Soltanto nei tuoi occhi trovo la grazia.

di CEFFY93M
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buon compleanno,Will! ***
Capitolo 2: *** JEM,NON ESISTE MONDO SENZA DI TE. ***
Capitolo 3: *** E' carina, non è vero? ***



Capitolo 1
*** Buon compleanno,Will! ***


Salve a tutti!In questi giorni mi sono sbizzarrita con le storie :D
Questa è una serie di missing moments,mai raccontati nel libro e inventati da me, della mia bromance preferita: HERONSTAIRS.
Questo in particolare l'ho scritto di getto dopo aver finito la Principessa.
Amo follemente Will, lui è indubbiamente il mio personaggio preferito di tutti i libri.
E amo anche Jem,perchè credo che sia la parte migliore di Will.
Amo il loro legame,le emozioni più forti le ho provate con loro,e cercherò di raccontarlo in questi momenti.
CEFFY


                                                                                1. Buon compleanno,Will!
Londra,1876 
"Jem, Jem, JAMES PER L'ANGELO!Si può sapere dove stiamo andando?" 
William cercava di farsi goffamente strada tra la folla di Londra, mentre le campane suonavano le 10. 
Il rumore era talmente assordante che Will si tappò le orecchie, profondamente infastidito. 
"William Herondale, puoi pazientare un altro po' e seguirmi in silenzio?" Jem si girò e gli sorrise calmo
"Mi hai mai visto pazientare? Io e la pazienza non andiamo d'accordo" rispose Will seccato
"E' un vero peccato"
Will sbuffò e accellerò il passo, cercando di stare dietro all'amico. 
Jem uscì da quel vicolo e si fermò, per aspettare Will. Era il giorno del suo 15esimo compleanno e, nonostante il caratteraccio del suo parabatai, Jem sapeva che Will sarebbe stato felice di passare del tempo con lui, fuori dall'Istituto.
Fin da quando si erano incontrati la prima volta, a 12 anni,Jem aveva saputo riconoscere negli occhi di Will-gli occhi più azzurri che avesse mai visto-la dolcezza sotto l'apparente durezza e ostilità. Era il suo parabatai, e gli voleva bene. Voleva bene a Will più che a chiunque altro. 
Quando Will raggiunse finalmente Jem fuori dal vicolo, era sudato e i capelli neri gli si erano arricciati, andandogli davanti agli occhi.
Imprecò in gallese, il suo dialetto d'origine, cercando di ricomporsi mentre Jem gli diede una gomitata e disse "Alza un po' lo sguardo Herondale!Buon compleanno!"
Non appena alzò la testa a Will mancò il fiato. Erano sul Blackfriars Bridge, il meraviglioso ponte di Londra, luogo preferito di Jem. Lui non lo aveva mai confessato a Will ma al ragazzo era bastato vedere lo sguardo con cui Jem si tuffava a guardare il ponte ogni volta che vi passavano per capire quanto amasse quel posto.
Era un luogo magico: il Tamigi si estendeva imponente davanti a due ragazzi, lasciandoli senza fiato. 
Will sorrise, tanto intensamente da spingere Jem ad avvicinarsi a lui. 
"Ti piace?" chiese mettendogli una mano sulla spalla.
Will lo guardò deciso "Sì,è bellissimo. E' qui che vieni quando esci di nascosto,non è vero?"
Jem distolse lo sguardo e andò a sedersi per terra. Will lo imitò, il cuore che gli martellava nel petto.
"Sì" disse infine Jem "Quando sono qui, guardando il Tamigi, ho l'impressione di poter fare qualsiasi cosa. Di poter vivere mille vite, e tutte diverse. Per pochi minuti dimentico..." Gli si spezzò la voce e Will strinse i pugni lungo la vita. Non poteva sopportare di vederlo così.Sapeva che non c'era nulla da fare, ma non avrebbe mai imparato ad accettarlo. Come avrebbe potuto rinunciare a Jem, la sua parte migliore?
"Sai che possiamo cercare una cura" rispose Will. Si sentiva in bocca il gusto del sangue, e raggelò lui stesso nel pronunciare quelle parole.
"No William, sai bene che non esiste cura" Poi si girò e gli rivolse un sorriso rassegnato "Ma ho te. E mi basta.Mi è sempre bastato da quando ci siamo incontrati."
Will serrò la mascella, per evitare di piangere. Non lo faceva mai, non l'avrebbe fatto di certo di fronte a Jem. Ma al pensiero di una vita senza di lui, sentiva il respiro venirgli meno. 
"Lo so, ed è lo stesso per me. Il mio cuore di ghiaccio si scioglie quando si tratta di te" rispose Will e cercò di sfoderare un sorriso,tuttavia poco convincente. 
"A-a-a non è stato sempre così, ricordi?Quando sono arrivato all'Istituto mi hai quasi insultato." ricordò Jem sorridendo "Poi hai saputo della mia malattia e .."
Will balzò in piedi e divenne paonazzo in viso "Pensi davvero che sia diventato tuo amico, il tuo parabatai, solo perchè stavi per morire?!!!"
Jem alzò lo sguardo calmo verso di lui "Sto ancora per morire William"
"Ma non è questo il punto per l'Angelo!" Will imprecò e si mise le mani tra i capelli, così violentemente che gli rimasero alcune ciocche in mano.
Jem lo guardava con dolcezza e gli fece segno di tornarsi a sedere.
Will obbedì "Jem, io non sarei mai diventato il tuo parabatai per pietà nei tuoi confronti. Non mi è importato che tu stessi per morire; o meglio mi è importato ma perchè mi importava di te. Mi è sempre importato di te. Non posso essere William Herondale senza di te, James Carstairs. Tu sei la parte migliore di me." Will gli mise una mano sulla spalla e recitò -Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch'io-
Jem gli strinse la mano di rimando "William, non volevo dire che sei diventato il mio parabatai per pietà della mia malattia, ma volevo dire che nessun altro avrebbe scelto un compagno così. Tu non hai avuto paura e anzi, la mia malattia non ti hai mai spaventato. Per te sono sempre stato Jem. Solo e soltanto Jem.Non Jem, il drogato" Fu come se sputasse tutto il veleno del suo corpo riversandolo in quell'ultima parola.
Will aprì la bocca, ma poi la richiuse. Cominciò a gesticolare lentamente, come se stesse cercando di trovare le parole giuste
"Tu hai sempre accettato tutto di me: la mia ostilità,il mio caratteraccio,la mia ironia...la mia rabbia.Io per te sono sempre e solo William."
"Sì, e quando guardo i tuoi occhi so che ho visto giusto: c'è ancora speranza per te, Herondale." Gli sorrise dolcemente
Will inspirò profondamente poi disse:
"Per me non lo so, ma per noi c'è sicuramente speranza." Si alzò e tese una mano a Jem che lo guardò sorpreso
"E ora che succede?"
"Succede che ne andiamo a sbronzarci...è o non è il mio compleanno?"
Jem rise di gusto, facendo restare perplesso Will "Beh,che c'è?Non vuoi?Ma che razza di amico sei..."
"Will, sono le 10 di mattina" 
"Non è mai troppo presto per bere"
Si incamminò deciso quando Jem lo prese per il polso e disse "So io dove dobbiamo andare ora...Hatchards ci aspetta!"
Will finse indifferenza "Hatchards, la libreria a Piccadilly?"
"Sì, esatto.Su dai, non fare il finto tonto so che stai morendo dalla voglia di comprare quel libro di cui mi parlavi l'altro giorno...Grandi pietanze?" scherzò Jem
"Grandi speranze " lo corresse Will "Sei un caso disperato James, basta che hai la tua musica e il tuo violino...di letteratura proprio non ti indendi eh."
"Per quello ci sei tu.E adesso andiamo, prima che tu ti metta a bere e cambi idea" 
"Non avevo ancora detto di sì Jem. Non sono neanche più padrone di decidere cosa fare il giorno del mio compleanno, che noia"
Jem ridacchiò e gli diede una pacca sulla spalla mentre Will non potè evitare di sentirsi felice: non lo avrebbe mai ammesso ma Jem aveva esattamente indovinato dove avrebbe voluto passare la giornata.
Jem,l a parte migliore di lui, che lo conosceva meglio di chiunque altro. 

 


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Capitolo 2
*** JEM,NON ESISTE MONDO SENZA DI TE. ***


Salve a tutti!Ecco un altro missing moment Heronstairs.
Tengo moltissimo a questi momenti, perchè per me Will e Jem sono molto più che semplici personaggi di un libro.
Qualsiasi recensione è ben accetta :)
Saluti,
CEFFY

                                                              2.JEM,NON ESISTE MONDO SENZA DI TE.

"Per l'Angelo, non ci credo!Abbiamo ucciso un demone.Abbiamo davvero ucciso un demone!" 
Will fissò incredulo la sua spada angelica, coperta della sostanza gelatinosa che rilasciavano i demoni una volta uccisi.Gli occhi gli brillavano, e Jem fu felice di notarlo: era raro che Will fosse felice o anche solo vagamente sereno. 
"Sì, Will ce l'abbiamo fatta!" Jem gli mise una mano sulla spalla e fu allora che si accorse del taglio che Will aveva sul collo.
"Will, sei ferito" gli disse preoccupato tirando immediatamente fuori il suo stilo
Will si toccò il collo, stupito: aveva del sangue ed effettivamente anche la testa cominciava a girargli.
Scosse il capo "Non è niente Jem, niente."
Ma Jem aveva già cominciato a tracciargli un iratze sul collo; Will rabbrividì leggermente al tocco dello stilo freddo sulla sua ferita. Strinse i pugni lungo il fianco.
"Ho fatto" disse Jem aprendosi in un sorriso. Will espirò l'aria precedentemente trattenuta e guardò Jem: sembrava ancora più pallido alla luce del sole ma aveva un'aria felice, nonostante tutto. Era la prima volta che riuscivano a sconfiggere un demone da soli, come due veri parabatai. Will sapeva che quella forte emozione, quel senso di appartenenza l'uno all'altro che sentiva al petto in corrispondenza della runa parabatai, era vivo tanto in lui quanto in Jem.
"Adesso possiamo esserne certi: ci apparteniamo, anche sul campo di battaglia" disse fieramente Will.
"Non ne ho mai dubitato Herondale" sorrise Jem; poi continuò "Anche se, a giudicare da come lanciavi i coltelli la prima volta che ti ho incontrato, temevo saresti stato un pessimo Shadowhunter" ridacchiò e Will divenne paonazzo 
"Ancora con questa storia?Mi avevi preso alla sprovvista, tutto qui." ribattè sbuffando Will mentre Jem lo guardò con l'aria di chi la sapeva lunga.
"Sarà.Ma ora mi sembra chiaro: sei bravo quanto e più di me. Non potrei avere parabatai migliore." Il cuore di Will martellò forte nel petto, emozionato da quelle parole: non esisteva mondo senza Jem, non esisteva vittoria senza Jem, non esisteva lui stesso senza Jem.
Si avvicinò all'amico e con le mani che gli tremavano, lo abbracciò. Jem inizialmente rimase impietrito: erano rare le volte in cui Will dimostrava affetto, soprattutto con gesti fisici. Sapevano entrambi che il loro legame era unico e speciale, ma Will non amava esternarlo fisicamente.
Jem si stupì ma dopo poco vinse la sorpresa e ricambiò calorosamente l'abbraccio. Will sapeva di sudore, sangue e calore. Il calore umano che emanava il parabatai fece quasi girare la testa a Jem che disse all'orecchio dell'amico "Sembriamo quasi pronti per baciarci, stretti così" 
Sentì Will ridere sulla sua spalla e dire "Lo so che l'hai sempre sognato Cairstairs, non negare."
Jem rise di rimando "Chi non hai mai sognato di baciare William Herondale? Persino le mondane, quando possono vederti, ti guardano imbambolate. E dire che il tuo abbigliamento dovrebbe.."
Ma Jem non finì la frase: un forte colpo di tosse lo fece piegare leggermente sulle ginocchia, un braccio ancora ancorato alla spalle di Will.
"Jem,Jem!" urlò Will 
Il ragazzo continuava a tossire e l'ultimo, violento, colpo di tosse gli sporcò gli stivali di sangue. Jem, si accasciò a terra, trascinandosi dietro Will.
"Dov'è lo yin fen James?Hai la scatola?" chiese Will mentre sosteneva la testa al parabatai: era pallido e i suoi occhi erano sempre più banchi.
Will si sentiva i capelli incollati alla fronte per il sudore,la testa sembrava esplodergli.
"William.." mormorò Jem tra un colpo di tosse e l'altro.
Will si rese conto che l'amico non era in grado di parlare, nè di indicargli dove fosse lo yin fen.Cominciò a frugare nelle tasche di Jem ma non trovò niente.Imprecò e poi prese la testa di Jem tra le mani "James, ascoltami: non hai con te lo yin fen. Dobbiamo tornare all'Istituto e fartelo prendere lì."
Ma Jem fissava il vuoto con gli occhi bianchi, la bocca sporca di sangue.
Will sentì il fiato venirgli meno: Jem stava morendo?Il combattimento con il demone l'aveva sfinito definitivamente?Eppure aveva preso una dose di yin fen prima di affrontare la battaglia. Forse non era bastato.Forse Jem non avrebbe dovuto combattere con così tanto..impeto.L'aveva fatto per proteggerlo, e a quel pensiero Will sentì un senso di nausea invaderlo tutto: era colpa sua se Jem sarebbe morto.Colpa sua e della sua stupida voglia di combattere e dimostrare a tutti che fantastici parabatai fossero.
Ricacciò indietro le lacrime che sembravano non poter fare a meno di scendere sul suo viso e prese James in braccio; quindi lo depositò su Balios, il suo cavallo, e salì in groppa "Restiti Jem, resisti per l'Angelo!"


Non appena arrivarono all'Istituto, Will smontò da cavallo e prese Jem in braccio. Aveva il viso paonazzo e il fiato corto.
Suonò al campanello, contando i secondi che lo separavano dall'entrata.
Guardò Jem: sembrava così pallido da essere trasparente.Imprecò e subito dopo la porta si aprì. 
Sudato e correndo fece i gradini a due a due quando arrivando alla camera di Jem, davanti alla quale stava Charlotte, il capo dell'Istituto di Londra.
"Oh William, che è successo a James?" Charlotte aprì di corsa la porta, lasciandovi entrare i due ragazzi.
Will adagiò lentamente Jem sul letto, ignorando la domanda di Charlotte. Vagò da un lato all'altro della stanza fin a quando non trovò la scatoletta in cui Jem teneva lo yin fen: lo sapeva bene. Era lui a comprarla ogni volta all'amico; sapeva che a Jem avrebbe fatto troppo male mischiarsi ai veri drogati, quelli che lo facevano per dipendenza, non per una malattia come la sua. Era certo che per Jem sarebbe stato troppo: era forte, era sempre stato più forte di lui ma non tanto da vedere con i propri occhi il fantasma vivente, consumato dalla droga, che a poco a poco stava diventando anche lui come tutti gli altri drogati. 
"Noi..io..eravamo a cacciare!" rispose Will trafelato mentre dava lo yin fen a Jem.
"A cacciare?" esclamò sbalordita l'altra
"James, apri la bocca su,prendi" Will fece ingerire la polvere al parabatai dopodichè cadde sulla poltrona accanto al letto, esausto.
"Per favore Charlotte,lasciami solo con lui." chiese con la voce rotta Will.Non era in grado di parlare, nè di spiegare.
Charlotte annuì, la preoccupazione evidente sul viso.
"Sono qui fuori" disse mettendo una mano sulla spalla di Will, con fare protettivo.
Poche volte nella sua vita Will si era sentito così sperduto: quando aveva dovuto lasciare la sua famiglia aveva provato un dolore straziante, e anche tutti i giorni a seguire si era sentito come privato di una parte del suo cuore ma da quando era arrivato Jem sentiva che quel dolore straziante poteva essere sedato. Era Jem la sua medicina, era Jem ad indicargli la via, era sempre e solo Jem la fonte della cose belle della sua vita.
Prese la mani dell'amico che sembrava essere in preda a piccoli spasmi.
Will si alzò e prese dalla cassettiera il violino di Jem, depositandolo al suo fianco.
"Il tuo violino è con te, io sono con te." disse non guardando nessun in particolare. Se Jem fosse morto, lì in quel momento, lui lo avrebbe seguito di rimando, ne era certo.E non solo perchè è questo che fanno due parabatai.
Accavallò le gambe e dalla tasca della giacca uscì fuori un libricino piccolo, dalla copertina blu e l'aria consumata. Nonostante la situazione Will sorrise e si ricordò del suo 15esimo compleanno, quando Jem lo aveva portato a comprare Grandi Speranze.Will non aveva mai detto neppure a Jem che quella giornata era stata così speciale, quel libro era così speciale, che lo portava sempre con sè anche in battaglia.
"Ti ricordi quando mi hai portato da Hatchards a comprare quel libro?Grandi Speranze?Mi hai fatto perdere un'occasione di sbronza eh.."
Sorrise parlando al parabati, che era ancora molto pallido.Will deglutì, preoccupato.Ma continuò
"Dicevi di sapere che era quello il posto dove volevo andare nonostante io proclamassi di volermi sbronzare. Quindi, dal momento che questo libro l'ho comprato con te, è anche giusto che te ne legga un pezzo."
Will si schiarì la voce e cercò di parlare il più normalmente possibile, ma ad ogni domanda senza una qualsiasi risposta di Jem sentiva un dolore fisico.
"-Ti dirò che cosa è il vero amore. E' cieca devozione, incontestabile umiliazione di se stessi, estrema sottomissione, fiducia e convincimento incrollabile in se stessi e contro il mondo intero, consacrarsi interamente anima e cuore a chi ti ferisce, come io ho fatto.-"
Will teneva lo sguardo fissò sul libro e poi disse "Hai sentito Cairstairs? Questo sì che è un libro degno d'essere letto!"
Guardò Jem, che però sembrava sempre immobile sul suo letto. Gli si avvicinò ancora di più e gli prese la mano.
"Avevi ragione: non volevo andare a sbronzarmi, il giorno del mio 15esimo compleanno, volevo solo andare in libreria. Ma tu lo sapevi, non hai avuto bisogno di chiedermelo; non hai tentennato quando io invece sembravo contrariato. Tu sai cosa c'è nel mio cuore. Oh, James per l'Angelo svegliati, ti prego" disse Will con voce rotta,mettendosi le mani in viso,disperato. 
"E' deprimente" disse d'un tratto una flebile voce alle sue spalle.
Will alzò lo sguardo e vide Jem sveglio.Immediatamente un sorriso gli si dipinse sul volto.Strinse la mano del parabatai
"Cosa?"chiese dolcemente
"Quel libro,quel libro è deprimente. Proprio come te" ridacchiò Jem.Will constatò che aveva ripreso colore e che lentamente anche gli occhi stavano tornando al loro colore naturale. 
"Ma mi ha scosso dal mio sonno quasi eterno" continuò Jem "e per questo suppongo che sia solo in parte merito del libro.E' la tua voce, la tua voce mi riporta sempre a casa.Tu sei la mia casa, William.Sei mio fratello,davvero"
Will accennò un sorriso poi si rabbuiò "E' colpa mia Jem,è colpa mia se ti sei sentito male.Ti ho fatto combattere troppo e tutto perchè volevo provare adrenalina e ..."
Jem lo stoppò con la mano "No, William no.Non iniziare a flagellarti con i sensi di colpa. So che lo fai sempre, ma non te lo permetterò questa volta.Ho voluto combattere esattamente quanto te.E poi è questo che sono no?Sono un Cacciatore: combatto demoni.Non mi asterrò dal farlo per la mia malattia. Vivere non è sopravvivere."
Will annuì tristemente poi si alzò "Vado a chiamare Charlotte, sarà preoccupatissima per te."
Will era sull'uscio della porta quando Jem disse "Comunque lo sapevo."
Will si girò con aria interrogativa.
"Sapevo che non avevi la minima intenzione di andare ad ubriacarti quel giorno, durante il tuo 15esimo compleanno. Non puoi ingannarmi Herondale" Sorrise e sembrò stare davvero bene.
Will rispose con la voce carica di emozione "Jem, non esiste mondo senza di te"



 

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Capitolo 3
*** E' carina, non è vero? ***


" E' carina" osservò Jem mentre passavano per Piccadilly. 
Una ragazza dai lunghi capelli rossi sorrideva ammicando a Will, che la guardò indifferente. 
"Non è male" rispose sbadigliando
"Lo dici perchè guardano sempre e solo te. Sei tu quelle che tra i mondani si definisce buon partito!" rispose Jem sorridendo. 
Non provava nessun tipo di invidia o gelosia per Will: sapeva che tra i due era lui quello più attraente ma lo amava come un fratello e nulla avrebbe mai potuto cambiare il loro legame. 
"Non guardano solo me" puntalizzò Will passandosi una mano tra i capelli "e poi non mi interessano le ragazze"
Jem lo guardò perplesso "Non è quello che dici quando la sera scivoli via per andare nelle taverne!"
Will sembrò sussultare appena "Quello sono solo...distrazioni" 
Il Nephilim sentì una morsa allo stomaco nel mentire a Jem, ma la verità non era una possibilità da prendere in considerazione. Non voleva ferire Jem, non avrebbe mai messo un altro peso sulle spalle del parabatai. 
Jem lo scrutò per alcuni secondi durante i quali Will temette che Jem potesse capire la verità del suo cuore. L'amico aveva sempre letto il suo dolore, allievato le sue sofferenze, condiviso la sua malinconia. Era sempre stato come uno specchio.
Eccetto che per la vera ragione del suo comportamento, quella era qualcosa non rivelata neppure a Jem. 
"Torniamo all'Istituto, Charlotte vuole vederci per parlarci di quelle Sorelle Oscure, ricordi? Pare che stia tenendo prigioniera una ragazza..."
Will lo guardò torvo "James, siamo stati noi a seguire quella traccia, pensi davvero che me ne sia dimenticato?" 
Jem prese il suo bastone e accelerò il passò "Sei così prevedibile a volte..."
"Solo quando voglio esserlo" rispose Will, quasi tagliente
"Oh, lo so. Diciamo che con me lo sei un po' di più..." disse Jem sorridendo
Will non potè fare a meno di ricambiare "Sì, con te sono sempre un po' più me "
Sorrise di un sorriso che conteneva dentro tutta la malinconia del mondo. Jem era il suo più grande peccato, lo sapeva, e ogni giorno odiava se stesso per la sua debolezza, per essersi permesso di avvicinarsi a Jem. Ma Jem non era come gli altri. In un primo momento si era avvicinato a lui perchè sapeva che era già destinato a morire, ma poi non appena aveva parlato aveva capito che quel bambino pallido, con gli occhi vitrei era come lui, era lui. Era tutto ciò che la vita gli aveva negato e che ora gli stava restituendo. 
E Will era diventato debole, per quanto debole si potesse essere nella disperazione più assoluta. 
"Le nostre vite sono legate William" disse Jem dolcemente "E ora andiamo"

Un mese dopo...

"E' carina, non è vero?" 

La voce di Jem era divertita ma allo stesso tempo dolce.
Will si girò di scatto, sorridendo "Mi sembra di averla già sentita questa..."
Prese dal tavolo una tazza di thè e si bagnò leggermente le labbra. Si scottò e imprecò in gallese.
"Questa tua ansia mi fa pensare che ho visto giusto" sorrise Jem divertito
"L'unica cosa che hai chiaramente visto giusta è che il thè era troppo caldo, visto che non l'hai ancora bevuto" rispose Will spazientito
"Va bene, non vuoi parlarne" disse Jem alzando le mani in segno di resa.
Will finse indifferenza " Possiamo parlarne se credi. Non ho notato se fosse carina o meno, ero troppo impegnato a salvarla, IO."
La verità è che Will aveva pensato che Tessa fosse la ragazza più bella che avesse mai visto dal primo momento in cui aveva posato lo sguardo su di lei. E Jem lo sapeva, doveva in qualche strano modo percepirlo. 
"Oh, non è proprio da te Herondale" Jem lo guardava con uno sguardo divertito e confuso insieme.  
"O forse in realtà è da me, chi lo sa" rispose Will alzandosi ma Jem lo fermò per un braccio
"Io, io lo so. E so quando mi menti, quando pensi qualcosa, quando non vuoi parlare di qualcosa" Jem lo guardò dritto negli occhi. Will lo osservò di rimando, e sperò che nei suoi occhi Jem potesse leggervi tutte le cose non dette, i dolori taciuti. 
Will era sul punto di crollare, ma resistette: non l'avrebbe mai fatto, non davanti a Jem, non se lo meritava. Non così. 
"Sì, è così" rispose semplicemente Will
Si divincolò dalla presa di Jem e sentì un dolore fisico quando il suo parabatai tossì forte. 
"James!" urlò prendendolo per le spalle.
"Sto bene" disse l'altro tra la tosse. 
Jem gli sorrise "Anche questo è da te, Herondale: agitarti sempre e troppo per la mia salute!"
Will scosse la testa, guardando l'amico. Poi sorrise "Sì, è da me volere sempre e solo la tua felicità!" 


 

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