Si può fare.

di aladoni
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si può fare. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due. Uscita ad Hosgmeade. Si può fare. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre. La guerra è finita, è tutto okay. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro. Va benissimo così. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque. Molliccio Gonfiabile Vomitoso ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei. C'è Speranza? ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette. Quella bolla intorno a noi ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto. La certezza che il sole sorge ad est. ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove. Come fuoco. ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci. Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace. ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici, Ritorno alla normalità. Ma cos'è ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici, sarebbe poi un niente la felicità ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici. Mai, non finirà mai. ***
Capitolo 14: *** Epilogo, Inevitabile ***



Capitolo 1
*** Si può fare. ***


Fa freddo, ma d’inverno ad Hogwarts fa sempre freddo.
Gli ampi corridoi in pietra non sono in grado di tenere il calore accumulato durante il giorno e le ampie vetrate spesso lasciate aperte da Gazza di certo non aiutano nell’ardua impresa.
La diciottenne Hermione Granger, ultimo anno di scuola e una battaglia alle spalle, si dirige a passo svelto verso il luogo d’incontro, la sciarpa rosso-oro avvolta intorno all’esile gola e il pesante mantello abbottonato alla bell’e meglio.
<< Mai letto il regolamento, Malfoy? >> chiede la giovane Granger, incontrando il suo co-prefetto all’ingresso della sala Grande, intento a fumarsi una sigaretta.
Draco Malfoy, carnagione chiara – “quasi spettrale”, ora che ci pensa bene - e divisa Serpeverde perfettamente abbottonata, si stacca stancamente dal muro – ma d’altronde è notte fonda e proprio a loro è toccato il turno più pesante !! – e le si avvicina.
<< Forse, il primo anno. >> risponde tranquillamente seguendola per i corridoi.
<< Sapresti che non si fuma >> continua lei, sorridendo leggermente.
“Tutte le sere la stessa storia, è una causa persa”pensa, eppure continua. Chissà.
<< Sapresti che non mi interessa minimamente >> gli fa il verso lui, aspirando.
Poi, come se niente fosse, le porge la sigaretta, gli occhi un po’ più caldi di prima.
<< Un tiro, Granger? >> chiede soavemente.
Si trovano davanti ad un’aula – solitamente vuota – dalla quale provengono strane risatine e mugolii.
Hermione Granger arriccia il naso e guarda male il suo co-prefetto, Draco Malfoy.
Le volute del fumo di sigaretta aleggiano tra loro, indisturbate.
<< No,  Malfoy. Ma grazie del pensiero >> dice, superandolo per aprire la porta dell’aula 334 con un semplicissimo Alohomora.
“Agitare e colpire!” si dice la giovane studentessa, eseguendo l’incantesimo.
<< Lasciamoli divertire, Granger. Beati loro! >> cerca di dissuaderla Malfoy, a qualche passo di distanza da lei e dalla porta socchiusa.
<< Andassero nei bordelli, non nelle aule vuote della scuola! >> esclama lei, inviperita.
Regolamenti, limitazioni, buon senso! Possibile che nessuno badi a queste cose?
Malfoy ride piano e la supera << Agli ordini >> dice semplicemente, prima di spalancare con forza la porta. I due giovani ragazzi, una Corvonero ed un Serpeverde, si staccano immediatamente l’uno dall’altra con sguardi terrorizzati.
Draco Malfoy si concentra sulla ragazza, apprezzandone le curve lasciate scoperte dalla divisa tutta malmessa. “E’ una bella biondina, magra ma ben piazzata”. Hermione Granger non se ne cura.
<< Nomi >> dice solo, impassibile come la sua amata professoressa.
<< Naomi McGaner >> dice piano la giovane Corvonero, di quindici anni al massimo. Hermione annuisce. Cosa ci tocca fare per essere guardate dagli uomini!, pensa sconsolata dando una fugace occhiata al ragazzo vicino a lei.
Carino, in effetti.
<< Non te lo dico >> esclama bellicoso il ragazzo, guardando male la Grifondoro.
<< Prego? >> chiede Hermione, confusa e offesa.
Un diciassettenne con le manie di protagonismo, che fortuna.
<< Non ho intenzione di dirti il mio nome, Mezzosangue >> ribadisce il concetto con astio, guardandola male. Hermione sospira piano, delusa.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
<< Non ti permettere mai più di rivolgerti in questa maniera ad un Prefetto e alla Salvatrice del Mondo Magico, tra l’altro. >> tuona alle spalle di lei Malfoy, categorico. Il cipiglio severo e l’aria minacciosa intimoriscono il giovane maleducato. Tutti conoscono gli esiti degli scontri avvenuti con il giovane rampollo di casa Malfoy. Duello magico o azzuffata alla babbana che sia.
Hermione cerca di reprimere un sorriso, ma d’altronde Malfoy l’ha appena chiamata “Salvatrice del Mondo Magico” e per giunta d’avanti a qualcuno!
<< Jhon Groller >> borbotta il ragazzo con gli occhi bassi. Vigliacco.
Davanti al vostro illustre Principe chini la testa.
<< Benissimo Groller. Cinquanta punti vi verranno tolti per essere fuori dalle vostre sale comuni a quest’ora della notte. Ve ne verranno tolti altri trenta per esservi appartati in un’aula della scuola a scop… >>
<< Malfoy! >> urla la Granger, scandalizzata colpendolo di striscio con un pugno.
<< …are come conigli, Granger. E’ quello che stavano per fare, fai poco la santarellina e non colpirmi! >> continua Draco guardando la sua coetanea per qualche secondo. << E a te, simpaticone, te ne verranno tolti altri trenta – nonostante sia la mia stessa casa - dal sottoscritto, così che tu possa imparare le buone maniere. Vedi di farceli recuperare in fretta, Groller. E ora andatevene! >> conclude il ragazzo, indicando con un cenno la porta e lasciandoli passare.
Jhon Groller si incammina, testa bassa e muso lungo, verso la porta dell’aula.
La giovane Corvonero, terribilmente mortificata, cerca di coprirsi il più possibile con la divisa stropicciata, sentendo in lontananza un << Non male McGaner, davvero non male! La prossima volta, passa da me! >> smorzato dal suono di una sberla e da un molto più incazzoso << Granger, basta malmenarmi! >> sempre del giovane Malfoy. Naomi scuote la testa, le lacrime che iniziano a solcarle il viso non le daranno pace per qualche ora. Oh ma, d’altronde, le amiche glielo avevano detto che era una pessima idea lasciarsi coinvolgere da Groller!
 
 
E’ notte inoltrata e i prefetti Draco Malfoy ed Hermione Granger hanno finito il loro giro di perlustrazione ormai da un po’.
Sono seduti per terra, in un corridoio del primo piano, la schiena rivolta contro il muro e pochi centimetri a separarli. Non hanno troppo sonno.
Draco fuma, tranquillo e indifferente, mentre Hermione gioca distrattamente con l’orlo della gonna un po’ troppo lunga, ma come piace a lei.
<< E così ti faresti la McGaner, Malfoy? >> chiede tranquilla la Grifondoro, guardandolo mentre aspira un altro tiro di sigaretta.
<< Davvero carina, ci farei volentieri un pensierino su >> concorda il giovane Serpeverde, sorridendo mesto.
<< Ma e’ praticamente una ragazzina! >> ci tiene a precisare lei.
<< Mi pare che sa quel che vuole, la ragazzina >> ribatte lui, allegro.
Hermione sbuffa, tirandogli un leggero cazzotto sulla gamba e scuotendo la testa.
<< La vuoi piantare di menarmi, Granger!? Ci hai preso gusto? >> chiede Draco, ma non e’ arrabbiato.
<< Un po’ >> ammette lei, sorridendo.
Malfoy scuote la testa, sconsolato, ma sorride. “ La Granger…”
Hermione guarda un po’ davanti a se, cercando di scorgere qualcosa – non si sa cosa – oltre la grande vetrata che ha proprio di fronte.
<< Non me la offri più la sigaretta, Malfoy? >> chiede gentile e un po’ sfacciata.
Malfoy alza un sopracciglio, confuso << La vuoi? >> chiede
<< Perché no ? >>  risponde Hermione, sorridente.
Malfoy le offre, un po’ scettico, una delle sigarette che tiene nel suo astuccio d’argento con lo stemma dei Malfoy, “tanto per cambiare” pensa lei.
Con un semplice colpo di bacchetta e un incantesimo non verbale gliela accende, aspettando una sua reazione. Hermione semplicemente se la porta alle labbra, facendo un bel tiro. Espira dopo qualche secondo, rilasciando una densa nuvoletta bianca sopra le loro teste.
Draco Malfoy continua a guardare la bocca della giovane ragazza, forse aspettando che lei tossisca o che semplicemente lo mandi a quel paese.
“Non sarebbe la prima volta”
<< Fumi, Granger? >> chiede dopo un po’.
<< Questo tono così sorpreso Malfoy, perché? Ti ricordo che le sigarette sono una diavoleria babbana >> risponde lei, guardandolo negli occhi.
<< Non queste, Granger. Non fumerei mai delle diavolerie babbane, hai detto bene. Sono ritoccate da un esperto mago Thailandese, una vera chicca. >> dice con fare trionfo. Hermione scuote la testa, doveva aspettarselo.
<< Comunque no, non fumo. >> risponde alla sua domanda, sorridendo al suo ghigno tipicamente Malfoyiano.
<< E questo come me lo chiami, saputella? >> domanda ironico, indicando la sigaretta che ha ancora in mano.
<< Sfizio, Malfoy. Un semplice sfizio >> risponde lei sorridendo, per poi buttare la sigaretta per metà consumata a terra e farla evanescere con un colpo secco di bacchetta. 
Malfoy ridacchia, ammettendo la sconfitta.
Si alza e, con galanteria, porge la mano alla giovane Granger che, senza tante cerimonie, si lascia tirare su.
“Grazie.” “Prego” vorrebbero forse dire, ma non lo faranno.
<< E così la Mezzosangue ora e’ diventata Salvatrice del Mondo Magico? >> chiede ironica Hermione, ricordandosi di quel particolare.
Draco storce la bocca, infastidito << Sapevo me lo avresti rinfacciato >> mormora, incamminandosi a passi svelti.
<< Eh no, Malfoy! Non puoi lasciarmi senza questa piccola rivincita! >> esclama lei rincorrendolo per il corridoio, incurante di aver alzato la voce.
<< Riconosco semplicemente la verità, Granger. Sei una Mezzosangue e sei la Salvatrice del Mondo Magico. >> chiarisce lui, forse sorridendo.
Lei non lo riesce a vedere.
<< E tu sei uno spocchioso viziato e furetto. Ma riconosco semplicemente la verità, Malfoy >> risponde a tono lei, sorridendo per davvero.
Strano, forse sì.
Malfoy si ferma e si gira, guardandola in maniera ambigua. Sono davanti al ritratto della signora Grassa e Malfoy, ancora una volta, si e’ dimostrato essere un cavaliere. Dall’armatura un po’ ammaccata, ma pur sempre un cavaliere.
Hermione lo raggiunge e si ferma davanti a lui.
<< Questa te la concedo Granger, ad un patto >> dice piano, con fare cospiratorio.
<< Dimmi >> risponde lei, curiosa.
<< Non hai paura di sentire cosa ho da proporti, Granger? >> ghigna.
<< Non ho mai avuto paura di te, Malfoy. Men che meno ora. >> chiarisce limpida.
<< Domani devi invitare Groller ad Hosgmeade >> propone.
Hermione strabuzza gli occhi, sorpresa. Tra tutte le ipotesi possibili e impossibili, questa non l’aveva neanche minimamente presa in considerazione.
<< Cosa? E perché mai? >> domanda, infastidita.
Draco si passa una mano tra i capelli, soddisfatto. Non se l’aspettava.
<< Sei un’impavida Grifondoro, o no? Hai paura ad invitare uno spocchioso figlio di Mangiamorte che ti odia ad un appuntamento? >> dice con voce angelica.
Hermione lo guarda, infastidita.
Lei e Groller. Da soli. Ad Hosgmeade. Per una scommessa. Per una scommessa fatta con Draco Malfoy, alle 02.00 di notte.
<< Andata Malfoy, ma anche io ho delle condizioni >> dice, improvvisamente rianimata. Il giovane Serpeverde la guarda, confuso e un po’ ammirato.
<< Posso tranquillamente uscire con la McGaner, se vuoi propormelo >> dichiara lui, sorridendo maliziosamente. Hermione gli assesta un altro leggero cazzotto, tanto per chiarire la situazione.
<< No. Hai detto che devo invitare uno spocchioso figlio di Mangiamorte che mi odia ? Ne invito uno, ma solo se anche l’altro accetta poi di uscire con me. >> risponde, tutto d’un fiato. La sua idea era geniale, nella sua testa.
Ora, di fronte ad un Malfoy con le sopracciglia aggrottate, la sua idea sta perdendo consistenza.
“Cretina, Hermione. Hai bruciato il vostro rapporto amichevole con una sola frase”
<< Mi stai invitando ad uscire, Granger ? >> chiede, confuso.
<< Pessima idea? >> risponde piano lei, desolata.
<< Decisamente >> concorda lui, sorridendo.
<< E allora non se ne fa niente, Malfoy. Buona notte >> dice Hermione, ritrovando il suo carattere e superandolo. Si accosta davanti al ritratto della Signora Grassa, aspettando educatamente che si svegli.
<< Pessima idea, Granger, per due motivi. Primo, da che mondo e’ mondo, sarei io a dover invitare te. Secondo, sono uno spocchioso figlio di Mangiamorte ma, purtroppo per me, non ti odio. >> sente alle sue spalle e il suo cuore manca di un battito. Hermione si gira, un po’ confusa ma decisamente molto eccitata all’idea.
<< Per cui, >> continua lui, avvicinandosi di qualche passo << Granger cara, ti aspetto sabato pomeriggio davanti ai Tre Manici di Scopa, dopo che avrai passato la tua giornata con Groller, naturalmente. Direi che se resisti due ore… Vederci per le cinque andrà più che bene. >> conclude, sorridendole.
Non un invito, ma si sarebbe aspettata troppo.
<< Buona notte, Granger >> sussurra Draco, andandosene senza aspettare una risposta. Probabilmente sta ghignando, ma ad Hermione va più che bene.
Entra nella sua sala comune, deserta, e si sente euforica.
Ma l’euforia svanisce di colpo, lasciando spazio alla nausea.
 
Domani mattina dovrà invitare quel viscido di Groller.
 
Si avvia su per le scale che portano al suo dormitorio, sconsolata.
 
Però poi uscirà con Malfoy.
 
Chiude la porta di camera sua e sorride, felice.
Si può fare.
 
 
 
 
 
 
 Salve!! Piccolo angolo tutto mio, tanto per dirvi due parole :) 
spero siate arrivate tutte fin qua giù con un sorriso sulle labbra :)
è la prima storia sul fandom di Harry Potter che pubblico, amo la coppia Draco Hermione per cui eccomi qua :)
spero di non aver stravolto in alcun modo i personaggi, ma non mi sembra...
Mi piacerebbe sentire il vostro parere, davvero davvero molto!!! 

Buona notte, Chiara

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Capitolo 2
*** Capitolo Due. Uscita ad Hosgmeade. Si può fare. ***


Sabato, ore 07.30 in Sala Grande.
Gli studenti che riescono ad alzarsi in tempo per una sana e ricca colazione sono seduti alle quattro tavolate mentre gli altri, i più pigri, si catapulteranno di corsa verso l’ultimo piatto ricco di leccornie sperando di riuscire ad addentare le ultime prelibatezze rimaste.
Hermione Granger rientra nella prima classificazione, ovviamente.
Draco Malfoy nella seconda, ma non correrebbe mai.
 
Sono stati giorni particolari, per tutti e due.
Hermione deve invitare uno spocchioso figlio di Mangiamorte, per poter uscire con Malfoy, un altro spocchioso figlio di Mangiamorte.
Draco ha invitato - se così si può dire - la Salvatrice del Mondo Magico, la Mezzosangue, la Granger.
 
Eppure, sono tutti e due stranamente euforici.
 
Una maldestra acconciatura fermata da una matita, il golf della divisa più largo di una taglia, la gonna lunga e le calze pesanti : Hermione Granger si dirige a passo svelto verso la tavolata Serpeverde, conscia di dover fare un gesto plateale.
“Altrimenti Malfoy non sarà contento” pensa.
Jhon Groller è seduto di spalle, intento a chiacchierare di Quidditch con gli amici seduti vicino a lui. “Un branco di gorilla”.
<< Groller >> lo chiama Hermione, il suo impavido coraggio che le dà forza.
Il diciassettenne si gira confuso, poi spalanca gli occhi.
<< Mezzos…Granger, che cazzo vuoi? >> si corregge immediatamente, un lampo di paura ha attraversato i suoi occhi verdi. La minaccia di Malfoy ancora ben impressa nella sua mente. Il tono disgustato però, non è cambiato.
<< Parlare con te >> dice civilmente la Grifondoro, ignorandolo.
<< Beh è un peccato, dato che io non ho intenzione di parlare con te. >>risponde il giovane Serpeverde, ricevendo pacche di congratulazione dai suoi “patetici” compagni di casa. 
Hermione è sul punto di tornarsene dai suoi amati Grifondoro e lasciar perdere questa follia, ma si sente osservata. Gira piano la testa.
Draco Mlafoy è bellamente poggiato al portone della Sala Grande, intento ad osservarla con attenzione.
“Maledizione!” pensa, parecchio arrabbiata.
Malfoy è lì, a spronarla, a sfidarla.
“Non lo inviti, Granger?” sembra stia cercando di dirle con lo sguardo.
“Della nostra uscita non se ne fa niente, allora. Peccato”
Hermione sbuffa e, con poca grazia, afferra il colletto della camicia inamidata dello spocchioso deficiente che ha davanti a sé, costringendolo ad alzarsi.
Si ritrovano in mezzo alla Sala Grande, gli occhi di molti puntati su di loro.
Ma Hermione vuole solo gli occhi di quel cretino di Malfoy su di sé e parecchio concentrati, anche.
<< Ho detto che dovevamo parlare >> ribadisce il concetto lei, con finto garbo.
<< Ti ascolto >> risponde allora lui, riaggiustandosi il colletto.
<< Oggi pomeriggio esci con me ad Hosgmeade. >> dice di getto, a voce alta.
“Beccati questa, Malfoy. Il coraggio Grifondoro non va sottovalutato”
La tavolata Serpeverde ammutolisce.
Jhon Groller, alto quasi un metro e novanta, la sovrasta con tutto il suo sconcerto.
<< Credo di non aver capito bene, Granger. >> dichiara, confuso.
<< Hai capito benissimo, Groller. Oggi pomeriggio hai un appuntamento con Hermione Granger, la sottoscritta. Non mi importa dei tuoi eventuali impegni. >> ripete lei, l’ombra di un ghigno sul viso. Possibile?
<< E perché mai dovrei accettare ? >> chiede, schifato.
Hermione non ci pensa due volte su e, velocemente, gli si avvicina.
Si alza in punta di piedi e con voce dolce gli sussurra ad un orecchio
<< Se non vuoi perdere altri punti per qualcosa che, credimi, riuscirò a trovare su di te e se non vuoi rischiare di imbatterti in un Principe dei Serpeverde piuttosto incazzato, ti converrebbe accettare. >>
Si tira indietro e lo guarda, sorridente.
Jhon Groller la fissa, dubbioso se crederle o meno.
È pur sempre la ligia e santa Hermione Granger. Ma la minaccia era ben chiara.
“Un appuntamento con la Mezzosangue”pensa disgustato.
Volta lo sguardo per tutta la Sala Grande e si scontra con quello di Malfoy.
“Merda, questo è davvero capace di uccidermi con un Avada Kedavra secco e preciso ed occultare il corpo se faccio perdere altri punti alla nostra Casa.”
<< D’accordo, Granger. Alle 15.00 ci vediamo al cancello della scuola. Non farmi aspettare, sia chiaro >> borbotta, sconfitto.
Hermione sorride, vittoriosa. Prende velocemente i libri lasciati sulla sua tavolata e si dirige verso il grande portone della Sala. Le aspettano due dolci ore di studio nella sua amata e silenziosa biblioteca.
Malfoy è ancora lì, immobile.
Si scambiano una fugace occhiata, ma nessuno dei due dice niente.
Non ce ne è bisogno.
Hermione lo supera, sorridendo lievemente.
Malfoy, chissà se sorride.
In cuor suo lei spera di sì.
 
 
 
<< Fammi capire bene, Draco. Esci con Hermione Granger tra meno di due ore? >> domanda una voce vellutata vicino a lui. È di Pansy Parkinson, sua migliore
amica da anni, ormai. Amici, fidanzati, scopamici, migliori amici.
<< Già. >> ribadisce il biondo, steso sul letto con una delle sue sigarette portata elegantemente alle labbra. “Esco con Hermione Granger tra meno di due ore”.
Pansy si siede sul letto del giovane Malfoy, guardandolo curiosamente.
Non se lo sarebbe mai aspettato, ma ormai i tempi sono cambiati.
Sono tutti cambiati, colpa – o, alla fine, merito? – di una guerra sbagliata.
<< Tu potresti invitare quel cretino di Finnigan, invece >> dice Draco, sbuffando.
<< Dici che dovrei? >> chiede Pansy con una nota ansiosa.
Malfoy espira rumorosamente, scocciato. Non gli è mai piaciuto fare da consulente matrimoniale a Pansy men che meno ora che è in fissa per quel Grifondoro… “Puah”
<< Dico che dovresti darti una mossa, Pansy. Finnigan è un fesso, ma da quel che so è eterosessuale. Prima o poi andrà a chiedere alla prima ragazza che trova di uscire con lui e allora sarà troppo tardi. Devi prenderlo ora che è ancora un cretino invaghito della Brown e conquistarlo >> dice con il disprezzo malcelato, ma Pansy gli si getta addosso, grata.
<< Hai ragione, Draco! Ora esco e lo invito! Grazie! >> esclama euforica, baciandolo velocemente sulla guancia e saltando giù dal letto.
Draco non riesce a reprimere un sorriso dolce, ma con Pansy non si trattiene più.
<< Vai Pansy e stendilo >> dice allegro e strafottente.
<< E tu, Draco Malfoy, vedi di fare il cavaliere con la Granger! >> esclama lei, quasi fuori dalla porta.
<< Io sono un cavaliere! >> risponde offeso il giovane Serpeverde, lanciando un cuscino in direzione della porta.
Pansy non c’è più e Draco, ormai solo in camera sua, si accende un’altra sigaretta.
Un ghigno gli spunta sul suo viso magro e spigoloso.
La Granger sta passando il suo pomeriggio con Groller.
“Per uscire con me”
Sorride.
Si può fare.
 
 
 
<< Come hai intenzione di passare queste due ore, Granger? >> chiede Jhon Groller non appena si materializzano con la Passaporta nella via principale di Hosgmeade. Urtano di poco un’anziana strega.
“Colpa di questo gorilla”si dice Hermione, scusandosi gentilmente con la signora.
<< Facendo conversazione come due persone civili, Groller. Hai presente? >> risponde lei, incamminandosi per la via ricoperta di neve.
<< Conversazione con una Mezzosangue? E cosa ci posso mai trovare di interessante nel parlare con te, Granger? >> chiede scocciato il giovane Serpeverde, raggiungendola con poche falcate.
<< Ti piace il the alle erbe selvatiche turche che fanno dal Paiolo Magico? >> dice invece Hermione, ignorando la sua domanda scortese.
<< Lo amo, perché? >> risponde, lievemente confuso.
“La Granger è strana.”
<< Pure io. Vedi, potrebbe non essere così difficile come credi. Andiamo >> risponde lei un po’ più rincuorata, aprendo la porta del locale ed entrando, seguita a ruota da suo accompagnatore.
Si può fare.
 
 
 
<< Erano Hermione e quel cretino di Groller, quelli che sono entrati ora al Paiolo Magico, insieme?? >>  chiede il giovane Prescelto, guardando la sua fidanzata con sguardo perso. La piccola di casa Weasley si sistema meglio il cappello di lana blu troppo grande per lei – ma d’altronde è stato fatto dalle amorevoli mani di mamma Molly -, per poi concentrarsi sul suo amato.
Sorride, divertita alla prospettiva di far venire un colpo al suo dolce Harry.
<< Oh tranquillo, Harry. È stata costretta a farlo! >> le dice dolcemente.
Harry Potter, diciotto anni e più vite di quelle di un gatto, espira decisamente più tranquillo. Abbraccia la sua fidanzata e le dà un bacio sulla fronte, sereno.
“Si può fare.”
<< D’altronde questo era il patto, per poter uscire con Draco Malfoy >> continua con voce angelica Ginny Weasley, guardandolo mentre sbianca violentemente.
“ … Cosa?!!...  “
 
 
 
Hermione Granger raggiunge a passo lento e indeciso i Tre Manici di Scopa, una strana morsa ad attanagliarle lo stomaco e i battiti del cuore un po’ troppo veloci.
Si stringe maggiormente al collo la pesante sciarpa di lana blu –regalo di mamma Molly – imprigionando al suo interno buona parte dei suoi capelli scuri, crespi e ribelli. Affonda il naso dentro alla sciarpa, facendo qualche bel respiro.
<< Sei in ritardo, Granger >> le fa notare una voce bassa e calda alle sue spalle.
Hermione si gira e lo nota. “Come ho fatto a non notarlo?”
Draco è a pochi passi da lei, il pesante cappotto di lana nera abbottonato fino al mento e una finissima sciarpa verde, probabilmente di cachemire, intorno al collo.
I capelli di quel biondo chiarissimo si noterebbero lontano un miglio.
<< Groller mi ha tenuta impegnata fino a poco fa >> dice sorridendo.
<< Sono il, come lo chiamate voi? … Cupido della nuova coppia dell’anno? >> domanda sarcastico mentre la supera per aprirle la porta del locale.
Hermione Granger entra dentro al bar ridacchiando.
Un piacevole tepore inizia ad invadere le sue membra.
Si avvia verso un tavolo alla fine della sala, non troppo isolato ma neanche troppo centrale. Campo neutrale.
<< Va bene qui? >> chiede iniziandosi a slacciare il cappotto.
<< Benissimo >> concorda lui alle sue spalle, sfilandole piano il cappotto.Cavaliere.
Si siedono una di fronte all’altro, un po’ imbarazzati.
Malfoy estrae con maestria l’astuccetto d’argento delle sigarette dalla tasca dei pantaloni, porgendolo alla sua compagna << Vuoi una, Granger? >> chiede, sorridendo. Hermione guarda le mani affusolate di lui e poi scuote la testa.
<< No grazie, Malfoy >> risponde lei.
<< Allora era tutta una tattica, la tua >> dice con fare provocatorio.
<< Quale? >> chiede la giovane Grifondoro, confusa.
<< Ieri mi hai chiesto una sigaretta. Era per farti notare da me, Granger? >>
La domanda è stata posta in maniera leggera, ma uno strano luccichio illumina gli occhi grigi del giovane Malfoy. Hermione ride, sentendosi un po’ più a suo agio.
“Non è cambiato niente”, si dice lei. Sono sempre loro due.
Sono sempre pronti a punzecchiarsi… anche se con diverse intenzioni, “possibile?”.
<< Avevo bisogno di questo giochetto, per farmi notare da te? >> chiede a sua volta lei, avvicinandosi con il busto al tavolo, intrecciando le mani sopra ad esso.
Malfoy si accende una sigaretta, senza smettere di guardarla. Fa un tiro, espira.
<< No, non ne avevi bisogno, Granger. >> dichiara piano, osservandola bene.
Hermione sorride e distoglie lo sguardo, giusto in tempo per chiamare Madama Rosmerta. << Hermione cara! Malfoy…! Che piacere vedervi qui, per giunta insieme! Cosa vi porto? >> chiede la donna, allegra come al solito.
E la consapevolezza di essere insieme in un bar, ad un appuntamento – se proprio bisogna dare un nome a questa strana, “ma piacevole” ammetterebbero con riluttanza entrambi, circostanza – e per giunta davanti a tutti, li colpisce.
Ma va bene così. Sono sempre loro. La guerra è finita. La gente è cambiata.
Malfoy è il primo a mostrarsi diverso << Del the, Granger? >> chiede gentilmente.
Hermione si riscuote, mettendo a fuoco il suo compagno, forse per davvero.
<< Magari, Malfoy. >> risponde sorridendo ad una euforica Madama Rosmerta.
<< Due the, ragazzi? >> chiede battendo con la bacchetta sul suo taccuino di pelle incantato. << Grazie, Madama >> risponde Draco, tornando ad osservare la sua compagna di scuola. Si guardando negli occhi, più tranquilli.
Si può fare.
 
 
 
<< Finnigan! Finnigan!! >> urla sbracciandosi Pansy Parkinson, raggiungendo il ragazzo con la sua comitiva davanti a Mielandia.
Seamus si gira, confuso. Pansy lo raggiunge quasi di corsa, il capellino di lana bianca per poco non le vola via. Le sorride.
<< Parkinson? >> risponde tranquillo.
<< Come stai? >> chiede lei ancora con il fiatone.
Seamus fa qualche passo verso di lei, allontanandosi dai suoi amici Grifondoro.
Sorride. << Bene, grazie. Tu ? >> chiede notando le sue guance arrossate.
Pansy si apre in un meraviglioso sorriso piegandosi un secondo sulle ginocchia, per riprendere fiato. Fa un bel respiro e torna a guardare il giovane Grifondoro.
<< Bene, bene. >> risponde.
<< Volevi dirmi qualcosa? >> chiede lui, curioso.
<< Ehm, sì… Sì. Volevo sapere se magari, ti andava… Sì ecco… Di prendere qualcosa con me dai Tre Manici di Scopa… Oppure dal Paiolo Magico... >> risponde lei, imbarazzata. Finnigan sorride e facendole cenno di aspettare un secondo, torna dai suoi amici.
Pansy ha il cuore che le martella nel petto. Colpa della corsa, ma non solo.
Seamus la raggiunge di nuovo, sorridente. << Andiamo, Pansy? >> chiede.
Pansy rilascia tutto il fiato che, inconsciamente, aveva trattenuto.
<< Con piacere, Seamus >> dice, contenta.
 
 
 
<< Cosa vuoi fare nella tua vita, Granger? >> chiede un Malfoy molto più a suo agio, le guance magre leggermente più colorite, colpa del the bollente.
Ormai parlano da un po’. Fuori nevica ed è tutto così tranquillo.
Hermione sorseggia piano il suo the, guardandolo da dietro la sua tazza.
Poggia la tazza sul piattino e si sporge un po’ di più verso di lui, curiosa.
<< Davvero ti interessa, Malfoy? >> chiede lei, le guance arrossate, ma è colpa di Malfoy, non certo del the.
Malfoy poggia la tazza sul piattino a si allunga un po’ di più verso di lei e sorride.
<< Mi interesserebbe di più sapere che completo intimo hai addos… >> comincia, ma Hermione gli rifila un cazzotto sulla spalla. << Malfoy! >> urla ridendo.
E Draco si lascia scappare una risata genuina, di quelle che solo pochi hanno avuto il piacere di sentire. Hermione lo aveva visto sorridere felice, ridacchiare, ma mai ridere così apertamente. Ne rimane letteralmente affascinata.
<< Granger, Granger… La devi smettere di colpirmi! >> mormora ridendo.
<< Tu la devi piantare di portarmi all’esasperazione! È colpa tua! >> risponde Hermione dandogli un altro leggero colpo sulla spalla. Questa volta assomiglia più ad una carezza, però. E se ne accorgono entrambi.
<< Però sì, Granger, mi interessa saperlo. >> dichiara tranquillo Malfoy, azzardandosi a farle una leggerissima carezza sulla guancia con le sue dita affusolate.
<< Non voglio fare l’Auror, se è quello che credi. >> comincia a raccontare Hermione, senza essersi scostata da quelle dita.
Inclina appena la testa, per sentirle meglio sulla sua guancia surriscaldata.
Draco sorride.
<< Non vuoi salvare il Mondo Magico, un’altra volta? >> chiede, ironico.
<< Non ce la faccio più! Basta duelli, basta Maledizioni Senza Perdono. Voglio fare la MediMago. Aiutare, ma senza rischiare la mia vita tutti i giorni. È egoistico come pensiero, Malfoy? >> ammette, senza riserve. La voce incerta sulle ultime parole.
<< No, Granger. Assolutamente no >> risponde serio Draco, guardandola bene.
Hermione sorride.
<< Passiamo a qualcosa di più forte, Granger. Che dici di un po’ di Firewhisky ? >> domanda poggiandosi di nuovo sullo schienale.
<< Pensi che non lo regga, Malfoy? >> domanda piccata la Granger.
<< Ne sono convinto, Granger. E sarà per me un immenso piacere vederti ubriaca. Madama!? Due Firewhisky con ghiaccio, belli forti! >> esclama Malfoy, facendo girare buona parte dei clienti in sala. Si gira a guardare la sua compagna e ghigna.
<< Oppure hai paura di quello che potresti fare da ubriaca con me, Granger? >> domanda maliziosamente. Hermione scoppia a ridere e scuote la testa.
Si allunga oltre il tavolo, fino ad essere a qualche centimetro di distanza dal viso del suo compagno Serpeverde. Le guance rosse, gli occhi che luccicano.
Il sorriso fiero di sempre, quello sì.
<< Spera pure Malfoy… >>  gli sussurra, sorridente.
 
 
<< Fammi capire bene, Ginny. Herm è interessata a Draco Malfoy? >> domanda, forse per la centesima volta, uno sconcertato Bambino che è Sopravvissuto.
<< Sì, Harry. Interessata, attratta, invaghita, cotta. Mettila come vuoi >> risponde la rossa, addentando un’Ape Frizzola.
<< Addirittura cotta di Draco Malfoy?! Merlino… >> esclama Harry, sconcertato.
<< I tempi in cui si odiavano sono finiti, Harry. Siamo tutti cambiati, compreso Malfoy. Ogni tanto ci scambio qualche parola, sai? Non è così male >> dichiara lei.
<< No, no. Lo so. La guerra è finita, è solo difficile realizzarlo >> sussurra lui.
Ginny si stringe al suo fidanzato, baciandolo dolcemente.
<< È difficile per tutti, Harry. Tranquillo. >>
 
 
<< Ora è il tuo turno. Dimmi una cosa che non so su di te, Granger >> dice un allegro Draco Malfoy mentra passeggiano per le vie di Hosgmeade.
Hermione passeggia vicino a lui, le mani che si sfiorano.
<< Non mi piace volare. Lo odio, ad essere sincera >> risponde lei, guardandolo.
<< Odi volare?! Merlino, Granger! È una delle esperienze più piacevoli! >> esclama lui, sconcertato. Hermione arriccia il naso, contraria.
<< Quante volte mi avrai visto a cavallo di una scopa, Malfoy? Si potranno contare sulle dita di una mano! In compenso, però, ho volato sopra Fierobecco, su un Thestral, sul drago che era di guardia alla Gringott. Esperienze, sì. Ma terribili! >> continua lei, l’alcool nelle vene l’ha resa molto più loquace e sincera.
O forse è merito di Malfoy.
Probabilmente è merito di Malfoy.
<< Merlino, sì! Sapevo di questa follia del drago… Una pazza Grifondoro fino al midollo, Granger! Ma non è possibile che non ti piaccia volare su una scopa! >> ribadisce Draco, scuotendo la testa.
<< Non fa per me >> chiarisce lei, sorridendo alla vista del suo compagno così colpito da una semplice informazione.
<< È ridicolo, Granger. Volerai con me e cambierai idea. >> dice serio.
<< Ti prendo in parola, Malfoy >> lo stuzzica lei, contenta.
<< La parola di un Malfoy viene sempre rispettata, Granger. Ti farò volare con me, ora che il campo di Quidditch è innevato! È uno spettacolo unico >> esclama lui, porgendole la mano per suggellare questo loro patto. Hermione lo guarda, dubbiosa. “ Volare su una scopa con Draco Malfoy?”
<< Quando? >> chiede
<< Per me anche domani, Granger. Quando vuoi >> le risponde Draco.
Hermione sospira, rassegnata. Stringe la sua mano con quella di un Draco euforico.
<< Domani >> propone lei.
<< Domani >> concorda Malfoy.
Si sente il rintocco dell’orologio del paese. Hermione strabuzza gli occhi.
<< Malfoy sono le sette! Merlino è tardi! Corri o perdiamo la Passaporta! >> urla iniziando a correre tenendolo ancora per la mano. 











Ta daaaan! Sì sono ancora qua, per quelle due sante anime pie che hanno recensito al primo capitolo, ecco il seguito.
vi piace? non sapevo come farlo finire, perchè non so se vale la pena continuare oppure no. può finire così, o può continuare. facile no? :)
certo il bacio, ahimè, non ci stava ancora. è troppo presto. spero siate d'accordo con me :)

vi preeeeeeeeeego, ci terrei molto nel ricevere una vostra recensione :) anche perche in molte avete letto il primo capitolo :D
ci ho lavorato su un po' e spero di non aver deluso nessuno!
Buona notte
Chiara

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre. La guerra è finita, è tutto okay. ***


 << Racconta tutto, ogni singola parola, ogni singolo sguardo, ogni singola azione, ogni singolo sorriso. Voglio tutti i dettagli di questo vostro pomeriggio!! >> urla Pansy Parkinson, saltellando fuori dall’enorme cancello d’ingresso della scuola di Magia e Stregoneria.
<< Pansy, non credo proprio. >> la redarguisce Draco, contrario.
Una volta arrivati alla Passaporta, Draco ed Hermione l’hanno presa insieme, senza sciogliere quella strana stretta. Tutti gli studenti presenti a quell’ultimo appuntamento per tornare a scuola li hanno visti, ma va bene così.
Non si sono salutati con gesti eclatanti, questo no.
Un sorriso. Un << Grazie Malfoy >> appena sussurrato da lei e un altrettanto leggero << Quando vuoi, Granger. Quando vuoi >>.
Si sono lasciati così, con una muta promessa da rispettare. Il volo sulla scopa.
<< Dico io, eravate mano nella mano! Voglio sapere!! >> esclama ancora la neretta, euforica per l’amico e per la sua uscita.
<< Non è andata male, Pansy. Saprai solo questo, da me. >> mormora lui, entrando.
<< Non credere di farla franca così Draco Lucius Malfoy! >> urla lei, facendo girare molti studenti in corridoio. Draco sorride bieco, rassegnato.
 
<< Eri bello, Malfoy, al ballo del Ceppo. Ero presa da Ronald, questo sì… >> confessa Hermione, le guance al limite del bordeaux e il secondo - se non il terzo? - bicchiere di Firewhisky in mano.
<< Dio, Granger! Una cotta per Weasley! Con il campione di Quidditch Viktor Krum che ti veniva dietro, tra l’altro!! >> esclama Malfoy, schifato dall’affermazione. Lusingato dalle parole di lei.
<< Che centrano ora Ron o Viktor! Malfoy ti confesso che al quarto anno, quando sono entrata in sala, ti ho visto e mi sei sembratobello… e tu pensi a loro? >> ribatte lei, imbarazzata. Malfoy ghigna, avvicinandosi di più.
Fanno così da un po’.
Lei si avvicina, lui si avvicina.
Si poggiano nuovamente allo schienale, si riavvicinano.
<< Solo bello, Granger? >> chiede piano.
<< Ah e va bene Malfoy. Eri decisamente bellissimo. Elegante, affascinante. >> ammette.
<< Tu mi lusinghi, Granger! >> esclama Draco, fingendosi emozionato.
Si poggia una mano sul cuore, con fare eclatante. Poi ride.
<< Ma per piacere! >> dice Hermione, ridendo.
 
 
<< Herm! Herm! >> urla una voce alle spalle della giovane Grifondoro.
<< Harry! >> esclama lei, felice di vedere il suo migliore amico.
<< Sei uscita con Malfoy, oggi? >> chiede a bruciapelo, leggermente teso.
Hermione lo guarda, confusa. Come reagirà il suo migliore amico?
Si prende un po’ di tempo, poggiando il cappotto e la sciarpa sul divano della Sala Comune Grifondoro. Si sistema un po’ il golf. Poi si siede.
<< Sì, sì. Sono uscita con Malfoy >> conferma, seria. Harry deglutisce a vuoto, prendendo tempo. Si sposta un po’ la montatura degli occhiali, a disagio.
Si siede vicino a lei.
<< E… Ehm… Sì insomma… Come è andata? >> chiede.
<< Lo vuoi davvero sapere? >> domanda lei, scettica.
<< Ecco, magari non i dettagli… Beh però, insomma… Sei la mia Herm, no? Se vuoi uscire con Malfoy, fa’ pure. Basta che tu pensi sia tutto okay… ? >> dice tremendamente imbarazzato.
Hermione sorride felice  e lo abbraccia di slancio.
Il Bambino che è Sopravvissuto ricambia impacciato la stretta.
Il suo migliore amico ha reagito bene.
<< Sì, Harry! Sono sempre la tua Herm! È andata bene! È tutto okay, Harry. >> risponde lei, con un sorriso smagliante.
“È tutto okay, Harry.” Malfoy è okay.
La guerra è finita, è tutto okay.
 
 
<< Sai Granger, l’anno scorso? Quando mi sono fatto pescare da Gazza alla cena del Lumaclub, ricordi? >> chiede un Draco Malfoy piuttosto felice.
Il golf posato sulla sedia, la camicia bianca di lino immacolata.
Le maniche non le tira su, ma perché rischiare di rovinare un così bel pomeriggio?
Hermione è di fronte  a lui, il suo golfino di lana bianco abbandonato sulla sedia.
La camicetta rossa con le maniche arrotolate fin sopra al gomito.
Lei annuisce, curiosa. Si ricorda benissimo di quella sera.
Incrocia le mani sotto al mento e sorride, in attesa.
<< Ecco, io ti ho visto lì, alle prese con quell’idiota di McLaggen… Eri davvero carina, Granger. Non come al Ballo del Ceppo che eri ancora una ragazzina. L’anno scorso, vestita in quel modo… Eri bella. >> ammette, ammirandola mentre sorride imbarazzata.
<< Beh, grazie Malfoy >> sussurra lei, paonazza.
 
 
<< Ginny sono stanca e domani mi aspetta una giornata pesante. La possiamo finire qua? >> chiede un’esausta Hermione Granger.
Un pigiama largo, il cuscino stretto tra le braccia e la migliore amica davanti a sé.
<< Lo credo! Domani salirai sulla scopa con Draco Malfoy! >> esclama la piccola di casa Weasley, salticchiando sul letto. Hermione scuote la testa.
<< Volerò insieme a Draco Malfoy, non con lui. >> ribadisce il concetto.
<< Oh, è lo stesso. Che pensiero carino… Chi se lo sarebbe mai aspettato?! >> mormora Ginny, assorta nei suoi pensieri.
Hermione si infila sotto le coperte, decisa più che mai ad interrompere questa conversazione frivola ed imbarazzante.
<< Notte Gin’ >> mormora spegnendo la luce con un veloce colpo di bacchetta.
<< Da Cormac a Malfoy, fai progressi Herm! Certo, il fisico di Cormac… >> continua a straparlare la rossa Grifondoro, innervosendo l’impavida Salvatrice del Mondo Magico. “Dormi, Herm” si impone da sola.
<< Però anche Malfoy non è mal messo… Un po’ pallidino, ma il fisico da Cercatore ce l’ha. Di carattere invece… Chi vince Herm? Herm?! Herm!? >> borbotta Ginny, colpendola ripetutamente con il cuscino che aveva tra le braccia.
<< Malfoy, Ginny. Cormac è petulante, volgare, imbecille… Malfoy… è Malfoy. >> risponde secca la riccia diciottenne. Sorride appena, ma il buio la salva.
<< Malfoy è Malfoy. Non fa una piega! Oh domani mi finirai di raccontare!! >> esclama  Ginevra Molly Weasley, decisa come la madre. Si infila sotto le coperte.
<< Notte futura signora Malfoy! >> sussurra ridacchiando.
Hermione strabuzza gli occhi e reprime un urlo isterico. Poi arrossisce.
Hermione Jane Granger in Malfoy.
Si dà una manata sulla fronte da sola. Molto forte.
Stupidi ormoni.
“Cretina. Dormi “
 
<< Malfoy, per piacere basta! >> esclama Hermione, fermando la mano affusolata del giovane Serpeverde intento a versarle un altro po’ di Firewhisky.
<< Avanti, Granger…Un goccetto ancora? >> propone lui, suadente.
Hermione scuote la testa << Non sarò in grado neanche di prendere la Passaporta se continuo così, Malfoy! >> ribadisce il concetto, risoluta.
<< Ci sono io, Granger. Per riportarti sana e salva a scuola. Ti fidi di me? >> domanda Draco, provocandola. Hermione sospira e lo lascia libero di versarle ancora un po’ di alcool. È la sua muta risposta. Mi fido.
 
 
<< Quindi domani la porti a fare un giro sulla tua scopa, Draco? >> chiede Theodore Nott, uscendo dal bagno della loro camera da letto.
Blaise Zabini è comodamente sdraiato sul letto a fumare, imitando il suo amico.
<< Più o meno >> risponde annoiato Draco, espirando.
<< E dunque la Granger ti piace parecchio, Draco! La tua scopa è sacra, per te >> rincara la dose Blaise, guardandolo con un sorriso smagliante.
La guerra è finita, è tutto okay.
Non è più così inconcepibile. Le differenze non sono più così marcate.
Non per chi ha vissuto e sofferto la guerra in prima linea, come loro.
Draco Malfoy guarda i suoi due compagni di stanza, amici e confidenti.
Faceva tanto il gradasso da piccolo, ma ora ringrazia Merlino di aver trovato qualcuno che sia andato oltre il suo cipiglio da capetto altezzoso.
<< Non lo so, Blaise. Mi interessa la Granger, direi di sì. >> mormora.
<< Ti interessa parecchio, amico! >> conferma Theodore Nott, dandogli una forte pacca sulla spalla destra. Si butta di peso sul letto e chiude le tende.
<< Poi facci sapere >> è il suo ultimo saluto.
Blaise spegne la sigaretta e la fa evanescere, seguito poi da Draco Malfoy.
Un colpo secco di bacchetta e un appena sussurrato Nox.
È buio nella tana delle Serpi.
È notte nella miglior scuola di Magia e Stregoneria.
 
 
<< Granger per amare Pozioni, bisogna essere portati >> spiega Malfoy aprendole la porta del locale. Hermione, troppo presa dal discorso, non si è accorta dell’occhiata ammonitrice che Malfoy ha rivolto ad un ragazzo Corvonero che la guardava con fin troppa ammirazione. Non si è neanche accorta della mano che poi ha delicatamente posato sul suo fianco, accompagnandola fuori.
E che per un po’ non ha più tolto da lì.
O forse sì.
<< Mi stai dicendo che non sono portata in una materia, Malfoy? >> chiede lei, piccata. Draco ride mentre lei lo guarda male.
<< Non sei portata come me in questa materia, ammettilo Granger. >> dichiara dolcemente, cercando di rabbonirla.
<< Sciocchezze Malfoy. Semplicemente non mi piace stare in uno scantinato a respirare fumi velenosi e a morirmi di caldo! >> ribadisce lei, ferrea.
<< Va bene, Granger. Io invece amo tutto quello che hai appena descritto. Mi piace, mi fa sentire bene. >> confessa lui, notando lo sguardo preso di lei.
<< Sul serio? >> chiede piano lei, con fare da bambina.
<< Sul serio, Granger. Quando finisco una pozione mi sento bene. Non mi capita spesso di sentirmi così bene >> risponde lui, rendendola partecipe del suo mondo.
Hermione sorride dolcemente, stringendosi poi la sciarpa blu intorno al collo e affondandoci il naso dentro.
 
 
 
<< Chi sono quei due incoscienti con le scope sul campo di Quidditch,con questo freddo?! >> esclama la preside di Hogwarts, Minerva McGranitt. La postura rigida, gli occhi vigili da felino.
Si avvicina maggiormente alla grande vetrata dello studio del Preside – non ha ancora la forza di definirlo suo – e si concentra, inviperita.
<< Oh ma mi sentiranno non appena monteranno su quelle scope! Altro che malanno!! >> borbotta ancora.
<< Oh ma lasciali in pace, Minerva. Se ho sentito bene quei due incoscienti sono la nostra cara Hermione e il signorino Malfoy. >> dichiara una voce alle sue spalle, allegra e leggermente arrochita. Minerva McGranitt si prende qualche veloce secondo per chiudere gli occhi e inspirare. È tutto così maledettamente realistico.
Si gira, sorridendo leggermente al quadro del vero e unico Preside di Hogwarts, Albus Percival Wulfric Brian Silente.
<< Hermione Granger con Draco Malfoy, Albus? Impossibile >> ribatte piano.
<< Oh, invece temo proprio sia vero, Minerva. >> parla il quadro alla sua sinistra.
Severus Piton fa una leggera smorfia, contrario a tutto ciò.
<< Oh avanti, Severus! Sarebbe una cosa meravigliosa, invece >> dice gioviale Albus Silente, sorridendo euforico. Prende un sorso del suo the e poi sorride.
<< I privilegi di essere morti, mia cara Minerva : avere il the caldo a qualunque ora del giorno e poter ascoltare tutti i pettegolezzi della scuola. Da non credere >> continua allegro, facendo sorridere l’algida professoressa di Trasfigurazione.
Severus Pitun sbuffa, decisamente contrario. Minerva torna alla finestra, osservando attentamente. << Quindi… è possibile? >> chiede piano.
Albus Silente poggia la tazzina sul piatto e sorride.
<< È possibile, mia cara. La guerra è finita, è tutto okay. >>  risponde piano.
Minerva scuote la testa e si rimette a lavoro, dando le spalle alla grande vetrata.
La sua ligia Hermione con il giovane Malfoy. È tutto okay.
Severus emette un ultimo sospiro, arrendendosi all’evidenza.
 
 
<< Buon pomeriggio, Granger >> esclama un gioviale Draco Malfoy alle porte degli spogliatoi, le spalle rivolte verso il campo innevato.
Hermione dà una lunga occhiata al campo, poi ad un Malfoy vestito di tutto punto – come sempre – e infine alle due scope poggiate vicino a lui.
<< Malfoy >> risponde semplicemente, tesa. Draco percepisce la sua riluttanza e si avvicina, piano. Come se dovesse calmare un animale ferito.
<< Dormito bene, Granger? >> chiede piano, sorridendo.
<< Sì, Malfoy. Tu? >> risponde, scettica. Draco annuisce, avvicinandosi ancora.
<< Benissimo, Granger. >> dice lui, sempre con voce calda.
Hermione sorride appena, confusa. Cosa sta cercando di fare Draco Malfoy?
<< Pronta, Granger? >> chiede Draco, fissandola intensamente.
<< Certo, Malfoy. Io sono sempre pronta! >> ribatte Hermione, orgogliosa.
Draco Malfoy si avvicina ancora di un passo, annullando le distanze.
Sono vicinissimi. Le sorride. Hermione smette di respirare.
<< Lo so che sei sempre pronta, mia cara Granger. Intendevo, lo vuoi fare? >> domanda con lentezza, pesando ogni parola, ogni attributo.
Hermione, confusa e decisamente frastornata dall’eccessiva vicinanza, annuisce.
Malfoy però aspetta una sua risposta, da Serpe qual è.
<< Sì, Malfoy. Lo voglio fare >> risponde allora lei, ritrovando il suo coraggio e superandolo. Prende la scopa di destra – l’altra è la Nimbus 2001 del giovane Serpeverde – e lo guarda mentre si riavvicina a lei, ghignando.
<< Allora, Granger. La sai almeno tirare su? >> la provoca.
<< Pensi non sappia cavalcare una scopa, Malfoy?! Per chi mi hai presa! >> risponde lei, inviperita. Sale velocemente sulla scopa data in dotazione dalla scuola e, con leggerezza, si alza in volo. Malfoy ride e la raggiunge subito, a pochi metri dal suolo. Hermione continua a guardarlo male e, per dare valore alla sua posizione, inizia a fare un veloce giro del campo, sotto lo sguardo attento di Malfoy che non la smette di sorridere.
<< Visto, Malfoy? >> dice, avvicinandosi alla sua scopa.
<< Però non ti piace. >> afferma lui, tranquillo.
<< Questo non vuol dire assolutamente niente! Sono perfettamente in grado di far volare una dannatissima scopa .>> ribadisce lei, orgogliosa.
Malfoy vola piano verso il suolo, facendole segno di seguirlo.
Scende velocemente dalla scopa e aspetta che la Granger lo imiti.
Le si avvicina con la sua magnifica Nimbus 2001 in mano e gliela porge.
Hermione sgrana gli occhi, stupita. << Sali su questa >> le dice, piano.
Hermione si ferma ad osservare la linea elegante della scopa.
<< Malfoy ma è la tua scopa! È preziosa … è cara… è tua >> risponde, confusa.
<< Lo so benissimo, Granger. È cara e mia… E vorrei ci salissi sopra >> dichiara lui.
Si guardano negli occhi. Hermione sale piano, timorosa di non si sa che cosa.
Stringe le mani intorno al manico, con attenzione.
Malfoy poggia una sua mando sopra quelle di lei, serio.
<< La senti, Granger? La scopa ti parla, ti chiede, ti dà. Senti quello che ti sta dicendo, Granger? >> chiede concentrato.
Hermione chiude un secondo gli occhi, assaporando la sensazione.
Li riapre, fissandolo.
<< No, Malfoy. Non sento assolutamente niente! >> dichiara, spiazzandolo.
Draco sbuffa, sconcertato e contrariato. “Non è possibile”.
<< Posso? >> chiede veloce, guardandola seriamente.
Hermione non sa che fare, così annuisce.
Draco Malfoy sale sulla sua Nimbus 2001, dietro ad un’alquanto imbarazzata Grifondoro dal coraggio impavido e dai sentimenti in subbuglio.
Hermione si tende immediatamente, come una corda di violino, avvertendo il fisico asciutto di Malfoy alle sue spalle. Draco Malfoy ghigna.
<< Rilassati Granger. Appoggiati a me. >> mormora piano, ritrovando l’allegria.
Hermione si fida. Si appoggia a lui, le mani ancora ben salde sul manico della scopa e le spalle rigide. Malfoy poggia le proprie mani dietro a quelle di lei, attento a sfiorarla ma a non toccarla per davvero.
Hermione Granger è sulla Nimbus 2001 del Serpeverde Draco Malfoy, la schiena premuta contro il petto di lui, il corpo intricato tra le sue braccia tese verso il manico della scopa. “Merlino… se ci vedessero ora”
 
 
<< Parkinson! >> urla una voce allegra alla fine del corridoio.
La giovane Serpeverde si gira, confusa. Ginny Weasley la raggiunge con passo svelto, sorridendole.
<< Weasley >> risponde al saluto lei, scettica.
<< E così Hermione e Malfoy voleranno insieme, oggi! >> dice la rossa Grifondoro.
Pansy non sa che fare. Tradirebbe Draco confermando?
Poi si riscuote. Si calma. La guerra è finita, è tutto okay.
<< Sì, Weasley. Proprio in questo momento, credo >> conferma lei, un leggero sorriso ad incurvare le sue labbra piene. Ginny annuisce, estasiata.
Si affaccia velocemente alla finestra, nella speranza di intravedere qualcosa.
È il lato sbagliato del castello, purtroppo per lei.
<< Li vorresti spiare, Weasley? >> domanda Pansy, curiosa.
Ginny Weasley si gira, sorridendo in maniera ambigua.
Pansy Parkinson sorride, scuotendo la testa.
<< Conosco un punto del castello da dove si vede benissimo il campo. Quando ero in punizione durante le partite ci andavo sempre! >> le confida Pansy, avviandosi per le scale – che amano cambiare – seguita da un’euforica Grifondoro.
 
 
<< Malfoy, rallenta! >> esclama Hermione cercando di frenare la corsa che Draco Malfoy ha gentilmente deciso di farle provare. Draco alle sue spalle sorride sereno, estasiato dal panorama, dalla velocità e dalla compagnia.
<< Granger ti devi godere questo momento, rilassati! >> le dice all’orecchio, la voce di qualche tono più alto a causa del vento che soffia contro di loro.
Hermione Granger cerca di fare come richiesto e, con enorme sforzo, si abbandona letteralmente alla guida di Malfoy, allentando la presa sul manico.
Si concentra per rilassare i muscoli tesi delle spalle, poggia la testa nell’incavo del collo del giovane Serpeverde e cerca di gustarsi il panorama, ascoltando quello che la scopa cerca di dirle.
Draco Malfoy si china un po’ più in avanti, imprigionandola ancora di più nel suo abbraccio forzato e aumenta la velocità, felice come solo un giro sulla sua scopa è in grado di renderlo. Hermione lo sente ridere e sorride a sua volta.
“In effetti non è poi così male” pensa.
 
 
<< Ehi Seamus! >> esclama Ginny, incontrando il suo compagno di Casa per i corridoi. Pasny Parkinson, a qualche metro da lei, si avvicina.
<< Ginny! >> saluta il giovane Grifondoro, concentrandosi poi su di Pansy.
<< Pansy >> dice piano, sorridendo imbarazzato.
Pansy Parkinson annuisce appena, imbarazzata.
Ginny nota il fugace scambio di occhiate tra i due ragazzi e pensa di aver capito.
<< È quella la vetrata che mi dicevi, Parkinson? >> chiede, distraendo la neretta.
Pansy guarda davanti a sé e annuisce. << Sì, quella là in fondo. >>
<< Beh io inizio a spiare >> dice la piccola di casa Weasley, allontanandosi.
Seamus Finnigan e Pansy Parkinson si guardando negli occhi, un po’ tesi.
L’eco della giornata di ieri ancora presente nelle loro menti.
È andata più che bene.
<< Come stai, Pansy? >> chiede lui, avvicinandosi di qualche passo.
<< Bene, grazie. Che facevi qua, Seamus? >> domanda Pansy, ritrovando l’uso della parola. Seamus si tocca il mento, imbarazzato.
<< Beh ecco… Sono stato messo in punizione da Lumacorno per colpa di Pix… Ed ero venuto qua per cercarlo e magari dargli una lezione. >> ammette facendo ridere la ragazza. Pansy si avvicina e gli fa una leggera carezza sul viso.
<< Povero Seamus! >> mormora ancora sorridente.
Si crea una certa elettricità tra di loro. Occhi negli occhi. Corpi vicini.
Nasi che si potrebbero quasi sfiorare…
<< Oh mio Dio! Malfoy ed Hermione stanno appiccicati sulla stessa scopa! >> esclama euforica Ginny, uccidendo l’atmosfera.
Seamus e Pansy si allontanano, imbarazzati. Pansy raggiunge la piccola Weasley.
Il ragazzo Grifondoro si gira verso la sua compagna di casa, ancora scosso.
<< Hai appena detto che Malfoy ed Hermione stanno volando insieme sulla stessa scopa?! >> domanda completamente sconvolto da questa affermazione.
Ma le due ragazze non lo considerano, troppo prese ad osservare la scena.
 
  
<< Va bene, Malfoy. Hai vinto tu! >> esclama Hermione Granger per farsi sentire.
Draco decelera piano, avvicinandosi al suolo. È soddisfatto.
<< In che senso, Granger? >> chiede dopo aver toccato appena con la punta dei piedi. Hermione è più bassa e ancora non tocca.
<< Nel senso che non è poi così male, volare. >> ammette lei, imbarazzata.
<< Perché hai volato con me? >> la provoca lui, senza scendere ulteriormente.
<< Perché ho volato con una Nimbus 2001,Malfoy. L’ebbrezza di volare con una scopa del genere non si può ignorare. >> risponde a tono lei. Malfoy sorride.
<< Certo, certo. Farò finta di crederti per questa volta, Granger >> sussurra lui sui capelli di lei. Hermione rabbrividisce. La folata di vento, il tono di lui.
L’impavida Grifondoro gli dà un leggero colpo sul braccio, piccata.
Draco scende e aiuta la sua compagna. Cavaliere.
Hermione non ne avrebbe di certo bisogno ma alla fine, perché no?
<< Per questa volta, Malfoy? Quante volte ancora hai intenzione di farmi salire su questo attrezzo? >> chiede sfrontata.
Vorrebbe poi rimangiarsi le parole, d’altronde chi le ha detto che Malfoy abbia ancora intenzione di portarla sulla sua scopa?
 
 
<< Blaise, che ne pensi di questa storia? >> chiede il suo compagno di stanza Theodore Nott, poggiandosi ad una colonna del giardino interno della scuola.
<< Intendi Draco e la Granger? >> domanda lui, guardando l’amico.
Thedore annuisce, pensieroso.
<< Chissà. Potrebbe essere pure una cosa seria. Draco è imprevedibile. >> commenta il giovane Zabini, osservando una trafelata Ginevra Weasley che corre per il corridoio esterno del giardino, a pochi metri da loro.
Thedore segue il suo sguardo e sorride. << Non male invece la Weasley, vero? >>
Blaise annuisce e torna a guardare il suo amico. << Sono venute su bene queste Grifondoro. Draco non ha fatto poi tanto male a scegliersi la Granger. Un carattere formato dalla guerra, un cervello notevole, un fisico da non ignorare >> risponde alla domanda retorica del giovane Nott, sorridendo.
<< Per me tra poco li vedremo girare mano nella mano. >> mormora Nott.
<< Draco e la Granger? Per carità. Non ci crederei neanche se li vedessi! >> esclama ridendo il giovane Serpeverde di colore.
<< Scommettiamo settanta Galeoni che quei due si innamorano? >> propone Nott.
<< Ci sto. Ma scommetto altri trenta Galeoni che non li vedremo mai mano nella mano a passeggiare per i corridoi della scuola, amico. >> dice Blaise, stringendo la mano del suo amico. Theodore Nott sorride << Mai dire mai, amico. Se prima non avresti scommesso neanche uno Zellino su di loro… Chissà! >> risponde allegro.
 
Draco Malfoy posa la scopa a terra con leggerezza e si avvicina alla sua cara Grifondoro, leggermente imbarazzata per la sua uscita di poco prima.
<< Tutte le volte che vorrai, Granger. Ti porterò con me sulla scopa tutte le volte che me lo chiederai >> mormora con un tono di voce dolce, ma provocatorio.
<< E allora aspetta e spera, Malfoy >> gli risponde lei, sorridendo.
Malfoy incassa il colpo con classe, sorridendo appena.
Hermione Granger afferra con eleganza una scopa e inizia a dirigersi verso gli spogliatoi, ancora euforica per il pomeriggio appena trascorso.
<< Granger! >> sente chiamare alle sue spalle.
La riccia Grifondoro si gira appena. Malfoy le si avvicina a passo svelto.
<< E se fossi io a volerlo? Se ti chiedessi io di venire a volare con me? >> domanda Draco, l’imbarazzo e l’orgoglio cancellati dalla voglia di vederla, ancora.
Hermione sorride raggiante. Non ci sperava neanche.
<< Allora sarebbe tutto un altro discorso, Malfoy. Tu chiedimelo, intanto >> risponde lei, avvicinandosi per fargli una leggerissima carezza sul collo lasciato scoperto dal pesante cappotto sbottonato.
Malfoy sorride e le prende la mano, sfiorando appena le nocche di lei con le sue labbra fini. << È una promessa allora, Granger. >> dichiara Draco, gli occhi incatenati a quelli di lei.
Poi, con passo tranquillo e leggero, si dirigono nuovamente attraverso i corridoi degli spogliatoi verso la scuola, senza dirsi più niente.
I pochi quadri appesi a quelle pareti come testimoni di un piacevole pomeriggio.
 
 
<< Draco Malfoy ha appena fatto il baciamano ad Hermione Granger! >> esclama il ritratto di Dilys Derwent, Preside di Hogwarts fino al 1768.
I lunghi boccoli biondi raccolti in una raffinata treccia, Dilys siede vicino ad Everard, Preside come lei in tempi diversi. Siedono a prendere una tazza di the, raccontandosi qualche novità.
Minerva McGranitt alza gli occhi verso il ritratto, distraendosi momentaneamente dalle sue scartoffie. Nota con la coda dell’occhio che Albus Silente sorride alla notizia, mentre Severus Piton non si degna di apparire nel suo ritratto.
Scuote la testa e ritorna a lavorare, sorridendo appena. Malfoy ed Hermione.
“Chissà.”



Buona sera! o buona notte...sono le 02.00 ma ci tenevo a postare il capitolo tre...uuuh. non credevo di arrivare fino a qua. :)
beh non so, mi piace come è venuto fuori... ma non so se è a voi piacerà. Spero in un vostro parere (o in tanti vostri pareri) ;)
Vi ringrazio tutte, quelle che hanno recensito :D e anche tutte quelle che hanno semplicemente letto. siete tantissime. spero vi piaccia questa storia...

Che ve ne pare? Blaise e Theodore sono gli unici Serpeverde che Draco ha sempre trattato come suoi pari, per cui ora per me sono amici :D 
Harry l'ha presa...benino. ma è un cucciolo lui :)
Ginny e Pansy...coalizzate per spiare i due giovani testardi :) Seamus e Pansy invece, che ve ne pare?
La scena del volo come l'ho resa vi piace? è la parte che mi preoccupa di più... :/ ahahaha spero non vi faccia schifo.
vi lascio, grazie per aver letto anche questo capitolo :) chiara!

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro. Va benissimo così. ***


Il rumore della piuma a contatto con la pergamena, l’odore di inchiostro misto a quello di varie e molteplici colonie di profumo femminili e non, l’aria cupa di un nuovo Lunedì scolastico.
Hermione Granger, affiancata - nell’immancabile banco a tre posti della classe di Storia della Magia – dai suoi migliori amici Harry Potter e Ron Weasley, si concentra febbrilmente sui suoi fogli di pergamena, nel tentativo di racchiudere quante più informazioni possibili all’interno di tre misere pagine intrise di inchiostro nero. È semplicemente la terza ora dell’orario scolastico eppure i due Salvatori del Mondo Magico non sembrano dello stesso parere.
Harry, testa appoggiata contro il bordo del banco e braccia a penzoloni verso il pavimento e Ron, tranquillamente stravaccato sul suo banco con un braccio a coprirsi dalla luce del sole. Si presenta così il Trio delle Meraviglie, in tutto il suo splendore. Il professor Ruf sta tenendo una a dir poco esauriente spiegazione sulla battaglia dei Folletti avvenuta nel 1679 nei pressi del bosco di Kilmarr.
Hermione controlla distrattamente i suoi amici, colpendo delicatamente Ron sul braccio per evitare un suo gorgoglio sonnambulo, preludio di un suo russare indimenticabile.
Per quanto Hermione Granger ami tutte le materie – eccetto Divinazione, ovviamente – e non c’è niente che l’appassioni di più di un meraviglioso libro da studiare – anche se il brivido di cimentarsi in qualche nuovo incantesimo difficilissimo e dal suono magari impronunciabile è per lei un richiamo irrinunciabile... -
… Ebbene oggi anche la ligia e perfetta studentessa fa fatica a concentrarsi.
Colpa – o forse merito? – di qualcuno.
Un qualcuno abbastanza persistente nei suoi pensieri.
Persistente un po’ ovunque, dato che vivono sotto lo stesso – ampio – tetto.
Draco Malfoy.
 
<< È andata, Draco Lucius Malfoy è cotto di te! >> esclama Ginny dopo aver ascoltato il resoconto dell’uscita al campo di Quidditch.
<< Non dire assurdità, Ginny. È solo … >> ribatte Hermione
<< Sei salita sulla scopa di Draco Malfoy! Con Draco Malfoy! Merlino, quel ragazzo anche se ancora non l’ha capito, è cotto di te!! >> continua Ginny esaltata.
<< Stupidaggini! >> mormora Hermione, decisa a non dar retta alla sua amica.
<< Ma a te quanto piace, Herm? >> chiede Ginevra Weasley, improvvisamente seria.
<< Come? >> domanda Hermione, momentaneamente a corto di parole.
<< Hai capito… Quanto ti stai lasciando coinvolgere? >> risponde la rossa, studiandola. Un conto è  parlare dei sentimenti del rigido e degno erede della casa Serpeverde… ma dei sentimenti della sua migliore amica, la dolce e innocente Herm?
La riccia Grifondoro non lo sa, non lo sa proprio! Che deve dire?
Che si sta lasciando coinvolgere fin troppo? O che ha ancora i piedi ben piantati a terra? Che si fida di lui? O che ha ancora l’ombra del dubbio che torni l’altro Malfoy, quello del prima della guerra?
<< Ho paura >> ammette infine, racchiudendo tutte le sue elucubrazioni mentali in due semplici parole. Parole che la migliore amica riesce a decifrare senza sforzo.
<< Herm, devi capire che il rischio c’è. Ma c’è con qualunque ragazzo che ci interessa davvero, non solo con uno spocchioso Malfoy. È giusto che tu ti fidi di lui, perché siamo cambiati, inevitabilmente e involontariamente. Ma è anche giusto che tu non dimentichi mai, Herm. Il passato è passato, ma è sempre una parte della nostra storia. Draco Malfoy va considerato a pieno, per quello che era e per quello che ora è. Pro e contro. Devi decidere se vale la pena. >> mormora piano, stringendo delicatamente le mani di lei con le proprie.
Hermione annuisce, grata. Ginny si alza e si dirige in bagno, più tranquilla.
Non ci sono più parole da dire. Le migliori amiche si sono capite con poco.
 
<< Herm…Psss… Herm! >> sussurra un rosso di casa Weasley alla sua destra, distraendola dai suoi pensieri. Hermione si gira ancora confusa e guarda il viso del suo migliore amico, nonché primo amore. Gli occhi azzurri così dolci, le lentiggini sparse ovunque sul viso, i capelli di un rosso improbabile.
Il professor Ruf sta parlando di un certo Re Hauramufh, ma Hermione sa di aver ormai perso il filo del discorso. Che male potrà fare, per un’unica lezione, non prestare attenzione? Si avvicina così al suo amico, accucciandosi al banco.
Ron sorride, vittorioso.
<< So che mi devi confidare un segreto, Herm >> mormora piano, il tono di voce un po’ arrochito dal sonno. Hermione sbarra gli occhi, confusa.
Deve parargli di Draco Malfoy, “ovviamente”.
E l’ansia le attanaglia le viscere, togliendole il respiro.
Ron… il dolce, impulsivo Ron… come la prenderà?
<< Sì, ma ho paura di una tua reazione >> dice piano lei, in modo schietto come suo solito fare.
<< Sono il tuo migliore amico, di che hai paura, Herm? >> sussurra lui dandole una leggera e alquanto impacciata pacca sulla spalla.
E quel tuo migliore amico lo dice con orgoglio, cercando di dare peso alla loro storia. Non sono la classica amicizia trasformata in qualcosa di più e poi finita lì, tra rimorsi e rimpianti. Sono di più. Sono due migliori amici fino alla fine, colti alla sprovvista dalle emozioni della guerra tanto da non sapere più che cosa volevano e da lasciarsi confondere. Ci è voluto poco per capirlo e ancora meno per accettarlo e tornare alla routine. Harry, Ron ed Hermione, un trio.
E va benissimo così.
<< Ho paura che non approverai >> risponde, seria.
<< Mettimi alla prova, Herm. Coraggio. >> la incita lui, guardando distrattamente lo spettro del professore.
<< Io sabato sono uscita con… Draco Malfoy, Ron. Una specie di appuntamento. Siamo stati bene insieme e avevamo deciso di rivederci… Ieri abbiamo volato  sulla sua scopa sul campo di Quidditch e io penso… di essere interessata a lui >> sussurra tutto d’un fiato, terrorizzata. Ron non si muove, ancora chino sopra il proprio braccio per sporgersi e sentire meglio.
<< Tu e Malfoy? >> chiede, confuso.
<< Sì, Ron. Io e Draco Malfoy >> asserisce lei, preoccupata.
<< No, penso di non aver capito un passaggio fondamentale di tutta questa storia… >> borbotta lui ed Hermione chiude gli occhi, aspettando la cattiveria.
Il suo dolce e impulsivo Ron non può averla presa bene…
Ron prende fiato e guarda corrucciato la sua migliore amica, arrabbiato.
“Merlino aiutami tu”vorrebbe urlare l’impavida Grifondoro. Guarda velocemente oltre la sua spalla, notando Harry completamente addormentato con la fronte sull’orlo del banco e gli occhiali che piano piano scivolano via dalla faccia.
<< … Mi stai dicendo che tu e Malfoy… >> inizia con fare minaccioso.
Hermione vorrebbe scostare la sedia ed uscire dall’aula per farsi una passeggiata.
Non se la sente proprio di ricevere un giudizio in questo stato.
<< … avete volato insieme?! Mi spieghi perché diamine Harry ed io non siamo mai riusciti a farti fare un dannatissimo volo alla Tana, durante le vacanze? Insomma, un giretto tutti insieme! Ci voleva Malfoy per farti salire su una scopa! Sulla sua, tra l’altro! Una Nimbus 2001 tutta pomposità e bastardaggine! >> finisce Ron, le sopraciglia incurvate in un espressione seria e la voce bassa. Hermione solo quando rilascia tutto il fiato che aveva in corpo si rende conto di aver atteso il suo giudizio trattenendo il respiro.
“Tutto qua?”
Guarda il suo amico, stralunata e lo vede sorridere appena, e sa che lui sa.
<< Sì insomma, passi che non vuoi giocare a Quidditch con i miei fratelli, che fanno tutti abbastanza schifo e le regole se le inventano, tra l’altro! L’unico decente era Fred, in effetti… Ma non ti ho mai visto montare su una scopa! Questa me la devi proprio spiegare! >> continua lui, in viso l’espressione fintamente corrucciata. Gli occhi dolci di sempre, quelli non si muovono da li’.
Hermione capisce quello che da mesi non aveva ancora visto. Anche il dolce, impulsivo Ronald Bilius Weasley e’ cambiato. E’ cresciuto. E’ maturato.
Colpa – ma quasi quasi lei direbbe merito – di una guerra sbagliata.
E infatti lui e’ qui, al banco vicino al suo, raccontandole senza problemi di Fred e parlando civilmente di un Draco Malfoy che sembra perlomeno umano.
<< Non e’ stato cosi’ male, Ron… Ma non so se ripeterei piu’ volte l’esperienza >> sussurra sorridendo Hermione. “Non senza Malfoy, almeno” si dice da sola.
Ron sbuffa e mormora qualcosa che Hermione fa fatica a capire, come un “Ragazze e Quidditch…” o simile.
Finisce l’ora. Harry Potter si sveglia di soprassalto, lasciando cadere per terra i suoi occhiali. Ron ed Hermione ridono mentre lo aiutando a tornare vigile e iniziano a raccogliere i libri.
Si dirigono tutti e tre verso il corridoio, chiacchierando del piu’ e del meno.
Ad un certo punto Ron passa un braccio intorno alle spalle della sua amica riccia e la stringe velocemente a se’. Hermione lo sa, che e’ la sua benedizione.
Harry sorride, ancora un po’ confuso.
 
<< Dici che gli amichetti della Granger sanno di questa storia, Draco? >> domanda Blaise, uscendo dall’aula di Trasfigurazione con il suo amico biondo al seguito.
Draco fa spallucce, noncurante.
<< Secondo me, si’. La piccola Weasley di sicuro >> si intromette Theo spuntando da dietro una fila di Corvonero che aveva lezione con loro.
<< Si’, penso anche io. La Weasley lo sa per certo. Ma per me pure Potter e Weasley maschio >> continua Blaise Zabini dirigendosi verso la Sala Grande.
Draco continua a rimanere in silenzio, ma l’ombra del dubbio ha colpito pure lui.
“Lo sapranno i suoi amici? Che le avranno detto? Che fara’, in caso, lei?”
Continuano a camminare in silenzio, seguendo la fila di persone diretta a pranzo.
<< Ehi, Dra… La Granger e’ qualche metro piu’ avanti a noi e mi sa che ti sta fissando >> gli mormora velocemente Theodore Nott, riscuotendolo.
Draco alza la testa e la cerca tra la folla.
“Terribili capelli ricci… terribili capelli ricci e golf enorme… eccola!”
Si guardando. Draco non fa niente, leggermente teso.
Hermione pero’ sorride facendogli un leggero cenno con il capo, come un inchino appena accennato. Malfoy sa per certo che e’ indirizzato a lui, nonostante il corridoio brulichi di studenti del settimo anno.
Risponde con un lieve cenno ed un appena accennato sorriso, piu’ simile ad un suo ghigno.
Va benissimo cosi’.
 
 
<< Lo sapevi che la Professoressa McGranitt era un’ottima giocatrice di Quidditch? >> domanda Ron ad Harry, bisbigliando per non essere rimproverato ulteriormente da Madama Prince. Hermione alza appena lo sguardo dal suo enorme tomo di Trasfigurazione e lascia due sonori scappellotti ai suoi migliori amici, ammonendoli di piantarla. Ron si massaggia la parte del collo lesa e sussurra << No, sul serio Herm! Tu lo sapevi? Io l’ho scoperto perche’ mi sono messo a pulire di nuovo le coppe nella Sala dei Trofei! Ce ne e’ una con il suo nome!! >> Harry annuisce, preso completamente dal discorso. Hermione sbuffa e si alza, decisa a trovare un po’ di pace. Si dirige verso uno degli scaffali, alla ricerca dell’altro volume dello stesso autore.
<< St… Strum…Sv…Sw…Swa..Swat…Swatch! >> mormora Hermione trovando lo scaffale con il libro richiesto. Con una mano tiene il pesante volume al petto e con l’altra cerca di afferrare il libro. Non ci arriva.
Si alza in punta di piedi e si sbilancia leggermente per afferrare il libro estremamente pesante.
La riccia Grifondoro afferra la spessa copertina e inizia a tirare il libro verso di se’,  sorridendo soddisfatta. In alcuni momenti la sua “sindrome da babbana cocciuta” – come la chiamano Harry e Ron – ha la meglio sulle comodita’ magiche.
Nessun Wirgandiun Leviosa.
Ma, puntualmente, in quei momenti da “babbana cocciuta” le cose non vanno come dovrebbero andare.
Hermione si sbilancia all’indietro, cadendo per terra con due enormi tomi di Trasfigurazione sul petto che le tolgono il respiro.
Chiude gli occhi, dolorante per la fitta al didietro e per la botta allo stomaco.
<< Granger, ti piace studiare per terra? >> dice piano una voce vicino a lei con tono ironico. Hermione Granger fa una smorfia, inviperita per essersi fatta trovare in una situazione tanto stupida proprio da Lui.
<< Dicono che aiuti la concentrazione, Malfoy >> ribadisce piccata lei, poggiando i tomi per terra e riprendendo a respirare normalmente. Draco Malfoy le sta di fronte, le mani sui fianchi e un cipiglio divertito in volto.
Lei seduta malamente a terra, lui con postura elegante dritto davanti a lei, quasi a sovrastarla.“Un tempo Malfoy avrebbe pagato oro per vedermi ai suoi piedi” pensa appena la Granger, rabbuiandosi appena.
Malfoy si china appena verso di lei, porgendole la mano.
Cavaliere.
Hermione sorride e si lascia tirare su, finendo praticamente tra le sue braccia.
<< Buongiorno, Granger >> mormora piano il biondo Serpeverde ad una spanna da lei. Hermione forse arrossisce, non lo capisce. Sicuramente sente improvvisamente un gran caldo.
<< Buongiorno, Malfoy >> sussurra la giovane Grifondoro, senza spostarsi da quell’inusuale ma piacevole luogo : le braccia di Malfoy.
Si trovano cosi’, in mezzo a due file di librerie.
<< Posso aiutarti in qualcos’altro? >> continua lui con fare dolce, stordendola.
Hermione scuote la testa, lasciando svolazzare i suoi ribelli e crespi capelli davanti al viso. Draco ride appena, lasciando la presa sui fianchi della giovane donna per scostarle dolcemente le ciocche ricce da davanti al viso.
Hermione se possibile si sente avvampare ancora di piu’.
<< Va bene, allora. Stasera abbiamo la ronda insieme, ricordi? >> mormora Draco staccandosi finalmente da lei. Hermione riprende a respirare, piano e sorride.
<< Sì, la ronda…>> borbotta la Granger facendo ridacchiare il giovane biondo.
<< A più tardi, Granger >> dice solo Draco, lasciandola da sola con i suoi libri.
Hermione aggrotta le sopracciglia, confusa.
“Merlino…”
Le aspettano due lunghe ore di Pozioni con Serpeverde.

 
<< Herm pensavamo ti fossi persa! >> esclama Ron ricevendo uno scappellotto dall’interpellata. << Shhhhhh, cretino! E comunque no, mi ci è voluto un po’ per prendere il libro >> sussurra lei, riprendendo posto a sedere vicino ai suoi amici.
Harry e Ron annuiscono. Hermione apre il volume 2 di Trasfigurazione e inizia a leggere velocemente, concentrandosi.
<< … Insomma ti dicevo che ho anche scoperto che la McGranitt si era sposata! La Megera, capisci Harry?!! SPO-SA-TA!! >> riprende a dire febbrilmente Ron.
Il tomo di Trasfigurazione viene chiuso violentemente con un tonfo secco.
Hermione si alza e se ne va, imbestialita.
 

 
<< Ginny! >> esclama Seamus Finnigan alle spalle della giovane Grifondoro, raggiungendola sulla panchina del cortile. Ginny chiude il suo libro di Divinazione e lo guarda mentre si accomoda vicino a lei, il respiro corto per la corsa.
<< Dimmi, Seam >> dice la piccola Weasley, sorridente.
<< Tu sei amica di Pansy Parkinson, per caso? >> chiede lui, un po’ impacciato.
Ginevra Molly Weasley sorride ma scuote la testa.
<< Mmmh, non la definirei proprio amicizia. Posso fare qualcosa per te? >> risponde pacatamente lei, notando  l’imbarazzo evidente scaturire sulle gote sempre più rosse del giovane Grifondoro.
Seamus si sistema meglio la pesante sciarpa con lo stemma della sua Casa, impacciato. Ginny si sporge un po’ di più verso di lui, cercando di infondergli sicurezza. << Dai Seamus, siamo amici da anni, ormai! Ci siamo visti crescere… cosa posso fare per te? >> chiede dolcemente lei, facendolo sorridere.
<< Sai che Pansy ed io siamo usciti insieme…? >> chiede piano lui ad una Ginny sorridente. << Mmmmh, no. Però avevo immaginato qualcosa del genere >> risponde piano la rossa, spronandolo a continuare.
<< Beh ecco sì… mi ha invitato lei, a dire la verità >> continua imbarazzato Finnigan guardando appena la sua amica. Rimane in silenzio.
<< Okay… cosa vorresti che chiedessi alla Parkinson, Seamus? >> domanda curiosa Ginny, guardandolo attentamente.
<< Sì ecco, io non vorrei fare sciocchezze. Vorrei diciamo… essere certo di… interessarle. >> mormora piano, lasciando la piccola Weasley piuttosto stupita.
<< Se ti ha chiesto di uscire, Seam… qualcosa vorrà pur dire, no? >> chiede.
E a Ginny sembra di parlare con la sua testarda Herm.
<< Sì, boh. Dovrebbe, no? Però ecco… ha un ottimo rapporto con Malfoy e io non vorrei che tra loro ci fosse… del tenero? >> borbotta lui, grattandosi il capo.
Ginevra Molly Weasley aggrotta le sopracciglia, confusa.
“Possibile?”
<< Chiederò, Seamus. >>
 
 
 
<<  … dell’Erba Fondente – da raccogliere unicamente durante il periodo di luna piena, ragazzi miei! -, Mosche Crisopa  che devono stufare per ben ventun giorni e infine della pelle di Grilacco. Questi sono gli ingredienti per una perfetta Pozione Polisucco… E so che qui qualcuno la preparò al secondo anno, nonostante sia una Pozione presente in un libro del Reparto Proibito! >> indica con allegria il Professore Lumacorno, guardando intensamente la giovane Granger, sua alunna diligente e bravissima.
Hermione sorride fiera e colpevole, ricordando poi con una smorfia quel piccolo incidente del pelo di gatto. Ron ed Harry ridacchiano piano, ricordando anche loro.
Goyle a qualche banco di distanza, ringhia ancora offeso. Malfoy smette di osservare la figura della Granger, ricordando anche lui quel bizzarro pomeriggio.
<< E dunque, è quello che noi ci appresteremo a fare per il prossimo mese! Forza ragazzi, iniziate a lavorare… Avete tutti gli ingredienti sul tavolo e io ho già provveduto ad avviare la pozione, altrimenti non finiremmo mai! >> continua Horace Lumacorno, ignorando i pensieri di alcuni suoi studenti.
Hermione toglie velocemente la pergamena dal banco per lasciare spazio al calderone già fumante. La pozione se la ricorda ancora a memoria.
Comincia a tagliuzzare l’Erba con minuzia, lasciandosi trasportare dai pensieri tormentati della giornata.
“Draco Malfoy. Merlino… mi comincia a piacere proprio Draco Malfoy?!
Che poi, mi piace davvero? Oppure è solo… attrazione? Oh, per Godric… non sono certo il tipo, ovvio che non è solo attrazione! Però Malfoy non ha un brutto fisico, ha ragione Ginny…”
Borbotta mentalmente Hermione lasciando cadere cinque manciate di Erba dentro al calderone. Gira lentamente, contando fino a dieci. Prende velocemente il barattolo di sanguisughe davanti a sé e inizia a svitarne il tappo, pensierosa
“…Ma il fisico non è certo tutto! Malfoy è anche intelligente, oh okay, parecchio intelligente… sagace, ironico, furbo … calcolatore, serpe, viscido, provocatore… malizioso, simpatico… oh, Porco Salazar! Malfoy mi piace…”
Arriva a questa conclusione, lasciandosi scappare un sospiro a metà tra il rassegnato e l’estasiato.
“Draco Malfoy…” continua a pensare, prendendo con le pinze quattro viscide sanguisughe e buttandole nel calderone.
Un bigliettino le si adagia con delicatezza sulle sue gambe fasciate dalla gonna.
Hermione lascia cadere l’ultima sanguisuga sul tavolo, curiosa.
Ron, accanto a lei, lancia un urletto schifato e si appresta a scacciare quella bestiaccia dal banco, senza distrarre minimamente Hermione.
L’impavida Salvatrice del Mondo Magico prende il bigliettino e lo apre, leggendo poche righe scritte in una grafia elegante. Storce la bocca.
 
Granger, dovresti smetterla di pensare a me, altrimenti la pozione non ti riuscirà mai.
 
Hermione strappa velocemente un pezzo di pergamena e riprende la penna d’oca da sotto il banco. Inizia a scrivere, velocemente.
Non è da lei fare queste cose… Malfoy la sta contagiando!
Ripiega velocemente il bigliettino e lo spedisce – con un dolce colpo di bacchetta – al destinatario, che aspetta sorridente.
Draco Malfoy apre il bigliettino sul banco, incurante delle regole e degli sguardi curiosi della sua amica Pansy  seduta di fianco a lui.
 
Chi ti dà questa presunzione di credere che tu sia al centro dei miei pensieri, Malfoy?
 
Il giovane Serpeverde ghigna, divertito. Prende un altro pezzetto di pergamena e scrive velocemente, con la sua grafia nobile. Pansy si sporge un po’ per leggere e ridacchia, scuotendo la testa.
 
Mi vorresti forse dire che non è così, Granger?  Non sapevo che anche voi dolci Grifondoro foste in grado di dire menzogne, credevo fosse una qualità ereditabile unicamente da Salazar Serpeverde.
 

Hermione, troppo concentrata sullo scambio di battute che sta tenendo con Malfoy, continua a girare distrattamente il calderone, facendo sorridere la piccola Weasley dietro di lei e lo stesso Malfoy, a più banchi di distanza.
La riccia Grifondoro legge velocemente, sorridendo per quella piccola accusa e comincia a scribacchiare qualcosa su un altro foglietto.
<< Signor Malfoy, lei sicuramente saprà rispondere alla domanda del suo compagno di Casa >> dice il professor Lumacorno, distraendo la ragazza dal suo compito. Guarda in direzione del suo compagno di classe, in difficoltà.
<< Ehm, veramente no… Professore. Mi scusi, non so la risposta >> mormora Draco Malfoy, fulminando la sua amica che cerca di nascondere il sorriso dietro al libro di Pozioni. Il Professor Lumacorno guarda con un leggero broncio il suo alunno migliore, per poi concentrarsi su quelle pippe di Ron Weasley e Dean Thomas. Hermione Granger sorride e scarabocchia un altro messaggio su un altro pezzetto di pergamena.
 
Il sangue si Tarantola Messicana può causare prurito ed infezioni:  ecco qua la risposta per il professore, Malfoy. Piuttosto elementare, in effetti.
Forse sei tu, che stai pensando a me?  

 
 
Hermione raddrizza la schiena, fiera.
Draco sorride, colpito.
“Sì, Malfoy. Pensavo a te”
“Sì, Granger. Sto pensando a te”
 
 
<< Ehi Parkinson! >> se ne esce la piccola Weasley, sedendosi tranquillamente sulla panca del tavolo Serpeverde, in Sala Grande.
Pansy Parkinson smette di giocare a scacchi magici con il suo amico Blaise per prestare attenzione alla strana Grifondoro.
<< Weasley, è territorio nemico >> mormora scherzando lei e aggiustandosi appena la cravatta verde-argento. Ginny fa una leggera smorfia.
<< Cosa non si fa per amicizia… >> borbotta, incuriosendo la neretta.
<< Parla, Weasley, che c’è ? >> chiede schietta Pansy.
<< Ti volevo parlare di… Malfoy >> comincia Ginny diventando più seria dopo aver osservato l’occhiata scambiatasi tra il nero Blaise Zabini e la sua amica.
<< Cosa posso dirti su Malfoy, Weasley? >> chiede pacata Pansy Parkinson, più curiosa che mai. Blaise prende distrattamente un libro dalla borsa a tracolla della sua amica, intento a lasciar loro un po’ di privacy.
Apparentemente.
<< Che rapporto c’è fra di voi? >> chiede diretta la Grifondoro.
Pansy aggrotta la fronte, confusa. << Ti manda la Granger? >> chiede
Ginny scuote la testa. << No, era una mia curiosità. Sembrate molto… intimi >> dice, confessando l’ansia del suo amico Seamus.
Pansy sorride dolcemente. << Perché lo siamo, Weasley. Draco ed io abbiamo un rapporto molto intimo e confidenziale >> ammette la ragazza, colpendo la rossa.
Ginny guarda la Serpeverde con un moto di stizza. Lei e Malfoy stanno insieme, eppure lui fa lo schifoso – perché ora non le verrebbe termine più adatto – con la sua migliore amica e lei ci prova con il dolce Seam?!
Pansy Parkinson sorride, cosciente di aver creato scompiglio nella mente della giovane Grifondoro. Blaise, dopo qualche secondo ancora di silenzio imbarazzante tra le due ragazze, si decide ad intervenire.
<< Non farti strane idee, Weasley >> mormora lui, guardandola intensamente.
Ginny rivolge la sua attenzione al ragazzo seduto in fronte a lei, confusa.
<< Pansy e Draco non stanno insieme, so che stai pensando a questo >> continua lui, sorridendo appena. Ginny torna a fissare la Parkinson, confusa.
Questa sorride divertita, scuotendo appena la testa.
<< Siamo migliori amici e basta, Weasley. Puoi placare la Granger >> ammette lei, divertita. La rossa Grifondoro si alza, leggermente indispettita.
<< Veramente è Seamus Finnigan che ora potrò placare, Parkinson. Ringrazierei Zabini, se fossi al posto tuo >> mormora lei, andandosene.
Pansy Parkinson sbianca.
Blaise Zabini scoppia a ridere, facendo girare metà tavolata verso di loro.
 



Buon pomeriggio! oggi è stato il mio primo giorno di scuola, eppure sono ancora qui...uffff già non ce la faccio più.
che ve ne pare di questo capitolo? lo so è un po' di transizione, ma lascia trasparire delle emozioni dei nostri protagonisti...
ho fatto comparire il dolce Ron, che giustamente una di voi (GRAZIE) mi ha fatto notare che non lo avevo ancora considerato...sì beh, che ve ne pare della sua reazione? il dolce impulsivo Ron per me è cresciuto, vi piace così?!
abbiamo ottenuto la confessione diretta di Hermione - con la propria coscienza -, Seamus che è incerto e un po' imbranato...Pansy, Draco... non trovate che fosse necessario?
ho già in mente la scena della ronda, ma intanto non volevo lasciarvi a secco per troppo tempo. ora pubblico e torno a scrivere... voi però fatevi sentire, per piacere :) !!! mi piacciono così tanto le vostre recensioni!
La McGranitt ho scoperto tipo ieri sera a mezzanotte... era davvero una giocatrice id Quidditch e si è veramente sposata!!! diciamo che l'emozione di Ron nel raccontare la notizia è simile al mio sbigottimento nello scoprirlo! pazzesco...
Swatch è il nome dello scrittore del volume di Trasfigurazione, già che dettagli :)
La pozione polisucco...boh cercavo una pozione difficile e ho trovato lei :) poi allora ci ho aggiunto il ricordo del secondo anno...
basta, concludo qua!
aspetto i vostri pareri e spero che questo capitolo vi piaccia, anche se non vi emozionerà particolarmente!!!
Chiara

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque. Molliccio Gonfiabile Vomitoso ***


<< Sta fermo, razza di idiota! La pozione ti si sta incollando tutta addosso… Che schifo!! Mi spieghi come diamine avete fatto a far esplodere i calderoni di quelli del terzo anno? >> esclama Hermione Granger strappando poco delicatamente un ciuffo di capelli rossi dal suo migliore amico nel tentativo di togliere quella melma azzurra e appiccicosa dalla sua testa.
Ron ed Harry sono seduti nel bagno di Mirtilla Malcontenta con un’alquanto divertita Ginny ed una Hermione livida di rabbia.
Ron mugola dolorante ma non si tira indietro, lasciandosi torturare.
Harry cerca di staccare un po’ di pozione gommosa dalle lenti dei suoi occhiali, invano. Ginny, con una spugna e la bacchetta in mano, cerca delicatamente di pulire il viso del suo amato Bambino che è Sopravvissuto.
<< Non è colpa nostra Herm, te l’abbiamo detto… >> mormora in difesa del rosso Harry con voce candida.
Ron annuisce con fervore, cercando di enfatizzare la frase del suo amico.
<< E di chi sarebbe la colpa, sentiamo!? >> esclama Hermione, scocciata.
<< DI MALFOY! >> esclamano in coro i due Grifondoro con enfasi.
Hermione smette immediatamente di grattare via un po’ di pozione dal collo del suo amico Ron, confusa.
Ginny si concentra unicamente sulla sua amica.
<< Come Malfoy? >> chiede la rossa.
Harry indossa nuovamente gli occhiali – ancora sporchi di pozione – e annuisce.
<< Ormai erano finite tutte le lezioni e Ron mi stava mostrando uno dei nuovi prodotti… sì Herm, diTiri Vispi… >> comincia Harry notando il sospiro della riccia diciottenne.
<< … E insomma mi stava mostrando il Molliccio Gonfiabile Vomitoso … >>
<< Il nome è ancora in fase di sperimentazione, ovviamente! >> dice Ron, azzittendosi però immediatamente : Hermione lo sta fulminando con lo sguardo. Harry tossisce appena, per riportare l’attenzione su di sé.
<< Insomma questa creazione, lo dice la parola stessa… creerebbe un Molliccio finto, ma con tutte le sue caratteristiche originali >> dice Harry.
Hermione lo fissa, confusa << E Malfoy cosa centrerebbe? >> chiede
<< Eh, sì. Ora ti dico. Beh… Ron me lo stava facendo notare e arriva Goyle che me lo strappa di mano per giocarci… Sì insomma… Noi forse gli siamo andati un po’ contro per riottenerlo, è vero, e a quel punto anche Nott e Zabini si sono messi in mezzo per screzio… Insomma qualcuno di noi nella mischia lo attiva… >> continua Harry, preso. Hermione geme piano, immaginandosi il resto della storia.
<< E il molliccio prende vita, Herm! È in fase sperimentale, ma solo io lo sapevo! Questo molliccio, sentendo tutte le paure delle persone presenti nelle vicinanze, impazzisce! Roba da matti, ti giuro! Inizia a trasformarsi in genitori crudeli, serpenti, squali, vampiri, ragnacci schifosi, Dissennatori… Tutto contemporaneamente, girando come una trottola impazzita per tutta la classe di pozioni! >> esclama infervorato Ron, divertito ed esaltato ancora dal ricordo.
Hermione si siede per terra, incrociando le gambe << E? >> chiede piano, timorosa.
<< E qui arriva il bello… Cercavamo tutti di placarlo, con incantesimi vari e Goyle ha pure iniziato a lanciargli contro delle pozioni che trovava sulla cattedra… Nott e Zabini potrebbero aver addirittura usato qualche incantesimo di Magia Oscura, non saprei… Ero troppo impegnato per ricordarmi quel maledetto incantesimo che ci insegnò Lupin… >>
<< ÈRidikulus, Ron! Per l’amor del cielo, non ve lo ricordavate?! >> squittisce quasi Hermione, fissando sconvolta tutti e due i suoi amici.
Harry impreca piano, ricordandosi di quel buffo incantesimo.
<< Ridikulus! Oh, bravissima Hermione! Mi veniva qualcosa tipo Ricciulus…Brantolus… Hai indovinato, era quello l’incantesimo! >> dice sorridente Ron, ignorando la faccia scandalizzata di Hermione.
<< E Malfoy?! >> chiede Ginny, intervenendo.
<< Sì beh, in tutto questo putiferio ad un certo punto entra in classe Malfoy e il Molliccio impazzisce del tutto! Si gonfia e inizia ad espandersi a dismisura, assumendo più forme contemporaneamente… ma in maniera più nitida! Herm, ci siamo ritrovati con un mostro multiforme in classe e tutto quello che ho a dirti è che la faccia del Molliccio era un intruglio disgustoso tra… Voldemort e Bellatrix >> termina la frase in un sussurro Harry, guardando l’amica sgranare gli occhi.
“Le più grandi paure di un Malfoy sono il suoSignore e la sua amataZia”
<< E poi? >> chiede interessata la piccola di casa Weasley.
<< Malfoy ricordava perfettamente l’incantesimo… Dopo qualche secondo di smarrimento ha impugnato la bacchetta e l’ha urlato con rabbia… e il Molliccio è esploso mooolto violentemente… e voi ora capite perché siamo in questo stato a raccontarvelo >> conclude Harry, sorridendo.
Hermione scuote la testa, ancora incredula e orripilata…
E triste, perché chissà cosa deve aver provato Draco nel trovarsi faccia a faccia con la sua paura che si distingueva nettamente da tutte le altre.
La riccia Grifondoro si rialza in piedi e si mette di nuovo al lavoro, incurante delle lamentele di Ronald Weasley.
 
 
 
<< Io propongo l’espulsione di Potter e Weasley seduta stante, Minerva >> brontola la voce di Severus Piton dal suo quadro.
<< Non essere così duro con questi ragazzi, Severus. >> mormora invece il quadro di Albus Silente.
Minerva McGranitt siede compostamente alla scrivania dell’ufficio, gli occhi ancora fissi sul lembo del suo mantello, macchiato di pozione azzurra e melmosa.
<< Ho già provveduto a togliere venti punti a testa, Grifondoro e non. Ma ne ho aggiunti quindici al signor Malfoy perché so che è stato l’unico a pronunciare l’incantesimo corretto, almeno lui! Ho messo in punizione i signori Potter, Nott, Zabini, Weasley e Goyle insieme, sperando che non si scannino >> racconta la Preside della scuola, facendo sbuffare Severus e sorridere amabilmente il suo caro Albus.
<< Ben fatto, Minerva cara. >> asserisce Albus, lisciandosi la lunga barba.
Minerva sorride lievemente all’uomo dipinto nel quadro, tornando poi a lavorare.
 
 
 
 
 
<< Pansy! Che diavolo ci fai tu nello spogliatoio masch… >>
 
 
 
 
 
<< Mi stai dicendo che Pansy è andata da Finnigan, ora? >> chiede Blaise Zabini, curioso. Draco espira lentamente, annuendo.
<< A fare cosa?! >> chiede ancora il nero Serpeverde.
<< “Una cosa importante” ha detto lei. >> commenta pacato il biondo, facendo spallucce.
Blaise Zabini annuisce e si siede con l’amico sulla panca del giardino interno della scuola, silenzioso. Draco gli offre una sigaretta.
Blaise l’accende velocemente e se la porta alle labbra.
<< Amico, tu lo sai vero che Finnigan è nello spogliatoio maschile con tutta la squadra Grifondoro di Quidditch? >> chiede piano, scettico.
Draco sorride, divertito. << Hanno appena finito l’allenamento, lo so >> conferma.
 
 
 
Pansy si stacca lentamente dalle labbra di Seamus Finnigan, contenta.
È ancora stretta addosso a lui, le braccia intorno al collo e le gambe intorno alla sua vita. Il sapore di un dolce bacio ancora sulle sue labbra carnose.
Finnigan sorride, piacevolmente confuso.
<< Ciao >> gli dice lei con voce dolce, sorridendo.
Seamus sorride, inebetito.
<< Ciao >> dice una voce, ma non è la sua.
È la voce del battitore Jimmy Peakes che, come tutti i giocatori di sesso maschile della squadra di Quidditch della Casa Grifondoro, esce dalle docce degli spogliatoi con un semplice asciugamano in vita.
Pansy strabuzza gli occhi, staccandosi immediatamente dal corpo di Seamus.
I ragazzi Grifondoro scoppiano a ridere di gusto, facendo partire un fragoroso applauso e qualche battuta un po’ volgare.
Seamus, ancora con addosso solamente i pantaloni, afferra la mano di Pansy e se la porta alle labbra, baciandola piano. << Forse è il caso che mi aspetti fuori >> le mormora all’orecchio, divertito.
Pansy annuisce imbarazzata e si defila oltre la porta dello spogliatoio, chiudendosela velocemente alle spalle.
Si appoggia al muro di fronte, chiudendo gli occhi e regolarizzando il respiro.
“Che figura di merda…” si dice.
Dallo spogliatoio riparte un fragoroso applauso contornato da fischi e risate sguaiate.
<< E Finnigan è andato… Ooooollé ! >> si sente in coro.
Pansy sorride appena, lasciandosi cadere per terra, le spalle al muro.
“Ollé”
 
 
 
 
 
<< Granger per quale motivo ti trovo nel bagno dei Prefetti anche se la nostra ronda è iniziata? >> chiede scettico Draco Malfoy entrando piano.
Hermione si riscuote dai suoi pensieri, alzandosi di scatto.
Fissa Malfoy per qualche secondo, poi scuote la testa.
<< Sono già le 22.00 ? >> chiede piano lei, confusa.
Draco Malfoy le si avvicina, mettendosi di fronte.
<< Sono le 22.00 e mezza, quasi >> mormora il biondo Serpeverde, forse preoccupato.
Hermione strabuzza gli occhi e afferra, senza neanche farci caso, la mano del giovane Serpeverde, trascinandolo fuori dal bagno.
<< Scusami, Malfoy! È che oggi non ci sono con la testa, penso costantemente ad una cosa che ti rig…Ehm che ci riguarda a tutti e non mi rendo neanche conto di quello che succede. >> snocciola velocemente la giovane Grifondoro, camminando a passo svelto per i corridoi.
Draco la segue confuso, ancora mano nella mano.
<< Potrai perdonarmi? >> chiede d’improvviso Hermione, fermandosi e girandosi di scatto verso di lui. Occhi negli occhi, corpi ravvicinati.
Draco si trova inevitabilmente a sorridere dolcemente, nonostante l’attesa l’avesse fatto infuriare. Con la mano libera le scosta un ricciolo ribelle dal viso.
<< Tutto bene, Granger? >> chiede solo.
Hermione sorride, annuendo.
Riprendono a camminare, sciogliendo quella stretta.
 
 
 
<< Ho sentito dire da un ragazzo di Corvonero, che l’ha sentito da una certa Misha di Tassorosso, che Pansy Parkinson ha fatto irruzione nello spogliatoio maschile per baciare Seamus Finnigan! >> sussurra un ragazzino di quinto anno, Grifondoro, al suo amico di stanza. Ginny alza appena la testa dal suo libro, captando velocemente la discussione di quei due impiccioni.
La Sala Comune ha una pessima eco, dovrebbero saperlo.
Sorride appena, contenta.
“E brava Parkinson, prendi in mano la situazione”
 
 
 
 
 
<< Mi stai dicendo che da qualche parte ci stanno dei ragazzi di quinto anno che preparano delle pozioni illegali? >> chiede curiosa Hermione, affiancando il suo compagno di perlustrazioni all’interno di un’aula vuota.
<< Qualcosa del genere, Granger… Una soffiata interessante, non trovi? >> risponde lui prima di richiudere la porta e avviarsi nuovamente per il corridoio.
<< Anonima questa soffiata, Malfoy? >> chiede lei.
Draco si gira appena per guardarla, ghignando << Non proprio, Granger >> ammette. Hermione inarca le sopracciglia, scettica.
<< Chi te l’ha detto? >> domanda la riccia Grifondoro, curiosa.
Draco ridacchia piano, scuotendo la testa << Nessuno, Granger. >>
Hermione, indispettita lo supera, fermandolo.
<< Ora lo voglio sapere! >> esclama.
Draco ride << Non fare la bambina con me, Granger >> le dice all’orecchio, superandola.   
Hermione Granger fissa il vuoto davanti a sé per qualche secondo, piccata.
<< Malfoy voglio sapere da chi è uscita questa idiozia! Magari la voce non è neanche vera e tu dai retta al primo ciarlatano che passa! Oh beh, complimenti! >> dice furibonda la Granger, tornando all’attacco. Draco sorride.
<< Mi stai dando del credulone? >> chiede
<< Certamente >> ammette lei, aprendo velocemente l’aula 441. Vuota.
<< Solo perché non ti voglio dire da chi sia partita questa soffiata? >> continua lui, divertito. Hermione sbuffa e lo supera.
<< Quello è solo un’attenuante, Malfoy >> replica Hermione, indispettita.
Draco raggiunge la sua compagna con poche falcate, e la ferma afferrandola per la vita. Le si affianca. << Me l’ha detto una certa Katie Miller, quinto anno Serpeverde. Ha sentito il suo ragazzo che ne parlava con un gruppetto di amici ed è venuta a riferirmelo >> le racconta Draco.
Hermione sbuffa << E perché mai sarebbe venuta a spifferarti le mosse del suo fidanzato? Insomma… io  probabilmente l’avrei fatto… ma a Serpeverde!? >> chiede con una punta di accusa.
Malfoy ghigna, avvicinandosi a lei.
<< Si dà il caso, Granger, che la giovane Katie Miller abbia un debole per me. Molto, ma molto forte. Era il suo modo per entrare nelle mie grazie >> le confessa, soavemente. Hermione arriccia il naso, contraria.
<< È fidanzata >> afferma solo.
<< Non è mai stato un problema, a Serpeverde. Katie Miller ha capito molto bene come funzionano le cose >> mormora senza distogliere gli occhi da quelli di lei.
<< Mi stai dicendo, Malfoy, che le ragazze Serpeverdi non si fanno scrupoli per entrare nelle tue grazie…o nelle tue lenzuola, per intenderci ? >>chiede Hermione, fastidiosamente risentita.
“Ma che diavolo…?”
Draco ride << Le Serpeverdi sono le più audacie >> conferma il biondo, sorridendo.
<< O le più squallide, ma dipende dai punti di vista >> risponde piccata Hermione, distogliendo lo sguardo da quegli occhi così beffardi “e …belli”
Hermione Granger apre con forza l’aula 463 trovandola, sfortunatamente per la sua improvvisa intolleranza ai Serpeverde, vuota.
<< E si può sapere perché non hai direttamente messo in punizione il fidanzato di questa Katie-sono–follemente-innamorata-di-Malfoy- Miller, facendo felice la dolce ragazza? >> chiede Hermione, chiudendo la porta della classe.
Draco sorride << E perdermi l’onore di vedere la Salvatrice del Mondo Magico con il suo cipiglio severo, Granger? Non potrei mai >> risponde lui.
Hermione sbuffa, continuando a camminare.
Sorride appena, però.
 
 
 
<< Ehi, Bla >> chiama Theo, distraendo l’amico dal noiosissimo tema sulle diverse classificazioni delle Erbe.
<< Dì >> mormora Blaise, alzando la testa dalla sua pergamena piena di inchiostro.
<< Ti piace la Weasley? >> chiede. Blaise lo guarda.
<< No >> risponde e si china nuovamente sul foglio.
<< Ma hai detto di trovarla carina >> continua l’amico.
<< E questo che centra, Theo? Trovo carina la Weasley, così come trovo carina la Granger e buona parte delle studentesse di questa scuola >> borbotta lui.
Theo annuisce, pensieroso.
Rimangono un po’ in silenzio, poi Blaise alza nuovamente lo sguardo.
<< Mi hai distratto da ‘sto cazzo di tema solo per chiedermi se mi piace la Weasley? >> domanda, confuso. Theo fa spallucce, annuendo appena.
<< Amico, la Weasley non è decisamente il mio tipo. Ed è cotta di Potter, tra l’altro. Ti dico io chi sarebbe il mio tipo… La Greengrass >> replica Blaise, chiarendo la situazione. Theo annuisce, concentrandosi nuovamente sul libro di Aritmazia.
“Materia del cazzo…”
 
 
 
 
 
Mi ha fatto decisamente piacere la sorpresa di oggi, Pansy.
Ti chiedo scusa per i miei compagni di squadra.
Buonanotte, piccola.
 
Pansy legge le poche righe della missiva che ha appena ricevuto e sorride.
Un gesto così avventato, il suo… Dettato unicamente dal desiderio di vederlo e di smetterla con tutti quei giochetti. Pansy ancora non riesce a credere ai propri pensieri, scombussolata dalle farfalle nello stomaco. Seamus Finnigan, dolce Grifondoro, l’ha stregata completamente e già da un po’ di tempo, ormai.
Forse da prima della guerra, addirittura. Ma è il dopo guerra che conta davvero.
Rilegge più volte quel piccola e spegne la luce con un leggero colpo di bacchetta, esausta.
“Buonanotte, Seamus”
 
 
 
Si sentono strani rumori e un leggero vociare dietro alla porta dell’aula  403.
Hermione e Draco si avvicinano, silenziosi e con i sensi allertati.
<< Devi aggiungere un'altra manciata di Polvere Blu, idiota… >> si sente mormorare dall’interno.
Hermione mette la mano sulla maniglia ed è pronta ad aprire, ma Draco la blocca, facendola girare verso di sé. Non sa perché lo ha fatto.
<< Nessuna audace – o squallida – Serpeverde è in grado di entrare nelle mie grazie, Granger. Tantomeno nelle mie lenzuola. E non c’è tattica che funzioni >> le dice piano Draco, lasciandola confusa e piacevolmente rincuorata.
<< Perché ? >> si ritrova a chiedere. Non sa perché lo ha fatto.
Draco sospira, avvicinandosi di più.
Fronte contro fronte.
Occhi negli occhi.
Hermione trattiene il respiro inconsciamente.
<< Perché nessuna di loro possiede uno insopportabile spirito nobile, un’intelligenza brillantemente fastidiosa, un cipiglio severo, uno stupido coraggio che rasenta la follia… >> ammette Draco, sussurrando praticamente sulle labbra di lei.
Spirito nobile, coraggio: Godric Grifondoro.
Intelligenza brillante, cipiglio severo : Hermione Jean Granger.
Un tonfo secco all’interno dell’aula.
Hermione e Draco si staccano, lentamente.
Hermione lo fissa ancora qualche secondo negli occhi, poi distoglie lo sguardo.
La riccia Grifondoro apre velocemente la porta, palesando i delinquenti.
Cinque ragazzi: due tassi, un corvo, una serpe – il fidanzato della dolce Miller – ed un grifone vengono colti con le mani nel sacco.
<< Merda, la Granger >> mormora il giovane Grifondoro, lasciando immediatamente la fialetta di liquido viola cadere per terra.
Nello stesso istante i due tassi, presi alla sprovvista, lasciano cadere più gocce di Muco Siberiano del dovuto all’interno del calderone, che comincia a bollire rumorosamente. Hermione si avvicina di qualche passo, preoccupata.
Il calderone inizia a surriscaldarsi, agitandosi furiosamente sopra al fuoco.
La giovane Granger non fa neanche in tempo a prendere la bacchetta dalla gonna che il contenuto della pozione esplode.
Draco Malfoy l’afferra velocemente per la vita, scaraventandola per terra e mettendosi velocemente sopra di lei, per proteggerla.
I cinque delinquenti si accucciando velocemente sotto ai banchi, chiudendo gli occhi e pregando Merlino che la pozione non abbia effetti collaterali nocivi.
Il liquido rosso caldo e denso della pozione si sparge un po’ ovunque per la classe, colpendo banchi, sedie, muri, persone.
Draco Malfoy fa scudo con il proprio corpo alla Grifondoro, beccandosi buona parte della pozione. Un leggero lamento fuoriesce dalle sue labbra fini, ma d’altronde la pozione brucia da morire.
Hermione ha chiuso gli occhi, spaventata per l’irruenza con la quale è stata tratta in salvo e dolorante per la fitta alla schiena.
Il calderone smette di agitarsi febbrilmente sul fuoco e cade per terra, rompendosi.
Cala in silenzio nell’aula, rotto unicamente dai sospiri dei vari studenti.
<< Voi cinque, mi ricordo benissimo i vostri volti! Andate immediatamente a farvi controllare da Madama Chips, e poi a letto! Domani faremo i conti! >> mormora inviperita la Grifondoro tra le braccia del Prefetto Serpeverde.
Il corvo, la serpe, i due tassi e il grifone si allontanano velocemente dall’aula, tutti sporchi di una pozione non meglio identificata.
Hermione fissa il volto teso del giovane rampollo della dinastia Malfoy, preoccupata. Gli accarezza dolcemente i tratti del viso. Non sa perché.
<< Malfoy? >> sussurra, piano.
In tutta risposta il giovane biondo grugnisce, aprendo piano gli occhi.
<< Brucia? >> chiede ancora lei, spostandogli le ciocche di capelli sporche di pozione dagli occhi. Malfoy sospira e la guarda, un’espressione contrita in volto.
<< No >> mente, ma la smorfia sul viso lo smaschera. Hermione scuote la testa.
<< Tu stai bene, Granger? >> chiede invece lui, guardandola attentamente.
Hermione sorride ed annuisce << Ho preso una bella botta quando ho toccato il pavimento, Malfoy… Ma sto benissimo >> gli dice, facendolo sorridere.
Malfoy non accenna ad alzarsi e la Granger non accenna a fare pressione affinché questo si avveri.
Hermione continua ad accarezzare lievemente il collo di Malfoy, togliendo il più delicatamente possibile i rimasugli di pozione dalla sua pelle e dalle sue spalle.
 
Qualche leggera smorfia si dipinge sul viso del giovane Draco ed Hermione ogni volta si appresta a sussurrare deboli scuse, piacevolmente accettate dal biondo Serpeverde.
<< Ormai sei specializzato in esplosioni di calderoni eh, Malfoy? >> domanda ironica la Granger, guardandolo.
Draco strabuzza appena gli occhi, un gesto impercettibile. Ma si irrigidisce.
<< Ah, lo sai >> mormora solo.
Hermione aggrotta le sopracciglia e cerca di capire il suo sguardo, più distante.
Gli sorride dolcemente, continuando a carezzarlo.
<< Quindici punti alla casa Serpeverde per uno stupido incantesimo, Malfoy. Hai corrotto la McGranitt con il tuo fascino? >> domanda per distrarlo.
Le più grandi paure di un Malfoy sono il suo Signore e la sua amata Zia
Draco ghigna << Fascino, Granger? Non pensavo che anche tu fossi vittima del mio fascino… >> replica lui, mettendola in imbarazzo.
<< Non lo sono affatto >> risponde Hermione, a disagio.
Draco si avvicina ancora di qualche millimetro, ritrovando quell’intimità che cominciava a piacergli << Ah no? >> domanda, ironico.
<< Assolutamente, Malfoy. Mi sei del tutto indifferente >> balbetta appena lei.
Draco ride, scuotendo la testa. Si rialza e aiuta la sua compagna.
Cavaliere.
<< Tranquilla cara, i giovani Malfoy e Granger staranno più che bene… hai detto tu stessa che la pozione non è nociva >> si sente dall’interno dell’aula.
<< Oh no assolutamente, Minerva! Solo che vorrei accertarmi che sia tutto okay >>
Hermione e Draco si allontanano e si avviano verso la porta, per accogliere la Professoressa McGranitt e Madama Chips.
Draco la ferma per un braccio, velocemente. Le sorride, ed Hermione arrossisce.
<< Granger, se ti va, dopo la visita di Madama Chips ci facciamo una chiacchierata nella Torre di Astronomia >> mormora piano lui.
Hermione sgrana gli occhi. Avvampa. Aggrotta le sopracciglia.
<< Ma l’accesso agli studenti è vietato! >> risponde.
Draco ride << Suvvia, Granger! Siamo pur sempre Prefetti >> la incita, lasciando il suo polso per andare ad aprire la porta. I passi delle professoresse sono sempre più vicini.
<< Ci stai, Granger? O hai paura? >> chiede ancora, prendendosi beffe di lei.
Hermione squittisce quasi, offesa. << Paura, io?! Va bene, Malfoy! >> risponde.
Malfoy sorride vittorioso e apre la porta. Madama Chips compare con Minerva McGranitt al seguito
<< Oh, ragazzi come state? >> chiede la Medimago, preoccupata.
Hermione sorride appena.
<< Niente di cui preoccuparsi, Madama >> risponde cortese Draco.
Madama Chips inarca le sopracciglia, scettica << Questo lo deciderò io, signor Malfoy! Ora seguitemi in Infermeria, prego. Signorina Granger, lei per prima >> dice con tono autoritario prima di incamminarsi nuovamente per il corridoio deserto. Hermione supera Draco e si incammina.
Un lievissimo scambio di sguardi. A dopo.
Minerva McGranitt li osserva e sorride appena.
I giovani d’oggi… 





Salveeee!!! eccomi di nuovo qua, con il 5" capitolo... spero vi piaccia, spero vi faccia ridere, spero vi emozioni.
Attendo davvero con trepidazione i vostri pareri nelle recensioni, mi pare di aver capito che il capitolo 4 non vi ha fatto impazzire a tutte...ma era statico, lo ammetto! questo almeno dovrebbe essere piu' movimentato...insomma...
PANSY BACIA SEAMUS!!! poi nel prossimo capitolo spieghero' la sua infatuazione { me la inventero' a dire il vero} 
e tutta la storia del molliccio e delle paure di Malfoy...provero' a chiarire tutto nel limite del possibile nel prossimo capitolo!!!!
vi piace??  fatemi sapere ragazze ;) 

un bacio e buonanotte a tutte!!!

chiara

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei. C'è Speranza? ***


Seamus Finnigan si rigira più volte sul letto, non riesce a riprendere sonno.
Al di là delle tende del suo baldacchino Ronald Weasley russa profondamente. Qualcuno si agita nel sonno e può essere solo Harry, si sa.
Neville è silenzioso.
Seamus sospira e prende la bacchetta, mormorando un fievole Lumos e mettendosi a sedere sul letto, il busto poggiato allo schienale del letto rosso-oro.
Si passa una mano sulla fronte, leggermente sudaticcia.
Un incubo. Sempre lo stesso. Urla, pianti, sangue, lampi verdi. Silenzio.
“…la confusione fu coperta da un’altra voce che rimbombò nella Sala. Era acuta fredda e chiara: impossibile capire da dove venisse, sembrava uscire dalle mura stesse, come se, alla pari del mostro che un tempo aveva controllato, vi fosse rimasta assopita per secoli”
Seamus chiude con forza gli occhi, cercando di scacciare il ricordo.
 
“ << I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. >>
 
<< Potter è laggiù! Qualcuno lo prenda! >>
 
L’aria esplose… il mondo andò in pezzi.
 
Poi il mondo divenne dolore e penombra…
Il fianco del castello era esploso.
Un grido lancinante.
 
<< No…no…no! >> urlò qualcuno  << No! Fred! No! >> “
 
Seamus geme piano, tremante.
 
“Urla i dolore lacerarono l’aria: i duellanti si dispersero, i Mangiamorte come gli Hogwartiani, e schizzi di luce rossa e verde volarono in mezzo ai mostri.
 
<< … Se continuerete a resistere, morirete tutti, uno per uno… Lord Voldemort è misericordioso... >> “
 
Il giovane Grifondoro sbatte il pugno sul materasso, cercando di sopprimere l’urlo.
La loro professoressa McGranitt li aveva avvertiti, all’inizio dell’anno.
La guerra avrebbe lasciato degli strascichi indelebili.
Tornare a casa, perché Hogwarts è la loro casa, non sarebbe stato facile.
Ma c’era speranza, in fondo al cuore di ognuno di loro.
 
 
 
 
<< Pansy racconta un po’, come sono questi Grifondoro? >> sussurra Dafne Greengrass infiltrandosi al’interno delle tende del letto a baldacchino della Serpeverde dai capelli neri. Pansy si mette a sedere, sorridendo.
Dormono tutti nel castello, tranne loro.
“E Draco e la Granger” pensa velocemente, contenta per l’amico.
Dafne, un’elegante treccia bionda a tener buoni quei capelli lunghissimi, si infila sotto le pesanti coperte – ma d’altronde a Serpeverde fa più freddo, si sa - e si accovaccia per bene, coprendosi fin sopra al mento.
Il leggero riflesso delle acque verdognole del Lago che proviene dalle finestre è l’unica fonte di luce.
Pansy sospira, avvicinandosi all’amica e accovacciandosi anch’essa.
<< Di chi vuoi sapere? >> chiede
<< Oh, parti da Peakes! >> sussurra con trasporto la bionda, sorridente.
Pansy ridacchia, scuotendo la testa. << Peakes è un gran fico, Daf. Ti giuro! >> mormora facendo ridere la sua compagna di stanza. << Ha una voce così sexy >> mormora la bionda Serpeverde, ricordando una loro misera conversazione.
<< Peakes è sexy. >> borbotta Pansy.
Dafne sospira annuendo e si avvicina ancora di più all’amica, curiosa.
<< E Seamus Finnigan? >> sussurra
<< Seamus è così… dolce, Daf! Da diabete, quasi >> mormora Pansy, sorridendo al ricordo di quel bacio così importante per lei.
Dafne storce appena la bocca, contraria, ma è la forza dell’abitudine.
<< Ti piace tanto? >> domanda piano, fissando il volto oscurato della sua amica.
<< Sì >> un fievole sussurro. Danfe sorride al buio, contenta per Pansy.
<< Mi ricordo ancora quando, all’inizio della guerra, mi dicesti che saresti andata a dare un bacio a Finnigan prima che uno dei due morisse >> mormora Danfe, ridacchiando. Pansy probabilmente arrossisce al ricordo, ma è buio.
<< Per Salazar! Per fortuna non l’ho fatto! >> borbotta Pansy, ricordandosi di quella scena.
 
 
<< Dafne!! >> esclama un’agitata Pansy Parkinson rincorrendo la sua amica per tutto il corridoio del terzo piano. Non c’è più nessuno in giro, si stanno tutti preparando allo scontro imminente. Fa freddo nelle ossa, eppure è quasi estate.
Un gelo improvviso è calato nelle vite di tutti gli studenti.
Dafne finisce di legarsi la treccia e si gira, seria << Dimmi >>
Pansy le si avvicina e si guarda intorno, circospetta ma non sa perché.
<< Mi piace Seamus Finnigan >> mormora. Dafne la guarda negli occhi e sorride appena, tristemente. << Bel momento per rendersene conto, Pansy >> dichiara fredda. Pansy sospira << Lo so >> ammette, sconsolata.
Danfe Greengrass, cercando di risollevare appena l’umore dell’amica, sorride appena << Un Grifondoro, eh? >> chiede con una finta smorfia.
Il suono di un tuono squarcia il silenzio della notte. Pansy e Dafne si guardano negli occhi, le bacchette pronte per essere impugnate e il terrore di morire palesemente visibile in volto.
<< Meglio di un Tasso! >> risponde Pansy, cercando di scacciare il terrore.
<< Che intenzioni hai? >> domanda velocemente Dafne, notando con la coda dell’occhio un gruppo di ragazzi che si incammina verso la Sala Grande.
È quasi ora.
Pansy sbuffa << Moriremo, oggi. Lui per la sua follia Grifondoro, io per essere sempre stata dalla parte sbagliata >> dichiara lei, atona.
<< E allora prova a cambiare le cose >> risponde Dafne, avvicinandosi di un passo.
<< Come? >> chiede Pansy.
<< Va’ da lui, Pansy. Scegli, ora o mai più. Schierati con lui, contro i tuoi. Decidi >> mormora veloce, andando contro tutti i propri ideali.
Pansy strabuzza gli occhi, scandalizzata.
<< E tu? >> domanda piano. Dafne scuote appena la testa << Io ho scelto >>
<< Resti per Teo? >> sussurra Pansy. Dafne distoglie lo sguardo imbarazzata.
Annuisce impercettibilmente.
<< … Tradire il Signore Oscuro per…Seamus? >> mormora Pansy, terrorizzata.
Dafne fa una smorfia e prende in mano la bacchetta, osservandone la linea elegante. << Se ci dice bene, Potter si ucciderà per sconfiggere il Signore Oscuro e riuscirà nel suo intento >> commenta sprezzante, la leggera nota di speranza appena udibile. Pansy annuisce appena, spaurita.
<< E se Potter non ce la fa? >> domanda. Dafne rimane in silenzio.
Pansy scuote la testa e mormora << Penso che andrò a salutare Finnigan per l’ultima volta. Forse già che ci sono lo bacio, almeno non avrò rimpianti quando sarò un fantasma! >> e si gira, lasciando Dafne da sola per il corridoio.
“Se Potter non ce la fa, non c’è più speranza”
 
 
 
Draco spinge con forza la porta della Torre di Astronomia ed entra.
La Granger non c’è.
Non è venuta, non verrà.
Draco si guarda velocemente intorno, disgustato da tutto e tutti.
La Torre, i ricordi che rievoca, il suo interesse per la Granger, il suo rifiuto.
Si appoggia alla balconata e si accende una sigaretta, rabbrividendo appena per il freddo – e per i ricordi -.
Odia quel posto.
Aspira per bene, sentendo il pregiato gusto del tabacco babbano ritoccato sulla sua lingua. Trattiene il fumo, chiudendo gli occhi.
Un brivido freddo gli sale per la colonna vertebrale.
Rilascia il fumo che si condensa in una grande nuvoletta bianca.
 
“ << No >> gemette la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei cubicoli.
<< No… dimmi che cosa c’è che non va… io posso aiutarti >>
<< Nessuno può aiutarmi >> rispose. Stava tremando.
 
<< Non posso farlo… Non posso… Non funzionerà… E se non lo faccio presto… dice che mi ucciderà… >>.
Stava piangendo: le lacrime scorrevano sul volto pallido e dentro il lavandino sudicio. Singhiozzò e deglutì.”
 
Draco trema al ricordo.
 
“ << SECTUSEMPRA! >> gridò Harry dal pavimento, agitando furiosamente la bacchetta. Il sangue schizzò dal volto e dal petto di Malfoy come se fosse stato colpito da una spada invisibile. Barcollò all’indietro, lasciò cadere la bacchetta dalla mano afflosciata e piombò sul pavimento allagato.
Aveva il viso lucido e rosso; le sue mani bianche raspavano il petto zuppo di sangue. Tremava in maniera incontrollabile, in una pozza di sangue.”
 
Draco Malfoy scuote la testa ed aspira un altro tiro di sigaretta
<< Maledetto Potter >> borbotta appena.
 
“ << Draco, Draco, tu non sei un assassino >> .
<< Come fa a saperlo? >>
 
<< Lei non sa di che cosa sono capace, lei non sa che cosa ho fatto! >>
<< … è tutto l’anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi… così deboli, in verità, che m chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso… >>
 
<< Io non ho paura! Dovrebbe averne lei! >>
<< Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti… >> ”
 
Draco sente un leggero rumore e si gira, forse speranzoso.
Non c’è nessuno.
Torna a guardare davanti a sé, il cielo coperto da grossi nuvoloni , perso nei suoi ricordi.
 
“ << Perché non mi ha fermato allora? >>
<< Ho provato, Draco >>
 
<< Come facevi a comunicare …? >>
<< Monete stregate >>
<< Non è il sistema usato l’anno scorso dal gruppo che si faceva chiamare Esercito di Silente? >>
<< Sì, ho preso l’idea da loro. Ho preso anche l’idea di avvelenare l’idromele dalla sporca Mezzosangue Granger … >> ”
 
Draco sorride appena, un sorriso amaro.
La sporca Mezzosangue è stata il centro dei suoi pensieri negli ultimi giorni.
E lei non è venuta. Giustamente, secondo Draco.
 
“ << Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia! >>
<< …Posso aiutarti Draco. >>
 
<< Passa dalla parte giusta, Draco… tu non sei un assassino >>
La mano con la bacchetta tremava.
 
<< Ora, Draco, presto! >>
 
Piton spinse rudemente Malfoy di lato.
 
<< Severus… ti prego… >>
<< Avada Kedavra! >> ”
 
Malfoy guarda in basso, oltre le merlature del parapetto.
Trema. “Stupida notte” pensa, accendendosi un’altra sigaretta.
 
“<< Allora, Draco. È lui? È Harry Potter? >>
<< Io non…non sono sicuro. >>
 
<< Guarda, Draco, non  è quella Granger? >>
<< Io… forse… sì >>
 
<< Draco guardalo! Non è il figlio di Arthur Weasley, com’è che si chiama… ? >>
<< Sì. Può darsi >>
 
<< Draco, porta fuori questa feccia. Se non hai il coraggio di finirli, lasciali in cortile, ci penserò io >>.
 
<< Tutti tranne… tranne la Mezzosangue >> Bellatrix separò Hermione dagli altri prigionieri tagliando le corde, poi la trascinò per i capelli al centro della stanza.
 
Si levò un terribile urlo.
 
Hermione urlò di nuovo e anche Bellatrix gridava.
<< Dove avete preso questa spada? >>
<< L’abbiamo trovata…l’abbiamo trovata… PER FAVORE! >> Hermione urlò di nuovo.
 
<< Stai mentendo, sudicia Mezzosangue, lo so! Siete stati nella  mia camera Blindata alla Gringott! Dimmi la verità, la verità!>>
Un altro urlo terribile.
 
<< Dimmi la verità o ti giuro che ti trapasso con questo pugnale! >>
 
<< RISPONDIMI! CRUCIO!>> ”
 
Malfoy suda freddo al ricordo di quella sera, di quella vista.
La Granger torturata davanti ai suoi occhi. Una ragazza della sua età.
Innocente.
Troppi innocenti erano morti. Troppi cari.
 
“ << T-Tiger >> tossicchiò non appena riuscì a parlare.
<< è morto >> ”
 
Si immagina velocemente i corpi di Theodore Nott e Blaise Zabini stesi in una pozza di sangue, morti come il suo amico Tiger, come quel Weasley e tanti altri ancora. Immagina velocemente Pansy Parkinson brutalmente uccisa da Greyback.
Il biondo Serpeverde butta con rabbia il mozzicone di sigaretta oltre il parapetto, passandosi più volte la mano tra i suoi capelli lisci.
Sente dei rumori di passi e questa volta non si gira.
Tanto lei non verrà.
 
 
 
<< Vi hanno cioccato eh? >> mormora Theodore Nott vedendo i due ragazzi di Serpeverde entrare in Sala Comune con i musi lunghi.
<< Malfoy e quella bisbetica mezzobabbana della Granger >> borbotta il più basso dei due, Homer.
Il fidanzato di Katie Miller sbuffa, infastidito << Che strega! >>
Blaise Zabini, comodamente appoggiato allo schienale del divano in pelle, ghigna
<< Non vi conviene più parlare della Granger in quel modo, ragazzi. >> mormora, suadente. Theo ridacchia.
<< Anzi, non vi conviene più parlare della Granger. Punto. >> rettifica
<< Perché? >> domanda Homer, confuso.
Blaise Zabini si sporge appena in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia e dice
<< Hermione Granger è tabù per tutti voi, d’ora in poi. Qualunque commento, positivo o negativo che sia, non verrà più tollerato qui a Serpeverde. >>
Theo annuisce e si avvicina ai due ragazzi, confusi.
<< Marchiatevelo addosso e riferitelo. >> mormora serio,  un luccichio negli occhi.
<< State scherzando? Insomma…la Mezzosangue…>> inizia Marcus Bott, il fidanzato dell’audace – o squallida,ma dipende dai punti di vista - Serpeverde.
Blaise tira fuori la bacchetta, rigirandosela tra le mani. << Dicevi, Bott? >>
Marcus chiude immediatamente la bocca.
Homer strabuzza gli occhi << Merda >> mormora.
Tutti e tre gli altri Serpeverde presenti in Sala si girano ad osservare il ragazzo di quinto anno, confusi.
Homer guarda prima Theodore, poi Blaise.
<< Ecco perché. Malfoy se la fa con la Granger! Altrimenti non si sarebbero mai spalmati uno addosso all’altra sul pavimento. Per la merda secca di Godric, è davvero tabù la Granger! >> snocciola con velocità il giovane ragazzo, sconvolgendo tutti. Theo fa segno ai due di andarsene in camera e si siede vicino all’amico.
<< Porco Godric…la Granger? >> continua a mormorare sconvolto Bott da dietro la porta dei dormitori maschili.
Theo e Blaise si concedono un altro goccio di Firewhiskey, poggiandosi allo schienale del divano di pelle.
Blaise poggia il bicchiere sul tavolino di fronte a loro e fa un leggero colpo di tosse, ottenendo la piena attenzione del suo amico.
<<Spalmati uno addosso all’altra sul pavimento?  >>
 
 
 
 
 
 
<< Sei così silenzioso, Malfoy, che pensavo stessi ancora da Madama Chips >> sussurra una voce alle spalle del biondo diciottenne. Hermione è sulla soglia della Torre di Astronomia, ferma e sorridente.
Draco chiude velocemente gli occhi ed espira. È venuta.
<< Pensavo avessi cambiato idea, Granger >> risponde lui, senza voltarsi.
Hermione aggrotta le sopracciglia e fa qualche passo avanti, ruotando velocemente la bacchetta con un colpo fluido del polso.
<< Non vedo perché avrei dovuto >> mormora lei, fermandosi a pochi passi da lui.
<< Sei in ritardo, pensavo che l’idea di passare altro tempo con me non ti entusiasmasse più >> ribatte lui, provato dai ricordi e dal dolore del rifiuto.
Hermione lo sfiora appena con la mano, ritirandola subito dopo.
Malfoy non si gira, ma trema appena.
<< Ho allungato  un po’, ma perché mi era venuta un’idea >> sussurra lei.
Draco si gira finalmente a guardarla, serio.
Hermione scorge delle ombre nel suo sguardo e ne vorrebbe parlare, ma non ora.
Sorride dolcemente al suo co-Prefetto e agita di nuovo la bacchetta, facendo fluttuare nell’aria due scope tenute nel magazzino per gli allenamenti.
Malfoy vede spuntare queste due scope dalla rampa di scale e sorride appena.
<< Volevi volare, Granger? >> chiede.
“…con me?”
<< Pensavo che di notte sarebbe stata una bella esperienza >> mormora lei, timida.
“…con te”
Draco guarda il cielo, improvvisamente nuvoloso.
<< Non hai già volato di notte, Granger? >> domanda ironico. Lo sa che è così.
Hermione annuisce appena << Ma mai per il perimetro di Hogwarts. Con un cielo così >> mormora, guardando poi il cielo. È brutto tempo.
<< Promette pioggia, Granger. Di che cielo parli? >> risponde divertito.
Hermione Granger sbuffa e lascia cadere le scope al suolo.
<< Benissimo, Malfoy. Non c’è bisogno di fare tanto l’antipatico. Bastava dire che non volevi. >> borbotta piccata e si siede per terra, vicino alle scope.
Non capisce proprio il perché.
Malfoy la osserva, così dolce e allo stesso tempo così orgogliosa.
Seduta a gambe incrociate, il viso imbronciato e i capelli disordinati.
Non vuole? Certo che vuole.
Si avvicina a lei e si china, arrivando ad essere alla sua stessa altezza.
Hermione Granger rifiuta categoricamente di guardarlo, offesa.
<< Granger! >>
<< E se fossi io a volerlo? Se ti chiedessi io di venire a volare con me? >>
<< Allora sarebbe tutto un altro discorso, Malfoy. Tu chiedimelo, intanto >>
<< È una promessa allora, Granger. >>  ”
 
Una promessa.
Draco prende delicatamente il mento della giovane Grifondoro con due dita, invitandola a guardarlo. Hermione lo incenerisce con lo sguardo.
<< Voleresti con me, Granger? >> domanda piano lui, sorridente.
Hermione sgrana gli occhi. Una promessa.
Sorride di nuovo << Con piacere, Malfoy >> risponde Hermione alzandosi ed afferrando entrambi i manici di scopa.
Malfoy la blocca e la guarda, divertito << Due manici, Granger? Perché? >> chiede appena, vedendola arrossire. Hermione, mantenendo lo sguardo su di lui, poggia nuovamente a terra una delle due Nimbus 2000.
 
 
 
 
<< Senti freddo, Granger? >> domanda a voce alta Draco Malfoy, mentre sfrecciano senza freni nel cielo. Hermione si schiaccia il più possibile contro il petto caldo di Draco e scuote la testa << Sto benissimo >> urla di rimando, facendolo sorridere, contento.
Fa un freddo cane.
Draco stacca lentamente una mano dal manico di scopa e circonda con delicatezza la vita della Granger, cercando di moderare le azioni. Hermione segue con lo sguardo le mosse del biondo Serpeverde e, quando sente il suo braccio che la stringe a sé, inizia a sentire quasi caldo.
Malfoy le fa uno strano effetto.
Draco, dal canto suo, sa benissimo che per ottimizzare il volo sono necessarie entrambe le mani, ma non vuole perdersi questa opportunità. Rallenta leggermente e sale più in alto, verso i nuvoloni neri che minacciano pioggia.
Hermione si sporge appena in avanti, prontamente trattenuta dal braccio di Malfoy che la tiene vicino a sé, preoccupato.
<< Voglio solo guardar giù, Malfoy >> protesta allegra Hermione, sfiorando appena con la propria mano le dita fredde di lui.
Draco allenta leggermente la presa.
La capanna di Hagrid spicca in mezzo al nero più assoluto.
La luce accesa brilla in contrasto con il buio generale. Del fumo esce dal camino.
“Speriamo solo non sia un altro uovo di drago” pensa ridacchiando da sola.
Hermione, con molta fatica, riesce a distinguere la Foresta Proibita dal resto della natura circostante: la Foresta è una macchia ancora più scura.
Si riappoggia a Malfoy con leggerezza, serena e felice.
Draco stringe la presa sulla vita di lei, involontariamente.
Entrambi girano la testa verso destra, contemplando il mastodontico castello.
La roccaforte della magia d’Inghilterra.
Casa.
Hogwarts si staglia in tutto il suo splendore, le guglie delle torri che cercano di toccare il cielo così nuvoloso, le mura così spesse da sembrare indistruttibili – perché, purtroppo, indistruttibili non lo erano state – ma capaci lo stesso di dare quel senso di sicurezza che solo la propria casa può dare.
Hermione riconosce la vetrata dell’Ufficio del Preside, con la luce ancora accesa.
La sua amata Professoressa non si dà pace.
La terza finestra in alto è destra è quella del dormitorio femminile Corvonero, la stanza di Luna e Cho.
Draco individua la Torre di Astronomia e più in là il Lago Nero.
Sull’altra facciata del castello, molto in basso, si trova il dormitorio Serpeverde.
 
 
 
<< Malfoy, non hai mai sognato di diventare un giocatore di Quidditch? >> domanda Hermione all’ennesimo giro intorno al Lago Nero.
Il vento gelido inizia ad entrarle nelle ossa, ma non vuole accettarlo.
Sta così bene tra le braccia di Draco.
Draco, così concentrato sul corpo della giovane Grifondoro dolcemente appoggiato al suo, si riscuote dai suoi pensieri.
Sorride. << Penso sia stato il sogno di ogni bambino, Granger. >> mormora al suo orecchio. Hermione sbuffa, non capendone la ragione.
 << Davvero? Anche il tuo? >>
<< Diventare Mangiamorte non è mai stato in cima ai miei desideri, Granger. Sicuramente l’essere Cercatore, Pozionista o Cavalcatore di Draghi Siberiani mi piaceva di più >> commenta lui, raggelando involontariamente Hermione.
<< Pessima battuta, Malfoy >> mormora seria la giovane Grifondoro stringendo velocemente con una mano il braccio sinistro di Malfoy, quello intorno alla sua vita. Sotto agli strati di stoffa c’è il Marchio Nero.
Lo sa lei come lo sa lui.
Una sferzata di vento gelido li colpisce in pieno, facendoli rabbrividire.
Draco Malfoy stringe maggiormente la Granger a sé, immergendo il volto in quella chioma disordinata e ribelle di ricci scuri.
<< Perdonami >> mormora solo, talmente piano che Hermione teme di esserselo inventato.
Perdonami per la battuta.
Perdonami, perché ho il Marchio Nero.
Perdonami, perché sono un Malfoy.
Perdonami, perché ti ho sempre trattato male.
Perdonami, perché non riesco più a starti lontano.
Rimangono un ancora così, cullati dalla consapevolezza che, alla fine, c’è pur sempre speranza.
Draco Malfoy ha il Marchio Nero. Hermione Granger non se ne cura più.
 
 
 
<< Minerva cara, forse dovresti lasciare tutto e andare a riposarti un poco. >> mormora dolcemente Silente, inforcando gli occhiali dalla montatura a mezzaluna e aggiustandosi velocemente le pieghe del mantello.
Minerva McGranitt posa lo sguardo sul quadro in parte illuminato dalla luce della sua lampada ad olio. Chiude stancamente gli occhi, massaggiandosi le tempie.
<< Devo finire di rispondere a tutti questi genitori, Albus. Devo assicurarmi che le relazioni dei Prefetti e dei Caposcuola siano corrette…devo…>> inizia ad elencare Minerva, stanca.
<< …andare a dormire, sì. Devi andare a dormire, cara. I fogli posso aspettare, la tua salute no. Cosa ti preoccupa? >> la redarguisce dolcemente Albus, azzittendo la sua adorata collega.
Minerva fissa il dipinto del suo amato Preside e sospira.
<< Tutto, Albus. Ho paura di non essere…all’altezza >> ammette piano.
Distoglie velocemente lo sguardo, osservando oltre la grande vetrata del suo studio: ha cominciato a diluviare improvvisamente ed un lampo squarcia il cielo nero e nuvoloso.
 
 
 
Malfoy poggia elegantemente i piedi per terra, nella Torre di Astronomia, fermando la scopa con una veloce pressione del polso verso il basso.
Hermione scavalca il manico di scopa e fa un paio di passi indietro, rintanandosi il più possibile al coperto.
Draco poggia la scopa per terra e segue la sua compagna al riparo dalla pioggia.
Il diluvio è iniziato di getto, mentre stavano facendo un lento giro sopra il limitare della Foresta Proibita, di nuovo sereni. Il lampo di luce ha squarciato il cielo e, pochi secondi dopo, erano completamente zuppi. Hermione ha lanciato un urlo di spavento e poi è scoppiata a ridere, sentendo la colorata imprecazione del biondo Prefetto. Draco ha velocemente fatto inversione e accelerando il più possibile l’ha riportata al coperto, anche se inutilmente.
Hermione Granger lo fissa sorridendo, gli occhi luminosi e le guance arrossate dal freddo. I capelli fradici le si appiccicano al viso, così come il maglione rosso e la lunga gonna nera le delineano perfettamente il corpo. Qualche goccia d’acqua dai capelli scivola lenta verso il collo e va a toccare il colletto della camicia bianca, quasi trasparente.
L’eco della risata ancora presente nei suoi occhi allegri.
Malfoy si avvicina piano, scuotendo appena la sua chioma bionda completamente fradicia. Il maglione verde aderisce perfettamente al suo fisico asciutto.
Hermione, quasi inconsapevolmente, ammira la figura di Malfoy dal basso verso l’alto, con attenzione. Draco sorride appena e, a poco meno di un passo di distanza da lei, si ferma.
Si guardano negli occhi.
Hermione Granger ha uno sguardo dolce, inconsapevolmente perso.
Draco Malfoy si avvicina ancora, arrivando a notare le gocce d’acqua che lente scivolando verso il collo.
È più forte di lui.
Si china piano verso di lei e poggia le sue labbra fine e gelide su quelle di lei, morbide ma altrettanto fredde.
Un tocco lieve, che scuote tutti e due.
Si stacca subito, colpevole di un qualcosa che vuole ma non crede di poter fare.
Hermione riapre gli occhi, inconsapevolmente chiusisi mentre avvertiva il fiato fresco di lui sulla sua bocca, e lo guarda.
Draco è rigido, la mascella testa e gli occhi ben vigili.
Perdonami, perché non riesco più a starti lontano.
Hermione Jane Granger, Prefetto Grifondoro, Mezzosangue e Salvatrice del Mondo Magico compie quell’ultimo, mezzo, passo che la separa da lui e si alza in punta di piedi, baciandolo lievemente.
Un tocco di labbra, ora più calde di prima, gentile ma sicuro.
Draco Lucius Malfoy, Prefetto Serpeverde, Purosangue e Feccia del Mondo Magico lascia cadere quelle ultime insicurezze, quelle ultime reticenze.
Prende dolcemente il viso della ragazza con le sue mani gelate ed affusolate e approfondisce il bacio con studiata lentezza, facendola impazzire.
Quando separano le proprie labbra, ormai calde di un bacio così desiderato e tanto atteso, si sorrido complici.
Hermione prende la mano del bel Serpeverde e la stringe dolcemente.
Draco si siede per terra, portando la giovane Grifondoro a fare altrettanto, e copre entrambi con una vecchia trapunta di lana velocemente appellata con la bacchetta.
Un altro tuono illumina la notte nera e buia, Hermione si accovaccia un po’ di più, appoggiando lievemente la testa sulla spalla di Draco che si è acceso una sigaretta, sereno come non mai.
Entrambi sorridono al cielo coperto e al tuono imperioso.
Hermione chiude appena gli occhi, esausta.
I ricordi della giornata passano veloci davanti ai suoi occhi, ricordandole la sua ansia e preoccupazione verso quel biondo che ora sta tranquillamente accanto a lei.
<< Quando ero piccola la mia più grande paura era di rimanere sola. Avevo paura di non riuscire a fare amicizia… credo che Ron abbia influito molto nell’alimentare questo mio terrore, al primo anno. >> racconta piano, gli occhi ancora chiusi e la guancia poggiata sul braccio fasciato di lana verde di lui.
Draco continua a fumare la sua sigaretta, ma è vigile.
Sa che Hermione vuole arrivare da qualche parte, con questo suo discorso.
 
<< Scusami, Malfoy! È che oggi non ci sono con la testa, penso costantemente ad una cosa che ti rig…Ehm che ci riguarda a tutti e non mi rendo neanche conto di quello che succede. >>
 
<< Quel Pezzente non aveva poi tutti i torti, Granger. Sai essere davvero insopportabile, quando vuoi. Anche se non vedo come saresti mai potuta rimanere sola, da dolce e impavida Grifondoro quale sei. Non è un vostro rischio >> risponde piano lui, beccandosi un cazzotto di risposta.
<< Granger! >> borbotta lui fingendo di massaggiarsi la parte lesa e facendo ridere lei.
<< Neanche voi Serpeverde rischierete mai di essere soli, Malfoy. Le alleanze che si creano nella vostra casa possono essere, alla lunga, più solide e durature anche della più profonda amicizia Grifondoro. >> mormora lei, decantando le sue conoscenze.
<< Molto bene, Granger. Un Oltre Ogni Previsione, direi. Un solo errore: le nostre alleanze ci lasciano comunque soli, dentro >> conclude lui.
Hermione si avvicina ancora di più a Draco, inconsapevolmente.
Restano in silenzio ancora per qualche minuto, ognuno assorto nei propri pensieri.
Draco vuole lasciare il tempo alla Granger di decidere se affrontare il discorso o meno. Non vorrebbe, ma non vuole neanche rischiare di perderla per una sua natura così poco loquace.
Hermione sospira, combattuta.
<< Penso che la mia più grande paura, adesso, sarebbe di soffrire. Tanto, soffrire davvero tanto. >> mormora piano, centrando in pieno il discorso.
Draco espira brusco. Ecco il discorso.
<< Penso tu abbia già affrontato la tua paura >> mormora secco, ricordando le torture di Bellatrix Lestrange, sua zia.
Hermione trema appena, per il freddo e per i ricordi.
<< Credo che in parte quell’episodio abbia maturato in me questo terrore, sì. >> ammette piano, colpendo Draco.
Malfoy serra velocemente gli occhi, cercando di non ringhiare qualche imprecazione contro i suoi parenti e di mantenere il suo famoso controllo.
<< Ma penso di essere arrivata alla conclusione che si può soffrire anche indirettamente, Malfoy. Non credo che una Cruciatus sia più dolorosa della sofferenza di un tuo caro >> sussurra ancora la Grifondoro.
Draco aggrotta le sopracciglia. << Pensi di poter sopportare una tortura a suon di Cruciatus ma non puoi sopportare le lacrime di San Potter, ad esempio? >> chiede brusco.
Non capirà mai la mente di Hermione Granger.
Hermione sospira e scuote la testa. Cerca la mano del Serpeverde sotto alla coperta di lana e la stringe di nuovo, dolcemente.
Dopo qualche attimo di esitazione, Draco ricambia la stretta.
<< Penso che essere torturata, di nuovo, farebbe male quasi quanto vedere un… Draco Lucius Mafoy che viene torturato >> sussurra, scandendo bene il concetto.
Poteva dire Harry Potter, Ronald Weasley… ma voleva che lui capisse.
Che capisse il concetto.
Che capisse il suo coinvolgimento, inconsapevole e involontario.
Draco gira le testa e posa un lungo bacio sulla fronte di lei, respirando profondamente. Non se l’aspettava.
Ma ha capito.
E, suo malgrado, è felice di sapere che quel trambusto interiore che sente non lo deve affrontare da solo, ma con lei.
<< Cosa vuoi che ti dica, Granger? >> sussurra arreso tra i suoi capelli, dolce.
Hermione sorride appena sentendo quel tono di voce e quella supplica implicita.
<< Harry mi ha raccontato la storia del Molliccio... >> comincia piano, sentendo Draco sospirare pesantemente tra i suoi capelli ancora bagnati.
<< …volevo solo sapere come stessi >> conclude, dolce e intimorita.
Draco chiude gli occhi e pensa.
<< Sono una feccia del Mondo Magico, mia dolce Salvatrice. Continuo inesorabilmente a rappresentare per molti tutto ciò che avete combattuto e non posso negare di aver voluto far parte di quel tutto, per un po’. >> dice lui, facendola rabbrividire. Hermione si rende conto che è difficile estirpare l’erba cattiva, che non è bastata la morte di innumerevoli persone.
Ci sarà sempre qualcuno pronto a disprezzare il prossimo.
<< Potter ti ha detto delle mie paure? >> continua Draco, << … Li sognavo la notte, Granger. Nel Manor mi stendevo sul letto con la bacchetta in mano, pronto a scattare per qualsiasi rumore. Il Signore Oscuro banchettava nella mia Sala da Pranzo, con i suoi seguaci, comandando mia madre come se fosse una sua schiava e quel disperato di mio padre.
Bellatrix si divertiva a forgiarmi come apprendista, a suon di Cruciatus. Mi faceva assistere a torture più disparate e poi duellava con me, senza regole e finche non mi ritrovavo per terra, a vomitare anima e sangue, pregando di morire.
La cosa più triste, sai qual è?  
Ero convinto di quello in cui credevo, nella purezza del sangue e tutto. Ti ho chiamato Mezzosangue, ho desiderato la tua morte… Dio… Ero fiero di essere stato notato dal Signore Oscuro, quando poi era tutta una tattica per vendicarsi di mio padre. Ricordo ancora il dolore, quando mi marchiò. Anche in quell’occasione, desiderai morire… Ad un certo punto ho iniziato ad avere dei dubbi.  Vedere Nagini che strisciava per i pavimenti di marmo del Manor, vedere la professoressa Burbage che cade morta sul tavolo da pranzo, davanti ai miei occhi… solo perché simpatizzava con i babbani!   
Già al sesto anno, quando non sono riuscito ad uccidere Silente, ho capito che non ero…in grado di essere come loro. Quando poi ho visto tutto il resto, quando ti ho vista stesa nella mia sala, in preda alle torture di Bellatrix – vedere anche te, simbolo dell’innocenza -… ho capito che… non volevo più essere come loro. >>  
Hermione si rende conto di aver trattenuto il fiato solo quando espira profondamente, alla fine del discorso. Non si è neanche resa conto di aver cominciato a piangere silenziosamente, finché Draco non si è chinato su di lei per asciugarle dolcemente quelle lacrime con le sue mani fredde.
<< Non piangere per me, Granger. Non lo merito >> sussurra pianissimo, contro le sue labbra. Hermione apre la bocca per rilasciare un gemito strozzato e chiude con forza gli occhi, cercando di frenare le lacrime.
Draco, scosso dalla visione della Grifondoro in lacrime per lui, asciuga le sue stille salate con dolci baci, sussurrando lievissimi “ Basta, Hermione. Basta ” contro la sua pelle surriscaldata dalle labbra di lui.
<< Shhh >> sussurra infine sulle labbra di lei, prima di catturarle in un dolce bacio.
Hermione si lascia guidare dalle sensazioni e si lascia trasportare dalla maestria del giovane Serpeverde.
Quando si staccano di nuovo, la riccia Grifondoro sbadiglia, facendo sorridere il giovane compagno.
<< Sarà meglio che ti riporti al sicuro nella tua Torre, Granger >> mormora lui alzandosi in piedi e tirando su la sua co-Prefetto.
Cavaliere.
Hermione intreccia le dita con quelle di lui e si avvia giù per le scale, di nuovo serena. Draco guarda velocemente dietro di sé, oltre la grande porta della Torre di Astronomia: il cielo si sta riaprendo.
Forse, c’è speranza.




Eccomi qui! in grandissimo ritardo rispetto al solito, lo so.
chiedo scusa ma...avevo seri dubbi sul capitolo e poca fantasia :) si prospettava come un capitolo serio e avevo sempre paura di non rendergli gisutizia.
i ricordi che vedete scritti in corsivo sono presi dai libri 6 e 7 della nostra mitica Rowling...eccezion fatta per quello di Pansy che mi sono inventata di sana pianta :) e per quelli successivi di Draco ed Hermione che si riferiscono ai capitoli precedenti!
"c'è speranza" ? chi lo sa, la storia è pressoché finita, manca solo l'epilogo (per dare la possibilità a tutte le coppie di avere la loro fine -lieta o meno- )
chiedo veramente scuuuuuuuusa per il ritardo, spero che sia stato perdonato con questo capitolo che non è corto :) ----sommo piacere--- ahhahaha
non vedo l'ora di sentire i vostri pareri, per me moooooolto importanti.
e poi, vorreste un happy ending? potete dirmelo, anche se la mia idea in mente già ce l'ho :) 
vi ringrazio per tutto, perché mi seguite, mi leggete, mi recensite ( <3 ) e mi sopportate
Chiara


questo è quello che è uscito fuori.
il volo, di notte, insieme...di nuovo. era una promessa, no? e dovevo anche screditarmi per aver descritto poco l'altro volo.
il capitolo è quasi unicamente incentrato su di loro, anche se qualche piccolo flash su gli altri ragazzi hanno contribuito a spezzare un po' la tensione...
il bacio, tanto atteso...Draco ha l'impulso, Hermione ha la ferma convinzione che non sia sbagliato.
è tutto così "inconsapevole" per Hermione, le emozioni che prova che credea di conoscere, spero di aver reso l'idea.
Draco, arrendevole che racconta tuttto... è OOC, vero. mi sono presa la libertà di immaginare le sue emozioni, chiedo scusa :)
mmm penso di non dovervi dire altro, non so.
scrivetemi anche di Pansy, di Dafne, di teo e di Blaise...del dolce Seamus... :) 
buona notte

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette. Quella bolla intorno a noi ***


Il concitato chiacchiericcio all’interno della Sala Grande, decine e decine di gufi dal piumaggio vario che planano da altezze diverse per direzioni diverse, i piatti di portata sempre e comunque stracolmi di prelibatezze, fogli di pergamena che passano di mano in mano – per dare un’ultima occhiata ad un esercizio – e il soffitto immenso che rimanda al tempo sereno della fresca giornata di metà Aprile. Il freddo Febbraio non c’è più. Marzo è volato via.
<< Ron, piantala! Avete avuto una settimana per preparare questo tema, non pretendere di venire a copiare ora da me! >> replica severa Hermione Granger strappando dalle mani del suo migliore amico dai capelli rossi i suoi preziosissimi venti fogli di pergamena in cui il giorno prima - “e solamente il giorno prima!” - aveva scritto il suo tema per la professoressa McGranitt.
Harry Potter, dall’altro lato della tavolata Grifondoro, sbuffa disperato passandosi una mano tra i suoi capelli neri e chiude gli occhi, sbattendo con poca delicatezza la testa contro il piano di legno. “Non me ne va bene una! Prima Ginny che non riesco più a capire e non facciamo altro che litigare ultimamente…ora questo maledettissimo tema!” urla nella propria mente, disperato.
La boccetta di inchiostro alla sua destra si rovescia sul suo tema appena abbozzato, facendolo imprecare e sbattere nuovamente la testa contro il tavolo.
Ginevra Weasley, alla sua sinistra, ridacchia piano versandosi un altro po’ di succo di zucca nel calice. Per quanto il suo fidanzato possa essere un Troll senza sentimenti in questo ultimo periodo, vederlo così impacciato la rende – involontariamente – incline a perdonarlo.
  Ron non gli presta neanche attenzione, troppo impegnato a fare gli occhioni dolci alla sua migliore amica.
<< Hermy, dolcissima, bellissima Hermy…ti supplico! Gli do solo un’occhiata! Veloce! Non copierò neanche una riga, te lo giuro! Ai M.A.G.O. farò un figurone, vedrai!>> piagnucola il rosso Weasley facendo storcere il naso alla Grifondoro al suono di quel nomignolo mostruoso.
Hermione addenta una sua frittella dolce e con un veloce colpo di bacchetta ripulisce la pergamena di Harry, ancora con la fronte premuta contro il tavolo.
Fissa Ron con sguardo severo, poi sospira << Questa, Ronald, è davvero l’ultima volta! Ai M.A.G.O. scordati della mia esistenza, devi cavartela da solo! Altrimenti come troverai un lavoro? >> esclama esasperata prima di riconsegnarli il suo tema di Trasfigurazione.
Ron, letteralmente in brodo di giuggiole, lancia un urletto acuto e si fionda ad abbracciare la sua amica, goffamente.
<< Oh Dio, Herm…sei la migliore! Unica! Santa! Ti amo da mor…oh Merlino, no… fai finta che questo non te l’abbia detto…Miseriaccia, pensa se mi sentisse Malfoy…>> esclama il rosso staccandosi dall’amica, viola dall’imbarazzo.
Hermione Granger getta una veloce occhiata al tavolo dei Serpeverde e poi riporta il suo sguardo di fronte a sé.
<< Non dire assurdità, Ron, è tutto okay. Non copiare parola per parola altrimenti ti farò evanescere anche l’ultimo neurone che ti permette di giocare a Quidditch decentemente! >>  borbotta velocemente lei prima di lasciargli una lieve carezza sul viso. Prende i suoi libri e si alza, dirigendosi a passo sicuro verso il corridoio.
Harry alza il viso dal ripiano rugoso del tavolo, la guancia sporca di inchiostro.
Ron ridacchia alla vista del suo amico e si mette a copiare, riga per riga, tutto il tema, tralasciando però tutti quei termini che neanche saprebbe leggere.
Lavanda Brown si avvicina a Ron con la scusa di afferrare un bombolotto alla crema: ovviamente ha sentito tutta la conversazione.
<< La Granger sta diventando una vera Serpe, eh Ron? “Ti farò evanescere anche l’ultimo neurone che ti permette di giocare a Quidditch”, oh ma sentila! Questa è la pessima influenza che Malfoy ha su di lei >> gli dice cospiratoria.
Ginny Weasley sbuffa sonoramente e si alza, decidendo che in quel tavolo c’è davvero troppa poca aria. Harry le lancia una veloce occhiata e poi torna al suo compito. “Dopo ci parlerò” si ripromette. Sa che risolveranno tutto, ne è certo.
Poiché non ottiene risposta, Lavanda si avvicina ancora di più al rosso Grifondoro, sfiorando la sua gamba con la propria << Una come lei giusto con Malfoy potrebbe stare, un figlio di Mangiamorte! >> continua a esclamare.
Ron ed Harry alzano lo sguardo dai rispettivi compiti e lo puntano sul volto truccato della bionda Grifondoro.
<< Hermione non è di certo una. È la strega più intelligente del Mondo Magico, Lavanda >> ribatte serafico Harry, facendola arrossire.
Ron annuisce e continua << E Malfoy non è così…male. Ed io ho davvero un neurone solo impegnato a farmi giocare a Quidditch, lo so benissimo. >>
Lavanda, punta in viso e tinte le guance di un intenso color cremisi, si alza e se ne va. Harry e Ron scoppiano a ridere, poi Ron scuote la testa
<< Miseriaccia, ho dovuto dire che Malfoy non è poi così…bleah! >> finge un brivido e ritorna al suo compito, sorridendo.
 
 
 
<< Spiegami un po’ questo passaggio, Granger. >> mormora piano Draco Malfoy, chino alle spalle di lei per leggere meglio la pagina del libro. La Biblioteca è quasi vuota e loro sono appartati nell’angolo preferito di lei, in fondo a destra.
Hermione sente il respiro di lui carezzarle la guancia sinistra e rimane immobile, ancora tesa. È da così poco tempo che è successo tutto …questo…e lei sente già un… qualcosa…di così intenso nascerle dentro.
<< È la spiegazione del paragrafo precedente, Draco… >> inizia, chiamandolo per nome come ormai è solita fare quando sono da soli. Draco sorride, consapevole che lei non lo potrà vedere. Adora sentirla pronunciare il proprio nome.
<< … il morso di Arcontula Hibernatera provoca alcune specifiche reazioni che il mago Kurtis ha studiato ed elaborato nel suo viaggio in Antartide >> continua lei.
Draco si siede accanto, sfiorando con le dita alcune ciocche di capelli ricci e poi il profilo destro della mascella tesa.
Si appoggia sul gomito destro, la testa poggiata sulla mano, e la fissa.
Hermione continua imperterrita a leggere, cercando di non lasciarsi distrarre.
Non sarà la prima volta in cui cercherà di non distrarsi, a dire il vero.
<< Draco >> mormora, gli occhi ancora fissi sulla stessa pagina.
<< Mmh >>
<< Mi distrai >> sussurra imbarazzata.
<< Ah, sì? >> chiede piano lui, compiaciuto.
<< Sì >> borbotta. Draco scosta alcuni riccioli di lato, per vederla meglio.
Sorride appena, notando il suo imbarazzo.
<< Ti distraggo perché ti guardo? >> chiede con tono innocente.
<< Sì >>
<< Ma ti guardo perché sei bella, Granger >> mormora lui, angelico.
Hermione diventa, se possibile, ancora più rossa.
<< Oh, ma per favore. Non sono certo bella, io >> ribatte lei girando la pagina del libro. Ha perso il filo del discorso del dottor Kurtis.
Draco Malfoy si avvicina ancora di più , prendendole il viso e obbligandola a guardarlo. << Sei bella Granger, per me. Ti basta? >> mormora, serio.
Le basta?
Certo che sì.
Hermione annuisce appena, sorridendo. Dracco le regala un sorriso sincero e poi si alza, deciso a lasciarla studiare per davvero.
 
<< Weasley! >>
Ginny rallenta il suo passo di marcia per permettere a Blaise Zabini di affiancarla.
Blaise si aggiusta velocemente il nodo alla cravatta e guarda davanti a sé, continuando a camminare vicino a lei.
<< Zabini, dimmi >> dice piano la rossa Grifondoro, lanciandogli un’occhiata fugace. Blaise tossisce appena, teso.
<< Mi chiedevo se ehm, ecco… >> borbotta, indeciso sul come chiederle una cosa tanto delicata.
Ginny lo guarda appena, sorridendogli per infondergli coraggio.
<< …Ehm, come va con Potter? >> domanda lui.
La piccola Weasley si passa una mano tra i lunghi capelli rossi e sospira.
<< Non va così bene >> risponde e non sa nemmeno perché.
Blaise annuisce, pensieroso.
“Come chiederglielo?”
<< Capisco… però beh, l’amore quello c’è sempre, no? >> continua lui.
Ginny si prende un po’ di tempo per riflettere, forse un po’ troppo tempo.
Lo sa lei come lo sa lui.
<< Sì, c’è. >> mormora piano lei.
“E ora? ”
Continuano a camminare vicini per il resto del tragitto, senza più parlare, ognuno perso nei propri pensieri.
Di fronte all’aula di Aritmazia, Ginny si ferma.
<< Blaise, cosa vorresti chiedermi? >> chiede piano lei.
Blaise Zabini si guarda un po’ in giro, poi ammira le punte delle scarpe di lei ed infine punta i suoi occhi in quelli tipicamente azzurri di casa Weasley.
“Non ti dirà di no, lo sai. Ormai non ti dirà più di no”
<< Ginevra…>> comincia il Serpeverde, utilizzando il nome di battesimo con studiata lentezza. Ginny strabuzza appena gli occhi, ma si ricompone.
Blaise sospira. “O la va o la spacca”
<< …mi passeresti quel tema di settanta fogli che la McGranitt ha chiesto per domani? >>
Ginny sorride ed annuisce, sconsolata.
<< Certo, Blaise. >> mormora mentre tira fuori dalla sua borsa un plico di fogli un po’ stropicciati. Blaise reprime a stento un urlo di gioia e afferra quelle pergamene, come se fossero sacre.
<< Grazie! >> esclama prima di avviarsi per il lungo corridoio.
Ginny si gira per entrare in classe, << Ah, Weasley? >> la chiama nuovamente il ragazzo di colore. La Grifondoro si gira, confusa.
Blaise le sorride << C’è ancora quell’amore con Potter, Weasley. >> la rassicura, prima di voltarle nuovamente le spalle ed andarsene.
Ginny sorride al nulla.
Sì, c’è.
 
 
<< Signor Malfoy, singorina Granger, salireste cortesemente sulla pedana? >> li chiama il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, Leonidas.
Hermione si liscia la gonna e sale, imbarazzata.
Draco sbuffa infastidito ma la segue a ruota, posizionandosi di fronte a lei.
<< Benissimo. Cari ragazzi, voi che siete più piccoli forse ancora non lo sapete con precisione, ma qui di fronte a voi avete due ottimi studenti, nonché emblemi delle case Serpeverde e Grifondoro per eccellenza, se escludiamo il signor Potter… >> comincia il professore, rivolto ai ragazzi del primo anno.
Hermione guarda i giovani Grifondoro, tutti attenti e desiderosi di stare al posto suo. Quelli di Serpeverde adorano la figura di Draco, carezzandone ogni singolo aspetto. Hermione sbuffa e torna a rivolgere il proprio sguardo di fronte a sé, incontrando quello scocciato di Draco. Vorrebbe sorridergli, ma si trattiene in tempo. Davanti agli altri sono ancora Malfoy e Granger, gli antipodi.
Hermione ritorna con la mente a quel bacio, di poche settimane prima, tre al massimo… poi pensa a tutti i baci successivi, e avvampa.
Draco scorge il rossore sulle guance di lei e ritorna vigile, desideroso di sapere ogni suo pensiero, come sempre.
<< …una dimostrazione pratica di cosa io chiamo eleganza, ragazzi miei. Il signor Malfoy ha alle spalle secoli di lezioni di duelli e il suo stile è sicuramente…regale, dico bene Malfoy? >> continua intanto il professor Leonidas, distogliendo Draco da quella visione rosso-oro.  Hermione arriccia il naso sentendo quella parola.
 “Come se Draco non fosse abbastanza montato di suo…ci manca solo che il professore lo definisca regale”pensa.
Draco annuisce appena, senza scomporsi.
<< Mentre la nostra carissima signorina Granger, la dolce Hermione… ha quello che molti chiamano dono, ovvero un’eleganza e uno stile sopraffini, entrambi interamente perfezionati da autodidatta. >> termina il professore, facendo arrossire nuovamente la giovane strega che risponde con un debole sorriso.
Marcus Leonidas rivolge nuovamente il suo sguardo ai suoi piccoli studenti, allargando le braccia come a voler abbracciare tutta la pedana posta alle sue spalle. << Questo che vedrete sarà forse il duello più emozionante che riscontrerete qui a scuola >> dice con voce sommessa, ammaliando gli studenti.
Marcus si posiziona al centro della pedana, guardando entrambi gli sfidanti.
<< Signorina Granger, signor Malfoy…mi raccomando: un duello pulito, senza Maledizioni o incantesimi Oscuri >> ammonisce serio, scrutando entrambi i suoi studenti. Hermione vorrebbe poter scoppiare a ridere: eccetto qualche Cruciatus per la sua aria indisponente ed altezzosa, non torcerebbe più neanche un capello a Malfoy.
<< Chiaro, Malfoy? >> ribadisce, fissando il Prefetto Serpeverde.
<< La signorina Granger mi supplicherà di andare fino in fondo in breve tempo, professore. Le mie capacità sono note a tutti >> risponde limpidamente il biondo, rivolgendo gli occhi verso l’interessata.
Hermione sbuffa, indignata. << Bacerei un’Acromantula piuttosto che supplicarti >> bercia la Grifondoro, gli occhi illuminati dall’orgoglio.
<< Credo che a breve avrai una schiera di amanti Acromantule al seguito allora…
Granger. Mi supplicherai, eccome! >>  replica serafico lui, facendola avvampare.
Il professore segue questo scambio di battute e poi riporta la sala al religioso silenzio richiesto per i duelli.
<< Benissimo, sono stato chiaro. In posizione: al mio tre! >> esclama il mago prima di scendere dalla pedana e di sistemarsi tra i suoi studenti in prima fila.
Hermione e Draco si guardano negli occhi, lei severa, lui divertito.
<< UNO >> esclama il professore.
I duellanti si danno le spalle per fare qualche passo ancora indietro.
Si girano nuovamente, pronti con le bacchette in pugno.
<< DUE >> continua Leonidas.
Draco ed Hermione sollevano in sincrono l’arma, preparandosi.
<< TR…>>
<< Exulcero! >>  << Protego! >>  esclamano i due maghi sovrastando il professore.
Draco si protegge dall’incantesimo con facilità, prevedendo la mossa della riccia.
<< Signorina Granger! >> urla scandalizzato il professore.
La sua alunna migliore non ha rispettato la prima regola dei duelli!
<< Stupeficium! >>  urla il Prefetto, avanzando di qualche passo.
<< Protego! Tarantallegra!! >> esclama la riccia, muovendosi con grazia verso il nemico.
<< Bombarda!! >> Draco sfugge velocemente dal raggio viola dell’incantesimo e risponde con foga, gli occhi che ridono ma la concentrazione al massimo.
Hermione indietreggia velocemente, evitando il raggio rosso che fa saltare un pezzo di pedana.
Alcuni ulrletti si diffondono per la sala.
<< Tutto qui, Malfoy? Non volevi che ti supplicassi?? >> urla la Granger, sorridendo.
Draco ghigna << Ho tutto il tempo che voglio per sentirti supplicare, mia cara. Aspetta e vedrai >>
Hermione ringhia un insulto e scuote la testa.
<< Impedimenta! >>
<< Stupeficium! >>
<< Geminio!! >> urla la riccia, sdoppiandosi.
Draco ghigna, fiero della sua donna. << Bel trucco, Granger >> mormora, facendo sorridere entrambe le Grifondoro dall’altra parte della pedana.
Il brusio di sottofondo si accentua. Il professor Leonidas si concentra maggiormente.
<< Regholov >> mormora serio il Serpeverde.
Una frusta di fuoco controllabile viene evocata dalla sua bacchetta di biancospino.
Hermione fissa l’esito dell’incantesimo, non riconoscendone il nome.
<< Da parte della famiglia Black. Carino eh, Granger? >> domanda beffardo, agitando lievemente quella lingua di fuoco davanti a sé.
Un concitato mormorio si diffonde per la stanza, la preoccupazione e l’emozione di vedere come andrà a finire questo scontro ben visibili sui volti di ogni spettatore.
Le due Hermione puntano la loro bacchetta contro il giovane biondo, serie.
Draco sorride ad una delle due, iniziando ad agitare in aria la frusta di fuoco.
<< Ti fidi di me, Granger? >> esclama sopra al brusio, con un ghigno alla Malfoy e gli occhi vigili.
Il tono beffardo, lo sguardo minaccioso.
Una supplica ben celata.
<< La risposta mi pare alquanto ovvia, Malfoy >> rispondono leste le due copie.
Draco con un preciso colpo di polso fa scattare la frusta che si infrange con un sonoro scoppio sullo scudo velocemente eseguito dalle due Hermione.
La lingua di fuoco trapassa violentemente lo scudo, sbriciolandolo in mille pezzi, e va a colpire la figura di sinistra, creando un alone di fuliggine e fiamme tutt’intorno. Alcune ragazze urlano, molti sussultano. Il professor Leonidas si appresta ad intervenire mentre le fiamme e la fuliggine si diradano.
Una tosse leggermente rauca è il primo segno che, Grazie a Merlino, qualcuno è ancora vivo.
Hermione Granger, la vera Hermione Granger, avanza di qualche passo per uscire da quella cappa di fumo e polvere, i vestiti bruciacchiati e il viso sporco.
Draco Malfoy la guarda con espressione impassibile, ma dentro è dannatamente felice.
La riccia Grifondoro gli punta la bacchetta alla gola avvicinandosi repentinamente, sorprendendo lui e tutti i presenti in sala. Il professor Leonidas è sconvolto.
Draco non se l’aspettava.
I visi vicinissimi, unica distanza segnata dalla bacchetta della giovane strega.
Hermione e Draco si fissano intensamente.
<< Stai bene >> constata lui, anche se alle orecchie di lei risulta più come una domanda. Vorrebbe sorridere, ma non può.
<< Sono viva >> ammette lei.
<< Godric sia maledetto, mai una buona! >> esclama allora lui, sinceramente più rilassato.
Hermione si lascia distrarre dal guizzo di dolcezza che scorge nelle sue iridi grigie e non lo nota.
Il professore Marcus Leonidas scuote la testa, rassegnato all’evidenza che Draco Lucius Malfoy rimbecillisce la sua alunna migliore.
Draco Malfoy punta velocemente la propria bacchetta all’altezza dello stomaco della sua compagna, scagliandola lontano con un Experlianimus non verbale.
Le urla dei Serpeverde sovrastano i mormorii preoccupati dei Grifondoro alla vista del loro diligente Prefetto svenuta a terra.
Il biondo della stirpe Malfoy si avvicina al corpo della Grifondoro, chinandosi accanto ad essa.
<< Innerva >> sussurra piano, facendo riaprire gli occhi alla riccetta.
Hermione sbatte più volte le ciglia, leggermente rintontita.
<< Mi sa che questa volta ho vinto io, Granger >> sussurra lui, allegro.
Si alza e le tende la mano per tirarla su, davanti a tutti.
Nessuno però nota quel gesto.
<< Signorina Granger, tutto okay? >> domanda preoccupato il professore, avvicinandosi ai due ragazzi. Draco si allontana appena, recuperando quel contegno necessario in presenza di altri.
<< Tutto apposto, professore, Malfoy è riuscito a colpire la Granger sbagliata >> asserisce lei, sorridendo al prof.
Draco annuisce appena, scende dalla pedana per poi essere acclamato dalle giovani ragazze verdi-argento, ammaliate dal suo fascino. Hermione lo guarda mentre sorride pomposo alle sue nuove fan, poi guarda le occhiate torve che i Grifondoro rivolgono loro.
Due mondi così inavvicinabili, così distanti.
È così improbabile, così difficile.
Draco volta il capo e la guarda per qualche secondo appena.
Il cuore di Hermione si scalda nuovamente.
 
 
<< Continuo a non capire cosa voglia ottenere la Megera con questo compito a sorpresa che ci ha messo prima! Insomma, se sai che i tuoi alunni non hanno studiato…vagli incontro, no? >> borbotta Pansy Parkinson gesticolando animatamente e rinfilando tutti i libri nella sua borsa a tracolla di pelle verde.
Dafne, accanto a lei, annuisce senza però stare realmente attenta.
<< Come se io andassi da Blaise, Teo e Draco e gli dicessi che i Grifondoro vinceranno per certo la Coppa delle Case…insomma! Io so che loro sono già emotivamente giù per questa storia, non li aiuto! Non trovi? >> continua a parlare Pansy, allacciandosi velocemente i due bottoni della camicetta lasciati aperti durante l’ora di Creature Magiche all’aperto, sotto il sole.
<< Certo >> risponde Dafne, seguendo poi l’amica fuori dalla biblioteca.
Pansy nota lo sguardo fisso nel vuoto della sua migliore amica.
<< Mi hanno appena detto una cosa interessantissima… >> comincia ancora.
<< Cosa? >> chiede distratta Dafne, guardandosi in giro.
<< Che Neville Paciock ha fatto sesso con la Lovegood e lei è incinta di dodici gemelli Gorgosprizzi >> termina Pansy, guardando seriamente la sua amica.
<< Pazzesco >> mormora ancora assorta la bionda.
<< DAFNE! >> urla a quel punto Pansy, sbarrandole la strada.
Dafne sbatte le ciglia un paio di volte, poi aggrotta le sopracciglia.
<< Che c’è? >>
<< C’è che non mi presti attenzioni da dieci minuti buoni. Che succede? >>
Dafne sospira e chiude gli occhi.
Pansy pensa di sapere perché. 
<< È per Teo? >> domanda infatti. Dafne annuisce, gli occhi ancora ben chiusi.
<< Cosa è successo? >> chiede dolcemente la neretta Serpeverde.
<< Io…sono una cretina >> sussurra quest’altra, cercando di mantenere un minimo di contegno. Pansy poggia la borsa a terra e si avvicina con due veloci passi alla sua amica, abbracciandola.
<< Raccontami >>
<< Io…ieri ero nella Sala Comune a leggere quel libro per Lumacorno…e ho visto Teo. Ci siamo sorrisi e lui si è avvicinato a me… “Ehi tesoro come stai?” mi ha chiesto. Tesoro, ti rendi conto di come mi ha chiamato?! E io ero tipo tutta un ehm, sì…ah…ehm e abbiamo chiacchierato del più e del meno… >> comincia  piano, poi scuote la testa. << Poi è arrivata Sara Nurmiller, quella di 6^ anno. Ha chiamato Teo e si sono messi a parlare. Lui le ha chiesto di uscire e lei gli è saltata letteralmente al collo. >> conclude fredda, recuperando in tutto e per tutto il contegno tipico dei Serpeverde.
Pansy arriccia il naso e poi si allontana appena. << Credo che ci sia qualcosa sotto Dafne. Teo non è mai stato interessato a Nurmiller, ne sono certa! Draco mi parla sempre di questi pettegolezzi… insomma, lo saprei. Sarà una scommessa >> mormora con enfasi la Parkinson, cercando di convincere l’amica.
<< Non mi interessa più, Pansy. Teo…non mi riguarda più. Io posso andare avanti anche senza di lui, ho aspettato troppo. >> risponde severa la primogenita Greengrass, cercando poi di alleggerire la situazione con un sorriso un po’ tirato.
Si china per riprendere la borsa della sua migliore amica, poi riprende il cammino.
Pansy, dopo un attimo di esitazione, segue la sua amica per il corridoio.
 
 
<< Quando avevo otto anni mio padre mi insegnò a volare per i giardini del Manor. Mi ricordo che tutti gli elfi di casa si precipitavano fuori ad ogni mio urlo convinti che fossi caduto dalla scopa! >> ride Draco sedendosi sul letto sella camera Serpeverde. Batte un paio di volte il palmo aperto sul materasso, invitando la giovane Grifondoro a sedersi vicino a lui. Hermione, seppur titubante, si siede.
<< …E così sei sempre stato un cacciatore nell’anima, eh? >> domanda Hermione, accomodandosi vicino a lui, le gambe che penzolano vicino al suolo. Draco nota l’aria beffarda della riccia e comincia a farle il solletico, cercando di cancellarle quella sua espressione ironicamente contrariata dalla faccia.
Hermione inizia a divincolarsi il più possibile, urlano e ridendo, stretta tra le braccia del Serpeverde che la schiaccia contro il materasso, diverito.
<< “Per lo meno, nessuno della squadra di Grifondoro si è dovuto comprare l’ammissione. Loro sono stati scelti per talento” …Ah, che impertinente insopportabile, saccente, ragazzina che eri! >> esclama ad un soffio dalle labbra di lei, ricordando parola per parola il loro scambio di battute al secondo anno.
Parola per parola.
“Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca Mezzosangue”
Si guardano negli occhi, consapevoli di quella frase che aleggia tra di loro, memori di un odio così radicato in loro senza un reale motivo.
<< Mezzosangue >> sussurra Draco avvicinandosi ancora di più al volto di Hermione, rossa in viso e con gli occhi lucidi per l’emozione.
<< Draco >> sussurra allora lei, sorridendo appena.
Draco Lucius Malfoy sospira, rasserenato.
Preme con forza le labbra su quelle di lei ed incastra una sua mano tra quei capelli così indomabili,, dando inizio ad una lunga serie di baci.
 
 
Le scale di Hogwarts si muovono con frenesia, mettendo in difficoltà numerosi piccoli studenti e rallentando i più veterani, che sanno come adattarsi.
<< Potter! Potter! >> lo chiama la McGranitt facendosi largo tra i suoi studenti.
Harry si ferma in mezzo ad una rampa di scale, permettendo alla professoressa di venirgli incontro.
<< Professoressa, mi dica >> dice lui, sorridendo.
Minerva McGranitt posa la sua mano sul corrimano, carezzando lievemente la superficie di marmo.
<< Ho ricevuto numerosi gufi in questi giorni, Potter… Quasi tutti mandati dalle famiglie dei miei studenti, alcuni dal Ministro in persona e dai suoi sottosegretari.
Mi hanno chiesto, diciamo con molta insistenza, di svolgere una cerimonia dedicata alla memoria di tutti gli studenti che sono morti in battaglia, come saprai benissimo >> comincia seria lei, guardando il volto del giovane mago rabbuiarsi.
Come dimenticare?
<< Certo >> risponde semplicemente.
<< Tra le insistenti richieste che mi hanno fatto, la più tenace era quella di farti parlare a questa cerimonia… farti fare un discorso da eroe quale sei >> continua serissima la professoressa, osservando il suo studente chiudere gli occhi.
Harry si toglie gli occhiali e si passa stancamente una mano sugli occhi, poi annuisce. << Va bene >> dice piano.
Minerva McGranitt annuisce, composta << Sapevo avresti risposto così, Potter. Ed è per questa ragione che mi sono presa la briga di rispondere al posto tuo, senza interpellarti prima >> annuncia. Harry annuisce, sconfitto.
Minerva osserva il volto stanco e provato del suo Cercatore, del Bambino Sopravvissuto. Vorrebbe abbracciarlo, stranamente.
Ricorda benissimo il momento in cui Potter la difese da Carrow.
<< Per questo motivo ho detto ai genitori, ai segretari del Ministro e al Ministro stesso, di andare al diavolo >> conclude la professoressa, lasciando sconvolto il giovane mago.
<< C-come? >> chiede Harry, sorpreso
La McGranitt sorride appena. << Ho detto loro che Harry Potter non è carne da mandare al macello, non è un mezzo per pubblicizzare la campagna politica del Primo Ministro né tantomeno è un essere senza emozioni. Ho scritto, in ogni lettera, che la cerimonia si sarebbe tenuta senza il patetico e costretto intervento di una vittima, come tutte le altre. Ho sottolineato la frase Harry Potter è stato vincitore e vinto in questa battaglia, come tutti noi e pertanto in quanto sua Preside proibisco qualsiasi atto di forzatura verso quest’ultimo. Morale e non. Spero di aver inteso bene i tuoi desideri, Potter >> conclude, osservando il sorriso del suo allievo estendersi sempre più.
<< Lei è la migliore, Professoressa! >> esclama Harry, rimettendosi gli occhiali.
Un leggero rossore colora le guance smunte della Professoressa, che scuote appena la testa. << Sciocchezze, Potter. Faccio solo il mio dovere: difendere i miei studenti. Ora, vai a studiare! >>
 
 
<< Non ho idea di che cosa stia succedendo in questa scuola! >> urla Teo uscendo dal bagno della camera Serpeverde. Draco si tira su a sedere nel letto, fissandolo confuso. Blaise si lascia cadere su una sedia, i gomiti poggiati sulle ginocchia.
<< Weasley e Potter litigano in continuazione da qualche giorno ormai!…loro che dovrebbero rappresentare l’amore supremo!!  Pansy salta al collo di Finnigan incurante di essere in presenza di minori IN CONTINUAZIONE…capisco che finalmente ci sia riuscita a conquistarlo, però un minimo di decenza!
Non ridere Blaise!!
E tu Draco sei follemente invaghito di Hermione eppure non hai il coraggio di farti vedere insieme a lei e Salazar solo sa perché !!! Oh, porco Godric…non fare quella faccia, perché è così! Tu Blaise dal non far altro che lusingare Dafne, ora non la guardi neanche più…e DAFNE è decisamente impazzita! Ha seriamente qualcosa che non va nei miei confronti! Per non parlare che è perennemente accerchiata da ragazzi di ogni Casa che le fanno il filo, insomma! Ridicolo! Perché nessuno di noi la controlla? >> esclama gesticolando furioso, senza notare gli sguardi complici dei due suoi amici.
Blaise alza la mano, come se fossero in classe, facendo ridere Draco ma imbestialendo ancora di più il suo amico Teo.
<< Ti rispondo io, amico. Weasley e Potter hanno il ciclo, tutti e due… ma rappresentano ancora quella cazzata che hai detto tu, per questo risolveranno… Pansy ha gli ormoni a palla, ma lo sapevamo tutti, no? Finalmente può starsene con il suo amato e non deve dimostrare niente a nessuno! E il qui presente Draco-io non provo sentimenti – Malfoyè semplicemente un coglione, di prim’ordine. Oh amico, non mi guardare così…perché da come ci racconti – o non ci racconti, il che è tutto dire – di Hermione, si capisce che sei veramente preso! Ma preso preso!! Roba da diabete, dammi retta… Il tuo contegno Serpeverde ti permette di gestire la cosa, altrimenti se fossi stato un patetico Grifondoro staresti osservando la Luna con sguardo perso, sussurrando parole dolci al vuoto, dicendo quanto ami Hermione… mi vengono i brividi solo al pensiero! >> replica il nero Serpeverde, facendo annuire Nott e scuotere la testa a Malfoy.
<< Quello che faccio e non faccio con Her…la Granger, è solo affar mio, chiaro? E poi evidentemente neanche lei è pronta a farsi vedere con me più di quanto non abbiano già visto. Ci hanno visto uscire insieme ad Hosgmeade più volte in questo mese e mezzo! Avranno notato che non ci affatturiamo più… >> cerca di difendersi Draco, borbottando. Teo scuote la testa << Secondo me Hermione muore dalla voglia di dichiarare a tutti che tu tieni seriamente a lei. >> gli suggerisce, piano.
Draco rimane in silenzio, pensoso.
Può essere?
<< E Dafne, invece? Che mi dite di lei? >> chiede ancora Teo, fissando i suoi amici.
Draco cerca di non sorridere, sapendo già la risposta.
Pansy gli ha detto tutto.
Blaise fa spallucce, fingendo indifferenza << Vaglielo a chiedere, Teo. Siete amici da sette anni, per Merlino! Chiedile se le piace qualcuno, se ha qualche problema… >> comincia. Teo impallidisce impercettibilmente, senza neanche rendersene conto.
<< Dici che le piace qualcuno? >> chiede
Draco sbuffa, nascondendo una risata << è un suo diritto, no? >>
<< Ma se fosse un’idiota? Insomma, bisogna proteggerla! >>
Blaise Zabini si alza e si dirige verso il bagno << Teo, Dafne non è tua sorella. Non devi proteggerla da niente e da nessuno. Tutt’al più puoi interessarti a lei. >> mormora prima di scomparire dietro alla porta di legno.
Teodore Notte si guarda le mani, pensieroso.
Draco sorride, sapendo che Teo è già interessato a lei. Anche se non lo sa.
<< Anziché uscire con quelle cretine del 6^ anno che ti sbavano dietro, porta Dafne fuori a fare due chiacchiere, no? >> propone con finto disinteresse. Teo alza la testa e fissa il suo amico. << Dafne ed io…soli? >> domanda.
Draco annuisce.
Teo…annuisce.
 
Seamus Finnigan si alza dalla tavolata Grifondoro e, salutando qualche Tasso e parecchi Corvi, si dirige con tranquillità verso l’ultimo tavolo a destra, quello delle Serpi. Pansy Parkinson gli dà le spalle, intenta in un’animata conversazione con i due battitori della squadra verde-argento.
Seamus con un cenno della testa saluta Nott, Zabini e anche Malfoy, che tranquilli rispondono altrettanto brevemente.
Strana intesa quella tra Grifoni e Serpi.
Si ferma alle spalle di Pansy, studiando velocemente la sua figura magra.
Si china allora verso di lei, spostandole qualche ciocca di capelli e facendola sussultare. << Volevo solo dirti che alle cinque abbiamo gli allenamenti con la squadra, visto che ci teniamo a stracciarvi alla prossima partita. Mi chiedevo se ti potesse far piacere venirmi a vedere, anche se vorrebbe dire toglierti quest’uscita ad Hosgmeade che la McGranitt ci ha dolcemente concesso >> sussurra suadente al suo orecchio. Pansy sorride e si gira, fissando i suoi dolci occhi.
<< Certo >> esclama.
Seamus allora sorride ed annuisce.
Le posa un delicato bacio sulla fronte e si allontana.
Pansy ritorna alla sua conversazione, le guance leggermente più rosse.
Blaise guarda divertito i suoi amici Draco e Teo, notando però quest’ultimo intento a fissare la più grande delle Greengrass.
Blaise Zabini molla una gomitata – tra l’altro per nulla delicata – al suo amico Malfoy, richiamando la sua attenzione. Draco, imprecando, si concentra sulla scena.
Theodore Nott tocca lievemente la spalla di Dafne, che si gira confusa.
<< Ei Daf, dopo hai un minuto per me? >> domanda piano, incerto.
Dafne si morde il labbro inferiore, incerta. Sì o no?
“Ho aspettato troppo”
<< Dipende, Teo. Che succede? >> chiede
<< Ho bisogno ecco, di capire alcune cose. Possiamo parlare un po’ dopo pranzo? >> risponde lui.
Dafne fissa, verso la fine della tavolata, la ragazza di 6^ anno con cui Nott sarebbe dovuto uscire quel pomeriggio stesso. Quella smorfiosa che gli era saltata al collo. Una delle tante che gli moriva dietro.
Theodore segue lo sguardo di lei e si sofferma sulla ragazza, carina ma non così tanto. Sa che deve dirlo << Non ho nessuna intenzione di uscire con quella là, preferisco…ehm…passare del tempo con te e chiarire la situazione >> mormora, stupendo la bionda Serpeverde.
Dafne sgrana gli occhi, colpita. << Oh, ehm…sì…In tal caso, penso si possa fare. >> borbotta, facendo sorridere la Serpe.
<< Potremmo chiacchierare andandocene dai Tre Manici di Scopa, magari. >> propone Theo. “O la va o la spacca”, come gli ha insegnato Blaise.
Dafne resta allibita. << Oh, ehmm…ecco…ehm, sì. Sì, certo! >>
Theodore Nott sorride felice e si rilassa. << Magnifico! Allora ci vediamo dopo, tesoro! >> esclama con trasporto.
Dafne annuisce appena e si rigira, fissando Pansy Parkinson che sorride radiosa.
“Tesoro”
Oh Salazar.
 
 
<< Hermione? >> sussurra piano Draco, allontanandosi da lei e riprendendo a camminare per il corridoio. Hermione sospira, sentirlo pronunciare il suo nome è qualcosa di così raro e sconvolgente che le fa sempre uno strano effetto.
Lei ormai lo chiama sempre Draco, le piace così tanto come nome.
Le volte in cui lui invece l’ha chiamata per nome si possono contare sulle dita di una mano, realizza lei. Evidentemente è una situazione seria.
Si avvicina a lui e gli afferra piano la mano, aspettando che si decida a parlare.
Draco stringe delicatamente le dita di lei con le proprie, pensoso.
Quale migliore occasione di questa per dirglielo?
È nato tutto qui, tra queste ronde notturne.
O forse è sempre stato deciso che sarebbe accaduto tutto?
Sicuramente però la loro vicinanza forzata li ha spinti in un punto di non ritorno, tra le braccia l’uno dell’altra.
Draco si ferma e si passa una mano tra i capelli, teso.
Lo vuole fare? …non lo sa.
Lo fa per lei? Sì
È felice di farlo per lei? Sicuramente.
<< Volevo proporti una cosa >> mormora piano, facendola incuriosire.
Hermione sorride, aspettando.
<< Hermione, vuoi…io vorrei…smetterla di dover moderare ogni mio sguardo verso di te in pubblico. Vorrei poter affatturare ogni tuo spasimante Grifondoro. Vorrei ufficializzare… no okay. vorrei che tu volessi la stessa cosa, in modo da non fare la figura del Grifondoro patetico. >> mormora piano, lasciando confusa Hermione.
<< Grifondoro patetico? >> chiede
<< Hai capito >> risponde lui, teso.
Hermione sorride, felice. << Mi stai chiedendo di non nasconderci più…nel senso di…ufficializzare, perché diciamo che il termine è questo –
anche se non lo vuoi ammettere… - la nostra situazione? >> chiede, esaltata.
Situazione, relazione…
Draco grugnisce e annuisce. Hermione sorride ancora di più
<< Sei sicuro di volerlo? >> domanda.
Draco si perde negli occhi di lei.
Lo vuole?
Luilavuole, per cui sì: lo vuole.
<< Sei sicura di volermi? >> domanda invece lui, riacquistando il controllo delle proprie emozioni e delle proprie decisioni.
Hermione sorride << Mi sa che ormai è un po’ troppo tardi per farmi questa domanda, Draco >> risponde lei, gli occhi che brillano e il sorriso magnifico.
Draco ghigna e si avvicina a lei << Mi sa che ormai è un po’ troppo tardi per farmi questa domanda, Hermione >> dice a questo punto lui, rispondendo al dubbio della sua… fidanzata.
 
 
Pansy Parkinson si sfila il maglione verde con lo stemma della sua casa, legandolo alla vita. Si dirige con passo tranquillo verso gli spalti più alti del campo di Quidditch, in mano il libro su cui Lumacorno vuole basarci un’intera verifica.
Si siede con eleganza su una panca di legno, accavallando le gambe. Dà una veloce occhiata al campo, scorgendo varie figure rosso-oro che volano rincorrendo le varie palle. “Quidditch” pensa con una smorfia.
Scorge Seamus tra quell’ammasso di giocatori e sorride, inebetita.
Apre il libro a pagina 394 e ricomincia a leggere, serena.
Non sarà come uscire ad Hosgmeade per prendersi una Burrobirra, ma a lei va bene così.
 
Ron e Ginny passeggiano lentamente per il parco, aspettando gli altri ragazzi Grifondoro per andare tutti insieme ad Hosgmeade.  Ginny è pensierosa e Ron le passa un braccio intorno alla vita, avvicinandola a sé.
L’abbraccia un po’ goffamente, ma lei ricambia intensamente quella stretta fraterna. Da quando è finita la guerra, il legame che li univa si è intensificato ancora di più. Sono diventati inseparabili.
<< Tutto bene con Harry? >> mormora lui con voce dolce, apprensivo.
Ginny scuote la testa << No, Ron… non riusciamo a passare questo mese senza litigare! Io…non capisco perché! Non mi ama più? >> domanda, ansiosa.
Ron scuote energicamente la testa e allontana Ginny da sé, per poterla osservare negli occhi. << Miseriaccia, Ginny! Se c’è un amore vero in questo castello è proprio quello di Harry nei tuoi confronti! Non dubitarne mai! >> esclama serio, notando lo sguardo triste di sua sorella.
<< Beh, anche Hermione e Malfoy non ci scherzano in fatto di amore… >> mormora lei. Ron fa una smorfia << I dettagli che Herm ti racconta su quanto sia sdolcinato il Furetto tieniteli per te, Ginny! Ho appena finito di pranzare… >> borbotta facendo ridere la giovane ragazza.
Ron sorride, rincuorato << E sappi, Ginny, che Harry ti ama davvero. Me lo dice tutte le sere prima di andare a letto… è abbastanza snervante, a dire il vero. Miseriaccia, devo farvi da consulente matrimoniale? …risolverete, come sempre >>
Conclude, notando la figura del suo amico riccio in lontananza.
Ginny Weasley annuisce, leggermente più serena
Ron la volta in direzione del suo migliore amico, spingendola appena.
<< Vado, vado! >> borbotta Ginny incamminandosi.
Ron sospira e si siede per terra, osservando.
Harry e Ginny si avvicinano piano, timorosi. Lei gli molla un sonoro schiaffo.
Ron storce il naso, non intendeva certo un gesto simile con il concetto “risolvere”. Harry si massaggia la guancia, poi china il capo.
“Miseriaccia, Harry! Hai sconfitto Voldemort ma hai paura di mia sorella?!”
Ginny resta immobile, aspettando evidentemente una sua mossa.
Gesticola velocemente e Ron deduce che lo stia malamente mandando a quel paese. Harry l’afferra per un braccio, facendola fermare.
Ron sorride, fiero. “Vai così, Harry!”
Il giovane Potter afferra la fidanzata per la vita, avvicinandola a sé.
Ron distoglie lo sguardo, decidendo che ora è decisamente troppo anche per lui.
Fissa l’orizzonte, aspettando che quei due piccioncini la finiscano di baciarsi e si uniscano a lui.
 
Dafne raggiunge il giovane Serpeverde poco oltre il grande portone. Teo è poggiato al muro del castello, lo sguardo perso.
Quando però scorge la sagoma della sua bellissima amica bionda, si riprende.
<< Ei >> dice piano, facendola sorridere.
<< Teo >> saluta lei, affiancandolo.
Theodore Nott si prende qualche istante per osservare, forse per la prima volta seriamente, la figura che ha di fronte a sé.
Dafne Greengrass è bellissima, anche se questo lo sapeva già.
Ma è l’attrazione che scopre di provare per lei, che non aveva mai preso in considerazione. Un’attrazione che non si limita al lato fisico –“non ho due prosciutti al posto degli occhi”, Dafne è sicuramente una delle ragazze più sexy della scuola – ma che abbraccia tutta la personalità contorta della giovane ragazza.
Dafne arrossisce sotto allo sguardo penetrante di lui.
<< Dafne, sei bellissima >> dice piano Teo, sorridendo.
<< Grazie >> sussurra appena lei.
Teo scuote la testa. << No, Merlino…non me ne ero mai veramente reso conto. Tu.Sei.Meravigliosa >> continua lui, facendola arrossire ancora di più.
<< Teo, anche tu non sei male >> dice lei, cercando di alleggerire la situazione.
Theodore Nott si lascia trasportare da una fragorosa risata, rilassando anche la bionda al suo fianco. L’afferra dolcemente per la vita, scoprendo di amare quel gesto.
<< Vogliamo andare, tesoro? >> chiede con voce suadente.
Dafne si perde negli occhi di lui << Certo >>
 
Blaise Zabini si avvicina al gruppo di deliziose Corvonero dell’ultimo anno, scorgendo in lontananza la Lovegood che raggiunge quel fesso di Paciock.
<< Signorine, siete tutte bellissime! >> esclama, ricevendo occhiate torve e sospiri disperati. Molte ragazze gli voltano le spalle, incamminandosi verso la passaporta.
<< Senza cavaliere per quest’uscita, meraviglie? >> domanda ancora, irremovibile. Altre due Corvonero si allontanano, parlottando fitto fitto.
Blaise Zabini scuote la testa. Le ragazze sono carine, ma non sono al suo livello.
Sta per girarsi ed andarsene, quando viene fermato da una mano piccola e ben curata. Si gira, curioso. Una rossa studentessa dell’ultimo anno, gli occhi verdi e le labbra carnose, gli sorride. << In effetti, io sarei senza cavaliere >> mormora piano, con finto imbarazzo. Blaise si apre in un meraviglioso sorriso.
<< Oh, mia cara! Io sono qui per questo! Blaise Zabini al tuo servizio! >> esclama lui, facendole un elegante baciamano e facendola ridere.
<< Zara Jolly, piacere >> dice lei. Blaise si innamora di quella voce calda.
<< Il piacere è tutto mio, Zara. Vogliamo andare? >> chiede con voce suadente, porgendole il braccio. Zara ride e contagia il nero Serpeverde con quella sua risata cristallina.
<< Con piacere, Blaise! >> esclama lei, lasciandosi trasportare verso la Passaporta numero 3.
 
 
<< Buongiorno, Granger >> soffia Draco alle sue spalle, facendola sorridere.
Hermione si gira piano, riponendo il libro nella sua tracolla. Alza il viso verso quello del giovane Serpeverde, serio “e magnifico”.
Il piacevole sole di Aprile scalda le guance della Prefetto Grifondoro, rendendole più rosse. I riflessi di colore indefinito escono fuori aiutati dai raggi solari.
Draco osserva il volto della sua ragazza – è ancora strano pensarla in termini quasi del tutto ufficiali – con studiata lentezza, soffermandosi sulle labbra che sa essere tremendamente morbide, sul naso piccolo e dritto, sulle guance arrossate e sugli occhi, di cui forse è innamorato. Forse. Non corriamo troppo.
Hermione si guarda in giro e nota che molti sono gli studenti che – come loro – stanno rientrando in questo istante nel castello per posare la roba ed uscire. È venerdì ed è concessa loro un’uscita straordinaria ad Hosgmeade.
<< Buongiorno Draco >> sussurra allora lei, riportando la sua più totale attenzione al ragazzo che le sta di fronte. Non si erano ancora salutati.
Rimangono fermi a guardarsi per qualche istante ancora, chiusi in quella loro bolla, lontani da tutto e tutti.
Hermione posa delicatamente la sua mano sul torace di lui, carezzando la stoffa liscia della camicia. Draco sorride appena, apprezzando quel dolce gesto.
La Granger passa distrattamente le dita sopra al ricamo verde-argento della cravatta di Draco, continuando a fissarlo negli occhi.
Qualche studente rallenta il passo per osservarli, nota con disappunto il Serpeverde. Tuttavia Hermione sembra non averlo notato. O semplicemente non se ne cura. << Rientriamo? >> chiede piano lui, cercando di non spezzare quella magia. Lei deve posare “quella biblioteca che ha al posto dello zaino”, prima di uscire con lui.
Hermione scuote la testa, esibendo un broncio che tante volte lo ha fatto capitolare. “Ma questa volta no” si dice Draco, sorridendo divertito.
Fa un passo indietro, in direzione del corridoio esterno che porta al castello, ma la mano di Hermione – ancora stretta alla sua cravatta – lo ferma.
Draco fissa prima quella mano così piccola, poi il volto della sua donna.
Hermione Granger sorride, un po’ timida ma tremendamente sicura di quello che vuole, e tira con decisione la cravatta del Serpeverde verso di sé.
Allora Draco Malfoy sorride apertamente, lasciandosi trascinare in basso verso quel viso così tante volte studiato ma sempre così meraviglioso e nuovo.
<< Granger, Granger… cosa devo fare con te? >> soffia Draco sulle labbra di lei, stringendo delicatamente quella mano ancora avvolta intorno alla cravatta verde-argento. Hermione alza appena la testa, avvicinandosi così ulteriormente a lui.
<< Baciami >> sussurra pianissimo lei.
“Amami” probabilmente avrebbe voluto dire, senza neanche rendersene conto.
Draco Malfoy sorride e si china ulteriormente per baciare la sua ragazza, con lentezza. E la bolla intorno a loro diventa inespugnabile.
Hermione intreccia una mano tra i suoi finissimi capelli biondi – quasi di un bianco spettrale – e si alza sulle punte, presa dal bacio. Come sempre.
E Draco si lascia andare, avvolgendo la Granger con le sue forti braccia.
La stringe a sé e la solleva da terra, permettendosi così di approfondire meglio quel semplice bacio del buongiorno. 




Eccomi qua, con tanti giorni che separano questo aggiornamento dal precedente. il capitolo è bello lungo però.
mi perdonate??
è la fine, ve lo posso garantire. tuttavia, avrei intenzione di chiudere come si deve questa storia, con un ULTIMO capitolo.
ho chiuso quasi tutte le finestre lasciate aperte (teo, dafne...pansy seamus, blaise) eppure voglio cocludere per davvero.
l'ultimissimo capitolo quindi arriverà, anche se già con questo vi sarete fatte un'idea dei miei pensieri!
come state??la scuola mi uccide, domani ho il compito di latino e anziché ripassare sto aggiungendo questo capitolo!!! hahahah
vedo che in molte leggete, ma non recensite in così tante...il 2* capitolo ha riscosso ben 13 recensioni e quest'ultimo 6.
non mi lamento, perchè VI RINGRAZIO per l'attenzione che spendete per la mia storia :)
tuttavia mi chiedo, magari non vi piace più come vi piaceva all'inizio? sono caduta nel banale? il mio stile non vi coinvolge più? 
mi piacerebbe sentire il vostro parere, numeroso, in questo capitolo, che mi piace molto...
è tutta una sequenza di flashback che portano alla SCENA presente che leggete, quella non in corsivo.
sono tutte quelle serie di circostanze che hanno fatto sì che voi possiate leggere le ultime righe. capite? i momenti di intimità tra Hermione eDraco, Teo che si apre con gli amici, Pansy e Seamus...  
non volevo allungare troppo, anche se da lettrice devo ammettere che a me sarebbe piaciuto leggerlo... :) magari nella prossima storia sarò più precisa e dettagliata, se ancora mi seguirete!
Per cui vi lascio, con la promessa di un ultimo capitolo. l'epilogo. 

Vi sono cosi grata per il fatto che mi stiate seguendo, mi sono affezionata a voi :) 
Buonalettura e buona notte,
Chiara

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto. La certezza che il sole sorge ad est. ***


<< Shhhhh, sveglieremo tutti! È per di qua >> sussurra ridacchiando una voce dal timbro basso.
Una risata cristallina, malamente trattenuta tra le labbra << Shhhhh >> ripete una giovane ragazza.
<< Ma quanto ti ho fatto bere? >> domanda lui, divertito.
<< Non ho bevuto poi chissà quanto…è che quel poco che ho bevuto mi è salito notevolmente grazie alla serata! >> risponde lei, alzando inconsciamente il tono della voce.
<< Shhhh, va bene! Va bene. Abbassa la voce però…Merlino se quel rincoglionito di Lumacorno mi becca…o ci becca!…. Oh Salazar! No no no…quella è la stanza di Domàs, non aprire! >> dice il ragazzo, sforzandosi di sussurrare. Si sente un rumore di fondo – come qualcuno che sbatte contro qualche mobile - ed una porta che viene richiusa. Una risata cristallina soffocata << Ops >>.
Lui sbuffa, poi ridacchia  << Forza, siamo arrivati. Per di qua…attenta ai gradini! >> esclama, sentendosi dire << Shhhhhh! >> dalla ragazza.
Lui sbuffa e l’afferra per le ascelle, aiutandola a rimanere in equilibrio.
<< Perché mi sono lasciata convincere a mettere i tacchi per uscire con te? >> borbotta lei, riprendendo l’equilibrio e tornando a camminare.
<< Perché le tue amiche hanno voluto fare un’opera di carità per me. Sei sexy da morire questa sera… Granger >> sussurra Draco Lucius Malfoy prima di fermare la propria fidanzata per la vita. Apre la porta della camera da letto e si gira a guardare Hermione Jane Granger, le guance di lei rosse per l’alcool e per l’emozione. Le guance arrossate, ma è colpa di Malfoy, non certo del the.
 
 
 
 
<< Zabini, non credevo avremmo avuto il piacere di vederti con una signorina al tuo fianco >> esclama ironico Draco Malfoy, studiando la figura alta e slanciata di Zara Jolly, Corvonero. Hermione Granger prende posto a sedere all’interno dei “Tre Manici di Scopa” sorridendo lievemente al barista.
Draco, Blaise e Zara la seguono all’interno, fino ad un tavolo sul lato destro.
Non troppo isolato ma neanche troppo centrale. Campo neutrale.
Draco affianca la sua signora e l’aiuta delicatamente a sfilarsi la borsa bianca a tracolla.
Cavaliere.
Zara Jolly sorride alla vista di quella coppia così tante volte vociferata per i corridoi della scuola, ma in realtà così semplice e giusta. Il sorriso le si allarga quando Hermione Granger, rossa in viso per le attenzioni che Draco le dà, cerca di non incontrare per nessuna ragione gli sguardi né di lei, né di Blaise.
<< Mi avreste lasciato fare il terzo incomodo senza problemi? Almeno così siamo pari >> risponde Blaise sorridendo e posizionando con nonchalance il proprio braccio sullo schienale di Zara, che sorride appena.
Draco prende posto accanto ad Hermione, di fronte alla rossa Corvonero.
<< Quattro Burrobirre? O volete del Firewiskey ? >> domanda Hermione. Zara sgrana appena gli occhi, stupita dalla domanda in realtà così semplice posta dal ligio prefetto Grifondoro. Draco Malfoy deve essersi accorto di questa piccola reazione, perché ghigna leggermente, lasciandosi cadere indietro sullo schienale. Rivolge lo sguardo alla riccia Grifondoro, ignara di tutto.
<< Cosa vuoi tu, una Burrobirra? Un bicchierino di Firewhiskey ce lo prendiamo dopo…noi due, se vuoi >> chiede cortese ed un po’ divertito lui, abbassando appena il tono di voce in quelle ultime quattro parole.
Il timbro non è neanche più così spavaldo.
Noi due. Fa così strano…
Hermione sorride piano, annuendo. Noi due.
<< Voi? >> si concentra quindi su Blaise e Zara, spettatori silenziosi.
<< Oh, ehm…sono quasi le sei e beh, sì. Una Burrobirra anche per me >> risponde la Corvonero, ricambiando il sorriso.
Blaise annuisce ed alza appena la mano.
<< Quattro, bene. Vado a chiederle >> afferma Hermione, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il bancone, salutando qualche affermato mago e qualche piccolo ometto, suo fan. I tacchi la fanno camminare con un’andatura un po’ incerta, ma Ginny e Luna sono state irremovibili su quel particolare: tacchi per uscire con Malfoy!Quest’ultimo la segue con lo sguardo, senza neanche rendersene conto.
<< Ehm, ehm >> dice Blaise, riottenendo l’attenzione dell’amico.
<< Due mesi e qualcosa, eh? >> chiede Blaise, facendo sorridere Zara e sbuffare Draco. << Sì, diciamo >> risponde, teso.
<< è meraviglioso >> si lascia sfuggire Zara, coprendosi immediatamente la bocca con le mani fine. Draco la guarda seriamente, poi sorride appena. << Già >> concorda. Si sfila il maglione blu e poggia i gomiti sul tavolo di legno, guardando il suo amico. << E così…Zara, ti posso chiamare Zara vero? >> domanda, fissandola appena. La Corvonero sgrana di nuovo gli occhi << C-certo! >> risponde, forse con troppa enfasi. Draco annuisce e torna a fissare l’amico << Zara, dicevo…cosa ci hai trovato di interessante in lui? >> domanda, lasciandosi scappare un sorriso solo alla fine della frase. Blaise scoppia a ridere, scuotendo la testa.
<< Amico, i tempi in cui tu eri il solo e unico figo della scuola sono belli che finiti! >> risponde il nero. Draco fissa Zara, interessato alla risposta.
<< Ho apprezzato la semplicità con cui è venuto a chiedere a tutte di uscire. Mi ha divertito molto >> risponde lei, stringendosi appena nelle spalle.
Zabini sorride, gongolante. << Così si fa, amico. Mica come te che se non era per Hermione te ne stavi ancora in camera a guardare il soffitto, solo soletto >> esclama ancora il nero, facendo sbuffare Draco. Hermione è di ritorno, un vassoio con quattro boccali di Burrobirre stracolmi. Lo posa piano sul tavolo, ma un po’ di schiuma esce lo stesso. << Che dicevate? >> chiede, sedendosi nuovamente la fianco di Draco ed afferrandone uno. << Che il tuo fidanzato è un idiota >> risponde tranquillo Blaise. A lui non fa nessun effetto quella parola.
Hermione sorride da dietro il boccale di Burrobirra << Oh beh, sai che novità. A che pro? >> chiede.
Zara ridacchia.
Draco sbuffa.
<< Oh ma prego, denigriamo pure Draco Malfoy! >> esclama, permaloso.
Hermione scoppia a ridere e si sporge verso di lui per carezzargli appena la nuca, soffermandosi qualche secondo sulla guancia. Un gesto così naturale.
<< D’accordo…ehm, Zara… dicci qualcosa sui Corvonero! >> esclama allora Hermione, posando nuovamente la mano sulla propria gamba.
<< Oh beh, vi potrei raccontare una marea di cose! La sapete la leggenda dei bagni femminili dei dormitori di quelle di quinto anno? Ecco, dovete sapere che qua… >> inizia lei, ammaliando Blaise. Hermione beve un altro lungo sorso, attenta.
Draco Malfoy prende delicatamente la mano della Grifondoro posata sulla gamba di lei e la porta sulla propria di gamba, carezzandone poi il dorso con il pollice. Fissa il volto particolare della Jolly, ma nota con la punta dell’occhio il lieve sorriso increspare il volto serio della Grifondoro.
 
 
<< Merlino, ma perché quaggiù fa così freddo? >> brontola a bassa voce Hermione, recuperando un minimo di contegno e superando il proprio fidanzato che le tiene aperta la porta della sua camera da letto.
Cavaliere.
Hermione entra e si abbraccia le spalle, cercando di scaldarsi.
<< Perché sei mezza nuda, sei freddolosa e ti sta finendo l’effetto dell’alcool nelle vene >> risponde divertito lui, chiudendo la porta alle proprie spalle e lanciando una fugace occhiata alla Grifondoro. Poggia la busta contenente il regalo sulla scrivania, lontano dallo sguardo attento della riccia Prefetto.
Hermione sbuffa e poggia la borsa bianca sulla sedia vicino alla scrivania.
<< Ho una camicetta e una gonna, non sono certo mezza nuda… >> comincia.
Draco sorride. “Purtroppo” pensa.
<< È qui, nel covo delle Serpi, che fa sempre freddo! Sempre! >> esclama la Grifondoro cercando di mantenere basso il volume della voce.
È notte ormai ed il coprifuoco è scattato da un po’.
Draco ed Hermione hanno perso l’ultima Passaporta per Hogwarts – quella delle 21.30 – e si sono ritrovati costretti, o forse in realtà piacevolmente obbligati,  a tornare a scuola camminando.
Si sente il rintocco dell’orologio del paese. Hermione strabuzza gli occhi.
<< Malfoy sono le sette! Merlino è tardi! Corri o perdiamo la Passaporta! >> urla iniziando a correre tenendolo ancora per la mano.
Una routine delle loro uscite ad Hosgmeade, quella del ritardo.
Malfoy si sfila il maglione di cotone blu e lo poggia sulla poltrona di pelle verde, tranquillo. Si avvia verso la porta del bagno collegato alla stanza – “Sia ringraziato Salazar” – e lancia la propria bacchetta di biancospino sul materasso del letto, noncurante. << Prendi qualcosa dal mio armadio, copriti. >> propone ad Hermione prima di sparire dietro alla porta del bagno.
 
La Sala Grande è praticamente vuota, ma apparecchiata comunque alla perfezione. Un numero ristretto di studenti più grandi è rimasto a scuola e le tavolate delle quattro case sono più silenziose.
Pansy Parkinson e Seamus Finnigan siedono uno di fronte all’altra all’estremità della tavolata Grifondoro. Circondati da un vociare continuo e da posate che tintinnano contro i piatti, ma praticamente soli. Loro due.
<< Mi sembra molto una cenetta romantica >> dichiara Pansy osservando il giovane Grifondoro intento nell’accendere alcune candele intorno a loro.
<< Dimenticati di tutti gli altri studenti in questa sala. Siamo noi due, da Madama Piediburro… in quella orribile saletta da the tutta fronzoli e ricami… >> risponde lui, facendola ridere.
<< Odio quel posto! Calcola che ci portai Draco al terzo anno perché tutte le mie amiche ci erano state… e Draco è stato così scorbutico per tutta l’uscita!! Me l’ha rinfacciato a vita quell’appuntamento scadente! >> esclama allora lei, inforcando un boccone di arista e sventolandolo davanti agli occhi di lui. Seamus fa una piccola smorfia, nascondendola dietro ad un sorriso. Gelosia.
<< Tu e…Malfoy siete stati fidanzati per anni? >> domanda, fingendosi noncurante.
Il fidanzamento dei due Serpeverde è stato chiacchierato per molto tempo, ma spesso erano solo voci di corridoio.
Pansy mastica e scuote la testa << Anni? Oh no, no! Ci siamo fidanzati al terzo anno ed è durata sì e no sei mesi…poi il padre Lucius gli comunicò che era stato promesso alla più giovane delle Greengrass – Astoria – hai presente? >> racconta lei, bevendo un sorso di vino rosso. Seamus annuisce.
<< Ecco. Allora Draco ed io ci siamo lasciati e lui ha cominciato a frequentarla… >> racconta piano, sorridendo a qualche vecchio ricordo.
<< Ma? >> chiede Seamus. Pansy lo fissa, realizzando di essersi persa nei ricordi.
<< Ma alla fine ci vedevamo di nascosto…soprattutto al quarto anno… sì insomma, facevamo solo quello…>> borbotta piano, imbarazzata.
<< Sesso? >> chiede lui. Gelosia.
<< Sì Seam…abbiamo fatto…oh ma perché ne stiamo parlando? Comunque, poi alla fine siamo diventati migliori amici, lui ha rotto con Astoria e io gli sono stata vicina durante tutto il sesto e l’ultimo anno. Ed ora siamo qui >> conclude, sbrigativa. Seamus addenta una braciola di maiale, non completamente soddisfatto.
<< L’amavi? >> chiede. Pansy sbuffa.
<< L’ho amato, sicuramente. E forse per un piccolo periodo pure lui mi amava >> risponde cauta.
<< E come sai che è finita? >> borbotta il Grifondoro, guardando attentamente i broccoletti nel proprio piatto. Pansy poggia le posate sul tavolo, un po’ troppo violentemente. “Stupidi maschi”
<< Perché mi sono resa conto di non essere gelosa di lui. Ed anche perché, l’anno scorso, mi sono resa conto di essermi innamorata di un’idiota. >> risponde, secca.
Seamus alza lo sguardo dal proprio piatto. << Oh, merda… >> borbotta.
Si alza dal proprio posto e si avvicina a Pansy che fissa insistentemente di fronte a sé. << Sono un’idiota eh? >> chiede piano.
<< Sei un Grifondoro >> sputa, acida. Seamus ridacchia piano e le prende il viso con le proprie grandi mani. << E tu sei la più splendida Serpeverde mai esistita qui ad Hogwarts >> le dice, facendola arrossire. Scuote piano la testa, rassegnata.
Pansy lo sa, che è quasi una dichiarazione.
 
 
Hermione apre le ante scure di mogano e comincia a sfiorare ogni singolo maglione, tastandone il tessuto.
Su alcuni capi si sofferma maggiormente. Casualmente sui preferiti di Draco.
Chissà.
Seconda pila a destra, quarto maglione grigio. Hermione Granger lo afferra, richiude le ante dell’armadio e si sposta vicino al letto. Si sfila le “maledettissime” scarpe, la gonnellina a pieghe verde e la camicetta di lino bianca. Osserva per qualche secondo, assorta da chissà quali pensieri, la propria immagine riflessa - coperta unicamente dalla biancheria intima - allo specchio della camera.
Uno spiffero la fa rabbrividire. Scuote la testa ed afferra velocemente i lembi del maglione di cachemire di Draco – la seconda fila è quella dei maglioni invernali, ormai lo sa – e se lo infila, sospirando di piacere nel sentire la pesante ma morbida stoffa carezzarle la pelle.
Odia la lana sulla pelle nuda, le pizzica tutto. Una delle “poche”, direbbe lei, -ma non così poche, di fatto –  cose che lei e Draco hanno in comune.
Il maglione grigio le arriva fino a metà coscia e si trova costretta a ringraziare Merlino per la statura del proprio compagno.
Un altro spiffero la fa tremare tutta.
<< Maledetto covo delle Serpi,maledettissimo Lago e stramaledetto alcool >> borbotta prima di infilarsi velocemente sotto le coperte del letto matrimoniale a baldacchino – altro pregio dell’essere Prefetti -, rigidamente sul lato destro.
Draco dorme solo a sinistra.
Si lascia cadere all’indietro, affondando la testa sui due cuscini del proprio lato.
I ricci tutti sparsi intorno. Sente lo scroscio dell’acqua della doccia che si chiude e si gira su un fianco, osservando la porta del bagno che è ancora chiusa.
Hermione non si muove, per cercare di riscaldare quella minima parte del materasso.
 
<< Oh ti prego, entriamo un secondino qui dentro! >> esclama Hermione, prendendo la mano di Draco e trascinandolo all’interno di un negozietto di antiquariato. Draco si guarda intorno, confuso. Non aveva mai notato quella piccola traversa, mai visto quel negozio. Sono da poco usciti da i “Tre Manici di Scopa”, dopo aver passato del piacevole tempo in compagnia di Blaise Zabini e la sua nuova dama, Zara Jolly, Corvonero.
Hermione poggia la borsa bianca su una sedia e inizia a girare tra gli scaffali, gli occhi che luccicano.
Draco si sofferma sulla figura di lei e non sul negozio.
<< Buonasera cari! >> dice una voce un po’ rauca. Una figura spunta da dietro una porticina, vicino al bancone. È un vecchio mago, forse di centocinquanta anni, anno più anno meno. Hermione sorride radiosa << Buonasera! >> dice avvicinandosi per stringergli la mano. Draco saluta con un rispettoso cenno del capo, senza muoversi dalla propria postazione.
<< Siamo qui per dare un’occhiata… >> gli comunica Hermione.
L’anziano proprietario annuisce e prende alcuni vecchi tomi dalla scrivania davanti a lui << Oh, fate pure. Io sto mettendo apposto, qualunque cosa chiedete >> risponde cordiale, prima di sparire nuovamente dietro ad una vecchia porta. Draco si avvicina ad Hermione, fissa su alcuni vecchi calamai << Cosa stiamo cercando? >> chiede, piano. Non sa perché, forse per non spezzare l’atmosfera di quel posto.
Hermione continua a dargli le spalle e sfiora delicatamente gli oggetti.
<< Un regalo per mia madre >> sussurra. Draco annuisce << A cosa pensavi? >>
La Grifondoro a questo punto si gira, arrossendo imbarazzata.
<< Beh forse ti sembrerà una stupidaggine…però volevo regalare a mia mamma una macchina fotografica magica >> ammette.
Draco sorride appena << Perché? >>.
Lei si stringe appena nelle spalle, un po’ timorosa. << Sai, in quanto babbana…beh ecco è rimasta colpita dalle foto magiche, perché… >>
<< Perché si muovono, giusto? >> chiede allora pacato Draco. Hermione annuisce << Sì ecco, nel mondo babbano le foto non si muovono. >> spiega.
Draco annuisce di conseguenza, fissando intensamente la propria ragazza.
È un problema per lei parlargli dei suoi?
<< La trovo un’idea…bellissima >> sussurra piano, facendola sorridere.
<< Grazie >> sussurra in risposta lei, ricominciando quindi a cercare.
E Draco, involontariamente, si ritrova a pensare che non sarebbe poi così male se la prima foto che si muove della signora Granger fosse proprio una di loro due, insieme.
Sorride appena, perché sa di non essere visto.
Hermione Granger emette un leggero mugolio, attirando l’attenzione di Draco che la raggiunge nuovamente. Sono davanti ad una macchina fotografica di vecchio stampo. << … è identica a quella di Colin >> sussurra appena Hermione.
<< Canon? >> chiede Draco, avvicinandosi ulteriormente a lei, sfiorandole la vita con le dita fine. Hermione annuisce, serrando le labbra. Il ricordo fa male.
<< Sarebbe bellissimo avere una macchina fotografica che mi ricordi lui… mi piacerebbe >> parla piano, forse più a se stessa che a lui.
<< Prendila >> mormora Draco, focalizzandosi sul prezzo.
<< Oh, è troppo cara. Ne… ne prenderò un’altra, fa niente >> dice lei, sbattendo ripetutamente le ciglia, come a voler ricacciare indietro le lacrime. Afferra una macchina fotografica più semplice e la porta al bancone, suonando delicatamente il campanello. L’anziano signore ricompare, sorridente. << Deciso? >>
Hermione sorride ed annuisce << Questa qui. Mi fa un pacchetto regalo? >> chiede mentre cerca i soldi all’interno della borsa.
<< HERMIONE! Hermione! Malfoy!! >> si sente dalla strada. Draco si avvicina alla finestra del negozio e scorge la figura esile di Ginevra Weasley al lato della strada che si sbraccia, cercando di farsi riconoscere. << Granger, ci sta la tua amichetta che ci ha trovato. Va’ da lei, ci penso io >> dice avvicinandosi al bancone. Hermione lo fissa ed annuisce. Posa i soldi sul banco << Grazie! Arrivederci signore! >> esclama prima di uscire dal negozio. Draco prende in mano i soldi e se li mette in tasca. Poggia poi la propria mano sulla macchina fotografica, impedendo all’anziano signore di eseguire l’incantesimo necessario per impacchettarla. Il mago lo guarda, dubbioso.
Draco fissa un punto indefinito, poi allontana impercettibilmente la macchina fotografica dal proprietario del negozio. << Mi dia quella là in fondo… e faccia un bel pacchetto. Verde-argento, già che ci siamo. >> mormora, indicando con un cenno del capo la macchina fotografica identica a quella del giovane Colin Canon, “l’insopportabile Grifondoro” e tirando fuori dall’altra tasca dei pantaloni alcuni galeoni d’oro. Il mago sorride felice ed annuisce, dirigendosi svelto verso quel modello esposto sul ripiano in alto a destra. Sarà pure vecchio – centocinquanta anni, anno più anno meno-, ma ha sentito tutto.
E sa ancora riconoscere l’amore vero, quando lo incontra.
 
Draco Malfoy, davanti allo specchio del bagno, si ritrova a pensare alla giornata appena passata. Il calore dell’acqua aleggia intorno a lui, creando quel vapore necessario ad impannare tutto lo specchio. Con un gesto veloce libera una piccola parte del proprio specchio dal vapore, per potersi osservare negli occhi.
Hermione Granger, la sua fidanzata, è dall’altra parte della porta. Con lui.
Ogni tanto ancora gli sembra impossibile, così strano. Quando lei non dorme con lui – ma da qualche giorno non succede quasi più, “fortunatamente”- gli fa ancora più strano. A volte si sveglia, da solo, e guarda il soffitto. “Ho sognato?” si domanda, per qualche millesimo di secondo. E per qualche millesimo di secondo ancora, appurato che no, non ha sognato, si chiede se sia giusto. Il dubbio cresce in lui e si espande, lasciandolo senza fiato, con il terrore negli occhi. Il padre se potesse lo ucciderebbe, forse tutti i suoi parenti lo ucciderebbero. Potter e Weasley – tutta la famiglia dei rossi Weasley, a onor del vero – lo odiano.
Forse buona parte del mondo magico lo odia.
Lei è così Lei, assolutamente sbagliata per lui.
O lui è così assolutamente sbagliato per lei.
La morsa allo stomaco si stringe sempre di più, lasciandolo paralizzato.
Poi pensa che la guerra è finita, che è tutto okay.
E che, tutto sommato, si può fare.
E allora riprende a respirare, tranquillo. È un dilemma che lo prende, che dura pochi secondi. Ed ora, davanti allo specchio, si ritrova a sorridere da solo. Ma sa che non può essere visto, per questo si lascia andare così. Hermione Granger è forse la più bella cosa che gli sia mai capitata, ma non è ancora pronto ad ammetterlo.
Prende un asciugamano e si friziona per bene i capelli biondi, poi si riveste con una leggera tuta di flanella, non poi così nuova.
Apre la porta del bagno e con un Nox mormorato senza bacchetta spegne la luce.
Si sofferma ad ammirare la figura scomposta di Hermione Granger, rannicchiata sotto alle coperte. Sotto alle coperte del proprio letto!
Lei gli sorride e lui si avvicina, sedendosi sopra alla trapunta di cotone, rigidamente verde. 
 
La piazza principale di Hosgmeade è piccola e accogliente, circolare e punto di partenza dal quale diramano diverse vie di negozi e locande. Un gruppo di studenti è fermo esattamente al centro, accanto alla statua del fondatore del villaggio, il folletto Hengist. Hermione ride e chiacchiera con Luna Lovegood e Ginevra Weasley, le sue più care amiche. Altre ragazze circondano Harry Potter e Ronald Weasley, ammaliate dal loro fascino-da-eroi.
Draco si avvicina piano al gruppo degli studenti, dubbioso. Scorge molti visi conosciuti, alcuni addirittura da lui rispettati.
<< Malfoy! Che piacevole sorpresa! >> esclama un ragazzo, allontanandosi dalla cerchia di studenti. Si avvicina velocemente al Serpeverde e gli stringe la mano, sfoggiando un sorriso affettuoso. Draco annuisce sorridendo appena << Goldstein, il piacere è mio. Come va? >> domanda, interessato.
Il biondo Corvonero, Prefetto come Draco e mezzosangue di nascita come Hermione, sorride e si tocca distrattamente i capelli << Si va avanti, amico. Tu invece? Sei qui con…? >> risponde, voltando poi il capo in direzione del gruppetto di ragazze. Hermione – tra le risate generali delle amiche - sta imitando molto probabilmente Ron, viste le movenze e l’aria goffa dipinta in volto. Anthony rivolge nuovamente lo sguardo verso Malfoy, che smette di osservare la ligia Grifondoro.
<< Sì, sono qui con lei >> afferma, composto.
Il Corvonero sorride e annuisce, contento. << Magnifico >>
<< Malfoy! Io credevo che fossi cieco – almeno si sarebbe spiegato perché tu non prenda mai i boccini alle partite – invece mi hai visto benissimo... >> gli esclama Ginny Weasley facendolo voltare. La rossa Grifondoro sorride e si avvicina ad Anthony, tranquilla e strafottente. Malfoy ghigna e le fa un veloce inchino
<< Non male, Weasley…mi chiedo da dove tu abbia preso quest’arguzia, visto che tuo fratello è così…diciamo… >> comincia il biondo, facendole storcere il naso << Idiota? >> conclude per lui il diretto interessato, avvicinandosi.
Ronald Weasley batte una sonora e amichevole pacca sulla spalla del Prefetto Corvonero ed affianca la sorella, sorridente.
<< Avrei detto poco incline a quest’arte, ma tu l’hai detto… >> risponde Draco, facendo ridere Anthony e la piccola Weasley. Ron annuisce, sorridendo appena.
<< Te la concedo, Malfoy. Andiamo? >> dice, rivolgendosi poi a tutti.
Malfoy aggrotta le sopracciglia. << Dove? >>
<< A prenderci qualcosa da il “Paiolo Magico”, Malfoy! >> risponde, mettendosi a braccetto con Anthony.
Draco si prende per la prima volta, da quando si era aggiunto a quella comitiva, del tempo per osservare il gruppo di studenti.
Scorge per prima cosa Hermione, ovviamente. E si sofferma ancora qualche secondo sulla sua figura, slanciata grazie ai tacchi.
Vicino a lei, con aria scherzosa, ci stanno la Lovegood, la Corvonero Patil, la Brown – con aria un po’ scocciata, a dire il vero – e qualche altre ragazza di Grifondoro che aveva forse incrociato per i corridoi e a lezione, poco più. Cho Chang e altre ragazze Corvonero, la Habbot - simpatica Tasso e Prefetto con cui Draco aveva più volte fatto dei giri di ronda -… riconosce di vista due ex studenti, Angelina Jhonson accompagnata da Oliver Baston – “maledetto” -, seduta sulla statua vicino a Romilda Vane, “quella cretina che si era presa una cotta per Potter”, pensa Draco.
Scorge poi Potter, Dean Thomas, Paciock, Roger Davies – il capitano della squadra Corvonero - , “quel cretino di”Belby, e poi alcuni tassi, tra cui Ernie McMillan, “quello stupido di”Finch-Fletchey – convinto che Potter fosse l’erede Serpeverde al loro secondo anno - .
E alla fine scorge velocemente il suo amico Blaise, che lo saluta con un veloce cenno della mano, affiancato dal suo Capitano storico Flitt e da quell’altro, Montague.
Hermione nel frattempo si è avvicinata a lui, senza fiatare.
<< Allora Malfoy, vi unite a noi? >> chiede sorridendo Harry Potter, facendo voltare molte persone verso la sua direzione. Draco sfiora con lo sguardo Hermione e poi ritorna a guardare il Ragazzo-che-è-sopravvissuto.
<< Con piacere, Potter… ci facciamo volentieri un’altra Burrobirra >> conferma, posando le sue dita sul fianco magro della Granger.
Alcuni studenti sorridono apertamente, forse contenti per Hermione, forse semplicemente contenti che non sia più così difficile convivere con ideali diversi.
O forse non sono più così diversi, ecco perché.
<< Grandioso, amico! >> esclama Goldstein.
Tutta la comitiva si avvia per la strada, ridendo e scherzando.
Belby e Davies si rincorrono per la strada, urlando.
La piccola Weasley si affianca nuovamente al suo Potter, abbracciandolo.
Paciock si avvicina goffamente alla fidanzata, Luna.
Hermione e Draco sono tra gli ultimi della carovana, vicini ma non troppo.
La riccia Granger ha un sorriso radioso dipinto in viso e il cuore di Draco si scalda un po’, sapendo di esserne stato l’artefice.
Non sarà poi così male…
 
Draco con un veloce movimento si infila sotto alle coperte e si stende di lato, per guardarla negli occhi. Hermione gli sorride, incapace di trattenersi ancora.
“È così… bello…”pensa, mentre con una mano gli scosta dolcemente alcune ciocche dagli occhi. Sono ancora umide. << Con questa temperatura di schifo che c’è qui nel vostro covo ti ammalerai se rimani con i capelli bagnati >> mormora piano, facendolo ridere e addolcire.
Ironica, ma apprensiva nei suoi confronti.
<< Non è da me perdere tempo per i capelli >> spiega, noncurante. Afferra delicatamente la mano di lei e se la porta alle labbra, lasciando un bacio lieve sul palmo e chiudendole poi le dita intorno ad esso, in modo da conservare quel bacio. Hermione osserva il pugno e sorride al pensiero che il Draco che conosce lei può essere così diverso dal Draco che tutti vedono.
<< Come se fino al quarto anno non fossi un malato di gel per capelli, Malfoy. Andiamo! Sempre con quei capelli bianchi tirati indietro e lucidi da sembrare pieni di bava di troll! >> esclama lei, facendolo sbuffare.
Le capacità di Hermione di risultare femminile rasentano terra.
<< Bava di troll? >> chiede, schifato. Hermione annuisce vigorosa
<< Oh, sì. Sembravi un damerino congelato nel mille e trecento, non un ragazzino >> risponde, convinta.
<< Le ragazze morivano per me anche con il mio aspetto da damerino, Miss so-tutto-io >> afferma allora Draco, indignato.
<< Si suicidavano, probabilmente >> dichiara lei, facendolo sbuffare.
Pessimo umorismo, l’alcool non le fa certo bene.
<< Fai delle battute schifose >> dichiara tirandole il braccio per farla finire completamente addosso a sé. Hermione si lascia trascinare, finendo con il petto contro quello di lui. << Uso il cervello per altre cose, difatti >> spiega Hermione, con la voce un po’ strascicata.
<< Tipo ricordarti di non saltarmi addosso quando ti sono vicino? >> chiede ironico e allusivo. Hermione sgrana gli occhi e poi li reduce a due fessure.
<< Decisamente no! Quello è il tuo di cervello, casomai! Spesso e volentieri se ne va anche in vacanza, oserei dire! >> borbotta infastidita.
Lei ha combattuto una guerra! Ha visto morire innocenti, ha sconfitto Lord Voldemort, ha salvato il Mondo Magico! Lei è Hermione Jane Granger, per Godric! Lei non è certo una diciassettenne con gli ormoni a palla davanti a lui!
<< …Mmh, hai ragione. Proprio come in questo istante… >> sussurra velocemente lui prima di intrappolarla contro al materasso ed iniziare a baciarla intensamente.
Lei ha combattuto una guerra! Ha visto morire innocenti, ha sconfitto Lord Voldemort, ha salvato il Mondo Magico! Lei è Hermione Jane Granger, per Godric! Lei è…esattamente come una diciassettenne con gli ormoni a palla davanti a lui.
Ed è questa capacità di farla sentire una ragazza normale, nonostante tutto – a dispetto di tutto – di cui ha bisogno.
E probabilmente ama Draco Malfoy anche per questo, ma ancora non lo sa.
 
<< Ciao ragazzi! Ci vediamo a scuola! >> esclama sorridente Hermione salutando con una mano Dean, Harry e Ginny, gli ultimi ad essersene andati da “Il Paiolo Magico”. Sono rimasti solo lei e Draco.
Finalmente.
Draco chiama la cameriera mentre Hermione è ancora occupata a salutare i suoi amici ed ordina quei famosi bicchieri di Firewhiskey che le aveva promesso.
Solo loro due.
La Grifondoro, decisa più che mai a rendere quest’uscita indimenticabile, si alza dal proprio posto e si siede accanto a Draco che è accomodato su una panca.
Scivola con grazia verso di lui, il più vicino possibile.
Draco, deciso più che mai a godersi la sua Hermione, passa il braccio destro attorno alla vita di lei, facendola avvicinare maggiormente.
<< Grazie per oggi >> mormora piano lei, poggiando la testa contro la spalla di lui.
Draco annuisce appena ed osserva la cameriera che si avvicina con il vassoio e il Firewhiskey. Hermione ride e scuote la testa << Basta… >> mormora contro la spalla di lui. Draco allora si lascia scappare un ghigno << Suvvia, Granger. Un goccetto ancora. Siamo finalmente soli, tu ed io. >> le sussurra tra i capelli.
Hermione rabbrividisce e non osa dire di no. Non vuole più dire di no.
Afferra il bicchierino da shot e lo alza verso Draco, che fa tintinnare i due bicchierini guardandola negli occhi. << A noi due >> mormora Hermione, prima di imitare il fidanzato e buttare tutto giù, in gola.
L’alcool brucia e le guance le si colorano velocemente di rosso. Draco le riempie un’altra volta il bicchierino. << Non credevo che Paciock si sarebbe mai dichiarato. È così strano… >> dice, ricordando la scena del veloce bacio a stampo tra Neville e Luna. Hermione beve il secondo shot, stringendosi nelle spalle ed avvicinandosi a Draco. << è amore >> risponde semplicemente. Draco le lascia un veloce bacio sulla fronte e poi cambia discorso, introducendola nel mondo dei pettegolezzi della casa Serpeverde che Pansy gentilmente gli comunica sempre.
 
Hermione rilascia un leggero sospiro e si stacca dalle labbra di Draco, così calde e invitanti. Si stringe a lui e lo abbraccia, sentendosi immediatamente circondare da due forti braccia. Hermione strofina piano il naso contro il torace del biondo Serpeverde, incastrando le proprie gambe con quelle di lui.
Draco pensa seriamente di essere impazzito. Per lei.
Restano un po’ così, in silenzio.
<< Draco? >> sussurra, contro il suo petto.
Lui si china a sfiorare la massa indistinta di lei con il naso << Mmh? >>
<< Ti ricordi di Dobby? >> chiede piano. Draco aggrotta le sopracciglia e si scosta, per vederla in viso << Come ti può venire in mente una cosa del genere…ora? >> domanda, stupito. Hermione si stringe nelle spalle << Hai i piedi freddi…sei senza calzini…e Dobby amava i calzini >> risponde con una vocetta da bambina e lo sguardo un po’ incerto. Fa un piccolo broncio, tanto perché sa che lui non sa resisterle. Proprio no.
<< Certo che mi ricordo di Dobby >> dice allora Draco, sciogliendo quell’abbraccio e affondando la testa contro il cuscino, supino.
Hermione poggia una mano sotto al cuscino a lo osserva.
<< E che… rapporto avevi con Dobby? >> domanda.
Draco sbuffa, infastidito dal chiodo fisso della Granger per i sentimenti e per il C.R.E.P.A.
<< Che rapporto vuoi che abbia avuto con un elfo domestico? >> risponde ironico.
Hermione aggrotta le sopracciglia, dubbiosa << Ma … Dobby mi era sembrato particolarmente legato a te… >> dichiara, piano. Draco sbuffa nuovamente.
<< …Mi rifiutavo sempre di punirlo, quando veniva a me assegnato il compito di farlo. >> spiega, sbrigativo. In Hermione monta una rabbia cieca verso quelle famiglie legate alle tradizioni secolari. Vorrebbe strappare loro il diritto di girare ancora con le bacchette in mano, impuniti.
<< Avete mai giocato insieme? >> domanda, imperterrita.
<< MAI >> risponde velocemente. Lei non sa perché, ma non gli crede.
<< Va bene >> asserisce placidamente, desistendo.
Ci sono barriere che forse è troppo presto abbattere, lo sa benissimo.
E loro, di tempo, ce ne hanno.
 
 
<< Forza ragazzi, questa è l’ultima Passaporta della serata! >> urla Ginny afferrando la mano di Harry e avvicinandosi al barattolo di vernice.
<< Io non vedo Draco ed Hermione… >> dichiara Blaise avvicinandosi con la sua dama, Zara Jolly. Zara si guarda ancora intorno, alla ricerca di quei due.
Theo e Dafne arrivano di corsa, mano nella mano.
Blaise cerca di nascondere il sorriso abbracciando la Corvonero e lasciandole un bacio tra i folti capelli rossi.
<< Saranno già andati… >> propone allora Dafne, le guance leggermente arrossate, forse per colpa della corsa.
Chissà.
Theo si stringe nelle spalle.
Ron Weasley sbuca da dietro un cespuglio, il naso rosso e il fiatone
<< Impossibile, ne sono sicuro… Li abbiamo lasciati al Paiolo Magico… >>
Ginny sbuffa e tira la manica della maglietta di Harry.
<< Fa niente, se la faranno a piedi… Noi andiamo! >> borbotta guardando l’orologio. Sono le 21.29, manca un solo minuto.
Gli ultimi studenti si radunano intorno al barattolo, poggiando le proprie mani sopra ad esso. << Manco meno di venti secondi >> dichiara Dafne.
<< Peggio per loro… >> asserisce Blaise, dando l’ultima occhiata alla strada.
Uno strappo familiare all’ombelico e poi come un turbine.
Il barattolo di vernice non c’è più.
Gli studenti della scuola di Magia e Stregoneria nemmeno.
 
 
<< Non ci credo… Tu e Theo avete accarezzato un Drago quando eravate piccoli?! >> chiede sconcertata Hermione dopo aver ascoltato il racconto.
Draco annuisce << Sì, un Dorsorugoso di Norvegia, tra l’altro. Abbiamo avuto una paura… >> risponde ancora divertito. Hermione sgrana gli occhi e spalanca la bocca, tirandosi leggermente su. << Ma è un’esperienza incredibile! >> continua.
Draco la tira di nuovo sul letto, accanto a sé.
<< Sono un Malfoy >> dice, facendola sbuffare. Poi sbadigliare.
<< Sei fortunato che io sia troppo stanca per ribattere a questa stupida risposta, MALFOY >> borbotta chiudendo gli occhi. Draco ridacchia.
<< Molo fortunato >> ammette.

 
 
 
<< Che ore saranno? >> domanda ridendo Hermione all’uscita del Paiolo Magico. Draco si lega alla vita il golf e si guarda intorno. I negozi stanno chiudendo e la gente per strada è sempre di meno. Brutto presentimento.
Tira fuori dalla tasca del pantalone il suo orologio da taschino, cimelio di famiglia.
Rimane impassibile di fronte all’orario, ma in realtà teme l’ira della ligia Grifondoro. << Sono le 22.00 >> mormora. Hermione spalanca gli occhi e si poggia alla parete del palazzo. << Le 22.00? >> chiede ancora.
Draco annuisce. << Abbiamo perso la Passaporta? >> domanda.
Draco annuisce di nuovo. Hermione allora chiude gli occhi e sospira pesantemente.
Malfoy si prepara al peggio.
Dopo pochi secondi, Hermione Jane Granger scoppia a ridere di gusto, le lacrime agli occhi e con le mani strette attorno alla pancia.
<< Abbiamo…perso…L’ULTIMA…Passaporta! Se mi scopre la …MCGRANITT!!! >> esclama tra una risata e l’altra, l’alcool che circola impazzito nelle vene.
Draco si lascia scappare una risata liberatoria, unendosi a lei.
Le posa un braccio sulle spalle e l’avvicina a sé.
<< Forza, ci spetta una bella passeggiata >> le dice, cercando di coprire le sue risate.
 
<< Buonanotte Draco >> sussurra in un ultimo sbadiglio Hermione, accoccolandosi definitivamente addosso a lui. La metà del letto di destra è praticamente vuota. Draco le scosta un ricciolo dal viso e le lascia un delicato bacio in fronte.
È decisamente pazzo. Di lei.
<< Buonanotte Hermione >> risponde pianissimo. Forse lei si è già addormentata.
Draco prende la bacchetta rimasta nascosta sotto alcune pieghe della coperta e spegne la luce, sussurrando un veloce Nox e chiudendo tutte le tende alle finestre.
Nella stanza regna il buio e il silenzio.
Draco chiude gli occhi, cullato dal respiro lento e regolare di lei e dalla consapevolezza che domani il sole sorgerà ancora ad est.


Eccomi qua, tecnicamente in ritardo di 2 ore e...20 minuti...
allora, questo è il capitolo OTTO  e non l'epilogo :)
visto che dobbiamo andare avanti, prendiamocela con comodo, no? è il capitolo della loro fantomatica uscita, quella concessa straordinariamente dall McGranitt nel capitolo precedente. l'ho voluto incentrare quasi interamente su Draco ed Hermione, come avrete visto.
ad un certo punto sbucando Seamus e Pansy...e per qualche minuto prima ero stata intenzionata di cancellare la scena, perché "rompeva" l'ordine del capitolo.
poi però mi sono detta "si parla di sentimenti, si parla di appuntamenti, si parla di Draco...si può fare" Se non me la passate, chiedo venia e mi farò perdonare nel prossimo capitolo:)
Vi ho lanciato qualche bomba...Blaise e Zara?! Theo e Dafne?! ne parleremo nel prossimo capitolo, ve lo assicuro!!!
ho pensato che Hermione si senta così protetta da Draco da lasciarsi andare...ecco perché è "brilla". che poi tiene tutto sotto controllo, lei... sempre e comunque!!!! dite che è troppo? spero di no...
avete notato le 3 cit. del capitolo 2? ;)
precisazioni : il folletto che ho citato è veramente il fondatore di Hosgmeade! e in una FF che ho letto e se mi ricordassi il nome la citerei QUI ORA! , Draco ritiene Goldstein come un suo pari...e la cosa mi è piaciuta molto ed eccomi qua :) a dire che loro sono quasi amici! spero di non avervi indispettito :)
le emozioni ci sono...vi sono piaciute? 
non mi resta altro che postare e sperare di allietarvi con queste pagine (mi pare siano 10 pag di word! yeaaaah!) 
Aspetto le vostre risposte, con ansia!
Buona notte mie care,
chiara

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove. Come fuoco. ***


<< Da quando non dormi quasi più in camera, mi sento terribilmente sola! >> esclama Ginny superandola per andarsi a sedere sulla panca della tavolata Grifondoro. Hermione sorride e si siede accanto a lei, lanciando due veloci baci a Ron ed Harry. << Mi dispiace che ti trascuro così tanto… >> le dice, con voce dolce.
<< Oh tesoro mio, non mi trascuri! Sarà che io ed Harry non facciamo come voi! >>
<< Ma io e Draco non facciamo niente! >>
<< Per adesso… >>
Hermione diventa rossa e si versa un po’ di the nel calice, scuotendo la testa.
<< Forza Herm, parlamene. Come va? >> chiede ridendo.
<< In quale senso? >> domanda, ancora piccata. Ginevra Weasley addenta un pezzo di crostata e ridacchia << Nel senso che vuoi tu. Come è andata ieri…mi sembrava a suo agio >> mormora, riferendosi all’uscita ad Hosgmeade.
Hermione sorride << Sì. O perlomeno, si è sforzato molto. >> ammette.
<< Per amore si fa di tutto. >> le dice Ginny. Hermione sorride alla fetta di pane e marmellata. << Comunque non è stato terribile come temevo. Un po’ freddi all’inizio, però poi si sono tutti sciolti >> continua la rossa Weasley.
<< Neville è stato un amore, si è impegnato molto per far sciogliere il ghiaccio >> risponde Hermione, ricordando di come il non più debole Paciock si fosse ingegnato per far partire conversazioni universali.
<< Ma poi la cosa è andata avanti da sé. Blaise non è male e quella Zara è molto simpatica! >> dichiara Ginny.
<< Ma anche gli altri studenti! Non credevo che Oliver si sarebbe messo a studiare Magisprudenza. E perché, Flitt e Montangue? Flitt è diventato quasi un civile! >> continua Hermione ricordando i volti degli studenti presenti al tavolo.
<< Montangue credo sia di…ehm, gusti un po’ particolari. Sembrava parecchio interessato a Dean Thomas, ci hai fatto caso? >>
<< In che senso? >>
<< In quel senso Herm! >>
Scoppiano tutte e due a ridere.
<< Comunque Hermione, ho visto come ti guarda Malfoy. E ho visto quello che ha fatto per te. Non è da tutti, lo sai vero? >> domanda seriamente Ginny.
<< Lo so. >>
Hermione prende la busta contenente il regalo per la madre – “pacchetto verde argento?!” – e si appunta mentalmente di passare in guferia prima dell’inizio delle lezioni. Le sarebbe piaciuto comprare la macchina fotografica simile  a quella di Colin, in effetti. La prossima volta darà retta a Draco.
 
<< Granger, qual buon vento! >> esclama Pansy Parkinson notando la figura vestita di tutto punto avvicinarsi al tavolo dei Serpeverde. Hermione sorride a Dafne, Blaise, Theo e guarda Pansy, migliore amica del suo fidanzato.
<< Ciao ragazzi >> dice cordiale e un po’ stanca. La giornata è stata impegnativa.
<< Cosa possiamo fare per te? >> domanda Blaise.
<< …Malfoy? >> chiede piano
<< Oh, Draco sta arrivando, siediti e aspettalo con noi, se vuoi… >> risponde Dafne indicando il posto vuoto accanto a sé. Hermione annuisce e scavalca la panca, sedendocisi sopra. Fissa il piatto vuoto di fronte a sé .
<< È di Draco questo posto? >> chiede, con una certa emozione che non sa distinguere. Dafne sorride al leggero tremolio della ragazza nel pronunciare il nome Draco .
<< Oh no, è quello di Goyle… >> annuncia Blaise, ridacchiando.
Pansy gli assesta un veloce calcio sotto al tavolo, facendogli lanciare un acuto urlo di dolore. << Oh, scusa!! >> esclama lei, fintamente dispiaciuta.
Blaise borbotta qualche imprecazione massaggiandosi la parte lesa della gamba.
<< Dicci, Granger… Cosa devi fare con Malfoy? >> chiede malizioso Theo, sporgendosi oltre la spalla del suo amico nero. Hermione arrossisce.
<< Devo semplicemente comunicargli degli orari per le ronde >> afferma.
<< Sicura sicura? >> domanda Blaise, assottigliando lo sguardo e mimando il gesto di un bacio con le sue labbra scure e carnose. Theo scoppia a ridere.
<< Sicura! >> conferma Hermione, imbarazzata.
<< Peccato >> sospira divertito Blaise, ricevendo un altro colpo, questa volta uno schiaffo sulla mano, da parte di Dafne. << Blaise! >> esclama, rimproverandolo per l’allusione che ha scombussolato la giovane Grifondoro.
<< Ma ha iniziato Theo…! >> piagnucola, ritirando la mano lesa.
Hermione sente le guance imporporarsi, ma d’altronde lei le attenzioni non se le è mai andate a cercare. Mezzosangue prima, amica di Potter ed eroina poi…
Ed ora, tutti questi sguardi, tutte queste allusioni…
<< Posso?! >> chiede con la voce leggermente troppo stridula mentre velocemente afferra il calice posto davanti a lei. È colmo di succo di zucca.
Theo annuisce distratto. Hermione se lo porta alle labbra e inizia a bere.
<< Cos…NOOO! >> esclamano in coro Pansy e Blaise, facendo quasi strozzare la riccia Grifondoro.
 
<< Sono stata bene ieri sera con te, Theo >> gli dice Dafne fuori dalla porta della sala comune Serpeverde. Theo è poggiato con la spalla contro il muro e sorride.
<< Io sono stato benissimo con te, tesoro >> le risponde lui, facendola arrossire.
Dafne annuisce e sposta lo sguardo da quello di lui, imbarazzata.
<< Mi piacerebbe ripetere >> ammette lui.
<< Oh >> dice soltanto lei.
<< Però ecco, se pensi che…sì, che non sia il caso… >> comincia subito lui, alzando le mani in segno di resa e con gli occhi leggermente più allarmati.
Non era stata bene con lui?
<< Theo… >> comincia lei, ma lui la interrompe.
<< Infondo è giusto, hai ragione tu Daf. Io sono un cretino e ho aspettato un sacco di tempo perché non capivo…non credevo…sì ecco, me lo merito >> borbotta lui, passandosi una mano tra i capelli e avvicinandosi di un passo a lei.
<< Theo… >> ripete Dafne, ma viene nuovamente interrotta.
Non l’aveva preso per mano fuori da Mielandia, gli occhi lucidi e un sorriso sulle labbra? Non aveva forse riso a tutte le sue battute stupide e poi arrossita quando lui le aveva tolto in po’ di schiuma di Burrobirra all’angolo delle labbra – bellissime labbra - ?
<< No, no… Hai ragione tu. Ma a me va bene anche così, insomma…meglio di niente no? Avevi sempre il viso lungo in questi giorni e invece ora sei di nuovo sorridente…e io non c’entro niente con questo, lo accetto. Okay. >> dice lui, la bocca deformata in una piccola smorfia di dolore.
Aveva forse frainteso quel bacio sulla guancia, ma  così tremendamente vicino alle labbra? Aveva forse frainteso poi il rossore sulle guance di lei?
<< Theo se tu… >>
<< Dafne io ti voglio molto bene e me ne sono accorto solo adesso…per cui è giusto che sia io a rimanerci…sì ecco, male. Però non voglio perderti per questo, perché tu sei come una sorella…Oh beh, no…l’idea sarebbe alquanto disgustosa…però insomma, è come se tu fossi…no. Okay. però ci conosciamo da sempre, tu, io, Blaise, Draco e Pansy e non posso pensare di perderti solo perché ho frainteso tutto… >> farfuglia gesticolando. Dafne gli blocca le mani e si alza in punta di piedi.
Gli lascia un leggero bacio sulla guancia e sorride contro quell’accenno di barba.
<< Mi farebbe molto piacere ripetere, Theo. >> gli sussurra sorridendo.
Theodore Nott rimane immobile, lo sguardo fisso su un punto imprecisato.
Dafne si allontana, tranquilla e felice.
E Theo si rende conto che sì, è il suo cuore quello che batte furiosamente nel petto.
 
Hermione allontana il calice dalle labbra carnose e arriccia il naso.
<< Cosa… ci avete messo qualcosa dentro? >> domanda, poggiandolo poi sul tavolo. Dafne si porta le mani alla bocca, non sa se per evitare di ridere o piangere.
Hermione passa la lingua sulle labbra ripetutamente, cercando di capire di cosa si tratti. << Senti Granger, è un malinteso. Doveva essere per…Oh, ciaooo DRACO! >> esclama Pansy sporgendosi a salutare l’amico biondo. Draco non nota il sorriso esageratamente finto della sua migliore amica.
<< Granger, da quando ti abbassi ad unirti al tavolo di noi misere Serpi? >> domanda divertito lui riconoscendo la chioma indomabile della fidanzata.
Hermione, ancora di spalle, sbatte ripetutamente le palpebre al suono di quella voce. Un senso di torpore le invade le membra e la mente le si offusca leggermente. Theo con un colpo di tosse cerca di non farsi scappare nessuna risatina. La pozione deve aver fatto effetto.
Hermione si alza e si avvicina a lui, il sorriso stampato in faccia e una mano ad accarezzargli il torace coperto da una semplice camicia bianca << Ciao, amore! >> esclama con voce calda.
Blaise imita l’amico e tossisce, cercando di mascherare le risa;Dafne si copre la faccia con le mani e Pansy si sofferma con attenzione a studiare le punte dei suoi capelli neri, con molto, ma molto interesse.
<< Come mi hai chiamato?! >> chiede Draco, fissando il volto sorridente di Hermione. Una nota di panico quella di fondo. Chissà.
<< Tutto okay, tesoro? >> domanda preoccupata lei, mostrando un dolce broncio e sporgendosi un po’ di più verso di lui. La mano ancora ad accarezzargli il torace.
Theodore Nott si strozza con il sorso d’acqua che stava bevendo e scoppia a ridere, non riuscendo più a trattenersi. La faccia di Draco è impagabile.
<< Ma che diav…Blaise! >> urla allora Malfoy rivolgendosi verso il proprio compagno di casa.
<< Ma perché sempre io !?!! >> esclama con voce stridula Zabini, facendo ridere anche Dafne e Pansy.
Draco sposta rapidamente lo sguardo da Blaise a Pansy e poi ad Hermione, che gli sorride, innamorata. La prende per i polsi e l’allontana delicatamente da sé, deciso più che mai a capire e a non dare spettacolo. La Sala Grande è piena e loro due sono ormai gli ultimi rimasti in piedi.
<< Ascolta, Draco… è stato tutto un malinteso! La pozione era per…sì insomma, volevamo farti uno scherzo… >> inizia Pansy con voce tremula.
<< Solo che la Granger si è bevuta la pozione al posto di Goyle! >> conclude Theo per lei, salvandola. Draco aggrotta le sopracciglia. Goyle?
<< Goyle? >> chiede dando voce ai propri pensieri, confuso.
Dafne sospira e si porta i capelli biondi dietro alle spalle, sporgendosi appena per vedere meglio Draco. << La pozione l’avrebbe dovuta bere Goyle… faceva parte dello scherzo. >> comunica.
Theo si lascia scappare un risolino e Draco segue il suo sguardo, posato sulla figura della esile Grifondoro.
<< Meaaaaw >> mormora piano lei, mimando il gesto di graffiarlo con gli artigli e sorridendo maliziosamente. Draco sgrana gli occhi, sconvolto.
<< Che diamine di pozione ha bevuto la Granger? >> chiede. Racchiude entrambe le mani di Hermione con una stretta decisa, ma non troppo forte. Fissa lo sguardo di lei, ora corrucciatosi per la mancanza di attenzioni da parte del biondo.
Blaise tossisce appena << …Un Filtro d’amore >> gli confessa.
 
<< Prima ora, Storia della Magia e per di più con i Corvi! Non si può >> si lamenta Pansy Parkinson trascinando la borsa fino al proprio banco, ultima fila a destra.
Si siede con poca delicatezza sulla sedia, accoccolandosi meglio sopra al banco e chiudendo gli occhi. Due profonde occhiaie, un viso stanco, gli occhi rossi.
“Stramaledetto ciclo” pensa prima di sbuffare.
<< Con Ruf che cerca di stupire quei cervelloni dei Corvi ed è ancora più noioso >> borbotta Dafne imitando l’amica e sedendosi accanto a lei.
Draco e Blaise, una fila avanti a loro, prendono posto con calma.
Blaise Zabini punta lo sguardo verso l’ala sinistra dell’aula, più specificatamente verso la seconda fila centrale, ancora più precisamente verso il banco di sinistra.
Si sofferma su una figura magra e slanciata, analizzando con interesse la curva delle spalle, la schiena dritta, la curva del seno, l’inizio della gonna, le gambe lunghe lasciate scoperte. E di nuovo su, ad osservare quella chioma rossa così focosa. Zara Jolly si gira – come se sentisse su di sé lo sguardo di due occhi brucianti – e gli regala un magnifico sorriso, che Blaise ricambia con un occhiolino ammiccante. Tornano poi entrambi a fissare qualcos’altro.
<< Insomma, con la Jolly come va? >> chiede Draco che ha notato lo scambio fugace di sguardi. Blaise si stringe nelle spalle e sorride.
<< è pazza di me >> dice soltanto.
Il rumore di una sedia spostata, la figura di Theodore Nott che si siede all’incontrario, poggiando i gomiti sullo schienale. Inclina la testa di lato e ghigna, nel modo tipico di tutte le Serpi.
<< Non sembrava dal palo che ti ha dato >> dice con tranquillità, osservando placido la reazione del suo amico nero. Blaise rimane indifferente.
<< Ti ha dato il palo? >> chiede ridacchiando Draco.
<< Mentre tu eri troppo occupato a far ubriacare Hermione per portartela a letto, noi abbiamo preso l’ultima Passaporta per Hogwarts… >> comincia Blaise, serafico.
<< … e una volta arrivati a scuola, Blaise ha palesemente tentato di baciarla. Zara Jolly non glielo ha concesso.  Un palo in piena regola, signori >> termina Theo, sorridendo. Draco tralascia l’insinuazione di Blaise e si concentra unicamente sulle parole e Theo. Blaise agita la mano, come a voler scacciare una noiosa mosca e dice << Zara sta giocando a fare la dolce indecisa. Vuole soltanto che io le dedichi più attenzioni. Chiede di essere corteggiata di più, come si deve >>
Draco ghigna << E soddisferai questo suo capriccio? >> domanda
<< Oppure lascerai perdere e ti dedicherai alle ragazze del sesto anno che muoiono per te? >> insinua Theo, sporgendosi maggiormente verso di loro.
Blaise osserva nuovamente la figura di Zara Jolly, girata per tre quarti, un solare sorriso a dipingerle il volto e i capelli rossi portati sciolti su una spalla.
Un’amica le dice qualcosa all’orecchio – probabilmente che “Zabini ti sta osservando” – e lei si gira ad osservarlo a sua volta. Blaise le lancia un leggero bacio e Zara arrossisce appena.
<< Ho decisamente intenzione di soddisfare ogni suo capriccio >> comunica Blaise ai suoi amici. Il fantasma del professor Ruf entra in classe e tutti gli studenti si alzano in piedi per dargli il buongiorno.
Blaise sorride da solo.
Zara Jolly pure, ma solo la sua compagna di banco lo noterà.
 
<< Oh, Salazar >> esala Draco, fissando le pupille leggermente dilatate della propria fidanzata per colpa dell’effetto inibitorio della pozione.
<< Siete morti >> mormora a denti stretti, fissando la cricca di amici.
Afferra la mano di Hermione, deciso più che mai a portarla via da quegli sguardi indiscreti. Il terrore che la pozione possa avere effetti contrastanti anche su altri ragazzi, poi…
<< Non mi hai neanche dato un bacio! >> protesta a questo punto lei, non riuscendo più a contenere la lamentela sorta involontariamente, colpa del filtro.
Hermione si avvicina pericolosamente a lui, afferrandogli il volto magro con le piccole mani e decisa più che mai a prendersi un bacio. Draco devia velocemente la traiettoria delle proprie labbra – così attratte da quelle di lei – e le posa sulla fronte, inspirando. << Andiamocene via da qua >> le sussurra tra i capelli.
Afferra nuovamente la mano di Hermione e si allontana da lei, dirigendosi verso la grande porta della Sala Grande.
<< DRACO! >> esclama la voce di Theo, facendolo girare. Blaise gli sorride e indica con un cenno il volto di Hermione – gli occhi lucidi e le guance rosse - .
<< Non c’è bisogno che poi ci ringrazi, amico… >> ammicca ridacchiando.
Draco sbuffa ed affretta il passo, trascinandosi dietro una Hermione in preda agli istinti.
 
Harry, Ron ed Hermione camminano a passo svelto verso la capanna del guardiacaccia Hagrid, in previsione dell’inizio dell’ora di Cura delle Creature Magiche. La giornata serena e il vento non troppo forte invogliano tutti gli studenti del settimo anno a passare un’ora all’aria aperta, cercando di non farsi ammazzare da creature non troppo normali.
<< Cosa ci farà affrontare oggi Hagrid? >> domanda preoccupato Ron, rivolgendosi ai suoi migliori amici. Hermione si stringe nelle spalle.
<< Qualcosa di grosso, peloso, con una bocca mostruosa ma dal cuore d’oro, probabilmente >> risponde Harry, rabbrividendo al ricordo dello scorso animale magico che hanno studiato.
<< Purché non sia un ragno >> esclama Ron con una faccia disgustata.
Harry scoppia a ridere, ricordando il loro secondo anno, ricordando la loro avventura, ricordando che avrebbero fatto di tutto per svelare il mistero.
<< Meglio le farfalle eh, Harry? >> chiede Ron che ha capito tutto.
Hermione osserva i suoi due migliori amici ridere e scherzare ed è felice, come forse non lo era da qualche anno. In effetti, la sua vita all’interno delle mura di quella scuola non si poteva mai considerare come una vita felice.
Rocambolesca, emozionante, intrepida, pericolosa, coraggiosa, stupefacente, ma mai semplicemente felice.
Ora la sua vita è felice. Ora che non si può più morire, se non per vecchiaia.
Ora che tutto ciò a cui tiene non è più in pericolo.
Ora che non c’è più nessun Horcrux ad allontanarli, come era successo con Ron.
Ora che con Harry e Ron va tutto alla grande.
Ora che c’è Draco.
<< A che pensi Herm? >> domanda Ron afferrandola per un braccio per abbracciarla e portarla in mezzo a loro. Harry le passa una mano sulla guancia, in un’affettuosa carezza amichevole.
<< Sono felice. Qui, con voi, ora. Va tutto bene >> dice semplicemente, allargando le braccia per abbracciare entrambi i suoi amici zucconi.
Ron ed Harry si stringono a lei e pensano che sì, anche loro ora sono felici.
 
 
 
<< Draco, Draco! Fermati! >> oppone resistenza Hermione, cercando di impedirgli di trascinarla ancora lungo quel corridoio, deserto.
Draco si arresta di colpo e si gira a guardarla.
Gli occhi lucidi, le guance leggermente rosse.
“È bellissima”pensa
“È sotto l’effetto del Filtro d’amore”si impone di ricordare.
Hermione inclina appena la testa di lato, come un cucciolo smarrito, e lo guarda.
<< Perché ti comporti così? >> chiede, confusa. La sua mente è interamente confusa. Draco le si avvicina e le prende il viso con le mani, studiandone ogni singolo centimetro per qualche secondo. Fa aderire le loro fronti e la guarda negli occhi. << Sei sotto l’effetto di un Filtro d’amore. Non sei completamente padrona di te stessa >> le dice con calma.
Hermione sbatte ripetutamente le palpebre. Forse sta ragionando, forse è solo colpa della vicinanza di lui. Annuisce piano e Draco sa che ha capito.
Nemmeno un Imperius potrebbe manipolare a lungo un cervello tanto sveglio come il suo. Non interamente.
<< Bene >> asserisce, lasciandola andare.
Hermione sorride piano ed annuisce ancora una volta.
Poi gli si lancia contro, soprendendolo.
Le mani nei suoi capelli così biondi e le proprie labbra a cercare quelle fini di lui.
Le trova e lo bacia con determinazione, lasciandolo spiazzato per qualche secondo. Ne ha così bisogno, realizza solo in quel momento.
Draco cerca di non lasciarsi andare, cerca di ricordarsi che – “Porco Godric! ” - lo fa unicamente per colpa del filtro d’amore. Si promette di non dimenticarselo mai, ma intanto affonda le mani in quella chioma indomabile e la trascina prepotentemente contro di sé, cercando maggior contatto.
Il cuore di Hermione batte all’impazzata, il sangue nelle vene circola ad una velocità sorprendente, il filtro d’amore le annebbia completamente il cervello.
Gli si stringe ancora di più, cercando di assecondare ogni movimento di quelle labbra che ama così tanto.
 
 
<< E quindi piaci a Theo! Te lo ha detto esplicitamente! >> esclama Pansy davanti ai gabinetti del bagno del terzo piano. Dafne si lava le mani e si sciacqua la faccia.
<< Non mi ha confessato niente. Era piuttosto confusionale il suo discorso a dire il vero… >> mormora la bionda Serpeverde. Pansy scuote la testa.
<< Certe cose non c’è bisogno di dirle. Si legge in faccia, si capisce dai gesti. È cotto di te e finalmente se ne è reso conto. >> spiega seria Pansy, specchiandosi poi per aggiustare quella linea di trucco sugli occhi, leggermente sbaffata.
<< Speriamo >> sussurra semplicemente Danfe prima di far girare l’amica per aiutarla ad aggiustare quel trucco un po’ troppo veloce e impreciso.
<< Seamus? >> chiede, gli occhi concentrati sulle palpebre dell’amica dai capelli neri.
<< Gli ho inavvertitamente detto che lo amo >> dichiara lei.
<< Oh >>
<< Sì beh, stava degenerando la situazione…insinuava che io fossi ancora innamorata di Draco… >>
<< Gelosia >> spiega semplicemente Dafne, contenta per l’amica.
<< Sì, penso proprio di sì. >> concorda lei
<< E? >> chiede mentre con le dita cerca di rimediare il più possibile al danno di Pansy. Mai stropicciarsi gli occhi di prima mattina con il trucco appena fatto!
<< E niente io ho detto che era un’assurdità perché ero innamorata di un idiota >>
<< Aia… >> commenta Dafne, facendo sorridere l’amica.
<< è rimasto senza parole. >> spiega ancora Pansy. Dafne si scosta e lascia che l’amica si guardi nuovamente allo specchio. Lo sbaffo non c’è più.
<< Grazie >>
Dafne si stringe nelle spalle in risposta e le sorride.
<< I ragazzi sono degli idioti, uno peggio dell’altro >> commenta Pansy, facendo ridere l’amica. << Ciclo eh? >> domanda Danfe. Pansy annuisce, spiegando così il motivo di questa citazione tanto esasperante. L’umore irascibile di Pansy è una costante in quei pochi giorni mensili.
Suona la campanella e tra uno sbuffo ed una sonora imprecazione  - “Due ore di Trasfigurazione!!!” – escono dal bagno e si confondono con la calca nel corridoio.
 
 
 
Draco si stacca di colpo, i polmoni che chiedono disperatamente aria e lo sguardo di un pazzo.
È sotto l’effetto del filtro, Draco.
Calmati.
È sotto l’effetto del filtro, Draco.
Calmati, per l’amor del cielo.
È sotto l’effetto del filtro, Draco.
Torna in te.
È sotto l’effetto del filtro, Draco. Porco Godric piantala!
Si ripete mentalmente, cercando di controllarsi.
<< Non sai quello che stai facendo >> le sussurra, notando lo smarrimento nello sguardo di lei. Hermione  si morde le labbra, gonfie per i baci di lui.
<< Ti sto baciando >> replica piano.
Draco scuote la testa. << Non così…tu…io…sei sotto l’effetto del filtro. Non sei veramente tu. >> le risponde duramente e scandendo ogni parola, cercando di farla ragionare. Cercando di ragionare, perché anche lui ha bisogno di tenere bene a mente quello che sta succedendo.
Hermione si allontana di qualche passo, ferita.
<< Certo che sono io! >> esclama un po’ troppo a voce alta. Draco si passa una mano tra i  capelli biondi, inspirando.
<< Credi che non sappia come funziona un filtro d’amore?! >> continua, rabbiosa.
<< Sei vittima si sensazioni non tue >> le spiega piano lui.
<< NO! No! Per Godric…no. Non è così, diamine… i filtri d’amore, tutte le pozioni d’amore, creano solo una grande infatuazione, non l’amore vero. Pensi che non lo sappia? Pensi che non l’abbia studiato?! >> spiega lei, le guance ancora più rosse per la fatica di rimanere lucida e di non lasciare che le emozioni prendano il sopravvento. “Maledizione ” pensa, cercando di calmarsi.
Draco sorride bieco. Esiste qualcosa che Hermione Granger non abbia studiato?
Fa per aprire bocca, ma Hermione con una occhiata torva gli intima di stare zitto.
<< Il filtro d’amore non potrebbe mai distogliere interamente una persona dal suo vero… >> “amore ”<< interesse. Se io mi comporto così, adesso, è perché lo voglio. Perché lo sento. >> ammette riluttante.
Draco aggrotta le sopracciglia, confuso.
<< Sono in preda alle mie sensazioni, sono in balia del mio… >> si morde le labbra, cercando di non dire idiozie. Di non esporsi troppo.
<< Del tuo? >> chiede Draco, facendo un passo verso di lei.  
Hermione scuote la testa. << Solo perché le mie emozioni solo amplificate, non vuol dire che io non sia io. >> gli dice.
Draco è rimasto su quel in balia del mio, non sa più che pensare.
In balia del suo cosa?
 
 
 
Una mano le copre gli occhi mentre l’altra le carezza dolcemente una guancia.
Zara Jolly arriccia le labbra, confusa.
<< è stato terribile essere nella stessa aula ma così lontani >> gli sussurra una voce bassa e profonda all’orecchio. La rossa Corvonero sorride e si rilassa sotto al tocco di Blaise Zabini. << Però si può sempre rimediare >> dice lei.
<< Ed infatti sono qui per questo, Zara >> esclama lui facendola girare ed accarezzando il nome di lei con studiata lentezza.
<< Ho bisogno del tuo aiuto. >> dichiara.
<< Dimmi! >>
<< Mi daresti ripetizioni? >> domanda, sorridente. Zara aggrotta le sopracciglia.
<< In quale materia? >> chiede, confusa. Da quello che sa, Blaise Zabini non va male in nessuna materia. E lui sa che lei lo sa.
<< Storia della Magia >> dichiara, radioso.
<< Ma non hai certo l’insufficienza >> risponde Zara, cercando di non lasciarsi confondere da quegli occhi magnetici e da quel sorriso bellissimo.
<< Vorrei migliorare, è per caso sbagliato? >> chiede dolcemente lui
<< Mentire è sbagliato >> ribatte lei, facendogli alzare un sopracciglio.
<< Touché, mia cara! >> ammette Blaise, alzando le mani in segno di resa e avvicinandosi di un passo per farle una leggera carezza con il dorso della mano.
<< Se non posso neanche inventarmi espedienti per vederti… >> mormora piano lui, avvicinandosi pericolosamente al volto di lei. << Dovrò arrendermi >> soffia sulle labbra di lei. Poi si allontana, mettendosi le mani in tasca e voltandole le spalle.
Comincia a percorrere il corridoio, allontanandosi sempre più dalla rossa Corvonero. << Blaise! >> lo richiama lei. Lui si gira ed inclina un po’ la testa di lato.
<< Basterebbe dire che vuoi studiare Storia della Magia insieme, con me >> gli urla, sorridendo. Blaise si inchina con un gesto plateale che la fa ridere.
<< Temevo non me lo avresti chiesto! >> le urla di rimando lui, ridendo.
Zara Jolly sbuffa e si incammina verso l’aula di Pozioni, convinta del fatto che gli uomini sono tutti stupidi. Che le Serpi siano un concentrato di idioti.
E che Blaise Zabini sia decisamente irresistibile.
 
 
 
<< Il filtro d’amore, nel mio caso… ha colpito una persona già infatuata. Non può creare sensazioni che non ci sono! Le amplifica soltanto. >> continua a spiegare Hermione, frustrata.
“è come se avessi un terribile ciclo” pensa con una leggera punta di divertimento.
<< Sei in balia del tuo cosa, Hermione? >> chiede di nuovo Draco, avvicinandosi di qualche passo ancora a lei. Le è di nuovo vicinissimo.
Il respiro fresco di lui le accarezza le labbra.
Il filtro d’amore la confonde e lo sa benissimo.
La voglia di baciarlo sale di nuovo alle stelle.
<< Desiderio. Sono in balia del mio desiderio… verso di te >> borbotta.
Draco chiude gli occhi e respira profondamente. << Maledizione… >> sussurra prima di afferrarle la nuca e premere le labbra su quelle di lei.
Hermione gli passa le braccia intorno al collo e si lascia sollevare da terra, senza nessuna esitazione. Si stacca piano dalle labbra di lui e gli bacia la fronte, il naso, gli zigomi, il mento. Si lascia catturare nuovamente le labbra in un bacio che non aveva mai sperimentato.
Desiderio.
Non credeva fosse possibile.
Non sapeva neanche cosa fosse.
Desiderio.
 
 
 
<< Hai intenzione di fare lo scimmione ancora per molto e smettere di parlarmi? >> sbotta all’improvviso Pansy, facendo fermare Draco in mezzo al porticato del cortile interno. << Non so di cosa parli >> celia lui, indifferente.
<< Parlo del fatto che non mi racconti come va con la Granger, che non mi chiedi di Seamus… è tutto okay? >> esclama lei, addolcendosi poi sull’ultima domanda.
Draco aggrotta le sopracciglia. << Pan io non so proprio…è tutto okay, sì. Non credevo volessi sapere ancora i dettagli della mia… relazione… con la Granger >> mormora lui, guardandola negli occhi.
<< Certo che lo voglio sapere! Ma non perché me ne importi qualcosa dal punto di vista informativo…o di gossip…Voglio sempre sapere cosa ti succede Draco. >> risponde lei, fissando un punto imprecisato. Forse vederlo così in sintonia con Blaise e Theo quella mattina l’ha fatta ingelosire.
Forse Draco l’ha involontariamente trascurata.
Forse non le vuole più bene.
Forse lei non se ne è accorta, troppo presa ad andare dietro a Seamus.
Forse…
Due forti braccia la stringono e Pansy si ritrova premuta contro il corpo di Draco Malfoy, la faccia contro il suo petto. << Ci siamo un po’ trascurati in questi giorni…io così preso dalla Granger, tu da Finnigan…questi Grifoni fanno solo male, io l’ho sempre detto. >> mormora lui, facendola sorridere.
<< Non avevo notato che tu stessi male, scusami >>
<< Non ci avevo pensato neanche io, fino ad un’ora fa >> sussurra lei, sentendosi piccola e in torto. << Capita a tutti di sentirsi improvvisamente insicuri…aspetta un attimo, Pan. Non è che hai il ciclo? >> chiede. Pansy scoppia a ridere ed annuisce.
<< Questo spiega tutto, sei tremendamente lunare! >> esclama lui esasperato.
<< Ho detto una cretinata? >> chiede piano lei, alzando lo sguardo per osservarlo.
<< No, effettivamente è vero che io non ti racconto niente…non che prima l’abbia fatto, sia chiaro. E non ti chiedo di Finnigan perché vi vedo. >> spiega lui, facendola annuire. << Ma, per Salazar…non puoi farti venire questi dubbi di punto in bianco, okay? >> continua, serio. Pansy abbassa lo sguardo ed annuisce.
Forse è solo una cretina.
<< Sei la mia migliore amica e, se vuoi, ti racconterò qualcosa sulla mia relazione con la Granger. E tu sai – lo sai vero?! – che puoi venirmi sempre a parlare di Finnigan, come hai sempre fatto. >> conclude lui, facendola tornare di ottimo umore. Si stacca dall’abbraccio e gli dà un sonoro bacio sulla guancia.
<< Sempre tu ed io, inseparabili come un elfo ed il suo calzino? >> domanda.
<< Non abbiamo più cinque anni…questo motto è infantile! Però sì Pansy, sempre tu ed io, inseparabili >> conferma lui riprendendo a camminare.
 
 
Draco la fa delicatamente tornare con i piedi per terra e si stacca per riprendere fiato. Le fronti unite e gli sguardi incatenati.
<< Ora? >> chiede sorridendo, la voce bassa e melodiosa leggermente più roca.
Hermione respira a fondo, cercando invano di controllarsi.
Inspira, espira. Inspira, espira. Di nuovo, una terza volta.
Gli afferra la mano e si stacca. “Controllati” si dice.
Indietreggia piano, poi si gira e inizia a trascinarlo con sé.
Corre, tirandoselo dietro.
Draco si lascia condurre senza sforzo, il passo non troppo veloce e il sorriso sulle labbra. La sente ridere, non sa per cosa.
“Al diavolo!” pensa Hermione, lasciandosi scappare una risata melodiosa.
 
 
 
<< Dici che mia madre si arrabbierà se le dico che abbiamo intenzione di passare le vacanze estive insieme, non da loro? >> chiede Ginny sedendosi sulla panchina accanto al Bambino-che-è-sopravvissuto. Harry si sistema meglio gli occhiali.
<< Ah perché, avremmo già deciso? >> domanda.
Ginny ride. << Ho intenzione di farmi un viaggio con te, che tu lo voglia o meno >>
<< Sempre disposto a far felice la mia signora…ma mamma Weasley la prenderà male, secondo me >> risponde lui, facendola sorridere.
<< Pazienza! Sei il fidanzato di mia madre o il mio? >> domanda ironica.
<< Quando imparerai a cucinare come Molly allora non avrò dubbi nel dare la mia risposta! >> Ginevra Weasley gli molla un cazzotto sulla gamba, scuotendo la testa.
Harry l’abbraccia e la bacia delicatamente sulle labbra.
<< Potremmo arrivare ad un compromesso. Dieci giorni da loro, così che li facciamo felici, e poi ce ne andiamo tu ed io, dove vuoi tu. >> le propone, soffiandole le parole sulle labbra. Ginny sorride ed annuisce, rapita dallo sguardo di lui. Quegli occhi verdi che tanto ama.
<< Va bene. >> acconsente.
<< Prima però devo passare i M.A.G.O., altrimenti il problema neanche si pone! >> ride lui, stringendola maggiormente in quell’abbraccio e baciandole i capelli.
<< Hai iniziato il ripasso con Herm? >> domanda Ginny. Harry scoppia a ridere.
<< Me lo stai chiedendo sul serio, Ginny? >>
 
 
 
Sono arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa, guardiana dell’entrata che porta alla Sala comune della casa Grifondoro,
culla dei coraggiosi di cuore: |
audacia, fegato e cavalleria |
fan di quel luogo uno splendore
come recita il Cappello Parlante. La signora osserva confusa l’atipico duo, si sofferma sugli stemmi e sui colori delle cravatte, malamente allentate. Riconosce la prodigiosa signorina Granger, osserva malamente quello che – per fama – sa essere Draco Lucius Malfoy.
<< Begatelle >> recita la parola d’ordine Hermione, la voce leggermente tremula.
Primo passo, entrare.
La Signora Grassa non vorrebbe farli passare, “ci vuole un certo decoro in questa scuola!” pensa lei. Ma è costretta a farlo.
Annuisce con sguardo serio e li lascia passare. Draco Malfoy ghigna in risposta allo sguardo cupo che la figura nel quadro gli rivolge.
Tiè, vecchia racchia” pensa prima di entrare nel covo rosso-oro.
Hermione si gira e gli salta al collo, baciandolo di nuovo. Non riesce più a staccarsi da quelle labbra. Draco la scosta lentamente da sé, ridendo.
Alcuni ragazzini di primo anno, probabilmente rientrati di corsa nel dormitorio per completare qualche compito prima di andare a letto, li fissano con sguardi smarriti. Alcune ragazzine ridacchiano. Hermione realizza immediatamente di non essere l’unica Grifondoro in quella stanza. Avvampa.
Due ragazzine la guardano, li indicano.
<< Sono Hermione ed il Prefetto Malfoy! >> si dicono, con sguardi accesi e divertiti.
<< Diamo spettacolo, Granger? >> chiede beffardo lui, scostandole i capelli ricci da una spalla per posarvici un lungo bacio. Hermione chiude gli occhi.
Il Filtro d’amore non le dà pace.
Lo afferra per la cravatta e lo trascina con se, su per le scale a chiocciola del dormitorio femminile. A metà rampa di scale, si gira per baciarlo, ridendo.
Draco le tiene il viso con le mani ed Hermione si china per raggiungere il suo livello. All’improvviso le scale non ci sono più.
Draco sente mancare la terra sotto ai piedi, letteralmente.
La scala a chiocciola si trasforma in uno scivolo e loro due precipitano giù, senza neanche avere il tempo di provare ad appigliarsi a qualche sporgenza.
Draco sbatte malamente il fondoschiena per terra, ritrovandosi stesso sul parquet della Sala Comune, nuovamente davanti a tutti. Hermione gli finisce sopra, cadendo a qualche millisecondo di distanza visto che era due scalini più in alto. << Che caz...?! >> borbotta senza fiato, la botta alla schiena e il corpo di Hermione sopra di lui non lo lasciano respirare. Hermione si tira a sedere, le gambe lasciate scoperte dalla gonna e le mani ai lati della testa di lui. Scoppia a ridere convulsamente.
Non ci aveva pensato. Non ci aveva pensato!
Quando mai Hermione Granger non pensa ad una cosa tanto ovvia?!
<< Che scherzo è questo? >> chiede Draco tirandosi su e poggiandosi sui gomiti. Hermione scuote la testa con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
<< Lo pensò…Godric Grifondoro in persona… >> inizia, cercando di riprendere fiato. << È un incantesimo per…impedire…come ho fatto a non pensarci?! >> continua, osservando lo sguardo confuso di lui che la fa ridere ancora di più.
<< Di che parli? >> chiede lui.
<< Le scale si trasformano in scivoli per non far salire i ragazzi nel dormitorio femminile! >> dice una bambina che ha osservato tutta la scena.
Draco gira la testa per osservare la piccola Grifondoro dagli occhi azzurri e i capelli biondi come il grano, lunghi e ricci. Hermione si lascia cadere di lato, le mani a tenere la pancia e gli occhi serrati.
Draco annuisce e si tira su. << Tu sei? >> chiede alla bambina.
<< Jessica Gulliver, signor Malfoy >> dice con voce candida porgendo la manina piccola. Draco sorride e le stringe la mano.
Mezzosangue, o nata babbana. Non esistono Gulliver tra i Purosangue.
<< E dimmi, Jessica…come ci arriviamo su? >> le chiede piano, chinandosi appena verso di lei. Cerca di tenere la cosa riservata.
La ragazzina si sporge per guardare la sua Prefetto, ancora in preda alle risate. Draco segue con lo sguardo quello di lei. << Hermione è…beh, di ottimo umore questa sera. >> le spiega sorridendo.
<< Non credo sia in grado di rispondermi, in questo momento >> continua.
Jessica annuisce e ci pensa un po’ su. << Ho letto che serve un incantesimo particolare, che viene insegnato alle ragazze solo una volta smistate… dalle più grandi >> medita a voce alta.
<< Tu lo sai? >> chiede. La piccola Jessica Gulliver lo guarda male.
<< Certo che lo so! >> esclama. Draco alza gli occhi al cielo.
Un’altra Hermione Granger.
<< Arricipis escalibantur >> dice. Draco annuisce e le arruffa i capelli in segno di saluto. Torna verso la propria fidanzata e si china per afferrarle le mani. La tira su.
Prende la bacchetta e la punta verso le scale, ripetendo l’incantesimo.
Farà bene a tenerselo a mente, questo.
 
Entrano all’interno della grande camera da letto delle ragazze - Hermione ha rifiutato la camera da Prefetto, la paura di rimanere da sola anche per una notte solamente in più le ha impedito di accettare quel privilegio dei Prefetti - e chiudono velocemente la porta. Draco si sofferma ad osservare i due grandi letti con la trapunta rossa, uno della Weasley e uno della sua fidanzata.
Passeggia lentamente in circolo, osservando alcune foto che ritraggono il magico Trio, alcune di Hermione con Ginevra ed altre ragazze, alcune immobili – babbane -  di lei da bambina. Si gira nuovamente ad osservare la Grifondoro, poggiata contro lo stipite della porta e con lo sguardo colmo di una sensazione appena scoperta: desiderio. Draco si avvicina piano, gustandosi l’idea - fino a pochi mesi prima così impensabile - di baciarla. A pochi passi da lei, viene raggiunto da Hermione in persona che colma quella distanza e lo bacia, cercando di non far esplodere il cuore. Draco inspira e approfondisce il bacio, passandole un braccio intorno alla schiena e l’altra mano ben intrecciata nei suoi capelli ricci.
La spinge delicatamente contro la porta e si schiaccia contro di lei, sentendole il cuore battere contro la cassa toracica.  Hermione si abbandona completamente contro la porta e passa entrambe le mani nei suoi capelli biondi – “biondi, biondi, biondi” -, tirandoselo il più vicino possibile.
Decisa a non lasciar passare neanche un filo d’aria tra i loro corpi intrecciati, perché ha scoperto che è giusto così.
Cerca di non esagerare, ma la mente non ragiona più.
Gli morde il labbro inferiore, tirandolo provocantemente verso di sé.
Draco si stacca e poggia le mani sulla porta ai lati del viso della ragazza, inspirando.  << Potrei non resistere ancora >> bisbiglia.
Strofina il naso tra la folta chioma riccia e poi si china per arrivare al livello giusto, all’altezza dell’orecchio di lei. Lo bacia delicatamente, mordendolo poi piano.
<< Potrei non resisterti ancora >> ammette.
Hermione, la testa contro la spalla di lui chiude gli occhi e prega Merlino di non impazzire del tutto.
Si scosta da quell’abbraccio simile ad una gabbia – da cui lei non vorrebbe mai scappare, sia chiaro – e si allontana, in cerca di ossigeno e del suo tanto decantato cervello. Siede sul letto e scuote la testa. Inspira, espira. Inspira, espira.
E di nuovo, una terza volta.
Draco crede di aver capito l’antifona e si impone di calmarsi. Le si avvicina piano e si accuccia davanti a lei, in equilibrio sulle punte e con le mani a cercare il viso della fidanzata. << Penso che sia meglio che me ne vada >> sussurra, un lieve sorriso a nascondere il tumulto interiore.
Si puntella maggiormente sulle punte dei piedi per avvicinare i visi e lasciarle un lieve bacio sulle labbra. Un arrivederci.
Si stacca appena, poi sembra ripensarci.
Draco le lascia un altro bacio, poi un altro ancora, sempre lievi e in superficie.
Controllo…
Hermione insinua piano la lingua tra le labbra di lui, con iniziale timidezza, per convincerlo che, tutto sommato, un arrivederci un po’ più corposo non sarebbe male. Si china maggiormente verso quel viso angelico e gli passa le mani attorno al collo, dentro al colletto della camicia non così perfettamente stirata.
Le dita fredde di Hermione a contatto con il lembo di pelle del corpo bollente di Draco, labbra contro labbra – in un bacio che casto già non è più, di nuovo -, le mani di lui rigidamente ferme sui fianchi di lei – desiderose di intrufolarsi sotto a quella misera camicetta bianca -, il respiro di lei sempre più irregolare.
Avanza inconsciamente verso di lui, la gonna che le si alza ad ogni piccolo spostamento verso il bordo del letto rosso-oro. Draco si sbilancia appena, cercando di non far aderire troppo i due corpi, ma la Granger – la focosa Granger, come si è appena scoperto -  non sembra intenzionata a lasciarlo andare e approfondisce ancora di più il bacio – portando Draco a chiedersi mentalmente se avesse fatto qualcosa di male per meritarsi quel supplizio meraviglioso ma insopportabile – tirando con un certo trasporto le ciocche bionde di lui, ammonendolo di non andarsene.
Draco le passa le braccia intorno ai fianchi e se la tira addosso, alzandosi poi in piedi. Hermione gli allaccia le gambe alla vita, sorridendo sulle labbra di lui prima di riprendere a baciarlo con foga sempre più crescente.
Si sbilanciano e cascano sul materasso, lei sotto e lui sopra di lei.
Draco si stacca appena, poggiando i gomiti ai lati del viso arrossato di lei, ridacchiando. << Ti sei fatta male? >> le chiede piano. Hermione sorride e ride piano, una voce arrochita dal desiderio. << No, no. Sto benissimo >> gli dice, sussurrando le ultime parole sulle labbra, prima di tirarselo nuovamente addosso, i denti che cozzano e le lingue che si incontrano, di nuovo. Ancora.
Draco scende lentamente con le labbra sulla mandibola per poi tracciare una scia umida sul suo collo – su e giù, mordendo alcuni punti e poi rilasciando altri lievi baci e nuovamente su e giù – e con le mani le toglie la camicetta da dentro alla gonna. Hermione passa ripetutamente i palmi delle mani sulla schiena di lui, sentendolo tendere ad ogni sua carezza e ad ogni suo sospiro. Draco le allenta la cravatta, slacciando piano i bottoni della camicetta.
Primo bottone, qualche delicato bacio sulla gola.
Secondo bottone, una scia di baci che prosegue sullo sterno.
Terzo bottone, le mani che si intrufolano delicatamente all’interno, alla ricerca della pelle surriscaldata di lei. Hermione si tende, si inarca, sospira. Decisa a non lasciargli tutta l’iniziativa, con mani tremanti gli toglie la cravatta, buttandola da qualche parte nella stanza. Afferra i lembi della camicia e tira con forza, ad occhi chiusi, facendo saltare forse i primi tre bottoni.
<< Ops >> sussurra sulle labbra di lui. Draco passa le dita fine sopra al leggero pizzo del reggiseno di Hermione, le bacia le labbra con delicatezza e poi le morde l’orecchio. << Non fa niente >> risponde, scendendo nuovamente a baciarle il collo e continuando a sbottonarle la camicetta stropicciata.
Hermione scosta il più possibile la camicia dalle spalle di lui, passandoci sopra le mani in dolci carezze, toccando ogni muscolo.
Le dita lunghe di Draco iniziano ad accarezzarle le gambe – allacciate intorno ai fianchi di lui – piano, avanti e indietro, senza mai smettere di baciarla.
Porta una mano tra i capelli di lei, sparsi tutt’intorno sulla trapunta del letto, e con l’altra mano continua il suo lento risalire, dalla caviglia al ginocchio, dal ginocchio alla coscia – piano, dolce, emozionante - .
Hermione riesce finalmente a sbottonare interamente la camicia di lui e ferma quella lenta  - e insopportabile – carezza di Draco, costringendolo a togliersi il fastidioso indumento. Scende ad accarezzargli il petto, tracciando linee immaginarie, carezzando ogni singolo centimetro di pelle. Porta le labbra sul collo di lui, poi sulla clavicola, poi all’altezza del cuore. Batte furioso.
Il sangue di Hermione circola ancora più velocemente.
Gli bacia più volte la pelle in quel punto, inspirando profondamente.
Draco passa entrambe le mani sulle gambe nude e lisce di lei, arrivando sotto la gonna e poi le allontana di nuovo, facendola sospirare, probabilmente contrariata.
Le bacia l’incavo tra i seni, tenendo le mani ferme sulle cosce di lei, e scende piano, verso l’ombelico. Hermione gli tira con decisione le ciocche di capelli biondi, costringendolo ad alzare il viso fino alla sua altezza.
Si fissano negli occhi. Hermione schiude le labbra come per dire qualcosa, poi sospira e lo bacia, con forza, con passione, con amore.
Un prepotente bussare alla porta li blocca.
<< Herm! Sei…siete qui? >> domanda la voce di Ginny dall’esterno.
Hermione non si ricorda neanche più come si articola una frase, non necessariamente di senso compiuto.
<< Ehm, sì >> risponde con una voce più gracchiante del solito.
<< Oh, beh…mi dispiace sì insomma, interrompervi…ma ci sta la McGranitt che ha bisogno di parlarvi. >>  continua la rossa Grifondoro, divertita.
<< La McGranitt? >> chiede Hermione, mentre Draco si stacca lentamente da lei e si alza in piedi.
<< Che cazzo vuole quella donna?! >> borbotta lui, infastidito.
<< Oh beh…dice che tu sapevi che vi dovevate vedere. Dovevi dire una cosa a Malfoy…ha detto che avevate un appuntamento da lei >> risponde Ginny.
Hermione nella confusione più totale cerca di ricordarsi qualcosa.
Effettivamente, lei doveva fare qualcosa.
Stava cercando Draco proprio per un motivo…
Prima di bere dal calice di Goyle e perdere letteralmente la testa.
Oltre al famoso controllo, ovvio.
Doveva…che doveva fare?! Perché aveva bisogno – “non in quel senso, ma in quell’altro senso!” – di lui?
<< Merda! >> esclama alzandosi a sedere di scatto sul letto.
Draco Malfoy la fissa con sguardo sbigottito e si infila la camicia.
<< Lo sapeva che te lo saresti ricordato. Vi aspetta nel suo ufficio >> ride Ginny Weasley udendo quella parolaccia. Si sentono dei passi allontanarsi.
<< Che dovevi dirmi, Granger? >> domanda lui aiutandola a mettersi in piedi.
Apre un’anta dell’armadio e tira fuori una camicia a caso, porgendogliela.
Hermione si toglie la camicia sgualcita e afferra l’altro indumento, senza prestare attenzione allo sguardo famelico di lui. Se la infila velocemente.
<< Dovevamo parlare di alcuni turni di ronda. >> mormora.
<< Credo che la McGranitt voglia cambiare ancora le coppie. >> continua
<< Ricapitiamo insieme? >> domanda lui. Hermione annuisce e prende la cravatta di lui. Si alza sulle punte dei piedi e passa la cravatta sotto al colletto sgualcito, sfiorandogli accidentalmente il collo. Con sguardo attento si concentra sul nodo da fare. Un giro, un altro giro, passare sotto, poi dentro. Tirare.
Sistema meglio il colletto e il nodo della cravatta, poi si sporge per lasciargli un lieve bacio sulle labbra. Si ordina di fermarsi lì.
Draco sospira e si scosta. Apre la porta della camera e la fa passare.
Cavaliere.
<< Vorrà dire che potremo continuare il nostro discorso di prima >> le sussurra all’orecchio prima di scendere velocemente le scale.
Hermione Granger, impietrita sul posto, si volta a guardare la sua camera da letto.
Fissa il suo letto e la sua camicia, malamente lasciata per terra.
Avvampa all’idea di quello che sarebbe potuto succedere.
Poi sorride all’idea di quello probabilmente  - sicuramente, inevitabilmente – prima o poi succederà.
Chiude la porta e si appresta a scendere le scale, Draco la aspetta già fuori dal quadro della Signora Grassa, nuovamente padrone del suo solito contegno.
Le mani in tasca, lo sguardo annoiato, i capelli riportati ad un certo ordine.
Si incamminano, vicini ma non troppo, verso lo studio della Preside.
L’eco di quei baci impresso col fuoco nelle loro menti.
 




 In ritardo di ben 3 ore e 5 minuti ( e con un sonno che mi porta via...!!!!)
eccomi qui, chiedo scusa per il ritardo...il capitolo è arrivato e SBEEEEEEEEEEEEEEEM. vi è piaciuto? a me personalmente molto, soprattutto scriverlo.
vi confesso che è stato faticosissimo, non sapevo proprio dove andare a sbattere la testa, mi sono dovuta leggere parecchie mie storie che seguo, ho dovuto ricercare i punti esatti in cui succedeva "qualcosa" e prendere spunto da lì.
mi sono fermata, eheh. malefica...
allora affrontiamo i tempi 
1) avevo promesso un capitolo interamente incentrato sui personaggi secondari ed ovviamente non è questo, come potete vedere!
spero però di non avervi deluso... il capitolo in compenso è divertente  - a parer mio - e luuuuuuuuuuuuungo! 12 pagine word o pure di più!
2) Hermione beve un filtro d'amore destinato a Goyle. non so come mi sia venuta l'idea...però è nata lì ed ho deciso di sfruttarla per descrivere una scena che tutte (me compresa) tanto aspettavano e desideravano... una bella iniezione di ORMONI!!!! oh sì, e lei si lancia subito tra le braccia di Draco!
Pansy con il ciclo...non so, mi fa ridere l'idea. conosco amiche che diventano isteriche quando sono in quella settimana del mese, io per fortuna resto abbastanza stabile :) ho pensato che Pansy poteva pure impazzire!
3) Theo e Dafne...sono dolci?!!!! :D
arricipis escalibantur o come diavolo si chiama...me la sono inventata di sana pianta :) 

Eeeeeeeeee basta, non vorrei prolungare ancora questa attesa  (ben 3 ore e 11 minuti di ritardo ora!!!) e vi lascio qua, con la speranza che il capitolo vi sia piaciuto e di sentire i vostri pareri :) 

Per chi non lo sapesse ancora............. ------------> http://www.facebook.com/SiPuoFareEfpAladoni  
Mi trovate qua ;) 

Siete fantastiche e vi ringrazio perché mi leggete...
Buona notte, Chiara

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci. Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace. ***


Buona sera a tutte. sono qui con un ritardo imperdonabile di ben due settimane, lo so.
innanzitutto, BUON NATALE E BUON SANTO STEFANO!!! come state? 
io ho avuto un momento un po' di buio, non sapevo bene cosa scrivere e come scrivere. poi lo scorso capitolo non vi è piaciuto, forse, a quanto vedo...
non lo so, mi sono un po' demoralizzata...succede! 
comunque, il capitolo che leggerete è un po' così, non molto adatto all'atmosfera natalizia... ma non vi voglio svelare niente! ci vediamo giù!
Chiara




<< Hai saputo la novità, Minerva? >>
<< Stavo giustappunto per leggere il giornale, Albus. >>
 
Lucius Malfoy ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Azkaban per ricongiungersi con i suoi cari: “è pentito, noi non vogliamo agire come loro” dicono i Giudici della Corte Magica Internazionale, riferendosi al processo di due settimane fa.
 
<< Si preannuncia un periodo difficile, Minerva cara. Gli studenti non sono pronti a questo >>
Minerva McGranitt chiude velocemente il giornale e lo allontana dalla sua vista.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
<< È ridicolo, certi pregiudizi dovrebbero essere morti con la guerra >>
<< Non puoi obbligare un cuore a smettere di battere, Minerva. >>
 << E non puoi obbligare una persona a smettere di provare sentimenti, Albus. Ho capito, ho capito. Spero solo che non perdano del tutto la ragione. >>
 
 
 << Amico, che è successo l’altra sera? Dopo la partita Tassi-Corvi, intendo? Ho un vuoto di memoria >>
<< Avevi bevuto un po’ troppo Ron!! Per fortuna che c’era la ligia Herm con noi! Ti ha portato nella tua stanza del dormitorio e ti ha sistemato lei. Santa donna… >>
Ron Weasley e Dean Thomas sorridono, prendono le proprie borse e si incamminano verso la sala Comune Grifondoro.
 
<< Avete saputo? Ron Weasley ha dato un bacio ad Hermione Granger ! >>
<< Quando?! >>
<< L’altra sera, era ubriaco! Io l’ho sempre detto che non l’aveva mai dimenticata >>
 
 
<< Non so come fare, Blaise >>
<< Dille semplicemente la verità, Draco! Se la merita… >>
Draco Malfoy tira un pugno contro l’anta dell’armadio, poi si morde le labbra per il dolore.
<< Non possiamo andare avanti così, lo sappiamo tutti e due… >> mormora Draco, sedendosi poi sul letto sfatto. Accarezza distrattamente la trapunta verde e sospira.
<< E allora smettila di rimandare in eterno: va da lei e finiscila! Non vi fa bene tenervi all’oscuro certi sentimenti, certi dubbi. Siete troppo testardi, dovete prendere di petto le questioni che vi allontanano e parlarne! Hai paura? Va’ da lei e diglielo! Sei incazzato, diglielo! Non ce la fai piu’… diglielo >>
<< Non so… >>
<< Draco, ci siamo noi serpi qui con te. Sempre e comunque. Lo sai! Ora, vai >>
 
 
<< Hai sentito? Dicono che Malfoy voglia lasciare la Granger >>
<< Ma non è perché teme il giudizio del padre, Rita? >>
<< Secondo me è perché si è scocciato e basta! >>
<< Non può essere così, Julienne… >> risponde a bassa voce Rita Huan, Tassorosso.
<< Oh datemi retta, una mia amica Serpeverde ha visto una biondina entrare nella camera del Prefetto Malfoy la scorsa notte: si è bello che rotto della Granger! >> conclude Julienne, Corvonero, sesto anno.
 
 
<< Hai letto la lettera che ti ha mandato tua madre, Dra? >>
<< Sì Pan, l’ho letta stamattina. >>
<< Che diceva? >>
Draco beve un sorso di succo di zucca dal calice. Fa un lungo respiro.
<< L’ho detto anche l’altra sera a Dafne… Mia madre è contentissima di avere mio padre di nuovo a casa, dice che si stanno ristabilizzando le cose al Manor >>
<< Tuo padre come sta? >>
<< Ha scritto che è provato e deperito, ma è contento di essere di nuovo a casa. E ha detto…che gli manco… >>
<< Oh ma certo! È ovvio che gli manchi, Draco! Sei suo figlio !! >> esclama Pansy Parkinson buttandosi al collo di lui e abbracciandolo stretto, cercando di infondergli un po’ di calore.
<< Lo so >> mormora piano Draco prima di ricambiare l’abbraccio con eguale intensità.
<< Ci siamo noi qui, Draco. Dafne, Blaise, Theo ed io. Pure Goyle. Fino alla fine. >> mormora Pansy al suo orecchio, stringendolo forte. Draco chiude gli occhi e lascia un lungo bacio sulla fronte della sua migliore amica.
 
 
<< Mia madre mi ha detto che quel Mangiamorte è di nuovo libero! >>
<< Sì, Malfoy è agli arresti domiciliari. Lo hanno ritenuto pentito >>
<< Non si pente uno come lui, non dopo aver passato anni dietro ad una causa del genere! Come hanno fatto a credere a quell’assassino? >>
<< Frank, non urlare! >>
<< Che mi sentissero tutti! Il Ministero della Magia è composto da un branco di coglioni, questa è la verità, credete a questo! >>
 
 
<< Hai letto Harry? È ridicolo! >> borbotta Ron Weasley con una copia del quotidiano poggiata sulle ginocchia. Un altro articolo su Lucius Malfoy, il primo di una lunga serie, si staglia in prima pagina. La foto raffigura un Lucius Malfoy smunto e stanco - bombardato da numerosi flash – con accanto Narcissa Malfoy che  lo afferra dolcemente per un gomito e lo allontana da lì. Ad Harry ricorda vagamente la sua foto che era comparsa al quinto anno, insieme a Silente, al Ministero.
<< Lo so Ron, lo so. Ma lo fanno per non fare una strage, per non assomigliare ai Mangiamorte. >>

<< Miseriaccia! E che razza di ragionamento è mai questo? Persone come lui meritano di stare ad Azkaban, non mi interessa se ORA è pentito! >>
<< Lo so, Ron, ti capisco… >>
Ron Weasley batte violentemente il pugno sul tavolo, facendo girare alcuni compagni della sua casa dalla sua parte. È livido di rabbia, gli occhi lucidi.
<< No, tu non capisci! Tu difendi sempre le vittime!! Sei un difensore delle vittime del cazzo, Harry!  >>
<< Anche io vorrei vedere Malfoy sbattuto ad Azkaban, insieme a tutti quei Mangiamorte che sono riusciti a scappare! Che ti credi?! Abbiamo combattuto o no per questo? Ma non spetta a noi decidere!! Per cui ora calmati e piantala di fare questa sceneggiata… sta arrivando Hermione >>
<< Dici che lei non sa niente? >> borbotta velocemente Ron tornando a sedersi.
<< Non spetta certo a noi dirglielo, metti via quel giornale. >> gli intima Harry, gli occhi ancora troppo accesi.
<< Chiederà comunque di leggere La Gazzetta, lo sai Harry. È fissata! >>
<< E allora togli le pagine che parlano di Malfoy, per Godric! Muoviti che sta arrivando! >>
<< Non capisco proprio perché ti ostini così tanto a difendere Malfoy… >>
<< Non so contro quale Malfoy tu ti stia accanendo in questo momento… ma le questioni tra lei e Draco sono affari loro. Ed io non sto difendendo Lucius Malfoy, Ron! >>
<< Lo verrà a sapere comunque. >> chiude il discorso Ron, lapidario.
Hermione Granger, il viso stanco e due pesanti tomi in mano, si dirige con passo svelto verso la tavolata dei Grifondoro, senza lasciare la solita occhiata verso quelle parti là.
Nessun Serpeverde a cui sorridere, di prima mattina.
Si siede vicino ai suoi due migliori amici.
<< Ciao ragazzi  >> borbotta Hermione, aprendo velocemente la Gazzetta del Profeta e tuffandosi sulle pagine di cronaca. Richiude leggermente il giornale ed aggrotta le sopracciglia, notando che la prima pagina non c’è. Ron lancia uno sguardo di rimprovero ad Harry “Visto?!
<< Hai una faccia terribile…che succede?! >> cerca di sviare l’attenzione della sua amica.
<< Sempre delizioso Ronald. Sono solo stanca. Tutto qui. >> ringhia Hermione, prima di concentrarsi nuovamente sul giornale. << Sapete per caso perché mancano delle pagine? >>  
Harry appallottola con maggior enfasi le prime due pagine del giornale da sotto al tavolo, lanciandole poi il più lontano possibile dalla loro postazione. << Oh, non ci avevamo neanche fatto caso, vero Ron?! >> esclama con un tono tremendamente falso Harry. Ron mugugna una risposta affermativa. Hermione si stringe nelle spalle e continua a leggere.
Gary Junn – Grifondoro, terzo anno -  avverte un colpo alla caviglia e si china sotto al tavolo per capire di cosa si tratti.
Afferra dubbioso la palla di carta e cerca di riaprirla, alla bell’e meglio.
Scorge il titolo del giornale dei Maghi e sgrana gli occhi, stupito.
Chi l’avrebbe mai detto!
 
Draco Malfoy si dirige con passo strascicato verso il gruppetto di Serpeverde in prossimità del Lago Nero, il mento sempre in alto e lo sguardo sempre fiero.
Tipico di un Malfoy. Tipico di Draco nei momenti di difficoltà.
Hermione Granger non si è girata a guardarlo, questa mattina.
Sbuffa al nulla, incazzato con se stesso e con il mondo.
Alcuni ragazzi lo indicano, altri sussurrano qualcosa.
Un ragazzo si ferma davanti a lui, sputando per terra a pochi centimetri dalle sue scarpe nere, italiane. Draco si morde la lingua, imponendosi di non cruciarlo. Sapeva che sarebbe successo, era inevitabile. Il disprezzo non si può cancellare, è radicato dentro ogni nostra cellula, volenti o nolenti.
Sono state torturate decine e decine di vittime, per questa causa.
Sono morte centinaia di persone, per questo motivo.
Hanno combattuto una guerra, per colpa di questo problema.
Ed ora, con il Signore Oscuro definitivamente sconfitto e la pace indiscussa nel mondo magico, bisogna ancora fronteggiare questi sentimenti ostili.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, dicono i babbani.
D’altronde, se Tom Riddle all’epoca era un mago come tutti, perché il qui presente giovane non potrebbe ripetere le stesse scelte sbagliate?
Tendiamo ad errare, tendiamo a ripetere gli stessi errori, tendiamo a non accontentarci mai.
<< Tu e la tua famiglia dovreste marcire ad Azkaban, schifoso Mangiamorte! >> inveisce contro di lui Fred, fronteggiandolo con sguardo furioso. Draco reprime a stento un insulto.
<< Non solo tu osi sporcare la dignità di queste mura con la tua presenza, ma hai anche il coraggio di essere fiero per il fatto che tuo padre sia stato liberato! >> continua il Corvonero dell’ultimo anno, schiumando di rabbia.
A Draco prudono le mani e pizzicano gli occhi, forse per rabbia, forse per orgoglio.
È sbagliato esserne fieri? Esserne felici?
<< Non dici niente?! >> lo punzecchia ancora Fred, spingendolo malamente indietro.
<< Dovreste morire tutti! Tu, tuo padre…e pure tua madre, che è solo una putt… >>
Un cazzotto colpisce in pieno la sua mascella tesa, facendolo ruzzolare a terra.
Draco Malfoy espira, soddisfatto. Si gira a guardare Thedore Nott, il pugno ancora chiuso e lo sguardo fermo sul Corvonero sanguinante.
<< Bel colpo, Theo >> mormora semplicemente Draco, riprendendo a camminare.
<< Ma che cazzo combini? Non pensi sia sbagliato?! >> esclama sputacchiando Fred, bruciante di rabbia e con le lacrime agli occhi. Theo si china alla sua altezza e lo guarda per qualche secondo. << Penso che si tratti di amicizia, di solidarietà. Non è colpa tua, né mia. Né tantomeno sua. Mettetevi l’animo in pace! >> sussurra glaciale Theodore Nott prima di alzarsi agilmente e raggiungere il suo migliore amico.
Si uniscono al gruppo di Serpeverde, Danfe velocemente accorre ad abbracciare Theo e a controllargli la mano lesa. Pansy Parkinson lancia un’occhiata preoccupata ai suoi migliori amici e poi si accoccola accanto a Draco, che si è lasciato scivolare lentamente a terra, la schiena contro il tronco dell’albero e lo sguardo perso nel vuoto.
<< Non capiscono >> mormora Pansy.
<< Hanno ragione >> replica soltanto Draco. Secco, lapidario.
Pansy Parkinson non può far altro che sospirare e poggiare delicatamente la testa sulla spalla del biondo Serpeverde. A volte le parole non bastano.
Draco chiude per qualche attimo gli occhi, ringraziando Merlino per le amicizie sincere che – nonostante tutti e tutto – è riuscito a farsi.
 
 
<< Dicono che Hermione abbia lanciato un vaso contro il muro, ieri sera! >>
<< E perché mai? >>
<< Dicono che abbia scoperto da Clarinda Fusher la notizia del padre di Malfoy e che abbia dato di matto! >>
<< Chi lo dice? >>
<< Tutti! Gira voce che sia impazzita, che voglia presentarsi al Manor e uccidere Lucius Malfoy di persona! >>
<< E’ ridicolo… >>
<< E invece no! Mi ha detto Hannah, che le ha detto Rossella, che glielo ha riferito Ken, che Hermione si é messa a piangere dal dolore. Hannah mi ha detto che tutti l’hanno vista arrotolare la manica per leggere l’incisione che Bellatrix le fece. >>
<< Povera Hermione… >>
 
 
<< Non me lo aveva detto… >>
<< Se ne vergogna. E, mi dispiace dirlo, ma fa anche bene… >>
<< Ron! >>
<< Vuoi forse negare il contrario? >>
<< No però… >>
<< Però cosa, Hermione?! Vuoi forse dirmi che è giusto così? Che tutti – cani e porci! - si meritano una seconda possibilità? Che Lucius Malfoy è davvero pentito? Che io sono accecato dall’odio per colpa della morte di Fred? >>
<< No Ron…non voglio dire questo, solo… >>
<< Solo cosa Hermione? È un Mangiamorte, un assassino, un bastardo! Draco Malfoy potrà pure non esserlo ma quello lì lo è! Dimmi Hermione, cosa credi? Perché tra te ed Harry non so più a che pensare, vi siete completamente rimbecilliti! >> urla Ron Weasley nel bel mezzo del corridoio del primo piano.
<< Cosa centra adesso Harry? >>
<< Centra sempre! Siete due paladini della giustizia del cazzo, Herm! Come puoi anche solo pensare che ci sia una ragione se è successo quel che è successo? Come puoi anche solo accettare questa ingiustizia? Non lo vorresti vedere morto? E insieme a lui anche il marito della pazza che ti ha torturato? …O non ricordi, Hermione? Il dolore, le morti, il sangue…perché io posso aver capito, ma non dimentico. >> inveisce contro la riccia Grifondoro, il volto stanco e teso e gli occhi lucidi.
<< Ron… >>
<< Ron un cazzo, Hermione! Ascoltami fino alla fine, per una sola e benedetta volta. Sei sempre stata quella seria e ragionevole, ora dai retta a me. Trovi sia giusto che un insulto del mondo magico giri indisturbato per il mondo, quando tu sei stata la prima ad aver rischiato di vederti strappare via questo privilegio? Concedi a quel bastardo – e a tutti gli altri che verranno, perché io non parlo solo di Malfoy! – il diritto di vivere quando loro sono stati i primi a volertelo togliere, poco meno di un anno fa? Non ti fa schifo?! Non… >>
<< Si Ron, si!! Mi fa schifo, e’ sbagliato, e’ ingiusto! Sono la prima ad aver sofferto per colpa loro, come te, come Fred, come Ginny…come tutti, Ron, come tutti! >> urla Hermione sovrastando l’ira del suo migliore amico. Gli occhi lucidi e le guance rosse.
La fatica di dire parole così forti.
<< Vorrei vederli soccombere sotto i miei Cruciatus, come fece Bellatrix con me… vorrei ucciderli con l’Avada Kedavra e restare a guardare, come fecero con Cedric. Vorrei che un lupo mannaro li sbranasse vivi, come hanno cercato di fare con Lavanda. Lucius Malfoy e’ solo il primo di una lunga lista di vermi che meriterebbe di marcire ad Azkaban, ma… >>
Una porta sbatte alle loro spalle e una figura dal mantello verde si allontana velocemente da lì. Hermione spalanca gli occhi e si ammutolisce. Poi strozza un urlo.
<< Draco…? >> mormora terrorizzata, prima di lasciare Ron in mezzo al corridoio e cominciare a rincorrere una figura già sparita.
Draco Malfoy ha sentito tutto.
 
<< Blaise, Blaise! Aspettami! >>
<< Stammi alla larga, Weasley >> mormora secco Blaise Zabini incrociando Ginevra Weasley per i corridoi di scuola. Ginevra inarca un sopracciglio e si avvicina al nero Serpeverde.
<< Come, scusa? >> chiede, scettica.
<< Hai sentito benissimo, Weasley. Non voglio avere niente a che fare con gente come voi. >>
<< Come noi, chi?! >>
<< Giusti e leali, fino al midollo. Siete accecati dalla vostra idea di giusto, tanto da non accettare tutte le altre possibilità. Mi fate schifo. >> ringhia Blaise prima di superare una attonita ragazza dai capelli rossi e dalle convinzioni leggermente più incrinate. 
 
 
<< Draco! >> urla Hermione Granger rincorrendo una figura alta e slanciata, cupa.
I ragazzi nel corridoio la lasciano passare, curiosi. Draco Malfoy si apre un varco di fronte a sé, indifferente. Non si ferma, come se non la sentisse per davvero.
<< Draco, aspettami! >> continua a chiamarlo lei, confusa.
Ecco spiegati i lunghi silenzi, gli sguardi mai incrociati, i sorrisi finti, gli abbracci freddi.
Ecco spiegato il suo atteggiamento degli ultimi giorni.
Aveva paura, di lei? O non la vuole veramente più?
E’ vero quello che si dice in giro?
Forse aveva ragione quella ragazza di Corvonero, l’altro ieri. Forse Draco si e’ semplicemente stufato di lei. Dopotutto, cosa ha Hermione Granger più delle altre?
Un insopportabile orgoglio, una noiosissima passione per lo studio.
Una morale. Un senso di giustizia che non coincide con il suo.
E’ sempre stato tutto sbagliato, allora? Tutti i baci, tutte le carezze?
Hermione rallenta la sua corsa, il fiato che le manca e le mani che tremano.
<< Draco… >> sussurra più a se stessa che a lui, scomparso dietro l’angolo.
 
<< Granger, non  per farmi i fatti tuoi… ma hai saputo? >>
<< Cosa dovrei sapere, Gwensyn? >> mormora stanca Hermione, chiudendo gli occhi e asciugandosi velocemente una lacrima che e’ riuscita a sfuggire dal suo controllo.
Fransisca Gwensyn, Corvonero, sorride deliziata all’idea di raccontare quello che si dice in giro, da giorni ormai. Prende una sedia e la trascina fino al tavolo dove abitualmente la Granger studia, in compagnia di Draco Malfoy. Oggi e’ sola. Ma anche ieri lo era. E il giorno prima, a dire il vero.
<< Le cose con Malfoy non vanno più così bene, vero? >> chiede dolcemente lei.
Hermione aggrotta le sopracciglia. << Cosa? >>
<< Avanti, Hermione…da donna a donna. Tu e Malfoy avete qualche problema ultimamente, lo vedono tutti. Lo sanno tutti. >>
<< Non vedo come questo possa riguardarti. Come possa riguardare tutti voi. >>
<< Suvvia, Hermione. ”Malfoy e Granger felicemente fidanzati?”E’ uno scoop che appartiene a tutta la scuola, avreste dovuto immaginarlo. Siete sempre stati sulla bocca di tutti, avresti dovuto saperlo. >> le spiega Fransisca, placida.
Hermione chiude il libro di Pozioni – materia preferita di Draco - e si passa stancamente le mani sul viso. << Che vuoi, Gwensyn? >>
<< Semplicemente starti vicina, Granger. Durante i periodi di rottura e’ così difficile andare avanti… >>
<< Periodi di rottura? Io e Draco non abbiamo certo rotto! >>
Fransisca le stringe velocemente la mano, sconsolata.
<< Allora e’ vero che tu non sai niente… >> mormora, fintamente rattristata.
<< Parla, avanti! Cosa e’ che non so?! >>
<< Draco Malfoy vuole lasciarti, Granger. Non si parla d’altro in questi giorni. E’ questione di poco, ormai. >> le comunica, osservandola sbiancare. 
<< Sciocchezze… >> sussurra costernata Hermione, scuotendo la testa.
<< D’altronde se lui già si vede con un’altra… >>
<< Cosa?! >> chiede Hermione, sgranando gli occhi. Fransisca sospira, poi annuisce.
<< Lo hanno visto mentre si vedeva con una e lo  hanno anche sentito parlare con Zabini: dice che deve chiarire con te, perché non ce la fa più. Granger, possibile che tu non ti sia accorta proprio di niente…?! >> Hermione si lascia cadere pesantemente all’indietro, le mani sugli occhi e le labbra che tremano.
Il dubbio.
<< No, io non…e’ ridicolo. Tutto ciò non e’ vero, sono solo voci. >>
<< Da dove nascono le voci, Granger? Quale  e’ la fonte prima, se non la realtà? >> conclude il suo discorso la Corvonero, alzandosi e lasciando Hermione Granger da sola, a crogiolarsi nel dubbio.
 
 
Blaise Zabini bussa alla porta del bagno, aspettando.
La porta si apre piano, un viso sorpreso fa capolinea dallo spiraglio.
<< Blaise! Che ci fai nel bagno delle donne? >> chiede sconvolta Zara Jolly richiudendo velocemente l’anta per sistemarsi meglio. Blaise Zabini poggia la fronte contro al legno ruvido della porta del bagno e sospira.
Il leggero rumore di una zip che viene tirata su.
 << Avevo bisogno di vederti >> mormora.
Si sente un leggero sospiro, poi la porta si apre. Zara stringe dolcemente Blaise in un caldo abbraccio, rifugiandosi nel suo petto accogliente. Blaise non esita a stringere Zara contro di sé, una mano tra i folti capelli rossi e il volto nascosto tra il collo e la spalla di lei.
<< Ne vuoi parlare? >> mormora semplicemente lei, carezzandogli dolcemente i capelli neri con i polpastrelli della mano. Blaise Zabini annuisce appena.
<< Ho paura per Draco. E odio tutti >> sussurra lui.
Zara Jolly si stacca dall’abbraccio e lo prende per mano, portandolo fuori dal bagno delle donne del terzo piano. Si siedono sotto ad una finestra, le mani ancora intrecciate.
<< Blaise…e’ complicato. Draco ha come unica colpa quella di essere un Malfoy, che non e’ una vera e propria colpa, tra l’altro. E’ la situazione che la nostra società sta vivendo ad essere la vera e propria colpa di tutto ciò. Draco si trova nel mirino, insieme al padre e alla madre, perché la gente e’ insoddisfatta. Chiedono vendetta, Blaise, e non puoi negare che alcuni di loro abbiano il diritto di pretenderla. >> mormora dolcemente lei, carezzandogli il viso. Blaise annuisce << Quello che ha fatto o non ha fatto Lucius Malfoy lo sanno tutti. E molti hanno pure diritto ad essere arrabbiati…solo… >>
<< Solo e’ sbagliato che si accaniscano contro di Draco, e’ vero. In quanto criminale, e’ sbagliato che Lucius Malfoy sia fuori dalle mura di Azkaban, concorderai con me… >>
<< Sì.>>
<< Ma Lucius Malfoy e’ anche un padre, giusto? >>
<< Esatto. >>
Zara Jolly annuisce e si accoccola maggiormente contro al petto ampio di Blaise, sorridendo piano. Blaise ha fatto immediatamente passare un braccio intorno alle spalle esili di lei, stringendosela contro.
<< Blaise, io credo che tu non possa attaccare tutti quanti. Le persone stanno ancora male per quello che e’ successo ed e’ stata colpa proprio di Lucius e di persone come lui. >>
<< Cosa devo fare, Zara…per aiutare Draco? >> mormora sconfitto lui, la voce strozzata.
<< Stagli vicino, Blaise. Non come uno che crede che sia giusto così, ma come una persona che nonostante tutto sa che per un figlio e’ meglio così. Non condannare le persone perché non capiscono e il loro dolore li acceca, aiuta Draco a non credere che essere felice per lui sia impossibile e immeritato. Non lasciare che creda che le colpe dei padri ricadano sempre sui figli. >>
<< E se neanche Hermione dovesse capire? >>
<< Chi ama torna sempre indietro, Blaise. Se Hermione non dovesse capire oggi, capirà domani. E Draco tornerà da lei. >>
<< Ti adoro >> sussurra lui all’orecchio di lei, baciandole piano la guancia arrossata.
Zara si stringe a lui, nascondendo il volto nel suo petto.
Il cuore di Blaise che batte furioso.
Il dolce sorriso a far capolino sulle labbra piene e rosse di Zara.
 
<< Dov’è la Granger?! >> esclama Pansy Parkinson facendosi largo tra la folla di Grifondoro.
<< Dove si trova?! >> continua a sbraitare, i capelli arruffati e il volto teso.
Seamus Finnigan l’afferra per un braccio, arrestando il suo marciare impetuoso.
<< Pansy, che fai? >> chiede lui, brusco.
<< Devo parlare con la Granger! Mi sentirà…oh se mi sentirà! >> gli comunica lei, liberandosi da quella morsa. << Pansy, che… cazzo… vuoi da Hermione?! >> chiede lui spazientito
<< Oh ma certo, difendi la tua Hermione! Lo sai che cosa sta facendo a lui? Lo sai come sta? >> domanda retorica Pansy Parkinson, gli occhi che potrebbero incenerire e le labbra tese. Seam incrocia le bracca al petto e scuote la testa << Di chi parli?! >>
<< Di Draco! La Granger lo sta uccidendo dentro, lentamente… >>
<< Pansy, stai sragionando! Hermione non sta uccidendo proprio nessuno… >>
<< Tu non capisci niente, Seamus! Sei un Grifondoro del cazzo, proprio come tutti qui dentro! Le vostre morali, le vostre regole, il vostro coraggio, i vostri bei sentimenti…tutte balle! Siete degli ipocriti belli e buoni e Draco si è innamorato della regina degli ipocriti…oh ma ora mi sentirà, quella putt… >>
<< Pansy! Non ti permetto di parlare così di Hermione! >> urla lui, ferendola nel profondo.
<< Ovvio, Hermione Granger per voi è perfetta. Te la dico io la verità, Seamus Finnigan. Quella ragazza è una stronza! Non si rende conto che con i suoi silenzi sta distruggendo Draco, non si rende conto che con i suoi abbracci mancati lo sta annientando. Ha bisogno di lei e lei dove cazzo sta?! Eh?! Me lo sai  dire?… no?! Ah, te lo dico io! Sta giocando a fare la reginetta dei perfettini nella sua torre d’avorio, fregandosene del dolore di Draco, fregandosene di aprire quei suoi occhietti e di vedere la realtà >>
<< Pansy sta’ zitta! Non ti azzardare a dire un’altra parola su Hermione, tu sei impazzita! >>
<< Io sono pazza e tu sei un coglione, Finnigan. Sai che nuova c’è? Stammi lontano! >>
 
Draco Malfoy sbatte con violenza la porta della propria camera da letto, lasciandosi poi cadere pesantemente sul letto.
Allora aveva ragione lui, Hermione non l’avrebbe presa bene.
Aveva ragione anche quella pazza di Tassorosso, quando gli aveva detto che lei aveva giurato vendetta e che avrebbe ucciso suo padre.
Se lo sapeva, se effettivamente se lo aspettava… perché faceva così male lo stesso?
Draco si passa una mano sul petto, chiudendo gli occhi.
Fa male, l’idea di lei contro di lui.
Fa male, sapere che quello che avevano costruito non era stato abbastanza.
Fa ancora più male l’averla vista mentre accanita parlava proprio con quel Weasley, altra vittima di pettegolezzi. Credere alle voci o no?
Infondo perché non potrebbe essere vero, visto che il resto lo era?
Draco Malfoy lancia il cuscino contro la finestra, reprimendo un urlo di rabbia.
Avevano faticato per arrivare fino a là, avevano superato pregiudizi e problemi, si erano infischiati degli altri, avevano creato quella bolla intorno a loro… eppure non era stato abbastanza. Perché ci sono pregiudizi che non si estirpano, idee che non moriranno mai per davvero. Due animi così incompatibili, tutto sommato. Da sempre e per sempre.
Che sciocchi loro, ad aver pensato anche solo per poco che forse sarebbe andato tutto bene.
Che si potesse fare.
Hermione Granger, paladina della giustizia e Draco Malfoy, Mangiamorte.
Sono quello che sono e non sono cambiati. Si sono modellati per le esigenze dell’altro, questo sì. Ma cambiare fino in fondo mai. Mai.
Riconosco semplicemente la verità, Granger. Sei una Mezzosangue e sei la Salvatrice del Mondo Magico. 
E lui era semplicemente un Mangiamorte, figlio di Lucius Malfoy.
Riconoscere semplicemente la verità, ma non accertarla mai per davvero.
Ecco cosa avevano fatto loro in quei mesi. Giocato al lieto fine.
Non è tutto oro quel che luccica, avrebbe dovuto ricordarselo Malfoy.
Un detto babbano che proprio Hermione gli aveva insegnato, qualche settimana prima.
Hermione, Hermione, Hermione.
O è forse la delusione, forte e lancinante, nel vederla soccombere al pregiudizio e alla critica…proprio lei, la migliore, la più pura.
Questo forse ha fatto male, secondo Draco. E farà male ancora per molto, perché non sarà facile dimenticarsi di un volto come il suo. O della sua voce, o dei suoi capelli da matta.
Tantomeno sarà facile dimenticarsi di quel corpo che era quasi riuscito a toccare per intero, solo una settimana prima. E il desiderio di sfiorarla di nuovo, quello forse non svanirà mai.
La porta si apre, dei passi segnano che qualcuno si sta avvicinando al letto.
Il materasso si abbassa sotto al peso di un altro corpo.
<< L’hai vista? >>
<< Sì. L’ha presa male. >>
<< Ci hai parlato? >>
<< Non serve, l’ho sentita mentre commentava con Weasley. >>
<< Hai sentito tutto? >>
<< Ho sentito abbastanza, Theo. >>
<< Che farai? >>
<< Ho una famiglia. E degli amici. Andrò avanti, giusto? >>
Theo non risponde, si limita ad osservare la trapunta verde del letto, lo sguardo triste.
Draco Malfoy sospira, riempiendo quel silenzio opprimente.
Giusto?
 
<< Dicono che Pansy Parkinson abbia mollato uno schiaffo a Seamus Finnigan, dieci minuti fa! >>
<< E perché? >>
<< Pare che lui abbia difeso Hermione, ammettendo di essere innamorato di lei >>
<< E la Parkinson? >>
<< È scoppiata in lacrime correndo via, alla ricerca della maggiore delle Greengrass. >>
 
 
 
<< Hai saputo? >>
<< No, cosa! >>
<< Draco Malfoy ed Hermione Granger si sono lasciati, cinque minuti fa davanti al portone >>
<< Chi te lo ha detto? >>
<< Li hanno visti! Lei urlava e lui piangeva >>
<< Draco Malfoy piangeva?! >>
<< Lo sanno tutti che era follemente innamorato di lei… >>
 
 
<< Harry, hai sentito?! >>
<< Cosa Ginny?! >>
<< Hermione e Ron stavano discutendo di Malfoy e Draco li ha visti! >>
<< E quindi? >>
<< Dicono che hanno visto Hermione rincorrere Draco per i corridoi, ma lui non se l’è filata…ed Herm è scoppiata in lacrime davanti a tutti. >>
<< Sei sicura? >>
<< Così dicono…dobbiamo andare da lei! Harry, perché non fai niente?! >>
<< È una cosa che devono sbrigare loro due, Ginny… Sono qui per Herm, ma non ho  intenzione di immischiarmi in fatti che non ci riguardano. E così dovresti fare pure tu. Se mai Herm avesse bisogno di noi, saprà dove trovarci. Ora vieni qui… >>
<< Ma dicono… >>
<< Dicono spesso una marea di stronzate, Ginny. Dicevano che ero pazzo, eppure Lord Voldemort era davvero qui. Non si può dare retta a tutte le voci. Forza, abbracciami >>
 
 
    
<< Malfoy, dobbiamo parlare! Mi senti, apri questa maledetta porta! MALFOY!! >> urla Hermione Granger sbattendo con forza il pungo contro la porta di legno della camera del Prefetto Malfoy. Theodore Nott le apre, guardandola con un misto di tristezza e accusa.
<< Spostati, Theo. >> mormora Hermione entrando nella stanza. Draco le dà le spalle, il viso rivolto verso il Lago nero, le spalle tese.
<< Draco… >>
<< Non c’è nessun Draco per te, Mezzosangue. >> dichiara lui, lapidario.
Hermione sgrana gli occhi.
<< Cosa!? >> chiede piano, le labbra tremanti.
<< Hai capito benissimo. Cosa vuoi, Granger? >> domanda lui, distaccato.
Fa male.
<< Chiarire, Draco >>
<< Malfoy. >>
<< Volevo semplicemente chiarire…Malfoy >> ripete Hermione.
Draco Malfoy finalmente si gira a fronteggiarla, e per poco non gli si spezza il cuore, a vederla così indifesa, davanti a lui.
<< Non mi pare ci sia niente da chiarire. Tu hai saputo, io ho sentito. >>
Hermione scuote la testa << Mi vuoi fare una colpa…tu, che non hai avuto il coraggio di dirmi niente? >> esclama lei.
<< A che pro, se questa è la tua reazione?! Ho fatto bene a non dirti niente… >>
<< La mia reazione?! La mia reazione!! Lo credo che la mia reazione non ti sia piaciuta…mi hai tenuto nascosta una situazione così importante per te… >>
<< Non venirmi ora a dire che la colpa è solo mia…ti ho sentito con Weasley >>
<< Tu non hai sentito tutto, Draco! >>
<< E non ci tengo a sentire tutto, infatti. Ora, penso che non abbiamo altro da dirci. >>
<< Oh invece abbiamo ancora da dirci, noi due! Devi sentire tutto quello che ho da dirti…prima di ogni tua eventuale decisione! >>
<< La decisione mi pare che l’abbiamo presa entrambi, e non coincidono. Come i nostri animi, dopotutto. >>
<< Ma che vai farneticando! Non coincidiamo…i-io non ho preso nessuna decisione! Sei tu quello che mi vuole lasciare, a quanto pare!! >>
Hermione fa un passo avanti e lo afferra per un braccio, ma Draco la scosta brutalmente da sé. Fa male.
<< Non fare la vittima, Granger. Non con me, che ti conosco. >>
<< No! Evidentemente tu non sai niente di me!! Non capisco cosa ti sia preso… >>
<< Corri dietro a quel pezzente di Weasley e tornatene nel tuo regno bello e giusto. Stai parlando con un Mangiamorte, figlio di un altro Mangiamorte. >> mormora Draco, accendendosi una sigaretta. Hermione si passa distrattamente una mano tra i capelli, mordendosi le labbra.
<< N-non capisco cosa tu stia dicendo… >>
<< GRANGER!! >> si sente dal corridoio.
Pansy Parkinson sbuca da dietro la colonna, spostando malamente Theodore Nott.
Hermione si volta verso la Serpeverde dai capelli neri, lo sguardo confuso.
<< Eccoti qua! Lascia in pace Draco! >>
<< Si può sapere che cazzo vuoi da me, Parkinson? >>
<< Voglio che tu la smetta di far soffrire il mio migliore amico! >>
<< Io non sto facendo proprio niente! Niente!! >>
<< Ascoltami bene, Grifona dei mie stivali… mi sono rotta il cazzo dei vostri ideali puri e giusti, va bene? La devi piantare di fare la finta innocente… >>
<< Cosa?! Non so cosa cazzo vi sia preso oggi, ma ora stai zitta o quanto è vero Merlino, giuro che ti pietrifico. Sono una Grifondoro, ho combattuto per ideali che voi Serpeverde fate fatica a comprendere e ne vado fiera, va bene?! Sono ideali per i quali ho rischiato la vita per sette anni, a partire dal Basilisco che proprio il padre di Draco aveva messo in questa scuola! >> urla Hermione girandosi velocemente a guardare Draco, lo sguardo di lui fisso in un punto indefinito. Fa male, l’indifferenza.
<< Sono stata torturata dentro alle mura del Malfoy Manor, davanti a Draco e a suo padre. Va bene!? Non venire da me credendo che i miei ideali siano delle cazzate, Parkinson, non ci provare nemmeno! >> conclude Hermione, gli occhi rossi e lucidi, il fiato corto. Pansy Parkinson la strattona per un braccio, sbilanciandola.
<< Quello che forse i tuoi ideali del cazzo, mia piccola principessa dei cretini, non capiscono…è che Draco è felice perché il padre è tornato a casa. È forse sbagliato, per un figlio? È forse proibito? È forse un reato…? >>
<< Va bene così, Pan. Grazie. >> la interrompe Draco, fermando quel fiume in piena. Pansy Parkinson lascia immediatamente la presa sul polso esile di Hermione e cerca di ricomporsi. << Draco… >> lo chiama piano. Lui la fissa per qualche istante, poi annuisce a Theo. Theodore Nott prende per mano la sua compagna di casa e la porta via, lasciando Draco ed Hermione da soli.
<< Penso non ci sia altro da dire. >> mormora Draco, dando nuovamente le spalle ad Hermione.
Hermione fa ancora un passo avanti verso di lui, le mani tremanti.
<< Tu non hai avuto fiducia in me >> sussurra lei. Draco chiude gli occhi.
<< Non mi hai ritenuto abbastanza, per te… >>
<< Io non sono mai stato abbastanza, per te >> la interrompe Draco, senza voltarsi.
<< Non è vero! Lo sai che non è vero! >>
<< Quello che ho sentito oggi dice un’altra cosa >>
<< Tu non hai sentito tutto, Draco! >> urla Hermione.
<< Cosa altro c’era da sentire? Tu che accusavi mio padre e tutti quelli come lui è stato già abbastanza. Sentirti mentre vomitavi addosso a quel pezzente di Weasley tutte quelle cattiverie mi ha fatto capire la realtà. D’altronde, siete sempre stati la coppia perfetta, qui ad Hogwarts >> mormora lui.
<< Cosa centra questo?! Io e Ron…non ci siamo mai amati…ma non centra niente! Io ho sputato una marea di cattiverie, ma tu non hai sentito la fine! >>
<< E non la voglio sentire, Granger. Non voglio sapere anche il tuo giudizio finale. Vattene da Weasley. >>
<< Il mio giudizio finale è solo uno Draco: non sono mai stata abbastanza per te. Hai creduto che ti avrei giudicato, che ti avrei lasciato per questa storia. Non hai creduto in me, non hai creduto in noi. E la cosa che fa ancora più male è che ti sei fidato degli altri, e non di noi due. >> sussurra Hermione tra le lacrime, ormai impossibilitata a trattenere.
Fa male.
<< Avevo forse torto? >>
<< Sì, diamine! Sì! Critico Lucius Malfoy in quanto criminale, non te! Non voi in quanto famiglia! Ti sarei stata vicina, Draco!! Hai tutto il diritto di essere felice e di riabbracciare tuo padre e tua madre, insieme! Non ti avrei mai odiato per questo, non mi sarei mai permessa di puntarti il dito contro per questo! Possibile che tu ti sia lasciato convincere che io… non tenessi a te? >>
<< Evidentemente non abbastanza! Evidentemente tieni più a Potter e a Weasley, di cui magari sei pure innamorata… >>
<< Non regge questa scusa, Draco! Lo vedi pure da solo… me ne vado >> mormora Hermione, dandogli finalmente le spalle. Un singhiozzo la scuote tutta, altre lacrime scendono lentamente sulle sue guance.
Fermami Draco. Ti prego.
Un passo.
Fermami, ti supplico. Lo so che lo sai.
Due passi, tre passi.
Non lasciare che finisca così, Draco… non lasciare che gli altri interferiscano.
Quattro passi, una porta che viene chiusa.
Hermione Granger scoppia a piangere, incurante di tutti e di tutto.
Draco Malfoy non si gira a seguirla, anche se sa che qualcosa si è rotto dentro di sé.
E che forse avrebbe dovuto dare retta a Blaise e non permettere che il silenzio e le cose non dette li uccidesse dentro. Piano, lentamente.
Si lascia cadere sul letto, stanco e provato.
E si rende conto che forse, dopotutto, Hermione aveva sempre avuto fiducia in lui.





eccomi qua! allora, capitolo in cui tutto viene messo sotto sopra, le amicizie reggono e aiutano ad andare avanti, ma le certezze crollano. perché? perch volevo dare una bella scossa alla storia, forse anche per sentirvi un po' più attive e partecipi :) (escluse alcune sante che mi chiedevano quando avrei aggiornato...perdonatemi il ritardo!!!)
si basa tutto sulle voci di corridoio, e sulle persone che ci credono. è un po' quello che sta capitando in classe mia, forse è per questo che ho sentito il bisogno di parlarne...queste voci distorcono la realtà e i rapporti...e fanno male. di base questa è la realtà :)
ho cercato di riversare tutto il mio odio verso i ciarlatani qua dentro...
Lucius Malfoy è uscito da Azkaban, datemi questa licenza poetica.
sono tutti scombussolati, non c'è più religione! ma le amicizie sono sempre quelle e ho provato a renderle al meglio. Blaise e Zara, che ve ne pare?
Ho voluto mettere in crisi Draco ed Herm...e ancora non so bene perché né tantomento come continuare.
pansy la adoro, disposta ad uccidere pur di salvare il suo migliore amico. mi sembra molto una mamma leonessa.
non so che altro dirvi...il mio intento basilare era mostrare l'importanza dell'amicizia.
spero di esserci riuscita e di sentire i vostri pareri anche questa volta, come nei primi capitoli. 

ma vi ringrazio lo stesso, le 38 preferite, le 14 ricordate e le 143 seguite. GRAZIE.

buona notte e ancora AUGURI.
cercherò di aggiornare più velocemente, in questi giorni...prima dell'anno nuovo.
per farmi perdonare.

per qualunque cosa, potete trovarmi qua!  

La vostra chiara

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici, Ritorno alla normalità. Ma cos'è ***



Sono passate due settimane da quella famosa sera. Tutti sembrano aver dimenticato, o perlomeno rivolto altrove la propria attenzione. Il clima teso di quella giornata si è stabilizzato, lasciando una lieve scia di malcontento dietro di sé. C'è qualcosa che ancora non va, ma nessuno urla più a nessuno, nessuno piange davanti a nessuno.
Pansy Parkinson e Seamus Finnigan non si parlano ancora, ma i continui sguardi la dicono lunga sulla loro prossima mossa.
Ginevra Weasley  si rifiuta di perdonare Blaise Zabini per quell'uscita poco carina nei suoi confronti, ancora piccata. Per una stupidaggine, ma si sa, testarde le Serpi, orgogliosi i Grifi.
Theodore Nott e Dafne Greengrass stanno cercando di non correre troppo, ora che tutto - almeno per loro - sembra andare per il meglio.
Zara Jolly ha davvero iniziato a studiare Storia della Magia con Blaise, terrorizzata all'idea che lui possa vederla solo come un'amica.
E Draco Malfoy è sempre più confuso, sempre più pentito, sempre più solo. Dentro.
Non per colpa delle amicizie, come disse ad Hermione Granger qualche mese prima sulla torre d'Astronomia, oh no.
Ed Hermione Granger vorrebbe tante cose, compreso trovare la forza per non crollare la notte nella speranza di vivere pochi minuti ancora con lui. In un sogno, dove giocare al lieto fine non è così difficile e irrealizzabile.
I M.A.G.O. si avvicinano e il bisogno di certezze bussa prepotentemente alle loro porte.
Che ne sarà del mio futuro? E del tuo?
Si incroceranno, si separeranno definitivamente?
Chi diventerò io e chi tu?
Mi vorrai ancora bene? Ci ameremo ancora?
 
 
 
 
« Si sono lasciati definitivamente, quindi? »
« Non lo sanno neanche loro »
« Cosa possiamo fare per lei, Harry? »
« Stiamole vicini, Ginny. Ha bisogno dei suoi migliori amici, ora più che mai. »
 
 
Hermione Granger fissa la pagina leggermente sgualcita del tomo di Aritmazia che ha preso in prestito da Ginny, qualche ora prima. Draco è seduto davanti a lei, intento a spiegare qualcosa, ma non riesce a seguirlo. C'è qualcosa che non va nel loro atteggiamento, Draco è più distaccato del solito, più freddo...da qualche giorno ormai.
« Hanno scoperto recentemente che la costellazione Alfa Mortis 345 è in realtà... »
Hermione annuisce, senza ascoltarlo per davvero. Fissa quelle mani, che elegantemente si muovono in aria per spiegare il concetto che lui sta diligentemente cercando di ripeterle.
Quelle mani che fino a una settimana prima non esitavano a stringersi intorno ai fianchi di lei.
Perché non mi abbracci più, Draco ?
Hermione sospira e cerca di focalizzarsi sul volto di lui, provando a  leggere il labiale.
« ...il dottor Hunter Morgan, mago di quint'ordine pluripremiato dal Wizegamont, dice che... » continua Draco, serio. Hermione fissa quelle labbra, che da giorni non la cercano più.
Quelle labbra che ora sono sempre in una linea tesa, dritta. Anche con lei.
Soprattutto con lei. Perché non mi vuoi più baciare, Draco ?
È quegli occhi, che non hanno più il coraggio di fissarsi in quelli di lei, che non sono più così caldi, come lo erano con e perlei. Un moto di stizza la percorre tutta.
Che diavolo ti sta succedendo? Che diavolo ci sta succedendo?
Non mi vuoi più?
« Capito? » domanda Draco, sorprendendola. Hermione fissa il volto serio di lui.
« Cosa? » domanda piano, in un sussurro. Draco sbuffa, infastidito.
Cosa c'è che non va in noi? Perché non siamo più come prima?
Perché mi hai allontanata, Draco?
« Granger, maledizione! Mi stai ascoltando? » ringhia Draco Malfoy, sbattendo un pugno sul tavolo. Hermione sussulta, spaventata. « A dire il vero no, scusami... » risponde lei.
« Si può sapere a che pensavi? » continua lui. « A niente, ero sovrappensiero. Scusa » borbotta lei, infastidita dal tono scorbutico di quello che fino a prova contraria è il suo fidanzato.
« Che ti prende?! » chiede ancora lui. Che ci prende?!
Hermione chiude con forza il tomo di Aritmazia, incenerendo Draco con lo sguardo.
« Niente! Sono solo stanca, Draco. Non ho niente! » sbotta lei, facendolo innervosire ancora di più.
« Bene » commenta lui alzandosi e prendendo le sue cose.
« Dove te ne vai?! » chiede isterica lei, osservandola mentre velocemente raccatta tutte le sue pergamene con gli appunti. Draco alza leggermente il capo per guardarla.
Il gelo più totale.
Perché?
« Sono solo stanco, me ne vado » risponde lui, girando i tacchi e sparendo dietro alla colonna della libreria.
 
 
 
 
 
Hermione Granger si riscuote dai suoi pensieri e spegne con un leggero colpo di bacchetta il fuoco nel camino della sala Comune, lasciandosi scappare un triste sospiro. Peculiarità di due anime così testarde, hanno negato tutto fino alla fine. Hermione lo ha capito, ora. Ripensandoci.
E fa male. Si lascia cadere sul divano in pelle rossa, arrotolandosi le maniche della camicia. È maggio ormai, e qualche incosciente trova ancora divertente accendere il fuoco. Probabilmente alcuni ragazzi del primo anno.
« Ehi » sente una voce alle sue spalle. Un frusciare vicino a lei, il cuscino che si piega sotto al peso di un'altra persona. Un braccio che le circonda dolcemente le spalle.
Hermione chiude gli occhi e si lascia trascinare verso un petto che troppe volte è stato per lei rifugio sicuro. Troppe volte. Un gemito strozzato le scappa dalle labbra carnose.
« Shhh, Herm... » mormora Harry Potter, cullandola leggermente.
« Abbiamo sbagliato tutti e due... Non abbiamo chiarito la situazione che ha finito per travolgerci » sussurra affranta lei, stringendosi maggiormente contro il suo migliore amico. Harry sospira e le accarezza piano i capelli, cercando di tranquillizzarla.
« Vedrai che risolverete »
« No, Harry! È stato un silenzio opprimente...troppo grande... Ci siamo tenuti nascosti i nostri pensieri troppo a lungo... Non risolveremo, è troppo tardi. Ha sbagliato lui a non dirmi niente ed ho sbagliato io a lasciarglielo fare. Ci siamo mentiti per settimane, settimane!! Come possiamo risolvere ?   » geme Hermione.
« Io invece ho fiducia nei vostri reali sentimenti, Herm. Dovresti averne anche tu... »
« Evidentemente non erano abbastanza reali! » sbotta lei.
 
<< Tu non hai avuto fiducia in me >> sussurra lei. Draco chiude gli occhi.
<< Non mi hai ritenuto abbastanza, per te… >>
<< Io non sono mai stato abbastanza, per te >> la interrompe Draco, senza voltarsi.
 
« Ci siamo illusi tutto questo tempo che potesse funzionare. »
« Non dire così ... »
Hermione si allontana dal corpo del suo migliore amico, frustrata e risentita
« E invece è proprio così! Alla prima difficoltà è sparito tutto, spazzato via! Puff! Come un castello di carte al vento!! Noi... »
Harry scuote la testa e si toglie gli occhiali. Afferra entrambe le mani della sua migliore amica, strattonandola leggermente. Hermione chiude immediatamente la bocca.
« Ascoltami, va bene? Non sono voluto intervenire perché credevo aveste tutte le capacità necessarie per affrontare questo problema. Herm… vi siete lasciati trascinare dalle voci, ti rendi conto? Non è solo un problema di cocciutaggine, anche se vi riguarda decisamente... Possibile che tu non ti renda conto che stai buttando all'aria tre mesi di relazione - impensabile, inconsueta, incredibile - perché trascinata dalle voci?! »
« Non sono io che sto mandando a puttana la nostra storia, Harry!! Non sono solo io! » urla Hermione, scossa. Harry annuisce. « No, è vero. C'è anche Malfoy. Ma non è compito mio far ragionare quella serpe. Io sono qui con te, per aiutare te. Herm, pensi davvero che si cancellerà tutto così? Pensi che dimenticherete? » chiede piano lui. Lei scuote la testa.
Dimenticarlo? Non sarebbe possibile.
« No, non credo di poter dimenticare... » ammette piano lei.
« E neanche Malfoy potrà, Herm. Ti giuro che neanche lui riuscirà e vorrà dimenticare. Non dopo tutto quello che avete passato insieme, non dopo che ho visto come ti guarda »
 
 << Comunque Hermione, ho visto come ti guarda Malfoy. E ho visto quello che ha fatto per te. Non è da tutti, lo sai vero? >> domanda seriamente Ginny.
 
« Come mi guardava, Harry. Perché sono settimane che Draco non mi guarda più così. Ora no di certo, comunque... non mi guarda proprio » Harry sospira e si alza in piedi.
« Quando ammetterai a te stessa che volendo - se mai doveste riuscire a passare sopra al vostro orgoglio ferito - potreste risolvere tutto e tornare insieme, saprai che fare. Per il momento posso solo starti vicino. E ora andiamo a letto, su »  conclude lui, lasciandole un leggero bacio sulla fronte.
« Non sono io a dover capire di aver sbagliato. Non solo io, almeno. Non questa volta » ribatte Hermione, intenzionata - come sempre - ad avere l'ultima parola. Harry esalta un piccolo lamento, evitando di imprecare in nome di Godric Grifondoro.
"Stupidissimo Orgoglio", pensa.
La luce nella sala Comune Grifondoro viene spenta da un leggero Nox.
 
 
 
 
 
« Ehi Nev, non so che fare »
« Parla amico! » Neville Paciock si lascia cadere sul letto a baldacchino del dormitorio maschile, vicino a Seamus Finnigan. Seam sospira e lancia il cuscino dall’altra parte della stanza.
« Pansy… »
« La Parkinson? » chiede per conferma Neville. Seam annuisce e Neville annuisce di seguito, imitandolo. « Okay okay, afferrato. Dimmi »
« Abbiamo tipo litigato, non so. Lei crede che a me piaccia Hermione, almeno così credo. Ma lei sa che io credo che a lei piace ancora Draco, e credo che ci si possa rendere benissimo conto da soli che non sarebbe possibile credere che a me piaccia Hermione se io stesso credo che a lei piaccia Draco e ne sono terribilmente geloso. No? » parla velocemente Seam, gesticolando per cercare di far capire il suo concetto. Neville durante il discorso aggrotta sempre più le sopracciglia, oscurandosi in volto. « Credo di essermi perso. » ammette piano.
« Tu sei geloso di Malfoy… e lei è gelosa di Herm, giusto? » domanda, cercando di fare il punto.
Seamus annuisce con vigore.
« Ma tu non hai motivo di essere geloso di Malfoy e lei non ha motivo di essere gelosa di Herm, dico bene? » continua Neville. Seamus mostra un piccolo broncio. « Credo di sì. » dice appena.
« E allora il vostro problema è tutto alla base di una cotta creduta ma non certificata? » sorride Neville, consapevole di aver capito. « Suppongo si possa definire così il nostro problema, sì »
« E mi spieghi perché sei ancora seduto su questo letto se davvero sai che è così?! Corri!! » lo incita l’ormai non più impacciato e goffo Neville, dandogli una leggera pacca sulla spalla. Seamus si riscuote dal suo stato di trance e annuisce più e più volte.
« Sì, hai ragione. Non c’è motivo di essere gelosi. Dobbiamo solo parlarne. Sì… vado! VADO! »
E mentre Seamus Finnigan corre per le scale del dormitorio maschile con le scarpe in mano e la camicia fuori dai pantaloni, Neville Paciock sorride ad un confuso Ron Weasley, che ha appena fatto capolinea in camera. « Che è successo? » domanda entrando e poggiando i libri sul tavolo.
Neville fa spallucce. « Credo di aver appena risolto un problema di coppia »
 
 
 
 
 
 
 
« Ehi Herm, è il tuo gufo quello? Ma da quando e’ che hai un gufo? » chiede Dean Thomas sedendosi a cavalcioni sulla panca della tavolata Grifondoro, addentando un biscotto al burro. Hermione osserva il vecchio pennuto arrancare verso la sua direzione, un piccolo pacchetto legato alla zampa destra. Chiude la copia de "La Gazzetta del Profeta " per far spazio a Sean, il suo nuovo - si fa per dire - gufo.
« Mamma e papà hanno deciso che non volevano più usufruire delle poste magiche, ma che volevano fare come i genitori di Ron ed avere un gufo tutto loro. Hanno voluto fare tutto da soli! Si chiama Sean, da Sean Penn, hai presente no? » spiega lei, accogliendo con un pezzetto di biscotto il gufo dal piumaggio rosso.
« Ehi Sean Penn! Belle piume! » esclama Dean accarezzando leggermente la testoline del piccolo pennuto. Hermione scuote la testa e slega il cinturino di cuoio nero dalla zampetta di quel povero animale.
« Certo che i suoi hanno deciso di mandarti a morire, eh Sean?! Quanti chilometri saranno da qui alla Londra babbana? Hai una certa età ormai... » borbotta Ron parlando direttamente con il gufo.
Ginny Weasley ridacchia dietro alla sua copia del "Cavillo".
Hermione finge indifferenza ed apre la lettera. Una foto babbana cade sul piatto. Hermione la osserva distrattamente, intenta ad estrarre tutto il contenuto della busta, altre foto cadono sul tavolo, accompagnate da una lettera un po' stropicciata.
 
Cara Herm,
Tuo padre ed io abbiamo gradito moltissimo la macchina fotografica che  mi - "ci" vorrebbe precisare tuo padre...è geloso! - hai regalato...in questi giorni non stiamo facendo altro che pensare a cosa fotografare!!
Sei stata così carina nel  scegliere questo antico modello, spero non sia venuto a costare troppo!  Ti abbiamo mandato con Sean alcune foto, ti prometto che la nostra tecnica migliorerà!
Salutaci tanto Ron ed Harry!!! Ma anche la deliziosa Ginny e quella stravagante Luna... Che care ragazze!
Baci, mamma e papà
Ps : fai risposare un po' Sean cara, è anziano!
Pps : hai visto quanto è carino nelle foto??
 
Hermione sorride divertita dalla lettera e prende in mano le fotografie, osservandola una per una.
Uno Sean che si fa il bagno nella pozzanghera, il tizio che si china per consegnare il latte e gli casca il cappello, la nonna che manda un bacio con le sue labbra rugose. Hermione osserva l'ultima foto, questa volta non magica. Il cuore inizia a batterle furiosamente nel petto. Gira la foto e scopre un appunto scritto a matita: “volevamo farti vedere quanto siamo fieri della nostra - ...sua...- macchina fotografica MAGICA! XX papà”
Hermione gira nuovamente la foto, confusa ed emozionata. I suoi genitori sorridono con in mano una macchina fotografica piuttosto grande, fieri.
<< … è identica a quella di Colin >>
<< Canon? >> chiede Draco, avvicinandosi ulteriormente a lei, sfiorandole la vita con le dita fine. Hermione annuisce, serrando le labbra. Il ricordo fa male.
<< Sarebbe bellissimo avere una macchina fotografica che mi ricordi lui… mi piacerebbe >> parla piano, forse più a se stessa che a lui.
<< Prendila >> mormora Draco, focalizzandosi sul prezzo.
<< Oh, è troppo cara. Ne… ne prenderò un’altra, fa niente >>
La macchina fotografica immortalata nella foto babbana non è quella che aveva preso lei, ma era quella di Colin Canon. Lo stesso modello, ci potrebbe mettere la mano sul fuoco.
Una serie di ricordi affollano la sua mente: lei che lascia da solo Dra...Malfoy a pagare, il pacchetto più grande del previsto e di colore verde-argento, i soldi  che aveva ritrovato qualche giorno dopo nella borsa bianca e che non ricordava di avere ancora, il sorriso troppo complice di Dra...Malfoy, quando gli aveva detto che avrebbe a inviato il regalo alla madre.
E come un semplicissimo puzzle, tutti i pezzi si mettono al loro posto, lasciandola sbalordita.
Draco Malfoy aveva regalato a sua madre la macchina fotografica di Colin Canon.
Per lei, lo aveva fatto per Lei. Ed ora era tutto finito.
La verità fa male.
Hermione alza gli occhi dalla foto concedendosi un rapido sguardo verso il tavolo Serpeverde, cosa che non faceva più da giorni ormai.
Draco Malfoy sta parlando con i suoi amici, lo sguardo rilassato e un piccolo sorriso sul volto.
Poi alza lo sguardo, forse per casualità, forse per colpa del destino. I loro occhi si rincontrano, dopo giorni o forse vere e proprie settimane. I loro sguardi si incatenano di nuovo, per una frazione di secondo. Hermione avvampa e distoglie immediatamente lo sguardo, punta nell'orgoglio per essere stata beccata a fissarlo. Momento di debolezza. Eppure lo sguardo di Draco non le era sembrato più così glaciale. Ma non ha nessuna intenzione di guardare nuovamente là per scoprirlo.
 
 
 
 
 
 
« Pansy dice che Seamus tiene più alla Granger che a lei… » racconta Dafne Greengrass a Theodore Nott, seduti sul divano della Sala Comune Serpeverde. Theo si accende una sigaretta e scuote la testa « Se solo Pansy la smettesse di fare la gelosa, capirebbe che non e’ cosi! »
« Ma e’ nella natura delle donne essere gelose, siamo delle eterne rompicapo, non ci capirete mai fino in fondo » scherza Dafne, sgusciando più vicino a lui, cercando di fare l’indifferente. Theo sorride e passa un braccio dietro alle spalle di lei, con noncuranza. Vecchia scuola, tecnica infallibile. Dafne lo lascia fare, gongolando interiormente.
«  Effettivamente siete complicate…mamma santa, siete impossibili! » esclama lui, facendola ridere.
« Ma neanche voi ci scherzate eh! Pensa solo a Draco, che si porta dietro un peso che potrebbe benissimo lasciare andare! O a Potter, l’eterno eroe. Oppure a Blaise, il migliore amico senza macchia e senza paura… Weasley, l’eterno braccio destro, questa cosa l’ha segnato a vita, anche se ancora non lo sa! » elenca Dafne contando i nomi sulle punte delle dita. Theo ridacchia.
«  E per me? » sussurra vicino all’orecchio di lei. Dafne rabbrividisce appena.
« Cosa? » risponde con un altro sussurro lei, tremante.
« Cosa hai da dire su di me? » chiede lasciandole un dolce bacio sulla tempia. La sigaretta dimenticata sul posacenere. Dafne chiude un attimo gli occhi, cercando di respirare normalmente.
Sembra cosi’ faticoso, con un macigno nello stomaco e il cuore pesante.
« Sei innamorato della tua migliore amica » propone in un miagolio quasi inudibile lei, vergognandosi immediatamente delle sue parole.
Innamorato?! Inammissibile!!
Theodore Nott esala un lento e lungo sospiro tra i capelli biondi di lei, facendola rabbrividire ulteriormente. Strofina delicatamente la punta del naso sulla guancia di lei, su e giu’. Sente distintamente Dafne che trattiene il respiro e si lascia sfuggire un piccolo sorriso.
Innamorato?! « Probabile » le dice soltanto, prima di lasciarle un altro leggero bacio sulla tempia. Si alza e se ne va.
Dafne Greengrass cerca di regolarizzare il battito del proprio cuore.
Un tonfo secco, Dafne sobbalza.
« Senti un po’ Greengrass, non è che per caso hai visto Pansy? »
Dafne sorride ad un Seamus Finnigan tutto scompigliato e ansante.
« Terza porta a destra, secondo piano. » gli dice tranquilla. Lui annuisce e dopo qualche secondo di tentennamento si precipita in quella direzione.
 
 
 
« Ehi Herm, perché non mangi questo pasticcio di carne? »
« Non ho fame, Harry... Grazie »
« Ma come puoi non avere fame, Herm? Ieri a cena non hai praticamente toccato cibo... e oggi a colazione hai bevuto solo il succo! » borbotta Harry vagamente preoccupato. Hermione sospira e alza leggermente le spalle. « Semplicemente... »
« So io cosa ha » la interrompe Ginny, guardando la sua amica con dolcezza. Harry e Ron aggrottano le sopracciglia, confusi.
« Mal d'amore. È successo anche a me... Ti passa la fame » spiega semplicemente.
Harry Potter diventa immediatamente rosso e nasconde il viso dentro al calice pieno di vino rosso - piccolo regalo degli elfi amici di Dobby - sorseggiando rumorosamente.
Ron tossisce, imbarazzato. « Stai parlando di Harry? » chiede alla sorella.
Ginny alza leggermente le spalle, lanciando una dolce e divertita occhiata al suo fidanzato.
« Harry, non facevi mangiare Ginny?! Lo sai che mamma potrebbe anche ucciderti per questo? » scherza Ron, cercando di stemperare l'atmosfera fin troppo seriosa. Hermione cerca di non ridere, immaginandosi mamma Molly con una cucchiarella in mano, intenta a rincorrere Harry intorno al tavolo. Ginny ridacchia.
« Oh...ehm, ecco...non è mai stata mia intenzione...sì, insomma... Farti soffrire » borbotta in difficoltà Harry, facendo ridere tutti i suoi amici.
« E vorrei anche vedere!! »  esclama Ron servendosi un'altra dose di fagiolini.
« Comunque...assaggia questo Herm, e vedrai come ti dimentichi  una volta per tutte quell'idiota di Malfoy! » dice Ron allungandosi verso l'altra parte del tavolo con la forchetta infilzata in un fumante boccone di carne. « Ronald! » urla Ginny, timorosa della reazione della sua migliore amica. Hermione si allunga per assaggiare il boccone e fa segno con la mano a Ginny di lasciar perdere, che va tutto bene. Almeno, in quel momento. Con i suoi migliori amici.
« Ragazzi ora pero’ vi lascio che vado a studiare! » esclama Hermione alzandosi dalla tavolata.
Ron la guarda basito « Ancora? »
« Ci sono i M.A.G.O. Ron! Io non voglio certo arrivare impreparata! » risponde lei piccata. Harry scuote la testa, sconsolato.
« Ma ne saprai piu’ te della commissione esterna sicuramente, Herm! Avanti!!! » borbotta Ron facendo arrossire appena la sua migliore amiche.
« Non dire sciocchezze, Ronald! A dopo » li saluta cosi’, dirigendosi a passo svelto verso il portone della Sala Grande. Ron sbuffa e si stringe nelle spalle. Hermione Granger non la capira’ mai, ma proprio mai!
« Lasciamola studiare » mormora piano Ginny.
« Perché? »
« Quando studia e’ l’unico momento in cui non pensa a Malfoy, l’unico momento in cui riesce a concentrarsi unicamente su una cosa che le piace… lo studio la distrae » spiega. Ronald Weasley si imbroncia un po’, osservando la fetta di dolce davanti ai propri occhi. « Io lo sapevo che non avrebbe portato nulla di buono una relazione con quello la’ … » mormora piu’ alla torta che agli altri. Ginny scuote la testa « Secondo me c’e’ ancora speranza! »
« Speriamo » dice solo Harry, prima di afferrare con decisione la fetta di torta di Ron e farla sparire in un sol boccone.
 
 
 
 
« Weasley! Weasley! »
Nessuna risposta.
« Rossaaaaaa!!! »
Niente.
« Ginevra! » urla ancora Blaise Zabini, tentando di far girare Ginny e parlarle.
O meglio, cercare di chiederle scusa senza risultare troppo diretto. Consiglio di Zara, non e’ colpa degli altri se pensano quelle cose e lui non puo’ attaccare tutti quanti.
Le persone stanno ancora male per quello che e’ successo.
Lo ha capito e vorrebbe rimediare. Si e’ creata fin da subito una certa empatica con la Weasley e non vorrebbe rovinare le cose proprio ora, a venti giorni dai M.A.G.O.
Poi ognuno andrà per la propria strada, magari si rincontreranno, magari no.
Quel che e’ certo e’ che vuole tenersela stretta finché può.
Ma Ginevra Molly Weasley non sembra essere dello stesso parere.
<< Ti prego, Ginevra!! >> la chiama ancora una volta. Questa e’ quella buona.
Ginny si ferma e si gira, fulminandolo. << Che vuoi, Zabini? >> ringhia.
Merda, ma quale empatia?!
 
 
Draco cammina lentamente per i corridoi della scuola, la mente altrove e lo sguardo basso.
Il cuore, quello lo sa dove sta. O meglio, con chi.
Narcissa, sua madre, gli ha chiesto di raggiungerli per il weekend anziché passare il sabato pomeriggio ad Hosgmeade. Lui ha detto subito sì, forse per cambiare un po’ aria, forse perché semplicemente gli manca casa.
<< Arrivederci, Madama! >>  sente alle sue spalle. Riconoscerebbe quella vocetta a volte insopportabile – altre dolce come miele – tra mille, tuttavia non si ferma, non rallenta.
Lascia Hermione Granger a camminare da sola per i corridoi della scuola, appena dietro di se’. Fortunatamente e’ notte e lei probabilmente non l’ha visto, magari troppo occupata a leggere un pesante libro appena preso in prestito dalla Biblioteca.
Continua a camminare Draco, il confortante eco dei passi di lei – uniti a quelli di lui – come unica ancora sicura a coi appoggiarsi, nonostante tutto.
Ed e’ proprio quando questa melodia viene a mancare che Draco si ferma, preoccupato. L’eco del suo cuore e’ quasi l’unico rumore che sente, ma i passi della Granger non ci sono più.
Si sara’ fermata? E dove, poi? Non c’e’ un bagno, ne’ un altro corridoio laterale in questo punto.
Si passa una mano tra i folti capelli biondi, dandosi mentalmente del cretino. Non dovrebbe interessargli minimamente!! Riprende a camminare.
Deciso piu’ che mai ad andarsene a letto.
Eppure quel fastidioso senso di protezione, nato in lui non sa quando e non sa perché, lo induce a fermarsi. La Granger non si e’ ancora mossa.
“Maledizione!!” Draco ringhia al nulla e ritorna sui suoi passi, veloce e arrabbiato. Con chi poi, non e’ dato saperlo. E la vede, seduta a terra, schiena contro al muro e il volto leggermente piegato di lato. Il cuore di lui perde un colpo, forse anche tre.
“Hermione??”
Affretta il passo e le si accuccia vicino, vedendo che le palpebre le tremano leggermente. E’ svenuta.
<< Granger… >> soffia vicino al viso di lei, scuotendola piano. E’ la prima volta da due settimane a questa parte che la chiama, che la tocca, che la cerca intenzionalmente. Hermione borbotta qualcosa indistintamente.
<< Granger per l’amor del cielo…! >> alza la voce Draco, preoccupato e stufo di esserlo ancora per molto. La scuote con piu’ forza, dandole del leggeri schiaffetti su quelle guance un po’ troppo pallide, a dire il vero. Hermione riapre gli occhi piano, infastidita.
<< Che diav…Draco? >> sussurra l’ultima parola, confusa e speranzosa. Draco la coglie, quella nota di speranza, tuttavia vorrebbe non averlo fatto.
Perche’ fa male sentire di nuovo il proprio nome pronunciato dalle labbra di lei.
<< Che Salazar sia benedetto, Mezzosangue! Temevo di doverti portare in braccio fino al San Mungo >>  replica con sarcasmo, senza pero’ mollare la presa sulle spalle esili di lei.
Hermione annuisce appena, riprendendo il pieno controllo di se’. Si ricorda dove sono e chi sono. Malfoy e Granger, non più Draco ed Hermione.
Cerca di rialzarsi da sola, ma Draco immediatamente si appresta a soccorrerla.
Un moto di stizza la invade.
<< Ce la posso fare benissimo da sola, Malfoy! >> ringhia lei. Draco pero’ continua a sorreggerla delicatamente, cercando di toccarla il minimo possibile ma comunque di toccarla.
Ne sente il bisogno fisico.
<< Non mi pare proprio. Andiamo da Madama Chips. >> risponde secco lui.
<< Noi non andiamo proprio da nessuna parte. E io me ne vado a letto, con permesso… >>
<< Non e’ che stai studiando troppo… da secchiona quale sei… >>
Hermione fa un movimento brusco, cercando di liberarsi della presa ferrea di Malfoy sulle sue spalle. << Non e’ affar tuo >> risponde fissandolo dritta negli occhi.
Un colpo al cuore. Quegli occhi cosi’….
<< Stai per caso digiunando per qualche ragione? >> domanda ancora lui, serio. I tratti già delicati di lei ora gli sembrano ancora più fini, come se fosse di porcellana.
Una bellissima bambola di porcellana.
Hermione sbuffa << NO >>
<< Invece credo proprio di si’, Granger… non sai mentire, te l’ho già detto. Mangi e dormi poco, per quale stupido motivo? >>  risponde iracondo Draco, alzando la voce alla fine della domanda.
Hermione lo allontana debolmente da sé.
 
<< Ti sono mancato? >> una domanda a fior di labbra
<< No >>
Orgogliosa Grifondoro.
I nasi che si scontrano, gli sguardi che si fondono. Un sorriso malizioso sul volto di Draco Malfoy
<< Non sai mentire >>
Un bacio possessivo a suggellare l’attimo.
 
<< Quello che faccio o non faccio non e’ più affar tuo, non hai più nessun diritto su di me. L’hai voluto tu, non certo io. E ora lasciami andare Malfoy, o giuro che ti uccido >>
Draco Malfoy toglie immediatamente le mani dalle spalle di lei, come scottato.
Hermione Granger afferra velocemente la propria borsa e se ne va, lasciandolo solo.
L’hai voluto tu, non certo io.
 
 
 
 
 
« Nel 1345 cosa avvenne? »
« La rivolta magica da parte dei contadini del Fultershire. Uccisero i due vescovi della contea e ne bruciarono i corpi. I contadini si proclamarono proprietari indiscussi dell’ordine dei Maghi della Scozia » risponde preparato Blaise, facendo sorridere Zara.
« E nel 1911? »
«  Mina Jokkency vince l’oro alle Magiolimpiadi per il “lancio della fattura”! »
« Blaise… »
« I folletti e gli gnomi si allearono per conquistare lo Yorkshire. » risponde a macchinetta lui, sbuffando. Zara sorride e gli dà un leggero buffetto sulla guancia, trattandolo come se fosse un bambino. « Questa materia è noiosa » annuncia lui.
« Ma hai tutte O lo stesso… per cui io non mi lamenterei se fossi in te. » replica lei, facendo una smorfia. « Uhuuuh, qualcuno qui è geloso!! » esclama Blaise facendola arrossire.
« Sciocchezze, Ruf non mi sopporta… non è certo colpa mia! » ribatte piccata Zara. Blaise ride e le scompigli i capelli, afferrandola per le spalle per non farla scappare. « BLAISE!!! » urla lei dimenandosi. Quando infine lui la lascia andare e lei rialza il capo per incenerirlo si trovano così, faccia a faccia, naso contro naso, una distanza misera. Zara trattiene inconsciamente il respiro e senza volerlo si protende verso di lui.
Blaise sposta lo sguardo dagli occhi  alle labbra di lei, che l’hanno sempre incantato.
E chiamato a sé, si potrebbe dire.
Vorrebbe così tanto!
Zara lo nota quello sguardo e spera. Spera spera spera spera che lui…
« E nel 1761? » sussurra Blaise, infrangendo ogni sua speranza.
Zara sbatte qualche volta le palpebre, confusa. 1761?!
Si allontana e si ricompone, passandosi velocemente le mani tra i capelli. « Nel 1761 l’orco Kingerty divenne Presidente della scuola di Magia in Finlandia, dando origine ad una rivoluzione. » spiega brevemente lei, la voce che le trema appena.
Blaise sospira e annuisce.
Zara non ha più il coraggio di guardarlo negli occhi.




ECCOMI QUA!!! allora, buon anno, buona sera e buona notte, inizierei così! la scuola ricomincia esattamente tra meno di 8 ore e io sono qui pronta a postarvi questo capitolo, un po' di transizione, ma sempre ricco di emozioni. chiedo venia per il capitolo che è scritto in modo strano, ma word è impazzito (ho scritto dall'ipad e poi dal computer e mettendo insieme PUFFFFF! un casino!!!) potete notarlo dalle "<< >>" che in alcuni casi sono fichissime (W IPAD!!!) e altre volte fanno schifo...potete notarlo dalle parole mezze accentate altre no, questo è il mio computer che ogni tanto impazzisce e mi sposta simboli come "è+àò)(/&%$£:M_" mettendoli dove più gli aggrada. se mi fossi messa a correggere tutto, il capitolo non sarebbe qui, ORA :) perdonatemi!!!
allora, inutile dire che la fine, storia della magia, mi sono inventata tutto!
ho provato a chiarire Harry, perché io l' ho sempre visto in chiave positiva, pure nello scorso capitolo. lui per herm ci sta e lei lo sa.
Draco è poco presente, o è molto presente ma parla e pensa poco, i know. comunque, gli manca herm ma è convinto di aver scelto bene. più o meno, non lo sa (e non lo so nemmeno io)
Pansy e Seamus aggiusteranno?!
Draco ed Herm!?!! aaah, ho voluto mettervi quella scena di loro due che litigano, per farvi vedere che anche herm ha provato a negare tutto fino all'ultimo.
Blaise e Zara?? Oh oh...
non lo so , questo l 'ho scritto ora.

depression time, domani inizia scuolaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa basta.
che dirvi, siete meravigliose! lo sapete quante siete?
40 preferite 18 ricordate e 162 seguite!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! grazie :) 
e grazie per le recensioni nello scorso capitolo. una di voi mi ha detto che io scrivo per me, non per voi. effettivamente è così...mi fa bene scrivere, ma per me è collegata la cosa, scrivo per me ma per fare anche contente voi :) oh, nella mia testa suonava in maniera molto più poetica!

vi lascio e vado a letto. aspetto i vostri pareri e i vostri CLIC per leggere questo capitolo.
Buonanotte mie care!

Se volete, mi  trovate
QUA :) 

xxxx Chiara

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici, sarebbe poi un niente la felicità ***


Ci sono cose che nessuno ti dirà.
Ci sono cose che nessuno mai farà.
Ci sono cose talmente improbabili, impossibili, impensabili, che alla fine succedono proprio a te.
Perché la vita è come un proiettile in corsa, o forse no.
Il destino che è già tutto scritto – il proiettile colpirà l’uomo o lo mancherà? – eppure nulla si può leggere. Fino alla fine. Allora si scopre, o forse no.
E a volte vorresti non averlo scoperto. A volte vorresti averlo saputo prima.
 
 
 Pansy e Seamus camminano vicini, le mani che si sfiorano ma non si toccano. Hanno fatto pace.
<< Domani sera ti porto a cena fuori. Per davvero, in un ristorante carino! >> le comunica, sorridendo, Seam. Pansy afferra una ciocca di capelli lunghi e neri e comincia a intrecciarla, sperando di non doverlo guardare negli occhi. È imbarazzata, emozionata, felice.
Probabilmente gli occhi le luccicano anche, impensabile!
<< Dove? >> chiede piano. Le dita affusolate ancora impegnate nel far passare le piccole ciocche nei punti giusti. Seamus la guarda e sorride, come se non sorridesse da anni. È tutto apposto, ma per un momento – breve, orribile – aveva temuto che niente sarebbe più stato come prima.
<< Purché non sia Madama Piediburro, ti porterei anche a Roma! >> esclama, facendola ridacchiare.
<< Mi piacerebbe andare a Roma… >> mormora Pansy, decisa finalmente a guardarlo negli occhi.
Degli occhi verdi, così profondi, così dolci.
 
<< Pansy! Dobbiamo parlare… >>
<< Non mi sembra proprio il caso, Finnigan! >>
<< Io credo che a te piaccia ancora Malfoy che crede che a Hermione piaccia Ron che credo sia ancora innamorato di Lavanda che non crede a niente mentre tu credi che a me piaccia Hermione che crede tu sia una pazza e Neville crede che siamo due idioti >> sputa tutto d’un fiato Seamus, lasciandola spiazzata.
<< Eh? Cosa crede Pacio…cosa hai detto che crede la Granger!!? >>
<< Nev crede che siamo due idioti, perché a te non piace Malfoy e, per Godric!, a me non piace Hermione! Sei tu che mi piaci, Pan. Solo tu. >>
 
Seamus si ferma e le prende la mano, facendola arrestare. Pansy lo guarda dubbiosa.
<< Ci potremmo andare, sai? …A Roma intendo…magari dopo i M.A.G.O… >>
Pansy Parkinson lascia cadere la treccia non completamente finita e gli salta al collo, abbracciandolo di getto. Le braccia di Seamus non esitano un secondo a stringerla a sé.
“Sarebbe meraviglioso, Seam” mugugna lei contro la pelle del collo di lui.
Solo Seamus la sente.
 
 
« Herm lo sai che mia mamma e la tua hanno iniziato a scriversi lettere? Se le spediscono settimanalmente via gufo. È bizzarra, come cosa. Non trovi? »
« Quasi quanto un mondo di maghi per una babbana come mia madre, Ron? »
« Uhm, sì. Quasi. »
 
 
A Draco Malfoy è sempre stata insegnata una lezione di vita, l’unica che porta nel cuore con il piacevole ricordo del padre, Lucius.
Prima che diventasse quello che era, prima che lo costringesse a fare scelte che un bambino non avrebbe mai voluto fare, prima che li abbandonasse, prima che tornasse.
La vita è come una partita a Poker, ma non sono le carte ad essere sbagliate. È il tavolo in cui giochi. Si cambia per cambiare il tavolo, non le carte in tavola.
Glielo insegnò forse dieci anni fa, durante una scampagnata in un maniero della Scozia, d’estate.
Gli insegnò che non si cambia veramente mai, che si ricomincia da capo per riusare le stesse carte in modo diverso, in una partita diversa. Chissà cosa si poteva fare con quelle carte, al tavolo Due.
Ma se fosse effettivamente così, la gente non avrebbe scampo?
Saremmo tutti destinati ad essere quel tipo di persona, ora e per sempre?
Allora lui che doveva dire? Draco Lucius Malfoy, bambino innocente – viziato, ma pur sempre innocente –, carne da macello, servo di Lord Voldemort, pentito, innam…Era cambiato, lui.
Se ne rendeva conto, lo sentiva! Ogni singola cellula del suo corpo riusciva ad urlare che “sì, per Salazar! Non sono più lo stesso ragazzo di prima”, nulla era come prima.
I suoi pensieri, i suoi sogni, i suoi sorrisi. Era cambiato tutto.
Ma il tavolo da gioco era sempre lo stesso!
Draco Malfoy non aveva cambiato tavolo, aveva cambiato le proprie carte in mano, aveva deciso di essere una persona diversa. Aveva una sua personale idea di se stesso che aveva sempre fatto coincidere con l’immagine del padre, andandone fiero.
Ma era fuggito da quell’idea, era fuggito dall’immagine di se stesso.
E ora Draco Malfoy sa di essere una persona diversa. Una persona migliore.
Eppure il tavolo da gioco è sempre quello lì.
Un passato che pesa, un padre Mangiamorte, nessuna saccente Grifondoro al suo fianco.
Come prima, così ora.
 
 
« Herm, c’è posta per te! » Hermione distoglie gli occhi dai suoi appunti di Aritmazia e aggrotta le sopracciglia, confusa. Lei e sua madre si sono sentite meno di una settimana fa…
Lascia atterrare Sean e gli slega velocemente la lettera dalla zampetta ossuta, premiandolo poi con un boccone di pollo alle mandorle. « Dai, apri!! » la incita Ginny, curiosa.
Hermione apre frettolosamente la busta, confusa. Le avranno ordinato qualche nuovo libro?
O forse quel set di piume che avrebbe tanto voluto ricevere per lo scorso Natale, ma si era semplicemente accontentata di loro, ancora vicini a lei e con lei?
La grafia confusa e veloce di suo padre, abituato per troppo tempo a firmare ricette mediche, la colpisce. Di solito è sua madre a scrivere le lettere.
Si avvicina maggiormente la lettera al viso, faticando a decifrarne le parole:
 
 
Bambina mia,
questa lettera ti farà un po’ paura – ammesso che tu sappia ancora cosa sia la paura, visto tutto quello che hai affrontato – perché la scrivo io e non tua madre, come sempre.
A volte odio la distanza insormontabile che ci separa, fisicamente e anche mentalmente, ma va bene così. Ora più che mai ho paura di perderti, dopo che per un po’ di tempo ti avevamo perso per davvero, quando ci cancellasti la memoria. La mamma non sa che ti sto scrivendo, gliene parlerò stasera a cena, te lo prometto. Si arrabbierà da morire, ormai posso dire di conoscerla per bene.
E conosco bene anche te, per questo confido nella tua intelligenza, bambina mia.
 
<< Cosa dice tua madre, Herm? >> chiede Harry, premuroso.
 
L’altro giorno ero a fare una delle tante visite di controllo annuali dal dottor Oppa, caro ragazzo…
Mi è stato diagnosticato un tumore, tesoro. Proprio due giorni fa, in una stanza bianca e anonima. James mi si è avvicinato con il fascicolo dei risultai e tutte le radiografie, gli occhi bassi e lo sguardo teso. Posso dire di conoscere bene anche lui, perché dopo tanti anni di collaborazione so che quella è la sua faccia “ho una brutta notizia”. << Vincent, hai un tumore >> mi ha detto, semplice e conciso. E nello stesso modo lo sto dicendo a te, piccola mia. In maniera semplice. Perché sarebbe un insulto alla tua intelligenza tenertelo nascosto per chissà quanto.
James – caro ragazzo – mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha sorriso.
È un tumore brutto brutto, perdonami queste spiegazioni da bambino e non da medico qualificato quale sono, ma mi trema un po’ la penna e non riesco a formulare frasi troppo complicate.
So che tra qualche giorno avrai i M.A.G.O. e sono molto orgoglioso di te. Forse non te l’ho mai detto come si deve, bambina mia. Sono orgoglioso di ogni tuo aspetto, di ogni tua azione – da quelle eroiche a quelle più normali -, di chi stai diventando. La mia Herm sta crescendo, sei una donna. Hai affrontato dolori e problemi che la maggior parte degli uomini adulti con cui entro a contatto tutti i giorni neanche immaginano. Francamente, faccio ancora fatica io stesso ad immaginarti mentre metti a repentaglio la tua vita per Harry, Ron, e tutti i tuoi amici. Hai salvato il Mondo Magico, e forse anche il nostro banalissimo e noioso mondo dei babbani, come ci chiamano i maghi. Babbani, che nome strano...
Quando il dr. Oppa si è seduto accanto a me sul lettino, sembrava più vecchio e più stanco.
<< La procedura standard consiglierebbe un ciclo di chemioterapia, Vince. >>
Un ciclo di chemioterapia. Ho detto di no, che non l’avrei fatto. Lo sai come sono queste cose, piccola. Ad ogni ciclo di chemio perdi un pezzettino di te stesso, perdi sempre più la forza. E io non voglio ritrovarmi steso su un letto per mesi, gli occhi appannati e senza capelli. Non avrei la forza di guardare né te ne la mamma, Herm. Forse la mia è codardia, ma non voglio rischiare di vedere le vostre lacrime, non voglio vedere neanche le mie di lacrime. Perché dopo il primo ciclo arriverebbe il secondo. Poi il terzo. Non me lo ha espressamente detto il dottor Oppa, ma so che è così. Quando gli ho detto << Non se ne esce più, vero? >>, mi ha sorriso.
Lo conosco quel sorriso. È il sorriso che si fa ai pazienti quando si ha paura di dire la verità.
Perché anche i dottori hanno paura, forse non lo sai. James mi ha sorriso – è così giovane e già così bravo, farà strada – e ha scostato la cartellina con tutti i risultati.
<< Hermione come sta? >> mi ha chiesto. Ed ho capito che la risposta era quella.
Non se ne esce più, bambina mia.
Perché annullarmi, soffrire per la chemio…se non ci saranno risultati?
Non voglio vedervi al mio capezzale, non voglio smettere di fare le cose che faccio tutti i giorni, non voglio smettere di abbracciare tua madre con forza e non voglio smettere di pensare lucidamente a te. Il dottor Oppa mi ha dato due anni – o anche tre – perché ha detto che il mio tumore si è ingrandito lentamente, e che altrettanto lentamente continuerà ad ingrandirsi.
Fino alla fine.
Io voglio passare questi tre anni pienamente, gustandomi ogni singolo giorno, ogni singolo gesto.
Voglio ricordarmi il tuo diploma, vederti scegliere l’università, seguire i tuoi studi magici.
Chissà, magari conoscere il tuo futuro marito. Mi piacerebbe, bambina mia.
Tua madre all’inizio si è arrabbiata – oh, arrabbiata è un eufemismo – per la mia decisione, ma dopo averci dormito su, si è scoperta d’accordo con me. Spero che anche tu lo sarai.
Non voglio distrarti dalla tua routine, dalla tua preparazione.
Non era mia intenzione spaventarti, farti male, intristirti.
Confido nella tua intelligenza, Hermione.
Non sarà facile, ma lo affronteremo insieme. Siamo una famiglia. Affronteremo anche questo.
Tu ed io. Una squadra, ricordi bambina?
Pronti a tutto, anche a mangiare i broccoletti della mamma.
Tra poco ci abbracceremo di nuovo, ma vorrei fosse una cosa allegra.
Voglio vedere la mia sorridente Herm, con i più bei denti che abbia mai visto.
Gli occhi lucidi, ma di felicità.
 
 
Sei la mia vita,
papà.
 
 
<< Insomma, buone notizie? >> domanda curioso Ron, addentando una fetta biscottata ricoperta di marmellata. Ad Hermione tremano leggermente le mani, gli occhi fissi sulla lettera, il fiato corto.
Buone notizie.
Sta morendo, mio papà sta morendo. è la prima cosa che pensa Hermione.
Si alza senza dire una parola, scavalca la panca e continua a stringere la lettera.
Le cederanno le gambe?
Comincia a camminare, sempre più velocemente, sempre più affannosamente.
Corre, fuori dalla Sala Grande, incurante degli sguardi di tutti puntati su di lei.
Ron, Harry e Ginny fissano il portone della Sala, attoniti.
Nello stesso istante il vecchio gufo di casa Weasley atterra malamente sulla portata di frittelle, schizzando la marmellata ovunque. Ginny strappa velocemente la lettera dalla zampa e la apre, arrabbiata e imbarazzata per colpa di uno stupido gufo. Ron cerca malamente di aiutare Henrichetta, sua coetanea, a togliersi della marmellata dalla faccia.
Ginevra Weasley strozza un urlo. Ron ed Harry la guardano immediatamente.
<< Che c’è? >> chiede il fratello maggiore, apprensivo. Ginny, gli occhi lucidi e la gola improvvisamente secca, passa la lettera insudiciata a Ron. Lui aggrotta le sopracciglia e comincia a leggere.  Miseriaccia.
Ron sbianca notevolmente e scuote la testa.
<< è mamma >> spiega ad Harry. Lui annuisce energicamente, avido di informazioni.
<< Le ha scritto la mamma di Herm… >> << …il padre di Herm ha un tumore >> conclude in un soffio Ginny, prima di chiudere gli occhi e concentrarsi per non piangere.
    
  
Il dolore apre squarci che consentono di guardarci dentro.
<< Professoressa, apra questa dannata porta! >> urla Hermione battendo furiosamente il pugno contro l’enorme anta della porta. Essa magicamente si apre, permettendo ad Hermione di salire sul Gargoyle di pietra e di mormorare velocemente la parola d’ordine.
Api Frizzole, non è cambiata. Il lato vulnerabile della professoressa McGranitt lo si capisce da piccoli gesti, da minime cose.
Api Frizzole, Albus Silente.
Hermione spalanca con forza la seconda porta, facendosi largo nello studio della preside.
Fanny emette un leggero suono, ma Hermione non la considera.
Gli occhi appannati dalle lacrime, le mani tremanti, la lettera stretta nel pugno sinistro.
<< Signorina Granger, le sembra questo il modo! >> esclama la preside dall’appalto della stanza.
I quadri dei vari presidi iniziano a mormorare. Hermione non ha il coraggio di fissare quello accanto alla finestra. Albus Silente.
<< Voglio lasciare la scuola. >> dichiara Hermione, trattenendo un singhiozzo.
Minerva McGranitt scende velocemente la scala a chiocciola, ponendosi davanti alla sua alunna preferita. Rimane sconvolta. << Hermione, che è successo? >> chiede.
Nota le sue lacrime, nota il fiatone, nota il tremore.
<< Lascio la scuola, adesso. Me ne torno a casa con il treno. Oppure in scopa, non è più un problema >> afferma la studentessa asciugandosi rabbiosamente le guance bagnate.
Minerva scuote la testa e sa che non dovrebbe farlo. Tuttavia lo fa.
Legilimens.
 
<< Non te lo posso permettere >>
<< Non sono qui per chiedere il suo parere. >>
<< Hermione cara, per favore. Siediti. >> mormora dolcemente Albus Silente dal suo quadro.
 
 
 
<< Perché ieri sera, quando ti ho chiamato, non ti sei voltata? >>
<< Non so di che cosa tu stia parlando, Blaise. >>
<< Oh avanti, Zara! Sono un po’ di giorni che ti comporti in modo strano. >>
Zara Jolly fa spallucce, facendo irritare maggiormente il Serpeverde che l’afferra per il gomito, strattonandola verso di sé. Occhi negli occhi.
<< Ripeto: non so di cosa tu stia parlando. >> mormora seria lei, fulminandolo con lo sguardo.
<< Parlo di questo! Di questo tuo atteggiamento così freddo nei miei confronti! >> esclama allora lui, perdendo le staffe. Zara indietreggia di qualche passo, imponendosi di non dire cose di cui poi si pentirebbe. Già lo sa.
<< Sono sempre la stessa Zara, Blaise! Facciamo sempre le stesse cose. Parliamo, studiamo, scherziamo, studiamo, parliamo. Non c’è nessuna differenza >> replica lei.
Oh, ma invece c’è. Eccome se c’è.
Blaise sposta lo sguardo dagli occhi  alle labbra di lei, che l’hanno sempre incantato.
E chiamato a sé, si potrebbe dire.
Vorrebbe così tanto!
Zara lo nota quello sguardo e spera. Spera spera spera spera che lui…
« E nel 1761? » sussurra Blaise, infrangendo ogni sua speranza.
Zara sbatte qualche volta le palpebre, confusa. 1761?!
Si allontana e si ricompone, passandosi velocemente le mani tra i capelli. « Nel 1761 l’orco Kingerty divenne Presidente della scuola di Magia in Finlandia, dando origine ad una  vera e propria rivoluzione. » spiega brevemente lei, la voce che le trema appena.
Blaise sospira e annuisce.
Zara non ha più il coraggio di guardarlo negli occhi.
 
La sensazione di essere stata assaggiata e sputata come una caramella cattiva, ecco la differenza dov’è. Zara Jolly si sente colpevole di qualcosa di indefinito. Che colpa ha lei, se si è invaghita di lui? Perché?
Ma come dirlo a quello che – evidentemente – ti considera semplicemente come la migliore amica.
Che semplice non è, Zara lo sa.
Migliore amica. Dovrebbe essere una bella parola, ma sulle labbra di lui per descrivere lei più tanto bella non lo è.
Ma che colpa ne ha, Blaise? Che non sa cosa vuole.
<< Davvero? >>
<< Davvero. Giuro.>>
Bugiarda.
<< Zara, mi vuoi bene? >> chiede di getto lui, cercando di non farla allontanare – metaforicamente e non – da sé.
Zara Jolly chiude gli occhi e arriccia le labbra –  che l’hanno sempre incantato e chiamato a sé, si potrebbe dire – prima di prendersi del tempo per rispondere.
<< Certo che ti voglio bene, Blaise. Lo sai. >> mormora piano, facendo un dolce sorriso.
Dolce. Finto. Doloroso.
Blaise sorride e annuisce. L’abbraccia con forza, immergendo il naso in quei capelli rossi così vivi.
<< Anche io ti voglio bene, piccola >> mormora stretto a lei.
Ti voglio bene.
Piccola.
Io sono cotta di te.
  
 
<< Potter, dov’è la Granger? >>
<< Perché me lo chiedi, Malfoy? >>
<< Non si è fatta vedere tutto il giorno, è scappata correndo dalla Sala Grande…voglio solo sapere… che ha? >>
<< Non so dove sia. >>
<< Ti ho chiesto “che ha” >>
<< Non so se posso dirtelo, Malfoy. >>
<< Se non glielo dici tu, Harry, ci penserò io. Va’ da lei, Malfoy. >> sussurra Ginny, avvicinandosi ai due maghi. Draco strabuzza gli occhi e si passa una mano tra i capelli biondi biondi biondi.
<< Cosa sta succedendo ad Hermione?! >>
Ginny sorride appena.
Hermione. Ha fatto bene, allora.
<< Il padre di Hermione ha un tumore. Gli hanno dato tre anni di vita. >>
 
 
Caro Draco,
ti scrivo questa lettera per un argomento che mi preme molto: la tua felicità.
La professoressa McGranitt mi ha recentemente scritto una missiva informandomi del tuo repentino cambiamento nei riguardi della scuola, e del tuo umore.
Probabilmente – anzi, sicuramente – non è affar mio.
So che sei grande e che sentirsi dire da una vecchia madre frasi già fatte non è l’ideale, ma non sono in grado di astenermi. Perdonami, comincio ad avere una certa età e si sa, compito degli anziani è di annoiare i giovani. Non so cosa ti turbi, figlio mio, né cosa ti sia successo in quei mesi in cui – evidentemente – eri felice e ben disposto oltre misura.
Spero che qualunque cosa sia successa si aggiusti.
Che sia per questioni di cuore – una vecchia madre come me vorrebbe tanto sentire qualche pettegolezzo amoroso del e dal proprio figlio, ricordatelo – o altro, ti scrivo questa lettera per dirti che non vale la pena struggersi eternamente per qualcosa. Dannarsi per degli errori, per esempio.
Smettere di sognare per qualche motivo è come smettere di respirare la vita.
Ti abbiamo tappato le ali troppo a lungo, mio piccolo Draco.
È giunto il momento che tu prenda atto di chi sei e da dove vieni. Fallo. E poi vai avanti.
Il mondo non è bianco o nero, te lo insegnai quando eri ancora piccolo.
Ci sono milioni di sfumature impalpabili.
Spero di non averti ulteriormente annoiato con questa lettera,
 
tua madre, N.B.M.
PS:tuo padre ti manda i suoi saluti. E concorda con me.
 
   
Dei passi affrettati disturbano il silenzio di questa fresca notte di maggio. Una porta che cigola e poi finalmente si apre, una figura che dà le spalle a tutto e tutti: davanti, solo l’infinito.
Draco Malfoy si accosta con studiata lentezza alla figura più che mai esile – per lui – di Hermione Granger, persa nei suoi pensieri. Ha la camicia fuori dalla divisa, i capelli arruffati più del solito e le mani chiuse a pugno. Trema appena.
<< Hermione… >> mormora piano lui, arrivando a toccarle una spalla con la mano.
Hermione spalanca gli occhi e trattiene il respiro. Le lacrime che per un momento si cristallizzano, il singulto bloccato in gola. Draco è qui.
Non sa se girarsi, spezzare l’incanto della sua voce così bassa e melodiosa, rischiare di realizzare che è tutto un film, che il dolore e la paura le fanno credere cose assurde.
Ma il calore emanato dalla mano sulla sua spalla lo sente per davvero.
Hermione si gira e lo guarda negli occhi, nessun timore, nessuna barriera.
Lei lo conosce. Lui conosce lei.
Lo sanno, ma non l’hanno mai ammesso.
Draco osserva gli occhi rossi e lucidi di lei, le guance rigate, le labbra schiuse e bagnate, la camicia spiegazzata e i primi bottoni aperti. Guarda le spalle che tremano involontariamente, la mano sinistra che tiene una lettera, stropicciata e probabilmente bagnata di lacrime.
Il padre di Hermione ha un tumore.
Il padre.
<< Vieni qui… >> sussurra prima di passarle una mano intorno alla vita e una tra i capelli folti e impazziti. Se la stringe al petto, chiudendola in un abbraccio serrato e vigoroso.
Hermione non riesce più a trattenersi e si rompe in lei anche quell’ultima barriera, quella dell’orgoglio. Piangere davanti a qualcuno, mostrando le proprie debolezze. Giammai.
Scoppia in singhiozzi violenti e rumorosi, si stringe a lui nascondendo il viso nel suo petto, respirando il suo odore, bagnandogli tutta la camicia.
<< M-mio p-p-papà st-st-sta… >> cerca di dire Hermione, ostacolata dalle lacrime e dai singhiozzi.
Draco la stringe ancora di più a sé, passandole ripetutamente la mano sinistra su e giù per la schiena, in un misero tentativo di tranquillizzarla.
<< Shhh, Hermione…shhh >> sussurra contro la fronte surriscaldata di lei, lasciandole un veloce bacio. Rialza la testa e le lascia un bacio tra i capelli, premendo poi dolcemente la sua testa affinché si riadagi sul suo petto, al sicuro. Protetta. E amata, checché se ne dica.
<< Sarò d-d-da s-s-sola… >> continua a farfugliare lei, piangendo senza più riuscire a smettere.
Si sa che, a volte, l’abbraccio confortevole di una persona è proprio quello che manca al crollo della barriera. Un abbraccio che vuole essere calmante spesso è quello che scatena il pianto, doloroso e forte e incontrollabile.
Draco stringe ancora di più la presa sulla vita di lei, magari le fa pure un po’ male.
“Non sarai sola, perché non ti lascerò da sola.”
Ma si limita semplicemente a dire << Shhh, Hermione…shhh>>.
Farà così per tutta la serata, fino a quando non si coricheranno entrambi nelle rispettive stanze, svuotati e stanchi. Una consapevolezza in più, o forse no.
 
 
« Professoressa! »
« Sì, Potter? »
« Voglio fare un discorso, il giorno della cerimonia. »




AAA CERCASI SCRITTRICE DECEDUTA.
sì, so che lo avete pensato! ma sono qui! con un capitolo non molto lungo e non molto allegro...eh, già.
maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, sono qui!!! e sto portando alla fine questa storia, manca davvero poco ormai.
tutti i nodi vengono al pettine! Blaise e Zara, che ne sarà di loro? lo stiamo piano piano scoprendo.
Pansy e Seamus...eccoli di nuovo qua.
e Draco ed Hermione, le mie teste dure...che ne pensate? 
non ho parlato degli altri personaggi, i know. e vi chiedo scusa...ma non volevo gonfiare inutilmente questo capitolo importante per questi tre aspetti principali!
vi è piaciuto il capitolo? ho usato citazioni sparpagliate rivisitate a modo mio, cercando di dare corpo a questa storia e a questo momento fondamentale.
mi sono ispirata - per correttezza ve lo dico, anche se mi sarebbe piaciuto passare per una poetessa!! aahhaah - a Baricco (che amo e che è presente quasi ovunque in questo capitolo, con queste citazioni), a Jhon Green, ad Emelie Nothomb, a Gramellini (altro autore che adoro) eeee credo basta.
ah sì, le prime due righe sono di Fabri Fibra! ahahaha la canzone - che non ricordo quale sia, ma che fa "sei nato e morto qua, sei nato e morto qua, sei nato nel paese delle mezze verità!" - mi è tornata in mente non so davvero come e queste frasi mi piacevano da morire :) 
dunque dunque...Harry farà il suo discorso il giorno della memoria...che dirà? me lo sono sognato, ma l'ho già dimenticato...AIUTOOOOOOOO
ahahah
Quanto è dolce Narcissa...non la trovate dolcissima? io amo quella donna.
sono un po' un parto questi capitoli definitivi, perché so dove voglio arrivare ma non come arrivarci...e ci metto molto a pensarli e ho sempre poco tempo per scriverli (ora, ad esempio, dovrei stare studiando ma VAAAAAAAAAAAAAAAAAABBE') per cui vi chiedo tanta, ma tanta pazienza.
lo so, io sono la prima che odia leggere queste cose, mi sento molto in colpa e farò del mio meglio per non procrastinare (che parola!!!!) troppo.
che dire, mi siete mancate :) spero di non aver ucciso le vostre speranze per un capitolo immediatamente allegro e gioioso, ma ci arriveremo.
forse. chissà per chi :) ahahah
Mi perdonate e mi lasciate una recensione? questo capitolo mi spaventa molto, forse più di tutti...

Buona notte mie care e grazie di tutto!

per qualunque cosa, mi trovate as usual HERE :)


Chiara 
(sì, mi sto divertendo - e perdendo tempo - giocando con i colori...)

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici. Mai, non finirà mai. ***


Ci siamo per davvero, questa volta. ecco a voi l'ultimo capitolo. manca solo l'epilogo, e poi è davvero finita. mi sto sentendo male.
ho avuto il blocco dello scrittore per così tanto tempo e vi chiedo scusa! so benissimo quanto sia orribile aspettare un aggiornamento che non arriva MAI, lo so.
Vi aspetto giù, ragazze mie. sperando di avervi emozionato almeno la metà di quanto lo sia io in questo momento. <3 



<< Ultimo pasto prima dell’inizio dei M.A.G.O. Direi che strafogarci è d’obbligo oggi! >>  mormora Ronald Weasley sedendosi sulla panca della tavolata Grifondoro.
<< Come se non ti fossi  mai strafogato in questi sette anni!! >> esclama Dean facendo ridere tutti.
La lunga tavolata è imbastita con tutte pietanze di ogni genere, sapore, colore, forma e dimensione. Non si fanno mai mancare niente, ma oggi gli Elfi delle cucine si sono proprio sbizzarriti. Ci sono biscotti con “In bocca al mannaro” scritti sopra con la glassa, ciambelloni a forma di fogli di pergamena, alcuni cupcakes con su scritto “Forza ragazzi”.
Il magico Trio, Ginny, Neville, Seamus e tutti gli altri prendono posto e si lasciano incantare da tutto quel ben di Dio. Hermione inizia a riempirsi il calice con del succo di frutta, ma ha già addentato un biscotto al cioccolato. Ginny sorride alla migliore amica che non è più l’ombra di se stessa.
Harry e Ron iniziano a fare a gara a chi riempie maggiormente il piatto di pietanze, mentre Neville cerca disordinatamente di tenere in mano il calice pieno di latte, una fetta di ciambellone e gli appunti di Pozioni.
<< Ci siamo per davvero, ragazzi. >> mormora Seamus, facendo calare il silenzio su quella parte di tavolata. << Già. È davvero finita. >> risponde Ginny, sentendosi improvvisamente vuota.
Una parte della loro vita sta per concludersi.
Hermione scuote vigorosamente la testa, facendo volare i suoi ricci da tutte le parti.
<< Non è finita finché non siamo noi a dirlo! E potremmo non farla finire mai. >> asserisce con serietà, facendo sorridere i suoi migliori amici.
Mai, non finirà mai.
<< Propongo un brindisi a tutte e quattro le case della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts! >> esclama Neville Paciock alzandosi in piedi sulla panca. Ron lo sostiene per qualche secondo, vedendolo vacillare vigorosamente.
Tutta la sala ammutolisce di colpo, la preside e i professori compresi.
Hermione sorride e gli passa velocemente il calice stracolmo di latte. I grifoni lo imitano al volo e afferrano il proprio calice.
<< Vai così Nev! >> urla Ron alzandosi in piedi con la fetta di ciambellone in mano e il calice già alto in aria.
Neville, immediatamente rosso per l’imbarazzo ma deciso più che mai a portare a termine questa pagliacciata, gonfia il petto e alza il mento.
<< Propongo un brindisi a tutti gli studenti di questa scuola, dal primo all’ultimo anno, di tutte e quattro le case, di tutte le origini. E propongo un brindisi speciale a tutti quelli dell’ultimo anno, come me e i miei amici. Siamo qui, oggi, grazie a noi…che i professori non me ne vengano, ovviamente… Oggi abbiamo i M.A.G.O e per Godric!,affronteremo anche quest’ultima avventura da veri eroi. E quando usciremo di qui, forse sapendo chi siamo o forse no, ci ricorderemo di ogni minuto passato qui dentro, di ogni viso conosciuto. Perché, se lo vogliamo per davvero, tutto questo non finirà mai. In senso positivo, ovviamente. A NOI! >>  esclama con vigore.
Tutti gli studenti Grifondoro alzano i calici urlando “A NOI!” e lentamente tutti gli studenti delle altre case fanno lo stesso, con dei sorrisi sulle labbra e i vecchi dubbi che si allontanano sempre più. Anche a Serpeverde vengono alzati i calici in aria, uno per uno, pian pianino.
Blaise Zabini e Theodore Nott sono stati i primi.
Draco Malfoy si è unito più lentamente, ma si è alzato in piedi, ben visibile.
La professoressa McGranitt sorride appena e leva il suo calice in aria, mormorando un veloce “buona fortuna, ragazzi”.
 
 
<< Cosa faremo, una volta terminati i M.A.G.O? >> chiede Ron ai suoi due migliori amici.
Sono rimasti solo loro in quella Sala Comune, l’ultima notte prima degli esami.
Loro tre, come sempre. Indivisibili.
Hermione sbadiglia e si stropiccia piano gli occhi. Harry si aggiusta gli occhiali storti sul naso e una macchia di inchiostro ben visibile fa capolino su quel viso stanco.
<< Cominceremo a studiare all’università >> mormora Hermione facendo storcere il naso al suo amico rosso. << Non finiremo mai di studiare! Mai! >> esclama teatralmente, buttandosi a peso morto sul grande divano di pelle rossa, la faccia premuta contro i cuscini.
I suoi due migliori amici scoppiano a ridere, Hermione si avvicina e gli accarezza i capelli, facendolo sorridere.
<< Il Ministero mi ha offerto un ruolo come Auror… posso saltare i primi anni e entrare direttamente nel periodo di specializzazione >> racconta Harry, sedendosi a gambe incrociate per terra. Ron afferra un cuscino e glielo lancia in pieno viso, ma Harry lo afferra prontamente al volo.
<< E quando pensavi di dircelo? >> esclama
<< Volevo… >> inizia Harry, dubbioso.
Hermione si siede accanto a lui e gli lascia un delicato bacio sulla spalla, sorridendo.
<< Voleva valutare da solo le opzioni, vero Harry? Per una volta hai la libertà assoluta e incondizionata di scegliere per te stesso. È qualcosa di così speciale >> dice lei dolcemente.
Harry annuisce sorridendo ai suoi due migliori amici, ai suoi fratelli.
Ron sbuffa e poi gli lancia un altro cuscino, colpendo però Hermione in pieno viso.
Hermione lancia un urletto oltraggiata e scuote la testa, facendo volare tutti i ricci in tutte le direzioni. Harry e Ron scoppiano a ridere, contagiando – alla fine – anche lei.
<< Miseriaccia, non credevo che l’avrei mai detto…ma questo posto mi mancherà >>
Mormora Ron sospirando.
Gli occhi di Hermione si fanno improvvisamente lucidi e lei distoglie prontamente lo sguardo.
<< Oh, miseriaccia…Herm…n-non fare così, dai! >> balbetta immediatamente Ron, rendendosi conto che, là dentro, una delle persone a cui mancherà Hogwarts incredibilmente sarà proprio lei.
Per non parlare di Harry, quella è la sua vera casa.
Hermione sorride e tira sul col naso, asciugandosi velocemente gli occhi.
 << Sono gli ormoni… >> spiega, facendo ridere i suoi amici.
<< Certo, Herm, è come dici tu >> replica Harry stringendo l’amica in un forte abbraccio.
<< Ma ci torneremo, no? Insomma, torneremo a salutare i professori e i fantasmi, giusto? Torneremo a toccare le mura di questo castello…? >> chiede piano lei, la voce da bambina e gli occhi dolci. Ron scoppia a ridere e si lancia ad abbracciare i suoi due amici, facendoli finire con la schiena sul pavimento.
<< OuchRon, ma che diamine…?! >> borbotta Harry schiacciato dal suo amico.
Hermione ride e li abbraccia stretti.
<< Torneremo, Herm. È una promessa >> le dice Ron baciandole dolcemente la fronte.
<< Hogwarts sarà sempre qui per darti il ben tornato a casa >>
 << Rimaniamo ancora un po’ così? >> chiede ancora Hermione, scivolando un po’ più a lato per sistemarsi meglio. Harry sbuffa e arriccia il naso, il vano tentativo di risistemare gli occhiali.
<< Va bene ma…Ron, per l’amor del Cielo, spostati da sopra di me! Mettiti qua! >>
Rimangono così, l’uno abbracciato all’altra, un trio indissolubile, pezzetti di puzzle che, non si sa come, non si sa perché –credeteci,è la stessa domanda che si pongono da sette anni – combaciano alla perfezione tra di loro.
L’ultima notte prima degli esami.
 
 

<< Entrate, io vi raggiungo subito! Devo assolutamente fare una cosa! >> risponde Hermione prima di allontanarsi velocemente dall’aula in cui si terrà il primo esame della giornata. Supera un paio di studenti della sua casa e si passa distrattamente le mani nei capelli, cercando un ordine che non potrà trovare. Era una promessa che deve mantenere. Che vuole mantenere.
Lo vede. Il cuore le batte forte nel petto, come ogni volta.
A due passi da lui, girato di schiena e intento a chiacchierare con Blaise, si ferma e allunga una mano per sfiorargli il braccio. Draco si gira e la guarda, sorpreso. Dalla sera nella Torre di Astronomia non si sono più avvicinati in alcun modo, ma hanno ripreso a guardarsi negli occhi.
E lui, a dire il vero, ha ripreso anche a sperare.
<< Granger >> mormora lui, con voce calma e dolce. Hermione osserva un secondo Blaise, che sorride senza vergogna alla vista di loro due così vicini. Non succedeva da un bel po’.
<< Ciao >> sussurra lei, non più convinta delle sue azioni.
<< Ciao >> sorride Draco, inclinando appena la testa di lato, curioso.
Hermione si passa una mano nei capelli e sospira.
<< Sai che non ne avrai bisogno, ma ad ogni modo… >> inizia lei titubante, poi alza lo sguardo e lo fissa in quello di lui. Gli regala un dolce sorriso, dal sapore di speranza.
<< …Buona fortuna per oggi, Draco. Siamo tutti fieri di te, andrai benissimo. >> conclude dolcemente, facendogli una veloce carezza sul braccio fasciato dalla leggera camicia bianca.
Non gli dà il tempo di rispondere che subito si gira e si allontana, lasciandolo lì, a sorridere come un ebete. << Grazie, Hermione >> dice più a se stesso che a lei, ormai troppo lontana.
Ma sa che è come se l’avesse sentito. Lo sa benissimo. Siamo tutti fieri di te.
Come è dolce il suono della speranza.
 
<< Ho una fottuta paura per i M.A.G.O >>
<< E per quale motivo? Andrai benissimo! Sei un ragazzo così intelligente… >> mormora Hermione accoccolandosi meglio vicino a lui.
<< Ho paura di fare qualcosa di sbagliato, di deludere mia madre… >>
<< Ascoltami bene, non succederà. Non dire idiozie, non deluderai nessuno! >>
<< Promettimi che mi augurerai “buona fortuna” per gli esami, Granger. >>
<< Assolutamente no! È assurdo che tu senta il bisogno di nasconderti dietro a questo stupido cliché per andare bene ad un esame! >>
<< Tu promettimelo e basta. Ne ho bisogno. Ho bisogno di non deludere nessuno. >>
<< Sono tutti fieri di te, Draco. Non deluderai nessuno! >>
<< Promettimelo lo stesso. >>
<< …E va bene! Ti augurerò “buona fortuna”. Promesso. >>
 
 
 
 
<< Siamo quasi alla fine, Albus. Sono decenni che insegno in questa scuola, eppure quest’anno mi si stringe il cuore. Non avrei mai creduto di affezionarmi così tanto a degli studenti…ogni anno c’è qualcuno che mi colpisce maggiormente, ma quest’annata mi uccide: non riuscirò a camminare per i corridoi e non vedere i volti di Potter, Weasley, Zabini, Malfoy, della mia Granger… >>
Minerva McGranitt scuote la testa e rivolge lo sguardo oltre la vetrata della grande finestra, fissando i preparativi per la cerimonia della Memoria.
Sono passati sette anni, eppure sembra un attimo, comparato al futuro che spetta a quelle giovani menti, a quei giovani e promettenti maghi e streghe.
Un battito d’ali e sono già oltre i cancelli di Hogwarts, adulti, indipendenti, soli nelle scelte.
Solo un secondo prima erano piccoli e spauriti, appena entrati nell’immenso castello che sarebbe poi diventato la loro scuola, la loro fortezza, la loro casa.
 
<< Benvenuti a Hogwarts >> disse la professoressa McGranitt.
<< Il banchetto per l’inizio dell’anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre case. Lo smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia. Le quattro case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. >>
 
Solo pochi anni prima, la professoressa McGranitt aveva stretto tra le sue lunghe ed affusolate mani la pergamena con la lista dei nuovi maghi, ormai prossimi al diploma.
Solo pochi anni prima, Albus Silente sedeva in perfetta salute al centro della tavolata dei professori.
 
<< Granger Hermione! >>
Hermione arrivò quasi di corsa allo sgabello e si pigiò il cappello in testa con gesto impaziente.
<< GRIFONDORO! >>
 
E poi Neville Paciock, << GRIFONDORO! >>
 
Malfoy si presentò con aria tracotante, quando venne chiamato il suo nome, e fu esaudito immediatamente: il cappello gli aveva appena sfiorato la testa quando gridò:
<< SERPEVERDE! >>
 
<< Potter Harry! >>
<< …GRIFONDORO! >>
 
E poi fu il turno di Ron, che aveva assunto un colorito terreo. Harry aveva incrociato le dita sotto il tavolo, e un attimo dopo il cappello gridò << GRIFONDORO! >>
Zabini Blaise fu l’ultimo, mandato a Serpeverde.
 
<< Minerva cara, non lasciarti andare allo sconforto proprio tu, che vanti un’imperturbabilità degna della roccia più dura! I nostri ragazzi li abbiamo cresciuti noi, sono quello che sono anche grazie a noi. Sii fiera di questo giorno, sii fiera di quelle menti! >> esclama dolcemente Albus Silente accomodandosi sulla sua poltrona ritratta nella maestosa tela. Si liscia la lunga barba e sospira.
<< Che ragazzi straordinari… >>
<< Mi mancheranno… >> esala la professoressa McGranitt, poggiando per un brevissimo istante la fronte contro il vetro della finestra.
<< Siete proprio dei vecchi rammolliti, lasciatevelo dire! >> esclama il quadro di Severus Piton accanto a loro. Minerva stende le labbra in un leggero sorriso, tornando a sedersi sulla sua poltrona. Albus scoppia in una fragorosa risata, battendo le mani con fare infantile e giocoso.
<< Suvvia, Severus! Scommetto che in realtà mancheranno molto pure a te! >>
 
 
<< Domani daremo i M.A.G.O. Domani sarà il nostro ultimo giorno di scuola. Tempo di fare le valigie ed usciremo da qui, da queste mura. >> mormora Dafne Greengrass sorseggiando il suo whiskey incendiario. Blaise si allenta la cravatta e si versa un po’ di Vodka, lanciando lontano gli ultimi appunti rimasti sul tavolo della Sala Comune Serpeverde. Theo e Pansy si siedono vicino a Dafne, lui le circonda dolcemente le spalle mentre lei si sporge in avanti per farsi servire da Blaise.
Draco è alla finestra, intento a fumarsi una delle sue sigarette.
<< Ci vuole qualcosa di forte >> dichiara Blaise tracannando in un solo sorso mezzo bicchiere di Vodka liscia. Pansy fischia in segno di apprezzamento e lo segue a ruota, tossicchiando appena.
<< Non vi ubriacate ragazzi, altrimenti domani non sarete in grado di sostenere l’esame >> replica Draco avvicinandosi ai suoi amici e sedendosi su una poltrona verde.
<< Ha ragione lui. Ci vuole qualcosa di forte, che non sia alcool. >> dichiara sorridente Theo, facendo sorridere i suoi amici.
<< Dove te la sei procurata? >> chiede Pansy battendo le mani contenta.
Blaise e Draco scuotono la testa con un pigro sorriso sulle labbra, Dafne si appresta a frugare nelle tasche del suo fidanzato ed estrarne la bustina.
<< Un mezzosangue Corvonero, non ho ancora ben capito come faccia a farsela spedire… è roba di ottima qualità >> spiega Theo facendo segno a Draco di darsi da fare.
Malfoy si avvicina ad una cassa di legno e con cura apre uno dei cassetti più interni.
Tira fuori delle cartine e dei filtri più lunghi e si risiede. Blaise lancia sul tavolo un pacchetto di sigarette.
<< Facciamo quest’ultima canna prima degli esami, ragazzi! >> esclama Pansy afferrando il pacchetto di sigarette di Draco.
La loro ultima notte prima degli esami.
 
 
 
Le piume scorrono veloci sui fogli di pergamena, veloci come i pensieri di quei giovani maghi all’interno dell’enorme aula adibita a sala per la valutazione dell’esame di Storia della Magia.
Sbuffi continui, boccette che vengono prontamente riempite d’inchiostro, fronti corrucciate e occhi vigili. L’enorme pendolo alla fine della sala a scandire ogni minuto, ogni secondo di quella prova. Harry Potter si passa stancamente la mano sulla fronte, ritrovandosi ad osservare il grande pendolo, cercando di riordinare i pensieri.
Manca solo un’ora. Osserva il suo tema tutto sgualcito e pieno di correzioni. Geme piano, terrorizzato all’idea di venire bocciato proprio l’ultimo giorno dell’anno.
Accanto a lui, Hermione non ferma un secondo la piuma, forse non respira neanche.
Pagine e pagine impregnate di inchiostro vengono ammucchiate a lato del banco, ordinatamente.
Harry scuote la testa, sconsolato.
Le avevano promesso che, almeno questa prova, l’avrebbero fatta da soli.
Glielo avevano giurato con le migliori intenzioni…
 
HARRY, MA TE CHE DIAMINE SCRIVI?!!!!
 
Un bigliettino tocca velocissimo il pugno di Harry Potter, che prontamente lo afferra e lo fa sparire dalla vista del professor Ruf, attualmente impegnato ad osservare fuori dalla finestra.
Bravo prof, continui pure a guardare fuori!
 
Ho scritto un’intera colonna sulla persecuzione delle streghe nel Medioevo, secondo me è azzeccato. Te? !!!
 
TI AMO!! Io sto cercando di ficcare la rivolta dei Folletti del ’65 e quella degli Orchi nel tema, dici che sto esagerando?
 
Hermione alza un secondo la testa e fissa il banco del suo migliore amico, imbestialita.
<< Psssst! >>
Harry si gira e la osserva confuso. Hermione lo fulmina con lo sguardo e gli fa segno di continuare a scrivere il suo compito, senza interruzioni di alcun tipo. Harry annuisce, ma le indica con un cenno del capo l’altro lato della sala, dove un povero Ronald Weasley sta aspettando una risposta.
Le passa velocemente il bigliettino, attento a non farsi notare. Hermione lo guarda malissimo e si appresta a nascondere la prova incriminata sotto ad una pergamena.
Legge rapidamente le informazioni e sbuffa, contrariata. Cancella rabbiosamente ciò che vi era precedentemente scritto sopra e intinge la piuma nella boccetta d’inchiostro. Lancia uno sguardo ad Harry, che le sorride riconoscente. Hermione Jean Granger sbuffa di nuovo e inizia a scrivere frasi corte ed utili per i suoi migliori amici.
Piega il foglio e intinge un’ultima volta il pennino nell’inchiostro.
Afferra tutti i suoi fogli, si liscia la gonnellina a pieghe e si alza.
Il bigliettino in una mano, il proprio tema stretto al petto.
Passando accanto ad Harry lascia cadere il foglietto di carta, continuando ad avanzare imperterrita. Fiera come una leonessa consegna il compito con cinquanta minuti d’anticipo.
Sorride dolcemente al professore ed esce, lanciano un’ultimissima, rapidissima, occhiata al banco di Draco Malfoy.
 
Harry osserva il bigliettino, piegato più e più volte.
 
Mi avevate promesso che avreste fatto tutto da soli!
Avete 45 minuti, cambiate i termini e per l’amor del cielo, NON FATEVI BECCARE!
 
Un sorriso gli spunta sulle labbra. Si sistema gli occhiali sul naso e impugna nuovamente la piuma. Sorride a Ron dall’altro lato della sala, profondamente rincuorato.
Questa prova è andata.
 
<< Potter! >>
<< Sì, professoressa? >>
<< Sei ancora sicuro di volerlo fare? >>
<< Intende il discorso, domani? >>
Minerva McGranitt annuisce, con sguardo greve.
<< Sì, sì. Ne sono sicuro. >>
<< Ottimo, Potter. Andrai alla grande. >>
 
 
Una mattina si sono svegliati, ed avevano già undici anni. Una lettera di Hogwarts e un nuovo sogno, una nuova consapevolezza: erano a tutti gli effetti streghe e maghi d’Inghilterra.
Sotto l’ombra di una bacchetta magica, di un fedele compagno animale e di alcuni vecchi e pesanti tomi di scuola, degli undicenni hanno iniziato a cambiare le loro vite, una ad una, lentamente.
Compromettendo quelle di alcuni, intrufolandosi in quelle di altri. Nel silenzio, nel frastuono.
Con odio o con amore.
Mille avventure erano passate e mille giornate di scuola erano trascorse.
Come cambiano, a volte, le persone. O le prospettive. O anche il mondo.
Quello cambia repentinamente, ogni giorno, ogni secondo.
Draco Malfoy ed Harry Potter si odiavano profondamente, ora invece è nato quasi un certo rispetto, dettato dalla consapevolezza che si cresce e si matura.
 
<< Non tarderai a scoprire che alcune famiglie di maghi sono molto migliori di altre, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate…? In questo posso aiutarti io >>.
Allungò la mano per stringere quella di Harry, ma il ragazzo non la prese.
<< Credo di essere capace di capire da solo le persone sbagliate, grazie >> gli rispose gelido.
<< Io ci andrei piano se fossi in te, Potter >> disse lentamente.
<< Se non diventi più gentile, farai la stessa fine dei tuoi genitori. Neanche loro sapevano come ci si comporta. >>
 
<< Paura, Potter? >>
<< Ti piacerebbe >>
 
E che, fondamentalmente, gli ideali per cui un tempo avrebbero fatto anche a pungi – alla babbana – non sono che pregiudizi stupidi e insensati.
 
Hermione Granger e Ronald Weasley si erano presi in antipatia, su quel treno, in quella cabina precisa, appena sette anni prima. Poi era scoccato qualcosa, un sentimento troppo forte, troppo confuso, da essere scambiato in amore. Che poi amore non era, ma semplice, indissolubile, interminabile amicizia.
 
<< Lo stai dicendo sbagliato. Wing-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il ‘gar’ bello lungo. >>
<< E fallo te, visto che sei tanto brava! >> la rimbeccò Ron.
<< Wingardium Leviosa! >> La piuma si sollevò dal banco e rimase sospesa in aria a circa un metro e mezzo sopra le loro teste.
 
<< Non c’è da stupirsi che nessuno la sopporti >> disse a Harry >> Quella ragazza è un incubo, parola mia! >>
Harry si sentì battere su una spalla da qualcuno che lo superò. Era Hermione. Le intravide il volto… e si rese conto con stupore che era in lacrime.
 
<< Ti sono corsa dietro! Ti ho chiamato! Ti ho supplicato! >>
<< Lo so >> rispose Ron. << Hermione, mi spiace, davvero… >>
<< Torni dopo settimane – settimane – e credi che dire ‘ mi spiace’ basti a sistemare tutto? >>
 
<< Come hai fatto di preciso a trovarci stanotte? >>
<< Con questo. >> << Il Deluminatore? >>
<< Ti ho sentito uscire dalla mia tasca. La tua voce >> e mostrò di nuovo il Deluminatore
<< veniva da qui. >>
<< Così l’ho tirato fuori. Era una sfera di luce, pulsava, tipo, ed era azzurrina. Ho capito che mi chiamava. La pallina di luce era lì a mezz’aria, ad aspettarmi >>
<< Ha come galleggiato verso di me >> spiegò Ron, mostrando il movimento con l’indice libero, << qui sul petto, e poi…è entrata. È finita qui >> e toccò un punto vicino al suo cuore.
 
Neville Paciock era cambiato, era cresciuto, era un eroe.
 
<< Esistono molti tipi di coraggio >> disse Silente sorridendo. << Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici. E pertanto…attribuisco dieci punti al signor Neville Paciock >>.
 
<< Expelliarmus! >> disse Neville e Harry, colto alla sprovvista, sentì la bacchetta volargli via di mano.  << CE L’HO FATTA! >> esultò Neville. << Non c’ero mai riuscito prima! CE L’HO FATTA! >>
 
<< C’è tuo padre laggiù, Neville? >>
 << Non hai raccontato dei tuoi genitori agli amici, Neville? Non c’è niente di cui vergognarsi! Tu dovresti essere orgoglioso Neville, orgoglioso! Non hanno sacrificato la loro salute mentale perché il loro unico figlio si debba vergognare di loro, sai! >>
 
<< …Prendilo, Neville, qualunque cosa sia. >> Ma Neville aveva già teso la mano, in cui sia madre mise un incarto vuoto di Bolle Bollenti.
<< Grazie, mamma >>
Mentre si allontanavano, Harry fu sicuro di aver visto Neville infilarsi la carta della gomma in tasca.
 
 
Ora Neville avrebbe preso il posto di Harry: sarebbero stati ancora in tre a parte del segreto.
<< Nel caso che siano…impegnati…e tu riesca… >>
<< Uccidere il serpente? >>
<< Uccidere il serpente >>
<< D’accordo, Harry. Tu stai bene, vero? >>
<< Sto bene. Grazie, Neville. >>
Ma quando stava per andarsene, Neville lo afferrò per il polso.
<< Continueremo tutti a combattere, Harry. Lo sai? >>
 
 
<< Chi si è offerto volontario  per dimostrare che cosa accade a coloro che continuano a combattere quando la battaglia è perduta? >>
<< È Neville Paciock, mio Signore! Il figlio degli Auror, ricordate? >>
<< Ma tu sei un Purosangue, vero mio caro ragazzo? >>
<< E allora? >> rispose ad alta voce.
<< Mostri spirito e ardimento e discendi da una nobile stirpe. Sarai un Mangiamorte molto prezioso. Abbiamo bisogno di gente come te, Neville Paciock >>.
<< Mi unirò a te quando l’inferno gelerà. Esercito di Silente! >>
 
Ognuno di loro aveva dato un pezzettino di se stessi in quella battaglia, in quei lunghi anni di maturazione – volati via poi in un soffio, se si considera l’effimerità di una vita -, ognuno di loro era stato qualcuno, poi qualcun altro, poi – forse – finalmente sé stesso.
Harry James Potter.
 
Hermione Jean Granger.
 
Ronald Bilius Weasley.
 
Neville Paciock.
 
Ginevra Molly Weasley.
 
Seamus Finnigan.
 
Luna Lovegood.
 
Blaise Zabini.
 
Theodore Nott.
 
Pansy Parkinson.
 
Draco Lucius Malfoy.
 
 


<< Nessuno ti obbliga a fare questo discorso, amore >> sussurra dolcemente Ginny abbracciando Harry Potter da dietro. Lui scuote la testa e le carezza dolcemente le braccia, sbadigliando.
<< Voglio farlo, davvero. >> replica, sospirando al tocco leggero delle labbra della sua fidanzata sul suo collo.
<< Andiamo a dormire, lo completerai domani >>
<< Solo un ultimo pezzetto… solo pochi minuti ancora >> mormora lui, poco convinto.
Ginevra Weasley ride e gli prende la mano, strattonandolo dolcemente.
<< Su, Harry James Potter! Ho voglia di andare a dormire con te, in questo istante. Tra soli pochi minuti questa voglia potrebbe essermi passata, sai? >> domanda maliziosa, tirandoselo appresso.
Harry ride e lascia il suo lavoro lì, su quella scrivania.
Prende di peso la sua fidanzata e se la porta in camera sua, tra le risate proprie e quelle di lei.
 
 
 
<< Come pensi ti sia andata Pozioni, Dra? >> chiede dolcemente Pansy slacciandosi i primi bottoni della camicetta e raggiungendolo sulla panchina in mezzo al giardino interno. Draco tiene gli occhi chiusi e il volto rivolto verso l’alto, un sorriso tranquillo ad illuminargli il volto.
<< Penso bene. A te, Pan? >> domanda senza smettere di godere di quel meraviglioso sole.
Pansy si accoccola meglio vicino a lui e si lega velocemente i lunghi capelli neri.
<< Mmmh, poteva andare peggio, questo sì. >> risponde pacata poggiando poi il viso sulla spalla di lui, rilassata. Hanno ancora venti minuti prima dell’inizio della prossima prova.
Pansy Parkinson si lascia cullare dal vento caldo - ma non troppo -  di fine Maggio, dai caldi raggi solari che le riscaldano il viso accentuando il rosa sulle sue guance, dal lento e regolare respiro del suo migliore amico accanto a sé. Solo pochi anni prima lei era stata follemente innamorata di lui, ed ora eccoli qua: inseparabili, nonostante tutto.
<< Hermione oggi è venuta ad augurarmi buona fortuna per gli esami >> mormora piano Draco, senza tralasciare apparentemente alcuna emozione. Pansy sorride e apre gli occhi, cercando il volto del suo migliore amico. Anche Draco ha riaperto gli occhi, puntati in un punto imprecisato del giardino.
<< Ti ha fatto piacere, non è vero? >> chiede dolcemente lei, conoscendo già la risposta.
Draco annuisce e la guarda negli occhi, in una muta richiesta d’aiuto.
Pansy sorride ancora di più e annuisce con vigore.
<< Sì, Draco. Per voi due c’è ancora speranza. >> gli conferma, scaldandogli il cuore e illuminandogli il volto.
<< Dici che potrei andare a parlarle? >> domanda ancora, insicuro.
<< Dico che se non muovi il culo ci vado io, amico! >> esclama Blaise Zabini interrompendo quel momento di intimità. Pansy scoppia a ridere e gli fa posto per lasciarlo sedere. Blaise circonda con un braccio le spalle della minuta Serpeverde, lasciandole un veloce bacio tra i capelli.
<< Sul serio? >>
<< Sì cazzo, Dra! Vai! Prima che cominci il prossimo esame, chiedile come è andata >>
Draco annuisce e si incammina. Alle spalle sente l’eco di una risposta
<< E come vuoi che sia andata, è Hermione Granger! >>
 
<< Se mai dovesse durare, la nostra storia dico…ecco, i nostri genitori ne saranno contenti >> mormora Dafne stendendosi sul letto di Theo, gli occhi chiusi e un sorriso pigro.
Theo scuote la testa e chiude la porta della camera, impedendo al suo compagno di stanza di entrare.
Oh beh, peggio per lui.
<< Se mai la nostra storia dovesse durare, me ne fotto del parere dei nostri genitori. Se vorrò sposarti lo farò, Daf. Senza see senza ma.Tu ed io, il resto non conta.
Sono passati gli anni in cui sottostavamo al volere di qualcun altro. Non succederà più. >>
<< Pensi che potrebbe durare? >> chiede piano lei, le percezioni rallentate dalla canna e la stanchezza che si fa prepotentemente largo dentro di lei. Theo si sdraia vicino alla sua fidanzata e l’abbraccia dolcemente, facendosi spazio in quel letto – per loro fortuna – abbastanza spazioso.
Le lascia un dolce bacio sulle labbra – un semplice sfioramento, delicato come un battito d’ali, ma con la forza di un uragano – e posa la testa sul cuscino. Dafne si accoccola meglio addosso a lui, è tutto un gioco di incastri – mani con mani, gambe attorcigliate ad altre gambe, piedi che si sfiorano, petti che si incontrano – dal sapore delizioso.
<< Finirà quando saremo noi a volerlo. Ed io ora, Daf, voglio non finisca mai. >>
 
 
 << Hermione Granger che si stende al sole a rilassarsi anziché ripassare per il prossimo esame: tutti gli studenti di Hogwarts ne rimarranno sconvolti! >> dichiara una voce alle spalle di lei, bassa e soave. Hermione, se non ne conoscesse perfettamente tutti i sintomi e le conseguenze, direbbe con certezza di aver appena avuto un attacco di cuore.
D’altronde, la profondità con cui quella meravigliosa voce affonda, dentro di lei - sempre più vicino al cuore – e automaticamente si espande per tutto il corpo – ogni sua cellula beve di quella voce, di quel timbro – rende Hermione particolarmente inquieta, il cuore che, maledetto traditore!, riprende come a vivere, battendo furiosamente, pompando sangue e ossigeno – e amore – all’interno delle sue vene. Quella voce, ricordo di tanti anni di angherie e soprusi, ma altresì ricordo di tante  - mai abbastanza, davvero mai abbastanza – notti di sospiri, carezze e dolci segreti.
Draco osserva la sua donna, la sua nemesi, la sua incontrastabile nemica, la sua più grande paura e il suo più grande desiderio mentre si tira leggermente su, toccando con la camicia candida il tronco dell’albero a cui era appoggiata, i capelli raccolti in una disordinata coda e gli occhi chiusi, l’espressione beata.
Maledizione Granger, non riesco a fare a meno di te.
Hermione stende le labbra in un pigro sorriso,  cercando di non mostrare il suo tumulto interiore.
Maledizione Draco, perché mi fai questo effetto?
<< Sorprendo tutti tranne te, eh Malfoy? >> risponde con voce calda e allegra.
Un fruscio leggero, pochi passi che li separano, due cuori che battono furiosamente nel petto.
<< Forse perché io ti conosco più degli altri >> replica Draco pacato.
Hermione sorride al paesaggio e annuisce leggermente, consapevole della dolce realtà delle cose.
<< E poi, diciamocelo, sconvolgere l’imperturbabile Draco Malfoy è impossibile >> continua questo giochetto lei, aprendo piano gli occhi e voltandosi a guardarlo.
Lei gli sorride appena, scaldandogli il cuore nel profondo. Nulla a confronto con il tiepido sole di maggio, davvero nulla.
Draco fa ancora un passo nella sua direzione, si china fino a rimanere a pochi centimetri da lei, completamente poggiato sui talloni.
Occhi negli occhi, come l’ultima volta, su quella Torre del castello.
Prima che riprendesse a sorridere, anche grazie a lui.
<< Eppure tu sei riuscita a sconvolgermi, Hermione. >> le dice, piano.
L’eco di quelle parole è come una carezza per Hermione, l’impatto come uno schiaffo – di quelli stranamente graditi, che ti resta il segno e non vuoi che vada più via – e il timbro come un bacio dei suoi, di quelli che la stordivano nel profondo.
Hermione inclina appena la testa, confusa da quella frase. Un ricciolo le sfugge dalla crocchia e Draco si appresta ad afferrarlo e a giocarci dolcemente.
<< Sconvolgerti? >>
<< Sconvolgermi, esatto. Mi ha sconvolto la tua bravura a scuola, in ogni dannata materia, nonostante tu abbia scoperto il nostro mondo solo ad undici anni. Mi ha sconvolto la tua forza di spirito, il tuo coraggio, la tua caparbietà. Lo schiaffo in terzo anno, oh quello mi ha veramente sconvolto! >> ricorda Draco, sorridendole. Hermione arrossisce appena e vorrebbe allontanarsi da lì, prendere aria – come se lì, all’aperto, non ce ne fosse già abbastanza – ma la carezza leggera delle dita di Draco che, casualmente, sfiorano la sua guancia per giocare con quel ricciolo ribelle e quegli occhi dannatamente belli e profondi e così sinceri con lei glielo impediscono.
<< Mi ha sconvolto vederti al Ballo del Ceppo, bella e indifesa per quel cretino – non ti arrabbiare, perché così è – di Weasley. Mi ha sconvolto vederti mentre ti facevi carico dell’Esercito di Silente, affrontando la Umbridge e noi stupidi leccapiedi. Mi ha sconvolto il tuo sorriso alla cena da Lumacorno. Vederti alzare la bacchetta per prima quando morì Silente, cercando di cancellare il Marchio Nero, le lacrime agli occhi e la mano tremante…in quel momento, avrei voluto – non so, è difficile da spiegare -, è come se avessi voluto stringerti tra le mie braccia. Quello mi ha decisamente sconvolto. >>
<< Piantala… >>
<< Mi ha sconvolto vederti partire per una missione suicida con Potter e Weasley, vederti sul marmo di casa mia, agonizzante. Ma queste cose già le sai. >> Draco abbassa leggermente il tono di voce ma lo sguardo no, oh quello proprio no: sempre puntato in quello di lei, ardente e deciso.
Hermione si è involontariamente protesa in avanti, verso quelle mani, verso quel petto, verso quelle labbra e quegli occhi. Verso Draco.
Contro di lui, verso di lui.
È più forte di ogni briciolo di razionalità, di ogni buon proposito.
Contro di lui? Non ci riesce. Verso di lui.
<< Draco... >> sussurra, in un vano tentativo di farlo smettere, di non sentire, di non dover venire a patti con se stessa, con il suo cuore, con lui. Perché il desiderio di abbracciarlo, baciarlo, stringerlo tra le braccia e non pensare più a niente la consumano come una candela accesa, la cui fiamma arde prepotentemente nel suo cuore.
“Draco”, come è dolce il suono della speranza.
<< Quello che forse non sai, mia piccola Hermione, è che quest’anno mi hai sconvolto fin nel  profondo, fino a toccarmi il cuore. Ti sei avvicinata a me all’inizio dell’anno con l’innocente intenzione di instaurare un legame di pacifica convivenza – nonostante tutto, a dispetto di tutti – e hai preteso sempre qualcosa in più da me, prima un semplice ‘buon giorno’, poi un sorriso accondiscendente, poi una stretta di mano. I sorrisi che mi regalavi, i tuoi occhi che si illuminavano quando facevo o dicevo qualcosa che ti rendesse anche vagamente felice, serena… Quando mi hai chiesto di uscire, noi due…io non avrei mai immaginato, mai! Eppure i mesi che sono passati hanno dimostrato esattamente il contrario. Tu ed io come un ‘noi’, che cosa impossibile. Eppure lo siamo stati, un dolcissimo ‘noi’, e nulla mi sembrava più giusto e più sbagliato al tempo stesso. Stare con te mi rendeva – e rende tutt’ora, non posso e non voglio negarlo – felice come forse solo da bambino riuscivo ad essere.
I nostri baci, le nostre carezze…quanto ti ho desiderato, Hermione, tu neanche lo puoi immaginare. Ti desideravo tutta – cervello, anima e cuore. >> le confessa e forse, per la prima volta, lo confessa pure a se stesso. Hermione trattiene il respiro, colpita da quella che, inevitabilmente, ha tutta l’idea di essere una dichiarazione. Se d’amore o di pace, lei non lo sa.
Ma forse è perché ha paura di scoprirlo.
Lei ingoia a vuoto, cercando aria e parole in quel vortice senza senso in cui è precipitata, per colpa di Draco. Ovviamente. È sempre colpa sua.
È colpa sua, se ha scoperto la differenza tra Mezzosangue e Purosangue.
È colpa sua, se si è sempre sentita in dovere di dimostrare a tutti, ma soprattutto a lui, quanto valesse.
È colpa sua, se le notti dei primi anni le passava a trattenere i singhiozzi dopo i consueti insulti.
È sempre, irrimediabilmente, colpa sua.
È colpa sua, se Hermione ha dato il meglio di sé in tutto, dimostrando di essere la migliore strega degli ultimi cent’anni.
È colpa sua, se ha imparato a camminare sempre a testa alta, nonostante tutto e tutti.
È colpa sua, se ha capito cosa significhi avere famiglie diverse, che non si possono scegliere.
È – in parte – colpa sua, se sono riusciti a sopravvivere a Malfoy Manor, l’anno prima.
È colpa sua, se ha scoperto il valore unico del perdono.
Ed è sicuramente colpa sua, se ha provato le emozioni più dirompenti di tutta la sua giovane vita.
Draco Malfoy è stato la costante di quei sette anni, non visibile come Harry e Ron, ma altrettanto fondamentale.
Nei suoi amati romanzi leggerebbe qualcosa come è fondamentale quanto l’aria che respiro.
L’angosciante suono della campanella segna la fine di quella pausa e l’inizio della loro nuova prova.
La fine di quel momento. L’inizio, forse, di qualcosa di nuovo.
Draco sospira e sorride mesto, allontanandosi appena dal volto semplice e pulito di lei.
<< Dobbiamo rientrare >> dice soltanto, una nota di tristezza in quella calda voce.
“Dobbiamo proprio?” formula il cervello – o più probabilmente il cuore – di lei, ma riesce a trattenersi. Si stanno esponendo molto, in quest’ultima giornata.
Draco soprattutto, sta mostrando tutte le sue carte, sta mettendo in atto il piano di gioco migliore, al fine di vincere.
Vincere lei, per lei e con lei.
L’amore è una vittoria ineguagliabile.
Draco Malfoy si alza e le porge la mano, da cavaliere.
Quel cavaliere che senza macchia e senza paura di certo non è, dall’armatura ammaccata e scura, dal sorriso misterioso e accattivante, dagli occhi meravigliosamente sinceri.
Hermione si lascia tirare su, docile tra le sue braccia, ipnotizzata dai suoi occhi.
Dio, quanto vorrebbe baciarla. Ora, davanti a tutti gli studenti che rientrano per sostenere la prova, chissene frega!
<< Andiamo? >> le chiede gentilmente, riscuotendola dal suo stato di torpore.
La mano di Draco ancora intrecciata a quella di lei e l’altra pigramente poggiata sul suo fianco destro. Hermione sente il calore spandersi in tutto il corpo, quel calore che aveva quasi dimenticato, sicuramente rinnegato.
Oh, Draco…
<< S-sì. Andiamo >> balbetta incerta, incamminandosi.
Draco la segue a distanza di pochi passi, sorridendo.
 
 
Dicevano che sarebbe stato facile, che l’adolescenza è un periodo tumultuoso della vita, ma affrontabile.
Zara Jolly non era dello stesso avviso.
L’adolescenza era una fase orribile, dolorosa, faticosa, interminabile. Gli ormoni a palla, i mille pensieri per la testa, la corsa verso un futuro sconosciuto, la rincorsa verso se stessi.
E Blaise Zabini, il suo rompicapo più dolce e amaro allo stesso tempo.
Il suo migliore amico.
Il ragazzo di cui era, irrimediabilmente, innamorata.
Avrebbe tanto voluto tornare indietro a quel giorno, quando lui – “maledetto! – aveva chiesto alle ragazze di Corvonero di accompagnarlo e lei – “cretina!” – si era lasciata trascinare da quella voce roca, da quegli occhi fiammeggianti, da quel suo modo di fare.
Maledetto lui e cretina lei, ecco la verità.
Non avrebbero trascorso delle bellissime giornate, se non avesse mai acconsentito ad uscire con lui.
Non avrebbero mai approfondito il loro legame, se non avesse cercato di fare la distante.
Pessimo, pessimo errore!
E non si sarebbero mai trovati a distanze così misere da non essere neanche calcolabili, se non fosse andata avanti. Più e più volte era successo. Tante le volte in cui si erano trovati a un soffio l’uno dall’altra e tante anche le volte in cui si scostavano, scottati e imbarazzati.
E consapevoli, sempre più, di avere un qualcosa che due semplici amici non avevano.
Eppure non un solo, stramaledetto, misero, semplicissimo passo in più.
Sempre lì, sul filo di un rasoio. In bilico, tra amicizia e di più.
Oggi era il loro ultimo giorno insieme.
Scopriamo le carte, decidiamo il nostro destino, cambiamo il nostro futuro.
Siamo noi gli arbitri.
Ma cosa vogliono, loro due? Lei lo sa. Lui?
 
<< Dovresti chiarire questa situazione, Blaise. >>
<< Ma come? >>
<< Non siete amici, Merlino! Anche i sassi se ne sono resi conto! Siete molto di più. >>
<< Ho paura… >>
<< Non fare come me, Blaise. Non perdere l’opportunità per la paura di rovinare tutto. Io l’ho fatto e ne sto pagando le conseguenze. Ho perso Hermione, non fare la stessa stupidaggine. >>
 
 
<< Questa è l’ultima prova e poi siamo liberi. >> esala Ron, stremato dal compito di Babbanologia.
Manca solo l’orale, solo lui.
Solo venti minuti ancora, e poi non se ne riparlerà mai più.
È finita, per davvero.
Hermione sorride e si sistema distrattamente i capelli, cercando nella folla della Sala Grande delle ciocche bionde. Harry sorride, contento e stravolto.
<< Hai preparato il tuo discorso, Eroe? >> lo prende in giro Seamus, sedendosi accanto a loro.
<< Oh sì. Vedrete! >> annuisce lui, facendo sorridere Ginevra Weasley, orgogliosa e innamorata.
Hermione si siede definitivamente a tavola e aspetta il suo fidato gufo.
Aspetta la lettera del papà.
 
 
Hermione Granger dopo qualche giorno ha ripreso a sorridere e a mangiare.
Accettazione, sopportazione, maturazione.
La fiducia incondizionata nel padre, nei suoi migliori amici, in Draco, l’hanno spinta a reagire positivamente. Verso un futuro.
 
<< Ginny, mi puoi accompagnare in Guferia? Devo mandare una lettera a papà >>
 
<< Mi ha risposto papà >>
 
Con quel sorriso che, piano piano, si era esteso nuovamente anche agli occhi.
Erano tutti molto più sereni, ora che Hermione era tornata in sé.
E Draco, egoisticamente, si riteneva per buona parte responsabile.
Sapeva di aver contribuito, di aver reso ciò possibile, di averle ridato la forza di non lasciarsi abbattere. Lo vedeva nello sguardo di lei, nei suoi sorrisi e quando – casualmente – si incontravano per i corridoi, lei non fuggiva più, ma si limitava a guardarlo serena – grata, innamorata – per poi allontanarsi da lentamente da lì.
 
 
“I quadri con tutti i risultati verranno esposti nel parco centrale, domani 30 Maggio ore 10.30
Albus Silente e tutto il corpo docente sono fieri di voi.
 
Minerva McGranitt.”
 
 
<< E se ci hanno bocciato, Harry? Miseriaccia, un altro anno qua dentro…senza Hermione! >>
<< Non dire sciocchezze, Ronald. Avete superato i M.A.G.O. >>
<< Sarà sicuro così, Ron. Ce l’abbiamo fatta. Ora scusatemi, ma vado a provare il discorso un’ultima volta. >>
Harry James Potter si allontana, aggiustandosi gli occhiali sul naso e sbuffando, esausto.
Hermione e Ron si avvicinano al parco centrale, allestito con fiori bianchi e panche in mogano.
Gli alberi fioriti, il prato di un intenso verde smeraldo – il colore della speranza, necessaria in ogni cellula di noi, per andare avanti, per credere, per sognare, per migliorare il mondo – e un tendone bianco, con sotto la semplicissima lapide dove sono incisi tutti i nomi degli studenti valorosamente morti durante la guerra, nel nome della speranza.
È passato un anno, eppure il dolore non se ne va. Non si dimentica, non si supera veramente mai.
Chi ha perso un fratello, chi un amico, chi anche un semplice conoscente.
Erano tutti fratelli, in quella scuola. L’insegnamento più grande di Albus Silente è stata la lezione sull’amore. Derisa, sottovalutata, incompresa, eppure mai così veritiera.
 
Gli studenti prendono lentamente posto a sedere, gli sguardi persi nel vuoto.
Hermione e Ron prendono posto nel mezzo, non troppo esposti. Non ci saranno solo gli alunni, questo pomeriggio. Genitori, parenti, insegnati, alte cariche del Ministero, giornalisti – nonostante l’aggressivo diniego della professoressa McGranitt.
Hermione e Ron vogliono sentirsi come dei semplici studenti, non vogliono focalizzare l’attenzione. Ed è per questo che si ritrovano seduti vicino a Neville Paciock – con le loro stesse intenzioni – e a Luna. Dietro di loro alcuni Serpeverde, tra cui Dafne e Theo, mano nella mano.
Il quartetto d’archi della scuola inizia a suonare una melodia lenta e profonda, capace di entrare nel cuore di ognuno di loro.
Ad uno ad uno le persone prendo posto, molti preferiscono rimanere in piedi, più o meno lontani dal tendone. Alcune ragazze di ultimo anno, Corvonero e Tassorosso, portano dei mazzi di fiori e li depositano là, ai piedi della bianca lapide. Ginny abbraccia velocemente tutti i componenti della famiglia Weasley, lasciandosi stritolare da George, ancora più alto e magro di prima.
Il Ministro della Magia saluta dignitosamente tutti i presenti, stringendo le mani e abbracciando i più familiari. Molti giornalisti cercano di immortalare il momento nel modo più delicato possibile.
Hermione storce il naso, contrariata. Ron le carezza dolcemente la mano, infondendole serenità.
“è buffo, pensa lei, che tra i due sia lui quello che deve tranquillizzare l’altro.”
Un chiacchiericcio basso e veloce annuncia l’arrivo del giovane Harry Potter, che prende posto vicino alla preside, affianco ai quadri di Albus Silente e Severus Piton.
Sorrisi veloci e lievi cenni del capo. La gratitudine che non si potrebbe mai esprimere a parole.
Minerva McGranitt si avvicina al podio bianco – biaco, bianco, è tutto bianco – e attende pochi secondi. Nel parco cala un silenzio carico di sentimenti contrastanti.
Rispetto. Dolore. Sofferenza. Compassione. Amore. Odio. Insofferenza.
<< Miei cari studenti, professori, carissime famiglie, signor Ministro e tutti voi qui presenti, non starò qui a dirvi che è un piacere vedervi, perché non è così. Non in queste circostanze, non così.
Eppure siamo qui oggi per un motivo ben preciso. Ricordiamo, affinché i nostri cari vivano per sempre nella memoria dei vivi. Ricordiamo, affinché queste persone non siano morte invano.
Ricordiamo i loro volti, la loro risata, le loro gesta, il loro coraggio – indifferentemente dalle loro scelte, perché ci vuole sempre coraggio – e portiamo dentro, con serenità, la consapevolezza di dovere molto a tutti loro. >> dichiara con voce lenta e appesantita dallo sforzo di non commuoversi, non lì, non davanti a tutti. Lei è la pietra miliare di quella scuola, ora. Non può essere debole, non davanti ai suoi amati studenti.
Hermione chiude con forza gli occhi, cercando di calmarsi. Il respiro di Ron si è velocizzato, come quello di Neville, alla sua destra. Fa male, male da morire.
Essere lì, mentre altri non c’erano più.
Fred non stava sorridendo con George – là, accanto a quella donna dai buffi capelli verdi, seconda fila a destra – e Canon non stava scattando le sue insopportabili foto.
Perché, poi?
Chi aveva deciso che sarebbe dovuta andare così, che sarebbero dovuti morire degli innocenti?
Arriva il momento in cui smetti di farti domande, perché ormai non ti interessano più le risposte, troppe scuse non portano mai a niente. Fanno solo peggio, diventa solo più doloroso.
Nel silenzio assoluto Harry prende il posto della sua amata professoressa, sistemandosi meglio gli occhiali. Respira profondamente, cercando di regolarizzare il battito.
<< La vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto, c’è una continuità che non si spezza. Va tutto bene. Sono proprio qui >> e si indica con mano tremante il petto, nel punto esatto dove un cuore impazzito martella prepotentemente << e non se ne andranno mai. Questi nostri amici e conoscenti hanno combattuto per un ideale, sono morti per portarlo avanti. Sono degli eroi, signori. Eroi. Non so dirvi se la loro assenza mi stia uccidendo o fortificando, ancora non lo so. Né, probabilmente, lo saprò mai. >> Harry riprende fiato, scorgendo appena il volto rigato di Ginny, accanto alla madre. Alcune ragazze di Serpeverde si sono allontanate, abbracciate. Fa male, male da morire. Guarda per qualche secondo il volto composto di Minerva McGranitt, che gli sorride appena.
<< A volte, nella mia camera da letto – i miei amici Ron, Seamus e Nev lo sanno benissimo – scoppio a piangere, pensando alla battaglia. Ai morti, al dolore, alla paura. È un periodo della nostra vita che non dimenticheremo mai. Non possiamo mai tornare indietro – voltare le pagine del tempo – pensando magari che potremmo rivivere un momento felice o dire addio ancora un’ultimissima volta… non si può. Eppure, come disse l’uomo più saggio di sempre, ‘non serve a niente nascondersi nei sogni e dimenticare di vivere’, ragazzi.
La vita è qui, davanti ai nostri occhi, è oggi. Onoriamo il ricordo dei nostri amici, del professor Piton, del professor Silente! >> ed ora sorride Harry, le lacrime agli occhi e il sorriso caldo e rassicurante tipico suo. Un sorriso contagioso, che inizia a colpire già le prime file.
<< Amiamo senza limitazioni, perché Lord Voldemort non avrebbe voluto! Rendiamo onore ai nostri amici così. >>
Harry prende fiato e diventa rosso << Ginny, ti amo da morire! >> esclama, facendo ridere molti studenti. << Ecco, così! Perché nascondersi, perché tergiversare? I pregiudizi hanno condotto il Mondo Magico a tutto questo, direi che è ora di farla finita. >>  continua con voce alta, imperiosa.
<< Il tempo è limitato, ce ne siamo resi conto tutti. E quindi non perdiamo tempo! Se le persone che abbiamo amato – e tutt’ora amiamo – ci sono state portate via, affinché continuino a vivere non dobbiamo mai smettere di amarle. E le amiamo anche così, amandoci! Rendendoci felici, sereni.
Dobbiamo impedire che tutto ciò si ripeta, siamo testimoni di una realtà che non dovrà verificarsi più: abbiamo questo compito. Mai più. E ne sono fermamente convinto, tutto ciò è e sarà possibile solo grazie alla nostra forza di volontà. Dobbiamo vivere al meglio il presente – per noi e per loro – tenendo conto degli errori del passato. Mezzosangue e Purosangue, mai più.
Superiori e inferiori, mai più. Abbiate paura di sbagliare – io, personalmente, ho una paura fottuta – perché solo così capirete cosa è giusto. Sono così orgoglioso di essere un alunno di questa scuola, uno studente di questi eccellenti professori, un vostro compagno, un loro amico. Niente potrebbe rendermi più fiero di così. Questo mi fa andare avanti, sapere che li ricorderò e plasmerò la mia vita in base ai loro insegnamenti. Ricordiamoli con un sorriso sereno, ci stanno aspettando – con molta calma si intende! – proprio dietro l’angolo. >> Harry piange, sorridendo.
<< Va tutto bene. >> ripete, facendo scoppiare un applauso carico di significati.
Hermione si alza in piedi per unirsi all’applauso, il volto rigato dalle lacrime e un sorriso stampato su quel volto pulito. Si allontana dalla panca e si allontana ancora un po’, verso il fondo del parco.
Draco Malfoy è poggiato ad un tronco, le braccia conserte e il volto coperto dalla frangia bionda.
Gli occhi lucidi, quello sì.
La vita è qui, davanti ai nostri occhi, è oggi.
Lei non vuole sprecare un solo giorno di vita in più.
Si avvicina a passo svelto verso Draco, che ora la guarda seriamente.
Hermione realizza solo in quel momento di stare ancora piangendo – e disperatamente pure, a dire il vero.
Scuote la testa ridendo e si fionda nell’abbraccio confortante di Draco.
Dal profumo di casa, di sicurezza. Di serenità. 
Draco la stringe delicatamente a sé, lasciandole dei baci tra i capelli. Il sangue che nelle loro vene ha ripreso a correre, impazzito.
Il cuore che ha ripreso a battere.
Non c’è bisogno di dirsi altro. Sono lì, loro due e basta.
E quando Draco le alza delicatamente il volto ancora bagnato dalle lacrime salate e scorge il sorriso di lei, si crea di nuovo quella bolla intorno a loro.
Più forte e resistente di prima.
Quando poi le loro labbra si uniscono per la prima volta dopo troppo tempo – in un bacio salato al sapore di perdono, di speranza, di felicità, di serenità – tutto il resto non conta.
Va tutto bene.





Dunque? uno schifo? il mi ritardo è imperdonabile, eh? lo so, lo so.
il discorso di Harry magari ve li immaginavate diversamente, così come gli esami e tutto il resto.
è stato un mese difficile. credo che una parte del mio "blocco dello scrittore" fosse dovuta anche dal terrore di chiudere questa storia. da una parte voglio, dall'altra proprio no. mi ci sono affezionata, capite? voi no? mi mancherà tutto questo, mi mancherete voi! oh, le smancerie strappalacrime al prossimo capitolo...
che non chiedetemi quando arriverà (anche se il peggio è passato)...ma ARRIVERA'! :)
Semper fidelis, mie care.
Mi fare sapere cosa ne pensate? è da tanto - colpa mia, lo so - che non vi sento. Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
As usual, mi trovate
qui, se mai voleste chiedere qualcosa o che so io...

Va bene? vi lascio.
baci mie care, GRAZIE MILLE DI ESSERCI.

Chiara

 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Epilogo, Inevitabile ***


 Non ti preoccupare, bambina mia. Qualunque sia il risultato, noi siamo fieri di te. Come sempre.
Sarà eccellente, come al solito.
Papà.


Qualunque sia il risultato finale dei M.A.G.O, non ci avrai deluso, figlio mio. Siamo fieri di te.
Narcissa Black Malfoy


Prega di aver passato l’esame, Ronald! Altrimenti tu in questa casa non ci metti più piede!
PS: salutami tanto Harry, caro ragazzo.
Mamma Molly. 





È inevitabile, arrivare ad un punto della propria vita in cui non si può non tirare le somme, capire il risultato e scegliere le prossime mosse da fare. Per me, per te, per noi, per il futuro.
È inevitabile, avere paura di sbagliare, di compromettere il proprio destino – sembra bizzarro a dirsi, in un mondo di profezie e leggende – eppure è così, ognuno è artefice del proprio destino.
E perché no, magari – in minima parte, un pezzettino piccolo piccolo, come il posto che a volte occupiamo nei cuori dei nostri amati – siamo anche artefici dei destini degli altri, di chi ci sta intorno. 
Tirare dritto, senza mai voltarsi indietro.
Aspettare chi dietro di noi arranca, tendergli la mano e proseguire insieme.
Non ci sono scelte giuste o sbagliate, non ci sono possibilità belle o brutte: ci siamo noi, fatti di carne, pensieri, idee e sentimenti. 


<< Harry corri! Sono usciti i risultati dei M.A.G.O. ! Miseriaccia, dici che l’abbiamo passato? >>
<< Non dire idiozie, Ronald! Vi ho passato la metà dei compiti,
è ovvio che l’abbiate passato! >>
<< Ha ragione lei, Ron! Dai andiamo, ho scommesso con Seamus che il mio voto sarebbe stato più alto del suo! Ci siamo giocati una cena dai Tre Manici di Scopa! >>
<< Se vinci tu, Harry, pretendo di essere invitata a cena! Come minimo! Forza andiamo, sono un tantino tesa. >>
<< Giusto
un tantino, mhmm? >> borbotta Ron Weasley facendo ridere il suo migliore amico Harry. Hermione gli tira uno scappellotto e si precipita giù per le scale, verso il cortile principale.






Ci siamo, è inevitabile. L'anno scolastico è finito, non sono più studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non appartengono più alle loro rispettive Case, non percorreranno più quei corridoi con i pesantissimi libri in mano, con le facce stanche per le cinque ore filate di Pozioni, con le divise di Quidditch sporche - dopo una lunghissima partita giocata sotto la pioggia -  o con il sorriso stampato sul volto dopo aver salutato Nick-Quasi-Senza-Testa. Non faranno più la fila per prendere posto a tavola nella Sala Grande, non si accoccoleranno più sotto alle coperte dei propri dormitori, non faranno più un meraviglioso bagno - di nascosto, si intende! - nel Bagno dei Prefetti, non si rincorreranno più per i corridoi, non studieranno più nella Biblioteca.  Draco Malfoy non potrà più incutere timore ai ragazzini delle altre case, togliendo punti a destra e a manca; Hermione Granger non potrà più alzare diligentemente la mano ad ogni domanda e far acquisire punti alla sua amata Casa; Harry Potter e Ron Weasley non potranno più far perdere qui benedetti punti - ottenuti dallo loro preziosissima amica - alla Casa Grifondoro e Ginny Weasley non li potrà più picchiare in Sala Grande perché si abboffano come animali. Pansy Parkinson e Danfe Greengrass non potranno più fare tardi a lezione perché intente a truccarsi nel bagno di un altro piano, Blaise Zabini non potrà più scambiare le etichette delle pozioni - mandando in bestia il professor Lumacorno che, ogni sera, doveva cercare di riordinare tutti i suoi scaffali - e Theodore Nott non potrà più nascondersi in uno dei magazzini per farsi qualche ora di sonno in più, con il brivido del rischio di essere scoperto da Gazza o da quel gattaccio malefico. Non ci saranno più temi da consegnare, ricerche da fare per la professoressa Sprite, esercizi di Trasfigurazione da esguire, notti passate sulla Torre di Astronomia per riconoscere qualche costellazione. Niente più pisolini in aula, coperti dal proprio migliore amico, niente più bigliettini trasformati in uccellini che volano da un banco all'altro, niente più fatture volanti per il corridoio. Niente di niente, è tutto finito. E fa paura l'ignoto, sapere che quella realtà, che era a tutti gli effetti il loro piccolo mondo, sia veramente finita. 

Luna Loveggod percorre i corridoi di quella scuola, probabilmente per l'ultima volta, con il volto rivolto verso l'alto, alla ricerca delle sue benedette scarpe - non finirà mai la valigia, altrimenti!

Neville Paciock sfiora con delicatezza tutte le piante nella serra della professoressa Sprite, riconoscendole tutte: nome, particolarità, profumo, effetti. Carezza i tavoli rovinati di quell'aula, osserva le finestre lasciate aperte e da cui entra una piacevole brezza che gli riscalda il viso, facendolo sorridere.

Draco Malfoy chiude gli occhi davanti ad un muro spoglio, aspettando che la Stanza delle Necessità gli si mostri, luogo di tanti ricordi, belli e brutti. Spinge delicatamente la grande anta di quella porta e fa ben attenzione a non farla chiudere - dopo l'Ardemonio, non si sa mai, meglio non rischiare di rimanerci chiusi dentro - alle proprie spalle. Osserva quelle mura spoglie, ricordando i festini proibiti organizzati dalla sua Casa, le serate passate con tante di quelle ragazze di cui neanche ricorda più il nome, l'Armadio Svanitore, le serate passate con Hermione Granger - spesso e volentieri a litigare, anziché usate per qualcosa di molto più piacevole.

Ron Weasley si siede lentamente sugli spalti del campo da Quidditch, rievocando grandi vittorie e terribili sconfitte, i cori della propria Casa di appartenza, le sciarpe rosso-oro sventolate con orgoglio, i cuori che battono velocemente, le urla di giubilio, la paura di vedere Harry precipitare al suolo - il secondo anno, con un bolide maledetto intenzionato ad ucciderlo -, la gioia di aver superato il provino per entrare nella squadra, lo sguardo di Hermione - così fiera e, all'epoca, ancora così innamorata di lui - e quello di Lavanda, il bizzarro copricapo di Luna, la telecronaca di Dean, così impaziale. 

Harry Potter si chiude alle proprie spalle l'imponente porta dello studio dell'attuale Preside Minerva McGranitt, osservando tutti i quadri, la scrivania dove Albus Silente sedeva, il Pensatoio, quel posto lasciato vuoto da Fanny, volata chissà dove. Si siede su uno scalino, togliendosi gli occhiali. Quante volte è stato convocato lì, e non solo per qualche punizione. Così tanti segreti sono stati confessati lì dentro, così tante emozioni sono venute fuori, così tanto amore è stato distibuito. Quando venne a sapere della spada di Godric Grifondoro, quando vide Silente smaterializzarsi, dopo l'arresto di Hagrid, quando fu convocato per la storia del Torneo Tre Maghi, quando la malefica professoressa Umbridge sedeva impropriamente su quella scrivania, con Hermione trattenuta da Draco Malfoy - le lacrime agli occhi, la paura di non poter più fare niente per Silente, il terrore di vedere i propri amici torturati per ottenere delle risposte -, quando Silente gli fece rivedere i ricordi dell'allora giovane Tom Riddle. Alcune lacrime iniziano a solcare il viso del Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto. 
<< Harry caro, non hai motivo di piangere. >> mormora una voce così conosciuta, di fronte a lui. Albus Silente gli sorride dal proprio ritratto. 
Harry annuisce e cerca di sorridere << Tutto questo mi mancherà, professore. >> mormora. 
<< Ma è ora che voi andiate avanti, Harry. Non dovete dimenticare tutto quello che avete passato qui dentro... Ma ora dovete voltare pagina. Una nuova realtà vi aspetta, una nuova vita. Sono così orgoglioso di voi, vorrei non aver fatto tutti gli errori che ho commesso in questi anni. >> bisbiglia il professor Silente, la voce rotta in quelle ultime parole. Harry lo sa, di quali errori il professore si incolpa. << Le dobbiamo tutto, professore. Se sappiamo cos'è l'amore e l'incredibile potere che ha, lo dobbiamo soprattutto a Lei. >> spiega lo studente, cercando di non commuoversi.
<< Va' Harry, vai. Hai passato fin troppo tempo qui dentro, con questo vecchio mago rimbecillito. Renditi onore, rendi orgolgiosi Lily e James Potter, Severus Piton e Sirius Black. Sii fiero del tuo bagaglio di esperienze e non voltarti mai indietro, mai! >> lo congeda così il professore, sorridendo con gli occhi nascosti da quegli occhialetti a mezza luna. Harry annuisce e si alza in piedi, infilandosi nuovamente gli occhiali. << Addio, professore. >>
<< Il nostro è solo un arrivederci, Harry. >>


Il salone di casa Zabini è imponente, regale quasi, come ogni salone di Purosangue che si rispetti, direbbero molti. Pansy Parkinson si serve un po' di Martini Cocktail - invenzione babbana, effettivamente, ma ogni tanto anche loro fanno qualcosa di buono - e si siede sul grande divano di pelle nera, sorseggiando con gusto. Draco Malfoy entra in quel preciso istante e le rivolge uno dei suoi bellissimi sorrisi, poggiando una bottiglia di preziosissimo Wiskey Incendiario sulla grande tavola di pregiatissimo legno di quercia della Groenlandia. 
<< Theodore dovrebbe arrivare tra poco con Dafne, sono andati a fare un po' di compere >> spiega Draco sedendosi accanto alla sua migliore amica. Le sfila il cocktail di mano e lo beve alla goccia, lasciando Pansy sbigottita e imbufalita. << HEI!! >> esclama lei, ma Draco le regala un dolcissimo bacio sulla guancia. Pansy ride, pace fatta.
Un sonoro crack informa che anche gli utlimi ospiti sono arrivati.
Blaise Zabini scorta la coppia più invidiata di Serpeverde al centro del salone, facendoli accomodare. Quattro efli domestici si dispongono agli angoli della stanza, pronti per qualsiasi evenienza. 
<< Farei servire la cena... >> mormora Blaise sbottonandosi i polsini della camicia. Dafne tossisce per attirare l'attenzione e mostra la busta che il suo ragazzo, Theodore Nott, tiene in mano. << Veramente, ecco... Io pensavo che sarebbe stato più alternativo mangiare qualcosa di...diverso >> mormora lei con occhi dolci. Draco geme, contrario. La cucina di casa Zabini è una delle migliori! Tutti i pranzi passati lì in quegli anni sono alcuni dei ricordi più preziosi che ha.
<< E cosa, di grazia? >> borbotta Blaise, facendo segno agli elfi di non servire a tavola.
Dafne si apre in un sorriso magnifico e Draco geme nuovamente. Lo conosce quel sorriso, e non promette mai bene, mai! 
<< Pensavo che potevamo mangiare la cucina cinese e giapponese, ho preso un po' di tutto!! >> esclama lei entusiasta. Pansy è l'unica favorevole, ma  - da veri signori - nessuno di loro ha intenzione di dirle di no.
<< Io, però, vi tirerò su il morale... >> dichiara Theodore Nott. Agita con un movimento fluido la propria bacchetta e magicamente due casse di vino si avvicinano a loro. Poi sorride, facendo intendere che non è finita qua. Dalla tasca dei pantaloni estrae una bustina di plastica perfettamente sigillata e la lancia a Draco, il quale la osserva con un ghigno.
<< Sì, direi che così va molto meglio. >> acconsente lui, passando poi la bustina al suo amico Blaise, il quale annuisce soddisfatto. Il padrone di casa schiocca le dita e Tresh, il capo degli elfi domestici, appare con un profondo inchino. 
<< Tresh, portami quella scatola che si trova in cantina con le cartine lunghe e tutto l'occorrente. >> gli ordina. 
<< Cominciamo?! Io sto morendo di fame! >> esclama Pansy, dirigendosi spedita verso la tavola da pranzo che  - dopo un velocissimo cenno di capo da parte di Blaise - viene velocemente apparecchiata da elfi meticolosi

 

Hermione Granger percorre con religioso silenzio tutte le aule lasciate vuote ed in ordine, cerca di imprimersi con ancor maggiore precisione ogni dettaglio di quelle classi, di quei banchi. Lascia alle proprie spalle l'ultima di queste e si avvia con le lacrime agli occhi verso il suo rifugio in tutti quegli anni, la Biblioteca.  Cerca di non scopiare a piangere, percorrendo con passo leggero i corridoi tra gli scaffali, sfiorando ogni suo amato volume, soffermandosi a toccare alcune copertine, ad annusare l'odore della vecchia carta mista ad inchiostro. Prende posto sulla sua solita sedia, carezza con mani tremanti quel banco che ha visto milioni di pergamene compilate cone estrema minuzia, osserva le zone rovinate a causa del suo ticchettare nervoso con le unghie, chiude gli occhi godendosi ancora una volta quel silenzio così magico. Rievoca le ore passate a spiegare a quegli zucconi di Ron ed Harry alcuni passaggi così elementari, le ricerche estenuanti al quarto anno, la paura mista ad eccitazione quando - con il mantello dell'Invisibilità - entrava nella Sezione dei Libri Proibiti, il fragile confine tra ansia ed eccitazione quando - quest'ultimo anno - si trovava seduta con Draco Malfoy chino alle sue spalle, nel tentativo di non lasciarsi distrarre e continuare a studiare. I baci fugaci scambiati nascosti dietro ad uno scaffale, i rimproveri di Madama Pince quando qualcuno alzava troppo la voce, la soddisfazione di uscire ogni sera da quel luogo con in mano pesantissimi volumi.  Scosta lentamente la sedia e la rimette al suo posto, in quell'angolo che tutte le sere era diventato proprio il suo piccolo angolo di paradiso e si incammina nuovamente verso l'uscita. Il treno li sta aspettando.







<< Professoressa McGranitt, è stato un onore essere una sua studentessa. >> mormora Hermione con le lacrime agli occhi e la cravatta rosso-oro stretta in pugno. Tutti gli studenti sono finalmente liberi di vestirsi come pare loro, ma loro no! Ognuno degli studenti dell'ultimo anno tiene con sé un segno caratteristico della propria casa, chi la spilla da CapoScuola, chi la cravatta, chi il mantello tenuto sul braccio. Harry Potter è dietro di lei, lo sguardo fisso sul volto commosso della loro professoressa di Trasfigurazione. Minerva McGranitt tira su col naso, compiendo quegli ultimi passi di circostanza che la separavano dalla sua amatissima studentessa. 
<< Oh Hermione cara! L'onore è mio, tutto mio. Grazie >> replica un po' goffamente lei, stringendo in un abbraccio impacciato - ma tanto affettuoso - la sua più preziosa pupilla. La sua piccola bambina, le piacerebbe tanto definirla così. La punta di diamante.
Hermione scoppia a piangere e a ridere istericamente, imbarazzata. Harry cerca di salvare la situazione e tocca leggermente il braccio della professoressa, interrompendo quel momento.
 << Grazie, professoressa. Le devo moltissimo. >> mormora accalorato. Minerva McGranitt scoppia in un pianto senza eguali, sorride sentendosi una scema - "Che figura farò con gli studenti più piccoli, se mi mostro così sensibile? E la mia credibilità?" - e accetta con piacere il fazzoletto gentilmente portole da Ronald Weasley, forse ancora più imbarazzato - insomma, lui è stato una frana in questi anni! Soprattutto nella sua materia! "E ora che le dico?! Ho sempre adorato la sua materia, sa?"
<< Harry, carissimo Harry… >> inizia la professoressa, poi scuote la testa, preferendo tacere e soffiarsi il naso. 
<< Sì beh, prof. Grazie di tutto, non la dimenticheremo mai. >> dichiara Ron. 
Poi annuisce, contento del risultato. Politicamente corretto. 
Il giro di saluti si protrae a lungo, su quel binario che percorreranno per l'ultima volta, tornando a casa. Hermione abbraccia la bibliotecaria, dilungandosi con lei in una conversazione su libri e tomi e pergamene. Harry stringe calorosamente la mano al professor Lumacorno, sorridendo. Ron saluta con educazione il professor Vitius, ricordando con lui alcuni divertenti aneddoti del primo anno - "Si dice Le-vi-ò-sa, non Le-vi-o-sà!" -
Neville Paciock si distacca con commozione dalla professoressa Sprite e carezza con dolcezza una delle cabine del treno, la mano tremante, il cuore così pesante. Luna Lovegood si mette a rincorrere i Nargilli per tutti gli scompartimenti, andando a sbattere contro alcuni alunni più piccoli che - impazienti - sono già montati sul treno. Harry e Ron si siedono su una panchina lì, di fronte alla porta della loro cabina, e osservano. Che cosa, non si sa. Forse stanno ricordando tutto quello che è successo sul quel treno. Il loro primo incontro, otto anni prima, quando Harry comprò tutte le meraviglie del carrello dei dolci. Oppure quando al terzo anno quel Dissennatore entrò nel loro scompartimento. 
Si guardano e si sorridono, consapevoli che sì, stanno pensando entrambi alle stesse cose.
Blaise Zabini rincorre con lo sguardo Ginevra Weasley, che gli lancia un fugace bacio con la punta delle dita e gli fa l'occhiolino. Il Serpeverde sorride e scuote la testa, per poi affrettarsi ad afferrare le valigie pesantissime della sua amica Dafne e a metterle sul treno. Neville Paciock cerca disperatamente di fare mente locale - "Per la miseria, avrò preso tutto? Quanto mi servirebbe una Ricordella in questo momento!" - mentre un'accaldata Pansy Parkinson lo supera senza minimamente prestargli attenzione, desiderosa di allontanarsi il più possibile da quello strafottente di Theodore Nott, uno dei suoi migliori amici. Draco Lucius Malfoy osserva la folla di ragazzi intenta a salire sul treno, i professori commossi che salutano i ragazzi del suo anno, la bella Zara abbracciare alcune ragazze più piccole della sua Casa, quella stravagante della Lovegood intenta a tirare i capelli a Seamus Finnigan - probabilmente alla ricerca di qualche assurda creatura - e poi la chioma mossa e disordinata di Hermione Granger, appostata in disparte, proprio come lui. Le si avvicina con passo elegante, trascinando con la bacchetta la pesante valigia in finissima pelle di drago, poi le si accosta.
Hermione lo guarda e sorride, gli occhi lucidi e il labbro inferiore leggermente tremolante. Non vuole mostrarsi così ridicolmente sensibile, ma è più forte di lei.
<< Credo che se ti abbracciassi peggiorerei solo la situazione >> mormora lui, con voce incolore. Hermione gli sorride ed annuisce, poi si volta nuovamente a guardare avanti a sé, quel treno che prenderà per l'ultima volta. Una lacrima solitaria sfugge al suo controllo e scivola sullo zigomo destro. Draco gliela asciuga prontamente, continuando però a guardare avanti a sé, anche lui. Quella mano diafana, poi, scende con una delicata - quasi inesistente - carezza lungo tutto il braccio di lei, fino a far toccare le punta delle loro dita. Un sospiro di lei, un sorriso di lui. 
La loro ultima corsa sul binario 93/4 , questa volta per affrontare un mondo tutto nuovo per loro. Fa così paura a pensarci, eppure è inevitabile.


<< Sono usciti i quadri, Pansy! Corri, che ti frega dei capelli! >>
<< Sono inguardabili, Daf! >>
<< Forza belle signore, non avete motivo di farvi belle! Avete entrambe un povero disgraziato che vi sopporta! >> esclama Blaise Zabini sdraiandosi sul letto di Dafne. Draco si appoggia allo stipite della porta, ridacchiando. Pansy Parkinson esce dal bagno con la spazzola in mano ed uno sguardo minaccioso. << Almeno qualcuno ci sopporta, Bla. Non siamo noi quelle sole come un cane. >> ribatte lei acidamente. Draco scoppia a ridere fragorosamente, battendo le mani.
<< Oh-oh! Colpito ed affondato! Questa, amore, era bellissima! >> 
Pansy e Blaise si girano a guardare il loro migliore amico, gli sguardi accesi e divertiti.
Pansy lascia cadere a terra la spazzola e lo abbraccia stretto << Sai da quanto era che non mi chiamavi più
amore? >> Draco mugugna qualcosa di imprecisato, ricambiando la stretta.
<< Forse è più preciso dire “ sai quante sono le volte in cui mi hai chiamato amore?” >> afferma Theo entrando nella stanza ed unendosi al gruppo. Dafne gli si avvicina saltellando, gioiosa.
<< Non vorrai farmi una scenata di gelosia, vero Pan?... >> borbotta Draco, ora lievemente in imbarazzo. Scoppiano tutti a ridere e Draco sorride appena, confuso. 
anche perché lo sai che sono innamorato di Hermione. Lo sai meglio di me.
<< Posso elencarti le volte ad occhi chiusi! Quinto Anno, in questa camera. Erano un paio di settimane che non sentivi i tuoi, avevi appena preso Eccezionale in Trasfigurazione ed eravamo sdraiati sul mio letto a farci il solletico. Io ti ho chiesto una tregua e tu ti sei stravaccato per bene. “Mi passeresti una sigaretta, amore?”  mi hai detto. >> comincia ad elencare Pansy.
Draco annuisce, ricordandosi dello sguardo stupito della sua migliore amica e di come si era affrettato a chiederle scusa, dicendo che gli era venuto spontaneo e che non era assolutamente da fraintendere. << Me lo ricordo >> ammette.
<< Seconda volta, sempre Quinto Anno. Ho fatto lo sgambetto alla Granger l’ultimo giorno di scuola, facendola cozzare contro Weasley che reggeva in mano un piatto pieno di cibo - beh, come suo solito... Si sono sporcati tutti e due. Siamo scoppiati a ridere e tu hai urlato “così si fa, amore!” >>
Blaise ride vedendo la faccia imbarazzata di Draco nel ricordare tutte le cattiverie che si dilettava a fare a quella che ora è, inevitabilmente, la sua fidanzata.
<< Oh, la terza volta me la ricordo io! >> esclama Dafne facendo velocemente il nodo della cravatta al suo uomo. << Sesto Anno, Sala Comune. Pansy era in lacrime perché quello scimmione di David Frobben l’aveva appena tradita per quell’oca di Simonetta. Sei arrivato tu, hai mollato un cazzotto a Frobben ed hai abbracciato Pansy.
“Passerà, amore. Ci siamo noi”, le hai detto. Si può sapere dove cazzo la nascondi tutta questa dolcezza?! >> 
<< Ora che sta con la Granger si è rammollito! Vedrai, Pansy, quante volte ancora ti chiamerà “amore”. Su, andiamo!>> dichiara Theo prendendo la mano di Dafne e incamminandosi verso la porta.
<< Okay, basta. Mi state ridicolizzando abbastanza. Se è per voi fonte di tanto divertimento, scordati che ti chiamerò ancora così, Parkinson! >> borbotta Draco staccandosi dallo stipite e seguendo i suoi due amici su per le scale. 
<< Ops, si è incazzato >> mormora Pansy con voce da bambina. Blaise ride e l’abbraccia, accompagnandola fuori dalla stanza << Sai che novità! >>



Blaise Zabini osserva Zara Jolly intenta a racimolare le ultime scartoffie lasciate in classe, china su dei volumi che probabilmente lascerà in biblioteca, o che forse butterà semplicemente.
"Oh, se lo sapesse la Granger!"
Le si avvicina con circospezione, desideroso di braccarla per parlare, per davvero. Niente più finzioni, niente più scuse. Finalmente è ora che loro due chiariscano la situazione, una volta per tutte. Quando Zara si gira per lasciare l'aula, un gridolino di spavento la tradisce. Blaise è a pochi centimetri da lei. << Ei >> mormora Zara, imbarazzata.
<< Dobbiamo parlare. >> dice lui, ma quella ragazza dai capelli rossi non ha nessuna intenzione di mantenere il contatto visivo. Né di stare un solo secondo in più in quella stanza, con lui.
<< Non ora, Blaise. Devo finire di fare la valigia. >> lo liquida lei, superandolo. Blaise l'afferra per il bracico, facendole cadere i volumi che si era apprestata a recuperare.
<< Invece noi due parliamo proprio ora! >> le dice, più bruscamente di quanto volesse.
Zara lo guarda con rabbia  - mista al terrore di tradirsi proprio ora, che è così vicina alla fine - e incrocia le braccia sotto al seno, cercando di farsi scudo, da cosa non si sa.
<< Parla, allora! >> gli ringhia contro, con più rabbia del previsto. 
<< Che ci è successo, Zara? >> domanda lui, avvicinandosi ancora. 
<< Sempre questa domanda?! Nulla, Blaise, nulla! Non capisco a cosa tu ti stia riferendo! >> risponde lei, cercando di allontanarsi. Blaise l'afferra per le spalle, impedendole così di scappare. 
Cerca di guardarla negli occhi, di sondare ogni sua emozione, di capire veramente cosa stia succedendo loro - cos'è questo fuoco che divampa ogni volta che è vicino a lei? Cos'è questa forza che mi spinge a starle vicino? Perché lei non mi guarda più negli occhi? - 
Ed è proprio questo che lo manda in bestia. Zara Jolly distoglie immediatamente lo sguardo da quello di lui, imbarazzata. 
<< Sai benissimo a cosa mi riferisco!! >> ribadisce lui, scuotendola.
<< No, Blaise! NON LO SO! PARLA!!! COSA VUOI DA ME? >> urla lei, fronteggiandolo con rabbia. Blaise perde le staffe e le mani gli prudono - quanto vorrebbe schiaffeggiarla per farla tornare in sé, quando ancora gli regalava quei dolci sorrisi e il loro rapporto non si era deteriorato.
<< Parlo del fatto che non mi guardi più negli occhi! Del fatto che non parliamo più! Parlo del fatto che mi eviti come la peste e IO NON CAPISCO PERCHÉ! Ecco di cosa parlo, Zara! Parlo del fatto che non siamo più noi due! >>
<< N-non è vero, Bla...Quello che dici non è vero >> mormora piano lei, colpita come da uno schiaffo. Fa male, sapere che anche lui sta male. Fa ancora più male non sapere il perché.
<< Allora guardami negli occhi, Zara, e dimmi che siamo ancora tu ed io, migliori amici, legati come sempre. Guardami negli occhi, maledizione! >> esclama Blaise esasperato. Zara non accenna a muoversi e Blaise ringhia parole incomprensibili.
<< È da quel giorno in Biblioteca che non mi guardi più negli occhi, Zara! Perché?!! >> chiede lui.
Che ingenuo.  << Davvero non ci arrivi? >> chiede Zara, stanca di tutto ciò.
<< No, non ci arrivo. Spiegamelo. >> 
<< Prova a ricordare, Blaise. Prova a capirmi. >> mormora lei, sostenendo per la prima volta il suo sguardo tormentato.
« Nel 1345 cosa avvenne? »
« La rivolta magica da parte dei contadini del Fultershire. Uccisero i due vescovi della contea e ne bruciarono i corpi. I contadini si proclamarono proprietari indiscussi dell’ordine dei Maghi della Scozia » risponde preparato Blaise, facendo sorridere Zara. 
« E nel 1911? »
«  Mina Jokkency vince l’oro alle Magiolimpiadi per il “lancio della fattura”! » 
« Blaise… »
« I folletti e gli gnomi si allearono per conquistare lo Yorkshire. » risponde a macchinetta lui, sbuffando. Zara sorride e gli dà un leggero buffetto sulla guancia, trattandolo come se fosse un bambino. « Questa materia è noiosa » annuncia lui.
« Ma hai tutte O lo stesso… per cui io non mi lamenterei se fossi in te. » replica lei, facendo una smorfia. « Uhuuuh, qualcuno qui è geloso!! » esclama Blaise facendola arrossire.
« Sciocchezze, Ruf non mi sopporta… non è certo colpa mia! » ribatte piccata Zara. Blaise ride e le scompigli i capelli, afferrandola per le spalle per non farla scappare. « BLAISE!!! » urla lei dimenandosi. Quando infine lui la lascia andare e lei rialza il capo per incenerirlo si trovano così, faccia a faccia, naso contro naso, una distanza misera. Zara trattiene inconsciamente il respiro e senza volerlo si protende verso di lui.
Blaise sposta lo sguardo dagli occhi  alle labbra di lei, che l’hanno sempre incantato.
E chiamato a sé, si potrebbe dire. 
Vorrebbe così tanto!
Zara lo nota quello sguardo e spera. Spera spera spera spera che lui…
« E nel 1761? » sussurra Blaise, infrangendo ogni sua speranza. 
Zara sbatte qualche volta le palpebre, confusa. 1761?!
Si allontana e si ricompone, passandosi velocemente le mani tra i capelli. « Nel 1761 l’orco Kingerty divenne Presidente della scuola di Magia in Finlandia, dando origine ad una  vera e propria rivoluzione. » spiega brevemente lei, la voce che le trema appena.
Blaise sospira e annuisce.
Zara non ha più il coraggio di guardarlo negli occhi.


<< Ti chiedi perché io non riesca più a guardarti negli occhi, eh? Perché sono innamorata del ragazzo che mi considera la sua migliore amica, Blaise! Ecco perché. Perché quando stavamo per baciarci tu non hai voluto, non mi hai voluto! E l'ho capito, lo sto accettando. Solo che fa male guardarti negli occhi e non scorgere lo stesso sentimento che mi scuote, capisci? E ora ti perderò anche come amico, ma a quanto pare la nostra amicizia non si sarebbe mai potuta consolidare. Sono stata una cretina io, e un illuso tu. >> Zara apre finalmente il cuore a Blaise, che la guarda sconvolto. Ed emozionato.
<< Zara, io... >> inizia lui, ma Zara si protende per stampargli un veloce bacio sulle labbra, desiderosa di portarsi a casa almeno questo, della lora strana relazione. Un fugace bacio, giusto il tempo di chiudere gli occhi, di assaporare il gusto dell'altro, di sentire lo stomaco chiudersi in una morsa così piacevole. 
<< Scusami, scusami! Non avrei dovuto, lo so... Addio, Blaise! >> esclama poi lei, le lacrime agli occhi. Si strattona dalla presa ferrea di Blaise e scappa, lasciando lì, in balia dei suoi sentimenti.
E di quella morsa allo bocca dello stomaco che, per la miseria!, anche lui sente. 

<< Perdonami, se puoi. >> mormora d’un tratto Draco Malfoy, facendole  aprire gli occhi.
Si era appisolata, appoggiata a lui sul grande letto. 
<< Ti ho già perdonato. >> risponde dubbiosa lei. Draco scuote la testa.

Perdonami per la battuta.
Perdonami, perché ho il Marchio Nero.
Perdonami, perché sono un Malfoy.
Perdonami, perché ti ho sempre trattato male.
Perdonami, perché non riesco più a starti lontano.
<< Non penso di meritarmelo, sul serio! Come fai? >> ribatte lui. Hermione si stringe nelle spalle, confusa. << Perché il sentimento che provo per te è troppo forte, non posso starti lontana. >> chiarisce lei, limpida e meravigliosa. Draco sospira e scuote la testa.
<< Ma con tutte le persone di cui ti potresti invaghire! Ti vai a scegliere la peggiore! >> esclama con fare teatrale, sinceramente stupito.
<< Perché fai così, Draco? >> chiede Hermione, accoccolandosi meglio contro di lui.
Draco le stringe le braccia intorno ai fianchi e la fa stendere su di sé.
<< Così come? >>
<< Perché sei così negativo, ci sono tante cose belle nella vita e nel mondo! >> esclama lei con enfasi.

“Ed in te, Draco. Tu sei pieno di cose belle.”
Draco sospira e le lascia un delicato bacio nei capelli.
<< Non nel mio di mondo, Granger. Non in quello dove sono cresciuto io. Le cose belle si potevano contare sulle dita di una mano, te lo garantisco. Ma mia madre mi ha insegnato che basta chiudere gli occhi per vedere l’amore. Ogni tanto, in camera, ci provavo. Passavo delle serate bellissime, in compagnia dell’amore. Quando mi sveglio solitamente cambia tutto, però. >>
Hermione si arrampica in maniera un po’ goffa per avvicinarsi maggiormente a lui, che la fissa negli occhi, imperscrutabile. Non ha mai distolto lo sguardo Draco, mai.
Lei gli lascia un leggero bacio sul mento e torna a guardarlo negli occhi.
<< Non ti serve più chiudere gli occhi, per vedere l’amore. Ti basta guardare nei miei, di occhi, Draco. >> sussurra con trasporto. 
Draco le prende delicatamente il viso con due mani e si avvicina per un dolce sfioramento di labbra, che si trasforma presto in molto, molto altro.
Hermione finisce sotto di lui, deliziosamente premuta contro il letto del giovane Serpeverde.
Le mani intrecciate ai lati del viso di lei, le gambe perfettamente incastrate tra loro, un lento ed estenuante strusciarsi, alla ricerca di qualcosa di più profondo, di più vero.
<< Aiutami a vedere l’amore, Hermione >> sussurra Draco sulle labbra di lei, guardandola con intensità. Hermione annuisce con gli occhi lucidi per il desiderio e per l’emozione.
Draco si china nuovamente sulle labbra di lei, baciandola di nuovo. Ogni loro bacio è unico come il primo ed intenso come l’ultimo di cui si ricorda vagamente la scia di desiderio che li aveva attraversati. Hermione gli bacia gli zigomi, le palpebre chiuse, il naso, il mento, la gola. Draco allenta la cravatta di lei e inizia a sbottonare il primo bottone di quella camicia così rigorosamente ben abbottonata.

Primo bottone, qualche delicato bacio sulla gola.
Secondo bottone, una scia di baci che prosegue sullo sterno.
Terzo bottone, le mani che si intrufolano delicatamente all’interno, alla ricerca della pelle surriscaldata di lei. 
 Afferra le mani di Hermione e gliele bacia, piano. Le punta delle dita, i palmi, i polsi. Guardandola fissa negli occhi le slaccia pure i polsini, sorridendo all’idea che solo lei possa avere davvero il coraggio di abbottonarseli – e tenerli abbottonati tutto il giorno, soprattutto! 
Hermione gli sbottona velocemente la camicia, baciando ogni lembo di pelle che riesce a scorgere, toccandolo ovunque; gli sfila la camicia, lasciandolo  a torso nudo con la cravatta ben in vista.
Poi gli sfila anche quella, ma solamente per infilarsela a sua volta, sopra al petto lasciato scoperto da una camicia sbottonata a metà. Gli sorride maliziosamente e Draco ride, tirandola a sé per la cravatta, scoccandole un bacio a stampo.
<< Mi fai impazzire con questi colori addosso. >> mormora, poi scuote la testa, sorridendo.
<< Come se non fossi già pazzo di te… >> si corregge, impegnandosi a terminare il lavoro lasciato incompiuto. Le sfila la camicia, lasciandola in reggiseno.
Hermione lo allontana appena da sé, per osservare il Marchio Nero. Non fa più così paura, in una circostanza simile. Non fa paura, addosso a lui. Lo sfiora con le dita e Draco trema impercettibilmente. E allora lo nota pure lui, il marchio che contraddistingue la sua amata mezzosangue. E proprio di quello si tratta.
"Mezzosangue", inciso sulla pelle candida ed innocente di lei. Le bacia piano quello sfregio, sentendola sospirare. Entrambi marchiati, entrambi così vicini.
Draco sposta l’attenzione sulle gambe di Hermione, deliziosamente avvinghiate al busto di lui. Inizia a carezzarle lentamente, avvicinandosi sempre più all’interno coscia. Hermione freme e gli slaccia i pantaloni della divisa, sfiorandolo inavvertitamente – o forse no? 
Draco carezza ogni parte di lei, osservandola con devozione. Il collo da cigno, sul quale lascia un altro marchio, ben più dolce e piacevole. Osserva le sue spalle minute, il suo seno ancora nascosto dal pizzo del reggiseno, la sua pancia, i suoi fianchi. Le bacia l’ombelico, le slaccia il bottone della gonna, abbassa lentamente la zip, unico rumore in quella stanza oltre ai sospiri e ai lievissimi gemiti. Gliela sfila piano, facendo attenzione a toccare ogni singolo punto delle sue gambe, sorridendo nel vederla fremere. Hermione rimane in reggiseno e mutande, la cravatta verde-argento che spicca su quel corpo così chiaro. Draco si puntella sui gomiti per aiutarla a farsi sfilare i pantaloni. Rimane in boxer, steso sopra di lei. 
Un ultimo strato che li tiene separati fisicamente. Perché loro in realtà separati non lo sono, non ci sono più barriere, niente più ostacoli.
Draco le sgancia il reggiseno, abbassando piano le spalline. Un bacio sulla clavicola, un altro sullo sterno, uno sul cuore. Hermione gli si stringe addosso il più possibile, bacino contro bacino, torace contro torace. Si sfila il reggiseno e lo lascia cadere per terra. Draco le bacia un seno ed Hermione sospira. Contemporaneamente si sfilano le mutande. 
Nessuna separazione, né fisica né tantomeno mentale.
Hermione passa le mani sui capelli di lui, sulle spalle, sulla schiena. Ogni muscolo si tende e vari sospiri si perdono nell’aria. Bacino contro bacino, senza più barriere.
Non è momento di preliminari. La loro storia è stata tutto un preliminare, fino ad ora.
La voglia di completarsi supera ogni altro desiderio. Draco le scioglie delicatamente il nodo della cravatta, facendola poi scivolare attraverso il solco tra i seni. Hermione gli morde il labbro inferiore, incapace di aspettare anche solo un minuto di più. Draco afferra la bacchetta – nascosta tra le pieghe delle lenzuola – e mormora velocemente l’incantesimo contraccettivo. 
La guarda negli occhi per l’ennesima volta e poi entra in lei.
E finalmente sta capendo come
vedere l’amore.
Entrambi, nello stesso istante in cui si sentono completi per davvero, legati da una forza che è al di sopra delle loro capacità – è inevitabile, così uniti – anima, cuore, cervello e corpo, pensano la stessa identica cosa. Una verità così disarmante, così vera, così semplice.
Hermione Granger e Draco Malfoy lo pensano contemporaneamente.
Occhi negli occhi, i sospiri che si mescolano, le mani intrecciate. 

“Ti amo.”





<< Sei sicura di volerlo, Granger? >> mormora Draco osservano il vialetto di casa Granger, proprio di fronte a loro. Hermione si stringe nelle spalle – quelle esili spalle che Draco ama tanto stringere. 
<< Se non te la senti non sei costretto, Draco. Puoi tornare a casa. Noi ci vediamo domani. >> risponde dolcemente lei, ma è tesa, Draco lo nota. E sa che non è il caso di lasciarla andare da sola, 
ad affrontare la situazione. Ora che è di nuovo vicino a lei non si lascerà ingannare dalla propria vigliaccheria. Le carezza velocemente il braccio, uno sfioramento appena.
<< Andiamo. >>
Lei si incammina, ma lui lo sa, che Hermione ha sorriso. Lo sa benissimo. 
Quanto siamo egoisti e presuntuosi, a volte. Convinti che il bene di qualcun altro sia opera nostra.
Il sorriso di Hermione è opera dell’atto di coraggio – di amore – di Draco, per lei.
Il tutto è solo per lei. Guai a chi dice che Draco Lucius Malfoy si sia rammollito! 
È semplicemente innamorato, ed ora lo ha capito. 
Attraversano la strada e si avvicinano al cancelletto di legno, semplice, bianco. Un po’ rovinato, a dire il vero. Draco si perde ad osservare la casa dei Granger, una banalissima, semplicissima, comunissima casa a due piani, tipicamente inglese. Così diversa dal Manor dei Malfoy.
Basta rimuginarci su, Draco. È così. È inevitabile.
Hermione tira un forte sospiro, forse per darsi forza. Draco vorrebbe tanto abbracciarla, ma non gli sembra il momento. Così fa un semplice passo e la supera, avviandosi verso la porta di quella casa.
Hermione lo segue a ruota. Si ferma, lo guarda negli occhi, lui le regala un debole sorriso ed Hermione prende coraggio. Suona alla porta di casa propria ed aspetta, pazientemente.
Dei passi affrettati, il chiavistello che viene spostato, la porta che si apre.
Vincent Granger davanti a loro. Alto, smagrito, capelli brizzolati ed un’aria da buon uomo. Le guance non più così paffute, gli occhi non più così azzurri e limpidi. Però il sorriso è e sarà sempre quello, inconfondibile per Hermione. Il sorriso rassicurante del proprio papà.
Il sorriso dal sapore di casa. 
<< Ciao, papi >> sussurra lei, sorridendo come un’ebete. 
Il signor Granger allarga le braccia senza dire niente, semplicemente sorride. Hermione non si lascia scappare questo invito e si fionda tra le sue braccia, al sicuro. Draco è rimasto sulla soglia di casa, lo sguardo dubbioso – tipico suo. 
<< Ciao, bambina mia! Ben tornata a casa! >> esclama Vincent Granger lasciando un sonoro bacio sulla guancia della propria figlia. Hermione ride, confusa dallo schiocco che le ha quasi perforato un timpano. Fa un passo indietro e si gira a guardare Draco, tendendogli la mano.
<< Papà, vorrei presentarti Draco. È il mio…ehm…fidanzato >> mormora imbarazzata all’idea di presentare Draco al padre, ma anche – e forse soprattutto – all’idea di dover dare un nome a quel loro “noi”. Fidanzato, fa ancora strano.
Voglio ricordarmi il tuo diploma, vederti scegliere l’università, seguire i tuoi studi magici. Chissà, magari conoscere il tuo futuro marito. Mi piacerebbe, bambina mia. 
Chissà.
Vincent Granger sorride estasiato ed allunga la mano verso quel giovane ragazzo, bello ma molto composto, forse troppo. << Draco… Malfoy, dico bene? >> chiede sorridendo.
Draco annuisce poco convinto. Sicuramente la sua fama lo precede, il che non è una gran consolazione.
Hermione guarda dubbiosa quello scambio di sguardi, osserva perplessa la mano tesa del padre, per ora pronta ad afferrare l’aria. 
Forse Draco non è ancora pronto. 
Forse gli sto chiedendo troppo.
Forse è semplicemente
… << Sì, signore. Draco Lucius Malfoy. >> afferma l’algido Serpeverde stringendo la mano al padre della propria fidanzata. << Vincent Granger, è un piacere, ragazzo mio. Forza, che aspettate?! Entriamo! Tua madre sta cucinando da ore! >>
Il signor Granger volta le spalle – leggermente più ricurve, a volerci fare caso – ed entra in casa. Hermione sorride a Draco, ancora un volta – continuerà a sorridergli così per sempre, con questo calore e questo trasporto, senza mai più smettere, perché è inevitabile? – ed entra in casa. Draco sospira rassegnato, afferra la gabbia di quella bestiola – che risponde al nome di Grattastinchi – che vorrebbe tanto abbandonare lì e non rivedere mai più, ed entra, chiudendo la porta.

Draco ed Hermione sono stesi sul letto di lei, le cravatte della divisa malamente abbandonate per terra insieme alle scarpe. Le gambe perfettamente attorcigliate tra di loro, i corpi che combaciano perfettamente, le labbra che non smettono un secondo di cercarsi. La porta della camera del dormitorio chiusa a chiave, per sicurezza.
Draco tiene una mano ferma tra i capelli di lei, impedendole di fuggire.
Non che lei lo voglia, non sia mai. Ma meglio evitare di perderla di nuovo.
Hermione gli carezza delicatamente i capelli, anche se il bacio è tutto fuorché delicato.
 Intenso, travolgente, passionale, a suo modo dolce, ma non certo delicato.
Grattastinchi balza sul letto, sulla schiena di Draco che copre perfettamente Hermione.
Malfoy si sposta di lato di scatto, lasciando cadere Grattastinchi sul grembo di Hermione, che scoppia a ridere. 
<< Granger, io questo gattaccio lo ammazzo! >> esclama furibondo lui, scompigliandosi i capelli.
Hermione carezza dolcemente le orecchie del proprio gattaccio, continuando a ridere.
<< Non offenderlo così, Draco! È semplicemente iperprotettivo nei miei confronti e geloso. >>
<< Ma sentila! Quel mostro non prova emozioni, è solo una bestiaccia! >>
Hermione copre le orecchie a Grattastinchi con fare dolce e guarda male Malfoy.
<< Non dire cattiverie! Ha un’anima come tutti gli esseri viventi! >> ribatte lei, convinta.
Draco sbuffa e si stende a pancia in su, scuotendo la testa.
<< E quindi questa palla di pelo proverebbe dei sentimenti? >>
<< Già. Come te e me. >> risponde Hermione.
<< Beh, allora sono contento che sia geloso! Ed ha pure ragione! >> esordisce lui, lasciandola sorpresa. 
Come se Draco non fosse un'inesauribile fonte di sorprese.
<< Ah sì? >> chiede lei, confusa.
Draco si avvicina nuovamente a lei, lasciandole un delicato bacio sulle labbra.
<< Oh sì. D’altronde non può fare quello che voglio farti io e non può avere quello che voglio che tu mi dia. >> mormora sulle labbra di lei. Hermione arrossisce e carezza piano la guancia di Draco, sorridendo. 
<< E cosa vuoi da me, Draco? >> domanda. Draco sposta con una manata il gatto dal busto di Hermione, che si allontana soffiando come un ossesso. Si riposiziona sopra di lei, le mani al lato del suo viso, occhi negli occhi.
<< Voglio tutto da te. >> le dice.
<< E cosa vuoi farmi? >> chiede, sorridendo appena. Un guizzo malizioso attraversa le iridi plumbee di lui, che si avvicina pericolosamente a lei. I bacini si sfiorano, i petti si toccano, i nasi pure. 
<< Ora te lo dimostro per bene. >> risponde con voce roca Malfoy, baciandola con un trasporto indescrivibile. Hermione passa immediatamente le braccia intorno al collo di lui e gli circonda la vita con le gambe, avvicinandolo – se possibile – ancora di più a sé.
Persi in quel turbine di passione, sentono distrattamente Grattastinchi soffiare accanto ai loro volti.
Hermione allontana con fatica una mano dalle spalle di Draco per buttare giù dal letto il gatto.
<< Sciò, Grattastinchi! Vattene!! >> mormora trovando – stranamente – la forza per staccarsi dalla bocca di Draco ed articolare questa frase. Grattastinchi viene malamente sbattuto fuori dal letto, sotto il sorriso vittorioso di Draco Malfoy che non perde tempo a sbottonare la camicia con lo stemma di  Grifondoro ad Hermione. Finisce per terra, insieme alle cravatte, alle scarpe e a quel gattaccio. Tempo pochi secondi ed anche la camicia con lo stemma di Serpeverde finisce a terra, insieme a quel mucchietto, coprendo un indignato Grattastinchi.



<< Perché mi hai dato appuntamento qui, Seam? Non dovevamo vederci domani? >> domanda Pansy Parkinson avvicinandosi a Seamus Finnigan, seduto sullo sgabello del bancone di Madama Rosmerta. Lui le lascia un delicato bacio all’angolo delle labbra e la invita a prendere posto accanto a sé. 
<< Non sei felice di vedermi? >> domanda
<< Certo, che domande! Solo…non capisco. >> replica lei, poggiando la borsa a terra e i gomiti sul tavolo. Sorride velocemente a Madama Rosmerta e torna a guardare Seamus, confusa. Lui continua a sorridere, trionfante.
<< Vuoi qualcosa da bere? >> chiede
<< Ehm…veramente… >>  inizia a dire lei 
 << MADAMA ROSMERTA! Due Burrobirre, grazie! >> la sovrasta Seam, zittendola.
<< Dicevi? >> chiede lui, angelico. Pansy lo guarda male, scocciata. 
Le Burrobirre fluttuano delicatamente verso di loro, perdendo un po’ di schiuma durante il loro tragitto. Pansy afferra il calice e se lo porta alle labbra, ma Seamus la interrompe, facendo cadere della schiuma sulla camicetta azzurra di lei. Pansy poggia con forza il calice a tulipano e si alza dallo sgabello, infuriata. 
<< Ma si può sapere che diamine ti prende, deficiente?! >> sbraita la Serpeverde cercando velocemente la bacchetta nella borsa per un efficientissimo Gratta e Netta.
Seamus scoppia a ridere e porta una mano alla tasca dei pantaloni << Lascia, faccio io >> le dice.
Pansy gli intima di stare immobile con la mano e si ripulisce alla svelta.
Lo fissa negli occhi. << Per quale motivo mi hai fatto venire qui?! >> domanda nuovamente.
Seamus Finnigan continua a guardarla, sorridendo. Pansy lo osserva per qualche secondo ancora e poi afferra velocemente la borsa. << Basta così! Mi hai scocciato. Quando imparerai a crescere fammi un fischio! >> esclama uscendo inviperita dal locale.
Seamus scoppia a ridere di gusto, facendo girare molti commensali curiosi.
Lascia sul bancone cinque Galeoni ed undici Falci. Poi afferra la busta che teneva segretamente nascosta sotto al sedere e si avvia con passo svelto verso la stradina affollata di Hosgmeade. 
Cammina velocemente, scostando alcuni passanti e sorridendo ad altri. Intravede la figura snella di Pansy Parkinson, i suoi lunghi capelli neri, la sua postura altezzosa. Sorride, si porta due dita alle labbra, fischiando con forza. Uno dei tanti insegnamenti di suo nonno, babbano.
Pansy aggrotta le sopracciglia, rallenta il passo, ma non lo arresta. 
Quando imparerai a crescere fammi un fischio!
Seamus fischia di nuovo, ancora più forte di prima.
Pansy allora si gira e lo vede, sorridente e vittorioso.
“Ma che diavolo…?!” si chiede, mentre lo vede avvicinarsi a lei.
<< Che vuoi ancora? >> chiede. Seamus le porge la busta e aspetta pazientemente che lei la apra.
Pansy guarda dubbiosa la busta e poi il proprio fidanzato, confusa dallo strano atteggiamento di quest’ultimo. << Apri >> la incita lui.
Pansy sbuffa ed apre la busta, estraendo un semplicissimo pezzo di carta, del Ministero.
Legge ciò che ci è scritto, poi sbianca. Poi diventa irrimediabilmente rossa, conscia della figuraccia che ha appena fatto. Seamus le sorride apertamente e lei capisce il perché. Sorride pure lei, ora che sa.
Gli si getta contro, abbracciandolo stretto. Il Grifondoro la stringe a sé ridendo sul collo di lei, divertito. Pansy tiene ancora in mano il foglio, leggermente stropicciato.
La gente non sa, quello che c’è scritto su quel foglio. 


Ufficio del Trasporto Magico

Una Passaporta – a forma di libro di fiabe – è stata prenotata con successo per il giorno Agosto 12 dell’anno corrente 1998 per la città di Roma, Italia.
La Passaporta si attiverà alle ore 18.30 del giorno precedentemente indicato, si consiglia la massima puntualità.
Il Dirigente generale dell’Ufficio di Trasporto Magico e tutto lo staff augurano al Signor Finnigan e alla Signorina Pansy Parkinson un lieto e sicuro viaggio.



Ma loro due sì. 









<< Eccomi! Scusa il ritardo ma c'è traffico con la Metropolvere…Dov'è Ron? >> domanda Harry Potter entrando dentro ai Tre Manici di Scopa e lasciando un veloce bacio sulla guancia di Hermione Granger, appena alzatasi per salutare l'amico.
<< Penso abbia il tuo stesso problema. E poi sai com'è lui, non è mai puntuale! >> sbuffa Hermione facendo sorridere l'amico. Harry prende posto a tavola, salutando cortesemente uno dei camerieri. Hermione si siede nuovamente, osservando dubbiosa la porta d'ingresso. << Ginny? >> domanda. 
<< Non viene. >> risponde semplicemente Harry, passandosi una mano sulla fronte, poco convinto. Hermione strabuzza gli occhi e si protende sul tavolo, osservandolo.
<< Come non viene?! E perché mai? Sta poco bene? Avete litigato? Oppure le è successo qualcosa…forse dovremmo chiamarla per… >> inizia con fare concitato Hermione, ma la mano alzata di Harry l'ammutolisce di colpo.
<< Niente del genere. Tranquilla. Ha semplicemente deciso di non venire, di lasciarci un po' di…ehm…intimità, ecco. >> cerca di spiegare.
<< Come intimità? La cena era per noi! >>
<< Hai detto bene, Herm. Per
noi. Ginny, stasera, si riteneva di troppo. >> dice, dando una particolare enfasi alla parola 'noi'.
<< Ma è un'idiozia! Vado a chiamarla!! >> esclama Hermione alzandosi velocemente dalla sedia. In quel preciso istante un trafelato Ron Weasley, sudato per l'evidente corsa - dovuta all'evidente consapevolezza di essere sempre l'ultimo - entra nel locale, sbattendo con poca delicatezza la porta. Anche Harry si alza, ma per salutare l'amico appena arrivato. << Scusate il ritardo >> borbotta Ron afferrandosi il colletto della maglietta nel tentativo di farsi un po' d'aria, << ma è tutto bloccato… >>
<< Sì, Ron, lo sappiamo. >> risponde pacato Harry, dandogli una leggera pacca sulla spalla. 
<< Ginny? >> chiede a quel punto il rosso, non vedendo la sorella.
<< Non viene. >> mormora Harry, tranquillo. Hermione sbuffa, contrariata.
<< Dice di essere troppo, stasera, che la cena era per
noi. >> continua lei, dando uno strano tono a quell'ultima parola.
Ron sorride ed annuisce. Poi circonda con le braccia le spalle dei suoi migliori amici, stringendoli con forza. Ad Hermione sfugge un leggero lamento, di sorpresa e di fastidio. 
<< Non ci credo, siamo solo
noi! Era da tanto che non succedeva più! >> esclama il rosso con enfasi. Harry annuisce convinto, mentre Hermione si rabbuia ancora di più.
<< Non vi capisco ragazzi…Ginny ormai è una parte fondamentale delle nostre vite! Insomma, è la mia migliore amica! Per non parlare del fatto che sia la tua fidanzata, Harry! E beh - ovviamente - Ron, lei è tua sorella, per cui… >>
Harry scuote leggermente la testa, posando la mano sulla spalla destra della sua migliore amica, con fare dolce. << Nessuno mette in dubbio queste cose, Herm. Ginny fa parte di noi, ma non è u
na di noi. Non in senso cattivo, cerca di capirmi… semplicemente… >> cerca di spiegarle Harry, ma Ron lo blocca.
<< Semplicemente non era con noi il primo anno, quando abbiamo affrontato quella scacchiera assassina. Non era con noi, quando abbiamo bevuto la pozione Polisucco per incastrare Malfoy e tu ti sei trasformata in un gattaccio peloso. Non era con noi, quando abbiamo salvato Sirius Black. Non era con noi, quando abbiamo avuto una fottuta paura -mista a rabbia - per la storia del Torneo Tre Maghi… Non era con noi, quando siamo partiti alla ricerca degli Horcruxes, in quella assurda tenda. Non era con noi quando abbiamo rubato alla Gringott e quando beh…sì insomma, ti hanno torturato. Ginny è parte di noi, ma non è
noi. Dai, lo sai… Il Magico Trio >> spiega semplicemente, ridendo alla sua ultima affermazione. Che razza di nome, il Magico Trio! Il Trio delle Meraviglie! Idioti. E pure invidiosi, ecco la verità. Invidiosi di un legame più forte di qualsiasi altra cosa, di un'amicizia così pura e sincera, totalmente disinteressata  - anche se, effettivamente, a volte fa comodo avere Hermione Granger come migliore amica.
Harry annuisce, sorridendo. << Questa serata, questa cena…vorrei la dedicassimo a noi tre, a quello che siamo stati, a ciò che abbiamo affrontato insieme, a ciò che siamo. Siamo noi tre Herm, ora e per sempre. Ginny, così come anche Neville, Luna, Seamus…sono valori aggiunti di estrema importanza, amici preziosi. Ma ciò che non è mai cambiato in questi otto anni e che non cambierà mai siamo noi, noi tre. Tu, Ron ed io. >> dice, con gli occhi che brillano. Hermione, gli occhi lucidi per le inaspettate, quanto gradite, dichiarazioni d'affetto dei suoi migliori amici - diciamocelo, non è una novità che quei due Grifondoro abbiano la sensibilità di un cucchiaino, a volte - annuisce, incapace di proferire parola. Ron gorgoglia raggiante ed affamato, sbrigandosi a prendere posto a tavola. Hermione ed Harry lo seguono a ruota, sistemandosi accanto a lui. 
<< Oh, e ora…si mangia! >> esclama il rosso strofinandosi le mani, facendo ridere i suoi due migliori amici. << Dobbiamo brindare a
noi, allora. >> mormora Hermione, pronunciando con estrema dolcezza quella parola. 
Noi, è inevitabile. Ora e per sempre: noi.





<< Mamma la cena era davvero ottima! >> esclama Hermione posando la forchetta sul piatto e bevendo un sorso d’acqua. Draco annuisce e si pulisce velocemente le labbra con il tovagliolo.
<< Sua figlia ha ragione, signora Granger. >> concorda Malfoy, facendo arrossire Jean Granger.
<< Oh beh, grazie ragazzi. A te è piaciuta, Vince? >> domanda imbarazzata la donna, guardando suo marito seduto a capotavola. Vincent Granger finisce di masticare il suo boccone di Roastbeef ed annuisce, gongolante. << Squisita, cara >> afferma, facendo sorridere la moglie.
Poi Vincent Granger si alza con il proprio piatto in mano, dirigendosi verso la cucina.
Il passo leggermente affaticato, le spalle sempre ricurve, la mano tremolante.
<< Oh Vince, faccio io, lascia! >> mormora preoccupata la moglie, alzandosi a sua volta.
<< Ma no, ma no! Faccio io! >> ribatte il marito, ma il piatto gli cade di mano e si schianta al suolo, rompendosi in vari pezzi. Hermione sgrana gli occhi e si alza immediatamente, affiancando il papà.
<< Papà, faccio io! Non…non ti affaticare >> gli dice, preoccupata. Vincent sospira e cerca di chinarsi, ma la mano premurosa della moglie lo ferma. 
<< Voglio semplicemente dare una mano >> sussurra lui, contrito.
Draco a sua volta si alza e si avvicina alla cucina, osservando il quadretto che gli si presenta davanti.
Hermione china sui cocci, Jean Granger che tiene per un braccio il marito Vincent, dispiaciuto.
<< Tesoro, lascia fare ad Herm. Andiamoci a sedere sul divano. >> mormora dolcemente lei.
<< Ma sì, papà! Faccio io, davvero! >> ribadisce Hermione, sollevandosi con i cocci tra le mani.
<< Ma veramente, io… >> comincia il padre
<< Si vada a sedere sul divano, signor Granger, facciamo noi. >> dice Draco, palesandosi sulla porta.
<< Davvero, caro? >> chiede Jean, sorridendo.
<< Davvero?! >> chiede Hermione, stupita. 
Draco osserva le due generazioni femminili di casa Granger, soffermandosi poi sulla sua preferita, Hermione. << Davvero, ci pensiamo noi. Signori Granger, mi devo pur sdebitare in qualche modo. Andate a riposarvi sul divano, facciamo presto. >> ribadisce serio. 
Il signore e la signora Granger si allontanano dalla cucina, andandosi a sedere sul divano del salotto. Vincent Granger accende la TV, mentre la moglie apre una rivista di viaggi e si immerge nella lettura.
Hermione osserva Draco, colpita, affascinata, grata ed innamorata. È inevitabile.
<< Grazie. >> gli sussurra passandogli accanto, per poi tornare di là a sparecchiare. 
Draco sospira ed annuisce tra sé. È stata la cosa giusta da fare.
Per Hermione.
La Grifondoro torna in cucina con in mano tutti i piatti sporchi, li posa sul lavello e si gira a guardare Draco, che si avvicina lentamente.
<< Come ehm…devo fare? >> borbotta lui, imbarazzato. Hermione sorride dolcemente e se lo tira a sé, passandogli poi un canovaccio.
<< Io lavo, tu asciughi. È facile >> mormora, ancora sorridente. 
Draco annuisce e si sporge oltre la spalla di Hermione, osservandola mentre opera.
Hermione cerca di non scoppiare a ridere, ma la scena è paradossale. Gli passa un piatto che prontamente Draco cerca di asciugare alla bell’e meglio. Hermione annuisce soddisfatta e gliene passa un altro, che ottiene un trattamento ancora più preciso.
Guardandolo di sottecchi, Hermione Granger scorge il volto concentrato del proprio fidanzato nel non far cadere il piatto, attento ad asciugare per bene. Non resiste, è più forte di lei, ride.
Draco la guarda, prima stupito, poi consapevole di essere la causa di tanto riso.
Sogghigna. << Non  è divertente ridere delle disgrazie altrui, Granger. >> mormora, fingendosi offeso. Hermione fissa lo sguardo sulla scodella che sta lavando, continuando a ridere. 
<< Hai ragione, hai ragione. Scusa. >> borbotta cercando di contenersi, ma non ne è in grado.
Draco Lucius Malfoy che lava i piatti, in una casa babbana! Il colmo!!!
<< Lo vedo come sei dispiaciuta >> esclama lui, nascondendo alla perfezione un sorriso.
Anni e anni a portare delle maschere, è un attore nato.
Ad Hermione sfugge un’altra risatina che cerca di sopprimere con la mano bagnata. 
Draco guarda il rubinetto aperto e non ci pensa un secondo di più, la schizza.
Hermione si gira a fronteggiarlo, oltraggiata. E Draco la trova bellissima, in un modo tutto suo, naturale e frizzante. Le gote arrossate, gli occhi vispi, i ricci sparsi tutt’intorno ad incorniciarle quell’adorabile visino, alcune ciocche bagnate. Scoppia a ridere di gusto.
Hermione riempie un bicchiere d’acqua e glielo versa addosso, fradiciandolo. I capelli biondi incollati al viso, il colletto della camicia zuppo, la faccia stupefatta.
<< Ah, ride bene chi ride ultimo! È un detto babbano. >> esclama sorridente. 
Draco scuote la testa, facendo volare alcune ciocche bagnate ovunque. Posa il canovaccio e le si getta addosso, bloccandola. La trascina praticamente sotto al rubinetto, fradiciandola.
Hermione urla e si dimena, con la conseguente reazione di bagnare pure lui.
<< Tutto bene, ragazzi? >> si sente dall’altra stanza, è la signora Granger.
Hermione ancora ridendo ed abbracciata a Draco risponde << Sì, mamma! Stiamo finendo di lavare i piatti! >> 
Hermione versa del sapone sulla testa di Draco che, sconvolto, la libera immediatamente per tastare i danni. La Grifondoro ne approfitta per correre in salotto, al riparo.
Draco la segue a ruota, arrestandosi però di botto.
Jean Granger fa segno ai due ragazzi di non fare rumore, perché Vincent si è addormentato, stremato. << Sì è stancato parecchio stasera >> mormora comprensiva.
Hermione annuisce più volte, fissando il padre. 
<< Draco, che ti è successo? >> chiede la donna, spostando lo sguardo dalla propria figlia al ragazzo. Draco si passa distrattamente la mano sui capelli insaponati e fa spallucce << Incidenti di percorso, presumo >> mormora, cercando appoggio nello sguardo di Hermione, che però è ancora fisso sulla figura del padre, seduta scomposta sul divano. Jean osserva la figlia e una leggera smorfia di dipinge sul suo viso. << Capisco. Beh, non credo tu possa tornartene a casa adesso, conciato così. Puoi restare a dormire qui, se ad Herm va bene. Vince ed io ne stavamo parlando, prima beh…sì, che si addormentasse >> dice la signora Granger. Draco fissa Hermione, che continua a non guardarlo. << Non vorrei essere di disturbo. >> replica, educato.
<< Non lo sei, affatto! Herm, per te va bene? >> domanda la madre alla figlia.
Nessuna risposta, Hermione continua ad osservare il padre che dorme.
<< Hermione Jean Granger? >> la chiama, ed Hermione riprende contatto con la realtà.
<< Cosa? >>
<< Ti ho chiesto se ti va bene che Draco dorma qui, stanotte. Con te. Non può tornare a casa così! Ti va bene? >> spiega nuovamente, paziente. Hermione annuisce, distrattamente.
<< C-certo. Se lui vuole… >> e si gira a guardarlo, finalmente. 
Malfoy inclina appena la testa di lato, come per studiarla. Non va bene. Non va bene affatto.
<< Mi farebbe molto piacere >> mormora, senza staccare gli occhi da quelli di lei. Hermione annuisce ancora e si volta verso la madre. << Va bene allora. Mamma vado a farmi una doccia, buonanotte. >> 
<< Buonanotte, tesoro. >> 
Hermione si china delicatamente a lasciare un leggero bacio al padre, attenta a non disturbarlo.
<< Serve una mano per portarlo su in camera? >> chiede Hermione. Jean sospira e scuote la testa.
<< No. Lo lasciamo qui a dormire, per fargli riprendere un po’ di forze. Quando si sentirà pronto verrà su in camera, non ti preoccupare. >> risponde la madre. Hermione annuisce ancora una volta.
Si gira e si incammina verso le scale, senza più voltarsi indietro.
Jean Granger sospira stancamente ed osserva Draco, così composto davanti a lei.
<< Grazie per essere voluto rimanere. >> mormora dolcemente. 
Draco sa, che è l’amore di una madre che la fa parlare così.
Grazie perché stanotte non lascerai Hermione da sola nel suo letto.
<< Grazie a Lei, a voi, per tutto. >> 
Grazie perché stanotte mi permettete di non lasciare Hermione da sola nel suo letto.
<< Vai. Tra un po’ passo a portarti un po’ di roba per la notte e per domani. Buonanotte! >>
<< Buonanotte. >>
Draco china leggermente la testa, in segno di rispetto, lancia un’ultima occhiata al capofamiglia e poi si dirige verso le scale, senza più voltarsi indietro. 
Dritto da Hermione.

<< E quindi tu e Malfoy ora fate sul serio, eh? >> ridacchia Ron, le guance rosse come i suoi capelli, in mano il quinto - o forse sesto? - calice di Burrobirra. Harry sputacchia leggermente il sorso che aveva appena fatto, guardando con gli occhi lucidi la sua amica. Hermione, con la testa più leggera e decisamente molto più accaldata di prima, ridacchia in risposta alla faccia stralunata del suo migliore amico sfregiato, passandogli un tovagliolo. << Ehm, sì. Penso di sì. >> mormora, dando un altro sorso alla sua Burrobirra. Ron scuote la testa << Non ne sei sicura? >> 
<< Non lo so, non ne parliamo così apertamente…non è molto da noi, capisci? >> borbotta lei. Ron annuisce con convinzione << Bazzecole, siete innamorati. Persino io me ne sono accorto! E tu invece, Harry? Hai intenzione di fare il bravo con la mia Ginny o ti devo uccidere?! >> chiede, osservando l'amico strozzarsi nuovamente. 
Harry tossisce, cercando di riprendere a respirare. 
"Merlino, ma come siamo arrivati a questo punto della conversazione?!" si domanda, cercando di fare mente locale. Hanno parlato di Quidditch - con grande rammarico della signorina Granger - e della proposta che una delle squadre più forti di Inghilterra ha fatto a Ron, di facoltà magiche per l'università, di vecchi aneddoti - "te lo ricordi Herm, quando hai pietrificato Neville nella nostra Sala Comune, al primo anno? Miseriaccia, ero terrorizzato! "; "Com'è che avevi detto…oh sì: ora me ne vado a dormire, prima che a qualcuno di voi venga la brillante idea di farsi uccidere, o peggio, espellere!"; "Ron, ti ricordi di esserti innamorato di Romilda Vane per colpa di un filtro d'amore?" "Miseriaccia, queste donne prima o poi mi uccideranno!!"; "E quando, Ron, sei stato scaraventato contro l'anta dell'armadio, durante le lezioni dell'Esercito di Silente da Herm?" "Maledetta!"; "E Seamus? Che non ha fatto altro che far esplodere calderoni, piume, oggetti, per anni?! Ve lo ricordate?" - dell'intenzione di Hermione di andare a trovare i suoi e - chissà - magari di portarci pure Draco, della convinzione di Ron che Mamma Molly ucciderà Harry e Ginny perché intenzionati a lasciare la Tana per un viaggio, delle nuove scope Nimbus - con nuovo rammarico della signorina Granger -, del signor Olivander, della voglia di andare a trovare la professoressa McGranitt, dell'invito delle nozze così prematuro da parte di Neville e Luna…
"Ripeto, come diavolo siamo arrivati a parlare di me e Ginny, in
quel senso?"









Draco si dirige a passo lento verso la loro camera da letto, in fondo al corridoio. La signora Granger gli ha gentilmente detto dove poter trovare alcuni asciugamani puliti per la notte. Li prenderà dopo.
Lo scroscio dell'acqua della doccia si sente attraverso la porta del bagno lasciata socchiusa. Draco è indeciso se entrare o meno, sa che la sua Hermione è lì dentro, preoccupata.
Non avrebbe potuto non notarlo, ormai la conosce. Riconosce ogni suo sguardo, ogni sua minima contrazione del volto. E quando lei osservava il padre - che esausto dormiva sul divano - con un'espressione apparentemente indecifrabile, Draco vi ha scorto tutto il suo terrore, il suo dolore. E così come poco prima, quando ha accettato di dormire in una casa di babbani - sono i genitori della sua ragazza, sì, ma pur sempre babbani, in un quartiere babbano, abitato da altri babbani - così ora decide di non lasciarla da sola. Apre silenziosamente la porta del bagno di Hermione - semplice, bianco, pulito - e si infila dentro, richiudendo delicatamente l'uscio. L'aria è calda e lo specchio è già appannato. Draco storce il naso: nonostante sia piena estate, la Granger continua a volersi fare la doccia bollente. Si sbottona velocemente le prime asole della camicia e si avvia verso la doccia, cui vetri sono completamente appannati. La vede lì dentro, accucciata contro il muro della doccia, le braccia chiuse intorno alle ginocchia e il volto nascosto tra di esse. Draco Malfoy sospira ed apre un'anta della doccia, si toglie velocemente le scarpe e vi entra dentro, completamente vestito. Hermione alza piano la testa e lo vede, chino su di lei con un'espressione preoccupata. Non finge di stare bene, non ce ne è motivo. Continua a piangere rannicchiandosi maggiormente contro il muro, singhiozzando rumorosamente. I capelli le si sono appiccicati al volto, l'acqua e le lacrime le scivolano per tutto il corpo, come una calda carezza. 
<< Andiamo >> mormora lui, chinandosi sui talloni per arrivare alla sua altezza. Hermione scuote la testa, inspirando profondamente.
Allora Draco la guarda, aspettando che sia lei a decidere cosa fare, a decidere di aprirsi con lui, di nuovo.
<< Non ce la faccio >> sussurra tra i singhiozzi spezzati lei, scuotendo la testa e poggiandola contro il muro. 
<< Sì che ce la fai. >> 
<< No, Draco. No! Non posso sopportarlo… N-non riesco a sop-pportare anche questo! >> grida disperata, coprendosi le mani con il volto. Draco la osserva e, nonostante le sue fragilità ed il momento poco opportuno, la trova bellissima. Così delicata, rannicchiata contro le mattonelle azzurre, il corpo così bianco di lei a fare da contrasto. 
Hermione si preme con rabbia i palmi delle mani sugli occhi, nella speranza di riuscire a smettere di piangere. Draco lo sa, cosa intende dire.
Come può un essere umano sopportare tutto questo? 
Anni di paure, quando ogni certezza vacillava, piano piano. Sono vacillate tutte, le loro certezze. Spazzate via come un castello di carte al minimo soffio di vento.
Anni di sofferenze mie, tue, sue, degli amici.
La Guerra, che li ha uccisi tutti, chi in un modo, chi in un altro. 
Non si esce mai indenni da una guerra, mai.
La paura di aver perso i propri genitori, il dolore per aver perso amici e cari come Fred, Lupin, Tonks, Colin, Silente e tanti altri.
Ed ora anche questo, come se non fosse già abbastanza.
Draco apre bocca per dire qualcosa, ma il lamento di Hermione lo interrompe. 
<< N-non ce la posso fare, capisci!? N-non sono programmata per essere indifferente a t-tutto, io! Sono anni che soffro, anni! N-non ce la farò a vedere…mio p-papà che muore, n-non riuscirò ad essere forte p-per mia madre…non ce la faccio più. Sono stanca! N-non è giusto. Perché!!? >> esclama lei con la voce strozzata, colpendo con una mano la parete della doccia. Draco, ormai completamente fradicio, l'afferra per le ascelle e la solleva di peso, portandosela addosso. Solo in questo istante Hermione realizza le condizioni di Draco e sgrana gli occhi, colpita.
Anche lei, nonostante il momento poco adatto, non può fare a meno di pensare che Draco Malfoy sia bellissimo. 
Lui le solleva il mento con due dita, tenendola ferma con l'altro braccio. Le ginocchia di Hermione cederebbero, se non fosse per questo supporto. 
<< Ascoltami bene, Granger. Tu ce la fai. Mi capisci? Non sarai un…come lo chiamate voi…robboc metallico senza sentimenti, non sarai di marmo, ma non sei una che molla. E tu non molli non per tua madre, né per i tuoi amici, né tanto meno per me. Lo fai per te stessa, Hermione. Cadi e ti rialzi ogni volta, per te. Perché lasciarsi abbandonare al dolore è come ricevere un bacio da un Dissennatore e lo sai benissimo. Non sarai fragilissima, ma sei umana. Sei una persona strepitosa ed è per questo, che non mollerai neanche questa volta. Mi hai capito? >> le dice seriamente, con la voce che trema appena per l'emozione. Hermione sgrana gli occhi lucidi e lo guarda, pensando che, Merlino!, lei lo ama da morire.
<< Si dice robot >> sussurra appena, regalandogli un leggero sorriso. Draco continua  a fissarla intensamente, sondando ogni sua emozione. Hermione allora chiude gli occhi e sospira, poggiando poi la fronte sul petto di lui, la camicia zuppa che la fa sorridere di nuovo.
<< Mi hai capito, Granger? >> domanda bruscamente Draco, anche se l'abbraccio in cui l'ha stretta a sé è tutt'altro che brusco. 
<< Sì. >> sussurra appena.
<< Non ho sentito… >> mormora lui, poco convinto. Hermione sbuffa e tira su col naso, le lacrime che hanno smesso di scendere.
<< Sì, ho capito. Ho capito. >> ripete, stringendosi poi contro di lui.  
Draco annuisce, soddisfatto. << Bene. Ora, se non ti spiace, usciamo di qui. >> dice chiudendo il getto d'acqua bollente. 
Si allunga per passare l'accappatoio ad Hermione, che se lo infila fino quasi a scomparire dentro a quell'affare di almeno due taglie più grande di lei. Draco esce ed Hermione lo segue, il cappuccio calato quasi fino agli occhi, le guance rosse e le labbra socchiuse. Draco vorrebbe davvero strapparglielo di dosso, quel dannato accappatoio. Ed Hermione sta pensando la stessa cosa.
<< Ti serve qualcosa per asciugarti >> mormora piano lei, osservandolo. Draco si sfila velocemente la camicia completamente zuppa e inizia a sbottonarsi i pantaloni che gli si sono appiccicati addosso. << Ti vado a prendere degli asciugamani >> continua lei, distogliendo lo sguardo dalla figura di lui ed incamminandosi in corridoio. Apre distrattamente l'anta dell'armadio del corridoio, estraendo due asciugamani.  Ritorna in bagno, dove un Draco Malfoy completamente nudo la sta aspettando, poggiato contro la parete della stanza. I vestiti perfettamente asciutti e piegati sopra al mobiletto del bagno. 
Ghigna nel vedere le guance di lei tingersi, se possibile, ancora più di rosso. Ama questa sua pudicizia. << Tieni >> 
<< Grazie >> mormora lui avvicinandosi per prendere il telo che gli viene porto. Lo sguardo di Hermione finisce inevitabilmente sul busto di lui e poi più in basso, dove le gocce d'acqua affluiscono. 
Draco, continuando a ghignare, si lega l'asciugamano alla vita, coprendo quella visione. Hermione alza il capo e se lo ritrova a pochi centimetri dal proprio viso, intento a guardarla con soddisfazione. 
<< Che vuoi? >> chiede lei, punta in viso per essere stata colta in flagrante mentre lo osservava. 
<< Non è permesso guardare? >> chiede lui, osservandola con malcelato divertimento.
<< Non con questa tua faccia >> borbotta lei, infastidita.
<< Che faccia? >> chiede lui, finto tonto
<< La faccia di uno stronzo che sa di piacere >> replica lei, ancora più stizzita. Vorrebbe allontanarsi da lui, ma non le riesce possibile. Lui è troppo vicino, l'aria troppo calda - per un motivo e per un altro -, le gambe troppo deboli, la porta che sembra troppo lontana. 
Draco ridacchia e le si avvicina, sfiorandola quasi. << Ah, quindi ti piaccio? >> chiede. Hermione sbuffa << No, ti stai sbagliando. >> borbotta spintonandolo e ritrovando la forza per muovere le gambe. Si ritira in camera da letto, frizionandosi i capelli con il cappuccio. Draco ride, afferra la propria roba e la segue a ruota, chiudendosi poi la porta alle proprie spalle. Le si avvicina da dietro, sfiorandola di nuovo. Hermione si tende impercettibilmente. 
<< Non è un po' grande questo accappatoio? >> chiede con finta disinvoltura lui, toccando un lembo di quest'ultimo e alzandolo appena. La gamba destra di Hermione che viene lasciata scoperta, i brividi che iniziano a percorrerla tutta, senza apparente motivo. Draco non la sta neanche toccando.
<< Mi piacciono le cose grandi >> mormora lei, poi si morde la lingua. Draco ridacchia, immaginano il doppio senso. 
<< Lieto di saperlo >> replica lui, ancora sorridente. "Merlino, quanto lo odio!"
Hermione gli dà una leggera gomitata e si sposta, andando ad aprire l'armadio per trovare qualcosa da mettersi. Tira fuori una vecchia maglietta del padre, che durante le vacanze estive adorava mettersi. Si slaccia l'accappatoio e se lo lascia cadere ai piedi, consapevole di avere gli occhi di Draco puntati addosso: si sente andare a fuoco. Si infila velocemente l'enorme polo un po' sbiadita ed un paio di mutande, poi si gira verso il Serpeverde, ancora fermo in mezzo alla stanza. Afferra un'altra orribile maglietta del padre e si dirige a passo sicuro verso il comodino, dove aveva posato la bacchetta. Con un incantesimo non verbale l'allarga ulteriormente e gliela lancia. Draco l'afferra prontamente al volo, infilandosela insieme ai boxer. 
Hermione riprende a respirare. A torto, perché Draco non ha certo intenzione di lasciarla stare quella notte.









Porte che sbattono, vociare confuso e perenne, odore di cucinato, chiome rosse ovunque.
Casa Weasley.
<< Ginny, quindi oggi Hermione non verrà a pranzo da noi? >> domanda la signora Weasley con tono seriamente dispiaciuto. Adora quella ragazza, è come una seconda figlia. O meglio, come una seconda figlia femmina.
<< No mamma, te l'ho detto! Hermione è a casa dei suoi con Malfoy. >> risponde Ginny affacciandosi dalla tromba delle scale. Una maglietta di Fred stretta in pugno, la folta chioma legata alla bell'e meglio, i pantaloncini della divisa da Quidditch. 
<< Ho sentito bene? Malfoy?! >> domanda George Weasley, sbucando dalla porta di camera sua, la sua vecchia scopa appoggiata alla parete. 
<< Hai sentito bene, fratellino! La nostra piccola Hermione se la fa con Malfoy! >> dichiara Bill uscendo dal piccolo bagno di servizio del piano di sotto, lanciando un veloce bacio alla moglie Fleur. 
<< E tu come miseriaccia fai a saperlo? >> esclama stupito Ron, trascinandosi appresso un sudatissimo Harry Potter, gli occhiali più storti di quanto non lo fossero mezz'ora prima.
Harry sorride dolcemente a Fleur, poi si toglie gli occhiali per dargli una veloce pulita.
<< I gossip
sgirano veloscemente, mon amour >> spiega tranquillamente la bionda Veela, proponendosi poi di aiutare Harry con la montatura degli occhiali.
<< Sì beh, Hermione è grande abbastanza per fare quello che vuole. Certo è un peccato... Avevo preparato il suo piatto preferito! Insieme al tuo, ovviammente, Harry caro. Oh, e al tuo, Fleur. Sì, sì, George, ci sta pure il pasticcio di cioccolata che piace a te! Forza, datevi una sistemata veloce e sediamoci a tavola! Arthur dovrebbe aver finito di giocare con quella robaccia, in garage! Percy, tesoruccio, potresti andarlo a chiamare? >> dice Molly, pulendosi poi le mani con un vecchio canovaccio. 
Rumore di porte che sbattono, di rubinetti che vengono aperti, di Gratta e Netta gridati da un capo all'altro della casa, una tavolata che velocemente prende vita, riempiendosi di graditi ospiti.
Questa è Casa Weasley.
<< Fleur ed io abbiamo deciso di volere un bambino! Mamma, papà, prima o poi diventerete nonni! >> dichiara Bill, servendo alla moglie del vino elfico.
<< Oh, ma è magnifico! >> esclama Arthur Weasley, seduto a capotavola.
<< Ginny, Harry, quando avete intenzione di darmi dei nipotini, anche voi? >> domanda con gli occhi lucidi Molly, facendo strozzare sua figlia.
<< M-mamm-maaaa !! >> borbotta Ginny, gli occhi appannati dalle lacrime, il volto bordeaux ed una tosse che la scuote dal profondo. Harry, non meno rosso di lei, cerca di aiutarla con dei leggeri colpi sulla schienza. 
<< Stavo solo scherzando! >> si difende prontamente la signora Weasley, mandando giù un sorso di acqua. << E tu, Percy? George? Quando deciderete di mettere la testa a posto? Oh, non ti offendere Percy... Sai che non ti sto paragonando a George in quel senso! Vorrei solo vedervi con delle belle ragazze! >> continua lei, osservando gli altri figli.
Percy inizia a muoversi a disagio sulla sedia, facendola scricchiolare. << Mamma, che discorsi sono! >> la sgrida, tesissimo. George scoppia a ridere e non si cura neanche di risponderle, semplicemente tira uno scappellotto a Ron, facendolo strozzare.
<< Su, su, non litigate! >> li ammonisce Arthur, osservandoli mentre si guardano male.
<< Comunque, alcuni amici miei stanno organizzando un viaggio in America per fare dei corsi di approfondimento... Ovviamente tutto pagato dalla Banca dei Maghi... Stavo prendendo in considerazione l'idea di andarci. >> dichiara Percy con voce solenne. George sbadiglia teatralmente, facendo segno di volersi uccidere. Mamma Molly lo guarda male, poi torna ad osservare il suo diligente figliolo. << Che splendida idea, caro! Quindi ci lascerai da soli?! >> 
<< Oh, ma non siete soli! Avete George, Bill e Fleur, Ron, Harry e Ginny! >>
<< Oh no, fratellino! Fleur ed io ce ne andiamo in Francia, partiamo tra una settimana. >> annuncia Bill, passando il braccio intorno alle spalle esili della propria moglie.
<< Ed io sarò occupatissimo con il negozio, Percy tesoruccio. Non sarò molto a casa! >>
si svincola George, intenzionato più che mai a passare una piacevole estate, sotto tutti i punti di vista. Tanti amici, tante amiche di amici, tutte single.
Percy aggrotta le sopracciglia, scontento.
<< Beh, rimangono sempre Ron... Harry e Ginny! >> ritenta lui.
Ron borbotta qualcosa di incomprensibile ed Harry vorrebbe tanto allontanarsi da lì.
<< Beh ecco, vedete... Harry ed io avevamo... Sì, insomma, deciso di stare un po' soli, quest'estate. Di premiarci, ecco... Per i M.A.G.O. Avremmo intenzione di partire... >> comincia Ginny, titubante.
<<
Hanno. Non 'avrebbero'. Hanno già deciso! Ed io mi sono già organizzato di conseguenza! Andrò a stare da Dean Thomas, mamma. Ci raggiungerà anche Seamus... beh, dopo essersene stato a Roma con la Parkinson! >> replica Ron, lasciando Molly senza parole.
Senza neanche un figlio! Lei ed Arthur, da soli! DA SOLI!
<< Ma... >> cerca di dire lei, ma George la interrompe.
<< Quel buono a nulla di Seam sta con quella sorca della Parkinson?! >> esclama, stupito.
Ginny annuisce, e Fleur mostra un sorriso smagliante. 
<< Ovviamente io
sgià lo sapevo! >> dichiara lei, gongolante.
Arthur stringe la mano alla propria moglie, aspettandosi una sua sfuriata.
Molly respira ed espira, poi punta lo sguardo in quello di ognuno dei commensali presenti. Nessuno escluso. Ron teme il peggio, George è già pronto a darsi alla fuga. 
Tanto un letto disponibile lo trova di sicuro, possibilmente non vuoto...
<< E quindi ve ne andate tutti, quest'estate?! Senza un minimo di preavviso, m-mi lasciate così?! >> inizia Molly, preannunciando il peggio.
<< Miseriaccia... >> borbotta Ron, pronto a nascondersi sotto al tavolo.
<< Ma...ma... >> continua la signora Weasley, il volto rosso e gli occhi lucidi.
<< Ma è MERAVIGLIOSO! Arthur, caro, ti rendi conto?! Saremo soli tu ed io! Da soli! >>






Bisogna capire che non sono più ragazzi, non sono più bambini, non sono più indifesi.
Bisogna capire che è ora di fare un passo indietro, di lasciarli andare, di farli volare via, verso una nuova realtà. 
Bisogna capire che, se Luna Lovegood e Neville Paciock ti inviano l'invito delle loro nozze, qualcosa deve essere cambiato. Qualcuno, deve essere cambiato. Maturato. Cresciuto.
Sbaglio, o è inevitabile?
Per cui, vedere tutti loro lì, sotto ad un tendone color acquamarina, alcuni seduti ai tavoli, altri in piedi a scambiare amichevoli chiacchiere, altri ancora in fila verso il buffet, fa uno strano effetto.
Per non parlare dell'emozione che può provocare la vista di una sorridente Hermione Granger che entra mano nella mano con Draco Malfoy, bellissimo e - stranamente - sorridente anch'egli.
Strano, per chi non lo conosce. Strano, per chi non ha visto quegli occhi grigi brillare. Strano, per chi non sa che è innamorato. Ma, a onor del vero, ormai, non è più così strano che Draco Lucius Malfoy sorrida. 
Per non parlare dell'assenza di Harry Potter e di Ginevra Weasley, partiti per una meritata vacanza, solo loro due. Proprio come degli adulti.
Per non parlare della presenza di Serpeverde e Grifondoro  - ex, ma solo formalmente parlando, perché loro lo saranno per sempre, Serpeverde e Grifondoro - seduti alla stessa tavolata.
È forse inevitabile? 
Minerva McGranitt sorride dietro al suo calice di spumante, osservando ogni suo prezioso studente - ex, ma solo formalmente parlando, perché per Lei lo saranno sempre, suoi studenti.



<< Io, Luna Lovegood, prendo te, Neville Paciock, come mio sposo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, perseguitato da Nargilli o non, in ricchezza e sicuramente anche in povertà, con un castello di vetro o una scopa volante, finché morte non ci separi >> giura Luna, vestita di un vestito color acquamarina - tutto, quel giorno, era color acquamarina : gli occhi di lei, così luminosi e forse ancora più spiritati, l'anello di fidanzamento che porta legato al collo, il vestito a dir poco esuberante, i tendoni, la ghirlanda di fiori che ogni ragazza o donna deve indossare, il buffo copricapo del prete, la cravatta di Neville. 
L'amore, quel giorno, era color acquamarina. 
Draco Malfoy, seduto in seconda fila accanto alla sua donna, sbuffa contrariato sentendo quell'assurda proposta di matrimonio. 
<< Perseguitato da Nargilli o non? >> le fa il verso all'orecchio di Hermione, che lo sgrida con una leggera gomitata nelle costole. Gli occhi di lei brillano, quell'assurda proposta è così romantica.
<< È completamente pazza, la Lovegood! >> borbotta lui, facendola sorridere.
<< È amore, Draco, chissene frega se non è convenzionale. No? >> risponde lei, guardandolo negli occhi per qualche secondo. 
<< Io, Neville Paciock, prendo te, Luna Lovegood, come mia sposa, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in follia, a caccia di Nargilli o non, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi. Ti amo >> sta intanto dicendo Neville, le lacrime agli occhi e le mani che tremano, mentre cerca di infilarle la fede al dito. 
"Ce la puoi fare, Nev! " pensa Ron, suo testimone di nozze. 
Draco guarda gli occhi di Hermione, così belli e intensi, e sorride. 
<< D'altronde, anche il nostro amore non è convenzionale, no? >> afferma il biondo, facendola sorridere. Ad Hermione manca un battito, forse anche dieci, ma va bene così. 
Il nostro amore. Il nostro amore ha i colori delle nostre case, ed è vivido come un cuore che batte.
<< Per i poteri conferitimi dal Ministero della Magia, vi dichiaro marito e moglie. Signor Paciock, può baciare la sposa! >> dichiara l'uomo con il buffo copricapo color acquamarina.
Un boato di applausi ed urla parte dagli ospiti, tutti si alzano in piedi, Cho Chang scoppia in lacrime, Hermione allaccia la sua mano a quella di Draco, Ron e Seamus si scambiano una veloce occhiata, un lieve sorriso a incurvare le loro labbra e Pansy si sbraccia per ottenere l'attenzione degli sposini e poterli abbracciare. 



<< Granger, posso parlarti un secondo... ? >>
<< Dimmi, Parkinson. >> risponde Hermione, riempiendosi il piatto con ogni pietanza.
<< Vorrei scusarmi, per come ti ho trattata. Per quello che ho pensato di te, in questi mesi, quando Draco stava male. Per quello che ti ho fatto in tutti questi anni, per quello che sono stata. Vorrei che cominciassimo da capo, magari potremmo diventare amiche. >> dice tutto d'un fiato, quei due bicchierini di vino a supportarla. Hermione sorride e si gira, osservandola.
<< Devo scusarmi anche io, allora. Per come mi sono comportata in tutti questi anni con te, per aver frainteso il legame tuo e di Draco, per essere stata gelosa e impulsiva. Ti ritengo una ragazza intelligente e mi farebbe piacere ricominciare da capo. >>
Pansy sorride e le porge la mano, con enfasi. Hermione scoppia a ridere, poggia il piatto stracolmo di delizie e le stringe la mano, tirandola a sé per un veloce abbraccio. 
<< Pace fatta, Parkinson. È tutto okay. >>
<< Grandioso, Granger! Sei una tipa tosta, mi piaci! Saresti dovuta finire a Serpeverde, lo sai? >>
<< Me lo dicono in molti, sì. >> 


<< Madre, Padre, signori Greengrass, Dafne ed io dobbiamo darvi una comunicazione : siamo innamorati, siamo felici e non ci interessano i vostri giudizi. A noi va bene così. >>
Danfe annuisce e osserva la madre, sorpresa.
<< Vogliamo vivere la cosa come viene, senza pressioni, senza giudizi, senza limitazioni. Ci amiamo e vogliamo stare insieme. Non ci interessano i vostri pareri, volevamo soltanto mettervi a conoscenza della cosa. Buon proseguimento, godetevi la festa. >> chiude il discorso la maggiore delle sorelle Greengrass, scostandosi una ciocca da viso e allontanandosi con Theodore Nott, raggiante. 
<< Ti amo >> le dice Theo, sussurrandoglielo tra i capelli.
Dafne ride e lo abbraccia. << Ti amo anche io, idiota. >>

<< Ti ho portato dell'altro champagne, pensavo avresti gradito >> mormora Draco Malfoy avvicinandosi alla sua donna. Hermione si volta verso di lui sorridendogli. 
<< Mi vuoi per caso ubriaca, amore? >> chiede lei, divertita e già alquanto brilla.
Ogni tanto le capita, le sfugge, di chiamarlo così e a Draco, a dire il vero, non dà per niente fastidio. Sentirsi chiamare così lo emoziona, gli si riempie il cuore.
Dafne, seduta accanto a lei, sorride nel vederli così affiatati, così normalmente innamorati - non sono mai stati una coppia canonica, loro due! È un miracolo sentire Hermione chiamarlo così.
<< Diciamo che la cosa non mi dispiace, tesoro... >> risponde lui, chinandosi a lasciarle un veloce bacio a fior di labbra. Ogni tanto capita pure a lui, di chiamarla così. 
Ci si sta abituando, comincia a piacergli.
<< Anche perché là infondo ci sono i tuoi genitori, Dra... farai meglio a far ubriacare la tua Hermione, dato che sembra abbiano tutta l'intenzione di venire verso di noi! >> esclama Blaise, scoppiando a ridere. Draco si raddrizza e osserva oltre il tavolo del buffet, notando Lucius e Narcissa avvicinarsi con passo lento nella loro direzione.
<< Oh- oh! Presentazioni ufficiali!! >> urla Pansy, ridendo come una pazza. Quello che tiene in mano è il sesto, o forse settimo, calice di champagne. 
Hermione osserva pensierosa Draco, timorosa di quello che accadrà da lì a poco. Non è sicura che lui sia pronto a questo, non è sicura che lui lo voglia davvero.
Lei lo sa, che lui la ama - nonostante non se lo siano ancora mai detto. Lei lo sa, che tra loro non finirà così, di punto in bianco. Lei gli ha fatto conoscere i suoi, due settimane fa.
Lei lo ama. Lui la ama. 
Ma Hermione non sa se è proprio quello che lui vuole. 
Draco Malfoy si accovaccia sui talloni, arrivando all'altezza di lei, e la guarda intensamente negli occhi. Rimangono in silenzio così, per un minuto buono, forse due.
<< Non ce ne è bisogno, Draco ... >> spezza il silenzio Hermione, con voce lieve.
<< Te la sentiresti? >> ribatte lui, pacato.
<< Non c'entra questo... Devi volerlo tu... Non devo essere pronta, io. >> risponde lei, corrucciando appena le sopracciglia, preoccupata. 
Draco sospira e le carezza lievemente la guancia, facendola sorridere appena.
<< Io ti amo. E voglio che i miei lo sappiano. Andiamo. >> le dice calmo, alzandosi e prendendola per mano. Hermione lo osserva sconvolta, il cuore che ha preso a battere all'impazzata, le mani che le sudano, gli occhi che le pizzicano. 
Draco Malfoy ha appena ammesso di amarla, così, su due piedi. 
Blaise, Pansy, Danfe e Theo osservano sbigottiti le schiene di quei due ragazzi allontanarsi, stupiti dalla dichiarazione così inaspettata del loro migliore amico.

<< Madre, padre, vorrei presentarvi, in un'altra veste, Hermione Jean Granger. È la mia fidanzata. >> dichiara con voce leggermente emozionata Draco, stringendo più saldamente la presa sul fianco di Hermione, che osserva il volto sorridente di Narcissa Malfoy e quello più composto di Lucius Malfoy. 
<< Signorina Granger, è davvero un piacere conoscerla, in un'altra veste. >> dichiara Narcissa, la voce tremante, gli occhi lucidi.
Quindi è lei, la causa dei sorrisi di Draco, la sua fonte di gioia. Quindi è di lei, che parlavamo, quando si trattava del suo umore. La signorina Granger...
<< Signora Malfoy, sono lieta di fare la vostra conoscenza, in un'altra veste. >> risponde Hermione, stringendo la mano all'austera madre di Draco. 
In un'altra veste. Non più buoni o cattivi, non più laghi di sangue versati tra di loro.
Lucius si schiarisce appena la voce. << Signorina Granger, sarei davvero contento se riuscissimo seriamente a lasciarci alle spalle il nostro passato con tutti i suoi ... ehm, attriti. >>
Hermione osserva quell'uomo che per tanti anni ha causato sofferenza a lei e a tutti i suoi amici.
La guerra cambia tutti.
<< Ci proveremo seriamente, signor Malfoy. Sono onorata di fare la vostra conoscenza, in questa situazione nuova. >>
Una stretta di mano, un nuovo inizio.


<< Weasley, ma tua sorella e Potter dove sono? >> chiede Blaise accostandosi al testimone di nozze. Dà una veloce pacca sulla spalla di Neville, intento a baciare la sua neo-moglie.
Ron gli sorride << Sono in America, da qualche parte... Non ho ben capito, a dire il vero. Te e mia sorella avete fatto pace, deduco... >> risponde lui.
Blaise annuisce << Sì, è così. Ci siamo chiariti, è tutto apposto tra di noi. Ogni tanto mi manda qualche lettera, ma è difficile avere conversazioni serie con queste lunghe distanze. >> 
Ron borbotta qualcosa sull'inefficienza dei gufi mandando giù un'altra tartina di granchio.
<< Tu e Zara? >> domanda, senza farsi troppi scrupoli. 
Blaise sbuffa << Non ci siamo più sentiti, da quando siamo andati via da Hogwarts. Ho visto che è qui, con un raggazzo. >> borbotta, infastidito all'idea. 
<< Va' da lei, idiota. Risolvi questa situazione. >> 
<< Certo, e magari la bacio davanti a quel broccolo! Così mi becco una fattura da lei e un cazzotto da quello là. >> 
<< Non sarebbe male, questa festa di matrimonio è fin troppo monotona! >> esclama Neville, facendo ridere entrambi i ragazzi. 



<< Allora! Neville ed io apriremo le danze e voi vi unirete a noi! Attenti ai Nargilli che infestano la pista da ballo... Oh, è così bello avervi qui! >> esclama Luna Lovegood in Paciock, afferrando la stoffa del proprio vestito per non inciampare. Si dirige con passo deciso verso suo marito. 
Si dirigono poi, insieme - quelle fedi così luminose che spiccano al sole, verso il centro della pista, mentre l'orchestra inizia a suonare una melodia particolare, allegra e veloce. Neville inizia a muovere le braccia senza un apparente senso logico, ondeggiando anche con tutto il corpo, la testa che si muove al ritmo dei piedi. Luna inizia a saltellare, scuotendo la testa e lasciando che la sua acconciatura di disfi senza curarsene. Le loro risate così genuine danno il via alle danze.
Hermione trascina Draco, ancheggiando divertita. Draco scuote la testa, ma tuttavia la segue.
Dafne e Pansy si lanciano in pista, tenendo i vestiti ben sollevati, per potersi muovere meglio.
Seamus, Theo e Ron si fanno servire dell'altro champagne, gustandosi la scena.
Il professor Lumacorno chiede con fare teatrale la mano a Minerva McMgranitt per un ballo, la quale acconsente, ridendo. 
Blaise adocchia Zara, fasciata da un bellissimo tubino nero, accostata al tavolo dei dolci.
Le si avvicina, e non sa bene perché.
<< Ciao >>
Zara si gira, gli sorride. << Ciao, Blaise >> mormora.
<< Come stai? >>
<< Bene, tu? >>
<< Male. >> esclama Blaise, senza riuscire ad impedirselo.
Zara strabuzza leggermente gli occhi, colpita.
Non era forse una conversazione di rito, la loro? Classiche domande, classiche risposte.
<< P-perché ? >> chiede, dubbiosa.
O la va o la spacca.
<< Perché sono quasi due mesi che penso a te. Perché vorrei aver capito prima la situazione, perché avrei voluto tenerti con me in questi giorni, passarli con te, dormire con te... E me ne sono accorto troppo tardi. Perché credo proprio di amarti. Tu l'avevi capito prima di me, ed io ti ho fatto andare via. Sto male per questo, Zara. >> le confessa, avvicinandosi leggermente.
Zara deglutisce un paio di volte, colpita e senza parole. Non l'avrebbe mai immaginato, mai!
Neanche nei suoi sogni più reconditi... Blaise non l'avrebbe mai ricambiata, di questo ne era certa!
<< ... Blaise io... ecco... sono qui con un ragazzo. >> gli dice, adombrando quel luccichio negli occhi di lui.
Non ce la faccio, Blaise. Sono passati due mesi... io ti amo così tanto, Blaise, così tanto. 
<< Ma magari non lo ami, Zara... Dimmi che non è davvero troppo tardi, ti prego. >> 
Zara sospira e chiude gli occhi, cercando di calmarsi.
Basta davvero così poco, per avere il suo happy ending?
Basterebbe sorridergli e dirgli che no, non è così tardi. Lei è ancora qui, per lui.
<< Sì, Blaise, è tardi. Perdonami >> dice, mossa non sa da cosa. Orgoglio, forse.
Blaise annuisce e si gira, sconfortato.
Si allontana senza neanche salutarla. 
Zara Jolly sospira, beve l'ultimo sorso di champagne e poi lascia cadere il bicchiere di cristallo a terra, lanciandosi all'inseguimento del ragazzo che ama.
<< BLAISE! >> urla, facendo girare alcuni invitati.
<< Blaise, fermati! >> continua, ottenendo nuovamente la sua attenzione.
<< Che c'è? >> 
<< Non è vero, quello che ti ho detto... Io n-non so perché... N-non so per quale stupido motivo ti ho mentito... Ti amo ancora! Ti amo! >> gli dice, tutto d'un fiato, gli occhi lucidi, la voce tremante.
Blaise scoppia a ridere e l'abbraccia stretta, inspirando a pieni polmoni l'odore di lei.
<< Oddio, Zara... Non credevo sarebbe mai successo davvero... Ti amo anche io, perdonami, amore mio... Ti prego, perdonami ... >>
<< Shh, è tutto okay. Ora siamo qui, tu ed io, insieme. Tutto il resto non conta. >>




<< Grazie a tutti per essere venuti. Harry e Ginny ci hanno appena mandato un gufo, salutandoci e salutando tutti voi. Grazie di cuore. Vi vogliamo bene! >> esclama Neville dopo aver pronunciato un Sonorus con la propria bacchetta. Un altro sonoro applauso parte dagli invitati, alcuni si smaterializzano, altri si avviano con passo lento verso le proprie scope, alcuni verso le Passaporte.


<< Draco... >>
<< Dimmi, Granger. >>
<< Ti amo anche io. >>
Draco sorride e le bacia la fronte, stringendola dolcemente per i fianchi.
<< Andiamo a casa, amore. >> le dice, portandola via con sé.

Non sanno cosa sarà di loro, del loro futuro, delle loro vite.
Ma va bene così. A tutti.
A Pansy e a Seamus, che si sono trovati nella diversità.
A Dafne e a Theodore, che sono riusciti ad abbattere il muro della semplice amicizia.
A Ginny e a Harry, che hanno superato tutto, insieme, e sono ancora qui.
A Blaise e Zara, che hanno trovato il loro happy ending, dopotutto.
A Luna e a Neville, che hanno dimostrato che l'amore può tutto.
Va bene così ad Hermione Jean Granger e a Draco Lucius Malfoy, che hanno il loro amore, del colore delle loro case, che hanno superato ogni ostacolo, ogni barriera, ogni pregiudizio, ogni rancore, ogni vecchia ferita.
Perché è una verità universale questa, così inevitabile da risultare quasi scontata, eppure è così.
Si posso amare.
Si può fare.









Here I am!

Ecco a voi l'epilogo. Ecco a voi la fine di questa storia che ci ha accompagnato per tanto tempo - non mi odiate, so di aver fatto passare così tanto tempo dal capitolo tredici. Ma mi capite, vero, se vi dico che non è per niente facile? se vi dico che è l'01.17 e io sto scrivendo le ultime frasi di questa storia, qui, in questa mia nota personale... capite che mi si stringe il cuore all'idea di aver appena messo il tic al quadratino dove è scritto "completa?" ? 04/09/2012 la nostra storia è cominciata, proprio quel giorno. ed è proprio NOSTRA, perché voi l'avete vista crescere insieme a me, creata insieme a me. Quelle cinque recensioni che hanno permesso tutto ciò, che mi hanno spinto ad andare avanti, con il secondo capitolo... grazie, di cuore. E grazie a tutte voi, che avete continuato a supportarmi, nonostante io sia la prima delle ritardatarie in fatto di aggiornamenti. Un anno insieme, incredibile, vero? Eppure eccoci qua, ho appena messo la parola fine a questa storia...che mi ha preso così tanto tempo, ma che mi ha anche dato così tante emozioni. Ci sono recensioni che mi hanno fatta commuovere, recensioni che mi hanno fatta ridere, recensioni che mi hanno fatta crescere, dal punto di vista stilistico e non. Per cui vi ringrazio davvero di tutto. Non è facile salutarvi, vorrei conoscere ognuno di quei volti nascosti dietro ai nomignoli più o meno imbarazzanti di EFP per ringraziarvi personalmente. EFP è anche questo, oltre che alla valvola di sfogo per noi aspiranti scrittori... Eccoci qua. alla fine è un happy-ending per tutti quanti - Zara e Blaise, ve li ho fatti pesare eh? è stata una battaglia fino all'ultimo, ve lo assicuro... quel "BLAISE!" non era previsto... è tutto qui, draco ed Hermione, che compiono questi grandi passi insieme, Harry e Ginny, Neville e l'adorabile Luna, Pansy e Seamus... Dafne e Theo... eccoci qua. alla fine. per davvero! Aiuto, mi sento male. 113 recensioni, 6 persone che mi hanno inserito tra gli autori preferiti, 48 che hanno messo questa storia tra le preferite, 25 nelle ricordate e 190 nelle seguite. GRAZIE per le emozioni che mi avete fatto provare. grazie perché mi avete fatto affrontare quest'avventura così meravigliosa e al tempo stesso faticosa. Il terrore di deludermi/vi...la gioia nel vedere le vostre approvazioni...ogni mattina mi svegliavo e correvo a vedere quante persone avevano letto il nuovo capitolo, se c'erano nuove recensioni, nuovi pareri... queste emozioni mi mancheranno (anche se per il prossimo mese sarà ancora così!)  non vedo l'ora di potervi salutare rispondendo alle vostre recensioni. sperando vivamente che abbiate amato questa storia quasi quanto me. e che questo epilogo vi sia piaciuto. Vi mando un bacio, insieme a queste parole, e a questa storia,  che spero vi rimangano - in un modo o nell'altro - da qualche parte nel vostro cuore. Per me sarà così.  La vostra Chiara...


 

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