Destini incrociati

di magixludo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: < Mago o ladro del chiaro di Luna? > ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: < Lo spettacolo di magia > (parte 1) ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2: < Lo spettacolo di magia > (parte 2) ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3: < Mini-kid > ***
Capitolo 6: *** Ritardo aggiornamento! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti,
per chi ancora non mi conoscesse mi presento, sono Ludo e sono una scrittrice (mi fanno quasi tutti questa domanda se sia -trice o -tore) di fan fiction. Dopo essermi cimentata in fantasy (Yu-gi-Oh 5D's, fantasy perché ho apportato delle piccole modifiche alla storia) e mistero (Il Professor Layton) ora ho deciso di provare ad accorpare le due cose perché ciò che leggerete, se continuerete a leggere, avrà dell'incredibile... ma non vi anticipo altro.
Perché Detective Conan? Beh, questa è la mia prima fan fiction in questa sezione e spero che quindi non sarete troppo severi. Mi sono iniziata ad appassionare all'universo di Conan solo recentemente quindi devo ancora prenderci bene la mano con i nomi di tutti i personaggi che neanche conosco proprio bene, ancora. In quanto la serie non è ancora finita alcuni riferimenti alle battaglie finali naturalmente sono inventati da me.
Se devo dirla proprio tutta Conan da solo non mi piace granché (alla fine gli episodi sono sempre omicidio-risoluzione) ma quando si scontra con la sua nemesi naturale, allora, in quel caso, è tutto un altro paio di maniche...
In questo Prologo vi racconterò brevemente quando è ambientata la storia e cosa è successo fino ad ora.

Trama:
La mia storia è ambientata dopo la conclusione di Detective Conan (se mai ci sarà davvero XD) e quella di Magic Kaito (ah, non vi avevo detto che c'era anche il 'ladro fantasma'? XD). Ognuno ha sconfitto i propri nemici ed adesso tutti vivono felici e contenti, ma lasciate che vi spieghi bene e meglio come stanno le cose.

Shinichi, Ran e co.: Dopo aver preso l'antidoto definitivo Shinichi è tornato al suo vero aspetto ed è riuscito a sconfiggere i MIB, grazie anche all'aiuto dell'FBI e della CIA, ed è diventato famoso quasi a livello mondiale. Nonostante adesso la sua vita da Conan sia finita ha deciso di rivelare solo a Ran la sua vera identità e le fa giurare di mantenere il segreto. La ragazza glielo promette, a patto che il ragazzo giuri di non tenerle nascosto più niente, anche il ragazzo acconsente ed i due proclamano a tutti il loro fidanzamento ufficiale. Di Conan fu detto che era partito con la famiglia in un altro continente, ma non vennero date informazioni più dettagliate.
Kogoro tornò a lavorare da solo, perdendo anche il suo soprannome da detective dormiente, e, certo non era più abile come prima, ma almeno riusciva ad evitare di chiudere baracca e botteghino, anche perché ogni tanto ad aiutarlo c'era la moglie, non che i due avessero fatto pace, ma visto che il fidanzato della figlia era un detective privato la moglie ha deciso di dare un'altra possibilità al marito.
Ai, nonostante le insistenze di Shinichi e del professore Agasa, decise di restare piccola, con i Detective Boys, per ricominciare davvero da capo con la sua nuova vita, anche se entrambi sospettano che da qualche parte abbia nascosto l'antidoto in caso decidesse di cambiare idea, e poi disse che doveva esserci qualcuno a controllare quel gruppo di scalmanate piccole pesti ormai abituate a cacciarsi nei guai; nonostante tutto rimase in ottimi rapporti con Shinichi, anche perché erano vicini di casa e cominciò anche a coltivare una profonda amicizia con Mitsuhiko.
I Detective Boys rimpiansero molto la partenza di Conan, ma alla fine se ne fecero una ragione e tornarono a risolvere misteri capitanati da Ai.
L'agente Takagi e l'agente Sato continuarono a lavorare ed a seguire i loro casi, ma cercarono di farsi assegnare sempre lo stesso caso, che risolvevano egregiamente insieme.
L'ispettore Megure tirò un sospiro di sollievo vedendo l'abbassarsi del prima elevato tasso di mortalità, come se qualche iettatore fosse sparito.
Jirokichi Suzuki concluse la sua biografia con la conoscenza del grande detective liceale Shinichi Kudo rinunciando alla cattura di Kaito Kid, anche perché dopo aver rubato il suo tesoro più grande, uno spettacolare gioiello meglio noto con il nome di Pandora, il ladro era sparito e di lui si erano perse le tracce.

Kaito, Aoko e co.: D'altro canto, quella di Conan non fu l'unica scomparsa misteriosa, anche il misterioso ladro fantasma del chiaro di Luna Kaito 1412, alias Kaito Kid, sparì misteriosamente nel nulla dopo aver rubato uno spettacolare gioiello da qualche milione di miliardi al consigliere Jirokichi Suzuki, gioiello meglio noto con il nome di Pandora, ed averlo distrutto sotto gli occhi stupiti di quegli stessi uomini che otto anni prima avevano ucciso suo padre, distruggendo così la loro organizzazione. Ciò che il ladro non si è riuscito a spiegare è stato come mai il giorno del furto era certo che aveva visto Ran, il padre e la sua amica Sonoko tra la folla ma non aveva visto il piccolo detective, Conan, e il bambino non era venuto neanche a sventare il suo furto; gli era molto dispiaciuto di aver perso la possibilità del loro ultimo confronto. Qualche giorno dopo aveva letto sul giornale di un'organizzazione di uomini in nero distrutta dal detective liceale Shinichi Kudo ed aveva riposto per sempre il mantello bianco ed il monocolo nella stanza segreta dietro la foto del padre, senza aver rivelato a nessuno la sua vera identità.
Kaito Kuroba si è fidanzato con Aoko Nakamori. Il padre della ragazza era così depresso perché Kid aveva detto che si sarebbe ritirato per sempre che non ha detto niente. Akako Koizumi ci è rimasta malissimo, ma tanto è stata costretta a trasferirsi nuovamente e non ha avuto tempo per piangersi addosso; qualche tempo dopo ha inviato a Kaito una lettera nella quale diceva che aveva finalmente trovato il vero amore e che aveva smesso con la magia, anche se Kaito avrebbe giurato che comunque sarebbe stata pronta a riutilizzarla nel caso in cui si fosse rivelata strettamente necessaria. Al contrario di Akako però Kaito non ha intenzione di smettere con la magia, anzi, continua ad esercitarsi con i trucchi di prestigio fino a diventare un mago abbastanza famoso in quasi tutto il mondo.

Ed ora vi lasciò al prologo della storia, forse non è granché ma serve più che altro come setting e per farvi in linea di massima capire cosa succederà.

- Ehi, ho letto la grande notizia sul giornale, mi spieghi quando avevi intenzione di dirmelo? - disse Aoko Nakamori fissando negli occhi il suo ragazzo.
- Ehi, guarda che io la conferma l'ho data solo ieri - rispose un po' seccato il giovane Kaito Kuroba. Era vero solo il giorno precedente aveva accettato di tenere uno spettacolo di magia al Tokyo Central Theatre (esiste?ndme) il 1º Luglio e non lo aveva ancora comunicato a nessuno. Da quando aveva smesso di fare il ladro usava i trucchi di prestigio solo per stupire la gente e non per rubare pietre preziose alla ricerca di Pandora; sorrise al pensiero che alla fine anche quello sciocco di Jirokichi Suzuki si era rivelato utile a qualcosa.
- Perché ora sorridi? - domandò Aoko.
- No, niente, pensavo a quanto tu sia bella.
- Piantala! Non si dicono le bugie - rispose la ragazza, ma lo fece con il sorriso sulle labbra.
I due ragazzi stavano tornando a casa da scuola e tutti quelli che li vedevano capivano subito che erano una felice coppietta innamorata. I due stavano parlando del più e del meno quando qualcuno che andava di fretta urtò Kaito e finirono entrambi a terra.
- Scusami - disse lo sconosciuto rialzandosi - andavo un po' di fretta - e corse via.
- Me ne sono accorto, grazie - sbottò Kaito anche se lo sconosciuto era lontano e non poteva sentirlo e si fece aiutare da Aoko a rialzarsi.
- Certo che quel tipo ti somigliava parecchio - disse la ragazza mentre riprendevano a camminare.
- Tu dici? - rispose il ragazzo - Non l'ho visto bene in volto, è stato troppo rapido a scappare. In ogni caso se lo dici tu sarà vero... Comunque la cosa non m'importa, non l'ho mai incontrato e mai lo incontrerò più.
Peccato che Kaito non abbia prestato attenzione al suo urtatore(?) altrimenti avrebbe riconosciuto il vecchio nemico di Kaito Kid di cui spesso aveva preso in prestito l'identità, Shinichi Kudo.

"Dannazione, Ran mi ucciderà. Anche se non sono andato a scuola per concentrarmi meglio sulla risoluzione del mio ultimo caso non posso proprio mancare al pranzo con la sua famiglia. Oh, se mi ucciderà..." il giovane detective liceale Shinichi Kudo correva per le strade della città verso il ristorante di cui Ran gli aveva mandato l'indirizzo e andava così veloce che non si accorse nemmeno della gente che urtava con il suo passaggio, almeno fino a quando non urtò un ragazzo e caddero entrambi a terra.
- Scusami - disse rialzandosi - andavo un po' di fretta.
Mentre si rialzava non poté evitare di incrociare lo sguardo della ragazza che accompagnava il ragazzo e che appena lo mise bene a fuoco sgranò gli occhi. Shinichi era sicuro di averla già vista da qualche altra parte ma era troppo in ritardo così non guardò neanche il ragazzo che aveva buttato a terra e corse via.
Quando arrivò sul luogo dell'appuntamento era tutto trafelato e con il fiatone e trovò ad aspettarlo Ran, ancora in uniforme scolastica, ed i suoi genitori. La madre di Ran gli lanciò un'occhiataccia e Shinichi si ricompose rapidamente. Quando ebbe ripreso un po' il controllo di sé Ran gli si avvicinò e lui la baciò; Ran arrossì ma ricambiò il bacio.
Quando si staccarono Ran disse: - A proposito, ho preso questi... - rovistò un attimo nella borsa ma subito estrasse due biglietti - Sonoko ha detto che non potevamo assolutamente perdercelo, che è il mago del momento, che è molto in voga e che è anche un bel ragazzo - sorrise maliziosa al ricordo di Sonoko che diceva affranta che però il ragazzo aveva già la ragazza.
- Ah, bene... - disse semplicemente Shinichi - e dove è quando sarebbe questo spettacolo? E chi è questo mago?
- Il mago, eh? Sonoko mi aveva detto il nome, ma l'ho dimenticato... vabbé poco importa lo scopriremo quando sarà. In ogni caso lo spettacolo si terrà al Tokyo Central Theatre il 1º Luglio. Spero per te che tu sia libero e che non metta in mezzo altri casi dell'ultimo secondo, o peggio che tu sparisca di nuovo...
Shinichi osservò Ran se fosse 'sparito' di nuovo la vera tortura per la ragazza sarebbe stato saperlo vicino ma non potete fare niente per aiutarlo; ma ora che i suoi nemici erano completamente distrutti lui non se ne sarebbe più andato, e dopo aver rassicurato Ran la condusse all'interno del locale, seguito a ruota dai due adulti.
Peccato che Ran non abbia ricordato il nome del mago, altrimenti avrebbe potuto riferire al suo fidanzato che era Kaito Kuroba.

E questo è quanto, sinceramente non so a quando sarà il prossimo aggiornamento nè se ci sarà, la cosa dipenderà se la fiction piacerà o meno. Per il momento non posso dirvi molto altro, ma spero lo stesso che recensiate.

Alla prossima, Ludo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: < Mago o ladro del chiaro di Luna? > ***


Ed eccomi di nuovo qua, volevo aggiornare mentre ero ancora fresca d'ispirazione (e gasata dai commenti XD ). Per prima cosa ringrazio PawaVeggyRufy4E, Arya_drottningu e shinichi e ran amore per le recensioni, poi vorrei solo dirvi: come vi ho già detto con il mondo di Detective Conan ci sto ancora prendendo la mano, quindi se ogni tanto faccio qualche piccolo errore nei nomi (uso quelli italiani al posto di quelli giapponesi, quindi tipo Goro al posto di Kogoro o Ladro/Furto Kid al posto di Kaito Kid) vi chiedo di non rimproverarmi troppo aspramente.
Detto questo vi lascio al capitolo, è passato quasi un mese dal prologo (tenete conto che la notizia dello spettacolo di magia è circolata verso fine maggio) ed ora siamo al tanto fatidico primo Luglio. Per il momento non è successo granché tranne che Shinichi è riuscito a risolvere quel fantomatico caso di cui ho appena accennato nel Prologo; questa non è un'informazione utile ai fini della storia né è utile a voi, ma ve l'ho detto per permettere al detective di pavoneggiarsi ancora di più di quanto non farà all'inizio di questo capitolo. Ed ora ecco il capitolo. Ci vediamo nello spazio di sotto.

Capitolo 1: < Mago o ladro del chiaro di Luna? >

1º Luglio 20.25

Shinichi si rimirò allo specchio a figura intera nella sua stanza che aveva fatto mettere apposta per poter godere appieno dell'essere tornato normale, quel giorno poi si sentiva ancora più figo del solito con la sua giacca sbottonata ed i polsini della camicia slacciati che gli davano un look da bad boy (in capa sua ndme), poi guardò l'orologio e si accorse di essere in ritardo mostruoso.
Aveva promesso a Ran che si sarebbe fatto trovare sotto casa sua alle otto e mezza precise, invece erano già le otto e venticinque e lui si stava ancora preparando.
Shinichi sbuffò e, non senza un po' di malavoglia, corse per le strade della città, e per fortuna che, nonostante fosse piovuto terribilmente nelle ultime due ore, almeno adesso il cielo era limpido, per andare a vedere lo spettacolo di quel mago da strapazzo. Il mago! Assorto com'era nei suoi casi si era dimenticato di vedere chi fosse, ma ormai non gli importava più di tanto, ancora un po' e tutti i misteri sarebbero stati risolti.

Un paio di ore prima, Tokyo Central Theatre

Si calò meglio il cilindro sulla fronte per evitare che volasse via ed aspettò, i ganci furono tolti ed il filo fu teso. Un sorrisetto spavaldo in faccia. Fumogeno. L'elicottero sopra di lui accese il proiettore e lo illuminò. Il fumo si era diradato. Premette il tasto di accensione del registratore che aveva in tasca e, come se fosse la cosa più normale di tutte, cominciò a camminare in aria, seguendo il tempo dei passi del registratore. Il lungo mantello svolazzava e frusciava vicino alle sue caviglie. Sentì una goccia di pioggia, ma non poteva fermarsi. Perché ogni volta che provava quel trucco doveva piovere?
Attivò un fumogeno, la luce si spostò e lui rimase all'ombra, risalì sull'elicottero e da lì saltò, altro fumo sul palco.
Atterrò, un lieve 'tap' fu prodotto dall'incontro delle sue scarpe lucide con il pavimento, il fumo si diradò, ricomparve. Applausi.
Aoko era tra il pubblico, lo guardava dalla prima fila e applaudiva. Finalmente!
Anche l'ispettore Nakamori lo guardava, arrabbiato. Certe cose non sarebbero cambiate mai!
- Dannatissimo ladro - gli urlò contro - mi spieghi come hai fatto a rubare così il cuore di... mia figlia!
Il ragazzo sorrise spavaldo, come era solito fare ogni volta che fronteggiava l'ispettore, le mani guantate di bianco nelle tasche dei pantaloni: - Beh, ma perché io sono Kaito K... -
Ma fu bruscamente interrotto da Aoko che concluse per lui: - Lui è Kaito Kuroba, mago del chiaro di Luna e per lui nulla è impossibile.
Annuì. Sì, lui era Kaito KUROBA, il MAGO del chiaro di Luna, e nessun altro.
Sospirò mentre nel suo camerino del Tokyo Central Theatre si toglieva gli abiti di scena, mantello e cappello a cilindro neri, e si riposava prima dell'inizio del suo spettacolo di magia.
Sì, le cose stavano così, e avrebbe fatto meglio a tenerlo bene a mente, ora e per sempre.

20.40, Agenzia investigativa Kogoro Mouri

- Shinichi, sei in ritardo! - sbottò Ran visibilmente irritata. Il ragazzo per tutta risposta sbuffò: non solo si era fatto tutta la strada di corsa per andare a vedere uno spettacolo che neanche gli interessava ma adesso riceveva anche un'accoglienza del genere? Se solo Ran non fosse stata così abile nel karate ne avrebbe dette quattro.
- Sinceramente non capisco perché se lo spettacolo inizia alle 23.00 dobbiamo stare lì alle 21.30... - disse il detective liceale.
- Ma è logico, no? Per prendere i posti migliori! - disse Sonoko spuntando alle sue spalle e assumendo un'aria sognante. Shinichi la squadrò, inutile non sarebbe mai riuscito a capire la mentalità delle donne, né da bambino né da liceale. Con l'ennesimo sbuffo Shinichi le fece garbatamente notare che i posti erano già assegnati e, per tutta risposta, urlandogli contro Sonoko gli fece 'garbatamente' notare che non le importava niente: - Tu non puoi sognare, eh? - disse la migliore amica di Ran.
Shinichi di colpo perse tutta la grinta di ribattere, quella frase l'aveva già sentita, gliel'aveva detta... in un attimo si ritrovò con la mente accanto a Kaito Kid, su di una moto, sfrecciavano per le strade della città, lui lo puntava con il suo orologio spara aghi soporiferi, pronto a colpirlo non appena avesse rallentato, ma il ladro non aveva intenzione di rallentare. Aveva detto qualcosa a proposito di mare e cielo e ladri e detective e lui gli aveva fatto notare che mare e cielo non sono dello stesso blu, a quel punto la sua nemesi si era leggermente spazientita ed aveva detto: - Tu non puoi sognare, eh? - poi aveva sganciato la moto ed era volato via con il suo deltaplano. Allora lui era ancora in forma di Conan, ma ricordava perfettamente quanto quell'odioso criminale potesse essere temibile, quanta angoscia aveva attanagliato anche il suo petto quando aveva visto il ladro camminare nel cielo. Già, la passeggiata nel cielo di Kaito Kid era stato uno dei suoi trucchi meglio riusciti ed era stato per lui quasi impossibile scoprire il trucco usato. In ogni caso che senso aveva pensarci ancora? Non avrebbe mai più visto nessuno fare una cosa del genere.
Ah, come si sbagliava il giovane detective.

Un'oretta prima, Tokyo Central Theatre

- Bravo, bravo Kaito! - Aoko continuava ad applaudire nonostante le prove del suo spettacolo fossero finite da un pezzo. Ora i tecnici stavano dando gli ultimi ritocchi alle luci ed alla musica, l'elicottero era atterrato ed il suo pilota, un anziano signore, sperava vivamente che smettesse di piovere, altrimenti non avrebbero potuto mandare le riprese effettuate dall'alto sui maxi-schermi, era incredibile come sorgesse sempre lo stesso problema ogni volta che provavano quel trucco.
- Grazie, grazie. - continuava a rispondere il giovane Kaito, anche se in realtà avrebbe voluto restare un po' da solo in pace con i suoi pensieri. Fare quel trucco era stata una scelta avventata, qualcuno avrebbe anche potuto riconoscerlo, però non c'erano prove che ricollegassero a lui il fantomatico ladro fantasma, a parte forse l'età, l'altezza, il peso, il nome, quell'odiosissimo detective inglese, che se anche era tornato a Londra era ancora convinto che Kaito Kid fosse lui, e se avessero perquisito casa sua avrebbero potuto scoprire il rifugio di Kaito Kid. Ah, sì, il rifugio, avrebbe dovuto murare per sempre quella parete o buttare il costume, ma non ne era stato capace, farlo avrebbe significato distruggere una parte di lui.
Kaito cacciò senza molta grazia Aoko dal camerino dicendole che si doveva preparare per lo spettacolo, rimasto solo si appoggiò alla porta e scivolò fino a terra, si lasciò trascinare un paio di minuti dallo sconforto, non voleva esibirsi, voleva aprire le sue candide ali e librarsi con grazia nella notte nera, ma non poteva farlo.
Si riscosse e cominciò a prepararsi davvero. Gli avevano detto che quel giorno c'era il tutto esaurito, chissà se tra tutte quelle persone qualcuna avrebbe capito il trucco e la verità, no, non era possibile, c'era una sola persona in grado di farlo ma di sicuro non rientrava nei suoi interessi assistere agli spettacoli di magia e poi era sicuramente impegnato nella risoluzione di qualche complicato omicidio in qualche posto sperduto per poi accrescere maggiormente la sua fama. Kaito tirò un sospiro di sollievo, almeno la sua identità era al sicuro.
Ah, come si sbagliava il giovane prestigiatore.

21.00, all'aeroporto di Tokyo

Un uomo completamente vestito di nero scese dall'aero dopo il suo lungo volo e mise finalmente piede sul suolo giapponese, inspirò una boccata d'aria e sorrise sadico, ora era pronto, avrebbe vendicato i suoi compagni sconfitti da quell'insulso ragazzino.
Si guardò intorno e vide correre nella sua direzione un ometto tutto trafelato, anch'esso vestito di nero, appena lo adocchiò l'ometto sorrise vivamente e gli si avvicinò: - Fatto buon viaggio? - chiese.
- Yes, good. - rispose l'altro. L'ometto cercò di guardare negli occhi la persona che aveva tanto aspettato, ma non poté perché portava gli occhiali da sole, anche se erano le nove di sera, ma in fondo non erano fatti suoi. Tutto ciò che gli interessava era che alla sua richiesta di aiuto quell'uomo era giunto sin dall'Inghilterra per aiutarlo, e la sua provenienza giustificava anche il suo strano accento ed il fatto che pronunciasse metà frase in inglese e metà in giapponese.
- So - continuò quello - and... e il nostro obbiettivo?
- Il nostro obbiettivo? Sì subito! - l'ometto aprì rapidamente la 24 ore, rigorosamente nera, che aveva sotto braccio e ne estrasse dei fogli, diede loro una rapida occhiata, poi disse: - Stasera sarà al Tokyo Central Theatre per lo spettacolo di magia.
- Ok. - disse quello più magro - d'accordo. Aspetteremo che lo spettacolo finisca e poi faremo rimpiangere a quell'odioso ragazzino di essersi messo contro di noi e di aver distrutto il motivo della mia vita... - serrò i pugni e digrignò i denti, la missione a cui aveva dedicato tutta la sua vita era andata in frantumi per colpa di quel liceale, non lo avrebbe potuto mai perdonare. Guardò la sua ventiquattrore, aveva preparato e progettato con cura ciò che conteneva, ma ora l'arma definitiva per distruggere quel bambino troppo cresciuto era pronta.
- E che stiamo facendo ancora qui? La macchina è pronta? - l'ometto in adorazione si riscosse al sentire la voce di quello che ormai era chiaro essere un suo superiore.
- Oh, sì, certo, è dietro l'angolo, mi segua. - ripose rapidamente le carte e i fogli nella sua valigetta e fece strada verso la macchina. Aprì la porta all'uomo e poi si mise alla guida. La loro meta era il Tokyo Central Theatre.

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A dir la verità avrei voluto descrivere in questo stesso capitolo anche lo spettacolo di magia di Kaito, ma poi, un po' la voglia di postare, un po' il volervi tenere ancora un po' sulle spine, mi ha spinta a inviare la prima parte del capitolo, poi posterò la seconda.
Devo dire che mi sono molto divertita a scrivere queste storie in parallelo, e spero che voi vi siate divertiti nel leggerle; credo che la parte in cui ho messo più passione nello scrivere sia stata la descrizione del trucco di Kaito e poi del suo stato animo, quasi mi commuovevo.
Beh, dopo questo eccesso di umiltà(?) vi lascio e spero che recensiate mentre io preparo il prossimo capitolo.
Ludo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: < Lo spettacolo di magia > (parte 1) ***


Ed ecco a voi la seconda parte del capitolo, ma prima ringrazio per le recensioni MangAnime, Arya_drottningu, PawaVeggyRufy4E e shinichi e ran amore, e naturalmente chi ha messo la storia tra le seguite e chi legge senza commentare.
Dunque, siamo al Tokyo Central Theatre, e per siamo intendo tutti: Ran, Sonoko e Shinichi (cioè, lui più o meno), naturalmente Kaito, Aoko e co e anche i due uomini in nero. Ora vi lascio ma ci rivediamo sotto.

Capitolo 2: < Lo spettacolo di magia > (parte 1)

21.30, Tokyo Central Theatre

Aoko camminava per il giardino davanti al teatro, si fermava a contemplare la lunga fila davanti all'entrata e riprendava a camminare. Le porte sarebbero state aperte solo nel giro di 15-20 minuti, lei sarebbe già potuta entrare e sedersi al suo posto riservato in prima fila, e questo perché a quanto pare era stata raccomandata dal protagonista dello stesso show (chissà come mai? ndme), ma voleva vedere com'era la situazione in modo da poterla riferire a Kaito prima che iniziasse. Dopo che aveva lasciato il suo camerino per permettergli di prepararsi non aveva trovato niente di meglio da fare.
Controllò l'ora e decise che forse era giunto il momento di andare a prendere il suo posto in platea, ma prima di rientrare volle infiltrarsi tra le persone in fila per vedere se riusciva a sentire qualche commento sul giovane prestigiatore.
Girando tra le persone le capitò di udire i commenti di una coppia di ragazze, una aveva dei lunghi capelli castani, l'altra i capelli più corti e di colore più chiaro; la seconda stava dicendo alla prima: - Chissà se vedendomi s'innamorerà di me?
Aoko, incrociando gli occhi della ragazza con i capelli più lunghi, lanciò alle due ragazze uno sguardo inceneritore e se ne andò: odiava quel genere di ammiratrici che avevano in mente soltanto una cosa, e solo perché il suo fidanzato era bello e famoso. Per fortuna non tutte erano così e c'erano anche dei fans che lo apprezzavano solo per la sua bravura con i trucchi di prestigio.
In ogni caso quella specie d'incontro le aveva fatto passare la voglia di ascoltare i discorsi altrui, quindi si decise a rientrare. Mentre si girava per tornare sui propri passi, però, si scontrò con un ometto basso e grassottello, completamente vestito di nero e con una 24 ore dello stesso colore sotto il braccio.
- Mi scusi - disse Aoko, ma l'uomo, che sembrava essere spuntato dal nulla, si era già dileguato tra la folla.
"Chissà chi era?" pensò Aoko, ma in fondo non le importava più di tanto, non poteva predentere di conoscere tutti gli ammiratori del suo ragazzo!

- Aaaaahhhh! Non vedo l'ora di entrare! - urlò Sonoko al colmo della felicità mentre Ran cercava di farle abbassare il tono della voce.
- Sinceramente non capisco cosa aspettino ad aprire i cancelli, siamo praticamente tutti qui! - sbottò Sonoko, ora visibilmente irritata e preoccupata per il suo posto vedendo quella marea di gente. Proprio non le entrava in testa che i posti erano numerati!
"Shinichi, dove sei?" pensò Ran guardandosi intorno: visto che suo padre non voleva assistere allo spettacolo, c'era Yoko in TV, non li aveva accompagnati, ma in compenso aveva noleggiato una macchina per la serata e l'aveva relegata a Shinichi (che non credo abbia neanche la patente ndme) che adesso stava cercando un posto per parcheggiare visto che il parcheggio del teatro era già pieno.
- Chissà se vedendomi s'innamorerà di me? - continuò Sonoko con aria sognante e Ran continuò a guardarsi intorno, fino a quando incrociò lo sguardo inceneritore di una ragazza all'incirca della loro età che si era fermata accanto a loro, subito distolse lo sguardo e la ragazza andò via. Ah, queste ammiratrici innamorate del ragazzo bello e famoso del momento, com'erano fastidiose!
- Cos'hai? Stai bene? Ti vedo un po'... anzi, sì, sei pallida come un lenzuolo - disse Sonko smettendo di urlare e vedendo l'espressione scioccata dell'amica.
- No, no, niente - rispose lei evitando di riferire a Sonoko dell'ammiratrice scatenata che sembrava volerla (la = a Sonoko ndme) disintegrare, e per evitare ulteriori domande si rimise a cercare Shinichi. Non lo trovò, ma in compenso venne urtata da un ometto basso e grassottello, completamente vestito di nero e con una 24 ore dello stesso colore sotto il braccio.
- Mi scusi - disse, ma l'uomo, che sembrava essere spuntato dal nulla, si era già dileguato tra la folla.
"Chissà chi era?" pensò, ma in fondo non le importava più di tanto, non poteva predentere di conoscere tutti gli ammiratori di quel mago!

- Well, have you done... hai fatto tutto? - chiese l'uomo alto al suo compare, un ometto basso e grassottello, completamente vestito di nero e con una 24 ore dello stesso colore sotto il braccio.
- All done, tutto fatto - rispose - Purtroppo il ragazzo era impossibile da raggiungere, ma in compenso ho attaccato il localizzatore alla sua ragazza, ho finto di urtarla e gliel'ho attaccato.
L'uomo non sembrava molto convinto, ma annuì, ormai era stato fatto: - Ora non ci resterà che tenere d'occhio i suoi movimenti con questo - ed estrasse dalla 24 ore del compagno un radar sul quale brillava un solo puntino rosso (tipo radar cerca sfere ndme) - e, nel momento esatto in cui uscirà dal teatro, lo aspetteremo e gli faremo rimpiangere di essere nato. - sorrise sadico e rivolse un'occhiata alla sua valigetta, il suo contenuto avrebbe reagito solo ed esclusivamente con il corpo di quel ragazzo, sugli altri non sapeva che conseguenze avrebbe potuto provocare ma non gli importava, tanto non avrebbe sbagliato persona.

13.30, Londra (in realtà è nello stesso momento di Tokyo, un'ora dopo, ma ho contato il fuso orario ndme)

- Sta per iniziare - disse Akako accendendo la TV.
- Già, che bello - rispose sarcastico Saguru, ma in fondo anche lui aveva voglia di vedere quello spettacolo - ehi, Watson, vieni qui! - il giovane detective liceale inglese richiamò il suo inseparabile falco (è un falco, vero? ndme) e gli allungò la mano guantata affinché potesse mettersi lì. - Insesibile - disse Akako - preferisci la compagnia del tuo pennuto alla mia.
- Ma no - disse il ragazzo e l'abbracciò con il braccio libero. I due fidanzatini si accoccolarono l'uno vicino all'altro e cominciarono la visione dello spettacolo.
Si erano conosciuti quando erano ancora a Tokyo, ma era stato quando entrambi si erano ritrovati trasferiti a Londra, nella stessa classe, che si erano veramente avvicinati. E indovinate un po' cosa li aveva avvicinati? Il ritenere che Kaito Kuroba in realtà fosse Kaito Kid. Poi, parlando del più e del meno, avevano scoperto di non avere quasi niente in comune e si erano messi insieme (no comment ndme).
Akako aveva, qualche tempo prima inviato una lettera a Kaito nella quale gli aveva spiegato tutta la storia e lui per tutta risposta le aveva dato un'ora e una data in cui accendere la TV, in fondo, visto cosa li aveva fatti avvicinare, il giovane prestigiatore era davvero curioso di sapere se almeno uno dei due fosse stato in grado di riconoscere il trucco d'apertura, anche se poi aveva avuto alcuni ripensamenti (vedi capitolo precedente ndme), ma ormai era troppo tardi per cambiare il programma e la scaletta.
Contemporaneamente a loro anche quasi tutta Londra stava accendendo la TV, tale e tanta era la fama del mago Kaito Kuroba, anche una certa persona (di cui però saprete solo più, molto più, avanti ndme).

22.50, Tokyo Central Theatre

- Dieci minuti all'inizio - disse Sonoko lanciando un grido di gioia. I tre ragazzi avevano preso posto in platea e non vedevano l'ora che iniziasse lo spettacolo, almeno Ran e Sonoko, Shinichi invece rimpiangeva il suo bellissimo orologio spara aghi soporiferi al polso e che avrebbe voluto usare su di sè, ma poi aveva constatato che assistere al numero di apertura avrebbe avuto lo stesso effetto. Avrebbe dovuto dire al caro vecchio Agasa che i suoi gadget erano inutili 'eppure ti è tornato parecchio utile, vero?' avrebbe risposto, e lui avrebbe perso il confronto. In verità avrebbe voluto tenere tutti gadget ma ormai aveva riaquistato tutta la sua potenza di tiro e la sua considerazione e poteva risolvere i casi in prima persona, in ogni caso Agasa aveva detto che avrebbe conservato tutto in caso potesse mai tornare utile, ossia mai.
- E guai a te se ti addormenti, Shinichi! - disse Ran fissando il ragazzo negli occhi blu, e il poveretto vide svanire il suo bellissimo sonnellino.
- D'accordo ho capito! - rispose e si concentrò sullo spettacolo, dagli altoparlanti arrivò la notizia che sarebbe iniziato a momenti.
L'unica cosa che consolava il ragazzo era il sapere che finalmente avrebbe scoperto chi era quel maghetto che faceva tanto parlare di sè. Gli venne in mente che poco prima di entrare Sonoko gli aveva dato un volantino dello spettacolo, ma lui non lo aveva proprio guardato, così infilò la mano in tasca ed estrasse una pallottola di carta, come meglio poté cercò di allisciarla e lesse:

IL GRANDE KAITO KUROBA

MAGO DEL CHIARO DI LUNA

E poi un po' più sotto c'era scritto:

Esegue tutti i suoi migliori spettacoli solo con la Luna piena.

Shinichi sgranò gli occhi. Aveva uno strano presentimento riguardo a quel mago, che fosse... ma no, non era possibile, eppure, il nome... Kaito... chiaro di Luna...
In quel momento il tetto del teatro si aprì, nessuno aveva fatto caso che era uno di quei teatri con i tetti apribili, e sopra di loro c'era un elicottero. Sotto all'elicottero un fumogeno. Il proiettore dell'elicottero venne acceso e comparve. Capello a cilindro nero, mantello svolazzante nero, mani guantate di bianco nelle tasche dei pantaloni. Rimase fermo qualche istante poi, tra lo stupore generale, cominciò a camminare in aria.
Shinichi ci mise un istante a capire, ma aveva bisogno delle prove, si guardò intorno, poi disse a Ran che sarebbe tornato subito e corse via.
Superò alcuni addetti alla sicurezza e raggiunse l'impalcatura che portava al tetto, trovò quello che cercava, erano lì, due segni scuri paralleli, corti e dritti, lasciati dai ganci che l'elicottero aveva richiamato, proprio come l'altra volta.
Fumogeno sul palcoscenico. Ricomparve. Applausi.
Il mago si stava dirigendo verso una quinta per prendere ciò che gli serviva per il trucco quando una palla di carta atterrò proprio davanti alla punta delle sue scarpe nere e lucide. Si chinò a raccoglierla, l'aprì, le diede un rapido sguardo, sotto gli occhi stupefatti del suo pubblico. Per un attimo si sentì perso, sgranò gli occhi, poi però ritrovò il suo solito contegno e mantenne la sua solita faccia da poker mentre procedeva con lo spettacolo secondo la scaletta che aveva programmato. Prima di farlo, però, disse per placare gli animi: - Ringrazio le mie ammiratrici per le loro dimostrazioni di affetto, ma se volete parlarmi mi potete trovare in camerino dopo la fine dello spettacolo... "forse" concluse mentalmente mentre rivolgeva uno sguardo di sfida al tetto del teatro, no, non al tetto, ma al giovane detective che ci era appostato, Shinichi Kudo. Appallottolò il foglio e lo mise in tasca, meglio non correre rischi lasciando in giro certe cose.
Lo spettacolo procedette normalmente. Shinichi tornò al suo posto e Ran non poté fare a meno di fagli notare che l'ultima volta che le aveva detto che sarebbe tornato presto poi era stato trasformato in un bambino delle elementari.
Alla fine dello show Sonoko sfoderò dei VIP Pass che gli avrebbero dato libero accesso al black-stage del teatro, così il trio si diresse dietro le quinte, anche perché Shinichi aveva un appuntamento a cui non poteva assolutamente mancare.
D'altro canto, Aoko si alzò dal suo posto riservato e si diresse dietro le quinte alla ricerca del suo ragazzo, che però le fu riferito essere uscito in strada in tutta fretta dopo essersi rapidamente tolto gli abiti di scena.

Una decina di minuti dopo la fine dello spettacolo, fuori dall'uscita secondaria del teatro

-Allora? Dov'è? - chiese l'uomo inglese all'ometto.
- La mia ricetrasmittente dice che la sua ragazza è nel back-stage e...
- Non importa, lo vedo, è appena uscito dall'uscita secondaria, ora scendiamo dalla macchina e lo seguiamo - e detto questo prese la sua valigetta e con il suo compare, che aveva lasciato il radar in macchina, cominciò a braccare il povero liceale.
- Finally, we found you... - disse a mezza voce il primo. "Infine ti abbiamo trovato" tradusse mentalmente il secondo.
- Yeah, finally we found you... Kid... -.

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E questo è quanto. Avrei voluto descrivere un po' più dettagliatamente lo spettacolo, ma penso che anche così non sia tanto male, anche perché nel prossimo capitolo metterò un breve flash-back di Kaito del momento in cui ha ricevuto il biglietto (siete curiosi di sapere cosa c'era scritto, vero? Ma non vi anticipo niente io, perché sono tanto cattiva...) di Shinichi, dello spettacolo e della decisione di fuggire.
Quanto ai due uomini, beh, che dire hanno trovato la loro preda, buon per loro, anche se lasciare il radar solo soletto... no in realtà non porta nessuna conseguenza particolare, ma dovevo mettervi un'altra pulce nell'orecchio perché no, non mi bastavano la coppia SaguruxAkako e il nuovo personaggio o presunto tale, oh no no. Anzi, quasi quasi non vi dico più niente ed invio, ci vediamo al prossimo capitolo, nel frattempo aspetto vostre recensioni.
- Ludo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 2: < Lo spettacolo di magia > (parte 2) ***


Salve a tutti,
dopo questo ritardo mostruso finalmente aggiorno.
Per prima cosa ringrazio PawaVeggyRufy4E, Arya_drottningu, shinichi e ran amore e MangAnime per le loro recensioni e poi vi avviso che, sì, ho cambiato il titolo ai capitoli, ma il contenuto è rimasto invariato. Detto questo vi lascio al capitolo. Prima però volevo dirvi che, soprattutto nel numero della camminata dell'aria, le descrizioni vi sembreranno familiari, è vero sono le stesse di quelle della prova generale, solo che questa volta c'è anche il pubblico.
Inoltre, vorrei ricordare che Kaito e Shinichi in Giappone hanno lo stesso doppiatore e quindi la stessa voce.
Ultima cosa, nel capitolo c'è un lieve spoiler di un rigo non è molto importante leggerlo per capire il senso generale ma potrebbe riservarvi una piacevole sorpresa andando avanti con la storia. In ogni caso l'ho segnato in blu, poi decidete voi che fare: tanto per intenderci lo spoiler è dal film 'The lost ship in the sky', non ancora uscito (purtroppo!) in Italia.


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Capitolo 2: < Lo spettacolo di magia > (parte 2)

Kaito correva rapido per i vicoli bui della città allontanando si sempre di più dal teatro in cui aveva appena finito di esibirsi, anche se avrebbe preferito aprire le sue ali bianche e sorvolare i tetti degli edifici in volo, ma non poteva, aveva rischiato troppo, aveva voluto giocare con il fuoco e si era bruciato. Non si sarebbe mai aspettato che sarebbe finita così, aveva commesso uno stupido errore di valutazione, lui che non commetteva mai alcun errore, soprattutto se si trattava di trucchi di magia.
Mentre continuava a correre, nella speranza che quel detective non lo seguisse non poté fare a meno di pensare allo spettacolo. Era andato tutto così bene all'inizio, con lo stupore degli spettatori, ma poi aveva ricevuto quel biglietto, che aveva ancora in tasca e di cui doveva assolutamente disfarsi.

Inizio Flashback spettacolo:

Dagli altoparlanti arrivò la notizia che lo spettacolo sarebbe iniziato a momenti. Lui era già sul tetto, pronto. Aoko qualche minuto prima era venuta da lui per riferirgli la situazione ed adesso era comodamente seduta al suo posto riservato in prima fila, avevano appuntamento nei camerini una volta finito lo spettacolo.
In quel momento il tetto del teatro si aprì, nessuno aveva fatto caso che era uno di quei teatri con i tetti apribili, o lo aveva anche solo lontanamente immaginato, Kaito lo vedeva nelle loro espressioni stupite, ed erano scioccati ancora di più dal fatto che sopra di loro ci fosse un elicottero, non riuscivano, non potevano vederlo, era tutto buio e lui era vestito di nero, sarebbe stato un vero shock nel momento in cui fosse apparso. Si calò meglio il cilindro sulla fronte per evitare che volasse via ed aspettò, i ganci furono tolti ed il filo fu teso. Un sorrisetto spavaldo in faccia. Azionò un fumogeno. Il proiettore dell'elicottero sopra di lui venne acceso e comparve, il fumo si era diradato. Capello a cilindro nero, mantello svolazzante nero, mani guantate di bianco nelle tasche dei pantaloni. Rimase fermo qualche istante, durante i quali premette l'interruttore per azionare il registratore che aveva in tasca, poi, tra lo stupore generale, cominciò a camminare in aria, seguendo il tempo dei passi del registratore. Il lungo mantello svolazzava e frusciava vicino alle sue caviglie. La folla sotto di lui urlava il suo nome e lo acclamava, neanche fossero ad uno di quei concerti rock con la pop star del momento; d'altro canto per lui era una sensazione bellissima: era come avere tutto il mondo ai proprio piedi, anzi sotto i propri piedi, ed in un certo senso era così. La cosa positiva fu che non piovve.
Attivò un fumogeno, la luce si spostò e lui rimase all'ombra, risalì sull'elicottero e da lì saltò, altro fumo sul palco.
Atterrò, un lieve 'tap' fu prodotto dall'incontro delle sue scarpe lucide con il pavimento, il fumo si diradò, ricomparve. Applausi.
Aoko era tra il pubblico, lo guardava dalla prima fila e applaudiva, come applaudiva anche tutto il resto delle persone presenti nel teatro. Era tutto perfetto, aveva fatto ciò che doveva e, a giudicare dall'espressione sui volti delle persone, nessuno si era accorto di niente. Il suo segreto era al sicuro e lo sarebbe rimasto per sempre.
Regalò un paio di dolci sorrisi alle sue ammiratrici, uno in particolare alla sua ragazza, poi, ad un segnale prestabilito, si avvicinò ad una quinta per prendere ciò che gli serviva per il trucco successivo, aveva intenzione di iniziare con un semplice gioco di carte, ma aveva bisogno del mazzo e doveva disfarsi del registratore. Mentre si avvicinava però qualcosa lo fermò di botto. Un foglio di carta appallottolato atterrò proprio davanti alla punta delle sue scarpe nere e lucide. Si fermò di botto, poteva essere un messaggio di una qualche sua ammiratrice particolarmente accanita?
Si chinò a raccoglierlo, lo aprì con cura e cercò di allisciarlo un po', sembrava essere stato appallottolato e lisciato anche prima, lo lesse rapidamente, sotto gli occhi stupiti del suo pubblico. Mentre leggeva si sentiva perso.
Il foglio di carta era uno dei volantini che avevano usato per fare pubblicità allo spettacolo, non che ce ne fosse bisogno, ma alcune parole erano state cancellate e sostituite con altre.

.................................. KID
IL GRANDE KAITO KUROBA

LADRO
MAGO DEL CHIARO DI LUNA

E poi un po' più sotto c'era scritto:

................................................furti
Esegue tutti i suoi migliori spettacoli solo con la Luna piena.

Era firmato con il seguente nome:

Shinichi Kudo
Conan Edogawa


Appena aveva concluso la lettura si era reso conto che neanche la sua migliore faccia da poker avrebbe retto e sgranò gli occhi, iniziò a boccheggiare, da dov'era arrivato quel biglietto? Si guardò intorno mentre la folla lo fissava circospetta. Si stava tradendo con le proprie mani.
Poi lo vide: piazzato sul tetto del teatro, dove sicuramente aveva trovato i due segni neri, paralleli e ancora freschi come l'altra volta, c'era un giovane ragazzo che doveva avere all'incirca la sua stessa età. Sapeva benissimo che era uno studente liceale e che faceva il detective; aveva preso in prestito la sua identità, qualche volta, in passato, e aveva quasi baciato la sua ragazza; probabilmente, anzi sicuramente, in quel momento Shinichi lo aveva detestato, e come biasimalrlo? Se fosse stato lui ad usare la sua identità e a quasi baciare la sua ragazza lo avrebbe certamente odiato anche lui, ma per sua fortuna ciò non sarebbe mai accaduto.
Kaito lo fissò intensamente, probabilmente il detective aspettava solo che facesse qualche gesto avventato e si tradisse, ma lui non aveva intenzione di tradirsi. Sfoderò la sua migliore faccia da poker, ritrovando il suo solito contegno, e decise di procedere con lo spettacolo secondo la scaletta che aveva programmato. Prima di farlo, però, sapeva che doveva placare gli animi, e doveva anche risolvere la faccenda con il detective, magari incontrandosi nei camerini dopo la fine, perciò disse: - Ringrazio le mie ammiratrici per le loro dimostrazioni di affetto, ma se volete parlarmi mi potete trovare in camerino dopo la fine dello spettacolo... "forse" concluse mentalmente mentre rivolgeva uno sguardo di sfida al tetto del teatro, no, non al tetto, ma al giovane detective che ci era appostato, Shinichi Kudo; aveva infatti intenzione di scappare e andare via dal teatro fino a quando le acque non si fossero un po' calmate. Appallottolò il foglio e lo mise in tasca, meglio non correre rischi lasciando in giro certe cose, infatti, che la gente ci credesse meno, per lui fornire una spiegazione decente sarebbe potuto risultare complicato.
Lo spettacolo procedette normalmente, Kaito lo interpretò come segno che il detective aveva accettato l'appuntamento e lui poté evitare di preoccuparsi ulteriormente. I suoi numeri comprendevano alcuni trucchi facili ed altri più complessi, come far apparire la colomba bianca dal cilindro nero o trasformare lo stesso cilindro nero in una colomba bianca, in ogni caso erano tutti trucchi di grande effetto che stupirono il pubblico.
Alla fine scomparve in una nuvola di fumo, come era solito fare quando era Kid, solo che questa volta era Kaito Kuroba, e poi riapparve dall'altro lato del teatro, in meno di dieci secondi, per poi riapparire di nuovo sul palco. Il trucco suscitò una serie di "ohoh", ma alla fine non era molto complesso, considerando che quello apparso dall'altro lato del teatro era un suo complice travestito e che lui aveva aspettato sul palco nascosto dalla cortina di fumo, ma questo il suo pubblico non lo avrebbe scoperto mai e avrebbe continuato a considerarlo un prodigio.
Ricevette gli applausi che gli spettavano e poi scomparve veramente: lo show si era concluso. Era quasi l'una di notte, erano state circa due ore in ininterrotte di magia, e la Luna piena e bianca splendeva alta nel cielo.
Kaito corse nel suo camerino e si cambiò alla velocità della luce, buttò a terra gli abiti di scena ed indossò quelli con cui era venuto: nella fretta lasciò sbottonata la giacca e non agganciò i polsini della camicia, poi scappò da un'uscita secondaria e corse via. Pazienza per l'appuntamento con Aoko e per l'incontro con il giovane detective, se ne sarebbero fatti entrambi una ragione, ora lui aveva altro da fare; purtroppo, anche se a malincuore, doveva eliminare ogni testimonianza del fatto che lui fosse davvero Kaito Kid, anche se ciò avrebbe significato distruggere una parte di sé.
Correva con tanta foga che non si accorse di essere seguito da due uomini in nero.

Fine Flash-back spettacolo.

Kaito ansimava, voleva fare la strada tutta di corsa, ma non si era chiesto come stesse a fiato, la verità era che non era abituato a correre in quel modo tra i vicoli bui, lui era solito volare con le sue ali bianche sui tetti delle case e vedere da sopra quei vicoli bui.
Comunque aveva messo una buona distanza tra lui ed il teatro e poteva concedersi un paio di minuti di pausa. Si fermò e riprese fiato.
Era già pronto a ripartire quando sentì un rumore, dietro di lui. Si girò di scatto e si trovò davanti un uomo basso e grassottello, completamente vestito di nero, che sorrideva sadico.
Era già pronto a scappare ma non si accorse che alle sue spalle, un suo complice, un uomo più alto e magro, ma sempre vestito di nero, brandiva una trave e di legno e lo colpì a tradimento su di una tempia facendolo cadere a terra.
L'ultima cosa che percepì fu qualcosa di caldo che scendeva dalla sua tempia a rigargli la faccia, l'ultima cosa che vide furono i due uomini che ridevano sadici e uno dei due, quello alto, stava aprendo compiaciuto la sua ventiquattr'ore nera.
Poi più nulla.

In contemporanea con Kaito che ricorda lo spettacolo, nei camerini del Tokyo Central Theatre

Aoko si aggirava come una furia per i camerini alla ricerca di Kaito, che fine aveva fatto quel ragazzo? Si erano dati appuntamento dietro le quinte alla fine dello spettacolo, e allora dov'era finito? Aveva anche abbandonato il padre nella ressa del pubblico che si accalcava per salutare il suo idolo pur di riuscire a rubare qualche momento da sola con Kaito e ora quel tipo spariva nel nulla? Avrebbe dovuto essere molto più letale la prossima volta che lo avrebbe inseguito con la scopa durante le ore di lezione.
In ogni caso non era da Kaito sparire così, nel nulla. Si bloccò di colpo quando si rese conto che era proprio da Kaito sparire in quel modo, però aveva smesso di farlo da un po', da quando... da quando a sparire era stato Kaito Kid. Aoko sentì uno strano brivido, come le era venuto un pensiero simile? Anche se entrambi erano prestigiatori il suo ragazzo non aveva niente a che fare con quel ladruncolo da quattro soldi che aveva tanto fatto penare suo padre prima di sparire nel nulla, sparire nel nulla, come aveva fatto in quel momento Kaito, e lei non poteva perdere tempo dietro a pensieri incoerenti ma doveva cercare il suo fidanzato.
Mentre cercava il ragazzo s'imbattè in un inserviente e gli spiegò cosa ci facesse lì: - Kaito Kuroba, il prestigiatore? Sì, l'ho visto che entrava nel suo camerino...
Aoko ringraziò il signore e fece per andarsene, aveva tirato delle conclusioni affrettate da perfetta ingenua, non aveva pensato neanche per un momento che lui potesse semplicemente starsi ancora cambiandosi. Era appena tornata euforica che l'uomo riprese: - Anche se poi è uscito subito dopo ed è scappato verso l'uscita sul retro - ed indicò la porta sul retro ancora socchiusa. Aoko guardò la porta e sentì una strana sensazione attanagliarle il petto, ma non riuscì a spiegarsela, e per sfogarsi era già pronta a saltare al collo di quel poveretto che non aveva impedito al suo ragazzo di filarsela quando una voce alle sue spalle, una voce che conosceva molto bene, la fece sussultare e girare, era già pronta a dirne quattro o cinque al ragazzo, ma la voce le morì in gola quando vide chi le stava di fronte, era un ragazzo della stessa età di Kaito, della stessa corporatura di Kaito, della stessa carnagione di Kaito, ma non era Kaito.
- Quindi è scappato, eh? Me lo sarei dovuto aspettare, non per altro in molti lo definiscono l'imprendibile... - quando però si accorse di aver parlato ad alta voce e di aver attirato l'attenzione di quei due il ragazzo si zittì di colpo e rimase ad aspettare che arrivassero le sue due compagne.
- Shinichi, insomma, perché sei scappato così di fretta? - domandò Ran fermandosi accanto al ragazzo e riprendendo fiato dopo la corsa che aveva fatto per stargli dietro. Sonoko sopraggiunse poco dopo alle spalle dell'amica, leggermente arrabbiata perché il ragazzo le aveva strappato di mano uno dei VIP PASS per il back-stage non appena li aveva tirati fuori ed era corso da solo ad incontrare l'affascinante mago. Logicamente non poteva sapere che Shinichi era corso dietro non al mago Kaito Kuroba, ma al ladro Kaito Kid.
Aoko guardò il trio che era appena sopraggiunto, il ragazzo avrebbe giurato di averlo già incontrato da qualche parte ma non ricordava dove, mentre le ragazze erano sicuramente quelle che aveva visto prima fuori al teatro. Già quel gruppo le stava antipatico.
- Che volete? E che ci fate qui? - disse scocciata ed ansiosa di lanciarsi all'inseguimento di Kaito.
Shinichi squadrò la ragazza, somigliava un po' a Ran, ma non era solo quello a dargli la sensazione di averla già vista in precedenza, ma in quel momento la sua infallibile memoria da detective faceva acqua da tutte le parti perché si era fatto scappare la, molto probabilmente, unica possibilità di smascherare la sua nemesi più pericolosa. Non che avesse tanta intenzione di catturarlo, ormai aveva smesso con i furti e non aveva senso sbatterlo in prigione visto che aveva restituito tutti i gioielli tranne, per qualche strano motivo, Pandora che aveva rubato allo zio di Sonoko, ma avrebbe tanto voluto vedere cosa c'era sotto quel monocolo, e non in un poster, ma faccia a faccia. Ma quel tipo era scappato, ancora.
Mentre meditava sul modo per acciuffarlo Sonoko rispose ad Aoko: - Piacere, io sono Sonoko Suzuki, sì mio padre è il presidente dell'industria Suzuki, e questi sono i miei amici, siamo qui per incontrare la star dello spettacolo faccia a faccia grazie a questi speciali VIP PASS.
- Allora sono spiacente ma avete sbagliato momento, il mio fidanzato - e sottolineò l'aggettivo possessivo - al momento non è qui.
- Allora vuol dire che lo aspetteremo, probabilmente si starà cambiando e non penso che ci metterà molto.
- Non credo che verrà, Sonoko - disse Shinichi riprendendo l'uso della parola, era inutile stare lì ad aspettare una persona famosa per sparire nel nulla senza lasciare traccia e riapparire quando gustava a lui.
- No! Perché? - disse la ragazza in tutta risposta.
- Sonoko, Shinichi ha ragione, se non c'è è meglio andare via, ci saranno altre occasioni per incontrarlo. - disse Ran sperando che almeno a lei desse ascolto. Ma Sonoko era più cocciuta che mai e disse che non si sarebbe mossa di lì fino a quando non avesse incontrato il giovane prestigiatore. I suoi due amici furono costretti a desistere e ad assecondarla sperando che si sarebbe scocciata presto.
Aoko era terribilmente indispettita, non poteva abbandonarli lì ed andarsene perché non avrebbe certo giovato all'immagine di Kaito, ma non poteva neanche stare dietro ai capricci di una ragazzina viziata.
Mentre pensava a come fare per andare via senza sembrare scortese sopraggiunse suo padre, l'ispettore Nakamori: - Aoko, eccoti qui! Come hai osato sparire senza avvertire?
- Scusa papà, ma ero venuta a cercare Kaito, che però non è qui, non più...
- Che vuol dire? Quel ragazzo ti ha lasciata di nuovo sola? Ma come si permette, se lo prendo giuro che...
- Se lo prende, se... - commentò Shinichi sotto voce ma abbastanza alta perché l'ispettore potesse udirlo bene. E infatti lo sentì e si voltò verso di lui, convinto anche lui che fosse Kaito, ma invece trovò un altro di quegli odiosissimi detective liceali, e rimase stupito dall'incredibile somiglianza con il fidanzato della figlia. In ogni caso l'ispettore decise d'ignorarlo e continuare a prendersela con Kaito, senza sapere che in realtà Shinichi si stava rivolgendo a se stesso.
In tutta quella storia però c'era qualcosa che non tornava, Kaito era davvero andato via così di corsa, non era da Kid mancare ad un preannunciato incontro, e se fosse successo qualcosa? Non avrebbe saputo dire bene cosa ma era da quando era iniziato lo spettacolo che aveva una strana sensazione che non riusciva a spiegarsi.
Shinichi, da bravo detective, decise di analizzare le "prove" e decise di andare a dare un occhiata nel camerino di Kaito. Aoko e l'ispettore lo volevano fermare, ma lui fu più rapido, in un attimo aveva aperto la porta, che tra l'altro era socchiusa, e rivelato a tutti la confusione di quella stanza. Aoko per poco lanciò un urlo: gli abiti di scena buttati così a terra, tutti appallottolati e spiegazzati, l'appendiabiti dove prima Kaito aveva messo la sua giacca ora giaceva a terra come se la giacca fosse stata presa di fretta e furia, come di fretta e furia doveva andare la persona che aveva buttato la sedia a terra e sparpagliato tutti i trucchi sul tavolo, i mazzi di fiori delle sue ammiratrici a terra e avevano perso anche dei petali; non era da Kaito tutto quel disordine, lui che era sempre così preciso con i suoi abiti di scena e le sue cose, lui che conservava tutti i regali di fans e, soprattutto, ammiratrici con grande gelosia e disappunto della sua ragazza, lui che per quanto potesse andare di fretta non avrebbe mai lasciato tutto quel disordine. Doveva essergli senza dubbio successa qualcosa.
L'espressione scioccata di Aoko attirò l'attenzione del padre e del giovane detective lì presenti, e la ragazza si affrettò a spiegare i suoi timori. L'ispettore parve un po' scettico, ma Shinichi si mostrò subito d'accordo, e quindi disse: - Mi ascolti ispettore, dobbiamo andare a cercare Kaito, potrebbe essere nei guai o peggio... Sicuramente alcuni tra i poliziotti che devono regolare la sicurezza a teatro potranno esserci d'aiuto, ma solo se sarà lei a chiederglielo. Quanto a me, sono sicuro di aver visto tra il pubblico qualcuno che collaborerà certamente... - e subito diede delle disposizioni all'inserviente lì vicino su chi doveva contattare, quello andò mentre tutti si chiedevano chi potesse mai essere.
Mentre aspettavano Shinichi cominciò ad organizzare le squadre di ricerca: - Uscendo da questa porta sul retro ci sono tre possibili strade da percorrere, ci divideremo in modo da esaminarle tutte nel tempo più breve. Ran, tu e la ragazza qui presente andrete con l'ispettore Nakamori e vi dirigerete verso destra, Ran per favore non iniziare a fare storie non ci stiamo dicendo addio per sempre è solo una questione organizzativa, Sonoko, tu guiderai i due-tre agenti che l'ispettore riuscirà a contattare...
- Perché io da sola? - lo interruppe Sonoko, anche se in realtà non era proprio sola.
- Perché se trovi il mago sei da sola - rispose Shinichi che ormai aveva capito la mentalità della ragazza, ed infatti quella assunse un'aria sognante che però disgustò la vera fidanzata del mago. Dopo aver placato gli animi Shinichi continuò: - e quindi, dicevo, andrai dritto, mentre io, con le nostre due vecchie conoscenze, seguirò la strada di sinistra. Tutto chiaro?
- Sì, certo Shinichi, ma di chi stai parlando, chi sono queste altre due persone? - domandò Ran.
- E dai Ran che le conosci molto bene anche tu, anzi, eccole stanno arrivando proprio ora - Shinichi si voltò verso la porta e quella si aprì facendo comparire l'inserviente di prima e due persone, un uomo ed una donna, che sì Ran conosceva molto bene. Shinichi le salutò caldamente senza tener conto della loro espressione accigliata: - Salve agente Sato ed agente Takagi, è sempre un piacere riverdervi!

Lo spettacolo dal punto di vista di Sato e Takagi

- Certo che come uscita romantica non è un granché - disse Sato, fissando Takagi e il biglietto dello spettacolo di magia che aveva in mano.
- Ma no, Sato, fidati. Dicono che sia il migliore prestigiatore in circolazione, il figlio di Toichi Kuroba - rispose Takagi.
- D'accordo - assentì Sato ed i due entrarono nel Tokyo Central Theatre, anche se lei era ancora un po' scettica. Però, il trucco di apertura la fece ricredere: non aveva mai visto nessuno camminare nell'aria in quel modo, tranne forse... no, proprio non ricordava dove avesse visto una cosa del genere, quel Kaito era il solo e l'unico ad essere riuscito in una tale imprese, e, anche se non poteva saperlo era proprio così, perché che si trattasse di Kuroba o Kid, alla fine ad indossare il capello a cilindro era sempre Kaito. Anche lei, come il resto della platea rimase scioccata quando quella pallina di carta atterrò ai piedi del prestigiatore, ma alla fine si era scoperto che erano solo delle ammiratrici troppo invadenti, "non c'è più ritegno a questo mondo!" fu il suo pensiero, ma quando tutti si calmarono tornò a guardare lo show.
Seguendo lo spettacolo Sato dovette concordare che i trucchi non erano niente male e che il prestigiatore era anche piuttosto bravo, mago del chiaro di Luna era soprannominato, niente di più adatto. Anche se aveva la sensazione che tra la folla ci fosse qualcuno che conosceva e che li conosceva, un certo detective liceale tanto amico dell'ispettore Megure che li aveva aiutati varie volte a risolvere casi difficili, non ne era certa ma le sembrava di averlo intravisto di sfuggita quando era andata a parcheggiare la sua auto al garage più vicino perché il parcheggio del teatro era tutto pieno, e ne aveva avuto la conferma quando, finito lo spettacolo poco prima di uscire, erano stati raggiunti da un inserviente che chiedeva di seguirlo. Anche se trovarsi davanti il detective liceale Shinichi Kudo, così strano e sbrigativo, li aveva un po' spiazzati; già si aspettavano uno di quegli intricatissimi casi di omicidio, invece si trattava solo di un rapimento, forse. In ogni caso la vittima era Kaito Kuroba, il mago, e ciò rendeva la faccenda più preoccupante.
Appena raggiunsero il gruppo Shinichi spiegò loro tutta la situazione, astenendosi però dal raccontare la vera identità del mago, e il suo piano; e loro non avevano potuto rifiutarsi di aiutarlo.
Erano quindi usciti tutti nelle direzioni che il ragazzo aveva assegnato, erano anche riusciti a recuperare tre volanti della polizia a cui avevano acceso le sirene, e la ricerca aveva avuto inizio.

Kaito, nel vicolo

- Bene, bene. - disse l'uomo grassottello al suo superiore osservando il ragazzo che giaceva inerme a terra - cosa facciamo, un colpo secco di pistola alla nuca e tanti saluti - e mentre lo diceva aveva già estratto la pistola, ma il compare lo aveva bloccato costringendolo a rimetterla a posto.
- No - stava dicendo mentre faceva posare la pistola all'altro - finiremo questa storia così come è iniziata, solo che questa volta non ci saranno complicazioni, una sola pasticca e BAM! tanti saluti al ragazzino. Ho studiato con attenzione la formula è un po' diversa dal primo prototipo ma ne è valsa la pena, reaggirà solo sul suo corpo, quindi anche se ci dovessero beccare non avrebbero prove contro di noi. Sei pronto? - e così dicendo afferò il povero liceale tramortito per i capelli e gli alzò la testa, quel tanto che gli bastava per fargli prendere la pillola, poi gli avvicinò una fialetta alle labbra e gliela fece bere tutta per far sì che la pastiglia si sciogliesse bene, senza lasciare alcuna traccia nel cadavere. Quando ebbe finito lasciò andare i capelli e la testa di quello che ormai credeva essere un cadavere sbattè violentemente sull'asfalto.
- Ma cosa? - disse l'uomo grassotello, poi le sentì anche l'altro: sirene di un auto di polizia.
- Mantieni la calma - disse quello alto e magro - non sono qui per noi, non è possibile, ora muoviti, andiamo via. - disse richiudendo la sua valigetta - Il mio unico rimpianto è di non poter restare a vedere la fine di questo misero sciocco, ma di sicuro presto leggeremo la notizia che è stato ritrovato il cadavere, ed allora la mia vendetta sarà compiuta!
Kaito, nel frattempo, giaceva in uno stato di dormiveglia, non riusciva a fare niente, sentiva il corpo bruciare e le ossa sciogliersi, cosa gli avevano dato quegli uomini?
- Capo, si muova! - lo sollecitò quello grasso perché sentiva che le sirene si stavano avvicinando, e già era sparito nei vicoli bui.
- Eccomi - disse andandogli dietro, prima di sparire nell'oscurità si voltò un'ultima volta verso il ragazzo, che pareva privo di sensi - Addio... super detective, Kudo Shinichi!

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Io: Shinichi?!? Che vuol dire Shinichi?!?
Shinichi: (camminando tranquillamente da qualche parte sente le orecchie che fischiano) Chi mi vuole? (da bravo detective qual'è capisce subito tutta la situazione) Ti prego, non dirmi che hai sbagliato a scrivere tutto...
Io: Non ne ho idea... non ci capisco niente... l'unica cosa che so è che.... è che... è che è tutto come avevo programmato... (sorride sadica)
Shinichi: No! Io vi avevo sconfitti! Tu fai parte dei MIB!?!
Io: Scherzi? Se in questa storia c'è qualcuno che fa parte degli 'uomini in nero' quella non sono io. E poi non potrei mai fare del male a Kaituzzo...
Shinichi: Tu non sai di chi stai parlando, lui non è il prestigiatore Kaito Kuroba, è il fantomatico ladro fantasma Kaito Kid!
Io: Lo so, non per altro ho letto la serie di Magic Kaito.
Shinichi: La cosa?
Io: Lascia perdere, se non capisci neanche certe cose sei proprio un detective da strapazzo...
Kaito: (riprendendosi) Aio... mi fa male la testa... quel tipo mi ha colpito davvero forte... e perché questi vestiti mi vanno così grand-
Io: (tappo la bocca a Kaito) Zitto, ok? Queste piccanti rivelazioni ce le teniamo per il prossimo capitolo, che non so neanche quando pubblicherò perché ultimamente ho vari impegni, fino ad allora... aspetto vostri commenti e recensioni.
Kaito: Non è che mentre aspetti puoi anche trovarmi dei vestiti più adatti alla mia nuova tagli- AIA! (sviene battendo la testa a terra)
Io: (colpisco Kaito) Scusate, ma stava spoilerando un po' troppo per i miei gusti. Ci vediamo al prossimo capitolo!
Shinichi: Sperando che il povero Kaito si riprenda dall'ennesima botta in testa...
Io: Hai detto qualcosa? (brandisco trave di legno)
Shinichi: No, no, solamente che ci vediamo al prossimo capitolo... "forse".

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Capitolo 5
*** Capitolo 3: < Mini-kid > ***


Ed eccomi ancora qua! Oggi cambiano registro: i ringraziamenti per le recensioni li trovate alla fine (ogni tanto bisogna cambiare o il cervello va in pappetta) e qui trovate una spiegazione al nome del capitolo.
Mini-kid perché questo nome? Potete interpretarlo come volete, sia che con kid intendiamo KAITO kid (che per l'appunto è diventato di quella taglia) oppure se kid lo volete intendere come 'bambino' e i bambini sono circa di quella taglia, in ogni caso fateci l'abitudine a questi doppi sensi un po' particolari perché ne ritroverete tanti, anche se uno è già uscito...
Ma ora basta chiacchiere e godetevi il capitolo.
 
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Capitolo 3: < Mini-kid >
 
"Il mio corpo... brucia! Le ossa... mi si sciolgono... no... nooo..." questo era tutto quello che riusciva a pensare il povero Kaito Kuroba steso a terra nel vicolo, inerme. Quando aveva focalizzato quegli uomini in nero aveva pensato che appartenessero all'organizzazione che aveva ucciso suo padre e che poi lui aveva sconfitto e che fossero dei 'sopravvissuti' o qualcosa del genere, ma non era così, non era lui che cercavano, e l'aveva capito dall'ultima frase che gli aveva rivolto il tipo più alto e magro e dal nome con cui l'aveva chiamato, ma ormai era tardi, il guaio era stato fatto e non era possibile tornare indietro; l'unica cosa che lo consolava era sapere che quella sostanza era stata progettata per uccidere esclusivamente Shinichi Kudo e questo voleva dire che forse aveva qualche possibilità di salvarsi, anche se non sapeva in che condizioni si sarebbe ritrovato.
"Aoko... mi dispiace..." un altro dei suoi pensieri andava ad Aoko, l'ultima volta che l'aveva vista l'aveva cacciata in malo modo dal camerino e poi era mancato all'appuntamento e ora non sapeva se l'avrebbe mai più rivista... anche se il motivo per cui era scappato via era proprio lei, non gli importava, infatti, se quel detective liceale lo avesse riconosciuto e lo voleva denunciare alla polizia, l'unica cosa che voleva era distruggere quel costume, anche se sarebbe finito in prigione lo stesso non avrebbero avuto la prova essenziale e forse sarebbe stato in grado di illudere Aoko che era tutta una falsità, non voleva che la ragazza restasse delusa da lui perché aveva dato l'assillo al padre e perché l'aveva varie volte usata per arrivare sul luogo del furto, ma soprattutto perché le aveva tenuto nascosto il suo segreto più grande; e invece quello che aveva fatto lo aveva portato al patibolo...
Sentiva le sirene della polizia avvicinarsi, era solo un'auto, quanto bastava a portare dietro le sbarre lui o la sua salma, aveva ancora addosso il biglietto inviatogli da quel detective, la prova decisiva... anche se a fatica si stampò in volto uno di quei suoi sorrisetti snob che facevano tanto innamorare le ragazze e tanto dannare gli ispettori e i detective, ma in quel momento non lo stava facendo per un eccesso di spavalderia, ma solo perché, se era davvero arrivata la sua fine, voleva sfruttare l'ultimo insegnamento di suo padre, a cui dedicò uno dei suoi ultimi pensieri, e ridere di fronte alla morte per dimostrarle che non aveva paura; voleva usare, per l'utlima volta, la sua faccia da poker.
 
Sull'auto della polizia con Miwako, Takagi e Shinichi
 
- Allora Shinichi è questa la strada? - domandò Miwako al detective seduto sui sedili posteriori, mentre svoltava a sinistra.
- Sì, almeno credo... - non era da lui una risposta del genere, ma senza avere un indizio come poteva sapere la strada presa da Kaito? Ci pensò un po'... cosa avrebbe fatto lui se fosse stato scoperto... la risposta arrivò in un lampo e Shinichi si diede dell'idiota per non averci pensato prima: sarebbe andato a distruggere le prove! E, almeno che non avesse un covo segreto o roba simile, poteva essere andato solo da una parte. Rapido, con uno di quei nuovissimi cellulari che andavano anche su internet, fece una ricerca e trovò quello che cercava, e scoprì che stavano andando dalla parte opposta: - Sato, dovresti tornare indietro al più presto!
- Perché?
- Perché mi sono appena reso conto che un buon punto di inizio ricerche sarebbe questo - e le mostrò l'indirizzo scritto sul display sul cellulare-
- Ma c'è già qualcuno che va in quella direzione, e poi se è stato rapito come fai a sapere che è lì?
Shinichi imprecò mentalmente: come glielo poteva spiegare senza rivelare la vera identità del mago, come poteva dire loro che era necessario che fosse lui il primo a trovarlo senza dire la verità? - Lascia perdere le spiegazioni e fai come ti ho detto! Dirigiti a casa di Kaito Kuroba!
Vista la decisione sul volto del ragazzo Sato smise di obbiettare e si preparò a fare inversione di marcia; l'inversione riuscì, ma si ritrovarono in una strada intasata dal traffico: - E ora? - domandò la donna poliziotta.
Shinichi si sganciò la cintura e aprì lo sportello, non aveva tempo da perdere e non poteva permettere a quel maghetto da strapazzo di eliminare le prove prima di averlo preso con le mani nel sacco e di avergli strappato quel sorrisetto snob dalla faccia, disse: - E ora voi tornate pure a casa, io vado a piedi. - e corse via senza aspettare una risposta, i due rimasti da soli nell'abitacolo lo seguirono con lo sguardo fino a quando non scomparve nei vicoli bui. Takagi si accorse che la sua collega stava tremando: - Miwako, che ti prende?
- Non lo so, Takagi, ma ho la sensazione che non vedremo quel detective liceale per un po' di tempo...
Takagi non capì cosa volessero dire quelle parole e neanche Miwako stessa, così propose: - Visto che ora siamo rimasti soli che ne dici di andare al karaoke?
- Con la macchina della polizia presa in prestito? -
- Ma no, questa la restituiamo appena riusciamo a sbottigliarci dal traffico, poi riprendiamo la tua e andiamo, che ne dici?
- Ok, Takagi, ci sto!
E i due poliziotti fecero quanto avevano deciso di fare, mettendo fine al loro intervento per quella sera, ma c'era qualcuno i cui problemi erano appena iniziati.
 
Interventi superflui per spezzare un po' la drammaticità(?)
 
Ai si svegliò di soprassalto nel cuore della notte perché aveva fatto un sogno strano e quasi lanciò un urlo; corse subito alla finestra e guardò la casa affianco a quella dove abitava in quel momento: le luci erano tutte spente. C'erano due possibilità: o il suo proprietario era già tornato e stava già dormendo, in quanto non avrebbe mai potuto dormire con la sua dolce fidanzatina se non voleva rischiare la furia omicida del padre di lei; oppure non era ancora tornato, ed ebbe la strana sensazione che a quel punto non sarebbe tornato più.
Rimase a fissare la casa di fronte un altro po', poi, prestando attenzione per non svegliare il professore, controllò se aveva ancora l'antidoto, non sapeva cosa fosse a dirglielo, ma aveva la sensazione che presto avrebbe dovuto usarlo di nuovo.
Per scacciare quei brutti pensieri tornò a dormire, l'antidoto vicino a lei, sprofondò in un sonno senza sogni.
 
Nel frattempo un'altra ragazza su un'auto di polizia si guardava intorno urlando a momenti di accelerare ad altri di rallentare, mentre cercava, voltandosi come una furia a destra ed a sinistra il suo unico grande e vero amore, nonostante una strana sensazione le diceva che non lo avrebbe incontrato lei non la ascoltava e non demordeva. Quella ragazza era Sonoko.
 
Tornando ai fatti seri della storia principale, nell'ultima auto della polizia non ancora presa in considerazione
 
- Allora, vedete qualcosa?
- No, niente, papà.
- No, niente, ispettore.
Queste erano le uniche parole che le tre persone nella macchina si erano scambiate da quando erano saliti e si erano messi in moto per cercare Kaito, a parte le occhiatacce delle due ragazze.
- Seriamente, non capisco perché debba venire anche tu! - sbottò Aoko.
- Perché lo ha detto Shinichi - rispose Ran.
- Solo perché quel detective liceale è il tuo ragazzo non vuol dire che può decidere di fare accoppiamenti a caso!
- Non sono a caso!
- Guarda che non mi è sfuggito il commento che ha fatto a quella vostra amichetta sul mio fidanzato e la solitudine!
L'ispettore Nakamori trasse un profondo respiro e urlò alle due passeggere dei sedili di dietro di stare zitte, le due tacquero immediatamente, ma continuarono a scambiarsi sguardi assassini. "Era meglio quando la conversazione si limitava a quelle poche battute" pensò l'ispettore sconsolato, quindi domandò:
- Allora, vedete qualcosa?
- No, niente, ispettore.
Anche Aoko stava per rispondere ma quando passarono nei pressi di un vicolo sentì una strana fitta al petto: - Aspetta un attimo, papà. - L'ispettore fermò di colpo la macchina e la ragazza osservò attentamente il vicolo, fino a quando non riuscì a mettere a fuoco un corpo steso a terra, le uscì un urlo strozzato, scavalcò Ran e aprì la portiera gettandosi in avanti, in testa un solo pensiero.
Ran la seguì a ruota, sperava di essersi sbagliata ma credeva di aver riconosciuto quella sagoma inerme, tirò fuori dalla tasca il cellullare e chiamò Sato: - Shinichi è con voi, vero? - disse senza troppi preamboli.
La risposta arrivò come una doccia fredda: - Non è con voi? Eppure se n'è andato da solo nella vostra direzione circa cinque-sei minuti fa, ha preso una scorciatoia per i vicoli, non è già lì? Ran... ehi, Ran... mi senti?
Ran riattaccò il telefono, in mente le parole che le aveva detto Shinichi prima di separarsi 'Ran per favore non iniziare a fare storie non ci stiamo dicendo addio per sempre è solo una questione organizzativa' "solo una questione organizzativa? solo una questione organizzativa! Perché ho lasciato che lo facesse, perché!?!" Ran corse nella direzione in cui si era diretta Aoko, la vide prima di poter vedere quello che ormai credeva fosse un cadavere, la ragazza era in ginocchio a terra, sconvolta, ripeteva sempre e solo queste parole: - Kaito, no Kaito, Kaito, no Kaito, com'è possibile? Kaito, no Kaito... - e via dicendo.
In quel momento Ran si sentì molto egoista: anche se non lo mostrò apertamente dentro di sè era felice, certo era terribile perdere a quel modo una persona cara, ma almeno non era il suo Shinichi, certo la ragazza poteva essersi sbagliata di nuovo con tutta quell'oscurità ma decise di non pensarci. Si allontanò dal cadavere per lasciarli insieme per l'ultima volta e chiamò un'ambulanza, non si poteva mai sapere, e la polizia, doveva per forza essere un caso di omicidio anche se evitò di fare i nomi Miwako e Takagi. Quando ebbe finito decise di far spostare Aoko, restare a contemplare un salma immobile non aiutava certo il cuore infranto di una giovane innamorata; nell'avvicinarsi a lei, non poté fare a meno di buttare un occhio al defunto, giusto per avere l'ultima certezza, e quello che vide le mozzò il fiato in gola e la pietrificò: tanto per iniziare il cadavere, anche se molto lentamente, alzava ed abbassava il petto, ma non fu questa l'unica cosa scioccante che anzi avrebbe potuto portare solo gioia sapere che un morto non era morto; il vero shock fu nel riconoscere il "cadavere": non si trattava di Kaito Kuroba, e neanche di Shinichi Kudo, quello steso a terra immobile era un bambino delle elementari che doveva avere all'incirca sei-sette anni, era Conan Edogawa.
 
Cinque minuti dopo, nel vicolo, e poi in ospedale
 
Shinichi raggiunse il vicolo dove Ran e Aoko avevano trovato il "cadavere" nel giro di dieci minuti (era passato tutto quel tempo perché dopo che era scomparso nei vicoli bui si era fermato a riflettere ed a pensare alla strada più rapida ma altrimenti ci avrebbe messo la metà del tempo), in realtà da fuori appariva come un normale vicolo e non si sarebbe neanche fermato se solo non avesse visto le auto della polizia là fuori. Si fermò di botto e si avvicinò ad un poliziotto: per quanto fosse sul punto di smascherare il famoso ladro gentiluomo c'era una qualche strana reazione chimica (polizia=omicidio) che lo attirava in quel luogo.
- Posso sapere cos'è successo? - domandò il ragazzo.
Il poliziotto non lo degnò neanche di uno sguardo ma disse: - C'è stata un'aggressione, un bambino delle elementari, c'erano due ragazze con lui, una è andata a casa, ma l'altra è andata in ospedale.
Shinichi si sentì mancare, non sapeva bene perché: - E per caso la ragazza in questione aveva capelli lunghi e castani con un assurdo ciuffo a punta?
Il poliziotto ci pensò un attimo e il detective liceale sperò di essere smentito, ma poi disse: - Sì, mi pare proprio di sì... - ma non riuscì a terminare la frase che il ragazzo era già corso via, tutti i pensieri rivolti ad una sola persona: chissà se stava bene, cosa le era successo, l'avevano aggredita? Si era completamente dimenticato che era stato menzionato anche un ragazzino delle elementari, e quindi, quando arrivò in ospedale, per lui fu un vero shock.
Corse a perdifiato per le strade della città ed arrivò all'ospedale; entrò, senza badare allo sguardo sconvolto delle infermiere per tanta irruenza, infermiere che però avevano notato il suo sguardo, bellissimo senza dubbio, ma in quel momento anche preoccupatissimo. Shinchi non perse tempo in convenevoli e chiese se fosse appena arrivata un'ambulanza con una ragazza del liceo, la segretaria dietro al bancone annuì, anche se pensava che lui volesse notizie sul bambino, e gli chiese se fosse un suo parente, perché sarebbero stati ammessi solo i parenti veramente stretti; Shinichi in quel momento non aveva voglie di fare storie, disse quindi di essere suo fratello, la segretaria ci pensò un attimo, constatò l'evidente somiglianza, gli indicò la stanza dove era stato portato il nuovo paziente e lo lasciò passare.
Il ragazzo terribilmente preoccupato si diresse nella direzione che gli era stata indicata e trovò la stanza senza troppe difficoltà, stava quasi per entrare quando vide la maniglia scattare, qualcuno stava uscendo. Teoricamente non aveva niente da nascondere e non stava facendo niente di male, eppure il suo primo impulso fu quello di nascondersi dietro la colonna lì vicino e di non farsi vedere fino a quando la persona non se ne fosse andata, non sapeva cosa glielo avesse fatto fare, ma ebbe la sensazione che in quel momento quella fosse la scelta più giusta.
Shinichi rimase immobile e nascosto, trattenendo anche il fiato, poi prese un po' di coraggio e sporse appena la testa per vedere chi fosse lo strano personaggio, si sporse e vide Ran, la sua Ran in ottime condizioni fisiche allegra e pimpante come al solito, uscire dalla stanza, dicendo: - E mi raccomando rimettiti presto Conan!
"Conan? Che vuol dire Conan?” Il cuore del ragazzo perse un battito, si nascose bene dietro la colonna ed ebbe la sensazione che sarebbe potuto svenire, il lato positivo fu che Ran passò e andò via senza neanche accorgersi di lui. Ora era ancora più confuso di prima. Cosa stava succedendo? Ran non era stata portata in ospedale per aggressione? Poi in quel momento ricordò le parole del poliziotto 'c'è stata un'aggressione, un bambino delle elementari...' sgranò gli occhi, era assurdo, poteva trattarsi di un caso di omonimia, ma in Giappone un nome del genere?, e poi perché Ran era insieme al bambino se non era... pensieri confusi si accavallavano nella mente del giovane detective creandogli solo un grosso mal di testa, alla fine prese la decisione più banale di tutte: lasciò perdere i ragionamenti, si diresse verso la porta della stanza, trattenne il respiro, e l'aprì.
 
Altro momento inutile per tenervi col fiato sospeso ancora un po' anche se ormai avete capito tutto, a Londra
 
- Mhm? Che c'è Akako? - disse Hakuba guardando la sua ragazza che di colpo si era bloccata al centro della stanza lasciando cadere i libri e i quaderni che aveva in mano; notando che però non reaggiva le fu subito al fianco. La ragazza aveva lo sguardo vuoto e fisso in un punto lontano, poi d'un tratto si riscosse e tirò fuori della cartella la sua sfera di cristallo.
- Akako che fai con quella cosa? - disse Hakuba che non sapeva niente di "quella particolare qualità" della sua ragazza, ma lei lo zittì con un cenno della mano e si rivolse alla sfera: - Dimmi, sfera, sono tutti i ragazzi ai miei piedi?
Sperava di essere smentita, che no, c'era ancora un ragazzo che mai sarebbe stato ai suoi piedi, ma la sfera assentì: - Sì, tutti gli uomini sono ai tuoi piedi... adesso...
Akako trattenne l'urlo in gola ma le uscì comunque un suono strozzato, si sentiva male, vide lo sguardo preoccupato di Hakuba che già stava chiamando l'ambulanza e si affrettò a mettere via la sfera, si reggeva a fatica in piedi, sapeva che da un momento all'altro sarebbe crollata, ma si rivolse al ragazzo e disse: - Kaito... lui...
Hakuba non sapeva che pesci prendere, ma un lampo gli balenò nella mente: - Quale? Kuroba o... Kid?
Lei lo fissò intensamente, aveva la sensazione che lui già sapesse la risposta, ma desiderava essere smentito, com'era successo a lei poco prima, ma non poteva farlo, quindi disse, con il fiato corto: - En... entrambi...
Poi, sotto lo sguardo scioccato, sia per le parole di lei che per il suo malore, di Hakuba, la giovane strega svenne.
 
Tornando alla storia seria, in ospedale nella camera del paziente delle elementari appena arrivato sull'ambulanza
 
Shinchi rimase per un attimo abbagliato da tutto il bianco che c'era in quella stanza di ospedale, ma si riprese subito e si diresse a passo deciso verso il letto, bianco anch'esso, al centro. Sul letto c'era effettivamente steso un bambino delle elementari che doveva avere all'incirca sei-sette anni, il petto si alzava e si abbassava con cadenze regolari, come se stesse dormendo, ma il detective non poteva aspettare e quindi, puntandogli il dito contro e mettendosi in una delle sue solite pose che facevano tanto sbavare le sue tante ammiratrici, urlò: - Chi sei? Brutto ladro d'identità!
Il bambino aprì piano gli occhi, poi allungò la mano verso il comodino dove c'era un paio di occhiali da vista senza lenti e li indossò, si mise a sedere, si sistemò un po' i capelli per dargli un'aria più ordinata, poi finalmente alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi azzurri negli occhi azzurri di Shinichi. Il ragazzo per un attimo rimase scioccato ma si riprese subito: quello che aveva davanti a lui era lui, cioè, era lui senza però essere lui perché lui era lì in piedi e non poteva anche essere seduto sul letto, o no? In un primo momento notò solo le somiglianze, poi, forse perché aveva la certezza che quello non potesse essere Conan Edogawa, forse perché era un detective ed era abituato a cogliere sempre i dettagli, ma si accorse di quello che Ran non aveva visto: le differenze. Non perché fossero evidenti e palesi, l'aspetto fisico era praticamente uguale, ma lui le sentiva, aveva la sensazione che quel bambino per quanto gli potesse somigliare non sarebbe mai potuto essere lui, eppure continuava a ricordargli qualcuno, ma non sapeva dire chi.
Alla fine il ragazzino parlò rivelando che anche la voce era la stessa: - Certo che come detective fai acqua da tutte le parti, eh, mini-detective? - Shinichi sgranò gli occhi, quel modo di chiamarlo, quel sorrisetto snob... - Dai, ragiona, chi eri andato a cercare prima che succedesse tutto questo casino? E' inutile che mi guardi così, quella dolce signorina mi ha raccontato tutto in uno scoppio di angoscia mentre venivamo qua, evidentemente non si era accorta che ero in uno stato di dormi-veglia... - Shinichi si avvicinò al bambino, gli tolse gli occhiali e lo spettinò un po', rimase di sasso, dannazione era proprio lui!
- Come... cosa... tu... lei... perché? - alla faccia del grande detective, quella sera Shinichi era andato proprio in tilt!
- Se mi dai un attimo vedrò di spiegarti tutta la situazione, anche perché è colpa tua se sono finito in questo casino... - Kaito stava per iniziare il racconto ma Shinchi lo bloccò con un cenno della mano.
Il detective indicò la fasciatura che aveva sulla testa: - Ti hanno preso di sorpresa alle spalle e colpito alla nuca, cadendo hai sbattuto anche contro il terreno, hai perso sangue, tanto sangue... poteva finire molto peggio di così solo per questo colpo... ora ti devi riposare, è questa la cosa più importante...
Kaito lo fissò di sottecchi, aveva dedotto tutto quello solo guardando la fasciatura?, poi capì: - E' successo lo stesso anche a te, vero?
Shinichi lo guardò, ma senza guardarlo, lo mente vagava al ricordo di quel giorno, non disse niente, annuì appena, per Kaito quello fu un segnale più che sufficiente.
- Ascolta "Conan", ora pensa a rimetterti, dopo vedremo di trovare un modo per sistemare tutto... - in quel momento Shinichi si sentì stanco e spossato, come mai in vita sua, erano quasi le quattro del mattino, non aveva riposato neanche un minuto per tutta la notte, l'adrenalina che lo aveva tenuto in piedi fino a quel momento era finita e lui si sentiva vuoto, non aveva proprio voglia di sentire cosa aveva da dirgli Kaito, anche se poteva rivelarsi di fondamentale importanza, l'unica cosa che sapeva era che doveva tornare a casa senza farlo sapere a nessuno, ma casa sua era così lontana... ed era impossibile che nessuno lo vedesse, anche a quell’ora di notte...
Se non fosse stato per i suoi riflessi sempre pronti in quel momento Shinichi non si sarebbe accorto di quello che Kaito gli aveva lanciato e sarebbe stato colpito in un occhio, invece lo afferrò e lo guardò, erano chiavi; il bambino disse: - Vai a casa mia, non è lontana da qui ma immagino tu sappia dov’è, spettinati un po’ i capelli e nessuno ti riconoscerà. Mi dimetteranno tra due giorni, fino ad allora resta chiuso nella mia stanza e non parlare con nessuno, datti malato o inventati qualcosa del genere e, soprattutto, non ficcanasare in giro, ma che te lo dico a fare? lo farai comunque, quindi è fiato sprecato… dov’ero rimasto? ah, sì, anche se abbiamo la stessa voce non rispondere al telefono, soprattutto se è Aoko, e non parlare con nessuno. Ci vediamo il quattro luglio nel posto del primo incontro tra Conan e Kid. - quando ebbe concluso si sdraiò di nuovo, a Shinichi non rimase altro da fare che andarsene e lasciarlo dormire. Prima che il detective fosse uscito però Kaito riaprì gli occhi e disse una cosa, che fece ricordare a Shinichi il motivo per cui aveva perso la sua nottata di sonno: - Visto? Adesso sono “kid” di nome e di fatto!
Shinichi si voltò a fissarlo e avrebbe tanto desiderato potergli tirare addosso qualcosa, e si maledisse per non avere la sua cintura gonfia-spara palloni, anche se forse gli sarebbe andata un po’ stretta, alla fine rinunciò e uscì dall’ospedale, si spettinò i capelli, che erano già abbastanza in disordine di loro per tutta la corsa che aveva fatto, e si diresse a casa di Kaito, senza dare spiegazioni a nessuno e si chiuse nella sua stanza; era nel posto che avrebbe sempre voluto visitare: il covo segreto di Kaito Kid, ma in quel momento era così stanco che l’unica cosa che riuscì a fare fu buttarsi sul letto, ancora vestito, e sprofondare in un sonno senza sogni.
Prima di addormentarsi però, sia il ladro che il detective avevano avuto lo stesso pensiero: da quando i loro destini si erano incrociati con il caso della torre dell’orologio e poi della Black Star, nessuno dei due era più riuscito a separare la sua strada dall’altro, le loro vite si stavano avvolgendo in una spirale sempre più stretta che, presto o tardi, li avrebbe portati all’oblio.
 
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Allora, seguiamo un ordine logico e cerchiamo di placare i vostri più probabili dubbi.
Prima di tutto però ringrazio, per le recensioni: shinichi e ran amore , MangAnime e PawaVeggyRufy4E .
E ora i dubbi:
Dubbio1: Perché questo capitolo fa così schifo?
Risposta1: Il prossimo!
Dubbio2: Perché ha ritmi di narrazione così veloci?
Risposta2: Per dare proprio l’effetto della sequenza degli eventi che si susseguiva incalzante senza lasciare un attimo di tregua ai personaggi, così come il destino ed il tempo che scorrono inesorabili… (autrice spara cavolate cercando di giustificare le altre cavolate che ha scritto nel capitolo)
Dubbio3: Perché hai messo quei pezzi che non c’entrano un cavolo?
Risposta3: Per far rallentare i ritmi frenetici della narrazione e tenervi un altro po’ con il fiato sospeso.
Dubbio4: Perché Akako dice che ora tutti gli uomini si sono invaghiti di lei? Kaito ha cambiato altezza, non ragazza!
Risposta4: Perché, teoricamente, Kaito si è rimpicciolito ed è diventato un ‘bambino’ e un bambino non si può propriamente considerare un ‘uomo’.
Dubbio1: Torniamo sempre al punto di partenza, perché questo capitolo fa così schifo?
Risposta1: Il prossimo! … come? non c’è più nessuno? peccato…
Ah, se vi state chiedendo perché è così corto e perché Shinichi non arresta Kaito è solo perché vorrei vedere voi alle quattro del mattino (dopo aver attraversato avanti ed indietro la città di corsa per paura di perdere per sempre la vostra ragazza e scoprire che vi hanno fregato l’identità e dovete cambiarla) se avete ancora voglia di arrestare il vostro nemico, che voi avete messo nei guai e che tra parentesi vi sta offrendo un letto per la notte.
Forse sono stata un po’ OOC, ma non penso che nel manga ci sia un episodio in cui Shinichi resta sveglio fino alle quattro del mattino e via dicendo…
Altro da dire? Non penso, al massimo lo dirò nella nota iniziale del prossimo capitolo.
Ah, sì, volevo dirvi che questo sarà il mio ultimo aggiornamento per un po’ di tempo (fino a settembre lo chiami ‘un po’ di tempo’? ndtutti) perché appunto andrò in vacanza in un posto senza wireless, in realtà dovrei partire a Luglio, ma vorrei aggiornare un ultima volta anche le mie altre fic, perciò questa verrà un po’ sospesa, ma non è detto, può darsi che aggiorni, o può darsi di no (più di no ndme). In ogni caso recensite pure che io vi risponderò!
Baci e ci vediamo al prossimo capitolo.
Ludo.
P.S. Visto che non sono poi tanto cattiva? Ho dato a Miwako e Takagi un po’ di tempo libero.

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Capitolo 6
*** Ritardo aggiornamento! ***


Volevo avvisare chi segue la storia (ammesso che ci sia qualcuno che ancora segue la storia) che non ho abbandonato la storia ma sono solo affetta dal blocco dello scrittore.
Shinichi: Ma che cavolo hai fatto per tre mesi?
Lasciando da parte il detective qui sopra, cercherò di aggiornare il prima possibile ma non prometto niente.
Conan-in-realtà-Kaito: Spero che tu almeno aggiorni prima di Novembre, sai com'è non mi va di restare piccolo in eterno...
Uffy, vi ho detto che non prometto niente quindi non scocciate tutti e due. L'unica cosa che posso giurare è che aggiornerò, non so nè dove nè quando ma lo farò XD e se per allora mi vorrete ancora seguire... beh, io sarò qui!
Ludo

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