Fino all'ultimo doblone

di avventurosa
(/viewuser.php?uid=432637)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
il sole s’alzò da levante e si riflesse nell’oceano fino alla chiglia della Lewis . I pesanti passi dei mozzi risuonavano nelle cabine sottostanti ; la sera prima c’era stata baldoria : una nave mercantile diretta verso l’Europa aveva fruttato un bel bottino. Le vele erano già spiegate e puntavano verso l’America.                                                    Il capitano Henry Grey  era già al timone e guidava il pesante galeone , ovviamente frutto di un saccheggio . La bandiera olandese che sventolava a poppa era stata sostituita da una nera un po’ stracciata e logorata dal tempo con un teschio che teneva in bocca una sciabola . Si vedeva terra : erano le coste dell’ America , a poche miglia di distanza . Henry scese nella sua cabina : un tavolone emergeva dal centro della stanza , su di esso erano appoggiati alla rinfusa tutti gli strumenti necessari : bussola e carte geografiche provenienti da una caravella spagnola . A lato della stanza un’ apparentemente comoda amaca fungeva da letto . L’urlo della vedetta avvisò il comandante :
“ terra a ore undici ” ; la destinazione erano le coste spagnole dell’America latina . Tirati gli ormeggi nel porto di Bahia la ciurma scaricò parte dei tesori custoditi nella stiva : qualche moneta d’oro , alcuni calici , delle pietre luccicanti e della frutta contenuta in grandi sacchi di juta . Tutta la merce era esposta affianco ai banchi dei negrieri 1. I ricchi uomini giravano di banco in banco valutando le offerte migliori . Quella larga via sulle coste di Bahia si era trasformato in un vero e proprio mercato di negri .                                                                                              
“ Signore , le offro questi due robusti uomini per sole 10 monete !”                         
 “e io le offro questi tre per sette monete  ”                                                                 
Allora i clienti scrutavano attenti i negri in cerca di qualche difetto fisico che li spingessero a rifiutare l’affare e se erano sani come pesci non ci pensavano due volte a portarseli a casa .                                                                                            
“signore , cosa ne dice di questo bambino ? E’ suo per sole cinque monete”                        
“e cosa me ne faccio di uno stupido bambino ? Ci faccio giocare il leone ?”                
 Allora l’uomo si avvicinò ad Henry : “e tu? cosa vendi ? cianfrusaglie ? dove sono i tuoi negri  ?”                                        
“no, signore , non sono un negriero e nemmeno un antiquario , sono un pirata e ne vado fiero  ”                                                                                                            “ne vai fiero ? ma non ti vergogni ? voi pirati passate la vita derubando e saccheggiando e ti prendo un mestiere di cui andare fieri ? ”                                        “sarà vero ma  è sempre meglio che rubare uomini alla loro terra e trattarli come bestie destinate al macello per poi venderli e farli morire di fatica nelle case lussuose di uomini viziati come lei … ”                                                                                    
“che carattere …”                                                                                                       
“no signore , è questione di onore e rispetto”                                                            
“ma che ne sa un pirata del rispetto ? ”                                                                  
“Sicuramente più di un uomo che compra un negro per farlo schiavo”                        
L’ uomo era impotente davanti alla sfacciata verità di quest’ultima frase e non ebbe il coraggio di ribattere . Un sorriso fiero spuntò sul viso di Harry ; sorriso che aveva incantato milioni di donne . Come ogni pirata possedeva un carattere deciso , impulsivo ma soprattutto presuntuoso . Celò i suoi occhi marroni dietro al suo cappello a  tre punte nero perforato da un proiettile da cui sporgeva una bandana rossa legata con uno stretto nodo sul retro . I capelli non troppo scuri gli arrivavano alle spalle e , annodate ad essi si confondevano delle perline di legno ormai sbiatite dalla salsedine . La sua blusa era ormai ingiallita , come le sue mappe . Gli alti stivali di pelle contenevano la fine dei lunghi e neri pantaloni . Alla cinta di cuoio era attaccata la fodera della sua spada che custodiva gelosamente . Ma possedeva un oggetto dal valore di gran lunga superiore a quella spada : la Lewis . Un magnifico galeone con tre ponti e tre alberi , navigava velocemente nonostante le vele fossero squarciate e bucate da palle di cannone . Un enorme drago di bronzo faceva da polena2. La grande stiva conteneva il frutto degli sforzi di ogni pirata . Ora veniva riempita di tutto ciò che era stato avanzato dalla vendita .Dopo ore di navigazione la vedetta scrutava ancora l’orizzonte dalla coffa3 e vide terra :  “capitano , vedo terra a ore nove ”                                                                            
“non è possibile , siamo nel bel mezzo dell’oceano e sulla cartina non  risulta esserci nessuna isola sulla nostra rotta ” .Che avesse sbagliato a tracciare il percorso ? Impossibile , i suoi vent’anni di esperienza da pirata avevano prodotto una vasta conoscenza dei mari .                                                                                 “capitano , c’è un’altra cosa – disse la vedetta – viaggiamo paralleli ad un altro galeone”                                                                                                                   “ e da dove proviene ?”                                                                                              
“ bé … è un galeone pirata …”                                                                                     
“ un galeone pirata ? ” La sua faccia assunse una smorfia di sfida . Corse a prendere il cannocchiale …mise a fuoco … uno sparo improvviso lo interruppe : il galeone nemico caricava i cannoni e tentava un avvicinamento .                                                  
“ evidentemente sono a conoscenza di qualcosa che non sappiamo , per difendere un approdo così accanitamente. Io voglio quel qualcosa .”                                                “un’ultima cosa capitano - azzardò la vedetta – il comandante del galeone …”              
“non adesso Joy” lo interruppe Henry . I mozzi di ciascun galeone caricavano i cannoni con le pesanti palle nere , accendevano la miccia e le munizioni volavano dall’ una all’altra parte del mare .     La Lewis si avvicinava sempre di più all’elegante galeone ; Aveva tre alberi e tre ponti , qualche cannone era posizionato su un lato della nave , le vele era leggermente ingiallite dal tempo , come polena aveva una bellissima sirena con un corno nella mano . Sulla parte anteriore della chiglia a caratteri maiuscoli erano attaccate delle lettere in legno : DIANA .                                                                                       
Si avviò un combattimento tra pirati ma Henry impallidì alla vista del capitano :         
“ Joy , perché non mi hai detto che il capitano della diana era una donna ?”                        
 “ ci ho provato , ma lei non mi ha lasciato finire la frase … Perché ? C’è qualche problema ?”                                                                                                      “Qualche problema ? Non posso assalire la nave di una ragazza …”                                
“Suvvia … la guardi … sembra avere le sue stesse capacità ”  Ne arrivò subito la conferma : la ragazza fece un abbordaggio perfetto e salì sulla Lewis .                       Solo allora le fattezze della donna si fecero più nitide : un corpo perfetto e un viso incantevole , incorniciato da lunghi capelli dorati con qualche ciocca raccolta in piccole trecce , gli occhi color ghiaccio le facevano assumere un’aria quasi sovrannaturale . Henry tentò un approccio da pirata a … pirata ; si tolse il cappello e fece un inchino abbozzato : “Lady …”                                                                  
 “Non è questo il momento delle presentazioni …” sguainò la spada e così fece anche il ragazzo .                                                                                                                “Ok , lasciamo le formalità per ultime”                                                                  
 “ora tu e il tuo equipaggio siete sotto il controllo della Diana” azzardò la ragazza, ma la sonora risata di Henry la interruppe .                                                                     “hey , biondina non sarai certo tu a dirmi cosa devo fare !”                                       
“Va bene , se proprio cerchi l’umiliazione …” sferrò un colpo di spada che disarmò il capitano e con una corda lo legò con degli stretti nodi attorno alle caviglie e ai polsi .
“Ok , forse questo potevo risparmiarmelo “ pensò ad alta voce il ragazzo.L’equipaggio della Diana riservò lo stesso trattamento per tutti gli uomini presenti sulla Lewis .“Posso sapere il nome della mia rapitrice ?” accennò con tono sarcastico Henry .       
“Key , Key Evans ; ed io posso avere il piacere di conoscere chi ho rapito?” Lo guardò con occhi vitrei , di ghiaccio .                                                                     “Henry , Henry Grey” rispose lui                                                                          
 “cos’è questo tono da burro sciolto ?” gli chiese Joy                                                  
“ma di cosa stai parlando ?”                                                                                     
“Capitano , non faccia il finto tonto”                  
 ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------                                                   
1. negrieri
negrièro agg. e s. m. (der. di negro )– 

agg. Che concerne la tratta dei negri, o degli schiavi in genere: traffico n.; nave n., nave usata per il trasporto degli schiavi negri dagli imbarchi delle coste occidentali dell’Africa (dal Marocco alla Guinea) agli approdi americani. 

2 .polena
Figura scultoria ornamentale posta all’estremità prodiera dello scafo di velieri e navi da diporto che, nella grande epoca della vela, raggiunse forme spettacolari, anche con rappresentazioni mitiche o allusive al nome della nave.
3.coffa
Nelle navi a vela, piattaforma di vario tipo con balaustra via via ridottasi sino quasi a scomparire (sec. 19°), disposta prima all’estremità degli alberi a vela latina o quadra, e poi, con l’avvento degli alberi formati da più tronchi
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
SPAZIO AUTRICEEEEEEEE
Ciao !  questo è il primo capitolo della mia nuova storia . Ho sempre voluto scrivere qualcosa sui pirati perché mi affascinano !!!  . Per scrivere questo capitolo mi ci sono volute quasi 3 settimane : mi sono dovuta documentare su tutti i termini , rivedere i vecchi libri di storia e ripassare la geografia dell’epoca ( quindi ci vorrà un po’ di tempo per scrivere il prossimo ), ma sono soddisfatta del risultato ! Ai termini “difficili “  ho messo un numerino e sul fondo della pagina potete trovare i significati presi dal dizionario . Spero che vi sia piaciuta !!!
ps.scusate ma no ho l'html ....

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


                                                   CAPITOLO 2
Un sole primordiale sorgeva lentamente da dietro l’orizzonte ma non fu questo a
svegliare Henry , bensì il rumore delle onde  che si asciugavano sulla sabbia .
Gli occhi impastati e assonnati del capitano si aprirono accompagnati da un lungo
sbadiglio .
“Ma come cavoli ho fatto a dormire ?”
“Ti ho sbattuto per terra” la voce ironica di Key arrivò alle orecchie de ragazzo e per
 qualche secondo ci rimbalzò dentro come un eco .
“ha. ha .ha. Molto divertente…”
“sì , in effetti non è andata proprio così…ti sei sbattuto atterra da solo”
“come sarebbe a dire?”
“be’ forse non ti ricordi , in effetti devi aver preso un brutto colpo alla testa… in un
tentativo di evasione ti sei tirato in piedi dimenticando che avevi le mani legate
dietro la schiena e le caviglie legate assieme e ovviamente sei caduto per terra , ma
non ti bastava : hai proceduto a modi bruco fino a che non se caduto dalle scale
arrivando sul ponte principale.”
“sì , qualche volta mi capita di fare il sonnambulo”
“no, non credo che tu fossi sonnambulo perché arrivato alla fine delle scale hai
esclamato: “Santo cielo…”credo che poi tu abbia perso i sensi” una risata trattenuta
fu inevitabile da parte della ragazza mentre le gote di Henry si colorivano d’un lieve
 porpora . “ora alzati e muoviti” gli ordinò Key
“ma ho i piedi lega…” non finì la frase che si accorse che le sue caviglie erano
finalmente libere. “ dove si va ?”
“sulla terra ferma!” il ragazzo era attorniato dalla ciurma della Diana e dai suoi
uomini con le mani legate dietro la schiena.A capo di quella dozzina di persone
c’era Key. La Diana era poco distante dalla costa e fu facile raggiungere la riva .
Erano sulla tanto desiderata isola.Quella piccola parte di terra dispersa tra le onde
d’un mare anonimo appariva agli occhi di tutti come un ignoto pezzo di paradiso.
Era formata da una serie di imponenti scogliere rocciose modellate come argilla dalla
forza insistente del vento e ricoperte dall’acceso verde di muschi e licheni .Queste
erano poste ad anello con un’apertura che permetteva di accedere all’ampia baia.
La bassa marea scopriva gran parte della spiaggia che si sfumava in intensità diverse
di avorio . La pura trasparenza dell’acqua si rifletteva sui larghi fusti dei baobab
affacciati sulla spiaggia.Nessun segno di esseri umani . L’isola era ricca di vita: versi
di animali provenivano dalla foresta alle spalle della baia .Ogni pianta cresceva
rigogliosa: la natura faceva il suo corso senza che l’uomo intralciasse il suo sviluppo.
Key procedeva a passi lenti quasi volendo godersi il momento che pareva dover
determinare la sua vita…la sabbia era calda nonostante il sole stesse pian piano
scomparendo , ad ogni passo si modellava sotto ai piedi rigorosamente scalzi dei
marinai. Un folto albero diramava le sue molteplici braccia verso il mare fornendo un
riparo “staremo qui – disse la ragazza – il sole sta’ calando , andremo avanti domani”
“avanti dove ?“ domandò Henry ; insomma, erano su una sottile striscia di terre
emerse, dove sarebbero dovuti andare ?
“avanti “ ripetè Key . Accendere un fuoco fu facile grazie a piccoli
rametti di pino impregnati di zolfo1 frutto di un saccheggio di una mercantile
orientale da parte della Diana. Tutt’attorno al fuoco un anello di pietre gli  faceva
da cornice mentre esso si rifletteva sui volti pensierosi dei marinai creando effetti di
luci e ombre come avrebbe fatto un pittore. Henry pensava al significato della parola
“avanti”, se quell’isola fosse solo un approdo per i rifornimenti o celasse ben altro
che questo. Key rifletteva su cosa sarebbe successo l’indomani  al suo futuro. La
sera , oltre al freddo portò con sé anche il sonno ma nessuno chiuse occhio : le stelle
erano troppo belle per non restare a guardarle ; pian piano molti si addormentarono ,
raggomitolati come foglie secche sulla sabbia gelida . la notte passò veloce e un urlo
fu un perfetto risveglio per il capitano ; i suoi occhi si aprirono in tempo per vedere
Key saltellare da tutte le parti indicando qualcosa di indistinto sulla sabbia . il
ragazzo si alzò ancora un po’ assonnato e si scrollo dalla sabbia che l’ umidità aveva
fatto aderire ai suoi vestiti.
“vieni, corri” lo incitò Key .Il giovane la raggiunse
“ portalo via” disse la ragazza indicando un animaletto vicino alle provviste .Henry si
abbassò e raccolse la bestiolina pelosa che teneva ancora tra le zampe una briciola di
pane . “è un petauro dello zucchero “ disse lui . Era un esserino minuscolo , lungo
poco meno di un dito , peloso quanto affettuoso gironzolava su e giù per il braccio
del capitano mentre Key lo guardava disgustata.
“ne ha paura?” domando lui
“io? e perché dovrei ?”
“ forse l’ho dedotto dal suo urlo e dalla faccia schifata.è sicura ce non le dispiaccia?”
“certo”
“allora non avrà niente in contrario se le metto la scimmietta sulle mani vero?”
“ok, ok , non è che mi fa paura è che mi fa …ribrezzo…”
“suvvia, una ragazza coraggiosa come lei !”
“…grazie?!”
“dovere , Lady.Piuttosto , posso sapere l’origine di questa paura ?”
“non saprei … da dove vengo io non ci sono animali così”
“e lei da dove viene ?”
“da lontano” rispose fugacemente Key.
“oh, e un’altra cosa : dammi pure del tu” il capitano scosse la testa in segno di
approvazione. Intanto tutta la ciurma si era svegliata : si procedeva verso la foresta .
Ogni specie di piante riusciva a sopravvivere , gli insetti producevano uno strano
rumore come anche le scimmie che saltavano febbrilmente da un ramo all’altro.Gli
uccelli di tutti i colori avevano piume lunghissime . Dal terreno uscivano funghi alti
qualche decina di centimetri  ; tutto questo era solo una piccola parte della natura che
popolava l’isola . Camminarono per quasi due ore finche’ il rumore dell’acqua
risvegliò l’animo di tutti. Un piccolo laghetto ampio quanto due stanze aveva origine
nel bel mezzo della foresta .L’acqua era dolce ma soprattutto limpida e trasparente .
Era perennemente alimentata da una cascata probabilmente originatasi dalle recenti
 piogge o da una risalita d’acqua sotterranea . Nel piccolo lago crescevano enormi
ninfee dal diametro di un paio di metri , su di esse erano posate delle minuscole
raganelle e tra le radici nuotavano dei pesci rossi .La cascata, però celava qualcosa :
un passaggio naturale la divideva dalla parete rocciosa .Key si avviò nel sentiero che
l’acqua rendeva scivoloso , accarezzò con la mano la cascata , mise i palmi a formare
 una conca e ne bevve un sorso ; tutti la seguirono , era ghiacciata , rinfrescante,
 selvaggia . La parete era ricoperta da muschio ad eccezione di una piccola parte sulla
quale era scolpita una frase in latino : HIC GIACEM LEGEND   
qui giace la leggenda .
 
capitolo dedicato a geme_
rametti di pino impregnati di zolfo : antenati degli odierni fiammiferi furono prodotti dal 1500 al 1600 solo in oriente
SPAZIO AUTRICEEEE
ciao e grazie a tutti quelli che mi seguono e che recensiscono in particolare geme_ e
anche Dragasi (mi sono accorta che hai messo la mia storia in quelle che segui)
hahahaha beccata/o !!!!!! Grazie , grazie , grazie !!! Me la lasciate una recensione ???
 allora , questo è un capitolo da capire : con la lieve sfumatura ironica i nostri due
personaggi stanno iniziando a conoscersi !!!!!!! E ovviamente vi lascio sul più bello !
Come vi avevo detto , ci ho messo un po’! scusate ! ciau ! >.<  

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2224916