Still Into You

di AmandaBurton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 18: *** 18. ***
Capitolo 19: *** 19. ***
Capitolo 20: *** 20. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


_i'm back bitches!
ok, no.
premetto che questa storia, davvero senza senso è stata partorita dalla mia mente malata alle 6 del mattino, mentre ascoltavo "Still Into You" dei Paramore.. non so davvero cosa sia uscito dal mio cervello e chiedo venia.
spero qualcuno apprezzi il mio breve ma intenso sforzo.
aggiornerò? non so davvero quando, poichè ho tra le mani altre 3 storie più o meno, troppi compiti in classe e davvero taaaaante interrogazioni.
spero nel meglio!
p.s. oh, scusate se sono capitoli corti!
Rage&Love
-A_


-Ti prego, dimmi che hai la relazione su Blake!- urlò Evan, correndo verso la sua compagna Kat.
L'altra si voltò, con fare quasi annoiato e la guardò da capo a piedi -Direi di no. Non ce l'ho-.
-Oh avanti!- si lamentò l'altra -Non ho potuto davvero stavolta!-
Kat si abbandonò sul muretto dov'era seduta -Mi sono rotta di passarti i miei compiti. Dovresti iniziare seriamente ad impegnarti, se non vuoi che..-
-..che Iero mi bocci, lo so, lo so!- mugugnò Evan -Ma dico davvero, stavolta ho avuto tanti di quegli impegni che..che..-
-"che" cosa Evan? Ti conviene inventare davvero una buona scusa stavolta!-

Iero l'avrebbe bocciata.
Se lo sentiva.

Quel tipo era un metro e 65 di pura cattiveria, ricoperta di tatuaggi.

Evan odiava quel tipo.

S'era presentato il primo giorno dicendo che la Morgue, la vecchia professoressa di letteratura, era in aspettativa.
S'era fatta ingravidare!

Nessuno aveva accettato di buon grado l'arrivo di quel Iero, che però era ostinato a volersi integrare in ogni modo.

-Kat, ti prego..- mormorò Evan, mentre la sua amica si era rimessa in piedi, e camminava lentamente verso l'ingresso dell'edificio.
-No- disse in modo secco e deciso.
Evan sbuffò pesantemente.
-Stronza-.

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Capitolo 2
*** 2. ***


-Buongiorno ragazzi- disse con un sorriso il professor Iero.

Quel suo sorriso da bambino.
Patetico.


-Buongiorno- risposero in coro tutti i ragazzi seduti di fronte a lui.
-Avete tutti la relazione su Blake?- domandò l'uomo.
Gli altri si guardarono in faccia frastornati, e annuirono all'unisono.
-Bene, allora.. Calligan, potresti ritirarle?- disse rivolto verso Kat.
La ragazza si alzò dal suo posto, e iniziò a girare per i banchi, raccogliendo i fogli che i suoi compagni le porgevano.
Quando Kat, arrivò alla cattedra, il professor Iero, iniziò a sbirciare tra tutte quelle frasi scritte.

-Mh..- mormorò -Robins, manca la tua relazione o sbaglio?- 
Evan sprofondò nella sedia.
-Robins, ti vedo- disse lui sorridendo, con lo sguardo piantato sui fogli che teneva in mano.
La ragazza risalì, e si appoggiò al banco. -Si, manca la mia professore-.
-E come mai?-
-Be, io..-
-Non hai trovato nessuno che te ne facesse una copia?- aggiunse, sorridendo.
Evan divenne rossa in viso -Io ho dovuto lavorare..-
-Robins, quest'anno rischi davvero di essere bocciata- disse seriamente lui.
La ragazza sospirò.

Odiava quel Frank Iero.

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Capitolo 3
*** 3. ***


-Papà, io esco..- disse la ragazza, poggiando una mano sulla maniglia.
-Non tornare tardi!- disse l'uomo dalle scale.

Evan uscì di casa, diretta a lavoro.

Lavoro.

Non era davvero un lavoro.
Non legale almeno.
Si limitava a starsene in un angolo della strada, e ad aspettare che qualche ragazzino idiota le si avvicinasse chiedendo dell'erba.
Lei a quel punto estraeva con fare sospetto una bustina dalla tasca interna del suo trench.
Il ragazzino pagava, e spariva, ignorando il fatto che l'unica cosa che quella bustina conteneva era rosmarino essicato, con una minima quantità di marijuana.

L'unica cosa che anche Evan ignorava, era che quella sera, la strada sarebbe stata "leggermente troppo trafficata".


-Robins- si sentì dire alle spalle.
La ragazza sussultò, e si voltò di scatto.
-Professore!-

Frank Iero, il fottuto professore di letteratura, se ne stava in piedi di fronte a lei, con il sorriso stampato in faccia e le mani spinte nelle tasche, senza dire una parola.

-Che ci fa qui?- domandò lei, in leggero imbarazzo.
Lui sorrise -Sono uscito a bere qualcosa.. I compiti dei tuoi compagni di classe sono sfiancanti-.
Evan annuì, cercando di apparire convinta.

-Sai che se a scuola si venisse a sapere una cosa simile ti caccerebbero a pedate nel culo?- disse l'uomo all'improvviso.
La ragazza sgranò gli occhi -Co-cosa?-
Frank indicò la bustina che Evan aveva in mano -Quella.. Potrebbe portarti parecchi guai..-
Lei fece cadere ciò che teneva stretto tra le dita -Io.. io.. Professore la prego..-
L'uomo scosse la testa -Robins, rischi la bocciatura e ti metti anche a fare lavori sporchi. Mi vedo costretto a parlarne con il preside-.

Sarebbe stata la fine.




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Capitolo 4
*** 4. ***


_Buonsalve a tutti.
mi sono lasciata un pò andare, ma eccomi qui, con una prefazione leggermente distruttiva e critica.
io sono sempre stata la prima a dire di cavarmela discretamente con la scrittura; certo non posso paragonarmi a emily bronte, o a qualcuno di voi, davvero bravo.
ma non reputo nemmeno di fare così schifo.
ieri sera, ho ricevuto una recensione, in cui mi si faceva notare che i capitoli sono troppo corti (cosa di cui ho chiesto scusa già dall'inizio), o che comunque facendomi capire che, non scrivendo di coppie slash, qui verrò considerata molto poco.
inoltre la ragazza in questione, ha affermato che non leggerà la mia storia..nel senso di mai più suppongo.
ed è ok.
i gusti son gusti.
ma volevo solo far capire a voi, o comunque a chi mi segue, che io scrivo per me stessa, non per altro, e se poi piace, ben venga.
vorrei chiarire il punto "frerard": io non scrivo di coppie slash, per il semplice fatto che non credo nel frerard con amore, ma come una semplice e forte amicizia (altrimenti di conseguenza, non ci sarebbero stati matrimoni e cose simili, dato che come fanno spesso notare frank e gerard, essere omosessuali non è male.. e io in questo ci credo davvero, sposando pienamente le loro idee su questo tema).
a me non ha dato fastidio la recensione, anzi, mi è praticamente scivolata quasi addosso.
quel che mi ha urtato, è stato il fatto di essere ripresa da una 13enne.
e non tanto per l'età, quanto per il fatto che io scrivo da prima che lei nascesse.
non sarò un mito, ok, ma semmai lo fossi stata (come lei crede di essere a quanto pare), non avrei mai recensito qualcuno vantandomi di essere nei preferiti di altri 10 utenti.
non sono arrabbiata.
sono semplicemente contrita e leggermente confusa.
io comunque continuerò a scrivere, perchè è ciò che mi piace, e nessuno si è mai lamentato.
il fatto che i miei protagonisti non si sodomizzino ogni 45 secondi, è solo un problema loro.
spero di essermi spiegata, e spero che la suddetta leggerà almeno questo status per parlarne civilmente.
Rage&Love
-A_



Il fottuto Iero.
Il fottuto sapeva tutto.
E l'avrebbe rovinata.

Si sarebbe giocata il college, le borse di studio e il resto.
Lei non aveva colpe: voleva davvero impegnarsi!

-Non preoccuparti Evan!- disse Jake, mentre si gettava sullo sgabello davanti al computer, noncurante della situazione che la sua amica stesse passando.
-Tu non capisci- fece lei, con la voce di un'ottava più alta -Lui sa!-
Tim sbuffò -Evan, dovresti calmarti se tieni alle tue coronarie-.

Come facevano a essere così calmi!?
Certo, loro erano solo due fattoni che se ne stavano davanti alla tv per tutto il giorno, senza lavoro nè ambizioni: come poteva pretendere che fossero anche solo minimamente preoccupati di una cosa che non li riguardava? Soprattutto conoscendoli.
Loro non si preoccupavano nemmeno di ciò che li toccava in prima persona!


La ragazza continuò a camminare da destra verso sinistra e retro front, per tutta la stanza, torcendosi le mani dietro alla schiena.
-E se davvero ne parla con il preside?-
Jake tossicchiò -Ragazza, tu ti agiti davvero troppo. Vieni qui, e prendi un tiro di questa- disse porgendole lo spinello che aveva tra le dita.
Evan voltò la testa dall'altro lato, roteando gli occhi.

In un altro momento, forse l'avrebbe accettato.
Ma non lì.
Non ora.


-Ok, allora se proprio non vuoi rilassarti, vieni qui e divertiamoci- propose Tim digitando sulla tastiera -Devi svagarti, e quale miglior modo di un film?? Tu adori il cinema!-

La ragazza si avvicinò ai due, tentata dall'idea, e prese posto sulle ginocchia di Jake.
I tre puntarono lo sguardo fisso sullo schermo illuminato.

-Ma che schifo Tim!- urlò lei, notando l'indirizzo del sito internet -Un porno!-
I due ragazzi risero.
-Eddai Evan!- fece lui, tirandola di nuovo a sedere -Non fare la santa!-

Sullo schermo comparve un tipo atletico dai capelli rossicci, in una stanza di prigione.

-"Ragazzi in cella".. ma che fantasia- commentò Jake, leggendo il titolo del film.

Nella stanza entrò un altro ragazzo, si cui non si captava molto, se non qualcosa tipo mille mila tatuaggi sparsi ovunque.

Il tipo dai capelli di fuoco, dopo nemmeno 10 minuti lo piegò in avanti, iniziando a..
-Oddio!- gridò Evan tappandosi gli occhi -Togli!-

Jake rise, e le spostò le mani dal volto -Ma questo è il pezzo migliore!- commentò tra le lacrime.

Guardò bene quel poco dei due protagonisti e le sembrò quasi di vederci qualcuno che conosceva.

No, quello era certamente lui..
Non poteva essere.

Sul tavolo di quella stanza di prigione, mezzo nudo e ansimante, c'era Frank Iero.

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Capitolo 5
*** 5. ***


Il professor Iero era un pornodivo.

Nemmeno tutto il tempo del mondo le avrebbe fatto assimilare la notizia.

Cacciò quel pensiero dalla testa.

-Buongiorno!- trillò quell'idiota, felice come sempre.

Evan non riusciva proprio ad immaginarselo vestito ormai.

Scoprire che il tuo professore di letteratura è in realtà un tipo che si fa sodomizzare in un video amatoriale, non è da tutti i giorni.

E non è certamente un bello spettacolo.


-Ho visto e corretto le vostre relazione, e sono davvero lieto di dirvi che avete tutti avuto una bella A- disse con un sorriso -Tutti tranne Robins ovviamente- mormorò, fissandola di sottecchi.

La ragazza sbuffò.
Se solo quell'idiota avesse saputo.

-Hai lavorato anche ieri sera, Robins?- domandò sarcasticamente.

Che stronzo.
Fottuto stronzo.
Fott..


La campanella trillò.

-Robins, puoi rimanere un attimo?-

Evan si avvicinò lentamente alla cattedra, mentre la classe si svuotava.
-Mi dica..-
Iero la guardò -Ieri ho parlato con il preside riguardo ai tuoi voti e al tuo piccolo segreto..-
-Professore, io..- 
-No Robins. La tua condotta è pessima, i tuoi voti sono ben peggiori, e..-

Evan non ebbe modo di pensare a quello che stava per uscirle di bocca.
-Ragazzi in cella!- urlò all'improvviso.

L'aveva fatto davvero.

Il professor Iero sgranò gli occhi -Cosa hai detto?-
-Ragazzi in cella- ripetè lei in imbarazzo -L'ho visto-
L'uomo corse a chiudere la porta della classe.
-Come l'hai trovato?!- domandò scioccato.
-In-in internet!- balbettò lei, in preda a una crisi isterica.

Il professor Iero si passò una mano sul volto -Non devi parlarne con nessuno-

Iero sembrava davvero contrito.
Aveva fatto la stronzata, ed era ovvio che quel tipo sarebbe rimasto di sasso.
Sarebbe stata davvero una carognata andare dalla preside e..


-Aspetti- fece lei, riflettendo bene sulle parole dell'uomo che aveva davanti -Lei a messo a rischio la mia carriera scolastica rivelando alla preside del mio "lavoro", e io dovrei starmene zitta?! Non ci penso nemmeno!- decretò, dirigendosi verso la porta.

-Aspetta!- urlicchiò lui, con una vocina (mooooolto) poco virile.
Lei si voltò.
L'uomo sospirò -Cosa vuoi che faccia?-
-Ritratti- disse lei seccamente -Dica al preside che quella che ha visto non ero io-

Come se il preside c'avesse davvero creduto.
Tzè.

-D'accordo- disse l'altro con un respiro profondo.
-E..- continuò lei -Mi aiuti con le lezioni-

Il professor Iero si fissò la punta delle scarpe per minuti che parvero interminabili.
-Si può fare- disse alla fine.

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Capitolo 6
*** 6. ***


Non poteva crederci.
Lo stava davvero facendo.

Stava ricattando il professor Iero.

E non solo.

Stava anche camminando verso casa sua, per la sua prima lezione privata di letteratura.

Che poi, già di per sè il termine "lezione privata" le sapeva di film porno di bassa lega.
Sapere poi, che il suo professore aveva anche dei precedenti, non la aiutava affatto a concentrarsi.

Si convinse, prima di suonare il campanello, di come in pochissimo tempo, fosse diventata dio.

-Finalmente sei arrivata- sbuffò Iero, appena la vide sull'uscio.
-Mi scusi, ho avuto leggermente da fare- rispose lei in imbarazzo.
L'uomo le chiuse la porta alle spalle, controllando prima che nessuno l'avesse vista arrivare -Quando non siamo in classe, sono Frank, e non il signor Iero o stronzate simili. Non sono molto più grande di te-

Evan sorrise.
Si, come no.
Avrà avuto al massimo 30 anni, ma di certo non erano coetanei.
E diceva anche parolacce.
Wow.

-Con cosa iniziamo?- domandò la ragazza, prendendo posto sul divano.
-Prima di iniziare- disse lui -Voglio che tu sappia che io non sono un pornodivo e non lo sono mai stato. Nè tantomeno sono gay

Evan sgranò gli occhi.
Lo stava davvero dicendo?

-Oh, non rimanere sconvolta. Volevo solo chiarire-
-A me non interessava- mormorò lei in imbarazzo.

Frank divenne paonazzo -Ok. Fingiamo che ti interessasse. Adesso lo sai. Altre domande?-
La ragazza abbassò lo sguardo -Immagino che anche se volessi rimanere all'oscuro di quel lato della sua vita, lei me la racconterà, giusto?-
L'uomo sorrise -Probabilmente si-

Perchè?
Perchè proprio lei?
Non poteva capitare a Kat?


Ma no.

Kat non era la super-sfigata-ricatta-professori Evan Robins.
A Kat non sarebbe mai successa una cosa simile.

 

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Capitolo 7
*** 7. ***


-Lo feci solo per gioco- iniziò col dire -Tecnicamente non per gioco-gioco, ovvio. Non credo mi sia nemmeno mai piaciuto quel genere di roba.. Ma avevo bisogno di pagarmi gli studi del college. E i soldi mi servivano subito! E così incontrai quel tipo che me lo propose, credo si chiamasse Adam. Insomma mi ritrovai lì, a fare.. quella cosa. Per fortuna con me c'era il mio migliore amico, Gerard-
Evan tossicchiò -Quindi il tipo che la..-
-Si, siamo amici- disse lui sorridendo.
-E non fu imbarazzante?-

Frank parve pensarci su.

C'era davvero da pensarci!?
Il suo migliore amico gli aveva piantato un paletto su per il sedere, tanto per essere gentili.
Chi avrebbe pensato ad una risposta!?


-Solo all'inizio forse. Ma poi.. ci prendi la mano, ecco- spiegò leggermente in imbarazzo.

Le stava praticamente spiegando come fosse stato sodomizzato in diretta dal suo migliore amico.

L'imbarazzo era il minimo!


La ragazza annuì, poco convinta, ricordando l'affermazione "io non sono gay".

Lui, parve leggerle nel pensiero.

-Però, Evan, io davvero non sono gay. Te l'ho detto. L'ho fatto per causa di forza maggiore, e ho finito per pentirmene. Non potei poggiare il culo su una sedia per settimane!- commentò con la faccia seria.

Evan scoppiò in una risata cristallina.
Frank sorrise.

-Frank, sei davvero imbarazzante- commentò con le lacrime agli occhi.
L'uomo annuì -Lo so.. Adesso, io ti ho raccontato di me- disse guardandola fisso -Ma tu Evan, chi sei veramente?-

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Capitolo 8
*** 8. ***


Le giornate passate a casa del professor Iero aumentavano sempre di più.

Da quando lui le aveva chiesto di raccontarle della sua vita, lei si era sentita nuda, vulnerabile.
Quello era sempre stato un capitolo che avrebbe fatto volentieri a meno di aprire, ma con lui, non poteva permettersi questo lusso.

Quasi alla fine di novembre, Evan prese la fatidica decisione di raccontare al suo professore chi lei fosse davvero.

Evan Robins, nata a Newark. Figlia unica di Matt e Luise Robins, amata e coccolata fino all'età di 7 anni, quando sua madre morì, aggredita da un branco di ragazzini, una sera mentre era di ritorno da lavoro.

Fu forse l'unica cosa che la segnò davvero.

Da allora viveva con suo padre, e di tanto in tanto con i suoi due amici Tim e Jake, che le erano praticamente fratelli.

Frank rimase affascinato, ma distaccato dalla freddezza con cui la ragazza raccontò la sua storia.
Lei versò qualche lacrima, pensando a sua madre, e ricordando quanto la sua vita fosse sporca ed inutile.

-Scusami tanto Evan- mormorò lui abbracciandola.

Non l'aveva mai fatto.
Non si era mai esposto così tanto.

Era il suo professore, non poteva farlo.


Evan si lasciò andare tra quelle braccia, minute e tatuate, piangendo ancora più forte.

Poteva sentire il cuore di Frank battere da sotto il pullover di lana verde acido, e si sarebbe giocata la testa, che quel cuore batteva ad un ritmo sregolato.

Come se stesse per esplodere.

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Capitolo 9
*** 9. ***


_Chiedo un'ennesima volta scusa per i capitoli troppo corti, ma vi dirò: questa è una storia da non prendere così sul serio.
è solo una storiella! e probabilmente il meglio deve ancora venire..
eheheheh..
grazie alla ragazza che mi aiuta con i capitoli..vedremo che ne uscirà fuori!
Rage&Love
.A_



-Ti sei messa addirittura a studiare!- commentò Kat sarcasticamente, notando la sua amica piegata sul libro di arte.

E in effetti Evan si stava davvero impegnando, per lei, quanto per il professor Iero.. o meglio, Frank.

Quell'uomo le aveva impartito lezione per un mese, e grazie a queste, la ragazza era anche riuscita a risollevarsi dall'oblio in cui era sprofondata.

Frank era andato dal preside, per avvisarlo di come quella sera "avesse di certo notato male la ragazza all'angolo della strada", discolpando Evan, e beccandosi anche un minimo richiamo.

Evan probabilmente gli doveva molto, ma non era ancora finita.

La ragazza alzò gli occhi dal suo libro.
-Kat, scusa, ma adesso ho davvero da fare..-
L'altra sorrise -Non è che tra te e Iero..-
Evan sgranò gli occhi, in un'espressione più colpevole che realmente sorpresa -Come scusa??-

Kat scoppiò in una risata -Dio Evan! Ti sei messa a studiare, il che è raro.. Non è che tra te e lui c'è qualcosa oltre il rapporto insegnante-alunna??-commentò con un sorriso beffardo.

Evan non c'aveva mai pensato.
O non realmente, chiaro.


Certo, passare del tempo con lui non le dispiaceva, ma dio! Lui aveva quasi 20 anni in più di lei, non avrebbe potuto.

-Kat, ma fammi il piacere..- e mormorando, afferrò il suo libro, scomparendo nel parco.

Mentre passeggiava, ripensò alle parole di Kat.

No, non poteva essere.

Il telefono le vibrò nella tasca del giacchetto.

Il numero era sconosciuto.

-Pronto?- fece lei.
-Heilà Evan-.

Era lui.

-Professor Iero.. Mi dica- mormorò lei leggermente spaventata.
-Frank- la corresse lui -Dove sei??-
-Al parco..-
-Bene!- esclamò l'uomo -Raggiungimi in caffetteria. Quella vicina allo studio fotografico-
Evan deglutì rumorosamente -Ma io..-

Frank sospirò -Per favore Evan, ho bisogno di vederti-

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Capitolo 10
*** 10. ***


Non capì davvero a cosa era andata incontro.

Nemmeno quando Frank, candidamente, dopo aver bevuto il suo caffè, la convinse a recarsi a casa sua.

Evan non si era mai reputata una ragazzina ingenua ed innocente, ma quell'uomo.. Dio, l'aveva fatta ricredere praticamente su tutto.

Prima di tutto, su sè stessa.

-Allora, hai letto "Il buio oltre la siepe"?- domandò Frank, prendendo posto accanto a lei sul divano.
-Non ancora. Sono stata impegnata- rispose lei, con la bocca impastata dalla saliva e dal panico.

Era in iperventilazione.

-Tu non sei stupida Evan- disse lui all'improvviso.

La ragazza lo guardò confusa -Come scusi?-

Frank sorrise dolcemente -Tu non sei assolutamente stupida Evan- ripetè -Ti stai solo convincendo che io ti abbia invitata qui per parlare di quello stupido libro, che nemmeno io ho letto-

Ecco.
Kat aveva ragione.

Non sarebbe dovuta andare in quella caffetteria.
E più di tutto non sarebbe dovuta essere lì.

A casa di Frank Iero, il suo professore.

-Frank..- mormorò lei, lentamente, con il cuore che le batteva davvero troppo forte per rimanerle nel petto.

Frank si avvicinò fin troppo lentamente, e poggiò le sue labbra su quelle di lei.

Evan stava baciando il suo professore di letteratura.

Sarebbe stato patetico, se lui non fosse stato un tale pezzo di figo.

-Professore..- fece lei staccandosi.

L'uomo aprì gli occhi -Evan.. Ti direi che mi dispiace, ma non è così..- ammise con un sorriso beffardo.

Lei sorrise -Non è sbagliato?-

-Solo se pensi che lo sia-

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Capitolo 11
*** 11. ***


Era stato solo un bacio.

Un bacio non cambia le cose.
No?

Ok,no.

Un bacio può considerarsi stupido quando lo si scambia tra adolescenti, non tra professore e alunna.

E Evan iniziava a sospettarlo.

Dopo quel giorno, le visite a casa del signor Iero si fecero sempre più frequenti, e non solo per studiare.

Di cose ormai ne aveva apprese parecchie, e quindi se ne stavano ore e ore acciambellati sul divano, a parlare di loro, dei loro sogni e del loro passato, ridendo e scherzando.

Come una coppia.

E forse lo erano davvero.

-Magari le cose cambieranno adesso..- le aveva sussurrato Frank, mentre se ne stavano distesi sul divano, con le dita intrecciate in quelle dell'altro.


Evan l'aveva guardato, leggermente confusa e con il batticuore, provocatogli da quegli occhi verdi.

Frank sorrise -Sai, tutto questo..- disse indicando prima sè stesso e poi lei -..non è esattamente legale-

A quelle parole, la ragazza si scostò leggermente -Avevi detto che era sbagliato solo se pensavo che lo fosse, e io non lo penso. Tu si?-

L'uomo sorrise di nuovo -No che non lo penso..- prese un respiro -Ed è per questo che voglio presentarti a mia madre-

_Grazie a tutti per le recensioni, soprattutto a DESTROYA_DESTROYA, che amorevolmente mi ha mandata a quel paese per ciò che stò facendo accadere; bè, cara, come ho detto e ripeto, IO TI AMO, anche non conoscendoti.
Grazie anche a tutti gli altri, ovviamente, e volevo sapere, per curiosità, se Becky710, è amministratrice di qualche pagina facebook inerente i Green Day..
Anyway, tornerò credo il 2, con un nuovo capitolo, causa impegni familiari vari ed eventuali, e posso ben dire che, terminato questo scempio, ce ne sarà un altro, probabilmente crossover, se mai riuscirò a pubblicarla.
Per adesso, posso giurare che è in produzione.
Grazie di nuovo a tutti,
Rage&Love

-A_

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Capitolo 12
*** 12. ***


Era tutto accaduto davvero troppo in fretta.

Evan voleva che tutto si fermasse per un solo momento, giusto per aver il tempo di riflettere, ma non poteva.
Non era in suo potere far fermare quella giostra e scendere, per il semplice fatto che Frank Iero era diventato molto più di un semplice professore di letteratura.

Evan Robins si era innamorata.

E nonostante le sembrasse davvero stupido, non faceva altro che rifletterci, mentre acciambellata sul sedile passeggero della Subaru nera, Frank la stava portando da sua madre, in vesti di fidanzata.

La loro "storia", si viveva all'oscuro di tutti e tutto, da almeno 3 mesi.

Se qualcuno avesse saputo, lui avrebbe perso il lavoro, e lei sarebbe stata cacciata da scuola.

Erano un lusso che non potevano permettersi.

-Allora- disse lui, svoltando nel vialetto -Pronta?-
-Tua madre non sarà d'accordo- mormorò lei, imbronciata.

Frank sorrise.
Come darle torto.

La signora Iero, udendo il rombo dell'auto si precipitò fuori di corsa.
-Frank!- urlò, gettando le braccia al collo di suo figlio.

I due si abbracciarono per minuti che parvero davvero un'eternità, prima che la donna si accorgesse di Evan.

-E lei..- disse, con un leggero sorriso.
-Lei è Evan- disse Frank -..è..-
-La tua ragazza- l'interruppe sua madre.

Evan annuì in imbarazzo.

Il viso della donna che aveva davanti si aprì in un sorriso -Benvenuta in famiglia-
***

La serata in casa Iero fu piacevole.

La madre di Frank, Linda, non ebbe nulla da ridire sull'età di Evan.

Voleva solo che suo figlio fosse felice.

Quando Evan rimontò in macchina, non fece altro che pensare alle parole della donna, che si era rivelata davvero comprensiva e dolce.

-Non mi importa che tu sia una ragazzina- aveva detto -Voglio solo che Frank sia felice, perchè se lo merita. Non è mai stato un ragazzo molto fortunato..-

La strada fino a Belleville era abbastanza lunga, e la ragazza non avrebbe davvero voluto rovinare il viaggio, ma non riuscì a trattenersi, riversandosi in un pianto sommesso, quanto infinito.

Frank si voltò a guardarla -Hei.. che hai?-

Evan scosse la testa.

L'uomo accostò.

-Evan.. qualcosa non va?- domandò preoccupato.
-Frank..- mormorò lei tra i singhiozzi -Io..-
-Tu cosa..?-

Non voleva ammetterlo, figuriamoci dirlo ad alta voce.
Ma ormai era fatta.
Doveva.


-Ti amo- mormorò in imbarazzo, scoppiando di nuovo in lacrime.

Frank l'abbracciò, e sorrise -Evan.. ti amo anch'io-

_Se siete arrivati fin qui, complimenti, bel coraggio.
Dato che il mio computer collabora poco, non so quando aggiornerò, spero presto.
Comunque, non disperate, non è ancora finita..ehm, vedrete.
Rage&Love
-A_

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Capitolo 13
*** 13. ***


I primi nevischi di metà gennaio avevamo raffreddato la già cupa e grigia aria di Belleville.

Evan e Frank, non si vedevano dall'Epifania: quel giorno, l'uomo, non la lasciò come al solito, con il suo lungo bacio sulle labbra, e il suo sorriso dolce, no; quel giorno, Frank, le baciò la fronte, e con gli occhi velati dalla commozione le disse "mi raccomando, fa la brava".

Da quel giorno, non si erano più sentiti ne visti, anche a causa della breve malattia del padre di lei, di cui si era dovuta occupare, e Evan non ebbe modo di chiedere spiegazioni.

Fu quella mattina, arrivando in classe, però che la ragazza capì tutto.

Alla cattedra c'era seduto un tipo strano, dai capelli castani e il naso alla francese; Evan capì subito di averlo già visto, non ricordando bene dove, ma più di tutto si interrogò sul perchè fosse lì.

L'uomo vedendo arrivare i primi ragazzi, li salutò con un cordiale "buongiorno".

-Credo che lei abbia sbagliato classe- osservò Evan, curiosa di scoprire la sua reazione.

Quel tipo si guardò intorno confuso -Questa non è una delle classi del professor Iero?- domandò.

-Si, lo è- rispose Kat, noncurante della reazione di Evan.

Lui sorrise, mostrando i suoi dentini minuscoli ed inquietanti -Allora credo di essere nel posto giusto-

Solo quando la classe fu al completo, il tipo con la camicia di flanella a quadri decise di parlare -Sono Gerard Way- disse -Il vostro nuovo professore di letteratura-

Gerard?

La classe mormorò.

-Dov'è il signor Iero?- domandò Evan, con la voce leggermente incrinata.

-Il signor Iero- fece quello, distogliendo lo sguardo da lei -Ha ricevuto il trasferimento in California-

Frank se n'era andato, e non le aveva detto nulla.
Era partito.
Volato via.

Il mondo le stava cadendo addosso.

-Come mai?- domandò Kat.

Il professor Way scosse la testa -Il preside è venuto a conoscenza di alcuni suoi affari extrascolastici- mormorò, spostando lo sguardo su Evan, che subito si voltò -Ed ha preferito mandarlo via-

Lui sapeva.
Lei era distrutta.


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Capitolo 14
*** 14. ***


Frank se n'era andato.
Ancora non sembrava vero.

E non poteva esserlo, soprattutto per il fatto che non l'avesse avvisata, in nessun modo.
Cazzo, loro due si amavano.
Una spiegazione se la meritava.

Non era vero, no.

Questa era l'unica cosa che Evan si era ripetuta per l'intera ora in cui Gerard Way parlò di Boudelaire, Shakespeare e tanti altri scrittori non connessi tra di loro.

Doveva ammettere la triste realtà: probabilmente lui non l'aveva mai amata.

Ma era impossibile.
Le aveva presentato sua madre, cazzo.
Non presenti tua madre agli sconosciuti.

Si rese conto che tutti quei pensieri sconclusionati, avevano invece un fondo di realà solo quando la campanella suonò, e la classe tornò lentamente vuota.

-Tu sei Evan Robins, non è vero?- le domandò il professore, quando furono da soli.

La ragazza si ridestò dai suoi pensieri e lo guardò per un secondo.

Dio, l'aveva già visto.
Ma dove?


Annuì.

Gerard sorrise -Frank mi ha tanto parlato di te-

Lui e Frank erano amici? 
Si conoscevano? 
Da quando?
Come?

Dio, la testa stava per esploderle.

-Lei conosce il signor Iero?- sussurrò, tentando di rimanere quanto più distaccata dall'argomento.

L'uomo sorrise di nuovo -Posso dire di conoscerti praticamente da una vita, quante sono le cose che lui mi ha detto su di te. E poi..- aggiunse mormorando -Anche tu mi conosci-

Evan lo guardò confusa.

Davvero?

-Io non credo- disse seriamente.

-Si invece- ribadì lui -Avevo i capelli rossi ed ero nudo. Frank me l'ha raccontato- mormorò, rosso in viso.

Oddio.

Un flashback le balenò nella mente.
Il film.
Frank.
Gerard.


-..ragazzi in cella?- mormorò Evan, in imbarazzo.

Gerard annuì, più imbarazzato di lei.

Quella era una congiura
.

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Capitolo 15
*** 15. ***


Gerard, in quei giorni, le spiegò alla bene e meglio, quanto Frank gli avesse parlato di lei, e di quanto ci tenesse che la ragazza ottenesse la borsa di studio per entrare alla PennState.

-Senti, Frank ci teneva tanto- le aveva spiegato, quando si erano visti in caffetteria, di nascosto -Quindi non vedo perchè non dovresti impegnarti, solo perchè lui non è più qui-

-Potresti evitare di parlare al passato? Frank non è morto- aveva risposto seccamente lei, quasi con le lacrime agli occhi.

A quel commento lui aveva sorriso, mostrando quei suoi dentini inquietanti, e le aveva detto che sì, aveva ragione, e quindi la sua teoria aveva una marcia in più; doveva a maggior ragione impegnarsi, per entrare in quella fottuta università, come l'aveva definita lui, e far felice Frank: e per farlo, lui, Gerard Way, si era ripromesso di aiutarla.

Non era una novità ormai, che svariati professori di letteratura si erano proposti di aiutarla (uno a caso, Frank Iero), e che le sue lezioni erano in realtà sfociate in storie d'amore strappacuore.

-Va bene. Mi aiuti pure- aveva detto lei -Ma può stare certo che tra me e lei non succederà nulla-

Gerard aveva riso, forte e di cuore.
Quella risata cristallina, che solo Frank aveva.

-Puoi stare tranquilla, giuro solennemente che non mi avvicinerò a più di una spanna- commentò sorridendo.

Solo a quel punto Evan aveva sorriso, dopo giorni che non lo faceva, ed aveva davvero pensato a quanto Frank tenesse a lei: l'aveva messa nelle mani del suo miglior amico per stare certo che non combinasse danni, e che prendesse in mano il suo futuro.

E Evan poteva benissimo farlo, grazie a lui.
Grazie a Gerard.
E grazie a sè stessa.

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Capitolo 16
*** 16. ***


Quando Evan suonò il campanello di casa Way, di certo non si aspettava che alla porta si presentasse quel tipo rachitico, e tinto di biondo.

-Tu chi sei?- gli domandò, guardandola da capo a piedi con aria interessata.

Lei alzò un sopracciglio con lo sguardo schifato che riservava a quei tipi di ragazzi che la guardavano come carne da macello -Cerco Gerard-

Il ragazzo fece spazio sull'uscio per farla entrare.
-Io sono suo fratello-

-Dov'è Gerard?- domandò lei, impaziente.

-Piacere, Mikey- continuò lui, come se nulla fosse, con un sorriso beffardo stampato sul viso.

-Mikey, non tormentare i miei ospiti- fece Gerard, irrompendo dalla cucina adiacente, con un gran sorriso -Vieni Evan, accomodati-

Il ragazzetto rachitico, continuò a fissarla con lo stesso sorriso, fin quando l'ebbe sott'occhio.

-Non fare caso a lui- spiegò Gerard -Ci siamo trasferiti da poco qui, e non ha amici-
-E continuerà a non averne se fissa tutti in quel modo- commentò lei, prendendo posto su una sedia accanto al tavolo.

L'uomo sorrise -Vedere qualcuno per un paio di giorni farà bene sia a lui che a me- disse, aprendo il libro che aveva davanti -Allora, da dove cominciamo?-

Stettero a studiare per almeno 3 ore, senza soste o distrazioni.

Quando Evan si trovò di nuovo davanti alla porta d'ingresso, fu solo perchè Mikey volle accompagnarla.

-Potremmo uscire- propose, con un sorriso meno inquietante dei primi.
-Non credo sia una buona idea- rispose lei, aprendo la porta.
-So di te e Frank- disse lui -E sinceramente non ci vedo nulla di male. Io e lui siamo amici-
-Appunto- spiegò lei.

Tutti sapevano di quella relazione?
O meglio, tutti dovevano ricordarle Frank?

-Frank sarebbe contento di sapere che esci con qualcuno e che ti diverti- continuò il ragazzo.

Evan prese un respiro profondo, e pregò qualche strano santo di darle la forza.

-No- disse seccamente, chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 17
*** 17. ***


Mikey insistette parecchio per far sì che Evan uscisse con lui.

Pregò perfino suo fratello di convincerla, e in un certo qual senso Gerard ci riuscì.

-Dovresti uscire di più- le disse un giorno, mentre studiavano arte.

Evan l'aveva prima guardato male, e mandato a quel paese; solo dopo, intuendo dove l'uomo volesse andare a parare, sorrise, e pensò a Frank, e a quello che avesse voluto.
A quel punto scoppiò in lacrime, come una bambina.

Solo dopo una buona oretta, Gerard l'aveva calmata, spiegandole che non era stata sua intenzione farla piangere; e lì, lei aveva acconsentito ad un'uscita con il rachitico.

E adesso, mentre camminavano fianco a fianco, lei e Mikey, quasi le sembrava strano quello che stava facendo: fino a qualche mese prima, si ritrovava in casa di un professore che da principio odiava, a limonare sul divano, e adesso stava facendo l'adolescente normale, che usciva con altri adolescenti normali.

-Sai, probabilmente mi trasferirò- disse Mikey, rompendo il filo dei pensieri di lei, mentre passeggivano nel centro commerciale.

-Perchè?- domandò lei guardandolo meglio; non era poi così male.

-Credo di aver trovato lavoro in Pennsylvania- spiegò lui -Certo, è un lavoro da poco, ma magari riuscirò a far qualcosa che mi piace un giorno. No?-

Evan aveva distrattamente annuito, non sapendo bene cosa quel tipo volesse dire, e continuarono la loro passeggiata.

Quando l'aveva riaccompagnata a casa, l'aveva (non proprio) pregata di uscire di nuovo insieme, e lei, quasi malvolentieri e con uno strano senso di vuoto nello stomaco, aveva acconsentito.

Era quello che Frank voleva?
Probabilmente si; voleva che lei fosse una ragazza come le altre, e che si comportasse come tale, e non una ragazza cresciuta troppo in fretta per una piccola storiella con un professore.

Quello che accadde poi, non era nei piani.

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Capitolo 18
*** 18. ***


-Dobbiamo parlare- le disse Mikey, con lo sguardo serio.

Era quasi la metà di maggio, e nonostante i voti di Evan si fossero risollevati, il suo morale era ancora sotto terra.

Certo, usciva con Mikey da quando si erano conosciuti, e questo l'aiutava lievemente, ma il suo cervello e soprattutto il suo cuore erano altrove.

Inoltre, lei e i fratelli Way erano in ansia per un evento a dir poco importante: l'arrivo delle lettere d'ammissione al college.

Evan aveva fatto domanda alla PennState, come Frank avrebbe voluto, ed ora stavano tutti aspettando il responso.

La ragazza lo guardò torva -Dimmi-

Stavano seduti sulla panchina del parco, a mangiare i loro gelati, che probabilmente non avrebbero digerito.

-Così non va- fece lui, iniziando a passeggiare avanti e indietro davanti alla panchina dove lei era seduta -Io mi sto innamorando di te-

Evan sgranò gli occhi -..è impossibile-

-No, non lo è!- urlò lui -Frank mi ha talmente parlato di te che.. Dio, mi ero innamorato di te forse ancor prima di conoscerti!-

La ragazza abbassò lo sguardo.

Mikey si avvicinò lentamente, inginocchiandosi sul selciato -So che non avrei dovuto dirtelo, ma non ce la facevo più. E so anche che ami lui, ma devi fare qualcosa.. per te. Io probabilmente partirò a settembre..-

Evan tornò a guardarlo -Cosa?-

-Te l'avevo già spiegato, no?- fece lui -Pennsylvania-

Per quanto lei volesse reprimerlo, il fatto che anche Mikey stesse per abbandonarla, la faceva piangere.

Non avrebbe mai voluto che lui se ne andasse, che la lasciasse lì, nonostante a Belleville avesse una famiglia e degli amici, e adesso anche Gerard.

E se la PennState non l'avesse presa?
Che cosa avrebbe fatto?

Spinta dai suoi mille pensieri, e dalle sue mille preoccupazioni, portò alla luce quella minima parte fino ad allora nascosta: Mikey le andava a genio.

-Io..- mormorò lei, in preda al terrore di ciò che stesse per dire.

Cosa ne avrebbe pensato Frank?

Sospirò, per cacciare quel pensiero.

-Proviamoci-

_Buonsalve tesori..
bene, voglio avvisare tutti che siamo ad un passo dalla fine, mancano solo due capitoli!
stay strong..
tornerò con una multiband, che, dati vari ed eventuali problemi di famiglia, non so bene quando aggiungerò e aggiornerò.
Ringrazio ancora tutti, soprattutto DESTROYA_DESTROYA, e ShanKomori (io amo questa ragazza^^) per avermi supportato (e sopportato) nonostante tutto.
Rage&Love
-A_

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Capitolo 19
*** 19. ***


Aveva detto si a Mikey.
Tutti ne erano stati felici, perfino Gerard, e sotto sotto, anche lei aveva iniziato ad accettare l'idea che Frank fosse uscito dalla sua vita.

Non se ne faceva ancora una ragione, ma aveva iniziato ad accettarlo.

Evan aveva passato gli esami a pieni voti, e quando il postino le consegnò la lettera della PennState, la prima cosa che fece, fu correre a casa di Gerard.

-..è arrivata- mormorò quando Mikey le aprì la porta.

Il ragazzo non era un tipo molto romantico, nè particolare: la considerava la sua ragazza, pur rimanendo negli stessi atteggiamenti. Certo, si prendeva cura di lei in alcuni modi, molto distanti da come lo faceva Frank; ma lui era un uomo, non un adolescente.

Gerard sorrise -Sta tranquilla.. Andrà bene-
-Prima che tu faccia qualsiasi scelta, ho da dire una cosa- fece il minore, infilandosi le mani in tasca -Come sapete ho fatto domanda qua e là per un lavoro, e ne ho trovato uno in Pennsylvania, come aiuto cuoco- guardò Evan -Se tu decidi di partire per l'università, nell'ovvio caso in cui il responso sia positivo, potremmo partire insieme..se vuoi-

La ragazza spostò lo sguardo sui due: prima su Gerard, che la guardava sorridendo, quei sorrisi dolci e fraterni, che ti rassicurano; e poi su Mikey, che se ne stava lì, fermo ad aspettare.

-Gerard- disse poi -Apri tu la lettera, per favore-

L'uomo afferrò la busta che la ragazza gli porgeva, e l'aprì piano.

Lesse con lo sguardo serio alcune righe, e lentamente si aprì in un sorriso. 
-Evan.. Ti hanno presa-

La ragazza si coprì il volto con le mani, malcelando una felicità inaspettata.
Pensò a Frank, e a quanto sarebbe stato felice se fosse stato lui ad aprire quella maledetta busta.
Poi guardò Mikey, che stava ancora lì a fissarla, impassibile.
-Ok, partiamo-
***

-Siete proprio sicuri di aver preso tutto?- domandò Gerard un'ultima volta.

Stavano partendo.
Stavano lasciando Belleville.
Per davvero.


Era la metà di settembre, e i due ragazzi avevano caricato i bagagli in macchina, nel caldo ancora estivo, per lasciarsi dietro quel posto.

Stavano iniziando un nuovo capitolo.

-Si, ho preso tutto- ripetè Mikey, di nuovo -Smettila di fare la mammina apprensiva e fammi andare-

Il padre di Evan era morto quell'estate, con un'edema polmonare.
Era stata una perdita che le aveva lasciato una grossa cicatrice, difficile da rimarginare; negli ultimi periodi la ragazza era andata a vivere da Tim, che alla sola idea di lasciarla andare via, era scoppiato in lacrime; Jake si era trattenuto, abbracciandola quasi fino a farla soffocare, per poi stamparle un bacio in fronte.


Un bacio che le ricordò Frank.

Per l'estate aveva smesso di pensarci, tra preparativi e il funerale, si era data un attimo di tregua.
Ma quando i giorni si facevano più scuri, il pensiero tornava a tormentarla, senza darle pace.

Gerard sorrise -Mi mancherete tanto!- disse, abbracciandoli entrambi.

Mikey si staccò dalla presa micidiale, prima di scoppiare in lacrime, e salì in auto.

-Evan..- mormorò Gee, infilandosi la mano nella tasca -Questa è per te-

Le porse una lettera spiegazzata.

-Cos'è?- domandò lei, leggermente confusa.

L'uomo si asciugò una piccola lacrima che scorreva sulla sua guancia -Quello che aspettavi. Te lo meriti. Buona fortuna per tutto-

Evan non ci impiegò molto a capire chi fosse il mittente di quella lettera.

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Capitolo 20
*** 20. ***


Cara Evan, 
come stai?
So cosa starai pensando, e ne hai tutte le ragioni: sono uno stronzo.
Non avrei dovuto fare quello che ho fatto, sono il peggiore.
Non avrei dovuto lasciarti in quel modo, senza una lettera, senza un messaggio.
Ma cosa potevo fare?
Il preside Hawkins, era venuto a conoscenza di tutto, e mi ha dato un ultimatum: o te, o la scuola.
Credimi, avrei scelto te fino alla morte, ma non potevo.
Mia madre sta male.
Mi chiede sempre di te, sai? Io non so più come rispondere.

Gerard mi ha detto che ti hanno presa alla PennState, e che presto partirai con Mikey.
Sono contento per voi, ve lo meritate entrambi;
é questa la vita che ho sognato per te da quando ti ho incontrata: volevo che vivessi la tua adolescenza come tutte, e che avessi un ragazzo e dei sogni come le ragazze della tua età.
Ma ho finito per innamorarmi.
Alla mia età poi, non avrei dovuto più provare quella sensazione, ma quando ti guardavo negli occhi, io ti vedevo dentro, e le farfalle si scatenavano nel mio cuore.
Non doveva succedere, non era nei piani, ma per ogni giorno che non passavo con te, una parte di me scompariva.
Ti sorprenderesti, ma adesso sono quasi invisibile.

Non riesco a descrivere quanto ti amo;
se la nostra storia fosse continuata, probabilmente avremmo finito per distruggerci.
Ma posso davvero giurarti, che ne sarebbe valsa la pena.
Tu ne valevi la pena.

Ti ricordi quando ti portai a conoscere mia madre, e tu, tornando a casa mi dissi che mi amavi? Io quel momento lo ricordo ancora; io risposi "anche io ti amo", e non ci fu cosa più sincera.

E ti ricordi "Patience"? Era la mia canzone preferita.
Un giorno, mentre la cantavamo, mi dissi che quello era l'inizio del nostro per sempre.

Io ti amo davvero tanto Evan, è per questo che credo di doverti lasciare libera.

Non ti cercherò, e tu dovrai fare lo stesso con me.
Per il nostro bene.
Per il tuo bene.

Non temere, io sarò qui, anche se lontano, anche se tu non mi vedrai.

Io sono, e sarò con te.

Ti amo.
Frank.

 
_Buonsalve a tutti.
Ecco, siamo giunti alla fine.
Dopo di ciò, non ci sarà più nulla.
Potete immaginare come sia andata tra Evan e Mikey se volete, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Ma non disperate, come ho detto, tornerò con una nuova storia il prima possibile.
Grazie a tutti quelli che mi seguono, o che lo faranno, e a quelli che hanno recensito, o lo faranno.
Stay strong.
Rage&Love
-A_

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