When Your Heart Is Breaking

di moon_dance_sky_fall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** When Darkness Surrounds You ***
Capitolo 2: *** It's like I'm not even a person, am I? ***
Capitolo 3: *** Every Tear A Waterfall ***
Capitolo 4: *** She Comes And She Goes ***
Capitolo 5: *** I Will Never Be With You ***
Capitolo 6: *** You've Got a Second Chance ***
Capitolo 7: *** When I Don't Remembered you ***
Capitolo 8: *** Non Devi Piangere, no. ***
Capitolo 9: *** The Fear Had Gripped Me But Here I Go ***
Capitolo 10: *** Please Don't Go, I Love You So ***
Capitolo 11: *** It May Be Over But It Won’t Stop There ***



Capitolo 1
*** When Darkness Surrounds You ***


Ora Marcelline? La tua vita è totalmente cambiata. Quindi? Come andrai avanti?

Ora la sentivo, scendeva velocemente lungo la guancia, seguita da una, e poi un’altra lacrima ancora. I miei lunghi capelli neri erano mossi dal vento,  come il mio abito, che arrivava fino ai piedi. Guardai di fronte a me, il sole stava morendo, affondando nel mare, ed io sarei morta con lui. Ancora pochi passi e poi avrei finalmente riabbracciato i miei amici. Bastava un salto, e gli scogli avrebbero fatto il resto. Mi sedetti sull’orlo della scogliera, e misi a penzolare i piedi nudi, ormai decisa ad andare giù tra le onde, tanto ormai avevo perso tutto quello a cui tenevo. Quindi, cominciai  a fare pressione sulle mani, in modo da potermi buttare. Sentivo già la prima gamba penzolare senza freno, quando sentii una voce gridare: ”Aspetta!”. Mi voltai, con il viso pieno di strisce di trucco colato, gli occhi gonfi, e le labbra sanguinanti per i morsi dati a causa del dolore. Vidi un bambino, un bambino bellissimo, pallido, con gli occhi azzurri e i capelli corvini. Poi, di nuovo: “Aspetta, ti prego”. Mi raggiunse, senza fiato, e mi prese per un polso, stringendomi più forte che poteva. Lo guardai, confusa: “Chi sei? Ti prego, lasciami andare”, e mentre pronunciavo quelle parole, ricominciai a piangere, con il ricordo dei miei amici che premeva insieme alle lacrime. Mi scrutò con i suoi occhioni azzurri, e mi disse, quasi implorandomi: “Ti prego, so che vuoi buttarti, lo so… Ho visto come piangevi, e continuavi a guardare il mare ed a ripetere quei tre nomi… Non farlo, per favore, io… Io voglio sapere almeno il perché”. Gettai lo sguardo all’orizzonte, ma so che in realtà stavo cercando i miei ricordi, e con voce tremante, cominciai a parlare: “E’ una lunga storia, ed io non riesco più a sopportare il dolore che mi causa tutto questo. Vuoi davvero sentirla?”. Lui mi guardò, stringendo la presa sul mio polso, quasi a voler imprimere il suo tocco sulla mia pelle, e con voce più sicura di quanto mai ne avessi avuta io, mi rispose: “Si. Resterei ad ascoltarti per ore. Anche tutta la vita se necessario”.

 
 
 
 
Salve a tutti, questa è la mia prima fanfic! Marcelline è un personaggio di Adventure Time che mi piace un sacco, per questo ho deciso di scrivere una storia su di lei. NB So che è immortale, ma ho deciso che in questo caso, ho immaginato che lei toccando l'acqua del mare si sciogliesse come spuma. Grazie a tutti quelli che la leggeranno, spero vi piacerà! Recensite <3 A presto per un nuovo capitolo:)
 
 
 

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Capitolo 2
*** It's like I'm not even a person, am I? ***


 
Quel bambino, sembrava essere davvero interessato, sembrava la conoscesse da una vita, eppure… Marcelline credeva di essere sicura di non averlo mai visto…
 
“E’ una storia davvero lunga, e triste…” e di nuovo le lacrime mi sfiorarono le ciglia lunghe. Lui spalancò la bocca: “Non rovinare quei fantastici occhi facendoli gonfiare… E racconta, si vede che questi ricordi ti stanno trascinando in un’oscurità più buia di quanto tu possa immaginare…”. Inspirai profondamente, ma venni interrotta da un singhiozzo: “Beh, se insisti ti racconterò tutto, a patto però, che tu mi dica perché sembra che tu ci tenga tanto a me, anche se non mi sembra di averti mai visto”. Aggrottò la fronte, e nei suoi occhi si leggeva l’indecisione mista a preoccupazione. Quindi disse: “Va bene, ma ogni cosa a suo tempo… Ora parla però”. Così, cominciai: “Devi sapere prima di tutto, che non sono mai stata, fin da piccola, pienamente felice… Prima anch’io ero come te, senza preoccupazioni, serena, con una “famiglia”. Perché in realtà, mia madre non l’ho mai conosciuta, e mio padre… Beh lui, non mi ha mai detto dove fosse finita lei… Avrei sempre voluto conoscerla, mia mamma intendo. A mio padre non sembrava molto importare di me, faceva qualsiasi cosa pur di potermi chiudere in casa, senza farmi vedere nessuno. Una notte, nel mio letto, mi sentivo bruciare dappertutto. Non capivo cosa stesse succedendo, mi facevano male le ossa, i denti, la testa mi pulsava in un modo incredibile. Cercai di concentrarmi su altro, di distogliermi dal dolore, ma non riuscivo a smettere di provarlo, e poi c'era questa fastidiosa sensazione al collo. Tastando piano con le dita, mi accorsi di sanguinare da due buchi, sul collo, e non capivo da dove potessero essere spuntati fuori. I dolori continuavano, e toccandomi i canini, che erano diventati più lunghi ed affilati, mi punsi l’indice. Ero stranamente attratta da quella gocciolina di sangue che colava sulla lunghezza del dito, e mi venne la voglia di leccarla. Dopo averlo fatto, sentii l’adrenalina circolare per le vene del mio corpo, e d’improvviso mi accorsi di essere sollevata di dieci centimetri sopra il mio letto, stavo fluttuando. Da quel momento, di quella notte non mi ricordo più niente, so solo che la mattina dopo, mi svegliai sul pavimento della mia camera, con i canini rossi ed i vestiti macchiati di quel che credo fosse sangue. Non so di preciso cos’abbia fatto, ma se lo sapessi, credo che non ne andrei fiera.”. Il ragazzino, che aveva circa dodici anni, penso, mi scrutò, non so se cercando di capire se fosse vero quello che stavo dicendo o meno. Mi chiesi se fosse il caso di andare avanti, sembrava spaventato, ma soprattutto confuso. “ Vuoi che continui? Oppure scapperai da me? Sei libero di farlo”. “ Sei impazzita? No, finisci questa storia. ”. Aprii la bocca per parlare ma lui continuò: “Comunque mi dispiace… Per tua madre, tuo padre… Tutto” e accennò un lieve sorriso triste. Sorrisi anch’io, di rimando, ma quello era il mio solito falso sorriso, che ormai conoscevo bene, e proseguii: “ Comunque, più avanti, riuscii a scappare da casa mia, dal mio mondo… Mi sentivo un mostro, tutti erano orgogliosi di me, mio padre, a cui non rivolgevo la parola, mi chiamava “la sua principessa vampira” ed il mio ex, ti parlerò anche di lui, più avanti, mi aveva dato l’appellativo “zuccherino rosso sangue”. Mi lasciai tutto alle spalle, decisa a non tornare più, e qui incontrai quattro persone soprattutto, che riuscirono a farmi sentire meglio, e mi accettarono così com’ero. Voglio cominciare a parlarti delle prime te, dell’ultima te ne parlerò forse più avanti.”. Detto, questo, tirai su uno dei due piede dal baratro che c’era sotto di me.
 

Eccomi di nuovo qua, con un secondo capitolo! Spero vi piacerà, recensite in tanti! Bacioni <3

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Capitolo 3
*** Every Tear A Waterfall ***


 
Quegli occhi azzurri… Ma… Scatenavano forse qualcosa nella memoria di Marcelline? Cosa le stava succedendo?
 


 
Non capivo se mi credesse o meno, mi scrutava pensierosamente. Decisi di parlare: “Ora… Pensavo di parlarti di quelle tre persone, così speciali, che mi hanno sempre sostenuta ed aiutata.”. Sollevò un sopracciglio: “Non erano quattro?”. Arrossii leggermente: “Si, ma non so ancora se parlarti dell’ultima”, e prima che potesse parlare, cominciai: “La prima, era un ragazzo fantastico, che a soli diciassette anni è stato il più coraggioso che abbia conosciuto”. Mi interruppi per prendere fiato, in modo da riuscire a fermare le lacrime: “E’ stato uno dei miei migliori amici, mi ha sempre protetta, anche quando il mio ex ragazzo, Ash, ha provato a togliermi il ricordo di quando ci siamo lasciati, lui è riuscito a salvarmi. Abbiamo sempre passato un sacco di bellissime avventure insieme, fino a quando il regno di Ooo non si trovò in grande pericolo. Infatti da una dimensione sconosciuta a tutti noi era arrivato un uomo crudele, che non si vedeva mai in faccia, che voleva qualcosa da me, ed ancora ora non so cosa desiderasse avere. Un giorno di piena estate, con il sole che bruciava, mi ero rintanata in casa a dormire per proteggermi. Mentre dormivo, si era avvicinato lo sconosciuto, con un coltello in mano, che cominciò  a tagliarmi lungo il polso destro, per avere non so cosa. Ma Finn, che sospettava che l’uomo fosse venuto per me, si era nascosto in casa mia. Così, quando vide l’uomo avvicinarsi, lo colpì con la spada sulla testa. Ma quello prima, riuscì a pugnalarlo al petto. Così vidi morire il mio migliore amico davanti ai miei occhi, senza poter far niente per aiutarlo, cantandogli mentre piangevo solo una canzone, quella che mi cantò lui, “Best Friends In The World”, fino a quando non si addormentò per sempre, solamente per proteggermi.”. Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere, scossa dai singhiozzi. Venni però avvolta dalle sue braccia, che cercarono di placare il pianto, e poi mi scostò pianto il braccialetto che non toglievo più da quel giorno, dove sotto c’era la cicatrice, che lui sfiorò con delicatezza, quasi come avesse paura di farmi male. Tra i singhiozzi, riuscii a dire: “Doveva prendere me, non lui, io tanto non sarei morta. Ma avrei dato la mia vita per lui, anche se fossi stata una mortale! Perché questo?”. Ora tremavo, e lui, dopo avermi messo una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio, mi sussurrò: “Shh, non preoccuparti. Ora è in un bel posto…”. Le lacrime ormai scorrevano senza freno, e non riuscivo a fermarmi: “Jake, è morto anche lui. Proteggeva l’amore della sua vita, Lady Iridella, da un gruppo di streghe che volevano il sangue di unicorno per diventare immortali. Ma aveva sfidato le streghe sbagliate, perché gli hanno lanciato un anatema che l’ha ucciso.”. Non ce la facevo più, ormai il vestito era fradicio del mio dolore, che non riuscivo a fermare in alcun modo. Ma era come se i pezzetti del mio cuore ora fossero stati presi in mani che li scaldavano per poi provare a rimetterli insieme. Così mi sentivo con quel ragazzino dagli occhi blu, che mi sembrava di consocere…


Il terzo capitolo! Spero vi piaccia! Recensite e votate in tanti, così saprò di poter andare avanti! Bacioni<3

Ps Titoli dei capitoli sono presi da canzoni:
  • "Follow Me" dei Muse
  • "I'm Just Your Problem" di Marcelline
  • "Paradise" dei Coldplay

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Capitolo 4
*** She Comes And She Goes ***


Non conosceva neanche il nome di quel bambino, eppure gli avrebbe lasciato la sua vita tra le mani


 

Cercavo di fermare lo scorrere delle lacrime  asciugandole con le mani, ma era tutto inutile. “Posso farti una domanda?” mi chiese all’improvviso. Dubbiosa, gli risposi: “Dimmi pure”. “Ma… Quell’uomo… Cosa voleva da te, dal tuo sangue?”. Sospirai: “Lo scoprii mesi dopo… A quanto pare, sono rimasta l’unica regina vampira da essere eletta, e quel mostro avrebbe dovuto iniettare del veleno nel mio sangue, che era stato creato apposta per me, avrebbe reso mortale solo e soltanto me, e appena fosse entrato in circolo, lui mi avrebbe uccisa, così da poter reclamare il trono del mio regno.”. Visibilmente arrabbiato, mi disse: “Va beh, continua la storia dai”. Ok, ce la potevo fare. Avrei solo dovuto parlare della mia migliore amica, che era anche la mia miglior nemica. Che odiavo e che amavo allo stesso tempo. E che ora… Era morta. Tutti i miei sforzi per fermare il pianto andarono a farsi benedire, perché a quei pensieri il flusso delle lacrime non riusciva più ad essere trattenuto. Feci un bel respiro profondo: “Devi sapere, che c’era questa ragazza, una principessa, tutta rosa. Si chiamava Gommarosa, e ci odiavamo. Però sai, era la mia migliore amica, perché in realtà ci tenevamo un sacco l’una all’altra, e purtroppo ce ne siamo accorte tardi.”. Rinunciai a pulire il trucco colato, oramai sarebbe stata una giornata inondata di lacrime e ricordi: “Sai, io sotto sotto ho sempre sospettato che ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia tra Finn e Gommarosa… Lei non riusciva a passare un giorno senza vederlo. Infatti, saputa la notizia della sua morte, nessuno la vide più per una settimana, finchè una notte, sentii bussare sulla porta di casa. Era lei, ma era diversa: aveva la pelle pallida, non più di quel bel rosa vivo, i capelli non erano più morbidi ed erano tutti scompigliati, i vestiti sporchi e strappati. Piangendo, mi supplicò di farle un favore, aiutarla a prepararsi, a diventare bellissima, come quando ci eravamo preparate per il suo diciottesimo compleanno. Mi chiese anche di non farle domande, che mi avrebbe spiegato tutto lei. Allora, in silenzio, presi uno dei miei abiti più belli, uno rosa, che non avevo mai messo non per il colore come dicevo a tutti, ma perché avevo paura di rovinarlo. Ma in quel momento, capii che ne aveva più bisogno lei, quindi la spogliai, e la lavai, togliendo lo sporco dalla pelle e dai capelli, in modo che ritornasse bella come lo era sempre stata. Poi con cura le infilai il vestito, la pettinai, e le rimisi il suo diadema. Ora era la principessa che conoscevo. A quel punto mi abbracciò forte, mi disse che mi voleva bene, anche se ci “odiavamo”. Mi disse che sarei stata per sempre nel suo cuore, che avevo lasciato una traccia indelebile. Infine, sussurrò che aveva bevuto un veleno, che l’avrebbe uccisa di lì a poco, perché non ce la faceva più a vivere senza Finn, che lo amava e ormai aveva perso le occasioni per dirglielo, e che magari si sarebbero rivisti. Le ultime due parole che mi mormorò, furono “Mi dispiace”, poi chiuse gli occhi, che non si sarebbero mai più riaperti.”. Senza pensarci due volte, il bambino mi abbracciò, e io mi feci stringere, mentre piangevo silenziosamente. 

Ehilà ragassuoli! Scusate se vi ho fatto attendere così tanto, ma ora sono qua con il uarto capitolo! Spero vi piaccia, e ricordate, recensite! <3 Bassoni

La canzone del titolo del capitolo è "Candy" Di Robbie Williams!

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Capitolo 5
*** I Will Never Be With You ***



 

Quell’abbraccio, fece riaffiorare un ricordo a Marcelline, ma era confuso, e non riusciva ancora a vederlo chiaramente.
 

 

“Chi è la quarta persona?”. La domanda mi colse di sorpresa, e per un attimo rimasi spiazzata. Ma poi, rossa in faccia, gli risposi: “L’unico ragazzo che io abbia mai amato”. Con voce amareggiata, disse: “Ah, Ash…”. “No! Un altro. Ash è solo un viscido schifoso” continuai “L-lui è… un vampiro come me”. Gli si erano illuminati gli occhi di nuovo, oppure era solo una mia impressione? “E come si chiama?”. Con un filo di tristezza, sussurrai: “Non è importante. In realtà, per me lo è ancora, ma lui ha scelto un’altra.” E le lacrime tornarono, scendendo dall’occhio sinistro… Una volta avevo letto che se le lacrime scendevano dall’occhio destro, erano di gioia, se invece dall’occhio sinistro, di dolore. “Vuoi parlarmi di lui?” mi chiese. Evitai di guardarlo negli occhi e cominciai a parlare: “Era un ragazzo stupendo, l’unica persona che mi capiva davvero, con cui ero sempre me stessa, che riusciva comunque a sorprendermi sempre… Mi faceva sentire speciale e bella come mai, e pensavo di piacergli anche. Poi però è tornata LEI” lo dissi con tale disprezzo da sorprendermi da sola. “Lei?” mi chiese perplesso. “Sì, LEI. La ragazza perfetta. Bionda, occhi azzurri, coraggiosa, simpatica, con la battuta pronta. Insomma quello che ogni ragazzo desidererebbe. E’ chiaro che ha scelto lei.” Il vestito era umido di lacrime, ed io non ne potevo più. Il ricordo di quel ragazzo così perfetto, che per una volta mi aveva fatto credere che l’amore esiste, che le favole possono capitare e che anch’io potevo avere il mio principe azzurro, mi continuava a trafiggere. Venni di nuovo avvolta da delle braccia, per fortuna. Mi ci aggrappai come un’ancora, l’unico appiglio in quell’oceano di sofferenza. E poi improvvisamente una voce: “Hey baby, non piangere più.”


Scusate tanto per l'attesa, ma tra la scuola e tutto il resto non ho più scritto molto. Questo capitolo forse è un po' corto, ma introduce un'altra parte della storia!:3 grazie per l'attenzione, recensite&commentate! La canzone è You're Beautiful di James Blunt! <3

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Capitolo 6
*** You've Got a Second Chance ***


 
Cosa stava succedendo? Il cervello di Marcelline lavorava freneticamente, per bloccare tutti i ricordi che riaffioravano, uno dopo l’altro, sempre più veloci.

 
 
Mi si fermò il fiato. Quella voce. Cinque parole, ed il mio corpo non obbediva più ai miei comandi: la testa, era come impallata da tutto ciò che quella voce aveva scaturito, il cuore batteva all’impazzata, i polmoni non ci pensavano neanche a far entrare dell’ossigeno, lo stomaco aveva deciso di fare un po’ di bungee jumping, con tanto di capriole, le gambe non la smettevano di tremare, e la testa non voleva assolutamente voltarsi. Non volevo spegnere la speranza di vedere una persona in particolare, dietro a quella voce. Riuscii finalmente a ordinare ai miei polmoni di aprirsi, e feci un respiro profondo, e piano, mi voltai. Con la coda dell’occhio vidi sbucare una camicia a quadri, rossa e nera, e poi di nuovo: “Mi sei mancata.” . Mi buttai tra le sue braccia: “Marshall, o Marshall!”. Le lacrime mi scorrevano senza freno sul viso, ma per la prima volta, erano lacrime di gioia. Poi finalmente un pensiero razionale si formò pian piano nel mio cervello. “Ma cosa ci fai qui? Non te n’eri andato con “Fionnalaragazzaperfetta” ?” dissi con la tristezza dipinta in faccia. Con quel suo mezzo sorriso, quello che mi aveva tenuta sveglia per un’infinità di notti, mi rispose: “Se vuoi me ne vado eh”. Io, terrorizzata all’idea, con il ricordo del suo abbandono che bruciava come una ferita ancora aperta, dissi subito: “No, per favore no. Non ti è bastato forse farmi soffrire già una volta? Oppure vuoi ricomparire nella mia vita, mostrarmi tutto ciò che avevo e che ho già perso, e infine andartene, spezzandomi ancora una volta il cuore?”. Vidi la sorpresa nei suoi occhi: “Davvero? Io… Pensavo non t’importasse niente di me, pensavo che tu e Finn… Quindi ho pensato di togliere il disturbo”. “Devi essere proprio cieco allora! E dov’è quel tesoro della tua ragazza?” dissi riferendomi a Fionna, la ragazza che più odiavo su questo pianeta. Una risata ironica, uscì dalla bocca del bel vampiro: “Fionna? Tesoro, lei per me era ed è ancora solo una ruota di scorta di passaggio! La verità è che l’unica ragazza che voglio sei tu! Ma ero troppo stupido per rendermene conto…” . Volevo solo fermare il tempo. L’unico ragazzo che io abbia mai amato, aveva appena confessato il suo amore per me. No, non poteva essere così, mi stava sicuramente prendendo in giro. “Vedo che ti diverti ad ingannarmi! Ma basta, io non ci ricasco più!” gli urlai addosso. Strinse i pugni: “In effetti hai proprio ragione, mi diverto da ormai un anno a trasformarmi in un pipistrello e ad osservarti ogni sera, per vedere se stai bene, se mi pensi ancora. Mi diverto a trasformarmi in un bambino e seguirti, in modo tale da non essere scoperto. Sai qual è la parte che mi è piaciuta di più? Vederti baciare per sei mesi, con quello stupido ragazzo… Com’è che si chiamava? Tommy? Ah, dimenticavo, mi è piaciuto soprattutto vedere il mio amore a tanto così dalla morte, che piangeva a dirotto.” . Avermi lasciato senza parole, l’aveva fatto, ma quella era una delle cose che più mi piaceva di lui. “Ehi! Mi hai spiata? Anche quando ero… Con Tommy?” arrossii imbarazzata. “Sì ho visto tutto, per quello avevo deciso di non farmi mai più vedere e non comparire più nella tua vita.” . Aveva gli occhi lucidi, anche se cercava di non darlo a vedere. Ebbi un tuffo al cuore. Lui, mai più nella mia vita? Sarei morta a quest’ora senza lui. “E dovevi arrivare fino a vedermi sul punto di suicidarmi per decidere di ricomparire nella mia vita?” balbettai con voce rotta dal pianto. Una lacrima gli scese lungo la guancia, ma prontamente l’asciugò senza farsi notare. “Tu… Non sai com’è stato. Non sai com’è stato vedere l’unica persona di cui t’importa sul punto di fare… Sul punto di… Scomparire per sempre. Vedere le tue uniche speranze di andare avanti scivolarti via dalla mani, come sabbia in mezzo alle dita.” sussurrò piano. Una risata amara salì dal profondo della mia gola, dal profondo del mio cuore: “Tu dici? Tu dici che tutto questo non è quello che ho provato quando tu hai scelto la tua ragazza perfetta? Sono stata malissimo, Marshall Lee. Ma tu eri troppo impegnato con la bionda tinta per accorgertene.”.
“Marcelline, dio santo! Tu mi piaci, moltissimo, per favore credimi. Sei tu quella che voglio, l’unica!” e, detto questo, fluttuando a testa in giù, mi prese il viso tra le mani, quel favoloso viso bagnato dalle lacrime che diventò rosso come le fragole da cui mi piaceva succhiare il colore, e mi baciò. Non fu un bacio di quelli che dopo una settimana o due vengono archiviati e le poche sensazioni provate dimenticate. Oh no. Fu un bacio che sapeva di desiderio, di mancanza, di un amore represso che finalmente aveva trovato uno sbocco da quelle caverne di cuori in cui era intrappolato e perso. Fu un bacio di quelli da far bruciare le labbra. Uno di quelli che fanno salire i brividi al solo pensiero di quel tocco. Fu il primo bacio tra Marcelline e Marshall Lee. Fu la loro prima promessa, stretta dai loro cuori, in segreto, perché le cose più belle non sono quelle urlate al mondo, ma solo sussurrate, che solo quelli davvero attenti all’amore tra parentesi possono sentire.



Angolo autrice: Ciao a tutti1 Mi è piaciuto particolarmente scrivere questo capitolo:3 Un ringraziamento speciale a Nightmare Girl che mi sostiene fin dal primo capitolo, grazie tesoro! <3 Un grazie immenso va anche alle altre persone che hanno recensito, è grazie a voi che continuo a scrivere topini! Spero vi piaccia questo capitolo almeno quanto è piaciuto a me! Recensite <3
Il titolo del capitolo, come sempre, è tratto da una canzone, Medicine dei Daughter. Il bacio tra Marcy e Marshal io me lo sono immaginato più o meno così! 
http://a.wattpad.net/cover/3468844-256-k946875.jpg 
Solo che Marcy aveva questo vestito qui:

http://th08.deviantart.net/fs71/PRE/i/2012/348/9/a/marceline_x_marshall_lee_by_ashiedokan-d5o14vc.jpg


Bacioni

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Capitolo 7
*** When I Don't Remembered you ***


                                                                   
Finalmente i ricordi riafforano.
 
Era passata qualche settimana da quando io e Marshall Lee decidemmo di provare a stare insieme. Tutto procedeva a gonfie vele, lui si era traferito in casa mia, e vivevamo stupendamente. Ora ero arrivata nel palazzo di Gommarosa, ero venuta a vedere come procedevano le cose, come stava Maggiormenta. Dopo essere stata ringraziata e tranquillizzata, tornai a casa. Passai dal mercato dell’oca per prendere un mazzo di fiori nuovo e almeno un paio di sacchetti di fragole per me e Marshall. Essendo molto di buon umore quella mattina, passai a trovare Re Ghiaccio e Gunther, così da sapere come se la cavassero laggiù nel Regno di Ghiaccio. Arrivai a palazzo, dove Re Ghiaccio mi corse incontro piangendo: “Oh Marcelline, ora ricordo! Ricordo tutto! Prima, sono andato nella stanza del passato, e ho trovato dei video, e delle lettere… Sì, mi ricordo di te, so di Hambo, e mi dispiace di non esserci più stato, ma è la corona che mi ha fatto impazzire! Ho perso Betty, l’ho persa… Tutto per colpa di questa stupida corona! E neanche so cosa le ho detto per costringerla ad andare via, sempre grazie alle visioni causate dalla corona! Io… L’amavo! Ma ormai neanche lei si ricorda più di me… Mi ha scritto una lettera, capisci? Io l’avevo messa nelle carte da riutilizzare, non ricordandomi chi fosse. Mi aveva scritto che aveva trovato una corona uguale alla mia, che pensando di ritrovarmi se la mise in testa, e che oramai era trasformata in un mostro come me! Ed io non posso salvarla, non posso salvarla come ho fatto con te”. Con le lacrime agli occhi, lo abbracciai forte: “Ti aiuterò a trovarla, te lo giuro… Ti voglio bene”. Rimasi io stessa stupita di quelle parole, ma lui mi accarezzò una guancia, e guardandolo per la prima volta, mi accorsi che stava cambiando aspetto di nuovo! Stava tornando umano! Lui mi osservò, e con una tenerezza che raramente gli avevo visto nello sguardo, mi sussurrò all’orecchio: “Anch’io Marcy, te ne voglio davvero tanto, sei e resterai la mia bambina per sempre”. In quel momento mi sentii di nuovo quella bambina sola e sperduta subito dopo la guerra dei funghi, e rimasi abbracciata a lui per un tempo indefinito, sentendomi più che mai al sicuro. Quando sciogliemmo l’abbraccio, gli chiesi se ora il testo della canzone che avevano cantato insieme, “I Remember You”, avesse assunto significato. “Niente ha mai avuto più senso di quella canzone, tesoro.”, mi rispose lui affettuosamente. Gli occhi mi luccicavano e la voce tremava, ma riuscii a sussurrargli: “Ora non mi lasciare più, per favore”. “Mai più” mi rispose. “Mai più”.


Spazio autrice:
Ehi ragassuoli! Ho visto che l'ultimo capitolo è arrivato quasi a 100 visualizzazioni! Sono contenta che i miei lavori vi piacciano! Questo capitolo è stato molto emozionante da scrivere, metto il link della canzone(cantata proprio da Marcy e Re Ghiaccio) qua sotto

http://www.youtube.com/watch?v=TBm6nemYcNA

Il titolo del capitolo è preso dalla canzone di cui sopra
Grazie a tutti quelli che recensiscono, vi amo <3
A prestissimo, grandi baci

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Capitolo 8
*** Non Devi Piangere, no. ***


Si sentiva così vuota  

 
Andai via più felice che mai dal castello di Re Ghiaccio verso le diciotto, a sera ormai inoltrata. Il cielo era già buio e coperto di stelle luminose, piccole e grandi. Qualcuno una volta mi aveva detto che la più grande e luminosa è una persona che non è più qui vicino a te, ma continua a proteggerti da lassù. In quel momento pensai tanto a mia madre, mi mancava, e questo ricordo mi causava un dolore quasi insopportabile. Distolsi il pensiero, e fluttuai lentamente tra le nubi serali fino alla grotta. Arrivata, notai che stranamente non c’erano luci accese, ma solo candele. Entrai in casa facendo più piano possibile, temendo che ci fosse stato qualche intrusione di demoni. Sentii una risatina, che mi diede subito su i nervi, e sperai non fosse quella di un demone. Proveniva dal piano di sopra. Posata la borsa ed i sacchetti, salii piano al piano di sopra, e scoprii la provenienza di quella stupida risata, e mi accorsi che avrei preferito di gran lunga che appartenesse ad un demone. Fionna, in casa mia, sul mio letto, che baciava il mio ragazzo. E lui che sorrideva tutto contento e ricambiava addirittura i baci. Sentii millemila pugnali trafiggermi il cuore che ormai non batteva più. Marshall Lee alzò lo sguardo, e mi vide. Rimase senza parole, vedendo le lacrime scorrermi sulle guance, ed io che non mi muovevo, inerme, senza riuscire a fare qualcosa. “Marcy, ti posso spiegare!” mi disse, togliendosi la bionda di dosso. Un sorriso amaro si formò sulle mie labbra: “Che cosa mi vuoi spiegare? Che cosa? Che stavi per andare a letto con la ragazza che odio di più su questo pianeta? Dopo avermi giurato che amavi solo me e che di lei non ti importava niente? Che tutto quella che stava succedendo qui ora non è nulla?” feci un respiro profondo “con che coraggio continui a sostenere che non te ne freghi nulla di lei? Con quale Marshall Lee? Tu sapevi cosa provo per te, e te ne sei approfittato! Ed io ci sono cascata di nuovo come un’idiota.”. Dopodiché corsi via, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Lui mi seguì, e mi afferrò per un polso: “Ma io ti amo Marcelline!”. “Mi ami? Come puoi dire di amarmi? Se mi amassi davvero non avresti fatto quel che stavi facendo.”. Detto questo, mi voltai e me ne andai, mentre Fionna, arrivata dov’eravamo, diceva a Marshall Lee: “Lasciala andare, lei non ti merita.”. Vagai senza metà, non so per quanto, so solo che mi trovai in una foresta che non avevo mai visto. Credo che non mangiassi da almeno quattro giorni, ed ero stanchissima. Era da almeno mezz’ora che sentivo strani rumori e fruscii dietro di me, e ad un certo punto, mi sentii anche sfiorare un braccio. In preda al panico, mi misi a correre più veloce che potevo, ma non vidi una radice, inciampai, e sbattei la testa contro un sasso,e caddi svenuta. Al mio risveglio, la prima cosa che vidi era un soffitto di pietra che sembrava di una caverna. Voltando la testa, scoprii di essere chiusa in una prigione, c’erano delle sbarre! Mi alzai velocemente, ma ricaddi a terra subito, con la testa che veniva trapassati da fitte allucinanti per il dolore alla caviglia. Diedi un’occhiata, ma ebbi subito ribrezzo a quella vista: c’era un osso che usciva visibilmente ed era messo in una posizione anormale. Non riuscivo neanche a reggermi in piedi, il dolore che generava appoggiare il peso del corpo sopra di essa superava i miei limiti della sopportabilità dei mali. Probabilmente me l’ero slogata quando ero inciampata nel bosco. Ma perché stavo correndo? Mi sembrava di essere inseguita, ed a quanto pare non ero impazzita, avevo ragione: qualcuno mi doveva aver preso e chiusa qui dentro, ma chi poteva mai essere stato? E soprattutto cosa voleva da me? Dov’ero finita? Chissà se Marshall Lee si era preoccupato per me, se stesse in pensiero per me, se si chiedesse dove fossi in quel momento. Una figura comparve, ma non riuscivo a vederlo, era nascosto nell’ombra. Gli urlai contro con tutta la rabbia e dolore che avevo in corpo, non solo a causa sua, ma anche per la caviglia e per il ragazzo che amavo: “Cosa vuoi da me? Perché mi hai rinchiusa qua dentro?”. Lui ridendo, rispose: “Solo la tua morte.”. E se ne andò. Era la voce più terrificante che avessi mai sentito, era così piena di malvagità da spaventare pure me. Per la prima volta in vita mia ebbi paura.


Spazio autrice:Saranno le vacanze a farmi venire così voglia di scrivere? Bah! Ahahahah comunque volevo inserire qualche colpo di scena, così! Spero vi piaccia! Se avete suggerimenti o altro, recensite o scrivetemi per messaggio!:)
Il titolo viene dalla canzone "Non Devi Piangere", di Sent

Bacioni <3

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Capitolo 9
*** The Fear Had Gripped Me But Here I Go ***


Il tuo mondo sta crollando, Marcelline. Sarai pronta per la tua scelta?
 

Di colpo mi svegliai, sentivo una pressione fortissima sulla caviglia slogata, e guardando nel punto da cui proveniva il dolore, notai con orrore che un serpente, per esattezza un cobra, stava succhiando il mio sangue, ed iniettando il suo veleno. Non ci potevo credere, l’unico veleno contro il quale i vampiri non possono far niente, è proprio quello del cobra. Gli presi la coda e dandogli una morsicata violenta, misi il mio veleno in circolo nel suo corpo. Se fossi morta io, sarebbe morto anche lui. “No! Cos’hai fatto!” la voce, quella voce, mi faceva salire un brivido dalla base della spina dorsale fino alla sua punta. Sarei morta di lì a poco, quindi quello che avrei detto non avrebbe cambiato niente: “Quello stupido serpente mi ha morsa, ma alla fine, meglio così, non potrò” mi interruppi bruscamente, il veleno era entrato in circolo, il dolore mi stava dilaniando la carne dal ginocchio in giù. Ripresi fiato: “Non potrò darti la soddisfazione di morire sotto le tue torture” cercai di ridere, ma quello che uscì fu solo un suono strozzato dal dolore. Dalla parte di viso che riuscivo a scorgere, intravidi un sorriso malvagio: “Vedo che il veleno del mio tesoro comincia a far effetto” la figura si prese un attimo per accarezzare il serpente, ormai in punto di morte “aspetta che arriva al cuore e poi al cervello, quello sì che sarà un momento doloroso”. Però continuava a ronzarmi una domanda in testa, che non riuscivo a scacciare: chi diavolo era che desiderava la mia morte così tanto da prendersi la briga di inseguirmi, rapirmi, legarmi e chiudermi in una cella umida? “Puoi dirmi almeno chi sei? Tanto sono più di là che di qua, non potrei dire niente comunque”. La voce comincia ad affievolirsi, sentivo che il veleno si stava espandendo lentamente nelle cosce. “Sono Regina Ghiaccio, zuccherino” mi venne quasi da vomitare, ad entrambi i nomi, soprattutto per “zuccherino”. Anche in punto di morte Ash doveva tornare a tormentarmi?! “Tu hai rovinato la mia vita, fin da piccola: non mi ricordo i dettagli, questa corona mi ha portata alla totale perdita di memoria, ma con un po’ di volontà, sono riuscita pian piano a recuperare qualche frammento qua e là”. Parlava con amarezza nella voce, si sentiva il risentimento che provava: “Come ho detto, sin da piccola, sei riuscita a rovinarmi: quando Simon aveva ancora ricordi frammentati di me, ha preferito aiutare te, una povera bambina bisognosa, piuttosto che venirmi a cercare! Quando finalmente ti sei levata dai piedi, la corona aveva ormai preso il sopravvento su di lui, e nessuno poteva fare più nient’altro per lui. Tu hai rovinato la mia vita, portandomelo via, ed io penso di fare la stessa cosa con te!”. Ero inorridita dalle parole che aveva pronunciato quella strega, e pensare che Simon, solo poche ore prima, me l’aveva descritta quasi come una figura angelica, ed io mi fidavo di lui. Il veleno stava salendo, aveva cominciato ad attaccare anche i polmoni. Con il respiro corto, le risposi: “Ah si? E come pensi di fare?”. “Sicura di volerlo sapere?” e dicendo questo, schioccò le dita con un sorriso beffardo in faccia. Le porte si aprirono, ed entrarono cinque mostri orripilanti, che portavano una figura incappucciata in catene. Non potevo credere ai miei occhi. Regina Ghiaccio afferrò il cappuccio con le sue mani blu e ghiacciate, e lo tirò via. “Marshall Lee, cosa ci fai qui?!” solo dopo averlo detto, mi accorsi che era impossibilitato nel rispondermi, infatti qualcuno gli aveva chiuso la bocca con del nastro adesivo isolante. I suoi occhi erano un misto di rabbia, quando si rivolgevano verso la donna dai lunghi capelli, bianchi come il ghiaccio, e di preoccupazione, quando guardava me e il colorito della mia pelle sempre più spento, con il veleno del cobra che si stava appropriando del mio cuore ogni secondo che passava. Prese la parola per lui la vecchia strega: “Ho trovato questo sciocco mentre gridava il tuo nome per il bosco nel quale ti ho rapita io”. Quindi mi aveva seguito? Si era davvero preoccupato per me? Gli occhi di Regina Ghiaccio si incastrarono nei miei: “Ascoltami bene, hai due opzioni: la prima, è quella di vivere entrambi, ma lui si dimenticherà di te, ed anzi penserà che la biondina sia il suo vero amore. Non ci sarà più posto per te nel suo cuore, e verrai dimenticata come ha fatto Simon con me”. Al solo pensiero gli occhi mi si appannarono di lacrime, ma non potevo farmi vedere piangere da lei. Mi feci forza: “E la seconda?” mi guardò con aria di sfida: “La seconda? Beh… Muori tu…”. Okay, potevo farcela, è da quasi un’ora ormai che lottavo con la morte, non avrei resistito ancora a lungo. Ma lei continuò: “…E muore lui”. Non ci potevo credere, mi aveva davvero chiesto di scegliere tra queste due opzioni? Non vedevo una soluzione, e guardai Marshal Lee negli occhi. Cos’era meglio, vederli così, ma non pieni d’amore com’erano in quel momento, o senza vita? Non sapevo neanche cosa pensasse lui, ma in quel momento non m’importava. Avevo preso la mia scelta.



Angolo autrice: NON UCCIDETEMI VI PREGO:3
So che è passato quasi un anno, ma ho perso la password dell'account, e poi ho avuto vari problemi con la scuola 
Scusatemi tanto! Spero potrete perdornami, sono di nuovo qua:)
La scelta la dirà nel prossimo capitolo, sono prorpio una figlia di nessuno, vi ho fatto aspettare così tanto e ora vi lascio pure con la suspence. Va bbeh, un bacione! <3
Il titolo è preso da: "Breezeblocks" degli Alt-J(∆)

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Capitolo 10
*** Please Don't Go, I Love You So ***


Non voglio vivere sapendo che lui non si ricorderà chi sono.

 
 
Ero sicura della mia scelta, sarebbe stato meglio così. Non avrei potuto permettere altrimenti. Quello stupido sorrisetto maligno sulla faccia di Regina Ghiaccio mi faceva uscire di testa, ma non avevo più la forza di arrabbiarmi. “Ho scelto”. Per parlare avevo bisogno di riprendere fiato dopo poche parole. Spostai gli occhi in quelli di Marshal: “Lui non può morire. E’ l’amore della mia vita, siamo anime gemelle, e non può morire.” Riprendo fiato. “Si dimenticherà di me, ma potrò accettarlo, a patto che nei suoi occhi possa ancora risplendere quello scintillio che mi ha sempre fatto stravedere per lui”. Pausa. “Però…” abbassai lo sguardo: “Io non voglio vivere, se non potrò svegliarmi la mattina accanto a lui.” Rialzai lo sguardo, dovevo godermi gli ultimi momenti in cui entrambi ci amavamo. “Se finalmente saprò che è capace di amare alla follia, ma che quell’amore non sarà per me. Io scelgo di non vivere, e se tu, Regina, ti opporrai alla mia scelta, sappi che tenterò di porre fine alla mia esistenza ogni giorno che mi rimane da vivere. Io scelgo di morire, piuttosto che di vivere ma di essere morta dentro”. Mentre parlavo, gli era scivolata una lacrima lungo la guancia, occhio sinistro. Il sorriso di quella strega si allargò: “Va bene, accetto la tua scelta, ma dovrai morire qua, dietro queste sbarre, ed io voglio vederti soffocare nel dolore nei tuoi ultimi attimi di vita. Ti resta ancora qualche minuto”. Marshal cominciò ad agitarsi, e riuscì a liberarsi dallo scotch: “Non puoi farlo Marcelline! Non puoi…”. Con la poca voce che mi rimaneva, lo interruppi, e sussurrai: “La mia scelta l’ho già presa, ed ormai non posso tornare indietro. Ti amo”. Cercò di rispondermi, ma prima di riuscirci, gli rimisero lo scotch sulle labbra. “Ultimo desiderio?” mi chiese la megera, sorridendomi. “Si, uno” presi un bel respiro “voglio carta e penna, e voglio che, quando non ci sarò più ed avrà dimenticato” indicai con gli occhi pieni di lacrime Marshal Lee “consegni questa lettera alla persona a cui è indirizzata”. Regina Ghiaccio annuì, e si fece portare quello che le avevo chiesto. Strano, era troppo gentile. Ma poi aggiunse, ghignando: “E’ meglio se ti sbrighi, non ti rimane ancora molto”. Non poteva non aggiungere qualcosa di cattivo. Cominciai a scrivere, lentamente ma cercando di usare la grafia più chiara possibile: “Cara Fionna”. Ma subito cancellai il “cara”. Si stava portando via l’amore della mia vita, altro che “cara”. “Fionna, sono Marcelline. Sto morendo, e non ho più molta forza per scrivere. Marshal Lee d’ora in poi sarà tuo, non ci sarò più io e potrai averlo tutto per te. So che non siamo mai state grandi amiche, anzi, ma ti devo chiedere di farmi due favori, per quando non ci sarò più: il primo è quello di non dirgli di questa lettera, e del suo contenuto, né di parlargli di me, lui non si ricorderà niente, non si ricorderà di me e lui, penserà che ci sia stata sempre tu, come se io non fossi mai esistita. Il secondo, quello che mi sta più a cuore, e che spero tu ti sforzerai di portare a termine in qualsiasi modo, è quello di renderlo felice. Prenditene cura, ti prego, non lasciare che si rovini, ma soprattutto, non lasciarlo, non ce la farebbe senza di te.”. Non ce la facevo più, la mia energia vitale era quasi esaurita, mi girava da matti la testa, ma mancava solo una frase alla fine. Ripresi a scrivere: “E per favore, amalo tanto, moltissimo, fino a perdere la testa per lui, fino a diventare matta. Amalo, perché io ormai non posso più farlo. Riempilo di baci, di abbracci, sussurragli quelle frasi dolci all’orecchio che lo fanno impazzire, prendilo per mano in mezzo alla gente, accarezzagli i capelli anche se dice che gli dà fastidio. Amalo, amalo anche un po’ per me.”. Così conclusi la mia lettera, la penna mi scivolò dalle dita, la vista mi si annebbiò, e caddi sdraiata per terra. Era arrivato il momento. E l’ultima cosa su cui si è posato il mio sguardo prima del buio, sono stati quei suoi grandi occhi blu, pieni di lacrime.

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Capitolo 11
*** It May Be Over But It Won’t Stop There ***


Qualcosa cambierà? La tua realtà sicuramente, Marcelline.

 
Svegliandomi, pensai di aver fatto una delle dormite più rilassanti di tutta la mia vita. Mi sentivo così leggera, anche levitare non era mai stato più facile. Cercai di orientarmi nella penombra, e fu solo in quel momento che inorridita notai la presenza di qualcuno. Più mi avvicinavo, più mi sembrava strano. Più mi avvicinavo, più mi spaventavo. Perché più mi avvicinavo, più mi rendevo conto di quanto fosse simile a me la persona lì distesa. Le ciocche di lunghi capelli neri erano sparse intorno ad un viso pallido, dove lunghe ciglia coronavano il sonno di due grandi occhi. Un paio di rosse labbra carnose semi aperte non emettevano alcun suono, né respiro. Il lungo collo, reso particolare dai due buchi su di un lato, portava ad un petto ed una vita snella, gambe lunghe ed atletiche. Quella ragazza lì distesa, senza vita, ero io. Ed allora in questo momento cos’ero io? Dov’ero finita? E’ possibile che i vampiri diventino fantasmi? Dovevo pensare, dovevo ricordarmi cosa era successo. Lentamente cominciai a rammentare tutto, dal litigio con Marshal e la fuga nel bosco, dal rapimento ed i ricatti di Regina Ghiaccio, fino alla mia morte dopo aver rinunciato all’amore della mia vita. Ed ora, anche Marshal Lee non si ricordava di me, ora stava vivendo la sua vita perfetta con quell’idiota di Fionna, ma che diritto avevo io di distruggere tutta la sua realtà? E come avrei fatto poi? Ridotta nello stato in cui ero, dubitavo che qualcuno avrebbe potuto vedermi o sentirmi, perciò non avevo idea di che cosa avrei fatto. Ormai potevo svolazzare di qua e di là e passare attraverso i mobili, ma si sarebbe materializzato ancora l’incubo di quando ero piccola: essere invisibile. Nessuno comunicava con me, era come se non mi vedessero, per non parlare di mio padre, che era preso dal governo del suo regno. Ed ora mi ritrovavo di nuovo in questo stato. Ma almeno avrei potuto vedere e controllare di persona che Marshal Lee fosse davvero felice. La prigione dove ero stata rinchiusa era come abbandonata, quella megera e tutti i suoi scagnozzi imbecilli erano spariti. Volai fino a casa mia, sapendo perfettamente che con ogni probabilità Fionna se n’era appropriata, come di tutta la mia vita, d’altronde. Eccomi arrivata. Stavo per passare dalla porta, ma poi mi ricordai del mio stato di ectoplasma o quel che ero, quindi semplicemente attraversai il muro. Eccoli lì, insieme e felici. Marshal non la smetteva più di sorridere, e non riuscivo a pentirmi di essere morta per quel sorriso. Era qualcosa di meraviglioso, quando ancora ero viva, anche se il mio cuore era fermo, lo sentivo battere fortissimo, solo per colpa di quegli attimi in cui potevo fissare le sue labbra tendersi ed i suoi canini spuntare fuori. A vedere le fossette che si creavano nelle sue guance mi venivano i brividi, e sorridevo a mia volta. Beh, non era cambiato assolutamente niente, le emozioni erano sempre le stesse. Mi sarei dovuta mettere da parte, tanto in qualsiasi caso non avrei potuto fare niente. Ma prima di andarmene, volevo sfiorarlo un ultima volta. Mentre era seduto sul divano, quello su cui avevamo trascorso ore ed ore di lotte e coccole, maratone della mia serie preferita o scontri all’ultimo sangue con il nuovo videogame che lui adorava, mi chinai esattamente nello stesso modo in cui si era messo quando mi aveva baciata per la prima volta. I miei capelli gli sfioravano le cosce per finire ai suoi polpacci, e con le mani gli accarezzavo il collo. Poi, più lentamente che potevo, gli sfiorai le labbra, ed avvertii una minuscola scossa elettrostatica. Avrei voluto che quel momento non finisse mai. Per un attimo, si portò le dita alle labbra. Non potevo crederci, aveva sentito qualcosa? Ma poi si sentì la voce della biondina gridare dalla cucina: “Tesoro, sono pronte le tue fragole con succo di lampone!”. Il suo piatto preferito, quello che gli preparavo dopo una litigata. Marshal Lee subito si risvegliò da quella specie di trans in cui era entrato dopo il nostro lieve bacio, si alzò, attraversandomi, e mi lasciò lì, a testa in giù, di nuovo sola, senza più speranze a cui potermi aggrappare. In quel momento scoprì che i fantasmi potevano anche piangere. 


Eccomi di nuovo! Dai, stavolta la mia attesa non è stata troppo lunga! Comunque mi dispiace per come vi ho lasciati nell'ultimo capitolo e so che questo non è il massimo, ma non trovavo l'ispirazione, ed ho pure pensato di lasciare la storia così com'era e darla per conclusa. Il titolo come al solito è preso da una canzone, "Goodbye My Lover" di James Blunt.
Baci <3

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