Come Organizzare Un Matrimonio (Im)Perfetto In 13 Semplici Passi

di babykit87l
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Passo 1. Definire La Data ***
Capitolo 2: *** Passo 2. Definire Un Budget ***
Capitolo 3: *** Passo 3. Definire la Lista degli Invitati ***
Capitolo 4: *** Passo 4. Scegliere La Lista Di Nozze ***
Capitolo 5: *** Passo 5. Trovare La Location ***
Capitolo 6: *** Passo 6. Scegliere Gli Abiti Da Sposo ***
Capitolo 7: *** Passo 7. Scegliere La Torta e il Catering ***
Capitolo 8: *** Passo 8. Scegliere Le Partecipazioni Di Nozze ***
Capitolo 9: *** Passo 9. Scegliere le Fedi ***
Capitolo 10: *** Passo 10. Scrivere i Voti Nuziali ***
Capitolo 11: *** Passo 11: Destinazione: Honeymoon! ***
Capitolo 12: *** Passo 12. L'Addio Al Celibato ***
Capitolo 13: *** Passo 13. La Cena di Prova ***
Capitolo 14: *** Epilogo. Lo Voglio ***



Capitolo 1
*** Passo 1. Definire La Data ***


COME ORGANIZZARE UN MATRIMONIO (IM)PERFETTO IN 13 SEMPLICI PASSI
 
PASSO 1. DEFINIRE LA DATA

 
Quando Blaine tornò a casa quel giorno, doveva capire che qualcosa non quadrava. Insomma stava filando tutto troppo liscio per non accadere una qualche tragedia greca. O Kurtiana, come piaceva definirle a lui.

Innanzitutto quella mattina, Kurt gli aveva preparato la colazione, un gesto romantico, che tanto gli era piaciuto; ma soprattutto c’è stato quello, il sesso mattutino. Cosa che Blaine letteralmente adorava ma che capitava… Beh praticamente mai! Insomma era già tanto se ci fosse un bacio a stampo, figuriamoci dell’altro. Non aveva voluto indagare, preferendo godersi il momento e la novità.

Poi al lavoro al bar, non c’erano stati clienti cafoni od ordinazioni assurde. Strano ma molto piacevole.

Insomma era andato tutto alla grande, eppure un piccolo sentore l’aveva avuto. Un messaggio di Rachel in cui diceva che si sarebbero sentiti la sera per sapere come era andata. Andata cosa?? Pensò però che si fosse solo sbagliata a digitare il destinatario e che probabilmente doveva mandarlo a Kurt.
Così quando stanco morto dal lavoro era tornato a casa, non immaginava proprio che il suo fidanzato l’aspettava, più agguerrito che mai, sapendo di poter contare sulla stanchezza del moro per averla vinta facilmente.

“Ehi, ciao tesoro. Com’è andata al lavoro?” Chiese, fin troppo gentilmente.

“Bene… Stranamente tranquilla come giornata” Disse, iniziando a sentirti inquieto.

Kurt lo guardava come se fosse un rapace pronto a colpire. E lui era la preda.

“Meno male… È meraviglioso!” Troppo entusiasta. “Ascolta, perché non ti siedi al tavolo, così ti porto da mangiare? Ti ho preparato il tuo piatto preferito!” Blaine capì che stava per attaccare, ma non sapeva dove né come. Non era preparato. Stava davvero avendo paura. Di solito Kurt fa così quando vuole chiedere qualcosa di assurdo o farsi perdonare qualche spesa folle, fatta con il fondo cassa comune. Quale delle due?

Kurt tornò nel salone portando la lasagna. Fece i piatti e si mise seduto affianco al ragazzo, sorridendogli, forse un tantino più del dovuto. Blaine sospirò.

“Okay, che succede? Hai fatto qualcosa e/o hai intenzione di fare qualcosa per cui sei inquietantemente gentile?” Il sorriso del più alto si smorzò all’improvviso, guardandolo offeso. Accidenti!

“Vuoi dire che di solito non sono gentile? Quindi per essere gentile, devo per forza volere e/o aver fatto qualcosa di sbagliato?” Ecco, ora l’aveva fatta grossa.

“No, solo che hai quello sguardo da pazzo omicida e non so perché.” Sfoderò la sua faccia da cucciolo più tenera che poteva e Kurt sembrò rilassarsi.

“Si vede tanto?” Chiese quasi sussurrando.

“Il fatto è che ti conosco, Kurt. So quando sei gentile semplicemente perché vuoi esserlo e quando lo sei perché vuoi qualcosa.” Rispose allora, pazientemente. L’altro fece un lungo sospiro e poi si decise a parlare.

“Okay… Noi stiamo insieme da quasi quattro anni e fidanzati da più o meno due.” Il moro annuì, incoraggiandolo a continuare. “E viviamo insieme da quasi otto mesi. Abbiamo un lavoro e stiamo studiando.. Per cui, io pensavo… Sì, insomma, magari potremmo iniziare a scegliere… Una data.” Tirò fuori a fatica, non sapendo bene la reazione del suo fidanzato. Chissà magari era uno di quelli che fa una proposta da paura ma che vuole rimanere fidanzato per il resto della vita. No, Blaine non è il tipo, lui lo sa questo ma la paura ormai è lì e non sa come fare per mandarla via.

“Intendi, per il matrimonio?” Annuì, temendo un rifiuto disgustato. Smettila, Blaine non è così! E infatti, sorrise. Uno di quei sorrisi che gli toglievano il fiato.

“Okay… Voglio dire, sì decidiamo la data” Si sporse a baciarlo. Un bacio lungo e pieno d’urgenza. “Ci sposiamo sul serio allora?” Chiese il più piccolo, estasiato.

“Sì… Ci sposiamo.” Si baciarono ancora e stavolta il bacio fu più lento e delicato.

“Era per questo che eri strano? Voglio dire, sapevi che avrei detto di sì, giusto?” Poi senza aspettare una risposta, lo prese per la vita e se lo avvicinò, le labbra avvolte le une nelle altre, le braccia di Kurt intorno al collo di Blaine. Con un piccolo saltino, Kurt si tirò su in braccio del ragazzo e lui di rimando lo portò in camera da letto. Avevano qualcosa da festeggiare.

***

Quella notte, Kurt si appuntò qualche nota sul suo taccuino.

PIANO PER IL MATRIMONIO – DEFINIRE UNA DATA  24 MAGGIO 2015





















Note dell'idiota colossale che ha scritto quanto sopra:
Prima di tutto, GRAZIE per essere arrivati fin qui... Davvero!!!!
Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, poterbbero volerci settimane, mesi, giorni... Insomma dipende da tante cose, però sappiate che non l'abbandonerò e la porterò a termine... E poi l'ha già strutturata tutta, devo solo scriverla alla fine... Detto questo, spero che vi piaccia e se vi va di lasciarmi un commmentino, non indugiate!!! E ricordate che rispondo a tutti... Insomma mi farebbe tanto tanto piacere *usa sguardo da cucciolo alla Blaine Anderson*
Ok ora è meglio che scappo, che altrimenti potrei rischiare il linciaccio ^_^
Un saluto
Babykit

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Capitolo 2
*** Passo 2. Definire Un Budget ***


PASSO 2. DEFINIRE UN BUDGET
 
Ora che avevano deciso quando si sarebbero detti il fatidico sì, Blaine pensava fosse finita lì e si sarebbero goduti gli ultimi mesi in amore e trepidante attesa del giorno. Mai pensiero fu erroneo. Già, perché se solo la decisione di rendere ufficiale il fidanzamento con la scelta della data, aveva trasformato Kurt in un essere allarmante, ora era persino peggiorato.

Dopo solo una settimana, rientrando dalle lezioni al college, Blaine trovò la casa invasa da carte e libri e riviste perché Kurt si era messo in testa che il loro matrimonio non potesse essere una qualsiasi cerimonia, oh no… Doveva essere LA cerimonia, nel pieno stile di NY, un po’ alla Carrie e Mr Big di Sex & The City… Solo che forse Kurt non ricordava come quel matrimonio fosse finito, nel film. Non che lui volesse ripetere il gesto di Mr Big, per carità.. Ma l’idea di un matrimonio in grande stile gli metteva ansia.

Comunque quella sera, entrando nell’appartamento, trovò Kurt, seduto sul tavolo da pranzo immerso nella carta, che digitava numeri su numeri in una calcolatrice gigante che Blaine aveva trovato in un mercatino in periferia.

“Ciao amore.” Disse, togliendosi il giubbotto e appendendolo sull’attaccapanni di fianco alla porta. Nessuna risposta.

Si avvicinò ala tavolo dove Kurt sembrava completamente assorto nel digitare e fare calcoli.

“Che fai?” Chiese con un sorriso e il tono più gentile che avesse in repertorio. Kurt alzò lo sguardo su di lui, gli occhi spalancati e le labbra serrate. Sembrava arrabbiato. Io non ho fatto niente, stavolta. Credo.

“Non credo proprio che potremo sposarci.” Decretò, dopo averlo squadrato. Era troppo serio, perché Blaine potesse chiedere perché, così optò per un più tranquillo, “no?”
“No. Ho rivisto le nostre spese e non so dove potremmo tirare fuori i soldi che ci servono per un matrimonio. Almeno non per uno che possa definirsi tale.” Ed ecco che di nuovo la tragedia Kurtiana veniva fuori. Accidenti quanto gli piaceva quel termine.

“Non stai un pochino esagerando?” Gli occhi del più grande quasi schizzarono fuori dalle orbite e stava per ribattere, se Blaine non fosse stato più veloce, aggiungendo “Voglio dire, potremmo fare una cosa un tantino più contenuta e so che sarà comunque meravigliosa perché la stai organizzando tu e lo sappiamo che tutto quello che tocchi diventa oro nelle tue mani, giusto?”  Blaine sorrise alla fine del suo discorso.

Kurt lo guardò sorridendo di rimando, sembrando già più calmo e tranquillo. Sembrando appunto.

“Ma tu ti ascolti quando parli o non c’è comunicazione tra cervello bocca e orecchie?” Il suo sorriso, improvvisamente divenne inquietante, come quello delle bambole, nei film di paura.

“Uhm, perché?” Ah povero ingenuo Blaine! Dopo quattro anni non aveva ancora capito che chiedere perché a un’esemplare di Kurt arrabbiato non è mai una buona idea.

“VOGLIO.UN.MATRIMONIO.CHE.POSSA.RICORDARMI!” Urlò, facendo sentire Blaine così piccolo, con il broncio e gli occhi bassi, che capì di aver esagerato. Cercando quindi di calmarsi aggiunse con tono più gentile, “Ridurre le mie aspettative perché non abbiamo abbastanza soldi, non è incluso nel pacchetto. Tanto vale aspettare, no?”

Blaine chiuse gli occhi, cercando di fare respiri profondi per evitare di continuare quella discussione assurda. Dopo poco, aprì gli occhi e parlò.

“Facciamo così, fammi vedere i conti. Magari insieme riusciamo a trovare una soluzione.” Il suo sorriso sciolse il cuore di Kurt. Era stato un idiota. Prendersela con lui non risolve nulla. E Blaine, dolce e buono come sempre, stava comunque cercando di dargli una mano; lui al contrario gli avrebbe urlato contro e probabilmente se ne sarebbe andato via per un po’. Annuì e sospirò, mentre gli passava i fogli.

“Ok, allora, vediamo un po’…” Disse mentre si metteva seduto e controllava tutti quei numeri e le note di Kurt a lato di ogni cifra. Il suo silenzio divenne sempre più pressante, mentre si allungava di minuto in minuto.

Kurt dietro di lui, stava iniziando a smaniare per sapere cosa ne pensava il suo fidanzato. Dopo un po’, chiese “Allora? Sono ore che controlli quei fogli,” il tono di voce un po’ più acuto del normale.

Blaine alzò lo sguardo e diede un’occhiata all’orologio.

“Non sono passati neanche tre minuti… Comunque, i tuoi conti sono giusti.” Kurt, abbattuto si appoggio al tavolo, posando la testa sul legno duro. “Ma avrei una soluzione.” Il giovane Hummel puntò i suoi occhi verso il moro.

“Innanzitutto, dobbiamo ridurre un po’ le spese” Kurt annuì. “Questo vuol dire che non puoi comprare una sciarpa di Hermes ogni mese. E comprare cibi biologici, a meno che non sia strettamente necessario.” Il ragazzo avrebbe voluto controbattere ma in effetti spendeva fin troppo per quei cibi che comunque non erano proprio il massimo della bontà, dovette ammettere con se stesso.

“E poi, ci limiteremo con le uscite. Faremo un po’ di economia e dovremo decidere un budget, in modo da sapere quanto ci aspettiamo di spendere. E ripeto sarà perfetto e meraviglioso comunque perché è il nostro matrimonio e no-pfh” Non riuscì nemmeno a terminare la frase che Kurt gli era già addosso. Le labbra le une attaccate alle altre, in un bacio che sapeva di ‘ti amo’, di ‘mi dispiace di essermi comportato da pazzo’ e di ‘grazie di essere così’.
Quando si staccarono, per mancanza di ossigeno, si guardarono negli occhi e come spesso succedeva tra loro, si capirono all’istante; il sorriso di Blaine contagiò anche Kurt che rise poggiando la fronte su quella dell’altro, sospirando finalmente davvero più tranquillo e calmo.

“Bene, che ne dici di metterci a decidere un tetto di spesa, a cui potremo aggiungerci un massimo in più con cui potremo sforare?” Chiese il moro, dando un bacio leggero sulle labbra sorridenti del suo ormai prossimo marito.

“Te l’ho detto che sei incredibile? E che ti amo più della mia vita?” Il ragazzo fece finta di pensarci, rispondendo con un sorriso ancora più grande.

“Sì, ma mi piace sentirtelo dire, ancora e ancora… Per tutta l’eternità.” Si baciarono ancora e si tennero abbracciati mentre discutevano di conti e spese  varie.
Quella sera fecero l’amore con più trasporto, sapendo che il loro futuro si stava concretizzando, finalmente.

***

Quella notte, mentre l’altro era già addormentato e girato di spalle, Blaine, con il computer sulle gambe, accedette al suo conto in banca e decise che tutto quello che c’era sarebbe andato per il matrimonio. Sarebbe stato tutto come Kurt aveva sempre desiderato. Perché la sua felicità era direttamente proporzionale alla sua: se Kurt era felice, lui era felice. E sarebbe andato tutto alla grande.

PIANO PER IL MATRIMONIO      – DEFINIRE UNA DATA 24 MAGGIO 2015

                                             – DEFINIRE UN BUDGET   $ 15.000 + $ 5.000























Note dell'idiota colossale che ha scritto quanto sopra:
Woow, sono passati solo 4 giorni e già pubblico o.O Che qualcuno mi faccia una statua!!! 
Scusate la Rachel Berry che è in me ogni tanto esce fuori ^_^
Coooomunque, sì ho pubblicato di nuovo e, non so, questo capitolo mi è piaciuto scriverlo, quindi spero piaccia anche a voi ;)
Detto questo se vi va potete lasciarmi una recensioncita piccina picciò e farmi sapere che ne pensate...
Intanto vi lascia con il titolo del prossimo capitolo, come premio per essere arrivati fin qui: PASSO 3. DEFINIRE LA LISTA DEGLI INVITATI
Bene con questo chiudo ed è così che Babykit vi dice Ciao! (no, oggi non sto proprio in me >_<)

Babykit

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Capitolo 3
*** Passo 3. Definire la Lista degli Invitati ***


NDA: lo so che all'inizio di questa semi long avevo detto che non sapevo quando avrei pubblicato, che non sarebbe stato settimanale ma quando mi pareva.. Solo che, pensavo davvero di riuscire a pubblicare prima ma l'ispirazione è andata a farsi benedire, visto che non sto passando un bel periodo.. Però vorrei davvero ringraziarvi perché è grazie a voi che riesco ad andare avanti e questo capitolo lo voglio dedicare a voi! Tra l'altro vorrei scusarmi se non sarà brillante rispetto ai primi due ma ho fatto del mio meglio e spero che apprezzerete comunque. Beh non mi resta che augurarvi buona lettura!
A presto
Babykit

PASSO 3. DEFINIRE LA LISTA DEGLI INVITATI

 
Kurt era tranquillamente sdraiato sul divano, intento a sfogliare una rivista di moda, quando Blaine uscì dalla loro camera, con un foglio in mano e un sorrisino un po’ tirato si piazzò direttamente davanti a Kurt, il quale sollevò gli occhi e lo guardò incuriosito.

“Che c’è?” Chiese allora, vedendo l’altro che lo fissava, le sopracciglia triangolari inquietantemente alzate.

“Cos’è?” Girò il foglio verso il proprio fidanzato. Kurt strizzò gli occhi cercando di capire e appena capì, gli si illuminarono.

“È la tua lista degli invitati!” Rispose quindi, come fosse la cosa più naturale del mondo. Il sorriso di Blaine si fece più tirato e accondiscendente.

“Esatto, la mia lista degli invitati.” Rispose senza aggiungere altro.

“N-non capisco.” La sua voce tradì il tono tranquillo di qualche secondo prima. Le sopracciglia di Blaine si alzarono ancora di più arrivando quasi all’attaccatura dei capelli, notò Kurt.

“Perché la mia lista degli invitati ha la tua calligrafia?” Kurt doveva pensare in fretta a qualcosa da dire o sarebbe incorso nelle ira del suo fidanzato. Il che non era mai un bene, visto che non si arrabbiava mai.

“Volevo aiutarti, agevolarti il lavoro,” iniziò cercando con lo sguardo di avvalorare la sua tesi. “Insomma, lavori al bar, vai a lezione e hai il tirocinio.. Sono un sacco di cose e volevo darti una mano.” La voce finalmente era tornata sicura di sé, quasi ci credesse lui stesso a quella storia.
Il sorriso di Blaine si rilassò, le sopracciglia tornarono al loro posto.

L’ho scampata. Ottimo! Così credeva.

“Pensi che sia un cretino totale?” Chiese con tono calmo il più piccolo.

“No, assolutamente.” Rispose ingenuamente Kurt.

“Quindi non ha niente a che fare col fatto che nella mia lista ci fossero anche Sebastian e gli altri degli Usignoli, vero?”

Il più alto sospirò, capendo immediatamente.

“Se non li volevi, bastava dirlo. Avremo concordato una lista di invitati che andasse bene a entrambi, una sorta di compromesso.”

Kurt si alzò dal divano e gli si avvicinò, sfoderando il suo sguardo più tenero, imparato proprio da Blaine.

“Mi dispiace, mi sono comportato da idiota. Quando ho visto i nomi sulla tua lista, sono uscito di testa. Insomma, Sebastian? Perché quella mangusta dovrebbe venire al mio matrimonio? E Mark. Dio, quello ci prova con te dal momento che hai messo piede al bar e tu lo vorresti alle nozze? Così potrebbe provarci con te anche mentre dici “sì, lo voglio”?” Lo sguardo di Blaine si addolcì, stavolta per davvero e, mettendogli le mani sui fianchi, lo avvicinò a sé.

“Quindi, eri geloso?” Kurt sbuffò, mentre appoggiava la faccia alla spalla del suo uomo. “Beh sappi che anche io ho qualche nome della tua lista con cui non sono pienamente d’accordo” Disse poi appoggiando le labbra sul collo d’alabastro dell’altro.

“Ah sì? Tipo?”

“Nah, facciamo così, riprendiamo le nostre liste, quelle vere, e decidiamo insieme i nomi che devono esserci, che ne dici?” Il sorriso di Kurt si irradiò su tutto il volto e si protese per dare un lungo e languido bacio a quelle labbra carnose di cui sembrava non poterne fare proprio a meno.

“Sarà la nostra lista di invitati e ci saranno tutti i nostri amici, ma solo quelli che stanno bene a entrambi, così non offenderemo nessuno.” Blaine disse mentre baciando Kurt lo spinse in camera da letto.

Quando le gambe dell’altro toccarono il materasso, si staccarono e si guardarono negli occhi.

“Ti amo Blaine Davon Anderson!”

“Ti amo Kurt Elisabeth Hummel!” Gli occhi di quest’ultimo si sbarrarono di colpo.

“Come hai scoperto il mio secondo nome?” Il più piccolo rise a quell’esclamazione.

“Ho le mie spie, mio caro.” Risero entrambi, riprendendo a baciarsi e toccarsi, amandosi giusto un po’ di più.

***
Sulla tavola della cucina, la mattina seguente vi era un foglio di carta semplice con una lista di nomi che faceva sfoggio di sé.

 






























 
PIANO PER IL MATRIMONIO        – DEFINIRE UNA DATA 24 MAGGIO 2015
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Capitolo 4
*** Passo 4. Scegliere La Lista Di Nozze ***


PASSO 4. SCEGLIERE LA LISTA DI NOZZE

 
Avere già un proprio appartamento e saperti cucire i vestiti da solo, dovrebbe implicare che la lista di nozze si possa ridurre a poco o niente. Questo era quello che pensava Burt quando, in visita a NY da suo figlio, si era ritrovato catapultato in una corsa sfrenata da un negozio all’altro in cerca di quegli oggetti che potessero far parte della lista.

“Kurt è il decimo negozio in cui entriamo, potresti deciderti?” Chiese allora con occhi supplicanti.

“Papà la lista di nozze è importante. Non possiamo decidere così a casaccio. Ci vuole stile in queste cose.” Stile. Così sconfitto, si apprestò a seguire il figlio e il suo futuro genero all’interno di quello che sperava fosse l’ultimo megastore in cui metteva piede.

E se Kurt sembrava un nazista dello shopping, pronto a distruggere tutto con la sola forza del suo sguardo critico, Blaine… Beh Blaine sembrava un bambino in un negozio di caramelle. Per ogni no di Kurt a un servizio da tè scialbo e con troppo pochi dettagli, il suo fidanzato trovava dieci cose da inserire nella lista, su cui poteva sciorinare una miriade di futili e, per la maggior parte, inesistenti motivi secondo i quali era strettamente necessario avere quell’oggetto. Soprattutto se quell’oggetto riguardava l’elettronica.

A quanto pare però il decimo si rivelò il negozio giusto: armati di pistola laser* tenuta abilmente in mano da Kurt, iniziarono il giro tra gli scaffali alla ricerca dei giusti oggetti da inserire. E fu un tutto: “Blaine, guarda questa tenda, non è stupenda?” “Guarda questi piatti, sono meglio col bordino azzurro o panna?” a cui il moro rispondeva quasi esclusivamente in maniera positiva con “Ovvio amore, è meravigliosa!”, “Per me sono favolosi tutti e due, perché non li metti entrambi in lista?” seguiti da sbuffi e alzate d’occhi di un Burt, che se ne restava in disparte sconcertato dal metro di giudizio del ragazzo, a cui sembrava andar bene qualunque cosa Kurt decidesse. Andarono avanti per un bel po’ in questo modo, finché spazientito, l’uomo non prese Blaine da parte, perché era umanamente impossibile che accettasse di inserire nella lista una statua in legno della virginità. Cosa diavolo se ne faceva Kurt di una statua della virginità?
“Ehi, tutto bene?” Gli chiese allora, mentre il castano era intento ad ammirare delle federe di lino, incredibilmente costose e assurdamente inutili. Blaine sorrise.

“Sì, grazie. Mi sto divertendo da morire. Tu no?” Burt lo guardò con tanto d’occhi.

“Sì, certo, ma posso farti una domanda?” L’altro lo guardò incitandolo a continuare. “Si può sapere perché continui a dire sì a tutto quello che ti propone Kurt? Andiamo, sta includendo cose assurde, lo stai lasciando andare fuori controllo.” Blaine gli fece cenno di abbassare il tono di voce, mentre dava uno sguardo veloce a Kurt per vedere se si fosse accorto di qualcosa.

“Non lascerò tutta la lista così come la sta creando lui, ovvio. Per ora accetto tutto, poi toccherà a me e io inserirò tutto quello di cui abbiamo bisogno: televisore, antenna parabolica, lettore dvd, consolle per videogiochi, insomma tutta la roba elettronica. Quando andremo alla cassa, gli farò notare tutte le sciocchezze a cui potremmo rinunciare e tutto è risolto. Fidati, lo conosco, se ora iniziassi a martellarlo con i no, litigheremmo e lui non sarebbe disposto a mollare niente.” Burt lo guardò sbalordito.

“Bel piano!” sorrise poi, facendo ridere anche l’altro, mentre tranquilli tornarono da Kurt che finalmente si era deciso per le lenzuola color glicine, invece che grigio antracite.

***
La giornata era stata lunga e stressante ma alla fine erano riusciti a portare via dal negozio una lista che includeva qualche oggetto più alternativo ma per la maggior parte c’erano tutte le cose che finora non potevano davvero permettersi.

Dopo cena, mentre Blaine stava finendo di risistemare la cucina (ormai era il suo compito, come quello di Kurt era cucinare) i due Hummel si misero seduti comodi sul divano, con il più piccolo appoggiato sulla spalla del padre.

“Ti abbiamo stravolto oggi?”

“Un po’. Mi ero dimenticato cosa volesse dire fare shopping con te” rispose ridendo Burt.

“Sì, è vero. Mi sono divertito, inserire tutti quegli oggetti assurdi è stato uno spasso.”

“Aspetta, non eri serio?” Chiese allora il padre. Kurt si mise a ridere di gusto.

“Oddio no. Ma ti pare? Insomma, ok che mi piace comprare roba, ma ho ancora il mio buon gusto. Era un gioco! Ma dai, chi metterebbe mai in lista una statua della verginità? O un quadro raffigurante dei genitali femminili? Tra l’altro, che se ne fanno due gay di affari simili in giro per casa?” Risero insieme, dando prova ancora di avere quella complicità che erano riusciti a costruirsi negli anni.

“Sei davvero un bravo attore, sai? Mi hai fregato alla grande”

“E poi se qualcuno avesse avuto anche il coraggio di regalarceli? Ma te lo immagini?”

“Quindi era tutto uno scherzo?” Indagò ancora Hummel senior. Kurt lo guardò, un po’ incerto.

“No, è per Blaine. Il fatto è che in queste cose prendo sempre il controllo di tutto e so che lui mi ama così tanto da lasciarmelo fare, però ogni tanto mi piace lasciargli il comando. Così, soprattutto nello shopping, gli lascio credere che voglia comprare il mondo perché so che lui mi dice di sì per poi farmi ragionare alla cassa.”

“Non hai paura che lo scopra?”

“No, credo che sotto sotto lo sappia anche lui. La prima volta che è successo era così soddisfatto di aver avuto quella piccola vittoria nei miei confronti che ho iniziato a farlo più spesso e vedo quanto lui sia contento di questo, per cui glielo lascio fare.”

“Beh anche questo è amore, direbbe Carole.”

Rimasero ancora a parlare tra loro e continuarono anche quando Blaine si palesò, annunciando che la cucina era “linda e pinta come piace a lei, futuro signor Anderson-Hummel”.

***
Quando si misero a letto, stanchi da quel giro di shopping sfrenato, Kurt riprese il foglio della loro lista di nozze, soddisfatto del risultato. O quasi.

“Perché ci sono 93 videogiochi nella nostra lista di nozze?” Blaine lo guardò con una faccia di bronzo.

“E io che ne so. Sarà stato un errore del computer”

Kurt lo guardò sospettoso, ma decise di non dargli peso. Dopo quella giornata se lo meritava.
 
PIANO PER IL MATRIMONIO            – DEFINIRE UNA DATA ✔ 24 MAGGIO 2015
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                                                   – DEFINIRE LA LISTA DEGLI INVITATI ✔
                                                   – SCEGLIERE LA LISTA DI NOZZE ✔
 
 
 








 
* ok mi sono impazzita per capire che cavolo di nome avessero quelle pistole che leggono i codici a barre e che ora va tanto di moda usare per fare la lista di nozze in America, non so se qui le usino già. In ogni caso sono quelle che si vedono anche nel film “Licenza di Matrimonio” con Mandy Moore e Robin Williams, che consiglio vivamente perché è davvero carino e divertente e da cui ho preso spunto per questo capitolo.
 

Angolo della pazza che ancora scrive queste robe
Ok c'ho messo un po' a scrivere questo capitolo però devo dire che sono abbastanza soddisfatta del risultato.
L'unico dubbio rimase, se mettere o no la nota OOC, perché non so se riesco a mantenerli sempre in linea con il personaggio, anche se vedendo cosa stanno facendo i RIB, la mia caratterizzazione potrebbe essere anche credibile, soprattutto dopo la 5x07 LOL
Beh ditemi voi che devo fare ok?
Grazie mille a tutti coloro che mi leggono, (sì anche voi che siete sileziosi!) che recensiscono e che seguono o ricordano questa semilong, non sapete quanto mi fate contenta *.*
Alla prossima
Babykit

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Capitolo 5
*** Passo 5. Trovare La Location ***


NDA: scusate per l'immenso ritardo di quest'aggiornamento, ma purtroppo ci sono stati vari impegni e soprattutto l'ispirazione era andata in vacanza quindi ho dovuto aspettare che tornasse per potervi dare una storia davvero fatta bene e non aggiornata con la prima cosa che capita... Beh che dire, spero apprezzerete e che mi facciate sapere cosa ne pensate, ok?
A presto
Babykit

PASSO 5. TROVARE LA LOCATION

 
Una grande sala da ballo. Luci piene di colore che rendono l’atmosfera calda e soft attraverso delle lampade soffuse dal sapore elegante. Tavoli rotondi tutto intorno nei colori del lilla e rosa antico. L’orchestra da sala che suona una musica d’accompagnamento romantica e leggera, mentre Kurt e Blaine al centro della pista ballano un lento. Tutti gli invitati li guardano con ammirazione e commozione. Tutto è perfetto. Troppo perfetto. Kurt continua a ballare, ha organizzato tutto lui è ovvio che sia perfetto. Poi all’improvviso, un suono assordante e fastidioso soffoca la musica. Tutto si ferma.

Biip biip.

Aprì gli occhi ed era nel suo letto. Era tutto un sogno. Si voltò verso la presenza accanto a sé. Blaine era ancora addormentato. Presto quel sogno sarà realtà, pensò mentre si spostava con tutto il corpo sopra il suo fidanzato. Gli accarezzò i capelli, liberi dal gel che solitamente li imprigionavano, e gli sfiorò le labbra con le proprie, poi si avvicinò al suo orecchio e con un sussurro leggero, cercò di svegliarlo.

“Amore? Amore, svegliati.” Un mormorio assonnato, gli indicò che stava iniziando a riprendere conoscenza.

“Dai che oggi ci aspetta una grande e lunga giornata.” Disse ancora mentre l’altro aprì lentamente gli occhi.

“È il giorno del matrimonio?”

Kurt rise piano, mentre si scostava da lui e si accomodava di fianco.

“No, sciocco. Non abbiamo ancora nemmeno un posto dove sposarci. E a proposito di questo, oggi andiamo in cerca di una location.” Il suo tono di voce era già indicatore di quanto fosse emozionato ed eccitato solo all’idea. Blaine sorrise e annuì mentre anche lui si spostava di fianco, mettendosi di fronte al castano.

“Buongiorno” dissero entrambi, mentre si avvicinavano l’uno all’altro.

Si baciarono, prima a fior di labbra, poi il bacio diventò più audace e bisognoso. Il moro si staccò e scese verso il collo, andando a suggere un punto ben preciso che ormai aveva imparato a riconoscere come zona erogena del ragazzo, che sospirò beato.

“Blaine, abbiamo tanti giri da fare” cercò di riprendere il controllo, fallendo miseramente.

“Abbiamo tutta la giornata per farli. Sai che senza la mia dose di Kurt mattutina non carburo” disse Blaine, con le labbra ancora appoggiate sul collo. Poi riprese la sua corsa verso il basso. La clavicola, il petto e sempre più giù.

Al diavolo! Pensò. Avevano tutta la giornata per cercare il posto adatto.

***
Arrivarono davanti a una villa appena fuori New York, dove avevano appuntamento con il direttore, con ben 55 minuti di ritardo. Poco male, considerando cosa li aveva trattenuti.

Si presentarono e, un po’ imbarazzati, si scusarono per il ritardo, mettendo su la scusa del traffico cittadino. Fortunatamente sembrò crederci. Li accompagnò all’interno dell’enorme villa, già allestita in occasione di un’altra cerimonia che si sarebbe tenuta quella sera. Si trattava di quattro sale, una adibita per la funzione religiosa, un’altra per il cocktail di benvenuto, e quella accanto per la cena e un’ulteriore sala, allestita con casse e luci a getto alternato "per ballare e divertirsi", come aveva detto il direttore.

Era tutto decisamente pomposo e immenso, pieno di affreschi e capitelli negli stipiti delle porte in legno massello, e a far sfoggio di sé una gigantografia di due tizi, probabilmente gli sposi della serata.

La faccia di Kurt assunse una smorfia disgustata, decisamente chiara di quanto fosse di cattivo gusto per un tipo come lui, così di classe. Si girò a guardare il suo fidanzato che, notò, aveva la sua stessa espressione schifata. Beh su quello potevano dire di essere completamente d’accordo.

Il direttore vide le loro facce, capendo immediatamente.

“Quella ovviamente è a discrezione degli sposi,” disse come se quello spiegasse tutto e togliesse ogni dubbio.

“Ovviamente!” Risposero in coro entrambi, il tono e il sorriso accondiscendenti.

Quando l’uomo diede loro le spalle e ricominciò il tour spiegando la costruzione e i possibili allestimenti delle sale, Kurt si avvicinò a Blaine e sussurrò “Non metteremo mai un obbrobrio come quello al nostro matrimonio.” A cui seguì quello di Blaine. “È chiaro, non esiste!”

Al termine del giro, vennero fatti accomodare in una stanzetta, sempre in tono con il resto della villa, dove vennero dati loro dei fogli descrittivi e un preventivo di quello che poteva essere un ricevimento, secondo le caratteristiche richieste dai futuri coniugi. Infine vennero accompagnati di nuovo nel giardino dove avevano parcheggiato la macchina.

“Grazie mille. Ci faremo un pensiero e decideremo.” Disse infine Kurt, a cui seguì Blaine.

“Sì, grazie davvero. Se dovessimo optare per la villa, la ricontatteremo sicuramente.”

Salirono in auto e, appena imboccarono l’autostrada che li portava di nuovo a New York, si lasciarono andare a una sana risata.

“Non esiste che prenderemo quella villa per il ricevimento.”

“Oddio, no. Per il tuo gran gusto sarà stato un colpo. Ti stavano quasi sanguinando gli occhi.”

Continuarono così a ridere e a prendere in giro il direttore e quelle sale, fin troppo lavorate, per tutto il viaggio di ritorno, mentre si incamminarono verso i successivi siti.

***
Videro il Blanchet Flower, il Lighthouse e il Central Park Boathouse*, ma ognuno aveva qualcosa che non andava o mancava qualcosa, anche se nemmeno loro sapevano bene cosa.

L’ultima location in programma era il Gotham Hall**, un luogo dove venivano celebrati diversi tipi di eventi, da gala no-profit a eventi sociali, come sfilate e feste private. Appena entrarono nella Grand Ballroom, tutto fu chiaro. Eccola! Era lei in tutto il suo splendore. Quella sala, le luci soffuse, i tavoli rotondi. Tutto era esattamente come Kurt l’aveva sognato.

Mentre camminava, prese la mano di Blaine e la strinse forte, come a cercare un appiglio. Blaine lo guardò, sorridendo.

“È questa, vero?” Kurt era così assorto, che non ebbe nemmeno la forza di rispondere, preferendo annuire.

Prima ancora che il direttore terminasse di parlare, Blaine lo fece fermare.

“Per noi va bene. Fermiamo la sala e diamo la caparra.”

Kurt sembrò riprendersi e si girò di scatto verso il moro.

“Ma non ne abbiamo nemmeno parlato.” Sussurrò.

“Non ce n’è bisogno. Questa sala è perfetta. La ami già. E anche io.” Disse, poi con un sorriso caldo si rivolse all’uomo di fronte a loro. “Andiamo a firmare?”

***
Quando tornarono a casa, Kurt non gli diede il tempo nemmeno di togliersi il cappotto che subito si avventò sulle labbra del ragazzo.

“Grazie. È il più bel regalo che potessi farmi.” Disse poi quando si staccarono.

“Ti amo”

“Ti amo anche io.”

Non aspettarono di arrivare in camera per amarsi in modo completo e unico, proprio in quel momento.

Sarebbero state le nozze perfette. Non era più solo un sogno lontano.
 

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*Questi posti esistono veramente. Eccoli qui:
Blanchet Flowers
LightHouse
Central Park BoatHouse
** Il posto è questo e per vostra conoscenza, la descrizione che ho fatto del sogno di Kurt è precedente all’aver trovato questa location, anzi è stato proprio un colpo di fortuna :)

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Capitolo 6
*** Passo 6. Scegliere Gli Abiti Da Sposo ***


PASSO 6. SCEGLIERE GLI ABITI DA SPOSO

 
“Questa è una delle scelte più importanti di tutto il matrimonio. Se sbagli questo, tutto il matrimonio sarà orribile. Ve lo garantisco.” Esordì così Kurt, mentre entravano nell’atelier* in pieno centro Manhattan, seguito dal fidanzato, sempre sorridente, da Sebastian, che sbuffava solo al pensiero di dover stare lì, da Rachel e Santana, che Kurt aveva scelto come damigelle d’onore, e da Sam, il testimone di Blaine, che si guardava intorno spaesato.

“Pensavo fosse il tutto a fare il matrimonio, non solo il vestito.” Disse a voce bassa e un tantino confusa Sam, alla quale il castano rispose con un’occhiata fulminante che avrebbe incenerito chiunque.

Blaine prese il suo testimone per un braccio e scosse la testa, cercando di fargli capire così l’errore commesso. Passarono circa tre secondi nei quali Kurt si girò lentamente verso di loro, gli occhi aperti e il respiro pesante. I tre secondi più lunghi che potessero esserci.

“Sam, tu proprio non puoi parlare. Non ne sai nulla di matrimoni o di organizzazione in generale, se proprio vogliamo dirla tutta. Io organizzo matrimoni dall’età di tre anni e ti assicuro che se i vestiti non sono perfetti, il matrimonio sarà un disastro. Chiaro?” La sua voce era calma ma dalla nota che assunse mentre parlava  si capiva che si stava innervosendo e pure parecchio.

“Cristallino” Rispose allora Sam, facendosi piccolo piccolo.

“Bene” il sorriso era tornato sulle labbra del ragazzo, che si voltò di nuovo verso l’interno e mentre aspettava che una delle commesse li accogliesse, si fece un giro degli abiti esposti.

Aveva già in mente tutto ma dare un’occhiata era divertente e poteva fargli avere un’illuminazione in più sulla sua idea.

Passarono appena pochi minuti che subito un signore, dall’aspetto elegante e distinto si avvicinò a loro.

“Salve, io sono Robert, il fashion director e sono a vostra disposizione. Prego da questa parte.” Disse mentre faceva loro strada verso un stanza con un camerino e poltroncine dove accomodarsi.

“Allora ditemi, chi è lo sposo?” Chiese sorridente l’uomo.

“Siamo noi!” Blaine indicò sé stesso e Kurt, con una punta d’orgoglio.

“Oh bene. Da chi siete accompagnati?”

“Uhm, ci sono le mie damigelle, il suo testimone e un amico” Disse Kurt, calcando sulla parola amico, chiedendosi come facesse Blaine ad essere davvero amico di Sebastian.

“Bene! Allora parlatemi un po’ di voi, come vi siete conosciuti e da quanto state insieme. Insomma raccontatemi la vostra storia.” Non appena Robert pronunciò quelle parole, tutti sbuffarono e chiesero se potevano andare a farsi un giro tra i vestiti mentre “quei due fanno i piccioncini” e “raccontano anche il più piccolo dei respiri fatti secondo per secondo, come se a qualcuno sano di mente potesse interessare” detti rispettivamente da Santana e Sebastian.

Così mentre gli altri uscirono dalla stanza Kurt e Blaine iniziarono a raccontare di loro due, dal primo incontro alla proposta di matrimonio e quello che pensavano dovesse essere la cerimonia. Il tutto tenendosi sempre per mano e scambiandosi sguardi pieni d’amore.

“Vedo che avete le idee piuttosto precise…”

“Sì, beh io immagino il mio matrimonio fin da piccolo e da quando me l’ha chiesto non faccio che pensarci. Voglio che sia tutto perfetto.” Rispose Kurt.

“E io voglio che sia esattamente come l’ha sempre immaginato, voglio che quel giorno sia perfetto per lui.” Aggiunse Blaine.

“Dove si svolgerà la cerimonia?” Chiese a quel punto il fashion director.

“Al Gotham Hall!” Risposero entrambi contemporaneamente.

“Bene, avevate già in mente qualche idea degli abiti?”

“Sì, vorrei qualcosa di semplice, magari con i bordi in raso o seta e niente doppiopetto, piuttosto preferirei un gilet sotto la giacca o solo la camicia.” Kurt era sicuro mentre parlava e dava indicazioni. Intanto Robert prendeva nota di tutto.

“A me sta bene tutto basta che il mio abito abbia il cravattino.” Rispose Blaine, il sorriso emozionato. A quella frase, anche Kurt sorrise.

“È il suo marchio di fabbrica.” Spiegò quando vide la faccia leggermente confusa dell’uomo.

“Perfetto. Il budget?”

“Abbiamo pensato a circa 4000$ a testa al massimo.” Le parole furono subito di Blaine, che aveva in mano la situazione finanziaria.

“4000, perfetto. Vado a cercare e a prendere quello che trovo.” Con un sorriso, lasciò i due promessi sposi nella stanza, andando poi ad avvertire gli altri ragazzi che potevano tornare nella stanza.

“Eccoci di nuovo. Che gli avete detto?” Chiese Rachel, eccitata.

“Se volevi farti cariare i denti, potevi rimanere con loro e fare il terzo incomodo, come sempre del resto, no?” La pronta risposta di Sebastian, alla quale rispose con un’occhiataccia la ragazza.

“Scusate ma gli sposi non dovrebbero non vedere il vestito dell’altro fino al giorno del matrimonio?” Chiese invece Sam, ancora confuso dalla sfarzosità del posto e dalle dinamiche prematrimoniali. Kurt rise di gusto a quella domanda.

“Primo: quelle sono credenze sciocche. Secondo: dovrebbe valere solo per le donne. Terzo: è ovvio che sarà così.. Per Blaine! Lui non vedrà il mio vestito.” La voce che trasudava ovvietà.

“Perché per te non varrebbe?” La domanda fu posta da Santana stavolta.

“Ovvio, perché Faccia da Checca è la donna della coppia.”

“Sebastian!” Lo ammonì subito Blaine, risentito di quello che aveva detto l’amico.

“Tranquillo, Blaine. Quello che dice non mi scalfisce minimamente. Vuoi sapere perché per me non vale? Perché quando abbiamo deciso che dovevamo scegliere gli abiti nuziali e abbiamo guardato delle riviste, aveva scelto un completo giacca nera e risvolti viola, pantaloni viola, un foulard blu al posto della cravatta e il fazzoletto nella tasca, “rigorosamente” blu, il tutto coordinato da un cilindro e un bastone**. Per quanto apprezzi lo stile variegato e stravagante, voglio un matrimonio classico. Ecco perché. Ti basta come risposta?” L’aria di sufficienza che aveva assunto nel parlare a Sebastian, fece desistere tutti gli altri da esporre ulteriori dubbi.

Era chiaro che questo matrimonio stesse stressando Kurt più di quanto sembrasse a prima vista.

***
Era il terzo completo che Blaine provava. Mentre si abbottonava la camicia, si rese conto che l’abito era davvero bello e forse poteva essere quello giusto. Gli altri due erano carini e aveva lasciato che Kurt li bocciasse senza dire niente, ma stavolta si sentiva che poteva essere quello l’abito. Doveva convincere Kurt a tutti i costi, anche a costo di dover utilizzare i suoi irresistibili occhi da cucciolo.

Finì di vestirsi, poi uscì dal camerino, armato del suo sorriso più smagliante e insieme a Robert uscì dalla saletta. Si mise sul piedistallo di fronte allo specchio e si voltò verso il suo fidanzato, seduto alla sua destra su una delle poltroncine.

“Questo mi piace particolarmente. Che ne pensi?” Chiese speranzoso. Kurt lo squadrò dalla testa ai piedi, cercando di vedere una qualsiasi imperfezione.

“Se posso dire la mia, questo abito è perfetto. Ti fascia il culo che è una meraviglia.” Blaine mormorò un “grazie” imbarazzato, mentre Kurt sospirò.

“Grazie per il tuo inappropriato e inopportuno contributo Sebastian. Comunque è il migliore che hai provato finora… E sì, anche se mi secca non poco dirlo, ha ragione. Quei pantaloni ti fasciano perfettamente il sedere e lo rendono ancora più perfetto.”

Blaine sorrise entusiasta, mentre si voltava verso Robert.

“Allora lo prendiamo. Solo potreste accorciarmi un po’ l’orlo dei pantaloni?” Non fece quasi in tempo a terminare la domanda che tutti in coro urlarono il loro dissenso.

“NO!”

Blaine li guardò con i suoi occhi da cucciolo, ma non bastò a convincerli.

***
Kurt fece andare via il suo fidanzato e relativi testimoni e amici mentre sceglieva il suo abito. Alla fine ne scelse uno molto semplice, con i bordi in raso, elegante e raffinato esattamente come lo era lui. C’era solo una piccola modifica da fare: i bottoni dovevano essere necessariamente tre, mentre questo ne aveva solo due.
Quando tornò a casa, soddisfatto, trovò Blaine sul divano intento a suonare la chitarra. Che melodia è? Si chiese mentre si avvicinava al divano e si metteva anche lui seduto.

“Cos’è?” chiese allora mentre lasciava un bacio sulla guancia del moro.

“È una cosina che sto creando io” rispose con un sorriso orgoglioso. Kurt si illuminò a quella frase.

“È la nostra colonna sonora per il primo ballo da sposati?” Chiese a quel punto, già eccitato all’idea.

“Veramente no… Balleremo Come What May e non si discute su quello. Però potrebbe essere il mio regalo di nozze per te…” Disse ammiccando. Kurt meravigliato ogni oltre dire, gli prese gentilmente la chitarra dalle mani e poi lo baciò con tutto l’amore che poteva. Quando si staccarono, si guardarono negli occhi, poggiando la fronte l’una all’altra.

“Non vedo l’ora di sposarti, Blaine.”

“Anche io. Non vedo l’ora di poter dire a tutti ‘vedete quell’uomo stupendo? Ecco lui è mio marito’. Sarà stupendo.” Risero esaltati dalla prospettiva e si baciarono ancora e ancora.



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* tanto per capirci, ho immaginato l’atelier come Kleinfeld, ovvero il megastore di abiti nuziali femminili dove girano il programma “Abito da sposa cercasi” che va in onda in Italia su Real Time. Se non l’avete visto andatevi a guardare qualche puntata per capire come vengono trattare le clienti che si rivolgono a questo negozio, che appunto si trova in pieno centro Manhattan.
 
** Il completo in questione è il primo da sinistra che appare in questa foto. Purtroppo non ho trovato una foto singola del completo, ma se la mia descrizione è chiara, capirete immediatamente qual è ^_^
 
*** Bene, per farvi capire, non ho scelto un completo a caso, ma uno di quelli con cui Darren ha fatto il servizio per GQ di cui sono innamorata alla follia e non potevo non usarlo per la storia. Quindi per voi in tutto il suo splendore, Darren Criss at Wedding
 
*** E questo è invece quello che penso possa essere quello di Kurt, ovvero quello che Chris ha indossato per i Golden Globe del 2011. Lo trovo raffinato ed elegante per lui.

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Capitolo 7
*** Passo 7. Scegliere La Torta e il Catering ***


PASSO 7. SCEGLIERE LA TORTA E IL CATERING
 
“Unconditionaaaaaaal, unconditionally… I will love you unconditionallyyyyyyy”

Così entrò Blaine a casa, dopo una giornata intensa di lezioni, cuffiette alle orecchie e chitarra sulla spalla. Appena entrò vide subito il suo bellissimo fidanzato, intento a scegliere il colore del tovagliame per la cena di prova, così togliendosi le cuffiette si avvicinò, posò la chitarra a terra con cura e si sedette anche lui sul divano.

“Allora sei riuscito a scegliere?” Chiese poi mentre guardava i vari colori sul piccolo tavolino bianco davanti a sé.

“Veramente no. Ho fatto una cernita ma sono molto indeciso tra queste ultimi tre colori. Tu che ne pensi? Quale ti piace?” Si voltò verso il moro e gli sorrise.

“Beh io amo i colori accesi lo sai, quindi…” Non terminò nemmeno la frase che subito Kurt la finì per lui.

“Preferisci il blu elettrico… Ma che te lo chiedo a fare?” Blaine rise a quell’esclamazione. “Perché ridi adesso?” Chiese quindi Kurt.

“Hai finito la mia frase. Sai che vuol dire?” L’altro denegò con la testa. “Ci completiamo a vicenda. È una cosa bellissima!” Gli diede un bacio a stampo e si alzò dal divano. “Vado a farmi una doccia. Ti va di venire con me?” Il tono si fece malizioso.

Kurt lo guardò sostenendo il suo sguardo. “Tu intanto vai, sistemo tutto e ‘forse’ potrei anche venire.”

Blaine si incamminò mentre con il sorriso sulle labbra disse “in tutti i sensi” e si chiuse in bagno.

Kurt si mise a sistemare tutti quei campioni di colori, avevano ancora tempo per quello, quando il suono del campanello risuonò in tutto il salottino. Rachel, pensò mentre si apprestava ad aprire la porta. Gli occhi si spalancarono, segno evidente che era stupito non poco della visita.

“Signori Anderson!”

***
“Signori Anderson!” Disse quando vide i due davanti alla porta di casa.

“Non ci fai entrare?” Chiese con un sorriso la donna, piccola e minuta, dai tratti chiaramente orientali.

Kurt sembrò riscuotersi e si fece da parte per permettere ai genitori del suo fidanzato di entrare in casa.

“Prego, accomodatevi pure.” Disse cercando di risultare il più tranquillo possibile.

Appena seduti sul divano, Kurt gli offrì qualcosa da bere, tè e caffè, e si accomodò anche lui sulla poltroncina di fronte al tavolinetto bianco, dove ancora erano esposti alcuni campioni di colore. Rimasero in silenzio qualche minuto, in evidente imbarazzo. Non erano mai andati particolarmente d’accordo, visto che ritenevano Kurt troppo ‘esuberante’ per il loro figlio. In altre parole, lo ritenevano troppo femminuccia e avrebbero preferito un uomo più mascolino, anche se i termini utilizzati erano stati ben altri, come ‘un uomo degno di quest’appellativo’.

“Blaine non c’è?” Chiese accigliato il signor Anderson, guardandosi intorno.

“Sì, sta facendo la doccia.” Proprio in quel momento la voce di Blaine risuonò in tutto l’appartamento.

“EHY IO SONO SOTTO L’ACQUA! E MI SONO RICORDATO CHE IERI MI AVEVI PROMESSO UN LAVORETTO DI BOCCA, PER CUI MUOVI LE CHIAPPE E VIENI QUI! MAGARI POTREI ANCHE RIPAGARTI IL FAVORE. LO SAI CHE SONO UN MAGO CON I POMPINI”

Kurt chiuse gli occhi, mentre un forte colorito rosso si sparse sul suo volto. Sì alzò risoluto, senza nemmeno alzare lo sguardo sui suoi futuri suoceri per il troppo imbarazzo e scusandosi velocemente entrò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

“A-ah basta nominare il sesso ed ecco che ti palesi come d’incanto.” Disse Blaine, ignaro della pessima figura che avevano fatto.

“Sei fuori di testa? Non hai sentito il campanello?” Chiese isterico il castano.

“Sì ma tanto è Rachel… Cos’è da quando non abiti più lì è diventata una puritana?” Il suo tono era piuttosto divertito. Kurt fece un lungo sospiro poi scostò di getto la tenda della doccia. Il sorriso di Blaine si allargò. “Dai, che c’è una torre di Babele qui che ti aspetta.”

“No, genio. Non è Rachel, sono i tuoi genitori, che ti hanno anche sentito declamare le tue qualità a letto.” Il suo sguardo avrebbe potuto incenerire anche Zeus in persona.

“Oh cavolo…” Seppe dire soltanto il ragazzo in doccia. Kurt abbassò gli occhi sul corpo del suo fidanzato.

“E addio alla torre di Babele. Sbrigati con questa doccia, non voglio rimanere per troppo tempo da solo con loro, soprattutto dopo quello che hai urlato.” Al cenno d’assenso del moro, rimasto pietrificato dalla notizia, Kurt aprì la porta e tornò nel piccolo salottino.

“Ehm Blaine stava scherzando.” Disse con un accesso di risata che però non fu accolta dai due coniugi. Così si rimise seduto e stette zitto sperando che il ragazzo uscisse presto da quel bagno.

Dopo pochi minuti di silenzio, Imee* si schiarì la voce e parlò.

“Kurt, come vanno i preparativi delle nozze?” Il castano sorrise immediatamente.

“Molto bene, un po’ stressante, dobbiamo pensare e fare tante cose.”

“Beh noi siamo venuti per sapere se avete già deciso la torta e il resto della cena.” La sua voce era calda e tranquilla e Kurt ringraziò che la donna fosse così disponibile, nonostante tutto.

“Ehm no, in realtà dovremo andarci a breve a scegliere il menu e soprattutto la torta.” Imee batte le mani e sorrise, poi si rivolse a suo marito.

“Che avevo detto, Richard?” L’uomo sbuffò, annoiato. “Abbiamo una nostra cara amica a Westerville, di mestiere fa la cake designer e ci ha chiesto se potesse fare lei la torta per il vostro matrimonio, come regalo di nozze.” Kurt rimase sorpreso dalla notizia. Non pensava che i suoi futuri suoceri si impegnassero persino ad aiutarli con la preparazione. Anzi, piuttosto credeva avrebbero messo loro i bastoni fra le ruote.

“Wow! Sarebbe fantastico davvero…” Era senza parole.

“Ovviamente non dovreste nemmeno venire in Ohio perché ha da poco aperto un laboratorio proprio qui a New York.” La donna parlava concitata mentre passava al ragazzo un bigliettino da visita.

“Oh e abbiamo dei dolcetti fatti da lei per farveli assaggiare.” Disse infine mentre poggiava un sacchetto con dei mini cupcakes sul tavolinetto.

“Vi ringrazio.” La riconoscenza si denotava nel tono di voce.

“Beh non li assaggi Kurt?” Fu Richard, che finora era stato in silenzio osservando tutto con sguardo critico, a parlare.

“Assolutamente.” Rispose il castano prendendone uno e dando un morso. I suoi occhi si spalancarono dallo stupore. “Accipicchia, sono pazzeschi. Grazie, sicuramente ci faremo preparare la torta da lei.” Continuò a mangiare e a gustare quella piccola prelibatezza.

Nel frattempo la porta del bagno si aprì e Blaine fece la sua comparsa in tutta la sua bellezza.

“Mamma, papà che bello che siate qui, non vi aspettavo.” Disse mentre si avvicinava e salutava i genitori con un abbraccio e un sorriso caldo. Si mise poi seduto sul bracciolo della poltrona accanto a Kurt.

“Mmm assaggia questi dolci, sono spettacolari.” Intervenne il ragazzo, mettendogli in bocca un cupcake. “Li hanno portati i tuoi come assaggi… C’è questa donna che fa questi dolci… Non sono buonissimi? Vorrei prendere lei per la torta nuziale, che ne pensi?”

“Okay, prenderemo lei.. Ma chi è?” Si rivolse poi ai genitori.

“La signora  Pendleton, tesoro… Te la ricordi? Ti faceva sempre la torta di compleanno e i biscotti quando stavi male.” Rispose la madre.

“Oh sì! Che bello, lei è bravissima. Se sono un amante dei dolci è grazie a lei.”

Continuarono a parlare e soprattutto a raccontare dell’organizzazione del matrimonio per un po’ fino a che non si fece ora di cena.

“Volete rimanere a mangiare qualcosa con noi?” Chiese Blaine.

“Ci farebbe piacere.” Aggiunse Kurt.

Accettarono e cenarono insieme. Un po’ di quella tensione iniziale c‘era ancora ma erano sicuramente riusciti a reggere senza cedimenti. Sarebbero stati una famiglia a breve.

***
Quella sera presero un appuntamento da Pendleton’s cake, scoprendo che avevano anche un servizio catering. Due piccioni con una fava pensò Kurt mentre con il solito taccuino annotava ogni progresso che facevano.

“Ovviamente non ti ingozzerai di dolci domani quando andremo lì, vero?” Chiese mentre l’altro si sistemava dentro le coperte.

“Ma ti pare?” Rispose Blaine.

“Ti ricordo che siamo a dieta.”

“Ti ricordo che l’hai deciso tu che dovevamo stare a dieta.” Rispose con un sorriso il moro. Kurt lo guardò storto. “Andiamo, questo è il momento che più aspettavo dacché abbiamo deciso la data…” I suoi occhi da cucciolo erano già in azione e come sempre l’ebbero vinta.

“Va bene… ma che sia l’unico strappo alla regola che fai…” Disse con il sorriso sulle labbra il castano.

Il sorriso del più piccolo si allargò e illuminò tutto il volto. “Ti amo. Grazie!” l’altro sbuffò mentre riponeva il taccuino nel cassetto del comodino.


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* per chi ha già letto le mie storie sa che per me la madre di Blaine ha questo nome che è filippino e lo trovo molto bello. Se volete leggere dove l’ho usato questa è la storia (NO, non è spam *autoconvincimento*)


NDA: lo so che sembra che mi sia allontanata da quello che doveva essere l’idea del capitolo, ma in realtà quando l’ho pensato è stato esattamente così che l’avevo immaginato. Ogni tanto bisogna anche far vedere la vita familiare dei Klaine no? Spero comunque che vi sia piaciuto e che mi facciate sapere cosa ne pensate con una recensione.
Nel frattempo voglio ringraziare tutte le persone che leggono la storia, le 27 che l’hanno messa tra le seguite e le 7 persone che l’hanno aggiunta alle preferite (addirittura tra le preferite, non posso quasi crederci **) VI AMO TUTTI E SIETE BELLISSIMI!!!

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Capitolo 8
*** Passo 8. Scegliere Le Partecipazioni Di Nozze ***


PASSO 8. SCEGLIERE LE PARTECIPAZIONI DI NOZZE

 
Tornare a Lima era sempre stato stressante per Kurt, forse perché ogni volta che era tornato il quella cittadina sperduta, lo aveva fatto per un evento spiacevole. Ora però non vi era nulla di veramente significativo e quella non era un’occasione speciale, ma solo qualche giorno di pausa dalla vita frenetica di NY e dai preparativi per godersi un po’ la tranquillità della famiglia. O meglio della famiglia di Kurt, visto che avrebbero alloggiato lì per i successivi quattro giorni.

Erano arrivati di sera, dopo un volo turbolento, che aveva inquietato Blaine non poco. Così ora si ritrovavano nella vecchia camera da letto di Kurt, i bagagli ancora da disfare, sdraiati sul letto per riposarsi un po’.

“Ti senti meglio?” Chiese Kurt mentre passava una mano sullo stomaco del fidanzato.

“Più o meno… Credo però di aver bisogno di altre coccole.” Rispose, mentre l’altro lo guardava con il sopracciglio alzato e il sorriso sulle labbra. “Sai per precauzione. Non sia mai che possa non riprendermi per bene.”

“Non sia mai…” Ripeté Kurt, scuotendo la testa ma continuando a tenere la mano sulla pancia.

Quella era sempre stata una cosa tutta loro, ripetere l’ultima frase dell’altro. Sembrava incredibile ma nonostante gli anni passassero, il loro rapporto non era cambiato, avevano ancora le loro piccole abitudini e vezzi che lo rendevano unico.

***
Quando la mattina successiva, Blaine si svegliò trovò il letto vuoto e freddo, segno che il promesso sposo era già in piedi da un bel po’, così scese per fare colazione ma non fece in tempo nemmeno a scendere i primi gradini che le urla risuonarono per tutta la casa.

“NON ESISTE!” La voce di Kurt era stridula, segno di quanto fosse esasperato.

“NON URLARE!” Questo invece era Burt. A quanto pare stavano litigando. Poi più piano e cercando di mantenere la calma, continuò. “Ma perché no? Avrebbero un valore affettivo.”

“Te lo ripeto. Non. Esiste. Quell’obbrobrio non sarà spedito a nessun invitato. La questione finisce qui papà.” Disse il ragazzo, mentre si sedeva a tavola con una tazza enorme di caffè in mano.

“Che succede?” Chiese allora Blaine, cercando di intervenire senza incombere nelle ire del fidanzato.

“Succede che mio padre ha comprato le partecipazioni al posto nostro, esattamente uguali a quelle che ebbe lui con la mamma.”

“E quale sarebbe il problema?” La domanda venne posta insieme a uno sguardo da cucciolo, a cui nessuno sapeva mai resistere. Tanto meno Kurt Hummel. Difatti la risposta arrivò gentile e calma.

“Il problema è che sono orribili.”

“Dicevi che ti piacevano…” Disse Burt prima che il moro potesse dire qualunque cosa.

“Avevo sei anni. A sei anni non si ha un senso del gusto ben sviluppato. Ora sono adulto e capisco che anche se poteva andare di moda negli anni ’80, anche se dubito fortemente che lo fossero anche all’epoca, sono inguardabili. Non useremo quello scempio. Non esiste.”

“Posso vederle?” Il sorriso era ben stampato in faccia. Nessuno può trattare male un ragazzo con un bel sorriso in faccia. Almeno questa era la teoria di Blaine Anderson.

 “Questo è quello per i tuoi genitori, Blaine.” Burt gli passò uno dei cartoncini.

In effetti non erano esattamente le più belle che avesse mai visto. La carta era multicolor e aveva dei ricami con lo spago colorato tutto intorno. Al centro invece si stendeva una scritta in fuxia fosforescente. Erano assurdi ma divertenti, c’era da ammetterlo. Lesse il contenuto della partecipazione.

 
Imée Cheng  e Richard Anderson
Siete cordialmente invitati al matrimonio di
Kurt Hummel e Blaine Anderson
che si terrà il 24 Maggio 2015
presso il Gotham Hall New York

“Ehm c’è un errore.” Disse mentre si avvicinava a Burt. “Mia madre si chiama Imée Chien, non Cheng. Quello forse è cinese, non lo so. Forse nemmeno esiste, come cognome.”

“Ah, non solo fanno schifo ma sono pure sbagliate. Ma in fondo che possiamo pretendere da uno che crea quegli orrori?” Intervenne Kurt, al limite della sopportazione. “Ora tu li prendi e li riconsegni. Ti fai ridare i soldi e poi IO e Blaine andremo da qualche parte che non sia quel posto e compreremo delle partecipazioni, che siano eleganti e raffinate. Esattamente come sarà il nostro matrimonio. Chiaro?” Disse prima di sparire dalla porta e salire le scale.

Burt riprese in mano il cartoncino e lo ripose insieme agli altri.

“Volevo aiutarvi, comunque. Non c’è bisogno di fare il dramma per una sciocchezza del genere.”

“È solo molto sotto pressione. Erano divertenti.”

“Era quello l’intento sai? Fare le cose in modo fuori dall’ordinario. Ma capisco che Kurt non è così e non lo vuole così, quindi le riporto indietro.” Blaine sembrò pensarci su un momento.

“Dalle a me. Ci penso io eh? Magari riesco a trovare un compromesso.” Disse prendendo poi la scatola e andando anche lui al piano di sopra.

***
Stava sistemando la stanza come era solito fare ogni volta che era nervoso. Solitamente per qualcosa che faceva Blaine, di certo non per colpa di suo padre. Ma che cosa aveva in mente quando aveva pensato quell’assurdità.

“Voleva solo aiutarci. Non te la prendere così.” La voce alle sue spalle era tranquilla e dolce.

“Stavo parlando ad alta voce?” Chiese mentre si voltava a guardare il volto dell’uomo che presto avrebbe chiamato ‘suo marito’.

“No, ma ti conosco e so come ragioni. Senti perché non ci sediamo sul letto e parliamo un attimo di queste partecipazioni?” Disse mentre si sedeva, facendo cenno al castano di fare altrettanto.

“Che c’è da dire? Non useremo quelle partecipazioni.” Era risoluto nel parlare.

“E se invece ne facessimo due?” L’altro lo guardò scettico. “potremmo inviare queste a parenti e amici e quelle eleganti e raffinate a colleghi e ai tuoi capi di Vogue.com. Potremmo inviargliele mettendoci una nota finale in cui spieghiamo che sono folli e divertenti come gli sposi. Che ne dici?”

Kurt lo guardò fisso, poi rivolse lo sguardo alla scatola. Senza dire una parola la prese in mano e aprendola afferrò uno dei cartoncini. Lo squadrò per bene e poi rivolse di nuovo lo sguardo a quegli occhi color del sole.

“Così potremo far contento mio padre e impazzire i tuoi?” Chiese poi con un sorriso. L’altro annuì, aprendosi in un sorriso a tutta faccia. “D’accordo. Ci sto.”
Avvicinò le labbra a quelle del ragazzo per un  bacio soffice e dolce.

“Solo tu potevi convincermi a fare una cosa del genere.” Disse poi sulle labbra del moro, che le premette su quelle di Kurt, aprendole per approfondire il bacio.

***
Quando andarono a ordinare le nuove partecipazioni, le scelsero insieme, continuando a sorridersi l’un l’altro, impazienti di arrivare a quella benedetta data.

La sera tornarono a casa soddisfatti e di nuovo sereni.

“Non vedo l’ora di diventare tuo marito futuro signor Hummel.”

“E io non vedo l’ora di diventare il tuo, futuro signor Anderson. Ti amo.”

“Ti amo anche io.”

Si addormentarono così, sdraiati sul letto, abbracciati e innamorati come non mai.

 
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NDA:
OMG cos'è tutto questo fluff??
Sarà che nonostante sia passato un po' di tempo, siete persino aumentati (tra l'altro non so davvero come ringraziarvi, vi amo tutti alla follia, sappiatelo) sarà che le foto della 5x15 con Kurt disteso lì mi hanno stretto il cuore e volevo qualcosa che mi facesse tirare su di morale, o magari perché finalmente Glee è ricominciato, ma è venuto fuori questa "cosa".
Per cui se vi va di farmi sapere che ne pensate, lasciate un commentino, tanto ormai dovreste saperlo che rispondo a tutti ^_^
Vi amo tantissimo
Babykit

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Capitolo 9
*** Passo 9. Scegliere le Fedi ***


PASSO 9. SCEGLIERE LE FEDI
 
Fissava quella vetrina da ore ormai. Aveva trovato la perfetta fettuccia: oro bianco, due striscia lucide su base satinata*. L’aveva cercata per giorni, ovvero da quando Kurt aveva dato l’incarico a lui, perché “l’anello che avevi scelto per chiedermi di sposarti era perfetto, questo vuol dire che hai gusto,” per citarlo testualmente.

Quindi, dopo giorni alla ricerca delle perfette fedi nuziali, che rispecchiassero tutto l’amore che provavano l’uno per l’altro e che non lo facessero sfigurare davanti al suo uomo, finalmente le aveva trovate. Erano loro. E non costavano nemmeno troppo, solo 650 dollari.

Così, deciso più che mai, entrò nella gioielleria e con il suo miglior sorriso si avvicinò al bancone, dove un uomo distinto stava sistemando delle coppie di orecchini nella vetrina.

“Salve, come posso esserle utile?” Chiese mentre chiudeva la vetrina e rivolgeva al ragazzo tutta la sua attenzione.

“Salve, io ho visto una coppia di fedi nuziali nella vetrina qui fuori e vorrei vederle.” Rispose Blaine, emozionato.

“Come mai? Sta per sposarsi?”

Che razza di domande fa? Si domandò Blaine. Era ovvio che stava per sposarsi. Quale sano di mente entra in una gioielleria per provare delle fedi nuziali se non sta per sposarsi?**

Comunque anche se piuttosto stupito e stranito dalla domanda, annuì, mentre l’uomo andava alla vetrina esterna e prendeva tutte le fedi esposte.

Appena Blaine le vide, riconobbe subito quella da lui scelta.

“Ecco è questa qui!” Indicò la fettuccia.

“Questa però è una fede maschile. La sua fidanzata magari preferirebbe qualcosa di più femminile, magari questa.” Il commesso distinto stava iniziando a prendersi troppe confidenze.

“Beh magari ha ragione… Oh aspetti, no che non ce l’ha, visto che la mia fidanzata è un ragazzo.” Si Al contrario di quello che si era aspettato – purtroppo nonostante fossero a New York, l’omofobia li seguiva ovunque e non era raro trovare persone non disposte ad accettarli – l’uomo batte le mani e fece un urletto d’approvazione con un gran sorriso a tutta faccia che illuminò il suo volto.

“È fantastico. Non sempre mi capitano coppie gay e ogni volta è così emozionante.” Il signore sembrava elettrizzato all’idea.

“Che bello!” Rispose Blaine, leggermente inquietato dalla reazione dell’uomo. “Comunque queste sono quelle che vorrei comprare.” L’uomo le tolse dalla scatolina di velluto e gliele porse.

“Bene. Ha fatto un’ottima scelta. Ha buon gusto sa?”

“Grazie, anche il mio fidanzato me l’ha detto.” Il sorriso dell’uomo era decisamente contagioso, perché si ritrovò anche lui a sorridere, come un idiota. O forse era solo il pensiero di Kurt, che lo faceva sorridere a quel modo.

“Se vuole, incluso nel prezzo può farci incidere una dedica o qualcos’altro.” Gli porse quindi un foglio dove inserire i dati per l’acquisto e in basso un quadro dove poter scrivere la frase da incidere.

Lo lasciò tranquillo di pensare alla frase, mentre si occupava di altri clienti. Dopo varie idee, tutte più o meno carine, scritte e cancellate, ebbe l’illuminazione. “Love you over and over”

***
La sera quando tornò a casa, raccontò a Kurt di quanto fosse stato bravo a scegliere la giusta e perfetta fede nuziale che potesse rappresentarli.

“Oh amore, sono così orgoglioso di te!” Disse il castano mentre poggiava le labbra su quelle del ragazzo.

“Sono contento. Voglio che sia sempre così..” Rispose Blaine, baciandolo ancora.

“Lo sarà. Sempre e per sempre.”

***
Quando una settimana dopo, Blaine entrò nel negozio, si sentiva emozionato oltre ogni dire. Le fedi erano un passo importantissimo, era ciò che li avrebbe distinti dalle altre coppie. Era la dimostrazione che erano davvero sposati. Con questi pensieri, porse la ricevuta allo stesso uomo che l’aveva servito e pochi minuti dopo essere andato nel retro, tornò con una scatolina rosso bordeaux, molto elegante, che porse subito al moro.

Blaine l’aprì con trepidazione ed eccola lì, in tutto il suo splendore. Era stupenda. Avrebbe voluto provarla ma sapeva che portava sfortuna alla coppia e, nonostante non ci credesse, perché sfidare la sorte, no?

La prese in mano e andò subito a leggere l’iscrizione “Love you oven and oven”

COSA?

“Ehm credo ci sia un errore.” Disse, facendo vedere l’anello al commesso. “C’è scritto Love you oven and oven.”

“Perché è quello che lei ha scritto sul foglio.” Rispose l’uomo, con un sorriso.

“No, io avevo richiesto Love you over and over, ‘ti amo senza fine’, non questo.” La sua voce iniziava ad alzarsi.

“Aspetti controlliamo il foglio, Mel cara, prendi il foglio del signor Anderson?” Quando la ragazza tornò, il commesso gli fece vedere ciò che aveva scritto. “Vede?” Blaine guardò quel pezzo di carta e posò di nuovo gli occhi sull’uomo.

“Vedo ed è una R!” Rispose visibilmente alterato.
“No, è una N, signore. Mel cara, secondo te che lettera è questa?” si rivolse poi alla ragazza.

“È una N.” Era piuttosto condiscendente, mentre dava la sua risposta.

“No, è una R!” Continuava a ribattere Blaine.

“Cosa voleva scrivere?” Chiese lei, gentilmente.

Love you over and over, ‘ti amo senza fine’, qui c’è scritto Love you oven and oven, chi mai scriverebbe ‘ti amo forno e forno’? Non ha senso!” Era esasperato.

“Beh si stupirebbe di cosa la gente fa scrivere sulle proprie fedi, ma le assicuro che il nostro incisore è un esperto di calligrafie e questa è una N…” Continuò il distinto signore al bancone.

“No, voi non capite. Il mio fidanzato è un maniaco del controllo, perfetto in tutto quello che fa e se mi ha dato abbastanza fiducia da far scegliere a me le fedi, io non posso tornare a casa con questa scritta che non ha il minimo senso. Ok? Mi ucciderebbe! La mia era una bellissima frase romantica e voi l’avete rovinata!” Esplose Blaine, al limite della sopportazione.

Al termine del suo sproloquio li guardò con i suoi occhi da cucciolo più potenti e il broncio migliore che potesse fare. I signori si guardarono per un istante poi si rivolsero al ragazzo.

“Se vuole possiamo sistemarla, nel giro di due giorni sarà pronta con la sua bella scritta romantica.” Blaine sospirò.

“Bene, grazie!” Il sorriso che l’uomo rivolse al moro, aveva un qualcosa di strano.

“Con soli 250 dollari in più.” Ecco, ora aveva senso quel sorriso strano.

“Fatemi capire: io devo pagare 250 dollari, per farmi sistemare un errore che voi avete commesso, perché non sapete distinguere una R da una N?”

“La colpa non è nostra signor Anderson. Avrebbe dovuto scrivere meglio.”

Fottuti bastardi. Ma non poteva davvero tornare a casa con una scritta del genere incisa sulle fedi che avrebbero portato per tutta la vita.

“Bene, pagherò. Ma siete voi che non sapete leggere!” Rispose, con un sorriso tirato.

***
Due giorni dopo, tornando a casa con quella bustina, si sentiva piuttosto soddisfatto. Finalmente aveva la scritta giusta sulle fedi giuste per il loro matrimonio. Quando Kurt le vide, gli occhi gli si illuminarono. Ne prese una e lesse immediatamente l’iscrizione.

Love you over and over. Oh Blaine, è perfetta!” Disse, commosso. Poi andò a prendere il suo solito taccuino per segnare un altro importante passo che li stava portando al loro giorno speciale.

Blaine poté trarre un sospiro di sollievo. Ti amo forno e forno, che razza di frase…
 


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* Ovviamente non vi lascio nulla all’immaginazione. Quindi ecco a voi le fedi nuziali dei Klaine Io le trovo fantastiche. Voi che dite?

** Io lo farei. Così come entrerei in un negozio di abiti nuziali e li proverei, anche se non ho nemmeno il ragazzo LOL


NDA: eccoci qui!! Devo dire che di questa OS sono molto soddisfatta, ovviamente è ispirata sempre al film "Licenza di Matrimonio" (sul serio guardatelo perché fa troppo ridere ^_^) e spero sia stata anche di vostro gradimento... Se avete voglia di farmi sapere cosa ne pensate, non esitate a lasciarmi una recensione, mi raccomando. Nel frattempo ringrazio chi legge e commenta, chi legge e rimane in silenzio, tutte le persone che la seguono, che continuano ad aumentare, e anche a chi dà solo un'occhiata. GRAZIE!!!
Alla prossima
Babykit

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Capitolo 10
*** Passo 10. Scrivere i Voti Nuziali ***


PASSO 10. SCRIVERE I VOTI NUZIALI


Le parole non erano mai state il suo forte, soprattutto per esprimere le sue emozioni. Di solito funzionavano meglio le canzoni. E le parole normalmente erano una sorta di protezione dal mondo, usate come lame, in un più facile sarcasmo. Ora, però era tutto diverso. No si trattava di una semplice dichiarazione d’amore. Erano le sue promesse matrimoniali. Avrebbe dovuto sapere cosa scrivere. E invece…
 
Il vuoto totale!
 
Guardava quel foglio bianco davanti a sé e la sua mente era completamente tabula rasa.
 
Perché?
 
Eppure sapeva perfettamente cosa provava per Blaine e quello che avrebbe voluto dalla vita con lui, come era possibile che non riuscisse a far uscire nemmeno una parola.
 
Forse era stressato. Magari dipendeva dal fatto che il suo fidanzato, checché dicesse di non essere bravo nelle questioni amorose, gli aveva fatto una proposta da favola. E avrebbe fatto lo stesso con le promesse. Sicuramente voleva essere all’altezza. Quindi non poteva stupire che non riuscisse a scrivere nulla se non Blaine, amore mio
 
La pressione a cui era sottoposto era parecchia. Sì, sicuramente era questo. Forse sarebbe stato meglio andare a braccio, magari facendo iniziare lui… No, questo no… Insomma se poi non gli fosse venuto in mente nulla nel frattempo e Blaine lo avesse stupito ulteriormente con un discorso, che nemmeno Shakespeare in persona avrebbe potuto scrivere, che figura ci avrebbe fatto? No, meglio iniziare lui…
 
Ok, niente panico!
 
Blaine, amore mio, io ti amo tanto ee… e cosa??
 
No, stava davvero andando nel panico e non andava bene. Assolutamente no! Oddio, ora era anche in iperventilazione… Calma!
 
Forse meglio lasciar perdere e aspettare un momento d’ispirazione più forte. O un momento d’ispirazione in generale.
 
Così chiuse il quadernino che aveva comprato appositamente per scrivere i voti nuziali, coordinato a quello che aveva preso per Blaine e lo richiuse nel cassetto del comodino.
 
***
Era in pieno estro creativo. Aveva scritto già due pagine di quel quadernino e probabilmente ne avrebbe avuto per almeno altre tre pagine, salvo poi riassumere tutto perché non poteva mica monopolizzare tutta la cerimonia con un saggio su quello che provava e di quello che avrebbe fatto per l’amore della sua vita. Scrisse ancora un paio di frasi poi decise di fermarsi, chiudendo quelle pagine e lasciando il quaderno sullo scrittoio.
 
***
Era tornato a casa con l’intenzione di mettersi a scrivere le sue promesse. Stavolta ci sarebbe riuscito. O non si chiamava più Kurt Hummel.
 
Quindi prese il suo quadernino dal cassetto e andò allo scrittoio, deciso più che mai, quando vide la copia esatta del suo, in bella vista sulla superficie di legno.
 
No, non era così meschino da andare a leggere cosa il suo futuro marito aveva scritto. Certo però tra loro non c’erano segreti. E poi poteva prendere l’ispirazione che gli serviva per scrivere. Sì, in fondo stavano per sposarsi, sarebbe diventato legale leggere quello che l’altro aveva scritto.
 
Cercando di autoconvincersi, prese il quaderno e aprì le prime pagine. Rimase a bocca aperta.
 
Aveva scritto un trattato di tre pagine e probabilmente avrebbe scritto ancora… E lui non riusciva a buttare giù nemmeno due frasi?
 
Sconsolato più che mai, richiuse il libricino e lasciò lì persino il suo, uscendo per una sana sessione di shopping terapeutico con Rachel. Doveva per forza parlarne con lei e capire cosa fare per sbloccarsi.
 
***
Quando tornò dalle lezioni, decise di riprendere in mano le promesse e aggiungere un altro paio di frasi, magari quelle di chiusura. Andò allo scrittoio e vide che erano entrambi lì. Sapeva che era sbagliato ma la curiosità era troppa, così aprì anche l’altro, per sapere cosa aveva scritto e lo trovò completamente bianco, eccetto che per un semplice e banale Blaine, amore mio, io ti amo tanto e
 
E cosa? Erano passate due settimane dacché avevano comprato quei taccuini e lui non era stato capace di scrivere nemmeno due frasi?
 
Deluso, prese il telefono e digitò un numero.
 
“Sam, ci possiamo vedere, dobbiamo parlare.”
 
“Certo, amico. Sono o no il tuo testimone?” L’altro annuì e decisero di vedersi a casa del moro.
 
***
“Capisci? Niente! Buio totale! Perché?” La sua voce era decisamente più acuta e isterica del normale.
 
“Forse ci pensi troppo. Secondo me, devi lasciar fluire le idee così come vengono…” Kurt chiuse gli occhi e bevve un sorso del suo caffè.
 
 
“Possibile che in due settimane non sia riuscito a scrivere due cose su ciò che vuole per noi come coppia. Non dico che dovesse scrivere un poema ma almeno due righe...” Faceva  avanti e indietro davanti al divano dove sedeva Sam, che cercava invano di tranquillizzarlo.
 
“Magari sta solo aspettando l’ispirazione. Oppure l’ha fatto di proposito per farti una sorpresa alle nozze…” L’altro lo guardò, sospirando.
 
“Non ci avevo pensato. Forse hai ragione. Grazie…”
 
“Sono il tuo migliore amico, no?”
 
***
La sera si rincontrarono dentro casa, Blaine e Kurt, entrambi con gli occhi tristi.
 
“Ciao!”
 
“Ciao!”
 
“Ehm com’è andata oggi?”
 
“Bene e tu?”
 
“Bene.. Senti io…”
 
“Ascolta, ho visto il quaderno. Non volevo invadere la tua privacy ma volevo sapere cosa provassi, anche se già lo so e ho visto che non hai scritto granché…”
 
“Lo so… Credo di stare a pensarci troppo e non mi escono le parole… Comunque anche io ho visto il tuo e tu hai scritto parecchio…” Il moro sorrise, scuotendo la testa.
 
“Mi sono fatto prendere la mano… Aspetta, ci siamo guardati il quaderno dei voti a vicenda…”
 
“Eh già…” Risero entrambi. “A quanto pare abbiamo avuto lo stesso pensiero.”
 
“Non sei arrabbiato?”
 
“No, sono dispiaciuto di quello che hai visto, o meglio non visto.” Disse Kurt, con un nodo in gola.
 
“Ehi, tranquillo… Ammetto di esserci rimasto male appena l’ho visto e di essere uscito un po’ fuori di testa, ma poi ho capito.”
 
“Cosa?”
 
“Ho capito che se non hai ancora scritto niente, non è perché non provi quello che provo io o non sappia cosa vuoi per il nostro futuro ma perché hai bisogno di più tempo per tirarli fuori. E sono certo che quando saremo l’uno davanti all’altro, pronti a sposarci, saprai perfettamente cosa dire e come dirlo…” Sorrise mentre l’altro si commuoveva nel sentire quelle parole.
 
Si abbracciarono stretti, quando all’improvviso Kurt spalancò gli occhi e si allontanò dall’abbraccio del moro, che lo guardò stranito.
 
“Che hai?” Chiese allora.
 
“Ho l’ispirazione… Dammi il quaderno!” Rispose mentre schioccava le dita per evitare che le idee sparissero e per velocizzare i movimenti del fidanzato.
 
“Oh oh certo, tieni…” Blaine gli passò il taccuino e lo lasciò lì a scrivere.
 
***
Quella sera, se ne stavano sdraiati sul letto, mentre si baciavano pigramente.
 
“Hai visto che alla fine sei riuscito a scrivere?”
 
“Sì, avevi ragione… Sei tu comunque che mi hai ispirato…” Blaine lo baciò ancora, accarezzandogli il fianco. “E comunque, per la cronaca, non ho letto una parola di quello che hai scritto. Ero troppo sconvolto dal fatto che tu avessi riempito tutte quelle pagine, così tanto che ho subito chiuso tutto.”
 
“Bene, così sarà una sorpresa per tutti e due e non vedo l’ora di sentirti pronunciare quelle parole.”
 
“Anche io… Ti amo Blaine!”
 
“E io amo te, Kurt!”
 
Un altro importante passo era stato fatto. Ora mancavano solo tre settimane al matrimonio.
 


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NDA:

Oddio ormai manca davvero poco alla fine della semilong..

Non posso credere di essere arrivata fin qui...

Comunque queste note finali servono per dirvi che ovviamente saprete cosa entrambi avranno scritto nell'epilogo, come sempre non lascio nulla all'immaginazione ma la strada è ancora in salita e non abbiamo ancora finito ^_^

Spero che il capitolo, con tanto di fluff finale vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me scriverlo e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate ok? 

A presto

Babykit

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Capitolo 11
*** Passo 11: Destinazione: Honeymoon! ***


NDA: Eccoci di nuovo!! Allora voglio dire subito che il capitolo che state per leggere è stato vagamente ispirato dalla puntata 5x14 andata in onda la scorsa settimana e dopo l'ultima puntata, con la nostra cara dose di angst, direi che un capitolo più allegro ci voglia ecco perché sto pubblicando adesso il capitolo. Spero vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate, ok? *puppy eyes alla Blaine Anderson e dito puntato alla Cooper per risultare più intensa* LOL
A presto
Babykit


PASSO 11. DESTINAZIONE: HONEYMOON!
 
 
Le vacanze.

Tutti adorano le vacanze.

Purtroppo però non tutti sanno scegliere le destinazioni, il dove andare per la vacanza.

Kurt era uno di questi.

Era sempre stato un problema per lui riuscire a organizzare le vacanze. Non perché scegliesse posti brutti, la maggior parte delle volte, ma il fatto era che solitamente si trattava di luoghi esageratamente cari o lontani, o entrambe le cose. Finché viveva a Lima con il padre, alla fine era sempre spettata a Burt la decisione finale, ma da quando viveva a NY, le scelte erano diventate impossibili.

Come quando si era messo in testa che per le vacanze di Primavera, poiché la NYADA avrebbe chiuso per ben due settimane, sarebbero potuti andare in Islanda. O quando decisero di non tornare a casa dalla famiglia per il ringraziamento e Kurt voleva andare in Kenya. Quella volta poi ci si era messo d’impegno per convincere il fidanzato che quello sarebbe stato un viaggio perfetto, tirando fuori calcolatrici e cercando su internet una miriade di pacchetti offerta per partire.

E ovviamente ogni volta la situazione diventava imbarazzante. Perché imbarazzante? Perché Blaine si ritrovava a dover dire di no e sapeva quanto fosse deleterio dire di no a Kurt.

Rischiava il linciaggio.

Quindi doveva ricorrere al sesso. Non che se ne lamentasse, per carità, ma fargli cambiare discorso e convincerlo nel ‘mentre’ a scegliere mete più accessibili, era sempre un’impresa. Così stavolta doveva giocare d’astuzia e trovare la meta perfetta prima che Kurt anche solo pensasse alla luna di miele.

O così credeva Blaine.

Eh già, perché il nostro caro Hummel non solo l’aveva già scelta, ma in un momento di assoluta follia, l’aveva già persino prenotata. Chiaramente senza dirlo al futuro sposo. Era riuscito persino a mettere in pace la sua coscienza quando, insieme con Rachel e a Santana, dava la conferma della prenotazione.
 
“Hai davvero prenotato senza dirlo a Blaine?” Aveva chiesto la Berry, mentre sulla pagina appariva in bella vista la scritta PRENOTATO.
 
“Sì! L’ho fatto!” Aveva risposto Kurt, in un sospiro.
 
“Ok, lo sai che avrai un Blaine versione mestruato quando scoprirà questa cosa?” La domanda di Santana, le procurò un’occhiataccia da parte del castano.
 
“Prima di tutto, non insultare Blaine, perché potrei sciorinare una lista d’insulti che vorrai sotterrarti quando avrò finito. Seconda cosa: so quello che voglio, e quello che voglio è un viaggio semplice senza fronzoli che ci permetta di goderci qualche giorno di relax senza spendere troppo. Non è colpa mia se lui è un indeciso cronico. E poi so già come convincerlo a dirmi di sì…”
 
L’aveva guardata con un’espressione talmente eloquente che lei non aveva potuto che rispondere con un semplice “Wanky!”

 
Così ora entrambi si ritrovavano, sdraiati sul letto, intenti a spogliarsi e a baciarsi affamati, con l’intento di convincere l’altro della meta per la luna di miele.
 
“Ti devo… Mmm… Parlare…” Provò a dire Kurt, tra un bacio e un gemito.
 
“A-ah anch’io…” Rispose, mentre gli assaliva il collo, riempiendolo di succhiotti. Kurt gli lasciò libero accesso, mentre si lasciava andare a gemiti sempre più acuti.
 
“Posso… Oddio sì… Posso parlare p-per primo?” Chiese allora, mentre il moro scendeva verso la clavicola e il petto. Quando l’altro annuì, con un mormorio, troppo impegnato a succhiare e a baciare la pelle nivea del ragazzo sotto di sé, riprese a parlare. “Io… Ho pensato… A… Alla luna di m-miele e… Oh continua… A-avrei pensato a una meta perfetta…” Blaine interruppe il suo percorso e lo guardò, curioso e preoccupato. “Perché ti sei fermato?” Kurt aprì gli occhi e li posò sul ragazzo, impaziente che continuasse a lappare il petto e l’addome per raggiungere l’ormai enorme ed evidente erezione.
 
“E sarebbe?” Chiese il moro allora, vagamente incerto.
 
“Parli della destinazione?” L’altro annuì. “Miami. E ora perché non torni giù?” Gli prese il collo, spingendolo verso il basso.
 
“Aspetta. Perché Miami?”
 
“Beh non è troppo lontana. È abbastanza economica. È calda. E ci permetterebbe di tenere qualche risparmio da parte. Che ne pensi?”
 
“Che era quello che volevo proporti io… È perfetta!” Rispose Blaine, con un sorriso caldo, per poi aggrottare le sopracciglia. “Un momento. Perché me lo stai dicendo adesso?” Il tono era notevolmente sospettoso.
 
“E perché no?” Rispose Kurt, con la voce leggermente più alta del normale, segno che si stesse agitando.
 
“Mentre stiamo per fare l’amore? Mmmmm non me la racconti giusta. Andiamo…”
 
“È un momento come un altro, non c’è un motivo…” Rispose allora evasivo.
 
“Ok, facciamo così: finché non mi dici che sta succedendo, non continuo il lavoretto che stavo per farti.”
 
Il castano lo guardò indignato. “Come puoi essere così crudele e sospettoso eh?” Sapeva di rischiare tanto ma doveva sostenere la sua causa, ne andava del suo orgoglio. Ok magari stava un tantino esagerando ma lo sapevano tutti che era una regina del dramma. Peccato che lo sapesse anche Blaine, che infatti non la bevve nemmeno per un secondo.
 
“E va bene Mr Ricattini! Potrei aver già.. Come dire… Prenotato una settimana in un hotel di Miami…” Disse allora, con la voce sempre più piccola. Blaine rimase con lo sguardo fisso e la bocca semi aperta, come se cercasse di metabolizzare la notizia. Dopodiché esplose.
 
“Cosa? Com’è possibile? E con quali soldi? E senza consultarmi?” Chiese, alzandosi dal letto e mettendosi le mani nei capelli, già incasinati e impiastricciati dal gel.
 
“Ecco sapevo che ti saresti arrabbiato. Ma la mia è stata una scelta saggia e ben ponderata.” Cercò di convincerlo Kurt, senza riuscirci.
 
“Ponderata? Sul serio?” Iniziava a diventare isterico. “E in questa tua scelta, ovviamente la mia opinione è opzionale, vero?”
 
“No, assolutamente… Ti assicuro che ho pensato alla tua opinione e infatti non ho scelto una meta irraggiungibile ne troppo costosa, ho seguito tutti i consigli che in questi anni mi hai dato…”
 
Rimasero senza parlare per qualche minuto, solo il respiro del moro che si era appesantito dalla rabbia. Kurt sapeva di aver esagerato, ma sapeva anche di aver fatto la scelta giusta.
 
Dopo pochi minuti, Blaine si decise ad alzare lo sguardo e a parlare.
 
“Quindi stavi cercando di convincermi con il sesso che la tua idea era buona, così ti avrei dato l’ok per prenotare e tutto si sarebbe risolto, facendomi tra l’altro passare per un cretino?”
 
“No, no… Cioè sì, ma non volevo farti passare per un cretino, sul serio… Andiamo, lo sai quanto sei importante per me…” Blaine sospirò, calmandosi un poco.
 
“Fammi vedere la prenotazione, dai…” Disse allora, cercando di comprendere il proprio compagno. Kurt sorrise e gli portò i fogli che aveva stampato dal sito.
 
Blaine li esaminò, leggendo tutto con calma. “È un bel posto. Mi piace, anche se avremmo dovuto farlo insieme…”
 
Kurt lo abbracciò da dietro, lasciandogli un bacio leggero e dolce sulla guancia.
 
“Mi dispiace, ma un’offerta talmente vantaggiosa che non ho resistito e ho prenotato. Quando mi sono accorto di averlo fatto senza averti detto niente, sapevo che ti saresti arrabbiato e ho pensato di evitare di litigare per una sciocchezza del genere, ricorrendo alla tua stessa arma.”
 
Blaine si voltò di scatto. “Cosa?”
 
“Oh ti pare che non sappia che, ogni volta che vuoi convincermi, usi il sesso?” Chiese con uno sguardo piuttosto chiaro.
 
“Sì è vero… Però funziona, o sbaglio?” Rispose il moro, con un sorriso. Kurt sorrise a sua volta, annuendo.
 
“Pace fatta allora?”
 
“Mmmmm non lo so… Io penso che dovremmo chiarire meglio… Magari lì sopra…” Indicò il letto, mentre si metteva di nuovo seduto sopra e trascinava il futuro marito sopra di sé.
 
“Direi che è un’ottima idea…” Disse Kurt, mentre fece stendere il ragazzo, baciandolo con passione.
 

Ah adoravano il sesso riparatore!
 

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Capitolo 12
*** Passo 12. L'Addio Al Celibato ***


Note a fine pagina :)

PASSO 12. L’ADDIO AL CELIBATO

 
 
Erano ore che stava davanti allo specchio a prepararsi, mentre Blaine lo osservava con lo sguardo fisso, cercando di capire il programma della serata solo osservandolo.
 
Kurt finì di prepararsi e si voltò sbuffando.
 
“Hai finito di fissarmi come uno psicopatico?”
 
“Voglio solo sapere che cosa farai stasera, non chiedo tanto…” Borbottò l’altro.
 
“Per la centesima volta: non.lo.so! Ti pare che non te lo direi, se lo sapessi?” Chiese Kurt, iniziando a spazientirsi.
 
“È solo che mi sembra strano che tu non sappia proprio nulla. Per esempio, come hai fatto a scegliere l’outfit se non sai dove andrai?”
 
“Ho scelto un completo che possa essere elegante e sportivo allo stesso tempo, così qualunque cosa Rach ha organizzato per stasera non sarò fuori luogo.” Lo sguardo che gli rivolse non ammetteva repliche. Così Blaine, tenendo la postura sostenuta e incrociando le braccia al petto, si strinse nelle spalle.
 
“Bene, mi sembra strano, col tuo senso del controllo ai massimi livelli, ma mi sta bene.”
 
Kurt si allacciò la giacca che aveva indossato e si voltò verso il fidanzato.
 
“E tu, invece? Che farai stasera?” Il più piccolo si aprì in un sorriso.
 
“Sarà una serata tranquilla, andremo in un bar a bere…” Gli occhi del castano si assottigliarono.
 
“Devo preoccuparmi?”
 
“Assolutamente no! Te l’ho detto, sarà una cosa tranquilla, non voglio distruggermi. Per quello ci penserai tu la prima notte di nozze..” Ammiccò Blaine con un sorriso, al quale nemmeno Kurt riusciva a resistere.
 

***
“Allora? Posso almeno sapere se è un locale o una cosa tipo la spa?” Chiese sorridente il ragazzo, mentre con una bandana sugli occhi, veniva guidato verso la meta scelta.
 
“Assolutamente no. Una sorpresa è tale solo se chi la riceve non se l’aspetta ed è già tanto che sai che stiamo andando al tuo addio al celibato.” Rispose Rachel, eccitata e impaziente di mostrare la sua idea ‘geniale e unica’ come lei stessa l’aveva definita.
 
L’avevano prelevato dal suo appartamento già da mezz’ora e dopo essere entrati in una limousine e bendato – così che non vedesse nemmeno la strada per arrivare al suddetto posto – erano partiti alla volta della destinazione, aprendo nel frattempo una bottiglia di champagne e sgranocchiando noccioline di cui l’auto era ben fornita.
 
Quando arrivarono, fecero scendere Kurt e piano lo condussero in un luogo più buio, almeno da quello che poteva percepire il ragazzo da sotto la stoffa leggera; dopo un corridoio o una navata – non lo stavano mica portando a sposarsi in anticipo, vero? C’erano fin troppe cose da finire di sistemare e organizzare prima del fatidico giorno! – scesero qualche gradino e sentirono un gran boato.
 
“Sei pronto?” Chiese il suo amico Paul.
 
“Sìììì, e da tutto il macello che sto sentendo ho già una mezza idea… Toglietemi questa fascia.” Rispose, fomentato dal chiasso e dalle urla che li avvolgevano. I ragazzi lo sbendarono, dandogli modo di vedere dove lo avevano portato.
 
Il sorriso a trentadue denti che aveva mostrato fino a quel momento si pietrificò quando spostò lo sguardo dai suoi amici al punto dove gli stavano indicando. Gli occhi si spalancarono e il fiato gli si bloccò in petto.
 
Che diavolo era quel posto? Dove lo avevano portato?
 
Dov’era il cast originale di Wicked che si era immaginato? E il teatro dove gli avrebbero chiesto una performance, cui sarebbero seguiti i complimenti di tutti?
 
“Che ne pensi?” Gli chiese Rachel, impaziente.
 
“Dove siamo?” Rispose invece Kurt, ignorando la domanda dell’amica.
 
“A un incontro di Wrestling!” Rachel lo guardava stupita. Era così chiaro mentre indicava il ring al centro dove una donna in costume faceva vedere a tutti un cartello.
 
“Perché siamo a un incontro di Wrestling?” Chiese allora, iniziando ad andare nel panico.
 
“Non ti piace? Avevi detto che volevi una cosa alternativa e fuori dal comune. Una cosa che non ti aspetteresti mai. Ti aspettavi un incontro di Wrestling? No! Quindi ho rispettato le tue richieste.” La risposta di Rachel gli arrivò alle orecchie leggermente ovattata. Era un incubo! Quello non poteva essere il suo addio al celibato… O forse sì?
 

***
Blaine non stava più nella pelle. Mentre s’incamminavano a piedi al locale, prenotato da Sam, saltellava e si muoveva eccitato da una parte all’altra. Mancava solo una settimana alle nozze e quello era davvero l’ultimo step, una di quelle cose che aveva sempre sognato di fare: l’addio al celibato. Era un rito di passaggio che lo sposo era tenuto a fare prima del matrimonio e lui non vedeva l’ora di farlo, anche se si trattava solo di andare a bere un cocktail e ballare in pista con i suoi amici. Ma non era esaltato solo per quello, oh no… Aveva dato l’incarico di organizzare la serata a Sam e quella stessa mattina gli aveva detto di avere una sorpresa, qualcosa che proprio non si sarebbe mai aspettato e lui adorava le sorprese. Così ora era impaziente di sapere cosa l’amico aveva preparato per lui. Chissà, magari una jam session con un famoso chitarrista o un concerto privato del suo artista preferito.
 
Appena entrarono nel locale, in cui chiesero loro i documenti – Sam e Blaine ovviamente li avevano falsi – si trovarono davanti a un ambiente fumoso, pieno di luci e di uomini di tutte le età che bevevano davanti a dei piccoli palchi, sui quali invece svettavano dei pali alti fino al soffitto. La musica assordante e l’odore di alcool completavano il tutto. Sam si avvicinò al festeggiato indicandogli un privè, posizionato in alto a cui si accedeva per mezzo di una scaletta.
 
“Ho prenotato quella stanzetta, così saremo soli.” Gli disse urlandogli nell’orecchio, a cui Blaine annuì, iniziando a pensare che forse la sorpresa non era poi così bella.
 
La stanza a loro riservata aveva due divanetti che facevano ad angolo e un piccolo palco privato che terminava in una tenda da cui probabilmente sarebbe uscito chi doveva presentare il suo spettacolo.
 
Si misero tutti seduti e un ragazzo muscoloso, con pantaloni di pelle nera attillati e un gilè aperto che mostrava tutti gli addominali e la pelle perfetta del ragazzo, che tra l’altro era anche truccato con l’eyeliner, chiese loro le ordinazioni e dopo aver rivolto un sorriso ai tutti, sparì dietro una tenda di perline.
 
“Ma dove siamo? Non dovevamo fare una cosa tranquilla?” Chiese, mettendo su la sua faccia da cucciolo.
 
“Oh ma infatti è così… Per te sarà completamente innocuo!” Rispose allora Sam, sorridendogli.
 
Aveva un bruttissimo presentimento.
 

***
La serata si stava svolgendo meglio di quanto si era aspettato appena entrato in quella baraonda. Vedere quei tipi che facevano a botte con acrobazie degne dei migliori funamboli lo stava divertendo da morire, anche se, per lo meno all’inizio, aveva chiuso gli occhi a ogni colpo. Gli avevano però portato i popcorn e un’altra bottiglia di champagne, che si stava scolando da solo, mentre gli altri incitavano a colpire più forte l’uno o l’altro avversario. A ogni round aveva bevuto un sorso più generoso di alcool e ora aveva la testa che gli girava, così tanto che ormai invece di distogliere lo sguardo, urlava insieme con gli altri e rideva come uno scemo. Insomma era decisamente brillo.
 
“Allora ti stai divertendo?” Chiese Paul, mentre gli prendeva di mano la bottiglia. L’altro continuava a ridere.
 
“Sìììììììì… È il mio addio al celibatooooooo woooooooooooooooaaaaaaaaahhhhhh”
 
Rachel e gli altri si voltarono verso il festeggiato ed esultarono, contenti che il ragazzo si stesse divertendo tanto.
 

***
Innocuo aveva detto. Già e, in effetti, solo tale poteva definirsi per Blaine, perché dopo che il ragazzo con l’eyeliner aveva portato loro i drink, era fuoriuscito una nube di fumo scenico in tutta la stanza, che non faceva vedere nulla a nessuno e aveva intossicato Blaine, al punto di farlo persino tossire, e una ragazza piuttosto prosperosa entrò dalla tenda, vestita come una poliziotta un po’ troppo succinta, i capelli ricci frisé lunghi fin sotto le scapole, che tanto gli ricordava Christina Aguilera durante il video di Lady Marmalade, e un manganello in mano. Un vero cliché, non c’era che dire. Quindi la sorpresa di Sam era uno spogliarello femminile? Non era una sorpresa, ma un incubo!
 
Appena la ragazza iniziò a muoversi sinuosa sul piccolo palco a ritmo di una musica da discoteca, che al ragazzo nemmeno piaceva, la sua faccia assunse un’espressione disgustata, con tanto di occhi che si chiusero inorriditi. La spogliarellista continuò con estrema lentezza, strusciandosi sul palo, poi, abbassandosi gattonò fino ai ragazzi e si posizionò proprio davanti a Blaine, facendo ballare il petto davanti al volto del giovane, che cercava invano di distogliere lo sguardo.
 
“Un uccellino mi ha detto che c’è qualcuno che sta festeggiando il suo addio al celibato e che quel qualcuno sei tu…” Disse civettuola, prendendo la testa di Blaine e voltandola verso di sé. “Festeggiamo insieme?” Chiese poi al diretto interessato, avvicinandosi sempre di più, fino al lasciare un bacio sulle labbra del moro, che rimase pietrificato ma con le labbra ben serrate, per evitare che la ragazza infilasse la lingua dentro.
 
Quando lei vide che il bacio non era corrisposto si spostò e mettendogli un dito davanti al naso sorrise.
 
“Sei un tipo tosto, eh? Ma ti farò capitolare, puoi starne certo. Nessuno resiste a Baby Louise!”
 
L’altro guardò quel dito, iniziando a spaventarsi.
 
“Io non credo proprio…” Tentò di ribattere, mentre spostava la donna da sé. Lei sembrò risentirsi più di quanto aveva preventivato perché, senza nemmeno dire una parola, lo fulminò con lo sguardo poi fece partire un ceffone che spostò la testa di Blaine di lato e lo fece sbarellare. Il ragazzo rimase sconvolto dal gesto del tutto inappropriato e sicuramente imprevisto di cui era stato protagonista e guardò la spogliarellista con gli occhi sbarrati e la bocca aperta.
 
Gli veniva quasi da piangere. Quello non poteva essere il suo addio al celibato!
 

***
A fine incontro, tutto il gruppo aveva optato per andare dietro lo stabile ad aspettare i lottatori, sotto il suggerimento di un Kurt ormai del tutto partito che urlava “Sto per sposarmi!” ogni volta che qualcuno passava davanti a lui, che lo guardava scioccato, e a ridere senza una motivazione precisa. Per gli altri era davvero uno spettacolo unico vederlo così, senza quel suo atteggiamento posato e composto che lo contraddistingueva e anzi cercavano di dargli persino corda, assecondando le sue richieste. Ecco così che si erano ritrovati fuori dal locale ad attendere i wrestlers che sarebbero usciti da un momento all’altro.
 
“Ehi Kurt, ti è piaciuto lo spettacolo?” Chiese Rachel, sorridente e un po’ su di giri per essere riuscita a organizzare un addio al celibato fuori dal comune.
 
“Sì!” Rispose il ragazzo, ridendo ancora. “Mi sa che sono un po’ brillo…” Disse poi, in un momento di lucidità che durò il tempo di un respiro, tanto che riprese a ridere, appoggiandosi al muro. Proprio in quel momento i lottatori uscirono dal portone e si ritrovarono accerchiati dal gruppo mentre Kurt si avvicinava a loro barcollando.
 
“Salve, sono Rachel Berry e siamo qui per l’addio al celibato del nostro amico Kurt, che è laggiù…” Iniziò la bruna mentre indicava il festeggiato, che sentendosi interpellato aveva salutato e riso ancora più forte di prima. “Volevamo farvi i complimenti per lo spettacolo.” Terminò la frase mentre il castano si era accostato a lei e guardava i ragazzi palestrati come se stesse vedendo un fantasma.
 
“Sapete che sto per sposarmi? Io sto per sposarmi… Eh già…” Intervenne quindi Kurt, lo sguardo stranamente serio, come se stesse realizzando solo in quel momento che il giorno era imminente. “Wooow che muscoli!”
 
“Ehm grazie!” Rispose uno di loro, imbarazzato. “Siamo contenti che vi sia piaciuto il nostro show.”
 
“Il mio fidanzato fa boxe.” Continuò a parlare Kurt, come se l’altro non avesse aperto bocca. “Ed è un sacco sexy quando colpisce il sacco, tutto sudato… Di solito facciamo sesso quando torna dalla palestra…”
 
A quel punto gli amici del giovane decisero che era arrivato il momento di tornare a casa o la situazione sarebbe diventata davvero imbarazzante. Ne avrebbero avuto di cose da raccontare quando il giorno dopo si sarebbe risvegliato con un post-sbornia da manuale e ci sarebbero state grasse e grosse risate per tutti. Eccetto il festeggiato, si intende.
 

***
Nonostante un inizio non proprio esaltante, la serata si stava svolgendo sicuramente meglio. Dopo lo schiaffo, Blaine le aveva spiegato che era sì il futuro sposo ma di un matrimonio gay e che quindi non era interessato per natura a quello che lei aveva da offrire, per così dire, anche se forse il suo amico non l’aveva specificato quando aveva prenotato il locale in questione. Così la ragazza si era scusata e mettendosi seduta accanto a Blaine gli aveva chiesto di raccontarle la sua storia, perché sue testuali parole aveva “sempre desiderato conoscere un ragazzo gay” e lui sembrava proprio una brava persona, con enorme disappunto di Sam e degli altri amici che avrebbero voluto uno spogliarello in piena regola.
 
“Ehi biondino, stiamo parlando, ok? Se vuoi vedere una donna spogliarsi vai lì fuori come tutti gli altri.” Gli fece cenno di uscire dalla stanzetta privata dove si trovavano, mentre gli lanciava uno sguardo al vetriolo. “Insomma, il tuo ragazzo – pardon fidanzato – si chiama Kurt e state insieme da quattro anni. Che bello!” Con tono decisamente più dolce e tranquillo, tornò a riservare la sua attenzione a Blaine, che si stava gustando la scena, felice di essere al centro dell’attenzione, mentre gustava il suo drink con la cannuccia. Poi dopo un generoso sorso, riprese a parlare e a raccontare la sua storia con l’uomo che presto sarebbe diventato suo marito.
 

***
La mattina arrivò fin troppo presto per Kurt che incredibilmente si ritrovò sul letto in boxer e con un mal di testa da post-sbronza non indifferente. Si mise seduto sul letto cercando di capire come ci fosse arrivato fin lì, visto che l’ultima cosa che ricordava era un incontro di Wrestling al quale aveva cercato di porre rimedio con lo champagne e i popcorn. Sospirò e sentì l’odore del caffè entrargli nelle narici. Un sorriso un po’ storto gli si formò sul viso, mentre si alzava dal letto e raggiungeva la cucina, dove il suo fidanzato stava preparando la colazione.
 
“Buongiorno!” Disse, sussurrando per evitare che il mal di testa peggiorasse.
 
“Ma buongiorno… La colazione è pronta, mettiti seduto.” Rispose Blaine, con un sorriso.
 
L’altro accettò l’invito e si sedette mentre il moro gli metteva davanti i pancakes e una tazza di caffè formato gigante.
 
“Allora, com’è andata la tua ‘serata tranquilla’?” Chiese poi dopo un sorso di caffè bollente che lo rigenerò un poco.
 
“Molto bene e molto tranquilla, ho parlato tutto il tempo di te…” Iniziò a dire Blaine, ma aveva uno strano sguardo negli occhi e un sorriso un po’ ambiguo. “E a te… Mr Wrestler?” Chiese sghignazzando.
 
Kurt chiuse gli occhi e si mise le mani nei capelli. “Te l’hanno detto?” Il ragazzo a quel punto iniziò a ridere di gusto.
 
“Direi di sì, visto che ti ci ho messo io a letto…”
 
“Oddio… Quanto sei stronzo, non prendermi in giro… Ora voglio tutti i dettagli del tuo addio al celibato!”
 
L’altro il guardò ancora tra le risate e poi avvicinandosi, gli prese il viso tra le mani e gli stampò un bacio sulle labbra, rumoroso e tutto denti e lingue, “Tutto quello che vuoi.” Sussurrò senza staccarsi da lui.
 
Kurt sospirò, estasiato dal bacio ricevuto. “Al diavolo!”
 
E riprese a baciarlo, conducendolo di nuovo in camera da letto.
 
 
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                                                                      – L’ADDIO AL CELIBATO ✔


 






NDA: eccoci qui... Allora ormai manca solo un capitolo e l'epilogo e sono emozionata solo a pensarci.

Spero di poter pubblicare al più presto anche questi due capitoli che mancano per potermi dedicare a tempo pieno anche a Family Portrait, l'altra mia storia.

Purtroppo il computer è in assistenza e sono anche piena di studio quindi devo trovare il modo di far coincidere tutto per bene ma sto cercando di tenervi aggiornati il più possibile attraverso Facebook...

Ah piccola domandina: stavo pensando di farmi una pagina autrice ma ho paura che non la leggerebbe nessuno, voi che ne pensate?? 

Fatemi sapere, anche e soprattutto per la storia con qualche recensione e... Ci sentiamo presto :*

Babykit



 

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Capitolo 13
*** Passo 13. La Cena di Prova ***


PASSO 13. LA CENA DI PROVA
 
Stava ricontrollando la tavola apparecchiata per l’ennesima volta in quella giornata. Sapeva di essere un tantino paranoico ma voleva che fosse tutto perfetto, quelle saranno le prove generali, un test della giornata più importante della sua vita. Doveva essere perfetto. Non ci sarebbero state seconde prove.
 
“A che pensi?” Chiese Blaine, risvegliandolo dai suoi pensieri, mentre lo abbracciava da dietro, lasciandogli un bacio leggero sul collo niveo. Sospirò pesantemente.
 
“A tante cose. Voglio che vada bene…” Parlava pacato ma Blaine poté notare l’irrigidimento del corpo, segno che fosse alquanto nervoso.
 
“Andrà bene. Non dobbiamo agitarci, pensiamola come una semplice cena con i parenti e gli amici.” Il castano sorrise, voltandosi nell’abbraccio.
 
“Appunto! Ci saranno i miei e i tuoi nella stessa stanza…” Lo guardò con le sopracciglia alzate e il sorriso sulle labbra. Gli occhi di Blaine si spalancarono di colpo e il respiro gli si spezzo in petto.
 
“Oddio… Sarà un disastro!” Kurt rise, tenendosi il labbro inferiore tra i denti.
 
“Tranquillo! Pensiamola come una semplice cena con i parenti e gli amici.” Gli fece poi il verso, sciogliendo l’abbraccio e sistemando per la centesima volta una forchetta.
 
***
Gli ospiti di quella sera arrivarono a gruppi: la prima ad apparire sulla porta fu Rachel, accompagnata da Sam e da Mercedes. Dopo essersi salutati, fu un susseguirsi di “Stai benissimo!”, “Questa tavola è stupenda!” e la solita uscita di Sam “Non è che qualcuno domani ci scambia per dei pinguini?” che fece ridere tutti e stemperò la tensione dei futuri coniugi.
 
Poi fu il turno dei signori Hummel, che quasi si commossero nel pensare che il loro bambino il giorno dopo sarebbe stato un uomo sposato, a cui seguirono gli occhi alzati di Kurt e un “Dai Pa’ non fare il sentimentale!”
 
Un’ora dopo c’erano quasi tutti, eccetto la famiglia di Blaine, stranamente in ritardo, tanto che il ragazzo continuava ad avvicinarsi alla finestra per accertarsi che stessero arrivando. Poi due figure scesero da un taxi e velocemente entrarono nello stabile. Il moro sorrise, pensando ‘Eccoli finalmente!’
 
Tempo che raggiungesse la porta e il segnale del campanello risuonò in tutto l’appartamento.
 
Entrambi aprirono la porta, per trovarsi davanti al sorriso sfacciato di Cooper.
 
“Coop ciao!” Sorrise immediatamente Blaine, mentre abbracciava il fratello e lo faceva entrare.
 
“Ehi schizzo, scusa il ritardo… Ah lei è Rosemary.” Disse il più grande, indicando una donna, vestita come fosse una gitana con tanto di cavigliera e foulard in testa pieno di medagliette.
 
“Aehm, ciao… Io sono Blaine e lui è Kurt. Domani ci sposiamo!” Rispose allora, cercando di essere il più educato possibile. La donna dal canto suo alzò una mano e chiuse gli occhi.
 
“Tu sei il fratello di Cooper. Hai 20 anni e sei gay. Vero?” Chiese, come se avesse appena rivelato una grande verità. Blaine rimase un momento interdetto mentre rispondeva.
 
“Sì, credo di avertelo appena detto io…”
 
Kurt la guardò sconvolto, prima di voltarsi verso il suo futuro cognato in cerca di qualche spiegazione.
 
“Ragazzi, lei è una chiromante. Legge il futuro delle persone, solo guardandole. Per esempio quando l’ho incontrata, mi ha detto che avrei a breve incontrato l’amore della mia vita e ora stiamo insieme. Non è incredibile?”
 
Il fratello lo fissò, cercando di capire se stesse scherzando o ci credesse davvero a quello che aveva appena detto.
 
“Scusaci un momento. Coop, possiamo parlarti?” Intervenne Kurt, trascinando letteralmente il ragazzo verso la cucina.
 
Quando finalmente furono soli, entrambi scoppiarono nei confronti del giovane.
 
“Sei matto? Quella ti ha preso in giro totalmente!”
 
“Non puoi essere così idiota… Come fai a essere il fratello di Blaine. Da che ramo della famiglia hai preso?”
 
Cooper spostava lo sguardo da uno all’altro cercando di capire cosa stessero dicendo, mentre gli altri due continuavano a inveire contemporaneamente verso di lui.
 
“Calma, calma… Così non capisco una parola di quello che dite…”
 
Dopo appena un secondo, entrambi si zittirono, sospirando, prima di parlare nuovamente.
 
“Coop, io ti voglio bene, lo sai, per cui te lo dico con tutto il bene di questo mondo. Quella è una manipolatrice, che ti ha ingannato alla grande. Anche se non so come, visto che anche un idiota lo capirebbe…” Iniziò Kurt, cercando di essere il più tranquillo possibile.
 
“No, voi non capite. Grazie a lei la mia carriera è decollata. È lei che mi dice quali sono i provini più papabili e quelli dove sicuramente mi prenderanno. Ora è lei la mia manager. Non sono un idiota!”
 
Blaine, che dopo essersi calmato, non aveva più proferito parola, scosse la testa.
 
“Ok, voglio crederti. Sei mio fratello e sei più grande di me, non posso credere che tu sia così deficiente da farti raggirare, per cui le daremo una possibilità. Solo una però.” Disse, mentre prendeva la mano di Kurt, continuando a tenere lo sguardo fisso sul fratello.
 
Così tutti e tre tornarono nel salone imbastito a festa per rimanere ancora più sconvolti. La tavola era stata sparecchiata per metà, per accogliere carte e una sfera di cristallo, mentre la donna prendeva la mano di Mercedes per leggerle il futuro.
 
“Siamo rovinati!” Fu il sussurro di Blaine, quando sentì il corpo del suo uomo tremare di rabbia e frustrazione.
 
***
Dopo neanche mezz’ora, in cui avevano cercato di convincere Rosemary a sbaraccare dalla tavola e a smetterla di dire a tutti quando sarebbero morti, il campanello suonò di nuovo.
 
Blaine, affranto dalla situazione, andò ad aprire la porta e il sorriso comparve sul suo volto quando vide che anche i suoi genitori erano lì.
 
“Mamma, papà entrate. Aspettavamo solo voi…” Disse mentre lasciava entrare i due, a cui si era aggiunta una terza persona che non conosceva affatto.
 
“Ciao! Tu devi essere Blaine.” Disse lo sconosciuto, tendendo una mano.
 
“Ehm sì, sono Blaine. E tu invece chi sei?” Chiese allora, lanciando uno sguardo nervoso verso i propri genitori.
 
“Blaine, lui è Duncan, il figlio di un mio collega.”  Rispose per lui suo padre, mentre si spostava nel salone insieme alla moglie.
 
Blaine sorrise preoccupato dalla strana piega della situazione. Perché suo padre si era portato dietro quel Duncan? Dove voleva andare a parare?
 
Scosse la testa per evitare di pensarci e si fece strada per il salone dove c’erano anche tutti gli altri ospiti.
 
Finalmente la cena poteva cominciare.
 
***
La cena sembrava procedere senza evidenti intoppi, nonostante la presenza di quella donna che continuava a dire idiozie come fossero verità scese in Terra e Kurt sembrasse oltremodo nervoso dalla presenza di quell’ospite inatteso. Ovviamente stiamo parlando di Duncan, non di Rosemary.
 
In ogni caso ora, mentre consumavano il tris di primi, stavano tranquillamente conversando in vari gruppetti, mentre Kurt e Blaine cercavano di non far sentire nessuno trascurato. Quando videro che la conversazione dei loro amici si stava svolgendo serena, si spostarono verso i genitori di Blaine, che stavano parlando con Coop, la chiromante e Duncan.
 
“Oh Blaine, ecco ti volevo presentare per bene, questo giovane. Pensa ha la tua età e già sta facendo il praticantato nel nostro studio.” Il ragazzo sorrise mestamente a quelle lodi.
 
“Beh non deve essere difficile con le spintarelle del padre.” Intervenne Kurt, non riuscendo proprio a mordersi la lingua.
 
Insomma, quello era un vero e proprio affronto! Portare un pretendente alla cena di prova del proprio figlio. Un affronto!
 
“Veramente, mi hanno permesso di iniziare il praticantato perché ho il massimo dei voti in tutte le materie e partecipo a diversi club extra curriculari.” Kurt rivolse lo sguardo verso il ragazzo, tentando di metter su il sorriso più falso che potesse. In fondo non poteva essere difficile. Era un attore, accidenti!
 
“Wow, che meraviglia! Sei proprio un genio allora.” Rispose, fremendo ormai di rabbia. Quando sentì la mano del suo futuro marito, la sua vera ancora, si sentì subito meglio e sicuramente più calmo.
 
“E come mai sei qui?” Chiese a quel punto, Coop, stranamente silenzioso.
 
“I tuoi mi hanno detto che venivano a trovare il loro figlio e che volevano presentarmelo. Inoltre non ho mai visto New York, così mi sono detto ‘perché no?’ Ed eccomi qua.” Il sorriso non abbandonava quel viso, sbarbato e da bravo ragazzo.
 
“Capisco… Ah Blaine, Kurt non è il caso di portare i secondi e il vino? Andiamo vi do una mano.” Disse poi, facendo cenno di seguirlo, capendo immediatamente che quella era solo una scusa.
 
Lo seguirono in cucina, dove la rabbia di Kurt esplose in tutta la sua furia.
 
“La nostra cena di prova è un disastro. I tuoi vogliono farci mollare il giorno prima delle nozze e hanno portato quel tizio con loro…”
 
“Già, sono furioso anch’io, Kurt… Non bastava la chiromante che dà presagi di morte a tutti, ci mancava solo lui… Chi diavolo è quel ragazzo? Perché è venuto? Rimarrà anche domani? Rovinerà le nozze, magari quando il giudice dirà ‘c’è qualcuno che si oppone a questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre’, lui si alzerà in piedi e dirà ‘io mi oppongo’ e scatenerà un putiferio e il matrimonio sarà rovinato, tu mi lascerai perché non so gestire la mia famiglia e io non ce la faccio a stare senza di te, perché sei l’amore della mia vita e non voglio vivere senza di te, voglio essere tuo marito e amarti per il resto dei miei giorni e-”
 
Quello sproloquio fu interrotto dalle labbra di Kurt che si posarono velocemente su quelle del ragazzo, che sospirò nel bacio e si rilassò immediatamente.
 
“Ti sei calmato?” Chiese il castano, mentre poggiava la fronte su quella dell’altro.
 
“Credo di sì… Scusa, mi sa che ho avuto un attacco di panico…” Risero entrambi, continuando a baciarsi a fior di labbra, finché un colpo di tosse li riportò alla realtà.
 
“Non vorrei interrompervi ma io so chi è quel ragazzo e avete ragione. È qui perché da quando ha scoperto che è gay, papà non ha fatto altro che ripetergli quanto tu sia perfetto e quanto lo sareste insieme. Quello deve essersi convinto di avere qualche chances.”
 
“E tu come lo sai?” Erano stupiti dalla quantità di informazioni che possedeva Cooper.
 
“Rosemary! È lei che me l’ha detto… Visto che non è così male, come chiaroveggente? Ora, la domanda è: che volete fare a riguardo?”
 
Entrambi non sapevano cosa rispondere. Non avevano certo previsto questa svolta.
 
“Perché non gli fate vedere questo bello spettacolino? Così magari lascia stare…”
 
I due si guardarono e sorrisero. Se Richard Anderson voleva la guerra, l’avrebbe avuta.
 
***
Tornarono al tavolo, portando altre bottiglie di vino e acqua, pronti a dare del filo da torcere a quel ragazzo. Niente e nessuno si sarebbe messo mai in mezzo.
 
Si rimisero seduti accanto ai genitori di Blaine e, consci del fatto che li stessero guardando, si scambiarono un bacio - persino più lungo di quanto avessero preventivato - e quando si staccarono, bisognosi di una boccata d’aria, si voltarono di nuovo verso gli ospiti sorridendo, mentre il fischio d’apprezzamento di Sebastian e Cooper risuonava nella stanza.
 
“Di che stavamo parlando?” Chiese Kurt, rivolgendo l’attenzione ai coniugi Anderson, che rimasero sconvolti da tale scena. Non erano di certo abituati a vedere effusioni del genere, soprattutto se il protagonista era il proprio figlio.
 
“Mi pare stessimo parlando delle incredibili qualità di Duncan…” Rispose Cooper, dandogli corda.
 
“Ah è vero, grazie fratellone. A proposito di incredibili qualità, sapete chi è veramente incredibile?” Intervenne Blaine, sorridendo all’ospite indesiderato. “Kurt!”
 
“Oh mai dai…” Kurt, sorrise con finto imbarazzo. Sapeva bene cosa pensasse il suo futuro marito del suo talento, non era di certo una novità.
 
“Sono serio… Voglio dire, Kurt è una delle persone più straordinarie che abbia mai conosciuto. Non per niente sta per laurearsi alla NYADA col massimo dei voti. Madame Tibideaux stravede per lui, tanto è talentuoso.” Continuò poi, rivolgendo lo sguardo al padre, mentre quest’ultimo alzava gli occhi al cielo. “Non sei d’accordo, papà? Perché qui c’è qualcuno che potrebbe dissentire, vero Burt?”
 
Burt sorrise, annuendo. Aveva ben capito che la presenza di quel ragazzo non era gradita da nessuno dei due e volevano metterlo bene in chiaro.
 
“Certo che no… Voglio dire, è chiaro che se è anche entrato alla NYADA è sicuramente un ragazzo di talento. Bisogna sempre vedere se, una volta fuori da quella scuola, sarà altrettanto capace.” La voce di Richard sembrava tranquilla ma sicura di sé.
 
“Ovviamente, ma questo non succede con tutti i lavori? Insomma anche essere un tirocinante in un grande studio, non implica che si diventi un grande avvocato. O sbaglio?” Sapeva di rischiare di esagerare troppo, ma Kurt proprio non riusciva a trattenersi, anche se il tono di voce era decisamente mellifluo.
 
L’aria era così tesa da potersi tagliare con un coltello e tutti erano rimasti zitti ad ascoltare quello scontro di parole. All’improvviso però, Rosemary, la chiromante, si alzò in piedi, attirando su di sé l’attenzione di tutti.
 
“Sento delle vibrazioni negative… Sento che c’è molta tensione tra voi… E lei è la causa di tutto!” Disse rivolgendosi al signor Anderson, con tanto di dito puntato, segno che la presenza di Cooper aveva inciso anche su di lei. L’uomo la guardò scocciato, bisbigliando un qualcosa che somigliava tanto a ‘questa sì che è un vero genio’, al ché lei lo guardò con tanto d’occhi, per poi riprendere a parlare. “Ma non riuscirà nel suo intento, piuttosto renderà il rapporto ancora più profondo al punto tale che nulla li potrà mai separare e se ne renderà conto solo quando sarà in punto di morte… Vuole sapere quando accadrà?” Tutti nella stanza iniziarono a sghignazzare.
Quella donna, strana e fuori di testa, era riuscita a stemperare la situazione, in un modo decisamente bizzarro e stravagante.
 
“Che qualcuno ci aiuti!” Sospirò Kurt, mettendosi una mano sulla testa, mentre Blaine sorrideva e gli accarezzava la schiena, lusingato dalle parole di quella donna.
 
***
Il resto della serata passò in modo più sereno, anche se ogni tanto qualche tensione venne comunque a galla. Così ora si ritrovavano sdraiati sul letto, Blaine sulla schiena e Kurt appoggiato sulla sua spalla, mentre con un dito disegnava dei piccoli cerchi regolari sul suo petto.
 
“Non posso credere che siamo sopravvissuti a questa cena…” Sospirò il castano, lasciando un bacio sul collo ambrato del ragazzo.
 
“Non è andata così male, come si stava prospettando dai… Pensavo sarebbe finita molto peggio!” Risero entrambi, rilassati. Si guardarono intensamente.
 
“Che hai? Perché mi guardi così?” Gli chiese poi Blaine, il sorriso che proprio non riusciva ad abbandonare il suo volto.
 
“Ti rendi conto che domani a quest’ora saremo sposati?” Il respiro gli si spezzò in petto al solo pensiero.
 
“Da domani finalmente ti potrò chiamare ‘mio marito’… Sembra un sogno…”
 
“Non lo è… È tutto reale… È tutto vero…”
 
“Ti amo da morire!”
 
“Ti amo anche io, più della mia vita!”
 
Il grande giorno era ormai arrivato.
 
PIANO PER IL MATRIMONIO                         – DEFINIRE UNA DATA ✔ 24 MAGGIO 2015
                                                                     – DEFINIRE UN BUDGET ✔  $ 15.000 + $ 5.000
                                                                      – DEFINIRE LA LISTA DEGLI INVITATI ✔
                                                                      – SCEGLIERE LA LISTA DI NOZZE ✔
                                                                      – TROVARE LA  LOCATION ✔ GOTHAM HALL NEW YORK
                                                                      – SCEGLIERE GLI ABITI DA SPOSO ✔
                                                                      –  SCEGLIERE LA TORTA E IL CATERING ✔
                                                                      – SCEGLIERE LE PARTECIPAZIONI DI NOZZE ✔
                                                                      – SCEGLIERE LE FEDI ✔
                                                                      – SCRIVERE I VOTI NUZIALI ✔
                                                                      – DESTINAZIONE: HONEYMOON! ✔
                                                                      – L’ADDIO AL CELIBATO ✔
                                                                      – LA CENA DI PROVA ✔
 













 
NDA: eccoci qui! Non posso credere di essere arrivata alla fine di questa storia. Davvero manca solo l'epilogo e sarà tutto finito.
Per cui direi che i ringraziamenti finali li farò al prossimo ed ultimo aggiornamento di questa storia, anche se ovviamente sono grata a tutti quelli che leggono recensiscono seguono e preferiscono questa storia. Grazie di cuore davvero!
Ah dimenticavo... Ho aperto la mia pagina autrice su FB Babykit87l se vi va di darci un'occhiata mi fate piacere anche perché lì troverete snippet, spoiler e tanto altro sulle storie che scrivo e vari miei scleri e potremmo sclerare insieme se volete ;)
Ci leggiamo presto
Babykit




 

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Capitolo 14
*** Epilogo. Lo Voglio ***


Note a fine pagina ;)

EPILOGO. LO VOGLIO




 
Prese una delle estremità e la ruotò intorno all’altra. Girò il fiocco e lo strinse tramite il nodo appena eseguito, tirando da entrambi i lati. Le mani gli tremavano, tanto era agitato. Si passò una mano sui capelli a lisciarli ancora un po’. Si diede un’ulteriore occhiata allo specchio, sospirando. ‘Sono pronto!’
 
“Non essere agitato, andrà tutto bene! Figuriamoci se Faccia da Checca si fa sfuggire uno come te” Gli disse Sebastian, sorridendogli.
 
“Non sono agitato…” Rispose Blaine, qualche tono più acuto del normale.
 
“Sì che lo sei. La tua voce tocca almeno tre toni sopra il tuo solito.” Il ragazzo iniziò poi a sghignazzare, insieme agli altri che erano lì con lui.
 
“Smettetela di prendermi in giro. Oggi è il giorno del mio matrimonio, penso sia normale essere un pochino emozionati, no?”
 
“Dai, ragazzi, fatelo stare tranquillo.” Intervenne Sam, dandogli poi una pacca sulle spalle rigide.
 
“Grazie, sei proprio un fratello per me…” Si abbracciarono calorosamente.
 
“Ehi e io chi sarei? Il primo tizio che passa di qua?” Si alzò la voce piccata di Cooper.
 
“Coop, io e te siamo fratelli di sangue ma se potessi scegliere… Sceglierei Sam! Senza offesa eh…” Rispose poi, allontanandosi dal testimone quel tanto che bastava per guardare il fratello, rimasto decisamente stupito.
 
Blaine si guardò di nuovo alla specchio, per controllare le invisibili pieghe del suo completo, quando bussarono alla porta.
 
***
C’era un bel chiacchiericcio nella stanza. Erano tutte preparate con i vestiti che gli sposi – ovvero Kurt – hanno scelto: color glicine, lungo fino alle ginocchia, monospalla con le rose applicate e un corpetto con le pieghe a rendere il tutto molto elegante*.
 
Erano tutte emozionate e non si stavano risparmiando nei commenti su ogni cosa. Ovviamente tutti commenti positivi.
 
“Ma se siamo tutti pronti, perché siamo ancora qui?” Chiese Santana, mentre si guardava le unghie, piuttosto annoiata.
 
“È tutto organizzato con dei tempi tecnici. E poi devo prima calmarmi o non riuscirò ad arrivare nemmeno davanti al giudice di pace.” Rispose Kurt, stranamente tranquillo nella voce, anche se dentro si sentiva morire.
 
“Sei nervoso?” La voce di Burt si fece sentire dietro di lui, mentre per l’ennesima volta si dava un’occhiata allo specchio.
 
“Un po’… Non credevo che sarebbe arrivato questo giorno così presto…” Disse appena sussurrato, tanta era la tensione accumulata.
 
“Non è che ti stai pentendo, vero?” Chiese allora allarmato.
 
“No!” Era sicuro mentre rispondeva. “È solo che… L’ho organizzato per mesi e ora eccoci qui… Tra poche ore sarò sposato e sarà tutto finito…” Burt sorrise alle parole del figlio.
 
“Andrà tutto alla grande! Ne sono sicuro.”
 
“Anche se manca qualcuno.” Il sorriso triste del ragazzo si rispecchiò in quello del padre. Non c’era nemmeno bisogno di dire chi erano le persone che mancavano in quel giorno.
 
Rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri.
 
“Pensi che la mamma sarebbe contenta di me? Di tutto questo?” Rimase stupito dalla domanda. Kurt non era solito tirare in ballo argomenti del genere, per lo meno quasi mai.
 
“Assolutamente sì! Kurt, tua madre aveva iniziato a sognare questo giorno fin dal momento in cui scoprì di essere rimasta incinta, quando ancora non sapeva nemmeno se fossi maschio o femmina.” Il ragazzo sorrise tristemente mentre ascoltava quelle parole. “Quando poi sei nato e hai iniziato a muovere i primi passi e a parlare… Sai, lei aveva capito prima di tutti, perfino di te, che fossi gay e… Quando lo capì, voleva soltanto che la persona con cui avresti condiviso la vita, fosse una brava persona, che ti amasse… E se posso dirlo… Le speranze di tua madre non sono state vane, Blaine è davvero un bravo ragazzo e ti ama, si vede lontano mille miglia che ti ama… E posso metterci la mano sul fuoco, lei sarebbe orgogliosa di te!”
 
Gli occhi di Kurt si inumidirono, mentre con un sorriso si sporse per abbracciare quell’uomo straordinario che l’aveva cresciuto.
 
“Ti voglio bene!” Sussurrò vicino al suo orecchio.
 
“Anche io, figliolo”
 
Si staccarono, mentre il ragazzo si asciugò le lacrime che minacciavano di uscire e rovinare il suo viso d’alabastro.
 
“Se fossi una donna a quest’ora avrei tutto il trucco rovinato…” Disse ridendo piano. “Ascolta, devo parlare con Blaine un momento, prima della cerimonia, potresti andare a chiamarlo?” Chiese poi, mentre si sistemava il volto davanti allo specchio.
 
“Certo! Gli dico di venire qui?”
 
“No, ci vediamo nella saletta dietro il corridoio principale”
 
A quel punto, l’uomo sparì dietro la porta, mentre il futuro sposo si avviava verso la saletta.
 
***
Dopo aver bussato, porta si aprì e la testa di Hummel Senior spuntò fuori. “Blaine, tutto bene?”
 
“Burt, ciao! Sono un po’ nervoso… Sei venuto per darmi un in bocca al lupo?” Il sorriso a trentadue denti illuminava il suo volto.
 
“Beh anche… Ma principalmente sono qui perché Kurt mi ha chiesto di chiederti di raggiungerlo nella saletta dietro il corridoio principale. Dice che ha bisogno di parlarti un momento.”
 
Gli occhi del moro si spalancarono terrorizzati, mentre il respiro gli si mozzò in gola.
 
“Come mai? Pensi che voglia annullare tutto? Magari non vuole più sposarmi?” Chiese poi in preda al panico.
 
“No, no tranquillo… Gli ho parlato e non è mai stato più sicuro di qualcosa prima, come di questa adesso. Mi ha detto solo che ha bisogno di parlarti. Vai e vedi che vuole!”
 
Con quelle parole, Blaine prese un profondo respiro e si avviò verso la saletta.
 
***
Appena la porta si aprì, entrambi ripresero a respirare normalmente, come se già solo la presenza dell’altro facesse da calmante. Forse era proprio così.
 
“Wow… Sei bellissimo!” Kurt sorrise, abbassando lo sguardo. Non si sarebbe mai abituato a quei complimenti spontanei.
 
“Anche tu, sei splendido!” Blaine fece una piccola smorfia, arricciando il naso, come se non si meritasse quell’aggettivo.
 
“Volevi parlarmi?” Chiese poi, mentre si avvicinava al proprio futuro sposo.
 
“Sì… No… Non lo so, è solo che… Ci siamo! È il grande giorno!” Disse, prendendo la mano dell’altro.
 
“Sì, è così… C’è qualcosa che non va? Che succede?” La voce del moro si fece più dolce e tranquilla.
 
“Nulla! Vieni qui…” Rispose, sporgendosi e abbracciando l’altro. “Tra poche ore, appena la cerimonia sarà conclusa, non avremo più un momento da passare da soli, almeno finché non arriveremo in camera. Volevo ritagliarci quel momento adesso. Poi saremo troppo impegnati, tra lo scambiarci le promesse e gli anelli, il ricevimento e le foto… Ora ci siamo solo io e te.”
 
Si staccò quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi, sorridendosi l’un l’altro.
 
“Hai ragione…” Rispose Blaine, lasciandogli un bacio lieve sulle labbra. “C’è qualcos’altro?” Kurt sospirò.
 
“Prima, mentre mi preparavo ho pensato a Finn e alla mia mamma, al fatto che non sono qui e che avrei voluto che lei mi accompagnasse e che lui mi facesse da testimone.”
 
“Lo so che ti mancano, Finn manca anche a me e mi dispiace tantissimo per questo.” Intervenne Blaine, cercando di consolarlo.
 
“Ne ho parlato con mio padre e mi assicurato che lei sarebbe stata orgogliosa di me e che ti avrebbe adorato, ma credo che dipenda dal fatto che lui ti adora.”
 
“Beh io non l’ho conosciuta ma sono sicuro che sarebbe stata fiera di te, tuo padre ha ragione e le sarei piaciuto anche io…”
 
“E come lo sai?”
 
“Perché ha messo al mondo una creatura straordinaria come te. E poi so che se voglio riesco a essere affascinante e molto seduttivo…”
 
Entrambi risero mentre Kurt scosse la testa.
 
“Non ti stai vantando un po’ troppo?”
 
“Ehi sono adorabile, è un dato di fatto!” Rispose il ragazzo tra le risate.
 
“Ok, siamo pronti?”
 
“Siamo pronti!”
 
***
La musica risuonò in tutta la sala allestita. Avevano scelto una musica che non fosse la banale marcia nuziale o l’Ave Maria di Schubert, ma qualcosa che rappresentasse loro, come il resto della cerimonia. Le note di Teenage Dream con gli archi e i violini partì, mentre Kurt aggrappato a suo padre, raggiungeva a passo lento il ragazzo che aveva scelto per la vita, che adesso, a pochi centimetri da lui, se ne stava in piedi composto, e lo guardava con il sorriso più splendente che mai e gli occhi innamorati, quasi fosse l’ottava meraviglia del mondo. Era così per Blaine, che non riusciva a distogliere lo sguardo dall’uomo che amava più di qualsiasi altra cosa e che avrebbe amato per sempre.
 
Quando furono uno davanti all’altro, Kurt lasciò il braccio del padre e prese la mano del moro, che la strinse immediatamente. Si guardarono ancora, sorridendo, poi il giudice di pace prese la parola. Parlò d’amore e del matrimonio, le difficoltà che si incontrano e come non bisogna mai arrendersi. Loro lo sapevano bene.
 
Arrivò infine il momento delle promesse e come deciso, Blaine partì per primo.
 
“Come quasi tutti in questa sala e probabilmente mezzo Ohio occidentale già sanno, ho sempre saputo fare dei grandi discorsi, la mia proposta di matrimonio ne è un esempio, per cui anche stavolta mi sono preparato qualcosa da dire. Kurt, io e te ne abbiamo passate tante, prima di conoscerci e anche dopo, insieme, come coppia. Insieme siamo cresciuti. Insieme abbiamo scoperto cos’è l’amore. Insieme abbiamo imparato come essere indipendenti e allo stesso tempo uniti. Ci siamo donati l’uno all’altro e siamo diventati l’uno la persona dell’altro. Ora inizieremo la nostra vita come mariti e anche se sono passati anni da quel Natale, ti rinnovo quelle promesse e ti prometto che ti amerò e ti sosterrò sempre. Che ci sarò sempre qualunque cosa succeda. Ti prometto che m’impegnerò più che al massimo, per ricordarti quanto tu sia straordinario e quanto meriti di essere amato, amandoti a mia volta come se fosse la prima e l’ultima. Ti prometto che farò di tutto per renderti felice e che farò di te il centro della mia vita, perché tu sei la mia vita.”
 
Mentre pronunciava quelle parole, gli occhi di Kurt si riempirono di lacrime, che cercò comunque di non far uscire. Al termine del discorso Blaine si volse verso il testimone che gli passò l’anello.
 
“Kurt accetta quest’anello in segno del mio amore. Che questo sia la dimostrazione che io e te ci apparteniamo.” Disse infilando la fettuccia nell’anulare tremante del castano.
 
Kurt, si schiarì la voce prima di iniziare a parlare.
 
“Sarà dura fare di meglio.” Disse con un sorriso. “Io non sono mai stato bravo a esprimere a parole quello che sento, è sempre stata la musica a parlare per me però stavolta saranno le mie emozioni a guidare il mio discorso e non la musica. Blaine, io ti amo come non credevo si potesse fare, o come io credevo potessi mai fare. Quando ti ho conosciuto, la mia vita non era esattamente perfetta, anzi faceva alquanto schifo, credevo che non avrei mai incontrato qualcuno che mi avrebbe mai amato, non a Lima perlomeno. Poi però sei arrivato tu e mi hai preso per mano. Sei arrivato tu e mi hai sorriso. Mi hai salvato, dalla mia vita e da me stesso, e mi hai fatto scoprire che potevo essere amato anche io. Sei stato la mia ancora di salvataggio. Il mio eroe. Il principe azzurro che aspettavo da una vita, fin dalla prima volta che vidi un film animato della Disney. Ora, ti prometto che sarò anche io queste cose per te, ti amerò più di quanto non faccia ora, anzi ti amerò ogni giorno un po’ di più, cercherò di essere la tua roccia, se ne avrai bisogno, il tuo eroe, se vorrai aiuto, il tuo principe azzurro, se vorrai sentirti speciale. Sarò tutto quello di cui avrai bisogno. Sempre.”
 
Il ragazzo prese l’anello e lo porse a Blaine, che stese la mano per permettere all’anello di entrare.
 
“Blaine accetta quest’anello in segno del mio amore. Che questo sia la dimostrazione che io e te ci apparteniamo.”
 
Appena il giudice di pace dichiarò loro sposati, la sala esplose in un applauso fragoroso e i due si baciarono profondamente.
 
***
La serata si stava svolgendo al meglio, anche se i due neosposi non avevano quasi toccato cibo, andando in giro da un tavolo e l’altro e le miriadi di foto che avevano scattato, la maggior parte delle quali in posizioni sciocche e divertenti, tanto che Burt chiese loro di farne almeno qualcuna seria da poter esporre, una volta sviluppate. In compenso avevano bevuto tanto, accettando tutti i brindisi che i ragazzi, a turno, alzavano in loro onore.
 
Infine arrivò il momento del primo ballo, così Blaine porse la propria mano al castano che, col sorriso e gli occhi lucidi, accettò e insieme si posero al centro della sala. Le prime note di Come What May risuonarono mentre si abbracciavano, muovendosi lenti.
 
“Sei felice?” Chiese Blaine, poggiando la bocca al collo niveo del ragazzo. L’altro mugugnò in apprezzamento, spostandosi tanto da poterlo guardare in volto.
 
“Tu mi rendi felice.”
 
“Siamo sposati, te ne rendi conto?”
 
Kurt si morse il labbro inferiore, annuendo, mentre si avvicinava sempre più alla bocca dell’altro. Quando furono a pochi millimetri, sussurrò. “Per sempre e senza paura.”
 
Da ora sarebbe iniziato un nuovo capitolo della loro vita, ma l’avrebbero affrontato insieme. Per sempre e senza paura.
 
 
 









 
 
 
 
* vi credevate che lasciassi questo alla vostra immaginazione?? E invece no!! Ecco qui il vestito delle damigelle.. Io lo trovo splendido e voi??










Note finali:
Allora che dire? Inizio con un gigantesco GRAZIE!! Seriamente, non pensavo nemmeno di riuscire a farcela e invece con vostro sostegno mi avete spronato a continuare questo mio esperimento e devo dire che sono molto soddisfatta. Ringrazio quindi le meravigliose 41 persone che hanno seguito la storia, le 8 che l'hanno messa persino nelle preferite e tutte le incredibili e silenziose persone che hanno anche solo dato un occhiata alla ff. 
Io spero vivamente di avervi fatto sorridere - non mi azzardo a dire ridere perché non sono una comica - e per avervi fatto compagnia in questi mesi con questa piccola produzione. 
Da ora in avanti mi dedicherò alla mia prima vera long, ovvero Family Portrait arrivata al quinto capitolo e lasciata da parte per terminare questa, e chissà spero di divedervi anche lì, se vi va ^_^
Se voleste farmi sapere se questo epilogo vi piace e spero avrete apprezzato anche la copertina che voi stessi/e avete scelto :*
Ecco ora vi lascio, altrimenti finisco per piangere e non voglio. Adesso metterò il flag sulla casella 'completa'... Che emozione **
A presto
Babykit

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