Happily never after

di sosodesj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Royal Encounter. ***
Capitolo 2: *** Impoliteness and threats. ***
Capitolo 3: *** Heart Wrenching. ***



Capitolo 1
*** Royal Encounter. ***


1 - Royal encounter + Information
HAPPILY NEW AFTER.
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 HAPPILY NEVER AFTER
Di sosodesj

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ROYAL ENCOUNTER

«Ricordate signore, siate educate. Il principe è alla ricerca della sua sposa».

La gente mi faceva diventare pazza con quella frase. Avrei voluto vomitare ogni volta che la sentivo. Voglio dire, tutto il regno ne parlava. Tutti parlavano di come il Principe fosse stato costretto a sposarsi in poco tempo perché avrebbe compiuto venti anni in poche settimane. Perché sposarsi a vent'anni? Il Re aveva ordinato al proprio figlio di sposarsi prima che avesse compiuto vent'anni per assicurarsi che la famiglia reale sarebbe continuata avendo eredi maschi. Così, ovviamente per loro, sposarsi significava avere figli subito dopo e la sposa del principe avrebbe dovuto continuare ad averne fino a quando la coppia non avrebbe avuto un maschio. Il problema, in ogni caso, non era la strana tradizione. Il problema era che il Principe Louis era molto lontano dall'essere in grado di diventare padre. Era un donnaiolo. La parte peggiore è che ha glorificato il titolo.

I media parlavano molto delle sue 'avventure', ma alla gente del Regno di Headow non importava. O forse sì, ma non osavano parlare erroneamente di qualsiasi membro della famiglia reale, perché dieci anni prima, una persona che si era permessa di farlo fu uccisa. Se la scuola mi aveva insegnato una cosa importante in tutti quegli anni, era non mancare mai di rispetto alla famiglia reale, verbalmente o con qualsiasi altro mezzo.

Ad ogni modo, ci stavamo avvicinando rapidamente a dicembre e il Principe Louis Tomlinson aveva inviato una dichiarazione per ricordare che era alla ricerca della sua sposa e che ogni ragazza in età di sposarsi, il che significava di almeno diciotto anni, avrebbe potuto fargli visita al castello. Non passò molto tempo prima che le ragazze facessero la fila davanti alla sua porta, ma io non ero una di quelle. Sì ero maggiorenne. Avevo diciannove anni, venti a febbraio. Il fatto che ero riuscita da subito a leggere facilmente fra le righe. Voleva scopare con quante più ragazze possibili prima di essere incantenato a una donna. Patetico.

Abbracciai la mia borsa a me quando l'aria fredda autunnale di Headow raggiunse la mia pelle. Tornando dal lavoro anche se le strade erano tranquille, feci una smorfia quando vidi l'ennesima dichiarazione pubblicata sul muro. Mi guardai intorno per assicurarmi che nessuno mi vedesse prima di strappare la carta con la faccia del Principe dal muro.

Odiavo il Principe per tre motivi principali. In primo luogo, lui era assolutamente stupendo e quindi era difficile dirgli di no. I suoi occhi erano di un invidioso turchese, aveva capelli morbidi di un castano chiaro sempre disordinati e le sue labbra apparivano così baciabili. Secondo, trattava le donne come oggetti. E in terzo luogo, beh era ricco e amava ostentare il suo denaro. Il minimo che poteva fare, almeno dare qualcosa a quelli che ne avevano bisogno. I poveri senzatetto che chiedevano cibo, poteva dargli venti sterline ogni tanto.

Arrotolai la dichiarazione in una piccola palla e con odio la lanciai in un vicolo vicino, poi proseguì camminando in silenzio. Un paio di minuti più tardi, arrivai in una modesta casa in legno. Mi fermai di fronte ad essa e sospirai, guardando il debole fumo che usciva dal camino, le piccole oscillazioni dell'albero, le pareti della casa mezze mangiate dalle termiti e altri insetti.

Scossi la testa sconsolata e camminai lungo la breve via di pietra, bussando alla porta due volte prima di aprirla. 

«Ehi, sono a casa». Dissi, chiudendo la porta dietro di me.

«Belle! Belle! Belle!» I gemelli urlarono eccitati mentre correvano dalla loro stanza, il ticchettio dei loro piccoli piedi risuonarono sul pavimento di legno. 

La casa era tutta sullo stesso piano, composta da una piccola cucina e sala da pranzo, un soggiorno in miniatura, un bagno e tre camere da letto. In piedi davanti alla porta, si vedevano chiaramente le sei camere.

«Ehi, piccoli cespugli». Amoreggiai, raccogliendo Leah e Finn in braccio. Li tenni stretti, baciandogli le loro guancie. I gemelli avevano tre anni, quindi ovviamente, si pulirono le loro guance dopo, ridendo su come fosse disgustoso baciare.

Depositai i miei fratelli a terra, tirando fuori il piccolo vestito blu che avevo cucito per Leah a lavoro.

«Questo l'ho fatto per te, Lee» Ho sorriso, dandolo alla mia sorellina.

Lei lo prese e lo strinse. 

«Grazie Belle!» Cinguettò, prima di saltare via per mostrarlo alla mamma.

«Belle, fai un vestito a Finn?» Mi chiese Finn indicando se stesso. Scossi la testa.

«Gli abiti sono per le ragazze. Ti farò qualcosa per i ragazzi domani, va bene?»

Annuì felice.

«Allora, come è andata a scuola?» Chiese mia mamma dalla cucina, dopo aver esortato Leah a portare il piccolo vestito nella sua stanza.

«La scuola è la scuola». Mi strinsi nelle spalle, togliendomi gli stivali. «E' necessario». Continuo desolatamente, sfilandomi il cappotto e la sciarpa e appendendoli al gancio accanto alla porta. Finn iniziò a giocare con i miei stivali e Leah lo raggiunse poco dopo.

«E il lavoro?» Chiese, apparecchiando la tavola. «Hai fatto un vestito molto grazioso a Leah».

«Ho guadagnato solo cinquanta sterline oggi». Annunciai tristemente, avvicinandomi al tavolo per aiutarla a sistemarlo. «Il mio capo mi ha fatto andare via prima, tagliando il mio stipendio».

«Hei, non ti preoccupare Annabelle». Mia madre mi diede un abbraccio rassicurante. «Staremo bene per una settimana». Lei sorride.

«Ma sono sicura che avrei potuto fare di più». Negai. «Avremmo potuto usarli per comprare anche dei dolci. Forse un paio di giocattoli per Leah e Finn». Sussurai, non volendo che i piccoli mi sentissero parlare di dolci.

«Tesoro, non abbiamo bisogno né di dolci né di giocattoli». Continuò lei, scostando uno dei miei riccioli biondi dal mio viso. «Stai già facendo un sacco andando a scuola e lavorando. Smettila di preoccupare delle piccole cose, va bene?» Mi abbracciò. 

«Sì». Mormorai, circondandole la schiena.

«Bene. E' ora di mangiare! Finn, Leah!» Chiamò gli altri due, che si trovavano solo a pochi metri di distanza da noi.

«Sìì, affamato!» Esclamò Finn, lasciando andare i miei stivali prima di correre verso la cucina. Leah lo seguì, battendo le mani allegramente.

Sorrisi. Mamma ha ragione: ho solo bisogno della mia famiglia per essere felice.

Il giorno dopo a lavoro, fui licenziata. A quanto pare, non c'ero per troppo tempo. Volevano che lasciassi la scuola e lavorassi a tempo pieno come sarta, ma dissi loro che non potevo. Gli dissi che avevo bisogno di finire la scuola e ottenere il mio diploma, in modo di riuscire ad ottenere un lavoro migliore in seguito. Loro hanno risposto con o scuola o lavoro. Ho scelto la scuola.

Era il crepuscolo ormai, e l'aria fuori era fredda.

Continuavo a pensare a quello che avrei dovuto dire a mia madre quella sera. Mamma, mi dispiace. Ho perso il lavoro. Se non ne trovo un altro presto, potremmo morire di fame. Sentì le lacrime pungenti ai lati dei miei occhi, ma le asciugai. Almeno ho avuto il tempo di fare qualcosa per Finn prima di essere licenziata.

Tenni la borsa vicino al petto, evitando di guardare chiunque negli occhi. Ero quasi a casa, quando mi imbattei in qualcuno.

«Mi dispiace.» Dissi, alla ricerca del volto della persona. Il mio sangue di gelò nelle vene quando i miei occhi incontrarono quelli verdi- turchesi pieni di malizia.

«E' abbastanza okey, non stavo guardando nemmeno io». Ridacchiò il Principe Louis, guardandomi dall'alto in basso. «Direi stupendo, perché non ti ho mai visto prima? Un bel viso come il tuo non sarebbe passato inosservato al castello».

«Tendo ad evitare le persone reali.» Risposi bruscamente.

«Tendo a tenere lontante le persone reali».

Lui inclinò il sopracciglio verso l'alto. «E perché?»

«Mi mettono a disagio. Ora, se mi scusa signore, io-»

«Puoi chiamarmi Louis». Tagliò.

«Beh, signore... Io non credo di avere il diritto di chiamarla con il suo nome. Ora mi scusi ma devo andare a casa». Provai  a superarlo ma lui mi fermò.

«Ho detto che mi chiamo Louis». Ripeté.

«No». Sbuffai irritata.

Lui sorrise.

«Sei una ragazza speciale, non è vero?»

«Non proprio. Buona giornata».

«Non così in fretta, piccola». Le sue dita si chiusero intorno al mio polso. «Vuoi venire al castello con me, come mia Principessa?» Il Principe sorrise sfacciatamente.

Wow. Che cosa? Un'immagine vola attraverso la mia mente. Un sacco di cibo, vestiti nuovi, un grande castello, un letto caldo, camerieri, ... Ma Louis. Louis e nessuna Leah o Finn o mia madre. Niente da fare. Come potrei anche solo pensare di lasciare la mia famiglia da sola nella loro miseria?

«No, grazie. Sono sicura che ci sono molte altre ragazze a cui piacerebbe questo titolo, ma io non sono una di loro. Sono contenta della mia attuale vita. Arrivederla». Cercai di andarmene ancora una volta, ma lui mi fermò nuovamente, irritandosi.

«Sei una contadina. Potrei farti sparire da queste strade sudice in una manciata di secondi e nessuno se ne accorgerebbe. Potrei prenderti senza nemmeno il tuo permesso. Ma io ti sto offrendo una vita reale, gentilmente, e tu te ne vai?» Disse incredulo.

«Si». Mi strinsi nelle spalle, prima di allontanarmi. Lui mi afferrò il braccio.

«Non capisci? Io sono il principe: quello che dico si fa e quello che voglio, lo ottengo. E ciò che voglio è che tu sia la mia Principessa». Insisté il Principe Louis.

«No»

«E se chiedessi a tuo padre la tua mano? Sicuramente non rifiuterebbe».

«Dimmi quando lo trovi, okey? Mi piacerebbe parlare con lui». Sbottai. La mia pazienza si esaurì a causa della rapida corsa di emozioni che portò il pensiero di mio padre.

«Ehi calmati amore, non volevo recarti alcun danno». Il ragazzo dagli occhi blu fece un piccolo passo indietro. «Mi dispiace per la tua perdita, okey? Ma un rapido consiglio: non dovresti seriamente usare questo atteggiamento con me. Potrei farti arrestare. Per quanto ne so, potrei farti uccidere per la mancanza di rispetto che stai mostrando a un membro della famiglia reale»

Lo guardai inorridito. «Non puoi farlo! Non sarebbe-».

«Amore, devo ricordarti che io sono il Principe? Ho il diritto di fare qualsiasi cosa, quindi arrestare e uccidere chiunque io penso meriti quel destino». Fece notare. «Anche se forse potrei cambiare idea, se hai decido di darmi delle sincere scuse». Il Principe mi minacciò con un sorriso amichevole sul volto. «Una dove mi chiami per nome». Precisò. 

Quel ragazzo è un piccolo stronzo.

«Mi dispiace, Louis». Lo dissi con amarezza.

«Seriamente? Per che cosa?». Giocò. 

«Sì, Louis. Sono immensamente dispiaciuta per aver avuto un atteggiamento scorretto nei tuoi confronti e averti mancato di rispetto in qualsiasi modo».

«Bene. Visto? Non sono un cattivo ragazzo». Sorrise Louis. «In realtà raramente perdono, ma ogni tanto faccio delle eccezioni... Ora, non te lo chiederò più gentilmente: vuoi venire a casa con me?»

«E' ello sapere che tu hai un cuore, ma io non voglio ancora essere la tua principessa. Anche se fossi l'ultimo uomo sul pianeta, non ti sposerei mai». «Mi dispiace. Cosa?» Ringhiò, il suo sguardo penetrò attraverso il mio.

«In quante lingue dovrò dirtelo?» Esclamò con rabbia, perdendo la calma. «Io non voglio stare con te. Mi fai schifo. Non c'è nessuna possibilità che io abbandoni la mia vita per vivere con te. Le donne non si trattano come oggetti. Sei un imbecille». 

In quel preciso momento, descrivere Louis con la parola 'furioso' sarebbe generoso. No, il Principe stava fumando, il suo viso diventò bordeaux in un secondo. 

«Oh, cosa c'è che non va?» Lo provocai. «Hai intenzione di piangere? Vuoi che vada a chiamare la tua tata? Povero Principe Louis, non ha ottenuto quello che voleva quindi fa i capricci?» Lo derisi, roteando gli occhi mentre mi voltavo.

La sua mano afferrò improvvisamente la mia vita, mi girò verso di lui mentre mi sbatteva contro il muro di mattoni. «Ascoltami Principessa». Ribollì.

«Non chiamarmi così». Vomitai.

«Tu vivi nel mio regno, quindi ho il diritto di chimarti in qualsiasi modo voglia, Principessa». Scattò, dandomi una leggere spinta contro il muro. 

Mi ritrassi a causa dell'impatto forte, ma tenni gli occhi chiusi con la sua aria di sfida.

«Perché dovrei sposarti quando non sai nemmeno il mio nome?». Ribollì. «Dovresti conoscere il nome della persona che si suppone tu ami». Il suo volto cambia da una smorfia a un sorriso arrogante.

«E' questo che ti fa arrabbiare così tanto? Il fatto che io non sappia il tuo nome?» 

«No. Come ho detto, mi fai schifo. Cammini in giro come se fossi il dono di Dio per le donne, quando non lo sei».

«Ma il fatto che io non conosca il tuo nome, ti fa irritare». Mi fece notare, toccando il mio naso. «Se riuscissi a trovarlo, Principessa, sarai più incline ad accettare la mia offerta?» 

«No»

«Non ci resta che aspettare e vedere ora, non è vero?» Sorrise.

«Principe Louis!»

Il Principe mi lasciò andare, facendo un paio di passi indietro.

Un uomo, o meglio, un ragazzo della stessa età di Louis fece la sua apparizione nel piccolo vicolo. Corse verso di noi e anche alla luce fioca potei dire che la sua pelle era più scura. L'ho già visto... Lui è il braccio destro di Louis.

«Principe Louis! Dove è stato? Suo padre l'ha cercata ovunque!». Il ragazzo ripeté.

«Ay Zayn, calmati. Non sono stato lontano. Ho solo parlato con questa bella ragazza. E' una bella pollastrella». Ridacchiò, facendomi cenno.

«Sarà la tua sposa?» Zayn indagò, saltando automaticamente alle conclusioni. «Hai intenzione di portarla al castello e presentarla a tuo padre?»

«Dovrei, onestamente. Ma lei-».

«Ma io non voglio». Conclusi, facendo un sorriso falso.

«Attenta. Sta parlando con il Principe. E' un tuo superiore. quindi deve essere educata». La voce di Zayn era piena di veleno mentre mi parlava.

«Non mi importa, Zayn». Rise Louis, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo più scuro. «E' piacevole avere qualcuno che mi parla come se fossi una persona normale ogni tanto... Anche se, non potrei goderne per molto tempo». Continuò, lanciandomi un'occhiata di avvertimento. «In ogni modo, è stato un piacere incontrarla Principessa, ma devo andare a casa ora».

«Addio, allora. Dubito che ci vedremo nuovamente». Dissi, cercando di essere un po' più civile.

«Errato. Credo che ci rivedremo molto presto, amore». Il Principe Louis mi strizzò l'occhio. Mi fece un cenno di saluto e seguì il ragazzo più scuro.

«Spero di no, pomposo bastardo». Mormorai sottovoce, prima di tornare a casa.





ANGOLO TRADUTTRICE


Ciao a tutti, sono Giulia.

Nessun elemento di questa storia è di mia invenzione; questa storia è una traduzione.
E' stata scritta da sosodesj e pubblicata sul sito www.onedirectionfanfiction.com (x) | Autorizzazione (x) 
(per leggerla sul sito dovete essere registrati perché è vietata ai minori di diciasette anni).


CREDITI
Storia di sosodesj
Traduzioni di Giulia
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Siete pregati di non pubblicare in giro le mie traduzioni senza permesso.
Io cercherò di pubblicare ogni volta che mi sarà possible.


Spero che questa storia vi appassioni e che lascerete tante recensioni, positive, neutre o negative.
Accetto critiche e consigli per migliorare nella traduzione e ovviamente aspetto vostri pareri per farmi sapere cosa ne pensate.


Per qualsiasi cosa potete scrivermi un messaggio privato o contattarmi su twitter; sarò felice di rispondere a chiunque.
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L'autrice:
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LE MIE TRADUZIONI
a capitoli                                   Baby lips | Prisoner of my own body | Happily new after | Vulnerability | The blind side 
one-shots                                   Louis | Harry | Liam | My best friend is you | Harry's favourite things about Scar | Balance | Logic | Untitled 
a capitoli, prossimamente   Wanting what's wrong | Daylight - the stars are burning out | At last  
one-shots, prossimamente   When everything dissapears | What goes around comes around | My best friend is you | Niall | Zayn 
in pausa                                    My fake relationship (Justin Bieber) | Crash and burn (Justin Bieber)| Dark NiallDark side - can you love mine? 
in lingua inglese                    He'll only break you

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Capitolo 2
*** Impoliteness and threats. ***


2 - Impoliteness and threats
IMPOLITENESS AND THREATS


«Classe, questa mattina, il principe ha chiesto che tutte le scuole del Regno portino le loro studentesse, di età compresa tra i sedici e i diciotto anni, al castello questa settimana. Questo significa che domani, ragazzi, avrete un pomeriggio libero». La signora Apricot, l'insegnate di storia, applaudì entusiasta.

Tutti, ragazzi e ragazze, si allietarono all'informazione.

«Per le ragazze questa sarà una grande occasione per conoscore la storia della famiglia Tomlinson. Potreste avere un test, quindi sarà meglio se presterete attenzione mentre saremo lì».

Ci fu una serie di lamenti.

Ero senza parole, stavo ancora elaborando la notizia. L'idea non mi piaque per niente. Non posso andare al castello. Mi terrà lì, se me vede. Louis mi terrà lì e la mia famiglia morirà di fame. Alzai la mano per fare una domanda, una delle prime quell'anno. 

«Sì, Annabelle?» Chiese l'insegnante. Tutte le teste si girarono verso di me.

«E' obbligatorio?» Chiesi attentamente.

«Sì, lo è. Si tratta di un'opportunità unica per ogni ragazza di incontrare il principe». Insisté la vecchia signora.

«Fidati di me, non è così unica». Borbottai tra me e me. Beh, mi dispiace, ma io non ho intenzione di venire a questa stupida gita, anche se mi costa del tempo a scuola. «Louis Tomlinson è un asino». Dissi un po' più forte.

Tutte le ragazze rimasero senza fiato in uno stato di shock, mentre i ragazzi ridacchiavano fra sé. La signora Apricot, però, non era molto divertita.

«Signorina Hearst, a causa della tua mancanza di rispetto nei confronti di un membro della famiglia reale, non ho altra scelta e devo sospenderla per tre settimane. Inoltre, poiché ha chiamato il principe con il suo nome, non potrà partecipare alla gita di domani per evitare la nostra vergogna. Le sarà chiesto di fare la portinaia per tutto il pomeriggio, fino alle sei. Inoltre, i suoi genitori saranno informati della sua mancanza di rispetto». Mi rimproverò, la sua voce stridula nelle orecchie.

Rimasi in silenzio per il resto della lezione, ignorando le ragazze che continuava a guardarmi come se fossi un ragno che non potevano uccidere.

«Com'è andata a scuola? E il Lavoro?» Mi chiese quella sera mia madre mentre eravamo intorno al tavolo per la cena.

«Mamma ho tre settimane di sospensione». Sospirai, un po' imbarazzata. «E devo stare a scuola fino alle sei domani».

«Cosa?»

«Cosa significa sossensione, Belle?» Leah chiese dal suo posto.

«Niente, ed è sospesione». Sorrisi alla bambina.

«Annabelle, è così davvero?» Chiese mia mamma, la voce ridotta ad un sussurro. «Perché?»

«Mamma guarda il lato buono ciò. Posso lavorare per più ore per tre settimane. Farò più soldi».

E trovare un nuovo lavoro. Mi dico.

«Annabelle Hearst, perché hai avuto una sospensione?» Ripeté mia madre.

«Io Leah Hearst, tu Finn Hearst». Affermò la mia sorellina con orgoglio al suo fratello gemello. Finn scosse la testa. «Si Finn». La piccola ragazza bionda fece un cenno con la testa rapidamente. «Dì: sono Belle».

«Sì Finn, Leah è giusto». Sorrisi, guardando i due con amore.

«Belle ha ragione. Io indosso il mio speciale maglioncino».

Sorrisi ancora di più quando notai che Finn indossava il maglione blu e verde che gli avevo fatto il giorno prima.

«Va bene, avete ragione entrambi». Ridacchiai.

«Annabelle, per favore... Rispondi alla domanda». Si lamentò mia madre, tenendosi la testa tra le mani. Rimasi in silenzio un paio di secondi, mordendomi nervosamente il labbro.

«Io um... Beh, ho insultato il principe».

Le sue posate caddero. Finn la imitò e cominciò a ridere, pensando che fosse un gioco. Lui le riprese e le lasciò cadere di nuovo.

«Non si scherza con la famiglia reale Anna». Disse molto seriamente. «Tuo padre lo ha fatto. Ha voluto tastare i limiti. Hai visto dov'è ora?»

«Dove? Non me lo hai mai detto». Risposi, giocando a disagio con il cibo nel mio piatto. C'era un imbarazzante silenzio.

«Non è andato da alcuna parte, questo è esattamente dove è andato». Finì, il tono della sua voce mi fece capire che questa discussione era finita. 

Il giorno dopo, pulire a scuola non fu troppo noioso, soprattutto perché il custode era un vecchio uomo loquace e sapevo che sarebbe stato meglio che dover affrontare nuovamente il principe. Rimasi piacevolmente sorpresa quando mi resi conto che avevo imparato molto più del bidello nel giro di tre ore di quanto avrei imparato sulla storia dei Tomlinson al castello. 

Appena le sei scattarono, salutai il bidello e andai fuori città per poter trovare un lavoro.

Trovare lavoro questa volta si stava verificando più difficile di quanto pensassi. Ero già all'inizio della mia seconda settimana di sospensione da scuola e non avevo ancora trovato un lavoro buono.

Ero disperata, i soldi di mia madre cominciavano a non essere abbastanza per rispondere a tutte le esigenze della famiglia. Mia madre aveva cominciato a farmi domande, interrogandosi sul perché io non portavo più soldi a casa. Pentita, le mentì, dicendole che le avrei portato lo stipendio la settimana dopo o giù di lì.

La cosa che maggiormente mi frustava, però, era che i datori di lavoro mi rifiutavano appena mi vedevano. Mi giudicavano così facilmente, solo lanciando un rapido sguardo a ciò che indossavo, come i miei capelli non fossero particolarmente puliti, come le mie unghie non fossero particolarmente curate e cose del genere. Cose che non contavano. Non si sarebbero nemmeno mai scomodati di scoprire cosa fossi in grado di fare. 

Ero sul punto di piangere quando arrivai alla fine della settimana. 

«Mi hanno detto che sono una buona sarta. Signore mi dia una possibilità di mostrarglielo, per favore». Dissi al datore di lavoro della Delicate Couture, presto quel giorno. 

«Mi dispiace signorina, ma non possiamo accettarla». Mi disse, un sorriso triste sul volto. Nessuno l'aveva mai messo in quel modo. Cosa c'è di sbagliato in me? 

«Cosa vuol dire che non potete accettarmi?» Dissi i miei pensieri.

«Solo che non possiamo»

Sconcertata continuai a chiedere assunzione nei diversi luoghi in cui sapevo di avere un qualche tipo di capacità, ma mi scontravo con una risposta negativa ogni volta. Provai ad offrirmi per qualcosa di diverso, qualcosa che non avevo assolutamente idea di come si facesse.

«Sono una persona molto allegra, mi piace rendere felici gli altri e sono una gran lavoratrice. Sicuramente potrei essere la cameriera che sta cercando?»

«Mi dispiace cara, stiamo cercando una persona con un po' più di esperienza. Sei un po' giovane, non credi? Non dovresti essere focalizzata sulla scuola?»

Quelle erano le risposte che avevo ottenuto durante tutta la settimana, più e più volte. 

Venerdì sera si stava avvicinando e io stavo perdendo le speranze. 

«Mi dispiace signorina, ma proprio non si adatta alla descrizione»

«Signore la prego, mi dia una possibilità! Ho davvero bisogno di soldi». Supplicai l'anziano signore. Al suono del campanello del negozio, lui guardò dietro di me e i suoi occhi divennero enormi. 

«Le principesse non chiedono elemosina sai? E forse non avresti avuto bisogno di soldi se non avessi rifiutato la mia offerta»

Il sangue mi si gelò nelle vene al suono della sua voce. 

«Signore, per favore, ho bisogno del lavoro». Sussurrai, non voltandomi per salutare l'intruso. Il vecchio però si inchinò davanti a lui. Sbuffai.

«Non pensi che manchi di cortesia, Annabelle?» Disse Louis. Potevo quasi sentire il suo sorrisetto nella sua voce. 

«Forse un po', signore. Ma non deve prestare molta attenzione a ciò». Ribollì, ancora di fronte a lui. Come sa il mio nome?

«Signor Tomlinson, è lei la ragazza che voleva nessuno assumesse?» Chiese l'uomo di fronte a me, con voce tremante e debole. 

«»

«Cosa?» Mi voltai con rabbia, solo per trovarmi faccia a faccia ad appena un centimetro dal viso. Viaggiai a ritroso nella sorpresa della nostra inaspettata vicinanza.

«Attenta». Avvertì Louis, afferrando rapidamente il polso e mi tirò di nuovo in posizione eretta.

«Che cosa ha detto?» Ripetei con un po' più di calma, un po' stupita dalla vicinanza dei nostri corpi. Feci un passo indietro da lui. «Eri il motivo per cui non riuscivo ad ottenere un posto di lavoro?» Chiesi, disgustata. 

«Vieni, facciamo un giretto fuori? Si sta facendo tardi. Ti accompagno a casa tua»

«Io non voglio camminare fuori, né voglio che tu venga a casa mia»

«Peccato»

Il principe mi strattonò le braccia e la cosa che so è che, un attimo dopo, lo stavo seguendo nel centro della città che portava verso casa mia. 

«Allora, principessa... Dove vivi mentre io preparo il tuo arrivo al castello?»

Ignorai l'ultima parte della sua dichiarazione, così come ignorai i diversi sguardi che ricevevo dalle persone che passeggiavano.

«Mi dispiace, signore. Non voglio dirle informazioni fino a quando non risponderà alla mia precedente domanda. Perché eri tu il motivo per cui ho passato le ultime due settimane alla ricerca di un lavoro e non riuscendo a trovarne uno?»

«Mi stai minacciando?» Sbuffò, afferrando una mela da un piccolo carro merci.

«Ti senti minacciato?» Ribattei, senza guardarlo.

Lui rimase in silenzio, masticando con cura la sua mela.

«No, non mi sento minacciato». Disse dopo un momento di riflessione.

«Allora non ti stavo minacciando. Voglio solo avere delle risposte». Sbuffai.

«Bene, allora». Presi un altro morso. «Perché io sono una brava persona, ti darò risposte, ma solo se mi chiami Louis». Accettò, sorridendo.

Oh sì, sei una persona super bella. Tu sei il tipo di ragazzo per il quale morirei per NO. 

«Ebbene, Louis, ti andrebbe di dirmi perché non ho potuto avere un posto di lavoro?» 

«Allora, ti ricordi Zayn giusto?» Iniziò Louis. Il viso scuro del ragazzo subitò invase la mia mente. 

«Vividamente». Risposi seccamente. 

«Bene. Mi ha irritato un po' il nostro primo incontro. Io non potevo lasciare correre senza conseguenze. Qualcosa mi ha colpito quando ti ho incontrata. Non hai l'aspetto di una ricca sfondata, quindi presumetti che non avessi ancora un lavoro. Supposizione fortunatamente giusta. Quindi, non appena sono tornato al castello quella sera, ho fatto fare a Zayn suo schizzo di te e, la mattina dopo, l'ho consegnato ad ogni datore di lavoro in città, vietandogli di assumere chiunque apparisse come il tuo ritratto»

Mentre finì, ci trovavamo in una zona più isolata della città, a circa un miglio di distanza da casa mia. Ripetei quello che mi aveva appena detto nella mia testa. Quindi non ho potuto avere un lavoro perché voleva una sorta di vendetta?

«Come hai potuto?» Mormorai, fermandomi durante il mio percorso per guardarlo direttamente negli occhi.

Si strinse nelle spalle con noncuranza, lanciando la sua mela finita nel canale di scolo. Rimasi confusa. 

«Tu sei un tale stronzo indifferente! Quello è un comportamento infantile!» Esclamai improvvisamente, arrabbiandomi. «Fai in modo che qualcuno sia infelice perché lui o lei non ha accettato di fare qualcosa! Cosa c'è di sbagliato in te?» Lo spinsi.

Mi afferrò rudemente per la vita, tirandomi a lui, portando la sua bocca al mio orecchio. 

«Beh, principessa... Se non l'hai ancora capito stai vivendo sotto una monarchia: regole reali». Sussurrò duramente. Si tirò indietro e si sistemò la camicia con un fermo strattone, fissandomi. «Dovresti stare molto attenta, Annabelle, a non tirare fuori il mio lato cattivo. Ti farò un esempio di ciò che accade alle persone che mi sfidano, ok?» Louis prese un respiro profondo, prima di proseguire. «La settimana scorsa, ho ordinato ad ogni scuola di portare tutte le ragazze di età compresa fra i sedici e i diciotto anni al mio castello. Una di loro non ha obbedito. Mi ha detto che aveva proibito ad una delle sue studentesse di venire poiché era stata scortese nei confronti della famiglia reale». Il ragazzo dagli occhi blu si fermò brevemente, guardandomi severamente. «La vecchia donna mi ha detto il nome della studentessa mancante, era Annabelle Hearst, e mi ha dato una breve descrizione: capelli biondi, occhi verdi, non molto alta, scortese. Penso che tu sai di chi sto parlando, vero? Perché non ti ho mai vista mettere piede al castello una sola volta e la descrizione ti si adatta abbastanza bene, no?» Mi prese in giro.

«Sono andata e solo non mi hai vista». Mentì. «Ci sono molte altre ragazze con i capelli biondi e gli occhi verdi».

«Non ti azzardare a mentire a me. Tutto questo portare le ragazze al castello era per trovare te. Ho avuto occhi solo per te quella settimana. Non mi importa delle altre; eri l'unica che avrei dovuto vedere!» Scoppiò. «Ho passato ore e ore cercando di trovarti attraverso il mare di studentesse, ma non eri nemmeno presente». Continuò animatamente.  

Rimasi in silenzio mentre esalava a voce alta, passandosi una mano tra i capelli un paio di volte nel tentativo di calmarsi.

«Comunque, non mi importavano affatto le scuse dell'insegnante. Lei mi aveva disobbedito e io detesto essere disobbedito»

Oh mio Dio, che cosa ha fatto a quella povera signora?

«Così l'ho licenziata dal suo lavoro di professoressa, ho preso via la sua casa e tutti i suoi bene e, il giorno dopo, li ho dati ad un senzatetto. Ora lavora come cameriera nei quartieri più degradati del castello».

«C-» 

Il principe mi fece tacere, mettendo un dito sulle mie labbra. 

«La lezione che devi apprendere qui, principessa, è cercare di evitare di disobbedirmi, va bene? Le cose non finiscono bene quando lo si fa». Spiegò Louis. «Il fatto di non potere più lavorare in nessun luogo è solo una piccola parte di quello che posso fare. Posso portare via la tua casa e inviare i membri della tua famiglia agli alloggi per gli schiavi, se voglio. Ottengo sempre ciò che voglio»

Trattenni il forte desiderio di dargli un pugno. 

«Adesso chiedimi, Annabelle, che cosa voglio»

«Cosa vuoi?» Mormorai, piena di odio.

«Beh, visto che me lo stai chiedendo così bene, voglio la tua mano in matrimonio». Lui sorrise, dandomi la mano per farmela afferrare. 

Cominciai a rispondere, ma lui mi interruppe. 

«Devi sapere, però, che anche se rifiutassi la mia offerta, alla fiene, volente e nolente, dovrai sposarmi. Sto solo chiedendotelo educatamente ora, dandoti un'ultima possibilità di accettare senza alcuna minaccia».

«Te l'ho già detto. No. La mia risposta sarà sempre no». Risposi con fermezza. Lasciò cadere la sua mano. 

«Ho due proposte per te, allora»



ANGOLO TRADUTTRICE


Ciao a tutti.

Quindi, vi piace?
Gli altri ragazzi entreranno nella storia presto.

Non siate timidi, chiedete tutto quello che volete, lasciate un parere sulla storia, dite quello che non vi piace e cosa vi piace, cosa vi aspettate. Liberate la mente e lasciate una recensione :)



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LE MIE TRADUZIONI
a capitoli                                   Baby lips | Prisoner of my own body | Happily new after | Vulnerability | The blind side 
one-shots                                   Louis | Harry | Liam | My best friend is you | Harry's favourite things about Scar | Balance | Logic | Untitled 
a capitoli, prossimamente   Wanting what's wrong | Daylight - the stars are burning out | At last  
one-shots, prossimamente   When everything dissapears | What goes around comes around | My best friend is you | Niall | Zayn 
in pausa                                    My fake relationship (Justin Bieber) | Crash and burn (Justin Bieber)| Dark NiallDark side - can you love mine? 
in lingua inglese                    He'll only break you

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Capitolo 3
*** Heart Wrenching. ***


3 - Heart wrenching
HEART WRENCHING


«Devi sapere, però, che anche se rifiuterai la mia offerta, ti troverai a dovermi sposare alla fine. Volente o nolente. Sto solo cercando di essere gentile ora, dandoti un'ultima possibilità di accettare senza alcuna minaccia».

«Te l'ho già detto: no. La mia risposta sarà sempre no». Replicai fermamente. Lasciò cadere le sue mani.

«Ho due proposte per te, allora. Tu sai che il motivo per il quale i miei parenti vogliono che mi sposi sia per poter avere un erede, giusto?»

Annuì attentamente.

«Aspetta. Tu sai cosa implica avere un erede, giusto?» Lui aggrottò le sopracciglia.

«Si». Risposi seccamente.

«Perfetto. Quindi questo è l'accordo; o tu vieni al castello entro la prossima settimana, aprendo la mente ai vantaggi che la vita reale potrebbe darti, e ci sposiamo a dicembre, che è a circa un mes-»

«So quando è dicembre, non sono stupida».

«Forse giusto un po', dal momento che hai rifiutato di sposarmi. In ogni caso, tornando a quello che stavo dicendo prima, se verrai da me di tua scelta, potrei lasciarti il tempo di abituarti alla tua nuova vita e potremo fare con calma ogni cosa. Al contrario, se non verrai al castello entro la fine di questa settimana, manderò Zayn a prenderti, ci sposeremo un paio di giorni dopo e mi prenderò la tua dolce verginità subito dopo le nozze». Sorrise sfacciatamente. «Quindi, cosa sceglierai?».

«Hai dimenticato che, forse, in tutto questo, io ho una famiglia?» Dissi a denti stretti.

«Sapranno cavarsela senza di te». Rispose Louis semplicemente.

Sentì la rabbia impossessarsi del mio corpo, gli tirai uno schiaffo.

«Muoiono di fame!» Urlai, facendo ampi movimenti con le braccia. «Dobbiamo continuare a lottare per sopravvivere e tu vuoi portarmi via da loro? E' già abbastanza sbagliato il fatto che tu non mi abbia fatto ottenere un lavoro e ora ti aspetti che io semplicemente li lasci nella miseria? Quanto senza cuore sei?» Gridai animatamente, dimenticandomi per un secondo che avessi appena maledetto un Principe e schiaffeggiatolo.

«Hai finito il tuo stupido capriccio?». Chiese calmo, la sua guancia si stava arrossando dove la mia mano era entrata in contatto con la sua pelle.

Rimasi in silenzio, il mio respiro ancora irregolare dal mio precedente grido di protesta.
 
«Bene». Mi tirò indietro duramente, la mia schiena si scontrò con un albero. «Allora, ascoltami bene principessa, perchè non voglio ripetermi. E' meglio che tu inizia ad impacchetare le tue cose questa sera, perché domani mattina sarai al castello con me. Inizieremo i preparativi al matrimonio». Il suo sguardo cadde sulle mie labbre per un breve momento. «Non sarà tollerato nulla di simile a quello che hai appena fatto. Mai più. Sono infantili e spesso rimpiangerai le cose che dirai e successivamente farai. Hai appena creato un tuo stesso esempio, riducendo il tempo da passare con la tua famiglia di una intera settimana. Triste, non è vero?»Il Principe si giocò di me, prima di lasciarmi andare.

Mi limiterò a scappare con la mia famiglia durante la notte. Troveremo un altro posto dove vivere. Qualsiasi cosa sarà comunque migliore di questo inferno.

«Louis!»

Il ragazzo sospirò di sollievo, guardando dietro di lui. 
«Zayn sta arrivando, che convenienza. Perché ci hai messo così tanto?». Si rivolse a lui.

I miei occhi controllavano attentamente il ragazzo moro mentre avanzava verso di noi lentamente.

«Ti stavo seguendo per la città come mi aveva chiesto, ma poi Lady Charlotte ha mandato Paul a dirmi alcune importanti novità. Mi ha distratto abbastanza a lungo da permettermi di perderLa di vista. C'è voluto più di quanto  pensassi per trovarLa ancora. Mi perdoni». Spiegò.

Osservai in silenzio la conversazione tra i due uomini.

«Dimenticato e perdonato. Quali sono le importanti novità».

«Paul vuole che La informi che il Principe Niall verrà in visita la prossima settimana».

«Bene. Potrà assistere alle nozze».

«Nozze, Signore? E' confermato?» Zayn aggrottò le sopracciglia, osservando me e il Principe.

«Non completamente ancora, ma presto sarà certo. Ora, Zayn, ho bisogno di chiederti un favore». Gli disse Louis, girando la testa per guardarmi.

«Qualsiasi cosa, Signore».

«Voglio che tu scortassi Annabelle a casa e tenessi un occhio vigile su di lei durante questa notte. Ho la sensazione che lei cercherà di fuggire dal Regno». Alzò un sopracciglio dubbioso. «Inoltre, la voglio nella mia abitazione domani mattina, alle dieci in punto precisamente. Ti autorizzo ad usare ogni metodo tu ritenga approriato per portarla al castello in tempo».

«Il tuo desiderio è un ordine».

Zayn si inchinò davanti a lui, mentre io ero rimasta sbalordita.

«Louis no, per favore. Non ho bisogno di una scorta». Protestai, sul punto di piangere per tutta quella realtà.

«Ne hai bisogno. Ora smettila di comportarti come una bambina e accetta le conseguenze delle tue azioni responsabilmente». Finì Louis. «Ci vediamo domani mattina, Annabelle».

Lo guardai camminare verso la città, inorridita.

«No, no, no. Questo non è reale». Balbettai. «Non sta succedendo tutto questo, per favore Dio. Non ho mai voluto tutto questo. Come farà mia madre a prendersi cura di Finn e Leah? Oh mio Signore, per favore, aiutami». Improvvisamente caddì al suolo e iniziai a singhiozzare. «Perché? Perché è così senza cuore?»  Piansi.

Zayn si schiarì la gola.

«Non è senza cuore, davvero non lo è. E' solo una brutta giornata».  

Guardai, tornando in piedi, piangente il braccio destro di Louis.


«Lui? Il Principe Louis? Ha una brutta giornata? Hai visto la mia?». Vomitai, odiosa. La mia tristezza diventò frustazione. «Sto per sposarmi con un compl-»

«Smettila di essere così melodrammatica». Zayn mi fece tacere. «A giudicare dall'impronta rossa sul suo viso, lo hai colpito. In realtà stai per avere di meglio di quello che realmente meriti. Ora tirati su, devi andare a casa a preparare le tue cose».

«Non puoi obbligarmi». 

«Provamelo. Alzati». Minacciò.

Rimasi seduta sulla terra., abbracciando le mie stesse gambe. «No». Risposi a tono.

«Scelta tua». Mi afferrò, lanciandomi sulla sua spalla come se fossi un sacco di piume.

«
Mettimi giù! Non sai neppure dove vivo».

«Ecco perché ti porterò al castello subito».  

«No, no, no! Va bene, ti mosterò la strada, solo mettimi giù». Lo supplicai, colpendo la sua schiena.

«
Bello vedere che collaborerai». Ghignò, posandomi a terra. «Andiamo a casa tua»Pressò, accennando alla strada verso casa mia.

Gli mandai un'occhiataccia. Sbuffai e iniziai a camminare con la testa bassa, Zayn ai talloni.

«Mamma, Leah! Belle ha comprato uno straniero». Urlò eccitato Finn mentre Zayn e io passavamo oltre la soglia. Mia madre rise, girandosi.

«No Finn, lei ha portato Smise di ridere bruscamente «- uno straniero». Finì, la voce asciutta e priva di qualsiasi emozione. «Annabelle, perché lui è qui?»

«Mamma, chi è?» Piagnucolò Leah, correndo a nascondersi dietro le sue gambe.

«Mamma, tu conosci Zayn, vero?» Dissi cautamente.

«Sono il braccio destro del Principe Louis». Il ragazzo moro sorrise amabilmente.

«Piacere di conoscerti». Affermò, ironicamente. Non un grammo di sincerità nella sua voce. «A cosa dobbiamo la tua visita?». Continuò con attenzione, guardando preccupata me e Zayn.

«Sua figlia, lei è stata scelta dal Principe per diventare sua moglie. Sono qui per assicurarmi che lei arrivi al castello salva entro domani mattina, che sarà la sua nuova casa»

Posso giurare che smise di respirare.

«Domani? Così presto? Il Principe compirà venti anni solo in dicembre, non dovrebbe andare così presto»Sussurò. «Il primo dicembre è fra due settimane».

«Doveva essere così, ma Annabelle ha mancato di rispetto al Principe e automaticamente è stata ridotta la sua permanenza con voi». Elaborò Zayn.

«Mamma, dove andrà Belle?»Chiese preoccupato Finn, anche lui nascosto dietro le sue gambe.

«Non adesso, Finn. Per favore... Anna, dimmi per favore che non è la verità. Te l'ho detto un paio di giorni fa che devi essere rispettosa verso le figure reali. Perché mi hai disubbidito?» Implorò mia madre.

Vergnognandomi, abbassai lo sguardo ai miei piedi.


«Ho cercato di difenderti. Stava facendo il completo imbecille su tutto». Urlai.

Sentì Zayn irrigidirsi dietro di me

«Non vedi che hai solo peggiorato le cose?». Mi strillò di rimando.

«Mi dispiace, okay! Non l'ho fatto di proposito. Non penso quando dico quelle cose».

«Evidentemente».

«Vado a prepare le tue cose». Si intromise Zayn, facendo cessare le nostre urla. «Dov'è la tua stanza?»

«L'ultima in fondo al corridoio». Borbottai, indicandogli la giusta direzione. Lui annuì, andandosene.

«Leah, veloce! Dobbiamo proteggere la camera di Belle dall'estraneo». Urlò Finn, strattondando sua sorella verso la mia stanza.

«Annabelle, perché non mi hai ascoltato?» Mi rimproverò mia madre.

«Mamma, per favore. Non voglio litigare». Il mio labbro inferiore tramava. «Non ora. Non abbiamo molto tempo da passare insieme. Non voglio sprecarlo discutendo». Dissi, prima che la mia voce si spezzasse e iniziassi a piangere. «Sono così dispiaciuta, non ne hai idea».

«Oh, dolcezza».  

Venne verso di me, stringendomi strtta. La abbracciai.

«Mamma, scusami». Singhiozzai, continuando a piangere. 

«Sh, va tutto bene piccola». Mi baciò i capelli, accarezzandomi la schiena per darmi sollievo.

«Mi dispiace di aver urlato. Sono così spaventata e confusa. Non riesco a immaginare cosa stai provando».

Piansi nella sua camici, tenendola stretta. Qualcosa si bagnato mi gocciolò sul collo e realizzai che anche lei stava piangendo. «Andrà tutto bene. Noi staremo bene»Disse piano.

Restammo così per alcuni minuti, stringendoci l'una all'altra mentre piangevamo, mormorando scuse e ti amo.

«Puoi non guardarmi mentre sto cercando di dormire? E' inquietante». Sussurrai, non volendo svegliare Leah e Finn che dormivano beatamente nella stanza accanto alla mia. «E' abbastanza difficile non riuscire a dormire per i miei pensieri, non voglio te a complicarlo»Mormorai.

«Cos'altro vuoi che faccia? Non è che io possa dormire». Mi sussurrò di rimando Zayn. «Chi ha detto che non puoi? C'è un divano nel salotto, usalo. O puoi tornare al castello».

«Non succederà. Louis non vuole che ti perda d'occhio»

Gemetti, seppellendo il viso nel cuscino. 

«Beh, questo era abbastanza attraente». Sogghignò

«Taci». Borbottai.

«Sii educata». Mi mise in guardia «Gesù, come fa il Principe a tollerare la tua mancanza di rispetto?». Biascicò a se stesso.

«Come fai a tollerare anche che -»

«Non hai nemmeno il coraggio di terminare la frase».

«Che giornata orribile». Mi lagnai, sedendomi sul mio letto e guardandolo. Nel buio riuscivo a vedere solo il contorno del suo corpo, seduto sul mio tavolo per cucire. «Credo davvero che quella di Louis sia stata peggio, però»Affermò il ragazzo moro. 

«E perché?». Sogghignai, incrociando le braccia al petto.

«E' innamorato di una ragazza che non lo ama, che sei tu, e questa ragazza continua a rendergli la vita difficile»

«Come può la sua vita essere complicata? E' un Principe!» Sussurrai per metà e urlai arrabbiata per l'altra.

«La gente trama la sua morte quasi ogni secondo che passa, il che significa che è costantemente controllato quando è fuori dalle mura del castello e anche all'interno. Tutti hanno sempre grandi aspettative su di lui; raramente può concedersi di allentare la cinghia su qualcosa. In più, la sua famiglia non è ciò che io chiamo unito. Louis affronta quasi tutti i problemi della sua vita da solo, eccetto quando il Principe Niall e il Principe Harry vengono a fargli visita». Fece una pausa e io potei quasi scorgere i suoi occhi ambrati oscurarsi «Non immagini quanto tu sia fortunata ad avere una famiglia che ti supporta durante i momenti duri della tua vita. Persino Leah e Finn sono qui per supportarti, per difenderti. E loro hanno quanto? Due anni, forse tre?»

«Tre».  

«Loro hanno tre anni e il loro amore per te è già infinito. Sono venuti a controllarmi nella tua stanza prima, pronti a difenderti. Pazzi d'amore per te. Non molte persone fanno le cose per Louis per amore. Loro lo fanno per il terrore di essere uccisi». Spiegò, piano.

«Quindi ammetti che Louis è severo, senza cuore qualche volta». 

«Deve esserlo, a causa di suo padre. Ogni volta che il Principe non fa qualcosa nel modo giusto, il Re lo picchia. Ogni volta che il Re sente che la famiglia reale sta perdendo la sua supremazia, incolpa Louis e lo ferisce, a volte verbalmente, altre fisicamente o entrambe»

Strizzai gli occhi, cercando di capire se stava mentendo riguardo a questo o no.

«Riguardo la Regina Joannah? Non fa nulla riguardo a ciò?». Dissi sommessamente, cercando di trovare una scappatoia nella sua spiegazione. 

«E' passato molto tempo dall'ultima volta che abbiamo visto la Regina passeggiare nel castello. Il Re la tiene bloccata nei suoi alloggi la maggior parte del tempo. Louis raramente vede sua madre». Rimasi lì, perplessa. Forse ho giudicato Louis troppo facilmente. 

«Sì, non dirgli che te l'ho detto. Non sei tenuta a saperlo, penso». 

«Ho bisogno di dormire»Biascicai, sdraiandomi nuovamente nel mio letto.

«Ne hai. Sarà una lunga giornata domani»

Strizzai gli occhi chiusi, sentendo un'ondata di tristezza sopraffarmi. Anche se Louis non ha una vita facile, non ha il diritto di forzare qualcuno al matrimonio.

I gemelli stavano piangendo alla mia partenza il giorno successivo, come me e mia madre.

«Belle, non andare! Sarò gentile se rimani». Finn mi pregò per un decimo del tempo.

«Belle, perché non ci ami?» Continuò Leah, grossi lacrimoni a zampettargli sulle guance. Mi piegai e la strinsi saldamente.

«Certo che vi amo». Amoreggiai, il mio cuore si ruppe in tanti piccoli frammenti.

«Zayn è un grande perfido» Finn si imbronciò prima di unirsi al nostro piccolo abbraccio, seguito poi da mia madre.

«Zayn diventerà ancora più cattivo se non lasciamo andare Annabelle ora». Il ragazzo scuro sbuffò.

«Louis ha detto alle dieci, manca un quarto d'ora».

«Per favore, Zayn. Non voglio andare».  

«Non può interessarmi. Mi importa, ma non posso, okay? Louis si arrabbierà e questo è un problema perché Louis  non può fare nulla per me anche se sono il suo unico amico al castello. Quando suo padre saprà che io ho disobbedito a Louis e lui non ha fatto nulla a riguardo, Louis si farà male. E' un circolo vizioso Annabelle, te l'ho detto la scorsa notte. Devi venire di buona lena, okay? Non voglio trascinarti, arriveremmo tardi se lo facessi»

«Vai Annabelle. Zayn ha ragione. Se c'è qualcuno che non devi irritare, è il Re. Vai»Mia madre piangeva. Mi baciò la fronte un'ultima volta prima di spingermi a malincuore verso lui. La mano di Zayn si avvolse intorno al mio polso e mi tirò lontano dalla mia famiglia.

«No, per favore. Non posso lasciarli!» Singhiozzai, osservando inorridita come venivo tirata sempre più lontana dalla mia famiglia. «Zayn, loro potrebbero morire senza di me! Zayn, per favore»

«Scusami». Provò Zayn, ma niente avrebbe potuto far cessare il mio pianto.



ANGOLO TRADUTTRICE


Ciao a tutti.

Sono tornata!
Come state? Ho finalmente finito la riabilitazione e il mio ginocchio è come prima, yay!

Vi espongo i miei piani per le vacanze di natale riguardo le pubblicazioni.
- Entro questa sera contavo di aggiornare 'Vulnerability', che se non è oggi sarà domani.
- In queste due settimane vorrei riuscire a pubblicare almeno dieci capitoli di 'Prisoner of my own body' poiché la storia è lunga (cinquanta capitoli) e io sono solo al diciassettesimo çç. Inoltre dopo la prima parte della serie di cui questa fa parte ce ne sono altre due: una appena completata (di cinquantacinque capitoli) e una coming soon.
- Vorrei in oltre finire di aggiornare i due capitoli mancanti di happily never after. La storia non è finita ma Anne per ora è arrivata solo al quinto capitolo.
Spero che in tutto questo voi collaborerete con le recensioni :)


buon Natale - in ritardo - e buone Feste!
un bacio, x



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LE MIE TRADUZIONI
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