agapao

di daymon98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'udienza ***
Capitolo 2: *** IL litigio ***
Capitolo 3: *** l'uomo ***
Capitolo 4: *** Promettimi ***
Capitolo 5: *** il ritorno ***



Capitolo 1
*** l'udienza ***


Dall'alto della sua stanza rivolgeva lo sguardo in basso, osservando quel branco di bestie che, sotto le mura del palazzo, si scannavano a vicenda. L'esercito di Troia scoccava le freccie con grazia, mentre gli achei atterravano i loro nemici esultando con grida infernali. Gli eroi dei due schieramenti brillavano nelle loro armature; c'erano tutti, tranne le uniche due persone che valesse veramente la pena di osservare da lassù: Achille il Pelide e il re di Itaca, che erano gli unici sovrani a non essere rozzi e volgari.
Quando lo spettacolo iniziava a farsi interessante, Paride stava per affrontare in duello Menelao, un lieve suono uscì dalla porta, entrò Nike accompagnata da due uomini, uno più bello dell'altro. 
< O Pallade Atena dagli occhi blu, ti chiedono udienza Achille, figlio di Peleo, e Ulisse, figlio di Laerte, per..>
Atena la interruppe < Cosa volete? Cos'altro dovrei fare per aiutarvi?>
Ulisse intervenì con tono borioso< O Glauca Atena, la più divina tra le divine, rendici degli del tu...>
< Muoviti! Non ho tempo di starti ad ascoltare, ho cose migliori da fare.>lo interruppe la dea.
L'espressione del re combiò in un attimo e sul suo viso apparì un sorriso strafottente.< Mia regina se mi chiedi di essere esplicito lo sarò. Al campo i morti si moltiplicano, come le spestilenze, e chi non muore si rifiuta di combettere; come se non bastasse i troiani si avvicinano minacciandoci con continui attacchi. Noi siamo venuti a chiederti aiuto e protezione. Voi divini ci avete abbandonato in favore dei troiani, intanto ci avete lasciato a marcire su quella maledetta spiaggia>
< Se vi fa tanto schifo perchè non ve ne andate via , lasciando qui tutte le ricchezze che potreste avere con la caduta di Troia. Infine ci è proibito intreferire nei vostri affari, come Zeus desidera.> lo azzittì la dea.

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Capitolo 2
*** IL litigio ***


Ci fu un silenzio imbarazzante per alcuni minuti; Ulisse era verde dalla rabbia, non sopportava che qualcuno lo prendesse in giro, neanche una dea. Achille, stufo di aspettare ed indispettito dal atteggiamento di superiorità di Atena, iniziò a sbraitare con tono villano< Ma dea, tu che sei la preferita di tuo padre Zeus, potresti fare uno strappo alle regole, per dimostrare ai troiani e alle tue rivali il tuo potere superiore e l'amore che tuo padre prova nei tuoi confronti. Oppure dobbiamo credere che hai paura delle conseguenze?> Atena scattò in piedi rossa di rabbia, mentre la veste sottile che la ricopriva vibrava sulla sua pelle diafana ed iniziò ad urlare< Tu stupido uomo borioso e cocciuto! Non prendermi in giro, tu che per tua scelta hai già un piede nella fossa e precipiti ogni secondo che passa di più nell'oblio. Potrei farti rimpiangere la tua scelta togliendo il tuo nome dalla storia; quindi stai attento e, decelebrato che non sei altro, pensa a cosa dire prima di dar fiato alla bocca!>
 Prima che Achille, furioso, potesse ribattere, Ulisse gli tappò la bocca e s'intromise nel discorso per salvare la missione< Mia regina non ascoltare le parole di uno stolto impulsivo. Lui non ne può niente se sua madre, invece di un cervello, gli ha regalato l'invulnerabilità, quindi ascolta i miei discorsi meditati...>
< Ho più paura dei tuoi discorsi meditati che delle sue parole>  ancora rossa di rabbia si accasciò annoiata sul suo scanno < Adesso basta, andatevene! Vedrò cosa posso fare per aiutarvi. Riferite notizie liete ai vostri compagni, in modo da migliorare il loro umore.>
I due eroi se ne andarono soddisfatti.
 

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Capitolo 3
*** l'uomo ***


Quando fu sola tornò ad osservare il campo di battaglia. Lo sguardo malinconico si posò sull'uomo che fino a poco fa le stava davanti senza apparente importanza.
Costui era l'unico essere in grado di rubargli il senno e il cuore, apparentemante inviolabile. 
Ulisse era il suo pupillo, sin dalla nascita, ma più cresceva più si faceva affascinante e prestante, e questo aumentava in modo smisurato l'affetto della Dea. Tutte le volte che lo vedeva bagnato dal sudore durante le battaglie sentiva il sangue bollente scorrerle nelle vene e confluirle nelle mani che aumentavano di tonalità ed emanavano quasi luce. 
La battaglia era finita da un pezzo e sul campo c'erano solo due uomini: uno era esaltato da tutta quella devastazione, quasi codesse alla vista dei morti, l'altro osservava la scena senza espressione come se non gli importasse di cosa era successo. Achille diede una pacca sulla spalla di Ulisse e si allontanò cantichiando e martoriando ancora di più i cadaveri nemici e no. L'altro rimase a contemplare quello scempio con la solita non curanza : infatti il suo unico desiderio era ritornare ad Itaca, possibilmente vivo!
il sole calava e colorava il cielo di rosso così intenso da non riuscire più a distinguere il cielo dalla terra sporca di sangue. 
La luce intensa che invase il campo illuminò il volto dell'uomo evidenziando i tratti leggeri e gli occhi verdi profondi come un pozzo interminabile. Volse lo sguardo a Troia pensando alla bella Elena che spensierata viveva in quel lusso, e si chiese se valesse davvero la pena di morire per una sgualdrina. Dopo alcuni istanti si diresse al accampamento.

 

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Capitolo 4
*** Promettimi ***


La notte era scesa e non lasciava più scampo agli uomini, come tutti gli altri anche Ulisse cadde fra le braccia di Morfeo, ma il suo sonno fu tumultuoso e inqueto.
Atena , con l'aiuto del dio del sonno, entrò nei suoi pensieri e nei suoi sogni: gli si manifestò in una grotta marina ricoperta di madreperla che spergeva per la sala riflessi azzurri, verdi e bianchi. Ulisse la vide emergere dalle acque bella come non mai e quasi umana; l'armatura era sparita e al suo posto si era materializzato un lungo peplo bianco con i finimenti d'oro, la seta sottile celava a malapena il suo corpo candido, intanto i lunghi capelli sciolti le ricadevano sul dolce viso con dei boccoli appena accennati. Vedendola in quel modo Ulisse sprò con tutto se stesso che non fosse divina. Gli si avvicinò e se lo strinse al petto < Sono contenta di starti vicino....> queste parole colpirono l'eroe come un pugno: che orribile scherzo era? com'era possibile che lei, la pura tra le pure, cercasse di ammaliarlo. di sicuro era Morfeo che si burlava di lui attirandogli l'ira e la punizione della dea. Ma non era una burla, non era uno scherzo, nè un sogno, era lei, la dea invincibile che lo abbracciava, come una bbambina abbraccia il padre.
Se avesse potuto non si sarebbe mai staccato. 
Stettero in quella posizione tutta la notte senza parlare, non ne avevano bisogno, sapevano cosa significava quel contatto, cosa comportava e sapevano anche che non si sarebbe mai più ripetuto; Ulisse era sposato, Penelope lo attendeva da moltissimo tempo e non si meritava un tale torto, Atena aveva una reputazione, ma non le importavo, l'unica cosa a farmarla era il dolore di Penelope. 
Elio si apprestava a solcare il cielo quando Atena si staccò dall'abbraccio e con gli occhi lucidi disse< Io continuerò a vegliare su di te ed a proteggerti, ma tu giura che non morirai, promettimi che tua moglie morirà prima di te e che da quel momento fino alla fine dei tuoi giorni tu starai con me e ti avrò sempre accanto. Rocordati che se non manterrai la promessa ti farò finire trai dannati a patire le torture di Ade. PROMETTILO!> quel soffio dolce che gli uscì dalle labbra le avvolse il cuore in un piacevole calore che la tranquillizzo. 
Passò un secondo poi lo baciò sulla guancia ispida e scomparve nel buio della grotta. 
Appena le sue labbra persero il contatto con le pelle, Ulisse si sentì vuoto, a pezzi, come se gli avessero strappato il cuore dal petto con una mano.
< Lo prometto.> 

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Capitolo 5
*** il ritorno ***


Elio ormai viaggiava già da un'ora, quando Ulisse si destò dal suo sonno: pensava ancora al sogno della notte precendente quando una civetta si posò sul bordo della branda e si mise ad osservarlo con dolcezza. Non era stato un sogno, davvero lui l'aveva tenuta fra le braccia. Ne sentiva già la mancanza . Doveva mantenere la promessa ad ogni costo, avrebbe anche ucciso sua moglie, pur di rivederla: doveva tenerla ancora tra le braccia.
I suoi pensieri furono interrotti da Achille che, vedendolo in quella condizione di impotenza dovuta al suo stato d'animo, cominciò a sfotterlo < Gurdati astuto Ulisse, sembri una cagna che è appena stata bastonata dal padrone. A cosa dibbiamo il tuo scoforto? Quale misteriosa creatura cinge d'assedio i tuoi pensieri?> 
< Tu pensa ai tuoi giovinetti, io penso alle mie pene. E sai una cosa? Mi stai ogni giorno che passa più sulle balle.> detto questo l'itachese si alzò, si mise l'armatura e, senza degnare di uno sguardo il compagno che continuava ridere, si diresse fuori dalla tenda pronto ad affrontare una nuova bbattaglia. 
Passarono 60 giorni e in quel periodo interminabile successero miriadi di cose: perirono molti eroi tra cui Ettore, Patroclo, Aiace e lo stesso Achille compì il suo destino, ed infine Troia cadde sotto l'astuzia di Ulisse. Gli achei erano pronti a ripartire e tra loro il re di Itaca osservava il cielo aspettando un segno della sua amata: la stessa civetta che gli si presentò nella sua tenda si accasciò sull' albero meastro. A quel segnale Ulisse tirò alta la vela.

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