You changed my world George Weasley

di crazy640
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I just don't love you no more ***
Capitolo 2: *** How can you mend a broken heart ***
Capitolo 3: *** I'll be the light ***
Capitolo 4: *** Incontri e ripensamenti ***
Capitolo 5: *** Chiedere scusa ***
Capitolo 6: *** Somewhere only we know ***
Capitolo 7: *** Me after the deluge ***
Capitolo 8: *** Christmas presents ***
Capitolo 9: *** Santa Clause is coming to town ***
Capitolo 10: *** Midnight kiss ***
Capitolo 11: *** Kiss the rain ***
Capitolo 12: *** Again ***
Capitolo 13: *** Cosa penserai di me ***
Capitolo 14: *** Lovesong ***
Capitolo 15: *** Our happy memories ***
Capitolo 16: *** Dannato Weasley! ***
Capitolo 17: *** I muri tremano ***
Capitolo 18: *** Marzo ***
Capitolo 19: *** The birthday present ***
Capitolo 20: *** Il ricordo di un amore ***
Capitolo 21: *** I was crying when I met you ***
Capitolo 22: *** Svegliarsi la mattina ***



Capitolo 1
*** I just don't love you no more ***


magical

 

 

Luna Lovegood fissò lo sguardo sullo specchio a figura intera che era di fronte al letto,seguendo le mosse dell'uomo che si muoveva nella stanza.

Stava facendo le valigie,se ne stava andando.

La stava lasciando...

Le aveva promesso amore eterno,una vita insieme...e invece tutto quello che aveva avuto era stato una lunga serie di tradimenti culminata in quell'addio.

-Cerca di non lasciare niente-gli disse lo sguardo attento a non perdersi neanche una mossa dell'uomo.

Neville Paciock si fermò e guardò lo specchio,incontrando lo sguardo della donna.

-Magari prendo le cose piu' importanti...E il resto lo vengo a prendere nei prossimi giorni-le disse con voce calma.

Possibile che non fosse neanche un pò triste?Aveva messo fine alla loro storia,stava voltando le spalle a tutti i loro progetti e a quello che avevano passato insieme in quegli anni eppure non sembrava avere il minimo rimorso o dispiacere.

Forse perchè sapeva che c'era già un altra ad aspettarlo...

-Sempre se la troverai ancora-gli disse lei,alzandosi dal letto e avvicinandosi al cassettone.

Anche se gli dava le spalle,lo sentì poggiare una delle tante scatole di cartone che aveva riempito con la sua roba sul letto e sospirare.

-Ti prego non fare così...-le disse.

-No...Non fare questi discorsi retorici.

Noi non li facciamo-gli disse.

Appoggiando entrambe le mani sul ripiano lucido e liscio del cassettone si voltò di nuovo verso Neville, incontrando il suo sguardo.

-Vuoi andartene?Liberissimo di farlo!

Ma non venirmi a dire come mi devo sentire-gli disse,una rabbia che le animava lo sguardo e le metteva in sobbuglio lo stomaco.

Neville si allontanò dal letto e fece un passo verso di lei,poi sembrò rendersi conto che non era la mossa giusta,perchè si bloccò al centro della stanza.

-Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così-le disse.

-Come?Con i tuoi tradimenti o con te che te ne vai con la prima gallina che ti fa un complimento?Ah no,scusa ho sbagliato!

Non è la prima-gli domandò lei acida.

-Cerchiamo almeno di parlarne da persone civili,ti prego!-disse lui.

-Scusami Neve,ma in questo momento le mie buone maniere sono andate a farsi benedire!

Non capisco neanche perchè ti rivolgo la parola-gli disse Luna alzando leggermente il tono di voce.

Neville le fece un piccolo sorriso accennato,che interessò soltanto gli angoli della bocca.

-Perchè nonostante tutto i sentimenti non si cancellano facilmente-le disse.

-Per favore...-disse Luna infastidita.

Neville sospirò ancora una volta e si passò una mano fra i capelli ingelatinati.

-Non ho scelto io di innamorarmi di un'altra donna!E' successo e basta-le disse serio.

Luna lo guardò per qualche istante,uno sguardo duro che avrebbe incenerito chiunque,poi annuì.

-Bene,ora che hai fatto il tuo gran finale puoi anche andartene.

Prendi le tue scatole e esci da qui!-gli disse senza lasciar trasparire nessun'emozione dal tono di voce.

Neville sostenne il suo sguardo ancora per qualche istante,poi senza dire una parola,prese la scatola che era sul letto e uscì dalla camera da letto.

Neanche cinque minuti piu' tardi,Luna sentì la porta dell'appartamento chiudersi con un tonfo, e il silenzio piu' assoluto avvolgere la casa.

Ora poteva piangere in pace...

Si buttò sul letto,la testa sul cuscino,mentre piccole e fastidiose lacrime cominciavano a bagnarle le guance candide.

L'ultima cosa che voleva era piangere per lui,ma era piu' forte di lei...Non riusciva a fermarsi!

Aveva donato tutta sè stessa a quell'uomo e cosa aveva avuto in cambio?

Tradimenti e sofferenza.

Fin dal loro primo incontro si era convinta che lui fosse diverso,che in qualche modo le somigliasse,che avesse una sensibilità simile alla sua...forse era per questo che le era piaciuto fin da subito.

Erano dei bambini,non sapeva definirlo in modo diverso:aveva quattordici anni ed era completamente persa nel suo mondo fantastico.

Non aveva posto per i ragazzi o per gli amici...

Ma il destino doveva pensarla in modo diverso,visto che sull'Espresso per Hogwarts le aveva fatto incontrare Harry Potter e i suoi amici, un'anno avanti a lei.

Harry Potter era famoso in tutta la scuola:chi non conosceva Colui che Era Sopravvissuto?

Però lei non lo aveva mai trovato così affascinante come tutte le ragazze del suo dormitorio e del suo stesso anno.

C'era un'altro ragazzo che attirava la sua attenzione:uno piu' schivo e un pò al di fuori della sua stessa cerchia di amici.

Non sapeva molto di lui:sapeva che si chiamava Neville Paciock e anche lui faceva parte della Casa dei Grifondoro.

Avevano insieme le lezioni di Erbologia,in cui lui era un vero genio al contrario di lei,e quelle di Cura delle Creature Magiche.

L'occasione per unire le loro vite era stato prima l'Esercito di Silente e in seguito l'aver sfidato l'esercito di Mangiamorte e Voldemort durante la battaglia al Ministero.

Poi era arrivata l'estate e per tutti quei mesi,lei era stata indecisa se spedirgli o meno un gufo:e se lui non si fosse ricordato di lei?

Rivederlo a scuola era stato un sollievo:aveva saputo che molti genitori,per paura della nuova minaccia rappresentata da Voldemort preferivano tenere i loro figli a casa con sè,piuttosto che così lontani,e aveva paura che anche la nonna di Neville prendesse la stessa decisione.

Perciò quando lo aveva visto sulla banchina del binario poco prima della partenza,aveva dovuto fare quasi violenza su sè stessa per evitare di correre ad abbracciarlo.

Aveva occupato uno scompartartimento vuoto e,quando lo aveva visto arrivare nel corridoio, lo aveva tirato dentro a forza;il rossore sulle guance di lui glielo aveva fatto sembrare ancora piu' tenero...

Perchè Harry era dovuto entrare proprio in quello scompartimento?

Per settimane non aveva avuto la possibilità di rivederlo da sola,finchè un giorno non lo aveva incontrato nel parco,piegato su alcune piante.

-Che fai?-gli aveva chiesto,senza neanche salutarlo.

Lui,al suono inaspettato della sua voce,era sobbalzato e le aveva sorriso arrossendo leggermente.

-Sto studiando questo tipo di piante...Non credo di averlo nella mia collezione-le aveva detto.

Poi tornò a guardare la pianta,dandole le spalle.

-Perchè ti interessano così tanto le piante?-aveva domandato ancora Luna.

Lo aveva visto alzare le spalle,poi aveva alzato lo sguardo di nuovo su di lei.

-Forse perchè sono le uniche a cui la mia attenzione non dà fastidio-le disse facendole un'altro sorriso.

Luna era certa che al prossimo sorriso gli sarebbe saltata addosso.

Lo aveva guardato qualche istante,poi aveva deciso che era ora di buttare la bomba:in fondo,per far muovere le acque calme di uno lago,bisogna sempre buttare un sasso.

-Magari non sono le uniche...-aveva detto misteriosa.

Neville l'aveva guardata sorpreso,mentre il suo viso diventava rosso per l'imbarazzo dandogli un'espressione ancora piu' tenera.

Però prima che uno dei due potesse parlare,il suono amplificato della campanella arrivò fino a loro annunciando l'inizio di una nuova lezione.

Da quel momento,Neville aveva fatto di tutto per trovarsi nei corridoi fuori dalle sue classi per accompagnarla alla sua prossima lezione,senza però affrontare mai l'argomento lasciato in sospeso quel giorno.

Quell'anno si era concluso con l'invasione e quella che lei aveva sempre chiamato "La lotta fra il Bene e il Male".

E con la morte di Silente...

Da quel momento niente era stato lo stesso.

Dopo il funerale era andata a cercare Neville,e lo aveva trovato nello stesso posto dove era quel giorno.

I passi sul manto erboso avevano tradito la sua presenza e lui si era voltato per accoglierla con un sorriso triste.

-Sapevo che saresti arrivata-le aveva detto.

-Stai bene?-gli aveva chiesto,leggermente preoccupata.

Lui aveva scosso la testa.

-E' come se avessi perso il mio passato ancora una volta...Silente era un pò un'anello fra me e i miei genitori...E' come se li avessi persi un'altra volta-le aveva detto triste.

Un paio di mesi prima le aveva parlato dei suoi genitori,durante uno dei pomeriggi passati in riva al Lago Nero:lo sguardo fisso sull'acqua e le mani strette a pugno,come se avesse paura del suo giudizio o della sua opinione.

-Mi sento solo,Luna...Ora piu' che mai-le aveva poi detto guardandola.

Luna aveva fatto quei pochi passi che c'erano fra di loro e l'aveva abbracciato:fra i due, stranamente era lei quella piu' forte.

-Non sei solo...Ci sono io-gli aveva detto,le braccia strette attorno al collo di lui.

Sentiva il respiro caldo di Neville contro il collo,le braccia intorno alla sua vita esile.

Neville aveva alzato la testa dalla sua spalla e l'aveva guardata per qualche istante poi,timoroso aveva avvicinato il viso al suo.

Le labbra di Neville erano fredde,quasi gelate,quando si erano posate sulle sue:un bacio a stampo,insicuro.

Gli occhi avevano cercato i suoi per vedere la reazione,e lei aveva sorriso;un'altro bacio piu' lungo,piu' deciso.

Lei aveva dischiuso le labbra,dandogli maggior accesso alla sua bocca e per la prima volta aveva chiuso gli occhi,lasciandosi andare.

Aveva sentito la lingua di Neville sfiorare il suo labbro inferiore incerto e farsi strada maldestramente nella sua bocca.

Ancora adesso a distanza di anni,non sapeva dire quanto tempo erano rimasti lì,abbracciati,a scambiarsi baci.

Da quel giorno erano stati una coppia...Anche se per poco,visto l'arrivo delle vacanze e la separazione.

-Ti scriverò-le aveva detto salutandola poco prima dell'arrivo in stazione dell'Espresso.

Però per tre mesi non si erano sentiti,troppo impegnati a salvarsi la pelle per pensare all'amore:la situazione stava peggiorando sempre di piu' ed ogni giorno lei pregava i Maghi Riuniti perchè vegliassero su Neville.

Quando finalmente settembre era arrivato e con esso la partenza per Hogwarts,lo aveva cercato per tutta la banchina fra la folla di Auror e di genitori preoccupati,senza trovarlo da nessuna parte.

-Cerchi qualcuno?-aveva sentito una voce alle sue spalle.

Eccolo lì:come un'angelo custode era apparso al suo fianco e ora le sorrideva fissando il suo volto per vedere se quei mesi di lontantanza avevano portato sul suo volto qualche cambiamento.

Gli aveva sorriso e si era rifugiata fra le sue braccia,lasciandosi stringere forte contro il suo petto, respirando a pieni polmoni il suo profumo.

-Avevo paura di non rivederti...-gli aveva detto.

Lo aveva sentito ridere,con il viso nascosto fra i suoi capelli.

-La nonna non mi avrebbe mai lasciato a casa...Piuttosto mi avrebbe consegnato personalmente ai Mangiamorte-le aveva detto.

Lei aveva riso,alzando lo sguardo e affondandolo dentro i suoi occhi e,dopo mesi di lontananza,aveva posato di nuovo le labbra su quelle di lui,riscoprendo il loro sapore e quello della sua bocca.

E per un attimo,mentre la gente passava loro accanto e si affollava attorno al Treno,loro due avevano dimenticato tutto e tutti,creando un loro mondo:esistevano loro due soltanto.

Ed era in quel mondo che si erano rifugiati per tutta la durata di quell'anno,il piu' difficile,si erano fatti forza a vicenda e aiutati quando sembrava che le cose sembravano aver preso una piega irreparabile.

Ed una notte poco prima delle vacanze di Natale,per festeggiare quei mesi preziosi passati insieme,Neville le aveva fatto una sorpresa:le aveva fatto dire da Ginny di andare nella stanza delle Necessità e quando lei era arrivata,la porta si era aperta,mostrandole un tavolo per due apparecchiato con una tovaglia bianca e un candelabro con due candele accese.

Aveva fatto qualche passo nella Stanza,e nell'angolo piu' lontano aveva visto un letto a baldacchino con una pesante coperta;il pavimento era ricoperto di tappeti e alzando lo sguardo si era accorta che il soffitto era stato incantato in modo da mostrare le stelle che illuminavano la notte.

Ma dov'era Neville?

Si era voltata verso la porta e l'aveva visto:era bellissimo vestito con quel completo elegante, e con i capelli ribelli tenuti a bada con il gel.

Le aveva rivolto un sorriso timido e aveva fatto qualche passo verso di lei.

-Ti piace?-le aveva chiesto incerto.

-E me lo chiedi?E' bellissimo...-aveva detto lei guardandolo con gli occhi che luccicavano dalla felicità.

-Volevo far qualcosa di carino per te prima di partire per le vacanze...-le aveva detto lui,arrivando davanti a lei e prendendola fra le braccia.

Luna aveva sorriso.

-Nessuno ha mai fatto una cosa così dolce per me-gli aveva detto sincera.

Poi si era sporta per baciarlo,trovando subito la risposta del ragazzo.

Neville aveva pensato anche alla cena:tutto le sue pietanze preferite,compresa la torta al cioccolato come dessert.

-Hai già fatto le valigie?-le domandò Neville quando furono al dolce.

Aveva evitato di farle quella domanda per tutta la cena,ma ora sapeva di non poter aspettare oltre.

Lei aveva annuito.

-Papà verrà a prendermi alla stazione come sempre...Tu hai preparato tutto?-domandò lei.

Neville annuì in silenzio.

-A cosa pensi?-gli aveva chiesto lei.

Neville l'aveva guardata e aveva posato la forchetta sul piattino.

-Stavo pensando...che ne dici di passare insieme le vacanze?

Voglio dire passere il Natale con i nostri parenti,e poi lascere tutto e tutti per starcene un pò da soli-le propose.

-E dove?-domandò lei.

-Possiamo prenotare in qualche albergo in Scozia,o in Cornovaglia se vuoi...Ti porterò ovunque tu voglia andare-le aveva detto prendendole una mano fra le sue.

Luna aveva sorriso e aveva abbassato lo sguardo leggermente imbarazzata da quelle parole:era la prima volta che qualcuno le diceva quelle cose.

-Credi che tua nonna ti lascerà partire?-gli aveva chiesto.

-Ormai sono maggiorenne-le aveva ricordato Neville.

Lei aveva annuito.

-Allora dobbiamo solo decidere dove andare...-aveva concluso Luna.

Neville aveva sorriso estremamente sollevato e si era alzato per prenderla fra le braccia.

-Ho avuto paura che mi dicessi di no...-le aveva confessato prima di posare le labbra su quelle della ragazza.

L'aveva stretta contro il suo corpo,mettendole una mano dietro la schiena,mentre le braccia di Luna si stringevano attorno al collo del ragazzo.

Lentamente il bacio era diventato piu' profondo,piu' intenso,e aveva portato i due ragazzi a volere di piu':non era la prima volta che quel calore si impossessava di loro,ma ogni volta uno dei due,quasi sempre Neville,si staccava e cercava di riportare la situazione ad un livello meno pericoloso.

Luna le labbra ancora unite a quelle del ragazzo,era indietreggiata fino a toccare il bordo del tavolo con il fondoschiena,e vi si era quasi seduta sopra.

Le mani di Neville avevano preso ad accarezzarle i fianchi e le loro labbra si erano staccate,in cerca d'aria,per poi tornare a unirsi di nuovo pochi istanti dopo,ancora piu' fameliche.

Come se seguissero un percorso,le mani di Neville avevano accarezzato i fianchi di Luna,per passare poi alla schiena e sfiorare con la punta delle dita la curva del seno.

Luna aveva allacciato le braccia attorno alla vita di Neville avvicinandolo a sè,per evitare che lui cambiasse idea e si allontanasse da lei,togliendole quel calore e quelle carezze.

Infatti,come se le avesse letto nel pensiero,pochi attimi dopo,Neville si staccò da lei iniziando a camminare per la stanza,dandole le spalle.

Ormai lo conosceva bene e sapeva perchè si comportava così:le prime volte che Neville si comportava in quel modo strano,lei si sentiva terribilmente in imbarazzo,quasi in colpa certa di aver fatto qualcosa di male.

Poi lui le aveva spiegato,cercando di vincere l'imbarazzo per quell'argomento,che ogni volta che si lasciavano andare il suo corpo rispondeva in maniera evidente a quei baci e a quelle carezze e per evitare di arrivare ad un punto di non ritorno,preferiva fermarsi ai primi accenni dell'eccitazione.

Non c'era stato neanche bisogno di chiedergli perchè si comportava così:sapeva che lo faceva per lei.

Luna non aveva mai avuto esperienze con altri ragazzi e lo stesso valeva con Neville e il rapporto con il sesso opposto:erano entrambi vergini e inesperti e finora il fatto che lui non le facesse nessuna pressione per fare l'amore era stato un sollievo.

Ma quella notte no.

Non poteva sopportare un'altro rifiuto.

Si era staccata dal tavolo e era andata alle spalle di Neville,mettendo entrambe le mani sulle spalle del ragazzo.

-Ancora un'attimo...-aveva detto lui,senza voltarsi.

-Neve guardami!-gli aveva detto con voce quasi autoritaria.

Neville si era voltato e,come al solito,aveva legato i suoi occhi a quelli della ragazza,sorridendole in maniera disarmante.

Senza dire niente,Luna aveva posato le sue labbra su quelle del ragazzo e aveva iniziato a dargli piccoli baci,dapprima dolci poi sempre poi intensi.

-Luna aspetta...-aveva cercato ancora di fermarla lui.

-No...Non voglio piu' aspettare-gli aveva detto guardandolo negli occhi.

Aveva ripreso a baciarlo e l'aveva portato vicino al letto a baldacchino,sperando che lui,impegnato nel bacio non protestasse.

Avevano passato insieme tutta la notte,facendo l'amore per la prima volta e addormentandosi una nelle braccia dell'altro,svegliandosi poi all'alba per tornare nelle rispettive Case.

Poco prima di separarsi,Neville le aveva dato un'ultimo bacio e aveva incatenato di nuovo il suo sguardo.

-Nessun rimpianto?-le aveva domandato.

Lei aveva sorriso e scosso la testa.

-Neanche mezzo-

Si era allontanata con ancora davanti agli occhi il sorriso felice di Neville per quelle sue parole.

Purtroppo non avevano potuto fare quella vacanza che avevano progettato durante quella cena, per colpa dell'apprensione della nonna di Neville e di suo padre,e anche quando erano tornati a scuola erano davvero poche le occasioni per stare insieme piu' di mezz'ora.

Luna ricordava il resto di quell'anno come una serie di flashback sempre piu' cupi e spaventosi, alla stegua di quelle storie di terrore che i babbani si raccontano durante le vacanze attorno ad un fuoco acceso.

Le sembrava di essere nel centro del tunnel,nel buio piu' nero,e dovunque si voltasse non riusciva a scovare da nessuna parte l'uscita e la luce.

E poi all'improvviso...la luce era esplosa con la potenza di un incantesimo Lumos.

La luce e la pace.

Harry era tornato ad Hogwarts e aveva affrontato Voldemort avendo la meglio sul Signore Oscuro,portando la pace nel mondo magico.

Erano liberi...per la prima volta non dovevano piu' preoccuparsi di quello che sarebbe accaduto di li a poco o aver paura per i propri cari.

Certo quella pace era costata cara:tante morti e sofferenze...tanti amici cari che erano stati molto importanti nella sua vita.

Ancora adesso le faceva male pensarci...

Quell'anno Neville aveva finito i suoi studi e lei non sapeva ancora cosa sarebbe stato di lui:avrebbe seguito il corso di Auror come Harry,Ron e Hermione?

Una sera,poco prima di separarsi per le vacanze si erano incontrati nel parco,poco lontano dal Lago Nero dove si erano dati il loro primo bacio quasi un'anno prima.

Si era seduta sull'erba con la schiena contro il torace di Neville e l'aveva ascoltato mentre le raccontava della scomparsa di Harry:si era volatilizzato e nessuno sapeva dove fosse;le disse poi che Ron e Hermione avevano intenzione di partire per andarlo a cercare.

Luna sapeva già della scomparsa di Harry perchè glielo aveva raccontato Ginny fra le lacrime e le aveva confessato che aveva deciso di partire a sua volta per riportarlo a casa,o in caso contrario,almeno per farsi spiegare perchè era scappato in quel modo.

-Tu sai già cosa farai a settembre?-gli aveva domandato lei,sperando di avere un tono distaccato nella voce.

Anche se era di spalle,l'aveva sentito annuire.

-Davvero?Cos'è?-gli aveva chiesto.

-La professoressa Sprite mi ha chiesto di fargli da assistente-le aveva detto.

Lei aveva staccato la schiena dal suo petto e aveva voltato la testa in modo da poter incontrare il suo sguardo.

-Vuoi dire che resterai ad Hogwarts anche l'anno prossimo?-gli aveva chiesto,con un sorriso incredulo ad illuminarle il viso.

Neville le aveva riavviato i capelli dietro l'orecchio destro e aveva sorriso.

-Credevi di poterti liberare così facilmente di me?-le aveva chiesto.

Gli aveva buttato le braccia al collo,perdendo l'equilibrio e cadendogli addosso,facendo finire entrambi distesi sull'erba.

Sarebbe rimasto con lei anche l'anno successivo...

Ma se avesse saputo cosa sarebbe accaduto,l'avrebbe spinto a fare il corso da Auror.

Quando a settembre erano tornati,lei per l'ultimo anno e Neville come assistente della professoressa Sprite,si era accorta subito che c'era qualcosa di diverso:le sue compagne dell'ultimo anno e quelle del sesto si erano accorte di Neville.

Tutti lo conoscevano e tutti improvvisamente volevano la sua compagnia:volevano sapere quello che era successo l'anno precedente durante la Battaglia o negli anni precedenti nelle sfide che aveva affrontato con Harry e gli altri.

Neville non sembrava dispiacersi di quell'improvviso interesse per lui e minimizzava ogni volta che Luna lo rendeva partecipe dei suoi timori.

-Non dirmi che sei gelosa?-le diceva sempre in tono scherzoso.

Erano cominciate così le liti,che lui riteneva stupide e prive di fondamento e che li aveva allontanati sempre di piu' finchè Luna,stufa di essere oggetto dei risolini delle sue compagne e di ragazze che non aveva mai conosciuto,aveva deciso di lasciarlo.

-Hai bisogno di un pò di tempo per capire se io sono veramente la ragazza con cui vuoi stare-gli aveva detto.

Erano sempre nello stesso posto,sempre di fronte al Lago Nero.

Lui non aveva detto nulla,l'aveva ascoltata in silenzio,e nel silenzio lei si era allontanata,mettendo la parola fine a quasi due anni di vita insieme.

Per quasi due mesi,Luna si era chiusa in un bozzolo,concentrandosi soltanto sui M.A.G.O. e fingendo che lui non esistesse:quando erano in Sala Grande,evitava di alzare troppo lo sguardo sulla tavolata degli insegnanti per non incontrare i suoi occhi,e durante le lezioni di Erbologia aveva convinto una ragazza del suo stesso anno a scambiare il tavolo di lavoro,premettendole così di allontanarsi da Neville.

Quando gli esami erano finiti,e la sua esperienza ad Hogwarts,lei aveva soltanto dovuto pensare a quale sarebbe stato il suo futuro.

Ma stranamente senza Neville non riusciva a pensare a niente:era come se senza di lui,la sua vita fosse diventata un'enorme buco nero.

Ma ancora una volta era arrivata la luce...

Mancavano due giorni alla fine della sua permanenza ad Hogwarts e,spinta da un'attacco di nostalgia, aveva deciso di dire addio ai posti che l'avevano vista felice con Neville.

Alla fine del tour era arrivata anche davanti al Lago Nero e,quasi subito aveva sentito i passi sull'erba.

-Ciao-aveva detto,senza neanche voltarsi.

Non ne aveva bisogno:sapeva benissimo chi era.

-Come stai?-le aveva chiesto Neville facendo un passo in avanti.

-Che ne dici di saltare i preamboli?-aveva proposto lei.

Lui si era zittito e Luna l'aveva sentito fare un'altro passo verso di lei.

-Ti rivoglio nella mia vita...-le aveva detto.

Questa volta era stata Luna a restare in silenzio,spingendo Neville a continuare.

-Ho passato due mesi d'inferno senza di te e ho capito...ho capito che non posso e non voglio stare senza di te-le disse.

Lei si era voltata per guardarlo e,come sempre,i suoi occhi l'avevano attirata facendole dimenticare il resto.

-Non sopporto di sentirti così distante,di saperti così vicina e non poterti toccare...Di non poterti dare la buonanotte o che tu non sia l'ultima persona che vedo prima di addormentarmi...-le aveva detto arrivando di fronte a lei.

Ancora muta,Luna aveva tenuto lo sguardo nei suoi occhi,senza ribellarsi quando lui le aveva preso il volto fra le mani.

-Mi manca il tuo profumo,il tuo calore,mi mancano le tue labbra...Mi manca quando ti addormentavi contro il mio braccio...Ti prego...-aveva concluso.

Luna era rimasta ancora qualche istante in silenzio,poi aveva sospirato,sapendo benissimo che avrebbe ceduto.

Lo aveva perdonato ed erano tornati insieme,con la sola differenza che ora lui viveva a Hogwarts doveva aveva sostituito la professoressa Sprite come insegnante d'Erbologia e lei viveva a Londra,in un'appartamento in cui lui andava a trascorrere il fine settimana due volte al mese.

A studi conclusi,Luna aveva deciso di non frequentare nessun corso speciale per Auror o per entrare al Ministero:era stanca di avventure o di situazioni pericolose.

Aveva bisogno di un lavoro rilassante...E cosa c'era di piu' rilassante della roba vecchia?

Si era accorta che molti maghi guardavano con curiosità alle cose vecchie,o d'antiquariato,dei babbani e si era chiesta come poteva sfruttare la cosa.

Ne aveva parlato con Ginny e lei le aveva raccontato della passione di suo padre per gli oggetti babbani,che ormai affollavano la loro cantina e la loro soffitta convincendola ancora di piu' che quello poteva essere il lavoro perfetto per loro.

Ginny,dopo aver cercato Harry in giro per il mondo magico per quasi sei mesi senza alcun risultato,era tornata a casa e aveva passato gli ultimi quattro mesi chiusa in camera,senza preoccuparsi di niente e di nessuno.

Per questo Luna l'aveva coinvolta con il progetto dell'antiquariato:aveva la segreta speranza che quel lavoro la potesse smuovere,facendole accantonare il pensiero di Harry per un pò.

Ed fortunatamente era riuscita nel suo intento:alla fine avevano aperto un negozio,il "Now and Forever",che il giorno dell'apertura poteva contare solo sugli oggetti "gentilmente" donati dal signor Weasley,ma che nel giro di pochi mesi aveva guadagnato clienti e donazioni d'oggetti.

Se nel lavoro le cose si stavano mettendo bene,lo scotto lo pagava il rapporto con Neville.

Aveva lavorato sodo negli ultimi mesi per curare l'apertura del negozio ed essere sicura che tutto fosse perfetto il giorno dell'inaugurazione,trascurando Neville.

Da quando era diventato professore,era cambiato:era diventato piu' sicuro di sè e mal sopportava le obiezioni.

Ormai anche durante i loro litigi,voleva sempre avere l'ultima parola e un paio di volte l'aveva scoperto a trattarla con sufficenza.

-Non sono uno dei tuoi studenti!-gli urlava contro lei spesso.

E alla fine erano iniziati i tradimenti.

Inizialmente lei non se ne era accorta:si vedevano poco e non aveva abbastanza esperienza per riuscire a captare tutti i segnali.

Però c'era qualcosa che non andava quando lei andava a trovarlo ad Hogwarts:erano tornate un'altra volta le risatine e le risate di sottecchi,e questa volta non erano da parte degli studenti...

Erano da parte dei colleghi di Neville.

Loro sapevano qualcosa che lo riguardava e che indirettamente riguardava anche lei.

Poi un giorno,cercando una pergamena nel cassetto della sua scrivania,aveva scovato un biglietto d'amore.

Prenderlo e leggerlo era stato piu' forte di lei:era firmato Syria e ringraziava Neville per la notte che avevano passato insieme.

Aveva accartocciato il foglietto fra le mani mentre lacrime di rabbia le avevano annebbiato la vista:chi accidenti era Syria?E cosa era successo fra di loro?

Era ovvio cosa era successo,anche un bambino di dieci anni avrebbe saputo risponderle!

Quando Neville era tornato dalla sua lezione l'aveva letteralmente assalito:aveva urlato,aveva chiesto spiegazioni,gli aveva lanciato contro il bigliettino e poi si era messa seduta sul bordo del letto in attesa della sua risposta.

-Non avresti dovuto frugare fra le mie cose-le aveva detto lui.

-Stavo cercando una pergamena!Chi è Syria?-aveva domandato ancora lei.

-Una mia studentessa dell'ultimo anno...l'ho aiutata con un progetto difficile ed ecco spiegato il biglietto-le aveva detto lui,trattandola ancora con quell'aria di sufficenza.

-Ci sei andato a letto?-aveva domandato alzando lo sguardo su di lui.

-Sei pazza?-aveva esclamato lui,in tono scandalizzato.

-Ci sei andato a letto?-aveva chiesto ancora lei.

-Assolutamente no!-disse Neville.

Luna era rimasta in silenzio,gli occhi in quelli dell'uomo:non aveva mai saputo mentire.

E non sapeva farlo neanche adesso...

-Ogni volta che vengo a trovarti,i tuoi colleghi mi guardano con compassione,hanno quasi pena di me.

Ridono alle mie spalle,Neville.Quindi te lo chiederò di nuovo e ti prego,ti prego dimmi la verità-gli aveva detto fissandolo con occhi tristi,ma fieri.

Neville era rimasto in silenzio,deglutendo a vuoto per la serietà della conversazione.

-Ci sei andato a letto?-aveva chiesto di nuovo Luna.

Neville aveva guardato i suoi occhi ancora qualche istante,poi senza fare alcun suono,aveva abbassato lo sguardo.

E a lei era bastato quel gesto per capire.

Si era alzata ed era uscita dalla stanza:non voleva che lui la vedesse piangere.

Nonostante l'orgoglio ferito,si era convinta a dargli un'altra possibilità,certa che fosse stato soltanto un'incidente e che non sarebbe successo piu'.

E invece era successo...Tante di quelle volte che ormai aveva perso il conto.

Convinto di passarla liscia,Neville non si curava piu' di coprire le sue malefatte,arrivando anche a portare le altre donne nella casa che divideva con Luna a Londra.

Il suono del telefono arrivò provvidenziale a strapparla da quei ricordi che si facevano sempre piu' dolorosi.

Si rizzò a sedere e si asciugò le lacrime con il dorso della mano sinistra,prima di tendere l'altra verso il comodino dove c'era posato il cordless.

-Pronto?-domandò.

-Luna?Sono Draco-disse la voce dall'altra parte del filo.

-Ciao Draco,se cerchi Neville se ne è già andato...-disse voltando la testa verso la porta che collegava la camera da letto con il soggiorno.

-Lo so...Mi ha telefonato prima-la interruppe lui.

Luna aggrottò le sopracciglia.

-E allora perchè hai chiamato?-domandò incurante di sembrare maleducata.

-Mi ha chiesto di passare da te a prendere gli altri scatoloni che ha lasciato,e io volevo sapere se potevo venire a prenderli-le spiegò Draco.

Ecco spiegato il mistero...

-Il tuo amico è troppo vigliacco per venire a finire il lavoro?O non vuole vedere le macerie che si è lasciato dietro?-gli domandò riversando la rabbia sull'uomo.

-Ti va bene se passo fra venti minuti?-domandò lui,senza rispondere alle domande della donna, ma Luna lo sentì sorridere nella cornetta.

-Prima arrivi e meno corri il rischio di trovarla ridotta in cenere-ribattè lei.

Questa volta sentì chiaramente il ghigno di Malfoy entrarle nell'orecchio anche attraverso il telefono.

-Ci vediamo fra poco-le disse ancora ghignando.

-A tra poco Draco-disse lei.

Quando posò il cordless sul comodino,il viso rosso e gonfio per il pianto si era aperto in un piccolo beneaugurante sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** How can you mend a broken heart ***


how

 

Tutta la comunità magica conosceva e temeva Draco Malfoy.

Tutti conoscevano chi era stato,cosa aveva fatto e cos'era adesso;tutti conoscevano la sua famiglia,la Nobile Casata dei Black-Malfoy,e se un tempo ne parlavano sottovoce,quasi con paura,adesso il tono era diverso:era sparita la paura e il disgusto,che era sempre stato presente nelle loro voci,ma abilmente nascosto,ora poteva essere mostrato apertamente.

Nessuno aveva piu' paura di Draco Malfoy,ma ancora lo temevano...Per quel segno che gli marchiava il braccio e che gli avrebbe ricordato a vita il suo errore.

Ogni volta che il suo sguardo,anche se fugacemente,si posava su di esso Draco sentiva una rabbia verso sè stesso:rabbia per quello che non era riuscito a fermare e per quello che non aveva potuto fare.

Quel Marchio Nero,che un tempo aveva mostrato ai suoi compagni con orgoglio,vantandosi della sua fortuna,ora gli ricordava solo la sua stupidità.

Non si smette di essere Mangiamorte,gli aveva detto un giorno suo padre...Lui era la prova vivente che si era sbagliato.

Era nato,era cresciuto ed era stato allevato con il solo scopo di essere un Mangiamorte al servizio di Lord Voldemort,eppure quando era arrivato il momento di schierarsi non aveva esistato un secondo a passare dalla parte dei cosiddetti "buoni".

Finì di allacciarsi i bottoni della camicia bianca,lo sguardo fisso sullo specchio nella camera da letto del suo appartamento ad Hogwarts:non c'era rimasto niente di quel ragazzo.

Soltanto il nome.

Aveva ancora gli stessi capelli biondi,ora tagliati corti e controllati con il gel in modo da farli ricadere ai lati del viso in ordinate ciocche;aveva ancora lo stesso naso e la stessa bocca,che tante donne avevano baciato e morso e gli avevano invidiato per la loro perfezione e pienezza...

Aveva ancora gli stessi occhi,o forse no?Forse dopo tutte le brutture a cui erano stati costretti ad assistere erano cambiati anche loro.

Forse non erano piu' gli stessi occhi argentei che facevano sospirare le donne e che nascondevano i suoi pensieri dietro una maschera di freddezza.

Magari dopo tutto quello che avevano visto,avevano perso un pò della loro glacialità e avevano fatto cadere quella maschera.

Si allontanò dallo specchio e infilò la cintura nei passanti dei pantaloni.

Non aveva nessuna voglia di andare da Luna,ma lo aveva promesso a Neville e lui non era mai venuto meno alla sua parola...

Soltanto una volta.

La piu' importante,quella che gli aveva salvato l'anima...

Sentì bussare con decisione alla porta e pochi secondi dopo questa si aprì.

Neville infilò parte del suo corpo nella stanza e lo guardò.

-Hai fatto quella telefonata?-gli domandò saltando i preamboli.

-Sto andando da lei adesso-gli rispose,continuando a tenere lo sguardo fisso sulla cintura,come se avesse paura di sbagliare qualcosa.

-Che voce aveva?-gli domandò l'altro,dopo un'attimo di esitazione.

-Te ne frega qualcosa?-ribattè,guardandolo.

-Dray!-disse come se quello bastasse a rimproverarlo.

-Neve,credo sia meglio che io finisca di prepararmi se vuoi avere indietro le tue cose intatte e non ridotte in cenere-disse sedendosi sul letto e infilandosi una calza.

Lo sentì espirare.

-Ok,va bene,ci vediamo piu' tardi!-gli disse Neville,prima di richiudersi la porta alle spalle.

Si lasciò andare ad un sospirò e buttò la calza sul letto:sapeva che sarebbe finita in quel modo.

Erano mesi che aspettava di sentire la deflagrazione di quella bomba,e finalmente quella mattina era successo.

Era quasi contento per Luna:ormai era diventata lo zimbello di Hogwarts.

Tutti,professori e studenti,sapevano delle scappatelle di Neville e lui sembrava non avere nessun'intenzione di coprire le sue malefatte,così ogni volta che la vedevano era un continuo di risatine e occhiate di compassione per quella povera ragazza che si ostinava a dare altre opportunità ad un'uomo che non sarebbe cambiato.

Si fermò un'istante a riflettere all'assurdità di quel pensiero:da quando era diventato empatico con una Corvonero?

Aveva sempre odiato chiunque non fosse un Serpeverde.

Accidenti lui era il Re delle Serpi!Era puro Serpeverde,il capello parlante non aveva neanche avuto bisogno di posarsi sulla sua testa per smistarlo!

Tutti i suoi amici erano sempre stati dei compagni di Casa...ma quando aveva avuto bisogno di loro,dove erano?

Dov'era Pansy che diceva di amarlo piu' della sua stessa vita?

Dov'erano Tiger,Goyle,Zabini,Nott?

Non appena era caduto in disgrazia non avevano pensato due volte prima di abbandonarlo al suo destino e salvarsi la pelle...ma in fondo cosa si aspettava?Anche lui avrebbe fatto lo stesso se fosse capitato ad uno di loro.

Allora perchè adesso ci restava così male?

Forse perchè era cambiato...

Quando Potter aveva sconfitto il Signore Oscuro,fin da subito aveva capito che non sarebbe piu' tornato a far parte dei "cattivi".

Ma cosa sarebbe diventato,allora?

Dopo gli ovvi festeggiamenti,nel mondo magico si erano aperti i processi per tutti coloro che avevano aiutato Voldemort a tornare al Potere.

Suo padre era stato portato ad Azkaban,il giorno stesso della morte di Voldemort,e da lì attendeva l'inizio del suo processo.

Sua madre,invece,si era rinchiusa a Malfoy Manor e si era praticamente isolata dal mondo, mantenendo i contatti soltanto con lui:sembrava tornata bambina.

Il suo piu' grande timore in quei mesi era stata la possibilità che anche sua madre venisse incriminata per colpa del patto che aveva stretto con Piton,ma fortunatamente non avvenne:per tutto quel tempo si occupò di lei neanche fosse una bambola di pezza.

Aveva imparato a vestirla,a lavarla,a farla mangiare anche quando lei non voleva,e qualche volta arrivava ad addormentarsi sulla sedia accanto a lei per essere sicuro che dormisse tranquilla.

Ma c'era anche un'altra paura che lo tormentava:la possibilità di essere incriminato per quello che era successo durante il quinto anno ad Hogwarts.

Non poteva finire ad Azkaban,non con sua madre in quelle condizioni...

Così una notte,dopo essersi assicurato che lei dormisse,si era smaterializzato ed era arrivato di fronte a quella che doveva essere una casa,anche se all'apparenza non ne aveva l'aspetto.

Superò il cortile e bussò alla porta.

Quando la porta si aprì,la luce che proveniva dall'interno lo colpì in pieno viso,impedendogli per qualche istante di riconoscere la persona di fronte a sè,poi strizzò gli occhi e ne riconobbe le fattezze.

-Salve Signor Weasley-lo aveva salutato con voce seria.

Sapeva che era già una grande vittoria il fatto che l'uomo avesse deciso di riceverlo,dopo tutto quello che lui e suo padre avevano fatto e detto contro la famiglia Weasley.

Aveva spedito quel gufo quasi senza speranza,pronto a rivolgersi alla McGranitt nel caso fosse stato necessario,ma la sera prima aveva ricevuto un messaggio di risposta che lo invitava ad andare a casa sua per quel giorno.

-Salve Malfoy-aveva detto l'uomo facendosi da parte per farlo entrare.

Si era ritrovato nella cucina,e aveva dato un'occhiata in giro cercando di non assumere un'aria troppo sostenuta o schifata per quello che aveva intorno,per non offendere l'uomo che poteva aiutarlo.

-Seguimi-lo sentì dire.

L'uomo lo guidò nella casa fino al salotto,dove gli indicò una sedia poco distante dal fuoco e si sedette sul divano di fronte a questa.

Draco si sedette e restò per qualche istante in silenzio,scoprendo di non sapere da dove cominciare.

Doveva chiedergli scusa?Non gli avrebbe mai creduto.

Andare dritto al punto?Forse era la cosa piu' giusta da fare...

-Ho bisogno di aiuto-aveva detto,ancor prima di poter cercare le parole adatte per iniziare il discorso.

L'uomo di fronte a lui l'aveva guardato in silenzio,le mani giunte sul grembo ed era rimasto in silenzio ad osservarlo per un tempo che gli sembrò infinito:quanto ci voleva per dare una risposta?

Forse aveva bisogno di qualche informazione in piu',pensò Draco all'improvviso.

Si mosse a disagio sulla poltrona e tornò a guardare l'uomo in volto,cercando di non incontrare il suo sguardo.

-Non posso finire ad Azkaban...Non so se c'è un processo contro di me per quello che ho fatto o se è soltanto una mia paura...ma non posso finire ad Azkaban-aveva ripetuto.

-Il Consiglio sta valutando se processarti o meno-fece l'uomo,parlando per la prima volta.

Per un'istante sembrò che tutta l'aria della stanza era stata risucchiata lasciandolo completamente senza fiato:stavano aprendo un processo contro di lui!

-Non posso andare ad Azkaban...-aveva ripetuto,per l'ennesima volta,nascondendo la sua paura dietro la durezza.

-L'avevo intuito...Perchè sarebbe un'offesa per la nobile famiglia Malfoy?-aveva chiesto l'uomo senza nessun'inflessione particolare nella voce.

Aveva scosso la testa e aveva capito che se voleva l'aiuto di Weasley al Ministero,doveva semplicemente dirgli la verità.

-Mia madre...Non posso lasciarla sola.

Da quando mio padre è in prigione è caduta in depressione:non mangia,non beve,a malapena si alza dal letto...Sono io che mi occupo di lei,e se ora voi mi sbattete ad Azkaban so già che lei si lascerà morire-aveva detto rivelando il segreto inconfessabile della sua famiglia.

Arthur Weasley l'aveva guardato in silenzio,aspettando che continuasse.

-Non posso perdere mia madre...-aveva aggiunto Draco.

Per la prima volta da quando erano in quella stanza,incontrò gli occhi del suo interlocutore e si accorse che erano tristi,pieni di una tristezza che niente e nessuno avrebbe potuto alleviare.

-Malfoy,capisco le tue onorevoli motivazioni,ma non so se al Ministero basteranno-gli aveva detto.

-Sono disposto a tutto-gli aveva detto sicuro.

L'uomo l'aveva guardato qualche istante e poi aveva espirato forte.

-Io non lo so...-aveva iniziato.

-Anche a dire dove sono nascosti i Mangiamorte che state cercando-aveva rivelato,con lo sguardo sul viso di Weasley.

L'espressione del suo interlocutore era cambiata:da dubbiosa e sfiduciata era diventata,nel giro di pochi istanti,sicura e attenta.

-Quali?-aveva chiesto.

-Dai miei compagni di Casa ad alcuni dei piu' importanti-aveva continuato Draco serio.

Si erano guardati per qualche istante:uno voleva cercare nei suoi occhi argenti la prova che quelle non fossero menzogne e l'altro voleva dimostrargli la sua sincerità.

Almeno quella volta non aveva mentito o imbrogliato...Avrebbe fatto qualsiasi cosa per sua madre.

-Non è una decisione che posso prendere da solo...Devo parlarne con qualcuno al Ministero e poi ti farò sapere-aveva detto Weasley.

-Ma in cambio voglio la sicurezza che nè io,nè mia madre finiremo mai sotto processo o peggio ancora ad Azkaban...-aveva detto Draco,ponendo le sue condizioni.

L'uomo lo aveva guardato e poi,senza dire niente,si era alzato e gli aveva teso la mano.

Draco aveva fatto lo stesso e gli aveva stretto la mano.

-Ti farò avere notizie fra pochi giorni-aveva concluso Weasley.

Ovviamente erano state notizie positive e,grazie alle sue informazioni,molti dei Mangiamorte che avevano preso parte all'incursione ad Hogwarts durante il quinto anno e alla Battaglia furono catturati e processati.

Lui e sua madre si erano salvati.

Suo padre,al contrario,aveva ricevuto una condanna a vita ad Azkaban,senza possibilità di contatti con i suoi famigliari,cosa che aveva scioccato sua madre piu' della sentenza stessa.

Non si era mai ripresa,fino al giorno della morte neanche sei mesi dopo.

Le aveva fatto un gran funerale,con una bara bianca di marmo e tanti fiori,tante rose,che ricoprivano il feretro:nella tomba aveva messo una sua foto e una di suo padre.

Non voleva che fosse sola...

L'aveva sepolta al Manor,poco lontano dal labirinto dove lui e suo padre si divertivano a sfidarsi quando lui era ancora un bambino ed ad un'occhio estraneo apparivano come una spensierata famiglia felice.

Si era chiesto piu' volte,se era veramente servito vendere tutta la cerchia d'amici dei suoi genitori al Ministero visto che sua madre comunque non era piu' con lui.

Ma se non l'avesse fatto,lei sarebbe morta ad Azkaban circondata da pazzi assassini e da Dissennatori,magari proprio per colpa loro.

Aveva sicuramente fatto la scelta piu' giusta...

Poco tempo dopo la conclusione dei processi piu' importanti,aveva conosciuto sua moglie.

Sua moglie...Alle volte si dimenticava persino di essere sposato.

Astoria Greengrass,la sorella di Daphne,un'altra delle tante compagne di letto che aveva avuto durante i sette anni ad Hogwarts.

L'aveva conosciuta causalmente un giorno che era in giro per Diagon Alley:stava uscendo da un negozio e le era letteralmente andato addosso.

Per effetto della spinta,lei era caduta a terra e Draco,spinto dal suo animo gentile e cavalleresco,le aveva offerto la mano per aiutarla a rialzarsi.

-Le sembra il modo di camminare questo?-gli aveva detto la donna,rimettendosi in piedi.

Draco aveva posato lo sguardo sul bel viso della donna e si era fermato un'istante ad osservarla: occhi neri profondi e fiammeggianti,un naso perfetto con la punta leggermente all'insu' che sovrastava una bocca piccola e piena.

Il tutto in una cornice di capelli neri splendenti,che facevano risaltare ancora di piu' la pelle candida.

-Vogliamo parlare del suo modo di camminare?Era lei quella che stava entrando,avrebbe dovuto vedermi-aveva ribattuto Draco,un ghigno malandrino sul viso.

-Che faccia tosta!-aveva detto lei prima di scansarlo di lato per entrare nel negozio.

Draco si era voltato a guardarla attraverso i vetri del negozio e aveva deciso che doveva assolutamente sapere chi fosse.

Non ci aveva messo molto:nel giro di pochi giorni aveva scoperto il suo nome,la sua età e se fosse libera o meno,non che la cosa fosse importante.

Quando aveva deciso la sua preda,la presenza di un rivale rendeva la caccia solo piu' divertente.

Aveva aspettato un'altro giorno prima di presentarsi a casa sua,con un mazzo di gigli bianchi per Daphne.

Se ricordava bene erano i suoi fiori preferiti.

Daphne era l'unica che non gli aveva voltato le spalle dopo il processo:anche suo padre era morto nella Battaglia e da quel momento qualcosa era scattato in lei facendole cambiare idea e facendole capire quanto tutto in realtà fosse stupido e insensato.

Era diventata la sua migliore amica in pochissimo tempo ed era l'unica che veniva a trovare sua madre e che era venuta al suo funerale.

Quando aveva bussato alla porta,il destino aveva voluto che fosse proprio Astoria ad aprirgli,che vedendoselo di fronte,era rimasta alcuni istanti silenziosa sbigottita.

-E lei che ci fa qui?-gli aveva chiesto poi.

-Tu sei Astoria Greengrass-aveva detto Draco,senza rispondere alla sua domanda.

-Ci conosciamo?-aveva domandato lei,perdendo per un'attimo la sua aria acida.

Draco aveva sfoggiato uno dei suoi ghigni migliori e aveva fatto un mezzo inchino.

-Draco Malfoy,per servirti-si era presentato.

Si era accorto subito che le guance della donna erano diventate paonazze,ma da buon gentiluomo aveva fatto finta di non notarlo.

A quanto pare la sua fama lo precedeva ancora una volta...

-Daphne è in casa?-aveva chiesto poi.

La ragazza si era fatta da parte per farlo entrare e aveva chiuso la porta dietro di lui.

Daphne lo aveva accolto con il solito affetto e lo aveva abbracciato alla sola vista dei fiori.

Era rimasto da loro per un'ora parlando soltanto con Daphne e lanciando dei veloci sguardi ad Astoria incontrando sempre il suo sguardo senza però rivolgerle mai la parola,concentrando tutta la sua attenzione sull'amica.

Quando se ne era andato,era stata sempre Astoria che lo aveva accompagnato alla porta e approfittando di quel momento da soli,Draco le aveva chiesto un'aiuto per sistemare la tesa della giacca.

Sapeva farlo benissimo da solo,ma voleva sapere che sensazioni gli avrebbe dato il corpo della donna accanto al suo.

Astoria era stata al gioco:con mani agili gli aveva sistemato la tesa della giacca,sfiorandogli con la punta delle dita la pelle del collo e facendolo fremere quando i loro occhi si erano incontrati.

-C'è qualche possibilità che ti riveda...-le aveva chiesto,gli occhi in quelli di lei.

Lei aveva sorriso maliziosa e aveva alzato le spalle.

-Magari uno di questi giorni potrei tornare in quel negozio e scontrarmi con un'emergumeno che non sa camminare...Tutto è possibile-gli aveva detto a bassa voce.

E poi se ne era andata.

Era stata una guerra anche il corteggiamento.

Se avesse capito prima quanto gli sarebbe costato soddisfare quel desiderio,avrebbe ceduto le armi e si sarebbe concentrato sulla prossima preda.

Ma era testardo e si era fissato su di lei:lei che si rifiutava persino di dargli un bacio e quando lo faceva sembrava fargli un'enorme favore.

-Possibile che tu sia così altezzosa anche quando ci sono di mezzo i sentimenti?-le aveva chiesto lui.

-Sentimenti?Tu hai dei sentimenti per me?Io credevo volessi solo portarmi a letto-aveva ribattuto lei sarcastica.

-E anche se fosse?E' vero voglio venire a letto con te,ma tu lo fai sembrare come se stessi pensando a chissà che peccato mortale-aveva commentato lui duro.

Astoria aveva riso:una risata senza allegria.

-Sai bene che se vuoi avermi nel tuo letto devi sposarmi-gli aveva ripetuto.

-E tu sai perfettamente che non lo farò!-aveva concluso lui.

Avrebbero ghiacciato le fiamme dell'inferno prima che Draco Malfoy si fosse lasciato convincere a mettere una fede nuziale al dito.

Fortunatamente la sua vita non girava tutta intorno ad Astoria:aveva il suo lavoro ad Hogwarts.

Era diventato professore di Pozioni.

Neanche lui poteva crederci quando gli era arrivata la convocazione della Preside McGranitt che gli chiedeva un colloquio:aveva pensato alle cose piu' strane ma non a quello.

Quando poi si era visto offrire il posto che un tempo era stato di Piton si era sentito... apprezzato:avevano capito che era bravo in qualcosa.

-Vi fidate di me?-non aveva potuto trattenersi dal chiedere alla McGranitt.

-Sei un'ottimo pozionista e credo che sarai anche un'ottimo insegnante-aveva risposto la preside.

-Ma io non me la so cavare con gli studenti...-aveva ribattuto lui,attraversato da quel pensiero.

Aveva visto la McGranitt sorridere leggermente.

-Perchè Piton lo sapeva fare?-gli aveva chiesto ancora sorridendo.

Anche a lui scappò un sorriso:tutto si poteva dire di Piton,tranne che fosse il migliore amico degli studenti.

-Allora accetti la mia offerta?-aveva domandato poi la donna riportandolo alla realtà.

Aveva annuito.

-Benvenuto ad Hogwarts professor Malfoy-aveva detto la donna alzandosi e porgendogli la mano.

E da allora era il professor Malfoy.

Ed il marito di Astoria Greengrass...alla fine aveva ceduto al desiderio.

Non all'amore.

Voleva quella donna con ogni piu' piccola fibra del suo corpo e l'aveva avuta.

La sera prima delle nozze,durante l'addio al celibato,si era portato a letto una delle spogliarelliste che Neville,il suo testimone gli aveva fatto trovare in camera...ma non era servito a niente.

Era un bisogno fisico di soddisfare quella passione a lungo trattenuta:era sicuro che Astoria si sarebbe sciolta come neve al sole al tocco delle sue carezze e non vedeva l'ora di sentire le sue grida di piacere e le sue suppliche.

Ma non era successo...

Come se volesse metterlo in guardia,la mattina del suo matrimonio,il suo cervello ebbe una crisi di coscienza che lo portò quasi a non presentarsi:bastava il sesso per sposare qualcuno?

Fortunatamente,o sfortunatamente,il suo testimone Neville Paciock l'aveva fatto tornare in sè e l'aveva messo davanti all'altare ad aspettare la sposa.

Il suo testimone...chi avrebbe mai pensato che avrebbe chiesto ad un Grifondoro di fargli da testimone?

Chi avrebbe mai detto che il suo migliore amico sarebbe stato quel patetico,timido e goffo Paciock?

Nessuno neanche lui...Ma era successo,e adesso si chiedeva come era possibile che non fosse successo prima.

Neville era diventato il professore di Erbologia ed era stata la prima persona che aveva incontrato sul Treno per Hogwarts.

L'unico scompartimento libero per gli insegnanti era quello dove era seduto Paciock e,con qualche riluttanza iniziale,si era seduto lì,di fronte al finestrino.

Erano rimasti in silenzio per un pò finchè Neville non aveva parlato per primo.

-Che c'è Malfoy ti hanno invalidato i M.A.G.O.?-gli aveva chiesto,con lo sguardo sempre sul finestrino.

Draco l'aveva guardato,sorpreso che gli avesse veramente rivolto la parola e che avesse anche fatto una battuta:non era Paciock quello che aveva paura anche della sua ombra?

-Almeno a me hanno qualcosa da invalidare...Tu non hai neanche quelli-gli aveva detto.

Neville aveva sorriso e aveva voltato il capo verso di lui,incontrando il suo sguardo.

-Devo aspettarmi l'arrivo della tua milizia per aver osato parlarti?-gli aveva chiesto poi.

Lui aveva scosso la testa.

-Non verrà nessuno...E i tuoi stupidi amici Grifondoro?-aveva ribattuto Draco.

Neville aveva scosso la testa a sua volta.

-Tutti impegnati in faccende piu' importanti dell'insegnare alle nuove generazioni-aveva detto con una leggera punta di amarezza nella voce.

Era iniziato tutto da lì,da quel momento:si erano sentiti in contatto,vicini,con qualcosa da condividere.

La loro amicizia aveva fatto sorridere tutti i vecchi professori che li avevano visti litigare e lanciarsi addosso incantesimi e maledizioni.

Adesso a vederli ci si domandava come mai non se ne fossero accorti prima del legame speciale che li univa.

Al contrario di Astoria,che si rifiutava categoricamente di venire ad Hogwarts,perchè la considerava un posto poco elegante,Luna veniva ogni due settimane a far visita al fidanzato.

La prima volta che si erano incontrati non avevano avuto molto da dirsi,anzi si erano presentati ed ogniuno era andato per la sua strada.

Poi però le cose erano migliorate:Luna era una delle poche persone che lo faceva ridere e con cui aveva un vero rapporto d'amicizia.

Quando per una volta avevano provato ad analizzare la loro amicizia,entrambi avevano convenuto che questa si basava sulla totale assenza di punti in comune:non c'era niente che piacesse ad entrambi o su cui fossero d'accordo.

Però insieme si divertivano e Draco era in un certo senso affascinato da Luna:era diversa da tutte le donne che aveva conosciuto nella vita.

In un certo senso,aveva qualcosa che gli ricordava sua madre.

Era la prima donna con cui era amico senza esserci andato a letto:era diversa anche da Daphne.

Così quel giorno quando l'aveva vista seduta vicino al Lago Nero,in lacrime,aveva capito che cosa era successo e che lei aveva bisogno di un'amico.

Si era seduto sull'erba accanto a lei ed era rimasto in silenzio,aspettando che i suoi singhiozzi si calmassero un pò.

-Tu lo sapevi,vero?-gli aveva chiesto lei dopo un pò,ancora con il respiro mozzo.

I suoi occhi erano rossi e gonfi,e lui per una volta ebbe voglia di prendere a pugni Neville per il modo stupido in cui si stava comportando.

Aveva annuito senza dire altro.

-Perchè non me lo hai detto?-gli aveva urlato contro,riversandogli in quella frase tutta la rabbia che provava per Neville.

Si era alzata e aveva fatto qualche passo per allontanarsi da lui,ma era stato inutile,visto che Draco la seguiva pronto per spiegarsi.

-Cosa avrei dovuto dirti?Come avrei dovuto dirtelo?

Avrei dovuto parlare del tempo e nel mezzo della conversazione dirti che era andato a letto con una studentessa dell'ultimo anno?-le aveva domandato lui,cercando di farla ragionare.

-Avresti dovuto trovare il modo!

Tu sei mio amico,cazzo!Gli amici dovrebbero aiutarti-aveva ribattuto lei.

-L'ho fatto!Ti ho protetto da tutte le risatine e dalle malelingue che giravano per la scuola,ma non posso aprire il cervello di quell'idiota del tuo fidanzato e fargli smettere di tradirti-ribattè Draco adattando il tono della sua voce a quello di Luna.

Luna si era fermata e lo aveva guardato,spaventata,senza piu' alcuna difesa.

-E' carina?-gli aveva chiesto,improvvisamente curiosa.

-Cosa?-

-E' carina questa studentessa?E' piu' bella di me?-aveva chiesto ancora lei.

-No,no che dici...E' solo piu'...-aveva detto cercando di riparare alla situazione che sembrava sempre piu' disperata.

-Piu' giovane-aveva concluso lei,ancora piu' sfiduciata.

-Parli come se fossi una cariatide:non hai ancora vent'anni!

E' vero è piu' giovane,ma non è per quello che Neville se l'è scopata-ribattè lui,andandole accanto e mettendole un braccio sulle spalle.

Luna aveva alzato lo sguardo su di lui,insicura e triste.

-Quella ragazza lo ha messo su un piedistallo:ai suoi occhi sembrava Potter!

Per lui rappresentava la novità,credo che fosse la prima volta nella sua vita che qualcuno gli desse tanta importanza-le aveva spiegato.

Luna aveva sospirato e si era coperta gli occhi rossi con una mano.

-E adesso cosa devo fare?-gli aveva chiesto.

Come poteva risponderle?Avrebbe peggiorato le cose in entrambi i casi.

-Non posso dirtelo:sei tu che devi capire quello che è piu' giusto per te-

Luna aveva annuito,strofinandosi poi  l'occhio destro con il pugno chiuso,neanche fosse ancora una bambina,e quel gesto piccolo lo aveva riempito di dolcezza,spingendolo a scappare il piu' lontano possibile.

Stava succedendo qualcosa di strano...

Alla fine Luna e Neville erano tornati insieme e lui aveva continuato a tradirla,sempre e piu' sfacciatamente...

Fino a quella mattina,quando Neville era venuto nel suo ufficio poco dopo una lezione e gli aveva detto che aveva chiuso con Luna.

-Le hai detto anche perchè?-aveva domandato senza neanche alzare lo sguardo dalla pergamena che aveva sul tavolo.

-Me lo ha chiesto...-

-E tu avresti dovuto mentire e dirle che non l'amavi piu'!-aveva ribattuto Draco.

Luna doveva essere a pezzi.

-Sai che non sono bravo a mentire e poi lo aveva capito anche lei che c'era un'altra...-

Draco aveva alzato lo sguardo verso l'amico:certe volte sembrava regredire ad un'adolescenza indolente e stupida,in cui tutto gli veniva perdonato per la sua goffaggine e idiozia.

Non aveva capito ancora che ora doveva assumersi le sue responsabilità,altrimenti altre persone avrebbero sofferto a causa sua:era ancora convinto che qualcun'altro avrebbe risolto i suoi casini.

-Perchè me lo stai dicendo?-gli aveva chiesto,cominciando a sentire puzza di bruciato.

-Avrei bisogno di un favore...-aveva iniziato.

Così gli aveva chiesto di andare da Luna a prendere il resto delle sue cose.

E Draco aveva accettato soltanto per evitare un'omicidio...

Infilò la giacca e uscì dal suo appartamento,pronto a smaterializzarsi a casa di Luna.

Dalla caduta di Lord Voldemort,le difese di Hogwarts erano state abbassate:la McGranitt aveva annullato il divieto di smaterializzarsi dentro e fuori dai confini del castello.

Quindi Draco,dopo aver controllato che nel suo ufficio tutto fosse in ordine,si smaterializzò a Londra,praticamente sul pianerottolo di Luna,di fronte alla sua porta.

Controllò che nessuno l'avesse visto,ma era quasi buio e poche persone si arrischiavano ad uscire con le tenebre.

Suonò il campanello a lungo per sovrastare la musica che si sentiva fin sul pianerottolo e che veniva dall'appartamento.

Conosceva quella canzone:l'aveva sentita mille volte,ma non si era aspettato di sentirla adesso.

Era la canzone di Neville e Luna,quella che ascoltavano praticamente sempre e che lui usava ogni volta che voleva farsi perdonare un tradimento.

Luna,in pantaloni neri elasticizzati e un top rosa gli aprì la porta e gli rivolse un sorriso triste.

-Non credevo fossi così masochista-le disse entrando in casa e chiudendosi la porta alle spalle.

-Di che parli?-domandò avviandosi verso il salotto,voltando solo la testa a guardarlo.

-La canzone.Perchè la stai ascoltando?-le domandò togliendosi la giacca e appendendola all'attaccapanni.

Draco la raggiunse nel salotto e la trovò seduta sul divano color panna,le gambe incrociate e un cuscino posato sulle ginocchia.

-Per ricordarmi quanto sono stata stupida-disse lei,lo sguardo nel suo.

Draco si guardò in giro nella stanza e vide due scatole di cartone posate sul tavolo,poi individuò lo stereo e in pochi passi vi fu davanti e lo spense.

-Ehi stavo ascoltando!-disse Luna seguendolo con lo sguardo.

-E' proprio per quello che ho spento.Hai qualcosa da bere?-le domandò cambiando argomento.

-Vicino al televisore...Serviti pure-gli disse indicandogli il carrello degli alcolici.

Restarono in silenzio qualche istante mentre l'uomo si versava il suo FireWhisky e poi tornava a guardarla.

-Come stai?-le domandò andando a sedersi accanto a lei.

-Mi sento un'idiota:avrei dovuto lasciarlo quando mi ha tradito la prima volta...Almeno mi sarebbe rimasta un pò d'autostima-gli disse.

-Possibile tu sia sempre così pessimista?Guarda il lato positivo-le disse bevendo un sorso dal suo bicchiere.

Luna lo guardò curiosa,in attesa di sapere quale fosse il lato positivo.

-Almeno ti è rimasto l'appartamento-scherzò lui.

Luna gli tirò il cuscino,facendo volare un pò del FireWhisky sulla camicia bianca dell'uomo.

-Sei uno stupido!Quella l'avevo anche prima,anzi è mio visto che sono io che pago l'affitto-disse sistemandosi meglio sul divano.

Draco guardò di nuovo gli scatoloni sul tavolo e poi guardò Luna.

-E' quella tutta la sua roba?-le domandò serio.

Luna annuì.

-C'è...C'è qualcosa che è andato bruciato accidentalmente?-le domandò con un ghigno sulle labbra.

Luna sorrise e scosse la testa.

-Non sono così meschina...E poi non mi avrebbe aiutato-gli spiegò.

Draco la guardò in silenzio.

-La cosa che mi fa piu' imbestialire è stata la mia ingenuità...Tutte le volte che ho deciso di chiudere gli occhi e di non vedere,tutti quegli indizi...Le volte che gli davo un'altra possibilità ben sapendo che l'avrebbe fatto di nuovo...Come posso essere stata così imbecille?-domandò alzando la voce sempre di piu' ad ogni domanda.

Draco finì di bere il suo Whisky e posò il bicchiere vuoto sul tavolino poco distante.

-Basta!Smettila con le recriminazioni e con i piagnistei:non servono a niente.

Non sopporto le donne che piagnucolano!

Pensa che te ne sei liberata e che ora puoi cercartene un'altro...Sei una donna sexy,e credimi io me ne intendo...-

Luna scosse la testa leggermente sconsolata a quelle parole.

-Neville è stato l'unico che si sia mai accorto di me,quindi non credo di essere poi così sexy...-gli disse.

Poi un pensiero le passò per la testa e la fece sorridere maliziosamente.

-Tu ci proveresti con me?-gli domandò secca.

Draco aggrottò le sopracciglia,sopreso dal tono diretto della domanda.

-Come scusa?-le domandò.

-Sì...Se tu non mi avessi mai visto e mi incontrassi per la prima volta in un bar,mi inviteresti a bere qualcosa?-gli chiese lei.

Aveva le antenne per capire quando le cose si stavano prendendo la piega sbagliata,e ora stavano dando l'allarme per segnalare un pericolo:era meglio andare.

-Ok,credo sia meglio che interrompiamo questa conversazione prima che vada troppo oltre...-le disse alzandosi dal divano.

-Non hai risposto!-disse lei alzandosi e seguendolo in giro per la stanza.

-Ammetterai che non è strano-disse lui guardandola.

-Cos'è ti ho spaventato?-gli domandò lei sorridendo divertita.

Draco ghigno in risposta al suo sorriso e scosse la testa.

-E' solo che non mi sarei aspettato quella domanda...Mi hai preso in contropiede-le disse spostando alcune ciocche di capelli da davanti agli occhi.

Luna sorrise divertita:Draco fu sollevato di vederla piu' tranquilla,visto lo stato in cui l'aveva trovata neanche un'ora prima.

-Però non hai ancora risposto alla mia domanda-gli fece notare.

Draco sospirò leggermente esasperato e la guardò negli occhi:era strano vedere degli occhi così simili ai suoi...Gli occhi di Luna nonostante quello che avevano sofferto erano sempre fiduciosi e allegri.

-Va bene...Facciamo così:io ci penso e la prossima volta che ci vediamo ti darò la mia risposta-le disse serio.

Luna arricciò le labbra mostrandogli il suo disappunto e lui ghignò un'altra volta.

-Adesso devo andare-le disse tornando serio.

Luna annuì.

-Grazie per essere passato-gli disse con un lieve sorriso.

Lui fece un piccolo inchino con metà del corpo facendola sorridere di nuovo.

Fece per prendere una delle scatole di Neville,ma qualcosa lo portò a guardare di nuovo Luna e a scovarla in un'attimo di smarrimento e di tristezza.

Senza pensarci due volte,la prese fra le braccia e la strinse a sè facendole posare la testa contro la sua spalla destra.

-Sta tranquilla,andrà tutto bene-le disse,sentendosi improvvisamente protettivo.

Perchè si sentiva così?Era la prima volta che provava quelle sensazioni...

E perchè le sue antenne continuavano a urlare "PERICOLO" sempre piu' forte?

Luna staccò la testa dalla sua spalla e incontrò il suo sguardo facendogli un piccolo sorriso.

Per un'istante Draco si perse nella profondità di quegli occhi argentei e,ancora una volta agì d'istinto.

Avvicinò il viso a quello della donna e posò le sue labbra su quelle di Luna.

 

Salve a tutti!!

Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto e rencensito il 1 capitolo...Spero vi sia piaciuto.

Voglio inoltre scusarmi per eventuali errori di battitura e di ortografia.

E ora i ringraziamenti:xxxSailorKikaxxx(Sai che mi hai letto nel pensiero?Cmq grazie x l'enorme complimento!Adoro anke le Draco/Herm e chissà che un giorno nn mi venga un idea x scrivere su di loro.Quando dici ke ti ho fatto cambiare idea,che intendi?),Lallina88(Sn felice che George e Luna t piacciano,anke se x il momento George nn comparirà...Ovviamente c saranno anche gli altri!), Alemalfoy(Che te ne pare di qst capitolo solo sul tuo maritino?E di qst 2 capitolo?) Potterfanlalla17(Si è vero:Neville lo sto trattando proprio male in qste ff;penso sia l'unico personaggio veramente negativo,visto ke anke Draco è diventato "buono"),Ninny(Grazie x il complimento!Che te ne pare?)Lilla4ever(Cattivo,cattivo Neville!Dopo aver scritto di George e Luna,nn riesco a vederla con nessun'altro...)

BEne per il momento è tutto,io vi do appuntamento al prox capitolo...

"I'll be the light"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** I'll be the light ***


light

 

Aprì gli occhi e sbattè le palpebre piu' volte per capire dove si trovava.

Era la sua camera da letto.

Avvolta dalla penombra della sera,prima che la città diventasse completamente schiava della notte.

Si mosse nel letto,sistemandosi le coperte sul corpo e dando dei pugni al cuscino per dargli una forma piu' comoda.

Ma quando era andata a letto?

L'ultima cosa che ricordava era l'abbraccio di Draco nel salotto prima che questi se ne andasse... poi iniziarono a tornarle alla mente dei flash.

Non era stato solo un'abbraccio...

Draco l'aveva stretta fra le braccia e le aveva assicurato che presto tutto si sarebbe sistemato, ricordava che lei gli aveva sorriso e che lui l'aveva baciata.

DRACO L'AVEVA BACIATA!!!

Aveva posato le labbra sulle sue per un'istante,lo spazio di un secondo,e poi l'aveva guardata per vedere la sua reazione.

Ancora fra le sue braccia Luna l'aveva guardato negli occhi,quegli occhi così simili ai suoi,senza riuscire a capire cosa si stesse agitando nell'animo dell'uomo.

Senza riflettere aveva avvicinato il volto a quello di Draco e aveva poggiato di nuovo le labbra su quelle dell'uomo,chiudendo gli occhi al primo contatto con le sue labbra morbide.

Aveva lasciato le labbra chiuse,ancora leggermente incerta per quello che stava facendo,ma non appena aveva sentito la risposta di Draco al suo bacio,le aveva dischiuse per chiuderle sul labbro superiore dell'uomo.

Le mani di Draco erano sulla sua schiena e la spingevano piu' vicino al suo corpo,mentre le sue erano ancora nervosamente serrate contro la camicia bianca, stroppicciandola e riempendola di grinze.

Incontrò la lingua dell'uomo e la sfiorò con la sua, abbandonandosi lentamente alle sensazioni che sentiva.

-Che stiamo facendo?-aveva domandato lei,staccandosi per un'istante dalle labbra dell'uomo e guardandolo negli occhi.

Draco era rimasto alcuni istanti in silenzio e aveva espirato forte prima di parlare,senza però accennare a lasciarla.

-Non lo so...-le disse lasciando che il suo tono sincero trasparisse.

Ancora nel letto,Luna si coprì il volto con entrambe le mani ricordando quello che era successo,sentendo il viso diventare bollente per l'imbarazzo.

C'era però un'altra sensazione che stonava,che era diversa dal solito...

Alzò le lenzuola e si accorse di essere nuda sotto di queste,aumentando così l'imbarazzo.

Come accidenti era finita in quel letto,per giunta nuda?

Era stata lei a spogliarsi o era stato Draco a farlo prima di metterla a letto?

Voltò la testa di lato sul cuscino e sentì crescere ancora di piu' l'imbarazzo quando scorse accanto a sè la figura chiaramente nuda di Draco,placidamente addormentato dall'altra parte del letto.

CAZZO!

A quanto pare non si erano fermati a quel bacio...

Si rizzò a sedere e,coprendosi il corpo nudo con le lenzuola,prese la vestaglia che era poco lontano dal letto e la infilò prima di alzarsi.

Cercando di fare il minimo rumore possibile,uscì dalla camera da letto,e tornò in salotto.

Lì era dove tutto era cominciato...Magari le sarebbe tornato in mente qualcosa.

Possibile che erano andati a letto insieme e lei non ricordava niente?

Non era ubriaca,di questo era sicura,perchè non aveva il cerchio alla testa che aveva sempre quando era sbronza,quindi avrebbe dovuto ricordarsi di aver fatto sesso con Draco.

Era andata a letto con uno dei piu' desiderati uomini del mondo magico e non ne aveva nessun ricordo...La sua solita fortuna!

Si sedette sul divano,nella stessa posizione in cui ricordava di essere all'arrivo di Draco e ripercorse nella memoria l'arrivo dell'uomo e il loro breve discorso.

A conferma della presenza di Draco in salotto,prima che nella sua camera da letto,c'era il bicchiere vuoto di Whisky sul tavolino di fronte al divano;si ricordava di aver scherzato con lui e di avergli chiesto se la trovava sexy...beh visto quello che era successo,non aveva piu' bisogno di una risposta.

Poi Draco si era alzato per andarsene ed era stato allora che l'aveva abbracciata e c'era stato il bacio...

Si voltò e corrugò la fronte scorgendo a terra,dietro il divano,qualcosa che prima non c'era:si allungò e raccolse la camicia bianca di Draco.

E ricordò quando gliel'aveva tolta.

Draco aveva smesso di baciarla,lasciando a lei la scelta:potevano fermarsi e far finta che non fosse successo niente,oppure andare avanti e vedere come sarebbe andata a finire.

E lei aveva scelto di continuare.

Aveva posato le labbra su quelle di Draco,accarezzando con la punta della lingua il labbro superiore sentendo il leggero ricordo del Whisky su di esso;le mani dell'uomo erano tornate a posarsi sui suoi fianchi con un tocco fermo e delicato insieme, ricambiando il suo bacio.

Senza aprire gli occhi,l'aveva guidata verso il divano ma quando vi erano arrivati vicino,avevano sbagliato la mira andando a sbattere contro il bracciolo del divano;con un ghigno divertito Draco aveva aperto gli occhi per guardarsi intorno per poi farla sedere sul bracciolo,restando in piedi davanti a lei.

Era tornato a baciarla,lentamente e dolcemente,come se avesse tutto il tempo del mondo spingendola sempre piu' avanti con il suo corpo,facendole perdere l'equilibrio e cadere con la schiena sul divano seguita subito dall'uomo.

Luna rise seguita dalle risate di Draco,che incontrò di nuovo i suoi occhi,cercando anche un minimo dubbio che lo portasse a fermarsi e a riportare il loro rapporto a quello che era sempre stato,ma ancora una volta non ne aveva trovato neanche uno.

Anzi aveva visto un luccichio divertito e malizioso negli occhi di Luna,che lo spinsero ad andare avanti.

Facendo forza sulle braccia per non pesarle addosso,Draco aveva avvicinato il viso al suo e lei aveva teso le labbra per incontrare quelle di lui,ma l'uomo aveva iniziato a mordicchiarle il labbro inferiore,sfiorando poi con la lingua ovunque fossero passati i suoi denti.

Finalmente era riuscita a unire le loro labbra in un bacio piu' intenso dei precedenti iniziando una lotta con la lingua di lui,mentre le mani erano scese sulla camicia di Draco e avevano iniziato ad aprire i bottoni bianchi.

-Luna aspetta...-aveva detto Draco staccando le labbra da quelle della donna e guardandola.

-Che senso ha aspettare ancora?-gli aveva detto lei guardandolo con sguardo sicuro.

Aveva finito di slacciargli la camicia e l'aveva aiutato a sfilarla,mentre lasciava piccoli baci sulle spalle e sulla gola dell'uomo.

Una volta libero dalla camicia,Draco era tornato a posarsi sulla sua bocca,lanciando la camicia nella stanza,senza curarsi dove questa sarebbe finita.

Ecco perchè era finita lì dietro...

Con lo sguardo ancora sulla camicia che teneva fra le mani,Luna non sentì la porta della camera che si apriva:sentì soltanto Draco che si schiariva la gola per attirare la sua attenzione.

Posò lo sguardo sull'uomo quasi completamente vestito,eccetto la camicia e sentì il suo viso diventare bollente ancora una volta.

-Ciao-disse Draco,con voce apparentemente calma.

In fondo perchè dovrebbe essere nervoso?Non è la prima volta che tradisce Astoria,deve essere abituato a situazioni del genere,pensò Luna.

Ma nessuna di quelle volte,la sua "compagna" era anche sua amica...

-Credo che questa sia tua-disse alzandosi dal divano e sorridendogli.

Gli andò incontro e gli porse la camicia:era meglio buttarla sullo scherzo per evitare l'imbarazzo.

Draco annuì e prese la camicia dalle mani della donna.

Luna lo guardò infilarla e iniziare ad abbottonarla in silenzio:non c'era mai stato quel silenzio strano fra di loro.

Forse all'inizio quando ancora non erano amici e passavano tanto tempo insieme per via di Neville, ma adesso era strano risentire quel silenzio imbarazzato fra di loro.

Era ora di spezzarlo,pensò Luna.

-Che si fa in questi casi?-domandò all'uomo.

Draco la guardò con aria interrogativa.

-Tu devi promettere che chiamerai,anche se poi non lo farai e io devo chiederti di tornare il prima possibile,perchè senza di te mi manca il respiro...

Giusto?-domandò con un sorriso divertito sulle labbra.

Draco la guardò e ghignò.

-Potresti anche dire che passerai le ore aspettando che il telefono squilli-le suggerì finendo di abbottonare la camicia.

Luna rise leggermente.

-Questo accadrà solo nei tuoi sogni Malfoy-gli disse divertita.

Draco rise e annuì,senza allontanare lo sguardo dal viso di lei.

Prima che uno dei due potesse parlare di nuovo,Luna si alzò e si diresse verso l'uomo ed in silenzio gli sistemò il colletto della camicia,sfiorandogli la pelle nuda del collo con la punta delle dita.

Non era la prima volta che lo faceva,ma quella volta,dopo quello che era appena successo fra loro,Draco sentì la pelle d'oca lungo il braccio.

-Neville sarà in ansia per le sue cose,è meglio che vai-disse Luna,allontanandosi.

Come risvegliandosi da un sonno ipnotico,Draco si ricordò il vero motivo per cui era andato da lei e si voltò verso le scatole di cartone che ancora aspettavano sul tavolo del salotto.

Si diresse verso di loro e ne prese una per ogni mano,prima di voltarsi verso la donna.

-Per qualsiasi cosa,chiamami-le disse serio.

Luna annuì,poi gli andò accanto e gli diede un bacio lieve sulla guancia,senza malizia alcuna, salutandolo come faceva sempre.

Draco vide il viso della donna allontanarsi e le sorrise leggermente.

-A presto-le disse.

Lei annuì di nuovo e lo guardò smaterializzarsi.

L'attimo dopo era sparito.

 

 

Era arrivato ad Hogwarts l'istante dopo aver lasciato l'appartamento di Luna.

Appena aveva messo piede nel suo ufficio,aveva gettato le scatole di Neville su uno dei banchi ed era letteralmente corso nel bagno per buttarsi sotto la doccia.

Mentre faceva diventare l'acqua bollente si era spogliato,lasciando tutti i vestiti sul pavimento, incurante del caos che stava creando.

Era nel panico!

Si gettò sotto le goccie bollenti e non appena l'acqua toccò la sua pelle,si lasciò scappare un grido,come se volesse allontanare,cancellare quello che era successo.

AVEVA FATTO SESSO CON LUNA!!

Quello che all'inizio era sembrato soltanto un bacio consolatorio,che poteva benissimo concludersi con una ricca risata da parte di entrambi,era finito con una selvaggia...

NO!

Non doveva pensarci!Non poteva pensarci!

Accidenti era Luna,l'unica che avesse mai considerato sua amica...

Sicuramente non poteva addossarsi l'intera colpa di quello che era successo:lui si sarebbe fermato anche al primo bacio,quello che le aveva dato senza riflettere,quasi per farla sentire piu' sollevata.

Però i suoi occhi l'avevano convinto ad andare avanti,e quando lei lo aveva baciato,non aveva saputo fermarsi.

Le sue labbra invitanti e piene,che quasi chiedevano di essere prese a morsi,il suo corpo che si incastrava perfettamente fra le sue braccia,le mani di lei fra i suoi capelli...

S'impose di calmarsi:anche sotto l'acqua della doccia,quei ricordi gli stavano facendo lo stesso effetto di poco prima!

Chiuse con violenza l'acqua e uscì dalla doccia,infilandosi nell'accappatoio verde e argento,tornando poi in camera da letto.

Con un colpo di bacchetta accese lo stereo e fece partire la sua canzone preferita in momenti come quelli e si sedette sul bordo del letto,lo sguardo rivolto alla finestra smerigliata.

"I hope you're feeling happy now;

Just because you feel good doesn't make it right "

Si era sentito bene quando tutto era finito,quando si era addormentato accanto a lei...Ma quando si era risvegliato e aveva visto il letto vuoto e gli erano tornato alla mente quello che era successo,si era sentito una merda:poteva aver rovinato tutto in un colpo solo.

"How do you remember me?

The one who made you laugh untill you cried,

I hope you're feeling happy now "

Cosa sarebbe successo adesso?Avrebbe perso l'amicizia di Luna?

Avevano scherzato e fatto i buffoni come al loro solito,ma le cose sarebbero cambiate fra di loro?

Sentì bussare alla porta e ebbe appena il tempo di voltare la testa verso la porta della stanza che Neville entrò.

-Finalmente sei tornato...Cominciavo ad essere preoccupato-disse vedendo l'amico seduto sul letto.

-Perchè?-domandò Draco spegnendo lo stereo.

-Credevo che se la fosse presa anche con te-disse Neville appoggiandosi alla scrivania e guardando l'amico.

-Non ne aveva motivo,non sono io che l'ho tradita-disse Draco,non riuscendo a resistere alla cattiveria.

-Molto divertente Dray.Sei riuscito a prendere le mie cose?-gli domandò cambiando discorso.

-Ho lasciato tutto di là-disse Draco dandogli le spalle.

Neville lo guardò qualche istante in silenzio,poi parlò di nuovo.

-Era molto arrabbiata?-gli domandò improvvisamente preoccupato per la donna.

Stranamente,Draco sentì un fuoco bruciare all'altezza dello stomaco:non sopportava quando l'amico si comportava in quel modo.

L'aveva lasciata,l'aveva fatta diventare lo zimbello di Hogwarts eppure ancora si preoccupava per lei!

Certe volte era un vero idiota...

-Si Neve era arrabbiata,ma non con te;ce l'aveva con sè stessa per non averti scaricato appena avevi iniziato a tradirla-gli disse spazzolando i capelli ancora bagnati e lanciandogli uno sguardo di fuoco attraverso lo specchio.

Neville lo guardò qualche istante in silenzio,come se avesse bisogno di qualche attimo di pace per assimilare quella notizia.

-Ma lei non ha nessuna colpa...-disse alla fine,quasi senza rivolgersi a Draco.

-Infatti-fece l'altro.

Neville annuì piu' volte,perso nei suoi pensieri poi alzò di nuovo lo sguardo sull'amico.

-Adesso sarà meglio che vada...Ci vediamo a cena-disse il moro aprendo di nuovo la porta e senza dire altro uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Draco si lasciò cadere sul letto,affondando con la schiena nel piumone freddo,gli occhi rivolti verso la tenda verde smeraldo che copriva il letto a baldacchino dagli sguardi esterni.

La sua amicizia con Neville era compromessa?Sicuramente l'altro non sarebbe mai venuto a conoscenza di quello che era successo fra lui e Luna,a meno che non fosse stato lui a confessarglielo.

Avrebbe dovuto comportarsi come faceva di solito...

Era stato solo uno sbaglio,qualcosa che non doveva accadere,si disse mentre si avvicinava all'armadio per scegliere i vestiti adatti per la cena.

Allora perchè non riusciva a distogliere la mente da quello che era successo?

 

 

Le sue mani erano senza peso.

Leggere e morbide le accarezzavano tutto il corpo,partendo dalle spalle candide che sembravano aver ripreso un pò del chiarore dei suoi capelli,per poi soffermarsi per qualche istante sulla pelle delicata della gola,stuzzicandola con la punta delle dita.

Avevano continuato la loro discesa,accarezzandole un braccio nudo e faendole venire la pelle d'oca,fermandosi poi una volta arrivata alla mano per intrecciare le sue dita con quelle della donna.

I suoi occhi l'avevano interrogata,scavando nel profondo,quasi avesse bisogno di un'ulteriore conferma,di un'altro permesso per andare avanti in quella volontaria invasione e per rassicurarlo lei aveva sorriso,avvicinando poi il viso a quello di lui,staccando di poco la schiena dal morbido divano,fino ad incontrare le labbra dell'uomo che l'avevano accolta affamate.

Erano capaci di farla gemere anche solo con un bacio,sfiorandole l'interno della bocca con la punta della lingua...

Aveva stretto le braccia intorno alla sua vita,avvicinandolo di piu' a sè,avvertendo il suo peso contro il proprio corpo,senza mai staccare le labbra da quelle dell'uomo,come se da quel bacio dipendesse la sua sopravvivenza.

Il bacino dell'uomo aveva sfiorato il suo,facendole sentire per la prima volta la sua eccitazione nascente.

Aveva aperto gli occhi e si era scoperta a sprofondare nell'argento dei suoi occhi che ora sembrava quasi nero.

L'uomo si era staccata da lei e,senza una parola,aveva afferrato i due lati del top che lei ancora indossava e l'aveva tirato verso l'alto,lasciandola soltanto con il reggiseno bianco dalle spalline trasparenti.

Aveva gettato il top per terra,come prima aveva fatto con la camicia ed era rimasto qualche istante in silenzio,semplicemente guardando il suo corpo semisvestito.

-No...Non guardarmi,mi vergogno-gli disse lei mettendo entrambe le mani sul viso,per evitare il suo sguardo.

Senza dire una parola,l'uomo le aveva tolto le mani dal suo viso e l'aveva guardata con un'espressione seria.

-Non hai niente di cui vergognarti...-le aveva detto.

-Luna!Luna,mi ascolti?-

Una voce la allontanò da quel sogno ad occhi aperti e la riportò con i piedi per terra...

Ancora un'altro di quei maledetti sogni!!!

Si voltò verso Ginny,che ancora la guardava leggermente sorpresa e le rivolse un sorriso,prima di scuotere la testa per tranquillizzarla.

-Scusa ero sovrappensiero...Che stavi dicendo?-le domandò andandole vicino.

Era andata da Ginny proprio per cercare di cambiare aria,visto che ogni cosa in casa sua sembrava ricordarle quello che era successo ormai una settimana fa...ma non sembrava funzionare.

Ormai era tutto riaffiorato alla memoria,facendole riprovare ogni volta le stesse sensazioni che aveva sentito con Draco,ed ogni volta era in posti poco consoni a quel genere di sogni:una volta era in negozio,l'altra dentro la vasca,una volta addirittura mentre era al supermercato a fare la spesa.

Sempre le scene piu' torbide,che la facevano arrossire e che rendeva quei momenti di confusione ancora piu' imbarazzanti.

Chissà se a Draco succedeva la stessa cosa...

Da quando lo aveva salutato quel pomeriggio non lo aveva piu' visto;fra i due sembrava lui quello piu' imbarazzato,anche se lei avrebbe scommesso il contrario:in fondo era "esperto" nell'arte del tradimento,e doveva certamente avere un manuale in cui era scritto come comportarsi in casi del genere.

Cosa rendeva il loro tradimento diverso dagli altri?In fin dei conti non era neanche un vero tradimento da parte sua,visto che lei e Neville non stavano piu' insieme.

Certo doveva considerare la questione dal punto di vista dell'uomo:era lui quello sposato,ed era sempre lui che si era portato a letto la donna del suo migliore amico.

Come doveva considerarsi:un'altra tacca sulla infinita lista di conquiste di Draco Malfoy...Oppure lei era qualcosa di diverso?

Che accidenti era successo fra loro?Era stato solo sesso,o qualcosa di piu'?

Non era una bambina,quindi sapeva benissimo di non essere innamorata di Draco,vista anche il modo disastroso in cui si era conclusa la sua ultima,e anche unica,relazione...

Magari tutto quello di cui aveva bisogno quel giorno era qualcosa che le risollevasse il morale e l'aiutasse a non pensare.

-Base Terra chiama Luna!Rispondi!-sentì di nuovo la voce di Ginny.

Si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e vide l'amica che le sorrideva divertita.

-Si può sapere che accidenti hai oggi?-le domandò la rossa,poggiando sul tavolo un bicchiere di vino per lei.

Luna scosse un'altra volta la testa e si avvicinò al tavolo per prendere il suo bicchiere.

-Scusami,ero un pò sovrappensiero-le disse prima di posare le labbra sul bicchiere per un piccolo sorso.

-Me ne ero accorta...Stavi pensando a Neville?-le domandò,assumendo un tono comprensivo.

Luna la guardò e,dopo qualche istante d'incertezza,annuì.

Non sempre la verità è la cosa piu' giusta da dire.

Ginny era da sempre la sua migliore amica:sapeva tutto della sua storia con Neville,fin nel piu' piccolo dettaglio.

Era da lei che Luna era andata quando aveva capito di essere interessata a Neville,anche per riuscire a strapparle qualche informazione in piu' sul ragazzo,ed era stata la prima che aveva saputo del loro primo bacio e della loro prima volta,e le aveva confessato di provare un pizzico d'invidia per l'amica vista la sua situazione con Harry.

Era sempre stata Ginny che l'aveva consolata quando Luna aveva scoperto il primo tradimento di Neville e che l'aveva esortata a lasciarlo,trovando però un muro di fronte a sè:Luna non era ancora pronta a lasciarlo.

Anche quando Luna era furiosa per il comportamento deplorevole di Neville,era sempre stata Ginny che le aveva dato qualcosa da rompere e ridurre in frantumi.

-Non credo dovresti perdere tutto questo tempo a rimpiangerlo...Non lo merita-disse la rossa bevendo un sorso dal suo bicchiere.

Luna annuì ancora una volta e si avviò verso il divano,seguita dall'amica.

Si sedettero una di fronte all'altra e per un'istante restarono in silenzio.

-Hai ragione tu,hai sempre avuto ragione...anche quando io non volevo ascoltarti.

Ho solo bisogno di un pò di tempo per convincermene.

Tu invece come stai?-le domandò partecipe.

Anche Ginny aveva i suoi problemi,ma cercava di non farlo pesare a nessuno come era nel suo carattere.

Dalla fine della Battaglia,nessuno aveva piu' alcuna notizia di Harry:sembrava sparito nel nulla.

Ron ed Hermione erano andati a cercarlo prima del loro matrimonio,ma senza nessun risultato;anche Ginny aveva fatto un viaggio nei luoghi che credeva piu' importanti per l'uomo,ma anche lei alla fine aveva dovuto arrendersi e tornare alla Tana a mani vuote.

Tante volte Luna aveva consolato la ragazza che,abbracciata ad un cuscino,non riusciva a smettere di piangere e di domandarle dove fosse Harry,come se lei potesse darle una risposta.

Come sempre,anche quella volta Ginny sorrise tristemente e scosse la testa.

-Al solito...Aspetto una persona che non vuole farsi trovare e che sembra non avere nessun'intenzione di tornare.

E come se non bastasse ci si mette anche George a renderci la vita difficile-disse allontanando i capelli dal viso.

Luna aggrottò le sopracciglia e restò in silenzio:sapeva che George non stava passando un bel periodo,ma non credeva che fosse così grave.

-Ha cominciato a bere-disse Ginny.

-Io ero convinta che fosse astemio-disse l'altra.

Ginny scosse la testa.

-Da quando è morto Fred è come se volesse farsi del male...se volesse punirsi per non essere morto insieme a lui-disse la rossa con uno sguardo infinitamente triste negli occhi.

-Non ci credo...Voglio dire,io non lo conosco come conosco Ron però non lo credo capace di fare una cosa del genere-disse bevendo un'altro sorso dal suo bicchiere prima di posarlo a terra poco distante dal divano.

-Fidati!E' diventato un'altra persona:è burbero,chiuso,addirittura cattivo certe volte.

Devi sentire le maledizioni che lancia tutte le sere a Ron soltanto perchè lo va a prendere al pub e lo riporta a casa-le confidò la donna.

Luna posò la mano su quella dell'amica e le fece una smorfia buffa soltanto per farla ridere:non sopportava di vederla triste.

Anche quella volta riuscì nel suo intento e per alcuni istanti nella stanza risuonò il suono cristallino della risata di Ginny.

-Si sistemerà tutto vedrai...George ritornerà quello di sempre e anche Harry ritroverà la strada di casa solo per farti diventare la signora Potter e farti sfornare tanti bambini uguali a lui-le disse sicura.

Ginny annuì e sorrise leggermente divertita.

-Speriamo che le tue doti divinatorie funzionino...-le disse.

-A dire il vero la Cooman ha sempre detto che il mio terzo occhio era fuori fuoco...Non ho mai capito cosa intendesse-disse la bionda seria.

Quella considerazione portò Ginny a ridere quasi fino alle lacrime,non tanto per le parole,ma per il tono serio e convinto con cui erano state pronunciate.

-Quasi dimenticato il vero motivo che mi ha portato qui-disse Luna improvvisamente.

Uscire di casa per allontanare il pensiero dal sesso con Draco,disse un voce saccente nella sua testa.

Ginny la guardò curiosa e aspettò che lei continuasse.

-Neville è definitivamente uscito di scena,ma io ho tenuto l'appartamento.

Il problema è che finchè stavamo insieme,Neve pagava metà dell'affitto e delle bollette,mentre adesso devo far fronte alle spese da sola.

E qui entri in gioco tu-disse guardando la rossa con un sorriso.

Ginny aggrottò le sopracciglia e restò ancora in silenzio.

-Che ne dici di venire a vivere con me?-le domandò alla fine Luna.

-Cosa?-fece l'altra sorpresa.

-Sì!Pensaci sarebbe un pò come tornare ad Hogwarts!-disse Luna sistemandosi meglio sul divano e guardando l'amica.

-Luna non lo so...-disse Ginny titubante.

-Ascolta Gin...

Sei la mia migliore amica e io non posso lasciarti da sola ad affrontare tutto quello che sta succedendo nella tua vita,altrimenti che amica sarei?

Inoltre siamo entrambe sole e tristi per amore e se ti conosco bene,scommetto che quasi ogni notte resti alzata fino a tardi a guardare film strappalacrime con una vaschetta di gelato in mano,oppure affacciata alla finestra ad aspettare di veder apparire una FireBolt o un gufo con una pergamena attaccata alla zampa-disse Luna con voce calma e sicura.

Ginny non potè far a meno di abbassare lo sguardo alle parole dell'amica:era tutto esatto,non aveva sbagliato neanche di una virgola.

-Quindi per evitare che tu ti riempa di brufoli e che io mi uccida con qualche pianta dimenticata in giro per casa da Neville,è meglio che una tenga d'occhio l'altra.

E l'unico modo per farlo è vivere insieme-concluse con un sorriso ad illuminare il viso candido.

Ginny restò qualche istante in silenzio,riflettendo alle parole della donna,e alla fine annuì.

-Ok,mi hai convinto-disse sorridendo.

Luna si tuffò sul divano abbracciando l'amica,che scoppiò a ridere non appena la bionda atterrò quasi a peso morto su di lei.

-Ma sia chiaro!Voglio il controllo del telecomando e nessun'animale strano in giro per casa-disse Ginny assumendo un'aria da dittatrice.

 

 

La lezione era finita da neanche cinque minuti.

Gli studenti,carichi dei loro libri,si accalcavano fuori dall'aula di Pozioni cercando di uscire il piu' in fretta possibile da quella stanza.

Il professore era stato strano tutto il giorno:aveva dato loro un compito piu' difficile del solito e quando un Tassorosso al terzo anno aveva provato a farglielo notare,aveva ottenuto come risultato l'aggiunta di una pozione supplementare da preparare nelle due ore di lezione.

Erano ormai due settimane che era diventato impossibile parlare con il professor Malfoy:anche prima era scostante ed intrattabile,ma almeno riconosceva i suoi errori e qualche volta era disposto ad aiutarti se era di buon'umore.

Ma da quindici giorni era nervoso e scattava al minimo accenno,come se fosse sempre in tensione;altre volte invece lo avevano visto seduto sull'erba con lo sguardo fisso sul Lago Nero, nonostante il vento freddo che aveva iniziato a soffiare e che gli scompigliava i capelli perso nei suoi pensieri.

Stava iniziando ottobre,e presto le giornate si sarebbero accorciate,rendendo i pomeriggi piu' bui e freddi.

Draco guardò gli studenti uscire velocemente dall'aula senza realmente vederli:c'era un'odore strano nell'aula quel giorno.

Lo aveva notato fin dal primo momento che aveva messo piede nella stanza...Un'odore che aveva riportato alla mente qualcosa che da giorni cercava di allontanare con tutte le sue forze,e che ogni volta tornava a sopraffarlo con le sue prepotenti sensazioni.

Ogni volta sempre piu' forte.

Chiuse gli occhi e ancora una volta si lasciò avvolgere da quel ricordo.

-Cos'è questo odore?-le aveva domandato staccando le labbra da quelle della donna e annusando l'aria del salotto.

Lei aveva sorriso,facendolo inspiegabilmente eccitare:possibile che le bastasse così poco?

-E' mughetto...Una candela profumata al mughetto.

L'ho spenta poco prima che tu arrivassi perchè so che non ti piacciono le candele-gli aveva risposto in un sussurro.

Aveva fatto un piccolo sorriso prima di calare di nuovo sulle labbra rosse e gonfie di lei,riprendendo quella lotta che entrambi stavano imparando.

Si era allontanato dalle sue labbra e,dopo averle lanciato un veloce sguardo e aver incontrato la risposta curiosa di lei,si era staccato anche dal suo corpo,alzandosi dal divano.

Le aveva preso la mano e l'aveva fatta alzare,avvicinando le labbra a quelle di lei per un bacio veloce.

Senza dire nulla era tornato a sedersi sul divano con la schiena contro i cuscini,poi l'aveva avvicinata a sè,facendola sedere sulle sue gambe ancora coperte dai pantaloni.

Lei aveva sorriso e si era sistemata meglio sulle sue ginocchia,allargando leggermente le gambe per essere piu' comoda,poi lui aveva posato le labbra sul suo viso:su entrambe le guance,il mento,scendendo poi sulla gola e mordendo la pelle morbida,aiutato anche da lei che aveva reclinato all'indietro la testa.

Aveva posato le labbra sulla pelle del torace trovandolo bollente mentre le mani si erano strette attorno alla vita della donna,calandola verso il basso e avvicinandola a sè.

Alle sue orecchie era arrivato chiaramente il gemito profondo che era uscito dalla gola di lei,e alzando lo sguardo sul suo viso,l'aveva vista ancora con la testa reclinata all'indietro e con gli occhi chiusi,in un atteggiamento così naturale eppure molto erotico.

La sua mano sfiorò la schiena nuda della donna,seguendo il corso della spina dorsale,fino ad arrivare all'aggancio del reggiseno.

L'aveva vista riaprire gli occhi e aveva incontrato di nuovo il suo sguardo,perdendosi in quelle iridi d'argento leggermente offuscate.

Le mani di lei si erano posate come senza piu' forza sul suo torace nudo,seguendo la linea degli addominali,come se avesse bisogno di allontanare la mente dalle mani dell'uomo che trafficavano con il gancio del suo reggiseno.

Quando questo fu slacciato,Draco aveva sfilato l'indumento con lentezza,quasi avesse paura di farle male in qualche modo,senza mai staccare gli occhi da quelli di lei.

Cosa stava pensando in quel momento?

Cosa sentiva?

Aveva avvicinato di nuovo il viso a quello di Draco e aveva posato le labbra sulle sue,rendendo il bacio appassionato fin dal primo istante.

Lui aveva sentito i seni nudi della donna sfiorare il suo torace e provocargli quella piacevole frizione che gli faceva venire i brividi lungo la schiena.

Aveva staccato una mano dalla schiena di lei e aveva accarezzato la curva di un seno prima di posare la mano piena intorno ad esso,accarezzandolo e stuzzicandolo.

Ancora un'altro sussurro dalle sue labbra:la sua eccitazione cresceva anche soltanto grazie a quei piccoli lamenti...

Non era mai successo con nessun'altra donna.

Si era allontanata dalle sue labbra per riprendere fiato,e lui aveva accarezzato il suo sedere sodo ancora coperto dai pantaloni leggeri,spingendola in basso contro la sua erezione.

Senza parlare,lei si era alzata e lo aveva guardato negli occhi.

Gli aveva teso una mano che lui aveva stretto quasi fiducioso e si era alzato, fermandosi accanto a lei.

L'aveva seguita in camera da letto,sempre tenendole la mano,neanche fosse un bambino o un'adolescente alle prime armi.

Si erano richiusi la porta alle spalle incuranti del rumore che questa aveva fatto chiudendosi.

Il rumore di un'altra porta sbattuta lo fece tornare alla realtà.

Aprì gli occhi e trovò l'aula vuota:tutti gli studenti erano usciti,ma di fronte a lui c'era Kevin Hugo,il professore di Trasfigurazione.

Draco si mise a sedere piu' composto e lo guardò,chiedendosi da quanto l'uomo fosse lì.

Hugo era stato un Serpreverde durante gli stessi anni in cui lui frequentava Hogwarts e,anche se non avevano mai avuto la possibilità o la voglia di frequentarsi,da quando erano professori avevano un rapporto di complicità e di amicizia che era basato principalmente sull'appartenenza alla stessa Casa.

Era un rapporto diverso da quello che lo legava a Neville,ma ogni tanto era piacevole avere una dose di cattiveria targata Serpreverde con cui confrontarsi.

-Che ci fai qui?-gli domandò poggiando entrambe le mani sui braccioli della sedia.

-Ti cercavo e i tuoi studenti mi hanno detto che eri ancora qui-gli disse l'uomo sedendosi su uno dei banchi.

Kevin era un bell'uomo,ovviamente di famiglia Purosangue,con folti capelli castani ricci che ogni volta ricordavano a Draco il Salvatore-Del-Mondo-Magico Mr Potter,due occhi profondi e neri che sembravano capaci di attraversare il proprio interlocutore da parte a parte,ed un fisico alto e possente.

-Qualche problema?-gli domandò ancora Draco.

Kevin scosse la testa,poi lo seguì con lo sguardo quando il biondo si alzò dalla sedia e si diresse alle finestre per aprirle.

-Che fai?-

-Apro le finestre non lo vedi?C'è uno strano odore qui dentro-gli disse l'altro acido.

-Io non sento nulla-disse l'altro dopo aver annusato l'aria intorno.

-Come mai sei qui?Hai bisogno di qualcosa?-domandò Draco,voltandosi verso l'uomo.

Kevin annuì.

-Ci stavamo chiedendo,noi colleghi e anche gli studenti,cosa accidenti ti sta succedendo in queste settimane-gli disse con tono tranquillo.

Draco aggrottò le sopracciglie e lo guardò.

-Ma di che parli?-domandò cercando di fare il vago.

Che i suoi turbamenti fossero così evidenti?

-E' da un paio di settimane che sembri un leone in gabbia;rispondi male a tutti,studenti e colleghi e neanche Paciock è stato capace di dirci cosa ti succede...

Non provare a mentire,perchè si vede benissimo che c'è qualcosa che non va,quindi sputa il rospo e comincia a parlare.

Hai problemi con tua moglie?-gli domandò poi serio.

Draco lo guardò qualche istante pensieroso,poi decise di parlare:se non avesse confessato a qualcuno quello che era successo probabilmente sarebbe scoppiato.

-Chiudi la porta-gli disse.

Kevin si rizzò in piedi e andò a chiudere la porta dell'aula,dopodichè tornò a sedersi sullo stesso banco,guardando in attesa Draco.

Il biondo era tornato a sedersi dietro la sua scrivania e dopo aver incontrato lo sguardo dell'uomo per qualche istante,aveva allontanato lo sguardo,cercando le parole per iniziare.

-E' successo qualcosa di inaspettato...-cominciò.

Kevin rimase in silenzio,in attesa.

-Qualcosa che non avevo assolutamente programmato e che mi ha letteralmente sconvolto...E adesso non so come comportarmi-gli disse alzando gli occhi su Kevin.

-Qualcosa di grave?-domandò l'altro.

Draco scosse la testa.

-Sono andato a letto con una persona...Una donna...-continuò.

-Chi?-domandò l'altro sempre serio.

-Non posso dirtelo-fece Draco,protettivo verso Luna.

-La conosco?-domandò ancora Kevin.

-Hai finito con le tue domande?Tanto non te lo dico chi è-ribattè Draco di nuovo acido.

-Ok,scusa...Continua-

-Fin dalla prima volta che ci siamo incontrati siamo sempre stati amici,e io non l'ho mai vista come una possibile amante o una conquista...E' l'unica donna di cui sono amico senza esserci stato a letto...Ormai non piu'-realizzò tristemente.

-Allora cosa ti ha fatto scattare la molla del sesso?-gli domandò Kevin poggiando i gomiti sulle ginocchia.

Draco lo guardò e sospirò:come spiegargli qualcosa che non aveva capito neanche lui?

-Ero andato da lei per consolarla...E sembrava anche che fossi riuscito nel mio intento:l'ho fatta ridere.

Stavo per andare via,quando l'ho vista triste e mi è venuto istitintivo abbracciarla-gli raccontò.

-Ed è stato allora che Luna ti ha baciato-disse Kevin convinto.

Draco strabuzzò gli occhi e guardò l'uomo.

-Come hai...-domandò senza riuscire a finire la frase.

-Sono un Serpreverde come te Draco...E faccio parte di questa scuola,quindi ho sentito anche io della triste storia fra Paciock e la sua ragazza.

Come se non bastasse quella volta ti ho visto al Lago Nero mentre cercavi di consolarla...Lei non faceva che insultarti-ricordò l'altro con un sorriso divertito.

Draco lo guardò in silenzio qualche istante e poi annuì.

-Ok,sì è Luna...Ma non deve uscire da questa stanza-disse improvvisamente serio.

Kevin annuì.

-Continua-disse.

Draco sospirò e per un'istante si abbandonò contro lo schienale alto della sedia,raccogliendo i ricordi.

-Sono stato io che l'ho baciata...E poi non siamo piu' riusciti a fermarci-concluse.

Kevin lo guardò per alcuni istanti,mentre Draco tornava a posare la testa sullo schienale chiudendo gli occhi.

-Cos'è che ti sconvolge tanto?-gli domandò poi l'amico.

Draco espirò forte ancora una volta.

-Non riesco a togliermela dalla testa:è successo due settimane fa e nei momenti piu' impensabili ho dei flash su me e lei a letto insieme!

Non sono uno stinco di santo e non è la prima volta che tradisco mia moglie,ma questa è la prima volta in assoluto che mi succede una cosa del genere-gli disse riaprendo gli occhi e incontrando lo sguardo dell'altro.

-E lei che dice?-gli domandò.

Il biondo alzò le spalle.

-Non la vedo da quel giorno...Quando me ne sono andato abbiamo scherzato come nostro solito,ma adesso non so come comportarmi.

Lei è uscita da una relazione tragica appena adesso e io sono sposato,quindi non siamo proprio le persone ideali per il finale felice,non trovi?-gli disse ritrovando una vena d'acidità nella voce.

-Magari non per il finale felice,ma per un pò di sesso in allegria sì-gli fece notare l'altro.

Draco lo guardò corrugando la fronte:perchè quella cosa sembrava così volgare detta da Kevin?

-Inoltre non hai parlato con lei:chi te lo dice che lei voglia infilarsi in un'altra storia e che voglia il finale felice?

Specialmente dopo quello che ha passato con quell'idiota di Paciock-fece Kevin.

Draco guardò l'amico riflettendo sulle sue parole:e se avesse ragione lui?

-Prova ad andare da lei e vedere che succede:se va bene,diventerete amanti...-fece Kevin scendendo dal banco.

-E se va male?-

-Almeno l'avrai fatta pagare a Paciock-concluse Kevin con un sorriso tipicamente Serpeverde.

 

 

Non era la prima volta che il campanello suonava a tarda ora,ma da quando si era lasciata con Neville,non riceveva piu' visite ad orari così strani.

L'orologio che aveva sul comodino faceva le due e mezzo di notte,ma Luna sperava di aver visto male a causa del sonno.

Il campanello continuava a suonare e lei,strofinandosi gli occhi si avviò verso la porta.

-Arrivo!-disse dal corridoio rivolta allo scocciatore.

Per fortuna Ginny avrebbe traslocato soltanto l'indomani,altrimenti avrebbe sicuramente cambiato idea per quelle visite notture inopportune.

Aprì la porta senza togliere la catena e restò un'attimo sorpresa vedendo chi c'era sul pianerottolo.

-Che ci fai qui a quest'ora?-gli domandò.

Draco era vestito in abiti babbani,e sembrava incredibilmente sollevato che lei gli avesse aperto.

-Mi fai entrare?-le domandò in un sussurro.

Luna richiuse la porta e tolse la catena per poi aprire di nuovo e far entrare Draco.

Questi le rivolse un sorriso di ringraziamento e entrò nell'appartamento.

-Grazie...Credo che uno dei tuoi vicini mi stesse spiando da dietro la porta-le disse voltandosi a guardarla.

Luna richiuse la porta e senza parlare si diresse verso il salotto.

-Vai da qualche parte?-le domandò l'uomo vedendo le scatole di cartone che erano in giro per il salotto.

Luna sbadigliò e scosse la testa.

-Ho chiesto a Ginny di venire a vivere con me...Quelle sono le sue cose-spiegò la donna sedendosi sul divano.

Draco annuì e restò in piedi,come se avesse bisogno di una distanza di sicurezza.

-Draco hai idea di che ore sono?-gli domandò la donna appoggiando la testa ai cuscini del divano e chiudendo gli occhi.

Luna indossava soltanto da una camicia blu da uomo sicuramente di Neville,i capelli  erano sparsi sui cuscini e sul divano facendole da corona,e lui la vide allungare le gambe nude sul divano e si ritrovò a deglutire anche se aveva la gola secca.

Di nuovo lo stesso effetto...

Senza parlare,senza quasi pensare Draco fece i pochi passi che lo dividevano dal divano e fu su di lei;Luna ebbe appena il tempo di riaprire gli occhi prima che lui fosse seduto sul bordo del divano accanto a lei e le labbra le coprissero la bocca.

Annaspò come se fosse andata sott'acqua senza aver preso un respiro e lo allontanò da sè,restando a guardarlo sorpresa.

Lui la guardò con uno sguardo colpevole:sapeva di aver fatto la mossa sbagliata,ma non aveva saputo resistere,era stato piu' forte di lui...

Voleva di nuovo le sue labbra,e adesso che l'aveva assaggiate anche se per poco,voleva di piu'.

Ma non avrebbe fatto nulla senza il suo permesso.

-Scusami...So che non avrei dovuto.

Ma non faccio altro che pensare a quello che è successo fra noi...Non riesco a togliermelo dalla testa-le disse con lo sguardo su di lei.

Luna sorrise,sopresa da quella confessione.

-Veramente?

Draco annuì e incontrò gli occhi della donna.

-Mi torna in mente nei momenti piu' sbagliati:nei sogni,nella doccia...addirittura a lezione!-le confessò.

Luna rise,facendo sorridere anche lui.

-Anche a me succede la stessa cosa-gli confessò.

-Giura!-fece l'uomo.

Luna rise e annuì piu' volte.

-L'altro giorno stavo parlando con Ginny e non riuscivo a seguire quello che lei stava dicendo perchè avevo la testa piena di immagini di noi due insieme-gli disse.

Draco le prese una mano e le baciò il dorso di questa.

-Non ti sei fatto piu' sentire...-gli fece notare lei.

Draco abbassò lo sguardo,sentendosi un pò colpevole.

-E' vero...Ma non sapevo cosa pensavi di quello che era successo fra me e te.

Da allora,non passa giorno che non ti desideri,che pensi a noi due...-le disse senza alcun'imbarazzo.

Luna sorrise.

-Allora mi trovi sexy!-disse allegra.

Draco la guardò senza capire,poi ricordò la domanda che gli aveva fatto quel giorno e da cui poi era cominciato tutto.

Sorrise e posò una mano su una gamba nuda.

-Ti trovo molto sexy...-confermò lui.

Luna sorrise e avvicinò una mano al suo torace,ancora coperto dai vestiti,sfiorandolo con la punta delle dita.

-Però sono sposato...E tu sai che non...-iniziò con tono serio.

Era giusto mettere le cose in chiaro subito:così Luna poteva decidere cosa era piu' giusto fare.

Lei interruppe le sue parole mettendogli un dito sulle labbra e quando lui incontrò il suo sguardo,la vide scuotere la testa.

-So quello che faccio...L'ultima cosa che voglio adesso è l'amore eterno-gli disse scostando la schiena dal divano e avvicinandosi all'uomo.

Con lo sguardo fisso nei suoi occhi,Draco la vide avvicinarsi finchè le labbra della donna non furono sulle sue,morbide e piene come le ricordava.

Allacciò le braccia attorno alla vita di Luna e la strinse a sè,ricambiando il bacio della donna,sfiorandole le labbra con le sue e accarezzandole con la punta della lingua.

La spinse dolcemente sul divano,facendola sdraiare di nuovo e si sdraiò su di lei,accarezzando il corpo seminudo con lentezza e con bramosia.

Fecero l'amore sul divano con passione e senza fretta,scoprendosi a vicenda, e dopo che ebbero raggiunto l'orgasmo,lei lo prese di nuovo per mano e lo guidò verso la camera da letto,dove si addormentarono uno accanto all'altra.

 

 

 

Salve a tutti!!!

Volevo ringraziare tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e che mi hanno seguito in questa nuova "avventura"!

Chiedo scusa x eventuali errori di battitura e di ortografia.

LE canzoni usate in questo capitolo sono "Hedonism" degli Skunk Anansie e "I'll be the one" dei BackStreet Boys per il titolo.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Chi legge le mie ff non crederà mai che il personaggio di Neville mi piace,ma x le mie storie è di troppo),Jellicalcat(Veramente il titolo del primo capitolo è legato alla canzone di Craig David che si chiama proprio "I just don't love you no more",che sembrava perfetto x quel capitolo),Alemalfoy(Sono contenta che tuo marito abbia apprezzato!Anche io ho sempre visto Draco cm una povera vittima di Lucius,anke se la Row si ostina a dire che lui in realtà è cattivo...Non ci credo mica!),XXXSailorKikaXXX(Grazie x il complimento,tr buona!Devo essere veramente brava se sn riuscita a farti piacere le Ron/Herm...Ovviamente sto scherzando!),Lallina88(Nn dirmi che sei ancora a rischio infarto,ti prego!Che ne pensi?),Potterfanlalla(Il destino se si accanisce contro una persona riesce a cambiarla completamente,e così è successo con Draco...),Ninny(Sei rimasta soddisfatta o ti aspettavi qualcosa di piu?),Lilla4eve(Un dongiovanni triste...Il suo matrimonio nn è dei piu' felici e lui cerca un "ripiego" altrove).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Incontri e ripensamenti"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Incontri e ripensamenti ***


incontri

 

 

Ottobre stava quasi per finire;la pioggia nell'ultima settimana non aveva dato tregua ai londinesi e anche Luna e Ginny avevano avuto problemi a causa di alcuni violenti nubifragi che avevano allagato il negozio a Diagon Alley.

Ginny aveva finito il suo trasloco e da quasi tre settimane era andata a vivere con Luna, ricreando quell'atmosfera che c'era nel dormitorio femminile ad Hogwarts:il venerdì sera affittavano qualche film e passavano la sera sul divano con una scodella di pop-corn o del gelato Ben & Jerry, neanche fossero tornate adolescenti.

Si erano divise i compiti:la mattina Luna si occupava della colazione e Ginny pensava a rimettere in ordine e a pulire il bagno;poi si scambiavano i ruoli la settimana successiva.

Andavano al lavoro insieme e avevano iniziato a considerare la possibilità di aprire un'altro negozio nella Londra babbana:quello di Diagon Alley era sempre pieno e molte volte erano costrette a rinunciare alle richieste dei clienti,inoltre erano curiose di sapere se avrebbero avuto lo stesso successo anche sui babbani.

Gli incontri fra Luna e Draco continuavano,ma nessuno,neanche Ginny ne era a conoscenza: Draco arrivava a notte fonda e se ne andava sempre prima che Ginny si alzasse.

Una volta si erano incontrati anche in pieno giorno,in un'albergo di Diagon Alley,ma dopo la prima volta si erano trovati d'accordo che tentare di nuovo sarebbe stato troppo rischioso per l'uomo:anche se non amava piu' Astoria,non voleva ferirla.

Per la notte di Halloween,Ginny e Luna erano andate a fare razzie in giro per i migliori negozi di Londra e di Diagon Alley,per arredare al meglio il negozio e la casa;avevano passato quasi due ore per arredare tutto l'appartamento e alla fine il risultato era perfetto.

Tutta la casa era coperta di ragnatele bianche e nere,scheletri erano appesi nei posti piu' impensati e cadevano all'improvviso dal soffitto,una zucca era stata scolpita e accesa per poi essere lasciata fuori di fronte al campanello,insieme a vari ragni di gomma molto simili a quelli veri.

Era la casa meglio decorata della loro strada.

Ginny e Luna erano state invitate ad una festa,dopo aver finito di consegnare i dolci ai bambini del quartiere ed aver fatto a loro volta un veloce giro per le case in cerca di dolcetti,ed entrambe avevano deciso di accettare:adoravano Halloween!

Era l'unica festa in cui potevano essere veramente per loro...Erano o no delle streghe?

Entrambe le donne erano al negozio quel pomeriggio,quando insieme ad un gruppo di clienti entrò anche Ron.

-Che sorpresa!E' da un pò che non ti vedo-disse Ginny andandogli incontro e dandogli un bacio sulla guancia.

Ron ricambiò il bacio e le sorrise,leggermente imbarazzato.

-Scusa,ho avuto veramente tanto da fare...Il lavoro,il matrimonio...-le disse per giustificarsi.

-Come sta Hermione?-s'intromise Luna,che aveva congedato gli ultimi clienti e si era unita al discorso.

-Come vuoi che stia?Dopo un'anno ci si abitua anche al peggiore dei mali-fece Ginny scherzando.

Ron le fece una smorfia provocando le risate da parte di entrambe.

-Molto divertente...Sta bene e spera terribilmente che tu dica di sì-disse Ron guardando sua sorella.

Ginny lo guardò con aria interrogativa.

-C'è una cosa che devo chiederti-le disse l'uomo tornando serio.

Ginny si avvicinò al bancone e si sedette su uno degli sgabelli da bar babbani che erano in bella mostra,ma che ancora nessuno si era arrischiato a comprare:troppo "moderni" per il gusto dei maghi.

-Ecco cosa ti ha spinto fin qui!-disse Ginny tornando a guardare Ron.

Luna si appoggiò con i gomiti sul bancone e guardò Ron in attesa,leggermente curiosa di sapere qual'era il favore di cui aveva bisogno:aveva dimenticato qualche ricorrenza e aveva bisogno di un regalo all'ultimo momento?

-Dai fa la seria per un'attimo,si tratta di George-le disse Ron.

Come se avesse pronunciato una parola segreta o un'incantesimo,il sorriso sparì dal viso di Ginny e lei guardò attenta Ron.

-Che è successo?-gli domandò.

-Ho bisogno che tu lo tenga d'occhio questa sera-le disse.

Le spiegò che lui ed Hermione avevano intenzione di festeggiare il loro anniversario in anticipo per colpa di un'impegno di lavoro della donna,che l'avrebbe portata fuori Londra proprio nei giorni dell'anniversario.

-Però non posso avere sempre il pensiero fisso di George,e l'ansia per quello che sta facendo o che gli può capitare-le disse ancora Ron.

Ginny annuì.

-Hai ragione-

-Non può restare da solo neanche per una sera?-domandò Luna colpita dalle espressioni serie e dal tono preoccupati dei fratelli Weasley.

Ron annuì.

-Potrebbe...Ma poi dovremmo andarlo a recuperare in qualche bettola o in guardina,sperando che non abbia niente di rotto-le rispose l'uomo.

Luna annuì pensierosa.

-Puoi fare questo per me?-domandò ancora Ron,tornando a guardare sua sorella.

-Veramente noi...-fece per dire Ginny.

-Sta tranquillo Ron...Goditi la tua serata con Hermione,a George ci pensiamo noi!-intervenne Luna prima che la rossa potesse finire.

Ginny guardò l'amica e le rivolse uno sguardo riconoscente,poi tornò a interrogare il fratello sui luoghi dove George era solito andare a ubriacarsi.

Ron informò entrambe dei pub che George frequentava di piu' e aggiunse anche di aver avvertito i proprietari che quella sera lui sarebbe stato impegnato.

-Ho dato a tutti il vostro numero:nel caso succeda qualcosa,il proprietario vi chiamerà e vi dirà di andarlo a prendere-spiegò Ron con tono quasi professionale.

-E se io ti avessi detto di no?-domandò Ginny.

-Ti avrei pregato in ginocchio finchè non ti avrei convinto-le disse Ron sincero

Ginny sorrise,poi guardò il fratello preoccupata.

-Fai questo tutte le sere?-gli domandò poi,rendendosi soltanto adesso veramente conto quanto fosse pesante star dietro a George.

Ron le sorrise stancamente.

-Ogni singola sera-disse Ron semplicemente.

Luna e Ginny si guardarono e si sentirono leggermente in colpa:perchè non aveva chiesto il loro aiuto prima?

Magari non poteva contare molto sui loro genitori,o su Percy che era tornato ad essere il solito menefreghista per quanto riguardava gli affari di famiglia,o su Bill che doveva occuparsi di Fleur e della piccola Victoire,ma sia Ginny che Luna l'avrebbero aiutato volentieri facendogli sentire meno il peso di quella situazione.

-Ok,poi dopo averlo recuperato che dobbiamo fare?-domandò ancora Luna.

Ron la guardò e questa volta si rivolse direttamente a lei.

-Dovete portarlo a casa a piedi,non provare a smaterializzarvi altrimenti finisce che vi vomita addosso...Credetemi parlo per esperienza personale!

Lo fate camminare:questo oltre a rinfrescargli le idee,gli calma lo stomaco...Poi lo buttate a letto e ve ne andate-concluse.

Entrambe annuirono.

-Sta tranquillo,ci pensiamo noi-ripetè Ginny.

Ron annuì e fece ancora un paio di raccomandazioni prima di prepararsi per andare.

-Vi devo un favore...A tutte e due!-disse dando un bacio alla sorella e salutando Luna.

Ginny sorrise e Luna annuì.

-Tranquillo,te lo ricorderemo al momento piu' opportuno!-disse Luna.

Ron rise e,dopo gli ultimi saluti,uscì dal negozio.

 

 

I soliti posti,le solite facce...Anche le solite bottiglie.

Ma oggi era una giornata diversa:era la notte di Halloween.

Erano quasi quattro ore che era seduto al bancone del pub,e aveva visto streghe e maghi vestiti per la festa darsi appuntamento in quel locale prima di andare a fare "Dolcetto o Scherzetto"... Maghi giovani,forse con qualche anno piu' di lui,e anche qualche vecchio stregone che nella nebbia dell'alcool gli faceva tornare in mente Silente.

Chissà se il vecchio Preside si era mai mascherato per la festa di Halloween?

Bevve quello che restava nella sua pinta di Burrobirra e la posò sul bancone,facendo subito un cenno a Joe perchè gliene versasse un'altra.

Non era mai stato un grande bevitore,ma adesso le cose erano cambiate e poteva permettersi un bicchiere ogni tanto...

Una volta alla settimana...

Ogni giorno...

Adesso era spezzato,mutilato,aveva perso una parte di sè stesso;non c'era piu',anche se non aveva nessuna cicatrice che lo dimostrava:aveva perso Fred.

Aveva perso la persona che sapeva tutto di lui,quella con cui aveva passato piu' tempo della sua vita,con cui non aveva bisogno di parlare perchè era sicuro che avrebbe capito lo stesso...

Era come essere morto,ma continuare a vivere.

Nessuno,neanche la sua famiglia poteva minimamente immaginare come si sentiva:loro avevano perso un figlio,un fratello...

Lui aveva perso la sua anima gemella,e non l'avrebbe piu' ritrovata in nessun'altro.

Arrivò la nuova pinta di BurroBirra e subito ne bevve un sorso generoso:aveva bisogno di allontantanare quei cattivi pensieri!

La notte di Halloween era sempre stata la loro notte:erano liberi di dare sfogo ai loro scherzi e alla loro voglia di divertirsi senza preoccuparsi dei rimproveri della madre o delle conseguenze.

In quei giorni il negozio faceva affari d'oro,ma quella era la cosa che adesso gli importava di meno...avevano chiuso il negozio per seguire l'Ordine quando le cose erano diventate pericolose ed ora che tutto era finito non aveva ancora avuto il coraggio di riaprirlo:che senso aveva ritornare lì senza Fred?

Era qualcosa che avevano creato insieme e senza di lui non voleva piu' tornarci...forse era meglio venderlo,piuttosto che farlo ammuffire e riempire di polvere.

Ancora un sorso dalla sua pinta:quei pensieri dolorosi dovevano andarsene!

Non poteva pensare a Fred,non se voleva continuare a vivere...

Voleva veramente?

Allontanò il boccale sul bancone e poggiò il braccio sul piano,posando poi la testa su questo.

Aveva bisogno di chiudere gli occhi per un'istante,staccarsi da tutto e dimenticarsi dove si trovava....

 

-L'ho trovato!-disse Luna,guardando attraverso i vetri che affacciavano sul pub.

Avevano ricevuto la telefonata neanche dieci minuti prima,mentre erano ancora occupate con la consegna dei dolcetti ai bambini del quartiere.

Subito Ginny aveva atteggiato il viso ad un espressione preoccupata che l'aveva fatta assomigliare in modo incredibile alla madre,e aveva promesso al padrone del locale che sarebbero andate a prenderlo il prima possibile.

Era evidente che non sapeva come affrontare la situazione,cosi era toccato a Luna prendere in mano le redini del comando.

-Forza mettiti il cappotto-le aveva quasi ordinato.

Ginny aveva annuito impercettibilmente e aveva fatto come le aveva detto l'amica,seguendola subito dopo in strada.

Erano arrivate a Diagon Alley,senza scambiarsi neanche una parola:Ginny era preoccupata per il fratello e Luna guardava le strade in cerca del pub.

Si voltò per cercare lo sguardo dell'amica e si accorse che gli occhi di Ginny erano spenti,così le si avvicinò e le si mise a braccetto.

Ginny alzò gli occhi fino ad incontrare quelli di lei e le sorrise timorosa.

-Non fare quella faccia!Non ti sto mica portando al patibolo-le disse con un sorriso d'incoraggiamento.

La rossa annuì,quasi meccanicamente.

-Dì la verità:hai solo paura che ti vomiti sulle tue belle scarpe nuove-disse ancora Luna cercando di sdrammatizzare.

Questa volta,Ginny si lasciò andare ad una piccola risata.

Ormai erano arrivate al pub dove doveva trovarsi George,e Luna staccandosi dall'amica si affacciò ai vetri che davano sull'interno del locale per cercarlo.

Spostò lo sguardo fra i vari tavoli senza però vedere la caratteristica testa rossa dei Wealey,finchè non le parve di scorgerlo al bancone.

-Eccolo lì-disse facendo cenno a Ginny di venire avanti.

La donna si avvicinò al vetro accanto a quello di Luna e guardò verso il punto dove le stava indicando l'amica:non appena vide suo fratello emise un singhiozzo di stupore.

-Ce la fai ad entrare?-le domandò Luna guardandola.

Ginny restò qualche istante senza rispondere,poi annuì.

-Portiamolo a casa-disse prima di avvicinarsi alla porta e di spingerla.

Luna la seguì all'interno del locale ed entrambe si sentirono gli sguardi degli avventori seduti ai tavoli fissi su di loro.

-Cos'hanno da guardare?Non hanno mai visto una donna?-domandò Luna,senza ricambiare nessuno degli sguardi.

-Forse sono già ubriachi e pensano che siamo un'allucinazione-disse Ginny.

Le due donne si misero ai due lati dello sgabello di George e restarono qualche istante in silenzio,sicure che l'uomo si sarebbe accorto della loro presenza;ma dopo qualche istante Ginny fece si schiarì la gola per attirare l'attenzione dell'uomo.

-George...-lo chiamò con dolcezza.

George alzò leggermente la testa dal braccio a cui era appoggiato e posò lo sguardo sulla sorella,ma per qualche istante Ginny ebbe qualche dubbio se la vedeva realmente.

-G...Ginny?-le fece poi con voce chiaramente ubriaca.

La donna sorrise e annuì.

-Che ci fai qui?-le domandò l'uomo strascicando le parole.

-Siamo venute a prenderti-s'intromise Luna.

Sentendo una voce sconosciuta George si voltò,non senza fatica,e guardò per qualche secondo l'estranea accanto a lui,frugando nella sua memoria per capire se la conosceva o meno.

Luna gli sorrise,leggermente divertita dall'espressione divertita che l'uomo aveva sul viso.

-Ci conosciamo?-le chiese alla fine George.

Luna guardò Ginny e la vide chiederle scusa per le parole del fratello:piu' volte Luna era stata ospite alla Tana durante le vacanze estive,ma era impensabile che nello stato in cui era George se lo ricordasse.

Luna tornò a guardare George e gli sorrise.

-Sono il tuo autista per questa notte:sono venuta per riaccompagnarti a casa-gli disse.

L'uomo annuì,come per assimilare meglio quelle parole.

-Quindi che ne dici di scendere da questo sgabello e venire con me e tua sorella?-disse rivolta direttamente a George.

George si mosse sullo sgabello e scivolò su questo,dando le spalle al bancone.

-Sei molto meglio di Ron...Puoi tornare anche domani sera?-le domandò guardandola.

Luna sorrise e alzò le spalle.

-Lasciamo fare al destino...Per il momento accontentatidi questa notte-gli disse.

Ginny si voltò verso il barista e attirò la sua attenzione.

-Dobbiamo pagare qualcosa?-gli chiese.

L'uomo,guardò prima le due donne poi lanciò uno sguardo a George e infine scosse la testa:quanta pena provava per le due donne?

-Allora possiamo andare a casa-disse Ginny tornando a guardare il fratello.

Le due donne si misero accanto a George e lo aiutarono a mettersi in piedi;l'uomo fece qualche passo senza il loro aiuto poi,appena uscito dal locale iniziò a barcollare,così Luna lo prese sottobraccio.

-Ti dispiace se mi appoggio?Questa strada è troppo buia-gli disse.

George la guardò,ma la bionda ebbe qualche dubbio che la vedesse veramente.

-Già,anche a me fa paura-disse Ginny seguendo l'esempio dell'amica.

Così camminando a braccetto,percorsero gran parte del tragitto,senza parlare,godendosi quel particolare silenzio che sembra avvolgere la città appena cala la notte e che svanisce alle prime luci dell'alba.

-A che pensi?-chiese Ginny all'amica.

Luna,con lo sguardo fisso davanti a sè ed il braccio ancora sotto quello di George,alzò le spalle.

-Che ho voglia di una cioccolata calda:credi che ne sia rimasta un pò nella dispensa?-domandò all'altra voltandosi a guardarla.

Ginny rise e si ravviò i capelli dietro l'orecchio.

-Cioccolata calda?A quest'ora...Certo che tu hai dei gusti davvero strani-le disse George con la solita voce strascicata.

Luna lo guardò sorpresa.

-Perchè cosa c'è di male?-gli domandò.

-Tu cosa vorresti mangiare adesso?-gli fece eco la sorella.

-Niente,altrimenti finisce che vomito...Però quando mi sarà passata la sbornia,voglio un bagel pieno di burro e un muffin con il doppio cioccolato-disse l'uomo.

Ginny e Luna si guardarono e si sorrisero.

Erano arrivate nella via di casa e Ginny si staccò da George per cercare le chiavi di casa da dentro la borsa.

L'uomo,approfittando della inaspettata "libertà" si voltò verso Luna e le posò una mano sul braccio,in un gesto che la donna giudicò spinto dalla paura di perdere l'equilibrio.

Luna si ritrovò il viso di George a neanche due centimetri dal suo e incontrò per la prima volta i suoi occhi:due pozze di cielo si scontrarono e si fusero con i suoi occhi e per un'istante,la donna rimase sorpresa dalla tristezza che vi lesse dentro.

-Come mai non ti ho mai incontrato prima?-le domandò.

Luna distolse lo sguardo da quello di lui e sorrise,leggermente imbarazzata.

-Si vede che non hai cercato nei posti giusti-gli disse scherzando.

Ginny aveva trovato le chiavi e tornò ad afferrare un braccio di George,staccandolo così da Luna.

Il trio riprese a camminare verso casa e quando finalmente arrivarono e furono dentro,l'impresa era compiuta:non appena occhieggiò il divano,George vi si gettò sopra e nel giro di qualche secondo era caduto nel sonno.

Le due donne,per non disturbarlo e per non essere disturbate dal russare da ubriaco dell'uomo,si chiusero nella cucina per quella cioccolata calda di cui aveva parlato Luna.

-Come stai?-domandò la bionda a Ginny.

Lei sorrise e annuì.

-Sto bene...E' stata piu' facile di quanto credessi,forse perchè c'eri tu con me-le disse sincera.

Luna fece un cenno con la mano come per allontanare il complimento.

-Per favore smettila o finirò per montarmi la testa-le disse.

Ginny sorrise e bevve un sorso dalla sua tazza.

-Quando si sveglia voglio dargli un rimedio di mia invenzione contro il mal di testa da sbornia-le disse Luna.

Ginny corrugò la fronte.

-Tranquilla niente di illegale o di velenoso:era qualcosa che preparavo anche per Neville-le spiegò.

Ginny,piu' tranquilla,alzò le spalle.

-Lulu' io vado a letto...Sono distrutta!-disse Ginny.

La donna annuì e le diede la buonanotte.

Per qualche minuto restò in cucina rigovernando e controllando nella dispensa per essere sicura di avere tutti gli ingredienti necessari per domattina,poi si diresse verso la sua stanza.

Passando nel salotto si fermò davanti al divano e guardò George che dormiva sdraiato sul divano:una mano era poco distante dalla bocca,mentre l'altra era abbandonata contro il ventre ed entrambe le gambe erano piegate all'altezza dello stomaco.

Era un bell'uomo...

Per qualche strana ragione,era sorpresa dal trovarlo attraente:forse era dovuto alla sua amicizia con Ron e Ginny,ma mai aveva pensato di poter trovare attraente uno della famiglia Weasley.

Eppure...

Quegli occhi...quando prima l'avevano guardata,anche se con quello sguardo offuscato e confuso da ubriaco,le era sembrato di sentire una connessione,qualcosa che la collegasse con George.

Il naso regolare e la barba rossiccia che gli copriva le guance e il mento gli dava un'aria maschia,quasi trasandata...forse era una scelta voluta.

Si riscosse dall'osservazione quando sentì un sonoro crack nella stanza.

Alzò lo sguardo dal volto di George e si trovò davanti Draco,poco distante dal televisore.

-Che sorpresa-gli sussurrò.

Lo era davvero:non sapeva mai quando aspettarsi le sue visite.

Lui arrivava quasi sempre a notte fonda,come un tempo faceva Neville,e restava finchè non sorgeva l'alba.

-Ho pensato di trascorrere Halloween insieme-le disse.

Luna sorrise e fece un passo verso di lui.

-Vuoi che andiamo a fare dolcetto o scherzetto?-gli domandò, prendendolo in giro.

Draco ghignò divertito e con una mano l'avvicinò a sè per darle un bacio.

-Veramente avevo un'altra idea in mente...-le disse quando le sue labbra si staccarono da quelle della donna.

-Ah,la notte dei morti viventi-lo prese in giro lei.

Draco rise e la baciò di nuovo,prima di allontanare il viso da quello di lei.

Luna vide che si era accorta di George,ma non disse nulla:restò in silenzio fra le sue braccia aspettando che lui parlasse.

-Che ci fa Weasley qui?-le domandò.

Luna lo prese per mano e lo portò nella sua stanza,per evitare che la conversazione venisse intesa anche da Ginny o che George si svegliasse.

Una volta chiusasi la porta alle spalle,si voltò verso Draco e alzò le spalle.

-Ti ho chiesto che ci fa qui Weasley-ripetè l'uomo.

-Questa è anche casa di Ginny,quindi è normale che suo fratello sia rimasto a dormire qui-bisbigliò Luna.

Draco le lanciò qualche lampo di rabbia.

-Normale?Puzza quanto una distilleria di BurroBirra!-disse l'altro adattando la voce ad un sussurro.

-Non fare il moralista...So benissimo che anche a te piacere bere-gli ricordò lei.

-Ma io non mi riduco certo in quelle condizioni-ribattè testardo Draco.

-Cosa avrei dovuto fare allora?Accendere un cerino e dargli fuoco?-domandò lei sarcastica.

Perchè se la prendeva tanto?George era ubriaco,e allora?Che male poteva farle?

-Non sarebbe una cattiva idea-fece Draco.

-DRACO!-lo rimbrottò lei.

L'uomo restò qualche istante in silenzio,sorpreso che lei l'avesse ripreso:doveva essere una cosa nuova per lui.

-Insomma mi spieghi qual'è il tuo problema?Si è soltanto fermato a dormire-gli domandò.

Draco si scostò i capelli da davanti agli occhi e la guardò serio.

-Non sopporto i Weasley-le disse.

-Beh dovrai abituartici se vuoi che questa specie di relazione vada avanti:Ginny è la mia coinquilina e probabilmente non sarà l'ultima volta che George resta a dormire da noi-gli disse.

Perchè aveva detto quella cosa?Forse quella era la prima e ultima volta che veniva chiesto loro di occuparsi di George...Perchè stava facendo di tutto per irritare Draco?

-Allora perchè non chiedi a lui di farti compagnia?-le domandò lui irritato.

E prima che lei avesse il tempo di pensare ad una risposta a tono,Draco si smaterializzò.

Luna si lasciò scappare un sospiro frustrato.

-Stupido idiota!-

Credeva di poter decidere della sua vita soltanto perchè veniva a letto con lei?

Aveva proprio sbagliato persona con cui fare il prepotente...

Mise il pigiama,si infilò nel letto e spense la luce decisa a non lasciarsi prendere dalla rabbia per quello che era successo,ma restò sveglia per le due ore successive a muoversi nel letto.

Draco la stava aiutando molto...La aiutava a non pensare,a non farsi prendere dalla malinconia e dalla tristezza:ogni volta che aveva pensato al suo passato con Neville e ne aveva provato nostalgia,Draco era sempre stato lì accanto a lei per farle tornare il buonumore e a farle ricordare realmente com'era la sua vita con Neville.

Il piu' delle volte i loro rapporti si limitavano al sesso:lui veniva la sera tardi,proprio per quel motivo e anche lei non aveva voglia di impegnare sè stessa e il suo cuore in una nuova relazione.

Le ferite bruciavano ancora troppo per riuscire a fidarsi di un'altro uomo così presto.

Per questo le andava bene il rapporto con Draco:tutti e due sapevano fin dove potevano spingersi e quanto potevano chiedere all'altro prima di diventare troppo appiccicosi o melensi.

Perchè adesso si comportava in maniera così inconsuenta per lui?

Quando guardò per l'ennesima volta l'orologio sul suo comodino erano le tre e mezza di notte:aveva iniziato a piovere e grosse gocce di pioggia cadevano sull'asfalto e su tutto quello che si trovava in strada,facendole compagnia.

Si alzò e,dopo aver indossato la vestaglia,uscì dalla stanza e attraversò il salotto buio cercando di fare il minimo rumore possibile.

Ma quando ormai era vicina alla porta della cucina,la luce accanto al divano si accese,illuminando la stanza.

-Oh!Che idea stupida ho avuto-sentì dal divano.

Si voltò e vide George,ancora sdraiato sul divano,che si copriva gli occhi con entrambe le mani.

Sorrise e si diresse verso l'abajour e vi mise sopra un panno colorato che ebbe il doppio risultato di diminuire la luce nella stanza e di colorarla di rosa chiaro.

George allontanò le mani dalla faccia e la guardò.

Luna lo vide corrugare la fronte e,involontariamente sorrise.

-Luna...-disse.

-Ciao George-lo salutò a bassa voce.

-Che ci fai a casa di Ron?-le domandò poi l'uomo.

Luna rise a bassa voce,poi si piegò sulle ginocchia e si portò all'altezza dell'uomo.

-Non è casa di Ron...Sei a casa mia e di Ginny:non ti ricordi?-domandò poi.

George storse le labbra in una smorfia di concentrazione e restò qualche istante in silenzio,poi scosse la testa.

-Buio completo...Ho la testa che mi scoppia-le disse poi.

Luna annuì.

-L'avevo previsto:vieni con me in cucina che ho il rimedio giusto per te-gli disse.

Detto questo si alzò di nuovo in piedi e si diresse verso la cucina senza aggiungere altro.

Sentì dietro di sè il rumore dell'uomo che si alzava e con cautela la seguiva verso la cucina,e dopo pochi istanti se lo trovò in cucina.

Si appoggiò alla parete della porta e le lanciò uno sguardo attento.

Intanto Luna,cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare Ginny,stava cercando nei vari scaffali della cucina gli ingredienti per il suo "rimedio miracoloso".

-Che vuoi fare?-le domandò George.

-Qualcosa che ti eviterà quel fastidioso cerchio alla testa post-sbornia-disse lei.

George guardò gli ingredienti sul tavolo:c'era una scatola di uova,una confezione di sciroppo per la tosse,un limone e una bottiglietta di tabasco.

-Sei sicura di quello che fai?-le domandò leggermente preoccupato.

Luna sorrise e prese un'uovo dalla confezione.

-Assolutamente-gli rispose.

George la osservò mentre versava l'uovo intero nel frullatore,seguito da una dose abbondante di sciroppo per la tosse,il succo dell'intero limone e per finire da alcune gocce di tabasco.

-Non credo che sopravviverò a quell'intruglio-disse guardando la pozione che ora aveva assunto una strana colorazione marrone.

Luna sorrise e senza rispondere,gli passò accanto e uscì dalla cucina,per tornavi neanche un minuto dopo con la bacchetta in mano.

George la vide puntare la bacchetta contro il frullatore e subito dopo, questo iniziò a mescolare il tutto senza fare il minimo rumore.

Quando incontrò lo sguardo della donna,lei sorrise di nuovo posando la bacchetta sul tavolo.

-Non voglio svegliare Ginny-gli spiegò.

George annuì e alzò le spalle:era piu' che normale.

La donna fermò il frullatore e versò l'intruglio in un bicchiere,che posò sul tavolo poco distante dagli ingredienti che aveva usato per prepararlo.

-Buon appetito-gli disse poi guardandolo.

George la guardò e dopo qualche secondo scosse la testa.

-Non se ne parla proprio!Non ho nessuna intenzione di bere quella roba-le disse.

Luna sorrise,leggermente divertita poi alzò le spalle.

-Il sapore non è poi così cattivo...Avanti non sarà peggio di tutta quella robaccia che ti sei bevuto-gli disse.

-Lascialo giudicare a me...-le disse lui.

-Avanti,non fare il bambino-gli disse lei,sorridendo.

George si staccò dal muro e fece un passo verso il tavolo.

-Sei sicura che non ci sono pericoli?-le domandò.

Questa volta Luna rise,coprendosi poi la bocca con una mano in una mossa che la fece sembrare quasi una bambina.

George la guardò qualche istante,poi sorrise;fece i passi che lo dividevano dal tavolo e allungò una mano verso il bicchiere.

Lei lo vide afferrare la tazza e portarlo a pochi centimetri dal naso per sentirne l'odore e sorrise nuovamente della smorfia che si disegnò sul suo viso.

-Pensavo peggio-le disse.

Lei annuì e lo guardò mentre posava le labbra sul vetro del bicchiere e dava un primo timido sorso.

-E' terribile come credevi?-gli domandò.

George bevve un secondo sorso e scosse la testa.

-Sa di fragola e tabasco...Non credevo potesse esistere una cosa del genere-le disse.

Lei annuì.

-Nel giro di un quarto d'ora ti rimette a nuovo-gli promise.

Una volta finito di bere quell'intruglio George tornò a posare il bicchiere sul tavolo e guardò Luna.

-Come mai mi trovo a casa vostra?-le domandò poi,come ricordandosi all'improvviso di quel particolare.

Luna sorrise.

-Ron ed Hermione avevano un'appuntamento,così ci siamo offerte di aiutarli...-

-Vi siete offerte per farmi la guardia,giusto?-domandò George diretto.

-Piu' o meno...A dire il vero siamo state assunte per farti da autisti-gli disse prendendolo quasi in giro.

George sorrise e abbassò la testa,leggermente in imbarazzo.

-Beh,visto che mi sento meglio...Credo sia ora di levare il disturbo-le disse tornando a guardarla.

-Il disturbo lo dai se te ne vai-ribattè lei.

George rialzò la testa e incontrò lo sguardo di Luna per cercare di interpretare le sue parole.

-Se domani tua sorella non ti trova sul divano dove ti ha lasciato ieri notte sicuramente ha un'infarto...Quindi ora te ne stai tranquillo e ti rimetti a dormire-gli disse lei calma.

George sorrise.

-Anche perchè sono le quattro del mattino e i pub a quest'ora sono tutti chiusi...La tua fuga sarebbe inutile-gli disse prendendolo di nuovo in giro.

George rise piano e incontrò di nuovo gli occhi della donna.

-Scommettiamo che ne conosco qualcuno ancora aperto?-le disse quasi per provocarla.

-Preferisco non rischiare i miei soldi su qualcosa che so già persa in partenza-rispose lei.

La risata di George rieccheggiò per tutta la stanza,riempiendola di sollievo e di allegria.

I loro occhi si incontrarono di nuovo e per qualche istante restarono in silenzio a guardarsi.

-Andiamo a dormire?-gli domandò poi Luna.

George,sempre con gli occhi in quelli di lei,annuì.

Luna seguì George fuori dalla cucina ed entrambi si fermarono nel salotto.

-Ti porto una coperta...ha rinfrescato-gli disse.

George rimase fermo accanto al divano e la guardò entrare nella sua camera da letto e riuscirne pochi istanti dopo con una coperta di lana blu fra le mani.

-Grazie-le disse,prendendole la coperta.

Luna sorrise e fece un cenno con il capo.

Restarono qualche altro istante in silenzio,finchè Luna non alzò le spalle.

-Buonanotte...A domani-gli disse.

-A domani-

Si avviò verso la sua stanza e quando si chiuse la porta alle spalle,si ritrovò avvolta dall'oscurità della notte.

Si infilò nelle coperte e pensò per qualche minuto a quel divertente scambio di battute che aveva avuto con George,prima dell'arrivo del sonno.

 

 

Quella mattina non voleva essere disturbato,non voleva neanche fare lezione...

Ma sapeva che era una pretesa sciocca:sarebbe sceso come gli altri professori a fare colazione nella Sala Grande,e avrebbe fatto lezione anche se la sua non era una delle materie considerate fondamentali.

Perchè aveva questa strana sensazione?

Perchè tutte le sue certezze erano crollate in così poco tempo?

Neanche due mesi prima era sicuro che lasciare Luna era la cosa piu' giusta da fare,che stare con Juliet era quello che realmente voleva e che non poteva piu' rimandare l'inevitabile...

Dove erano finite adesso tutte le sue sicurezze?

Ogni volta che si avvicinava a Juliet sentiva una strana insoddisfazione,un'inspiegabile rabbia verso la ragazza,che invece era senza colpe.

La colpa era sua:si era accorto troppo tardi di essere innamorato di una donna che adesso lo odiava e che mai sarebbe tornata sui suoi passi.

Voleva Luna,l'amava,era un pezzo della sua vita,anzi era tutta la sua vita...

Era stato un pazzo a lasciarla,ma quel breve distacco gli aveva fatto capire quali erano le priorità nella sua vita.

Doveva chiedere il perdono di Luna,implorarlo se fosse stato necessario,e fare in modo che lei tornasse da lui...

Ma lei lo avrebbe mai riaccolto nella sua vita?

 

 

Salve a tutti!!!

Grazie x l'INFINITA pazienza con cui avete aspettato il nuovo capitolo,ma se seguite anke l'altra ff,sapete ke nn è stato 1 buon periodo x me...

Comunque,ora sn tornata e vi prometto che sarò piu' celere le prox volte.

Come vedete le cose si stanno evolvendo:nuovi incontri,insaspettate gelosie e ripensamenti dell'ultima ora.

Voglio ringraziare tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e di battitura.

Ora i ringraziamenti:Sarina87(Sì,è stato molto dolce...forse un pò troppo x un Malfoy),Ninny(Scusa l'attesa,ma ora sn tornata...Spero ke il capitolo sia di tuo gradimento!),Alemalfoy(E' vero,sn strani insieme...Non avrebbero mai funzionato...E' in arrivo una ff su Draco/Hermione...Fammi sapere cosa ne pensi!),GabryWeasley(Grazie x i complimenti!Sarebbe veramente faticoso,e poi credo ke verrebbe a noia scrivere la stessa storia da + punti di vista...Ora la mia nuova sfida è una Draco/Herm),Lallina88(Grazie x i complimenti!Ma sn davvero così brava?...Cmq fidati,nn ti farò assolutamente rimpiangere la mancata storia fra Draco e Luna),Vinny(Se vuoi sapere che fine ha fatto Harry leggi l'altra mia ff "Io e te...x sempre?",così avrai un quadro + chiaro della situazione),Lilla4eve(Grazie x i complimenti...come vedi qsta volta nn sn stata tanto veloce),Germana (Assolutamente!La Row è troppo in alto x arrivarci...),Potterfanlalla17(Ti dispiace che Draco e Luna si lascino?),Jellicalcat(Grazie!Sulla scena con i protagonisti neanche foste nel Pensatoio di Silente?),Lyoko(Ti ho già ringraziato nell'altra ff,ma lo faccio anke qui,many thanks!!x aver trovato il tempo,con la scuola e i compiti,di leggere qst altra ff!),and last but not least Potterina88(GRazie x i complimenti Pamy!!Le amiche sono la cosa piu' importante nella vita,altrimenti nei momenti di crisi dove sbatteresti la testa?Preparati sta x arrivare una Draco/Herm!)

Bene,x il momento è tutto,e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Chiedere scusa"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Chiedere scusa ***


scusa

 

Non riusciva ancora a spiegarsi cosa l'aveva fatto infuriare tanto.

Era stata la presenza di Weasley a casa di Luna?

Oppure era stata la difesa che la donna aveva fatto di quello straccione alcolizzato?

Non riusciva a darsi una risposta a quella domanda,ma sapeva che il suo comportamento non era stato "normale".

Aveva iniziato quella storia con Luna sicuro che non vi sarebbero mai entrati i sentimenti:tutti e due sapevano fin dove potevano spingersi e sapevano quali erano i limiti.

Luna sapeva perfettamente che lui era sposato e,al contrario delle sue altre amanti,sembrava accettarlo come qualcosa di inevitabile e soprattutto non aveva mai tentato di convincerlo a lasciare Astoria.

E dall'altra parte,lui sapeva che Luna usciva da una storia che l'aveva messa a terra:Neville si era praticamente messo il suo orgoglio e il suo amor proprio sotto le scarpe,senza preoccuparsi minimamente dei suoi sentimenti.

Ora l'ultima cosa che voleva era ricominciare tutto da capo con qualcun'altro.

Perchè allora quella scenata di gelosia neanche fossero una coppia di sposini novelli?

Cosa lo aveva infastidito maggiormente,la presenza di Weasley o la difesa spassionata della donna?

Decisamente la prima.

Non aveva mai pensato che un'altro uomo potesse restare a casa di Luna oltre a lui...Certo era un pensiero egocentrico,ma per le sue altre amanti lui era sempre stato l'unico,almeno nel momento della loro relazione,e la possibilità che Luna se la intendesse con Weasley era terribile anche solo da concepire.

Come si poteva passare da un'uomo come lui fiero,scattante,atletico,ed anche abbastanza sexy, ad uno come Weasley che era disperato e alcolizzato?

Era come passare dal caviale al burro d'arachidi!

Ok,il loro rapporto non era ben definito e lasciava molte cose non dette,ma credeva fosse chiaro che era un rapporto esclusivo.

Avanti,quale donna aveva bisogno di un'altro uomo quando poteva avere Draco Lucius Malfoy?

Qeul pensiero continuava a roderlo,neanche un tarlo,e la cosa peggiore era che non poteva parlarne con nessuno,non c'era anima viva a cui chiedere un consiglio.

Dopo la prima volta in cui si era aperto e si era confidato con Kevin,aveva preferito evitare che ce ne fosse una seconda:meno persone sapevano di quella relazione,meglio era.

Inoltre conoscendo Kevin c'era il rischio che si facesse scappare qualcosa in un momento di euforia alcolica.

Sentì come in lontananza i colpi sulla porta di legno del suo ufficio, e quando voltò lo sguardo sull'uscio,vide la testa di Neville affacciarsi nella stanza per cercarlo.

-Neve!-disse per attirare la sua attenzione.

L'uomo lo vide e sorrise all'indirizzo dell'amico.

-Sei occupato?-gli domandò restando sulla soglia.

Draco scosse la testa e gli fece un gesto con la mano per convincerlo ad entrare.

-Che ti porta in queste fredde segrete?-gli domandò sedendosi meglio sulla sua sedia.

Neville entrò nella stanza e,dopo essersi richiuso la porta alle spalle,si mise seduto su uno dei banchi.

-Avrei bisogno di parlare con il mio vecchio amico...-gli disse.

Senza riuscire a spiegarsene il motivo,Draco cominciò a sentire puzza di bruciato:che l'altro avesse combinato un'altro dei suoi guai?

-Di che si tratta?-gli domandò guardingo.

Neville restò in silenzio,non sapendo come cominciare il discorso,muovendo nervosamente le mani e abbassando lo sguardo a fissarsi la punta delle scarpe.

-Che è successo Neve?-gli domandò ancora Draco.

L'uomo alzò gli occhi sull'amico e restò ancora qualche istante in silenzio,come se ancora gli mancasse il coraggio per parlare,poi tornò ad abbassare lo sguardo e finalmente parlò.

-Tu credi che ho fatto una cazzata?-gli domandò senza guardarlo.

Draco aggrottò la fronte,sorpreso da quelle parole inaspettate.

-A proposito di che?-gli chiese serio.

Neve alzò gli occhi e questa volta fissò lo sguardo in quello dell'amico.

-Di Luna.Credi che ho fatto male a lasciarla?-gli domandò di nuovo Neville.

Draco lo guardò qualche secondo,come se avesse bisogno di assorbire le ultime parole dell'uomo.

Ma che diamine succedeva quel giorno?Era una specie di karma negativo?Tutto sembrava essere contro di lui!

Prima la litigata con Luna,adesso gli ci voleva anche Neville con le sue crisi di identità.

-Che fine ha fatto quell'altra?-gli domandò cercando di capire.

-Judith?Non riesco neanche ad averla vicino per dieci minuti senza litigarci...-gli spiegò l'altro.

Draco annuì:e adesso voleva riprendersi Luna?

Ma ora lei era impegnata!

-Quindi avevi pensato di tornare con Luna,o sbaglio?-domandò,cercando di rimettere insieme i pezzi.

Neville restò in silenzio poi annuì.

Draco dovette quasi fare violenza su sè stesso tanta era la voglia di lanciare una maledizione contro Neville:stava entrando in qualcosa che non lo riguardava piu'.

Non poteva decidere della vita di Luna,e in un certo senso anche della sua, in quel modo...

-Luna è la sola persona che mi conosce veramente...Ho capito che non so stare senza di lei-gli disse serio.

Draco lo guardò rimettersi in piedi e iniziare a camminare avanti e indietro davanti a lui.

-Ho passato gli ultimi giorni a pensare ai motivi che mi hanno spinto a lasciarla e ho capito che sono state tutte idiozie-

-Quindi?-gli domandò Draco per tagliare corto.

-La voglio indietro...Farò tutto quello che posso per convincerla a tornare con me-disse Neville convinto.

Draco annuì lentamente,come se stesse pensando alle parole di Neville,mentre in verità stava lottando contro la rabbia che lo aveva assalito e che cercava anche il piu' piccolo pretesto per scaricarsi su Neville.

-Hai pensato al fatto che lei non vuole nè vederti nè sentirti?-gli ricordò.

Neville annuì piu' volte.

-Lo so,lo so...Ma questo è soltanto un dettaglio.

So che io e lei siamo destinati a stare insieme e quando la rabbia che lei prova nei miei confronti sparirà allora si accorgerà che io sono l'uomo della sua vita-

Draco alzò le spalle in un gesto menefreghista,come se il discorso non lo interessasse minimamente.

-Però ho bisogno del tuo aiuto-disse subito dopo.

Il biondo lo guardò quasi trafiggendolo con gli occhi gelidi.

-In che senso?-

-Ho bisogno che tu vada da Luna e le dica che fra me e Judith è tutto finito e che io ho capito i miei errori-

-Vuoi che io vada da lei e faccia il tuo lavoro sporco?-gli domandò Draco lasciando uscire un pò della rabbia che aveva in corpo.

Neville annuì.

-Ma sei completamente senza palle?Se hai deciso di tornare con Luna va da lei e affrontala:prenditi tutti i suoi insulti e le sue maledizioni e considera anche la possibilità che lei non voglia neanche sentirne parlare.

Per quanto ne so lei ti odia-gli disse maligno.

-Lo so,ho sbagliato...-

-No Neve,quello che hai fatto tu è piu' che sbagliato:hai calpestato quella donna in ogni modo possibile!

E adesso pensi che basta uno schiocco di dita perchè dimentichi tutto e torni allegra e felice al tuo fianco?Devi essere completamente fuori di testa-gli disse.

-Non giudicarmi!-gli disse Neville alzando leggermente la voce.

Draco incontrò gli occhi dell'amico e vide delle piccole fiamme di rabbia brillare nello sguardo di Neville.

-Che ne sai tu dell'amore?Quando è stata l'ultima volta che hai amato qualcuno quanto io amo Luna?Per te le donne sono soltanto un piacevole passatempo,qualcosa da mettere nel letto finchè ne hai voglia,poi arrivederci e avanti un altra!

Hai mai provato qualcosa per qualcun'altro oltre te stesso?-

-Adesso stai esagerando!-sibillò gelido Draco.

-Beh,ne vale la pena!Sei talmente chiuso nella tua torre d'avorio che non fai avvicinare nessuno...

Guai se qualcuno conoscesse il vero Draco Malfoy!

Sai che ti dico?Che forse non vali tutta questa fatica!-gli disse.

Poi prima che l'altro potesse ribattere qualsiasi cosa,si voltò e a passo spedito si diresse verso la porta.

Draco lo vide uscire con furia e ad accompagnarlo ci fu il rumore della porta sbattuta con forza.

 

 

Luna guardò l'orologio appeso alla parete:era l'una e mezza.

Con un movimento leggiadro uscì da dietro il bancone e in pochi passi fu davanti alla porta a vetri del negozio;fece scattare la serratura e mise un cartello con su scritto "Torno subito" sulla vetrata.

Anche lei aveva bisogno di dieci minuti di completo relax!

Era stata una giornata frenetica:sembrava che tutto il mondo magico si fosse dato appuntamento nel suo negozio,o avesse bisogno del loro consiglio per fare un regalo...

Non che volesse lamentarsi per i molti clienti,ma ogni tanto anche lei aveva bisogno di un pò di respiro.

Inoltre quel giorno Ginny era andata ad un'asta babbana,lasciandola sola in negozio fin dalla mattina,quindi se la meritava proprio una pausa.

Andò nel retro e prese dalla borsa il suo sandwich,poi tornò in negozio e si sedette su uno degli sgabelli da bar che tanto facevano inorridire i maghi:cosa avevano di così scandaloso ancora non lo aveva capito,però in compenso erano comodi.

-Accio lattina!-disse nel negozio vuoto.

Quasi subito,vide arrivare la lattina di succo d'ananas che aveva dimenticato nel retro: l'afferrò,la posò sul bancone e poi svitò il tappo prima di dare un primo sorso.

Quella mattina quando si erano alzate,George era sotto la doccia:ne era uscito appena in tempo per salutarle prima che le due donne andassero a lavoro.

Le aveva ringraziate ancora una volta per averlo riportato a casa sano e salvo e naturalmente Ginny non aveva voluto ascoltarlo.

Da sobrio sembrava anche una persona divertente e responsabile...Doveva essere veramente a pezzi per ridursi in quello stato tutte le sere.

Diede un morso al suo panino e le tornò alla mente la discussione della sera prima...

Cosa aveva spinto Draco a reagire in quel modo?

In fondo non stava facendo niente di male...Stava soltanto guardando l'uomo addormentato sul suo divano e riflettendo fra sè e sè che in fin dei conti George era un uomo attraente.

Ma che andava a pensare!

Non era quello che aveva fatto arrabbiare Draco:era stata la semplice presenza di George a casa sua.

Eppure era un comportamento strano da parte sua,lo credeva immune da questo tipo di sentimenti...

E poi non avevano deciso di lasciarli sentimenti dalla loro relazione?

Appallottolò il cellophane che aveva avvolto il suo panino e si sporse sul bancone per gettarlo nel cestino della carta straccia.

Era ancora con lo stomaco sul marmo del bancone quando sentì un sonoro crack poco distante da lei.

Sempre nella stessa posizione alzò la testa e guardò la persona che era apparsa nel suo negozio.

Draco era di fronte a lei,impeccabile come sempre nella sua divisa di Hogwarts e con una strana espressione sorpresa sul viso.

-E' una nuova posizione per la meditazione?-le domandò con voce seria.

Luna staccò il busto dal bancone e tornò a sedersi composta,lo sguardo fisso su di lui.

-Molto divertente-gli disse.

Immobile neanche fosse una statua di sale,Draco era nel centro del negozio,lo sguardo su di lei a carpirne ogni mossa,ogni piu' insignificante gesto.

-Che cosa ti porta qui in pieno pomeriggio?Forse un impellente bisogno di chiedere scusa per il tuo comportamento?-gli domandò lei,con un leggero sorriso sarcastico sulle labbra.

Draco ghignò a quelle parole:aveva immaginato che lei avrebbe detto qualcosa del genere.

Scosse lentamente la testa.

-Affatto.

Sono qui,mio malgrado,in veste di messaggero-le disse.

Luna corrugò le sopracciglia,colpita da quelle parole.

-Se la mia presenza ti da tanto fastidio che sei venuto a fare?Potevi sempre spedirmi un gufo...-gli disse.

-Neville-le disse lui secco.

Gli occhi di Luna si ingrandirono a quel nome.

Poteva un solo nome contenere in sè così tante emozioni?

A pensarci adesso si domandava come aveva fatto a soffrire a quel modo per lui;adesso quello che provava quando pensava a Neville e al loro passato insieme era la totale indifferenza.

Aveva imparato a separare i ricordi:da una parte tutti quelli felici,che ancora riuscivano a strapparle un sorriso,e dall'altra parte quelli che avrebbe cancellato volentieri con un colpo di spugna e che le facevano tornare le lacrime ogni volta che ci pensava.

Ma ormai,il piu' delle volte,sentire il nome di Neville le provocava soltanto indifferenza,come se fosse qualcuno che aveva incontrato nella sua vita e che aveva diviso per un certo periodo il suo stesso cammino,prima di proseguire per la sua strada.

-Ha scoperto qualcosa?-gli domandò subito.

Draco scosse la testa.

-L'unico modo perchè sappia qualcosa è che uno di noi due glielo dica...

E' un'altro il motivo per cui sono qui-le disse.

Luna lo guardò aspettando che continuasse e lo vide prendere fiato piu' volte prima di parlare di nuovo.

-Neanche due ore fa è venuto nel mio ufficio e mi ha detto che fra lui e Judith...-

-Judith sarebbe l'altra,vero?-lo interruppe Luna.

Draco annuì.

-Ok,va avanti-

L'uomo la guardò di sottecchi e questa volta,Luna lo sentì chiaramente sospirare.

-Mi ha detto che è in crisi con Judith e che ha capito di aver sbagliato a fare quello che ha fatto-le disse.

Luna annuì lentamente mentre l'altro continuava a parlare.

-Ha capito che tu sei l'unica che ama e che...Al diavolo,non ci credo neanche che sto davvero qui a dirti queste stronzate-disse Draco bloccandosi a metà.

Luna sorrise leggermente a quelle parole.

-E io non riesco a credere che sto qua ad ascoltarle...Come è riuscito a convincerti?-gli domandò lei curiosa.

-Questo non è importante.

Naturalmente torno da lui e gli dico che lo mandi al diavolo,no?-le domandò con voce sicura.

Luna lo guardò in silenzio,con sguardo esitante,poi abbassò gli occhi sul marmo del bancone.

Quel gesto,che altro non era che di confusione,venne interpretato nella maniera sbagliata dall'uomo che lo prese come un segno di indecisione.

Cosa voleva fare,tornare da Neville?Magari giurargli amore eterno nonostante tutto quello che le aveva fatto?

-Andiamo non dirmi che siamo di nuovo a quel punto!-le disse voce voce dura.

Luna rialzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Draco,trovandoli freddi e invalicabili neanche fossero due montagne.

-Che vuoi dire?-gli domandò.

-Non mi dire che adesso correrai di nuovo da lui come un cagnolino fedele-le disse con voce cattiva.

Luna lo fulminò con lo sguardo.

-Non ti azzardare!Chi accidenti sei tu per parlarmi in questo modo?-gli domandò arrabbiata.

-Basta che lui ti faccia un fischio e tu gli corri dietro,con la coda fra le gambe...Vuoi portargli anche il giornale con i denti?Posso procurarti una copia della "Gazzetta"!-le disse ancora,ben sapendo di farle del male.

Luna scese dal suo sgabello e gli andò contro,puntandogli in faccia un dito quasi sfidandolo.

-Non usare mai piu' quel tono con me,hai capito?Non sono una delle tue studentesse che non vedono l'ora di infilarsi nel tuo letto.

Che ne sai tu della storia fra me e Neville,eh?-gli domandò lo sguardo fisso in quello di lui.

A quelle parole,Draco sentì il sangue ribollirgli nelle vene:possibile che quella giornata dovessero tutti accanirsi contro di lui?

Dannato karma!

Senza riflettere le afferrò il polso e lo strinse forte,quasi fosse una morsa,ma Luna non emise neanche un gemito:sapeva che altrimenti gli avrebbe dato soddisfazione e quella era l'ultima cosa che voleva.

-Vuoi tornare a essere il suo zimbello?Bene accomodati,non sarò certo io a fermarti!

Però questa volta non verrò a raccogliere i pezzi-le disse,il viso a pochi centimentri dalla sua faccia.

-Quando mai sei venuto a raccogliere i pezzi?L'unica cosa che sei stato capace di offrirmi è stato un pò di sesso senza impegno!-gli disse lei cattiva.

-Però non mi sembra che ti sia dispiaciuto...Sarei io quello che si deve lamentare-le rinfacciò lui.

Con una torsione del polso,Luna si liberò dalla sua stretta e per un'istante gli sembrò che fosse sul punto di schiaffeggiarlo.

-Vattene al diavolo,tu e il tuo amico!

Non ho bisogno nè di te nè di lui-gli disse.

Draco la vide voltarle le spalle e andare nel retro,mettendo fra di loro la tenda leggera rossa che separava il negozio dal retrobottega.

Nel piccolo stanzino,appoggiata al muro,Luna sentì un'altro crack,mentre delle inopportune ed odiose lacrime le rigavano le guance.

 

 

 

-E' stato un Halloween strano...-

Ormai era diventata una tappa obbligata della sua giornata:ogni mattina,prima di andare al pub aspettando che il giorno finisse,andava a salutare suo fratello.

Ogni giorno andava a sedersi sul prato accanto alla tomba di Fred e parlava con lui,a volte anche per delle ore,di tutto quello che era successo il giorno prima e che riteneva giusto che il fratello sapesse.

-Ti ricordi come aspettavamo con ansia questo giorno?Facevamo piu' affari ad a Halloween che in una settimana intera.

Però quest'anno ho lasciato correre...Non me la sentivo ancora di riaprire il negozio,magari il prossimo anno,che dici?-domandò guardando la foto ovale del fratello.

Restò in silenzio,lo sguardo perso nel vuoto,la mente che correva dietro ad un fiume di pensieri.

-Sai ho rivisto una persona che non vedevo da tanto tempo...Mi ha fatto da guardia insieme a Ginny ieri sera-disse senza guardare la foto.

Nella mente gli apparve l'immagine di Luna,come l'aveva vista quella notte in pigiama e vestaglia nella cucina del suo appartamento e sorrise.

-Era da tanto che non la incontravo...E mi ha fatto uno strano effetto-ammise.

Guardò la foto di Fred e si passò una mano fra i capelli.

-So di essere un fastidio in questo periodo,però lei è riuscita a non farmelo pesare...Anzi l'ha fatto sembrare come se fosse una specie di gioco,un passatempo.

Ero nel pallone per colpa del mal di testa post-sbronza e lei mi ha aiutato senza farmi nessuna ramanzina-disse cercando di spiegare quel guazzabuglio di idee che aveva in testa.

Abbassò lo sguardo sull'erba e sospirò:forse stava semplicemente straparlando.

In fondo,era una cosa che gli capitava abbastanza di recente...

-Beh vecchio mio,adesso io me ne vado...

Torno domani-disse guardando ancora una volta la foto sorridente del fratello.

Lo guardò per alcuni istanti,poi sospirò ancora una volta,leggermente demoralizzato e alla fine si rizzò in piedi.

Era ora di cercare il primo pub aperto...

 

 

Era veramente una giornata di merda!

Doveva esserci una congiuntura astrale contro di lui,altrimenti non si spiegava tutta quella sfiga!

E non poteva neanche sfogare la sua rabbia sugli studenti Grifondoro,perchè quel giorno non aveva nessuna lezione con loro...

Come si permetteva di trattarlo a quel modo?Nessuno mai aveva osato usare quel tono con lui,neanche i suoi genitori.

Chi era lei per farlo?Nessuno!Non era sua madre nè sua moglie...

Era soltanto una che si portava a letto qualche volta,quando ne aveva voglia e che poteva lasciare quando e come voleva,senza neanche una spiegazione.

Lo sguardo che aveva negli occhi quando lo aveva sfidato non lo aveva visto neanche in Potter durante i peggiori scontri...

Quel non volersi piegare...

Lo aveva eccitato in una maniera incredibile!

Era stato sul punto di saltarle addosso piu' volte:era riuscita a portarlo sul limite dell'eccitazione senza neanche accorgersene,mascherando il suo desiderio sotto la rabbia e la furia,rendendo il tutto ancora piu' focoso e peccaminoso.

Sapeva che se avesse fatto una sola mossa verso di lei sarebbe stata la fine:non sarebbe piu' potuto tornare indietro.

Avrebbe mostrato il suo punto debole e lei avrebbe avuto da quel momento in poi il coltello dalla parte del manico,sfruttando quella situazione a suo vantaggio ogni volta che ne aveva voglia.

Si buttò a pancia in su sul letto e si nascose il viso fra le mani.

Era incredibile come l'avesse ridotto soltanto con una lite!

Allora era vero quello che dicevano:certe volte era ancora piu' soddisfacente il sesso riparatore.

Sapeva di averla ferita...

Inspiegabilmente sapere di essere il responsabile della sua sofferenza lo faceva sentire un verme,se ripensava poi alle cose terribili che le aveva detto.

Era stato piu' forte di lui:gli erano uscite senza volerlo dalla bocca...Era bastato semplicemente che lei si mostrasse un'attimo dubbiosa,titubante,sulla possibilità di tornare con Neville e lui aveva perso la testa.

Ma come poteva anche solo prendere in considerazione quell'idea?

Sapeva benissimo,come lo sapeva lui,che la loro era una storia morta e sepolta e che era inutile provare di nuovo:al massimo sarebbe potuto durare un altro paio di mesi,ma sarebbe stata soltanto una minestra riscaldata e avrebbe rimandato l'inevitabile.

Inoltre lei non era libera al momento...Luna aveva lui.

E lui non era disposto a lasciarla andare.

Su questo era assolutamente sicuro...Non voleva nessun'altro accanto a Luna oltre a lui.

Perchè per quella donna era così difficile da capire?

Prese un cuscino di raso verde e se lo mise sulla faccia,quasi volesse soffocarsi.

Aveva bisogno di lei:ne sentiva la necessità quasi fisica.

Doveva chiarire quello che era successo al piu' presto,altrimenti la situazione si sarebbe ingigantita e avrebbe preso un'aspetto peggiore di quello che era in realtà.

Anche se non aveva ancora nessun'idea di come fare:lui non era uno che chiedeva scusa e lo sapevano entrambi....

-Dray,ci sei?-si sentì chiamare.

Cosa era venuto a fare ancora:voleva il secondo round?

-Neve!-lo chiamò comunque.

Si tolse il cuscino dalla faccia e lo vide entrare nell'appartamento,poi si puntellò sui gomiti tirandosi leggermente su.

-Non ho nessuna voglia di litigare...E' stata una giornata pesante-gli disse subito.

Neville annuì.

-Nemmeno io:vengo con intenzioni pacifiche-disse,con una mano ancora sulla maniglia della porta.

Draco lo guardò ancora qualche istante e poi gli fece cenno di entrare.

Neville entrò nel piccolo appartamento,ma restò abbastanza distante dal biondo.

-Sono venuto a scusarmi...Sono stato uno stronzo-disse subito Neville.

Draco lo guardò in silenzio,poi annuì.

-Va avanti,mi piace quando ti insulti da solo-gli disse prendendolo in giro.

Neville sorrise leggermente e fece un passo verso la scrivania a cui si appoggiò con entrambe le mani.

-Ho avuto una reazione esagerata,lo so...Ma quando si tratta di Luna non riesco piu' a pensare in maniera razionale-gli disse.

-Perchè in altre situazioni sì?-gli domandò l'altro.

Neville annuì divertito.

Draco sorrise e si rizzò a sedere sul letto,di fronte all'amico.

-Ascolta,lasciamo perdere...Non è la prima volta che ci scambiamo questi piacevoli commenti...-gli disse.

Neville storse la bocca come faceva sempre quando era in imbarazzo.

-Inoltre,anche non volendo,sono andato a parlare con Luna-aggiunse Draco guardando l'amico di sottecchi.

Lo sguardo del moro si fece subito attento e calibrando il senso dello spettacolo neanche un attore consumato,Draco lasciò passare qualche istante prima di parlare di nuovo.

-Ed è successo quello che avevo immaginato.

Non ne vuole sapere Neve,anzi mi ha mandato gentilmente all'inferno-gli disse.

Neville annuì,visibilmente dispiaciuto da quel responso,e abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.

Perchè diavolo adesso si sentiva in dovere di risollevargli il morale?si domandò Draco guardandolo.

-Andiamo,in fin dei conti lo sapevi che poteva anche finire così-gli disse.

-Certo...Però questo non significa che faccia meno male-rispose l'altro.

-Avanti Neve...-

-Ho bisogno di stare un pò da solo a commiserarmi-gli disse prendendosi in giro da solo.

Draco ghignò divertito.

-Ci vediamo piu' tardi a cena allora-gli disse allora.

Neville annuì distrattamente e si avviò verso la porta dell'appartamento.

 

 

Luna chiuse l'acqua calda e aprì la porta della doccia,poi fece uscire un braccio per afferrare l'asciugamano bianco attaccato poco distante.

Si avvolse l'asciugamano intorno al corpo e ne prese un'altro per asciugare le spalle bagnate.

Aveva proprio bisogno di un bagno caldo...Doveva spegnere il cervello e dimenticarsi di quella giornata.

Per il resto del giorno la visita di Draco l'aveva assillata:le sue parole le erano risuonate nel cervello,facendola apparire distratta ai suoi clienti,e le avevano provocato ogni volta le stesse reazioni.

Ogni volta la stessa rabbia,la stessa furia e lo stesso odio.

Uscì dal bagno e si diresse verso la cucina dove si versò un bicchiere di vino bianco.

Lo portò alle labbra e pensò a quello che il biondo le aveva detto,ancora una volta le parole passarono nella sua mente come parole scritte su una pagina.

Per la prima volta aveva visto il Re delle Serpi in azione:durante la loro permanenza ad Hogwarts come studenti non lo aveva mai ritenuta alla sua altezza per infastidirla;poi il loro rapporto di amicizia glielo aveva fatto vedere sempre sotto una luce positiva.

Mai aveva pensato che sarebbe arrivato a dirle quelle cose...

Si era sfogato:chissà da quanto tempo le pensava e aveva approfittato di quel momento per dirle.

-Dannato Malfoy!-disse nel silenzio del suo appartamento.

Come evocato dalla sua imprecazione,sentì un sonoro crack e nel bel mezzo della sua cucina apparve il diavolo biondo oggetto di tutta la sua rabbia.

Luna lo guardò,fulminandolo con lo sguardo.

-Prima di dire qualsiasi cosa ascoltami-le disse lui alzando le mani.

-Hai dimenticato di dirmi qualcosa questa mattina?-gli domandò acida.

Uscì dalla cucina e spense le luci,lasciandolo al buio.

Draco la seguì nel salotto,neanche fosse un cane da compagnia.

-Ok,stamattina non ero nella mia forma migliore...-iniziò.

-No,anzi, credo tu fossi al tuo massimo splendore:non ti ho mai visto sprizzare così tanto veleno come questa mattina-disse lei dandogli le spalle.

-Vuoi lasciarmi parlare?-le domandò lui.

-No,non mi interessa quello che hai da dire,anzi mi chiedo che cosa tu stia facendo qui-gli disse lei voltandosi a guardarlo furiosa.

-STO CERCANDO DI CHIEDERTI SCUSA!-urlò Draco,pochi passi distante da lei.

Luna si bloccò,quasi tramortita da quelle parole.

Lo fissò come per essere certa che non fosse avvenuta una trasformazione e al posto di Malfy fosse arrivato un'altra persona.

Era impossibile che lui le avesse detto una cosa del genere:un Malfoy non chiede mai scusa!

-Non è possibile-si ritrovò a dire.

Draco la guardò e sorprendentemente annuì.

-Ma i Malfoy non chiedono mai scusa...Lo so persino io!-gli disse,sempre piu' confusa.

Draco si passò una mano fra i capelli,a disagio.

-Ecco perchè è così difficile...Ma questa volta devo farlo-le disse.

L'espressione negli occhi dell'uomo era tornata seria e lei aspettò che continuasse senza interromperlo.

-Non volevo dire quello che...Non intendevo veramente...

Uff,dannazione!-si lamentò.

Luna,malgrado la situazione,non riuscì a trattenere un sorriso divertito per l'imbarazzo e la tensione di Draco.

L'uomo la guardò e sorrise a sua volta.

-Volevo chiederti scusa-disse.

Come erano strane quelle parole dette dalla sua voce.

-Non ho mai pensato quelle cose terribili che ti ho detto-continuò con gli occhi fissi in quelli di Luna.

-Allora perchè...-gli domandò lei.

-Perchè le ho dette?Perchè il solo pensiero...la sola possibilità che tu tornassi insieme a Neville,dopo tutto quello che ti ha fatto,mi ha mandato in ebollizione il sangue.

E' successo anche l'altra sera con George,la sua sola presenza qui a casa tua mi ha dato fastidio-le disse sincero.

-Ma non stavamo facendo niente di male-gli fece notare la donna.

Draco fece i pochi passi che lo separavano da lei e si fermò a pochi centimetri dal suo corpo,poi

alzò una mano e l'avvicinò al corpo di Luna,seguendone il profilo senza mai sfiorarlo.

Luna,con le labbra leggermente dischiuse seguì attentamente il movimento di quella mano finchè questa non si fermò poco distante dal suo fianco destro.

Incontrò gli occhi di Draco e li vide brillanti e leggermente dilatati per l'eccitazione.

-Vedi che effetto mi fai?E senza neanche sfiorarti...Il solo pensiero che qualcun'altro stia vicino a te,ti tocchi mi manda fuori di testa...-le disse con voce leggermente roca.

Luna arrossì leggermente a quelle parole:nessuno le aveva mai detto una cosa del genere prima d'ora.

-L'idea che George o Neville o chiunque altro si prenda quello che è mio...-

-Io non sono tua!-lo interruppè lei.

Draco posò con forza la mano sul fianco della donna,spingendola contro di sè e avvicinando il viso a quello della donna:ormai le sue labbra erano a pochi millimetri da quelle di Luna.

-Lo sei...Possiamo anche fingere che non ci siano sentimenti in questa storia,ma è così.

Io sono tuo quanto tu sei mia...E' così-le disse.

Avvicinò le labbra a quelle di lei e le sfiorò il labbro superiore con la punta della lingua.

Luna,nonostante si imponesse di resistergli,si ritrovò a chiudere gli occhi e ad aprire leggermente le labbra.

Poi però un pensiero le tornò alla mente e le fece riaprire gli occhi.

Allontanò la testa da quella di Draco,facendo aprire gli occhi anche all'uomo e lo guardò.

-Promettimi che non lo farai mai piu'..Che non mi tratterai piu' in quel modo-gli disse seria.

Draco la guardò per qualche istante,poi annuì.

-Ti prometto che farò del mio meglio per evitare che succeda di nuovo-

E lei capì che era il massimo che poteva chiedergli:in fondo non ci si può aspettare che un Malfoy cambi così in fretta.

 

 

Neville bussò alla porta:non era una buona idea smaterializzarsi direttamente nell'appartamento di Luna.

Doveva parlare con lei a qualunque costo;Draco aveva ragione...

Luna doveva sapere che lui era ancora innamorato di lei e,allo stesso tempo,lui doveva prendersi la sua buona dose di insulti e di maledizioni.

Avrebbe accettato qualsiasi cosa,basta che lei lo perdonasse alla fine.

Era tutto quello che chiedeva...

Bussò una seconda volta e pochi istanti dopo,la porta si aprì.

 

Salve a tutti!!!

Buon primo maggio!!!

Come avete visto le cose stanno andando avanti,lentamente:gente che ricorda, gente che litiga e gente che ci ripensa quando ormai è troppo tardi.

Voglio ringraziare tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Germana(Grazie per i complimenti!),Potterfanlalla17(Come vedi il comportamento di Neve non accenna a migliorare...Tutto il contrario di quello di Draco),Lyoko(Neve è il classico maschio:prima fa i guai e poi ci ripensa!Tieni duro ancora x un pò,la scuola sta x finire!),Maryrobin(GRazie x i complimenti e x esserti aggiunta),Lily94(Grazie x i complimenti!TRanquilla,continua a leggere e presto avrai i dettagli!),Lila4eve(Povero Draco...Bisogna ricordare ke George era ubriaco come una cucuzza,quindi al momento non capiva realmente qllo ke diceva),Alemalfoy(Ok,rispetto la tua idea...Ma nn lo faresti neanche se ti dicessi ke Ron perde Hermione a carte contro Draco?Cmq,nn voglio forzarti...Era stato proprio Draco a decidere di escludere i sentimenti,x questo Luna nn si aspettava una reazione del genere),Ninny(Grazie x i complimenti!),GabryWeasley(Hai ragione sn veramente molto simili,potrebbero essere fratello e sorella),Vinny(Potrebbero essere una bella coppia,ma nn è detto ke nn lo siano in un'altra ff...),and last but not least Potterina88(La ff su Draco ed Herm esiste già:si kiama "Il pagamento di un debito"...Nn so ancora se qllo di Draco è amore o soltanto senso di possesso;Cmq tranquilla,la ns Luna sa perfettamente cosa vuole...).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Somewhere only we know"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Somewhere only we know ***


Somewhere

 

A strapparla dal sonno era stato il suono insistente e fastidioso del campanello.

Aveva aperto gli occhi e la prima cosa che aveva visto era Draco,profondamente addormentato al suo fianco,con il piumone che copriva fino a metà schiena il suo corpo nudo.

Inspiegabilmente le era scappato un sorriso:c'era qualcosa nello svegliarsi con quell'uomo accanto che la metteva di buon'umore...

Era il suo fisico snello e scattante?

Oppure era il ricordo del sesso che accompagnava sempre le sue visite?

Il campanello suonò un'altra volta,portandola ad uscire dal letto,ad afferrare la vestaglia e uscire velocemente,ma il piu' silenziosamente possibile,dalla stanza.

Che Ginny avesse dimenticato ancora una volta le chiavi di casa?

Se così era perchè non usare la smaterializzazione,invece che svegliarla nel cuore della notte?

Si fermò davanti alla porta di casa con un'espressione che doveva sembrare di rimprovero e aprì.

Il suo volto si immobilizzò,gelandole l'espressione sul viso non appena vide la persona che era sul pianerottolo in attesa.

Con un mazzo di rose rosse,ed un sorriso pieno di speranza sul volto,Neville la guardava,in attesa di un suo gesto,di una sua mossa.

-Ciao Luna-le disse con voce calma.

Che accidenti ci faceva quell'uomo sul suo pianerottolo di casa?

Se ne era andato,le aveva sconvolto la vita e fatto a pezzi il suo cuore e il suo amor proprio...

Non aveva nessun diritto di trovarsi lì!

-Che ci fai qui?-gli domandò con voce dura.

Per nulla scoraggiato dal tono della voce della donna,Neville continuava a sorridere,neanche avesse una paresi facciale,gli occhi fissi in quelli di Luna.

-Ho bisogno di parlarti...Posso entrare?-le domandò.

-Io invece non ho niente da dirti-ribattè subito lei.

-Lulù,ti prego-le disse Neville.

Luna guardò ancora per qualche istante i suoi occhi,poi abbassò lo sguardo e sospirò.

-Se questo è l'unico modo per mandarti via-disse facendosi da parte.

Neville abbozzò un sorriso,felice di aver raggiunto quel piccolo traguardo ed entrò in quell'appartamento che conosceva a memoria:poteva muovercisi anche ad occhi chiusi,sicuro di trovare tutto al solito posto.

Si diresse verso il salotto,seguito da Luna,e restò in piedi accanto al divano,aspettando che lei arrivasse.

-Queste sono per te-le disse tendendo il fascio di rose rosse.

Luna scosse la testa.

-Non posso accettarle-rispose decisa.

-Lulù non è niente di...-

-Non chiamarmi Lulù!-gli ordinò.

Neville si zittì a quelle parole e annuì impercettibilmente,poi si voltò e posò le rose sul divano,per poi tornare a guardare la donna.

-Perchè sei venuto?Credevo di essere stata chiara con Draco-disse Luna.

Istintivamente lanciò un velocissimo sguardo verso la sua camera da letto,dove l'uomo stava dormendo e sperò che non uscisse dalla stanza durante la visita di Neville:sarebbe stata una situazione terribilmente imbarazzante e troppo difficile da spiegare.

-Sì,ho parlato con Dray...Ma ho pensato che era giusto che venissi di persona-le spiegò Neville.

-Perchè?Credi di riuscire a farmi cambiare idea?-gli domandò sarcastica lei.

Si era allontanata dal divano ed era andata a sedersi su una delle sedie attorno al tavolo,lo sguardo sempre fisso su Neville,che sembrava piu' impacciato di come era apparso quando lei aveva aperto la porta poco prima.

Forse non si era aspettato tanta resistenza...

-Magari se ascolti quello che ho da dirti,capirai come mi sento-le disse.

Luna alzò le spalle.

-Sinceramente non me ne importa nulla-gli disse.

Neville la guardò come se non la riconoscesse:era veramente Luna la donna che era davanti a lui?

Come poteva parlargli in quel modo,essere così fredda?

Certo non si era aspettato che gli buttasse le braccia al collo non appena aperta la porta,ma non aveva mai immaginato tutta questa acredine,questo odio...

Non erano da Luna.

-So di averti ferito...Non credere che sia stupido-le disse per iniziare.

-Non l'ho mai pensato-

-Ti ho fatto del male,in tutti i modi possibili e immaginabili...

Ti ho trasformato in uno zimbello,un giullare di cui tutti potevano ridere,e non ho avuto neanche la capacità di nascondere il modo abbietto in cui mi stavo comportando-continuò,lo sguardo sempre su di lei.

-Scusa ma se volevi confessarti,perchè non sei andato in chiesa?-gli domandò lei,quasi crudele.

-Perchè è il tuo di perdono che voglio!

Non uno qualsiasi...-ribattè l'uomo,alzando leggermente la voce.

Luna lo guardò con un'espressione indecifrabile sul volto e Neville restò in silenzio qualche istante,come cercando di ritrovare il controllo.

Poi si avvicinò a lei e si piegò sulle ginocchia per arrivare all'altezza del suo viso,incontrando i suoi occhi.

-Ho bisogno di te,mi manchi...

La notte resto sveglio pensando a noi,a quello che siamo stati,a quello che abbiamo passato insieme,a come eravamo perfetti insieme-

-Non eravamo perfetti Neville!-lo interruppe Luna alzandosi e andando lontano da lui.

Si scostò una ciocca di capelli dagli occhi e sospirò scocciata:perchè Neville era lì?

Che si aspettava?Credeva ancora che lo avrebbe accolto a braccia aperte e gli avrebbe perdonato tutto come faceva un tempo?

Beh,adesso era diverso...lei era diversa.

-Non è vero!-ribattè lui.

-Forse lo siamo stati:i durante i primi anni,quando eravamo tutti e due giovani e ingenui.

Ma poi le cose sono cambiate e sembrava che il nostro rapporto non potesse esistere senza un terzo incomodo-

-Luna,io ti giuro...-le disse l'uomo.

-Cosa?Che questa volta non correrai dietro a tutte le donne che ti passano davanti?-gli domandò.

Neville restò in silenzio e la guardò quasi speranzoso,ma le sue ultime speranze franarono come un castello di carta quando la vide scuotere la testa.

-No,ci sono già cascata una volta,quando eravamo ancora ad Hogwarts e non ho intenzione di farlo piu'...-gli disse seria.

Si voltò completamente per guardare l'uomo negli occhi:voleva che Neville vedesse la determinazione che era racchiusa in questi.

-So che sono soltanto parole vuote,dette senza intenzione!

Tu hai bisogno di me perchè ti ricordo quello che siamo stati,ma non si può costruire un futuro sui ricordi-gli disse convinta.

-Ma qui non si tratta di ricordi!Io ti amo!-le disse Neville alzando di nuovo la voce.

-Ma io no!-

-Come accidenti fai a essere così sicura,così spietata?-le domandò Neville quasi supplicandola.

Luna si ritrovò a sorridere in maniera cattiva.

-Ho avuto un buon maestro...Qualche mese fa ero io che ti imploravo di restare,mentre tu stavi facendo i bagagli per andartene con un'altra.

E questa volta sono io a decidere...-ribattè lei adattando il volume della voce a quello dell'uomo.

Neville si era ammutolito,come se avesse perso l'uso della parola.

-Non voglio che torni piu' qui...Non fare piu' nessun tentativo per ritornare insieme:ormai è finita.

Chiaro?-gli domandò,in maniera quasi crudele.

Neville annuì.

-Cristallina-le disse.

Dopodichè,senza aggiungere altro,si diresse verso la porta ed uscì.

Luna non si voltò,ma restò ferma dandogli le spalle,e quando sentì chiudersi la porta si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

Se Neville aveva capito il messaggio,quella sarebbe stata l'ultima volta che lo vedeva.

Quella visita notturna l'aveva completamente svegliata;guardò l'orologio:le tre e mezzo di notte.

Si avvicinò alla finestra e guardò le poche macchine che passavano per la strada a quell'ora tarda,seguendo il filo dei suoi pensieri:ora doveva essersi liberata di Neville.

Neville...

Ancora non riusciva a capire come una persona che aveva amato con tutta sè stessa e che per quasi tre anni e mezzo aveva rappresentato tutto il suo mondo,improvvisamente era diventata la persona che odiava di piu'.

Era stato il suo migliore amico,il suo confidente,l'amante e adesso contava meno di zero per lei.

Molte volte durante quei mesi si era chiesta se sarebbe stata capace di amare di nuovo in quel modo:donare tutta sè stessa,senza alcun limite e senza alcuna paura,arrivando a fidarsi completamente della persona che le stava accanto.

A pensarci adesso le sembrava impossibile...

Certo la storia con Draco le aveva risollevato il morale e l'aveva fatta sentire di nuovo una donna,ma non era una vera storia d'amore.

Qualsiasi cosa dicesse lui,i sentimenti in quella relazione non c'entravano nulla:lei sapeva benissimo di non essere innamorata di Draco.

Non era il suo tipo,e poi lo conosceva troppo bene per pensare di innamorarsene,senza contare il fatto che era anche sposato.

Come tutti gli uomini sposati non avrebbe mai lasciato sua moglie per lei,anche se questa era l'ultima cosa che Luna voleva.

Con i pensieri che ancora le ronzavano nella testa,si staccò dalla finestra e si voltò a guardare la porta chiusa della sua camera da letto.

Spense le luci del salotto e,nel buio piu' profondo,aprì la porta della camera.

S'infilò dentro facendo meno rumore possibile e,dopo aver gettato la vestaglia sulla sedia,si mise sotto le coperte.

Posò la testa sul cuscino e con gli occhi spalancati,guardò il soffitto sopra di lei:sembrava che il sonno si fosse dimenticato completamente di lei.

Si strinse le coperte ancora di piu' attorno al corpo e si girò su un fianco,voltandosi dalla parte di Draco,che le dava le spalle.

La schiena dell'uomo era illuminata da un raggio di luna pallido che faceva un pò di luce nella stanza e che moriva sulla parete piu' lontana della stanza;Luna riusciva a vedere i muscoli dell'uomo muoversi armoniosamente sotto il respiro tranquillo.

Liberando una mano dalle coperte,l'avvicinò alla schiena dell'uomo e gli accarezzò con la punta delle dita la schiena liscia e resa ancora piu' candida dalla luce lunare.

Non ci fu nessuna reazione da parte di Draco mentre lei faceva scorrere le dita lungo la linea della sua spina dorsale.

-Sono sveglio-

La voce maschile,risuonò calma nella stanza silenziosa.

-Lo avevo capito-disse lei con lo stesso tono di voce.

Draco si voltò e quel raggio di luna colpì la sua faccia,permettendo così alla donna di vedere la sua espressione.

-Hai ascoltato tutto?-gli domandò.

-Mh...Mi ha svegliato il campanello-le disse.

Luna sorrise e avvicinò di nuovo le mani al corpo dell'uomo,accarezzandogli il torace.

-Come stai?-le chiese Draco.

-Quando me lo sono trovata davanti,mi sono sentita una rabbia addosso...

Che credeva di fare!-disse lei avvicinandosi un pò a lui nel letto.

-Forse non sono stato abbastanza convincente quando gli ho detto di lasciar perdere...-commentò Draco.

Luna scosse la testa.

-Tu non c'entri niente...E' un'idiota cocciuto.

Credeva che bastassero due paroline dolci e un mazzo di rose per convincermi a tornare con lui e a dimenticare tutto-ribattè lei aspra.

-Ehi!Non dovrei essere io quello che fa questi commenti cattivi?-le domandò Draco colpito dalle sue parole.

-Vorrà dire che ti ruberò il ruolo per qualche minuto...

Gliele avrei fatte mangiare quelle rose!!!-disse ancora lei.

Draco rise,divertito dalla sua sicurezza e dalle sue parole spietate.

-Ok,va bene...Però adesso sono convinto che ha capito e che non tornerà.

A meno che non gli piaccia essere trattato male-aggiunse divertito.

Luna rise e gli diede un leggero buffetto sulla spalla sinistra,facendolo ridere.

Pochi istanti dopo però,Draco era di nuovo serio e la guardava attento a cogliere l'espressione del suo volto anche nell'oscurità.

-Sei sicura che va tutto bene?-le domandò ancora.

Luna restò qualche istante in silenzio,riflettendo alla domanda dell'uomo.

-Andrebbe ancora meglio se tu mi dicessi che ho fatto la cosa giusta e mi abbracciassi-gli disse.

Lo vide sorridere e si sentì afferrare dalle sue braccia muscolose.

Quando fu stretta a lui,il viso contro il suo petto grande e virile,si sentì sicura di aver fatto la cosa giusta e tutti i dubbi che le avevano affollato la mente poco prima scomparvero.

-Non potevi fare cosa migliore-disse Draco con voce seria e decisa.

Luna gli strinse un braccio attorno alla vita e per un pò restarono in completo silenzio,in quella posizione,come se avessero bisogno uno del calore dell'altra.

-Perchè non ce ne andiamo da qui?-gli domandò ad un tratto lei,rompendo il silenzio quasi ipnotico che era sceso nella stanza.

Draco si staccò da lei quel poco che gli serviva per guardarla in volto,e iniziò a scrutare il viso di Luna nell'oscurità.

-E dove vuoi andare?-le domandò curioso.

Nel buio intuì il sorriso della donna,e questo lo portò a sorridere a sua volta.

-Andiamo a Keswick,nel Lake Distrect-disse lei.

-Il Lake Distrect?Ma un posto per vecchi...-si lamentò lui.

Sentì che lei scuoteva la testa:i suoi soffici capelli biondi gli si strofinarono contro il braccio seguendo i movimenti della testa.

-Assolutamente no!

Ascolta:mio padre ha comprato una casa a Keswick e sarebbe fantastico andarci per staccare un pò la spina...

Avanti non farti pregare-gli disse lei.

Draco,protetto dal manto delle tenebre,si lasciò andare ad un sorriso.

Era la prima volta che una delle sue compagne gli proponeva di andar via per qualche giorno:di solito si accontentavano di quello che poteva offrire loro,senza fare troppe richieste,per paura di perdere quello che già avevano.

-Quando vorresti partire?-le domandò curioso.

Anche Luna si lasciò andare ad un sorriso:era quasi certa di averlo convinto.

-Che ne dici di questo fine settimana?-gli domandò.

Questa volta fu Draco a scuotere la testa.

-Impossibile...Astoria ha organizzato non so che cosa e mi ha imposto di tornare a casa-le disse.

Lei annuì.

-Allora il prossimo?Sei impegnato anche il prossimo fine settimana?-gli domandò quasi speranzosa.

Draco cercò nella mente qualche impegno precedente,o qualche motivo che lo spingesse a non partire con la donna,ma dovette rinunciarvi e cedere.

-Ok,vada per il prossimo fine settimana-concesse.

Luna,felice,si avvicinò ancora di piu' al corpo dell'uomo e posò le labbra su quelle di Draco per un bacio che nelle sue intenzioni doveva essere fugace.

Ma Draco non era dello stesso parere:imprigionò le sue labbra e iniziò a stuzzicarle il labbro superiore con la lingua.

Luna sorrise e rispose a quel piacevole imprevisto.

L'uomo si era sporto su di lei e la stava portando di nuovo con le spalle sul materasso,coprendola poi con il suo corpo.

-Sai,stranamente mi è passato il sonno...-le disse Draco staccando le labbra da quelle di Luna.

Lei sorrise e attorcigliò fra i capelli una ciocca bionda dell'uomo.

-Anche a me...-

Lo sentì ridere nel buio.

-Ecco perchè mi piaci...-le disse misterioso.

Poi tornò a coprire le sue labbra e lei dimenticò tutto il resto.

 

 

-Sei ancora decisa a partire nonostante questo tempo?-le domandò Ginny guardando il temporale che infuriava in strada attraverso le vetrate del negozio.

Luna sorrise a quelle parole.

-Se noi inglesi dovessimo aspettare il bel tempo non ci muoveremmo piu' da casa-le fece notare.

L'amica la guardò e alzò le spalle.

-Ok,ma non mi sembra il caso di andare in una casa arroccata sugli scogli mentre infuria il brutto tempo...Non è una scelta molto intelligente-le disse come se stesse cercando di farla ragionare.

-Ginny sta tranquilla...Che ne sai se anche lì c'è questo putiferio?Magari c'è il sole a picco e posso anche abbronzarmi-le disse per prenderla in giro.

Ginny rise.

-Già!Ho sentito di centinaia di persone che si abbronzano in pieno inverno-ribattè.

Da quando quella sera lei e Draco avevano deciso di partire,non c'era stato nessun imprevisto o fuori programma:fra neanche ventiquattro ore sarebbe stata a Keswick con Draco,cercando di buttarsi completamente alle spalle il ricordo dell'ultimo incontro con Neville.

Quando il giorno dopo Ginny era tornata a casa,le aveva raccontato dell'incontro notturno,felice delle sue esclamazioni indignate e leggermente arrabbiate:anche lei era scioccata che l'uomo fosse così sicuro e sfrontato.

-Io se fossi stata al tuo posto gli avrei dato un pugno!-aveva detto.

Poi le aveva detto che sarebbe partita per il fine settimana spinta da suo padre che aveva paura che la casa stesse crollando a pezzi per colpa della salsedine.

-Sei sicura che non vuoi che venga con te?-le domandò ancora una volta Ginny.

E ancora una volta,Luna scosse la testa,comunque felice che l'amica si fosse offerta.

-Non dirmi che non riesci a starmi lontana neanche per due giorni...Ti prometto che ti porto un pò della spiaggia di Keswick-le disse.

Ginny sorrise e annuì.

-Prima che tu vada però,dobbiamo decidere cosa fare per quel tubo-le ricordò.

Da qualche settimana uno dei tubi della cucina aveva cominciato a fare i capricci:era uno di quei tubi che portava l'acqua al lavandino ed era anche ben nascosto fra i vari mobili.

Ma questo non cambiava di molto le cose,visto che nessuna delle due sapeva usare gli attrezzi da idraulico,unica cosa che Neville si era lasciato dietro.

-Credi che sia necessario chiamare qualcuno?-domandò Luna seria.

L'ultima cosa che voleva era ritrovarsi a camminare fra mezzo metro d'acqua...

-Già,credo sia inevitabile...Ma siamo a venerdì e non credo che troveremo nessuno prima di lunedì prossimo-le disse la rossa.

-Allora non apriamo l'acqua per questi giorni:così magari evitiamo il problema-propose Luna.

-Certo,tu parli facile:stai per andare fuori città!

Ma io?Chiedo ai vicini di farci usare il loro bagno?-domandò leggermente sarcastica Ginny.

Luna alzò le spalle.

-Potrebbe essere un'ipotesi...C'è quel ragazzo che non vede l'ora di un tuo gesto per invitarti a cena fuori-le ricordò.

Ma come sempre,quando parlavano di quell'argomento,Ginny fece un cenno scocciato con la mano e scosse la testa.

-Tutta immaginazione la tua-le disse.

Luna fece una smorfia a quelle parole e alzò di nuovo le spalle.

-Sarà,ma io l'ho visto come ti guarda...Peccato tu voglia metterti sotto sale per Harry-le disse.

-Vogliamo cambiare argomento?-ribattè l'altra stizzita.

-Ok,ok scusa!So che non devo toccare quel tasto...Dunque...Se non vuoi chiedere aiuto ai vicini perchè non vai dai tuoi,o da Ron ed Hermione, per questo finesettimana?-propose.

Ginny restò qualche istante in silenzio,considerando la proposta,poi annuì.

-Credo che Ron ed Hermione andranno bene-

-E poi Ron ti deve un favore per la sera di Halloween-le ricordò la bionda.

Luna guardò l'orologio che aveva al polso e si rese conto che si stava facendo tardi.

-Gin devo andare,altrimenti non riuscirò a fare tutto quello che devo prima di partire...Ci vediamo domenica sera-le disse dandole un bacio per ogni guancia per salutarla.

Ginny la salutò e poi la guardò smaterializzarsi sotto i suoi occhi.

 

 

Come aveva detto Ginny,la casa di Keswick era arroccata sugli scogli,in barba a tutte le norme di sicurezza babbane.

Suo padre l'aveva comprata poco dopo la morte di sua madre,come se volesse compensare in qualche modo la perdita che aveva subito e dall'estate di quell'anno vi tornavano ogni anno finchè lei non era andata a vivere con Neville e aveva iniziato a lavorare.

Suo padre,del resto,non sembrava sentire la mancanza di quel posto:si lamentava che fosse troppo silenzioso e troppo babbano.

Ma su Luna Keswick aveva sempre avuto un effetto calmante:era lì che andava ogni volta che aveva bisogno di pensare,o di prendere una decisione importante fin da quando aveva raggiunto l'età adulta.

Quando quel pomeriggio arrivò,Draco non c'era ancora:le aveva detto che sarebbe stato lì per il venerdì sera,non appena le lezioni del pomeriggio fossero finite.

Con la sacca da campeggio appoggiata ad una spalla,Luna si diresse verso la casa,respirando a pieni polmoni l'aria salmastra del mare.

Era quasi un'anno che non vi tornava,quindi non si stupì quando aprendo la porta di casa,la trovò coperta di polvere e con un'insopportabile puzza di chiuso.

Posò la borsa accanto alla porta e impugnò la bacchetta:c'era bisogno di dare una ripulita prima dell'arrivo di Draco.

-Gratta e Netta-pronunciò chiaramente nella casa silenziosa.

In pochi istanti quella che prima sembrava una casa infestata dai fantasmi,tornò al suo originale splendore;Luna aprì le finestre permettendo all'aria fredda del tardo pomeriggio di entrare nelle stanze,rinfrescando l'ambiente.

Si guardò attorno e annuì con aria soddisfatta.

-Così è molto meglio!-disse come se ci fosse qualcun'altro oltre a lei nella casa.

Accese il generatore di corrente,dopodichè uscì per dirigersi in paese per fare un pò di spesa:non aveva bisogno di guardare nel frigo per scoprire che era completamente vuoto.

Restò in paese per quasi un'ora e mezza e comprò tutto quello che poteva essere utile per quella piccola vacanza,e quando tornò nelle vicinanze della casa,si accorse di una figura avvolta in un mantello nero in attesa poco distante dalla scogliera:piu' si avvicinava e piu' le sembrava familiare quel profilo,finchè una folata di vento non fece cadere il cappuccio,svelando il viso biondo di Draco.

-Ehi straniero!-lo chiamò con un sorriso sulle labbra.

L'uomo si voltò verso la voce e quando la vide,sorrise a sua volta.

Luna lo vide buttare la sigaretta a terra e venire verso di lei,con passi lenti e studiati,come se si fosse preparato quell'incontro nel periodo che aveva passato ad attenderla.

Quando furono a pochi passi di distanza,lui le rivolse un sorriso targato Malfoy e lei allontanò alcune ciocche di capelli che le avevano nascosto il viso.

-Ce l'hai fatta ad arrivare-gli disse.

-Senti chi parla!Saranno quaranta minuti che sto qui fuori al freddo ad aspettare-ribattè l'altro.

Luna sorrise e annuì:in effetti si era fermata in parecchi negozi attirata dalle vetrine...ma non era riuscita a resistere!

-Allora che ne dici se entriamo in casa e ti riscaldi?-gli propose lei.

Poi senza attendere la risposta dell'uomo si incamminò verso la casa.

Furono accolti da un piacevole tepore,generosamente offerto da una stufa che riscaldava magicamente tutta la casa.

Luna posò le varie buste sul tavolo di legno e con la coda dell'occhio guardò Draco poggiare la borsa accanto alla sua poco distante dalla porta e togliersi le scarpe ed il mantello.

-Mettiti comodo!-gli disse.

Dopo aver sistemato la cose piu' importanti nel piccolo frigo,Luna lo imitò e lo osservò:si era comodamente sdraiato sul piccolo divano a due posti,e vista la sua altezza aveva poggiato un piedi sul corrimano.

Lei gli andò vicino e scansò quel piede per potersi sedere a sua volta,poi si voltò e incontrò i suoi occhi.

Restarono in silenzio a lungo,come se avessero ritrovato il silenzio dopo tanto rumore,facendo incontrare a tratti i loro sguardi.

-Per un'attimo ho avuto dei dubbi...Non ero sicuro che venire qui fosse una buona idea-le confidò ad un tratto l'uomo.

Luna lo guardò con occhi interrogativi,restando però in silenzio.

-Questo è nuovo per me:il massimo che ho sempre offerto alle mie amanti è un posto nel mio letto-le disse sincero.

Era anche fin troppo sincero...

-Invece con te è diverso,l'ho capito subito che non sarebbe stata la stessa cosa.

Tu mi conoscevi troppo bene per poter essere soltanto un'amante-continuò.

La conversazione stava andando troppo avanti:doveva fermarla in qualche modo o altrimenti si sarebbe ritrovata ad ascoltare la dichiarazione d'amore di Draco.

E quella era l'ultima cosa che voleva...Non voleva essere lei a spezzargli il cuore.

Senza dire niente,si alzò dal divano e salì a cavalcioni su Draco,guardandolo fisso negli occhi.

Draco la osservava,attento ad ogni suo sguardo,ogni suo gesto...

Guardò alternativamente gli occhi di Luna e poi le sue mani,che si erano posate sulle sue spalle prima di scendere languidamente sul torace.

Le sentì sciogliere il nodo della cravatta e sfilarla con lentezza,prima di iniziare a sbottonare la camicia bianca dell'uniforme.

-Sei ancora piu' elegante di quando eri uno studente-gli disse quasi sussurrando.

-Mi piace essere d'esempio-le disse con lo stesso tono di voce.

Lei sorrise.

-Chissà quante studentesse ti cadono ai piedi...-commentò.

Questa volta fu Draco a sorridere divertito e alzò le spalle.

-Ho un certo seguito,non posso negarlo...-ammise.

Le dita di Luna erano arrivate alla metà del torace,sempre liberando i bottoni dalla prigionia delle asole,lo sguardo ancora dritto in quello dell'uomo.

Nella stanza scese il silenzio,mentre lei finiva quello che aveva iniziato:la camicia finalmente sbottonata,senza staccare neanche un'attimo gli occhi dai suoi,aprì le due metà e scoprì il torace nudo.

Accarezzò gli addominali scolpiti e i pettorali lisci e sodi con la punta delle dita,sapendo che le carezze sarebbero state gradite.

Sempre senza parlare,Luna avvicinò il viso a quello dell'uomo fermandosi a poca distanza dalle sue labbra che si protesero in avanti per incontrarle,ma Luna,spinta da un'istinto goliardico,si tirò indietro e sorrise vedendo l'espressione sorpresa che si dipinse sul volto di Draco.

-Allora chissà quante ragazzine vorrebbero essere al mio posto...-gli disse soffiando le parole sul suo viso.

-Ci saranno presto se non la smetti di parlare-la minacciò lui.

Poi per impedirle di ribattere,le mise una mano dietro la testa e la spinse verso il suo viso,facendo incontrare le loro labbra in un bacio che divenne subito intenso,quasi famelico.

Draco staccò la schiena dal divano e le si schiacciò contro,premendo il torace contro il seno,e avvolgendo le braccia attorno alla vita di Luna.

Anche lei lasciò che le braccia si legassero attorno al collo di Draco,avvicinandolo ancora di piu',mentre le loro labbra erano ancora incatenate in quel bacio che sembrava dar loro linfa vitale.

Lasciò che le mani scivolassero in basso verso la cintura dei pantaloni,e mentre l'uomo si lasciava andare ad un gemito sulle sue labbra,lei slacciò la cintura e iniziò ad abbassare la cerniera lampo.

Sentì le mani di Draco fermarsi ai lati della sua maglietta,cosi si staccò dal suo volto e lasciò che lui gliela sfilasse,lasciandola soltanto con il reggiseno.

I loro occhi si incontrarono per qualche istante,dopodichè Draco tornò a posare le labbra su quelle di lei.

-Aspetta...-lo fermò Luna,staccandosi da lui.

Guardò di nuovo quegli occhi così uguali ai suoi e li trovò pieni di sorpresa e di curiosità.

Si alzò dalle sue gambe e si mise in piedi,tendendo poi una mano verso Draco,che continuava a guardarla con aria sorpresa:possibile che dovesse spiegargli sempre tutto?

-Questo divano non ci da molte possibilità di manovra...-gli disse.

Subito il volto di Draco si rischiarò e lo vide sorridere,prima di prendere la mano che lei gli porgeva e mettersi in piedi a sua volta.

Luna lo guidò al piano di sopra e ancora una volta,si lasciò trascinare dall'oblio.

 

 

 

Quando la mattina dopo si risvegliò,il sole era quasi invisibile dietro le nuvole nere che coprivano il cielo.

Che buffo:sembrava che anche il cielo si fosse accorto del suo umore e volesse aiutarla in qualche modo.

Sentiva la presenza di Draco al suo fianco nel letto,ma non si voltò.

Si rizzò a sedere e prese gli slip dal pavimento,li indossò e poi si infilò una felpa che tirò fuori dalla borsa.

Cercando di non far scricchiolare le assi rovinate del pavimento,si diresse alla porta e scese al piano di sotto:aveva bisogno di un pò di tempo per riflettere con calma.

Con un colpo di bacchetta,il suo tè fu pronto all'istante.

Prese la tazza e si sedette accanto alla finestra che dava sul mare agitato e per alcuni istanti guardò le onde infrangersi sugli scogli con rabbia.

Che stava facendo?

Perchè continuava quella relazione che sapeva senza futuro?

Si era spaventata la sera precendente quando aveva sentito il discorso di Draco:era sembrato veramente sincero e coinvolto,qualcosa che non aveva mai immaginato all'inizio della loro storia.

Avevano iniziato quella specie di relazione perchè non dovevano esserci sentimenti,non dovevano esserci feriti lungo la strada...

Allora perchè lei aveva la sensazione che ce ne sarebbero stati?

Era certa che le cose erano cambiate,lo sentiva che i sentimenti di Draco erano diversi...Che si fosse veramente innamorato?

Ma non poteva!Non erano questi i patti!

Aveva detto che lei era sua...ma non era vero.

Lei non si sentiva affatto sua:sapeva di avere un grande debito nei confronti di Draco,se non ci fosse stato lui,non sarebbe mai riuscita a superare la rottura con Neville e probabilmente sarebbe tornata con lui dopo la scena pietosa dell'altra settimana,ma non provava niente che potesse far pensare all'amore.

Quindi era ora di chiudere...adesso che la situazione era ancora sotto controllo.

Dannazione,quella vacanza era stata uno sbaglio!

Doveva capirlo anche da sola che non doveva uscirsene con una proposta del genere:per un'uomo come lui,abituato ad un'altro tipo di rapporto con le donne,quella proposta aveva assunto un significato particolare...

Sicuramente avrà pensato che comincio ad amarlo,si disse.

-Sei già in piedi?-

La voce inattesa la fece sobbalzare e versare un pò di liquido bollente sul dorso della mano.

-Ahia!-si lamentò.

Poggiò la tazza sul pavimento e si alzò andando verso il lavandino per mettere la mano sotto l'acqua fredda.

-Ti sei fatta male?-le domandò Draco andandole vicino.

Luna scosse la testa,senza guardarlo.

Restò qualche istante con la mano sotto l'acqua fredda,attimi in cui Draco le si fermò accanto e la osservò.

Perchè ha preso questa dannata abitudine?si domandò lei chiudendo l'acqua.

-Tutto a posto?-le chiese ancora lui.

Luna annuì.

-Non volevo spaventarti-si scusò.

-Non lo hai fatto...Ero solo sovrappensiero-

Draco annuì:anche lui era mezzo vestito,ma indossava i pantaloni dell'uniforme ed era scalzo e a torso nudo.

-Cosa pensavi?-le domandò.

Luna si allontanò dal lavandino e tornò vicino alla finestra,dando le spalle all'uomo e tornando a guardare le onde potenti ed arrabbiate.

Vorrei avere la loro forza,si ritrovò a pensare.

-Pensavo a noi due...-disse quasi senza accorgersene.

-Che vuoi dire?-le domandò ancora lui.

La voce di Draco era cambiata:si era fatta piu' guardinga,piu' tesa,come se si aspettasse un'attacco da un momento all'altro.

Luna prese un respiro profondo e si voltò,incontrando il suo sguardo indagatore.

-Credo che sia venuto il momento di chiudere-disse.

Draco la guardò perplesso e per un'istante lei ebbe paura che non avesse afferrato il senso della sua frase.

-Vuoi rompere con me?-le domandò poi.

La sua voce era fredda e tagliente:stava indossando i panni di Malfoy per non mostrare i suoi veri sentimenti.

Luna annuì.

-So che senza di te non mi sarei mai ripresa dalla rottura con Neville,e di questo te ne sarò sempre grata,ma credo sia ora che ogniuno vada per la sua strada-disse,le braccia incrociate sul petto pronta per ricevere le stoccate dell'uomo.

Draco annuì.

-Posso farti una domanda?Per quale accidenti di motivo ci troviamo qui?-le domandò.

Luna lo guardò e fece per rispondere,ma lui la interruppè.

-Se avevi già deciso di chiudere perchè cazzo siamo venuti fin quassù?-

-Non lo avevo già deciso!

L'ho capito soltanto stamattina:la situazione sta diventando troppo seria,e non voglio che uno di noi due si faccia male andando avanti-gli disse.

-Credi veramente che potrei innamorarmi di te?-le disse lui quasi sprezzante.

-Infatti non stavo parlando di te!-mentì lei.

Sapeva di dovergli lasciare il suo ruolo di cattivo senza cuore.

-Dovrei restare ad aspettare che anche tu non ti stanchi di me e mi getti via?No grazie!

Ho avuto quest'esperienza e non intendo ripeterla troppo presto-disse lei continuando a recitare.

Gli occhi di Draco la guardavano neanche volessero ucciderla con il solo sguardo,ma lei sapeva che stava riflettendo attentamente sulle sue parole,cercando un modo per risolvere la situazione senza perdere tutto.

-Non farei mai una cosa del genere-disse.

-Lo faresti...Involontariamente ma lo faresti...E io non voglio soffrire di nuovo-gli disse.

Draco la guardò ancora qualche istante,poi si abbassarono e lei lo sentì sospirare.

-Quindi io non ho nessuna voce in capitolo in questa faccenda?-le domandò.

Luna scosse la testa.

-No,mi dispiace...Devo proteggere me stessa-

Draco annuì piu' volte.

-Allora non mi resta altro che fare i bagagli-disse.

Lei lo guardò avviarsi verso le scale e quando fu di nuovo sola nella stanza,si concesse un piccolo sorriso.

Era stato molto meglio così...

 

 

Tornò a casa quello stesso giorno:non aveva motivo di restare a Keswick.

Draco era partito subito dopo aver fatto le valigie e se ne era andato senza dire quasi una parola...Era normale in fondo che adesso ce l'avesse a morte con lei.

Forse un giorno le cose sarebbero tornate quelle di un tempo,sperò lei.

Capì che c'era qualcosa che non andava fin quando arrivò davanti alla porta di casa:aveva una brutta sensazione.

Sensazione che venne confermata quando,dopo aver aperto la porta,mise piede dentro casa e sentì "Ciaf".

ACQUA!!!

Il dannato tubo era saltato!

Il salotto e la cucina erano completamente allagati:dovevano esserci dieci centimentri d'acqua,che ancora non erano arrivati alle camere da letto.

Doveva essere successo tutto quella mattina...Per fortuna era tornata prima!

Posò la valigia al sicuro sul divano e corse a prendere il telefono dalla cucina,bagnandosi completamente scarpe e calze.

Si avvicinò al frigorifero dove Ginny aveva appeso la lista con tutti i numeri di telefono della famiglia Weasley per i casi d'emergenza.

Provò a chiamare Ginny per prima,ma trovò il suo cellulare spento,allora provò a chiamare Ron:avrebbe avvertito l'amica del disastro e avrebbe chiesto l'aiuto di Ron.

Ma anche quel telefono sembrava suonare a vuoto!

CHE FINE AVEVANO FATTO TUTTI I WEASLEY???

Svanivano proprio adesso che si aveva piu' bisogno di loro!

Per un'attimo un pensiero le attraversò la mente:e se avesse chiamato Draco?

Scartò subito quell'idea:l'avrebbe fatta annegare piuttosto che aiutarla dopo quello che era successo quella mattina.

Diede una scorsa alla lista cercando il nome di qualcuno che avrebbe sicuramente trovato in casa.

I suoi occhi vennero attirati da un nome...

Possibile?

Compose il numero scritto sul foglio e portò il telefono all'orecchio.

Tentare non costava nulla,e in caso contrario sarebbe stato solo un'altro tentativo andato a buca.

Era già il terzo squillo,forse doveva rassegnarsi e cercare di riparare tutto da sola.

Allontanò il telefono dall'orecchio e fece per chiudere la comunicazione,quando sentì una voce dall'altra parte della cornetta.

-Pronto?-

 

 

Salve a tutti!!!

Chiedo scusa x il ritardo con cui ho postato il capitolo,ma portare avanti 3 ffs e avere una vita è abbastanza stancante,specie se la vita decide di remarti contro...

Cmq,come al solito,spero ke vi piaccia e ke nn siano molte quelle di voi ke mi correrranno dietro per la fine della storia fra Draco e Luna,ma ho capito dalle vostre passate recensioni che nn piaceva a molti come stava evolvendo la situazione,quindi ho pensato di chiudere.

Naturalmente ringrazio tt quelli che leggeranno e rencensiranno il capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Tranquilla,nn è la fine del mondo!Come vedi Neve è stato rimesso al posto suo,e anke il povero Draco...Ora inizia la vera storia),Gioconda(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Intendevi questo x far sparire Draco?),Alemalfoy(Ora sta a te consolare il tuo povero maritino...A parte gli scherzi:è vero i maschi sn strani,ma nn credere ke George sia meglio!),Gabryweasley(Ora inizia il vero divertimento:sapere tt quello che ha portato alla perfetta coppia "George/Luna...Stay tuned!),Lila4eve(Come vedi,anke Luna se ne era accorta,e ha cominciato a buttare qualcuno giu' dalla torre...), Potterfanlalla17(Lalla è difficile avere dignità in amore:si arriva a fare cose ke normalmente nn avresti mai fai fatto!),Ninny(Grazie x i complimenti!!),Vinny(Anche io avrei la tua stessa reazione!),Lyoko(Passata la febbre?Credo che abbiano messo anke un annuncio sul giornale x ricordare l'evento!Buono studio!),Waka-laka-lilli(Grazie x i complimenti!Ti posso assicurare che ti piacerà anche di piu'!)and last but least Potterina88(Grazie Pamy!Che dire:"Buona la prima"!Volevi saltargli addosso x il fisico o xkè kiedeva scusa?Sii sincera!George è uno dei personaggi migliori,insieme a Teddy e Luna,speriamo di continuare a renderlo speciale man mano che va avanti la ff!).

Bene per ora è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Me after the deluge"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Me after the deluge ***


deluge

 

-Pronto?-

-Grazie al cielo sei a casa!-sentì rispondere nella cornetta.

George aggrottò la fronte a quelle parole:era successo qualcos'altro di cui lui non era informato?

Di chi era la voce che lo aveva accolto con tanta gioia?

-Chi è?-domandò titubante.

-Sono Luna-ribattè la voce.

George restò in silenzio qualche istante,mentre scorreva mentalmente uno schedario nella sua testa,cercando di associare un volto al nome,ma questa volta non dovette cercare tanto.

Luna...

La migliore amica di Ginny,ora anche sua coinquilina,che l'aveva aiutato la sera di Halloween per passare la sbornia,e che aveva cercato in tutti i modi di non fargli pesare il fatto di essere sbronzo,come al contrario faceva Ron.

-Luna,che sorpresa!

E' successo qualcosa?-le domandò.

-Veramente sì!Ho bisogno del tuo aiuto-gli disse lei.

-Del mio aiuto?-domandò senza nascondere la sorpresa.

Era da tanto tempo che qualcuno non gli diceva che aveva bisogno del suo aiuto,anche perchè lui si era distaccato da tutti e tutto.

-Sì è rotto un tubo e sono con l'acqua fino alle caviglie...Ti prego,dimmi che te ne intendi con gli incantesimi di riparazione!-gli disse quasi pregandolo.

George faceva ancora fatica a credere alle sue orecchie:stava veramente chiedendo aiuto a lui?

E perchè non a Ron o a Ginny,che conosceva da piu' tempo e con cui aveva piu' confidenza?

Certo anche loro si conoscevano,ma non avevano lo stesso rapporto che Luna aveva con suo fratello,inoltre Ron poteva essere piu' utile di lui in quel frangente,chiedendo magari l'intervento di qualcuno piu' capace al Ministero...

Possibile che Ron sparisse sempre quando c'era bisogno di lui?

Stava per chiedere alla donna dove fosse la sua coinquilina,quando sentì un gran fracasso dall'altra parte del telefono e un piccolo lamento provenire da Luna.

-Luna!Luna,tutto bene?-le domandò quando sentì silenzio nel microfono.

-Si credo di sì...Sono solo scivolata in mezzo all'acqua e ora sono completamente fradicia-gli disse.

Non poteva lasciarla da sola in mezzo al diluvio,pensò George cercando di abbattere le sue ultime resistenze che ancora si rifiutavano di cadere.

-Ti sei fatta male?-le domandò.

-No,riesco ancora a muovere i piedi,ma ho un terribile dolore al sedere...E' lì dove ho sbattuto-gli spiegò.

George si ritrovò inspiegabilmente a sorridere:la sincerità disarmante di Luna era una cosa che lo aveva sempre scioccato,anche ai tempi di Hogwarts.

-Arrivo subito,tu cerca di restare a galla-le disse.

Sentì un sospiro entrare nel microfono della cornetta:lei stava sorridendo?

-Ti ringrazio...Portati un canotto o non riuscirai ad entrare dalla porta!-gli consigliò la donna.

E senza aspettare la risposta di George o aggiungere altro,Luna chiuse la comunicazione.

George restò per qualche istante a guardare la cornetta muta e non potè trattenere un sorriso: sicuramente sarebbe stata un'esperienza imprevedibile.

 

 

 

 

Con un'incantesimo aveva fatto in modo che gran parte dei mobili si sollevassero a mezz'aria,per evitare di essere toccati o rovinati dall'acqua.

A quelli che non potevano essere appesi come salami,aveva invece fatto un'altro incatesimo che li aveva resi impermeabili;aveva inoltre dovuto staccare il generatore della luce per evitare di finire fulminata e per scongiurare l'ipotesi di un corto circuito.

George le aveva detto che sarebbe arrivato il prima possibile,ma era da quindici minuti che aveva chiuso la comunicazione con l'uomo e di lui ancora nessuna notizia.

Che fine aveva fatto?Aveva deciso di lasciarla lì ad affogare?

L'acqua adesso le arrivava ai polpacci e non poteva neanche chiudere l'interruttore dell'acqua perchè avrebbe dovuto scendere nel sottoscala del palazzo,aprendo così la porta dell'appartamento e rendendo tutto il condominio partecipe di quella piccola tragedia che si stava svolgendo in casa sua:l'acqua sarebbe scesa come una piccola cascata per gli scalini e lei non aveva nessuna voglia di sentirsi i rimbrotti degli altri inquilini e del portiere.

Aveva arrotolato le gambe dei pantaloni piu' in alto che aveva potuto per evitare di bagnarsi,ma non era servito poi a molto,visto il capitombolo che aveva fatto mentre era al telefono con George:adesso i pantaloni lungo tutto il fianco destro e anche tutta la schiena erano completamente bagnati.

Era stupido andare in camera a cambiarsi,visto che comunque sarebbe tornata di nuovo in mezzo all'acqua,quindi aveva deciso di restare con i vestiti bagnati,anche a rischio di prendersi una polmonite.

Nell'attesa dell'arrivo di George,aveva provato a chiamare ancora una volta Ginny,almeno per avvertirla di quello che era successo,ma anche questa telefonata era andata a buca:chissà che fine aveva fatto la donna...

Improvvisamente sentì bussare alla porta:due colpi decisi sul legno che la fecero sobbalzare nel silenzio dell'appartamento.

-Luna!Luna ci sei?-si sentì chiamare.

Erano arrivati i rinforzi!

-George,sei tu?-domandò avvicinandosi alla porta,facendo muovere l'acqua intorno a lei in piccole onde.

-Che è successo al tuo campanello?Ho provato a suonare,ma non ha funzionato-le disse l'uomo dal pianerottolo.

-Ho dovuto staccare la corrente per evitare un corto circuito-gli spiegò.

-Ok,adesso cerchiamo di risolvere questa catastrofe-disse lui.

-George non posso farti entrare dalla porta!-gli disse Luna.

L'uomo restò qualche istante in silenzio,sorpreso da quella frase,cercando in questa qualche significato nascosto.

-Che vuol dire?-le domandò poi.

-Se apro,finisco per allagare tutto il palazzo...Ho fatto un'incantesimo isolante alla porta...Non puoi trovare un'altro modo per entrare?-gli domandò lei.

Dall'altra parte della porta sentì il silenzio:doveva averla presa per pazza e deciso di andarsene,pensò quando non arrivò la risposta di George.

Poi alle sue spalle sentì un violento crack che la portò a voltarsi.

-Intendevi questo?-le domandò George,fermo nel mezzo del suo salotto,l'acqua che gli aveva bagnato i pantaloni già fino a metà gamba e un mezzo sorriso divertito sul viso.

Lei sorrise,visibilmente riconoscente.

-Non avrei saputo fare di meglio...-gli disse,muovendosi verso di lui.

-Cavolo!La situazione è peggio di come me l'ero immaginata!-disse l'uomo guardandosi intorno.

Luna annuì e arrivò al suo fianco,poco distante da dove quella mattina si trovava il divano,che ora aleggiava minaccioso sopra le loro teste.

-Già,sto pensando di lasciare tutto com'è e di aprire una piscina...Chissà magari divento ricca-disse la donna.

George sorrise,incurvando leggermente gli angoli della bocca e scosse la testa.

-Tranquilla adesso risolviamo il problema,piuttosto,perchè non ti metti qualcosa di asciutto?-le disse accorgendosi dei suoi vestiti bagnati incollati al corpo.

-E poi tornare a bagnarmi di nuovo?Preferisco restare così-gli disse.

George la guardò e scosse nuovamente la testa:era davvero strana!

-Ok allora,mettiamoci al lavoro-disse tirando fuori da una tasca la sua bacchetta.

Luna annuì e si mosse verso il tubo rotto,producendo come al solito le piccole onde,con George al suo fianco.

-Il tubo è lì dietro,nascosto fra il lavandino e quel mobile-gli disse voltandosi a guardarlo una volta arrivata a destinazione.

George si tolse la giacca di pelle,e la poggiò sul piano cottura,poi facendo forza su entrambe le braccia si issò sulla cucina per controllare se riusciva a raggiungere il tubo senza spostare i mobili:l'acqua usciva come una piccola fontana zampillante poco distante dal lavandino,ma il maledetto tubo era ben nascosto.

-Vedo soltanto acqua-disse tornando a terra.

Come "premio" per quella piccola scalata,adesso anche le maniche della camicia erano completamente fradicie e pesanti,quindi George sbottonò i polsini e iniziò ad arrotolarle su per i gomiti.

-Quindi dobbiamo spostare i mobili,secondo te?-gli chiese la donna,fissandolo dubbiosa.

George guardò Luna e poi tornò a guardare di nuovo il lavandino da cui l'acqua cadeva in quella strana angolazione.

-Credo che non ci sia altra scelta-sentenziò.

Luna annuì e guardò a sua volta i mobili sotto accusa.

-Ma appena toglieremo il lavandino,l'acqua ci colpirà in pieno...-riflettè.

-Ormai siamo già con i pesci che ci nuotano attorno alle caviglie,che differenza fa un pò d'acqua in più?-le domandò lui scherzando.

Luna sorrise e prese la sua bacchetta,ancora leggermente titubante,poi alla fine si lasciò convincere dalle parole di George:che cambiava in fondo?

Puntò la bacchetta contro il lavandino e come aveva fatto prima con il resto della mobilia,lo fece svolazzare per qualche minuto nel vuoto,prima di riportarlo a terra dall'altra parte della cucina.

Non appena aveva mosso il lavandino il tubo rotto,completamente libero da costrizioni,aveva fatto uscire l'acqua con maggior afflusso.

-Sembra una vera cascata-disse George guardandolo da lontano per qualche istante.

Luna,sempre con la bacchetta in mano,lo fissò, aspettando una sua mossa,poi come per dare il buon esempio si avvicinò al tubo.

L'acqua sembrava ancora piu' fredda in quel punto,pensò mentre si avvicinava;George nel frattempo,la stava imitando,anzi arrivò per primo alla "cascata".

-Reduco-disse puntando la bacchetta contro l'acqua.

Fortunatamente il flusso d'acqua diminuì leggermente,ma non s'interruppe.

-Così almeno possiamo vedere dov'è il danno-disse George,voltandosi un'istante verso Luna.

Alcune goccie avevano raggiunto i capelli di George,specialmente le ciocche ai lati del viso e li avevano inumiditi,come se George fosse appena uscito dalla doccia.

-Li vedi?-domandò Luna avvicinandosi a sua volta al tubo.

George non le rispose per qualche istante,lo sguardo attento a controllare la superficie rossa e ferrosa del tubo.

-Eccolo-disse ad un tratto.

Luna si avvicinò all'uomo,arrivando a sfiorargli il braccio con il suo,per riuscire a vedere il buco che aveva provocato tutto quel disastro.

-Sono due,li vedi?-le disse George,abbassando lo sguardo su di lei.

Luna strizzò leggermente gli occhi,finchè non li vide:erano due buchi,uno un pò piu' grande dell'altro,da cui nonostante il suo incantesimo continuava ad uscire acqua.

-Due fori così piccoli hanno potuto provocare un danno del genere?-gli domandò alzando lo sguardo sul volto di George.

Lo vide sorridere.

-Adesso abbiamo ridotto la pressione dell'acqua,ma ricordati quanta ne usciva fino a pochi minuti fa-le disse lui.

Luna dovette dargli ragione:non avrebbero resistito a lungo senza quell'incantesimo.

-E adesso che si fa?-gli domandò.

George si rimise in posizione eretta e la guardò.

-Ora li rimettiamo a posto-le disse semplicemente.

Luna seguì il suo esempio e restò qualche secondo in silenzio,prima di ribattere.

-Ma io sono negata in queste cose,altrimenti perchè avrei chiamato te?-gli fece notare.

George sorrise.

-Quindi vorresti far fare tutto il lavoro sporco a me?-

-Naturale!-rispose la donna sorridendo divertita.

-Questa è bella!E io che ci guadagnerei?-le domandò George,continuando a scherzare.

Luna storse la bocca verso sinistra,intenta a riflettere e dopo qualche istante lo guardò in volto e tornò a sorridergli quasi compiaciuta.

-Ti invito a cena-gli disse.

George aggrottò la fronte.

-Cosa?-le chiese incerto.

Lei annuì convinta,sempre sorridendo.

-Sì,ti invito a cena:tu sistemi il tubo e io per ringraziarti ti offro la cena-gli disse.

George restò in silenzio qualche istante,come per accertarsi che quell'offerta fosse soddisfacente.

-Ma avrò comunque bisogno del tuo aiuto-le fece notare lui.

-Che vuoi dire?-gli domandò lei.

-Voglio dire che io posso occuparmi del tubo,ma tu devi aiutarmi:il foro è troppo piccolo,ho bisogno di un'incantesimo allargante-le spiegò.

Luna non ebbe bisogno di riflettere per capire il discorso dell'uomo.

-Tu vorresti allargare quei buchi?Ma così finiremo veramente allagati!-gli disse.

-E' l'unico modo per ripararli,e poi non voglio allargarli tutti e due in una sola volta-ribattè George.

-Allora non capisco.

George si passò una mano bagnata fra i capelli,per spostarli dalla fronte,ma l'unico risultato che riuscì ad ottenere fu quello di farli restare dritti neanche fossero pieni di gel.

Luna vedendo quella buffa acconciatura non riuscì a trattenere un sorriso.

-Voglio dire che dovremo allargare un buco alla volta,altrimenti l'acqua sarà veramente troppa-le spiegò.

-Sei proprio sicuro di aver bisogno del mio aiuto?-gli domandò ancora una volta Luna,visibilmente riluttante.

George annuì e lei non potè fare a meno di cedere,non prima di essersi prodotta in un sospiro esasperato che la fece somigliare ad una bambina.

-Ok,va bene,faremo come dici tu-cedette.

George annuì e fissò lo sguardo sul tubo,stringendo piu' forte la presa attorno alla bacchetta.

-Conto fino a tre e poi allargo il primo buco,ok?-le disse.

Lei annuì.

-Uno...due...tre...Expando maximo-contò lentamente George.

Non appena ebbe finito di contare,George pronunciò l'incantesimo:Luna vide uno dei fori allargarsi e diventare visibile anche da quella distanza.

L'acqua aveva ripreso a scorrere ancora piu' copiosa,arrivando come piccole onde sulle gambe e sui vestiti dei due adulti,che in piedi in mezzo al salotto cercavano di contrastare quella forza della natura.

-Reduco-disse di nuovo Luna per fermare il getto d'acqua.

Ancora una volta il flusso diminuì,permettendo di vedere la voragine che era diventata il primo buco.

-Adesso!-disse rivolta a George.

-Reparo!-scandì l'uomo ad alta voce,la bacchetta puntata contro il foro.

Quando l'incantesimo colpì il tubo sembrò come se qualcuno avesse premuto il pulsante del rewind:il foro divenne sempre piu' piccolo fino a sparire del tutto e dove prima c'era stata quella voragine che buttava acqua a getto continuo,ora c'era un nuovo strato di ferro,come fosse stato appena fatto dall'idraulico.

Luna sorrise,felice che quel semplice ed elementare incantesimo avesse funzionato.

Si voltò verso George e gli sorrise,vedendolo subito ricambiato.

-Bel lavoro compare!-gli disse.

George rise leggermente e si passò ancora una volta una mano fra i capelli,sistemandoli in una nuova posa buffa.

-Già,ma guarda in che stato siamo...-le fece notare.

Luna guardò sè stessa e George e rise divertita:erano bagnati dalla testa ai piedi.

Ciocche di capelli si incollavano al viso,ed i vestiti sembravano essere diventati una seconda pelle per quando erano zuppi d'acqua.

-Faresti meglio a toglierti quella camicia-gli disse.

Poi prima che lui potesse replicare,fece una mossa completamente inaspettata che lo lasciò senza fiato:afferrò i due lati della sua maglietta e la sfilò,restando soltanto in pantaloni e reggiseno.

George abbassò lo sguardo,in un gesto imbarazzato,e con la coda dell'occhio vide letteralmente volare accanto a sè la maglietta che la donna indossava poco prima.

-Va tutto bene?-domandò Luna.

George annuì e rialzò lo sguardo,imponendosi però di fissarlo eslcusivamente sul viso.

-Non ne potevo piu' di quella roba appiccicosa addosso,non da fastidio anche a te?-domandò con voce totalmente priva di doppi sensi e di malizia.

Lui sorrise e si rese conto che in effetti quella camicia aveva iniziato a farsi pesante per colpa di tutta l'acqua e decise di seguire l'esempio della donna.

Iniziò a sbottonarsi la camicia e se la sfilò dalla testa,dopo aver slacciato i primi bottoni:così facendo si rimodellò anche la stravagante capigliatura,ormai completamente bagnata.

Si guardò attorno e,alla fine,lanciò la camicia sul piano cottura accanto al giubotto.

-Sei pronto per il secondo round?-gli domandò Luna sorridendogli.

Lui annuì,bacchetta alla mano.

-Al tre.

Uno...Due...Tre...Expando maximo!-ripetè George.

Ancora una volta il foro diventò enorme e l'acqua prese a scorrere piu' forte,facendo alzare il livello dell'acqua fino alla pancia dei due:ormai muoversi era diventato quasi impossibile.

-Reducto!-disse Luna,sollevando la bacchetta per non farle toccare l'acqua.

L'incantesimo si ripetè come poco prima e nel preciso istante in cui l'acqua iniziò a diminuire, George lanciò il suo incantesimo.

-Reparo!-

Ancora una volta premettero il tasto del rewind,chiudendo quella toppa che aveva trasformato l'appartamento in una palude.

Finalmente il tubo era tornato a posto:nella stanza era tornato il silenzio,non si udiva piu' il gocciolio che li aveva accompagnati fino a quel momento,soltanto lo sciabordio prodotto dal movimento delle piccole onde che nascevano dai loro movimenti.

-Che l'abbiamo fatta!-disse Luna soddisfatta,voltandosi verso di George.

Lui voltò la testa verso di lei,rialzando un secondo dopo lo sguardo sul volto della donna.

-Già...Che faticaccia:se sapevo quello che mi aspettava,non credo avrei alzato il telefono-le disse sorridendo.

-Ah,ah...Molto divertente.

Comunque grazie davvero:se non fosse stato per te,non so come avrei fatto-gli disse seria.

George scosse la testa,modesto.

-Sciocchezze!Non ho fatto poi nulla di così speciale-si schernì.

-Come vuoi,però non credere che mi dimentichi della mia offerta...Anzi ci aggiungo anche un bagno caldo-gli disse sorridendo.

George aggrottò le sopracciglia.

-Come scusa?-

-Mentre io ordino la cena,tu ti fai un bagno caldo...L'ultima cosa che voglio è che il mio salvatore si becchi una polmonite per causa mia-gli spiegò seria.

-Assolutamente Luna,non è necessario-ribattè lui,cercando di rifiutare.

-Gratta e Netta!-disse ad alta voce.

Come risucchiati da uno scarico nel pavimento,l'acqua iniziò a calare:scese dallo stomaco ai fianchi,poi alle ginocchia per finire alle caviglie.

Dopo neanche un minuto l'acqua era soltanto un vago ricordo,non c'era neanche la piu' piccola traccia di umido sul pavimento.

La donna si avvicinò al piano cottura dove aveva gettato la maglietta poco prima e dopo averla presa fra le mani,si voltò verso George e gli sorrise.

-Ti piace il cibo cinese?-gli disse.

George fece per replicare,ma lei si allontanò verso la sua camera da letto,lasciandolo solo in quella stanza piena di mobili svolazzanti.

 

 

 

Alla fine aveva capito che era inutile controbattere.

Aveva accettato l'asciugamano che Luna gli aveva porto ed era andato a chiudersi in bagno:si era spogliato e aveva posato i vestiti fradici sulla tazza,con l'intento di asciugarli in seguito,e dopo aver riempito la vasca d'acqua calda,vi si era infilato dentro,provando una piacevole sensazione di benessere.

Poggiò la testa sul bordo della vasca e,vista la sua altezza era stato costretto a poggiare un piede sul telefono e sul rubinetto freddo.

Con lo sguardo sul soffitto,ripensò a quello che lo aveva portato lì:era la prima volta da tanto tempo che si sentiva utile.

Per tutti quei mesi si era lasciato andare,allontandosi da tutto e tutti,come se fosse un'appestato, scansando ogni tentativo di contatto dei suoi genitori;se gli avessero chiesto il motivo di quel comportamento non avrebbe saputo dare una motivazione precisa:era triste per la morte di Fred,si sentiva in colpa per non essere riuscito a proteggerlo...credeva di dover esserci lui al posto del fratello...

Allora perchè,non appena Luna lo aveva chiamato,lui non aveva esitato un'istante ad andare in suo soccorso?

Era bastato che lei gli dicesse che aveva bisogno del suo aiuto,che era con l'acqua alle caviglie per fargli scattare dentro il senso dell'eroe,se così poteva chiamarlo,e farlo venire in suo soccorso.

Eppure non erano neanche amici,almeno non troppo intimi...

Mosse una mano nell'acqua provocando una serie di piccole onde che si infransero contro il suo corpo nudo.

Per una volta lasciò che la mente riandasse a neanche mezz'ora prima,quando si erano trovati semi-nudi.

La semplicità e la purezza con cui lei si era spogliata davanti a lui,senza il minimo imbarazzo o malizia,l'aveva fatto sentire in imbarazzo come mai prima d'allora:non era la prima volta che una donna si spogliava davanti a lui,non era un novellino!

Però questa volta,Luna non aveva nessun'intenzione di portarlo a letto o di fare colpo su di lui, l'unico motivo che l'aveva spinta a togliersi la maglietta era perchè questa era piena d'acqua e le impediva quasi i movimenti.

Aveva guardato il corpo della donna soltanto per qualche istante,ma era come se si fosse scolpito nella memoria:sicuramente quella non sarebbe stata l'ultima volta che gli avrebbe fatto capolino fra i pensieri.

Quella pelle così bianca e perfetta...Da quanto aveva visto non aveva neanche un neo o un' imperfezione.

Il reggiseno rosa pallido di pizzo cingeva il seno con delicatezza neanche fosse una carezza e piccole goccie d'acqua erano andate a posarsi sulla pelle delicata delle scapole e del torace,facendo brillare quella parte.

Aprì e chiuse gli occhi piu' volte,cercando di darsi un contegno:doveva smetterla di fare quei pensieri!

La persona interessata era fuori da quella porta e non era affatto carino farsi trovare in atteggiamenti poco convenienti o perdere troppo tempo in quel bagno.

Era ora di uscire,si disse alzando la testa dal bordo della vasca e issandosi in piedi nella vasca.

 

 

 

Dopo aver ordinato per telefono la cena ed aver rimesso al loro posto tutti i mobili,Luna era andata in camera sua per cambiarsi quegli abiti bagnati.

Aveva acceso la lampada sul comodino e si era guardata nello specchio del comò nella fioca luce che illuminava la stanza.

Ancora non riusciva a credere a quanto era stata sfacciata:spogliarsi davanti a George in quel modo!

Cosa le era passato per la testa?Era un modo per colpirlo,un perverso istinto di esibizionismo?

Scosse la testa e iniziò a togliersi i pantaloni bagnati.

No,non era niente di tutto questo,si disse,voleva veramente togliersi quella roba bagnata di dosso:rischiava veramente una polmonite!

Lasciò a terra i pantaloni zuppi e prese dall'armadio il pantalone di una tuta nera ed una maglietta rosa a maniche lunghe.

Infilò i pantaloni,poi prese la bacchetta e la puntò verso i suoi capelli completamente fradici e attaccati al suo viso:bastò un'incantesimo e il secondo dopo,questi tornarono asciutti e vaporosi ad accarezzarle la schiena.

Posò la bacchetta sul comò e prese un'elastico pensando se doveva legarli in una coda di cavallo come sempre,ma dopo un'ultimo sguardo nello specchio decise di lasciarli sciolti.

Infilò la maglietta e per qualche strana associazione di idee la sua mente riandò all'istante dopo,a quando lui si era tolto a sua volta la camicia,restando a torso nudo.

Lo aveva sempre visto con indosso la divisa di Hogwarts,o al limite completamente vestito...Ma doveva ammettere che anche quello che si nascondeva sotto i vestiti non era male.

Aveva potuto soltanto sbirciare per evitare di sembrare invadente o inopportuna,ma quello che aveva visto le era sembrato al posto giusto e nelle giuste quantità:aveva una buona dose di addominali e di pettorali,una leggera peluria rossa nel centro del petto e sul torace,due spalle larghe e possenti.

Come per scacciare quel pensiero dalla mente,scosse la testa piu' volte:che accidenti le prendeva?

Non era assolutamente il momento ne la persona adatta per pensare certe cose,si rimproverò.

Era appena uscita da una storia terribilmente complicata e non era proprio il caso di iniziarne un'altra che non le avrebbe portato niente di buono.

Ma perchè stava pensando cose del genere?

In fondo non era successo niente fra lei e George,le aveva soltanto dato una mano a riparare il tubo rotto...

Prima che potesse trovare un senso a quei pensieri sconclusionati,sentì suonare al citofono:era arrivata la cena!

Uscì a piedi scalzi dalla stanza e si diresse spedita verso la porta dell'appartamento,mentre George usciva dal bagno,completamente vestito ed asciutto.

Luna aprì il portone e prese dalla borsa i soldi per pagare la cena.

-Credi che ti lasci pagare?-le domandò George andandole incontro.

-Dovrai farlo visto che sono stata io ad invitarti a cena-gli fece notare la donna.

-Ma non vuol dire...Lascia che paghi io-ribattè ancora lui fermandosi accanto a lei.

Luna alzò la testa dalla borsa e incontrò i suoi occhi,sorridendogli.

Prima che potesse parlare,però,bussarono alla porta,così la donna si avvicinò per aprire al ragazzo delle consegne.

La porta si aprì su un ragazzo con un giubotto catarifrangente ed un casco in testa,che del suo viso lasciava intravedere soltanto gli occhiali e i brufoli che gli devastavano le guance.

-Salve,avete fatto davvero presto-disse sorridendo al ragazzo.

Questi le porse i vari contenitori con il cibo senza risponderle poi diede una scorsa ad un bloc-notes che teneva in una delle tante tasche del giubotto.

-Sono venti sterline e cinquanta cents-disse con una voce nasale.

-Luna...-disse ancora George.

-George vuoi smetterla?Vorrà dire che la prossima volta sarai tu ad offrire-gli disse lei senza voltarsi,impegnata a pagare il ragazzo e a tenere in equilibrio su una sola mano i vari contenitori.

George sbuffò e le si avvicinò per alleggerirle il compito,togliendole le varie scatole da mano,poggiandole poi sul bancone di cucina.

La donna prese il resto e salutò il ragazzo delle consegne poi,dopo aver chiuso la porta,si diresse verso di George,che era ancora accanto al bancone che osservava le varie scatoline con aria dubbiosa.

Un dubbio sorse nella mente di Luna.

-Conosci il cibo cinese,vero?-gli domandò guardandolo.

George annuì titubante,poi prese una scatola fra le mani e la avvicinò al naso.

Luna sorrise leggermente divertita e si diresse verso il frigo.

-Vuoi una Burrobirra?-gli domandò aprendo lo sportello e guardandolo.

L'uomo annuì senza guardarla.

-Dobbiamo metterle nei piatti?-domandò George.

-No,non ce n'è bisogno-disse riavvicinandosi a lui con in entrambe le mani una bottiglia di Burrobirra.

Lui alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi che lo osservavano divertita.

-Cosa?-non riuscì a trattenersi dal chiederle.

Luna scosse la testa e bevve a canna un sorso.

-Nulla...Forza prendi la roba che si mangia-gli disse prendendo le Burrobirre e avviandosi verso il salotto.

Senza fare domande,George la seguì,posando poi i vari contenitori sul tavolino poco distante dal divano e sedendosi su di questo accanto a Luna.

Lei bevve un'altro sorso dalla bottiglia e lo guardò sistemarsi piu' comodamente,poi i loro occhi si incontrarono,facendola sorridere ancora una volta,senza una motivazione chiara.

George ricambiò il suo sorriso e allungò una mano verso i contenitori,prendendo il piu' vicino.

Lo aprì e ancora una volta infilò il naso dentro,annusando.

-Riso alla cantonese-disse guardando la donna.

Luna fece un piccolo mugolio di apprezzamento:era una delle cose che piu' amava della cucina cinese.

Seguì l'esempio dell'uomo e prese una confezione,l'aprì e vi trovò gli spaghetti fritti.

-Questa casa non sembra la stessa senza il piccolo oceano a fare da contorno-le disse George fra un boccone e l'altro.

Luna gli fece una smorfia cercando di non mostrare il cibo che aveva ancora in bocca e ingoiò prima di ribattere con una battuta che sperava tagliente.

-Se vuoi posso puntare la bacchetta contro il tubo e riaprire il buco in meno di mezzo secondo-gli disse a mò di minaccia.

-No,non ti azzardare neanche-ribattè lui prima di prendere un'altro boccone.

Luna sorrise.

-Cambio!-disse ad un tratto lui,strappandole dalle mani il suo contenitore e dandole il suo.

Luna lo guardò perplessa per qualche istante,stupita dalla sua mossa.

-Io e Fred facevamo sempre così-le spiegò lui.

Luna annuì:sapeva che era difficile per l'uomo parlare del fratello e il semplice fatto che avesse pronunciato il suo nome l'aveva sorpresa.

-Posso chiederti perchè?-gli domandò con cautela.

George ingoiò un'enorme boccone di riso dalla cantonese e alzò le spalle.

-Così avevamo la possibilità di mangiare tutto-le spiegò con semplicità.

Luna sorrise e portò alle labbra la bottiglia di Burrobirra,e mentre la stava posando sul tavolino,un pensiero le attraversò la mente.

-E' per questo che hai fatto quella faccia strana quando ti ho parlato della cena cinese?-gli domandò con lo stesso tono cauto.

George la guardò qualche istante in silenzio,poi annuì.

-In parte...Era una di quelle cose che facevo con Fred:si può dire che da quando siamo andati ad abitare da soli abbiamo vissuto soltanto grazie al take-away cinese.

Alcune volte avevo paura di svegliarmi e di trovarmi con gli occhi a mandorla-le disse.

Luna rise,facendo cadere a terra un pò di spaghetti fritti.

Si coprì la bocca con una mano,continuando a ridere,provocando le risate dell'uomo e per alcuni minuti l'unico rumore che si sentì nella stanza fu il suono delle loro risate divertite.

Quando fu certa di essersi calmata,Luna prese la sua bottiglia fra le mani e bevve un sorso,poi aspettò di averla posata di nuovo sul tavolino prima di parlare.

-Invece a tua sorella non piace molto:ha provato soltanto una volta e dalla sua faccia sembrava che stesse mangiando dei vermi fritti-gli raccontò prendendo un'altro boccone di riso.

George rise di nuovo e abbassò per alcuni secondi la testa.

-Si,lo so,ha dei gusti delicati...-disse poi prendendo in giro Ginny.

-Sono assolutamente d'accordo con te-confermò la donna.

Prese un'altro boccone dalla confezione,poi lo posò sul tavolino accanto alla bottiglia e ne prese un'altro,ancora chiuso.

-Se è il pollo alle mandorle è il mio!-disse subito George guardandola.

-Non ci contare!Non lo dividerei con nessuno al mondo-ribattè lei.

George le si avvicinò sul divano per riuscire a sbirciare nella confezione ancora chiusa e,nello stesso tempo,Luna allontanò il braccio che stringeva la scatola,portando l'uomo ad allungare di piu' il collo verso di lei.

-Avanti!Credi che un Weasley possa saziarsi con un pò di riso e degli spaghetti?-le domandò lui alzando gli occhi sul suo viso.

Luna annuì convinta.

-Ah,già dimenticavo:i Weasley sono insaziabili-lo prese in giro lei.

-E anche golosi-ribattè lui.

In un'istante di distrazione di Luna,George allungò un braccio e afferrò il cartone del cibo cinese che lei teneva ancora in mano,allontanandosi poi da lei,quasi rintanandosi nella sua parte del divano.

-Ehi,non vale!-si lamentò la donna.

George rise soddisfatto e per alcuni istanti sembrò quello di un tempo,quasi un'estraneo all'uomo che aveva preso il suo posto in quell'ultimo periodo.

Come era possibile che una persona che non conosceva quasi riuscisse a metterlo così a suo agio?

Stava scherzando con Luna neanche la conoscesse da sempre,mentre invece in passato era già un miracolo se si scambiavano dieci parole di seguito.

Aprì la confezione e sorrise soddisfatto.

-Pollo alle mandorle-disse guardando la donna.

-Già,ma l'ho preso prima io,quindi ridammelo-disse lei con un tono quasi infantile.

-Non ci penso proprio,sai che potrei uccidere per questo?-ribattè lui,lo sguardo fisso su di lei.

-Allora siamo in due-

George lanciò uno sguardo al pollo che languiva in quella scatola di cartone e che malignamente lanciava verso le sue narici il suo profumo delizioso,e sospirò.

-E se ce lo dividessimo?-disse poi rivolgendosi a Luna.

Lei lo guardò sorpresa e restò qualche istante in silenzio.

-Io non voglio rinunciarci,e lo stesso tu...Quindi l'unica alternativa è quella di dividercelo-le spiegò.

-Credo che si possa fare-disse alla fine Luna.

Dopodichè si avvicinò a George sul divano,forchetta alla mano e prese il primo boccone seguita subito da George.

-Vuoi sentire un pò di musica?-gli domandò dopo qualche minuto di silenzio.

George scosse la testa.

-A meno che non voglia tu-le disse poi.

-No,io no...E' che alle volte ho paura di essere noiosa e quindi ho pensato che un pò di musica potesse essere d'aiuto-gli disse.

George sorrise divertito,ingoiando un'altro boccone di pollo.

-Cosa?-gli domandò lei.

-Tu noiosa?Credo che tu sia la persona meno noiosa del mondo-le disse bevendo poi un sorso dalla sua bottiglia.

-E che te lo fa credere?In fondo non ci conosciamo bene-gli fece notare lei guardandolo in volto.

George annuì.

-E' vero,ma sono anni che le nostre strade si incrociano,no?-le domandò ricambiando il suo sguardo.

Lei annuì,restando in silenzio in attesa del resto.

-Però posso basarmi su alcuni fatti...-le disse.

-Per esempio?-gli domandò curiosa.

-Gli strani orecchini-le disse per iniziare.

Luna si ricordò gli orecchini che indossava ad Hogwarts per far colpo o anche per attirare l'attenzione e sorrise,annuendo.

-Oppure il fatto che leggevi le riviste al contrario-disse ancora George.

-Cercavo un'altro punto di vista-ribattè lei infilzando con la punta del coltello un pezzo di pollo.

George rise e scosse la testa.

-E poi una volta ti ho vista che davi da mangiare al nulla-le disse per concludere.

-Quelli erano i Thersal:guidano le carrozze di Hogwarts.

Li può vedere soltanto chi ha avuto un'esperienza vicina alla morte-gli spiegò prima di bere l'ultimo sorso della sua birra.

George rimase colpito dalle sue parole e annuì lentamente un paio di volte,poi la guardò senza sapere come farle quella domanda,ma lei lo prevenì.

-Mia madre...Stava facendo un'esperimento e qualcosa è andato storto-gli disse.

Ormai non era neanche piu' doloroso...Era passato tanto di quel tempo che era diventato un ricordo,un aneddoto:qualcosa che la rendeva speciale.

George annuì ancora una volta e poi la guardò in volto.

-Quindi se tornassi ad Hogwarts adesso li vedrei anche io-disse.

Lei annuì,capendo a cosa si riferiva.

-Un motivo per tornarci...-gli disse ricambiando il suo sguardo.

George storse la bocca e dopo qualche istante,scosse la testa lentamente.

-Magari non così presto-rispose con voce piu' bassa.

Luna si accorse di aver riaperto una ferita che non avrebbe mai smesso di sanguinare e cercò le parole adatte per rimediare,ma in quel momento completamente inaspettato,la porta dell'appartamento si aprì.

Luna e George,quasi contemporaneamente,si voltarono e guardarono sorpresi Ginny che posava la valigia all'ingresso per poi alzare lo sguardo e scorgere i due seduti sul divano.

-E voi che ci fate qui?-domandò loro sorpresa.

-Tu che ci fai!Non dovevi essere da Ron e Hermione?-domandò Luna e andando incontro alla sua coinquilina.

Ginny scosse la testa e chiuse la porta dell'appartamento.

-Abbiamo litigato e io me ne sono tornata a casa-le disse concisa.

George si era alzato a sua volta dal divano ed era venuto verso la sorella.

-Perchè avete litigato?-le domandò curioso,infilando entrambe le mani in tasca.

Ginny alzò lo sguardo su George,ancora sorpresa di trovarlo lì e decise di rispondere prima di fare domande a sua volta.

Abbassò qualche istante lo sguardo sbuffò poi parlò.

-Per cosa litighiamo da mesi io e Ron?-domandò lei ai due.

-Harry-disse Luna guardando la rossa.

Ginny annuì ricambiando lo sguardo dell'amica.

-Come al solito ha cercato di convincermi a uscire con uno dei suoi colleghi del Ministero e quando mi sono rifiutata è partita la solita lite sul fatto che dovevo rassegnarmi,che Harry non tornerà piu',e che io sono una povera illusa ad aspettarlo ancora-disse lei con un tono stanco e ripetitivo.

-Vedrai che avrai modo di fargli rimangiare tutto-le disse Luna andando vicino a Ginny e mettendole un braccio attorno alle spalle.

Ginny annuì e poi guardò i due.

-E voi invece?-domandò cercando di non sembrare troppo curiosa.

-Sono venuto per un pronto intervento-le disse George.

Ginny corrugò le sopracciglia,senza capire,e si voltò verso Luna che alzò le spalle.

-Quando questa mattina sono tornata l'appartamento era allagato,c'erano almeno dieci centimetri d'acqua...Si era rotto il tubo-le spiegò.

-Cazzo-si lasciò andare Ginny.

-Infatti!Ho provato a chiamarti,ma non sono riuscita a trovarti da nessuna parte-le disse.

-Casa di Hermione e Ron è peggio di un bunker,non riuscirebbe a ricevere neanche un telefono satellitare-disse Ginny scusandosi.

-Comunque ho dato un'occhiata a quella lista che hai appeso sul frigo per i casi di emergenza e ho chiamato George e fortunatamente lui è venuto in mio soccorso e abbiamo riparato il tubo-disse la bionda.

Ginny si voltò verso George che le fece un sorriso sornione facendola ridere.

-Hai fame?-le domandò Luna premurosa.

Ginny scosse la testa.

-Fortunatamente Ron ha aspettato il dopo cena per le sue menate-ribattè.

George sorrise poi vide la sorella venire verso di lui,abbracciarlo e posargli un bacio sulla guancia.

-Grazie...Sei stato il nostro salvatore-gli disse guardandolo.

George scosse la testa schernendosi,e la sorella gli sorrise.

-Ho bisogno di una doccia...-disse poi Ginny voltandosi verso Luna.

Luna e George annuirono e la rossa si avviò verso il bagno,lasciandoli di nuovo soli.

-Adesso sarà meglio che vada-disse George guardando Luna.

La donna annuì,poi un pensiero le attraversò la mente e si diresse verso il divano,seguita dallo sguardo di George che la osservava curioso.

La osservò mentre cercava fra i vari contenitori del cibo cinese e poi la vide sorridere dopo aver trovato l'oggetto della sua ricerca.

La vide voltarsi verso di lui e rivolgergli un sorriso.

-Non puoi andar via senza questo-gli disse tendendo una mano chiusa a pugno verso di lui.

Quando la girò e l'aprì,George vide che nel palmo aperto c'era un biscotto della fortuna;alzò lo sguardo sul volto di lei e sorrise.

-Non dirmi che credi alla fortuna...-le disse.

Luna ricambiò il suo sorriso e alzò le spalle.

-Non si può mai sapere-gli disse misteriosa.

George scosse la testa,ma prese il biscotto dalla sua mano aperta e davanti ai suoi occhi lo aprì nel mezzo,tirando fuori il biglietto contenuto all'interno.

Lesse le parole che vi erano scritte sopra sentendo lo sguardo della donna fisso sul suo volto e quando rialzò gli occhi per qualche istante i loro sguardi si incontrarono,nel silenzio della stanza.

-Cosa c'era scritto?-gli domandò lei,con voce calma e moderata.

George sorrise e mise il bigliettino in tasca,gli occhi sempre nei suoi.

-Forse un giorno te lo dirò-le disse misterioso.

Gli occhi di Luna rimasero nei suoi ancora per qualche istante,e per quel breve lasso di tempo,sembrò che entrambi avessero dimenticato dove fossero e chi fossero.

Poi lei sbattè le palpebre rompendo quel contatto.

-Adesso sarà meglio che vada-ripetè George,avvicinandosi al piano cottura per prendere il giubotto di pelle che aveva posato lì al suo arrivo.

Luna lo seguì con lo sguardo e lo vide infilarsi la giacca e tornare verso la porta,poco distante da lei.

-Non so come avrei fatto senza di te-gli disse sincera.

George scosse la testa.

-Te la saresti cavata lo stesso-ribattè.

Questa volta fu lei a fare un cenno di diniego.

-Non credo proprio...Sarei finita con l'acqua alla gola!

Grazie per avermi aiutato-gli disse di nuovo.

George annuì.

-Grazie a te per la cena...Ricordati che la prossima volta tocca a me offrire-le ricordò con un leggero sorriso sul volto.

Luna annuì,e nello stesso istante si domandò se ci sarebbe stata davvero una prossima volta o se era soltanto una di quelle frasi che si dicevano soltanto per convenienza e che erano prive di significato.

Anche George si stava ponendo quella domanda,e al contrario di Luna sapeva già la risposta.

La salutò un'ultima volta,poi aprì la porta e uscì sul pianerottolo mentre la sua mente continuava a tornare alle poche parole scritte sul biglietto della fortuna.

 

 

 

Salve a tutti!!!

Come sanno quelli che hanno già letto l'altra ff,questo è il momento i cui tutto ha inizio...spero di essere riuscita a descriverlo bene.

Vi consiglio di ricordare quel bigliettino che George ha messo nella tasca della giacca...prima o poi tornerà.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.

E ora i ringraziamenti:Alemalfoy(Già,ora Malfoy è tutto tuo!Che il mio Neville sia un cafone ce ne siamo accorte già da parecchio,anke dall'altra ff...chiedo scusa a tt le fan di Neville!),Xerley(Hai ragione:due in un colpo solo,forse sn stata un pò cattiva:ma avevo deciso di lasciare sl Neville,ma seguendo i commenti dei lettori ke nn amavano la piega presa dalla storia fra Draco e Luna ho kiuso anche qlla),Lilla4eve(E' abbastanza presto?O ho causato qualche danno irreparabile alla tua sanità mentale?),Waka-laka-lilli(Grazie x i complimenti...Quello era l'unico modo x lasciare una persona orgogliosa come Draco),Lyoko( Sono d'accordo cn te,qlcn avrebbe finito x soffrire e Luna aveva pianto anke troppo),Rosy823(Grazie x i complimenti!),Vinny(Che divertimento c'era ad arrivarci subito?La mia vena sadica doveva sfogarsi anke in qst ff...skerzo!),Ninny(Grazie x i complimenti!),Potterfanlalla17(Forse se nn avesse incontrato Draco,Luna nn sarebbe mai stata capace di fidarsi di George...e tt sarebbe stato diverso),Gabryweasley(Grazie x i complimenti!Stay tuned x le novità!),Maryrobin(GRazie x i complimenti...me li meriterò veramente?)

Bene,x ora io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Christmas presents"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Christmas presents ***


natale

 

"You're the answer to my prayers

And you're with me everywhere

You're my angel,my miracle,you're all I need tonight..."

La radiosveglia sul comodino si produsse nel suo solito canto infernale con cui lo svegliava ogni mattina.

Dimenticava sempre di resettarla!

George voltò la testa dal lato del comodino e allungò un braccio verso la sveglia,liberandolo dal groviglio di coperte,mettendo fine con un solo tocco a quel chiasso infernale.

Aveva la testa come un pallone!

Come al solito,ieri sera aveva bevuto troppo e non ricordava niente di quello che era successo: sapeva solo di essere andato come di consueto al pub,e poi il buio.

Poggiò di nuovo la testa sul cuscino e fece per riaddormentarsi,quando sentì una presenza estranea accanto a sè dall'altra parte del letto.

Con enorme fatica aprì gli occhi e mise a fuoco lo spazio davanti a sè:una donna,nuda,coperta da metà schiena in poi dal piumone,era addormentata accanto a lui.

Aveva un caschetto nero ed i resti del trucco sul viso...

Un'altra delle sue conquiste da bar!

Si passò una mano sul viso e scalciò via le coperte,facendole scivolare ancora piu' in basso anche dal corpo della donna.

Non voleva farsi trovare lì quando si sarebbe svegliata.

Si alzò in piedi,completamente nudo e con la testa che non gli dava pace,e iniziò a cercare i vestiti nella stanza.

Prese il primo paio di boxer e di jeans che trovò sulla sedia,afferrò una felpa e si fiondò fuori dalla camera da letto.

Aveva bisogno di qualcosa che gli calmasse il mal di testa,o quella mattina sarebbe cominciata con il piede sbagliato!

Prese una confezione di aspirine che avevano sempre un'effetto miracoloso sulle sue emicranee post-sbornia e ne ingioiò due prima di bere un'abbondante sorso d'acqua da una bottiglietta di plastica.

Guardò l'orologio appeso alla parete della cucina:erano le dieci e mezzo.

Se fosse stata una giornata normale,a quest'ora,sarebbe stato in negozio,fra folle di ragazzini urlanti e festosi e adulti con espressioni di finto ribrezzo sulla faccia per mascherare il loro divertimento ed interesse.

Ma era da tempo che non viveva una giornata normale...

Aveva anche dimenticato come si viveva una giornata normale!

Certo,adesso aveva creato un nuovo tipo di normalità,quel genere di normalità che faceva venire la pelle d'oca e i capelli bianchi ai suoi genitori e ai suoi fratelli:adesso le sue giornate iniziavano verso le dieci,undici del mattino con un feroce mal di testa come compagno e ricordo della sera precedente,per poi continuare al cimitero con la quotidiana visita a Fred dove si tratteneva un'ora prima di andare nel primo pub aperto dove avrebbe trascorso il resto della giornata, guardando la luce cambiare e il pomeriggio diventare sera,e infine la sera diventare notte, finchè qualcuno,quasi sempre Ron,non lo veniva recuperare per portarlo a casa sano e salvo.

Alle volte c'era qualche piacevole cambiamento di programma,come la sera prima:poteva incontrare una donna,qualcuno senza pretese,senza troppe aspettative come lui che aveva soltanto bisogno di divertirsi e di chiudere la serata in bellezza.

Il pensiero riandò per un'attimo alla donna che era sdraiata nel suo letto e si sforzò,mentre l'emicrania l'abbandonava lentamente,di ricordare il suo nome.

Dora?Nora?Lora?...Qualcosa del genere.

In fondo neanche gli interessava:non l'avrebbe piu' vista,che bisogno aveva di ricordarsi il suo nome?

Finì di bere il contenuto della bottiglietta e la gettò nel cestino della pattumiera che chiedeva vendetta:erano settimane che non lo svuotava!

Si sedette sul divano,coperto da vestiti sia sporchi che puliti,e si infilò le scarpe:aveva un'appuntamento con Fred e non voleva far tardi.

Mentre infilava la scarpa destra,la mente riandò per un'istante all'incontro che lo aveva rialzato dallo squallore della sua vita.

Luna.

Per una sera era rimasto sobrio,stupendo anche se stesso,e non sentendo neanche il bisogno di bere.

Si era trovato incredibilmente bene in sua compagnia,come se fosse una cosa talmente naturale e abituale per loro ritrovarsi da soli in un appartamento vuoto,da spiegare i loro comportamenti tranquilli e per niente agitati.

Aveva ripensato spesso a lei nelle scorse settimane,chiedendosi se non doveva telefonarle o passare dal negozio per farle sapere quanto era stato bene in sua compagnia,ma la possibilità di trovare anche sua sorella e la possibilità ancora peggiore di apparire ridicolo l'aveva bloccato.

Si alzò dal divano e prese il portafogli e le chiavi di casa dal mobiletto su cui li lasciava sempre,o almeno ogni volta che era sobrio.

Seguendo un riflesso condizionato,infilò le chiavi in tasca e aprì il portafogli per controllare che ci fosse tutto:c'erano un centinaio di sterline in vari tagli,la foto di Fred che portava sempre con sè da quando il fratello non c'era piu' e poi c'era il biglietto uscito dal biscotto della fortuna la sera della cena con Luna.

Non sapeva neanche lui perchè lo aveva infilato in quelle tasche interne del portafogli,ma stato piu' forte di lui...Sapeva che prima o poi sarebbe tornato utile,che aveva un significato particolare, anche se adesso non sapeva spiegarsene il motivo.

Rilesse ancora una volta la frase che vi era scritta sopra e,come ogni volta,annuì.

Infilò anche il portafogli in tasca e si ricordò della donna che era nella sua camera da letto: doveva lasciarle almeno un biglietto.

Prese un post-it e le scrisse due righe velocemente,senza lasciarle il numero e senza neanche scrivere il suo nome,era certo che se lui aveva difficoltà a ricordare il suo nome anche lei avrebbe avuto non pochi problemi,pregandola di chiudere bene la porta quando se ne andava e assicurandola che era stato bene in sua compagnia.

Anche se al momento non si ricordava assolutamente niente...

Posò la penna accanto al post-it e si avvicinò alla porta,dove poco lontano sul pavimento era poggiato la sua giacca di pelle.

Prese anche la sciarpa:non sapeva quando sarebbe rientrato e stava iniziando a far freddo la sera.

Dopodichè si smaterializzò direttamente al cimitero,poco distante dalla tomba di Fred.

Gli piaceva fare a piedi quei pochi metri che lo dividevano dalla tomba del fratello,vederla comparire quasi per magia dalla linea della collina,con la segreta speranza di arrivare un giorno e non trovarla piu'.

Anche quel giorno,trattenne in respiro,lo sguardo fisso sul punto dove sapeva essere la tomba di Fred,pregando chiunque fosse in Cielo perchè quella sua fantasia assurda potesse realizzarsi,ma ancora una volta le sue speranze vennero disilluse:come sempre,il marmo bianco della tomba di Fred si stagliò chiaro contro il cielo plumbeo di Londra e la foto del fratello sembrò seguire i suoi passi finchè non si fermò poco distante da lui e non si sedette sull'erba fredda.

-Eccomi qui!Lo so ho fatto tardi,ma non cominciare...-gli disse come per prevenire ogni possibile lamentela.

Una foglia secca era caduta sulla lapide bianca,come una piccola imperfezione su una pelle perfetta,e George si mosse subito per mettere a posto le cose.

-Sento odore di neve...-gli disse alzando poi lo sguardo verso le nuvole sopra di sè.

Erano grigio perla,in attesa,come se aspettassero il momento piu' giusto per ricoprire Londra e tutte le contee di neve candida.

-Ti ricordi quanto ci divertivamo con l'arrivo della neve?Quella volta che abbiamo animato quel pupazzo di neve e lo abbiamo aizzato contro Ron?

Non la smetteva piu' di gridare!-ricordò George con un sorriso.

Alzò lo sguardo sulla foto,dove Fred si produceva in molteplici sorrisi malandrini e scosse la testa.

-Sta arrivando Natale Fred...E io vorrei essere investito da un treno.

Eppure ti ricordi quanto mi piaceva il Natale?Era la festa che aspettavo piu' di tutte!-disse ancora piegando le ginocchia sotto il sedere.

-Adesso al solo pensiero che mancano due settimane,mi viene voglia di chiudermi in casa e non uscirne fino al 2 gennaio...

La mamma farà di tutto per convincermi a tornare a casa almeno per Natale,ma so già che non ci andrò.

Non mi sento ancora abbastanza forte-gli confessò.

La foto di Fred continuava a ricambiare i suoi sguardi,e sembrava veramente in grado di ascoltarlo e di capire quello che stava passando,o almeno George aveva bisogno di credere che fosse così.

-Voglio soltanto chiudermi in casa e non preoccuparmi di niente...

Non esistere-aggiunse serio.

Calò il silenzio mentre George rifletteva su quello che aveva appena detto,lo sguardo basso e le mani abbandonate sulle ginocchia,come senza vita.

Restò a lungo in quella posizione,guardando la foto di Fred,finchè non lo salutò dandogli appuntamento al giorno dopo,e si avviò giu' per la collina.

Aveva bisogno di cancellare quelle parole dalla sua mente.

Si immise nelle strade di Diagon Alley,senza neanche guardare dove stava andando,lasciandosi quasi trasportare dalla gente che faceva acquisti per Natale,in cerca di un pò di vita,di allegria.

Doveva occupare un paio d'ore prima di chiudersi dentro al pub,altrimenti era sicuro che non ne sarebbe uscito piu'.

Era in piena crisi!

-George!Ehi George!-

Si voltò e passò qualche istante prima che riuscì a mettere a fuoco la persona davanti a sè.

-Luna-disse con voce sorpresa.

La donna sorrise divertita e si strinse di piu'nel cappotto per ripararsi da un'improvvisa folata di vento freddo.

-Va tutto bene?Hai un'aspetto orribile-gli domandò lei.

George annuì lentamente,poi incontrò i suoi occhi e si sforzò di seguire il discorso.

-Comunque non è una cosa carina da dire:e se l'avessi detto io a te?-le fece notare George.

Luna alzò le spalle.

-Saresti stato sincero,o in questo caso bugiardo perchè so di essere al massimo del mio splendore,almeno in questo caso-gli disse lei.

George non potè evitare di sorridere davanti a tanta sincerità:come faceva Luna a dire sempre quello che pensava senza mai preoccuparsi delle reazioni altrui?

Avrebbe dovuto prendere qualche lezione...

Però guardandola dovette ammettere che aveva ragione:i capelli biondi erano legati in una treccia che stringeva tutti i capelli,fatta eccezione di poche ciocche lasciate libere ad arte lungo gli zigomi;il viso era truccato con un trucco leggero e in tinta con la sua carnagione chiara,dandole un'aria calda che a George ricordò un fuoco che brucia ancora sotto la cenere.

-Stavi andando da qualche parte?-le domandò cambiando argomento e distogliendo gli occhi dal suo corpo coperto dal cappotto grigio.

-Sto finendo di fare gli ultimi regali di Natale,odio arrivare all'ultimo momento...

Anzi...-aggiunse guardandolo in modo strano.

George le restituì l'occhiata e iniziò a sorridere in modo ambiguo.

-Che ne dici di venire con me?-gli domandò Luna.

-In giro per negozi?Io odio andare a far compere...-

-Già è molto meglio andare a stordirsi in un pub,no?-gli domandò diretta come al solito.

George la guardò poco sicuro che lei avesse realmente detto quello che credeva e scosse di nuovo la testa.

-E poi non credo di poterti essere molto d'aiuto-disse cercando una nuova via d'uscita.

-E' qui che ti sbagli!I regali che devo fare sono per la tua famiglia:chi li conosce meglio di te?

Avanti...Non farti pregare!-gli disse.

E per aggiungere maggiore enfasi alle sue parole gli strinse con entrambe le mani il braccio destro,facendo poi un saltello.

George si lasciò scappare un sorriso divertito e la guardò qualche istante prima di rispondere.

-Non ti preoccupa farti vedere in giro con un tipo così poco raccomandabile?-le domandò in tono serio.

-Beh allora è veramente importante che tu stia al mio fianco a proteggermi!-gli disse prendendolo di nuovo sottobraccio.

Dopodichè senza aspettare una sua eventuale critica,si incamminò trascinandolo con sè e a George non restò altro da fare che seguirla.

Inizialmente arrancò dietro il passo spedito della donna,ma il fatto che lei continuava a tenerlo sottobraccio lo aiutò a trovare il passo e la velocità giusta per poterle stare accanto.

-Hai qualche idea oppure avevi intenzione di andare semplicemente in giro per negozi aspettando di trovare qualcosa che ti attirasse nelle vetrine?-le domandò lui dopo qualche minuto di silenzio.

Luna voltò leggermente la testa verso di lui e scosse la testa,con un sorriso divertito sul viso.

-Avanti!Non sono mica così banale...Ho un'idea per ogni membro della tua famiglia,però essendo una novizia...-gli spiegò lei.

-Una novizia?Che vuoi dire?-la interruppè lui colpito da quella parola.

-Ma sì,quando entri a far parte di un'associazione o diventi membro di qualcosa...Prima di diventare realmente socio c'è sempre un periodo di noviziato,in cui gli altri soci ti scrutano, decidono se sei adatto per entrare nel club-gli disse.

-E la mia famiglia starebbe facendo questo?-le domandò sorridendo divertito.

Luna annuì.

-Certo l'amicizia con Ginny mi aiuta parecchio,ma non sarò mai allo stesso livello di Hermione...- continuò lei seguendo un nuovo corso dei pensieri.

-Perchè mai?-chiese ancora George.

Improvvisamente quel discorso era diventato interessante,divertente e stranamente non vedeva l'ora di sapere come si sarebbe concluso.

-Beh,Hermione ha sposato un membro fondatore del club...Non potrò mai arrivare al suo livello...-ripetè Luna,guardandolo di sfuggita.

-Chi lo sa?Non è mai detta l'ultima parola-le fece notare George sorridendo.

-Ah già certo...C'è ancora Percy-disse lei posando lo sguardo su una vetrina poco distante da loro che aveva attirato la sua attenzione.

George rise e scosse la testa;in fondo Luna aveva ragione:gli unici rimasti scapoli erano Percy e lui...

Ma non avrebbe consigliato a nessuno di sposarsi con suo fratello a meno di non volersi chiudere in un'archivio del Ministero per il resto della vita.

Quindi restava soltanto lui.

Lui e Luna...Certo sarebbero stati una coppia davvero strana,si ritrovò a pensare.

-Entriamo qui!-gli disse la donna tirandolo dentro un negozio alla sua destra.

George si riscosse da quel pensiero che lo aveva allontanato per un'attimo dalla realtà e si diede dell'idiota da solo:ma che cosa gli saltava in mente?

Luna era la migliore amica di sua sorella!

Gli bastava una cena e due risate per montarsi la testa a quel modo?

La seguì dentro il negozio scacciando definitivamente quei pensieri dalla mente e prestò attenzione alle sue parole.

Erano entrati in quel negozio perchè lei aveva visto una vestaglia di seta rossa che poteva essere perfetta per Fleur.

L'aveva fatta togliere dal manichino in vetrina e nell'attesa aveva dato un'altra occhiata in giro per il negozio.

-Hai già fatto i tuoi regali di Natale?-gli domandò dandogli la schiena.

Era intenta a osservare un vestito celeste che,secondo George,non le sarebbe stato molto bene.

-No...Non credo che farò i regali quest'anno-le disse.

Luna si voltò subito verso di lui,incontrando i suoi occhi e lui non lesse il solito rimprovero che leggeva in tutti quando parlava di quell'argomento,ma vi lesse sorpresa e sbigottimento.

-Non puoi farlo!Non puoi lasciarmi spendere tutti questi soldi e non seguirmi in questa pazzia-gli disse.

George sorrise:ancora una volta lei aveva tradito le sue aspettative.

Si era aspettato una ramanzina per i suoi parenti e invece l'aveva ricevuta per il conto in banca di Luna.

-Veramente quando sono uscito,questa mattina,non avevo nessuna idea di darmi allo shopping folle-le fece notare.

Prima che lei potesse replicare,il commesso tornò con la vestaglia per Fleur e la mostrò a Luna,che atteggiò il viso ad un'espressione incerta.

-Non ne sono tanto sicura...Sul manichino era piu' bella.

George tu che ne pensi?-gli domandò guardandolo.

-Perchè non la provi?-le propose.

Luna aggrottò le sopracciglia.

-Io?Ma io sono completamente diversa da Fleur!-replicò.

-Ma sei comunque una donna...Dovrei provarla io per caso?-la provocò.

Luna lo guardò per qualche istante,poi George la vide sbottonarsi il cappotto e posarlo a terra,poco lontano da lei,e prendere la vestaglia che il commesso aveva ancora in mano.

Si avvicinò allo specchio a figura intera e si infilò la vestaglia che le fasciò subito il corpo neanche fosse fatta apposta per lei.

George la guardò,cercando di non fissare lo sguardo su un punto determinato del corpo e si ritrovò stranamente la gola secca.

Quella dannata vestaglia le stava d'incanto...

La vide voltarsi verso di lui e rivolgergli uno sguardo interrogativo.

-Che ne pensi?-gli domandò.

George la guardò qualche istante e,prima di parlare,si schiarì la gola.

-Dico che se questa vestaglia starà bene a Fleur come sta a te,allora Bill è un uomo fortunato- le disse con lo sguardo nel suo.

Luna sorrise e fece un piccolo cenno d'assenso con il capo prima di togliere la veste.

-E' perfetta,la prendo-disse porgendo la vestaglia di nuovo al commesso.

Si rimise il cappotto e,insieme a George,aspettarono che fosse pronto il pacco dono prima di poter pagare e uscire.

Continuarono la ricerca dei regali per un'altro paio d'ore.

Piu' volte si trovarono in disaccordo riguardo ai regali:George voleva far valere la sua conoscenza della famiglia Weasley,dando il suo giudizio sulle scelte di Luna,mentre la donna il piu' delle volte si impuntava difendendo i regali.

Alla fine,Luna aveva comprato quasi tutti i regali di cui aveva bisogno:l'unico che le era rimasto era il signor Weasley.

-Te la senti di accompagnarmi nella Londra babbana per il regalo di tuo padre?-gli domandò.

Erano in giro da ore,ma non avevano smesso un attimo di punzecchiarsi,di prendersi in giro e di parlare.

Per tutto il tempo,pacchetti permettendo,il braccio di Luna era stato sotto quello di George,e anche se all'inizio era sembrata una sensazione strana e nuova,alla fine era arrivato a sentirne la mancanza quando Luna si staccava da lui.

-Devo farti da balia anche nella Londra babbana?

Ma non c'è un compenso per questa tortura?-le aveva domandato senza rispondere.

-Il solito gentiluomo...-aveva ribattuto lei.

-Sempre al tuo servizio-

Anche per il signor Weasley,Luna aveva le idee molto chiare.

Ginny le aveva raccontato che suo padre di recente aveva visto il suo primo film babbano,e ne era rimasto letteralmente affascinato.

Per evitare che si annoiasse Ginny e Ron gli avevano fatto vedere un film d'avventura,un film chiamato "Indiana Jones e i Predatori dell'arca perduta".

Il signor Weasley non si era staccato dal salotto finchè non era finito il film e alla fine era talmente immedesimato nel personaggio da volere una frusta ed una giacca come il protagonista.

Ginny aveva pensato di regalarglieli per Natale ma Luna l'aveva quasi implorata di lasciarle quel regalo:in fondo per la rossa non sarebbe stato difficile trovare qualche altra cosa che facesse piacere a suo padre.

Dopo aver provato a suggerire di fare un regalo unito,alla fine Ginny si era lasciata convincere.

-Una giacca da esploratore ed una frusta?-le chiese ancora George divertito e sorpreso.

Luna annuì,mentre si immettevano nelle strade trafficate della Londra babbana.

-A che gli serviranno?-le domandò ancora l'uomo.

-Magari per qualche gioco di ruolo...-gli rispose sovrappensiero.

George la guardò qualche istante sovrappensiero,poi una smorfia di disgusto si disegnò sul suo volto quando afferrò il vero significato di quelle parole.

-Ti prego...Non voglio avere gli incubi per il resto della mia vita!-le disse scuotendo piu' volte la testa,come per far uscire l'immagine dalla mente.

Luna rise divertita dalla sua espressione e gli mise una mano su un braccio.

-Perchè?Credi forse di essere il frutto di qualche strana magia?-gli domandò continuando a prenderlo in giro.

-La vuoi smettere?Altrimenti ti lascio con tutti i tuoi pacchettini qui in mezzo alla strada e te la dovrai vedere da sola-le disse,tentando la strada della minaccia.

-Allora quand'è così...-rispose lei in tono misterioso.

Il negozio che,secondo Luna,aveva il regalo per il signor Weasley era a Covent Garden nel quadrato di strade che circondavano il mercato.

Luna e George si fermarono qualche istante a guardare uno dei tanti intrattenitori che affolavano la piazza e risero con il resto della folla quando il saltimbanco prese una povera vittima tra la folla come assistente nel lancio dei coltelli.

Alla fine del breve spettacolo,Luna lasciò una sterlina nel cappello dell'uomo e insieme si avviarono verso il negozio.

Era pieno di articoli cinematografici:locandine di film,cartonati a figura intera di attori o supereroi,magliette,costumi e tanto altro.

Luna si diresse verso il commesso dietro la cassa e gli chiese se avevano una giacca ed una frusta alla "Indira Jones".

-Vorrà dire Indiana-la corresse il ragazzo.

Luna lo guardò qualche istante,poi alzò le spalle.

-Se lo dice lei mi fido...-

George aveva preso a gironzolare per il negozio,stupito da tutte quelle strane cose:nonostante la passione di suo padre ancora non riusciva a capire niente del mondo babbano.

Certo,usava le automobili ed il cellulare,ascoltava la loro musica e alle volte,quando era a casa, guardava la loro televisione...

Ma per il resto,il mondo babbano era un grande buco nero!

Luna era poco distante da lui,e stava fissando un cartonato enorme di un gruppo di uomini tutti vestiti in giacca e cravatta neri e con occhiali neri.

-Le iene...Chissà cos'è-si domandò dando un'ultima occhiata al cartonato.

George alzò le spalle e si avvicinò allo scaffale delle magliette,iniziando a scorrerle con gli occhi.

-Mi spieghi perchè una persona dovrebbe indossare una maglietta con su scritto "Toga!Toga!" oppure "Pulp fiction"?-le domandò,lo sguardo sempre fisso sulle magliette.

-Magari per i babbani hanno un significato che a noi sfugge-gli fece notare Luna.

-Non li capirò mai!-disse George categorico.

-Avanti non buttarti giu' così!Magari fra qualche secolo...-lo prese in giro lei.

George le fece una smorfia e subito dopo la sua attenzione venne attirata da qualcosa alla destra di Luna.

Sorprassò velocemente la donna e si avvicinò ad uno scaffale,dove sull'ultimo ripiano era appoggiato un cappello grigio.

-Questo cappello è fantastico!-disse non riuscendo a staccare gli occhi.

Luna si avvicinò a lui e fissò a sua volta il cappello.

-A me non sembra niente di speciale-gli disse lei.

-Scherzi?Starei da dio con quel coso addosso-ribattè lui convinto.

-Quello è il capello all'Indiana Jones-s'intromise il commesso,arrivando vicino a loro con la giacca e la frusta poggiati su un braccio.

George e Luna si voltarono e l'uomo lo guardò come se avesse bisogno di altre notizie.

-Starebbe benissimo con la giacca e la frusta che ha già comprato...Sarebbe tutto coordinato- aggiunse poi il commesso rivolgendosi a Luna.

-Quanto costa?-s'intromise George.

-250 sterline ed è suo-gli disse.

-Dannazione!-fece il rosso ricordandosi delle cento sterline che aveva nel portafoglio.

Luna lo guardò e scosse la testa.

-Sembri un bambino!Non dirmi che adesso non riesci a resistere senza quel cappello-lo prese in giro la donna.

-E' solo che sono sicuro che ci starei benissimo...Come è successo prima con te e la vestaglia:si vedeva che era perfetta per te-le disse guardandola.

Di fronte a quel complimento inaspettato,Luna arrossì e per cercare di riprendersi scosse la testa.

-No,affatto...Ti è sembrato così perchè l'hai immaginato addosso a Fleur-disse.

Sembrava volesse convincere sè stessa e allo stesso tempo anche lui.

-Allora lo prendete?-s'intromise di nuovo il commesso.

Luna e George si guardarono per un'istante e poi la donna scosse il capo.

-Per il momento ci accontentiamo della frusta e della giacca-gli disse.

Dopodichè seguì l'uomo alla cassa per pagare,mentre George restava ancora in adorazione di quel cappello che a suo giudizio sembrava fatto apposta per lui.

Si riscosse soltanto quando sentì il suo nome:Luna era vicino alla porta,con una grande busta stretta in una mano e lo aspettava con un sorriso divertito sulle labbra.

Avevano finito:tutti i regali erano stati fatti.

Adesso George poteva tornare al pub e riprendere la sua giornata da dove era stata interrotta qualche ora prima,e Luna poteva ritornare a casa e continuare con la sua vita.

Eppure sembrava che nessuno dei due fosse disposto a separarsi,a fare il primo passo che l'avrebbe portati a salutarsi,a darsi appuntamento alla prossima volta e a farsi gli auguri di Natale.

Continuavano a camminare uno accanto all'altra,il braccio di Luna sotto quello di George, guardando i banchi del Covent Garden Market,come una coppia qualsiasi,come se avessero tutto il tempo del mondo a disposizione.

-Hai fame?-le domandò George.

Luna lo guardò e restò in silenzio.

-Hai fame?No perchè io comincio a sentire un certo languorino e non è consigliabile lasciare un Weasley da solo con lo stomaco che brontola-le disse ancora George guardandola.

Luna sorrise e lo guardò con la fronte corrucciata.

-Perchè che cosa può succedere?-gli domandò lei.

-Che la cucina finisca le scorte di cibo-le rispose semplicemente.

Luna rise,abbassando per un'istante la testa proprio nel momento in cui una folata di vento le sollevava le ciocche di capelli lasciate libere attorno al viso e la faceva sembrare ancora piu' eterea.

Sembra capace di volar via alla prima folata di vento,pensò George gli occhi fissi su di lei.

-Allora mi fai compagnia?-le domandò con voce seria,riscuotendosi da quei pensieri.

Per pochi istanti i loro sguardi si incontrarono e i due restarono in silenzio vicini,cercando in quella vicinanza un riparo dal vento.

-Se devo farlo per l'economia del ristorante,allora non posso esimermi-gli disse poi lo sguardo sempre in quello di George.

L'uomo sorrise e fece un piccolo cenno con il capo.

-Mi piace questo tuo lato da crocerossina...-le disse poi prendendola in giro.

Dopodichè si incamminarono verso il primo ristorante sulla loro strada.

Neanche un quarto d'ora dopo erano seduti ad un tavolo del "Pizza Express" poco distante dal teatro dell' Opera.

-Posso farti una domanda?-le chiese George.

Avevano posato i loro cappotti e tutte le buste sulle sedie accanto alle loro ed avevano già fatto le loro ordinazioni:il locale era abbastanza affollato visto l'orario,ma gran parte dei commensali erano turisti che non si fidavano abbastanza del cibo inglese per mangiare in un ristorante o in un pub e allora si dividevano fra i ristoranti "Pizza Express" ed i Mc Donalds.

Luna alzò lo sguardo e lo fissò sul volto dell'uomo,restando in silenzio qualche istante prima di annuire.

-Ho notato che non c'è il regalo per Neville...E' stato il primo che hai fatto?-le domandò cercando di porre la domanda in maniera neutra.

Non sapeva neanche lui perchè aveva fatto quella domanda:era stato un riflesso condizionato, un'istinto.

Sapeva che Luna e Neville erano insieme ai tempi di Hogwarts e della Battaglia,ma se fossero ancora fidanzati era un mistero per lui.

La donna sorrise e scosse la testa.

-Già è vero,non c'è il regalo di Neville e neanche ci sarà.

Neville e io ci siamo lasciati-gli disse.

Non c'era rabbia nè rancore nella sua voce:stava soltanto raccontandogli un dato di fatto.

George annuì.

-Scusa,non volevo sembrare invadente...-iniziò a dire.

-Assolutamente,anzi io credevo che tu già lo sapessi...In fondo tua sorella è la mia coinquilina-gli fece notare lei.

Era perfettamente a suo agio,tranquilla,come non si sentiva da tempo,eppure quello non era neanche un'appuntamento!

Erano soltanto due amici che pranzavano insieme dopo una mattinata di shopping...già ma nessun'amico le aveva mai detto che stava bene in vestaglia!

Ancora una volta,Luna lo vide annuire.

-Hai ragione,ma ultimamente sono stato un pò fuori dal giro-le disse.

-Ah vuoi dire nell'ultimo anno e mezzo?-gli domandò lei prima di bere un sorso dal suo bicchiere.

George la guardò sorpreso:come faceva a fare quelle domande imbarazzanti senza il minimo pudore?

Lei si era accorta della sua espressione sorpresa e alzò le spalle.

-Cosa?Te l'ho detto:tua sorella è la mia coinquilina e anche la mia migliore amica-aggiunse poi.

-Ok,allora cosa sai di me?-le chiese George.

Luna aggrottò la fronte e fece per parlare,ma l'arrivo del cameriere con le loro ordinazioni la bloccò.

-Che significa cosa so?-gli domandò una volta tornati soli.

-Sei a contatto con la mia famiglia da piu' di un anno quindi penso che ne avrai sentite di tutti i colori su di me-le disse.

Luna storse la bocca verso destra pensierosa e dopo qualche istante annuì,prima di iniziare a tagliare la sua pizza.

-Di che tipo?-la incalzò George strappando un pezzo dalla sua margherita e portandolo alla bocca.

Luna finì di masticare il boccone e scosse la testa.

-Non è così tragica come l'immagini tu...Sono soltanto preoccupati per te-gli disse.

George restò in silenzio qualche istante,masticando lentamente la sua pizza e poi annuì a sua volta.

-Sì lo so,ma certe volte le loro attenzioni sono...asfissianti!

Non ti lasciano un'attimo di tranquillità-le disse strappando un'altro pezzo dalla pizza.

-Quindi il fatto che passi le tue giornate fra il pub e il cimitero sono soltanto leggende metropolitane?-gli domandò,poggiando poi le labbra sul bicchiere.

George,ancora una volta,rimase sorpreso da tanta sincerità e si ritrovò a sorridere.

-Ok quello è vero...-ammise.

Per qualche istante calò il silenzio fra loro,mentre George giocava con la pizza e Luna tagliava la sua in fette piu' piccole.

-Quindi perchè è finita con Neville?-le domandò George,cambiando decisamente argomento.

Luna lo guardò,stupita da quel cambio di rotta,e alzò le spalle.

-Perchè si è innamorato di un'altra.

Ma sarebbe finita comunque visto che non ha fatto che mettermi le corna per anni-gli disse tranquilla.

George si trovò a strabuzzare gli occhi di fronte a quella frase:per l'ennesima volta,Luna aveva parlato con voce tranquilla come se la cosa non la riguardasse minimamente.

Come riusciva a trovare quel distacco?

-Ti tradiva?Ma stiamo parlando dello stesso Neville Paciock?-le domandò non riuscendo a nascondere la sua sorpresa.

Luna annuì.

-Da quando è diventato professore ad Hogwarts,ha un vivaio di studentesse che gli ronzano intorno,interessate soltanto al suo coinvolgimento nella Battaglia e alla sua amicizia con Harry.

Alla fine una di queste è riuscita a fargli perdere la testa-gli disse senza nessun sentimento particolare nella voce.

George la guardò per qualche istante.

-Mi dispiace...-le disse sincero.

Lei scosse la testa e gli sorrise.

-Ormai è passata...Oddio,i primi tempi mi sembrava di essere finita sotto un treno,ma adesso sto molto meglio.

Anzi credo che non saremmo durati comunque-gli confessò.

Era una scoperte che aveva fatto di recente,quando si era fermata ad analizzare il suo rapporto con Neville dall'inizio fino alla sua conclusione.

-Che vuoi dire?-le domandò George improvvisamente curioso.

-Quando io e Neve ci siamo messi insieme eravamo ragazzini,c'era la minaccia di Voldemort e la possibilità che tutto finisse da un momento all'altro.

Avevamo bisogno l'uno dell'altra per farci forza durante quel periodo difficile...

Lo dimostra il fatto che non appena è arrivata la pace,il nostro rapporto è entrato in crisi-gli disse.

George la ascoltò in silenzio,e si rese conto che c'era un fondo di verità in quello che Luna stava dicendo.

-Forse hai ragione.

Prendi anche Harry e Ginny:il loro sembrava il grande amore eppure adesso lui è sparito senza lasciare nessuna traccia e lei riesce a cavarsela benissimo anche da sola-disse George.

Luna sorrise amara e scosse la testa.

-Quello fra Ginny e Harry è il grande amore...E lei non sta benissimo...-gli fece notare.

George corrugò la fronte e la fissò in attesa.

-Ogni mattina tua sorella si sveglia e la prima cosa che fà è controllare che non ci sia un gufo per lei,che non ci sia qualche segno di Harry-gli rivelò quel piccolo segreto che conosceva soltanto lei.

George si lasciò scappare un piccolo fischio di sorpresa e Luna sorrise.

-Ogniuno ha le sue piccole ossessioni,no?-disse Luna,fissando lo sguardo in quello di George.

Ancora una volta scese il silenzio mentre i loro sguardi sembravano incatenati:chiunque li avesse visti insieme li avrebbe scambiati per due fidanzatini.

-Anche tu stai aspettando qualcuno?-gli domandò Luna dopo un pò,rompendo il silenzio.

George sbattè le palpebre come se volesse rompere un'incantesimo e scosse la testa subito dopo.

-No,nessuno...Non credo di essere un buon partito per nessuna al momento-le disse serio.

-Sei un cattivo ragazzo,e questo alle donne piace ancora di piu':sono in poche che lo ammettono,ma tutte vorrebbero una storia con un cattivo ragazzo prima di trovare il buon partito-gli disse Luna.

Stranamente George si ritrovò a chiedersi se era lo stesso anche per Luna:aveva anche lei quelle speranze?

-Lo terrò a mente allora...Se solo l'avessi saputo prima-disse in tono scherzoso.

Si era creata una strana tensione elettrica fra di loro,che non c'era la volta precedente e che sembrava caricare ogni parola e ogni frase di centinaia di significati diversi e di doppi sensi.

Eppure quando erano stati a casa di Luna per riparare il tubo si erano ritrovati seminudi nel giro di un paio d'ore e in situazioni piu' imbarazzanti di quel pranzo,ma non era stata neanche lontanamente difficile come adesso.

Perchè adesso mi sento piu' nudo dell'altra volta?si domandò George con gli occhi fissi in quelli di Luna.

-Credo sia ora di andare-disse la donna interrompendo il silenzio fra di loro.

Si fecero portare il conto e quando questo arrivò,Luna fece per allungare una mano,ma George la bloccò dandole un piccolo schiaffo sul dorso della mano.

Luna alzò lo sguardo sul suo viso e solo in quell'istante George si rese conto di quello che aveva fatto:che accidenti gli era venuto in mente?

-Non crederai che ti lasci pagare anche questa volta?-le disse per spiegare il suo gesto.

Fortunatamente Luna sorrise e ritirò la mano.

-Sta bene-cedette.

George annuì e pagò poi simultaneamente si alzarono,prendendo cappotti e pacchetti dalle sedie accanto alle loro.

Uscirono dal locale e fecero qualche passo per allontanarsi dalla porta principale.

-Sarà meglio che io vada...-le disse George.

Luna si voltò mettendosi di fronte a lui e annuì.

-Hai ragione,ti ho sequestrato anche troppo a lungo-gli disse.

L'uomo scosse la testa.

-Assolutamente no,è stato un piacere stare con te-ribattè.

Luna sorrise e fece un piccolo inchino.

-Anche io mi sono divertita in tua compagnia...questa giornata non sarebbe stata la stessa se fossi stata da sola-gli disse.

George sorrise,leggermente imbarazzato,e le porse i pacchi che aveva tenuto fino a quel momento,aiutandola a stringerli tutti.

La salutò un'ultima volta e prima che potesse allontanarsi,Luna gli si avvicinò e mettendosi in punta di piedi,avvicinò il volto al suo posando le labbra sulla sua guancia destra.

Al contatto delle morbide labbra della donna con la sua pelle,George sentì un caldo improvviso colpirgli il volto.

Avrebbe voluto allungare le braccia e avvicinarla al suo corpo,prolungando il contatto il piu' possibile,ma Luna si stava già staccando da lui ritornando a posare il peso del corpo sui talloni.

Quando gli occhi dell'uomo incontrarono il volto della donna la videro sorridere.

Con voce stranamente roca,George la salutò ancora una volta e si voltò,dandole le spalle incamminandosi per la sua strada,con la mente che ronzava neanche fosse piena di api.

-George!-si sentì richiamare.

Si voltò subito e si bloccò sul posto,neanche fosse stato colpito da uno Schiantesimo.

-Sì?-domandò.

Vide Luna venire verso di lui,cercando di trovare il passo giusto per non far cadere nessuno dei pacchetti.

-Stavo pensando una cosa-gli disse quando si fermò davanti a lui.

-Cosa?-

-Credo di non sbagliare se dico che quest'anno non trascorrerai il Natale alla Tana-disse Luna.

George corrugò la fronte,colpito da quelle parole.

-Non sbagli-le confermò.

-Perchè allora non passi il Natale con me e mio padre?-gli domandò,cogliendolo del tutto di sopresa.

-Con te?-le domandò per essere sicuro.

Luna annuì.

-Negli ultimi tempi mio padre non sta molto bene,quindi non credo che sarà un gran Natale, però non posso interrompere la tradizione...

Non mi piace l'idea di saperti da solo in qualche pub con una birra ed un tacchino rinsecchito il giorno della Vigilia.

E visto che sarò praticamente sola anche io,ti andrebbe di farmi compagnia?-gli domandò.

George restò in silenzio qualche istante,per riprendersi da quella valanga di parole che l'aveva investito e subito dopo annuì.

-Va bene...Verrò molto volentieri-le disse.

Il sorriso che Luna gli riservò fu qualcosa di nuovo:non aveva mai visto un sorriso così luminoso prima d'ora.

-Perfetto...Allora ci vediamo...-disse Luna,improvvisamente impacciata.

George annuì ancora poi la salutò un'ultima volta e tornò ad incamminarsi.

Stava succedendo qualcosa che non sapeva spiegarsi,qualcosa di inaspettato che non gli era mai capitato nella vita.

Eppure era la prima volta che si sentiva così vivo da mesi...

 

 

Salve a tutti!!!

Spero di non avervi fatto aspettare troppo e che questo capitolo sia all'altezza degli altri.

Ho già qualche idea per il prox e spero di entrarcele tutte...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di battitura o di ortografia.

Ora i ringraziamenti:Lyoko(Non gli ha offerto un barile di Burrobirra... soltanto una bottiglia,l'effetto è stato minore;Come ti capisco,anke io vorrei ke fosse già Natale o x lo meno inverno!),Maryrobin(Sn contenta:x me è uno dei personaggi ke mi sn riusciti meglio...),Waka-laka-lilli(Per il biglietto dovrete aspettare ancora un pò,anke se ci saranno continui riferimenti a questo ed avrà un ruolo importante in qst storia), Gabryweasley(Già...Vorrei essere al posto di Luna certe volte, specialmente x qllo ke succederà in futuro!),Alemalfoy(Grazie x i complimenti!Sn d'accordo cn te:George ha una cicatrice invisibile...Te lo svelerò Ale,ma devi avere pazienza!),Vinny(Grazie x i complimenti!W George!),Beky(Grazie x i complimenti e benvenuta!Hai letto l'altra ff?), Xerkey(E' vero,sai già come va a finire...Ma nn tt quello ke ha portato al happy ending),Ninny(Grazie x i complimenti)Potterfanlalla17(Non può filare tt liscio fin dall'inizio sennà sai che noia?),Lilla4eve(Grazie x i complimenti!Nn preoccuparti prima o poi lo scoprirai:t fidi d me?Verrà fuori al momento + giusto).

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e v  do appuntamento al prox chap

"Santa Clause is coming to town"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Santa Clause is coming to town ***


Santa clause is coming

 

Erano piu' di venti minuti che continuava a fissare il profilo scuro di quella casa.

Non trovava il coraggio di fare i pochi passi che lo avrebbero portato a bussare,ma allo stesso tempo non riusciva neanche a voltare le spalle e andarsene.

Si era smaterializzato nei pressi della Tana,abbastanza vicino da riuscire a sentire i canti e le risate provenire dalla proprietà,ma non abbastanza da poter essere scorto dall'interno.

Non voleva che nessuno sapesse della sua presenza a così poca distanza da casa...Ci sarebbero rimasti ancora piu' male.

Con le mani in tasca per ripararsi dal freddo e la testa bassa,come a contare i propri passi, aveva iniziato la salita della collina che divideva la proprietà dei Weasley da quella dei Lovegood.

Mentre percorreva quel breve tratto aveva iniziato a nevicare:inizialmente era una leggera spruzzata,con i fiocchi che gli cadevano intorno e addosso quasi in maniera piacevole.

Poi la nevicata era aumentata e ora,mentre era fermo con lo sguardo fisso su casa Lovegood,i fiocchi lo colpivano con forza sul viso,bagnandogli le ciocche di capelli rimaste fuori dal berretto.

Nonostante il freddo e la neve,però,non riusciva a decidersi.

Quando Luna gli aveva rivolto l'invito per Natale,la cosa piu' sensata era stata accettare:avevano passato insieme tutta la mattinata e si erano trovati in perfetta sintonia,come se si conoscessero da sempre e non avessero bisogno di troppe parole.

Il modo in cui lei si appoggiava al suo braccio,senza troppa pressione,quasi senza peso,oppure il modo in cui rispondeva a tono alle sue provocazioni e alle sue battute.

Si era accorto che gli unici momenti di tranquillità che aveva ultimamente erano quelli che trascorreva con lei.

Però adesso come doveva considerare quest'invito?

Lo aveva invitato perchè realmente non le andava l'idea di saperlo da solo la sera della Vigilia oppure per qualche altra ragione che non gli aveva detto?

Magari anche Luna aveva fatto i suoi stessi pensieri...

Che anche lei si fosse chiesta come mai stavano così bene insieme?

Si strinse ancora di piu' nel cappotto e sospirò,facendo uscire una densa nuvola di fumo bianco dalla bocca.

Doveva prendere una decisione,altrimenti si sarebbe ibernato!

Ok,quale alternative aveva?

Poteva tornare a Londra,in uno dei soliti pub che frequentava e cercare di dimenticare che era Natale con una birra e del tacchino.

"Tacchino rinsecchito".

Sorrise ripensando alle parole di Luna di qualche settimana prima.

Oppure poteva andare da Luna e suo padre,passare il Natale con loro e vedere quello che succedeva fra loro.

Magari erano solo sue fantasie e Luna lo vedeva soltanto come amico.

Inoltre le aveva già fatto un regalo,quindi...

Aveva preso la sua decisione,doveva soltanto muovere il primo passo.

Sospirò ancora una volta,facendo uscire un'altra nuvola bianca e si sistemò il cappotto,per cercare di rendersi presentabile,nonostante la giacca bagnata.

S'incamminò verso casa Lovegood e quando mancavano pochi metri alla porta di casa,vide le luci accese in tutto il piano inferiore:una in particolare era di un rosso acceso,che gradualmente virava sull'arancione,giallo,seguendo tutta la scala cromatica fino all'argento.

Sporgendosi verso quella finestra,continuando a camminare,George vide che l'effetto di luci era dovuto alle decorazioni appese sull'albero,un pino la cui punta era coperta da una stella dorata che sfiorava il soffitto.

In sottofondo,adesso che si avvicinava alla porta,riusciva a sentire della musica:sicuramente canzoni natalizie tipo "Jingle Bells" e orrende canzoni simili.

Per colpa di sua madre,aveva sempre odiato quel tipo di canzoni.

Era ormai arrivato alla porta,su cui era appesa una ghirlanda di biancospino e agrifoglio,dalle cui foglie spuntavano bastoncini di zucchero.

George strinse il battente nella mano destra,e vinto l'ultimo attimo di esitazione,battè due colpi decisi,per riuscire a sovrastare la musica.

Restò in attesa che qualcuno venisse ad aprire,riparandosi come meglio poteva dalla neve che continuava a cadere incessante.

Finalmente la porta si aprì e quando vide chi era apparso nel riquadro illuminato della soglia, sorrise.

Era la prima volta che si rendeva conto di quanto fosse attraente.

I lunghi capelli biondi erano sciolti sulle spalle in morbide onde che accarezzavano le spalle e scendevano fino all'inizio della schiena in piccoli riccioli.

L'esile corpo femminile di Luna era appena intuibile dentro il maglione di lana pesante rosso e i pantaloni di velluto scuro,ma il viso era illuminato da un sorriso sorpreso e felice.

Gli occhi argentei della donna erano puntati sul volto di George e lui vide una piccola luce brillarvi dentro.

-Scusa il ritardo-le disse.

Luna scosse la testa.

-Lo sapevo che saresti venuto-

Dopodichè fece un passo verso di lui ed accostò la porta,chiudendo entrambi fuori.

George la guardò sorpreso e le si avvicinò cercando di ripararla dalla bufera di neve.

-Mangiamo qui?-le domandò scherzoso.

Luna sorrise e scosse la testa.

-No,però prima di farti entrare vorrei parlarti di una cosa-gli disse cambiando espressione e diventando seria.

George corrugò la fronte e annuì.

-Si tratta di mio padre-iniziò.

-Gli è successo qualcosa?-domandò subito lui.

-In un certo senso...Vedi da quando è uscito da Azkaban,è una persona diversa...

Vive in un mondo tutto suo-

George annuì serio:un'altra delle vittime della guerra.

Eppure non ne aveva mai saputo nulla...

-Ok,cosa devo fare?-le chiese.

Luna sospirò,poi abbassò per qualche istante lo sguardo sulle mani di George,che erano serrate sul torace per riscaldarle,prima di tornare ad incontrare i suoi occhi.

-Mio padre non sa che fra me e Neville è finita...Lui è molto legato a Neville,lo ha visto crescere e se gli dicessi che ci siamo lasciati cadrebbe in depressione-gli spiegò.

-Quindi è possibile che durante la cena mi chiami Neville,giusto?-le chiese a conferma.

La donna annuì.

George sorrise leggermente.

-Ma non si accorge che siamo diversi?-le domandò ancora.

Luna scosse la testa,ravviandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.

-Te l'ho detto vive in un mondo tutto di fantasia:l'unica cosa che lo tiene ancorato alla realtà sono io-

George alzò le spalle e la guardò in silenzio:non era un problema fingere di essere qualcun'altro per un paio d'ore.

In fondo non era quello che faceva dalla fine della guerra?

-Allora che aspettiamo ad entrare?-le domandò con un leggero sorriso sulle labbra.

Luna ricambiò il suo sorriso e dopo qualche istante si voltò per aprire la porta,facendosi poi da parte per farlo entrare in casa.

Xenophilius Lovegood era seduto sul divano,intento a contemplare l'albero di Natale con occhio critico,non si voltò nemmeno quando sentì chiudersi la porta di casa.

George ebbe tutto il tempo di togliersi il cappotto di infilare lo zuccotto di lana nella tasca destra,e di darlo a Luna perchè lei lo appendesse insieme agli altri prima che l'uomo si accorgesse di non essere piu' solo.

Xenophilius era sempre stato noto,nel mondo magico,per la sua stravaganza:il suo giornale era sempre pieno di frottole o di articoli divertenti e al limite del surreale.

L'unico momento di grande splendore che aveva avuto era stata l'intervista di Harry Potter per sensibilizzare il mondo magico al ritorno di Voldemort.

George non lo aveva mai visto di persona,ma aveva sentito parlare spesso di lui come un uomo tranquillo e a suo modo rassicurante,ma a guardarlo adesso non lo avrebbe mai detto.

L'uomo di fronte a lui era inquieto e nervoso,con lo sguardo perso dietro mille pensieri che non sembrava capace di concentrarsi sulla stessa cosa per troppo tempo.

Indossava una veste da camera color oro lunga fino ai piedi,che faceva risaltare ancora di piu' i suoi candidi capelli piu' radi sulle tempie.

-Papà è arrivato Neville-lo chiamò Luna.

L'uomo fissò lo sguardo su sua figlia e restò qualche istante in silenzio,immobile,talmente immobile che George ebbe paura che non avesse ricevuto l'informazione.

Poi,come un burattino a cui venivano mossi i fili,si ricosse e si avvicinò a loro con la mano destra tesa.

-Neville,ragazzo mio...Che piacere rivederti!-disse andando incontro a George.

Il rosso atteggiò il volto ad un sorriso e si preparò a stringere la mano dell'uomo,ma questi inaspettatamente ritrasse la mano e preferì slanciarsi verso di lui per un'abbraccio paterno.

-Quanto tempo,eh?Stai lasciando passare troppo tempo fra una visita e l'altra...-lo rimproverò parlando al di sopra della sua spalla destra.

George incontrò lo sguardo di Luna,che lo fissava con occhi preoccupati e supplicanti insieme e capì che anche lui doveva fare la sua parte.

-Mi dispiace,ma c'è stato parecchio da fare ad Hogwarts-disse allora.

Il vecchio gli diede una pacca sulla schiena e interruppe l'abbraccio.

-Vieni,voglio farti vedere l'albero...Sei tu l'esperto,no?-gli disse prendendolo per la manica della camicia e portandolo vicino all'albero.

George lo seguì e restò in doverosa contemplazione per qualche minuto,registrando l'arrivo di Luna al suo fianco con la coda dell'occhio.

-Lo ha scelto lei?-gli domandò cercando di avere un tono professionale.

Come parlava Neville quando era con l'uomo?

Non ne aveva la minima idea,quindi avrebbe dovuto improvvisare.

E per iniziare,avvicinò di piu' a sè Luna mettendole un braccio sopra le spalle,tornando poi a guardare il signor Lovegood.

-Personalmente!Sono andato nei boschi al limite della proprietà come ogni anno e ho scelto l'abete migliore...-si vantò.

-Però ad decorarlo ci ho pensato io-disse subito Luna,prendendosi la sua parte di merito.

Il braccio destro di Luna era scivolato attorno alla vita di George,diminuendo lo spazio che li separava,e ancora una volta,George registrò quell'informazione con un sorriso.

-Hai fatto un lavoro fantastico...Me ne ero accorto anche prima quando ero fuori in mezzo alla neve-le disse volgendo il capo verso di lei.

La donna non disse nulla,ma lo ringraziò con un sorriso che le illuminò tutto il volto e che la fece assomigliare,se possibile,ad una stella.

-Papà ti va un punch caldo?-domandò poi Luna,rivolgendosi al padre.

-Tesoro non hai neanche bisogno di chiedermelo-la rimbrottò il vecchio.

Si era allontanato dall'albero ed era andato a sedersi su una vecchia e logora poltrona rosso scura,che George capì essere la "sua" poltrona.

-Tu ne vuoi?-gli domandò la donna.

George portò gli occhi su di lei e annuì:ancora non si era staccata da quella specie di abbraccio e se fosse andata in cucina si sarebbe allontanata da lui.

-Ti dò una mano-si offrì.

Luna sorrise e continuando a tenerlo allacciato per la vita,lo guidò verso la cucina.

La cucina era attaccata al salotto,ma separato da questa tramite una porta di mogano chiaro:era una cucina piu' piccola di quella a cui era abituato alla Tana,grande forse solo un terzo di quella dei Weasley,ma con tutti gli elettrodomestici possibili.

Le mattonelle erano color crema e rendevano l'ambiente piu' accogliente e caldo,mentre i mobili erano stile Anni '60 con le piastrelle del piano cottura verde mela,colore ripreso anche dal frigorifero e dal forno,dentro il quale stava finendo di cuocere un tacchino che avrebbe sfamato una famiglia di dieci persone.

I fornelli erano spenti,ma su questi era posata la caraffa del punch,con la sua tipica colorazione rossa;inoltre piu' distante c'era un'altra caraffa contenente un liquido piu' denso e giallo: zabaione.

George avrebbe voluto avventarsi sulla caraffa dello zabaione e berla d'un sorso,come aveva fatto un Natale di tanti anni prima,ma si ricordò anche l'effetto che gli aveva fatto tutto quell' "eggnogg" e desistette.

Una volta entrati,Luna si staccò da lui e si avvicinò al piano cottura,diretta al mobile che sovrastava il lavandino e dopo averlo aperto,ne tirò fuori due tazze tipicamente natalizie.

La osservò attentamente mentre le riempiva di punch e poi incontrò il suo sguardo quando Luna si voltò verso di lui,tendendogli una tazza.

-Grazie-

Prima di dire qualsiasi cosa,Luna prese la sua bacchetta dal piano cottura e subito dopo nella stanza si sentirono le note di "All I want for Christmas is you".

-Per protezione,anche se non credo ci stia spiando...-gli spiegò.

George annuì e soffiò sulla tazza prima di berne un sorso.

-Non porti il punch a tuo padre?-le domandò poi.

Luna scosse la testa,con una strana espressione negli occhi.

-Ormai se ne sarà già dimenticato-gli disse.

C'era tutta la tristezza del mondo in quella semplice frase.

Restarono qualche istante in silenzio,bevendo ognuno dalla propria tazza e lanciandosi fugaci sguardi.

-Grazie per essere stato al gioco-disse Luna rompendo il silenzio.

-Non è poi tutta questa fatica e se ti aiuta a passare un Natale piu' sereno,allora lo faccio piu' che volentieri-

Luna lo ringraziò con un piccolo cenno del capo,le labbra attaccate alla tazza,prima di bere un'altro sorso di punch.

-Da quanto vai avanti così?-le domandò cercando di non sembrare indiscreto.

Luna posò la tazza accanto ai fornelli e posò di nuovo lo sguardo nel suo.

-Fin da quando è stato rilasciato da Azkaban...All'inizio non erano altro che piccole dimenticanze, distrazioni a cui non ho dato troppo peso perchè anche quando era "normale" le aveva.

Poi ha cominciato a dimenticare i nomi dei collaboratori del giornale e alla fine non si ricordava neanche che era a capo del giornale.

Ormai sono mesi che non ci va piu'...-disse triste.

George si trovò a pensare che doveva fare qualcosa per dimostrarle la sua comprensione,ma non voleva che lei la confondesse con la pietà.

Fece un passo verso di lei e posò la tazza accanto alla sua,in silenzio,in attesa che lei continuasse.

-Continua a cambiare arredamento:ogni volta che torno trovo la casa sottosopra perchè lui cambia la disposizione dei mobili.

L'unica cosa che ricorda siamo io e quello che gli è successo ad Azkaban-disse.

-Ti ha parlato di Azkaban?-le domandò serio.

Luna scosse la testa.

-Neanche una volta...Ma ha gli incubi una notte sì e una no...-disse triste la donna.

George la sentì sbuffare frustrata.

-E la cosa che mi fa arrabbiare di piu' è che io non posso aiutarlo,non posso fare niente per migliorare le cose...Questa situazione prima o poi lo porterà ad un punto di rottura e io...-disse con voce rotta.

George non la lasciò neanche finire.

La prese fra le braccia e se la premette contro,per far andar via quei cattivi pensieri,farla tornare quella di sempre con gli occhi ottimisti e sempre allegra.

Luna strinse entrambe le braccia attorno alla sua vita e premette la testa contro il petto di George,in silenzio,mentre la mano dell'uomo aveva preso ad accarezzarle i capelli dolcemente.

-Non dirlo neanche per scherzo!Non è finita finchè non è finita.

Tuo padre è qui,anche se completamente immerso nel suo mondo o piu' bizzarro del solito-le disse con voce seria.

Luna colse una strana inflessione che la portò ad alzare la testa dal suo petto e a incontrare lo sguardo di George:i suoi occhi erano pieni di una tristezza inconsolabile.

-Tuo padre è qui-le ripetè.

E lei capì:George non aveva la stessa fortuna.

Qualcosa oltre il suo controllo gli aveva strappato Fred e niente avrebbe potuto ricucire quella ferita.

Spinta da un'improvvisa follia,si alzò sulle punte dei piedi e gli allacciò le braccia al collo,posando la testa sopra la sua spalla e sperando che George facesse lo stesso.

Le braccia dell'uomo si strinsero attorno alla vita di Luna e,dopo l'iniziale smarrimento,anche George posò la testa sulla spalla di Luna,lasciando che fosse il silenzio a parlare per loro.

Dopo qualche istante,le braccia di Luna si mossero sulle spalle dell'uomo,fino a posarsi sulle sue guance lisce portando il suo volto a poca distanza da quello di George.

-Anche io sono qui-gli disse.

Anche io sono qui per te.

George annuì e restarono qualche istante in silenzio,in quell'abbraccio così intimo.

Cosa era giusto fare?si domandò George.

Era meglio tirarsi indietro oppure era l'occasione giusta per farsi avanti?

Non ci voleva tanto per posare le sue labbra su quelle della donna...Ma se lei si fosse tirata indietro?

Prima ancora che potesse decidere,il timer del forno suonò,Luna tornò ad abbassarsi,rimettendo tutto il peso sui talloni e si staccò da lui voltandosi poi verso il forno.

-Spero tu abbia portato anche il famigerato appetito Weasley,perchè questo tacchino è enorme-gli disse con il suo solito tono di voce allegro,dandogli le spalle.

Si era chinata sul forno,dandogli una visione perfetta del suo sedere e George colpito all'improvviso da una vampa di calore si voltò dandole in parte le spalle.

-Quello c'è sempre-disse per risponderle.

Perchè adesso stava facendo questi pensieri strani su di lei?

Andiamo!Era Luna!

-Hai bisogno d'aiuto?-le domandò cercando di pensare a qualcosa che non fossero le gambe lunghe della donna.

-Potresti passarmi la mia bacchetta?-gli domandò lei voltando la testa verso di lui.

George annuì e si tese verso il piano cottura per prendere la bacchetta che poi le passò.

L'istante dopo il tacchino si librava per aria nella sua casseruola e Luna era tornata a rizzarsi in piedi accanto a lui.

-Era troppo pesante per me-gli spiegò.

George annuì,guardando il tacchino che si posava delicatamente accanto alla caraffa del punch.

-Vuoi tagliarlo tu?-gli domandò Luna voltandosi a guardarlo.

-Non credi sia compito di tuo padre?-le domandò sorpreso.

Luna scosse la testa e si avviò verso la porta che separava la cucina dal salotto,seguita da George.

Aprì la porta e guardò verso la poltrona rossa al centro della stanza,dove poco prima si era seduto il vecchio Xenophilius e da cui ora proveniva un leggero russare.

-Come volevasi dimostrare-disse la donna.

Richiuse la porta e tornò di fronte al tacchino,posandovi un dito sopra per controllare che fosse morbido e croccante al punto giusto.

-Non lo svegliamo?-le domandò George.

Luna scosse la testa.

-Se lo svegli adesso non si riaddormenterà piu' per tutta la notte e ci toccherà fargli compagnia.

Gli conserverò un pò di tacchino e di pudding e li mangerà domani convinto che sia ancora la Vigilia-gli disse Luna.

Non si era mai reso conto di quanto fosse forte.

Gli aveva sempre dato l'impressione di una ragazza senza problemi,con la testa fra le nuvole eppure adesso stava scoprendo molti lati del suo carattere che gliela facevano apprezzare sempre di piu'.

-Vuoi che faccio comparire un tavolo e delle sedie?-le domandò cercando di rendersi utile.

La donna scosse la testa.

-Non c'è bisogno.Basterà portare queste cose in sala da pranzo:tu prendi i piatti e la caraffa del punch e io prendo il tacchino e le posate per tagliarlo-gli disse.

George sorrise e fece quello che gli era stato ordinato,prima di seguirla nella sala da pranzo.

Questa era collegata al salotto da un corridoio lungo che sfociava anche in una scala che collegava i due piani.

Alla fine del corridoio c'erano due porte:una a destra e l'altra a sinistra.

Luna entrò in quella a sinistra e George la seguì.

La sala da pranzo era priva di decorazioni natalizie:la carta alle pareti era a fiori bianchi e rossi.

La tavola era al centro della stanza e poteva contenere otto persone al massimo,tre persone per ogni lato,piu' due ad ogni capotavola.

Su una parete era appoggiata una grande credenza di legno che esponeva una collezione di piatti di porcellana che sembravano far parte di un servizio antico.

Ad illuminare la stanza c'era un lampadario a braccio celeste.

-Siedi pure dove vuoi-gli disse Luna posando il tacchino al centro della tavola.

George posò la caraffa accanto al tacchino,poi sistemò i piatti uno di fronte all'altro.

-Tu taglia il tacchino,intanto io prendo il resto della cena-gli disse posando i coltelli sul tavolo.

George alzò lo sguardo su di lei e la vide uscire dalla stanza così iniziò ad affilare i due coltelli e, subito dopo,a fare il primo taglio al tacchino.

Gli piaceva fare quell'operazione:l'aveva sempre vista fare da suo padre,o da Bill e Charlie che erano piu' grandi di lui e che quindi potevano "giocare" con i coltelli,ma quando due Natali fa aveva potuto provare anche lui,aveva capito di esserci portato perchè non aveva sbagliato neanche una volta.

Aveva fatto delle fette precise,una uguale all'altra...Tutto il contrario di Fred che aveva fatto una fetta piu' grande dell'altra.

Non aveva smesso di prenderlo in giro per ore!

Luna rientrò nella stanza seguita da alcune pirofile fluttuanti sopra la sua testa:vide un'insalata di cavolo,un'insalata di patate,la salsa per il tacchino,e per finire c'era il pudding al cioccolato da accompagnare con l'eggnogg.

Soltanto a vedere tutta quella roba,gli veniva l'acquolina in bocca...

-Spero che sia tutto di tuo gradimento-disse Luna disponendo le varie pirofile sul tavolo.

-Scherzi?L'unico problema che potremmo avere è sulle porzioni-le disse.

Luna sorrise.

-Facciamo così:io mi servirò per prima e poi ti lascerò il resto della pirofila-gli disse prendendolo in giro.

-Per caso vuoi mettermi all'ingrasso?-le chiese lui.

Lei lo guardò curiosa.

-E che interesse avrei?-gli domandò.

George alzò le spalle.

-Non si sa mai...-disse misterioso.

Lei sorrise e scosse la testa,mettendosi poi a sedere.

George finì di tagliare il tacchino e prese i piatti:servì prima Luna,poi passò al suo piatto.

Si sedette di fronte alla donna e per qualche minuto si passarono i vari contenitori per riempirsi i piatti,escludendo il dolce.

-Raccontami com'è il Natale a casa Weasley-gli domandò la donna,dopo qualche minuto di silenzio.

George ingoiò un boccone di insalata di patate e la guardò.

-Perchè vuoi annoiarti anche la sera di Natale?-le chiese.

-Di qualcosa bisognerà pur parlare,no?-gli fece notare Luna infilzando un pezzo di cavolo.

-Allora raccontami com'è il Natale a casa Lovegood-ribattè George.

Luna lo guardò qualche istante senza parlare,poi annuì.

-Il Natale a casa Lovegood ha avuto due fasi:quando c'era mia madre,e dopo la sua morte-iniziò.

George si pentì subito di averle fatto quella domanda.

Possibile che parlassero solo di cose spiacevoli?

-Quando c'era lei,fin dalla metà di novembre per tutta la casa si sentivano canzoni natalizie e si iniziava ad appendere le decorazioni,lei lo amava davvero.

Diceva che la metteva di buon'umore:con la neve,i pupazzi e con tutti i regali...

Poi dopo la sua morte,mio padre ha cercato di non farmi sentire la sua mancanza,ma lo ha fatto nel modo sbagliato-gli raccontò.

George aggrottò le sopracciglia.

-Che vuoi dire?-le chiese.

Luna ingoiò il boccone che aveva in bocca e bevve un sorso di punch prima di parlare.

-Invece di fare quello che faceva mia madre,cioè le musiche e le decorazioni etc,ha cominciato a farmi tanti regali.

Ha cercato di compensare la sua assenza con i regali,mentre tutto quello che serviva era tenere in vita quelle tradizioni che rendevano speciale il Natale con lei-spiegò Luna.

George annuì.

-Per questo quando sono cresciuta abbastanza da prendere in mano la situazione ho riportato in vita la tradizione...

Adesso tocca a te-disse subito dopo.

-Vuoi davvero saperlo?-le domandò George.

-Andiamo...Cosa farete mai di così terribile?-lo provocò Luna.

George scosse la testa.

-Niente di terribile.

Al contrario di te e tuo padre,noi siamo una marea:siamo talmente tanti da dover trasferire il tavolo in salotto per poter entrare tutti.

Da anni ormai alla nostra famiglia si aggiungono Hermione e Harry,anche se quest'anno non credo che Harry ci sia-raccontò lui.

Luna annuì,concorde con lui.

-Poi ci sono Fleur e la piccola Vicky.

Fleur ci conosce da anni eppure non ha mai perso quell'aria spaesata,come se ancora si stesse chiedendo come ha fatto a finire in quella gabbia di matti,al contrario di sua figlia che sembra divertirsi un mondo-continuò,mentre un sorriso si dipingeva sul viso.

Luna sorrise a quelle parole:da quanto le aveva raccontato Ginny,la piccola Vicky aveva ripreso tutto dal padre,ed era una Weasley in tutto e per tutto.

-Mia madre avrà messo uno di quegli orribili dischi che le ricordano il periodo in cui era fidanzata con papà e si starà sciogliendo in lacrime ripensando a quando erano giovani...E mio padre starà sopportando quel supplizio sperando che ogni canzone sia l'ultima-

-Posso farti una domanda?-gli chiese Luna.

George la guardò e annuì.

-Se io ti proponessi di lasciar perdere tutto e di scendere la collina tu accetteresti?-gli domandò.

George fissò lo sguardo nel suo e restò in silenzio a lungo:era pronto per tornare alla Tana?

Era dalla morte di Fred che non ci tornava.

Non aveva avuto piu' il coraggio di entrarci,di vedere le stanze che aveva sempre diviso con il fratello.

Certo,tutti sarebbero stati felici di vederlo,ma lui era pronto a scendere la collina?

-E tuo padre?-domandò,cercando una scusa.

La vide sorridere.

-Mio padre non si accorgerebbe neanche se la casa gli crollasse in testa-gli disse lei.

Dipendeva da lui quindi.

Abbassò lo sguardo e scosse la testa.

-Non credo sia una buona idea...-le disse.

La sentì fare un respiro profondo e restare in silenzio qualche istante,poi sentì il rumore della forchetta che sbatteva contro il piatto.

Rialzò lo sguardo e la vide mangiare come se niente fosse successo.

-Allora?Hai deciso di restare quindi ci tocca finire tutta questa roba...Per colpa tua alla fine delle feste sarò ingrassata di cinque chili!-gli disse mettendo in bocca un pezzo di tacchino.

George sorrise e la ringraziò mentalmente:ancora una volta non gli aveva fatto nessuna ramanzina.

Aveva saputo accettare il suo rifiuto con spirito e scherzarci sopra,evitando di creare drammi.

Per un paio di minuti mangiarono in silenzio,ascoltando il vento che sferzava contro i vetri della finestra:aveva smesso di nevicare,ma aveva preso a soffiare il vento freddo.

-Posso confessarti un segreto?-gli domandò la donna all'improvviso.

George aggrottò le sopracciglia sorpreso.

-Che segreto?-domandò bevendo un sorso del suo punch.

Luna lo guardò e sorrise malandrina.

-Non sono mai stata nel tuo negozio-gli disse.

George la fissò qualche istante come scioccato dalla notizia:come era possibile una cosa del genere?

I "TiriVispi Weasley" erano il negozio piu' famoso di Hogsmeade al tempo e i ragazzi in gita da Hogswarts facevano praticamente la fila per venire da loro...Come era umanamente possibile che Luna non fosse mai stata al loro negozio?

-Non ci credo!-riuscì solo a dire.

-Te lo giuro-disse la donna mettendo una mano sul cuore.

-Ma come è possibile....Voglio dire,tu sei la migliore amica di mia sorella e lei veniva praticamente ogni volta che poteva...-farfugliò ancora troppo colpito da quella rivelazione.

-Sì è vero,Ginny ha provato un paio di volte a convincermi ad accompagnarla,ma all'epoca io e Neville stavamo insieme e cercavamo di passare piu' tempo possibile da soli-gli disse.

Ecco spiegato il mistero.

George bevve un sorso di punch cercando di digerire quella notizia:lo avevano ferito nell'orgoglio!

-Ho un'idea!-disse Luna attirando di nuovo la sua attenzione.

George la guardò in volto,attento.

-Perchè non trascorriamo il Capodanno nel tuo negozio?-gli propose.

George la guardò senza capire.

-Ma il negozio è chiuso!-le fece notare.

-Come se tu non potessi riaprirlo volendo.

Una specie di visita privata...Così potresti farmi vedere cosa mi sono persa e perchè era così famoso il vostro negozio-gli disse.

George la guardò e sorrise furbescamente.

-Che cos'è,una sfida?-le chiese poi.

Luna alzò le spalle.

-Se vuoi chiamarla così...-disse ingenua.

George annuì.

Non poteva fargliela passare liscia in quel modo...

-Ok,va bene:vada per il giro privato per la sera di Capodanno-disse accettando.

Per il resto della cena parlarono dei piu' vari argomenti:dalle persone che conoscevano entrambi ad Hogwarts ai loro cibi preferiti,alla musica che ascoltavano e al negozio di Luna e Ginny.

Finchè prima del dolce,la donna si alzò.

-Prima di mangiare il dolce,c'è una piccola tradizione che devo rispettare-gli disse.

George la guardò curiosa.

-Di che si tratta?-

-Mia madre diceva sempre che dovevo meritarmi il dolce...

Allora prima del pudding di cioccolato mi sfidava ad una gara di pupazzi di neve:chi aveva fatto il pupazzo piu' bello meritava il pezzo di pudding piu' grande-gli raccontò.

-Allora preparati a perdere-ribattè George alzandosi a sua volta da tavola.

Luna sorrise sorniona accogliendo la sfida.

-Non credo proprio...-

Si diressero verso il salotto dove,senza fare rumore,presero i cappotti e i zuccotti di lana,oltre ovviamente a sciarpe e guanti di lana per evitare il congelamento e uscirono nel giardino di casa Lovegood.

Il primo respiro si perse in una nuvola bianca di condensa:il freddo era pungente,ma fortunatamente il vento aveva smesso di soffiare.

George si strinse ancora di piu' nel cappotto e si guardò intorno alla ricerca di Luna che sembrava improvvisamente sparita.

-Luna?-la chiamò facendo un piccolo giro su sè stesso.

Improvvisamente,senza il mimino preavviso,una palla di neve candida lo colpì in pieno viso.

Pezzi di neve gli entrarono in bocca e nel naso,mentre da non molto lontano gli giunse la risata di Luna.

-Ehi questo è scorretto!-le disse scrollando la testa per far cadere i resti della neve.

-Avrei dovuto avvertirti?-gli domandò lei fra le risate.

Adesso la vedeva:era a neanche dieci metri da lui,le mani sulla pancia per le troppe risate e la testa leggermente piegata verso il basso,incapace di smettere di ridere.

La vittima perfetta...

Si abbassò lentamente e prese una manciata di neve fredda che modellò distrattamente con le mani.

-No,ma mi avresti dovuto lasciare il tempo per caricare-le disse.

Poi lanciò il suo "proiettile",ma Luna messa in allarme da quella frase alzò la testa e vedendo arrivare la palla di neve si scansò mandando a vuoto il suo colpo.

George non si perse d'animo e fece subito un'altra palla di neve piu' grossa,mentre altra neve lo colpiva sulle spalle.

Lanciò e finalmente riuscì a colpire Luna poco sotto il viso:l'espressione sorpresa che le si disegnò sul volto lo fece ridere come non faceva da tanto tempo.

Corse a nascondersi dietro un muretto per evitare altri colpi della donna,affacciandosi ogni tanto per sferrare i suoi "colpi mortali" che mancavano o colpivano Luna soltanto di striscio.

Anche la donna si era riparata dietro un muro della casa,così George pensò di approfittare dell'effetto sorpresa passando sul retro della casa e colpirla alla schiena,magari metterle un pò di neve dentro il cappotto.

Riusciva già a vederla di spalle che si sporgeva al limite del muro per vedere le sue mosse,sembrava non essersi accorta che lui si era spostato.

Il terreno lì era piu' scivoloso e rischiò di cadere un paio di volte,ma era talmente concentrato sulla sua "vendetta" che non poteva permettersi sbagli.

Ormai era a pochi passi da Luna.

Le arrivò alle spalle e alzò il braccio per colpirla con la palla di neve,ma lei doveva essersi accorta che qualcosa era cambiato alle sue spalle perchè si voltò e vedendolo sobbalzò, mettendo il piede in fallo e scivolando sul terreno ghiacciato.

George cercò di serrarle le braccia attorno alla vita,ma non fece in tempo ad afferrarla.

Luna cadde con il sedere per terra e l'istante dopo si portò la mano destra alla caviglia.

-Cazzo!-imprecò George mettendosi in ginocchio accanto a lei.

Luna si morse il labbro,in una smorfia di dolore e abbassò lo sguardo sulla caviglia che reggeva in una mano.

-Scusami...Non credevo assolutamente...-iniziò George mortificato.

Luna scosse la testa.

-Sta tranquillo,non è niente-gli disse lei per rassicurarlo.

Ma la caviglia aveva iniziato a gonfiarsi fra le mani della donna e George,cercando di fare il piu' delicatamente possibile,le sfilò lo scarpone per controllare quanto era grave la situazione.

-Niente di grave?Sembra il tacchino che abbiamo appena mangiato!-ribattè sempre piu' dispiaciuto.

Luna rise e scosse la testa.

-Niente che non si possa curare con la bacchetta-

Lui annuì e dopo qualche istante passato a fissare la caviglia,tornò a guardarla in volto.

-Ok,allora mettimi il braccio intorno al collo-le disse.

Luna incontrò lo sguardo di George e lo fissò senza capire.

-Mettimi il braccio intorno al collo così posso prenderti in braccio-le disse ancora George.

-E tu credi che mi lasci prendere in braccio da te?-gli domandò la donna.

-Vuoi restare qua fuori a congelare?-ribattè George.

-Ma non c'è alcun bisogno che tu mi prenda in braccio...-

-La vuoi smettere?Sono abbastanza forte per portarti dentro casa!-le disse lui mettendo fine alle sue lamentele.

Luna si zittì e lo guardò qualche istante senza parlare,poi circondò il collo di George con il braccio sinistro.

L'uomo mise entrambe le braccia sotto le gambe di Luna e le strinse forte.

-Stringiti forte-le disse.

Poi senza nessun avvertimento,alzò prima un piede e dopo l'altro mettendosi in piedi,facendola trovare a qualche metro da terra.

Luna si avvicinò di piu' al torace di George e gli strinse di piu' le braccia al collo.

-Non ti azzardare a lasciarmi-gli disse poggiando la testa sulla clavicola destra dell'uomo.

George sorrise e fece il primo passo.

-Tranquilla,te l'ho già detto che ce la faccio-le ripetè con voce calma e bassa,come se avesse paura di svegliare qualcuno.

Camminava lentamente,attento a dove metteva i piedi e senza troppi sobbalzi.

-La caviglia ti fa male?-le domandò di nuovo.

Luna scosse la testa senza staccarla dalla sua clavicola.

Da quella posizione riusciva a sentire i battiti del cuore di George,leggermente accellerati per lo sforzo a cui era sottoposto.

Le piaceva quella intimità che si era creata fra loro,il modo così naturale in cui lui si era offerto di prenderla in braccio e portarla a casa,come se fosse la cosa piu' semplice da fare.

Anche per lei era stato istintivo posare la testa sulla sua spalla e adesso da lì riusciva a sentire il suo profumo,l'odore della sua pelle.

Ma che accidenti le veniva in mente?

Era il fratello della sua migliore amica!!

-Adesso no-disse con voce incerta.

Erano ormai di fronte alla porta di casa e la donna l'aprì con un'incantesimo non verbale per evitare problemi a George e per evitare che suo padre si svegliasse.

-Dov'è la tua camera da letto?-le bisbigliò l'uomo.

Luna alzò la testa dalla sua spalla e alzò la testa verso George.

-Non puoi lasciarmi sul divano?-gli chiese in un sussurro.

-Avanti non vorrai ricominciare?Credimi,dopo aver visto il caos imperante nella stanza di Ron non mi spaventa piu' nulla-le bisbigliò lui con un sorriso divertito.

Luna sorrise e annuì.

-Al piano di sopra-rivelò.

George si ricordava di aver visto la scala alla fine del corridoio che portava alla sala da pranzo, quindi fece la strada che aveva fatto qualche ora prima,fermandosi poi di fronte alle scale.

Iniziò a salirle cercando di creare il minimo disagio possibile a Luna e alla sua caviglia dolorante.

Sembrava senza peso:avrebbe potuto tenerla in braccio ancora per ore.

Quando aveva posato la testa così vicino alla sua spalla,il suo cuore aveva iniziato a correre piu' velocemente,senza una ragione.

Aveva abbassato per un'istante lo sguardo su di lei e l'aveva vista tranquilla,fiduciosa,come se niente potesse spaventarla adesso...

Da quanto tempo qualcuno non si fidava così di lui?

Sentiva alcune delle ciocche di capelli di Luna sfiorargli il braccio teso per lo sforzo,come una piccola carezza.

-Dove devo andare adesso?-le chiese arrivato alla fine della scala.

Doveva smetterla di fare quei pensieri!

-La prima porta a sinistra-gli disse.

Anche quella porta si aprì con un'incantesimo non verbale.

Non aveva mai avuto il permesso di entrare in camera di sua sorella,quindi non aveva la minima idea di come era la camera di una donna.

E questa non assomigliava per niente a quella che avevano lui e Fred alla Tana o a quella di Ron.

La camera di Luna era grande quanto la loro,con un delle stelle blu su tutte le pareti,ricordo probabilmente della sua infanzia;un tappeto rotondo rosa copriva gran parte del pavimento di mattonelle bianche.

Sulla parete piu' lontana c'era un grande armadio di legno bianco con piccoli fiorellini rosa ad adornare gli angoli e accanto a questo c'era una porta da cui riusciva ad intravedere uno specchio:doveva essere il bagno.

Il letto,matrimoniale e con una coperta tipicamente natalizia, era sulla destra di fronte alla scrivania su cui erano stipati alcuni libri e riviste.

Alle pareti erano appesi vari scaffali dove erano sistemati i libri di Hogwarts e altri libri di cui non riusciva a vedere i titoli.

Era la camera di un'adolescente.

-Ecco perchè non volevo farti entrare...L'arredamento di questa stanza non viene cambiato da quando avevo quindici anni-commentò Luna,leggermente imbarazzata.

George sorrise.

-Ho sempre voluto vedere la camera di una ragazza:Ginny chiudeva sempre con un incantesimo per paura che mettessimo il naso nelle sue cose-le raccontò.

Fece un passo verso il letto e la depose delicatamente al centro.

-Dovevate essere terribili!-commentò Luna con un sorriso.

Ma questo sparì non appena la caviglia toccò il piumone.

-Ok che dobbiamo fare per rimetterla a posto?-le domandò George.

-Vai nel bagno e prendi una pomata chiamata "Xerox",l'ha inventata mia madre ed è perfetta per le cadute come queste-gli disse.

George annuì e si fiondò nel bagno collegato alla camera.

Ritornò neanche due minuti dopo con un vasetto pieno di una sostanza gialla e densa che ad un primo esame poteva sembrare miele.

-Sei sicura che funzioni?-le domandò scettico George.

-E tu credi che questa è la prima volta che scivolo sul ghiaccio?-gli chiese lei di rimando.

George alzò le spalle.

-Ok,allora che devo fare?-le domandò.

-Siediti sul letto e spalma un pò di quella lozione sulla caviglia-gli spiegò la donna.

George restò qualche istante interdetto:perchè non poteva farlo lei?

Non sarebbe stato lo stesso?

Però poi pensò che era colpa sua se quella caviglia era così gonfia e viola e allora annuì.

Si sedette sul bordo del letto e svitò il tappo del vasetto.

Luna aveva sistemato i cuscini contro la testiera del letto e vi aveva poggiato la schiena in modo da avere una posizione semi-seduta.

Cercando di non mostrare la sua sfiducia,George infilò due dita nella sostanza,sentendole subito vischiose.

-Dovresti vedere la tua faccia adesso...-gli disse lei sorridendo.

L'uomo tirò fuori le due dita e posò il vasetto per terra,accanto ai suoi piedi,prima di voltarsi verso la caviglia.

-Piano...-si raccomandò Luna.

George alzò lo sguardo sulla donna e vide di nuovo quegli occhi fiduciosi:ma com'era possibile?

Con tutta la delicatezza di cui era capace,posò le dita sulla caviglia,iniziando a sfiorare gli angoli piu' lontani del livido,con gesti circolatori che lo avvicinarono sempre di piu' al punto dolorante.

Man mano che si muoveva sulla caviglia,il composto sembrava staccarsi dalle sue dita e rimanere sulla parte "malata",senza però renderla unta o viscida.

Guardò Luna,fermando per qualche istante il movimento delle sue dita e la vide con la testa poggiata contro uno dei cuscini,gli occhi chiusi e vide che non c'era nessuna smorfia di dolore sul viso:sembrava perfettamente rilassata.

Ed estremamente eccitante.

La situazione che si era venuta a creare fra loro era fra le piu' ambigue e bastava un gesto,che lui le si avvicinasse per posare le labbra sulle sue.

Le avrebbe infilato le mani fra i capelli,perdendosi in quella massa dorata che sembrava risplendere di luce propria,e poi l'avrebbe attirata a sè,magari facendole posare la testa contro il suo petto come lei aveva fatto poco prima...

BASTA!DOVEVA SMETTERLA DI PENSARE A CERTE STUPIDAGGINI!

Ritornò ad occuparsi della caviglia,cercando di scacciare dalla testa quei pensieri e preso da quella foga,posò le dita sul livido con troppa forza.

-Ahi!-si lamentò Luna riprendo gli occhi.

-Scusa...Non volevo-disse subito lui.

I loro occhi si incontrarono per qualche istante,facendo scendere nella stanza un silenzio carico di elettricità,poi Luna sorrise.

-Lo so-si limitò a dire.

Chiuse di nuovo gli occhi e tornò a rilassarsi contro la testiera del letto.

George interpretò quella frase come un segno per andare avanti e posò di nuovo le dita sulla caviglia,di nuovo con tutta la delicatezza possibile.

Luna sentì nuovamente il tocco di George sulla sua pelle e si domandò come sarebbe stato se quel tocco che si sforzava di essere gentile,delicato,avesse lasciato sfogo a tutta la sua irruenza e alla sua forza.

Non poteva negare che George fosse forte,lo aveva capito anche quando l'aveva presa in braccio:la cosa sembrava non dargli alcun fastidio.

Come sarebbe stato sentire il tocco delle sue mani su tutto il resto del corpo,oltre che su quella piccola parte?

Ma che le prendeva ultimamente?

Perchè continuava a fare quei pensieri su George?

-Va meglio?-le domandò lui,strappandola dai suoi strani sogni.

Luna riaprì gli occhi e incontrò il suo sguardo.

Effettivamente la caviglia aveva smesso di farle male e lentamente anche il gonfiore stava diminuendo.

-Molto meglio...Te l'avevo detto che avrebbe funzionato-gli disse sorridendogli.

George ricambiò il suo sorriso e lasciò andare la sua caviglia,posandola delicatamente sul piumone.

-Allora sarà meglio che vada-le disse.

-E il dolce?-gli domandò sorpresa.

George annuì come se si ricordasse solo in quel momento del pudding.

-Per questa volta hai vinto tu-le disse.

Luna lo guardò qualche istante,facendo ricadere la stanza nello stesso silenzio carico di elettricità di poco prima e annuì.

-Vorrà dire che lo mangeremo a Capodanno-gli disse seria.

Senza staccare lo sguardo dal suo,George annuì.

-Però non te ne puoi andare comunque-disse subito dopo la donna.

Lui aggrottò le sopracciglia sorpreso.

-Ho un regalo per te-rivelò sorridendo.

Dopodichè fece un' incantesimo d'appello e un pacco color crema arrivò nelle sue mani.

George rise e scosse leggermente la testa:aveva fatto bene a farle quel regalo,pensò.

-Guarda che coincidenza...-le disse.

Con un'incantesimo non verbale richiamò il regalo di Luna che era nella tasca destra del suo cappotto e che l'istante dopo era sul letto.

-Non ci credo!-disse Luna sorpresa.

-Un Weasley non si presenta mai a mani vuote-le disse sorridendo.

Luna rise e si coprì la bocca con entrambe le mani,felice per la sorpresa.

-Prima tu-

-Assolutamente no:prima tu!-ribattè George.

Le tese la piccola scatolina e la forzò quasi a prenderla.

Luna guardò la scatolina nera con una coccarda argentata in cima e poi l'aprì:attaccato ad una catenina d'argento c'era un ciondolo a forma di falce di luna.

-George...E' bellissimo!-gli disse tirandolo fuori dalla scatolina e posandolo sul dorso della mano.

-Ti piace?Avevo paura che fosse troppo banale-disse l'uomo.

-Scherzi?Mi piace tantissimo-gli disse lei alzando lo sguardo brillante ad incontrare i suoi occhi.

-Sono passato davanti ad un negozio a Diagon Alley e l'ho visto in vetrina...Sembrava quasi mi chiamasse-le disse.

-Aiutami a metterlo-disse la donna avvicinandosi a lui.

George prese la catenina dalle sue mani e la vide dargli le spalle per poi alzare i capelli, dandogli così una visione del suo collo lungo e candido.

Aprì il gancio della catenina e la fece passare attorno al collo della donna,sfiorandole la pelle nuda e sensibile con le dita,per poi richiudere il gancio.

I capelli biondi ricaddero come una cascata l'istante dopo e Luna tornò a voltarsi verso di lui per avere il suo parere.

-Ti sta benissimo-la rassicurò.

Poi senza che potesse dire o fare nulla,Luna gli si avvicinò e gli posò un bacio sulla guancia destra per ringraziarlo.

Durò un'istante,un battito di ciglia,poi lei si era già allontanata.

-Adesso tocca a te-gli disse impaziente.

George sorrise e prese il pacco fra le mani,iniziando a strappare la carta regalo:amava il Natale e tutte le feste che portavano regali,ma questo regalo era ancora piu' speciale perchè proprio era sicuro di non riceverne.

Quando ebbe finito di distruggere la carta e apparve il cappello che aveva visto in quel negozio babbano,non riuscì a trattenersi dal fare un piccolo grido.

-Tu sei pazza!-le disse.

La vide alzare le spalle.

-Ma costava un mucchio di soldi!-le disse facendo passare il cappello da una mano all'altra.

-Non dovrebbe interessarti,e poi che importa quanto costa?

Dovevo farti un regalo per Natale,questo ti piaceva,fine della storia-disse semplificando le cose.

George la guardò e sorrise,ancora incredulo che gli avesse fatto veramente quel regalo.

-Provalo,voglio vedere come ti sta-lo esortò.

Quando George lo indossò,le sembrò piu' misterioso,il classico uomo di mondo che ha visto le peggiori brutture del mondo ma che è riuscito a salvare un pò della sua sensibilità.

-Allora?-le domandò lui.

-Perfetto-commentò la donna.

Lo vide alzarsi e guardarsi allo specchio.

-Hai ragione.

Vado a casa così-le disse voltandosi di nuovo verso di lei.

Prese sciarpa e guanti e si avvicinò a Luna per ringraziarla.

-E' stato un Natale perfetto...a parte per la caviglia-si corresse subito.

La donna rise e annuì.

-Anche per me è lo stesso...Spero che non ti venga in mente qualcosa del genere anche a Capodanno-gli disse sorridendo.

George scosse subito la testa.

-Tranquilla...Credo di aver imparato la lezione-

Si avvicinò ancora di piu' a lei e per la prima volta fu lui a baciarla.

Posò le labbra sulla guancia destra,e subito il profumo di Luna arrivò alle sue narici facendogli chiudere gli occhi per alcuni istanti.

Poi si staccò da lei e le sorrise.

-Ci vediamo la prossima settimana-

Perchè c'era quella nota interrogativa nella sua voce?si domandò.

Luna annuì.

-Alla prossima settimana-

Dopo aver avuto quella rassicurazione,si smaterializzò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Midnight kiss ***


Midnight kiss

 

Quella che all'inizio gli era sembrata una buona idea,adesso si stava rivelando stupida e incauta.

Come aveva potuto accettare di trascorre il Capodanno con Luna?

Non era tanto l'invito a sconvolgerlo,quanto il posto in cui si sarebbe svolta la festa:il suo negozio.

Aveva accettato spinto dai rimorsi per averle quasi rotto una caviglia e dalla piacevole atmosfera che si era creata fra di loro,ma adesso era quasi certo che non sarebbe riuscito a rispettare i patti.

Il negozio era il posto a cui erano legati la maggior parte dei suoi ricordi con Fred,quelli che soltanto lui conosceva e che forse nessun'altro avrebbe potuto capire.

Come avrebbe potuto spiegare ai suoi genitori o ai suoi fratelli lo speciale cazzeggio che lo legava a suo fratello e che regnava sovrano fra quelle mura?

Nessuno avrebbe capito realmente,anche se naturalmente avrebbero sostenuto il contrario:erano talmente sicuri di capire come si sentiva,cosa provava per la perdita di Fred,da aver ormai smesso di chiedere.

Soltanto Luna,finora,non aveva mai affrontato l'argomento.

Era rimasto sospeso a mezz'aria,galleggiante come una bolla di sapone o una nuvola,ma nessuno dei due ne aveva mai parlato.

Forse era per questo che si trovava così bene con lei.

Lei non presupponeva di sapere come lui si sentiva,o peggio,di dirgli come doveva sentirsi,ma gli restava accanto,quando e finchè glielo permetteva,senza fare domande prendendo le questioni importanti dal lato umoristico.

Durante la cena di Natale era sicuro che l'avrebbe sentita scoppiare in mille rimproveri per la sua incapacità di scendere la collina e andare a passare le feste con la sua famiglia,ma tutto quello che Luna aveva detto in risposta era stato un sollecito a mangiare di piu' per evitare di dover buttar via il cibo.

Era con lei che viveva i momenti migliori dalla morte di Fred,e a pensando adesso alla sera di Natale,ancora se ne meravigliava:era andato a casa Lovegood pieno di dubbi e di incertezze per il significato che poteva assumere quell'invito e alla fine aveva capito che aveva fatto la cosa giusta.

Se non avesse accettato,Luna si sarebbe ritrovata a passare un Natale abbastanza solitario vista la minima partecipazione di suo padre.

Per la prima volta da mesi aveva mangiato un pasto cucinato in casa,e non ordinato in una rosticceria o peggio ancora consumato sul bancone del pub,ma per colpa della sua irruenza non avevano potuto mangiare il dolce:durante la battaglia con le palle di neve,aveva cercato di sorpenderla colpendola alle spalle e l'aveva spaventata a tal punto da farle perdere l'equilibrio e farle cadere sul terreno ghiacciato.

Per giorni,nei momenti di lucidità,aveva pensato alle braccia di Luna attorno al suo collo e la sua testa posata nell'incavo fra la spalla e il collo.

Per non parlare di quando l'aveva posata sul letto e del massaggio che le aveva fatto alla caviglia dolorante cercando di essere il piu' delicato possibile per mettere a freno i suoi sensi di colpa ed i lamenti della ragazza.

Ecco perchè aveva accettato di trascorrere il Capodanno al negozio:perchè si sentiva leggermente in colpa,e anche punto nell'orgoglio data l'ignoranza di Luna sui "TiriVispi Weasley".

E perchè sperava di rivederla.

Certo,aveva provato piu' volte a comporre il suo numero sul cellulare,ma non era mai riuscito a portare a termine la chiamata.

Ormai mancavano tre ore all'appuntamento e sapeva di non poter piu' tornare indietro: non sarebbe stata una cosa carina,e poi non gli piaceva l'idea di Luna da sola la notte di Capodanno.

Doveva tirare fuori il coraggio e affrontare le sue paure.

Con convinzione si avvicinò al mobile dove aveva lasciato il portafogli e,senza quasi rendersene conto,si scoprì ad aprirlo e a dare uno sguardo veloce a quel piccolo pezzo di carta nascosto fra i vari scomparti.

Era rimasto lì fin dalla sera del tubo rotto,dove l'aveva messo senza troppa convinzione,però il giorno dopo,rileggendo quelle parole a mente fredda,nella nebbiolina gelida del mattino, si era reso conto che erano perfette per Luna:quelle due frasi erano lei.

Per questo l'aveva lasciato nel portafogli.

Ed anche quella mattina,gli diedero il coraggio per mettere da parte i suoi dubbi e le sue paure e affrontare il "ritorno" al negozio.

Mise il portafoglio nella tasca destra posteriore dei jeans e,dopo aver messo la bacchetta nel giubotto di pelle,cercò le chiavi di casa con lo sguardo in giro per la cucina.

Proprio in quel momento suonò il suo cellulare.

-Pronto?-domandò senza guardare il display,ancora alla ricerca delle chiavi.

-Buon Anno Nuovo fratellone!-lo salutò la voce di Ron.

George si lasciò scappare un sorriso:doveva aspettarselo!

-Non so se hai guardato l'orologio nell'ultima mezz'ora,ma manca ancora molto alla mezzanotte-gli fece notare.

Aveva adocchiato le chiavi nascoste su una montagna di vestiti sporchi e con pochi passi,si chinò a prenderle,senza chiedersi come avessero fatto a finire lì sopra:ormai aveva smesso di farsi quel tipo di domande.

-Lo so,ma mi serviva qualcosa per rompere il ghiaccio-ammise Ron.

-E per introdurre il discorso-aggiunse George.

Conosceva suo fratello come le sue tasche,quindi sapeva benissimo cosa sarebbe venuto dopo.

-Sei a casa?-gli domandò infatti l'altro.

-Veramente sto uscendo-disse George,infilando la chiave nella toppa di casa.

Il silenzio che gli giunse dall'altra parte della cornetta era indicativo di quello che pensava Ron: era sicuro che stesse andando a sbronzarsi in qualche pub per passare il Capodanno.

Almeno una volta,voleva farlo ricredere!

-Sto andando in negozio,mi raggiungi lì?-gli domandò chiudendosi la porta alle spalle.

-In negozio?Il tuo negozio,vuoi dire?-gli chiese Ron sinceramente sorpreso.

George sorrise:era da tanto che non lo sentiva fare quella voce scioccata.

-Il mio negozio,certo!Che avevi pensato?-gli domandò iniziando a scendere le scale.

-No,no,niente...è solo che sono sorpreso...-iniziò Ron.

-Allora vieni?-gli domandò George tagliando corto.

-Assolutamente.Ci vediamo lì-lo rassicurò il fratello.

-Bene,allora porta del caffè-gli disse George,prima di chiudere la conversazione.

 

 

-Vuoi dirmi che hai passato il Natale da sola?-

Questa era stata la reazione di Ginny quando le aveva detto che suo padre si era addormentato prima della cena.

Aveva portato a casa tutto quello che lei e George non erano riusciti a finire della cena,e vedendo tutto quel cibo Ginny si era insospettita,iniziando a fare un'infinità di domande che si erano concluse con quell'esclamazione.

-Non è stato poi così terribile,sai?Ho avuto molto tempo per riflettere,pensare...

E poi ho rivisto,come ogni anno "La vita è meravigliosa"-le aveva detto Luna cercando una scusa.

Non poteva certo dirle che aveva passato la sera con suo fratello,che lui l'aveva quasi azzoppata e poi per cercare di rimediare le aveva fatto un massaggio alla caviglia.

Aveva pensato a quel massaggio tutta la notte quando lui se ne era andato:lo sguardo fisso al soffitto,una mano che giocherellava con il ciondolo che George le aveva appena regalato e il ricordo delle sue mani ancora ben impresso nella sua mente.

Le sembrava di sentire ancora il ricordo del suo profumo nella stanza,addirittura nelle narici.

Ma che accidenti le stava succedendo?

Per tutta la vita era stata innamorata di un'uomo soltanto,e adesso quasi non si ricordava che faccia avesse,a meno che Neville non avesse folti capelli rossi ed un sorriso malandrino e seducente,ma la cosa era altamente improbabile.

-Perchè non hai disceso la collina e bussato alla nostra porta?-le aveva chiesto ancora l'amica.

Luna aveva cercato di smarcare quelle parole che contenevano un rimprovero.

-Non volevo disturbarvi,ho pensato che magari fosse troppo tardi per aggiungere un posto a tavola e che voleste passare il Natale in famiglia-aveva detto.

-Credi veramente che se avessi bussato a casa nostra mia madre ti avrebbe lasciato fuori?-le domandò Ginny guardandola con aria incerta.

Luna scosse la testa.

-Ok,va bene ho sbagliato.

Ti prometto che il Primo dell'anno vengo a pranzo alla Tana.

Contenta?-le aveva chiesto con un sorriso speranzoso.

Era contenta.

Ma prima del pranzo alla Tana,c'era l'appuntamento con George,quello per cui si stava preparando da giorni.

Non riusciva a credere che una cosa così piccola come un'appuntamento potesse metterla così a disagio.

Come doveva vestirsi?Casual o elegante?

Era festa,e lei per Capodanno si era sempre vestita elegante.

Doveva lasciare i capelli sciolti o legarli?

Come sarebbero piaciuti di piu' a George?

MA CHE ACCIDENTI LE VENIVA IN MENTE!Quando mai aveva deciso in base ai gusti di un'uomo!

E poi lei non voleva far colpo su George:lei e George erano soltanto due amici,che qualche volta pranzavano insieme,che avevano passato insieme il Natale e che adesso avrebbero festeggiato insieme il Capodanno.

Da soli.

In un negozio aperto soltanto per loro.

PERCHè NON LA SMETTEVA CON QUEI PENSIERI?

GEORGE ERA SOLTANTO UN'AMICO!

Lo era davvero?

Si ritrovò a chiedersi che cosa sarebbe successo se a Natale lui l'avesse baciata.

Sicuramente non si sarebbe tirata indietro,anzi era stata sul punto di prendere l'iniziativa un paio di volte.

Ma questo magari non valeva per George:forse per lui era soltanto un'amica e lei si stava facendo troppi film.

Doveva smetterla,altrimenti l'appuntamento di quella sera sarebbe stato un disastro.

George era soltanto un'amico!

 

 

Può un posto conservare i ricordi,come una bottiglia conserva l'aroma di un vino?

George se lo stava chiedendo fin dal primo momento che aveva messo piede nel negozio.

Era come se da ogni tavola del pavimento,ogni mattone nel muro uscisse una voce,una battuta,una risata...un pezzo della sua vita.

Tutto il meglio degli ultimi anni passati con Fred erano condensati in quel posto,facendolo diventare quasi un'entità viva e pulsante.

Certo era anche pieno di polvere e con qualche vetro rotto,ma quelli erano soltanto dettagli:gran parte della merce era ancora sugli scaffali o nel retro,come se fossero state abbandonate lì da qualcuno che era scappato improvvisamente.

Ma non era successo proprio questo?

Se un giorno avesse mai deciso di riaprire gran parte di quelle cose sarebbero state inutilizzabili,ma per il momento,per quella piccola gita privata potevano fare la loro scena, aiutarlo a mostrare il vecchio fasto della "TiriVispi Weasley".

Ron non era ancora arrivato,e lui se lo immaginava ancora combattuto fra la voglia di credergli e la diffidenza che ormai tormentava il fratello negli ultimi anni ogni volta che si parlava di lui.

Sapeva che non gli stava rendendo la vita facile,nè a Ron nè tantomeno ad Hermione che in questa situazione si stava rivelando una santa,ma anche se ne era consapevole,non riusciva a cambiare:gli era quasi impossibile restare in quella casa disordinata e vuota per piu'di un paio d'ore al giorno prima di andare al cimitero e poi direttamente al pub fino a notte inoltrata.

Forse un giorno le cose sarebbero cambiate...

Cercò di riscuotersi da quei pensieri tristi e decise che era ora di darsi una mossa:Luna sarebbe arrivata fra qualche ora e lui non voleva farsi trovare ancora impegnato nelle pulizie di primavera.

-Gratta e Netta-pronunciò forte e chiaro,provocando un'eco nel negozio silenzioso.

Proprio in quel momento sentì un forte crack alla sua sinistra e voltandosi vide Ron a qualche mentro di distanza.

-Cominciavo a perdere le speranze-gli disse.

Ronald in quegli anni era diventato un'altra persona:non era piu' il ragazzino che lui e Fred riuscivano a mettere in mezzo,la vittima predestinata dei loro scherzi.

Era diventato un'uomo.

Velocemente,nel giro di pochi mesi,con la stessa velocità con cui il sole fa capolino dietro le montagne per dare inizio ad un nuovo giorno.

Anche lui era stato costretto a crescere dall'evolversi degli eventi,trovandosi a far fronte da solo ad una situazione famigliare totalmente disastrosa:Bill doveva occuparsi di Fleur e della piccola Vicky,Charlie era sempre in viaggio per cercare di lenire il dolore per la perdita di Fred,e lui era fuori uso.

Letteralmente.

Se la loro famiglia era ancora in piedi era solo merito di Ron.

-L'amo che mi hai lanciato era troppo appetitoso perchè io non abboccassi.

Volevo solo essere sicuro che non fosse un'altro dei miei sogni-ribattè Ron restando fermo,le gambe leggermente divaricate.

I due fratelli osservarono mentre anni di polvere venivano spazzati via con una folata di vento, mentre gli specchi delle vetrine tornavano di nuovo al loro vecchio splendore.

-Hai portato il caffè?-domandò George voltandosi verso l'altro.

Ron non ebbe bisogno di rispondere:gli tese una mano che teneva stretta una tazza di caffè e aspettò che George la prendesse per posare le labbra sulla sua.

-Posso dirti quello che penso?-gli chiese poi.

George alzò le spalle,cercando di apparire indifferente.

-Credevo di non vedere questo giorno-gli confessò sincero.

Si rilassò quando vide il fratello sorridere divertito:non sapeva piu' come prenderlo.

Ormai si erano allontanati e il loro rapporto,che non si era mai basato sulle confidenze reciproche,era diventato ancora piu' difficile da gestire.

Lo scambio di ruoli poi non aveva fatto che rendere piu' complicata la situazione.

-Nemmeno io-ammise infine.

Ron bevve un'altro sorso dalla sua tazza di cartone e aspettò qualche istante in attesa di altre informazioni che non arrivarono.

-Allora come mai....-cominciò a domandare.

-Ho dovuto onorare una promessa-disse soltanto George.

Si avviò verso il bancone e vi passò un dito sopra per controllare che fosse di nuovo lucido come un tempo,ma principalmente per evitare altre domande da parte di Ron:non voleva che la sua famiglia si intromettesse in quella "cosa" con Luna.

Neanche lui sapeva come definirla,ma non poteva negare a sè stesso che piu' il tempo passava piu' si sentiva agitato e eccitato per quell'incontro.

Era una settimana che non si vedevano nè sentivano e l'idea di incontrare di nuovo quelle iridi argentee,di vedere quel sorriso luminoso gli faceva venire i brividi lungo la schiena.

Ron annuì a quelle parole,forse convinto che si trattasse di una promessa fatta a Fred,ma George sentì che doveva togliergli quell'idea dalla mente:non voleva sembrare piu' patetico di quanto forse già era.

-Ho promesso ad una persona che gli avrei mostrato il negozio-disse guardando Ron.

Suo fratello lo guardò subito curioso.

-Non avrai mica intenzione di venderlo per caso?-gli domandò.

George si affrettò a scuotere la testa.

-Cosa?No,no sta tranquillo.

Non mi è passato neanche per la testa-lo rassicurò.

Dopo quelle parole,il volto di Ron divenne curioso:ora non gli avrebbe dato pace finchè non avesse saputo cosa c'era sotto.

-Allora perchè hai aperto il negozio la sera di Capodanno?-gli chiese ancora.

George bevve un lungo sorso di caffè e alzò le spalle.

-Te l'ho detto,no?-fece con aria noncurante.

Voleva proteggere Luna dalla curiosità dei Weasley:sapeva di cosa stava parlando,era lui il primo ad essere curioso!

Ma quando vide il sorriso malandrino sul volto di Ron capì che aveva subodorato qualcosa.

-C'entra una donna,vero?-gli domandò infatti.

-Una donna?Ron hai cominciato i festeggiamenti in anticipo-disse cercando di sviare le sue giuste deduzioni.

-E' così?-domandò l'altro avvicinandosi al bancone e fermandosi di fronte al fratello,curioso.

Magari poteva dirgli quello che voleva senza fare nessun nome...

NO!

Se conosceva Ron non avrebbe smesso finchè non fosse riuscito a fargli dire quel nome.

-Avanti Ron!Credi veramente che se fosse una donna non te lo avrei già detto?

E' soltanto uno dei ragazzi con cui bevo al pub:gli ho promesso che avremmo passato insieme il Capodanno e non in quella bettola-gli disse,sperando che Ron si bevesse sua balla.

Il fratello lo guardò incerto per qualche istante,poi annuì.

-Magari puoi unirti a me e Hermione,se la tua "rimpatriata" non è abbastanza divertente...-gli propose alla fine.

-E vedere voi due che non fate altro che sbacchiucchiarvi?-ribattè George.

Ron sorrise e si passò una mano fra i capelli.

-Mh...Dobbiamo recuperare il tempo perso,lo sai...-gli disse per niente imbarazzato.

George rise e annuì lentamente.

-Lo so,ma comunque declino l'offerta.

Sono certo che sarà un buon Capodanno-gli disse sicuro.

Ci credeva davvero.

-Lo spero anche io-si augurò Ron guardandolo in volto.

-Anzi sarà meglio che tu te ne vada adesso:devo finire di preparare tutto prima che arrivi il mio ospite e non vorrei fare tardi-gli disse.

Mancava veramente poco all'arrivo di Luna e lui era soltanto all'inizio dei preparativi!

Si era perso troppo in chiacchiere...

Ron annuì e gli diede un leggero buffetto sul braccio destro.

-Ok fratellone,passa una bella serata-gli disse,facendo scomparire il suo bicchiere di cartone vuoto.

George annuì,neanche avesse ancora cinque anni e stesse ascoltando le raccomandazioni di sua madre.

-Anche tu-fece poi.

Ron si staccò dal bancone e prepararsi per la smaterializzazione,ma un'attimo prima qualcosa gli fece cambiare idea e George lo vide voltarsi di nuovo verso di lui.

-Sai che domani la mamma darà un pranzo per la famiglia?-gli ricordò con voce seria.

George sorrise leggermente e annuì:in fondo doveva aspettarselo.

-Le farebbe piacere che tu venissi...-gli disse con una nota speranzosa nella voce.

Perchè tutti volevano qualcosa da lui?

Non lo avevano ancora capito che era irrecuperabile?

-Sai che io non ci sarò-disse semplicemente,senza nessuna acrimonia nel tono di voce.

Questa volta fu Ron a fare un cenno affermativo con la testa:in fondo il suo era stato solo un'altro tentativo.

L'ennesimo tentativo andato a vuoto.

-Adesso sarà ora che vada...Hermione sarà in pensiero-aggiunse poi.

George lo salutò e lo vide smaterializzarsi sotto i suoi occhi.

Avrebbe voluto che tutti la smettessero di avere grandi aspettative su di lui,di sperare che le cose cambiassero e lui tornasse quello di un tempo.

Lui non era piu' quello di una volta,forse non lo sarebbe mai piu' stato!

Era ora per la sua famiglia di imparare a convivere con quella novità...Il giorno che lo avrebbero fatto,allora avrebbe preso in considerazione l'idea di ritornare alla Tana.

Se veramente lo amavano incondizionatamente come dicevano,dovevano capire che per lui era troppo tornare a casa,sentire il loro affetto e far finta che non mancasse qualcuno all'appello.

Era ancora troppo presto...

Si passò una mano fra i capelli cercando di allontanare quei cattivi pensieri e posò lo sguardo di sfuggita sull'orologio che aveva al polso.

Era terribilmente tardi:doveva smetterla di gingillarsi e iniziare a lavorare sul serio se voleva dare una parvenza di normalità a quel posto!

 

 

Aveva pensato di smaterializzarsi direttamente nel negozio,ma poi aveva deciso che era un gesto decisamente poco educato.

Così si era smaterializzata in un vicolo vicino e aveva fatto a piedi i pochi metri che rimanevano.

Era leggermente in anticipo,cinque-dieci minuti al massimo,e la cosa sorprendeva anche lei visto il tempo che aveva passato davanti all'armadio cercando il vestito giusto per quell'occasione: aveva provato tre quarti del suo guardaroba e alla fine aveva optato per una gonna nera a pieghine che le ricordava molto quella dell'uniforme di Hogwarts e una camicia bianca sotto un gilet nero ed un paio di ballerina dello stesso colore.

Si era truccata leggermente,cercando di non sbavare troppo con le mani che le tremavano e la costringevano a fermarsi ogni due minuti.

Non era mai stata tanto nervosa per un'appuntamento:eppure erano soltanto due amici che non volevano passare il Capodanno da soli!

Non c'era nessun'implicazione sessuale,nessun sottinteso o frase non detta.

Il vento freddo le accarezzò il viso colorandole le guance e facendole turbinare i capelli davanti agli occhi per qualche istante,prima che lei li riportasse dietro le orecchie.

Arrivò davanti alla porta del negozio e fece un passo verso la vetrata,sentendo il suo cuore aumentava i battiti.

DOVEVA SMETTERLA!

Rischiava di rovinare quella serata se continuava a comportarsi così,si rimproverò mentalmente.

Si avvicinò ancora di piu' alla vetrata e bussò due volte sul vetro,sperando che George all'interno la sentisse.

Restò qualche istante in attesa,guardandosi intorno e sperando che nessuno la vedesse entrare lì dentro:l'ultima cosa di cui avevano bisogno erano i pettegolezzi.

Finalmente la porta si aprì e nel riquadro illuminato dall'interno apparve George.

Immediatamente il volto di Luna si illuminò in un sorriso:era questo l'effetto che le faceva vederlo?

George indossava un paio di pantaloni neri tenuti in vita da una cinta di cuoio marrone,una camicia blu scuro che metteva in risalto i suoi occhi ed era un perfetto contrasto con i suoi capelli.

-Ciao-la salutò sorridendole.

Lo vide farsi da parte per farla entrare e lei,timidamente,fece un passo nel negozio.

-Sta tranquilla,ho tolto tutto ciò che poteva essere mortalmente pericoloso-le disse serio.

Luna si voltò per accertarsi che il suo fosse solo uno scherzo e lo vide chiudere la porta del negozio.

-Pericoloso?-gli domandò cercando di assumere un tono casuale.

George si voltò e annuì.

-Pasticche vomitose,capsule sanguinanti e roba del genere...-le disse infilando le mani in tasca.

Luna annuì.

-Il massimo per una cena-commentò.

George sorrise e abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.

-Infatti...Vuoi darmi il cappotto?-le chiese poi gentile.

Luna iniziò a sbottonare il cappotto celeste e si voltò dando le spalle a George,per farsi aiutare; un'istante dopo sentì le mani dell'uomo sulle sue spalle che le facevano scivolare la giacca da dosso,come una carezza leggera.

Dopodichè lo posò su un'attaccapanni poco distante che Luna immaginò essere stato messo lì soltanto per quell'occasione.

-Vieni-le disse.

Si avviò verso l'interno del negozio e lei lo seguì in silenzio,osservando quel posto che per anni era stato un'istituzione fra i ragazzi di Hogwarts e che ora era l'ombra di sè stesso.

Erano arrivati al cuore del negozio,dove si svolgevano gran parte di tutte le operazioni e che era stato addobbato per la cena e per il Capodanno.

Luna vide dei festoni di carta giapponesi,illuminati nel centro,appesi in giro per la stanza a creare un'atmosfera piu' soffusa,piu' intima;sul bancone era poggiato uno stereo,momentaneamente spento.

Luna si voltò verso George e gli sorrise.

-Così questo era il famoso negozio di scherzi dei fratelli Weasley...-disse con cautela.

-Il migliore di tutta la Londra magica...-le rispose con un leggero vanto nella voce.

Luna annuì e si guardò intorno qualche istante,in silenzio,pensierosa.

-Quante ragazze hanno già fatto questo giro privato?-gli domandò poi.

Subito si pentì di aver fatto quella domanda:che diavolo le era preso?

Perchè le interessava così tanto?

George la guardò sbalordito,sorpreso da quella frase e per qualche istante restò in silenzio, come incapace di dire qualcosa.

-Sei la prima,fortunatamente non tutte preferivano passare il tempo libero con il loro fidanzato- ribattè poi facendo vincere la sua vena polemica.

Era stato troppo diretto?

Non era gelosia quella che aveva sentito nella sua voce?

Luna sorrise a quelle parole e si allontanò dalla fronte una ciocca di capelli.

-Che ne dici di un pò di musica?-le domandò per cercare di rompere quel l'imbarazzo momentaneo.

-Ottima idea...-

La prima canzone che risuonò nella stanza fu "Wonderwall".

Stranamente,durante l'assolo iniziale gli occhi di George e Luna si cercarono,come attratti da forze magnetiche che non riuscivano ancora a spiegare.

"I don't believe that anybody feels the way I do

about you now."

Liam Gallagher sembrava parlare con i loro pensieri.

I loro sentimenti erano talmenti aggrovigliati che non sapevano neanche dove cominciare per provare a sbrogliarli.

"Because maybe you gonna be the one

who save me,and after all you're my wonderwall"

-Ti andrebbe un bicchiere di vino?-le domandò George come riscuotendosi da un sonno ipnotico.

Luna annuì e lo seguì con lo sguardo mentre l'uomo versava del vino rosso in due calici di vetro, poi le si avvicinò di nuovo e le porse il bicchiere pieno.

-Avevi altri inviti per questa sera?-le domandò poi indicandole una sedia poco distante.

Luna scosse la testa e si sedette poco lontano da George.

-Veramente Ginny voleva trascinarmi ad una festa di un nostro vicino,ma io penso che avesse soltanto solo bisogno di sostegno-disse prima di bere un sorso.

George aggrottò le sopracciglia.

-Che vuol dire?-le domandò.

-L'invito era principalmente per lei,ma siccome Ginny non aveva nessuna voglia di andarci da sola,voleva tirare dentro anche me,ma visto che io era impegnata,ha trovato la scusa per non andarci-gli spiegò.

-E cioè?-chiese George curioso.

-Ha detto che era impegnata con me...Sono il suo alibi per questa sera-

George sorrise e si sorprese che anche le donne usassero trucchi simili che credeva dominio unico degli uomini.

La radio ora trasmetteva "Ain't no mountain high enough" e Luna si trovò a pensare che quella,in un certo senso,poteva essere la "loro" canzone.

"If you need me call me,

no matter where you are,no matter how far

just call my name,I'll be there in an hurry

you don't have to worry"

Non era successo lo stesso anche fra loro?

George era corso da lei non appena aveva avuto bisogno d'aiuto.

Nessun'altro l'aveva mai fatto prima.

-Tu invece?-gli domandò poi allontanando la mente da quei pensieri.

George la guardò senza capire.

-Avevi altri programmi?-gli chiese.

George bevve un sorso dal suo bicchiere e alzò le spalle.

-Ron è passato in negozio prima...-le disse.

-Avrà creduto che fosse un miraggio trovarlo aperto e con te dentro-scherzò Luna.

George rise leggermente e annuì.

-Infatti,fino all'ultimo non credevo che lo avrei visto.

Comunque mi aveva proposto di andare ad una festa con lui ed Hermione-aggiunse.

Luna fece una smorfia.

-A fare la candela?-domandò divertita.

-Esatto!-confermò lui.

-Ti ha detto del pranzo di domani?-gli domandò lei cauta.

George la guardò sorpresa.

-Come fai a saperlo?Sei passata alla concorrenza per caso?-le domandò cercando di scherzare.

Luna sorrise e scosse la testa.

-No,è solo che sono stata invitata anche io.

Ginny non mi ha perdonata per aver passato il Natale da sola con mio padre...-gli disse.

-Ma non eri da sola,eri con me-ribattè lui.

-Non sapevo di poterlo rendere pubblico-fece Luna guardandolo.

George sorrise e annuì.

-Ok,hai ragione tu...

Quindi domani sei incastrata con la mia famiglia,non ti invidio per niente-le disse.

Luna restò qualche istante in silenzio,meditando su quelle parole e su quelle che premevano per uscire e che avrebbero potute essere interpretate male se dette.

Si fissarono,mentre l'atmosfera attorno a loro diventava stranamente piu' elettrica.

-Perchè allora non vieni a farmi compagnia?-gli domandò infine lei.

George sapeva che l'avrebbe detto,se lo aspettava.

In altre circostanze avrebbe subito accettato un'invito che gli avrebbe permesso di trascorrere del tempo con lei,ma non questo.

Non era ancora pronto per tornare.

-Non ce la faccio...-le disse guardandola negli occhi.

Luna lo fissò per qualche secondo poi annuì lentamente.

-Va bene...

Almeno pensami domani-aggiunse alla fine.

Lui annuì convinto.

-Lo farò-le disse.

Come faccio da giorni,aggiunse poi fra sè e sè.

La stanza si riempì di un'assolo di chitarra e un sorriso apparve sul viso di Luna.

-Adoro questa canzone,ti va di ballare?-gli domandò scattando in piedi.

George sorrise,sorpreso dalla novità e si alzò a sua volta fermandosi a pochi passi da lei,poi lentamente,come se avesse paura che Luna ci ripensasse le si avvicinò e le mise una mano sul fianco destro.

La prima cosa che sentì fu il tocco leggero delle dita di Luna posarsi sul suo fianco e il piccolo corpo di lei avvicinarsi al suo,seguito subito dopo dal profumo dei suoi capelli.

Luna alzò lo sguardo verso di lui e gli rivolse un sorriso timido,come se solo adesso si rendesse conto di quanto fossero vicini.

Era un brivido quello che le aveva attraversato la schiena?

Magari lei era a disagio come lui,forse non erano solo fantasie le sue...

George abbassò la testa piu' vicina alla testa di lei e chiuse gli occhi,godendosi quell'attimo di intimità che sarebbe terminato di lì a poco.

Sentì i capelli di Luna posarsi sul suo petto e inspiegabilmente il suo cuore perse un battito.

"Avanti non è la prima volta che balli con una donna!" si rimproverò cercando di ritrovare un minimo di contegno.

La canzone era quasi finita,lo sentiva,ma non voleva staccarsi,non voleva interrompere quel momento.

"Kiss the rain whenever you need me

Kiss the rain whenever I'm gone too long

Keep in mind,we're under the same sky

and the nights as empty for you as for me

If you feel you can't wait untill morning,

Kiss the rain"

Sentì il capo di Luna allontanarsi dalla sua spalla e abbassò lo sguardo per incontrare il suo.

Quando i suoi occhi affondarono in quel mare d'argento capì che non poteva aspettare oltre: era finito il tempo dei dubbi e dei tentennamenti.

Senza pensarci troppo avvicinò il volto a quello di Luna e posò le labbra sulle sue.

Dopo il primo contatto dolce e delicato,si staccò da lei e cercò di nuovo i suoi occhi per controllare la sua reazione:era ancora pronto a fermarsi se l'avesse vista sconvolta o scioccata.

Non c'era niente di tutto questo nei suoi occhi,soltanto una grande calma,come se avesse aspettato da sempre quel momento.

Posò di nuovo le labbra sulle sue e iniziò a posarvi piccoli baci a stampo,neanche avesse ancora quattro anni,aspettando la risposta di Luna,che fortunatamente non si fece attendere.

La sua bocca inziò a venirgli incontro,a cercarlo, sfiorandogli le labbra con le sue e cercando di approfondire quei piccoli ed insoddisfacenti baci.

George l'avvicinò al suo corpo e insinuò la punta della lingua fra le labbra dischiuse di Luna, ancora leggermente incredulo.

Sta succedendo veramente!

Si allontanò dalle sue labbra e le sorrise.

-Volevo farlo dal giorno del tubo rotto-le confidò guardandola.

Luna sorrise,imbarazzata ma felice che quelle che aveva creduto solo sue fantasie si erano avverate.

Sentì il braccio di George spingerla piu' vicino al suo corpo possente prima di iniziare ad accarezzarle la schiena.

-Io anche da prima...-confessò.

-Veramente?-le chiese sorpreso.

-Da quella sera che ti abbiamo ospitato a casa-disse lei.

George rise divertito e posò le labbra sul suo collo bianco e stranamente invitante,seguendo una vena leggermente scoperta,salendo fino alla mascella e poi all'orecchio destro dove prese fra le labbra il lobo.

Sentì le braccia di Luna stringersi attorno al suo collo,rilassandosi sotto quella carezza mentre il suo piccolo corpo si appoggiava completamente sul suo.

Inebriato da quella sensazione calò di nuovo sulle labbra della donna,trovando subito la sua risposta:non c'era piu' vergogna,non c'era piu' paura.

Era chiaro che si desideravano,che si volevano.

Lo capiva dai suoi baci,dal modo in cui le braccia di Luna erano scese a stringergli i fianchi e l'avevano spinti contro i suoi.

Posò una mano grande sul collo di Luna,dove poco prima erano passate le sue labbra e l'accarezzò con la palma aperta,iniziando a scendere:sulla spalla,sul braccio destro,intrecciando le dita con quelle di lei che ancora erano premute sui suoi fianchi.

Con piccoli morsi,Luna prese a tormentare il suo labbro inferiore,prima di passare al mento e alla gola,dove posò un morso ed un bacio piu' delicato,come per farsi perdonare.

George si accorse che il suo corpo aveva inziato a reagire a quelle carezze:il cuore sembrava impegnato in una corsa che l'avrebbe portato fuori dal petto,magari direttamente fra le braccia di Luna,il suo respiro era già mozzato e sentiva già piu' tesa la stoffa dei pantaloni.

E si erano scambiati soltanto qualche bacio...Che gli sarebbe successo se fossero andati avanti?

Con quei pensieri che gli tormentavano la mente,cercò di nuovo le labbra della donna, facendole sentire quanto forte fosse la sua passione.

Non esisteva nient'altro che loro due...Il mondo esterno era sparito,esploso in mille pezzi dopo il loro primo bacio.

Sfiorò con la punta della lingua il palato e il labbro superiore di Luna,mentre con una carezza sempre piu' audace tornava ad esplorare le sue forme.

Voleva sapere tutto di lei.

Quando la sentì sospirare leggermente contro la sua bocca,capì di aver superato il punto di non ritorno.

Doveva essere sua.

Si staccò di nuovo dalle labbra di Luna e la guardò,con lo sguardo leggermente offuscato.

-Fai l'amore con me-

 

 

Salve a tutti!!!

Vi chiedo scusa se ci ho messo così tanto a postare questo capitolo,ma stranamente è stato molto difficile da scrivere.

Ero letteralmente bloccata nel mezzo:avrei potuto scrivere il resto della storia e postarlo,ma non riuscivo a scrivere niente su questo capitolo,quindi se lo trovate + brutto degli altri...ecco spiegato il motivo.

Cercherò di farmi perdonare!

Le canzoni usate nel capitolo sono:"Wonderwall" degli Oasis, "Ain't no mountain high enough" di Marvin Gaye e "Kiss the Rain" di Billie Mayers.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Lila4eve(Già!Vorrei averne anke io uno così), Musa16(Sono la mia coppia preferita,forse xkè sn una mia totale invenzione...Però devono ancora vederne parecchie...),Gioconda(Grazie x i complimenti!),Beky(Come vedi nn vi ho fatto aspettare poi così tanto...Nn sono poi così cattiva),Alemalfoy(Grazie x i complimenti, spero ke anke qst ti piaccia),Lyoko(Hai visto ke ti ho accontentato?Xeno ritornerà + in la e come al solito sarà fonte di guai x ki gli sta vicino,anke se involontariamente),Maryrobin(Grazie x i complimenti!Dovrò aumentarti la parcella...Skerzo!),Germana(Ok ci ho messo 1 pò ma nn ero x niente convinta,e neanke adesso lo sn...spero ti piaccia),Ninny( Grazie x i complimenti!),Mora878(Anche a me!Li adoro),Gabryweasley(Non piu' di tanto,in fondo nn mi piace veder soffrire la gente per colpa mia...).

Bene,x il momento vi saluto e vi do appuntamento al prossimo chap...

"Kiss the rain"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Kiss the rain ***


kiss the rain

 

"Fai l'amore con me"

Quante volte aveva sentito quella frase nella sua mente?

Aprì lentamente gli occhi e si trovò a fissare il comodino al lato destro del suo letto.

Il nuovo anno si presentava piu' freddo di quello precedente,pensò Luna nascondendosi sotto le coperte pesanti e cambiando posizione.

Non aveva idea di che ore fossero,ma la luce che entrava dalle tende le lasciava intuire che dovevano essere le prime ore del mattino.

Se era così aveva dormito pochissimo...

Ancora sotto le coperte allungò un braccio dall'altro lato del letto e come al solito lo trovò freddo e vuoto,ma questa volta non potè evitare di chiedersi come sarebbe stato svegliarsi,fare quello stesso gesto e incontrare il corpo addormentato di George.

George...

C'era mancato veramente poco che perdessero la testa ieri sera.

"Fai l'amore con me"

Era quello che voleva,fin da quando posato lo sguardo sul suo torace bagnato e nudo il giorno che lui era venuto in suo soccorso;se ne era accorta anche il giorno di Natale quelle volte che si era trovata stretta fra le sue braccia,piacevolmente inconsapevole di quello che succedeva intorno a lei e desiderosa soltanto che quel contatto non finisse troppo presto.

E quando lui l'aveva baciata la sera prima aveva dato un calcio a tutte le paure e aveva risposto con la passione che sembrava volersi impadronire di lei,farne un fuoco unico e ridurla in briciole.

Le labbra sulle sue,così calde e morbide,proprio come le aveva immaginate,i muscoli forti delle braccia che le si stringevano addosso per premerla di piu' contro di lui erano un sollievo,una gioia:avrebbe voluto urlare per la felicità.

Non si era sbagliata,non era solo frutto della sua fantasia:anche lui la voleva!

Poi quella proposta.

"Fai l'amore con me"

Era stata ad un passo dal dire sì.

Aveva anche dischiuso le labbra per parlare,ma poi qualcosa l'aveva fermata.

Lo sguardo di George era ancora su di lei,anche se lei non sapeva quanto fosse lucido,ed era in attesa di una sua risposta.

Tutto quello che era riuscita a fare era stato alzarsi sulla punta dei piedi e legargli le braccia al collo prima di posare di nuovo le labbra sulle sue.

Ancora una volta era stata travolta dalla passione di George:la sua lingua aveva iniziato a sfiorarle le labbra con sempre maggiore impeto prima di impegnare la sua in una lotta che sicuramente non avrebbe avuto nessun vincitore.

Si era ritrovata a sospirare sulle sue labbra,senza neanche rendersene conto,mentre le sue dita si perdevano in nel mare rosso dei capelli dell'uomo:da quanto tempo desiderava farlo?

Aveva allontanato le labbra dalle sue ed era scesa con le labbra lungo la mascella forte e il collo, fino al pomo d' Adamo che si muoveva nella gola di George neanche avesse vita propria.

Sentiva le sue mani forti e grandi scendere seguendo la curva della sua schiena e fermarsi un'istante prima di posarsi con fare quasi possessivo sulle sue natiche.

Quel gesto l'aveva fatta gemere sommessamente,gli occhi leggermente chiusi,il viso posato contro la gola di George.

Le dita dell'uomo erano scese seguendo la curva del suo sedere,afferrandole poi la coscia con decisione.

Era stato allora che Luna aveva capito che doveva fermarsi.

Prima che fosse troppo tardi...

-George...-l'aveva chiamato a bassa voce.

Ma l'uomo aveva frainteso e aveva pensato che fosse un'incitamento ad andare avanti.

L'istante dopo si era trovata quasi incollata al corpo di George,con il bacino dell'uomo pericolosamente vicino al suo basso ventre,aiutato dalla mossa inaspettata:senza nessun preavviso George le sollevò la gamba destra e l'aveva portata sul suo fianco.

Neanche una vergine avrebbe potuto fraintendere l'erezione che aveva sentito scontrarsi contro il suo ventre.

Il contatto,un pò rude,ma assolutamente piacevole aveva strappato ad entrambi un sospiro di gola e fatto staccare lei dal torace di George,dove si era "nascosta" fino a quel momento.

Doveva fermarlo...Anche se lo desiderava con tutta sè stessa.

-George...George fermati!-gli aveva detto a voce piu' alta.

Questa volta il messaggio era stato ricevuto e l'aveva sentito allontanarsi leggermente da lei, senza però lasciarla andare.

Aveva incontrato i suoi occhi e quello che vi aveva letto l'aveva fatta sorridere:c'era un miscuglio di confusione,eccitazione,sorpresa,anche paura che si agitavano in un solo sguardo.

-Credevo che...sì insomma che anche tu...-aveva tentato di dire visibilmente imbarazzato.

Lei aveva capito che doveva rassicurarlo:possibile che gli uomini su quell'argomento fossero così vulnerabili?

Aveva annuito.

-Infatti lo voglio...-aveva ammesso.

L'espressione sorpresa che era apparsa sul volto di George era talmente buffa che aveva rischiato di scoppiare a ridergli in faccia.

-Allora perchè...-

-Perchè ti ho fermato?-aveva detto lei finendo la sua frase.

George aveva annuito.

Nonostante avessero smesso di baciarsi,lui teneva ancora la sua gamba destra contro il fianco ed i pochi centimetri di distanza non aiutavano molto per distogliere il pensiero dalla sua erezione che sembrava ancora sveglia e "pronta per l'uso".

-Che ne diresti di lasciare la mia gamba?-gli aveva chiesto.

George l'aveva guardata qualche istante senza capire,poi con un'ultima carezza aveva allontanato la mano dalla sua gamba destra.

Si era allontanata di qualche passo da lui,sentendosi di nuovo in grado di formulare un discorso sensato:qualche altro istante di quella vicinanza e avrebbe mandato al diavolo tutti i suoi bei discorsi.

-Hai pensato a cosa succederà domani?-gli aveva chiesto poi.

George l'aveva guardata senza capire.

-Che vuoi dire?-le aveva infatti domandato.

-Se io e te adesso andiamo a letto insieme,hai pensato alle conseguenze?-gli aveva spiegato.

L'aveva visto aggrottare la fronte.

-Basterà fare un'incantesimo contraccettivo per evitare problemi se è questo che ti preoccupa- le aveva detto subito.

Lei aveva sorriso e scosso la testa:non le era proprio passato per la mente.

-No,non era questo che pensavo...-gli aveva detto quasi rassicurandolo.

Adesso l'espressione di George era di totale confusione.

Doveva rendergli le cose ancora piu' facili.

Aveva preso un respiro profondo e lo aveva guardato negli occhi:forse avrebbe trovato le parole un pò offensive,ma era meglio chiarire subito la situazione fra loro.

-Non sono una delle donne che conosci al pub-gli aveva detto come anticipazione.

Aveva visto il viso di George rannuvolarsi a quelle parole totalmente inaspettate e per un'attimo si era pentita delle parole usate.

-Non l'ho mai pensato-aveva risposto lui.

-Adesso non fraintendermi...Io sono...

La verità è che ti trovo molto attraente e credo che ormai sia diventato evidente-aveva detto cercando di salvare la situazione.

-E cosa ti fa credere che per me sia diverso?-le aveva chiesto lui serio.

-Niente.

Lo sento che anche tu mi...-aveva detto improvvisamente imbarazzata.

-Anche io ti desidero?-l'aveva aiutata lui.

Sul viso dell'uomo era apparso un sorriso malandrino che gli dava un'aria estremamente sexy e che aveva rischiato di farle cambiare idea:possibile che dovesse sempre scegliere la cosa giusta da fare?

Aveva annuito alle sue parole.

-Ok,allora qual'è il problema?-le aveva chiesto.

-Il problema è che sono la migliore amica di tua sorella,la sua coinquilina-gli aveva detto, sperando che questo l'aiutasse a capire.

Ma ovviamente era servito a poco.

-Io ci capisco sempre meno in questa storia...-aveva infatti detto lui.

Si era ravviata una ciocca di capelli che non aveva alcun bisogno di essere messa a posto e aveva sospirato.

-Credo sia meglio che vada-aveva poi detto.

Senza aspettare la sua risposta,si era voltata e si era diretta verso l'ingresso del negozio, dove ricordava essere l'attaccapanni ed il suo cappotto.

-Cosa?No,aspetta...Non crederai di poter andar via così-le aveva detto George andandole dietro.

Lei aveva fatto finta di non sentirlo e aveva preso il cappotto.

-Ginny adesso sarebbe un problema fra noi?-le aveva chiesto guardandola serio.

-Possibile che non capisci?

Se noi adesso finiamo a letto insieme,domattina ci guarderemmo imbarazzati chiedendoci che cosa c'è passato per la testa e sperando di non averlo mai fatto.

Tu prometterai di chiamarmi,cosa che ovviamente non farai,ma il fatto che io viva con tua sorella non aiuta perchè capiterà sempre di incontrarci,anche soltanto per caso e allora si ricreerà di nuovo quell'imbarazzo che con il tempo ci porterà a maledirci per non esserci fermati prima-gli aveva spiegato infilando un braccio nel cappotto con lo sguardo su di lui.

Travolto da quel mare di parole,George era rimasto in silenzio qualche istante,mentre lei aveva finito di infilare il cappotto.

-E' questo che pensi?-le aveva chiesto poi con voce stranamente calma.

Lei si era limitata ad annuire.

-Dai per scontato che sia così...Non hai pensato neanche per un'attimo che io potrei non pentirmi di essere venuto a letto con te?

Che magari potrebbe essere quello che veramente desidero?-le aveva chiesto.

Lei era rimasta in silenzio ad ascoltarlo.

George si era passato una mano fra i capelli e aveva espirato talmente forte che anche lei era riuscita a sentirlo.

-Ok...Io so di non essere un buon partito al momento.

Sono diventato la pecora nera della mia famiglia e soltanto pochi eletti riescono a starmi vicino...-aveva detto,tenendo lo sguardo fisso su di lei e le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.

Doveva fermarlo prima che le sue barriere crollassero di nuovo...

-Ma quando sono con te io mi sento vivo-le aveva detto.

Troppo tardi:le sue barriere erano miseramente crollate e se ora lui avesse fatto un passo verso di lei,non avrebbe opposto nessuna resistenza ai suoi baci.

Sarebbe stata capace di fare l'amore con lui anche su quel pavimento freddo.

-George...-aveva cercato di protestare.

L'aveva visto avvicinarsi e fermarsi a pochissima distanza da lei,un braccio alzato a chiedere silenzio.

-So che adesso te ne andrai e che ormai è troppo sperare di farti cambiare idea,ma voglio che tu sappia come mi sento quando sto con te-le aveva detto serio.

Lei,dopo un'istante di indecisione, aveva annuito.

-Tu hai creduto in me.

Avevi bisogno di aiuto e fra tutte le persone della mia famiglia hai chiamato me...Hai idea da quanto tempo qualcuno non aveva bisogno di me?-le aveva chiesto poi.

Non sapendo se era una domanda retorica o meno,aveva preferito restare ancora in silenzio.

-Quando sono con te,non mi accorgo del tempo che passa e neanche di quello che succede intorno a me,e quando non ci sei mi ritrovo a pensare a quanto manca al nostro prossimo appuntamento.

Ero in preda all'ansia alla sola idea di ritornare qui,ma mi aiutava pensare che ci saresti stata tu accanto a me,ad affrontare i fantasmi chiusi in questo posto-aveva continuato.

Ascoltando quelle parole,lei aveva lottato contro le lacrime che si stavano malignamente ammucchiando ai lati degli occhi:da quanto tempo qualcuno non le diceva cose così carine?

Lo aveva visto fare un'altro passo verso di lei ma non si era agitata:aveva solo continuato a guardare i suoi occhi.

-E' vero voglio fare l'amore con te.

Lo voglio da così tanto tempo che neanche io ricordo un momento in cui non ti ho desiderato,ma sono disposto ad aspettarti ancora.

Almeno finchè tu non sia pienamente convinta che io ci sarò-le aveva detto.

Era di fronte a lei ormai,e aveva allungato un braccio sfiorandole una guancia con il dorso delle dita.

Istintivamente lei aveva chiuso gli occhi e dischiuso le labbra:quanto poteva sopportare una strega?

Aveva sentito il braccio di George attorno alla sua vita e l'istante dopo era di nuovo stretta a lui, il petto poco distante dal torace ampio e virile.

Riaprendo gli occhi si era ritrovata ad affondare lo sguardo in quelle iridi verdi che sembravano volerla avvolgere con il loro calore e la loro limpidezza.

Era stata sul punto di parlare,ma lui l'aveva preceduta.

-Io ci sarò.

Quando ti sveglierai,io sarò nel letto accanto a te,anche se non so quanto ti convenga visto che tiro calci e voglio tutte le coperte per me-le aveva detto.

Lei aveva sorriso divertita.

-Allora siamo in due-aveva ribattuto.

-Vedi abbiamo già qualcosa in comune!-aveva detto con un leggero tono d'esultanza.

Poi George aveva abbassato il volto verso il suo,e lei aveva chiuso gli occhi,sicura di sentire da un momento all'altro le labbra di George sulle sue,ma lui non sembrava della stessa idea:le posò nell'incavo fra la spalla ed il collo,lasciandovi un bacio.

-C'è un'altra cosa che so fin d'ora:non mi vergognerò mai di quello che succederà fra di noi-le disse salendo con le labbra lungo il collo.

-Nessun'imbarazzo?-gli aveva chiesto lei ad occhi chiusi.

-Neanche l'ombra-le aveva garantito George posando le labbra sull'angolo destro della bocca.

Quello che era accaduto dopo era confuso:ricordava il bacio lungo,appassionato ed eccitante che li aveva impegnati a lungo e che li aveva lasciati senza fiato;le mani di George che le accarezzavano i capelli,il viso,fino ai seni dove si erano divertite a stuzzicare i capezzoli già inturgiditi e a strapparle piacevoli gemiti sommessi.

Ricordava le sue mani che cercavano di slacciare la camicia di George,o almeno di sfiorare un pò di pelle nuda di quel torace perfetto,prima di posarsi sui fianchi e spingerlo di nuovo verso di sè.

-Vuoi ancora andare via?-le aveva domandato lui con una voce bassa e roca che non gli aveva mai sentito prima.

CERTO CHE NON VOLEVA!

Ma con uno sforzo sovrumano aveva annuito,staccandosi dal corpo perfetto di George.

Ancora adesso non riusciva a spiegarsi dove avesse trovato la forza per fare quella scelta e come fosse riuscita a smaterializzarsi a casa sana e salva.

Si era fiondata sotto la doccia e aveva aperto l'acqua fredda,buttandosi sotto il getto ghiacciato.

Forse si stava prendendo un raffreddore,ma non poteva lasciare che i ricordi di quell'eccitazione le restassero addosso.

Ma ancora adesso,a parecchie ore di distanza,erano lì che le facevano male,le facevano dolere il corpo neanche fossero crampi muscolari.

Era strano pensare a George in questi termini:ormai non c'erano piu' scuse,nè muri a dividerla dai suoi sentimenti;ne era attratta,e lui sembrava ricambiare quei sentimenti.

Afferrò il cuscino e si chiese se non fosse troppo presto:non era passato molto dalla storia con Draco...Ma la loro non era stata neanche una storia,cercò di giustificarsi.

Erano stati amanti,ma non c'era stato nessun coinvolgimento emotivo,almeno da parte sua.

Questa volta era diverso?

Una cosa era certa:non aveva mai passato tanto tempo a pensare ad un'appuntamento con Draco come stava facendo ora con George.

E non avevano neanche fatto sesso!

Come sarebbe stata la sua vita quando finalmente l'avrebbero fatto?

Avrebbe passato tutto il giorno sdraiata a letto a fissare le piccole crepe sul suo soffitto a pensare al fantastico sesso fatto con lui?

Non aveva il minimo dubbio che sarebbe stato fantastico...

BASTA!

Dando un calcio alle coperte,si alzò e prese la vestaglia poggiata sulla sedia accanto al letto.

Aveva un'appuntamento importante quella mattina:doveva apparire perfettamente lucida con la famiglia Weasley e non poteva permettersi di avere una faccia da pesce lesso o da assatanata.

Doveva essere al massimo della forma!

Uscì dalla sua stanza e la prima cosa che notò fu il cielo nuvoloso oltre i vetri della finestra.

Si prospettava proprio un'anno fantastico se quello era l'inizio,pensò Luna avvicinandosi alla finestra e guardando i grandi nuvoloni grigi che sembravano promettere pioggia da un momento all'altro.

-Buongiorno!-

Si voltò e vide Ginny apparire dalla cucina,ancora in vestaglia e con i capelli scarmigliati.

Le rivolse un sorriso e si chiese cosa avrebbe pensato l'amica se le avesse raccontato del suo incontro con George.

Ne sarebbe stata felice?Sicuramente,ormai la conosceva bene.

Non avrebbe fatto altro che incoraggiarla ad andare avanti:le avrebbe detto che lei e George erano perfetti insieme e che non potevano rischiare di perdere quello che avevano.

Ma se non sapeva neanche lei quello che avevano...

Meglio tenere la bocca chiusa e non dire niente.

-Buongiorno anche a te-la salutò scostandosi dalla finestra.

-Vuoi un pò di caffè?L'ho appena fatto-le disse l'amica.

Luna annuì e seguì Ginny in cucina.

-Credi che posso arrischiarmi a mangiare una tazza di cereali,o anche quelli sono troppi in vista del pranzo da tua madre?-le domandò.

Ginny sorrise,versando il caffè in due tazze e soltanto quando la caffettiera fu di nuovo sul tavolo,alzò lo sguardo su di lei.

-Io al posto tuo desisterei-le disse poi.

-Tua madre ha intenzione di ucciderci per caso?-le domandò poi prima di portare le labbra alla tazza.

Ginny si sedette su una sedia accanto al tavolo da pranzo e scosse la testa.

-No...E' solo abituata a cucinare per una famiglia numerosa e con un grande appetito-commentò la rossa.

Se tutti mangiavano come George,allora c'era da chiedersi come facesse la signora Weasley ad avere una vita anche fuori dalla cucina.

-Eppure a guardarvi non date l'aria di essere cannibali...-scherzò poi distogliendo il pensiero da George.

Un tovagliolo di carta semiappallottolato le colpì il braccio accompagnato dalla risata divertita di Ginny a cui si unì anche lei quasi per solidarietà.

Per alcuni istanti restarono in silenzio,ma Luna sapeva che prima o poi Ginny avrebbe ceduto alla tentazione di farle domande sulla sera prima.

Non aveva detto niente all'amica,nessun'indizio che potesse farle capire chi fosse il suo "accompagnatore" misterioso e questo,se la conosceva bene come credeva,doveva roderla come un piccolo tarlo fastidioso.

-Come è andata ieri sera?-le domandò infatti pochi istanti dopo.

Luna,coperta dalla ceramica della tazza,si lasciò scappare un sorriso.

-E' stata una bella serata-commentò laconica.

Avrebbe potuto essere molto meglio se non fosse stato per i miei principi e le mie stupide idee!

Lo sguardo di Ginny era ancora su di lei,curioso,in attesa di qualche particolare in piu'.

-E vorresti lasciarmi così insoddisfatta?-le domandò ancora.

-Cosa vuoi che ti dica?-chiese Luna fintamente ingenua.

-Dai non farti pregare!Che è successo?-le domandò ancora la rossa.

Ok,magari poteva dirle qualcosa,chiederle un consiglio...

Doveva parlarne con qualcuno o sarebbe esplosa!

-Va bene curiosona!-la calmò incontrando lo sguardo dell'amica.

Ginny la fissò in silenzio,la tazza a mezz'aria,bloccata neanche fosse una statua di sale.

-Non è successo niente di quello che pensi...Purtroppo-si ritrovò ad aggiungere.

Anche sul volto di Ginny apparve la stessa espressione dispiaciuta che doveva essere sul suo viso.

E pensare che Ginny non sapeva di cosa nè di chi si stava parlando:avrebbe fatto la stessa faccia se avesse saputo che era stata a tanto così dal fare sesso con il suo irresponsabile fratello?

-Perchè?Voglio dire...non era previsto oppure avete iniziato e le cose si sono messe male?-le domandò con timidezza e curiosità.

-A sentirti parlare nessuno crederebbe che sei ancora vergine-le disse Luna bevendo un'altro sorso di caffè.

Un leggero rossore imporporò le guance di Ginny,rendendola ancora piu' innocente di quanto non fosse già di suo quando affrontavano quegli argomenti,e a disagio si allontanò i capelli dalla fronte con una mano.

-Sai come la penso...-disse quasi cercando di proteggersi da quella battuta.

Luna annuì:sì lo sapeva.

E non lo condivideva.

Restare vergine per Harry,nella speranza che lui si decidesse a tornare e a portare a termine quello che avevano iniziato ormai tre anni prima e che non era andato oltre qualche bacio durante il sesto anno.

Avevano discusso a lungo su quell'argomento,su opposte "fazioni" e tutte le volte Ginny non si era schiodata dalle sue convinzioni certa che prima o poi la sua attesa sarebbe stata ricompensata.

-Comunque non è successo niente del genere-disse riprendendo il filo del discorso.

Ginny la guardò di nuovo curiosa.

-Allora cosa...-

Luna si alzò e si diresse di nuovo verso la caffettiera per riempire di nuovo la sua tazza,cercando anche di mettere una distanza fra lei e Ginny mentre stava per dire quelle cose di suo fratello.

-Lui me lo ha chiesto e io ho detto di no.

Vuoi un'altro pò di caffè?-disse nel modo piu' semplice possibile.

Sul viso di Ginny era apparsa un'espressione sorpresa che fece sbottare Luna.

-Non guardarmi così!Ancora adesso sto qui a chiedermi se ho fatto la cosa giusta,quindi ti prego non guardarmi così-le disse posando di nuovo la caffettiera.

Di fronte a quelle parole,Ginny alzò le mani quasi in segno di resa ed aspettò che lei tornasse a sedersi prima di sferrare un'altro "attacco".

-Allora perchè hai detto di no?-le chiese poi.

Stava diventando troppo curiosa e lei non era pronta per una seduta di psicanalisi a quell'ora del mattino.

-Perchè...Perchè era la cosa giusta da fare.

Avevo paura che se fosse successo ieri sera avremmo passato il resto della vita a pentirci di averlo fatto.

E questo non lo voglio...-aggiunse poi piu' sommessamente.

Sentiva su di sè lo sguardo attento di Ginny e si chiese se non si fosse spinta troppo oltre:doveva fermare quelle confidenze prima di dire qualcosa di sbagliato.

-Lui ti piace vero?

Questo tizio di cui non so neanche il nome...-commentò Ginny con voce seria,con un mezzo rimprovero nell'intonazione.

Luna restò in silenzio qualche istante,ma quando tornò ad incontrare lo sguardo della rossa i suoi occhi erano seri,senza alcun tentennamento.

-Credo di sì.

Potrei finire per innamorarmi di lui-disse sincera.

Era la prima volta che lo ammetteva ad alta voce...E la cosa la spaventava come niente prima d'ora.

Il volto di Ginny si addolcì in un sorriso.

-E' la prima volta che ti sento parlare così dopo la rottura con Neville...

Dovresti fargli una statua-le disse sincera.

Luna sorrise a quelle parole e nascose ancora una volta lo sguardo dietro la tazza di caffè:avrebbe detto lo stesso se avesse saputo chi era il "misteroso" cavaliere?

-A te invece com'è andata ieri sera?

Sei andata alla festa dei Jefferson alla fine?-le domandò cambiando discorso.

Ginny scosse la testa e posò la tazza ormai vuota sul tavolo.

-Ero pronta sul divano con la mia solita vaschetta di gelato e "Frankie & Johnnie" pronto per cominciare,quando sono apparsi nel salotto Hermione e Ron-le disse ancora imbronciata.

Luna sorrise:possibile che quei due non riuscissero a godersi la loro intimità senza un terzo incomodo di mezzo?

-Sei riuscita a smarcarti?-le domandò conoscendo già la risposta.

Ginny infatti scosse la testa.

-Non hanno voluto sentire ragioni!Ci mancava solo che mi portassero alla festa con tutta la tuta e le ciabatte di lana.

Alla fine ho dovuto cedere...Non augurerei un'esprienza simile neanche al mio peggior nemico!- aggiunse alla fine.

-Sempre attaccati come due polipi?-le domandò Luna sorridendo divertita.

-Non si sono staccati neanche per respirare!Lo credi possibile?-

Luna rise di fronte all'espressione scandalizzata dell'amica e si chiese se lei,una volta ritrovato il suo Harry,avrebbe avuto tanti scrupoli.

-Facciamo un patto:l'anno prossimo se siamo entrambe single,ce ne andiamo da qualche parte soltanto noi due.

Esperienze del genere sono sufficienti una volta sola-le propose guardandola in volto.

Ginny sorrise e annuì convinta.

-Ci sto!Non potevi farmi proposta migliore dopo la serata di ieri sera-

Avevano un'appuntamento per il prossimo Capodanno.

Ma chissà quante cose possono succedere in 12 mesi...

 

 

 

Tutta la famiglia Weasley si era data appuntamento alla Tana.

Erano tutti allegri,contenti della presenza dell'altro,anche Percy che sembrava sempre il piu' distaccato dei fratelli.

La stessa presenza dell'uomo era strana:in fondo aveva rinnegato la famiglia per tanto tempo, cos'era adesso quest'attacco d'amore filiale?

Luna si trovava a disagio in mezzo a quel mare di capelli rossi,forse perchè il suo pensiero era ancora affollato dalle immagini di quello che un'altra testa rossa era stata sul punto di farle.

Si era imposta di non pensare a George,ma non stava funzionando:essere nel posto dove lui aveva vissuto per tanti anni,dove era stato felice,quasi un'altra persona da quella che conosceva lei,le faceva uno strano effetto.

Era come aprire uno scrigno di cui non avevi mai saputo l'esistenza e scoprire una parte nascosta del tuo passato.

Aveva cercato di nascondersi in mezzo alla famiglia,di partecipare alle conversazioni fra il vecchio signor Weasley e Ron,ma era capitata in un noiosissimo discorso sul Ministero e sulla carica che entrambi avevano ricoperto.

-Luna!-

Si voltò in direzione della voce e vide Hermione e Ginny a pochi metri di distanza e si diresse velocemente verso di loro.

-Abbiamo pensato di salvarti,avevi l'aria un pò spaesata-le disse Hermione.

-Alle volte potete far paura messi tutti insieme...-ribattè Luna rivolta ad entrambi.

La mora rise leggermente,ma Ginny la guardò leggermente sorpresa.

-Non fraintendermi Gin,ma per me è un'esperienza completamente nuova...Io sono abituata al silenzio durante le feste:siamo soltanto io e mio padre e lui il piu' delle volte si addormenta dopo neanche mezz'ora-le fece notare.

Ginny si rilassò e annuì.

Si appartarono in giardino,e Luna ascoltò le due donne "litigare" sulla sera prima:Hermione era convinta che la cognata non si fosse lasciata prendere dallo spirito della festa e questo spiegava perchè non si fosse divertita come,al contrario,avevano fatto lei ed il marito.

-Hermione credi veramente quello che hai appena detto?-le domandò la rossa sorpresa da quel discorso.

-Io dico sempre quello che penso-ribattè l'altra.

Ora era decisamente annoiata.

Si chiese se sarebbe stata la stessa cosa se ci fosse stato anche George:avrebbe avuto qualcuno con cui ridere e lanciarsi frecciatine.

Non potè fare a meno di domandarsi dove fosse in questo momento;magari era in uno dei pub che frequentava di solito con i soliti ubriaconi e cercava di far passare la giornata.

Il pensiero di quello che era successo la sera prima lo aveva sfiorato?

Almeno solo per un'istante,di sfuggita...

Si era pentito di quello che le aveva detto?

-Carino quel ciondolo!-

Quell'esclamazione la fece ritornare al discorso fra le due donne.

Puntò gli occhi su Ginny e solo allora si accorse che per tutto il tempo in cui la sua mente aveva pensato a George,le dita della sua mano destra avevano fatto scorrere il ciondolo a forma di luna lungo la catenina d'argento.

-E' davvero bello-concordò Hermione.

-Non l'ho mai visto prima-disse Ginny alzando lo sguardo su Luna.

-E' un regalo di Natale-disse.

Hermione fece per farle una domanda,ma la rossa fu piu' veloce.

-Un regalo del tuo ammiratore misterioso?-le domandò curiosa.

Hermione guardò Ginny curiosa e sopresa,poi alzò lo sguardo su Luna e si meravigliò di trovarla leggermente rossa in volto per l'imbarazzo:da che la conosceva era la prima volta che la vedeva imbarazzata per qualcosa.

-Hai un'ammiratore segreto e non ci hai detto niente?-le chiese.

-Figurati che non so neanche il suo nome...-le disse Ginny per avvalorare le sue parole.

-Volete smetterla?E' soltanto un'amico-ribattè Luna cercando di ridimensionare la cosa.

-Ma se stamattina hai detto...-iniziò Ginny.

-Lo so cosa ho detto,ma non voglio ingigantire le cose.

E' solo il regalo di Natale di un'amico...Anche Ron mi ha fatto un regalo,non per questo vuol dire che è attratto da me-disse per convincere le due donne.

Ma Ron non ti ha baciato in quel modo,si rispose nella sua testa.

Le due donne sembrarono cedere davanti a quelle parole e fecero per cambiare argomento,o per approfondire lo stesso,ma furono interrotte da Ron che si affacciò sulla porta di casa per avvertirle che era ora di mettersi a tavola.

Salva in corner!

Passarono le due ore successive seduti a tavola,di fronte ad una marea di cibo che poteva sfamare un reggimento intero,ma che ai Weasley sembrava non bastare visto che la signora Weasley continuava a portare in tavola guantiere,vassoi e pirofile piene di cibo fumante.

-Tua madre ha intenzione di uccidermi-disse Luna sottovoce a Ginny,quando vide arrivare altre pirofile fumanti dalla cucina.

Ginny rise e scosse la testa.

-Una sola cucchiaiata di tutto:così non ti sentirai male e mia madre non si offenderà-le disse l'amica con tono cospiratorio.

Quando sembrò che il pranzo si avviasse al termine,Percy battè il cortello contro il vetro del suo bicchiere e chiese il silenzio:doveva fare un'annuncio.

Si alzò e guardando i suoi parenti,annunciò nel suo solito tono ampolloso che aveva conosciuto una donna che sembrava perfetta per lui e che aveva deciso di sposarla.

Ci fu un'istante di sbigottimento che seguì quella notizia:in fondo ci si aspetta di conoscere la ragazza prima di sapere delle nozze,ma Percy era sempre stato un tipo particolare.

Tutti si congratularono con lui e gli chiesero quando avrebbero conosciuto la ragazza e Luna approfittò di quell'occasione per dileguarsi.

Aveva bisogno di un pò d'aria fresca che l'aiutasse a digerire.

Stava piovendo,e grosse goccie di pioggia si abbattevano sul tetto e sul prato verde della Tana.

Luna si rifugiò sotto la tettoia del portico e dopo aver fatto un'incantesimo impermeabile,si sedette sul pavimento,iniziando poi ad ascoltare la pioggia,in silenzio.

Era una cosa che le era sempre piaciuta:le dava un senso di pace e di completezza con tutto quello che la circondava.

Restò a lungo a fissare la collina oltre la quale iniziava la sua proprietà,finchè improvvisamente sentì squillare il suo cellulare.

-Pronto?-domandò tornando a guardare la pioggia.

-Come è andato il pranzo con la mia famiglia?-le domandò una voce calma e profonda.

Luna sorrise:possibile che si sentisse sciogliere al solo sentire la sua voce?

-Non ho mai mangiato tanto...Sarò ingrassata di dieci chili-commentò scherzosamente.

-Allora dovrai spedirmi una tua foto perchè devi essere irriconoscibile-la prese in giro George.

Luna abbassò la testa e sorrise di nuovo.

-Dove sei adesso?-le domandò ancora lui.

-Sono seduta sotto il portico di casa tua a guardare la pioggia-gli disse.

-Starai morendo di freddo-

In effetti non aveva piu' sensibilità nelle dita delle mani,ma era proprio quello che le piaceva:sapere fino a dove poteva spingersi,fino a dove poteva resistere.

-Non me ne ero accorta-mentì.

Lo sentì sorridere attraverso il microfono.

-Bugiarda-le disse poi.

Possibile che la conoscesse già così bene?

-Ok,va bene,sto andando in ipotermia,ma mi piace il freddo,la pioggia,la nuvoletta di fumo che si forma ogni volta che parli...-gli disse rialzando la testa e fissando di nuovo le goccie grandi che cadevano di fronte a lei.

George rise di nuovo,ma non di lei:rise per quello che aveva detto,per il modo in cui l'aveva detto,con il suo tono leggermente infantile.

-Dove sei?-gli chiese.

Aveva bisogno di saperlo,anche se forse era solo una conferma ai suoi sospetti.

-In un posto che tu conosci abbastanza bene-le disse misterioso.

Luna aggrottò le sopracciglia a quelle parole.

-Dove sei?-ripetè alzandosi in piedi.

C'era qualcosa che non quadrava,lo sentiva.

-Spostati sulla destra e forse riesci anche a vedermi-le disse.

Luna fece come lui le aveva detto e uscì in giardino,sotto la pioggia,sentendo quasi subito le goccie fredde sui suoi capelli e le sue spalle.

Strinse gli occhi per vedere meglio,ma non scorse niente.

-Non riesco a vederti-gli disse.

-Sono proprio davanti a te...Oltre la collina-le rispose lui serio.

Oltre la collina:era a casa sua!

-Non muoverti da lì-gli disse.

-Non ne ho nessun'intenzione-rispose George prima di chiudere la comunicazione.

Luna mise il cellulare,ormai muto, in tasca e senza neanche pensare,si smaterializzò oltre la collina.

Avrebbe potuto farla a piedi,ma avrebbe impiegato troppo tempo percorrere la collina in salita e poi in discesa e lei non aveva tempo:lei voleva vedere George subito.

L'istante dopo era nella "Tenuta Lovegood" e aveva ripreso di nuovo a guardarsi intorno alla ricerca di George senza trovarlo da nessuna parte.

E se le avesse fatto uno scherzo?

Ma che motivo aveva di dirle una cosa del genere se non era veramente lì?

Da dove si trovava riusciva a scorgere la Tana e si disse che forse era da lì che lui l'aveva osservata mentre parlavano al telefono.

Si allontanò una ciocca di capelli bagnati dalla guancia destra e espirò forte facendo uscire una bianca nuvola di fumo.

-Ce ne hai messo di tempo per arrivare-

La voce era arrivata al suo orecchio come trasportata dal vento e quando si voltò Luna pensò di non trovare nessuno al suo fianco.

Ma lui era lui.

Era bagnato fradicio:doveva aver cercato di dare un'ordine ai capelli zuppi che ora erano sparati in tutte le direzioni,i vestiti cominciavano a d appicarglisi addosso ed il viso rosso per il freddo.

Eppure lei non aveva desiderato niente come desiderava George in quel momento.

Senza neanche una parola gli andò incontro e gli si gettò fra le braccia,subito accolta dai suoi avambracci muscolosi che si strinsero attorno alla sua vita sottile.

Posò le labbra su quelle di George e le trovò fredde come dovevano essere le sue e lo baciò.

Lo baciò dimentica di tutte le paure e i dubbi che l'avevano fermata la sera prima,che le avevano impedito di concederglisi completamente.

Adesso sapeva a cosa andava incontro e non vedeva l'ora che accadesse.

Sapeva fin dove poteva spingersi...

Gli allacciò le braccia al collo e lo strinse a sè,mentre le sue labbra lo tentavano e lo stuzzicavano per convincerlo a darle di piu',a far durare quel bacio il piu' possibile.

Senza staccarsi dalle sue labbra,George si mosse verso l'albero piu' vicino portandola con sè e una volta lì le fece posare la schiena contro la corteccia umida di pioggia,inzuppandole all'istante il retro del vestito.

-Le tue labbra sanno di pioggia...-le disse quando si staccarono.

Luna sorrise e affondò le dita fra i suoi capelli,intrecciandoli e scompigliandoli ancora di piu'.

La pioggia continuava a cadere su di loro,in grosse goccie fredde,ma entrambi sembravano incuranti del mondo esterno.

George nascose le labbra nell'incavo fra il collo e la spalla mordendo e succhiando tutta la pelle che riusciva a raggiungere,lasciando che una mano iniziasse a vagare per il suo corpo:le accarezzò una gamba,la coscia salendo poi lungo il fianco,alzando con quel gesto il vestito e trattenendolo per qualche istante fra le dita prima di farlo ricadere lungo la gamba scoperta di Luna,il ventre fino al seno,dove accarezzò la curva,resa piu' esposta dai vestiti incollati addosso dalla pioggia,prima di posarvi la mano aperta strappando un gemito compiaciuto a Luna.

Rialzò la testa dal suo collo e incontrò gli occhi argentei della Luna:aveva mai visto occhi così prima d'ora?

-Se vuoi fermarmi fallo ora...-le disse con voce roca.

Luna sorrise e,inconsciamente,si leccò il labbrò inferiore,trovandovi ancora un pò del suo sapore.

-Fai l'amore con me-gli disse.

Le stesse parole che le aveva detto lui la sera prima...

Eppure ora sembravano avere un significato completamente diverso.

George sorrise e le posò un bacio veloce sulle labbra,trasformato subito in uno piu' intenso e passionale.

La prese fra le braccia e senza dire nulla,si smaterializzarono.

 

 

Salve a tutti!!!

Molti di voi avranno iniziato questo capitolo sperando di vedere la prima volta fra George e Luna,e confesso che anche io l'avevo pensato così,poi xò mi sono accorta che c'erano troppe questioni in sospeso,tr cose nn dette ke potevano rovinare qlla ke è  un'esperienza importante.

Così gli ho concesso un capitolo di transizione per capire veramente loro stessi,x dividere il sesso dai sentimenti e renderli veramente pronti.

Spero di nn avere tr nemici in giro x qst decisione.

Ringrazio tt coloro che recensiranno e leggeranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.

Ringrazio inoltre coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e l'hanno trovato bello cmq nonostante la mia premessa iniziale!

E ora i ringraziamenti:Ninny(Grazie x i complimenti!),Germana(Sono sempre felice quando riesco a far cambiare idea su una coppia, specialmente qsta ke è totalmente una mia creatura!),Gabryweasley(Ora anke il minimo dubbio è svanito,in fondo hanno diritto anke loro ad un pò di felicità prima dell'ennesima tempesta),Maryrobin(Grazie x i complimenti!),Lilla4eve(Nn è fra i migliori riusciti ql chap,nn riesco neanche a rileggerlo,figurati!Spero di farmi perdonare cn qst ed il prox...Non sono così sadica!),Beky(C'era anche una versione + casta dello scorso chap,ma poi mi sn accorta che ci stavano girando intorno da troppo tempo,era finito il tempo dei baci casti),Potterfanlalla17(Tranquilla,nessun problema!Se prima c'era qualche dubbio,adesso siamo sicuri di qll ke li attende nel prox capitolo),Waka-laka-lilli(Il contenuto del bigliettino verrà svelato...ma solo + avanti,fa parte di un momento importante della loro relazione;xò qualche anticipazione si può avere in "Io e te...per sempre?"fra qualche capitolo),Francy(Grazie x i complimenti!),Mora878(Grazie x i complimenti!),Lyoko(Grazie x la botta di autostima!Si Xeno tornerà e posso dirti fin da ora ke nn saranno capitoli molto divertenti...),Fanny91(Grazie x i complimenti!),Vinny(No problema!George...un principe azzurro cn tanti lati oscuri),Beba7(Mai perdere la speranza!).

Bene,x il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox chap...

"Again"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Again ***


Again

 

Non credeva che tanto caos potesse coesistere in una casa così piccola.

Subito dopo essersi smaterializzati a casa di George,Luna si staccò dal suo abbraccio e si guardò intorno:era incredibile che l'appartamento riuscisse ancora a restare in piedi sotto le "cure" di George.

Il divano era letteralmente sommerso dai vestiti,sia sporchi che puliti,anche il lavello della cucina traboccava di stoviglie e aveva il sospetto che se avesse aperto il frigo lo avrebbe trovato desolatamente vuoto.

-Sembra che sia passato un tornado-gli disse leggermente divertita.

-Le pulizie domestiche non sono mai state il mio forte...-commentò lui.

Anche se Luna gli aveva voltato le spalle per guardarsi intorno,le mani dell'uomo erano ancora sui suoi fianchi,come a ricordarle la sua presenza.

Luna voltò la testa di lato per incontrare il suo sguardo e sorrise.

-Hai mai pensato ad un'incantesimo "Gratta e Netta"? E' miracoloso per le faccende domestiche- lo prese in giro.

George sorrise e accentuò la presa sui suoi fianchi.

-Non credevo fossi venuta qui per parlare di detersivi e saponi...-

Avvicinò il viso al suo collo e posò le labbra contro la nuca,sui capelli bagnati di pioggia che cadevano sciolti sulle spalle.

Luna chiuse gli occhi e inclinò la testa in avanti a quel piccolo tocco,invogliandolo a continuare.

Le mani di George si mossero,stringendo Luna in un abbraccio e spingendola contro il corpo dell'uomo.

Sapevano quello che li aveva spinti in quell'appartamento,ma non avevano la minima idea di cosa sarebbe successo.

Le loro mani si intrecciarono sul ventre di Luna e lei poggiò la testa contro la spalla destra di George.

Sentì le labbra dell'uomo tornare a posarsi sul collo,prima di iniziare una lenta risalita lungo la mascella,la guancia destra e l'angolo destro della bocca.

Sarebbe bastato un movimento della donna per far incontrare le loro labbra,ma Luna decise di rimandare ancora un pò quel momento.

Se era rimasto contrariato da quel gesto,non lo diede a vedere,ma sciolse una delle mani e,mentre le sue mani continuavano a posare piccoli baci sul collo e le guance,la mano scese verso il basso,accarezzando il ventre e oltrepassando l'ombelico.

Continuando a poggiare la testa alla sua spalla,Luna si morse il labbro inferiore sentendo la mano di George scendere lungo una gamba e sfiorarle l'orlo del vestito prima di infilarcisi sotto.

Il tocco delle sue dita le provocava ogni volta un brivido lungo la schiena che la portava ad affondare i denti piu' a fondo nel labbro.

Alzò una mano e la guidò verso i capelli di George,affondando le dita in quel mare rosso, sentendo fra le dita la sensazione di bagnato dovuto alla pioggia che la fece sorridere.

Brividi.

Pelle d'oca.

La stava sfiorando con la punta delle dita e entrambi stavano reagendo in modo inaspettato: sentiva chiaramente l'erezione di George tendersi contro le sue natiche.

Leggera,accennata,come se volesse far notare la sua presenza.

Le sue dita continuavano a muoversi sotto il vestito,sfiorandole la gamba la coscia e fermandosi pericolosamente vicina alla sua intimità.

Quello era piu' di quanto lei poteva sopportare.

Di scatto si impadronì delle sue labbra,affondando la lingua nella bocca di George e trovando subito la risposta dell'uomo.

Un gemito di gola scappò ad entrambi,mentre George la premeva contro il suo corpo per sentirla piu' vicina nonostante la strana posizione.

Continuarono a baciarsi finchè non rimasero senza fiato e una volta che le loro bocche furono libere,George sciolse anche il loro abbraccio.

Luna lo guardò qualche istante senza capire,ancora annebbiata dal bacio di poco prima e sentì le sue mani afferrare la lampo sul retro del vestito.

Alzò i capelli per evitare che si impigliassero con la lampo e lo lasciò fare,gli occhi chiusi,come se quella non fosse altro che una delle tante attenzioni che lui le aveva tributato finora.

Mano mano che la lampo scendeva,le labbra di George si posavano sulla pelle lattea della schiena,rendendola bollente ad ogni tocco;lo sentì mettersi in ginocchio per seguire la caduta del vestito,fino al fondoschiena,dove lasciò andare la stoffa che le cadde ai piedi con un rumore attuttito.

Le mani di George erano tornate a posarsi di nuovo sui suoi fianchi,quasi avesse paura di vederla sparire da un momento all'altro.

Ma niente e nessuno l'avrebbero portata via da lì.

Lo sentì alzarsi di nuovo in piedi e,ancora una volta,la sua erezione sfiorò le sue natiche provocandole un singhiozzo.

-Vieni con me-le disse.

Fece per girarsi,ma George glielo impedì.

-No-

Luna corrugò le sopracciglie,sorpresa.

-Lascia fare a me-le disse.

La portò nella sua stanza,di fronte allo specchio a figura intera e la tirò di nuovo a sè,una mano di nuovo attorno alla vita,facendole poggiare la schiena contro il suo torace e l'altra,forse lungo il fianco.

Questa posizione di minoranza iniziava a darle fastidio:possibile che non potesse sapere che cosa stava per succedere?

Poi lo seppe.

La mano libera era tornata ad accarezzarle la coscia,avvicinandosi sempre di piu' alla sua intimità,proprio dove si era fermato prima.

Luna si ritrovò a degluitire,in attesa:era completamente in suo potere.

Un'altra carezza lo portò piu' vicino al bordo dei suoi slip porpora,sfiorandone il pizzo, provocandole quei brividi che aveva imparato a conoscere e ad aspettare.

Ancora un'altra carezza,ma questa volta non si fermò:questa volta sfiorò il suo centro,coperto dal tessuto.

-Non sai quante volte ho sognato di farlo...-le disse sfiorando ancora la sua intimità.

Luna non riusciva a staccare lo sguardo dallo specchio,dove un'uomo incredibilmente sexy e deciso le stava facendo provare delle sensazioni che credeva sopite.

Un piccolo gemito uscì dalla sua gola e lo vide sorridere soddisfatto.

-Mi sono immaginato il tuo viso,il tuo corpo contro il mio...

Come avresti reagito quando avrei fatto questo-le disse quasi sussurrando nel suo orecchio.

E contemporaneamente,infilò la mano nel suo slip,bloccandole il respiro a metà.

Quell'uomo voleva vederla morta!

Le dita di George s'insinuarono nei suoi slip,sfiorando i suoi riccioli,sempre piu' in basso,alla ricerca della sua "porta segreta".

Sotto le sue carezze,Luna inarcò la schiena sentendo premere ancora di piu' l'erezione di George contro il sedere e abbandonò la testa contro la sua spalla destra,gli occhi chiusi ed una mano persa in quel mare di capelli rossi.

Vedendola così abbandonata,George continuò la sua invasione sfiorando i riccioli bagnati con i polpastrelli e facendola gemere ogni volta che le sue dita sfioravano il suo centro.

Il braccio che fino a quel momento era stato attorno alla sua vita sciolse il suo abbraccio,accarezzando il fianco sinistro nudo con la punta delle dita fino alla curva del seno a cui dedicò poche attenzioni prima di scivolare sulla schiena.

Era giusto dargli tanto potere su di lei?

La stava portando al limite del piacere soltanto con le sue dita esperte e lei sembrava ben disposta a lasciarglielo fare.

Poi sentì qualcosa dietro la schiena che la costrinse ad aprire gli occhi.

Li fissò nello specchio davanti a sè e vide le spalline del suo reggiseno scendere lentamente lungo le braccia,scoprendo sempre di piu' i seni.

Non si era neanche accorta che George l'aveva sganciato.

Incontrò lo sguardo dell'uomo nello specchio e vi lesse uno sguardo strano,che non vedeva da tanto tempo:uno sguardo affamato.

Il reggiseno cadde a terra sopra il vestito e prima che lui glielo impedisse un'altra volta,Luna si voltò e si trovò faccia a faccia con George.

Gli sorrise e allacciò le braccia attorno alla sua vita.

-Non ti sembra che ora sia il mio turno?-gli domandò guardandolo negli occhi.

Ancora un sorriso malandrino.

Lo vide avvicinare la bocca al suo orecchio mentre una mano grande e forte si posava sulla sua schiena a poca distanza dai suoi slip,l'unico indumento che ancora indossava.

-Cosa vorresti fare?-le chiese in un tono carico di sottintesi.

Luna sorrise.

-Prima di tutto vedere un pò di pelle...-

E nello stesso istante le sue mani si fermavano agli angoli del maglione e lo tiravano verso l'alto per sfilarlo.

George seguì il movimento e una volta tolto,anche il maglione andò a perdersi sul pavimento della stanza.

-E adesso?-le chiese lui curioso.

Questa volta fu Luna a sorridere maliziosa,poi allacciò le braccia al collo dell'uomo mettendosi sulle punte e premendo il seno contro il suo torace ancora coperto dalla camicia.

Nonostante quell'inconveniente sfregò il seno contro il tessuto certa di riuscire lo stesso ad ottenere una reazione,poi sfiorò con la punta della lingua il labbro inferiore di George.

Lo sguardo di George era fisso sulle sue labbra,attento a non perdersi nessun movimento e quando lei provò ad avvicinare di nuovo la lingua al labbro,lui la precedette facendo scontrare le loro lingue,impegnando entrambi in un bacio appassionato e frenetico.

Luna tirò George contro di sè,ricambiando il suo bacio con tutta la passione di cui era capace e gemette quando sentì la mano di George accarezzare una natica e poi la coscia.

La sua durezza le premeva contro il ventre,chiedendo di essere liberata,di essere ascoltata e lei decise di ascoltare quella preghiera.

Continuando a baciarlo,fece scendere una mano lungo le sue spalle,la schiena grande e muscolosa,fino al fianco,dove scivolò davanti fino alla cintura e ai bottoni.

Sfiorò con le dita leggere l'erezione prigioniera e sentì George gemere contro la sua bocca,prima che il suo bacio diventasse ancora piu' intenso,piu' famelico.

Non riusciva ad arrivare alla cintura nè tanto meno al bottone dei pantaloni con una mano sola, e se avesse allontanato anche l'altra mano dal collo di George avrebbe perso l'equilibrio,quindi l'unica cosa che poteva fare era far scendere la cerniera lampo.

Un'altro gemito di gola giunse alle sue orecchie quando iniziò a far scendere la lampo,lentamente,quasi fosse un viaggio interminabile e lei si divertisse a torturarlo.

Quando finalmente arrivò alla fine,il tessuto dei pantaloni tornò a distendersi e Luna fece per infilare una mano nella breccia appena aperta,quando George si staccò dalle sue labbra.

Le allontanò la mano dai pantaloni e la fissò con sguardo eccitato.

-Basta giocare...-le disse.

Prima che lei potesse anche solo pensare a qualcosa da ribattere,George la spinse contro lo specchio e le posò le mani ai lati degli slip.

-Mi stai dando parecchio filo da torcere...-le disse affondando lo sguardo nei suoi occhi.

Luna sorrise e si leccò di nuovo il labbro inferiore.

-E non hai ancora visto niente-

Le labbra di George furono di nuovo sulle sue,prepotenti,desiderose di provare quanto piu' piacere possibile,riprendendo a stuzzicare con i denti e la bocca quella di Luna.

Aveva bisogno di sentirlo,voleva averlo vicino,sentire il suo corpo virile sul suo;voleva sentire i suoi muscoli tendersi contro di lei,non le bastava quella distanza ravvicinata.

Posò entrambe le mani sui fianchi larghi di George e l'attirò verso di sè,facendo scontrare ancora i loro bacini.

Dal piacevole languore che invase il suo centro,Luna capì che non avrebbero resistito ancora a lungo.

Continuò a baciarlo,iniziando a sbottonare la camicia di George,ma dopo aver slacciato il terzo bottone,una mano dell'uomo si posò sul suo seno destro,coprendolo completamente e stringendo il capezzolo fra l'indice ed il pollice.

Sotto quelle carezze,Luna si staccò dalle sue labbra e si ritrovò ad aggrapparsi alle sua schiena conficcandogli le unghie nella carne,gemendo di piacere.

Continuando ad accarezzarla,George l'aveva spinta di nuovo contro il suo corpo,facendo sfiorare i loro bacini,poi abbassò la testa e prese a baciare la pelle candida del collo,della gola e del petto,prima di arrivare al solco fra i seni dove iniziò a mordere leccare e baciare la pelle delicata sostituendo le dita con le labbra prendendo in bocca un capezzolo turgido.

I gemiti sempre piu' forti di Luna erano ormai l'unico suono che si sentiva nella stanza silenziosa e George continuò a lungo con quella piacevole tortura prima di allontanarsi e guardarla negli occhi.

Con lo sguardo leggermente annebbiato,Luna vide un fuoco sprigionarsi dai suoi occhi e si trovò a domandarsi cos'altro doveva aspettarsi da quel fantastico adone.

-Non posso aspettare ancora...Dimmi che posso averti...-le disse con voce roca.

Luna sorrise e si morse il labbro superiore,e quasi avesse azionato un comando nascosto,George fu di nuovo su di lei,coprendole le labbra con le sue,sfiorandole con la lingua e bloccandole le mani contro il vetro dello specchio.

Allora anche lei aveva qualche potere su di lui...

Riuscì a liberare una mano e tornò ad abbassarlo sulla sua cerniera,riuscendo a liberare il bottone con qualche difficoltà e fece per passare anche alla cintura,quando sentì i suoi slip che scendevano lungo i fianchi e le gambe,lasciandola completamente nuda.

Si staccò dalle labbra di George e lo guardò,leggermente imbarazzata:aveva sempre paura quando un'uomo la vedeva nuda per la prima volta.

-Non credevo potessi essere ancora piu' bella...-le disse con lo stesso tono basso di voce.

Luna sorrise e finì di slacciare la cintura dei pantaloni.

Si mise sulle punte e strofinò la guancia contro quella di George,scoprendola liscia neanche fosse stata appena rasata.

L'ennesimo sfioramento dei loro bacini fece capire a entrambi che non potevano resistere oltre.

-Ti voglio...-gli disse in un sussurro all'orecchio destro.

Con le braccia ancora attorno al collo di George,si sentì afferrare per le natiche e sollevare verso l'alto,contro il suo corpo.

Restò ferma certa che lui l'avrebbe guidata verso il letto,ma dovette ricredersi quando sentì di nuovo il freddo contatto con il vetro dello specchio contro la sua schiena nuda.

Guardò George,incerta,ma quella titubanza sparì quando incontrò il suo sguardo: era sicuro.

Per la prima volta da quando lo conosceva sembrava essere tornato il ragazzo che conosceva ai tempi di Hogwarts,quello che il tempo e le brutte esperienze non avevano ancora inasprito.

Niente di male le sarebbe accaduto finchè fosse rimasta fra le sue braccia.

-Sei sicuro che non cadremo a terra tutti e due?-gli domandò,decisa a prenderlo in giro anche in un momento così importante.

Lo vide sorridere divertito,mentre i suoi avambracci tesi si flettevano contro il suo corpo per essere certo di avere una presa solida.

-So quello che faccio...Fidati-

Fece per ribattere,convinta che quel leggero battibecco aumentasse il piacere di quel momento,ma George le fece morire le parole in gola,facendo uscire al loro posto una serie di gemiti strozzati.

Non sapeva nè come nè quando,ma aveva liberato la sua prepotente erezione dagli ingombranti boxer e dai pantaloni e aveva sfiorato la sua entrata bagnata con la punta del pene.

Allacciò entrambe le gambe attorno ai fianchi dell'uomo e strinse ancora di piu' le braccia attorno al suo collo,anche se ora la possibilità di cadere per terra la spaventava molto meno: ora il suo cervello era completamente ottenebrato da quello che sarebbe successo di lì a poco.

Ancora una volta sentì quel tocco leggero e torturante fra i loro sessi che la portò a piegare la testa all'indietro,facendo appicciare i capelli bagnati alla superficie dello specchio.

Le labbra di George si posarono su un seno,baciando e leccando quanta piu' pelle riuscivano a trovare.

Un terzo sfioramento portò Luna sulla soglia delle urla:aveva intenzione di torturarla ancora a lungo?

Come se avesse letto i suoi pensieri,George decise che non ne poteva piu' ed entrò in lei,facendola scivolare pesantemente sul suo membro eretto.

Era possibile per due corpi capirsi alla perfezione?

Non appena lo sentì dentro di sè,Luna chiuse gli occhi,provando una sensazione di strana familiarità e di calore che le invase il basso ventre,che la portò a gemere forte.

Sicura che George l'avrebbe sorretta,allontanò un braccio dal suo collo e con la mano afferrò lo specchio dietro di sè per cercare di sollevarsi.

Lui aveva capito le sue intenzioni e l'assecondò in tutti i movimenti,venendole incontro con il bacino e penetrandola ancora piu' in profondità quando Luna ricadde con forza contro il suo corpo.

Ogni spinta la portava a scontrarsi con violenza contro lo specchio,ma non sentiva dolore:ogni piu' piccola cellula del suo corpo era tesa per raggiungere quel piacere che la stava facendo gemere così sfacciatamente insieme a lui.

Una parte ancora razionale del suo cervello le diceva che era sbagliato,che non era giusto,normale fare sesso sfrenato con il fratello della sua migliore amica,ma era una parte talmente piccola ed irrisoria che non riusciva neanche a essere presa in considerazione.

Cercò le labbra di George e lo baciò appassionatamente,quasi senza fiato,mordendogli il labbro inferiore,mentre con un'altra spinta lui la portava sempre piu' vicina all'orgasmo.

Lo sentì gemere mentre nascondeva il viso nella sua spalla e se lo strinse ancora di piu' a sè, mordendogli il lobo dell'orecchio.

Tornò a sollevarsi e a calare con forza su George e le loro urla si unirono nella stanza silenziosa.

Poi tutto accadde velocemente:un languore umido si propagò dal suo centro per tutto il corpo, facendole stringere fra le dita la camicia di George e urlare,sperando che durasse per sempre; George,la guancia contro la sua,smise di respirare e si irrigidì per qualche istante per poi lanciare a sua volta un urlo di piacere e si svuotò in lei.

Per qualche istante restarono in silenzio,cercando di recuperare il fiato.

Una mano della donna accarezzava pigramente i capelli rossi di George,le cui punte ora erano leggermente bagnate per il sudore,visto lo sforzo fatto.

George alzò lo sguardo su Luna e sorrise quando lei gli rivolse un pigro sorriso soddisfatto,con un piccolo movimento della testa,avvicinò le labbra alle sue e la baciò con la stessa pigrizia.

Quando si staccarono,Luna si sentì allontanare dallo specchio e vide che George si stava avvicinando al letto,sempre con lei in braccio;l'istante dopo era fra le lenzuola stropicciate.

Si impose di non pensare a chi aveva già dormito fra quelle lenzuola e guardò George sdraiarsi accanto a lei.

Per un'estraneo sarebbe stato strano entrare e trovarli sdraiati in quel letto:lei era completamente nuda,non aveva neanche piu' il fermaglio che aveva messo fra i capelli quella mattina,perso chissà dove.

George,al contrario,era ancora completamente vestito,con ancora le scarpe ai piedi.

Bisognava rimediare!

Senza dire niente,si rizzò a sedere e andò ai piedi del letto,dando la schiena all'uomo e prendendo fra le mani il suo piede destro.

-Posso chiederti che stai facendo?-le domandò George divertito.

-Non è giusto che tu sia vestito e io sia completamente nuda-gli spiegò dandogli le spalle e sciogliendo il nodo della scarpa.

Lo sentì sorridere e un sorriso nacque anche sulle sue labbra.

-Io non ci trovo niente di male...-le disse.

Luna voltò la testa di lato e vide che sul volto di George c'era un sorriso divertito e beffardo.

-Molto divertente,davvero!-gli disse sarcastica.

Tornò a voltarsi e gli tolse la scarpa,per poi passare all'altra.

Quando ebbe finito con entrambe,si voltò di nuovo e si mise in ginocchio,incurante di essere nuda di fronte a lui.

-E adesso?-le domandò George,curioso e divertito allo stesso tempo.

Un lampo di malizia passò negli occhi dell'uomo contagiandola.

Aveva voglia di giocare?Allora l'avrebbe accontentato.

Con una mossa felina,aveva gattonato piu' vicino a lui,fermandosi all'altezza dei suoi pantaloni dove aveva afferrato la cintura e aveva inziato a sfilarla dai passanti dei pantaloni.

Una volta tolta,l'aveva buttata a terra senza neanche preoccuparsi dove sarebbe finita,lo sguardo fisso in quello di George che sembrava non perdersi una sua mossa.

In quel momento un dubbio l'aveva colta:era meglio togliere prima la camicia o prima i pantaloni?

Forse era meglio fare la cosa piu' inaspettata,decise.

Così aveva avvicinato le mani ai bottoni ancora chiusi della camicia e li aveva aperti,impiegando un'infinità con ogniuno.

-Mica male...-aveva commentato compiaciuta.

-Merito delle partite di Quidditch-ribattè lui cercando di attirarla a sè.

Luna sfuggì al suo abbraccio e facendolo sedere al centro del letto gli aveva sfilato la camicia, mostrando i pettorali ben scolpiti e il torace tonico e asciutto.

-Peccato...-commentò Luna.

George aggrottò le sopracciglia.

-Peccato cosa?-le chiese senza capire.

Luna incontrò i suoi occhi e sorrise divertita per l'equivoco.

-Peccato che non abbia potuto vedere tutta questa roba prima...-

George rise divertito e scosse la testa.

-E adesso i pantaloni!-aveva detto.

George aveva sospirato,neanche fosse un peso,ed era tornato a sdraiarsi sul letto,lasciando che lei glieli sfilasse e li gettasse a terra insieme al resto dei vestiti,dopodichè tornò a sedersi e senza tanti complimenti la fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe,a poca distanza dal suo bacino.

-Adesso va meglio?-le domandò guardandola negli occhi.

C'era qualcosa in quegli occhi che lo eccitava piu' del corpo nudo seduto sulle sue ginocchia.

Perchè quel mare d'argento lo stava attirando in quel modo?

Luna sorrise e lui si sentì catapultare di nuovo nella situazione,lontano dalle sue farneticazioni.

-Molto meglio...Non sapevo nascondessi tanta mercanzia sotto i vestiti-lo prese in giro.

George sorrise e le accarezzò la schiena nuda con la punta della dita di una mano.

-Ora che hai avuto la tua rivincita posso...-cominciò.

-Chi ti ha detto che ho avuto la mia rivincita?-gli domandò.

Le rivolse uno sguardo curioso:che altro aveva in mente quella piccola strega licenziosa?

Lo capì non appena sentì una piccola mano accarezzargli gli addominali e scendere con delicatezza verso l'elastico dei boxer.

Subito sentì una reazione a quel semplice gesto e completamente spiazzato,deglutì visibilmente.

La mano di Luna si stava infilando nei boxer e l'istante dopo aveva iniziato ad accarezzare il suo membro.

Si morse il labbro inferiore e incontrando lo sguardo di Luna lo vide brillante di soddisfazione.

-Piccola strega tentatrice...-le disse mentre sentiva la mano della donna accarezzare la punta del suo pene e stuzzicarlo con l'unghia.

-Io?Non sto facendo niente di male...-si schernì lei.

Continuando ad accarezzarlo in quel modo così intimo,si avvicinò alle sue labbra e le sfiorò entrambe con la lingua,prima il labbro inferiore,poi quello inferiore per poi sostituirla con i denti.

Stanco di quella lenta tortura,George si impadronì delle sue labbra e affondò la lingua nella bocca di lei,baciandola con passione,con desiderio.

Era possibile che la desiderasse ancora dopo neanche mezz'ora averla posseduta?

Sembrava assurdo ma era quello che stava succedendo!

Quella piccola strega lo stava portando sull'orlo del baratro per la seconda volta nel giro di un'ora...

Era la prima volta nella sua vita.

Se la strinse contro,sentendo per la prima volta la piacevole frizione dei suoi capezzoli contro il suo petto,continuando ad avvertire ancora la sua mano stretta attorno al suo membro eretto.

E in quel momento un pensiero gli attraversò la mente e decise di verificare.

Fece scendere la mano che ancora si trovava sulla sua schiena sul sedere nudo di Luna e le accarezzò una natica,prima di scivolare avanti,fra la leggera peluria scura e insinuandosi nella sua entrata.

Luna aprì gli occhi e li fissò nei suoi,sorpresa che avesse deciso di ribaltare le regole.

-Questo non è leale...-gli disse in un sussurro.

George sorrise divertito.

-Io non lo sono mai stato-le fece in risposta.

Dopodichè affondò un lugo dito affusolato nella sua entrata,lo sguardo fisso sul suo volto per non perdersi neanche la minima espressione della donna.

Non appena sentì le dita di George farsi spazio dentro di lei,Luna sollevò il bacino per permettergli maggior accesso e movimento,mentre dalle sue labbra semidischiuse usciva un leggero sussurro di piacere.

Agevolato dal movimento di Luna,George insinuò un'altro dito che prese a stuzzicare la carne morbida e il clitoride della donna.

La posizione in cui si trovavano era scomoda,lasciava poche possibilità di manovra,quindi George decise che era ora di ribaltare la situazione;cingendole la vita con il braccio libero,diede un colpo di reni e la portò spalle al materasso,coprendola poi con il suo corpo.

Sorpresa da quel movimento,Luna si lasciò scappare un piccolo grido,ma quando vide il sorriso divertito sullo sguardo George,gli diede un leggero buffetto sulla spalla destra.

-Davvero spiritoso!-

-Avanti lo sai anche tu che avevamo poca mobilità in quella posizione...Così invece è tutta un'altra storia-le disse.

-Dì piuttosto che non ti piace essere comandato da una donna-lo punzecchiò Luna.

-Finora non ho mai trovato donne capaci di reggere il mio ritmo in quella posizione...-continuò George.

Lei sbuffò divertita e in risposta ebbe un piccolo buffetto sulla natica nuda.

-Che ci trovi di tanto buffo?-le domandò lui.

-Niente...Sto solo pensando che forse non hai mai cercato nei posti giusti-lo stuzzicò ancora Luna.

Era possibile eccitare qualcuno soltanto parlando,per giunta prendendosi in giro?

Finora non gli era mai successo prima d'ora e George si domandò se quello che Luna aveva appena detto non fosse la verità:forse non aveva mai cercato bene intorno a sè.

Le diede un bacio dolce,a fior di labbra,come se potesse accontentarsi di quello e ignorare il corpo nudo e perfetto premuto contro il suo.

-Allora dove eravamo rimasti?...Ah,ora mi ricordo-aggiunse subito dopo fissando gli occhi argentei della donna.

L'istante dopo un dito tornò a sfiorare la sua intimità sempre piu' voglioso,esigente.

-Credi veramente che ti lasci avere tutto questo potere su di me...-gli domandò lei fra un gemito e l'altro.

George sorrise,affondando sempre piu' dentro di lei e strappandole altri gemiti sempre piu' forti.

-Perchè fingere che non sia quello che vuoi?-le chiese avvicinando di nuovo le labbra a quelle di Luna e dandole poi un altro bacio che divenne subito piu' intenso.

Le labbra si dischiusero e le loro lingue si scontrarono,iniziando una lotta che avevano imparato quasi all'istante,in brevissimo tempo e che sembravano pronti a combattere da tutta la vita.

Avevano vissuto tutta la vita aspettandosi,cercando l'altro e quando finalmente si erano trovati l'incendio era divampato,alto,impossibile da domare.

-Ti prego...-mormorò Luna quando le dita dell'uomo sfiorarono per l'ennesima volta il suo centro strappandole un'altro gemito.

George alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi muto,lasciando parlare i loro occhi.

Sentì le gambe di Luna allacciarsi attorno ai suoi fianchi,intrappolandolo fra le sue gambe,le dita ancora nella sua intimità,mentre l'erezione ancora chiusa nei boxer si avvicinava alla meta e chiedeva attenzione.

Quel solo gesto gli aveva fatto scendere una ridda di brividi lungo la schiena:anche lui non avrebbe resistito a lungo.

Aveva allontanato le dita da Luna,sorridendo quando gli era giunto alle orecchie il suo disappunto per la perdita di quell'attenzione e con una mano si era calato i boxer,finendo per attorcigliarli attorno alle gambe di Luna e alle sue ginocchia.

Fra le risate erano riusciti a farli scivolare oltre le caviglie e farli cadere direttamente a terra,prima che George tornasse a sistemarsi sopra di lei,il suo membro eretto a sfiorare il ventre piatto della donna.

La vide sorridere e la fissò.

-Cosa hai da ridere...Un'uomo può rimanere tramuatizzato da una risata in un momento del genere!-ribattè cercando di buttarla,come al solito,sullo scherzo.

Lei sorrise dolcemente e gli accarezzò la spalla destra,come per scusarsi,poi alzò leggermente la schiena e gli posò un bacio dolce sulle labbra prima di parlare.

-Stavo pensando a quanto sarebbe imbarazzante se adesso qualcuno della tua famiglia preoccupato per te venisse a cercarti...-gli rivelò.

George a quelle parole sorrise.

-Credevo di bastarti...Hai bisogno di tutta la famiglia Weasley al completo?-scherzò fissando i suoi occhi.

Un lampo di sfida era passato nello sguardo della donna.

-E chi ha detto che tu mi basti?-lo provocò.

George l'aveva guardata qualche istante in silenzio,poi senza preavviso,senza neanche una parola,l'aveva penetrata con forza,quasi fosse una punizione per quella piccola battuta.

A quella mossa inaspettata,Luna aveva spalancato la bocca in cerca d'ossigeno e si era aggrappata alle sue spalle lasciandosi scappare un piccolo grido compiaciuto.

-Lo sapevo...-disse lui lo sguardo fisso sul suo volto.

Iniziò a muovere il bacino,lentamente,cercando di farla adattare al suo ritmo e sistemando meglio le sue gambe attorno al bacino.

-Non vale!-ribattè Luna,mordendosi però il labbro inferiore sotto le sue spinte.

Dove aveva imparato a fare l'amore così?

No,non voleva saperlo davvero!

-Oh sì...che vale-disse George gemendo per una spinta piu' profonda.

Le braccia di Luna si allacciarono attorno al collo di George,affondando nei suoi capelli scompigliati e sconvolti,nascondendo il viso nell'incavo fra la spalla e il collo.

Spinte sempre piu' profonde colpivano il suo centro facendola gemere,aggrappandosi alle sue spalle,come per essere certa che lui non scappasse via nel momento sbagliato.

Tornò a fissare lo sguardo sul viso di George e lo vide teso,concentrato,gli occhi sulle sue labbra gonfie e rosse.

-Di piu'...-gli chiese con voce strozzata.

Il viso di George si atteggiò ad una smorfia simile ad un sorriso ed aumentò la velocità delle spinte,colpendo con sempre piu' forza e velocità il suo clitoride.

Cercò le sue labbra,come se da queste dipendesse la sua vita e le impegnò in un bacio appassionato,mentre una mano saliva verso un seno pieno ed iniziava ad accarezzarlo e a stuzzicarlo.

-Guardami...-le disse staccando le labbra dalle sue,con voce roca e quasi impercettibile.

Luna aprì gli occhi e li fissò in quelli di George,due pozze di cielo che sembravano essersi liquefatte per la troppa passione e sotto quello sguardo,il suo corpo si abbandonò al piacere: ancora una volta sentì quella amato dolore che la faceva urlare e che la fece aggrappare alle spalle di George per far durare il piu' a lungo possibile quel momento,sentendolo gemere sempre piu' forte sopra di lei,prima che anche lui si immobilizzasse e si lasciasse andare ad un grido di piacere mentre lo sentiva svuotarsi in lei per la seconda volta nel giro di un'ora.

Tutto finì anche troppo presto.

Le braccia di George cedettero e lui si lasciò cadere sul petto di Luna,la testa posata sulla sua clavicola destra,cercando di riprendere fiato.

Un piccolo sorriso compiaciuto e stanco comparve sul viso di Luna,che prese ad accarezzare i capelli dell'uomo,godendosi quel momento di silenzio e di intimità.

-Devo ammetterlo:è stato meglio di come avevo immaginato...-disse George dopo qualche istante.

Il sorriso di Luna divenne piu' brillante e strinse il corpo dell'uomo in un abbraccio.

-Questo è il tuo modo contorto per farmi un complimento?-gli domandò poi continuando a fissare il soffitto.

-Contorto?Io credevo di essere stato anche troppo sfacciato-

Luna rise e il suono della sua risata fece alzare la testa a George e cercare il suo sguardo.

-Cosa?-le domandò.

-Niente...Era parecchio tempo che qualcuno non mi diceva di essere brava a letto...-gli disse guardandolo negli occhi.

-Se vuoi mi impegno a dirtelo ogni giorno.

Certo,però prima devo controllare se ci sono stati dei miglioramenti o dei cali-specificò.

Luna annuì e sorrise divertita.

-Capisco...Sai che stai prendendo un'impegno ufficiale?-gli fece notare tornando per un'attimo seria.

Lui annuì,iniziando a lasciar vagare la mano destra sul suo fianco nudo.

-Posso anche metterlo per iscritto se vuoi-

Luna scosse la testa e gli diede una leggera spinta,scostandolo da sè,poi si rizzò a sedere al centro del letto,sempre seguita dallo sguardo curioso di George che sembrava intenzionato a non perdere neanche una sua mossa.

Finora avevano scherzato,si erano divertiti,ma ora era venuto il momento di essere seri:lei doveva sapere se quello era un'episodio che non si sarebbe mai ripetuto oppure era qualcosa di diverso.

Un nuovo inizio...

-Non giocare con me.

Non sono sprovveduta e non sono neanche stupida,so come vanno certe cose.

Però non mi piace essere presa in giro-gli disse seria.

George la guardò qualche istante in silenzio,cercando di analizzare quelle parole,poi si rizzò a sedere a sua volta e la fissò.

-Pensi questo di me?-le domandò.

No!

Non era così che andavano le cose:lei aveva esposto i fatti e ora lui doveva dirle come sarebbero andate le cose fra loro.

Non poteva cambiare le carte in tavola in quel modo!

-Sai che non è così...Ma tu sai anche qual'è la mia paura-gli ricordò.

George allungò una mano e prese la sua.

-Ti ho già detto che ci sarò,che non ci saranno momenti imbarazzanti e che tutto resterà uguale fra di noi,perchè continui ad aver paura?-le chiese senza capire.

-Perchè non so cosa succederà-gli confessò.

Le sopracciglia di George si inarcarono di nuovo,incerte.

-E' stata solo un' avventura,una scarica d'ormoni o qualche accidenti altro?

So com'è la tua vita in questo momento e non ti sto chiedendo lettere d'amore o promesse di vita insieme,voglio soltanto sapere se è stato soltanto qualcosa che non si ripeterà o una strana cosa a cui non riusciamo a dare un nome-

Finalmente George capì cos'era che la spaventava:la paura di essere uguale alle altre.

Ma lui già sapeva che le cose erano diverse,lo aveva capito dal primo momento che si erano trovati insieme nel suo appartamento.

Con nessun'altra c'era stata quella complicità,quel senso dello scherzo e del gioco che aveva provato con lei,nessuna era mai riuscita ad eccitarlo con un solo sguardo e a fargli dimenticare che oltre ai suoi occhi c'era anche il corpo nudo ed invitante.

-Tu non sei come le altre-le disse semplicemente,alzando la mano che fino a quel momento era stata sulla sua e accarezzandole una guancia.

E stranamente quelle poche parole le bastarono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Cosa penserai di me ***


cosa penserai di me

 

 

Il suono poco distante di un cellulare gli fece aprire gli occhi.

A convincerlo che non si era trattato di un'altro dei sempre piu' frequenti sogni erotici che aveva su di lei,c'era la sua voce che arrivava attuttita dalla cucina.

Si appoggiò su un gomito,ancora intontito, e si guardò intorno:la stanza era il solito campo di battaglia,ma questa volta ad essere sparsi sul pavimento insieme ai suoi vestiti c'erano anche degli indumenti femminili.

Lentamente,nella sua memoria riaffiorò il ricordo di ogni istante in cui quei pezzi di stoffa erano caduti a terra e un sorriso malandrino si affacciò sul suo viso.

Niente avrebbe potuto avvicinarsi a quello che era successo realmente...

Ma lei dov'era?

I suoi vestiti erano lì,quindi voleva dire che si aggirava per la sua casa nuda,completamente o almeno parzialmente.

La sola idea lo portò ad alzarsi e a raccogliere dal pavimento i boxer prima di indossarli,poi fece qualche passo verso la cucina,afferrando una t-shirt grigia dal comò e infilandola per la testa.

L'ottimo profumo di bacon e di caffè appena fatto aleggiava per la stanza,mentre una spatola nera aleggiava sopra la padella rivoltando le uova strapazzate.

Luna gli voltava le spalle,una mano sul mobile color legno:indossava una delle sue magliette, troppo grosse per lei,talmente lunga da arrivarle fino alle ginocchia.

Aveva scelto la migliore,quella dei Cannoni di Chudley,la sua piu' vecchia compagnia di avventure.

-Mi dispiace avervi fatto preoccupare,ma è stata una cosa veramente improvvisa...lo conosci mio padre-stava dicendo al telefono.

Un sorriso divertito accese il volto di George a quelle parole mentre si avvicinava a lei,che ancora non si era accorta della sua presenza.

-Davvero Ginny,credevo di riuscire a fare in tempo...-continuò la ragazza.

Ormai le era vicino e gli bastò allungare un braccio perchè la sua mano sinistra si posasse sul fianco della ragazza.

Visibilmente sorpresa,Luna sobbalzò e si voltò,accolta subito da un'altro dei suoi migliori sorrisi malandrini.

-Sì,credo di riuscire a venire in negozio,sta tranquilla...-disse continuando a parlare con sua sorella.

George arricciò le labbra da un lato,mostrando il suo disappunto per quell'affermazione:aveva sinceramente sperato di riprendere il discorso da dove l'avevano interrotto la sera prima quando,stremati,si erano addormentati.

Si avvicinò ancora di piu' a lei e posò entrambe le mani sui suoi fianchi,sulla felpa arancione e contemporaneamente abbassò la testa facendo scivolare le labbra sul suo collo.

-Perfetto,allora ci vediamo piu' tardi...-fece ancora,cercando di mostrarsi insensibile alle sue attenzioni.

Inperterrito,George continuò a lasciare baci lungo il collo della donna,salendo lentamente verso l'orecchio,la mascella e la guancia sentendo sotto le sue labbra il movimento dei muscoli facciali impegnati nella conversazione.

-Adesso ti lascio...Chiedi ancora scusa a tua madre da parte mia-disse in conclusione.

Poi George la vide chiudere il cellulare e lanciargli un'occhiata in tralice.

-Ti sembra il modo di comportarti?Non hai visto che ero al telefono?-gli chiese fingendosi arrabbiata.

Lui sorrise e la strinse fra le braccia,alzando le sopracciglia divertito.

-Per cosa devi scusarti con mia madre?Per aver lasciato la sua tavola prima di aver vomitato o per aver fatto di suo figlio un ragazzo perduto?-le domandò premendo entrambe le mani sulla sua schiena per farla aderire al suo petto.

-Io avrei fatto di te un ragazzo perduto?Credevo ci riuscissi benissimo da solo...-commentò lei divertita,allacciandogli le braccia attorno al collo.

George scosse la testa e avvicinò il viso al suo,le labbra a poca distanza da quelle di Luna.

-Non mi credi?Mi hai distrutto mente e corpo...-le disse soffiandole il respiro sulle sue labbra.

-Piu' il corpo che la mente,secondo me-continuò lei con lo stesso tono scherzoso.

Lui la guardò per qualche istante,incerto,poi annuì impercettibilmente.

-Pensi che lo dico a tutte-disse sicuro.

Luna lo fissò per qualche istante,incerta su quale fosse la cosa giusta da dire,poi pensò che era meglio continuare a nascondere la verità sotto l'ironia.

-Solo di quelle di cui ricordi il nome-disse.

George rise,sorpreso da quelle parole e restò interdetto per qualche istante.

Se fosse stato un'altro a dire quelle parole sarebbe andato su tutte le furie,pronto a fare a pugni,per dimostrare il contrario:perchè invece,con lei gli riusciva così difficile arrabbiarsi?

Forse era il troppo vivo ricordo della notte precedente?

Sicuramente andava punita per la sua impertinenza!

Senza dire nulla,sciolse l'abbraccio e si abbassò sulle ginocchia quel tanto che bastava per permettergli di mettersela sulle spalle.

Nell'istante in cui si ritrovò a testa in giù,Luna urlò e gli diede un piccolo pugno contro la natica sinistra,l'unico punto che riuscisse a raggiungere.

-METTIMI SUBITO GIU'!-gli gridò,voltando la testa per cercare di incontrare il suo sguardo.

George,che intanto si stava dirigendo verso il salotto,sorrise e non rispose,cercando di comportarsi da gentiluomo non lasciando vagare lo sguardo sul sedere di Luna,che in quella posizione era completamente al vento.

-GEORGE TI HO DETTO DI LASCIARMI!!!-continuò lei,cercando di nascondere la paura di cadere dietro la rabbia.

Arrivati nel salotto,George la fece cadere sul divano,facendole poggiare la testa sui vestiti puliti e prima che lei potesse accennare ad un qualche movimento le fu addosso,le mani ai lati della testa,il corpo a coprire il suo cercando di non pesare troppo su di lei.

-Non è stato affatto divertente!-fece Luna visibilmente arrabbiata.

Lui sorrise,divertito,con il suo sorriso piu'sexy e piu' malandrino.

-Neanche quello che hai detto poco fa lo è stato-le fece notare.

-Volevo soltanto essere obiettiva!-

-Sei stata crudele,ed ora cercherò di esserlo anche io...-disse lui misterioso.

Avvicinò il viso a quello della ragazza e fece per baciarla,ma lei spostò di lato la testa,facendolo sorridere per quel vano tentativo di resistergli:se c'era una cosa che aveva capito durante la notte appena trascorsa era che Luna non poteva resistergli.

Così come lui non poteva resisterle.

Certo che in poco tempo l'avrebbe implorato di baciarla,si concentrò sul collo bianco e lungo, accarezzandolo con le labbra e lasciandovi piccoli morsi,salendo verso l'alto fino al lobo sinistro e poi tornando a scendere verso l'inizio della clavicola che si intravedeva dalla felpa.

Continuando ostinatamente a tenere la testa voltata dall'altra parte,Luna cercava di mostrarsi indifferente alle sue attenzioni,come se non la riguardassero,ma sentì chiaramente la mano destra dell'uomo cominciare ad accarezzarle la gamba nuda.

La sfiorava con la punta delle dita,salendo verso il ventre,ma arrivata vicino al sedere si lasciò scappare un piccolo schiaffo.

I loro occhi si incontrarono quando Luna,sorpresa da quel gesto,voltò la testa e vide lo sguardo divertito e malizioso dell'uomo fisso sul suo volto.

-Non ti azzardare Weasley!-lo minacciò lei,cercando di fare la dura.

George sorrise.

-Altrimenti cosa mi fai?-la sfidò,rialzando di nuovo le sopracciglia in una posa maliziosa.

Prima che potesse anche solo pensare a qualche possibile vendetta da parte della donna,il bacino di Luna si alzò e andò a strusciarsi contro il suo bassoventre.

Il contatto reso ancora piu' intimo dalla nudità della donna,lo lasciò per qualche istante spiazzato,bloccandolo a metà di un respiro.

-Adesso è il mio turno di essere sleale-gli disse tenendo lo sguardo fisso sul volto di George.

George era nel bel mezzo di un respiro profondo per cercare di recuperare le forze necessarie per portare avanti la sua "vendetta",quando lei compì una seconda volta lo stesso gesto,facendogli uscire il fiato con un gemito,come se fosse doloroso per lui anche respirare.

Spinto dalla reazione che il suo schiaffo aveva provocato,si sistemò meglio sul divano per essere ancora piu' vicino a lei e la schiaffeggiò una seconda volta sulla natica destra,provocando la reazione ancora piu' violenta di Luna che si aggrappò ai suoi capelli e li tirò forte,mentre gli allacciava entrambe le gambe attorno ai fianchi.

Stretti in quella sorta di abbraccio,George la sollevò e la portò a sedersi sulle sue gambe,la sua intimità nuda in pieno contatto con il tessuto leggero dei suoi boxer.

Cercò le sue labbra,ma per l'ennesima volta Luna gli rifiutò quel contatto,posando il viso sulla sua spalla in una posa alquanto innocente.

Ma lui sapeva benissimo che quella era tutta una finta,per sferrare meglio il suo attacco...quella donna malefica stava solo cercando il posto migliore per colpirlo.

Decise di agire per primo,afferrandola per i fianchi e spingendola verso il basso facendola così scontrare contro la sua erezione.

A quel contatto,Luna si lasciò scappare un gemito e inarcò la schiena tirando indietro la testa,muovendo leggermente il bacino per prolungare il contatto.

George staccò la schiena dal divano e,salendo con le mani su quella della donna,le si schiacciò contro,guidando i movimenti del suo bacino contro la sua erezione.

Avvicinò il volto a quello di Luna e questa volta riuscì a posare le labbra sulle sue,sfiorandole con la lingua prima di insinuarsi nella sua bocca e scontrarsi con quella della donna.

-Dovremmo smetterla...-disse Luna,il viso nascosto nel suo collo,le braccia attorno alle sue spalle mentre le labbra di George scivolavano lungo la linea morbida del collo.

-Ma se non abbiamo neanche cominciato...-rispose lui con voce bassa.

Luna spostò la testa sull'altra spalla,permettendogli con quel movimento di darle un altro bacio bagnato e di accarezzarle con le labbra anche la gola.

-Devo andare al lavoro...E anche tu avrai da fare,credo...-continuò.

-Nessun'appuntamento in agenda...-le disse,accarezzandole la schiena con entrambe le mani.

Luna avvicinò le labbra al collo di George e vi posò dei piccoli baci,cercando di non ascoltare quella sconsiderata parte del suo cervello che le diceva di cedere,di prendersi un giorno libero al lavoro e di restare in quell'appartamento con lui.

George fece scivolare una mano sul suo ventre piatto e le sfiorò la linea del seno destro,facendola sospirare.

Sentì la parte razionale del suo cervello che la chiamava,che cercava di farla tornare in sè: doveva riprendere la sua vita di sempre il prima possibile,oppure sarebbe stato terribile il ritorno alla realtà.

-George,davvero...non vorrai che lasci tua sorella da sola in negozio...-tentò sapendo benissimo che questo non l'avrebbe convinto.

-Ginny è bravissima nel suo lavoro,credo che sarebbe il momento...al diavolo!-sbottò.

L'istante dopo le sue labbra erano di nuovo su quelle di Luna,affamate e le sue braccia la stringevano contro il suo corpo possente,per farle sentire quanto bisogno avesse di lei in quel momento.

Come poteva anche solo pensare di abbandonarlo in quello stato per andarsene da sua sorella?

La risposta pronta e entusiasta di Luna gli fece capire che neanche lei aveva molta voglia di andarsene e che sarebbe bastato poco a farla cedere:alzò la mano e la serrò attorno al seno destro di Luna,iniziando a muovere le dita attorno al capezzolo.

Sotto quelle carezze,Luna rispose con maggiore intensità al bacio e si lasciò scappare una serie di sospiri di piacere.

Si mosse e,ricordandosi solo in quell'istante dove si trovava,si scontrò con l'erezione dell'uomo provocando un piacevole dolore ad entrambi che fece crollare le sue sicurezze.

Proprio quando George insinuò una mano sotto la felpa arancione per sfiorare un pò di pelle nuda,nel silenzio dell'appartamento risuonò il crack tipico della smaterializzazione.

Luna e George si allontanarono per qualche istante,restando in ascolto del silenzio prima di sentire una voce chiara provenire dalla cucina.

-George!Ci sei?-

Dannato Ron!

George buttò fuori un sospiro pieno di frustrazione e guardò Luna che ricambiò il suo sguardo,in evidente panico.

-Nasconditi dietro il divano-le sussurrò l'attimo dopo.

Luna si sollevò dalle sue gambe e fece come le aveva ordinato,sentendo di nuovo la voce dell'amico che chiamava George,questa volta piu' vicina.

-Sto arrivando!-rispose il rosso cercando di non sembrare troppo ansioso o in collera.

Poi si voltò verso la donna e si chinò leggermente su di lei.

-Resta nascosta qui finchè non torno...-le disse prima di darle un ultimo bacio veloce.

Fece per andare in cucina,ma si voltò sentendosi richiamare da Luna.

-Sarà meglio che ti metti qualcosa addosso-gli disse sottovoce.

George restò qualche istante senza capire,ma gli bastò abbassare lo sguardo per accorgersi dell'evidente erezione che sicuramente non sarebbe sfuggita a suo fratello.

 

Ron spense il fornello sotto le uova e si domandò come mai ci fossero due piatti e due tazze.

Di solito le compagne di una notte di George non avevano il permesso di fermarsi a dormire, figuriamoci se preparava loro la colazione.

E se fosse stata la ragazza a fare quella gentilezza a suo fratello?

Peccato che lui in quel momento non se la meritava proprio una carineria del genere.

Prese una delle poche tazze pulite dalla credenza e si versò un pò di caffè,anche quello appena fatto e dall'odore invitante,come tutto il resto.

-Serviti pure,non fare complimenti-sentì alle sue spalle.

Ron si voltò,la tazza ancora a mezz'aria e gli rivolse un piccolo cenno con il capo.

-Grazie,molto gentile.Hai per caso dello zucchero?-gli domandò senza tener conto della nota polemica che aveva sentito nella voce del fratello.

-Guarda se ne è rimasto un pò dall'ultima volta che hai fatto la spesa-ribattè ancora George entrando in cucina e sedendosi su uno sgabello prima di afferrare una tazza.

Ron decise di rinunciare allo zucchero e si sedette accanto al fratello,restando ad osservarlo per qualche istante,mentre beveva il caffè.

-A che devo questa visita mattutina?-gli domandò George,cercando di mantenere sotto il livello di guardia la sua solita scortesia.

Non sopportava le visite di controllo di Ron e men che meno la tollerava oggi,quando era stato interrotto con una donna seminuda sulle sue ginocchia.

E ora voleva a tutti i costi liberarsi di quell'impiastro per tornare da lei.

-Ho pensato di passare per vedere come stavi,per sapere come era andato il Capodanno...-

-Se ero ancora vivo-continuò George per lui.

-Non sei divertente!-replicò subito Ron.

Per qualche istante scese il silenzio fra i due mentre pensavano a quanto quelle parole fossero vere.

Non era riuscito a calmarsi per tutti i due giorni che aveva passato senza vederlo,senza avere sue notizie,neanche fosse una fidanzatina in attesa di una chiamata.

Alla fine Hermione,esasperata,l'aveva quasi preso a calci per convincerlo ad andare da lui.

-C'è una ragazza con te?-gli domandò ad un tratto Ron.

George lo guardò sorpreso,chiedendosi per qualche istante se quello che era successo il giorno prima fosse ormai stampato sulla sua faccia.

-Ma che accidenti vai blaterando!-disse subito dopo.

-Avanti,non fare il timido con me...La conosco?-chiese ancora Ron curioso,sondando il terreno.

-Sì è la McGranitt,contento?

Siamo innamorati pazzamente e non vediamo l'ora di sposarci-tentò George,rabbrividendo alla sola idea della professoressa seminuda.

Anche Ron rabbrividì e quella reazione portò entrambi i fratelli all'ilarità.

Quando le risate cessarono,George si accorse degli sguardi timorosi che Ron gli stava lanciando:presto avrebbe saputo il motivo della visita.

-Forza,dì quello che devi dirmi...-gli disse calmo.

Ron sospirò e lo guardò in volto.

-La mamma vuole venire a trovarti-gli disse tutto d'un fiato.

Aveva paura che se si fosse interrotto,se avesse fatto qualche preambolo a quell'affermazione,il coraggio gli sarebbe venuto meno e lui non ci sarebbe piu' riuscito.

George lo fissò qualche istante e poi annuì lentamente.

-Vuole venire in questo appartamento...-disse poi con lo stesso tono lento e calmo.

Ron sospirò di nuovo.

-Siccome non ti fai vedere da mesi,vuole sapere che stai bene che sei abbastanza nutrito e...-

-E che non passo le mie giornate fra il cimitero e il pub-

Anche lei aveva sentito quelle voci...Chissà come aveva reagito,quanto aveva sofferto.

L'ultima cosa che voleva era farla soffrire di nuovo,specialmente dopo tutto quello che avevano passato,ma non voleva vederla.

Almeno non per il momento...

-Non deve venire qui-disse con voce decisa,senza la minima esitazione.

Ron lo guardò sorpreso da tanta sicurezza e fece per parlare,ma George lo interruppe di nuovo.

-Non voglio vederla-continuò.

Si alzò dal suo sgabello e voltò le spalle al fratello buttando il caffè nel lavandino.

-E' lei che vuole vedere te,non lo capisci?

Vuole essere sicura che suo figlio non si stia distruggendo con le sue mani,che è sempre lo stesso di...-ribattè Ron duro.

-Io non sono piu' quello di una volta!

Porca puttana possibile che siete tutti talmente stupidi da non vedere che sono un'altra persona?-gli urlò contro.

Ron restò immobile,colpito e ferito dalla crudezza delle sue parole.

George sospirò e si passò una mano fra i capelli,cercando di controllare la rabbia e la voglia di bere che lo prendeva ogni volta che affrontava quell'argomento.

-Il ragazzo che conoscevate voi è morto insieme a Fred e non so ancora chi ha preso il suo posto-disse con lo stesso tono duro,ma con la voce leggermente piu' bassa.

Gli bastò uno sguardo per capire che suo fratello era furioso:le narici leggermente allargate,le orecchie rosse,i pugni chiusi...

Tutto lasciava presagire una sfuriata con i fiocchi,che ovviamente non si fece attendere.

-Te lo dico io chi ha preso il suo posto.

Sei diventato un'arrogante bastardo,un egoista che pensa soltanto a sè stesso senza preoccuparsi se le sue azioni possano far del male a qualcuno-gli sputò addosso senza neanche cercare di controllarsi.

George restò in silenzio per ascoltare il resto della sfuriata.

Ron si alzò e fece qualche passo per la stanza,dandogli le spalle,quasi avesse il disgusto della sua immagine,poi tornò a guardarlo.

-Hai idea di quello che passo ogni giorno?L'angoscia,la paura di non sapere se devo venire a recuperarti in qualche cesso puzzolente o in un ospedale?-gli rinfacciò.

-Io non ti ho mai chiesto niente...-ribattè George serio.

-Non lo faccio per te!Lo faccio per i nostri genitori...Con che coraggio dici di non volerli vedere dopo tutto quello che hanno passato?-

-E tu credi che vedermi in queste condizioni li farà stare meglio?-chiese duro il fratello.

Ron diede un calcio ad una scarpa poco lontana e sembrò sul punto di lanciargli una fattura quando tornò a fissarlo,tanto era la rabbia dentro i suoi occhi.

-E' veramente questo che vuoi dalla vita?Credi veramente di poter continuare in questo modo per sempre?-gli chiese poi sconsolato e allo stesso tempo arrabbiato.

George alzò le spalle,non sapendo davvero cosa rispondere.

Ron lo fissò qualche istante,mentre la rabbia lasciava il posto alla tristezza sul suo volto e alla fine sospirò.

-Non capisco perchè perdo ancora tempo con te...-disse deluso.

George cercò di non tener conto della leggera fitta che aveva sentito a quelle parole e mostrò la sua miglior faccia da poker.

-E' quello che mi chiedo anche io-rispose noncurante.

Non c'era piu' niente da dire,o almeno niente che avrebbe risolto la situazione sul momento.

Senza parlare,Ron si smaterializzò,lasciandolo nella stanza silenziosa con i suoi pensieri caotici.

Suo fratello lo considerava una causa persa...faceva piu' male di quanto pensava sentirselo dire.

Aveva bisogno di annebbiare la mente,di dimenticare quello che Ron gli aveva appena detto... aveva bisogno di sentirsi importante per qualcuno,anche se solo per poco.

Tornò in salotto e si avvicinò al divano,ma apparve chiaro quasi subito che Luna non era piu' nascosta lì dietro.

Con le sopracciglia aggrottate si guardò intorno alla ricerca di qualche possibile nascondiglio,ma trovò la stanza deserta.

-Luna!-la chiamò ad alta voce.

Si diresse allora verso la camera da letto,pochi passi dividevano il salotto dalla camera,forse si era nascosta lì.

Aprì la porta e ad accoglierlo trovò il solito caos,ma guardandosi intorno vide qualcosa di diverso da un'ora prima.

I vestiti di Luna non erano piu' sul pavimento.

Se ne era andata.

 

Aveva capito che era venuto il momento di andarsene quando la discussione era arrivata anche a lei nel salotto.

Non voleva ascoltare,sicuramente sarebbero state dette cose private che non la riguardavano.

Così cercando di essere piu' silenziosa possibile,era tornata in camera si era vestita in fretta e si era smaterializzata a casa.

In un certo senso doveva ringraziare Ron per quell'arrivo improvviso,altrimenti avrebbe finito per restare lì un'altro giorno incurante del lavoro e dal mondo fuori da quell'appartamento.

Per prima cosa aveva chiamato la signora Weasley per scusarsi del suo comportamento deplorevole del giorno prima adducendo la scusa ad un'improvvisa crisi di suo padre; fortunatamente la donna si era mostrata molto comprensiva arrivando ad offrirle il suo aiuto con l'uomo nel caso si fosse ripresentata una situazione simile.

Luna aveva sorrise e aveva ringraziato la donna,mentre cercava di allontanare l'imbarazzo che avrebbe creato a lei e a George la presenza della donna nell'appartamento.

Poi,dopo aver controllato il suo aspetto nello specchio ed essersi data una leggera mano di trucco,si smaterializzò al negozio.

Ginny era già lì e sentendola arrivare si voltò verso di lei.

-Ecco la nostra donna misteriosa...-commentò tornando a voltarsi.

Luna posò la borsa ed il cappotto nel retro e uscì nel negozio,incurante della battuta dell'amica.

-Buongiorno anche a te...-

Si portò dietro il bancone e prese uno dei libri registri delle consegne per controllare che fosse tutto a posto per gli ordini di quel giorno.

-Come sta tuo padre?-le domandò Ginny avvicinandosi all'altro lato del bancone e guardandola.

-Meglio.Quando sono andata via dormiva,per fortuna-rispose la bionda alzando leggermente lo sguardo sull'amica.

-Credi di restare da lui anche questa sera?-domandò ancora Ginny.

Scosse la testa con convinzione.

-Il peggio è passato,ormai non avrebbe senso restare lì...-le spiegò.

Ginny annuì e le posò una mano sulla sua.

-Per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di me,vero?-disse seria.

Luna la guardò qualche istante,leggermente dispiaciuta per dover mentire alla sua migliore amica,ma alla fine annì.

-Lo so...Grazie-

L'argomento non venne toccato per il resto del giorno,mentre entrambe le donne si concentravano sul loro lavoro;il loro negozio sembrò preso d'assalto dai clienti e riuscirono a fermarsi soltanto per pranzo,quando si concessero una pausa di mezz'ora.

-Vuoi ordinare qualcosa dal ristorante cinese qui accanto?-domandò Ginny all'amica.

L'idea non era male,inoltre lei non mangiava da quasi ventiquattro ore e la fame iniziava a farsi sentire.

-Ottima idea...Ci pensi tu mentre io finisco di controllare questi cataloghi?-le disse tornando a controllare le cifre accanto alle figure.

Sentì Ginny prendere il telefono e fare l'ordinazione solita,poi la sua attenzione su attirata dal suono di una smaterializzazione.

Alzò lo sguardo e vide Ron al centro del negozio.

Quell'uomo aveva veramente deciso di perseguitarla oggi...

-Ron!-lo salutò la sorella.

Il sorriso sul volto di Ginny scomparve lentamente non appena vide la faccia tirata e triste del fratello e gli si avvicinò velocemente preoccupata.

-Che è successo?-gli chiese poggiandogli una mano sul braccio sinistro.

Ron alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi guardandola con una tristezza infinita.

Non ci fu bisogno di dire altro.

-Che ha fatto questa volta?-domandò Ginny leggermente arrabbiata.

Luna cercò di abbassare di nuovo lo sguardo sul catalogo,ma era attirata dai due Weasley neanche una calamita:doveva sapere,aveva bisogno di sapere cosa era successo quando se ne era andata.

Quello che era successo il giorno precedente l'aveva in qualche strano modo a George e se lei poteva essergli utile,allora aveva bisogno di tutte le informazioni possibili.

-E' un egoista,uno bastardo che non si preoccupa di ferire gli altri...-iniziò Ron deluso e ferito.

Ginny,triste per Ron,lo abbracciò e per qualche istante restarono in silenzio,poi Ron iniziò a raccontare cosa era successo a casa di George quella mattina:parlò di come aveva trovato la casa,del suo strano comportamento,del motivo che lo aveva spinto ad andare a trovarlo e della loro discussione.

-Non è la prima volta che litigiamo...Ma non mi ha mai fatto sentire così inutile.

Dopo tutto quello che ho fatto per lui,come può parlarmi in quel modo?-domandò Ron alla sorella.

-Magari non lo pensava realmente-tentò Ginny,anche lei arrabbiata per le parole che George si era lasciato scappare.

-Le pensava...Questa volta non aveva neanche la scusa dell'alcool-ribattè Ron.

Luna sospirò,anche lei leggermente arrabbiata con George,e solo allora Ron si accorse della sua presenza.

-Scusami se ti abbiamo coinvolta in questi drammi...-si scusò l'uomo.

Luna sorrise e scosse la testa.

-Sta tranquillo,non è niente...Anzi,adesso io vado a prendere il nostro pranzo così vi lascio un pò di privacy-disse scendendo dallo sgabello e avviandosi verso la porta.

-Luna davvero non devi...-fece Ginny subito.

-Gin non lo faccio per te,ma per me!Se aspetto un'altro pò finisce che muio di fame-disse pronta come al solito a trasformare tutto in gioco.

Mise la mano sulla maniglia,ma prima di aprire la porta,si voltò di nuovo verso Ron e lo guardò qualche istante dubbiosa.

-Sta tranquillo,si risolverà tutto-gli disse poi.

Ci avrebbe pensato lei a mettere a posto le cose.

 

Dieci minuti dopo era ancora in attesa del loro pranzo di fronte alla cucina del "Grande Dragone".

Il padrone si era scusato dicendo che c'erano state piu' richieste del solito,ma che la sua ordinazione sarebbe stata pronta in un'attimo...ma ancora stava aspettando.

Vedeva la gente entrare sedersi al tavolo e mangiare e provava una leggera fitta di invidia:ora era veramente affamata.

Si appoggiò al muro poco distante dalla fessura da cui poteva spiare nella cucina e fissò il grande arazzo che occupava tutta la parete di fronte a lei:raffigurava una parte della Muraglia Cinese,con una miriade di persone in marcia al seguito di una donna vestita con un kimono azzurro invece che con l'armatura.

Veramente strano come arazzo,pensò.

-Secondo me la ragazza è la figlia dell'imperatore-disse una voce accanto a lei.

Senza neanche essere sorpresa,lo sguardo fisso sull'arazzo,registrò la presenza di George accanto a lei.

-Non credo,una principessa imperiale non sarebbe mai andata in guerra insieme a migliaia di uomini...Piuttosto penso sia una ragazza in fuga-gli rispose.

Il leggero cambiamento d'aria accanto a lei,le fece capire che George le si era avvicinato di piu'.

-In fuga da cosa?-

-Da un matrimonio senza amore,forse,oppure da una vita infelice...chi può dirlo-commentò lei alzando le spalle e voltandosi finalmente a guardarlo.

Non appena i loro occhi si incontrarono,lui le sorrise.

-Come mai sei qui?-gli domandò senza grande curiosità.

-Ero fuori dal negozio aspettando il momento buono per entrare,poi ti ho visto uscire e ho pensato di seguirti-le spiegò.

Luna annuì lanciando uno sguardo alla cucina per controllare il suo pranzo.

-Sei andata via senza neanche salutare...-le disse quasi rimproverandola.

Lei si lasciò andare ad un sorriso accennato.

-Credevo che non te ne saresti accorto visto quello che stava succedendo in cucina-disse guardandolo.

George la fissò e per qualche istante restò in silenzio,domandò quanto lei sapesse.

-Ron è al negozio,ha detto della discussione a Ginny...-gli confessò lei.

Il viso di George si indurì e lei lo vide annuire.

-E' corso subito a cercare rinforzi-commentò acido.

Quella battuta la fece arrabbiare.

-Miss Lovegood-si sentì chiamare.

Si voltò e vide il padrone del ristorante che le tendeva il cartoccio con il loro pranzo;gli si avvicinò e pagò velocemente.

-Sei veramente incredibile-disse tornando accanto a George.

Poi altrettanto velocemente uscì dal ristorante.

A passi veloci si stava dirigendo verso il suo negozio,arrabbiata per quello che gli aveva sentito dire:possibile che fosse così egoista?

Che veramente non gli importasse di Ron e di quello che doveva passare ogni notte per colpa sua?

-Si può sapere che ti prende?-si sentì chiedere alle spalle.

-Assolutamente niente,abbiamo solo mezz'ora per il pranzo e ho fame-disse senza guardarlo e continuando a camminare.

-Luna fermati-le disse.

Incurante delle sue parole,lei continuò a camminare fra la folla,finchè lui non le afferrò un braccio e la fece voltare.

-Che accidenti vuoi?-gli domandò incontrando i suoi occhi.

-Cos'hai?E' per quello che hai sentito dire da Ron?-le chiese lui senza lasciarle il braccio.

-E' per il tuo modo di fare-gli disse arrabbiata.

George aggrottò le sopracciglia e la fissò.

-Possibile che tu non capisca quanto i tuoi fratelli stanno male per colpa tua?

Quanto sia importante per Ron,Ginny e gli altri saperti sano e salvo prima di andare a dormire?-gli domandò cercando di controllare la voce.

Alcuni passanti si voltarono a guardare quelle due persone che,ferme in mezzo al marciapiedi,erano nel bel mezzo di un litigio prima di tirare avanti ma loro non se ne accorgevano talmente erano concentrati l'uno sull'altra.

-Sai che non accetto lezioni da nessuno...-le ricordò lui arrabbiato.

Con una torsione del braccio,Luna riuscì a liberarsi dalla sua stretta,si voltò e si allontanò lasciandolo lì senza risposta.

Era inaccettabile!

Lei doveva rispondergli.

-Il fatto di essere venuta a letto con me non ti dà il diritto di cambiare la mia vita!-le urlò dietro.

La vide fermarsi,incurante delle persone che sorpresi dalle sue parole si erano fermati a guardarli.

La vide voltarsi e tornare indietro,lo sguardo pieno di fiamme ruggenti,la voglia di prenderlo a schiaffi ben evidente sul volto.

-Non voglio cambiare la tua vita perchè sono venuta a letto con te.

Non mi interessa niente di te...L'unica cosa che mi interessa è che tu non ti comporti da coglione con i tuoi fratelli.

Non se lo meritano-gli disse cercando di mantenersi calma.

Dopodichè tornò a voltarsi e si diresse verso il suo negozio,lasciandolo da solo in mezzo al marciapiede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Lovesong ***


lovesong

-Ha detto che non ha bisogno di me,giusto?

Allora non c'è motivo per cui io l'affligga con la mia presenza!-

Fissò la foto sulla lapide,sperando come al solito di ottenere una risposta,ma ricevette soltanto il rumore del vento che soffiava sulla collina.

Si avvolse ancora piu' stretto il cappotto e abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.

Era passata quasi una settimana da quel litigio nel bel mezzo di Diagon Alley e da allora non aveva piu' visto nè sentito nessuno:non una parola da Ron,da Ginny o da Luna.

Aveva creduto che Ginny sarebbe stata la prima a chiamare per bacchettarlo per il modo ignobile in cui si era comportato,ma forse era successo qualcosa di cui non era a conoscenza che lo poneva in secondo piano...magari per una volta non era un'argomento di conversazione interessante.

Non una parola da Luna.

Gli aveva chiesto di non trattarla come una delle donne che incontrava al pub e lui si stava impegnando per mantenere quella promessa,piu' di quanto credeva lei,ma come poteva dimostrarle che sapeva essere un "bravo ragazzo" se lei continuava ad evitarlo?

Gli aveva urlato addosso quello che pensava di lui e se ne era tornata in ufficio...e la cosa che lo mandava piu' in collera era il motivo che aveva scatenato la lite.

Se non fosse stato per i suoi fratelli,i loro rapporti adesso sarebbero stati perfetti:quel giorno non avevano avuto il minimo problema prima dell'arrivo di Ron.

Forse sarebbe comunque arrivato qualcosa a rovinare il loro rapporto,ma era veramente troppo presto.

"Ma che diavolo stai dicendo?Tu sei quello che va a letto con le donne e che la mattina dopo non si ricorda piu' i loro nomi!" gli ricordò una voce nella sua testa.

Ma lei non era come le altre:glielo aveva detto non soltanto perchè voleva farla felice,ma anche perchè lo pensava realmente.

Rialzò lo sguardo sulla foto di Fred e sospirò.

-Che devo fare?Devo aspettare che sia lei a chiamarmi oppure devo essere io a...No assolutamente,anche io in fondo ho un'orgoglio e tu lo sai bene.

Non posso permettere a quella donna di farmi fare ciò che vuole:sarebbe un terribile precedente!-disse rivolto alla foto di Fred.

Era una sua impressione o suo fratello lo stava ascoltando interessato?

Doveva smetterla di fare pensieri così idioti.

-Se non sistemo le cose con Ron è inutile anche che provi a chiamarla...L'ho capito anche io...-aggiunse poi riflettendo.

Si passò una mano fra i capelli e,dopo una folata piu' fredda delle altre,si alzò il bavero del cappotto.

-Dovrei essere contento che lei si sia tolta di mezzo da sola,senza darmi il peso di farlo io,di inventare la solita scusa...Perchè allora la cosa non mi fa piacere?-domandò a bassa voce,come se si vergognasse di quei pensieri.

Ma forse si vergognava di piu' della risposta.

Fred,dalla sua fotografia,fece una smorfia e lui annuì.

-Va bene,ho capito...Ho stressato anche te.

Tolgo il disturbo-disse alzandosi in piedi e togliendosi la polvere dai vestiti.

Fissò per un'ultimo istante il viso di suo fratello e gli sorrise.

-Grazie dell'aiuto vecchio mio-

 

Era una settimana che faceva lo stesso numero fino all'ultima cifra per poi chiudere la comunicazione.

Non voleva mostrarsi debole.E poi pensava ancora le cose che aveva detto quel giorno...

Se c'era una persona che doveva scusarsi quella era George,e non con lei,ma con i suoi fratelli.

Non poteva essere così insensibile,questo non voleva crederlo;come poteva mostrarsi così indifferente alle sofferenze che sapeva essere causate dai suoi comportamenti?

Forse aveva affinato il metodo in mesi e mesi di solitudine e di disinteresse,pensò triste.

Nonostante la famiglia numerosa e affiatata,non era mai stato un mistero l'eccezionale legame che legava i due gemelli:sembravano quasi oltre la famiglia,erano due anime che si erano trovate.

Quando Fred era morto,George si era trovato senza una parte di quest'anima.

E quel tipo di ferite non si guariscono con un cerotto o un'antidolorifico.

Sospirò mentre tirava fuori dal frigorifero la vaschetta di gelato alla nocciola e si avvicinava poi alla credenza per prendere un cucchiaino.

Ginny era andata nel Devon per convincere un possibile compratore a svuotare la cantina e a venderle i suoi "tesori" e sarebbe stata lontana fino a lunedì.

La bionda si lasciò scappare un sorriso pensando a quanto fosse tenace l'amica quando si metteva in testa una cosa.

Prese la vaschetta dal tavolo e,dopo aver spento la luce,si avviò verso il soggiorno cercando di scacciare l'immagine di George dalla mente.

Forse lei era stata troppo dura,ma sul momento la rabbia aveva preso il sopravvento sulla ragione,facendola essere completamente sincera.

Magari se avesse detto quello che pensava senza quella foga,quel furore,adesso lei e George sarebbero stati ancora in contatto...lei sarebbe stata nel suo appartamento,fra le sue braccia, le labbra su quelle dell'uomo...

No!

Non doveva pensarci:non era masochista fino a questo punto,o almeno credeva.

Accese la luce nel salotto e lanciò un piccolo grido,spaventata.

Seduto sul bracciolo del divano,in attesa fino a quel momento nelle tenebre,George la guardava e al suo grido scattò in piedi.

-Scusami...Non volevo spaventarti-le disse.

-E' per questo che eri in silenzio,in una stanza buia?-gli domandò portandosi una mano al petto cercando di calmare i battiti impazziti del cuore.

George strinse le labbra e restò in silenzio,lo sguardo fisso su di lei.

-Che ci fai qui?Credevo che i pub fossero aperti già da un paio d'ore-commentò lei andando a sedersi su una sedia distante dal divano dove era seduto lui.

L'attacco è la miglior difesa.

Non è quello che insegnano sempre?Quindi se lei lo avesse attaccato per prima,forse se ne sarebbe andato presto e non avrebbero finito per litigare come l'altra volta.

George si lasciò scappare un sorriso sarcastico e per ripicca poggiò un piede sul divano,sicuro della reazione di lei.

-Togli le scarpe dal nostro divano!-fece infatti lei un secondo dopo.

Come se lei non avesse detto nulla,George la fissò e pensò che forse aveva sbagliato ad andare lì:cosa significava?

Che aveva bisogno di lei,o soltanto che la voleva nel suo letto?

Perchè poteva mettersi contro tutta la sua famiglia,ma non sopportava l'idea che quella ragazza gli fosse in qualche modo ostile?

Perchè riusciva a stare mesi senza vedere o sentire i suoi genitori e non riusciva a tollerare la sola idea di passare un'altro giorno senza di lei?

Non riusciva a fare chiarezza,a capire cosa provava veramente.

-Senti se hai intenzione di restare ancora a lungo,sappi che tua sorella non c'è;è andata fuori città per...-continuò Luna imperterrita.

-Non riesci proprio a stare zitta,vero?-le domandò senza nessuna acrimonia.

Luna lo guardò e sembrò fulminarlo con lo sguardo.

-Sei venuto a dirmi qualcosa?Non lo sapevo...-gli disse leggermente sarcastica.

-Sono venuto per parlare con te,di quello che è successo l'altro giorno-le disse senza mollare il suo sguardo.

-Ti ho già detto che non mi devi nessuna spiegazione,non è me che hai ferito-replicò lei.

George sospirò:non voleva facilitargli le cose in nessun modo.

-Chiederò scusa anche a Ron,ma voglio prima parlare con te...-disse ancora una volta George.

Non voleva sentirlo.

Non doveva,almeno finchè non George non avesse chiarito le cose con Ron.

Era quella la cosa più importante:che i fratelli ritornassero in armonia.

Si alzò velocemente dalla poltrona su cui era seduta,le dita della mano sinistra strette attorno alla vaschetta di gelato, e gli lanciò un'ultima occhiata.

-Ascolta,è tardi e tu non dovresti neanche essere qui.

Io vado a letto e tu chiudi bene la porta quando esci-disse avviandosi verso la camera da letto.

George si alzò velocemente dal divano e le afferrò un braccio quando si trovò a poca distanza da lui.

Era venuto per scusarsi e lei se ne andava via in quel modo,senza neanche farlo parlare?

-Non vuoi neanche ascoltare quello che ho da dirti?-le chiese fissando il suo viso.

L'aria era diventata elettrica,come se il solo fatto di averle afferrato il braccio avesse scatenato una serie di reazioni che entrambi sapevano a cosa portavano.

Voleva di piu'...

Avrebbe voluto allungare una mano e toccare i capelli biondi di Luna,avvicinarle il viso al suo, sentire i loro respiri vicini...capire che anche lei lo desiderava,che anche lei aveva bisogno di quelle sensazioni quasi quanto lui.

Ma sapeva che se avesse azzardato una mossa simile,lei si sarebbe ritratta stizzita e non poteva permetterselo.

Con un veloce gesto,la donna liberò il braccio dalla sua stretta e lo fissò,incurante dei capelli davanti agli occhi che le impedivano una perfetta visuale.

-Non finchè non avrai parlato con Ron...Adesso se vuoi scusarmi!-gli disse infine.

Senza piu' voltarsi,si avviò verso la porta della sua camera da letto,sentendo su di sè gli occhi fissi dell'uomo che non l'abbandonarono mai finchè non si fu richiusa la porta alle spalle.

Soltanto quando ebbe messo quella barriera fra di loro,Luna si lasciò andare e si ritrovò il corpo tremante neanche fosse rimasta soggetta alle intemperie per ore.

Si appoggiò con le spalle alla porta e si abbracciò con entrambe le braccia,cercando di calmarsi: perchè vederlo gli provocava i brividi?

Non era mai successo con nessun'altro uomo prima d'ora!

Fece una serie di respiri profondi,tendendo l'orecchio oltre la porta per sentire il rumore della smaterializzazione che lo avrebbe portato via da quell'appartamento,quando pochi istanti dopo sentì battere lievemente sulla porta.

Restò in silenzio,immobile,smettendo anche di respirare:gli aveva detto di andarsene,perchè non gli dava retta una buona volta?

-Volevo solo dirti che resto qui...

Anche se tu non dovessi uscire da quella stanza per tutta la notte,io resto qui...Non me ne vado- le giunse la voce di George.

Luna chiuse gli occhi e poggiò la testa contro il legno della porta,combattuta fra quello che era giusto e quello che invece desiderava:se avesse ceduto adesso avrebbe dimostrato di essere debole,che il suo fascino aveva su di lei un'ascendente incomprensibile e questo non poteva permetterlo.

Non adesso che George Weasley era così pericoloso!

Però non poteva negare che stava morendo dalla voglia di aprire quella porta...

 

Erano le due e mezzo del mattino e lei non aveva chiuso occhio!

Quando,finalmente,era riuscita a staccarsi da quella porta,si era trascinata verso il letto e aveva mangiato gran parte della vaschetta,cercando in quel modo di compensare la voglia di uscire e di gettarsi fra le braccia di George,dimentica dei buoni propositi.

Poi si era infilata sotto le coperte,certa che non appena avesse posato la testa sul cuscino i cattivi pensieri sarebbero scomparsi per far posto al sonno e ai sogni...ma mai supposizione era stata piu' errata.

Aveva iniziato a girarsi e rigirarsi nel letto,cercando la posizione piu' adatta,sconvolgendo il letto e le coperte e ritrovandosi ogni volta a fissare il soffitto:il karma ce l'aveva con lei!

Eppure lei stava cercando di dargli una mano,di venirgli incontro...possibile che non se ne rendesse conto?

Si era trovata piu' volte a fissare la porta,con mille domande senza risposta:era ancora lì? Era sveglio oppure si era addormentato sul divano del salotto?

Poi verso le quattro di notte aveva sentito dei rumori sulla porta della stanza;senza neanche rendersene conto si era alzata in piedi ed era schizzata accanto alla porta,una guancia ed una mano posate sopra,come una piccola carezza,in ascolto di quei rumori.

-Sono ancora qui Luna...-aveva detto a voce leggermente piu' bassa George,certo che lei potesse sentirlo lo stesso.

Il cuore della donna aveva fatto un balzo nel petto,felice che nonostante gli avesse detto di andarsene,lui fosse ancora lì a pochi metri da lei.

Strofinò la guancia contro il legno liscio della porta,come se fosse accanto a lui e chiuse gli occhi,in attesa di sentirlo parlare di nuovo ma il silenzio tornò a calare fra di loro.

Luna sospirò e fissò per qualche altro istante la porta,prima che un pensiero le balenasse nella mente:era un'idea folle,ma poteva sempre funzionare...

Si avvicinò al letto e prese il cuscino e la coperta,poi tornò ad avvicinarsi alla porta della stanza, dove dall'altra parte era certa ci fosse ancora George e si sdraiò per terra,organizzando un letto di fortuna.

Poggiò la testa sul cuscino e fissò per qualche istante davanti a sè,come augurando la buonanotte all'uomo che era in attesa dall'altra parte del muro.

L'istante dopo era già profondamente addormentata.

 

Bussò alla porta alle sette di mattina.

Era sabato,un giorno non lavorativo in cui la gente sperava di dormire di piu' e,anche se sapeva che stava facendo una cosa giusta,si sentì leggermente crudele.

Ma prima sbrigava quella faccenda,prima sarebbe potuto tornare da Luna.

Aveva passato tutta la notte sul pavimento del suo salotto,sperando che la donna si decidesse ad aprire la porta e ad ascoltare quello che aveva da dirgli,ma la sua speranza era stata vana: non era uscita neanche per riportare il gelato nel frigo!

Soltanto alle quattro di mattina aveva fatto un tentativo,avvicinandosi alla sua porta e bussando leggermente per non svegliarla nel caso lei fosse addormentata.

Ma aveva sentito la sua presenza dall'altra parte del muro,quasi fossero legati celebralmente e l'uno potesse sentire le sensazioni dell'altra.

Si era seduto accanto alla porta e aveva passato il resto della notte così,la testa contro la porta egli occhi che qualche volta gli si chiudevano per la stanchezza e che lui tornava a riaprire stoicamente,non volendo farsi trovare addormentato nel caso lei fosse uscita dalla stanza.

Poi,però,un'altro pensiero gli aveva attraversato la mente:anche se Luna fosse uscita in salotto, si sarebbe rifiutata lo stesso di parlare con lui come aveva fatto la sera precedente.

Almeno finchè lui non avesse parlato con Ron,cercando di chiarire un pò la situazione fra di loro.

Così quando aveva visto spuntare il primo raggio di sole,si era alzato da terra e si era smaterializzato davanti alla sua porta di casa,certo di trovarlo lì.

Suonò una seconda volta,questa volta piu' a lungo,e tornò ad affondare le mani nelle tasche,in attesa che qualcuno venisse ad aprire.

Era incredibile che quella donna riuscisse a fargli fare tutto quello che voleva...Come accidenti ci riusciva?

La notte precedente lui era andato da lei per scusarsi,ma non aveva nessuna idea che per farlo avrebbe dovuto chiedere scusa anche ai suoi fratelli,perchè sicuramente non le sarebbe bastata la ritrovata armonia con Ron,avrebbe preteso anche quella con Ginny!

Perchè si lasciava manovrare così e ne era anche felice?

Forse per via del sesso?Doveva ammettere che aveva avuto molte compagne negli ultimi tempi, anche se non ricordava bene i loro nomi,o i loro volti,o quello che era successo con loro,però mai nessuna si era permessa di trattarlo in quel modo.

Però con nessuna aveva fatto sesso come con lei...

La luce sul portico si accese e subito dopo sentì i passi che scendevano giu' per le scale.

-Ah,sei tu!-

Hermione non era molto contenta di vederlo,glielo si leggeva in faccia.

E non aveva tutti i torti...

-Scommetto che ti si è fermato l'orologio...altrimenti non ti saresti presentato ad un'ora così antidiluviana di sabato!-gli disse ancora non accennando a farlo entrare.

George sorrise,cercando di apparire affabile e di convincerla delle sue buone intenzioni.

-Scusa per l'ora Hermione,ma ho bisogno di parlare con Ron-le disse arrivando subito al nocciolo della questione.

La donna si strinse in vita l'accappatoio e poi incrociò le braccia sul petto,fissandolo qualche istante in silenzio.

-Ma non avevi detto che non sapevi che fartene dell'aiuto di tuo fratello?-gli domandò acida.

L'uomo annuì e abbassò lo sguardo,mostrandosi penitente.

-So quello che ho detto,ma ora ho bisogno di parlare con lui...Puoi chiamarlo,per favore?-le domandò con una gentilezza affettata.

La riccia non voleva rendergli le cose facili,era chiaro come il sole e lui sapeva che se avesse offeso Hermione avrebbe perso l'opportunità di parlare con suo fratello.

-Mi dispiace,ma anche volendo,ora non posso...Sta ancora dormendo.

Prova a ripassare in un'altro momento-disse poi posando la mano sulla porta e accennando il gesto di chiuderla.

George posò una mano sulla porta e glielo impedì,incurante dello sguardo sorpreso che lei gli rivolse.

-Ho bisogno di parlare con Ron!-le ripetè alzando leggermente la voce e fissandola negli occhi.

Hermione lo fissò minacciosa.

-Non ti permetterò di fargli ancora del male-rispose lei tenace.

A George venne quasi da sorridere:sembrava una leonessa che difende i suoi cuccioli.

-Come fai a sapere che gli farò del male?Non sai neanche cosa voglio dirgli!-ribattè senza staccare la mano dalla porta,certo che se l'avesse fatto questa si sarebbe richiusa immediatamente.

-Tu non fai altro che ferire le persone che ti stanno accanto!Quindi vattene e lascia tuo fratello in pace,almeno di sabato!-

George cercò di non pensare a quello che la donna aveva appena detto,altrimenti le avrebbe dato ragione:ora era lì per una buona azione,per un buon motivo.

Accidenti una volta tanto che era venuto a chiedere scusa,gli stavano rendendo le cose impossibili!

Poi un movimento alle spalle di Hermione attirò la sua attenzione.

-Ron!-disse alzando gli occhi sul fratello,che era apparso in quel momento in cima alle scale.

Ronald aveva i capelli ancora sconvolti per il sonno e ci mise un pò per capire quello che stava succedendo davanti a lui.

-George,che ci fai qui a quest'ora?-gli domandò con la voce ancora leggermente assonnata.

Il fratello gli sorrise,incurante dello sguardo di Hermione e alzò le spalle.

-Sono venuto per parlare con te,ma Hermione stava cercando di convincermi a tornare piu' tardi...ma ora che sei sveglio non c'è bisogno che me ne vada,giusto?-gli domandò fissando il suo volto.

Vide la lotta che stava infuriando dentro Ron:il desiderio di credergli e la paura di essere ferito di nuovo.

Per qualche istante ebbe paura che gli avrebbe detto di andar via senza neanche ascoltarlo, come aveva fatto Luna la sera prima.

Ma non era disposto ad accettarlo:aveva già ricevuto la sua dose di rifiuti quotidiani!

Ron doveva ascoltarlo...Oppure Luna non avrebbe voluto piu' vederlo.

-Per favore...-gli chiese gentilmente.

Ron lo fissò qualche istante,ancora incerto, e alla fine sospirò.

-Va bene,entra-disse annuendo leggermente.

George gli sorrise grato e con un piccolo cenno del capo lo ringraziò,mentre Hermione,anche se di malavoglia, si spostava da parte per farlo entrare in casa.

 

Il vapore che usciva dalle tazze di caffè sembrava attirare la loro attenzione piu' della persona che avevano accanto.

Ron aveva preparato il caffè,cercando di non dare peso allo sguardo contrariato di Hermione che sembrava non perdere mai di vista George,come se avesse paura di vederlo esplodere da un momento all'altro,finchè non era uscita dalla cucina per tornare a letto,o almeno così aveva detto,ma i fratelli erano sicuri che se avessero aperto la porta,l'avrebbero trovata a spiare con l'orecchio attaccato al legno.

George era rimasto in silenzio tutto il tempo,osservando suo fratello,cercando di mettere in fila le parole per farle uscire in modo sensato e con un'ordine preciso,concentrandosi solo sul fatto che una volta messe in chiaro le cose con Ron,sarebbe potuto tornare da Luna.

Eppure ora non sapeva come iniziare il discorso...Lui non era il tipo che chiedeva scusa!

Non lo era mai stato.

Erano seduti l'uno accanto all'altro,in attesa entrambi:George aspettava che qualcuno,magari nascosto nella stanza,gli desse il via per iniziare quel discorso tanto difficile,e Ron era in attesa che il fratello che aveva fatto fuoco e fiamme per farsi ricevere e per vederlo,si decidesse a parlare.

Il maggiore prese la tazza fra le mani e la rigirò qualche istante,prima di portarla alla bocca, soffiando via il vapore caldo prima di berne un sorso.

-E' meglio del mio caffè...-disse per rompere il ghiaccio.

Ron alzò leggermente le spalle.

-Anche quello che ho bevuto l'ultima volta che sono venuto da te non era male...-commentò.

Peccato che non era stato lui a prepararlo,pensò George accennando un sorriso.

Tossì leggermente e si strofinò il lungo naso con due dita,per poi fare un respiro profondo.

-Non pensavo veramente quello che ti ho detto-disse senza guardare Ron.

Il fratello restò in silenzio,immagazzinando quelle parole in una parte del cervello e mantenendo lo sguardo fisso sulla propria tazza.

-Ero pieno di rabbia,ed ero frustrato e poi tu mi avevi appena detto della mamma e io me la sono presa con te...Ma in fondo non era tutta colpa tua-continuò George parlando lentamente.

Ron aggrottò leggermente le sopracciglia,ma restò lo stesso in silenzio.

-Il fatto che tu ti sia occupato di me in questi mesi è stato molto importante per me...Se tu non avessi sempre riempito il mio frigo sarei sicuramente morto di fame in poco tempo.

La cucina dei pub non è così ottima come si crede...-scherzò cercando di smorzare l'atmosfera che quel discorso serio si portava dietro.

Si compiacque quando vide Ron sorridere leggermente,anche se cercava di nasconderlo.

Anche lui si lasciò scappare un piccolo sorriso,contento del fatto che Ron lo stesse ascoltando e non lo avesse cacciato di casa come aveva cercato di fare Hermione.

-Hai detto che il vecchio George è morto...-domandò con voce seria e cauta allo stesso tempo,senza però guardarlo.

L'altro annuì e espirò forte.

-C'è una parte di me che è morta con Fred:il buffone,quello sempre pronto alla battuta,allo scherzo...

Magari un giorno ci sarà una specie di surrogato di quella parte di me,ma quello speciale cazzaro che ero una volta non esiste piu'-rispose serio quanto il fratello.

Finalmente gli occhi di Ron si alzarono sul suo volto,ma George non se ne accorto,talmente era assorto nella contemplazione della tazza di fronte a lui.

-E' rimasto un'uomo triste ed arrabbiato,che ferisce chiunque gli stia vicino-disse citando le parole che Hermione gli aveva detto poco prima.

-Per questo non vuoi vedere mamma?-gli chiese Ron insinuandosi con la propria voce nei pensieri del fratello.

George alzò le spalle,non sapendo come rispondere a quella risposta.

-Forse è per questo,o forse perchè sono un vigliacco e so che se vedesse come vivo mi costringerebbe a tornare alla Tana,per controllarmi ed essere sicura che riprenda la vita di sempre...-disse allontanando gli occhi dalla propria tazza.

Ron restò qualche istante a fissarlo.

-Ed è così terribile come prospettiva?-gli chiese ancora cauto.

George sorrise leggermente e incontrò lo sguardo del fratello.

-Tornare a casa?Dovresti sapere quanto è esagerata nostra madre nelle sue dimostrazioni d'affetto-scherzò.

Anche Ron si concesse un leggero sorriso per la battuta prima di tornare serio di nuovo.

-Sai che volevo dire...-disse poi semplicemente.

George annuì lentamente,prendendo un lungo sorso dalla propria tazza.

-Anche quello tornerà a posto...Ci vuole solo tempo-disse senza guardarlo.

Ron ancora una volta restò in silenzio,fissando il volto del fratello,improvvisamente così diverso da quando l'aveva visto l'ultima volta una settimana prima,riflettendo su quello che gli aveva appena detto.

Non era ubriaco,questo lo aveva capito subito.

Certo non aveva un aspetto fantastico,ma neanche uno dei peggiori:la sua faccia era pallida e stanca,e delle profonde occhiaie nere gli marcavano gli occhi.

Come al solito i vestiti erano strattonati e terribilmente bisognosi di una stirata,ma non erano nè sporchi nè puzzolenti di alcool.

-Hai un aspetto terribile-disse cercando di capire che gli fosse successo in quella settimana in cui aveva cercato di fingere che la vita di George non fosse piu' un suo problema.

George bevve un'altro generoso sorso di caffè e scosse la testa.

-Sono stato in piedi tutta la notte...-disse semplicemente.

Un Weasley che passava la notte in bianco?Il mondo aveva cominciato a girare in senso contrario per caso?

-Vuoi un'altro pò di caffè?-chiese versando ancor prima di sentire la risposta del fratello.

L'altro si scompigliò per qualche istante i capelli e annuì,prima di accorgersi che la tazza era di nuovo piena.

-Che hai fatto questa settimana?-domandò ancora Ron curioso.

George alzò le spalle,noncurante.

-Le solite cose...Niente di particolare-rispose evasivo.

Ron annuì leggermente,subito preoccupato per quello che,in realtà,quelle parole significavano.

-Non è come pensi tu-disse George come se gli avesse letto nel pensiero.

Ron aggrottò di nuovo le sopracciglia e lo fissò attento.

-Non entro in un pub da quasi due settimane...Ero talmente arrabbiato che non avevo neanche la voglia di sbronzarmi-disse prima di bere un'altro sorso di caffè.

Le sopracciglia di Ron si aggrottarono ancora di piu' a quelle parole:era arrabbiato per il loro litigio?

-Arrabbiato?...Per quale motivo?-gli chiese cauto,come spaventato che da un momento all'altro la confidenza che avevano avuto fino a quel momento svanisse.

George sorrise leggermente divertito.

-Ron,ti voglio bene,ma credimi:un litigio fra me e te non mi toglierebbe il sonno-scherzò.

Ron scosse la testa quasi all'istante.

-Questo lo so,ma hai appena detto che eri arrabbiato e poi tutto il discorso di prima,che dovevo pensare?Magari avevi capito quanto ero importante nella tua vita-scherzò a sua volta il fratello.

George si lasciò andare ad una piccola risata,scuotendo il capo.

Poi nella mente di Ron tornarono le parole che George aveva detto poco prima.

-Prima hai detto che non era tutta colpa mia...Quindi un pò di colpa l'ho anche io,giusto?-domandò al fratello.

-Oh si,credimi ce l'hai eccome!Anche tu al posto mio ti saresti incazzato...-disse l'altro in tono divertito e complice.

Ron lo fissò per qualche istante perplesso,cercando di dare un senso a quelle parole,quando gli tornò alla mente un'altro particolare del giorno della lite.

-La colazione-disse come parlando a sè stesso.

George lo fissò e l'istante dopo Ron incontrò il suo sguardo.

-C'erano due piatti per la colazione la mattina che sono venuto da te...Tu eri con qualcuno, vero?-domandò sicuro della risposta.

Dannazione!Da quando suo fratello era diventato una spia del Ministero?

L'altro si morse il labbro inferiore e cercò di non tornare indietro a quel giorno,a quello che era successo prima che Ron non invadesse il suo appartamento e la sua privacy.

-Ho indovinato vero?-domandò ancora l'altro,quasi gongolante.

Che doveva fare adesso?Doveva continuare a mentire,oppure doveva accennare qualcosa senza però fare nomi?

In fondo l'aveva messo nel sacco,che altro poteva fare?

Lentamente annuì,facendo comparire con quel semplice gesto un sorriso smagliante e divertito sul volto del fratello.

-E' vero,c'era una persona con me...E se vuoi proprio saperlo,ci hai interrotto in un momento davvero inopportuno-ribattè George senza aggiungere altro.

Ron sorrise ancora e battè le mani,incredibilmente felice di questa novità:se c'era una donna nella vita del fratello allora le cose sarebbero tornate a posto piu' velocemente.

-La conosco?-chiese curioso avvicinandosi all'altro sul bancone.

Questo non l'avrebbe permesso:poteva fargli tutte le domande,metterlo sotto interrogatorio quanto voleva,ma non sarebbe riuscito a strappargli il nome di Luna.

-No,e anche se così fosse non te lo direi...so quanto sai essere impiccione!-commentò George.

Ron gli diede una lieve spinta,offeso per le sue parole e George rise contento.

-E' una ragazza che hai conosciuto da poco?-gli chiese cercando di fare,con quelle parole,due domande insieme.

George sorrise e scosse la testa:l'espressione sul volto di suo fratello era cristallina.

-No,non è una ragazza del pub...-disse abbassando lo sguardo.

Nella sua mente passò il ricordo di quando anche Luna gli aveva rivolto la stessa domanda, con la stessa preoccupazione e quegli occhi luminosi puntati nei suoi per scovargli dentro.

Scosse di nuovo la testa questa volta piu' lentamente e piu' pensieroso.

-No,lei non è affatto come le altre...-

 

Era a pezzi.

Aveva dormito poco e male quella notte e non riusciva a capire come mai si fosse svegliata non appena lui se ne era andato.

Li divideva un muro,quindi come accidenti aveva fatto ad accorgersi che lui non c'era piu'?

Forse aveva avvertito la sua assenza?

Fatto sta che si era svegliata poco dopo la sua partenza,rialzandosi in piedi combattendo con le ossa rotte e la testa rintronata neanche avesse preso una sbornia colossale.

Aveva aperto la porta e aveva trovato l'appartamento avvolto nella penombra dell'alba e immerso nel silenzio,come fosse abbandonato.

Si era mossa per il salotto con ancora le coperte pesanti sulle spalle,neanche fossero lo strascico di un vestito e aveva cercato tracce del suo passaggio e della sua permanenza in quella casa.

Ne aveva trovata soltanto una:un piccolo bigliettino lasciato sul tavolo della cucina,una sola parola e la sua iniziale.

"Tornerò.G."

Tornerò...Cosa avrebbe fatto allora?

Lo avrebbe lasciato fuori dalla porta come aveva fatto quella sera,oppure avrebbe accettato di ascoltarlo?

Quella situazione era troppo complicata per essere affrontata a quell'ora così assurda!

Si era preparata un tè e si era sdraiata sul divano a guardare la televisione,completamente avvolta dal piumone e finendo poi per addormentarsi.

Era stata la sua presenza a svegliarla.

Non sarebbe mai riuscita a spiegarlo a parole,ma sapeva che qualcosa era cambiato nella stanza e ne ebbe la certezza aprendo gli occhi.

George era a pochi metri da lei,su una poltrona nera e la fissava con un leggero sorriso sulle labbra.

-Non credi che saresti piu' comoda sul tuo letto?-le aveva chiesto posando entrambe le braccia sulle ginocchia e sporgendosi verso di lei.

Luna si era strofinata gli occhi con i pugni chiusi e si era coperta gran parte del viso con la coperta,lasciando fuori soltanto gli occhi.

-Sembra che non riesco piu' a dormire sul mio letto...-gli disse fissandolo.

Il sorriso sul volto dell'uomo era diventato piu' brillante.

-Che ci fai qui?-gli domandò ancora lei,sentendo la sua voce piu' ovattata per colpa del piumone.

George alzò le spalle,come se la cosa non avesse importanza e continuò a fissarla.

-Te l'ho detto che sarei tornato,vero?-le chiese con voce calma.

Luna annuì leggermente.

Per qualche istante il silenzio scese fra di loro,permettendogli di studiare i loro volti,come se avessero paura di averli dimenticati in quelle poche ore di lontananza.

-Ho parlato con Ron-disse poi George all'improvviso.

Luna lo fissò attenta,sempre in silenzio,quasi sorpresa che lui avesse fatto qualcosa soltanto perchè lei glielo aveva chiesto.

-C'è mancato poco che non ci riuscissi perchè Hermione non voleva farmi entrare...-le disse.

-Che perfida...-commentò Luna.

George annuì convinto.

-Comunque abbiamo parlato e io gli ho spiegato i motivi che mi hanno spinto a dire quelle cose...-le raccontò cercando di ridurre all'osso il discorso avuto con il fratello.

Lei annuì di nuovo,felice che la notte insonne avesse prodotto qualcosa di buono.

-Inoltre ha capito che c'era qualcuno con me quel giorno,ma sta tranquilla,non ha la minima idea di chi si tratti-le disse ancora.

Luna sospirò e si scostò i capelli che le erano ricaduti sul volto,abbassando leggermente il piumone.

Ci furono ancora momenti di silenzio,in cui gli occhi di George calamitarono i suoi neanche volessero tenerli in pugno,sotto controllo.

-Adesso posso dirti quello che volevo dirti ieri sera?-le chiese con voce calma e profonda.

Luna restò in silenzio,immobile,quasi incapace di muovere un muscolo,ma sapeva che non avrebbe dovuto dir nulla.

George espirò forte e fissò di nuovo i suoi occhi.

-Se c'è una cosa che ho capito in questi giorni è che non posso starti lontano...-iniziò lentamente.

Era una sua impressione oppure gli occhi di Luna erano diventati piu' luminosi?

Rallegrato da quella possibile illusione,continuò.

-Sono mesi che non parlo con i miei genitori eppure non ne sento la mancanza,ma mi sembrava di impazzire lentamente ogni giorno in piu' che passavo senza di te.

Non so perchè hai questo potere su di me...sei l'unica finora che mi abbia mai fatto questo effetto...-

Un sorriso incurvò le labbra di George,incuriosendo la donna.

-Sono quasi due settimane che non entro in un pub e soltanto perchè ero talmente concentrato su di te,prima e poi troppo arrabbiato dalle cose che mi avevi detto dopo per pensare a sbronzarmi...se lo sapesse mia madre ti farebbe una statua-scherzò poi.

Anche Luna si lasciò andare ad un sorriso,anche se incredula per le parole che lui aveva appena detto.

-L'ultima volta che ci siamo visti hai detto di non aver bisogno di me...Forse è vero,anzi sì,chi potrebbe aver bisogno di un tipo inaffidabile come me?-

Subito alle labbra della donna salirono mille proteste,mille smentite per quelle parole che facevano male quasi come coltellate.

-Tu non sei un tipo inaffidabile...-si limitò a dire parlando per la prima volta.

George sorrise,leggermente rinfrancato da quelle parole.

-Sono un tipo che ferisce chiunque gli stia intorno...-commentò citando per la seconda volta in una mattina le parole che Hermione gli aveva detto,incurante di fargli male.

Luna si rizzò a sedere,gettando le coperte da un lato del divano e cercò di incontrare il suo sguardo e quando finalmente ci riuscì,gli sorrise scuotendo la testa.

-Chi ti conosce sa che vale la pena di essere ferito,perchè tornerai sempre a chiedere scusa-gli disse con voce dolce.

Quegli occhi,quella voce e quelle parole erano un balsamo per la sua anima tormentata...ma dov'era stata per tutto l'anno passato?

George posò una mano su quella di Luna e la fissò qualche istante prima di trovare il coraggio di dirle quello che ancora non aveva detto,il piu' importante di tutti.

-Hai detto di non aver bisogno di me...Ma sono io ad aver bisogno di te...-confessò leggermente in imbarazzo.

Era la prima volta che faceva certe confessioni ad una donna.

Luna lo fissò,cercando di controllare i battiti accelerati del cuore e,inconsapevole,si passò la punta della lingua sul labbro inferiore.

-In questo momento tutto quello di cui ho bisogno è una lunga dormita...-gli disse sincera.

La notte in bianco e quelle inaspettate confessioni erano troppo per il suo fisico e per la sua mente debilitati dal sonno.

George la guardò sorpreso da quella risposta,evidentemente si aspettava altro,e dopo qualche istante annuì.

-Certo,certo,capisco...-riuscì solo a dire.

Luna sciolse le loro mani e si alzò in piedi,sempre con il piumone sulle spalle,muovendo poi un passo verso la camera da letto.

George era pronto a passare un'altra giornata in quel salotto,quando la vide voltarsi e fissarlo.

-Tu non vieni?-

L'uomo aggrottò le sopracciglia e l'istante dopo sorrise,alzandosi in piedi quasi nell'istante stesso in cui lei finiva di parlare.

 

Salve a tutti!!!

Chiedo scusa x il ritardo,ma sn nel bel mezzo di un trasloco e x qst ho meno tempo...cmq spero che il capitolo sia di vostro gradimento cm al solito!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e di battitura.

Il titolo del capitolo e preso da una canzone omonima dei The Cure.

E ora i ringraziamenti:JC(Infatti fra loro nn è ancora finita...ci sarà un intermezzo prima che si scateni la tempesta),Waka_laka_lilli(E di imprevisti ce ne saranno quanti ne vuoi...),Germana(Perchè è stato interrotto in un momento moolto piacevole e anke xke è ora ke tutti gli altri si sveglino e si accorgano della verità:lui nn è piu' quello di una volta),LittleBell(Il problema è che Luna si ritrova fra due fuochi ora:da una parte vede qllo ke la vita sconsiderata di George causa alla famiglia e dall'altra c'è George che sembra incurante di tt qllo ke fa e delle possibili conseguenze...Lei vorrebbe essere d'aiuto a entrambi,ma ancora nn ha capito bene come fare).

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox chap

"Our happy memories"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Our happy memories ***


our happy memories

 

Non ci volle molto prima che tutta la famiglia Weasley sapesse della misteriosa ragazza che stava cercando di riportare George sulla retta via.
Ron aveva raccontato della sua discussione con il fratello a Ginny e velocemente la voce era passata di bocca in bocca,rendendo partecipi tutti i membri della famiglia.
Anche Luna aveva saputo la notizia e non scoppiare a ridere era stata un'impresa veramente dura.
Lei stava cercando di far ragionare George?Ma quella era un'impresa impossibile!
Era vero,però,che da quando si frequentavano l'uomo era piu' tranquillo,capace di controllare meglio i demoni che lo assalivano e che caratterizzavano il suo passato piu' recente.
"Io ho bisogno di te"
Erano passati due mesi da quella notte e lei ancora non riusciva a credere che le avesse veramente detto quelle parole...Non erano da George!
Aveva capito che si aspettava una risposta,qualcosa che chiarisse la situazione fra di loro,ma non era riuscita a dire o fare niente,esausta com'era:doveva dormire e l'unica cosa sensata che le era venuta in mente era stato invitarlo a dormire con lei.
Ed era successo solo quello,non avevano la forza per fare altro...
Quando quella mattina si era svegliata,lui era ancora lì con le braccia strette attorno alla sua vita,come se avesse paura che potesse ripensarci durante la notte e andar via.
A lungo lo aveva guardato dormire,finalmente tranquillo,rilassato,come se il passato non fosse mai esistito,sfiorandogli con la punta delle dita il viso:le sopracciglia folte ed arcuate,gli zigomi spigolosi,il naso lungo e perfetto,le labbra morbide.
E quando George aveva aperto gli occhi avevano parlato,avevano cercato di chiarire cosa stava succedendo fra loro e soprattutto avevano recuperato il tempo perso...
Non aveva mai desiderato prima di quella mattina che un giorno durasse in eterno.
Tutto fu perfetto.
Due mesi.
Sessanta giorni di...fidanzamento?
Relazione?
Sesso in amicizia?
Cos' era la loro storia?
Aveva provato ad interrogarsi a lungo,ma non aveva saputo trovare una risposta.
Era inutile continuare a ripetersi che i sentimenti che provava per lui erano gli stessi dell'inizio, sapevano entrambi che non erano mai stati veramente amici,se non proprio agli inizi,quando lei era innamorata di Neville,oppure quando lo aveva recuperato ubriaco da quell'infimo pub con Ginny.
Quelli erano stati gli unici momenti della loro amicizia,perchè fin da subito fra loro era scattata una scintilla,un particolare accordo che gli permetteva di trovarsi sempre in sintonia e che li aveva portati ad andare a letto insieme.
Si dice sempre che in una relazione i primi periodi siano i migliori perchè sono quelli in cui non si riesce a staccarsi le mani di dosso;Luna non aveva mai creduto a queste dicerie babbane,ma ora doveva ricredersi in pieno.
Fin dalla prima volta aveva capito che George ci sapeva fare sotto quell'aspetto e ne aveva avuto la conferma ogni volta che si era presentata l'occasione.
Era un maestro...Anche se non glielo avrebbe mai confessato per non fargli montare troppo la testa.
Per l'ennesima volta cercò di riportare la concentrazione sul problema principale e non sul contorno che riusciva sempre a distrarla e si chiese ancora una volta se era innamorata di George.
Amore...Che parola grande.
Aveva giurato che non ci sarebbe piu' cascata dopo il disastro che aveva combinato con Neville.
Eppure...Eppure credeva di non essere stata tanto brava da mantenere quella promessa.
Ma è amore quando sei felice soltanto con una persona,quando il tempo che passi lontana da lui è un'eternità e riesci a ridere anche della battuta piu' stupida del mondo soltanto perchè l'ha detta lui?
Sospirò sconfortata di fronte alla realtà:certo che era amore!
Dannazione!!!
Quella storia non sarebbe finita affatto bene!
Se lo sentiva a pelle,ormai era capace di sentire i problemi anche a chilometri di distanza.
E George per lei rappresentava soltanto guai,quelli con la G maiuscola...Se tutto fosse finito fra loro non sarebbe riuscita a risollevarsi neanche con la magia;avrebbe fatto prima a togliersi il cuore dal petto e a consegnarglielo adesso che riusciva a sentirlo.
Possibile che lei avesse un fiuto infallibile per i problemi?


-Non capisco piu' che cosa mi succede-
Lo sguardo di Fred sembrò muoversi all'interno dell'ovale dorato della cornice e cercare il suo viso.
Seduto sul prato di fronte alla tomba del fratello,George sospirò facendo uscire una piccola nuvola bianca,abbassandolo lo sguardo,come se si vergognasse di farsi vedere in quelle condizioni da Fred.
Ancora una volta era andato a gettargli addosso i suoi problemi,i suoi dubbi che ancora una volta avevano un'unico argomento:Luna.
Era come se quella donna gli fosse entrata nelle vene,nelle ossa...
Che diavolo di magia gli era stata fatta?
Non si era mai sentito così prima d'ora,neanche nei momenti d'oro della sua relazione con Angelina.
-Tu mi conosci meglio di chiunque altro:mi hai visto mai in queste condizioni?-gli chiese a conferma delle sue parole.
Fissò lo sguardo sul viso di Fred e incontrò gli occhi del ragazzo.
-Lo vedi che è come dicevo io?-esclamò poi come in risposta ad una frase di Fred.
Si passò una mano fra i capelli e alzò le gambe verso il petto,mettendosi quasi in posizione di difesa.
-E' la prima volta che mi succede in vita mia e non so come affrontarla questa cosa...-
Anche adesso che era lì,la sua mente continuava a chiedersi dove fosse lei,cosa stesse facendo, se sarebbe stato capace di strapparla ai suoi impegni per averla tutta per sè...
Scosse la testa come per allontanare quei pensieri e tornò a fissare la foto del fratello che gli rimandò un'espressione leggermente divertita.
-Che hai da ridere tanto tu?
Ti diverti a vedermi in questo stato?-gli chiese leggermente scorbutico.
Sollevò il bavero del cappotto per coprire anche il collo e lasciò che lo sguardo vagasse verso il cielo leggermente coperto di nuvole grigie.
-E' come se...-iniziò per poi bloccandosi subito vergognandosi di quel pensiero.
Come poteva anche solo pensare una cosa simile?
La conosceva da sempre,era la migliore amica di sua sorella...E poi lui non era certamente il tipo che fa certi pensieri romantici!
Che la vicinanza di Luna l'avesse cambiato fino a quel punto?
Aveva già fatto tanti cambiamenti nella sua vita,perchè non anche questo?
Erano mesi che non toccava piu' una bottiglia,che non metteva piu' piede in un pub;aveva perso i contatti con tutti i suoi vecchi compagni di bevute...
Aveva soltanto Luna,che non sembrava innervosita o contrariata per quello strano rapporto esclusivo che avevano istaurato.
Era come se chiusa la porta del suo appartamento,il resto del mondo sparisse magicamente, lasciando solo loro due.
Sospirò a quel pensiero,colpito che fosse realmente suo:da quando aveva così bisogno di una persona?
Aveva già fatto quell'esperienza e quando l'aveva persa aveva giurato a sè stesso che non sarebbe caduto in quell'errore una seconda volta.
Non poteva permetterselo!
Guardò la foto di Fred che gli rimandò un piccolo sorriso di incoraggiamento,come se avesse capito i pensieri che stavano passando in quel momento per la sua testa e George tentò di ricambiarlo.
L'uomo sospirò di nuovo e ripensò a quel pensiero che gli aveva attraversato la mente e che aveva bloccato sul nascere.
-E' come se avessimo passato tutti questi anni ad aspettare l'altro...-


Il sabato era sempre un giorno campale per il negozio.
Ginny e Luna non sapevano mai come sdoppiarsi per servire tutte le clienti che affollavano i pochi metri del negozio in cerca di qualcosa di particolare o di "esotico",come i maghi chiamavano gli oggetti babbani.
Quel giorno,però,avevano deciso di tener aperto il negozio soltanto fino alle quattro del pomeriggio in vista della settimana di San Valentino che sarebbe stata veramente d'inferno.
-In fondo anche noi abbiamo una vita fuori da questo negozio-aveva fatto notare a Ginny per convincerla.
-Forse tu l'avrai,ma la mia vita sociale si è persa da qualche parte-aveva ribattuto la rossa.
Alla fine aveva ceduto.
In realtà neanche Luna aveva grandi progetti per la giornata,ma l'idea di essere libera l'avrebbe sicuramente stimolata.
All'una,come al solito,affissero un cartello alla vetrata principale per la pausa pranzo.
-A chi tocca questa volta?-domandò Ginny voltandosi verso Luna.
-E' il tuo turno,io sono andata ieri-le ricordò.
-Non è vero!Ieri ci siamo fatti portare il pranzo in negozio-ribattè la rossa.
Luna storse la bocca verso sinistra cercando di ricordare,poi alzò le spalle,gli occhi fissi sul volto dell'amica che le rimandava lo sguardo.
C'era un solo modo per risolvere la questione e lo sapevano entrambe.
-Pari-disse subito Luna.
-Dispari-fece Ginny avvicinandosi al bancone con la mano sinistra tesa.
Cantarono fino a tre e aprirono i pugni:Ginny aveva tre dita tese,Luna ne aveva cinque.
-Otto.Pari!
Tocca a te-disse Luna senza nascondere un leggero sorriso divertito.
Ginny la guardò per qualche istante contrariata,poi annuì.
-Va bene,questa volta hai vinto tu...Il solito?-le chiese poi sporgendosi per prendere il cappotto da sotto il bancone.
Luna annuì e le rivolse un sorriso a trentadue denti.
-Sta attenta a te!-la minacciò scherzosamente Ginnyla mano già sul pomello della porta.
Luna rise,coinvolgendo anche l'altra nella risata,finchè Ginny non fu uscita dal negozio.
Quando fu sola in negozio,Luna sgombrò il bancone in modo che fosse pronto per il pranzo, rimettendo le cose al loro posto sugli scaffali:per mezz'ora voleva liberare la mente dal lavoro.
Improvvisamente nel silenzio che regnava nel locale,sentì un rumore venire dal retro.
Si avvicinò alla tenda che separava i due ambienti e prima ancora che posasse una mano sul tessuto,qualcosa l'afferrò attirandola nello stanzino.
Colta di sopresa,Luna si lasciò scappare un piccolo grido spaventato,maledicendo sè stessa per non aver messo la bacchetta in tasca:se ora ne avesse avuto bisogno,non sapeva neanche dove trovarla!
Si ritrovò con le spalle contro uno scaffale e una presenza calò su di lei.
-Non credevo mi avresti accolto così-
George era a un passo di distanza da lei,le mani posate sullo scaffale,intrappolandola con il suo corpo,ed un sorriso leggermente ironico in viso:era veramente un'idiota!
Gli diede una spinta che non lo smosse minimamente e che lo fece sorridere ancora di piu', facendola arrabbiare.
-Sei un vero cretino!Mi hai fatto quasi venire un'infarto!Ma come ti è venuta in mente un'idea del genere?-gli chiese fissando il suo viso.
George sorrise,tornando poi a posare le mani all'altezza delle sue spalle sullo scaffale,il corpo pericolosamente vicino al suo.
-Ho pensato di passare a farti un saluto...-le disse come se fosse la cosa piu' normale del mondo.
Luna lo guardò con un'espressione incredula in volto.
-Tu non sei normale-disse scuotendo la testa.
-Già me lo dicono in molti-convenne George.
Lei si lasciò scappare un sospiro e si ravviò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Non puoi restare qui,tua sorella può tornare da un momento all'altro-gli disse cercando di tornare seria.
George annuì in silenzio e lo sguardo fisso su di lei.
Non doveva guardarla in quel modo!Doveva essere fuori legge quello sguardo...
-Allora bisognerà far presto...-commentò poi.
E senza darle il tempo di ribattere,si tuffò sulle sue labbra,come se ne andasse della sua vita.
Resistere era inutile,e non era neanche quello che lei voleva:sfiorò le labbra di George con le sue,dolcemente,cercando di convincersi che sarebbe riuscita ad accontentarsi di quello.
Le mani dell'uomo si staccarono dallo scaffale per scendere fino alla sua vita,stringendola e attirandola a sè,contro il proprio corpo mentre la punta della lingua cercava di forzare le sue labbra per entrare.
Le braccia di Luna si mossero fino a circondare le spalle forti e grandi di George,aggrappandosi a lui,alzandosi in punta di piedi,permettendogli l'accesso alla sua bocca,sfiorandole il palato con una carezza prima di iniziare a combattere con la sua lingua.
Sentì le sue dita perdersi in quel mare rosso che erano i capelli di George,scompigliandoli e tirandoli,certa di non fargli male,mentre le loro bocche si staccavano in cerca d'aria.
Non poteva lasciarlo continuare...
Lei lo conosceva,sapeva cosa sarebbe successo se fosse andato avanti...doveva fermarlo!
Allora perchè continuava ad accarezzare il suo torace sopra la camicia?
-Do..Dobbiamo smetterla...-tentò di dirgli,cercando di non pensare alle sue labbra che succhiavano voraci la pelle del collo.
-Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare...non ancora-rispose lui,infilando una mano sotto la maglietta.
Luna chiuse gli occhi e si lasciò scappare un gemito quando le dita di George le toccarono la pelle dello stomaco iniziando subito a salire verso l'alto.
Gli slacciò i primi bottoni della camicia freneticamente,senza neanche rendersene conto e gli posò le labbra sul collo,accarezzandolo con i denti e con le labbra,mordendolo sulla spalla e facendolo gemere forte.
Ormai conosceva i suoi punti deboli...
I loro occhi si incontrarono e per un'istante che parve eterno si fissarono,immobili,silenziosi, incapaci di dare un senso a tutto quello che si agitava dentro di loro,consapevoli soltanto che l'unica persona che riusciva a calmare il caos dentro di loro era l'altro.
George avvicinò il viso a quello di Luna e la baciò dolcemente,come se avesse dimenticato la frenesia e il bisogno che l'aveva spinto fin lì.
Come consapevole di quell'attimo di smarrimento,Luna strinse piu' forte le braccia sulle spalle dell'uomo,attirandolo a sè mentre ricambiava il bacio.
Il rumore della campanella ruppe la magia che si era creata in quel momento.
-Sono tornata!-
Luna guardò George leggermente allarmata,ma sul viso dell'uomo era tornato il sorriso ironico con cui l'aveva accolta.
Sicuramente la sua mente malata stava pensando di continuare nonostante la presenza di Ginny nel negozio.
-Arrivo subito!-disse Luna rivolta all'amica,lo sguardo fisso negli occhi di George.
"Ti prego,fa che non venga qui!"
George si sporse verso di lei e avvicinò le labbra al suo orecchio sinistro,posandovi un bacio prima di parlare.
-Devo vederti...-sussurrò per poi scendere a mordere il lobo.
Una ridda di brividi scese lungo la schiena della donna e sperò inutilmente che lui non se ne accorgesse.
-Vieni via con me-la tentò poi.
-Va tutto bene?-domandò Ginny con voce curiosa e preoccupata insieme.
-A meraviglia...-rispose Luna,lo sguardo sempre in quello di George.
L'uomo sorrise per poi darle un'altro bacio poco sotto il lobo dell'orecchio.
-Arrivo subito!-disse poi la bionda.
Nonostante il suo corpo la stesse quasi pregando di andare via con George,non poteva lasciare Ginny in quella situazione:già era difficile in due,da sola sarebbe stata veramente nei guai.
Non poteva farle quello.
-Ci vediamo piu' tardi nel tuo appartamento-gli sussurrò.
-Quando?-domandò lui.
Lei chiuse gli occhi cercando di pensare in fretta e quel gesto a George sembrò un segnale per riprendere da dove avevano interrotto.
Avvicinò di nuovo il viso a quello di Luna e posò le labbra sulle sue,cercando di coinvolgerla e di farle dimenticare le sue buone intenzioni.
"Non può farmi questo..."pensò lei sul punto di cedere.
Con una forza che non credeva di avere,si staccò da lui e dal suo abbraccio.
-Sarò da te prima delle cinque...-gli promise.
Dopo un'ultimo bacio veloce,uscì nel negozio:era certa che se fosse rimasta un minuto soltanto in piu',lui avrebbe architettato qualcosa per farle cambiare idea.
Vedendola arrivare Ginny le sorrise:aveva già tolto il pranzo dalle buste e aveva messo tutto sul bancone.
-Finalmente,avevo una fame...-disse rivolta all'amica.
Poi prese la sua lattina di Diet Coke,la aprì e ne bevve un sorso lungo per cercare di calmare il cuore che correva neanche un cavallo da competizione.
-Come mai eri nel retro?-chiese Ginny scartando il suo sandwich.
Luna si sedette su uno sgabello e cercò di fare la vaga,prendendo il suo panino.
-Stavo sistemando alcune cose...Quel posto è nel caos,quanto tempo è che non mettiamo a posto fra i documenti?-le chiese cercando di sembrare efficente come al solito.
Ginny alzò le spalle e aprì la sua lattina,portandola alla bocca.
Luna diede un morso al suo panino,ma corrugò la fronte quando vide che l'altra era rimasta con la lattina a mezz'aria e lo sguardo fisso su di lei.
-Che ti prende?-le chiese inghiottendo il boccone.
-E quello che cos'è?-le domandò l'altra posando la lattina sul bancone.
-Quello cosa?Di che stai parlando?-domandò Luna guardandosi intorno,non capendo di cosa stava parlando l'amica.
Ginny si alzò in piedi e andò verso l'amica,la prese per mano e la portò davanti ad uno dei tanti specchi antichi che affollavano il negozio.
Fu allora che Luna lo vide e a denti stretti maledisse George Weasley.
Un succhiotto,grande come una moneta di cinque centesimi era in bella mostra sul suo collo.
-Ah quello...-disse senza poi sapere cosa aggiungere.
Si grattò la testa,cercando una scusa convincente,ma sapeva che non l'avrebbe spuntata facilmente:era fin troppo evidente che cosa fosse quel segno sul suo collo!
-Quando sono uscita mezz'ora fa non c'era!
Chi te lo ha fatto?-chiese Ginny curiosa,con un sorriso divertito sulle labbra.
Il primo pensiero di Luna,maligno,fu di dirle la verità:dirle che era stato suo fratello a farle quel segno e vedere poi la sua reazione;vedere se quel sorriso avrebbe retto.
Poi pensò che non era pronta per affrontare la sfilza di domande che inevitabilmente sarebbero scaturite da quella verità e allora iniziò a cercare qualcosa per coprire la verità.
-E' il tizio che ti ha regalato il ciondolo,vero?-le venne incontro Ginny.
In fin dei conti era la verità.
Annuì in silenzio.
-Ma state insieme?-domandò la rossa visibilmente curiosa.
Luna sospirò e allontanò lo sguardo dall'amica:come fare a spiegarle la difficile relazione che la legava a George?
Forse non l'avrebbe capita,o approvata...O magari non l'avrebbe ritenuta all'altezza di suo fratello.
-E' difficile da spiegare...-disse tornando a sedersi.
Vide l'espressione confusa sul viso di Ginny e sorrise.
Certe volte la sua migliore amica era così ingenua da farle tenerezza;per lei le cose erano semplici:se amavi una persona,allora dovevi stare con lei.
Ma alle volte non era così semplice...C'erano tante cose da calcolare,tanti problemi da affrontare e da superare;senza contare poi i dubbi e le paure che il tuo sia un'amore non corrisposto o una relazione basata solo sul sesso...
Ma se fosse così l'altro non ti direbbe che ha bisogno di te,no?
Scosse impercettibilmente la testa,sperando che Ginny non si fosse accorta di quel gesto,e la fissò.
-Abbiamo cominciato questa storia convinti che non avrebbe portato a niente,che ci saremmo stancati l'uno dell'altra e preso ognuno la propria strada...-iniziò.
-E invece ti sei innamorata,vero?-domandò Ginny con un leggero sorriso sul viso.
Suo malgrado,Luna annuì.
-Purtroppo sì-
-Ma è una cosa fantastica...E' da quando hai rotto con Neville che non ti vedo così allegra e felice-ribattè pronta l'amica.
-No Ginny,tu non capisci...Questa storia è destinata a finire male.
Io lo so,lui lo sa...eppure quando siamo insieme riusciamo a dimenticarcene a far finta che non sia ancora venuto il momento di salutarci-disse Luna con un'espressione triste sul viso.
Non avrebbe mai dovuto aprire quel discorso,non con Ginny poi:stava parlando male di suo fratello e lei neanche lo sapeva!
Ginny scosse la testa convinta e le prese una mano.
-Vedrai,tutto si risolverà.
Ne sono certa-le disse sorridente.
Luna restò qualche istante in silenzio,poi alzò le spalle.
-Spero tu abbia ragione-


-No,basta!
Non possiamo continuare così-
Con fatica si alzò in piedi e tirò su le spalline del reggiseno,cercando di recuperare un respiro normale.
Si guardò per qualche istante in giro alla ricerca della maglietta che aveva al suo arrivo e la trovò sul ripiano piu' alto di un mobile...Inutile farsi tante domande su come fosse finita lì.
Guardò George,che a sua volta stava respirando affannosamente,sdraiato sul divano la camicia sbottonata completamente lasciando scoperto il torace nudo e il bottone dei jeans già slacciato e,istintivamente si leccò le labbra,neanche fosse davanti ad un pranzo luculiano.
Era arrivata da neanche dieci minuti e già erano in quello stato?
Ma che cosa prendeva a tutti e due?
George fece forza su entrambi i gomiti e si sollevò leggermente,restando sdraiato sulla schiena e guardando il suo viso.
-E' la seconda volta oggi che mi fermi...Aspetta solo che riesca a metterti le mani addosso-la minacciò con voce maliziosa.
-George!-
-Cosa?-chiese lui con la solita espressione candida che usava sempre dopo essersi comportato da "cattivo ragazzo".
-Perchè non ci facciamo una tazza di tè?-gli propose,pescando la prima cosa che gli veniva in mente.
Lui sorrise leggermente divertito.
-Perchè invece non ritorni qui?-le disse alzando un braccio e tendendole una mano.

Luna scosse la testa:voleva una prova.
Qualcosa che le dimostrasse che il suo "rapporto" con George potesse esistere anche fuori da quell'appartamento,dal suo letto,in mezzo alla gente normale...come due fidanzati qualunque.
Cancellò immediatamente l'ultimo pensiero,non le era permesso.
-Che ne dici di uscire?-gli propose accennando un sorriso.
L'uomo aggrottò le sopracciglia,visibilmente contrariato a quella proposta.
-Uscire?Adesso?-domandò apposta per essere smentito.
Luna annuì,sempre piu' padrona della situazione.
Lo vide mettersi a sedere e fissarla per qualche istante,mentre cercava delle soluzioni possibili per convincerla a riprendere il discorso interrotto poco prima.
-Potremmo uscire dopo...-tentò.
Lei scosse la testa con decisione.
-No,non lo faremmo e lo sai-
-Ma perchè poi?-chiese ancora l'uomo.
-Perchè è qualcosa che non facciamo da tanto tempo...Quando è stata l'ultima volta che siamo usciti insieme io e te?-gli domandò lei.
George restò a lungo in silenzio,riflettendo su quei mesi insieme:di solito si incontravano nel suo appartamento,si facevano portare la cena a domicilio,guardavano un film e poi finivano la serata a letto.
Lo schema era sempre lo stesso,anche se a volte lo variavano.
Per ricordare l'ultima volta che erano usciti insieme dovette andare indietro di molto tempo, fino a quel giorno lontano di dicembre quando si erano incontrati per caso ed avevano finito per fare gli acquisti di Natale insieme.
E non erano neanche amanti all'epoca...
Forse aveva ragione lei.
-Ma ci vedranno...-le fece notare fissando i suoi occhi.
La vide sorridere e fare un passo verso di lui.
-Possiamo andare a Londra,qual'è il problema?
I babbani non ci conoscono-risolse subito Luna.
George,ormai convinto,decise lo stesso di restare qualche istante in silenzio mostrandosi indeciso per farla restare sulle spine:le piaceva l'espressione sul viso di Luna.
-Va bene,d'accordo-cedette alla fine.
Luna sorrise luminosa e gli corse incontro,gettandogli le braccia al collo e dandogli piccoli baci veloci sulle labbra.
-Vado a vestirmi!-disse poi staccandosi subito.
-Però non voglio niente di troppo melenso!-le gridò dietro mentre lei afferrava la maglietta dallo scaffale e correva in bagno.


-Non capisco proprio cosa ci trovi di interessante in quel film!-
Lei sorrise,stringendo piu' forte la presa attorno al braccio destro di George.
Quando finalmente erano usciti avevano girato per un pò guardando le vetrine dei negozi,poi si erano fermati davanti ad un cinema d'essay che stava facendo un fine settimana dedicato ai musical:nelle sale venivano proiettati "Il mago di Oz", "Footloose","Dirty Dancing" e "Moulin Rouge".
George dopo aver letto i titoli aveva tirato dritto,ma Luna lo aveva tirato indietro e convinto, dopo mille preghiere e promesse,ad accompagnarla a vedere "Dirty Dancing".
Lo conosceva a memoria,sapeva tutte le battute e le canzoni,ma non si sarebbe mai stancata di vederlo.
Era il film della sua vita.
Per gran parte della durata del film,George aveva ingannato il tempo mangiando pop corn e prendendo in giro il protagonista maschile.
-Nessun'uomo ballerebbe in quel modo!-le aveva sussurrato ad un certo punto facendola sorridere.
Poi quando i due protagonisti,grazie alle lezioni di ballo e al tempo passato insieme,si innamoravano,aveva smesso di parlare e si fece piu' attento.
Si erano seduti in una delle ultime file,dove i sedili erano piu' grandi e potevano contenere anche due persone,così quando Luna aveva sentito il braccio sinistro dell'uomo posarlesi sulla spalla,gli si era avvicinata leggermente e aveva posato la testa sul suo torace,posando un braccio attorno alla vita,come faceva di solito quando erano a casa sul divano.
Erano rimasti in quella posizione fino alla fine del film.
-Va bene,ho capito....Il film non è stato di tuo gradimento!
Vuol dire che la prossima volta lo sceglierai tu-gli confesse.
-Vorrei vedere...E puoi star certa fin da adesso che non ci saranno nè ballerini nè maestri di danza-le anticipò.
Luna sorrise e scosse la testa.
E se avesse visto "Il Mago di Oz",cosa avrebbe fatto allora?
-Hai fame?-le chiese poi abbassando lo sguardo verso di lei.
Luna annuì:al contrario di George che aveva finito un'intero secchiello di pop corn,lei era a digiuno dall'ora di pranzo e anche allora era riuscita a mandar giù soltanto mezzo panino per colpa delle incessanti domande di Ginny.
-Ti va un hot dog?-le propose.
-Ma dove lo troviamo un baracchino degli hot dog a quest'ora?-gli chiese lei facendogli notare i lampioni accesi e il sole che cominciava a tramontare.
-Non preoccuparti...Basta andare in un parco-disse.
Già la cosa piu' normale del mondo!
Andare in un parco di sera...Facevano prima a mettere un cartello sulla schiena per richiamare tutti i ladri di Londra!
Prendendola per mano,George si avviò verso Green Park stringendola contro di sè quando folate di vento freddo li colpivano.
-Sei sicuro che sia una buona idea?-gli domandò seguendolo all'interno del parco.
Lui le sorrise e le circondò i fianchi con un braccio,per poi avvicinare il viso al suo:era ancora piu' bello con le guance rosse per il vento.
Oddio...Aveva proprio perso la testa!
-Dimentichi che anche io sono un cattivo ragazzo-le disse soffiandole aria calda sulle labbra.
Luna annuì lentamente e si avvicinò ancora di piu' a lui,avvolgendogli la vita con entrambe le braccia.
George sorrise e le posò un bacio piccolo sulla punta del naso.
-Sta tranquilla,ci penso io a te-la rassicurò poi incontrando di nuovo i suoi occhi.
Cosa poteva dirgli dopo quelle parole?
Fu già difficile bloccare la dichiarazione d'amore che sembrava voler uscire a forza dalle sue labbra.
Respirò profondamente,riempiendosi i polmoni del suo profumo e sorrise.
-Va bene...Sono nelle tue mani-gli disse con gli occhi nei suoi.
Un'altro sorriso apparve sulle labbra dell'uomo,piu' malizioso,che la fece quasi pentire di quello che aveva detto.
Ma lui restò in silenzio e,dopo averle dato un bacio sulla fronte,si staccò da lei,tenendola sempre per mano e la guidò nel parco alla ricerca del baracchino per gli hot dog.
Evidentemente non erano gli unici che si arrischiavano nel parco a quell'ora così inconsueta: mentre continuavano la loro ricerca,Luna vide qualche gruppo di ragazzi ancora sdraiato sull'erba o che continuavano la loro partita a freesbee fino a che la luce glielo permetteva,senza contare i ciclisti che percorrevano la pista ciclabile all'interno del parco.
Quando finalmente arrivarono a destinazione,dovettero aspettare anche dieci minuti in fila vista la piccola folla che impegnava il venditore.
-Due hot dog,una porzione di patatine grande e...vuoi qualcosa da bere?-le domandò voltandosi verso di lei.
-Una coca-
-Una coca media e una birra-riprese poi George concludendo l'ordinazione.
Luna registrò la sua richiesta,ma decise di non dire nulla:erano quasi due mesi che non lo vedeva ubriaco,quindi poteva concedersi uno strappo alla regola...
Quando fu tutto pronto,cercò in tutti i modi di convincerlo a dividere le spese a metà,ma George fu irremovibile.
-Pagherai la prossima volta-le disse mettendo fine alla discussione.
E a lei non restò altro da fare che arrendersi.
Si sedettero sul prato,fra l'erba che iniziava ad essere piu' fredda e bagnata,George con la schiena poggiata contro il tronco di un'albero e Luna poco distante da lui,il cibo fra di loro.
Per qualche minuto mangiarono in silenzio:Luna lasciò vagare lo sguardo per il parco,verso il gruppo di ragazzi che imperterriti si ostinavano a continuare la loro partita e su una coppia che passava poco lontano da loro tenendosi per mano.
Quando si voltò per prendere la sua bibita si accorse che lo sguardo di George era fisso sul suo, attento,riflessivo.
-Che c'è?-
George alzò le spalle e portò lo sguardo sul hot dog prima di finirlo in un'ultimo boccone.
-Adesso me lo dici perchè mi hai trascinato a vedere quel film?-le domandò cambiando discorso.
Luna sorrise.
-Non ti è proprio piaciuto,vero?-gli domandò portando la bibita alle labbra.
-Il problema erano le canzoni..Ogni volta che pensavi di essere salvo,ne iniziava una nuova-
Lei rise divertita:eppure non aveva mai considerato quel film come un musical;invece a sentire George c'era una canzone ogni tre minuti.
-Sei davvero esagerato...-
-E' perchè volevi fare la ballerina?-tentò lui prendendo una patatina dal mucchio.
Luna scosse la testa.
-Allora perchè andavi sempre nello stesso posto durante le vacanze quando eri piccola-provò ancora.
Questa volta lei sorrise prima di scuotere di nuovo la testa.
-Avanti un'indizio!-le disse lui bevendo un sorso dal bicchiere di birra.
Luna restò in silenzio e alla fine sospirò:sarebbero potuti restare lì finò all'alba del giorno dopo.
Tanto vale dirgli come stavano le cose.
-Mia madre-disse semplicemente.
George la guardò,le sopracciglia leggermente incurvate.
-Era il film preferito di mia madre.
Quando ero piccola,almeno una volta a settimana lo guardavamo insieme:ci mettevamo nel salotto,sdraiate sul divano con una coperta che ci copriva i piedi e un'enorme ciotola piena di pop corn che avrebbe sfamato una famiglia intera.
Guardavamo il film e cantavamo e ripetevamo le battute degli attori,neanche fossimo noi a recitarle...-ricordò la donna con lo sguardo lontano.
George la vide fare un'ultimo sorriso prima di sospirare e rincontrare i suoi occhi.
-Un'altra cosa andata persa con il tempo-aggiunse.
Con la sua morte.
-Vieni qui-le disse dopo averla fissata per qualche istante in silenzio.
Luna fece i pochi metri che la dividevano da lui e andò a sistemarsi fra le sue gambe,la schiena contro il suo torace.
Subito le braccia dell'uomo la strinsero all'altezza della vita,coperte subito dalle sue.
-Hai presente tutti i vestiti in giro per il mio soggiorno?-le domandò ad un certo punto George interrompendo il silenzio.
Lei annuì,muovendo la testa contro la sua spalla.
-Fred ed io eravamo troppo pigri per fare il bucato,e non ci mettevamo mai d'accordo su chi dei due fosse stato l'ultimo a caricare la lavatrice...Eravamo entrambi due gran bugiardi-le disse.
Luna sorrise,poi attorcigliò le dita a quelle della mano destra di George,come per cercare di infondergli il suo appoggio.
-Quindi avevamo escogitato un sistema:aprivamo un giornale a caso e leggevamo la prima parola che ci capitava sotto gli occhi.
Chi aveva la parola piu' corta doveva fare il bucato-ricordò.
Non ci fu bisogno di aggiungere altro.
La presenza di tutti quei vestiti sporchi per la stanza si spiegava da sola dopo quel discorso: stavano ancora aspettando che il perdente andasse a pagare il suo pegno,inconsapevoli che lui non potesse piu' farlo e che il vincitore,forse inconsapevolmente,sperasse ancora di vederlo apparire da un momento all'altro per tener fede a quella scommessa.
Il silenzio calò di nuovo fra di loro,mentre i due si tenevano stretti e continuavano e tenere lo sguardo fisso davanti a sè.
-Perchè mi hai raccontato di tua madre?-le domandò poi George voltando leggermente la testa verso di lei per incontrare il suo sguardo.
-Tu perchè mi hai raccontato di Fred?-gli chiese Luna di rimando senza lasciare i suoi occhi.
George sorrise leggermente prima di alzare le spalle,in un gesto che doveva essere noncurante.
-Volevo che tu lo sapessi-le disse poi.
-Anche io-
Poi avvicinò il viso a quello di George e lo baciò dolcemente,con una lentezza che non si erano mai permessi prima di allora e che rendeva tutto piu'...reale,piu' vero.
Quando le loro labbra si staccarono,George le posò piccoli baci su tutto il viso,indugiando sulle guance,il naso e le palpebre che avevano uno strano potere d'attrazione su di lui.
-Sei pronta per tornare a casa?-le chiese poi l'uomo quando i loro occhi si incontrarono di nuovo.
Non ci fu bisogno di specificare quale casa:era ovvio che non l'avrebbe lasciata tornare al suo appartamento.
Luna annuì e si allontanò per permettergli di alzarsi e per mettersi in piedi a sua volta.
Raccolsero i cartocci sparsi sull'erba e dopo averli gettati,George tornò a stringerla a sè,come se avesse paura di perderla nel buio,di vederla sparire improvvisamente,senza sapere che in quel momento Luna aveva tutto quello che desiderava.
Non poteva chiedere di piu' alla vita...

 

Salve a tutti!!!!!!!!

Chiedo scusa x il ritardo con cui ho postato questo nuovo capitolo,ma sn stata parecchio impegnata con il trasloco e con la fine della fiction su Harry e Ginny...SORRY!!!

Spero di essermi fatta perdonare.

Ho scelto "Dirty Dancing" perchè è l'unico film di cui so veramente tutte le battute a memoria e poi perchè in qualche strano modo tornerà nella storia,anche se molto avanti...

Annuncio subito che questo sarà l'ultimo capitolo tranquillo,o almeno felice.

Dal prossimo iniziano i problemi e continueranno per molto,molto tempo(chi ha seguito l'altra fiction lo sa).

Comunque non disperate,in questo modo si possono chiarire tante cose che prima erano rimaste insolute e si può capire la vera intensità dei sentimenti dei "nostri".

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di ortografia o battitura.

Bene,x ora è tutto,io vi do appuntamento al prox capitolo...

"Il peggior San Valentino della mia vita"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Dannato Weasley! ***


Dannato Weasley!

 

 

 

-Tua sorella finirà per odiarmi-
Era la terza volta che annullava un'appuntamento con Ginny,che la lasciava senza neanche una
spiegazione per scappare da George.
L'amica,come sempre,non le aveva fatto pesare la cosa e lei,come al solito,aveva promesso che
si sarebbe fatta perdonare e che la prossima volta che sarebbero uscite avrebbero folleggiato in giro per Londra.
Nonostante fosse dispiaciuta per il suo comportamento ingrato,non riusciva a sentirsi in colpa:
quale donna guardando il fantastico uomo sdraiato sotto di lei lo sarebbe stata?
George sorrise e si mise a sedere sul letto,schiacciando il petto contro il suo seno e bloccandole
entrambi i polsi con una mano soltanto,cercando di riprendere il discorso da dove lei l'aveva interrotto,ma allo stesso tempo curioso per quello che lei aveva detto.
-Si è accorta che stai traviando suo fratello?-le domandò dandole un bacio sulla spalla destra.
Luna rise e gli fece rialzare la testa,incontrando i suoi occhi che la fissarono curiosi.
-Io ti starei traviando?Semmai è il contrario!-ribattè perdendosi nelle sue iridi smeraldine.
-Ah davvero?-chiese divertito George.
-Sì!Ogni volta che ti incontro finisco nuda e su un letto...non mi capitava molto spesso prima di
incontrare te-gli fece notare divertita da quel battibecco assurdo.
George sorrise malizioso e alzò le spalle.
-Non è colpa mia se non sei capace a resistermi...-disse liberandole i polsi e posando entrambe
le mani sui glutei coperti dai jeans per avvicinarla di piu' a sè.
Luna lo guardò con un sopracciglio alzato ed un'espressione incredula sul viso,prima di annuire
lentamente e di sciogliersi dalla sua stretta.
L'istante dopo era scesa dalle sue gambe e si stava alzando in piedi.
-Ehi!Dove stai andando?-le domandò George visibilmente sorpreso da quel gesto.
Lei voltò la testa,posando il mento sulla spalla e alzò le spalle.
-Sto cercando di resisterti...Non è poi tanto difficile,sai?-
George corrugò le sopracciglia,stizzito per il suo allontanamento e le sue parole e allungò un
braccio per afferrarla e portarla di nuovo sul letto,ma lei si allontanò di un paio di passi rendendogli impossibile l'impresa.
-Ok,va bene,chiedo perdono...Ora potresti tornare dov'eri?-le chiese sedendosi sulle ginocchia
senza mai lasciarla con lo sguardo.
Luna sembrò riflettere sulle sue parole per qualche istante prima di scuotere la testa di nuovo.
La vide voltargli le spalle e cercare in giro per la stanza il maglione che aveva quando era
arrivata un paio di ore prima.
Veloce si alzò in piedi,approfittando della sua distrazione,e le fu dietro in pochi passi
afferrandola ai fianchi.
Luna si lasciò scappare un piccolo grido sorpreso e gli mollò un pugno sul torace quando lui la fece
voltare per incontrare i suoi occhi.
-Che accidenti vuoi?-gli domandò cercando di fare la dura.
George sorrise e avvicinò il viso al suo,puntalmente allontanato da Luna.
-Voglio te...-le disse serio.
Per un'istante gli occhi di Luna lo fissarono,colpiti da quelle parole,e si accorse che non
sembrava neanche capace di respirare normalmente.
-C-come?-gli chiese titubante.
George gli avvolse la vita con un braccio e la strinse a sè.
-Voglio te nel mio letto,come poco prima...-le disse facendole un piccolo sorriso.
Capì subito di aver detto la cosa sbagliata.
Gli occhi della donna si intristirono,diventando piu' cupi,come se un velo fosse caduto su di loro
e l'attimo dopo la vide annuire,con un modo ancora piu' triste.
-Già...Ovvio-mormorò.
Abbassò leggermente la testa,rifuggendo dai suoi occhi e lui posò un dito sotto il mento di Luna
per leggere il suo sguardo,capire che cosa era cambiato in così poco tempo,ma ancora una volta lei scappò dai suoi occhi.
-Ehi,che ti prende?-le domandò sorpreso.
Luna scosse la testa e fece per allontanarsi dal suo abbraccio,ma la sua stretta era troppo forte
quindi dovette arrendersi.
-Niente,è solo che ho bisogno di uscire...di prendere un pò d'aria-disse sempre scappando dal
suo sguardo.
-Ti senti male?-le chiese con un leggero velo di preoccupazione nella voce.
Luna scosse la testa.
-Voglio solo andar via-
Si mosse un'altra volta nel suo abbraccio e questa volta riuscì a liberarsi,quasi scappando da lui.
Afferrò il maglione e lo infilò quasi nello stesso momento,poi gli voltò le spalle e iniziò la ricerca
delle scarpe.
-Posso sapere che cos'hai?-le chiese senza avvicinarsi.
Se l'avesse fatto avrebbe solo peggiorato le cose.
-Mi sono solo ricordata che ho un'appuntamento importante,tutto qui-mentì spudoratamente.
-Puoi evitare di raccontarmi balle?Non ti riesce molto bene-le disse fissandola mentre si infilava
una scarpa.
-George per favore...-disse semplicemente alzandosi in piedi e afferrando il cappotto pronta per
smaterializzarsi.
In pochi passi le fu accanto e le mise una mano sul braccio,come se questo avesse potuto
fermarla veramente.
-Cosa è successo?Fino a neanche dieci minuti fa stavamo benissimo e adesso vuoi scappare via
neanche ti avessero dato fuoco alle scarpe!-le disse fissando il suo volto.
Un sorriso amaro apparve sul viso di Luna,portandolo a chiedersi cosa passava per la testa della
donna.
-Proprio non capisci,vero?-gli chiese rialzando per un'istante lo sguardo sul suo viso.
Cosa doveva capire?
Prima che uno dei due parlasse di nuovo,George sentì un rumore in lontananza.
-George!George sei in casa?-
Ron!
Possibile che quell'uomo arrivava sempre nei momenti meno opportuni?
Luna lo fissò con lo stesso sguardo triste e allontanò il braccio dal suo tocco.
-E' meglio che tu vada-gli disse semplicemente.
L'istante dopo era sparita,lasciandolo con i suoi dubbi e le sue domande.
Ma cosa aveva fatto di così sbagliato?


Era una stupida!
Un'emerita deficiente!
Dov'erano finiti i discorsi sul non fidarsi,sul prendere quella relazione come veniva e lasciar fuori i coinvolgimenti emotivi?
Al vento!
Perchè se avesse tenuto fede ai suoi propositi,ora non sarebbe stata in lacrime per colpa di quella frase.
"
Voglio te nel mio letto"
Per cosa l'aveva presa?Per una puttana?
Possibile che quell'uomo riuscisse a essere l'essere piu' dolce del mondo e allo stesso tempo
anche il piu' idiota?Nessuno avrebbe mai detto una frase del genere,a meno che non intendesse ferire intenzionalmente la sua patner.
Perchè aveva lasciato che le cose andassero così avanti?
Per permettere all'uomo del momento di farle di nuovo male?Di ferirla come era successo in
passato?
Questa volta no!
Aveva maggior consapevolezza,sapeva quali erano i suoi errori e come fare per evitarli... non si
sarebbe fatta ingannare da George Weasley.

 

-Ti voglio nel mio letto?
Ma come ti è venuto in mente?-
Non aveva intenzione di confidarsi con Ron...Era venuto spontaneo.
Come ogni settimana gli aveva portato la spesa e quando lo aveva visto uscire dalla camera da
letto con indosso solo i jeans gli aveva chiesto se lo aveva interrotto ancora una volta.
Lui si era limitato a scuotere la testa senza parlare,ancora immerso nei suoi pensieri.
Accettando quel cenno silenzioso,Ron aveva iniziato a mettere il cibo nel freezer mostrandogli
ogni volta quello che aveva comprato,ma dopo il terzo tentativo aveva rinunciato trovandolo completamente distratto.
-Che ti succede?-gli aveva chiesto.
Ancora una volta George aveva scosso la testa.
-Problemi?-
-Puoi mettere a posto la spesa e lasciarmi in pace?-gli aveva risposto seccato l'altro.
Infilando il collo fra le spalle neanche una tartaruga,Ron aveva annuito e gli aveva voltato le
spalle.
Per qualche minuto c'era stato il silenzio fra loro,poi George si era lasciato andare ad un sospiro.
-Perchè le donne sono così complicate?-aveva chiesto.
Un leggero sorriso era apparso sul viso di Ron,ancora di spalle.
-E' quella la loro magia...Se non fossero così strane non ci piacerebbero-aveva risposto.
-Balle!Che ci sarebbe di strano in un pò di normalità?-aveva ribattuto George.
Ron si era voltato a guardarlo.
-Definisci normalità-
Dopo un nuovo sospiro,George si era passato una mano fra i capelli e aveva rialzato lo sguardo
sul viso del fratello.
-Perchè un'istante prima stai benissimo con una donna,sembra che niente possa interrompere
quell'idillio e l'istante dopo,lei scappa via da te soltanto perchè tu le hai detto che la vorresti nel tuo letto?-chiese confuso.
Aveva parlato senza riflettere,riferendosi a cosa era successo pochi istanti prima con Luna,di
come erano passati dallo scherzo alla delusione e lo sguardo triste negli occhi della donna e alla sua confusione.
Ron lo guardò qualche istante in silenzio poi scosse la testa,incredulo di star affrontando quel
discorso con suo fratello maggiore.
-Ma prima di conoscere questa ragazza eri vergine per caso?-gli domandò sospettoso.
George spalancò gli occhi,sorpreso dalla domanda del fratello e scattò in piedi.
-Come ti viene un'idea simile?Certo che no!-ribattè quasi ferito nell'orgoglio.
Aveva perso la verginità a sedici anni con Carly Danton,una ragazza al suo stesso anno,sul
divano nella Sala Comune dei Grifondoro.
Come poteva anche solo pensare una cosa del genere?L'aveva sempre detto che suo fratello era
un completo idiota.
-Allora come diavolo ti è venuto in mente di dire una cosa del genere?Hai anche una sorella,
quindi dovresti capirne un pò di psicologia femminile!-
George lo fissò e dopo qualche istante,si arrese scuotendo la testa.
-Ti dispiacerebbe farmi capire cosa stai farneticando?-gli chiese.
Ron aveva poggiato entrambe le mani sul legno del mobile dietro di lui e lo aveva fissato
qualche istante,con un nuovo sguardo saputo.
-Credi che a una donna faccia piacere sentirsi dire una cosa del genere?
Se dicessi una cosa del genere ad Hermione non la smetterebbe più di lanciarmi addosso
qualsiasi cosa gli capiti sotto mano-gli disse guardandolo.
George corrugò le sopracciglia.
-Non capisco cosa ci sia di male nel dir loro che sono brave a letto-
-Niente...Ma nel modo in cui l'hai detto tu c'era qualcosa di sbagliato,come se fosse qualcosa di
dovuto,come se quasi te lo aspettassi da lei-cercò di fargli capire.
George allontanò lo sguardo,posandolo sul pavimento e riflettè:lo sguardo di Luna sembrava
essersi impresso nella mente.
Non aveva mai visto nessuno passare dalla felicità,perchè era questo che aveva visto negli occhi
di Luna,alla rabbia e alla tristezza in così poco tempo.
-Ma non è quello che io volevo dire...-si giustificò,come se volesse scusarsi con Ron.
Il fratello annuì anche se l'altro non poteva vederlo.
-Questo lo so per certo,ma non ti sei spiegato bene-disse semplicemente.
Aveva bisogno di parlare con lei,di spiegarle,prima che quella insulsa stupidaggine crescesse
fino a diventare insormontabile...ma se le avesse telefonato ora Luna non gli avrebbe neanche risposto.
-Posso farti una domanda?-aveva chiesto Ron cauto.
George aveva rialzato lo sguardo e l'aveva fissato sul volto del fratello,in attesa.
-Tu sei innamorato di questa ragazza?-domandò con la stessa cautela nella voce.
Il silenzio seguì quelle parole,mentre George rifletteva sulla domanda che suo fratello gli aveva
rivolto,non riuscendo a trovare una risposta in quel groviglio che erano i suoi sentimenti.


-Si può sapere che succede?-
Doveva essere veramente intrattabile in quei giorni!
Per la millesima volta si chiese come faceva Ginny a sopportarla,senza trovare una risposta.
Era nervosa,arrabbiata,capace di infiammarsi per la minima provocazione...tutto quel malumore
non aiutava con il negozio ed i clienti.
-Scusami...Sono veramente una bestia in questi giorni-disse abbassando lo sguardo sotto gli
occhi dell'amica.
Ginny le si avvicinò e le posò una mano sulle sue,accarezzandole il palmo destro.
-Non importa se sei un pò scontrosa,o se l'unico modo per avvicinarti è con un palo lungo tre
metri...-scherzò la rossa.
Luna sbuffò a quelle parole e abbassò ancora di piu' la testa,come a volersi nascondere.
-Vorrei sapere se c'è qualcosa che posso fare per te...Non mi hai neanche detto cosa è successo
per farti stare così male-continuò poi.
Luna sospirò e si pizzicò gli angoli degli occhi con due dita,cercando di controllare le
emozioni:erano giorni che cercava di non pensare,di ricacciare indietro quel ricordo per evitare di sentirsi ferita di nuovo.
Più volte George aveva provato a chiamarla,ma lei aveva sempre evitato le sue
chiamate,fingendo che fossero dirette a Ginny.
Non era ancora pronta per parlare con lui,per dirgli quello che pensava veramente di
lui,altrimenti sarebbe finita ad urlare dentro la cornetta tutta la sua rabbia.
-Prima o poi passerà:ho solo bisogno di tempo...e di una lobotomia!-disse poggiando entrambe
le braccia sul bancone e nascondendo la faccia su di queste.
Ginny rise leggermente e le accarezzò i capelli,cercando di consolarla.
-Vedrai che non è così terribile come credi adesso...Prima o...-
La frase era stata interrotta dal suono della campanella:qualcuno era entrato in negozio.
Luna alzò la testa per dare uno sguardo al nuovo cliente e tutto il suo corpo si tese quando i
suoi occhi incontrarono quelli di George.
-George che sorpresa!E' tanto tempo che non ti vedo...-disse Ginny sinceramente sorpresa di
vedere il fratello vagabondo.
Luna si rimise in posizione eretta,la schiena tesa neanche fosse sul punto di spezzarsi in due e
gli occhi che non accennavano ad allontanarsi dal volto di George.
L'uomo allontanò lo sguardo soltanto quando sua sorella gli fu accanto,sorridendole e
abbracciandola.
-Come sta la mia sorellina?-le chiese interessato.
-Piena di impegni come al solito-rispose lei.
George sorrise e lanciò uno sguardo veloce a Luna,che allontanò subito lo sguardo.
Era andato lì per parlare con lei,era ovvio,ma non aveva la minima intenzione di ascoltare le sue
scuse.
-Ginny ce la fai ad occuparti della chiusura da sola?-chiese all'amica voltandosi verso di lei.
La rossa si voltò e dopo qualche istante annuì.
-Certo,va pure...Qualche problema?-le domandò preoccupata.
Luna scosse la testa e accennò un sorriso.
-Nessuno...Mi sono solo ricordata di un'appuntamento-mentì.
Lo sguardo di George non l'aveva abbandonata neanche un'istante,nonostante il suo ostinato e
patetico tentativo di ignorarlo.
Ginny sorrise.
-Un'altro appuntamento con il tuo ammiratore segreto?-le domandò curiosa.
Luna scosse la testa e si avvicinò al retro per prendere la borsa ed il cappotto.
-Ammiratore segreto?-sentì domandare a George.
Quell'uomo aveva proprio una gran faccia tosta!
-Sì,la nostra Luna ha un corteggiatore da qualche mese,ma non vuole presentarlo a nessuno.
Figurati che neanche io so il suo nome-spiegò Ginny felice di poter fare un pò di gossip.
La bionda tornò nel negozio e s'infilò il cappotto,sistemandosi il colletto e liberando i capelli che
erano rimasti nella giacca.
-Deve essere davvero terribile se non vuoi presentarlo a nessuno-le disse George tornando a
guardarla.
Luna sostenne il suo sguardo e si concesse un piccolo sogghigno.
-Della peggiore specie-gli disse.
Restò a fissarlo per qualche altro istante,prima di abbassare lo sguardo e afferrare la borsa.
-Ci vediamo più tardi a casa-disse rivolta a Ginny prima di uscire dal negozio.

 

-Ti rendi conto di quello che ha fatto?
Ha sparlato di me con Ginny,trattandomi come se fossi la peggiore feccia di tutto il mondo
magico...ed io ero lì davanti a lei!-
Fred,dal suo ovale dorato,sembrò ritrarsi indietro di fronte alla sua domanda rabbiosa.
Era arrabbiato,no peggio...era incazzato!
Non aveva mai permesso in tutta la sua vita che una donna lo riducesse in quello stato:che
accidenti gli era successo per comportarsi come un'idiota a ventidue anni?
Era andato in quel negozio per parlare con lei,per chiarire quello che era successo,per farla
tornare da lui e mettere fine a quella pazzia idiota che non aveva ragione di esistere.
Invece lei lo aveva trattato come un coglione!
-Con chi crede di avere a che fare?Io non sono mica quell'imbecille di Paciock che si può
rigirare come vuole...Io non ci sto!
Sono stufo di lei,dei...dei suoi limiti d'intelligenza che non le permettono di capire un
complimento,e sono stufo anche di questi comportamenti idioti.
Cosa le costa alzare il telefono e parlarmi?-domandò fermandosi di fronte alla lapide del fratello

e fissandolo per qualche istante.
Sospirò e si lasciò cadere sull'erba,cercando di dare un senso logico a tutti quei pensieri che gli
affollavano la mente.
Per come era fatto adesso poteva fare solo una cosa:lasciar perdere.
Chiudere quella storia con Luna,rallegrandosi di non aver mandato tutto a puttane prima e per
un motivo piu' serio.
D'altronde era sicuro che se l'avesse chiamata per rompere,se mai lei avesse alzato il telefono,
non si sarebbe sentito implorare perchè cambiasse idea.
Magari tornando a casa avrebbe trovato un messaggio sulla sua segreteria in cui veniva
scaricato...
-Perchè sto male alla sola idea?-domandò a bassa voce,senza alzare lo sguardo su Fred.
Perchè si vergognava di quei sentimenti?
Quando giorni prima Ron gli aveva chiesto se era innamorato di Luna,lui non aveva saputo
rispondere:era rimasto in silenzio,immobile neanche gli avesse fatto una domanda di fisica quantistica o qualcosa di ancora peggio.
Invece era così semplice...Era innamorato o no di Luna?
-Ho paura...-ammise in un sussurro.
No,non era paura.
Era terrore.
Terrore di amare di nuovo qualcuno profondamente,di sentire di nuovo il bisogno di legarsi a
qualcuno.
Non avrebbe mai potuto sopportare un'altra perdita...questa volta sarebbe finito in pezzi.
-Non posso rischiare-disse rialzando lo sguardo e fissando la foto.
Fred lo stava fissando con un'espressione concentrata sul volto,quasi attento a non perdersi
neanche una parola.
Forse aveva bisogno di quel rischio...

 

Erano più di venti minuti che fissava il biglietto bianco davanti a sè neanche contenesse una mini bomba ad orologeria.
Quella mattina,il giorno di San Valentino,prima che uscisse per andare al lavoro le avevano
consegnato una enorme cesto di rose rosse dal gambo lungo,con quel piccolo biglietto bianco spillato sul manico del cesto.
Quelle rose erano fantastiche:in meno di dieci minuti avevano riempito la stanza con il loro
profumo penetrante,inoltre lei adorava le rose rosse.
Ma non riusciva a superare le insidie di quel biglietto:era evidente che fossero di George,ma
cosa doveva aspettarsi?
Perchè mandarle quelle rose proprio quel giorno?Perchè proprio a San Valentino,con la festa
degli innamorati e tutte le sciocchezze simili?
Aveva imparato a conoscerlo e sapeva che George non era uno che chiedeva scusa,anche se
doveva ammettere che quel gesto era andato contro le sue convinzioni:non riusciva ad immaginarsi George come il tipo che regala rose e cioccolatini alla ragazza con cui ha litigato per fare pace.
Dopo l'ennesima occhiata furtiva alla bustina bianca si decise e,afferrato il biglietto bianco,in
una mano lo aprì con un gesto deciso.
Poche righe erano scritte sul cartoncino bianco,nella sua inconfondibile calligrafia.

"Che ne dici se provo a farmi perdonare?
 Magari questa sera a cena.
           G.
"

Rilesse le poche righe ancora un paio di volte,come a voler trovare un significato nascosto, qualcosa che quella sera avrebbe potuto usare contro di lui.
Perchè era indubbio che lei quella sera sarebbe stata davanti alla sua porta.
La rabbia era un buon carburante,ma non l'aiutava a sentire di meno la sua mancanza:ormai
erano mesi che si vedevano tutti i giorni,nonostante la segretezza e la cautela su cui era basato il loro rapporto.
Quella sera sarebbe riuscito a farsi perdonare,se avesse usato gli argomenti giusti,o anche solo
se avesse fatto le giuste facce.
Perchè mentire a sè stessa?Perchè negarsi ancora qualcosa di cui aveva bisogno?
Era innamorata di lui.
Certo,era dolorosa la consapevolezza che George non provava lo stesso per lei,ma era adulta:
poteva affrontare le delusioni e imparare a conviverci.
Aveva deciso di vivere quel momento finchè sarebbe durato,poi quando tutto sarebbe finito le
sarebbero rimasti i ricordi,soltanto i migliori,quelli che le avrebbero permesso di sentirsi meno sola.
Era tutto quello che poteva concedersi e che sapeva di poter chiedere a un'uomo come George.


-E' occupato questo posto?-
George si voltò alla sua destra e scosse la testa.
Una ragazza di neanche trent'anni,dai corti capelli neri un trucco  leggero ed un vestito viola,gli
si sedette accanto.
Tornò a voltarsi davanti a sè,le dita attorno al bicchiere di Guinnes gelato,osservando il proprio
riflesso nello specchio.
Aveva ancora un'ora prima di tornare a casa ed incontrare Luna.
Tutto,nell'appartamento,era pronto:aveva fatto portare la cena dal miglior ristorante cinese del
quartiere,in ricordo della prima cena che avevano fatto insieme,aveva apparecchiato la tavola con la migliore e,forse unica,tovaglia pulita che aveva in casa,aveva sistemato delle candele rosa che non sapeva neanche di avere in mezzo alla tavola e poi,per ingannare l'attesa e non impazzire nel frattempo,aveva deciso di uscire a fare quattro passi.
Erano stati i suoi piedi a portarlo in quel pub,forse remori delle mille volte che avevano fatto
quella strada prima di incontrare Luna.
Ed era stata la sua bocca a muoversi da sola e a ordinare quella Guinness:in fondo una birra
ogni tanto che male poteva fargli?
L'importante era limitarsi a quella e ritornare a casa in tempo per accogliere Luna.
Non aveva dubbi:lei avrebbe accettato l'invito.
Magari voleva fare la dura e,certamente non lo avrebbe mai ammesso,ma anche lei sentiva la
sua mancanza.
Forse aveva detto la cosa sbagliata,come gli aveva spiegato Ron,ma era certo che le cose si
sarebbero risolte...Oggi,quella stessa sera.
Fra qualche ora avrebbe avuto di nuovo fra le braccia Luna...e non ne vedeva l'ora.
Bevve d'un sorso quello che restava del suo bicchiere e fece un cenno al barista perchè gliene
versasse un'altra.
-Anche a te hanno dato buca?-si sentì chiedere.
Si voltò e vide la ragazza con il vestito viola voltata verso di lui.
-No,veramente no-rispose.
Lei alzò le spalle.
-Forse ancora non lo sai-insistette.
George accennò un sorriso,mentre il barista gli metteva davanti la seconda birra.
-Fidati lo so per certo-
La ragazza alzò le spalle e gli tese una mano.
-Sono Adrian-si presentò.
Lui fece lo stesso e si strinsero la mano per qualche secondo.
-Che bevi?-le chiese George cercando di essere gentile.
-Un Martini alla mela-rispose la ragazza prima di posare le labbra sul bicchiere.
Lui aggrottò le sopracciglia.
-Che c'è?-chiese Adrian.
-Roba troppo delicata per un posto rude come questo-scherzò.
Lei rise e allungò una mano afferrando il boccale di George.
-Allora facciamo a cambio,ti va?-gli propose.
Lui alzò le spalle e prese il drink posato su un tovagliolo bianco davanti alla ragazza.
-Ce ne vorranno almeno dieci per compensare la birra che ho perso e non so se avrò il tempo
per berli tutti-borbottò bevendo un primo sorso del suo nuovo drink.
Lanciò un'occhiata all'orologio che aveva al polso e vide,rassicurato,che aveva ancora tempo
prima di tornare a casa e prepararsi per Luna.
-Te l'ho detto,ti ha dato buca-disse Adrian accorgendosi dello sguardo all'orologio.
George sorrise e scosse la testa.
-Credimi,mai come questa volta sono sicuro che non succederà-

 

Dopo aver bussato più volte,aveva deciso di smaterializzarsi nell'appartamento:almeno non avrebbe aspettato sul pianerottolo al freddo.
Non c'era nessuno in casa;forse era uscito per comprare un'ultima cosa che aveva dimenticato...
Posò il cappotto sul divano sopra gli altri vestiti e si diresse in cucina,alla ricerca di un biglietto o
di un'indizio che la potesse aiutare a capire dove fosse George in quel momento,ma vi trovò soltanto i cartoni del cibo cinese,che aspettavano solo di essere mangiati.
Vide il tavolo apparecchiato con le candele e non potè trattenere un sorriso;almeno ce la stava
mettendo tutta per farsi perdonare e per rendere quel giorno speciale.
Provò a chiamare George,ma sentì lo squillo del telefonino poco distante da sè.
Perfetto!Ora non aveva neanche modo di sapere che fine aveva fatto o quanto tempo ancora
sarebbe rimasto fuori.
Tornò in salotto e si sedette sul divano spostando i vestiti per essere più comoda e accese la
televisione,girando fra i vari canali finchè non trovò un film interessante che l'avrebbe impegnata fino all'arrivo di George.
Più volte nell'ora seguente guardò l'orologio cercando di non pensare al suo stomaco che
brontolava e al ritardo sempre più mostruoso del suo ospite:non era carino e neanche educato far aspettare una signora e conoscendo la signora Weasley era sicura che almeno questo George doveva averlo imparato!
Dopo un'ora,spinta dai morsi della fame,si diresse in cucina e aprì i vari cartoni per controllare
quello che sarebbe stata la sua cena se tutto fosse andato come previsto,e trovati gli spaghetti fritti li portò in salotto,tornando a sedersi sul divano davanti al televisore.
Quanto doveva aspettare prima di considerare quell'appuntamento un fallimento e tornare a
casa sua con la coda fra le gambe?
-Magari è stato preso in ostaggio da un gruppo di rapinatori mentre era in un drugstore per
comprare una bottiglia di vino-bofonchiò a mezza voce fra un boccone di spaghetti e l'altro, facendo risuonare la propria voce nell'appartamento vuoto,accompagnando i rumori che venivano dal televisore.
Sicuramente era successo qualcosa...George non si sarebbe mai comportato così!Non con lei!
Forse stai dimenticando chi è George,le disse una piccola voce nella sua testa.
Già...il George che conosceva lei era soltanto una finzione,una sua personale rappresentazione.
Bastava vedere come trattava la sua famiglia per capire com'era in realtà.
Lentamente la preoccupazione lasciò il posto alla rabbia:era lì a mangiare spaghetti da
sola,preoccupandosi per quello che poteva essergli successo, dopo che lui gli aveva dato buca il giorno di San Valentino,IN UN APPUNTAMENTO ORGANIZZATO DA LUI!
Era forse stato un modo per ferirla?Magari era talmente arrabbiato con lei che aveva deciso di
fargliela pagare in qualche modo...
Non era il caso di rendersi ridicola oltre.
Si alzò in piedi e poggiò il cartone mezzo vuoto di spaghetti fritti e prese il cellulare dalla borsa,
componendo poi un numero che era nelle chiamate veloci.
-Sono io...Ti andrebbe di uscire a fare pazzie?-


Stava fluttuando.
O qualcosa di molto simile.
Un'attimo prima era seduto con Adrian al bancone e stava fluttuando;dove accidenti si trovava?
-Avanti grand'uomo,un'ultimo sforzo!-sentì vicino all'orecchio sinistro.
Gli ci volle qualche istante per riconoscere quella voce:Ron.
-Sei tu Ron?-chiese non riconoscendo la propria voce.
-Chi ti aspettavi,la tua amante vogliosa?-scherzò una diversa voce.
Voltò la testa dalla parte opposta,dove era arrivato il suono,ma si mosse con troppa velocità
sbilanciandosi in avanti.
-Attento!Che credi di fare?-chiese Ron afferrandolo per la vita prontamente.
Un rumore troppo forte gli arrivò alle orecchie,ma riuscì a capire cosa fosse:era uno strano

suono,come una sinfonia...c'era una banda nei paraggi?
-C'è qualcuno in casa tua?-chiese la voce che ancora non era riuscito ad identificare.
Mosse la testa,incerto se i suoi gesti avessero un qualche significato.
Capì di essere a casa dall'odore inconfondibile che veniva dal salotto:il profumo dei vestiti puliti e la puzza di quelli sporchi si erano uniti formando uno strano odore che era possibile trovare soltanto in casa sua,nel suo salotto.
Sentì allentarsi la stretta di quelle che sembravano centinaia di mani e di braccia e si sporse in avanti,verso il divano:avrebbe saputo trovarlo anche ad occhi chiusi.
-Hai lasciato la televisione accesa-gli disse Ron.
Era possibile,si disse cadendo a peso morto sul divano.
-Avevi un'appuntamento per caso?-chiese ancora la voce misteriosa.
-Ma che ti viene in mente Herm...-disse Ron.
Hermione!Ecco chi era l'altra persona...Finalmente l'aveva capito!
Una smorfia soddisfatta apparve sul suo viso a quella scoperta:non gli piaceva essere all'oscuro delle cose.
-Allora come te le spieghi le candele e la tavola imbandita?-domandò la donna.
Candele?
C'era qualcosa che gli sfuggiva...Lui non metteva mai le candele.
Qualcosa che non riusciva a superare il suo pensiero annebbiato e che continuava a premere contro la barriera della semi incoscienza e dell'alcool perchè lui ricordasse.
Ma prima che quel pensiero fosse tanto potente da poter essere compreso,George crollò in un sonno quasi comatoso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** I muri tremano ***


i muri tremano

 

 

Una volta aveva sentito dire che quando una cosa inizia ad andar male,come in una partita di domino,tutto il resto comincia a peggiorare.
Non ci aveva mai creduto,convinta che niente poteva andare male se lei non lo voleva:in fondo era lei che compiva le scelte che determinavano il suo futuro,perchè mai avrebbe dovuto scegliere qualcosa che le si sarebbe ritorto contro?
Ma non sempre tutto quello che abbiamo di importante nella vita decide di sottostare alle nostre decisioni.
Qualche volta,quasi sempre nelle cose più importanti,ci ritroviamo impotenti,costretti a sottometterci di fronte a quello che capita nelle nostre vite.
E Luna stava per impararlo nel modo peggiore.
Le prime avvisaglie che qualcosa in suo padre andava peggio del solito le aveva avute una settimana prima,quando era stata chiamata al lavoro dalla signora Weasley:una dei commercianti del villaggio vicino aveva visto suo padre che camminava spaesato per la strada e, riconoscendolo, aveva avvertito la donna che lo aveva fatto recuperare subito dal marito.
Luna era corsa subito alla Tana per controllare che il padre stesse bene e che non avesse bisogno di essere portato da un medico,ma stranamente lo aveva trovato lucido al punto da riconoscere le persone intorno a lui.
Contenta di quel piccolissimo miglioramento,lo aveva accompagnato a casa e il giorno dopo aveva ripreso la vita di tutti i giorni,relegando quell'episodio in un'angolo della propria mente.
Quando però ricevette quella telefonata,la notte di San Valentino,non aveva idea che il suo mondo sarebbe cambiato in poche ore.
Nonostante fossero le tre di notte,la voce della signora Weasley sembrava preoccupata:suo padre era agitato e non c'era modo di calmarlo in nessun modo.
Non aveva riconoscuto i suoi amici di vecchia data e quando erano corsi da lui preoccupati dal rumore che veniva dalla Tenuta,li aveva scambiati per dei ladri.
Più volte aveva chiesto di lei,e alla fine i Weasley avevano deciso di accontentare la sua richiesta e chiamarla.
Mentre si vestiva in fretta,afferrando i primi vestiti a portata di mano,Luna cercava di rassicurare sè stessa,di dirsi che non c'era niente di diverso dal solito.
Sapeva che l'unico modo per calmare suo padre era andare lì e parlargli,essere accanto a lui:lo aveva fatto altre volte,ed era certa che arrivando alla Tenuta suo padre si sarebbe tranquillizzato.
Non gli avrebbe permesso di fare qualche brutto scherzo,non quella sera...


Il soggiorno era completamente vuoto,ad eccezione del divano e della poltrona preferita di suo padre.
Dov'erano andati a finire i mobili?
Mosse lo sguardo in giro per la stanza,ma non vide nessuno dei mobili che di solito la occupavano,neanche sul soffitto,e neanche qualche traccia del recente passaggio degli Weasley o di suo padre.
-Tesoro,meno male che sei qui!-
Si voltò verso la voce e vide la signora Weasley venire verso di lei dalla scala che conduceva al piano superiore.
-Ho fatto prima che ho potuto...-
La donna l'abbracciò di getto e la strinse a sè,come a volerle dare conforto e sostegno in quella situazione.
-Cosa è successo?-domandò Luna quando riuscì a staccarsi dall'abbraccio.
La signora Weasley indossava una vestaglia rosa confetto a coprire la camicia da notte,e ai piedi aveva due pantofole dello stesso colore;in testa una miriade di piccoli bigodini colorati la facevano assomigliare ad un porcospino.
In un'altra circostanza avrebbe trovato molto buffo quell'abbigliamento,ma ora vedeva soltanto una donna che si era fatta carico del suo problema e che non avrebbe mai smesso di ringraziare.
-Eravamo pronti per andare a letto,quando abbiamo sentito un gran fragore venire da qui;così ci siamo vestiti e siamo corsi qui.
I mobili del salotto erano tutti in giardino,tranne questi,e quando siamo entrati in casa abbiamo trovato tuo padre sdraiato sul divano come senza forze...Ci ha scambiato per due ladri-le raccontò quasi mortificata.
Luna strinse la mano della donna:la signora Weasley non sapeva che quello era il comportamento normale di suo padre.
-Arthur lo ha messo a letto,ma lui continuava a chiedere di te e allora...-
-Avete fatto bene a chiamarmi,voi avete fatto anche troppo-disse lanciando uno sguardo alla scala.
Aveva quasi paura a salire di sopra:cosa avrebbe trovato una volta in camera di suo padre?
Sarebbe stata capace di affrontare i suoi vaneggiamenti,i suoi momenti di smarrimento?
-Se credi di aver bisogno di aiuto,io e Arthur possiamo restare qui con te...-si offrì subito la signora Weasley,stringendole la mano per mostrarle il suo sostegno e infonderle forza.
Luna scosse la testa decisa:suo padre era un suo problema,toccava a lei occuparsene.
Seguita dalla donna,aveva salito i gradini quasi sperando di non vederli mai finire e quando era arrivata davanti alla porta di suo padre aveva sentito delle voci,una più bassa l'altra più riconoscibile provenire dall'interno.
La mano posata sulla maniglia,aveva preso un lungo respiro e con quel briciolo di coraggio che ancora le restava aveva aperto la porta:suo padre era a letto,impegnato in una lotta con le coperte che il signor Weasley continuava a rimboccargli,mentre l'altro era seduto poco distante da lui,sul lato destro del letto su un sedia.
C'era uno strano odore nella stanza,che la invase non appena aprì la porta e le mozzò il fiato per qualche istante,portandola a chiedersi da cosa fosse dovuto.
-Sta tranquillo Xenophillus,se ti agiti è peggio...-sentì dire al signor Weasley.
Da quando suo padre era così vecchio?
Sembrava non mangiare nè dormire da giorni eppure aveva ancora le forze per ribattere all'uomo di fronte a sè.
-Papà...-
Entrambi gli uomini nella stanza si voltarono verso la porta:uno la guardò con espressione sollevata,che sparì subito lasciando il posto allo sguardo preoccupato che era negli occhi della moglie;l'altro,invece,la fissò a lungo prima di riconoscerla.
Era la prima volta da quando si era "ammalato" che aveva difficoltà a riconoscerla...
-Papà che è successo?-chiese Luna,quasi volesse aiutarlo a capire chi avesse di fronte.
-Perchè permetti a due estranei di entrare in casa mia?-le chiese lui di rimando.
Luna,come libera da un'incantesimo,iniziò a muoversi e andò a sedersi sul lato libero del letto.
-Hai ragione...La prima cosa che faremo domani è chiamare un fabbro per cambiare la serratura-disse fissando il viso rugoso del padre.
Era una sua impressione oppure c'era qualcosa di strano in lui?
Perchè aveva l'assurda sensazione di dover vivere quei momenti da sola con suo padre?
Alzò lo sguardo su Arthur Weasley e accennò un sorriso,a tranquillizzarlo e allo stesso tempo ringraziarlo per quello che aveva fatto quella sera.
Poi atteggiò il viso ad un'espressione severa.
-Uscite dalla casa di mio padre!Immediatamente!-ordinò.
L'uomo la fissò qualche istante,poi annuì alzandosi dalla sedia.
In silenzio girò attorno al letto e si portò vicino alla moglie,trascinandola quasi a forza fuori dalla stanza mentre lei continuava a dire a Luna di avvertirli nel caso avesse avuto bisogno d'aiuto.
-Così si fa-disse Xenophillius,guardando la figlia.
Le voltò le spalle rigirandosi nel letto e chiuse gli occhi.
-Svegliami quando arriverà Neville,ho qualcosa di molto importante da dirgli...-le disse poi continuando a tenere gli occhi chiusi.
-Papà sono le quattro del mattino,vuoi davvero disturbarlo?-gli chiese preoccupata.
Cos'era adesso quella novità?Perchè voleva vedere Neville?
Il padre riaprì gli occhi e la fissò quasi rimproverandola per le sue parole.
-Se è veramente un'uomo verrà...Non importa che ore sono-disse quasi fosse di nuovo lucido come un tempo.
Dopodichè tornò a chiudere gli occhi e nel giro di pochi minuti si addormentò.


Non stava affatto bene,lo avrebbe capito anche un'idiota!
Il respiro di suo padre era più affannoso,come se ogni movimento del torace gli causasse dolore e da quando si era addormentato non aveva mai mosso,restando sempre in posizione semi fetale,con le braccia a coprirgli il volto.
Vederlo dormire la riempiva di ansia,come se non si stesse rendendo utile abbastanza:ma cosa avrebbe potuto fare?
Suo padre odiava gli ospedali ed i dottori ed era un'impresa fargli prendere anche una pasticca per il raffreddore.
Non si sarebbe fatto visitare da nessuno,ma lei non poteva lasciarlo peggiorare così senza fare niente!
Aveva provato più volte a scuoterlo,per svegliarlo e sapere come si sentiva,ma riceveva in cambio soltanto lamenti e parole smozzicate.
Soltanto una volta,verso le sei del mattino riuscì a fargli aprire gli occhi,ma ebbe di nuovo la terribile sensazione che non la riconoscesse.
-Papà?-
Non era pronta...Non poteva andarsene proprio adesso,non ancora almeno!
-Neville-disse l'uomo con voce roca per il prolungato silenzio.
Luna si morse il labbro inferiore a quelle parole:lo stava veramente aspettando!
Magari vederlo lo avrebbe aiutato a sentirsi meglio.
-Arriverà presto-lo rassicurò accarezzandogli una spalla.
L'uomo tornò a chiudere gli occhi e pochi istanti dopo la stanza si riempì di nuovo del suo respiro affannoso.
Aveva bisogno d'aria.
Chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle si diresse in camera sua,poco distante e si sedette sul letto,la schiena contro la testiera del letto.
Come può una persona perfettamente sana il giorno prima, stare così male il giorno dopo?
Sospirò affranta e il suo cervello stanco la corresse:erano anni che suo padre non era più perfettamente sano.
Viveva nel suo limbo personale senza accorgersi di tutto quello che gli succedeva intorno, senza quasi provare emozioni...Erano anni che nella sua mente infuriava la lotta fra ciò che era reale e i suoi sogni.
Forse questa volta era impossibile sconfiggere quella realtà.
Ripensò alle parole di suo padre e si chiese cosa era giusto fare?
Doveva chiedere aiuto a George nonostante quello che era successo la sera prima?
Non aveva dubbi che se avesse saputo la situazione sarebbe corso lì immediatamente,pronto a prestarsi di nuovo a quella recita.
Piena di dubbi si coprì il volto con le mani e emise un suono frustrato,incapace di prendere una decisione:cosa era più giusto fare?
Accidenti doveva smetterla di comportarsi come una ragazzina di dodici anni!
Era più giusto pensare ai suoi problemi personali oppure fare quello che suo padre le aveva chiesto?
Non aveva bisogno neanche di pensarci..
Prese il cellulare dalla tasca dei jeans e,senza indugi, compose un numero in memoria.
Portò il telefono all'orecchio ascoltando il segnale di libero.
"Ti prego fa che non risponda una donna...Fa che non risponda la segreteria".
Il telefono continuò a squillare a vuoto,finchè la sua ultima speranza non cadde e lei non interruppe la comunicazione.
Cosa poteva aspettarsi?
Fissò la carta da parati vecchia e leggermente scolorita dal tempo e riflettè sulla prossima mossa: c'era un'unica soluzione possibile.
Con i tasti compose un numero e ripetè le azioni di poco prima,in attesa.
-Pronto?-
Un'ondata di sollievo la invase:aveva bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi,con cui piangere quando tutto sarebbe finito e al momento non le importava chi fosse.
-Sono io...Ho bisogno del tuo aiuto-


Nel corso dei mesi,la sua vita era stata un susseguirsi di azioni.
Ogni giorno si alzava,faceva colazione insieme agli altri,andava a lezione,tornava nel suo appartamento e faceva una doccia,concedendosi una mezz'ora di palestra giusto per non perdere il ritmo e poi qualche sera usciva con Draco per una birra,oppure restava a casa a correggere i compiti o a leggere qualche libro.
Tutti quelli che lo conoscevano consideravano la sua vita noiosa.
Anche lui sarebbe stato il primo ad definirla così,ma per il momento la definiva "cauta":aveva avuto la sua dose di vita spericolata e l'aveva pagata cara,quindi cosa gli serviva adesso riprendere quella strada?
Era un'uomo single e affascinante che riceveva molte attenzioni dal gentil sesso,ma che negli ultimi mesi si era completamente votato alla castità.
Più volte Draco aveva scherzato dicendo che era un buon modo per impazzire o chiedendogli se intendeva ritornare vergine per il matrimonio,ma ogni volta lui aveva lasciato correre.
Draco non avrebbe capito...L'amico non aveva mai perso l'amore della sua vita come era successo a lui.
Era qualcosa che ti cambiava la vita.
Quando quel giorno Luna gli aveva chiuso la porta in faccia dicendogli di non farsi più vedere era ritornato al castello e aveva passato ore a riflettere:quanto poteva essere stato infame per far reagire in quel modo la persona più dolce e paziente che avesse mai conosciuto?
Per il resto della giornata era stato distratto,anche durante le lezioni,ripercorrendo tutta la sua storia con Luna e trovando infinite colpe da parte sua che lo avevano portato a autoproclamarsi il "Re degli stronzi".
C'era bisogno di un cambio radicale,qualcosa che riportasse a galla il vecchio Neville,quello che Luna aveva amato.
Certo,sapeva che forse era un pò tardi per sperare di riavvicinarsi a lei,ma se c'era una cosa che non era mai cambiata in lui era il suo essere fiducioso,anche verso le cose impossibili.
Perchè sapeva potevano realizzarsi.
Quando quella mattina,di buon'ora,il suo cellulare squillò era appena uscito dalla doccia, pronto per fare una gara con Draco prima di colazione per vedere quale manico di scopa fosse il più veloce.
-Pronto?-disse asciugandosi i capelli bagnati con un asciugamano.
-Sono io...-
Era possibile che la voce umana assomigliasse a musica?
Lasciò cadere a terra l'asciugamano bagnato e restò immobile qualche istante,lasciando risuonare nella sua mente il suono della voce di lei.
-Ciao-disse semplicemente,sentendosi immediatamente idiota.
-Scusami se ti chiamo a quest'ora...-le sentì dire.
Era una sua idea oppure c'era qualcosa che non andava?
Lui conosceva tutto di lei,sapeva quando qualcosa la preoccupava e quando era felice e si ritrovò a chiedersi che cosa fosse successo per far avvenire quel piccolo miracolo.
-Figurati,non c'è problema...Posso fare qualcosa per te?-disse,dandosi poi del coglione per quel tono affettato.
-Ho bisogno del tuo aiuto-
-Che è successo?-le chiese senza giri di parole,sedendosi sul bordo del letto.
La sentì sospirare poco distante dal microfono e si preoccupò ancora di più:lei non era una tipa ceh si faceva scoraggiare tanto facilmente,cosa le era capitato di così terribile?
-Mio padre sta morendo...-disse a mezza voce.
Un brivido gli scese lungo la schiena facendogliela inarcare in avanti e cominciò a guardarsi in giro per la stanza cercando i vestiti che aveva indossato la sera precendente.
Sapeva com'era la situazione con il signor Lovegood,sapeva anche che prima o poi quel momento sarebbe arrivato,ma aveva sempre creduto che allora sarebbe stato accanto a lei per aiutarla ad affrontarlo.
-Luna...-
-Non riconosce neanche più me ormai...-gli disse desolata.
Questa forse era la cosa che le faceva più male.
-Dimmi come posso aiutarti-le disse calmo.
Ancora un'altro sospiro arrivò al suo orecchio.
-Ha chiesto di vederti...So che può essere un problema con le tue lezioni,ma ti prometto che non ci vorrà molto-
-I miei studenti sono l'ultima cosa a cui sto pensando adesso.
Non riuscirò ad essere da prima di mezz'ora,credi che sia un problema?-le disse alzandosi in piedi e avvicinandosi alla sedia dove erano posati i pantaloni.
-Mi dispiace Neville,non volevo crearti tutti questi problemi-fece lei preoccupata.
-Sta tranquilla Lulu,ti ho chiesto mezz'ora perchè devo passare in un posto prima...
Scommetto che non mangi da ieri-disse passando la cornetta sull'altro orecchio per infilare un braccio nella manica del maglione.
Il silenzio dall'altra parte della cornetta gli fece capire che aveva ragione.
-Ho lo stomaco chiuso...-rispose lei in quel tono da bambina imbronciata che ricordava benissimo.
Neville sorrise,dimenticandosi per qualche attimo la circostanza triste che li aveva fatti rincontrare.
-Sarà da te fra poco-le disse con tono sicuro.
Dopodichè chiuse la telefonata e lanciò il cellulare sul letto,prendendo i pantaloni in mano e infilandovi una gamba quasi contemporaneamente.
Quando erano ancora una coppia,lui era lo scudo fra Luna e la "pazzia" di Xenophillius:in qualche modo,l'uomo ritornava lucido e partecipe quando era con loro.
Più volte Neville aveva proposto a Luna di sposarlo o di andare a vivere insieme,facendo venire il padre a vivere con loro,ma lei si era sempre opposta affermando che la presenza del padre sarebbe stata una guerra di trincea che avrebbe logorato il loro matrimonio.
Come se non ci avessero pensato già da soli a rovinare tutto...E non erano nemmeno sposati.
Perchè il vecchio aveva chiesto di vederlo?
Era seduto di nuovo sul letto intento ad infilarsi le scarpe,quando sentì bussare alla porta e subito dopo,senza neanche aspettare risposta,Draco entrò nella camera da letto.
-Questo non è l'abbigliamento adatto per un volo-disse lanciandogli una veloce occhiata.
Neville si allacciò la scarpa destra e si mise in piedi,tendendo una mano verso il cappotto.
-Mi dispiace ma devo annullare tutto-disse all'amico.
-Come sarebbe a dire?-
-Vuol dire che ho un'impegno più importante-spiegò Neville infilando il cappotto.
-E cosa dovresti fare di così importante da dover rinunciare alla mia presenza?-scherzò leggermente offeso il biondo.
Neville sorrise e gli si avvicinò portando la mano alla maniglia.
-Il bravo ragazzo-


La sua testa era il palco di un concerto rock.
Tutto gli girava intorno e pulsava dolorosamente,rendendogli impossibile qualsiasi gesto o movimento.
Provò ad aprire gli occhi e,ad un primo tentativo,sentì le palpebre tirare quasi fossero sul punto di rompersi;alla seconda prova un pò di luce filtrò fra le ciglia ferendogli gli occhi e costringendolo a serrarli di nuovo.
Fu soltanto al terzo tentativo che riuscì nel suo intento.
Tutto nel suo corpo gli faceva male,neanche lo avessero preso a pugni in venti:che accidenti gli era successo la sera prima?
Ricordava di essersi fermato in un pub a bere una birra e di aver fatto la conoscenza di una ragazza carina.
Colto da un dubbio,si voltò e vide l'altra parte del letto vuota,e senza sapersi spiegare il perchè si sentì sollevato.
La bocca era impastata e quando provò a muoverla sembrò quasi fosse incollata con del mastice o della colla.
Da quanto tempo era che non prendeva una sbornia?Doveva essere parecchio,perchè non ricordava che gli effetti fossero così devastanti su di lui.
Facendo quasi violenza a sè stesso riuscì a mettersi a sedere sul letto e conseguentemente ad alzarsi ed i passi che mosse verso il bagno furono strascicati e storti.
Soltanto quando affondò il viso nell'acqua gelata l'ovatta che gli avvolgeva il cervello si dissolse e gli sembrò di ricominciare a sentirsi meglio;il caffè lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee e a capire che cosa era successo la sera prima.
Con passi più sicuri di poco prima si diresse verso la cucina e già dalla metà del corridoio sentì venirgli incontro un'odore inconfondibile di caffè:sollevato,apparve sulla soglia della stanza e si guardò attorno,trovando Ron accanto al bollitore che si stava versando una tazza di caffè fumante appena fatto.
-Non sai quanto ti voglio bene in questo momento-gli disse con voce roca.
Il fratello si voltò e accennò un sorriso.
-Il Bell'Addormentato si è svegliato!Era anche ora...-commentò prima di portare la tazza alle labbra.
George sbuffò e,avvicinatosi al bollitore,si versò un'abbondante tazza di caffè che bevve in un sorso solo,per poi tornare a riempirsi la tazza.
-Che ore sono?-chiese voltandosi di nuovo verso il fratello.
-Mezzogiorno-
Annuì e si lasciò cadere su uno degli sgabelli,posando la tazza di fronte a sè sul piano dell'isola.
-Che è successo ieri sera?-domandò al fratello,quasi vergognandosi di quello che gli avrebbe detto.
Ron alzò le spalle.
-Io non so molto:ero al ristorante con Hermione quando il cellulare ha suonato ed una ragazza mi ha detto che dovevo venire a riprenderti perchè eri incapace anche di ricordarti il tuo nome tanto eri ubriaco-disse sintetico.
George bevve un'altro sorso dalla tazza:erano mesi che non gli succedeva.
Era un giorno speciale per caso?Qualche ricorrenza particolare che aveva deciso di affogare nell'alcool?
-Che giorno era ieri?-s'informò guardando il fratello.
Lo sentì ridere leggermente.
-Era San Valentino idiota!Anzi sarà meglio che non ti fai vedere da Hermione almeno per un mese dopo averci rovinato la serata-lo avvertì l'altro.
San Valentino...Uno strano campanello iniziò a suonare nella sua testa,senza che però lui riuscisse a capire da cosa fosse provocato.
Annuì lentamente,seguendo il suo pensiero.
-A proposito,ho dovuto buttare la roba cinese che avevi comprato...Aveva cominciato a puzzare- gli disse Ron posando la tazza nel lavello.
L'allarme era sempre più forte,più insistente ma ancora lui non riusciva a capire da cosa fosse dovuto:perchè aveva comprato cibo cinese se doveva andare al pub?
Vide Ron poggiare entrambi i gomiti sul marmo e sporgersi verso di lui,quasi con fare cospiratorio.
-Ora che siamo soli,puoi dirmi per chi erano le candele?-gli domandò curioso.
George lo guardò senza capire:ma di che accidenti stava parlando?
-Quali candele?-
-Andiamo non fare il finto tonto:le candele,la tavola apparecchiata come non ne vedevo da mesi,hai avuto anche tu un'appuntamento ieri?-gli domandò cercando di farlo parlare.
Fu come se un'asteroide avesse colpito il suo cervello provocando un'esplosione:LUNA!
Aveva dimenticato l'appuntamento con Luna...L'AVEVA LASCIATA AD ASPETTARE MENTRE LUI ERA IN QUEL CAZZO DI PUB A BERE!
Doveva essere impallidito perchè Ron gli posò una mano sul braccio sinistro e lo scrollò.
-Stai bene?Che ti prende?-gli chiese preoccupato.
-Sono un coglione...Un'imbecille,un idiota!-
Si alzò di scatto e nonostante il momentaneo sbandamento,iniziò la ricerca del cellulare:come aveva fatto a dimenticare quell'appuntamento dopo tutta l'attenzione,la cura che aveva avuto nel prepararlo?
Era la sua occasione per rimediare,per farsi perdonare e si era fottuto con le sue mani.
-Dove cazzo è il mio cellulare?-domandò alzando un'altra montagna di vestiti dal divano.
-Mi dici che sta succedendo?-chiese Ron preoccupato.
George rialzò lo sguardo e finalmente vide il proprio telefono accanto al televisore;con un solo movimento si alzò e arrivò a prenderlo.
C'era una chiamata persa:perchè aveva paura di aver rovinato tutto?
Premette un pulsante e il numero di Luna apparve sul display.
-CAZZO,CAZZO,CAZZO!!!!-esclamò rabbioso.
Poteva chiamarla ora?
Forse era meglio sparire dalla faccia della terra dopo quello che le aveva fatto!
Il suono di un cellulare poco distante da lui lo fece sobbalzare e gli ricordò della presenza di Ron nella stanza.
Il fratello rispose e George lo sentì parlare fitto fitto;fu allora che si accorse del suo abbigliamento:perchè il fratello era vestito in un elegante abito scuro in un giorno settimanale?
Perchè aveva i capelli sistemati indietro con il gel?
-Come mai sei così tutto perfettino?-gli domandò una volta che Ron ebbe terminato la telefonata.
Lo vide annuire lentamente,come ricordando qualcosa a sè stesso.
-Già,tu non lo sai:questa mattina è morto il padre di Luna...-iniziò.
Non sentì più nulla di quello che Ron gli stava dicendo:la sua mente continuava a dirgli quanto era idiota e coglione,e a dirgli che in quel momento avrebbe dovuto stare insieme a lei.
La sua "ragazza" stava affrontando il momento più difficile della sua vita e lui non era con lei!
-Vuoi venire con noi?-chiese Ron alla fine del lungo discorso di cui George aveva perso ogni parola.
Scosse la testa,fissando il vuoto.
Non sarebbe mai riuscito a farsi perdonare questa volta...


Era finita.
Se ne era andato,lasciandola sola.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo,ma non aveva avuto nessun segnale qualche indizio per capire che le cose stavano precipitando,per farle capire che doveva passare più tempo con suo padre,invece di perdersi dietro alle sue stupide beghe personali.
Neville era arrivato quasi subito,mantenendo la parola data e prima di salire le scale per andare da suo padre le aveva dato un bicchiere di cartone di Starbuck pieno di cioccolata calda.
-Ho pensato che ne avessi bisogno-le aveva detto con voce premurosa.
-Non ho fame-aveva ribattuto lei,rigirando il bicchiere caldo fra le dita.
Lui aveva sorriso ed annuito leggermente.
-Per favore...-
Luna aveva sospirato e stringendo il bicchiere fra le dita della mano destra era salita insieme a Neville al piano di sopra.
Il rumore del respiro affannoso di suo padre le aveva fatto venire gli occhi lucidi:perchè le sembrava così piccolo ed indifeso fra le coperte di quel letto?
Quante volte aveva dormito con lui da bambina nei mesi subito seguenti la morte della madre per non avere troppa paura del buio,stretta a lui fra le sue braccia?
Perchè ora sembrava lui quello da proteggere?
Lo videro voltarsi leggermente al suono della porta e lo vide strizzare gli occhi verso di loro,come se stesse cercando di metterli a fuoco.
-Neville-
L'uomo entrò nella stanza,ma quando Luna fece per seguire il suo esempio,suo padre la bloccò.
-Chiudi la porta ragazzo-aveva detto rivolto a Neville.
Si erano scambiati uno sguardo e lui le aveva sorriso.
-Magari vuole dirmi dove sono le sue riviste per adulti e non vuole che tu lo senta-le aveva detto.
Era stato il suo turno di sorridere:non aveva mai pensato che suo padre potesse avere una collezione simile.
Aveva fatto un passo indietro tornando nel corridoio e aveva osservato la porta richiudersi dietro Neville.
Perchè non l'aveva aspettata?
Perchè non le aveva dato il tempo di dirgli addio?
Se ne era andato dietro quella porta chiusa e lei non aveva avuto la possibilità di stargli accanto, di stringergli la mano di...
Quando Neville era uscito dalla stanza di suo padre,aveva capito che qualcosa non andava dal suo sguardo:era più serio,più triste.
Si era lanciata verso la porta,ma le braccia di Neville l'avevano afferrata bloccandola al centro del corridoio:aveva provato a divincolarsi,a lottare,ma quando aveva alzato lo sguardo per intimargli di lasciarlo andare,lui aveva scosso la testa come aveva visto fare tante volte dai medici nelle serie televisive.
Quasi folgorata dal suo abbraccio,si era allontanata e era indietreggiata fino a toccare il muro con la schiena,poi era scivolata a terra senza neanche accorgersene.
Non riusciva a respirare,il petto si muoveva a scatti facendole male e le sembrava quasi di non sentire il proprio cuore battere.
L'attimo dopo Neville era seduto per terra accanto a lei,un'espressione rassicurante sul viso e una mano che le allontanava i capelli dal viso.
-Va tutto bene,ci sono io...-le disse cercando di tranquillizzarla.
Ancora incapace di respirare normalmente,Luna fece scattare le braccia e le strinse attorno alla vita di Neville,poggiando la testa contro il suo petto,rannicchiandosi contro di lui,gli occhi chiusi quasi a negare la verità.
E solo quando sentì il braccio dell'uomo posarsi sulle sue spalle,iniziò a piangere.
Disperatamente,senza alcuna vergogna.
Per quella parte di lei che aveva appena perso e che nessuno le avrebbe mai restituito.
Sempre cullata dall'abbraccio consolatorio di Neville e dalle sue parole.
-Andrà tutto bene,ci sono io con te...-


Nella Tenuta Lovegood si erano avvicendati i suoi genitori,Ron ed Hermione, e sua sorella che si era trattenuta più degli altri.
Li aveva visti andare e venire da lontano,tenendosi a dovuta distanza per evitare momenti imbarazzanti e spiacevoli incontri indesiderati.
Era venuto per parlare con Luna,per mostrarle che le era vicino anche in quel momento così difficile,non aveva intenzione di fare una riunione di famiglia.
Ci volevano soltanto le lacrime di sua madre...
Si avvicinò alla porta della casa soltanto quando fu assolutamente certo che all'interno non c'era nessun'altro esclusa Luna:era pomeriggio inoltrato e,nonostante il freddo che il mese di febbraio ancora portava con sè, era rimasto nascosto fra gli alberi per ore.
Bussò due volte alla porta,cercando di non mostrare troppa insistenza.
Passò qualche istante prima che sentisse i passi dietro la porta avvicinarsi e quando questa si aprì Luna comparve sulla soglia:il viso era più pallido del solito e gli occhi erano rossi e gonfi,come la punta del naso,ma notò il repentino cambio d'espressione quando vide chi era alla porta.
-Ciao-le disse.
Luna restò in silenzio qualche istante fissandolo,poi sempre muta,gli voltò le spalle e rientrò in casa lasciando la porta aperta per farlo entrare.
George entrò in casa e la seguì nel salotto,dove su un tavolino basso c'erano alcune guantiere piene di cibo,sicuramente portato da sua madre.
Luna era poco distante da lui,di spalle e apparve chiaro che non sarebbe stata lei a parlare per prima.
-Sono corso appena l'ho saputo...Non sai quanto mi dispiace.
C'è qualcosa che posso fare per te?-le chiese cercando di rompere il ghiaccio.
Il silenzio che seguì le sue parole fu quasi agghiacciante:cosa poteva dirle per sentirsi meno coglione e,allo stesso tempo,alleviare la sua pena?
Magari poteva andare da lei ed abbracciarla,forse sarebbe bastato quello...
Prima che riuscisse a prendere una decisione,però,Luna si voltò e lo assalì cominciando a spingerlo.
-DOVE ERI?DOVE CAZZO ERI?-chiese lei dandogli spinte finchè non gli fece toccare il muro con la schiena.
-Te l'ho detto,sono corso appena Ron me lo ha detto-disse ben sapendo di mentire.
-TI HO CHIAMATO QUESTA MATTINA ALLE SEI!Forse però eri troppo occupato per rispondere al telefono...-disse lei tornando a voltargli le spalle.
La chiamata che aveva trovato sul suo cellulare!
George fece un passo verso di lei e mosse le mani per posarle sulle spalle della donna,poi cambiò idea:non era il momento adatto.
-Ieri sera...-iniziò.
-Non mi interessa-mormorò lei sempre di spalle.
-Ieri sera sono andato in un pub,convinto di poter tornare a casa in tempo,e invece mi hanno dovuto portare a casa Ron ed Hermione per quanto ero ubriaco.
Dormivo...Per questo non ho sentito la tua telefonata-le disse incurante di quello che lei aveva detto.
Doveva sapere che non l'aveva tradita,che nonostante si fosse comportato come un demente aveva avuto abbastanza buon senso da tornare a casa da solo senza nessuna compagnia femminile.
-Ho detto che non mi interessa,quello che fai della tua vita non è affar mio-disse Luna.
Perchè quelle parole gli erano suonate così minacciose?
-Che vuol dire?Luna,ti prego guardami...-le disse facendo un passo verso di lei.
La donna si voltò e quando i loro sguardi si incontrarono la vide sospirare,presagio di quello che sarebbe successo di lì a poco.
-Forse è meglio che tu te ne vada-gli disse.
George scosse la testa con decisione:non poteva lasciarla in quello stato!
-Assolutamente!Ci sarà il caos adesso e avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti...-si oppose.
-Ho tutto l'aiuto che mi serve,e poi non è il caso che tu ti faccia trovare qui dalla tua famiglia... non avrebbe nessun senso-
-Che vuoi che mi importi della mia famiglia?Tu hai bisogno di me adesso e io devo...-continuò imperterrito lui.
-NO NON NE HO!NON C'ERI QUANDO AVEVO DISPERATAMENTE BISOGNO DI TE,QUANDO MIO PADRE AVEVA CHIESTO DI VEDERE NEVILLE E IO NON SAPEVO COSA FARE.
NON C'ERI QUANDO LUI è MORTO E IO MI SENTIVO CADERE A PEZZI!-gli urlò contro.
George vide gli occhi della donna farsi lucidi e si mosse in avanti verso di lei per tentare una disperata riconciliazione,ma ancora una volta,Luna si scansò.
-Dimmi come posso riparare-chiese a bassa voce.
La stava perdendo,lo sentiva,e non c'era niente che potesse fare per migliorare la situazione o che cambiasse le cose.
Luna scosse la testa sconsolata.
Io ho bisogno di te,pensò nella propria mente continuando a fissare lo sguardo su Luna.
Ma come poteva accampare una qualche pretesa dopo quello che le aveva fatto,dopo il modo terribile in cui si era comportato in quei due giorni?
Aveva rovinato il loro rapporto in meno di quarantotto ore!Davvero un record,forse soltanto a lui riuscivano certe magie.
-Ti prego...-tentò un'ultima volta.
Il silenzio che ricevette in risposta gli fece abbassare la testa,neanche un cane sgridato dal proprio padrone.
Improvvisamente la risata di Luna gli fece rialzare la testa e cercare il suo viso:un'espressione divertita e allo stesso tempo triste era comparsa sul volto della donna,che aveva perso la battaglia contro sè stessa e aveva lasciato uscire le lacrime che erano state visibili,per gran parte del loro incontro,nei suoi occhi.
-Sai qual'è la cosa più divertente?-gli chiese.
George capì che quello che lei avrebbe detto lo avrebbe dilaniato,messo totalmente ko.
Scosse la testa e la sentì tirare su con il naso mentre un sorriso amaro compariva sul suo viso.
-Che avevo deciso di dirti che ero innamorata di te.
Non mi importava se non provavi lo stesso per me,volevo soltanto essere sincera...
Per fortuna non ho fatto questa brutta figura-disse asciugandosi l'angolo dell'occhio sinistro con la mano sinistra chiusa a pugno.
George lo sentì chiaramente,al centro del petto,quell'assurdo dolore che lo fece sentire ancora più meschino e idiota.
-Luna...-
-Va via adesso...-gli disse tornando a voltargli le spalle.
-Per favore!-le disse quasi implorante lui.
-VA VIA!-gridò Luna prima di uscire dalla stanza.
Rimasto solo,George si guardò attorno qualche secondo,quasi inconsapevole di quello che era realmente successo,nella testa le ultime frasi di Luna e l'utopica speranza che se fosse salito al piano di sopra lei lo avrebbe perdonato.
Ma quello che aveva fatto non si poteva perdonare con qualche bacio...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Marzo ***


marzo

 

"Siamo indivisibili

Siamo uguali e fragili

E siamo già così lontani..."

 

I giorni subito seguenti la morte di suo padre erano avvolti da una nebbia,che cancellava il dolore e la rendeva quasi insensibile.
In seguito,quando avrebbe provato a ripensare a quei momenti,le sarebbero tornate alla mente soltanto alcune immagini,le solite che aveva visto ad altri funerali a cui era stata:la cucina piena di gente che,desiderosa di mostrarsi utile,portava pirofile piene di cibo nonostante avessero il leggero sospetto che questo sarebbe andato sprecato vista l'abbondanza delle libagioni;volti familiari che le si affollavano intorno per farle le condoglianze e per dirle quanto rispettavano il padre e quanto erano dispiaciuti per la sua perdita.
Accanto a lei,come due bodyguard pronti a proteggerla da tutto c'erano Ginny e Neville, seduti sul divano con lei e che intrattenevano tutte quelle persone al posto suo.
Soltanto con alcuni "fortunati" aveva scambiato qualche parola,qualche cenno,per far capire loro che apprezzava la loro presenza lì:aveva permesso ad Hermione di abbracciarla e di tenerla stretta qualche istante,dandole piccole pacche consolatorie sulla schiena per dimostrarle la sua solidarietà e tutto l'appoggio che aveva verso di lei;Ron le aveva stretto una spalla e le aveva fatto un piccolo sorriso,il massimo che poteva permettersi senza sembrare troppo sdolcinato o inapropriato.
Ma quello che più ricordava di quei giorni era la sua mancanza di sensazioni:era vuota.
Non c'era niente che potesse dire o fare per migliorare quella situazione,e non c'era niente che l'aiutasse a stare bene.
Suo padre se ne era andato.
Non c'era più e tutto quello che riusciva a fare in quel momento era girare lo sguardo per le varie stanze della casa e chiedersi cosa avrebbe fatto di tutta la sua roba,quanti scatoloni sarebbero stati necessari per impacchettarla...
Che ne sarebbe stato della casa?Doveva venderla oppure era meglio tenerla,in ricordo di tutto quello che avevano vissuto fra quelle mura?
Non aveva più pianto...Dopo il primo momento in cui si era disperata fra le braccia di Neville, non aveva più versato una lacrima,quasi fosse incapace di piangere,di provare dolore.
Quale razza di persona non riesce a piangere il padre morto?
Ogni volta che quei terribili pensieri l'assalivano,una mano correva a stringere la sua,e lei era sicura che alzando lo sguardo avrebbe incontrato gli occhi di Nevile,caldi e affettuosi,come se sapesse cosa stava passando e corresse in suo soccorso.
Aveva chiesto dei giorni di ferie alla McGranitt ed esclusa un'assenza lampo di un paio d'ore per prendere dei vestiti puliti,era rimasto sempre al suo fianco aiutandola con le scelte più difficile e certe volte facendole al posto suo:non sarebbe mai stata pronta per scegliere fra una bara di noce ed un'altra di legno di pino.
Si era anche occupato della "composizione" della salma:le aveva mostrato due diversi completi e lei aveva dovuto soltanto scegliere.
Era stato lui a portarli all'agenzia funebre e a consegnarli al tizio che si occupava del funerale:lei non sapeva neanche che faccia avesse!
Il momento che più temeva era arrivato troppo presto.
Prima di lasciare che i partecipanti alla celebrazione entrassero nel salone dove era stata sistemata la bara aperta,si era presa qualche minuto di solitudine.
Soltanto con suo padre.
Si era seduta di fronte a lui,una mano poggiata sul legno della cassa e aveva fissato il viso leggermente truccato del padre.
-Dovresti vederti adesso papà...-aveva detto a mezza voce.
Gli aveva sfiorato i capelli bianchi che ricadevano duri sulla fronte per la troppa lacca e aveva sorriso leggermente.
-Avrei dovuto procurarmi uno specchio prima di venire...Non c'è niente di meglio di una grassa risata prima di un funerale-
Aveva lasciato scivolare la punta delle dita sulla fronte e sulle sopracciglia folte dell'uomo e aveva sospirato rumorosamente,combattendo contro lo sconforto.
Abbassò lo sguardo e fissò il pavimento pulito sotto i suoi piedi.
-Che farò adesso papà?
Era ancora troppo presto...So che eri fuori di testa già da tanto,ma non mi importava...Eri qui, con me,riempivi le mie giornate!
Perchè te ne sei andato senza neanche darmi un piccolo preavviso?
Ecco magari potevi lasciarmi un piccolo appunto del tipo "Sto per morire,preparati!"...-
Stava straparlando,lo capiva,ma era come se tutta quella tristezza e tutto il dolore si fossero condensati e trasformati in rabbia.
Sì,era arrabbiata con suo padre per averla lasciata!
Poteva essere più stupida?
Aveva rialzato la testa e posato di nuovo lo sguardo sul viso del padre,incapace di dare un senso alla miriade di sensazioni che le si agitavano dentro.
La sua attenzione era stata distolta da un leggero bussare sulla porta,che l'aveva costretta a voltarsi per vedere chi fosse l'intruso.
Neville era sulla porta,una mano sulla maniglia,un passo ed era nella stanza con lei,la porta di nuovo chiusa alle sue spalle.
-Le folle cominciano a scalpitare?Sto perdendo troppo tempo,vero?-aveva chiesto.
Neville le si era avvicinato e aveva scosso la testa.
-Puoi stare qui quanto vuoi...Sono sicuro che la signora Weasley saprà tenere a bada tutta quella gente-le aveva detto con voce sicura.
Luna aveva scosso la testa,concedendosi un piccolo sorriso.
-Ti prego non farmi fare quella domanda idiota-le aveva detto facendo un'altro passo verso di lei.
Tutti quelli che erano entrati dalla porta di casa sua in quegli ultimi giorni,nessuno escluso,le aveva fatto la più stupida domanda da fare ad un funerale:stai bene?
Le prime volte lei aveva annuito e ringraziato per l'interessamento,ma ormai aveva paura di rispondere male al prossimo che glielo avesse chiesto.
Cosa credevano,che si stesse divertendo?Magari i funerali erano l'ultima moda in fatto di divertimenti e lei non ne era stata ancora informata!
Aveva fissato il viso di Neville e annuito in silenzio,senza dire nulla:lui le era stato accanto in ogni momento,sapeva come si sentiva.
-Sono pronta-aveva detto alzandosi in piedi.
Lui le si era fermato al fianco,silenzioso come sempre,e lei si era voltata un'ultima volta verso la bara,facendo scivolare le dita sul legno liscio e lucido.
-Ciao papà-

 

Quante birre aveva bevuto quella mattina?
Quante in quei tre giorni?
Gli sembrava di non aver mai messo piede fuori da quel pub...Ma sapeva di averlo fatto,i suoi vestiti erano diversi.
Ron doveva essere venuto a prenderlo,solo che lui era talmente stonato da non accorgersene neanche.
Che giorno era oggi?
Non ne aveva la più pallida idea.
Aveva mangiato qualcosa per evitare di distruggersi lo stomaco?
Probabilmente no:era una cosa che facevano le persone sagge e lui non lo era.
Un solo pensiero gli girava nella mente,una sola frase che sembrava intenzionata a distruggerlo: a farlo in mille pezzettini e a metterlo in ginocchio.
"Volevo dirti che sono innamorata di te,che tu mi amassi o no"
Ci sarebbe mai stata fine alla sua idiozia?
Aveva rovinato tutto...Senza neanche sforzarsi troppo,semplicemente comportandosi come il coglione che era!
-Credevo che avessi smesso-
La voce era apparsa all'improvviso accanto al suo orecchio e allontanandosi a forza dai suoi "piacevoli" pensieri,George voltò leggermente il busto sullo sgabello.
Ron si stava sedendo accanto a lui,i gomiti sul bancone e un'espressione preoccupata sul volto.
-Io credevo tu avessi smesso di credere alle cose impossibili-lo prese in giro.
Ron sospirò e scosse leggermente la testa.
-Che posso farci se sono un'inguaribile ottimista?-gli chiese di rimando.
A George bastò uno sguardo per capire da dove il fratello era appena tornato:nonostante fosse un tipo elegante e preciso nel vestire,non lo aveva mai visto vestito del completo nero di mattina.
E quella consapevolezza lo colpì come un pugno nello stomaco,facendolo sentire ancora più triste e inutile.
-Non sapevo che ti fossi messo a seguirmi anche di mattina...-disse tornando a voltarsi verso Joe e facendogli un cenno per farsi portare un'altra birra.
-Ho la tariffa doppia di mattina-scherzò il fratello,prendendo un salatino dal piattino fra di loro.
-Sai che quei salatini saranno lì da almeno dieci anni?-gli fece notare stringendo le dita della mano destra sul bicchiere vuoto davanti a sè.
Ron alzò le spalle e chiese un acqua tonica al barista.
-Non credo la sappia fare-gli disse George quando Joe si fu allontanato,lasciando un nuovo boccale di birra e portando via il bicchiere vuoto.
Il fratello rise leggermente e prese un'altro salatino.
In quell'attimo di silenzio che precedette l'arrivo dell'ordinazione di Ron,i due fratelli sembrarono ignorarsi,come se non si conoscessero e George tornò a pensare a quello che occupava la sua mente in quei giorni.
Come stava affrontando lei quei momenti?
Cosa provava?
Aveva bisogno del suo aiuto?
L'orgoglio di Luna era grande quasi quanto il suo e mai avrebbe ricevuto ancora una sua chiamata in cui gli chiedeva aiuto...almeno non dopo quello che le aveva fatto.
Se lui l'avesse chiamata come si sarebbe comportata?
Il ricordo della sua rabbia,del modo in cui l'aveva colpito quando si era presentato da lei...era la prima volta che qualcuno lo trattava così,senza che lui facesse nulla per impedirlo o per controbattere.
-Che ti è successo fratellone?-gli chiese Ron,rompendo di nuovo il filo dei suoi pensieri.
George sorrise sarcastico e scosse la testa.
-Che è capitato per farti ricadere di nuovo in questo baratro?-gli domandò tenace l'altro.
Non poteva dirgli la verità,anche se fra lui e Luna era finito tutto per sempre!
L'idea che quella fosse veramente una possibilità lo attanagliò all'altezza del petto e gli bloccò il respiro...non poteva essere la fine.
-Qualche problema con la tua ragazza?-tentò Ron.
George sospirò e bevve un lungo sorso dal suo boccale,cercando di riprendere il controllo.
-Non è più la mia ragazza.
Forse non lo è mai stata,ma quando poteva diventarlo io ho rovinato tutto come al solito e adesso lei mi odia.
Letteralmente!
Non vuole più vedermi...-disse prima che se ne rendesse conto.
Ron lo fissò in silenzio,attento a non perdersi neanche una parola di quello che il fratello gli stava raccontando.
-Sei andato a letto con un'altra?-gli domandò.
George si voltò verso di lui,cadendo quasi dallo sgabello per la velocità del gesto,e lo guardò con espressione incredula.
-Come ti viene in mente?-gli chiese.
Ron alzò le spalle.
-Sto andando a tentativi!Conoscendoti poteva essere,anzi mi sorprende che tu reagisca così anche alla sola idea.
Allora cosa puoi aver fatto di così terribile da farti odiare da questa ragazza?- gli domandò prendendo un'altro salatino.
George sospirò e abbassò la testa,quasi sentendo su di sè il peso delle sue tante stronzate.
-Ho rovinato quanto di bello ero riuscito a costruire con lei in meno di due giorni...
E lei mi ama,me lo ha urlato contro prima di mandarmi via l'ultima volta che ci siamo visti-disse quasi incapace di fermarsi.
Perchè Ron era capace di strappargli tutte quelle confidenze?
Era come se gli uscissero dalla bocca anche quando non voleva parlarne;anche adesso,si sarebbe fatto sparare in testa piuttosto che affrontare quell'argomento,ed invece stava rendendo Ron partecipe dei suoi disastri sentimentali.
-Se ti ama,se ti ama come ha detto,ti perdonerà.
Devi solo darle tempo di dimenticare perchè è arrabbiata con te-gli disse con voce sicura.
Tornò ad alzare lo sguardo e fissò il viso di Ron per qualche istante.
-Sei sicuro?-chiese stupendo anche se stesso.
Ron accennò un sorriso.
-Anche con Hermione succede lo stesso.
Mi ci sono voluti anni di esperienza per capirlo-
Forse non tutto era perduto...


La baciò a Keswick,mentre il mare si scagliava contro gli scogli neri con insolita forza,facendo arrivare gli spruzzi d'acqua salata anche sulle loro giacche a vento e sui loro capelli...sentì il sale anche sulle sue labbra.
La baciò.
E lei non si ritrasse.
Non oppose resistenza,non si scandalizzò all'idea di un bacio da parte di Neville e non cercò di rimettere di nuovo i paletti che aveva sempre messo quando era in sua compagnia dopo la loro rottura.
Era un modo per non pensare,per dimenticare tutto quello che di brutto era successo nella sua vita in una sola settimana:un'inibitore delle emozioni.
Ecco cos'era Neville per lei.
Luna sapeva sempre cosa l'uomo si aspettava da lei,quale emozione provava in un determinato momento e come avrebbe agito o reagito a tale azione.
E sapeva come affrontarlo.
Non era come George...
Dopo il funerale,Neville aveva chiesto altri giorni di permesso ad Hogwarts per aiutarla con tutti i documenti di suo padre,per mettere via le sue cose e non farle fare tutto da sola facendola perdere nei ricordi ad ogni oggetto che metteva nelle scatole.
Avevano cominciato dai vestiti:avevano svuotato gli armadi e ne avevano trovato qualcuno che quasi sicuramente suo padre non indossava più da anni anche in solaio,arrivando a riempire quattro scatoloni.
Poi erano passati ai libri:raccoglitori con le prime pagine di tutti i numeri de "Il Cavillo",i suoi libri di quando era uno studente ad Hogwarts e quelli che aveva usato lei,ancora con le annotazioni e le sottolineature.
I vari libri che avevano riempito il suo studio e la sua camera fin quando era stato capace di afferrare la realtà e infine i libri di sua madre,che lui teneva in giro soltanto per ricordo o per creare l'illusione che lei non se ne fosse mai andata.
Questo Luna non l'aveva mai capito...
L'unica cosa che non avevano messo negli scatoloni erano stati gli album di fotografie:dieci album di fotografie,cinque soltanto dei suoi genitori del tempo in cui erano fidanzati o appena sposati e cinque in cui c'era anche lei,in varie fasi della crescita.
Ma tutto,ovviamente,si interrompeva con la morte di sua madre:doveva essere lei ad avere questa passione per la fotografia.
Un'altra cosa che non aveva mai saputo...
Secondo il testamento di suo padre,entrambe le proprietà ora appartenevano a lei in quanto unica erede,ma Luna aveva già deciso di mettere in vendita la Tenuta Lovegood.
Credeva che una casa può contenere fino ad un certo numero di ricordi per famiglia,e loro li avevano superati,forse anche abbondantemente.
Quelle mura avevano bisogno di risate,di voci infantili,di piccoli passi che corrono su e giù per le scale.
Forse la sua casa avrebbe fatto la felicità di qualche altra famiglia...
Dopo aver "eliminato" ogni traccia di suo padre dalla Tenuta,erano partiti per il Lake Distrect, concedendosi un week-end come erano soliti fare quando il loro amore era ancora felice,ancora vivo.
In tutto quel tempo,Neville le era stato accanto,facendola ridere,comportandosi in modo stupido soltanto per strapparle un sorriso e ricordandole quel ragazzo di cui si era innamorata tanto anni prima.
Non erano più lei e lui,in quei giorni erano tornati loro.
Certo,lontani da quelli che erano stati un tempo,era assurdo pensare che non fosse così,ma in qualche modo capaci di trovare ancora qualche punto in comune.
Luna si era accorta del tentativo di Neville di far tornare le cose fra loro come un tempo e,malgrado sapesse di agire in modo sbagliato,l'aveva assecondato.
Sapeva anche perchè lo aveva fatto.
Quindi non poteva dire che quel bacio era inaspettato.
Sarebbe arrivato prima o poi;sapeva che Neville avrebbe fatto la sua mossa...
E,prevedibile come al solito,lui non l'aveva delusa.
Si era lasciata baciare,aveva accettato il delicato tocco delle sue labbra leggermente fredde e quando si erano separati,aveva accennato un sorriso,sapendo che sarebbe bastato quello per tranquillizzarlo.
Le braccia di Neville,infatti,si erano strette attorno alla sue spalle,stringendola a sè e accarezzandole la schiena con una mano.
Era una persona cattiva?
Forse ferita.
Qualcuno che cercava di rimettere insieme i pezzi del suo cuore dopo che questo era stato calpestato da una schiacciasassi.
Quando quella sera,però,Neville aveva fatto una mossa verso di lei nel letto che dividevano, allungando un braccio e sfiorandole la pelle del braccio sinistro con la punta delle dita,si era sentita dilaniata in due.
Anche se era arrabbiata,anche se forse non sarebbe più tornata indietro,era ancora troppo presto per quello che stava cercando Neville.
Incerta,si era girata verso di lui nel letto e gli si era rannicchiata contro come faceva un tempo,le braccia strette ai fianchi e una guancia contro la spalla sinistra.
Aveva sentito le mani di Neville accarezzarle la schiena,infilarsi sotto la maglietta che indossava come pigiama e sfiorarle la pelle dei fianchi e del ventre,iniziando a salire verso i seni,mentre le labbra cercavano quelle di lei,più decise di quel pomeriggio.
E prima che se ne accorgesse,Luna si era ritrovata con il viso bagnato di lacrime.
Era stato involontario,qualcosa dentro di lei l'aveva portata a reagire in quel modo.
Accortosi della sua reazione,Neville si era bloccato per qualche secondo prima di stringerla di nuovo fra le braccia e accarezzarla,di nuovo con quelle attenzioni affettuose e quasi fraterne dei giorni precedenti.
-Scusami...-gli aveva detto fra i singhiozzi.
-Sta tranquilla,Lulu...Non deve succedere per forza oggi.
Forse sono stato un pò avventato visto tutto quello che è successo negli ultimi giorni-le aveva risposto lui,le labbra vicino all'orecchio,con voce dolce e calma.
Neville era sicuro che fosse stata la morte di suo padre a bloccarla,a farla reagire in quel modo...non aveva la minima idea di quello che realmente lei stava pensando in quel momento, a quello che sentiva.
Al confronto che istantaneo aveva fatto nella sua mente fra i baci delicati di Neville e quelli impetuosi e quasi presuntosi di George,al modo in cui lui la stringeva contro di sè facendola addormentare con il battito del suo cuore.
Non poteva neanche immaginare di fare l'amore con Neville quando indosso aveva la maglia dei Cannoni di Chudley che George le aveva regalato la prima volta che era rimasta a dormire da lui.
Purtroppo,per quanto le era difficile ammettere,sarebbe stato più difficile del previsto dimenticarsi di lui.
Come tante altre volte,Neville si accontentò di dormirle accanto,stretto a lei,ed il sonno che colse anche lei non riuscì a dissipare quei dubbi e quelle amarezze.
Di nuovo sveglia,l'alba che sorgeva nascosta dai nuvoloni chiari come zucchero filato,lasciò il letto,per non disturbare Neville che dormiva,e scese in cucina per prepararsi del tè.
Quando l'ebbe versato in una tazza,andò a sedersi sul divano accanto alle finestre,lo sguardo sul sole nascente e la mente brulicante di voci.
C'è un modo veloce per dimenticare un'amore devastante come quello che provava per George?
Devastante...Come un tornado o uno tsunami,che spazza via tutto quello che trova sul suo passaggio senza curarsi delle conseguenze e dei danni che si lascia dietro.
Sapeva che non sarebbe tornato,visto il modo in cui gli aveva urlato di andarsene quando era comparso alla sua porta,ma allora perchè aveva sperato così stupidamente di vederlo arrivare?
Perchè non c'era stato un solo istante in cui non avesse sperato di avere George accanto al posto di Neville?
Si sentiva ancora più stupida quando ripensava a quei pensieri:George non era tipo da cerimonia funebre.
Era perfetto nel ruolo dell'amante segreto,quello di cui nessuno deve sapere niente,ma non era capace di immaginarselo nei panni ufficiali che aveva rivestito Neville in quei giorni.
Aveva fatto bene a mandarlo via,sì decisamente,però questo non voleva dire che fosse meno triste,che facesse meno male.
Bevve un sorso bollente e sospirò:non sapeva neanche lei cosa voleva!
Era possibile prendere le migliori qualità di Neville e metterle su George?
Avrebbe avuto tutto dalla vita.
Non aveva neanche bisogno di ritocchi estetici:era perfetto!
Totalmente da far perdere la testa.
Uno scricchiolo su uno dei gradini l'avvertì della presenza di Neville nella stanza e Luna voltò lo sguardo verso la scala che collegava i due piani della casa.
Quando apparve,i capelli spettinati e l'aria ancora assonnata,gli rivolse un sorriso che venne ricambiato da una mezza smorfia.
-Buongiorno...C'è del caffè caldo-lo salutò.
Sapeva che non era in grado di cominciare una giornata senza prima una tazza di caffè nero con almeno quattro cucchiaini.
Neville annuì e si passò una mano fra i capelli,scompigliandoli ancora di più,restando in piedi davanti a lei.
Luna lo fissò e gli sorrise di nuovo leggermente sorpresa:di solito bastava pronunciare la parola caffè per vederlo volare verso la cucina.
-Che c'è?-gli chiese curiosa.
Neville la guardò ancora qualche istante in silenzio,dandole la sensazione di essere leggermente più sveglio.
-Sposami-
Luna strabuzzò gli occhi e si mosse sul divano,mettendo i piedi a terra e mettendosi di fronte a lui,increbilmente sorpresa dalle parole appena pronunciate dal ragazzo.
-Come scusa?-gli chiese infatti.
A torso nudo,le mani che non sapevano dove fermarsi e che giocherellavano con l'elastico dei pantaloni blu,Neville annuì.
-Sposami-ripetè con voce seria.
-Non credi che sia troppo presto per parlare di queste cose?
Senza neanche aver preso il caffè...-tentò di sviare il discorso lei.
-Sono serio come forse non lo sono mai stato e voglio...-disse Neville cercando di convincerla delle sue parole e soprattutto delle sue intenzioni.
-Facciamo così-fece Luna alzandosi in piedi.
Nevilla la guardò in silenzio,incerto sui suoi movimenti.
-Io vado a farmi la doccia e tu fai colazione,e se quando ci rivediamo hai ancora la stessa idea,  allora ne riparliamo.
Okay?-gli chiese con un piccolo sorriso.
Schizzò sulle scale prima ancora che lui avesse il tempo di rispondere.
Sposarsi?Era matto?

 

-Dimmi che non lo hai fatto davvero!-
Era scioccato,allibito,incredulo e forse anche di più:ma che accidenti passava per la testa del suo migliore amico per fare proposte del genere?
Seduto dietro la scrivania del suo ufficio,di ritorno dopo quasi due settimane di ferie,Neville sembrava la felicità fatta persona,cosa strana e sicuramente inapropiata visto il motivo della sua assenza.
Lo aveva incontrato a colazione,di sfuggita,impegnato in una discussione con alcuni colleghi a proposito di certi studenti indisciplinati della sua Casa,ma si era accorto lo stesso dello strano sorriso che campeggiava sulle labbra di Neville.
Sapeva che avevano un'ora di riposo contemporaneamente,quindi aveva deciso di approfittarne e farsi raccontare il motivo di tanta felicità.
Lo aveva trovato dietro la sua scrivania mentre scriveva una lettera per la nonna e quando aveva finito gli aveva chiesto notizie di Luna.
Erano mesi che non si vedevano o sentivano ed era stato triste che la prima occasione per rivedersi fosse il funerale del padre della ragazza;sapeva quanto erano legati e quanto lei fosse protettiva nei confronti dell'uomo,neanche si fossero invertiti i ruoli e toccasse a lei ora proteggerlo da tutti i mali del mondo.
Neanche una parola era uscita dalla bocca di entrambi sul loro ultimo incontro,quel lontano giorno in cui lei aveva chiuso la loro storia in quella casa a Cheswick;si erano comportati nel modo più educato e conforme possibile,come conveniva alla loro amicizia.
Dopo aver saputo le notizie generali su quello che era successo dopo il funerale,Neville lo aveva guardato con un piccolo sorriso sulle labbra.
-Tu mi stai nascondendo qualcosa...-aveva detto con voce sicura.
Il sorriso si era accentuato e lui aveva annuito lentamente.
-In effetti c'è qualcosa che devo dirti-aveva confermato.
Poi aveva lasciato cadere di nuovo il silenzio,quasi volesse ricreare un'effetto migliore per il grande annuncio che doveva fare.
-Ti va di farmi da testimone?-gli aveva infatti detto,sorprendendolo completamente.
Draco lo aveva guardato scioccato,poi aveva riso e aveva superato l'ostacolo della scrivania per andare ad abbracciarlo e fargli le congratulazioni.
-Brutto bastardo!Non mi hai neanche detto che frequentavi una ragazza!-lo aveva rimproverato.
Neville aveva abbassato la testa,ammettendo la sua colpa,poi era tornato a sorridere.
-Beh,in effetti...-iniziò.
-Ma chi è la fortunata?La conosco?-gli aveva chiesto il biondo interrompendolo.
L'altro era rimasto in silenzio,di nuovo quel sorriso saputo sul volto.
Era stato allora che aveva cominciato ad avere qualche dubbio:possibile?
No,sicuramente dopo tutto quello che avevano passato insieme,lei non lo avrebbe mai sposato...
-Dimmi che non è vero!-
Però il sorriso felice sul viso dell'amico aveva confermato le sue idee.
-Ho chiesto a Luna di sposarmi e lei ha accettato!
Non è fantastico?-gli chiese Neville al settimo cielo.
NO AFFATTO!
Ma cosa era venuto in mente a Luna?
-Lei ha accettato?-chiese ancora incredulo.
L'amico sorrise e annuì.
-Quando gliel'ho chiesto la prima volta è sembrata restia,anche lei poco convinta e credo avesse la stessa espressione che hai tu in questo momento.
Poi però ne abbiamo parlato,le ho spiegato perchè la volevo sposare,che nonostante il tempo passato lontani io non ho smesso d'amarla e fortunatamente lei ha cambiato idea.
Stavo giusto scrivendo a mia nonna per darle la bella notizia!-gli disse indicando il rotolo di pergamena sul tavolo.
Sai quanto sarà contenta di saperlo,pensò Draco confuso.
Era bastato così poco per cancellare tutto quello che aveva passato e sofferto con Neville?
Allora tutti quei discorsi che avevano fatto quando erano insieme?Quando gli diceva che non sarebbe mai potuta tornare indietro,che era sollevata di aver chiuso quel capitolo della sua vita...stava forse mentendo?
-Non mi hai ancora risposto-
Draco rialzò lo sguardo e fissò l'amico qualche istante.
-A che proposito?-gli chiese.
La sua mente era bianca,completamente vuota.
-Sarai il mio testimone?-domandò Neville ripetendo la sua offerta.
-Se non posso fare altrimenti...-disse senza il grande entusiasmo con cui aveva accolto la notizia all'inizio.
Allegro Neville lo abbracciò e,nascosto dal suo sguardo,Draco si chiese ancora una volta cosa era successo per far cambiare opinione a Luna in maniera tanto radicale.
Avrebbe fatto il possibile per scoprirlo.

 

Non appena vide un'accenno della persona che era fuori dalla porta di casa,Luna si affrettò a richiuderla,sbattendogliela sul muso.
Ovviamente,però,non riuscì nel suo intento visto che George posò entrambi i palmi delle mani sulla porta e fece resistenza.
-HO BISOGNO DI PARLARTI!
PER FAVORE PUOI LASCIARMI ENTRARE UN'ATTIMO?-le chiese dall'altra parte della porta.
No!
Assolutamente no!
Non dopo aver preso la decisione di girare ancora una volta pagina e cambiare vita, dimenticandosi di quello che era successo fino a quel momento.
-Va via George!-gli disse decisa.
L'uomo smise di fare pressione contro la porta e lei riuscì finalmente a chiuderla,ma l'attimo dopo sentì il rumore della smaterializzazione provenire a pochi metri da lei.
Si voltò e vide George al centro dell'ingresso,intento a togliersi immaginari granelli di polvere dalla giacca,neanche avesse affrontato un viaggio lungo e periglioso nel deserto.
-Forse ti sei dimenticata che i maghi possono apparire ovunque...-le disse guardandola.
Con una smorfia arrabbiata,Luna si allontanò dalla porta e camminò velocemente per uscire dall' ingresso,passandogli accanto.
-Posso chiamare comunque la polizia e dire che un'uomo è entrato in casa mia.
Finiresti in galera in meno di venti minuti!-rimbrottò dandogli le spalle.
Perchè non aveva semplicemente riaperto la porta e non gli aveva intimato di andarsene?
Non sarebbe stata la cosa più sensata e giusta da fare?
Era una promessa sposa ormai,e non era "giusto" farsi trovare in casa con un'altro uomo,specie se questo è un ex amante di cui si è ancora terribilmente innamorati...anche se lo si continua a negare anche a sè stessi.
-Voglio parlare con te!Non possiamo far finire tutto così,senza neanche aver provato a rimettere a posto le cose-le disse George andandole dietro.
Lei sbuffò divertita.
-Perchè credi che ci sia un modo per farlo?-gli chiese continuando a camminare verso il salotto.
Sentì un mugugno frustrato alle sue spalle,che nonostante la rabbia che ancora sentiva verso di lui,le riscaldò il cuore:a Neville non sarebbero mai mancate le parole,lui ci si sarebbe affogato nelle parole.
-Perchè non vuoi neanche ascoltarmi,dannazione?-
Luna si voltò e per un'istante,un brevissimo istante,sentì il folle desiderio di fingere:fingere che il mondo intero non esistesse più e che fossero rimasti soltanto loro due.
Dimenticare quello che aveva portato alla loro rottura e al suo fidanzamento con Neville e ricominciare da quell'ultimo giorno,cercando di far andare le cose in maniera diversa.
Poi la realtà prese di nuovo il sopravvento.
Era troppo tardi ormai.
-Non servirebbe a niente...-gli disse seria.
George scosse la testa e le si avvicinò,fermandosi a pochissima distanza da lei.
Non poteva,non DOVEVA avvicinarsi così tanto!Lei sapeva quali reazioni provocava in lei la vicinanza di George.
-Ascolta...Ho pensato fino a spaccarmi la testa per trovare il modo per scusarmi.
Ma hai ragione tu,non c'è.
Non potrò mai perdonarmi di non essere stato presente quando tu avevi bisogno di me...-le disse con voce seria.
-Bene,ora che abbiamo assodato questo fatto puoi...-lo bloccò lei prima che la situazione diventasse ingestibile.
-Però posso farmi perdonare per non averti dimostrato quanto sei importante per me...-
-Oh no,anche quello lo hai reso molto chiaramente quando mi hai chiesto di ritornare nel tuo letto.
O forse non ti ricordi?-chiese Luna con voce velenosa.
Doveva smontare ogni tentativo di riconciliazione:nonostante i suoi desideri e quello che provava per lui,George era troppo pericoloso,troppo imprevedibile.
Sarebbe stata più felice con Neville...almeno di lui sapeva prevedere ogni mossa.
-Quello che volevo realmente dire quella mattina era che non potevo...ah dannazione!-
E lasciando perdere i tentativi di spiegazione a parole,George l'afferrò e posò le labbra sulle sue.
Stretta contro di lui,Luna restò qualche istante immobile mentre la bocca dell'uomo assaggiava la sua per invogliarla a partecipare,poi un pensiero le attraversò la mente:un'ultima volta.
Un'ultimo momento di follia prima di chiudere definitivamente con George.
Fu così che,spinta da quel pensiero,le braccia gli cinsero il collo,affondando le dita nei capelli, e le labbra si schiusero sotto le sue,facendo incontrare le loro lingue che subito iniziarono a rincorrersi.
La mani forti di George si strinsero attorno alla sua vita e la sollevarono leggermente da terra, portandola alla sua altezza,senza staccare mai le loro labbra,quasi avesse paura di rovinare il magico accordo che aveva permesso quel contatto.
Sentì l'odore di George e respirò forte,quasi a voler imprimere nei suoi ricordi e su di lei quella stessa fragranza.
Non potendo sopportare altro,si staccò da lui e quando toccò di nuovo terra,si sciolse dal loro abbraccio e si allontanò di alcuni passi,voltandogli le spalle.
-Vedi?Forse non riesco a spiegarti a parole quello che provo per te,ma solo con te ho queste reazioni.
Senza di te sono inutilizzabile,completamente perso...Fattelo dire da Ron!
Ho passato l'intera settimana sbronzo,senza neanche avere idea di che giorno fosse o come fossi arrivato al pub,cercando un modo per stordirmi,per dimenticare quello che avevo fatto-le disse George accalorandosi.
Le braccia conserte contro il petto,lo sguardo perso nel vuoto,Luna ascoltava quelle parole sentendosi meschina:perchè stava così male per lui?
Avrebbe dovuto odiarlo,cancellarlo dalla sua vita dopo quello che era successo e invece l'unico momento di tranquillità,di serenità vera e reale l'aveva avuto fra le sue braccia.
Quei pochi attimi preziosi che lui aveva strappato alla sua rabbia e al suo rigore.
E il pensiero di quello che gli avrebbe detto le pesava sull'anima,facendola sentire in colpa:non voleva che si facesse del male.
Non poteva sopportare l'idea che lui stesse male....
Che egoista!
-Fammi riprovare!
Ti prometto che questa volta sarà tutto diverso e che...-
-E' già tutto diverso!-lo interruppè lei cercando di mantenere una voce sicura.
Si voltò e vide l'espressione confusa sul viso dell'uomo.
-Sto per sposare Neville-annunciò senza nessun'inflessione nella voce.
L'espressione confusa lasciò il posto allo stupore e l'istante dopo anche questa svanì in favore della rabbia.
Magari era meglio così:se fosse stato arrabbiato con lei,l'avrebbe dimenticata più in fretta.
Lo vide premere le labbra una contro l'altra fino a sbiancarle.
-Non volevo lo sapessi da tua sorella o dalle voci,quindi è stato meglio che te l'ho detto io...-
-Già,una grande consolazione!-commentò lui.
Luna lo fissò decisa ad andare avanti con la sua "opera di distruzione".
-Neville ed io ci siamo riavvicinati molto dopo la morte di mio padre e abbiamo ritrovato quelle cose che avevamo in comune un tempo...-
-Per favore risparmiami la storia!
Dillo che lo fai per punirmi,per farmi sentire in colpa per quello che è successo!-ribattè lui alzando la voce.
-Certo che no!
Credi che se ci fossi stato tu al posto di Neville sarebbe finita allo stesso modo?-gli domandò alzando a sua volta la voce.
George fece per rispondere,ma lei lo bloccò.
-No!
Tu non potevi esserci,perchè non puoi farti vedere con me,non potevi restarmi accanto quando avevo bisogno di te per affrontare tutti quegli estranei!
Tu non riesci neanche a stare più di mezz'ora con tuo fratello,non vedi i tuoi genitori da mesi e vorresti farmi credere che spinto dalla situazione favorevole avresti chiesto la mia mano?-gli chiese lei incalzante.
-La mia famiglia non c'entra con quello che provo per te!-ribattè lui arrabbiato.
Luna sbuffò incredula e scosse la testa.
-Invece è proprio questo il punto!
Tu non provi niente per me!
Ti vado bene finchè sono stata disponibile e alla mano,ma quando la nostra "storia" ha cominciato a farsi più importante,tu hai iniziato ad aver paura.
Per te va bene che io ci sia sempre quando hai bisogno di me,in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa si tratta,ma quando è venuto il momento di ricambiare il favore ti sei tirato indietro...
Non sia mai che tu ti lasci coinvolgere in qualcosa di serio!-gli disse dando sfogo alla sua amarezza.
George restò in silenzio,visibilmente arrabbiato e lei ne approfittò per continuare.
-Se una persona non sà amare la sua famiglia non potrà mai amare qualcuno veramente...
Forse è per questo che hai mantenuto la nostra storia soltanto sul sesso.
Meglio non convolgersi troppo emotivamente,altrimenti prima o poi ti ritrovi con le catene e una palla al piede che ti impedisce di scappare!-
L'uomo la fissò ancora qualche istante,poi annuì.
-Meno male allora che hai trovato un'uomo migliore di me-le disse con voce distante.
Luna restò immobile e silenziosa,mentre si scambiavano un'ultimo sguardo prima che lui voltasse le spalle e si dirigesse verso l'ingresso.
Lo seguì lungo il corridoio a qualche passo di distanza e quando ebbe posato la mano alla maniglia della porta,George si voltò un'ultima volta e tornò a fissarla.
-Ah,non disturbarti a spedirmi i confetti-
Aprì la porta ed uscì,sbattendo l'uscio violentemente dietro di sè.
Di nuovo sola,Luna sospirò.
Era finita.
Lo aveva convinto.
Allora perchè invece di essere felice era così disperata?
Forse perchè sapeva che non sarebbe mai riuscita a trovare quel modo per unire le qualità di Neville e George,come aveva sognato.
Oppure perchè il suo unico vero amore era uscito per sempre dalla sua vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** The birthday present ***


The birthday present

 

"Dimmi se ti ho perduto

e quante volte hai cercato me

io di pensarti non ho smesso neanche un'attimo...

Ci meritiamo l'eternità"

Credi dovremmo organizzare qualcosa per il compleanno di George?-
Ron alzò lo sguardo dal giornale e lo fissò sulla moglie,sinceramente dubbioso.
Era un compleanno importante:ventidue anni.
L'età in cui vieni considerato un'adulto e tutti cominciano ad aspettarsi qualcosa da te.
Ma a George sarebbe piaciuta una festa?
Quella era un'arma a doppio taglio:non solo era la sua festa,ma era anche il compleanno di Fred.
Si sarebbe depresso,sentendo la mancanza del fratello?
-Non ne ho idea tesoro-rispose finalmente.
Hermione ingoiò una cucchiaiata di cereali e alzò le spalle.
-Andiamo è una data importante!
Magari è un modo per farlo uscire da quel labirinto in cui si è perso-fece la donna pragmatica come al suo solito.
Ron sospirò,prendendo la tazza fra le mani e alzò di nuovo le spalle,incapace di dare una risposta giusta.
-Non è un buon periodo per George-commentò prima di poggiare le labbra sulla tazza.
Aveva sinceramente sperato che le cose stessero tornando a posto,magari troppo lentamente,ma non si poteva chiedere tutto dalla vita.
Quando aveva saputo della ragazza interessata a suo fratello si era sentito sollevato,anche notando i modi protettivi che George aveva verso di lei:oltre ad evitato di rivelargli il nome della ragazza, si era confidato con lui,chiedendogli suggerimenti e consigli,il più delle volte senza neanche volerlo,per capire come muoversi con lei neanche fosse la prima volta che aveva a che fare con una donna.
Poi qualcosa si era spezzato.
Era iniziato in sordina,con quel confuso discorso venuto fuori per caso una delle volte in cui era andato a casa sua a portargli la spesa:George aveva iniziato a fargli domande strane,senza senso e poi gli aveva raccontato della lite che aveva avuto con la sua "fidanzata".
I primi pensieri che Ron aveva provato erano stati di sorpresa;lo strabiliava le pieghe assurde che la vita può prendere,portando a capovolgimenti e scombussolamenti come quelli.
Mai in tutta la sua vita aveva pensato di ritrovarsi un giorno a confidarsi con George e ad ascoltare i suoi dubbi sentimentali,eppure ora che stava accadendo realmente gli sembrava la cosa più naturale del mondo.
Forse se fosse stato in sè suo fratello non avrebbe fatto parola di quello che stava succedendo nella sua vita,ma Ron aveva la convinzione che se gli aveva chiesto consiglio,se si era aperto con lui anche se non completamente,era perchè lo aveva sentito vicino.
Aveva capito che Ron era la persona più adatta ad occuparsi di lui in quel momento.
-Potremmo provare ad invitare questa ragazza misteriosa-disse Hermione intromettendosi ancora una volta nei suoi pensieri.
Come un'automa,Ron scosse la testa.
-Perchè?Non sei curioso di conoscerla?-chiese Hermione fissandolo.
Ron portò gli occhi sul volto della moglie e si ritrovò ad annuire:certo che era curioso.
-Ovviamente,ma lei e George hanno litigato.
Credo che fra loro sia finita-le spiegò.
La moglie si accigliò,amareggiata:aveva veramente sperato di vederla almeno al compleanno di George.
-Lo credi o lo sai?-tentò come ultima carta.
-Lo so.
Me ne ha parlato George l'ultima volta che l'ho recuperato al pub-disse abbattendo tutte le sue speranze.
Hermione sospirò e si allontanò alcune ciocche di capelli dalla fronte.
Ma quello non era un buon motivo per non fare quella festa.
-Facciamo così:provo a chiedergli cosa ne pensa e poi ti faccio sapere-le disse.
Sua moglie sorrise.
Almeno uno spiraglio era rimasto aperto...


Vita nuova,nuovo look.
I giapponesi credono che tagliarsi i capelli dopo la perdita di una persona cara sia una dimostrazione di lutto e di dolore.
Nell'ultimo mese molte persone se ne erano andate dalla sua vita,persone senza le quali si sentiva persa ogni singolo istante della sua giornata.
Quindi poteva benissimo dire di essere a lutto.
Però ogni volta che si guardava allo specchio e vedeva il caschetto che le accarezzava le spalle, non riusciva a capire se lo aveva fatto per la morte di suo padre o per la separazione da George; i sentimenti erano così confusi ed intrecciati fra di loro che non riusciva a spiegarsi quello che si agitava dentro di lei.
Eppure avrebbe dovuto essere felice!
Mancava un mese e mezzo al suo matrimonio,così improvviso e sorprendente,e tante cose dovevano essere organizzate e scelte prima che fosse troppo tardi:doveva scegliere la sala per il ricevimento,il menù,il vestito...
Non appena saputa la notizia,efficente come al solito,Hermione si era proposta come wedding planner,pronta a risolvere ogni problema improvviso si fosse materializzato e finora aveva fatto uno stupendo lavoro:le aveva portato vari depliant per aiutarla a scegliere la sala e le aveva organizzato un'assaggio in una pasticceria per decidere quale torta fosse meglio,infine aveva preso appuntamento con tre importanti ristoranti per una prova del loro menù.
Luna non sapeva come dimostrarle la sua gratitudine:le aveva chiesto di essere una delle sue damigelle d'onore,ma aveva la sensazione che non fosse abbastanza.
Quello che stava facendo Hermione era straordinario,non soltanto per l'organizzazione e l' efficenza,ma soprattutto perchè le stava dando tanti impegni,tanti compiti che le avrebbero impedito di pensare.
Pensare a lui.
Era bloccato nella sua mente.
Non riusciva a tirarlo fuori,neanche fosse un cancro velenoso.
Continuava a pensare alle parole che si erano detti l'ultima volta che si erano incontrati,l' espressione sul suo viso quando aveva saputo che si sarebbe sposata con Neville,e infine l'ultimo immagine che aveva di lui,rabbioso e allo stesso tempo triste,pochi istanti prima che uscisse da casa sua.
La notte era ancora più difficile:ormai non riusciva ad addormentarsi se non ripensando a quell' ultimo bacio,alla sensazione di sicurezza e tranquillità che aveva provato fra le sue braccia.
Come poteva pensare quelle cose quando accanto a lei dormiva Neville,ignaro di tutto e talmente innamorato di lei da accettare di non far l'amore fino al matrimonio?
Come poteva essere tanto meschina?
Era stupido pensare di poter sposare Neville e avere un matrimonio in bianco.
Sapeva che prima o poi lui avrebbe sentito il desiderio di stare con lei,ma per il momento non voleva pensarci...Per questo aveva messo quella condizione.
Lo avrebbe sposato soltanto se avesse accettato di non fare sesso fino al matrimonio;gliel'aveva presentata come una prova d'amore,per dimostrarle di essere cambiato.
E Neville ovviamente aveva accettato.
Avrebbe fatto di tutto per lei.
Anche chiudere gli occhi e non vedere che lei era innamorata di un'altro...


-Hai sentito della festa?-
-Ti prego dimmi che non stai pensando di andarci-
Non gli bastava il caos che i preparativi del suo matrimonio aveva portato nella sua vita?
Adesso aveva bisogno anche della confusione portata da quella festa?
Quell'uomo stava diventando matto,anzì no,era già andato...completamente irrecuperabile.
Da quella speciale nuvoletta su cui era salito quasi quattro settimane prima,quando Luna aveva accettato di sposarlo,Neville sorrise divertito per il sarcasmo dell'amico.
-Avanti non può essere così terribile-gli disse.
Sarebbe stato sicuramente peggio!
A chi era venuta la splendida idea di ricordare la fine della II Guerra Magica?
Perchè invitare tutti gli ex alunni che erano presenti ad Hogwarts l'ultimo anno della guerra?
Forse la Preside McGranitt era diventata troppo vecchia e la sua memoria cominciava a defettare,ma ai tempi della scuola gli adulti che ora riescono a sopportarsi a malapena in nome dell'educazione e della "salvaguardia della facciata",si odiavano senza neanche cercare di nasconderlo,inventandosi i peggiori incantesimi per mettere in imbarazzo gli altri.
Come si poteva sperare che si arrivasse alla fine di quella serata senza morti nè feriti gravi?
-Ti sei dimenticato com'era Hogwarts quando la frequentavamo noi?-gli domandò sistemandosi più comodamente su una sedia di fronte a lui.
Neville scosse la testa.
-E nonostante questo sei ancora convinto che andrà tutto bene-
Il moro sospirò.
-Ascolta...Tutti sono cambiati da quando erano ragazzini.
Prendi noi due:neanche ti accorgevi della mia presenza,se non quando ero con Harry,però adesso sarai il mio testimone di nozze-gli fece notare.
Draco ghignò.
-Già...Come è strana la vita-disse pieno di sarcasmo.
Se ci fosse stato un modo per ritirarsi da quell'incarico lo avrebbe afferrato al volo!
Era assolutamente convinto che quel matrimonio era un'errore,specialmente dopo aver parlato con Luna.
Si erano incontrati di nuovo un pomeriggio di tre settimane prima,un venerdì in cui lui era entrato nell'ufficio di Neville e vi aveva trovato lei.
-Nevile è impegnato con uno studente-gli aveva spiegato.
Era stato più forte di lui:gliel'aveva servita su un piatto d'argento!
-Sei sicura che non sia una studentessa?-le aveva chiesto fissandola.
Non era più quella che conosceva lui;era cambiata:era cambiato il suo look,con quei capelli più corti ed il viso più affilato,e sembrava cambiato anche il suo carattere.
La vecchia Luna gli avrebbe tirato dietro la prima cosa che le fosse capitata sotto mano a quell'affermazione,mentre la persona che gli era davanti si limitò a sorridere,leggermente divertita.
-Ho controllato personalmente che così non fosse-lo aveva rassicurato.
Aveva annuito e per qualche istante era sceso il silenzio.
-Avevi bisogno di qualcosa?-gli aveva chiesto poi lei.
Si era ritrovato a scuotere la testa,mentre la sua mente era martellata da una sola domanda.
-Perchè lo sposi?-aveva domandato non riuscendo a tacitare la sua curiosità.
Se voleva arrivare a capire quel mistero avrebbe dovuto chiedere a Luna,soltanto a lei.
Prima di farla rispondere,però,parlò di nuovo.
-Non dirmi che hai scoperto quanto lo ami e quanto non puoi fare a meno di lui perchè ti giuro mi prende una crisi di isteria che finisce che ci resto secco.
Ti ho ascoltata per mesi dirmi quanto era migliore la tua vita senza di lui,di come fossi felice di essertene liberata e adesso cosa fai?
Ti rimangi tutto?-le aveva detto quasi aggredendola.
Luna era rimasta in silenzio,fissando il suo volto,con una strana espressione sul viso.
-Hai ragione...il mio comportamento può sembrare totalmente incoerente,ma credimi è meglio così-si limitò a dire.
-Meglio per chi?Che accidenti ti prende?Quasi non sembri più tu!-
Aveva fatto i pochi passi che lo separavano da lei e le aveva posato entrambe le mani sugli avambracci,stringendo la presa.
-Tu sei una donna forte,non ci credo che è per via di tuo padre...-
-No infatti...Lui non c'entra niente-aveva confermato lei,lo sguardo sulla sua camicia.
-Allora perchè?-aveva chiesto per l'ennesima volta,scrollandola leggermente per le spalle.
Luna a quel gesto sembrava essersi risvegliata dal torpore e lo aveva fissato con aria quasi di sfida.
-Perchè non ho altra scelta-
Erano settimane che si arrovellava per capire il significato di quella frase.
Aveva pensato che fosse incinta e che,rimasta sola,volesse incastrare Neville;la sua teoria però era crollata quando Neville gli aveva detto della richiesta che Luna gli aveva fatto prima di accettare la sua proposta:niente sesso fino al matrimonio.
Come nascondi un figlio illeggittimo se non vai a letto con quello che vuoi incastrare?
Perchè allora diceva di non avere altra scelta?Che accidenti voleva significare?
-Credi sia obbligatorio per noi partecipare?-gli chiese Neville riportando la sua attenzione su di lui.
-Se così è,allora mi dimetto-commentò il biondo.
L'altro rise e scosse la testa.
-Vedrai che finirai per divertirti...Anche se lo nascondi bene,io lo so che non vedi l'ora di rivedere tutti gli altri.
Specialmente Harry-aggiunse.
Piccolo infame!Sapeva sempre quali argomenti usare per convincerlo!

 

-Non credevo di trovarti così allegro-
Il tono sarcastico della voce di Ron non lo colpì minimamente;ormai era abituato alle sue battutine e alle sue osservazioni sarcastiche,e aveva imparato che era meglio restare in silenzio se non voleva provocare una discussione inutile.
Lo stereo che risuonava per tutta la casa,con la chiara intenzione di intontirlo con il volume alto.
-Sei capitato in un buon momento-disse George stando al gioco.
La voce di Ian Curtis usciva dagli amplificatori quasi deformata e approfittando della sua vicinanza allo stereo Ron abbassò il volume fino ad un livello accettabile per le orecchie.
-Ehi!Stavo ascoltando!-si lamentò George voltandosi leggermente sul divano dove era seduto e guardando il fratello.
-Non mi sembra di averla spenta del tutto!E poi devo parlarti di una cosa-gli disse togliendosi il cappotto e posandolo su un mobile poco distante.
George tornò a voltarsi e il fratello lo sentì sospirare.
-Se proprio non puoi farne a meno...-commentò.
Seduto sul divano,in uno spazio ricavato fra i vestiti puliti e quelli sporchi,con indosso ancora il pigiama,George aveva perso totalmente i contatti con il mondo esterno.
L'unica persona che vedeva era Ron,quando una volta alla settimana questi andava da lui per portargli la spesa:per il resto del tempo restava in casa,ciondolando per casa e qualche volta ordinando qualcosa dai take-away vicini.
Aveva fatto un terribile passo indietro ad un'anno prima dopo la morte di Fred.
Possibile che fosse tutta colpa di quella ragazza?
-Ti avverto però,se sei venuto a farmi la predica puoi anche evitare di sederti...-gli disse con voce decisa.
Ron scosse la testa e si sedette su un bracciolo della poltrona,ingombra di vestiti lanciando uno sguardo al fratello:dovevano essere due settimane che non si faceva la barba,o almeno credeva.
-Ho capito che per il momento non serve a nulla farti la predica...-disse leggermente amareggiato.
George annuì.
-Allora di cosa volevi parlarmi?-chiese l'altro.
Ron si passò una mano fra i capelli e,dopo qualche istante di indecisione,parlò.
-Sai che giorno è domenica?-gli domandò.
George ci pensò qualche istante poi scosse la testa.
-E' il primo aprile-fece Ron.
Per qualche secondo il viso di George restò senza espressione,poi Ron lo vide fare un cenno con la testa.
-Grazie per avermelo ricordato-
-Ecco vedi,noi avevamo pensato di organizzare una piccola festa per...-iniziò Ron titubante,non sapendo quali parole usare.
-Per festeggiare?-terminò George alzandosi dal divano.
Ron lo seguì in cucina e lo guardò mentre,senza neanche guardare,infilava una mano nel frigo e ne tirava fuori una lattina di birra.
-Che ci sarebbe di tanto sconveniente?-gli chiese con voce calma poggiandosi al muro.
Il fratello aprì la lattina e bevve un lungo sorso,volutamente evitando di rispondere.
-Non penso sia una buona idea-si limitò poi a dire.
-Per via di Fred?-domandò Ron,deciso questa volta a non lasciar correre.
-E se anche fosse?Hai intenzione di rimproverarmi?-ribattè l'altro.
Ron scosse leggermente la testa,leggermente incredulo.
-Perchè far finta di niente,che la tua vita si sia fermata?
Credi che continuando ad ignorare quel giorno le cose torneranno a posto?
Beh ti do una notizia,non funziona così-
George sorrise amaramente.
-Ma con chi credi di avere a che fare?Non sono un bambino di cinque anni!
Se prendo una decisione è quella!-sputò fuori con rabbia.
Ron restò qualche istante in silenzio,lo sguardo fisso sul fratello poi scosse la testa.
-No,questo non te lo lascio fare-disse con voce decisa.
Senza aggiungere altro,voltò le spalle e tornò in salotto per riprendere il suo cappotto.
-Che stai dicendo?-chiese George andandogli dietro.
Un braccio già infilato nella manica,Ron si voltò e incontrò il suo sguardo.
-Sei arrabbiato,sei incazzato con te stesso per quello che è successo con quella ragazza...-iniziò il fratello.
-Per favore,risparmiami la psicologia spicciola!-fece l'altro rifiutando quelle parole.
-Invece mi ascolti questa volta!Ho promesso che non ti avrei fatto nessuna predica e lo farò,ma adesso stai due secondi zitto e mi ascolti!
Sei arrabbiato con te stesso per aver rovinato tutto con la tua ragazza e adesso pensi di potertela prendere con me o con Hermione perchè abbiamo avuto quest'idea della festa.
Beh,non te lo permetterò.
Continui a dire che non vuoi che le cose cambino,vuoi che tutto rimanga come allora,ma non ti sei accorto di essere già andato avanti?-
George restò in silenzio,le sopracciglia leggermente aggrottate in risposta a quella verità che non voleva sentire e che non gli piaceva.
-Anche se hai mantenuto tutto uguale in questa casa,tu sei cambiato e la tua vita è andata avanti,come è giusto che sia:se veramente non ti importava niente di quello che accadeva attorno a te non ci sarebbe stata questa ragazza,e adesso non staresti così male per averla persa.
Perchè diavolo vuoi rinchiuderti qui dentro e far finta di essere morto anche tu?-concluse Ron lo sguardo che sosteneva quello di George.
Il silenzio che seguì le parole dell'uomo durò a lungo,mentre entrambi i fratelli allontanavano lo sguardo persi dietro altri pensieri.
Sicuramente aveva usato parole forti,aveva affrontato argomenti che non erano mai stati toccati prima,ma ben venga se servivano a dargli una scrollata a fargli capire che era venuto il momento di reagire.
Era ovvio che fosse combattuto ed indeciso su cosa fare,ma ormai Ron aveva imparato a non aspettarsi molto da suo fratello.
Abbassò lo sguardo a terra,incontrando nel suo raggio visivo la punta della sua scarpa sinistra e si preparò ad andarsene,come aveva fatto tante altre volte dopo discussioni simili.
-Va bene-lo bloccò la voce di George.
Tornò a voltarsi per guardare ancora suo fratello,quasi incredulo:era stato veramente George a pronunciare quelle due parole?
L'uomo ricambiò il suo sguardo,senza nessuna acrimonia o rabbia e affondò le mani nelle tasche del pigiama.
-Non deve essere una festa...Meglio una cena-continuò George.
Ron annuì silenzioso.
-Credi che Bill e Fleur possano venire?E' tanto che non li vedo-chiese poi.
-Posso provare a chiedere,ma con la bambina...-gli fece notare Ron.
George alzò un sopracciglio visibilmente confuso.
-Bill e Fleur hanno avuto una bambina;si chiama Victoire e ha quasi due anni ormai-gli disse sorpreso.
Un piccolo sorriso apparve sul viso del fratello.
-Questo nome deve essere stata un'idea di Fleur...-commentò poi.
Ron sorrise leggermente divertito.
-Potresti provare a chiederglielo?-domandò di nuovo l'altro.
Dopo un veloce sguardo,Ron annuì.
-Adesso credo sia meglio che vada-disse poi indicando la porta alle sue spalle,come se il fratello avesse bisogno di un'indicazione ulteriore.
George annuì,affondando le mani ancora di più nelle tasche.
-Un'ultima cosa...So che ti seccherà,ma potresti evitare di dire alla mamma di questa cosa?-
Era inutile arrabbiarsi,anzi per oggi aveva ottenuto anche troppo...


-Perchè non vieni anche tu?-
Luna si voltò e scosse la testa,declinando l'invito.
-Non dirmi che ti senti in soggezione-fece la rossa,visibilmente divertita.
Lei sorrise e scosse la testa.
-Scusa Gin,ma non posso proprio...Ho da fare alcune cose per via del matrimonio,sai appuntamenti presi da Hermione-le disse mentendo spudoratamente.
Ginny annuì,tornando subito seria.
Nonostante avesse accettato di essere la sua damigella d'onore,era lampante che non approvava la sua scelta.
Aveva provato a parlarle,a chiederle i motivi della sua scelta quando lei le aveva detto della proposta di Neville e di come lei l'avesse accettata,ma ovviamente non poteva spiegarle i veri motivi che l'avevano spinta a farlo.
Come poteva,dopo il silenzio di mesi,raccontarle di come George le avesse ridotto il cuore in mille pezzi e l'avesse lasciata sola nel momento in cui aveva più bisogno di lui?
Come poteva dirle che quel matrimonio,in fondo,era una punizione verso sè stessa e verso George?
Non avrebbe capito,anzi avrebbe fatto di tutto per sistemare le cose...ma ormai era troppo tardi.
Lei avrebbe sposato Neville,insieme sarebbero stati felici e magari con il tempo lei sarebbe riuscita anche a dimenticare George senza una lobotomia.
L'unica volta che Ginny aveva provato a chiederle qualcosa sul suo misterioso amante,lei si era chiusa a riccio e le aveva detto semplicemente che fra loro era finita in malo modo e che non sarebbero mai tornati insieme.
Neanche fosse un mantra da dover ripetere più volte al giorno perchè fosse efficace.
-Poi la mia presenza sarebbe un'intralcio.
Questa è una riunione della famiglia Weasley...-le disse cercando di tranquillizzarla.
Ginny sorrise e scosse leggermente la testa.
-Non ci siamo tutti,mancano ancora i capisaldi...però è già un gran passo avanti.
Credevo sarebbero passati anni prima che una cosa del genere accadesse-le confidò sincera.
Luna abbozzò un sorriso per mostrarle la sua comprensione.
Era un bene quella cena,il fatto che George avesse accettato di festeggiare il suo compleanno... magari le sue parole non erano state completamente portate via dal vento.
-Hai saputo della festa ad Howarts?-chiese poi Ginny cambiando completamente discorso.
Luna annuì,sovrappensiero.
-Ho ricevuto l'invito questa mattina-le disse tornando a incontrare lo sguardo dell'amica.
Capì immediatamente cosa le avrebbe detto dopo.
-Credi che anche Harry abbia ricevuto lo stesso invito?-disse infatti Ginny.
Luna sorrise leggermente e alzò le spalle.
-Chi può dirlo?
Le forze di Hogwarts sono potenti abbastanza per trovare qualcuno che non vuole farsi trovare?-le domandò lei di rimando.
Ginny sospirò leggermente abbattuta.
Luna le andò incontro e le avvolse le spalle con un braccio,poggiandovi poi il mento sopra.
-L'unico modo per scoprirlo è andare alla festa...-disse in modo ovvio la bionda.
Ginny sospirò.
-Mi accompagni,vero?-
Luna strinse leggermente la stretta sulle sue spalle e sorrise di fronte a tanta insicurezza e a tanta paura.
-Non dovresti neanche chiederlo...
Ci divideremo per il Castello e cercheremo Harry dappertutto e la prima che lo trova lancerà un'urlo per informare l'altra-
Ginny rise.
-Sembra un'idea magnifica-commentò.
-Certo è una mia idea-scherzò la bionda.
Rise insieme all'amica,cercando di non pensare a quella piccola parte della sua mente che si chiedeva se anche George avesse ricevuto il suo stesso invito.


Anche se gli dava fastidio ammetterlo,Ron aveva ragione.
La sua vita era andata avanti.
Eppure avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro,per riavere suo fratello...Era sicuro che se ci fosse stato lui al suo fianco molte cose sarebbero state diverse.
Il negozio sarebbe stato aperto,tanto per iniziare.
Non sarebbe stato tanto difficile dare un'aspetto "decente" al suo appartamento,o forse quello non sarebbe cambiato neanche con la presenza di Fred.
Ma sicuramente non avrebbe iniziato a intontirsi con l'alcool,a frequentare quei pub...
Non si sarebbe sentito così arrabbiato,così inutile.
Avrebbe riposto le sue attenzioni su qualcun'altra donna più meritevole,più adatta a lui...no quelle erano solo un mucchio di idiozie!
Sicuramente se ci fosse stato Fred non avrebbe incontrato Luna.
A quello non aveva mai pensato:sarebbe tornato indietro sapendo che così facendo avrebbe riavuto suo fratello ma avrebbe perso Luna?
In quelle settimane la risposta era chiara,quasi ovvia,non aveva bisogno di riflettere neanche due secondi prima di scegliere Fred.
Se non ci fosse stata Luna non ci sarebbero stati la rabbia,il senso di impotenza,l'odio verso Neville,la gelosia.
Era quella la cosa che lo stupiva di più:non era mai stato geloso di nessuna donna in vita sua, forse soltanto di sua sorella,ma quello forse era normale,però mai aveva provato il desiderio di uccidere qualsiasi uomo entrasse in contatto con la sua ragazza.
Che accidenti gli era successo?
Il pensiero di Luna con Neville era impossibile da sopportare per più di cinque minuti,era talmente intollerabile da non farlo dormire la notte.
Dormiva rannicchiata contro il petto di Neville come faceva con lui?
Quante volte erano stati a letto insieme da quando...
NO!
Quello non voleva saperlo veramente!Sarebbe stato capace di far veramente male a Neville.
Premette due dita agli angoli degli occhi e respirò profondamente,cercando di calmarsi.
Fra poco la sua casa sarebbe stata invasa dai suoi fratelli,non poteva apparire più patetico di quanto già non fosse.
Ron gli aveva detto di non preoccuparsi per il cibo,avrebbero pensato a tutto Hermione e Ginny quindi si era limitato soltanto a mettere in fresco il vino e a preparare la tavola.
Aveva fatto la doccia,ma aveva deciso di non radersi troppo pigro per quell'operazione; dopodichè aveva scelto un paio di jeans neri strappati sul ginocchio destro e una camicia a righine celesti.
Per qualche istante era stato indeciso se mettere la cravatta,ma poi l'aveva giudicata troppo eccessiva e l'aveva lasciata abbandonata sul letto.
Aveva chiuso la porta della camera per nascondere il caos che vi imperava ed era tornato in salotto,giusto in tempo per sentire il suono del campanello.
I primi ospiti erano arrivati!
Si avvicinò alla porta e,con la mano tesa verso la maniglia,prese un respiro profondo e restò qualche istante immobile,rassicurando sè stesso:tutto sarebbe andato bene.
Poi con un unico veloce gesto posò la mano sulla maniglia e la portò verso il basso aprendo la porta.
Ron,Hermione e Ginny erano sulla soglia,tutti e tre con un sorriso d'incoraggiamento.
Mentre il fratello aveva le mani libere,eccezione fatta per un paio di palloncini enormi,le due donne avevano le mani piene di pirofile e buste.
-Non credevo avessimo aperto un ristorante!-fece George facendosi subito da parte per farle entrare.
Le due si diressero in cucina e Ron entrò in casa con più calma,come se fosse perfettamente a suo agio.
-Ron non te lo hanno mai detto che non bisogna dar troppi pesi alle donne?-chiese al fratello chiudendo la porta dietro di lui.
Ron si voltò e alzò le spalle.
-Le conosci!Guai a far qualcosa nel modo sbagliato...Per questo ho preferito tirarmi indietro-commentò l'altro.
-Chissà quanta fatica deve esserti costata-ribattè Ginny tornando in salotto.
George guardò la sorella e accennò un sorriso,osservandola mentre gli veniva incontro e lo abbracciava.
Da quanto tempo non glielo permetteva?
-Buon compleanno-disse Ginny contro la sua spalla.
George si lasciò andare ad un leggero sorriso e ricambiò la stretta della sorella.
-Ah,dimenticavo,questi sono per te:non sapevo se preferivi di più il pesce rosso o la tartaruga così li ho presi entrambi-fece Ron porgendogli i palloncini.
Il fratello alzò un sopracciglio.
-Spero che questo non sia il tuo regalo,altrimenti vorrebbe dire che non solo sei pigro ma con il tempo sei diventato anche tirchio!-
Ginny rise e Ron fece per ribattere,ma non ne ebbe l'occasione interrotto dal suono del campanello.
George si voltò e ritornò verso la porta,aprendola su Bill e Fleur.
-Guarda chi si vede!-commentò.
Bill fece un passo avanti e lo abbracciò dandogli una vigorosa pacca sulle spalle.
-Ce l'hai fatta ad uscire dalla cripta in cui ti eri nascosto!-lo prese in giro il fratello.
George si sciolse dall'abbraccio e guardò Fleur che,incerta,era ancora sulla porta.
-Ciao Fleur-la salutò con un piccolo cenno della testa.
La donna,forse più bella di quanto la ricordava,gli rispose con lo stesso cenno e si decise a fare un passo in avanti entrando in casa.
Solo allora George si accorse della bambina accanto a lei:le arrivava alle ginocchia e sembrava la sua copia in miniatura:stessi capelli biondi,stessi occhi celurei e dal primo istante,George capì che doveva aver ereditato dalla madre le caratteristiche Veela.
-Sbaglio o tu sei Victorie?-chiese alla bambina.
La piccola,lo sguardo su di lui,fece una smorfia sentendo il nome.
L'uomo guardò Bill che cercava di nascondere un sorriso.
-In questo momento è in una fase di ribellione:ha deciso che non le piace il suo nome e che vuole farsi chiamare Vicky-gli spiegò il fratello.
George annuì sorpreso.
-Precoce...-commentò continuando a fissarla.
Poi dopo qualche istante alzò le spalle e diede una pacca sulla spalla sinistra di Bill.
-Assolutamente una Weasley-aggiunse poi quasi soddisfatto.
Bill e Ron risero,seguiti poi da Ginny e da Hermione che si era unita a loro nel corso della discussione.
Si accomodarono in salotto,dove gli invitati non fecero nessun commento sui vestiti messi in un'angolo della stanza per lasciare il divano libero,e George offrì loro il vino tenuto in fresco in frigo come aperitivo.
-Ti sta bene la barba,sai?A cosa è dovuto questo nuovo look?-gli disse Bill.
Lui alzò le spalle indifferente.
-Per pigrizia...In queste ultime settimane sono troppo pigro per farmi la barba,così ho deciso di farmela crescere-rispose sincero.
-Non lo sai che le donne amano gli uomini dalla pelle liscia e morbida?-intervenne Ron.
-E questo dove l'hai scentito?-chiese Fleur curiosa.
Il rosso rimase interdetto:era sempre stato convinto di quella affermazione.
-Beh,mi è stato detto così...Credevo che fosse così per tutte-disse leggermente confuso Ron.
-Ron soltanto perchè Hermione ama vederti in ordine e sistemato non vuol dire che alle altre donne non piacciano gli uomini rudi e virili...-lo prese in giro la sorella.
-Ehi!-la rimbrottò Hermione.
George rise e bevve l'ultimo sorso del suo bicchiere.
-Chi vuole un'altro giro?-chiese poi alzandosi dal divano.
Bill,Ginny e Fleur alzarono la mano così si diresse verso la cucina,ma fatti pochi passi sentì il suono del campanello.
Si voltò e guardò il gruppo seduto sul divano,che ricambiò lo sguardo con espressioni curiosi dipinti sui volti.
-Potete andare ad aprire,per favore?-chiese loro.
Si voltò di nuovo e fece i pochi passi che lo dividevano dalla cucina,curioso di sapere chi fosse alla porta:i suoi "ospiti" erano tutti presenti,quindi non aspettava nessuno.
Che qualcuno di loro si fosse fatto scappare qualcosa?Magari i suoi genitori sapevano di quella cena e avevano deciso di partecipare?
Se sua madre si metteva in testa una cosa era quasi impossibile farle cambiare idea...
Prese la bottiglia di vino,piena a metà,e tornò in salotto.
La sua curiosità crebbe ancora di più quando non vide nessun'altro oltre ai suoi fratelli:che avessero sbagliato porta?
-Allora?Chi era alla porta?-chiese versando il vino nel bicchiere di Ginny.
Vide lo sguardo incerto che si lanciarono Bill e Ron e inarcò un sopracciglio...che accidenti era successo in neanche cinque minuti di assenza?
-Hanno portato questa per te-gli disse Ron tendendogli una busta gialla.
George guardò il pacco:era di medie dimensioni,con il suo indirizzo scritto in modo chiaro ed elegante,e un vuoto che saltava agli occhi nello spazio dedicato al mittente.
Girò lo sguardo fra i suoi fratelli e si lasciò andare ad un sorriso.
-Davvero una mossa intelligente,farmi portare il regalo con una consegna...Però scommetto che non è stata un'idea tua Ron-disse prendendo il giro il fratello.
Ron scosse la testa.
-Infatti.
Questo non è il nostro regalo-fece Bill per lui.
-Cioè?-chiese George.
-Qualcun'altro sapeva del tuo compleanno e ha pensato di farti una sorpresa-continuò Ron.
Confuso,George posò la bottiglia di vino sul tavolino basso di fronte al divano e si avvicinò a Ron che ancora tendeva il pacco verso di lui,neanche fosse una bomba ad orologeria.
Lo guardò qualche altro istante,per poi prenderlo fra le due mani e guardare di nuovo il suo indirizzo:l'unica scritta sulla busta.
-Hai qualche idea?-chiese Ginny guardandolo cauta.
George scosse la testa e dopo un leggero respiro passò un dito sotto la linguetta adesiva, aprendo del tutto la busta.
La allargò leggermente e vi infilò la mano dentro,afferrando qualcosa di rettangolare.
Non seppe mai che espressione si disegnò sul suo viso quando tirò fuori l'oggetto dalla busta e si trovò di fronte il dvd di "Dirty Dancing".
Di sicuro si sentì mancare il fiato,neanche una morsa gli avesse stretto entrambi i polmoni.
-Davvero divertente...-commentò a mezza voce.
Il silenzio nella stanza sembrava irreale,ma nessuno dei suoi fratelli sembrava voler essere il primo a parlare,per paura di dire qualcosa di sbagliato.
Sentiva gli sguardi che gli altri si lanciavano fra di loro per interrogarsi,cercare di capire qualcosa di tutto quello che stava succedendo sotto i loro occhi.
Perchè lo aveva fatto?
Perchè mandargli un regalo,soprattutto un regalo così stupido dopo tutto quello che era successo fra loro?
Staccò lo sguardo dalla copertina del dvd e tornò a guardare nella busta,cercando un biglietto, qualcosa che lo aiutasse a capire i motivi che l'avevano spinta a fargli proprio quel regalo.
E qualcosa trovò.
Ma invece di aiutarlo a capire,lo fece infuriare.
-Questo no...-
Quasi accartocciò la busta in una stretta e,incurante degli sguardi attenti e preoccupati degli altri,si guardò intorno alla ricerca del suo cellulare.
-Che sta succendendo George?-domandò Ginny leggermente spaventata dal suo cambiamento repentino.
Lui non rispose e,afferrato il telefono,compose un numero che nonostante il passare del tempo era ancora fra le chiamate veloci.
Aveva bisogno di spiegazioni...avrebbe potuto passar sopra al film ma non sopra a quello?
-Pronto?-sentì dall'altra parte del telefono.
-Siamo arrivati a questo?-le chiese aggredendola.
Ci fu qualche istante di silenzio dall'altra parte,ma lui non dubitò neanche per un secondo che lei non lo avesse riconosciuto.
-Hai ricevuto il regalo-disse poi.
-Gran bella fantasia!-disse sarcastico.
Concentrato sulla sua voce che non sentiva da quasi un mese,si accorse solo in quel momento delle occhiate attente dei suoi fratelli.
Non poteva far sentire loro quella conversazione!
Con passi veloci si diresse verso la sua camera da letto,senza ulteriori spiegazioni.
-Perchè lo hai fatto?-le chiese impugnando la maniglia.
-E' il tuo compleanno,no?Di solito si fanno dei regali!-ribattè Luna.
George sbuffò sarcastico,richiudendo la porta della stanza dietro di sè.
-Perchè allora non sei venuta?-disse pentendosi subito dopo.
Possibile che trovasse sempre il modo per mostrarsi debole con lei?
Il silenzio dall'altra parte gli fece capire di aver detto la cosa sbagliata.
-Sai benissimo che non posso-
-Allora non avresti neanche dovuto farmi un regalo!Perchè non ti preoccupi del tuo fidanzato e non mi lasci in pace?-le chiese amaro.
Ancora silenzio.
-Perchè mi hai regalato quel film?
Credi che non ci pensi abbastanza a quel pomeriggio?
Oppure avevi paura del contrario e volevi assicurarti che non succedesse...Mi tieni in un cassetto nel caso non ti va bene con lui-incalzò lui.
-Hai finito di dire stronzate?
Oppure è una cosa che ti è impossibile fermare?-fece Luna arrabbiata.
-ALLORA SPIEGAMI PERCHè MI HAI FATTO QUESTO REGALO!
CREDI DI POTER ENTRARE ED USCIRE DALLA MIA VITA QUANDO VUOI?-le chiese alzando la voce.
Aveva bisogno di capire:quel pacchetto era pieno di segnali contrastanti,doveva sapere se doveva cancellarla per sempre dalla sua vita oppure se doveva correre da lei e chiederle scusa in ginocchio.
-NON è LA STESSA COSA CHE FAI TU?-ribattè lei con lo stesso tono di voce.
-TI HO CHIESTO SCUSA IN TUTTI  I MODI POSSIBILI ED IMMAGINABILI,COS'ALTRO DEVO FARE?
COSA DEVO FARE PER FARTI TORNARE DA ME?-le chiese prim'ancora di riuscirsi a fermare.
Luna restò in silenzio dopo quelle parole e lui ascoltò i suoi respiri per un tempo che gli parve infinito,mentre con una mano si tormentava i capelli.
Seduto sul bordo del letto,appoggiò un gomito al ginocchio e si sorresse la fronte,neanche fosse stanco morto.
-Mi basterebbe una tua parola per correre da te...Lo sai che lo farei-le disse con voce calma.
Sentì ancora silenzio dall'altra parte e sperò che questa volta fosse un segnale positivo, qualcosa che preannunciasse il suo perdono.
-E dopo?-chiese d' un tratto Luna.
Questa volta fu lui a restare in silenzio.
-Che succede dopo?Tu vieni qui,mandi all'aria il mio matrimonio per cosa?
Per un pò di sesso senza coinvolgimenti quando capita?-gli chiese dura.
George scosse la testa,quasi lei potesse vederlo.
-Sai anche tu che non è così-le disse.
-Invece sì...Ti ho detto che ti amo e non hai battuto ciglio,non hai detto niente-gli rinfacciò.
-Cosa dovevo fare?Mi stavi lasciando!-le ricordò.
La sentì sospirare.
Perchè era tanto reticente a tornare con lui?Cosa la legava a Neville?
Di nuovo sentì la rabbia assalirlo.
-Ti sei innamorata di nuovo di lui...-disse come fosse un dato di fatto.
-Cosa?-
-Ci vai a letto?-le chiese ancora.
-MA COME TI VIENE IN MENTE?-esclamò Luna.
-RISPONDIMI,CI VAI A LETTO?-domandò di nuovo.
La sentì fare un suono beffardo,e si chiese cosa stava pensando di lui in quel momento.
-ADESSO CAPISCO...SE NON VOGLIO TORNARE CON TE,VUOL DIRE CHE DEVO PER FORZA ANDARE A LETTO CON LUI,GIUSTO?-gli domandò arrabbiata.
-Perchè altrimenti mi avresti rimandato il ciondolo?-le fece notare lui.
-SEI UN'IDIOTA!
TU NON SAI NIENTE,QUINDI NON PERMETTERTI DI GIUDICARE!-gli urlò contro Luna.
-Allora spiegami!PERCHè LO SPOSI SE AMI ME?-le chiese sempre più confuso.
Ci fu l'ennesimo momento di silenzio dall'altra parte del telefono,e in quell'intervallo di tempo riuscì a sentire il battito accellerato del suo cuore.
-Perchè lui non è te-rispose infine Luna.
L'attimo dopo sentì il segnale di linea libera.
In preda ad uno scatto di nervi,prese il cellulare e lo scagliò in un'angolo della stanza.
-FANCULO!!-
Si lasciò scivolare per terra,piegando le gambe e poggiandovi sopra le braccia,nascondendovi il viso.
Prese la busta gialla che conteneva il suo regalo e fece scivolare la catenina con il ciondolo sul palmo della mano sinistra.
Lo fissò a lungo,incapace di togliersi una sola domanda dalla mente.
Di tutto quello che c'era stato fra lui e Luna questo era tutto quello che restava?
Restò a lungo in quella posizione,lo sguardo fisso sulla falce di luna nel suo palmo, completamente dimentico di quello che c'era al di fuori di quella stanza,finchè non sentì bussare leggermente alla porta.
Senza muoversi,alzò lo sguardo sulla porta e qualche istante dopo la vide aprirsi su di Ron.
Il fratello fece un paio di passi nella stanza e si richiuse la porta alle spalle,in silenzio.
George alzò le spalle e strinse il ciondolo fra le dita,permettendo a Ron di vedere soltanto la catenina d'argento che lo reggeva.
-Ormai ci restituiamo i regali...-commentò con voce triste.
Perchè doveva stare male per una cosa tanto comune?Non era la prima volta che gli succedeva dopo aver rotto con una ragazza,anzi il più delle volte era lui che iniziava restituire i regali,quasi volesse dare un taglio netto con tutto.
Allora perchè questa volta era diverso?
La risposta arrivò quasi all'istante:lei lo stava rifiutando,lo stava cancellando dalla sua vita, quasi non fosse mai successo niente fra di loro.
Ron si piegò sulle ginocchia per poter incontrare il suo sguardo e fissò la catenina con un veloce sguardo.
-Era lei?-chiese con cautela.
George annuì.
-Ha pensato di farmi un regalo...Davvero adorabile!-commentò sarcastico.
Si lasciò andare ad un sospiro rassegnato e si passò entrambe le mani fra i capelli.
-Perchè non provate a vedervi,a parlare...Magari le cose si aggiustano-tentò Ron.
George scosse la testa lentamente,ma con decisione.
-Ormai è troppo tardi.
Ho combinato una serie di cazzate una dopo l'altra e ora l'ho persa.
Sta per sposare un'altro-gli disse.
Ron lo guardò,la fronte aggrottata.
-Ma mi avevi detto che lei era innamorata di te-fece confuso.
Il fratello annuì,un sorriso sarcastico sulle labbra.
-Infatti!Sposa quell'...quell'idiota perchè non è me.
Io sono talmente terribile da far scappare tutti lontano!-
Ron scosse la testa e gli mise una mano sulla spalla.
-Che stronzate vai dicendo!
Se così fosse noi non saremmo qui,specialmente dopo tutto quello che hai combinato negli ultimi anni-replicò.
-Allora perchè...-
-Forse è ancora arrabbiata con te per quello che le hai fatto.
O magari è il suo modo per farti capire che se la ami veramente devi cominciare a lottare per lei-continuò Ron.
Un'altro sospiro uscì dalla bocca di George.
Il suo sguardo incontrò quello del fratello e lo portò a chiedersi cosa passasse per la mente di Ron.
-Cosa?-
-Non ti ho mai visto in questo stato,quindi questa ragazza deve significare molto per te...
Però c'è una cosa che devi capire prima di mandare all'aria il suo matrimonio-gli disse con voce seria.
Lo sguardo di George si fece più attento,mentre nella sua mente si formava un'idea di quella che potevano essere le prossime parole di Ron.
-Tu ne sei innamorato oppure la vuoi soltanto per gelosia?-gli chiese infatti il fratello.
Purtroppo quella era l'unica domanda al mondo a cui non sapeva dare risposta.
-Non lo so-

 

Salve a tutti!

Prima di tutto,volevo ringraziare quelli che seguono questa fiction;vi confesso che ad un certo punto avevo pensato di lasciarla perdere perchè credevo che nn interessasse a molti,ma poi ho cambiato idea dopo una specifica richiesta da parte di una lettrice...Quindi grazie x la pazienza e la costanza!

Dai commenti che ho letto molti di voi hanno già perso le speranze,rassegnati al matrimonio fra Luna e Neville...Grosso errore!

Come dico sempre:l'amore,se è amore vero,riesce a muovere anche le montagne...

Quindi non disperatevi!

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "L'eternità" di Giorgia.

 Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Missjude(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Già questa fiction è nata sul mio entusiasmo e quello di alcuni lettori mentre ancora scrivevo la storia su Harry e Ginny...Neville,da vecchio volpone,ha approfittato del momento e ha "colpito" Luna nel momento in cui era più vulnerabile,anche se a sua discolpa posso dire che neanche lui era sicuro della risposta di Luna),Lights(Chi l'avrebbe mai detto che quella coppia perfetta avesse affrontato tutti questi problemi?E pensare che nn siamo neanche alla metà...),Nefene(Grazie x i complimenti!E x la tenacia,nn sn tante le persone ke avrebbero fatto la stessa cosa,sai?Sono assolutamente d'accordo con te:certe volte li preferisco a Harry e Ginny e questo è tutto dire!), JC(E quando gli ricapitava un'occasione così?In realtà quello che Luna intendeva era mostrare le limitazioni nel discorso di George e di fargli capire che non aveva motivo di essere geloso; xkè la loro non era una storia canonica,ma solo 2 "amici" ke facevano sesso,almeno secondo le parole di George,e poi zkè anche se George avesse alzato il telefono e le fosse stato accanto in quel momento,lei era sicura che se ne sarebbe andato prima dell'arrivo della sua famiglia), AuraD(Ha fatto lo stesso effetto a molti all'inizio,ma finora ne ho convertiti parecchi!Diciamo che la sua scelta è simile a quella di un naufrago che si aggrappa ad canotto nonostante sappia che c'è un piccolo foro.Per salvarti faresti le cose + impensabili...Harry arriverà,tranquilla,ma bisognerà ancora aspettare un pò),Beba7(Se ti prometto di rimettere tutto a posto,tu prometti di non uccidermi?),Kisa_Chan(Povero Neville vittima della mia fantasia sadica! Comunque su una cosa hai ragione:George deve rimettersi in piedi e credo l'abbia capito anche lui,nella sua terribile confusione mentale...Aspetta di vedere cosa succederà nel prox capitolo:Draco ti lascerà senza parole!).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"The lovers are losing"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Il ricordo di un amore ***


il ricordo di un amore

 

 

"Cosa devo fare per farti tornare da me?"
Dimmi che mi ami.
Era l'unica cosa che voleva sentirgli dire,l'unica cosa che avesse veramente importanza.
Forse l'unica per cui avrebbe perdonato quello che era successo.
Ok,forse la sua idea non era stata tanto geniale come le era sembrato in un primo momento, ma cosa poteva fare?
Era il suo compleanno e lei,nonostante quello che era successo,aveva deciso di fargli un regalo; ma non sapeva spiegarsi perchè proprio quel film:perchè regalargli quel pezzo di sè?
Non gli aveva concesso già abbastanza?
L'unica cosa che le veniva in mente adesso,ora che erano passate settimane da quel giorno,era che,nonostante tutti i discorsi e le litigate,non era ancora pronta a lasciarlo andare.
Per questo gli aveva regalato quel film,per creare un'ultima connessione fra di loro, perchè lui si ricordasse di quell'ultimo meraviglioso pomeriggio che avevano passato insieme prima che tutto degenerasse e trovasse in qualche modo la spinta necessaria per fare qualcosa.
Ma se lui,invece,si fosse rassegnato?
Se avesse deciso che non ne valeva la pena e di avesse gettato la spugna?
Non sapeva cosa sperare...
La sua mente era piena di contraddizioni.
Continuava a fare i preparativi del suo matrimonio,a sorridere come una sposina impaziente ogni volta che qualcuno si congratulava con lei,mentre in verità stava cercando un modo per bloccare tutto prima che la situazione diventasse irreparabile.
Oppure era già troppo tardi?
Tutto ha un'inizio ed una fine.
Vedendo il ciondolo nella busta,forse,George aveva pensato che per lei la loro storia era veramente finita.
Se solo avesse saputo quanto era stato difficile per lei staccarsi da quella collana,quanto aveva pianto quando il fattorino si era allontanato con la busta...
Ma avere la collana di George al collo la faceva sentire come se in qualche modo lo stesse tradendo con Neville,mentre invece era il contrario.
L'unica cosa che aveva tenuto della loro storia insieme era la maglietta dei Cannoni di Chudley con cui dormiva sempre e che ormai aveva perso l'odore di George impregnandosi del suo;di quella forse non sarebbe mai riuscita a disfarsi.
Presto,più presto di quanto aveva osato sperare,sarebbe diventata la signora Paciock, moglie di un'illustre professore,stimato e rispettato da alunni e colleghi.
Al contrario di lei,che non riusciva a pianificare più di tre-quattro ore della sua vita,Neville aveva già chiaro il loro futuro:avrebbero vissuto i loro primi anni ad Hogwarts,fino a che non sarebbe arrivato il primo figlio Frank Jr.;allora lei sarebbe tornata a Londra per accudire il bambino e purtroppo avrebbero potuto vedersi soltanto nei week-end.
Ma questo non gli avrebbe impedito di avere altri due figli,almeno a sentir Neville,Alice Jr. e Steven,in onore del suo padrino.
La loro vita sarebbe trascorsa tranquilla fino al momento del pensionamento di Neville,quando lei e Neville si sarebbero trasferiti nella casa di campagna della nonna dell'uomo nonostante questa avesse delle riserve sul loro matrimonio e su di lei.
Riverse che non si preoccupava di nascondere convinta che l'avrebbe distrutta sapere di non essere la donna giusta per Neville,mentre invece era una certezza che convivideva con l'anziana donna.
Ormai tutto era deciso,tutto era stabilito.
Perchè allora lei non faceva che chiedersi come sarebbe stata la sua vita con George?


"Era l'estate del '59,tutti mi chiamavano ancora Baby e a me stava bene..."
-Ti giuro che se sento ancora quella frase mi metto ad urlare-
George mise il muto alla televisione e si voltò sul divano per osservare Ron mentre si muoveva per il salotto diretto verso la cucina.
Era entrato in una specie di incubo privato,dove le sue giornate scorrevano fra la visione ripetuta di quel film e le sbronze al pub,dove si recava in preda alla più profonda depressione solo per evitare di farsi del male o di correre da lei.
-Non sei obbligato a restare-gli disse.
Anche quello era un copione scritto,ripetuto già tante volte.
Le prime volte che lo aveva trovato di fronte al televisiore a vedere quel film,Ron aveva trovato la cosa tenera,quasi romantica:quale modo migliore per curare un cuore infranto?
Però quando si era accorto del perpetuarsi della cosa,dell'ossessività con cui George guardava quel film,arrivando a ripetere le battute insieme ai protagonisti,aveva cercato in tutti i modi di smuoverlo.
Ma ovviamente i suoi tentativi erano risultati vani,almeno fino a quel momento.
-Lo so,ma voglio provare ancora una volta a salvarti da questo inferno in cui ti sei infilato-rispose il fratello sedendosi sul bracciolo della poltrona alla sua destra.
George sbuffò e tornò a fissare lo sguardo sul televisore.
-Sai che incominci a farmi paura?Sembra quasi che tu vada incontro alla pazzia a braccia aperte-gli disse il fratello,cercando di nascondere la sua reale preoccupazione dietro lo scherzo.
George accennò un sorriso,che morì subito sulle sue labbra.
-Non ancora...-lo tranquillizzò.
I due Weasley guardarono per qualche istante il televisore muto,poi Ron tornò a guardare il fratello.
-E' la prima volta che ti vedo così...Tutto per una ragazza...-
-Non è per lei!-ribattè subito George stizzito.
-Allora perchè?-chiese pronto il fratello.
George aprì la bocca,ma la richiuse subito,portandosi poi una mano agli occhi e pizzicando gli angoli con due dita.
-Non è per lei...-ripetè con voce più calma-è per come mi sono comportato-specificò poi.
-Adesso non ricominciare con la solita storia...-lo bloccò Ron.
L'altro aggrottò le sopracciglie e lo guardò quasi offeso.
-Dimmi una cosa,vieni pagato per occuparti delle persone depresse?-gli chiese sarcastico.
-Non sono i soldi quello che mi interessa-ribattè Ron.
-Fai bene,perchè sei veramente un fallimento in questo campo!-
-Che vuoi che faccia?Che ascolti per l'ennesima volta di come ti senti in colpa per quello che hai fatto?
Che ti permetta di lagnarti su come lei non ha capito i motivi che si nascondevano dietro le tue azioni?-
George sbuffò infastidito e e fu sul punto di prendere a pugni il fratello,ma qualcosa riuscì a bloccarlo prima di fare qualcosa di cui sicuramente si sarebbe pentito.
-Parli come se fossi un maestro nel rimorchio!-disse,pentendosi subito.
Quella era sicuramente la cosa più stupida che potesse dire!
-Lo sanno tutti che io non sono mai stato un Casanova,ma nonostante questo sono riuscito a conquistare la donna che amavo.
Comunque stavano parlando di te...-disse riportando su di lui il discorso.
-E che dovrei fare?Andare da lei e dirle che mi dispiace e che la voglio con me?
Già fatto e non ha funzionato!-gli disse prima che l'altro potesse anche aprire bocca.
-Allora trova un modo per rimediare,no?Dimostrale che tu sei meglio del suo futuro sposo-
George restò in silenzio qualche istante per poi abbassare lo sguardo e sospirare.
-Lo sono davvero?-chiese più a se stesso che al fratello.
Ron gli si sedette a fianco e gli posò una mano sul ginocchio sinistro.
-Ci sono cose che soltanto tu puoi sapere...Io posso darti tanti consigli e riempirti la testa di chiacchiere fino a fartela esplodere,ma sei tu che devi decidere.
Però devi ricordarti che qualsiasi cosa deciderai qualcun'altro subirà le conseguenze delle tue azioni,quindi rifletti molto attentamente su quello che vuoi-
Le parole di Ron rieccheggiarono nella sua mente quasi fossero una sentenza di morte.
Quello che voleva veramente.
Senza neanche darsi il tempo di riflettere un'immagine si disegnò nella sua mente,chiara e distinta.

 


-Gin hai bisogno di un passaggio per la festa?-
La donna guardò l'amica e la fissò quasi avesse parlato in una lingua straniera.
-Vuoi venire insieme a me e a Neville alla festa di domani?-domandò ancora Luna,formulando la richiesta in modo diverso.
Questa volta Ginny scosse la testa.
-No,grazie Ron mi ha già offerto un passaggio-disse rifiutando l'invito.
Nonostante avesse accettato di essere la damigella d'onore e si fosse occupata di gran parte dei preparativi insieme ad Hermione,ancora non riusciva ad accettare quel matrimonio.
Era assurdo!
Inaudito!
Come si fa ad amare qualcuno che ti ha tradito,ti ha lasciato e ti ha fatto sentire l'ultima delle donne?
Davvero inconcepibile!
Più volte aveva provato a chiedere spiegazioni a Luna,chiedendole perchè avesse fatto quella scelta quando nei mesi scorsi non aveva mai pronunciato il nome di Neville e sembrava essersi dimenticata della sua esistenza.
Che cosa l'aveva costretta ad accettare quel matrimonio?
-Non sono stata costretta.
Lo sposo perchè lo amo-era stata la risposta dell'amica.
Non aveva mai sentito una bugia più spudorata!
-Sei sicura di voler andare alla festa da sola?-domandò ancora Luna.
Distratta Ginny annuì.
Cosa c'era di tanto inconfessabile da non poter essere raccontato neanche alla sua migliore amica?
Che Neville la stesse ricattando?Che la stesse forzando a sposarlo con qualche strana pozione o magia?
Magari viveva con qualcuno sottomesso alla maledizione Imperius e neanche lo sapeva!
-Per caso sei vittima di qualche maledizione?-chiese prima di riuscire a fermarsi.
Luna strabuzzò gli occhi e la fissò incredula.
-Ma di che diamine parli?-domandò.
Ginny scosse la testa e si coprì la fronte con una mano, vergognandosi di quello che aveva detto.
-Niente,niente...Dimentica quello che ho detto,ok?-disse cercando di mettere una toppa.
Una toppa su un buco gigantesco!
-No,adesso mi spieghi che cosa ti era venuto in mente per farmi una domanda del genere...
Anche se credo di saperlo-aggiunse subito dopo.
Ginny si alzò in piedi e voltò le spalle a Luna,cercando disperatamente qualcosa su cui portare la propria attenzione.
-Allora se lo sai perchè dobbiamo parlarne?-disse avvicinandosi poi all'attaccapanni.
Sempre di spalle,iniziò a rovistare nelle tasche della sua giacca alla ricerca di qualsiasi cosa potesse prolungare quel momento di stasi.
-E' per via del mio matrimonio,vero?-domandò Luna.
Ginny chiuse gli occhi,felice che l'altra non potesse vederla.
-Sei gelosa del mio matrimonio,non è così?-chiese ancora la bionda.
-ASSOLUTAMENTE NO!Come puoi anche solo pensare una cosa simile?-esclamò Ginny voltandosi di scatto.
Era meglio mettere subito in chiaro quella cosa.
-Allora cos'è?Non dirmi che ti sei presa una cotta per Neville perchè ormai è troppo tar...-continuò Luna cercando di scherzare.
-Non dire sciocchezze!-ribattè Ginny passandosi una mano fra i capelli.
Per un'istante scese il silenzio mentre le due amiche per la prima volta affrontavano quel discorso che per tanto tempo era rimasto sottinteso,era stato volutamente evitato per non dover fare delle domande spiacevoli e per non dare delle risposte che avrebbero fatto sanguinare ferite ancora aperte.
Poi Ginny sospirò e scosse sconsolata la testa.
-Senti,ho accettato di essere la tua damigella d'onore e non mi tirerò indietro.
Però ho bisogno di capire che cosa sta succedendo veramente,perchè altrimenti ho la sensazione di non conoscerti veramente...Come puoi tornare da lui dopo tutto quello che ti fa fatto,dopo i mesi passati a star male per Neville?-le domandò cercando di tirarle fuori la verità.
-Se tu fossi al posto mio non faresti lo stesso?-le chiese Luna di rimando.
-Non credo-disse con fermezza Ginny.
-Ah,davvero?
Se ritrovassi Harry ma allo stesso tempo scoprissi che in tutti questi anni lui è stato con un altra donna,non ingoieresti il tuo orgoglio pur di stare di nuovo con lui?-le domandò ancora Luna.
Ginny scosse la testa di nuovo.
-Non è la stessa cosa-ribattè ancora decisa.
Luna si lasciò scappare un sorriso sarcastico.
-Tu metteresti da parte l'orgoglio e ti butteresti fra le sue braccia,cancellando il passato.
Vedi,non è poi molta la differenza...
Solo che io so di non amare Neville-aggiunse alla fine.
Ginny alzò lo sguardo su Luna e la fissò,poco sorpresa dalle parole che le aveva appena detto.
-Come?-chiese incredula.
-Non sono innamorata di Neville-ripetè Luna senza inflessioni nella voce.
La rossa restò in silenzio,aspettando che lei continuasse e Luna,sentendosi libera di un peso per la prima volta da mesi,sospirò e abbassò le spalle.
-Continuo a pensare che sto facendo la cosa sbagliata,che sono ancora in tempo per fermarmi, ma non so neanche io se voglio farlo...
Quando sono con Neville smetto di pensare,di preoccuparmi perchè tanto so che lui si prenderà cura di me e di tutto quello che può succedermi ed è una bella sensazione...Per un pò riesco anche a pensare che saremo felici-continuò sincera.
Ginny la fissò qualche istante mentre l'altra si abbracciava e iniziava a far scivolare entrambe le mani su tutti e due gli avambracci dandole un'impressione di estrema fragilità.
-Ma...Che ne è stato dell'altro?-le domandò cauta.
Alla fragilità si aggiunge un dolore ben visibile sul suo volto,talmente evidente che sarebbe stato quasi inutile rispondere.
-Non mi ha voluto...-rispose poi con voce piccola.
Sentendosi quasi in colpa per aver sollevato quella questione,Ginny si avvicinò all'amica e l'abbracciò,sentendola posare una guancia sulla spalla sinistra.
-E' per questo che lo sposi?-le domandò senza sciogliere l'abbraccio.
Luna rialzò la testa e incontrò lo sguardo dell'amica.
-Neville mi è stato accanto quando mio padre è morto,mi ha promesso che farà di tutto per rendermi felice e mi ha anche detto che ha promesso la stessa cosa a mio padre prima che morisse...Magari non è proprio quello che avevo sognato per il mio futuro,però poteva anche andarmi peggio-commentò cercando poi di fare dell'ironia.
-Ma cos'è che vuoi tu?-le domandò ancora Ginny seria.
Luna sorrise e si staccò dal suo abbraccio.
Quello che voleva non poteva realizzarsi,quindi perchè parlarne?
-Voglio smetterla di parlare di quest'argomento...E soprattutto voglio che la mia damigella d'onore mi ricordi quanto sono fortunata ad aver trovato un uomo come Neville-rispose.
Ginny la guardò qualche istante,quasi scavando dentro di lei per vedere se era veramente quello che voleva,e alla fine annuì.
Se proprio doveva...

 

Avevano fatto le cose in grande,doveva ammetterlo.
Il sentiero che da ragazzi percorrevano via lago o sui cocchi guidati dai Thesral,era illuminato da centinaia di fiaccole fino all'imponente porta che permetteva l'accesso al castello di Hogwarts, quasi a voler loro mostrare la strada,nel caso avessero dimenticato quel tragitto che avevano percorso tante e tante volte negli anni della loro permanenza in quella scuola.
Sul pavimento di pietra fredda era stato steso un tappeto rosso che attraversava il corridoio e la scalinata fino alla Sala Grande che,svuotata dei cinque tavoli di legno,avrebbe ospitato la "festa".
Il soffitto incantato mostrava agli ospiti il cielo notturno pieno di stelle che ispirava romanticherie e che sarebbe stato perfetto per una dichiarazione d'amore,ma a dare un tono realistico e serio alla serata ci pensavano le gigantografie appese ai muri della stanza.
Ritratti animati dei caduti nell'ultima Battaglia.
Per un'istante lasciò vagare lo sguardo sul ritratto di Fred e gli concesse anche un sorriso,prima di distoglierlo:chissà quanto si stava divertendo in quel momento a vederlo così ordinato ed elegante in mezzo a tutti quei parrucconi!
In un angolo della sala,dove usualmente era sistemato il tavolo dei professori,era stata sistemata un'orchestra di quattro elementi:cantante/tastierista,basso,chitarra e batteria.
Sarebbe toccato a loro intrattenere gli ospiti per quella serata e evitare che si annoiassero più del necessario,e in quel momento stavano accennando la musica di "Heroes",in una sorta di presa in giro generale.
Ma lui aveva altri pensieri in mente.
Nella sala già affollata iniziò a guardarsi intorno cercando lei,la ragione per cui si trovava lì.
Quando aveva ricevuto l'invito per quella festa,lo aveva cestinato subito dopo averlo letto, sicuro di non parteciparvi:che interesse c'era nel ricordare quello che era successo,tutte le persone che avevano perso?
Avrebbe commemorato la fine della Guerra come faceva ogni anno,con una bevuta al pub dedicando ogni bicchiere al fratello.
Quale modo migliore?
Però,come stava succedendo troppo spesso in quell'ultimo periodo,ci aveva pensato Ron a fargli cambiare idea...e gli era bastato accennare che anche Luna sarebbe stata presente alla festa!
L'istante dopo il suo interesse per quella festa era cresciuto e si era ritrovato a prendere accordi con il fratello per ottenere un passaggio fino al Castello.
Davvero patetico!
Però ora era qui,in giacca e cravatta e completamente sbarbato come non succedeva da quasi un paio di mesi,e muoveva lo sguardo fra la folla neanche una preda spaventata dai passi del cacciatore cercando di essere presente quando lei sarebbe entrata.
Voleva vedere che reazione avrebbe avuto vedendolo lì...
-Hanno fatto le cose in grande-commentò Ron,gli occhi rivolti alla volta stellata.
-Davvero stupendo!-convenne Hermione.
George alzò le spalle e afferrò il primo bicchiere di spumante della serata dal primo cameriere che gli passò accanto.
-Il minimo visto il potenziale magico di questo posto...-sminuì prima di bere un sorso dal suo bicchiere.
Ron e Ginny voltarono la testa verso di lui e,dopo un'attimo di silenzio in cui lo fissarono soltanto,scossero la testa.
-Sei venuto per rovinarci il divertimento?-gli domandò Hermione.
George sorrise sarcastico e fu tentato di annuire soltanto per far innervosire la cognata,poi sospirò e scosse la testa.
-No,sta tranquilla.
Dammi un'altra mezz'ora ed un altro paio di bicchieri e sarò una compagnia favolosa!-la prese in giro.
Hermione fece una faccia sbalordita e si voltò verso Ron per fargli rimettere in riga il fratello,notando come questi stava cercando di nascondere la risata che gli era nata spontanea sotto i baffi,stizzendosi ancora di più.
-Guarda chi è uscito dalla cripta!-sentirono alle loro spalle.
I quattro si voltarono e George sorrise incontrando degli occhi neri profondi e ridenti che lo fissavano.
Era ferma a pochi metri di distanza da lui,i capelli neri lisci lasciati sciolti sulle spalle,un vestito grigio che risaltava sulla pelle color cioccolato fondente.
-Potrei dire lo stesso di te...Ce l'hai fatta ad uscire dalla naftalina!-ribattè a tono.
La donna si portò una mano al fianco,mostrando le unghie laccate,e scosse di nuovo la testa,prima di coprire la breve distanza che c'era fra loro e gettargli le braccia al collo.
-Brutto bastardo!Stavo per mettere un'annuncio per le persone scomparse!-gli disse prima di dargli un bacio poco lontano dal lobo dell'orecchio sinistro.
George rise e la strinse,le braccia attorno alla sua vita,sollevandola qualche centimentro da terra.
Lei se lo aspettava,quasi a rivivere un momento perduto e lui adempì al suo ruolo in maniera impeccabile.
-Non è stato un buon periodo Angie...-disse semplicemente.
Angelina allontanò leggermente il viso dalla sua spalla e incontrò quello di George,prima di dargli un piccolo bacio sulle labbra.
Lo capì subito che neanche quel bacio era per lui...
-Lo stesso vale per me-rispose sincera.
-Angelina!Che piacere rivederti!-
Una voce spezzò quell'alone di intimità che si era creato fra i due e li portò a sciogliere il loro abbraccio.
George alzò lo sguardo e sentì il suo viso pietrificarsi quando i suoi occhi incontrarono quelli argentei di Luna,che lo fissarono per qualche secondo prima di fuggire altrove.
A farle da spalla c'erano alla sua destra Neville,in una tunica rosso-oro a richiamare i colori della sua Casa d'appartenenza,che si staccò da lei subito per andare a salutare Angelina Johnson,e alla sua sinistra Draco Malfoy,impeccabile come al solito in un completo di alta sartoria,che fissò ogni membro del gruppo con il suo solito sguardo di sufficenza e superiorità.
Angelina si allontanò da lui e andò incontro a Neville,sorridendogli timidamente quasi fosse imbarazzata,iniziando così la giostra dei saluti.
Ma lui non colse neanche una parola di quello che si dissero:il suo sguardo era calamitato da lei.
Era diversa dall'ultima volta che l'aveva incontrata,aveva cambiato pettinatura...Ma non era soltanto quello.
C'era qualcosa nel suo sguardo,nel suo volto,che la rendeva quasi inaccessibile...Come se avesse messo un velo fra le sue emozioni e tutti gli altri.
Era sua la colpa di quel cambiamento così drastico?
Cercando di non pensare alla reale risposta a quella domanda,bevve un altro sorso dal suo bicchiere vuotandolo completamente.
-Vedo che ce l'hai fatta a venire Weasley-commentò Draco rivolgendogli la parola.
George portò lo sguardo sul biondo e fece un piccolo sorriso sarcastico.
-Eri preoccupato per me,Malfoy?-gli domandò fissandolo.
-Le notizie che giungevano su di te non erano affatto confortanti,quindi vederti qui sembra una sorta di miracolo...-continuò Malfoy.
George rise leggermente,portando per un veloce istante lo sguardo su Luna che,nonostante avesse gli occhi puntati su Angelina e Neville ancora impegnati nella loro conversazione,ascoltava attentamente quello che lui e Draco si stavano dicendo.
-Ho pensato di fare quest'improvvisata...Proprio per mettere a tacere le malelingue.
D'altronde come potevo perdermi una serata come questa?-domandò.
Malfoy annuì,quasi fosse d'accordo con lui.
-Credo sia ora di farmi vedere in giro...Rovinerei la mia reputazione se qualcuno mi vedesse con un gruppo di Grifondoro-disse poi voltandosi verso gli altri.
L'istante dopo si era allontanato fra la folla che stava diventando sempre più numerosa.
Anche Angelina,avvistate da lontano le sorelle Patil,li salutò dopo avergli strappato la promessa di rincontrarsi più tardi.
-Questa musica è veramente assurda!-commentò Ron lamentandosi.
-Hanno una scaletta,ma accettano ogni richiesta tu abbia,quindi perchè non proponi qualcosa invece di lamentarti tanto?-disse pratica Ginny come al solito.
-E tu che ne sai?-chiese il fratello sorpreso.
-Me lo ha detto Luna.Li ha ingaggiati lei-spiegò.
George riportò lo sguardo sulla donna,che continuava ostinatamente a non incontrare il suo sguardo e sogghignò.
Fece per parlare,ma Neville fu più veloce di lui.
-Che fine ha fatto Harry?Credete che verrà questa sera?-domandò loro.
Idiota fino in fondo.
Ron si schiarì la gola e si passò una mano fra i capelli tirati indietro,sperando vivamente di non dover rispondere a quella domanda,che qualcun'altro lo facesse per lui,e per una volta George decise di andare in aiuto al fratello.
-No,lo escludo.
Se non si è fatto vedere per più di un anno non credo lo farà adesso per un motivo così insignificante-rispose senza curarsi di sembrare insensibile o maleducato.
Con quella semplice frase attirò su di sè gli sguardi di tutto il gruppo,ma non dell'unica persona di cui veramente gli importasse qualcosa e,inoltre, metteva a tacere anche le speranze della sorella,anche se sapeva benissimo che queste non sarebbero mai morte del tutto.
Ci sarebbe stata sempre una parte di sua sorella,per quanto piccola che fosse,che avrebbe continuato a sperare nel ritorno di Harry,per quanto dolorosa potesse essere la vita senza di lui e nonostante le lotte contro Ron per difendere quella speranza.
Perchè per Ginny era così semplice,mentre per lui sembrava un'idea impossibile?
-Ci vediamo più tardi-disse mesto allontanandosi dal gruppo.
Si mosse nella sala,afferrando il secondo bicchiere della serata e finendolo in un sorso solo.
Doveva parlare con lei,ma come poteva fare se non si staccava mai dal braccio di Neville?
Un'aiuto gli venne dall'alto.
Trasportato dalla musica che si muoveva per le arcate della sala.
Quasi spintonando si diresse verso l'angolo dove si trovava la band e attirò l'attenzione del cantante.
-E' vero che accettate anche richieste?-domandò cercando di sovrastare il suono della musica.
L'uomo annuì continuando a suonare e,con un sorriso quasi diabolico,George gli fece la sua richiesta.
Sarebbe stata la prossima canzone.
Cercò con lo sguardo Luna tra la folla e iniziò a muoversi verso l'entrata della sala,spinto da un'istinto inspiegabile.
L'assolo della chitarra che dava inizio a "Wonderwall" arrivò al momento giusto:era accanto alla porta e riuscì a vedere perfettamente l'espressione di smarrimento che apparve sul viso di Luna mentre era al braccio di Neville,impegnato come al solito in una conversazione.
"Guardami...Ti prego guardami",pensò senza allontanare lo sguardo dal suo viso.
Vide la sensazione di inadeguatezza e disagio che si disegnò sul volto di Luna,la vide alzare lo sguardo e cercarlo fra la folla,prima di mormorare qualcosa a Neville e allontanarsi dal suo braccio.
Era riuscito nel suo intento.
Uscì dalla sala e si nascose nel corridoio aspettando il suo arrivo,con il cuore quasi in gola.
I passi di Luna risuonarono attuttiti dal tappeto pochi istanti dopo e lei apparve attraverso lo specchio della porta,il viso nascosto dai capelli.
-Luna!-la chiamò uscendo allo scoperto.
Lei si voltò e sembrò quasi infastidita da quell'intrusione,prima di guardare nel corridoio vuoto per accertarsi che non ci fosse nessun testimone.
-Sei impazzito?Cos'era quello?Un modo per prenderti gioco di me?-gli domandò in un soffio.
-No,un modo per parlare con te-
-Non ti è venuto in mente che forse non è quello che voglio io?-gli fece notare.
George alzò le spalle,avvicinandosi di qualche passo a lei.
-Finora abbiamo fatto sempre quello che volevi tu...Per una volta facciamo a modo mio-
Prima che lei potesse ribattere,le afferrò un polso e si smaterializzò lontano da quel corridoio.

 

La Torre di astronomia era il suo rifugio.
Nessuno sapeva che andava lì quando aveva bisogno di riflettere e isolarsi dal resto del mondo.
Sigaretta in mano,circondato dall'oscurità e raggiunto soltanto qualche volta dai raggi della luna,sguardo fisso al cielo stellato,Draco era nascosto in un'angolo buio della stanza.
Era scappato quasi subito da quella festa stupida ed inutile:era rimasto giusto il tempo di far notare a tutti la sua presenza.
Finita la sigaretta se ne sarebbe tornato nel suo appartamento,incurante della festa che sarebbe continuata probabilmente fino a notte fonda.
Non si era aspettato quell'intrusione nel suo bozzolo privato.
Ma quello che sentì e vide lo aiutò a capire molte cose,a dare un senso a tanti interrogativi.


Quando le lasciò la mano erano nella Torre di astronomia.
Luna si guardò intorno e si massaggiò il polso che lui finora aveva stretto nonostante George non le avesse fatto realmente male.
Era stato un colpo basso far suonare quella canzone davanti a tutti,anche se nessuno avrebbe capito cosa significava per lei quella canzone.
Come avrebbero potuto?
C'era un solo testimone quella lontana notte di Capodanno ed era stato proprio lui a metterla in imbarazzo davanti a tutti.
-Perchè mi hai portato qui?-gli chiese senza guardarlo.
George restò in silenzio,costringendola ad alzare lo sguardo su di lui:nonostante la penombra riuscì a distinguere il suo profilo,il volto abbassato e le braccia rilasciate lungo i fianchi.
-Perchè mi hai portato qui?-chiese ancora.
-Non lo so,va bene?
Non ce la facevo più a vederti con lui!-rispose d'istinto George.
-Beh,è ora che cominci a fartene una ragione perchè il matrimonio è fra un mese!-ribattè lei.
Perchè non erano capaci come due amanti comuni di andare per le proprie strade alla fine della loro storia?
George annuì.
-Già...Immagino quanto sei emozionata,starai contando i giorni!-commentò lui acido.
-E' così!-mentì lei.
-Bugiarda!Nessuno sa meglio di me quando menti-le disse con voce decisa.
-Non è vero!-
George fece per parlare,poi richiuse la bocca e si passò una mano sugli occhi,prima di riaprirli e guardarla.
-E' questo che vuoi dalla tua vita?Essere un'ornamento nella vita di Neville?-le domandò poi.
-Ma di che stai parlando?-
-Non hai fatto altro per tutto il tempo che restare muta,in silenzio attaccata al braccio di Neville, mentre lui non riusciva a chiudere la bocca.
E' questo che vuoi per il resto della tua vita?-domandò ancora.
Quanto lo odiava!
Soprattutto perchè aveva ragione:totalmente e completamente.
-Da quando sei così interessato della mia vita?-disse cercando di prendere tempo per pensare.
-Sei di un fastidioso quando fai così!-ribattè lui con un tono quasi infantile.
-Senti George perchè non lasciamo le cose come stanno?-domandò Luna,non sapendo bene quale risposta le avrebbe fatto più piacere ricevere.
Lui sospirò facendo ricadere le spalle verso il basso e per un'attimo gli sembrò di combattere una battaglia contro i mulini a vento.
-Non posso.E non voglio.
Come puoi lasciarmi per tornare con lui?-le domandò ancora,mostrandosi vulnerabile come poche volte prima d'ora.
-Ah stiamo insieme io e te?Da quando?-disse decisa ad attaccarlo.
Lui si passò una mano fra i capelli e sospirò di nuovo.
-Potremmo...Se tu lo volessi-le disse con voce più bassa.
Non doveva lasciarsi confondere da quelle parole,da quel tono di voce...Non poteva cadere di nuovo nello stesso tranello.
-Per cosa?Un pò di sesso senza pensieri,di nascosto da tutti e con la paura che tuo fratello ci scopra neanche avessimo ancora quindici anni?-chiese ancora mostrandogli per l'ennesima volta i punti deboli della loro relazione.
-Allora è meglio sposare Neville quando sei innamorata di me?
Questa è la tua soluzione?-le domandò alzando la voce.
-Se non altro è quella che fa meno male!-ribattè lei adattandosi al suo tono.
Ancora un'altra bugia...
George si lasciò andare ad un gesto stizzito e scosse di nuovo la testa.
-Non importa quello che provo io?-le domandò poi.
Luna sospirò,mentre nella sua mente una voce le urlava di andarsene prima che le sue convinzioni,quello che aveva così faticosamente costruito in quei mesi senza di lui, venisse distrutto dai suoi occhi verdi.
-Per una volta non sei al centro del mondo-commentò debolmente.
Gli voltò le spalle e fece un paio di passi verso la porta della Torre,decisa a tornare dabbasso nella sala.
-Tu non hai paura di niente?-le gridò dietro George.
Si fermò,restando di spalle,ripensando a quelle parole così familiari per qualche inspiegabile ragione
Lentamente si voltò e,nella penombra,fissò i suoi occhi.
-Come?-gli chiese con voce incerta.
George fece un passo avanti e ricambiò il suo sguardo.
-Tu non hai paura di niente?-ripetè.
Questa volta capì dove aveva sentito quelle parole e lo guardò stupita.
-Io ho paura di tutto...-gli disse ricordando quello che avrebbe dovuto dire.
George alzò un angolo della bocca e restò in silenzio,facendo un altro passo verso di lei.
-Hai ragione,io non sono il centro del mondo.
Sono sempre stato convinto che tutti fossero interessati alle mie opinioni,ai miei punti di vista e a tante altre cazzate simili,ma questa volta,tu devi ascoltarmi...-le disse con voce calma e seria.
Luna restò in silenzio,incapace di staccare lo sguardo dal suo.
-Non riesco a smettere di pensare a te.
Continuo a guardare ossessivamente quel film neanche un pazzo,aggrappandomi a quello che ho provato quel giorno quando eravamo insieme...Sono arrivato ad imparare a memoria tutte le battute e le canzoni,Ron non mi sopporta più-le disse accennando un sorriso divertito.
Suo malgrado,Luna lo imitò.
-Ogni mattina mi sveglio e mi chiedo dove sei,se hai dormito con lui,se sei felice...
Non sopporto neanche l'idea che lui ti tocchi,mi fa impazzire,eppure so che non ho nessun diritto su di te,che se non fosse stato per colpa mia,ora tu ed io saremmo ancora insieme...-continuò senza vergogna.
-George...-fece lei abbassando lo sguardo sul pavimento.
-Tu sei mia Luna-
Luna alzò lo sguardo di nuovo su di lui e per qualche istante sembrò pietrificata.
-Forse questa è l'ultima occasione che ho per dirtelo e volevo che lo sapessi.
Tu sei molto di più di una storia di sesso,sei...sei l'unica persona che mi fa dimenticare il mio amore per i Cannoni-scherzò cercando,come al suo solito,di stemperare il momento serio.
Lei però restò immobile,la stessa espressione incredula sul viso e per un'istante George ebbe paura di aver rovinato tutto per l'ennesima volta.
Infilò le mani nelle tasche e si schiarì la gola.
-Ecco...questo è quello che volevo dirti.
Ora se vuoi puoi anche tornare da lui-disse non riuscendo a pronunciare il nome di Neville.
Restò a fissare il suo sguardo per qualche secondo,poi la vide muoversi,ma non nella direzione della porta.
La vide venire verso di lui.
Con pochi passi veloci si fermò di fronte a lui e lo colpì forte su una guancia.
-Quante volte hai provato questo discorso,eh?
Quanto tempo hai passato davanti allo specchio per vedere se suonava bene?-domandò ancora.
-Ma che accidenti...-
-Ti diverti ad umiliarmi così?Adesso hai fatto la tua grande entrata e...-
Stanco di tutte quelle chiacchiere,George le strinse un polso e l'attirò a sè,abbassando quasi contemporaneamente il viso su quello di lei facendo incontrare le loro labbra.
Inizialmente Luna cercò di fare resistenza,di opporsi,poi si accorse che il suo corpo aveva cominciato a rispondere:le labbra andavano incontro a quelle di George dischiudendosi sotto le sue,le mani,che prima davano piccoli pugni sulle spalle,ora erano affondate fra i suoi capelli e le braccia erano strette attorno al suo collo attirandolo più vicino a sè.
George la sollevò,prendendola quasi in braccio,affondando la lingua nella sua bocca e cercando la sua,che gli andò incontro quasi festosa.
Quando i loro visi si staccarono,bastò uno sguardo per capire che non si sarebbero accontentati di quel bacio.
Senza sciogliere il loro abbraccio,George la guidò verso il muro più vicino dove le fece poggiare la schiena,cominciando poi a percorrere il suo corpo con le labbra,incurante dei vestiti:sfiorò la gola e le ossa sporgenti delle clavicole,bene in mostra grazie alla scollatura del vestito,e vi posò dei morsi ricordandosi quanto le piacesse quella particolare attenzione,ricominciando poi a scendere verso i seni,accarezzandoli fino a sentire i capezzoli turgidi sotto le dita.
Mentre le mani scivolavano lungo i fianchi snelli,il naso lungo passò sul ventre piatto e l'ombelico,afferrando poi i lembi del vestito e infilando la testa al di sotto.
-No,aspetta che...-cercò di fermarlo lei.
Luna lo sentì scostare il tessuto leggero della biancheria,e l'istante dopo non riuscì a trattenere un gemito quando iniziò a sfiorare con la bocca la sua intimità.
Era la realizzazione dei tanti sogni che aveva avuto in quei mesi.
Certe notti aveva sognato di far l'amore con George tanto intensamente da sentir male fisico...ed ora lui era lì che cercava di far dimenticare ad entrambi quei mesi di astinenza forzata.
Senza pensare,gli poggiò la gamba sinistra sulla spalla per dargli maggiore mobilità,ottenendo così maggiori carezze,strappandole altri gemiti.
Una mano le si posò sulla gamba e lei la sentì scendere dalla spalla dell'uomo;abbassando leggermente lo sguardo lo vide rialzarsi e quasi nello stesso istante,gli strinse i fianchi con le braccia e ricominciò a baciarlo in maniera quasi sfacciata.
Le sue mani corsero veloci sulla camicia di George aprendo tutti i bottoni,lasciandosi scappare un mugugno d'approvazione quando le sue dita toccarono gli addominali tonici che ben ricordava.
George si staccò dalla sua bocca e lei lo vide sorridere compiaciuto.
-Sono come ti ricordavi?-scherzò sfiorandole il labbro inferiore con il pollice.
Luna rise,sentendosi leggera e spensierata per la prima volta da mesi.
Gli strinse le braccia sulle spalle e,volutamente gli si strusciò contro,sentendo aumentare contro il suo stomaco l'erezione di George.
-E io?Sono cambiata?-gli chiese mordendogli il labbro inferiore e ritirandosi prima che la bocca di George le venisse incontro.
La mano destra di lui si posò sul suo fondoschiena e la schiacciò contro di sè,facendole incontrare di nuovo il suo desiderio,senza nessuna vergogna,facendo gemere entrambi.
-Forse sei anche meglio...-le disse in un sussurro.
Luna,nella penombra,cercò i suoi occhi e quando finalmente si incontrarono,si fissarono per un lungo istante.
-Non sono mai stata a letto con Neville-gli confessò.
George spalancò gli occhi e fece per parlare,ma lei lo precedette.
-Non ci riesco...L'unica volta che ha fatto un tentativo,sono scoppiata a piangere-continuò accarezzandoli il retro del collo con un dito.
-E lui ha...-le chiese con voce rotta.
Luna scosse la testa.
-No.
Ha pensato che fossi ancora scossa per la morte di mio padre...mentre io invece non riuscivo a smettere di pensare a te.
Mi sembrava di tradirti-
Quasi commosso da tanta sincerità,George le diede un bacio dolce e le fece posare la testa sulla sua spalla sinistra per qualche istante.
Poi quando lei la rialzò,c'era uno sguardo diverso nei suoi occhi:uno sguardo deciso.
-Questa sarà la nostra ultima volta...Poi ognuno andrà per la sua strada-gli disse.
-Perchè?Perchè non puoi cancellare tutto e venir via con me?-domandò senza vergognarsi di sembrare patetico.
-Ti prego George!Io non posso continuare in questo modo:come può nascere un matrimonio su queste basi?
Non posso sentirmi colpevole perchè tradisco te con mio marito-gli disse quasi supplicandolo con lo sguardo.
-Credimi è più difficile per me-ribattè lui sicuro.
Luna si schiacciò ancora di più contro di lui e affondò lo sguardo nei suoi occhi.
Per qualche istante si fissarono soltanto,poi lui sospirò ed annuì.
-D'accordo,faremo come vuoi tu-

 

Salve a tutti!!!

Chiedo scusa,come al solito x il ritardo,ma fra le altre 2 fiction e i problemi normali di una vita, ci si ritrova sempre a non avere mai tempo x fare tutto.

Siamo arrivati ad un momento topico,terribilmente importante nella storia dei nostri:tante cose succederanno,anche se si scopriranno solo in seguito e inoltre si sta avvicinando qst famoso e "tanto atteso" matrimonio...Siete eccitati?

Sto scherzando ovviamente!

Dunque...Dalla risposta di George,sembra che qst storia sia destinata a chiudersi e che entrambi debbano prendere strade diverse,ma l'amore ha modi assurdi per manifestarsi!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.

Ah,dimenticavo:il piccolo pezzo quando George dice "Tu non hai paura di niente?" e Luna risponde "Io ho paura di tutto",è tratto da una scena di "Dirty Dancing".

E ora i ringraziamenti:Streghetta'86(I dubbi di Luna si stanno risolvendo,anche se George dovrebbe darle quella piccola spinta necessaria a farle capire che questa volta non è un gioco...),Sous le ciel de Paris(Grazie x i complimenti!),JC(Figurati!Quando vuoi!Sai che nn ci avevo fatto caso a quella frase?Certe volte i Weasley sn talmente tonti che nn capiscono finchè nn ci sbattono il muso contro...e pensare che di indizi ce ne erano a iosa!),Beba7(Un pochino minacciosa lo era,devi riconoscerlo...Cmq tranquilla!Alle volte si è costretti a crescere tr in fretta,tutto in un colpo solo,e qst è qllo ke è successo a Ron che dopo la Guerra ha dovuto fronteggiare un casino di problemi!),Ron'84(Sì,ammetto che ci avevo pensato,poi fortuna ho cambiato idea xke la penso esattamente come te...Grazie x i complimenti!),Missjude(Pazienza un altro pò,poi in qst capitolo nn è stata cs terribile la loro separazione...).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"I was crying when I met you"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** I was crying when I met you ***


i was cry

 

 

Il vestito era orribile.
Lei era orribile.
I suoi occhi,fissi sullo specchio a figura intera,le rimandavano un immagine che non le dava nessun conforto e non le mostrava nessuna pietà.
Quel vestito,vecchio di quasi venticinque anni,non era certo un modello che avrebbe scelto per il suo matrimonio,neanche sotto la più pressante tortura,eppure eccola lì,alla prova generale del "suo" vestito da sposa a quarantotto ore dal suo "grande giorno".
Un momento che ogni donna della sua età le avrebbe invidiato.
Ma lei guardando quell'abito bianco pieno di fiocchi ricami e sottogonne,provava solo il disperato bisogno di scappare.
-Tesoro sei...-le disse Ginny apparendo alla destra dello specchio.
Neanche la sua migliore amica riusciva a trovare la parola adatta per descrivere quell'obrobrio!
I loro occhi si incontrarono e le sembrò che gli occhi nocciola della rossa le chiedessero silenziosamente scusa per non riuscire a trovare la forza per mentire.
Entrambe sapevano che stava facendo la cosa sbagliata,forse il più grande errore della sua vita,ma per il bene della loro amicizia avevano tacitamente deciso di non parlarne più.
Luna scosse la testa,quasi a volerla rassicurare,e la vide voltarsi verso la commessa del negozio di sartoria che aveva apportato le modifiche al vestito.
Quarantotto ore.
Due giorni e sarebbe stata la moglie di un altro uomo.
"
Tu sei mia"
Il ricordo di quella frase ritornò prepotente nella sua mente,riportando anche le sensazioni che le aveva provocato la prima volta.
Quel bisogno disperato,quella nota di possesso che accompagnava il tono della sua voce...
Ancora adesso dopo un mese riusciva a ricordare com'era stato sentirsi stringere fra le sue braccia,avere la folle idea che quel momento sarebbe durato per sempre.
Le lacrime iniziarono a cadere sul suo volto,silenziose e irrefrenabili,mentre le sensazioni ritornate insieme a quel ricordo svanissero lasciandola sola,ancora una volta.
Era stata lei a spingere per quel matrimonio,lei a convincersi che era la cosa più giusta da fare, non poteva ricredersi proprio ora!
-Luna che ne dici...Luna!-
Ginny era di nuovo voltata verso di lei e la stava fissando con due occhi sorpresi,spiazzata da quelle lacrime.
Le lacrime divennero singhiozzi,talmente forti da mozzarle il fiato e farla cadere sulle ginocchia, sollevata da terra alcuni centimetri grazie alla ruota della gonna.
-Tesoro che è successo?-le domandò Ginny inghinocchiandosi accanto a lei.
-Non posso farlo...Non ci riesco...-mormorò Luna fra le lacrime,rendendo quasi incomprensibili le parole.
L'amica le accarezzò i capelli per poi abbracciarla.
-Che cosa non puoi fare?-
Non poteva dimenticare.


Non avevano fatto l'amore.
Lo desiderava con tutta sè stessa e lo stesso poteva dire di lui,ma George non le aveva permesso di approfondire i baci che si scambiavano.
Era scivolato con la schiena lungo il muro fino a toccare terra,poi l'aveva attirata a sè e l'aveva presa fra le braccia portandola in grembo,neanche fosse una bambina ferita,stringendola a sè.
La testa posata sulla sua spalla,una braccio attorno al suo collo e l'altro attorno ai suoi fianchi,le gambe ripiegate sulle ginocchia di George,Luna si era rilassata contro di lui dimenticandosi di tutto quello che li circondava.
Il silenzio e la penombra,interrotta soltanto dalla luce che si intravedeva dalle finestre e grazie alla luna,avevano preso possesso della stanza,rendendo quel momento quasi empirico,un sogno congiunto dal quale presto o tardi si sarebbero risvegliati per tornare alla realtà.
-Sai cosa mi mancherà più di tutto?-aveva chiesto George all'improvviso rompendo il silenzio.
Muta,lei aveva scosso la testa sulla sua spalla,in attesa.
-Mi mancheranno i rumori che fai quando dormi-aveva continuato lui,lo sguardo fisso davanti a sè.
-Scusa?Io non faccio nessun rumore-aveva ribattuto lei alzando leggermente la testa per incontrare il suo sguardo.
George si era lasciato scappare un sorriso.
-Ogni volta,tu ti addormenti sul fianco destro,un braccio sotto il cuscino,per poi cambiare subito posizione e metterti a pancia in giù.Tutto in silenzio.
Durante la notte,però,ti rannicchiavi contro di me e iniziavi a biascicare parole,a ridacchiare come una bambina a cui hanno appena raccontato un segreto...-le aveva raccontato lui.
-E tu come sai tutte queste cose?-
George aveva alzato le spalle,come se non fosse importante.
-No,adesso voglio saperlo!-aveva ribattuto Luna.
-Ti guardavo-aveva risposto semplicemente lui.
Luna aveva aggrottato la fronte,facendolo sorridere.
-Beh,all'inizio ero un pò seccato da questa interruzione,lo sai che non c'è niente di più sacro per i Weasley del cibo,del sonno e del sesso-aveva cominciato.
Lei aveva sorriso,leggermente divertita.
-Non sapevo di quest' ultima aggiunta...-
Lui aveva annuito convinto.
-Forse è la cosa più sacra che esista.
Comunque...Quasi tutte le volte che abbiamo dormito insieme,sei riuscita a svegliarmi con questi rumori e allora ho cominciato a osservarti,per non perdermi quello spettacolo unico-
Luna lo aveva fissato qualche istante,gli occhi in quelli verdi dell'uomo e senza neanche accorgersene si era commossa.
Aveva tirato su con il naso per poi avvicinare il viso a quello di George e dargli un bacio dolce e pieno di rimpianto.
Come poteva sperare di dimenticare?
Era come chiederle di smettere di respirare.
-Tu invece?Cosa ti mancherà di me apparte ovviamente il mio fisico favoloso?-aveva scherzato George reprimendo le suppliche che erano tornate prepotenti sulle sue labbra.
Luna era tornata a posare la testa sulla sua spalla e per qualche minuto era rimasta in silenzio, riflettendo sulla sua domanda.
Gli sarebbe mancato lui.
Non c'era una sola cosa che non avrebbe rimpianto ogni giorno...
-Mi mancherà la tua imprevedibilità-aveva confessato.
-Credevo fosse la cosa che odiavi di più-
Lei scosse di nuovo la testa.
-E' quella che mi ha fatto innamorare di te e quella che più mi spaventa-aveva detto terribilmente sincera.
Una mano di George le aveva accarezzato un braccio,non sapendo cosa dire.
-Fin dal primo momento tu sei riuscito a sconvolgere le mie idee,il mio punto di vista,anche il mio punto di vista sull'amore,facendomi mettere alla prova e anche litigare con me stessa quando credevo di non essere in grado di raggiungere i traguardi che mi prefissavo.
Però odio non sapere che cosa succederà:ho paura delle conseguenze che questa tua fantastica caratteristica potrebbe avere sulla mia vita e non so se sono capace di tenerle testa ancora- gli aveva spiegato.
Capì subito che quelle erano le parole di una persona ferita,qualcuno che aveva perso fiducia nella persona amata...e doveva ringraziare soltanto se stesso per questo.
-Per questo sposi lui?-aveva chiesto senza fare il nome di quello che ormai considerava un rivale.
Luna aveva annuito.
-Con lui so sempre cosa sta pensando,cosa farà e cosa succederà nella mia vita.
Ha già pianificato i prossimi dieci anni della nostra vita insieme,il nome dei nostri figli,quando dovremo averli...-
-E a te sta bene?-aveva chiesto ancora lui.
Luna aveva sospirato.
-E' rilassante smettere di preoccuparsi,sapere che qualcun'altro si è già occupato di tutto...-aveva risposto sapendo di mentire.
George era rimasto in silenzio,limitandosi ad accarezzarla,incapace di staccarsi da lei.
Ma ormai non potevano più rubare altro tempo al sogno.
Era ora di svegliarsi.
-Si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto-aveva commentato Luna.
George,in risposta, aveva mugugnato.
Con una mossa elegante,Luna si era rialzata,iniziando a sistemarsi le pieghe sulla gonna del vestito,evitando di guardar George seguire il suo esempio.
Rialzò lo sguardo soltanto quando la figura dell'uomo le aveva oscurato la luce che proveniva dalla finestra.
-Ho bisogno che tu faccia un'altra cosa per me.
L'ultima-gli aveva detto fissando i suoi occhi.
Aveva sentito il suo respiro fermarsi e anche lei aveva fatto lo stesso.
-Voglio che tu esca da questa stanza senza voltarti,come se fossi stato da solo fino a questo momento.
Niente abbracci,niente baci,niente strette di mano-
-Niente di niente-aveva commentato lui secco.
Luna aveva annuito.
Con un respiro profondo,George aveva ripreso a respirare e dopo un'ultimo sguardo,aveva staccato gli occhi dai suoi e aveva iniziato a camminare verso la porta.
Eseguendo il suo desiderio.
Soltanto quando aveva sentito i suoi passi giù per le scale,lei aveva capito che quella volta era veramente finita.
Ora era pronta per sposare Neville.

Incapace di fermare le lacrime che le scendevano lungo le guance,Luna cercava di scacciare quei ricordi dalla mente,alla ricerca di quella compostezza che l'aveva accompagnata fino a quel momento e l'aveva guidata fino a quel momento.
-Non sei costretta a farlo se non vuoi-le disse Ginny cercando di consolarla.
E cosa sarebbe stata la sua vita se ora non avesse sposato Neville?
Era finito il tempo delle favole,non poteva più lasciarsi andare ai sogni romantici che facevano lei e Ginny quando erano ragazze.
Doveva affrontare la realtà,per quanto dolorosa potesse essere:domani sera lei sarebbe stata la signora Paciock.

 

Draco osservò in lontananza il suo amico,il suo migliore amico,mentre riceveva le congratulazioni da parte di alcuni studenti del terzo anno.
Era raggiante,quasi capace di toccare il cielo con un dito,completamente all'oscuro di quello che si nascondeva dietro quel matrimonio.
Qual'era il suo compito come testimone di nozze?
Tacere e sperare che tutto andasse a buon fine,oppure parlare e aprirgli gli occhi per fargli capire che quel matrimonio era già segnato in partenza?
Neville avrebbe saputo cosa fare,lui sì che era saggio...
Ma in questo caso doveva vedersela da solo:era sbagliato,lui lo sapeva meglio di chiunque altro,vivere un matrimonio senza amore;era una condanna ai lavori forzati,uno stillicido continuo che non aveva mai fine.
E,nonostante o forse proprio per quello che c'era stato fra loro,non voleva che Luna facesse il suo stesso sbaglio.
Che strano,si preoccupava di più per Luna che per il suo migliore amico...Ma non si dice sempre che quello che non si sà non può far male?
Se Neville avesse saputo i tormenti che stava passando Luna non sarebbe stato così felice,ma del resto,lui era sempre stato cieco dal quel punto di vista.
Era sempre stato compito suo parlare con la donna,cercare di farla ragionare e di rimettere a posto le cose,sconfinando anche oltre il consentito e portando la loro amicizia ad un altro livello.
Peccato,però,che questa volta tutti i suoi sforzi per farle capire fossero stati vani....


Per alcuni istanti era stato indeciso se uscire allo scoperto oppure aspettare che anche lei se ne andasse per uscire fuori dal suo nascondiglio e tornare,a sua volta,alla festa.
Ma Luna sembrava non avere nessuna intenzione di andarsene:non appena Weasley era sparito da quella porta,senza fare niente per convincerla ad andare via con lui,a mandare tutto all'aria, lei era tornata a piegarsi sulle ginocchia,le mani che nascondevano il viso,in lacrime.
Era una donna forte,ma doveva esserci un limite a tutto...
Immediatamente chiede cosa poteva averla ridotta così;sicuramente assistere a quella scena gli aveva fatto capire molte cose:non aveva mai creduto,neanche per un'istante,che fosse impazzita d'amore per Neville un'altra volta.
Luna non era un'eroina romantica dell'Ottocento disposta a passar sopra a mille tradimenti pur di riavere il proprio uomo,era una donna moderna capace di rispondere colpo su colpo,e più di una volta lo aveva dimostrato,quindi non riusciva a spiegarsi quello che stava succedendo.
Fino a quel momento:fin dal primo istante era stato chiaro il legame che univa quei due, soltanto un cieco non si sarebbe accorto della passione che provavano l'uno per l'altra...Ma se così era allora perchè si erano lasciati?
Per una decina di minuti era rimasto in ascolto dei singhiozzi della donna,finchè stufo,aveva sospirato ed era uscito allo scoperto,fermandosi davanti alla finestra lasciando che la luce che veniva dal di fuori lo investisse completamente.
Sentendo quei rumori improvvisi Luna era sobbalzata,rizzandosi subito in piedi e,quando aveva visto di chi si trattava era impallidita.
-Draco!-
Lui aveva alzato le spalle,affondando le mani nelle tasche dei pantaloni del completo.
-Sorpresa!-
Era quasi capace di sentire il cervello di Luna lavorare alla ricerca di una scusa plausibile, aggrappandosi ad un'illusoria possibilità che non avesse ascoltato tutta la conversazione.
-Da quanto sei qui?-gli aveva chiesto,sfiorandosi una guancia con le dita della mano sinistra per asciugare le lacrime.
-Da prima che voi arrivaste...-aveva risposto secco.
Il viso di Luna impallidì:tutte le scuse che doveva aver avuto non erano più valide.
-Quindi tu...-aveva farfugliato.
Si era limitato ad annuire:a che servono le parole di fronte all'ovvio?
Per qualche istante erano rimasti in silenzio,uno di fronte all'altra,in attesa che l'altro parlasse per primo,finchè lei non sospirò.
-Ok,forza,dì quello che devi dire-gli aveva detto demoralizzata.
Lui era rimasto in silenzio qualche altro istante,poi aveva alzato le spalle.
-Ora mi spiego molte cose...Ti riferivi a lui quando dicevi di non avere più scelta?-le aveva chiesto curioso.
Questa volta era stata lei ad annuire.
-Perchè?Sei incinta per caso?-aveva chiesto finalmente libero di togliersi quel dubbio dalla testa.
-Cosa?NO!Come ti viene in mente?-aveva ribattuto lei incredula.
Draco aveva alzato di nuovo le spalle e un ghigno era apparso sul suo viso.
-Era una motivazione plausibile.
Possiamo giocare a carte scoperte?-le aveva chiesto poi.
Luna aveva aggrottato la fronte.
-Tu non sei innamorata di Neville-aveva detto lui sicuro.
Luna si era morsa il labbro superiore e aveva abbassato leggermente la testa.
-No-
Non era questa grande sorpresa in fondo.
-Allora perchè lo sposi?-aveva domandato.
Esasperata,Luna sbuffò.
-Sono stufa di sentirmi fare questa domanda:tu,Ginny,George.
Tutti volete mettere bocca in questo matrimonio.
E' la mia vita!Decido io cosa è giusto per me!-aveva detto arrabbiata.
-Però io sono l'unico che sa cosa vuol dire un matrimonio senza amore,vivere accanto ad un' estraneo giorno dopo giorno,arrivando ad odiarlo per averti rubato la libertà!
E' veramente questo che vuoi?-aveva detto lui deciso.
-E' quello che mi merito!-
-Perchè?Che assurdo peccato credi di dover scontare?-aveva continuato il biondo.
Luna aveva sospirato,cercando di calmarsi,e si era ravviata i capelli.
-Stanne fuori Draco-
L'espressione seria e decisa negli occhi argentei di Luna gli aveva fatto capire che era inutile insistere ancora:non gli avrebbe raccontato nulla e non sarebbe riuscito a farle cambiare idea.
Aveva alzato le spalle e tirato su con il naso,cercando di mantenere un'espressione incurante.
-La vita è tua-aveva decretato.
L'istante dopo lei gli passava accanto diretta verso le
scale.


Da quella sera si erano ostinati a far finta che niente fosse successo,che quella conversazione non fosse mai accaduta,continuando i preparativi del matrimonio.
Ed ora mancavano quarantotto ore.


Aveva sceso le scale a perdifiato,cercando di mettere più distanza possibile fra loro.
Voleva far perdere le sue tracce,così quando lei sarebbe scesa dalla Torre,lui sarebbe stato "introvabile",o almeno abbastanza sbronzo da non accorgersi della sua presenza.
Fanculo alle occhiate di pietà che si sarebbe attirato.
Fanculo anche a tutti gli altri:continuavano ad aspettarsi sempre troppo da lui,perchè non lo lasciavano marcire nel buco che si era creato?
Non ancora sulla soglia della Sala Grande afferrò un bicchiere di champagne da un cameriere che gli passò accanto e lo bevve in un solo sorso,posandolo poi sullo stesso piatto e rubando tutto il vassoio al cameriere.
Aveva bisogno di dimenticare.
Doveva cercare l'oblio,il dolce amato oblio che accompagnava sempre ogni sua sbronza e che gli faceva dimenticare ogni dispiacere e ogni tristezza.
-Me ne offri uno oppure hai deciso di bere da solo?-
Si era voltato alla sua sinistra e aveva sorriso trovandosi accanto Angelina.
-Figurati,serviti pure...Ho razziato il bar-aveva scherzato con un sorriso malizioso.
Lei gli si era avvicinata e aveva preso una fluete di champagne,portandola alle labbra.
-Sei sparito...-gli aveva detto voltandosi verso di lui.
George aveva alzato le spalle.
-Dovevo chiarire una questione...però ora sono tutto tuo-aveva scherzato,continuando a sorridere.
Angelina aveva riso,gettando la testa all'indietro.
All'epoca della scuola,fra lui e Fred si era aperta una caccia senza esclusioni di colpi per avere le attenzioni della ragazza;lei si era accorta di aver suscitato l'interesse di entrambi ed aveva un pò giocato su questo inaspettato potere,indecisa fra i due.
Alla fine Fred aveva avuto la meglio e George aveva dovuto ammettere la sconfitta.
Forse quella sera sarebbe stato diverso,pensò leggermente annebbiato George,affondando lo sguardo negli occhi castani di Angelina.
In fondo aveva bisogno di dimenticare...
-Ti andrebbe di ballare?-le aveva chiesto dopo aver bevuto l'ultimo sorso dalla sua fluete.
Lei aveva sorriso lusingata e aveva annuito,tendendogli una mano e seguendolo sulla pista da ballo.
Si persero fra le varie coppie e iniziarono a ballare sulle note di "Groovy kind of love".
Il mento posato sulla spalla sinistra della donna,George cercava di non ascoltare le parole di quella canzone,di lasciarsi andare alla musica senza perdersi dietro troppi pensieri.
Ma tutti i suoi tentativi divennero vani nell'istante in cui Luna rientrò nel salone;gli bastò uno sguardo per capire che ci sarebbe dovuta essere lei fra le sue braccia,lei la persona a cui indirizzare quella canzone...
Solo ed esclusivamente lei.
Aveva chiuso gli occhi e stretto maggiormente la presa attorno ai fianchi di Angelina,attirandola contro il suo corpo,registrando soltanto lontanamente la reazione favorevole della donna.
-Stai cercando di sedurmi Weasley?-aveva bisbigliato al suo orecchio.
Lui aveva fatto una specie di smorfia che sperò assomigliare ad un sorriso e le diede un piccolo bacio sulla spalla dove finora aveva poggiato il mento.
-Se anche fosse?Sai quanti vorrebbero essere al mio posto?-le aveva detto continuando quella piccola schermaglia.
-Innumerevoli,devo ammetterlo-
George aveva riso divertito,continuando a stringerla a sè,combattendo contro il bisogno di cercare due occhi grigi nella folla,ma da essere debole qual'era,si ritrovò ad alzare lo sguardo e a farlo girare per la Sala Grande alla ricerca di lei.
Non dovette cercare a lungo:incontrò i suoi occhi quasi subito,fissi sul corpo di Angelina stretto al suo,cercando di nascondere al futuro marito e al resto della Sala cosa stava provando in quel momento.
Per un istante pensò di sorriderle,di ferirla come lei aveva fatto con lui,ma tutto si poteva dire su George Weasley,tranne che fosse un tipo vendicativo,quindi aveva allontanato lo sguardo ed era tornato a guardare Angelina.
-Ti andrebbe di andar via?-le aveva chiesto,spinto forse dal troppo champagne.
Lei lo aveva guardato senza parlare per qualche istante.
-C'è troppa gente qui,non si riesce neanche a parlare...Magari troviamo un posto più intimo,in riva al Lago...Mi ricordo che una volta ti piaceva tanto-le aveva detto cercando di convincerla.
Un sorriso era apparso sul viso di Angelina.
-Chissà perchè non riesco mai a resisterti...-
George aveva sorriso e,senza togliere il braccio stretto attorno alla vita,l'aveva guidata verso l'uscita della Sala Grande.
Lontano il più possibile da due occhi grigi che gli avevano spezzato il cuore...


Il suo unico proposito per quel giorno era ubriacarsi:più delle altre volte,arrivando a stordirsi,ad annebbiare completamente la mente,a cancellare quel giorno dalla sua memoria,quasi non fosse mai esistito.
L'indomani Luna avrebbe sposato un'altro.
Quindi quale scusa migliore per annebbiare il proprio dolore nell'alcool?
Si era presentato al "Rose and Crown",il suo pub preferito alle undici,trovandolo con la serranda ancora mezza abbassata:alle undici del mattino era troppo presto anche per gli etilisti persi come lui.
Fortunatamente lui conosceva il proprietario,vecchio amico di Fred,quindi gli sarebbe bastato bussare sulla saracinesca per farsi aprire.
Battè più volte,insistente,finchè Tod,un uomo basso e tarchiato con un evidente riporto,proprietario del pub,non si affacciò sulla porta.
-Hai idea di che ore sono?-gli domandò con sguardo di rimprovero.
-E' ora di festeggiare-fece George.
Tod lo guardò qualche istante,indeciso fra il farlo entrare o dirgli di ripassare più tardi,quando il locale sarebbe stato aperto.
-Andiamo,che festa sarebbe senza una birra?-domandò lui.
Tod sospirò ed alzò la saracinesca quel tanto che bastava per farlo entrare:nessuno doveva accorgersi di quello che stava succedendo...avrebbe creato un terribile precedente!
George si infilò nel locale e diede un'occhiata intorno:tutti i tavoli erano coperti dalle sedie per poter pulire il pavimento dalle cicche di sigarette,dai fazzoletti accartocciati e dai gusci di pistacchi,per rendere tutto perfetto prima che l'orda di ubriachi rendesse tutto sudicio di nuovo.
-Mi siedo al bancone-disse togliendo uno sgabello alto dal bancone e sedendosi.
-Che ti ha portato qui così presto?-gli domandò Tod andando dietro al bancone.
-Te lo dico che se mi offri una Guinness-
-Le pensi tutte per scroccare!-si lamentò l'uomo.
-Andiamo!Te l'ho detto che devo festeggiare...-ribattè George poggiando entrambe le braccia sul tavolo.
L'altro borbottò qualcosa fra i denti e iniziò a spillare una pinta di Guinnes scura,per poi metterla di fronte al suo unico cliente.
George contemplò il bicchiere neanche volesse scoprire quale sarebbe stato il suo futuro di lì a poche ore.
Lei si sarebbe sposata...Non c'era più niente che potesse fare per impedirlo.
Era finita.
-E' finita...-mormorò,lo sguardo fisso sul bicchiere.
-Di che parli?-chiese Tod.
George sembrò risvegliarsi e scosse la testa,posando le dita della mano sinistra sul vetro del bicchiere.
-Ti stavo avvertendo!Ho bisogno di un'altra birra,questa finirà subito-disse cercando di sviare l'attenzione dell'altro.
Il barista sbuffò e si allontanò dal bancone,ricominciando a spazzare il locale.
George alzò il bicchiere e sospirò.
-A te-mormorò.
Portò le labbra al bicchiere e fece un lungo sorso.
Il primo di una serie infinita.

 

Tod,il barista del "Rose and Crown" lo aveva chiamato alle due e mezza per informarlo che George era da lui.
-Non ti avrei chiamato a quest'ora se non fosse importante,ma credo gli sia successo qualcosa- gli disse con voce preoccupata.
Ron lasciò cadere sulla scrivania le carte che aveva in mano e si morse l'interno di una guancia: che altro poteva essergli successo?
-Che vuoi dire?-chiese.
-E' tutta la mattina che continua a far brindisi,a parlare da solo neanche fosse impazzito...Scusa Ron,ma i clienti cominciano a spaventarsi-gli disse sincero.
Lui apprezzò la sincerità:oltre all'amicizia,c'era anche il lavoro.
-Vengo subito-lo rassicurò chiudendo la comunicazione.
Posò il telefono e sospirò sconfortato:quella situazione stava peggiorando sempre di più.
Era quasi un mese che non riusciva ad incontrare suo fratello,non da sobrio almeno;l'ultima volta che si erano visti era stato per la riunione degli ex Alunni di Hogwarts,ma anche da lì era sparito senza avvertire nessuno,senza dir nulla.
Da quel giorno si era isolato ancora di più,rifiutando di parlargli anche quando andava a portargli la spesa ogni settimana:neanche un bambino viziato,restava nella sua stanza ed evitava ogni contatto,quasi avesse iniziato ad avere del risentimento anche verso di lui.
Doveva cercare di capire che cosa era successo se voleva salvare il rapporto con suo fratello.
Si alzò dalla sedia e preso il cappotto uscì dall'ufficio.
Gli ci vollero quasi venti minuti prima di arrivare al "Rose and Crown":a quell'ora gli avventori abituali avevano iniziato ad affollare il pub e,quasi li ritenessero consumatori minori,si tenevano ben lontani da quelli che,in pausa pranzo,avevano fatto una scappata per un panino ed una birra.
Suo fratello era al bancone,fra due sgabelli vuoti,le spalle piegate verso il basso ed entrambe le braccia sul banco.
Ron entrò nel pub sentendosi investire subito dalla zaffata di fumo stantio e da un'odore dolciastro che non riuscì ad identificare al momento.
Si diresse deciso verso George e,arrivatogli vicino,gli mise una mano sulla spalla destra, facendolo sobbalzare.
I suoi occhi azzurri erano arrossati per il troppo alcool,il fumo che impregnava quel locale e, sicuramente,anche per il poco sonno.
-Accidenti a te Ron!Mi hai fatto prendere un colpo!-lo rimproverò scansandosi al tocco del fratello.
Ron non replicò e si sedette alla sua destra,fissando i due bicchieri vuoti di fronte a George.
-Non far caso al disordine...Tod di solito è più ordinato,ma adesso c'è gente....-disse confuso, biascicando le parole.
Lui annuì,come a dargli ragione.
Con la coda dell'occhio vide George vuotare il fondo del secondo bicchiere e si morse la lingua per non intervenire.
-Che ci fai qui?Eri stufo dell'aria noiosa del Ministero?-chiese George,tornando ad interessarsi di lui.
-Diciamo così...Inoltre sapevo di trovarti qui-gli rispose.
Sulla faccia di George si dipinse una smorfia che nella sua mente doveva essere un sorriso.
-Qualcuno ha fatto la spia...-disse scoppiando poi a ridere neanche un bambino.
Ron restò in silenzio,chiedendo che accidenti fosse successo a suo fratello per ridurlo così.
Ricomponendosi,George fece un cenno a Tod per avere un'altra birra;il barista guardò Ron come a chiedergli il permesso,facendo così andare George su tutte le furie.
-NON è LA MIA BALIA!POSSO FARE QUELLO CHE CAZZO MI PARE!-gli gridò contro sbattendo un pugno sul bancone e facendo tintinnare i bicchieri vuoti.
Tod lo fissò qualche istante con un'aria di rimprovero,che portò George,nella sua confusione,a sospirare e a passarsi una mano fra i capelli.
-Per favore...Tutto quello che voglio è un'altra birra-chiese in maniera più educata.
Dopo l'ultima esitazione,Tod prese i due bicchieri vuoti e si allontanò.
-Che ti sta succedendo George?-si decise a chiedergli il fratello.
-No,non oggi-
-Perchè?Che succede oggi?-chiese Ron confuso.
Aveva dimenticato qualche anniversario?
George sospirò e scoprì la fronte dai capelli con una mano.
-Oggi è la fine di tutto...-
Tod posò il bicchiere pieno di fronte a George e si allontanò senza dire nulla,cercando di non rompere l'intimità che si era creata fra i due fratelli.
Ron,proteso verso George,aggrottò la fronte,cercando di capire il senso dell'ultima frase che lui aveva pronunciato.
-Magari non è così tragica come...-tentò Ron.
Deciso,George scosse la testa,bloccando le sue parole.
-Sta per sposare un altro.E' abbastanza tragica per te?-gli domandò alzando lo sguardo annebbiato su di lui.
Ancora lei.
La donna misteriosa che era capace di ridurre suo fratello in mille pezzi.
-Lo sapevi da tempo,perchè ora stai così male?-chiese cercando di capire.
-Perchè il matrimonio è domani...E io ho promesso che non l'avrei più cercata,che sarei sparito dalla sua vita-gli spiegò.
Che razza di accordo idiota!
-Come puoi averle promesso una cosa simile?Perchè non hai lottato per riprenderla?-gli domandò cercando di capire.
George si grattuggiò la faccia con una mano e sbuffò.
-Perchè lei ha voluto così...Se avessi continuato a cercarla le avrei fatto solo del male,ed è l'ultima cosa che vorrei-
Bevve un sorso dal bicchiere,finora dimenticato sul bancone,poi infilò due dita nel taschino della camicia e tirò fuori una catenina d'argento.
La stessa catenina che Ron aveva visto il giorno del compleanno di George,quel regalo improvviso che aveva portato tanta confusione.
Per la prima volta però vide anche il ciondolo che vi era appeso:una falce di luna d'argento brillante.
Era una sua impressione oppure l'aveva già vista da qualche parte?
-Posso vederlo?-chiese aggrottando un sopracciglio.
George alzò le spalle e glielo tese.
-Ma sta attento,è tutto quello che mi resta di lei-lo avvertì George prima di bere un altro sorso della sua birra.
Ron posò la catenina nel palmo della mano destra e continuò a fissare quel ciondolo,cercando di ricordarsi dove lo avesse già visto:era un ricordo che premeva per essere portato a galla,ma che non riusciva a trovare soluzione.
-Gliel'ho regalato per Natale...Avresti dovuto vedere che faccia ha fatto quando lo ha visto-gli raccontò il fratello perdendosi nei ricordi.
Per un'istante sembrò che dei fuochi d'artificio fossero esplosi nel locale:un'illuminazione!
Alzò lo sguardo incredulo sul viso di George e lo fissò qualche istante incapace di parlare.
-Che ti prende?-gli domandò l'altro,sorpreso dalla sua espressione.
-E' Luna-disse Ron sicuro.
George si mosse a disagio sulla sedia,distogliendo lo sguardo dal viso di Ron.
-E' lei vero?-incalzò l'altro sicuro.
-Non dire idiozie!-
-Le ho visto questo ciondolo il primo dell'anno,quando è venuta a pranzo alla Tana,ecco perchè mi sembrava tanto familiare.
Anche lei si sposa domani...E anche lei aveva un amante segreto che non conosceva neanche Ginny!-fece Ron rimettendo insieme i pezzi,man mano che gli tornavano alla memoria.
George sospirò e si tormentò i capelli:che senso aveva mentire ancora?
Tanto ormai era inutile mantenere il segreto...
Si concesse un altro sospiro ed infine annuì.
-Si,è lei-
Ron strabuzzò gli occhi a quell'ammissione,incredulo che le sue supposizioni avessero trovato conferma.
-Come,quando?...-gli domandò curioso.
Poi scosse la testa prima che George potesse rispondere.
-No,non abbiamo tempo adesso!
Devo rimetterti in sesto prima della festa di stasera-ribattè deciso alzandosi in piedi.
George aggrottò la fronte.
-Di che stai parlando?-
-Tu la ami?-chiese Ron ignorando la sua domanda.
-Che razza di...-
Non c'era tempo per tergiversare ancora!Avevano perso già troppo tempo e sarebbe stata un'impresa rimettere le cose a posto,ma doveva sapere se ne valeva la pena.
-Rispondi!-ribattè quasi perentorio.
-Sì-
Un'espressione nuova apparve sul viso di George,come se lo avesse capito per la prima volta anche lui.
Ron lo fissò qualche istante in silenzio,con un sorriso leggermente divertito sul viso.
-Devo riprenderla Ron...Non può sposare Neville-gli disse riportando lo sguardo su di lui.
Avrebbero dovuto lavorare parecchio,ma forse c'era ancora una speranza.

 

L'amava.
Per la prima volta aveva ammesso con sè stesso cosa provava verso Luna,senza più maschere o sotterfugi.
Certo,se l'avesse fatto prima,le cose sarebbero andate diversamente,ed ora non si troverebbe ad ingaggiare una corsa contro il tempo per evitare che lei sposi un altro.
Ma ora aveva capito,e non avrebbe permesso a nessuno di portarla via da sè.
La doccia aveva allontanato lo stordimento provocato dall'alcool,ed una tazza di caffè nero gli fu messa fra le mani nello stesso istante in cui uscì dalla cabina della doccia.
-Ora la barba!-fece Ron,neanche un direttore d'orchestra.
Bevendo un lungo sorso del caffè nero che il fratello gli aveva preparato si fermò davanti allo specchio e guardò la sua immagine riflessa:era un rottame.
Perchè Luna avrebbe dovuto lasciare un precisino come Neville per stare con lui?
-E se fosse tutto inutile?-disse a voce alta.
Ron si voltò e incontrò il suo sguardo nello specchio.
-Non puoi arrenderti senza averci neanche provato!
Hai detto di essere innamorato di lei,allora vedi di dimostrarglielo!
Altrimenti la guarderai sposare Neville e passerai il resto della vita sapendo che eravate fatti l'uno per l'altra,ma che sei stato troppo codardo per rischiare-disse Ron sicuro.
George sospirò.
-Vorrei avere la tua sicurezza...-
Il fratello rise.
-Sicurezza?Ma ti ricordi com'ero idiota con Hermione?-gli ricordò facendolo sorridere.
Ancora con quel sorriso sulle labbra,George si passò una mano sulle guance spinose di barba e poi si allontanò dal lavandino.
-E la barba?-gli ricordò Ron.
-Devo farle capire quanto sono stato male senza di lei...-gli disse avviandosi in camera da letto.
Ron lo seguì e lo osservò cercare fra i suoi vestiti:voleva qualcosa che non fosse troppo elegante,ma neanche troppo casual.
Qualcosa che facesse capire a Luna che era pronto a prometterle il futuro,a mettere in gioco tutto pur di averla.
-Allora...Quando è cominciata?-domandò Ron curioso.
George sorrise.
-Ti ricordi quella volta che Ginny è venuta a stare da voi perchè avevano un tubo che stava per rompersi?-gli ricordò scegliendo una camicia bianca.
Dopo qualche istante,Ron annuì.
-Per me è cominciata allora:Luna mi ha chiamato e mi ha chiesto aiuto perchè era quasi sommersa dall'acqua.
Sono andato da lei e l'ho aiutata-ricordò,tenendo per sè i ricordi più preziosi.
Ron restò in silenzio.
-Però non è iniziata veramente fino alla sera di Capodanno-continuò.
-E' per lei che hai riaperto il negozio?-chiese incredulo il fratello.
George annuì,voltandosi a guardarlo.
-Avevamo passato la sera di Natale insieme,a casa di suo padre,e lei mi aveva detto di non aver mai visto il nostro negozio.
Così io l'ho aperto solo per lei.
E' iniziato tutto da lì-
Ron restò in silenzio,incerto se chiedere o meno,mentre George si voltò di nuovo per afferrare un paio di jeans neri e infilarli sopra l'intimo.
-Perchè è finita?-chiese veramente curioso.
George infilò la camicia nei pantaloni e restò in silenzio:questo però,non era ancora pronto a ricordarlo.
-Perchè mi sono comportato da idiota-disse semplicemente,abbottonando i jeans.
Il tono che aveva usato,fece capire a Ron che non avrebbe detto altro su quell'argomento,così si schiarì la gola e si fregò le mani,neanche cercasse di riscaldarle.
-Sei pronto?-gli domandò cauto.
George sospirò.
No,non lo era,ma quella era la sua ultima occasione...

 

-Tesoro,è una festa fantastica,ma sarà meglio che vada se vuoi che la tua damigella d'onore faccia bella figura domattina-
Luna sorrise e abbracciò Ginny,ricambiando i baci sulle guance che le stava dando in segno di saluto.
-Ci vediamo a casa...-la salutò.
Forse quello che aveva detto era vero,ma non riuscì a togliersi dalla testa l'idea che quella fosse solo una scusa per scappare il prima possibile da quella festa.
Del resto sapeva cosa pensava Ginny su quel matrimonio.
La osservò allontanarsi fra la folla,prima di incontrare lo sguardo di Draco:aveva cercato in tutti i modi di farle cambiare idea,e non essendoci riuscito,ora stava adottando la tecnica del silenzio, neanche fossero due bambini dell'elementari.
Si era aspettata qualcosa di meglio dal Re delle Serpi,ma comunque non avrebbe ottenuto il suo scopo:non sarebbe riuscito a farle cambiare idea!
Si voltò,quasi fuggendo da quello sguardo, e si diresse verso il banchetto per prendere qualcosa da bere.
Bevve un lungo sorso dalla sua mimosa e mosse lo sguardo per la sala alla ricerca di Neville: per quasi tutta la sera era stato impegnato con colleghi e amici di Hogwarts,quasi dimenticandosi della sua presenza.
"
E' questo che vuoi dalla tua vita?"
Scacciò dalla mente quelle parole e gli sorrise amorevole quando lo vide rivolgerle un cenno.
-Eccoti qui!-
Due mani si erano posate sui suoi fianchi,facendola voltare,e si sorprese non poco quando alle sue spalle vide Ron.
Lo aveva invitato a quella festa insieme ad Hermione,ma entrambi avevano rifiutato l'invito preferendo partecipare al matrimonio.
-Ron,che sorpresa!Non mi aspettavo che venissi...-gli disse sorridendogli.
-Sono l'uomo dalle mille sorprese-scherzò lui.
-Hermione è con te?-gli domandò felice di quell'improvvisata.
Il rosso scosse la testa.
-Vuoi bere qualcosa?Sono sicura che Neville sarà felicissimo di vederti-aggiunse poi prendendolo per mano.
Fece per muoversi verso Neville,ma Ron non si mosse,restando al suo posto.
-Veramente,c'è una cosa di cui vorrei parlarti...-le disse.
Luna lo guardò perplessa,poi annuì.
-In privato-aggiunse il rosso.
C'era qualcosa di strano nei suoi comportamenti,ma nonostante questo,annuì di nuovo e lo seguì fuori dalla sala.
-Dove stiamo andando?-chiese curiosa.
In silenzio,Ron attraversò un tratto del corridoio e,non appena ebbe svoltato l'angolo le lasciò la mano.
-Ron che...-chiese ancora Luna,iniziando a spazientirsi.
Si bloccò non appena vide l'altra persona nel corridoio:le mani affondate nelle tasche dei jeans, lo sguardo su di lei,George sembrava teso e più in ansia di lei.
Guardò le minuscole grinze sulla sua camicia bianca,la barba rossa che copriva le guance ed il mento,i capelli selvaggi che ricadevano sulla fronte senza controllo e senza ordine e sentì distintamente il suo cuore battere più veloce:come se fino a quel momento avesse dormito e al solo vederlo,si fosse risvegliato.
-Che ci fai qui?-gli domandò dimenticandosi subito della presenza di Ron.
Lui restò in silenzio.
-Avevamo fatto un patto...Me lo avevi promesso,George-gli ricordò lei facendo un passo in avanti.
-Ho sbagliato a farti quella promessa.
E' sbagliato e lo sai anche tu-
Luna sospirò.
-Ascolta...-iniziò decisa a ristabilire le distanze.
-No,ho ascoltato fin troppo.
Ti ho lasciato prendere decisioni che riguardavano entrambi,che avrebbero cambiato le nostre vite senza intervenire,come se non mi riguardasse.
Ma adesso è il momento di cambiare-le disse,muovendosi verso di lei.
-E che vorresti fare?-gli domandò Luna.
Non ascoltarlo,non lasciarti convincere dalle sue parole,ti farai solo del male...
-Vieni via con me-disse George sicuro,lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Per alcuni istanti ci fu silenzio,poi lei si lasciò scappare un suono beffardo.
Ti prego non farmi questo...
-Non sto scherzando-disse lui deciso.
-E' la decisione del momento?Stai seguendo l'istinto?
Oppure dall'alcool?
Poi che succederà quando cambierai idea un'altra volta?-gli domandò cercando i punti deboli di quella richiesta.
-Non cambierò idea-
-Lo farai,lo sappiamo entrambi-disse Luna.
George sospirò quasi sconfortato e abbassò per un'istante lo sguardo,prima di tornare a posarlo su di lei.
-Hai deciso di sposare Neville per colpa delle mie stronzate,perchè non ho saputo starti vicino quando avevi bisogno di me,ma non gli permetterò di portarti via da me.
Te l'ho già detto Luna...Tu sei mia-disse con voce calma.
-George...-
-Ho fatto tanti errori con te,alcuni dei quali forse sono irreparabili,ma se c'è una cosa di cui sono sicuro è che noi due siamo fatti per stare insieme.
Siamo destinati l'uno all'altra.
L'ho capito fin da quando abbiamo litigato per il pollo alle mandorle la prima volta nel tuo appartamento,o quando ero talmente preoccupato di averti rotto una caviglia da dimenticare di aver vinto una torta al cioccolato-
Luna si concesse un sorriso,incapace di staccare gli occhi da quelli di George.
Lo vide fare un paio di passi verso di lei,ma non disse nulla,non fece nessuna mossa per tirarsi indietro.
-Sei la sola persona che voglio nel mio letto prima di addormentarmi e la prima che voglio vedere la mattina appena sveglio.
Se anche decidi di andartene con lui è meglio che tu mi faccia una cassetta con tutti i rumori che fai mentre dormi,perchè non riesco più a dormire senza-le disse serio.
Luna si morse il labbro inferiore e incrociò le braccia sul petto.
-Io non faccio nessun rumore-commentò.
George sorrise e si fermò a pochi centimetri di distanza da lei.
-Per mesi ho pensato di aver rovinato la cosa più bella che mi fosse capitata nella mia vita,e forse è così!
Forse dopo che ho finito questo monologo interminabile,tu ti volterai e te tornerai di là da lui... E forse sono anche pronto ad accettarlo-le disse allungando una mano e accarezzandole una guancia.
Luna restò in silenzio,gli occhi ancora nei suoi.
-Però non sarei mai riuscito a perdonarmi se non ti avessi detto quello che provo per te.
Hai sempre creduto che la nostra fosse solo una storia di sesso,e io te l'ho lasciato credere,finendo per rovinare tutto.
Ma tu lo sai che non è mai stato così,l'hai sempre saputo...-
Lei cercò di non illudersi,di controllare i battiti del suo cuore:era impossibile che lui stesse dicendo ciò che lei credeva di aver capito!
-La colpa è stata solo mia:avevo paura di soffrire di nuovo com'era successo con Fred.
Per questo ho continuato a ripetermi che quello che provavo per te non era amore,che sarei stato capace di lasciarti,di vederti con un altro senza avere il minimo problema.
Tutte cazzate-commentò alla fine.
Sentiva la gola stretta in un nodo,quindi deglutì a vuoto e socchiuse le labbra.
-George ti giuro se è un altro dei tuoi scherzi,io...-lo minacciò.
Non riuscì neanche a finire la frase:l'attimo dopo entrambe le mani di George erano posate delicatamente sul suo collo e le labbra dell'uomo stavano accarezzando le sue.
Sospirò sulle sue labbra e,senza accorgersene,ricambiò il piccolo bacio che lui le stava dando.
Quando si staccarono,George fissò i suoi occhi in quella distanza ravvicinata.
-Ti amo Luna-
Lo aveva detto sul serio?
Oppure era stata la sua mente ed il suo cuore,tanto bisognosi di sentire quelle parole a creare quell'illusione?
Del resto,non era la prima volta che immaginava una scena simile.
-Dimmelo ancora-gli disse fissando i suoi occhi.
George sorrise e le accarezzò i capelli corti.
-Ti amo.
Avrei dovuto capirlo prima così ci saremmo risparmiati tanti problemi,ma è la verità.
Ero in un buco nero quando mi hai conosciuto e nonostante tutti mi trattassero come un'appestato,tu non hai mai fatto caso a quello che pensavano gli altri o quello che sentivi dire su di me...
Sei stata la cosa più bella della mia vita in questo ultimo anno e ti prometto che farò di tutto per renderti felice,ma ti prego,non sposare Neville-le disse senza allontanarsi da lei.
Luna si sciolse dall'abbraccio di George e fissò per qualche istante un muro dietro di lui,persa nei suoi pensieri.
Aveva quello che aveva desiderato e sognato per mesi,quello che aveva relegato in un'angolo della sua mente per non soffrire troppo.
Che cosa doveva fare adesso?
Cos'era più giusto:essere corretti e sposare Neville,oppure essere folli e andar via con George?
Il ricordo di mille discorsi risuonava in quel momento nella sua testa e fu uno in particolare ad aiutarla a capire,a farle capire cosa era giusto fare.
-Per sempre e malgrado tutto?-gli chiese riportando lo sguardo su di lui.
George ricambiò il suo sguardo e annuì.
-Per sempre e malgrado tutto-le assicurò.
Senza parlare,gli si avvicinò e gli allacciò le braccia al collo,nascondendo il viso fra la spalla ed il collo,annusando il suo odore.
Veloci,le braccia di George scattarono attorno alla sua vita,stringendola a sè.
-Non hai idea di quanto mi sei mancata...-le mormorò fra i capelli.
Luna,ad occhi chiusi,mosse la testa avvicinando il viso al collo dell'uomo,neanche fosse una bambina che ha bisogno di contatto umano.
-Ti amo tanto-
George sorrise e abbassò il viso per far incontrare le loro labbra:le accarezzò delicato il labbro superiore e si sentì sollevare da terra sentendo la risposta di Luna.
-Portami via di qui-gli disse lei riaprendo gli occhi e affondandoli nei suoi.
George annuì e sciolto l'abbraccio,la prese per mano.
Ma non fecero che un paio di passi che Neville apparve nel corridoio.
-Ah,ecco dov'eri finita!-disse non appena vide Luna.
Luna restò in silenzio,seguendo lo sguardo di Neville che da lei si posava su George,ed infine sulle loro mani unite.
-Mi sono perso qualcosa?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Svegliarsi la mattina ***


svegliarsi

 

 

Quanto può sopportare il nostro cuore prima di morire?
Quanti dolori,delusioni e rimpianti può contenere prima di definirsi pieno?
E quando questo accade,una parte di noi muore.
Inevitabilmente,senza che noi riusciamo a far niente per cambiare le cose.
Forse è quella parte che crede nel grande amore,o quella che credeva nell'amore a prima vista... o quella che credeva nell'amore per tutta la vita.
Niente è per sempre.
Ormai lo sapeva bene.
Si era interrogato tutta la notte,fissando le mura della sua stanza mentre si rigirava nel letto vuoto,cercando una spiegazione,una soluzione per quello che era successo.
Quando li aveva visti dinanzi a sè,mano nella mano,aveva continuato a non voler vedere l'evidenza dei fatti,a negare quello che stava succedendo.
Lo sguardo desolato negli occhi di Luna,il modo saldo in cui Weasley le cingeva la vita per evitarle di avvicinarsi a lui.
-Mi dispiace Neville,avrei fatto qualunque cosa per evitarti questo dolore...-gli aveva detto.
Avrebbe dovuto restare con lui!
Era l'unica cosa che poteva fare,se veramente non voleva farlo soffrire.
Aveva gridato,le aveva urlato contro quando i ragionamenti si erano rivelati vani e aveva capito che l'avrebbe persa.
Le aveva detto che non le interessava più niente di lei,che poteva anche andarsene al diavolo!
Ma naturalmente,vederla andare via con Weasley lo aveva distrutto.
Era accaduto tutto davanti ai suoi occhi!
Come aveva fatto a non accorgersi che la donna che amava,a cui era pronto a legarsi per tutta la vita,amava un altro?
Come era potuto essere così cieco davanti ai tanti segnali?
Ora,con il senno di poi e la conoscenza,era facile riconoscerli,metterli uno in fila all'altro e formare gli eventi:a cominciare da quella telefonata,proprio,quella che li aveva riavvicinati.
Il tono di scusa,tormentato,che aveva sentito nella sua voce,e che lui aveva scambiato per tormento data la situazione che stava affrontando.
"Non avrei voluto chiamarti,ma non ho potuto fare altrimenti"
Quella frase ora gli rimbombava nel cervello...Che significava?
Perchè non aveva chiamato Weasley invece di disturbare lui?
Che motivo aveva di farlo rientrare nella sua vita se non voleva più avere nessun contatto con lui?
-Quello era un periodo difficile...io ero confusa...-
Questa era stata tutta la spiegazione che lei era riuscita a dargli quando poche ore prima le aveva fatto la stessa domanda.
Come si può essere confusa sui propri sentimenti?
Ok,forse può succedere,aveva sentito talmente tanti discorsi del genere dai suoi colleghi da poter anche credere che in momento di crisi fra lei e Weasley,Luna avesse deciso di chiedere il suo aiuto.
Ma perchè non aveva messo subito le cose in chiaro?
Poteva benissimo dirglielo che stava con un altro,che non aveva nessun'interesse per lui e che lo aveva chiamato soltanto per un discorso di utilità!
Non gli sarebbe piaciuto,questo era certo,ma sarebbe stato meglio di quell'illusione continuata e quel dolore che sembrava essersi impadronito di lui dalla sera precedente.
Lasciare che si riavvicinasse a lei,che le dimostrasse di nuovo il suo amore e riaccendesse la speranza di poter stare ancora con lei era stata la cosa più crudele che gli aveva mai fatto!
Luna non aveva mai smesso di pensare e di amare Weasley,ora lo sapeva...
Lo odiava così tanto?
Forse.
Ma in parte era anche colpa sua.
Era stato lui che aveva volutamente evitato di vedere,di farsi domande:aveva chiuso gli occhi davanti al suo sguardo triste e lontano,alla poca passione dei suoi baci e alla sua ritrosia nel farsi toccare.
Quale donna innamorata si sarebbe comportata così?
Lui aveva deciso di credere che quella ritrosia e quella tristezza fossero legate alla morte di Xenophillus,che il dolore per la sua morte non si fosse ancora attenuato in lei,tanto da rendere minime anche la gioia per il fidanzamento e per i preparativi delle nozze.
Già,le nozze...
Con un solo gesto della testa sul cuscino,alzò lo sguardo sul comodino verso la sveglia:non erano neanche le otto.
Se tutto fosse andato come previsto a quell'ora sicuramente sarebbe stato sotto la doccia,lo spirito e l'umore a mille per quello che lo aspettava,i postumi della sbronza che gli avrebbero ricordato le troppe bevute fatte alla sua salute insieme a Draco.
Poi sarebbe uscito dalla doccia e avrebbe iniziato a vestirsi,controllando ancora una volta i suoi voti nuziali,sicuramente aggiungendo un'ultima riga per rendere il tutto perfetto.
All'arrivo di Draco avrebbe dato un'occhiata alle fedi e avrebbe sorriso quando il suo migliore amico e testimone gli avrebbe messo una mano sulla spalla e gli avrebbe detto che era un uomo fortunato,forse schermendosi leggermente per non peccare di superbia.
Infine sarebbero andati in chiesa,dove avrebbe atteso la sua sposa,la donna della sua vita...
Ma niente di quello sarebbe successo quel giorno ed il suo unico obbiettivo era dormire.
Dormire e dimenticare che l'unica donna che avesse amato nella sua vita ora,e da quel momento in poi,si sarebbe svegliata fra le braccia di un altro.


La radiosveglia suonò e nella stanza silenziosa si diffusero le note di "Wonderwall".

"There are many things that
I'd like to say to you
but I don't know how
"

Disturbato dal suono di una radiosveglia che non ricordava di avere e che aveva interrotto il suo sonno,George Weasley si mosse nel letto mugugnando e sospirando,prima di allungare il braccio verso il comodino accanto alla sua testa.
Ma la sua mente ancora annebbiata dal sonno registrò il contatto della mano con il legno liscio e freddo del comodino:niente radiosveglia.
Ma allora da dove veniva quella musica?
-Oh dannazione...-si lamentò a mezza bocca.
Avrebbe potuta zittirla con un incantesimo non verbale,ma sapeva benissimo che non sarebbe stato capace di far nulla prima di un abbondante caffè nero...e magari di un altro paio di ore di sonno.
Improvvisamente la musica nella stanza cessò.
Gli dei avevano ascoltato la sua preghiera silente,pensò sistemandosi meglio sotto le lenzuola preparandosi per un secondo riposo.
Poi qualcosa,o meglio qualcuno,attirò la sua attenzione:una persona stava facendo le sue stesse identiche mosse,sistemandosi le coperte attorno al corpo e rigirandosi sul materasso.
Una persona che aveva la testa posata sul suo braccio e si stava avvicinando al suo torace, accarezzandogli ritmicamente la pelle nuda del petto con il suo respiro freddo.
Un braccio era abbandonato contro il suo ventre e le gambe snelle e lunghe si intrecciavano alle sue muscolose.
Ora che il silenzio era tornato nella stanza poteva anche sentire i piccoli lamenti che le uscivano dalle labbra.
Quei rumori che tanto amava...
Mosse la testa verso destra,posando il mento su dei soffici capelli e,nonostante il suo bisogno disperato di altre ore di sonno,aprì gli occhi,lentamente,soltanto per incontrare il volto sotto di sè.
Richiuse di scatto le palpebre,ferite dalla luce e si lamentò,per poi provare a riaprirle di nuovo; alla sua destra,poco sotto il suo mento,Luna dormiva pacifica.
Quasi non avesse alcun pensiero nella mente.
Sbattè le palpebre un paio di volte per svegliarsi e istintivo sulla sua faccia apparve un sorriso: lei era lì.
Aveva scelto lui,nonostante tutto fosse contro di loro e le loro aspettative non fossero al momento rosee.
Era accoccolata fra le sue braccia come se non ci fosse nessun'altro posto al mondo dove volesse essere.
Quando la sera prima le aveva fatto quello strampalato discorso,aveva avuto paura per un lunghissimo attimo di vederla voltarsi e tornare da Neville,pronta per compiere i suoi doveri di futura sposa,completamente indifferente a quello che lui aveva da dirle.
Ma così non era stato:era rimasta con lui e,cosa che ancora adesso lo sorprendeva,gli aveva detto di amarlo.
Certo,glielo aveva già detto varie volte,ma sentirselo dire credendoci pienamente era qualcosa che lui non aveva mai provato,non con Luna...Era una sensazione fantastica,forse meglio di volare contro il vento su una scopa.
Gli occhi fissi sul volto della donna,continuava a meravigliarsi della stranezza della vita:da quando i cattivi trionfano?
Nelle favole che leggeva sempre sua sorella,il vincitore,quello che conquistava la ragazza era sempre il principe,il bravo ragazzo...Quando avevano cambiato le regole?
Come era possibile che un disastro umano come lui potesse farsi amare da una meraviglia del genere?
La sentì muoversi fra le sue braccia e si riscosse dai suoi pensieri,osservando le varie fasi del risveglio di Luna.
Lei si mosse ancora un pò fra le sue braccia,prima di alzare il braccio destro e strofinarsi un occhio,mugugnando scontenta.
Poi aprì gli occhi,fissando per alcuni istanti il soffitto sopra di loro,silenziosa, finchè non voltò leggermente la testa e non incontrò il suo sguardo.
-Ciao...-lo salutò con voce soffiata ancora piena di sonno.
George sorrise.
-Ciao...Ti ho svegliato?-le domandò a bassa voce,nel caso lei volesse tornare a dormire.
Luna scosse leggermente la testa e tornò a stropicciarsi il volto,per poi girarsi e nascondere il viso nel suo collo,lasciandosi andare a dei piccoli mugolii che lo fecero ridere e stringere la presa attorno al corpo esile della donna.
Sentì un braccio scivolargli attorno ai fianchi e scivolò nel letto portando il viso all'altezza di quello di Luna e le posò un bacio sulla spalla destra leggermente scoperta.
-Saranno così tutti i risvegli?Perchè in caso ci metto la firma subito-disse lei sempre nascosta nella sua spalla.
George rise e le posò un bacio nell'incavo fra il collo e la spalla.
-Beh non posso prometterlo a scatola chiusa ma diciamo che farò il possibile-commentò lui.
Luna rise facendogli il solletico sulla pelle del collo,e stringendosi ancora di più contro di lui.
Per qualche istante il silenzio scese nella stanza e,anche senza bisogno di domande,George seppe cosa stava passando in quel momento nella testa di Luna:ripensava a Neville.
A lui e al matrimonio che aveva mandato a monte.
Era giusto che ci pensasse,che rubasse un pò di tempo alla loro felicità per ripensare a cosa si erano lasciati dietro.
Come sarebbe stato trovarsi nei panni di Neville?
Orribile.Terrificante.
Sapere che la tua donna ha amato per tutto il tempo un altro uomo deve essere la sensazione più destabilizzante del mondo...Forse lui non si sarebbe mai ripreso.
Fortunatamente Neville era più forte,e soprattutto non era stato provato dalla vita tante volte quanto era toccato a lui.
Riflettè per qualche istante su quel pensiero,stupendosi di come stranamente tutto l'odio che aveva provato verso Neville sembrava magicamente sparito nel giro di una sola notte.
-Vuoi fare colazione?-gli domandò lei,continuando a nascondersi al suo sguardo.
Era tentato,doveva ammetterlo,ma alzarsi da quel letto significava staccarsi da Luna e per il momento era l'ultima cosa che voleva fare.
-Dipende:tu cosa vuoi?-chiese lui ravviandogli una corta ciocca di capelli biondi.
Luna alzò il viso e finalmente incontrò lo sguardo di George,guardandolo per qualche istante in silenzio.
-Voglio te...Non mi serve altro-gli disse poi con voce tranquilla e controllata.
Colpito da quelle parole,George abbozzò un sorriso,sfiorandole una guancia con la punta delle dita della mano destra.
-Allora non abbiamo bisogno di nient'altro-disse semplicemente.
I loro sguardi si incontrarono per qualche secondo,prima che lui avvicinasse il viso a quello di Luna e sfiorasse con delicatezza la sua bocca una volta.
Quando provò a staccarsi sentì le labbra di lei venirgli incontro così tornò a baciarla,questa volta approfondendo il bacio e dischiudendo le labbra trovando subito la risposta di Luna.
Una mano di Luna affondò nel mare ramato dei suoi capelli,accarezzandoli e tirandoli leggermente, sicura che i suoi gesti sarebbero stati apprezzati,mentre sfiorava con la punta della lingua il palato di George.
Senza staccare le loro labbra,George le fece scivolare una mano sul fianco sinistro e,fatta la stessa cosa con il fianco destro,la sollevò dal materasso portandola a sdraiarsi sopra di sè, incurante delle coperte che si attorcigliavano attorno alle loro gambe.
A quel gesto Luna riaprì gli occhi e staccò le labbra dalle sue,affondando lo sguardo negli occhi verdi dell'uomo:non c'era niente che amava più di quell'uomo,ora ne era certa.
-Ti amo-gli bisbigliò certa che lui l'avesse sentita lo stesso.
George,infatti,sorrise e le accarezzò di nuovo i capelli.
-Non sai quanto mi piace sentirtelo dire...Te lo farei ripetere all'infinito-le disse serio.
Quasi ne avesse un bisogno fisico,George tornò a posare le labbra su quelle di Luna,accarezzandole l'intera schiena con il palmo delle mani,portando con sè anche la maglia dei Cannoni,scoprendo gli slip neri che lei indossava.
Sollevò la testa dal cuscino per andare incontro alla sua bocca e sorrise quando Luna gli morse il labbro inferiore in modo giocoso.
-Veramente anche a me farebbe piacere sentirmelo dire,sai?-lo beccò lei dandogli un lieve morso sul mento.
George sorrise e,con un deciso colpo di reni,invertì le posizioni portando Luna con la schiena al materasso e coprendola con il proprio corpo.
Le braccia piegate ai lati del suo viso,avvicinò ancora una volta le labbra alle sue per poi ritrarsi subito quando la vide venirgli incontro.
-Si me l'avevo immaginata una cosa del genere...Vediamo un pò cosa riesco a fare-le disse avvicinando il viso al suo.
Le sfiorò il collo con la bocca mordendole la scapola destra,e sorrise sentendo i suoi brividi.
Fece scivolare le mani fino a raggiungere entrambi i fianchi e dopo averla attirata contro di sè,  fece incontrare la sua eccitazione e l'intimità di Luna con un movimento deciso del bacino.
Lei aprì la bocca e si lasciò andare ad un muto gemito,la testa più reclinata all'indietro sul cuscino.
-Ti amo-le disse George chinandosi leggermente su di lei perchè i loro volti fossero vicini.
Un'altra spinta sicura e le gambe di Luna si allacciarono attorno ai fianchi di George,assecondando i suoi movimenti,mentre i denti affondavano nel labbro inferiore.
-Ti amo-le ripetè.
Facendo forza su un gomito,Luna si sollevò a sedere portandosi sulle ginocchia di George e allacciandogli le braccia al collo cercando di annullare la distanza fra loro;avvicinò il viso al suo e bramosa cercò le sue labbra,felice per la reazione immediata che ottenne dall'uomo.
Erano mesi che non stavano insieme.
Mesi che non sentiva il suo odore,che non si perdeva nella sua dolcezza e nel suo calore...Troppo tempo.
La desiderava in maniera quasi disperata...
Fece scivolare le mani sotto la maglia dei Cannoni e iniziò a farla risalire sul corpo esile della donna,staccandosi dalle sue labbra il tempo necessario per sfilargliela dalla testa.
La lanciò sul pavimento senza neanche guardare e lasciò che lei lo spogliasse della t-shirt bianca che indossava.
Abbassò la testa e tracciò una scia di umidi baci sul torace di lei,scendendo lungo il solco fra i seni e stringendo un seno nella mano destra,stuzzicandone il capezzolo con il pollice finchè non lo circondò con le labbra:strinse,succhiò e morse accompagnato dai sospiri mozzati di Luna,dalle sue mani che gli premevano il viso contro il petto e dai movimenti involontari del bacino contro il suo che,ad ogni movimento,stuzzicavano la sua erezione.
Tornò a rialzare la testa,ed un sorriso soddisfatto apparve sul suo viso non appena vide le guance arrossate di Luna e sentì il suo respiro corto.
I loro occhi tornarono poi ad incontrarsi e per qualche istante rimasero immobili,nel più completo silenzio,avvicinando i volti lentamente,sfiorando le reciproche guance con la punta del naso,gli sguardi uniti neanche due calamite.
-Ti amo...-sussurrò ancora George.
Luna sorrise,bellissima nonostante l'aria sconvolta ed il viso accaldato,e gli accarezzò una guancia con una mano.
-Lo so-disse semplicemente.
Ora finalmente lo sapeva.
Le braccia strette attorno alle sue spalle,Luna ricominciò a baciarlo,trascinandolo con sè sul letto.
Erano talmente concentrati sull'altro e sulla loro riappacificazione che non avevano sentito i lievi rumori che già da un pò avevano cominciato a sentirsi dall'altra parte della porta.
Avevano dimenticato tutto:dov'erano,che giorno era,soprattutto Luna aveva dimenticato cosa ci si aspettava da lei quella mattina.
-Allora sei pronta per...OH CIELO!OH CIELO!OH CIELO!-
La porta si richiuse tanto in fretta e con talmente tanta forza,da impedirgli di cogliere nient'altro oltre ad un turbinio di capelli rossi,stranamente perfettamente in accordo con il colore del viso.


Nonostante non avesse visto nient'altro oltre alla schiena nuda di George,Ginny aveva richiuso la porta della stanza con fragore,facendola quasi tremare dal suo asse.
Si era portata le mani al viso,stranamente bollente e aveva iniziato a girare per la stanza,cercando una spiegazione razionale:era colpa dell'alcool che Luna aveva bevuto la sera prima alla festa?
Era una specie di ultima botta di libertà prima del matrimonio?
George!
Accidenti a lui!Sapeva che Luna stava per sposarsi,sì doveva pur averlo sentito da qualche parte, perchè allora era ancora nel suo letto la mattina delle nozze?
Di solito queste cose non finivano prima dell'alba?Una bella scarica di ormoni e niente più... Giusto per dimenticare il grande impegno l'attendeva quella mattina.
Lanciò uno sguardo alla porta,ancora ostinatamente chiusa dietro di loro e si chiese che cosa stava succedendo ora lì dentro:avevano ripreso come se niente fosse?La sua interruzione non era stata altro che una postilla fastidiosa di cui si erano dimenticati l'attimo dopo?
PERCHè LUNA NON USCIVA DA QUELLA STANZA FINGENDO DI ESSERE ALMENO LEGGERMENTE MORTIFICATA PER QUELLO CHE ERA APPENA SUCCESSO?
Poi un pensiero volante le attraversò la mente,lasciandola perplessa.
George non c'era la sera prima alla festa...Non era stato invitato.
Allora come diavolo era finito nel letto di Luna?
Il campanello della porta suonò e,ancora con le mani su entrambe le guance,Ginny andò ad aprire.
Hermione era già vestita nel suo abito da damigella e non appena entrò nell'appartamento fu chiaro che era di umore nero,ma Ginny non ebbe il tempo nè il bisogno di chiedere spiegazioni:capì tutto quando dopo di lei Ron entrò in casa con indosso un paio di jeans ed una camicia a maniche corte.
-Hai intenzione di venire così al matrimonio?-gli domandò chiudendo la porta e voltandosi verso il fratello.
-BRAVA CHIEDIGLIELO ANCHE TU!Ho provato in tutti i modi a fargli indossare il completo grigio,ma non c'è stato verso!-esplose Hermione neanche avesse aspettato altro che la sua battuta d'apertura.
-Non credi di essere troppo sportivo per una cerimonia simile?-chiese ancora Ginny cercando di apparire più calma rispetto ad Hermione.
Ron alzò le spalle ed andò a sedersi sul divano,poi iniziò a fissare la sorella con attenzione.
-Tu non ti sei accorta di niente?-le domandò curioso.
Ginny lo guardò senza capire per qualche istante,poi spalancò gli occhi:possibile che lui sapesse il motivo per cui George era nella camera da letto di Luna seminudo?
-Tu lo sai!-gli disse puntandogli il dito contro.
Ron sorrise visibilmente divertito e tornò a voltarsi.
-Sa cosa?-chiese Hermione confusa.
Ginny non le rispose e,aggirato il divano,si portò di fronte a Ron,che con le braccia incrociate sul petto,la osservava cercando di trattenere le risate.
Era lampante che le nascondeva qualcosa:faceva così fin da quando erano ragazzi!
-Ron!-
-Cosa?-fece lui cercando di mantenere quell'aria angelica.
-Tu sai quello che so io,vero?-gli domandò senza preoccuparsi di apparire confusa.
Ron alzò di nuovo le spalle e lanciò un'occhiata veloce verso la porta ancora chiusa della camera di Luna,dissepando così definitivamente ogni dubbio della sorella.
Doveva sapere cosa stava succedendo,e sapeva anche come far parlare Ron!
-Continuerò a farti domande finchè non mi risponderai,lo sai questo?-gli chiese per avvisarlo di quello che lo aspettava.
L'altro annuì.
-Lo avevo immaginato!Ma comunque non risolverai niente sorellina...Non voglio perdermi lo spettacolo della tua faccia quando...-
-Lo hai già perso!Almeno se è quello che penso io-lo interruppe lei secca.
Ron rise ancora più divertito e,pochi istanti dopo,scosse la testa.
-Credimi sono ancora in tempo-la contraddisse a sua volta.
-Ma si può sapere di che state parlando?
E dov'è Luna?Se non comincia a prepararsi arriverà in ritardo!-si intromise Hermione lasciando da parte la rabbia per il marito e portando l'attenzione sulla sposa e su quello che c'era da fare per rendere tutto perfetto.
-Caspita quanta gente...-
All'unisono Ron,Ginny ed Hermione si voltarono verso la porta della camera di Luna,sulla cui soglia,la suddetta osservava i tre Weasley bisticciare.
-Eccoti finalmente!Sai quante cose dobbiamo sistemare prima di andare in chiesa?Bisognà che tu faccia una doccia,che ti depili le gambe,e non dimentichiamo i capelli ed il trucco...-cominciò Hermione,subito pronta e scattante nel suo ruolo di damigella d'onore.
Luna,con indosso un paio di shorts neri e la maglia dei Cannoni, si ravviò una ciocca di capelli e si lasciò andare ad uno sbadiglio.
-Ho bisogno di un caffè...Qualcuno di voi lo vuole?-domandò dirigendosi poi verso la cucina.
-Notte insonne?-domandò Ron,alzandosi dal divano e seguendola in cucina insieme alle due donne,un sorriso ironico e malizioso sulle labbra.
Lei ricambiò lo sguardo e scosse la testa.
-No,anzi ho dormito benissimo,grazie dell'interessamento Ron.
Mi sono solo svegliata troppo presto-aggiunse preparando la macchina per il caffè.
-Luna davvero non abbiamo tutto questo tempo se...-ricominciò Hermione.
-Herm sta calma!Respira lentamente e smettila di agitarti.
Perchè non ti siedi?-le propose la bionda voltandosi poi a prendere le tazze sopra il lavello.
Hermione la fissò incredula:era davvero la sposa più anomala che avesse mai visto.
Tutte le sue amiche,e lei stessa,si erano concesse un'attimo di panico prima del "grande momento",ma Luna sembrava completamente rilassata,quasi non ricordasse che quello era il giorno delle sue nozze.
La vide voltarsi verso Ginny e sorridere affettuosamente.
-Va tutto bene Gin?-le chiese poi.
-Ad essere sinceri,sono un pò confusa...Non so spiegarmi quello che ho visto-le rispose sincera l'amica.
Luna sorrise e lanciò uno sguardo alla sua camera da letto,prima di tornare a guardare la rossa.
-Capirai fra un'attimo,però prima c'è una cosa che devo dirvi...
Non ci sarà nessun matrimonio oggi-disse con voce chiara e serena.
Hermione e Ginny la fissarono incredule,gli occhi spalancati per la sorpresa,al contrario di Ron che continuava a ridere sotto i baffi,divertendosi come un pazzo.
-Dici sul serio?-chiese la rossa senza staccare gli occhi dall'amica.
Luna annuì.
-E...E come farai con i fiori,il ricevimento...-domandò Hermione preoccupandosi per tutti quegli impegni andati a monte.
Era davvero una cosa inconcepibile!
-Ho già lasciato un messaggio nel camino del catering e del fiorista,avvertendoli che il matrimonio era annullato ma che sarebbero stati pagati ugualmente;l'unica che credo ancora non ha ricevuto la smentita è la chiesa,ma me ne occupo più tardi,subito dopo il caffè...
Non posso permettere che lo faccia Neville-aggiunse a voce più bassa.
Ron la fissò qualche istante,ricordando lo scoppio di rabbia dell'uomo della sera prima.
-Si è fatto sentire dopo ieri sera?-le domandò con voce controllata,attirando su di sè l'attenzione della moglie e della sorella.
Luna scosse la testa.
-Tu lo faresti se fossi al posto suo?-chiese la bionda di rimando.
Ron fu costretto a scuotere la testa in segno di diniego:se fosse capitato a lui,avrebbe cercato il posto più buio e profondo dove nascondersi per evitare di soffrire ulteriormente.
Luna iniziò a versare il caffè nelle tazze e solo allora Hermione si accorse della tazza in più posata sul tavolo.
-Per chi è quella tazza?-domandò guardando la bionda.
-Oh,ecco è per...-
-Buongiorno!-
Come al solito arrivava al momento giusto per salvarla da una situazione spinosa...
Le mani nelle tasche dei jeans,George ricambiava lo sguardo della sorella e della cognata, con una certa sorpresa sul volto,quasi come se non si rendesse conto di quanto la situazione poteva sembrare strana ai loro occhi.
Luna osservò la confusione sul volto di Ginny,l'incredulità che appariva su quello di Hermione e il puro divertimento che invece traspariva sul volto di Ron e non potè evitare di sorridere.
-Siete tutti così mattinieri oppure è un'occasione speciale?-domandò George aggirando i tre e andando accanto a Luna.
-Certo che sei veramente impossibile!-si lasciò andare Ron.
Il fratello lo guardò qualche istante senza capire poi alzò le spalle e si voltò a guardare Luna,che gli stava tendendo una tazza di caffè.
-Tieni-
-Grazie tesoro...-
-George hai un'aspetto incantevole per uno che ha passato la notte in bianco...-lo punzecchiò il fratello curioso di sapere cosa era successo dopo che era tornato a casa.
-Chi ti ha detto che ho passato la notte in bianco?Mi sono addormentato non appena ho toccato il cuscino!-rispose deciso George prima di bere un lungo sorso dalla sua tazza.
-Veramente?-chiese Ron leggermente deluso.
Tutta quella fatica,tutto lo scandalo che avrebbe sollevato quella fuga e alla fine avevano solo dormito?
Lui non si sarebbe mai lasciato scappare un'occasione del genere!
George annuì convinto.
-Erano mesi che non dormivo così bene...-aggiunse lanciando uno sguardo veloce a Luna che sorrise timida.
Ron ricordò alcune frasi dette la sera precedente dal fratello e cominciò a capire:il solo essere di nuovo accanto a Luna,anche solo dormire l'uno accanto all'altra,era un regalo.
Qualcosa che si erano negati per troppo tempo e che ora volevano riscoprire...
-Io non ci sto capendo più niente!-s'intromise Hermione guardando ora suo marito ora George e Luna.
-Invece io credo di aver capito...
E' per colpa di George che il matrimonio è stato annullato,vero?-domandò Ginny cercando lo sguardo dell'amica.
Luna si morse l'interno del labbro inferiore e guardò l'amica di sottocchi.
Cosa avrebbe pensato di lei quando le avrebbe raccontato la storia fra lei e George,tutto quello che per mesi le aveva nascosto e per cui alle volte le chiedeva consigli senza far nessun'accenno al suo corteggiatore.
-In parte è per colpa sua,ma...-iniziò Luna stentando a trovare le parole giuste.
-Ma le cose sono molto più complicate di come sembrano-le venne in soccorso George.
Luna si accorse che le era più vicino,ora poteva sfiore il suo avambraccio con il proprio e quella vicinanza le diede la sicurezza che le era mancata finora.
-Ecco...E' una storia interessante...Ti ricordi quando ci si è allagato l'appartamento per colpa del tubo rotto?-domandò Luna guardando Ginny.
La rossa restò in silenzio,senza muovere neanche un muscolo facciale,cercando di capire qualcosa da quella marea di parole e dall'atteggiamento strano che avevano assunto suo fratello e Luna.
-Sì credo di sì;comunque,dopo quella volta io e George ci siamo visti un paio di volte,all' inizio per caso e senza alcuna premeditazione...-continuò la bionda.
-Poi visto che la reciproca compagnia ci piaceva,abbiamo passato sempre più tempo insieme...- disse George al posto suo.
Luna annuì,guardando ora Ginny ora Hermione cercando qualcosa nei loro sguardi che le facesse capire che avevano iniziato a capire il senso di quel discorso.
Ma,forse per colpa di quella strana situazione,su entrambi i volti si leggevano chiaramente confusione e sbigottimento.
Guardò allora George e lo vide alzare le spalle...Era venuto il momento di dire tutta la verità.
-Insomma,alla fine,dopo aver passato tanto tempo insieme e aver imparato a conoscerci... abbiamo capito di essere innamorati-disse Luna,priva all'improvviso di tutta la dialettica e della sicurezza che finora l'aveva accompagnata.
Sentì la mano sinistra di George stringere la sua e intrecciare le dita con le proprie,quasi a voler con quel solo gesto, rafforzare il significato di quelle parole e mostrarle il suo appoggio per quello che sarebbe successo da lì in poi.
Nella stanza ci fu silenzio per qualche minuto,mentre le due donne facevano vagare incredule lo sguardo dalle mani unite di George e Luna ai loro volti leggermente tesi,ricevendo in cambio lo sguardo della coppia.
L'unico tranquillo in quella situazione era Ron,che per tutto il tempo aveva osservato la scena neanche uno spettatore privilegiato e aveva bevuto tranquillamente il suo caffè.
E fu proprio su di lui che cadde l'attenzione della moglie.
-Tu lo sapevi!Ecco perchè non hai voluto vestirti questa mattina!-lo accusò Hermione,abbassando lo sguardo su di lui.
Ron annuì lentamente,posando la tazza sul tavolo prima di guardare la moglie.
-Te l'avevo detto che era inutile vestirsi eleganti,ma tu non hai voluto ascoltarmi!-replicò poi.
-Non potevi semplicemente dirmi che il matrimonio era annullato?-chiese ancora la donna.
Ron scosse la testa,lanciando un'occhiata a George e Luna.
-Se l'avessi fatto,poi avrei dovuto dirti anche il motivo per cui era stato cancellato,ed io avevo promesso di mantenere il segreto-le spiegò.
Luna vide Hermione scuotere la testa spazientita prima di iniziare a togliersi le forcine che controllavano i suoi ricci in uno chignon.
-Neville lo sa?-chiese Ginny facendo riportare l'attenzione di tutti su di sè.
Luna annuì,mentre istantanea le tornava alla mente l'espressione di Neville quando aveva scoperto di lei e George.
-Come l'ha presa?-domandò Hermione scuotendo i capelli per controllare che non fosse rimasta nessuna forcina.
Sentì le braccia di George avvolgerla,quasi volesse proteggerla da quei pensieri negativi e sorrise,lasciandosi andare all'indietro contro il suo torace.
-Non tanto bene...-rispose poi George al suo posto,il mento posato sulla sua spalla destra.
Il silenzio accompagnò quelle parole e quando rialzò lo sguardo sui tre amici vide che Hermione e Ron stavano annuendo.
-Del resto è comprensibile-commentò Hermione con il suo solito tono pratico.
Luna sorrise per poi fissare lo sguardo su Ginny,in attesa di una sua reazione:il fatto che non si fosse ancora arrabbiata,che non avesse ancora detto nulla era un buon segno?O era il contrario?
-Scusa se non te ne ho mai parlato-le disse.
Ginny scosse la testa.
-In parte lo hai fatto...Era lui l'ammiratore segreto,vero?-domandò ancora leggermente titubante.
Luna annuì.
La rossa cercò lo sguardo di George e gli sorrise.
-Certo che non ci sai proprio fare con le donne!-lo prese amabilmente in giro.
-Ehi!Se avessi visto la mia ragazza non parlesti così-scherzò lui staccandosi dall'abbraccio di Luna.
Ginny rise e scosse la testa divertita prima di fare i pochi passi che la dividevano da lui e abbracciarlo.
L'uomo la strinse a sè,dandole un piccolo bacio fra i capelli e quando tornarono a staccarsi,le sorrise.
-E' stata colpa mia se lei non te ne ha mai parlato:avevo paura che riponeste troppe aspettative in questa storia e non volevo che rimaneste delusi-le spiegò fissando gli occhi marroni della sorella.
Lei sospirò.
-Beh,visto come sono andate le cose forse è stata una mossa azzeccata...Mamma non avrebbe smesso un'attimo di lamentarsi davanti ad una situazione simile-commentò.
George rise e annuì:il ritratto della loro madre calzava alla perfezione.
Diede un'ultimo bacio alla sorella prima di staccarsi da Luna e di uscire dalla cucina con passi veloci.
-E ora dove vai?-domandò Ron voltandosi per seguirlo con lo sguardo.
Luna ne approfittò per bere un sorso dalla propria tazza,quando si accorse dello sguardo curioso di Hermione su di sè.
-Quindi sei stata tu a spedirgli quel pacchetto al suo compleanno?-le chiese curiosa.
-Giusto il regalo!Me ne ero dimenticata!-convenne Ginny,curiosa quasi quanto la cognata.
La bionda sorrise e alzò le spalle,sperando di convincere entrambe che non aveva la minima idea di cosa stavano parlando e,fortunatamente ancora una volta,George le venne in aiuto ritornando in cucina e fermandosi accanto a lei.
-Cosa?-domandò alzando lo sguardo su di lui.
-Ho dimenticato di ridarti una cosa ieri sera-le disse,un sorriso a trentadue denti che gli incorniciava il viso.
Alzò la mano destra chiusa a pugno davanti al suo viso e l'aprì facendo penzolare davanti al suo sguardo la catenina d'argento con il ciondolo a forma di falce.
-Non posso crederci!Sei stato tu a regalarle quel ciondolo?-esclamò incredula Ginny.
Luna sorrise e annuì,senza staccare lo sguardo da quello di George.
-Voltati-
Lei fece come le aveva ordinato e ripensò alla notte di Natale,quando gli aveva chiesto di aiutarla ad indossarla,alla prima volta che aveva sentito il tocco delle sue dita sul proprio collo.
Quanto tempo era passato e quante cose erano successe da allora!
Sentì il ciondolo ricadere sul suo petto e voltandosi di nuovo gli lanciò uno sguardo prima di cercare gli occhi di George e alzarsi in punta di piedi per dargli un bacio di ringraziamento, allacciandogli le braccia al collo.
Le braccia di George si strinsero attorno alla sua vita e l'attirarono contro di sè,completamente indifferente allo sguardo curioso e anche un pò fastidioso di Ginny ed Hermione.
-Davvero romantico...Ma lo sai qual'è il passo successivo,vero?-domandò Ron portando i due amanti a separarsi.
George si voltò verso il fratello,senza staccarsi da Luna, e scosse la testa.
-Illuminami-lo prese bonariamente in giro.
Ron sorrise,già pregustando l'espressione che avrebbe fatto suo fratello dopo le sue parole.
-Dirlo alla mamma-
Un brivido freddo scese inaspettato lungo la schiena di George:avrebbe preferito avere a che fare con una serra di piante carnivore piuttosto che dirlo a sua madre!

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