Weird ways to die

di Kwassakwassasisa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Profumo di pavimento marmoreo ***
Capitolo 2: *** Un paio di scarpe ***
Capitolo 3: *** Spasmi ***
Capitolo 4: *** Wedding ***
Capitolo 5: *** Pupille dilatate ***
Capitolo 6: *** Aurora ***
Capitolo 7: *** Butterfly ***
Capitolo 8: *** Spazzola ***
Capitolo 9: *** Silence ***
Capitolo 10: *** Hot ***



Capitolo 1
*** Profumo di pavimento marmoreo ***


Profumo di pavimento marmoreo



La ragazza si alza dal letto e senza neanche indossare le pantofole, apre la finestra e si affaccia sul balcone.
Sembra non guardare niente, ma ha gli occhi aperti.
Poggia una mano sulla balaustra rossa e fa pressione sul braccio mettendoci su un piede nudo, poi l’altro.
I capelli corvini ondeggiano violentemente per aria assieme alla sua vestaglia bianca.Tiene lo sguardo basso e si lascia andare all’improvviso, volando per sei piani fino a sbattere rumorosamente contro il terreno duro del cortiletto.
Rivoli di liquido scarlatto si riversano sul marmo e la ragazza tiene ancora gli occhi aperti.

Si è svegliata solo durante la caduta.




 


~Angolo di Sisachan~

Salve a tutti, non ho molto da dire su questa piccola grande raccolta di drabble, spero solo che vi piaccia l'idea e che non sia una cosa troppo normale.
Cioè spero di essere originale.

AH, dedico questa raccolta di Drabble alla Donna Francese <3
HAHAHA, ti voglio bene x°°

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Capitolo 2
*** Un paio di scarpe ***


Un paio di scarpe



Ha ordinato un paio di scarpe da un sito internet. E’ nuovo, ma ha letto delle recensioni un po’ qua e là. Dicono che è abbastanza buono, le cose arrivano piuttosto in fretta. Meglio.
Secondo i messaggi in posta elettronica dovrebbe arrivare oggi.

Bussano alla porta, lascia il pc acceso, apre la finestra perché fa caldo e va ad aprire la porta. Sorride. Il pacco è arrivato. Firma, ringrazia ed entra in casa dirigendosi in camera sua.  Apre la scatola entusiasta e  dentro vi è un occhio umano che lo fissa.
Indietreggia sconvolto e lascia cadere il pacco a terra. Un foglietto con su scritto “Ti sto guardando” svolazza per aria. I battiti del suo cuore aumentano e si porta le mani alla testa. Ha una paura folle.
<< Che diavolo sta succedendo? Sarà solo uno stupido sche-- >>
Non riesce neanche a finire di formulare il suo pensiero, perché una pallottola a cinque chilometri di distanza è arrivata a perforagli la testa, in corrispondenza del suo occhio destro color nocciola.
La finestra è ancora aperta, certo, ma adesso non sente più caldo.

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Capitolo 3
*** Spasmi ***


Spasmi



Vive a Tobruk, nella Libia Orientale.
Nonostante la povertà, l’uomo è piuttosto fedele alla religione. Ripone ogni sua speranza in un dio che è sicuro che esista, da qualche parte nell’alto dei cieli.

La settimana è appena iniziata e l’uomo sente di star male. Influenzato. Rimane a letto per tre giorni. Sente la febbre alta, si sente debole, non riesce neanche ad alzare il busto per vomitare l’anima a terra. Non si spiega come tutto ciò possa essere accaduto in così poco tempo. Non ha mai sofferto di una febbre così grave e alta.
Al quarto giorno d’agonia si guarda la mano di sfuggita e in uno spasmo, la vede completamente gonfia. Sbatte più volte le palpebre, e si rende conto che non era solo frutto della sua immaginazione e del delirio. La mano è tre volte più grande di prima. Alla vista di quell’obbrobrio, l’uomo va nel panico. Ma la forza non lo assiste. Vive da solo, non ha soldi sul telefono e non può chiamare nessuno. Come se non bastasse è certo che non riuscirebbe mai ad arrivare al comodino al lato opposto della camera per afferrarlo. E le allucinazioni non lo aiutano. Gli fanno vedere le cose in modo poco chiaro, scatti d’irrealtà. Il telefono sembra essere a cento chilometri di distanza e fatica anche solo ad alzare lo sguardo per puntarlo su di esso. Non riesce ad afferrarlo neanche con lo sguardo, il suo unico appiglio alla vita.
Presto l’infezione attraversa tutto l’organismo e lo sente.

Il respiro si fa più lieve, debolissimo, un sussurro esanime. Sembra che la sua anima stia volando via dalle sue labbra assieme ai suoi ultimi respiri.
Un’ultima allucinazione lo assale, un attimo prima di perdere completamente i sensi.
Un immagine di una domenica che sembra adesso così lontana.
In chiesa, si scambia un segno di pace con un signore dalla mano paffuta e un espressione moribonda. Adesso capisce perché quella mano fosse così paffuta. Aveva sentito una voce: diceva che la peste era tornata in città, ma non vi aveva dato peso. E adesso si ritrova in fin di vita, nonostante fosse andato in quella chiesa alla ricerca della salvezza e dell'aiuto del suo Dio.
Spalanca gli occhi un’ultima volta, con il terrore inciso nei suoi occhi e poi li chiude definitivamente.





~Angolo di Sisachan~

Salve a tutti! Ho avuto un po' di diffcoltà a pubblicare questo capitolo perché l'Editor del sito non andava. Adesso ho scaricato Nvu, e spero di trovarmi bene!
Ad ogni modo, questo capitolo, da come avete notato è il doppio degli altri e mi sono sentita abbastanza da schifo---. Cioè.. Doveva essere una raccolta di Drabble ma questa sembra di più una Flashfic. Scusatemi, il problema è che non sono riuscita ad essere più breve :"
Ad ogni modo, come avete capito, il giovane uomo si è preso la peste dando la mano ad un qualsiasi uomo in chiesa a sua volta morente.
Non è forse una sfiga assurda come nelle altre storie? xD
Fatemi sapere cosa ne pensate <3


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Capitolo 4
*** Wedding ***


Wedding


Ha preso la grande decisione. Sì, vuole sposarla, ma lei non sa ancora nulla. Era sicura che avrebbe scelto l’altra. Lui è già tutto emozionato e sorridente, con il cuore in gola. Lo sente battere forte, come se stesse sul punto di esplodere. E’ sempre così quando pensa a lei. Si sente di morire. E’ per questo che ha preferito lei all’altra e a tutte le altre.
Prende un forte respiro ed esce fuori dalla gioielleria dove le ha preso l’anello di fidanzamento. Riesce già a immaginarsi sull’altare, la guarda arrivare con il suo vestito e il suo sorriso bianco quando l’impatto di una massa davvero pesante lo fa trasalire, trafiggendo tutti i suoi pensieri e schiacciandolo a terra. Sente la schiena spaccarsi sotto il peso della massa. Nei pochi attimi di agonia sente le ossa infilzare i suoi organi interni e il sangue uscire da ogni parte. Poi più niente.

Qualcuno aveva deciso di farla finita quello stesso giorno.


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Capitolo 5
*** Pupille dilatate ***


Pupille dilatate



E’ lunedì ed è arrivata la dose.
Si sistema la pancia sotto alla maglietta e va a sedersi su una poltrona. Si dà un breve sguardo attorno. E’ tutto così ridotto male. Muri con la carta da parati mangiata dalla muffa, il televisore rotto, frammenti di bottiglie di birra a terra e macchie di ogni tipo sulla moquette. Tutto così abbandonato e devastato.
Ma a chi importa.
L’uomo prepara la siringa e si alza la manica. Infila l’ago nella carne nuda e lentamente s’inietta l’eroina nella vena che sembra subito fare effetto. La lascia cadere e lui cade nella solita sensazione di oblio.
Piano, si alza e preme il tasto di accensione della vecchia radio. L’uomo inizia a ballare in modo scordinato alla prima canzone che trova e il caldo lo costringe ad aprire la grande finestra e alzare la rozza serranda con mal controllata forza. Si affaccia alla finestra sul punto di urlare per sfogo: “Aaaa—“ quando la pesante serranda cade come una ghigliottina a tutta velocità su di lui spezzandogli il collo e lasciandolo a giacere lì sotto.
Lo sguardo vitreo fissa l’infinito cielo con le pupille ancora dilatate.

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Capitolo 6
*** Aurora ***


Aurora


Piccole scarpe laccate calpestano il terreno umido.
Le nuvole si sono ritirate.
I bambini vengono baciati dalle mamme e si accingono ad entrare nelle proprie aule pimpanti, ansiosi di iniziare il loro primo anno ed entusiasti di conoscere i loro nuovi compagni.
Una bimba dai capelli dorati e la pelle chiara saltella nel suo nuovo e candido grembiule, calpesta una pozzanghera e sale le scale della scuola. Il piede atterra male, si storce, il pavimento bagnato la fa scivolare e va a sbattere di testa contro un paletto di legno. L’esile collo è infilzato nel palo di mogano.
Un attimo di silenzio, poi il panico diverge in strada. Bambini che urlano spaventati, gli adulti accorrono e la madre, in lontananza, già sulla via di casa, che vede di sfuggita la fine della sua unica figlia. 
"Ditemi che non è la mia Aurora."

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Capitolo 7
*** Butterfly ***


Butterfly


A 500 metri di distanza, due farfalle bianche si rincorrono curiose e non curanti del mondo. Per loro non esistono i problemi sociali, economici, le ambizioni, i segreti, il lavoro e tutto il resto. A loro basta volare leggere nel veloce progredire dei giorni.
Il quartiere sembra non esser mai stato in buone condizioni. Nessuno è abbastanza vecchio da ricordare quando il cemento e i mattoni sono stati sovrapposti la prima volta.
La gemella cammina quatta quatta verso il letto a castello dove la sorella sta dormendo e scuote una gamba del letto con un braccio per farla spaventare e dice:“ Aiuto, il terremoto!” e la sorella scatta in piedi con il busto, girandosi verso l’altra: “Sei poco simpatica, davvero. Ma adesso smettila.”
“Ma io non sto facendo niente…” Dice l’altra mostrandole le braccia libere. La terra trema terribilmente e in pochi secondi il muro crolla sulla testa della gemella che stava ancora sul letto.
L’altra vede sua sorella schiacciata dal peso del cemento rimanendo sull’uscio della porta. I genitori le hanno sempre detto che bisogna stare sotto ad una qualsiasi porta se si vuole sopravvivere. Del sangue si fa strada sul pavimento opaco.
La bambina dà un urlo acuto che risuona ovunque nel quartiere.
E le farfalle continuano a volare libere e distaccate senza toccare terra. Senza preoccupazioni. Vive e sagge.




~Angolo di Sisachan~

Salve gente,
C'è stata una lunga pausa, da come avete notato, dall'ultima drabble. E sono davvero molto spiacente per avervi fatto attendere quasi un mese per un'altra scarica di orrore nel mio stile.
Ho avuto poca ispirazione e mi sono preoccupata per la probabilità di avere qualche debito insomma, si sa che l'ultimo mese è critico ç^ç
Spero di non avervi persi e che questa non abbia deluso le vostre aspettative.
Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Spazzola ***


Spazzola


Il caldo, la gente in mare, l’afa, il sole. I cavalloni.
Palloni per aria, materassini colorati sulla superficie del mare. Castelli di sabbia, conchiglie, granchi che scorrazzano veloci in cerca di riparo. Bambini, adulti, lavoratori, pensionati, tutti sotto gli ombrelloni o sparsi per la spiaggia. Delle casse poste in cima al piccolo gazebo su cui il bagnino vige, fanno risuonare la musica del momento per tutto il litorale.
Poi, all’improvviso, le onde si fanno sempre più alte.
I più accorti si allontanano. I temerari non fanno in tempo. L’onda più alta di tutte, veloce come uno squalo, si abbatte sulla spiaggia rompendo il legno del gazebo, gli ombrelloni, le vite.
E quando l’onda si ritira, vi è solo devastazione.
Come una manata, l’onda ha spazzato via tutto e non c’è stato il tempo d’urlare aiuto.

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Capitolo 9
*** Silence ***


Silence


“La narcolessia è una malattia rara.
Il paziente soffre di sonnolenza acuta e il pericolo di addormentarsi può soccombere in qualsiasi momento della giornata, anche durante una semplice passeggiata. “

Poso il mio taccuino e mi dirigo verso il mare, annoiato.
Il caldo è eccessivo, ma l’acqua dell’oceano è il massimo.
Fresca, rilassante, limpida.
Un attimo vedo il sole nel cielo, un secondo dopo è tutto nero.

Riapro gli occhi schiaffeggiato da un’onda che fa entrare l’acqua dritta nelle mie vie respiratorie. Tossisco e sputo fuori tutta l’acqua possibile. Mi metto dritto, devono esser passate delle ore perché mi guardo attorno e non vedo nessuno né nient’altro.
L’orizzonte è una linea continua. Non vedo né rive, né spiaggia, né isolotti lontani. Il cielo è scurito.
Vado nel panico, il mio cuore è a mille, dove posso essermi spinto così tanto?
Sono in un oceano. Cosa ci sarà sotto di me?
Devo muovermi, prima che si faccia buio.
Nuoto, in una direzione sola, sperando di ritrovare presto qualche forma di vita umana.
Passano le ore, le mie forze stanno per abbandonarmi, rischio di riaddormentarmi, probabilmente per sempre. Devo aver preso la direzione sbagliata. Non posso farci niente, di certo non torno indietro.
Piango disperato, urlo alla ricerca di soccorsi ma nulla. Solo il silenzio più remoto e tanta paura.

E poi all’improvviso.
Le mie gambe cedono.
I mie polmoni si riempiono di acqua e annego lentamente negli abissi.





~Angolo di Sisachan~

Salve a tutti. 
Mi scuso per l'eccessivo ritardo, ma si sa che oltre a voi, anche le Fanwriter vanno in vacanza d'estate, ergo, non ho avuto tempo di aggiornare Inoltre avrete notato che anche questo capitolo, è venuto un po' più lungo degli altri, un po' come Spasmi.
Ma, ehi, c'è uno schema. Spasmi è il terzo della raccolta. Silence è il nono. Il nove è multiplo di tre ed entrambi hanno un titolo che inizia per esse.
Okay, la smetto di dire baggianate. Ma un senso ce l'ha.
Spero vi sia piaciuta, e ovviamente, recensite in tanti <3

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Capitolo 10
*** Hot ***


Hot


Pranzo in famiglia.
Ogni cosa nella casa sembra avere almeno duecento anni.
Zii, nonni, genitori, figli, tutti riuniti sotto lo stesso tetto sfasciato.
Fuori ci saranno almeno trenta gradi al sole. Tutti sudano.
Il nonno accende il ventilatore da soffitto. Aumenta la velocità. Massima.
Si parla. Attualità, meteorologia, scuola, lavoro.
E poi un boato.
La testa della nonna vola via assieme alle pale del ventilatore, che continuano ancora a girare velocemente sul pavimento schizzando sangue ovunque..
Poi solo urla.

D’altronde, tutti sapevano che presto qualcosa sarebbe andata a pezzi.




 
~Angolo di Sisachan~
Non vi aspettavate un mio ritorno, eh?
E invece eccomi qui, ancora una volta :>
Il motivo della mia prolungata assenza? Trasloco, assenza di internet per pubblicare, quindi neanche tanta voglia di scrivere.
Fortunatamente, dopo ben tre mesi di attesa, i miei l'hanno messo.
E ora preparatevi perché sì, tornerò a scrivere altra roba così trash da far venire i brividi~
A presto :D

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