Apocalypse Knights Cosplay

di Eyb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La parata Cosplay ***
Capitolo 2: *** Freddo mortale ***
Capitolo 3: *** La filastrocca ***
Capitolo 4: *** Lo spogliatoio femminile ***
Capitolo 5: *** L'ira di un Cavaliere ***
Capitolo 6: *** L'Angelo di Ghiaccio ***
Capitolo 7: *** Ingannatore ***



Capitolo 1
*** La parata Cosplay ***


"Cala la notte
arriva l'oscurità...
Quattro Cavalieri
di nuovo il fato sceglierà...
Quattro Cavalieri
Quattro anime dannate
Attraverso le ombre,
verso l'Apocalisse, cavalcate!"


Devo ammetterlo, la prima volte che mi capitò di sentire queste parole non ci badai, anzi probabilmente le considerai una stupida filastrocca dal tema vagamente macabro…
Se solo avessi saputo cosa mi avrebbe aspettato, probabilmente sarei inorridito… Se… Avrei… Con il senno di poi è facile per tutti dirlo…
Ma facciamo le cose per bene e raccontiamo tutto dall’inizio. Il mio nome non ha importanza ora, né credo ne avrà mai per voi (anche perché una volta che saprete tutto quello che vi dirò probabilmente mi maledirete), ma potete chiamarmi Blindr…

Tutto iniziò una grigia domenica  di ottobre, nella simpatica città di Pavia. Era stato un week end piacevole, all’insegna dei giochi di ruolo e in scatola, della caccia al tesoro in costume per i bambini, della presentazione dei libri… E dei Cosplay…

Quel giorno la città fu presa d’assalto da una decina di agguerriti cosplayer. Quattro di loro, per scherzo, iniziarono a farsi chiamare “I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse”… Non avevano neanche tutti i torti visti i loro cospaly: un Sith cieco direttamente da “Star Wars”, Ezio Auditore si “Assassin’s Creed”, Alfredo Linguini di “Ratatouille” e un Angelo Decaduto dalle belle ali nere… Rispettivamente Pestilenza, Guerra, Carestia (con tanto di padella) e Morte

Che dire? Si divertirono molto quel giorno, cercando di spaventare bambini, aprendosi varchi tra la folla alternando urla tonanti, del tipo “Largo ai 4 Cavalieri!”, a fendenti di spada (no,  non è vero)… In seguito a quella giornata divennero buoni amici…

Ma non vissero per sempre felici e contenti… No… Quello che per quattro completi (o quasi) sconosciuti era iniziato come un gioco scherzoso si trasformò ben presto in un incubo… Il peggiore che mai si possa fare...

Cosa ne so? Io sono Darth Blindr, Signore della Cecità… Ma potete chiamarmi Pestilenza

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Capitolo 2
*** Freddo mortale ***


Non avrei mai dimenticato quella Domenica di Ottobre…
Quella giornata meravigliosa all’insegna dei cosplay..

Non solo per il freddo pungente…
Non solo per la bella giornata…
Ma per due cose in particolare…

La prima sono le tre persone che incontrai quel giorno…
Il primo era un Sith cieco da Star Wars,
il secondo era Ezio Auditore da Assassin’s Creed,
il terzo era Alfredo Linguini da Ratatuille…

io impersonavo un Angelo Decaduto, con tanto di spada,armatura, ali, cicatrici sul viso e inquietanti occhi rossi..
per quanto i nostri cosplay non centrassero nulla l’uno con l’altro, facemmo subito amicizia, e decidemmo di farci chiamare, almeno per quel giorno, “ I Quattro Cavalieri Dell’Apocalisse”…
ci divertimmo molto a ridere e scherzare..
finchè… 
non accadde una cosa…
durante la giornata litigai con un mio amico, il quale non volle più aver nulla a che fare con me…
quel fatto e le sue parole furono come una chiave;
che fece scattare qualcosa in me..
qualcosa di nascosto e terribile.. che nessuno poteva immaginare…

Questa è la seconda cosa che non scorderò mai,
ciò che accadde dopo quella Domenica…

Mi trovavo a scuola, come ogni Lunedì, ma c’era qualcosa di diverso in me.. mi sentivo.. strana..
Cercai di ignorare quella sensazione, comportandomi come al solito;
ma accadde qualcosa..
la mia vicina di banco continuava a rabbrividire e a sfregarsi le braccia, come se avvertisse un gran freddo;
cosa strana, dato che le finestre erano chiuse e i termosifoni al massimo..
ben presto ogni mio compagno ebbe la stessa reazione, addirittura potevo vedere il loro fiato condensarsi in piccole nuvolette di vapore.. persino il professore sentiva la stessa sensazione!
Io invece no…
Non avevo freddo…
Non avvertivo quel gelo pungente..
Solo più avanti scoprii il perché..

Quello strano episodio continuò a protrarsi anche nei giorni seguenti..
Dove c’ero io, faceva un gran freddo..
Un freddo innaturale..
Penetrante..
Insopportabile..
Come il titolo che mi porto addosso..
Questo è solo l’inizio di ciò che accadde da quel giorno in poi…

Ma ora lasciate che mi presenti…
Lieta di conoscervi, potete chiamarmi come ormai fanno tutti …. Morte

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Capitolo 3
*** La filastrocca ***


-Pestilenza-

Ero uscito di casa solo per andare ad una parata cosplay, invece andai incontro a qualcosa di molto più grande di me…

Mi ero trovato benissimo con gli altri 3 Cosplayer che si erano divertiti con me a impersonare i Cavalieri dell’Apocalisse.
Mi sembrava quasi di conoscerli da sempre… Cosa strana a dire il vero, dato che li avevo incontrati sì e no due volte in vita mia, tutte di sfuggita… Sembrava strano a dirsi all’epoca ma pareva quasi ci fosse un specie di legame tra noi; sembrava che il Destino avesse deciso di farci incontrare quel giorno… All’epoca non sapevamo quanto quella strana sensazione fosse vicina al vero…

La prima cosa che avvertii fu un’insolita sensazione di freddo quando, mentre mi accomiatavo da Morte e Guerra, Morte, una ragazza davvero molto carina e simpatica, mi abbracciò… Non… Non riuscivo a spiegarmerlo… Ok, lo ammetto, la reazione classica che ho quando una ragazza mi abbraccia (cosa rara quanto un ago d’oro in un pagliaio) di solito è pelle d’oca e un grande imbarazzo (no, non son proprio un Don Giovanni, mai stato), ma una simile reazione non l’avevo mai avuta; un freddo quasi mortale… Tutto il contrario di quello che sentii nello stringere la mano a Guerra: un calore crescente, simile al fuoco, tale che ritrassi in fretta la mano, cercando al contempo di non dare a vedere questa mia reazione… “Strano” mi dissi mentre tornavo alla macchina…
Cosa sempre più strana, queste strane sensazioni sparirono appena fui a poco più di due isolati dal punto in cui ci eravamo salutati…

La seconda cosa strana che accadde quel giorno si verificò non molto tempo dopo, mentre tornavo a casa in auto… Come al solito stavo ascoltando le canzoni del mio gruppo Metal preferito, i Blind Guardian… Mi ricordo ancora la canzone che c’era su in quel momento, “Mirror Mirror”… Tutto ad un tratto la radio cambiò, come impazzita, e al posto del ritornello “Mirror mirror on the wall, true hope lies beyond the coast…” udii questa filastrocca

"Cala la notte
arriva l'oscurità...
Quattro Cavalieri
di nuovo il fato sceglierà...
Quattro Cavalieri
Quattro anime dannate
Attraverso le ombre,
verso l'Apocalisse, cavalcate!"


Poi, di colpo come era arrivata, la filastrocca finì e “Mirror Mirror” riprese… Lì per lì, stupito, credetti di aver immaginato tutto, anche perché provai a cambiare su ogni frequenza, alla ricerca di qualcosa che potesse ricondurmi a questo, ma niente… Quando andai a dormire la sera ormai avevo già scordato tutto…

I sogni quella notte non mi diedero tregua… Incubi più che altro… Archi, frecce, gente che non stava bene, che gridava invocando il mio aiuto... Ma al mattino, come mio solito, avevo già scordato la maggior parte degli incubi… Ricordavo solamente di non aver dormito molto bene…

Ma ricordai tutto quando, nel pomeriggio, la ragazza che aveva impersonato l’Angelo della Morte mi mandò un messaggio… E non riuscii a credere a quel che lessi…

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Capitolo 4
*** Lo spogliatoio femminile ***


-Morte-

Era semplicemente assurdo!!

Non poteva essere accaduto davvero!
Che situazione…
Ormai già da qualche tempo ero sempre accompagnata da uno strano freddo innaturale.. ma ciò che era successo oggi era a dir poco inspiegabile!
Non potevo più tenere tutto dentro.. dovevo parlare a qualcuno di questa situazione…
Posai distrattamente lo sguardo sul mio cellulare… e in quel preciso istante mi arrivò un messaggio del ragazzo che aveva impersonato Pestilenza il giorno precedente…
MA CERTO! 
Lui mi avrebbe ascoltata!

Senza perdere tempo risposi al suo sms di saluto, e gli chiesi se potevo parlargli un momento; come avevo sperato accettò, così gli raccontai per filo e per segno l’episodio avvenuto quel pomeriggio….

“ è successo tutto durante le ultime due ore di scuola, di pomeriggio.
Il Lunedì ci tocca subire due ore di Educazione Fisica, e se c’è una cosa che non sopporto è lo spogliatoio femminile..
Cioè, già non sopportavo prima stare in mezzo ad un’accozzaglia di oche giulive, ma ora che si era sparsa la voce e la sensazione del gelo che portavo con me.. quel luogo era un inferno!
Non appena entrai nella stanza, subito venne avvolta da un freddo penetrante, cosa che notai dai tremiti delle ragazze e dal loro fiato che si condensava in piccole nuvolette.
Senza dir nulla mi accomodai su una delle panche, e iniziai a cambiarmi il più in fretta possibile, sentendo gli sguardi delle altre su di me…
A complicare ulteriormente fu l’acuta risata della smorfiosetta di turno, una delle poche cose che detestavo più dello spogliatoio…
A giudicare dal gruppetto che l’aveva attorniata e dalle parole che riuscii a sentire nel frastuono generale, si stava vantando di un regalo del suo ragazzo, il classico tipo succube della fidanzata, che pur di non perderla accontenta ogni suo capriccio e da fondo al portafogli ed al serbatoio della macchina..
:” quanto sei odiosa…” pensai, contraendo le labbra in un’espressione rabbiosa e disgustata, lanciandogli un’occhiata velenosa
:” non riesco a sopportare il tuo modo di fare.. così vanitosa.. circondata dalla tua corte di fedeli lecchine adoranti… non ti sopporto..” continuai a tenere gli occhi puntati su di lei, mentre si riducevano a due fessure ribollenti di repulsione..
:” come vorrei ti accadesse qualcosa di terribile.. sparisci!” avevo appena formulato quel terribile pensiero, quando improvvisamente sentii gli occhi bruciare, e, davanti al mio sguardo stupito, la ragazza cadde a terra, venendo prontamente sorretta da alcune sue compagne
:- oddio! È svenuta!-
:- che è successo?!-
:- chiamate la prof! Presto!!-
Rimasi a fissare la scena ad occhi sbarrati.. fino a pochi attimi prima stava benissimo!... come poteva essere svenuta di colpo?...
Velocemente uscii dalla stanza, cercando di schiarirmi le idee confuse, mi sedetti un momento, mi misi le cuffie del mio fido Mp3 e feci partire una canzone, giusto per rilassarmi…
Fu tutto normale per i primi due minuti, ma giunti alla strofa finale ( che ero già pronta a canticchiare benchè in coreano) udii qualcosa di alquanto bizzarro… la musica si fermò di colpo, e riprese come se fosse suonata al contrario, con le note che le davano un’aria inquietante.. e udii le seguenti parole..
"Cala la notte
arriva l'oscurità...
Quattro Cavalieri
di nuovo il fato sceglierà...
Quattro Cavalieri
Quattro anime dannate
Attraverso le ombre,
verso l'Apocalisse, cavalcate!"
finita la strofa, come se nulla fosse, la canzone “ MR. Simple” riprese normalmente, concludendosi nel modo in cui doveva concludersi… “

finii di raccontare tutto a Pestilenza, il quale poi mi chiese di vederci Sabato pomeriggio, dato che doveva dirmi alcune cose…
io accettai di buon grado, dato che, sinceramente, trovavo quel ragazzo alquanto carino e affascinante..
ma non riuscii neanche ad immaginare cosa sarebbe accaduto..
e quale imminente evento avrebbe cambiato quel pomeriggio..
rendendolo TERRIFICANTE….

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Capitolo 5
*** L'ira di un Cavaliere ***


-Pestilenza-



Roba da non credere…

E dire che pensavo fosse stata la stanchezza o la suggestione a farmi udire quella strana e inquietante filastrocca dell’Apocalisse…
Ma ora anche la ragazza che avevo conosciuto come Morte l’aveva sentita… Non era possibile… Non POTEVA essere possibile…
Voglio dire… Quante possibilità c’erano che si verificasse una cosa simile? Una su un milione, ad essere molto ottimisti.

Eppure le parole erano le stesse, le condizioni in cui era avvenuto il fatto erano abbastanza simili… Non sapevo proprio più che pensare, non credevo a ciò che leggevo…

Il freddo che l’accompagnava, lo svenimento della compagna nello spogliatoio, la filastrocca… Stavano succedendo troppe cose strane attorno a lei… E a me… Non mi erano successe cose così eclatanti come a lei (non ancora), ma percepivo una strana aria intorno a me… Un aria malsana… E non mi piaceva
Così le chiesi di vederci il sabato successivo per parlarne… Certe cose è meglio non discuterle al telefono… E poi, lo ammetto, c’era in lei qualcosa che mi attraeva in maniera strana…

Fu con i pensieri più confusi che mai (in tutti i sensi), che mi avviai quel terribile pomeriggio verso Pavia… Ci sarebbero stati, oltre a noi, anche i ragazzi che impersonavano Guerra e Carestia… La prima che vidi fu lei però, che mi era venuta incontro da sola, con una strana luce negli occhi… Era una mia impressione o le piacevo?

Non feci tempo a chiedermelo, perché mentre l’abbracciavo di nuovo mi assalì quella strana sensazione di freddo… Ancora adesso mi vengono i brividi al pensiero, brrr…

Ma non dissi niente al momento. Qualcosa la preoccupava, le lo si leggeva negli occhi lucidi e arrossati (oltre che stranamente sognanti), e non me la sentii di farla preoccupare ulteriormente…

Non dovetti neanche chiedere, perché fu lei a spiegarmi cosa stava succedendo… “E’ qui anche lui…” disse. Non ci volle molto perché capissi di chi stava parlando. La domenica prima, alla parata, avevo fatto conoscenza con un ragazzo, R., avrà avuto uno o due anni meno di me, che aveva poi avuto una discussione con Morte, la quale ci era rimasta molto male… Questo ragazzo poi, non contento, si era messo a provarci con la ragazza di cui era cotto Guerra… Per dirla in breve: presto a Pavia si sarebbero  visti fulmini e saette, perché Guerra era deciso a vedersela con lui, nell’unico modo concepibile per lui… Una rissa…

Dal punto in cui eravamo ci mettemmo 5 minuti buoni di corsa x andare a cercarli… Quasi senza accorgercene finimmo dapprima sottobraccio, poi mano nella mano, cosa che ci fece arrossire non poco entrambi.

Trovammo Carestia e Guerra nella peggiore situazione possibile… In una stradina chiusa e poco trafficata Carestia stava cercando di trattenere un furioso, nonché palesemente bevuto, Guerra dal fare a botte con R., il quale, con la sua aria da emerito CRETINO, lo sfotteva e lo sfidava…
“LASCIAMI, LO AMMAZZO!!!” gridava Guerra, con gli occhi iniettati di sangue.
“Ammazzarmi tu? Ma se non ti reggi neanche in piedi” replicò R. con fare strafottente
“Ah sì? Ti faccio vedere IO” e così facendo Guerra si liberò di Carestia e cercò di mollare un pugno a R.. Non so se fu l’effetto dell’alcool a rendere imprecisa la mira di Guerra, o la paura a rendere più veloce R. ; sta di fatto che Guerra mancò il bersaglio e colpì una parete di legno alle spalle di R.. Si udì un rumore forte, come qualcosa che si rompe… Tutti temevamo che Guerra si fosse rotto la mano, ma quando si voltò scoprimmo che era la parete ad essersi rotta, piegata in due dal pugno… La mano di Guerra sanguinava giusto un po’, ma non mostrava altri danni…
“Allora? Pensi ancora che non sia in grado di dartele?”

R. non rispose, terrorizzato… Tutti lo eravamo, anche noi che eravamo lì per Guerra…  Morte aveva le lacrime agli occhi e si strinse più forte a me in cerca di conforto
R. non osava sfidare lo sguardo carico d’odio che Guerra gli mandava, così si avvicinò la sigaretta accesa che teneva in mano alla bocca, forse per cercare di allentare la tensione, ma d’improvviso questa s’infiammo così tanto da bruciargli non poco le dita e lui rimase con la mano mezza ustionata…

Guerra, divertito per un secondo, si stava già preparando ad un secondo pugno; senza pensarci due volte io e Carestia ci gettammo su di lui, tenendolo per le braccia… “LASCIATEMI!!!”
“No, se lo fai poi te ne pentirai!” gli dissi io trattenendolo, con non poca fatica, vista la forza che aveva e l’insolito e tremendo calore che emanava
“CHISSENEFREGA!”
“Sei diverso da lui, dimostra che hai l’onore che lui non possiede!”
“Non mi importa dell’onore!”

Ci vollero 5 minuti buoni prima che discorsi sull’onore e cavalleria convincessero Guerra (cavaliere nell’animo) a placarsi e a lasciarsi condurre via… Anche il calore sembrava essersi attenuato un po’…
Ma se le cose sembravano per il verso giusto ci sbagliavamo di grosso… Mentre portavamo via Guerra quel deficiente di R., rimasto immobile finora, gli urlò contro “Bravo! Scappa cordardo! Non sei capace di far male a qualcuno!”

Guerra si voltò di nuovo di scatto, furente, ma non fece tempo a fare un passo che Morte era già scattata verso R. e gli aveva mollato un ceffone…
L’insolita sensazione di caldo soffocante che c’era fino a prima svanì sostituita da un freddo glaciale… “Non… Non ti azzardare MAI PIU’ a chiamarlo così!” gli sibilò contro. Se avesse potuto lanciare saette dagli occhi credo avrebbe incenerito R. in un batter d’occhio.

“Cos’è tutto quest’insolito coraggio adesso? Ti senti galvanizzata solo perché hai trovato un cavaliere tutto per te? Ma guardalo!” disse R. indicando me “E’ uno sfiga…”
Non fece in tempo a finire la frase stavolta… Morte gli stava serrando la gola con una mano…

Cercammo tutti e tre di intervenire ma eravamo come congelati sul posto, incapaci di muoverci. Impotenti assistemmo alla scena più surreale che avevamo mai visto… Morte, circondata da una specie di aura oscura, teneva serrato R. per la gola. Le vene sul viso e sul collo di R. cominciarono a gonfiarsi notevolmente, il volto divenne dapprima rosso paonazzo… Stava soffocando

Con un movimento rapidissimo, Morte tirò indietro la mano… E non credevo ai miei occhi
R. era ancora lì, fermo, immobile, come se Morte ancora gli serrasse ancora la gola, con gli occhi sbarrati e la pelle ormai esangue, bianca, cadaverica… Morte invece serrava per la gola qualcosa che assomigliava vagamente a R., ma aveva un qualcosa di… Etereo… Ci si poteva vedere attraverso… Una specie di fantasma di R.
Morte strinse ancora più forte la figura eterea e questa pian piano si dissolse tra le sue mani, come nebbia…

R. cadde a terra…

Morte si accasciò sulle sue ginocchia e cominciò a tremare visibilmente… “Cosa… cosa… ho fatto?” singhiozzava

Si voltò… E vidi che uno dei suoi occhi, pieni di lacrime, era rosso come il sangue…

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Capitolo 6
*** L'Angelo di Ghiaccio ***


-Morte-


Non riuscivo a capacitarmi di quello che era appena successo…
Era accaduto tutto così in fretta… l’unica cosa che ricordavo era una sensazione di rabbia incontrollabile che mi aveva improvvisamente assalita…
Non mi ero neanche resa conto di aver aggredito quel ragazzo.. e.. e ora.. era steso a poca distanza da me..
Immobile..
Pallido..

Carestia si chinò su di lui, provando a sentire il battito cardiaco
:- allora?!- domandò Guerra, avvicinandosi a sua volta di un passo;
il rosso non disse nulla per qualche secondo, si limitò a rialzarsi, deglutire e poi, dopo qualche attimo, con voce tremante, pronunciò l’inquietante responso..
:-…. È… è morto…-
Quella tremenda parola riecheggiò più volte nella mia testa;
mi coprii gli occhi con le mani, e mi abbandonai ad un pianto disperato, incapace di fare altro, mentre una frase emergeva nella mia mente..
“ è morto.. l’hai ucciso tu… è COLPA TUA…”
Sentivo gli sguardi degli altri tre puntati addosso.. chissà cosa stavano pensando ora!

Il fiume di pensieri fu interrotto improvvisamente da una voce maschile che ben conoscevo
:-… Morte…-
Voltai il viso verso Pestilenza, il quale mi aveva chiamato… e che in quel preciso momento stava avanzando verso di me;
sbarrai gli occhi, alzandomi di scatto
:- fermo dove sei! Non avvicinarti!- intimai, arretrando di un passo :- state lontani, tutti e tre!-
Il ragazzo mi fissò stupito, si fermò per un momento, riprendendo quasi subito ad avvicinarsi
:- perché dovremmo starti lontani?- chiese, una volta giunto a poca distanza da me
Lo guardai, incredula.. nonostante ciò che avevo fatto, era ancora vicino a me.. come se non fosse accaduto nulla.. come se fossi stata una persona normale… ma ormai.. normale non lo ero più..
:- perché… io… ho fatto una cosa orribile…- singhiozzai di rimando, sotto shock :- sono un mostro! Un’assassina a piede libero!- dissi, senza arrestare il mio pianto…
Di colpo Pestilenza avanzò ancora, riducendo totalmente la distanza tra noi…
E mi abbracciò…
Sentivo il suo tepore avvolgermi, trasmettendomi una strana sensazione di calma e sicurezza…
:- non dire così..- disse, stringendomi a sé :- non sei un’assassina, e tanto meno un mostro!-
Tenni le mani dietro la schiena abbassate, per paura di toccarlo…
Se gli avessi fatto del male.. non me lo sarei mai perdonato…
:- basta piangere… ti prego… Angel…-

Sbarrai gli occhi, totalmente spiazzata per il nome con il quale mi aveva chiamato… Angel… “Angelo”…
Mi asciugai gli occhi, placando lentamente il mio respiro sincopato, riacquistando il controllo.
Guardai gli altri, soffermandomi sul viso di Pestilenza, sentendo uno strano calore alle guance… 
:- stai meglio?- chiese, preoccupato
:- sì…- risposi incerta, abbozzando un sorriso incerto.
:- su col morale!- esclamò improvvisamente Guerra, avvicinandosi seguito da Carestia, mentre Pestilenza mi lasciava andare, fissandoli imbarazzato; l’uomo mi cinse le spalle con un braccio, e in quell’istante avvertii uno strano calore, come quando si tocca un caldo termosifone
:- non puoi farti abbattere da uno così.. guarda, ti da problemi anche da morto!- ironizzò, tentando di farmi ridere 

:- gente.. non so se ci avete fatto caso.. ma abbiamo un cadavere da smaltire!- ci riportò improvvisamente alla tremenda situazione Carestia, sistemandosi gli occhiali sul naso :- come ce ne liberiamo?!-
:- beh.. se un tocco lo ha ucciso…- ipotizzò Guerra, facendomi abbassare di nuovo lo sguardo in preda al rimorso :- è probabile che un altro tocco lo faccia sparire…-
Tutti lo fissammo interrogativi, specie io.. l’idea era assurda!..
Ma.. cosa aveva un senso, in quel momento?

Con un cenno del capo annuii, e avanzai lentamente verso il corpo di R.
Mi inginocchiai, fissando un’ultima volta quegli occhi ormai vuoti, dopodiché poggiai la mia mano sul suo viso…
Avvertii una forte energia attorno a me, mentre qualcosa appariva dal punto che ci collegava…
Ghiaccio?!

Sì.. lo era… rapidamente, quel freddo specchio lo avvolse, e quando fu completamente racchiuso in esso, il ghiaccio si crepò, spaccandosi con un rumore inconfondibile in cristalli finissimi, che formarono una coltre bianca nel punto dove giaceva qualche attimo prima R.
Una folata di vento improvvisa sollevò i cristalli, che scomparvero dalla nostra vista..

:- povere siamo… e polvere torneremo….- mormorai, rialzandomi in piedi 
:-… che la tua anima riposi in eterno tra le fiamme dell’Inferno…                   
 

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Capitolo 7
*** Ingannatore ***


-Pestilenza-
 
Nessuno cercò più R. dopo quel giorno… Tutti sapevano del brutto e malfamato giro che frequentava, ergo in pochi si accorsero della sua scomparsa, almeno all’inizio…

Gli eventi di quel sabato furono argomento di discussione tra noi quattro per diverso tempo… Nessuno di noi riusciva a capacitarsi di ciò che era successo, né riuscivamo a trovarne una spiegazione logica… L’unica ipotesi che avevamo era che noi avevamo assunto i poteri dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse ma, data l’assurdità della cosa, la accantonammo subito…

Ognuno poi reagiva in maniera diversa… Guerra aveva uno sguardo sempre più frebbricitante e pazzo del solito, come se tutto fosse un gioco (e dire che era il più grande e, solo in teoria, più maturo del gruppo!). Carestia lo seguiva a ruota, anche se magari non aveva così tanto entusiasmo… Morte, poverina, era sempre più in preda allo sconforto; ogni volta che provavamo ad affrontare l’argomento, anche se si vedeva che si sforzava di non piangere, i suoi occhi diventavano lucidi. Era una ragazza forte, questo bisognava riconoscerlelo però… Chiunque altra sarebbe crollata subito, ma lei resisteva, anche se a fatica…

Io invece… Ero semplicemente confuso… Confuso per  le cose strane che ci erano successe (tra cui la fatidica filastrocca, che, come scoprii, avevamo udito tutti e quattro), confuso per le strane sensazioni di freddo e calore che davano Guerra e Morte… Confuso dall’insolita, piacevole familiarità che si era creata con quest’ultima.

Non so come accadde… Come quell’abbraccio spontaneo per cercare di confortarla dopo la morte di R., ben presto mi ritrovai a parlare spesso con lei, cercando di confortarla, di farle capire che, nonostante tutto, per noi non era cambiato niente… Senza accorgemene, cominciai ad affezionarmi a lei… Cominciai a chiamarla Angel…

--------------

Passarono tre settimane… Tre settimane di strana calma… Non si verificarono incidenti di sorta, le sensazioni che accompagnavano Morte e Guerra sparirono, la filastrocca divenne un ricordo…

Possibile che era stato tutto un sogno, un parto della nostra immaginazione?

La risposta a questa domanda la avemmo quando meno ce l’aspettavamo. Guerra riuscì finalmente a convincerci ad andare ad un evento cosplay a Rho Fiera Milano (ci volle più di una settimana perché tutti fossimo d’accordo). Ciò che ci preoccupava di più era il fatto che ci presentavamo di nuovo come i 4 Cavalieri dell’Apocalisse, secondo un’idea che io e Carestia avevamo avuto prima dell’incidente. Se, da una parte, Guerra e Carestia non vedevano l’ora io e Morte avevamo un gran brutto presentimento.
“Ma… E se succede di nuovo qualcosa?” provammo a obbiettare nuovamente il giorno prima dell’evento
“Non succederà niente, vedrai…” ci risponse Guerra, quell’irresponsabile di Guerra “…e se anche dovesse succedere qualcosa sai che figata?”
“NON SARA’ AFFATTO UNA FIGATA! NON VOGLIO ALTRE PERSONE SULLA COSCIENZA! NON VOGLIO… NON VOGLIO CHE QUALCUN ALTRO MUOIA!” Morte aveva di nuovo le lacrime agli occhi nel  dire queste parole. Cercò la mia mano e la strinse con forza
“Tre obiezioni: uno, da quel che mi risulta non ci sarà R. né nessun altro che odiamo a morte; due, sono tre settimane che non succede niente a nessuno di noi, ergo non c’è niente di cui preoccuparsi” argomentò Guerra, meglio di un avvocato “Tre, sarà una figata assurda!!!”
Io e Morte ci rinunciammo; non c’era modo di discutere con Guerra, se voleva fare una cosa l’avrebbe fatta, e, volenti o nolenti, avrebbe trascinato noi con lui.

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Il giorno fatale finalmente arrivò,  e con esso tutto ciò che ne conseguì.

La fiera del fumetto a cui ci aveva portato era davvero stupenda (x quanto riuscissi a vedere io attraverso la benda che avevo sugli occhi); a destra e a manca vedevamo (si fa per dire) cosplay di tutti i tipi, dai manga e anime giapponesi (i più diffusi) a personaggi Fantasy, Alieni, Supereroi e Supercattivi dei fumetti o personaggi di Film e Videogame… Praticamente non c’era personaggio che, in qualche maniera, non fosse stato portato in cosplay…

Anche noi quattro attiramo non poco l’attenzione… Dalla volta precedente io avevo fatto sistemare il mio costume, non più in tela ma in pelle nera con simboli Sith dipinti sopra; Guerra aveva aggiunto nuovi pezzi di armatura e aveva una lama celata al polso, oltre ad avere con sé una quantità di armi leggermente preoccupante (non per niente ci mettemmo mezzora per riuscire a farlo passare alla sicurezza). Carestia era  identico all’altra volta, il suo costume andava bene così com’era. Anche Morte era pressochè identica al giorno in cui l’avevo conosciuta, abito nero, ali nere, capelli d’argento, spada e guanto d’arme… L’unica differenza erano gli occhi, il destro con la lente a contatto rosso sangue, l’altro verde dorato, suo colore naturale, dal momento che la lente le dava fastidio.
Se già i nostri costumi erano abbastanza vistosi di loro non potevamo non attirare l’attenzione di tutti, con Ezio/Guerra che urlava a squarciagola: “LARGO AI QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE! LARGO A COLORO CHE PORTANO LA FINE! LARGO A DARTH BLIDR, LARGO A EZIO AUDITORE, LARGO AD ALFREDO LINGUINI, LARGO ALL’ANGELO NERO! LARGO AI QUATTRO CAVALIERI!”
La folla si apriva al nostro passare e, se anche all’inizio eravamo rossi in viso per l’imbarazzo, ben presto ci abituammo ai sorrisi divertiti della gente che si scostava al nostro passaggio. Diverse persone ci fermarono (coraggioso da parte loro, oserei dire) per chiederci di fare un foto con loro.

Io e Ezio/Guerra ad un certo punto ci mettemmo ad inscenare un combattimento… Sembrava una cosa semiseria, almeno finchè non arrivò Linguini/Carestia a cercare di sopraffarci con la sua padella, tra le risate di tutti… Colpito in testa da una padellata volante mi ritirai dallo “scontro” lasciando quei due a divertirsi. Mi avvicinai ad Angel/Morte e vidi finalmente che il suo viso era più disteso, i sorrisi meno forzati  e lo sguardo più sereno…
“Ti va… Ti va di andare a fare un giro? Di là ho visto uno stand con una marea di manga rarissimi” le dissi, conoscendo la sua passione per i fumetti. Lei mi sorrise e annuì. Senza dire niente mi prese per mano e ce ne andammo.

Ci godemmo una piacevole mezzora di pace, chiacchierando del più e del meno, sbirciando gli stand, facendo qualche compera.  Senza accorgecene finimmo nuovamente mano nella mano.
Ad un certo punto, mentre stavamo parlando, lei inciampò e finì tra le mie braccia, cosa che fece arrossire non poco entrambi… Come se non bastasse proprio in quel momento arrivò Ezio/Guerra sbraitando: “ECCO DOV’ERANO I PICCIONCINI!” Tanto lui che Linguini/Carestia avevano un sorriso sornione, al quale né io né Angel/Morte riuscimmo a ribattere, imbarazzati come eravamo.
“Dai muovetevi, che faremo tardi per la gara!” continuò
“Gara? Quale gara?” chiedemmo io e Angel contemporaneamente
“La gara di Cosplay, ovviamente! Ci ho iscritti tutti e quattro come gruppo! Muoviamoci che tra pochi minuti tocca a noi!”
Non facemmo in tempo  a obbiettare ulteriormente, chè entrambi si stavano già dirigendo verso il palco dall’altra parte del tendone. Rassegnati, ma anche un po’ eccitati dalla prospettiva, li seguimmo.

In realtà quei “pochi minuti” di cui Ezio/Guerra aveva parlato si trasformarono in un’ora e più di attesa. Giusto il tempo di farmi venire e passare un paio di attacchi d’ansia, dovuti all’agitazione. Prima fu la volta dei cosplay singoli femminili, poi di quelli maschili, le coppie e infine i gruppi. Noi, ovviamente, eravamo l’ultimo gruppo in gara, ergo eravamo agitatissimi. Subito prima di noi veniva un gruppo di 5 persone, direttamente dal film Marvel “The Avengers”; Loki con 4 soldati Chitauri. Se, in un primo momento, ero tentato di andare a far loroi i complimenti per il costume riuscitissimo mi dovetti ricredere subito: lo sguardo sprezzante di superiorità con cui ci investirono (soprattutto Loki) fu tale da darci il voltastomaco.
Anche il pubblico, per quanto amò davvero molto i costumi, trovò odiosi i cosplayer, e non si sentirono molti applausi.

Toccava a noi ora. Io ero il primo, vi lascio immaginare l’agitazione.
Udii la voce dell’annunciatore: “Ed ecco a voi una personalissima ed interessante interpretazione dei 4 Cavalieri dell’Apocalisse. Ecco a voi Darth Blinr… No… Blind… BLINDR! Darth Blindr, signore della Cecità; ecco a voi Pestilenza” anche se avrei voluto strozzarlo per non aver saputo pronunciare bene il mio nome, salii sul palco e, dopo essermi esibito un po’ con la Lighsaber, cosa che mi portò un po’ di applausi, specie  considerato che ero bendato, mi misi a lato, che toccava al secondo cavaliere “Ezio Auditore da Firenze! Ecco a voi Guerra” Guerra riuscì ad accattivarsi il pubblico decisamente meglio di me, con la sua perizia nell’uso delle armi. “Alfredo Linguini e Remì! Carestia!” Carestia entrò con una bella scrosciata di applausi. “E infine Dark Angel! Morte!” Morte entrò nel visibilio generale, soprattutto quello maschile
“I QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE!” gridammo in coro, unendo le nostre armi al centro. Avevamo conquistato il pubblico… Ce l’avremmo fatta con i giudici?

Non era Destino che lo sapessimo. Mentre eravamo lì fermi in mezzo al palco, l’annunciatore continuò: “Cala la notte, arriva l'oscurità... Quattro Cavalieri di nuovo il fato sceglierà... Quattro Cavalieri. Quattro anime dannate. Attraverso le ombre, verso l'Apocalisse, cavalcate!"
Ci si gelò il sangue nelle vene… Non era possibile, avevamo udito di nuovo quella fiilastrocca funesta. Tre paia di occhi fissarono Guerra. “Cosa ti è saltato in mente di far dire  quella maledetta filastrocca?”
Ma lo sguardo di Guerra ci fece capire che non era stato lui. Era sorpreso e spaventato quanto noi.

Un urlo squarciò l’aria.“ARGHHHHH”
Ci voltammo di scatto. Avete presente quelle sensazioni di Dejavu? Ecco, mi sembrò di essere nel film The Avengers quando vidi il tizio che impersonava Loki trafiggere il presentatore con lo scettro. L’armatura, prima palesemente di lattice e cuoio ora era di metallo lucente e lo scettro, seppur intriso di sangue, brillava di luce propria.
Nella sala si scatenò il putiferio assoluto; gente che gridava, fuggiva, impazziva. I Chitauri, che sembravano essersi moltiplicati a dismisura, circa una cinquantina ne contai, si diedero da fare per neutralizzare la sicurezza e seminare il panico in pochi minuti.

Noi non ci muovemmo dal dove eravamo, in mezzo al palco, spaventati, ovvio, ma pronti a combattere se necessario…
Nel Caos più devastante Loki finalmente prese la parola verso di noi: “Finalmente Cavalieri… Aspettavo questo momento da molti decenni” la sua voce era melliflua e suadente, ma nascondeva un qualcosa di marcio
“T-Tu chi sei?”gli chiedemmo tutti insieme, quasi una sola voce, chi timoroso, chi spaventato, chi sprezzante, chi con la voce piena d’odio…
Loki rise, una risata malvagia. Chissà cosa ci trovava di divertente nella nostra domanda…
“Non vi ricordate, vero? I vostri ospiti umani padroneggiano  le memorie e i poteri a poco a poco, dato che scegliete di condividere con loro mente e corpo…”
Ci scambiammo occhiate preoccupate. Che stava dicendo?
“Di che diavolo parli?” gli urlò Guerra
“Parlo di voi, i 4 Cavalieri dell’Apocalisse… Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte… Numi del cielo, a quanto pare avete ridotto di parecchio gli standard per permettere a dei ragazzini di aver così grande potere!” rispose Loki con sarcasmo
“Tu se pazzo!” gli dissi io
Rise di nuovo. “Ahahah, forse ragazzo, forse. Ma dopotutto non vi sono forse successe cose inspiegabili, strane sensazioni, strani… poteri?”
Il silenzio che ne seguì  lo divertì alquanto. “Come immaginavo” continuò “Avete a che fare con qualcosa che non sapete gestire. Ci sarà ancora più gusto nell’uccidervi stavolta”
“Si può sapere chi sei?”
“Ah giusto, visto che state per morire almeno un ultimo desiderio ve lo devo. Loki vi può bastare? Umh, suppongo di no… D’altra parte Loki è solo uno dei tanti nomi  che mi sono stati dati nel corso dei secoli da voi… Umani”
l’ultima parola la disse con fare disgustato “Mi presento, io sono Loki presso i Norreni, Hermes e Mercurio presso i Greci e i Romani, Seth in Egitto, Tezcatlipoca x gli Atzechi, Diavolo negli ultimi 2000 anni… Ma potete chiamarmi…”
“Ingannatore” conclusi io, capendo dove voleva andare a parare. Tutti gli dei che aveva citato erano dei dell’inganno.
“Bravo Pestilenza, vedo che ricordi bene, o forse hai solo indovinato?” non gli risposi “Esatto, comunque, io sono Inganno, Signore del Chaos… E ben presto vi avrò tutti morti…”
Guerra si parò davanti a noi, con le spade incrociate. E disse l’ultima cosa che ci si poteva aspettare una situazione simile: “Fa la tua mossa piccolo cervo!”
Eravamo allibiti: avevamo a che fare con un pazzo assassino e lui si metteva a citare Iron Man?!?
Divertito Loki disse: “Beh, almeno te ne andrai con una frase ad effetto” e così dicendo un raggio di energia partì dalla punta del suo scettro, colpendo Guerra in pieno petto, sul armatura. Ci fu un grande scoppio e un’onda d’urto che ci scaraventò indietro di parecchi metri.

Feci un doloroso atteraggio sulla schiena che mi mozzo il fiato e su di me cadde Morte. Carestia era appena dietro di noi. Guerra era appena qualche metro alla nostra destra. La sua armatura fumava, incandescente. Subito ci affrettammo su di lui, convinti di trovarlo morto. L’armatura era risultata a malapena ammaccata dal raggio d’energia e lui era illeso. Tossì per riprendere fiato, e poi si rialzò come se nulla fosse…
“Credevamo… credevamo…” disse Morte, abbracciandolo con le lacrime agli occhi
“Che fossi morto? Mi spiace deluderti ma sono ancora qui…” rispose quello con un grande sorriso, anche se la paura gliela si leggeva in volto. Si sciolse dall’abbraccio
“C-come hai fatto a non farti niente?” gli chiese Linguini/Carestia.
“Non ne ho idea. Sarà fatto d’adamantio quest’armatura… Ora però mi dovete scusare ma devo menare un certo dio pazzoide!”

Ma non fece tempo a fare neanche un passo, perché tra noi e Loki si schierò un’intera armata di Chitauri… Non so come ma sembravano addirittura aumentati da prima.

Guerra imprecò sonoramente. Tra lui e il suo, anzi nostro, ora l’avevamo presa sul personale, bersaglio c’erano troppi ostacoli. E noi non avevamo altre armi che la spada di Morte e il le armi di Guerra, dato che né la mia spada laser (la cui lama si era, ahimè, spezzata in due) né la padella di Carestia potevano essere classificate come armi. Anche se a malincuore riposi la LightSaber in cintura e presi una spada corta; Carestia prese un’ascia, lasciando la padella nella mano sinistra, a mo’ di scudo. Guerra rimase con l’altra spada corta rimastagli. In mano sua era più che sufficiente a far danno.

Lanciai un’occhiata a Morte… Nei suoi occhi si leggeva paura, preoccupazione… Ma anche Ira e determinazione… Capii che non si sarebbe tirata indietro per niente al mondo: Loki aveva tentato di uccidere un suo amico e lei gli avrebbe dimostrato il prezzo da pagare per averci provato.

Mi voltai nuovamente. Sul palco Loki ci osservava e rideva… “Bene, bene, bene… A quanto pare ti ho sottovalutato, Guerra. Meglio così… Mi divertirò un po’ di più prima della vostra fine…”
“Ma si può sapere perché diavolo ce l’hai con noi?” gli urlai dietro, pieno di rabbia.
“Più che altro con una di voi in particolare” rispose, soffermando i suoi occhi beffardi su Morte “E’ Morte che voglio morta… E’ un paradosso da dire, lo ammetto, ma è così… E visto che per uccidere lei devo uccidere voi, così sia!”

I Chitauri fremevano di impazienza per farci a pezzi… Erano troppi… Una volta tanto Guerra disse qualcosa di sensato: “Appena si scatena l’Inferno scappate… Li tengo a bada io…”
“Non ce la farai, sono troppi!” obbiettò Morte
“Non sono così facile da abbattere, lo sapete. E voi almeno avrete il tempo di mettervi in salvo…”
Avremmo voluto ribattere ma Loki ci anticipò, ordinando l’attacco “FATELI A PEZZI!”
“VIAAAAA!!!”  ci urlò Guerra quasi in contemporanea, lanciandosi verso l’orda chitauriana. Era coraggioso, bisognava ammetterlo… Coraggioso e pazzo

Non ci pensammo due volte ad ascoltare il suo consiglio. Scappammo, Carestia in avanguardia, Morte in mezzo e io indietro a bloccare i chitauriani inseguitori… Ma non facemmo in tempo a fare cento metri che fummo raggiunti e accerchiati nuovamente. Finimmo spalla a spalla pronti a combattere fino all’ultimo, anche se per poco. Avete presente quella scena della Compagnia dell’Anello, quando la Compagnia viene circondata dall’orda Goblin nelle miniere di Moria… Beh se ce l’avete presente capirete la nostra precaria situazione al momento.

E l’inferno vero e proprio iniziò. I chitauri attaccarono.

In un primo momento riuscimmo a respingerne alcuni; quel poco di scherma che conoscevo a quanto pareva riafforò di colpo e riuscii a difendermi dai colpi dei Chitauri… Un paio caddero morti ai miei piedi, un altro si ritrovò senza un braccio e scomparve urlando nell’orda. Riuscii a vedere, tra un nemico e l’altro, i miei compagni.

Carestia menava colpi a destra e a manca facendo il vuoto intorno a se con l’ascia. Morte… Era una vera furia della natura. Si muoveva con una rapidità mai vista prima, e ai suoi piedi vidi diversi chitauri già morti o in fin di vita. Ero… Stupito da questo suo cambiamento… Ma quando vidi i suoi occhi, entrambi rosso sangue, capii che non era più solamente la ragazza che conoscevo… Si era risvegliato qualcosa in lei, qualcosa di oscuro, potente e remoto…

Quell’attimo di distrazione mi fu quasi fatale, perché un arma tagliente non meglio specificata mi prese in faccia, procurandomi uno sfregio sulla guancia, non molto profondo, ma fastidioso e sanguinante.
Parai a stento una sequenza di colpi da più nemici (non ho idea di come feci) e abbattei altri 2 chitauriani. Ma un terzo chitauriano, più grosso cominciò a menare fendenti a tutto spiano, fendenti che non ero in grado di fermare, tale era la sua forza. Indietreggiai, incapace di sostenere un altro colpo…

E poi accadde l’inaspettato. Qualcosa di molto piccolo colpì il chitauriano in pieno petto, seguito da un esplosione che lo uccise sul colpo. Ci voltammo tutti e vedemmo Guerra spuntare dalla fiumana nemica menando colpi letali con la destra e lanciando strani dardi esplosivi con la sinistra. L’aria intorno a lui tremolava, come succede vicino ad una fiamma, e persino i suoi occhi sembravano fiammeggiare.

Con il suo arrivo ben presto si creò di nuovo il vuoto intorno a noi, dandoci qualche attimo di respiro…
“Bentornato tra noi Guerra” gli disse Carestia “Ma come hai…?”
“Non ne ho idea, ma mi sento forte come non mai. E… guardate”
appese alla cintura aveva una nuova sfilza di armi in acciaio lucente; pugnali, un’ascia, una spada, una sacca in pelle con della polvere nera dentro (polvere da sparo, presumo)… E la lama celata al polso non era più finta, ma era in acciaio, letale e macchiata di sangue. Lo guardai intimorito. Sembrava veramente un guerriero del passato, pronto ad uccidere senza pietà… Era davvero Guerra…

Possibile che eravamo davvero noi i 4 Cavalieri dell’Apocalisse? Dopo quello che avevo visto, tra la morte di R. da parte di Morte e l’aspetto da Berserker di Guerra dovevo avere abbastanza prove ormai.

Ma non feci tempo a considerare l’ipotesi, che dovemmo affrontare nuovamente l’orda chitauriana, che. sebbene notevolmente ridotta dall’arrivo di Guerra, sembrava non finire mai.
Dopo qualche minuto mi ritrovai a combattere fianco a fianco a Carestia. Ad un certo punto, dopo aver mozzato la testa di un Chitauro, mi voltai verso il mio alleato e vidi qualcosa di sorprendente: il topo di pezza che aveva in testa si era animato e tirava i capelli di Carestia, muovendolo come una marionetta; la cosa più strana era che Carestia non sembrava accorgersene… Ero allibito… E se credevo che le sorprese sui miei compagni fossero  finite, rimasi a bocca aperta quando, avendo Carestia perso l’ascia, ormai distrutta, colpì con la padella sotto il mento il chitauro con il quale combatteva… Il colpo fu tale da sollevare il chitauro in aria per diversi metri prima di vederlo ricadere a terra, in una posizione del tutto innaturale; non si sarebbe rialzato.

Carestia non sembrava meno sorpreso di me. “E’ la padella di THOR!” urlò divertito e, sempre sotto i comandi del topo, cominciò a tirar padellate in testa a tutti i chitauri che gli capitavan a tiro.

Io nel frattempo ero tornato ai miei avversari. In meno di un minuto di combattimento la spada mi si spezzo in mano, parando un colpo particolarmente violento. Riuscii a trafiggere il chitauro in fronte a me prima di ritrovarmi disarmato e con le tre armi puntate al collo… Panico, rabbia, frustrazione… Tutte insieme mi assalirono… Possibile che io non riuscivo a tenere testa ai miei nemici… Mi portai la mano alla cintura… Trovai l’elsa della Lightsaber ancora agganciata… Era assurdo, ma sentii come una specie di richiamo, come se qualcosa mi chiamasse… Non avrebbe funzionato, ma dovevo provare…

Chiusi gli occhi e premetti il pulsante di attivazione…

Tante cose accaddero in quel momento… Dall’elsa scaturì un raggio di energia allo stato puro, la lama di una spada laser… Percepii in quell’istante tutte le forme di vita all’interno della sala, sapevo dove si trovavano, anche ad occhi chiusi potevo sentirli… E una nuova energia scaturì in me… Attaccai un chitauro e lo tranciai in due per il verticale; la lama non incontrò resistenza. Mi voltai e subito trafissi il secondo. Il terzo provò ad attaccarmi alle spalle, ma lo percepii… Mi voltai e feci ciò che l’istinto mi suggeriva… Incanalai tutta l’energia possibile nel mio braccio e con la cosiddetta “Spinta della Forza” spezzai l’osso del collo al chitauro, che cadde a terra con un tonfo… Ero euforico… Ero divenuto un Sith a tutti gli effetti, avvertivo la Forza intorno a me.

Provai ad aprire gli occhi… E non ci riuscii. Un atroce dubbio mi sorse in mente. Mi levai la benda e mi toccai il viso… Dove ci sarebbero dovuti essere gli occhi sentii la pelle liscia e tirata sul cranio… Ero… Ero… Un Miraluka (NDA: i miraluka sono una razza dell’universo di Star Wars, affine agli umani, che sopperiscono alla loro naturale mancanza di occhi con la Vista della Forza. Darth Blindr è un Miraluka). Abbassai di nuovo la benda e mi ributtai nella mischia. Non era il momento di badare a queste cose.

Ormai l’apparentemente infinita massa di soldati Chitauriani sembrava diminuire… Meno di trenta ne percepivo. Oltre a loro percepivo lo spirito infuocato di Guerra, che vedevo come una sagoma di fuoco, quello di Carestia, indefinibile, e quello di Morte, freddo e ghiacciato. E percepivo Loki, una sagoma verde nella mia testa, a meno di cento metri da me. Puntava su Morte, che era rimasta isolata

Abbattei altri 4 chitauri sulla mia strada mentre cercavo di intercettarlo.

Morte stava tenendo a bada 3 avversari a mani nude e non si stava accorgendo di Loki che si stava avvicinando pericolosamente a lei. Un altro chitauro morì sotto la mia lama, la sua armatura si fuse come burro. Loki era a venti metri da me, pronto a colpire Morte alla testa con un raggio di energia… Non l’avrei raggiunto in tempo per colpirlo… Il colpo stava per partire…

Feci l’unica cosa sensata. “LASCIALA STARE!!!” Utilizzai la Spinta di Forza e colpii lo scettro di Loki… Il colpo partì, deviato, e colpì in pieno il chitauro dietro Morte.

“COSA!?!” urlò Loki, puntando lo sguardo su di me… “Dunque vuoi essere tu il primo a cadere, Pestilenza? Sic sit! Sarai accontentato!” Così dicendo sbattè l’estremità del bastone a terra e si materializzarono dietro di lui 3 sagome, che percepii vagamente rassomigliare a lui…

“Le tue illusioni non funzionano con me!” gli dissi
“Ahahah… Ora vedrai quanto sono tangibili queste… Illusioni” mi rispose e così dicendo le tre figure mi si scagliarono contro.
Sentii Morte gridarmi qualcosa, ma non feci tempo a udirla…

Il primo colpo arrivò da destra. Parai il colpo con la spada laser, convinto che avrebbe distrutto lo scettro dell’illusione nemica. Ma quello resse l’urto… Imprecai sonoramente… Non era un eventualità a cui avevo pensato…

I colpi si moltiplicarono, provenivano da ogni dove. Nonostante i miei riflessi fossero migliorati da quando percepivo la Forza (o almeno così la chiamavo io), feci una fatica immensa anche solo a difendermi dalle Copie di Loki, figurarsi contrattaccare…

Dopo quella che mi parve un’eternità riuscii a mettere a segno un colpo, trafiggendone una… Che mi ricomparve dietro poco dopo. Non ce la facevo più… Era impossibile batterli…

E poi urlai di dolore…. Un bruciore immenso mi dilanò l’incavo del ginocchio destro… Una delle illusioni  mi aveva sparato con lo scettro da distanza ravvicinata… Poi di nuovo… Un altro colpo, dietro  il ginocchio sinistro… Senza più fiato per urlare caddì a terra, senza forze, disarmato, svuotato di ogni cosa tranne che del terrore e della consapevolezza di ciò che sarebbe accaduto.

Il tempo sembrò cominciare a scorrere al rallentatore. Non riuscivo più a percepire i miei amici, se erano ancora vivi o meno… Percepivo solo il dolore e la paura… Due illusioni mi afferrarono sotto le ascelle e mi trascinarono al cospetto di Loki… Urlai ancora, per le mie gambe martoriate, che lasciarono due lunghe striscie di sangue lungo il pavimento… Se avessi avuto gli occhi avrei pianto…
Le Illusioni mi scaraventarono ai piedi di Loki, in una posizione tale in cui non mi sarei potuto rialzare…

“Sai” iniziò lui “a dire la verità mi hai un po’ deluso, Pestilenza… Sei sempre stato uno che ha sempre dato ascolto all’istinto di autoconservazione e invece… Eccoti qui… Il primo a morire per cercare di proteggere Morte… Quasi quasi direi che ti sei innamorato… Ed entrambi sappiamo che l’amore è una debolezza, vero?”
Finsi di non udirlo… Ma le sue parole sembravano lame dentro di me…
Le illusioni mi afferrarono nuovamente per le ascelle e mi sollevarono, con mia grande immensa sofferenza, costringendomi a stare in piedi.
Loki avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sussurrò “Beh, addio Pestilenza… Goditi la permanenza all’Inferno”

Dopo questo sentii un dolore atroce al petto… Lo scettro mi aveva trapassato da parte a parte… Avrei voluto gridare dal dolore, ma non riuscivo neanche a respirare… Boccheggiai, in cerca di aria…

Poi fui scagliato lontano, il petto devastato da un raggio di energia…

Non percepivo più niente ormai…

Quando tocca terra non sentii dolore…

L’ultimo mio pensiero prima di morire fu “Angel…”

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