Happily never after di sosodesj (/viewuser.php?uid=354321)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Royal Encounter. ***
Capitolo 2: *** Impoliteness and threats. ***
Capitolo 3: *** Heart Wrenching. ***
Capitolo 1 *** Royal Encounter. ***
1 - Royal encounter + Information
HAPPILY
NEW AFTER.
©
2013 by sosodesj.
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo documento
può
essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo,
elettronico, meccanico, fotocopiato, registrato o altro, senza permesso
scritto di sosodesj.
HAPPILY
NEVER AFTER
Di sosodesj
☣
ROYAL
ENCOUNTER
«Ricordate signore, siate
educate. Il principe è alla ricerca della sua sposa».
La
gente mi faceva diventare pazza con quella frase. Avrei voluto vomitare
ogni volta che la sentivo. Voglio dire, tutto il regno ne parlava.
Tutti parlavano di come il Principe fosse stato costretto a sposarsi in
poco tempo perché avrebbe compiuto venti anni in poche
settimane. Perché
sposarsi a vent'anni?
Il Re aveva ordinato al proprio figlio di sposarsi prima che avesse
compiuto vent'anni per assicurarsi che la famiglia reale sarebbe
continuata avendo eredi maschi. Così, ovviamente per loro,
sposarsi significava avere figli subito dopo e la sposa del principe
avrebbe dovuto continuare ad averne fino a quando la coppia non avrebbe
avuto un maschio. Il problema, in ogni caso, non era la strana
tradizione. Il problema era che il Principe Louis era molto lontano
dall'essere in grado di diventare padre. Era un donnaiolo. La parte
peggiore è che ha glorificato il titolo.
I
media parlavano molto delle sue 'avventure', ma alla gente del Regno di
Headow non importava. O forse sì, ma non osavano parlare
erroneamente di qualsiasi membro della famiglia reale,
perché
dieci anni prima, una persona che si era permessa di farlo fu uccisa.
Se la scuola mi aveva insegnato una cosa importante in tutti
quegli anni, era non mancare mai di rispetto alla famiglia reale,
verbalmente o con qualsiasi altro mezzo.
Ad ogni modo, ci stavamo
avvicinando rapidamente a dicembre e il Principe
Louis Tomlinson aveva inviato una dichiarazione per ricordare che era
alla ricerca della sua sposa e che ogni ragazza in età di
sposarsi, il che significava di almeno diciotto anni, avrebbe potuto
fargli visita al castello. Non passò molto tempo prima che
le
ragazze facessero la fila davanti alla sua porta, ma io non ero una di
quelle. Sì ero maggiorenne. Avevo diciannove anni, venti a
febbraio. Il fatto che ero riuscita da subito a leggere facilmente fra
le righe. Voleva scopare con quante più ragazze possibili
prima
di essere incantenato a una donna. Patetico.
Abbracciai
la mia borsa a me quando l'aria fredda autunnale di Headow raggiunse la
mia pelle. Tornando dal lavoro anche se le strade erano tranquille,
feci una smorfia quando vidi l'ennesima dichiarazione pubblicata sul
muro. Mi guardai intorno per assicurarmi che nessuno mi vedesse prima
di strappare la carta con la faccia del Principe dal muro.
Odiavo
il Principe per tre motivi principali. In primo luogo, lui era
assolutamente stupendo e quindi era difficile dirgli di no. I suoi
occhi erano di un invidioso turchese, aveva capelli morbidi di un
castano chiaro sempre disordinati e le sue labbra apparivano
così baciabili. Secondo, trattava le donne come oggetti. E
in
terzo luogo, beh era ricco e amava ostentare il suo denaro. Il minimo
che poteva fare, almeno dare qualcosa a quelli che ne avevano bisogno.
I poveri senzatetto che chiedevano cibo, poteva dargli venti sterline
ogni tanto.
Arrotolai
la dichiarazione in una piccola palla e con odio la lanciai in un
vicolo vicino, poi proseguì camminando in silenzio. Un paio
di
minuti più tardi, arrivai in una modesta casa in legno. Mi
fermai di fronte ad essa e sospirai, guardando il debole fumo che
usciva dal camino, le piccole oscillazioni dell'albero, le pareti della
casa mezze mangiate dalle termiti e altri insetti.
Scossi la testa sconsolata e
camminai lungo la breve via di pietra, bussando alla porta due volte
prima di aprirla.
«Ehi, sono a casa». Dissi, chiudendo la porta
dietro di me.
«Belle! Belle! Belle!» I
gemelli urlarono eccitati mentre correvano dalla loro stanza, il
ticchettio dei loro piccoli piedi risuonarono sul pavimento di
legno.
La
casa era tutta sullo stesso piano, composta da una piccola cucina e
sala da pranzo, un soggiorno in miniatura, un bagno e tre camere da
letto. In piedi davanti alla porta, si vedevano chiaramente le sei
camere.
«Ehi, piccoli cespugli».
Amoreggiai,
raccogliendo Leah e Finn in braccio. Li tenni stretti, baciandogli le
loro guancie. I gemelli avevano tre anni, quindi ovviamente, si
pulirono le loro guance dopo, ridendo su come fosse disgustoso baciare.
Depositai i miei fratelli a
terra, tirando fuori il piccolo vestito blu che avevo cucito per Leah a
lavoro.
«Questo l'ho fatto per te, Lee»
Ho
sorriso, dandolo alla mia sorellina.
Lei lo prese e lo
strinse.
«Grazie Belle!» Cinguettò, prima di
saltare via per mostrarlo alla mamma.
«Belle, fai un vestito a Finn?»
Mi chiese
Finn indicando se stesso. Scossi la testa.
«Gli abiti sono per le ragazze.
Ti farò qualcosa per i ragazzi domani, va bene?»
Annuì felice.
«Allora, come è
andata a scuola?»
Chiese
mia mamma dalla cucina, dopo aver esortato Leah a portare il piccolo
vestito nella sua stanza.
«La scuola è la
scuola».
Mi
strinsi nelle spalle, togliendomi gli stivali. «E' necessario». Continuo
desolatamente, sfilandomi il cappotto e la sciarpa e appendendoli al
gancio accanto alla porta. Finn iniziò a giocare con i miei
stivali e Leah lo raggiunse poco dopo.
«E il lavoro?»
Chiese,
apparecchiando la tavola. «Hai fatto un vestito molto
grazioso a Leah».
«Ho guadagnato solo cinquanta
sterline oggi». Annunciai tristemente,
avvicinandomi al tavolo per aiutarla a sistemarlo. «Il mio capo mi ha fatto andare
via prima, tagliando il mio stipendio».
«Hei, non ti preoccupare
Annabelle». Mia madre mi diede un
abbraccio rassicurante. «Staremo bene per una settimana».
Lei
sorride.
«Ma sono sicura che avrei
potuto fare di più».
Negai. «Avremmo potuto usarli per
comprare anche dei dolci. Forse un paio di giocattoli per Leah e Finn».
Sussurai,
non volendo che i piccoli mi sentissero parlare di dolci.
«Tesoro, non abbiamo bisogno
né di dolci né di giocattoli».
Continuò
lei, scostando uno dei miei riccioli biondi dal mio viso. «Stai già facendo un
sacco andando a scuola e lavorando. Smettila di preoccupare delle
piccole cose, va bene?» Mi
abbracciò.
«Sì».
Mormorai,
circondandole la schiena.
«Bene. E' ora di mangiare!
Finn, Leah!»
Chiamò
gli altri due, che si trovavano solo a pochi metri di distanza da noi.
«Sìì,
affamato!» Esclamò
Finn, lasciando andare i miei stivali prima di correre verso la cucina.
Leah lo seguì, battendo le mani allegramente.
Sorrisi. Mamma ha ragione: ho solo
bisogno della mia famiglia per essere felice.
☣
Il
giorno dopo a lavoro, fui licenziata. A quanto pare, non c'ero per
troppo tempo. Volevano che lasciassi la scuola e lavorassi a tempo
pieno come sarta, ma dissi loro che non potevo. Gli dissi che avevo
bisogno di finire la scuola e ottenere il mio diploma, in modo di
riuscire ad ottenere un lavoro migliore in seguito. Loro hanno risposto
con o scuola o lavoro. Ho scelto la scuola.
Era il crepuscolo ormai, e
l'aria fuori era fredda.
Continuavo a pensare a quello
che avrei dovuto dire a mia madre quella sera. Mamma, mi dispiace. Ho perso il
lavoro. Se non ne trovo un altro presto, potremmo morire di fame.
Sentì le lacrime pungenti ai lati dei miei occhi, ma le
asciugai. Almeno ho
avuto il tempo di fare qualcosa per Finn prima di essere licenziata.
Tenni la borsa vicino al
petto, evitando di guardare chiunque negli occhi. Ero quasi a casa,
quando mi imbattei in qualcuno.
«Mi
dispiace.»
Dissi,
alla ricerca del volto della persona. Il mio sangue di gelò
nelle vene quando i miei occhi incontrarono quelli verdi- turchesi
pieni di malizia.
«E'
abbastanza okey, non stavo guardando nemmeno io». Ridacchiò il
Principe Louis, guardandomi dall'alto in basso. «Direi stupendo,
perché non ti ho mai visto prima? Un bel viso come il tuo
non sarebbe passato inosservato al castello».
«Tendo
ad evitare le persone reali.» Risposi bruscamente.
«Tendo a tenere lontante le
persone reali».
Lui inclinò il
sopracciglio verso l'alto. «E perché?»
«Mi mettono a disagio. Ora, se
mi scusa signore, io-»
«Puoi chiamarmi Louis». Tagliò.
«Beh, signore... Io non credo
di avere il diritto di chiamarla con il suo nome. Ora mi scusi
ma devo andare a casa». Provai a superarlo
ma lui mi fermò.
«Ho detto che mi chiamo Louis».
Ripeté.
«No».
Sbuffai
irritata.
Lui sorrise.
«Sei una ragazza speciale, non
è vero?»
«Non proprio. Buona giornata».
«Non così in fretta,
piccola». Le sue dita si chiusero
intorno al mio polso. «Vuoi venire al castello con
me, come mia Principessa?» Il Principe sorrise
sfacciatamente.
Wow. Che cosa?
Un'immagine vola attraverso la mia mente. Un sacco di cibo, vestiti
nuovi, un grande castello, un letto caldo, camerieri, ... Ma Louis.
Louis e nessuna Leah o Finn o mia madre. Niente da fare. Come potrei
anche solo pensare di lasciare la mia famiglia da sola nella loro
miseria?
«No,
grazie. Sono sicura che ci sono molte altre ragazze a cui piacerebbe
questo titolo, ma io non sono una di loro. Sono contenta della mia
attuale vita. Arrivederla». Cercai di andarmene ancora
una volta, ma lui mi fermò nuovamente, irritandosi.
«Sei
una contadina. Potrei farti sparire da queste strade sudice in una
manciata di secondi e nessuno se ne accorgerebbe. Potrei prenderti
senza nemmeno il tuo permesso. Ma io ti sto offrendo una vita reale,
gentilmente, e tu te ne vai?» Disse incredulo.
«Si».
Mi
strinsi nelle spalle, prima di allontanarmi. Lui mi afferrò
il braccio.
«Non
capisci? Io sono il principe: quello che dico si fa e quello che
voglio, lo ottengo. E ciò che voglio è che tu sia
la mia
Principessa». Insisté il
Principe Louis.
«No».
«E se chiedessi a tuo padre la
tua mano? Sicuramente non rifiuterebbe».
«Dimmi quando lo trovi, okey?
Mi piacerebbe parlare con lui». Sbottai. La mia pazienza si
esaurì a causa della rapida corsa di emozioni che
portò il pensiero di mio padre.
«Ehi calmati amore, non volevo
recarti alcun danno». Il ragazzo dagli occhi blu
fece un piccolo passo indietro. «Mi
dispiace per la tua perdita, okey? Ma un rapido consiglio: non dovresti
seriamente usare questo atteggiamento con me. Potrei farti arrestare.
Per quanto ne so, potrei farti uccidere per la mancanza di rispetto che
stai mostrando a un membro della famiglia reale».
Lo guardai inorridito. «Non puoi farlo! Non sarebbe-».
«Amore,
devo ricordarti che io sono il Principe? Ho il diritto di fare
qualsiasi cosa, quindi arrestare e uccidere chiunque io penso meriti
quel destino». Fece notare. «Anche se forse potrei cambiare
idea, se hai decido di darmi delle sincere scuse». Il Principe mi
minacciò con un sorriso amichevole sul volto. «Una dove mi chiami
per nome». Precisò.
Quel ragazzo è un
piccolo stronzo.
«Mi dispiace, Louis». Lo dissi con amarezza.
«Seriamente? Per che cosa?». Giocò.
«Sì,
Louis. Sono immensamente dispiaciuta per aver avuto un atteggiamento
scorretto nei tuoi confronti e averti mancato di rispetto in qualsiasi
modo».
«Bene. Visto? Non sono un
cattivo ragazzo». Sorrise Louis. «In
realtà raramente perdono, ma ogni tanto faccio delle
eccezioni... Ora, non te lo chiederò più
gentilmente:
vuoi venire a casa con me?»
«E'
ello sapere che tu hai un cuore, ma io non voglio ancora essere la tua
principessa. Anche se fossi l'ultimo uomo sul pianeta, non ti sposerei
mai». «Mi dispiace. Cosa?» Ringhiò, il suo
sguardo penetrò attraverso il mio.
«In quante lingue
dovrò dirtelo?» Esclamò con
rabbia, perdendo la calma. «Io
non voglio stare con te. Mi fai schifo. Non c'è nessuna
possibilità che io abbandoni la mia vita per vivere con te.
Le
donne non si trattano come oggetti. Sei un imbecille».
In quel preciso momento,
descrivere Louis con la parola 'furioso' sarebbe generoso. No, il
Principe stava fumando, il suo viso diventò bordeaux in un
secondo.
«Oh, cosa c'è che
non va?» Lo provocai. «Hai
intenzione di piangere? Vuoi che vada a chiamare la tua tata? Povero
Principe Louis, non ha ottenuto quello che voleva quindi fa i capricci?» Lo derisi, roteando gli occhi
mentre mi voltavo.
La
sua mano afferrò improvvisamente la mia vita, mi
girò
verso di lui mentre mi sbatteva contro il muro di mattoni. «Ascoltami Principessa». Ribollì.
«Non chiamarmi così». Vomitai.
«Tu vivi nel mio regno, quindi
ho il diritto di chimarti in qualsiasi modo voglia, Principessa». Scattò, dandomi
una leggere spinta contro il muro.
Mi ritrassi a causa
dell'impatto forte, ma tenni gli occhi chiusi con la sua aria di sfida.
«Perché dovrei
sposarti quando non sai nemmeno il mio nome?». Ribollì. «Dovresti conoscere il nome
della persona che si suppone tu ami». Il suo volto cambia da una
smorfia a un sorriso arrogante.
«E' questo che ti fa arrabbiare
così tanto? Il fatto che io non sappia il tuo nome?»
«No. Come ho detto, mi fai
schifo. Cammini in giro come se fossi il dono di Dio per le donne,
quando non lo sei».
«Ma il fatto che io non conosca
il tuo nome, ti fa irritare». Mi fece notare, toccando il
mio naso. «Se riuscissi a trovarlo,
Principessa, sarai più incline ad accettare la mia offerta?»
«No».
«Non ci resta che aspettare e
vedere ora, non è vero?» Sorrise.
«Principe Louis!»
Il Principe mi
lasciò andare, facendo un paio di passi indietro.
Un
uomo, o meglio, un ragazzo della stessa età di Louis fece la
sua
apparizione nel piccolo vicolo. Corse verso di noi e anche alla luce
fioca potei dire che la sua pelle era più scura. L'ho già visto... Lui
è il braccio destro di Louis.
«Principe Louis! Dove
è stato? Suo padre l'ha cercata ovunque!». Il ragazzo ripeté.
«Ay Zayn, calmati. Non sono
stato lontano. Ho solo parlato con questa bella ragazza. E' una bella pollastrella». Ridacchiò,
facendomi cenno.
«Sarà la tua sposa?» Zayn indagò,
saltando automaticamente alle conclusioni. «Hai intenzione di portarla al
castello e presentarla a tuo padre?»
«Dovrei, onestamente. Ma lei-».
«Ma io non voglio». Conclusi, facendo un sorriso
falso.
«Attenta. Sta parlando con il
Principe. E' un tuo superiore. quindi deve essere educata». La voce di Zayn era piena di
veleno mentre mi parlava.
«Non mi importa, Zayn». Rise Louis, mettendo una mano
sulla spalla del ragazzo più scuro. «E'
piacevole avere qualcuno che mi parla come se fossi una persona normale
ogni tanto... Anche se, non potrei goderne per molto tempo». Continuò,
lanciandomi un'occhiata di avvertimento. «In ogni modo, è
stato un piacere incontrarla Principessa, ma devo andare a casa ora».
«Addio, allora. Dubito che ci
vedremo nuovamente». Dissi, cercando di essere un
po' più civile.
«Errato. Credo che ci rivedremo
molto presto, amore». Il Principe Louis mi
strizzò l'occhio. Mi fece un cenno di saluto e
seguì il ragazzo più scuro.
«Spero di no, pomposo bastardo». Mormorai sottovoce, prima di
tornare a casa.
ANGOLO
TRADUTTRICE
Ciao
a tutti, sono Giulia.
Nessun
elemento di questa storia è di mia invenzione; questa storia
è una traduzione.
E' stata scritta da sosodesj
e pubblicata sul sito
www.onedirectionfanfiction.com (x)
| Autorizzazione (x)
(per leggerla sul
sito dovete essere registrati perché è vietata ai
minori di diciasette anni).
CREDITI
Storia
di sosodesj
Traduzioni di Giulia
Banner
di sosodesj
Siete pregati di
non pubblicare in giro le mie traduzioni senza permesso.
Io cercherò di pubblicare ogni volta che mi sarà
possible.
Spero
che questa storia vi appassioni e che lascerete tante recensioni,
positive, neutre o negative.
Accetto
critiche e consigli per migliorare nella traduzione e ovviamente
aspetto vostri pareri per farmi sapere cosa ne pensate.
☣
Per
qualsiasi cosa potete scrivermi un
messaggio privato o contattarmi su twitter; sarò felice di
rispondere a chiunque.
Twitter |
Ask.fm | Tumblr - Tumblr |
Instagram:
mariigit
L'autrice:
Twitter
| Tumblr | Ask.fm | Kik:
suchdirectioner | Instagram: suchdirectioner
LE
MIE TRADUZIONI
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Impoliteness and threats. ***
2 - Impoliteness and threats
IMPOLITENESS
AND THREATS
«Classe,
questa mattina, il principe ha chiesto che tutte le scuole del Regno
portino le loro studentesse, di età compresa tra i sedici e
i
diciotto anni, al castello questa settimana. Questo significa che
domani, ragazzi, avrete un pomeriggio libero».
La signora Apricot,
l'insegnate di storia, applaudì entusiasta.
Tutti, ragazzi e ragazze, si allietarono all'informazione.
«Per
le ragazze questa sarà una grande occasione per conoscore
la storia della famiglia Tomlinson. Potreste avere un test, quindi
sarà meglio se presterete attenzione mentre saremo
lì».
Ci fu una serie di lamenti.
Ero senza parole, stavo ancora elaborando la notizia. L'idea non mi
piaque per niente. Non
posso andare al castello. Mi terrà lì, se me
vede. Louis
mi terrà lì e la mia famiglia morirà
di fame. Alzai la mano per fare una domanda, una delle
prime quell'anno.
«Sì,
Annabelle?»
Chiese l'insegnante. Tutte le teste si girarono verso di me.
«E'
obbligatorio?»
Chiesi attentamente.
«Sì,
lo è. Si tratta di un'opportunità unica per
ogni ragazza di incontrare il principe».
Insisté la vecchia
signora.
«Fidati
di me, non è così unica».
Borbottai tra me e me. Beh,
mi dispiace, ma io non ho intenzione di venire a questa stupida gita,
anche se mi costa del tempo a scuola. «Louis
Tomlinson è un asino».
Dissi un po' più forte.
Tutte le ragazze rimasero senza fiato in uno stato di shock, mentre i
ragazzi ridacchiavano fra sé. La signora Apricot,
però,
non era molto divertita.
«Signorina
Hearst, a causa della tua mancanza di rispetto nei confronti
di un membro della famiglia reale, non ho altra scelta e devo
sospenderla per tre settimane. Inoltre, poiché ha chiamato
il
principe con il suo nome, non potrà partecipare alla gita di
domani per evitare la nostra vergogna. Le sarà chiesto di
fare
la portinaia per tutto il pomeriggio, fino alle sei. Inoltre, i suoi
genitori saranno informati della sua mancanza di rispetto».
Mi
rimproverò, la sua voce stridula nelle orecchie.
Rimasi in silenzio per il resto della lezione, ignorando le ragazze che
continuava a guardarmi come se fossi un ragno che non potevano
uccidere.
«Com'è
andata a scuola? E il Lavoro?»
Mi
chiese quella sera mia madre mentre eravamo intorno al tavolo per la
cena.
«Mamma
ho tre settimane di sospensione».
Sospirai, un po' imbarazzata. «E
devo stare a scuola fino alle sei domani».
«Cosa?»
«Cosa
significa sossensione, Belle?»
Leah chiese dal suo posto.
«Niente,
ed è sospesione».
Sorrisi alla bambina.
«Annabelle,
è così davvero?»
Chiese mia mamma, la voce ridotta ad un sussurro. «Perché?»
«Mamma
guarda il lato buono ciò. Posso lavorare per più
ore per tre settimane. Farò più soldi».
E trovare un nuovo lavoro.
Mi dico.
«Annabelle
Hearst, perché hai avuto una sospensione?»
Ripeté
mia madre.
«Io
Leah Hearst, tu Finn Hearst».
Affermò la mia sorellina con orgoglio al suo fratello
gemello. Finn scosse la testa. «Si
Finn».
La piccola ragazza bionda fece un cenno con la testa
rapidamente. «Dì:
sono Belle».
«Sì
Finn, Leah è giusto».
Sorrisi, guardando i due con amore.
«Belle
ha ragione. Io indosso il mio speciale maglioncino».
Sorrisi ancora di più quando notai che Finn indossava il
maglione blu e verde che gli avevo fatto il giorno prima.
«Va
bene, avete ragione entrambi».
Ridacchiai.
«Annabelle,
per favore... Rispondi alla domanda».
Si lamentò mia madre, tenendosi la testa tra le mani. Rimasi
in silenzio un paio di secondi, mordendomi nervosamente il labbro.
«Io
um... Beh, ho insultato il principe».
Le sue posate caddero. Finn la imitò e cominciò a
ridere, pensando che fosse un gioco. Lui le riprese e le
lasciò cadere di nuovo.
«Non
si scherza con la famiglia reale Anna».
Disse molto seriamente. «Tuo
padre lo ha fatto. Ha voluto tastare i limiti. Hai visto
dov'è ora?»
«Dove?
Non me lo hai mai detto».
Risposi, giocando a disagio con il cibo nel mio piatto. C'era un
imbarazzante silenzio.
«Non
è andato da alcuna parte, questo è esattamente
dove è andato».
Finì, il tono della sua voce mi fece capire che questa
discussione era finita.
☣
Il
giorno dopo, pulire a scuola non fu troppo noioso, soprattutto
perché il custode era un vecchio uomo loquace e sapevo che
sarebbe stato meglio che dover affrontare nuovamente il principe.
Rimasi piacevolmente sorpresa quando mi resi conto che avevo imparato
molto più del bidello nel giro di tre ore di quanto avrei
imparato sulla storia dei Tomlinson al castello.
Appena
le sei scattarono, salutai il bidello e andai fuori città
per poter trovare un lavoro.
☣
Trovare
lavoro questa volta si stava verificando più difficile di
quanto pensassi. Ero già all'inizio della mia seconda
settimana di sospensione da scuola e non avevo ancora trovato un lavoro
buono.
Ero
disperata, i soldi di mia madre cominciavano a non essere abbastanza
per rispondere a tutte le esigenze della famiglia. Mia madre aveva
cominciato a farmi domande, interrogandosi sul perché io non
portavo più soldi a casa. Pentita, le mentì,
dicendole che le avrei portato lo stipendio la settimana dopo o
giù di lì.
La
cosa che maggiormente mi frustava, però, era che i datori di
lavoro mi rifiutavano appena mi vedevano. Mi giudicavano
così facilmente, solo lanciando un rapido sguardo a
ciò che indossavo, come i miei capelli non fossero
particolarmente puliti, come le mie unghie non fossero particolarmente
curate e cose del genere. Cose che non contavano. Non si sarebbero
nemmeno mai scomodati di scoprire cosa fossi in grado di fare.
Ero
sul punto di piangere quando arrivai alla fine della
settimana.
«Mi
hanno detto che sono una buona sarta. Signore mi dia una
possibilità di mostrarglielo, per favore».
Dissi al datore di lavoro della Delicate Couture, presto quel
giorno.
«Mi
dispiace signorina, ma non possiamo accettarla».
Mi disse, un sorriso triste sul volto. Nessuno l'aveva mai messo in
quel modo. Cosa
c'è di sbagliato in me?
«Cosa
vuol dire che non potete accettarmi?»
Dissi i miei pensieri.
«Solo
che non possiamo».
Sconcertata
continuai a chiedere assunzione nei diversi luoghi in cui sapevo di
avere un qualche tipo di capacità, ma mi scontravo con una
risposta negativa ogni volta. Provai ad offrirmi per qualcosa di
diverso, qualcosa che non avevo assolutamente idea di come si facesse.
«Sono
una persona molto allegra, mi piace rendere felici gli altri e sono una
gran lavoratrice. Sicuramente potrei essere la cameriera che sta
cercando?»
«Mi
dispiace cara, stiamo cercando una persona con un po' più di
esperienza. Sei un po' giovane, non credi? Non dovresti essere
focalizzata sulla scuola?»
Quelle
erano le risposte che avevo ottenuto durante tutta la settimana,
più e più volte.
Venerdì
sera si stava avvicinando e io stavo perdendo le speranze.
«Mi
dispiace signorina, ma proprio non si adatta alla descrizione».
«Signore
la prego, mi dia una possibilità! Ho davvero bisogno di soldi».
Supplicai l'anziano signore. Al suono del campanello del negozio, lui
guardò dietro di me e i suoi occhi divennero
enormi.
«Le
principesse non chiedono elemosina sai? E forse non avresti avuto
bisogno di soldi se non avessi rifiutato la mia offerta».
Il
sangue mi si gelò nelle vene al suono della sua
voce.
«Signore,
per favore, ho bisogno del lavoro».
Sussurrai, non voltandomi per salutare l'intruso. Il vecchio
però si inchinò davanti a lui. Sbuffai.
«Non
pensi che manchi di cortesia, Annabelle?»
Disse
Louis. Potevo quasi sentire il suo sorrisetto nella sua voce.
«Forse
un po', signore. Ma non deve prestare molta attenzione a ciò».
Ribollì, ancora di fronte a lui. Come sa il mio nome?
«Signor
Tomlinson, è lei la ragazza che voleva nessuno assumesse?»
Chiese
l'uomo di fronte a me, con voce tremante e debole.
«Sì».
«Cosa?»
Mi voltai con rabbia, solo per trovarmi faccia a faccia ad appena un
centimetro dal viso. Viaggiai a ritroso nella sorpresa della nostra
inaspettata vicinanza.
«Attenta».
Avvertì Louis, afferrando rapidamente il polso e mi
tirò di nuovo in posizione eretta.
«Che
cosa ha detto?»
Ripetei con un po' più di calma, un po' stupita dalla
vicinanza dei nostri corpi. Feci un passo indietro da lui. «Eri
il motivo per cui non riuscivo ad ottenere un posto di lavoro?»
Chiesi, disgustata.
«Vieni,
facciamo un giretto fuori? Si sta facendo tardi. Ti accompagno a casa
tua».
«Io
non voglio camminare fuori, né voglio che tu venga a casa mia».
«Peccato».
Il
principe mi strattonò le braccia e la cosa che so
è che, un attimo dopo, lo stavo seguendo nel centro della
città che portava verso casa mia.
«Allora,
principessa... Dove vivi mentre io preparo il tuo arrivo al castello?»
Ignorai
l'ultima parte della sua dichiarazione, così come ignorai i
diversi sguardi che ricevevo dalle persone che passeggiavano.
«Mi
dispiace, signore. Non voglio dirle informazioni fino a quando non
risponderà alla mia precedente domanda. Perché
eri tu il motivo per cui ho passato le ultime due settimane alla
ricerca di un lavoro e non riuscendo a trovarne uno?»
«Mi
stai minacciando?»
Sbuffò,
afferrando una mela da un piccolo carro merci.
«Ti
senti minacciato?»
Ribattei,
senza guardarlo.
Lui
rimase in silenzio, masticando con cura la sua mela.
«No,
non mi sento minacciato».
Disse dopo un momento di riflessione.
«Allora
non ti stavo minacciando. Voglio solo avere delle risposte».
Sbuffai.
«Bene,
allora».
Presi un altro morso. «Perché
io sono una brava persona, ti darò risposte, ma solo se mi
chiami Louis».
Accettò, sorridendo.
Oh sì, sei una
persona super bella. Tu sei il tipo di ragazzo per il quale morirei per
NO.
«Ebbene,
Louis, ti andrebbe di dirmi perché non ho potuto avere un
posto di lavoro?»
«Allora,
ti ricordi Zayn giusto?»
Iniziò Louis. Il viso scuro del ragazzo subitò
invase la mia mente.
«Vividamente».
Risposi seccamente.
«Bene.
Mi ha irritato un po' il nostro primo incontro. Io non potevo lasciare
correre senza conseguenze. Qualcosa mi ha colpito quando ti ho
incontrata. Non hai l'aspetto di una ricca sfondata, quindi presumetti
che non avessi ancora un lavoro. Supposizione fortunatamente giusta.
Quindi, non appena sono tornato al castello quella sera, ho fatto fare
a Zayn suo schizzo di te e, la mattina dopo, l'ho consegnato ad ogni
datore di lavoro in città, vietandogli di assumere chiunque
apparisse come il tuo ritratto».
Mentre
finì, ci trovavamo in una zona più
isolata della città, a circa un miglio di distanza da casa
mia. Ripetei quello che mi aveva appena detto nella mia testa. Quindi non ho potuto avere un
lavoro perché voleva una sorta di vendetta?
«Come
hai potuto?»
Mormorai, fermandomi durante il mio percorso per guardarlo direttamente
negli occhi.
Si
strinse nelle spalle con noncuranza, lanciando la sua mela finita nel
canale di scolo. Rimasi confusa.
«Tu
sei un tale stronzo indifferente! Quello è un comportamento
infantile!»
Esclamai improvvisamente, arrabbiandomi. «Fai
in modo che qualcuno sia infelice perché lui o lei non ha
accettato di fare qualcosa! Cosa c'è di sbagliato in te?»
Lo
spinsi.
Mi
afferrò rudemente per la vita, tirandomi a lui, portando la
sua bocca al mio orecchio.
«Beh,
principessa... Se non l'hai ancora capito stai vivendo sotto una
monarchia: regole reali».
Sussurrò duramente. Si tirò indietro e si
sistemò la camicia con un fermo strattone, fissandomi. «Dovresti
stare molto attenta, Annabelle, a non tirare fuori il mio lato cattivo.
Ti farò un esempio di ciò che accade alle persone
che mi sfidano, ok?»
Louis prese un respiro profondo, prima di proseguire. «La
settimana scorsa, ho ordinato ad ogni scuola di portare tutte le
ragazze di età compresa fra i sedici e i diciotto anni al
mio castello. Una di loro non ha obbedito. Mi ha detto che aveva
proibito ad una delle sue studentesse di venire poiché era
stata scortese nei confronti della famiglia reale».
Il ragazzo dagli occhi blu si fermò brevemente, guardandomi
severamente. «La
vecchia donna mi ha detto il nome della studentessa mancante, era
Annabelle Hearst, e mi ha dato una breve descrizione: capelli biondi,
occhi verdi, non molto alta, scortese. Penso che tu sai di chi sto
parlando, vero? Perché non ti ho mai vista mettere piede al
castello una sola volta e la descrizione ti si adatta abbastanza bene,
no?»
Mi
prese in giro.
«Sono
andata e solo non mi hai vista».
Mentì. «Ci
sono molte altre ragazze con i capelli biondi e gli occhi verdi».
«Non
ti azzardare a mentire a me. Tutto questo portare le ragazze al
castello era per trovare te. Ho avuto occhi solo per te quella
settimana. Non mi importa delle altre; eri l'unica che avrei dovuto
vedere!»
Scoppiò. «Ho
passato ore e ore cercando di trovarti attraverso il mare di
studentesse, ma non eri nemmeno presente».
Continuò animatamente.
Rimasi
in silenzio mentre esalava a voce alta, passandosi una mano tra i
capelli un paio di volte nel tentativo di calmarsi.
«Comunque,
non mi importavano affatto le scuse dell'insegnante. Lei mi aveva
disobbedito e io detesto essere disobbedito».
Oh
mio Dio, che cosa ha fatto a quella povera signora?
«Così
l'ho licenziata dal suo lavoro di professoressa, ho preso via la sua
casa e tutti i suoi bene e, il giorno dopo, li ho dati ad un
senzatetto. Ora lavora come cameriera nei quartieri più
degradati del castello».
«C-»
Il
principe mi fece tacere, mettendo un dito sulle mie labbra.
«La
lezione che devi apprendere qui, principessa, è cercare di
evitare di disobbedirmi, va bene? Le cose non finiscono bene quando lo
si fa».
Spiegò Louis. «Il
fatto di non potere più lavorare in nessun luogo
è solo una piccola parte di quello che posso fare. Posso
portare via la tua casa e inviare i membri della tua famiglia agli
alloggi per gli schiavi, se voglio. Ottengo sempre ciò che
voglio».
Trattenni
il forte desiderio di dargli un pugno.
«Adesso
chiedimi, Annabelle, che cosa voglio».
«Cosa
vuoi?»
Mormorai, piena di odio.
«Beh,
visto che me lo stai chiedendo così bene, voglio la tua mano
in matrimonio».
Lui sorrise, dandomi la mano per farmela afferrare.
Cominciai
a rispondere, ma lui mi interruppe.
«Devi
sapere, però, che anche se rifiutassi la mia offerta, alla
fiene, volente e nolente, dovrai sposarmi. Sto solo chiedendotelo
educatamente ora, dandoti un'ultima possibilità di accettare
senza alcuna minaccia».
«Te
l'ho già detto. No. La mia risposta sarà sempre no».
Risposi con fermezza. Lasciò cadere la sua mano.
«Ho
due proposte per te, allora».
ANGOLO
TRADUTTRICE
Ciao
a tutti.
Quindi,
vi piace?
Gli
altri ragazzi entreranno nella storia presto.
Non siate timidi, chiedete tutto quello che volete, lasciate un parere
sulla storia, dite quello che non vi piace e cosa vi piace, cosa vi
aspettate. Liberate la mente e lasciate una recensione :)
☣
Per
qualsiasi cosa potete scrivermi un
messaggio privato o contattarmi su twitter; sarò felice di
rispondere a chiunque.
Twitter |
Ask.fm | Tumblr - Tumblr |
Instagram:
mariigit
LE
MIE TRADUZIONI
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Heart Wrenching. ***
3 - Heart wrenching
HEART
WRENCHING
«Devi
sapere, però, che anche se rifiuterai la mia offerta, ti
troverai a dovermi sposare alla fine. Volente o nolente.
Sto solo cercando di essere gentile ora, dandoti un'ultima
possibilità di accettare senza alcuna minaccia».
«Te
l'ho già detto: no. La mia risposta sarà sempre no».
Replicai fermamente. Lasciò cadere le sue mani.
«Ho
due proposte per te, allora. Tu sai che il motivo per il quale i miei
parenti vogliono che mi sposi sia per poter avere un erede, giusto?»
Annuì attentamente.
«Aspetta.
Tu sai cosa implica avere un erede, giusto?»
Lui aggrottò le sopracciglia.
«Si».
Risposi seccamente.
«Perfetto.
Quindi questo è l'accordo; o tu vieni al castello entro la
prossima settimana, aprendo la mente ai vantaggi che la vita reale
potrebbe darti, e ci sposiamo a dicembre, che è a circa un
mes-»
«So
quando è dicembre, non sono stupida».
«Forse
giusto un po', dal momento che hai rifiutato di sposarmi. In ogni caso,
tornando a quello che stavo dicendo prima, se verrai da me di tua
scelta, potrei lasciarti il tempo di abituarti alla tua nuova vita e
potremo fare con calma ogni cosa. Al contrario, se non verrai al
castello entro la fine di questa settimana, manderò Zayn a
prenderti, ci sposeremo un paio di giorni dopo e mi prenderò
la tua dolce verginità subito dopo le nozze».
Sorrise
sfacciatamente. «Quindi,
cosa sceglierai?».
«Hai
dimenticato che, forse, in tutto questo, io ho una famiglia?» Dissi
a denti stretti.
«Sapranno
cavarsela senza di te».
Rispose Louis semplicemente.
Sentì
la rabbia impossessarsi del mio corpo, gli tirai uno schiaffo.
«Muoiono
di fame!»
Urlai, facendo ampi movimenti con le braccia. «Dobbiamo
continuare a lottare per sopravvivere e tu vuoi portarmi via da loro?
E' già abbastanza sbagliato il fatto che tu non mi abbia
fatto ottenere un lavoro e ora ti aspetti che io semplicemente li lasci
nella miseria? Quanto senza cuore sei?»
Gridai
animatamente, dimenticandomi per un secondo che avessi appena maledetto
un Principe e schiaffeggiatolo.
«Hai
finito il tuo stupido capriccio?».
Chiese calmo, la sua guancia si stava arrossando dove la mia mano era
entrata in contatto con la sua pelle.
Rimasi in silenzio, il mio respiro ancora irregolare dal mio precedente
grido di protesta.
«Bene».
Mi tirò indietro duramente, la mia schiena si
scontrò con un albero.
«Allora,
ascoltami bene principessa, perchè non voglio ripetermi. E'
meglio che tu inizia ad impacchetare le tue cose questa sera,
perché domani mattina sarai al castello con me. Inizieremo i
preparativi al matrimonio». Il
suo sguardo cadde sulle mie labbre per un breve momento. «Non
sarà tollerato nulla di simile a quello che hai appena
fatto. Mai più. Sono infantili e spesso rimpiangerai le cose
che dirai e successivamente farai. Hai appena creato un tuo stesso
esempio, riducendo il tempo da passare con la tua famiglia di una
intera settimana. Triste, non è vero?». Il
Principe si giocò di me, prima di lasciarmi andare.
Mi limiterò a
scappare con la mia famiglia durante la notte. Troveremo un altro posto
dove vivere. Qualsiasi cosa sarà comunque migliore di questo
inferno.
«Louis!»
Il ragazzo sospirò di sollievo, guardando dietro di
lui. «Zayn
sta arrivando, che convenienza. Perché ci hai messo
così tanto?».
Si rivolse a lui.
I miei occhi controllavano attentamente il ragazzo moro mentre avanzava
verso di noi lentamente.
«Ti
stavo seguendo per la città come mi aveva chiesto, ma poi
Lady Charlotte ha mandato Paul a dirmi alcune importanti
novità. Mi ha distratto abbastanza a lungo da permettermi di
perderLa di vista. C'è voluto più di quanto
pensassi per trovarLa ancora. Mi perdoni».
Spiegò.
Osservai in silenzio la conversazione tra i due uomini.
«Dimenticato
e perdonato. Quali sono le importanti novità».
«Paul
vuole che La informi che il Principe Niall verrà in visita
la prossima settimana».
«Bene.
Potrà assistere alle nozze».
«Nozze,
Signore? E' confermato?» Zayn
aggrottò le sopracciglia, osservando me e il Principe.
«Non
completamente ancora, ma presto sarà certo. Ora, Zayn, ho
bisogno di chiederti un favore». Gli
disse Louis, girando la testa per guardarmi.
«Qualsiasi
cosa, Signore».
«Voglio
che tu scortassi Annabelle a casa e tenessi un occhio vigile su di lei
durante questa notte. Ho la sensazione che lei cercherà di
fuggire dal Regno».
Alzò
un sopracciglio dubbioso.
«Inoltre,
la voglio nella mia abitazione domani mattina, alle dieci in punto
precisamente. Ti autorizzo ad usare ogni metodo tu ritenga approriato
per portarla al castello in tempo».
«Il
tuo desiderio è un ordine».
Zayn
si inchinò davanti a lui,
mentre io ero rimasta sbalordita.
«Louis
no, per favore. Non ho bisogno di una scorta».
Protestai,
sul punto di piangere per tutta quella realtà.
«Ne
hai bisogno. Ora smettila di comportarti come una bambina e accetta le
conseguenze delle tue azioni responsabilmente».
Finì Louis. «Ci
vediamo domani mattina, Annabelle».
Lo
guardai camminare verso la città, inorridita.
«No,
no, no. Questo non è reale». Balbettai.
«Non
sta succedendo tutto questo, per favore Dio. Non ho mai voluto tutto
questo. Come farà mia madre a prendersi cura di Finn e Leah?
Oh mio Signore, per favore, aiutami».
Improvvisamente
caddì al suolo e iniziai a singhiozzare. «Perché?
Perché è così senza cuore?» Piansi.
Zayn si schiarì la gola.
«Non
è senza cuore, davvero non lo è. E' solo una
brutta giornata».
Guardai, tornando in piedi, piangente il braccio destro di Louis.
«Lui?
Il Principe Louis? Ha una brutta giornata? Hai visto la mia?».
Vomitai,
odiosa. La mia tristezza diventò frustazione.
«Sto
per sposarmi con un compl-»
«Smettila
di essere così melodrammatica».
Zayn
mi fece tacere. «A
giudicare dall'impronta rossa sul suo viso, lo hai colpito. In
realtà stai per avere di meglio di quello che realmente
meriti. Ora tirati su, devi andare a casa a preparare le tue cose».
«Non
puoi obbligarmi».
«Provamelo.
Alzati».
Minacciò.
Rimasi
seduta sulla terra., abbracciando le mie stesse gambe. «No».
Risposi
a tono.
«Scelta
tua».
Mi
afferrò, lanciandomi sulla sua spalla come se fossi un sacco
di piume.
«Mettimi
giù! Non sai neppure dove vivo».
«Ecco
perché ti porterò al castello subito».
«No,
no, no! Va bene, ti mosterò la strada, solo mettimi
giù».
Lo
supplicai, colpendo la sua schiena.
«Bello
vedere che collaborerai».
Ghignò, posandomi a terra. «Andiamo
a casa tua». Pressò,
accennando alla strada verso casa mia.
Gli
mandai un'occhiataccia. Sbuffai e iniziai a camminare con la testa
bassa, Zayn ai talloni.
☣
«Mamma,
Leah! Belle ha comprato uno straniero».
Urlò eccitato Finn mentre Zayn e io passavamo oltre la
soglia. Mia madre rise, girandosi.
«No
Finn, lei ha portato
-»
Smise di ridere bruscamente «-
uno straniero».
Finì,
la voce asciutta e priva di qualsiasi emozione. «Annabelle,
perché lui è qui?»
«Mamma,
chi è?»
Piagnucolò Leah, correndo a nascondersi dietro le sue gambe.
«Mamma,
tu conosci Zayn, vero?» Dissi
cautamente.
«Sono
il braccio destro del Principe Louis». Il
ragazzo moro sorrise amabilmente.
«Piacere
di conoscerti». Affermò,
ironicamente. Non un grammo di sincerità nella sua voce. «A
cosa dobbiamo la tua visita?». Continuò
con attenzione, guardando preccupata me e Zayn.
«Sua
figlia, lei è stata scelta dal Principe per diventare sua
moglie. Sono qui per assicurarmi che lei arrivi al castello salva entro
domani mattina, che sarà la sua nuova casa».
Posso
giurare che smise di respirare.
«Domani?
Così presto? Il Principe compirà venti anni solo
in dicembre, non dovrebbe andare così presto». Sussurò.
«Il
primo dicembre è fra due settimane».
«Doveva
essere così, ma Annabelle ha mancato di rispetto al Principe
e automaticamente è stata ridotta la sua permanenza con voi».
Elaborò
Zayn.
«Mamma,
dove andrà Belle?». Chiese
preoccupato Finn, anche lui nascosto dietro le sue gambe.
«Non
adesso, Finn. Per favore... Anna, dimmi per favore che non è
la verità. Te l'ho detto un paio di giorni fa che devi
essere rispettosa verso le figure reali. Perché mi hai
disubbidito?»
Implorò
mia madre.
Vergnognandomi,
abbassai lo sguardo ai miei piedi.
«Ho
cercato di difenderti. Stava facendo il completo imbecille su tutto».
Urlai.
Sentì
Zayn irrigidirsi dietro di me
«Non
vedi che hai solo peggiorato le cose?».
Mi
strillò di rimando.
«Mi
dispiace, okay! Non l'ho fatto di proposito. Non penso quando dico
quelle cose».
«Evidentemente».
«Vado
a prepare le tue cose». Si
intromise Zayn, facendo
cessare le nostre urla.
«Dov'è
la tua stanza?»
«L'ultima
in fondo al corridoio».
Borbottai,
indicandogli la giusta direzione. Lui annuì, andandosene.
«Leah,
veloce! Dobbiamo proteggere la camera di Belle dall'estraneo».
Urlò Finn, strattondando sua sorella verso la mia stanza.
«Annabelle,
perché non mi hai ascoltato?» Mi
rimproverò mia madre.
«Mamma,
per favore. Non voglio litigare».
Il
mio labbro inferiore tramava.
«Non
ora. Non abbiamo molto tempo da passare insieme. Non voglio sprecarlo
discutendo».
Dissi,
prima che la mia voce si spezzasse e iniziassi a piangere. «Sono
così dispiaciuta, non ne hai idea».
«Oh,
dolcezza».
Venne verso di me, stringendomi strtta. La abbracciai.
«Mamma,
scusami».
Singhiozzai,
continuando a piangere.
«Sh,
va tutto bene piccola».
Mi baciò i capelli, accarezzandomi la schiena per darmi
sollievo.
«Mi
dispiace di aver urlato. Sono così spaventata e confusa. Non
riesco a immaginare cosa stai provando».
Piansi
nella sua camici, tenendola stretta. Qualcosa si bagnato mi
gocciolò sul collo e realizzai che anche lei stava
piangendo. «Andrà
tutto bene. Noi staremo bene». Disse
piano.
Restammo
così per alcuni minuti, stringendoci l'una all'altra mentre
piangevamo, mormorando scuse e ti amo.
☣
«Puoi
non guardarmi mentre sto cercando di dormire? E' inquietante».
Sussurrai, non volendo svegliare Leah e Finn che dormivano beatamente
nella stanza accanto alla mia. «E'
abbastanza difficile non riuscire a dormire per i miei pensieri, non
voglio te a complicarlo». Mormorai.
«Cos'altro
vuoi che faccia? Non è che io possa dormire».
Mi sussurrò di rimando Zayn. «Chi
ha detto che non puoi? C'è un divano nel salotto, usalo. O
puoi tornare al castello».
«Non
succederà. Louis non vuole che ti perda d'occhio».
Gemetti,
seppellendo il viso nel cuscino.
«Beh,
questo era abbastanza attraente».
Sogghignò
«Taci».
Borbottai.
«Sii
educata».
Mi
mise in guardia
«Gesù,
come fa il Principe a tollerare la tua mancanza di rispetto?». Biascicò
a se stesso.
«Come
fai a tollerare anche che -»
«Non
hai nemmeno il coraggio di terminare la frase».
«Che
giornata orribile». Mi
lagnai, sedendomi sul mio letto e guardandolo. Nel buio riuscivo a
vedere solo il contorno del suo corpo, seduto sul mio tavolo per
cucire. «Credo
davvero che quella di Louis sia stata peggio, però». Affermò
il ragazzo moro.
«E
perché?».
Sogghignai, incrociando le braccia al petto.
«E'
innamorato di una ragazza che non lo ama, che sei tu, e questa ragazza
continua a rendergli la vita difficile».
«Come
può la sua vita essere complicata? E' un Principe!»
Sussurrai per metà e urlai arrabbiata per l'altra.
«La
gente trama la sua morte quasi ogni secondo che passa, il che significa
che è costantemente controllato quando è fuori
dalle mura del castello e anche all'interno. Tutti hanno sempre grandi
aspettative su di lui; raramente può concedersi di allentare
la cinghia su qualcosa. In più, la sua famiglia non
è ciò che io chiamo unito. Louis affronta quasi
tutti i problemi della sua vita da solo, eccetto quando il Principe
Niall e il Principe Harry vengono a fargli visita».
Fece
una pausa e io potei quasi scorgere i suoi occhi ambrati oscurarsi
«Non
immagini quanto tu sia fortunata ad avere una famiglia che ti supporta
durante i momenti duri della tua vita. Persino Leah e Finn sono qui per
supportarti, per difenderti. E loro hanno quanto? Due anni, forse tre?».
«Tre».
«Loro
hanno tre anni e il loro amore per te è già
infinito. Sono venuti a controllarmi nella tua stanza prima, pronti a
difenderti. Pazzi d'amore per te. Non molte persone fanno le cose per
Louis per amore. Loro lo fanno per il terrore di essere uccisi». Spiegò,
piano.
«Quindi
ammetti che Louis è severo, senza cuore qualche volta».
«Deve
esserlo, a causa di suo padre. Ogni volta che il Principe non fa
qualcosa nel modo giusto, il Re lo picchia. Ogni volta che il Re sente
che la famiglia reale sta perdendo la sua supremazia, incolpa Louis e
lo ferisce, a volte verbalmente, altre fisicamente o entrambe».
Strizzai
gli occhi, cercando di capire se stava mentendo riguardo a questo o no.
«Riguardo
la Regina Joannah? Non fa nulla riguardo a ciò?».
Dissi sommessamente, cercando di trovare una scappatoia nella sua
spiegazione.
«E'
passato molto tempo dall'ultima volta che abbiamo visto la Regina
passeggiare nel castello. Il Re la tiene bloccata nei suoi alloggi la
maggior parte del tempo. Louis raramente vede sua madre».
Rimasi lì, perplessa. Forse
ho giudicato Louis troppo facilmente.
«Sì,
non dirgli che te l'ho detto. Non sei tenuta a saperlo, penso».
«Ho
bisogno di dormire». Biascicai, sdraiandomi
nuovamente nel mio letto.
«Ne
hai. Sarà una lunga giornata domani».
Strizzai
gli occhi chiusi, sentendo un'ondata di tristezza sopraffarmi. Anche se Louis non ha una vita
facile, non ha il diritto di forzare qualcuno al matrimonio.
☣
I
gemelli stavano piangendo alla mia partenza il giorno successivo, come
me e mia madre.
«Belle,
non andare! Sarò gentile se rimani». Finn
mi pregò per un decimo del tempo.
«Belle,
perché non ci ami?»
Continuò Leah, grossi lacrimoni a zampettargli sulle guance.
Mi piegai e la strinsi saldamente.
«Certo
che vi amo». Amoreggiai,
il mio cuore si ruppe in tanti piccoli frammenti.
«Zayn
è un grande perfido» Finn
si imbronciò prima di unirsi al nostro piccolo abbraccio,
seguito poi da mia madre.
«Zayn
diventerà ancora più cattivo se non lasciamo
andare Annabelle ora».
Il ragazzo scuro sbuffò.
«Louis
ha detto alle dieci, manca un quarto d'ora».
«Per
favore, Zayn. Non voglio andare».
«Non
può interessarmi. Mi importa, ma non posso, okay? Louis si
arrabbierà e questo è un problema
perché Louis non può fare nulla per me
anche se sono il suo unico amico al castello. Quando suo padre
saprà che io ho disobbedito a Louis e lui non ha fatto nulla
a riguardo, Louis si farà male. E' un circolo vizioso
Annabelle, te l'ho detto la scorsa notte. Devi venire di buona lena,
okay? Non voglio trascinarti, arriveremmo tardi se lo facessi».
«Vai
Annabelle. Zayn ha ragione. Se c'è qualcuno che non devi
irritare, è il Re. Vai». Mia
madre piangeva. Mi baciò la fronte un'ultima volta prima di
spingermi a malincuore verso lui. La mano di Zayn si avvolse intorno al
mio polso e mi tirò lontano dalla mia famiglia.
«No,
per favore. Non posso lasciarli!»
Singhiozzai, osservando inorridita come venivo tirata sempre
più lontana dalla mia famiglia. «Zayn,
loro potrebbero morire senza di me! Zayn, per favore».
«Scusami».
Provò Zayn, ma niente avrebbe potuto far cessare il mio
pianto.
ANGOLO
TRADUTTRICE
Ciao
a tutti.
Sono
tornata!
Come state? Ho finalmente finito la riabilitazione e il mio ginocchio
è come prima, yay!
Vi espongo i miei piani per le vacanze di natale riguardo le
pubblicazioni.
- Entro questa sera contavo di aggiornare 'Vulnerability', che se non
è oggi sarà domani.
- In queste due settimane vorrei riuscire a pubblicare almeno dieci
capitoli di 'Prisoner of my own body' poiché la storia
è lunga (cinquanta capitoli) e io sono solo al
diciassettesimo çç. Inoltre dopo la prima parte
della serie di cui questa fa parte ce ne sono altre due: una appena
completata (di cinquantacinque capitoli) e una coming soon.
- Vorrei in oltre finire di aggiornare i due capitoli mancanti di
happily never after. La storia non è finita ma Anne per ora
è arrivata solo al quinto capitolo.
Spero che in tutto questo voi collaborerete con le recensioni :)
buon Natale - in ritardo - e buone Feste!
un bacio, x
♥
☣
Per
qualsiasi cosa potete scrivermi un
messaggio privato o contattarmi su twitter; sarò felice di
rispondere a chiunque.
Twitter |
Ask.fm | Tumblr - Tumblr |
Instagram:
mariigit
LE
MIE TRADUZIONI
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2223190
|