Seguo distrattamente l'andamento della partita, gli concedo solo l'udito. Tutti gli altri sensi sono convogliati nella ricerca del mio obiettivo.

Aguzzo la vista, sposto lo sguardo in ogni dove alla ricerca di quel luccichio così familiare. Tengo ben salda la scopa tra le mani, sono certo di non cadere, ma non vorrei che il peso del ruolo che ricopro possa farmi perdere la concentrazione.

Con la coda dell'occhio non perdo di vista l'altro Cercatore, devo prendere al Boccino prima di lui. Alla fine arriva: eccolo, è laggiù. Ruoto il manico e parto all'inseguimento. Sarà mio.

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Li avevo visti ritratti su numerosi libri, ma questa è la prima volta che mi trovo a studiarli.

Anche se non abbiamo – giustamente – esemplari da esaminare, la teoria è così affascinante. Mi immagino a cavallo di una scopa mentre volo accanto a uno di questi bestioni. Sono così aggraziati seppur hanno dimensioni notevoli.

Adoro classificare le specie, li abbozzo spesso su pezzi di pergamena, mi soffermo sui dettagli; hanno spesso corporature diverse, code più o meno lunghe, ma è nei musi la vera differenza. E di quelli ne disegno sempre molti, ogni volta sempre unici, non ne sono mai saturo.

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Le mie dita si stringono attorno al Boccino d'Oro e Madama Bumb fischia la fine della partita. Ovviamente Grifondoro vince e io vengo portato in trionfo dal resto della squadra.

Ci aspetta una grande festa in Sala Comune, non solo questa è l'ultima partita dell'anno, ma anche l'ultima in cui io sono capitano, l'ultima che potrò giocare qui a Hogwarts. Anche la McGranitt si unisce ai nostri festeggiamenti, mi ha sempre sorpreso quanto quella donna ci tenesse a questo gioco.

Ma ora è giunto il momento in cui io dica addio a questo campo di Quidditch.

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Non credevo che questo momento sarebbe mai arrivato. Ho preso coraggio e ho deciso di lasciare la mia famiglia, la mia terra per andare in Romania. Là potrò studiare specie di draghi che qui non esistono più, sterminate da cacciatori anni or sono.

So già che mia madre si scioglierà in lacrime, sciorinandosi in mille raccomandazioni, mio padre si commuoverà cercando di non darlo a vedere. Mi dispiace lasciarli, così come mi dispiace lasciare i miei fratelli, pazzi e saggi, e la mia dolce sorellina, ma è giunta l'ora che anch'io spicchi il mio volo... come un drago.

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