindi.
Abbassò lo sguardo e scosse la testa.
-Non credo sia una buona idea...-le disse.
La sentì fare un respiro profondo e restare in silenzio qualche istante,poi
sentì il rumore della forchetta che sbatteva contro il piatto.
Rialzò lo sguardo e la vide mangiare come se niente fosse successo.
-Allora?Hai deciso di restare quindi ci tocca finire tutta questa roba...Per
colpa tua alla fine delle feste sarò ingrassata di cinque chili!-gli disse
mettendo in bocca un pezzo di tacchino.
George sorrise e la ringraziò mentalmente:ancora una volta non gli aveva
fatto nessuna ramanzina.
Aveva saputo accettare il suo rifiuto con spirito e scherzarci sopra,evitando
di creare drammi.
Per un paio di minuti mangiarono in silenzio,ascoltando il vento che sferzava
contro i vetri della finestra:aveva smesso di nevicare,ma aveva preso a soffiare
il vento freddo.
-Posso confessarti un segreto?-gli domandò la donna all'improvviso.
George aggrottò le sopracciglia sorpreso.
-Che segreto?-domandò bevendo un sorso del suo punch.
Luna lo guardò e sorrise malandrina.
-Non sono mai stata nel tuo negozio-gli disse.
George la fissò qualche istante come scioccato dalla notizia:come era
possibile una cosa del genere?
I "TiriVispi Weasley" erano il negozio piu' famoso di Hogsmeade al tempo e i
ragazzi in gita da Hogswarts facevano praticamente la fila per venire da
loro...Come era umanamente possibile che Luna non fosse mai stata al loro
negozio?
-Non ci credo!-riuscì solo a dire.
-Te lo giuro-disse la donna mettendo una mano sul cuore.
-Ma come è possibile....Voglio dire,tu sei la migliore amica di mia sorella e
lei veniva praticamente ogni volta che poteva...-farfugliò ancora troppo colpito
da quella rivelazione.
-Sì è vero,Ginny ha provato un paio di volte a convincermi ad
accompagnarla,ma all'epoca io e Neville stavamo insieme e cercavamo di passare
piu' tempo possibile da soli-gli disse.
Ecco spiegato il mistero.
George bevve un sorso di punch cercando di digerire quella notizia:lo avevano
ferito nell'orgoglio!
-Ho un'idea!-disse Luna attirando di nuovo la sua attenzione.
George la guardò in volto,attento.
-Perchè non trascorriamo il Capodanno nel tuo negozio?-gli propose.
George la guardò senza capire.
-Ma il negozio è chiuso!-le fece notare.
-Come se tu non potessi riaprirlo volendo.
Una specie di visita privata...Così potresti farmi vedere cosa mi sono persa
e perchè era così famoso il vostro negozio-gli disse.
George la guardò e sorrise furbescamente.
-Che cos'è,una sfida?-le chiese poi.
Luna alzò le spalle.
-Se vuoi chiamarla così...-disse ingenua.
George annuì.
Non poteva fargliela passare liscia in quel modo...
-Ok,va bene:vada per il giro privato per la sera di Capodanno-disse
accettando.
Per il resto della cena parlarono dei piu' vari argomenti:dalle persone che
conoscevano entrambi ad Hogwarts ai loro cibi preferiti,alla musica che
ascoltavano e al negozio di Luna e Ginny.
Finchè prima del dolce,la donna si alzò.
-Prima di mangiare il dolce,c'è una piccola tradizione che devo
rispettare-gli disse.
George la guardò curiosa.
-Di che si tratta?-
-Mia madre diceva sempre che dovevo meritarmi il dolce...
Allora prima del pudding di cioccolato mi sfidava ad una gara di pupazzi di
neve:chi aveva fatto il pupazzo piu' bello meritava il pezzo di pudding piu'
grande-gli raccontò.
-Allora preparati a perdere-ribattè George alzandosi a sua volta da
tavola.
Luna sorrise sorniona accogliendo la sfida.
-Non credo proprio...-
Si diressero verso il salotto dove,senza fare rumore,presero i cappotti e i
zuccotti di lana,oltre ovviamente a sciarpe e guanti di lana per evitare il
congelamento e uscirono nel giardino di casa Lovegood.
Il primo respiro si perse in una nuvola bianca di condensa:il freddo era
pungente,ma fortunatamente il vento aveva smesso di soffiare.
George si strinse ancora di piu' nel cappotto e si guardò intorno alla
ricerca di Luna che sembrava improvvisamente sparita.
-Luna?-la chiamò facendo un piccolo giro su sè stesso.
Improvvisamente,senza il mimino preavviso,una palla di neve candida lo colpì
in pieno viso.
Pezzi di neve gli entrarono in bocca e nel naso,mentre da non molto lontano
gli giunse la risata di Luna.
-Ehi questo è scorretto!-le disse scrollando la testa per far cadere i resti
della neve.
-Avrei dovuto avvertirti?-gli domandò lei fra le risate.
Adesso la vedeva:era a neanche dieci metri da lui,le mani sulla pancia per le
troppe risate e la testa leggermente piegata verso il basso,incapace di smettere
di ridere.
La vittima perfetta...
Si abbassò lentamente e prese una manciata di neve fredda che modellò
distrattamente con le mani.
-No,ma mi avresti dovuto lasciare il tempo per caricare-le disse.
Poi lanciò il suo "proiettile",ma Luna messa in allarme da quella frase alzò
la testa e vedendo arrivare la palla di neve si scansò mandando a vuoto il suo
colpo.
George non si perse d'animo e fece subito un'altra palla di neve piu'
grossa,mentre altra neve lo colpiva sulle spalle.
Lanciò e finalmente riuscì a colpire Luna poco sotto il viso:l'espressione
sorpresa che le si disegnò sul volto lo fece ridere come non faceva da tanto
tempo.
Corse a nascondersi dietro un muretto per evitare altri colpi della
donna,affacciandosi ogni tanto per sferrare i suoi "colpi mortali" che mancavano
o colpivano Luna soltanto di striscio.
Anche la donna si era riparata dietro un muro della casa,così George pensò di
approfittare dell'effetto sorpresa passando sul retro della casa e colpirla alla
schiena,magari metterle un pò di neve dentro il cappotto.
Riusciva già a vederla di spalle che si sporgeva al limite del muro per
vedere le sue mosse,sembrava non essersi accorta che lui si era spostato.
Il terreno lì era piu' scivoloso e rischiò di cadere un paio di volte,ma era
talmente concentrato sulla sua "vendetta" che non poteva permettersi sbagli.
Ormai era a pochi passi da Luna.
Le arrivò alle spalle e alzò il braccio per colpirla con la palla di neve,ma
lei doveva essersi accorta che qualcosa era cambiato alle sue spalle perchè si
voltò e vedendolo sobbalzò, mettendo il piede in fallo e scivolando sul terreno
ghiacciato.
George cercò di serrarle le braccia attorno alla vita,ma non fece in tempo ad
afferrarla.
Luna cadde con il sedere per terra e l'istante dopo si portò la mano destra
alla caviglia.
-Cazzo!-imprecò George mettendosi in ginocchio accanto a lei.
Luna si morse il labbro,in una smorfia di dolore e abbassò lo sguardo sulla
caviglia che reggeva in una mano.
-Scusami...Non credevo assolutamente...-iniziò George mortificato.
Luna scosse la testa.
-Sta tranquillo,non è niente-gli disse lei per rassicurarlo.
Ma la caviglia aveva iniziato a gonfiarsi fra le mani della donna e
George,cercando di fare il piu' delicatamente possibile,le sfilò lo scarpone per
controllare quanto era grave la situazione.
-Niente di grave?Sembra il tacchino che abbiamo appena mangiato!-ribattè
sempre piu' dispiaciuto.
Luna rise e scosse la testa.
-Niente che non si possa curare con la bacchetta-
Lui annuì e dopo qualche istante passato a fissare la caviglia,tornò a
guardarla in volto.
-Ok,allora mettimi il braccio intorno al collo-le disse.
Luna incontrò lo sguardo di George e lo fissò senza capire.
-Mettimi il braccio intorno al collo così posso prenderti in braccio-le disse
ancora George.
-E tu credi che mi lasci prendere in braccio da te?-gli domandò la donna.
-Vuoi restare qua fuori a congelare?-ribattè George.
-Ma non c'è alcun bisogno che tu mi prenda in braccio...-
-La vuoi smettere?Sono abbastanza forte per portarti dentro casa!-le disse
lui mettendo fine alle sue lamentele.
Luna si zittì e lo guardò qualche istante senza parlare,poi circondò il collo
di George con il braccio sinistro.
L'uomo mise entrambe le braccia sotto le gambe di Luna e le strinse
forte.
-Stringiti forte-le disse.
Poi senza nessun avvertimento,alzò prima un piede e dopo l'altro mettendosi
in piedi,facendola trovare a qualche metro da terra.
Luna si avvicinò di piu' al torace di George e gli strinse di piu' le braccia
al collo.
-Non ti azzardare a lasciarmi-gli disse poggiando la testa sulla clavicola
destra dell'uomo.
George sorrise e fece il primo passo.
-Tranquilla,te l'ho già detto che ce la faccio-le ripetè con voce calma e
bassa,come se avesse paura di svegliare qualcuno.
Camminava lentamente,attento a dove metteva i piedi e senza troppi
sobbalzi.
-La caviglia ti fa male?-le domandò di nuovo.
Luna scosse la testa senza staccarla dalla sua clavicola.
Da quella posizione riusciva a sentire i battiti del cuore di
George,leggermente accellerati per lo sforzo a cui era sottoposto.
Le piaceva quella intimità che si era creata fra loro,il modo così naturale
in cui lui si era offerto di prenderla in braccio e portarla a casa,come se
fosse la cosa piu' semplice da fare.
Anche per lei era stato istintivo posare la testa sulla sua spalla e adesso
da lì riusciva a sentire il suo profumo,l'odore della sua pelle.
Ma che accidenti le veniva in mente?
Era il fratello della sua migliore amica!!
-Adesso no-disse con voce incerta.
Erano ormai di fronte alla porta di casa e la donna l'aprì con un'incantesimo
non verbale per evitare problemi a George e per evitare che suo padre si
svegliasse.
-Dov'è la tua camera da letto?-le bisbigliò l'uomo.
Luna alzò la testa dalla sua spalla e alzò la testa verso George.
-Non puoi lasciarmi sul divano?-gli chiese in un sussurro.
-Avanti non vorrai ricominciare?Credimi,dopo aver visto il caos imperante
nella stanza di Ron non mi spaventa piu' nulla-le bisbigliò lui con un sorriso
divertito.
Luna sorrise e annuì.
-Al piano di sopra-rivelò.
George si ricordava di aver visto la scala alla fine del corridoio che
portava alla sala da pranzo, quindi fece la strada che aveva fatto qualche ora
prima,fermandosi poi di fronte alle scale.
Iniziò a salirle cercando di creare il minimo disagio possibile a Luna e alla
sua caviglia dolorante.
Sembrava senza peso:avrebbe potuto tenerla in braccio ancora per ore.
Quando aveva posato la testa così vicino alla sua spalla,il suo cuore aveva
iniziato a correre piu' velocemente,senza una ragione.
Aveva abbassato per un'istante lo sguardo su di lei e l'aveva vista
tranquilla,fiduciosa,come se niente potesse spaventarla adesso...
Da quanto tempo qualcuno non si fidava così di lui?
Sentiva alcune delle ciocche di capelli di Luna sfiorargli il braccio teso
per lo sforzo,come una piccola carezza.
-Dove devo andare adesso?-le chiese arrivato alla fine della scala.
Doveva smetterla di fare quei pensieri!
-La prima porta a sinistra-gli disse.
Anche quella porta si aprì con un'incantesimo non verbale.
Non aveva mai avuto il permesso di entrare in camera di sua sorella,quindi
non aveva la minima idea di come era la camera di una donna.
E questa non assomigliava per niente a quella che avevano lui e Fred alla
Tana o a quella di Ron.
La camera di Luna era grande quanto la loro,con un delle stelle blu su tutte
le pareti,ricordo probabilmente della sua infanzia;un tappeto rotondo rosa
copriva gran parte del pavimento di mattonelle bianche.
Sulla parete piu' lontana c'era un grande armadio di legno bianco con piccoli
fiorellini rosa ad adornare gli angoli e accanto a questo c'era una porta da cui
riusciva ad intravedere uno specchio:doveva essere il bagno.
Il letto,matrimoniale e con una coperta tipicamente natalizia, era sulla
destra di fronte alla scrivania su cui erano stipati alcuni libri e riviste.
Alle pareti erano appesi vari scaffali dove erano sistemati i libri di
Hogwarts e altri libri di cui non riusciva a vedere i titoli.
Era la camera di un'adolescente.
-Ecco perchè non volevo farti entrare...L'arredamento di questa stanza non
viene cambiato da quando avevo quindici anni-commentò Luna,leggermente
imbarazzata.
George sorrise.
-Ho sempre voluto vedere la camera di una ragazza:Ginny chiudeva sempre con
un incantesimo per paura che mettessimo il naso nelle sue cose-le raccontò.
Fece un passo verso il letto e la depose delicatamente al centro.
-Dovevate essere terribili!-commentò Luna con un sorriso.
Ma questo sparì non appena la caviglia toccò il piumone.
-Ok che dobbiamo fare per rimetterla a posto?-le domandò George.
-Vai nel bagno e prendi una pomata chiamata "Xerox",l'ha inventata mia madre
ed è perfetta per le cadute come queste-gli disse.
George annuì e si fiondò nel bagno collegato alla camera.
Ritornò neanche due minuti dopo con un vasetto pieno di una sostanza gialla e
densa che ad un primo esame poteva sembrare miele.
-Sei sicura che funzioni?-le domandò scettico George.
-E tu credi che questa è la prima volta che scivolo sul ghiaccio?-gli chiese
lei di rimando.
George alzò le spalle.
-Ok,allora che devo fare?-le domandò.
-Siediti sul letto e spalma un pò di quella lozione sulla caviglia-gli spiegò
la donna.
George restò qualche istante interdetto:perchè non poteva farlo lei?
Non sarebbe stato lo stesso?
Però poi pensò che era colpa sua se quella caviglia era così gonfia e viola e
allora annuì.
Si sedette sul bordo del letto e svitò il tappo del vasetto.
Luna aveva sistemato i cuscini contro la testiera del letto e vi aveva
poggiato la schiena in modo da avere una posizione semi-seduta.
Cercando di non mostrare la sua sfiducia,George infilò due dita nella
sostanza,sentendole subito vischiose.
-Dovresti vedere la tua faccia adesso...-gli disse lei sorridendo.
L'uomo tirò fuori le due dita e posò il vasetto per terra,accanto ai suoi
piedi,prima di voltarsi verso la caviglia.
-Piano...-si raccomandò Luna.
George alzò lo sguardo sulla donna e vide di nuovo quegli occhi fiduciosi:ma
com'era possibile?
Con tutta la delicatezza di cui era capace,posò le dita sulla
caviglia,iniziando a sfiorare gli angoli piu' lontani del livido,con gesti
circolatori che lo avvicinarono sempre di piu' al punto dolorante.
Man mano che si muoveva sulla caviglia,il composto sembrava staccarsi dalle
sue dita e rimanere sulla parte "malata",senza però renderla unta o viscida.
Guardò Luna,fermando per qualche istante il movimento delle sue dita e la
vide con la testa poggiata contro uno dei cuscini,gli occhi chiusi e vide che
non c'era nessuna smorfia di dolore sul viso:sembrava perfettamente
rilassata.
Ed estremamente eccitante.
La situazione che si era venuta a creare fra loro era fra le piu' ambigue e
bastava un gesto,che lui le si avvicinasse per posare le labbra sulle sue.
Le avrebbe infilato le mani fra i capelli,perdendosi in quella massa dorata
che sembrava risplendere di luce propria,e poi l'avrebbe attirata a sè,magari
facendole posare la testa contro il suo petto come lei aveva fatto poco
prima...
BASTA!DOVEVA SMETTERLA DI PENSARE A CERTE STUPIDAGGINI!
Ritornò ad occuparsi della caviglia,cercando di scacciare dalla testa quei
pensieri e preso da quella foga,posò le dita sul livido con troppa forza.
-Ahi!-si lamentò Luna riprendo gli occhi.
-Scusa...Non volevo-disse subito lui.
I loro occhi si incontrarono per qualche istante,facendo scendere nella
stanza un silenzio carico di elettricità,poi Luna sorrise.
-Lo so-si limitò a dire.
Chiuse di nuovo gli occhi e tornò a rilassarsi contro la testiera del
letto.
George interpretò quella frase come un segno per andare avanti e posò di
nuovo le dita sulla caviglia,di nuovo con tutta la delicatezza possibile.
Luna sentì nuovamente il tocco di George sulla sua pelle e si domandò come
sarebbe stato se quel tocco che si sforzava di essere gentile,delicato,avesse
lasciato sfogo a tutta la sua irruenza e alla sua forza.
Non poteva negare che George fosse forte,lo aveva capito anche quando l'aveva
presa in braccio:la cosa sembrava non dargli alcun fastidio.
Come sarebbe stato sentire il tocco delle sue mani su tutto il resto del
corpo,oltre che su quella piccola parte?
Ma che le prendeva ultimamente?
Perchè continuava a fare quei pensieri su George?
-Va meglio?-le domandò lui,strappandola dai suoi strani sogni.
Luna riaprì gli occhi e incontrò il suo sguardo.
Effettivamente la caviglia aveva smesso di farle male e lentamente anche il
gonfiore stava diminuendo.
-Molto meglio...Te l'avevo detto che avrebbe funzionato-gli disse
sorridendogli.
George ricambiò il suo sorriso e lasciò andare la sua caviglia,posandola
delicatamente sul piumone.
-Allora sarà meglio che vada-le disse.
-E il dolce?-gli domandò sorpresa.
George annuì come se si ricordasse solo in quel momento del pudding.
-Per questa volta hai vinto tu-le disse.
Luna lo guardò qualche istante,facendo ricadere la stanza nello stesso
silenzio carico di elettricità di poco prima e annuì.
-Vorrà dire che lo mangeremo a Capodanno-gli disse seria.
Senza staccare lo sguardo dal suo,George annuì.
-Però non te ne puoi andare comunque-disse subito dopo la donna.
Lui aggrottò le sopracciglia sorpreso.
-Ho un regalo per te-rivelò sorridendo.
Dopodichè fece un' incantesimo d'appello e un pacco color crema arrivò nelle
sue mani.
George rise e scosse leggermente la testa:aveva fatto bene a farle quel
regalo,pensò.
-Guarda che coincidenza...-le disse.
Con un'incantesimo non verbale richiamò il regalo di Luna che era nella tasca
destra del suo cappotto e che l'istante dopo era sul letto.
-Non ci credo!-disse Luna sorpresa.
-Un Weasley non si presenta mai a mani vuote-le disse sorridendo.
Luna rise e si coprì la bocca con entrambe le mani,felice per la
sorpresa.
-Prima tu-
-Assolutamente no:prima tu!-ribattè George.
Le tese la piccola scatolina e la forzò quasi a prenderla.
Luna guardò la scatolina nera con una coccarda argentata in cima e poi
l'aprì:attaccato ad una catenina d'argento c'era un ciondolo a forma di falce di
luna.
-George...E' bellissimo!-gli disse tirandolo fuori dalla scatolina e
posandolo sul dorso della mano.
-Ti piace?Avevo paura che fosse troppo banale-disse l'uomo.
-Scherzi?Mi piace tantissimo-gli disse lei alzando lo sguardo brillante ad
incontrare i suoi occhi.
-Sono passato davanti ad un negozio a Diagon Alley e l'ho visto in
vetrina...Sembrava quasi mi chiamasse-le disse.
-Aiutami a metterlo-disse la donna avvicinandosi a lui.
George prese la catenina dalle sue mani e la vide dargli le spalle per poi
alzare i capelli, dandogli così una visione del suo collo lungo e candido.
Aprì il gancio della catenina e la fece passare attorno al collo della
donna,sfiorandole la pelle nuda e sensibile con le dita,per poi richiudere il
gancio.
I capelli biondi ricaddero come una cascata l'istante dopo e Luna tornò a
voltarsi verso di lui per avere il suo parere.
-Ti sta benissimo-la rassicurò.
Poi senza che potesse dire o fare nulla,Luna gli si avvicinò e gli posò un
bacio sulla guancia destra per ringraziarlo.
Durò un'istante,un battito di ciglia,poi lei si era già allontanata.
-Adesso tocca a te-gli disse impaziente.
George sorrise e prese il pacco fra le mani,iniziando a strappare la carta
regalo:amava il Natale e tutte le feste che portavano regali,ma questo regalo
era ancora piu' speciale perchè proprio era sicuro di non riceverne.
Quando ebbe finito di distruggere la carta e apparve il cappello che aveva
visto in quel negozio babbano,non riuscì a trattenersi dal fare un piccolo
grido.
-Tu sei pazza!-le disse.
La vide alzare le spalle.
-Ma costava un mucchio di soldi!-le disse facendo passare il cappello da una
mano all'altra.
-Non dovrebbe interessarti,e poi che importa quanto costa?
Dovevo farti un regalo per Natale,questo ti piaceva,fine della storia-disse
semplificando le cose.
George la guardò e sorrise,ancora incredulo che gli avesse fatto veramente
quel regalo.
-Provalo,voglio vedere come ti sta-lo esortò.
Quando George lo indossò,le sembrò piu' misterioso,il classico uomo di mondo
che ha visto le peggiori brutture del mondo ma che è riuscito a salvare un pò
della sua sensibilità.
-Allora?-le domandò lui.
-Perfetto-commentò la donna.
Lo vide alzarsi e guardarsi allo specchio.
-Hai ragione.
Vado a casa così-le disse voltandosi di nuovo verso di lei.
Prese sciarpa e guanti e si avvicinò a Luna per ringraziarla.
-E' stato un Natale perfetto...a parte per la caviglia-si corresse
subito.
La donna rise e annuì.
-Anche per me è lo stesso...Spero che non ti venga in mente qualcosa del
genere anche a Capodanno-gli disse sorridendo.
George scosse subito la testa.
-Tranquilla...Credo di aver imparato la lezione-
Si avvicinò ancora di piu' a lei e per la prima volta fu lui a baciarla.
Posò le labbra sulla guancia destra,e subito il profumo di Luna arrivò alle
sue narici facendogli chiudere gli occhi per alcuni istanti.
Poi si staccò da lei e le sorrise.
-Ci vediamo la prossima settimana-
Perchè c'era quella nota interrogativa nella sua voce?si domandò.
Luna annuì.
-Alla prossima settimana-
Dopo aver avuto quella rassicurazione,si smaterializzò.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Midnight kiss ***
Midnight kiss
Quella che all'inizio gli era sembrata una buona idea,adesso si stava
rivelando stupida e incauta.
Come aveva potuto accettare di trascorre il Capodanno con
Luna?
Non era tanto l'invito a sconvolgerlo,quanto il posto in cui si
sarebbe svolta la festa:il suo negozio.
Aveva accettato spinto dai rimorsi per averle quasi rotto una
caviglia e dalla piacevole atmosfera che si era creata fra di loro,ma adesso era
quasi certo che non sarebbe riuscito a rispettare i patti.
Il negozio era il posto a cui erano legati la maggior parte dei suoi
ricordi con Fred,quelli che soltanto lui conosceva e che forse nessun'altro
avrebbe potuto capire.
Come avrebbe potuto spiegare ai suoi genitori o ai suoi fratelli lo
speciale cazzeggio che lo legava a suo fratello e che regnava sovrano fra quelle
mura?
Nessuno avrebbe capito realmente,anche se naturalmente avrebbero
sostenuto il contrario:erano talmente sicuri di capire come si sentiva,cosa
provava per la perdita di Fred,da aver ormai smesso di chiedere.
Soltanto Luna,finora,non aveva mai affrontato
l'argomento.
Era rimasto sospeso a mezz'aria,galleggiante come una bolla di sapone
o una nuvola,ma nessuno dei due ne aveva mai parlato.
Forse era per questo che si trovava così bene con lei.
Lei non presupponeva di sapere come lui si sentiva,o peggio,di dirgli
come doveva sentirsi,ma gli restava accanto,quando e finchè glielo
permetteva,senza fare domande prendendo le questioni importanti dal lato
umoristico.
Durante la cena di Natale era sicuro che l'avrebbe sentita scoppiare
in mille rimproveri per la sua incapacità di scendere la collina e andare a
passare le feste con la sua famiglia,ma tutto quello che Luna aveva detto in
risposta era stato un sollecito a mangiare di piu' per evitare di dover buttar
via il cibo.
Era con lei che viveva i momenti migliori dalla morte di Fred,e a
pensando adesso alla sera di Natale,ancora se ne meravigliava:era andato a casa
Lovegood pieno di dubbi e di incertezze per il significato che poteva assumere
quell'invito e alla fine aveva capito che aveva fatto la cosa
giusta.
Se non avesse accettato,Luna si sarebbe ritrovata a passare un Natale
abbastanza solitario vista la minima partecipazione di suo padre.
Per la prima volta da mesi aveva mangiato un pasto cucinato in casa,e
non ordinato in una rosticceria o peggio ancora consumato sul bancone del pub,ma
per colpa della sua irruenza non avevano potuto mangiare il dolce:durante la
battaglia con le palle di neve,aveva cercato di sorpenderla colpendola alle
spalle e l'aveva spaventata a tal punto da farle perdere l'equilibrio e farle
cadere sul terreno ghiacciato.
Per giorni,nei momenti di lucidità,aveva pensato alle braccia di Luna
attorno al suo collo e la sua testa posata nell'incavo fra la spalla e il
collo.
Per non parlare di quando l'aveva posata sul letto e del massaggio
che le aveva fatto alla caviglia dolorante cercando di essere il piu' delicato
possibile per mettere a freno i suoi sensi di colpa ed i lamenti della
ragazza.
Ecco perchè aveva accettato di trascorrere il Capodanno al
negozio:perchè si sentiva leggermente in colpa,e anche punto nell'orgoglio data
l'ignoranza di Luna sui "TiriVispi Weasley".
E perchè sperava di rivederla.
Certo,aveva provato piu' volte a comporre il suo numero sul
cellulare,ma non era mai riuscito a portare a termine la chiamata.
Ormai mancavano tre ore all'appuntamento e sapeva di non poter piu'
tornare indietro: non sarebbe stata una cosa carina,e poi non gli piaceva l'idea
di Luna da sola la notte di Capodanno.
Doveva tirare fuori il coraggio e affrontare le sue
paure.
Con convinzione si avvicinò al mobile dove aveva lasciato il
portafogli e,senza quasi rendersene conto,si scoprì ad aprirlo e a dare uno
sguardo veloce a quel piccolo pezzo di carta nascosto fra i vari
scomparti.
Era rimasto lì fin dalla sera del tubo rotto,dove l'aveva messo senza
troppa convinzione,però il giorno dopo,rileggendo quelle parole a mente
fredda,nella nebbiolina gelida del mattino, si era reso conto che erano perfette
per Luna:quelle due frasi erano lei.
Per questo l'aveva lasciato nel portafogli.
Ed anche quella mattina,gli diedero il coraggio per mettere da parte
i suoi dubbi e le sue paure e affrontare il "ritorno" al negozio.
Mise il portafoglio nella tasca destra posteriore dei jeans e,dopo
aver messo la bacchetta nel giubotto di pelle,cercò le chiavi di casa con lo
sguardo in giro per la cucina.
Proprio in quel momento suonò il suo cellulare.
-Pronto?-domandò senza guardare il display,ancora alla ricerca delle
chiavi.
-Buon Anno Nuovo fratellone!-lo salutò la voce di Ron.
George si lasciò scappare un sorriso:doveva
aspettarselo!
-Non so se hai guardato l'orologio nell'ultima mezz'ora,ma manca
ancora molto alla mezzanotte-gli fece notare.
Aveva adocchiato le chiavi nascoste su una montagna di vestiti
sporchi e con pochi passi,si chinò a prenderle,senza chiedersi come avessero
fatto a finire lì sopra:ormai aveva smesso di farsi quel tipo di
domande.
-Lo so,ma mi serviva qualcosa per rompere il ghiaccio-ammise
Ron.
-E per introdurre il discorso-aggiunse George.
Conosceva suo fratello come le sue tasche,quindi sapeva benissimo
cosa sarebbe venuto dopo.
-Sei a casa?-gli domandò infatti l'altro.
-Veramente sto uscendo-disse George,infilando la chiave nella toppa
di casa.
Il silenzio che gli giunse dall'altra parte della cornetta era
indicativo di quello che pensava Ron: era sicuro che stesse andando a sbronzarsi
in qualche pub per passare il Capodanno.
Almeno una volta,voleva farlo ricredere!
-Sto andando in negozio,mi raggiungi lì?-gli domandò chiudendosi la
porta alle spalle.
-In negozio?Il tuo negozio,vuoi dire?-gli chiese Ron sinceramente
sorpreso.
George sorrise:era da tanto che non lo sentiva fare quella voce
scioccata.
-Il mio negozio,certo!Che avevi pensato?-gli domandò iniziando a
scendere le scale.
-No,no,niente...è solo che sono sorpreso...-iniziò Ron.
-Allora vieni?-gli domandò George tagliando corto.
-Assolutamente.Ci vediamo lì-lo rassicurò il fratello.
-Bene,allora porta del caffè-gli disse George,prima di chiudere la
conversazione.
-Vuoi dirmi che hai passato il Natale da sola?-
Questa era stata la reazione di Ginny quando le aveva detto che suo
padre si era addormentato prima della cena.
Aveva portato a casa tutto quello che lei e George non erano riusciti
a finire della cena,e vedendo tutto quel cibo Ginny si era
insospettita,iniziando a fare un'infinità di domande che si erano concluse con
quell'esclamazione.
-Non è stato poi così terribile,sai?Ho avuto molto tempo per
riflettere,pensare...
E poi ho rivisto,come ogni anno "La vita è meravigliosa"-le aveva
detto Luna cercando una scusa.
Non poteva certo dirle che aveva passato la sera con suo fratello,che
lui l'aveva quasi azzoppata e poi per cercare di rimediare le aveva fatto un
massaggio alla caviglia.
Aveva pensato a quel massaggio tutta la notte quando lui se ne era
andato:lo sguardo fisso al soffitto,una mano che giocherellava con il ciondolo
che George le aveva appena regalato e il ricordo delle sue mani ancora ben
impresso nella sua mente.
Le sembrava di sentire ancora il ricordo del suo profumo nella
stanza,addirittura nelle narici.
Ma che accidenti le stava succedendo?
Per tutta la vita era stata innamorata di un'uomo soltanto,e adesso
quasi non si ricordava che faccia avesse,a meno che Neville non avesse folti
capelli rossi ed un sorriso malandrino e seducente,ma la cosa era altamente
improbabile.
-Perchè non hai disceso la collina e bussato alla nostra porta?-le
aveva chiesto ancora l'amica.
Luna aveva cercato di smarcare quelle parole che contenevano un
rimprovero.
-Non volevo disturbarvi,ho pensato che magari fosse troppo tardi per
aggiungere un posto a tavola e che voleste passare il Natale in famiglia-aveva
detto.
-Credi veramente che se avessi bussato a casa nostra mia madre ti
avrebbe lasciato fuori?-le domandò Ginny guardandola con aria
incerta.
Luna scosse la testa.
-Ok,va bene ho sbagliato.
Ti prometto che il Primo dell'anno vengo a pranzo alla
Tana.
Contenta?-le aveva chiesto con un sorriso speranzoso.
Era contenta.
Ma prima del pranzo alla Tana,c'era l'appuntamento con George,quello
per cui si stava preparando da giorni.
Non riusciva a credere che una cosa così piccola come un'appuntamento
potesse metterla così a disagio.
Come doveva vestirsi?Casual o elegante?
Era festa,e lei per Capodanno si era sempre vestita
elegante.
Doveva lasciare i capelli sciolti o legarli?
Come sarebbero piaciuti di piu' a George?
MA CHE ACCIDENTI LE VENIVA IN MENTE!Quando mai aveva deciso in base
ai gusti di un'uomo!
E poi lei non voleva far colpo su George:lei e George erano soltanto
due amici,che qualche volta pranzavano insieme,che avevano passato insieme il
Natale e che adesso avrebbero festeggiato insieme il Capodanno.
Da soli.
In un negozio aperto soltanto per loro.
PERCHè NON LA SMETTEVA CON QUEI PENSIERI?
GEORGE ERA SOLTANTO UN'AMICO!
Lo era davvero?
Si ritrovò a chiedersi che cosa sarebbe successo se a Natale lui
l'avesse baciata.
Sicuramente non si sarebbe tirata indietro,anzi era stata sul punto
di prendere l'iniziativa un paio di volte.
Ma questo magari non valeva per George:forse per lui era soltanto
un'amica e lei si stava facendo troppi film.
Doveva smetterla,altrimenti l'appuntamento di quella sera sarebbe
stato un disastro.
George era soltanto un'amico!
Può un posto conservare i ricordi,come una bottiglia conserva l'aroma
di un vino?
George se lo stava chiedendo fin dal primo momento che aveva messo
piede nel negozio.
Era come se da ogni tavola del pavimento,ogni mattone nel muro
uscisse una voce,una battuta,una risata...un pezzo della sua vita.
Tutto il meglio degli ultimi anni passati con Fred erano condensati
in quel posto,facendolo diventare quasi un'entità viva e pulsante.
Certo era anche pieno di polvere e con qualche vetro rotto,ma quelli
erano soltanto dettagli:gran parte della merce era ancora sugli scaffali o nel
retro,come se fossero state abbandonate lì da qualcuno che era scappato
improvvisamente.
Ma non era successo proprio questo?
Se un giorno avesse mai deciso di riaprire gran parte di quelle cose
sarebbero state inutilizzabili,ma per il momento,per quella piccola gita privata
potevano fare la loro scena, aiutarlo a mostrare il vecchio fasto della
"TiriVispi Weasley".
Ron non era ancora arrivato,e lui se lo immaginava ancora combattuto
fra la voglia di credergli e la diffidenza che ormai tormentava il fratello
negli ultimi anni ogni volta che si parlava di lui.
Sapeva che non gli stava rendendo la vita facile,nè a Ron nè
tantomeno ad Hermione che in questa situazione si stava rivelando una santa,ma
anche se ne era consapevole,non riusciva a cambiare:gli era quasi impossibile
restare in quella casa disordinata e vuota per piu'di un paio d'ore al giorno
prima di andare al cimitero e poi direttamente al pub fino a notte
inoltrata.
Forse un giorno le cose sarebbero cambiate...
Cercò di riscuotersi da quei pensieri tristi e decise che era ora di
darsi una mossa:Luna sarebbe arrivata fra qualche ora e lui non voleva farsi
trovare ancora impegnato nelle pulizie di primavera.
-Gratta e Netta-pronunciò forte e chiaro,provocando un'eco nel
negozio silenzioso.
Proprio in quel momento sentì un forte crack alla sua sinistra e
voltandosi vide Ron a qualche mentro di distanza.
-Cominciavo a perdere le speranze-gli disse.
Ronald in quegli anni era diventato un'altra persona:non era piu' il
ragazzino che lui e Fred riuscivano a mettere in mezzo,la vittima predestinata
dei loro scherzi.
Era diventato un'uomo.
Velocemente,nel giro di pochi mesi,con la stessa velocità con cui il
sole fa capolino dietro le montagne per dare inizio ad un nuovo
giorno.
Anche lui era stato costretto a crescere dall'evolversi degli
eventi,trovandosi a far fronte da solo ad una situazione famigliare totalmente
disastrosa:Bill doveva occuparsi di Fleur e della piccola Vicky,Charlie era
sempre in viaggio per cercare di lenire il dolore per la perdita di Fred,e lui
era fuori uso.
Letteralmente.
Se la loro famiglia era ancora in piedi era solo merito di
Ron.
-L'amo che mi hai lanciato era troppo appetitoso perchè io non
abboccassi.
Volevo solo essere sicuro che non fosse un'altro dei miei
sogni-ribattè Ron restando fermo,le gambe leggermente divaricate.
I due fratelli osservarono mentre anni di polvere venivano spazzati
via con una folata di vento, mentre gli specchi delle vetrine tornavano di nuovo
al loro vecchio splendore.
-Hai portato il caffè?-domandò George voltandosi verso
l'altro.
Ron non ebbe bisogno di rispondere:gli tese una mano che teneva
stretta una tazza di caffè e aspettò che George la prendesse per posare le
labbra sulla sua.
-Posso dirti quello che penso?-gli chiese poi.
George alzò le spalle,cercando di apparire indifferente.
-Credevo di non vedere questo giorno-gli confessò
sincero.
Si rilassò quando vide il fratello sorridere divertito:non sapeva
piu' come prenderlo.
Ormai si erano allontanati e il loro rapporto,che non si era mai
basato sulle confidenze reciproche,era diventato ancora piu' difficile da
gestire.
Lo scambio di ruoli poi non aveva fatto che rendere piu' complicata
la situazione.
-Nemmeno io-ammise infine.
Ron bevve un'altro sorso dalla sua tazza di cartone e aspettò qualche
istante in attesa di altre informazioni che non arrivarono.
-Allora come mai....-cominciò a domandare.
-Ho dovuto onorare una promessa-disse soltanto George.
Si avviò verso il bancone e vi passò un dito sopra per controllare
che fosse di nuovo lucido come un tempo,ma principalmente per evitare altre
domande da parte di Ron:non voleva che la sua famiglia si intromettesse in
quella "cosa" con Luna.
Neanche lui sapeva come definirla,ma non poteva negare a sè stesso
che piu' il tempo passava piu' si sentiva agitato e eccitato per
quell'incontro.
Era una settimana che non si vedevano nè sentivano e l'idea di
incontrare di nuovo quelle iridi argentee,di vedere quel sorriso luminoso gli
faceva venire i brividi lungo la schiena.
Ron annuì a quelle parole,forse convinto che si trattasse di una
promessa fatta a Fred,ma George sentì che doveva togliergli quell'idea dalla
mente:non voleva sembrare piu' patetico di quanto forse già era.
-Ho promesso ad una persona che gli avrei mostrato il negozio-disse
guardando Ron.
Suo fratello lo guardò subito curioso.
-Non avrai mica intenzione di venderlo per caso?-gli
domandò.
George si affrettò a scuotere la testa.
-Cosa?No,no sta tranquillo.
Non mi è passato neanche per la testa-lo rassicurò.
Dopo quelle parole,il volto di Ron divenne curioso:ora non gli
avrebbe dato pace finchè non avesse saputo cosa c'era sotto.
-Allora perchè hai aperto il negozio la sera di Capodanno?-gli chiese
ancora.
George bevve un lungo sorso di caffè e alzò le spalle.
-Te l'ho detto,no?-fece con aria noncurante.
Voleva proteggere Luna dalla curiosità dei Weasley:sapeva di cosa
stava parlando,era lui il primo ad essere curioso!
Ma quando vide il sorriso malandrino sul volto di Ron capì che aveva
subodorato qualcosa.
-C'entra una donna,vero?-gli domandò infatti.
-Una donna?Ron hai cominciato i festeggiamenti in anticipo-disse
cercando di sviare le sue giuste deduzioni.
-E' così?-domandò l'altro avvicinandosi al bancone e fermandosi di
fronte al fratello,curioso.
Magari poteva dirgli quello che voleva senza fare nessun
nome...
NO!
Se conosceva Ron non avrebbe smesso finchè non fosse riuscito a
fargli dire quel nome.
-Avanti Ron!Credi veramente che se fosse una donna non te lo avrei
già detto?
E' soltanto uno dei ragazzi con cui bevo al pub:gli ho promesso che
avremmo passato insieme il Capodanno e non in quella bettola-gli disse,sperando
che Ron si bevesse sua balla.
Il fratello lo guardò incerto per qualche istante,poi
annuì.
-Magari puoi unirti a me e Hermione,se la tua "rimpatriata" non è
abbastanza divertente...-gli propose alla fine.
-E vedere voi due che non fate altro che sbacchiucchiarvi?-ribattè
George.
Ron sorrise e si passò una mano fra i capelli.
-Mh...Dobbiamo recuperare il tempo perso,lo sai...-gli disse per
niente imbarazzato.
George rise e annuì lentamente.
-Lo so,ma comunque declino l'offerta.
Sono certo che sarà un buon Capodanno-gli disse sicuro.
Ci credeva davvero.
-Lo spero anche io-si augurò Ron guardandolo in volto.
-Anzi sarà meglio che tu te ne vada adesso:devo finire di preparare
tutto prima che arrivi il mio ospite e non vorrei fare tardi-gli
disse.
Mancava veramente poco all'arrivo di Luna e lui era soltanto
all'inizio dei preparativi!
Si era perso troppo in chiacchiere...
Ron annuì e gli diede un leggero buffetto sul braccio
destro.
-Ok fratellone,passa una bella serata-gli disse,facendo scomparire il
suo bicchiere di cartone vuoto.
George annuì,neanche avesse ancora cinque anni e stesse ascoltando le
raccomandazioni di sua madre.
-Anche tu-fece poi.
Ron si staccò dal bancone e prepararsi per la smaterializzazione,ma
un'attimo prima qualcosa gli fece cambiare idea e George lo vide voltarsi di
nuovo verso di lui.
-Sai che domani la mamma darà un pranzo per la famiglia?-gli ricordò
con voce seria.
George sorrise leggermente e annuì:in fondo doveva
aspettarselo.
-Le farebbe piacere che tu venissi...-gli disse con una nota
speranzosa nella voce.
Perchè tutti volevano qualcosa da lui?
Non lo avevano ancora capito che era irrecuperabile?
-Sai che io non ci sarò-disse semplicemente,senza nessuna acrimonia
nel tono di voce.
Questa volta fu Ron a fare un cenno affermativo con la testa:in fondo
il suo era stato solo un'altro tentativo.
L'ennesimo tentativo andato a vuoto.
-Adesso sarà ora che vada...Hermione sarà in pensiero-aggiunse
poi.
George lo salutò e lo vide smaterializzarsi sotto i suoi
occhi.
Avrebbe voluto che tutti la smettessero di avere grandi aspettative
su di lui,di sperare che le cose cambiassero e lui tornasse quello di un
tempo.
Lui non era piu' quello di una volta,forse non lo sarebbe mai piu'
stato!
Era ora per la sua famiglia di imparare a convivere con quella
novità...Il giorno che lo avrebbero fatto,allora avrebbe preso in considerazione
l'idea di ritornare alla Tana.
Se veramente lo amavano incondizionatamente come dicevano,dovevano
capire che per lui era troppo tornare a casa,sentire il loro affetto e far finta
che non mancasse qualcuno all'appello.
Era ancora troppo presto...
Si passò una mano fra i capelli cercando di allontanare quei cattivi
pensieri e posò lo sguardo di sfuggita sull'orologio che aveva al
polso.
Era terribilmente tardi:doveva smetterla di gingillarsi e iniziare a
lavorare sul serio se voleva dare una parvenza di normalità a quel
posto!
Aveva pensato di smaterializzarsi direttamente nel negozio,ma poi
aveva deciso che era un gesto decisamente poco educato.
Così si era smaterializzata in un vicolo vicino e aveva fatto a piedi
i pochi metri che rimanevano.
Era leggermente in anticipo,cinque-dieci minuti al massimo,e la cosa
sorprendeva anche lei visto il tempo che aveva passato davanti all'armadio
cercando il vestito giusto per quell'occasione: aveva provato tre quarti del suo
guardaroba e alla fine aveva optato per una gonna nera a pieghine che le
ricordava molto quella dell'uniforme di Hogwarts e una camicia bianca sotto un
gilet nero ed un paio di ballerina dello stesso colore.
Si era truccata leggermente,cercando di non sbavare troppo con le
mani che le tremavano e la costringevano a fermarsi ogni due
minuti.
Non era mai stata tanto nervosa per un'appuntamento:eppure erano
soltanto due amici che non volevano passare il Capodanno da soli!
Non c'era nessun'implicazione sessuale,nessun sottinteso o frase non
detta.
Il vento freddo le accarezzò il viso colorandole le guance e
facendole turbinare i capelli davanti agli occhi per qualche istante,prima che
lei li riportasse dietro le orecchie.
Arrivò davanti alla porta del negozio e fece un passo verso la
vetrata,sentendo il suo cuore aumentava i battiti.
DOVEVA SMETTERLA!
Rischiava di rovinare quella serata se continuava a comportarsi
così,si rimproverò mentalmente.
Si avvicinò ancora di piu' alla vetrata e bussò due volte sul
vetro,sperando che George all'interno la sentisse.
Restò qualche istante in attesa,guardandosi intorno e sperando che
nessuno la vedesse entrare lì dentro:l'ultima cosa di cui avevano bisogno erano
i pettegolezzi.
Finalmente la porta si aprì e nel riquadro illuminato dall'interno
apparve George.
Immediatamente il volto di Luna si illuminò in un sorriso:era questo
l'effetto che le faceva vederlo?
George indossava un paio di pantaloni neri tenuti in vita da una
cinta di cuoio marrone,una camicia blu scuro che metteva in risalto i suoi occhi
ed era un perfetto contrasto con i suoi capelli.
-Ciao-la salutò sorridendole.
Lo vide farsi da parte per farla entrare e lei,timidamente,fece un
passo nel negozio.
-Sta tranquilla,ho tolto tutto ciò che poteva essere mortalmente
pericoloso-le disse serio.
Luna si voltò per accertarsi che il suo fosse solo uno scherzo e lo
vide chiudere la porta del negozio.
-Pericoloso?-gli domandò cercando di assumere un tono
casuale.
George si voltò e annuì.
-Pasticche vomitose,capsule sanguinanti e roba del genere...-le disse
infilando le mani in tasca.
Luna annuì.
-Il massimo per una cena-commentò.
George sorrise e abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
-Infatti...Vuoi darmi il cappotto?-le chiese poi
gentile.
Luna iniziò a sbottonare il cappotto celeste e si voltò dando le
spalle a George,per farsi aiutare; un'istante dopo sentì le mani dell'uomo sulle
sue spalle che le facevano scivolare la giacca da dosso,come una carezza
leggera.
Dopodichè lo posò su un'attaccapanni poco distante che Luna immaginò
essere stato messo lì soltanto per quell'occasione.
-Vieni-le disse.
Si avviò verso l'interno del negozio e lei lo seguì in
silenzio,osservando quel posto che per anni era stato un'istituzione fra i
ragazzi di Hogwarts e che ora era l'ombra di sè stesso.
Erano arrivati al cuore del negozio,dove si svolgevano gran parte di
tutte le operazioni e che era stato addobbato per la cena e per il
Capodanno.
Luna vide dei festoni di carta giapponesi,illuminati nel
centro,appesi in giro per la stanza a creare un'atmosfera piu' soffusa,piu'
intima;sul bancone era poggiato uno stereo,momentaneamente spento.
Luna si voltò verso George e gli sorrise.
-Così questo era il famoso negozio di scherzi dei fratelli
Weasley...-disse con cautela.
-Il migliore di tutta la Londra magica...-le rispose con un leggero
vanto nella voce.
Luna annuì e si guardò intorno qualche istante,in
silenzio,pensierosa.
-Quante ragazze hanno già fatto questo giro privato?-gli domandò
poi.
Subito si pentì di aver fatto quella domanda:che diavolo le era
preso?
Perchè le interessava così tanto?
George la guardò sbalordito,sorpreso da quella frase e per qualche
istante restò in silenzio, come incapace di dire qualcosa.
-Sei la prima,fortunatamente non tutte preferivano passare il tempo
libero con il loro fidanzato- ribattè poi facendo vincere la sua vena
polemica.
Era stato troppo diretto?
Non era gelosia quella che aveva sentito nella sua voce?
Luna sorrise a quelle parole e si allontanò dalla fronte una ciocca
di capelli.
-Che ne dici di un pò di musica?-le domandò per cercare di rompere
quel l'imbarazzo momentaneo.
-Ottima idea...-
La prima canzone che risuonò nella stanza fu
"Wonderwall".
Stranamente,durante l'assolo iniziale gli occhi di George e Luna si
cercarono,come attratti da forze magnetiche che non riuscivano ancora a
spiegare.
"I don't believe that anybody feels
the way I do
about you now."
Liam Gallagher sembrava parlare con i loro pensieri.
I loro sentimenti erano talmenti aggrovigliati che non sapevano
neanche dove cominciare per provare a sbrogliarli.
"Because maybe you gonna be the
one
who save me,and after all you're my
wonderwall"
-Ti andrebbe un bicchiere di vino?-le domandò George come
riscuotendosi da un sonno ipnotico.
Luna annuì e lo seguì con lo sguardo mentre l'uomo versava del vino
rosso in due calici di vetro, poi le si avvicinò di nuovo e le porse il
bicchiere pieno.
-Avevi altri inviti per questa sera?-le domandò poi indicandole una
sedia poco distante.
Luna scosse la testa e si sedette poco lontano da
George.
-Veramente Ginny voleva trascinarmi ad una festa di un nostro
vicino,ma io penso che avesse soltanto solo bisogno di sostegno-disse prima di
bere un sorso.
George aggrottò le sopracciglia.
-Che vuol dire?-le domandò.
-L'invito era principalmente per lei,ma siccome Ginny non aveva
nessuna voglia di andarci da sola,voleva tirare dentro anche me,ma visto che io
era impegnata,ha trovato la scusa per non andarci-gli spiegò.
-E cioè?-chiese George curioso.
-Ha detto che era impegnata con me...Sono il suo alibi per questa
sera-
George sorrise e si sorprese che anche le donne usassero trucchi
simili che credeva dominio unico degli uomini.
La radio ora trasmetteva "Ain't no mountain high enough" e Luna si
trovò a pensare che quella,in un certo senso,poteva essere la "loro"
canzone.
"If you need me call
me,
no matter where you are,no matter how far
just call my name,I'll be there in an
hurry
you don't have to
worry"
Non era successo lo stesso anche fra loro?
George era corso da lei non appena aveva avuto bisogno
d'aiuto.
Nessun'altro l'aveva mai fatto prima.
-Tu invece?-gli domandò poi allontanando la mente da quei
pensieri.
George la guardò senza capire.
-Avevi altri programmi?-gli chiese.
George bevve un sorso dal suo bicchiere e alzò le
spalle.
-Ron è passato in negozio prima...-le disse.
-Avrà creduto che fosse un miraggio trovarlo aperto e con te
dentro-scherzò Luna.
George rise leggermente e annuì.
-Infatti,fino all'ultimo non credevo che lo avrei visto.
Comunque mi aveva proposto di andare ad una festa con lui ed
Hermione-aggiunse.
Luna fece una smorfia.
-A fare la candela?-domandò divertita.
-Esatto!-confermò lui.
-Ti ha detto del pranzo di domani?-gli domandò lei
cauta.
George la guardò sorpresa.
-Come fai a saperlo?Sei passata alla concorrenza per caso?-le domandò
cercando di scherzare.
Luna sorrise e scosse la testa.
-No,è solo che sono stata invitata anche io.
Ginny non mi ha perdonata per aver passato il Natale da sola con mio
padre...-gli disse.
-Ma non eri da sola,eri con me-ribattè lui.
-Non sapevo di poterlo rendere pubblico-fece Luna
guardandolo.
George sorrise e annuì.
-Ok,hai ragione tu...
Quindi domani sei incastrata con la mia famiglia,non ti invidio per
niente-le disse.
Luna restò qualche istante in silenzio,meditando su quelle parole e
su quelle che premevano per uscire e che avrebbero potute essere interpretate
male se dette.
Si fissarono,mentre l'atmosfera attorno a loro diventava stranamente
piu' elettrica.
-Perchè allora non vieni a farmi compagnia?-gli domandò infine
lei.
George sapeva che l'avrebbe detto,se lo aspettava.
In altre circostanze avrebbe subito accettato un'invito che gli
avrebbe permesso di trascorrere del tempo con lei,ma non questo.
Non era ancora pronto per tornare.
-Non ce la faccio...-le disse guardandola negli occhi.
Luna lo fissò per qualche secondo poi annuì lentamente.
-Va bene...
Almeno pensami domani-aggiunse alla fine.
Lui annuì convinto.
-Lo farò-le disse.
Come faccio da giorni,aggiunse poi fra sè e sè.
La stanza si riempì di un'assolo di chitarra e un sorriso apparve sul
viso di Luna.
-Adoro questa canzone,ti va di ballare?-gli domandò scattando in
piedi.
George sorrise,sorpreso dalla novità e si alzò a sua volta fermandosi
a pochi passi da lei,poi lentamente,come se avesse paura che Luna ci ripensasse
le si avvicinò e le mise una mano sul fianco destro.
La prima cosa che sentì fu il tocco leggero delle dita di Luna
posarsi sul suo fianco e il piccolo corpo di lei avvicinarsi al suo,seguito
subito dopo dal profumo dei suoi capelli.
Luna alzò lo sguardo verso di lui e gli rivolse un sorriso
timido,come se solo adesso si rendesse conto di quanto fossero
vicini.
Era un brivido quello che le aveva attraversato la
schiena?
Magari lei era a disagio come lui,forse non erano solo fantasie le
sue...
George abbassò la testa piu' vicina alla testa di lei e chiuse gli
occhi,godendosi quell'attimo di intimità che sarebbe terminato di lì a
poco.
Sentì i capelli di Luna posarsi sul suo petto e inspiegabilmente il
suo cuore perse un battito.
"Avanti non è la prima volta che balli con una donna!" si rimproverò
cercando di ritrovare un minimo di contegno.
La canzone era quasi finita,lo sentiva,ma non voleva staccarsi,non
voleva interrompere quel momento.
"Kiss the rain whenever you need
me
Kiss the rain whenever I'm gone too
long
Keep in mind,we're under the same sky
and the nights as empty for you as for
me
If you feel you can't wait untill
morning,
Kiss the rain"
Sentì il capo di Luna allontanarsi dalla sua spalla e abbassò lo
sguardo per incontrare il suo.
Quando i suoi occhi affondarono in quel mare d'argento capì che non
poteva aspettare oltre: era finito il tempo dei dubbi e dei
tentennamenti.
Senza pensarci troppo avvicinò il volto a quello di Luna e posò le
labbra sulle sue.
Dopo il primo contatto dolce e delicato,si staccò da lei e cercò di
nuovo i suoi occhi per controllare la sua reazione:era ancora pronto a fermarsi
se l'avesse vista sconvolta o scioccata.
Non c'era niente di tutto questo nei suoi occhi,soltanto una grande
calma,come se avesse aspettato da sempre quel momento.
Posò di nuovo le labbra sulle sue e iniziò a posarvi piccoli baci a
stampo,neanche avesse ancora quattro anni,aspettando la risposta di Luna,che
fortunatamente non si fece attendere.
La sua bocca inziò a venirgli incontro,a cercarlo, sfiorandogli
le labbra con le sue e cercando di approfondire quei piccoli ed
insoddisfacenti baci.
George l'avvicinò al suo corpo e insinuò la punta della lingua fra le
labbra dischiuse di Luna, ancora leggermente incredulo.
Sta succedendo veramente!
Si allontanò dalle sue labbra e le sorrise.
-Volevo farlo dal giorno del tubo rotto-le confidò
guardandola.
Luna sorrise,imbarazzata ma felice che quelle che aveva creduto solo
sue fantasie si erano avverate.
Sentì il braccio di George spingerla piu' vicino al suo corpo
possente prima di iniziare ad accarezzarle la schiena.
-Io anche da prima...-confessò.
-Veramente?-le chiese sorpreso.
-Da quella sera che ti abbiamo ospitato a casa-disse
lei.
George rise divertito e posò le labbra sul suo collo bianco e
stranamente invitante,seguendo una vena leggermente scoperta,salendo fino alla
mascella e poi all'orecchio destro dove prese fra le labbra il
lobo.
Sentì le braccia di Luna stringersi attorno al suo collo,rilassandosi
sotto quella carezza mentre il suo piccolo corpo si appoggiava
completamente sul suo.
Inebriato da quella sensazione calò di nuovo sulle labbra della
donna,trovando subito la sua risposta:non c'era piu' vergogna,non c'era piu'
paura.
Era chiaro che si desideravano,che si volevano.
Lo capiva dai suoi baci,dal modo in cui le braccia di Luna erano
scese a stringergli i fianchi e l'avevano spinti contro i suoi.
Posò una mano grande sul collo di Luna,dove poco prima erano passate
le sue labbra e l'accarezzò con la palma aperta,iniziando a scendere:sulla
spalla,sul braccio destro,intrecciando le dita con quelle di lei che ancora
erano premute sui suoi fianchi.
Con piccoli morsi,Luna prese a tormentare il suo labbro
inferiore,prima di passare al mento e alla gola,dove posò un morso ed un bacio
piu' delicato,come per farsi perdonare.
George si accorse che il suo corpo aveva inziato a reagire a quelle
carezze:il cuore sembrava impegnato in una corsa che l'avrebbe portato fuori dal
petto,magari direttamente fra le braccia di Luna,il suo respiro era già mozzato
e sentiva già piu' tesa la stoffa dei pantaloni.
E si erano scambiati soltanto qualche bacio...Che gli sarebbe
successo se fossero andati avanti?
Con quei pensieri che gli tormentavano la mente,cercò di nuovo le
labbra della donna, facendole sentire quanto forte fosse la sua
passione.
Non esisteva nient'altro che loro due...Il mondo esterno era
sparito,esploso in mille pezzi dopo il loro primo bacio.
Sfiorò con la punta della lingua il palato e il labbro superiore di
Luna,mentre con una carezza sempre piu' audace tornava ad esplorare le sue
forme.
Voleva sapere tutto di lei.
Quando la sentì sospirare leggermente contro la sua bocca,capì di
aver superato il punto di non ritorno.
Doveva essere sua.
Si staccò di nuovo dalle labbra di Luna e la guardò,con lo sguardo
leggermente offuscato.
-Fai l'amore con me-
Salve a
tutti!!!
Vi chiedo
scusa se ci ho messo così tanto a postare questo capitolo,ma stranamente è stato
molto difficile da scrivere.
Ero
letteralmente bloccata nel mezzo:avrei potuto scrivere il resto della storia e
postarlo,ma non riuscivo a scrivere niente su questo capitolo,quindi se lo
trovate + brutto degli altri...ecco spiegato il motivo.
Cercherò
di farmi perdonare!
Le canzoni
usate nel capitolo sono:"Wonderwall" degli Oasis, "Ain't no mountain high
enough" di Marvin Gaye e "Kiss the Rain" di Billie
Mayers.
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per
eventuali errori di ortografia e battitura.
E ora i
ringraziamenti:Lila4eve(Già!Vorrei averne anke io uno così), Musa16(Sono la mia coppia
preferita,forse xkè sn una mia totale invenzione...Però devono ancora vederne
parecchie...),Gioconda(Grazie x i complimenti!),Beky(Come vedi nn vi ho fatto aspettare
poi così tanto...Nn sono poi così cattiva),Alemalfoy(Grazie x i complimenti, spero
ke anke qst ti piaccia),Lyoko(Hai visto ke ti ho accontentato?Xeno ritornerà + in la e come al
solito sarà fonte di guai x ki gli sta vicino,anke se
involontariamente),Maryrobin(Grazie x i complimenti!Dovrò aumentarti la
parcella...Skerzo!),Germana(Ok ci ho messo 1 pò ma nn ero x niente convinta,e neanke adesso
lo sn...spero ti piaccia),Ninny( Grazie x i complimenti!),Mora878(Anche a me!Li
adoro),Gabryweasley(Non
piu' di tanto,in fondo nn mi piace veder soffrire la gente per colpa
mia...).
Bene,x il
momento vi saluto e vi do appuntamento al prossimo chap...
"Kiss the
rain"
Baci,Eva.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Kiss the rain ***
kiss the rain
"Fai l'amore con me"
Quante volte aveva sentito quella frase nella sua mente?
Aprì lentamente gli occhi e si trovò a fissare il comodino al lato destro del
suo letto.
Il nuovo anno si presentava piu' freddo di quello precedente,pensò Luna
nascondendosi sotto le coperte pesanti e cambiando posizione.
Non aveva idea di che ore fossero,ma la luce che entrava dalle tende le
lasciava intuire che dovevano essere le prime ore del mattino.
Se era così aveva dormito pochissimo...
Ancora sotto le coperte allungò un braccio dall'altro lato del letto e come
al solito lo trovò freddo e vuoto,ma questa volta non potè evitare di chiedersi
come sarebbe stato svegliarsi,fare quello stesso gesto e incontrare il corpo
addormentato di George.
George...
C'era mancato veramente poco che perdessero la testa ieri sera.
"Fai l'amore con me"
Era quello che voleva,fin da quando posato lo sguardo sul suo torace bagnato
e nudo il giorno che lui era venuto in suo soccorso;se ne era accorta anche il
giorno di Natale quelle volte che si era trovata stretta fra le sue
braccia,piacevolmente inconsapevole di quello che succedeva intorno a lei e
desiderosa soltanto che quel contatto non finisse troppo presto.
E quando lui l'aveva baciata la sera prima aveva dato un calcio a tutte le
paure e aveva risposto con la passione che sembrava volersi impadronire di
lei,farne un fuoco unico e ridurla in briciole.
Le labbra sulle sue,così calde e morbide,proprio come le aveva immaginate,i
muscoli forti delle braccia che le si stringevano addosso per premerla di piu'
contro di lui erano un sollievo,una gioia:avrebbe voluto urlare per la
felicità.
Non si era sbagliata,non era solo frutto della sua fantasia:anche lui la
voleva!
Poi quella proposta.
"Fai l'amore con me"
Era stata ad un passo dal dire sì.
Aveva anche dischiuso le labbra per parlare,ma poi qualcosa l'aveva
fermata.
Lo sguardo di George era ancora su di lei,anche se lei non sapeva quanto
fosse lucido,ed era in attesa di una sua risposta.
Tutto quello che era riuscita a fare era stato alzarsi sulla punta dei piedi
e legargli le braccia al collo prima di posare di nuovo le labbra sulle sue.
Ancora una volta era stata travolta dalla passione di George:la sua lingua
aveva iniziato a sfiorarle le labbra con sempre maggiore impeto prima di
impegnare la sua in una lotta che sicuramente non avrebbe avuto nessun
vincitore.
Si era ritrovata a sospirare sulle sue labbra,senza neanche rendersene
conto,mentre le sue dita si perdevano in nel mare rosso dei capelli dell'uomo:da
quanto tempo desiderava farlo?
Aveva allontanato le labbra dalle sue ed era scesa con le labbra lungo la
mascella forte e il collo, fino al pomo d' Adamo che si muoveva nella gola di
George neanche avesse vita propria.
Sentiva le sue mani forti e grandi scendere seguendo la curva della sua
schiena e fermarsi un'istante prima di posarsi con fare quasi possessivo sulle
sue natiche.
Quel gesto l'aveva fatta gemere sommessamente,gli occhi leggermente chiusi,il
viso posato contro la gola di George.
Le dita dell'uomo erano scese seguendo la curva del suo sedere,afferrandole
poi la coscia con decisione.
Era stato allora che Luna aveva capito che doveva fermarsi.
Prima che fosse troppo tardi...
-George...-l'aveva chiamato a bassa voce.
Ma l'uomo aveva frainteso e aveva pensato che fosse un'incitamento ad andare
avanti.
L'istante dopo si era trovata quasi incollata al corpo di George,con il
bacino dell'uomo pericolosamente vicino al suo basso ventre,aiutato dalla mossa
inaspettata:senza nessun preavviso George le sollevò la gamba destra e l'aveva
portata sul suo fianco.
Neanche una vergine avrebbe potuto fraintendere l'erezione che aveva sentito
scontrarsi contro il suo ventre.
Il contatto,un pò rude,ma assolutamente piacevole aveva strappato ad entrambi
un sospiro di gola e fatto staccare lei dal torace di George,dove si era
"nascosta" fino a quel momento.
Doveva fermarlo...Anche se lo desiderava con tutta sè stessa.
-George...George fermati!-gli aveva detto a voce piu' alta.
Questa volta il messaggio era stato ricevuto e l'aveva sentito allontanarsi
leggermente da lei, senza però lasciarla andare.
Aveva incontrato i suoi occhi e quello che vi aveva letto l'aveva fatta
sorridere:c'era un miscuglio di confusione,eccitazione,sorpresa,anche paura che
si agitavano in un solo sguardo.
-Credevo che...sì insomma che anche tu...-aveva tentato di dire visibilmente
imbarazzato.
Lei aveva capito che doveva rassicurarlo:possibile che gli uomini su
quell'argomento fossero così vulnerabili?
Aveva annuito.
-Infatti lo voglio...-aveva ammesso.
L'espressione sorpresa che era apparsa sul volto di George era talmente buffa
che aveva rischiato di scoppiare a ridergli in faccia.
-Allora perchè...-
-Perchè ti ho fermato?-aveva detto lei finendo la sua frase.
George aveva annuito.
Nonostante avessero smesso di baciarsi,lui teneva ancora la sua gamba destra
contro il fianco ed i pochi centimetri di distanza non aiutavano molto per
distogliere il pensiero dalla sua erezione che sembrava ancora sveglia e "pronta
per l'uso".
-Che ne diresti di lasciare la mia gamba?-gli aveva chiesto.
George l'aveva guardata qualche istante senza capire,poi con un'ultima
carezza aveva allontanato la mano dalla sua gamba destra.
Si era allontanata di qualche passo da lui,sentendosi di nuovo in grado di
formulare un discorso sensato:qualche altro istante di quella vicinanza e
avrebbe mandato al diavolo tutti i suoi bei discorsi.
-Hai pensato a cosa succederà domani?-gli aveva chiesto poi.
George l'aveva guardata senza capire.
-Che vuoi dire?-le aveva infatti domandato.
-Se io e te adesso andiamo a letto insieme,hai pensato alle conseguenze?-gli
aveva spiegato.
L'aveva visto aggrottare la fronte.
-Basterà fare un'incantesimo contraccettivo per evitare problemi se è questo
che ti preoccupa- le aveva detto subito.
Lei aveva sorriso e scosso la testa:non le era proprio passato per la
mente.
-No,non era questo che pensavo...-gli aveva detto quasi rassicurandolo.
Adesso l'espressione di George era di totale confusione.
Doveva rendergli le cose ancora piu' facili.
Aveva preso un respiro profondo e lo aveva guardato negli occhi:forse avrebbe
trovato le parole un pò offensive,ma era meglio chiarire subito la situazione
fra loro.
-Non sono una delle donne che conosci al pub-gli aveva detto come
anticipazione.
Aveva visto il viso di George rannuvolarsi a quelle parole totalmente
inaspettate e per un'attimo si era pentita delle parole usate.
-Non l'ho mai pensato-aveva risposto lui.
-Adesso non fraintendermi...Io sono...
La verità è che ti trovo molto attraente e credo che ormai sia diventato
evidente-aveva detto cercando di salvare la situazione.
-E cosa ti fa credere che per me sia diverso?-le aveva chiesto lui serio.
-Niente.
Lo sento che anche tu mi...-aveva detto improvvisamente imbarazzata.
-Anche io ti desidero?-l'aveva aiutata lui.
Sul viso dell'uomo era apparso un sorriso malandrino che gli dava un'aria
estremamente sexy e che aveva rischiato di farle cambiare idea:possibile che
dovesse sempre scegliere la cosa giusta da fare?
Aveva annuito alle sue parole.
-Ok,allora qual'è il problema?-le aveva chiesto.
-Il problema è che sono la migliore amica di tua sorella,la sua
coinquilina-gli aveva detto, sperando che questo l'aiutasse a capire.
Ma ovviamente era servito a poco.
-Io ci capisco sempre meno in questa storia...-aveva infatti detto lui.
Si era ravviata una ciocca di capelli che non aveva alcun bisogno di essere
messa a posto e aveva sospirato.
-Credo sia meglio che vada-aveva poi detto.
Senza aspettare la sua risposta,si era voltata e si era diretta verso
l'ingresso del negozio, dove ricordava essere l'attaccapanni ed il suo
cappotto.
-Cosa?No,aspetta...Non crederai di poter andar via così-le aveva detto George
andandole dietro.
Lei aveva fatto finta di non sentirlo e aveva preso il cappotto.
-Ginny adesso sarebbe un problema fra noi?-le aveva chiesto guardandola
serio.
-Possibile che non capisci?
Se noi adesso finiamo a letto insieme,domattina ci guarderemmo imbarazzati
chiedendoci che cosa c'è passato per la testa e sperando di non averlo mai
fatto.
Tu prometterai di chiamarmi,cosa che ovviamente non farai,ma il fatto che io
viva con tua sorella non aiuta perchè capiterà sempre di incontrarci,anche
soltanto per caso e allora si ricreerà di nuovo quell'imbarazzo che con il tempo
ci porterà a maledirci per non esserci fermati prima-gli aveva spiegato
infilando un braccio nel cappotto con lo sguardo su di lui.
Travolto da quel mare di parole,George era rimasto in silenzio qualche
istante,mentre lei aveva finito di infilare il cappotto.
-E' questo che pensi?-le aveva chiesto poi con voce stranamente calma.
Lei si era limitata ad annuire.
-Dai per scontato che sia così...Non hai pensato neanche per un'attimo che io
potrei non pentirmi di essere venuto a letto con te?
Che magari potrebbe essere quello che veramente desidero?-le aveva
chiesto.
Lei era rimasta in silenzio ad ascoltarlo.
George si era passato una mano fra i capelli e aveva espirato talmente forte
che anche lei era riuscita a sentirlo.
-Ok...Io so di non essere un buon partito al momento.
Sono diventato la pecora nera della mia famiglia e soltanto pochi eletti
riescono a starmi vicino...-aveva detto,tenendo lo sguardo fisso su di lei e le
mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
Doveva fermarlo prima che le sue barriere crollassero di nuovo...
-Ma quando sono con te io mi sento vivo-le aveva detto.
Troppo tardi:le sue barriere erano miseramente crollate e se ora lui avesse
fatto un passo verso di lei,non avrebbe opposto nessuna resistenza ai suoi
baci.
Sarebbe stata capace di fare l'amore con lui anche su quel pavimento
freddo.
-George...-aveva cercato di protestare.
L'aveva visto avvicinarsi e fermarsi a pochissima distanza da lei,un braccio
alzato a chiedere silenzio.
-So che adesso te ne andrai e che ormai è troppo sperare di farti cambiare
idea,ma voglio che tu sappia come mi sento quando sto con te-le aveva detto
serio.
Lei,dopo un'istante di indecisione, aveva annuito.
-Tu hai creduto in me.
Avevi bisogno di aiuto e fra tutte le persone della mia famiglia hai chiamato
me...Hai idea da quanto tempo qualcuno non aveva bisogno di me?-le aveva chiesto
poi.
Non sapendo se era una domanda retorica o meno,aveva preferito restare ancora
in silenzio.
-Quando sono con te,non mi accorgo del tempo che passa e neanche di quello
che succede intorno a me,e quando non ci sei mi ritrovo a pensare a quanto manca
al nostro prossimo appuntamento.
Ero in preda all'ansia alla sola idea di ritornare qui,ma mi aiutava pensare
che ci saresti stata tu accanto a me,ad affrontare i fantasmi chiusi in questo
posto-aveva continuato.
Ascoltando quelle parole,lei aveva lottato contro le lacrime che si stavano
malignamente ammucchiando ai lati degli occhi:da quanto tempo qualcuno non le
diceva cose così carine?
Lo aveva visto fare un'altro passo verso di lei ma non si era agitata:aveva
solo continuato a guardare i suoi occhi.
-E' vero voglio fare l'amore con te.
Lo voglio da così tanto tempo che neanche io ricordo un momento in cui non ti
ho desiderato,ma sono disposto ad aspettarti ancora.
Almeno finchè tu non sia pienamente convinta che io ci sarò-le aveva
detto.
Era di fronte a lei ormai,e aveva allungato un braccio sfiorandole una
guancia con il dorso delle dita.
Istintivamente lei aveva chiuso gli occhi e dischiuso le labbra:quanto poteva
sopportare una strega?
Aveva sentito il braccio di George attorno alla sua vita e l'istante dopo era
di nuovo stretta a lui, il petto poco distante dal torace ampio e virile.
Riaprendo gli occhi si era ritrovata ad affondare lo sguardo in quelle iridi
verdi che sembravano volerla avvolgere con il loro calore e la loro
limpidezza.
Era stata sul punto di parlare,ma lui l'aveva preceduta.
-Io ci sarò.
Quando ti sveglierai,io sarò nel letto accanto a te,anche se non so quanto ti
convenga visto che tiro calci e voglio tutte le coperte per me-le aveva
detto.
Lei aveva sorriso divertita.
-Allora siamo in due-aveva ribattuto.
-Vedi abbiamo già qualcosa in comune!-aveva detto con un leggero tono
d'esultanza.
Poi George aveva abbassato il volto verso il suo,e lei aveva chiuso gli
occhi,sicura di sentire da un momento all'altro le labbra di George sulle sue,ma
lui non sembrava della stessa idea:le posò nell'incavo fra la spalla ed il
collo,lasciandovi un bacio.
-C'è un'altra cosa che so fin d'ora:non mi vergognerò mai di quello che
succederà fra di noi-le disse salendo con le labbra lungo il collo.
-Nessun'imbarazzo?-gli aveva chiesto lei ad occhi chiusi.
-Neanche l'ombra-le aveva garantito George posando le labbra sull'angolo
destro della bocca.
Quello che era accaduto dopo era confuso:ricordava il bacio
lungo,appassionato ed eccitante che li aveva impegnati a lungo e che li aveva
lasciati senza fiato;le mani di George che le accarezzavano i capelli,il
viso,fino ai seni dove si erano divertite a stuzzicare i capezzoli già
inturgiditi e a strapparle piacevoli gemiti sommessi.
Ricordava le sue mani che cercavano di slacciare la camicia di George,o
almeno di sfiorare un pò di pelle nuda di quel torace perfetto,prima di posarsi
sui fianchi e spingerlo di nuovo verso di sè.
-Vuoi ancora andare via?-le aveva domandato lui con una voce bassa e roca che
non gli aveva mai sentito prima.
CERTO CHE NON VOLEVA!
Ma con uno sforzo sovrumano aveva annuito,staccandosi dal corpo perfetto di
George.
Ancora adesso non riusciva a spiegarsi dove avesse trovato la forza per fare
quella scelta e come fosse riuscita a smaterializzarsi a casa sana e salva.
Si era fiondata sotto la doccia e aveva aperto l'acqua fredda,buttandosi
sotto il getto ghiacciato.
Forse si stava prendendo un raffreddore,ma non poteva lasciare che i ricordi
di quell'eccitazione le restassero addosso.
Ma ancora adesso,a parecchie ore di distanza,erano lì che le facevano male,le
facevano dolere il corpo neanche fossero crampi muscolari.
Era strano pensare a George in questi termini:ormai non c'erano piu' scuse,nè
muri a dividerla dai suoi sentimenti;ne era attratta,e lui sembrava ricambiare
quei sentimenti.
Afferrò il cuscino e si chiese se non fosse troppo presto:non era passato
molto dalla storia con Draco...Ma la loro non era stata neanche una storia,cercò
di giustificarsi.
Erano stati amanti,ma non c'era stato nessun coinvolgimento emotivo,almeno da
parte sua.
Questa volta era diverso?
Una cosa era certa:non aveva mai passato tanto tempo a pensare ad
un'appuntamento con Draco come stava facendo ora con George.
E non avevano neanche fatto sesso!
Come sarebbe stata la sua vita quando finalmente l'avrebbero fatto?
Avrebbe passato tutto il giorno sdraiata a letto a fissare le piccole crepe
sul suo soffitto a pensare al fantastico sesso fatto con lui?
Non aveva il minimo dubbio che sarebbe stato fantastico...
BASTA!
Dando un calcio alle coperte,si alzò e prese la vestaglia poggiata sulla
sedia accanto al letto.
Aveva un'appuntamento importante quella mattina:doveva apparire perfettamente
lucida con la famiglia Weasley e non poteva permettersi di avere una faccia da
pesce lesso o da assatanata.
Doveva essere al massimo della forma!
Uscì dalla sua stanza e la prima cosa che notò fu il cielo nuvoloso oltre i
vetri della finestra.
Si prospettava proprio un'anno fantastico se quello era l'inizio,pensò Luna
avvicinandosi alla finestra e guardando i grandi nuvoloni grigi che sembravano
promettere pioggia da un momento all'altro.
-Buongiorno!-
Si voltò e vide Ginny apparire dalla cucina,ancora in vestaglia e con i
capelli scarmigliati.
Le rivolse un sorriso e si chiese cosa avrebbe pensato l'amica se le avesse
raccontato del suo incontro con George.
Ne sarebbe stata felice?Sicuramente,ormai la conosceva bene.
Non avrebbe fatto altro che incoraggiarla ad andare avanti:le avrebbe detto
che lei e George erano perfetti insieme e che non potevano rischiare di perdere
quello che avevano.
Ma se non sapeva neanche lei quello che avevano...
Meglio tenere la bocca chiusa e non dire niente.
-Buongiorno anche a te-la salutò scostandosi dalla finestra.
-Vuoi un pò di caffè?L'ho appena fatto-le disse l'amica.
Luna annuì e seguì Ginny in cucina.
-Credi che posso arrischiarmi a mangiare una tazza di cereali,o anche quelli
sono troppi in vista del pranzo da tua madre?-le domandò.
Ginny sorrise,versando il caffè in due tazze e soltanto quando la caffettiera
fu di nuovo sul tavolo,alzò lo sguardo su di lei.
-Io al posto tuo desisterei-le disse poi.
-Tua madre ha intenzione di ucciderci per caso?-le domandò poi prima di
portare le labbra alla tazza.
Ginny si sedette su una sedia accanto al tavolo da pranzo e scosse la
testa.
-No...E' solo abituata a cucinare per una famiglia numerosa e con un grande
appetito-commentò la rossa.
Se tutti mangiavano come George,allora c'era da chiedersi come facesse la
signora Weasley ad avere una vita anche fuori dalla cucina.
-Eppure a guardarvi non date l'aria di essere cannibali...-scherzò poi
distogliendo il pensiero da George.
Un tovagliolo di carta semiappallottolato le colpì il braccio accompagnato
dalla risata divertita di Ginny a cui si unì anche lei quasi per
solidarietà.
Per alcuni istanti restarono in silenzio,ma Luna sapeva che prima o poi Ginny
avrebbe ceduto alla tentazione di farle domande sulla sera prima.
Non aveva detto niente all'amica,nessun'indizio che potesse farle capire chi
fosse il suo "accompagnatore" misterioso e questo,se la conosceva bene come
credeva,doveva roderla come un piccolo tarlo fastidioso.
-Come è andata ieri sera?-le domandò infatti pochi istanti dopo.
Luna,coperta dalla ceramica della tazza,si lasciò scappare un sorriso.
-E' stata una bella serata-commentò laconica.
Avrebbe potuto essere molto meglio se non fosse stato per i miei principi e
le mie stupide idee!
Lo sguardo di Ginny era ancora su di lei,curioso,in attesa di qualche
particolare in piu'.
-E vorresti lasciarmi così insoddisfatta?-le domandò ancora.
-Cosa vuoi che ti dica?-chiese Luna fintamente ingenua.
-Dai non farti pregare!Che è successo?-le domandò ancora la rossa.
Ok,magari poteva dirle qualcosa,chiederle un consiglio...
Doveva parlarne con qualcuno o sarebbe esplosa!
-Va bene curiosona!-la calmò incontrando lo sguardo dell'amica.
Ginny la fissò in silenzio,la tazza a mezz'aria,bloccata neanche fosse una
statua di sale.
-Non è successo niente di quello che pensi...Purtroppo-si ritrovò ad
aggiungere.
Anche sul volto di Ginny apparve la stessa espressione dispiaciuta che doveva
essere sul suo viso.
E pensare che Ginny non sapeva di cosa nè di chi si stava parlando:avrebbe
fatto la stessa faccia se avesse saputo che era stata a tanto così dal fare
sesso con il suo irresponsabile fratello?
-Perchè?Voglio dire...non era previsto oppure avete iniziato e le cose si
sono messe male?-le domandò con timidezza e curiosità.
-A sentirti parlare nessuno crederebbe che sei ancora vergine-le disse Luna
bevendo un'altro sorso di caffè.
Un leggero rossore imporporò le guance di Ginny,rendendola ancora piu'
innocente di quanto non fosse già di suo quando affrontavano quegli argomenti,e
a disagio si allontanò i capelli dalla fronte con una mano.
-Sai come la penso...-disse quasi cercando di proteggersi da quella
battuta.
Luna annuì:sì lo sapeva.
E non lo condivideva.
Restare vergine per Harry,nella speranza che lui si decidesse a tornare e a
portare a termine quello che avevano iniziato ormai tre anni prima e che non era
andato oltre qualche bacio durante il sesto anno.
Avevano discusso a lungo su quell'argomento,su opposte "fazioni" e tutte le
volte Ginny non si era schiodata dalle sue convinzioni certa che prima o poi la
sua attesa sarebbe stata ricompensata.
-Comunque non è successo niente del genere-disse riprendendo il filo del
discorso.
Ginny la guardò di nuovo curiosa.
-Allora cosa...-
Luna si alzò e si diresse di nuovo verso la caffettiera per riempire di nuovo
la sua tazza,cercando anche di mettere una distanza fra lei e Ginny mentre stava
per dire quelle cose di suo fratello.
-Lui me lo ha chiesto e io ho detto di no.
Vuoi un'altro pò di caffè?-disse nel modo piu' semplice possibile.
Sul viso di Ginny era apparsa un'espressione sorpresa che fece sbottare
Luna.
-Non guardarmi così!Ancora adesso sto qui a chiedermi se ho fatto la cosa
giusta,quindi ti prego non guardarmi così-le disse posando di nuovo la
caffettiera.
Di fronte a quelle parole,Ginny alzò le mani quasi in segno di resa ed
aspettò che lei tornasse a sedersi prima di sferrare un'altro "attacco".
-Allora perchè hai detto di no?-le chiese poi.
Stava diventando troppo curiosa e lei non era pronta per una seduta di
psicanalisi a quell'ora del mattino.
-Perchè...Perchè era la cosa giusta da fare.
Avevo paura che se fosse successo ieri sera avremmo passato il resto della
vita a pentirci di averlo fatto.
E questo non lo voglio...-aggiunse poi piu' sommessamente.
Sentiva su di sè lo sguardo attento di Ginny e si chiese se non si fosse
spinta troppo oltre:doveva fermare quelle confidenze prima di dire qualcosa di
sbagliato.
-Lui ti piace vero?
Questo tizio di cui non so neanche il nome...-commentò Ginny con voce
seria,con un mezzo rimprovero nell'intonazione.
Luna restò in silenzio qualche istante,ma quando tornò ad incontrare lo
sguardo della rossa i suoi occhi erano seri,senza alcun tentennamento.
-Credo di sì.
Potrei finire per innamorarmi di lui-disse sincera.
Era la prima volta che lo ammetteva ad alta voce...E la cosa la spaventava
come niente prima d'ora.
Il volto di Ginny si addolcì in un sorriso.
-E' la prima volta che ti sento parlare così dopo la rottura con
Neville...
Dovresti fargli una statua-le disse sincera.
Luna sorrise a quelle parole e nascose ancora una volta lo sguardo dietro la
tazza di caffè:avrebbe detto lo stesso se avesse saputo chi era il "misteroso"
cavaliere?
-A te invece com'è andata ieri sera?
Sei andata alla festa dei Jefferson alla fine?-le domandò cambiando
discorso.
Ginny scosse la testa e posò la tazza ormai vuota sul tavolo.
-Ero pronta sul divano con la mia solita vaschetta di gelato e "Frankie &
Johnnie" pronto per cominciare,quando sono apparsi nel salotto Hermione e Ron-le
disse ancora imbronciata.
Luna sorrise:possibile che quei due non riuscissero a godersi la loro
intimità senza un terzo incomodo di mezzo?
-Sei riuscita a smarcarti?-le domandò conoscendo già la risposta.
Ginny infatti scosse la testa.
-Non hanno voluto sentire ragioni!Ci mancava solo che mi portassero alla
festa con tutta la tuta e le ciabatte di lana.
Alla fine ho dovuto cedere...Non augurerei un'esprienza simile neanche al mio
peggior nemico!- aggiunse alla fine.
-Sempre attaccati come due polipi?-le domandò Luna sorridendo divertita.
-Non si sono staccati neanche per respirare!Lo credi possibile?-
Luna rise di fronte all'espressione scandalizzata dell'amica e si chiese se
lei,una volta ritrovato il suo Harry,avrebbe avuto tanti scrupoli.
-Facciamo un patto:l'anno prossimo se siamo entrambe single,ce ne andiamo da
qualche parte soltanto noi due.
Esperienze del genere sono sufficienti una volta sola-le propose guardandola
in volto.
Ginny sorrise e annuì convinta.
-Ci sto!Non potevi farmi proposta migliore dopo la serata di ieri sera-
Avevano un'appuntamento per il prossimo Capodanno.
Ma chissà quante cose possono succedere in 12 mesi...
Tutta la famiglia Weasley si era data appuntamento alla Tana.
Erano tutti allegri,contenti della presenza dell'altro,anche Percy che
sembrava sempre il piu' distaccato dei fratelli.
La stessa presenza dell'uomo era strana:in fondo aveva rinnegato la famiglia
per tanto tempo, cos'era adesso quest'attacco d'amore filiale?
Luna si trovava a disagio in mezzo a quel mare di capelli rossi,forse perchè
il suo pensiero era ancora affollato dalle immagini di quello che un'altra testa
rossa era stata sul punto di farle.
Si era imposta di non pensare a George,ma non stava funzionando:essere nel
posto dove lui aveva vissuto per tanti anni,dove era stato felice,quasi un'altra
persona da quella che conosceva lei,le faceva uno strano effetto.
Era come aprire uno scrigno di cui non avevi mai saputo l'esistenza e
scoprire una parte nascosta del tuo passato.
Aveva cercato di nascondersi in mezzo alla famiglia,di partecipare alle
conversazioni fra il vecchio signor Weasley e Ron,ma era capitata in un
noiosissimo discorso sul Ministero e sulla carica che entrambi avevano
ricoperto.
-Luna!-
Si voltò in direzione della voce e vide Hermione e Ginny a pochi metri di
distanza e si diresse velocemente verso di loro.
-Abbiamo pensato di salvarti,avevi l'aria un pò spaesata-le disse
Hermione.
-Alle volte potete far paura messi tutti insieme...-ribattè Luna rivolta ad
entrambi.
La mora rise leggermente,ma Ginny la guardò leggermente sorpresa.
-Non fraintendermi Gin,ma per me è un'esperienza completamente nuova...Io
sono abituata al silenzio durante le feste:siamo soltanto io e mio padre e lui
il piu' delle volte si addormenta dopo neanche mezz'ora-le fece notare.
Ginny si rilassò e annuì.
Si appartarono in giardino,e Luna ascoltò le due donne "litigare" sulla sera
prima:Hermione era convinta che la cognata non si fosse lasciata prendere dallo
spirito della festa e questo spiegava perchè non si fosse divertita come,al
contrario,avevano fatto lei ed il marito.
-Hermione credi veramente quello che hai appena detto?-le domandò la rossa
sorpresa da quel discorso.
-Io dico sempre quello che penso-ribattè l'altra.
Ora era decisamente annoiata.
Si chiese se sarebbe stata la stessa cosa se ci fosse stato anche
George:avrebbe avuto qualcuno con cui ridere e lanciarsi frecciatine.
Non potè fare a meno di domandarsi dove fosse in questo momento;magari era in
uno dei pub che frequentava di solito con i soliti ubriaconi e cercava di far
passare la giornata.
Il pensiero di quello che era successo la sera prima lo aveva sfiorato?
Almeno solo per un'istante,di sfuggita...
Si era pentito di quello che le aveva detto?
-Carino quel ciondolo!-
Quell'esclamazione la fece ritornare al discorso fra le due donne.
Puntò gli occhi su Ginny e solo allora si accorse che per tutto il tempo in
cui la sua mente aveva pensato a George,le dita della sua mano destra avevano
fatto scorrere il ciondolo a forma di luna lungo la catenina d'argento.
-E' davvero bello-concordò Hermione.
-Non l'ho mai visto prima-disse Ginny alzando lo sguardo su Luna.
-E' un regalo di Natale-disse.
Hermione fece per farle una domanda,ma la rossa fu piu' veloce.
-Un regalo del tuo ammiratore misterioso?-le domandò curiosa.
Hermione guardò Ginny curiosa e sopresa,poi alzò lo sguardo su Luna e si
meravigliò di trovarla leggermente rossa in volto per l'imbarazzo:da che la
conosceva era la prima volta che la vedeva imbarazzata per qualcosa.
-Hai un'ammiratore segreto e non ci hai detto niente?-le chiese.
-Figurati che non so neanche il suo nome...-le disse Ginny per avvalorare le
sue parole.
-Volete smetterla?E' soltanto un'amico-ribattè Luna cercando di
ridimensionare la cosa.
-Ma se stamattina hai detto...-iniziò Ginny.
-Lo so cosa ho detto,ma non voglio ingigantire le cose.
E' solo il regalo di Natale di un'amico...Anche Ron mi ha fatto un regalo,non
per questo vuol dire che è attratto da me-disse per convincere le due donne.
Ma Ron non ti ha baciato in quel modo,si rispose nella sua testa.
Le due donne sembrarono cedere davanti a quelle parole e fecero per cambiare
argomento,o per approfondire lo stesso,ma furono interrotte da Ron che si
affacciò sulla porta di casa per avvertirle che era ora di mettersi a
tavola.
Salva in corner!
Passarono le due ore successive seduti a tavola,di fronte ad una marea di
cibo che poteva sfamare un reggimento intero,ma che ai Weasley sembrava non
bastare visto che la signora Weasley continuava a portare in tavola
guantiere,vassoi e pirofile piene di cibo fumante.
-Tua madre ha intenzione di uccidermi-disse Luna sottovoce a Ginny,quando
vide arrivare altre pirofile fumanti dalla cucina.
Ginny rise e scosse la testa.
-Una sola cucchiaiata di tutto:così non ti sentirai male e mia madre non si
offenderà-le disse l'amica con tono cospiratorio.
Quando sembrò che il pranzo si avviasse al termine,Percy battè il cortello
contro il vetro del suo bicchiere e chiese il silenzio:doveva fare
un'annuncio.
Si alzò e guardando i suoi parenti,annunciò nel suo solito tono ampolloso che
aveva conosciuto una donna che sembrava perfetta per lui e che aveva deciso di
sposarla.
Ci fu un'istante di sbigottimento che seguì quella notizia:in fondo ci si
aspetta di conoscere la ragazza prima di sapere delle nozze,ma Percy era sempre
stato un tipo particolare.
Tutti si congratularono con lui e gli chiesero quando avrebbero conosciuto la
ragazza e Luna approfittò di quell'occasione per dileguarsi.
Aveva bisogno di un pò d'aria fresca che l'aiutasse a digerire.
Stava piovendo,e grosse goccie di pioggia si abbattevano sul tetto e sul
prato verde della Tana.
Luna si rifugiò sotto la tettoia del portico e dopo aver fatto un'incantesimo
impermeabile,si sedette sul pavimento,iniziando poi ad ascoltare la pioggia,in
silenzio.
Era una cosa che le era sempre piaciuta:le dava un senso di pace e di
completezza con tutto quello che la circondava.
Restò a lungo a fissare la collina oltre la quale iniziava la sua
proprietà,finchè improvvisamente sentì squillare il suo cellulare.
-Pronto?-domandò tornando a guardare la pioggia.
-Come è andato il pranzo con la mia famiglia?-le domandò una voce calma e
profonda.
Luna sorrise:possibile che si sentisse sciogliere al solo sentire la sua
voce?
-Non ho mai mangiato tanto...Sarò ingrassata di dieci chili-commentò
scherzosamente.
-Allora dovrai spedirmi una tua foto perchè devi essere irriconoscibile-la
prese in giro George.
Luna abbassò la testa e sorrise di nuovo.
-Dove sei adesso?-le domandò ancora lui.
-Sono seduta sotto il portico di casa tua a guardare la pioggia-gli
disse.
-Starai morendo di freddo-
In effetti non aveva piu' sensibilità nelle dita delle mani,ma era proprio
quello che le piaceva:sapere fino a dove poteva spingersi,fino a dove poteva
resistere.
-Non me ne ero accorta-mentì.
Lo sentì sorridere attraverso il microfono.
-Bugiarda-le disse poi.
Possibile che la conoscesse già così bene?
-Ok,va bene,sto andando in ipotermia,ma mi piace il freddo,la pioggia,la
nuvoletta di fumo che si forma ogni volta che parli...-gli disse rialzando la
testa e fissando di nuovo le goccie grandi che cadevano di fronte a lei.
George rise di nuovo,ma non di lei:rise per quello che aveva detto,per il
modo in cui l'aveva detto,con il suo tono leggermente infantile.
-Dove sei?-gli chiese.
Aveva bisogno di saperlo,anche se forse era solo una conferma ai suoi
sospetti.
-In un posto che tu conosci abbastanza bene-le disse misterioso.
Luna aggrottò le sopracciglia a quelle parole.
-Dove sei?-ripetè alzandosi in piedi.
C'era qualcosa che non quadrava,lo sentiva.
-Spostati sulla destra e forse riesci anche a vedermi-le disse.
Luna fece come lui le aveva detto e uscì in giardino,sotto la
pioggia,sentendo quasi subito le goccie fredde sui suoi capelli e le sue
spalle.
Strinse gli occhi per vedere meglio,ma non scorse niente.
-Non riesco a vederti-gli disse.
-Sono proprio davanti a te...Oltre la collina-le rispose lui serio.
Oltre la collina:era a casa sua!
-Non muoverti da lì-gli disse.
-Non ne ho nessun'intenzione-rispose George prima di chiudere la
comunicazione.
Luna mise il cellulare,ormai muto, in tasca e senza neanche pensare,si
smaterializzò oltre la collina.
Avrebbe potuto farla a piedi,ma avrebbe impiegato troppo tempo percorrere la
collina in salita e poi in discesa e lei non aveva tempo:lei voleva vedere
George subito.
L'istante dopo era nella "Tenuta Lovegood" e aveva ripreso di nuovo a
guardarsi intorno alla ricerca di George senza trovarlo da nessuna parte.
E se le avesse fatto uno scherzo?
Ma che motivo aveva di dirle una cosa del genere se non era veramente lì?
Da dove si trovava riusciva a scorgere la Tana e si disse che forse era da lì
che lui l'aveva osservata mentre parlavano al telefono.
Si allontanò una ciocca di capelli bagnati dalla guancia destra e espirò
forte facendo uscire una bianca nuvola di fumo.
-Ce ne hai messo di tempo per arrivare-
La voce era arrivata al suo orecchio come trasportata dal vento e quando si
voltò Luna pensò di non trovare nessuno al suo fianco.
Ma lui era lui.
Era bagnato fradicio:doveva aver cercato di dare un'ordine ai capelli zuppi
che ora erano sparati in tutte le direzioni,i vestiti cominciavano a d
appicarglisi addosso ed il viso rosso per il freddo.
Eppure lei non aveva desiderato niente come desiderava George in quel
momento.
Senza neanche una parola gli andò incontro e gli si gettò fra le
braccia,subito accolta dai suoi avambracci muscolosi che si strinsero attorno
alla sua vita sottile.
Posò le labbra su quelle di George e le trovò fredde come dovevano essere le
sue e lo baciò.
Lo baciò dimentica di tutte le paure e i dubbi che l'avevano fermata la sera
prima,che le avevano impedito di concederglisi completamente.
Adesso sapeva a cosa andava incontro e non vedeva l'ora che accadesse.
Sapeva fin dove poteva spingersi...
Gli allacciò le braccia al collo e lo strinse a sè,mentre le sue labbra lo
tentavano e lo stuzzicavano per convincerlo a darle di piu',a far durare quel
bacio il piu' possibile.
Senza staccarsi dalle sue labbra,George si mosse verso l'albero piu' vicino
portandola con sè e una volta lì le fece posare la schiena contro la corteccia
umida di pioggia,inzuppandole all'istante il retro del vestito.
-Le tue labbra sanno di pioggia...-le disse quando si staccarono.
Luna sorrise e affondò le dita fra i suoi capelli,intrecciandoli e
scompigliandoli ancora di piu'.
La pioggia continuava a cadere su di loro,in grosse goccie fredde,ma entrambi
sembravano incuranti del mondo esterno.
George nascose le labbra nell'incavo fra il collo e la spalla mordendo e
succhiando tutta la pelle che riusciva a raggiungere,lasciando che una mano
iniziasse a vagare per il suo corpo:le accarezzò una gamba,la coscia salendo poi
lungo il fianco,alzando con quel gesto il vestito e trattenendolo per qualche
istante fra le dita prima di farlo ricadere lungo la gamba scoperta di
Luna,il ventre fino al seno,dove accarezzò la curva,resa piu' esposta dai
vestiti incollati addosso dalla pioggia,prima di posarvi la mano aperta
strappando un gemito compiaciuto a Luna.
Rialzò la testa dal suo collo e incontrò gli occhi argentei della Luna:aveva
mai visto occhi così prima d'ora?
-Se vuoi fermarmi fallo ora...-le disse con voce roca.
Luna sorrise e,inconsciamente,si leccò il labbrò inferiore,trovandovi ancora
un pò del suo sapore.
-Fai l'amore con me-gli disse.
Le stesse parole che le aveva detto lui la sera prima...
Eppure ora sembravano avere un significato completamente diverso.
George sorrise e le posò un bacio veloce sulle labbra,trasformato subito in
uno piu' intenso e passionale.
La prese fra le braccia e senza dire nulla,si
smaterializzarono.
Salve a
tutti!!!
Molti di
voi avranno iniziato questo capitolo sperando di vedere la prima volta fra
George e Luna,e confesso che anche io l'avevo pensato così,poi xò mi sono
accorta che c'erano troppe questioni in sospeso,tr cose nn dette ke
potevano rovinare qlla ke è un'esperienza
importante.
Così gli
ho concesso un capitolo di transizione per capire veramente loro stessi,x
dividere il sesso dai sentimenti e renderli veramente
pronti.
Spero di
nn avere tr nemici in giro x qst decisione.
Ringrazio
tt coloro che recensiranno e leggeranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali
errori di ortografia e battitura.
Ringrazio
inoltre coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e l'hanno trovato bello
cmq nonostante la mia premessa iniziale!
E ora i
ringraziamenti:Ninny(Grazie x i
complimenti!),Germana(Sono
sempre felice quando riesco a far cambiare idea su una coppia, specialmente qsta
ke è totalmente una mia creatura!),Gabryweasley(Ora anke il minimo dubbio
è svanito,in fondo hanno diritto anke loro ad un pò di felicità prima
dell'ennesima tempesta),Maryrobin(Grazie x i complimenti!),Lilla4eve(Nn è fra i migliori riusciti
ql chap,nn riesco neanche a rileggerlo,figurati!Spero di farmi perdonare cn qst
ed il prox...Non sono così sadica!),Beky(C'era anche una versione + casta dello scorso chap,ma poi mi sn
accorta che ci stavano girando intorno da troppo tempo,era finito il tempo dei
baci casti),Potterfanlalla17(Tranquilla,nessun problema!Se prima c'era qualche dubbio,adesso
siamo sicuri di qll ke li attende nel prox capitolo),Waka-laka-lilli(Il contenuto del
bigliettino verrà svelato...ma solo + avanti,fa parte di un momento importante
della loro relazione;xò qualche anticipazione si può avere in "Io e te...per
sempre?"fra qualche capitolo),Francy(Grazie x i complimenti!),Mora878(Grazie x i
complimenti!),Lyoko(Grazie
x la botta di autostima!Si Xeno tornerà e posso dirti fin da ora ke nn saranno
capitoli molto divertenti...),Fanny91(Grazie x i complimenti!),Vinny(No problema!George...un principe
azzurro cn tanti lati oscuri),Beba7(Mai perdere la speranza!).
Bene,x il
momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox
chap...
"Again"
Baci,Eva.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Again ***
Again
Non credeva che tanto caos potesse coesistere in una casa così piccola.
Subito dopo essersi smaterializzati a casa di George,Luna si staccò dal suo
abbraccio e si guardò intorno:era incredibile che l'appartamento riuscisse
ancora a restare in piedi sotto le "cure" di George.
Il divano era letteralmente sommerso dai vestiti,sia sporchi che puliti,anche
il lavello della cucina traboccava di stoviglie e aveva il sospetto che se
avesse aperto il frigo lo avrebbe trovato desolatamente vuoto.
-Sembra che sia passato un tornado-gli disse leggermente divertita.
-Le pulizie domestiche non sono mai state il mio forte...-commentò lui.
Anche se Luna gli aveva voltato le spalle per guardarsi intorno,le mani
dell'uomo erano ancora sui suoi fianchi,come a ricordarle la sua presenza.
Luna voltò la testa di lato per incontrare il suo sguardo e sorrise.
-Hai mai pensato ad un'incantesimo "Gratta e Netta"? E' miracoloso per le
faccende domestiche- lo prese in giro.
George sorrise e accentuò la presa sui suoi fianchi.
-Non credevo fossi venuta qui per parlare di detersivi e saponi...-
Avvicinò il viso al suo collo e posò le labbra contro la nuca,sui capelli
bagnati di pioggia che cadevano sciolti sulle spalle.
Luna chiuse gli occhi e inclinò la testa in avanti a quel piccolo
tocco,invogliandolo a continuare.
Le mani di George si mossero,stringendo Luna in un abbraccio e spingendola
contro il corpo dell'uomo.
Sapevano quello che li aveva spinti in quell'appartamento,ma non avevano la
minima idea di cosa sarebbe successo.
Le loro mani si intrecciarono sul ventre di Luna e lei poggiò la testa contro
la spalla destra di George.
Sentì le labbra dell'uomo tornare a posarsi sul collo,prima di iniziare una
lenta risalita lungo la mascella,la guancia destra e l'angolo destro della
bocca.
Sarebbe bastato un movimento della donna per far incontrare le loro labbra,ma
Luna decise di rimandare ancora un pò quel momento.
Se era rimasto contrariato da quel gesto,non lo diede a vedere,ma sciolse una
delle mani e,mentre le sue mani continuavano a posare piccoli baci sul collo e
le guance,la mano scese verso il basso,accarezzando il ventre e oltrepassando
l'ombelico.
Continuando a poggiare la testa alla sua spalla,Luna si morse il labbro
inferiore sentendo la mano di George scendere lungo una gamba e sfiorarle l'orlo
del vestito prima di infilarcisi sotto.
Il tocco delle sue dita le provocava ogni volta un brivido lungo la schiena
che la portava ad affondare i denti piu' a fondo nel labbro.
Alzò una mano e la guidò verso i capelli di George,affondando le dita in quel
mare rosso, sentendo fra le dita la sensazione di bagnato dovuto alla pioggia
che la fece sorridere.
Brividi.
Pelle d'oca.
La stava sfiorando con la punta delle dita e entrambi stavano reagendo in
modo inaspettato: sentiva chiaramente l'erezione di George tendersi contro le
sue natiche.
Leggera,accennata,come se volesse far notare la sua presenza.
Le sue dita continuavano a muoversi sotto il vestito,sfiorandole la gamba la
coscia e fermandosi pericolosamente vicina alla sua intimità.
Quello era piu' di quanto lei poteva sopportare.
Di scatto si impadronì delle sue labbra,affondando la lingua nella bocca di
George e trovando subito la risposta dell'uomo.
Un gemito di gola scappò ad entrambi,mentre George la premeva contro il suo
corpo per sentirla piu' vicina nonostante la strana posizione.
Continuarono a baciarsi finchè non rimasero senza fiato e una volta che le
loro bocche furono libere,George sciolse anche il loro abbraccio.
Luna lo guardò qualche istante senza capire,ancora annebbiata dal bacio di
poco prima e sentì le sue mani afferrare la lampo sul retro del vestito.
Alzò i capelli per evitare che si impigliassero con la lampo e lo lasciò
fare,gli occhi chiusi,come se quella non fosse altro che una delle tante
attenzioni che lui le aveva tributato finora.
Mano mano che la lampo scendeva,le labbra di George si posavano sulla pelle
lattea della schiena,rendendola bollente ad ogni tocco;lo sentì mettersi in
ginocchio per seguire la caduta del vestito,fino al fondoschiena,dove lasciò
andare la stoffa che le cadde ai piedi con un rumore attuttito.
Le mani di George erano tornate a posarsi di nuovo sui suoi fianchi,quasi
avesse paura di vederla sparire da un momento all'altro.
Ma niente e nessuno l'avrebbero portata via da lì.
Lo sentì alzarsi di nuovo in piedi e,ancora una volta,la sua erezione sfiorò
le sue natiche provocandole un singhiozzo.
-Vieni con me-le disse.
Fece per girarsi,ma George glielo impedì.
-No-
Luna corrugò le sopracciglie,sorpresa.
-Lascia fare a me-le disse.
La portò nella sua stanza,di fronte allo specchio a figura intera e la tirò
di nuovo a sè,una mano di nuovo attorno alla vita,facendole poggiare la schiena
contro il suo torace e l'altra,forse lungo il fianco.
Questa posizione di minoranza iniziava a darle fastidio:possibile che non
potesse sapere che cosa stava per succedere?
Poi lo seppe.
La mano libera era tornata ad accarezzarle la coscia,avvicinandosi sempre di
piu' alla sua intimità,proprio dove si era fermato prima.
Luna si ritrovò a degluitire,in attesa:era completamente in suo potere.
Un'altra carezza lo portò piu' vicino al bordo dei suoi slip
porpora,sfiorandone il pizzo, provocandole quei brividi che aveva imparato a
conoscere e ad aspettare.
Ancora un'altra carezza,ma questa volta non si fermò:questa volta sfiorò il
suo centro,coperto dal tessuto.
-Non sai quante volte ho sognato di farlo...-le disse sfiorando ancora la sua
intimità.
Luna non riusciva a staccare lo sguardo dallo specchio,dove un'uomo
incredibilmente sexy e deciso le stava facendo provare delle sensazioni che
credeva sopite.
Un piccolo gemito uscì dalla sua gola e lo vide sorridere soddisfatto.
-Mi sono immaginato il tuo viso,il tuo corpo contro il mio...
Come avresti reagito quando avrei fatto questo-le disse quasi sussurrando nel
suo orecchio.
E contemporaneamente,infilò la mano nel suo slip,bloccandole il respiro a
metà.
Quell'uomo voleva vederla morta!
Le dita di George s'insinuarono nei suoi slip,sfiorando i suoi
riccioli,sempre piu' in basso,alla ricerca della sua "porta segreta".
Sotto le sue carezze,Luna inarcò la schiena sentendo premere ancora di piu'
l'erezione di George contro il sedere e abbandonò la testa contro la sua spalla
destra,gli occhi chiusi ed una mano persa in quel mare di capelli rossi.
Vedendola così abbandonata,George continuò la sua invasione sfiorando i
riccioli bagnati con i polpastrelli e facendola gemere ogni volta che le sue
dita sfioravano il suo centro.
Il braccio che fino a quel momento era stato attorno alla sua vita sciolse il
suo abbraccio,accarezzando il fianco sinistro nudo con la punta delle dita fino
alla curva del seno a cui dedicò poche attenzioni prima di scivolare sulla
schiena.
Era giusto dargli tanto potere su di lei?
La stava portando al limite del piacere soltanto con le sue dita esperte e
lei sembrava ben disposta a lasciarglielo fare.
Poi sentì qualcosa dietro la schiena che la costrinse ad aprire gli
occhi.
Li fissò nello specchio davanti a sè e vide le spalline del suo reggiseno
scendere lentamente lungo le braccia,scoprendo sempre di piu' i seni.
Non si era neanche accorta che George l'aveva sganciato.
Incontrò lo sguardo dell'uomo nello specchio e vi lesse uno sguardo
strano,che non vedeva da tanto tempo:uno sguardo affamato.
Il reggiseno cadde a terra sopra il vestito e prima che lui glielo impedisse
un'altra volta,Luna si voltò e si trovò faccia a faccia con George.
Gli sorrise e allacciò le braccia attorno alla sua vita.
-Non ti sembra che ora sia il mio turno?-gli domandò guardandolo negli
occhi.
Ancora un sorriso malandrino.
Lo vide avvicinare la bocca al suo orecchio mentre una mano grande e forte si
posava sulla sua schiena a poca distanza dai suoi slip,l'unico indumento che
ancora indossava.
-Cosa vorresti fare?-le chiese in un tono carico di sottintesi.
Luna sorrise.
-Prima di tutto vedere un pò di pelle...-
E nello stesso istante le sue mani si fermavano agli angoli del maglione e lo
tiravano verso l'alto per sfilarlo.
George seguì il movimento e una volta tolto,anche il maglione andò a perdersi
sul pavimento della stanza.
-E adesso?-le chiese lui curioso.
Questa volta fu Luna a sorridere maliziosa,poi allacciò le braccia al collo
dell'uomo mettendosi sulle punte e premendo il seno contro il suo torace ancora
coperto dalla camicia.
Nonostante quell'inconveniente sfregò il seno contro il tessuto certa di
riuscire lo stesso ad ottenere una reazione,poi sfiorò con la punta della lingua
il labbro inferiore di George.
Lo sguardo di George era fisso sulle sue labbra,attento a non perdersi nessun
movimento e quando lei provò ad avvicinare di nuovo la lingua al labbro,lui la
precedette facendo scontrare le loro lingue,impegnando entrambi in un bacio
appassionato e frenetico.
Luna tirò George contro di sè,ricambiando il suo bacio con tutta la passione
di cui era capace e gemette quando sentì la mano di George accarezzare una
natica e poi la coscia.
La sua durezza le premeva contro il ventre,chiedendo di essere liberata,di
essere ascoltata e lei decise di ascoltare quella preghiera.
Continuando a baciarlo,fece scendere una mano lungo le sue spalle,la schiena
grande e muscolosa,fino al fianco,dove scivolò davanti fino alla cintura e ai
bottoni.
Sfiorò con le dita leggere l'erezione prigioniera e sentì George gemere
contro la sua bocca,prima che il suo bacio diventasse ancora piu' intenso,piu'
famelico.
Non riusciva ad arrivare alla cintura nè tanto meno al bottone dei pantaloni
con una mano sola, e se avesse allontanato anche l'altra mano dal collo di
George avrebbe perso l'equilibrio,quindi l'unica cosa che poteva fare era far
scendere la cerniera lampo.
Un'altro gemito di gola giunse alle sue orecchie quando iniziò a far scendere
la lampo,lentamente,quasi fosse un viaggio interminabile e lei si divertisse a
torturarlo.
Quando finalmente arrivò alla fine,il tessuto dei pantaloni tornò a
distendersi e Luna fece per infilare una mano nella breccia appena aperta,quando
George si staccò dalle sue labbra.
Le allontanò la mano dai pantaloni e la fissò con sguardo eccitato.
-Basta giocare...-le disse.
Prima che lei potesse anche solo pensare a qualcosa da ribattere,George la
spinse contro lo specchio e le posò le mani ai lati degli slip.
-Mi stai dando parecchio filo da torcere...-le disse affondando lo sguardo
nei suoi occhi.
Luna sorrise e si leccò di nuovo il labbro inferiore.
-E non hai ancora visto niente-
Le labbra di George furono di nuovo sulle sue,prepotenti,desiderose di
provare quanto piu' piacere possibile,riprendendo a stuzzicare con i denti e la
bocca quella di Luna.
Aveva bisogno di sentirlo,voleva averlo vicino,sentire il suo corpo virile
sul suo;voleva sentire i suoi muscoli tendersi contro di lei,non le bastava
quella distanza ravvicinata.
Posò entrambe le mani sui fianchi larghi di George e l'attirò verso di
sè,facendo scontrare ancora i loro bacini.
Dal piacevole languore che invase il suo centro,Luna capì che non avrebbero
resistito ancora a lungo.
Continuò a baciarlo,iniziando a sbottonare la camicia di George,ma dopo aver
slacciato il terzo bottone,una mano dell'uomo si posò sul suo seno
destro,coprendolo completamente e stringendo il capezzolo fra l'indice ed il
pollice.
Sotto quelle carezze,Luna si staccò dalle sue labbra e si ritrovò ad
aggrapparsi alle sua schiena conficcandogli le unghie nella carne,gemendo di
piacere.
Continuando ad accarezzarla,George l'aveva spinta di nuovo contro il suo
corpo,facendo sfiorare i loro bacini,poi abbassò la testa e prese a baciare la
pelle candida del collo,della gola e del petto,prima di arrivare al solco fra i
seni dove iniziò a mordere leccare e baciare la pelle delicata sostituendo le
dita con le labbra prendendo in bocca un capezzolo turgido.
I gemiti sempre piu' forti di Luna erano ormai l'unico suono che si sentiva
nella stanza silenziosa e George continuò a lungo con quella piacevole tortura
prima di allontanarsi e guardarla negli occhi.
Con lo sguardo leggermente annebbiato,Luna vide un fuoco sprigionarsi dai
suoi occhi e si trovò a domandarsi cos'altro doveva aspettarsi da quel
fantastico adone.
-Non posso aspettare ancora...Dimmi che posso averti...-le disse con voce
roca.
Luna sorrise e si morse il labbro superiore,e quasi avesse azionato un
comando nascosto,George fu di nuovo su di lei,coprendole le labbra con le
sue,sfiorandole con la lingua e bloccandole le mani contro il vetro dello
specchio.
Allora anche lei aveva qualche potere su di lui...
Riuscì a liberare una mano e tornò ad abbassarlo sulla sua cerniera,riuscendo
a liberare il bottone con qualche difficoltà e fece per passare anche alla
cintura,quando sentì i suoi slip che scendevano lungo i fianchi e le
gambe,lasciandola completamente nuda.
Si staccò dalle labbra di George e lo guardò,leggermente imbarazzata:aveva
sempre paura quando un'uomo la vedeva nuda per la prima volta.
-Non credevo potessi essere ancora piu' bella...-le disse con lo stesso tono
basso di voce.
Luna sorrise e finì di slacciare la cintura dei pantaloni.
Si mise sulle punte e strofinò la guancia contro quella di George,scoprendola
liscia neanche fosse stata appena rasata.
L'ennesimo sfioramento dei loro bacini fece capire a entrambi che non
potevano resistere oltre.
-Ti voglio...-gli disse in un sussurro all'orecchio destro.
Con le braccia ancora attorno al collo di George,si sentì afferrare per le
natiche e sollevare verso l'alto,contro il suo corpo.
Restò ferma certa che lui l'avrebbe guidata verso il letto,ma dovette
ricredersi quando sentì di nuovo il freddo contatto con il vetro dello specchio
contro la sua schiena nuda.
Guardò George,incerta,ma quella titubanza sparì quando incontrò il suo
sguardo: era sicuro.
Per la prima volta da quando lo conosceva sembrava essere tornato il ragazzo
che conosceva ai tempi di Hogwarts,quello che il tempo e le brutte esperienze
non avevano ancora inasprito.
Niente di male le sarebbe accaduto finchè fosse rimasta fra le sue
braccia.
-Sei sicuro che non cadremo a terra tutti e due?-gli domandò,decisa a
prenderlo in giro anche in un momento così importante.
Lo vide sorridere divertito,mentre i suoi avambracci tesi si flettevano
contro il suo corpo per essere certo di avere una presa solida.
-So quello che faccio...Fidati-
Fece per ribattere,convinta che quel leggero battibecco aumentasse il piacere
di quel momento,ma George le fece morire le parole in gola,facendo uscire al
loro posto una serie di gemiti strozzati.
Non sapeva nè come nè quando,ma aveva liberato la sua prepotente erezione
dagli ingombranti boxer e dai pantaloni e aveva sfiorato la sua entrata bagnata
con la punta del pene.
Allacciò entrambe le gambe attorno ai fianchi dell'uomo e strinse ancora di
piu' le braccia attorno al suo collo,anche se ora la possibilità di cadere per
terra la spaventava molto meno: ora il suo cervello era completamente
ottenebrato da quello che sarebbe successo di lì a poco.
Ancora una volta sentì quel tocco leggero e torturante fra i loro sessi che
la portò a piegare la testa all'indietro,facendo appicciare i capelli bagnati
alla superficie dello specchio.
Le labbra di George si posarono su un seno,baciando e leccando quanta piu'
pelle riuscivano a trovare.
Un terzo sfioramento portò Luna sulla soglia delle urla:aveva intenzione di
torturarla ancora a lungo?
Come se avesse letto i suoi pensieri,George decise che non ne poteva piu' ed
entrò in lei,facendola scivolare pesantemente sul suo membro eretto.
Era possibile per due corpi capirsi alla perfezione?
Non appena lo sentì dentro di sè,Luna chiuse gli occhi,provando una
sensazione di strana familiarità e di calore che le invase il basso ventre,che
la portò a gemere forte.
Sicura che George l'avrebbe sorretta,allontanò un braccio dal suo collo e con
la mano afferrò lo specchio dietro di sè per cercare di sollevarsi.
Lui aveva capito le sue intenzioni e l'assecondò in tutti i
movimenti,venendole incontro con il bacino e penetrandola ancora piu' in
profondità quando Luna ricadde con forza contro il suo corpo.
Ogni spinta la portava a scontrarsi con violenza contro lo specchio,ma non
sentiva dolore:ogni piu' piccola cellula del suo corpo era tesa per raggiungere
quel piacere che la stava facendo gemere così sfacciatamente insieme a lui.
Una parte ancora razionale del suo cervello le diceva che era sbagliato,che
non era giusto,normale fare sesso sfrenato con il fratello della sua migliore
amica,ma era una parte talmente piccola ed irrisoria che non riusciva neanche a
essere presa in considerazione.
Cercò le labbra di George e lo baciò appassionatamente,quasi senza
fiato,mordendogli il labbro inferiore,mentre con un'altra spinta lui la portava
sempre piu' vicina all'orgasmo.
Lo sentì gemere mentre nascondeva il viso nella sua spalla e se lo strinse
ancora di piu' a sè, mordendogli il lobo dell'orecchio.
Tornò a sollevarsi e a calare con forza su George e le loro urla si unirono
nella stanza silenziosa.
Poi tutto accadde velocemente:un languore umido si propagò dal suo centro per
tutto il corpo, facendole stringere fra le dita la camicia di George e
urlare,sperando che durasse per sempre; George,la guancia contro la sua,smise di
respirare e si irrigidì per qualche istante per poi lanciare a sua volta un urlo
di piacere e si svuotò in lei.
Per qualche istante restarono in silenzio,cercando di recuperare il
fiato.
Una mano della donna accarezzava pigramente i capelli rossi di George,le cui
punte ora erano leggermente bagnate per il sudore,visto lo sforzo fatto.
George alzò lo sguardo su Luna e sorrise quando lei gli rivolse un pigro
sorriso soddisfatto,con un piccolo movimento della testa,avvicinò le labbra alle
sue e la baciò con la stessa pigrizia.
Quando si staccarono,Luna si sentì allontanare dallo specchio e vide che
George si stava avvicinando al letto,sempre con lei in braccio;l'istante dopo
era fra le lenzuola stropicciate.
Si impose di non pensare a chi aveva già dormito fra quelle lenzuola e guardò
George sdraiarsi accanto a lei.
Per un'estraneo sarebbe stato strano entrare e trovarli sdraiati in quel
letto:lei era completamente nuda,non aveva neanche piu' il fermaglio che aveva
messo fra i capelli quella mattina,perso chissà dove.
George,al contrario,era ancora completamente vestito,con ancora le scarpe ai
piedi.
Bisognava rimediare!
Senza dire niente,si rizzò a sedere e andò ai piedi del letto,dando la
schiena all'uomo e prendendo fra le mani il suo piede destro.
-Posso chiederti che stai facendo?-le domandò George divertito.
-Non è giusto che tu sia vestito e io sia completamente nuda-gli spiegò
dandogli le spalle e sciogliendo il nodo della scarpa.
Lo sentì sorridere e un sorriso nacque anche sulle sue labbra.
-Io non ci trovo niente di male...-le disse.
Luna voltò la testa di lato e vide che sul volto di George c'era un sorriso
divertito e beffardo.
-Molto divertente,davvero!-gli disse sarcastica.
Tornò a voltarsi e gli tolse la scarpa,per poi passare all'altra.
Quando ebbe finito con entrambe,si voltò di nuovo e si mise in
ginocchio,incurante di essere nuda di fronte a lui.
-E adesso?-le domandò George,curioso e divertito allo stesso tempo.
Un lampo di malizia passò negli occhi dell'uomo contagiandola.
Aveva voglia di giocare?Allora l'avrebbe accontentato.
Con una mossa felina,aveva gattonato piu' vicino a lui,fermandosi all'altezza
dei suoi pantaloni dove aveva afferrato la cintura e aveva inziato a sfilarla
dai passanti dei pantaloni.
Una volta tolta,l'aveva buttata a terra senza neanche preoccuparsi dove
sarebbe finita,lo sguardo fisso in quello di George che sembrava non perdersi
una sua mossa.
In quel momento un dubbio l'aveva colta:era meglio togliere prima la camicia
o prima i pantaloni?
Forse era meglio fare la cosa piu' inaspettata,decise.
Così aveva avvicinato le mani ai bottoni ancora chiusi della camicia e li
aveva aperti,impiegando un'infinità con ogniuno.
-Mica male...-aveva commentato compiaciuta.
-Merito delle partite di Quidditch-ribattè lui cercando di attirarla a
sè.
Luna sfuggì al suo abbraccio e facendolo sedere al centro del letto gli aveva
sfilato la camicia, mostrando i pettorali ben scolpiti e il torace tonico e
asciutto.
-Peccato...-commentò Luna.
George aggrottò le sopracciglia.
-Peccato cosa?-le chiese senza capire.
Luna incontrò i suoi occhi e sorrise divertita per l'equivoco.
-Peccato che non abbia potuto vedere tutta questa roba prima...-
George rise divertito e scosse la testa.
-E adesso i pantaloni!-aveva detto.
George aveva sospirato,neanche fosse un peso,ed era tornato a sdraiarsi sul
letto,lasciando che lei glieli sfilasse e li gettasse a terra insieme al resto
dei vestiti,dopodichè tornò a sedersi e senza tanti complimenti la fece sedere a
cavalcioni sulle sue gambe,a poca distanza dal suo bacino.
-Adesso va meglio?-le domandò guardandola negli occhi.
C'era qualcosa in quegli occhi che lo eccitava piu' del corpo nudo seduto
sulle sue ginocchia.
Perchè quel mare d'argento lo stava attirando in quel modo?
Luna sorrise e lui si sentì catapultare di nuovo nella situazione,lontano
dalle sue farneticazioni.
-Molto meglio...Non sapevo nascondessi tanta mercanzia sotto i vestiti-lo
prese in giro.
George sorrise e le accarezzò la schiena nuda con la punta della dita di una
mano.
-Ora che hai avuto la tua rivincita posso...-cominciò.
-Chi ti ha detto che ho avuto la mia rivincita?-gli domandò.
Le rivolse uno sguardo curioso:che altro aveva in mente quella piccola strega
licenziosa?
Lo capì non appena sentì una piccola mano accarezzargli gli addominali e
scendere con delicatezza verso l'elastico dei boxer.
Subito sentì una reazione a quel semplice gesto e completamente
spiazzato,deglutì visibilmente.
La mano di Luna si stava infilando nei boxer e l'istante dopo aveva iniziato
ad accarezzare il suo membro.
Si morse il labbro inferiore e incontrando lo sguardo di Luna lo vide
brillante di soddisfazione.
-Piccola strega tentatrice...-le disse mentre sentiva la mano della donna
accarezzare la punta del suo pene e stuzzicarlo con l'unghia.
-Io?Non sto facendo niente di male...-si schernì lei.
Continuando ad accarezzarlo in quel modo così intimo,si avvicinò alle sue
labbra e le sfiorò entrambe con la lingua,prima il labbro inferiore,poi quello
inferiore per poi sostituirla con i denti.
Stanco di quella lenta tortura,George si impadronì delle sue labbra e affondò
la lingua nella bocca di lei,baciandola con passione,con desiderio.
Era possibile che la desiderasse ancora dopo neanche mezz'ora averla
posseduta?
Sembrava assurdo ma era quello che stava succedendo!
Quella piccola strega lo stava portando sull'orlo del baratro per la seconda
volta nel giro di un'ora...
Era la prima volta nella sua vita.
Se la strinse contro,sentendo per la prima volta la piacevole frizione dei
suoi capezzoli contro il suo petto,continuando ad avvertire ancora la sua mano
stretta attorno al suo membro eretto.
E in quel momento un pensiero gli attraversò la mente e decise di
verificare.
Fece scendere la mano che ancora si trovava sulla sua schiena sul sedere nudo
di Luna e le accarezzò una natica,prima di scivolare avanti,fra la leggera
peluria scura e insinuandosi nella sua entrata.
Luna aprì gli occhi e li fissò nei suoi,sorpresa che avesse deciso di
ribaltare le regole.
-Questo non è leale...-gli disse in un sussurro.
George sorrise divertito.
-Io non lo sono mai stato-le fece in risposta.
Dopodichè affondò un lugo dito affusolato nella sua entrata,lo sguardo fisso
sul suo volto per non perdersi neanche la minima espressione della donna.
Non appena sentì le dita di George farsi spazio dentro di lei,Luna sollevò il
bacino per permettergli maggior accesso e movimento,mentre dalle sue labbra
semidischiuse usciva un leggero sussurro di piacere.
Agevolato dal movimento di Luna,George insinuò un'altro dito che prese a
stuzzicare la carne morbida e il clitoride della donna.
La posizione in cui si trovavano era scomoda,lasciava poche possibilità di
manovra,quindi George decise che era ora di ribaltare la situazione;cingendole
la vita con il braccio libero,diede un colpo di reni e la portò spalle al
materasso,coprendola poi con il suo corpo.
Sorpresa da quel movimento,Luna si lasciò scappare un piccolo grido,ma quando
vide il sorriso divertito sullo sguardo George,gli diede un leggero buffetto
sulla spalla destra.
-Davvero spiritoso!-
-Avanti lo sai anche tu che avevamo poca mobilità in quella posizione...Così
invece è tutta un'altra storia-le disse.
-Dì piuttosto che non ti piace essere comandato da una donna-lo punzecchiò
Luna.
-Finora non ho mai trovato donne capaci di reggere il mio ritmo in quella
posizione...-continuò George.
Lei sbuffò divertita e in risposta ebbe un piccolo buffetto sulla natica
nuda.
-Che ci trovi di tanto buffo?-le domandò lui.
-Niente...Sto solo pensando che forse non hai mai cercato nei posti giusti-lo
stuzzicò ancora Luna.
Era possibile eccitare qualcuno soltanto parlando,per giunta prendendosi in
giro?
Finora non gli era mai successo prima d'ora e George si domandò se quello che
Luna aveva appena detto non fosse la verità:forse non aveva mai cercato bene
intorno a sè.
Le diede un bacio dolce,a fior di labbra,come se potesse accontentarsi di
quello e ignorare il corpo nudo e perfetto premuto contro il suo.
-Allora dove eravamo rimasti?...Ah,ora mi ricordo-aggiunse subito dopo
fissando gli occhi argentei della donna.
L'istante dopo un dito tornò a sfiorare la sua intimità sempre piu'
voglioso,esigente.
-Credi veramente che ti lasci avere tutto questo potere su di me...-gli
domandò lei fra un gemito e l'altro.
George sorrise,affondando sempre piu' dentro di lei e strappandole altri
gemiti sempre piu' forti.
-Perchè fingere che non sia quello che vuoi?-le chiese avvicinando di nuovo
le labbra a quelle di Luna e dandole poi un altro bacio che divenne subito piu'
intenso.
Le labbra si dischiusero e le loro lingue si scontrarono,iniziando una lotta
che avevano imparato quasi all'istante,in brevissimo tempo e che sembravano
pronti a combattere da tutta la vita.
Avevano vissuto tutta la vita aspettandosi,cercando l'altro e quando
finalmente si erano trovati l'incendio era divampato,alto,impossibile da
domare.
-Ti prego...-mormorò Luna quando le dita dell'uomo sfiorarono per l'ennesima
volta il suo centro strappandole un'altro gemito.
George alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi muto,lasciando parlare i loro
occhi.
Sentì le gambe di Luna allacciarsi attorno ai suoi fianchi,intrappolandolo
fra le sue gambe,le dita ancora nella sua intimità,mentre l'erezione ancora
chiusa nei boxer si avvicinava alla meta e chiedeva attenzione.
Quel solo gesto gli aveva fatto scendere una ridda di brividi lungo la
schiena:anche lui non avrebbe resistito a lungo.
Aveva allontanato le dita da Luna,sorridendo quando gli era giunto alle
orecchie il suo disappunto per la perdita di quell'attenzione e con una mano si
era calato i boxer,finendo per attorcigliarli attorno alle gambe di Luna e alle
sue ginocchia.
Fra le risate erano riusciti a farli scivolare oltre le caviglie e farli
cadere direttamente a terra,prima che George tornasse a sistemarsi sopra di
lei,il suo membro eretto a sfiorare il ventre piatto della donna.
La vide sorridere e la fissò.
-Cosa hai da ridere...Un'uomo può rimanere tramuatizzato da una risata in un
momento del genere!-ribattè cercando di buttarla,come al solito,sullo
scherzo.
Lei sorrise dolcemente e gli accarezzò la spalla destra,come per scusarsi,poi
alzò leggermente la schiena e gli posò un bacio dolce sulle labbra prima di
parlare.
-Stavo pensando a quanto sarebbe imbarazzante se adesso qualcuno della tua
famiglia preoccupato per te venisse a cercarti...-gli rivelò.
George a quelle parole sorrise.
-Credevo di bastarti...Hai bisogno di tutta la famiglia Weasley al
completo?-scherzò fissando i suoi occhi.
Un lampo di sfida era passato nello sguardo della donna.
-E chi ha detto che tu mi basti?-lo provocò.
George l'aveva guardata qualche istante in silenzio,poi senza preavviso,senza
neanche una parola,l'aveva penetrata con forza,quasi fosse una punizione per
quella piccola battuta.
A quella mossa inaspettata,Luna aveva spalancato la bocca in cerca d'ossigeno
e si era aggrappata alle sue spalle lasciandosi scappare un piccolo grido
compiaciuto.
-Lo sapevo...-disse lui lo sguardo fisso sul suo volto.
Iniziò a muovere il bacino,lentamente,cercando di farla adattare al suo ritmo
e sistemando meglio le sue gambe attorno al bacino.
-Non vale!-ribattè Luna,mordendosi però il labbro inferiore sotto le sue
spinte.
Dove aveva imparato a fare l'amore così?
No,non voleva saperlo davvero!
-Oh sì...che vale-disse George gemendo per una spinta piu' profonda.
Le braccia di Luna si allacciarono attorno al collo di George,affondando nei
suoi capelli scompigliati e sconvolti,nascondendo il viso nell'incavo fra la
spalla e il collo.
Spinte sempre piu' profonde colpivano il suo centro facendola
gemere,aggrappandosi alle sue spalle,come per essere certa che lui non scappasse
via nel momento sbagliato.
Tornò a fissare lo sguardo sul viso di George e lo vide teso,concentrato,gli
occhi sulle sue labbra gonfie e rosse.
-Di piu'...-gli chiese con voce strozzata.
Il viso di George si atteggiò ad una smorfia simile ad un sorriso ed aumentò
la velocità delle spinte,colpendo con sempre piu' forza e velocità il suo
clitoride.
Cercò le sue labbra,come se da queste dipendesse la sua vita e le impegnò in
un bacio appassionato,mentre una mano saliva verso un seno pieno ed iniziava ad
accarezzarlo e a stuzzicarlo.
-Guardami...-le disse staccando le labbra dalle sue,con voce roca e quasi
impercettibile.
Luna aprì gli occhi e li fissò in quelli di George,due pozze di cielo che
sembravano essersi liquefatte per la troppa passione e sotto quello sguardo,il
suo corpo si abbandonò al piacere: ancora una volta sentì quella amato dolore
che la faceva urlare e che la fece aggrappare alle spalle di George per far
durare il piu' a lungo possibile quel momento,sentendolo gemere sempre piu'
forte sopra di lei,prima che anche lui si immobilizzasse e si lasciasse andare
ad un grido di piacere mentre lo sentiva svuotarsi in lei per la seconda volta
nel giro di un'ora.
Tutto finì anche troppo presto.
Le braccia di George cedettero e lui si lasciò cadere sul petto di Luna,la
testa posata sulla sua clavicola destra,cercando di riprendere fiato.
Un piccolo sorriso compiaciuto e stanco comparve sul viso di Luna,che prese
ad accarezzare i capelli dell'uomo,godendosi quel momento di silenzio e di
intimità.
-Devo ammetterlo:è stato meglio di come avevo immaginato...-disse George dopo
qualche istante.
Il sorriso di Luna divenne piu' brillante e strinse il corpo dell'uomo in un
abbraccio.
-Questo è il tuo modo contorto per farmi un complimento?-gli domandò poi
continuando a fissare il soffitto.
-Contorto?Io credevo di essere stato anche troppo sfacciato-
Luna rise e il suono della sua risata fece alzare la testa a George e cercare
il suo sguardo.
-Cosa?-le domandò.
-Niente...Era parecchio tempo che qualcuno non mi diceva di essere brava a
letto...-gli disse guardandolo negli occhi.
-Se vuoi mi impegno a dirtelo ogni giorno.
Certo,però prima devo controllare se ci sono stati dei miglioramenti o dei
cali-specificò.
Luna annuì e sorrise divertita.
-Capisco...Sai che stai prendendo un'impegno ufficiale?-gli fece notare
tornando per un'attimo seria.
Lui annuì,iniziando a lasciar vagare la mano destra sul suo fianco nudo.
-Posso anche metterlo per iscritto se vuoi-
Luna scosse la testa e gli diede una leggera spinta,scostandolo da sè,poi si
rizzò a sedere al centro del letto,sempre seguita dallo sguardo curioso di
George che sembrava intenzionato a non perdere neanche una sua mossa.
Finora avevano scherzato,si erano divertiti,ma ora era venuto il momento di
essere seri:lei doveva sapere se quello era un'episodio che non si sarebbe mai
ripetuto oppure era qualcosa di diverso.
Un nuovo inizio...
-Non giocare con me.
Non sono sprovveduta e non sono neanche stupida,so come vanno certe cose.
Però non mi piace essere presa in giro-gli disse seria.
George la guardò qualche istante in silenzio,cercando di analizzare quelle
parole,poi si rizzò a sedere a sua volta e la fissò.
-Pensi questo di me?-le domandò.
No!
Non era così che andavano le cose:lei aveva esposto i fatti e ora lui doveva
dirle come sarebbero andate le cose fra loro.
Non poteva cambiare le carte in tavola in quel modo!
-Sai che non è così...Ma tu sai anche qual'è la mia paura-gli ricordò.
George allungò una mano e prese la sua.
-Ti ho già detto che ci sarò,che non ci saranno momenti imbarazzanti e che
tutto resterà uguale fra di noi,perchè continui ad aver paura?-le chiese senza
capire.
-Perchè non so cosa succederà-gli confessò.
Le sopracciglia di George si inarcarono di nuovo,incerte.
-E' stata solo un' avventura,una scarica d'ormoni o qualche accidenti
altro?
So com'è la tua vita in questo momento e non ti sto chiedendo lettere d'amore
o promesse di vita insieme,voglio soltanto sapere se è stato soltanto qualcosa
che non si ripeterà o una strana cosa a cui non riusciamo a dare un nome-
Finalmente George capì cos'era che la spaventava:la paura di essere uguale
alle altre.
Ma lui già sapeva che le cose erano diverse,lo aveva capito dal primo momento
che si erano trovati insieme nel suo appartamento.
Con nessun'altra c'era stata quella complicità,quel senso dello scherzo e del
gioco che aveva provato con lei,nessuna era mai riuscita ad eccitarlo con un
solo sguardo e a fargli dimenticare che oltre ai suoi occhi c'era anche il corpo
nudo ed invitante.
-Tu non sei come le altre-le disse semplicemente,alzando la mano che fino a
quel momento era stata sulla sua e accarezzandole una guancia.
E stranamente quelle poche parole le bastarono.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Cosa penserai di me ***
cosa penserai di me
Il suono poco distante di un cellulare gli fece aprire gli occhi.
A convincerlo che non si era trattato di un'altro dei sempre piu' frequenti
sogni erotici che aveva su di lei,c'era la sua voce che arrivava attuttita dalla
cucina.
Si appoggiò su un gomito,ancora intontito, e si guardò intorno:la stanza era
il solito campo di battaglia,ma questa volta ad essere sparsi sul pavimento
insieme ai suoi vestiti c'erano anche degli indumenti femminili.
Lentamente,nella sua memoria riaffiorò il ricordo di ogni istante in cui quei
pezzi di stoffa erano caduti a terra e un sorriso malandrino si affacciò sul suo
viso.
Niente avrebbe potuto avvicinarsi a quello che era successo realmente...
Ma lei dov'era?
I suoi vestiti erano lì,quindi voleva dire che si aggirava per la sua casa
nuda,completamente o almeno parzialmente.
La sola idea lo portò ad alzarsi e a raccogliere dal pavimento i boxer prima
di indossarli,poi fece qualche passo verso la cucina,afferrando una t-shirt
grigia dal comò e infilandola per la testa.
L'ottimo profumo di bacon e di caffè appena fatto aleggiava per la
stanza,mentre una spatola nera aleggiava sopra la padella rivoltando le uova
strapazzate.
Luna gli voltava le spalle,una mano sul mobile color legno:indossava una
delle sue magliette, troppo grosse per lei,talmente lunga da arrivarle fino alle
ginocchia.
Aveva scelto la migliore,quella dei Cannoni di Chudley,la sua piu' vecchia
compagnia di avventure.
-Mi dispiace avervi fatto preoccupare,ma è stata una cosa veramente
improvvisa...lo conosci mio padre-stava dicendo al telefono.
Un sorriso divertito accese il volto di George a quelle parole mentre si
avvicinava a lei,che ancora non si era accorta della sua presenza.
-Davvero Ginny,credevo di riuscire a fare in tempo...-continuò la
ragazza.
Ormai le era vicino e gli bastò allungare un braccio perchè la sua mano
sinistra si posasse sul fianco della ragazza.
Visibilmente sorpresa,Luna sobbalzò e si voltò,accolta subito da un'altro dei
suoi migliori sorrisi malandrini.
-Sì,credo di riuscire a venire in negozio,sta tranquilla...-disse continuando
a parlare con sua sorella.
George arricciò le labbra da un lato,mostrando il suo disappunto per
quell'affermazione:aveva sinceramente sperato di riprendere il discorso da dove
l'avevano interrotto la sera prima quando,stremati,si erano addormentati.
Si avvicinò ancora di piu' a lei e posò entrambe le mani sui suoi
fianchi,sulla felpa arancione e contemporaneamente abbassò la testa facendo
scivolare le labbra sul suo collo.
-Perfetto,allora ci vediamo piu' tardi...-fece ancora,cercando di mostrarsi
insensibile alle sue attenzioni.
Inperterrito,George continuò a lasciare baci lungo il collo della
donna,salendo lentamente verso l'orecchio,la mascella e la guancia sentendo
sotto le sue labbra il movimento dei muscoli facciali impegnati nella
conversazione.
-Adesso ti lascio...Chiedi ancora scusa a tua madre da parte mia-disse in
conclusione.
Poi George la vide chiudere il cellulare e lanciargli un'occhiata in
tralice.
-Ti sembra il modo di comportarti?Non hai visto che ero al telefono?-gli
chiese fingendosi arrabbiata.
Lui sorrise e la strinse fra le braccia,alzando le sopracciglia
divertito.
-Per cosa devi scusarti con mia madre?Per aver lasciato la sua tavola prima
di aver vomitato o per aver fatto di suo figlio un ragazzo perduto?-le domandò
premendo entrambe le mani sulla sua schiena per farla aderire al suo petto.
-Io avrei fatto di te un ragazzo perduto?Credevo ci riuscissi benissimo da
solo...-commentò lei divertita,allacciandogli le braccia attorno al collo.
George scosse la testa e avvicinò il viso al suo,le labbra a poca distanza da
quelle di Luna.
-Non mi credi?Mi hai distrutto mente e corpo...-le disse soffiandole il
respiro sulle sue labbra.
-Piu' il corpo che la mente,secondo me-continuò lei con lo stesso tono
scherzoso.
Lui la guardò per qualche istante,incerto,poi annuì impercettibilmente.
-Pensi che lo dico a tutte-disse sicuro.
Luna lo fissò per qualche istante,incerta su quale fosse la cosa giusta da
dire,poi pensò che era meglio continuare a nascondere la verità sotto
l'ironia.
-Solo di quelle di cui ricordi il nome-disse.
George rise,sorpreso da quelle parole e restò interdetto per qualche
istante.
Se fosse stato un'altro a dire quelle parole sarebbe andato su tutte le
furie,pronto a fare a pugni,per dimostrare il contrario:perchè invece,con lei
gli riusciva così difficile arrabbiarsi?
Forse era il troppo vivo ricordo della notte precedente?
Sicuramente andava punita per la sua impertinenza!
Senza dire nulla,sciolse l'abbraccio e si abbassò sulle ginocchia quel tanto
che bastava per permettergli di mettersela sulle spalle.
Nell'istante in cui si ritrovò a testa in giù,Luna urlò e gli diede un
piccolo pugno contro la natica sinistra,l'unico punto che riuscisse a
raggiungere.
-METTIMI SUBITO GIU'!-gli gridò,voltando la testa per cercare di incontrare
il suo sguardo.
George,che intanto si stava dirigendo verso il salotto,sorrise e non
rispose,cercando di comportarsi da gentiluomo non lasciando vagare lo sguardo
sul sedere di Luna,che in quella posizione era completamente al vento.
-GEORGE TI HO DETTO DI LASCIARMI!!!-continuò lei,cercando di nascondere la
paura di cadere dietro la rabbia.
Arrivati nel salotto,George la fece cadere sul divano,facendole poggiare la
testa sui vestiti puliti e prima che lei potesse accennare ad un qualche
movimento le fu addosso,le mani ai lati della testa,il corpo a coprire il suo
cercando di non pesare troppo su di lei.
-Non è stato affatto divertente!-fece Luna visibilmente arrabbiata.
Lui sorrise,divertito,con il suo sorriso piu'sexy e piu' malandrino.
-Neanche quello che hai detto poco fa lo è stato-le fece notare.
-Volevo soltanto essere obiettiva!-
-Sei stata crudele,ed ora cercherò di esserlo anche io...-disse lui
misterioso.
Avvicinò il viso a quello della ragazza e fece per baciarla,ma lei spostò di
lato la testa,facendolo sorridere per quel vano tentativo di resistergli:se
c'era una cosa che aveva capito durante la notte appena trascorsa era che Luna
non poteva resistergli.
Così come lui non poteva resisterle.
Certo che in poco tempo l'avrebbe implorato di baciarla,si concentrò sul
collo bianco e lungo, accarezzandolo con le labbra e lasciandovi piccoli
morsi,salendo verso l'alto fino al lobo sinistro e poi tornando a scendere verso
l'inizio della clavicola che si intravedeva dalla felpa.
Continuando ostinatamente a tenere la testa voltata dall'altra parte,Luna
cercava di mostrarsi indifferente alle sue attenzioni,come se non la
riguardassero,ma sentì chiaramente la mano destra dell'uomo cominciare ad
accarezzarle la gamba nuda.
La sfiorava con la punta delle dita,salendo verso il ventre,ma arrivata
vicino al sedere si lasciò scappare un piccolo schiaffo.
I loro occhi si incontrarono quando Luna,sorpresa da quel gesto,voltò la
testa e vide lo sguardo divertito e malizioso dell'uomo fisso sul suo volto.
-Non ti azzardare Weasley!-lo minacciò lei,cercando di fare la dura.
George sorrise.
-Altrimenti cosa mi fai?-la sfidò,rialzando di nuovo le sopracciglia in una
posa maliziosa.
Prima che potesse anche solo pensare a qualche possibile vendetta da parte
della donna,il bacino di Luna si alzò e andò a strusciarsi contro il suo
bassoventre.
Il contatto reso ancora piu' intimo dalla nudità della donna,lo lasciò per
qualche istante spiazzato,bloccandolo a metà di un respiro.
-Adesso è il mio turno di essere sleale-gli disse tenendo lo sguardo fisso
sul volto di George.
George era nel bel mezzo di un respiro profondo per cercare di recuperare le
forze necessarie per portare avanti la sua "vendetta",quando lei compì una
seconda volta lo stesso gesto,facendogli uscire il fiato con un gemito,come se
fosse doloroso per lui anche respirare.
Spinto dalla reazione che il suo schiaffo aveva provocato,si sistemò meglio
sul divano per essere ancora piu' vicino a lei e la schiaffeggiò una seconda
volta sulla natica destra,provocando la reazione ancora piu' violenta di Luna
che si aggrappò ai suoi capelli e li tirò forte,mentre gli allacciava entrambe
le gambe attorno ai fianchi.
Stretti in quella sorta di abbraccio,George la sollevò e la portò a sedersi
sulle sue gambe,la sua intimità nuda in pieno contatto con il tessuto leggero
dei suoi boxer.
Cercò le sue labbra,ma per l'ennesima volta Luna gli rifiutò quel
contatto,posando il viso sulla sua spalla in una posa alquanto innocente.
Ma lui sapeva benissimo che quella era tutta una finta,per sferrare meglio il
suo attacco...quella donna malefica stava solo cercando il posto migliore per
colpirlo.
Decise di agire per primo,afferrandola per i fianchi e spingendola verso il
basso facendola così scontrare contro la sua erezione.
A quel contatto,Luna si lasciò scappare un gemito e inarcò la schiena tirando
indietro la testa,muovendo leggermente il bacino per prolungare il contatto.
George staccò la schiena dal divano e,salendo con le mani su quella della
donna,le si schiacciò contro,guidando i movimenti del suo bacino contro la sua
erezione.
Avvicinò il volto a quello di Luna e questa volta riuscì a posare le labbra
sulle sue,sfiorandole con la lingua prima di insinuarsi nella sua bocca e
scontrarsi con quella della donna.
-Dovremmo smetterla...-disse Luna,il viso nascosto nel suo collo,le braccia
attorno alle sue spalle mentre le labbra di George scivolavano lungo la linea
morbida del collo.
-Ma se non abbiamo neanche cominciato...-rispose lui con voce bassa.
Luna spostò la testa sull'altra spalla,permettendogli con quel movimento di
darle un altro bacio bagnato e di accarezzarle con le labbra anche la gola.
-Devo andare al lavoro...E anche tu avrai da fare,credo...-continuò.
-Nessun'appuntamento in agenda...-le disse,accarezzandole la schiena con
entrambe le mani.
Luna avvicinò le labbra al collo di George e vi posò dei piccoli
baci,cercando di non ascoltare quella sconsiderata parte del suo cervello che le
diceva di cedere,di prendersi un giorno libero al lavoro e di restare in
quell'appartamento con lui.
George fece scivolare una mano sul suo ventre piatto e le sfiorò la linea del
seno destro,facendola sospirare.
Sentì la parte razionale del suo cervello che la chiamava,che cercava di
farla tornare in sè: doveva riprendere la sua vita di sempre il prima
possibile,oppure sarebbe stato terribile il ritorno alla realtà.
-George,davvero...non vorrai che lasci tua sorella da sola in
negozio...-tentò sapendo benissimo che questo non l'avrebbe convinto.
-Ginny è bravissima nel suo lavoro,credo che sarebbe il momento...al
diavolo!-sbottò.
L'istante dopo le sue labbra erano di nuovo su quelle di Luna,affamate e le
sue braccia la stringevano contro il suo corpo possente,per farle sentire quanto
bisogno avesse di lei in quel momento.
Come poteva anche solo pensare di abbandonarlo in quello stato per andarsene
da sua sorella?
La risposta pronta e entusiasta di Luna gli fece capire che neanche lei aveva
molta voglia di andarsene e che sarebbe bastato poco a farla cedere:alzò la mano
e la serrò attorno al seno destro di Luna,iniziando a muovere le dita attorno al
capezzolo.
Sotto quelle carezze,Luna rispose con maggiore intensità al bacio e si lasciò
scappare una serie di sospiri di piacere.
Si mosse e,ricordandosi solo in quell'istante dove si trovava,si scontrò con
l'erezione dell'uomo provocando un piacevole dolore ad entrambi che fece
crollare le sue sicurezze.
Proprio quando George insinuò una mano sotto la felpa arancione per sfiorare
un pò di pelle nuda,nel silenzio dell'appartamento risuonò il crack tipico della
smaterializzazione.
Luna e George si allontanarono per qualche istante,restando in ascolto del
silenzio prima di sentire una voce chiara provenire dalla cucina.
-George!Ci sei?-
Dannato Ron!
George buttò fuori un sospiro pieno di frustrazione e guardò Luna che
ricambiò il suo sguardo,in evidente panico.
-Nasconditi dietro il divano-le sussurrò l'attimo dopo.
Luna si sollevò dalle sue gambe e fece come le aveva ordinato,sentendo di
nuovo la voce dell'amico che chiamava George,questa volta piu' vicina.
-Sto arrivando!-rispose il rosso cercando di non sembrare troppo ansioso o in
collera.
Poi si voltò verso la donna e si chinò leggermente su di lei.
-Resta nascosta qui finchè non torno...-le disse prima di darle un ultimo
bacio veloce.
Fece per andare in cucina,ma si voltò sentendosi richiamare da Luna.
-Sarà meglio che ti metti qualcosa addosso-gli disse sottovoce.
George restò qualche istante senza capire,ma gli bastò abbassare lo sguardo
per accorgersi dell'evidente erezione che sicuramente non sarebbe sfuggita a suo
fratello.
Ron spense il fornello sotto le uova e si domandò come mai ci fossero due
piatti e due tazze.
Di solito le compagne di una notte di George non avevano il permesso di
fermarsi a dormire, figuriamoci se preparava loro la colazione.
E se fosse stata la ragazza a fare quella gentilezza a suo fratello?
Peccato che lui in quel momento non se la meritava proprio una carineria del
genere.
Prese una delle poche tazze pulite dalla credenza e si versò un pò di
caffè,anche quello appena fatto e dall'odore invitante,come tutto il resto.
-Serviti pure,non fare complimenti-sentì alle sue spalle.
Ron si voltò,la tazza ancora a mezz'aria e gli rivolse un piccolo cenno con
il capo.
-Grazie,molto gentile.Hai per caso dello zucchero?-gli domandò senza tener
conto della nota polemica che aveva sentito nella voce del fratello.
-Guarda se ne è rimasto un pò dall'ultima volta che hai fatto la
spesa-ribattè ancora George entrando in cucina e sedendosi su uno sgabello prima
di afferrare una tazza.
Ron decise di rinunciare allo zucchero e si sedette accanto al
fratello,restando ad osservarlo per qualche istante,mentre beveva il caffè.
-A che devo questa visita mattutina?-gli domandò George,cercando di mantenere
sotto il livello di guardia la sua solita scortesia.
Non sopportava le visite di controllo di Ron e men che meno la tollerava
oggi,quando era stato interrotto con una donna seminuda sulle sue ginocchia.
E ora voleva a tutti i costi liberarsi di quell'impiastro per tornare da
lei.
-Ho pensato di passare per vedere come stavi,per sapere come era andato il
Capodanno...-
-Se ero ancora vivo-continuò George per lui.
-Non sei divertente!-replicò subito Ron.
Per qualche istante scese il silenzio fra i due mentre pensavano a quanto
quelle parole fossero vere.
Non era riuscito a calmarsi per tutti i due giorni che aveva passato senza
vederlo,senza avere sue notizie,neanche fosse una fidanzatina in attesa di una
chiamata.
Alla fine Hermione,esasperata,l'aveva quasi preso a calci per convincerlo ad
andare da lui.
-C'è una ragazza con te?-gli domandò ad un tratto Ron.
George lo guardò sorpreso,chiedendosi per qualche istante se quello che era
successo il giorno prima fosse ormai stampato sulla sua faccia.
-Ma che accidenti vai blaterando!-disse subito dopo.
-Avanti,non fare il timido con me...La conosco?-chiese ancora Ron
curioso,sondando il terreno.
-Sì è la McGranitt,contento?
Siamo innamorati pazzamente e non vediamo l'ora di sposarci-tentò
George,rabbrividendo alla sola idea della professoressa seminuda.
Anche Ron rabbrividì e quella reazione portò entrambi i fratelli
all'ilarità.
Quando le risate cessarono,George si accorse degli sguardi timorosi che Ron
gli stava lanciando:presto avrebbe saputo il motivo della visita.
-Forza,dì quello che devi dirmi...-gli disse calmo.
Ron sospirò e lo guardò in volto.
-La mamma vuole venire a trovarti-gli disse tutto d'un fiato.
Aveva paura che se si fosse interrotto,se avesse fatto qualche preambolo a
quell'affermazione,il coraggio gli sarebbe venuto meno e lui non ci sarebbe piu'
riuscito.
George lo fissò qualche istante e poi annuì lentamente.
-Vuole venire in questo appartamento...-disse poi con lo stesso tono lento e
calmo.
Ron sospirò di nuovo.
-Siccome non ti fai vedere da mesi,vuole sapere che stai bene che sei
abbastanza nutrito e...-
-E che non passo le mie giornate fra il cimitero e il pub-
Anche lei aveva sentito quelle voci...Chissà come aveva reagito,quanto aveva
sofferto.
L'ultima cosa che voleva era farla soffrire di nuovo,specialmente dopo tutto
quello che avevano passato,ma non voleva vederla.
Almeno non per il momento...
-Non deve venire qui-disse con voce decisa,senza la minima esitazione.
Ron lo guardò sorpreso da tanta sicurezza e fece per parlare,ma George lo
interruppe di nuovo.
-Non voglio vederla-continuò.
Si alzò dal suo sgabello e voltò le spalle al fratello buttando il caffè nel
lavandino.
-E' lei che vuole vedere te,non lo capisci?
Vuole essere sicura che suo figlio non si stia distruggendo con le sue
mani,che è sempre lo stesso di...-ribattè Ron duro.
-Io non sono piu' quello di una volta!
Porca puttana possibile che siete tutti talmente stupidi da non vedere che
sono un'altra persona?-gli urlò contro.
Ron restò immobile,colpito e ferito dalla crudezza delle sue parole.
George sospirò e si passò una mano fra i capelli,cercando di controllare la
rabbia e la voglia di bere che lo prendeva ogni volta che affrontava
quell'argomento.
-Il ragazzo che conoscevate voi è morto insieme a Fred e non so ancora chi ha
preso il suo posto-disse con lo stesso tono duro,ma con la voce leggermente piu'
bassa.
Gli bastò uno sguardo per capire che suo fratello era furioso:le narici
leggermente allargate,le orecchie rosse,i pugni chiusi...
Tutto lasciava presagire una sfuriata con i fiocchi,che ovviamente non si
fece attendere.
-Te lo dico io chi ha preso il suo posto.
Sei diventato un'arrogante bastardo,un egoista che pensa soltanto a sè stesso
senza preoccuparsi se le sue azioni possano far del male a qualcuno-gli sputò
addosso senza neanche cercare di controllarsi.
George restò in silenzio per ascoltare il resto della sfuriata.
Ron si alzò e fece qualche passo per la stanza,dandogli le spalle,quasi
avesse il disgusto della sua immagine,poi tornò a guardarlo.
-Hai idea di quello che passo ogni giorno?L'angoscia,la paura di non sapere
se devo venire a recuperarti in qualche cesso puzzolente o in un ospedale?-gli
rinfacciò.
-Io non ti ho mai chiesto niente...-ribattè George serio.
-Non lo faccio per te!Lo faccio per i nostri genitori...Con che coraggio dici
di non volerli vedere dopo tutto quello che hanno passato?-
-E tu credi che vedermi in queste condizioni li farà stare meglio?-chiese
duro il fratello.
Ron diede un calcio ad una scarpa poco lontana e sembrò sul punto di
lanciargli una fattura quando tornò a fissarlo,tanto era la rabbia dentro i suoi
occhi.
-E' veramente questo che vuoi dalla vita?Credi veramente di poter continuare
in questo modo per sempre?-gli chiese poi sconsolato e allo stesso tempo
arrabbiato.
George alzò le spalle,non sapendo davvero cosa rispondere.
Ron lo fissò qualche istante,mentre la rabbia lasciava il posto alla
tristezza sul suo volto e alla fine sospirò.
-Non capisco perchè perdo ancora tempo con te...-disse deluso.
George cercò di non tener conto della leggera fitta che aveva sentito a
quelle parole e mostrò la sua miglior faccia da poker.
-E' quello che mi chiedo anche io-rispose noncurante.
Non c'era piu' niente da dire,o almeno niente che avrebbe risolto la
situazione sul momento.
Senza parlare,Ron si smaterializzò,lasciandolo nella stanza silenziosa con i
suoi pensieri caotici.
Suo fratello lo considerava una causa persa...faceva piu' male di quanto
pensava sentirselo dire.
Aveva bisogno di annebbiare la mente,di dimenticare quello che Ron gli aveva
appena detto... aveva bisogno di sentirsi importante per qualcuno,anche se solo
per poco.
Tornò in salotto e si avvicinò al divano,ma apparve chiaro quasi subito che
Luna non era piu' nascosta lì dietro.
Con le sopracciglia aggrottate si guardò intorno alla ricerca di qualche
possibile nascondiglio,ma trovò la stanza deserta.
-Luna!-la chiamò ad alta voce.
Si diresse allora verso la camera da letto,pochi passi dividevano il salotto
dalla camera,forse si era nascosta lì.
Aprì la porta e ad accoglierlo trovò il solito caos,ma guardandosi intorno
vide qualcosa di diverso da un'ora prima.
I vestiti di Luna non erano piu' sul pavimento.
Se ne era andata.
Aveva capito che era venuto il momento di andarsene quando la discussione era
arrivata anche a lei nel salotto.
Non voleva ascoltare,sicuramente sarebbero state dette cose private che non
la riguardavano.
Così cercando di essere piu' silenziosa possibile,era tornata in camera si
era vestita in fretta e si era smaterializzata a casa.
In un certo senso doveva ringraziare Ron per quell'arrivo
improvviso,altrimenti avrebbe finito per restare lì un'altro giorno incurante
del lavoro e dal mondo fuori da quell'appartamento.
Per prima cosa aveva chiamato la signora Weasley per scusarsi del suo
comportamento deplorevole del giorno prima adducendo la scusa ad un'improvvisa
crisi di suo padre; fortunatamente la donna si era mostrata molto comprensiva
arrivando ad offrirle il suo aiuto con l'uomo nel caso si fosse ripresentata una
situazione simile.
Luna aveva sorrise e aveva ringraziato la donna,mentre cercava di allontanare
l'imbarazzo che avrebbe creato a lei e a George la presenza della donna
nell'appartamento.
Poi,dopo aver controllato il suo aspetto nello specchio ed essersi data una
leggera mano di trucco,si smaterializzò al negozio.
Ginny era già lì e sentendola arrivare si voltò verso di lei.
-Ecco la nostra donna misteriosa...-commentò tornando a voltarsi.
Luna posò la borsa ed il cappotto nel retro e uscì nel negozio,incurante
della battuta dell'amica.
-Buongiorno anche a te...-
Si portò dietro il bancone e prese uno dei libri registri delle consegne per
controllare che fosse tutto a posto per gli ordini di quel giorno.
-Come sta tuo padre?-le domandò Ginny avvicinandosi all'altro lato del
bancone e guardandola.
-Meglio.Quando sono andata via dormiva,per fortuna-rispose la bionda alzando
leggermente lo sguardo sull'amica.
-Credi di restare da lui anche questa sera?-domandò ancora Ginny.
Scosse la testa con convinzione.
-Il peggio è passato,ormai non avrebbe senso restare lì...-le spiegò.
Ginny annuì e le posò una mano sulla sua.
-Per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di me,vero?-disse seria.
Luna la guardò qualche istante,leggermente dispiaciuta per dover mentire alla
sua migliore amica,ma alla fine annì.
-Lo so...Grazie-
L'argomento non venne toccato per il resto del giorno,mentre entrambe le
donne si concentravano sul loro lavoro;il loro negozio sembrò preso d'assalto
dai clienti e riuscirono a fermarsi soltanto per pranzo,quando si concessero una
pausa di mezz'ora.
-Vuoi ordinare qualcosa dal ristorante cinese qui accanto?-domandò Ginny
all'amica.
L'idea non era male,inoltre lei non mangiava da quasi ventiquattro ore e la
fame iniziava a farsi sentire.
-Ottima idea...Ci pensi tu mentre io finisco di controllare questi
cataloghi?-le disse tornando a controllare le cifre accanto alle figure.
Sentì Ginny prendere il telefono e fare l'ordinazione solita,poi la sua
attenzione su attirata dal suono di una smaterializzazione.
Alzò lo sguardo e vide Ron al centro del negozio.
Quell'uomo aveva veramente deciso di perseguitarla oggi...
-Ron!-lo salutò la sorella.
Il sorriso sul volto di Ginny scomparve lentamente non appena vide la faccia
tirata e triste del fratello e gli si avvicinò velocemente preoccupata.
-Che è successo?-gli chiese poggiandogli una mano sul braccio sinistro.
Ron alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi guardandola con una tristezza
infinita.
Non ci fu bisogno di dire altro.
-Che ha fatto questa volta?-domandò Ginny leggermente arrabbiata.
Luna cercò di abbassare di nuovo lo sguardo sul catalogo,ma era attirata dai
due Weasley neanche una calamita:doveva sapere,aveva bisogno di sapere cosa era
successo quando se ne era andata.
Quello che era successo il giorno precedente l'aveva in qualche strano modo a
George e se lei poteva essergli utile,allora aveva bisogno di tutte le
informazioni possibili.
-E' un egoista,uno bastardo che non si preoccupa di ferire gli
altri...-iniziò Ron deluso e ferito.
Ginny,triste per Ron,lo abbracciò e per qualche istante restarono in
silenzio,poi Ron iniziò a raccontare cosa era successo a casa di George quella
mattina:parlò di come aveva trovato la casa,del suo strano comportamento,del
motivo che lo aveva spinto ad andare a trovarlo e della loro discussione.
-Non è la prima volta che litigiamo...Ma non mi ha mai fatto sentire così
inutile.
Dopo tutto quello che ho fatto per lui,come può parlarmi in quel
modo?-domandò Ron alla sorella.
-Magari non lo pensava realmente-tentò Ginny,anche lei arrabbiata per le
parole che George si era lasciato scappare.
-Le pensava...Questa volta non aveva neanche la scusa dell'alcool-ribattè
Ron.
Luna sospirò,anche lei leggermente arrabbiata con George,e solo allora Ron si
accorse della sua presenza.
-Scusami se ti abbiamo coinvolta in questi drammi...-si scusò l'uomo.
Luna sorrise e scosse la testa.
-Sta tranquillo,non è niente...Anzi,adesso io vado a prendere il nostro
pranzo così vi lascio un pò di privacy-disse scendendo dallo sgabello e
avviandosi verso la porta.
-Luna davvero non devi...-fece Ginny subito.
-Gin non lo faccio per te,ma per me!Se aspetto un'altro pò finisce che muio
di fame-disse pronta come al solito a trasformare tutto in gioco.
Mise la mano sulla maniglia,ma prima di aprire la porta,si voltò di nuovo
verso Ron e lo guardò qualche istante dubbiosa.
-Sta tranquillo,si risolverà tutto-gli disse poi.
Ci avrebbe pensato lei a mettere a posto le cose.
Dieci minuti dopo era ancora in attesa del loro pranzo di fronte alla cucina
del "Grande Dragone".
Il padrone si era scusato dicendo che c'erano state piu' richieste del
solito,ma che la sua ordinazione sarebbe stata pronta in un'attimo...ma ancora
stava aspettando.
Vedeva la gente entrare sedersi al tavolo e mangiare e provava una leggera
fitta di invidia:ora era veramente affamata.
Si appoggiò al muro poco distante dalla fessura da cui poteva spiare nella
cucina e fissò il grande arazzo che occupava tutta la parete di fronte a
lei:raffigurava una parte della Muraglia Cinese,con una miriade di persone in
marcia al seguito di una donna vestita con un kimono azzurro invece che con
l'armatura.
Veramente strano come arazzo,pensò.
-Secondo me la ragazza è la figlia dell'imperatore-disse una voce accanto a
lei.
Senza neanche essere sorpresa,lo sguardo fisso sull'arazzo,registrò la
presenza di George accanto a lei.
-Non credo,una principessa imperiale non sarebbe mai andata in guerra insieme
a migliaia di uomini...Piuttosto penso sia una ragazza in fuga-gli rispose.
Il leggero cambiamento d'aria accanto a lei,le fece capire che George le si
era avvicinato di piu'.
-In fuga da cosa?-
-Da un matrimonio senza amore,forse,oppure da una vita infelice...chi può
dirlo-commentò lei alzando le spalle e voltandosi finalmente a guardarlo.
Non appena i loro occhi si incontrarono,lui le sorrise.
-Come mai sei qui?-gli domandò senza grande curiosità.
-Ero fuori dal negozio aspettando il momento buono per entrare,poi ti ho
visto uscire e ho pensato di seguirti-le spiegò.
Luna annuì lanciando uno sguardo alla cucina per controllare il suo
pranzo.
-Sei andata via senza neanche salutare...-le disse quasi rimproverandola.
Lei si lasciò andare ad un sorriso accennato.
-Credevo che non te ne saresti accorto visto quello che stava succedendo in
cucina-disse guardandolo.
George la fissò e per qualche istante restò in silenzio,domandò quanto lei
sapesse.
-Ron è al negozio,ha detto della discussione a Ginny...-gli confessò lei.
Il viso di George si indurì e lei lo vide annuire.
-E' corso subito a cercare rinforzi-commentò acido.
Quella battuta la fece arrabbiare.
-Miss Lovegood-si sentì chiamare.
Si voltò e vide il padrone del ristorante che le tendeva il cartoccio con il
loro pranzo;gli si avvicinò e pagò velocemente.
-Sei veramente incredibile-disse tornando accanto a George.
Poi altrettanto velocemente uscì dal ristorante.
A passi veloci si stava dirigendo verso il suo negozio,arrabbiata per quello
che gli aveva sentito dire:possibile che fosse così egoista?
Che veramente non gli importasse di Ron e di quello che doveva passare ogni
notte per colpa sua?
-Si può sapere che ti prende?-si sentì chiedere alle spalle.
-Assolutamente niente,abbiamo solo mezz'ora per il pranzo e ho fame-disse
senza guardarlo e continuando a camminare.
-Luna fermati-le disse.
Incurante delle sue parole,lei continuò a camminare fra la folla,finchè lui
non le afferrò un braccio e la fece voltare.
-Che accidenti vuoi?-gli domandò incontrando i suoi occhi.
-Cos'hai?E' per quello che hai sentito dire da Ron?-le chiese lui senza
lasciarle il braccio.
-E' per il tuo modo di fare-gli disse arrabbiata.
George aggrottò le sopracciglia e la fissò.
-Possibile che tu non capisca quanto i tuoi fratelli stanno male per colpa
tua?
Quanto sia importante per Ron,Ginny e gli altri saperti sano e salvo
prima di andare a dormire?-gli domandò cercando di controllare la voce.
Alcuni passanti si voltarono a guardare quelle due persone che,ferme in mezzo
al marciapiedi,erano nel bel mezzo di un litigio prima di tirare avanti ma loro
non se ne accorgevano talmente erano concentrati l'uno sull'altra.
-Sai che non accetto lezioni da nessuno...-le ricordò lui arrabbiato.
Con una torsione del braccio,Luna riuscì a liberarsi dalla sua stretta,si
voltò e si allontanò lasciandolo lì senza risposta.
Era inaccettabile!
Lei doveva rispondergli.
-Il fatto di essere venuta a letto con me non ti dà il diritto di cambiare la
mia vita!-le urlò dietro.
La vide fermarsi,incurante delle persone che sorpresi dalle sue parole si
erano fermati a guardarli.
La vide voltarsi e tornare indietro,lo sguardo pieno di fiamme ruggenti,la
voglia di prenderlo a schiaffi ben evidente sul volto.
-Non voglio cambiare la tua vita perchè sono venuta a letto con te.
Non mi interessa niente di te...L'unica cosa che mi interessa è che tu non ti
comporti da coglione con i tuoi fratelli.
Non se lo meritano-gli disse cercando di mantenersi calma.
Dopodichè tornò a voltarsi e si diresse verso il suo negozio,lasciandolo da
solo in mezzo al marciapiede.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Lovesong ***
lovesong
-Ha detto che non ha bisogno di me,giusto?
Allora non c'è motivo per cui io l'affligga con la mia
presenza!-
Fissò la foto sulla lapide,sperando come al solito di
ottenere una risposta,ma ricevette soltanto il rumore del vento che soffiava
sulla collina.
Si avvolse ancora piu' stretto il cappotto e abbassò lo
sguardo sulle sue scarpe.
Era passata quasi una settimana da quel litigio nel bel
mezzo di Diagon Alley e da allora non aveva piu' visto nè sentito nessuno:non
una parola da Ron,da Ginny o da Luna.
Aveva creduto che Ginny sarebbe stata la prima a chiamare
per bacchettarlo per il modo ignobile in cui si era comportato,ma forse era
successo qualcosa di cui non era a conoscenza che lo poneva in secondo
piano...magari per una volta non era un'argomento di conversazione
interessante.
Non una parola da Luna.
Gli aveva chiesto di non trattarla come una delle donne che
incontrava al pub e lui si stava impegnando per mantenere quella promessa,piu'
di quanto credeva lei,ma come poteva dimostrarle che sapeva essere un "bravo
ragazzo" se lei continuava ad evitarlo?
Gli aveva urlato addosso quello che pensava di lui e se ne
era tornata in ufficio...e la cosa che lo mandava piu' in collera era il motivo
che aveva scatenato la lite.
Se non fosse stato per i suoi fratelli,i loro rapporti
adesso sarebbero stati perfetti:quel giorno non avevano avuto il minimo problema
prima dell'arrivo di Ron.
Forse sarebbe comunque arrivato qualcosa a rovinare il loro
rapporto,ma era veramente troppo presto.
"Ma che diavolo stai dicendo?Tu sei quello che va a letto
con le donne e che la mattina dopo non si ricorda piu' i loro nomi!" gli ricordò
una voce nella sua testa.
Ma lei non era come le altre:glielo aveva detto non soltanto
perchè voleva farla felice,ma anche perchè lo pensava realmente.
Rialzò lo sguardo sulla foto di Fred e sospirò.
-Che devo fare?Devo aspettare che sia lei a chiamarmi oppure
devo essere io a...No assolutamente,anche io in fondo ho un'orgoglio e tu lo sai
bene.
Non posso permettere a quella donna di farmi fare ciò che
vuole:sarebbe un terribile precedente!-disse rivolto alla foto di
Fred.
Era una sua impressione o suo fratello lo stava ascoltando
interessato?
Doveva smetterla di fare pensieri così idioti.
-Se non sistemo le cose con Ron è inutile anche che provi a
chiamarla...L'ho capito anche io...-aggiunse poi riflettendo.
Si passò una mano fra i capelli e,dopo una folata piu'
fredda delle altre,si alzò il bavero del cappotto.
-Dovrei essere contento che lei si sia tolta di mezzo da
sola,senza darmi il peso di farlo io,di inventare la solita scusa...Perchè
allora la cosa non mi fa piacere?-domandò a bassa voce,come se si vergognasse di
quei pensieri.
Ma forse si vergognava di piu' della risposta.
Fred,dalla sua fotografia,fece una smorfia e lui
annuì.
-Va bene,ho capito...Ho stressato anche te.
Tolgo il disturbo-disse alzandosi in piedi e togliendosi la
polvere dai vestiti.
Fissò per un'ultimo istante il viso di suo fratello e gli
sorrise.
-Grazie dell'aiuto vecchio mio-
Era una settimana che faceva lo stesso numero fino
all'ultima cifra per poi chiudere la comunicazione.
Non voleva mostrarsi debole.E poi pensava ancora le cose che
aveva detto quel giorno...
Se c'era una persona che doveva scusarsi quella era George,e
non con lei,ma con i suoi fratelli.
Non poteva essere così insensibile,questo non voleva
crederlo;come poteva mostrarsi così indifferente alle sofferenze che sapeva
essere causate dai suoi comportamenti?
Forse aveva affinato il metodo in mesi e mesi di solitudine
e di disinteresse,pensò triste.
Nonostante la famiglia numerosa e affiatata,non era mai
stato un mistero l'eccezionale legame che legava i due gemelli:sembravano quasi
oltre la famiglia,erano due anime che si erano trovate.
Quando Fred era morto,George si era trovato senza una parte
di quest'anima.
E quel tipo di ferite non si guariscono con un cerotto o
un'antidolorifico.
Sospirò mentre tirava fuori dal frigorifero la vaschetta di
gelato alla nocciola e si avvicinava poi alla credenza per prendere un
cucchiaino.
Ginny era andata nel Devon per convincere un possibile
compratore a svuotare la cantina e a venderle i suoi "tesori" e sarebbe stata
lontana fino a lunedì.
La bionda si lasciò scappare un sorriso pensando a quanto
fosse tenace l'amica quando si metteva in testa una cosa.
Prese la vaschetta dal tavolo e,dopo aver spento la luce,si
avviò verso il soggiorno cercando di scacciare l'immagine di George dalla
mente.
Forse lei era stata troppo dura,ma sul momento la rabbia
aveva preso il sopravvento sulla ragione,facendola essere completamente
sincera.
Magari se avesse detto quello che pensava senza quella
foga,quel furore,adesso lei e George sarebbero stati ancora in contatto...lei
sarebbe stata nel suo appartamento,fra le sue braccia, le labbra su quelle
dell'uomo...
No!
Non doveva pensarci:non era masochista fino a questo punto,o
almeno credeva.
Accese la luce nel salotto e lanciò un piccolo
grido,spaventata.
Seduto sul bracciolo del divano,in attesa fino a quel
momento nelle tenebre,George la guardava e al suo grido scattò in
piedi.
-Scusami...Non volevo spaventarti-le disse.
-E' per questo che eri in silenzio,in una stanza buia?-gli
domandò portandosi una mano al petto cercando di calmare i battiti impazziti del
cuore.
George strinse le labbra e restò in silenzio,lo sguardo
fisso su di lei.
-Che ci fai qui?Credevo che i pub fossero aperti già da un
paio d'ore-commentò lei andando a sedersi su una sedia distante dal divano dove
era seduto lui.
L'attacco è la miglior difesa.
Non è quello che insegnano sempre?Quindi se lei lo avesse
attaccato per prima,forse se ne sarebbe andato presto e non avrebbero finito per
litigare come l'altra volta.
George si lasciò scappare un sorriso sarcastico e per
ripicca poggiò un piede sul divano,sicuro della reazione di lei.
-Togli le scarpe dal nostro divano!-fece infatti lei un
secondo dopo.
Come se lei non avesse detto nulla,George la fissò e pensò
che forse aveva sbagliato ad andare lì:cosa significava?
Che aveva bisogno di lei,o soltanto che la voleva nel suo
letto?
Perchè poteva mettersi contro tutta la sua famiglia,ma non
sopportava l'idea che quella ragazza gli fosse in qualche modo
ostile?
Perchè riusciva a stare mesi senza vedere o sentire i suoi
genitori e non riusciva a tollerare la sola idea di passare un'altro giorno
senza di lei?
Non riusciva a fare chiarezza,a capire cosa provava
veramente.
-Senti se hai intenzione di restare ancora a lungo,sappi che
tua sorella non c'è;è andata fuori città per...-continuò Luna
imperterrita.
-Non riesci proprio a stare zitta,vero?-le domandò senza
nessuna acrimonia.
Luna lo guardò e sembrò fulminarlo con lo
sguardo.
-Sei venuto a dirmi qualcosa?Non lo sapevo...-gli disse
leggermente sarcastica.
-Sono venuto per parlare con te,di quello che è successo
l'altro giorno-le disse senza mollare il suo sguardo.
-Ti ho già detto che non mi devi nessuna spiegazione,non è
me che hai ferito-replicò lei.
George sospirò:non voleva facilitargli le cose in nessun
modo.
-Chiederò scusa anche a Ron,ma voglio prima parlare con
te...-disse ancora una volta George.
Non voleva sentirlo.
Non doveva,almeno finchè non George non avesse chiarito le
cose con Ron.
Era quella la cosa più importante:che i fratelli
ritornassero in armonia.
Si alzò velocemente dalla poltrona su cui era seduta,le dita
della mano sinistra strette attorno alla vaschetta di gelato, e gli lanciò
un'ultima occhiata.
-Ascolta,è tardi e tu non dovresti neanche essere
qui.
Io vado a letto e tu chiudi bene la porta quando esci-disse
avviandosi verso la camera da letto.
George si alzò velocemente dal divano e le afferrò un
braccio quando si trovò a poca distanza da lui.
Era venuto per scusarsi e lei se ne andava via in quel
modo,senza neanche farlo parlare?
-Non vuoi neanche ascoltare quello che ho da dirti?-le
chiese fissando il suo viso.
L'aria era diventata elettrica,come se il solo fatto di
averle afferrato il braccio avesse scatenato una serie di reazioni che entrambi
sapevano a cosa portavano.
Voleva di piu'...
Avrebbe voluto allungare una mano e toccare i capelli biondi
di Luna,avvicinarle il viso al suo, sentire i loro respiri vicini...capire che
anche lei lo desiderava,che anche lei aveva bisogno di quelle sensazioni quasi
quanto lui.
Ma sapeva che se avesse azzardato una mossa simile,lei si
sarebbe ritratta stizzita e non poteva permetterselo.
Con un veloce gesto,la donna liberò il braccio dalla sua
stretta e lo fissò,incurante dei capelli davanti agli occhi che le impedivano
una perfetta visuale.
-Non finchè non avrai parlato con Ron...Adesso se vuoi
scusarmi!-gli disse infine.
Senza piu' voltarsi,si avviò verso la porta della sua camera
da letto,sentendo su di sè gli occhi fissi dell'uomo che non l'abbandonarono mai
finchè non si fu richiusa la porta alle spalle.
Soltanto quando ebbe messo quella barriera fra di loro,Luna
si lasciò andare e si ritrovò il corpo tremante neanche fosse rimasta soggetta
alle intemperie per ore.
Si appoggiò con le spalle alla porta e si abbracciò con
entrambe le braccia,cercando di calmarsi: perchè vederlo gli provocava i
brividi?
Non era mai successo con nessun'altro uomo prima
d'ora!
Fece una serie di respiri profondi,tendendo l'orecchio oltre
la porta per sentire il rumore della smaterializzazione che lo avrebbe portato
via da quell'appartamento,quando pochi istanti dopo sentì battere lievemente
sulla porta.
Restò in silenzio,immobile,smettendo anche di respirare:gli
aveva detto di andarsene,perchè non gli dava retta una buona volta?
-Volevo solo dirti che resto qui...
Anche se tu non dovessi uscire da quella stanza per tutta la
notte,io resto qui...Non me ne vado- le giunse la voce di George.
Luna chiuse gli occhi e poggiò la testa contro il legno
della porta,combattuta fra quello che era giusto e quello che invece
desiderava:se avesse ceduto adesso avrebbe dimostrato di essere debole,che il
suo fascino aveva su di lei un'ascendente incomprensibile e questo non poteva
permetterlo.
Non adesso che George Weasley era così
pericoloso!
Però non poteva negare che stava morendo dalla voglia di
aprire quella porta...
Erano le due e mezzo del mattino e lei non aveva chiuso
occhio!
Quando,finalmente,era riuscita a staccarsi da quella
porta,si era trascinata verso il letto e aveva mangiato gran parte della
vaschetta,cercando in quel modo di compensare la voglia di uscire e di gettarsi
fra le braccia di George,dimentica dei buoni propositi.
Poi si era infilata sotto le coperte,certa che non appena
avesse posato la testa sul cuscino i cattivi pensieri sarebbero scomparsi per
far posto al sonno e ai sogni...ma mai supposizione era stata piu'
errata.
Aveva iniziato a girarsi e rigirarsi nel letto,cercando la
posizione piu' adatta,sconvolgendo il letto e le coperte e ritrovandosi ogni
volta a fissare il soffitto:il karma ce l'aveva con lei!
Eppure lei stava cercando di dargli una mano,di venirgli
incontro...possibile che non se ne rendesse conto?
Si era trovata piu' volte a fissare la porta,con mille
domande senza risposta:era ancora lì? Era sveglio oppure si era addormentato sul
divano del salotto?
Poi verso le quattro di notte aveva sentito dei rumori sulla
porta della stanza;senza neanche rendersene conto si era alzata in piedi ed era
schizzata accanto alla porta,una guancia ed una mano posate sopra,come una
piccola carezza,in ascolto di quei rumori.
-Sono ancora qui Luna...-aveva detto a voce leggermente piu'
bassa George,certo che lei potesse sentirlo lo stesso.
Il cuore della donna aveva fatto un balzo nel petto,felice
che nonostante gli avesse detto di andarsene,lui fosse ancora lì a pochi metri
da lei.
Strofinò la guancia contro il legno liscio della porta,come
se fosse accanto a lui e chiuse gli occhi,in attesa di sentirlo parlare di nuovo
ma il silenzio tornò a calare fra di loro.
Luna sospirò e fissò per qualche altro istante la
porta,prima che un pensiero le balenasse nella mente:era un'idea folle,ma poteva
sempre funzionare...
Si avvicinò al letto e prese il cuscino e la coperta,poi
tornò ad avvicinarsi alla porta della stanza, dove dall'altra parte era certa ci
fosse ancora George e si sdraiò per terra,organizzando un letto di
fortuna.
Poggiò la testa sul cuscino e fissò per qualche istante
davanti a sè,come augurando la buonanotte all'uomo che era in attesa dall'altra
parte del muro.
L'istante dopo era già profondamente
addormentata.
Bussò alla porta alle sette di mattina.
Era sabato,un giorno non lavorativo in cui la gente sperava
di dormire di piu' e,anche se sapeva che stava facendo una cosa giusta,si sentì
leggermente crudele.
Ma prima sbrigava quella faccenda,prima sarebbe potuto
tornare da Luna.
Aveva passato tutta la notte sul pavimento del suo
salotto,sperando che la donna si decidesse ad aprire la porta e ad ascoltare
quello che aveva da dirgli,ma la sua speranza era stata vana: non era uscita
neanche per riportare il gelato nel frigo!
Soltanto alle quattro di mattina aveva fatto un
tentativo,avvicinandosi alla sua porta e bussando leggermente per non svegliarla
nel caso lei fosse addormentata.
Ma aveva sentito la sua presenza dall'altra parte del
muro,quasi fossero legati celebralmente e l'uno potesse sentire le sensazioni
dell'altra.
Si era seduto accanto alla porta e aveva passato il resto
della notte così,la testa contro la porta egli occhi che qualche volta gli si
chiudevano per la stanchezza e che lui tornava a riaprire stoicamente,non
volendo farsi trovare addormentato nel caso lei fosse uscita dalla
stanza.
Poi,però,un'altro pensiero gli aveva attraversato la
mente:anche se Luna fosse uscita in salotto, si sarebbe rifiutata lo stesso di
parlare con lui come aveva fatto la sera precedente.
Almeno finchè lui non avesse parlato con Ron,cercando di
chiarire un pò la situazione fra di loro.
Così quando aveva visto spuntare il primo raggio di sole,si
era alzato da terra e si era smaterializzato davanti alla sua porta di
casa,certo di trovarlo lì.
Suonò una seconda volta,questa volta piu' a lungo,e tornò ad
affondare le mani nelle tasche,in attesa che qualcuno venisse ad
aprire.
Era incredibile che quella donna riuscisse a fargli fare
tutto quello che voleva...Come accidenti ci riusciva?
La notte precedente lui era andato da lei per scusarsi,ma
non aveva nessuna idea che per farlo avrebbe dovuto chiedere scusa anche ai suoi
fratelli,perchè sicuramente non le sarebbe bastata la ritrovata armonia con
Ron,avrebbe preteso anche quella con Ginny!
Perchè si lasciava manovrare così e ne era anche
felice?
Forse per via del sesso?Doveva ammettere che aveva avuto
molte compagne negli ultimi tempi, anche se non ricordava bene i loro nomi,o i
loro volti,o quello che era successo con loro,però mai nessuna si era permessa
di trattarlo in quel modo.
Però con nessuna aveva fatto sesso come con
lei...
La luce sul portico si accese e subito dopo sentì i passi
che scendevano giu' per le scale.
-Ah,sei tu!-
Hermione non era molto contenta di vederlo,glielo si leggeva
in faccia.
E non aveva tutti i torti...
-Scommetto che ti si è fermato l'orologio...altrimenti non
ti saresti presentato ad un'ora così antidiluviana di sabato!-gli disse ancora
non accennando a farlo entrare.
George sorrise,cercando di apparire affabile e di
convincerla delle sue buone intenzioni.
-Scusa per l'ora Hermione,ma ho bisogno di parlare con
Ron-le disse arrivando subito al nocciolo della questione.
La donna si strinse in vita l'accappatoio e poi incrociò le
braccia sul petto,fissandolo qualche istante in silenzio.
-Ma non avevi detto che non sapevi che fartene dell'aiuto di
tuo fratello?-gli domandò acida.
L'uomo annuì e abbassò lo sguardo,mostrandosi
penitente.
-So quello che ho detto,ma ora ho bisogno di parlare con
lui...Puoi chiamarlo,per favore?-le domandò con una gentilezza
affettata.
La riccia non voleva rendergli le cose facili,era chiaro
come il sole e lui sapeva che se avesse offeso Hermione avrebbe perso
l'opportunità di parlare con suo fratello.
-Mi dispiace,ma anche volendo,ora non posso...Sta ancora
dormendo.
Prova a ripassare in un'altro momento-disse poi posando la
mano sulla porta e accennando il gesto di chiuderla.
George posò una mano sulla porta e glielo impedì,incurante
dello sguardo sorpreso che lei gli rivolse.
-Ho bisogno di parlare con Ron!-le ripetè alzando
leggermente la voce e fissandola negli occhi.
Hermione lo fissò minacciosa.
-Non ti permetterò di fargli ancora del male-rispose lei
tenace.
A George venne quasi da sorridere:sembrava una leonessa che
difende i suoi cuccioli.
-Come fai a sapere che gli farò del male?Non sai neanche
cosa voglio dirgli!-ribattè senza staccare la mano dalla porta,certo che se
l'avesse fatto questa si sarebbe richiusa immediatamente.
-Tu non fai altro che ferire le persone che ti stanno
accanto!Quindi vattene e lascia tuo fratello in pace,almeno di
sabato!-
George cercò di non pensare a quello che la donna aveva
appena detto,altrimenti le avrebbe dato ragione:ora era lì per una buona
azione,per un buon motivo.
Accidenti una volta tanto che era venuto a chiedere
scusa,gli stavano rendendo le cose impossibili!
Poi un movimento alle spalle di Hermione attirò la sua
attenzione.
-Ron!-disse alzando gli occhi sul fratello,che era apparso
in quel momento in cima alle scale.
Ronald aveva i capelli ancora sconvolti per il sonno e ci
mise un pò per capire quello che stava succedendo davanti a lui.
-George,che ci fai qui a quest'ora?-gli domandò con la voce
ancora leggermente assonnata.
Il fratello gli sorrise,incurante dello sguardo di Hermione
e alzò le spalle.
-Sono venuto per parlare con te,ma Hermione stava cercando
di convincermi a tornare piu' tardi...ma ora che sei sveglio non c'è bisogno che
me ne vada,giusto?-gli domandò fissando il suo volto.
Vide la lotta che stava infuriando dentro Ron:il desiderio
di credergli e la paura di essere ferito di nuovo.
Per qualche istante ebbe paura che gli avrebbe detto di
andar via senza neanche ascoltarlo, come aveva fatto Luna la sera
prima.
Ma non era disposto ad accettarlo:aveva già ricevuto la sua
dose di rifiuti quotidiani!
Ron doveva ascoltarlo...Oppure Luna non avrebbe voluto piu'
vederlo.
-Per favore...-gli chiese gentilmente.
Ron lo fissò qualche istante,ancora incerto, e alla fine
sospirò.
-Va bene,entra-disse annuendo leggermente.
George gli sorrise grato e con un piccolo cenno del capo lo
ringraziò,mentre Hermione,anche se di malavoglia, si spostava da parte per farlo
entrare in casa.
Il vapore che usciva dalle tazze di caffè sembrava attirare
la loro attenzione piu' della persona che avevano accanto.
Ron aveva preparato il caffè,cercando di non dare peso allo
sguardo contrariato di Hermione che sembrava non perdere mai di vista
George,come se avesse paura di vederlo esplodere da un momento all'altro,finchè
non era uscita dalla cucina per tornare a letto,o almeno così aveva detto,ma i
fratelli erano sicuri che se avessero aperto la porta,l'avrebbero trovata a
spiare con l'orecchio attaccato al legno.
George era rimasto in silenzio tutto il tempo,osservando suo
fratello,cercando di mettere in fila le parole per farle uscire in modo sensato
e con un'ordine preciso,concentrandosi solo sul fatto che una volta messe in
chiaro le cose con Ron,sarebbe potuto tornare da Luna.
Eppure ora non sapeva come iniziare il discorso...Lui non
era il tipo che chiedeva scusa!
Non lo era mai stato.
Erano seduti l'uno accanto all'altro,in attesa
entrambi:George aspettava che qualcuno,magari nascosto nella stanza,gli desse il
via per iniziare quel discorso tanto difficile,e Ron era in attesa che il
fratello che aveva fatto fuoco e fiamme per farsi ricevere e per vederlo,si
decidesse a parlare.
Il maggiore prese la tazza fra le mani e la rigirò qualche
istante,prima di portarla alla bocca, soffiando via il vapore caldo prima di
berne un sorso.
-E' meglio del mio caffè...-disse per rompere il
ghiaccio.
Ron alzò leggermente le spalle.
-Anche quello che ho bevuto l'ultima volta che sono venuto
da te non era male...-commentò.
Peccato che non era stato lui a prepararlo,pensò George
accennando un sorriso.
Tossì leggermente e si strofinò il lungo naso con due
dita,per poi fare un respiro profondo.
-Non pensavo veramente quello che ti ho detto-disse senza
guardare Ron.
Il fratello restò in silenzio,immagazzinando quelle parole
in una parte del cervello e mantenendo lo sguardo fisso sulla propria
tazza.
-Ero pieno di rabbia,ed ero frustrato e poi tu mi avevi
appena detto della mamma e io me la sono presa con te...Ma in fondo non era
tutta colpa tua-continuò George parlando lentamente.
Ron aggrottò leggermente le sopracciglia,ma restò lo stesso
in silenzio.
-Il fatto che tu ti sia occupato di me in questi mesi è
stato molto importante per me...Se tu non avessi sempre riempito il mio frigo
sarei sicuramente morto di fame in poco tempo.
La cucina dei pub non è così ottima come si crede...-scherzò
cercando di smorzare l'atmosfera che quel discorso serio si portava
dietro.
Si compiacque quando vide Ron sorridere leggermente,anche se
cercava di nasconderlo.
Anche lui si lasciò scappare un piccolo sorriso,contento del
fatto che Ron lo stesse ascoltando e non lo avesse cacciato di casa come aveva
cercato di fare Hermione.
-Hai detto che il vecchio George è morto...-domandò con voce
seria e cauta allo stesso tempo,senza però guardarlo.
L'altro annuì e espirò forte.
-C'è una parte di me che è morta con Fred:il buffone,quello
sempre pronto alla battuta,allo scherzo...
Magari un giorno ci sarà una specie di surrogato di quella
parte di me,ma quello speciale cazzaro che ero una volta non esiste piu'-rispose
serio quanto il fratello.
Finalmente gli occhi di Ron si alzarono sul suo volto,ma
George non se ne accorto,talmente era assorto nella contemplazione della tazza
di fronte a lui.
-E' rimasto un'uomo triste ed arrabbiato,che ferisce
chiunque gli stia vicino-disse citando le parole che Hermione gli aveva detto
poco prima.
-Per questo non vuoi vedere mamma?-gli chiese Ron
insinuandosi con la propria voce nei pensieri del fratello.
George alzò le spalle,non sapendo come rispondere a quella
risposta.
-Forse è per questo,o forse perchè sono un vigliacco e so
che se vedesse come vivo mi costringerebbe a tornare alla Tana,per controllarmi
ed essere sicura che riprenda la vita di sempre...-disse allontanando gli occhi
dalla propria tazza.
Ron restò qualche istante a fissarlo.
-Ed è così terribile come prospettiva?-gli chiese ancora
cauto.
George sorrise leggermente e incontrò lo sguardo del
fratello.
-Tornare a casa?Dovresti sapere quanto è esagerata nostra
madre nelle sue dimostrazioni d'affetto-scherzò.
Anche Ron si concesse un leggero sorriso per la battuta
prima di tornare serio di nuovo.
-Sai che volevo dire...-disse poi semplicemente.
George annuì lentamente,prendendo un lungo sorso dalla
propria tazza.
-Anche quello tornerà a posto...Ci vuole solo tempo-disse
senza guardarlo.
Ron ancora una volta restò in silenzio,fissando il volto del
fratello,improvvisamente così diverso da quando l'aveva visto l'ultima volta una
settimana prima,riflettendo su quello che gli aveva appena detto.
Non era ubriaco,questo lo aveva capito subito.
Certo non aveva un aspetto fantastico,ma neanche uno dei
peggiori:la sua faccia era pallida e stanca,e delle profonde occhiaie nere gli
marcavano gli occhi.
Come al solito i vestiti erano strattonati e terribilmente
bisognosi di una stirata,ma non erano nè sporchi nè puzzolenti di
alcool.
-Hai un aspetto terribile-disse cercando di capire che gli
fosse successo in quella settimana in cui aveva cercato di fingere che la vita
di George non fosse piu' un suo problema.
George bevve un'altro generoso sorso di caffè e scosse la
testa.
-Sono stato in piedi tutta la notte...-disse
semplicemente.
Un Weasley che passava la notte in bianco?Il mondo aveva
cominciato a girare in senso contrario per caso?
-Vuoi un'altro pò di caffè?-chiese versando ancor prima di
sentire la risposta del fratello.
L'altro si scompigliò per qualche istante i capelli e
annuì,prima di accorgersi che la tazza era di nuovo piena.
-Che hai fatto questa settimana?-domandò ancora Ron
curioso.
George alzò le spalle,noncurante.
-Le solite cose...Niente di particolare-rispose
evasivo.
Ron annuì leggermente,subito preoccupato per quello che,in
realtà,quelle parole significavano.
-Non è come pensi tu-disse George come se gli avesse letto
nel pensiero.
Ron aggrottò di nuovo le sopracciglia e lo fissò
attento.
-Non entro in un pub da quasi due settimane...Ero talmente
arrabbiato che non avevo neanche la voglia di sbronzarmi-disse prima di bere
un'altro sorso di caffè.
Le sopracciglia di Ron si aggrottarono ancora di piu' a
quelle parole:era arrabbiato per il loro litigio?
-Arrabbiato?...Per quale motivo?-gli chiese cauto,come
spaventato che da un momento all'altro la confidenza che avevano avuto fino a
quel momento svanisse.
George sorrise leggermente divertito.
-Ron,ti voglio bene,ma credimi:un litigio fra me e te non mi
toglierebbe il sonno-scherzò.
Ron scosse la testa quasi all'istante.
-Questo lo so,ma hai appena detto che eri arrabbiato e poi
tutto il discorso di prima,che dovevo pensare?Magari avevi capito quanto ero
importante nella tua vita-scherzò a sua volta il fratello.
George si lasciò andare ad una piccola risata,scuotendo il
capo.
Poi nella mente di Ron tornarono le parole che George aveva
detto poco prima.
-Prima hai detto che non era tutta colpa mia...Quindi un pò
di colpa l'ho anche io,giusto?-domandò al fratello.
-Oh si,credimi ce l'hai eccome!Anche tu al posto mio ti
saresti incazzato...-disse l'altro in tono divertito e complice.
Ron lo fissò per qualche istante perplesso,cercando di dare
un senso a quelle parole,quando gli tornò alla mente un'altro particolare del
giorno della lite.
-La colazione-disse come parlando a sè stesso.
George lo fissò e l'istante dopo Ron incontrò il suo
sguardo.
-C'erano due piatti per la colazione la mattina che sono
venuto da te...Tu eri con qualcuno, vero?-domandò sicuro della
risposta.
Dannazione!Da quando suo fratello era diventato una spia del
Ministero?
L'altro si morse il labbro inferiore e cercò di non tornare
indietro a quel giorno,a quello che era successo prima che Ron non invadesse il
suo appartamento e la sua privacy.
-Ho indovinato vero?-domandò ancora l'altro,quasi
gongolante.
Che doveva fare adesso?Doveva continuare a mentire,oppure
doveva accennare qualcosa senza però fare nomi?
In fondo l'aveva messo nel sacco,che altro poteva
fare?
Lentamente annuì,facendo comparire con quel semplice gesto
un sorriso smagliante e divertito sul volto del fratello.
-E' vero,c'era una persona con me...E se vuoi proprio
saperlo,ci hai interrotto in un momento davvero inopportuno-ribattè George senza
aggiungere altro.
Ron sorrise ancora e battè le mani,incredibilmente felice di
questa novità:se c'era una donna nella vita del fratello allora le cose
sarebbero tornate a posto piu' velocemente.
-La conosco?-chiese curioso avvicinandosi all'altro sul
bancone.
Questo non l'avrebbe permesso:poteva fargli tutte le
domande,metterlo sotto interrogatorio quanto voleva,ma non sarebbe riuscito a
strappargli il nome di Luna.
-No,e anche se così fosse non te lo direi...so quanto sai
essere impiccione!-commentò George.
Ron gli diede una lieve spinta,offeso per le sue parole e
George rise contento.
-E' una ragazza che hai conosciuto da poco?-gli chiese
cercando di fare,con quelle parole,due domande insieme.
George sorrise e scosse la testa:l'espressione sul volto di
suo fratello era cristallina.
-No,non è una ragazza del pub...-disse abbassando lo
sguardo.
Nella sua mente passò il ricordo di quando anche Luna gli
aveva rivolto la stessa domanda, con la stessa preoccupazione e quegli occhi
luminosi puntati nei suoi per scovargli dentro.
Scosse di nuovo la testa questa volta piu' lentamente e piu'
pensieroso.
-No,lei non è affatto come le altre...-
Era a pezzi.
Aveva dormito poco e male quella notte e non riusciva a
capire come mai si fosse svegliata non appena lui se ne era andato.
Li divideva un muro,quindi come accidenti aveva fatto ad
accorgersi che lui non c'era piu'?
Forse aveva avvertito la sua assenza?
Fatto sta che si era svegliata poco dopo la sua
partenza,rialzandosi in piedi combattendo con le ossa rotte e la testa
rintronata neanche avesse preso una sbornia colossale.
Aveva aperto la porta e aveva trovato l'appartamento avvolto
nella penombra dell'alba e immerso nel silenzio,come fosse
abbandonato.
Si era mossa per il salotto con ancora le coperte pesanti
sulle spalle,neanche fossero lo strascico di un vestito e aveva cercato tracce
del suo passaggio e della sua permanenza in quella casa.
Ne aveva trovata soltanto una:un piccolo bigliettino
lasciato sul tavolo della cucina,una sola parola e la sua iniziale.
"Tornerò.G."
Tornerò...Cosa avrebbe fatto allora?
Lo avrebbe lasciato fuori dalla porta come aveva fatto
quella sera,oppure avrebbe accettato di ascoltarlo?
Quella situazione era troppo complicata per essere
affrontata a quell'ora così assurda!
Si era preparata un tè e si era sdraiata sul divano a
guardare la televisione,completamente avvolta dal piumone e finendo poi per
addormentarsi.
Era stata la sua presenza a svegliarla.
Non sarebbe mai riuscita a spiegarlo a parole,ma sapeva che
qualcosa era cambiato nella stanza e ne ebbe la certezza aprendo gli
occhi.
George era a pochi metri da lei,su una poltrona nera e la
fissava con un leggero sorriso sulle labbra.
-Non credi che saresti piu' comoda sul tuo letto?-le aveva
chiesto posando entrambe le braccia sulle ginocchia e sporgendosi verso di
lei.
Luna si era strofinata gli occhi con i pugni chiusi e si era
coperta gran parte del viso con la coperta,lasciando fuori soltanto gli
occhi.
-Sembra che non riesco piu' a dormire sul mio letto...-gli
disse fissandolo.
Il sorriso sul volto dell'uomo era diventato piu'
brillante.
-Che ci fai qui?-gli domandò ancora lei,sentendo la sua voce
piu' ovattata per colpa del piumone.
George alzò le spalle,come se la cosa non avesse importanza
e continuò a fissarla.
-Te l'ho detto che sarei tornato,vero?-le chiese con voce
calma.
Luna annuì leggermente.
Per qualche istante il silenzio scese fra di
loro,permettendogli di studiare i loro volti,come se avessero paura di averli
dimenticati in quelle poche ore di lontananza.
-Ho parlato con Ron-disse poi George
all'improvviso.
Luna lo fissò attenta,sempre in silenzio,quasi sorpresa che
lui avesse fatto qualcosa soltanto perchè lei glielo aveva chiesto.
-C'è mancato poco che non ci riuscissi perchè Hermione non
voleva farmi entrare...-le disse.
-Che perfida...-commentò Luna.
George annuì convinto.
-Comunque abbiamo parlato e io gli ho spiegato i motivi che
mi hanno spinto a dire quelle cose...-le raccontò cercando di ridurre all'osso
il discorso avuto con il fratello.
Lei annuì di nuovo,felice che la notte insonne avesse
prodotto qualcosa di buono.
-Inoltre ha capito che c'era qualcuno con me quel giorno,ma
sta tranquilla,non ha la minima idea di chi si tratti-le disse
ancora.
Luna sospirò e si scostò i capelli che le erano ricaduti sul
volto,abbassando leggermente il piumone.
Ci furono ancora momenti di silenzio,in cui gli occhi di
George calamitarono i suoi neanche volessero tenerli in pugno,sotto
controllo.
-Adesso posso dirti quello che volevo dirti ieri sera?-le
chiese con voce calma e profonda.
Luna restò in silenzio,immobile,quasi incapace di muovere un
muscolo,ma sapeva che non avrebbe dovuto dir nulla.
George espirò forte e fissò di nuovo i suoi
occhi.
-Se c'è una cosa che ho capito in questi giorni è che non
posso starti lontano...-iniziò lentamente.
Era una sua impressione oppure gli occhi di Luna erano
diventati piu' luminosi?
Rallegrato da quella possibile
illusione,continuò.
-Sono mesi che non parlo con i miei genitori eppure non ne
sento la mancanza,ma mi sembrava di impazzire lentamente ogni giorno in piu' che
passavo senza di te.
Non so perchè hai questo potere su di me...sei l'unica
finora che mi abbia mai fatto questo effetto...-
Un sorriso incurvò le labbra di George,incuriosendo la
donna.
-Sono quasi due settimane che non entro in un pub e soltanto
perchè ero talmente concentrato su di te,prima e poi troppo arrabbiato dalle
cose che mi avevi detto dopo per pensare a sbronzarmi...se lo sapesse mia madre
ti farebbe una statua-scherzò poi.
Anche Luna si lasciò andare ad un sorriso,anche se incredula
per le parole che lui aveva appena detto.
-L'ultima volta che ci siamo visti hai detto di non aver
bisogno di me...Forse è vero,anzi sì,chi potrebbe aver bisogno di un tipo
inaffidabile come me?-
Subito alle labbra della donna salirono mille proteste,mille
smentite per quelle parole che facevano male quasi come coltellate.
-Tu non sei un tipo inaffidabile...-si limitò a dire
parlando per la prima volta.
George sorrise,leggermente rinfrancato da quelle
parole.
-Sono un tipo che ferisce chiunque gli stia
intorno...-commentò citando per la seconda volta in una mattina le parole che
Hermione gli aveva detto,incurante di fargli male.
Luna si rizzò a sedere,gettando le coperte da un lato del
divano e cercò di incontrare il suo sguardo e quando finalmente ci riuscì,gli
sorrise scuotendo la testa.
-Chi ti conosce sa che vale la pena di essere ferito,perchè
tornerai sempre a chiedere scusa-gli disse con voce dolce.
Quegli occhi,quella voce e quelle parole erano un balsamo
per la sua anima tormentata...ma dov'era stata per tutto l'anno
passato?
George posò una mano su quella di Luna e la fissò qualche
istante prima di trovare il coraggio di dirle quello che ancora non aveva
detto,il piu' importante di tutti.
-Hai detto di non aver bisogno di me...Ma sono io ad aver
bisogno di te...-confessò leggermente in imbarazzo.
Era la prima volta che faceva certe confessioni ad una
donna.
Luna lo fissò,cercando di controllare i battiti accelerati
del cuore e,inconsapevole,si passò la punta della lingua sul labbro
inferiore.
-In questo momento tutto quello di cui ho bisogno è una
lunga dormita...-gli disse sincera.
La notte in bianco e quelle inaspettate confessioni erano
troppo per il suo fisico e per la sua mente debilitati dal sonno.
George la guardò sorpreso da quella risposta,evidentemente
si aspettava altro,e dopo qualche istante annuì.
-Certo,certo,capisco...-riuscì solo a dire.
Luna sciolse le loro mani e si alzò in piedi,sempre con il
piumone sulle spalle,muovendo poi un passo verso la camera da letto.
George era pronto a passare un'altra giornata in quel
salotto,quando la vide voltarsi e fissarlo.
-Tu non vieni?-
L'uomo aggrottò le sopracciglia e l'istante dopo
sorrise,alzandosi in piedi quasi nell'istante stesso in cui lei finiva di
parlare.
Salve a
tutti!!!
Chiedo
scusa x il ritardo,ma sn nel bel mezzo di un trasloco e x qst ho meno
tempo...cmq spero che il capitolo sia di vostro gradimento cm al
solito!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e di
battitura.
Il
titolo del capitolo e preso da una canzone omonima dei The
Cure.
E ora i
ringraziamenti:JC(Infatti fra
loro nn è ancora finita...ci sarà un intermezzo prima che si scateni la
tempesta),Waka_laka_lilli(E di imprevisti ce ne saranno quanti ne vuoi...),Germana(Perchè è stato interrotto in un
momento moolto piacevole e anke xke è ora ke tutti gli altri si sveglino e si
accorgano della verità:lui nn è piu' quello di una volta),LittleBell(Il problema è che Luna si
ritrova fra due fuochi ora:da una parte vede qllo ke la vita sconsiderata di
George causa alla famiglia e dall'altra c'è George che sembra incurante di tt
qllo ke fa e delle possibili conseguenze...Lei vorrebbe essere d'aiuto a
entrambi,ma ancora nn ha capito bene come fare).
Bene x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
chap
"Our
happy memories"
Baci,Eva.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Our happy memories ***
our happy memories
Non ci volle molto prima
che tutta la famiglia Weasley sapesse della misteriosa ragazza che stava
cercando di riportare George sulla retta via. Ron aveva raccontato della sua
discussione con il fratello a Ginny e velocemente la voce era passata di bocca
in bocca,rendendo partecipi tutti i membri della famiglia. Anche Luna aveva
saputo la notizia e non scoppiare a ridere era stata un'impresa veramente
dura. Lei stava cercando di far ragionare George?Ma quella era un'impresa
impossibile! Era vero,però,che da quando si frequentavano l'uomo era piu'
tranquillo,capace di controllare meglio i demoni che lo assalivano e che
caratterizzavano il suo passato piu' recente. "Io ho bisogno di te" Erano
passati due mesi da quella notte e lei ancora non riusciva a credere che le
avesse veramente detto quelle parole...Non erano da George! Aveva capito che
si aspettava una risposta,qualcosa che chiarisse la situazione fra di loro,ma
non era riuscita a dire o fare niente,esausta com'era:doveva dormire e l'unica
cosa sensata che le era venuta in mente era stato invitarlo a dormire con
lei. Ed era successo solo quello,non avevano la forza per fare
altro... Quando quella mattina si era svegliata,lui era ancora lì con le
braccia strette attorno alla sua vita,come se avesse paura che potesse
ripensarci durante la notte e andar via. A lungo lo aveva guardato
dormire,finalmente tranquillo,rilassato,come se il passato non fosse mai
esistito,sfiorandogli con la punta delle dita il viso:le sopracciglia folte ed
arcuate,gli zigomi spigolosi,il naso lungo e perfetto,le labbra morbide. E
quando George aveva aperto gli occhi avevano parlato,avevano cercato di chiarire
cosa stava succedendo fra loro e soprattutto avevano recuperato il tempo
perso... Non aveva mai desiderato prima di quella mattina che un giorno
durasse in eterno. Tutto fu perfetto. Due mesi. Sessanta giorni
di...fidanzamento? Relazione? Sesso in amicizia? Cos' era la loro
storia? Aveva provato ad interrogarsi a lungo,ma non aveva saputo trovare una
risposta. Era inutile continuare a ripetersi che i sentimenti che provava per
lui erano gli stessi dell'inizio, sapevano entrambi che non erano mai stati
veramente amici,se non proprio agli inizi,quando lei era innamorata di
Neville,oppure quando lo aveva recuperato ubriaco da quell'infimo pub con
Ginny. Quelli erano stati gli unici momenti della loro amicizia,perchè fin da
subito fra loro era scattata una scintilla,un particolare accordo che gli
permetteva di trovarsi sempre in sintonia e che li aveva portati ad andare a
letto insieme. Si dice sempre che in una relazione i primi periodi siano i
migliori perchè sono quelli in cui non si riesce a staccarsi le mani di
dosso;Luna non aveva mai creduto a queste dicerie babbane,ma ora doveva
ricredersi in pieno. Fin dalla prima volta aveva capito che George ci sapeva
fare sotto quell'aspetto e ne aveva avuto la conferma ogni volta che si era
presentata l'occasione. Era un maestro...Anche se non glielo avrebbe mai
confessato per non fargli montare troppo la testa. Per l'ennesima volta cercò
di riportare la concentrazione sul problema principale e non sul contorno che
riusciva sempre a distrarla e si chiese ancora una volta se era innamorata di
George. Amore...Che parola grande. Aveva giurato che non ci sarebbe piu'
cascata dopo il disastro che aveva combinato con Neville. Eppure...Eppure
credeva di non essere stata tanto brava da mantenere quella promessa. Ma è
amore quando sei felice soltanto con una persona,quando il tempo che passi
lontana da lui è un'eternità e riesci a ridere anche della battuta piu' stupida
del mondo soltanto perchè l'ha detta lui? Sospirò sconfortata di fronte alla
realtà:certo che era amore! Dannazione!!! Quella storia non sarebbe finita
affatto bene! Se lo sentiva a pelle,ormai era capace di sentire i problemi
anche a chilometri di distanza. E George per lei rappresentava soltanto
guai,quelli con la G maiuscola...Se tutto fosse finito fra loro non sarebbe
riuscita a risollevarsi neanche con la magia;avrebbe fatto prima a togliersi il
cuore dal petto e a consegnarglielo adesso che riusciva a sentirlo. Possibile
che lei avesse un fiuto infallibile per i
problemi?
-Non capisco piu' che cosa mi succede- Lo sguardo
di Fred sembrò muoversi all'interno dell'ovale dorato della cornice e cercare il
suo viso. Seduto sul prato di fronte alla tomba del fratello,George sospirò
facendo uscire una piccola nuvola bianca,abbassandolo lo sguardo,come se si
vergognasse di farsi vedere in quelle condizioni da Fred. Ancora una volta
era andato a gettargli addosso i suoi problemi,i suoi dubbi che ancora una volta
avevano un'unico argomento:Luna. Era come se quella donna gli fosse entrata
nelle vene,nelle ossa... Che diavolo di magia gli era stata fatta? Non si
era mai sentito così prima d'ora,neanche nei momenti d'oro della sua relazione
con Angelina. -Tu mi conosci meglio di chiunque altro:mi hai visto mai in
queste condizioni?-gli chiese a conferma delle sue parole. Fissò lo sguardo
sul viso di Fred e incontrò gli occhi del ragazzo. -Lo vedi che è come dicevo
io?-esclamò poi come in risposta ad una frase di Fred. Si passò una mano fra
i capelli e alzò le gambe verso il petto,mettendosi quasi in posizione di
difesa. -E' la prima volta che mi succede in vita mia e non so come
affrontarla questa cosa...- Anche adesso che era lì,la sua mente continuava a
chiedersi dove fosse lei,cosa stesse facendo, se sarebbe stato capace di
strapparla ai suoi impegni per averla tutta per sè... Scosse la testa come
per allontanare quei pensieri e tornò a fissare la foto del fratello che gli
rimandò un'espressione leggermente divertita. -Che hai da ridere tanto
tu? Ti diverti a vedermi in questo stato?-gli chiese leggermente
scorbutico. Sollevò il bavero del cappotto per coprire anche il collo e
lasciò che lo sguardo vagasse verso il cielo leggermente coperto di nuvole
grigie. -E' come se...-iniziò per poi bloccandosi subito vergognandosi di
quel pensiero. Come poteva anche solo pensare una cosa simile? La
conosceva da sempre,era la migliore amica di sua sorella...E poi lui non era
certamente il tipo che fa certi pensieri romantici! Che la vicinanza di Luna
l'avesse cambiato fino a quel punto? Aveva già fatto tanti cambiamenti nella
sua vita,perchè non anche questo? Erano mesi che non toccava piu' una
bottiglia,che non metteva piu' piede in un pub;aveva perso i contatti con tutti
i suoi vecchi compagni di bevute... Aveva soltanto Luna,che non sembrava
innervosita o contrariata per quello strano rapporto esclusivo che avevano
istaurato. Era come se chiusa la porta del suo appartamento,il resto del
mondo sparisse magicamente, lasciando solo loro due. Sospirò a quel
pensiero,colpito che fosse realmente suo:da quando aveva così bisogno di una
persona? Aveva già fatto quell'esperienza e quando l'aveva persa aveva
giurato a sè stesso che non sarebbe caduto in quell'errore una seconda
volta. Non poteva permetterselo! Guardò la foto di Fred che gli rimandò un
piccolo sorriso di incoraggiamento,come se avesse capito i pensieri che stavano
passando in quel momento per la sua testa e George tentò di
ricambiarlo. L'uomo sospirò di nuovo e ripensò a quel pensiero che gli aveva
attraversato la mente e che aveva bloccato sul nascere. -E' come se avessimo
passato tutti questi anni ad aspettare l'altro...-
Il sabato era sempre un giorno campale per il
negozio. Ginny e Luna non sapevano mai come sdoppiarsi per servire tutte le
clienti che affollavano i pochi metri del negozio in cerca di qualcosa di
particolare o di "esotico",come i maghi chiamavano gli oggetti babbani. Quel
giorno,però,avevano deciso di tener aperto il negozio soltanto fino alle quattro
del pomeriggio in vista della settimana di San Valentino che sarebbe stata
veramente d'inferno. -In fondo anche noi abbiamo una vita fuori da questo
negozio-aveva fatto notare a Ginny per convincerla. -Forse tu l'avrai,ma la
mia vita sociale si è persa da qualche parte-aveva ribattuto la rossa. Alla
fine aveva ceduto. In realtà neanche Luna aveva grandi progetti per la
giornata,ma l'idea di essere libera l'avrebbe sicuramente
stimolata. All'una,come al solito,affissero un cartello alla vetrata
principale per la pausa pranzo. -A chi tocca questa volta?-domandò Ginny
voltandosi verso Luna. -E' il tuo turno,io sono andata ieri-le
ricordò. -Non è vero!Ieri ci siamo fatti portare il pranzo in negozio-ribattè
la rossa. Luna storse la bocca verso sinistra cercando di ricordare,poi alzò
le spalle,gli occhi fissi sul volto dell'amica che le rimandava lo
sguardo. C'era un solo modo per risolvere la questione e lo sapevano
entrambe. -Pari-disse subito Luna. -Dispari-fece Ginny avvicinandosi al
bancone con la mano sinistra tesa. Cantarono fino a tre e aprirono i
pugni:Ginny aveva tre dita tese,Luna ne aveva cinque. -Otto.Pari! Tocca a
te-disse Luna senza nascondere un leggero sorriso divertito. Ginny la guardò
per qualche istante contrariata,poi annuì. -Va bene,questa volta hai vinto
tu...Il solito?-le chiese poi sporgendosi per prendere il cappotto da sotto il
bancone. Luna annuì e le rivolse un sorriso a trentadue denti. -Sta
attenta a te!-la minacciò scherzosamente Ginnyla mano già sul pomello della
porta. Luna rise,coinvolgendo anche l'altra nella risata,finchè Ginny non fu
uscita dal negozio. Quando fu sola in negozio,Luna sgombrò il bancone in modo
che fosse pronto per il pranzo, rimettendo le cose al loro posto sugli
scaffali:per mezz'ora voleva liberare la mente dal lavoro. Improvvisamente
nel silenzio che regnava nel locale,sentì un rumore venire dal retro. Si
avvicinò alla tenda che separava i due ambienti e prima ancora che posasse una
mano sul tessuto,qualcosa l'afferrò attirandola nello stanzino. Colta di
sopresa,Luna si lasciò scappare un piccolo grido spaventato,maledicendo sè
stessa per non aver messo la bacchetta in tasca:se ora ne avesse avuto
bisogno,non sapeva neanche dove trovarla! Si ritrovò con le spalle contro uno
scaffale e una presenza calò su di lei. -Non credevo mi avresti accolto
così- George era a un passo di distanza da lei,le mani posate sullo
scaffale,intrappolandola con il suo corpo,ed un sorriso leggermente ironico in
viso:era veramente un'idiota! Gli diede una spinta che non lo smosse
minimamente e che lo fece sorridere ancora di piu', facendola
arrabbiare. -Sei un vero cretino!Mi hai fatto quasi venire un'infarto!Ma come
ti è venuta in mente un'idea del genere?-gli chiese fissando il suo
viso. George sorrise,tornando poi a posare le mani all'altezza delle sue
spalle sullo scaffale,il corpo pericolosamente vicino al suo. -Ho pensato di
passare a farti un saluto...-le disse come se fosse la cosa piu' normale del
mondo. Luna lo guardò con un'espressione incredula in volto. -Tu non sei
normale-disse scuotendo la testa. -Già me lo dicono in molti-convenne
George. Lei si lasciò scappare un sospiro e si ravviò una ciocca di capelli
dietro l'orecchio. -Non puoi restare qui,tua sorella può tornare da un
momento all'altro-gli disse cercando di tornare seria. George annuì in
silenzio e lo sguardo fisso su di lei. Non doveva guardarla in quel
modo!Doveva essere fuori legge quello sguardo... -Allora bisognerà far
presto...-commentò poi. E senza darle il tempo di ribattere,si tuffò sulle
sue labbra,come se ne andasse della sua vita. Resistere era inutile,e non era
neanche quello che lei voleva:sfiorò le labbra di George con le
sue,dolcemente,cercando di convincersi che sarebbe riuscita ad accontentarsi di
quello. Le mani dell'uomo si staccarono dallo scaffale per scendere fino alla
sua vita,stringendola e attirandola a sè,contro il proprio corpo mentre la punta
della lingua cercava di forzare le sue labbra per entrare. Le braccia di Luna
si mossero fino a circondare le spalle forti e grandi di George,aggrappandosi a
lui,alzandosi in punta di piedi,permettendogli l'accesso alla sua
bocca,sfiorandole il palato con una carezza prima di iniziare a combattere con
la sua lingua. Sentì le sue dita perdersi in quel mare rosso che erano i
capelli di George,scompigliandoli e tirandoli,certa di non fargli male,mentre le
loro bocche si staccavano in cerca d'aria. Non poteva lasciarlo
continuare... Lei lo conosceva,sapeva cosa sarebbe successo se fosse andato
avanti...doveva fermarlo! Allora perchè continuava ad accarezzare il suo
torace sopra la camicia? -Do..Dobbiamo smetterla...-tentò di dirgli,cercando
di non pensare alle sue labbra che succhiavano voraci la pelle del
collo. -Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare...non ancora-rispose
lui,infilando una mano sotto la maglietta. Luna chiuse gli occhi e si lasciò
scappare un gemito quando le dita di George le toccarono la pelle dello stomaco
iniziando subito a salire verso l'alto. Gli slacciò i primi bottoni della
camicia freneticamente,senza neanche rendersene conto e gli posò le labbra sul
collo,accarezzandolo con i denti e con le labbra,mordendolo sulla spalla e
facendolo gemere forte. Ormai conosceva i suoi punti deboli... I loro
occhi si incontrarono e per un'istante che parve eterno si
fissarono,immobili,silenziosi, incapaci di dare un senso a tutto quello che si
agitava dentro di loro,consapevoli soltanto che l'unica persona che riusciva a
calmare il caos dentro di loro era l'altro. George avvicinò il viso a quello
di Luna e la baciò dolcemente,come se avesse dimenticato la frenesia e il
bisogno che l'aveva spinto fin lì. Come consapevole di quell'attimo di
smarrimento,Luna strinse piu' forte le braccia sulle spalle
dell'uomo,attirandolo a sè mentre ricambiava il bacio. Il rumore della
campanella ruppe la magia che si era creata in quel momento. -Sono
tornata!- Luna guardò George leggermente allarmata,ma sul viso dell'uomo era
tornato il sorriso ironico con cui l'aveva accolta. Sicuramente la sua mente
malata stava pensando di continuare nonostante la presenza di Ginny nel
negozio. -Arrivo subito!-disse Luna rivolta all'amica,lo sguardo fisso negli
occhi di George. "Ti prego,fa che non venga qui!" George si sporse verso
di lei e avvicinò le labbra al suo orecchio sinistro,posandovi un bacio prima di
parlare. -Devo vederti...-sussurrò per poi scendere a mordere il lobo. Una
ridda di brividi scese lungo la schiena della donna e sperò inutilmente che lui
non se ne accorgesse. -Vieni via con me-la tentò poi. -Va tutto
bene?-domandò Ginny con voce curiosa e preoccupata insieme. -A
meraviglia...-rispose Luna,lo sguardo sempre in quello di George. L'uomo
sorrise per poi darle un'altro bacio poco sotto il lobo
dell'orecchio. -Arrivo subito!-disse poi la bionda. Nonostante il suo
corpo la stesse quasi pregando di andare via con George,non poteva lasciare
Ginny in quella situazione:già era difficile in due,da sola sarebbe stata
veramente nei guai. Non poteva farle quello. -Ci vediamo piu' tardi nel
tuo appartamento-gli sussurrò. -Quando?-domandò lui. Lei chiuse gli occhi
cercando di pensare in fretta e quel gesto a George sembrò un segnale per
riprendere da dove avevano interrotto. Avvicinò di nuovo il viso a quello di
Luna e posò le labbra sulle sue,cercando di coinvolgerla e di farle dimenticare
le sue buone intenzioni. "Non può farmi questo..."pensò lei sul punto di
cedere. Con una forza che non credeva di avere,si staccò da lui e dal suo
abbraccio. -Sarò da te prima delle cinque...-gli promise. Dopo un'ultimo
bacio veloce,uscì nel negozio:era certa che se fosse rimasta un minuto soltanto
in piu',lui avrebbe architettato qualcosa per farle cambiare idea. Vedendola
arrivare Ginny le sorrise:aveva già tolto il pranzo dalle buste e aveva messo
tutto sul bancone. -Finalmente,avevo una fame...-disse rivolta
all'amica. Poi prese la sua lattina di Diet Coke,la aprì e ne bevve un sorso
lungo per cercare di calmare il cuore che correva neanche un cavallo da
competizione. -Come mai eri nel retro?-chiese Ginny scartando il suo
sandwich. Luna si sedette su uno sgabello e cercò di fare la vaga,prendendo
il suo panino. -Stavo sistemando alcune cose...Quel posto è nel caos,quanto
tempo è che non mettiamo a posto fra i documenti?-le chiese cercando di sembrare
efficente come al solito. Ginny alzò le spalle e aprì la sua
lattina,portandola alla bocca. Luna diede un morso al suo panino,ma corrugò
la fronte quando vide che l'altra era rimasta con la lattina a mezz'aria e lo
sguardo fisso su di lei. -Che ti prende?-le chiese inghiottendo il
boccone. -E quello che cos'è?-le domandò l'altra posando la lattina sul
bancone. -Quello cosa?Di che stai parlando?-domandò Luna guardandosi
intorno,non capendo di cosa stava parlando l'amica. Ginny si alzò in piedi e
andò verso l'amica,la prese per mano e la portò davanti ad uno dei tanti specchi
antichi che affollavano il negozio. Fu allora che Luna lo vide e a denti
stretti maledisse George Weasley. Un succhiotto,grande come una moneta di
cinque centesimi era in bella mostra sul suo collo. -Ah quello...-disse senza
poi sapere cosa aggiungere. Si grattò la testa,cercando una scusa
convincente,ma sapeva che non l'avrebbe spuntata facilmente:era fin troppo
evidente che cosa fosse quel segno sul suo collo! -Quando sono uscita
mezz'ora fa non c'era! Chi te lo ha fatto?-chiese Ginny curiosa,con un
sorriso divertito sulle labbra. Il primo pensiero di Luna,maligno,fu di dirle
la verità:dirle che era stato suo fratello a farle quel segno e vedere poi la
sua reazione;vedere se quel sorriso avrebbe retto. Poi pensò che non era
pronta per affrontare la sfilza di domande che inevitabilmente sarebbero
scaturite da quella verità e allora iniziò a cercare qualcosa per coprire la
verità. -E' il tizio che ti ha regalato il ciondolo,vero?-le venne incontro
Ginny. In fin dei conti era la verità. Annuì in silenzio. -Ma state
insieme?-domandò la rossa visibilmente curiosa. Luna sospirò e allontanò lo
sguardo dall'amica:come fare a spiegarle la difficile relazione che la legava a
George? Forse non l'avrebbe capita,o approvata...O magari non l'avrebbe
ritenuta all'altezza di suo fratello. -E' difficile da spiegare...-disse
tornando a sedersi. Vide l'espressione confusa sul viso di Ginny e
sorrise. Certe volte la sua migliore amica era così ingenua da farle
tenerezza;per lei le cose erano semplici:se amavi una persona,allora dovevi
stare con lei. Ma alle volte non era così semplice...C'erano tante cose da
calcolare,tanti problemi da affrontare e da superare;senza contare poi i dubbi e
le paure che il tuo sia un'amore non corrisposto o una relazione basata solo sul
sesso... Ma se fosse così l'altro non ti direbbe che ha bisogno di
te,no? Scosse impercettibilmente la testa,sperando che Ginny non si fosse
accorta di quel gesto,e la fissò. -Abbiamo cominciato questa storia convinti
che non avrebbe portato a niente,che ci saremmo stancati l'uno dell'altra e
preso ognuno la propria strada...-iniziò. -E invece ti sei
innamorata,vero?-domandò Ginny con un leggero sorriso sul viso. Suo
malgrado,Luna annuì. -Purtroppo sì- -Ma è una cosa fantastica...E' da
quando hai rotto con Neville che non ti vedo così allegra e felice-ribattè
pronta l'amica. -No Ginny,tu non capisci...Questa storia è destinata a finire
male. Io lo so,lui lo sa...eppure quando siamo insieme riusciamo a
dimenticarcene a far finta che non sia ancora venuto il momento di
salutarci-disse Luna con un'espressione triste sul viso. Non avrebbe mai
dovuto aprire quel discorso,non con Ginny poi:stava parlando male di suo
fratello e lei neanche lo sapeva! Ginny scosse la testa convinta e le prese
una mano. -Vedrai,tutto si risolverà. Ne sono certa-le disse
sorridente. Luna restò qualche istante in silenzio,poi alzò le
spalle. -Spero tu abbia ragione-
-No,basta! Non possiamo continuare così- Con
fatica si alzò in piedi e tirò su le spalline del reggiseno,cercando di
recuperare un respiro normale. Si guardò per qualche istante in giro alla
ricerca della maglietta che aveva al suo arrivo e la trovò sul ripiano piu' alto
di un mobile...Inutile farsi tante domande su come fosse finita lì. Guardò
George,che a sua volta stava respirando affannosamente,sdraiato sul divano la
camicia sbottonata completamente lasciando scoperto il torace nudo e il bottone
dei jeans già slacciato e,istintivamente si leccò le labbra,neanche fosse
davanti ad un pranzo luculiano. Era arrivata da neanche dieci minuti e già
erano in quello stato? Ma che cosa prendeva a tutti e due? George fece
forza su entrambi i gomiti e si sollevò leggermente,restando sdraiato sulla
schiena e guardando il suo viso. -E' la seconda volta oggi che mi
fermi...Aspetta solo che riesca a metterti le mani addosso-la minacciò con voce
maliziosa. -George!- -Cosa?-chiese lui con la solita espressione candida
che usava sempre dopo essersi comportato da "cattivo ragazzo". -Perchè non ci
facciamo una tazza di tè?-gli propose,pescando la prima cosa che gli veniva in
mente. Lui sorrise leggermente divertito. -Perchè invece non ritorni
qui?-le disse alzando un braccio e tendendole una mano.
Luna scosse la testa:voleva una prova. Qualcosa che
le dimostrasse che il suo "rapporto" con George potesse esistere anche fuori da
quell'appartamento,dal suo letto,in mezzo alla gente normale...come due
fidanzati qualunque. Cancellò immediatamente l'ultimo pensiero,non le era
permesso. -Che ne dici di uscire?-gli propose accennando un
sorriso. L'uomo aggrottò le sopracciglia,visibilmente contrariato a quella
proposta. -Uscire?Adesso?-domandò apposta per essere smentito. Luna
annuì,sempre piu' padrona della situazione. Lo vide mettersi a sedere e
fissarla per qualche istante,mentre cercava delle soluzioni possibili per
convincerla a riprendere il discorso interrotto poco prima. -Potremmo uscire
dopo...-tentò. Lei scosse la testa con decisione. -No,non lo faremmo e lo
sai- -Ma perchè poi?-chiese ancora l'uomo. -Perchè è qualcosa che non
facciamo da tanto tempo...Quando è stata l'ultima volta che siamo usciti insieme
io e te?-gli domandò lei. George restò a lungo in silenzio,riflettendo su
quei mesi insieme:di solito si incontravano nel suo appartamento,si facevano
portare la cena a domicilio,guardavano un film e poi finivano la serata a
letto. Lo schema era sempre lo stesso,anche se a volte lo variavano. Per
ricordare l'ultima volta che erano usciti insieme dovette andare indietro di
molto tempo, fino a quel giorno lontano di dicembre quando si erano incontrati
per caso ed avevano finito per fare gli acquisti di Natale insieme. E non
erano neanche amanti all'epoca... Forse aveva ragione lei. -Ma ci
vedranno...-le fece notare fissando i suoi occhi. La vide sorridere e fare un
passo verso di lui. -Possiamo andare a Londra,qual'è il problema? I
babbani non ci conoscono-risolse subito Luna. George,ormai convinto,decise lo
stesso di restare qualche istante in silenzio mostrandosi indeciso per farla
restare sulle spine:le piaceva l'espressione sul viso di Luna. -Va
bene,d'accordo-cedette alla fine. Luna sorrise luminosa e gli corse
incontro,gettandogli le braccia al collo e dandogli piccoli baci veloci sulle
labbra. -Vado a vestirmi!-disse poi staccandosi subito. -Però non voglio
niente di troppo melenso!-le gridò dietro mentre lei afferrava la maglietta
dallo scaffale e correva in bagno.
-Non capisco proprio cosa ci trovi di interessante
in quel film!- Lei sorrise,stringendo piu' forte la presa attorno al braccio
destro di George. Quando finalmente erano usciti avevano girato per un pò
guardando le vetrine dei negozi,poi si erano fermati davanti ad un cinema
d'essay che stava facendo un fine settimana dedicato ai musical:nelle sale
venivano proiettati "Il mago di Oz", "Footloose","Dirty Dancing" e "Moulin
Rouge". George dopo aver letto i titoli aveva tirato dritto,ma Luna lo aveva
tirato indietro e convinto, dopo mille preghiere e promesse,ad accompagnarla a
vedere "Dirty Dancing". Lo conosceva a memoria,sapeva tutte le battute e le
canzoni,ma non si sarebbe mai stancata di vederlo. Era il film della sua
vita. Per gran parte della durata del film,George aveva ingannato il tempo
mangiando pop corn e prendendo in giro il protagonista maschile. -Nessun'uomo
ballerebbe in quel modo!-le aveva sussurrato ad un certo punto facendola
sorridere. Poi quando i due protagonisti,grazie alle lezioni di ballo e al
tempo passato insieme,si innamoravano,aveva smesso di parlare e si fece
piu' attento. Si erano seduti in una delle ultime file,dove i sedili erano
piu' grandi e potevano contenere anche due persone,così quando Luna aveva
sentito il braccio sinistro dell'uomo posarlesi sulla spalla,gli si era
avvicinata leggermente e aveva posato la testa sul suo torace,posando un braccio
attorno alla vita,come faceva di solito quando erano a casa sul divano. Erano
rimasti in quella posizione fino alla fine del film. -Va bene,ho capito....Il
film non è stato di tuo gradimento! Vuol dire che la prossima volta lo
sceglierai tu-gli confesse. -Vorrei vedere...E puoi star certa fin da adesso
che non ci saranno nè ballerini nè maestri di danza-le anticipò. Luna sorrise
e scosse la testa. E se avesse visto "Il Mago di Oz",cosa avrebbe fatto
allora? -Hai fame?-le chiese poi abbassando lo sguardo verso di lei. Luna
annuì:al contrario di George che aveva finito un'intero secchiello di pop
corn,lei era a digiuno dall'ora di pranzo e anche allora era riuscita a mandar
giù soltanto mezzo panino per colpa delle incessanti domande di Ginny. -Ti va
un hot dog?-le propose. -Ma dove lo troviamo un baracchino degli hot dog a
quest'ora?-gli chiese lei facendogli notare i lampioni accesi e il sole che
cominciava a tramontare. -Non preoccuparti...Basta andare in un
parco-disse. Già la cosa piu' normale del mondo! Andare in un parco di
sera...Facevano prima a mettere un cartello sulla schiena per richiamare tutti i
ladri di Londra! Prendendola per mano,George si avviò verso Green Park
stringendola contro di sè quando folate di vento freddo li colpivano. -Sei
sicuro che sia una buona idea?-gli domandò seguendolo all'interno del
parco. Lui le sorrise e le circondò i fianchi con un braccio,per poi
avvicinare il viso al suo:era ancora piu' bello con le guance rosse per il
vento. Oddio...Aveva proprio perso la testa! -Dimentichi che anche io sono
un cattivo ragazzo-le disse soffiandole aria calda sulle labbra. Luna annuì
lentamente e si avvicinò ancora di piu' a lui,avvolgendogli la vita con entrambe
le braccia. George sorrise e le posò un bacio piccolo sulla punta del
naso. -Sta tranquilla,ci penso io a te-la rassicurò poi incontrando di nuovo
i suoi occhi. Cosa poteva dirgli dopo quelle parole? Fu già difficile
bloccare la dichiarazione d'amore che sembrava voler uscire a forza dalle sue
labbra. Respirò profondamente,riempiendosi i polmoni del suo profumo e
sorrise. -Va bene...Sono nelle tue mani-gli disse con gli occhi nei
suoi. Un'altro sorriso apparve sulle labbra dell'uomo,piu' malizioso,che la
fece quasi pentire di quello che aveva detto. Ma lui restò in silenzio e,dopo
averle dato un bacio sulla fronte,si staccò da lei,tenendola sempre per mano e
la guidò nel parco alla ricerca del baracchino per gli hot dog. Evidentemente
non erano gli unici che si arrischiavano nel parco a quell'ora così inconsueta:
mentre continuavano la loro ricerca,Luna vide qualche gruppo di ragazzi ancora
sdraiato sull'erba o che continuavano la loro partita a freesbee fino a che la
luce glielo permetteva,senza contare i ciclisti che percorrevano la pista
ciclabile all'interno del parco. Quando finalmente arrivarono a
destinazione,dovettero aspettare anche dieci minuti in fila vista la piccola
folla che impegnava il venditore. -Due hot dog,una porzione di patatine
grande e...vuoi qualcosa da bere?-le domandò voltandosi verso di lei. -Una
coca- -Una coca media e una birra-riprese poi George concludendo
l'ordinazione. Luna registrò la sua richiesta,ma decise di non dire
nulla:erano quasi due mesi che non lo vedeva ubriaco,quindi poteva concedersi
uno strappo alla regola... Quando fu tutto pronto,cercò in tutti i modi di
convincerlo a dividere le spese a metà,ma George fu irremovibile. -Pagherai
la prossima volta-le disse mettendo fine alla discussione. E a lei non restò
altro da fare che arrendersi. Si sedettero sul prato,fra l'erba che iniziava
ad essere piu' fredda e bagnata,George con la schiena poggiata contro il tronco
di un'albero e Luna poco distante da lui,il cibo fra di loro. Per qualche
minuto mangiarono in silenzio:Luna lasciò vagare lo sguardo per il parco,verso
il gruppo di ragazzi che imperterriti si ostinavano a continuare la loro partita
e su una coppia che passava poco lontano da loro tenendosi per mano. Quando
si voltò per prendere la sua bibita si accorse che lo sguardo di George era
fisso sul suo, attento,riflessivo. -Che c'è?- George alzò le spalle e
portò lo sguardo sul hot dog prima di finirlo in un'ultimo boccone. -Adesso
me lo dici perchè mi hai trascinato a vedere quel film?-le domandò cambiando
discorso. Luna sorrise. -Non ti è proprio piaciuto,vero?-gli domandò
portando la bibita alle labbra. -Il problema erano le canzoni..Ogni volta che
pensavi di essere salvo,ne iniziava una nuova- Lei rise divertita:eppure non
aveva mai considerato quel film come un musical;invece a sentire George c'era
una canzone ogni tre minuti. -Sei davvero esagerato...- -E' perchè volevi
fare la ballerina?-tentò lui prendendo una patatina dal mucchio. Luna scosse
la testa. -Allora perchè andavi sempre nello stesso posto durante le vacanze
quando eri piccola-provò ancora. Questa volta lei sorrise prima di scuotere
di nuovo la testa. -Avanti un'indizio!-le disse lui bevendo un sorso dal
bicchiere di birra. Luna restò in silenzio e alla fine sospirò:sarebbero
potuti restare lì finò all'alba del giorno dopo. Tanto vale dirgli come
stavano le cose. -Mia madre-disse semplicemente. George la guardò,le
sopracciglia leggermente incurvate. -Era il film preferito di mia
madre. Quando ero piccola,almeno una volta a settimana lo guardavamo
insieme:ci mettevamo nel salotto,sdraiate sul divano con una coperta che ci
copriva i piedi e un'enorme ciotola piena di pop corn che avrebbe sfamato una
famiglia intera. Guardavamo il film e cantavamo e ripetevamo le battute degli
attori,neanche fossimo noi a recitarle...-ricordò la donna con lo sguardo
lontano. George la vide fare un'ultimo sorriso prima di sospirare e
rincontrare i suoi occhi. -Un'altra cosa andata persa con il
tempo-aggiunse. Con la sua morte. -Vieni qui-le disse dopo averla fissata
per qualche istante in silenzio. Luna fece i pochi metri che la dividevano da
lui e andò a sistemarsi fra le sue gambe,la schiena contro il suo
torace. Subito le braccia dell'uomo la strinsero all'altezza della
vita,coperte subito dalle sue. -Hai presente tutti i vestiti in giro per il
mio soggiorno?-le domandò ad un certo punto George interrompendo il
silenzio. Lei annuì,muovendo la testa contro la sua spalla. -Fred ed io
eravamo troppo pigri per fare il bucato,e non ci mettevamo mai d'accordo su chi
dei due fosse stato l'ultimo a caricare la lavatrice...Eravamo entrambi due gran
bugiardi-le disse. Luna sorrise,poi attorcigliò le dita a quelle della mano
destra di George,come per cercare di infondergli il suo appoggio. -Quindi
avevamo escogitato un sistema:aprivamo un giornale a caso e leggevamo la prima
parola che ci capitava sotto gli occhi. Chi aveva la parola piu' corta doveva
fare il bucato-ricordò. Non ci fu bisogno di aggiungere altro. La presenza
di tutti quei vestiti sporchi per la stanza si spiegava da sola dopo quel
discorso: stavano ancora aspettando che il perdente andasse a pagare il suo
pegno,inconsapevoli che lui non potesse piu' farlo e che il vincitore,forse
inconsapevolmente,sperasse ancora di vederlo apparire da un momento all'altro
per tener fede a quella scommessa. Il silenzio calò di nuovo fra di
loro,mentre i due si tenevano stretti e continuavano e tenere lo sguardo fisso
davanti a sè. -Perchè mi hai raccontato di tua madre?-le domandò poi George
voltando leggermente la testa verso di lei per incontrare il suo sguardo. -Tu
perchè mi hai raccontato di Fred?-gli chiese Luna di rimando senza lasciare i
suoi occhi. George sorrise leggermente prima di alzare le spalle,in un gesto
che doveva essere noncurante. -Volevo che tu lo sapessi-le disse
poi. -Anche io- Poi avvicinò il viso a quello di George e lo baciò
dolcemente,con una lentezza che non si erano mai permessi prima di allora e che
rendeva tutto piu'...reale,piu' vero. Quando le loro labbra si
staccarono,George le posò piccoli baci su tutto il viso,indugiando sulle
guance,il naso e le palpebre che avevano uno strano potere d'attrazione su di
lui. -Sei pronta per tornare a casa?-le chiese poi l'uomo quando i loro occhi
si incontrarono di nuovo. Non ci fu bisogno di specificare quale casa:era
ovvio che non l'avrebbe lasciata tornare al suo appartamento. Luna annuì e si
allontanò per permettergli di alzarsi e per mettersi in piedi a sua
volta. Raccolsero i cartocci sparsi sull'erba e dopo averli gettati,George
tornò a stringerla a sè,come se avesse paura di perderla nel buio,di vederla
sparire improvvisamente,senza sapere che in quel momento Luna aveva tutto quello
che desiderava. Non poteva chiedere di piu' alla vita...
Salve a
tutti!!!!!!!!
Chiedo
scusa x il ritardo con cui ho postato questo nuovo capitolo,ma sn stata
parecchio impegnata con il trasloco e con la fine della fiction su Harry e
Ginny...SORRY!!!
Spero di
essermi fatta perdonare.
Ho
scelto "Dirty Dancing" perchè è l'unico film di cui so veramente tutte le
battute a memoria e poi perchè in qualche strano modo tornerà nella storia,anche
se molto avanti...
Annuncio
subito che questo sarà l'ultimo capitolo tranquillo,o almeno
felice.
Dal
prossimo iniziano i problemi e continueranno per molto,molto tempo(chi ha
seguito l'altra fiction lo sa).
Comunque
non disperate,in questo modo si possono chiarire tante cose che prima erano
rimaste insolute e si può capire la vera intensità dei sentimenti dei
"nostri".
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso per eventuali errori di ortografia o battitura.
Bene,x
ora è tutto,io vi do appuntamento al prox capitolo...
"Il
peggior San Valentino della mia vita"
Baci,Eva
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Dannato Weasley! ***
Dannato Weasley!
-Tua sorella finirà per
odiarmi- Era la terza volta che annullava un'appuntamento con Ginny,che la
lasciava senza neanche una spiegazione per scappare da George. L'amica,come sempre,non le aveva
fatto pesare la cosa e lei,come al solito,aveva promesso che
si sarebbe fatta perdonare e che
la prossima volta che sarebbero uscite avrebbero folleggiato in
giro per Londra. Nonostante
fosse dispiaciuta per il suo comportamento ingrato,non riusciva a sentirsi in
colpa: quale donna guardando il
fantastico uomo sdraiato sotto di lei lo sarebbe stata? George sorrise e si
mise a sedere sul letto,schiacciando il petto contro il suo seno e bloccandole
entrambi i polsi con una mano
soltanto,cercando di riprendere il discorso da dove lei l'aveva
interrotto,ma allo stesso tempo
curioso per quello che lei aveva detto. -Si è accorta che stai traviando suo
fratello?-le domandò dandole un bacio sulla spalla destra. Luna rise e gli
fece rialzare la testa,incontrando i suoi occhi che la fissarono curiosi. -Io
ti starei traviando?Semmai è il contrario!-ribattè perdendosi nelle sue iridi
smeraldine. -Ah davvero?-chiese divertito George. -Sì!Ogni volta che ti
incontro finisco nuda e su un letto...non mi capitava molto spesso prima di
incontrare te-gli fece notare
divertita da quel battibecco assurdo. George sorrise malizioso e alzò le
spalle. -Non è colpa mia se non sei capace a resistermi...-disse liberandole
i polsi e posando entrambe le
mani sui glutei coperti dai jeans per avvicinarla di piu' a sè. Luna lo
guardò con un sopracciglio alzato ed un'espressione incredula sul viso,prima di
annuire lentamente e di
sciogliersi dalla sua stretta. L'istante dopo era scesa dalle sue gambe e si
stava alzando in piedi. -Ehi!Dove stai andando?-le domandò George
visibilmente sorpreso da quel gesto. Lei voltò la testa,posando il mento
sulla spalla e alzò le spalle. -Sto cercando di resisterti...Non è poi tanto
difficile,sai?- George corrugò le sopracciglia,stizzito per il suo
allontanamento e le sue parole e allungò un braccio per afferrarla e portarla di nuovo sul letto,ma lei si
allontanò di un paio di passi rendendogli impossibile l'impresa. -Ok,va bene,chiedo perdono...Ora
potresti tornare dov'eri?-le chiese sedendosi sulle ginocchia
senza mai lasciarla con lo
sguardo. Luna sembrò riflettere sulle sue parole per qualche istante prima di
scuotere la testa di nuovo. La vide voltargli le spalle e cercare in giro per
la stanza il maglione che aveva quando era arrivata un paio di ore prima. Veloce si alzò in
piedi,approfittando della sua distrazione,e le fu dietro in pochi passi
afferrandola ai fianchi. Luna
si lasciò scappare un piccolo grido sorpreso e gli mollò un pugno sul torace
quando lui la fece voltare per
incontrare i suoi occhi. -Che accidenti vuoi?-gli domandò cercando di fare la
dura. George sorrise e avvicinò il viso al suo,puntalmente allontanato da
Luna. -Voglio te...-le disse serio. Per un'istante gli occhi di Luna lo
fissarono,colpiti da quelle parole,e si accorse che non
sembrava neanche capace di
respirare normalmente. -C-come?-gli chiese titubante. George gli avvolse
la vita con un braccio e la strinse a sè. -Voglio te nel mio letto,come poco
prima...-le disse facendole un piccolo sorriso. Capì subito di aver detto la
cosa sbagliata. Gli occhi della donna si intristirono,diventando piu'
cupi,come se un velo fosse caduto su di loro e l'attimo dopo la vide annuire,con un modo ancora piu'
triste. -Già...Ovvio-mormorò. Abbassò leggermente la testa,rifuggendo dai
suoi occhi e lui posò un dito sotto il mento di Luna
per leggere il suo
sguardo,capire che cosa era cambiato in così poco tempo,ma ancora una volta
lei scappò dai suoi
occhi. -Ehi,che ti prende?-le domandò sorpreso. Luna scosse la testa e
fece per allontanarsi dal suo abbraccio,ma la sua stretta era troppo forte
quindi dovette
arrendersi. -Niente,è solo che ho bisogno di uscire...di prendere un pò
d'aria-disse sempre scappando dal suo sguardo. -Ti senti male?-le chiese con un leggero velo di
preoccupazione nella voce. Luna scosse la testa. -Voglio solo andar
via- Si mosse un'altra volta nel suo abbraccio e questa volta riuscì a
liberarsi,quasi scappando da lui. Afferrò il maglione e lo infilò quasi nello
stesso momento,poi gli voltò le spalle e iniziò la ricerca
delle scarpe. -Posso sapere
che cos'hai?-le chiese senza avvicinarsi. Se l'avesse fatto avrebbe solo
peggiorato le cose. -Mi sono solo ricordata che ho un'appuntamento
importante,tutto qui-mentì spudoratamente. -Puoi evitare di raccontarmi
balle?Non ti riesce molto bene-le disse fissandola mentre si infilava
una scarpa. -George per
favore...-disse semplicemente alzandosi in piedi e afferrando il cappotto pronta
per smaterializzarsi. In
pochi passi le fu accanto e le mise una mano sul braccio,come se questo avesse
potuto fermarla
veramente. -Cosa è successo?Fino a neanche dieci minuti fa stavamo benissimo
e adesso vuoi scappare via neanche ti avessero dato fuoco alle scarpe!-le disse fissando il suo
volto. Un sorriso amaro apparve sul viso di Luna,portandolo a chiedersi cosa
passava per la testa della donna. -Proprio non capisci,vero?-gli chiese rialzando per un'istante
lo sguardo sul suo viso. Cosa doveva capire? Prima che uno dei due
parlasse di nuovo,George sentì un rumore in lontananza. -George!George sei in
casa?- Ron! Possibile che quell'uomo arrivava sempre nei momenti meno
opportuni? Luna lo fissò con lo stesso sguardo triste e allontanò il braccio
dal suo tocco. -E' meglio che tu vada-gli disse semplicemente. L'istante
dopo era sparita,lasciandolo con i suoi dubbi e le sue domande. Ma cosa aveva
fatto di così sbagliato?
Era una stupida! Un'emerita
deficiente! Dov'erano finiti i discorsi sul non fidarsi,sul prendere quella
relazione come veniva e lasciar fuori i coinvolgimenti emotivi? Al
vento! Perchè se avesse tenuto fede ai suoi propositi,ora non sarebbe stata
in lacrime per colpa di quella frase. "Voglio te nel mio
letto" Per cosa l'aveva presa?Per una puttana? Possibile che
quell'uomo riuscisse a essere l'essere piu' dolce del mondo e allo stesso tempo
anche il piu' idiota?Nessuno avrebbe mai detto una frase del
genere,a meno che non intendesse ferire intenzionalmente la sua
patner. Perchè aveva lasciato che le cose andassero così avanti? Per
permettere all'uomo del momento di farle di nuovo male?Di ferirla come era
successo in passato? Questa volta no! Aveva maggior
consapevolezza,sapeva quali erano i suoi errori e come fare per evitarli... non
si sarebbe fatta ingannare da George Weasley.
-Ti voglio nel mio letto? Ma come ti è venuto
in mente?- Non aveva intenzione di confidarsi con Ron...Era venuto
spontaneo. Come ogni settimana gli aveva portato la spesa e quando lo aveva
visto uscire dalla camera da letto con indosso solo i jeans gli
aveva chiesto se lo aveva interrotto ancora una volta. Lui si era limitato a
scuotere la testa senza parlare,ancora immerso nei suoi pensieri. Accettando
quel cenno silenzioso,Ron aveva iniziato a mettere il cibo nel freezer
mostrandogli ogni volta quello che aveva comprato,ma dopo il
terzo tentativo aveva rinunciato trovandolo completamente
distratto. -Che ti succede?-gli aveva chiesto. Ancora una volta George
aveva scosso la testa. -Problemi?- -Puoi mettere a posto la spesa e
lasciarmi in pace?-gli aveva risposto seccato l'altro. Infilando il collo fra
le spalle neanche una tartaruga,Ron aveva annuito e gli aveva voltato le
spalle. Per qualche minuto c'era stato il silenzio fra
loro,poi George si era lasciato andare ad un sospiro. -Perchè le donne sono
così complicate?-aveva chiesto. Un leggero sorriso era apparso sul viso di
Ron,ancora di spalle. -E' quella la loro magia...Se non fossero così strane
non ci piacerebbero-aveva risposto. -Balle!Che ci sarebbe di strano in un pò
di normalità?-aveva ribattuto George. Ron si era voltato a
guardarlo. -Definisci normalità- Dopo un nuovo sospiro,George si era
passato una mano fra i capelli e aveva rialzato lo sguardo sul
viso del fratello. -Perchè un'istante prima stai benissimo con una
donna,sembra che niente possa interrompere quell'idillio e
l'istante dopo,lei scappa via da te soltanto perchè tu le hai detto che la
vorresti nel tuo letto?-chiese confuso. Aveva parlato senza
riflettere,riferendosi a cosa era successo pochi istanti prima con Luna,di
come erano passati dallo scherzo alla delusione e lo sguardo
triste negli occhi della donna e alla sua confusione. Ron lo
guardò qualche istante in silenzio poi scosse la testa,incredulo di star
affrontando quel discorso con suo fratello maggiore. -Ma
prima di conoscere questa ragazza eri vergine per caso?-gli domandò
sospettoso. George spalancò gli occhi,sorpreso dalla domanda del fratello e
scattò in piedi. -Come ti viene un'idea simile?Certo che no!-ribattè quasi
ferito nell'orgoglio. Aveva perso la verginità a sedici anni con Carly
Danton,una ragazza al suo stesso anno,sul divano nella Sala
Comune dei Grifondoro. Come poteva anche solo pensare una cosa del
genere?L'aveva sempre detto che suo fratello era un completo
idiota. -Allora come diavolo ti è venuto in mente di dire una cosa del
genere?Hai anche una sorella, quindi dovresti capirne un pò di
psicologia femminile!- George lo fissò e dopo qualche istante,si arrese
scuotendo la testa. -Ti dispiacerebbe farmi capire cosa stai
farneticando?-gli chiese. Ron aveva poggiato entrambe le mani sul legno del
mobile dietro di lui e lo aveva fissato qualche istante,con un
nuovo sguardo saputo. -Credi che a una donna faccia piacere sentirsi dire una
cosa del genere? Se dicessi una cosa del genere ad Hermione non la
smetterebbe più di lanciarmi addosso qualsiasi cosa gli capiti
sotto mano-gli disse guardandolo. George corrugò le sopracciglia. -Non
capisco cosa ci sia di male nel dir loro che sono brave a letto- -Niente...Ma
nel modo in cui l'hai detto tu c'era qualcosa di sbagliato,come se fosse
qualcosa di dovuto,come se quasi te lo aspettassi da lei-cercò
di fargli capire. George allontanò lo sguardo,posandolo sul pavimento e
riflettè:lo sguardo di Luna sembrava essersi impresso nella
mente. Non aveva mai visto nessuno passare dalla felicità,perchè era questo
che aveva visto negli occhi di Luna,alla rabbia e alla
tristezza in così poco tempo. -Ma non è quello che io volevo dire...-si
giustificò,come se volesse scusarsi con Ron. Il fratello annuì anche se
l'altro non poteva vederlo. -Questo lo so per certo,ma non ti sei spiegato
bene-disse semplicemente. Aveva bisogno di parlare con lei,di spiegarle,prima
che quella insulsa stupidaggine crescesse fino a diventare
insormontabile...ma se le avesse telefonato ora Luna non gli avrebbe neanche
risposto. -Posso farti una domanda?-aveva chiesto Ron
cauto. George aveva rialzato lo sguardo e l'aveva fissato sul volto del
fratello,in attesa. -Tu sei innamorato di questa ragazza?-domandò con la
stessa cautela nella voce. Il silenzio seguì quelle parole,mentre George
rifletteva sulla domanda che suo fratello gli aveva rivolto,non
riuscendo a trovare una risposta in quel groviglio che erano i suoi
sentimenti.
-Si può sapere che succede?- Doveva
essere veramente intrattabile in quei giorni! Per la millesima volta si
chiese come faceva Ginny a sopportarla,senza trovare una risposta. Era
nervosa,arrabbiata,capace di infiammarsi per la minima provocazione...tutto quel
malumore non aiutava con il negozio ed i
clienti. -Scusami...Sono veramente una bestia in questi giorni-disse
abbassando lo sguardo sotto gli occhi dell'amica. Ginny le
si avvicinò e le posò una mano sulle sue,accarezzandole il palmo destro. -Non
importa se sei un pò scontrosa,o se l'unico modo per avvicinarti è con un palo
lungo tre metri...-scherzò la rossa. Luna sbuffò a quelle
parole e abbassò ancora di piu' la testa,come a volersi nascondere. -Vorrei
sapere se c'è qualcosa che posso fare per te...Non mi hai neanche detto cosa è
successo per farti stare così male-continuò poi. Luna
sospirò e si pizzicò gli angoli degli occhi con due dita,cercando di controllare
le emozioni:erano giorni che cercava di non pensare,di
ricacciare indietro quel ricordo per evitare di sentirsi ferita
di nuovo. Più volte George aveva provato a chiamarla,ma lei aveva sempre
evitato le sue chiamate,fingendo che fossero dirette a
Ginny. Non era ancora pronta per parlare con lui,per dirgli quello che
pensava veramente di lui,altrimenti sarebbe finita ad urlare
dentro la cornetta tutta la sua rabbia. -Prima o poi passerà:ho solo bisogno
di tempo...e di una lobotomia!-disse poggiando entrambe le
braccia sul bancone e nascondendo la faccia su di queste. Ginny rise
leggermente e le accarezzò i capelli,cercando di consolarla. -Vedrai che non
è così terribile come credi adesso...Prima o...- La frase era stata
interrotta dal suono della campanella:qualcuno era entrato in negozio. Luna
alzò la testa per dare uno sguardo al nuovo cliente e tutto il suo corpo si tese
quando i suoi occhi incontrarono quelli di George. -George
che sorpresa!E' tanto tempo che non ti vedo...-disse Ginny sinceramente sorpresa
di vedere il fratello vagabondo. Luna si rimise in posizione
eretta,la schiena tesa neanche fosse sul punto di spezzarsi in due e
gli occhi che non accennavano ad allontanarsi dal volto di
George. L'uomo allontanò lo sguardo soltanto quando sua sorella gli fu
accanto,sorridendole e abbracciandola. -Come sta la mia
sorellina?-le chiese interessato. -Piena di impegni come al solito-rispose
lei. George sorrise e lanciò uno sguardo veloce a Luna,che allontanò subito
lo sguardo. Era andato lì per parlare con lei,era ovvio,ma non aveva la
minima intenzione di ascoltare le sue scuse. -Ginny ce la
fai ad occuparti della chiusura da sola?-chiese all'amica voltandosi verso di
lei. La rossa si voltò e dopo qualche istante annuì. -Certo,va
pure...Qualche problema?-le domandò preoccupata. Luna scosse la testa e
accennò un sorriso. -Nessuno...Mi sono solo ricordata di
un'appuntamento-mentì. Lo sguardo di George non l'aveva abbandonata neanche
un'istante,nonostante il suo ostinato e patetico tentativo di
ignorarlo. Ginny sorrise. -Un'altro appuntamento con il tuo ammiratore
segreto?-le domandò curiosa. Luna scosse la testa e si avvicinò al retro per
prendere la borsa ed il cappotto. -Ammiratore segreto?-sentì domandare a
George. Quell'uomo aveva proprio una gran faccia tosta! -Sì,la nostra Luna
ha un corteggiatore da qualche mese,ma non vuole presentarlo a
nessuno. Figurati che neanche io so il suo nome-spiegò Ginny felice di poter
fare un pò di gossip. La bionda tornò nel negozio e s'infilò il
cappotto,sistemandosi il colletto e liberando i capelli che
erano rimasti nella giacca. -Deve essere davvero terribile
se non vuoi presentarlo a nessuno-le disse George tornando a
guardarla. Luna sostenne il suo sguardo e si concesse un
piccolo sogghigno. -Della peggiore specie-gli disse. Restò a fissarlo per
qualche altro istante,prima di abbassare lo sguardo e afferrare la borsa. -Ci
vediamo più tardi a casa-disse rivolta a Ginny prima di uscire dal
negozio.
-Ti rendi conto di quello che ha fatto? Ha
sparlato di me con Ginny,trattandomi come se fossi la peggiore feccia di tutto
il mondo magico...ed io ero lì davanti a lei!- Fred,dal suo
ovale dorato,sembrò ritrarsi indietro di fronte alla sua domanda
rabbiosa. Era arrabbiato,no peggio...era incazzato! Non aveva mai permesso
in tutta la sua vita che una donna lo riducesse in quello stato:che
accidenti gli era successo per comportarsi come un'idiota a
ventidue anni? Era andato in quel negozio per parlare con lei,per chiarire
quello che era successo,per farla tornare da lui e mettere fine
a quella pazzia idiota che non aveva ragione di esistere. Invece lei lo aveva
trattato come un coglione! -Con chi crede di avere a che fare?Io non sono
mica quell'imbecille di Paciock che si può rigirare come
vuole...Io non ci sto! Sono stufo di lei,dei...dei suoi limiti d'intelligenza
che non le permettono di capire un complimento,e sono stufo
anche di questi comportamenti idioti. Cosa le costa alzare il telefono e
parlarmi?-domandò fermandosi di fronte alla lapide del fratello
e fissandolo per qualche istante. Sospirò e
si lasciò cadere sull'erba,cercando di dare un senso logico a tutti quei
pensieri che gli affollavano la mente. Per come era fatto
adesso poteva fare solo una cosa:lasciar perdere. Chiudere quella storia con
Luna,rallegrandosi di non aver mandato tutto a puttane prima e per
un motivo piu' serio. D'altronde era sicuro che se l'avesse
chiamata per rompere,se mai lei avesse alzato il telefono, non
si sarebbe sentito implorare perchè cambiasse idea. Magari tornando a casa
avrebbe trovato un messaggio sulla sua segreteria in cui veniva
scaricato... -Perchè sto male alla sola idea?-domandò a
bassa voce,senza alzare lo sguardo su Fred. Perchè si vergognava di quei
sentimenti? Quando giorni prima Ron gli aveva chiesto se era innamorato di
Luna,lui non aveva saputo rispondere:era rimasto in
silenzio,immobile neanche gli avesse fatto una domanda di fisica
quantistica o qualcosa di ancora peggio. Invece era così
semplice...Era innamorato o no di Luna? -Ho paura...-ammise in un
sussurro. No,non era paura. Era terrore. Terrore di amare di nuovo
qualcuno profondamente,di sentire di nuovo il bisogno di legarsi a
qualcuno. Non avrebbe mai potuto sopportare un'altra
perdita...questa volta sarebbe finito in pezzi. -Non posso rischiare-disse
rialzando lo sguardo e fissando la foto. Fred lo stava fissando con
un'espressione concentrata sul volto,quasi attento a non perdersi
neanche una parola. Forse aveva bisogno di quel
rischio...
Erano più di venti minuti che fissava il
biglietto bianco davanti a sè neanche contenesse una mini bomba
ad orologeria. Quella mattina,il giorno di San Valentino,prima che uscisse
per andare al lavoro le avevano consegnato una enorme cesto di
rose rosse dal gambo lungo,con quel piccolo biglietto bianco
spillato sul manico del cesto. Quelle rose erano
fantastiche:in meno di dieci minuti avevano riempito la stanza con il loro
profumo penetrante,inoltre lei adorava le rose rosse. Ma non
riusciva a superare le insidie di quel biglietto:era evidente che fossero di
George,ma cosa doveva aspettarsi? Perchè mandarle quelle
rose proprio quel giorno?Perchè proprio a San Valentino,con la festa
degli innamorati e tutte le sciocchezze simili? Aveva
imparato a conoscerlo e sapeva che George non era uno che chiedeva scusa,anche
se doveva ammettere che quel gesto era andato contro le sue
convinzioni:non riusciva ad immaginarsi George come il tipo che
regala rose e cioccolatini alla ragazza con cui ha litigato per
fare pace. Dopo l'ennesima occhiata furtiva alla bustina bianca si decise
e,afferrato il biglietto bianco,in una mano lo aprì con un
gesto deciso. Poche righe erano scritte sul cartoncino bianco,nella sua
inconfondibile calligrafia.
"Che
ne dici se provo a farmi perdonare? Magari questa sera a
cena.
G."
Rilesse le poche righe ancora un paio di
volte,come a voler trovare un significato nascosto, qualcosa
che quella sera avrebbe potuto usare contro di lui. Perchè era indubbio che
lei quella sera sarebbe stata davanti alla sua porta. La rabbia era un buon
carburante,ma non l'aiutava a sentire di meno la sua mancanza:ormai
erano mesi che si vedevano tutti i giorni,nonostante la
segretezza e la cautela su cui era basato il loro
rapporto. Quella sera sarebbe riuscito a farsi perdonare,se avesse usato gli
argomenti giusti,o anche solo se avesse fatto le giuste
facce. Perchè mentire a sè stessa?Perchè negarsi ancora qualcosa di cui aveva
bisogno? Era innamorata di lui. Certo,era dolorosa la consapevolezza che
George non provava lo stesso per lei,ma era adulta: poteva
affrontare le delusioni e imparare a conviverci. Aveva deciso di vivere quel
momento finchè sarebbe durato,poi quando tutto sarebbe finito le
sarebbero rimasti i ricordi,soltanto i migliori,quelli che le
avrebbero permesso di sentirsi meno sola. Era tutto quello
che poteva concedersi e che sapeva di poter chiedere a un'uomo come
George.
-E' occupato questo posto?- George si
voltò alla sua destra e scosse la testa. Una ragazza di neanche
trent'anni,dai corti capelli neri un trucco leggero ed un vestito
viola,gli si sedette accanto. Tornò a voltarsi davanti a
sè,le dita attorno al bicchiere di Guinnes gelato,osservando il proprio
riflesso nello specchio. Aveva ancora un'ora prima di
tornare a casa ed incontrare Luna. Tutto,nell'appartamento,era pronto:aveva
fatto portare la cena dal miglior ristorante cinese del
quartiere,in ricordo della prima cena che avevano fatto
insieme,aveva apparecchiato la tavola con la migliore e,forse
unica,tovaglia pulita che aveva in casa,aveva sistemato delle candele rosa
che non sapeva neanche di avere in mezzo alla tavola e poi,per
ingannare l'attesa e non impazzire nel frattempo,aveva deciso
di uscire a fare quattro passi. Erano stati i suoi piedi a portarlo in quel
pub,forse remori delle mille volte che avevano fatto quella
strada prima di incontrare Luna. Ed era stata la sua bocca a muoversi da sola
e a ordinare quella Guinness:in fondo una birra ogni tanto che
male poteva fargli? L'importante era limitarsi a quella e ritornare a casa in
tempo per accogliere Luna. Non aveva dubbi:lei avrebbe accettato
l'invito. Magari voleva fare la dura e,certamente non lo avrebbe mai
ammesso,ma anche lei sentiva la sua mancanza. Forse aveva
detto la cosa sbagliata,come gli aveva spiegato Ron,ma era certo che le cose si
sarebbero risolte...Oggi,quella stessa sera. Fra qualche ora
avrebbe avuto di nuovo fra le braccia Luna...e non ne vedeva l'ora. Bevve
d'un sorso quello che restava del suo bicchiere e fece un cenno al barista
perchè gliene versasse un'altra. -Anche a te hanno dato
buca?-si sentì chiedere. Si voltò e vide la ragazza con il vestito viola
voltata verso di lui. -No,veramente no-rispose. Lei alzò le
spalle. -Forse ancora non lo sai-insistette. George accennò un
sorriso,mentre il barista gli metteva davanti la seconda birra. -Fidati lo so
per certo- La ragazza alzò le spalle e gli tese una mano. -Sono Adrian-si
presentò. Lui fece lo stesso e si strinsero la mano per qualche
secondo. -Che bevi?-le chiese George cercando di essere gentile. -Un
Martini alla mela-rispose la ragazza prima di posare le labbra sul
bicchiere. Lui aggrottò le sopracciglia. -Che c'è?-chiese Adrian. -Roba
troppo delicata per un posto rude come questo-scherzò. Lei rise e allungò una
mano afferrando il boccale di George. -Allora facciamo a cambio,ti va?-gli
propose. Lui alzò le spalle e prese il drink posato su un tovagliolo bianco
davanti alla ragazza. -Ce ne vorranno almeno dieci per compensare la birra
che ho perso e non so se avrò il tempo per berli tutti-borbottò
bevendo un primo sorso del suo nuovo drink. Lanciò un'occhiata all'orologio
che aveva al polso e vide,rassicurato,che aveva ancora tempo
prima di tornare a casa e prepararsi per Luna. -Te l'ho
detto,ti ha dato buca-disse Adrian accorgendosi dello sguardo
all'orologio. George sorrise e scosse la testa. -Credimi,mai come questa
volta sono sicuro che non succederà-
Dopo aver bussato più volte,aveva deciso di
smaterializzarsi nell'appartamento:almeno non avrebbe aspettato
sul pianerottolo al freddo. Non c'era nessuno in casa;forse era uscito per
comprare un'ultima cosa che aveva dimenticato... Posò il cappotto sul divano
sopra gli altri vestiti e si diresse in cucina,alla ricerca di un biglietto o
di un'indizio che la potesse aiutare a capire dove fosse George
in quel momento,ma vi trovò soltanto i cartoni del cibo
cinese,che aspettavano solo di essere mangiati. Vide il tavolo apparecchiato
con le candele e non potè trattenere un sorriso;almeno ce la stava
mettendo tutta per farsi perdonare e per rendere quel giorno
speciale. Provò a chiamare George,ma sentì lo squillo del telefonino poco
distante da sè. Perfetto!Ora non aveva neanche modo di sapere che fine aveva
fatto o quanto tempo ancora sarebbe rimasto fuori. Tornò in
salotto e si sedette sul divano spostando i vestiti per essere più comoda e
accese la televisione,girando fra i vari canali finchè non
trovò un film interessante che l'avrebbe impegnata fino
all'arrivo di George. Più volte nell'ora seguente guardò l'orologio cercando
di non pensare al suo stomaco che brontolava e al ritardo
sempre più mostruoso del suo ospite:non era carino e neanche educato
far aspettare una signora e conoscendo la signora Weasley era
sicura che almeno questo George doveva averlo imparato! Dopo
un'ora,spinta dai morsi della fame,si diresse in cucina e aprì i vari cartoni
per controllare quello che sarebbe stata la sua cena se tutto
fosse andato come previsto,e trovati gli spaghetti fritti li
portò in salotto,tornando a sedersi sul divano davanti al televisore. Quanto
doveva aspettare prima di considerare quell'appuntamento un fallimento e tornare
a casa sua con la coda fra le gambe? -Magari è stato preso
in ostaggio da un gruppo di rapinatori mentre era in un drugstore per
comprare una bottiglia di vino-bofonchiò a mezza voce fra un
boccone di spaghetti e l'altro, facendo risuonare la propria
voce nell'appartamento vuoto,accompagnando i rumori che
venivano dal televisore. Sicuramente era successo
qualcosa...George non si sarebbe mai comportato così!Non con lei! Forse stai
dimenticando chi è George,le disse una piccola voce nella sua testa. Già...il
George che conosceva lei era soltanto una finzione,una sua personale
rappresentazione. Bastava vedere come trattava la sua famiglia per capire
com'era in realtà. Lentamente la preoccupazione lasciò il posto alla
rabbia:era lì a mangiare spaghetti da sola,preoccupandosi per
quello che poteva essergli successo, dopo che lui gli aveva dato buca il
giorno di San Valentino,IN UN APPUNTAMENTO ORGANIZZATO DA
LUI! Era forse stato un modo per ferirla?Magari era talmente arrabbiato con
lei che aveva deciso di fargliela pagare in qualche
modo... Non era il caso di rendersi ridicola oltre. Si alzò in piedi e
poggiò il cartone mezzo vuoto di spaghetti fritti e prese il cellulare dalla
borsa, componendo poi un numero che era nelle chiamate
veloci. -Sono io...Ti andrebbe di uscire a fare pazzie?-
Stava fluttuando. O qualcosa di molto
simile. Un'attimo prima era seduto con Adrian al bancone e stava
fluttuando;dove accidenti si trovava? -Avanti grand'uomo,un'ultimo
sforzo!-sentì vicino all'orecchio sinistro. Gli ci volle qualche istante per
riconoscere quella voce:Ron. -Sei tu Ron?-chiese non riconoscendo la propria
voce. -Chi ti aspettavi,la tua amante vogliosa?-scherzò una diversa
voce. Voltò la testa dalla parte opposta,dove era arrivato il suono,ma si
mosse con troppa velocità sbilanciandosi in
avanti. -Attento!Che credi di fare?-chiese Ron afferrandolo per la vita
prontamente. Un rumore troppo forte gli arrivò alle orecchie,ma riuscì a
capire cosa fosse:era uno strano
suono,come una sinfonia...c'era una banda nei
paraggi? -C'è qualcuno in casa tua?-chiese la voce che ancora non era
riuscito ad identificare. Mosse la testa,incerto se i suoi gesti avessero un
qualche significato. Capì di essere a casa dall'odore inconfondibile che
veniva dal salotto:il profumo dei vestiti puliti e la puzza di quelli sporchi si
erano uniti formando uno strano odore che era possibile trovare soltanto in casa
sua,nel suo salotto. Sentì allentarsi la stretta di quelle che sembravano
centinaia di mani e di braccia e si sporse in avanti,verso il divano:avrebbe
saputo trovarlo anche ad occhi chiusi. -Hai lasciato la televisione
accesa-gli disse Ron. Era possibile,si disse cadendo a peso morto sul
divano. -Avevi un'appuntamento per caso?-chiese ancora la voce
misteriosa. -Ma che ti viene in mente Herm...-disse Ron. Hermione!Ecco chi
era l'altra persona...Finalmente l'aveva capito! Una smorfia soddisfatta
apparve sul suo viso a quella scoperta:non gli piaceva essere all'oscuro delle
cose. -Allora come te le spieghi le candele e la tavola imbandita?-domandò la
donna. Candele? C'era qualcosa che gli sfuggiva...Lui non metteva mai le
candele. Qualcosa che non riusciva a superare il suo pensiero annebbiato e
che continuava a premere contro la barriera della semi incoscienza e dell'alcool
perchè lui ricordasse. Ma prima che quel pensiero fosse tanto potente da
poter essere compreso,George crollò in un sonno quasi
comatoso.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** I muri tremano ***
i muri tremano
Una volta
aveva sentito dire che quando una cosa inizia ad andar male,come in una partita
di domino,tutto il resto comincia a peggiorare. Non ci aveva mai
creduto,convinta che niente poteva andare male se lei non lo voleva:in fondo era
lei che compiva le scelte che determinavano il suo futuro,perchè mai avrebbe
dovuto scegliere qualcosa che le si sarebbe ritorto contro? Ma non sempre
tutto quello che abbiamo di importante nella vita decide di sottostare alle
nostre decisioni. Qualche volta,quasi sempre nelle cose più importanti,ci
ritroviamo impotenti,costretti a sottometterci di fronte a quello che capita
nelle nostre vite. E Luna stava per impararlo nel modo peggiore. Le prime
avvisaglie che qualcosa in suo padre andava peggio del solito le aveva avute una
settimana prima,quando era stata chiamata al lavoro dalla signora Weasley:una
dei commercianti del villaggio vicino aveva visto suo padre che camminava
spaesato per la strada e, riconoscendolo, aveva avvertito la donna che lo aveva
fatto recuperare subito dal marito. Luna era corsa subito alla Tana per
controllare che il padre stesse bene e che non avesse bisogno di essere portato
da un medico,ma stranamente lo aveva trovato lucido al punto da riconoscere le
persone intorno a lui. Contenta di quel piccolissimo miglioramento,lo aveva
accompagnato a casa e il giorno dopo aveva ripreso la vita di tutti i
giorni,relegando quell'episodio in un'angolo della propria mente. Quando però
ricevette quella telefonata,la notte di San Valentino,non aveva idea che il suo
mondo sarebbe cambiato in poche ore. Nonostante fossero le tre di notte,la
voce della signora Weasley sembrava preoccupata:suo padre era agitato e non
c'era modo di calmarlo in nessun modo. Non aveva riconoscuto i suoi amici di
vecchia data e quando erano corsi da lui preoccupati dal rumore che veniva dalla
Tenuta,li aveva scambiati per dei ladri. Più volte aveva chiesto di lei,e
alla fine i Weasley avevano deciso di accontentare la sua richiesta e
chiamarla. Mentre si vestiva in fretta,afferrando i primi vestiti a portata
di mano,Luna cercava di rassicurare sè stessa,di dirsi che non c'era niente di
diverso dal solito. Sapeva che l'unico modo per calmare suo padre era andare
lì e parlargli,essere accanto a lui:lo aveva fatto altre volte,ed era certa che
arrivando alla Tenuta suo padre si sarebbe tranquillizzato. Non gli avrebbe
permesso di fare qualche brutto scherzo,non quella
sera...
Il soggiorno era completamente vuoto,ad eccezione
del divano e della poltrona preferita di suo padre. Dov'erano andati a finire
i mobili? Mosse lo sguardo in giro per la stanza,ma non vide nessuno dei
mobili che di solito la occupavano,neanche sul soffitto,e neanche qualche
traccia del recente passaggio degli Weasley o di suo padre. -Tesoro,meno male
che sei qui!- Si voltò verso la voce e vide la signora Weasley venire verso
di lei dalla scala che conduceva al piano superiore. -Ho fatto prima che ho
potuto...- La donna l'abbracciò di getto e la strinse a sè,come a volerle
dare conforto e sostegno in quella situazione. -Cosa è successo?-domandò Luna
quando riuscì a staccarsi dall'abbraccio. La signora Weasley indossava una
vestaglia rosa confetto a coprire la camicia da notte,e ai piedi aveva due
pantofole dello stesso colore;in testa una miriade di piccoli bigodini colorati
la facevano assomigliare ad un porcospino. In un'altra circostanza avrebbe
trovato molto buffo quell'abbigliamento,ma ora vedeva soltanto una donna che si
era fatta carico del suo problema e che non avrebbe mai smesso di
ringraziare. -Eravamo pronti per andare a letto,quando abbiamo sentito un
gran fragore venire da qui;così ci siamo vestiti e siamo corsi qui. I mobili
del salotto erano tutti in giardino,tranne questi,e quando siamo entrati in casa
abbiamo trovato tuo padre sdraiato sul divano come senza forze...Ci ha scambiato
per due ladri-le raccontò quasi mortificata. Luna strinse la mano della
donna:la signora Weasley non sapeva che quello era il comportamento normale di
suo padre. -Arthur lo ha messo a letto,ma lui continuava a chiedere di te e
allora...- -Avete fatto bene a chiamarmi,voi avete fatto anche troppo-disse
lanciando uno sguardo alla scala. Aveva quasi paura a salire di sopra:cosa
avrebbe trovato una volta in camera di suo padre? Sarebbe stata capace di
affrontare i suoi vaneggiamenti,i suoi momenti di smarrimento? -Se credi di
aver bisogno di aiuto,io e Arthur possiamo restare qui con te...-si offrì subito
la signora Weasley,stringendole la mano per mostrarle il suo sostegno e
infonderle forza. Luna scosse la testa decisa:suo padre era un suo
problema,toccava a lei occuparsene. Seguita dalla donna,aveva salito i
gradini quasi sperando di non vederli mai finire e quando era arrivata davanti
alla porta di suo padre aveva sentito delle voci,una più bassa l'altra più
riconoscibile provenire dall'interno. La mano posata sulla maniglia,aveva
preso un lungo respiro e con quel briciolo di coraggio che ancora le restava
aveva aperto la porta:suo padre era a letto,impegnato in una lotta con le
coperte che il signor Weasley continuava a rimboccargli,mentre l'altro era
seduto poco distante da lui,sul lato destro del letto su un sedia. C'era uno
strano odore nella stanza,che la invase non appena aprì la porta e le mozzò il
fiato per qualche istante,portandola a chiedersi da cosa fosse dovuto. -Sta
tranquillo Xenophillus,se ti agiti è peggio...-sentì dire al signor
Weasley. Da quando suo padre era così vecchio? Sembrava non mangiare nè
dormire da giorni eppure aveva ancora le forze per ribattere all'uomo di fronte
a sè. -Papà...- Entrambi gli uomini nella stanza si voltarono verso la
porta:uno la guardò con espressione sollevata,che sparì subito lasciando il
posto allo sguardo preoccupato che era negli occhi della
moglie;l'altro,invece,la fissò a lungo prima di riconoscerla. Era la prima
volta da quando si era "ammalato" che aveva difficoltà a
riconoscerla... -Papà che è successo?-chiese Luna,quasi volesse aiutarlo a
capire chi avesse di fronte. -Perchè permetti a due estranei di entrare in
casa mia?-le chiese lui di rimando. Luna,come libera da un'incantesimo,iniziò
a muoversi e andò a sedersi sul lato libero del letto. -Hai ragione...La
prima cosa che faremo domani è chiamare un fabbro per cambiare la
serratura-disse fissando il viso rugoso del padre. Era una sua impressione
oppure c'era qualcosa di strano in lui? Perchè aveva l'assurda sensazione di
dover vivere quei momenti da sola con suo padre? Alzò lo sguardo su Arthur
Weasley e accennò un sorriso,a tranquillizzarlo e allo stesso tempo ringraziarlo
per quello che aveva fatto quella sera. Poi atteggiò il viso ad
un'espressione severa. -Uscite dalla casa di mio
padre!Immediatamente!-ordinò. L'uomo la fissò qualche istante,poi annuì
alzandosi dalla sedia. In silenzio girò attorno al letto e si portò vicino
alla moglie,trascinandola quasi a forza fuori dalla stanza mentre lei continuava
a dire a Luna di avvertirli nel caso avesse avuto bisogno d'aiuto. -Così si
fa-disse Xenophillius,guardando la figlia. Le voltò le spalle rigirandosi nel
letto e chiuse gli occhi. -Svegliami quando arriverà Neville,ho qualcosa di
molto importante da dirgli...-le disse poi continuando a tenere gli occhi
chiusi. -Papà sono le quattro del mattino,vuoi davvero disturbarlo?-gli
chiese preoccupata. Cos'era adesso quella novità?Perchè voleva vedere
Neville? Il padre riaprì gli occhi e la fissò quasi rimproverandola per le
sue parole. -Se è veramente un'uomo verrà...Non importa che ore sono-disse
quasi fosse di nuovo lucido come un tempo. Dopodichè tornò a chiudere gli
occhi e nel giro di pochi minuti si addormentò.
Non stava affatto bene,lo avrebbe capito anche
un'idiota! Il respiro di suo padre era più affannoso,come se ogni movimento
del torace gli causasse dolore e da quando si era addormentato non aveva mai
mosso,restando sempre in posizione semi fetale,con le braccia a coprirgli il
volto. Vederlo dormire la riempiva di ansia,come se non si stesse rendendo
utile abbastanza:ma cosa avrebbe potuto fare? Suo padre odiava gli ospedali
ed i dottori ed era un'impresa fargli prendere anche una pasticca per il
raffreddore. Non si sarebbe fatto visitare da nessuno,ma lei non poteva
lasciarlo peggiorare così senza fare niente! Aveva provato più volte a
scuoterlo,per svegliarlo e sapere come si sentiva,ma riceveva in cambio soltanto
lamenti e parole smozzicate. Soltanto una volta,verso le sei del mattino
riuscì a fargli aprire gli occhi,ma ebbe di nuovo la terribile sensazione che
non la riconoscesse. -Papà?- Non era pronta...Non poteva andarsene proprio
adesso,non ancora almeno! -Neville-disse l'uomo con voce roca per il
prolungato silenzio. Luna si morse il labbro inferiore a quelle parole:lo
stava veramente aspettando! Magari vederlo lo avrebbe aiutato a sentirsi
meglio. -Arriverà presto-lo rassicurò accarezzandogli una spalla. L'uomo
tornò a chiudere gli occhi e pochi istanti dopo la stanza si riempì di nuovo del
suo respiro affannoso. Aveva bisogno d'aria. Chiudendo delicatamente la
porta alle sue spalle si diresse in camera sua,poco distante e si sedette sul
letto,la schiena contro la testiera del letto. Come può una persona
perfettamente sana il giorno prima, stare così male il giorno dopo? Sospirò
affranta e il suo cervello stanco la corresse:erano anni che suo padre non era
più perfettamente sano. Viveva nel suo limbo personale senza accorgersi di
tutto quello che gli succedeva intorno, senza quasi provare emozioni...Erano
anni che nella sua mente infuriava la lotta fra ciò che era reale e i suoi
sogni. Forse questa volta era impossibile sconfiggere quella
realtà. Ripensò alle parole di suo padre e si chiese cosa era giusto
fare? Doveva chiedere aiuto a George nonostante quello che era successo la
sera prima? Non aveva dubbi che se avesse saputo la situazione sarebbe corso
lì immediatamente,pronto a prestarsi di nuovo a quella recita. Piena di dubbi
si coprì il volto con le mani e emise un suono frustrato,incapace di prendere
una decisione:cosa era più giusto fare? Accidenti doveva smetterla di
comportarsi come una ragazzina di dodici anni! Era più giusto pensare ai suoi
problemi personali oppure fare quello che suo padre le aveva chiesto? Non
aveva bisogno neanche di pensarci.. Prese il cellulare dalla tasca dei jeans
e,senza indugi, compose un numero in memoria. Portò il telefono all'orecchio
ascoltando il segnale di libero. "Ti prego fa che non risponda una donna...Fa
che non risponda la segreteria". Il telefono continuò a squillare a
vuoto,finchè la sua ultima speranza non cadde e lei non interruppe la
comunicazione. Cosa poteva aspettarsi? Fissò la carta da parati vecchia e
leggermente scolorita dal tempo e riflettè sulla prossima mossa: c'era un'unica
soluzione possibile. Con i tasti compose un numero e ripetè le azioni di poco
prima,in attesa. -Pronto?- Un'ondata di sollievo la invase:aveva bisogno
di qualcuno a cui aggrapparsi,con cui piangere quando tutto sarebbe finito e al
momento non le importava chi fosse. -Sono io...Ho bisogno del tuo aiuto-
Nel corso dei mesi,la sua vita era stata un
susseguirsi di azioni. Ogni giorno si alzava,faceva colazione insieme agli
altri,andava a lezione,tornava nel suo appartamento e faceva una
doccia,concedendosi una mezz'ora di palestra giusto per non perdere il ritmo e
poi qualche sera usciva con Draco per una birra,oppure restava a casa a
correggere i compiti o a leggere qualche libro. Tutti quelli che lo
conoscevano consideravano la sua vita noiosa. Anche lui sarebbe stato il
primo ad definirla così,ma per il momento la definiva "cauta":aveva avuto la sua
dose di vita spericolata e l'aveva pagata cara,quindi cosa gli serviva adesso
riprendere quella strada? Era un'uomo single e affascinante che riceveva
molte attenzioni dal gentil sesso,ma che negli ultimi mesi si era completamente
votato alla castità. Più volte Draco aveva scherzato dicendo che era un buon
modo per impazzire o chiedendogli se intendeva ritornare vergine per il
matrimonio,ma ogni volta lui aveva lasciato correre. Draco non avrebbe
capito...L'amico non aveva mai perso l'amore della sua vita come era successo a
lui. Era qualcosa che ti cambiava la vita. Quando quel giorno Luna gli
aveva chiuso la porta in faccia dicendogli di non farsi più vedere era ritornato
al castello e aveva passato ore a riflettere:quanto poteva essere stato infame
per far reagire in quel modo la persona più dolce e paziente che avesse mai
conosciuto? Per il resto della giornata era stato distratto,anche durante le
lezioni,ripercorrendo tutta la sua storia con Luna e trovando infinite colpe da
parte sua che lo avevano portato a autoproclamarsi il "Re degli
stronzi". C'era bisogno di un cambio radicale,qualcosa che riportasse a galla
il vecchio Neville,quello che Luna aveva amato. Certo,sapeva che forse era un
pò tardi per sperare di riavvicinarsi a lei,ma se c'era una cosa che non era mai
cambiata in lui era il suo essere fiducioso,anche verso le cose
impossibili. Perchè sapeva potevano realizzarsi. Quando quella mattina,di
buon'ora,il suo cellulare squillò era appena uscito dalla doccia, pronto per
fare una gara con Draco prima di colazione per vedere quale manico di scopa
fosse il più veloce. -Pronto?-disse asciugandosi i capelli bagnati con un
asciugamano. -Sono io...- Era possibile che la voce umana assomigliasse a
musica? Lasciò cadere a terra l'asciugamano bagnato e restò immobile qualche
istante,lasciando risuonare nella sua mente il suono della voce di
lei. -Ciao-disse semplicemente,sentendosi immediatamente idiota. -Scusami
se ti chiamo a quest'ora...-le sentì dire. Era una sua idea oppure c'era
qualcosa che non andava? Lui conosceva tutto di lei,sapeva quando qualcosa la
preoccupava e quando era felice e si ritrovò a chiedersi che cosa fosse successo
per far avvenire quel piccolo miracolo. -Figurati,non c'è problema...Posso
fare qualcosa per te?-disse,dandosi poi del coglione per quel tono
affettato. -Ho bisogno del tuo aiuto- -Che è successo?-le chiese senza
giri di parole,sedendosi sul bordo del letto. La sentì sospirare poco
distante dal microfono e si preoccupò ancora di più:lei non era una tipa ceh si
faceva scoraggiare tanto facilmente,cosa le era capitato di così
terribile? -Mio padre sta morendo...-disse a mezza voce. Un brivido gli
scese lungo la schiena facendogliela inarcare in avanti e cominciò a guardarsi
in giro per la stanza cercando i vestiti che aveva indossato la sera
precendente. Sapeva com'era la situazione con il signor Lovegood,sapeva anche
che prima o poi quel momento sarebbe arrivato,ma aveva sempre creduto che allora
sarebbe stato accanto a lei per aiutarla ad affrontarlo. -Luna...- -Non
riconosce neanche più me ormai...-gli disse desolata. Questa forse era la
cosa che le faceva più male. -Dimmi come posso aiutarti-le disse
calmo. Ancora un'altro sospiro arrivò al suo orecchio. -Ha chiesto di
vederti...So che può essere un problema con le tue lezioni,ma ti prometto che
non ci vorrà molto- -I miei studenti sono l'ultima cosa a cui sto pensando
adesso. Non riuscirò ad essere da prima di mezz'ora,credi che sia un
problema?-le disse alzandosi in piedi e avvicinandosi alla sedia dove erano
posati i pantaloni. -Mi dispiace Neville,non volevo crearti tutti questi
problemi-fece lei preoccupata. -Sta tranquilla Lulu,ti ho chiesto mezz'ora
perchè devo passare in un posto prima... Scommetto che non mangi da
ieri-disse passando la cornetta sull'altro orecchio per infilare un braccio
nella manica del maglione. Il silenzio dall'altra parte della cornetta gli
fece capire che aveva ragione. -Ho lo stomaco chiuso...-rispose lei in quel
tono da bambina imbronciata che ricordava benissimo. Neville
sorrise,dimenticandosi per qualche attimo la circostanza triste che li aveva
fatti rincontrare. -Sarà da te fra poco-le disse con tono
sicuro. Dopodichè chiuse la telefonata e lanciò il cellulare sul
letto,prendendo i pantaloni in mano e infilandovi una gamba quasi
contemporaneamente. Quando erano ancora una coppia,lui era lo scudo fra Luna
e la "pazzia" di Xenophillius:in qualche modo,l'uomo ritornava lucido e
partecipe quando era con loro. Più volte Neville aveva proposto a Luna di
sposarlo o di andare a vivere insieme,facendo venire il padre a vivere con
loro,ma lei si era sempre opposta affermando che la presenza del padre sarebbe
stata una guerra di trincea che avrebbe logorato il loro matrimonio. Come se
non ci avessero pensato già da soli a rovinare tutto...E non erano nemmeno
sposati. Perchè il vecchio aveva chiesto di vederlo? Era seduto di nuovo
sul letto intento ad infilarsi le scarpe,quando sentì bussare alla porta e
subito dopo,senza neanche aspettare risposta,Draco entrò nella camera da
letto. -Questo non è l'abbigliamento adatto per un volo-disse lanciandogli
una veloce occhiata. Neville si allacciò la scarpa destra e si mise in
piedi,tendendo una mano verso il cappotto. -Mi dispiace ma devo annullare
tutto-disse all'amico. -Come sarebbe a dire?- -Vuol dire che ho un'impegno
più importante-spiegò Neville infilando il cappotto. -E cosa dovresti fare di
così importante da dover rinunciare alla mia presenza?-scherzò leggermente
offeso il biondo. Neville sorrise e gli si avvicinò portando la mano alla
maniglia. -Il bravo ragazzo-
La sua testa era il palco di un concerto
rock. Tutto gli girava intorno e pulsava dolorosamente,rendendogli
impossibile qualsiasi gesto o movimento. Provò ad aprire gli occhi e,ad un
primo tentativo,sentì le palpebre tirare quasi fossero sul punto di
rompersi;alla seconda prova un pò di luce filtrò fra le ciglia ferendogli gli
occhi e costringendolo a serrarli di nuovo. Fu soltanto al terzo tentativo
che riuscì nel suo intento. Tutto nel suo corpo gli faceva male,neanche lo
avessero preso a pugni in venti:che accidenti gli era successo la sera
prima? Ricordava di essersi fermato in un pub a bere una birra e di aver
fatto la conoscenza di una ragazza carina. Colto da un dubbio,si voltò e vide
l'altra parte del letto vuota,e senza sapersi spiegare il perchè si sentì
sollevato. La bocca era impastata e quando provò a muoverla sembrò quasi
fosse incollata con del mastice o della colla. Da quanto tempo era che non
prendeva una sbornia?Doveva essere parecchio,perchè non ricordava che gli
effetti fossero così devastanti su di lui. Facendo quasi violenza a sè stesso
riuscì a mettersi a sedere sul letto e conseguentemente ad alzarsi ed i passi
che mosse verso il bagno furono strascicati e storti. Soltanto quando affondò
il viso nell'acqua gelata l'ovatta che gli avvolgeva il cervello si dissolse e
gli sembrò di ricominciare a sentirsi meglio;il caffè lo avrebbe aiutato a
schiarirsi le idee e a capire che cosa era successo la sera prima. Con passi
più sicuri di poco prima si diresse verso la cucina e già dalla metà del
corridoio sentì venirgli incontro un'odore inconfondibile di
caffè:sollevato,apparve sulla soglia della stanza e si guardò attorno,trovando
Ron accanto al bollitore che si stava versando una tazza di caffè fumante appena
fatto. -Non sai quanto ti voglio bene in questo momento-gli disse con voce
roca. Il fratello si voltò e accennò un sorriso. -Il Bell'Addormentato si
è svegliato!Era anche ora...-commentò prima di portare la tazza alle
labbra. George sbuffò e,avvicinatosi al bollitore,si versò un'abbondante
tazza di caffè che bevve in un sorso solo,per poi tornare a riempirsi la
tazza. -Che ore sono?-chiese voltandosi di nuovo verso il
fratello. -Mezzogiorno- Annuì e si lasciò cadere su uno degli
sgabelli,posando la tazza di fronte a sè sul piano dell'isola. -Che è
successo ieri sera?-domandò al fratello,quasi vergognandosi di quello che gli
avrebbe detto. Ron alzò le spalle. -Io non so molto:ero al ristorante con
Hermione quando il cellulare ha suonato ed una ragazza mi ha detto che dovevo
venire a riprenderti perchè eri incapace anche di ricordarti il tuo nome tanto
eri ubriaco-disse sintetico. George bevve un'altro sorso dalla tazza:erano
mesi che non gli succedeva. Era un giorno speciale per caso?Qualche
ricorrenza particolare che aveva deciso di affogare nell'alcool? -Che giorno
era ieri?-s'informò guardando il fratello. Lo sentì ridere
leggermente. -Era San Valentino idiota!Anzi sarà meglio che non ti fai vedere
da Hermione almeno per un mese dopo averci rovinato la serata-lo avvertì
l'altro. San Valentino...Uno strano campanello iniziò a suonare nella sua
testa,senza che però lui riuscisse a capire da cosa fosse provocato. Annuì
lentamente,seguendo il suo pensiero. -A proposito,ho dovuto buttare la roba
cinese che avevi comprato...Aveva cominciato a puzzare- gli disse Ron posando la
tazza nel lavello. L'allarme era sempre più forte,più insistente ma ancora
lui non riusciva a capire da cosa fosse dovuto:perchè aveva comprato cibo cinese
se doveva andare al pub? Vide Ron poggiare entrambi i gomiti sul marmo e
sporgersi verso di lui,quasi con fare cospiratorio. -Ora che siamo soli,puoi
dirmi per chi erano le candele?-gli domandò curioso. George lo guardò senza
capire:ma di che accidenti stava parlando? -Quali candele?- -Andiamo non
fare il finto tonto:le candele,la tavola apparecchiata come non ne vedevo da
mesi,hai avuto anche tu un'appuntamento ieri?-gli domandò cercando di farlo
parlare. Fu come se un'asteroide avesse colpito il suo cervello provocando
un'esplosione:LUNA! Aveva dimenticato l'appuntamento con Luna...L'AVEVA
LASCIATA AD ASPETTARE MENTRE LUI ERA IN QUEL CAZZO DI PUB A BERE! Doveva
essere impallidito perchè Ron gli posò una mano sul braccio sinistro e lo
scrollò. -Stai bene?Che ti prende?-gli chiese preoccupato. -Sono un
coglione...Un'imbecille,un idiota!- Si alzò di scatto e nonostante il
momentaneo sbandamento,iniziò la ricerca del cellulare:come aveva fatto a
dimenticare quell'appuntamento dopo tutta l'attenzione,la cura che aveva avuto
nel prepararlo? Era la sua occasione per rimediare,per farsi perdonare e si
era fottuto con le sue mani. -Dove cazzo è il mio cellulare?-domandò alzando
un'altra montagna di vestiti dal divano. -Mi dici che sta succedendo?-chiese
Ron preoccupato. George rialzò lo sguardo e finalmente vide il proprio
telefono accanto al televisore;con un solo movimento si alzò e arrivò a
prenderlo. C'era una chiamata persa:perchè aveva paura di aver rovinato
tutto? Premette un pulsante e il numero di Luna apparve sul
display. -CAZZO,CAZZO,CAZZO!!!!-esclamò rabbioso. Poteva chiamarla
ora? Forse era meglio sparire dalla faccia della terra dopo quello che le
aveva fatto! Il suono di un cellulare poco distante da lui lo fece sobbalzare
e gli ricordò della presenza di Ron nella stanza. Il fratello rispose e
George lo sentì parlare fitto fitto;fu allora che si accorse del suo
abbigliamento:perchè il fratello era vestito in un elegante abito scuro in un
giorno settimanale? Perchè aveva i capelli sistemati indietro con il
gel? -Come mai sei così tutto perfettino?-gli domandò una volta che Ron ebbe
terminato la telefonata. Lo vide annuire lentamente,come ricordando qualcosa
a sè stesso. -Già,tu non lo sai:questa mattina è morto il padre di
Luna...-iniziò. Non sentì più nulla di quello che Ron gli stava dicendo:la
sua mente continuava a dirgli quanto era idiota e coglione,e a dirgli che in
quel momento avrebbe dovuto stare insieme a lei. La sua "ragazza" stava
affrontando il momento più difficile della sua vita e lui non era con
lei! -Vuoi venire con noi?-chiese Ron alla fine del lungo discorso di cui
George aveva perso ogni parola. Scosse la testa,fissando il vuoto. Non
sarebbe mai riuscito a farsi perdonare questa volta...
Era finita. Se ne era andato,lasciandola
sola. Sapeva che prima o poi sarebbe successo,ma non aveva avuto nessun
segnale qualche indizio per capire che le cose stavano precipitando,per farle
capire che doveva passare più tempo con suo padre,invece di perdersi dietro alle
sue stupide beghe personali. Neville era arrivato quasi subito,mantenendo la
parola data e prima di salire le scale per andare da suo padre le aveva dato un
bicchiere di cartone di Starbuck pieno di cioccolata calda. -Ho pensato che
ne avessi bisogno-le aveva detto con voce premurosa. -Non ho fame-aveva
ribattuto lei,rigirando il bicchiere caldo fra le dita. Lui aveva sorriso ed
annuito leggermente. -Per favore...- Luna aveva sospirato e stringendo il
bicchiere fra le dita della mano destra era salita insieme a Neville al piano di
sopra. Il rumore del respiro affannoso di suo padre le aveva fatto venire gli
occhi lucidi:perchè le sembrava così piccolo ed indifeso fra le coperte di quel
letto? Quante volte aveva dormito con lui da bambina nei mesi subito seguenti
la morte della madre per non avere troppa paura del buio,stretta a lui fra le
sue braccia? Perchè ora sembrava lui quello da proteggere? Lo videro
voltarsi leggermente al suono della porta e lo vide strizzare gli occhi verso di
loro,come se stesse cercando di metterli a fuoco. -Neville- L'uomo entrò
nella stanza,ma quando Luna fece per seguire il suo esempio,suo padre la
bloccò. -Chiudi la porta ragazzo-aveva detto rivolto a Neville. Si erano
scambiati uno sguardo e lui le aveva sorriso. -Magari vuole dirmi dove sono
le sue riviste per adulti e non vuole che tu lo senta-le aveva detto. Era
stato il suo turno di sorridere:non aveva mai pensato che suo padre potesse
avere una collezione simile. Aveva fatto un passo indietro tornando nel
corridoio e aveva osservato la porta richiudersi dietro Neville. Perchè non
l'aveva aspettata? Perchè non le aveva dato il tempo di dirgli addio? Se
ne era andato dietro quella porta chiusa e lei non aveva avuto la possibilità di
stargli accanto, di stringergli la mano di... Quando Neville era uscito dalla
stanza di suo padre,aveva capito che qualcosa non andava dal suo sguardo:era più
serio,più triste. Si era lanciata verso la porta,ma le braccia di Neville
l'avevano afferrata bloccandola al centro del corridoio:aveva provato a
divincolarsi,a lottare,ma quando aveva alzato lo sguardo per intimargli di
lasciarlo andare,lui aveva scosso la testa come aveva visto fare tante volte dai
medici nelle serie televisive. Quasi folgorata dal suo abbraccio,si era
allontanata e era indietreggiata fino a toccare il muro con la schiena,poi era
scivolata a terra senza neanche accorgersene. Non riusciva a respirare,il
petto si muoveva a scatti facendole male e le sembrava quasi di non sentire il
proprio cuore battere. L'attimo dopo Neville era seduto per terra accanto a
lei,un'espressione rassicurante sul viso e una mano che le allontanava i capelli
dal viso. -Va tutto bene,ci sono io...-le disse cercando di
tranquillizzarla. Ancora incapace di respirare normalmente,Luna fece scattare
le braccia e le strinse attorno alla vita di Neville,poggiando la testa contro
il suo petto,rannicchiandosi contro di lui,gli occhi chiusi quasi a negare la
verità. E solo quando sentì il braccio dell'uomo posarsi sulle sue
spalle,iniziò a piangere. Disperatamente,senza alcuna vergogna. Per quella
parte di lei che aveva appena perso e che nessuno le avrebbe mai
restituito. Sempre cullata dall'abbraccio consolatorio di Neville e dalle sue
parole. -Andrà tutto bene,ci sono io con te...-
Nella Tenuta Lovegood si erano avvicendati i suoi
genitori,Ron ed Hermione, e sua sorella che si era trattenuta più degli
altri. Li aveva visti andare e venire da lontano,tenendosi a dovuta distanza
per evitare momenti imbarazzanti e spiacevoli incontri indesiderati. Era
venuto per parlare con Luna,per mostrarle che le era vicino anche in quel
momento così difficile,non aveva intenzione di fare una riunione di
famiglia. Ci volevano soltanto le lacrime di sua madre... Si avvicinò alla
porta della casa soltanto quando fu assolutamente certo che all'interno non
c'era nessun'altro esclusa Luna:era pomeriggio inoltrato e,nonostante il freddo
che il mese di febbraio ancora portava con sè, era rimasto nascosto fra gli
alberi per ore. Bussò due volte alla porta,cercando di non mostrare troppa
insistenza. Passò qualche istante prima che sentisse i passi dietro la porta
avvicinarsi e quando questa si aprì Luna comparve sulla soglia:il viso era più
pallido del solito e gli occhi erano rossi e gonfi,come la punta del naso,ma
notò il repentino cambio d'espressione quando vide chi era alla
porta. -Ciao-le disse. Luna restò in silenzio qualche istante
fissandolo,poi sempre muta,gli voltò le spalle e rientrò in casa lasciando la
porta aperta per farlo entrare. George entrò in casa e la seguì nel
salotto,dove su un tavolino basso c'erano alcune guantiere piene di
cibo,sicuramente portato da sua madre. Luna era poco distante da lui,di
spalle e apparve chiaro che non sarebbe stata lei a parlare per prima. -Sono
corso appena l'ho saputo...Non sai quanto mi dispiace. C'è qualcosa che posso
fare per te?-le chiese cercando di rompere il ghiaccio. Il silenzio che seguì
le sue parole fu quasi agghiacciante:cosa poteva dirle per sentirsi meno
coglione e,allo stesso tempo,alleviare la sua pena? Magari poteva andare da
lei ed abbracciarla,forse sarebbe bastato quello... Prima che riuscisse a
prendere una decisione,però,Luna si voltò e lo assalì cominciando a
spingerlo. -DOVE ERI?DOVE CAZZO ERI?-chiese lei dandogli spinte finchè non
gli fece toccare il muro con la schiena. -Te l'ho detto,sono corso appena Ron
me lo ha detto-disse ben sapendo di mentire. -TI HO CHIAMATO QUESTA MATTINA
ALLE SEI!Forse però eri troppo occupato per rispondere al telefono...-disse lei
tornando a voltargli le spalle. La chiamata che aveva trovato sul suo
cellulare! George fece un passo verso di lei e mosse le mani per posarle
sulle spalle della donna,poi cambiò idea:non era il momento adatto. -Ieri
sera...-iniziò. -Non mi interessa-mormorò lei sempre di spalle. -Ieri sera
sono andato in un pub,convinto di poter tornare a casa in tempo,e invece mi
hanno dovuto portare a casa Ron ed Hermione per quanto ero
ubriaco. Dormivo...Per questo non ho sentito la tua telefonata-le disse
incurante di quello che lei aveva detto. Doveva sapere che non l'aveva
tradita,che nonostante si fosse comportato come un demente aveva avuto
abbastanza buon senso da tornare a casa da solo senza nessuna compagnia
femminile. -Ho detto che non mi interessa,quello che fai della tua vita non è
affar mio-disse Luna. Perchè quelle parole gli erano suonate così
minacciose? -Che vuol dire?Luna,ti prego guardami...-le disse facendo un
passo verso di lei. La donna si voltò e quando i loro sguardi si incontrarono
la vide sospirare,presagio di quello che sarebbe successo di lì a
poco. -Forse è meglio che tu te ne vada-gli disse. George scosse la testa
con decisione:non poteva lasciarla in quello stato! -Assolutamente!Ci sarà il
caos adesso e avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti...-si oppose. -Ho tutto
l'aiuto che mi serve,e poi non è il caso che tu ti faccia trovare qui dalla tua
famiglia... non avrebbe nessun senso- -Che vuoi che mi importi della mia
famiglia?Tu hai bisogno di me adesso e io devo...-continuò imperterrito
lui. -NO NON NE HO!NON C'ERI QUANDO AVEVO DISPERATAMENTE BISOGNO DI TE,QUANDO
MIO PADRE AVEVA CHIESTO DI VEDERE NEVILLE E IO NON SAPEVO COSA FARE. NON
C'ERI QUANDO LUI è MORTO E IO MI SENTIVO CADERE A PEZZI!-gli urlò
contro. George vide gli occhi della donna farsi lucidi e si mosse in avanti
verso di lei per tentare una disperata riconciliazione,ma ancora una volta,Luna
si scansò. -Dimmi come posso riparare-chiese a bassa voce. La stava
perdendo,lo sentiva,e non c'era niente che potesse fare per migliorare la
situazione o che cambiasse le cose. Luna scosse la testa sconsolata. Io ho
bisogno di te,pensò nella propria mente continuando a fissare lo sguardo su
Luna. Ma come poteva accampare una qualche pretesa dopo quello che le aveva
fatto,dopo il modo terribile in cui si era comportato in quei due
giorni? Aveva rovinato il loro rapporto in meno di quarantotto ore!Davvero un
record,forse soltanto a lui riuscivano certe magie. -Ti prego...-tentò
un'ultima volta. Il silenzio che ricevette in risposta gli fece abbassare la
testa,neanche un cane sgridato dal proprio padrone. Improvvisamente la risata
di Luna gli fece rialzare la testa e cercare il suo viso:un'espressione
divertita e allo stesso tempo triste era comparsa sul volto della donna,che
aveva perso la battaglia contro sè stessa e aveva lasciato uscire le lacrime che
erano state visibili,per gran parte del loro incontro,nei suoi occhi. -Sai
qual'è la cosa più divertente?-gli chiese. George capì che quello che lei
avrebbe detto lo avrebbe dilaniato,messo totalmente ko. Scosse la testa e la
sentì tirare su con il naso mentre un sorriso amaro compariva sul suo
viso. -Che avevo deciso di dirti che ero innamorata di te. Non mi
importava se non provavi lo stesso per me,volevo soltanto essere
sincera... Per fortuna non ho fatto questa brutta figura-disse asciugandosi
l'angolo dell'occhio sinistro con la mano sinistra chiusa a pugno. George lo
sentì chiaramente,al centro del petto,quell'assurdo dolore che lo fece sentire
ancora più meschino e idiota. -Luna...- -Va via adesso...-gli disse
tornando a voltargli le spalle. -Per favore!-le disse quasi implorante
lui. -VA VIA!-gridò Luna prima di uscire dalla stanza. Rimasto solo,George
si guardò attorno qualche secondo,quasi inconsapevole di quello che era
realmente successo,nella testa le ultime frasi di Luna e l'utopica speranza che
se fosse salito al piano di sopra lei lo avrebbe perdonato. Ma quello che
aveva fatto non si poteva perdonare con qualche bacio...
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Marzo ***
marzo
"Siamo
indivisibili
Siamo uguali e
fragili
E siamo già
così lontani..."
I giorni subito
seguenti la morte di suo padre erano avvolti da una nebbia,che cancellava il
dolore e la rendeva quasi insensibile. In seguito,quando avrebbe provato a
ripensare a quei momenti,le sarebbero tornate alla mente soltanto alcune
immagini,le solite che aveva visto ad altri funerali a cui era stata:la cucina
piena di gente che,desiderosa di mostrarsi utile,portava pirofile piene di cibo
nonostante avessero il leggero sospetto che questo sarebbe andato sprecato vista
l'abbondanza delle libagioni;volti familiari che le si affollavano intorno per
farle le condoglianze e per dirle quanto rispettavano il padre e quanto erano
dispiaciuti per la sua perdita. Accanto a lei,come due bodyguard pronti a
proteggerla da tutto c'erano Ginny e Neville, seduti sul divano con lei e che
intrattenevano tutte quelle persone al posto suo. Soltanto con alcuni
"fortunati" aveva scambiato qualche parola,qualche cenno,per far capire loro che
apprezzava la loro presenza lì:aveva permesso ad Hermione di abbracciarla e di
tenerla stretta qualche istante,dandole piccole pacche consolatorie sulla
schiena per dimostrarle la sua solidarietà e tutto l'appoggio che aveva verso di
lei;Ron le aveva stretto una spalla e le aveva fatto un piccolo sorriso,il
massimo che poteva permettersi senza sembrare troppo sdolcinato o
inapropriato. Ma quello che più ricordava di quei giorni era la sua mancanza
di sensazioni:era vuota. Non c'era niente che potesse dire o fare per
migliorare quella situazione,e non c'era niente che l'aiutasse a stare
bene. Suo padre se ne era andato. Non c'era più e tutto quello che
riusciva a fare in quel momento era girare lo sguardo per le varie stanze della
casa e chiedersi cosa avrebbe fatto di tutta la sua roba,quanti scatoloni
sarebbero stati necessari per impacchettarla... Che ne sarebbe stato della
casa?Doveva venderla oppure era meglio tenerla,in ricordo di tutto quello che
avevano vissuto fra quelle mura? Non aveva più pianto...Dopo il primo momento
in cui si era disperata fra le braccia di Neville, non aveva più versato una
lacrima,quasi fosse incapace di piangere,di provare dolore. Quale razza di
persona non riesce a piangere il padre morto? Ogni volta che quei terribili
pensieri l'assalivano,una mano correva a stringere la sua,e lei era sicura che
alzando lo sguardo avrebbe incontrato gli occhi di Nevile,caldi e
affettuosi,come se sapesse cosa stava passando e corresse in suo
soccorso. Aveva chiesto dei giorni di ferie alla McGranitt ed esclusa
un'assenza lampo di un paio d'ore per prendere dei vestiti puliti,era rimasto
sempre al suo fianco aiutandola con le scelte più difficile e certe volte
facendole al posto suo:non sarebbe mai stata pronta per scegliere fra una bara
di noce ed un'altra di legno di pino. Si era anche occupato della
"composizione" della salma:le aveva mostrato due diversi completi e lei aveva
dovuto soltanto scegliere. Era stato lui a portarli all'agenzia funebre e a
consegnarli al tizio che si occupava del funerale:lei non sapeva neanche che
faccia avesse! Il momento che più temeva era arrivato troppo presto. Prima
di lasciare che i partecipanti alla celebrazione entrassero nel salone dove era
stata sistemata la bara aperta,si era presa qualche minuto di
solitudine. Soltanto con suo padre. Si era seduta di fronte a lui,una mano
poggiata sul legno della cassa e aveva fissato il viso leggermente truccato del
padre. -Dovresti vederti adesso papà...-aveva detto a mezza voce. Gli
aveva sfiorato i capelli bianchi che ricadevano duri sulla fronte per la troppa
lacca e aveva sorriso leggermente. -Avrei dovuto procurarmi uno specchio
prima di venire...Non c'è niente di meglio di una grassa risata prima di un
funerale- Aveva lasciato scivolare la punta delle dita sulla fronte e sulle
sopracciglia folte dell'uomo e aveva sospirato rumorosamente,combattendo contro
lo sconforto. Abbassò lo sguardo e fissò il pavimento pulito sotto i suoi
piedi. -Che farò adesso papà? Era ancora troppo presto...So che eri fuori
di testa già da tanto,ma non mi importava...Eri qui, con me,riempivi le mie
giornate! Perchè te ne sei andato senza neanche darmi un piccolo
preavviso? Ecco magari potevi lasciarmi un piccolo appunto del tipo "Sto per
morire,preparati!"...- Stava straparlando,lo capiva,ma era come se tutta
quella tristezza e tutto il dolore si fossero condensati e trasformati in
rabbia. Sì,era arrabbiata con suo padre per averla lasciata! Poteva essere
più stupida? Aveva rialzato la testa e posato di nuovo lo sguardo sul viso
del padre,incapace di dare un senso alla miriade di sensazioni che le si
agitavano dentro. La sua attenzione era stata distolta da un leggero bussare
sulla porta,che l'aveva costretta a voltarsi per vedere chi fosse
l'intruso. Neville era sulla porta,una mano sulla maniglia,un passo ed era
nella stanza con lei,la porta di nuovo chiusa alle sue spalle. -Le folle
cominciano a scalpitare?Sto perdendo troppo tempo,vero?-aveva
chiesto. Neville le si era avvicinato e aveva scosso la testa. -Puoi stare
qui quanto vuoi...Sono sicuro che la signora Weasley saprà tenere a bada tutta
quella gente-le aveva detto con voce sicura. Luna aveva scosso la
testa,concedendosi un piccolo sorriso. -Ti prego non farmi fare quella
domanda idiota-le aveva detto facendo un'altro passo verso di lei. Tutti
quelli che erano entrati dalla porta di casa sua in quegli ultimi giorni,nessuno
escluso,le aveva fatto la più stupida domanda da fare ad un funerale:stai
bene? Le prime volte lei aveva annuito e ringraziato per l'interessamento,ma
ormai aveva paura di rispondere male al prossimo che glielo avesse
chiesto. Cosa credevano,che si stesse divertendo?Magari i funerali erano
l'ultima moda in fatto di divertimenti e lei non ne era stata ancora
informata! Aveva fissato il viso di Neville e annuito in silenzio,senza dire
nulla:lui le era stato accanto in ogni momento,sapeva come si sentiva. -Sono
pronta-aveva detto alzandosi in piedi. Lui le si era fermato al
fianco,silenzioso come sempre,e lei si era voltata un'ultima volta verso la
bara,facendo scivolare le dita sul legno liscio e lucido. -Ciao
papà-
Quante birre aveva
bevuto quella mattina? Quante in quei tre giorni? Gli sembrava di non aver
mai messo piede fuori da quel pub...Ma sapeva di averlo fatto,i suoi vestiti
erano diversi. Ron doveva essere venuto a prenderlo,solo che lui era talmente
stonato da non accorgersene neanche. Che giorno era oggi? Non ne aveva la
più pallida idea. Aveva mangiato qualcosa per evitare di distruggersi lo
stomaco? Probabilmente no:era una cosa che facevano le persone sagge e lui
non lo era. Un solo pensiero gli girava nella mente,una sola frase che
sembrava intenzionata a distruggerlo: a farlo in mille pezzettini e a metterlo
in ginocchio. "Volevo dirti che sono innamorata di te,che tu mi amassi o
no" Ci sarebbe mai stata fine alla sua idiozia? Aveva rovinato
tutto...Senza neanche sforzarsi troppo,semplicemente comportandosi come il
coglione che era! -Credevo che avessi smesso- La voce era apparsa
all'improvviso accanto al suo orecchio e allontanandosi a forza dai suoi
"piacevoli" pensieri,George voltò leggermente il busto sullo sgabello. Ron si
stava sedendo accanto a lui,i gomiti sul bancone e un'espressione preoccupata
sul volto. -Io credevo tu avessi smesso di credere alle cose impossibili-lo
prese in giro. Ron sospirò e scosse leggermente la testa. -Che posso farci
se sono un'inguaribile ottimista?-gli chiese di rimando. A George bastò uno
sguardo per capire da dove il fratello era appena tornato:nonostante fosse un
tipo elegante e preciso nel vestire,non lo aveva mai visto vestito del completo
nero di mattina. E quella consapevolezza lo colpì come un pugno nello
stomaco,facendolo sentire ancora più triste e inutile. -Non sapevo che ti
fossi messo a seguirmi anche di mattina...-disse tornando a voltarsi verso Joe e
facendogli un cenno per farsi portare un'altra birra. -Ho la tariffa doppia
di mattina-scherzò il fratello,prendendo un salatino dal piattino fra di
loro. -Sai che quei salatini saranno lì da almeno dieci anni?-gli fece notare
stringendo le dita della mano destra sul bicchiere vuoto davanti a sè. Ron
alzò le spalle e chiese un acqua tonica al barista. -Non credo la sappia
fare-gli disse George quando Joe si fu allontanato,lasciando un nuovo boccale di
birra e portando via il bicchiere vuoto. Il fratello rise leggermente e prese
un'altro salatino. In quell'attimo di silenzio che precedette l'arrivo
dell'ordinazione di Ron,i due fratelli sembrarono ignorarsi,come se non si
conoscessero e George tornò a pensare a quello che occupava la sua mente in quei
giorni. Come stava affrontando lei quei momenti? Cosa provava? Aveva
bisogno del suo aiuto? L'orgoglio di Luna era grande quasi quanto il suo e
mai avrebbe ricevuto ancora una sua chiamata in cui gli chiedeva aiuto...almeno
non dopo quello che le aveva fatto. Se lui l'avesse chiamata come si sarebbe
comportata? Il ricordo della sua rabbia,del modo in cui l'aveva colpito
quando si era presentato da lei...era la prima volta che qualcuno lo trattava
così,senza che lui facesse nulla per impedirlo o per controbattere. -Che ti è
successo fratellone?-gli chiese Ron,rompendo di nuovo il filo dei suoi
pensieri. George sorrise sarcastico e scosse la testa. -Che è capitato per
farti ricadere di nuovo in questo baratro?-gli domandò tenace l'altro. Non
poteva dirgli la verità,anche se fra lui e Luna era finito tutto per
sempre! L'idea che quella fosse veramente una possibilità lo attanagliò
all'altezza del petto e gli bloccò il respiro...non poteva essere la
fine. -Qualche problema con la tua ragazza?-tentò Ron. George sospirò e
bevve un lungo sorso dal suo boccale,cercando di riprendere il
controllo. -Non è più la mia ragazza. Forse non lo è mai stata,ma quando
poteva diventarlo io ho rovinato tutto come al solito e adesso lei mi
odia. Letteralmente! Non vuole più vedermi...-disse prima che se ne
rendesse conto. Ron lo fissò in silenzio,attento a non perdersi neanche una
parola di quello che il fratello gli stava raccontando. -Sei andato a letto
con un'altra?-gli domandò. George si voltò verso di lui,cadendo quasi dallo
sgabello per la velocità del gesto,e lo guardò con espressione
incredula. -Come ti viene in mente?-gli chiese. Ron alzò le
spalle. -Sto andando a tentativi!Conoscendoti poteva essere,anzi mi sorprende
che tu reagisca così anche alla sola idea. Allora cosa puoi aver fatto di
così terribile da farti odiare da questa ragazza?- gli domandò prendendo
un'altro salatino. George sospirò e abbassò la testa,quasi sentendo su di sè
il peso delle sue tante stronzate. -Ho rovinato quanto di bello ero riuscito
a costruire con lei in meno di due giorni... E lei mi ama,me lo ha urlato
contro prima di mandarmi via l'ultima volta che ci siamo visti-disse quasi
incapace di fermarsi. Perchè Ron era capace di strappargli tutte quelle
confidenze? Era come se gli uscissero dalla bocca anche quando non voleva
parlarne;anche adesso,si sarebbe fatto sparare in testa piuttosto che affrontare
quell'argomento,ed invece stava rendendo Ron partecipe dei suoi disastri
sentimentali. -Se ti ama,se ti ama come ha detto,ti perdonerà. Devi solo
darle tempo di dimenticare perchè è arrabbiata con te-gli disse con voce
sicura. Tornò ad alzare lo sguardo e fissò il viso di Ron per qualche
istante. -Sei sicuro?-chiese stupendo anche se stesso. Ron accennò un
sorriso. -Anche con Hermione succede lo stesso. Mi ci sono voluti anni di
esperienza per capirlo- Forse non tutto era
perduto...
La baciò a Keswick,mentre il mare si scagliava
contro gli scogli neri con insolita forza,facendo arrivare gli spruzzi d'acqua
salata anche sulle loro giacche a vento e sui loro capelli...sentì il sale anche
sulle sue labbra. La baciò. E lei non si ritrasse. Non oppose
resistenza,non si scandalizzò all'idea di un bacio da parte di Neville e non
cercò di rimettere di nuovo i paletti che aveva sempre messo quando era in sua
compagnia dopo la loro rottura. Era un modo per non pensare,per dimenticare
tutto quello che di brutto era successo nella sua vita in una sola
settimana:un'inibitore delle emozioni. Ecco cos'era Neville per lei. Luna
sapeva sempre cosa l'uomo si aspettava da lei,quale emozione provava in un
determinato momento e come avrebbe agito o reagito a tale azione. E sapeva
come affrontarlo. Non era come George... Dopo il funerale,Neville aveva
chiesto altri giorni di permesso ad Hogwarts per aiutarla con tutti i documenti
di suo padre,per mettere via le sue cose e non farle fare tutto da sola
facendola perdere nei ricordi ad ogni oggetto che metteva nelle
scatole. Avevano cominciato dai vestiti:avevano svuotato gli armadi e ne
avevano trovato qualcuno che quasi sicuramente suo padre non indossava più da
anni anche in solaio,arrivando a riempire quattro scatoloni. Poi erano
passati ai libri:raccoglitori con le prime pagine di tutti i numeri de "Il
Cavillo",i suoi libri di quando era uno studente ad Hogwarts e quelli che aveva
usato lei,ancora con le annotazioni e le sottolineature. I vari libri che
avevano riempito il suo studio e la sua camera fin quando era stato capace di
afferrare la realtà e infine i libri di sua madre,che lui teneva in giro
soltanto per ricordo o per creare l'illusione che lei non se ne fosse mai
andata. Questo Luna non l'aveva mai capito... L'unica cosa che non avevano
messo negli scatoloni erano stati gli album di fotografie:dieci album di
fotografie,cinque soltanto dei suoi genitori del tempo in cui erano fidanzati o
appena sposati e cinque in cui c'era anche lei,in varie fasi della
crescita. Ma tutto,ovviamente,si interrompeva con la morte di sua
madre:doveva essere lei ad avere questa passione per la fotografia. Un'altra
cosa che non aveva mai saputo... Secondo il testamento di suo padre,entrambe
le proprietà ora appartenevano a lei in quanto unica erede,ma Luna aveva già
deciso di mettere in vendita la Tenuta Lovegood. Credeva che una casa può
contenere fino ad un certo numero di ricordi per famiglia,e loro li avevano
superati,forse anche abbondantemente. Quelle mura avevano bisogno di
risate,di voci infantili,di piccoli passi che corrono su e giù per le
scale. Forse la sua casa avrebbe fatto la felicità di qualche altra
famiglia... Dopo aver "eliminato" ogni traccia di suo padre dalla
Tenuta,erano partiti per il Lake Distrect, concedendosi un week-end come erano
soliti fare quando il loro amore era ancora felice,ancora vivo. In tutto quel
tempo,Neville le era stato accanto,facendola ridere,comportandosi in modo
stupido soltanto per strapparle un sorriso e ricordandole quel ragazzo di cui si
era innamorata tanto anni prima. Non erano più lei e lui,in quei giorni erano
tornati loro. Certo,lontani da quelli che erano stati un tempo,era assurdo
pensare che non fosse così,ma in qualche modo capaci di trovare ancora qualche
punto in comune. Luna si era accorta del tentativo di Neville di far tornare
le cose fra loro come un tempo e,malgrado sapesse di agire in modo
sbagliato,l'aveva assecondato. Sapeva anche perchè lo aveva fatto. Quindi
non poteva dire che quel bacio era inaspettato. Sarebbe arrivato prima o
poi;sapeva che Neville avrebbe fatto la sua mossa... E,prevedibile come al
solito,lui non l'aveva delusa. Si era lasciata baciare,aveva accettato il
delicato tocco delle sue labbra leggermente fredde e quando si erano
separati,aveva accennato un sorriso,sapendo che sarebbe bastato quello per
tranquillizzarlo. Le braccia di Neville,infatti,si erano strette attorno alla
sue spalle,stringendola a sè e accarezzandole la schiena con una mano. Era
una persona cattiva? Forse ferita. Qualcuno che cercava di rimettere
insieme i pezzi del suo cuore dopo che questo era stato calpestato da una
schiacciasassi. Quando quella sera,però,Neville aveva fatto una mossa verso
di lei nel letto che dividevano, allungando un braccio e sfiorandole la pelle
del braccio sinistro con la punta delle dita,si era sentita dilaniata in
due. Anche se era arrabbiata,anche se forse non sarebbe più tornata
indietro,era ancora troppo presto per quello che stava cercando
Neville. Incerta,si era girata verso di lui nel letto e gli si era
rannicchiata contro come faceva un tempo,le braccia strette ai fianchi e una
guancia contro la spalla sinistra. Aveva sentito le mani di Neville
accarezzarle la schiena,infilarsi sotto la maglietta che indossava come pigiama
e sfiorarle la pelle dei fianchi e del ventre,iniziando a salire verso i
seni,mentre le labbra cercavano quelle di lei,più decise di quel
pomeriggio. E prima che se ne accorgesse,Luna si era ritrovata con il viso
bagnato di lacrime. Era stato involontario,qualcosa dentro di lei l'aveva
portata a reagire in quel modo. Accortosi della sua reazione,Neville si era
bloccato per qualche secondo prima di stringerla di nuovo fra le braccia e
accarezzarla,di nuovo con quelle attenzioni affettuose e quasi fraterne dei
giorni precedenti. -Scusami...-gli aveva detto fra i singhiozzi. -Sta
tranquilla,Lulu...Non deve succedere per forza oggi. Forse sono stato un pò
avventato visto tutto quello che è successo negli ultimi giorni-le aveva
risposto lui,le labbra vicino all'orecchio,con voce dolce e calma. Neville
era sicuro che fosse stata la morte di suo padre a bloccarla,a farla reagire in
quel modo...non aveva la minima idea di quello che realmente lei stava pensando
in quel momento, a quello che sentiva. Al confronto che istantaneo aveva
fatto nella sua mente fra i baci delicati di Neville e quelli impetuosi e quasi
presuntosi di George,al modo in cui lui la stringeva contro di sè facendola
addormentare con il battito del suo cuore. Non poteva neanche immaginare di
fare l'amore con Neville quando indosso aveva la maglia dei Cannoni di Chudley
che George le aveva regalato la prima volta che era rimasta a dormire da
lui. Purtroppo,per quanto le era difficile ammettere,sarebbe stato più
difficile del previsto dimenticarsi di lui. Come tante altre volte,Neville si
accontentò di dormirle accanto,stretto a lei,ed il sonno che colse anche lei non
riuscì a dissipare quei dubbi e quelle amarezze. Di nuovo sveglia,l'alba che
sorgeva nascosta dai nuvoloni chiari come zucchero filato,lasciò il letto,per
non disturbare Neville che dormiva,e scese in cucina per prepararsi del
tè. Quando l'ebbe versato in una tazza,andò a sedersi sul divano accanto alle
finestre,lo sguardo sul sole nascente e la mente brulicante di voci. C'è un
modo veloce per dimenticare un'amore devastante come quello che provava per
George? Devastante...Come un tornado o uno tsunami,che spazza via tutto
quello che trova sul suo passaggio senza curarsi delle conseguenze e dei danni
che si lascia dietro. Sapeva che non sarebbe tornato,visto il modo in cui gli
aveva urlato di andarsene quando era comparso alla sua porta,ma allora perchè
aveva sperato così stupidamente di vederlo arrivare? Perchè non c'era stato
un solo istante in cui non avesse sperato di avere George accanto al posto di
Neville? Si sentiva ancora più stupida quando ripensava a quei
pensieri:George non era tipo da cerimonia funebre. Era perfetto nel ruolo
dell'amante segreto,quello di cui nessuno deve sapere niente,ma non era capace
di immaginarselo nei panni ufficiali che aveva rivestito Neville in quei
giorni. Aveva fatto bene a mandarlo via,sì decisamente,però questo non voleva
dire che fosse meno triste,che facesse meno male. Bevve un sorso bollente e
sospirò:non sapeva neanche lei cosa voleva! Era possibile prendere le
migliori qualità di Neville e metterle su George? Avrebbe avuto tutto dalla
vita. Non aveva neanche bisogno di ritocchi estetici:era
perfetto! Totalmente da far perdere la testa. Uno scricchiolo su uno dei
gradini l'avvertì della presenza di Neville nella stanza e Luna voltò lo sguardo
verso la scala che collegava i due piani della casa. Quando apparve,i capelli
spettinati e l'aria ancora assonnata,gli rivolse un sorriso che venne ricambiato
da una mezza smorfia. -Buongiorno...C'è del caffè caldo-lo salutò. Sapeva
che non era in grado di cominciare una giornata senza prima una tazza di caffè
nero con almeno quattro cucchiaini. Neville annuì e si passò una mano fra i
capelli,scompigliandoli ancora di più,restando in piedi davanti a lei. Luna
lo fissò e gli sorrise di nuovo leggermente sorpresa:di solito bastava
pronunciare la parola caffè per vederlo volare verso la cucina. -Che c'è?-gli
chiese curiosa. Neville la guardò ancora qualche istante in silenzio,dandole
la sensazione di essere leggermente più sveglio. -Sposami- Luna strabuzzò
gli occhi e si mosse sul divano,mettendo i piedi a terra e mettendosi di fronte
a lui,increbilmente sorpresa dalle parole appena pronunciate dal
ragazzo. -Come scusa?-gli chiese infatti. A torso nudo,le mani che non
sapevano dove fermarsi e che giocherellavano con l'elastico dei pantaloni
blu,Neville annuì. -Sposami-ripetè con voce seria. -Non credi che sia
troppo presto per parlare di queste cose? Senza neanche aver preso il
caffè...-tentò di sviare il discorso lei. -Sono serio come forse non lo sono
mai stato e voglio...-disse Neville cercando di convincerla delle sue parole e
soprattutto delle sue intenzioni. -Facciamo così-fece Luna alzandosi in
piedi. Nevilla la guardò in silenzio,incerto sui suoi movimenti. -Io vado
a farmi la doccia e tu fai colazione,e se quando ci rivediamo hai ancora la
stessa idea, allora ne riparliamo. Okay?-gli chiese con un piccolo
sorriso. Schizzò sulle scale prima ancora che lui avesse il tempo di
rispondere. Sposarsi?Era matto?
-Dimmi che non lo hai fatto davvero!- Era
scioccato,allibito,incredulo e forse anche di più:ma che accidenti passava per
la testa del suo migliore amico per fare proposte del genere? Seduto dietro
la scrivania del suo ufficio,di ritorno dopo quasi due settimane di
ferie,Neville sembrava la felicità fatta persona,cosa strana e sicuramente
inapropiata visto il motivo della sua assenza. Lo aveva incontrato a
colazione,di sfuggita,impegnato in una discussione con alcuni colleghi a
proposito di certi studenti indisciplinati della sua Casa,ma si era accorto lo
stesso dello strano sorriso che campeggiava sulle labbra di Neville. Sapeva
che avevano un'ora di riposo contemporaneamente,quindi aveva deciso di
approfittarne e farsi raccontare il motivo di tanta felicità. Lo aveva
trovato dietro la sua scrivania mentre scriveva una lettera per la nonna e
quando aveva finito gli aveva chiesto notizie di Luna. Erano mesi che non si
vedevano o sentivano ed era stato triste che la prima occasione per rivedersi
fosse il funerale del padre della ragazza;sapeva quanto erano legati e quanto
lei fosse protettiva nei confronti dell'uomo,neanche si fossero invertiti i
ruoli e toccasse a lei ora proteggerlo da tutti i mali del mondo. Neanche una
parola era uscita dalla bocca di entrambi sul loro ultimo incontro,quel lontano
giorno in cui lei aveva chiuso la loro storia in quella casa a Cheswick;si erano
comportati nel modo più educato e conforme possibile,come conveniva alla loro
amicizia. Dopo aver saputo le notizie generali su quello che era successo
dopo il funerale,Neville lo aveva guardato con un piccolo sorriso sulle
labbra. -Tu mi stai nascondendo qualcosa...-aveva detto con voce
sicura. Il sorriso si era accentuato e lui aveva annuito lentamente. -In
effetti c'è qualcosa che devo dirti-aveva confermato. Poi aveva lasciato
cadere di nuovo il silenzio,quasi volesse ricreare un'effetto migliore per il
grande annuncio che doveva fare. -Ti va di farmi da testimone?-gli aveva
infatti detto,sorprendendolo completamente. Draco lo aveva guardato
scioccato,poi aveva riso e aveva superato l'ostacolo della scrivania per andare
ad abbracciarlo e fargli le congratulazioni. -Brutto bastardo!Non mi hai
neanche detto che frequentavi una ragazza!-lo aveva rimproverato. Neville
aveva abbassato la testa,ammettendo la sua colpa,poi era tornato a
sorridere. -Beh,in effetti...-iniziò. -Ma chi è la fortunata?La
conosco?-gli aveva chiesto il biondo interrompendolo. L'altro era rimasto in
silenzio,di nuovo quel sorriso saputo sul volto. Era stato allora che aveva
cominciato ad avere qualche dubbio:possibile? No,sicuramente dopo tutto
quello che avevano passato insieme,lei non lo avrebbe mai sposato... -Dimmi
che non è vero!- Però il sorriso felice sul viso dell'amico aveva confermato
le sue idee. -Ho chiesto a Luna di sposarmi e lei ha accettato! Non è
fantastico?-gli chiese Neville al settimo cielo. NO AFFATTO! Ma cosa era
venuto in mente a Luna? -Lei ha accettato?-chiese ancora
incredulo. L'amico sorrise e annuì. -Quando gliel'ho chiesto la prima
volta è sembrata restia,anche lei poco convinta e credo avesse la stessa
espressione che hai tu in questo momento. Poi però ne abbiamo parlato,le ho
spiegato perchè la volevo sposare,che nonostante il tempo passato lontani io non
ho smesso d'amarla e fortunatamente lei ha cambiato idea. Stavo giusto
scrivendo a mia nonna per darle la bella notizia!-gli disse indicando il rotolo
di pergamena sul tavolo. Sai quanto sarà contenta di saperlo,pensò Draco
confuso. Era bastato così poco per cancellare tutto quello che aveva passato
e sofferto con Neville? Allora tutti quei discorsi che avevano fatto quando
erano insieme?Quando gli diceva che non sarebbe mai potuta tornare indietro,che
era sollevata di aver chiuso quel capitolo della sua vita...stava forse
mentendo? -Non mi hai ancora risposto- Draco rialzò lo sguardo e fissò
l'amico qualche istante. -A che proposito?-gli chiese. La sua mente era
bianca,completamente vuota. -Sarai il mio testimone?-domandò Neville
ripetendo la sua offerta. -Se non posso fare altrimenti...-disse senza il
grande entusiasmo con cui aveva accolto la notizia all'inizio. Allegro
Neville lo abbracciò e,nascosto dal suo sguardo,Draco si chiese ancora una volta
cosa era successo per far cambiare opinione a Luna in maniera tanto
radicale. Avrebbe fatto il possibile per scoprirlo.
Non appena vide un'accenno della persona che era fuori
dalla porta di casa,Luna si affrettò a richiuderla,sbattendogliela sul
muso. Ovviamente,però,non riuscì nel suo intento visto che George posò
entrambi i palmi delle mani sulla porta e fece resistenza. -HO BISOGNO DI
PARLARTI! PER FAVORE PUOI LASCIARMI ENTRARE UN'ATTIMO?-le chiese dall'altra
parte della porta. No! Assolutamente no! Non dopo aver preso la
decisione di girare ancora una volta pagina e cambiare vita, dimenticandosi di
quello che era successo fino a quel momento. -Va via George!-gli disse
decisa. L'uomo smise di fare pressione contro la porta e lei riuscì
finalmente a chiuderla,ma l'attimo dopo sentì il rumore della smaterializzazione
provenire a pochi metri da lei. Si voltò e vide George al centro
dell'ingresso,intento a togliersi immaginari granelli di polvere dalla
giacca,neanche avesse affrontato un viaggio lungo e periglioso nel
deserto. -Forse ti sei dimenticata che i maghi possono apparire ovunque...-le
disse guardandola. Con una smorfia arrabbiata,Luna si allontanò dalla porta e
camminò velocemente per uscire dall' ingresso,passandogli accanto. -Posso
chiamare comunque la polizia e dire che un'uomo è entrato in casa
mia. Finiresti in galera in meno di venti minuti!-rimbrottò dandogli le
spalle. Perchè non aveva semplicemente riaperto la porta e non gli aveva
intimato di andarsene? Non sarebbe stata la cosa più sensata e giusta da
fare? Era una promessa sposa ormai,e non era "giusto" farsi trovare in casa
con un'altro uomo,specie se questo è un ex amante di cui si è ancora
terribilmente innamorati...anche se lo si continua a negare anche a sè
stessi. -Voglio parlare con te!Non possiamo far finire tutto così,senza
neanche aver provato a rimettere a posto le cose-le disse George andandole
dietro. Lei sbuffò divertita. -Perchè credi che ci sia un modo per
farlo?-gli chiese continuando a camminare verso il salotto. Sentì un mugugno
frustrato alle sue spalle,che nonostante la rabbia che ancora sentiva verso di
lui,le riscaldò il cuore:a Neville non sarebbero mai mancate le parole,lui ci si
sarebbe affogato nelle parole. -Perchè non vuoi neanche
ascoltarmi,dannazione?- Luna si voltò e per un'istante,un brevissimo
istante,sentì il folle desiderio di fingere:fingere che il mondo intero non
esistesse più e che fossero rimasti soltanto loro due. Dimenticare quello che
aveva portato alla loro rottura e al suo fidanzamento con Neville e ricominciare
da quell'ultimo giorno,cercando di far andare le cose in maniera diversa. Poi
la realtà prese di nuovo il sopravvento. Era troppo tardi ormai. -Non
servirebbe a niente...-gli disse seria. George scosse la testa e le si
avvicinò,fermandosi a pochissima distanza da lei. Non poteva,non DOVEVA
avvicinarsi così tanto!Lei sapeva quali reazioni provocava in lei la vicinanza
di George. -Ascolta...Ho pensato fino a spaccarmi la testa per trovare il
modo per scusarmi. Ma hai ragione tu,non c'è. Non potrò mai perdonarmi di
non essere stato presente quando tu avevi bisogno di me...-le disse con voce
seria. -Bene,ora che abbiamo assodato questo fatto puoi...-lo bloccò lei
prima che la situazione diventasse ingestibile. -Però posso farmi perdonare
per non averti dimostrato quanto sei importante per me...- -Oh no,anche
quello lo hai reso molto chiaramente quando mi hai chiesto di ritornare nel tuo
letto. O forse non ti ricordi?-chiese Luna con voce velenosa. Doveva
smontare ogni tentativo di riconciliazione:nonostante i suoi desideri e quello
che provava per lui,George era troppo pericoloso,troppo
imprevedibile. Sarebbe stata più felice con Neville...almeno di lui sapeva
prevedere ogni mossa. -Quello che volevo realmente dire quella mattina era
che non potevo...ah dannazione!- E lasciando perdere i tentativi di
spiegazione a parole,George l'afferrò e posò le labbra sulle sue. Stretta
contro di lui,Luna restò qualche istante immobile mentre la bocca dell'uomo
assaggiava la sua per invogliarla a partecipare,poi un pensiero le attraversò la
mente:un'ultima volta. Un'ultimo momento di follia prima di chiudere
definitivamente con George. Fu così che,spinta da quel pensiero,le braccia
gli cinsero il collo,affondando le dita nei capelli, e le labbra si schiusero
sotto le sue,facendo incontrare le loro lingue che subito iniziarono a
rincorrersi. La mani forti di George si strinsero attorno alla sua vita e la
sollevarono leggermente da terra, portandola alla sua altezza,senza staccare mai
le loro labbra,quasi avesse paura di rovinare il magico accordo che aveva
permesso quel contatto. Sentì l'odore di George e respirò forte,quasi a voler
imprimere nei suoi ricordi e su di lei quella stessa fragranza. Non potendo
sopportare altro,si staccò da lui e quando toccò di nuovo terra,si sciolse dal
loro abbraccio e si allontanò di alcuni passi,voltandogli le
spalle. -Vedi?Forse non riesco a spiegarti a parole quello che provo per
te,ma solo con te ho queste reazioni. Senza di te sono
inutilizzabile,completamente perso...Fattelo dire da Ron! Ho passato l'intera
settimana sbronzo,senza neanche avere idea di che giorno fosse o come fossi
arrivato al pub,cercando un modo per stordirmi,per dimenticare quello che avevo
fatto-le disse George accalorandosi. Le braccia conserte contro il petto,lo
sguardo perso nel vuoto,Luna ascoltava quelle parole sentendosi meschina:perchè
stava così male per lui? Avrebbe dovuto odiarlo,cancellarlo dalla sua vita
dopo quello che era successo e invece l'unico momento di tranquillità,di
serenità vera e reale l'aveva avuto fra le sue braccia. Quei pochi attimi
preziosi che lui aveva strappato alla sua rabbia e al suo rigore. E il
pensiero di quello che gli avrebbe detto le pesava sull'anima,facendola sentire
in colpa:non voleva che si facesse del male. Non poteva sopportare l'idea che
lui stesse male.... Che egoista! -Fammi riprovare! Ti prometto che
questa volta sarà tutto diverso e che...- -E' già tutto diverso!-lo
interruppè lei cercando di mantenere una voce sicura. Si voltò e vide
l'espressione confusa sul viso dell'uomo. -Sto per sposare Neville-annunciò
senza nessun'inflessione nella voce. L'espressione confusa lasciò il posto
allo stupore e l'istante dopo anche questa svanì in favore della
rabbia. Magari era meglio così:se fosse stato arrabbiato con lei,l'avrebbe
dimenticata più in fretta. Lo vide premere le labbra una contro l'altra fino
a sbiancarle. -Non volevo lo sapessi da tua sorella o dalle voci,quindi è
stato meglio che te l'ho detto io...- -Già,una grande consolazione!-commentò
lui. Luna lo fissò decisa ad andare avanti con la sua "opera di
distruzione". -Neville ed io ci siamo riavvicinati molto dopo la morte di mio
padre e abbiamo ritrovato quelle cose che avevamo in comune un tempo...- -Per
favore risparmiami la storia! Dillo che lo fai per punirmi,per farmi sentire
in colpa per quello che è successo!-ribattè lui alzando la voce. -Certo che
no! Credi che se ci fossi stato tu al posto di Neville sarebbe finita allo
stesso modo?-gli domandò alzando a sua volta la voce. George fece per
rispondere,ma lei lo bloccò. -No! Tu non potevi esserci,perchè non puoi
farti vedere con me,non potevi restarmi accanto quando avevo bisogno di te per
affrontare tutti quegli estranei! Tu non riesci neanche a stare più di
mezz'ora con tuo fratello,non vedi i tuoi genitori da mesi e vorresti farmi
credere che spinto dalla situazione favorevole avresti chiesto la mia mano?-gli
chiese lei incalzante. -La mia famiglia non c'entra con quello che provo per
te!-ribattè lui arrabbiato. Luna sbuffò incredula e scosse la
testa. -Invece è proprio questo il punto! Tu non provi niente per
me! Ti vado bene finchè sono stata disponibile e alla mano,ma quando la
nostra "storia" ha cominciato a farsi più importante,tu hai iniziato ad aver
paura. Per te va bene che io ci sia sempre quando hai bisogno di me,in
qualsiasi momento e per qualsiasi cosa si tratta,ma quando è venuto il momento
di ricambiare il favore ti sei tirato indietro... Non sia mai che tu ti lasci
coinvolgere in qualcosa di serio!-gli disse dando sfogo alla sua
amarezza. George restò in silenzio,visibilmente arrabbiato e lei ne
approfittò per continuare. -Se una persona non sà amare la sua famiglia non
potrà mai amare qualcuno veramente... Forse è per questo che hai mantenuto la
nostra storia soltanto sul sesso. Meglio non convolgersi troppo
emotivamente,altrimenti prima o poi ti ritrovi con le catene e una palla al
piede che ti impedisce di scappare!- L'uomo la fissò ancora qualche
istante,poi annuì. -Meno male allora che hai trovato un'uomo migliore di
me-le disse con voce distante. Luna restò immobile e silenziosa,mentre si
scambiavano un'ultimo sguardo prima che lui voltasse le spalle e si dirigesse
verso l'ingresso. Lo seguì lungo il corridoio a qualche passo di distanza e
quando ebbe posato la mano alla maniglia della porta,George si voltò un'ultima
volta e tornò a fissarla. -Ah,non disturbarti a spedirmi i confetti- Aprì
la porta ed uscì,sbattendo l'uscio violentemente dietro di sè. Di nuovo
sola,Luna sospirò. Era finita. Lo aveva convinto. Allora perchè invece
di essere felice era così disperata? Forse perchè sapeva che non sarebbe mai
riuscita a trovare quel modo per unire le qualità di Neville e George,come aveva
sognato. Oppure perchè il suo unico vero amore era uscito per sempre dalla
sua vita.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** The birthday present ***
The birthday present
"Dimmi se ti
ho perduto
e quante volte
hai cercato me
io di pensarti
non ho smesso neanche un'attimo...
Ci meritiamo
l'eternità"
Credi dovremmo
organizzare qualcosa per il compleanno di George?- Ron alzò lo sguardo dal
giornale e lo fissò sulla moglie,sinceramente dubbioso. Era un compleanno
importante:ventidue anni. L'età in cui vieni considerato un'adulto e tutti
cominciano ad aspettarsi qualcosa da te. Ma a George sarebbe piaciuta una
festa? Quella era un'arma a doppio taglio:non solo era la sua festa,ma era
anche il compleanno di Fred. Si sarebbe depresso,sentendo la mancanza del
fratello? -Non ne ho idea tesoro-rispose finalmente. Hermione ingoiò una
cucchiaiata di cereali e alzò le spalle. -Andiamo è una data
importante! Magari è un modo per farlo uscire da quel labirinto in cui si è
perso-fece la donna pragmatica come al suo solito. Ron sospirò,prendendo la
tazza fra le mani e alzò di nuovo le spalle,incapace di dare una risposta
giusta. -Non è un buon periodo per George-commentò prima di poggiare le
labbra sulla tazza. Aveva sinceramente sperato che le cose stessero tornando
a posto,magari troppo lentamente,ma non si poteva chiedere tutto dalla
vita. Quando aveva saputo della ragazza interessata a suo fratello si era
sentito sollevato,anche notando i modi protettivi che George aveva verso di
lei:oltre ad evitato di rivelargli il nome della ragazza, si era confidato con
lui,chiedendogli suggerimenti e consigli,il più delle volte senza neanche
volerlo,per capire come muoversi con lei neanche fosse la prima volta che aveva
a che fare con una donna. Poi qualcosa si era spezzato. Era iniziato in
sordina,con quel confuso discorso venuto fuori per caso una delle volte in cui
era andato a casa sua a portargli la spesa:George aveva iniziato a fargli
domande strane,senza senso e poi gli aveva raccontato della lite che aveva avuto
con la sua "fidanzata". I primi pensieri che Ron aveva provato erano stati di
sorpresa;lo strabiliava le pieghe assurde che la vita può prendere,portando a
capovolgimenti e scombussolamenti come quelli. Mai in tutta la sua vita aveva
pensato di ritrovarsi un giorno a confidarsi con George e ad ascoltare i suoi
dubbi sentimentali,eppure ora che stava accadendo realmente gli sembrava la cosa
più naturale del mondo. Forse se fosse stato in sè suo fratello non avrebbe
fatto parola di quello che stava succedendo nella sua vita,ma Ron aveva la
convinzione che se gli aveva chiesto consiglio,se si era aperto con lui anche se
non completamente,era perchè lo aveva sentito vicino. Aveva capito che Ron
era la persona più adatta ad occuparsi di lui in quel momento. -Potremmo
provare ad invitare questa ragazza misteriosa-disse Hermione intromettendosi
ancora una volta nei suoi pensieri. Come un'automa,Ron scosse la
testa. -Perchè?Non sei curioso di conoscerla?-chiese Hermione
fissandolo. Ron portò gli occhi sul volto della moglie e si ritrovò ad
annuire:certo che era curioso. -Ovviamente,ma lei e George hanno
litigato. Credo che fra loro sia finita-le spiegò. La moglie si
accigliò,amareggiata:aveva veramente sperato di vederla almeno al compleanno di
George. -Lo credi o lo sai?-tentò come ultima carta. -Lo so. Me ne ha
parlato George l'ultima volta che l'ho recuperato al pub-disse abbattendo tutte
le sue speranze. Hermione sospirò e si allontanò alcune ciocche di capelli
dalla fronte. Ma quello non era un buon motivo per non fare quella
festa. -Facciamo così:provo a chiedergli cosa ne pensa e poi ti faccio
sapere-le disse. Sua moglie sorrise. Almeno uno spiraglio era rimasto
aperto...
Vita nuova,nuovo look. I giapponesi credono che
tagliarsi i capelli dopo la perdita di una persona cara sia una dimostrazione di
lutto e di dolore. Nell'ultimo mese molte persone se ne erano andate dalla
sua vita,persone senza le quali si sentiva persa ogni singolo istante della sua
giornata. Quindi poteva benissimo dire di essere a lutto. Però ogni volta
che si guardava allo specchio e vedeva il caschetto che le accarezzava le
spalle, non riusciva a capire se lo aveva fatto per la morte di suo padre o per
la separazione da George; i sentimenti erano così confusi ed intrecciati fra di
loro che non riusciva a spiegarsi quello che si agitava dentro di lei. Eppure
avrebbe dovuto essere felice! Mancava un mese e mezzo al suo matrimonio,così
improvviso e sorprendente,e tante cose dovevano essere organizzate e scelte
prima che fosse troppo tardi:doveva scegliere la sala per il ricevimento,il
menù,il vestito... Non appena saputa la notizia,efficente come al
solito,Hermione si era proposta come wedding planner,pronta a risolvere ogni
problema improvviso si fosse materializzato e finora aveva fatto uno stupendo
lavoro:le aveva portato vari depliant per aiutarla a scegliere la sala e le
aveva organizzato un'assaggio in una pasticceria per decidere quale torta fosse
meglio,infine aveva preso appuntamento con tre importanti ristoranti per una
prova del loro menù. Luna non sapeva come dimostrarle la sua gratitudine:le
aveva chiesto di essere una delle sue damigelle d'onore,ma aveva la sensazione
che non fosse abbastanza. Quello che stava facendo Hermione era
straordinario,non soltanto per l'organizzazione e l' efficenza,ma soprattutto
perchè le stava dando tanti impegni,tanti compiti che le avrebbero impedito di
pensare. Pensare a lui. Era bloccato nella sua mente. Non riusciva a
tirarlo fuori,neanche fosse un cancro velenoso. Continuava a pensare alle
parole che si erano detti l'ultima volta che si erano incontrati,l' espressione
sul suo viso quando aveva saputo che si sarebbe sposata con Neville,e infine
l'ultimo immagine che aveva di lui,rabbioso e allo stesso tempo triste,pochi
istanti prima che uscisse da casa sua. La notte era ancora più
difficile:ormai non riusciva ad addormentarsi se non ripensando a quell' ultimo
bacio,alla sensazione di sicurezza e tranquillità che aveva provato fra le sue
braccia. Come poteva pensare quelle cose quando accanto a lei dormiva
Neville,ignaro di tutto e talmente innamorato di lei da accettare di non far
l'amore fino al matrimonio? Come poteva essere tanto meschina? Era stupido
pensare di poter sposare Neville e avere un matrimonio in bianco. Sapeva che
prima o poi lui avrebbe sentito il desiderio di stare con lei,ma per il momento
non voleva pensarci...Per questo aveva messo quella condizione. Lo avrebbe
sposato soltanto se avesse accettato di non fare sesso fino al
matrimonio;gliel'aveva presentata come una prova d'amore,per dimostrarle di
essere cambiato. E Neville ovviamente aveva accettato. Avrebbe fatto di
tutto per lei. Anche chiudere gli occhi e non vedere che lei era innamorata
di un'altro...
-Hai sentito della festa?- -Ti prego dimmi che
non stai pensando di andarci- Non gli bastava il caos che i preparativi del
suo matrimonio aveva portato nella sua vita? Adesso aveva bisogno anche della
confusione portata da quella festa? Quell'uomo stava diventando matto,anzì
no,era già andato...completamente irrecuperabile. Da quella speciale
nuvoletta su cui era salito quasi quattro settimane prima,quando Luna aveva
accettato di sposarlo,Neville sorrise divertito per il sarcasmo
dell'amico. -Avanti non può essere così terribile-gli disse. Sarebbe stato
sicuramente peggio! A chi era venuta la splendida idea di ricordare la fine
della II Guerra Magica? Perchè invitare tutti gli ex alunni che erano
presenti ad Hogwarts l'ultimo anno della guerra? Forse la Preside McGranitt
era diventata troppo vecchia e la sua memoria cominciava a defettare,ma ai tempi
della scuola gli adulti che ora riescono a sopportarsi a malapena in nome
dell'educazione e della "salvaguardia della facciata",si odiavano senza neanche
cercare di nasconderlo,inventandosi i peggiori incantesimi per mettere in
imbarazzo gli altri. Come si poteva sperare che si arrivasse alla fine di
quella serata senza morti nè feriti gravi? -Ti sei dimenticato com'era
Hogwarts quando la frequentavamo noi?-gli domandò sistemandosi più comodamente
su una sedia di fronte a lui. Neville scosse la testa. -E nonostante
questo sei ancora convinto che andrà tutto bene- Il moro
sospirò. -Ascolta...Tutti sono cambiati da quando erano ragazzini. Prendi
noi due:neanche ti accorgevi della mia presenza,se non quando ero con Harry,però
adesso sarai il mio testimone di nozze-gli fece notare. Draco
ghignò. -Già...Come è strana la vita-disse pieno di sarcasmo. Se ci fosse
stato un modo per ritirarsi da quell'incarico lo avrebbe afferrato al
volo! Era assolutamente convinto che quel matrimonio era
un'errore,specialmente dopo aver parlato con Luna. Si erano incontrati di
nuovo un pomeriggio di tre settimane prima,un venerdì in cui lui era entrato
nell'ufficio di Neville e vi aveva trovato lei. -Nevile è impegnato con uno
studente-gli aveva spiegato. Era stato più forte di lui:gliel'aveva servita
su un piatto d'argento! -Sei sicura che non sia una studentessa?-le aveva
chiesto fissandola. Non era più quella che conosceva lui;era cambiata:era
cambiato il suo look,con quei capelli più corti ed il viso più affilato,e
sembrava cambiato anche il suo carattere. La vecchia Luna gli avrebbe tirato
dietro la prima cosa che le fosse capitata sotto mano a
quell'affermazione,mentre la persona che gli era davanti si limitò a
sorridere,leggermente divertita. -Ho controllato personalmente che così non
fosse-lo aveva rassicurato. Aveva annuito e per qualche istante era sceso il
silenzio. -Avevi bisogno di qualcosa?-gli aveva chiesto poi lei. Si era
ritrovato a scuotere la testa,mentre la sua mente era martellata da una sola
domanda. -Perchè lo sposi?-aveva domandato non riuscendo a tacitare la sua
curiosità. Se voleva arrivare a capire quel mistero avrebbe dovuto chiedere a
Luna,soltanto a lei. Prima di farla rispondere,però,parlò di nuovo. -Non
dirmi che hai scoperto quanto lo ami e quanto non puoi fare a meno di lui perchè
ti giuro mi prende una crisi di isteria che finisce che ci resto secco. Ti ho
ascoltata per mesi dirmi quanto era migliore la tua vita senza di lui,di come
fossi felice di essertene liberata e adesso cosa fai? Ti rimangi tutto?-le
aveva detto quasi aggredendola. Luna era rimasta in silenzio,fissando il suo
volto,con una strana espressione sul viso. -Hai ragione...il mio
comportamento può sembrare totalmente incoerente,ma credimi è meglio così-si
limitò a dire. -Meglio per chi?Che accidenti ti prende?Quasi non sembri più
tu!- Aveva fatto i pochi passi che lo separavano da lei e le aveva posato
entrambe le mani sugli avambracci,stringendo la presa. -Tu sei una donna
forte,non ci credo che è per via di tuo padre...- -No infatti...Lui non
c'entra niente-aveva confermato lei,lo sguardo sulla sua camicia. -Allora
perchè?-aveva chiesto per l'ennesima volta,scrollandola leggermente per le
spalle. Luna a quel gesto sembrava essersi risvegliata dal torpore e lo aveva
fissato con aria quasi di sfida. -Perchè non ho altra scelta- Erano
settimane che si arrovellava per capire il significato di quella frase. Aveva
pensato che fosse incinta e che,rimasta sola,volesse incastrare Neville;la sua
teoria però era crollata quando Neville gli aveva detto della richiesta che Luna
gli aveva fatto prima di accettare la sua proposta:niente sesso fino al
matrimonio. Come nascondi un figlio illeggittimo se non vai a letto con
quello che vuoi incastrare? Perchè allora diceva di non avere altra
scelta?Che accidenti voleva significare? -Credi sia obbligatorio per noi
partecipare?-gli chiese Neville riportando la sua attenzione su di lui. -Se
così è,allora mi dimetto-commentò il biondo. L'altro rise e scosse la
testa. -Vedrai che finirai per divertirti...Anche se lo nascondi bene,io lo
so che non vedi l'ora di rivedere tutti gli altri. Specialmente
Harry-aggiunse. Piccolo infame!Sapeva sempre quali argomenti usare per
convincerlo!
-Non credevo di trovarti così allegro- Il tono
sarcastico della voce di Ron non lo colpì minimamente;ormai era abituato alle
sue battutine e alle sue osservazioni sarcastiche,e aveva imparato che era
meglio restare in silenzio se non voleva provocare una discussione
inutile. Lo stereo che risuonava per tutta la casa,con la chiara intenzione
di intontirlo con il volume alto. -Sei capitato in un buon momento-disse
George stando al gioco. La voce di Ian Curtis usciva dagli amplificatori
quasi deformata e approfittando della sua vicinanza allo stereo Ron abbassò il
volume fino ad un livello accettabile per le orecchie. -Ehi!Stavo
ascoltando!-si lamentò George voltandosi leggermente sul divano dove era seduto
e guardando il fratello. -Non mi sembra di averla spenta del tutto!E poi devo
parlarti di una cosa-gli disse togliendosi il cappotto e posandolo su un mobile
poco distante. George tornò a voltarsi e il fratello lo sentì
sospirare. -Se proprio non puoi farne a meno...-commentò. Seduto sul
divano,in uno spazio ricavato fra i vestiti puliti e quelli sporchi,con indosso
ancora il pigiama,George aveva perso totalmente i contatti con il mondo
esterno. L'unica persona che vedeva era Ron,quando una volta alla settimana
questi andava da lui per portargli la spesa:per il resto del tempo restava in
casa,ciondolando per casa e qualche volta ordinando qualcosa dai take-away
vicini. Aveva fatto un terribile passo indietro ad un'anno prima dopo la
morte di Fred. Possibile che fosse tutta colpa di quella ragazza? -Ti
avverto però,se sei venuto a farmi la predica puoi anche evitare di
sederti...-gli disse con voce decisa. Ron scosse la testa e si sedette su un
bracciolo della poltrona,ingombra di vestiti lanciando uno sguardo al
fratello:dovevano essere due settimane che non si faceva la barba,o almeno
credeva. -Ho capito che per il momento non serve a nulla farti la
predica...-disse leggermente amareggiato. George annuì. -Allora di cosa
volevi parlarmi?-chiese l'altro. Ron si passò una mano fra i capelli e,dopo
qualche istante di indecisione,parlò. -Sai che giorno è domenica?-gli
domandò. George ci pensò qualche istante poi scosse la testa. -E' il primo
aprile-fece Ron. Per qualche secondo il viso di George restò senza
espressione,poi Ron lo vide fare un cenno con la testa. -Grazie per avermelo
ricordato- -Ecco vedi,noi avevamo pensato di organizzare una piccola festa
per...-iniziò Ron titubante,non sapendo quali parole usare. -Per
festeggiare?-terminò George alzandosi dal divano. Ron lo seguì in cucina e lo
guardò mentre,senza neanche guardare,infilava una mano nel frigo e ne tirava
fuori una lattina di birra. -Che ci sarebbe di tanto sconveniente?-gli chiese
con voce calma poggiandosi al muro. Il fratello aprì la lattina e bevve un
lungo sorso,volutamente evitando di rispondere. -Non penso sia una buona
idea-si limitò poi a dire. -Per via di Fred?-domandò Ron,deciso questa volta
a non lasciar correre. -E se anche fosse?Hai intenzione di
rimproverarmi?-ribattè l'altro. Ron scosse leggermente la testa,leggermente
incredulo. -Perchè far finta di niente,che la tua vita si sia
fermata? Credi che continuando ad ignorare quel giorno le cose torneranno a
posto? Beh ti do una notizia,non funziona così- George sorrise
amaramente. -Ma con chi credi di avere a che fare?Non sono un bambino di
cinque anni! Se prendo una decisione è quella!-sputò fuori con rabbia. Ron
restò qualche istante in silenzio,lo sguardo fisso sul fratello poi scosse la
testa. -No,questo non te lo lascio fare-disse con voce decisa. Senza
aggiungere altro,voltò le spalle e tornò in salotto per riprendere il suo
cappotto. -Che stai dicendo?-chiese George andandogli dietro. Un braccio
già infilato nella manica,Ron si voltò e incontrò il suo sguardo. -Sei
arrabbiato,sei incazzato con te stesso per quello che è successo con quella
ragazza...-iniziò il fratello. -Per favore,risparmiami la psicologia
spicciola!-fece l'altro rifiutando quelle parole. -Invece mi ascolti questa
volta!Ho promesso che non ti avrei fatto nessuna predica e lo farò,ma adesso
stai due secondi zitto e mi ascolti! Sei arrabbiato con te stesso per aver
rovinato tutto con la tua ragazza e adesso pensi di potertela prendere con me o
con Hermione perchè abbiamo avuto quest'idea della festa. Beh,non te lo
permetterò. Continui a dire che non vuoi che le cose cambino,vuoi che tutto
rimanga come allora,ma non ti sei accorto di essere già andato
avanti?- George restò in silenzio,le sopracciglia leggermente aggrottate in
risposta a quella verità che non voleva sentire e che non gli piaceva. -Anche
se hai mantenuto tutto uguale in questa casa,tu sei cambiato e la tua vita è
andata avanti,come è giusto che sia:se veramente non ti importava niente di
quello che accadeva attorno a te non ci sarebbe stata questa ragazza,e adesso
non staresti così male per averla persa. Perchè diavolo vuoi rinchiuderti qui
dentro e far finta di essere morto anche tu?-concluse Ron lo sguardo che
sosteneva quello di George. Il silenzio che seguì le parole dell'uomo durò a
lungo,mentre entrambi i fratelli allontanavano lo sguardo persi dietro altri
pensieri. Sicuramente aveva usato parole forti,aveva affrontato argomenti che
non erano mai stati toccati prima,ma ben venga se servivano a dargli una
scrollata a fargli capire che era venuto il momento di reagire. Era ovvio che
fosse combattuto ed indeciso su cosa fare,ma ormai Ron aveva imparato a non
aspettarsi molto da suo fratello. Abbassò lo sguardo a terra,incontrando nel
suo raggio visivo la punta della sua scarpa sinistra e si preparò ad
andarsene,come aveva fatto tante altre volte dopo discussioni simili. -Va
bene-lo bloccò la voce di George. Tornò a voltarsi per guardare ancora suo
fratello,quasi incredulo:era stato veramente George a pronunciare quelle due
parole? L'uomo ricambiò il suo sguardo,senza nessuna acrimonia o rabbia e
affondò le mani nelle tasche del pigiama. -Non deve essere una festa...Meglio
una cena-continuò George. Ron annuì silenzioso. -Credi che Bill e Fleur
possano venire?E' tanto che non li vedo-chiese poi. -Posso provare a
chiedere,ma con la bambina...-gli fece notare Ron. George alzò un
sopracciglio visibilmente confuso. -Bill e Fleur hanno avuto una bambina;si
chiama Victoire e ha quasi due anni ormai-gli disse sorpreso. Un piccolo
sorriso apparve sul viso del fratello. -Questo nome deve essere stata un'idea
di Fleur...-commentò poi. Ron sorrise leggermente divertito. -Potresti
provare a chiederglielo?-domandò di nuovo l'altro. Dopo un veloce sguardo,Ron
annuì. -Adesso credo sia meglio che vada-disse poi indicando la porta alle
sue spalle,come se il fratello avesse bisogno di un'indicazione
ulteriore. George annuì,affondando le mani ancora di più nelle
tasche. -Un'ultima cosa...So che ti seccherà,ma potresti evitare di dire alla
mamma di questa cosa?- Era inutile arrabbiarsi,anzi per oggi aveva ottenuto
anche troppo...
-Perchè non vieni anche tu?- Luna si voltò e
scosse la testa,declinando l'invito. -Non dirmi che ti senti in
soggezione-fece la rossa,visibilmente divertita. Lei sorrise e scosse la
testa. -Scusa Gin,ma non posso proprio...Ho da fare alcune cose per via del
matrimonio,sai appuntamenti presi da Hermione-le disse mentendo
spudoratamente. Ginny annuì,tornando subito seria. Nonostante avesse
accettato di essere la sua damigella d'onore,era lampante che non approvava la
sua scelta. Aveva provato a parlarle,a chiederle i motivi della sua scelta
quando lei le aveva detto della proposta di Neville e di come lei l'avesse
accettata,ma ovviamente non poteva spiegarle i veri motivi che l'avevano spinta
a farlo. Come poteva,dopo il silenzio di mesi,raccontarle di come George le
avesse ridotto il cuore in mille pezzi e l'avesse lasciata sola nel momento in
cui aveva più bisogno di lui? Come poteva dirle che quel matrimonio,in
fondo,era una punizione verso sè stessa e verso George? Non avrebbe
capito,anzi avrebbe fatto di tutto per sistemare le cose...ma ormai era troppo
tardi. Lei avrebbe sposato Neville,insieme sarebbero stati felici e magari
con il tempo lei sarebbe riuscita anche a dimenticare George senza una
lobotomia. L'unica volta che Ginny aveva provato a chiederle qualcosa sul suo
misterioso amante,lei si era chiusa a riccio e le aveva detto semplicemente che
fra loro era finita in malo modo e che non sarebbero mai tornati
insieme. Neanche fosse un mantra da dover ripetere più volte al giorno perchè
fosse efficace. -Poi la mia presenza sarebbe un'intralcio. Questa è una
riunione della famiglia Weasley...-le disse cercando di
tranquillizzarla. Ginny sorrise e scosse leggermente la testa. -Non ci
siamo tutti,mancano ancora i capisaldi...però è già un gran passo
avanti. Credevo sarebbero passati anni prima che una cosa del genere
accadesse-le confidò sincera. Luna abbozzò un sorriso per mostrarle la sua
comprensione. Era un bene quella cena,il fatto che George avesse accettato di
festeggiare il suo compleanno... magari le sue parole non erano state
completamente portate via dal vento. -Hai saputo della festa ad
Howarts?-chiese poi Ginny cambiando completamente discorso. Luna
annuì,sovrappensiero. -Ho ricevuto l'invito questa mattina-le disse tornando
a incontrare lo sguardo dell'amica. Capì immediatamente cosa le avrebbe detto
dopo. -Credi che anche Harry abbia ricevuto lo stesso invito?-disse infatti
Ginny. Luna sorrise leggermente e alzò le spalle. -Chi può dirlo? Le
forze di Hogwarts sono potenti abbastanza per trovare qualcuno che non vuole
farsi trovare?-le domandò lei di rimando. Ginny sospirò leggermente
abbattuta. Luna le andò incontro e le avvolse le spalle con un
braccio,poggiandovi poi il mento sopra. -L'unico modo per scoprirlo è andare
alla festa...-disse in modo ovvio la bionda. Ginny sospirò. -Mi
accompagni,vero?- Luna strinse leggermente la stretta sulle sue spalle e
sorrise di fronte a tanta insicurezza e a tanta paura. -Non dovresti neanche
chiederlo... Ci divideremo per il Castello e cercheremo Harry dappertutto e
la prima che lo trova lancerà un'urlo per informare l'altra- Ginny
rise. -Sembra un'idea magnifica-commentò. -Certo è una mia idea-scherzò la
bionda. Rise insieme all'amica,cercando di non pensare a quella piccola parte
della sua mente che si chiedeva se anche George avesse ricevuto il suo stesso
invito.
Anche se gli dava fastidio ammetterlo,Ron aveva
ragione. La sua vita era andata avanti. Eppure avrebbe dato qualsiasi cosa
per tornare indietro,per riavere suo fratello...Era sicuro che se ci fosse stato
lui al suo fianco molte cose sarebbero state diverse. Il negozio sarebbe
stato aperto,tanto per iniziare. Non sarebbe stato tanto difficile dare
un'aspetto "decente" al suo appartamento,o forse quello non sarebbe cambiato
neanche con la presenza di Fred. Ma sicuramente non avrebbe iniziato a
intontirsi con l'alcool,a frequentare quei pub... Non si sarebbe sentito così
arrabbiato,così inutile. Avrebbe riposto le sue attenzioni su qualcun'altra
donna più meritevole,più adatta a lui...no quelle erano solo un mucchio di
idiozie! Sicuramente se ci fosse stato Fred non avrebbe incontrato Luna. A
quello non aveva mai pensato:sarebbe tornato indietro sapendo che così facendo
avrebbe riavuto suo fratello ma avrebbe perso Luna? In quelle settimane la
risposta era chiara,quasi ovvia,non aveva bisogno di riflettere neanche due
secondi prima di scegliere Fred. Se non ci fosse stata Luna non ci sarebbero
stati la rabbia,il senso di impotenza,l'odio verso Neville,la gelosia. Era
quella la cosa che lo stupiva di più:non era mai stato geloso di nessuna donna
in vita sua, forse soltanto di sua sorella,ma quello forse era normale,però mai
aveva provato il desiderio di uccidere qualsiasi uomo entrasse in contatto con
la sua ragazza. Che accidenti gli era successo? Il pensiero di Luna con
Neville era impossibile da sopportare per più di cinque minuti,era talmente
intollerabile da non farlo dormire la notte. Dormiva rannicchiata contro il
petto di Neville come faceva con lui? Quante volte erano stati a letto
insieme da quando... NO! Quello non voleva saperlo veramente!Sarebbe stato
capace di far veramente male a Neville. Premette due dita agli angoli degli
occhi e respirò profondamente,cercando di calmarsi. Fra poco la sua casa
sarebbe stata invasa dai suoi fratelli,non poteva apparire più patetico di
quanto già non fosse. Ron gli aveva detto di non preoccuparsi per il
cibo,avrebbero pensato a tutto Hermione e Ginny quindi si era limitato soltanto
a mettere in fresco il vino e a preparare la tavola. Aveva fatto la doccia,ma
aveva deciso di non radersi troppo pigro per quell'operazione; dopodichè aveva
scelto un paio di jeans neri strappati sul ginocchio destro e una camicia a
righine celesti. Per qualche istante era stato indeciso se mettere la
cravatta,ma poi l'aveva giudicata troppo eccessiva e l'aveva lasciata
abbandonata sul letto. Aveva chiuso la porta della camera per nascondere il
caos che vi imperava ed era tornato in salotto,giusto in tempo per sentire il
suono del campanello. I primi ospiti erano arrivati! Si avvicinò alla
porta e,con la mano tesa verso la maniglia,prese un respiro profondo e restò
qualche istante immobile,rassicurando sè stesso:tutto sarebbe andato
bene. Poi con un unico veloce gesto posò la mano sulla maniglia e la portò
verso il basso aprendo la porta. Ron,Hermione e Ginny erano sulla
soglia,tutti e tre con un sorriso d'incoraggiamento. Mentre il fratello aveva
le mani libere,eccezione fatta per un paio di palloncini enormi,le due donne
avevano le mani piene di pirofile e buste. -Non credevo avessimo aperto un
ristorante!-fece George facendosi subito da parte per farle entrare. Le due
si diressero in cucina e Ron entrò in casa con più calma,come se fosse
perfettamente a suo agio. -Ron non te lo hanno mai detto che non bisogna dar
troppi pesi alle donne?-chiese al fratello chiudendo la porta dietro di
lui. Ron si voltò e alzò le spalle. -Le conosci!Guai a far qualcosa nel
modo sbagliato...Per questo ho preferito tirarmi indietro-commentò
l'altro. -Chissà quanta fatica deve esserti costata-ribattè Ginny tornando in
salotto. George guardò la sorella e accennò un sorriso,osservandola mentre
gli veniva incontro e lo abbracciava. Da quanto tempo non glielo
permetteva? -Buon compleanno-disse Ginny contro la sua spalla. George si
lasciò andare ad un leggero sorriso e ricambiò la stretta della
sorella. -Ah,dimenticavo,questi sono per te:non sapevo se preferivi di più il
pesce rosso o la tartaruga così li ho presi entrambi-fece Ron porgendogli i
palloncini. Il fratello alzò un sopracciglio. -Spero che questo non sia il
tuo regalo,altrimenti vorrebbe dire che non solo sei pigro ma con il tempo sei
diventato anche tirchio!- Ginny rise e Ron fece per ribattere,ma non ne ebbe
l'occasione interrotto dal suono del campanello. George si voltò e ritornò
verso la porta,aprendola su Bill e Fleur. -Guarda chi si
vede!-commentò. Bill fece un passo avanti e lo abbracciò dandogli una
vigorosa pacca sulle spalle. -Ce l'hai fatta ad uscire dalla cripta in cui ti
eri nascosto!-lo prese in giro il fratello. George si sciolse dall'abbraccio
e guardò Fleur che,incerta,era ancora sulla porta. -Ciao Fleur-la salutò con
un piccolo cenno della testa. La donna,forse più bella di quanto la
ricordava,gli rispose con lo stesso cenno e si decise a fare un passo in avanti
entrando in casa. Solo allora George si accorse della bambina accanto a
lei:le arrivava alle ginocchia e sembrava la sua copia in miniatura:stessi
capelli biondi,stessi occhi celurei e dal primo istante,George capì che doveva
aver ereditato dalla madre le caratteristiche Veela. -Sbaglio o tu sei
Victorie?-chiese alla bambina. La piccola,lo sguardo su di lui,fece una
smorfia sentendo il nome. L'uomo guardò Bill che cercava di nascondere un
sorriso. -In questo momento è in una fase di ribellione:ha deciso che non le
piace il suo nome e che vuole farsi chiamare Vicky-gli spiegò il
fratello. George annuì sorpreso. -Precoce...-commentò continuando a
fissarla. Poi dopo qualche istante alzò le spalle e diede una pacca sulla
spalla sinistra di Bill. -Assolutamente una Weasley-aggiunse poi quasi
soddisfatto. Bill e Ron risero,seguiti poi da Ginny e da Hermione che si era
unita a loro nel corso della discussione. Si accomodarono in salotto,dove gli
invitati non fecero nessun commento sui vestiti messi in un'angolo della stanza
per lasciare il divano libero,e George offrì loro il vino tenuto in fresco in
frigo come aperitivo. -Ti sta bene la barba,sai?A cosa è dovuto questo nuovo
look?-gli disse Bill. Lui alzò le spalle indifferente. -Per pigrizia...In
queste ultime settimane sono troppo pigro per farmi la barba,così ho deciso di
farmela crescere-rispose sincero. -Non lo sai che le donne amano gli uomini
dalla pelle liscia e morbida?-intervenne Ron. -E questo dove l'hai
scentito?-chiese Fleur curiosa. Il rosso rimase interdetto:era sempre stato
convinto di quella affermazione. -Beh,mi è stato detto così...Credevo che
fosse così per tutte-disse leggermente confuso Ron. -Ron soltanto perchè
Hermione ama vederti in ordine e sistemato non vuol dire che alle altre donne
non piacciano gli uomini rudi e virili...-lo prese in giro la
sorella. -Ehi!-la rimbrottò Hermione. George rise e bevve l'ultimo sorso
del suo bicchiere. -Chi vuole un'altro giro?-chiese poi alzandosi dal
divano. Bill,Ginny e Fleur alzarono la mano così si diresse verso la
cucina,ma fatti pochi passi sentì il suono del campanello. Si voltò e guardò
il gruppo seduto sul divano,che ricambiò lo sguardo con espressioni curiosi
dipinti sui volti. -Potete andare ad aprire,per favore?-chiese loro. Si
voltò di nuovo e fece i pochi passi che lo dividevano dalla cucina,curioso di
sapere chi fosse alla porta:i suoi "ospiti" erano tutti presenti,quindi non
aspettava nessuno. Che qualcuno di loro si fosse fatto scappare
qualcosa?Magari i suoi genitori sapevano di quella cena e avevano deciso di
partecipare? Se sua madre si metteva in testa una cosa era quasi impossibile
farle cambiare idea... Prese la bottiglia di vino,piena a metà,e tornò in
salotto. La sua curiosità crebbe ancora di più quando non vide nessun'altro
oltre ai suoi fratelli:che avessero sbagliato porta? -Allora?Chi era alla
porta?-chiese versando il vino nel bicchiere di Ginny. Vide lo sguardo
incerto che si lanciarono Bill e Ron e inarcò un sopracciglio...che accidenti
era successo in neanche cinque minuti di assenza? -Hanno portato questa per
te-gli disse Ron tendendogli una busta gialla. George guardò il pacco:era di
medie dimensioni,con il suo indirizzo scritto in modo chiaro ed elegante,e un
vuoto che saltava agli occhi nello spazio dedicato al mittente. Girò lo
sguardo fra i suoi fratelli e si lasciò andare ad un sorriso. -Davvero una
mossa intelligente,farmi portare il regalo con una consegna...Però scommetto che
non è stata un'idea tua Ron-disse prendendo il giro il fratello. Ron scosse
la testa. -Infatti. Questo non è il nostro regalo-fece Bill per
lui. -Cioè?-chiese George. -Qualcun'altro sapeva del tuo compleanno e ha
pensato di farti una sorpresa-continuò Ron. Confuso,George posò la bottiglia
di vino sul tavolino basso di fronte al divano e si avvicinò a Ron che ancora
tendeva il pacco verso di lui,neanche fosse una bomba ad orologeria. Lo
guardò qualche altro istante,per poi prenderlo fra le due mani e guardare di
nuovo il suo indirizzo:l'unica scritta sulla busta. -Hai qualche idea?-chiese
Ginny guardandolo cauta. George scosse la testa e dopo un leggero respiro
passò un dito sotto la linguetta adesiva, aprendo del tutto la busta. La
allargò leggermente e vi infilò la mano dentro,afferrando qualcosa di
rettangolare. Non seppe mai che espressione si disegnò sul suo viso quando
tirò fuori l'oggetto dalla busta e si trovò di fronte il dvd di "Dirty
Dancing". Di sicuro si sentì mancare il fiato,neanche una morsa gli avesse
stretto entrambi i polmoni. -Davvero divertente...-commentò a mezza
voce. Il silenzio nella stanza sembrava irreale,ma nessuno dei suoi fratelli
sembrava voler essere il primo a parlare,per paura di dire qualcosa di
sbagliato. Sentiva gli sguardi che gli altri si lanciavano fra di loro per
interrogarsi,cercare di capire qualcosa di tutto quello che stava succedendo
sotto i loro occhi. Perchè lo aveva fatto? Perchè mandargli un
regalo,soprattutto un regalo così stupido dopo tutto quello che era successo fra
loro? Staccò lo sguardo dalla copertina del dvd e tornò a guardare nella
busta,cercando un biglietto, qualcosa che lo aiutasse a capire i motivi che
l'avevano spinta a fargli proprio quel regalo. E qualcosa trovò. Ma invece
di aiutarlo a capire,lo fece infuriare. -Questo no...- Quasi accartocciò
la busta in una stretta e,incurante degli sguardi attenti e preoccupati degli
altri,si guardò intorno alla ricerca del suo cellulare. -Che sta succendendo
George?-domandò Ginny leggermente spaventata dal suo cambiamento
repentino. Lui non rispose e,afferrato il telefono,compose un numero che
nonostante il passare del tempo era ancora fra le chiamate veloci. Aveva
bisogno di spiegazioni...avrebbe potuto passar sopra al film ma non sopra a
quello? -Pronto?-sentì dall'altra parte del telefono. -Siamo arrivati a
questo?-le chiese aggredendola. Ci fu qualche istante di silenzio dall'altra
parte,ma lui non dubitò neanche per un secondo che lei non lo avesse
riconosciuto. -Hai ricevuto il regalo-disse poi. -Gran bella
fantasia!-disse sarcastico. Concentrato sulla sua voce che non sentiva da
quasi un mese,si accorse solo in quel momento delle occhiate attente dei suoi
fratelli. Non poteva far sentire loro quella conversazione! Con passi
veloci si diresse verso la sua camera da letto,senza ulteriori
spiegazioni. -Perchè lo hai fatto?-le chiese impugnando la maniglia. -E'
il tuo compleanno,no?Di solito si fanno dei regali!-ribattè Luna. George
sbuffò sarcastico,richiudendo la porta della stanza dietro di sè. -Perchè
allora non sei venuta?-disse pentendosi subito dopo. Possibile che trovasse
sempre il modo per mostrarsi debole con lei? Il silenzio dall'altra parte gli
fece capire di aver detto la cosa sbagliata. -Sai benissimo che non
posso- -Allora non avresti neanche dovuto farmi un regalo!Perchè non ti
preoccupi del tuo fidanzato e non mi lasci in pace?-le chiese amaro. Ancora
silenzio. -Perchè mi hai regalato quel film? Credi che non ci pensi
abbastanza a quel pomeriggio? Oppure avevi paura del contrario e volevi
assicurarti che non succedesse...Mi tieni in un cassetto nel caso non ti va bene
con lui-incalzò lui. -Hai finito di dire stronzate? Oppure è una cosa che
ti è impossibile fermare?-fece Luna arrabbiata. -ALLORA SPIEGAMI PERCHè MI
HAI FATTO QUESTO REGALO! CREDI DI POTER ENTRARE ED USCIRE DALLA MIA VITA
QUANDO VUOI?-le chiese alzando la voce. Aveva bisogno di capire:quel
pacchetto era pieno di segnali contrastanti,doveva sapere se doveva cancellarla
per sempre dalla sua vita oppure se doveva correre da lei e chiederle scusa in
ginocchio. -NON è LA STESSA COSA CHE FAI TU?-ribattè lei con lo stesso tono
di voce. -TI HO CHIESTO SCUSA IN TUTTI I MODI POSSIBILI ED
IMMAGINABILI,COS'ALTRO DEVO FARE? COSA DEVO FARE PER FARTI TORNARE DA ME?-le
chiese prim'ancora di riuscirsi a fermare. Luna restò in silenzio dopo quelle
parole e lui ascoltò i suoi respiri per un tempo che gli parve infinito,mentre
con una mano si tormentava i capelli. Seduto sul bordo del letto,appoggiò un
gomito al ginocchio e si sorresse la fronte,neanche fosse stanco morto. -Mi
basterebbe una tua parola per correre da te...Lo sai che lo farei-le disse con
voce calma. Sentì ancora silenzio dall'altra parte e sperò che questa volta
fosse un segnale positivo, qualcosa che preannunciasse il suo perdono. -E
dopo?-chiese d' un tratto Luna. Questa volta fu lui a restare in
silenzio. -Che succede dopo?Tu vieni qui,mandi all'aria il mio matrimonio per
cosa? Per un pò di sesso senza coinvolgimenti quando capita?-gli chiese
dura. George scosse la testa,quasi lei potesse vederlo. -Sai anche tu che
non è così-le disse. -Invece sì...Ti ho detto che ti amo e non hai battuto
ciglio,non hai detto niente-gli rinfacciò. -Cosa dovevo fare?Mi stavi
lasciando!-le ricordò. La sentì sospirare. Perchè era tanto reticente a
tornare con lui?Cosa la legava a Neville? Di nuovo sentì la rabbia
assalirlo. -Ti sei innamorata di nuovo di lui...-disse come fosse un dato di
fatto. -Cosa?- -Ci vai a letto?-le chiese ancora. -MA COME TI VIENE IN
MENTE?-esclamò Luna. -RISPONDIMI,CI VAI A LETTO?-domandò di nuovo. La
sentì fare un suono beffardo,e si chiese cosa stava pensando di lui in quel
momento. -ADESSO CAPISCO...SE NON VOGLIO TORNARE CON TE,VUOL DIRE CHE DEVO
PER FORZA ANDARE A LETTO CON LUI,GIUSTO?-gli domandò arrabbiata. -Perchè
altrimenti mi avresti rimandato il ciondolo?-le fece notare lui. -SEI
UN'IDIOTA! TU NON SAI NIENTE,QUINDI NON PERMETTERTI DI GIUDICARE!-gli urlò
contro Luna. -Allora spiegami!PERCHè LO SPOSI SE AMI ME?-le chiese sempre più
confuso. Ci fu l'ennesimo momento di silenzio dall'altra parte del telefono,e
in quell'intervallo di tempo riuscì a sentire il battito accellerato del suo
cuore. -Perchè lui non è te-rispose infine Luna. L'attimo dopo sentì il
segnale di linea libera. In preda ad uno scatto di nervi,prese il cellulare e
lo scagliò in un'angolo della stanza. -FANCULO!!- Si lasciò scivolare per
terra,piegando le gambe e poggiandovi sopra le braccia,nascondendovi il
viso. Prese la busta gialla che conteneva il suo regalo e fece scivolare la
catenina con il ciondolo sul palmo della mano sinistra. Lo fissò a
lungo,incapace di togliersi una sola domanda dalla mente. Di tutto quello che
c'era stato fra lui e Luna questo era tutto quello che restava? Restò a lungo
in quella posizione,lo sguardo fisso sulla falce di luna nel suo palmo,
completamente dimentico di quello che c'era al di fuori di quella stanza,finchè
non sentì bussare leggermente alla porta. Senza muoversi,alzò lo sguardo
sulla porta e qualche istante dopo la vide aprirsi su di Ron. Il fratello
fece un paio di passi nella stanza e si richiuse la porta alle spalle,in
silenzio. George alzò le spalle e strinse il ciondolo fra le dita,permettendo
a Ron di vedere soltanto la catenina d'argento che lo reggeva. -Ormai ci
restituiamo i regali...-commentò con voce triste. Perchè doveva stare male
per una cosa tanto comune?Non era la prima volta che gli succedeva dopo aver
rotto con una ragazza,anzi il più delle volte era lui che iniziava restituire i
regali,quasi volesse dare un taglio netto con tutto. Allora perchè questa
volta era diverso? La risposta arrivò quasi all'istante:lei lo stava
rifiutando,lo stava cancellando dalla sua vita, quasi non fosse mai successo
niente fra di loro. Ron si piegò sulle ginocchia per poter incontrare il suo
sguardo e fissò la catenina con un veloce sguardo. -Era lei?-chiese con
cautela. George annuì. -Ha pensato di farmi un regalo...Davvero
adorabile!-commentò sarcastico. Si lasciò andare ad un sospiro rassegnato e
si passò entrambe le mani fra i capelli. -Perchè non provate a vedervi,a
parlare...Magari le cose si aggiustano-tentò Ron. George scosse la testa
lentamente,ma con decisione. -Ormai è troppo tardi. Ho combinato una serie
di cazzate una dopo l'altra e ora l'ho persa. Sta per sposare un'altro-gli
disse. Ron lo guardò,la fronte aggrottata. -Ma mi avevi detto che lei era
innamorata di te-fece confuso. Il fratello annuì,un sorriso sarcastico sulle
labbra. -Infatti!Sposa quell'...quell'idiota perchè non è me. Io sono
talmente terribile da far scappare tutti lontano!- Ron scosse la testa e gli
mise una mano sulla spalla. -Che stronzate vai dicendo! Se così fosse noi
non saremmo qui,specialmente dopo tutto quello che hai combinato negli ultimi
anni-replicò. -Allora perchè...- -Forse è ancora arrabbiata con te per
quello che le hai fatto. O magari è il suo modo per farti capire che se la
ami veramente devi cominciare a lottare per lei-continuò Ron. Un'altro
sospiro uscì dalla bocca di George. Il suo sguardo incontrò quello del
fratello e lo portò a chiedersi cosa passasse per la mente di
Ron. -Cosa?- -Non ti ho mai visto in questo stato,quindi questa ragazza
deve significare molto per te... Però c'è una cosa che devi capire prima di
mandare all'aria il suo matrimonio-gli disse con voce seria. Lo sguardo di
George si fece più attento,mentre nella sua mente si formava un'idea di quella
che potevano essere le prossime parole di Ron. -Tu ne sei innamorato oppure
la vuoi soltanto per gelosia?-gli chiese infatti il fratello. Purtroppo
quella era l'unica domanda al mondo a cui non sapeva dare risposta. -Non lo
so-
Salve a
tutti!
Prima di
tutto,volevo ringraziare quelli che seguono questa fiction;vi confesso che ad un
certo punto avevo pensato di lasciarla perdere perchè credevo che nn
interessasse a molti,ma poi ho cambiato idea dopo una specifica richiesta da
parte di una lettrice...Quindi grazie x la pazienza e la
costanza!
Dai commenti che ho letto molti di voi
hanno già perso le speranze,rassegnati al matrimonio fra Luna e Neville...Grosso
errore!
Come dico sempre:l'amore,se è
amore vero,riesce a muovere anche le montagne...
Quindi non
disperatevi!
La frase all'inizio del
capitolo è tratta da "L'eternità"
di Giorgia.
Ringrazio tutti coloro
che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori
di ortografia e battitura.
E ora i ringraziamenti:Missjude(Benvenuta!E grazie x i
complimenti!Già questa fiction è nata sul mio entusiasmo e quello di alcuni
lettori mentre ancora scrivevo la storia su Harry e Ginny...Neville,da vecchio
volpone,ha approfittato del momento e ha "colpito" Luna nel momento in cui era
più vulnerabile,anche se a sua discolpa posso dire che neanche lui era sicuro
della risposta di Luna),Lights(Chi l'avrebbe mai detto che quella coppia perfetta avesse
affrontato tutti questi problemi?E pensare che nn siamo neanche alla
metà...),Nefene(Grazie x i
complimenti!E x la tenacia,nn sn tante le persone ke avrebbero fatto la stessa
cosa,sai?Sono assolutamente d'accordo con te:certe volte li preferisco a Harry e
Ginny e questo è tutto dire!), JC(E quando gli ricapitava un'occasione così?In realtà quello che
Luna intendeva era mostrare le limitazioni nel discorso di George e di fargli
capire che non aveva motivo di essere geloso; xkè la loro non era una storia
canonica,ma solo 2 "amici" ke facevano sesso,almeno secondo le parole di
George,e poi zkè anche se George avesse alzato il telefono e le fosse stato
accanto in quel momento,lei era sicura che se ne sarebbe andato prima
dell'arrivo della sua famiglia), AuraD(Ha fatto lo stesso effetto a molti all'inizio,ma finora ne ho
convertiti parecchi!Diciamo che la sua scelta è simile a quella di un naufrago
che si aggrappa ad canotto nonostante sappia che c'è un piccolo foro.Per
salvarti faresti le cose + impensabili...Harry arriverà,tranquilla,ma
bisognerà ancora aspettare un pò),Beba7(Se ti prometto di rimettere tutto a posto,tu prometti di non
uccidermi?),Kisa_Chan(Povero Neville vittima della mia fantasia
sadica! Comunque su una cosa hai ragione:George deve rimettersi in
piedi e credo l'abbia capito anche lui,nella sua terribile confusione
mentale...Aspetta di vedere cosa succederà nel prox capitolo:Draco ti lascerà
senza parole!).
Bene,x il momento è tutto,io
vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"The lovers are
losing"
Baci,Eva.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Il ricordo di un amore ***
il ricordo di un amore
"Cosa devo fare per farti
tornare da me?" Dimmi che mi ami. Era l'unica cosa che voleva sentirgli
dire,l'unica cosa che avesse veramente importanza. Forse l'unica per cui
avrebbe perdonato quello che era successo. Ok,forse la sua idea non era stata
tanto geniale come le era sembrato in un primo momento, ma cosa poteva
fare? Era il suo compleanno e lei,nonostante quello che era successo,aveva
deciso di fargli un regalo; ma non sapeva spiegarsi perchè proprio quel
film:perchè regalargli quel pezzo di sè? Non gli aveva concesso già
abbastanza? L'unica cosa che le veniva in mente adesso,ora che erano passate
settimane da quel giorno,era che,nonostante tutti i discorsi e le litigate,non
era ancora pronta a lasciarlo andare. Per questo gli aveva regalato quel
film,per creare un'ultima connessione fra di loro, perchè lui si ricordasse di
quell'ultimo meraviglioso pomeriggio che avevano passato insieme prima che tutto
degenerasse e trovasse in qualche modo la spinta necessaria per fare
qualcosa. Ma se lui,invece,si fosse rassegnato? Se avesse deciso che non
ne valeva la pena e di avesse gettato la spugna? Non sapeva cosa
sperare... La sua mente era piena di contraddizioni. Continuava a fare i
preparativi del suo matrimonio,a sorridere come una sposina impaziente ogni
volta che qualcuno si congratulava con lei,mentre in verità stava cercando un
modo per bloccare tutto prima che la situazione diventasse
irreparabile. Oppure era già troppo tardi? Tutto ha un'inizio ed una
fine. Vedendo il ciondolo nella busta,forse,George aveva pensato che per lei
la loro storia era veramente finita. Se solo avesse saputo quanto era stato
difficile per lei staccarsi da quella collana,quanto aveva pianto quando il
fattorino si era allontanato con la busta... Ma avere la collana di George al
collo la faceva sentire come se in qualche modo lo stesse tradendo con
Neville,mentre invece era il contrario. L'unica cosa che aveva tenuto della
loro storia insieme era la maglietta dei Cannoni di Chudley con cui dormiva
sempre e che ormai aveva perso l'odore di George impregnandosi del suo;di quella
forse non sarebbe mai riuscita a disfarsi. Presto,più presto di quanto aveva
osato sperare,sarebbe diventata la signora Paciock, moglie di un'illustre
professore,stimato e rispettato da alunni e colleghi. Al contrario di lei,che
non riusciva a pianificare più di tre-quattro ore della sua vita,Neville aveva
già chiaro il loro futuro:avrebbero vissuto i loro primi anni ad Hogwarts,fino a
che non sarebbe arrivato il primo figlio Frank Jr.;allora lei sarebbe tornata a
Londra per accudire il bambino e purtroppo avrebbero potuto vedersi soltanto nei
week-end. Ma questo non gli avrebbe impedito di avere altri due figli,almeno
a sentir Neville,Alice Jr. e Steven,in onore del suo padrino. La loro vita
sarebbe trascorsa tranquilla fino al momento del pensionamento di Neville,quando
lei e Neville si sarebbero trasferiti nella casa di campagna della nonna
dell'uomo nonostante questa avesse delle riserve sul loro matrimonio e su di
lei. Riverse che non si preoccupava di nascondere convinta che l'avrebbe
distrutta sapere di non essere la donna giusta per Neville,mentre invece era una
certezza che convivideva con l'anziana donna. Ormai tutto era deciso,tutto
era stabilito. Perchè allora lei non faceva che chiedersi come sarebbe stata
la sua vita con George?
"Era l'estate del '59,tutti mi
chiamavano ancora Baby e a me stava bene..." -Ti giuro che se
sento ancora quella frase mi metto ad urlare- George mise il muto alla
televisione e si voltò sul divano per osservare Ron mentre si muoveva per il
salotto diretto verso la cucina. Era entrato in una specie di incubo
privato,dove le sue giornate scorrevano fra la visione ripetuta di quel film e
le sbronze al pub,dove si recava in preda alla più profonda depressione solo per
evitare di farsi del male o di correre da lei. -Non sei obbligato a
restare-gli disse. Anche quello era un copione scritto,ripetuto già tante
volte. Le prime volte che lo aveva trovato di fronte al televisiore a vedere
quel film,Ron aveva trovato la cosa tenera,quasi romantica:quale modo migliore
per curare un cuore infranto? Però quando si era accorto del perpetuarsi
della cosa,dell'ossessività con cui George guardava quel film,arrivando a
ripetere le battute insieme ai protagonisti,aveva cercato in tutti i modi di
smuoverlo. Ma ovviamente i suoi tentativi erano risultati vani,almeno fino a
quel momento. -Lo so,ma voglio provare ancora una volta a salvarti da questo
inferno in cui ti sei infilato-rispose il fratello sedendosi sul bracciolo della
poltrona alla sua destra. George sbuffò e tornò a fissare lo sguardo sul
televisore. -Sai che incominci a farmi paura?Sembra quasi che tu vada
incontro alla pazzia a braccia aperte-gli disse il fratello,cercando di
nascondere la sua reale preoccupazione dietro lo scherzo. George accennò un
sorriso,che morì subito sulle sue labbra. -Non ancora...-lo
tranquillizzò. I due Weasley guardarono per qualche istante il televisore
muto,poi Ron tornò a guardare il fratello. -E' la prima volta che ti vedo
così...Tutto per una ragazza...- -Non è per lei!-ribattè subito George
stizzito. -Allora perchè?-chiese pronto il fratello. George aprì la
bocca,ma la richiuse subito,portandosi poi una mano agli occhi e pizzicando gli
angoli con due dita. -Non è per lei...-ripetè con voce più calma-è per come
mi sono comportato-specificò poi. -Adesso non ricominciare con la solita
storia...-lo bloccò Ron. L'altro aggrottò le sopracciglie e lo guardò quasi
offeso. -Dimmi una cosa,vieni pagato per occuparti delle persone
depresse?-gli chiese sarcastico. -Non sono i soldi quello che mi
interessa-ribattè Ron. -Fai bene,perchè sei veramente un fallimento in questo
campo!- -Che vuoi che faccia?Che ascolti per l'ennesima volta di come ti
senti in colpa per quello che hai fatto? Che ti permetta di lagnarti su come
lei non ha capito i motivi che si nascondevano dietro le tue azioni?- George
sbuffò infastidito e e fu sul punto di prendere a pugni il fratello,ma qualcosa
riuscì a bloccarlo prima di fare qualcosa di cui sicuramente si sarebbe
pentito. -Parli come se fossi un maestro nel rimorchio!-disse,pentendosi
subito. Quella era sicuramente la cosa più stupida che potesse dire! -Lo
sanno tutti che io non sono mai stato un Casanova,ma nonostante questo sono
riuscito a conquistare la donna che amavo. Comunque stavano parlando di
te...-disse riportando su di lui il discorso. -E che dovrei fare?Andare da
lei e dirle che mi dispiace e che la voglio con me? Già fatto e non ha
funzionato!-gli disse prima che l'altro potesse anche aprire bocca. -Allora
trova un modo per rimediare,no?Dimostrale che tu sei meglio del suo futuro
sposo- George restò in silenzio qualche istante per poi abbassare lo sguardo
e sospirare. -Lo sono davvero?-chiese più a se stesso che al fratello. Ron
gli si sedette a fianco e gli posò una mano sul ginocchio sinistro. -Ci sono
cose che soltanto tu puoi sapere...Io posso darti tanti consigli e riempirti la
testa di chiacchiere fino a fartela esplodere,ma sei tu che devi
decidere. Però devi ricordarti che qualsiasi cosa deciderai qualcun'altro
subirà le conseguenze delle tue azioni,quindi rifletti molto attentamente su
quello che vuoi- Le parole di Ron rieccheggiarono nella sua mente quasi
fossero una sentenza di morte. Quello che voleva veramente. Senza neanche
darsi il tempo di riflettere un'immagine si disegnò nella sua mente,chiara e
distinta.
-Gin hai bisogno di un passaggio per la
festa?- La donna guardò l'amica e la fissò quasi avesse parlato in una lingua
straniera. -Vuoi venire insieme a me e a Neville alla festa di
domani?-domandò ancora Luna,formulando la richiesta in modo diverso. Questa
volta Ginny scosse la testa. -No,grazie Ron mi ha già offerto un
passaggio-disse rifiutando l'invito. Nonostante avesse accettato di essere la
damigella d'onore e si fosse occupata di gran parte dei preparativi insieme ad
Hermione,ancora non riusciva ad accettare quel matrimonio. Era
assurdo! Inaudito! Come si fa ad amare qualcuno che ti ha tradito,ti ha
lasciato e ti ha fatto sentire l'ultima delle donne? Davvero
inconcepibile! Più volte aveva provato a chiedere spiegazioni a
Luna,chiedendole perchè avesse fatto quella scelta quando nei mesi scorsi non
aveva mai pronunciato il nome di Neville e sembrava essersi dimenticata della
sua esistenza. Che cosa l'aveva costretta ad accettare quel
matrimonio? -Non sono stata costretta. Lo sposo perchè lo amo-era stata la
risposta dell'amica. Non aveva mai sentito una bugia più spudorata! -Sei
sicura di voler andare alla festa da sola?-domandò ancora Luna. Distratta
Ginny annuì. Cosa c'era di tanto inconfessabile da non poter essere
raccontato neanche alla sua migliore amica? Che Neville la stesse
ricattando?Che la stesse forzando a sposarlo con qualche strana pozione o
magia? Magari viveva con qualcuno sottomesso alla maledizione Imperius e
neanche lo sapeva! -Per caso sei vittima di qualche maledizione?-chiese prima
di riuscire a fermarsi. Luna strabuzzò gli occhi e la fissò incredula. -Ma
di che diamine parli?-domandò. Ginny scosse la testa e si coprì la fronte con
una mano, vergognandosi di quello che aveva detto. -Niente,niente...Dimentica
quello che ho detto,ok?-disse cercando di mettere una toppa. Una toppa su un
buco gigantesco! -No,adesso mi spieghi che cosa ti era venuto in mente per
farmi una domanda del genere... Anche se credo di saperlo-aggiunse subito
dopo. Ginny si alzò in piedi e voltò le spalle a Luna,cercando disperatamente
qualcosa su cui portare la propria attenzione. -Allora se lo sai perchè
dobbiamo parlarne?-disse avvicinandosi poi all'attaccapanni. Sempre di
spalle,iniziò a rovistare nelle tasche della sua giacca alla ricerca di
qualsiasi cosa potesse prolungare quel momento di stasi. -E' per via del mio
matrimonio,vero?-domandò Luna. Ginny chiuse gli occhi,felice che l'altra non
potesse vederla. -Sei gelosa del mio matrimonio,non è così?-chiese ancora la
bionda. -ASSOLUTAMENTE NO!Come puoi anche solo pensare una cosa
simile?-esclamò Ginny voltandosi di scatto. Era meglio mettere subito in
chiaro quella cosa. -Allora cos'è?Non dirmi che ti sei presa una cotta per
Neville perchè ormai è troppo tar...-continuò Luna cercando di
scherzare. -Non dire sciocchezze!-ribattè Ginny passandosi una mano fra i
capelli. Per un'istante scese il silenzio mentre le due amiche per la prima
volta affrontavano quel discorso che per tanto tempo era rimasto sottinteso,era
stato volutamente evitato per non dover fare delle domande spiacevoli e per non
dare delle risposte che avrebbero fatto sanguinare ferite ancora aperte. Poi
Ginny sospirò e scosse sconsolata la testa. -Senti,ho accettato di essere la
tua damigella d'onore e non mi tirerò indietro. Però ho bisogno di capire che
cosa sta succedendo veramente,perchè altrimenti ho la sensazione di non
conoscerti veramente...Come puoi tornare da lui dopo tutto quello che ti fa
fatto,dopo i mesi passati a star male per Neville?-le domandò cercando di
tirarle fuori la verità. -Se tu fossi al posto mio non faresti lo stesso?-le
chiese Luna di rimando. -Non credo-disse con fermezza
Ginny. -Ah,davvero? Se ritrovassi Harry ma allo stesso tempo scoprissi che
in tutti questi anni lui è stato con un altra donna,non ingoieresti il tuo
orgoglio pur di stare di nuovo con lui?-le domandò ancora Luna. Ginny scosse
la testa di nuovo. -Non è la stessa cosa-ribattè ancora decisa. Luna si
lasciò scappare un sorriso sarcastico. -Tu metteresti da parte l'orgoglio e
ti butteresti fra le sue braccia,cancellando il passato. Vedi,non è poi molta
la differenza... Solo che io so di non amare Neville-aggiunse alla
fine. Ginny alzò lo sguardo su Luna e la fissò,poco sorpresa dalle parole che
le aveva appena detto. -Come?-chiese incredula. -Non sono innamorata di
Neville-ripetè Luna senza inflessioni nella voce. La rossa restò in
silenzio,aspettando che lei continuasse e Luna,sentendosi libera di un peso per
la prima volta da mesi,sospirò e abbassò le spalle. -Continuo a pensare che
sto facendo la cosa sbagliata,che sono ancora in tempo per fermarmi, ma non so
neanche io se voglio farlo... Quando sono con Neville smetto di pensare,di
preoccuparmi perchè tanto so che lui si prenderà cura di me e di tutto quello
che può succedermi ed è una bella sensazione...Per un pò riesco anche a pensare
che saremo felici-continuò sincera. Ginny la fissò qualche istante mentre
l'altra si abbracciava e iniziava a far scivolare entrambe le mani su tutti e
due gli avambracci dandole un'impressione di estrema fragilità. -Ma...Che ne
è stato dell'altro?-le domandò cauta. Alla fragilità si aggiunge un dolore
ben visibile sul suo volto,talmente evidente che sarebbe stato quasi inutile
rispondere. -Non mi ha voluto...-rispose poi con voce piccola. Sentendosi
quasi in colpa per aver sollevato quella questione,Ginny si avvicinò all'amica e
l'abbracciò,sentendola posare una guancia sulla spalla sinistra. -E' per
questo che lo sposi?-le domandò senza sciogliere l'abbraccio. Luna rialzò la
testa e incontrò lo sguardo dell'amica. -Neville mi è stato accanto quando
mio padre è morto,mi ha promesso che farà di tutto per rendermi felice e mi ha
anche detto che ha promesso la stessa cosa a mio padre prima che
morisse...Magari non è proprio quello che avevo sognato per il mio futuro,però
poteva anche andarmi peggio-commentò cercando poi di fare dell'ironia. -Ma
cos'è che vuoi tu?-le domandò ancora Ginny seria. Luna sorrise e si staccò
dal suo abbraccio. Quello che voleva non poteva realizzarsi,quindi perchè
parlarne? -Voglio smetterla di parlare di quest'argomento...E soprattutto
voglio che la mia damigella d'onore mi ricordi quanto sono fortunata ad aver
trovato un uomo come Neville-rispose. Ginny la guardò qualche istante,quasi
scavando dentro di lei per vedere se era veramente quello che voleva,e alla fine
annuì. Se proprio doveva...
Avevano fatto le cose in grande,doveva
ammetterlo. Il sentiero che da ragazzi percorrevano via lago o sui cocchi
guidati dai Thesral,era illuminato da centinaia di fiaccole fino all'imponente
porta che permetteva l'accesso al castello di Hogwarts, quasi a voler loro
mostrare la strada,nel caso avessero dimenticato quel tragitto che avevano
percorso tante e tante volte negli anni della loro permanenza in quella
scuola. Sul pavimento di pietra fredda era stato steso un tappeto rosso che
attraversava il corridoio e la scalinata fino alla Sala Grande che,svuotata dei
cinque tavoli di legno,avrebbe ospitato la "festa". Il soffitto incantato
mostrava agli ospiti il cielo notturno pieno di stelle che ispirava
romanticherie e che sarebbe stato perfetto per una dichiarazione d'amore,ma a
dare un tono realistico e serio alla serata ci pensavano le gigantografie appese
ai muri della stanza. Ritratti animati dei caduti nell'ultima
Battaglia. Per un'istante lasciò vagare lo sguardo sul ritratto di Fred e gli
concesse anche un sorriso,prima di distoglierlo:chissà quanto si stava
divertendo in quel momento a vederlo così ordinato ed elegante in mezzo a tutti
quei parrucconi! In un angolo della sala,dove usualmente era sistemato il
tavolo dei professori,era stata sistemata un'orchestra di quattro
elementi:cantante/tastierista,basso,chitarra e batteria. Sarebbe toccato a
loro intrattenere gli ospiti per quella serata e evitare che si annoiassero più
del necessario,e in quel momento stavano accennando la musica di "Heroes",in una
sorta di presa in giro generale. Ma lui aveva altri pensieri in
mente. Nella sala già affollata iniziò a guardarsi intorno cercando lei,la
ragione per cui si trovava lì. Quando aveva ricevuto l'invito per quella
festa,lo aveva cestinato subito dopo averlo letto, sicuro di non
parteciparvi:che interesse c'era nel ricordare quello che era successo,tutte le
persone che avevano perso? Avrebbe commemorato la fine della Guerra come
faceva ogni anno,con una bevuta al pub dedicando ogni bicchiere al
fratello. Quale modo migliore? Però,come stava succedendo troppo spesso in
quell'ultimo periodo,ci aveva pensato Ron a fargli cambiare idea...e gli era
bastato accennare che anche Luna sarebbe stata presente alla festa! L'istante
dopo il suo interesse per quella festa era cresciuto e si era ritrovato a
prendere accordi con il fratello per ottenere un passaggio fino al
Castello. Davvero patetico! Però ora era qui,in giacca e cravatta e
completamente sbarbato come non succedeva da quasi un paio di mesi,e muoveva lo
sguardo fra la folla neanche una preda spaventata dai passi del cacciatore
cercando di essere presente quando lei sarebbe entrata. Voleva vedere che
reazione avrebbe avuto vedendolo lì... -Hanno fatto le cose in
grande-commentò Ron,gli occhi rivolti alla volta stellata. -Davvero
stupendo!-convenne Hermione. George alzò le spalle e afferrò il primo
bicchiere di spumante della serata dal primo cameriere che gli passò
accanto. -Il minimo visto il potenziale magico di questo posto...-sminuì
prima di bere un sorso dal suo bicchiere. Ron e Ginny voltarono la testa
verso di lui e,dopo un'attimo di silenzio in cui lo fissarono soltanto,scossero
la testa. -Sei venuto per rovinarci il divertimento?-gli domandò
Hermione. George sorrise sarcastico e fu tentato di annuire soltanto per far
innervosire la cognata,poi sospirò e scosse la testa. -No,sta
tranquilla. Dammi un'altra mezz'ora ed un altro paio di bicchieri e sarò una
compagnia favolosa!-la prese in giro. Hermione fece una faccia sbalordita e
si voltò verso Ron per fargli rimettere in riga il fratello,notando come questi
stava cercando di nascondere la risata che gli era nata spontanea sotto i
baffi,stizzendosi ancora di più. -Guarda chi è uscito dalla cripta!-sentirono
alle loro spalle. I quattro si voltarono e George sorrise incontrando degli
occhi neri profondi e ridenti che lo fissavano. Era ferma a pochi metri di
distanza da lui,i capelli neri lisci lasciati sciolti sulle spalle,un vestito
grigio che risaltava sulla pelle color cioccolato fondente. -Potrei dire lo
stesso di te...Ce l'hai fatta ad uscire dalla naftalina!-ribattè a tono. La
donna si portò una mano al fianco,mostrando le unghie laccate,e scosse di nuovo
la testa,prima di coprire la breve distanza che c'era fra loro e gettargli le
braccia al collo. -Brutto bastardo!Stavo per mettere un'annuncio per le
persone scomparse!-gli disse prima di dargli un bacio poco lontano dal lobo
dell'orecchio sinistro. George rise e la strinse,le braccia attorno alla sua
vita,sollevandola qualche centimentro da terra. Lei se lo aspettava,quasi a
rivivere un momento perduto e lui adempì al suo ruolo in maniera
impeccabile. -Non è stato un buon periodo Angie...-disse
semplicemente. Angelina allontanò leggermente il viso dalla sua spalla e
incontrò quello di George,prima di dargli un piccolo bacio sulle labbra. Lo
capì subito che neanche quel bacio era per lui... -Lo stesso vale per
me-rispose sincera. -Angelina!Che piacere rivederti!- Una voce spezzò
quell'alone di intimità che si era creato fra i due e li portò a sciogliere il
loro abbraccio. George alzò lo sguardo e sentì il suo viso pietrificarsi
quando i suoi occhi incontrarono quelli argentei di Luna,che lo fissarono per
qualche secondo prima di fuggire altrove. A farle da spalla c'erano alla sua
destra Neville,in una tunica rosso-oro a richiamare i colori della sua Casa
d'appartenenza,che si staccò da lei subito per andare a salutare Angelina
Johnson,e alla sua sinistra Draco Malfoy,impeccabile come al solito in un
completo di alta sartoria,che fissò ogni membro del gruppo con il suo solito
sguardo di sufficenza e superiorità. Angelina si allontanò da lui e andò
incontro a Neville,sorridendogli timidamente quasi fosse imbarazzata,iniziando
così la giostra dei saluti. Ma lui non colse neanche una parola di quello che
si dissero:il suo sguardo era calamitato da lei. Era diversa dall'ultima
volta che l'aveva incontrata,aveva cambiato pettinatura...Ma non era soltanto
quello. C'era qualcosa nel suo sguardo,nel suo volto,che la rendeva quasi
inaccessibile...Come se avesse messo un velo fra le sue emozioni e tutti gli
altri. Era sua la colpa di quel cambiamento così drastico? Cercando di non
pensare alla reale risposta a quella domanda,bevve un altro sorso dal suo
bicchiere vuotandolo completamente. -Vedo che ce l'hai fatta a venire
Weasley-commentò Draco rivolgendogli la parola. George portò lo sguardo sul
biondo e fece un piccolo sorriso sarcastico. -Eri preoccupato per
me,Malfoy?-gli domandò fissandolo. -Le notizie che giungevano su di te non
erano affatto confortanti,quindi vederti qui sembra una sorta di
miracolo...-continuò Malfoy. George rise leggermente,portando per un veloce
istante lo sguardo su Luna che,nonostante avesse gli occhi puntati su Angelina e
Neville ancora impegnati nella loro conversazione,ascoltava attentamente quello
che lui e Draco si stavano dicendo. -Ho pensato di fare
quest'improvvisata...Proprio per mettere a tacere le malelingue. D'altronde
come potevo perdermi una serata come questa?-domandò. Malfoy annuì,quasi
fosse d'accordo con lui. -Credo sia ora di farmi vedere in giro...Rovinerei
la mia reputazione se qualcuno mi vedesse con un gruppo di Grifondoro-disse poi
voltandosi verso gli altri. L'istante dopo si era allontanato fra la folla
che stava diventando sempre più numerosa. Anche Angelina,avvistate da lontano
le sorelle Patil,li salutò dopo avergli strappato la promessa di rincontrarsi
più tardi. -Questa musica è veramente assurda!-commentò Ron
lamentandosi. -Hanno una scaletta,ma accettano ogni richiesta tu abbia,quindi
perchè non proponi qualcosa invece di lamentarti tanto?-disse pratica Ginny come
al solito. -E tu che ne sai?-chiese il fratello sorpreso. -Me lo ha detto
Luna.Li ha ingaggiati lei-spiegò. George riportò lo sguardo sulla donna,che
continuava ostinatamente a non incontrare il suo sguardo e sogghignò. Fece
per parlare,ma Neville fu più veloce di lui. -Che fine ha fatto Harry?Credete
che verrà questa sera?-domandò loro. Idiota fino in fondo. Ron si schiarì
la gola e si passò una mano fra i capelli tirati indietro,sperando vivamente di
non dover rispondere a quella domanda,che qualcun'altro lo facesse per lui,e per
una volta George decise di andare in aiuto al fratello. -No,lo escludo. Se
non si è fatto vedere per più di un anno non credo lo farà adesso per un motivo
così insignificante-rispose senza curarsi di sembrare insensibile o
maleducato. Con quella semplice frase attirò su di sè gli sguardi di tutto il
gruppo,ma non dell'unica persona di cui veramente gli importasse qualcosa
e,inoltre, metteva a tacere anche le speranze della sorella,anche se sapeva
benissimo che queste non sarebbero mai morte del tutto. Ci sarebbe stata
sempre una parte di sua sorella,per quanto piccola che fosse,che avrebbe
continuato a sperare nel ritorno di Harry,per quanto dolorosa potesse essere la
vita senza di lui e nonostante le lotte contro Ron per difendere quella
speranza. Perchè per Ginny era così semplice,mentre per lui sembrava un'idea
impossibile? -Ci vediamo più tardi-disse mesto allontanandosi dal
gruppo. Si mosse nella sala,afferrando il secondo bicchiere della serata e
finendolo in un sorso solo. Doveva parlare con lei,ma come poteva fare se non
si staccava mai dal braccio di Neville? Un'aiuto gli venne
dall'alto. Trasportato dalla musica che si muoveva per le arcate della
sala. Quasi spintonando si diresse verso l'angolo dove si trovava la band e
attirò l'attenzione del cantante. -E' vero che accettate anche
richieste?-domandò cercando di sovrastare il suono della musica. L'uomo annuì
continuando a suonare e,con un sorriso quasi diabolico,George gli fece la sua
richiesta. Sarebbe stata la prossima canzone. Cercò con lo sguardo Luna
tra la folla e iniziò a muoversi verso l'entrata della sala,spinto da un'istinto
inspiegabile. L'assolo della chitarra che dava inizio a "Wonderwall" arrivò
al momento giusto:era accanto alla porta e riuscì a vedere perfettamente
l'espressione di smarrimento che apparve sul viso di Luna mentre era al braccio
di Neville,impegnato come al solito in una conversazione. "Guardami...Ti
prego guardami",pensò senza allontanare lo sguardo dal suo viso. Vide la
sensazione di inadeguatezza e disagio che si disegnò sul volto di Luna,la vide
alzare lo sguardo e cercarlo fra la folla,prima di mormorare qualcosa a Neville
e allontanarsi dal suo braccio. Era riuscito nel suo intento. Uscì dalla
sala e si nascose nel corridoio aspettando il suo arrivo,con il cuore quasi in
gola. I passi di Luna risuonarono attuttiti dal tappeto pochi istanti dopo e
lei apparve attraverso lo specchio della porta,il viso nascosto dai
capelli. -Luna!-la chiamò uscendo allo scoperto. Lei si voltò e sembrò
quasi infastidita da quell'intrusione,prima di guardare nel corridoio vuoto per
accertarsi che non ci fosse nessun testimone. -Sei impazzito?Cos'era
quello?Un modo per prenderti gioco di me?-gli domandò in un soffio. -No,un
modo per parlare con te- -Non ti è venuto in mente che forse non è quello che
voglio io?-gli fece notare. George alzò le spalle,avvicinandosi di qualche
passo a lei. -Finora abbiamo fatto sempre quello che volevi tu...Per una
volta facciamo a modo mio- Prima che lei potesse ribattere,le afferrò un
polso e si smaterializzò lontano da quel corridoio.
La Torre di astronomia era il suo
rifugio. Nessuno sapeva che andava lì quando aveva bisogno di riflettere e
isolarsi dal resto del mondo. Sigaretta in mano,circondato dall'oscurità e
raggiunto soltanto qualche volta dai raggi della luna,sguardo fisso al cielo
stellato,Draco era nascosto in un'angolo buio della stanza. Era scappato
quasi subito da quella festa stupida ed inutile:era rimasto giusto il tempo di
far notare a tutti la sua presenza. Finita la sigaretta se ne sarebbe tornato
nel suo appartamento,incurante della festa che sarebbe continuata probabilmente
fino a notte fonda. Non si era aspettato quell'intrusione nel suo bozzolo
privato. Ma quello che sentì e vide lo aiutò a capire molte cose,a dare un
senso a tanti interrogativi.
Quando le lasciò la mano erano nella Torre di
astronomia. Luna si guardò intorno e si massaggiò il polso che lui finora
aveva stretto nonostante George non le avesse fatto realmente male. Era stato
un colpo basso far suonare quella canzone davanti a tutti,anche se nessuno
avrebbe capito cosa significava per lei quella canzone. Come avrebbero
potuto? C'era un solo testimone quella lontana notte di Capodanno ed era
stato proprio lui a metterla in imbarazzo davanti a tutti. -Perchè mi hai
portato qui?-gli chiese senza guardarlo. George restò in
silenzio,costringendola ad alzare lo sguardo su di lui:nonostante la penombra
riuscì a distinguere il suo profilo,il volto abbassato e le braccia rilasciate
lungo i fianchi. -Perchè mi hai portato qui?-chiese ancora. -Non lo so,va
bene? Non ce la facevo più a vederti con lui!-rispose d'istinto
George. -Beh,è ora che cominci a fartene una ragione perchè il matrimonio è
fra un mese!-ribattè lei. Perchè non erano capaci come due amanti comuni di
andare per le proprie strade alla fine della loro storia? George
annuì. -Già...Immagino quanto sei emozionata,starai contando i
giorni!-commentò lui acido. -E' così!-mentì lei. -Bugiarda!Nessuno sa
meglio di me quando menti-le disse con voce decisa. -Non è vero!- George
fece per parlare,poi richiuse la bocca e si passò una mano sugli occhi,prima di
riaprirli e guardarla. -E' questo che vuoi dalla tua vita?Essere un'ornamento
nella vita di Neville?-le domandò poi. -Ma di che stai parlando?- -Non hai
fatto altro per tutto il tempo che restare muta,in silenzio attaccata al braccio
di Neville, mentre lui non riusciva a chiudere la bocca. E' questo che vuoi
per il resto della tua vita?-domandò ancora. Quanto lo odiava! Soprattutto
perchè aveva ragione:totalmente e completamente. -Da quando sei così
interessato della mia vita?-disse cercando di prendere tempo per
pensare. -Sei di un fastidioso quando fai così!-ribattè lui con un tono quasi
infantile. -Senti George perchè non lasciamo le cose come stanno?-domandò
Luna,non sapendo bene quale risposta le avrebbe fatto più piacere
ricevere. Lui sospirò facendo ricadere le spalle verso il basso e per
un'attimo gli sembrò di combattere una battaglia contro i mulini a
vento. -Non posso.E non voglio. Come puoi lasciarmi per tornare con
lui?-le domandò ancora,mostrandosi vulnerabile come poche volte prima
d'ora. -Ah stiamo insieme io e te?Da quando?-disse decisa ad
attaccarlo. Lui si passò una mano fra i capelli e sospirò di
nuovo. -Potremmo...Se tu lo volessi-le disse con voce più bassa. Non
doveva lasciarsi confondere da quelle parole,da quel tono di voce...Non poteva
cadere di nuovo nello stesso tranello. -Per cosa?Un pò di sesso senza
pensieri,di nascosto da tutti e con la paura che tuo fratello ci scopra neanche
avessimo ancora quindici anni?-chiese ancora mostrandogli per l'ennesima volta i
punti deboli della loro relazione. -Allora è meglio sposare Neville quando
sei innamorata di me? Questa è la tua soluzione?-le domandò alzando la
voce. -Se non altro è quella che fa meno male!-ribattè lei adattandosi al suo
tono. Ancora un'altra bugia... George si lasciò andare ad un gesto
stizzito e scosse di nuovo la testa. -Non importa quello che provo io?-le
domandò poi. Luna sospirò,mentre nella sua mente una voce le urlava di
andarsene prima che le sue convinzioni,quello che aveva così faticosamente
costruito in quei mesi senza di lui, venisse distrutto dai suoi occhi
verdi. -Per una volta non sei al centro del mondo-commentò debolmente. Gli
voltò le spalle e fece un paio di passi verso la porta della Torre,decisa a
tornare dabbasso nella sala. -Tu non hai paura di niente?-le gridò dietro
George. Si fermò,restando di spalle,ripensando a quelle parole così familiari
per qualche inspiegabile ragione Lentamente si voltò e,nella penombra,fissò i
suoi occhi. -Come?-gli chiese con voce incerta. George fece un passo
avanti e ricambiò il suo sguardo. -Tu non hai paura di
niente?-ripetè. Questa volta capì dove aveva sentito quelle parole e lo
guardò stupita. -Io ho paura di tutto...-gli disse ricordando quello che
avrebbe dovuto dire. George alzò un angolo della bocca e restò in
silenzio,facendo un altro passo verso di lei. -Hai ragione,io non sono il
centro del mondo. Sono sempre stato convinto che tutti fossero interessati
alle mie opinioni,ai miei punti di vista e a tante altre cazzate simili,ma
questa volta,tu devi ascoltarmi...-le disse con voce calma e seria. Luna
restò in silenzio,incapace di staccare lo sguardo dal suo. -Non riesco a
smettere di pensare a te. Continuo a guardare ossessivamente quel film
neanche un pazzo,aggrappandomi a quello che ho provato quel giorno quando
eravamo insieme...Sono arrivato ad imparare a memoria tutte le battute e le
canzoni,Ron non mi sopporta più-le disse accennando un sorriso divertito. Suo
malgrado,Luna lo imitò. -Ogni mattina mi sveglio e mi chiedo dove sei,se hai
dormito con lui,se sei felice... Non sopporto neanche l'idea che lui ti
tocchi,mi fa impazzire,eppure so che non ho nessun diritto su di te,che se non
fosse stato per colpa mia,ora tu ed io saremmo ancora insieme...-continuò senza
vergogna. -George...-fece lei abbassando lo sguardo sul pavimento. -Tu sei
mia Luna- Luna alzò lo sguardo di nuovo su di lui e per qualche istante
sembrò pietrificata. -Forse questa è l'ultima occasione che ho per dirtelo e
volevo che lo sapessi. Tu sei molto di più di una storia di sesso,sei...sei
l'unica persona che mi fa dimenticare il mio amore per i Cannoni-scherzò
cercando,come al suo solito,di stemperare il momento serio. Lei però restò
immobile,la stessa espressione incredula sul viso e per un'istante George ebbe
paura di aver rovinato tutto per l'ennesima volta. Infilò le mani nelle
tasche e si schiarì la gola. -Ecco...questo è quello che volevo dirti. Ora
se vuoi puoi anche tornare da lui-disse non riuscendo a pronunciare il nome di
Neville. Restò a fissare il suo sguardo per qualche secondo,poi la vide
muoversi,ma non nella direzione della porta. La vide venire verso di
lui. Con pochi passi veloci si fermò di fronte a lui e lo colpì forte su una
guancia. -Quante volte hai provato questo discorso,eh? Quanto tempo hai
passato davanti allo specchio per vedere se suonava bene?-domandò ancora. -Ma
che accidenti...- -Ti diverti ad umiliarmi così?Adesso hai fatto la tua
grande entrata e...- Stanco di tutte quelle chiacchiere,George le strinse un
polso e l'attirò a sè,abbassando quasi contemporaneamente il viso su quello di
lei facendo incontrare le loro labbra. Inizialmente Luna cercò di fare
resistenza,di opporsi,poi si accorse che il suo corpo aveva cominciato a
rispondere:le labbra andavano incontro a quelle di George dischiudendosi sotto
le sue,le mani,che prima davano piccoli pugni sulle spalle,ora erano affondate
fra i suoi capelli e le braccia erano strette attorno al suo collo attirandolo
più vicino a sè. George la sollevò,prendendola quasi in braccio,affondando la
lingua nella sua bocca e cercando la sua,che gli andò incontro quasi
festosa. Quando i loro visi si staccarono,bastò uno sguardo per capire che
non si sarebbero accontentati di quel bacio. Senza sciogliere il loro
abbraccio,George la guidò verso il muro più vicino dove le fece poggiare la
schiena,cominciando poi a percorrere il suo corpo con le labbra,incurante dei
vestiti:sfiorò la gola e le ossa sporgenti delle clavicole,bene in mostra grazie
alla scollatura del vestito,e vi posò dei morsi ricordandosi quanto le piacesse
quella particolare attenzione,ricominciando poi a scendere verso i
seni,accarezzandoli fino a sentire i capezzoli turgidi sotto le dita. Mentre
le mani scivolavano lungo i fianchi snelli,il naso lungo passò sul ventre piatto
e l'ombelico,afferrando poi i lembi del vestito e infilando la testa al di
sotto. -No,aspetta che...-cercò di fermarlo lei. Luna lo sentì scostare il
tessuto leggero della biancheria,e l'istante dopo non riuscì a trattenere un
gemito quando iniziò a sfiorare con la bocca la sua intimità. Era la
realizzazione dei tanti sogni che aveva avuto in quei mesi. Certe notti aveva
sognato di far l'amore con George tanto intensamente da sentir male fisico...ed
ora lui era lì che cercava di far dimenticare ad entrambi quei mesi di astinenza
forzata. Senza pensare,gli poggiò la gamba sinistra sulla spalla per dargli
maggiore mobilità,ottenendo così maggiori carezze,strappandole altri
gemiti. Una mano le si posò sulla gamba e lei la sentì scendere dalla spalla
dell'uomo;abbassando leggermente lo sguardo lo vide rialzarsi e quasi nello
stesso istante,gli strinse i fianchi con le braccia e ricominciò a baciarlo in
maniera quasi sfacciata. Le sue mani corsero veloci sulla camicia di George
aprendo tutti i bottoni,lasciandosi scappare un mugugno d'approvazione quando le
sue dita toccarono gli addominali tonici che ben ricordava. George si staccò
dalla sua bocca e lei lo vide sorridere compiaciuto. -Sono come ti
ricordavi?-scherzò sfiorandole il labbro inferiore con il pollice. Luna
rise,sentendosi leggera e spensierata per la prima volta da mesi. Gli strinse
le braccia sulle spalle e,volutamente gli si strusciò contro,sentendo aumentare
contro il suo stomaco l'erezione di George. -E io?Sono cambiata?-gli chiese
mordendogli il labbro inferiore e ritirandosi prima che la bocca di George le
venisse incontro. La mano destra di lui si posò sul suo fondoschiena e la
schiacciò contro di sè,facendole incontrare di nuovo il suo desiderio,senza
nessuna vergogna,facendo gemere entrambi. -Forse sei anche meglio...-le disse
in un sussurro. Luna,nella penombra,cercò i suoi occhi e quando finalmente si
incontrarono,si fissarono per un lungo istante. -Non sono mai stata a letto
con Neville-gli confessò. George spalancò gli occhi e fece per parlare,ma lei
lo precedette. -Non ci riesco...L'unica volta che ha fatto un tentativo,sono
scoppiata a piangere-continuò accarezzandoli il retro del collo con un
dito. -E lui ha...-le chiese con voce rotta. Luna scosse la
testa. -No. Ha pensato che fossi ancora scossa per la morte di mio
padre...mentre io invece non riuscivo a smettere di pensare a te. Mi sembrava
di tradirti- Quasi commosso da tanta sincerità,George le diede un bacio dolce
e le fece posare la testa sulla sua spalla sinistra per qualche istante. Poi
quando lei la rialzò,c'era uno sguardo diverso nei suoi occhi:uno sguardo
deciso. -Questa sarà la nostra ultima volta...Poi ognuno andrà per la sua
strada-gli disse. -Perchè?Perchè non puoi cancellare tutto e venir via con
me?-domandò senza vergognarsi di sembrare patetico. -Ti prego George!Io non
posso continuare in questo modo:come può nascere un matrimonio su queste
basi? Non posso sentirmi colpevole perchè tradisco te con mio marito-gli
disse quasi supplicandolo con lo sguardo. -Credimi è più difficile per
me-ribattè lui sicuro. Luna si schiacciò ancora di più contro di lui e
affondò lo sguardo nei suoi occhi. Per qualche istante si fissarono
soltanto,poi lui sospirò ed annuì. -D'accordo,faremo come vuoi
tu-
Salve a
tutti!!!
Chiedo
scusa,come al solito x il ritardo,ma fra le altre 2 fiction e i problemi normali
di una vita, ci si ritrova sempre a non avere mai tempo x fare
tutto.
Siamo
arrivati ad un momento topico,terribilmente importante nella storia dei
nostri:tante cose succederanno,anche se si scopriranno solo in seguito e inoltre
si sta avvicinando qst famoso e "tanto atteso" matrimonio...Siete
eccitati?
Sto
scherzando ovviamente!
Dunque...Dalla risposta di George,sembra che qst storia sia destinata a
chiudersi e che entrambi debbano prendere strade diverse,ma l'amore ha modi
assurdi per manifestarsi!
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x
eventuali errori di ortografia e battitura.
Ah,dimenticavo:il piccolo pezzo quando George dice "Tu non hai paura di niente?" e Luna risponde "Io ho paura di tutto",è tratto da una scena di "Dirty
Dancing".
E ora i
ringraziamenti:Streghetta'86(I
dubbi di Luna si stanno risolvendo,anche se George dovrebbe darle quella piccola
spinta necessaria a farle capire che questa volta non è un
gioco...),Sous le ciel de Paris(Grazie x i complimenti!),JC(Figurati!Quando vuoi!Sai che nn ci
avevo fatto caso a quella frase?Certe volte i Weasley sn talmente tonti che nn
capiscono finchè nn ci sbattono il muso contro...e pensare che di indizi ce ne
erano a iosa!),Beba7(Un
pochino minacciosa lo era,devi riconoscerlo...Cmq tranquilla!Alle volte si è
costretti a crescere tr in fretta,tutto in un colpo solo,e qst è qllo ke è
successo a Ron che dopo la Guerra ha dovuto fronteggiare un casino di
problemi!),Ron'84(Sì,ammetto che ci avevo pensato,poi fortuna ho cambiato idea xke
la penso esattamente come te...Grazie x i complimenti!),Missjude(Pazienza un altro pò,poi in
qst capitolo nn è stata cs terribile la loro
separazione...).
Bene,x il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"I was
crying when I met you"
Baci,Eva.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** I was crying when I met you ***
i was cry
Il vestito era
orribile. Lei era orribile. I suoi occhi,fissi sullo specchio a figura
intera,le rimandavano un immagine che non le dava nessun conforto e non le
mostrava nessuna pietà. Quel vestito,vecchio di quasi venticinque anni,non
era certo un modello che avrebbe scelto per il suo matrimonio,neanche sotto la
più pressante tortura,eppure eccola lì,alla prova generale del "suo" vestito da
sposa a quarantotto ore dal suo "grande giorno". Un momento che ogni donna
della sua età le avrebbe invidiato. Ma lei guardando quell'abito bianco pieno
di fiocchi ricami e sottogonne,provava solo il disperato bisogno di
scappare. -Tesoro sei...-le disse Ginny apparendo alla destra dello
specchio. Neanche la sua migliore amica riusciva a trovare la parola adatta
per descrivere quell'obrobrio! I loro occhi si incontrarono e le sembrò che
gli occhi nocciola della rossa le chiedessero silenziosamente scusa per non
riuscire a trovare la forza per mentire. Entrambe sapevano che stava facendo
la cosa sbagliata,forse il più grande errore della sua vita,ma per il bene della
loro amicizia avevano tacitamente deciso di non parlarne più. Luna scosse la
testa,quasi a volerla rassicurare,e la vide voltarsi verso la commessa del
negozio di sartoria che aveva apportato le modifiche al vestito. Quarantotto
ore. Due giorni e sarebbe stata la moglie di un altro
uomo. "Tu sei
mia" Il ricordo di quella frase ritornò prepotente nella
sua mente,riportando anche le sensazioni che le aveva provocato la prima
volta. Quel bisogno disperato,quella nota di possesso che accompagnava il
tono della sua voce... Ancora adesso dopo un mese riusciva a ricordare
com'era stato sentirsi stringere fra le sue braccia,avere la folle idea che quel
momento sarebbe durato per sempre. Le lacrime iniziarono a cadere sul suo
volto,silenziose e irrefrenabili,mentre le sensazioni ritornate insieme a quel
ricordo svanissero lasciandola sola,ancora una volta. Era stata lei a
spingere per quel matrimonio,lei a convincersi che era la cosa più giusta da
fare, non poteva ricredersi proprio ora! -Luna che ne dici...Luna!- Ginny
era di nuovo voltata verso di lei e la stava fissando con due occhi
sorpresi,spiazzata da quelle lacrime. Le lacrime divennero
singhiozzi,talmente forti da mozzarle il fiato e farla cadere sulle ginocchia,
sollevata da terra alcuni centimetri grazie alla ruota della gonna. -Tesoro
che è successo?-le domandò Ginny inghinocchiandosi accanto a lei. -Non posso
farlo...Non ci riesco...-mormorò Luna fra le lacrime,rendendo quasi
incomprensibili le parole. L'amica le accarezzò i capelli per poi
abbracciarla. -Che cosa non puoi fare?- Non poteva
dimenticare.
Non avevano fatto
l'amore. Lo desiderava con tutta sè stessa e lo stesso poteva dire di lui,ma
George non le aveva permesso di approfondire i baci che si scambiavano. Era
scivolato con la schiena lungo il muro fino a toccare terra,poi l'aveva attirata
a sè e l'aveva presa fra le braccia portandola in grembo,neanche fosse una
bambina ferita,stringendola a sè. La testa posata sulla sua spalla,una
braccio attorno al suo collo e l'altro attorno ai suoi fianchi,le gambe
ripiegate sulle ginocchia di George,Luna si era rilassata contro di lui
dimenticandosi di tutto quello che li circondava. Il silenzio e la
penombra,interrotta soltanto dalla luce che si intravedeva dalle finestre e
grazie alla luna,avevano preso possesso della stanza,rendendo quel momento quasi
empirico,un sogno congiunto dal quale presto o tardi si sarebbero risvegliati
per tornare alla realtà. -Sai cosa mi mancherà più di tutto?-aveva chiesto
George all'improvviso rompendo il silenzio. Muta,lei aveva scosso la testa
sulla sua spalla,in attesa. -Mi mancheranno i rumori che fai quando
dormi-aveva continuato lui,lo sguardo fisso davanti a sè. -Scusa?Io non
faccio nessun rumore-aveva ribattuto lei alzando leggermente la testa per
incontrare il suo sguardo. George si era lasciato scappare un
sorriso. -Ogni volta,tu ti addormenti sul fianco destro,un braccio sotto il
cuscino,per poi cambiare subito posizione e metterti a pancia in giù.Tutto in
silenzio. Durante la notte,però,ti rannicchiavi contro di me e iniziavi a
biascicare parole,a ridacchiare come una bambina a cui hanno appena raccontato
un segreto...-le aveva raccontato lui. -E tu come sai tutte queste
cose?- George aveva alzato le spalle,come se non fosse
importante. -No,adesso voglio saperlo!-aveva ribattuto Luna. -Ti
guardavo-aveva risposto semplicemente lui. Luna aveva aggrottato la
fronte,facendolo sorridere. -Beh,all'inizio ero un pò seccato da questa
interruzione,lo sai che non c'è niente di più sacro per i Weasley del cibo,del
sonno e del sesso-aveva cominciato. Lei aveva sorriso,leggermente
divertita. -Non sapevo di quest' ultima aggiunta...- Lui aveva annuito
convinto. -Forse è la cosa più sacra che esista. Comunque...Quasi tutte le
volte che abbiamo dormito insieme,sei riuscita a svegliarmi con questi rumori e
allora ho cominciato a osservarti,per non perdermi quello spettacolo
unico- Luna lo aveva fissato qualche istante,gli occhi in quelli verdi
dell'uomo e senza neanche accorgersene si era commossa. Aveva tirato su con
il naso per poi avvicinare il viso a quello di George e dargli un bacio dolce e
pieno di rimpianto. Come poteva sperare di dimenticare? Era come chiederle
di smettere di respirare. -Tu invece?Cosa ti mancherà di me apparte
ovviamente il mio fisico favoloso?-aveva scherzato George reprimendo le
suppliche che erano tornate prepotenti sulle sue labbra. Luna era tornata a
posare la testa sulla sua spalla e per qualche minuto era rimasta in silenzio,
riflettendo sulla sua domanda. Gli sarebbe mancato lui. Non c'era una sola
cosa che non avrebbe rimpianto ogni giorno... -Mi mancherà la tua
imprevedibilità-aveva confessato. -Credevo fosse la cosa che odiavi di
più- Lei scosse di nuovo la testa. -E' quella che mi ha fatto innamorare
di te e quella che più mi spaventa-aveva detto terribilmente sincera. Una
mano di George le aveva accarezzato un braccio,non sapendo cosa dire. -Fin
dal primo momento tu sei riuscito a sconvolgere le mie idee,il mio punto di
vista,anche il mio punto di vista sull'amore,facendomi mettere alla prova e
anche litigare con me stessa quando credevo di non essere in grado di
raggiungere i traguardi che mi prefissavo. Però odio non sapere che cosa
succederà:ho paura delle conseguenze che questa tua fantastica caratteristica
potrebbe avere sulla mia vita e non so se sono capace di tenerle testa ancora-
gli aveva spiegato. Capì subito che quelle erano le parole di una persona
ferita,qualcuno che aveva perso fiducia nella persona amata...e doveva
ringraziare soltanto se stesso per questo. -Per questo sposi lui?-aveva
chiesto senza fare il nome di quello che ormai considerava un rivale. Luna
aveva annuito. -Con lui so sempre cosa sta pensando,cosa farà e cosa
succederà nella mia vita. Ha già pianificato i prossimi dieci anni della
nostra vita insieme,il nome dei nostri figli,quando dovremo averli...- -E a
te sta bene?-aveva chiesto ancora lui. Luna aveva sospirato. -E'
rilassante smettere di preoccuparsi,sapere che qualcun'altro si è già occupato
di tutto...-aveva risposto sapendo di mentire. George era rimasto in
silenzio,limitandosi ad accarezzarla,incapace di staccarsi da lei. Ma ormai
non potevano più rubare altro tempo al sogno. Era ora di svegliarsi. -Si
staranno chiedendo che fine abbiamo fatto-aveva commentato Luna. George,in
risposta, aveva mugugnato. Con una mossa elegante,Luna si era
rialzata,iniziando a sistemarsi le pieghe sulla gonna del vestito,evitando di
guardar George seguire il suo esempio. Rialzò lo sguardo soltanto quando la
figura dell'uomo le aveva oscurato la luce che proveniva dalla finestra. -Ho
bisogno che tu faccia un'altra cosa per me. L'ultima-gli aveva detto fissando
i suoi occhi. Aveva sentito il suo respiro fermarsi e anche lei aveva fatto
lo stesso. -Voglio che tu esca da questa stanza senza voltarti,come se fossi
stato da solo fino a questo momento. Niente abbracci,niente baci,niente
strette di mano- -Niente di niente-aveva commentato lui secco. Luna aveva
annuito. Con un respiro profondo,George aveva ripreso a respirare e dopo
un'ultimo sguardo,aveva staccato gli occhi dai suoi e aveva iniziato a camminare
verso la porta. Eseguendo il suo desiderio. Soltanto quando aveva sentito
i suoi passi giù per le scale,lei aveva capito che quella volta era veramente
finita. Ora era pronta per sposare Neville.
Incapace di fermare le lacrime che le scendevano
lungo le guance,Luna cercava di scacciare quei ricordi dalla mente,alla ricerca
di quella compostezza che l'aveva accompagnata fino a quel momento e l'aveva
guidata fino a quel momento. -Non sei costretta a farlo se non vuoi-le disse
Ginny cercando di consolarla. E cosa sarebbe stata la sua vita se ora non
avesse sposato Neville? Era finito il tempo delle favole,non poteva più
lasciarsi andare ai sogni romantici che facevano lei e Ginny quando erano
ragazze. Doveva affrontare la realtà,per quanto dolorosa potesse
essere:domani sera lei sarebbe stata la signora Paciock.
Draco osservò in lontananza il suo amico,il suo
migliore amico,mentre riceveva le congratulazioni da parte di alcuni studenti
del terzo anno. Era raggiante,quasi capace di toccare il cielo con un
dito,completamente all'oscuro di quello che si nascondeva dietro quel
matrimonio. Qual'era il suo compito come testimone di nozze? Tacere e
sperare che tutto andasse a buon fine,oppure parlare e aprirgli gli occhi per
fargli capire che quel matrimonio era già segnato in partenza? Neville
avrebbe saputo cosa fare,lui sì che era saggio... Ma in questo caso doveva
vedersela da solo:era sbagliato,lui lo sapeva meglio di chiunque altro,vivere un
matrimonio senza amore;era una condanna ai lavori forzati,uno stillicido
continuo che non aveva mai fine. E,nonostante o forse proprio per quello che
c'era stato fra loro,non voleva che Luna facesse il suo stesso sbaglio. Che
strano,si preoccupava di più per Luna che per il suo migliore amico...Ma non si
dice sempre che quello che non si sà non può far male? Se Neville avesse
saputo i tormenti che stava passando Luna non sarebbe stato così felice,ma del
resto,lui era sempre stato cieco dal quel punto di vista. Era sempre stato
compito suo parlare con la donna,cercare di farla ragionare e di rimettere a
posto le cose,sconfinando anche oltre il consentito e portando la loro amicizia
ad un altro livello. Peccato,però,che questa volta tutti i suoi sforzi per
farle capire fossero stati vani....
Per alcuni istanti
era stato indeciso se uscire allo scoperto oppure aspettare che anche lei se ne
andasse per uscire fuori dal suo nascondiglio e tornare,a sua volta,alla
festa. Ma Luna sembrava non avere nessuna intenzione di andarsene:non appena
Weasley era sparito da quella porta,senza fare niente per convincerla ad andare
via con lui,a mandare tutto all'aria, lei era tornata a piegarsi sulle
ginocchia,le mani che nascondevano il viso,in lacrime. Era una donna forte,ma
doveva esserci un limite a tutto... Immediatamente chiede cosa poteva averla
ridotta così;sicuramente assistere a quella scena gli aveva fatto capire molte
cose:non aveva mai creduto,neanche per un'istante,che fosse impazzita d'amore
per Neville un'altra volta. Luna non era un'eroina romantica dell'Ottocento
disposta a passar sopra a mille tradimenti pur di riavere il proprio uomo,era
una donna moderna capace di rispondere colpo su colpo,e più di una volta lo
aveva dimostrato,quindi non riusciva a spiegarsi quello che stava
succedendo. Fino a quel momento:fin dal primo istante era stato chiaro il
legame che univa quei due, soltanto un cieco non si sarebbe accorto della
passione che provavano l'uno per l'altra...Ma se così era allora perchè si erano
lasciati? Per una decina di minuti era rimasto in ascolto dei singhiozzi
della donna,finchè stufo,aveva sospirato ed era uscito allo scoperto,fermandosi
davanti alla finestra lasciando che la luce che veniva dal di fuori lo
investisse completamente. Sentendo quei rumori improvvisi Luna era
sobbalzata,rizzandosi subito in piedi e,quando aveva visto di chi si trattava
era impallidita. -Draco!- Lui aveva alzato le spalle,affondando le mani
nelle tasche dei pantaloni del completo. -Sorpresa!- Era quasi capace di
sentire il cervello di Luna lavorare alla ricerca di una scusa plausibile,
aggrappandosi ad un'illusoria possibilità che non avesse ascoltato tutta la
conversazione. -Da quanto sei qui?-gli aveva chiesto,sfiorandosi una guancia
con le dita della mano sinistra per asciugare le lacrime. -Da prima che voi
arrivaste...-aveva risposto secco. Il viso di Luna impallidì:tutte le scuse
che doveva aver avuto non erano più valide. -Quindi tu...-aveva
farfugliato. Si era limitato ad annuire:a che servono le parole di fronte
all'ovvio? Per qualche istante erano rimasti in silenzio,uno di fronte
all'altra,in attesa che l'altro parlasse per primo,finchè lei non
sospirò. -Ok,forza,dì quello che devi dire-gli aveva detto
demoralizzata. Lui era rimasto in silenzio qualche altro istante,poi aveva
alzato le spalle. -Ora mi spiego molte cose...Ti riferivi a lui quando dicevi
di non avere più scelta?-le aveva chiesto curioso. Questa volta era stata lei
ad annuire. -Perchè?Sei incinta per caso?-aveva chiesto finalmente libero di
togliersi quel dubbio dalla testa. -Cosa?NO!Come ti viene in mente?-aveva
ribattuto lei incredula. Draco aveva alzato di nuovo le spalle e un ghigno
era apparso sul suo viso. -Era una motivazione plausibile. Possiamo
giocare a carte scoperte?-le aveva chiesto poi. Luna aveva aggrottato la
fronte. -Tu non sei innamorata di Neville-aveva detto lui sicuro. Luna si
era morsa il labbro superiore e aveva abbassato leggermente la
testa. -No- Non era questa grande sorpresa in fondo. -Allora perchè lo
sposi?-aveva domandato. Esasperata,Luna sbuffò. -Sono stufa di sentirmi
fare questa domanda:tu,Ginny,George. Tutti volete mettere bocca in questo
matrimonio. E' la mia vita!Decido io cosa è giusto per me!-aveva detto
arrabbiata. -Però io sono l'unico che sa cosa vuol dire un matrimonio senza
amore,vivere accanto ad un' estraneo giorno dopo giorno,arrivando ad odiarlo per
averti rubato la libertà! E' veramente questo che vuoi?-aveva detto lui
deciso. -E' quello che mi merito!- -Perchè?Che assurdo peccato credi di
dover scontare?-aveva continuato il biondo. Luna aveva sospirato,cercando di
calmarsi,e si era ravviata i capelli. -Stanne fuori Draco- L'espressione
seria e decisa negli occhi argentei di Luna gli aveva fatto capire che era
inutile insistere ancora:non gli avrebbe raccontato nulla e non sarebbe riuscito
a farle cambiare idea. Aveva alzato le spalle e tirato su con il
naso,cercando di mantenere un'espressione incurante. -La vita è tua-aveva
decretato. L'istante dopo lei gli passava accanto diretta verso
le scale.
Da quella sera si erano ostinati a far finta
che niente fosse successo,che quella conversazione non fosse mai
accaduta,continuando i preparativi del matrimonio. Ed ora mancavano
quarantotto ore.
Aveva sceso le
scale a perdifiato,cercando di mettere più distanza possibile fra
loro. Voleva far perdere le sue tracce,così quando lei sarebbe scesa dalla
Torre,lui sarebbe stato "introvabile",o almeno abbastanza sbronzo da non
accorgersi della sua presenza. Fanculo alle occhiate di pietà che si sarebbe
attirato. Fanculo anche a tutti gli altri:continuavano ad aspettarsi sempre
troppo da lui,perchè non lo lasciavano marcire nel buco che si era
creato? Non ancora sulla soglia della Sala Grande afferrò un bicchiere di
champagne da un cameriere che gli passò accanto e lo bevve in un solo
sorso,posandolo poi sullo stesso piatto e rubando tutto il vassoio al
cameriere. Aveva bisogno di dimenticare. Doveva cercare l'oblio,il dolce
amato oblio che accompagnava sempre ogni sua sbronza e che gli faceva
dimenticare ogni dispiacere e ogni tristezza. -Me ne offri uno oppure hai
deciso di bere da solo?- Si era voltato alla sua sinistra e aveva sorriso
trovandosi accanto Angelina. -Figurati,serviti pure...Ho razziato il
bar-aveva scherzato con un sorriso malizioso. Lei gli si era avvicinata e
aveva preso una fluete di champagne,portandola alle labbra. -Sei
sparito...-gli aveva detto voltandosi verso di lui. George aveva alzato le
spalle. -Dovevo chiarire una questione...però ora sono tutto tuo-aveva
scherzato,continuando a sorridere. Angelina aveva riso,gettando la testa
all'indietro. All'epoca della scuola,fra lui e Fred si era aperta una caccia
senza esclusioni di colpi per avere le attenzioni della ragazza;lei si era
accorta di aver suscitato l'interesse di entrambi ed aveva un pò giocato su
questo inaspettato potere,indecisa fra i due. Alla fine Fred aveva avuto la
meglio e George aveva dovuto ammettere la sconfitta. Forse quella sera
sarebbe stato diverso,pensò leggermente annebbiato George,affondando lo sguardo
negli occhi castani di Angelina. In fondo aveva bisogno di
dimenticare... -Ti andrebbe di ballare?-le aveva chiesto dopo aver bevuto
l'ultimo sorso dalla sua fluete. Lei aveva sorriso lusingata e aveva
annuito,tendendogli una mano e seguendolo sulla pista da ballo. Si persero
fra le varie coppie e iniziarono a ballare sulle note di "Groovy kind of
love". Il mento posato sulla spalla sinistra della donna,George cercava di
non ascoltare le parole di quella canzone,di lasciarsi andare alla musica senza
perdersi dietro troppi pensieri. Ma tutti i suoi tentativi divennero vani
nell'istante in cui Luna rientrò nel salone;gli bastò uno sguardo per capire che
ci sarebbe dovuta essere lei fra le sue braccia,lei la persona a cui indirizzare
quella canzone... Solo ed esclusivamente lei. Aveva chiuso gli occhi e
stretto maggiormente la presa attorno ai fianchi di Angelina,attirandola contro
il suo corpo,registrando soltanto lontanamente la reazione favorevole della
donna. -Stai cercando di sedurmi Weasley?-aveva bisbigliato al suo
orecchio. Lui aveva fatto una specie di smorfia che sperò assomigliare ad un
sorriso e le diede un piccolo bacio sulla spalla dove finora aveva poggiato il
mento. -Se anche fosse?Sai quanti vorrebbero essere al mio posto?-le aveva
detto continuando quella piccola schermaglia. -Innumerevoli,devo
ammetterlo- George aveva riso divertito,continuando a stringerla a
sè,combattendo contro il bisogno di cercare due occhi grigi nella folla,ma da
essere debole qual'era,si ritrovò ad alzare lo sguardo e a farlo girare per la
Sala Grande alla ricerca di lei. Non dovette cercare a lungo:incontrò i suoi
occhi quasi subito,fissi sul corpo di Angelina stretto al suo,cercando di
nascondere al futuro marito e al resto della Sala cosa stava provando in quel
momento. Per un istante pensò di sorriderle,di ferirla come lei aveva fatto
con lui,ma tutto si poteva dire su George Weasley,tranne che fosse un tipo
vendicativo,quindi aveva allontanato lo sguardo ed era tornato a guardare
Angelina. -Ti andrebbe di andar via?-le aveva chiesto,spinto forse dal troppo
champagne. Lei lo aveva guardato senza parlare per qualche istante. -C'è
troppa gente qui,non si riesce neanche a parlare...Magari troviamo un posto più
intimo,in riva al Lago...Mi ricordo che una volta ti piaceva tanto-le aveva
detto cercando di convincerla. Un sorriso era apparso sul viso di
Angelina. -Chissà perchè non riesco mai a resisterti...- George aveva
sorriso e,senza togliere il braccio stretto attorno alla vita,l'aveva guidata
verso l'uscita della Sala Grande. Lontano il più possibile da due occhi grigi
che gli avevano spezzato il cuore...
Il suo unico proposito per quel giorno era
ubriacarsi:più delle altre volte,arrivando a stordirsi,ad annebbiare
completamente la mente,a cancellare quel giorno dalla sua memoria,quasi non
fosse mai esistito. L'indomani Luna avrebbe sposato un'altro. Quindi quale
scusa migliore per annebbiare il proprio dolore nell'alcool? Si era
presentato al "Rose and Crown",il suo pub preferito alle undici,trovandolo con
la serranda ancora mezza abbassata:alle undici del mattino era troppo presto
anche per gli etilisti persi come lui. Fortunatamente lui conosceva il
proprietario,vecchio amico di Fred,quindi gli sarebbe bastato bussare sulla
saracinesca per farsi aprire. Battè più volte,insistente,finchè Tod,un uomo
basso e tarchiato con un evidente riporto,proprietario del pub,non si affacciò
sulla porta. -Hai idea di che ore sono?-gli domandò con sguardo di
rimprovero. -E' ora di festeggiare-fece George. Tod lo guardò qualche
istante,indeciso fra il farlo entrare o dirgli di ripassare più tardi,quando il
locale sarebbe stato aperto. -Andiamo,che festa sarebbe senza una
birra?-domandò lui. Tod sospirò ed alzò la saracinesca quel tanto che bastava
per farlo entrare:nessuno doveva accorgersi di quello che stava
succedendo...avrebbe creato un terribile precedente! George si infilò nel
locale e diede un'occhiata intorno:tutti i tavoli erano coperti dalle sedie per
poter pulire il pavimento dalle cicche di sigarette,dai fazzoletti accartocciati
e dai gusci di pistacchi,per rendere tutto perfetto prima che l'orda di ubriachi
rendesse tutto sudicio di nuovo. -Mi siedo al bancone-disse togliendo uno
sgabello alto dal bancone e sedendosi. -Che ti ha portato qui così
presto?-gli domandò Tod andando dietro al bancone. -Te lo dico che se mi
offri una Guinness- -Le pensi tutte per scroccare!-si lamentò
l'uomo. -Andiamo!Te l'ho detto che devo festeggiare...-ribattè George
poggiando entrambe le braccia sul tavolo. L'altro borbottò qualcosa fra i
denti e iniziò a spillare una pinta di Guinnes scura,per poi metterla di fronte
al suo unico cliente. George contemplò il bicchiere neanche volesse scoprire
quale sarebbe stato il suo futuro di lì a poche ore. Lei si sarebbe
sposata...Non c'era più niente che potesse fare per impedirlo. Era
finita. -E' finita...-mormorò,lo sguardo fisso sul bicchiere. -Di che
parli?-chiese Tod. George sembrò risvegliarsi e scosse la testa,posando le
dita della mano sinistra sul vetro del bicchiere. -Ti stavo avvertendo!Ho
bisogno di un'altra birra,questa finirà subito-disse cercando di sviare
l'attenzione dell'altro. Il barista sbuffò e si allontanò dal
bancone,ricominciando a spazzare il locale. George alzò il bicchiere e
sospirò. -A te-mormorò. Portò le labbra al bicchiere e fece un lungo
sorso. Il primo di una serie infinita.
Tod,il barista del "Rose and Crown" lo aveva
chiamato alle due e mezza per informarlo che George era da lui. -Non ti avrei
chiamato a quest'ora se non fosse importante,ma credo gli sia successo qualcosa-
gli disse con voce preoccupata. Ron lasciò cadere sulla scrivania le carte
che aveva in mano e si morse l'interno di una guancia: che altro poteva essergli
successo? -Che vuoi dire?-chiese. -E' tutta la mattina che continua a far
brindisi,a parlare da solo neanche fosse impazzito...Scusa Ron,ma i clienti
cominciano a spaventarsi-gli disse sincero. Lui apprezzò la sincerità:oltre
all'amicizia,c'era anche il lavoro. -Vengo subito-lo rassicurò chiudendo la
comunicazione. Posò il telefono e sospirò sconfortato:quella situazione stava
peggiorando sempre di più. Era quasi un mese che non riusciva ad incontrare
suo fratello,non da sobrio almeno;l'ultima volta che si erano visti era stato
per la riunione degli ex Alunni di Hogwarts,ma anche da lì era sparito senza
avvertire nessuno,senza dir nulla. Da quel giorno si era isolato ancora di
più,rifiutando di parlargli anche quando andava a portargli la spesa ogni
settimana:neanche un bambino viziato,restava nella sua stanza ed evitava ogni
contatto,quasi avesse iniziato ad avere del risentimento anche verso di
lui. Doveva cercare di capire che cosa era successo se voleva salvare il
rapporto con suo fratello. Si alzò dalla sedia e preso il cappotto uscì
dall'ufficio. Gli ci vollero quasi venti minuti prima di arrivare al "Rose
and Crown":a quell'ora gli avventori abituali avevano iniziato ad affollare il
pub e,quasi li ritenessero consumatori minori,si tenevano ben lontani da quelli
che,in pausa pranzo,avevano fatto una scappata per un panino ed una
birra. Suo fratello era al bancone,fra due sgabelli vuoti,le spalle piegate
verso il basso ed entrambe le braccia sul banco. Ron entrò nel pub sentendosi
investire subito dalla zaffata di fumo stantio e da un'odore dolciastro che non
riuscì ad identificare al momento. Si diresse deciso verso George
e,arrivatogli vicino,gli mise una mano sulla spalla destra, facendolo
sobbalzare. I suoi occhi azzurri erano arrossati per il troppo alcool,il fumo
che impregnava quel locale e, sicuramente,anche per il poco sonno. -Accidenti
a te Ron!Mi hai fatto prendere un colpo!-lo rimproverò scansandosi al tocco del
fratello. Ron non replicò e si sedette alla sua destra,fissando i due
bicchieri vuoti di fronte a George. -Non far caso al disordine...Tod di
solito è più ordinato,ma adesso c'è gente....-disse confuso, biascicando le
parole. Lui annuì,come a dargli ragione. Con la coda dell'occhio vide
George vuotare il fondo del secondo bicchiere e si morse la lingua per non
intervenire. -Che ci fai qui?Eri stufo dell'aria noiosa del Ministero?-chiese
George,tornando ad interessarsi di lui. -Diciamo così...Inoltre sapevo di
trovarti qui-gli rispose. Sulla faccia di George si dipinse una smorfia che
nella sua mente doveva essere un sorriso. -Qualcuno ha fatto la spia...-disse
scoppiando poi a ridere neanche un bambino. Ron restò in silenzio,chiedendo
che accidenti fosse successo a suo fratello per ridurlo
così. Ricomponendosi,George fece un cenno a Tod per avere un'altra birra;il
barista guardò Ron come a chiedergli il permesso,facendo così andare George su
tutte le furie. -NON è LA MIA BALIA!POSSO FARE QUELLO CHE CAZZO MI PARE!-gli
gridò contro sbattendo un pugno sul bancone e facendo tintinnare i bicchieri
vuoti. Tod lo fissò qualche istante con un'aria di rimprovero,che portò
George,nella sua confusione,a sospirare e a passarsi una mano fra i
capelli. -Per favore...Tutto quello che voglio è un'altra birra-chiese in
maniera più educata. Dopo l'ultima esitazione,Tod prese i due bicchieri vuoti
e si allontanò. -Che ti sta succedendo George?-si decise a chiedergli il
fratello. -No,non oggi- -Perchè?Che succede oggi?-chiese Ron
confuso. Aveva dimenticato qualche anniversario? George sospirò e scoprì
la fronte dai capelli con una mano. -Oggi è la fine di tutto...- Tod posò
il bicchiere pieno di fronte a George e si allontanò senza dire nulla,cercando
di non rompere l'intimità che si era creata fra i due fratelli. Ron,proteso
verso George,aggrottò la fronte,cercando di capire il senso dell'ultima frase
che lui aveva pronunciato. -Magari non è così tragica come...-tentò
Ron. Deciso,George scosse la testa,bloccando le sue parole. -Sta per
sposare un altro.E' abbastanza tragica per te?-gli domandò alzando lo sguardo
annebbiato su di lui. Ancora lei. La donna misteriosa che era capace di
ridurre suo fratello in mille pezzi. -Lo sapevi da tempo,perchè ora stai così
male?-chiese cercando di capire. -Perchè il matrimonio è domani...E io ho
promesso che non l'avrei più cercata,che sarei sparito dalla sua vita-gli
spiegò. Che razza di accordo idiota! -Come puoi averle promesso una cosa
simile?Perchè non hai lottato per riprenderla?-gli domandò cercando di
capire. George si grattuggiò la faccia con una mano e sbuffò. -Perchè lei
ha voluto così...Se avessi continuato a cercarla le avrei fatto solo del male,ed
è l'ultima cosa che vorrei- Bevve un sorso dal bicchiere,finora dimenticato
sul bancone,poi infilò due dita nel taschino della camicia e tirò fuori una
catenina d'argento. La stessa catenina che Ron aveva visto il giorno del
compleanno di George,quel regalo improvviso che aveva portato tanta
confusione. Per la prima volta però vide anche il ciondolo che vi era
appeso:una falce di luna d'argento brillante. Era una sua impressione oppure
l'aveva già vista da qualche parte? -Posso vederlo?-chiese aggrottando un
sopracciglio. George alzò le spalle e glielo tese. -Ma sta attento,è tutto
quello che mi resta di lei-lo avvertì George prima di bere un altro sorso della
sua birra. Ron posò la catenina nel palmo della mano destra e continuò a
fissare quel ciondolo,cercando di ricordarsi dove lo avesse già visto:era un
ricordo che premeva per essere portato a galla,ma che non riusciva a trovare
soluzione. -Gliel'ho regalato per Natale...Avresti dovuto vedere che faccia
ha fatto quando lo ha visto-gli raccontò il fratello perdendosi nei
ricordi. Per un'istante sembrò che dei fuochi d'artificio fossero esplosi nel
locale:un'illuminazione! Alzò lo sguardo incredulo sul viso di George e lo
fissò qualche istante incapace di parlare. -Che ti prende?-gli domandò
l'altro,sorpreso dalla sua espressione. -E' Luna-disse Ron sicuro. George
si mosse a disagio sulla sedia,distogliendo lo sguardo dal viso di Ron. -E'
lei vero?-incalzò l'altro sicuro. -Non dire idiozie!- -Le ho visto questo
ciondolo il primo dell'anno,quando è venuta a pranzo alla Tana,ecco perchè mi
sembrava tanto familiare. Anche lei si sposa domani...E anche lei aveva un
amante segreto che non conosceva neanche Ginny!-fece Ron rimettendo insieme i
pezzi,man mano che gli tornavano alla memoria. George sospirò e si tormentò i
capelli:che senso aveva mentire ancora? Tanto ormai era inutile mantenere il
segreto... Si concesse un altro sospiro ed infine annuì. -Si,è lei- Ron
strabuzzò gli occhi a quell'ammissione,incredulo che le sue supposizioni
avessero trovato conferma. -Come,quando?...-gli domandò curioso. Poi
scosse la testa prima che George potesse rispondere. -No,non abbiamo tempo
adesso! Devo rimetterti in sesto prima della festa di stasera-ribattè deciso
alzandosi in piedi. George aggrottò la fronte. -Di che stai
parlando?- -Tu la ami?-chiese Ron ignorando la sua domanda. -Che razza
di...- Non c'era tempo per tergiversare ancora!Avevano perso già troppo tempo
e sarebbe stata un'impresa rimettere le cose a posto,ma doveva sapere se ne
valeva la pena. -Rispondi!-ribattè quasi
perentorio. -Sì- Un'espressione nuova apparve sul viso di George,come se
lo avesse capito per la prima volta anche lui. Ron lo fissò qualche istante
in silenzio,con un sorriso leggermente divertito sul viso. -Devo riprenderla
Ron...Non può sposare Neville-gli disse riportando lo sguardo su di
lui. Avrebbero dovuto lavorare parecchio,ma forse c'era ancora una
speranza.
L'amava. Per la prima volta aveva ammesso con
sè stesso cosa provava verso Luna,senza più maschere o sotterfugi. Certo,se
l'avesse fatto prima,le cose sarebbero andate diversamente,ed ora non si
troverebbe ad ingaggiare una corsa contro il tempo per evitare che lei sposi un
altro. Ma ora aveva capito,e non avrebbe permesso a nessuno di portarla via
da sè. La doccia aveva allontanato lo stordimento provocato dall'alcool,ed
una tazza di caffè nero gli fu messa fra le mani nello stesso istante in cui
uscì dalla cabina della doccia. -Ora la barba!-fece Ron,neanche un direttore
d'orchestra. Bevendo un lungo sorso del caffè nero che il fratello gli aveva
preparato si fermò davanti allo specchio e guardò la sua immagine riflessa:era
un rottame. Perchè Luna avrebbe dovuto lasciare un precisino come Neville per
stare con lui? -E se fosse tutto inutile?-disse a voce alta. Ron si voltò
e incontrò il suo sguardo nello specchio. -Non puoi arrenderti senza averci
neanche provato! Hai detto di essere innamorato di lei,allora vedi di
dimostrarglielo! Altrimenti la guarderai sposare Neville e passerai il resto
della vita sapendo che eravate fatti l'uno per l'altra,ma che sei stato troppo
codardo per rischiare-disse Ron sicuro. George sospirò. -Vorrei avere la
tua sicurezza...- Il fratello rise. -Sicurezza?Ma ti ricordi com'ero
idiota con Hermione?-gli ricordò facendolo sorridere. Ancora con quel sorriso
sulle labbra,George si passò una mano sulle guance spinose di barba e poi si
allontanò dal lavandino. -E la barba?-gli ricordò Ron. -Devo farle capire
quanto sono stato male senza di lei...-gli disse avviandosi in camera da
letto. Ron lo seguì e lo osservò cercare fra i suoi vestiti:voleva qualcosa
che non fosse troppo elegante,ma neanche troppo casual. Qualcosa che facesse
capire a Luna che era pronto a prometterle il futuro,a mettere in gioco tutto
pur di averla. -Allora...Quando è cominciata?-domandò Ron curioso. George
sorrise. -Ti ricordi quella volta che Ginny è venuta a stare da voi perchè
avevano un tubo che stava per rompersi?-gli ricordò scegliendo una camicia
bianca. Dopo qualche istante,Ron annuì. -Per me è cominciata allora:Luna
mi ha chiamato e mi ha chiesto aiuto perchè era quasi sommersa
dall'acqua. Sono andato da lei e l'ho aiutata-ricordò,tenendo per sè i
ricordi più preziosi. Ron restò in silenzio. -Però non è iniziata
veramente fino alla sera di Capodanno-continuò. -E' per lei che hai riaperto
il negozio?-chiese incredulo il fratello. George annuì,voltandosi a
guardarlo. -Avevamo passato la sera di Natale insieme,a casa di suo padre,e
lei mi aveva detto di non aver mai visto il nostro negozio. Così io l'ho
aperto solo per lei. E' iniziato tutto da lì- Ron restò in
silenzio,incerto se chiedere o meno,mentre George si voltò di nuovo per
afferrare un paio di jeans neri e infilarli sopra l'intimo. -Perchè è
finita?-chiese veramente curioso. George infilò la camicia nei pantaloni e
restò in silenzio:questo però,non era ancora pronto a ricordarlo. -Perchè mi
sono comportato da idiota-disse semplicemente,abbottonando i jeans. Il tono
che aveva usato,fece capire a Ron che non avrebbe detto altro su
quell'argomento,così si schiarì la gola e si fregò le mani,neanche cercasse di
riscaldarle. -Sei pronto?-gli domandò cauto. George sospirò. No,non lo
era,ma quella era la sua ultima occasione...
-Tesoro,è una festa fantastica,ma sarà meglio
che vada se vuoi che la tua damigella d'onore faccia bella figura
domattina- Luna sorrise e abbracciò Ginny,ricambiando i baci sulle guance che
le stava dando in segno di saluto. -Ci vediamo a casa...-la salutò. Forse
quello che aveva detto era vero,ma non riuscì a togliersi dalla testa l'idea che
quella fosse solo una scusa per scappare il prima possibile da quella
festa. Del resto sapeva cosa pensava Ginny su quel matrimonio. La osservò
allontanarsi fra la folla,prima di incontrare lo sguardo di Draco:aveva cercato
in tutti i modi di farle cambiare idea,e non essendoci riuscito,ora stava
adottando la tecnica del silenzio, neanche fossero due bambini
dell'elementari. Si era aspettata qualcosa di meglio dal Re delle Serpi,ma
comunque non avrebbe ottenuto il suo scopo:non sarebbe riuscito a farle cambiare
idea! Si voltò,quasi fuggendo da quello sguardo, e si diresse verso il
banchetto per prendere qualcosa da bere. Bevve un lungo sorso dalla sua
mimosa e mosse lo sguardo per la sala alla ricerca di Neville: per quasi tutta
la sera era stato impegnato con colleghi e amici di Hogwarts,quasi
dimenticandosi della sua presenza. "E' questo che vuoi dalla tua
vita?" Scacciò dalla mente quelle parole e gli sorrise
amorevole quando lo vide rivolgerle un cenno. -Eccoti qui!- Due mani si
erano posate sui suoi fianchi,facendola voltare,e si sorprese non poco quando
alle sue spalle vide Ron. Lo aveva invitato a quella festa insieme ad
Hermione,ma entrambi avevano rifiutato l'invito preferendo partecipare al
matrimonio. -Ron,che sorpresa!Non mi aspettavo che venissi...-gli disse
sorridendogli. -Sono l'uomo dalle mille sorprese-scherzò lui. -Hermione è
con te?-gli domandò felice di quell'improvvisata. Il rosso scosse la
testa. -Vuoi bere qualcosa?Sono sicura che Neville sarà felicissimo di
vederti-aggiunse poi prendendolo per mano. Fece per muoversi verso Neville,ma
Ron non si mosse,restando al suo posto. -Veramente,c'è una cosa di cui vorrei
parlarti...-le disse. Luna lo guardò perplessa,poi annuì. -In
privato-aggiunse il rosso. C'era qualcosa di strano nei suoi comportamenti,ma
nonostante questo,annuì di nuovo e lo seguì fuori dalla sala. -Dove stiamo
andando?-chiese curiosa. In silenzio,Ron attraversò un tratto del corridoio
e,non appena ebbe svoltato l'angolo le lasciò la mano. -Ron che...-chiese
ancora Luna,iniziando a spazientirsi. Si bloccò non appena vide l'altra
persona nel corridoio:le mani affondate nelle tasche dei jeans, lo sguardo su di
lei,George sembrava teso e più in ansia di lei. Guardò le minuscole grinze
sulla sua camicia bianca,la barba rossa che copriva le guance ed il mento,i
capelli selvaggi che ricadevano sulla fronte senza controllo e senza ordine e
sentì distintamente il suo cuore battere più veloce:come se fino a quel momento
avesse dormito e al solo vederlo,si fosse risvegliato. -Che ci fai qui?-gli
domandò dimenticandosi subito della presenza di Ron. Lui restò in
silenzio. -Avevamo fatto un patto...Me lo avevi promesso,George-gli ricordò
lei facendo un passo in avanti. -Ho sbagliato a farti quella promessa. E'
sbagliato e lo sai anche tu- Luna sospirò. -Ascolta...-iniziò decisa a
ristabilire le distanze. -No,ho ascoltato fin troppo. Ti ho lasciato
prendere decisioni che riguardavano entrambi,che avrebbero cambiato le nostre
vite senza intervenire,come se non mi riguardasse. Ma adesso è il momento di
cambiare-le disse,muovendosi verso di lei. -E che vorresti fare?-gli domandò
Luna. Non ascoltarlo,non lasciarti
convincere dalle sue parole,ti farai solo del
male... -Vieni via con me-disse George sicuro,lo sguardo
fisso nei suoi occhi. Per alcuni istanti ci fu silenzio,poi lei si lasciò
scappare un suono beffardo. Ti
prego non farmi questo... -Non sto scherzando-disse lui
deciso. -E' la decisione del momento?Stai seguendo l'istinto? Oppure
dall'alcool? Poi che succederà quando cambierai idea un'altra volta?-gli
domandò cercando i punti deboli di quella richiesta. -Non cambierò
idea- -Lo farai,lo sappiamo entrambi-disse Luna. George sospirò quasi
sconfortato e abbassò per un'istante lo sguardo,prima di tornare a posarlo su di
lei. -Hai deciso di sposare Neville per colpa delle mie stronzate,perchè non
ho saputo starti vicino quando avevi bisogno di me,ma non gli permetterò di
portarti via da me. Te l'ho già detto Luna...Tu sei mia-disse con voce
calma. -George...- -Ho fatto tanti errori con te,alcuni dei quali forse
sono irreparabili,ma se c'è una cosa di cui sono sicuro è che noi due siamo
fatti per stare insieme. Siamo destinati l'uno all'altra. L'ho capito fin
da quando abbiamo litigato per il pollo alle mandorle la prima volta nel tuo
appartamento,o quando ero talmente preoccupato di averti rotto una caviglia da
dimenticare di aver vinto una torta al cioccolato- Luna si concesse un
sorriso,incapace di staccare gli occhi da quelli di George. Lo vide fare un
paio di passi verso di lei,ma non disse nulla,non fece nessuna mossa per tirarsi
indietro. -Sei la sola persona che voglio nel mio letto prima di
addormentarmi e la prima che voglio vedere la mattina appena sveglio. Se
anche decidi di andartene con lui è meglio che tu mi faccia una cassetta con
tutti i rumori che fai mentre dormi,perchè non riesco più a dormire senza-le
disse serio. Luna si morse il labbro inferiore e incrociò le braccia sul
petto. -Io non faccio nessun rumore-commentò. George sorrise e si fermò a
pochi centimetri di distanza da lei. -Per mesi ho pensato di aver rovinato la
cosa più bella che mi fosse capitata nella mia vita,e forse è così! Forse
dopo che ho finito questo monologo interminabile,tu ti volterai e te tornerai di
là da lui... E forse sono anche pronto ad accettarlo-le disse allungando una
mano e accarezzandole una guancia. Luna restò in silenzio,gli occhi ancora
nei suoi. -Però non sarei mai riuscito a perdonarmi se non ti avessi detto
quello che provo per te. Hai sempre creduto che la nostra fosse solo una
storia di sesso,e io te l'ho lasciato credere,finendo per rovinare tutto. Ma
tu lo sai che non è mai stato così,l'hai sempre saputo...- Lei cercò di non
illudersi,di controllare i battiti del suo cuore:era impossibile che lui stesse
dicendo ciò che lei credeva di aver capito! -La colpa è stata solo mia:avevo
paura di soffrire di nuovo com'era successo con Fred. Per questo ho
continuato a ripetermi che quello che provavo per te non era amore,che sarei
stato capace di lasciarti,di vederti con un altro senza avere il minimo
problema. Tutte cazzate-commentò alla fine. Sentiva la gola stretta in un
nodo,quindi deglutì a vuoto e socchiuse le labbra. -George ti giuro se è un
altro dei tuoi scherzi,io...-lo minacciò. Non riuscì neanche a finire la
frase:l'attimo dopo entrambe le mani di George erano posate delicatamente sul
suo collo e le labbra dell'uomo stavano accarezzando le sue. Sospirò sulle
sue labbra e,senza accorgersene,ricambiò il piccolo bacio che lui le stava
dando. Quando si staccarono,George fissò i suoi occhi in quella distanza
ravvicinata. -Ti amo Luna- Lo aveva detto sul serio? Oppure era stata
la sua mente ed il suo cuore,tanto bisognosi di sentire quelle parole a creare
quell'illusione? Del resto,non era la prima volta che immaginava una scena
simile. -Dimmelo ancora-gli disse fissando i suoi occhi. George sorrise e
le accarezzò i capelli corti. -Ti amo. Avrei dovuto capirlo prima così ci
saremmo risparmiati tanti problemi,ma è la verità. Ero in un buco nero quando
mi hai conosciuto e nonostante tutti mi trattassero come un'appestato,tu non hai
mai fatto caso a quello che pensavano gli altri o quello che sentivi dire su di
me... Sei stata la cosa più bella della mia vita in questo ultimo anno e ti
prometto che farò di tutto per renderti felice,ma ti prego,non sposare
Neville-le disse senza allontanarsi da lei. Luna si sciolse dall'abbraccio di
George e fissò per qualche istante un muro dietro di lui,persa nei suoi
pensieri. Aveva quello che aveva desiderato e sognato per mesi,quello che
aveva relegato in un'angolo della sua mente per non soffrire troppo. Che cosa
doveva fare adesso? Cos'era più giusto:essere corretti e sposare
Neville,oppure essere folli e andar via con George? Il ricordo di mille
discorsi risuonava in quel momento nella sua testa e fu uno in particolare ad
aiutarla a capire,a farle capire cosa era giusto fare. -Per sempre e malgrado
tutto?-gli chiese riportando lo sguardo su di lui. George ricambiò il suo
sguardo e annuì. -Per sempre e malgrado tutto-le assicurò. Senza
parlare,gli si avvicinò e gli allacciò le braccia al collo,nascondendo il viso
fra la spalla ed il collo,annusando il suo odore. Veloci,le braccia di George
scattarono attorno alla sua vita,stringendola a sè. -Non hai idea di quanto
mi sei mancata...-le mormorò fra i capelli. Luna,ad occhi chiusi,mosse la
testa avvicinando il viso al collo dell'uomo,neanche fosse una bambina che ha
bisogno di contatto umano. -Ti amo tanto- George sorrise e abbassò il viso
per far incontrare le loro labbra:le accarezzò delicato il labbro superiore e si
sentì sollevare da terra sentendo la risposta di Luna. -Portami via di
qui-gli disse lei riaprendo gli occhi e affondandoli nei suoi. George annuì e
sciolto l'abbraccio,la prese per mano. Ma non fecero che un paio di passi che
Neville apparve nel corridoio. -Ah,ecco dov'eri finita!-disse non appena vide
Luna. Luna restò in silenzio,seguendo lo sguardo di Neville che da lei si
posava su George,ed infine sulle loro mani unite. -Mi sono perso
qualcosa?-
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Svegliarsi la mattina ***
svegliarsi
Quanto può sopportare il nostro cuore prima
di morire? Quanti dolori,delusioni e rimpianti può contenere prima di
definirsi pieno? E quando questo accade,una parte di noi
muore. Inevitabilmente,senza che noi riusciamo a far niente per cambiare le
cose. Forse è quella parte che crede nel grande amore,o quella che credeva
nell'amore a prima vista... o quella che credeva nell'amore per tutta la
vita. Niente è per sempre. Ormai lo sapeva bene. Si era interrogato
tutta la notte,fissando le mura della sua stanza mentre si rigirava nel letto
vuoto,cercando una spiegazione,una soluzione per quello che era
successo. Quando li aveva visti dinanzi a sè,mano nella mano,aveva continuato
a non voler vedere l'evidenza dei fatti,a negare quello che stava
succedendo. Lo sguardo desolato negli occhi di Luna,il modo saldo in cui
Weasley le cingeva la vita per evitarle di avvicinarsi a lui. -Mi dispiace
Neville,avrei fatto qualunque cosa per evitarti questo dolore...-gli aveva
detto. Avrebbe dovuto restare con lui! Era l'unica cosa che poteva fare,se
veramente non voleva farlo soffrire. Aveva gridato,le aveva urlato contro
quando i ragionamenti si erano rivelati vani e aveva capito che l'avrebbe
persa. Le aveva detto che non le interessava più niente di lei,che poteva
anche andarsene al diavolo! Ma naturalmente,vederla andare via con Weasley lo
aveva distrutto. Era accaduto tutto davanti ai suoi occhi! Come aveva
fatto a non accorgersi che la donna che amava,a cui era pronto a legarsi per
tutta la vita,amava un altro? Come era potuto essere così cieco davanti ai
tanti segnali? Ora,con il senno di poi e la conoscenza,era facile
riconoscerli,metterli uno in fila all'altro e formare gli eventi:a cominciare da
quella telefonata,proprio,quella che li aveva riavvicinati. Il tono di
scusa,tormentato,che aveva sentito nella sua voce,e che lui aveva scambiato per
tormento data la situazione che stava affrontando. "Non avrei voluto
chiamarti,ma non ho potuto fare altrimenti" Quella frase ora gli rimbombava
nel cervello...Che significava? Perchè non aveva chiamato Weasley invece di
disturbare lui? Che motivo aveva di farlo rientrare nella sua vita se non
voleva più avere nessun contatto con lui? -Quello era un periodo
difficile...io ero confusa...- Questa era stata tutta la spiegazione che lei
era riuscita a dargli quando poche ore prima le aveva fatto la stessa
domanda. Come si può essere confusa sui propri sentimenti? Ok,forse può
succedere,aveva sentito talmente tanti discorsi del genere dai suoi colleghi da
poter anche credere che in momento di crisi fra lei e Weasley,Luna avesse deciso
di chiedere il suo aiuto. Ma perchè non aveva messo subito le cose in
chiaro? Poteva benissimo dirglielo che stava con un altro,che non aveva
nessun'interesse per lui e che lo aveva chiamato soltanto per un discorso di
utilità! Non gli sarebbe piaciuto,questo era certo,ma sarebbe stato meglio di
quell'illusione continuata e quel dolore che sembrava essersi impadronito di lui
dalla sera precedente. Lasciare che si riavvicinasse a lei,che le dimostrasse
di nuovo il suo amore e riaccendesse la speranza di poter stare ancora con lei
era stata la cosa più crudele che gli aveva mai fatto! Luna non aveva mai
smesso di pensare e di amare Weasley,ora lo sapeva... Lo odiava così
tanto? Forse. Ma in parte era anche colpa sua. Era stato lui che aveva
volutamente evitato di vedere,di farsi domande:aveva chiuso gli occhi davanti al
suo sguardo triste e lontano,alla poca passione dei suoi baci e alla sua
ritrosia nel farsi toccare. Quale donna innamorata si sarebbe comportata
così? Lui aveva deciso di credere che quella ritrosia e quella tristezza
fossero legate alla morte di Xenophillus,che il dolore per la sua morte non si
fosse ancora attenuato in lei,tanto da rendere minime anche la gioia per il
fidanzamento e per i preparativi delle nozze. Già,le nozze... Con un solo
gesto della testa sul cuscino,alzò lo sguardo sul comodino verso la sveglia:non
erano neanche le otto. Se tutto fosse andato come previsto a quell'ora
sicuramente sarebbe stato sotto la doccia,lo spirito e l'umore a mille per
quello che lo aspettava,i postumi della sbronza che gli avrebbero ricordato le
troppe bevute fatte alla sua salute insieme a Draco. Poi sarebbe uscito dalla
doccia e avrebbe iniziato a vestirsi,controllando ancora una volta i suoi voti
nuziali,sicuramente aggiungendo un'ultima riga per rendere il tutto
perfetto. All'arrivo di Draco avrebbe dato un'occhiata alle fedi e avrebbe
sorriso quando il suo migliore amico e testimone gli avrebbe messo una mano
sulla spalla e gli avrebbe detto che era un uomo fortunato,forse schermendosi
leggermente per non peccare di superbia. Infine sarebbero andati in
chiesa,dove avrebbe atteso la sua sposa,la donna della sua vita... Ma niente
di quello sarebbe successo quel giorno ed il suo unico obbiettivo era
dormire. Dormire e dimenticare che l'unica donna che avesse amato nella sua
vita ora,e da quel momento in poi,si sarebbe svegliata fra le braccia di un
altro.
La radiosveglia suonò e nella stanza silenziosa si diffusero le
note di "Wonderwall".
"There are many things
that I'd like to say to you but I don't know
how"
Disturbato dal suono di una radiosveglia che non ricordava di avere e
che aveva interrotto il suo sonno,George Weasley si mosse nel letto mugugnando e
sospirando,prima di allungare il braccio verso il comodino accanto alla sua
testa. Ma la sua mente ancora annebbiata dal sonno registrò il contatto della
mano con il legno liscio e freddo del comodino:niente radiosveglia. Ma allora
da dove veniva quella musica? -Oh dannazione...-si lamentò a mezza
bocca. Avrebbe potuta zittirla con un incantesimo non verbale,ma sapeva
benissimo che non sarebbe stato capace di far nulla prima di un abbondante caffè
nero...e magari di un altro paio di ore di sonno. Improvvisamente la musica
nella stanza cessò. Gli dei avevano ascoltato la sua preghiera silente,pensò
sistemandosi meglio sotto le lenzuola preparandosi per un secondo riposo. Poi
qualcosa,o meglio qualcuno,attirò la sua attenzione:una persona stava facendo le
sue stesse identiche mosse,sistemandosi le coperte attorno al corpo e
rigirandosi sul materasso. Una persona che aveva la testa posata sul suo
braccio e si stava avvicinando al suo torace, accarezzandogli ritmicamente la
pelle nuda del petto con il suo respiro freddo. Un braccio era abbandonato
contro il suo ventre e le gambe snelle e lunghe si intrecciavano alle sue
muscolose. Ora che il silenzio era tornato nella stanza poteva anche sentire
i piccoli lamenti che le uscivano dalle labbra. Quei rumori che tanto
amava... Mosse la testa verso destra,posando il mento su dei soffici capelli
e,nonostante il suo bisogno disperato di altre ore di sonno,aprì gli
occhi,lentamente,soltanto per incontrare il volto sotto di sè. Richiuse di
scatto le palpebre,ferite dalla luce e si lamentò,per poi provare a riaprirle di
nuovo; alla sua destra,poco sotto il suo mento,Luna dormiva pacifica. Quasi
non avesse alcun pensiero nella mente. Sbattè le palpebre un paio di volte
per svegliarsi e istintivo sulla sua faccia apparve un sorriso: lei era
lì. Aveva scelto lui,nonostante tutto fosse contro di loro e le loro
aspettative non fossero al momento rosee. Era accoccolata fra le sue braccia
come se non ci fosse nessun'altro posto al mondo dove volesse essere. Quando
la sera prima le aveva fatto quello strampalato discorso,aveva avuto paura per
un lunghissimo attimo di vederla voltarsi e tornare da Neville,pronta per
compiere i suoi doveri di futura sposa,completamente indifferente a quello che
lui aveva da dirle. Ma così non era stato:era rimasta con lui e,cosa che
ancora adesso lo sorprendeva,gli aveva detto di amarlo. Certo,glielo aveva
già detto varie volte,ma sentirselo dire credendoci pienamente era qualcosa che
lui non aveva mai provato,non con Luna...Era una sensazione fantastica,forse
meglio di volare contro il vento su una scopa. Gli occhi fissi sul volto
della donna,continuava a meravigliarsi della stranezza della vita:da quando i
cattivi trionfano? Nelle favole che leggeva sempre sua sorella,il
vincitore,quello che conquistava la ragazza era sempre il principe,il bravo
ragazzo...Quando avevano cambiato le regole? Come era possibile che un
disastro umano come lui potesse farsi amare da una meraviglia del genere? La
sentì muoversi fra le sue braccia e si riscosse dai suoi pensieri,osservando le
varie fasi del risveglio di Luna. Lei si mosse ancora un pò fra le sue
braccia,prima di alzare il braccio destro e strofinarsi un occhio,mugugnando
scontenta. Poi aprì gli occhi,fissando per alcuni istanti il soffitto sopra
di loro,silenziosa, finchè non voltò leggermente la testa e non incontrò il suo
sguardo. -Ciao...-lo salutò con voce soffiata ancora piena di
sonno. George sorrise. -Ciao...Ti ho svegliato?-le domandò a bassa
voce,nel caso lei volesse tornare a dormire. Luna scosse leggermente la testa
e tornò a stropicciarsi il volto,per poi girarsi e nascondere il viso nel suo
collo,lasciandosi andare a dei piccoli mugolii che lo fecero ridere e stringere
la presa attorno al corpo esile della donna. Sentì un braccio scivolargli
attorno ai fianchi e scivolò nel letto portando il viso all'altezza di quello di
Luna e le posò un bacio sulla spalla destra leggermente scoperta. -Saranno
così tutti i risvegli?Perchè in caso ci metto la firma subito-disse lei sempre
nascosta nella sua spalla. George rise e le posò un bacio nell'incavo fra il
collo e la spalla. -Beh non posso prometterlo a scatola chiusa ma diciamo che
farò il possibile-commentò lui. Luna rise facendogli il solletico sulla pelle
del collo,e stringendosi ancora di più contro di lui. Per qualche istante il
silenzio scese nella stanza e,anche senza bisogno di domande,George seppe cosa
stava passando in quel momento nella testa di Luna:ripensava a Neville. A lui
e al matrimonio che aveva mandato a monte. Era giusto che ci pensasse,che
rubasse un pò di tempo alla loro felicità per ripensare a cosa si erano lasciati
dietro. Come sarebbe stato trovarsi nei panni di
Neville? Orribile.Terrificante. Sapere che la tua donna ha amato per tutto
il tempo un altro uomo deve essere la sensazione più destabilizzante del
mondo...Forse lui non si sarebbe mai ripreso. Fortunatamente Neville era più
forte,e soprattutto non era stato provato dalla vita tante volte quanto era
toccato a lui. Riflettè per qualche istante su quel pensiero,stupendosi di
come stranamente tutto l'odio che aveva provato verso Neville sembrava
magicamente sparito nel giro di una sola notte. -Vuoi fare colazione?-gli
domandò lei,continuando a nascondersi al suo sguardo. Era tentato,doveva
ammetterlo,ma alzarsi da quel letto significava staccarsi da Luna e per il
momento era l'ultima cosa che voleva fare. -Dipende:tu cosa vuoi?-chiese lui
ravviandogli una corta ciocca di capelli biondi. Luna alzò il viso e
finalmente incontrò lo sguardo di George,guardandolo per qualche istante in
silenzio. -Voglio te...Non mi serve altro-gli disse poi con voce tranquilla e
controllata. Colpito da quelle parole,George abbozzò un sorriso,sfiorandole
una guancia con la punta delle dita della mano destra. -Allora non abbiamo
bisogno di nient'altro-disse semplicemente. I loro sguardi si incontrarono
per qualche secondo,prima che lui avvicinasse il viso a quello di Luna e
sfiorasse con delicatezza la sua bocca una volta. Quando provò a staccarsi
sentì le labbra di lei venirgli incontro così tornò a baciarla,questa volta
approfondendo il bacio e dischiudendo le labbra trovando subito la risposta di
Luna. Una mano di Luna affondò nel mare ramato dei suoi
capelli,accarezzandoli e tirandoli leggermente, sicura che i suoi gesti
sarebbero stati apprezzati,mentre sfiorava con la punta della lingua il palato
di George. Senza staccare le loro labbra,George le fece scivolare una mano
sul fianco sinistro e,fatta la stessa cosa con il fianco destro,la sollevò dal
materasso portandola a sdraiarsi sopra di sè, incurante delle coperte che si
attorcigliavano attorno alle loro gambe. A quel gesto Luna riaprì gli occhi e
staccò le labbra dalle sue,affondando lo sguardo negli occhi verdi dell'uomo:non
c'era niente che amava più di quell'uomo,ora ne era certa. -Ti amo-gli
bisbigliò certa che lui l'avesse sentita lo stesso. George,infatti,sorrise e
le accarezzò di nuovo i capelli. -Non sai quanto mi piace sentirtelo
dire...Te lo farei ripetere all'infinito-le disse serio. Quasi ne avesse un
bisogno fisico,George tornò a posare le labbra su quelle di Luna,accarezzandole
l'intera schiena con il palmo delle mani,portando con sè anche la maglia dei
Cannoni,scoprendo gli slip neri che lei indossava. Sollevò la testa dal
cuscino per andare incontro alla sua bocca e sorrise quando Luna gli morse il
labbro inferiore in modo giocoso. -Veramente anche a me farebbe piacere
sentirmelo dire,sai?-lo beccò lei dandogli un lieve morso sul mento. George
sorrise e,con un deciso colpo di reni,invertì le posizioni portando Luna con la
schiena al materasso e coprendola con il proprio corpo. Le braccia piegate ai
lati del suo viso,avvicinò ancora una volta le labbra alle sue per poi ritrarsi
subito quando la vide venirgli incontro. -Si me l'avevo immaginata una cosa
del genere...Vediamo un pò cosa riesco a fare-le disse avvicinando il viso al
suo. Le sfiorò il collo con la bocca mordendole la scapola destra,e sorrise
sentendo i suoi brividi. Fece scivolare le mani fino a raggiungere entrambi i
fianchi e dopo averla attirata contro di sè, fece incontrare la sua
eccitazione e l'intimità di Luna con un movimento deciso del bacino. Lei aprì
la bocca e si lasciò andare ad un muto gemito,la testa più reclinata
all'indietro sul cuscino. -Ti amo-le disse George chinandosi leggermente su
di lei perchè i loro volti fossero vicini. Un'altra spinta sicura e le gambe
di Luna si allacciarono attorno ai fianchi di George,assecondando i suoi
movimenti,mentre i denti affondavano nel labbro inferiore. -Ti amo-le
ripetè. Facendo forza su un gomito,Luna si sollevò a sedere portandosi sulle
ginocchia di George e allacciandogli le braccia al collo cercando di annullare
la distanza fra loro;avvicinò il viso al suo e bramosa cercò le sue
labbra,felice per la reazione immediata che ottenne dall'uomo. Erano mesi che
non stavano insieme. Mesi che non sentiva il suo odore,che non si perdeva
nella sua dolcezza e nel suo calore...Troppo tempo. La desiderava in maniera
quasi disperata... Fece scivolare le mani sotto la maglia dei Cannoni e
iniziò a farla risalire sul corpo esile della donna,staccandosi dalle sue labbra
il tempo necessario per sfilargliela dalla testa. La lanciò sul pavimento
senza neanche guardare e lasciò che lei lo spogliasse della t-shirt bianca che
indossava. Abbassò la testa e tracciò una scia di umidi baci sul torace di
lei,scendendo lungo il solco fra i seni e stringendo un seno nella mano
destra,stuzzicandone il capezzolo con il pollice finchè non lo circondò con le
labbra:strinse,succhiò e morse accompagnato dai sospiri mozzati di Luna,dalle
sue mani che gli premevano il viso contro il petto e dai movimenti involontari
del bacino contro il suo che,ad ogni movimento,stuzzicavano la sua
erezione. Tornò a rialzare la testa,ed un sorriso soddisfatto apparve sul suo
viso non appena vide le guance arrossate di Luna e sentì il suo respiro
corto. I loro occhi tornarono poi ad incontrarsi e per qualche istante
rimasero immobili,nel più completo silenzio,avvicinando i volti
lentamente,sfiorando le reciproche guance con la punta del naso,gli sguardi
uniti neanche due calamite. -Ti amo...-sussurrò ancora George. Luna
sorrise,bellissima nonostante l'aria sconvolta ed il viso accaldato,e gli
accarezzò una guancia con una mano. -Lo so-disse semplicemente. Ora
finalmente lo sapeva. Le braccia strette attorno alle sue spalle,Luna
ricominciò a baciarlo,trascinandolo con sè sul letto. Erano talmente
concentrati sull'altro e sulla loro riappacificazione che non avevano sentito i
lievi rumori che già da un pò avevano cominciato a sentirsi dall'altra parte
della porta. Avevano dimenticato tutto:dov'erano,che giorno era,soprattutto
Luna aveva dimenticato cosa ci si aspettava da lei quella mattina. -Allora
sei pronta per...OH CIELO!OH CIELO!OH CIELO!- La porta si richiuse tanto in
fretta e con talmente tanta forza,da impedirgli di cogliere nient'altro oltre ad
un turbinio di capelli rossi,stranamente perfettamente in accordo con il colore
del viso.
Nonostante non avesse visto nient'altro oltre alla schiena nuda
di George,Ginny aveva richiuso la porta della stanza con fragore,facendola quasi
tremare dal suo asse. Si era portata le mani al viso,stranamente bollente e
aveva iniziato a girare per la stanza,cercando una spiegazione razionale:era
colpa dell'alcool che Luna aveva bevuto la sera prima alla festa? Era una
specie di ultima botta di libertà prima del matrimonio? George! Accidenti
a lui!Sapeva che Luna stava per sposarsi,sì doveva pur averlo sentito da qualche
parte, perchè allora era ancora nel suo letto la mattina delle nozze? Di
solito queste cose non finivano prima dell'alba?Una bella scarica di ormoni e
niente più... Giusto per dimenticare il grande impegno l'attendeva quella
mattina. Lanciò uno sguardo alla porta,ancora ostinatamente chiusa dietro di
loro e si chiese che cosa stava succedendo ora lì dentro:avevano ripreso come se
niente fosse?La sua interruzione non era stata altro che una postilla fastidiosa
di cui si erano dimenticati l'attimo dopo? PERCHè LUNA NON USCIVA DA QUELLA
STANZA FINGENDO DI ESSERE ALMENO LEGGERMENTE MORTIFICATA PER QUELLO CHE ERA
APPENA SUCCESSO? Poi un pensiero volante le attraversò la mente,lasciandola
perplessa. George non c'era la sera prima alla festa...Non era stato
invitato. Allora come diavolo era finito nel letto di Luna? Il campanello
della porta suonò e,ancora con le mani su entrambe le guance,Ginny andò ad
aprire. Hermione era già vestita nel suo abito da damigella e non appena
entrò nell'appartamento fu chiaro che era di umore nero,ma Ginny non ebbe il
tempo nè il bisogno di chiedere spiegazioni:capì tutto quando dopo di lei Ron
entrò in casa con indosso un paio di jeans ed una camicia a maniche
corte. -Hai intenzione di venire così al matrimonio?-gli domandò chiudendo la
porta e voltandosi verso il fratello. -BRAVA CHIEDIGLIELO ANCHE TU!Ho provato
in tutti i modi a fargli indossare il completo grigio,ma non c'è stato
verso!-esplose Hermione neanche avesse aspettato altro che la sua battuta
d'apertura. -Non credi di essere troppo sportivo per una cerimonia
simile?-chiese ancora Ginny cercando di apparire più calma rispetto ad
Hermione. Ron alzò le spalle ed andò a sedersi sul divano,poi iniziò a
fissare la sorella con attenzione. -Tu non ti sei accorta di niente?-le
domandò curioso. Ginny lo guardò senza capire per qualche istante,poi
spalancò gli occhi:possibile che lui sapesse il motivo per cui George era nella
camera da letto di Luna seminudo? -Tu lo sai!-gli disse puntandogli il dito
contro. Ron sorrise visibilmente divertito e tornò a voltarsi. -Sa
cosa?-chiese Hermione confusa. Ginny non le rispose e,aggirato il divano,si
portò di fronte a Ron,che con le braccia incrociate sul petto,la osservava
cercando di trattenere le risate. Era lampante che le nascondeva
qualcosa:faceva così fin da quando erano ragazzi! -Ron!- -Cosa?-fece lui
cercando di mantenere quell'aria angelica. -Tu sai quello che so io,vero?-gli
domandò senza preoccuparsi di apparire confusa. Ron alzò di nuovo le spalle e
lanciò un'occhiata veloce verso la porta ancora chiusa della camera di
Luna,dissepando così definitivamente ogni dubbio della sorella. Doveva sapere
cosa stava succedendo,e sapeva anche come far parlare Ron! -Continuerò a
farti domande finchè non mi risponderai,lo sai questo?-gli chiese per avvisarlo
di quello che lo aspettava. L'altro annuì. -Lo avevo immaginato!Ma
comunque non risolverai niente sorellina...Non voglio perdermi lo spettacolo
della tua faccia quando...- -Lo hai già perso!Almeno se è quello che penso
io-lo interruppe lei secca. Ron rise ancora più divertito e,pochi istanti
dopo,scosse la testa. -Credimi sono ancora in tempo-la contraddisse a sua
volta. -Ma si può sapere di che state parlando? E dov'è Luna?Se non
comincia a prepararsi arriverà in ritardo!-si intromise Hermione lasciando da
parte la rabbia per il marito e portando l'attenzione sulla sposa e su quello
che c'era da fare per rendere tutto perfetto. -Caspita quanta
gente...- All'unisono Ron,Ginny ed Hermione si voltarono verso la porta della
camera di Luna,sulla cui soglia,la suddetta osservava i tre Weasley
bisticciare. -Eccoti finalmente!Sai quante cose dobbiamo sistemare prima di
andare in chiesa?Bisognà che tu faccia una doccia,che ti depili le gambe,e non
dimentichiamo i capelli ed il trucco...-cominciò Hermione,subito pronta e
scattante nel suo ruolo di damigella d'onore. Luna,con indosso un paio di
shorts neri e la maglia dei Cannoni, si ravviò una ciocca di capelli e si lasciò
andare ad uno sbadiglio. -Ho bisogno di un caffè...Qualcuno di voi lo
vuole?-domandò dirigendosi poi verso la cucina. -Notte insonne?-domandò
Ron,alzandosi dal divano e seguendola in cucina insieme alle due donne,un
sorriso ironico e malizioso sulle labbra. Lei ricambiò lo sguardo e scosse la
testa. -No,anzi ho dormito benissimo,grazie dell'interessamento Ron. Mi
sono solo svegliata troppo presto-aggiunse preparando la macchina per il
caffè. -Luna davvero non abbiamo tutto questo tempo se...-ricominciò
Hermione. -Herm sta calma!Respira lentamente e smettila di
agitarti. Perchè non ti siedi?-le propose la bionda voltandosi poi a prendere
le tazze sopra il lavello. Hermione la fissò incredula:era davvero la sposa
più anomala che avesse mai visto. Tutte le sue amiche,e lei stessa,si erano
concesse un'attimo di panico prima del "grande momento",ma Luna sembrava
completamente rilassata,quasi non ricordasse che quello era il giorno delle sue
nozze. La vide voltarsi verso Ginny e sorridere affettuosamente. -Va tutto
bene Gin?-le chiese poi. -Ad essere sinceri,sono un pò confusa...Non so
spiegarmi quello che ho visto-le rispose sincera l'amica. Luna sorrise e
lanciò uno sguardo alla sua camera da letto,prima di tornare a guardare la
rossa. -Capirai fra un'attimo,però prima c'è una cosa che devo
dirvi... Non ci sarà nessun matrimonio oggi-disse con voce chiara e
serena. Hermione e Ginny la fissarono incredule,gli occhi spalancati per la
sorpresa,al contrario di Ron che continuava a ridere sotto i baffi,divertendosi
come un pazzo. -Dici sul serio?-chiese la rossa senza staccare gli occhi
dall'amica. Luna annuì. -E...E come farai con i fiori,il
ricevimento...-domandò Hermione preoccupandosi per tutti quegli impegni andati a
monte. Era davvero una cosa inconcepibile! -Ho già lasciato un messaggio
nel camino del catering e del fiorista,avvertendoli che il matrimonio era
annullato ma che sarebbero stati pagati ugualmente;l'unica che credo ancora non
ha ricevuto la smentita è la chiesa,ma me ne occupo più tardi,subito dopo il
caffè... Non posso permettere che lo faccia Neville-aggiunse a voce più
bassa. Ron la fissò qualche istante,ricordando lo scoppio di rabbia dell'uomo
della sera prima. -Si è fatto sentire dopo ieri sera?-le domandò con voce
controllata,attirando su di sè l'attenzione della moglie e della
sorella. Luna scosse la testa. -Tu lo faresti se fossi al posto
suo?-chiese la bionda di rimando. Ron fu costretto a scuotere la testa in
segno di diniego:se fosse capitato a lui,avrebbe cercato il posto più buio e
profondo dove nascondersi per evitare di soffrire ulteriormente. Luna iniziò
a versare il caffè nelle tazze e solo allora Hermione si accorse della tazza in
più posata sul tavolo. -Per chi è quella tazza?-domandò guardando la
bionda. -Oh,ecco è per...- -Buongiorno!- Come al solito arrivava al
momento giusto per salvarla da una situazione spinosa... Le mani nelle tasche
dei jeans,George ricambiava lo sguardo della sorella e della cognata, con una
certa sorpresa sul volto,quasi come se non si rendesse conto di quanto la
situazione poteva sembrare strana ai loro occhi. Luna osservò la confusione
sul volto di Ginny,l'incredulità che appariva su quello di Hermione e il puro
divertimento che invece traspariva sul volto di Ron e non potè evitare di
sorridere. -Siete tutti così mattinieri oppure è un'occasione
speciale?-domandò George aggirando i tre e andando accanto a Luna. -Certo che
sei veramente impossibile!-si lasciò andare Ron. Il fratello lo guardò
qualche istante senza capire poi alzò le spalle e si voltò a guardare Luna,che
gli stava tendendo una tazza di caffè. -Tieni- -Grazie
tesoro...- -George hai un'aspetto incantevole per uno che ha passato la notte
in bianco...-lo punzecchiò il fratello curioso di sapere cosa era successo dopo
che era tornato a casa. -Chi ti ha detto che ho passato la notte in bianco?Mi
sono addormentato non appena ho toccato il cuscino!-rispose deciso George prima
di bere un lungo sorso dalla sua tazza. -Veramente?-chiese Ron leggermente
deluso. Tutta quella fatica,tutto lo scandalo che avrebbe sollevato quella
fuga e alla fine avevano solo dormito? Lui non si sarebbe mai lasciato
scappare un'occasione del genere! George annuì convinto. -Erano mesi che
non dormivo così bene...-aggiunse lanciando uno sguardo veloce a Luna che
sorrise timida. Ron ricordò alcune frasi dette la sera precedente dal
fratello e cominciò a capire:il solo essere di nuovo accanto a Luna,anche solo
dormire l'uno accanto all'altra,era un regalo. Qualcosa che si erano negati
per troppo tempo e che ora volevano riscoprire... -Io non ci sto capendo più
niente!-s'intromise Hermione guardando ora suo marito ora George e
Luna. -Invece io credo di aver capito... E' per colpa di George che il
matrimonio è stato annullato,vero?-domandò Ginny cercando lo sguardo
dell'amica. Luna si morse l'interno del labbro inferiore e guardò l'amica di
sottocchi. Cosa avrebbe pensato di lei quando le avrebbe raccontato la storia
fra lei e George,tutto quello che per mesi le aveva nascosto e per cui alle
volte le chiedeva consigli senza far nessun'accenno al suo corteggiatore. -In
parte è per colpa sua,ma...-iniziò Luna stentando a trovare le parole
giuste. -Ma le cose sono molto più complicate di come sembrano-le venne in
soccorso George. Luna si accorse che le era più vicino,ora poteva sfiore il
suo avambraccio con il proprio e quella vicinanza le diede la sicurezza che le
era mancata finora. -Ecco...E' una storia interessante...Ti ricordi quando ci
si è allagato l'appartamento per colpa del tubo rotto?-domandò Luna guardando
Ginny. La rossa restò in silenzio,senza muovere neanche un muscolo
facciale,cercando di capire qualcosa da quella marea di parole e
dall'atteggiamento strano che avevano assunto suo fratello e Luna. -Sì credo
di sì;comunque,dopo quella volta io e George ci siamo visti un paio di
volte,all' inizio per caso e senza alcuna premeditazione...-continuò la
bionda. -Poi visto che la reciproca compagnia ci piaceva,abbiamo passato
sempre più tempo insieme...- disse George al posto suo. Luna annuì,guardando
ora Ginny ora Hermione cercando qualcosa nei loro sguardi che le facesse capire
che avevano iniziato a capire il senso di quel discorso. Ma,forse per colpa
di quella strana situazione,su entrambi i volti si leggevano chiaramente
confusione e sbigottimento. Guardò allora George e lo vide alzare le
spalle...Era venuto il momento di dire tutta la verità. -Insomma,alla
fine,dopo aver passato tanto tempo insieme e aver imparato a conoscerci...
abbiamo capito di essere innamorati-disse Luna,priva all'improvviso di tutta la
dialettica e della sicurezza che finora l'aveva accompagnata. Sentì la mano
sinistra di George stringere la sua e intrecciare le dita con le proprie,quasi a
voler con quel solo gesto, rafforzare il significato di quelle parole e
mostrarle il suo appoggio per quello che sarebbe successo da lì in poi. Nella
stanza ci fu silenzio per qualche minuto,mentre le due donne facevano vagare
incredule lo sguardo dalle mani unite di George e Luna ai loro volti leggermente
tesi,ricevendo in cambio lo sguardo della coppia. L'unico tranquillo in
quella situazione era Ron,che per tutto il tempo aveva osservato la scena
neanche uno spettatore privilegiato e aveva bevuto tranquillamente il suo
caffè. E fu proprio su di lui che cadde l'attenzione della moglie. -Tu lo
sapevi!Ecco perchè non hai voluto vestirti questa mattina!-lo accusò
Hermione,abbassando lo sguardo su di lui. Ron annuì lentamente,posando la
tazza sul tavolo prima di guardare la moglie. -Te l'avevo detto che era
inutile vestirsi eleganti,ma tu non hai voluto ascoltarmi!-replicò poi. -Non
potevi semplicemente dirmi che il matrimonio era annullato?-chiese ancora la
donna. Ron scosse la testa,lanciando un'occhiata a George e Luna. -Se
l'avessi fatto,poi avrei dovuto dirti anche il motivo per cui era stato
cancellato,ed io avevo promesso di mantenere il segreto-le spiegò. Luna vide
Hermione scuotere la testa spazientita prima di iniziare a togliersi le forcine
che controllavano i suoi ricci in uno chignon. -Neville lo sa?-chiese Ginny
facendo riportare l'attenzione di tutti su di sè. Luna annuì,mentre
istantanea le tornava alla mente l'espressione di Neville quando aveva scoperto
di lei e George. -Come l'ha presa?-domandò Hermione scuotendo i capelli per
controllare che non fosse rimasta nessuna forcina. Sentì le braccia di George
avvolgerla,quasi volesse proteggerla da quei pensieri negativi e
sorrise,lasciandosi andare all'indietro contro il suo torace. -Non tanto
bene...-rispose poi George al suo posto,il mento posato sulla sua spalla
destra. Il silenzio accompagnò quelle parole e quando rialzò lo sguardo sui
tre amici vide che Hermione e Ron stavano annuendo. -Del resto è
comprensibile-commentò Hermione con il suo solito tono pratico. Luna sorrise
per poi fissare lo sguardo su Ginny,in attesa di una sua reazione:il fatto che
non si fosse ancora arrabbiata,che non avesse ancora detto nulla era un buon
segno?O era il contrario? -Scusa se non te ne ho mai parlato-le
disse. Ginny scosse la testa. -In parte lo hai fatto...Era lui
l'ammiratore segreto,vero?-domandò ancora leggermente titubante. Luna
annuì. La rossa cercò lo sguardo di George e gli sorrise. -Certo che non
ci sai proprio fare con le donne!-lo prese amabilmente in giro. -Ehi!Se
avessi visto la mia ragazza non parlesti così-scherzò lui staccandosi
dall'abbraccio di Luna. Ginny rise e scosse la testa divertita prima di fare
i pochi passi che la dividevano da lui e abbracciarlo. L'uomo la strinse a
sè,dandole un piccolo bacio fra i capelli e quando tornarono a staccarsi,le
sorrise. -E' stata colpa mia se lei non te ne ha mai parlato:avevo paura che
riponeste troppe aspettative in questa storia e non volevo che rimaneste
delusi-le spiegò fissando gli occhi marroni della sorella. Lei
sospirò. -Beh,visto come sono andate le cose forse è stata una mossa
azzeccata...Mamma non avrebbe smesso un'attimo di lamentarsi davanti ad una
situazione simile-commentò. George rise e annuì:il ritratto della loro madre
calzava alla perfezione. Diede un'ultimo bacio alla sorella prima di
staccarsi da Luna e di uscire dalla cucina con passi veloci. -E ora dove
vai?-domandò Ron voltandosi per seguirlo con lo sguardo. Luna ne approfittò
per bere un sorso dalla propria tazza,quando si accorse dello sguardo curioso di
Hermione su di sè. -Quindi sei stata tu a spedirgli quel pacchetto al suo
compleanno?-le chiese curiosa. -Giusto il regalo!Me ne ero
dimenticata!-convenne Ginny,curiosa quasi quanto la cognata. La bionda
sorrise e alzò le spalle,sperando di convincere entrambe che non aveva la minima
idea di cosa stavano parlando e,fortunatamente ancora una volta,George le venne
in aiuto ritornando in cucina e fermandosi accanto a lei. -Cosa?-domandò
alzando lo sguardo su di lui. -Ho dimenticato di ridarti una cosa ieri
sera-le disse,un sorriso a trentadue denti che gli incorniciava il viso. Alzò
la mano destra chiusa a pugno davanti al suo viso e l'aprì facendo penzolare
davanti al suo sguardo la catenina d'argento con il ciondolo a forma di
falce. -Non posso crederci!Sei stato tu a regalarle quel ciondolo?-esclamò
incredula Ginny. Luna sorrise e annuì,senza staccare lo sguardo da quello di
George. -Voltati- Lei fece come le aveva ordinato e ripensò alla notte di
Natale,quando gli aveva chiesto di aiutarla ad indossarla,alla prima volta che
aveva sentito il tocco delle sue dita sul proprio collo. Quanto tempo era
passato e quante cose erano successe da allora! Sentì il ciondolo ricadere
sul suo petto e voltandosi di nuovo gli lanciò uno sguardo prima di cercare gli
occhi di George e alzarsi in punta di piedi per dargli un bacio di
ringraziamento, allacciandogli le braccia al collo. Le braccia di George si
strinsero attorno alla sua vita e l'attirarono contro di sè,completamente
indifferente allo sguardo curioso e anche un pò fastidioso di Ginny ed
Hermione. -Davvero romantico...Ma lo sai qual'è il passo
successivo,vero?-domandò Ron portando i due amanti a separarsi. George si
voltò verso il fratello,senza staccarsi da Luna, e scosse la
testa. -Illuminami-lo prese bonariamente in giro. Ron sorrise,già
pregustando l'espressione che avrebbe fatto suo fratello dopo le sue
parole. -Dirlo alla mamma- Un brivido freddo scese inaspettato lungo la
schiena di George:avrebbe preferito avere a che fare con una serra di piante
carnivore piuttosto che dirlo a sua madre!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=221683
|