Olivander
Ed
ecco il terzo capitolo! Buona lettura :D
Terminato
il pranzo, si riunirono tutti nel salone della famiglia Potter.
Arianna continuava a tormentarsi, preoccupata di non essere in grado
di affrontare il quarto anno ad Hogwarts. Sarebbe davvero riuscita in
due mesi ad imparare tutto ciò di cui aveva bisogno? Voleva
cominciare al più presto, che Adam fosse d'accordo o no.
-”Sai
Arianna, è incredibile quanto tu sia uguale a tua madre alla sua
età”
-”Ha
ragione Lily. Hai i suoi stessi occhi.” disse James sorridendo alla
ragazza.
Improvvisamente
la ragazza si ricordò della domanda che avrebbe voluto porre al
padre, ma non era sicura se fosse pronta o no a parlarne davanti a
così tanta gente. Perciò decise di aspettare a quando sarebbero
stati da soli.
-”Beh
ragazzi, io proporrei di fare una gita a Diagon Alley. Prima i
ragazzi avranno i libri e prima Arianna si tranquillizzerà” disse
Michael facendo una smorfia alla figlia.
-”Allora
vado a scrivere a Ron dove stiamo andando, così magari potremo fare
gli acquisti insieme” disse Harry alzandosi dal divano e
dirigendosi al piano di sopra.
-”Ron
è un nostro caro amico” - spiegò Hermione - “frequenta anche
lui il quarto anno come noi”
-”È
il maschio più piccolo dei Weasley” disse Lily a Michael.
-”I
Weasley? Mi sembra sia passato un secolo da quando li ho visti
l'ultima volta!”
Dopo
una ventina di minuti Harry scese giù dalle scale di gran carriera è
annunciò che la famiglia del suo amico li avrebbe aspettati al
Paiolo Magico.
-”Cos'è
il Paiolo Magico?” chiese Adam curioso.
-”È
una locanda, ma lì si trova il passaggio per Diagon Alley” spiego
James al ragazzo.
-”Direi
che possiamo andare allora. Credo sia meglio spostarsi con mezzi
babbani, avete già provato una Passaporta, non vorrei scombussolarvi
troppo” disse Lily premurosa ai ragazzi.
-”Babbani?”
chiese Arianna aggrottando la fronte.
-”Non
magici, cara” precisò la signora Potter.
-”Tesoro,
tira fuori un po' di quelle sterline” disse il signor Potter alla
moglie, alzandosi dalla poltrona e dirigendosi verso l'uscita.
-”Dovrei
averle messe qui da qualche parte” – sbuffò Lily con la testa in
una piccola credenza - “perché non posso utilizzare i galeoni
anche i babbani?”
-”Galeoni?
Sono i soldi magici?” chiese Adam incuriosito. Quel ragazzo aveva
continuato a far domande a destra e a manca, su ogni cosa. C'era da
aspettarselo in fondo: quanti avrebbero resistito a non domandare
alcunché su un mondo magico appena scoperto?
-”Quelli
d'oro sono i galeoni” - spiegò James tirando fuori dalla tasca dei
pantaloni tre strane monete - “Diciassette falci d'argento fanno un
galeone e ventinove zellini fanno un falce: facilissimo, no?”
concluse sorridendo ai ragazzi Montgomery.
-”Non
esattamente” ammise Arianna avvicinandosi alle monete.
-”Ne
avrete da imparare cari ragazzi, ma non preoccupatevi: siamo qui per
aiutarvi” disse la signora Potter tirando la testa fuori dalla
credenza e avvicinandosi ai ragazzi. Nella mano destra stringeva
quelli che ad occhio Arianna giudicò cento sterline. Le infilò
nella borsetta e aprì la porta di casa.
-”Vi
raggiungo subito” disse Michael al gruppo che aveva già cominciato
ad uscire di casa.
Arianna
ebbe un lampo di genio e, mentre il gruppo si apprestava a chiudersi
la porta alle spalle, lei segui il padre che si stava dirigendo al
piano di sopra.
-”Hai
dimenticato qualcosa papà?” chiese a Michael che, colto alla
sprovvista, sussultò.
-”Ero
convinto fossi andata con gli altri tesoro” - disse girandosi verso
la figlia - “devo solo prendere la chiave della cassaforte che
abbiamo alla Gringott, la banca dei maghi”
Insieme
salirono le scale che portavano al secondo piano in silenzio.
-”Papà”
- chiese Arianna facendo appello a tutto il coraggio che aveva - “la
mamma.. Insomma, era anche lei.. una strega?”
-”Certo
che lo era tesoro, ed era una delle migliori che io ricordi. Quando
studiavamo ad Hogwarts mi aiutava sempre coi compiti nella sala
comune”
Arianna
si chiese cosa fosse questa sala comune, ma al momento era un altro
l'argomento che le premeva.
-”E
se era una così brava maga, non c'era niente che avrebbe potuto fare
per evitare l'incidente?”
Michael
si fermò sul corridoio e iniziò a rigirarsi la fede intorno
all'anulare.
-”Tesoro,
preferirei parlarti della mamma quando ci sarà anche Adam ad
ascoltare” spiegò l'uomo mettendo una mano sulla spalla della
figlia.
-”Certo.
Vorrei solo capire” si giustificò Arianna. Era ovvio che il padre
ritenesse corretto aspettare anche Adam, ma la curiosità e una
strana ansia ribollivano nel petto della ragazza. Perché provava
questa strana sensazione?
-”Adesso
muoviamoci dai, ci staranno aspettando” disse l'uomo dando un
buffetto affettuoso alla figlia.
Entrarono
in una stanza decorata con un centinaio di tonalità di blu. Più
Arianna fissava ciò che la circondava più credeva di essere
nell'oceano.
Il
letto, ricoperto da morbide lenzuola blu, era ornato da una decina di
cuscini che avevano tutti una tonalità diversa, dall'azzurrino, al
celeste ad un blu molto intenso. Lo scrittoio, posto sotto un'ampia
finestra dove le tendine celesti non impedivano al sole di entrare,
era ricoperto di libri rilegati in pelle, piume e boccette di
inchiostro. In un angolo della camera, appollaiato nella sua gabbia,
Astolfo riposa emettendo qualche piccolo sbuffo ogni volta che
espirava. Ma ciò che in assoluto lasciava la ragazza senza parole
erano i quadri. Magnifiche scene di uomini al comando di navi e pesci
che nuotavano nel profondo blu ornavano quelle pareti azzurro
pastello. Arianna si avvicinò ad un quadro dove due maestosi pesci
gialli si guardavano. Non appena poggiò le dita sulla cornice i due
pesci sparirono oltre uno degli lati di essa.
Arianna
ritirò le dita come se si fosse scottata.
-”Come
è possibile?” chiese al padre che richiudeva il baule poggiato
accanto alla gabbia di Astolfo.
-”Arianna,
qui i quadri hanno una vita loro” - spiegò Michael sorridendo alla
figlia - “sta a vedere”.
L'uomo
si avvicinò ad un quadro che raffigurava due marinai intenti ad
issare le vele di una vecchia barca.
-”Scusate
signori, verso che terre siete diretti?”
-”Speriamo
di raggiungere le Americhe” gracchiò uno dei due marinai.
-”Grazie
mille, e buon viaggio”
Michael
tornò accanto a sua figlia e le mise una mano sulla spalla.
-”Visto
tesoro? Dai, prima avremo comprato i libri e prima vi rimetterete al
passo con gli altri”
Insieme
uscirono dalla camera e, successivamente, dalla casa.
-”Era
ora! Avanti, non vedo l'ora di andare da Olivander!” disse Adam
saltellando da un piede all'altro.
-”Vedo
che ti hanno già spiegato qualcosa” sorrise Michael.
Il
gruppo si diresse alla metropolitana e, dopo qualche difficoltà nel
superare i tornelli, salirono tutti sulla metro che li avrebbe
portati a Charing Cross.
Durante
il viaggio Arianna continuò a farsi domande sulla madre. Più
pensava a lei, e più quello strano senso di ansia aumentava al
centro esatto del suo petto. C'era qualcosa che il padre non aveva
detto loro, lo capiva dal modo in cui si era rigirato la fede fra le
dita.
-”Ricordati,
ogni volta che papà si rigira la fede fra le dite sta per dirci
qualcosa di importante” le aveva detto una volta Adam.
Quando
arrivarono scesero tutti dalla metro e uscirono all'aperto. James,
Michael e Lily guidavano il gruppo e intanto si raccontavano quello
che era successo durante la loro separazione. Arianna colse solo
alcune frasi sconnesse.
-”Sirius
e Remus faranno i salti di gioia quando ti vedranno!” disse James.
-”I
Malandrini sono tornati” continuò Lily.
Hermione
nel frattempo stava spiegando a lei e ad Adam come funzionavano le
cose ad Hogwarts. Dispiacendosi di essersi fatta distrarre, focalizzò
tutta la sua attenzione su di lei.
“E
poi il Cappello Parlante vi smisterà in una delle quattro case,
spero sia Grifondoro così potremmo stare più insieme, ma anche se
fosse una delle altre case potremmo frequentarci comunque”
-”Sperate
solo di non finire in Serpeverde” disse Harry unendosi al discorso.
-”Harry
avanti non dire così! Grandi maghi sono usciti dalla casa di
Serpeverde”
-”Oh
certo, come ad esempio Tu-Sai-Chi” disse il ragazzo alla sorella.
-”Tu-Sai-Chi?”
chiese Adam ad Harry.
-”Il
più grande mago oscuro di tutti i tempi, o almeno.. lo era.”
-”E
adesso? Qualcuno di più oscuro ha preso il suo posto?”
-”Oh
no, è stato annientato”
-”E
da chi?” chiese curiosa Arianna.
-”Sarà
meglio che ci muoviamo, gli altri sono già lontani” disse Hermione
ponendo fine al discorso.
Arianna
ebbe l'impressione che Hermione rimproverasse con lo sguardo Harry,
ma non ne fu del tutto sicura.
Raggiunsero
un vecchio edificio ed entrarono.
All'interno
il locale era buio e dismesso, ma ad attirare l'attenzione della
ragazza furono un gruppo di sei persone coi capelli rossi. Due
ragazzi stavano confabulando fra di loro, l'unica ragazza parlava con
quelli che Arianna suppose essere la madre e il padre e l'altro
ragazzo era occupato a divorare un piatto di cosce di pollo.
Vedendo
che si dirigevano tutti in quella direzione, Arianna capì che quelli
dovevano essere i Weasley.
-”Scusate
il ritardo” disse Lily sorridendo al gruppo seduto al tavolo.
All'istante
la donna rossa si alzò ed abbracciò Lily, e lo stesso fece la
ragazzina con Hermione.
-”Eccovi
qui! Eravamo tutti in attesa! Harry ci ha detto che Michael è
tornato e..” la donna si interruppe guardando Arianna.
Immediatamente si avvicinò a lei.
-”E
da non crederci, sei identica a tua madre”
-”È
la seconda persona che me lo dice oggi.” - sorrise Arianna tendendo
la mano verso la donna - “Piacere, Arianna Montgomery”
La
donna le strinse la mano e si presentò come Molly Weasley.
-”Michael,
è una vita che non ti vedo! Finalmente ti sei deciso a tornare!”
disse l'uomo stringendo la mano a Michael e presentandosi ai ragazzi
come Arthur Weasley.
-”E
questi sono i miei figli: quei due sono Fred e George, lei è Ginny e
lui è Ron”
Il
ragazzo rosso lasciò da parte il suo pollo per un attimo e fissò
Arianna meravigliato.
-”Accidenti,
tu sei Arianna Montgomery!È.. è incredibile”
Arianna
fissò il ragazzo stranita e Michael cambiò discorso all'istante.
-”Forza
andiamo, le vostre bacchette vi aspettano!”
Seguito
dagli altri si diresse nel retrobottega e, battendo un colpo di
bacchetta su un muro di mattoni, un passaggio si aprì loro.
Meravigliata
Arianna entrò guardandosi intorno e vide una centinaia di persona
bizzarre camminare tranquilla per quelle vie.
-”Direi
di prendere prima le bacchette, che ne pensate ragazzi?” chiese
Michael ai figli che risposero annuendo.
-”Allora
direi che possiamo ritrovarci al Ghirigoro per comprare i libri”
aggiunse l'uomo rivolto al gruppo.
Si
salutarono e la famiglia Montgomery si incamminò verso il negozio di
Olivander.
Arrivarono
davanti ad un negozietto scuro con un'insegna
a lettere d'oro scortecciate sopra la porta che diceva: "Olivander:
Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C."
Entrarono
e un anziano signore si presentò loro da dietro un ampio bancone.
“Olivander,
che piacere vederti” - disse Michael all'uomo - “ti ho portato
due giovani maghi bisognosi di bacchetta”
-”Oh,
il signore e la signorina Montgomery. Mi chiedevo quanto ancora avrei
dovuto attendere la vostra venuta”
L'uomo
uscì da dietro il bancone e tese una mano ai ragazzi.
-”Vorrei
iniziare con lei signor Montgomery, non le dispiace vero, signorina?”
chiese guardando Arianna.
La
ragazza scosse il capo e Olivander si diresse verso uno dei
giganteschi armadi pieni di tanti piccoli cassetti. Ne aprì uno e
tirò fuori una bacchetta.
-”Mogano,
11 pollici esatti. Nucleo di crine di Unicorno. Buona flessibilità”
Dopo
essersela rigirata tra le mani qualche secondo la diede ad Adam.
Il
ragazzo la strinse nella mano destra e sussultò.
-”Wow,
avverto un certo calore alle punte delle dita”
-”Sa,
è una vera fortuna trovare la bacchetta al primo tentativo.” disse
l'anziano uomo al ragazzo. Riprese la bacchetta che aveva data ad
Adam e la incartò, mettendola in una scatola.
-”E
adesso è il suo turno signorina”
Così
dicendo si diresse nuovamente ai cassetti ed estrasse un altra
bacchetta.
-”Acero,
13 pollici e un quarto. Nucleo di corde di cuore di Drago. Rigida. La
provi” disse tendendola alla ragazza.
Arianna
non fece in tempo a stringere la bacchetta che Olivander gliela aveva
già strappata di mano.
-”No
no, non ci siamo”
Si
avvicinò ad un altro cassetto ed estrasse un'altra bacchetta.
-”Quercia,
9 pollici e mezzo. Nucleo di crine di Unicorno. Flessibilità
discreta. Tenga” disse porgendola alla ragazza.
Nuovamente
la ragazza non fece in tempo a toccarla che Olivander gliela strappò
di mano.
“No
no. Non ci siamo ancora. Cliente difficile, eh?”
Arianna
iniziava a spazientirsi. Come poteva sapere se quella era o no la sua
bacchetta se quell'uomo continuava a strappargliela di mano?
L'uomo
si avvicinò ad un altro cassetto ed estrasse una bacchetta.
“Ora
mi chiedo... sì, perché no... combinazione insolita... agrifoglio e
piume di fenice, undici pollici, bella flessibile. La provi”
Arianna
la prese in mano. Avvertì un calore improvviso alle dita. La alzò
sopra la testa, la abbassò sferzando l'aria polverosa e una scia di
scintille rosse e d'oro si sprigionò dall'estremità come un fuoco
d'artificio, proiettando sulle pareti minuscoli riflessi danzanti di
luce.
-”Finalmente”
Strano però, molto strano”
-”Cosa
trova strano, signor Olivander?” chiese la ragazza. L'uomo iniziò
ad impacchettare anche l'altra bacchetta.
-”Ricordo
tutte le bacchette che ho venduto, signorina Montgomery, una ad una.
E si dia il caso che la fenice da cui deriva il nucleo della sua
bacchetta abbia dato soltanto un'altra piuma. Ciò che è strano è
che lei sia destinata a questa bacchetta, dal momento che la sua
gemella le ha inferto quella cicatrice”
Le
parole del vecchio spiazzarono Arianna.
Era
impossibile. Quella cicatrice lei se l'era procurata nell'incidente
che aveva ucciso sua madre.
Improvvisamente
nella sua testa tutte le frasi che aveva sentito quel giorno
assunsero un senso.
Hermione
che faceva tacere Harry, lo stupore del ragazzo coi capelli rossi di
cui adesso non riusciva a ricordare il nome.
-”Grazie
Olivander, adesso sarà meglio andare” disse Michael pagando.
Arianna
e Adam lo seguirono meccanicamente.
-”Ti
senti bene?” chiese il ragazzo alla sorella.
La
ragazza si limitò ad annuire.
-”Ragazzi”
- disse Adam fermandosi davanti ad una gelateria - “credo sia
giunto il momento di parlarvi di vostra madre. Sediamoci”
Entrarono
nella gelateria e il padre sorridendo chiese un tavolo appartato ad
un uomo. Sembrava conoscerlo, ma al momento Arianna non riusciva a
rendersi conto di ciò che le stava succedendo attorno. Tutto era
così surreale e, adesso che iniziava ad avvicinarsi la spiegazione
che aspettava, quello strano senso di ansia assumeva un significato.
In
un solo giorno la sua vita si era ribaltata e lei non era ancora
sicura della piega che avrebbe assunto.
Dopo
essersi seduti restarono qualche minuto in silenzio.
Michael
continuava a rigirarsi la fede fra le dita e Arianna iniziò a
giocare con un boccolo ribelle che le accarezzava una guancia.
-”Devo
raccontarvi cosa successe quella notte..”
Spero
vi sia piaciuto! E scusate se non riesco ad aggiornare spesso, ma
posso promettervi che mi impegnerò a postare un capitolo a
settimana!
Alla
prossima!
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