Sunrise.

di Ino chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno -Notte- ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno -Notte- ***


 

 

 

 

 

SHIELD
_Infermeria_

 

 

Succede sempre così, passi la vita a rimandare e poi ti rendi conto di non avere più tempo.
Di solito ti rendi conto di essere stato uno stupido quando sei con il culo ormai nell’aldilà, non prima. Chissà perché poi.
Noelle sa di aver sbagliato fin troppo nella sua vita, anche se ha solo ventotto anni, anche se ha iniziato a vivere veramente negli ultimi tre anni, sa di avere una somma di peccati  piuttosto consistente a curvarle la schiena. Ha sbagliato, e ha rimandato fino un giorno per un altro, senza mai fermarsi a riflettere .
E ora è troppo tardi.
I medici che le si accalcano attorno, le loro grida e il ronzare dei macchinari sono percepiti come ombre distanti, macchie confuse ai lati del suo campo visivo, la sua attenzione è tutta per la bellissima signora che la osserva amorevole e le accarezza i capelli.
-Chi sei?-
Noelle si tira a sedere in mezzo al letto, lo sguardo fisso agli occhi chiari di Frigga che sanno di dolcezza e amore infinito - Che mi sta succedendo?-
Frigga sposta lo sguardo oltre di lei, oltre la sua spalla, Noelle si volta  e si vede.
Si vede nel vero senso della parola.
-Oh mio Dio.-
E’ seduta, come nei migliori film di fantasmi, nel bel mezzo del suo stesso corpo che sta lottando per non morire, circondato da un gruppo di medici che le grida di non mollare e che cerca di riattivarle il cuore a suon di scariche di defibrillatore.
Si guarda costernata, è così pallida e inerme, come non si è mai vista. Cerca di toccarsi, ma la mano sprofonda senza incontrare la minima resistenza.
Si volta di nuovo alla ricerca della donna che continua a spostare lo sguardo da lei al suo corpo mortale.
-Dimmi qualcosa.-
-Stai morendo.-
Noelle strizza le palpebre terrorizzata -Oddio.- mormora - Oddio.-

-NO! NO! NO! -

Noelle sbarra gli occhi e si volta di scatto. Oltre i medici che la circondano vede chiaramente Tony inginocchiato sul pavimento con le mani a coprire la testa e vicino a lui Pepper che piange appoggiata alla sua schiena.
-No…- sussurra colta dalla pena.
-Sei molto amata.-
-E’ mio padre quello.- mormora la ragazza mentre osserva le spalle curve di Tony, il modo in cui le dita affondano nei capelli e le nocche che si sbiancano ad ogni stretta - Si sentirà in colpa.-
Frigga sospira poi, lentamente si china su Noelle che torna a guardarla.
Le stringe una mano  -Ascoltami bene bambina, è da molto che tento di comunicare con qualcuno, quindi prestami tutta la tua attenzione.-
Noelle la fissa confusa.

-Con il sangue è iniziata e con il sangue finirà. E’ il sacrificio che fa grande un re.-

-Che significa?-
-Mi prometti che ricorderai le mie parole?-
Noelle annuisce e Frigga schiude le labbra in un sorriso dolcissimo -Grazie.-

 

 

Soho

 

 

-Dopo la scomparsa del sole e della luna, fagocitati dai lupi Hati e Sköll, le creature del caos attaccheranno il mondo, sarà la nave infernale Naglfar, guidata da Loki, a trasportarli alla battaglia.-
-Lo sappiamo.- chiede Clint incrociando le braccia -Li abbiamo letti e riletti i libri sul
Ragnarök.-
Phil poggia una mano sulla spalla di Clint e con un occhiata lo invita al silenzio e alla pazienta mentre Thor serra la mascella e lo osserva stizzito.
-Ok. Ok.- alza le mani  per poi tornare a incrociare le braccia al petto,

Thor gli rivolge uno sguardo truce prima di parlare -Ogni divinità si scontrerà con la sua nemesi. L’ultimo scontro, quello che segnerà a fine dell’Apocalisse, sarà quello di Loki .-

 

 

SHIELD
_Infermeria_

 

 

-Ora del decesso diciotto e quindici.-
Tony sente qualcosa rompersi dentro di lui, qualcosa di importante, qualcosa a cui non aveva mai fatto caso fino a quel secondo.
Si accascia in avanti, poggiando le mani sul pavimento mentre Pepper singhiozza e stringe la presa  su di lui.
-Mi dispiace signor Stark.-
Tony non risponde. I medici si guardano uno con l’altro senza riuscire a dire  mezza parola, è sempre un dolore perdere un paziente, poi quando è molto giovane, lo è anche di più. Qualcuno si fa il segno della croce, un infermiera  abbassa la maglietta di Noelle, e raccoglie il lenzuolo e la coperta caduta sul pavimento.
Tony cerca di alzarsi,  ma le gambe non lo reggono.
Si accascia di nuovo e farfugliando fra le lacrime chiede perdono a Teresa, per non aver protetto loro figlia e a Noelle per essere stato un padre così indegno.
-Perdonami.Perdonami.- è come una litania, mentre Pepper cerca di tirarlo a sé, di farlo appoggiare al suo petto.
-Tony, non è colpa tua. Non…-
Le parole di Pepper vengono coperte da un fischio acuto che la fa trasalire. I macchinari riprendono a funzionare di colpo, un debole tracciato cardiaco torna a muoversi sullo schermo, l’encefalogramma  ha un primo debole picco, poi ne da’ altri sempre più ravvicinati.
Noelle sussulta aprendo gli occhi e Tony  caccia un grido di gratitudine mentre i medici sono talmente scioccati da non riuscire a muoversi. E’ lui infatti la prima persona che vede Noelle  aprendo gli occhi e guardandosi confusamente attorno .

-NOELLE!-

La ragazza lo fissa, lo fissa davvero. Nessuno sguardo spento, nessun riflesso da coma.
Lo guarda e lo riconosce mentre solleva la mano sinistra e se la porta alla bocca. Tira la valvola della sonda respiratoria con due dita, mugugna  strizzando gli occhi -Toglietegliela.- ansima Tony .
-Ma signor Stark…-
-TOGLIETEGLIELA O LO FACCIO IO!-
Un infermiera, tentennando si avvicina. Sfila il tubicino dalla gola di Noelle che tossisce e butta saliva sul cuscino. Tony si aggrappa al bordo del letto, non lo sa manco lui come ha fatto ad alzarsi e a camminare, sa solo che cede ancora e  si ritrova inginocchiato al capezzale di Noelle.
La ragazza gli tende  un braccio, cerca di farlo avvicinare.
-Che c’è?-  le chiede.
-…apà.-
-Sì, sono io. Sono io.-
-…apà.-
-Che c’è? Che vuoi dirmi?-
Noelle preme il palmo della mano sul suo viso, sulla guancia destra e poi lo sposta verso il basso, fa lo stesso con la sinistra, goffa e ancora stordita. Tony corruga la fronte perplesso, prima di udire il sussurro commosso di Pepper - Ti ha asciugato le lacrime.-


Soho

 

 

-Davvero? Ne sei sicura?-
Phil si appoggia alla spalliera del divano con un sospiro sollevato - Grazie Sharon.- preme il tasto di fine chiamata e solleva gli occhi su Thor e Clint che per tutto il tempo della chiamata di Sharon non gli hanno tolto gli occhi di dosso - Era Sharon. Noelle si è ripresa.-
Thor piega le labbra in un sorriso, mentre Jane alza gli occhi al soffitto  mormorando un ringraziamento non meglio specificato da brava atea, Clint invece,  si piega sulle ginocchia e si  copre la testa con entrambe le mani con un -Grazie Gesù.-  sussurrato in gaelico.
-Dicevamo?- Coulson fa il giro del divano e torna accanto a Barton a cui serra una spalla in una stretta comprensiva.
-Il Ragnarök si concluderà con lo scontro di ogni divinità con la sua nemesi.
L’avversario di Loki dopo tutto quello che è accaduto fra noi, sarò io.- Thor riprende a spiegare mentre Jane gli prende una mano e la stringe fra le sue, come per dargli coraggio.
- Pensi davvero di poterlo uccidere?-
Lo sguardo azzurro di Thor si appunta sull’espressione perplessa di Clint - Certamente.-
-Tu?- Barton scoppia a ridere -Non ne saresti ca…-
-Ti sbagli…- la voce di Thor sale di un ottava mentre l’espressione si indurisce - La mia debolezza nei confronti di Loki ha  nuociuto ha fin troppe persone e ha recato onta a me stesso.-

-C’è sempre il problema di come fare per trovarlo Loki.- Phil si liscia il mento pensoso mentre Clint distoglie lo sguardo da Thor.
-C’è solo una persona che può localizzarlo,
Heimdallr  .-

 

 

FINE CAPITOLO.

Un grazie a Alley, Fipsi, Maria Grazie e Ghia9614 per aver recensito l’ultimo capitolo di Monster. Spero davvero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento :D

 

         

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


South Bronx
_Centro d’accoglienza per senzatetto _

 

Fa male vedere la speranza morire, nonostante Bruce Banner abbia visto la sua affievolirsi e morire molto tempo fa, non può fare a meno di pensarlo.
I bambini che non giocano, gli uomini che guardano con ansia al cielo, è triste.
E’ dannatamente triste. E’ come trovarsi in una cartolina a cui hanno rubato i colori.
Ogni giorno che passa il Centro di Accoglienza vede arrivare nuovi ospiti. Famiglie che hanno perso tutto, ragazzi che hanno visto morire i genitori, vecchietti che desiderano  avere qualcuno accanto, anche un estraneo,  mentre il mondo attorno a loro va allo sfascio.
Ancora insonnolito Bruce si alza, lasciando la sua branda alla vecchietta avvolta in una pesante coperta
patchwork che, voltandosi nel dormiveglia, ha visto accanto al suo letto. Le sorride e la nonnina gli tocca delicatamente un braccio, prima di stendersi sul lettino, raggomitolandosi come una bambina spaventa. Dalla coperta che l’avvolge, spunta il musetto  di un gattino che subito torna ad accoccolarsi accanto alla sua padrona.
Bruce chiude la giacca fino all’ultimo bottone,  recupera la sacca da sotto al letto e se ne va all’ingresso del centro, a sedere con gli altri che si scaldando con fuochi accesi dentro alti bidoni in ferro.
-Vieni dottore.-
Il cerchio attorno ad uno dei fuochi si allarga e Bruce si ritrova a tendere le mani verso la fiamma rossastra che illumina i volti dei suoi nuovi amici. Un medico che ha visto la sua clinica da due milioni di dollari di fatturato  crollare come un castello di carte, una famosa scrittrice di libri per ragazzi che è straconvinto di aver visto in tv solo ad inizio settimana e altri.
Gente con cui probabilmente, anzi sicuramente, non avrebbe mai scambiato mezza parola se non fosse accaduto l’impossibile. Il  
Ragnarök.
-Un goccetto doc?-
-Grazie.-
Bruce afferra la bottiglia di liquore che gli viene allungata, la porta alle labbra e si lascia scaldare la gola e bruciare le viscere. Sospira chiudendo gli occhi.
-E’ roba buona eh? Io sono irlandese, me ne intendo.-
Bruce sorride e annuisce allungando la bottiglia al suo vicino, un anziano signore di mezza età, che ringrazia con un -
Danke schön.-
E’ questo quello che Bruce ama degli esseri umani, la capacità di atti di vera fratellanza nei momenti di crisi.
-Sei riuscito a dormire un po’ dottore?-
Bruce scrolla la testa -No, Clara.- e la cinquantenne, bionda, ma ancora davvero gradevole e piacente che lo fissa dall’altro lato del bidone, corruga la fronte in un espressione preoccupata - Dovresti chiamarla.-
Bruce alza gli occhi di scatto.
-Anche se avete litigato, sarà sicuramente preoccupata.-
L’irlandese, Bill o Tim,  Bruce non ha capito a causa del suo accento atroce, annuisce con aria sicura - Con il casino che è successo.-
Bruce abbassa gli occhi sulle sue mani tese -Come avete…?-
-Quando un uomo ha un espressione  come la tua , centra sempre una donna!-  Clara ride forte, seguita dall’irlandese che molla una violenta pacca sulla spalla di Bruce. Il tedesco continua a bere senza capire mentre il dottore,  William, ridacchia come se si vergognasse di trovarsi in tale sintonia con il variegato gruppo di disperato con cui si è ritrovato a condividere questa notte eterna.
La scrittrice, rimasta in un angolo per tutto il tempo, prende appunti su un quadernetto -Se ne usciamo vivi signori, vi farò diventare tutti famosi.-

 

-Ehi amico hai freddo? Vieni a scaldarti.-

 

 

Bruce si volta   per seguire lo sguardo dell’irlandese oltre di lui, ma come gira la testa, un pugno al mento lo manda a gambe all’aria. Il gruppo attorno al fuoco si ritira di scatto, sorpreso dalla velocità dell’azione, prima che il tedesco inizi ad inveire incomprensibile a tutti e la donna si faccia avanti bellicosa.
-EHI TU, CON TUTTO QUELLO CHE TI STA CAPITANDO, TI METTI A CERCARE ROGNA?!-
Bruce si gira di scatto verso la figura che incombe su di lui, un riverbero verde gli illumina lo sguardo nel tempo di un battito di palpebre, ma quando  la luce del fuoco illumina il volto del suo aggressore, questo svanisce lasciando spazio alla sorpresa.
-Tony?-

 

Sono settantadue ore, circa, che Tony non chiude occhio ed è positivamente certo che a breve cascherà per terra sbavando. Si avvicina, a Bruce che lo fissa tamponandosi il labbro inferiore con le dita e  ringhia scoprendo i denti -TI RENDI CONTO CHE C’HO MESSO QUATTRO ORE PER TROVARTI BANNER? PROPRIO IN CULONIA DOVEVI VENIRE AD IMBOSCARTI!?-
-Chi te l’ha chiesto di cercarmi?-
-TU ME L’HAI CHIESTO!-
Bruce sussulta in risposta a quel dito puntato contro  -No. Non ho mai fatto una cosa del genere.- mormora alternando lo sguardo con il viso di Tony. Anche se una parte di lui, non ne è poi così sicura.
-Nello stesso momento in cui hai imboccato la porta della Stark Tower lo sapevi che ti sarei corso dietro una volta sbollita la rabbia.- la voce di Tony , di colpo, cresce di un ottava- L’HAI FATTO A POSTA!-
E’ che a volte, ha la sensazione, che Tony lo conosca più di quanto lui stesso creda.
-Non è vero!-
-Sì che è vero! E’ così che sei fatto Banner!-  Bruce fa per alzarsi e Tony lo anticipa afferrandolo per il giaccone e strattonandolo in piedi - Sei talmente disabituato ad esternare i tuoi sentimenti che è così che chiedi aiuto! Con i gesti! Con le cazzate! Come l’altra volta, quando hai tentato di spararti, non dirmi che non sapevi di essere ripreso. Che avrei visto le  registrazioni o quella notte stessa o la mattina dopo. LE MIE ABITUDINI LE CONSOCI MEGLIO DI PEPPER.-

 

Naglfar

 

 

Un chiarore innaturale illumina il riquadro della finestra sopra la testa di Sif, la dea lo fissa, strizzando gli occhi, mentre la sua mente esce dal torpore e piano inizia a immagazzinare i  particolari dell’ambiente che la circonda.
Niente manette. Niente rocce appuntite sotto la schiena o lastroni di marmo. Non è  legata ad una parete della sala del trono di Útgarðr, ne ad un altare.  
Si tira a sedere guardandosi attorno. Le pareti della stanza in cui si trova e il soffitto da cui pende una lanterna, sono in legno scuro. Una scrivania ingombra di libri è  posta a favore di finestra, e un  largo tappeto quadrato spunta per gli angoli da sotto la struttura del letto.
-Dove sono?- bisbiglia.
L’ultima cosa che ricorda è lo squarcio fra i mondi, le anime che ne fuoriescono sottoforma di vento e luce e… -LOKI!-
-FIGLIO DI UN CANE.- ringhia alzandosi . Si appoggia al muro accanto al letto , prima con le mani, poi con la schiena. Chiude gli occhi sentendo il pavimento oscillare sotto i piedi.
-Fossi in te starei buona.-
-Che mi hai fatto?-
-Ti ho resa più docile e collaborativa.-
Sif socchiude gli occhi, illuminato da una lama di luce ambrata,  Loki le sorride  amabilmente.
-Sei uno schifoso.-
-Che brutto linguaggio Lady Sif.-
Sif richiude gli occhi stordita mentre la porta si chiude con un cigolio e i passi di Loki si risuonano. Il dio le appoggia una mano sul collo, le solleva il viso a forza - Non ho intenzione di farti del male, non costringermi a farlo.-
-Come al solito il piccolo Loki non ha mai colpa di nulla.-
Le dita sul collo chiaro di Sif si stringono leggermente -Non sfidarmi donna.-
-E’ tutta la vita che lo faccio.-la pressione del corpo di Loki contro il suo per un momento si fa insopportabile -LASCIAMI!- gli appoggia le mani sulle spalle, spinge,  ma tutto quello che ottiene è una stretta maggiore al collo.
-Hai idea di dove ti trovi?-
La forza di Sif scema  di colpo.
-
Sì, sei sempre stata una donna molto intelligente.- mormora Loki carezzevole - Sei su Naglfar, la nave infernale, e al momento sono l’unico amico che hai valchiria.-

 

 

South Bronx
_Centro d’accoglienza per senzatetto _

 

-Basta!-
Bruce rotola a terra  dopo l’ennesimo pugno da parte di Tony. Preme la mano sulla bocca della stomaco e sputa un grumo di sangue e saliva sul pavimento -Altrimenti che mi fai Banner?- è la risposta di Tony che già lo strattona per la giacca per farlo alzare.
-LO SAI CHE POTREI FARTI!-
-Certo, Hulk potrebbe uccidermi, ma perché non mi fermi tu?-
-IO SONO HULK!-
-NO,NON LO SEI! HULK E’ SOLO IL PARAVENTO DIETRO AL QUALE  TI NASCONDI.- Bruce afferra Tony per i polsi, ma finisce contro un muro con l’amico addosso prima di riuscire ad allontanarlo - Da quanto va avanti questa storia con Noelle?-
La voce di Bruce si fa un sussurro -Tre anni.-
-Sono tre anni che la fai aspettare?-
-Non capisci?-
-NO, NON LO CAPISCO.- Tony piega le braccia, per un momento si sobbarca il peso di Bruce, poi lo sbatte di nuovo contro il muro. La testa del dottore quasi rimbalza - Non capisco come diavolo si riesca a rifiutare qualcuno che ti ama anche se sa che potresti ucciderlo in uno scatto d’ira.-
-Non volevo che accadesse!-
-E’ accaduto Banner, quattro ore fa hanno dichiarato il suo decesso.-
Di colpo  Tony si ritrova a dover reggere tutto il peso di Bruce -E’ morta?- lo sente dire mentre accompagna la sua caduta a terra prima di lasciarlo andare.  Lo guarda dall’alto lasciando la presa al bavero della sua giacca.
-Sì, è morta.-

 

 

SHIELD
_Infermeria _

 

Noelle allunga il braccio verso Clint seduto accanto a lei e gli stringe debolmente le mani per attirare la sua attenzione. Barton apre gli occhi con un sussulto e immediatamente si china in avanti - Ciao.- mormora  scivolando sulla sedia per finire in ginocchio ,  i gomiti contro il bordo del letto.
Noelle lo fissa ,gli appoggia una mano sul viso, Clint sorride facendoci peso chinando il capo verso il palmo. Sono entrambi ridotti male, ma sono ancora vivi, è questo l’importante - Ci hai fatto prendere un bello spavento, lo sai ragazzina?-
-Mio padre?- la voce di Noelle è così debole che Clint deve chinarsi ancora di più su di lei per non perdersi una parola.
-E’ andato a prendere, con la forza, il tuo Principe Azzurro.-
-Non ci riuscirà.- la ragazza chiude gli occhi e volta la testa sul cuscino. Clint appoggia il mento sulla sua spalla -Io penso di sì, invece.-



South Bronx
_Centro d’accoglienza per senzatetto _

 

 

-Non è possibile.-
Bruce si lascia cadere in avanti, i pugni premuti sul pavimenti e la testa bassa - Non è possibile.- Non può averla uccisa.
-Che ti importa?- Tony si volta -Infondo l’hai fatta soffrire per tre anni, questo è stato solo l’ultimo dolore.-
-IO NON VOLEVO!-
-Cosa? Farla soffrire? O ucciderla? Eppure entrambi?-
Bruce si copre la testa con le mani -  Non volevo che soffrisse come ho fatto soffrire Betty, la mia povera moglie.-  Tony sgrana gli occhi - Anche lei mi amava, anche lei mi accettava per com’ero…-
-E…?-
-Ed è stata uccisa per colpa mia. Per fare del male a me!-
Tony piega le ginocchia per mettersi allo stesso piano di Bruce - Con la paura non si va da nessuna parte amico mio.- mormora - Vivo anche io nel terrore che qualcuno possa colpire Pepper per fare del male a me. E’ la paura di ogni essere umano perdere chi si ama.-
Lo sguardo che Bruce alza su Tony è di pura disperazione - Però non si può vivere da soli, non si può vivere  arroccati su una torre come fai tu Bruce.-  il volto di Tony finalmente si rabbonisce, un sorriso gli piega le labbra - La Bestia viveva sola nel castello, ma la Bella lo salvò, no?-
-Non c’è salvezza per me. Non più.- le dita di Bruce affondano nei capelli - Dio ho fatto di tutto per evitare che accadesse una cosa del genere. Di tutto.-
-Noelle è stata dichiarata morta alle diciotto e quindici, ma alla diciotto e sedici si era già ripresa.-
Bruce lo fissa senza capire.
-Amico è viva, non so che diavolo è successo, ma si è ripresa.-
Il volto del dottore viene percorso da un riverbero di sollievo.
-La sua prima parola è stata papà…- la voce di Tony trema per l’emozione -… la seconda Bruce.-
-La terza vaffanculo?-
Tony scrolla la testa - No… Ha detto: dov’è?-

 

FINE CAPITOLO.

 

 

Tony e le terapie d’urto xD
Se la linea ADSL mi assiste  risponderò alle vostre recensioni entro domani. Vi ringrazio fin da ora e ringrazio i lettori silenziosi che sono passati di qua (L) tanto amore.

 



 

 



 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


Volevo solo guardarti dormire, la più pura, vera, grande magia che mi accadde fu questa.
© Massimo Bisotti.

 

STARK TOWER.

 

 

Ritrovarsi a sbattere contro gli spigoli possibile non è una novità per Tony Stark, la novità è che gli stava capitando da sobrio -Cazzo mi piglia?-
Dopo quasi settantacinque ora di veglia, svariate unità di caffè e una scazzottata che gli ha spellato le nocche di entrambe le mani sente finalmente il bisogno di dormire almeno per qualche ora -Non sono manco ubriaco!-
Il problema è arrivarci al letto visto che il corridoio, all’improvviso è pieno di curve e la porta della camera  fluttua come se fosse  un riflesso sull’acqua.
Tony quasi rimbalza contro la cassettiera della sua camera da letto, e si volta sfiatando un - Porco Odino che dolore!- con entrambe le mani premute sul ginocchio sinistro.
Ad occhi strizzati saltella sul posto, farfugliando parolacce, bestemmie a divinità norrene che non sapeva nemmeno di conoscere e maledicendosi, soprattutto, per aver voluto per forza comprare quella maledetta cassettiera ingombrante come un panfilo e brutta come la morte solo per fare un dispetto a Hammer ai bei tempi che furono.
Apre gli occhi. Il suo letto è occupato da quella che all’inizio, a causa delle lacrime   agli angoli delle ciglia,  percepisce come una massa informe. Corruga la fronte e avvicinandosi, e  grazie al chiarore innaturale che illumina il cielo privo di stelle e di luna, riesce a capire che sono Pepper , Harley e Tony jr gli intrusi e l’ennesimo ostacolo al suo sonno.
-E voi che ci fate qui?- mormora sedendosi sul bordo del letto dalla parte di Junior che dorme avvinghiato alla madre, Harley invece è steso sulla pancia, il respiro pesante e spezzato da colpi di tosse. Pepper stringe il figlio a sé con un braccio, e con una mano trattiene il braccio di Harley poggiato di traverso sul suo fianco..
Tony si alza dopo qualche minuto passato ad osservarli in silenzio, carezzando ora una guanciotta di Tony jr, ora i capelli di Harley , e tira giù una coperta dall’armadio e la apre sui tre, facendo attenzione a coprirli per bene.
Fa il giro per  tirare la coperta sulle spalle di Junior. che il piccolo si gira e lo guarda insonnolito - Torna a dormire, è tardi.- mormora Tony baciandogli la fronte.
Tony jr sbadiglia e si fa più vicino a Pepper, invitandolo a stendersi con una manina battuta sul materasso.
-Grazie tesoro, ma non c’è abbastanza spazio per me.-

 

SHIELD.
_Infermeria_



Noelle dorme profondamente nonostante le ferite , il suo viso appare disteso sotto i cerotti.
Bruce la osserva già da qualche minuto, seduto sul bordo del materasso, incapace di svegliarla per risolvere una volta per tutte quella situazione di non detti che c’è fra loro da  tre anni, e allo stesso tempo incapace di toglierle gli occhi di dosso.
Sembra così serena, magari sta sognando qualcosa di bello. Bruce se lo augura davvero.
Si alza, dopo ancora qualche minuto, sistemandosi il giaccone con gesti nervosi.
Non può continuare a guardarla dormire, anche se gli piace singolarmente farlo, e da bravo codardo qual è per quanto riguarda i rapporti umani, non si sente di svegliarla. Non  ora. Non dopo che l’ha vista con il braccio ingessato e i tubicini di drenaggio che le sbucano da sotto la maglietta.
Fa per allontanarsi dal letto e dal suo crescente senso di colpa che un debole strattone alla giacca lo ferma. Si volta e Noelle abbassa la mano con cui l’ha trattenuto.
-Noelle.-
-Che hai fatto al viso?-
Bruce solleva entrambe le sopracciglia. Non si è visto, non ha idea di avere il labbro inferiore spaccato in due punti, il naso con tracce di sangue ad entrambe le narici e l’occhio destro nero.
-Ti hanno picchiato?-
Bruce torna a sedersi sul bordo del letto, sorridendo per quel poco che la ferita gli concede -Tony ci è andato pesante.-
-Ti ha preso a pugni?- Noelle non sembra sorpresa, anzi.
-E calci.-
-Ecco perché sei tornato.-

 

 

SHIELD.

 

 

-Clint?-
Clint  porta il viso sopra la spalla destra , girandosi verso quella lama di luce al neon che  taglia il pavimento e  risalendola con gli occhi, si ritrova a  dover strizzare le palpebre per qualche istante per via del brusco sbalzo di illuminazione
Natasha entra nell’ufficio di qualche passo e piegando il capo sposta con aria furbetta lo sguardo da Clint, seduto sul bordo della scrivania, di spalle rispetto alla porta alla persona che dorme con le braccia incrociate sul tavolo a fare da cuscino alla testa.
-Vogliamo chiedere a Stark come rintracciare lo stregone.-
-Avram?- Clint porta le mani al giaccone e abbassa la zip a testa bassa.
-Da quello che mi ha raccontato, quelli del suo popolo sono in grado di viaggiare fra mondi.-
-Quindi potrebbe portare Thor ad Asgard per parlare con questo Heimdallr.-
Clint si sfila la giacca con gesti lenti, impicciato dalle bende che gli fasciano strettamente il torace e rallentato dal dolore che sembra volerlo portare al manicomio. Sembra ad un passo dal chiedere aiuto a Natasha, prima che l’orgoglio abbia il sopravvento e riesca nell’intento con un mormorio di dolore.
-Andiamo.-
Appoggia la giacca sulle spalle di Phil, che ha osservato dormire fino a qualche momento prima e accenna un sorriso a sentirlo borbottare nel sonno. Si alza e nonostante il viso di Natasha sia in penombra, non può non notare quel ghignetto che le arriccia le labbra.
-Non dire nulla.-
-Non ho detto nulla.-
-Lo stai pensando.-
Clint tenta di baciarla sulla fronte e Natasha lo spinge indietro stizzita -Dalli a tua sorella i bacini Barton!-
-Non ce l’ho!-
Phil alza la testa osservandoli uscire dal suo ufficio strattonandosi a vicenda come due bambini e stringendosi addosso la giacca di Clint torna a sonnecchiare .

 

 

SHIELD.
_Infermeria_

 

 

Arriva sempre il momento in cui ti rendi conto di aver fatto del male.
Di solito  succede quando meno te l’aspetti, quando sei animato da buona volontà, è lì, in quel preciso momento, che ti accorgi di quella ferita che sanguina sull’ultima persona al mondo che vorresti voler soffrire e sai di aver rotto qualcosa.
Qualcosa di unico e vitale.
-Hai visto che sto bene e adesso puoi andare Bruce.- Noelle avvolge il braccio ingessato con quello sano e volta la testa sul cuscino. Oltre il vetro della finestra, il cielo  è illuminato, a tratti, da lampi di luce  bianca.
E’ la prima volta che Bruce  sente tutto quel gelo provenire da Noelle e la sorpresa è così grande che per un momento non sa che dire.
-Non…-balbetta -…Non è per questo che sono tornato.-
-Allora per cosa?- gli chiede la ragazza tornando a guardarlo. Non c’è stizza sul suo viso, né rancore o dolore. Solo, rassegnazione.
Senza dubbio il peggiore dei doni che Bruce avrebbe potuto farle.
-Volevo starti vicino.-
-Dopo che mio padre ti ha preso a sberle? Davvero nobile da parte tua.-
-Non è per questo.-
-Allora per cosa?-
Sarebbe molto più facile se Noelle gridasse, se gli mostrasse un minimo di disprezzo per averla quasi uccisa. E invece niente, lo guarda come se non gli importasse più di nulla di lui.

-Perché sono innamorato di te.-

Noelle non ha tempo di metabolizzare le parole di Bruce che il dottore si china a stringerle leggermente la mano sana a mo’ di saluto e si alza. Noelle lo segue con lo sguardo, cerca di tirarsi a sedere, ma una fitta congiunta al costato e spalle glie lo  impedisce.
Rantola un  -BRUCE!BRUCE! PORCA MERDA, FERMO!- ma è troppo tardi.
Il dottore si è già chiuso la porta alle spalle.

 

FINE CAPITOLO:

 

Sono di passaggio, ma come sempre desidero ringraziare chi ha letto lo scorso capitolo, e soratutto chi ha avuto la bontà di recensire lo scorso capitolo: Alley, Fipsi, Maria Grazia ,  mia gretoul. Non sono molto convinta di questo capitolo, se vi va fatemi sapere che ve ne pare :D

 

 

 

 

 

 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***


 

 

 

SHIELD
_Infermeria_

 


Un altro uomo probabilmente si sorprenderebbe nel vedere la propria figlia intenta a scappare dalla finestra della sua camera di degenza, un altro uomo probabilmente solleverebbe un sopracciglio a ritrovarsi  ad altezza faccia il sedere della sua primogenita avvolto in un pantaloncini a stampa di paperelle felici. Un altro uomo, ma non Tony Stark.
-Junior che diavolo stai facendo?-
Torcendo la schiena Noelle si gira a guardarlo da sopra una spalla.
-Siamo al terzo piano, lo hai notato?-
-C’è una terrazza qua sotto.- Noelle torna a guardare in basso allungando il collo mentre Tony le si avvicina scrollando la testa. Fa scorrere il vetro della finestra accanto a quella dove Noelle è appollaiata e si affaccia poggiando gli avambracci sul davanzale e sollevandosi sulle punte dei piedi.  A quanto pare i suoi figli ragionano tutti allo stesso modo, per lo meno i primi due, visto che ha trovato anche Harley nella stessa modalità di fuga di Noelle quando era ricoverato al Presbyterian.
-Tuo fratello almeno voleva saltare da un metro e mezzo, questi saranno  più di due metri.-
Noelle corruga la fronte osservando il salto sotto di lei -Se mi ammazzo sarà colpa di quel cerbero in camice che non mi far uscire.-
Tony guarda verso la porta, in corridoio, Sharon Carter si batte una mano sulla fronte -Chi? Sharon?-
-Sì, lei.-
Tony alza gli occhi al soffitto. Non riesce davvero a spiegarsi come sia possibile che Noelle gli somigli così tanto. Non è cresciuta con lui, l’ha ritrovata a venticinque anni e l’ha frequentato solo per un mese e mezzo prima di perderla di nuovo.
-Junior.-
-Nh?-
-MI SPIEGHI CHE DIAVOLO E’ SUCCESSO FRA TE E BANNER?-

 

STARK TOWER

 

-Darcy lo  sai che ti voglio bene?-
-Anche io ti vogliamo bene Bruce!-
-Però devo dirtelo, sei dannatamente inquietante quando fai così!- Sono più di dieci minuti che Darcy lo fissa,  quasi senza battere le ciglia e con un sorrisetto che non promette nulla di buono stampato  sulle labbra.
Bruce ha provato ad ignorarla, a chiederle se voleva giocare a chi ride prima, ma non ha  ricevuto nessuna risposta fino ad ora.
- Devi dirmi qualcosa?-
Darcy sbuffa una risatina. E’ accucciata di fronte alla scrivania di Bruce, il viso sostenuto dalle mani .
Vista da fuori potrebbe sembrare adorabile come una bimba, ma il dottore sa perfettamente quanto può essere pericolosa quando ha su quel faccino.
-Mi chiedevo doc, quando uscirai dalla fase Emo?-
Bruce corruga la fronte  -Fase Emo?-
-Sì, sai... - Darcy  prende a gesticolare mantenendosi sui calcagni - La depressione, l’aura lugubre,  hai i My Chemical Romance nel lettore?-
Bruce preme due dita sull’auricolare nell’orecchio sinistro - No, i
Led Zeppelin.-
-Allora c’è ancora speranza.-  Darcy aggira la scrivania dopo essersi  tirata su con un saltello , Bruce puntando i piedi, sposta indietro la sedia e si gira verso di lei . La ragazza gli batte entrambe le mani sulle spalle chinandosi in avanti per portare il viso al suo stesso piano - Dottore non vorrei caricati di un peso, ma sono tre anni che aspettiamo che te e Noelle risolviate la vostra situazione.-
Bruce alza gli occhi al soffitto -Siete delle comari, tutti... Siete peggio di un circolo di uncinetto.-
 Darcy corruga la fronte -Io ci definirei più una bisca clandestina.-
-Giusto! Ora che ci pensò però  non ho ancora visto la mia puntata su Coulson e Barton. Sono tornati assieme mi pare.-
-Non  divagare, stiamo parlando di te.-
Bruce incrocia le braccia   sprofondando nella sedia girevole - Quindi dovrei andare da Noelle per far vincere  soldi a qualcuno di voi?-
Darcy annuisce sorridente.
-E a chi?-
-A me!-
Bruce inarca un sopracciglio.
-Me lo devi, sono l’unica che ti ha dato fiducia. Perfino Steve ha scommesso contro di te!-
-Che manica di…- Bruce fa per la sedia verso la scrivania, ma Darcy la blocca  afferrandola per un poggiolo e la gira di nuovo verso di sé. Si accomoda sulla ginocchia del dottore  con un saltello mentre questo porta il mento ad appoggiare nel palmo di una mano   -Sappi allora che passerò tutttttto  il giorno con te cantando  a squarciagola la compilation dei grandi successi degli Abba!-
 


SHIELD
_Infermeria_

 

-Non capisco come diavolo sia possibile che tu mi somigli così tanto.-
-Si chiama genetica.-
-No, si chiama sfiga.-
-Anche quella.-
Tony ferma il suo andirivieni davanti alla finestra su cui Noelle è appollaiata e sospira - Mi spieghi che diavolo è successo?-
-Raccontarlo a te è un tantino imbarazzante.-
-Junior sono preparato all’idea.- Noelle corruga la fronte - Lo so perfettamente che quando Bruce, finalmente…- Tony unisce le mani e guarda verso il soffitto - … Si ricorderà di essere un maschio, etero, con la prostata ancora in funzione,  ti butterà sulla prima superficie piana per…-
-ANTHONY EDWARD STARK!-
Tony assottiglia lo sguardo - Non mi dire che alla tua età sei ancora vergine.-
Noelle si schiaccia la mano sana al viso - Non è questo il punto! Non si dicono certe cose alla propria figlia.-
-Ah no?-
-NO! Dovresti essere geloso !- Noelle mima con il braccio sano  una spinta verso qualcuno di fronte a lei - Non dovresti spingermi verso il peccato.-
-Non si chiama peccato, si chiama sesso!-
-Io mi suicido!- Noelle lancia uno sguardo al vuoto dietro di lei  ponderando se sia il caso di buttarsi o di rassegnarsi a passare la vita sul lettino di uno psicoterapeuta  .
L’espressione di Tony si rabbonisce mentre si avvicina alla figlia e le prende il viso fra le mani per farla girare di nuovo verso di sé -Sarò sempre geloso di te Noelle, ma  se devo scegliere qualcuno che ti porti via da me, beh, scelgo Bruce tutta la vita! Perché almeno sono certo che ti tratterà sempre come meriti.-
-Ovviamente quando si ricorderà di essere un maschio etero  con la prostata ancora in funzione.- ridacchia Noelle.
-Esattamente e non è facile per gli uomini per la mia età ricordarselo. I primi acciacchi, i primi vuoti di memo …-
Noelle stende le braccia e lo tira a sé, e Tony affonda il viso nella sua spalla chiudendo gli occhi - Ho avuto una paura folle.-
-Mi dispiace.-
-Ho creduto di averti persa.- Come Nala, come le bambine, come Allia -Non farmi più certi scherzi.-


STARK TOWER

 

-Mamma mia, here I go again. My my, how can I resist you?-

Phil sussulta sotto il braccio di Clint steso di traverso sul suo petto , Barton si gira e cerca di infilare  la testa sotto il cuscino mentre Natasha, dall’altro lato si tira a sedere con un gemito.  I dieci minuti che si erano detti di concedersi prima di tornare allo SHIELD sono diventati trenta  a giudicare dalla sveglia sul comodino che Natasha afferra  con una mano per poterla guardare da vicino, ma non si meritavano di certo un risveglio simile.
-Che diavolo è ?- biascica Phil tirando via il cuscino dalla testa del compagno che si raggomitola a palla  coprendosi le orecchie con le mani.
-Una sirena antiarea?-  Natasha cerca lo sguardo di Coulson da sopra Clint che si lamenta con la faccia premuta contro il materasso .
-Fatela smettere !- si lamenta Barton senza  alzare la testa -Mi sta scoppiando il cervello!-

 

-I've been angry and sad about things that you do. I can't count all the times that I've told you we're through.-


In corridoio Bruce è convinto di avere il cervello sul punto di colargli dalle orecchie.  Darcy non è semplicemente stonata, è  più  un qualcosa di simile a unghie sulle lavagna o a alla puntina di un giradischi che gratta. - SE VADO ALLO SHIELD LA SMETTI DI CANTARE?-
Darcy sobbalza alla stretta di Bruce sulla sua testolina scarmigliata - Ci vai subito?-
-Il tempo di mettere la giacca.-
-Allora la smetto.-
Bruce lascia cadere le spalle con un sospiro sollevato mentre se ne va verso il suo laboratorio alla ricerca del giaccone. Mai sfidare Darcy  Lewis  a farti uscire di senno, mai, ne è capacissima.
Passa di fronte al vano ascensore mentre le porte si aprono, si ferma e torna indietro.
Nel vano Tony alza la testa  in segno di saluto,  Noelle, sulle sue spalle, sventola una mano.
-Ti hanno già dimessa?-
-Siamo scappati.-
Bruce solleva entrambe le sopracciglia .
-Non chiedere.-  Noelle fa di sì con la testa mentre Tony sghignazza.
-Ma…?-
-Ti abbiamo detto di non chiedere.- fanno in coro padre e figlia.
Bruce alza entrambe le mani in segno di resa, prima di doverle stendere di colpo per sostenere Noelle . Inarca la schiena, sobbarcandosi il peso della ragazza e  bilancia il peso del corpo passandolo da un piede all’altro.

-Almeno ditemi che non avete messo a ferro e fuoco il  piano.-
-Naaaaah.-  Noelle fa di no con la testolina sfregandola contro la spalla di Bruce che la tiene  stretta contro di sé -A ferro e fuoco no.-
-Niente fuoco , molto ferro.-  Di spalle rispetto ai due, Tony inizia a scorrere le targhette delle bottiglie sul carrello degli alcolici .
-Mi state facendo paura.-
-Non mi dire che c’è stato un momento che non c’hai temuti.-
Bruce corruga la fronte riflessivo mentre fa sedere Noelle sul divano e  prende posto accanto a lei -Effettivamente no.-

 

STARK TOWER

 

-Non bere in fretta.-
Noelle assottiglia lo sguardo da sopra il bicchiere di succo di frutta che Bruce le ha appena allungato e per dispetto lo inclina maggiormente.
-Lo faccio per te, non fare quella faccia.-
-Ho le costole rotte Banner…-
-E il braccio.- Bruce le indica il braccio  che tiene raccolto al petto con un  foulard annodato dietro al collo.
-Sì, ma nessuna di queste fratture comporta qualcosa nella deglutizione, no?-

-JUNIOR NON STRAFOGARTI!-

Noelle sbuffa al rimbrotto a distanza del padre prima che un urletto di bimbo seguito da un tonfo e un grido di donna non la faccia voltare verso il corridoio che da’  sulla zona notte dell’attico. Tony junior spunta tutto nudo e insaponato seguito da  Pepper che si aggrappa al battente della porta con una mano e si  massaggia un ginocchio con l’altra -ANTHONY PHILIP STARK!-
Tony si ritrova a sentire i pantaloni strattonati dalle manine bagnate del figlio che, da dietro alle sue gambe fa una pernacchia alla madre.
-VIENI SUBITO QUI TI PRENDERAI UN MALANNO!-
-GNOH!-
Tony alterna lo sguardo dalla madre al bambino senza sapere che dire.
-Tony di’ qualcosa a tuo figlio.-
Tony sgrana gli occhi - E che dovrei dirgli?-
Sventolando l’asciugamano  Pepper strepita un - Non lo so! Fai il padre.-
Tony si gira verso il bambino che lo fissa con un sorrisetto furbetto sulle labbra -Nemmeno a me piaceva fare il bagno da piccolo.- posa il bicchiere di whisky e chinandosi su di lui lo solleva e  se lo infila sotto il braccio a mo’ di pacco postale - Andiamo soldo di cacio, lo faremo assieme.-
Non fa a tempo però ad arrivare al corridoio che le porte dell’ascensore si aprono su Thor in compagnia di Steve.
Si gira per salutarli, ma la sua attenzione viene attirata subito da Noelle che alla vista del dio del tuono tenta di alzarsi per andargli incontro e le labbra gli rimangono socchiuse per un secondo.
-Noelle?-
La ragazza si tira su a fatica appoggiandosi a Bruce che la sostiene e la spinge per farla alzare. Non si gira verso il padre che la chiama, non ringrazia il dottore che l’ha aiutata ad alzarsi.
-Thor.-
-Lady Noelle sono felice di vedere che stai bene.-
-Tua madre era una donna bionda con gli occhi azzurri?-

 

 

 

 

FINE CAPITOLO.

Capitolo di transizione in attesa di entrare nel vivo della storia :D Spero vi sia piaciuto!

 

Note:

1)  La canzone cantata da Darcy è  “Mamma mia.” degli Abba.

2)  Nel mio head cannon  il nome completo di Phil Coulson è Philip, quindi il piccolo Tony jr. si chiama come lui.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***


 

 

 

La scacchiera è pronta, i pezzi si muovono.
@ Il signore degli Anelli.

 

 

 

STARK TOWER

 

 

-Conosci una donna con lunghi capelli biondi, occhi azzurri e un viso bellissimo e gentile?-


 

 -Prego?-
L’espressione che per un momento scurisce il viso di Thor è così incredula e costernata che Noelle si sente in colpa come una ladra per averlo preso di petto a quel modo senza un minimo di delicatezza  - L- La conosci?- balbetta a disagio , ormai impossibilitata a cambiare argomento-Minuta, con un vestito dorato e una acconciatura a trecce fermata sul capo da una specie di diadema?-
A sua discolpa non aveva la minima idea di essere saltata a piedi pari su un argomento più che difficile.
Il dio preme le labbra una contro l’altra per un momento prima di parlare -Hai appena descritto la mia cara madre, Lady Noelle.-
La voce di Thor è appena un sussurro mentre Noelle porta una mano alla fronte e con la pressione delle dita cerca di stemperare la fitta di dolore che le fa strizzare gli occhi come se avesse una luce puntata in faccia.
Ha la sensazione che il suo cervello stia cercando di elaborare un ricordo, ma che una parte di lei non voglia che lo faccia . Sfrega con più forza i polpastrelli sulla  fronte mentre Bruce le si avvicina e le passa un braccio attorno alla vita per pilotarla di nuovo al divano.
-Tua madre? Non è…-  chiede il dottore mentre Noelle punta i piedi per non farsi portar via, ma allo stesso tempo lo trattiene accanto a sé stringendogli la felpa ad altezza del torace.
-Morta sì.- Thor annuisce tornando subito a guardare la piccola umana  che non ha smesso un secondo di fissarlo - Come conosci l’aspetto di mia madre?- le chiede.
-L’ho vista accanto al mio letto.-
Tony corruga la fronte spostando lo sguardo dalla figlia maggiore, al minore seduto sul suo braccio per poi voltarsi a cercare Pepper.
-Quando?- chiede alla figlia guardando però la compagnia che gli restituisce la stessa espressione perplessa che senta stampata sul suo viso.
Noelle strizza gli occhi  ancora una volta-... Mentre morivo.-

 

 

-Hai avuto un allucinazione.-
-No, non è vero.- Per la prima volta Noelle sposta gli occhi da Thor per poggiarli sul viso di Bruce.
-Amore stavi morendo.-
Noelle si gira verso il padre - Vi dico che non l’ho sognata.-
-Tesoro…- cerca di blandirla Pepper, e Noelle digrigna i denti indispettita.
-Papà eri inginocchiato per terra, vicino alla porta,  piangevi e ti coprivi la testa con le mani.- Tony corruga la fronte, la prima cosa che Noelle ha fatto quando si è svegliata è stata asciugargli le guancie - Pepper era anche lei sulle ginocchia, era appoggiata alla tua schiena. Piangeva anche lei.-
Tony deglutisce a vuoto cercando ancora lo sguardo di Pepper
-Hai anche chiesto scusa alla mamma dicendo che era tutta colpa tua .-
Tony sente il peso di Tony jr. triplicare di botto tanto che lo stringe anche con l’altro braccio per evitare di mollarlo.  L’ha farfugliato mentre tutti i macchinari davano segnale di arresto cardiaco.
-Oddio.- sussurra.
Thor si avvicina e delicatamente prende il mento di Noelle in una mano e la costringerla a tornare a guardarlo.
-Ti ha detto qualcosa mia madre?-

 

 

-Con il sangue è iniziata e con il sangue finirà. E’ il sacrificio che fa grande un re.-

 

 

STARK TOWER
-Laboratorio-

 

 

Il vino in busta è senza dubbio il punto più basso dell’alcolismo, ma da tempo Tony ha smesso di fare lo schizzinoso e ad accontentarsi di quello che passa il convento.   Butta giù una lunga sorsata reclinando indietro la testa e sbatte il cartone sul tavolo da lavoro - Porco Odino ci mancavano solo le profezie di Nostradamus.-
Bruce alza gli occhi su di lui fermando il lavoro delle dita sulla tastiera del portatile.
-Che cazzo significa  secondo te?-
Bruce sospira lasciando cadere le spalle - Non dovresti bere, non è il momento.-
-Ce la fai a non fare il boyscout per dieci minuti Bruce? Me ne bastano anche cinque.-
Bruce si alza facendo scivolare indietro la sedia e poggiando le mani sul tavolo e con uno strattone strappa il cartone dalla presa di Tony  e lo va a svuota nel lavandino - No, mi dispiace.-
-Mi viene da prenderti a pugni quando fai così.-
Bruce si passa una mano sul mento aprendo e chiudendo la bocca -Abbiamo già dato per questo mese, non trovi?-
-Mi serve Lenus.-  Tony si lascia cadere seduto e incrocia le braccia sul piano del tavolo. Ci appoggia la testa con un sospiro - Il problema è che non so dove trovarlo.-
-Di solito come fate?-
-Di solito è lui che trova me quando ho bisogno, ma stavolta è in ritardo.-
-
Uno stregone non è mai in ritardo, Tony Stark. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo.-
Tony alza la testa dalle braccia -EH?-
-Non mi dire che non conosci il Signore degli Anelli.-

 

 

Piana di Vigrid
-Asgard-

-Padre?-
Le labbra di Lenus si arricciano in un sorrisetto divertito mentre  incrocia lo sguardo preoccupato di Nala. Nella notte del
Ragnarǫk lo spirito della ragazzina  brilla come una lucciola.
-Ho appena preparato una  bella sorpresa al nostro caro amico Loki.-
Il bel viso di Nala si volta verso   il moncone di Bifrost che si getta nel nulla per poi voltarsi verso le mura dorate di Asgard. Corruga  la fronte e Lenus non può fare a meno di  ridere della sua perplessità.
-Abbassa gli occhi Nala.-
Nala obbedisce e immediatamente schiude le labbra in un espressione confusa alla vita dell’immenso disegno  tracciato nella terra su cui Lenus sta appoggiando i piedi - Cos’è questo padre?-
-E’ la porta d’ingresso per una regina che ha intenzione di avere indietro i suoi sudditi.-
-Hel?- la voce di Nala si  tinge di apprensione  mentre Lenus  sfila un pugnale dallo stivalo destro e preme la lama del pugnale sul palmo della mano. Tira indietro la lama con uno scatto e una linea rossa si apre sulla sua pelle.
-Sì, tesoro.- Stringe il pugno premendo le dita sulla ferita per far scendere il sangue e farlo gocciolare sull’erba.
-Ne vedremo nelle belle. Loki pagherà , pagherà amaramente per quello che ha fatto.-

 

 

Loki è  al timone della nave infernale quando un sussurro lo spinge a voltarsi.  Una figura prende corpo di fronte a lui dal fumo e dal freddo che accompagna il viaggio di Naglfar,  una figura che lo fissa malevola nonostante il sorriso che le arriccia gli angoli della bocca. Una donna  con il viso per metà  cadente  e marcio come quello di un cadavere e per metà simile al suo, con lineamenti precisi e piacevoli, pelle candida e labbra sottili, ma ben disegnate  -Hel?- mormora incredulo.
-Padre.-
La voce di Hel è zuccherosa mentre solleva una mano putrida e sfiora il volto del genitore. Loki sente qualcosa spezzarsi dentro  e il fiato venir meno mentre le ginocchia gli cedono di botto. Si ritrova a fissare Hel dal basso mentre  urla iniziano a farsi sentire nella sua testa.
Da quella parte di lui che credeva morta  per sempre.

 

-E’ iniziata?- chiede Nala osservando il cielo.
-Oh sì, Hel è di parola.- ghigna Lenus -L’inferno lo è sempre.-

 

 

 

FINE CAPITOLO:

Come annunciato nella mia paginetta facebook domani parto per un mesetto, quindi dovrete attendere un po’ per sapere il proseguo della storia.  Sono di passaggio, visto che letteralmente rotolando fra le valigie, ma ci tengo, come sempre a ringraziare chi legge questa mia, chi l’ha messa fra le preferite/ricordate/seguite e soprattutto chi ha avuto la bontà di perdere qualche minuto per recensire!
Al prossimo mese.
Ino chan.



NOTE E DISCLAMERS:

1.  La Piana di Vigrid è una verde distesa che si allarga tra la base di Bifrost e le mura di Asgard. Le leggende norrene vogliono che questa piana sarà teatro dello scontro finale tra dèi, uomini, mostri e giganti, il Ragnarok. @ FONTE: WEB

2.  Nella mitologia norrena, Hel o Hella  è la dea degli Inferi, figlia di Loki, dio dell'inganno, e di Angrboða, una gigantessa.Si narra che quando venne al mondo la malattia colpì per la prima volta l'umanità e che lei stessa portò nel mondo dei vivi il dolore e la disperazione. @ FONTE: WIKIPEDIA

3.  Uno stregone non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo. @ FONTE: Il signore degli anelli.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***


 

Piana di Vigrid
-Asgard-

 

Morto senza poter morire realmente. Le labbra di Avram si tendono in un sorriso mentre il primo grido di Loki gli rimbomba in testa.  Inspira profondamente la vittoria mentre il vento che spingeva la nave verso la piana si ferma e l’erba smette di piegarsi verso di lui.
Nala si guarda attorno, i grandi occhi rosa  che riflettono il buio di cui sta scappando si spaziano senza capire, prima di sollevarsi oltre il moncone del Bifröst che si getta nell’ oscurità.
-E’ ferma.- mormora.
-Una nave senza il suo comandante può solo andare alla deriva.-
Nala torna a guardare il cielo mentre  le palpebre di Avram si sollevano e seguono lo sguardo della figlia. A differenza sua lui può vedere, può sentire.
E’ dolore quello che sgorga dal corpo del Dio degli Inganni, ed è come miele per i suoi sensi.
Sospira di piacere  leccandosi le labbra mentre Nala si volta a guardarlo tenendo le sopracciglia corrugate.
-Nel momento in cui ti rendi conto che tutta la vita non è ancora che  una lunga sequela di sbagli è lì che vive Hel, regina di morti senza onore.-
-Non capisco.-
-Loki sta rivivendo tutti i suoi sbagli in questo preciso momento, dal primo all’ultimo e direi che ne avrà di cosette da  ricordare il dio delle malefatte.- Una risata roca  , sgraziata come il latrato di un cane, Nala sorride appena mentre  Lenus si volta sempre ridendo e strofinandosi le labbra con le dita callose .
-Il bambino esposto.-
Lenus lascia cadere il braccio lungo il fianco - Il bambino che stava per essere fucilato.-
-Chi dei due vincerà la battaglia?-

 

Naglfar

 
 Non si guarda  l’inferno negli occhi, ma  Sif non riesce ad abbassare lo sguardo.
Il volto di Hel, letteralmente a metà fra la perfezione e la dannazione suscita su di lei  un fascino perverso che non riesce ad ignorare. Abbassa lo sguardo per qualche secondo, lo appoggia su Loki  raggomitolato ai suoi piedi, poi lo solleva di nuovo  sulla dea di fronte a lei.
-Cosa…-
Hel alza gli occhi, blu come quelli di Loki, verso il viso di Sif. La dea che si è fatta strada a spintoni fra i dannati per vedere cosa stava succedendo e che alla vista di Loki  a terra ha trattenuto il respiro, probabilmente senza nemmeno rendersene conto.
-Cosa…-la sente ripetere confusa, a bassa voce -…Cosa?-
-…Gli ho fatto?-  le chiede sommessamente, quasi con dolcezza.
Perché il vero inferno è così, non sembra mai troppo  crudele all’apparenza.
I dannati alle spalle di Sif rumoreggiano scontenti, ma nessuno sembra essere preoccupato per le condizioni del dio che in preda a tremori incontrollati sbava e risucchia aria dalle labbra contratti per emettere grida strozzate.
La nave si è fermata, è questo il loro unico pensiero.
Sif si guarda attorno, torna ad Hel, che si abbassa per  accarezzare con la mano putrida i capelli scuri di Loki. Glie li porta indietro dal viso,   come se lo amasse e per un secondo, Sif ha la sensazione che non sia solo una sua impressione.
-Gli sto mostrando i suoi sbagli .-
-Per lui.- mormora Sif.
-Per lui.- conferma Hel.

 

 STARK TOWER

 

 

Tony sa perfettamente che è quasi impossibile dormire  fra incubi, sobbalzi e risvegli urlati. Gli incubi nella notte eterna del Ragnarök sembrano aver preso una nuova sfumatura più realistica che lo fa tendere e gridare nel sonno con tanta forza da attirare i vicini di stanza accanto al suo letto per svegliarlo  e avere la gola in fiamme.
Di solito è la strage di Beremenshir quella che rivive, altre volte è Teresa che muore fra le fiamme o Yinsen * che abbandona la vita senza rimpianti con un sorriso sulle labbra e una raccomandazione quasi paterna.
Per questa ragione, quando l’incubo inizia, Tony non ha idea  a cosa stia assistendo.
 A notte fonde, sul ciglio di una strada deserta, un uomo sta sistemando il suo taxi dopo l’ultima corsa. Fa freddo, il tassista è chino sul sedile posteriore, sta raccogliendo a mano le cicche che un cliente ha sparso per il poggiapiedi ignorando bellamente sia il posacenere  sul bracciolo della portiera che quello sul sedile di fronte.
-Io vorrei proprio sapere se a casa loro fanno lo stesso.- borbotta a bassa voce l’uomo di cui Tony, sotto la visiera del berretto da baseball che tiene calato sul capo, riesce a vedere solo un ciuffo di capelli rossi   che arriva e la punta di un naso aquilino.
-Amico esci da lì.-
Il tassista si irrigidisce,  lascia andare la cicca numero otto di nuovo sul tappetino e si tira su voltandosi verso un ragazzetto di una quindicina d’anni che tiene fra le mani una pistola grossa più o meno quanto lui. L’uomo alza le mani mentre il ragazzino trema e sposta lo sguardo da lui al taxi.
-Dammi l’incasso.-
-L’ho già depositato.-
-Non dire balle.-
 Ora che è  dritto Tony riesce a vedere il tassista in viso.  Dimostra sui quarantacinque anni, ha la barba e gli occhi verdi . Tony ha la sensazione di averlo già visto, ma non ha idea di dove.
-Ascolta figliolo, non ho niente, davvero. -
Il ragazzino si passa una mano sulla testa rasata mentre guarda la vetrina dell’agenzia taxi di fronte al quale il taxi è posteggiato. E’ arrivato tardi, l’ha capito, ma non può tirarsi indietro. Sa che lo stanno guardando, che la sua ammissione alla banda dipende tutto da questo.
Così solleva la pistola e spara.
Tony trattiene un  urlo sorpreso mentre l’uomo porta le mani al petto.
Il foro  del proiettile si apre in una rosa rossa sul beige del giaccone, il tassista lo fissa sorpreso prima di alzare gli occhi sul suo assassino.
Occhi verdi, capelli rossi, ma dove l’ha già visto?
Tony guarda l’uomo cadere a terra e il suo assassino venire circondato dai suoi compagni.
Stessa testa rasata, stesso giubbotto con un lupo stampato sulla schiena.
-Bestiale l’hai steso.- ride uno.
-Vediamo che ha nel portafoglio.-
Tony vorrebbe reagire, ma non riesce a muoversi. La giacca del tassista viene aperta, ha su un bizzarro  maglione  con una renna  sopra, e sotto alla renna…
-Benji?-
C’è ricamato il suo nome.
-Oddio.-
Benjiamin Moore, il marito di Teresa, il patrigno di Noelle.

 

Tony apre gli occhi con un urlo gorgogliato e immediatamente il freddo lo avvolge.
Un freddo innaturale, un freddo che Tony ha imparato a conoscere suo malgrado.
Si volta di scatto  alzando la testa dal cuscino.
Qualcuno è chino su di lui, qualcuno con una mano timidamente allungata .
Qualcuno la cui luce delle anime che sfrecciano nel cielo senza stelle del
Ragnarök
passa attraverso.
Qualcuno che ha appena visto morire.
Tony si tira verso la spalliera con un verso strangolato -OH CRISTO!-
-Scusami non volevo spaventarti.-
Benjiamin tira indietro la mano e si raddrizza.
-SONO DIVENTATO UN FOTTUTO MEDIUM?- Prima Nala,  ora Moore. Poi chi ? Il fantasma di Cleopatra?
La risata di Benji è piacevole, bassa e roca - Le porte dell’aldilà sono aperte l’hai dimenticato?-
Tony scrolla la testa.
-Tutti possono vedermi, tranquillo, non sei diventato Melinda Gordon *.-
Le labbra di Tony si piegano in un piccolissimo sorriso - Che vuoi Benji?-
Benji si avvicina la letto di Tony, come Nala indossa gli abiti con cui è stato ucciso, il giaccone beige e il maglione con la renna - Prima di tutto scusarmi, non pensavo che toccandoti ti avrei fatto vedere la mia morte.-  Tony annuisce - Per seconda cosa avvisarti.-
Tony corruga la fronte - Di cosa?-
-Lo stregone ha fermato l’avanzata della nave.-
Tony si raddrizza -Naglfar?-
Benji annuisce.

 -Quell’uomo è un fottuto genio!-

Tony balza giù dal letto e Benji gira un po’ la testa per osservarlo. C’è un ombra nei suoi occhi e non è solo quella della morte - Quando sorride è uguale a te.-
Tony abbassa le braccia lentamente -Grazie.- mormora -Grazie per averla cresciuta come io sicuramente non sarei stato capace di fare.-
Benji sorride mentre svanisce in una voluta di fumo bianco. Una presenza gentile, come Nala,  ma non tutte quelle comete che solcano il cielo sono anime di gente buona morta per forza.
Tony corruga la fronte osservando il cielo.
Potrebbero esserci i suoi genitori là mezzo o  Obadiah.
-Sta attento Tony, non tutti là fuori sono anime buone. Questo contrattempo ha reso molti furiosi.-
Tony si volta di scatto, ma Benij è già sparito.



STARK TOWER

 

Un refolo d’aria fredda come una carezza fra i capelli, Noelle solleva la testa dal cuscino e si gira . L’ombra  confusa china su di lei si dissolve in lucciole bianche che s’involano verso il soffitto e la ragazza non può fare a mano di stropicciarsi gli occhi con il dorso della mano.
Il sedativo che Sharon le ha somministrato prima di andare a letto era un po’ troppo forte forse. Si tira a sedere in mezzo al letto, intorpidita  a parte la natica destra. Quella la sente andare in fiamme fin troppo bene per l’iniezione.
 Scosta le coperte e il brivido di freddo è istantaneo, diverso però da quello che l’ha svegliata.

Non ha idea di chi l’ha finalmente salutata e forse è meglio così.

In cucina Bruce sta mangiando rumorosamente da un barattolo. Noelle arrotonda entrambe le sopracciglia mentre osserva il dottore fissare cupo il cielo oltre il vetro della finestra. La sveglia sul comodino batte le tre del mattino,ma non è la sola che non riesce a dormire a quanto sembra.
-Cos’è?-
Bruce si volta verso di lei battendo le ciglia.
-Pesche sciroppate credo.-
-Credi?-
-O sono sciroppate o sono andate a male.-

 

-Più ti conosco più mi chiedo come tu abbia fatto ad arrivare all’età adulta.-
L’acqua che scorre nel lavello non copre il tono  perplesso nella voce di Noelle, Bruce incrocia le braccia sul tavolo e la guarda sciacquare il barattolo.
Erano pesche essiccate, non sciroppate.
-Non vedo bene senza occhiali.-
-E il sapore?- Noelle lo guarda da sopra una spalla.
-Non era male, un po’ aspro.-
Le labbra della ragazza si piegano in un sorriso fugace che cerca di nascondere girando la testa e tornando a  ripulire il barattolo di plastica dura. Bruce conosce quella tecnica, sta cercando di fare l’arrabbiata anche se non ci riesce.
-Non dovremmo parlare?-
-Di cosa?-
-Tu vuoi sempre parlare, anche senza un motivo.-
-Non in questa particolare situazione.-
Bruce gira la testa poggiando la guancia sull’avambraccio  sotto il mento -  Non con te vorrai dire.-
-Anche.-

 

Sono in silenzio da un paio di minuti , ma Noelle ha la sensazione che siano passate ore.
-HAI INTENZIONE DI RIMANERE IN SILENZIO A LUNGO?-
Bruce finge meravigliosamente di sobbalzare, anche se stava contando sulla lancetta dell’orologio accanto al frigo e le rivolge la migliore delle sue espressioni perplesse.
-Di cosa?-
-DEL FATTO CHE HAI DETTO CHE SEI INNAMORATO DI ME E POI TE NE SEI ANDATO VIA PER ESEMPIO?-
Bruce si chiude nelle spalle - Non ti credevo più interessata all’offerta.-
Noelle si strofina la fronte con il palmo della mano - Ora lo uccido.- borbotta fra sé e e sé.
-Non ne avresti mai il coraggio.-
-Non sottovalutare una donna al primo giorno di ciclo.-
Le labbra di Bruce si increspano leggermente, Noelle non sa se per il disappunto o per un sorriso trattenuto, ma sa che  lo adora quando fa così. Si alza  poggiando  le mani sul tavolino, le si avvicina, ma il suo sguardo viene catturato da qualcosa dietro di lei.
Noelle lo vede sbiancare prima che il finimondo inizi.
-Bruce?-
Vetri che scoppiano, raffiche di vento e luce.
Noelle è sul pavimento, Bruce è seduto di fronte a lei e si sta tenendo la testa con una mano. - Che è successo?- biascica , ma il dottore non le risponde. Sta guardando qualcosa di fronte a lui.
Qualcosa? No, qualcuno. 
Qualcuno  a cui  è possibile guardare attraverso.
 
 

 


FINE CAPITOLO.

Nella speranza che vi ricordiate ancora di questa storia, un saluto dalla vostra devotissima Ino chan.

 

 

 

NOTE E DISCLAMERS.

·         Yinsen: è il  dottore che aiuta Tony nella sua fuga   del campo di prigionia in Afghanistan.

·         Melinda Gordon:   Melinda   Gordon è  la medium protagonista della serie televisiva Ghost Whisperer - Presenze.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


Ho qualche linea di febbre, e prima di tornarmene a letto a agonizzare, ci tengo davvero tanto a ringraziare i recensori dello scorso capitolo. Grazie per i vostri commenti, grazie per le vostre belle parole a questa storia. Siete davvero troppo buoni con me.

 

 

 

STARK TOWER.

 

 

Kariri  Nelson  ha soli otto anni, dovrebbe dormire, ma non riesce. Stesa nel sedile posteriore della familiare verde che suo padre è riuscito a difendere dai ladri a suo di pistolettate in aria,  osserva la Stark Tower  che sembra brillare come un albero di Natale nella notte infinita del  Ragnarök.
Stringe a sé il suo orsacchiotto,  l’unico giocattolo che nel  trambusto è riuscita a portare con sé e appoggia il viso sul suo pancino. Vorrebbe accenderlo, sentirlo cantare, ma  non lo fa.  Non con la mamma che finalmente ha smesso di tremare e non con quel lieve russare che le dice che il papà finalmente è riuscito a prendere sonno.
Osserva il grattacielo, le sue luci chiare che illuminano le finestre, piegando il collo e schiacciando la fronte contro il finestrino, si chiede cosa sia quella sorta di corona di luce che vede attorno all’ultimo piano della Torre e che cosa fosse quel volo di diamantini che  ha visto  sparire nel buio nello spazio di un battito di ciglia.
Conta le finestre che vede illuminate, dal basso verso l’alto ,un gioco come l’altro per passare il tempo, quando le luci prendono a fare strani scherzi. Sfarfallano più volte. Quasi si spengono e poi si riaccendono diventando  fastidiose al punto di abbagliarla e alla fine… Avvampano.  Kairi lancia un grido mentre la Torre  diventa una sorta di fiaccola davanti ai suoi occhi e tutte le finestre vanno in frantumi creando una pioggia di piccole stelle .
Era troppo piccola per ricordare il primo crollo della torre, ma stavolta…

 

 

Freddo, sotto le ginocchia e le mani. Freddo e ghiaccio che riflettono la sua immagine assieme a quelle dei morti che sono venuti loro a fare visita. 
Noelle non sa di stare battendo i denti, ogni fibra del suo corpo è tesa nella sorpresa  e nell’orrore che le attanaglia la gola. Conosce l’ombra che incombe su Bruce, è suo nonno materno, Obadiah
.
Occhi che riflettono il nulla si spostano, come in risposta al suo pensiero, da Bruce ancora seduto a terra, a lei carponi alle sue spalle.  La fissano,  quasi sorpresi, prima che qualcosa brilli nel fondo dell’iride e si facciano minacciosi.
-Teresa.-
Noelle vorrebbe gridare, ma l’urlo che sente partirle dal fondo della schiena non riesce a risalire la gola. Rantola mentre si gira a casca sedere a terra.
Non è così che qualcuno dovrebbe conoscere suo nonno.
-No, tu sei lei.-
I lineamenti dello spirito si  tendono in preda ad un fremito , si allungano, si deformano. Noelle vorrebbe chiudere gli occhi, ma il fascino dell’orrido è troppo forte. La bocca dello spettro si spalanca snudando una chiostra di denti .
Somiglia ad un lupo.
Un lupo pronto ad uccidere.
Noelle porta una mano alla gola come per cercare di spingere fuori fisicamente l’urlo che sente  dolere infondo ai polmoni, ma non riesce. Paralizzata dalla paura, non si avvede di essere sul bordo del burrone. Che Obadiah sta saltando verso di lei.
-NOELLE!-
Uno strattone alla maglia del pigiama la solleva di forza dal pavimento, un altro la fa voltare. Bruce la spinge in avanti con entrambe le mani sulla schiena mentre si frappone, fisicamente, fra lei e Obadiah.
Lo spirito lancia quello che sembra un urlo di guerra, e voltandosi appena , Noelle riesce a vedere una marea perlacea  sciabordare alle sue spalle.

- ODDIO! -

 

Un rivolo di sudore freddo scende lungo la schiena di Tony mentre i quattro soldati in tenuta  d’assalto avanzano verso di lui. Sono tre uomini e una donna, tutti crivellati di proiettili. Sono  i ragazzi della camionetta che sono stati uccisi per arrivare a lui, Tony non ha mai dimenticato i loro visi.
Il ragazzo che ha chiesto di farsi una foto con lui  solleva il labbro superiore in un sibilo minaccioso mentre la ragazza fissa famelica Tony jr fra le braccia di Pepper. Una volta tornata a casa Tony ha scoperto che era una mamma e che a casa aveva un bambino di quattro anni.
-Mi dispiace.- sussurra mentre Pepper  si addossa ancora di più contro la sua schiena.
Quando le finestre sono andate in frantumi la prima cosa che Tony ha pensato è stata radunare la sua famiglia, è piombato nella camera di Pepper e l’ha tirata giù dal letto assieme a loro figlio, poi è andato a recuperare Harley, stavano andando nella camera di Noelle quando si sono ritrovati la strada bloccata.
-Mi dispiace, davvero.-
La soldatessa ringhia -Ero pronta a morire per il mio paese, non per uno come te!-
Tony non può darle torto , si volta di scatto verso i tre dietro di lui -CORRETE!- urla  spingendoli verso le scale  mentre le quattro anime dietro di loro avanzano in sibili e  ghiaccio che si allarga sotto i loro piedi.


Noelle sente le ginocchia piegarsi e i piedi slittare per via della spessa patina di ghiaccio che   favorisce l’avanzata di Obadiah e degli spettri che lo seguono.  Cade di ginocchia sul pavimento congelato, ma non ha tempo di sentire dolore che Bruce l’afferra di nuovo per la maglia del pigiama e la spinge avanti. Sono ormai a pochi passi dall’ascensore quando sente il corpo del dottore sussultare come in preda ad uno spasmo di dolore.
-Me lo devi Hulk.- sibila fra i denti mentre Noelle cerca di stare al suo passo,
-Bruce!- ansima la ragazza in preda ad una fitta ragnatela di dolori  che dalla spalla scendono lungo la schiena e le gambe, ma il dottore non le risponde.
Non a parole almeno.
Noelle va indietro di un passo per via dell’ennesimo strattone alla maglietta e i suoi piedi perdono contatto col terreno. Senza capire che succede si ritrova a venire sollevata da Bruce che  letteralmente la lancia dentro il vano dell’ascensore.
L’impatto contro la parete di fondo del vano le mozza il respiro e mentre crolla a terra si ritrova a sentire in bocca  il gusto metallico del sangue. Sputa, alzando la testa dal pavimento mentre Bruce, in ginocchio, le sorride sollevato.
-Bruce?- mormora prima che la consapevolezza faccia strada nel suo corpo.
L’ha salvata.
L’ha salvata a suo discapito.
L’orrore per un momento è così forte che  Noelle crede di essere sul punto di esplodere. Si getta contro le porte dell’ascensore per impedire loro di chiudersi, ma non può fare altro che ritrovarsi a battere le mani contro la superficie riflettente che le manda l’immagine di una pazza.
Inizia a tempestarle di colpi mentre  sente l’abitacolo scendere .
-NO!NO! BRUCE!-


Le urla di Noelle arrivano in secondo in secondo  sempre più ovattate mentre Bruce si volta verso lo spettro che lo  fissa truce  da metà corridoio.
Ha assistito alla scena, l’ha visto lanciare Noelle nell’ascensore attingendo alle forze di Hulk per sollevarla  con una sola mano e tirarla.
Sa perché l’ha fatto perchè quel sorriso parla di una vittoria insperata.
Non ucciderà Noelle, non subito almeno, le darà il tempo di assaporare quello che è accaduto. La sua fine per farla  vivere.
Bruce si alza, la sfumatura verde che aveva preso il viso è sparita mentre Obadiah si avvicina è tranquillo.
Tony. Ci penserà Tony a Noelle. Va tutto bene.
Non accadrà nulla di quello che legge nel viso dello spirito. Ne è sicuro.
-Avanti.- incoraggia la sua fine mentre, sul pavimento dell’ascensore ormai arrivato all’ultimo piano, Noelle si trascina strisciando sulle ginocchia e le  mani alla ricerca di qualcuno, più in forze di lei, per aiutarlo.

 

Ignaro di quello che è appena accaduto ,  e spinto dalla speranza che Noelle abbia guadagnato da sola l’uscita, Tony guida la sua famiglia verso le scale antincendio. Spinge in avanti Harley afferrandolo per un braccio e  con una mano sulla schiena fa altrettanto con Pepper appesantita da loro figlio che piange confuso .
Si ferma per guardarsi alle spalle. I soldati sono spariti dalla loro visuale, ma c’è ancora il ghiaccio tutto attorno a loro, sui pavimenti, i mobili, le pareti.
Tony prende fiato a distanza di qualche passo da Pepper e i suoi figli, quando le grida della donna lo spingono a voltarsi.
E’ come vedere un bassorilievo che si gonfia e si stacca dal muro  uno spirito apparire.
Tony non fa a tempo a rendersene conto che si ritrova a venire alzato bruscamente da terra da una folata di vento gelido e a impattare di schiena contro una vetrata.

 

L’ultima cosa che sente prima che la caduta inizi sono le voci congiunte di Pepper e Harley che urlano il suo nome.

 



 
  FINE CAPITOLO.

-si ritrova a venire inseguita da un orda di  lettori inferociti-  Ricordatevi che se muoio io non saprete mai come va a finire la storia. AIUT!

 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto. ***


Un cuore di padre è il capolavoro della natura.
Abbé Prévost 

 

 

 

Gloria aveva da poco compiuto cinque anni il giorno in cui fu uccisa.
Era una bambina minuscola, tutta capelli e con grandi occhi blu. Era una bambina come tante.
Una bambina felice.
Era seduta nel carrello della spesa, fra le bottiglie di succo d’arancia e  una confezione di bistecche che le faceva freddo contro il fianco quando qualcuno decise di mettere fino al suo mondo. Il suo piccolo, perfetto mondo fatto di mamma , papà e i giocattoli.
Faceva freddo per essere la fine di agosto, la mamma le aveva fatto indossare il vestito nuovo e le aveva pettinato i capelli come  piaceva a lei. Teddy, il suo orsacchiotto profumava di sapone alle violette.
-Oggi è il compleanno di papà, gli prepareremo una bella torta.-
A Gloria piaceva cucinare con la mamma perché finivano sempre per sporcare tutto e per chiamare il signore delle pizze. Rise eccitata all’idea  mentre sistemava il papillon rosso di Teddy.
Erano quasi arrivate alla cassa quando quegli uomini entrarono nel supermercato  gridando.
Lei non fece a tempo a vederli, la mamma la prese dal carrello  mentre una specie di sirena  iniziava a suonare…
Il rumore, il dolore, la mamma che piangeva su di lei e poi…?
Poi il grigio l’accolse. Il mondo non aveva più colori e lei aveva il vestito sporco di rosso sul petto.
Era accanto al suo papà che  allungava meccanicamente la mano verso le persone che gli dicevano che gli dispiaceva tanto, che gli erano vicine.
Gloria non sapeva che cosa sta succedendo, avrebbe capito tempo di essere morta, ma sapeva che quegli occhi blu, quegli occhi che per lei erano sempre stati i più belli di tutti erano cambiati.
Si erano spenti.

Sono passati molti anni da quel giorno e benchè ci sia una luce a chiamarla , Gloria non si è mai mossa. La mamma non l’ha più vista dopo quel giorno, è andata via, ma lei no.
E’ rimasta accanto al suo papà, ogni notte gli ha accarezzato la testa fino a quando non l’ha visto addormentarsi, ogni giorno è sempre stata un passo dietro di lui.
Era lì quando, seduto per terra fra il suo vomito e le lacrime, ha tirato fuori la pistola e ha premuto il grilletto. Si è tappata gli occhi con le mani, gridando, ma invece del rumore che si è preso lei ha sentito una specie di scatto e una risata sguaiata.
Era lì quando ha iniziato a vederlo felice ancora, quando  ha iniziato ad attorniarsi di gente e  a sorridere.
Ora il suo compito è quasi finito, deve solo  evitare che quei fantasmi cattivi gli facciano del male e poi potrà andare via anche lei.
Potrà finalmente riposare.

 

Clint è convinto di stare vivendo un film dell’orrore quando incrocia  lo sguardo sereno della bambina con i capelli rossi a qualche passo da lui. I corridoi  dello SHIELD non sono adatti a qualcuno di così minuscolo e perfetto.
-Ciao?-
Gloria piega la testa verso una spalla, il viso lentigginoso ammorbidito da un sorriso incorniciato da due deliziose fossette - Ciao.-
E’ in piedi di fronte l’ufficio di Coulson, il vestitino azzurro sporco di sangue sul petto e l’orsetto stretto in una mano. Attraverso di lei , Clint, può vedere i contorni della parte bassa del distributore dell’acqua.
-Tu chi sei?-
Clint sa di conoscere quel viso, di averlo già visto, ma è come se il suo cervello non volesse elaborare l’informazione. Come se si rifiutasse di mostrargli l’ovvio.
-Devi andare alla torre Clint.-
Clint si fa indietro di un passo, sorpreso di sentirsi chiamare per nome da quel minuscolo cosino  - Alla Stark Tower?-
-Sì, la butteranno giù. Devi andare da loro.-
Clint si fa indietro di un passo. Non sa cosa pensare, di solito nei film è questo il momento in cui lo spirito sfodera una chiostra di denti da squalo e inizia a gridare. La bambina però non fa niente del genere e continua a sorridergli.
Quel sorriso, perché è convinto di conoscerlo?
-Ne sei sicura?-
-Sì, loro non vogliono tornare nel  Regno di Hel.-
Clint porta il peso del corpo indietro, verso il piede destro - Ok. Vado allora.-
La piccola annuisce e lui si volta lentamente, quasi timoroso di darle le spalle.

-Sei proprio bello, piaci anche a me.-

Clint si volta di scatto, ma la bambina è sparita.

 

STARK TOWER.

 

Il pickup  con lo stemma dello SHIELD sulle portiere si ferma in uno stridio di ruote quando Tony rompe il vetro della finestra con la schiena e vola di sotto. Uscendo dall’auto Clint nota la pioggia di vetri come stelle nel cielo stranamente buio e poi la sua figura piombare come un masso. Non riesce a gridare la sua sorpresa , non come fa Phil mentre Natasha si preme una mano sulla bocca.
Sono tutti e tre attorno alla macchina, appoggiati agli sportelli aperti, quando la figura di Tony viene avvolta da un bagliore argenteo. Una luce calda che lo sostiene e ne rallenta la caduta.
-Che diavolo?- sussurra Natasha.
 

 

 Nonostante il terrore , Tony sa che sta succedendo qualcosa di pazzesco.
Non sta cadendo, sta planando dolcemente verso il terreno, avvolto da una luce che lo ha avvolto come una bolla .
Si sente rigirare e non appena i suoi piedi toccano terra, la luce scompare, per riapparire qualche secondo dopo sotto forma di figura. Una figura minuta, con lunghi capelli castani e occhi azzurri.
Maria Collins Carbonell in Stark sorride a suo figlio  mentre porta  le dita alle labbra e le bacia  - Tony.-
-Mamma?-
I polpastrelli gelidi  di Maria sfiorano la bocca di Tony con la delicatezza di uno spiffero  prima che questa svanisca così come è arrivata. L’amore di una madre per il proprio figlio non conosce tempo o spazio, Tony l’ha sempre sentito dire, ma mai avrebbe pensato che sua madre, a quasi vent’anni dalla sua morte sarebbe accorsa in suo aiuto per salvarlo.
 


Lucide scarpe nere, pantaloni stirati con la piega. Noelle solleva gli occhi stordita .
Simili eppure dissimili, Howard Stark e suo figlio si somigliano allo stesso modo in cui lei somiglia a Tony eppure sono lontani anni luce l’uno dell’altro. Gli stessi colori,  dall’incarnato ambrato agli nocciola,  e i lineamenti. Marcati sì, ma belli da vedere.
Howard però non ha quella dolcezza che lei riesce a leggere negli occhi di suo padre, quella vena di tristezza che lo fanno somigliare ad un vecchio stanco che al miliardario idolo delle folle.
Noelle fissa Howard ammaliata  mentre questi si abbassa e allunga una mano verso di lei a mo’ d’invito - Andiamo.-
Persino la voce di Howard è simile a quella di Tony, naturalmente bassa e affascinante. Da seduttore nato.
Noelle scrolla la testa, tirandosi indietro verso le porte dell’ascensore ormai chiuse –No.-
-Ti prego, fidati di me, devi uscire da qui.-
-No, anche tu mi odi come
Obadiah.-
Howard scrolla la testa -Non potrei mai, sarebbe come odiare me stesso o mio figlio.-
Noelle volta la testa verso le porte a vetro della Hall da dove riesce a vedere Tony premere le mani sui vetri della porta girevole per entrare, poi Howard ancora di fronte a lei che la guarda con una tale tristezza che la spinge, contro ogni logica, ad allungare la mano verso la sua.
Tocca solo aria, aria gelida che le  dona una scossa lungo la schiena e in una frazione di secondo, il tempo di un battito di ciglia, vede l’uomo che ha di fronte, vivo e vegeto, chino su un lettino, intento a fissare tristemente una neonata avvolta in una tutina rosa.

Lo sguardo di Noelle si fa sbalordito  mentre  ritira lentamente la mano per portarsela al petto.

-Ero io?-


Howard annuisce mentre la sua figura inizia a schiarirsi come fumo portato via dal vento. Tony si ferma a qualche metro di distanza dal padre  e quando questo si gira a guardarlo non può trattenere una fitta di dolore sordo all’altezza del petto.
Dovrebbe odiarlo, dovrebbe urlargli contro , ma quello che esce dalle sue labbra  è solo un timido mormorio.
-Papà.-

 

-Devi aiutare Bruce.-
Noelle non pesa molto, ma sta facendo così tanta resistenza che Tony ha la sensazione di stare trascinando un blocco di cemento. Si ferma e puntandole una spalla alla bocca dello stomaco se la butta su una spalla come un sacco - Bruce sa cavarsela da solo.-
-Ti prego!-
Noelle si ritrova bloccata fra le braccia di Clint che la serrano come un cappio mentre Tony corre di nuovo verso la torre alla ricerca del resto della sua famiglia , ma si ferma a metà strada quando li vede spuntare dalle scale antincendio  seguiti da un Coulson con il fiatone.
La gelosia, irrazionale lo sa bene, che nutre nei confronti di Agente si quieta per qualche secondo  soffocata dalla gratitudine.
-Bruce.- Pepper si divincola dall’abbraccio di Tony per spingerlo verso Phil - Devi andare ad aiutarlo.-
Phil è pronto a rientrare quando , vicino alle porte antipanico  che danno sulle scale antincendio, vede l’aria fremere e concentrarsi nella figura di una bambina. Una bambina minuscola che agita un ditino verso di lui per dirgli di no.

-OH MIO DIO.-
Pepper si volta  verso di lui, poi oltre di lui, verso la piccola che con entrambe le mani fa segno di allontanarsi -Chi è?-


E’come guardare un castello di sabbia che va giù a rallentatore, Noelle stretta a Clint sente un grido di terrore e dolore risalirle dalla parte bassa della schiena mentre cerca di divincolarsi dalla sua presa.
Bruce non è uscito.
Clint le afferra la testa, la costringe a non guardare, ma il rumore, la polvere. Quelle non può nascondergliele e Noelle grida così forte da sentire la gola dolere mentre Tony stringe a se i figli più piccoli e Pepper nasconde il viso nell’incavo del suo collo.
Phil e Natasha  poco più in là sono in uno stato di stupefazione tale che per qualche secondo rimangono in silenzio a fissare la torre venire risucchiata da un nuvolone di polvere che risale dal terreno.
-Potrebbe essere ancora vivo.- mormora Coulson.
-Sì.- gli fa eco Natasha - Sì.-  batte le ciglia e  scrolla il capo - Andiamo.-
I due si avvicinano di qualche passo alla nube griglia  che sembra un mostro con la bocca spalancata pronta ad accoglierli, Natasha si copre la bocca con la parte avanti della camicetta mentre Phil sfila un fazzoletto dalla tasca della giacca.
Si avvicinano lentamente mentre Clint scivola a terra  seguendo la caduta a peso morto di Noelle - Potrebbe essere ancora vivo.- mormora fra i suoi capelli - Potrebbe essere ancora vivo.-


Phil si volta tossendo contro il fazzoletto, Natasha strizza gli occhi prima di strofinarseli con il dorso di una mano. Sono avanzati solo di qualche metro e già rischiano di soffocare.

-Torniamo indietro.-
Phil ha la morte nel cuore , Natasha non ha bisogno di guardarlo per capirlo. Arretrano, quando passi pesanti  coprono la loro ritirata.
Si voltano assieme verso la figura enorme che si muove fra la nebbia di detriti a zigzag.
-Hulk?-

 

Gli occhi verdi di Hulk si scorrono i volti dei presenti prima di posarsi su Noelle che lo fissa  ancora stretta a Clint. Il gigante le si avvicina di qualche passo, visibilmente stordito e Clint arretra cercando di spingerla dietro di se per frapporsi fra loro. L’ultima volta che Hulk e Noelle si sono incrociati, non è finita benissimo per quest’ultima.
La ragazza però si divincola dalla sua presa e si avvicina a sua volta ad Hulk che, a sorpresa, si siede di fronte a lei toccandosi con un espressione indolenzita il profondo taglio sulla fronte.
-Ti fa male?-
Noelle toglie a fatica la felpa , l’appallottola contro il fianco usando solo il braccio sano e allunga il braccio verso il viso di Hulk, Pepper sente Tony irrigidirsi mentre la figlia prende a tamponare il sangue verde del mostro.
-Noelle.-
Noelle allontana il braccio mentre Hulk si china in avanti in preda ad uno spasmo.

 

 

Noelle fa passare le braccia sotto quelle di Bruce e con uno sforzo non indifferente lo tira a sedere. Lo fa appoggiare a sé ,  al suo petto con la testa mentre lei affonda il naso e la bocca fra i suoi capelli sale e pepe .
Bruce solleva prima un braccio, poi l’altro, cerca di ricambiare la sua stretta, ma è troppo stanco per farlo.
-Ho visto Betty.-
Nolle corruga la fronte -Tua moglie?-
Bruce annuisce senza alzare la testa -Mi ha salvato.- Noelle non può non provare una fitta di gelosia -Perché dovevo tornare da te.-

 

-C’è qualcuno che ti aspetta.-
-Cosa?-
-Sai benissimo di chi parlo Bruce. Lei ti aspetta da così tanto.-

 
-Devo ringraziarla allora.- mormora Noelle strofinando la guancia contro i suoi capelli.

 

SHIELD.

 

-Che succede?-
Phil alza gli occhi dalla  piccola foto che tiene fra le mani e l’allunga a Clint . C’è ritratta  una minuscola bambina dai capelli rossi, il fantasmino  che Clint ha visto davanti all’ufficio di Coulson.
-Chi è?-
Phil preme le labbra una contro l’altra guardando il pavimento fra i piedi di Clint -Mia figlia Gloria.-
A Clint occorre qualche secondo per realizzare, alza gli occhi di scatto, le labbra socchiuse in un espressione stupefatta.
-Tua figlia?-

-Sei proprio bello, piaci anche a me.-


Clint lascia cadere la foto e  dopo un passo all’indietro , imbocca la porta che apre con talmente tanta forza da farla sbattere contro il muro. Phil chiude gli occhi coprendosi il viso con entrambe le mani.


FINE CAPITOLO:

Non sono molto convinta di questo capitolo, se vi va, fatemi sapere che ne pensate :D

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Capitolo 9
*** Capitolo nove. ***


 

 

SHIELD
Due ore dopo il crollo della Stark Tower

 

 

Katy aveva i capelli rossi e le fossette sulle guancie quando sorrideva.
Phil ricorda tutto di lei, come se fosse passata solo un ora dall’ultima volta che l’ha stretta fra le braccia. Il primo amore non si scorda mai infondo.
Quello che Phil non ricorda è l’uomo che era  con lei. La persona che vede sorridere nelle fotografie, che vede felice , con lo sguardo vivo, acceso da quella che non può essere altro che gioia di vivere.
Ha dimenticato come ci si sente a essere felici. A non doversi sforzare per sorridere a essere soddisfatto della propria vita. E’ passato così tanto tempo che quella sensazione è sbiadita, soffocata dai problemi della sua nuova vita.
Glory osserva suo padre sfogliare a testa bassa l’album delle fotografie  tenendo stretto al petto Teddy l’orsacchiotto. La stanza è in penombra, ma non le serve guardarlo in viso per capire qual è la sua espressione.
E’ triste.

 

 

Clint non riesce a capire per quale ragione sia tanto sorpreso. Infondo è l’Apocalisse quella che sta vivendo, no? E’ normale che la sua vita a puttane. E’ logico. Fottutamente logico.
Ricarica l’arco,  tende la corda e lascia partire la freccia. Ha perso il conto delle munizioni sprecate dopo la quarta volta che ha riempito la faretra. Le dita gli fanno male, i polpastrelli sanguinano, ma lui non ha ancora raggiunto quel momento.
Quello in cui non riesce a pensare ad altro che a mandare la freccia al centro al bersaglio, senza divagare con la testa. Senza pensare  a quello che succede fuori dalla porta.
E’ ancora fermo a quell’immagine. A quella minuscola foto formato tessera. A quella bambina felice e all’uomo ritratto con lei che è certo di non aver mai conosciuto.

Non l’ho mai visto sorridere così.

 

 

-AGENTE ERA SPOSATO?-
-Tony non gridare.-
Bruce porta una mano al centro della fronte chiudendo gli occhi. Dovrebbe riposare, dormire, il suo intero corpo glie lo chiede, ma ha paura di chiudere gli occhi e vedere il soffitto del salone gonfiarsi e  piombare su di lui.
Scrolla la testa, lentamente, e punta gli occhi su Darcy che quasi saltella da un piede all’altro tanto è la frenesia del gossip - Come lo sai?- le chiede e gli occhi azzurri della ragazza si spostano da Tony a lui.
-Dottore dovresti sapere che un bravo giornalista non rivela mai la sua fonte.-
Bruce accenna un sorriso, lieve, come se avesse paura di far saltare i punti che sente tirare sotto la garza a concedersi un espressione appena più naturale .
-Era sposato, aveva una figlia, una bambina.-
Tony e Bruce si guardano per un momento e Darcy ha la sensazione che ci sia tutta una conversazione in quell’unica occhiata della durata di un paio di secondi. Tossicchia per tornare ad avere l’attenzione dei due su di sé.
-E Clint non l’ha presa benissimo.-
-Come lo sai?-
Bruce non riesce a non fare domande, a non essere curioso. Tony accenna  un sorriso  mentre Darcy agita l’indice verso di lui -Dottore che ti ho detto poco fa?- 

 

 

-Lo sanno già tutti?-
L’espressione di Natasha, neutra agli occhi dei più, per lui parla chiaro.  Phil sospira alzando gli occhi al soffitto mentre la donna gli si avvicina e siede accanto a lui sul divano.
Sono rari questi momenti, quelli in cui Natasha Romanof sembra voler abbandonare la sua corazza e essere  prima una persona e poi un spia.
Phil non la giudica per questo, sa perfettamente che è molto più semplice vivere così per gente come loro.
-Vuoi parlarne?-
-Di cosa?-

 

Della tua vita…

 

 

 

-Salve.-
Tony alza la testa di scatto  dal portatile sulle ginocchia. Lenus sorride e Tony sente la voglia di tirargli un pugno  così forte da buttargli giù tutti i denti - Dove cazzo sei stato fino ad ora?-
Si sente fottutamente una moglie rimasta sveglia ad aspettare il marito fino all’alba, ma cerca di non farci caso e di  catalizzare tutta la sua attenzione sulla giusta rabbia di essere stato abbandonato senza sapere un cazzo di quello che l’altro aveva in mente.
Lenus solleva un sopracciglio mentre Tony tira indietro la sedia e si alza - Anche io sono felice di vederti Stark.-
-Fanculo, non sai che diavolo hai combinato un marasma di fantasmi incazzati ha buttato giù la Stark Tower.-
Le labbra di  Lenus tremano leggermente -  La terza sarà quella buona.-
-FOTTITI!-
Lenus congiunge le mani dietro la schiena - Ho fermato la nave, vi ho dato tempo, che diavolo  vuoi di più?-
Tony si passa una mano sulla fronte  scarmigliando i ciuffi scuri.
-Le porte  sono state aperte , l’Apocalisse è iniziata,  ma di questo te ne sarai accorto da solo.-
Tony emette uno sbuffo offeso -Sì, vagamente.-
-Per richiuderle dobbiamo trovare  il punto in cui Loki ha creato lo strappo fra i mondi.-
-E…?-
-Non sono un oracolo.-
-NON LO SAI?-
Lenus ha la grazia di sembrare in imbarazzo - Dobbiamo andare a Asgard e parlare con il guadiano del Ponte. Lui saprà localizzare Loki e la nave, da lì, andremo avanti.-
-Classico piano alla n’do coglio, coglio*.-
Lenus piega il capo - Più o meno.-

 

 

Phil  fissa Natasha in difficoltà per qualche momento. Come si fa a spiegare che significa avere tutto e poi ritrovarsi a  stringere fra le dita polvere e sangue?  Non ci sono parole, ne immagini abbastanza vivere da poter usare per descrivere che si prova a sentire il proprio cuore morire.
-Katy è morta che non aveva trent’anni, nostra figlia se fosse viva avrebbe da poco compiuto ventitre anni.- Phil inizia dalla fine a raccontare la sua storia e lascia intuire alla sua ascoltatrice  cos’era vivere con loro e cosa ha significato perderle dal tono della sua voce e dalla sua espressione.
Natasha allunga una mano sulla sua, e stringe leggermente.
-E’ successo poco prima che trovassi Clint?-
-Tre anni prima.-
-Come è successo?-
Phil affonda i polpastrelli nella pelle dell’album fotografico che tiene fra le mani - Una rapina in un supermercato.- chiude gli occhi ed è di nuovo lì, a spintonare via i colleghi che cercano di trattenerlo- Rapinatori alle prime armi.- bisbiglia -  Una guardia giurata ha reagito al loro ingresso tirando fuori la pistola e loro hanno iniziato a sparare sulla gente radunata alla cassa.  Katy ha avuto l’istinto di tirare su Gloria dal carrello  e stringerla al petto. Se non l’avesse fatto probabilmente sarebbe ancora viva.-
Natasha corruga la fronte.
-Un solo colpo le ha uccise entrambe.- bisbiglia Phil serrando per un attimo la mascella - Ha colpito Katy alla schiena e Gloria al petto.-
Natasha inspira profondamente.  La bambina che ha visto Clint aveva infatti il davanti del vestito sporco di sangue.
-Sono…Letteralmente impazzito.-
-Non fatico a crederlo.-
Phil le rivolge un sorriso amaro -Ero un poliziotto, da poco in servizio alla Crimini violenti. C’ho messo sei mesi, ma li ho ritrovati.- e quello che è successo in quel capannone  è diventato l’incubo di chi, il giorno dopo, scoprì i cadaveri.
-Li hai uccisi?-
-Tutti e quattro.-
-Non sarò di certo io a giudicarti.-
Phil sorride - Erano galoppini di
Kingpin*, il supercriminale,  la rapina al supermercato era una specie di prova di coraggio per salire di livello nella sua organizzazione . Mi ritrovai sulla sua lista nera e fu così che Fury mi trovò. Ubriaco in un vicolo, con la pistola inceppata in una mano e il vomito sulla giacca. Una visione bellissima.-
 Phil sorride di sé stesso e della disperazione di quel momento e  Natasha guarda verso la porta. Quell’immagine è talmente forte che non riesce nemmeno ad elaborarla. Ha sempre visto Phil Coulson come una corazzata inaffondabile.
-Mi disse che era lì per darmi una seconda occasione di vita. Che aveva seguito i miei movimenti per ritrovare quei quattro, che gli piaceva come ragionavo e che ero sprecato per fare lo sbirro. Mi disse: Mi serve un occhio buono, sei disposto a diventarlo?-
 

Naglfar

Quattro ore dopo il crollo della Stark Tower

 

Una lampada ad olio getta una luce sul corpo del dio degli Inganni scosso da spasmi sempre più violenti E’ stato buttato nella cabina di Sif dall’equipaggio della nave senza la minima cura, come un  sacco di spazzatura   e ora Sif  li sente parlottare fra loro oltre la porta.
Secondo le scritture la Nave dei Morti può essere guidata da Loki e da Loki soltanto, ma non hanno idea di cosa Hel gli ha fatto e di quanto  durerà lo stato di delirio in cui è caduto.
Ammutinamento.
Sif stringe le braccia attorno alle ginocchia contro il petto. Attendere. Guardare lo svolgersi degli eventi snza poterli direzionare in alcun modo non è   niente che un guerriero sappia fare senza  sentire la frustrazione montare.
-Maledizione.- bisbiglia mentre  la poltrona su cui è accucciata si fa sempre più scomoda.
Loki emette un basso rantolio e gli occhi  della dea tornano a posarsi su di lui. Una parte di lei è più che felice di vederlo in quelle condizioni, ma allo stesso tempo vorrebbe che la smettesse di gemere come un cane moribondo.
La pena per un nemico è un sentimento nobile, ma pericoloso.
Si alza, allungando prima una gamba e poi l’altra e guardinga si avvicina al letto.  Alla luce della lampada il viso di Loki sembra una maschera di cera pronta a sciogliersi. Sif solleva una mano, poi la riabbassa. Mordicchia l’unghia del pollice mentre di nuovo guarda verso la porta e alla fine si decide.
Sfiora la fronte di Loki con le dita e il  dio per qualche attimo smette di tremare.
-Loki mi senti?-
Sif abbassa il busto, preme il palmo della mano sulla fronte del dio,  e questo sospira nell’incoscienza. Sembra gradire il contatto con lei
- Lo …ODINO ONNIPOTENTE!-
Una  stretta al polso, la cabina gira su sé stessa di botto e Sif si ritrova spalle al letto con Loki addosso che la tiene per il collo con entrambe le mani. Sif lo fissa allucinata mentre il dio ringhia come un animale ferito.
Una spessa patina lattiginosa gli copre gli occhi chiari. Non è sveglio.
E’ ancora immerso nell’incubo in cui Hel l’ha confinato.
  

 

 

FINE CAPITOLO.

 

Sono in un ritardo indecente,ma il capitolo non mi convinceva proprio e sono anche di corsa. Ci tengo però a ringraziare a chi ha recensito lo scorso capitolo, a chi ha messo questa storia nelle preferite/seguite/ricordate o chi semplicemente ogni volta che la vede aggiornata, passa e butta uno sguardo per vedere come procede.

Vi auguro un buon fine 2013 e un fantastico 2014.

 

 

NOTE E DISCLAMERS:

* È un supercriminale tra i più feroci e pericolosi dell'universo Marvel, che spesso si è scontrato con dei supereroi, in particolare l'Uomo Ragno, Devil e Punisher.
*Il termine è volutamente in una forma di italiano poco corretta.

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


Naglfar

 
Sif reagisce alla mancanza d’aria ancora prima di permettere alla paura di serpeggiare appena dietro  i pensieri. Solleva le mani , le appoggia contro le spalle di Loki e spinge  con tutte le forze che ha in corpo mentre  con le ginocchia cerca di colpirlo ai fianchi. Affonda le dita nel tessuto verde e oro della sua blusa, strattonandolo   mentre una patina bianco lattiginosa cala ai lati del suo campo visivo.
Non è un medico, ma sa che significa.
Sta morendo. La mancanza d’aria le sta mandando in pappa il cervello.
La paura rompe gli argini dei pensieri, si infiltra come acqua, rendendo tutto più confuso e concitato. Sif apre la mano  e carica un ceffone al viso del dio sopra di lei nella speranza di svegliarlo, anche se non è certa che un suo risveglio possa migliorare la sua situazione. Sibila il suo nome, ma Loki sembra lontano dal suo corpo.
Le forze le vengono meno,   la patina ai bordi del sui occhi si allarga, mangiando tutto. Sif vorrebbe piangere perché non è la morte questa che si sarebbe augurata, ma non riesce.
Chiude gli occhi con un ultimo rantolo mentre  la mente vaga al passato.
I campi di battaglia, la gloria, non è questo che la dea vede in quel momento dove la morte e la vita si toccano. E’ un ricordo  che aveva totalmente rimosso quello che riempie gli ultimi attimi .
Loki le sta insegnando a ballare tenendola sui suoi piedi, e lei non fa che ringraziarlo.
Sif vorrebbe allunga la mano verso quei due bambini. Verso quella piccina con i capelli biondi che sembrano risplendere come oro agli ultimi raggi del sole che filtrano dalle alte finestre della stanza privata della Regina Frigga e quel Piccolo Principe che gli eventi degli ultimi anni le ha portato via.
Il ricordo passa senza che Sif possa trattenerlo, il buio ritorna a essere luce e  la dea  sente in bocca il sapore acido della bile. Lo sputa tirando su la testa di scatto mentre Loki si lascia cadere seduto sulle gambe ripiegate  .
-Sif.- sussurra.
Si fissano, ai due lati del letto, Sif schiacciata contro la testiera e Loki inginocchiato in mezzo al materasso.  Nessuno dei due sembra avere il coraggio di parlare. Loki si passa una mano lungo il viso, dalla fronte al mento mentre Sif  sente dolore ad ogni respiro che manda giù nei polmoni.
-Non volevo farti del male.-
Sif inarca un sopracciglio mentre Loki si solleva. Lo segue barcollare fino alla porta della cabina e prima che possa rendersene conto un sussurro le lascia le labbra -Non deve per forza finire così.-
Loki si ferma, la mano sulla maniglia.
-Non deve.-
Loki si volta a guardarla. Sembra ad un passo dal cadere a terra ridotto in mille pezzi con la pelle grigia a tirare sulle ossa del viso, gli occhi  avvolti da un reticolo di  capillari rotti e le gengive grigie sui danti guasti.
-Ferma questa follia finchè sei in tempo.-
Loki stira le labbra in quello che sembra un sorriso, ma potrebbe anche essere uno spasmo di dolore per quello che Sif ne sa - Perché?-
-Non puoi volere che tutto finisca così.-
-Perché no?-
Sif chiude gli occhi  mentre  Loki scrolla la testa - E’ quello che voglio Lady Sif.- sospira aprendo la porta della cabina - E’ quello che voglio.-

 

 

SHIELD

Naglfar è di nuovo in movimento e  il potere che essa sprigiona è così forte che Avram ha l’istinto di prendersi la testa con entrambe le mani e guaire per il dolore. 
Affonda le dita nei capelli, li tira mentre Tony si alza dalla sua postazione di lavoro e Bruce alza gli occhi dallo schermo del computer. I due umani si guardano confusi mentre lo stregone combatte per tornare a respirare normalmente.
-Lenus?- chiede Tony avvicinandosi.
-Mi ha tradito?-  E’ un sussurro costernato quello che lascia le labbra incurvate dal dolore di Lenus. Tony corruga la fronte mentre gli appoggia perplesso una mano sulla spalla - Chi ti ha tradito?- gli chiede e lo stregone lo fissa furioso.
In un secondo sparisce  e Tony si ritrova a  stringere aria .
-Lo odio quando fa così.- sbotta voltandosi e menando un calcio all’aria.
Bruce si massaggia il centro della fronte con la punta delle dita. Sta sorridendo anche se sembra avere un gran mal di testa - Ora sai come mi sento io.-
-Quando?- Tony incrocia le braccia al petto e assottiglia lo sguardo pericoloso.
-Quando ho a che fare con te.-

 

 

Piana di Vigrid
-Asgard-

Un vento innaturale piega l’erba ingiallita  e  fa correre le nuvole verso il palazzo d’oro che si vede in lontananza. Lenus si guarda attorno, costernato, le mani infilate nei capelli in mancanza di qualcos’altro da stringere. - Dei…-
-Sono i colpi di remi della nave a  creare questo vento.-
Lenus si volta, Nala sembra quasi reale accanto a lui.
-HEL MALEDETTA PUTTANA!-  urla lo stregone in preda alla rabbia. Vorrebbe avere a portata di mano tavoli da ribaltare e oggetti da spaccare, ma l’unica cosa che può fare per sfogarsi e cadere sulle ginocchia e strappare  pugni d’erba e lanciarli all’aria.
Nala lo osserva  a labbra premute una contro l’altra mentre il vento sembra smuovere anche i suoi capelli e gli abiti.
-Padre.-
Gi occhi di Lenus velati di lacrime nervose incontrano quelli della figlia.
-Cosa hai promesso alla regina dei Morti Ingloriosi per il suo aiuto?-
Lenus si lascia andare ad una risata sfrenata a metà fra frustrazione e la follia - La mia anima.-

 

 

Naglfar

 
Indebolito dall’attacco di Hel , Loki è appoggiato al timone della nave con entrambe le braccia. Il ponte è deserto, ha spedito tutti quegli avanzi di inferno  sottocoperta a darci dentro coi remi. Hanno una tabella di marcia da rispettare e sono già in ritardo.
Preme il pollice e l’indice di una mano contro le palpebre, sfrega nella speranza di tornare a vedere qualcosa e quando solleva lo sguardo incrocia un' ombra ferma sulla poppa della nave, intenta a guardare in basso.
Socchiude gli occhi, confuso, prima di realizzare cosa sta per accadere -SIF!-
Sif  appoggia entrambe le mani sul parapetto, e si solleva. In piedi, sul poco spazio della balaustra, cerca  il coraggio necessario per lanciarsi nel vuoto.
Ha fatto la prigioniera per fin troppo e visto che non può sperare di liberarsi, tanto vale morire.
Chiude gli occhi, allarga le braccia e  alza un piede.
La morte. L’onore. La pace. Sono questi gli unici pensieri.
Cerca il salto, si spinge in avanti, ma invece di cadere, si ritrova a venire afferrata e spinta all’indietro. Sgrana gli occhi e l’impatto con il ponte le spezza il fiato in gola. Rotola e Loki è su di lei come qualche ora prima, ma stavolta è completamente in sé e completamente…Spaventato?
-Cosa volevi fare Sif?-
-Secondo te?-
Sif non si da’tempo di pensare a quegli occhi sgranati e a quelle labbra tremanti, chiude il pugno destro, tira indietro il braccio e carica con tutta la sua forza verso il viso di Loki. Sotto le nocche sente l’osso del naso rompersi e uno spruzzo di sangue caldo  le bagna il viso. Loki cade all’indietro, tenendosi le mani al viso, mentre lei si tira a sedere inspirando ed espirando in maniera concitata.

-Non sei mai stato un buon incassatore.-

Loki digrigna i denti fra il sangue che scende a fiotti dal suo naso. Le si getta di nuovo addosso con la violenza di un animale che carica, l’afferra per il maglione all’altezza delle spalle e  come se non pesasse nulla, la solleva e la sbatte contro il  parapetto dal quale l’ha appena tirata giù.
Sif è convinta di aver detto addio ad almeno un paio di costole, ma  l’espressione che rivolge a Loki non è di dolore  -Che c’è mi hai salvato per buttarmi tu giù ?- gli chiede   sprezzante.

 

SHIELD
-alloggi-
Noelle inarca la schiena sotto le coperte stringendo i pugni e arricciando le dita dei piedi. Ogni muscolo del suo corpo è così teso che sembra sul punto di saltare come la corda di una chitarra. Bruce la scrolla ancora e quando la ragazza si sveglia con un urletto spaventato, non respinge il suo tentativo di appendersi a lui.  La stringe fra le braccia cullandola quasi .
L’ha sentita gridare dal corridoio. Suoni che hanno avuto un senso solo una volta aperta la porta. Il secondo crollo della Torre, avvenuto solo poche ore prima, deve essersi confuso col primo in cui la ragazza, per anni, ha creduto di aver perso il padre.
Bruce sedendosi sul bordo del suo letto l’ha sentita gemere il suo nome con lo stesso strazio con cui, anni prima, nel sonno chiamava Tony.
-Hai avuto un incubo.- mormora accarezzandole la testa.
Noelle inspira profondamente, il viso premuto contro il suo collo. Non deve essere la posizione più comoda del mondo per lei, ma la ragazza non sembra avere intenzione di spostarsi. Bruce la sostiene in posizione seduta come può, sfregandole il centro della schiena con il palmo della mano.
-Sì.- fa eco dopo qualche momento Noelle.
-Cosa?- le chiede Bruce.
-Ho avuto un  incubo.-
 Si tira un po’ indietro per guardare Bruce in viso, sotto i riccioli color sale e pepe –più sale che pepe ormai- la benda che gli circonda la fronte ha una macchia rossa verso la tempia sinistra. Noelle la sfiora con la punta delle dita, prima di scendere lungo la sua guancia.
-Fai schifo.- sorride.
-Nemmeno tu sei un fiore di campo.-
-Non sei carino a farmelo notare.-
Bruce ridacchia - Nemmeno tu a farlo notare a  me.-
Non è così difficile star bene infondo, basta solo il sorriso di qualcuno caro, la sua espressione finalmente serena. Bruce sente qualcosa sciogliersi da qualche parte dentro di lui. Un grosso nodo caldo che sciogliendosi  lo fa sospirare di piacere. Avvicina il viso a quello di Noelle, le sfiora le labbra …

-Junior dove sono i calcoli…E CHE CAZZO!-

Noelle  strizza gli occhi imprecando mentre Bruce si volta flemmatico verso la porta. A occhi chiusi Tony cerca di imboccare di nuovo la porta - Che calcoli?-  chiede tranquillo.
Noelle gonfia le guanciotte osservando il padre  tastare lo stipite destro della porta , dal basso verso l’alto - Che calcoli ti servono?-
-Quando avete in mente di darvi da fare mettete una cazzo di cravatta sul pomolo della porta, stronzi!-
-Non siamo al college.-
-Sì, ma almeno io capisco che non devo entrare. -
Noelle lascia cadere la testa all’indietro, sbuffando. Bruce continua a sostenerla seduta tenendole entrambe le braccia dietro la schiena - Tutti i calcoli di Rescue sono nel mio portatile.-
-E quelli di MRK 45?-
-Anche.-
Dopo una sonora testata Tony riesce ad imboccare la porta e Noelle torna a guardare Bruce che sbuffa divertito - Dove eravamo rimasti?- gli chiede.-
-Uhm…- Bruce solleva gli occhi al soffitto fintamente pensoso .
Noelle non sa descrivere  lo scorrere dei minuti. Sa solo che finalmente si sente pretesa, reclamata, come ha sognato negli ultimi anni. Sorride fra un bacio all’altro,  facendosi piccola contro il muro mentre Bruce cerca di non cadere giù dal materasso mentre si sistema accanto a lei.
-Che c’è ?- le chiede questo incontrando il suo sorriso.
-Niente, è che sono felice.-

 

SHIELD
-tetto-
Clint sa di aver fatto una cazzata nello stesso momento in cui riesce a schienare il suo avversario e a sedersi sul suo stomaco.  Stringe le dita nella giacca di Phil che lo fissa stralunato ed è  quasi sicuro di stare arrossendo come una ragazzina.
-Scusa.- bisbiglia.
Phil strizza un occhio e porta una mano dietro la testa - Chi pensavi che fossi?- gli chiede senza accennare a volerselo togliere di dosso. Clint  allenta la presa sulla sua giacca e  passandoci sopra le palme delle mani cerca di stirargliela alla meno peggio.
-Darcy.-
-Che ha fatto?-
-E’ stressante.-
Phil arriccia un angolo delle labbra in un sorriso, uno di quelli che secondo Clint non durano abbastanza perché non riesce mai goderseli appieno - Che ha fatto di diverso dal solito?-
-E’ più stressante del solito?-
Clint si lascia cadere a lato di Phil, voltandosi verso il profilo della città oltre il parapetto. Sopra di loro le scie luminose che  illuminano il cielo appaiono e scompaiono oltre le nuvole cariche di pioggia.
-Voglio spiegare.- Clint serra la mascella. -Perché non ti ho detto nulla della mia vita prima di conoscerti.-  
Clint incrocia le braccia sulle ginocchia e ci appoggia sopra il mento, Phil rimane sdraiato a fissare quel cielo surreale -Perché?- gli chiede.
-Perché avrebbe cambiato tutto.- Clint socchiude gli occhi - Avrebbe reso tutto più serio.- Si alza  poggiando entrambe le mani sulle ginocchia - E non sapevo se…-
-Se volessi continuare a fare il trombamico o no?-
Phil si passa una mano sul viso.
- Vaffanculo.-
-Clint.-
-Vaffanculo Phil.-
Phil si tira a  sedere con un colpo di reni e si volta verso la porta verso la quale Clint sta marciando - Non scappare come al solito.-  Clint si ferma -Per favore.-
-Per favore un cazzo! Ripensa a quando abbiamo affrontato  Loki in Messico.-  Phil aggrotta la fronte mentre Clint gli si avvicina -  Cosa cazzo sono stato capace di fare pur di non ucciderti?-
-Hai resistito al suo controllo mentale.-
-Secondo te perché stavolta ci sono riuscito e l’altra volta , no?-
Phil lo fissa perplesso.
-Perché mi sono innamorato di te stupido coglione, non avrei mai potuto farti del male.-  Phil si alza in piedi mentre Clint spalanca la porta -CRETINO.- e se la chiude alle spalle sbattendola con forza.
Phil si lascia cadere seduto con un sospiro mentre Gloria, accanto a lui, invisibile come al solito, si batte una manina cicciottella sulla fronte.

FINE CAPITOLO.

Sono tornata e più carogna che mai direbbe qualcuno. Capitolo più lungo del mio solito dove succedono parecchie cosette. Spero vi sia piaciuto :D



http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2435749&i=1 Missing moment della serie dedicato a Clint e Noelle, se vi va dateci uno sguardo.

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

Note e Dislamers:

Nel ricordo Sif si vede bionda perché, secondo la mitologia norrena, prima che Loki le tagliasse i capelli per dispetto aveva lunghi capelli biondi che erano suo vanto. Thor  costringe Loki a ridarle di nuovo una chioma e Loki le donò dei capelli altrettanto belli e lucenti, ma invece che biondi visto l’attrice che interpreta  Lady Sif, neri.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


Un grazie infinite a chi ha letto e recensito lo scorso capitolo.
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Naglfar

Quando Sif riprende conoscenza è bocconi sul bordo di una vasca di legno piena d’acqua per metà e Loki le sta pulendo con un asciugamano arrotolato attorno alla mano Il loro diverbio sul ponte si è risolto con due pugni, entrambi da parte del dio degli Inganni, che hanno spento la luce nella testa di Sif il tempo che basta perché Loki potesse prenderla in braccio e riportarla nella sua cabina.
-Che fai?-
-Donna taci per una volta nella tua vita.-
Sif cerca di sottrarsi a quella spugna bagnata sul suo viso, ma Loki l’afferra per la nuca  come una gatta e la costringe a tirare indietro il capo e a offrirgli la profonda ferita al labbro.
Sif si aggrappa al bordo della vasca per non cascare all’indietro mentre Loki la ripulisce metodico dal sangue.
-Eri il mio principe.-
Gli occhi di Loki incontrano quelli di Sif, prima di tornare a dedicarsi a quello spacco sulla pelle morbida della dea.
-Non ti ho  mai voltato le spalle.-
Loki la lascia andare e Sif si ritrova ad andare giù pesantemente con il sedere sulle sue gambe ripiegate. Loki si raddrizza, si sistema la giubba e  la fissa dall’alto.
Non le crede, Sif non ha bisogno di guardarlo in viso per capirlo.
-Perché non mi credi?-
-Perché dovrei crederti quando anche i sassi sanno che hai sempre amato Thor?-
Sif sbarra gli occhi mentre Loki esce dalla cabina chiudendola dentro questa volta.


Per amore si commettono i crimini più mostruosi.
Sif ricorda di averlo sentito dire alla regina Frigga mentre osservava Loki venire portato via in catene. Era a questo che si riferiva?

S.H.I.E.L.D. Headquarters 
-Laboratori-


Tony ha imparato a conoscere il freddo che portano i fantasmi, così, quando si ritrova a rabbrividire sotto la coperta che Pepper gli ha appoggiato sulle spalle, sa che uno di loro e in stanza con lui.  Alza la testa dalle braccia ripiegate e si guarda attorno. Un aura perlacea illumina fiocamente la figuretta sottile di Nala, Tony arriccia le labbra in un sorriso mentre lo spirito gli si avvicina sfiorando il pavimento con la punta dei piedi.
-A pensare che da bambino avevo paura dei fantasmi.-
Nala sorride e Tony avverte quel solito laccio di senso di colpa stringergli il cuore.
-Anchio.-
Stupidamente alza una mano e affonda in quell’alito di morte che è il corpo dello spirito. Nello spazio di un batto di ciglia la rivede nuda, trascinata verso la fonte dove l’avrebbe poi trovata annegata, da quei porci che l’hanno stuprata a turno davanti al cadavere della madre. Tira indietro la mano con un verso sordo e Nala scrolla piano la testa.
-Non potevi salvarmi Tony. Nessuno poteva.-
-Dimmelo credendoci.-
-Tony Stark, sei sempre il solito adorabile malfidato.-
-Ti ho mai detto che ti volevo bene quando eri viva?- le chiede Tony mentre Nala alza una mano verso la sua, ancora stupidamente tesa e gli sfiora piano le dita. Per un momento Tony ha la sensazione di toccare una mano reale, anche se fredda più del ghiaccio e prova a stringere la presa.

Naglfar che si avvicina, rende i morti di cane.

Intreccia le dita con quelle di Nala, preme il palmo contro il suo  e la sorpresa è così forte per un momento che teme di poter mettersi a gridare come una donnetta spaventata da un ragno.
-No, ma l’ho sempre saputo.-

 

Quando i morti camminano, tocca ai vivi riempire le tombe.*

-La fine del mondo è vicina, eh Nala?-
Nala annuisce mentre sfila la mano dalla sua e prende a svanire come la fiamma di una candela che si spegne  vibrando nell’aria - Preparati bene mio caro, non lasciare faccende in sospeso. L’ultima battaglia, quella che deciderà tutto,  è più vicina di quanto pensi.-

S.H.I.E.L.D. Headquarters 
-Ufficio di Phil Coulson-

Freddo.
Troppo freddo.
Phil distoglie lo sguardo dalle carte che sta consultando per inerzie e alza gli occhi verso la bocchetta del riscaldamento prima di guardarsi attorno.  Gli hanno detto che i fantasmi vengono con il freddo e quando di fronte alla sua scrivania l’aria inizia a vibrare  non riesce lo stesso a crederci.
-Gloria.- esala alla vista della minuscola bambina che lo osserva corrucciata.
-Papà?- fa eco Gloria sorpresa. Si guarda le manine, prima una e poi l’altra, cambiando la stretta al peluche con la quale Phil l’ha seppellita e con il quale Clint gli ha raccontato averla vista apparire -Mi vedi?-
Phil annuisce e Gloria sorride schiudendo la boccuccia a cui manca qualche dentino.
-E’ da tanto che volevo parlarti.-
Phil aggira la scrivania e si inginocchia di fronte all’apparizione di sua figlia. E’ proprio come la ricordava. I fini capelli rossi, il viso a forma di cuore e gli occhi blu, unica cosa che ha ereditato da lui.
Allunga la mano, ma Gloria si fa indietro.
-Perché?-
-Il mio corpo ora è formato da quell’ultimo respiro che si fa prima di morire. Non sono bella da toccare.-
Phil rimane con  la mano sollevata verso quel visetto candido spruzzato di lentiggini dorate ancora per qualche momento, prima di abbassarla gradualmente.
-Perdonami.- mormorando fissando quel pezzetto di pavimento su cui le scarpette di vernice di Gloria sono poggiate.
-Dal primo giorno della mia vita era scritto che io morissi fra le braccia della mamma.-
Phil preme le labbra una contro l’altra mentre si specchia in quegli occhi blu che sono uguali ai suoi, ma spenti, vuoti…Morti.
-Tu sei stato morto per tanti anni, sei stato un fantasma accanto a me che ti vegliavo e vuoi continuare ad esserlo.-
Phil sgrana gli occhi mentre Gloria gli si avvicina così tanto che Phil sente il freddo avvolgerlo, stringerlo, Un abbraccio di gelo da parte di una bambina morta che consola suo padre che non riesce a riprendere a vivere.
Phil abbassa le palpebre e ha la sensazione che una  fronte sia premuta contro la sua,  che lunghi capelli gli solletichino il viso e che un piccolo naso  sfiori il suo.
-Ti libero dal dolore di essere padre di una bambina morta e marito di una donna uccisa. *-

 

S.H.I.E.L.D. Headquarters 
-Palestra-

-Tu sei certo che questo faccia bene alla mia schiena.-
Seduta a terra a gambe divaricate, Noelle preme le piante dei piedi contro quelle di Clint e allunga il braccio destro, quello sano, verso di lui. Clint l’afferra  per il polso, costringendo la ragazza a fare altrettanto e andando indietro con il busto, costringe la ragazza piegarsi.
-Non ti senti già meglio?- le chiede quando la schiena di Noelle è parallela al pavimento.
-Sto per cagarmi sotto.-
Clint ridacchia mentre si raddrizza e Noelle lo trascina ad allungarsi come fatto prima da lei - Sei sempre la solita delicata.- la canzona e la ragazza da’ uno strattone - Piano ragazzina o mi spacco in due!-
-Secondo te come andrà a finire questa storia?-
Clint le lancia un occhiata pensosa mentre la fa di nuovo flettere -Non ne ho idea.-
-Male eh?-
-Sono una spia, non sono stato addestrato per questo.-
Noelle gli lancia un occhiata da sotto in su -Nessuno a questo mondo è stato addestrato ad affrontare la fine dei tempi.-
Clint le concede un sorriso -Non hai tutti i torti.-
-E vuoi passare i tuoi ultimi giorni incazzato nero?-
Clint non si chiede come faccia Noelle a sapere che è furioso con Phil. Ha smesso da tempo di cercare di capire come faccia a sapere sempre come si sente.
-In realtà avevo programmato di accogliere l’Armageddon con l’uccello infilato in qualcosa di caldo e morbido, ma a mano che tu non abbia uno sbocco di pietà nei miei confronti e mi faccia fare un giretto, mi devo accontentare di morire incazzato nero.-
-Sempre il solito poeta. Se ti basta qualcosa di caldo e morbido, infilalo in una torta di mele.-
-Come in American Pie.-
Noelle ride, ma subito se ne pente per via del grappolo di fitte al costato e alla schiena che le mozza il respiro.
-Oh non morirmi, cazzo.- sbotta Clint.
-Alla fine però sono contenta.-
-Che mi farò una torta di mele per consolarmi e non parlo di cucinare?-
Noelle scrolla la testa -Volevo farti una dichiarazione di amicizia, ma mi hai ucciso la poesia. Basta adesso esco e ti tradisco con Cap.-
-MA TRADISCIMI CON BRUCE, SCOPA ANCHE PER ME PER LA MISERIA!-
Noelle riprende a ridere  e Clint assieme a lei. E’ da folli, pensano entrambi, fare gli scemi alla porte dell’Apocalisse, ma entrambi hanno imparato a proprie spese che ogni occasione lasciata scappare è persa per sempre.
-Ti voglio bene.- sospira Noelle.
-Ti voglio bene anch’io.- le risponde Clint annuendo.

 

 

 

EBBENE  SI, SUNRISE IS BACK!
Un grazie a chiunque avrà la bontà di leggere e/o recensire questo capitolo .

NOTE E DISCLAMERS:

[*] Parafrasi di una frase del film “Il gladiatore”

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