Rose Weasley e Scorpius Malfoy.

di Khaleesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hogwarts Express- ***
Capitolo 2: *** Il cappello che nessuno vuole rattoppare. ***
Capitolo 3: *** Rose conosce la sua nuova ABCD, ehm, BFF. ***
Capitolo 4: *** Incubi sexy ***
Capitolo 5: *** Rose, Scorpius e il Primo Ministro ***
Capitolo 6: *** Un passato ancora oscuro ***
Capitolo 7: *** Cugine troppo cresciute e professori che non si possono corrompere ***
Capitolo 8: *** TeenWitch. ***
Capitolo 9: *** Nuove coppie e fratelli scoppiati. ***
Capitolo 10: *** Fiducia. ***
Capitolo 11: *** 11. Potter vs Weasley ***
Capitolo 12: *** La verità, nient'altro che la verità. ***
Capitolo 13: *** Spille e baci. ***
Capitolo 14: *** Indifferenza e fidanzamenti. ***



Capitolo 1
*** Hogwarts Express- ***


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Introduzione.

 

“E così quello è il piccolo Scorpius” commentò Ron sottovoce. “Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre”.

“Ron, per l’amor del cielo” ribatté Hermione, un po’ seria un po’ divertita. “Non cercare di metterli contro prima ancora che la scuola sia cominciata!”

“Hai ragione, scusa” concesse Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse: “Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue”.

“Ehi!”.

___________________________________________

 

 

 

 

 

Primo anno.

 

«Miseriaccia, Al! Non correre così! Sto facendo di corsa tutto il treno!» urlava Rose cercando di affrettare il passo, era inutile, le gambe del cugino erano pressoché il doppio delle sue.

«Forza Rosie - la esortava Albus, non rallentando la sua andatura - dobbiamo trovare una cabina abbastanza libera e con un posto vicino al finestrino, sai quanto sofferente ai viaggi in treno!»

«Lo so, lo so … e sei anche più ipocondriaco del solito, nei treni» soffiò la rossa con un filo di voce.

Albus aprì uno scompartimento che a ci mise dentro le sue valige, salutando qualcuno che Rosie non riuscì a vedere, poi il cugino si volto e prese anche le valige della ragazza infilandole sopra ad una reticella portabagagli al di sopra delle poltroncine rosse del treno.

Quando Rose ebbe spazio a sufficienza per entrare nel vagone noto che esso conteneva solo due altri passeggeri, un ragazzo e una ragazza, per l’esattezza.

Albus si avvicino al finestrino e Rose occupò il posto accanto al suo.

Squadrò i due ragazzi che le stavano davanti dalla testa ai piedi, aveva già visto il volto del ragazzo, ma dove?

Pensa, Rosie. Ricorda.

Aveva il cervello della madre, senza dubbio, ma solo una piccola parte di esse era stata ereditata dal padre, un piccolo spazio chiamato “memoria”.

Vece spallucce e si voltò verso Al cominciando a chiacchierare sommessamente, il cugino non la finiva di blaterare di casate, divise, stemmi e punteggi.

Con un occhiata ai due estranei si rese conto che dormivano, probabilmente lo stavano già facendo mentre loro erano entrati nello scompartimento, così decise di seguire il loro stesso esempio e pose la sua testa sulla spalla di Albus, volendosi riposare solo per qualche istante, poiché la madre l’aveva fatta svegliare di buon’ora per andare in un ristornate Babbano poco lontano da King’s Cross per fare la loro ultima colazione di famiglia.

Rosie ben presto e malvolentieri, si appisolò.

Quando riaprì gli occhi il cielo era passato da un azzurro cristallino ad un tenue rosa, ma i raggi del sole erano ancora color canarino, il motivo del suo risveglio fu un languore allo stomaco e una risata porcina proveniente dalla ragazza di fronte a lei.

«C-che ore sono, Albus?» chiese Rosie stropicciandosi gli occhi e notano che suo cugino stava parlando con i due ragazzi.

Di solito Al non faceva amicizia facilmente, era piuttosto timido e impacciato a differenza del fratello James che era più spavaldo e attaccabrighe.

«Sono quasi le cinque, Rosie … hai dormito per la maggior parte del viaggio … ecco delle Bacchette di Liquirizia, il carrello dei dolci è già passato»

«Grazie … Oh, salve! Io sono Rose, Rose Weasley!» fece prendendo le caramelle che le porgeva suo cugino con la mano sinistra mentre allungava la destra, aspettando che qualcuno dei due nuovi le dicesse il proprio nome.

La ragazza, quella dalla risata porcina, parlò per prima stringendole calorosamente la mano «Victoria Evans, ma preferisco essere chiamata Vicky». Aveva i capelli marroni, cortissimi in stile ‘ragazzo’, quando il sole la illuminò con i suoi ultimi raggi, Rose notò che i aveva anche dei riflessi di un rosso scuro e che i suoi occhi non erano di un normale marrone bensì erano per la maggior parte verde scuro, facendosi marrone vicino alla pupilla. Sorrideva da orecchio a orecchio, così tanto che Rose scorse senza difficoltà il fatto che le mancasse un dente, un canino dell’arcata superiore che le dava una strana aria selvaggia e ribelle.

Il ragazzo si stava sporgendo verso Rose, pronto a fare le presentazioni quando la porta del vagone si aprì con uno scatto ed entrarono James e Fred nelle loro divise da Grifondoro, con uno sguardo ai due ragazzi che non conoscevano presero le valige dei loro parenti e dissero semplicemente «Andiamo, ho trovato una cabina vuota dove potremmo stare tutti assieme e c’è anche un posto per te, Albus, vicino al finestrino»

Rosie vide lo sguardo che lampeggiava negli occhi di entrambi i ragazzi, prese Albus per la manica della sua maglietta e prima che quello sconosciuto la potesse anche solo sfiorare si congedarono da Victoria e dallo sconosciuto con un cenno del capo.

«Ma James - si lagnò Albus - avevamo già trovato una cabina!»

«Non frignare bamboccio, ed entra» tagliò corto James aprendo la porta di una nuova cabina dove c’erano già tre persone all’interno.

Molly Weasley II era in piedi cercando di pescare qualcosa dal suo baule che era posato sulla reticella superiore, appena la porta si aprì sussultò lievemente e con una bassa imprecazione salutò i nuovi arrivati, finalmente trovò nel baule una piccola spilla che diventava da gialla a nera e sulla quale c’era scritto “Sono Tassa e fiera”, appuntandosela sulla divisa.

Sulla poltroncina davanti a quella di Molly  c’era Dominique, con i capelli biondi raccolti in una coda e gli occhi azzurri che catalogavano tutti i cambiamenti che avvenivano fuori dal treno, nel paesaggio, cercando i primi indizi che le avrebbero rivelato l’imminente arrivo ad Hogwarts. Accanto alla bionda, c’era una ragazza che aveva le gambe poggiate sullo schienale e la testa che all’ingiù facendo sì che i capelli ricci e castani toccassero mollemente il pavimento, era Roxanne, la sorella di Fred.

Gli occhi castani di quest’ultima guizzarono a Rose e Albus, facendogli l’occhiolino e tornando a sedersi “composta”.

«Dove eravate?» chiese Dominique distrattamente.

«In un'altra cabina, molto più pulita di questa» affermò Albus lanciando un’occhiata allarmata a una mini palude che si stava creando sul posto affianco a Roxanne.

«Ti piace?» chiese Rox, scambiando l’occhiata preoccupata di Al per una curiosa, «Sta crescendo la mia piccolina, quanto sei bella, eh? Ma si, certo che Gazza ti vorrà bene

Roxanne faceva finta di accarezzare la piccola palude, schioccandole baci volanti a più non posso.

«Oh santo cielo, sei completamente andata.» affermò Albus.

Dominique annuì energicamente, mentre Molly diceva «Povera la casa che ti avrà, Roxanne! Io in Tassorosso non ti ci voglio».

Molly era stata smistata in Tassorosso l’anno precedente, mentre James e Fred finirono in Grifondoro. Dominique, Roxanne, Albus e Rose avrebbero saputo il loro destino da lì a poche ore.

Fred e James rientrarono, Rosie non si era neanche accorta che si fossero allontanati.

«Non osate mai più stare con quello la!» li avvisò Fred con un occhiata glaciale.

«Perché?» chiese Albus nervoso.

«Ma almeno sai chi era?» domando James turbato.

Mentre Rose faceva segno di ‘no’ con la testa Albus dichiarava «Certo che si era …»

«Scorpius Malfoy! MALFOY!» strillarono James e Fred all’unisono, strabuzzando gli occhi e allargando le braccia come se avessero appena saputo dal ragazzo che non conosceva il Quidditch.

Roxanne lanciò un ululato acuto.

«Stavate facendo amicizia con il nemico!» li accusò puntandogli un dito contro.

Rose guardò d’istinto la sua mano, iniziando a torturarsi le dita.

Ecco, dove lo aveva visto, poco prima di partire per Hogwarts suo padre gli aveva indicato il ragazzino e mentre la madre si era allontanata gli aveva continuato a sussurrare di batterlo davvero a tutti i test e di non dargli davvero troppa confidenza.

Ringraziò mentalmente Fred e James per averla tratta in salvo.

Dominique urlò «ECCOCI!»

Il treno si fermò alla stazione di Hogsmeade con un tonfo e intanto il voce di quello che capirono era Hagrid stava iniziando a dire «Primo anno? Primo anno seguitemi!»

Rose e Albus si guardarono, eccitati.

Ci siamo, pensò, sto per andare davvero nel posto più magico dell’intero mondo.




Nella foto ci sono:
Scorpius (in alto a sinistra)
Vicky (in alto a destra)
Rose (in basso a sinistra)
Albus (in basso a destra)

... spero che vi piacce, buongiornoavederci!
Ash.

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Capitolo 2
*** Il cappello che nessuno vuole rattoppare. ***


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Capitolo due - Rose e il Cappello Parlante che nessuno rattoppò.





«Silenzio … SILENZIO!» urlò il preside Neville sgolandosi e agitandosi così tanto da rischiare di cadere dalla sedia, tra i risolini divertiti degli studenti delle varie casate. Neville Paciock era al suo primo anno alla Presidenza della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, nei 19 anni precedenti era stato il docente di Erbologia mentre la professoressa McGranitt dirigeva la scuola; ma nello scorso anno la celebre professoressa aveva annunciato le sue dimissioni e si era concessa qualche anno di riposo più che meritato.

«Allora, tra poco inizierà la cerimonia di Smistamento - continuò il preside Paciock, paonazzo in volto - siete pregati di venire a sedervi qui appena sentirete chiamare il vostro nome» detto questo indicò una consunta seggiola in legno sulla quale era posato un ancor più consunto cappello rattoppato.

Il preside iniziò a chiamare i nomi dei vari ragazzini in maniera confusa, non seguendo alcuno schema logico, Rose dovette aspettare qualche decina di nomi sconosciuti prima di sentirne uno che le era familiare: Victoria “Vicky” Evans.

La ragazzina andò saltellante verso lo sgabello, ci si accomodò e quando il Cappello Parlante con l’ennesimo strattone si ridestò per guardare all’interno dell’ennesima mente proclamò immediatamente : «Serpeverde!»

La tavola dei Serpeverde incominciò a battere le mani per la sua prima nuova arrivata mentre Rose Weasley strabuzzò gli occhi spaventata, se una ragazzina così ragazzina era finita tra le Serpi, a lei cosa poteva succedere? Quasi subito, poi, si ricordò le parole che le aveva detto sua madre qualche giorno prima di prendere l’Espresso per Hogwarts …

«Il Cappello Parlante non guarda solo nella tua testa, ma anche nella tua anima … Non ti spaventare tesoro, qualunque casata ti verrà assegnata ne sarai degna e noi saremo orgogliosi di te sempre e comunque!»

Un'altra persona che conosceva si stava dirigendo verso il Cappello Parlante, Roxanne Weasley si avviava verso l’indumento consunto con un sorriso stampato in volto e i capelli ricci che rimbalzavano ad ogni passo, quando il Cappello le fu calato sugli occhi passarono diversi minuti, tra il silenzio generale il Cappello borbottò timidamente «… Ehm, ancora un attimo per favore … Abbiamo ad Hogwarts la nostra prima Testurbante divisa tra ben tre casate». La folla iniziò a parlottare sottovoce, eccitata. Tutti i Testurbanti erano sempre stati divisi tra due casate, ma tre … era un record che Fred Weasley Jr era felice di sapere fosse stato battuto dalla sorellina.

La scelta, lo si capiva subito era divisa tra Corvonero, Serpeverde e Grifondoro, nessuno si era neanche lontanamente immaginato di inserirvi anche i Tassorosso, così pochi secondi dopo anche Roxanne fu smistata in Corvonero, tra le urla agguerrite dei Corvi e i sospiri di rimpianto delle altre due casate.

Rose sorrise tra se e se, la pazzoide della famiglia era una pazzoide intelligente dopo tutto! Dominique seguì a ruota la migliore amica Roxanne nella casata dei Corvonero, i quali si erano aggiudicati una Testurbante e una Veela nel giro di pochi minuti.

«Scorpius Hyperion Malfoy» chiamò rauca la voce del professor Neville, che si sorprese di trovare una qualsiasi persona ancora con quel cognome. Scorpius si diresse con falcate veloci e silenzioso verso il Cappello, se lo fece calare in testa con garbo e poi concentrò tutta la sua attenzione nella respirazione, alzava e abbassava la gabbia toracica con un ritmo perfetto.

«Serpeverde!»

Il biondo si rialzò e con un sorriso impassibile si diresse verso l’ultima tavolata a partire da sinistra che con pacche sulla spalla e versetti di incitamento gli diede il benvenuto tra di essi.

Ma l’attenzione per quel figlio di vecchie conoscenze del castello venne sostituita dall’attenzione di un altro figlio di vecchie conoscenze del castello. Albus Severus Potter era stato chiamato dal preside per essere smistato, lasciò il fianco della cugina Rose e con incertezza si diresse verso il Cappello. Gli occhi verde smeraldo vennero nascosti dalla stoffa grigio-nera del Cappello che dopo pochi attimi urlò Grifondoro! Rosie notò con la coda dell’occhio che il cugino James, già al tavolo di Grifondoro dall’anno scorso di tranquillizzò visibilmente, aveva sempre punzecchiato Al con il fatto che potesse finire a Serpeverde ma in realtà era preoccupato tanto quanto il fratello della suo futuro scolastico.

Rose però non ebbe abbastanza tempo per finire questi pensieri che Neville chiamò «Rose Weasley» arrivata davanti alla seggiola ricevette un sorriso d’incoraggiamento dallo zio Nev. Si sedette con attenzione sullo sgabello e pochi secondi dopo vide il nero davanti ai suoi occhi, strinse le mani ai bordi del legno dello sgabello e con uno sbuffo il Cappello disse solo a Rose «Ma quando smetto di far figli questi Weasley?» Rosie non prestò attenzione all’affermazione che già il Cappello Parlante stava diffondendo al resto della Sala Grande il risultato dei suoi studi.

«GRIFONDORO!»

Rose si sfilò il Cappello dalla testa con troppa velocità che finì direttamente tra le mani di Neville che sorrideva beato, si diresse correndo verso il cugino Al che le aveva riservato il posto e solo quando ebbe il tempo di rielaborare tutti i pensieri si accorse che i Grifondoro più grandi si erano alzati dalle loro panche e si stavano inchinando verso Rose urlando «Abbiamo la Regina! Abbiamo la Regina» Fred batteva il tempo con le mani, facendo l’occhiolino a Rosie che non sapeva se essere felice o imbarazzata di quel comportamento da parte dei suoi compagni di casa. Suo padre, anni addietro, era stato il Re per la squadra dei Grifondoro e ora toccava prima a lei (e poi in seguito a Hugo) onorare il suo lascito . Prima che potesse aprire bocca per replicare il cibo degli elfi si materializzo sui banchetti e Neville aveva augurato a tutti buon pranzo.

Si misero tutti a mangiare di buon gusto, Rosie lanciò un occhiatina al tavolo dei Serpeverde per vedere come se la sesse passando quella buffa ragazzina di Vicky Evans, stava facendo a gara con Scorpius Malfoy a chi dei due fosse riuscito a mettersi in bocca più ali di pollo nel minor tempo possibile. La Grifondoro sorrise tra se e se, notando che il ragazzo era diventato violaceo ed era sul punto di vomitare; scrollò le spalle e ritornò a guardare la sua cena, ringraziò mentalmente il Cappello Parlante per averla assegnata ai Grifondoro e concluse la serata ridendo e scherzando come una normale ragazzina-strega dai capelli rossi e figlia dei salvatori del Modo Magico dovrebbe fare.
















Grazie per aver già inserito questa storia tra le preferite e le seguite :3
nella foto (creata da me e mi scuso per la cagata ç__ç) ci sono:
In alto a sinistra: Fred Weasley II
In alto a destra: James Sirius Potter
In basso a sinistra: Dominique Weasley
In basso a destra: Roxanne Weasley


Buongiornoavederci, baci Ash.

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Capitolo 3
*** Rose conosce la sua nuova ABCD, ehm, BFF. ***


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Capitolo tre - Rose conosce la sua ABCD, ehm, BFF.
 

 



Primo anno.

 

 

Rose si portò una ciocca dei capelli rossi dietro l’orecchio, camminava svelta in direzione della Biblioteca del castello, gli occhialetti che era costretta ad indossare per la maggior parte del tempo le ricadevano sul naso continuamente. Con un gesto meccanico li rimise all’inizio del setto nasale.

Non stava più camminando, adesso stava quasi correndo, pregando Priscilla che il libro ‘Erbe Magiche dalla A alla Z’ non fosse stato ancora prenotato e che quindi avesse ancora tempo per scrivere il suo tema di Erbologia.

No, Rose Weasley non era una ragazzina svogliata che non faceva i compiti e che si riduceva a far le cose sempre all’ultimo minuto. Fosse sarebbe meglio specificare che il tema di Erbologia che premeva tanto fare a Rose era quello del programma del terzo anno, nonostante lei fosse solo al suo primo Dicembre del suo primo anno a Hogwarts.

Quindi: si, Rose Weasley era una secchiona che si portava i compiti avanti per i prossimi due anni.

Avrebbe fatto impallidire d’orgoglio sua madre Hermione, suo padre le avrebbe semplicemente rifilato qualche frase del tipo “Rivedi le tue priorità figlia mia, ma nel farlo batti sempre ad ogni esame Scorpius Malfoy”. La fece ridere quel pensiero.

Come se lo avesse chiamato con una qualche specie d’incantesimo, Scorpius Malfoy le si materializzò davanti  (o meglio: lui aveva solo svoltato l’angolo) assieme a Victoria Evans. Rose gli si parò davanti, ma non riuscì a bloccarsi in tempo che andò a finire addosso alla ragazza che cadde a terra all’indietro.

«Oh, oh cielo! Scusami tanto!» strillò Rose cercando di mettersi in piedi e di togliere il suo peso dal corpo di Vicky, la quale stava ridendo a crepapelle, contorcendosi sul pavimento freddo.

La rossa la guardò preoccupata, aveva forse sbattuto la testa e quindi aveva danni irreparabili al cervello?

«Tranquilla, fa sempre così» tagliò corto Malfoy freddamente, allungando una mano alla Serpeverde stesa a terra che aveva ormai le lacrime agli occhi. La Evans afferrò la mano del biondo e con un'unica, fluida mossa, si alzò in piedi e si issò sulle spalle di Malfoy, attaccandovisi come se fosse un cavalluccio.

«Weasley!» la salutò Victoria con un sorrisone stampato in faccia, salutandola agitando la mano e poi portandosi una ciuffetto dei capelli corti via da davanti agli occhi. Rose le sorrise spaventata.

Non era ancora abituata a vedere le altre persone a dare di matto in quel modo; le uniche che si comportavano così erano le sue cugine Victoire (che aveva trovato inaspettatamente un fidanzato paziente e comprensivo in Teddy Lupin) e Roxanne (che giustificava il suo modo inusuale di essere dando la ‘colpa’ ai geni dei gemelli Weasley che fluivano in lei).

Era convinta che il resto del mondo fosse normale per compensare la stravaganza delle sue partenti, fin troppo strambe.

«Vai cavalluccio, vaiiii!» aveva iniziato ad urlare la brunetta, facendola risvegliare dai suoi pensieri; Vicky stava iniziando a dare dei piccoli schiaffetti sulla nuca del Serpeverde che sospirava rassegnato. Iniziando a camminare debolmente, mettendo un piede dopo l’altro.

«Nitrisci!» la sentì ululare Rose prima che svoltasse l’angolo. «NITRISCI!» urlò con più foga qualche secondo dopo; con stupore della rossa un rumore cupo e gutturale si diffuse nei corridoi di Hogwarts dando il via alla risata porcina di Vicky Evans.

Rose ritornò a camminare verso la Biblioteca, un po’ più malinconica del solo.

Aveva capito che Vicky e Scorpius avevano un amicizia piuttosto forte, ma averne la conferma era piuttosto triste. Le piaceva quel ragazzo, ma le era molto più simpatica la Evans.

Scrollo le spalle, dicendo a se stessa che i pensieri sul giovane Serpeverde che le vorticavano nella testa erano solo frutto della pre-adolescenza e di nient’altro.

 

 

Che a Hogwarts ci potesse essere una giornata di sole nel mese di Gennaio sembra un avvenimento biblico che nessuno, insegnati inclusi, non si volevano perdere.

Le lezioni per quel giorno vennero sospese tra la gioia generale. Roxanne era stata costretta da Dominique a finire quel tema di Pozioni la cui scadenza era fissata per Ottobre e per il quale aveva ricevuto proroghe a non finire. James e Fred erano a fare gli allenamenti di Quidditch, anche se ‘allenamenti’ erano una parola grossa: erano lì, appollaiati sugli spalti a pregare che qualcuno nella squadra dei Grifondoro si facesse male dando a loro (le riserve) la possibilità di entrare in campo. Molly era nella Foresta Proibita a scontare la punizione per aver riempito l’ufficio di Gazza di caccobombe mentre Albus si era probabilmente perso un'altra volta tra i corridoi del castello.

Rose era, quindi, sola nei pressi del Lago Nero, stesa sull’erba a faccia in su rimirando le nuvolette paffute nel cielo terso e facendo mente locale dei gufi di ringraziamento che doveva ancora inviare ai suoi parenti più lontani per i regali di Natale.

«…Zio Charlie» elencava sottovoce quando un fruscio di erba che si muoveva accanto al suo orecchio non la fece drizzare a sedere spaventata.

Victoria Evans era lì, in piedi accanto alla Grifondoro e le stava rivolgendo un sorriso a trentadue denti che la rossa non fu capace di non ricambiare.

«Ciao Rose!» trillò la Serpeverde lasciandosi cadere sul prato con le gambe incrociate e le mani poggiate sulle ginocchia, puntando il naso verso il cielo e ispirando profondamente aria fresca.

«Ciao Victoria» la salutò di rimando la Weasley, l’altra fece un gesto stizzito con la mano come a cacciare dei gorgosprizzi che le stavano entrando nelle orecchie «Solo Vicky».

Rose rimase in silenzio, aspettando che fosse l’altra a mandare avanti quell’inaspettato inizio di conversazione. E infatti cosi fu.

«Allora, vuoi essere la mia migliore amica?»

«Come, scusa?» chiese la rossa strabuzzando gli occhi per guardarla meglio.

L’altra ragazzina annuì sicura, puntando in alto un dito e iniziando un monologo «Rose Weasley ho scelto te come futura migliore amica perché mi sono stancata di rompere le scatole a quello scemo di Scorpius Malfoy. O meglio: oltre a Malfoy voglio rompere le scatole anche a te, Rose Weasley! Ti ho osservata a lungo e sono giunta alla conclusione che si, tu mi piaci e voglio renderti la vita impossibile come fanno le migliori amiche pazze nei film babbani!»

Rose continuava a guardarla stralunata come se l’altra avesse appena ammesso di aver dato un bacio sulla bocca alla Piovra Gigante, si guardò un attimo attorno in cerca del sostegno di Albus … Poi si ricordò che suo cugino non c’era …

«Ehm, accetto» le rispose.

Si disse che doveva fare altre amicizie, conoscere nuove persone … Dopo tutto aveva solo 11 anni e di certo non poteva essere legata affettivamente con i suoi cugini, no? E poi quella Vicky Evans era simpatica … e stramba!

«Wow! Ora saremo BFP, ehm no … forse era BFD? BGH? ABCD

«BFF!»

«Oh, giusto! Mi ricordi cosa significa, per favore?»

«Ehm, Best Friend Forever?!»

«Proprio quello, proprio quello!» annunciò al Evans battendo un colpo contento con la mano sulla coscia e facendo scoppiare nell’aria la sua risata porcina che vece ridere anche Rose un istante dopo. «Perché mi guardi a quel modo e poi ridi, Rose?»

«N-niente … è solo che … l-la tua r-risata!» riuscì a dire la Weasley tra uno sghignazzo e l’altro.

La bruna la guardò seria «Perché? La mia risata ha qualcosa che non va?».

Rose smise di ridere facendosi subito seria nonostante le guancie ancora imporporate, «No, certo che no». L’altra si rilassò subito dopo battendole una mano sulla spalla e facendola cadere all’indietro tra i ciuffi d’erba.

«Scherzavo Rose, so che rido come un maiale con l’asma!» ululò ricominciando a fare la sua risata porcina.

Si, pensò la Weasley, sarà la mia ABCD, ehm, la mia BFF.

















Ssssalve, spero che questo capitolo vi sia piaciuto :3
Amo la Evans. Si, fisicamente (i capelli cortissimi, gli occhi verdi-marroni) è basata sulla mia descrizione personale.
Soprattutto il fatto di essere Serpeverde ma non sembrarlo :)
Bene, per chi volesse leggere la storia di Roxanne Weasley, può cliccare QUI.
Se tra le persone che seguono questa storia ci sono anche dei fan della saga di Percy Jackson sarei contentissima se leggessero la mia nuova (e prima) fanfiction su di lui.
Basta cliccare solo QUI.
Grazie della cortese (?) attenzione. (Della serie che magari neanche le leggete le note dell'autore e quindi io sono qui 'a parlare' da sola D:)
Buongiornoavederci!
Ash-

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Capitolo 4
*** Incubi sexy ***


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Capitolo quattro - Rose ha dei bellissimi incubi.




Primo anno.

 

Rose correva spazientita tra i corridoi di Hogwarts, la tracolla stracolma di libri che le ricadeva pesantemente sulla spalla e sfiorava paurosamente i mattoni del pavimento.

«Ultimo giorno, ultimo giorno!» esclamava la rossa con un sorriso dipinto sul volto, era stato un anno pieno di magia, amicizie ed Eccezionale a non finire.

Si dirigeva a rotta di collo verso l’aula della sua ultima lezione, i capelli legati in una coda alta che non facevano sfuggire nessuna ciocca.

Improvvisamente si ritrovò al fianco sua cugina Molly che la guardava con uno sguardo triste e deluso. «Che c’è Molls?» chiese la Grifondoro rallentando il passo.

«Da te questo proprio non me lo aspettavo» sibilò l’altra facendo segno di ‘no’ con la testa. Rose la guardò perplessa, era abitudine di Molly iniziare le conversazioni con qualcosa che non centrasse assolutamente nulla … ma non con quello sguardo.

«Ehm, ok! Ma di cosa parli?» disse lei ridendo nervosamente.

La cugina per tutta risposta le lanciò un’occhiata raggelante che poteva tenere benissimo testa a quella di zia Fleur quando le si diceva “la tua cioccolata non è buona quanto quella di nonna Molly”. «Molly, stai be-» ma la Tassorosso era già sparita, probabilmente aveva svoltato all’angolo del corridoio precedente e Rose non se n’era neanche accorta.

La Weasley scosse la testa, cercando di non pensare troppo a quel comportamento ma ritornando a camminare spedita verso l’aula di Pozioni.

Eccola lì l’aula, Rose poteva scorgere la porta dall’inizio del corridoio.

Da quella stessa porta uscì una chioma bionda e riccioluta, un ragazzino dagli occhi azzurri e il passo svelto e fluido.

«Weasley» la salutò facendole un sorriso caloroso.

Rosie rabbrividì: l’aria fredda dei sotterranei, pensò.

«Malfoy» disse di rimando lei fermandosi, così come aveva fatto il ragazzo.

«Allora, com’è andato quest’anno?»

«Bene, si. Ehm, e a te?»

«Me la sono cavata»

«Fantastico» sospirò la rossa, si aggiustò meglio la tracolla sulla spalla e fece per ripartire.

«Comunque tu mi piaci» affermò lui senza smettere di sorridere e pietrificandola (senza incantesimo, eh!) sul posto.

«C-come? Scusa

«Oh, si. Penso di essermi preso una bella cot-»

 

«ROOOOOOOOOSE! SVEEEEEGLIAAAA!»

 

«Come hai detto? Non ho capito bene!» urlava Rose. Urlava perché Scorpius si stava facendo sempre più lontano, i contorni della sua figura sfocati stavano prendendo il posto della tenda rossa del suo baldacchino. Improvvisamente si ritrovò stesa sul suo letto. Appena sveglia da un sogno fin troppo vivido.

Jenna Finnigan, la sua compagna di stanza era a cavalcioni su di lei, in mano un secchio che Rose dedusse fosse pieno d’acqua gelida.

«Oh! Finalmente ti sei svegliata! … Peccato, avrei proprio voluto … Vabbè! Muoviti o farai tardi all’ultimo giorno di lezioni!» cantilenava Jenna mentre scendeva scompostamente dal letto, gettando un bel po’ d’acqua ai piedi del letto di Rose, creando una bella pozzanghera; «Scusami cara» disse.

L’ultimo giorno? Ma allora non era completamente un sogno!

«Grazie Jenna … e se in futuro proverai a svegliarmi in con un secchio d’acqua mando Roxanne a cercati». L’altra ragazza sbiancò sgranando gli occhi.

«N-no, non lo farò!» promise prima di scomparire dal dormitorio lasciando la rossa da sola a vestirsi velocemente.

Pochi minuti dopo si ritrovava già tra i corridoi di Hogwarts, aveva saltato la colazione perché era troppo agitata e nervosa per quello che era successo e che sarebbe successo quel giorno.

«L’ultimo giorno di scuola» si ripeteva.

«Ripeterlo non lo farà passare più in fretta» suggerì Albus che l’aveva vista passare davanti alla Sala Grande senza neanche entrarvi e aveva deciso di seguirla.

«Oh, ciao Al!»

Lui le rivolse un sorriso e un lieve cenno del capo.

 

***

 

Era arrivata a fine giornata incolume, e per incolume Rose intendeva “niente-voti-al-disotto-di-E”. Come era accaduto nel suo sogno, si stava dirigendo verso l’aula di Pozioni per l’ultima lezione del suo primo anno scolastico.

Ma quando vide Malfoy lui non era solo.

Era in compagnia di altri ragazzini di varie casate, al suo fianco c’era Vicky che gli riservava una spallata ogni secondo regalandogli poi una smorfia.

«Quella secchiona della Weasley» grugni Malfoy quando Rose fu abbastanza vicina da poterlo sentire.

Il sangue dalla rossa si ghiacciò nelle vene, era tutto cosi diverso dal suo sogno! In quel momento l’unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento, in barba al suo comportamento sempre corretto e gentile, era di dargli un pugno nello stomaco lasciandolo agonizzante sul freddo pavimento di pietra. Tutto quello che gli rivolse, però, fu un occhiata sprezzante che fu accompagnata nello stesso istante da una ginocchiata da parte della Evans ai paesi bassi di Scorpius.

«Ahi! Vicky! Che diavolo ti prende?» strillò lui con una voce un po’ troppo acuta per i suoi soliti standard.

«Razza di troll, stai attendo a come parli! Quella è la mia migliore amica!» affermò la Serpeverde avviandosi verso Rose che era rimasta ancora ferma a guardarli.

Con uno sbuffo di Malfoy e i rumori delle risate trattenute da parte di tutti gli altri, gli alunni si dileguarono tra i vari corridoi lasciando sole Victoria e Rose.

«Grazie» disse la Weasley abbassando lievemente il capo.

«Non ti preoccupare, è un po’ troppo stupido ultimamente»

«Non dovresti parlare così del tuo … ehm, ragazzo»

«Del mio cosa?!?» Vicky quasi si strozzò con la sua stessa saliva.

«Bhè, si … siete sempre insieme…»

«Oh no! No no no! Grazie mille ma … no, grazie!»

Rose annuì convinta, ridendo al ricordo dell’urletto cacciato da Malfoy qualche minuto prima.

Un’ondata di ragazzini in uniforme con lo stemma di Grifondoro le fece ricordare della sua imminente e ultima lezione; abbracciò goffamente Vicky e si diresse a falcate veloci verso l’aula di Pozioni.

 

No, Rose Weasley non pensò più a Scorpius Malfoy per tutta la durata delle sue vacanze estive.

Ma lo sognò ogni singola notte.











Fatto il misfatto! :)
salve a tutti, spero che la storia vi piaccia! u.u
Nella foto c'è Emma Stone, ovvero Molly Weasley u.u
Buongiornoavederci,
Ash-

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Capitolo 5
*** Rose, Scorpius e il Primo Ministro ***


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Capitolo cinque - Rose, Scorpius e il Primo Ministro

 



Secondo anno.

 


Richiuse il baule con un tonfo sordo.

Si stiracchiò per bene la schiena e si gettò di peso sul materasso morbido davanti a lei.

«Finalmente un po’ di ri-»

«POGGIALO Lì FRED!» un urlo proveniente dalla Sala Comune di Grifondoro arrivò nella stanza di Rose facendola sobbalzare.

Ma che diavolo sta succedendo?, si chiese la rossa tra se e se.

La voce che aveva urlato era senza dubbio quella di suo fratello Hugo, smistato anche lui in Grifondoro solo pochi mesi prima. La Weasley si precipitò a rotta di collo giù dalle scale, sperando che al suo fratellino non fosse successo niente altrimenti la madre se la sarebbe di sicuro presa con lei. E quando Hermione metteva i suoi figli in punizione l’unica cosa interessante e degna di nota che facevano era respirare.

La scena che si presentò davanti alla rossa fu quella di suo cugino Albus, pallido come un lenzuolo, accasciato sulla poltrona arancione della Sala Comune. Intorno a lui c’erano Fred, James e Hugo che cercavano di fargli aria come meglio potevano: questo comprendeva lo sventolargli le mani in maniera sfrenata davanti al volto e soffiargli il fiato in faccia.

«Santo cielo, Hugo cosa hai mangiato questa mattina?» chiese James intercettando il soffio del fratello minore di Rosie e fingendo un conato di vomito.

«Cos’è successo

«Oh, ciao Rose!» salutò Fred rivolgendole un sorriso a trentadue denti.

«No Freddie, non farò qualunque tema tu mi voglia propinare questa volta» sentenziò la Weasley correndo verso Albus e posandogli una mano sulla fronte, constatando che era bollente.

«Ma che gli è successo?» ripeté la ragazza ancora una volta, decidendo se andare a sgridare Roxanne per un altro dei suoi scherzi assurdi oppure essere davvero in apprensione.

«Sorellina, possibile che tu non l’abbia ancora capito?» l’apostrofò Hugo scuotendo il capo amaramente, come se le avesse chiesto di elencare tutte le squadre di Quidditch del mondo e Rose non ne conosceva neanche una.

«Spruzzolosi?!» azzardò lei.

«No» disse Fred.

«Peggio» aggiunse James.

Uhm, cosa può essere peggio di una malattia quasi-terminale per questi due?, si stava chiedendo Rosie vagliando tutte le possibilità, una per una.

«Non sarà stato mica - proruppe la ragazza dopo secondi di silenzio e ragionamento - … baciato?». Gli altri tre la guardarono facendo una smorfia al suono dell’ultima parola, facendo uno strano gesto di scongiuro iniziarono ad annuire con fermezza.

«Da chi?» chiese la rossa strabuzzando gli occhi e fissandogli ad uno ad uno, rivolgendo poi tutte le sue attenzioni verso il diretto interessato, il suo miglior amico Albus.

«Vicky … Victoria Evans» gemette lui prima di lasciarsi sprofondare nuovamente tra il tessuto morbido della poltrona.

 

***

 

Rose si diresse a tutta velocità verso la Sala Comune dei Serpeverde, ma una volta arrivata vicino ai sotterranei si bloccò, ricordandosi di non avere la minima idea della strada da percorrere per arrivarci né tantomeno di conoscere la parola d’ordine. Grazie a Godric, un ragazzino dai capelli biondi apparve da un angolo dei corridoi. «Ehm, ciao Rose» la salutò lui timidamente, gli occhi azzurri come il ghiaccio che la fissavano perplessi.

«Oh! Buon pomeriggio Damon!» lo salutò Rose rivolgendogli un timido sorriso.

Damon Malfoy, il fratello minore di Scorpius le stava chiedendo cosa ci facesse nei Sotterranei, ma lei era tutta concentrata a perdersi in quegli occhi azzurri tanto simili a quelli del fratello.

«C-come, scusa?» chiese ridestandosi e dandosi della stupida mentalmente.

«Ti chiedevo se stavi cercando qualcuno, magari Victoria?» ripeté lui.

«Si, si, cerco proprio lei! Non è che mi daresti una mano e la faresti uscire, eh?» propose la Weasley cercando di fare la faccia più carina e affettuosa possibile, come aveva visto fare dalle ragazze Babbane nei film che zia Audrey si vedeva durante le vacanze si Natale.

«Sicuro, arrivo subito» acconsenti lui, diede le spalle a Rose e ritornò da corridoio da quale era venuto.

 

***

 

«Rosie!» trillò Vicky vedendola.

«COME HAI POTUTO?»

«Rosie?!» chiese con tono preoccupato ancora una volta l’altra.

«VICKY!»

«ROSIE!»

«SMETTILA DI DIRE ‘ROSIE’!» urlò la Weasley.

«MA TI CHIAMI COSì!»

«PERCHE’ STAI URLANDO?»

«NON NE HO IDEA, HAI INIZIATO TU!» affermò la Serpeverde scuotendo la testa.

«… Oh, giusto - confermò l’altra - … Vicky, hai baciato Albus?»

«Ehm, io … ecco … effettivamente … più o meno, voglio dire … cioè … ovvero …» tergiversò la Evans iniziando a fissare l’interessantissimo pavimento e poggiando la punta della scarpa del piede destro su di esso, disegnano dei minuscoli cerchi con il tallone.

Rosie strinse le labbra che divennero due linea tremolanti, socchiuse gli occhi un due fessure e si premette così tanto le mani sui fianchi che le dita le diventarono quasi bianche. «Allora?» abbaiò.

«Ssssi» sibilò la Serpverde.

«Ma è meraviglioso!» esclamò gioiosa Rose alzando le braccia in cielo e in seguito abbracciando Victoria. «Perché devo scoprirlo dai da quei decerebrati dei Malandrini?»

«Cosa? Lo sanno anche loro?» chiese Vicky portandosi le mani tra i capelli e trattenendo il fiato gonfiando le guancie.

«Bhè, si, hanno portato loro Albus nella nostra Sala Comune … Era praticamente in stato vegetativo» affermò la Grifondoro annuendo stancamente con la testa.

«Vegetativo?» la preoccupazione si leggeva sul volto dell’altra ragazza. «Dici che dovrei trovarmi un buon avvocato?»

«Ma no, no! Albus fa sempre così quasi emoziona troppo … L’anno scorso, a Natale, zio Harry e zia Ginny gli avevano un abbonamento annuale alla rivista TrasfigurazioneOggi e lui è praticamente svenuto durante il cenone di Natale! Fred glielo ricorderà a vita, non ne dubito!» riferì la rossa continuando poi con: «Com’è stato il bacio?».

«Rovinoso»

«Rovinoso?»

«Stavamo uscendo dall’aula di Incantesimi … Tu sai che ci metto un sacco a mettere in ordine le mie cose e quindi, ovviamente, sono l’ultima ad uscire quando all’improvviso un banco mi si piazza davanti e mi fa cadere a terra» inizia a raccontare la brunetta, spostandosi un ciuffo di capelli un po’ troppo lungo dalla fronte ad intervalli regolari.

«Un banco ti si piazza davanti, eh? In pratica stavi di nuovo cercando di constatare se riesci a camminare con gli occhi chiusi, capito …»

«Dettagli, Weasley! Dettagli! Oh, la vuoi sentire la storia e ritorno a inseguire le Cioccorane?» domandò sbuffando l’amica.

«Continua, dai!» la incalzò la rossa iniziando a rabbrividire per la bassa temperatura dei Sotterranei; temperatura che sembrava dar affatto fastidio alla Evans.

«Allora, questo banco mi spinge, io cado a terra e i miei libri si sparpagliano per tutto il pavimento … Senza contare che una boccetta con occhi di iguana si rompe! Me ne stavo li a cercare di organizzarmi qu-» ma ancora una volta la ragazzina fu interrotta da Rose che precisò : «Non cercavi di organizzarti, stavi solo imprecando in tutte le lingue da te conosciute»

«Stavo cercando di organizzarmi quando vedo arrivare tuo cugino che senza dire una parola si mette a darmi una mano a raccogliere tutto. Una volta che abbiamo finito mi sorride e quei suoi occhioni diventano cosi verdi ! Insomma: più che un bacio è stata una facciata perché dopo aver premuto le mie labbra sulle sue ho cercato di fuggire così in fretta che gli ho quasi accecato l’occhio con la bacchetta e io stessa sono andata a finire nelle grinfie di un altro banco malvagio che mi ha praticamente costretta a gettarmi a terra! … Ro-vi-no-so

Rose aprì la bocca per commentare ma non disse neanche una parola, nel corridoio a cui Victoria dava le spalle c’era una figura che stava andando verso di loro. Questa volta non era il Malfoy più giovane. «Vic, Rose!» salutò con un cenno del capo.

«Scorpiuccio!» lo salutò la Evans pizzicandogli affettuosamente una guancia mentre Rose gli rivolse solo un minimo, quasi invisibile, cenno del capo.

«Allora, stavate parlando di baci?» chiese lui. La Serpeverde annuì. «Qualcuno ti ha baciata, Weasley?» domandò Malfoy rivolgendo a Rose un ghigno sarcastico.

Lei si fece paonazza, sentì la lingua prudergli e una volta che aprì la bocca: «Forse si o forse no, Malfoy! Ma di certo non bacerò mai te neanche se me chiedesse il Primo Ministro in persona!»

«Il Primo Ministro? Addirittura!»

Ma mentre Scorpius diceva quelle parole con finto tono entusiasta, Rose se ne stava già andando via impettita. Voltandosi solo per dire a Vicky che avrebbero continuato l’argomento quando non ci sarebbero stati rompipluffe in giro, fulminò un ultima volta Scorpius con lo sguardo e se ne andò.

 

***

 

Scorpius vide la rossa andarsene via ferita nell’orgoglio.

«Ne riparleremo quando non ci saranno rompipluffe , ok Vicky?».

Alla parola ‘rompipluffe’ lo aveva guardato proprio negli occhi, fulminandolo. Quando la figura di Rose Weasley scomparve dalla loro vista, la Evans decise che sarebbe stato carino da parte sua regalare a Scorpius un’altra delle sue ‘carezze-amorevoli’ che nello specifico si trasformavano in pugni nello stomaco. «Possibile che tu debba essere sempre cosi … Malfoy?» strillò la Serpeverde una volta che il ragazzo si fu ripreso dal colpo. «Cosa vuol dire “essere Malfoy”?» chiese l’altro.

«Fare i cretini»

«Hey!»

« … aspetterò che lo venga a sapere tuo nonno!» commento la ragazza facendogli la linguaccia.

«Ma cose ne vuoi capire tu di tecniche di seduzione?!» la ridicolizzò il biondo.

«Ne so molto più di te! Oggi ho baciato Albus, mi sono decisa!» affermò Vicky chiudendo le dita in un pugno e facendo alzare solamente l’indice e il pollice in una ‘L’ di ‘Loser’, ovvero ‘Perdente’.

«Davvero? - chiese Scorpius strabuzzando gli occhi - … Ma Rosie è più complicata»

«Sei solo tu che fai diventare tutto così complicato comportandoti da idiota!»

«Sciocchezze! Per essere conquistata, una donna, deve esser prima ‘insultata’, lo sanno tutti che più uno tratta con indifferenza una ragazza più la vuole!» affermò convinto Malfoy.

Vicky si portò una mano alla fronte iniziando a fare cenno di ‘no’ con la testa. «Oh povera me, non voglio neanche sapere cosa succederà tra voi due!» aggiunse.








Fatto il misfatto!
Grazie a chiunque stia seguendo/ricordando/preferendo questa storia, soprattutto a chi la sta recensendo! :)
Rose è arrivata al secondo anno! Urrà!
Nella foto c'è Hugo Weasley (l'attore della foto è Caleb Landry Jones che io amoamoamo.)
Per chi avesse visto il film Amore&Altri Rimedi (conosciuto anche come Love&Other Drugs) lo invito a leggere una mia piccolissima one-shot sul film. Basta cliccare QUI.
Buongiornoavederci,
Ash-

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Capitolo 6
*** Un passato ancora oscuro ***


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Capitolo quattro - Un passato ancora oscuro.
 

 




 Secondo anno.

 

«E questa è, per l’ennesima volta, la storia di come i miei genitori si sono conosciuti» concluse Rose con uno sbuffo sonoro e inconfondibile.

Il sole baciava la Weasley e la Evans che erano docilmente stesa sull’erba verde e fresca sulle sponde del Lago Nero, scrutando le acque di tanto in tanto per notare un qualche tentacolo appartenente alla Piovra Gigante spuntare da esse. Rose pensò che quella fosse stata la seicentesima volta che aveva raccontato a Victoria la storia dei suoi genitori, di come si erano conosciuti i suoi genitori di come si erano messi insieme e inseguito sposati.

«E’ una storia figa, per questo mi piace tanto» commentò l’altra portandosi un filo d’erba alla bocca e facendolo muovere leggermente. «Si, ma diventa noiosa quando viene raccontata così tante volte» l’avvisò Rose.

Vicky scrollò le spalle, per lei sarebbe sempre stata la più bella storia del mondo.

«E i tuoi genitori? Come si sono conosciuti?» azzardò Rose. Si puntellò sui gomiti in modo tale da poter vedere l’altra in volto. Victoria s’irrigidì, serrò la mascella e il filo d’erba le cadde dalle labbra.

«Non è una bella storia la loro» commento freddamente.

«Non m’interessa se non è bella» sputò fuori Rose.

«… non la conosco neanche bene»

«Bhè provaci, ok? Non so nulla della tua vita, Vicky. Nulla a parte quello che posso dedurre da sola». «Fattelo bastare» annunciò la Serpeverde alzandosi dall’erba e andando via, spedita verso il castello in lontananza.

Rose la seguì con gli occhi, stanca di non dover mai sapere nulla della sua migliore amica mentre l’altra conosceva ogni singolo pensiero di lei.

«Fattelo bastare» ripeté la Grifondoro facendole il verso. Dopo qualche minuto a contemplare le nuvole, si decise ad alzarsi e a ritornarsene nel suo dormitorio, evitando accuratamente di incontrare Victoria Evans nella strada del ritorno.

 

***

 

«Secondo me non dovresti arrabbiarti per una cosa del genere. Se non ti vuole parlare della sua famiglia sono fatti suoi!» sentenziò Roxanne incrociando le braccia al petto.

«Ma cosa dici?! E’ ovvio che anche Victoria dovrebbe confidarsi con Rose» commentò Dominique arrabbiata per il comportamento troppo chiuso della miglior amica di sua cugina. In quello stesso istante, nella Sala Comune di Corvonero (in cui la Weasley era andata per semplice noia) entrarono Lorcan e Lysander Scamander, i figli di Luna Lovegood e Rolf Scamander. Grandi amici di famiglia.

«Ragazze» le salutarono i gemelli biondi in coro; Lysander si sedette sul bracciolo della poltrona di Roxanne mentre Lorcan sul divano tra Rose e Dominique.

«Di che parlavate?» chiese Lysander squadrandole da capo a piedi. Era leggermente più smilzo del gemello Lorcan, era questo l’unico particolare per cui la Weasley-rossa riusciva a distinguerli.

«Di niente» tagliò corto Roxanne dando una spintarella a Lysander e facendolo cadere dalla sedia, quello si rialzò con un grugnito iniziando a massaggiarsi il fianco sinistro che aveva sbattuto sul pavimento duro. «Sei impossibile!» l’accusò prima di dirigersi a passo di carica ai dormitori maschili, seguito a ruota da suo fratello Lorcan dopo pochi secondi.

«Ma perché devi sempre fare cosi?» la rimproverò Dominique con un occhiataccia, la bruna scrollò le spalle come se non le importasse niente di quanti lividi la gente si facesse a causa sua.

«Comunque Rosie non puoi costringere le persone a parlare di quello che non vogliono, il caso è chiuso» disse fermamente Roxanne alzandosi di scatto dalla poltrona e dirigendosi verso l’uscita della Sala Comunque. «Se è una vera amica mi dovrebbe dire tutto» ribatté Rosie.

«E’ una Serpeverde, l’ambizione e la fiducia sono due cose importanti per loro. Soprattutto la seconda.» le rispose la bruna, continuando poi con «Che fate, venite con me? Sto andando nelle cucine, ho un certo languorino e vorrei sgraffignare qualcosa prima di cena, non riesco ad aspettare …»

Dominique annuì velocemente, si era assunta il compito di far abbassare la quota di scherzi di Roxanne, questo implicava seguirla praticamente dovunque.

«No, io me ne vado a letto» affermò invece la rossa gettando un’occhiata veloce al cielo arancio che si poteva scorgere da ogni finestra su quella Torre.

 

***

Vicky non sapeva in che punto del cielo fosse il sole, le rare finestre che c’erano nei sotterranei dei Serpeverde ti regalavano solo una parziale e non luminosa veduta del Lago Nero. Grazie al brontolio del suo stomaco però capì che era quasi ora di cena. Scorpius arrivò nella Sala Comune proprio in quel momento, si sedette in silenzio accanto a lei sul divano di pelle nera intagliato in una pietra fredda e verdastra.

«Che ti succede?» le chiese.

«Uhm?» fece di rimando lei, sovrappensiero.

«Ti ho chiesto che cos’hai. Non mi hai neanche dato un pugno appena sono arrivato, mi preoccupi!» ripeté lui schioccandogli le dita davanti al volto per ottenere la sua attenzione; la ragazza strizzò gli occhi un paio di volte come se volesse mettere a fuoco la figura del biondo.

«Nulla, qualche battibecco con Rose, tutto qui» affermò l’altra alzando le spalle con non calanche.

«Oh, bhè, posso definirmi un esperto in quest’argomento! Cos’è successo?»

«Vuole sapere della mia famiglia e com’è ovvio io non le ho voluto dire nulla»

Al suo fianco, Scorpius s’irrigidì. Aveva avuto anche lui una discussione con la Evans proprio su quell’argomento durante il primo anno, pensava che lei gli nascondesse un qualche oscuro segreto. Aveva saputo la verità da sua madre Astoria, lei e la madre di Victoria lavoravano assieme prime che … Bhè, Scorpius non poteva di certo dire che non capiva il perché Victoria non raccontasse della sua famiglia a nessuno; nemmeno Scorpius era riuscito a rivelarle che sapeva però tutto della sua vita e dei suoi genitori. Toccare quell’argomento faceva saltare l’amica sulle difensive e faceva uscire allo scoperto la parte peggiore di lei.

«Oh, ho capito. Magari dovresti prendere in considerazione l’idea di dirgli tutto» suggerì il biondo.

«Non lo so … Forse …» soffiò l’altra.

Ma l’argomento non fu più toccato per il resto della conversazione, chiacchierarono di altro e ben presto si unirono al gruppo di studenti che si stava dirigendo alla Sala Grande per la cena.

 

***

Albus lanciò delle occhiatine a Rose che non aveva neanche mangiato il suo budino al cioccolato, nonostante era risaputo che fosse il suo dolce preferito; lasciò cadere la forchetta nel piatto con un rumore stridulo catturando l’attenzione della rossa che era seduta di fronte a lui.

«Allora?» le chiese lui impazientemente. Lei gli lanciò un occhiata perplessa e il cugino le chiese che cos’aveva e come mai non aveva toccato neanche una goccia di succo di zucca per tutta la serata. «La tua Victoria-Non-Mi-Fido-Di-Te-Evans» si giustificò l’altra infilzando finalmente un pezzo di budino e ingurgitandolo senza neanche masticare.

«Guarda che mi fido di te!» strillò una voce alle sue spalle.

Rose si voltò cercando di riprendere fiato abbastanza in fretta, quel budino era stranamente piccante e sapeva che se si fosse voltata verso la tavolata dei Corvonero avrebbe visto Roxanne stesa sul tavolo per le risate e Dominique che la rimproverava.

Si portò appena in tempo un po’ di succo alla bocca e lo sentì con piacere scendere attraverso l’epiglottide. «Ah si? Non mi sembra» sentenziò mettendosi a braccia conserte.

L’altra si sedette accanto a lei, facendo spostare Fred la cui attenzione era tutta per la ciambella bi-gusto che era appena apparsa sulla tavolata. «Ma che fai? Non puoi sederti con noi a cena!» l’avvertì Albus lanciando un occhiata preoccupata al tavolo degli insegnanti che in quel momento erano sulla stessa onda di Fred: tutti intenti ad ammirare la ciambella. Victoria scrollò le spalle, «Non m’importa, voglio raccontare tutto ... a entrambi» aggiunse guardando di sottecchi Albus e arrossendo visibilmente.

Rose si rilassò un po’, «Non devi, non voglio che tu ti senta costretta»

«Non mi sento costretta, voglio farlo. Siete miei amici ed è stupido che non vi racconti di me … io sento che mi posso … fidare di voi, si!» esclamò battendo una mano sul tavolo di legno scuro.

La rossa non ebbe il coraggio di ribattere, nonostante non volesse assolutamente che l’altra si sentisse obbligata a rivelare una parte della sua vita che non le piaceva raccontare, aveva una curiosità ceca di sapere qualcosa in più sulla sua migliore amica. Delle notizie che gli erano sempre state negate, eluse e bollate come ‘proibite’.

«Ok, allora … Mia madre si chiama May, lavorava al Ministero sotto non-so-quale ufficio per non-so-quale materia sull’uso improprio della magia. Bhè, lo stesso anno che ha scoperto di essere incinta di me ha scoperto anche di avere il cancro. - la faccia di Vicky si contorse in una smorfia - Io non ho mai avuto un padre, cioè, l’uomo che mi ha messo al mondo è scappato appena ha saputo che mia madre era incinta … E quindi eravamo io e lei, sole. Si, ho avuto un’infanzia felice se è quello che vi state chiedendo, ma un’infanzia molto breve. Durante le vacanze natalizie del primo anno, quando sono ritornata a casa ho trovato mia madre svenuta in macchina, troppo affaticata e stanca perfino di aspettare sua figlia alla stazione … La malattia se la sta portando via, e non c’è nulla che nessuno possa fare per … per … per guarirla. Non ho mai detto niente a nessuno di lei, non voglio che nessuno si preoccupi o pensi che io abbia bisogno di aiuto, compassione o qualcos’altro di stupido e non accetto. E’ questo l’enorme segreto che ho dentro … tutto qui» concluse con voce roca, sostenendo lo sguardo prima di Rose e poi di Albus. Dall’altro lato del tavolo, Albus allungò una mano per stringere quella di Vicky mentre Rose chiedeva all’amica «Una fetta di ciambella?».

Avevano entrambi capito che continuare a parlare di quell’argomento avrebbe fatto più male che bene a tutti loro, ringraziarono con tutti i piccoli gesti Victoria per essersi confidata ma non le chiesero più di ritornare sul discorso di May, sarebbe stata lei questa volta, a riproporgli l’argomento quando sarebbe stata di nuovo pronta.

«Si grazie, un grande pezzo di quella ciambella, mi raccomando!» affermò la Serpeverde leccandosi le labbra alla vista del dolce.

“Bhe, almeno gli hai detto la verità” pensò Victoria Evans nella sua testa.

O almeno una mezza verità” si corresse.

 

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Capitolo 7
*** Cugine troppo cresciute e professori che non si possono corrompere ***


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Capitolo sette - Cugine troppo cresciute e professori che non si possono corrompere



 

Estate.

 

Rose si scostò una ciocca di capelli dalla fronte imperlata di sudore; il calore del sole, quel giorno, era una benedizione per tutta l’Inghilterra visti i mesi di pioggia incessante che vi erano stati.

L’estate trascorreva tranquilla, nessuna preoccupazione per la piccola rossa che aveva addirittura finito di leggere il suo libro di Antiche Rune del terzo anno, materia che avrebbe iniziato a settembre. Sua madre le aveva detto di lasciar perdere Divinazione poiché molto probabilmente nessuno della loro famiglia aveva l’Occhio Interiore.

«Ma cosa sarà quest’occhio interiore?» borbottò Rose confusa. Non le piaceva non avere le risposte alle domande, soprattutto se i quesiti erano i suoi.

«Fondamentalmente cugina l’Occhio Interiore è una gran cazzata» la informò James sbucando dalla porta sul retro del giardino di casa Weasley, interrompendo i pensieri di Rose.

«Mamma! James ha detto una parolaccia!» urlò Lily al suo fianco.

«James! Quante volte ti ho detto di smetterla?!» si lagnò zia Ginny dall’interno della casa. Rose sogghignò tra se e se mentre Lily iniziò a fare delle smorfie al fratello inventando una strana danza della vittoria che sembrava più un attacco epilettico.

«Sta’ zitta mocciosa!» ringhiò James alla sua sorellina, dandole un leggero scappellotto sulla testa; poi rientrò in casa, probabilmente a cercare Hugo e a lagnarsi di quanto “i suoi genitori non capissero che lui ormai era un uomo”. Lily si accomodò sulla sedia affianco a quella di Rose.

«Dov’è Albus?» le chiese la rossa voltandosi verso la porta sul retro, cercando di scorgere la figura del suo migliore amico. Lilian si legò i capelli biondo ramato in uno chignon disordinato, probabilmente anche lei stava sentendo i primi effetti di quel caldo; «Non è venuto, mamma e papà l’hanno lasciato a casa di Victoria Evans» la informò la ragazzina.

«Oh»

Bhè, non si può dire che Rose fosse gelosa dell’amicizia, o profondo affetto, che c’era tra i suoi due migliori amici, ma di certo era irritata per il fatto che nessuno dei due le avesse chiesto di trascorrere una giornata insieme quel giorno.

«Che ne pensi di Vicky?» chiese Rose alla cuginetta, guardandola si sottecchi. Lily era una personcina piuttosto gelosa, era incredibile quanta smania di possesso si potesse avere a 11 anni appena compiuti.

«E’ ok. Voglio dire, non la conosco ancora bene ma avrò il tempo quest’anno, no?» rispose l’altra alzando le spalle. Quel settembre sarebbe infatti iniziato il primo anno di Lily ad Hogwarts, la bimba non era più nella pelle, da quando Albus aveva preso per la prima volta il treno di Hogwarts lei non aveva smesso di parlare per un attimo di tutte le cose che avrebbe fatto una volta arrivata lì.

«Piuttosto, dimmi com’è Scorpius Malfoy!» continuò la Potter drizzandosi a sedere e fissando con attenzione l’altra cugina negli occhi. Quelli di Lily erano marroni cioccolato.

«Come scusa?» Rose quasi si strozzò con la sua stessa saliva, strabuzzò gli occhi. «Perché vuoi sapere di lui

«E’ vero che il più sexy di tutta Hogwarts?» continuò l’altra imperterrita.

«Lilian Luna Potter! Chi ti ha insegnato queste parole?!» sbottò Rose diventando rossa come un peperone. Stava per alzarsi dalla sedia, mettendo fine a quella che sarebbe stata la conversazione più imbarazzante dei suoi 13 anni. Lily le posò una mano sul braccio, pregandola con lo sguardo di rimanere.

«Oh, dai … Stavo scherzando … Quanto sei sfuscententibile

«Suscettibile» la corresse la cugina.

«Ecco»

«Comunque è un ragazzo stupido e antipatico» aggiunse Rose facendo una smorfia di disgusto che si dimostrò particolarmente divertente poiché Lily riuscì a stento a trattenere un risatina soffocata.

«Ma io non ti ho chiesto se è antipatico, ti ho chiesto se è bello» precisò la più piccola di Potter sorridendo apertamente, facendo poi l’occhiolino alla cuginetta.

«I-io … Non lo so!» sbotto Rose mettendo il broncio, le braccia conserte strette al petto.

La conversazione cadde, Lily aveva ripreso a parla del fatto che Rose e Albus quest’anno avrebbero potuto finalmente vistare Hogsmeade, Lily era addirittura più eccitata di tutte e due.

Dopo che Rose la rassicurò sul fatto che non sarebbe assolutamente caduta in acqua durante la tradizionale attraversata dei primini sulle barche verso Hogwarts, i Potter se ne andarono via lasciando una Rose in preda ad altri interrogativi che questa volta non riguardavano la definizione dell’Occhio Interiore.

 

***

 

Terzo anno.

 

La lezione di Erbologia con il professor Paciock era un vero spasso, non tanto per le nuove piante che stava imparando quanto per il fatto che esse stavano mordicchiando incessantemente l’orecchio dell’insegnante. Tutta la classe tratteneva a sento le risate, nessuno voleva scoppiare a ridere in faccia al preside di Hogwarts.

«Ehm, bene bene, si ecco …. Brave piantine, a cuccia … Allora, s-si passiamo ai compiti da fare per la prossima volta» affermò il professor Paciock prendendo un cappello dal un tavolo di lavoro lì vicino. «Allora -continuò mettendo una mano nel cappello e iniziando a fare dei movimenti circolari- quest’anno incomincerete a fare i lavori di gruppo, per lo spirito d’amicizia che ci deve essere in tutte le casate sarete un Grifondoro e un Serpeverde, d’accordo?».

La tensione nella Serra numero 3 si poteva tagliare con il coltello, la collaborazione tra le varie casate non era un obbiettivo che era ancora stato raggiunto.

«Rose Weasley farà coppia con …» il professore prese un altro cappello dentro al quale c’erano i nomi dei Serpeverde, iniziò a mescolare bene tutti i bigliettini finché non ne estrasse uno.

Rose era tranquilla, si diceva che quello non era un film né uno stupido romanzetto rosa, non c’erano possibilità che lei fosse accoppiata con ..

« … il signorino Scorpius Malfoy» disse il professor Paciock con una voce roca, sbirciando il volto di Rose che era sbiancato di una ventina di tonalità.

«Miseriaccia» sibilò la ragazza a denti stretti.

La lezione finì pochi minuti dopo, Albus era stato accoppiato a una ragazza di Serpeverde mentre Vicky era con Jenna Finnigan, la compagna di stanza di Rose.

I due battibeccavano mentre si dirigevano al castello e Rose li ascoltava divertita.

«Quella lì è un arpia! Te lo dico io Albus! Se si avvicina troppo tu fai così … e sbam!» disse Victoria mimando un colpo di libro in faccia alla futura compagna di Albus.

«Davvero Vicky, davvero? Dovrei aggredire una ragazza solo perché mi potrebbe trovare attraente?» chiese Albus cercando di non ridere.

«Come, scusa?! Come ti potrebbe trovare lei?! Oh no, no no no! Tu con quella non ci studi se non ci sono io mio caro!» lo avvertì raggelandolo con lo sguardo.

Albus annui meccanicamente, cercando con lo sguardo l’aiuto di Rose.

Ma intanto la cugina aveva intercettato la figura del professor Paciock a pochi metri da loro, «Aspettatemi un attimo» disse ai due amici.

In un attimo era accanto al suo professore che trasportava diversi vasetti di terracotta completamente vuoti. «Oh ciao Rosie» la salutò lui con un sorriso.

«Ciao zio Nev» disse di rimando lei iniziando a sbattere le ciglia come vedeva fare nei film.

«Oh-oh … che c’è?» s’informò lui posando a terra i vasetti e lisciandosi l’abito che era tutto spiegazzato e sporco per via del terriccio.

«Adorato zio Nev, non si potrebbe fare qualcosa per, ehm, modificare il mio compagno di lavoro?» gli chiese la ragazzina sorridente.

«Rosie mi dispiace, non posso proprio! Sarà solo per una settimana, fino alla prossima lezione di Erbologia, su!»

«Ma non si potrebbe fare qualcosa adesso? Niente?» ripeté l’altra con un aria ancora più afflitta, cercando un ombra di dubbio nello sguardo dello zio Nev.

«Mi dispiace tesoro, dovrei raccontare un sacco di bugie per cambiare di nuovo le coppie .. e le bugie non si dicono!» affermò il professore regalando una perla di saggezza mattutina.

«Ma tu dici sempre che i biscotti di mamma sono buoni» gli ricordò Rose con uno sguardo incuriosito.

«Ehm, ed infatti lo sono mia cara!»

«E allora perché quando lei si gira sputi il biscotto nel tovagliolo e lo fai smaterializzare?» domandò la Grifondoro con un finto sguardo perplesso. Neville impallidì, riprese immediatamente tutti i suoi vasi da terra e con un «Scusami piccola» corse verso il castello più velocemente di prima.

«Forza Rosie! Oggi ci sono le ali di pollo piccanti! Lo sia che sono le mie preferite!» si lagnò Vicky sbattendo i piedi per terra per richiamare l’amica.

«Eccomi, eccomi! Arrivo!» urlò l’altra di rimando dirigendosi verso gli altri due.

 

***

 

«Vuole una mano professore?»

«Signorino Malfoy, non cambierò le coppie di lavoro per Erbologia fino alla prossima settimana, lei e la signorina Weasley ve ne dovrete fare una ragione!» sbotto il professor Paciock acconsentendo, comunque, che il ragazzino si facesse carico di alcuni dei suoi vasi di terracotta.

«Oh no, mi creda non vorrei di certo far cambiare le coppie! Anzi vorrei ringraziarla!» si affrettò a dire Scorpius con un sorriso ebete sulla faccia, affrettandosi ad aprire la porta dello studio del preside ed entrare per posarci i vasi.

«Ringraziarmi?» chiese confuso Neville.

«Oh si! Credo che questo nuovo esperimento di collaborazione sia davvero interessante! Grazie mille!» e senza smettere di sorridere uscì dallo studio chiudendosi la porta alle spalle.

«Adolescenti» commentò il professore scrollando la testa.








Scusatemi tanto per la mia assenza ç_ç
.... la scuola!
Spero che questo capitolo vi piaccia, ora vado a rispondere a tutte le vostre recensioni :3
Nella foto c'è Lilian Luna Potter interpretata da Liliana Mumy.
Grazie a tutti, 
Ash-

PS. se siete fans di Hunger Games vi vorrei far leggere la mia nuova oneshot su Titus, il ragazzo "impazzito che mangiava i cuori dei suoi avversari" così come lo definì Katniss nel primo libro. :)
Tranquilli, la storia non contiene spoiler nè sul secondo libro nè sul terzo :D

Cliccate qui per la storia.

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Capitolo 8
*** TeenWitch. ***


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Capitolo otto - TeenWitch
 

 

«Ehy Rose!» salutò Lily entrando nella Sala Comune di Grifondoro e trovando la cugina stravaccata su un divano con la testa fra le mani, sconsolata.

«Lils» fece di rimando lei regalandogli un leggero cenno del capo, invitandola poi a sedersi accanto a lei una volta che ritornò composta con il proprio corpo. Subito dopo Lily entrarono le due Corvonero Dominique e Roxanne, quest’ultima stava avendo un battibecco piuttosto singolare con la Serpeverde Vicky Evans.

«Senti Vic, te lo ripeto per l’ultima volta: se la banana e la mela potessero lottare stai sicura che vincerebbe la banana!» esclamò Roxanne sbuffando e legando i suoi capelli ricci in uno chignon disordinato. Victoria scosse la testa decisa, schioccando la lingua sul palato della bocca.

«Ma sei matta?! La mela! ME-LA! Sarebbe di corporatura molto più robusta e quindi avrebbe la meglio sulla banana moscia!»

«Non chiamare la mia banana moscia! E’ snella e veloce! Batterà quella cicciona della mela che se ne sta ad oziare tutto il giorno nel cesto della frutta supplicando “Oh sbucciami, oh ti prego sbucciami” Bhè sai una cosa cara mela? Non ti sbuccerò! Ah-ah!» fece Roxanne imitando l’immaginaria voce di una mela che secondo lei sarebbe bassa e gutturale.

Vicky portò una mano al petto, melodrammaticamente offesa dall’affermazione dell’altra ragazza. «Non vuoi sbucciare la mia mela? Con quale coraggio sei ancora qui a parlarmi, eh? Eh??».

Dominique, Lily e Rose le guardavano con la bocca spalancata e gli occhi strabuzzati mentre si additavano l’una l’altra e si guardavano in cagnesco; ognuna aveva il proprio orgoglio e la propria idea malsana da difendere.

«Fate qualcosa» bisbigliò Lily a Dominique e Rose, dando una leggera gomitata nelle costole ad entrambe visto che le erano accanto.

«Vicky, Rox! Ciambella bi-gusto!» abbaiarono subito quelle catturando l’attenzione delle due litiganti su di un argomento sul quale avevano la stessa opinione.

«Non me ne parlare!» disse Roxanne mentre ad ogni sillaba alzava sempre più le braccia al cielo sconsolata.

«Vero – le diede ragione Vicky annuendo con vigore la testa ­– perché non ci sono mai durante la cena? Hanno qualcosa contro le ciambelle bi-gusto gli elfi?».

«Eppure sono così soffici, zuccherose e saporite» commentò l’altra chiudendo gli occhi e facendo finta di addentare una fetta di ciambella.

Quando la discussione sulla razzismo non compreso da parte degli elfi verso quelle deliziose e zuccherose ciambelle bi-gusto finì tutte presero posto sulle soffici poltrone delle Sala Grande che quel pomeriggio era stranamente poco frequentata e, quindi, assai silenziosa.

«Insomma: è chiaro che Malfoy non ha occhi che per te!» affermò Lily rivolta a Rose, quest’ultima si fece paonazza in volto per la facilità con cui la cugina riusciva sempre a parlare di loro, dei Malfoy, mentre Rosie non ne era capace.

«Vero» disse Dominique.

«Assolutamente» sillabò Victoria con un sorrisetto.

«E a te piace?» continuò poi Lily portandosi in avanti con il corpo e indirizzandosi verso Rose.

«Io … ehm, insomma … ho solo tredici anni!» balbettò la Weasley-rossa.

«Mica te lo devi sposare» affermò Roxanne con un risolino.

«I-io … ecco … p-perché parliamo sempre di questo? Roxanne tu prendi praticamente a schiaffi ogni giorno Lysander Scamander perché ne sei cotta da quando avevi cinque anni! Vicky tu non hai mai chiarito con mio cugino Albus se state assieme o meno, ma vi comportate come una coppia di vecchi sposi! Dominique tu praticamente stravedi per Lorcan ma hai il terrore di dirlo perché Roxanne potrebbe iniziare a colpire anche lui con la mazza da battitore! E Lily t-tu … tu …»

«Oh! A me piace Damon Malfoy!» commentò Lily sorridendo beatamente.

«Che cosa?!?» chiesero tutte in coro; ognuno lasciò da parte la sua espressione imbarazzata o offesa causata dalle parole di Rose per dedicarsi a quel nuovo scoop, quel pettegolezzo che le faceva sembrare così normali, così adolescenti.

 

 

***

 

Probabilmente il professor Neville venne maledetto parecchie volte durante il tragitto che fece Rose Weasley per andare nella Sala Grande, luogo in cui aveva appuntamento con Scorpius Malfoy, il suo nuovo compagno di studio.

La sala era quasi vuota, si trovavano lì solo gli studenti che avevano un ora buca da sfruttare facendo i compiti avanti per altre lezioni o copiando dei manoscritti che gli occorrevano per l’ora successiva.

Rose si sedette al suo solito posto nella tavolata dei Grifondoro, sbuffando ad ogni minuto di ritardo del ragazzo. Quando gli sbuffi arrivarono a non meno di quindici la porta della Sala Grande si aprì ed entro Scorpius che si diresse a passo di carica verso la tavolata dei Serpeverde, sicuro che Rose avrebbe preso posto lì per svolgere il loro compito. Si guardarono in cagnesco per alcuni minuti, nessuno dei due avrebbe ferito l’orgoglio della loro casata abbandonando il proprio tavolo per primo.

Con un cenno d’intesa, si ritrovarono a metà strada: il tavolo dei Tassorosso.

«Buon pomeriggio Rosellina» la salutò Scorpius con un sorriso che arrivava da orecchio ad orecchio.

«Sei in ritardo» bofonchiò lei di rimando regalandogli un sorrisino stizzito e un occhiataccia gelida gettandosi poi a capofitto sulla pergamena, disfacendo con un pizzico di ironia ogni tentativo da parte di Scorpius di creare una conversazione ‘civile’ e non fatta solamente da ghigni e ringhi da parte della Weasley.

Rose d’altro canto non vedeva l’ora che quello sfortunato pomeriggio finisse per ritrovarsi finalmente libera dai compiti, per poter chiacchierare con le sue amiche e non cercare di ricordare ogni due minuti a Malfoy il fatto che lei fosse lì solo per svolgere il suo dovere e che non esisteva alcun “motivo-d’amore-nascosto-nel-profondo”.

«No davvero Malfoy, nel profondo del mio cuore potrai trovare solo indifferenza nei tuo confronti … anzi, non devi scavare neppure tanto a fondo»

«Oh, andiamo Rose! Potremmo incominciare a chiamarci per nome poi, no? Tu sei la migliore amica della mia migliore amica … quindi, per acquisizione, siamo migliori amici!» annunciò il ragazzo annuendo solennemente mentre scribacchiava qualche frase sulla sua pergamena.

«Malfoy evita. Ti prego» sentenziò lei con una scrollata del capo e uno sguardo basito. Scorpius non approfondì l’argomento perché essere aveva compreso abbastanza bene dai film babbani che l’essere “il miglior amico”, anche se per acquisizione, non è certo il modo più facile per diventare poi “il fidanzato”.

Anzi, probabilmente cercare di diventare “il fidanzato” di Rose Weasley essendo “il suo migliore amico” sarebbe ancor più difficile che essendo solo “ingorato-non-tanto-nel-profondo-del-suo-cuore”.

Il resto dell’ora passò velocemente e ben presto i due si ritrovarono sulla soglia della porta a porgersi i rispettivi saluti, alcuni più calorosi di altri.

«Hai avuto un primo assaggio del nostro futuro assieme» le prometteva lui.

«Meglio morire per asfissia di puzzette dello zio Charlie» esclamava lei con le mani rivolte verso il cielo, in una muta preghiera.

Scorpius si passò una mano tra i riccioli biondi, scompigliandoseli ad arte come solo un Malfoy sapeva fare, guardò di sottecchi Rose e poi le sussurrò «Un abbraccio, Rose?»

Lei lo guardò come se avesse detto l’assurdità del secolo, osservandolo bene per capire se avesse qualche segno di Spruzzolosi acuta e fulminante ma il viso del ragazzo era dello stesso pallore che accumunava la sua famiglia. «Sognatelo!» trillò la Grifondoro stringendo le braccia al petto e fissando il muro accanto a se.

 «… una parolina dolce?» rimbecco lui facendo un altro passo verso di lei.

«Uhm … miele»

«Allora un … bacio

Scorpius si protese verso Rose facendo in modo che la ragazza potesse guardarlo negli occhi azzurri che in quel momento erano terribilmente seri per un ragazzo di tredici anni.

«S-stai facendo ..» ma l’affermazione della Weasley non si concluse, troppo intenta a guardare l’altro che si faceva sempre più paurosamente vicino … socchiudeva gli occhi … allungava le labbra … «AHAHAHAHAH! MALFOY SEI TROPPO DIVERTENTE!» ululò Rose portandosi le mani sulla pancia e gettando la testa indietro, sinonimo delle sue grosse risate.

Scorpius aprì gli occhi, confuso da quello che stava succedendo. Rose era ancora lì davanti a lui a sbellicarsi dalle risate richiamando l’attenzione di tutti gli studenti nella Sala Grande che probabilmente avevano assistito alla scena.

La rossa si asciugò una lacrimuccia all’angolo dell’occhio e, senza troppi complimenti, s’incamminò verso la sua Sala Comune dei Tassorosso ben decisa a non voltarsi indietro qualunque cosa l’altro le potesse urlare addosso.

«Eppure mi sembrava che si stesse avvicinando» disse Scorpius in un sussurro prima di dire a voce piuttosto alta invece «Mi bacerai! Mi gioco le mutande che mi bacerai!»

 

***

 

«Ahhh! Rose togliti di dosso! Mi soffochi! Aaah!» urlò Lucy, la sorellina di Molly, mentre cercava di disarcionarsi di dosso la cugina che le si era buttata sopra una volta entrata nel suo dormitorio. O meglio, il dormitorio che Lucy e Lily condividevano nella casata dei Tassorosso dove entrambe erano state smistate.

«Lascia stare la mia migliore amica Rose! Io la tua non la soffoco!» esclamò Lily uscendo in fretta e furia da bagno (dove si trovava) e gettandosi addosso a Rose con l’unico risultato che Lucy riuscì a rantolare un debole ‘aiuto’ prima di rimanere del tutto senza fiato.

Lucy e Lily erano incredibilmente uguali, qualcuno le aveva addirittura scambiate per sorelle; Rose era convita che la loro somiglianza era dovuta all’essere sempre assieme, quasi in ogni momento. Se Lily era tranquilla, Lucy era spigliata o viceversa. Lo stato d’animo dell’una era l’opposto dell’altra in ogni situazione affinché si ‘completassero’ a vicenda.

Anche Lucy, come tutti i suoi cugini aveva capelli rossi, lentiggini e occhi azzurri tipico marchio made in Weasley.

Una volta che tutte si furono sedute sul letto di Lily, iniziò la confessione di Rose.

«Scorpius Malfoy mi voleva baciare!» esclamò la ragazza allargando le mani e strabuzzando gli occhi. Lucy e Lily si guardarono negli occhi, con l’espressione beata come se fosse una cosa assolutamente normale che loro aspettavano da tutta una vita.

«Com’è stato? Com’è stato?» strillò Lily mettendosi a saltare, da seduta, sul suo materasso.

«TeenWitch dice che il primo bacio è il più importante e che probabilmente segnerà il resto della tua vita» commentò tranquillamente Lucy prendendo l’ultimo numero di TeenWitch proprio lì accanto e mostrandolo alle altre due come se fosse una bibbia.

«C-cosa? Aspettate! Non l’ho baciato! Ho detto che lui ha provato a baciarmi» si affrettò a dire Rose frenando la fantasia delle sue cugine che intanto aveva preso il galoppo.

«Un abito bianco, niente fronzoli perché hai un visetto troppo smilzo e potresti sembrare un clown» sentenziava Lucy scarabocchiando sul retro della copertina un abito nuziale.

«Posso fare la damigella? Posso fare la damigella?» continuava a strillare Lily non smettendo si saltare sul letto.

«Stop!» urlò Rose strappando di mano il giornale a una e infilandolo nella bocca ancora aperta dell’altra.

«Non ti arrabbiare, se vuoi lo strascico bastava dirlo io lo facevo solo per il bene del tuo precario equilibrio» affermava Lucy mettendo una mano sulla spalla della Weasley cercando di calmarla.

«Non ci siamo baciati. Lui voleva ma io no … o almeno penso … cioè, no! Ne sono sicura! Non voglio baciare Scorpius Malfoy ne mai lo vorrò!»

«I primi dubbi, così tipico di voi adolescenti» commentò Lily scrollando le spalle, apertamente tranquillizzata.

«Mai lo vorrai? Oo-oh? C’è nessuno? Ehi Rose se sei li rispondimi perché penso che tu sia un po’ ammattita … quello lì e bello da svenire! Altroché se lo bacerai» urlò Lucy piazzandosi di fronte a Rose a sventolarle una mano davanti agli occhi come a controllare se quel Qualcuno che abitava il cervello di Rose fosse ancora lì.

«Questa cosa di scambiarvi gli umori mi farà diventare pazza! Prima una è tranquilla e l’altra isterica ora una è calma è l’altra sembra posseduta» gracchiò la Weasley spingendo Lucy fuori dalla visuale e gettandola in grembo a Lily dove vi rimase mentre la cugina le lisciava i capelli con le mani.

«Sisi, certo - tagliò corto Lucy - non cambiare discorso cocca»

«A te piace almeno un po’ … devi ammetterlo» la punzecchiò Lily con un sorriso bonario, cercando in tutti i modi di far confidare la cugina che era evidentemente in una crisi dalla “doppia personalità” anche chiamata “crisi del non-sapere-cosa-vuoi” che ha ossessionato, e ossessiona tutt’ora, la maggior parte dei cugini Weasley sotto le festività Natalizie.

«NO!» annunciò Rose serrando le braccia al petto e mettendo su il broncio, «… okay, magari solo un pochino … ma davvero poco, eh! Cioè, se non uso la lente d’ingrandimento neanche me ne accorgo … ecco, ora non lo vedo quasi più, è davvero una briciolina moooolto piccola» si sciolse un attimo dopo.

«Per Morgana e Merlino voi adolescenti …» iniziò Lucy.

«… tutti preda delle crisi ormonali dell’età» concluse Lily.

Il discorso venne chiuso da Rose poiché lanciò ad entrambe un cuscino in pieno volto dando inizio ad una rivolta per riscattare l’onore perduto da parte delle due migliori amiche.

Ma qualcosa di giusto uscì da quello strampalato pomeriggio: col senno di poi Rose si sarebbe accorta che TeenWitch aveva ragione.
Il suo primo bacio le avrebbe scombussolato la vita e no … Scorpius Malfoy non aveva avuto questo primato. Ad arrivare per primo alle labbra della giovane Weasley è stato … bhè, questo dovrete scoprirlo.





 



 

Peerdono! Perdono, perdono, perdono! ç.ç Se c'è qualcosa che ti fa avere meno tempo per scrivere dell'inverno ... è l'estate.
No, non avete sbagliato fic, sono sempre io : AshleyRathbone ma ho cambiato il mio nickname in Khaleesi.
Chi ha visto il telefilm "Trono di Spade" capirà, è il mio personaggio preferito e volevo rimodernizzare un po' il tutto! :D
Nella foto c'è Lucy Weasley interpretata da Annalise Basso!
Grazie a chi mi perdonerà e recensirà anche questo capitolo, davvero! :D

Baci,
Lee.

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Capitolo 9
*** Nuove coppie e fratelli scoppiati. ***


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Capitolo nove - Avete presente la sensazione che si ha quando in un horror si scopre l'assassino?!






Natale.

Uno scoppio proveniente dal giardino fece destare Rose dal suo solito sonnellino pomeridiano, si avvicinò alla finestra confusa e con il passo malfermo di una che si era appena svegliata. Stropicciò gli occhi e tutto quello che riuscì a vedere dalla sua finestra del terzo piano era una grossa nuvola di fumo grigio e due voci, una maschile e una femminile, che si insultavano di santa ragione.

Le vacanze di Natale alla Tana non erano né tranquille né armoniose, mai.

Rose si mise una felpa di lana che le aveva regalato nonna Molly il giorno prima, durante lo scambio dei regale e corse giù in giardino per controllare cosa stava succedendo.

Anche altre persone erano state richiamate a causa del suono, c’erano Lily e Dominique sulla soglia della porta mentre Lorcan e Fred cercavano di scacciar via il fumo sventolando dei giornali.

«Ehy, non osare. Quella è la mia copia di TrasfigurazioneOggi» Albus era sbucato dal nulla e aveva agguantato la sua amata rivista prima che i due la potessero impregnare di quell’odoraccio causato dal fumo. Intanto le voci litiganti provenienti dalla nube continuarono.

«Una caccobomba Roxanne! Comprendi, una caccobomba nel salotto il giorno dopo Natale!?» urlava la voce che Rose riconosse come quella di Lysander Scamander.

«Era il mio regalo di natale per la famiglia brutto idiota!» gli urlò di rimando Roxanne; la nube si stava diradando ma la puzza soffocante non diminuiva affatto. Lily corse via con una mano sulla bocca, probabilmente stava avendo dei conati di vomito. Il resto dei ragazzi rimase lì, facendosi coraggio per uscire nel giardino ed assicurarsi che Roxanne e Lysander non si sgozzassero l’un l’altra.

«Oh, davvero un gran bel regalo. Davvero! Ognuno di noi ha sempre desiderato avere un tanfo di questo genere nel proprio salotto! Grazie per averci illuminato la giornata Weasley!»

«Mister Sarcasmo dacci un taglio, non penso che questo odore provenga dalla mia caccobomba … e si, tu puzzi» l’ombra distinta di Roxanne fu visibile a tutti, e tutti videro il dito della Weasley che veniva puntellato con forza sul petto di Lysander.

Lui abbassò il volto è proruppe con un «Argh! Weasley, sei così …!»

«Così cosa?» ruggì Roxanne facendo si che i suoi capelli ricci e castani danzassero sulla sua testa.

La nube ormai non c’era più e quindi tutti videro chiaramente quello che successe dopo.

Lysander si gettò sul volto di Roxanne e, invece di strangolarla, la baciò mentre le sue mani si facevano spazio a fatica tra i ricci ribelli di lei per arrivare alla sua nuca. Quando Scamander si staccò dai lei tutti gli spettatori si aspettavano un cazzotto, un calcio o qualcosa di doloroso e di permanente da parte dell’altra ma tutto quello che ottennero fu la mano di Roxanne che strattonò Lysander per il colletto della camicia, se lo avvicinò al volto e lo baciò con più passione del dovuto.

L’unico pensiero che attraversava la testa di Rose in quel momento fu “Latte e cioccolato” perché la pelle bianca di Lysander creava un contrasto affascinante con quella color cioccolato di Roxanne.

Una volta che il bacio s’interruppe Roxie passò una mano tra i capelli corvini di Lysander e, scompigliandoli, disse «E bravo il nostro Lys».

Si diresse verso gli altri cugini che, ancora imbambolati, la fecero rientrare a casa mentre lei saltellava e fischiettava un motivetto felice.

«E’-è davvero successo?» balbetto Dominique stropicciandosi gli occhi.

«Penso proprio di si» sussurrò Rose con la bocca spalancata.

Nel mezzo del giardino Lysander era ancora immobile con gli occhi blu a cercare probabilmente un punto abbastanza soffice su cui poter svenire, ma non c’era abbastanza tempo. Fred, il fratello di Roxanne, gli si stava avvicinando con un passo zigzagante e una volta che gli fu abbastanza vicino gli porse la mano destra come un chiaro invito a stringergliela.

Lysander gliela strinse mentre Fred balbettava ancora in trans «Condoglianze»

«Ehm, grazie»

E poi Fred, con la mano sinistra libera, colpì con un pugno il volto di Lysander

chiedendogli gentilmente di non azzardarsi più a baciare sua sorella … di fronte a lui.

 

***

 

Rose trovò Lily accasciata vicino al water del primo piano a cacciare l’anima vomitando. Accanto alla ragazzina c’erano Alice Paciock (la figlia del preside Neville) e Hugo, che le tenevano indietro i capelli a turno. «Forza tesoro, forza» le ripeteva Alice massaggiandole lentamente la spalla.

«Tranquilli ragazzi, andate pure, ci penso io» disse Rose avvicinandosi alla cugina e aiutandola a rialzarsi in piedi.

«Zento ancora quella puza nel nazo» affermò stancamente Lily respirando dalla bocca. Si sciacquò il viso e si lavò per bene i denti mentre Rose le raccontava il meraviglioso ma strano avvenimento accaduto solo pochi minuti prima tra quella stramboide di loro cugina Roxanne e il pazzo di Lysander.

«Non ci credo!» affermò Lily con gli occhi che le brillavano, un pò per la nausea e un po’ per la contentezza.

«E invece si» annuì Rose ridendo. Accompagnò Lily nella stanza che la ragazza divideva con Lucy, Alice e Victoire (quest’ultima quando non era in vacanza con Teddy, come quest’anno) per far si che si riposasse un po’. Lily si mise sotto le coperte.

«Grazie» sussurrò Lily visibilmente stanca e bisognosa di una bella dormita.

«Figurati, siamo Weasley, no? Ci aiutiamo a vicenda»

«Tecnicamente io sarei una Potter»

«Sciocchezze, sappiamo entrambe che è zia Ginny quella che porta i pantaloni a casa tua».

Le ragazze si abbandonarono ad una sonora risata proprio quando la porta si stava aprendo e fece la sua comparsa zia Ginny, con gli occhi strabuzzati e in apprensione per quello che era successo a sua figlia. «Oh, cara! Come stai?»

«Tutto bene mamma –sibilò Lily con un filino di voce, ormai pronta ad addormentarsi– ho solo vomitato un po’»

«Io gliel’avevo detto a George di non comprare le caccobombe a Roxanne ma lui “Ma cosa dici, lei è mia figlia, bla bla bla, la sua genialità dev’essere compresa, bla bla bla” ma ora gliene dirò quattro anche a quella signorinella, eh!» sentenziò Ginny battendo la mano chiusa a pugno sul ginocchio. Rose trattene a stento una risata.

Rose e Ginny lasciarono Lily a risposare e scesero al primo piano dove videro tutta la loro famiglia in cucina. Zio Percy e zia Audrey con Molly e Lucy; zio Charlie; Neville e sua moglie Hannah con Frank e Alice; zio Harry con Albus e James; mamma e papà con Hugo; nonna Molly e nonno Arthur; zio George e zia Angelina con Fred e Roxanne; zio Bill e zia Fleur con Dominique e Louis e infine Luna e Rolf con i loro gemelli Lysander e Lorcan.

Ma le particolari persone che catturarono l’attenzione di Rose erano zio George, Luna e Lysander. Tutti e tre erano al centro della stanza e avevano il resto della famiglia attorno: Luna era in piedi su un tavolino rotondo a lanciare rapanelli contro George che rincorreva Lysander cercando di strangolarlo ogni qual volte che il poveretto non correva al massimo della velocità.

«Smettila George, lascia stare mio figlio!» strillava Luna pestando i piedi sul tavolino (a nonna Molly stava quasi per venire un infarto) mentre beccava in piena fronte George con un rapanello.

«Ha baciato mia figlia, la mia piccola Roxanne!» si giustificava l’altro facendo un balzo in avanti e riuscendo quasi ad afferrare Lys per il colletto, ma quest’ultimo con un movimento fulmineo riuscì a dileguarsi dalla sua presa.

«Non è colpa mia! Non è colpa mia!» si sgolava Lysander mimando la parola ‘aiuto’ a chiunque lo guardasse in quel momento; inutile dire che il resto dei presenti rideva a crepapelle o seguiva affascinato quel duello scommettendo sui chi l’avrebbe spuntata.

Purtroppo per Lysander era dato già bel e morto.

«Riusciremo mai a passare un Natale tranquillo?» si lamentò zia Ginny mettendosi a sedere sugli scalini e lanciando uno sguardo truce a suo figlio James che stava scommettendo proprio in quel momento.

«No … ma è questo il bello della famiglia» le rispose Rose sorridendo.

 

 

-----

 

 

Dire che il nostro Natale è noioso minimizzare ai massimi livelli.

Il Natale a Malfoy Manor prima di tutto deve essere questione di Stato, se tutte le persone che abitano ad almeno 10 kilometri dalla nostra casa non passano il Natale da noi mia madre non si considera soddisfatta. Mia madre è mio padre sono gli antipodi del genere umano, lui preferirebbe una cena in famiglia mentre lei è del genere “più si è, meglio si sta’”.

Cosa assolutamente giusta, se non fosse che io con i miei vicini non avevo nessun legame, nessun argomento di cui parlare. E così eravamo come al solito io e mio fratello Damon nel salotto della nostra dimora a chiacchiere del nulla solo per non essere costretti da nostra madre a passare in rassegna tutti i vicini e sentirci dire cose come “Ma quanto è cresciuto”, “Ma che bel Serpeverde” oppure “L’hai già la fidanzatina?”.

Quella della fidanzatina era l’unica domanda a cui né io né mio fratello trovavamo mai la risposta (ovviamente era ‘no’, ma per orgoglio evitavamo la domanda con un semplice grugnito).

Damon è il solito tipo timido ed introverso che la fidanzatina gli sarebbe dovuta cadere tra la braccia e con un libretto d’istruzioni sul suo utilizzo affinché si dichiarasse.

Io sono più estroverso e sfacciato e la mia, di fidanzatina, non dovrebbe avere il libretto d’istruzioni perché questo significherebbe previdenza. La previdenza è noiosa.

Prima che l’ennesimo invitato si avvicinasse a noi iniziando a schematizzare il nostro viso catalogando ogni parte in “ha preso dalla mamma” o “ha preso dal papà” diedi una gomitata a Damon indicandogli la rampa delle scale che portava al piano successivo.

Ci dirigemmo silenziosamente e furtivamente verso quelle beate scale, muovendoci di un centimetro ogni minuto. Finalmente fummo al piano superiore, seduti sui nostri letti (quelli che usavamo quando non eravamo a Hogwarts) e, straordinariamente, Damon iniziò una conversazione.

Con straordinariamente intendo proprio straordinariamente!

Nonostante il fatto che per nove mesi siamo nello stesso castello io e mio fratello non ci parliamo più di tanto, il che forse è un bene perché notando la stirpe Potter/Weasley vedo che il litigio è all’ordine del giorno.

«Pensavo che venisse anche Victoria quest’anno»

«Uhm, no, lei ha avuto degli impegni. Non è potuta esserci per quest’anno…» risposi io iniziando a giocherellare con la coperta che era posata sopra il mio letto.

«Oh, bhè. Peccato.» annuì Damon mentre batteva il ritmo con il piede destro seguendo la musica classica che veniva dal piano si sotto.

«Perché? Ti piace?» strabuzzai gli occhi fissandolo come se stesse per ammettere che essere legati e bastonati fosse piacevole. «Dimmelo!»

«Che? No! Certo che no!» si portò la mano sul cuore e iniziò a scrollare la testa con troppo vigore.

«E allora perché hai detto ‘peccato’?»

«Perché è una parola! Ma che ne so! Pensavo che se venisse anche la Weasley magari, no?»

Okay, quest’ultima frase entrò al rallentatore nella mia testa e ci vollero ben dieci minuti per capire cosa stesse cercando di dire il mio adorato fratellino.

Avete presente quando nei film babbani la persona che meno ci si aspetta è in verità l’assassino di turno? Ecco, io guardavo Damon proprio come si guarderebbe un killer seriale che viene allo scoperto.

«Ti-piace-Rose?» riuscì a mettere insieme questa frase con un certo sforzo di raccoglimento.

«Come mi piacerebbe avere una penna infilzata in un occhio, guarda. Senti lascia stare, okay? Non penso che confidare le mie questioni di cuore con uno che insulta la ragazza di cui è invaghito sia appropriato.» sentenziò lui dando alle parole “questioni di cuore” una sfumatura da “Facciamo parte dello Sleepover Club e ci confidiamo tutti i segreti, yeeah.”

Che affronto.




 



 

*si ripara dalle pietre e le varie lancie avvelenate che magari le potrebbero lanciare*
Uhm, coff coff, buongiorno a tutti e ben tornati!
Spero di non avervi fatto aspettare troppo a lungo. No, okay il sarcasmo non è la migliore arma.
Comunque ho solo da dirci : SCUSA.
Ho avuto un blocco grande quanto una casa ma ora prometto su Salazar e tutti i serpeverde (strafaccio e dico anche su SANTISSIMA EMMA WATSON) che aggiornerò con più regolarità.
Purtroppo per chi legge la mia altra fan fic su Roxanne dovrà ancora aspettare un pochino perché gli impegni sono troppi quest'anno e il tempo è poco.
Se qualcuno di voi è amante anche della saga di Percy Jackson vi invito a passare sulla pagina facebook che gestisco con la mia migliore amica > CLICCATE QUI <3
Ultima cosa: l'attore nella foto è Lucas Till e interpreta Damon Malfoy nella mia fantasia.
Grazie ancora a chi recensirà questa storia (se ci sarà qualcuno ç_ç).
-Lee.

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Capitolo 10
*** Fiducia. ***


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Capitolo dieci - Fidarmi? Ah, si. Lo facevo anche io una volta
 

 



Quarto anno.

Delle voci che chiacchieravano sommessamente destarono Rose dal suo sonno. Strabuzzò un paio di volte gli occhi alla ricerca di un singolo raggio di luce ma, stranamente, le tende rosse del suo baldacchino erano tutte tirate. Atto che sicuramente la Weasley non aveva compiuto poiché sofferente di claustrofobia.

Fece scattare la mano verso le tende tirandole indietro, sospirando di sollievo una volta che il sole l’accecò completamente.

Le cinque ragazze che parlottavano un attimo prima convulsamente, ora, alla vista della rossa smisero così in fretta da destare sospetti nella ragazza. Sospetti ancor più fondati dal fatto che solo una di esse fosse una Grifondoro e che avesse, quindi, il diritto di essere in quella torre.

«Ma … che succede?» bofonchiò Rose con la voce impastata di sonno guardandole tutte ad una ad una: Roxanne, Dominique, Molly, Lucy e ultima, vicino alla finestra a scrutare il giardino con fare cospiratorio, Jenna Finnigan, la compagnia di stanza di Rose.

Per tutta risposa le altre ripresero a confabulare tra di loro, sottovoce, affinché gli unici suoni che potessero arrivare alla ragazza fossero solo sibili degni di Salazar. Ogni tanto le lanciavano un’occhiata solo per ricominciare a parlottare con più vigore e segretezza.

Molly si notava tra le altre, nonostante Dominique e Roxanne fossero più alte per la loro età erano superate da una spalla dalla più grande di solo un anno in piena crisi ormonale. Lucy invece, insieme a Lily, la ragazza Weasley che cresceva con più lentezza. Decisamente troppo basse per la loro età.

«Okaaaay. Mi potete dire cosa diavolo sta succedendo qui, per favore?» sillabò Rose tirandosi su a sedere con uno scatto di reni che le provocò non poco dolore a dirla tutta. Jenna ritornò al gruppetto di galline parlottanti e, dopo un altro brusco e silenziosissimo scambio di battute, si rivolse alla ragazza ancora stesa nel letto dichiarando: «Quello che ti diremo potrebbe provocarti sbalzi d’umore».

Ma cosa le stavano per dire, in verità? Che Hogwarts si era sbagliata e tutte le sue ‘E’ diventavano ‘T’? Che era stata scelta come vergine sacrificabile per la prossima luna piena? Che suo fratello, Hugo, è in realtà sua sorella Huga? Questi pensieri e molti alti più stravaganti si affiancarono uno dopo l’altro nella mente della giovane.

«Non che i tuoi cambiamenti di umore siano una novità – precisò Roxanne con un sorrisetto da schiaffi – ma … ecco … non è il genere di notizia da dare ad una quattordicenne»

«Non che tu sia quel genere di quattordicenne, però! – aggiunse Dominique con una bella botta nelle costole della migliore amica. – Voglio dire, nessuno di noi sa come reagirai. Comunque è qualcosa che dobbiamo dirti al più presto.»

«Meglio noi di altri, no?» annuì Molly convinta mentre Lucy alzava gli occhi al cielo e si stringeva convulsamente le mani cosa che faceva solo quando Lily aveva fatto qualche cavolata oppure a pranzo veniva servito il pudding di cetrioli che tanto odiava.

«Mi state mettendo paura, davvero. Potete dirmi cos’è successo di tanto importante?» chiese ancora una volta Rose accennando ad un sorriso rassicurante verso le ragazze visibilmente in preda al panico e ai dubbi.

«E’ successo che tutta Hogwarts è già venuta a conoscenza del fatto che Scorpius Malfoy non sia più single. La notizia sarà trapelata durante la notte, non ne ho idea a dir la verità, non è che m’interessi tanto di gossip. Ma questa, insomma, è una catastrofe più che uno sco-» iniziò a blaterare senza sosta Roxanne mentre si ravvivava la sua chioma riccia con una mano prima di essere fermata con l’ennesimo colpo ben assestato da parte di Dominique.

«E allora?» Rose strinse le labbra in una linea così dritta che poteva anche non esistere. Okay, Scorpius si era trovato la ragazza (o il ragazzo) e a lei che interessava? Niente, no? No?! Quel leggero pizzicore che sentiva alla gola era solo la fame, causa anche del vuoto presente nel suo stomaco. Aveva rivelato del suo leggerissimissimissimo interesse verso Malfoy solo a Lily e Vicky ed entrambe le avevano promesso assoluto silenzio e un futuro aiuto, nel caso il suo interesse fosse andato oltre il livello ‘leggerissimissimissimo’.

«Bhè, allora la questione clou della faccenda non è che Malfoy si sia fidanzato piuttosto con chi l’abbia fatto» esplose Jenna, alzando le mani al cielo.

«Non ho capito ancora perché siete venute a dirmelo, io non ho alcun interesse verso Malf-» stava esclamando Rose gettandosi indietro i capelli impettita prima di essere interrotta.

«Sappiamo che ti piace, okay? – fremette Lucy che fino a quel momento non aveva ancora parlato, era bianca come un cencio e terribilmente spaesata – Per l’amor del cielo, Rose! Lo hanno visto baciarsi con Lily! Nostra cugina Lily

 

***

 

“Lily” un nome che indicava all’incirca una dozzina di ragazze nella scuola di Hogwarts. Poteva essere Lily Smith, la ragazzotta tarchiata del sesto anno con i capelli biondi. O ancora Lily O’Connell, anzi no, a quella Lily piacevano le ragazze.

Bhè, di “Lily” nel castello ce n’erano tante. Ma di “nostra cugina Lily”, purtroppo, solo una.

Non ci aveva neanche pensato Rose quando, all’improvviso si era gettata giù dal letto, con fare meccanico ma veloce si era messa la prima divisa pulita e sua portata di mano e aveva raggiunto la Sala Comune del dormitorio dei Grifondoro. Le sua amiche erano dietro di lei guardandola con sconcerto. Che diavolo sta facendo, ora? , si stavano chiedendo guardandosi l’un l’altra negli occhi.

Giù nella Sala Grande, ad aspettarle: Hugo, Louis, Fred e James. Questi ultimi con i libri aperti in grembo a far finta di studiare per i loro G.U.F.O. ma si vedeva benissimo che l’attenzione era da un'altra parte. James scrutava torvo la rampa di scale e si risvegliò solo quando intravide Rose.

«Dov’è Lily?» gli chiese Rose.

«A quest’ora? Nella Sala Grande probabilmente» rispose lui.

Senza aggiungere altro la rossa si apprestò a scavalcare il ritratto, non sapeva esattamente cosa avesse fatto una volta arrivata dalla cugina né cosa avrebbe potuto dire. Sapeva solo che doveva vederla. Doveva sapere che si erano inventati tutto, che era una specie di scherzo di cattivo gusto e che lei, Lily, non l’aveva tradita. Perché Lily era prima di tutto un’amica fidata e poi una di famiglia.

Lily che le aveva dato il suo aiuto, che c’era sempre stata in ogni istante della sua infanzia.

Lily che .. che …

Lily che stava nella Sala Grande, in mezzo a tutta la gente che non aveva occhi solo che per lei e per il ragazzo che la teneva stretta tra le braccia e le accarezzava i capelli maldestramente come solo il primo fidanzato sa fare.

Lily che … baciava Scorpius.


 



 


Saaalve! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ho dovuto tagliarlo a metà perché altrimenti usciva un rotolo di carta igienica Foxy. Non finiva maaaaai.
Allora intanto dico che la foto rappresenta Louis Weasley e ... bhè, nel capitolo forse ho usato un pò di melodramma! Ma ho cercato di descrivere al meglio i sentimenti e i pensieri di una ragazza di quattordici anni dopo un fatto del genere. Presico che Lucy è così 'senza carattere' solo perché é successo questo fatto con Lily che non si sa spiegare. Lily ha impratica distutto anche la fiducia di Lucy, entrambe erano 'una sola persona' e quindi la ragazza al momento è un pò smarrita.
Non perdete il prossimo capitolo con colpi di scena, litigate, lacrime e soprattutto ... NUOVI ARRIVI A HOGWARTS! 
Baci,
-Lee.

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Capitolo 11
*** 11. Potter vs Weasley ***


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Capitolo undici - La famiglia è la famiglia e un bel cazzotto in faccia ci sta a meraviglia.




Rose si portò una mano alla bocca, non poteva crederci. Com’era possibile che proprio Lily, la sua Lily, avesse fatto una cosa del genere?

Indietreggiò maldestramente fino ad incontrare Roxanne e Dominique che la sorressero prontamente, Rose le guardò esterrefatta.

Loro non si tradirebbero mai. Mai. pensava la Grifondoro fissandole. Roxanne aveva i capelli castani raccolti in una coda alta dalla quale fuoriuscivano tutte le ciocche più corte, la sua pelle color cioccolato era lucida e pulita, solo qui e lì si vedevano dei piccoli brufoletti dovuti agli ormoni. La pelle di Dominique era invece candida come la neve, gli occhi azzurri della ragazza si fissarono in quelli di Rose quando le chiese «Tesoro, va tutto bene?» si portò una ciocca dei suoi lisci capelli argentati tinti di rosa sulle punte dietro l’orecchio.

La ragazza boccheggiò per qualche secondo, cercava di parlare ma dalla sua gola fuoriuscivano solo rumori sordi e sconnessi.

Molly era dietro di loro e con un piccolo tocco alla spalla di Dominique dichiarò che era meglio far prendere a Rose un po’ d’aria.

Due minuti dopo erano sulle scale esterne di Hogwarts, quelle che portavano al Lago Nero.

«Okay, calma. Respira» le stava dicendo Hugo posandole una mano sulla schiena, come se dovesse accertarsi che la sorella seguisse le sue direttive.

Ma la mente della giovane Weasley era da tutt’altra parte.

Che mi prende? Perché mi sto comportando così, eh? Dopotutto ho sempre detto agli altri che di lui non mi interessa proprio nulla. E allora perché mi sento morire? Si chiedeva guardandosi intorno, quasi tutti i parenti che aveva a Hogwarts erano lì. Eccezion fatta per Albus e … James!

«Jimmy? –chiamò Rose guardandosi intorno – dov’è James?»

Gli altri sembrava che fossero arrivati alla sua stessa conclusione. In un lampo ritornarono dentro Hogwarts, proprio all’entrata della Sala Grande.

Lì c’erano sia James che Albus, bianchi come dei fantasmi a fissare probabilmente la sorella.

«Ehy, ehy, James. Svegliati» lo richiamò Fred schioccandogli le dita più e più volte davanti al volto, senza ottenere risposta.

Tutto quel che si udì nei secondi seguenti fu un assoluto, tombale, silenzio interrotto solo dall’urlo di Albus «LILIAN LUNA POTTER, SVINGHIATI SUBITO DA QUELL’ESSERE. ORA.»

Il resto della sala si voltò a guardarlo, alcuni in imbarazzo e altri se la ridevano di gusto. Lily saltò sul posto, come se avesse capito quello che stava per succedere. Lanciò un’occhiata a Scorpius che, in cambio, gli sussurrò una veloce frase all’orecchio.

Pochi passi dopo Lily era fuori dalla Sala Grande, le braccia conserte davanti al petto e gli occhi fissi in quelli di Rose.

 «Bhè, allora? Cosa volete?»

 

 

 

***

 

 

 

Lilian era lì davanti a loro, i capelli arancioni erano stati legati in una coda bassa che la faceva sembrare ancora più giovane. La camicia era stirata alla perfezione così come perfetto era il colore della sua cravatta nera e oro, i colori della sua casata Tassorosso.

«Uhm, vediamo – abbozzò Molly con un sarcasmo pungente – forse vogliamo delle spiegazioni?!» gesticolò confusamente finendo poi per indicare il corpo minuto e snello della ragazza e dopo la porta della Sala Grande.

«Oh. Vuoi dire di me e Scorpius» sibilò la ragazzina mettendo fin troppo malizia ed enfasi nell’ultimo nome. Questo decisamente non piacque a James.

«Lily che cazzo stai combinando?» la rimbeccò il fratello maggiore strattonandola per un braccio, lei gli riservò un’occhiata di fuoco e sgusciò via dalla sua presa con facilità.

«Che vuoi?» strillò lei saltando sull’attenti e dandosi un occhiata in giro, come a cercare dei testimoni per il suo teatrale e melodrammatico cambio di carattere. «Io e Scorpius stiamo insieme, si. E quindi? Cosa volete fare adesso?»

Il groppo che Rose aveva in gola si sciolse velocemente permettendole di fare una sola, semplice domanda : «Perché

Lily sussultò, probabilmente non si era aspettata che la cugina avrebbe preso l’iniziativa. Senza scomporsi ulteriormente disse «Perché sono stanca di stare a sentire gli altri su quello che posso o non posso fare, sono la sorella più piccola, una delle cugine più piccole ancora non so, non conosco, non posso. Bhè, perché vi dovrei stare a sentire quando voi siete solo …»

«Solo cosa?» chiese Louis con un espressione arrabbiata.

Lily si mordicchiò il labbro inferiore con insicurezza, poi tutto l’atteggiamento riguardato lasciò il posto alla sfrontatezza. Alzò lo sguardo, gettò i capelli all’indietro e con una postura eretta e fiera dichiarò «Siete solo degli Weasley mentre io, io sono una Potter»

Il gelo che scese sulla piccola combriccola era palpabile, i pochi studenti che erano vicinanze si sparpagliarono in fretta perdendo ogni desiderio di continuare a sentire quella conversazione.

Dominique scattò in avanti, la mano alzata pronta a colpire la guancia di Lily se non fosse stato per Albus che la fermò con uno strattone. Il lato Veela di Dominique, seppur una piccola dose, si risvegliava sempre in situazioni del genere (non che accadessero spesso) e prendevano il sopravvento su di lei. Dominique guardò Albus con furore ritornando poi su Lily «Come osi dire una cosa del genere?»

Roxanne cinse la vita della migliore amica, facendola arretrare di un passo. Farla calmare era sempre la soluzione più giusta anche se in quel momento anche la Corvonero avrebbe voluto lanciare la violenza di quella Veela verso Lily.

«Ho solo messo le cose in chiaro» precisò Lily.

«Piccola troietta, ritira quello che hai detto» urlò Molly puntandole un dito addosso, Rose ancora una volta si chiese come avesse fatto il cappello parlante a smistare una così poco sensibile ragazza tra i Tassorosso. Fred avanzò dando spalla a Molly e sibilando qualcosa di tanto cattivo che tutti lo guardarono, chi con sorpresa e chi con malignità.

«Ritira quello che hai detto su mia sorella» gli urlò contro James gettandosi addosso al migliore amico, lo prese per il colletto della camicia e cominciò a strattonarlo violentemente. Albus lì accanto sbianco.

«Mai! Dillo che è quello che pensi! Lo avete sempre creduto, eh, voi Potter! Lo sapevo, oh, lo sapevo che sarebbe arrivato il momento!» ululava Fred strattonando con più veemenza l’altro.

«Basta! Basta!» strillò Hugo una volta riuscito ad infilarsi tra i due, solo dopo che si furono tirati un bel paio di ceffoni però.

James sputò a terra quello che Rosi considerò sangue.

Possibile, possibile che si è arrivati a tanto per uno stupido bacio? Se la può tenere, possono stare insieme se è quello che vogliono … io … io me ne farò una ragione.

Ma sapeva bene che quei pensieri erano assolutamente falsi, perlomeno lo era l’ultima parte.

«Che c’è, tu non dici niente?» la ribeccò Lily guardandola con aria di sfida.

«Sinceramente, Lily? Non hai idea di quanta pena tu mi faccia in questo momento.» Era vero, lo sapeva anche Lily che Rose stava dicendo la verità dall’occhiata visibilmente sorpresa che le riservò.

«Rose – iniziò Albus facendo un passo avanti – non mi sembra il caso di … » le sue ultime parole furono un sussurro impercettibile, Rose si chiese addirittura se avesse finito la frase o se l’avesse troncata volontariamente.

«Bhè. A me sembra chiaro che qui c’è uno squilibrio con il senso d’importanza.» borbottò Fred che teneva ben premuta la cravatta che gli aveva dato Lucy per tamponare qualcosa sulla fronte.

Proprio Lucy, in quel momento si stava dirigendo verso Lily, quest’ultima la guardò confusa.

Confusa se insultare anche lei o chiedere scusa. Ma non ci fu modo di prendere una decisione.

Lucy colpì con un manrovescio ben assestato la faccia di Lily, la ragazzina dovette digrignare i denti per non mettersi ad urlare per il dolore. Tutti sobbalzarono ma nessuno osò proferire parola.

Lucy aveva un’espressione vuota. Innaturale.

Lucy e Lily si compensavano a vicenda, sempre. Il fatto che Lucy non capisse quello che Lily stava facendo metteva sicuramente la ragazzina in una strana situazione.

«Non osare mai più dire una cosa del genere o giuro che me la pagherai.» e con un’occhiata eloquente verso Albus, James e Lily gli invitò ad andarsene.

 

 

***

 

 

Il portone principale di Hogwarts si aprì con un cigolio continuo, gli studenti Weasley si erano ritrovati davanti alla porta d’ingresso della scuola subito dopo la cena, parlottavano fitto di quello che era successo durante la giornata e di cosa ne pensavano degli avvenimenti, quasi non si accorsero dei due nuovi uomini che avevano varcato la soglia.

Rose riportò l’attenzione dei suoi cugini sulle due figure alte e muscolose.

Entrambi avevano qualcosa di famigliare nel volto, oltre al fatto che erano chiaramente padre e figlio.

L’uomo più alto guardò quello strano gruppetto per un attimo, concentrandosi per di più su Rose, Hugo, Lucy e Molly (gli unici ad avere i capelli rossi).

«Weasley?» chiese l’uomo in un pesante accento bulgaro.

Fred si fece avanti, gli occhi che brillavano come due stelle, con voce roca rispose «Victor Krum

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Capitolo 12
*** La verità, nient'altro che la verità. ***




Capitolo dodici - La verità viene a galla con un accento straniero.





Estate.

Hermione consegnò a sua figlia Rose la lettera che le era appena stata recapitata a casa dal postino babbano. Rose si meravigliò di quel piccolo oggetto, era raro ricevere delle lettere fuori Hogwarts. Soprattutto ora che lei e Lily ….

Si meravigliò ancor di più vedendo che il mittente di quella lettera era Vicky Evans, la sua migliore amica. Vicky che le scriveva una lettera? Che cosa strana!

La ragazzina percorse la busta ruvida con le dita più e più volte, le piaceva la sensazione della carta ruvida tra i polpastrelli, maggiore era il piacere se toccandola arrivava alla parte scritta in cui il foglio si piegava sotto comando della penna e diventava liscio per piccoli tratti. Dopo aver esaminato attentamente l’esterno, finalmente, l’apri.

 

 

***

 

Il vestito nero cadeva sul fisico longilineo di Rose alla perfezione, aveva dei ricami in pizzo qui e là, facendo intravedere un po’ di pelle solo sulle braccia. La ragazza legò i capelli rossi in una coda alta, semplice, attaccò  il tutto con un elastico dello stesso colore del vestito.

«Anche Albus ci sta andando, vuoi che ti porti lo zio Harry?» Ronald Weasley, il padre di Rose, stava affacciato sulla porta della camera da letto della sua bambina in attesa di una risposta.

Vide che aveva gli occhi rossi, sicuramente aveva pianto anche quel giorno.

«Se non vi dispiace vorrei che mi accompagnaste voi» le rispose la ragazza evitando di guardarlo troppo a lungo.

«D’accordo» sospirò Ron uscendo dalla stanza, stava per aggiungere qualcosa ma poi si trattenne. Aveva notato anche lui che era successo qualcosa tra Rose, Lily e Albus: ormai non si parlavano da quando era finita la scuola e, a detta di Hugo, non si erano parlati anche durante la scuola.

Rose era finalmente pronta, prese la lettera che Vicky le aveva spedito due giorni fa, la ripiegò con cura e la mise in una tasca del suo vestito, ci volle un po’ affinché riprendesse una calma tale da scendere giù in salotto e farsi accompagnare dai suoi a casa di Vicky per il funerale di sua madre.

 

***

 

Che la madre di Vicky non stesse tanto bene Rose lo sapeva da quando la migliore amica era riuscita a sbottonarsi in un po’ sulla sua vita privata. Ogni tanto era riuscita a farsi dire qualcosa di più sulle condizioni fisiche della madre dell’altra, ma era sempre una gran battaglia da affrontare per ottenere degli aggiornamenti.

I Weasley parcheggiarono la loro auto all’esterno della villetta delle Evans, Rose scese di gran carriera per correre all’interno. Con un’occhiata veloce in giro si accorse che era presente solo un’altra macchina nel vialetto e che essa non apparteneva ai Potter.

«Vicky?» chiamò Rose una volta sullo stipite della porta d’entrata lasciata bellamente aperta, la figura della sua migliore amica, visibilmente dimagrita, arrivò ad accoglierla pochi istanti dopo.

Vicky le rivolse uno sguardo triste e solo dopo che Rose allargò un poco le braccia si concesse il lusso di tuffarvicisi dentro. Un azione che non era solita fare.

Victoria singhiozzò silenziosamente contro la spalla dell’amica, mormorando parole incomprensibili. Rose le accarezzava dolcemente i capelli castani dandole conforto. Rimasero in quella posizione per diversi minuti finché un ragazzo non sbucò dalla porta da cui prima era arrivata Vicky.

«Vicky dovremmo … » stava iniziando con un forte accento dell’est Europa, poi vide le due ragazze e si fermò di botto. Fece qualche passo indietro per ritornare da dov’era venuto ma ormai Vicky lo aveva sentito e gli rivolse la parola.

«Oh, Zaki, si. Certo.» si sfregò tempestivamente una mano sulla guancia per eliminare le lacrime, non si voltò verso il ragazzo mentre parlava, Rose sapeva bene perché: nonostante tutto Vicky aveva ancora il suo orgoglio e questo le impediva di crollare davanti a chi-che-fosse.

Rose fissò il ragazzo, era alto, con i capelli e gli occhi di un castano scuro, aveva la mascella pronunciata e una notevole massa muscolare per essere un adolescente.

Era Zaki Krum, il figlio di Victor Krum.

Quella sera in cui lei e i suoi cugini incontrarono il celebre giocatore di Quidditch lui era accompagnato da un ragazzo, suo figlio. Inutile dire che Fred aveva urlato come una ragazzina in calore al solo sapere questa notizia, ci sono voluti diversi minuti affinché lasciasse la gamba di Krum contro la quale si stava vergognosamente strofinando.

«Cosa ci fa lui qui?» chiese allora Rose a Victoria con uno sguardo perplesso.

Il ragazzo guardò prima l’una e poi l’altra. «Victoria, non le hai detto niente?»

La Serpeverde si mordicchiò il labbro abbassando lo sguardo mentre sussurrava un debole «No, ma presumo che sto per farlo»

 

 

***

 

Si accomodarono tutti e tre sul divanetto nel soggiorno di casa Evans, Victoria al centro con a lato Rose e Zaki.

«Allora, ci siamo» esalò la brunetta posando le mani chiuse a pugno sulle ginocchia e voltandosi verso la sua migliore amica, in volto uno sguardo serio. «Zaki è mio fratello.»

«Fratellastro» corresse lui.

Rose allargò gli occhi, le sue attenzioni saettavano dal volto di lui a quello di lei cercando qualcosa. Probabilmente, si disse poi, stava cercando una qualche somiglianza tra i due ma a parte i capelli castani non ci vide nient’altro.

«Ma non vi assomigliate» Eccellente Rose Weasley, che grande constatazione.

«Davvero Rose? Tutto qui?» le chiese Vicky alzando un sopraciglio in tono accusatorio. Di certo dopo la rivelazione di un grande segreto come quello si era aspettata uno strabuzzare di occhi, imprecazioni o domande a finimondo.

«Il fatto è che – continuò la Serpeverde – mia madre aveva una relazione con Vicktor Krum in Ungheria, scoprì di essere incinta e rimase con lui il tempo necessario per scodellare Zaki, ecco. Poi partì per l’Inghilterra perché non era più innamorata di Krum per ragioni del tipo ‘non c’è mai’, ‘non sono pronta’ e tante altre sciocchezze. Ma la verità è che mia madre non era un tipo fedele. Appena trasferitasi qui trovò un altro uomo e dopo qualche mese rimase di nuovo incinta. Ma questa volta fu l’uomo ad andarsene … così mia madre mi diede il nome di colui che l’aveva amata di più al mondo: Victor. Così io e Zaki ci togliamo solo un anno, hanno saputo che mamma era malata qualche mese fa. Lei non gli aveva mai raccontato niente, non voleva che qualcuno di loro due si sentisse in dovere di prendersi cura di lei o cose del genere. Aveva me … e diceva che le ero l’unica cosa che le serviva».

A quel punto Victoria si fiondò di colpo su un bicchiere d’acqua posato sul tavolino davanti a loro, Rose aveva capito che più che per la sete lo aveva fatto perché la sua voce si era paurosamente incrinata verso la fine del racconto.

«Questa è tutta la storia» aggiunse Zaki posando una mano sulla schiena della sorellastra, cercando di rassicurarla.

«E-e ora tu andrai in Ungheria? Sono venuti per portarti via?» chiese Rose tutto d’un fiato cercando disperatamente negli occhi del ragazzo un po’ di tranquillità e che lui le dicesse che no, non le avrebbero portato via una delle sue ragioni di vita.

«No Rosie, sta tranquilla – disse Vic staccandosi dal bicchiere e prendendo una mano della rossa tra le sue, un gesto che era rara fare – Zaki si trasferirà ad Hogwarts, Victor si è preso una pausa e hanno chiamato un altro allenatore al suo posto. Frequenterà il nostro stesso anno perché tra i ritiri, la nuova lingua e il fatto che abbia studiato da privatista per tutto questo tempo ci metterà un po’ ad abituarsi.»

«A Settembre dovrò fare lo Smistamento con i nanerottoli del primo» confessò il ragazzo facendo sentire, ancora una volta, il suo pesante accento da Europa dell’est.

A Rose sfuggì un sorriso al solo pensiero di vedere un ragazzone alto e muscoloso come lui a dondolarsi tra i ragazzini spaventati del primo anno per attendere il proprio turno durante la cerimonia. Zaki ricambiò il sorriso alla ragazza diventando leggermente rosso.

 

***

 

Il funerale non durò molto, Rose fu  al fianco dell’amica per tutto il tempo, eccezion fatta per i minuti in cui Albus si era avvicinato per poter parlare con Vicky in privato.

Seppe dopo, Rose, che Vicky aveva ripetuto la scena del ‘ti-racconto-tutta-la-verità’ anche con Albus, questa volta Zaki non vi aveva partecipato ma era rimasto a scambiare due parole con Rose faccia a faccia.

Dal breve dialogo la rossa capì che sia Zaki che Victor volevano davvero bene a Vicky e che avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere per farla stare meglio.

«Posso farti una domanda un po’ troppo personale?» gli chiese Rose ad un certo punto.

«Certo.»

«Perché tu … perché tu non sei allo stesso stato di Vicky?»

«Oh, bhe – il ragazzo aveva capito l’esatto significato delle parole di Rose e non le voleva nascondere la verità – io non ho passato un solo minuto della mia vita con mia madre escluso il parto e le feste comandate, è come se fosse stata una mia zia alla lontana, sua figlia è Victoria come il mio genitore è mio padre Victor. Lo so che può sembrare brutto da sentire ma … è così.»

Furono poi raggiunti da Vicky e Albus e la loro conversazione fini lì.

«Rooose, tesoro andiamo.» Ron Weasley si avvicinò ai ragazzi e dopo aver dato per l’ennesima volta le condoglianze a Vicky sussurrò alla figlia «C’è Victor Krum qui, forza andiamocene prima che veda me o, peggio ancora, tua madre!»

Le parole del signor Weasley ebbero un effetto magico istantaneo perché proprio in quel momento il signor Krum si avviò verso di loro a braccetto di un Hermione tutta rossa e nervosa.

«Victoria, non sapevo che i Weasley fossero tuoi amici» il suo accanto ungaro era nettamente meno presente di quello del figlio.

«Ehm, si. Victor ... il signor Ron Weasley e la signora Hermione Weasley e questa è la loro figlia Rose mentre lui è il mio ragazz-, ehm, voglio dire è Albus Potter, loro nipote.»

Ma stranamente Victor non fu attirato dal celebre cognome di Albus quanto più dalla presentazione di Rose.

«Quindi questa è … vostra figlia?»

«Sisisi. Mia e di mia moglie.» confermò Ron strappando Hermione dal braccio della vecchia conoscenza. «Ora è proprio il momento di andare a casa. A casa nostra. Mia e di mia moglie e dei nostri due bambini. …. Albus, vieni con noi?»

Il ragazzo azzardò un’occhiata di sottecchi alla cugina Rose, l’astio tra di loro non si era ancora spento come tra il resto dei cugini dopo la peggiore litigata che abbiano mai fatto.

«No, grazie zio. Torna a prendermi papà.»

Rose salutò i presenti e se ne andò via esausta dalle diverse emozioni provate in una singola, lunga, giornata.














Grazie a chi continua a leggere questa fanfic nonostante i miei lunghi, ripetuti ritardi nell'aggiornamento.
Purtroppo non è un periodo facile, non ho tempo tra la scuola, vita sociale e lavoro. Spero che continuerete a seguire la storia e a starmi accanto c:
-Lee.

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Capitolo 13
*** Spille e baci. ***


Capitolo tredici - Spille e baci




Quinto anno.



Rose zampettava allegramente per i corridoi, la spilla da prefetto che l’era arrivata pochi giorni prima della scuola luccicava come al solito sulla sua divisa da Grifondoro.

«Oh, tesoro! Siamo così orgogliosi di te!» aveva strillato Hermione una volta ricevuta la lieta notizia, Ron aveva invece passato il resto della giornata a organizzare una festicciola privata per la figlia.

«Anche a me e tua madre ne hanno organizzata una uguale quando abbiamo ricevuto le nostre spille» gli raccontò con lo sguardo di chi era assorto nei ricordi.

E ora era suo il compito di far rigare dritto i marmocchi, bhè quasi tutti.

«Permessooooooooo!» ululò qualcuno alle sue spalle; Rose fece appena in tempo ad accostarsi al muro che una frenetica Roxanne Weasley, degna erede di suo padre, stava correndo a rotta di collo con una decina di caccobombe in mano mentre Pix il poltergeist svolazzava sopra di lei consigliandole i luoghi più appropriati dove lasciare quelle gradevoli sorprese.

In cuor suo Rose sapeva che non sarebbe mai riuscita a togliere dei punti a Corvonero per colpa di Roxanne, i suoi scherzi erano troppo geniali per darle una punizione. Lasciava felicemente il compito all’altra sua cugina, Dominique Weasley, nuovo prefetto di Corvonero nonché migliore amica di Roxanne che cercava un modo per tenere a bada quest’ultima da quindici anni.

E infatti …

«Roxanne bastaaaa! Fermati, ora! Dieci punti in meno a Corvonero! Ehi! Ehi! Altri dieci! …Oh, ma per l’amor di tutte le api frizzole … » Dominique la rincorreva con la spilla di prefetto in mano, sventolandola come per far vedere alla cugina che non raccontava frottole. Rose ebbe un colpo allo stomaco, Dominique si era allungata di diversi centimetri durante l’estate, i suoi capelli erano di un biondo ancora più chiaro e la sua pelle era senza neanche una scottatura; era, insomma, incredibilmente bella per essere reale.



***



Oltre alle gioie che il quinto anno offriva c’erano anche tanti obblighi che Rose di certo teneva sempre a mente. Primi tra tutti i G.U.F.O. che avrebbe svolto a fine anno e che avrebbero determinato il suo futuro. Non aveva ancora scelto una carriera magica da portare avanti subito dopo la scuola, era sempre stata convinta che con il tempo l’avrebbe capito ma ora più si avvicinava la scadenza per la scelta più i suoi desideri si facevano confusi.

Se avesse preso almeno un po’ di testardaggine da suo fratello Hugo o da sua cugina Molly non avrebbe avuto di questi problemi. Hugo era infatti ancora deciso ad andare a vivere con lo zio Charlie nell’est Europa a osservare i draghi e poi avrebbe fatto richiesta come insegnante per la cattedra di Cura delle Creature Magiche lì a Hogwarts. Molly invece aveva un talento nella medicazione che l’aveva convinta a intraprendere gli studi per diventare una Guaritrice del San Mungo.

Ancora immaginando suo fratello con una grossa barba folta in puro stile ‘Hagrid’, Rose si dirigeva a passo veloce verso l’aula di Antiche Rune per la sua prossima lezione. Una mano sbucò da dietro un armatura e afferrò il braccio sinistro della ragazza.

Prima che lei potesse fare alcun che si sentì trascinata verso chi l’aveva presa, venne poi afferrata per la vita con veloce precisione e le sue labbra subirono il contatto in un altro paio.

Rose sorrise tra se e se, facendo scorrere una mano verso la nuca del ragazzo che la stava baciando e attirandolo più vicino. Passarono attimi che parevano infiniti prima che un brusco colpo di tosse portasse entrambi alla realtà.

«Rose, Zaki! Oh, prendetevi una stanza!» disse falsamente indignata Vicky Evans, migliore amica di Rose e sorellastra del nuovo ragazzo di quest’ultima.

«Va’ via» mugugnò Zaki Krum staccandosi quel poco che bastava dalle labbra di Rose per rispondere alla sorella, ma Vicky rimaneva lì impassibile a fissarli con un sorriso da orecchio a orecchio che le si era stampato sul volto dalla prima volta che i ragazzi le avevano detto di aver cominciato a frequentarsi. Sulle prime, però, era stata un po’ spaventata che Rose non avrebbe trovato più un po’ di tempo per lei, sapeva perfettamente quanto gli ormoni andassero a gonfie vele a quell’età. Neanche Vicky riusciva a controllare i pensieri che faceva in presenza di Albus Potter, il suo … bhè, non erano una coppia effettiva a dir la verità … non si erano mai accollati un’etichetta ma di certo di accollavano l’uno all’altra ogni volta che potevano.

«Negativo, mi dispiace ragazzi. Tu rossa hai una lezione piuttosto importante da fare, mentre tu fratellino devi andare al campo di Quidditch ora

La prima a lasciarsi convincere fu Rose, non tanto per la sua lezione quanto piuttosto per lasciare Zaki ai suoi impegni. Da quando la squadra di Quidditch di Serpeverde, casata in cui era stato smistato il ragazzo, lo aveva aggiunto come nuovo giocatore avevano praticamente vinto ogni partita. Fred Weasley, il cugino di Rose nonché nuovo Battitore della squadra di Grifondoro, aveva perso velocemente l’ammirazione per il cognome del nuovo arrivato da quando era stato battuto 60 a 450. Una ferita che per i Grifondoro era ancora aperta e sanguinante.

«Su, vai. Non puoi fare tardi agli allenamenti. Quelle serpi dipendono da te» gli disse la rossa dandogli un leggero buffetto sulla guancia, per farlo dovette alzarsi sulle punte cosa che divertì l’altro.

«E va bene – brontolò l’altro tutt’affatto convinto -  sparisci Evans, sto arrivando.»

Quando Vicky si congedò dai due Rose chiese «Come mai è venuta lei a cercarti? Fa parte della squadra?»

«Non come giocatore, lei crea gli schemi. Ho visto che è piuttosto brava a capire le persone, troppo brava a capire le debolezze … se te lo stai chiedendo no, non ha ancora detto niente neanche a me su sua madre» aggiunse il ragazzo anticipando l’ovvia domanda.

Da quando si erano svolti i funerali della madre di Vicky la ragazza non si era più sfogata né con Zaki né con Rose, temevano entrambi che magari potesse avere un crollo emotivo da un momento all’altro se avesse continuato a non affrontare il discorso. Per il momento, però, sembrava piuttosto serena.

«Bhè, ad essere sincera non mi aspettavo qualcosa di diverso da lei.» ripose Rose facendo un passo indietro e per ammirare meglio il suo ragazzo. Ammirare era proprio il verbo giusto, era molto molto bello. Era alto e dalla camicia bianca della divisa si potevano vedere i muscoli delle braccia, aveva gli occhi marroni e delle labbra carnose che mettevano in evidenza la mascella un po’ pronunciata – l’unico difetto di un altrimenti ragazzo troppo perfetto. Avrebbe dovuto frequentare il sesto anno ma dato che aveva saltato un intero anno di studi perché era stato in giro con suo padre, il pluripremiato allenatore di Quidditch Victor Krum, era stato ‘bocciato’. Zaki aveva vissuto tutta la sua vita parlando bulgaro, era quindi impossibile non notare il suo pesante accento caucasico ogni volta che apriva bocca.

«Penso che ci dobbiamo proprio separare ora – disse Zaki dopo averle stampato un altro bacio sulle labbra – altrimenti non credo che Vicky sarà così accondiscendente la prossima volta che mi verrà a prendere.»

Detto questo, si allontano correndo nel corridoio. Rose rimase un po’ lì, a dondolarsi sui talloni per qualche istante ricordando che parecchio tempo fa aveva fatto un sogno in cui proprio in quel corridoio Scorpius Malfoy le aveva detto che si era preso una cotta per lei.

Si chiedeva, ora, che cosa l’avesse spinta a desiderare una cosa del genere. Scrollò le spalle e ripartì spedita ritornando a pensare a Zaki e a quando lui per l’aveva baciata, il suo primo bacio.

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Capitolo 14
*** Indifferenza e fidanzamenti. ***



Capitolo quattordici - Indifferenza e fidanzamenti.


 
«Ehi Vic, hai un attimo?»
«Scusa Scorpius, ora proprio no. Devo incontrarmi con Rose e … vabbè, lo sai.»
«Ah, si certo. Vabbè ciao.»
Scorpius Malfoy rimase lì impalato nella sala comune di Serpeverde cercando di chiamare alla memoria l’ultima volta che aveva avuto una vera e propria conversazione con la sua migliore amica Victoria Evans da quando avevano iniziato il nuovo anno scolastico. Nemmeno una.
Per quanto ne sapesse lei aveva accettato di buon grado la scusa che le aveva dato per non essere andato al funerale della madre di lei; le aveva infatti spiegato che sua madre gli aveva categoricamente proibito di andarci. Ai suoi genitori non piaceva frequentare gente che non fosse famosa per la loro filantropia. Cercavano sempre di essere circondati da bella gente per far dimenticare agli altri tutto il marcio che le loro famiglie avevano fatto tempo prima. Draco Malfoy e Astoria Greengrass sarebbero rimasti, sempre e comunque, due persone per cui l’apparenza era più importante della consistenza.
Scorpius era quindi convinto nel pensare che l’unico motivo per cui Vicky non avesse cercato, neanche una volta, di avere una conversazione con lui era perché preferiva la compagnia di altri.
Altri tipo Rose Weasley e il suo nuovo ragazzo Zaki Krum.
Quando Scorpius era venuto a conoscenza della novità sulla vita sentimentale della ragazza era rimasto senza parole per diversi giorni.
«Krum? Un Krum! Tanto valeva che Merlino in persona le dichiarasse il suo amore per lei! Come si fa a battere un KRUM?! Come si può anche solo pensare di gareggiare con un Krum?!»
Erano state queste le parole che avevano rotto il suo melodrammatico mutismo.
Dall’anno precedente Scorpius faceva coppia fissa con la cugina di Rose, Lily Potter. Ed ora non solo Rose non rivolgeva più la parola a Lily ma aveva addirittura innescato una litigata tra tutti i cugini ‘Weasley’ contro i cugini ‘Potter’ che vantavano fino ad all’ora avevano vantato l’appellativo di ‘famiglia modello’.
«Che diavolo stai facendo?»
Parlando delle corna arriva il diavolo, hanno proprio ragione quei babbani! Pensò Scorpius mentre salutava con la mano suo fratello Damon. Damon era probabilmente l’unico membro della sua famiglia che non detestava, né il fratello detestava lui cosa che era alquanto sorprendente.
«Eh, niente. Aspetto Lily a dire il vero» gli rispose controllando il suo orologio da polso, quella ragazzina arrivava sempre in ritardo.
«Ah.» sbottò Damon cercando di fare l’indifferente.
«Quella sarebbe la tua faccia da poker? Credimi fratello mio che ora ho capito come abbiano fatto i nostri parenti a ripulirti quest’estate mentre giocavi a carte.»
Scorpius sapeva benissimo che Damon aveva una cotta per Lily, ma nonostante tutto lui non si era mai dichiarato. Lo aveva capito per come la guardava, c’era sofferenza nei suoi occhi quando la vedeva insieme a lui.
«Sei un coglione.» gli disse Damon facendogli il dito medio e uscendo dai sotterranei più velocemente possibile. Fece in tempo a fare qualche passo in più che una ragazza gli sbattè contro. «Ahia, oh … ehm, tutto bene?» chiese cercando lo sguardo di quella che si rivelò essere Lily.
La ragazza fece cadere la sua copia di ‘Mandragola – Istruzioni per l’uso’ e si portò entrambe le mani alla testa iniziando a saltellare sul posto. Damon riuscì a malapena a trattenere un sorriso mentre pensava che suo fratello gli ripeteva sempre «Damonuccio se tutti fossero come te per avere una ragazza questa ti dovrebbe cadere tra le braccia con un libretto d’istruzioni».
«Uh, si si certo. – mormorò la ragazza diventando paonazza – se continuo a saltellare il dolore scompare» lo disse con semplicità, come se avesse detto ‘oggi piove’ o ‘il mare è blu’. Pochi secondi dopo smise di muoversi e cercò di ricacciare indietro le lacrime che stavano facendo capolino nei suoi occhi.
«Ah, ti sta uscendo un bernoccolo. Mi dispiace … ho la testa piuttosto dura»
Lily fece una risata, più per cortesia che per divertimento, il dolore era davvero lancinante. Ma cos’aveva Damon nella zucca, lingotti d’oro? Barcollò leggermente in avanti prima che il ragazzo la prendesse per la vita.
Quant’è carina, pensò Damon.
«Come?» chiese Lily.
«Cosa?»
«Che hai detto, scusa? Hai detto che sono carina?»
Damon balbettò un qualche tipo di risposta assolutamente incomprensibile, non si era nemmeno accorto di aver reso parole i suoi pensieri!
E così, preso dal panico, la baciò.
 
 
Giorni dopo.
«Ehi Lily, ti senti bene?» chiese Scorpius alla ragazza che si teneva al suo braccio. Era incredibilmente taciturna, lei che se non diceva mille parole al secondo pensava di aver sprecato la giornata! Era da diversi giorni, ora che ci pensava attentamente, che era diventata così silenziosa.
Escluse categoricamente un intervento divino.
«Eh? – chiese Lily confusa, sbattendo un paio di volte gli occhi riuscendo a focalizzare con chi e dove si trovava – dicevi?»
«Ti ho chiesto se stai bene … ma penso di essermi dato la riposta da solo. C’è qualcosa che non va?» Scorpius si fermò nel bel mezzo del corridoi, cosa che fece parecchio innervosire qualche studente dietro di lui perché si levarono insulti di dubbio gusto su chi fosse sua madre e su cosa le piacesse fare con un goblin.
«Venti punti in meno alla tua casata, piccolo moccioso» ululò soddisfatto Scorpius additando la spilla da prefetto che gli luccicava sulla divisa, fece una faccia soddisfatta e poi ritorno alla piccola Lily che stava iniziando a parlare.
«Bhè, ecco … in verità che una cosa che dovrei dirti …»
«Su, avanti sputa il boccino» la incoraggiò lui.
«Ti lascio. Sto con tuo fratello Damon» buttò fuori lei tutto d’un fiato.
«Bhè era ora! – esclamò lui battendogli amichevolmente una pacca sulla spalla – sai, a dirti la verità te lo volevo dire io. Volevo interrompere il nostro finto - rapporto perché come avrai notato io non ho catturato neanche un po’ di attenzione di Rose … anzi lei si è addirittura trovata un altro ragazzo. Sono contento che il nostro accordo sia funzionato almeno per te, finalmente Damon si è fatto avanti! »
Continuarono a camminare un bel po’ finché non arrivarono su una panchina del giardino interno dove presero posto, Lily aveva iniziato a spiegare a Scorpius come Damon si era fatto avanti e come lei gli aveva spiegato che la relazione tra di loro era tutta una messa in scena che avrebbe dovuto giovare a entrambi.
«Purtroppo così non è stato» ammise Scorpius sconsolato. Esattamente dall’altro lato del giardino passeggiavano un ragazzo e una ragazza che con una stretta forte allo stomaco lui riconobbe. Erano Rose e Zaki, mano nella mano. Lui e stava scostando i capelli rossi dal viso con una lentezza che fece montare la bile in gola a Scorpius, tutto quello che voleva fare in quel momento era alzarsi ed andare a spaccare pezzo dopo pezzo quel visto che era così diverso dal suo.
Zaki era muscoloso, atletico, con capelli ricci castani e gli occhi marrone scuro. Lui, Scorpius, era dinoccolato, tutt’altro che sportivo, capelli lisci e biondi e gli occhi color del ghiaccio. Tante ragazze gli correvano dietro e lo ritenevano uno dei più belli della scuola, ma a lui non interessava quello che loro avevano da dire.
«Senti fammi un favore – disse poi a Lily con un sorriso – la prossima volta che ti dico di avere un piano geniale per far innamorare tua cugina di me sei pregata di Schiantarmi»

 

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