Another Cinderella Story

di Neverlethimgo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22. ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26. ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27. ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28. ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29. ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30. ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31. ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32. ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33. ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34. ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35. ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36. ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37. ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38. ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39. ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40. ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41. ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42. ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43. ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44. ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45. ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46. ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47. ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48. ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49. ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50. ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51. ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52. ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53. ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54. ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55. ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56. ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57. ***
Capitolo 58: *** Capitolo 58. ***
Capitolo 59: *** Capitolo 59. ***
Capitolo 60: *** Capitolo 60. ***
Capitolo 61: *** Capitolo 61. ***
Capitolo 62: *** Capitolo 62. ***
Capitolo 63: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'





Capitolo 1.
 
 
Cinderella818 ha appena effettuato l’accesso.
 
Il contatto Cinderella818 si è scollegato.
 
Cinderella818 ha appena effettuato l’accesso.
 
SwaggedMan ha appena effettuato l’accesso.
 
SwaggedMan ha appena cambiato il suo nickname in Nomad306
 
Cinderella818: Sei un idiota!

Nomad306: Perché sei sempre così acida con me?

Cinderella818: Convertire il tuo nome con quello del vero Nomad306 non farà sì che io ci          
                               caschi ogni volta!


Nomad306: Volevo verificare che fossi abbastanza attenta.

Cinderella818: Per cosa? E cambia subito quel nickname!
 
Nomad306 ha cambiato il suo nickname in SwaggedMan
 
SwaggedMan: Ora è di suo gradimento, mademoiselle?

Cinderella818: Direi di sì. Dunque, cos’hai di così importante da dirmi?

SwaggedMan: Ho un piano!

Cinderella818: Un altro? Se anche questo implica il fatto che io mi debba introdurre di
                                soppiatto in
casa sua mentre lui è sotto la doccia, scordatelo!

SwaggedMan: Assolutamente no! Questo non fallirà, vedrai. Domani, a scuola, ti spiegherò
                               ogni dettaglio.


Cinderella818: D’accordo capo!
                               Ah, quasi dimenticavo: se fallisce anche questo, ti licenzio.

SwaggedMan: Da cosa mi licenzieresti, strana ragazza dal carattere difficile?

Cinderella818: Dall’incarico di personale organizzatore di piani malefici.

SwaggedMan: Sei cattiva con me, troppo cattiva.

Cinderella818: Dovresti comunque sapere che in fondo, ma molto in fondo, ti voglio bene. Ti
                               saluto
ora, ci vediamo domani a scuola, ciao!
 
Il contatto Cinderella818 si è scollegato.
 
Il giorno seguente, le medesime persone, che la sera prima avevano complottato un diabolico piano contro chi sa quale misterioso ragazzo, stavano per fare il loro ingresso alla Wright’s Bridge High School di Atlanta.
Cinderella818 non era che una semplice quindicenne dai gusti difficili, o come meglio la definiva il suo migliore amico SwaggedMan, una strana ragazza dal carattere difficile.
Il suo nome era Victoria Olivia Evans, soprannominata Holly, frequentava il secondo anno di liceo, mentre invece Justin, per l’appunto SwaggedMan, il terzo.
Amava raccogliere i lunghi capelli castani in una treccia che puntualmente faceva ricadere sulla spalla sinistra, ed i suoi luminosi occhi verdi erano sovrastati da un paio di occhiali dalla montatura nera, oggetti che lei disprezzava.
Odiava i trucchi, non che fosse un maschiaccio, ma semplicemente non l’attirava l’idea di spalmarsi sul viso creme unte che rendevano le guance lucide e completamente finte.
 
Holly, ti dico che è perfetta, per non dire ottima, come idea” si ostinava a ripeterle il ragazzo
Tutto questo tuo entusiasmo è addirittura più angosciante di quella volta in cui dovetti pedinarlo fino nello spogliatoio maschile. E rettifico: io lì dentro non ci metto più piede!” ribatté gesticolando apertamente. Il corridoio era affollato, non c’era mattina in cui non ci fossero corse dell’ultimo minuto per raggiungere le lezioni, quella scuola era come una giungla e Holly faceva parte della categoria piccole creature indifese e senza importanza: una nullità in altre parole.
Esistevano sostanzialmente tre classi sociali  in quella scuola:
·         Le cheerleader:  ragazze snob che girovagavano per la scuola con entrambe le mani occupate da colorati pon-pon rese perfette grazie alla montagna di trucco che ogni mattina solitamente utilizzavano, e anche un po’ troie.
·         I giocatori della squadra di football:  se non fosse perché non tenevano perennemente in mano pon-pon, erano tali e quali alle cheerleader. (Molti di loro usavano anch’essi il trucco per mascherare le piccole imperfezioni). Fisici perfettamente scolpiti ed un cervello pari a quello di una scimmia il quale unico interesse era dove fosse la banana.
·         Gli skaters: ragazzi e ragazze che probabilmente non si separavano mai dalla loro tavola, se non per dormire o forse farsi la doccia, e per molti di questi individui l’ultimo dubbio era completamente infondato.
 
La classe sociale a cui Holly andava fiera di appartenere era quella delle nullità, nessuno la citava, ma i componenti sapevano della sua esistenza.
Quanto a Justin, lui occupava per metà il rinomato titolo di skater e per metà, la metà migliore secondo Holly, a quella delle nullità.
 
No, assolutamente! Dimentica i miei vecchi piani falliti, questo ha qualcosa di je ne fais quoi!
Si dice Je ne sais quoi,Justin
Pignola
Ignorante!
Allora, vuoi sentire il mio piano o no?” insistette energicamente
Sì, ma parliamone a pranzo. Qui c’è un po’ troppa gente” concluse svelta Holly adocchiando un gruppo di fanatiche cheerleader in avvicinamento.
Non era realmente preoccupata per il fatto che le cheerleader potessero udire la loro conversazione (secondo lei, il loro Q.I. era pari a quello di una formica e il cervello di una formica è assai piccolo), la turbava invece il fatto che all’interno di quel gruppo erroneamente composto ci fosse probabilmente nascosto lui, Nomad306, ovvero il ragazzo per la quale aveva completamente perso la testa dal primo giorno in cui mise piede in quella scuola.
Nomad306 occupava il vertice del gruppo “giocatori di football”, ma lui non era snob, non secondo Holly. Secondo lei lui era bellissimo, intelligente, carismatico e quel branco di scimmie non meritava affatto di avere un compagno di squadra perfetto come lui.
Come preferisci. Sai cos’è strano?” riprese a parlare Justin cercando di attirare l’attenzione di Holly, ma lei era troppo occupata ad assaporare da lontano la visione del suo amore impossibile che aveva da poco fatto il suo ingresso a scuola.
L’amico le schioccò le dita davanti agli occhi e lei tornò ad ascoltarlo
Cosa c’è di strano?
Il fatto che tu non sappia nemmeno il suo nome, se non quello della chat. Ancora mi sfugge come tu l’abbia scoperto.” continuò lui indicandolo. Holly scosse le spalle, sapeva un sacco di cose su quel ragazzo, tranne che la cosa più importante ed il suo amico aveva ragione.
Dovresti chiederglielo” la incalzò Justin
Oh sì, ottima idea. Ora vado da lui e gli dico Hey scusa, mi dici come ti chiami? Sai ho una cotta per te da ormai due anni e vorrei tanto sapere il tuo nome. E’ stato già complicato scoprire il suo nickname in aula computer, non rischierò di farmi penosamente notare ancora.
Sei sempre più drastica. Ci vediamo a pranzo, ciao!” concluse lui e la ragazza rispose al saluto prima di entrare in aula.
 
Holly e Justin si conoscevano sin dall’asilo, le loro abitazioni erano separate solo da un isolato e spesso capitava che l’uno dormiva a casa dell’altro o viceversa.
Se c’era una cosa che Justin non sopportava era vedere come la sua migliore amica veniva spesso presa di mira dal gruppo di bionde platinate, le cheerleader.
Un tempo lei e Ashley, la capo cheerleader, erano amiche, ma molto amiche tanto che organizzavano spesso pigiama-party e feste da urlo a casa di quest’ultima e spesso Holly si chiedeva come fosse possibile che le due ora si odiassero tanto.
L’anno prima Ashley aveva avuto la brillante idea di organizzare una piccola festa a sorpresa in onore di Holly dove tutti i presenti avevano con sé bombolette colme di schiuma e panna montata che fu spruzzata addosso alla povera innocente qualche istante dopo il suo ingresso in giardino.
Tra tutta quella gente era presente anche il suo Nomad306 che non poté fare a meno di notarla e deriderla.
Da quel momento in poi fu guerra aperta tra le due.
 
Fortunatamente per Holly, Ashley frequentava ancora i corsi del primo anno essendo stata rimandata in quasi tutte le materie: secondo la cheerleader era stato tutto un complotto dei professori invidiosi del suo aspetto perfetto.
 
Le quattro ore precedenti alla pausa pranzo furono bellamente occupate a far in modo di non assimilare nemmeno un concetto della lezione di biologia, materia tanto odiata da Holly.
Aveva concentrato la maggior parte dei suoi pensieri su ciò che avrebbe avuto in mente il suo amico, sperando che non fallisse anche questo come tutti i precedenti.


Spazio Autrice
{LEGGIMI u.u}
Buooociorno :3
Sì, ho cominciato un'altra effe effe ma non lascerò assolutamente perdere l'altra.
Premetto che non ho assolutamente idea se possa piacere o meno questo mio primo capitolo.
Quindi vi chiederei un immenso favore: mi direste se vi piace o meno?
Perché se non piace evito di andare avanti a postarla LOL
Aspetto con impazienza le vostre recensioni.
Alla prossima 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.

 
Quando la campanella pose fine alle quattro interminabili ore di lezioni, Holly si precipitò in mensa seguita poi da Justin che reggeva sotto il braccio la sua inseparabile tavola.
Ma la tieni sotto braccio anche mentre dormi?” lo istigò lei.
Sì e anche quando faccio la doccia” replicò lui sarcastico mentre sollevava dal rullo il vassoio colmo di cibo.
Sebbene la mensa avesse più di venti tavoli a disposizione degli studenti, i vari componenti delle note classi sociali erano obbligati ad occupare uno o al massimo due tavoli per gruppo: le cheerleader occupavano ordinatamente il tavolo posto al centro della mensa in modo che tutti potessero notarle, i giocatori di football il tavolo accanto, gli skater in quello nell’angolo in fondo a destra e le nullità… Loro in realtà, secondo il capo-cheerleader non avevano diritto di occupare tavoli, bensì di sedersi per terra; ma la preside aveva bocciato ad Ashley questa allettante proposta.
Era loro abitudine occupare un tavolo nascosto a tutti gli altri, situato dietro il bidone della spazzatura, secondo Ashley erano stati fin troppo fortunati ad aver ottenuto quello.
Uomo dalle idee malefiche, comunicami il tuo piano” disse curiosa Holly spostando da un lato il vassoio recante una misera insalata
Mmm, sabato prossimo” mugugnò tra una masticata e l’altra “ci sarà il ballo di primavera”.
Trascorse quasi un minuto in cui Holly sperò di sentire qualche altra informazione e Justin, invece, sperava di cogliere entusiasmo nello sguardo dell’amica, ma ne rimase deluso.
Beh?” continuò lui stizzito “Non dici niente? Solitamente voi ragazze impazzite all’idea di un imminente ballo scolastico
Non è una novità, Justin. Sono sei mesi che Ashley e il suo gruppo di marionette ne parlano nei corridoi” concluse lei seria.
Anche questo è vero. Ma ora ascoltami, credo che questa sarà la volta buona per…” non fece in tempo a concludere la frase che Holly lo interruppe “Ti ricordo, inoltre, che già in passato mi ripetesti più volte questa sarà la volta buona, mi auguro che non fallisca ancora!
E’ infallibile ti dico e sai perché?
La ragazza scosse la testa senza distogliere lo sguardo incuriosito dagli occhi color nocciola dell’amico
Perché sarà un ballo in maschera e io ho già un’idea per farti fare coppia fissa con lui
A sentire le ultime quattro parole, Holly sentì avvampare le gote ed i suoi occhi verdi illuminarsi
Sai già che maschera avrà?” chiese impaziente
No, ma lo scoprirò tra un paio di giorni
E come?
Ho i miei informatori” concluse frettoloso per potersi di nuovo gustare l’ennesimo boccone.
Holly non stava più nella pelle ora, non aveva mai partecipato a nessun ballo scolastico, la sola idea di metterci piede la spaventava terribilmente.
E io? Non ho nemmeno idea di cosa indossare. E poi odio i balli scolastici, lo sai” sbuffò lei delusa
Non preoccuparti per il vestito, ne ho già parlato con mia madre e sarà più che felice di prestartene uno dei suoi
Ne sei sicuro?” balbettò lei sempre meno sicura di quel piano perfettamente studiato dall’amico
Assolutamente. Non puoi perdere questa occasione Holly!
La ragazza ci pensò sopra fino alla fine della pausa pranzo ed anche il pomeriggio successivo.
Come poteva il suo amico Justin organizzare un appuntamento con il Nomade se nemmeno si erano mai parlati? Era tutto totalmente assurdo eppure quella proposta l’allettava.

Spazio Autrice
{LEGGIMI u.u}
Eccomi qua con il secondo capitolo :3
Bene, abbiamo scoperto su cosa si basa il piano dell'amico yeee (?)
Ci tenevo tantissimo a ringraziare chi mi ha recensito
(risponderò ovviamente a tutte le recensioni, è una cosa che amo fare :3)
Spero continuerete a dirmi che ne pensate, per me è davvero  importante.
Alla prossima
Much love,
Giulia

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.

 
Come ogni pomeriggio, Holly si concentrava nello svolgere alcuni dei compiti arretrati e tra un esercizio di algebra e l’altro, si assicurava di essere reperibile in chat nel caso in cui si fosse connesso Nomad306.
Da quando aveva scoperto il suo segretissimo nickname, aveva avuto l’occasione di parlarci solo una volta e lui, puntualmente, non aveva capito chi fosse realmente la ragazza tanto interessata a lui.
 
 
SwaggedMan ha appena effettuato l’accesso.
 
SwaggedMan Se hai finito con i compiti, passa a prendere il vestito.
 
Cinderella818 A dir la verità non li ho nemmeno cominciati, Justin.
 
SwaggedMan Li puoi sempre fare più tardi. Dai sono curioso di vedere se ti piace.
 
Cinderella818 Ok, rompiscatole. Arrivo!
 
Il contatto Cinderella818 si è scollegato.
 
Detto fatto, Holly chiuse il suo inseparabile computer portatile e si fiondò a casa dell’amico.
 
Tre colpi di nocche sulla porta d’ingresso e senza attendere che Justin le aprisse la porta, entrò raggiungendolo in camera sua.
Allora, dov’è questo vestito?” le chiese Holly incuriosita
Seguimi!” esclamò lui afferrando l’amica per un braccio e trascinandola verso la camera ancora buia di sua madre. Accese la luce illuminandola completamente, una stanza decisamente troppo grande per una sola persona dato che il padre di Justin aveva smesso di badare al figlio e alla moglie da ormai quindici anni.
Holly ne era perfettamente a conoscenza e sapeva quanto potesse ferire l’amico anche solo pronunciare la parola  papà.
Al contrario della stanza di Justin, questa era ordinata, pulita e profumava di vaniglia, la ragazza adorava quel profumo almeno tanto quanto amasse trascorrere il suo tempo in quella casa: aveva un aspetto decisamente più famigliare ed accogliente della sua.
La prima cosa che notò non appena fece capolino in quel tempio femminile, fu un abito bianco comodamente adagiato sul letto matrimoniale. Era un abito da sposa non c’erano dubbi.
E’ questo?” Domandò lei sorpresa ed allo stesso tempo meravigliata
Esatto. Era di mia madre quando si è…” fece un lungo respiro e a fatica, in seguito, pronunciò le ultime sillabe “sposata.
Holly finse di non prestare attenzione all’atteggiamento dell’amico, si concentrò completamente sull’abito.
Era bello, semplice ed era quasi sicura che una volta indossato sarebbe stata molto più attraente di quella bisbetica di Ashley.
Dai provalo. Non ti ho fatto venire qui solo per guardarlo” la invitò Justin.
La ragazza eseguì gli ordini facendo uscire l’amico dalla stanza.
Attese qualche istante prima di uscire allo scoperto vestita da sposina, occupò almeno due minuti buoni a guardarsi allo specchio. Si piaceva e si chiedeva se mai sarebbe piaciuta pure al suo cavaliere.
Allora? Come mi sta?” chiese sorridente all’amico
Sei perfetta… Intedevo: il vestito è perfetto” si corresse all’istante lui.
Holly arrossì e sorrise, quasi le dispiaceva tornare ad indossare i suoi soliti vestiti.
 
 

Una settimana dopo…

 
Spero per te che tu non sia ingrassata in quest’ultima settimana o il vestito non ti starà più così a pennello” ironizzò Justin mentre cercava di far entrare nell’armadietto la sua tavola da skater.
Simpatico” rispose Holly stizzita “Sono talmente agitata che ieri sera non ho nemmeno cenato e per punizione mia madre mi ha costretto a pulire casa da cima a fondo!
Guarda il lato positivo: ora sei proprio come Cenerentola! Spera solo che non ti chieda di rincasare a mezzanotte!” borbottò Justin facendo cadere da quel minuscolo armadietto ogni sorta di penne e matite “Accidenti!
Bieber vogliamo sbrigarci?  Sei in ritardo, un’altra volta!” La vicepreside Carter non perdeva occasione per rimproverare Justin ogniqualvolta le capitasse a tiro, oltre ad essere stato visto più volte a girovagare per i corridoi in groppa al suo skateboard, vantava di pessimi voti in matematica, storia, biologia e persino inglese: a suo parere, un pessimo studente.
Holly si dileguò all’istante lasciando l’amico tra le grinfie della donna.
 
 
SwaggedMan Grazie per avermi lasciato solo con quella strega!
 
Cinderella818 Ero in ritardo, non potevo rischiare di farmi riprendere pure io
 
SwaggedMan Non sia mai. Comunque la Carter non è stata l’unica strega che ho incontrato….
 
Cinderella818 Chi altro hai incontrato?
 
SwaggedMan Ashley… E quelle che ho sentito non sono buone notizie
 
Cinderella818 Ti prego dimmi almeno che hai scoperto da cosa si vestirà il Nomade
 
SwaggedMan Credo da Zorro
 
Cinderella818 Come ‘credi’? Justin non farmi scherzi, ti prego!
 
SwaggedMan Ahahah tranquilla, scherzavo. Sono sicuro al cento per cento!
 
Cinderella818 Grazie al cielo! E la brutta notizia? Quale sarebbe?
 
SwaggedMan Potrebbe sconvolgerti…
 
Cinderella818 Dimmela o sarai tu quello ad essere sconvolto!

SwaggedMan Ok, la bisbetica si travestirà di bianco. Non ho capito esattamente da cosa. Solo, ti
                              conviene
arrivare al ballo prima di lei.
 
Cinderella818 Di bianco? Potrebbe anche vestirsi da bianconiglio, no?
 
SwaggedMan Al massimo da coniglietta sexy.
 
Cinderella818 Che orrore! Comunque devo scappare, mia madre mi
                             aspetta per la cena. Ciao!

 
SwaggedMan Non mangiare troppo. Ciao!
 
Mancava solo un’ultima notte prima del tanto atteso ballo e l’insistente pensiero che tormentava Holly era proprio il dubbio che l’antipatica capo cheerleader si vestisse esattamente come lei.

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Eccomi qua :3 
Perdonatemi il ritardo, spero di aggiornare molto più velocemente d'ora in poi.
Comunque sia ci tenevo a ringraziare davvero tanto voi che leggete, le 4 bellissime recensioni che ho ottenuto e chi ha messo la storia tra seguite/preferite/ricordate :3
Grazie davvero!
Tornando al capitolo: siam quasi giunti al ballo eh, ne vedrete delle belle con il seguito, ossì :)

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.

 
Il sabato seguente Holly si svegliò di buon’ora ma non di buon umore, era agitata ed allo stesso tempo turbata per l’evento di quella sera.
La cosa che più temeva era farsi vedere in un luogo totalmente estraneo a quello che era il suo mondo abituale.
Tesoro, qual è il problema?” le chiese preoccupata la madre che da poco aveva fatto ingresso nella stanza della ragazza
Odio l’idea di dover partecipare a quel ballo” sbuffò sedendosi bruscamente sul letto ancora disfatto
Non sei obbligata ad andarci” ribatté la donna che aveva dovuto arrendersi alla richiesta della figlia sebbene, secondo lei, le feste di quel genere erano considerate inappropriate al carattere di Holly.
E’ qui che sbagli: io devo andarci, ma non con questa faccia” mugugnò mettendo il broncio, non si piaceva, Holly non si piaceva affatto.
Forse ho trovato qualcosa che potrebbe fare al caso tuo” disse uscendo frettolosamente dalla stanza e dirigendosi nel ripostiglio. Da un grosso scaffale dipinto di rosso tirò fuori una  grossa scatola contenente  cianfrusaglie e vari ricordi di famiglia.
Cosa stai cercando?
La madre non le rispose, era troppo occupata a spolverare un sacchetto di carta trasparente il cui contenuto fu totalmente sconosciuto a Holly.
Eccola!” esclamò la donna porgendo alla figlia ciò che vi era all’interno: una maschera, ma non una di quelle che si indossano a carnevale, questa doveva essere appartenuta ad una delle due nonne in occasione di qualche festa importante. I due nastri argentei posti alle estremità del candido ed ancor ben conservato oggetto erano abbastanza lunghi da permettere ad Holly di formare un piccolo fiocco dietro la nuca.
Era semplice senza pizzi e merletti aggiunti, solo qualche ricamatura fatta a mano attorno ai fori per gli occhi, destinata allo scopo di cui la ragazza aveva strettamente bisogno e questo era più che sufficiente.
Mamma, è perfetta!
Bene” sorrise “Andrai con Justin al ballo?
Holly a stento trattenne le risate, non poteva davvero credere che sua madre pensasse che tra lei e Justin potesse esserci qualcosa: erano amici da anni, se non decenni, tra di loro non sarebbe mai nato niente.
Vorrai scherzare, lui… Ci andrà con un’altra ragazza” borbottò Holly, nemmeno lei sapeva con chi ci fosse andato, ma questa era una domanda in più da porgli.
 
Cinderella818ha appena effettuato l’accesso.
 
Come immaginava, il suo Nomade non era in linea, in compenso vi trovò l’amico.
 
Cinderella818 Posso sapere con chi andrai al ballo?
 
SwaggedMan Perché questa domanda?
 
Cinderella818 L’ha chiesto mia madre: lei pensa che ci andiamo insieme! Ahahah
 
SwaggedMan Perché lo pensa?
 
Cinderella818 Non ne ho idea. Comunque, stasera a che ora passi?
 
SwaggedMan Credevo fosse tua madre a pensare che io e te andassimo insieme al ballo…
 
Cinderella818 Io non intendevo insieme come coppia. Intendevo se mi passi a prendere
                              oppure no.

 
SwaggedMan Non posso. Scusa ma ora ho un impegno, ci vediamo stasera.
 
Il contatto SwaggedMan si è scollegato.
 
Alquanto strano” mormorò Holly tra sé e sé, ma stava facendo tardi per il pranzo, per i compiti e per tutto ciò che di arretrato ancora le restava da fare e perciò non si preoccupò di portare avanti la discussione.
 
Una volta ultimate le faccende in sospeso, tornò a ripensare alla discussione avuta con Justin, si stava comportando in modo strano. Non era da lui chiudere così schiettamente una discussione, a patto che questa non trattasse della separazione dei suoi genitori.
 
Holly, quanto ti ci vuole ancora per prepararti?” le urlò sua madre dalla cucina
Dammi due minuti! Sono quasi pronta” e invece doveva ancora infilarsi il vestito e pettinarsi.
Una volta ultimato il tutto, mancava da indossare solo la maschera e le scarpe, ma l’unico problema era che Holly non aveva un paio di scarpe adatte a quell’abito tanto bello.
Allora, sei pronta? Sai che a tuo padre non piace aspettare, è già in macchina!
Ehm…” sollevò il candido vestito mostrando alla donna i suoi piedi nudi; quest’ultima sbuffò e a passo veloce raggiunse nuovamente il ripostiglio frugando tra varie scatole di scarpe.
Tieni, provale.
Detto fatto, indossò un paio di sandali color argenteo, erano esattamente adatti al tutto; si fece aiutare dalla madre ad allacciare i nastri della maschera e finalmente fu pronta per quel ballo.

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Ciaaao :3
Sono ancora viva dopo una settimana eh, perdonatemi l'attesa ma non ho avuto proprio tempo çç
Bene tornando a noi, ringrazio chi mi lascia sempre una recensione, chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e spero che continuerete a farlo *-*
Per quanto riguarda il ballo, scoprirete tutto nel prossimo capitolo (:

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

 
Durante tutto il tragitto Holly cercò di non prestare troppa attenzione ai lamenti del padre su quanto l’avesse fatto aspettare in macchina, piuttosto cercò di concentrarsi su come sarebbe stato il tanto atteso incontro con il Nomade, perché ci sarebbe stato, ne era sicura.
 
Fece il suo ingresso in quella che ordinariamente doveva essere la Wright’s Bridge High School, ma che quella sera si era trasformata in tutt’altro edificio, nessuno avrebbe mai detto che si trattasse di una scuola, nemmeno gli studenti che erano costretti a frequentarla.
Era colma di luci, quelle che di solito si usano a Natale, aveva più l’aspetto di una discoteca, ma molto più elegante.
Come dettato da parecchi cartelli appesi qua e là lungo il corridoio principale, la ragazza si diresse verso la palestra dalla quale proveniva un assordante rumore di musica tipica di locali imbottigliati.
 
La palestra, che poi non sembrava una vera e propria palestra ormai, era occupata da poco più di cinquanta persone e tra quelle Holly cercava disperatamente il suo amico Justin e, ovviamente, il Nomade.
 
Nonostante non fossero scoccate nemmeno le nove, la festa sembrava già iniziata da tempo ed i presenti non avevano perso tempo ad aspettare per scatenarsi sulla pista e sorseggiare bibite colorate.
Pochi istanti più tardi il cellulare di Holly prese a vibrare dall’interno della sua candida pochette, si trattava di un messaggio da parte di Justin ‘Holly, il tuo cavaliere dovrebbe arrivare intorno alle ore 21.00 proprio al centro della pista da ballo, sotto a quella strana sfera luminosa’. La ragazza guardò immediatamente il grosso orologio appeso alla parete: mancavano solamente quindici minuti e l’avrebbe visto.
 
Justin, ma dove sei?’ si affrettò a scrivere in un messaggio lei.
Era terribilmente ansiosa, seppur quell’incontro sarebbe stato esclusivamente per lei e per il Nomade, necessitava della presenza del suo migliore amico, anche da lontano.
Ma dato che lui le non rispose, ripose il cellulare all’interno della pochette e si decise a raggiungere il centro della pista, proprio sotto alla sfera stroboscopica.
Sei tu Cenerentola?” una voce alle sue spalle richiamò la sua attenzione e la costrinse a voltarsi.
Un ragazzo, poco più alto di lei, travestito da Zorro con l’immancabile maschera nera sopra il volto celava al pubblico solamente lo sguardo.
Era lui, Holly ne era sicura, avrebbe voluto urlare da quanto era felice.
Annuì debolmente per poi aggiungere: “E tu sei il Nomade?”, lui fece un cenno positivo con il capo.
Entrambi i volti coperti da una maschera, lui per di più indossava anche un cappello nero a banda larga, riconoscerlo sarebbe stato impossibile persino per Ashley, lei che aveva da poco fatto il suo ingresso alla festa vestita, come già Holly immaginava, da coniglietta sexy completamente bianca.
Sia lei che il Nomade si voltarono a guardarla, Holly scosse la testa abbassandola e lui, tornò a guardare la castana e le disse: “Sai, nonostante tutto non sopporto quelle come lei
Se non altro a te non ha organizzato uno schiuma-party per il tuo compleanno
Lui ridacchiò, evidentemente non aveva rimosso dalla mente quell’evento.
Tutto d’un tratto il dj si decise a smorzare quell’assordante baccano per sostituirlo con una melodia decisamente più lenta e piacevole.
Il ragazzo poggiò entrambe le mani sui fianchi quasi inesistenti di Holly, lei, molto timidamente, avvolse le braccia attorno al suo collo.
Non conosco ancora il tuo nome” gli chiese la ragazza
Nemmeno io, direi che siamo pari. Il tuo qual è?
Victoria, ma ti prego, chiamami Holly” disse quasi ridendo
Scusa, ma qual è il nesso tra Holly e Victoria?
Holly rise di nuovo: “Il mio secondo nome è Olivia, ecco perché mi chiamano tutti Holly. Ora dimmi il tuo.
Nicholas
 
Varie canzoni si susseguirono tra lente e movimentate e i due non si erano ancora staccati l’uno dall’altra.
Di tanto in tanto Holly gettava qualche occhiata nel bel mezzo della folla cercando il suo amico, ma non lo vide.
Chi stai cercando?” Le chiese lui incuriosito
Oh nessuno” rispose lei abbassando la testa “Ho una domanda da farti
Dimmi
Holly esitò qualche istante di porgli la fatidica domanda, aveva paura.
Paura di essere giudicata, paura di mettere nei guai il suo migliore amico, semplicemente paura della risposta.
Cosa ti ha portato a presentarti a me, proprio nel bel mezzo della pista?
Diciamo che un amico è stato in grado di darmi un ottimo consiglio e credo di aver fatto la cosa giusta a seguirlo.” Rispose lui sorridendole. Holly fece lo stesso: sinceramente non si aspettava che lui e Justin fossero amici.
 
Sai, mi sembri leggermente diverso
Che vuoi dire?” ridacchiò lui stranamente divertito dall’affermazione della ragazza
Non mi sembri esattamente il tipo da frequentare persone snob come le cheerleader o…
O i giocatori di football?” continuò lui interrompendola e lei annuì.
Non posso fare altro che darti ragione. Certe di loro, soprattutto Ashley, sono davvero insopportabili. Ora però sono io a volerti fare una domanda
Cioè?” domandò lei
Se potessi scegliere tra un’insalata e un hamburger, cosa sceglieresti?
C-cosa?” rise lei “Un hamburger, è ovvio” continuò poi.
Bene, con questa risposta hai appena eliminato gran parte delle probabilità che tu possa frequentare i miei stessi corsi. Ora tocca a te: cosa vorresti sapere?
Dove hai trovato il coraggio, in passato, di rimanere fidanzato con Ashley per quasi un anno?” chiese sciolta lei, ormai non provava più paura nel conversare con quel ragazzo. Che si fosse sbagliata sul suo conto? No, in realtà lei non ne aveva mai dubitato: era diverso.
Bella domanda, ora che mi ci fai pensare, sinceramente non saprei darti una risposta
Sei strano, ragazzo” sorrise lei.
E se ti chiedessi di toglierti la maschera?” gli chiese lui qualche istante più tardi, Holly arrossì. Non voleva farlo.
Penso ne rimarresti deluso
No, io non credo. Dai sono curioso
Sei testardo, oltre che strano, vero?” ribatté lei, lui in tutta risposta annuì contento.
Ormai arresa, si slacciò il fiocchettino bianco celandone il volto.
 “Io sarò strano, ma tu sei bella
Se solo fosse stato possibile, Holly sarebbe arrossita ancor più di quanto già non fosse.
Ora tocca a te” disse la castana
Ma lui non fece in tempo a ribattere, la loro conversazione fu interrotta dalla vibrazione insistente proveniente dal cellulare di Holly, si trattava di suo padre: ancora una volta non aveva scordato di tardare per venirla a riprendere.
Accidenti, devo andare” sbuffò lei delusa per non aver avuto nemmeno l’occasione di poterlo guardare dritto negli occhi senza quella maschera.
Non è un po’ presto?” ribatté lui
Lo so, ma non posso farci niente. La mia serata da Cenerentola è finita prima ancora di cominciare
Io non ne sarei tanto sicuro” il ragazzo fece appena in tempo a terminare la frase che subito dopo le sue labbra si ritrovarono proprio sopra quelle di Holly e le loro mani perfettamente intrecciate.
Quando quel baciò finì Holly fu costretta ad allontanarsi velocemente da quella pista, troppo velocemente, e quando si accorse di avere qualcosa intrecciato ai fili metallici del suo braccialetto era ormai in macchina diretta verso casa.

 
 

Just another day
It started out like any other
Just another girl
Who took my breath away
 
Then she turned around
She took me down
Just another day that I
Had the best day of my life

 

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Eeee ciao!
Innanzitutto grazie mille per le recensioni, auementano sempre più e ciò non può far altro che rendermi felice, anche chi ha aggiunto la storia tra preferite/seguite: Grazie!

Detto questo, spero vi sia piaciuto. Nei prossimi capitoli.... Nah non vi dico niente :)

Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.

 
Holly era intenta ad esaminare l’oggetto ancora agganciato al suo braccialetto quando il suo cellulare prese a vibrare nuovamente, era Justin.
Justin! Ma che fine hai fatto? Non ti ho visto al ballo” sbottò lei prima ancora che lui potesse ribattere. Dall’altro capo del telefono lui borbottò qualcosa di incomprensibile per poi aggiungere: “Ci possiamo vedere adesso?
Adesso? Non posso più uscire adesso, ci vediamo domani” continuò leisussurrando, ormai era già a casa.
Una volta terminata la chiamata con l’amico, Holly si diresse in camera sua, si tolse il vestito riponendolo accuratamente nell’armadio e quando ormai fu già a letto, riprese tra le mani il braccialetto che era rimasto impigliato tra i fili metallici del suo.
Un braccialetto nero, al centro recava una piastrina d’argento con inciso un disegno tribale, era sicura di aver già visto altre volte quell’oggetto, ma probabilmente si sbagliava.
Lo ripose sul comodino accanto al letto, tentò di dormire ma era troppo esaltata per la serata appena trascorsa: troppo occupata a ripensare alla realtà piuttosto che entrare nel mondo dei sogni.
 
Nel cuore della notte, proprio pochi istanti più tardi da quando la ragazza aveva chiuso definitivamente gli occhi, la vibrazione e la luce proveniente dal suo cellulare la costrinse a svegliarsi.
Un nuovo messaggio di Justin ‘Non mi hai nemmeno detto com’è andata la serata con il tuo Nomade’
Tra uno sbadiglio si affrettò a scrivere: ‘E’ stata quasi perfetta’ No, è stata fantastica, ma non l’avrebbe rivelato al suo amico, non adesso.
‘Perché quasi?
‘Perché, come hai detto tu, mio padre ha avuto la brillante idea di venirmi a prendere prima di mezzanotte!’
‘Ahahah povera Cenerentola’
Non ridere delle mie disgrazie, tu piuttosto, dov’eri?’ Ma non fece tempo a ricevere risposta che la batteria del suo cellulare venne meno e questo si spense.
Al diavolo!” imprecò lei lasciando il cellulare sul comodino, era fin troppo assonnata per poter mettere in carica l’aggeggio, così lasciò perdere e si addormentò.
 
Holly? Holly svegliati!” sua madre la stava chiamando da interi minuti e solo quando questa le tolse le coperte la ragazza si svegliò del tutto
Ti sei forse dimenticata che oggi è domenica e che la scuola è chiusa?” biascicò la castana stropicciandosi gli occhi
Holly, è quasi mezzogiorno. E poi c’è Justin!
Digli che arrivo tra cinque minuti” mugugnò lei recandosi in bagno con una montagna di vestiti appallottolati tra le braccia.
 
Justin, scusala si è appena alzata. Non vi eravate messi d’accordo per vedervi?” chiese la donna al biondo
Sì, le ho inviato un messaggio come al solito, ma non ho ricevuto risposta” rispose lui afferrando un bicchiere colmo di coca-cola che la donna aveva appena poggiato sul tavolo.
Ciao Justin” esclamò lei entrando in cucina
Buongiorno Bella addormentata nel bosco
Non ero Cenerentola fino a qualche ora fa?” lo rimbeccò lei facendo una smorfia
Cenerentola si alza presto la mattina” ironizzò lui uscendo dalla cucina e dirigendosi verso la porta d’ingresso.
Allora, che si fa?
Te l’ho scritto nel messaggio, ma perché non leggi?
Oh, il cellulare. Era completamente scarico questa notte e non mi sono più ricordata di caricarlo. Aspettami qui, prendo quello vecchio
Il dinosauro?” le urlò lui dall’atrio
Esatto!” rispose lei ormai in camera.
Detto fatto, Holly tornò dal suo amico, salutò la madre ed uscì da quella casa.
Hey, non mi hai più detto perché non c’eri al ballo” chiese la ragazza al suo amico
Perché…” Ma Holly lo interruppe.
Scusami un attimo” disse lei estraendo dalla tasca il suo cellulare. “Che c’è?” ripose all’apparecchio voltandosi verso la casa che aveva da poco lasciato “No, mamma. Non pranzo a casa. A dopo. Ciao
Scusa, dicevi?” si rivolse verso Justin riprendendo il discorso di poco fa e riponendo nuovamente il cellulare all’interno della tasca destra.
Sì che c’ero. Ho anche tentato di chiamarti, ma eri forse occupata
Scherzi, vero?” sorrise lei convinta che l’amico si stesse prendendo gioco di lei.
Holly, devo parlarti” disse, questa volta serio, lui
Di cosa?
Non qui, andiamo al parco” si affrettò a borbottare lui tra un passo e l’altro.
Justin, è successo qualcosa?” gli chiese Holly afferrandolo per un braccio, proprio poco prima di entrare nel parco.
Ehm… Sì” rispose lui continuando a camminare e dirigendosi sotto alle folte chiome di una vecchia quercia
Sono un idiota” continuò accasciandosi contro al grosso tronco.
Vuoi far capire qualcosa anche a me?” chiese imperterrita lei.
Holly non aveva nessuna intenzione di distogliere lo sguardo dalla figura di Justin, aspettava una risposta e la voleva subito. Non era una di quelle persone allegramente disinteressate, se sì fissava su una cosa l’avrebbe ottenuta, presto o tardi.
Ora fu il cellulare di Justin a riprodurre la suoneria di una chiamata in entrata e così fu costretto a rispondere a quella e non a Holly che non perse occasione di sbuffare ancora “Ma allora è una congiura! Questi cellulari ce l’hanno con me!
Sì, arrivo tra cinque minuti” disse lui con l’apparecchio ancora incollato all’orecchio. “Holly scusa, era mia madre, devo andare“ continuò Justin infilando il cellulare nella tasca della felpa.
E quando ti deciderai a dirmi che accidenti succede?” le urlò Holly mentre lui affrettava sempre più il passo verso l’uscita
Presto, promesso!” rispose lui voltandosi per poi correre e sparire dalla vista della ragazza.
Lei rimase lì, proprio sotto le chiome di quell’albero imponente. Il parco era tutt’altro che deserto la domenica mattina: gente che faceva jogging, ragazzini che si rincorrevano pattinando su dei roller e gruppetti di bambini qua e là che occupava il tempo mancante all’ora di pranzo giocando a palla; erano spensierati, proprio come avrebbe desiderato essere lei in quel momento.
Oh mio Dio, Holly sei tu?
Holly conosceva quella voce, la conosceva talmente bene che quasi rabbrividì ad udire quel tono isterico.
Ciao Ashley” mugugnò lei alzandosi lentamente, come immaginava non era sola, al suo seguito aveva le solite gallinelle con cui pranzava, andava in bagno e chiacchierava durante le lezioni.
Se poco prima la mente della castana era avvolta di centinaia di pensieri, ora quello più ricorrente era ‘cos’ho fatto di male per incontrarla?’.
Come mai non ti ho visto ieri sera al ballo?” le chiese la bionda seguita da alcune risa delle amiche
Idiota, ero al centro della pista a ballare con quello che un anno fa era il tuo ragazzo!’
Perché non ci sono andata” mentì Holly
Beh, hai fatto bene. Ti sei risparmiata l’ennesima figuraccia in pubblico. Continua così d’ora in poi!” sbottò lei facendo comparire su quelle labbra piene, forse rifatte, un sorriso, un falsissimo sorriso.
Seguirò sicuramente il tuo consiglio” le sorrise Holly beffarda.
Il gruppetto di cheerleader si allontanò da Holly, convinte di averla umiliata ancora una volta, ma a lei questo non importava: era tutto automaticamente passato in secondo piano quando le tornò alla mente il discorso iniziato e mai terminato dell’amico.
 
Di pranzare ormai non se ne parlava più, ripercorse i suoi passi e si diresse verso casa, passando come al solito, davanti alla casa di Justin. Inviò all’amico un messaggio recante sempre la stessa domanda e chissà quando avrebbe ottenuto la risposta.
 
Mamma, ti è per caso avanzato qualcosa da mangiare?” chiese la ragazza una volta entrata in casa
Mi hai detto che avresti pranzato fuori!” le rispose lei nascosta in gran parte dall’anta della credenza
Justin mi ha dato buca” sbuffò lei
C’è della carne appoggiata sul ripiano del forno, riscaldala tu. Io e tuo padre usciamo adesso
E dove andreste?
Dalla nonna. Vuoi venire?
N-no grazie” mugugnò lei avviandosi verso la sua camera.
Credo non moriresti se qualche volta venissi anche tu” detto questo, la donna uscì dalla casa lasciando Holly completamente sola.
In realtà, Holly da sua nonna ci andava, spesso anche, ma i suoi non lo sapevano.
Andare in quel luogo desolato in compagnia dei suoi genitori la faceva sentire in trappola e incapace di sfogarsi, perché ogni volta che si recava davanti a quella lapide, piangeva per ore e ritornava a casa con un peso in meno sopra al cuore.
 
Dopo aver consumato quello che era il suo pranzo, tornò in camera sua, accese il computer e di conseguenza anche la chat.
 
Cinderella818ha appena effettuato l’accesso.
 
E sorpresa delle sorprese trovò in linea proprio lui, il Nomade e anche Justin.
 
 
SwaggedMan Scusa se me ne sono andato senza spiegarti niente.

Cinderella818 Adesso hai tempo di spiegare?

SwaggedMan Mia madre ha deciso di risposarsi.

Cinderella818 Cosa?! Scherzi, vero? E chi sarebbe costui?

SwaggedMan Mio padre…
 
Quella conversazione lasciò Holly esterrefatta e delusa, forse più di come si sentiva Justin in quello stesso istante.

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Rieccomi qua :D Dai sono stata veloce ad aggiornare
*dopo essersi resa conto che è già passata quasi una settimana*....
Ok, volevo essere più veloce, ma d'ora in poi credo di avere molto più tempo libere.
Beh che dire: non posso che essere contenta di leggere le vostre belle recensioni e di sapere che parecchia gente ha inserito la storia tra preferite/seguite.
Credo/spero di aggiornare al più presto. Spero che la storia vi piaccia, se è così
mi lasciate una recensioncina? Anche piccolina :3
Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Capitolo 7.

 
Il contatto SwaggedMan si è scollegato.
 
Come volevasi dimostrare.
Holly stava ormai raggiungendo la soglia dell’esasperazione, capitava solo raramente che non riuscisse ad avere una vera e propria conversazione con il suo migliore amico e proprio adesso che avrebbe voluto sapere ogni particolare, lui faceva il sostenuto: non era cosa da Justin parlare poco, assolutamente. C’era qualcosa di più sotto a tutta la faccenda.
Afferrò il vestito che aveva accuratamente riposto nell’armadio la sera prima, così che avrebbe avuto un’ulteriore scusa per fargli visita, lo mise all’interno di un grande sacco di plastica ed uscì frettolosamente di casa chiudendosi la porta alle spalle.
In meno di dieci minuti la ragazza raggiunse la villetta del suo amico, bussò e attese impazientemente che qualcuno al suo interno si facesse vivo.
Bussò una seconda volta e aspettò.
Una terza e aspettò.
Alla quarta volta si domandava se valeva davvero la pena sostare così a lungo su quella veranda, ma proprio quando stette per voltarsi e ripercorrere il vialetto, ecco che la porta si aprì.
Oh ciao Holly” esclamò con tono flebile Pattie, la madre di Justin, non appena la vide.
Ciao Pattie, scusa il disturbo. Ti ho riportato il vestito” rispose di rimando la ragazza porgendole il sacco.
La donna le sorrise afferrando il sacco e riportando lo sguardo su Holly che le chiese: “C’è Justin?
Pattie scosse la testa per poi rispondere: “E’ uscito e non ho idea di dove sia andato, ma se vuoi un consiglio, non cercarlo. Era parecchio arrabbiato.
Va bene, grazie Pattie” concluse Holly allontanandosi dalla villa.
 
C’era solo un posto, secondo Holly, in cui Justin poteva trovarsi quando era arrabbiato con il mondo: il parco e più precisamente nascosto all’interno di un grosso tronco cavo.
Contrariamente a quanto raccomandato da Pattie, la ragazza si diresse nuovamente al parco tentando di ricordare dove fosse ubicato quel grande albero.
Dopo vari giri a vuoto, notò alcuni particolari che le riportarono alla memoria il giusto sentiero da percorrere e, qualche istante più tardi, lo trovò.
 
Una volta raggiunto il tronco, si piegò per guardarci dentro e con sua grande sorpresa non vi trovò Justin.
Alquanto strano’pensò, ma l’idea che le balenò in testa di chiamarlo al cellulare e chiedergli dove realmente fosse, fu subito offuscata dal pensiero che non glielo avrebbe mai rivelato.
 
Così com’era giunta a quel luogo quasi isolato, ripercorse lo stesso cammino passando davanti alla grande quercia dove qualche ora prima aveva avuto il dispiacere di incontrare Ashley.
Lui era lì, seduto sotto quelle fronde di un verde acceso.
La ragazza si avvicinò piano, quasi non volesse far udire all’amico i suoi passi; ma fu del tutto inutile.
Non appena Justin la vide le lanciò un’occhiata fulminea: “Chi ti ha detto che ero qui?
Nessuno, in realtà tua madre mi ha detto di non cercarti affatto…
E allora perché sei qui?” sbottò acido lui
Perché sono la tua migliore amica, o sbaglio?
Scusami, hai ragione” si arrese lui abbassando il capo “Holly, devo parlarti” continuò lui incrociando lo sguardo con quello dell’amica.
Del matrimonio di tua madre?” domandò lei sicura che si trattasse di quello
No, del ballo che c’è stato ieri sera” rispose lui rabbuiandosi.
Dimmi” continuò lei tranquilla
Tu non hai ballato con il Nomade o con Nicholas o come accidenti si chiama. Il ragazzo vestito da Zorro ero io, non quello che tu ti aspettavi. Mi dispiace Holly” disse lui tutto d’un fiato e corrucciandosi ancora di più.
Dall’espressione delusa e allo stesso tempo arrabbiata che si dipinse sul volto della ragazza, Justin si pentì all’istante di ciò che le aveva confessato, ma nasconderle il tutto sarebbe stato sicuramente più difficile.
Tu cosa?” sbottò lei irata
Holly, ti giuro che mi dispiace
Cazzo Justin, ma come hai potuto fare una cosa del genere?
Non ci arrivi da sola?” domandò lui cercando di mantenere un tono calmo e pacato
No, evidentemente no: spiegamelo tu” sbottò urlando ancora più forte
Perché mi piaci! Dio, solo tu non te ne sei mai accorta!” inveì di rimando scattando in piedi, alzando la voce di un tono nettamente superiore a quello dell’amica.
Entrambi erano rossi in volto dalla rabbia, chi più, chi meno.
Quella più sbigottita era indubbiamente Holly, chissà da quanto tempo era vero ciò che le aveva appena confessato, ma soprattutto l’avevano capito tutti: tutti tranne lei.
Persino sua madre, secondo lei ora, lo sapeva.
Avrebbe voluto sprofondare, la stessa ragazza che si auto convinceva di essere la più sfigata della scuola, piaceva al ragazzo che le era sempre stato accanto sin da quando erano bambini, ma non riusciva ad accettarlo.
Non poteva concepire un concetto del genere, non quando aveva sognato da oltre due anni il tanto atteso incontro con il Nomade, un incontro che non si era trasformato in nient’altro che menzogna.
Era questo ciò che le aveva fatto Justin: le aveva mentito ed un migliore amico che si possa definire tale, non mente.
La ragazza portò entrambe le mani sugli occhi cercando di cancellare tutto, ma l’unica cosa che riuscì ad ottenere fu un abbraccio da parte del suo amico e lei, puntualmente, lo respinse allontanandosi da lui.
Cosa speri di risolvere comportandoti così?” le chiese lui riducendo definitivamente il tono di voce
Justin, vaffanculo!” sbottò lei urlando e con le lacrime che di lì a poco avrebbero avuto la meglio per inondare le guance ancora rosse. Si voltò e cominciò a correre, dove esattamente non lo sapeva, udiva solamente il vociare della gente presente nel parco e le grida di Justin che tentavano di sovrastare ogni altro rumore.
Il biondo si decise finalmente ad inseguirla tentando invano di attirare la sua attenzione, solo quando si fermò mentre lei era a pochi metri da lui, sfinita per la corsa, le urlò ansimando: “Devo farti i miei complimenti, Holly
Lei si voltò guardandolo di sbieco: “Forse sono io che devo farli a te
Ah sì? E per cosa mi meriterei dei complimenti?” ribatté lui cercando di riprendere fiato
Da dove devo cominciare? Dal fatto che tu mi abbia mentito per poi fingerti chi in realtà non eri, concludendo il tutto con un bacio? Bravo, davvero” ironizzò lei battendo un paio di volte le mani e mantenendo lo sguardo arrabbiato sull’amico.
Non credere di essere migliore come amica” continuò lui riprendendo a fissarla dritto in quegli occhi verdi, dall’aria leggermente spenta e confusa.
Io non ti ho mentito!” sbottò lei.
Non ti stai nemmeno comportando da amica, se per questo. Ma evidentemente sei troppo occupata a pensare a te stessa!” detto questo, Justin si allontanò definitivamente da Holly varcando la soglia del parco che portava alla strada diretta per casa sua, lasciandola immobile con lo sguardo fisso perso nel vuoto.

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Ahi, ahi, ahi.
Scommetto che molte di voi già sapevano che si trattava di un Justin vestito da Zorro.
Persino la mia migliore amica l'aveva capito LOL
Ne siete rimaste deluse vero?
Voglio sapere tuuuuutti i vostri pareri :3
Grazie a chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate e chi amorevolemente 
mi lascia sempre una recensione :3

Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Capitolo 8.

 
Sebbene la voglia di rinchiudersi in casa per il resto della giornata non l’allettasse, era l’unica cosa che pensava potesse fare.
Così si diresse verso casa trascinando di malavoglia i piedi uno avanti all’altro.
 
Era rimasta terribilmente delusa dal comportamento di Justin ‘Non avrebbe potuto semplicemente dirmelo?’ continuava a ripetersi come se qualcuno avesse potuto udirla.
Dopo aver percorso varie volte avanti e indietro il corridoio che portava dalla sua camera alla sala, si decise ad accendere il computer.
Come prima cosa, si affrettò a cambiare il nickname che ormai da mesi  aveva fatto suo.
 
Cinderella818ha cambiato il suo nickname in Holly.
 
Non si sentiva più come Cenerentola ormai, pensava di aver commesso il suo errore più grande a presentarsi a quel ballo: almeno per una volta, avrebbe dovuto dar retta al suo cervello ed anche alla madre che inizialmente fu contraria.
 
Nel frattempo Justin si era chiuso a chiave in camera sua e nonostante sua madre lo stesse pregando da interi minuti di uscire, lui non diede il minimo segno di aver udito le sue parole.
Di sicuro si aspettava una reazione del genere da parte di Holly, ma forse nel suo piccolo sperava mettesse da parte momentaneamente il rancore e lo ascoltasse. Sperava si comportasse, almeno lei, da amica.
 
Per sua fortuna, Pattie smise di insistere e poté così evitare di pensare almeno a lei e all’imminente matrimonio.
Accese il computer e senza la minima sorpresa notò Holly tra i contatti in linea.
Ma non le avrebbe scritto, non ora almeno.
Se lui sperava che fosse lei a fare la prima mossa, lei dall’altra parte, pensava la stessa identica cosa: di questo passo avrebbero evitato di rivolgersi la parola per molto tempo ancora.
 
Passò un’ora, entrambi connessi e nessuna conversazione.
 
Vedendo che Justin non si comportava come da lei sperato, Holly spense il computer e trascorse il resto della giornata china sui libri di scuola, azione mai compiuta così a lungo prima.
Persino sua madre si stupì nel vederla così immersa nello studio, ma non si preoccupò certo di domandarle qualcosa in merito.
 
Sembrava quasi che entrambi stessero recitando un copione per svolgere esattamente le stesse attività nello stesso momento, si stavano comportando nel medesimo modo: non spiccicarono parola durante la cena, entrambi si dedicarono allo studio e si coricarono circa la stessa ora.
 
 
La mattina seguente, ovviamente, l’uno non aspettò l’altra; Holly era tentata, ma forse solo come d’abitudine, di aspettare fuori nel suo vialetto l’amico, quando infine realizzò l’accaduto del giorno precedente, s’incamminò verso scuola da sola.
 
Quando fu davanti al suo armadietto, con la coda dell’occhio vide passare l’amico che non perse occasione per posare lo sguardo su di lei. Holly prontamente si girò facendo combaciare il suo sguardo negli occhi color nocciola dell’amico.
Quello scambio di sguardi durò interi secondi prima che il suono della campanella riportò entrambi alla realtà e all’inizio delle lezioni.
Durante le quattro ore che seguirono, intervallo compreso, Holly non si mosse dal suo banco se non per recarsi nelle varie aule dove si sarebbero tenute le sue lezioni.
Oltre a Justin non aveva amiche con cui trascorrere distrattamente le lezioni, figuriamoci scambiare quattro chiacchiere durante l’intervallo: era completamente sola, ma questo non bastò di certo a far cedere l’orgoglio per riappacificarsi con l’amico.
Sebbene fosse intenta a fissare ciò che c’era al di fuori della finestra, non si accorse che Ashley si era seduta accanto a lei.
Come mai una ragazza dolce e simpatica come te, se ne sta seduta qui tutta sola?” le chiese la bionda con tono languido.
La castana si voltò di scatto verso la ragazza che le aveva appena rivolto la parola e quando vide che si trattava proprio di colei che tanto non sopportava, si affrettò a ribattere: “Ashley, che cosa vuoi?
Perché pensi che se le persone ti rivolgono la parola, vogliano necessariamente qualche cosa da te?” rispose di rimandò lei senza cancellare il falso sorriso che le sovrastava il volto perfettamente truccato
Tu non mi rivolgi mai la parola se non per insultarmi, ecco perché lo penso
La bionda abbassò lo sguardo intenta a ripensare a quelle parole, ma dato che il suo quoziente intellettivo era alto solo per riconoscere quando un abbinamento di colori era giusto o sbagliato, si prostrò a dire: “Sì, effettivamente hai ragione. Quale sano di mente sprecherebbe del tempo a parlare con te?” ridacchiò lei in tono scherzoso convinta di aver offeso, ancora una volta, la povera Holly.
La castana scosse la testa arrendendosi a quella conversazione e si alzò raccogliendo velocemente alcune delle sue cose sparse sul banco lasciando sola nell’aula la cheerleader.
Non fece in tempo a varcare la soglia dell’aula, che subito la bionda si precipitò alle sue spalle seguendola lungo il corridoio fin davanti al suo armadietto.
Sai, non dovresti comportarti così. Allontani solo le persone” la riprese Ashley posizionandosi di fianco a Holly a braccia conserte.
Ashley, che cosa vuoi?” domandò nuovamente la castana.
Hai litigato con Justin, vero?
Cosa ti fa pensare che io abbia litigato con lui?” sbottò provocando un rapido avvampamento sulle gote candide
Holly, andiamo… Non trascorri mai la giornata senza di lui, il che può solo significare che avete litigato.” Rispose lei con una tale da tranquillità da farla innervosire ancora di più.
La castana non ribatté, le sembrava fin troppo strano tutto questa sua gentilezza nel sapere cosa davvero l’affliggeva. C’era di sicuro qualcosa sotto, ma ancora non riusciva ad afferrare cosa mai volesse da lei.
Oggi,io e le altre ragazze, abbiamo intenzione di andare al centro commerciale qui vicino per fare un po’ di shopping, un salto dall’estetista e cose del genere. Se vuoi aggregarti, partiamo da scuola non appena terminano le lezioni. A dopo!” Non appena ebbe finito di narrarle il programma di uno dei suoi pomeriggi abituali, si dileguò zampettando sugli scomodi tacchi a spillo che indossava.
Holly sbuffò sonoramente infilando distrattamente i libri all’interno del suo armadietto, quando poi lo richiuse, vide Justin appoggiato dietro lo sportello di esso con le braccia incrociate e lo sguardo fisso su di lei.
Holly ricambiò per alcuni secondi lo sguardo senza proferire parola, notando poi che nessuno dei due intavolò una conversazione, girò su se stessa e si allontanò da lui.
Vedo che il tempo per parlare con la tua amica Ashley lo trovi”. All’udire quelle parole arrestò di colpo i suoi passi e lentamente si voltò verso di lui.
Ti da fastidio?” le domandò lei tranquilla.
Perché dovrebbe darmi fastidio? E’ una cosa così normale che tu parli con la ragazza che fino a ieri ti rivolgeva la parola solo per insultarti.
Ti interessi a ciò che faccio adesso? Fino a ieri non mi pare t’importasse
Sei una stupida Holly” la rimbeccò lui
Dì pure quello che vuoi, Justin. Non m’interessa ciò che pensi” sbottò lei senza distogliere lo sguardo da quello dell’amico.
Non ti interessa quello che pensa il tuo migliore amico?” domandò lui abbassando notevolmente la guardia.
Quale migliore amico?” 

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Innanzitutto ci tenevo a dire che non mi sono dimenticata di questa storia, assolutamente, ma è stata una settimana un po'... No ok, mi mancava solo la voglia di aggiornare e non credo che questo capitolo sia il massimo, ma è tutto ciò che la mia povera mente è riuscita a partorire LOL

Detto questo, le cose sembrano complicarsi un pochino, fino a stamattina all'alba (?) avevo intenzione di far concludere la storia tra pochi capitoli e invece no, non vi libererete di me tanto presto LOL
Ringrazio sempre tanto chi mi recensisce e spero continuiate a farlo perché mi rende felice leggere i vostri commenti :3

Bene, vi ho già rotto le balle abbastanza,
Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


Capitolo 9.
 

Forse Holly si pentì di avergli detto ciò, sicuramente se ne sarebbe pentita ancor di più quando avrebbe realizzato che al di fuori di lui, di veri amici, non ne aveva.
Sul volto del biondo si disegnò un’espressione di delusione più totale, questa volta fu lui a voltarle le spalle e ad allontanarsi da quel corridoio ormai deserto.
 
Trascorsero anche quelle poche ore che mancavano al termine delle lezioni, dopo aver pensato e ripensato varie volte sul da farsi, Holly decise di accettare l’invito di Ashley e di aggregarsi al gruppo di fanatiche cheerleader per un pomeriggio dedicato solo ed esclusivamente allo shopping.
Come promesso dalla bionda, si ritrovarono tutte davanti a scuola e non appena notarono anche la castana, la trascinarono per entrambe le braccia fino alla BMW grigio metallizzato di Ashley.
 
Secondo Holly, le quattro ragazze che occupavano con lei quell’automobile, erano paragonabili a galline starnazzanti. La loro voce acuta e le loro risa frenetiche ed interminabili, provocavano un fastidio tremendo alla povera ragazza.
Holly, dì qualcosa anche tu! Non trovi che Josh Bolton sia terribilmente bello?” le gridò Ashley tutta eccitata per la conversazione che aveva appena intavolato con le altre finte bionde.
Chi?” domandò Holly
Oh andiamo. Il quarterback biondo della squadra della scuola! Dovresti smetterla di guardare solo il tuo amico Bieber. Dai retta ad una che di ragazzi se ne intende
A giudicare dal tuo Q.I. ti intendi solo di quello’ pensò Holly facendo apparire involontariamente una smorfia di disappunto sul suo volto. Ma quello non fu l’unico pensiero che attraversò la sua mente in quel momento, le tornò alla mente Justin nell’istante in cui Ashley lo aveva nominato.
Scosse ripetutamente il capo.
No, non poteva essere.
Ashley non poteva davvero sapere qualcosa che a lei da tempo era sfuggito: a Holly piaceva Justin?
No, no e poi no. Era il suo migliore amico, lo era sempre stato fino a… Fino a qualche ora fa, almeno.
Hai intenzione di aspettarci in macchina, per caso?” le urlò la bionda pochi passi più avanti da dove, senza che Holly se ne accorgesse, aveva parcheggiato la macchina.
La castana scosse la testa e si affrettò a scendere dalla decapottabile.
 
Quelle quattro ragazze impazzivano tremendamente ogni volta che passavano davanti ad un negozio di abiti firmati, emettevano piccole urla stridule attirando l’attenzione di chiunque gli stesse passando accanto.
Holly non riusciva a comportarsi come loro, soprattutto a causa di quel pensiero fisso che le assaliva la mente: Justin.
Holly, tu hai seriamente bisogno di una seduta dall’estetista!” la rimproverò Ashley lanciando una veloce occhiata alle altre tre; queste avanzarono verso di lei afferrandola per entrambe le braccia e lei cominciò a dimenarsi come una bambina.
Oh no! Ferme!” sbottò lei con quanta più voce aveva in corpo e senza cessare un solo istante di frenare, invano, i piedi a terra.
Ora era lei ad attirare l’attenzione su di sé, involontariamente stava creando più confusione di quanto le urla delle cheerleader fossero riuscite a provocare.
Non farti pregare. Guarda il lato positivo: potresti persino entrare a far parte del nostro gruppo!” la invogliò Grace, non ché migliore amica di Ashley, almeno per la settimana corrente.
Oh cielo, no!
Ma i suoi rifiuti servirono a poco, quattro contro uno rappresentava una battaglia persa in partenza per Holly, che dovette esanime, lasciarsi andare.
 
Trascorse quasi un’ora prima che la castana poté uscire da quell’inferno rosa, era totalmente diversa: capelli dritti come spaghetti non più completamente castani ma con alcune ciocche bionde qua e là.
Quelle poche imperfezioni che aveva, erano sparite, dissolte nel nulla.
Si era fatto spazio sul suo viso pulito una maschera di trucco, non pesante, ma di sicuro evidente.
Le quattro bisbetiche la contemplavano riempiendo i loro volti di sorrisi, lei, invece, non riusciva ad incurvare le sue labbra verso l’altro; ‘che accidenti mi hanno fatto?’ pensò tra sé e sé.
Se Justin l’avesse vista così, chissà cosa mai avrebbe pensato! ‘La mia migliore amica si sta trasformando in mostro. Un mostro con i pon-pon’
Ed era vero: si sentiva un mostro, non solo per come ora si presentava all’esterno, ma anche per ciò che si sentiva all’interno.
Ti ci abituerai! E per festeggiare ci prendiamo un frullato dietetico!” esclamò estasiata Ashley
Un frullato dietetico?” domandò amareggiata Holly
E’ ovvio! Quello normale fa ingrassare?
E un bel chi se ne importa non ce lo metti?’
Ordinare un frullato dietetico sarebbe come voler prendere una pizza senza pomodoro e formaggio filante: non avrebbe senso! Ma quelle quattro pazze erano maniache del non-sense.

Mentre Ashley, Grace, Alyson e Danielle ordinarono un frullato alla fragola senza contenuto di grassi aggiunti, Holly ne ordinò uno al cioccolato con tanto di panna montata in cima e a completare il tutto, la cameriera le portò un enorme biscotto con pepite di cioccolato sulla superficie.
Inutile dire che le quattro cheerleader la fissarono, per tutto il tempo che impiegò a finire le sue ordinazioni, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
Lei non se ne curò affatto, sebbene non lo mettesse in mostra, aveva un bel fisico e la cosa che le importava di meno era rinunciare al cibo che amava di più per evitare di ingrassare anche di un solo etto.
 
Quel pomeriggio sembrò infinito, prima che Holly poté rincasare, le amanti dello shopping visitarono quasi ogni negozio di quell’immenso centro commerciale, acquistando almeno qualcosa all’interno di ognuno di essi.
Holly non comprò assolutamente nulla, i vestiti non le mancavano, ma Ashley non era pienamente convinta; perciò, a sua insaputa, comprò una maglietta alquanto costosa e gliela regalò.
La castana le ripeté almeno per cinque volte di fila che quel gesto non era necessario, ma la bionda non le diede ascolto e le rifilò il sacchetto rosa tra le mani.
Erano quasi le nove di sera quando Ashley la riaccompagnò a casa, afferrò l’unico sacchetto che aveva e dopo aver salutato la bionda s’incamminò raggiungendo il vialetto che l’avrebbe riportata a casa.
La panchina situata all’inizio di quel piccolo viale, solitamente vuota, ora era occupata da qualcuno, qualcuno che Holly conosceva bene e che teneva stretta tra due dita una sigaretta accesa.
 
Justin, ma che accidenti stai facendo?” sbottò lei avvicinandosi all’amico
A te cosa sembra?” rispose lui di rimando assaporando un tiro di quella sigaretta ormai consumata a metà.
Da quando fumi?
Da quando esci con Ashley e diventi la sua marionetta?
Io non sono…
Guardati” la interruppe lui gettando a terra la sigaretta e distruggendola con la punta del piede “Non ti ho visto con i capelli così acconciati nemmeno alla tua comunione” continuò portando il suo sguardo tra gli occhi verdi di lei.
Perché sei qui?” le domandò lei deviando la discussione. Prima di risponderle, tirò fuori dalla tasca una gomma da masticare, gettò la carta a terra e riportò lo sguardo su di lei.
Perché sono uno stupido, ecco perché
Holly non capiva e lo guardò con aria interrogativa.
Sono uno stupido perché avrei dovuto mandarti a fanculo, ma non l’ho fatto” detto ciò si alzò e si posizionò a pochi centimetri dalla ragazza.
E perché non lo hai fatto?” lo provocò lei assottigliando lo sguardo a due fessure.
Senza risponderle e continuando a mantenere il suo sguardo intrecciato in quegli occhi verdi , Justin le prese il viso tra le mani, era talmente vicino al suo viso da riuscire a sentire il respiro di Holly sul suo viso, quel respiro che gli sfiorava le labbra, quelle labbra che lentamente, ma in modo deciso, si avvicinarono alle sue unendo il tutto in un bacio mai dato prima.

Spazio Autrice:

{Leggimi u.u}
Dai, non è passata nemmeno una settimana da quando ho aggiornato l'ultima volta, sono perdonabile? LOL
Magari ve lo aspettavate questo bacio o magari no. Beh ma io voglio sapere che ne pensate, perché siete meravigliose  a lasciarmi sempre dolcissime recensioni e amo rispondervi una per una :3

Ok, dopo i convenevoli vi saluto perché sono un po' di fretta.
Se per caso qualcuna di voi vuole essere aggiornata su twitter sui miei aggiornamenti, basta che mi lasciate il link :)

Per chi volesse, io sono @Belieber4choice su twitter ^^

Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Capitolo 10.


A Holly cadde il sacchetto dalla mano che debolmente lo sorreggeva. Le labbra di Justin non si erano ancora staccate dalle sue.
Gli occhi verdi della ragazza erano sgranati al contrario di quelli di Justin che restavano serrati, ma avanti a sé non vedeva nulla: era rimasta come pietrificata da quel gesto.
Quando Justin fece finire quel bacio, entrambi trascorsero infiniti istanti a guardarsi l’uno negli occhi dell’altra.
Non riuscendo a reggere ulteriormente quello scambio di sguardi, Holly spostò il capo verso destra fissando nuovamente il vuoto e lasciando quel sacchetto steso al suolo.
Mi dispiace Holly” disse improvvisamente Justin riacquistando l’attenzione dell’amica su di sé “Ma non riesco ad essere solo un tuo amico. Non è amicizia quella che vedo tra me e te” continuò mantenendo fisso il suo sguardo negli occhi verdi di lei.
E cosa ci vedi?” chiese lei con un tono di voce alquanto basso
Amore, Holly
No, Justin” ribatté la castana abbozzando uno strano sorriso e scuotendo ripetutamente il capo.
Ti chiedo solo una cosa: pensaci” concluse lui poco prima di voltarle le spalle e di allontanarsi da quel vialetto.
Prima che potesse sparire dalla sua visuale, Holly si affrettò a chiamarlo: “Justin!” gli urlò; lui prontamente si voltò rimanendo senza parlare a guardarla aspettando che fosse lei a dire qualcosa, ma nulla.
Tutto ciò che fece fu correre verso di lui abbracciandolo, restando con il viso incollato al petto di lui.
Respirava il profumo dell’amico come se fosse stato l’unico squarcio d’aria a permetterle di vivere.
Justin non poté far altro che cingerla con entrambe le braccia tenendola ancor più stretta, quasi come se avesse avuto paura che scappasse di nuovo.
 
Ci stava provando.
Holly stava davvero provando a capirci qualcosa di più di quanto mezza scuola già aveva intuito, ma più gli restava vicino più non vedeva nulla di diverso che una grande amicizia.
Justin”Holly sciolse lentamente l’abbraccio incrociando il suo sguardo con quello dell’amico: “I-io… Sei il mio migliore amico e…” ma lui la interruppe.
Non voglio saperlo adesso, okay? Non ti ho mai detto che speravo sentissi quello che sento io perché avrei sprecato solo del tempo a convincermi di qualcosa che non sarebbe mai stato ciò che realmente volevo. Non voglio sapere nulla. Se mai cambierai idea forse lo capirò io stesso
E dopo aver udito quelle parole, Holly non poté far altro che annuire debolmente.
Quasi dimenticavo: mia  madre mi ha detto di darti questo” le porse una piccola busta bianca.
Ci vediamo domani a scuola, ciao” le disse e questa volta si allontanò senza più voltarsi.
 
Poco prima di rincasare, Holly aprì quella busta e all’interno vi trovò un invito; un invito per l’imminente matrimonio tra la madre ed il padre di Justin.
Se n’era completamente dimenticata e maledicendosi di ciò non ebbe nemmeno il coraggio di tornare sull’argomento.
 
 
La mattina seguente Justin non l’aspettò per percorrere insieme la strada diretta a scuola e Holly non se ne meravigliò più di tanto; la cosa che invece la stupì e che la deluse allo stesso tempo, fu quando ripetutamente aveva tentato di chiamarlo e lui l’aveva ignorata ogni volta.
 
Quel fatto accadde anche una volta terminate le lezioni: Justin non aveva aspettato che lei lo raggiungesse nel piazzale della scuola, si era incamminato verso casa poco prima che lei varcasse la soglia dell’edificio.
Nonostante la discussione della sera precedente l’avesse fatta rimanere alquanto perplessa su molte cose, affrettò il passo fino a raggiungere l’amico: “Justin” disse ripetutamente senza ottenere riscontro.
Vuoi dirmi che accidenti succede?” domandò ora posizionandosi davanti a lui impedendogli di proseguire il cammino.
Niente” sbuffò sonoramente lui superando l’amica senza nemmeno guardarla in viso.
Oh per favore. Dimmi cosa c’è” insistette lei.
Lui, invece, ripeté nuovamente: “Niente
No, non ci credo. Vieni con me. Andiamo al parco e ne parliamo” lo invitò lei intralciando ancora una volta i suoi passi.
No, senti Holly non ho voglia di uscire
Allora vieni da me questo pomeriggio” insistette nuovamente lei
Non voglio uscire” ribatté lui scandendo distintamente ogni parola
Ho capito, vengo io
Holly, lascia stare. Mia madre ha la testa non so dove per via di quel fottuto matrimonio. Non credo sia buona idea
Vedendo che Holly non si spostò di un solo passo e per di più senza dargli alcun riscontro di quanto appena sentito, Justin sbuffò e poi aggiunse: “Vieni per le tre
Va bene!” esclamò lei sorridendogli ed imboccando il vialetto che portava a casa sua.
 
Poco prima che l’orologio segnasse l’orario prestabilito, Holly si fiondò velocemente fuori casa dirigendosi verso quella di Justin. Come immaginava, una volta bussato ripetutamente alla porta, le aprì Pattie sorreggendo con entrambe le mani decine di cataloghi e, appoggiato sopra un braccio, anche un pezzo di stoffa candido.
Oh, ciao Holly. Cercavi Justin?
La castana annuì e le sorrise varcando la soglia di casa.
Perdonami la confusione, ma…
Tranquilla, non c’è problema” si affrettò a ribattere Holly per poi dirigersi verso la stanza di Justin.
Quando aprì la porta, lo trovò seduto alla sua scrivania con entrambe le mani affondate in quei morbidi capelli color biondo scuro.
Justin, va tutto bene?
Lui scosse la testa alzandosi da quella sedia e facendo scivolare svogliatamente il suo corpo sopra al letto.
 
L’amica si avvicinò a quel letto e vi si sedette poco più distante da dove si trovava Justin, sdraiandosi poi del tutto accanto a lui, così vicino da permettere alle loro braccia di sfiorarsi.
Dio, che schifo!” esclamò lui fissando il soffitto
Holly senza rispondere portò lo sguardo verso di lui.
Non voglio. Non voglio che lui venga a vivere qui
Sarebbe forse peggio se tu dovessi andare a vivere da tuo padre, non trovi?” chiese di rimando la ragazza.
Spero non succeda” rispose lui abbassando notevolmente il tono di voce.
C’è per caso la possibilità che accada?
Temo di sì” 

Spazio Autrice:

{Leggimi u.u}
Bene, eccomi ancora qua :)
Ho aggiornato abbastanza in fretta dai :3
Peccato però che sono diminuite le recensioni çç
Spero aumentino con il prossimo. Ci tengo alla vostra opinione :)
Scappo perché sono di frettissima D:

Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


Capitolo 11.

 
Era trascorsa quasi mezzora da quando avevano ultimato quella conversazione.
Holly si era addormentata accanto a Justin che nel frattempo le accarezzava dolcemente i capelli.
Regnava il silenzio più assoluto in quella stanza finché la porta della sua stanza venne spalancata da sua madre che disse: “Justin, dovresti venire in cucina
Abbassa la voce” sussurrò piano lui indicando la ragazza
Oh scusami
Perché devo venire?” domandò lui mantenendo lo sguardo posato sul viso di Holly
C’è tuo padre” biascicò debolmente la madre quasi avesse avuto paura di dirglielo.
Non voglio vederlo
Justin!” sbottò Pattie  e questa volta ad alta voce.
Abbassa la voce per favore” rispose pacato lui senza smettere un solo istante di accarezzare il viso di lei e poi aggiunse: “Dammi due minuti”.
 
Pattie li lasciò di nuovo soli e nonostante fosse l’ultima cosa che Justin avesse voluto fare, si apprestò a svegliare lentamente l’amica.
Scusami Justin, non mi ero accorta di essermi addormentata” disse piano Holly
C’è mio padre di là e tu dovresti andare.” A fatica pronunciò quelle parole, avrebbe voluto restarle accanto per molto tempo ancora, anche solo guardarla dormire lo avrebbe fatto sentire sicuramente meglio.
Non ti preoccupare, esco dalla finestra, come al solito” gli sorrise lei.
 
Spesso da bambina, Holly s’intrufolava in camera di Justin arrampicandosi sul piccolo arbusto situato pochi metri più lontano rispetto a dove si trovasse il balcone della sua stanza. Non era difficile per lei raggiungerlo e nonostante adesso fosse stato molto più comodo e conveniente passare dalla porta, di tanto in tanto usava quel passaggio per entrare ed uscire da casa sua e a lui questo non dispiaceva affatto.
Diverse volte era capitato che i due litigassero e quando il biondo aveva solennemente ordinato alla madre di non aprire a Holly, lei si arrampicava sul quel piccolo albero e faceva capolino nella stanza dove lui, senza darglielo a vedere, l’aspettava. Ecco perché raramente chiudeva quella finestra.
 
Justin raggiunse in cucina sua madre e suo padre, se era così che sarebbe stato costretto a chiamarlo da quel momento in poi.
Ciao Justin!” esclamò lui abbozzando un sorriso, Justin, invece, biascicò un ‘ciao’ quasi impercettibile se la persona alla quale era diretto si fosse trovata oltre un metro più avanti di lui.
Sua madre gli lanciò un’occhiata fulminea e in tutta risposta lui domandò seccato:  “Che c’è?
Pattie si passò una mano sugli occhi e Jeremy, suo padre, disse al figlio: “Credo sia meglio se io e te usciamo.
Proprio quello che Justin avrebbe voluto evitare, suo padre  voleva solamente parlargli, ma meno il biondo sentiva la sua voce e vedeva la sua figura, meglio stava.
 
Justin, forse tu già sapevi che a breve lasceremo tutti e tre Atlanta, e …” ma Jeremy fu interrotto da Justin che sbottò: “Che cosa? Io non voglio trasferirmi!
Il trasferimento era un fattore che lui aveva già incassato subendo il colpo di dover assistere a quell’odiato matrimonio, ma non pensava che si sarebbe realizzato tutto quello che lui temeva.
Justin, è necessario che io torni in California
Io non voglio andare in California. Io voglio restare qui! Ho la mia vita, la mia scuola: tutto” sbottò irato Justin e dicendo tutto si riferiva proprio a lei: l’unica ragione per cui non avrebbe mai voluto lasciare Atlanta.
Non importa, Justin” disse l’altro restando calmo e pacato.
Certo, non importa” biascicò il biondo voltando le spalle al padre e lasciandolo solo seduto su quella panchina.
 
Deluso da quella conversazione, Justin si diresse a casa di Holly e dopo aver bussato un paio di volte, questa gli aprì.
Justin ma che è successo?” gli chiese lei lasciandogli lo spazio per entrare.
 
Me ne vado, Holly. Lui ha deciso che ci trasferiamo in California” rispose con disprezzo il biondo mentre si sedeva distrattamente sul letto della ragazza
In California? Ma è dall’altra parte del paese, tu non puoi…
A lui non importa, okay? Non gliene frega un cazzo se io non me ne voglio andare e se qui ho tutta la mia vita. Ricompare dopo quattordici anni e pretende di decidere lui per me e la cosa peggiore è che io non posso fare niente!” Justin si portò entrambi le mani nei capelli affondando il viso tra le braccia per tentare di nascondere persino alla sua migliore amica gli occhi lucidi che di lì a poco avrebbero rilasciato lacrime amare.
Justin” gli sussurrò lei avvicinandosi a lui e passandogli una mano tra i capelli.
Non voglio vederlo, non voglio tornare a casa” continuò lui.
Resta qui” gli suggerì lei ben sicura di quell’invito.
Non posso” ribatté lui. “Puoi” affermò lei.
Justin le sorrise, dimenticando, anche se solo per poco, quella sgradevole situazione che era costretto a subire.
 
Scusa se ritorno sull’argomento, ma quando partirai?” domandò Holly. Entrambi erano sdraiati sul morbido tappeto bianco posto al centro della stanza della ragazza.
Il biondo si voltò verso di lei e le disse: “Appena dopo il matrimonio
Cioè sabato? Ti trasferisci sabato?
Lui annuì sdraiandosi nuovamente e continuando a fissare il soffitto.
 
Trascorsero interi minuti di estenuante silenzio, Holly si avvicinò di più a Justin stendendo un braccio sopra alla sua vita e poggiando il capo all’altezza del suo cuore.
Justin non fece una piega, avrebbe voluto cingerla in un abbraccio ma restò immobile, lei invece si era limitata ad ascoltare il battito regolare del suo cuore ed improvvisamente sentì i suoi occhi bruciare.
Non ne era sicura, ma di lì a poco decine di lacrime le avrebbero rigato il viso.
Non voleva piangere, tentò di ricacciare indietro quelle gocce salate, non voleva farsi vedere debole proprio adesso che il suo amico necessitava della sua forza, ma non ci riuscì.
I singhiozzi divennero sempre più evidenti e Justin non poté non accorgersene; si sollevò piano costringendola a guardarlo negli occhi ma il suo sguardo rimaneva basso come il suo umore.
 
La notte era calata e la luce lunare che filtrava dalla finestra era l’unica fonte d’illuminazione, un punto a favore di Holly che, nonostante avrebbe voluto, non riuscì a trattenere fiumi di lacrime.
Non puoi andartene, Justin. Se tu te ne vai non ci sarà più nessuno per me” esclamò singhiozzando sonoramente.
Il biondo la strinse a sé più forte che poté quando una frase di Holly, lo lasciò stupito e senza parole:
Justin, baciami
C-cosa?
Holly non lo ripeté una seconda volta, prese con entrambe le mani il viso di Justin e avvicinò le sue labbra a quelle di lui fondendo il tutto con uno dei baci più belli e voluti che avesse mai dato.

Spazio Autrice:
In meno di una settimana ce l'ho fatta! :D
Okay, ma non è questo ciò che volevo scrivere.
Cavolo 9 recensioni!
Ma-ma io non me lo aspettavo *-*
Cioè, io vi amo, sappiatelo!

Spero di riceverne ancora perché mi fate a dir poco felice con tutti questi bei commenti.
Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***


Capitolo 12.

 
Nonostante Justin avesse sperato da tempo quel gesto, ne rimase sorpreso e stranamente deluso.
Ciò non aveva fatto altro che peggiorare le cose secondo lui e questo Holly non lo capiva.
Perché l’hai fatto Holly?” le domandò, ma lei non rispose. Affondò il suo viso tra le braccia di lui che ancora la tenevano stretta al suo petto.
Holly?” la richiamò nuovamente il biondo, ma anche questa volta non ottenne risposta.
Voleva davvero sapere il perché di quel gesto, voleva capire cosa stesse passando in quel momento per la testa della sua amica, ma senza le sue parole tutto ciò gli risultò impossibile.
Non andartene” biascicò lei a voce bassa.
Holly…” continuò lui richiamando a sé l’attenzione della ragazza che ora lo fissava dritto negli occhi lievemente illuminati dalla luce lunare.
Justin, non puoi andartene. Io ti voglio qui. Sei il mio migliore amico e…
E mi hai baciato” la interruppe lui.
Anche tu lo hai fatto
Io ho ammesso di provare qualcosa per te, tu invece no” ribatté lui sciogliendo quel lungo abbraccio.
 
Non so nemmeno io cosa provo, l’unica cosa che so è che ti voglio un bene indescrivibile e non riesco ad accettare il fatto che tu te ne vada. Lo capisci questo?
Il biondo annuì, ma di tutto quello che aveva appena detto la ragazza, in realtà, non ci aveva capito niente.
 
Holly, così non va. Mi hai baciato senza un motivo. Per te non avrà significato, ma per me sì. Io non ti piaccio e mi stai facendo sentire una merda” sbottò lui allontanando da sé l’amica.
Justin
Justin un cazzo! Holly, mi stai rendendo le cose più difficili di quanto in realtà non siano. Pensavo di partire con la consapevolezza che tra noi non ci sarebbe mai stato niente, perché è questo che tu mi hai sempre fatto credere e ora… Ora che purtroppo devo lasciare la città arrivi tu e mi baci, così, come se niente fosse; come se fosse la cosa più naturale di questo mondo e…
E lo è stata” lo interruppe lei.
Tra i due tornò a regnare il silenzio, Justin stava per scoppiare da tutta la rabbia che aveva in corpo e Holly si sentiva impotente di fronte a lui, come non lo era mai stata.
Il biondo fece per raggiungere la porta di quella stanza e varcarla, forse per sempre, ma la ragazza lo trattenne saldamente per un braccio prima che lui poté abbassare la maniglia.
Lasciami andare” sbottò lui con lo sguardo fisso verso la porta chiusa;
Non voglio che tu vada via” sussurrò lei tornando a singhiozzare lievemente come poco prima.
Holly, non capisci? Io devo andare e tu stai rendendo il tutto più difficile. Speravo che fossi tu quella forte adesso, ma mi sbagliavo. Speravo di venire qui e di vederti sorridere, non piangere. Speravo tante cose…
 
Holly abbassò il braccio fino a far arrivare la sua mano all’altezza di quella di Justin, v’intreccio le sue dita con quelle di lui e mantenne lo sguardo fisso in quegli occhi color nocciola oscurati dal buio.
 
Perché mi stai facendo questo?” le chiese lui voltandosi nuovamente verso di lei.
Mi dispiace, Justin
Mi stai facendo male, Holly.
Resta qui” gli disse lei; “Non posso” rispose lui.
 “Tu puoi restare. Puoi restare qui quanto tempo vuoi, il posto per te ci sarà sempre, Justin
Il biondo scosse ripetutamente la testa e poi aggiunse: “E’ meglio che vada adesso. Si è fatto tardi
Ma dove vuoi andare? E’ quasi mezzanotte. Resta qui almeno per questa notte, ti prego
 
Come poteva lui restarle così ostile? Per Holly fu estremamente facile convincerlo a passare lì la notte, sapeva che Justin non voleva tornare a casa e sopportare la vista di suo padre.
Senza dire una parola di più, Justin si sedette sul letto accanto a quello di Holly e successivamente vi si sdraiò.
Trascorsero interi minuti da quando i due smisero di parlarsi; Holly si alzò dal suo letto e lentamente raggiunse quello dove in cui Justin sembrava dormisse, si sdraiò accanto a lui e lo chiamò: “Justin?
Che c’è?” chiese lui mantenendo un tono di voce basso e lo sguardo fisso verso il muro.
Ti voglio bene” aggiunse lei.
Senza dire nulla, Justin si voltò verso di lei ed avvolse un braccio attorno alla vita dell’amica stringendola forte a sé.
Holly sorrise involontariamente a quel gesto e poco dopo entrambi si addormentarono.
 
Erano trascorse poche ore da quando varcarono la porta del mondo dei sogni; Holly aprì lentamente gli occhi, regnava ancora il buio più totale e un leggero venticello si era fatto spazio entrando dalla finestra socchiusa.
Justin era sul balcone, fumava un’altra sigaretta, lo sguardo perso nel vuoto e la mente colma di mille e più pensieri.
Justin, dovresti smettere. Non risolveresti niente comunque” gli aveva detto Holly
Torna a dormire” le aveva ordinato, ma lei non prestò  la minima attenzione a quanto da lui appena detto. Gli afferrò la sigaretta dalla mano e la gettò nel bel mezzo del giardino sottostante.
Il biondo tirò un piccolo sospiro poi portò lo sguardo verso l’amica che non aveva cessato un solo istante di guardarlo.
 
Il tempo sembrava essere trascorso con una velocità fulminea.
Holly si alzò di buon umore la mattina seguente, il sole l’aveva svegliata delicatamente con i caldi raggi filtrati dalla finestra.
Si voltò a guardare dietro di sé, Justin non c’era, aveva lasciato vuota quella parte di letto e Holly di questo non se ne meravigliò più di tanto. Qualcosa di strano ed allo stesso tempo piacevole le fece tornare il sorriso sulle labbra.
Si diresse in cucina dove vi trovò sua madre sorridente che le disse: “Holly, ha detto Justin che ti aspetta al parco.
Senza nemmeno fare colazione, si vestì velocemente e si diresse esattamente dove pensava si potesse trovare Justin e lui era lì, davanti ai suoi occhi con un sorriso meraviglioso stampato in volto.
Holly non capiva, solo qualche ora prima sembrava che niente e nessuno avesse mai potuto renderlo felice nuovamente e ora era pienamente stupita di quanto i suoi occhi stavano fissando.
Holly, non parto più!” le aveva urlato.
Contagiata da quel sorriso e colpita da quelle parole corse verso l’amico abbracciandolo, lui la sollevò da terra tenendola ancora più stretta sé.
Dici davvero?
Si!” esclamò lui con tutta la voce e l’energia che aveva in corpo.
 
Holly?
 
Holly, svegliati!
 
Un sogno.
E’ stato tutto solamente un sogno e la cosa più deludente è che le sembrava estremamente vero.
Forse fu anche per quel motivo che quando riaprì gli occhi, e questa volta per davvero, si trovò le guance umide, umide di lacrime.
Va tutto bene?” le aveva chiesto Justin accarezzandole una guancia.
Lei debolmente annuì, ma non andava affatto tutto bene; soprattutto ora che aveva realizzato che alla sua partenza mancavano solamente due giorni.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Eccomi qua :D
Ho aggiornato super in fretta, che brava che sono stata :3
Okay è che mi sto affezionando a questa storia (Era anche ora dopo 12 capitoli!) perciò ho tentato di fare del mio meglio ma non sono troppo sicura di come sia uscito il capitolo.
Spero me lo diciate voi :)
(Okay che non interessa a nessuno ma ho cambiato la scrittura di tutti capitoli)
Grazie mille per le recensioni e per chi segue la storia, anche se dopo le 9 recensioni al decimo capitolo, sono rimasta un po' giù vedendone 5 a quello precedente, ma... Spero aumenteranno perché ci tengo davvero tanto :)

Bon, ora vi saluto.
Alla prossima :D

Much Love,
Giulia

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***


13.

 
Holly, devo andare adesso. Ci vediamo nel pomeriggio” le disse Justin raccogliendo da terra il suo cellulare.
Non vieni a scuola?
No, non oggi” e detto ciò uscì dalla stanza lasciando Holly indaffarata nel prepararsi.
 
Qualche minuto più tardi, con la tranquillità di sempre, Justin varcò la porta di casa e quando fece per dirigersi verso camera sua, Pattie lo bloccò.
Posso sapere dove accidenti sei stato?
Da Holly” rispose lui portando le braccia incrociate al petto
Potevi almeno avvisare che dormivi dalla tua amica! Io e tuo padre eravamo preoccupati per te” sbottò la donna gesticolando apertamente con entrambe le braccia.
Non gli è mai importato un cazzo di me per sedici anni e adesso vieni a dirmi che era preoccupato?” ribatté lui forse più irato della madre.
Fece per chiudersi la porta della camera alle spalle, quando lei lo trattenne per un braccio
Justin, smettila per favore! Non puoi rimanergli così ostile per tanto tempo ancora. Una volta terminato il matrimonio ci trasferiremo e cercheremo di vivere come una famiglia normale. Non ostacolare tutto, ti prego
Justin reggeva fino in fondo lo sguardo quasi supplichevole di Pattie, ma non riusciva, proprio non avrebbe potuto prometterglielo
 “Non saremo mai una famiglia normale, rassegnati” aggiunse e sciogliendo la presa della madre, sbatté alle sue spalle la porta di quella stanza.
 

Il sabato successivo…

 
Nonostante lui avesse tentato in più modi di convincere la madre, era stato deciso che il matrimonio si sarebbe celebrato e festeggiato nell’ampio giardino della casa di Justin e questo fatto non fece altro che renderlo ancora più ostile a quel poco atteso evento.
 
Gran parte degli invitati avevano già preso posto su delle panche non lontane dal piccolo altare che di lì a poco avrebbe ospitato Pattie e Jeremy; Justin aveva preferito, invece, sedersi il più lontano possibile da loro, ma soprattutto da lui.
Manteneva lo sguardo basso e giocherellava il suo cellulare; nemmeno i molteplici tentativi della madre di richiamare la sua attenzione lo fecero scostare da quella posizione.
Di tanto in tanto lanciava occhiate furtive tra gli invitati, Holly non era ancora arrivata ‘Che strano’ pensò lui.
 
Holly, sbrigati!” le aveva urlato la madre ormai prossima a varcare la soglia di casa,
Arrivo!” rispose la ragazza zampettando fino all’ingresso.
Si chiusero la porta alle loro spalle ed in meno di cinque minuti furono innanzi la villetta di Justin.
 
Quando Justin scorse con la coda dell’occhio il vestito color lilla dell’amica, sollevò in fretta il capo rivolgendo tutta l’attenzione su di lei.
Holly che lo notò, si avvicinò subito a lui mentre Anne, sua madre, era già impegnata a conversare con Pattie.
Hey, va tutto bene?” domandò lei a Justin, ma questo scosse  la testa e poi aggiunse: “Andava meglio qualche settimana fa.
 
Nel giro di un’ora la cerimonia terminò, quasi tutti gli invitati, ovvero tutti tranne Justin, applaudirono quando Pattie e Jeremy si scambiarono quel dolce bacio.
Holly, seduta affianco a lui, non poté che biasimarlo; non aveva proferito parola da più di un’ora e ciò fece star male persino lei.
 
Holly!
La ragazza si voltò di scatto volgendo completamente la sua attenzione alla donna che l’aveva appena chiamata: Pattie.
Pattie, stai benissimo” le sorrise Holly studiando attentamente il suo abito bianco; “Anche tu, tesoro. Per caso hai visto Justin?” a quella domanda la ragazza si girò volgendo lo sguardo al punto esatto dove si trovava l’amico poco fa, ma ora quel posto era vuoto.
N-non lo so, fino a poco fa era seduto accanto a me e…” ma le si bloccarono le parole in gola quando lo vide passare, diretto all’interno di casa dove gli invitati non avevano ancora messo piede né l’avrebbero mai fatto in quanto il rinfresco si sarebbe svolto nell’ampio giardino.
Non importa. Se lo trovi prova a parlargli, per favore. A me non da ascolto” le disse dolcemente. Holly annuì.
Voleva davvero farlo, voleva provare a convincerlo che una volta trasferiti in California le cose sarebbero migliorate, che sarebbe andato tutto bene: ma se nemmeno lei lo credeva, come poteva farlo credere a lui?
 

It isn't a crime to want
a little space to breathe.
But you will be fine,

the sun again will shineon you
Whatever you do.

 
Senza chiedere il permesso, non ne avrebbe avuto bisogno, Holly entrò in quella casa quasi vuota.
Solo due giorni prima era arredata, illuminata, l’adorava e ora che probabilmente si trattava dell’ultima volta in cui vi avrebbe messo piede, le mancava.
Raggiunse la porta della stanza di Justin, quando posò la mano sulla maniglia questa non si aprì: era chiusa a chiave.
Che cosa vuoi?” sbottò lui dall’interno della camera.
Justin, sono Holly. Aprimi, per favore
Lui non rispose, l’unico suono che si udì fu lo scatto secco della serratura di quella porta.
Holly l’aprì e rimase ferma sull’uscio soffermandosi a guardare l’amico.
Senza dire una parola entrò lasciando la porta spalancata per poi sedersi a terra accanto a lui.
Justin aveva lo sguardo perso nel vuoto, fisso avanti a sé e stringeva tra le mani un piccolo foglio ripiegato accuratamente.
Cos’è quello?” gli chiese Holly incuriosita da quel piccolo pezzo di carta e pronta ad afferrarlo.
Una lettera che ho scritto” rispose lui allontanando il foglio dall’amica; “Fammela leggere” insistette lei.
No, non voglio” sbottò lui.
Ma Holly, più veloce di lui, gliela strappò di mano facendolo arrendere del tutto.
La ragazza cominciò a leggere le prime righe sotto lo sguardo attento di lui.
 
Cara Holly,
sono uno stupido, sai? Tanto che non sono nemmeno capace di trovare le parole giuste per dirtelo.
Ho paura di rovinare la nostra amicizia, ma mi sentirei peggio se dovessi nascondertelo per tanto tempo ancora.
Sei molto più di un’amica, in realtà, lo sei sempre stata. Non è da poco che me ne sono accorto e non ti dirò che ti amo perché so che per te non è lo stesso e ferirei entrambi se dovessi confessartelo.
Tutto ciò resterà chiuso in questo pezzo di carta, già lo so.
Se mai la leggerai, io sarò lontano.
Sì, non ho avuto il coraggio nemmeno di dirti che mi trasferirò tra non molto.
Non voglio partire, ma sono obbligato a farlo. Sono obbligato a rinunciare a te, ma questo anche se fossi rimasto qui.
Avrai tempo ora di dedicarti al nomade, se è lui che davvero vuoi.
 
Ho sempre saputo che questo giorno sarebbe arrivato, ma lo immaginavo diversamente.
Dopo tutti questi anni sono costretto a salutarti Holly, forse per sempre, chi lo sa?
Grazie per i bei momenti passati insieme, tutto quello che mi rimarrà di noi sarà stampato su qualche foto ed impresso nella mia mente.
Avrei preferito andarmene con la consapevolezza che tra noi sarebbe nato qualcosa, ma è andata così.
Se mai un giorno cambierai idea, io sarò proprio qui, ad aspettarti.
 
Mi mancherai,
Justin.”
 

Take your sweet time
Cause I'll be here when you change your mind.
Take your sweet time
I'll be here for you baby,
anytime.

 
 
A Holly si riempirono gli occhi di lacrime e quando ebbe finito di leggere quella piccola lettera, due o forse più di quelle gocce salate, iniziarono a rigarle il volto.
Mi dispiace, Justin” singhiozzò lei. Nemmeno lui era riuscito ad evitare di far colmare quei suoi occhi color miele di lacrime; nessuno dei due credeva che il momento di salutarsi definitivamente sarebbe arrivato tanto presto.
Non devi chiedermi scusa, piccola” le sussurrò stringendola forte a sé.
Era la prima volta che la chiamava così e forse sarebbe stata anche l’ultima.
Come poteva sopportare tutto ciò?
 

I'm feeling you pull away
'Cause letting go isn't easy for me.
But you'll never fly with someone else's wings,

I know wherever you go.

 
Quando l’hai scritta?” domandò lei riferendosi alla lettera che aveva da poco terminato di leggere.
Un paio di settimane fa” rispose lui.
 
Holly temeva che fosse troppo tardi per confessare, temeva di aver aspettato fin troppo tempo per capire quello che realmente sentiva per lui.
Se gli avesse detto che sentiva esattamente quello che sentiva lui, cosa sarebbe successo? Cosa sarebbe cambiato? Lui se ne sarebbe comunque andato e non l’avrebbe mai saputo.
 

I will never stand in your way
Wherever your heart may lead you,
I will love you the same.
And I will be your comfort everyday
Do you hear the words I say?

 
Justin le prese il viso tra le mani avvicinandolo al suo.
Entrambi i loro occhi erano lucidi, intrisi di lacrime, specialmente quelli verdi di Holly.
Le guance di lei erano sempre più umide, sempre più rigate da quelle lacrime che lui prontamente le asciugava.
Ma quel semplice gesto risultava inutile, quel pianto silenzioso non cessava né per lui né per lei.
Holly non ce la faceva più, non sarebbe riuscita a nasconderglielo ancora per molto.
Ti ricordi quando mi hai detto di pensarci?
Lui annuì, se lo ricordava perfettamente, ma non ci sperava: aveva smesso di farlo.
Ci ho pensato, Justin” sussurrò lei tra un singhiozzo e l’altro tentando anche di abbozzare un sorriso.
Justin aveva capito, quelle poche parole erano state più che sufficienti per renderlo almeno un po’ più felice.
Non riuscirò a prometterlo, ma tornerò. Ci proverò, se non altro questo posso giurartelo” le sussurrò lui dolcemente.
 
Teneva il viso di lei ancora tra le mani, lo avvicinò lentamente al suo e la baciò.
Le loro labbra erano allacciate perfettamente, quasi fossero fatte apposta per completarsi.
 

I will be here for you, baby.
Anytime.

 
Ma nessuno dei due si era reso conto che in casa non erano soli.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Bene, eccomi qua :3
Lo so è parecchio lungo, ma spero di non avervi annoiate, se così fosse, perdonatemi çç
Ringrazio molto amorevolmente per le 6 recensioni e per chi continua a seguire la mia storia.
Spero di riceverne altrettante (magari di più :3) per questo così luuuungo capitolo LOL
Non so quanto ancora durerà la storia, non moltissimo credo.
Non vi anticipo niente, ma posso assicura che ci sarà un piccolo colpo di scena, se così lo si può chiamare, nel prossimo capitolo :)

PS: Una mia nuova piccola (per ora) effe effe, se vi va, date un'occhiata ^^

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=987112&i=1

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***


Piccola premessa: Se vi va leggete il capitolo ascoltando I'll always remember you di Miley Cyrus da dove comincia il testo della canzone :)
 


14.

 
Quel bacio era ultimato, le lacrime di entrambi invece no.
Pattie, sei proprio sicura di voler partire? Guardali” le sussurrò Anne, facendola allontanare dall’ingresso di quella stanza.
Anne, credimi: vorrei non doverlo fare” ribatté l’altra abbassando lo sguardo e stropicciandosi nervosamente il candido vestito, quasi fosse una bambina.
Non ho mai visto Justin così arrabbiato, così…” sussurrò poi dirigendosi verso l’uscita di quella casa ormai vuota, le parole le morirono in gola.
Non vanno ancora d’accordo, vero?
Pattie scosse la testa: “Non credo andranno mai d’accordo, ma è tardi per annullare tutto
 
Fallo restare qui” le propose Anne impedendole di varcare la porta d’ingresso; Pattie si voltò lentamente e rispose: “Non posso, come faccio a lasciarlo qui se noi vivremo a Los Angeles? Ti ringrazio, davvero tanto, ma non posso.
Holly e Justin non si erano minimamente accorti della presenza delle loro madri, né tantomeno della loro conversazione; ecco perché le due donne tentarono di usare il tono di voce più basso possibile. Sarebbe stato inutile infondergli false speranze e non era di certo questo ciò che volevano.
Sei davvero sicura di quello che fai?” le chiese un’ultima volta Anne prima di seguirla fuori dalla villa.
Pattie annuì, ma questo non bastò affatto a convincere l’altra che subito aggiunse: “Pensaci, sai meglio di me cos’è successo in passato.
Non se n’era dimenticata, non ancora e mai l’avrebbe fatto: così diceva Pattie.
Ma forse, secondo Anne almeno, le era passato di mente il motivo per cui il loro primo matrimonio si era frantumato dopo pochi anni.
Nemmeno Justin era a conoscenza che suo padre l’aveva tradita ripetutamente, lui sapeva solo che soffriva e per questo lo odiava: non lo ha mai perdonato, non lo avrebbe mai fatto.
Pattie, stanca di tutti quei tradimenti e quelle bugie, lo aveva lasciato. Dopo anni era riuscita ad ottenere il divorzio ufficiale e si sentiva, stranamente, felice.
Perché, ora, voleva farsi del male?  Continuava a domandarsi Justin.
Nemmeno lei sapeva darsi una risposta, ma ora era sicura, o quasi, di ciò che stava facendo.
Non avrebbe potuto tornare indietro, forse.
 
Qualche ora più tardi…
 
Holly, Justin, Pattie, Anne e Jeremy avevano da poco raggiunto l’aeroporto di Atlanta.
Holly non avrebbe voluto andarci, non per salutarlo definitivamente almeno.
Ogni qualvolta che Jeremy proferiva parola, Justin lo fulminava con lo sguardo senza paura che egli lo notasse.
 
Il check-in era già stato fatto e Holly era ancora lì insieme a sua madre che chiacchierava con Jeremy e Pattie.
Justin si allontanò dal gruppo facendo cenno all’amica di seguirlo e così lei fece.
Allora, dobbiamo salutarci definitivamente?” biasciò lei a fatica, quanto avrebbe voluto non pronunciare quelle parole, quanto avrebbe voluto fermare il tempo a quella sera quando lui le aveva regalato il primo bacio.

I always knew this day would come
We'd be standing one by one
With our future in our hands
So many dreams so many plans

 
Pare ch’io non abbia altra scelta, Holly” rispose lui abbassando lo sguardo. Holly rivolse la sua attenzione a quei tre che di tanto in tanto si lasciavano scappare qualche risata “Cosa ci troveranno mai di divertente?” domandò più a sé stessa che a lui. Justin scosse la testa, ormai nemmeno lui sapeva più che cosa dire: non avrebbe potuto cambiare nulla. Una sola domanda gli ronzava in testa, da giorni ormai, e sebbene quello era il momento più sbagliato, gliela porse ugualmente.

Always knew after all these years
There'd be laughter there'd be tears
But never thought that I'd walk away
with so much join but so much pain
And it's so hard to say goodbye
 

Holly, vuoi essere la mia ragazza?
Silenzio. Ogni rumore che la circondava sembrava tutto d’un tratto sparito, dissolto. I loro sguardi si erano fusi in un solo eppure lei non riusciva a vedere distintamente ciò che aveva davanti. “Perché mi fai una domanda del genere se sai che tra meno di un’ora salirai su un aereo diretto dall’altra parte del paese e non mi rivedrai più?” sospirò lei e altre lacrime le inondarono gli occhi.
Perché voglio che tu sia mia anche se io sarò laggiù e tu resterai qui.
Logico, no? Se pensava che la sua partenza potesse essere la cosa più spiacevole che avrebbe mai potuto capitarle, questa sicuramente le batteva tutte.
Se solo se ne fosse resa conto prima, se solo non avesse sprecato quasi due anni correndo dietro, invisibilmente, a quel Nomade, forse sarebbe stato tutto diverso e la risposta più semplice che avrebbe potuto dargli sarebbe stata un sì.

But yesterday’s gone we gotta keep moving on
I'm so thankful for the moments so glad I got to know ya
The times that we had I'll keep like a photograph
Hold you in my heart forever
I'll always remember you

 
Puoi anche rispondere di no” continuò lui non vedendo riscontro da parte sua.
Cambierebbe qualcosa se ti dicessi di sì? Tu rimarresti?” domandò lei consapevole che la risposta sarebbe stata un no. Uno spiacevole no.
Lui scosse la testa. “Questa conversazione non sta avendo senso” esclamò lei.
Ha avuto forse un senso capire quello che provi per me dopo tutto questo tempo?” le domandò lui non cessando nemmeno per un istante di fissarla.
No, decisamente non sta avendo senso” ribatté lei nuovamente;
Sai, credo che un no sarebbe stato più che sufficiente” ultimò Justin allontanandosi da lei.


Another chapter in the book
can’t go back but you can look
And there we are on every page
Memories I'll always save
Up ahead on the open doors
Who knows what were heading towards?
I wish you love I wish you luck
For you the world just opens up
But it's so hard to say goodbye

 
Holly, faresti meglio a salutarli: tra poco partono
Lo so, mamma” sbottò lei.
Pattie dedicò un abbraccio sia ad Anne che a Holly, lo stesso fece Jeremy nonostante la ragazza non avrebbe voluto.
Justin, invece, le disse solamente ciao.
 
 

Yesterday’s gone we gotta keep moving on
I'm so thankful for the moments so glad I got to know ya
The times that we had I'll keep like a photograph
Hold you in my heart forever
I'll always remember you

 
Quando i tre si furono allontanati e Holly fu prossima a fare lo stesso dalla parte opposta, Anne la trattenne per un braccio: “Tutto qui? Solo un ciao?” La ragazza in tutta risposta le lanciò un’occhiata interrogativa.
Credevo ci fosse qualcosa tra voi due
Lo credevo anche io” sussurrò lei sciogliendo la presa della madre.
Si voltò indietro, un’ultima volta incrociando lo sguardo di Justin che aveva appena fatto lo stesso.
Ti aspetto qui, vai” le aveva detto la madre.
Holly lo raggiunse, impiegò la maggior parte delle sue forze in una corsa diretta verso di lui e quando gli fu davanti, gettò le braccia attorno al suo collo e rimase con il viso incollato al suo petto finché non si decise a parlare.
Non ti ho mai detto che avrei risposto di no” sussurrò piano tra un singhiozzo e l’altro. “Allora è un sì?” domandò lui sorpreso. Holly annuì semplicemente cercando di far comparire sul suo viso qualcosa che più potesse assomigliasse ad un sorriso, nascosto tra decine di lacrime che già le stavano rigando il viso.

Everyday that we had all the good all the bad
I'll keep them here inside
All the times we shared every place everywhere
You touched my life
Yeah one day we'll look back we'll smile and we'll laugh
But right now we just cry
Cause it's so hard to say goodbye

 
Ti prego, non piangere. E’ già difficile così” le disse Justin stringendola ancora più forte a sé, quasi come se quell’abbraccio avrebbe potuto trattenerlo un altro po’.
Mi mancherai, tanto” le disse lei.
E’ come se restassi proprio qui, accanto a te.
Ma chi voleva prendere in giro, non sarebbe stato affatto come se lui fosse rimasto lì, ma doveva essere forte: lei non lo era abbastanza per tutti e due.
Piccola, devo andare adesso.” Lentamente sollevò il capo incontrando gli occhi color nocciola di lui, lucidi.
Se dici a me di non farlo, perché tu piangi allora?
Speravo non lo notassi” sussurrò dandole poi un bacio sulla fronte.
Holly prese il volto del suo ragazzo tra le mani, avvicinandosi lentamente alle sue labbra: “Tornerai, non è vero?
Quando ne avrai più bisogno” rispose lui sorridendole. Era una promessa, ma l’avrebbe mantenuta?


Yesterday’s gone we gotta keep moving on
I'm so thankful for the moments so glad I got to know ya
The times that we had I'll keep like a photograph
Hold you in my heart forever
I'll always remember you


 

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
9 recensioni? Ma scherziamo? Siete akgjaklgjal meravigliose, giuro ♥
Continuate così, mi fate taaanto felice :3
Tornando a noi: non è finita qui la storia, quindi che non vi venga in mente di andarvene proprio nel mezzo del cammino (?)
Ne succederanno altre di cose, 
it's a promise ;)

Alla prossima!

Much Love,
Giulia
@Belieber4choice on twittah

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. ***


15.

 
Se n’era andato, Holly era rimasta lì ad osservare i suoi passi che lentamente, ma costantemente, si allontanavano da lei. Un ultimo bacio, almeno quello, glielo aveva lasciato.
La ragazza ripercorse i suoi passi verso la madre che la stava aspettando poco più lontano da lei: “Possiamo andare” disse infine con un filo di voce ed insieme, silenziosamente, si avviarono verso casa.
 
Il lunedì successivo Holly si preparò per andare a scuola; le sembrava così strano non poter percorrere la strada verso il solito edificio senza di lui che le camminava accanto e ancora più strano fu il modo in cui Ashley era notevolmente cambiata verso i suoi confronti.
Negli ultimi giorni si era rivelata carina e disponibile con lei, ora era tutto da vedere.
Gironzolava per i corridoi affollati circondata dal solito gruppo di cheerleader e quando la vide, con aria altezzosa, si avvicinò a lei.
Holly, ma che fine avevi fatto?” le domandò con la solita voce stridula “E dov’è il tuo amico?” continuò poi senza lasciarle il tempo per ribattere.
E’ partito e non è un mio amico” sorrise involontariamente Holly.
Oddio, non mi dirai che adesso è il tuo ragazzo!
E’ così” rispose fiera la castana. “Sai, anche io ora ho un ragazzo: Nicholas
Nicholas. Si ricordava di questo nome.
Certo, come poteva essersene dimenticata? Nicholas era il Nomade, ma ormai non aveva più alcuna importanza.
Vedi questo?” domandò beffarda sventolandole davanti al viso il dorso della sua mano: sull’anulare sinistro portava una fedina d’oro bianco, così sembrava. Holly annuì: “Carina”. Che altro poteva dire?
Tu invece?
Io cosa?
Non hai niente che provi che state insieme?
Da quando l’amore si doveva provare? Holly scosse la testa continuando a non capire e poi aggiunse sussurrando: “Ho una promessa
Ashley scoppiò a ridere pienamente divertita e dandole poi le spalle, la salutò.
 
Nei giorni che seguirono non le rivolse minimamente la parola, non che questo la disturbasse, ma lasciò Holly leggermente sorpresa. Non sentiva Justin da giorni, l’ultima volta che aveva avuto sue notizie, era stato appena dopo il suo arrivo in California. Diceva di star bene, almeno lui.
Tornò a casa, trascinando pesantemente i piedi raggiunse la porta d’ingresso e, senza aver pranzato, si sedette alla sua scrivania ed accese il computer.
 
 
Holly  Perché sei così fottutamente lontano da me?
 
Justin non era in linea, ed era proprio per questo che Holly si azzardò a scrivergli
 
SwaggedMan ha appena effettuato l’accesso.
 
SwaggedMan Mi manchi. Fottutamente, mi manchi.
 
Holly sorrise, per poco.
 
SwaggedMan Come vanno le cose lì?
 
Holly Vuoi davvero saperlo? Uno schifo.
 
SwaggedMan Cos’è successo?
 
Holly  Ashley ha smesso di fare la carina con me (ammesso e non concesso che prima lo fosse davvero), si è
             fidanzata ufficialmente con Nicholas (il Nomade) ed è scoppiata a ridere quando le ho detto che io       
            stavo con te. Per il resto… Tutto come prima, solo, senza di te.
 
SwaggedMan Perché la cosa le fa tanto ridere?
 
Holly Non lo so, rideva perché non avevo nulla che potesse provarlo.
 
SwaggenMan Lasciala stare, dai.
 
Holly Ho bisogno di te. Ritorna, ti prego.
 
Ed ecco che alcune lacrime iniziarono ad inondarle gli occhi ed in seguito le gote non più così rosee.
 
SwaggenMan Holly, non posso.
 
Holly Mi avevi promesso che saresti ritornato se ne avessi avuto bisogno, non te lo ricordi già più?
 
SwaggedMan Certo che me lo ricordo, ma ora non posso.
 
Holly Non importa, come vanno le cose laggiù?
 
SwaggedMan Vanno bene: papà mi ha fatto vedere gran parte della città e non si sta poi così male qui.
 
Papà? Non lo aveva mai chiamato così, era convinta che lo odiasse.
 
SwaggedMan Holly, ci sei ancora?
 
Holly Sì.
 
SwaggedMan Che stai facendo?

Holly Sto studiando.
 
SwaggedMan Tu che studi? Non te n’è mai importato niente della scuola.
 
Holly E’ l’unica cosa che mi è rimasta ormai.
 
Holly, puoi venire di là per favore?” le domandò la madre facendo capolino nella sua stanza; “Perché?” domandò lei;
C’è tuo padre” rispose l’altra.
 
HollyDevo andare adesso. Ciao.
 
Il contatto Holly si è scollegato.
 
Il padre di Holly viaggiava spesso, anzi quasi sempre, per lavoro ed erano rari i casi in cui tornasse a casa. Da piccola era sicura di aver scordato parecchie volte il suo viso talmente tanto era il tempo che trascorreva prima che lei potesse rivederlo.
 
Holly! Ciao piccola” esclamò lui abbracciandola. A stento lei ricambiò azzardando un sorriso.
Come stai?
Tutto bene e tu?” rispose lei sedendosi sul divano seguita poi da lui.
Bene, rimarrò per parecchio tempo questa volta
Parecchio tempo, secondo lui, significava una o due settimane, ma era comunque meglio di niente e questo la fece sorridere.
E il tuo amico Justin?
A quella domanda Holly s’incupì ed Anne rispose al posto suo: “E’ partito per Los Angeles.
Ti propongo una cosa, Holly: venerdì prossimo dovrei partecipare ad una cena di lavoro, proprio a Los Angeles, potreste venire entrambe con me per la durata di quel weekend. Che ne dici?” le domandò euforico lui.
Avevi detto che saresti rimasto per parecchio tempo” disse di rimando la ragazza “Comunque non credo che sia il caso
Holly, ma perché?” le chiese la madre
Venerdì io ho scuola
Non succederà niente se per una volta non ci vai” sbottò il padre cercando di convincerla, ma lei continuava ad essere ostile e a scuotere il capo.
Pensaci, Holly” le aveva detto la madre.
 
Che senso avrebbe avuto rivederlo se lui ora stava bene anche senza di lei? Ogniqualvolta si parlavano, la conversazione ultimava con un litigio e si stava già stancando di quella situazione sebbene non potesse farne a meno.
 
Ritornò al suo computer e malgrado non avesse voluto parlargli, si connesse alla solita chat. Lui era ancora lì, seduto dall’altra parte di quello schermo. L’aveva aspettata e quando la vide in linea, le inoltrò una videochiamata che lei non rifiutò.
 
Rimase a fissare lo schermo finché la figura di Justin si fece quasi perfettamente nitida, le sorrideva. Holly non riuscì a fare lo stesso.
E’ un peccato se litighiamo ogni volta che ci parliamo” le disse lui.
Se n’era accorto, era un passo avanti.
E’ un periodo così, credo” rispose distogliendo lo sguardo dal suo fatto di pixel e concentrando la sua attenzione sul libro di storia.
Sua madre bussò alla porta e senza aspettare una risposta di assenso, l’aprì: “Holly, posso parlarti?
 
Sto studiando, mamma” rispose lei abbozzando un sorriso.
E’ questione di pochi minuti
Magari dopo
Come preferisci” biascicò uscendo da quella stanza e richiudendo la porta alle sue spalle.
 
Nonostante lui fosse lì a fissare ogni suo movimento, lei continuò imperterrita a sfogliare lentamente le pagine di quel libro, ma non era tanto sicura di assimilarne i concetti scritti.
Holly” la chiamò lui, lei sollevò lo sguardo; “Vuoi dirmi che succede?
Non succede niente” biascicò lei “Torno a studiare. A dopo” e così spense il computer senza lasciargli il tempo di rispondere.
 
Si alzò da quella sedia chiudendo distrattamente quel libro che era servito solo da pretesto per non parlargli e poi si diresse verso il bagno.
Holly, vuoi spiegarmi perché non vuoi andare a Los Angeles? Credevo t’importasse di lui” le disse sua madre soffermandosi sulla porta. Non si era mai interessata a lei, perché lo stava facendo ora? Ma Holly non aveva voglia di risponderle male: “Non mi sembra il caso, è appena partito…
Non contenta di quella banale scusa, si allontanò verso la sala e la ragazza, dopo essersi sciacquata accuratamente il viso che portava ancora i segni di quelle lacrime amare, tornò in camera chiudendo, questa volta, la porta a chiave.
Trascorse mezz’ora.
Mezz’ora in cui Holly, sdraiata sul letto, non aveva fatto altro che ascoltare il silenzio lievemente interrotto dalla voce della madre che conversava, secondo lei, con suo padre. Ma non riuscì comunque a scorgerne le parole, erano troppo distanti per poterle carpire.
 
Pochi secondi più tardi il suo cellulare prese a suonare, dopo aver gettato una lieve occhiata al display rispose.
Justin?” biascicò lei non tanto sicura di aver letto accuratamente il nome di chi la stava chiamando.
Holly, perché non vuoi venire da me?
La ragazza spalancò sia gli occhi che la bocca, come faceva a saperlo lui?
Chi te lo ha detto?
Tua madre
Holly realizzò tutto, non era con il padre che stava parlando, ma perché avrebbe dovuto farlo sapere a Pattie? Perché, sicuramente, era con lei che parlava.
Non voglio venire a Los Angeles
Credevo t’importasse” ribatté lui abbassando notevolmente il tono di voce.
Credevo importasse anche a te
Se tu non vuoi venire da me, verrò io da te” aggiunse poi Justin.
Lo so che non verrai” e detto ciò, Holly chiuse definitivamente la chiamata.

Ormai non ci sperava neanche più, ma avrebbe dovuto ricredersi.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
E dopo appena due giorni, eccomi con il capitolo ^^
Ci ho messo poco, non abituatevi troppo però LOL
Ero troppo felice dopo le dodici recensioni ricevute e ciò mi ha invogliato a scrivere subito :)
Spero di riceverne ancora altrettante.
Non dico nulla sul capitolo, l'ultima frase credo lasci intendere da sé.
Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. ***


Prima che iniziate a leggere, vi consiglio di ascoltare la canzone With me - Sum 41 dal punto in cui comincia il testo della canzone a metà capitolo circa :)


16.

 

Holly, svegliati o farai tardi a scuola!” le urlò sua madre dalla cucina.
Di malavoglia la ragazza fu costretta ad alzarsi, era riuscita a dormire forse due ore lungo quella notte. Ma malgrado il sonno, non sarebbe riuscita ad addormentarsi di nuovo.
Velocemente si preparò, afferrò lo zaino già pieno di libri preparato la sera prima e si diresse in cucina sorseggiando appena mezzo bicchiere di latte freddo.
Ci vediamo più tardi, ciao” disse lei afferrando la maniglia della porta d’ingresso.
Holly, aspetta” la bloccò la madre e così lei si voltò; “Hai pensato riguardo al viaggio?
Sì, ci ho pensato e la mia risposta rimane la stessa: non voglio andarci
Ma posso sapere il perché?” insistette l’altra.
Non ti è mai importato di quello che penso o di quello che faccio. Da dove l’hai tirato fuori tutto questo interesse nei miei confronti?” sbottò la castana in preda all’esasperazione; “Fai come vuoi, non so più cosa fare con te” e dopo aver udito ciò, Holly varcò finalmente la porta di casa richiudendola poi dietro di sé.
 
Manteneva lo sguardo basso, com’era solita fare, ma una figura davanti a sé la costrinse a riportare lo sguardo in alto.
Lo zaino poggiato sulla spalla sinistra cadde provocando un piccolo rumore all’impatto con il suolo, i suoi occhi spalancati iniziarono a bruciarle.
 
J-Justin?” balbettò lei “Che cosa ci fai qui?
Mantengo una promessa” rispose lui cercando di incrociare i suoi occhi verdi; la castana scosse il capo e lo superò mantenendo il suo sguardo rivolto al suolo.
Dove vai?” le domandò Justin raggiungendola, “A scuola” rispose lei atona;
Oggi non ci vai” sbottò lui ed in tutta risposta lei disse: “Non sei mia madre, non puoi darmi il permesso o meno per saltare la scuola.
Il biondo l’afferrò velocemente per un braccio costringendola a guardarlo dritto negli occhi, una cosa che Holly, ormai, temeva di fare. “Che cazzo ti sta succedendo?” sbottò irato lui.
Non lo so, Justin. Dimmelo tu
Posso dirti cosa succede a me: ho viaggiato quasi tutta la notte per tornare dalla mia ragazza e ora che sono da lei, non mi rivolge quasi la parola” ribatté tutto d’un fiato lui, lui che aveva attraversato tutto il paese per mantenere quella promessa, lui che ora se ne stava pentendo amaramente.
Sperava di vederla varcare la soglia di casa sorridente, felice di essere di nuovo lì con lui, ma si era sbagliato.
Non capiva il perché di quella sua reazione, non capiva e non sapeva cosa provava Holly in quel momento: era quasi sicuro di non riconoscerla più.
Quanto rimarrai?”domandò lei mantenendo lo sguardo dritto davanti a sé.
Non so nemmeno questo. Le opzioni sono due: o ritorno in California dalla mia famiglia o rimango qui, con la mia ragazza. Mi servirebbe un consiglio da un’amica per decidere. Almeno questo sapresti farlo?” rispose beffardo il biondo.
 
Perché avrebbe dovuto illudersi di nuovo? Le sembrava molto più facile essere distaccata da lui, non voleva soffrire ancora, non sarebbe rimasto a lungo e questo lo sapeva.
Fai come vuoi” sbottò lei, ma evidentemente lui non era stato abbastanza bravo da capire quel suo atteggiamento. Evidentemente, lei non era abbastanza brava ad esternare ciò che provava.
 

I don't want this moment
To ever end
Where everything's nothing without you


 
Justin la superò, percorrendo a testa alta il vialetto davanti a loro.
Justin!” lo richiamò lei sostando a pochi passi dietro di lui.
Holly, sono stanco” rispose affannosamente lui, “Ho smesso di capire cosa cazzo hai in testa, mi aspettavo di trovarti felice dopo avermi rivisto e invece mi fai stare solo male fregandotene altamente di me. Io non ce la faccio più!
Justin, i-io… Perché mi hai chiesto di diventare la tua ragazza se nemmeno sapevi quando saresti tornato?” biascicò lei
Te l’ho già spiegato, cazzo! E tu perché mi hai risposto di sì?” le urlò lui,
Perché speravo che…
Che restassi, non è così?” la interruppe.
Debolmente Holly annuì abbassando lo sguardo.
 

I wait here forever just to,
To see you smile
Cause it's true
I am nothing without you

 
A Justin mancavano le forze, era stanco, stanco di sentire persino la voce di Holly.
Le gambe gli cedettero e si ritrovò in ginocchio sul pavimento grigio del marciapiede; Holly si posizionò, preoccupata, davanti a lui cercando di incrociare il suo sguardo spento: “Justin, va tutto bene?
 

Through it all
I've made my mistakes
I'll stumble and fall
But I mean these words

 
Era pallido in viso e quando lei fece per sfiorargli la fronte, lui si scansò.
Perché mi stai facendo questo?” sussurrò lui intralciato dal respiro affannato che aveva; “Justin, io ti chiedo scusa, ma…” Holly non fece in tempo a terminare la frase che Justin si lasciò cadere lentamente all’indietro, privo di sensi.
Justin! Justin, cazzo, svegliati!” continuò ad urlargli lei sollevandogli il capo con entrambe le mani, ma nulla.
 
Frettolosamente compose il numero di cellulare di sua madre e senza esitare qualche minuto di più, lo caricarono in macchina dirigendosi all’ospedale che distava solamente pochi isolati da dove si trovavano ora.
 

I want you to know
With everything, I won't let this go
These words are my heart and soul
And I'll hold on to this moment you know
As I bleed my heart out to show
And I won't let go

 
Non è assolutamente nulla di preoccupante, ha avuto un calo di pressione” le rassicurò l’infermiera che aveva appena terminato di visitare Justin. Holly tirò un sospiro di sollievo mentre sua madre era intenta a telefonare a Pattie.
Stai tranquilla, sta bene” le aveva detto Anne;
Nel tardo pomeriggio riesco ad essere lì” le rispose Pattie dall’altro capo del telefono. Le due continuarono a conversare mentre Holly camminava avanti e indietro lungo quel corridoio deserto cercando il coraggio di farsi vedere da lui.
Probabilmente sarà proprio perché non mangiava quasi nulla, Pattie” disse Anne al telefono; all’udire quelle parole, Holly si precipitò dalla madre strappandole il telefono di mano.
 

Thoughts read unspoken
Forever and now
Pieces of memories
Fall to the ground

 

 “Che significa che non mangiava? Perché?” sbottò Holly.
Non esce quasi mai dalla sua stanza, con suo padre non parla ed io non riesco quasi mai ad avere un dialogo con lui” rispose Pattie,
Ma mi aveva detto che andava tutto bene” biascicò la castana e poi porse nuovamente il cellulare a sua madre.

I know what I did and how so
I won't let this go
Cause it's true
I am nothing without you

 
Si fece coraggio ed entrò nella stanza dove lui dormiva, si avvicinò cauta, quasi avesse avuto paura di svegliarlo con il rumore dei suoi passi.
Justin?” sussurrò inizialmente Holly, poi cominciò a chiamarlo alzando notevolmente il tono di voce, infine, dolcemente gli disse: “Amore, svegliati.
Aveva sbagliato tutto e se ne rendeva conto solo adesso che lui non era mentalmente lì con lei. Scrutava al massimo i suoi lineamenti e quei capelli color biondo scuro che gli coprivano leggermente la fronte. Non poteva credere di aver sprecato tanto tempo a rimanergli così ostile: era qualcosa di perfetto quel ragazzo e lei lo stava capendo solo in quel momento.
 

On the streets,
where I walked alone
With nowhere to go
I've come to an end

 
Lentamente lui si svegliò e voltò il capo verso di lei, “Come mi hai chiamato?” domandò mantenendo un tono di voce basso.
 

In front of you're eyes
It falls from the skies
When you don't know what you're looking to find
In front of you're eyes
It falls from the skies
When you just never know what you will find

 
Holly ebbe un sussulto, forse per quel risveglio improvviso, forse per quella strana domanda.
Quel poco di coraggio che aveva avuto poco prima, se n’era andato e quasi impercettibilmente biascicò: “A-amore
Justin scosse la testa, sebbene non avesse avuto molte forze, trovò quel poco di energia per respingerla.
Holly, vattene
Che- che cosa?
Vattene, esci da questa stanza
La castana spalancò gli occhi incredula e rimase immobile a fissarlo seduta su quella sedia.
Che c’è? Non sei abituata al fatto che ti tratti così, non è vero?
Justin aveva c’entrato il punto: non si era mai permesso di trattarla così, nonostante glielo si poteva leggere in volto che era realmente dispiaciuta per quanto accaduto nei giorni passati.
Quegli occhi verdi iniziarono a riempirsi di lacrime e lui, per la prima volta, rimaneva impassibile a ciò: “Ti ho detto di andartene



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Io necessito assolutamente di sapere cosa ne pensate di questo capitolo. A me risulta un po'.... Come dire, non mi piace. Sono assolutamente indecisa e nemmeno volevo postarlo, perciò vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate :)
Grazie mille a chi sempre mi recensisce ^^

Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. ***


17.

 
Non potendo fare diversamente, Holly varcò la soglia di quella stanza lasciando Justin nuovamente solo e del tutto disinteressato al fatto che lei ora non si trovasse accanto a lui.
Si sedette su una delle tante sedie vuote appoggiate al muro, non aveva intenzione di andarsene, non ora che da lontano aveva appena intravisto una figura conosciuta: quella di Pattie.
Senza lasciarle il tempo di parlare, le corse in contro abbracciandola e lasciandosi andare in un pianto silenzioso, cosa che fece alquanto preoccupare la donna.
Holly, calmati” le sussurrò stringendola a sé, la ragazza scosse piano la testa stringendo più forte la presa.
Qualche minuto più tardi, quando Holly si fu calmata, entrambe si sedettero su due sedie poste poco più lontano da dove si trovava la stanza di Justin, cosa che Pattie non sapeva e che l’altra non si preoccupò di ricordare.
Vuoi spiegarmi cos’è successo?” le domandò Pattie accarezzandole lievemente una guancia.
Con calma e cercando di reprimere i singhiozzi successivi al pianto, le raccontò della loro discussione avuta quella stessa mattina e di come si sentisse terribilmente confusa al riguardo.
Holly, dimmi la verità: cosa provi tu per lui?
Quella domanda la spiazzò. Mai avrebbe pensato di dover confessare alla madre del suo ragazzo quali sentimenti provasse per lui.
I-io…” balbettò interrompendosi e abbassando lo sguardo al suolo; “Lo ami?” le chiese nuovamente lei.
S-sì, credo di sì, ma…”, ora fu Pattie ad interromperla: “Allora va da lui e diglielo.
E’ proprio questo il problema: non ne ho il coraggio. Sembrerà una cosa stupida e forse banale, ma non ci riesco. Tu non hai idea di quanto speravo che lui lo capisse senza che io aprissi bocca, ma penso che lo voglia sentire direttamente da me. Ora… Ora mi sto comportando da idiota e se mi ha detto di uscire da quella stanza, ha solo ragione” ultimò quella frase singhiozzando, di nuovo, mentre altre lacrime si stavano facendo spazio sul suo viso.
 
Quel corridoio era deserto, di tanto in tanto passava di lì qualche infermiere, poi più nulla. Holly non si era preoccupata minimamente del fatto che Justin avesse potuto sentire la loro conversazione, la sua mente era rivolta a tutt’altri pensieri.
Lui invece sì, aveva sentito ogni singola parola proveniente dalla loro bocca e quando Pattie fece per entrare nella sua stanza, finse di dormire.
 
Holly si decise a sporgere di poco il capo all’interno di quella piccola stanza qualche istante dopo che Pattie vi era entrata.
Mentre la donna parlava, Justin annuiva ma Holly non riuscì a carpirne le parole, parlava con un tono di voce talmente basso da essere percettibile solo alle orecchie di lui, così tornò a sedersi esattamente dov’era prima.
 
Un’infermiera fece il suo ingresso in quella stanza e circa dieci minuti dopo ne uscì seguita da Pattie che dolcemente sorrise a Holly, “Tra non molto lo fanno uscire” le disse infine.
Tornerà con te in California?” chiese flebilmente la ragazza; Pattie scosse la testa e poi aggiunse: “Credo che per il momento accetterò la proposta di tua madre e gli permetterò di restare qui con te.
D-dici davvero?” domandò stupita Holly, “Sì, Holly. Ora devo andare, tienimelo d’occhio tu” le sorrise infine Pattie e la stessa cosa fece la ragazza abbracciandola.

Holly?” Justin la chiamò e lei si precipitò titubante davanti a lui, “Dimmi” biascicò lei abbozzando un sorriso. “Mia mamma mi ha detto che per qualche giorno resterò da te… Non ti da fastidio, vero?” le domandò serio, “Perché dovrebbe darmi fastidio?” le sorrise nuovamente lei; “Non vorrei mai che ti comportassi ancora come questa mattina” affermò Justin distogliendo lo sguardo dal suo e alzandosi dal letto.
 
Quasi un’ora più tardi, quasi un’ora trascorsa nel più totale silenzio, entrambi si diressero verso casa di Holly.
 

Qualche ora dopo…

 
Mancava poco allo scoccare della mezzanotte e durante quelle poche ore trascorse insieme, sembrava che tutto fosse tornato alla normalità.
Nessuno dei due aveva osato avvicinare le proprie labbra a quelle dell’altro, forse per paura, forse per evitare di rovinare quei brevi attimi di felicità.
 
Entrambi si coricarono nel letto nella quale avrebbe dormito Justin, l’uno lontano dall’altra: Holly gli dava le spalle accovacciata su sé stessa; lui, dopo qualche istante di esitazione, l’avvolse con un braccio stringendola a sé e facendola sussultare lievemente.
 
Nonostante avesse ascoltato ogni singola parola detta da Holly a sua madre, moriva dalla voglia di porle una domanda.
Holly…” le sussurrò piano, “Sì?” rispose flebilmente lei.
Justin appoggiò il viso sulla sua spalla: “Io ti amo, Holly.
 
Il cuore di lei cominciò a battere all’impazzata, quasi come se di lì a poco avesse potuto spaccare la gabbia toracica, non sapeva cosa dire, o meglio, non sapeva come dirglielo.
Che gli volesse un gran bene era palese ormai da anni e non era mai stato un problema dirglielo, ma provare amore e confessarlo, non era la stessa cosa.
 
Sorrise dopo aver sentito quelle parole.
Ne era felice e non poteva negarlo, ma proprio nel momento in cui avrebbe voluto controbattere e ripetere la stessa cosa, le parole le morirono in gola.
 
E tu?” continuò lui “Mi ami?
Le era appena stata fatta la domanda alla quale temeva di dare una risposta, si bloccò, di nuovo, fissando il vuoto davanti a sé con gli sbarrati ed un respiro quasi inesistente.
Holly, rispondimi” le sussurrò nuovamente lui, questa volta marcando di più il tono e spostando il volto dalla sua spalla, quasi avesse voluto incrociare lo sguardo di lei.
Justin, i-io…” s’interruppe bloccando nuovamente il suo respiro.
Sì o no? Non mi sembra tanto difficile, Holly” insistette lui, “Non lo so, Justin” si decise a ribattere lei, pentendosi amaramente di quella risposta.
 
Erano piombati nel silenzio più totale, nemmeno il rumore dei loro respiri giungeva alle loro orecchie, i genitori di Holly probabilmente dormivano perciò nemmeno dalle altre stanze si udirono suoni.
Lentamente Justin si staccò da lei ed in seguito si alzò dirigendosi verso il balcone; tirava un leggero venticello che gli scompigliava i capelli, così come lentamente muoveva le foglie degli alberi.
Holly lo seguì, rimanendo immobile sull’uscio della portafinestra, “Justin, io…” biascicò a fatica ormai prossima ad avvicinarsi a lui.
Non serve che tu dica altro, forse è meglio se restiamo solamente amici



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Vengo in pace, giuro.
Sono in un ritardo terribile, lo so. Avrei dovuto postare due giorni fa, 
ma non avevo idee. O meglio, le avevo, ma non sapevo come buttarle giù ecco.
Sono in ritardo e il capitolo non è nemmeno 'sto granché, ma io spero nel mio piccolo 
che voi apprezziate :3
E poi: grazie. Grazie per le 9 recensioni allo scorso capitolo!
Aggiornerò presto, spero.

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 18
*** Capitolo 18. ***


Vi consiglio di leggere il capitolo ascoltando questa canzone ^^


18.

 
Amici?” biascicò lei ancora incredula, “Sì, Holly. Amici…” rispose lui voltandosi lentamente verso di lei.
Entrambi sorreggevano quello scambio di sguardi ed il tutto senza proferire ulteriore parola.
Solo la luce lunare era in grado di illuminare i loro volti: un dispetto, secondo loro che avrebbero preferito restare nell’oscurità più totale.
Holly scosse la testa ripetutamente come per scacciare quanto appena detto da lui, le sembrava assurdo, surreale, ma sapeva di esserselo meritato.
 

There's no one in town I know
You gave us some place to go.
I never said thank you for that.
I thought I might get one more chance.

 
No, Justin” sbottò lei rompendo il silenzio: “Non possiamo essere solamente amici, come dici tu. Non più.
E perché mai? E’ quello che volevi, no?” chiese di rimando lui incrociando le braccia al petto, “Se hai il coraggio di dire quello che provi solo a mia madre e non a me, non vedo perché dovremmo continuare
T-tu hai sentito tutto?” balbettò la ragazza incredula, debolmente lui annuì: “Non voglio sentirmelo dire da mia madre, voglio sentirlo dire da te! Perché non lo capisci questo?” aggiunse poi aumentando notevolmente il tono di voce.
 

What would you think of me now,
so lucky, so strong, so proud?
I never said thank you for that,
now I'll never have a chance.

 
Holly rimase in silenzio, quasi come se ogni parola uscita dalla sua bocca fosse l’ultima che avrebbe mai potuto dire.
Era stanca di dover reprimere i suoi sentimenti a causa di quella paura codarda che l’avvolgeva da anni, non voleva perdere anche lui, soprattutto lui.
Non sarebbe mai più riuscita a vederlo come un semplice amico. Forse, in realtà, non l’aveva mai visto come un semplice amico e le risultava abbastanza difficile credere ora, che per tutti questi anni, il legame che li aveva avvolti si trattava di semplice amicizia.
Sicuramente non era così e l’aveva capito tardi.
 

May angels lead you in.
Hear you me my friends.
On sleepless roads the sleepless go.
May angels lead you in.

 
Se fosse rimasta ferma immobile senza proferire parola per un solo istante di più, sarebbe esplosa.
Sì avvicinò lentamente a lui mantenendo fisso lo sguardo in quegli occhi color nocciola che riflettevano appena il chiarore della luna. Era ormai così prossima a lui che i loro respiri si erano fusi in uno solo;
Non è amicizia quella che vedo tra me e te” disse lei riprendendo la frase detta da lui qualche settimana prima. Istintivamente, Justin sorrise, ma nascose quel sorriso quasi subito notando che lei era ormai troppo vicina al suo viso.
Il cuore di Holly batteva all’impazzata e se la maglietta del suo pigiama non fosse stata di un paio di taglie più grande della sua, sarebbe stato persino possibile vedere i movimenti di quell’organo quasi impazzito.
Le labbra di lei si posarono delicatamente su quelle di Justin, chiuse gli occhi ed avvolse entrambe le braccia attorno al collo di lui lasciandolo totalmente spiazzato da quel gesto.
 

So what would you think of me now,
so lucky, so strong, so proud?
I never said thank you for that,
now I'll never have a chance.


Pochi istanti più tardi, Holly fece terminare quel bacio e appoggiò delicatamente la fronte a quella del biondo che ora le sorrideva persino con lo sguardo.
Solo il cielo sapeva quanto gli era mancato averla tra le braccia con le labbra poggiate sulle sue.
Ti amo, stupido” sussurrò lei sorridendogli, “Sai, credevo che non me lo avessi mai detto” ribatté lui.

 

May angels lead you in. 
Hear you me my friends.
On sleepless roads the sleepless go.
May angels lead you in.

 
Era stato facile ed era stato bello, perché allora non l’aveva fatto prima? Aveva forse davvero bisogno di rischiare di perderlo per capire quanto era importante quel ragazzo per lei?
Se quella notte non fossero stati così vicini e così uniti, come sarebbe andata a finire?
Risposte mai date a quelle domande che girovagavano libere come farfalle nella mente di Holly.
Mi dispiace, Justin” disse lei staccandosi da lui. “Non importa, Holly” commentò lui, ma in realtà gli importava. Non poteva di certo dimenticare tutti quei diverbi grazie ad un solo bacio e tre parole, o forse sì?

And if you were with me tonight,
I'd sing to you just one more time.
A song for a heart so big,
god wouldn't let it live.

 

Dico davvero, non mi aspettavo che tu tornassi” aggiunse poi abbassando lo sguardo al suolo e torturandosi l’estremità della maglietta.
Solo perché non  lo hai fatto tu, non significa che non debba farlo io” rispose tranquillo lui mantenendo lo sguardo fisso su di lei. Studiava ogni singolo particolare, da quei capelli leggermente mossi che le ricadevano sulle spalle, a quegli occhi verdi che avrebbe giurato non fossero più tanto asciutti adesso.
Dimmi solo una cosa, Holly” aggiunse lui attirando l’attenzione della ragazza di nuovo su di sé, “Perché non hai accettato la proposta di tuo padre di venire in California da me?
Justin, eri partito solo da due giorni. Cos’avrei fatto poi se per mesi interi non ti avrei rivisto?
Non sarebbe mai andata così! Non avrei mai permesso che passasse così tanto tempo prima di rivederti. Io ti amo, Holly. Morirei se tu non fossi con me

 

May angels lead you in.
Hear you me my friends.
On sleepless roads the sleepless go.
May angels lead you in.

Alcune lacrime cominciarono a rigarle il volto mentre un sorriso costringeva le sue labbra a curvarsi verso l’alto. “Non mi merito tutto questo, ma ti amo anche io, davvero tanto.
Le braccia di Justin l’avvolsero nuovamente stringendola forte al suo petto, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di separarli, nemmeno la distanza. 


May angels lead you in.
Hear you me my friends.
On sleepless roads the sleepless go.
May angels lead you in.
May angels lead you in.


 

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Okay, ho aggiornato in fretta (?) dato che alcune personcine molto carine continuano a seguirmi e la cosa mi fa immensamente piacere.
Chiedo scusa se il capitolo è corto, ma spero comunque che vi sia piaciuto (:

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

@Belieber4choice
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Capitolo 19
*** Capitolo 19. ***


19.

 
Ancora avvolta da quelle braccia che tanto le erano mancate, tornò insieme a lui all’interno della stanza ed in seguito s’intrufolarono nel letto di Holly.
Quanto credi che potrai restare?” gli domandò lei accoccolandosi al suo  petto, “Non ne ho idea, se fosse per me non me ne andrei affatto, ma non decido io
Puoi restare qui quanto vuoi, a meno che i tuoi non si presentino qui e ti portino via di peso” ridacchiò lei.
Davvero?” disse serio lui, “A me può far solo piacere se resti” lo rassicurò Holly lasciandogli un bacio sulla guancia.
Non se ne sarebbe andato tanto presto, non dopo aver capito che lei non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare.
Si era creata una strana atmosfera tra quelle quattro mura, era la prima volta che Holly poteva ammettere almeno a sé stessa di stare bene, soprattutto ora che si trovava tra le braccia di Justin e sentiva di amarlo davvero.
Per lui le sensazioni non erano tanto diverse, aveva sentito ciò che voleva che lei gli dicesse, cosa mai sarebbe potuto andare storto?
 
Sai, penso che mia madre abbia commesso un’enorme cazzata a sposarsi di nuovo” esordì lui dopo alcuni istanti di silenzio, “Se lei è felice, probabilmente ha capito che è cambiato” ribatté lei.
No, persone come lui non cambiano e non riesco a capire come possa esserci cascata un’altra volta. Mia madre è troppo buona, ma d’amore non ha mai capito un cazzo ed io credo di aver preso da lei” biascicò scostando il capo verso la parete ed ignorando il fatto che lei fosse ancora accoccolata a lui.
Questo non è vero
Ah no? A me non sembra che la nostra storia sia iniziata nel migliore dei modi” la rimbeccò Justin staccandosi da lei ed appoggiandosi sui gomiti, “La colpa non è stata tua, ma mia. Tu… Tu sei un ragazzo meraviglioso, credimi
Lui sorrise e le diede un bacio sulla fronte: “Spero che questo tu lo pensi davvero.
 
 
La mattina seguente, di buon’ora, la madre di Holly irruppe nella stanza e rimase stupita nel vedere la figlia comodamente appoggiata al petto del ragazzo, “Holly!” la riprese e lei subito si svegliò.
Ma-mamma, non ti hanno insegnato a bussare?” balbettò la castana e dopo qualche istante anche Justin riaprì gli occhi.
Sbrigati o farai tardi a scuola” ultimò la madre poco prima di uscire dalla stanza.
Holly volse a Justin uno sguardo imbarazzato e lui si limitò a dire: “Che dire… Ops
Non importa, tu che fai? Vieni a scuola?
Sì, perché no? Credo che mi annoierei a rimanere qui tutto il giorno
E detto fatto, in pochi minuti si ritrovarono pronti per varcare la soglia di quella casa e dirigersi a scuola, proprio come erano soliti fare, solo con una piccola differenza.
Senza esitare un altro istante di più, Holly afferrò la mano di Justin ed intrecciò le dita con le sue ed è così che giunsero davanti a quell’edificio.
 
Oh mio Dio, non posso crederci” una voce stridula e alquanto fastidiosa giunse alle loro orecchie impedendogli così di compiere anche solo un altro passo; Holly e Justin si voltarono lentamente adocchiando a pieno la figura di Ashley, “Ma è ancora qui questa?” sussurrò il biondo a Holly e lei timidamente annuì.
 
Justin, credevo che fossi partito” continuò la bionda avvicinandosi a loro, “E poi sono tornato” ribatté lui stringendo lievemente la mano di Holly, cosa che Ashley notò: “Oh, è vero che ora state insieme” biascicò storcendo le labbra in una smorfia.
Qualche problema?” domandò beffardo lui facendo sorridere fieramente Holly, “No, perché dovrebbero essercene?” chiese di rimando la bionda affrettandosi ad andarsene.
Te lo avevo detto io che è diventata ancor più strana” gli intimò Holly poco prima di varcare la soglia d’ingresso, Justin ridacchiò e le diede un piccolo bacio a stampo prima di entrare definitivamente nella sua classe.
 
Buongiorno ragazzi, da oggi avrete una nuova compagna: si chiama Lindsay e viene dal Wisconsin” annunciò la professoressa White poco dopo aver fatto il suo ingresso nell’aula di Holly.
Una ragazza dai capelli color del grano entrò timidamente in quella stanza attirando su di sé gli occhi di tutta la classe; non era molto alta e a detta dei commenti poco simpatici che lievemente si udivano da alcuni ragazzi, non possedeva la qualità della bellezza, ma questo poco importava. L’unico posto libero era quello accanto a Holly, banco che rimase vuoto per poco perché fu subito occupato dalla ragazza nuova.
Ciao” sorrise timidamente Lindsay sistemando poi quaderno e astuccio sul tavolo, “Ciao a te” rispose Holly abbozzando un sorriso.
 
L’ora di biologia trascorse velocemente, soprattutto perché quella mattina l’insegnante era troppo occupata a far rigirare tra le mani alcune scartoffie e perciò la lezione saltò.
Ti prego, dimmi che tutte le lezioni sono così e non me ne vado più da questa città” ridacchiò Lindsay rivolgendosi a Holly che subito ribatté: “Sfortunatamente no, sei una che viaggia spesso, direi
Sì, ultimamente ho cambiato scuola quattro volte in quattro città diverse e tutto questo nel giro di due mesi
Accidenti, non dev’essere facile” commentò lei, “Non molto direi. Che lezione hai adesso? Io ho storia
Anche io! Vieni con me” le disse Holly afferrandola per un polso e trascinandola fuori dalla classe.
C’è parecchio movimento qui” borbottò Lindsay mentre attraversavano l’affollato corridoio, “Hey, chi è quello?” continuò indicando un ragazzo biondo che ripetutamente si passava una mano tra i capelli. Nicholas, il Nomade per l’appunto; Holly aveva smesso di pensare a lui da parecchio tempo ormai, ma vederlo passare proprio davanti ai suoi occhi, le provocava uno strano effetto.
Oh, quello è…” esitò qualche istante, forse troppo occupata ad osservare ogni suo movimento per rispondere alla nuova amica “Nicholas” concluse infine quando Ashley avvinghiò le sue braccia attorno al collo di lui per poi stampargli un interminabile bacio sulle labbra.
E quella sarebbe la strega della scuola?” domandò ironica Lindsay, “Vedo che impari in fretta” commentò Holly sorridendole. “E scommetto anche che lui ti piace
No, non più almeno” biascicò Holly ricordando quando qualche tempo prima era convinta di poter passare la serata del ballo con lui, scosse ripetutamente la testa come per scacciare quei pensieri, “Tranquilla, ce ne sono tanti altri di ragazzi un po’ più accessibili di lui.
Tipo lui?” domandò l’altra indicando il ragazzo che Holly aveva pregato con tutta se stessa che non notasse: Justin.
Lui… E’ il mio ragazzo
Oh, allora scusa” sorrise imbarazzata Lindsay, Holly abbassò lo sguardo poi riprese a camminare verso l’aula di storia seguita a ruota dalla biondina.
 
Holly!” la chiamò Justin giungendo alle sue spalle “Hey” biascicò lei sotto lo sguardo attendo di Lindsay che non aveva cessato un solo istante di guardare il biondo.
Volevo solo dirti che oggi esco più tardi
Come mai?” domandò Holly scettica, “Devo recuperare alcuni argomenti del programma che hanno svolto mentre non c’ero.
D’accordo, allora. Ci vediamo più tardi a casa” e detto ciò lui le diede un piccolo bacio sulle labbra poco prima di allontanarsi di nuovo.
 
Ma vivete già insieme?” domandò stupita Lindsay, “Oh no, solo ultimamente. E’ una storia lunga a dir la verità” ridacchiò Holly poco prima di entrare nell’aula dove si sarebbe tenuta la lezione di storia.
Lindsay le sembrava una ragazza simpatica, se non altro poteva già dire di aver trovato una nuova amica, ma la convinceva molto poco il fatto che avesse già messo gli occhi su di Justin, che fosse gelosa?



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}


Sono in un ritardo spaventoso, chiedo perdono!
Ero a corto di idee, ma poi l'ispirazione (chiamiamola così) è tornata e perciò mi sono decisa a scriverlo in fretta e furia, infatti fa schifo LOL
Bene, io vi adoro, okay?
13 recensioni al capitolo precedente: siete stupende e grazie mille per seguire sempre questa storia (:

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

@Belieber4choice
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Capitolo 20
*** Capitolo 20. ***


20.


Tu dove abiti?” domandò Holly a Lindsay mentre percorrevano il vialetto appena fuori da scuola, “Oh, non molto distante da qui. In fondo a questo viale, l’ultima casa è la mia. Tu… voi, invece?
A quattro isolati da qui” si affrettò a ribattere la castana.
Per tutto il tragitto, nessuna delle due intavolò un vero e proprio discorso e quando furono d’innanzi a casa di Lindsay, si limitarono ad un leggero saluto con la mano.
 
 
Credo che questa sia l’ultima” sospirò la professoressa White dando in mano a Justin l’ultimo di una serie di numerosi fogli riguardanti il programma di biologia, “Avete fatto tutta questa roba in meno di due settimane?” sbottò il biondo stupito. La professoressa annuì e dopo averlo ragguagliato su un compito in classe imminente nei prossimi giorni, fu libero di uscire.
Stava percorrendo il breve viale che collegava la scuola al primo dei quattro incroci che lo separavano da casa di Holly, quando s’imbatté nel capitano della squadra di football: Nicholas.
Hey Bieber, era da un po’ che non ti si vedeva in giro
Credo che tu sia l’unico a non essersi reso conto che ero partito” ribatté Justin riprendendo il cammino e seguito a sua volta dal famoso Nomade.
Ah, a proposito: carina la tua ragazza” sbottò l’altro sorridendo beffardo; il biondo arrestò i suoi passi all’istante, sentiva entrambe le gote rosse di rabbia. Le braccia iniziarono a tremargli e tanta era la voglia di prendere a pugni quella faccia, a parer suo, da fesso.
La noti solamente adesso?” chiese di rimando cercando di reprimere quella strana sensazione che gli stava attraversando tutto il corpo.
Sono due anni che ti muore dietro e tu la noti solo adesso?’ pensò tra sé e sé ricordando i pomeriggi passati ad ascoltarla mentre parlava solamente di lui.
L’altro annuì “Non è una che si fa notare, devi ammetterlo
Tutto il contrario di Ashley, eh?” lo provocò Justin.
Non me ne parlare” sbuffò sonoramente, “Dalla smorfia che hai appena fatto, non si direbbe che sei felice di averla come ragazza” continuò a provocarlo il biondo.
Non fraintendermi: è bella e tutto quello che vuoi, ma certe volte è insopportabile
Certe volte?” lo punzecchiò  nuovamente. Nicholas non sapeva più come reggere quella conversazione, Ashley era di certo la ragazza che tutti vorrebbero avere, ma quando si cominciava a conoscerla, cambiare idea era pressoché normale.
La sola bellezza in un rapporto contava poco e questo lei ancora non lo aveva capito.
Un paio di isolati più avanti, i due si separarono; Justin non sopportava a pelle quel ragazzo, soprattutto dopo aver saputo che aveva messo gli occhi sulla sua ragazza.
 
Holly era stesa sul letto di camera sua da ormai due ore con in mano il libro di biologia, si era decisa una volta per tutte a studiare quella dannata materia quando Justin irruppe a passo pesante tra quelle quattro mura.
Sbatté violentemente lo zaino a terra e richiuse distrattamente con un piede la porta alle sue spalle, buttandosi poi a peso morto sull’altro letto.
Va tutto bene?” domandò debolmente Holly, in tutta risposta lui incrociò entrambe le braccia davanti al volto.
La ragazza si sollevò sui gomiti richiudendo accanto a sé il libro che fino a poco prima stava leggendo, non vedendo alcun riscontro da parte di Justin, si affrettò a raggiungerlo  mettendosi a cavallo sopra di lui.
Con una mano sciolse l’intreccio che lui stesso aveva formato con le braccia e lo costrinse così a guardarla negli occhi. “Che succede?” continuò Holly.
Lui si limitò a mugugnare senza proferire parola.
Non vuoi parlare, eh?” cominciò a fargli il solletico sulla pancia e ai lati, Justin scoppiò in una sonora risata che perdurò per interi minuti.
Holly, ti prego smettila” cercò di soffocare inutilmente una risata. Gli occhi gli si inumidirono lievemente a causa delle forti risate e così Holly cessò quella strana tortura.
Justin tornò serio: “Ho visto il tuo caro Nomade
Holly sbuffò sonoramente per poi aggiungere: “E allora?
E allora? E’ venuto a dirmi: carina la tua ragazza” bofonchiò cercando di imitare il tono usato poco prima da Nicholas. Holly si lasciò andare in una breve risata e quando notò lo sguardo di lui assottigliato a due piccole fessure, si mise una mano davanti alla bocca cercando di smettere.
Cosa c’è da ridere?
Sei geloso” lo punzecchiò lei con le dita, “Non sono geloso
Allora perché sei tutto rosso in viso?
Justin sbuffò e volse lo sguardo al muro evitando di aggiungere la sua risata a quella di lei.
Justin
 
Ma lui rimase fermo in quella posizione, solo quando lei lo punzecchiò nuovamente si decise a far spostare Holly da quella posizione e ad alzarsi dirigendosi verso il balcone.
 
Chiuse a chiave la porta di quella stanza e poi lo raggiunse sul piccolo terrazzo, “Sai, anche Lindsay crede che tu sia carino
Lui scosse le spalle e poi si voltò verso Holly: “E con questo?
E con questo?” gli fece il verso lei appoggiando le mani sui fianchi quasi inesistenti, “Sei gelosa
Non è che sono gelosa è solo che…
Che?” la istigò lui sorridendole maliziosamente ed avvicinandosi a lei.
Le cinse i fianchi con entrambe le mani costringendola così ad alzare il capo verso di lui: “Lo sai che sei ancora più bella quando fai la gelosa?
Debolmente Holly sorrise appoggiando poi le sue labbra su quelle di Justin.
Senza interrompere quel bacio, rientrarono all’interno della stanza; Holly indietreggiava senza vedere dove poggiasse i piedi, solo il letto alle sue spalle riuscì a frenarla.
Evidentemente Justin non se ne accorse, perché proseguì i suoi passi fino a costringerla involontariamente a sdraiarsi su quel letto.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Da come avrete notato, ho cercato di aggiornare abbastanza in fretta e so già che penserete che ho interrotto il capitolo in un punto in cui non dovevo interromperlo, ma visto che aggiornerò (spero) nell'arco di tre giorni, magari mi farò perdonare :3

Anyway, bellezze grazie mille per le belle recensioni che mi lasciate sempre.
Vorrei un parere in particolare su questo capitolo perché sono un po' indecisa.
Da come mi avete detto Lindsay non vi piace (Lo immaginavo LOL)
E di Nicholas, invece, che ne pensate? 
Aspetto i vostri commenti :)

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 21
*** Capitolo 21. ***


21.

 
Aveva le braccia avvolte al collo di lui come lui le teneva avvolte attorno alla vita di lei. Finirono entrambi sdraiati su quel letto con ancora le labbra unite.
 
Ti amo, Holly” le disse interrompendo quel lungo bacio ed incantandosi a fissarla dritta in quegli occhi verdi; lei sorrise,quasi arrossendo, come se fosse la prima volta che sentiva quelle parole. “Ti amo anche io, Justin” sussurrò, ma sentiva dentro di sé una tale banalità e temeva che lui potesse percepire l’insicurezza che in quel momento la stava assalendo.
 
Justin aveva le idee chiare riguardo a quello che avrebbe voluto fare in quel momento, temeva solamente il fatto che Holly non avrebbe acconsentito. La conosceva fin troppo bene e sapeva che avrebbe reagito male, ma voleva tentarci. Avrebbe commesso un errore, ne era convinto. Ma era la cosa che più voleva e non avrebbe fallito senza nemmeno provarci.
Riprese a lasciarle piccoli baci sulle labbra scendendo poi fino all’incavo del suo collo, non disse nulla più.
 
Grosse nuvole grigie avevano improvvisamente ricoperto il cielo incupendolo ed avvolgendo quella stanza di un’oscurità lieve. La pioggia cominciò a bagnare le strade e a battere sui vetri, il rumore dei pesanti scrosci d’acqua sostituì il silenzio regnante tra quelle quattro mura.
Interrompendo un’ulteriore volta quei baci fugaci, Justin si tolse la maglietta sotto lo sguardo attento ed allo stesso tempo stupito di lei.
A-avevo caldo” improvvisò lui; Holly gli lanciò un’occhiata di sufficienza per poi lasciarsi andare in una lieve risata che lo fece rimanere perplesso.
Con un braccio lo fece spostare da quella posizione, sì alzò in piedi volgendo lo sguardo alla porta chiusa e dando a lui le spalle.
Justin non ebbe il coraggio di chiedergli il perché di quella reazione, lei, invece, analizzava uno per uno i pensieri che in quel momento le stavano attraversando la mente. Aveva afferrato a pieno le intenzioni di Justin e da una parte giudicò sbagliato ciò che lui aveva in mente, dall’altra, invece, non poté che esserne accondiscendente.
Lentamente iniziò a slacciare i bottoni della camicetta che indossava e quando giunse all’ultimo, lasciò cadere dietro di sé l’indumento celando a quello che era il suo ragazzo, la schiena quasi nuda se non fosse stato per il reggiseno nero che interrompeva le morbide linee del suo busto.
 
Senza esitare un secondo di più, Justin balzò in piedi raggiungendola e cingendo le braccia attorno alla sua vita. Appoggiò il mento sulla sua spalla lasciandole piccoli baci sulla guancia e sul collo, lei rimase ferma immobile seguendo i suoi movimenti con la coda dell’occhio.
Sfiorò le mani di Justin scostandole dalla sua vita ed intrecciando le dita con le sue, leggeri brividi le percorrevano la schiena ogni qualvolta che lui appoggiava il suo petto contro di lei.
Il respiro del biondo era l’unica cosa che Holly riusciva a percepire, nemmeno gli scrosci del temporale erano più così evidenti come prima.
 
Se tua madre entra adesso siamo fottuti, lo sai?” le sussurrò ad un orecchio facendola rabbrividire ulteriormente, “La porta è chiusa a chiave” affermò lei sorridendo.
Chiusa a chiave? Non avevi mai chiuso la porta a chiave prima d’ora
E’ vero, ma se tu sei qui dentro con me, non ho bisogno di  nessun altro al di fuori di questa stanza.
Justin sorrise a quelle parole e la strinse ancora più forte a sé, lei si voltò verso di lui incrociando le braccia attorno al suo collo, si alzò sulle punte dei piedi ed appoggiò la fronte contro la sua.
Lui, invece, manteneva le mani salde sui suoi fianchi; le fece poi scendere fino al sedere permettendole così, con un piccolo balzo, di avvolgere entrambe le gambe attorno alla vita di lui.
 
Il suo cuore batteva all’impazzata, non distoglieva lo sguardo dai suoi occhi verdi, non aveva alcuna intenzione di spostare le mani dal posto in cui si trovavano in quel momento. Non aveva mai osato tanto, non aveva mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui entrambi erano consapevoli di volerlo.
Abbassò lo sguardo sul suo seno coperto da quel reggiseno nero ricamato di ghirigori mentre lei gli stampò un bacio sulla fronte facendo intrecciare nuovamente i loro sguardi ed unire le loro labbra.
Holly sciolse l’intreccio che con le gambe avvolgeva la vita di Justin rimettendo i piedi a terra, lui la lasciò libera seguendo incessantemente con lo sguardo ogni suo movimento: si sbottonò i jeans che lentamente si sfilò liberandosene del tutto. Ora tutto ciò che indossava era il completo intimo ed un paio di calzini rosa, spostò lo sguardo su di lui che rimase fermo, impassibile come se non potesse muoversi.
 
Senza aspettare un istante di più, Holly avanzò pericolosamente verso di lui, appoggiò le mani sulle sue spalle e lo spinse all’indietro facendolo cadere sul letto che distava poco più di un passo da lui.
Lo raggiunse immediatamente sedendosi a cavallo sopra di lui e lanciandogli un’occhiata che lo fece sorridere.
L’afferrò per entrambe la mani attirandola a sé e facendo combaciare un’altra volta le loro labbra, fece scorrere poi le dita lungo la sua schiena arrivando sino all’allacciatura del reggiseno slacciandoglielo dopo un paio di tentativi andati a vuoto. Si maledisse per quel piccolo errore, ma evitò di preoccuparsene più di tanto mentre abbassava entrambe le spalline di quell’indumento costringendola così a liberarsene del tutto.
Dopo essersi spostata accanto a lui, Justin si liberò dei jeans che indossava lasciandoli cadere al suolo ed essendo così libero di stringerla a sé di nuovo.
Dopo svariati baci, allontanò momentaneamente il viso dal suo sussurrandole: “Sei sicura di volerlo?
Holly esitò qualche secondo prima di rispondere, sapeva ciò che voleva, sapeva che quello era il momento perfetto, ma nonostante tutto, quella domanda la spiazzò.
Perché me lo chiedi? Credevo che l’avessi capito
E fu in quel momento che Justin si pentì di aver aperto bocca, sentiva di aver rovinato l’atmosfera che si era creata tra quelle quattro mura, sentiva di aver peggiorato ciò che fino a poco prima pensava: le parole non erano necessarie. Scosse ripetutamente la testa come per scacciare sia quei pensieri che ciò che aveva appena detto.
Hey, va tutto bene” gli sorrise lei passando una mano tra i suoi capelli, ma lui non alzò lo sguardo.
Guarda che non sei obbligata” sbottò lui lasciando la presa dalla sua vita e volgendo lo sguardo verso il muro; con una mano poggiata sulla sua guancia, riportò quegli occhi color nocciola nuovamente intrisi nei suoi e lenta, ma decisa si avvicinò alle sue labbra: “Non hai capito proprio niente se credi che stare qui con te sia diventato un obbligo.
 
Non avrebbe potuto desiderare di meglio, nessun’altra ragazza l’avrebbe mai capito al volo come sapeva fare lei, nessun’altra ragazza sarebbe stata capace di attirarlo a sé come faceva lei. Era unica, l’aveva sempre saputo e nessuno gliel’avrebbe mai portata via.
Con un po’ d’esitazione e forse un pizzico d’insicurezza, si spogliarono degli unici abiti che avevano ancora indosso unendosi finalmente l’uno con l’altra.
 
Justin ascoltava ogni suo sospiro, era l’unica cosa di cui si stava realmente preoccupando in quel momento; il suo respiro, invece, si fece più affannoso ogni volta che i loro bacini si scontravano.
Holly aggrottava la fronte e socchiudeva gli occhi ogni qualvolta che lui si avvicinava, i movimenti si erano fatti sempre più veloci e nonostante Holly iniziasse ad avvertire un leggero dolore, non fece nulla per interromperlo ne tanto meno per darlo a vedere.
Con entrambe le mani poggiate sulle sue spalle, lo stringeva a sé non curandosi del fatto che stava premendo un po’ troppo con le unghie sulla sua pelle.
Justin non disse niente, rallentò i movimenti soffermandosi poi a guardarla negli occhi e ad accarezzarle il ventre, salendo e scendendo quasi ritmicamente.
Lei si sporse verso di lui lasciandogli un bacio sulle labbra ed i movimenti ripresero, questa volta incessantemente finché, qualche istante dopo, raggiunsero l’apice del piacere quasi contemporaneamente.
 
Lentamente si staccò da lei sdraiandosi sulla parte libera di quel letto, Holly si voltò verso di lui appoggiando il volto al suo petto e facendosi stringere forte dalle sue braccia.
 
Ti amo, Justin” gli sussurrò con voce tremante.
Ti amo, piccola mia.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Che dire, sono in ritardo perché avrei dovuto postare ieri, ma ho riscritto il capitolo due volte perché ero strainsicura di come farlo.
Poi, dopo averlo fatto leggere in anteprima ad una cara personcina, mi sono decisa a farlo così.
Premetto che speravo venisse meglio, ma non sono pratica a descrivere queste cose LOL
Spero che mi lasciate un vostro parere, per me è davvero importante sappiatelo (:
Grazie mille a chi trova sempre tempo per lasciarmi una recensione, lo apprezzo davvero ^^

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

@belieber4choice
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Capitolo 22
*** Capitolo 22. ***


22.

 
Era stata una fortuna che quel pomeriggio la casa di Holly stesse ospitando solo loro due: se la madre della ragazza avesse fatto irruzione in quella stanza, Dio solo sa il putiferio che avrebbe creato.
Si ritrovarono ancora una volta a parlare su quel balcone ed il caso volle che Justin cominciò ad inserire in quel discorso il Nomade.
Solo a sentirlo nominare, Holly roteò gli occhi sbuffando sonoramente per poi lasciarsi andare in una breve risata, trovava strano il fatto che lui fosse tanto geloso di lei. Anche in passato lo era, ma decisamente meno e lei a questo ancora non era abituata.
 
Ho bisogno di potermi fidare di te, Holly” le sussurrò il biondo stringendo tra le mani il viso di lei,
Perché hai così tanta paura?” chiese l’altra di rimando.
Non facevi altro che parlare di lui, era il centro del tuo mondo” continuò deluso lui abbassando lo sguardo, “Hai detto bene, era il centro del mio mondo. Ho lasciato alle spalle il passato. Ora sei tu il ragazzo che amo, non lui.
Justin si allontanò da lei sedendosi poi sul letto ancora sfatto, aveva persino paura a guardarla negli occhi, paura di incrociare quei due laghi verdi, paura di poterla perdere.
Holly aveva giurato a sé stessa che Nicholas, il ragazzo per cui aveva perso la testa per oltre un anno, fosse solo un ricordo. Ma era passato diverso tempo da allora, da quando aveva smesso di guardarlo con attenzione come era solita fare, perciò sarebbe stato difficile credere che di lui non le importasse più nulla.
E se fosse cambiato nuovamente tutto? E se quella per Justin fosse stata solo una cotta passeggera? Lei questo non lo sapeva, o almeno, era sicura che non fosse così.
Mentre lui temeva che Nicholas potesse portargliela via, lei si ostinava a pensare alla ragazza nuova, Lindsay, e al fatto che avesse già messo gli occhi su Justin.
Probabilmente non sarebbe stata una rivale per Ashley, il Nomade non si sarebbe mai interessato ad una come lei, ma Justin?
Holly non si riteneva bella, soprattutto quando indossava gli occhiali, eppure c’è chi diceva che i lineamenti del suo viso erano tanto simili ad una bell’attrice di cui lei nemmeno ricordava il nome. Aveva sempre creduto che tutto ciò che Justin provasse per lei fosse una grande amicizia e l’amicizia non si basa sulla bellezza ma su com’è fatta una persona e dalle cose in comune che hai con essa.
Holly pensava questo, credeva fosse basato su questo il forte legame che li univa e probabilmente era così, Justin la pensava così. Ma c’era di più.
Non avrebbe mai smesso di trattarla come solitamente la trattava prima, non avrebbe mai spesso di raccontarle qualsiasi cosa lo turbasse o gli andasse di raccontare.
Ma ciò di cui era più sicuro era che non avrebbe mai smesso di amarla, non ora che aveva imparato a farlo.
Justin, cosa pensi di Lindsay?” esordì lei dopo alcuni minuti di silenzio, “Non saprei, non la conosco affatto.
Apparentemente” precisò lei, “Sembra una ragazza come tutte le altre” rispose lui.
Tutte le altre compresa Ashley?
Ashley? Beh, non direi che… Holly, mi stai mettendo in difficoltà” finse un risata lui, “Vediamo se riesco a spiegartelo meglio: una ragazza normale potrebbe essere Sarah Stones, quella bionda che fa teatro. Oppure Amy Miller, quella che suona i piatti nella banda. Una come Ashley non è una ragazza normale! E’ la capo cheerleader e ciò significa che di normale ha ben poco, oppure come Grace Stewart che l’hanno scorso ha vinto la gara di ginnastica ritmica e ora tutti la venerano come se fosse una dea, oppure…
Ho capito cosa intendi” la interruppe lui, “Una ragazza normale, fine.
Anche io, forse, sono una ragazza normale. Anche se Ashley e la sua compagnia di galline crede che io faccia parte delle nullità o forse meglio dire sfigati, non lo ricordo più” confabulò lei avanzando avanti ed indietro lungo il perimetro di quella stanza.
Holly, smettila. E’ decisamente diversa la cosa: io non conosco nemmeno Lindsay, tu conosci fin troppo bene Nicholas, il Nomade o come accidenti piaceva chiamarlo a te.
Conoscere è una parola grossa, non gli ho mai parlato e lui non si è mai accorto della mia esistenza” ribatté convinta lei dopo essersi finalmente fermata davanti a lui, “Non si è mai accorto della tua esistenza fino ad oggi” replicò Justin sperando di concludere una volta per tutte il discorso.
Probabilmente ha saputo che esisto solo perché conosce te e mi ha visto al tuo fianco oggi, se tu non fossi tornato…” ma improvvisamente si bloccò cercando di reprimere quanto appena detto;
Se io non fossi tornato? Continua” le disse lui mantenendo lo sguardo fisso su di lei.
Non si sarebbe accorto di me” bofonchiò abbassando il capo, “Non credo fosse questo ciò che realmente volevi dire” continuò Justin alzandosi in piedi e posizionandosi a braccia incrociate al petto davanti a lei.
Ti sbagli, è proprio questo ciò che volevo dire” ribatté Holly alzando notevolmente il tono di voce, ora che i loro sguardi si stavano intrecciando perfettamente, entrambi, nel profondo, credevano che la discussione terminasse in quell’istante.
Io credo invece che tu volessi dire che se io non fossi tornato lui si sarebbe accorto di te in ogni caso, perché qualsiasi persona sana di mente non sopporterebbe Ashley per più di due settimane e tu avresti avuto il via libera con lui!” sbottò in preda all’esasperazione il biondo;Holly non rispose rimase immobile a fissarlo.
Non è normale che ogni santa volta finiamo per litigare” affermò lui senza distogliere lo sguardo dal suo, “Non sono io quella che ha iniziato a parlare di Nicholas
Senza ribattere ulteriormente, Justin afferrò la felpa che precedentemente aveva appoggiato alla sedia ed uscì da quella stanza. “Dove accidenti vai?” le urlò Holly quando lui fu già in corridoio, “Esco, non venire a cercarmi” rispose lui e con un tonfo sordo si chiuse la porta d’ingresso alle spalle.
 
Holly rimase qualche istante immobile a fissare il vuoto avanti a sé, indecisa se seguirlo o meno. Lo avrebbe fatto, era quasi sicura di stare per farlo, ma alla fine non lo fece. Si sedette sul letto dopo averlo sistemato leggermente ed aspettò.
Trascorse quasi mezz’ora da quando Justin aveva varcato quella soglia, l’orologio appeso in camera sua sosteneva che di tempo ne fosse passato poco, lei invece credeva fossero trascorse ore.
 
Di tanto in tanto qualche goccia gli bagnò il viso, il temporale era cessato ma le nubi grigie non avevano ancora abbandonato il cielo di quella città.
C’era solamente un posto dove avrebbe voluto andare ed era il parco, lì non avrebbe trovato nessuno, nessuno che avrebbe potuto disturbare le  ore successive dedicate a pensare.
Pensare. Pensare a cosa?
Non era tanto strano che i due litigassero, ma ultimamente succedeva spesso ed era convinto che dopo quanto successo qualche ora prima all’interno di quella stanza, nulla sarebbe potuto andare storto.
Pensava male, pensava troppo.
L’erba era fradicia, così come lo erano le foglie appese ai rami dell’albero sotto il quale aveva deciso di sedersi.
Fissava il resto del parco avanti a sé, non c’era anima viva a parte lui o qualche piccola formica che gli camminava vicino. In quel momento erano solo lui ed il parco. Sostanzialmente, lui e basta.
Una volta ritornato a casa, pensò, si sarebbe risolto tutto perché sarebbe bastato rimanere separati per un po’ di tempo. Ma allora perché non riusciva ad applicare quel concetto anche al rapporto che aveva con suo padre?
Erano trascorsi anni da quando lui li aveva lasciati e quando ritornò per poi risposarsi con sua madre, i sentimenti che Justin provava verso di lui erano sempre gli stessi: odio e rancore, forse più accentuati di prima.
E così lo credeva adesso. Ritornare in California sarebbe stato uno sbaglio, ma non avrebbe potuto rimanere ad Atlanta ancora per molto, soprattutto sotto lo stesso tetto di Holly. Nessuno dei due era pronto a passare così tanto tempo insieme e forse era proprio quella la causa dei loro continui litigi.
Nessuno dei due ci aveva mai pensato, nessuno dei due aveva mai creduto che la vicinanza potesse rovinare i rapporti, figuriamoci un rapporto chiamato amore.
 
Aveva lo sguardo fisso al suolo quando una figura già conosciuta si presentò davanti a lui richiamando la sua attenzione: “Justin?
Il biondo si limitò a guardarla esitando qualche istante prima di rispondere al saluto; “Sono Lindsay, l’amica di Holly” continuò lei sorridendogli.
Oh, ciao” abbozzò un sorriso lui, “Devo dire che hai scelto la giornata ideale per trascorrere un pomeriggio nel parco” ironizzò Lindsay.
Non aveva molta voglia di parlarle, in realtà non aveva voglia di scambiare parole con nessuno, perciò si limitò a rispondere o ad annuire alle poche domande che gli vennero poste.
 
Stavo pensavo ad una cosa” esordì lei dopo alcuni istanti di silenzio, Justin volse lo sguardo nuovamente su di lei; “Magari potremmo uscire insieme qualche volta
I-io e te?” chiese conferma lui, “Sì, perché no?” ribatté entusiasta Lindsay.
N-non lo so, insomma io e Holly…” balbettò a bassa voce senza sapere nemmeno lui dove volesse andare a parare.
Io intendevo da amici, Justin” lo corresse lei continuando a sorridere, “Oh, certo, perché no?” ribatté lui.
Quella conversazione lo stava rendendo più nervoso di quanto in realtà non fosse; se Holly avesse scoperto che la ragazza nuova lo aveva appena invitato ad uscire, sarebbe andata su tutte le furie, probabilmente.
 
Devo andare ora, ci vediamo domani a scuola. Ciao Justin” lo salutò lei poco prima di riprendere il cammino, lui rimase seduto nella stessa posizione finché il suo cellulare non incominciò a suonare.



Spazio Autrice
{Leggimi u.u}

Buongiorno belle bellezze :)
Sono un po' in ritardo, avrei voluto postare prima ma mi è mancata la voglia di scrivere, infatti questo capitolo non è il massimo çç.
But don't worry, ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo così aggiornerò presto (sempre se vi interessa eh u.u)
Sì, oggi sono euforica, in realtà è tutta la settimana che lo sono: domenica ho incontrato Conor Maynard aakògjklajgkl (okay non so se tutte sanno chi è, ma sono stra felice :3)

Anyway, ora vi lascio, spero vi piaccia. Grazie mille per le dieci recensioni allo scorso capitolo: siete stupende, mi fa un piacere immenso leggerle **

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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PS: se a qualcuno interessa ho incorso un'altra fan fiction sempre sul nostro amico Justin, questo è il link
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=987112&i=1

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Capitolo 23
*** Capitolo 23. ***


23.



Pronto?” biascicò lui rispondendo alla chiamata; “Ciao Justin” una voce fredda, già udita prima, lo fece sussultare.
Che cosa vuoi?” domandò il biondo con voce tremante cercando invano di nascondere l’insicurezza che si era appena impossessata di lui. Ricevere una chiamata da parte di suo padre non era certo una cosa che gli capitava spesso, solitamente comunicava con lui tramite sua madre e spesso e volentieri non comunicavano affatto.
Devi ritornare in California” replicò l’uomo dall’altra parte del telefono, “No, mi dispiace. Io non ritorno da te” rispose usando un tono decisamente più fermo e sicuro di prima.
L’unico suono che sentì appena dopo aver terminato la frase, fu un appena percettibile rumore metallico provocato dalla stretta troppo forte che il padre dedicò all’apparecchio, seguita poi dal richiamo quasi violento con cui costrinse Pattie ad intervenire in quella conversazione.
 
Justin, tesoro, come stai?” le domandò in modo dolce lei non appena acquistò la possibilità di conversare quasi tranquillamente con il figlio, “Io non torno in California” fu tutto ciò che Justin riuscì a dirle.
Justin, per favore. Non puoi rimanere a casa di Holly in eterno, ragiona.
Non ho intenzione di ritornare, non finché lui sarà in quella casa. Tienilo bene a mente” replicò nuovamente il biondo ormai deciso ad imboccare la strada verso casa di Holly.
 
Vedi di far ritornare tuo figlio qui, altrimenti sarò io stesso a riportarcelo di peso”  urlò Jeremy a Pattie, Justin impallidì solo a sentire la sua voce ed il tono con cui aveva pronunciato quelle poche parole.
 
Justin, te lo chiedo per favore” biascicò la madre quasi sul punto di scoppiare in lacrime, Dio solo sa quante già ne aveva versate durante il periodo in cui aveva vissuto in California e se solo Justin lo avesse saputo, avrebbe declinato ogni proposta di ritornarci.
Ho-ho paura” balbettò lui, Pattie non poteva che biasimarlo: lei stessa aveva paura di quell’uomo, ma ormai era tardi per tirarsi indietro ed era ancora convinta che lui potesse cambiare.
Pensaci, Justin. E’ meglio se vieni tu di tua spontanea volontà piuttosto che aspettare che sia lui a venirti a prendere controvoglia” disse lei.
Il cielo aveva cominciato lentamente a rilasciare altre gocce che man mano diventavano sempre più frequenti. Ora che non si trovava più sotto a quel grande albero, il temporale che era appena ricominciato l’aveva reso fradicio e lui non aveva alcuna intenzione di spostarsi dal quel sentiero.
T-ti ha fatto del male, non è vero?” chiese titubante lui, Pattie esitò qualche istante prima di rispondere “C-cosa? No, perché pensi questo?” balbettò lei a sua volta.
Mamma non mentirmi
Va tutto bene, non ti preoccupare. Piuttosto, riguardo al fatto di ritornare qui, per favore pensaci Justin.
Lo farò” concluse lui prima di chiudere definitivamente quella telefonata.
Alzò lo sguardo verso l’alto, grosse nuvole grigie riempivano il cielo mentre pesanti goccioloni gli bagnavano il viso e tutto il resto del corpo.
S’inginocchiò al suolo e ci restò finché sentì calde gocce d’acqua bagnargli il viso, non provenivano dal cielo, quelle al contrario erano fredde. Prima una lacrima, poi un’altra contribuirono a coprire ogni parte asciutta di quelle gote ora non più così pallide.
Strinse forte il telefono tra le mani, quasi tentato di scaraventarlo al suolo e spaccarlo in mille pezzi; quello ed altro avrebbe fatto pur di evitare ogni contatto con suo padre, come se quel gesto fosse bastato ad impedire di farlo andar via da lì.
Fissava il vuoto avanti a sé, ora nemmeno le formiche gli facevano compagnia, quel parco era diventato deserto tanto da non ospitare nemmeno gli animali.
 
Una mano si posò sulla sua spalla e non appena percepì quel tocco, rabbrividì voltandosi verso chi sostava alle sue spalle.
Holly, che cosa ci fai qui?” esclamò flebilmente lui alzandosi in piedi di fronte a lei.
I capelli voluminosi che solitamente le contornavano morbidamente il viso, ora erano umidi e dritti come spaghetti incollati alle sue gote altrettanto bagnate.
C-cos’è successo?” balbettò lei, “E’ meglio se ne parliamo a casa” le disse Justin accarezzandole una guancia e lei annuì.
 
Avresti potuto portarti un ombrello e poi ti avevo detto di non cercarmi” l’ammonì il biondo, lei si rabbuiò e flebilmente disse: “Non appena ho visto che ha iniziato a piovere, sono corsa fuori e non ho minimamente pensato a prendere un ombrello. Mi ero preoccupata per te.
Avevo solo bisogno di restare un po’ da solo, non c’era bisogno di preoccuparsi” biascicò lui mantenendo lo sguardo abbassato.
 
Nel giro di pochi minuti, si ritrovarono finalmente all’asciutto sotto quel tetto che li teneva così uniti da qualche tempo.
Holly recuperò un paio di asciugamani ed un phon e cominciarono così ad asciugarsi capelli e viso.
La ragazza tirò fuori dall’armadio un paio di pantaloni ed una maglietta e così poi fece lui, si cambiarono l’uno di fronte all’altro senza preoccuparsi minimamente di ciò, quasi come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
Quando Holly si fu sistemata, si sedette a gambe incrociate sul morbido tappeto aspettando che lui facesse lo stesso e rivolgendogli la massima attenzione.
Non so nemmeno da dove cominciare: se dal fatto che ho odiato profondamente il modo in cui l’ha trattata oppure dal fatto che vuole a tutti i costi portarmi via da qui” sbottò senza dare un minimo freno alle parole, come se avesse avuto il bisogno vitale di raccontarle ogni cosa.
Justin, frena: fai capire qualcosa anche a me” sospirò calma Holly “Chi ha trattato male chi?
Mio padre, prima mi ha chiamato dicendo che devo ritornare in California. Quando si è rivolto a mia madre ha usato un tono brusco e violento e così le ho chiesto se le avesse mai fatto del male
E lei cos’ha risposto?” chiese Holly flebilmente temendo la risposta, “No, ovviamente. Anche se io temo che in realtà sia così. Ha esitato prima di rispondere e lei non lo fa mai. Vorrei tornare in California solo per riuscire a riportarla qui, ma ho paura di rivederlo.
Justin, non credo sia capace di farti del male, insomma… Sei suo figlio!
Non credo che c’entri qualcosa per lui il fatto che siamo parenti, mamma è sua moglie eppure io credo che le abbia fatto qualcosa di male. Ma… Non sono sicuro più di nient’altro. Non so niente, non so nemmeno che cosa fare” biascicò lui mentre alcune lacrime lottavano contro la sua volontà pur di uscire da quegli occhi color nocciola.
So solo che non voglio partire” aggiunse poi prima di affondare il volto tra le sue stesse braccia, Holly si avvicinò a lui accarezzandogli i capelli per poi sciogliere quell’incrocio fatto dalle sue braccia e lasciare che tutto ciò fosse soffocato da un abbraccio.
Un gesto quasi inutile, ma che altro avrebbe potuto fare?
Dimmi tu che cosa dovrei fare” biascicò lui mentre le parole gli si spezzarono in gola a causa di un prossimo silenzioso pianto, “I-io non lo so
Trascorsero interi minuti in cui Holly e Justin restarono saldamente abbracciati l’uno con l’altro; tutto d’un tratto lei disse: “Se vuoi, posso venire con te
Lo faresti?” chiese stupito lui sciogliendo momentaneamente quell’abbraccio, “Sì, Justin” gli sorrise lei.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Chiedo perdono per questo capitolo, è cortissimo ma mia madre mi sta cacciando dal computer ed io non potevo non postare
Okay, io vi ringrazio infinitamente per le recensioni e per tutte quelle belle persone che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite. Siete meravigliose, voi con le vostre parole mi rendete strafelice!
Spero di ricevere ancora qualche vostra recensione :3

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 24
*** Capitolo 24. ***


24.
 

 
La mattina seguente si ripresentò la solita routine, Justin aveva deciso di cercare di vivere al meglio gli ultimi due giorni ad Atlanta e Holly lo assecondò evitando di parlare dell’imminente partenza. Non sapeva se davvero lo avrebbe accompagnato, soprattutto non era sicura di ricevere il consenso da parte di sua madre.
Si diressero entrambi a scuola e non appena vi arrivarono, le loro strade si separarono, Holly si diresse nell’aula dove avrebbe assistito alla lezione di storia e Justin in segreteria.
Justin, aspetta” lo chiamò una voce alle sue spalle, lui si voltò di scatto credendo fosse Holly, ma non era affatto lei bensì una ragazza dai capelli color del grano: Lindsay.
Oh, ciao Lindsay” rispose il biondo abbozzando un lieve sorriso, “Mi stavo chiedendo se oggi ti andava di uscire” continuò lei torturandosi nervosamente le mani. Justin rimase immobile senza dire una parola e per alcuni istanti si ritrovo a boccheggiare.
Allora?” insistette lei sorridendo, “I-io non lo so, tra un paio di giorni parto e…
Parti? E dove andrai?
Ritorno in California dai miei” biascicò lui abbassando il capo “Per questo non credo di avere il tempo per uscire, in realtà volevo stare un po’ con Holly prima di andarmene definitivamente.
Oh, certo lo capisco” replicò lei alquanto delusa, Justin sospirò e poi aggiunse: “Magari possiamo uscire per un’oretta, oggi dopo scuola.
In quel momento sul volto di Lindsay comparve un sorriso e subito annuì entusiasta, “D’accordo allora, ci vediamo alle tre fuori da scuola” e detto ciò, scomparve dalla vista del biondo addentrandosi tra la folla che occupava il corridoio.
 
Justin si appoggiò pesantemente all’armadietto dietro di sé provocando così un tonfo sordo mentre si portava entrambi le mani sul viso.
Justin?” lo chiamò Holly, lui ebbe un sussulto e si staccò così da quell’armadietto cercando di sembrare il più calmo possibile, ma la cosa gli riuscì male.
Holly, che ci fai ancora in corridoio? Non avevi lezione?” le domandò nervosamente lui, “Ci stavo andando, infatti.
C’è… c’è qualcosa che non va?” si affrettò a domandarle Justin temendo che l’avesse visto parlare con Lindsay, “No, nulla” gli sorrise lei, “Ci vediamo questa sera, oggi pomeriggio devo uscire con mamma e soprattutto dovrei iniziare a dirle che parto con te
Justin non aveva prestato attenzione ad una sola parola detta dalla ragazza, la bocca di lei si muoveva ma lui non ne udiva alcun suono. Nella sua testa risuonavano solamente suoni ben poco percettibili e solo quando lei gli schioccò due dita davanti agli occhi, tornò alla realtà: “S-sì va bene, ci vediamo questa sera.
Justin, sei sicuro che vada tutto bene?
B-benissimo” balbettò ancora una volta lui e Holly sembrò credergli.
 
Le ore di lezione che seguirono l’ora di pranzo, sembravano non voler trascorrere affatto e questo sembrò un punto a favore di Justin che non aveva nessuna intenzione di varcare la soglia della porta di quell’aula.
Ma, sfortunatamente, la campanella che segnava la fine delle lezioni non tardò a suonare; non appena mise piede fuori da quell’edificio, la biondina si presentò alle sue spalle cogliendolo di sorpresa.
Ciao Justin!” esclamò squillante lei facendolo sussultare, “È già la seconda volta che mi cogli di sorpresa oggi” ridacchiò lui sperando di smorzare il nervosismo che lo assaliva ormai da ore.
Vogliamo andare?” gli domandò lei prendendolo sotto braccio, debolmente lui annuì.
Camminarono l’uno accanto all’altra parlando del più e del meno, quasi come se si conoscessero da sempre, gli sembrò quasi di camminare al fianco di Holly con la differenza che lei non era affatto Holly.
 
Raggiunsero il parco ed in seguito presero posto a sedere su di una panchina, il biondo si tolse lo zaino dalle spalle accasciandolo al suolo mentre Lindsay sedeva accanto a lui con lo sguardo fisso nel vuoto avanti a sé.
C’è una cosa di cui dovrei parlarti, Justin” disse lei rompendo quel lieve silenzio, Justin si voltò prontamente verso di lei volgendole tutta la sua attenzione.
Tu… in realtà non so nemmeno da che parte cominciare, ma non credo che questa sia un’uscita tra amici” sbottò lei tutto d’un fiato, lui non rispose continuando ad ascoltarla, “Justin, tu mi piaci e parecchio anche. So che sei fidanzato con Holly e che probabilmente io non ti interesso, ma non riuscivo a tenermelo dentro, soprattutto dopo aver scoperto che tra un paio di giorni parti e Dio solo sa quando ci rivedremo
Lindsay, non fraintendermi: tu sei carina, direi anche simpatica nonostante ti conosca da poco, ma come hai detto tu, Holly è la mia ragazza ed io non credo che tra me e te possa nascere qualcosa se non un’amicizia.
Io non voglio essere tua amica, Justin. Noi non siamo amici” replicò lei tranquilla senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi, era palese che la cosa che più l’aveva colpita di quel ragazzo fossero i suoi occhi e tutto quel mondo che essi nascondevano al loro interno. Era determinata a non arrendersi, forse aveva messo gli occhi sul ragazzo giusto, avrebbe ceduto e lei lo sapeva.
Non adesso Lindsay” affermò nuovamente lui, “Hai detto tu stesso che tra un paio di giorni partirai e se è vero che mi trovi carina, non vedo perché tra noi non possa nascere qualcosa
Te l’ho già detto: sto con Holly
Nessuno ha mai detto che deve per forza saperlo” questa volta si avvicinò pericolosamente a lui, ormai fin troppo vicina al suo viso.
Lindsay, dico davvero: Holly lo verrebbe a sapere, io stesso non saprei come tenerglielo nascosto. Non voglio tenerle nascosto niente, io la amo
La biondina passò un dito sopra le labbra di Justin, intimandogli implicitamente di non dire ulteriore parola, con quello stesso dito contornò le sue labbra facendolo rabbrividire e si pentì sempre di più di aver accettato di uscire con lei.
Vieni con me” gli disse lei, lo afferrò per un polso ed iniziò a trascinarselo dietro lasciandogli appena il tempo di afferrare lo zaino, “Ma dove accidenti stiamo andando?” le chiese lui, ma lei non rispose e continuò imperterrita a camminare.
Dopo una decina di minuti si ritrovarono d’innanzi alla villetta in cui viveva Lindsay, vi entrarono e quando furono finalmente fermi, Justin si affrettò a chiedere: “Ma sei sola? Non ci sono i tuoi?
No, sono al lavoro” ed ecco che riprese a trascinarlo lungo un breve corridoio che portava in quella che era la sua camera.
Lo fece entrare e si chiuse alle spalle la porta a chiave, Justin seguiva ogni suo movimento con gli occhi sgranati ed incredula era l’espressione che aveva dipinta in volto. Lindsay lo notò e si avvicinò a lui poggiando entrambe le mani sulle sue spalle: “Justin, ascoltami” cominciò a parlare lei, tirò un sospiro e poi continuò, “Probabilmente penserai di compiere uno sbaglio e forse è così, ma io non ho intenzione di lasciar perdere. Odio provare rimpianti e tu saresti uno di questi
Linsday, scordatelo: io non tradirò Holly con te” affermò sicuro il biondo, ma Lindsay non aveva alcuna intenzione di cedere, evidentemente era una ragazza amante del rischio, molto diversa da come in realtà era Justin. “Dimmi una cosa, Justin: se tu non fossi fidanzato con Holly, ci proveresti con me?
La vita non è fatta di se o di ma, se io non fossi fidanzato con Holly, sinceramente non saprei cos’avrei o non avrei fatto. È un discorso completamente diverso
È qui che sbagli, Justin. Credimi, nessuno più di me potrebbe capirti riguardo a ciò, ma è la tua vita e Holly non lo verrà mai a sapere” insisteva, la bionda insisteva tremendamente e Justin non sapeva più quale scusa adottare per allontanarla da lui; non era mai stato capace a respingere le persone, ma quello era il momento per iniziare a farlo: stava sbagliando, era sicuro solamente di questo.
Fidati, lo verrà a sapere perché probabilmente sarei io stesso a raccontarglielo
Non lo farai” sorrise beffardamente lei, “Che ne sai?” ribatté l’altro cercando di tenerle testa.
 
Lindsay si era stancata di quei botta e risposta privi di senso, si avvicinò ancora di più a lui; si soffermò a  pochi centimetri dal suo volto.
Justin si limitava a fissarla dritto negli occhi, e non poté negare che quello sguardo tanto simile al suo, lo incantava terribilmente.
Lindsay posò le labbra su quelle di Justin e lui, sorprendendo persino se stesso, rimase immobile.




Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

So perfettamente che è un po' lungo ed in realtà avrebbe dovuto essere ancora più lungo, ma ho pensato che magari vi sarebbe scocciato leggere così tanto e perciò lo spezzato. Sì, avete capito bene, la scena non finisce lì. Ma non voglio dirvi altro, insomma, non è proprio nel mio genere anticipare cosa accadrà in seguito, ma se proprio ci tenete.... Nah, non ve lo dico, tanto credo di aggiornare presto (prima della fine della settimana, spero) quindi vedrete da voi :)
Intanto vi ringrazio per le 8 recensioni allo scorso capitolo, mi fate sempre più felice *O*
Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 25
*** Capitolo 25. ***


25.

 
Justin era fermo nella stessa posizione da quasi interi minuti, la fissava sperando di respingerla solo con lo sguardo, ma quello servì soltanto ad avvicinarla ancora di più.
Lindsay avvolse le braccia attorno al collo del biondo avvicinando il bacino al suo e notando che lui non aveva alcuna intenzione di sfiorarla, la bionda gli prese entrambe le mani per poi farle appoggiare sulla sua schiena.
Lindsay, te lo ripeto per l’ultima volta: allontanati da me” le disse Justin e lei in tutta risposta scosse la testa abbozzando un sorriso malizioso: “Sai che basterebbe solamente un piccolo gesto per farti cambiare idea?
Ma che vuoi dire?” sbottò il biondo; Lindsay non rispose e poggiò una mano appena sotto la fibbia della cintura che sorreggeva sommariamente i pantaloni di Justin mentre invece con l’altra mano posta dietro al collo, lo attirò a sé baciandolo di nuovo.
Justin non ebbe il tempo né di ribattere né tanto meno di allontanarla da lui, a passo lento fu costretto ad indietreggiare ed ecco che Lindsay gli diede una piccola spinta verso il letto alle sue spalle.
Si sedette a cavalcioni su di lui fissandolo incessantemente negli occhi, un piccolo sorriso le spuntò sulle labbra mentre intrecciava le dita di entrambe le mani alle sue.
Era rimasto come pietrificato ed anche volendo, non sarebbe riuscito a muoversi o forse non era esattamente ciò che voleva.
La ragazza si tolse velocemente la maglietta lasciando il busto coperto solo dal reggiseno e lo sguardo di Justin cadde proprio su di esso, Lindsay lo notò compiaciuta ed afferrò prontamente le sue mani ponendole poi sopra di esso. Si avvicinò pericolosamente a lui lasciandogli lievi baci sul collo per poi salire nuovamente fino alle labbra.
Un brivido percorse la sua schiena e poi un altro ancora quando gli sollevò delicatamente la maglietta sfiorando appena la sua pelle; Justin non oppose la minima resistenza quando arrivò il momento di levarsi quell’indumento definitivamente. Aveva la mente talmente offuscata che non riuscì nemmeno a rendersi conto che quanto stava per fare era decisamente sbagliato.
Pura attrazione fisica, quello sbaglio si sarebbe basato solamente su quello, ma Holly come avrebbe reagito? Lui stesso aveva si era ripromesso che non le avrebbe mai nascosto nulla, soprattutto uno sbaglio tanto grande.
Che ti dicevo? Non stai opponendo resistenza, il che significa che è la stessa cosa che vuoi anche tu” gli sussurrò ad un orecchio per poi finire col mordergli un lobo.
I-io non ci sto capendo più niente” rispose lui ansimando lievemente, le mani di lui ora erano posate sui suoi fianchi e quelle di lei disegnavano linee immaginarie sul suo petto. Justin rabbrividiva ad ogni suo tocco e dovette ammettere che quella strana sensazione, come la definiva lui, non l’aveva provata quando c’era Holly al posto di Lindsay.
Forse era paura, forse quella scarica di adrenalina era la vera colpevole tanto da non riuscire a frenare quello sbaglio e soprattutto a non impedire che le mani di quella ragazza continuassero a scorrergli lungo il petto.
Era bastato un tocco, veloce ed immediato ed il bottone di quei pantaloni non risultò più un freno, fece scorrere verso sé stessa la cerniera di quell’indumento e si precipitò nuovamente a  capofitto sulle sue labbra.
Con la stessa velocità ed abilità con la quale gli aveva sfilato la maglietta, così fece con sia con i suoi pantaloni che con quelli di lui.
Il biondo era fermo, immobile e per di più non riusciva a distogliere lo sguardo da quel corpo; era bella, non poteva negarlo ed il suo sguardo seguiva ripetutamente le linee di quel fisico: i fianchi appena accennati ed il seno tondo e per niente esagerato era ciò che l’aveva quasi stregato.
Cosa stai guardando?” gli chiese lei abbozzando un sorriso sghembo, “N-niente” balbettò nervoso lui.
 
Che accidenti dovrei guardare? Non c’è altro in questa stanza a parte te ed io sto sbagliando, sto maledettamente sbagliando eppure non riesco ad allontanarti da me. Perché? Perché apparentemente sei perfetta? Anche lei lo è e la trovo migliore di te, nei suoi occhi ci vedo molto di più che due semplici laghi verdi, ci vedo il mio mondo, il mio tutto. Perché sto facendo questo alla mia Holly? Io la amo, la amo da sempre ed ora sei arrivata tu a rovinare tutto ed io sto contribuendo a mandare a puttane quello per cui ho lottato con tutte le mie forze. Ti odio, Lindsay. Ti sto odiando, ma non riesco a fare a meno di te e tu lo sai, mi hai in pugno ormai.
Sapevi tutto, sin da quel giorno al parco, tu avevi già pianificato tutto ed io sono caduto nella tua trappola. Mi hai preso. Mi hai trascinato qui senza darmi spiegazioni, senza dire nulla: solo la tua mano sul mio polso e siamo finiti qui.
Ti muovi su di me come se sapessi tutto, come se questo corpo fosse tuo, ma non lo è. Di me non sai niente, eppure hai capito che impazzisco quando passi una mano tra i miei capelli e quando mi sfiori il petto, o peggio, quando lasci che io ti tocchi, ma questa sei tu, non lei ed io non potrei farlo. Dovrebbe esserci Holly al posto tuo, ma lei non c’è. Lei mi crede disteso sul letto di camera sua intento a preparare le valigie perché tra due giorni mi allontanerò da lei, non qui sotto alle tue maledette sgrinfie.
Partirò e lei non saprà del mio sbaglio, vorrei dirglielo,vorrei confessarglielo ma ho paura. Paura che capisca quanto idiota io sia stato a cadere nel tuo tranello.
I miei pugni sono talmente serrati che i muscoli tesi sulle mie braccia ora sono più evidenti e tu lo hai notato. Stringi le tue mani sulle mie braccia impedendomi di agire, impedendomi di tornare da lei.
 Lasciami, lasciami andare, sai che questo non è amore, sai che questo sarà solo sesso. Ti basta davvero questo? È questo tutto quello che vuoi da me? Non sono l’unico ragazzo sulla faccia della Terra, fattene una ragione e smetti di avvinghiarti a me come se fossi il tuo ragazzo perché non lo sono.’
 
Il fatto che Justin fosse totalmente assorto nei suoi pensieri, fu solo un punto al favore di Lindsay che aveva il pieno controllo su di lui e lo stava letteralmente obbligarlo ad essere suo ed a spogliarlo di qualsiasi veste.
E c’era riuscita, era bastato un movimento ed i loro corpi si erano uniti dando vita a movimenti fin troppo simili per essere distinti. Erano in sintonia, ma tutto quello che lui provava non era nient’altro che puro piacere fisico, nulla di più: non sentiva niente, assolutamente niente.
Per lei era totalmente diverso, sentiva le farfalle nello stomaco come se fosse stato lui a coglierla di sorpresa e probabilmente sarebbe stato ciò che avrebbe raccontato se mai un giorno avesse dovuto parlarne. L’avrebbe fatto, ma non era cattiva, non aveva una mente contorta era semplicemente attratta da quel ragazzo e non solo fisicamente.
Ma lo conosceva talmente poco per provare altro, eppure le era bastato studiarlo da lontano per immaginarsi quante più cose lo riguardassero. Non si sentiva in colpa per Holly, questo assolutamente, non l’avrebbe fatto altrimenti.
Non se ne sarebbe pentita, lei stessa constatava di odiare i rimpianti e non avere Justin anche solo per poco tempo completamente suo, sarebbe stato un rimpianto.
Un ultimo bacio determinò la fine di quell’errore, la fine di quei respiri forzati da parte di lui, e spontanei da parte di lei.
 
Ho sbagliato, sono un coglione: l’ho tradita. Si è aperto un varco, un vuoto dentro di me che mi fa respirare a fatica e no, non ansimo a causa tua. Non ho lo sguardo fisso nel vuoto perché credo che tu mi abbia fatto toccare il cielo con un dito. Non riuscirò più a guardarla negli occhi nascondendole ciò che ho fatto,non riuscirò a far in modo che si fidi ciecamente di me. Non più. Ho sbagliato, ho giocato una carta troppo alta ed ho perso. Ho perso perché ho rischiato più di quanto possedessi e non posso tornare indietro. Il danno ormai l’ho fatto e tu ci sei dentro. Perché sì, è stata anche colpa tua, soprattutto tua. Ed io ti odio, ti odio perché tu credi sia stato amore ed invece no, non lo è stato’
 
Evidentemente, nessun amore pareva essere tanto forte da essere difeso con la fedeltà.



Spazio Autrice
{Leggimi u.u}

Avrei voluto aggiornare ieri, ma ho tirato troppo in là e mi ritrovo ad aggiornare oggi. Che per i miei standard è pure presto.
Non odiatemi per questo capitolo çç 
Non volevo accadesse, okay in realtà sì LOL
Anyway, voi siete ajgkajgkjak meravigliose, dieci recensioni allo scorso capitolo e mi avete reso stra felice, giuro.
Alla prossima, bellezze!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 26
*** Capitolo 26. ***


26.

 
Justin si alzò svelto da quel letto, cominciò a rivestirsi sotto lo sguardo stupito di Lindsay che gli chiese: “Vai già via?” Lui si voltò lentamente verso di lei, fu quasi tentato di non risponderle, si sentiva terribilmente in colpa per ciò che aveva fatto alla sua Holly ed era davvero tentato di dirglielo, ma come?
Non l’avrebbe mai capito, non l’avrebbe mai nemmeno perdonato.
Non avrei dovuto nemmeno venire” sbottò lui di rimando mentre si infilava la maglietta, “Io ti consiglierei di non dirglielo, Justin” continuò lei alzandosi in piedi e posizionandosi davanti a lui.
Per te è più facile, non è vero? Non sei tu quella che l’ha tradita, anche se in parte direi di sì: dato che sei sua amica avresti dovuto avere un minimo di considerazione, ma no. Non ce l’hai, come non l’hai avuta quando mi hai trascinato qui e quando mi ti sei buttata sopra di me.
Justin…” lo interruppe lei poggiando una mano sul suo petto, “Justin un cazzo!” sbottò lui dopo aver ormai superato il limite della pazienza e distogliendo la mano di lei “Io sono più che certo che lo verrà a sapere: se non sarò io a dirglielo, lo scoprirà da sola ed io sarò fottuto. Tutto per colpa tua, Lindsay
Abbiamo commesso quell’errore entrambi, tecnicamente la colpa è anche tua” ribatté lei incrociando le braccia al petto, “Ma io non mi pentirò di quello sbaglio, era quello che volevo.
Era quello che volevi tu, non io. Dio mio, con tutti i ragazzi presenti nella scuola hai dovuto mettere gli occhi proprio su di me?” concluse lui prima di uscire da quella stanza e sbattendo violentemente la porta alle sue spalle.
Lei corse fuori raggiungendolo e poco prima che varcasse la soglia di casa, gli disse: “Prima o poi ti perdonerà”, ma Justin non le diede risposta.
Così com’era entrato, uscì da quella villetta camminando a testa bassa; arrivò alla fine del vialetto convinto di essere completamente solo, ma il caso volle che non fosse così.
Justin, che cosa ci fai tu qui?“ gli domandò Holly, proprio lei che era appena giunta alle sue spalle, nel momento più sbagliato, dopo quel fottuto errore.
Holly?” sbottò incredulo lui quando la vide, il rossore dalle sue gote non era ancora del tutto sparito e ciò non fu un punto a suo favore. “Credevo fossi con tua madre
Infatti, lei torna più tardi però. Perché eri a casa di Lindsay?” domandò nuovamente lei assottigliando lo sguardo a due piccole fessure, “N-non è come pensi, non ho fatto niente” cercò di tranquillizzarla lui.
Ah no? E questo cos’è?“ continuò lei indicando un segno rosso sul collo di lui, immediatamente il biondo si passò una mano su di esso cercando di nasconderlo, ma ormai era tardi.
Nessuno dei due proferì parola, Justin cercava invano di sostenere il suo sguardo, ma ogni qualvolta gli si proiettavano nella mente le immagini di quanto aveva fatto poco prima, abbassava il capo ignorandola.
Justin” lo richiamò lei, “Cosa cazzo ci facevi a casa di Lindsay?
Te l’ho detto, Holly: niente!” sbottò lui torturandosi nervosamente le mani, Holly non ribatté nemmeno, proseguì svelta il tragitto verso casa senza degnarlo di uno sguardo. Lui la seguiva inventando mille e più scuse, cercando di smentire ciò che ormai era palese: non gli avrebbe creduto.
 
Entrarono in casa, Holly si diresse svelta all’interno della sua camera e quando lui fece per entrare al suo seguito, lei gli lanciò un’occhiata fulminea per poi sussurrare a fatica: “Tu resti fuori, non ti voglio nella mia camera
Justin impallidì all’istante, poggiò una mano sul dorso della porta tentando invano di mantenerla aperta, ma Holly ebbe la meglio e la chiuse ermeticamente a chiave lasciandolo fuori.
In casa erano soli e così fu per le due ore successive in cui lui fu costretto a sostare in quel corridoio: provò a parlarle, a chiederle ripetutamente scusa, ma non servì a nulla, non ottenne risposta.
Justin ma cosa fai in mezzo al corridoio? Per di più con ancora lo zaino sulle spalle” gli domandò la madre di Holly quando irruppe all’interno della villetta, “Tua figlia non mi fa entrare” biascicò lui appoggiandosi al muro e mantenendo lo sguardo fisso al suolo.
La donna sbuffò sonoramente e dopo aver recuperato una chiave che fosse congruente a quella serratura, si apprestò a trafficare con essa cercando di aprire la porta, “Aspettami qui” intimò a Justin e sparì all’interno di quella stanza.
 
Non ho intenzione di uscire” le disse Holly senza distogliere lo sguardo dal libro che aveva sotto mano, “Non ti chiedo di uscire, ma almeno di farlo entrare” la madre ignorava, ovviamente, quanto successo nel pomeriggio e Holly non aveva alcuna intenzione di raccontarle quanto sommariamente sapeva.
Fai come ti pare” concluse la madre poco prima di uscire, “Mi dispiace Justin, non so cosa le prende e comunque la cena è pronta.” Il biondo annuì, lasciò lo zaino accanto alla porta ancora chiusa e si diresse in cucina; come immaginava, Holly non si presentò a cena e quando ritornò d’innanzi a quella porta serrata, la situazione non cambiò.
Non tentò nemmeno di parlarle, credeva non sarebbe servito. Sebbene poco rumorosi, Justin riuscì a percepire qualche singhiozzo, segno che stava piangendo e sebbene avesse voluto restarle accanto, non poteva farlo.
Camminava avanti e indietro lungo quel corridoio maledicendosi ripetutamente dello sbaglio che aveva commesso, aveva già tentato diverse volte di bussare a quella porta, ma non ottenne risposta positiva.
Dai Holly, ti prego fammi entrare. Parliamone almeno” le disse rompendo il fastidioso silenzio che avvolgeva quel desolato corridoio, “Non credo ci sia molto di cui parlare” sbottò lei dall’interno della stanza.
Io invece credo di sì, non sai come sono andate le cose. È… è stata lei a costringermi” biascicò lui, ma evidentemente non si era reso conto di aver pronunciato la frase che la fece innervosire ancora di più.
Holly si decise ad aprire la porta, Justin, in un primo momento si sentì sollevato nel vedere finalmente la figura di quella ragazza, ma cambiò presto idea quando notò l’espressione iraconda dipinta sul volto di lei.
Ah e così è stata lei?” sbottò incrociando le braccia al petto, “Te lo giuro Holly, mi ha obbligato!
Il biondo non fece in tempo a terminare la frase che Holly gli mollò un forte schiaffo in piena guancia, aveva gli occhi lucidi e a fatica sarebbe riuscita ad ingoiare quel pesante groppo che le sostava in gola: “Vaffanculo Justin!” sbottò lei prima di chiudergli un’altra volta la porta in faccia.
 
Justin si accasciò al suolo, manteneva lo sguardo fisso nel vuoto avanti a sé come vuota era sembrava la dose di  speranza che gli restava di essere perdonato dalla sua ragazza; ormai era quasi mezzanotte ed iniziava davvero a preoccuparsi del fatto che avrebbe dovuto passare la notte sdraiato sul freddo pavimento e non abbracciato a lei come avrebbe voluto, quando, improvvisamente, gli venne un’idea.
Corse fuori dalla villetta, percorse il perimetro di essa finché non si ritrovò davanti al balcone della camera della sua ragazza, vi si arrampicò con il minimo sforzo ed irruppe all’interno di essa grazie alla finestra lasciata socchiusa.
Quando entrò, la trovò rannicchiata su stessa, i suoi piccoli sussulti gli fecero capire che quel pianto non era ancora cessato; si sentiva così tremendamente in colpa che in quello stesso istante iniziò a percepire i suoi stessi occhi sempre più umidi.
Non proferì parola, si avvicinò cauto a lei sedendosi su quel letto e rimanendo interi secondi a fissarla mentre sentiva il suo cuore stringersi in una terribile morsa; Holly non fece una piega, probabilmente non se n’era accorta, era troppo concentrata su quel pianto per accorgersi che Justin era seduto accanto a lei.
Si decise a sdraiarsi accanto a lei, con un braccio le cinse la vita attirandola a sé e stringendola più forte che poté sperando che quei singhiozzi cessassero.
Justin, vattene” sussurrò lei a respiro spezzato, “No, io non ti lascio” ribatté lui appoggiando il capo sulla spalla di lei. “Justin, non hai capito: sono io che lascio te!” sbottò girandosi verso di lui, aveva il volto rigato di lacrime e le gote arrossate e ciò lo fece sentire sempre peggio, sempre più in colpa.
Holly, non puoi lasciarmi” biascicò lui prendendole il viso tra le mani e tentando di asciugarle quelle amare lacrime, “L’ho già fatto” rispose lei distogliendo lo sguardo dal suo.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Premetto che non ne sono soddisfatta e no, non lo dico perché voglio sentirmi dire il contrario ma perché davvero speravo uscisse meglio. Perdonatemi, ma in questa settimana non ci sto con la testa, non so cosa mi prende çç
Non volevo farvi aspettare tanto perciò ho deciso di postare nel minor tempo che mi è stato possibile
Anyway, voi siete spettacolari, 12 recensioni al capitolo scorso *w* cioè, ma grazie ♥
Spero lo stesso che vi sia piaciuto il capitolo ^^

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
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Capitolo 27
*** Capitolo 27. ***


27.

 
Justin sarebbe partito nell’arco di un paio di giorni e per quel breve tempoche precedette la sua partenza, ogni forma di dialogo tra lui e Holly fu completamente inesistente, o perlomeno da parte di lei.
Hai intenzione di non parlarmi nemmeno oggi?” le domandò rompendo il silenzio la mattina seguente, ma Holly si ostinò a non rispondere; lo evitò ed andò a prepararsi per andare a scuola, proprio com’era solita fare ogni mattina e lui dovette limitarsi a guardare ogni suo movimento.
Justin sperava davvero di risolvere tutto con quell’abbraccio, ma lei non demordeva affatto, gli restava sempre più ostile provando a dimostrargli l’odio che provava per lui.
Ma lui non le credeva: ogni qualvolta che incrociava il suo sguardo, quelle rare volte in cui ci riusciva, vedeva solo tristezza e rammarico, ma non odio. Non avrebbe mai potuto odiarlo e lui di certo non le avrebbe creduto, nemmeno se avesse avuto il coraggio di urlarglielo in faccia.
L’odio può trasformarsi in amore, ma non il contrario. Non per loro almeno.
Holly era ormai prossima a varcare la soglia di casa e a richiudersi alle spalle quella candida porta quando lui la precedette ponendosi davanti a lei con lo sguardo fisso nei suoi occhi verdi.
“Justin, spostati.
Lui scosse ripetutamente la testa ed incrociò le braccia al petto, segno che non si sarebbe scansato tanto presto: “No” disse poi.
Devo andare a scuola e per farlo ho bisogno che tu mi lasci uscire da quella porta!” le ordinò lei a denti stretti; “No, Holly: nessuno dei due uscirà da qui finché non avremo chiarito” sbottò serio lui, credeva di sentirsi sicuro ma non aveva nemmeno il coraggio di incrociare il suo sguardo, come poteva guardarla ancora negli occhi dopo ciò che le aveva fatto?
Allora potremmo morire qui dentro,non credo ti perdonerò, Justin. È l’ultima cosa che ho intenzione di fare in questo momento” e detto ciò, girò su sé stessa e si diresse nuovamente in camera sua, aprì la finestra e si calò dal balcone, proprio come aveva fatto lui la sera precedente.
Justin era tentato di seguirla, ma non lo fece, non sarebbe venuto a capo di niente.
Le ore successive le trascorse nella camera di quella che era, o almeno sperava che ancora fosse, la sua ragazza; non sapeva più come far trascorrere il tempo, le ondate di ricordi che gli invasero la mente furono alternate di tanto in tanto da qualche sigaretta, quel brutto vizio che era solito soddisfare ogniqualvolta che gli sembrava di avere il mondo contro. E per lui quel mondo era fatto solo dalla presenza di Holly, cosa di cui avrebbe dovuto fare a meno da quel momento in poi.
 
Holly sarebbe rincasata da un momento all’altro e quando lo fece s’impegnò a fondo a non rivolgergli la parola fino a tarda sera.
Proprio come la notte precedente, Justin non si permise di entrare all’interno di quella camera, lo fece solo dopo aver sentito nuovamente quei singhiozzi.
Io non ce la faccio più” le disse una volta fatto capolino tra quelle quattro mura e dopo aver chiuso dietro di sé la porta; Holly era distesa sul letto con il volto affondato tra le sue stesse braccia mentre altre lacrime continuavano a rigarle pesantemente il viso impregnando così anche il cuscino.
Domani mattina dovrò partire, non posso più aspettare e non voglio andarmene con la consapevolezza che tu non mi perdonerai.” Per brevi istanti quei singhiozzi cessarono e Justin in cuor suo sperava in una sua risposta o in una qualche reazione che gli facesse capire che l’aveva perdonato, ma fu tutta un’illusione, l’ennesima delusione.
Holly, ti prego guardami in faccia quando ti parlo” disse nuovamente lui, “Con che con coraggio mi guarderesti in faccia dopo quello che hai fatto?” biascicò lei riprendendo a singhiozzare rumorosamente.
Se non vuoi guardarmi, almeno ascoltami: ho sbagliato e so di essere stato un idiota a lasciarmi trascinare da lei, ma ti giuro, Holly, ti giuro su quanto ti amo che non ho provato niente con lei. È stato solo sesso, te lo assicuro. Non ho provato niente.
Holly si morse il labbro, non voleva dare la possibilità ad altre lacrime di sgorgare fuori dai suoi occhi, ma non poteva far nulla per frenarle, la loro forza era di gran lunga superiore alla sua. Scosse ripetutamente il capo, come se avesse voluto cancellare quanto appena sentito, non gli credeva.
Se era vero che per lei non provava niente, perché era stato così incapace da non impedirle di avere la meglio su di lui? Perché aveva accettato di uscire con lei?
Erano domande alle quali Holly stessa avrebbe impiegato parecchio tempo per rispondere, avrebbe dovuto esserci lei al posto di Lindsay, avrebbe dovuto unire il suo corpo solo al suo, ma non era ciò che aveva fatto.
Non riusciva a trovare un solo  pretesto per perdonarlo, nemmeno le uniche parole sensate che lui le aveva appena detto, quel ‘ti amo’ quelle due parole poste a casaccio nel bel mezzo di quella frase ricca di rancore e pentimento.
Lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere, come avrebbe potuto? Holly amava Justin, lo aveva sempre amato ed era pienamente consapevole di averlo fatto soffrire in passato, ma non di certo come stava soffrendo lei adesso.
Holly non lo aveva mai tradito, mai avrebbe pensato di farlo, mai avrebbe potuto appoggiare le sue labbra su quelle di un altro ragazzo. Lui lo aveva fatto.
 
Forse erano menzogne, forse dovevo fargli capire io tutto quello che era racchiuso dentro di lui. Forse lui da solo non aveva capito che valeva tanto, ho dovuto dirglielo io e fortunatamente mi aveva creduto. Ma ora? Ora come potrò porre ancora fiducia in lui, lui mi ha tradito e le parole che ora escono dalla sua bocca sono solo suoni impercettibili, suoni di cui io stessa non riesco a capirne il senso. Lui mente. Ciò che provava per me era solo temporaneo, non era vero niente ed io ci sono cascata. Non sono migliore di Lindsay o di qualsiasi altra ragazza che in futuro lo toccherà e tenterà di abbindolarlo con stupide parole. Lui ci crederà e ci cascherà e so con certezza che quando sarà stanco di soffrire per loro tornerà da me. Ed io sarò tanto stupida da accoglierlo tra le mie braccia, non potrei non farlo.
Non potrei rimanergli ostile per tanto tempo, non di certo se un giorno si ripresentasse alla mia porta con quel sorriso che gli irradia il viso, con quei suoi occhi sempre luminosi e pieni di un mondo che credevo di conoscere solo io. Non potrei mai odiarlo, non potrei perché di lui so ogni cosa, conosco il suo viso come se fosse il mio, conosco il suo carattere come se io stessa l’avessi costruito, conosco le sue labbra come se fossero sempre posate sulle mie.
Sapevo di essere sua, sapevo che era mio; sapevo che ci completavamo perché non esisteva giorno in cui non sentissi la sua mancanza o lui la mia, non esisteva problema che non affrontassimo insieme. Non esisteva nulla che io potessi ignorare, sapevo tutto come ho scoperto anche questo. Mi sarebbe mancato una volta partito, mi manca persino adesso che è a pochi passi da me, mi manca poterlo guardare dritto negli occhi e sussurrargli un altro ‘ti amo’. Mi manca lui, mi manca l’unico ragazzo per cui sono riuscita a provare qualcosa di più forte che una semplice attrazione fisica, per cui sono riuscita a provare amore, amore quello vero. Ma non posso fingere che niente sia successo, sono troppo orgogliosa per farlo.’
 
Non adesso, Justin” biascicò lei sollevando il viso da quel cuscino e mettendosi seduta dandogli le spalle, “Non adesso, cosa?” domandò lui senza capire.
Non voglio perdonarti adesso e non voglio nemmeno sentirti parlare perché, probabilmente, l’unica cosa che risuonerebbe nella mia mente una volta che tu non sarai più qui, sarà proprio la tua voce.
Ti mancherò?” le domandò nuovamente lui sedendosi sul pavimento e sperando che almeno ora si voltasse verso di lui, “Non sarai tu a mancarmi, sarà il ragazzo che eri prima che molto probabilmente mi mancherà” concluse lei.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Okay, sono pessima: avrei dovuto aggiornare ieri o domenica ma sono stata un tantino occupata settimana scorsa e nemmeno ora ci son tanto con la testa, quindi chiedo perdono.
Non so nemmeno quanto ancora durerà questa fan fiction, anche perché mancano parecchie cose da far accadere, perciò credo dovrete sopportarmi un'altro po'.
Nel prossimo capitolo si muoverà qualcosa (?) nel senso che non sarà monotono come gli ultimi due :3
Okay, mi dileguo e vi ringrazio tantissimo per le 14 recensioni allo scorso capitolo, siete una meraviglia unica *w*

Alla prossima!
Much Love,

Giulia
@Belieber4choice on twittah and instagram

@

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28. ***


28.

 
Justin si sentì costretto ad arrendersi, non sapeva più che parole usare, che approccio adottare per avvicinarsi a lei: la posizione di Holly era irremovibile.
D’accordo Holly, non forzerò la mano” biascicò lui alzandosi in piedi, la ragazza si voltò verso di lui con ancora il volto rigato di lacrime, non disse nulla, nemmeno un lieve movimento del capo se non quello di abbassare lo sguardo al suolo dopo aver incontrato distrattamente i suoi occhi color nocciola.
Justin afferrò una grossa borsa appoggiata al muro e la trascinò fuori: essa conteneva tutti gli effetti personali del biondo, tutto ciò che si sarebbe portato in California la mattina seguente.
 
Trascorsero alcune ore da quando avevano avuto la loro ultima conversazione, l’alba non aveva ancora illuminato Atlanta e tutti dormivano, Holly compresa. Proprio poco prima di varcare la soglia di quella casa definitivamente, appoggiò davanti alla porta d’ingresso la sua borsa e ritornò in camera di Holly, le spostò con un dito una ciocca di capelli che le ricadeva davanti al viso e le lasciò un lieve bacio sulla fronte, “Ti amo piccola” le sussurrò ad un orecchio consapevole che non l’avrebbe nemmeno sentito.
Tirò un lungo sospiro, la guardò per l’ultima volta e poi si allontanò recandosi fuori da quella villetta, la madre di Holly lo stava aspettando nella macchina parcheggiata lungo il vialetto e dopo aver sistemato la grossa borsa nel bagagliaio, salì all’interno del veicolo.
Mi dispiace che Holly non abbia voluto venire” esordì la madre mentre teneva d’occhio la strada, “Non importa” finse un sorriso lui, “E’ stato meglio così” e forse lo pensava davvero, sarebbe stato come ricevere una fitta al centro del petto se solo avesse dovuto rivederla con quello sguardo spento e triste.
 
Una volta giunti in aeroporto, un fastidioso groppo in gola gli impedì di parlare, si limitò ad un biascicato ‘grazie’ e ad un veloce abbraccio per poi dirigersi verso il gate da dove sarebbe partito il suo aereo.
Lasciare per la seconda volta la sua città stava risultando decisamente più difficile della prima, lei non era lì a salutarlo e a tentare di trattenerlo, lei dormiva beatamente nel suo letto e probabilmente, in quello stesso istante, lacrime amare non stavano rigando anche il suo viso.
 
Asciugò quell’inopportuna lacrima con la manica della felpa che indossava, gesto inutile dato che altre piccole gocce salate continuavano a sgorgare rapidamente dai suoi occhi. Spense il cellulare, come immaginava non recava alcun messaggio, volse lo sguardo al finestrino e poco prima che l’aereo si decise a decollare, si addormentò.
 
Non fu un viaggio lungo, dormì per quasi tutto il tragitto finché non fu svegliato dalla voce metallica che annunciava l’imminente arrivo all’aeroporto di Los Angeles, laddove l’avrebbe atteso suo padre: l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.
 
Una volta recuperata la borsa, si guardò attorno e tra la tanta gente che sfrecciava da una parte all’altra di quell’immenso aeroporto, intravide a braccia conserte quell’uomo. A passo lento vi si avvicinò, lo sguardo lievemente abbassato ed una gran voglia di voltargli le spalle e tornare da dov’era venuto.
Ciao Justin” esclamò lui atono, “Ciao” rispose di rimando il biondo incrociando appena il suo sguardo.
La loro conversazione ebbe fine lì, Justin camminò accanto a lui finché non raggiunsero l’auto parcheggiata pochi metri più distante dall’uscita dell’aeroporto; anche per tutto il tragitto nessuno dei due proferì parola, l’imbarazzo era talmente evidente che il biondo avrebbe voluto sprofondare all’interno di quel sedile di pelle nera.
 
Fortunatamente il viaggio fu breve e non appena fu dinnanzi alla porta d’ingresso si precipitò ad aprirla irrompendo con gran velocità all’interno di quell’appartamento; “Mamma, sono qui” esclamò abbandonando al suolo il borsone e scrutando attentamente dovunque.
Nel giro di pochi istanti, una donna non molto alta raggiunse il biondo sorridendogli teneramente ed invitandolo ad abbracciarla. Lui la strinse forte a sé dandole poi un bacio sulla fronte, lei si staccò da quell’abbraccio e poggiò entrambe le mani sulle sue spalle: “Va tutto bene?” gli chiese, lievemente lui annuì, per niente convinto della sua risposta.
Distolse lo sguardo da quello della madre per posarlo sul braccio che teneva teso sulla sua spalla: un grosso livido dal colore violaceo situato poco sopra l’articolazione del gomito attirò tutta la sua attenzione.
Che cosa ti sei fatta al braccio?” le chiese lui senza smettere di fissarlo, Pattie ritrasse immediatamente il braccio coprendolo più che poté con la manica della t-shirt che indossava, “Nulla, non me lo ricordo neppure” rispose abbozzando un sorriso.
Justin voltò uno sguardo dietro di sé, suo padre aveva appena fatto il suo ingresso in casa e già si ritrovava sdraiato sul divano a guardare la televisione mentre in mano recava una birra; il biondo riportò lo sguardo verso di lei, uno sguardo deluso e triste. Pattie scosse le spalle ed abbassò il capo, “Io vado in camera mia” biascicò lui dirigendosi verso quella che era la sua stanza, si chiuse la porta alle spalle assicurandosi di aver girato la chiave e si appoggiò ad essa con la schiena.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca destra dei pantaloni, lo accese e questa volta il display recava un messaggio non ancora letto, ricevuto chissà quanto tempo prima.
Buon viaggio. Holly.’  
Un piccolo sorriso spuntò sul suo volto nonostante quel messaggio fosse freddo e per niente rassicurante, mantenne lo sguardo fisso su di esso finché non sentì le spiacevoli parole che i suoi genitori si stavano scambiando in quel momento: stavano litigando, ancora. Sbuffò sonoramente e si affrettò a telefonare a Holly, non era sicuro che gli avrebbe risposto, così come non era sicuro che sarebbe riuscito ad avere una conversazione con lei. Ma era l’unica persona di cui poteva fidarsi e con cui credeva di poter parlare liberamente.
 
Sebbene il cellulare fosse poggiato sul comodino non troppo distante da lei, impiegò alcuni istanti prima di accorgersi che stava insistentemente suonando. Si era persino dimenticata quale fosse la suoneria che aveva impostato per le chiamate, era da tanto tempo che non ne riceveva una e leggere il suo nome su quel display, la fece sussultare.
P-pronto?” rispose balbettando e fissando il vuoto avanti a sé, “Ciao Holly” disse piano lui dall’altro capo del telefono. Rimasero in silenzio per interi secondi finché lei non si decise nuovamente a parlare: “Justin, che cosa vuoi?
Ti ricordi quando qualche giorno fa ti ho detto che credevo che mio padre facesse del male a mia madre?
Holly impallidì all’istante e proprio in quel momento il suo atteggiamento nei suoi confronti cambiò radicalmente. “Sì, me lo ricordo” ribatté lei attendendo impazientemente il seguito di quella frase, “Sono sicuro che lui l’abbia picchiata: aveva un grosso livido sul braccio. È stato lui, ne sono certo” disse lui tutto d’un fiato buttandosi a peso morto sul letto.
Non oso nemmeno chiedere cosa ti ha risposto quando glielo hai fatto notare” biascicò lei alludendo all’ultima volta in cui gliene aveva parlato, “Ha negato, ovviamente” sbuffò lui passandosi una mano sul viso.
Sebbene quella non era esattamente la conversazione che si aspettava di avere con lei, fu quasi sollevato dal fatto di essere riuscito a parlarle normalmente e senza litigare, almeno fino a quel momento.
Voglio andarmene da qui” esordì lui dopo diversi, forse troppi, istanti di silenzio in cui gli unici suoni che riuscì a percepire furono i litigi da parte dei suoi genitori.
Cerca di resistere, fallo per tua madre” gli disse dolcemente Holly, per quei pochi minuti in cui stava sentendo tranquillamente la sua voce grazie a quel telefono, si era completamente scordata quanto successo nei giorni precedenti, si sentiva decisamente meglio rispetto alla sera precedente. O almeno era quello che stava provando a fare.
Sappiamo tutti che, sia io che lei, vivremmo meglio ad Atlanta. Qui è tutto uno schifo. Voglio ritornare lì, voglio ritornare da te” biascicò lui, ma non ricevette risposta. Holly rimase in silenzio, non sapeva come continuare quella conversazione, avrebbe voluto concluderla all’istante.
Mi manchi, Holly. Mi manchi fottutamente tanto, amore” continuò lui sussurrando.
La ragazza ebbe un sussulto, non si aspettava di sentire una frase del genere, non adesso. Mancava anche a lei, le mancava terribilmente tanto, ma non glielo avrebbe mai detto ne tanto meno l’avrebbe chiamato amore.
Justin, chiariamo una cosa: ti sto parlando da amica e non come la tua ragazza, cosa che ormai non sono più” fu tutto quello che riuscì a dirgli e lui ne rimase deluso, ma se lo aspettava dopotutto.
Holly, per favore” sbuffò il biondo leggermente alterato da quelle sue parole,
Posso solo dirti di essere forte anche per lei e di provare a far di tutto per cambiare la situazione” continuò lei mantenendo un tono di voce piuttosto calmo avendo percepito la tensione nelle parole di lui, “Non credo ci riuscirò. Senza di te è più difficile.
Justin non riusciva ancora ad accettare il fatto che Holly non fosse più sua, la trattava come se ancora tutto fosse normale e lei questo lo aveva capito, perciò gli parlava con quanta più dolcezza riusciva a trasmettergli.
Sapeva Justin che aveva bisogno di lei, ma era fin troppo lontana per infondergli coraggio ed era a conoscenza che non sarebbe riuscita a rimanergli ostile ancora per molto. Soffriva, soffriva ancora tanto e sentire la sua voce, parlare con lui come se niente fosse successo, non stava risultando poi così semplice.
 
 

Amore, è come se avessi versato sale sulle mie ferite ed io ero a corto di cerotti,
non so neanche da dove iniziare perché ormai non puoi riparare il danno, non puoi ancora aggiustare il mio cuore.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Sono riuscita ad aggiornare nel giro di pochi giorni, tutto questo perché  mi fa veramente tanto piacere che mi lasciate tante recensioni e questo mi invoglia ancora di più a scrivere velocemente *w*
Anyway, so che il capitolo è un po' lungo e spero che questo non vi abbia annoiato :)
Per chi la conosce, nell'ultimissima frase ho tipo preso spunto da una canzone di Demi Lovato cambiando di pochissimissimo le parole (anzi quasi per niente LOL)
Grazie ancora per le recensioni e perché mi lasciate sempre commenti fantastici. 
Siete meravigliose ^^

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 29
*** Capitolo 29. ***


29.

 
Quella conversazione si concluse con un misero ‘ciao, ci sentiamo presto’ ma chissà quanto altro tempo sarebbe trascorso prima che uno dei due si decidesse a farsi vivo.
 
Di malavoglia, la mattina seguente, Holly si recò a scuola e proprio pochi istanti dopo aver superato l’ingresso di essa, intravide Lindsay intenta a recuperare alcuni libri dall’interno del suo armadietto.
A primo impatto fu tentata di scaraventarsi addosso a lei ed iniziare a riempirla di insulti senza aspettare nemmeno che le raccontasse la sua versione dei fatti; ma non aveva le forze di affrontarla, non voleva nemmeno incolparla di essere stata la causa del loro definitivo distacco, non voleva vederla.
Ma il caso volle che fu Lindsay ad accorgersi di lei e a differenza di Holly, non restò impassibile alla sua visione, bensì si avvicinò con il solito sorriso stampato in volto.
Ciao Holly!” esclamò la bionda affiancandola, ‘Dopo quello che hai fatto, hai anche il coraggio di parlarmi come se niente fosse?’ si disse tra sé e sé Holly, “Ciao” biascicò poi continuando a mantenere lo sguardo fisso davanti a sé.
Credo che dovremmo parlare” continuò Lindsay posizionandosi davanti a lei ed impedendole così di proseguire il cammino, l’altra sbuffò rumorosamente, prese un lungo respiro e finse un sorriso per poi iniziare a dire: “Sebbene credo che di cose di cui parlare ce ne siano veramente tante, lascia che ti porga solamente una domanda: sei contenta ora che hai raggiunto il tuo scopo?
La bionda la guardò stupita, sgranò gli occhi e l’impossibilità di proferire parola si fece preponderante all’istante, Holly la scrutava con sguardo fermo e serio, aspettando impazientemente quella risposta.
Holly, io non volevo farlo. Mi dispiace davvero se avete litigato a causa mia” biasciò la bionda evitando di incrociare lo sguardo dell’amica.
Non volevi farlo? Ah davvero? E comunque non abbiamo solo litigato, ci siamo lasciati. Definitivamente. È un po’ diverso.
Glielo sputò in faccia, come se avesse voluto farle provare quello che stava provando lei in quel momento, ma in cuor suo sapeva che dentro di sé rideva: aveva ottenuto quello che voleva, perché mai avrebbe dovuto pentirsene? Per farle un piacere? Oh no, Lindsay si sarebbe rivelata una persona totalmente diversa dalla timida ragazzina che aveva avuto il piacere di conoscere qualche settimana prima.
Non dici nulla? Io aspetto di ascoltare la tua versione dei fatti, chissà, magari coincide con quella che mi ha raccontato Justin, oppure, è totalmente diversa” continuò la castana incrociando le braccia al petto, l’odio che provava nei suoi confronti era così evidente che persino le sue gote ora si erano colorite di rosso tanto era il nervoso che la stava assalendo.
Dopo scuola ne parliamo” la liquidò l’altra abbozzando un lieve sorriso poco prima di dirigersi verso l’aula in cui si sarebbe tenuta la lezione di biologia, Holly scosse ripetutamente la testa e la seguì poco dopo.
Una volta raggiunta quell’aula, il posto accanto a Lindsay rimase vuoto mentre Holly scelse di occupare il banco più lontano e forse nascosto dell’aula: meno la vedeva e meglio stava.
 Durante le ore che precedettero la pausa pranzo, il telefono della ragazza vibrò almeno quattro volte e le bastò leggere il nome del mittente per dare la possibilità al suo cuore di battere sempre più velocemente.
Sebbene l’uso dei telefoni cellulari era severamente vietato a scuola, a maggior ragione durante la lezione di francese che stava avendo luogo in quel momento, si decise ad aprire quei messaggi e a leggerli tutti.
 
Se potessi, prenderei il primo volo per Atlanta e tornerei da te. Mi manchi.’  Persino lei sapeva che se ne avesse avuto la possibilità, Justin l’avrebbe fatto davvero.
Ma non posso: mio padre controlla quasi ogni mio movimento ed è da quando sono arrivato a Los Angeles che non esco di casa.’
Nessuno più di lei sperava in un suo ritorno, nonostante tutto, l’avrebbe aspettato: lei stessa prima o poi avrebbe ammesso che quel ragazzo era tutta la sua vita.
Ti amo Holly.’
Si stupì di come quelle parole riuscirono a farla sussultare ancora.
Scusami per quello che ho fatto, mi sono accorto troppo tardi di aver perso quanto di più bello mi sia capitato in tutta la vita.’
Si morse il labbro inferiore, ma ormai era tardi per tentare di frenare l’ennesima lacrima che le stava solcando il viso, la lasciò correre libera finché non raggiunse il collo e di conseguenza impercettibile a chiunque l’avesse guardata.
Non rispose a quei messaggi, non sapeva nemmeno come ribattere a quelle frasi; cercava di mantenere vivo il suo orgoglio ferendo forse più sé stessa che lui.
 
Una volta che la campanella suonò, tutti gli studenti si fiondarono a gran velocità fuori dalle rispettive aule, tutti meno Holly. Manteneva lo sguardo fisso sul display del suo cellulare non curandosi del fatto che la professoressa di francese la stava fissando insistentemente.
Signorina Evans, la lezione è finita, può andare adesso
La ragazza alzò di scatto il capo per poi annuire nervosamente ed una volta recuperati suoi oggetti sparsi sul banco, lasciò quell’aula.
Sebbene le lezioni non fossero ancora finite, si rifiutò di rimanere chiusa tra quelle mura per le due ore successive, saltò il pranzo così come saltò le lezioni di algebra e storia. Sua madre non si sarebbe di certo infuriata se per un giorno avesse rinunciato ad assimilare altri futili concetti che avrebbe potuto tranquillamente apprendere dai libri.
Non tornò a casa, non subito almeno; si diresse al parco, percorse la strada che l’avrebbe portata a quell’albero dove aveva avuto luogo il loro primo litigio e si sedette sotto le sue folte fronde con le ginocchia incollate al petto ed il mento appoggiato su di esse.
Percepì ancora una volta il suo telefono vibrare e questa volta non si trattava di Justin, ma di Lindsay. Non rispose, lasciò che il tentativo di chiamarla cessasse da sé e così fu finché quasi un’ora più tardi, la ragazzina bionda dall’aspetto apparentemente disordinato si presentò davanti a lei.
Holly non si scomodò a guardarla e l’altra non la costrinse di certo a farlo, si sedette accanto a lei assumendo la sua medesima posizione e solo dopo alcuni istanti di silenzio, cominciò a parlare.
Lo so che mi odi, Holly
Esatto, perché è così” la interruppe la castana senza distogliere lo sguardo dal vuoto che da tempo ormai stava fissando, “È stato un momento di debolezza e non posso negarti che Justin mi è sempre piaciuto sin dalla prima volta che l’ho visto.
Perché proprio con lui? Perché? Perché hai dovuto portarmi via l’unica cosa che avevo?” sbottò tutto d’un fiato reprimendo a fatica i singhiozzi, non voleva piangere, non voleva mostrarsi debole davanti a lei.
Mi dispiace Holly, ma nemmeno lui ha opposto tanta resistenza prima che accadesse” ribatté la bionda spostando lo sguardo su di lei.
Holly sgranò gli occhi, delusa e stupita allo stesso tempo; nonostante si fosse immaginata più e più volte di come si fosse svolta la vicenda, sentirla raccontare da chi l’aveva vissuta era un doloroso colpo al cuore.
Non volle ascoltare una parola di più pronunciata da quell’amica che l’aveva tradita, afferrò velocemente lo zaino che aveva appoggiato al suolo dietro di lei e corse svelta verso casa.
Sebbene le forze iniziarono a venirle meno, non arrestò i suoi passi, nemmeno ora che il suo respiro doveva combattere sia per lo sforzo subito sia per le lacrime che le stavano ancora una volta rigando il viso. Aumentò la velocità sino a sentire la milza dolere fastidiosamente ed il fiato farsi sempre più corto e forzato; raggiunse la porta di casa e prima di entrare appoggiò entrambe le mani sulle ginocchia tentando di riprendere il più velocemente possibile il fiato.
Fortunatamente la casa era deserta, nessuno le avrebbe chiesto quale fosse il problema, nessuno avrebbe turbato i suoi tristi pensieri fino alla sera seguente quando, una volta consumata sommariamente la cena, si richiuse ermeticamente in camera sua.
La situazione non era tanto diversa per Justin che in quello stesso istante era sdraiato sul letto di quella piccola camera con le cuffie infilate nelle orecchie e lo sguardo fisso al soffitto.
 
‘Avrei da dirti mille cose, Holly, ma come posso essere sicuro che tu mi pensi ancora? È da quando mi hai lasciato che non faccio altro che pentirmi dello sbaglio che ho commesso e la cosa peggiore è che non posso nemmeno chiederti scusa ripetutamente perché sei troppo lontana da me.
Mi manchi, amore.
Vorrei svegliarmi la mattina e trovarti qui accanto a me, proprio come qualche giorno fa, quando tutto era normale.
Se tu vorrai perdonarmi io sarò qui, non ho la forza di uscire, non ho la forza di smettere di pensarti. Cercare di distogliere i miei pensieri da te è più difficile di quanto pensassi, sei sempre stata tu il centro del mio mondo e lo sei tutt’ora che non sei più mia.
Quant’è difficile accettarlo, quant’è difficile non riuscire a togliersi dalla mente le tue parole. Più ci ripenso più sento gli occhi pizzicare ed il cuore farmi male.
Darei qualsiasi cosa per riaverti mia, darei qualsiasi cosa per impedire ad ogni altro ragazzo di posare gli occhi su di te e di portarti via da me.
Perché tu non lo sai, ma io ti credo ancora mia, non riesco ad accettare il fatto che tutto sia finito quasi ancor prima di cominciare. Se tu fossi qui, davanti a me, non esiterei un solo istante prima di posare le mie labbra sulle tue, quelle labbra che conosco fin troppo bene, quel tuo sguardo che ogni volta sa rapirmi dal mondo che mi circonda. Sei mia e che tu lo voglia o meno, lo sarai sempre.’
 
Forse sarebbe stata una pazzia, ma la mancanza che entrambi sentivano l’uno per l’altra, li avrebbe portati a compiere fatti ed assumere comportamenti che nemmeno loro avrebbero accettato di adottare se fossero stati realmente coscienti.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Dato che non riesco a porre una conclusione a questa Fan Fiction, credo che dovrete sopportarmi un altro po' (o almeno è quello che spero LOL)
Nel prossimo capitolo, che conterò di postare tra qualche giorno, scoprirerete qual è la strana 'pazzia' che commetteranno Holly e Justin (anche se non so se definirla una vera e propria pazzia in realtà)
Io qui vi lascio e vi ringrazio infinitamente tanto per le stupende recensioni che sempre mi lasciate, giuro, mi rendono davvero felice e mi danno la voglia di continuare la scrivere a storia (:

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
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Capitolo 30
*** Capitolo 30. ***


30.

 
Justin, apri la porta!” urlò Jeremy provando ripetutamente a spingere verso il basso la maniglia, “È pronta la cena” continuò poi;  “Non ho fame” ribatté il biondo continuando a restare sdraiato su quel letto. “Apri questa cazzo di porta!” continuò ad urlare il padre, ma Justin non si mosse da lì, sebbene anche solo udire la sua voce gli incuteva terrore, non fece una piega.
Nel giro di pochi secondi, l’uomo recuperò un’altra chiave congruente a quella serratura, irruppe nella stanza ed afferrò prontamente un braccio del ragazzo trascinandolo fuori di peso  e costringendolo così a sedersi al tavolo davanti ad un piatto colmo di cibo che a fatica avrebbe dovuto consumare.
Tesoro, mangia qualcosa per favore. È da quando sei arrivato che non tocchi cibo” gli sussurrò lievemente Pattie, quasi avesse avuto paura di farsi sentire dal marito.
Una volta che tutti e tre presero posto a sedere attorno a quel tavolo, Jeremy iniziò a parlare: “Da domani tu andrai a scuola e sarà l’unica ragione per cui varcherai quella porta.
Justin non ribatté, era appena venuto a sapere che non avrebbe mai potuto uscire da quella casa se non per recarsi in una scuola totalmente nuova dove non conosceva nessuno e probabilmente non avrebbe mai conosciuto nessuno, ma annuì ugualmente.
Bene, io esco. A dopo” e detto ciò, l’uomo si alzò da quella sedia strisciandola pesantemente al suolo ed uscì sbattendo la porta d’ingresso dietro di sé.
Starà via per molto?” domandò Justin a sua madre mentre a fatica iniziava a mangiare quanto aveva nel piatto, “Non ne ho idea, a volte sta fuori per poco, altre invece delle ore intere” rispose lei tranquilla.
Quando ti deciderai a lasciarlo?” continuò lui fissandola dritta negli occhi, lei impallidì ad udire quella domanda: “Justin, ci siamo risposati da poco e tu già mi chiedi quando ci lasciamo?!
Per quanto mi riguarda, siete stati insieme anche fin troppo tempo.
Dopo quell’affermazione, il silenziò regnò sovrano per interi minuti finché lui non si decise ad aiutare la madre a sistemare la cucina; Pattie sembrò non aver sentito quanto da lui detto così deviò completamente il discorso: “Come vanno le cose tra te e Holly?
Male, mi ha lasciato” biascicò lui poggiando quei tre piatti all’interno del lavandino, “Oh no, ma perché?” chiese di rimando lei posando lo sguardo preoccupato sul figlio.
Perché l’ho tradita, mamma
C-cosa? Justin, ma perché l’hai fatto?
Ho sbagliato, va bene?” sbottò il biondo alterandosi leggermente, “Ho fatto una cazzata e non posso nemmeno chiederle scusa perché si rifiuta di affrontare l’argomento. Vorrei solo tornare da lei
Justin…” lo interruppe lei,
Ti prego mamma, ti chiedo solo una cosa: fammi tornare da lei.
La donna scosse la testa, delusa da quella richiesta perché sebbene avesse voluto accontentarlo, non avrebbe potuto: “Vorrei tanto, credimi, ma non puoi andare: hai sentito tuo padre?
Sì, l’ho sentito e non me ne frega un cazzo: io devo trovare il modo di andare da lei!” disse sbattendo violentemente un pugno contro il muro per poi chiudersi nuovamente in camera sua.
Si gettò a peso morto sul letto afferrando poi il telefono che aveva posato poco prima sul comodino accanto ad esso, compose il numero di Holly ed aspettò impazientemente una risposta.
 
Dopo appena due squilli, sentì finalmente la sua voce; “Ciao Holly” le disse dolcemente lui, ma altrettanto dolce non fu il tono che usò lei, “Ciao.
Come vanno le cose lì?” continuò lui provando ad ignorare il fatto che lei fosse così fredda con lui, “Verità o bugia?” chiese di rimando lei abbozzando un sorriso;
Bugia” sorrise lui. “Bene, benissimo” ironizzò lei “E tu?
Uno schifo” se anche avesse voluto mentire non ci sarebbe riuscito.
Che altro è successo?
Mio padre mi ha segregato in casa e non posso uscire se non per andare a scuola. Non ne posso davvero più, ogni volta che lo vedo mi sento male” biascicò lentamente lui, “Mi dispiace Justin, ma vedrai che si sistemeranno le cose. Devi solo avere un po’ di pazienza
Holly, i-io non ci riesco. Ci ho provato, davvero, ma è tutto troppo difficile soprattutto se so che tu non sei qui
Ed ecco che piombò il silenzio, ogni qualvolta che Holly sentiva, leggeva od immaginava quelle parole pronunciate da lui, sussultava ed il suo cuore prendeva a battere sempre più velocemente.
Justin…” esordì lei, ma lui la interruppe immediatamente: “Voglio tornare da te, non m’interessa quello che pensi: mi manchi e non riesco a starti lontano. Ti ho inviato quattro messaggi oggi…
Sì, li ho letti” ribatté lei prima che potesse continuare, “E perché non mi hai risposto?
Ero a scuola, poi me ne sono dimenticata. Scusa” mentì mordendosi il labbro, se lui fosse stato lì davanti a lei, lo avrebbe capito e avrebbe insistito finché non gli avrebbe detto la verità.
Immaginavo” biascicò lui deluso, “Scusami, ma ora devo andare: ho alcuni compiti da finire” mentì lei, ancora.
D’accordo, ci sentiamo presto” ed una volta chiuse la chiamata, chiuse anche gli occhi cercando invano di frenare alcune lacrime che avevano iniziato a sgorgare fuori da essi fino a raggiungere la coperta che avvolgeva quel letto.
Justin, posso entrare?” domandò sua madre dopo aver bussato lievemente, lui si alzò di scatto e le aprì la porta lasciandole la possibilità di entrare.
Tieni” continuò lei porgendole una busta bianca, lui l’aprì e vi trovò dentro alcune, forse troppe, banconote: “Che dovrei farci?” chiese lui stupito.
Poco fa ho guardato su internet: domani alle 9.30 c’è un volo diretto ad Atlanta ed uno che poi ritorna qui che parte alle 16.30 per essere qui alle 20.00” spiegò lei appoggiandosi al muro dietro di lei,
Mi-mi stai dicendo che posso andare?” le domandò lui ancor più incredulo, la madre annuì sorridendo e lui si fiondò ad abbracciarla: “Grazie davvero, mamma
Però mi raccomando: vedi di essere a casa al massimo prima di cena, se tuo padre non ti trova non oso nemmeno immaginare cosa succederà
Non ti preoccupare, farò più in fretta che posso” la tranquillizzò lui sorridendole.
 
Nello stesso istante, Holly si trovava in camera sua, sdraiata sul letto con un libro di scuola aperto sotto al suo sguardo, non lo stava leggendo, osservava quelle parole senza capirne il senso e tutto d’un tratto sua madre irruppe in camera sua con un sorriso che quasi la fece sussultare.
Che succede?” domandò lei mettendosi seduta, “Tuo padre domani ti accompagnerà a Los Ageles, se accetti, il volo parte alle 10.30. Che cosa ne dici?
Alla ragazza le si illuminarono gli occhi, sebbene nutriva ancora del rancore nei confronti di Justin, non poté che esserne felice ed accettare senza esitare un istante di più: “Sì, accetto!” rispose con entusiasmo prima di iniziare a recuperare alcuni oggetti che si sarebbe portata l’indomani.
Lo dirai a Justin?” le chiese la donna, “No” sorrise lei, “Ho intenzione di fargli una sorpresa.
 
Il giorno seguente, proprio come entrambi speravano, arrivò presto e prima l’uno, poi l’altra, si recarono nei rispettivi aeroporti per prendere il volo che li avrebbe condotti rispettivamente ad Atlanta ed a Los Angeles.
Il biondo non stava più nella pelle e sebbene temeva di essere scoperto dal padre, non vedeva l’ora di arrivare da lei. Quelle quattro ore di volo sembravano non voler passare mai, non aveva più idea di come ingannare il tempo, aveva ormai ascoltato gran parte delle canzoni caricate sul suo iPod, compilato quasi tutti i cruciverba che aveva trovato nel vano del sedile avanti al suo e persino dormito una buona mezz’ora.
Il primo ad atterrare fu lui che non perse tempo a chiamare il primo taxi disponibile ed a recarsi a casa di Holly; quando fu d’innanzi ad essa e bussò a quella candida porta, la madre della ragazza che poco dopo l’aprì, impallidì all’istante: “J-justin? Che cosa ci fai tu qui?
Sono venuto per Holly” rispose lui con tranquillità, “Oddio” esclamò lei portandosi una mano alla fronte “Lei è partita per Los Angeles per venire da te!” continuò poi guardandolo  con gli occhi sbarrati.
Justin impallidì all’instante “Ti prego, dimmi che scherzi. Non è possibile!
È partita qualche ora fa con suo padre e a momenti dovrebbe atterrare” spiegò Anne facendolo entrare in casa, “Oh accidenti, il prossimo volo è oggi pomeriggio, come faccio adesso?” sbottò lui portandosi entrambe le mani nei capelli.
 
Quasi un’ora più tardi, Holly salutò suo padre e poco prima di chiamare un taxi, lo abbracciò teneramente ringraziandolo, “Fammi sapere quando vuoi tornare, piccola” le disse lui dandole un bacio sulla fronte, lei annuì e poi si allontanò salendo sul primo veicolo giallo che si arrestò davanti a lei.
Nel giro di dieci minuti raggiunse l’indirizzo che precedentemente le aveva dato Justin, raggiunse il terzo piano di un grosso condominio e aspettò impazientemente che qualcuno le venisse ad aprire la porta una volta suonato il campanello.
Trovandosela davanti, Pattie non riuscì a proferire parola e di questo Holly se ne preoccupò: “Pattie, che succede? Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma
Holly, che ci fai qui?” chiese di rimando la donna impallidendo, “Immagino tu già sappia. Sono venuta per Justin” biascicò lei con un filo di tristezza nel tono di volce.
Justin.. Justin non è qui” disse piano l’altra, “Questa mattina ha preso un volo per Atlanta per venire da te
Oh no” sbottò lei sgranando a pieno i suoi grandi occhi verdi, “E adesso cosa faccio?
Puoi aspettarlo qui se vuoi, gli dirò io che sei qui” le consigliò Pattie, “D’accordo, grazie Pattie” rispose l’altra abbracciandola.
Pattie si affrettò a rintracciare il biondo spiegandogli quanto successo, entrambe si trovarono così costrette a dover trascorrere tutte quelle ore nell’ansia più totale quando il telefono della donna cominciò a suonare.
Pronto?
Mamma, sono io: il volo ha un ritardo. Arriverò per le 20.40 circa
Ci mancava anche questa, se tuo padre quando entrerà in casa non ti vede, i-io…
Stai calma” la interruppe lui“m’inventerò qualcosa. Ci sentiamo dopo” e detto ciò il biondo chiuse la chiamata per poi dirigersi all’imbarco.
 
Ormai il tempo a sua disposizione stava quasi per scadere e Jeremy avrebbe varcato quella soglia di lì a poco.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Sono riuscita ad aggiornare in pochi giorni, non credevo fosse possibile, invece, eccomi qua.
In realtà speravo uscisse meglio, speravo di descriverlo in modo più decente, ma ahimé, questo è quanto ne è uscito.
Come già qualcuno immaginava, i due tizi hanno avuto la stessa brillante idea, o meglio, le loro madri LOL
Vediamo un po' se Justin sarà così fortunato da ricevere i poteri di Superman e di entrare in casa prima che lo faccia l'uomo nero :3

Ci tenevo a dire una cosa (che poi è sempre la stessa LOL): voi siete meravigliose! Le vostre recensioni mi sciolgono, sappiatelo. Ho visto che la storia è tra le preferite di tante persone e questo mi rende felice *w*

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah and instagram

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Capitolo 31
*** Capitolo 31. ***


31.

 
Pattie e Holly erano entrambe sedute attorno al tavolo in cucina, un nervoso tic stava avendo la meglio sulla ragazza e la sua gamba si muoveva fin troppo velocemente provocando un fastidioso rumore sul pavimento, “Holly, calmati: ce la farà” le intimò la donna poco prima di udire un suono metallico provenire dalla porta.
Ti prego, dimmi che è Justin che sta tentando di aprire la porta e non tuo marito” biascicò nervosa torturandosi le mani, “Lo spero davvero” rispose Pattie mantenendo fisso lo sguardo su quella porta che in pochi secondi si spalancò del tutto.
Come temevano, non fu Justin a varcare quella soglia bensì Jeremy ed ecco che il cuore di entrambe prese a battere all’impazzata.
Prima di porre qualsiasi altra domanda, si rivolse a Holly guardandola con aria stupita per interi secondi: “Sbaglio o tu sei Olivia?” le chiese poi ancor più stupito nel trovarla lì, “Sì, sono io” rispose lei abbozzando un sorriso, sebbene quello fosse il suo nome, nessuno la chiamava mai così.
Pattie, dov’è Justin?” si rivolse poi a sua moglie cambiando totalmente atteggiamento ed adottando un tono di voce più serio e marcato, “E’ uscito qualche minuto per..” boccheggiò per qualche istante finché lo sguardo non le cadde sul display del cellulare di Holly che si era da poco illuminato citando un messaggio di Justin ‘Se mio padre chiede di me, ditegli che sono sceso a comprare un po’ di gelato.’
Per comprare del gelato” continuò poi incrociando lo sguardo dell’uomo e sorridendo nel modo più naturale che le riuscì.
 
Justin aveva appena superato l’uscita dell’aeroporto di LAX e stava disperatamente cercando il primo taxi disponibile che l’avrebbe trasportato nel giro di quindici minuti sino al suo appartamento, ma prima che potesse conquistare un passaggio su uno di quei veicoli gialli, avrebbe dovuto aspettare interi minuti se non quasi mezz’ora prima che se ne liberasse uno. Non poteva tardare ancora, suo padre conosceva quella città meglio di lui e sapeva perfettamente che la gelateria più vicina era distante solo mezzo isolato dal loro condominio.
Sebbene usufruire del trasporto di due diversi autobus avrebbe comportato una perdita di tempo maggiore, fu costretto ad adottare quella soluzione e nel giro di mezz’ora raggiunse il suo quartiere.
Entrò velocemente in quella gelateria, ordinò al commesso i primi quattro gusti che gli capitarono a tiro, pagò e correndo a perdifiato raggiunse il terzo piano di quell’edificio.
Tentò di recuperare la maggior parte del fiato prima di infilare la chiave nella toppa di quella serratura e quando aprì la porta, si trovò subito tre paia di occhi puntati addosso.
Rimase immobile nel vedere la figura di Holly finalmente davanti a sé,il sacchetto che teneva in mano stava quasi per scivolare a terra, era tentato di mollare tutto e correrle incontro per abbracciarla, tenerla stretta a sé, ma non poteva farlo.
Ruppe il silenzio esclamando un ‘Ciao’ generale sovrastato da un lieve sorriso ed appoggiò il sacchetto sul tavolo ancora sotto lo sguardo stupito di tutti e tre.
Nel giro di un’ora consumarono la cena, quella serata stava prendendo una piega piacevole, le chiacchiere non mancarono ma l’unico che non proferì parola per tutto il tempo fu Justin.
Com’è andato il primo giorno di scuola?” domandò Jeremy a Justin, quest’ultimo impallidì udendo la parola scuola, che cos’avrebbe potuto inventarsi ancora?
Tutto bene” biascicò sforzando l’ennesimo sorriso, “A che ora sono finite le lezioni?” continuò il padre portando entrambe le mani sotto al mento
E adesso?’
Non so con esattezza che ore fossero, mi sono fermato quasi un’ora dopo le lezioni per farmi dare il programma che la mia classe sta svolgendo
Dopo quell’affermazione, Jeremy non domandò più nulla riguardo a quell’argomento ed il silenzio continuò a regnare finché Pattie disse loro: “Potete andare, qui sistemo io” e così fecero. Holly raggiunse titubante Justin all’interno della sua camera soffermandosi prima qualche istante ad osservare i suoi movimenti.
 
Il biondo si gettò a peso morto sul letto stremato da quella giornata, ancora incredulo del fatto che Holly si trovasse lì con lui.
Ma che ti è saltato in mente, Holly?” le domandò lui sorridendole sornione, “Non mi sembra che tu abbia avuto un’idea tanto diversa” ribatté lei incrociando le braccia al petto. Lui prontamente si alzò da quel letto e chiuse poi la porta a chiave appoggiandovi contro la schiena, “Da me te lo saresti anche potuto aspettare, l’ho già fatto una volta. Io, invece, non avrei mai pensato che tu facessi tutta questa strada solo per venire da me
Ero preoccupata per te” sussurrò lei e Justin finse di non aver sentito, “Non ho sentito
Ero preoccupata per te, contento ora?” ripeté lei alzando di qualche tono la voce;
Sì, sono contento che tu sia qui” ribatté mantenendo quel sorriso sghembo dipinto in volto.
 
Holly distolse lo sguardo dal suo per poi andarsi a sedere sul letto, Justin l’affiancò poco dopo soffermandosi a guardarla con occhi quasi sognanti.
Possiamo parlare adesso?” le domandò lui voltandosi completamente verso di lei, “Di cosa vorresti parlare?” ribatté quasi seccata lei sapendo perfettamente dove voleva andare a parare, “Prima che tu dica qualsiasi cosa, lascia che ti informi del fatto che Lindsay ha già provveduto a parlarmene” continuò Holly incrociando a pieno il suo sguardo.
Justin sgranò gli occhi incredulo: “Vi siete parlate? E perché non me lo hai detto?
Non avresti sentito nulla di nuovo” biascicò Holly volgendo lo sguardo alla sua destra.
Holly, voglio sapere che cosa ti ha detto” pronunciò stringendo forte i pugni, Holly esitò qualche istante prima di ripetere quanto sentito uscire dalla bocca di Lindsay, quasi come se risentire quella versione dei fatti le facesse ancor più male.
Tu le piaci sin dal primo momento che ti ha visto ed ha ammesso che se non avesse fatto qualcosa con te se ne sarebbe pentita, aggiungendo poi il fatto che tu non hai nemmeno opposto resistenza
Che cosa?” sbottò lui ad alta voce “Non è assolutamente vero! Mi ha costretto, Holly. Non l’ho fatto per volontà mia, te lo giuro…
Ma lei lo interruppe: “Non voglio saperlo, d’accordo? Ha già fatto abbastanza male sentirlo dire da lei
Holly, tu devi credermi: non l’ho voluto io. Solamente una volta ho fatto l’amore ed è stato per volontà mia con la persona che amavo e che tutt’ora amo. Quella persona sei tu, Holly. Quanto è successo con Lindsay per me non conta e lo sai” spiegò Justin cercando di restare il più calmo possibile, ma gesticolava ad ogni parola che pronunciava ed appariva ai suoi occhi tremendamente nervoso, tanto che lei stessa avrebbe giurato di veder scorrere sulla sua guancia una lacrima.
 
Holly non rispose, manteneva lo sguardo basso e solo di tanto in tanto incrociava gli occhi di lui che insistentemente la fissavano speranzosi in un qualche riscontro positivo.
Justin, credimi se ti dico che ho provato davvero a crederti, a darti ragione. Ce la sto mettendo tutta per dare la colpa a lei, ma non ci riesco. Tu eri con lei, eravate insieme, e quanto è successo resterà per sempre un mistero per me. Non saprò mai cos’hai provato realmente quando lei era sopra di te” faticò terribilmente a pronunciare quelle parole, una probabile immagine di lui e lei uniti in quel gesto, la fece rabbrividire ed a contribuire al tutto, ci si misero alcuni singhiozzi ed un pesante groppone che le sostava in gola. Provò in tutti i modi a trattenere le lacrime, ma non ci riuscì ed ecco che le sue guance divennero immediatamente umide.
Non credo di amarti ancora, non riesco a fidarmi di te. Non venire a chiedermi di essere nuovamente la tua ragazza perché non posso risponderti positivamente questa volta. Non voglio nemmeno ascoltare la tua versione dei fatti, non voglio nemmeno sentire le tue scuse.
 
A quel silenzioso pianto, si unì involontariamente anche Justin, udire quelle parole gli aveva provocato un terribile dolore al centro del petto ed i singhiozzi che lui stesso tentava di reprimere, contribuivano a stringergli il cuore in una morsa.
Sono consapevole di aver sbagliato, ma non posso più tornare indietro. Dio, guardami Holly: non ho mai pianto tanto per una ragazza se non per te. Non puoi dirmi che non esiste più niente tra di noi perché io non ti credo, io non credo che il tuo amore per me sia svanito nel nulla. Non t’importa davvero di ascoltare quello che ho da dirti e che forse già ti ho detto? È da quando sono partito che muoio dalla voglia di vederti ed ora non puoi dirmi che non mi vuoi più
Perché no? Te lo avevo già detto” rispose lei mordendosi il labbro inferiore.
 
Quante bugie, quanti sentimenti che non riesco a confessarti. Ma è più forte di me: non riesco a fidarmi di te, non riesco a cancellare la sua immagine unita alla tua. Avrei dovuto esserci io al posto suo, avrei dovuto essere l’unica, ma non è stato così.
Dio, non riesco nemmeno ad incrociare il tuo sguardo, mi fa troppo male vederti piangere. Sono in bilico tra due decisioni forse più grandi di me.’
 
Senza ribattere, avvolse le sue braccia attorno a Holly che lentamente singhiozzava ancora, come lui del resto. “Non ti lascio andare, non posso accettare il fatto che tu mi respinga. Scusami” biascicò lui lasciandole un bacio sulla fronte; con una mano poggiata al suo petto, Holly lo respinse lievemente costringendolo così a sciogliere quell’abbraccio: “Scusa Justin, ma non ce la faccio.
Cercò di ricomporsi al meglio che poté asciugando sommariamente le lacrime che gli avevano solcato il viso ed allontanandosi di qualche centimetro da lei, “Dimmi la verità Holly: perché sei venuta fin qui da me? Dimmi il vero motivo per cui hai preso quell’aereo e ti sei fiondata qui” le domandò lui alzandosi in piedi e continuando a guardarla. Holly si passò prima una mano, poi l’altra sulle guance umide e si posizionò di fronte a lui “Vuoi davvero saperlo?
Justin annuì e lei continuò a parlare: “Perché sono un’idiota e non riesco a starti lontana nonostante non abbia dimenticato quello che hai fatto. Perché continuo a volerti bene e mentirti su quello che sento per te mi fa stare ancora più male” sbottò tutto d’un fiato lasciando la possibilità ad altre lacrime di sgorgare fuori dai suoi occhi. Non riusciva a reprimere tutto anche adesso che finalmente erano insieme.
Se ne sarebbe pentita? Probabile.
Era forse meglio mantenere alto quell’orgoglio? Assolutamente no.
Quindi non è vero che non mi vuoi più?
No, non è vero” concluse lei affondando il viso al centro del suo petto e lasciandosi poi stringere in un abbraccio di cui non avrebbe potuto fare a meno.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Voi siete meravigliose.
Questo è il primo punto, Dio mio, mi avete lasciato 16 recensioni al capitolo precedente, come potrei non amarvi?
Senza contare chi mi scrive su twitter delle frasi dolcissime su questa storia. Vi amo ecco.
Riguardo al capitolo... Ecco,lo stavo per riscrivere un'altra volta perché me l'ero immaginata diverso, senza lacrime e depressioni varie, ma poi ho deciso di lasciarlo così e farlo finire un po' meno tristemente LOL
Spero vi piaccia comunque perché ero parecchio indecisa sul da farsi.

Parlando d'altro: avete ascoltato il nuovo album di Justin 'Believe'? Io l'ho già ascoltato quattro volte e sono innamorata persa di quelle canzoni.
Qual è la vostra preferita? :3

PS: Prima di lasciarvi andare (ammesso e non concesso che siate arrivate a leggere fin qui), vi lascio i link di due fan fiction di una personcina molto carina (che è stata così gentile da prendermi il cd di Justin) che io trovo davvero belle. Questa è la prima e questa è la seconda :)

Ora vi lascio, ho scritto anche troppo LOL

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah and instragram

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32. ***


32.



La mattina seguente, Justin fu costretto ad allontanarsi da lei, a sciogliere quell’abbraccio attorno alla sua vita che l’aveva cullato durante quelle ore di sonno. Senza fare troppi movimenti bruschi, infilò un paio di quaderni ed un astuccio dentro allo zaino con l’idea di recarsi a scuola ed uscì di casa salutando con un cenno di mano sua madre.
Mentre camminava lungo le strade ancora poco affollate di quella grande metropoli, lo sguardo del biondo si posò sull’insegna di un negozio di tatuaggi, si avvicinò a quella vetrina leggermente oscurata dalla luce ancora spenta e vi ci schiacciò contro il naso.
Disegni di ogni forma, tipo e colore erano appesi lungo quelle pareti scure e fu in quel momento che maledisse il fatto di sentirsi costretto ad andare a scuola; il negozio non avrebbe aperto prima di due ore e nonostante avesse voluto, non avrebbe potuto tardare ancora di molto.
 Parecchio tempo prima, gli era balenata in testa l’idea di marchiare sulla pelle un segno indelebile, qualcosa che gli avesse fatto spuntare un sorriso ogni qualvolta che vi si avesse posato lo sguardo. E lo avrebbe fatto, era deciso più che mai a farsi tatuare sulla pelle quel nome.
Durante il tragitto che lo separava dalla nuova scuola, occupò la maggior parte dei suoi pensieri su come e dove marchiare la sua pelle, ma le idee erano ancora fin troppo confuse.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo fin troppo precoce alla nuova scuola, dove, una volta entrato, fu quasi assalito dagli addetti alla segreteria che gli mostrarono quante più cose gli fossero lecite sapere.
Quando ebbe finalmente terminato il giro turistico all’interno dell’edificio scolastico e dopo aver conosciuto i vari professori che lo condussero nella sua aula, aprì il primo quaderno che gli capitò a tiro ed iniziò a scarabocchiarci sopra decine e decine di lettere, scritte con modi differenti e caratteri che andavano dal corsivo semplice, al maiuscolo erroneamente complicato.
Trascorse così le due ore successive finché non trovò lo stile più adatto a quel nome ed il posto più indicato dove farlo tatuare.
 
Nel frattempo, Holly si svegliò, realizzando solo dopo qualche istante di trovarsi così lontana dalla sua amata Atlanta e soprattutto del fatto di non vedere Justin accanto a lei.
Si guardò attorno, ancora leggermente spaesata ed indecisa sul da farsi, finché non posò lo sguardo sulla scrivania posta di fronte a lei e su di un piccolo quadernetto adagiato sopra ad alcuni libri.
Non esitò nemmeno un secondo di più, lo aprì alla prima pagina ed iniziò a leggere ciò che vi era scritto.
Era una sorta di diario che, a sua insaputa, Justin teneva da tempo: quelle parole scritte così disordinatamente, le conosceva ormai bene, perciò non si soffermò troppo a rievocare alla memoria la serata del ballo scolastico in cui credeva di aver danzato sulle note di canzoni lente con il Nomade o di quando si erano scambiati il primo bacio. Girò diverse pagine finché non giunse all’ultima di esse bagnata dall’inchiostro nero di una penna: questa volta le parole erano state scritte in modo ordinato e disposte a mo’ di poesia, così sembrava.
 

Non lascerò che lei si metta in mezzo tra di noi,
so quel che voglio, so che lo posso ottenere.
Ho solo bisogno di te al mio fianco,
voglio soltanto te.

 

Ho bisogno di un solo amore, il tuo,
sei l’unica in grado di darmelo.
Non voglio nessun’altra quando sto con te,
perché nessuna mi da quel di cui ho bisogno.
 
Sai, ho fatto degli errori, uno dopo l’altro,
ma non oggi, non ti lascerò andare finché non mi perdonerai.
So che sei arrivata per restare, so che sei tu l’unica di cui ho bisogno,
nessun’altra, solo tu.
 
Il tuo amore è come una montagna russa,
tra alti e bassi, riesce sempre a farmi mancare il fiato.
E’ come se ogni volta che sono con te mi mancasse la terra sotto ai piedi,
non ho paura anche se spesso mi sembra di cadere.
Ho bisogno di un solo amore, il tuo,
sei l’unica in grado di darmelo.
Non voglio nessun’altra quando sto con te,
perché nessuna mi da quel di cui ho bisogno.

 
Sebbene, forse, non avrebbe mai conosciuto il ritmo di quella canzone, provò ad immaginarsi come sarebbe stato ascoltare la sua voce mentre gliela cantava, se mai lo avrebbe fatto.
Aveva letto e riletto più volte una pagina di quel quadernetto che l’aveva fatta riflettere per interi minuti su quando effettivamente fosse accaduto con Lindsay, sebbene fossero soltanto parole, avrebbe dovuto ricredersi.
Una piccola lacrima le rigò la gota destra mentre un dolce sorriso le si dipingeva sul volto, non sarebbe riuscita ad odiarlo, nemmeno se lo avesse voluto. Anche dopo uno sbaglio così grande, si sentiva quasi in dovere di perdonarlo; dopotutto Justin stava lottando così tanto per riaverla sua, nessuno avrebbe mai fatto tanto per lei.
 
La campanella pose fine alle lezioni e senza aspettare un solo secondo di più, il biondo uscì frettolosamente da quell’aula ed infine da quel grande edificio dai colori fin troppo spenti.
Ancora titubante e non del tutto sicuro di ciò che stava per fare, si recò al negozio di tatuaggi che ora trovò aperto; vi entrò a passo lento soffermandosi interi secondi a guardarsi intorno finché un uomo sulla cinquantina si presentò davanti a lui.
Aveva entrambe le braccia colme di strani disegni, alcuni di essi vivacemente colorati, persino sul collo spuntavano alcuni ghirigori che molto probabilmente proseguivano sul petto sino a riempirlo completamente.
Justin lo guardò dal basso verso l’alto con un’espressione di stupore, mista a paura, dipinta in volto, “S-salve” biascicò poi cercando di mantenere un contatto visivo con lui.
L’uomo ricambiò il saluto per poi domandargli quale tipo di servizio richiedeva, “Vorrei fare un tatuaggio” rispose il biondo con voce ancora tremante, “Ce l’hai il permesso di un adulto?” chiese quello di rimando.
Justin impallidì all’istante, l’unica in grado di accordargli il permesso sarebbe stata sua madre, ma avrebbe preferito non dirglielo, almeno per ora. Ci pensò su un attimo finché la porta di tale negozio si spalancò celando una figura a lui conosciuta: “Justin, che cosa ci fai tu qui?” gli domandò Jeremy avanzando all’interno del locale, “I-io avevo intenzione di farmi un tatuaggio.
Il padre sorrise, provocando ancora stupore sul volto di Justin, “D’accordo” disse infine avvicinandosi all’uomo che ora sostava dietro ad un vecchio bancone.
Davvero?” chiese stupito il biondo temendo di non aver inteso bene il consenso del padre, “Sì, perché no? Non vedo cosa ci sia di male. Ne ho diversi anche io
Ecco un’altra cosa che di lui non sapeva: gli vietava di uscire e di lasciare la città, ma gli permetteva senza la minima esitazione di marchiare perennemente la sua pelle. Scosse la testa ripetutamente quasi a voler scacciare tutte quelle inutili preoccupazioni e si avvicinò al proprietario del negozio che gli fece segno di seguirlo all’interno di un’altra ala.
Cosa vorresti farti tatuare?” gli domandò l’uomo sedendosi su di uno sgabello accanto un lettino di pelle, Justin frugò nervosamente all’interno del suo zaino per poi estrarne il quaderno dove qualche ora prima vi aveva scarabocchiato alcune bozze, gli mostrò quella definitiva e poi aggiunse: “Lo vorrei qui” disse indicando il petto, all’altezza di dove si trovava la punta del cuore. L’altro annuì e Justin si tolse la maglietta sdraiandosi sul lettino ed aspettando impazientemente che quell’ago si posasse sulla sua pelle. “F-farà male?” domandò con voce tremante, “Il dolore è soggettivo, pizzicherà forse un po’” cercò di tranquillizzarlo l’uomo, ma non appena quell’ago si posò sul suo petto, il biondo cacciò un urlo per niente soffocato che fece ritrarre all’istante il tatuatore. “Sicuro di voler continuare?
Justin annuì mentre si mordeva il labbro inferiore, l’uomo procedette con il suo lavoro dovendo sorbire le urla continue del biondo mentre a fatica tentava di ricacciare indietro alcune lacrime.
Dopo circa mezz’ora, quell’ago si allontanò definitivamente da lui lasciandogli il tempo di sospirare e rilassarsi; il tatuatore coprì la scritta con un grosso cerotto quadrato e lo lasciò andare.
A giudicare dalle tue urla, ha fatto male” ironizzò Jeremy, Justin non sapeva se stare al gioco oppure no, era la prima volta che notava un’espressione così radiosa sul volto del padre, una cosa da non lasciarsi sfuggire: “Giusto un po’, ma ne è valsa la pena.
Ora vai, qui ci penso io” si affrettò a dire l’altro, “Grazie” gli rispose Justin sorridendo ed uscì dal negozio raggiungendo poi casa sua.
Al suo arrivo trovò Holly e sua madre impegnate ai fornelli a preparare chissà quale pietanza, non le disturbò, si sedette sul divano intendo a guardare la televisione ed a massaggiarsi di tanto in tanto il petto che fortemente gli doleva.
 
Di tanto in tanto Holly lanciava alcune occhiate a Justin pentendosi di aver letto i suoi pensieri più segreti e soprattutto di aver pesantemente discusso la sera prima.
Non proferirono parola se non quando, dopo cena, si rintanarono in camera da letto; “Com’è andato il primo giorno di scuola?” gli domandò Holly sedendosi sul letto, “Normale” biascicò lui sistemando approssimativamente quando vi era sulla scrivania, ma si bloccò quando il suo cellulare prese a squillare.
Pronto?” rispose lui avvicinando l’apparecchio all’orecchio, “Ciao Justin, sono Lindsay” disse una voce femminile dall’altro capo del  telefono.
Che altro vuoi?” sbottò lui sbuffando ed appoggiandosi al muro, Holly lo guardava interrogativa cercando di immaginare con chi stesse parlando, ma l’unica persona che le venne in mente fu proprio lei.
Non immaginavo che cambiare aria ti avesse fatto diventare più scorbutico, volevo soltanto salutarti” ribatté la bionda ridacchiando, “Non è stato il cambiamento d’aria a farmi diventare più scorbutico, come dici tu” disse acido lui.
Non ce l’avrai ancora con me per quel pomeriggio passato insieme, vero?
Vuoi davvero saperlo? Non ti è bastato sapere quello che è successo?
Lindsay sbuffò sonoramente e nuovamente Justin le disse: “Fammi un favore: evita di cercarmi, evita di parlare con Holly raccontandole stronzate. Peggiori soltanto le cose.
Detto ciò chiuse la chiamata facendo scivolare il telefono sulla scrivania, “Che cosa voleva ancora da te?” domandò Holly incrociando le braccia al petto.
Meno di niente” rispose il biondo levandosi la maglietta e dandole le spalle, “Justin, voglio saperlo” insistette lei; “So che non ti fidi di me, ma, davvero, non voleva niente” sibilò lui a denti stretti.
 
Si buttò a peso morto sul letto fissando il soffitto mentre lei volgeva ancora lo sguardo su di lui per poi soffermarlo su quel grosso cerotto che gli sovrastava una parte del petto.
Justin, che cosa c’è sotto a quel cerotto?” gli chiese, “Nulla d’importante ormai” biascicò lui dandole le spalle.
Fammi vedere” insistette lei sollevandosi sui gomiti. Justin, dopo aver sbuffato sonoramente, si arrese e lentamente si tolse quel cerotto bianco che sovrastava il tatuaggio appena fatto.
Leggere il suo nome, così perfettamente scritto in corsivo sul petto di quello che era, o forse ancora sarebbe stato, il suo ragazzo, la fece quasi rabbrividire.
No, non ci posso credere: ti sei fatto tatuare il mio nome sopra al cuore?” domandò stupita lei mentre un sorriso si dipinse all’istante sul suo volto,
Già, era da parecchio che ci pensavo. Ma, evidentemente, avrei dovuto pensarci su un altro po’
Justin…
Non c’è davvero bisogno che tu dica altro” la interruppe lui mantenendo lo sguardo abbassato.
Perdonami, ma oggi ho letto il tuo diario” le confessò lei, il biondo si voltò immediatamente verso di lei con aria delusa. “Tu cosa? Chi ti ha dato il permesso di farlo?” sbottò arrabbiato, “M-mi dispiace, ma se non lo avessi fatto probabilmente non avrei capito parecchie cose e ho letto anche le parole di quella che sembrava una canzone” sorrise lei;
Non dovevi leggerlo” si ostinò a ribadire lui.
Holly sospirò per poi sollevarsi di poco la maglietta e celare così una scritta posta appena sopra il bacino destro, “Justin, guarda” gli disse poggiando una mano sulla sua spalla. Lui si voltò posando lo sguardo sulla scritta che recava il suo nome, disegnata in modo non tanto diverso dal tatuaggio che poche ore prima si era fatto lui, sgranò gli occhi ed ancora incredulo le domandò: “È quello quando lo avresti fatto?
Ne era felice, non poteva negarlo, non se lo aspettava.
Il giorno dopo che abbiamo fatto l’amore” disse lei sorridendo, “D-davvero? Non me lo avevi mai detto prima” continuò Justin quasi contemplandolo.
Non lo sa nessuno, non ho voluto dirlo a nessuno. Era una cosa che… che volevo tenere solo per me
Sono felice che tu lo abbia fatto, Holly” le sorrise infine lui.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Chiedo ufficialmente perdono per il mio costante ritardo, arrivo sempre all'ultimo çç
Dunque, parlando del capitolo, la 'canzone' che lui ha scritto per lei, ha preso bellamente spunto da One Love del nuovo cd di Justin, ho giusto cambiato qualcosina nel caso in cui non si fosse capito LOL
L'idea del tatuaggio mi è venuta perché sta balenando in testa pure a me l'idea di farne uno, quindi ecco spiegato tutto :)
Ora vi abbandono (?), no scherzo, non potrei, dico solo che con questo capitolo sto esaurendo le idee per continuare la storia, al momento non ne ho nemmeno mezza. Probabilmente domani cambierò idea, come al solito del resto LOL
Voi, si voi che leggete e mi lasciate sempre recensioni e tweet stupendi: siete meravigliose!

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
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Capitolo 33
*** Capitolo 33. ***


33.

 
Justin la strinse forte a sé, la sua fronte era appoggiata a quella di Holly ed il naso quasi schiacciato contro il suo; i loro respiri s’alternavano ritmicamente, i loro sguardi erano piacevolmente intrecciati l’uno a quello dell’altra e quell’abbraccio continuava a tenerli uniti.
Holly, vorrei che mi promettessi una cosa” disse Justin rompendo il silenzio, afferrò la mano di Holly e la strinse forte nella sua, “Promettimi che non mi lascerai più, promettimi che qualsiasi problema che ci si presenterà davanti, noi lo affronteremo insieme. Non ce la farei senza di te, Holly.
I-io non posso promettertelo, Justin” rispose lei abbozzando un sorriso e lui di colpo si rabbuiò, “Perché no?
È una promessa che dobbiamo mantenere entrambi
Ed ecco che il sorriso sul volto di quel ragazzo comparve all’istante; la strinse ancora più forte a sé, quasi sino a ridursi a respirare a fatica, ma ciò non importava: erano insieme e questo bastava.
 
Holly chiuse gli occhi ed appoggiò le labbra su quelle di Justin facendolo leggermente sussultare, era da tanto che non sentiva quelle labbra di nuovo sue, libero di possederle, libero di possedere lei; avvolse le braccia attorno al suo collo, così da impedirgli anche la minima possibilità di allontanarsi, ma lui non avrebbe voluto.
Con una mano, Justin sollevò la maglietta di Holly sino a togliergliela del tutto. I loro petti erano completamente attaccati e nonostante il punto dove aveva da poco fatto il tatuaggio gli doleva terribilmente, sopportava il dolore continuando a restarle così vicino.
Brevi erano i momenti in cui le loro labbra non erano unite, di tanto in tanto si scambiavano sorrisi quasi imbarazzati ed ogni volta che Holly incontrava il suo sguardo, arrossiva.
Sei tutta rossa” le fece notare Justin ridacchiando, Holly si coprì le gote con entrambe le mani, “È colpa tua” ribatté lei sorridendo beffarda.
Anche tu mi fai quest’effetto” le disse il biondo scompigliandosi nervosamente i capelli per poi lasciarle un bacio sulla fronte.
E comunque, quel nome sul petto ti dona” commentò lei fissando il suo tatuaggio, “Non te lo aspettavi, eh?” ribatté lui assumendo un’espressione fiera
No, se devo essere sincera. Inizialmente, pensavo di aver commesso una pazzia a tatuarmi il tuo nome, ma poi ho dovuto ricredermi e sono contenta di averlo fatto.
Scommetto che te ne sei pentita dopo quanto è successo con Lindsay” biascicò lui abbassando il capo, ma Holly pose un dito sopra le sue labbra e poi disse: “Non voglio parlare di lei. Lei non fa parte di noi, lei non è qui adesso. Fingiamo che lei non esista.
Justin annuì per poi sorriderle ed allacciare nuovamente le sue labbra con quelle della sua ragazza mentre lei gli passò una mano tra i capelli ed ecco che lui rabbrividì: amava quel gesto e lo amava ancora di più se era lei a compierlo.
Evidentemente, Holly lo sapeva bene e perciò ripeté quel gesto ancora e ancora finché lui la fermò: “Sei consapevole che tutto ciò inizia a farmi impazzire?
Certo che lo so. Io so tutto di te, ricordi?
Continuo a chiedermi come farei se tu non ci fossi, ma non trovo mai una risposta decente a questa mia domanda” sussurrò lui sorridendo e non appena terminò quella frase, Holly lo attirò a sé baciandolo di nuovo, includendo in quel bacio quanta più passione poté.
Continuarono a scambiarsi baci e sorrisi soffocati per interi minuti, forse avevano perso la cognizione del tempo, come se quest’ultimo si fosse fermato per concedere ad entrambi una notte da dedicare l’uno all’altra.
Quando Holly credette di essere arrivata al punto di aver assaporato, forse fin troppo, quelle labbra, si decise a slacciargli i pantaloni e lo fece con un movimento tanto veloce e deciso che a stento Justin se ne accorse.
La stessa cosa fece lui e ben presto quegli indumenti caddero al suolo ammucchiati l’uno sull’altro.
Justin guardava il corpo della ragazza che aveva davanti come se fosse appartenuto ad una dea, passava ripetutamente un dito sopra il tatuaggio recante il suo nome contornandone attentamente tutte le lettere e provocandole così un leggero solletico.
La stessa cosa poi fece lei, ma a quel gesto lui sussultò assumendo una smorfia di dolore; “Non mi dirai che ti ha fatto male” scherzò lei, “Scherzi vero? Non ho mai sopportato tanto dolore in vita mia.
Se ha fatto tanto male, perché non ti sei fermato?” continuò lei punzecchiandolo.
Perché era una cosa a cui tenevo tanto
Quindi significa che tieni tanto anche a me” continuò Holly mantenendo vivo il sorriso sul suo volto, “Certo che tengo a te, ma non ho bisogno di un tatuaggio per dimostrarlo.
Quelle furono le ultime parole che ruppero il silenzio di quelle quattro mura, ripresero i baci, ripresero le carezze e questa volta senza ulteriori interruzioni.
 
Gettarono al suolo anche gli ultimi indumenti che sovrastavano quegli esili corpi; i lineamenti leggermente marcati sul petto di Justin, venivano ripercorsi ripetutamente dalle dita di Holly, le quali provocavano al biondo leggeri brividi lungo la schiena.
Rotolò con un unico movimento sino a sdraiarsi sopra di lei, la quale ancora non aveva cessato di baciargli le labbra continuando ad affondare le mani tra i suoi capelli.
Le baciò il collo premendo forte le labbra su di esso, sino a lasciarle un lieve segno rosso e, compiaciuto dal risultato ottenuto, abbozzò un sorriso; le lasciò altri baci lungo il ventre ed il bacino, appoggiando un paio di volte le labbra sul tatuaggio. La stessa cosa fece lei sulla scritta che richiamava il suo nome all’altezza del cuore, lievemente, quasi avesse avuto paura di fargli male di nuovo.
Quando le loro labbra furono nuovamente unite, con un gesto lento, ma deciso, Justin entrò in lei facendola sussultare leggermente ed i movimenti si fecero via via sempre più sinuosi e ritmati.
 
Il biondo faceva scorrere entrambi le mani su e giù accarezzando il petto di Holly, passando prima sul seno per poi scendere sino ai fianchi attirandola, per quanto gli fu possibile, a sé; lei assecondava i suoi movimenti fondendoli così  in uno solo e tutto ciò continuò finché lui non esalò l’ultimo gemito di piacere.
Stremato da quei movimenti continui, si sdraiò accanto a lei ansimando ancora a fatica; Holly gli stampò un lieve bacio sulle labbra facendolo sorridere ed ecco che lui avvolse nuovamente le braccia attorno alla vita di lei.
L’attirò a sé facendola sedere su di lui e dandole così la possibilità di condurre i giochi; sebbene Holly inizialmente fu titubante riguardo a ciò, provò a stuzzicarlo tentando di farlo impazzire nuovamente e capì di esserci riuscita quando Justin avvolse un braccio attorno al suo collo sino a far avvicinare notevolmente i loro volti. Appoggiò le labbra su quelle di lei contornandole con la punta della lingua per poi finire a morderle lievemente il labbro inferiore; Holly ripeté quel gesto e sebbene d’iniziative ancora non ne aveva prese, ora fu lei a permettere ai loro corpi di unirsi e così fu finché, con un ultimo bacio colmo d’amore e passione, soffocarono l’ultimo gemito prima di stringersi forte l’uno all’altra.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Don't kill me, girls.
Sono consapevole che sia estremamente dolcioso, ma tra ieri e oggi mi sentivo dolce (non è una cosa che capita spesso LOL); per alcune parti ne sono soddisfatta, per altre un po' meno, ma accontentamoci.
Dunque, io ancora non so la fine che farà questa Fan Fiction, siamo al 33° capitolo e ancora non ho deciso quando farla terminare. Un paio di persone mi hanno chiaramente detto che mi ammazzerebbero se la concludessi, ma non può proseguire all'infinito LOL
Quindi, non so, ho in mente un paio di idee per prolungarla un altro po', spero che la cosa non vi spaventi :3
Vi ringrazio sempre amorevolmente tanto per le recensioni, siete meravigliose ♥
Grazie anche per i tweet su twitter, i love you :)

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah and instagram


 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34. ***


34.

 
La mattina seguente, Justin si svegliò di buon’ora, al contrario di Holly che invece sembrava non dormisse da giorni e forse, in fondo, era così.
Fece per afferrare lo zaino e recarsi fuori dalla porta, quando sentì suo padre imprecare ad alta voce contro il computer che reggeva sulle ginocchia. Curioso di conoscerne il motivo, si posizionò dietro alla colonna situata all’ingresso di quell’appartamento ed ascolto silenziosamente la conversazione tra lui e la madre.
Jeremy, che succede?” domandò Pattie, lui sospirò sonoramente per poi porgerle il computer portatile e permettendole così di leggere una mail da poco arrivata.
Mentre la donna aveva ancora lo sguardo posato su quello schermo, il marito cominciò a parlare impedendole così di leggere tranquillamente quelle righe: “Capisci? Vogliono trasferirmi, di nuovo!
E dove questa volta?” chiese di rimando Pattie chiudendo il computer ed evitando così di proseguire la sua lettura appena iniziata, “Ad Atlanta” rispose scocciato l’altro “Ed il tutto entro un paio di settimane” aggiunse poi riappropriandosi del computer.
Justin, ancora situato dietro la colonna, sgranò gli occhi e rimase immobilizzato, ben poco convinto, ma speranzoso di aver compreso le parole esatte. Un enorme sorriso prese il sopravvento sul suo volto e nel giro di una manciata di secondi, si fiondò fuori da quell’appartamento correndo a perdifiato giù per le scale.
Sebbene avesse voluto informare immediatamente Holly di quella notizia, era terribilmente in ritardo e questa volta non avrebbe potuto saltare scuola.
Non sapeva ne quando sarebbe partito, ne se realmente lo avrebbe fatto. Dopotutto, non aveva ascoltato l’ultima parte della conversazione tra lui e la madre perciò effettivamente non sapeva se il trasferimento sarebbe avvenuto oppure no.
 
Una volta terminate le ore di lezione, fu il primo ad uscire dall’aula di algebra, dove la professoressa ancora non aveva ultimato la sua spiegazione sebbene la campanella avesse già iniziato a suonare da alcuni secondi.
Corse per tutto il tragitto che lo separava da casa e quando finalmente rincasò, il suo primo pensiero fu quello di riferire la notizia a Holly; fece capolino all’interno della sua stanza gettando a terra lo zaino e con il fiato ancora spezzato a causa della corsa, si apprestò a parlare, ma qualcosa lo fermò.
Trovò la ragazza impegnata ad infilare all’interno di una valigia non troppo grande, alcuni suoi indumenti e sembrò non accorgersi di essere sola all’interno di quelle quattro mura.
Che stai facendo?” le domandò scettico Justin, “Non è evidente?” rispose lei con un sorriso forzato. Lentamente Justin si avvicinò a lei affiancandola e squadrandola con cipiglio: “I-io non capisco, perché vuoi già andartene?
Holly incrociò il suo sguardo per qualche secondo e sorrise nuovamente prima di ribattere: “Justin, non posso restare qui per sempre. Devo tornare a casa e poi credo che non staremo distanti ancora tanto.
Come? Lo sai già?” chiese immediatamente lui senza quasi farle terminare la frase, “U-un momento: che significa se lo so già? Sei tu quello che ancora non dovrebbe saperlo
Io ho sentito i miei che ne parlavano questa mattina e credevo che tu non lo sapessi!
Holly si portò una mano sulla fronte arricciando il naso e sbuffando sonoramente: “Doveva essere una sorpresa” biascicò lei con tono deluso.
Sul volto del biondo tornò a comparire quel sorriso, sembrava quasi un bambino che aveva da poco ricevuto il giocattolo che tanto aspettava. Era felice e non poteva nasconderlo.
Abbracciò Holly quasi stritolandola e lei ricambiò stringendolo forte a sé. Rideva, rideva di cuore ed era felice anche lei.
Credeva di non poter desiderare di meglio: quanto più voleva, ce lo aveva al suo fianco.
 
Sai, non vedevo l’ora che si decidessero a lasciare questa città” esclamò Justin gettandosi a peso morto sul letto, Holly lo affiancò sedendosi composta e rispose: “Pensala come vuoi, ma secondo me Los Angeles è una città bellissima.
Sarà bella quanto vuoi, ma non ripeterei questa esperienza per nulla al mondo. Fortunatamente, con il tuo arrivo la permanenza è diventata più sopportabile.
Andrà tutto bene d’ora in poi, te lo prometto” gli disse lei sdraiandosi accanto a lui ed incrociando a pieno il suo sguardo. Justin le sorrise per poi avvicinare le labbra a quelle di lei e stampandole così un tenero bacio sulle labbra.
 
Il giorno seguente, sebbene Justin non ne fosse pienamente d’accordo, accompagnò Holly all’aeroporto dove vi trovò il padre ad attenderla.
Allora ci vediamo tra un paio di settimane” disse Holly abbozzando un sorriso, “Certo che sì, ormai è stato tutto deciso. È solo questione di voler aspettare un altro po’ e mamma ha già detto che la nostra vecchia casa è ancora disponibile.
Ne sono davvero felice e non vedo l’ora” ribatté lei abbracciandolo ed accoccolandosi al suo petto; Justin lanciò una fugace occhiata al padre della ragazza, che ora era impegnato a conversare al telefono volgendo lo sguardo da tutt’altra parte rispetto a dove si trovassero loro in quel momento.
Le prese il viso tra le mani ed appoggiò le labbra sulle sue impossessandosene completamente, chiuse gli occhi così da escludere tutto ciò che li circondava. Nemmeno la voce metallica proveniente dall’altoparlante gli fece distogliere l’attenzione da ciò che stava facendo. Sembrava quasi che il tempo si fosse fermato e ne era felice, davvero tanto, ma bastò un semplice richiamò da parte del padre a sciogliere quella magia.
Si ritrasse immediatamente imbarazzato, volse lo sguardo al suolo portandosi una mano dietro la nuca, segno che avrebbe voluto scomparire all’istante e Holly scoppiò in una lieve risata. “Non ti preoccupare” gli sussurrò ad un orecchio “Non dirà niente” concluse ridacchiando; “Forse sarà come dici tu, ma la sua espressione trasmette tutt’altro” ribatté nervoso il biondo.
 
Holly, dobbiamo andare” esclamò il padre della ragazza mentre raccoglieva da terra la valigia di quest’ultima, “Ciao Justin, a presto” sorrise lei dandogli l’ultimo bacio prima di allontanarsi definitivamente. Con un gesto di mano ricambiò il saluto e quando entrambi furono parecchio lontani da lui, si decise a tornare a casa.
Un sorriso involontario era diventato padrone di ogni sua espressione, quella partenza non lo aveva rattristato, non del tutto almeno. Sarebbero bastate anche solo due ore ad aumentare la voglia che aveva di rivederla, ma ce l’avrebbe fatta, nonostante tutto, ad aspettare.
Non vedeva l’ora di ricominciare una nuova vita, che poi tanto nuova non era, significava solamente ritornare alle origini. Los Angeles non era la sua città e non lo sarebbe mai diventata: per quanto bella fosse esteticamente, aveva sempre amato vivere ad Atlanta. Non aveva nulla di speciale eppure ne era legato, tanto quanto lo era a Holly.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
C'è una ragione logica per cui sono sparita: ho avuto una sottospecie di blocco dello scrittore per questa storia.
In realtà le idee le avevo ma mi occorreva un modo voglia per buttarle giù. Ora l'ho trovato e sebbene questo capitolo sia poco vicino a quel che mi aspettavo, è una sottospecie di epilogo.
Sì, avete capito bene, la prima parte di questa storia è conclusa, ma la storia in sé continua e continuerà nel giro di alcuni giorni come al solito (tralasciamo l'ultimo periodo che tra il concerto di Justin che si terrà l'anno prossimo e menate varie ho 'dimenticato' di aggiornare)
Spero vivamente che la storia non vi stia annoiando sebbene abbia smesso di aggiornare da alcune settimane, davvero, spero continui ad incuriosirvi perché ho in mente parecchie cose da far accadere a Holly e Justin.
Detto ciò, vi ringrazio sempre immensamente per le recensioni, le visite, i complimenti su twitter e quant'altro voi fate per me.
 Ho visto che questa storia è citata tra le più popolari e nemmeno tanto in fondo, perciò grazie: vi amo, davvero.

Alla prossima!
(che sarà sicuramente prima di sabato, nonché giorno del mio compleanno yeah LOL)
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah and istagram

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Capitolo 35
*** Capitolo 35. ***


35.

 
Il ritorno ad Atlanta comportò diversi aspetti che Holly non pensava di poter vivere, effettivamente. Il ritorno a scuola il giorno seguente, le riservò alcune sorprese: Ashley, la bionda reginetta della scuola, aveva definitivamente chiuso i rapporti con il Nomade ed ora le sue inseparabili amiche cheerleader erano costrette a starle attorno per evitare che le lacrime da coccodrillo le rovinassero il trucco. Era uno spettacolo che Holly aveva avuto il privilegio di assistere alle prime ore del mattino, così come mezzo corpo studentesco stava facendo. Il Nomade, che sembrava alquanto sollevato da quella rottura, si aggirava per i corridoi principali seguito a ruota dai componenti della sua squadra di football. Sebbene fossero ragazzi senza cervello, Holly dovette ammettere che la loro bellezza era sconfinata, ma scosse la testa scacciando quei futili pensieri dalla mente.
 
Da quando ogni singolo studente percepì la notizia della rottura tra Nicholas e Ashley, le presunte classi sociali che erano state create da quest’ultima, si stravolsero completamente. Il gruppo delle cheerleader aveva finito di esistere, o meglio, la loro autorità sul resto del corpo studentesco era finita con l’essere considerata nulla. Così come la classe sociale delle nullità non venne più considerata tale. Apparentemente sembrava una scuola normale, senza regole attuate dagli studenti stessi, senza apparenti problemi di convivenza sociale.
Un sollievo, pensò Holly.
Era felice in quel momento e non poteva negarlo. Avrebbe finalmente avuto per sé il ragazzo che tanto le mancava e avrebbe tentato di evitare di guardare il Nomade con occhi sognanti com’era solita fare in passato.
 
Due settimane dopo…
 
Il giorno dell’arrivo di Justin, Holly era terribilmente agitata, non arrestava i suoi movimenti nemmeno per una manciata di secondi. Era eccitata alla sola idea di vedere che tutto stava per tornare come prima, eppure qualcosa la turbava.
Il giorno prima dell’arrivo del biondo, Ashley si era avvicinata a lei con un’espressione da cucciolo smarrito stampata in volto e la cosa che colpì, maggiormente Holly, fu proprio una sua singolare richiesta di aiuto.
Vedi, Holly, io non sono mai stata lasciata da nessun ragazzo e mi risulta difficile accettare il fatto che Nicholas non sia più mio” spiegò la bionda mentre la castana l’ascoltava con cipiglio. “Non mi aspetto di certo che tu possa comprendere cosa si provi a subire quanto ho subito io, parlandoci chiaro, tu sei sempre stata abituata ad essere lasciata, io invece no
Quella sua ultima affermazione fece rilassare del tutto i muscoli facciali di Holly, nonostante quelle non erano esattamente le parole che un’amica avrebbe voluto sentirsi dire, si sentì sollevata riguardo al fatto che Ashley adottasse ancora quell’atteggiamento di superiorità con lei.
Ashley, vieni al dunque” la rimbeccò Holly leggermente scocciata “Che cosa vuoi da me?
Sono felice che tu me lo chieda” sospirò Ashley abbozzando un sorriso beffardo: “Ho bisogno del tuo aiuto per far cadere nuovamente Nicholas ai miei piedi
Tu hai bisogno del mio aiuto?!” domandò la castana non tanto sicura di aver percepito a pieno quella sua strana richiesta, “Che cosa dovrei fare?” si arrese infine.
Per alcuni giorni io mi farò da parte. Mi comporterò come ho sempre fatto stando bene attenta a non lasciar trasparire alcuna emozione, sebbene io ci soffra ancora tanto, m’impegnerò al massimo per adottare un atteggiamento di completa indifferenza
Wow” esclamò Holly stupita “Ed io che credevo che fossi in grado di raggiungere l’apice della tua intelligenza solo quando si tratta di combinare il colore di un ombretto ai vestiti
Che sciocchina che sei!” ridacchiò in modo isterico la bionda e Holly assunse così un’espressione di disgusto che non poté in alcun modo nascondere.
Dicevo, mentre io cercherò di comportarmi con assoluta naturalezza nei suoi confronti, tu dovrai avvicinarti a lui.
Avvicinarmi a lui?
Sì, Holly. So che non ne sei abituata, ma con avvicinarti intendo provarci spudoratamente con lui. So che puoi farcela, sei meno bruttina di quanto ricordassi. La vacanza in California deve averti fatto bene
Non si smentiva mai, anche quando tutta la sua vita sociale dipendeva da una persona, Ashley era sempre in grado di far sentire quest’ultima inferiore sebbene le stesse palesemente chiedendo un favore abnorme.
Il dubbio che l’assaliva, ora era decidere se accettare o meno.
In fondo, l’avrebbe fatto solo per aiutare un’amica, ammesso e non concesso che Ashley conoscesse il significato della parola amicizia. Ma Justin come l’avrebbe presa?
Scosse le spalle con un gesto appena percettibile e si convinse del fatto che se solo gliene avesse parlato, lui avrebbe capito. Forse.
Decise di accettare, un po’ per farla smettere di blaterare inutilmente, un po’ per mettere se stessa alla prova.
 
Mamma, sbrigati o rischiamo di perdere l’aereo!” aveva urlato Justin contro la madre che stava ancora ultimando di preparare le valigie. “Justin, rilassati! Il volo è tra quattro ore, abbiamo tutto il tempo.
Il biondo sbuffò sonoramente sedendosi di colpo sul letto di camera sua, lo sguardo gli cadde poi sul piccolo quadernetto giallo adagiato sulla scrivania. Lo prese tra le mani e cominciò a sfogliarne alcune pagine, soffermando la sua attenzione sulla canzone che aveva scritto per Holly, non gliel’aveva mai fatta sentire, ma decise che lo avrebbe fatto prima o poi.
Accanto alla scrivania vi era anche una chitarra, era da tempo che non ne prendeva in mano una e sebbene fosse in partenza per lasciare definitivamente quella grande metropoli, iniziò a strimpellarne un breve motivo.
Era scordata, il suono risultava sporco e non era ciò che si aspettava di sentire, ma le note che aveva iniziato a suonare gli sembrarono adatte.
Decise così di inserirla nuovamente nella sua custodia e di portarsela con sé. Era deciso più che mai a comporre quella canzone per la sua Holly, sebbene si vergognasse in maniera spropositata a cantare.
Non sapeva nemmeno se la sua voce fosse adatta o meno ad eseguire canzoni di un calibro superiore, che andasse oltre le filastrocche cantate durante i primi anni di scuola. Non sapeva se le parole fossero state adatte ad una melodia del genere, non sapeva se Holly l’avesse apprezzato oppure no, ma era riteneva comunque opportuno provarci.
Quando finalmente sua madre lo chiamò a sé, afferrò in fretta e furia la sua valigia e la chitarra recandosi finalmente fuori da quel piccolo appartamento.
Come mai hai deciso di portarla?” domandò Pattie alludendo allo strumento che sorreggeva a mo’ di zainetto sulle spalle, “Oh, intendi questa? Era un peccato lasciarla qui e poi mi piacerebbe imparare a suonarla decentemente
La madre gli sorrise scompigliandogli appena i capelli e poi gli disse: “D’accordo, andiamo o faremo tardi” e si chiusero la porta alle spalle.
Nel giro di mezzora, tutti e tre raggiunsero l’aeroporto per poi imbarcarsi finalmente sul velivolo dove Justin prese posto accanto al finestrino.
 
Una manciata di minuti più tardi, il pilota iniziò ad azionare i motori ed ecco che finalmente si mosse; il biondo manteneva lo sguardo fiso sul paesaggio che, sempre più velocemente, scorreva fuori dal finestrino ed un dolce sorriso gli spuntò sul viso. Finalmente avrebbe fatto ritorno nella sua amata città, proprio dove si trovava la sua amata ragazza e la sua amata vita di sempre.
 
Nel frattempo, Holly correva a destra e a sinistra lungo il perimetro della sua stanza cercando di vestirsi occupando il minor tempo possibile e quando finalmente fu pronta, si fiondò fuori di casa diretta all’aeroporto dove di lì a poco sarebbe atterrato Justin.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Ammettetelo che vi sono mancata (?)
Okay no, ma come promesso, amesso e non concesso che vi importi LOL, ho aggionato in fretta e ci tenevo a dire che questo è una sottospecie di prologo per la seconda parte della storia.
D'ora in poi si scombussolerà un po' tutto, le situazioni non saranno più così piatte LOL
Spero avvero che questa storia vi piaccia e che non vi annoi perché non riesco ancora a farla finire e ho parecchie idee per portarla avanti :)
Detto questo, io continuo a ringraziarvi per le recensioni, i tweet e chi l'ha inserita tra le preferite/seguite facendola restare a buon punto tra le storie popolari della sezione di Justin.
Grazie mille, è davvero importante per me :')

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 36
*** Capitolo 36. ***


36.

 
Sebbene ce la mettesse tutta, la puntualità non era mai stata il punto forte di Holly e perciò si ritrovò a dover raccogliere tutte le sue forze per attraversare di corsa mezzo aeroporto e giungere finalmente all’ala dedicata agli arrivi.
Nel frattempo, Justin gettava occhiate a destra e a sinistra alla ricerca della sua ragazza, ma nulla. Iniziava davvero a pensare che si fosse dimenticata del suo arrivo, ma fu costretto a ricredersi quando la massa informe di persone che sostavano a pochi metri da lui, iniziò a diradarsi velocemente lasciando libero il passaggio ad una ragazza non troppo alta dai capelli castani leggermente scombinati.
Il biondo spalancò gli occhi e come lui le decine di persone che gli stavano attorno. Gettò a terra tutto ciò che reggeva in mano, chitarra compresa, e si affrettò a correrle in contro diminuendo sempre più la distanza che li separava.
Man mano che si avvicinavano, le loro figure si facevano sempre più nitide agli occhi di entrambi e la maggior parte delle persone che popolavano quell’ala, si erano fermati a guardare la scena commentando con fare quasi compiaciuto il comportamento di quei due ragazzi.
Quando ormai li separavano solamente due metri scarsi, Holly gettò a dietro di sé la borsa che teneva in mano e saltò in braccio al biondo che la strinse immediatamente a sé.
Credevo ti fossi dimenticata di me” le sussurrò Justin poco prima di stamparle un bacio sulla guancia.
Sono sempre costantemente in ritardo, ma non per questo potrei mai dimenticarmi di te” sorrise lei.
 
Justin non riusciva a levare quel sorriso dal suo viso; aveva preceduto, insieme a Holly, i suoi genitori che ora attendevano che un taxi li accompagnasse in quella che era la loro abitazione di un tempo.
I due ragazzi si erano presi il resto della giornata da dedicare interamente a loro, mentre invece Anne, la madre di Holly, si era offerta di aiutare Pattie e Jeremy con il trasloco.
 
È successo qualcosa di nuovo mentre non c’ero?” domandò Justin facendo ingresso nel parco con Holly al suo fianco. Lei arrestò immediatamente il passo gettando lo sguardo altrove per poi ricomporsi subito dopo e rispondere: “N-no, non è cambiato proprio niente.
Il biondo scosse le spalle e rassegnato le credette. Holly si morse nervosamente il labbro inferiore sperando di trovare il coraggio di raccontargli quanto Ashley l’aveva pregata di fare, ma temeva terribilmente che Justin non la prendesse nel modo giusto, così optò per non dirglielo affatto.
Sbaglio o a casa tua non c’è nessuno?” esordì il biondo interrompendo il silenzio che li avvolgeva.
Holly gli dedicò un’occhiata interrogativa per poi dire: “No, non sbagli. Perché questa domanda?
Justin increspò un angolo della bocca in un lieve sorriso per poi lanciarle un’occhiata maliziosa, infine si avvicinò notevolmente a lei sino sfiorarle con le labbra il collo. Le lasciò un lieve bacio su di esso poi le afferrò la mano e cominciando a correre se la trascinò dietro sino ad arrivare davanti alla porta della sua abitazione.
Tu sei pazzo” ridacchiò Holly con ancora il fiato spezzato per via della corsa; “Sì, di te” sorrise lui compiaciuto e nel giro di una manciata di secondi si ritrovarono all’interno della villetta.
Senza esitare un attimo di più, la prese in braccio tenendola stretta alla sua vita e si fiondò a passo veloce nella stanza di lei.
Holly si teneva ancorata a lui con le braccia avvolte attorno al suo collo, le punte dei loro nasi si sfioravano ripetutamente così come erano prossime a fare le loro labbra.
Il biondo si chiuse alle spalle la porta di quel locale assicurandosi di aver girato accuratamente la chiave nella serratura.
 
Spesero interi secondi a scambiarsi sguardi, gli occhi di lui erano affogati completamente in quelli di lei e lentamente le permise di rimettere i piedi a terra senza però darle la possibilità di allontanarsi.
Ti amo” sussurrò Holly sorridendo.
Ti amo anche io, Holly” ribatté lui sorridendo a sua volta e nel giro di pochi secondi le loro labbra si unirono escludendo completamente tutto ciò che li circondava.
Holly indietreggiò di qualche passo finché non fu bloccata dal suo stesso letto. Si voltò a guardarlo per poi rivolgere un’occhiata maliziosa al ragazzo che aveva davanti.
Il biondo sorrise e lievemente la spinse sul letto per poi sdraiarsi quasi completamente su di lei.
La luce all’interno di quella stanza era quasi inesistente: le persiane erano chiuse e sebbene in cielo brillava un sole libero da qualsiasi nuvola, i raggi di esso che avrebbero potuto irrompere all’interno di quelle quattro mura erano davvero minimi.
A stento erano visibili i loro lineamenti, ma entrambi conoscevano il corpo dell’altro così bene che ogni fonte di luce sarebbe stata solo superflua.
 
Nel giro di pochi minuti si ritrovarono coperti solamente dai loro completi intimi, il resto dei loro indumenti giaceva in modo scomposto sul pavimento.
Holly non cessava un solo istante di lasciargli lievi baci sulle labbra e sul collo mentre le sue mani erano perennemente tra i capelli del biondo che invece teneva le sue appoggiate sui fianchi di lei.
Promettimi che non te ne andrai più” gli sussurrò Holly ad un orecchio. Justin sorrise e le stampò un semplice bacio a fior di labbra, “Te lo prometto” le disse infine.
Si scambiarono ripetuti baci senza stancarsi mai di assaporare quelle labbra e quei respiri che formavano aria vitale all’interno della stanza.
Senza pensarci ripetutamente, Holly iniziò a giocherellare con l’elastico dei boxer che indossava Justin, sino a fargli capire che quello era il momento adatto per gettare al suolo anche quell’ultimo indumento.
Il biondo non se lo fece dire nemmeno una volta e velocemente se li tolse accatastandoli sul mucchio di vestiti poggiati accanto al letto.
Holly era ormai prossima a fare la stessa cosa quando lui la bloccò baciandola appassionatamente, tanto da riuscire a stento a mantenere un respiro regolare.
Ancora impegnato in quel bacio, si decise ad abbassare entrambe le spalline del reggiseno della sua ragazza sino a slacciarglielo e levarglielo definitivamente.
Fece la stessa cosa persino con l’unico indumento che li divideva e, nel giro di pochi secondi, anche il rumore di alcune macchine che sfrecciavano veloci sull’asfalto di quel piccolo quartiere divennero nulli, completamente.
 
Sei mia, Holly. Mia e di nessun altro” le sussurrò Justin ad un orecchio, si prese poi la libertà di lasciarle l’ennesimo bacio sul collo aspettando, impazientemente, di ricevere una risposta, ma quella risposta tardò ad arrivare.
Holly scostò lo sguardo alla sua sinistra, completamente lontano da quello di Justin e se non fosse stato per il cuscino che ne bloccò immediatamente la caduta, una lacrima le avrebbe pesantemente rigato il viso.
C’è qualcosa che non va?” si affrettò a domandarle lui notando il suo sguardo spento; prontamente lei scosse la testa abbozzando un falso sorriso.
Justin, ben poco convinto da quel suo riscontro, si allontanò da lei rivestendosi velocemente ed aspettando che lei fece lo stesso.
Justin, tu sai che ti amo, vero?
S-sì, certo, ma non capisco perché ti stai comportando così” ribatté lui affiancandola, mentre lei stringeva al petto il lenzuolo candido.
Holly sentiva un enorme peso sul cuore, quasi come se avesse davvero fatto qualcosa di sbagliato e, invece, tutto ciò che temeva doveva ancora accadere. L’unica artefice ne sarebbe stata lei e si sentiva morire dentro mentre gli occhi del suo ragazzo la scrutavano preoccupato.
Va tutto bene, davvero, ma forse è meglio se ci vediamo domani” disse lei, cercando di auto convincersi che domani sarebbe stato un giorno totalmente differente e che forse era ancora in tempo per evitare il peggio.
Il biondo abbassò prontamente lo sguardo, deluso dal suo comportamento e, forse, deluso anche da lei.
Si aspettava di tornare ad Atlanta e di trovarvi una Holly raggiante, felice di poter stare finalmente con lui, mentre invece, tutto ciò che era riuscito ad ottenere fu una risposta secca e per niente vera.




Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Non ho scusanti, ho totalmente perso la cognizione del tempo (e anche l'ispirazione), ma alla fine ce l'ho fatta e ho deciso di procedere come inizialmente avevo pensato di continuare la storia.
Avevo bisogno di dare una svolta a questa Fan Fiction e questo capitolo ne è la pronta, non ne sono molto soddisfatta, ma vi basti sapere che molte cose cambieranno d'ora in poi.
Proprio come si nota il cambiamento di Holly.
Ora vi saluto e vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni che mi lasciate, siete meravigliose :')

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah and instagram

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Capitolo 37
*** Capitolo 37. ***


 37.

 
D’accordo Holly, ci vediamo domani” disse Justin a malincuore, proprio appena prima di attraversare il corridoio che lo avrebbe portato fuori da quell’abitazione.
Holly sospirò rumorosamente, non sarebbe riuscita mantenere il silenzio ulteriormente, non avrebbe potuto permettere gli avvenimenti proseguissero nel modo sbagliato, così richiamò a sé l’attenzione del biondo facendolo voltare.
Justin” sibilò lievemente e prontamente lui si girò incrociando a pieno i suoi occhi verdi.
C’è una cosa di cui dovrei parlarti” continuò poi la castana, sedendosi sul letto e picchiettando la mano su di esso invitandolo a raggiungerla.
Dimmi” la incitò lui affiancandola.
Non so nemmeno da dove iniziare” disse lei abbassando lo sguardo, “Non è nemmeno così facile come pensavo
Holly” la richiamò lui abbozzando un sorriso“Abbiamo sempre parlato di tutto, che problema c’è adesso?
Prima, Justin. Prima parlavamo sempre di tutto. Ora è diverso, prima tu eri solo un amico” precisò lei.
Non sono mai stato solo un amico.
Forse per te’ pensò lei tra sé e sé, ma cercò di scacciare quei vecchi pensieri dalla mente.
Forse ho capito” sussurrò lui volgendo lo sguardo al suolo. Holly lo fissò senza capire, ma continuando ad ascoltare senza interromperlo
Vorresti che io e te rimanessimo soltanto amici, non è così?“ pronunciò con voce spezzata Justin, riportando lo sguardo fisso negli occhi di lei. Più la guardava negli occhi, più gli risultava difficile mantenere i suoi bulbi oculari asciutti.
Holly scosse ripetutamente la testa, ma non ebbe il tempo di controbattere che subito lui la precedette.
È per questo che mi hai respinto prima, l’ho capito e ci sono rimasto parecchio male, ma..
Assolutamente no, perché pensi che io voglia una cosa del genere?” chiese di rimando lei, interrompendolo e poggiando una mano sulla sua spalla. “Non voglio che tra di noi finisca, non è questo ciò che volevo dirti
Sul viso del biondo comparve un sorriso sincero, sollevato dal fatto che, forse, quando stava per dirgli non era ciò che più temeva.
 
 
Mentre non c’eri Ashley ha rotto con Nicholas e mi ha chiesto di farle un favore
Ashley ha chiesto un favore a te? Che tipo di favore?” domandò lui curioso.
Mi ha chiesto di aiutarla a far ingelosire il Nomade ed io ho accettato” spiegò lei iniziando a tremare lievemente. Si era tolta un gran peso dal cuore, ma attendeva con grande impazienza che la sua bocca emettesse almeno un suono. Quel lasso di tempo in cui lui la fissava attonito senza proferire parola era snervante, poi finalmente si decise a ribattere facendo scomparire del tutto quel sorriso dal volto.
Scordatelo, tu non l’aiuterai. Cos’ha mai fatto lei per te?
Ma Justin…
Niente ma, non voglio che tu lo faccia” ripeté deciso lui, mantenendo lo sguardo puntato su di lei.
Justin è solo per finzione, non dovrò fare nulla
No!” sbottò irato lui, “Non l’aiuterai
Smettila!” urlò Holly stringendo lungo i fianchi i pugni “Chi sei tu per dirmi cosa devo o non devo fare?” continuò lei aggrottando la fronte e riducendo lo sguardo a due piccole fessure.
Sono il tuo ragazzo, Holly. Non voglio che tu lo faccia!
Holly sbuffò rumorosamente per poi sdraiarsi di botto sul letto, coprendosi il volto con entrambe le mani e lui l’affiancò mantenendo seria l’espressione che gli sovrastava il viso.
Dio, Justin, smettila di essere così morbosamente geloso, è finzione!
Io geloso? Vogliamo parlare di te? Cos’hai fatto tu quando c’era di mezzo Lindsay?
All’udire quelle parole Holly diventò paonazza in volto ed un velo di rabbia le percorse tutto il corpo, tentava di reprimere ogni scatto d’ira, ma non ci riuscì ed alcune lacrime iniziarono ad inondare i suoi occhi: “Tu ci hai fatto sesso, Justin!” sbottò lei dandogli una spinta violenta seguita da un pugno sulla spalla, “Io non l’ho toccato, è diverso” continuò ad urlare lei finché, sfinita dal dolore che le sovrastava la gola per il troppo sforzo nell’urlare quelle parole, affondò il viso nel cuscino e gli intimò di andarsene.
Justin fece finta di non sentire, rimanendo sdraiato accanto a lei con gli occhi sbarrati.
Vattene!” gli urlò poi sbattendo un pugno sul cuscino.
Holly…” biascicò lui sfiorandole il braccio, ma immediatamente lei lo ritrasse ripetendo di nuovo: “Ti ho detto di andartene! Non voglio vederti.
Io non ho provato niente con Lindsay, te l’ho già detto Holly. Devi credermi
Vai via!” ribadì lei con la voce spezzata dal pianto.
Come puoi comportarti così proprio adesso? Tu non hai nemmeno idea di quello che ho passato io quando tu ti ostinavi a non parlarmi e ora stai facendo la stessa identica cosa. I-io non ti capisco Holly
Limitati ad uscire da questa stanza, non pretendo che tu capisca” ribatté lei sollevando momentaneamente il viso sino ad incrociare gli occhi di lui. “E adesso vattene” continuò poi, voltandogli le spalle nuovamente.
Lentamente si alzò da quel letto, con lo sguardo deluso e colmo di tristezza posato su di lei, non avrebbe potuto rimanere in quella stanza ancora a lungo. Si allontanò definitivamente, gettando dietro di sé qualche occhiata sperando di vedere quegli occhi verdi incrociare i suoi, ma non fu così. Holly manteneva il viso adagiato sul cuscino, i singhiozzi che ripetutamente emetteva la facevano sobbalzare leggermente e ciò non fece altro che provocare una stretta al centro del petto di Justin.
 
Uscì da quella casa e, a passo lento, iniziò a percorrere la solita strada, senza avere una meta precisa.
Sarebbe bastato starle lontano per un po’, credeva lui.
Sarebbe passato tutto nel giro di poche ore, continuava a ripetersi.
Sebbene tentasse di non ripensare a quella conversazione, le immagini e le parole dette dalla sua ragazza continuavano ad affollargli la mente impedendogli di pensare ad altro.
Solo dopo qualche ora si decise a tornare da lei, non sarebbe riuscito ad addormentarsi con la consapevolezza che tra di loro c’era qualcosa che non andava.
Nel giro di pochi minuti si ritrovò davanti alla villetta di Holly ed iniziò a bussare ripetutamente finché la figura di Anne gli comparve davanti.
Oh ciao Justin” gli disse lei sorridente.
Ciao Anne” rispose lui atono “Posso parlare con Holly?
C-certo, credo sia ancora in camera sua. Poco prima stava dormendo quindi non so se…
D’accordo grazie” la interruppe, sforzando un sorrisoe dirigendosi a passo deciso verso la stanza della ragazza.
Esattamente come gli aveva anticipato la madre, trovò Holly distesa su un fianco con gli occhi serrati contornati ancora da un lieve segno di trucco ormai sbavato.
Sebbene fossero trascorse ore dal loro litigio, erano ancora evidenti le lacrime sul suo volto e ciò non fece altro che aumentare il battito, sino a poco prima quasi regolare, del cuore del biondo.
Si sedette accanto a lei iniziando a sussurrare, quasi impercettibilmente, il suo nome, ma lei non lo udì.
Holly svegliati” insistette lui scuotendole leggermente il braccio e, dopo una manciata di secondi, la ragazza iniziò ad aprire gli occhi.
Si guardò attorno stranita, sfregandosi poi gli occhi ancora umidi e, quando notò la figura di Justin accanto a sé, sobbalzò.
Justin vattene” biascicò voltandogli le spalle.
Holly voglio parlarti” insistette lui accarezzandole un braccio.
Holly rimase immobile, ma ripeté in fretta quelle parole: “Non voglio vederti né tanto meno parlarti, vattene.
Il cuore all’interno del suo petto parve spezzarsi di colpo e ancora una volta fu costretto ad obbedire a quella sua richiesta.
Tornò a casa, richiudendosi in camera sua e ripetendo le stesse azioni che aveva visto compiere da Holly.
Il volto affondato nel cuscino ed i pugni serrati sotto di esso.
Regnava il silenzio più totale tra quelle quattro mura, un bene per lui, ma che fu poco dopo interrotto dall’ingresso di Pattie.
Justin cosa vorresti per…” ma la donna bloccò all’istante quella sua domanda, volgendo al figlio voltato di spalle uno sguardo preoccupato.
Justin che succede?
Il biondo non aveva alcuna intenzione di parlarne, ma non era mai stato capace a respingere sua madre quando si preoccupava per lui, perciò cominciò schietto a raccontarle quanto successo.
Iniziò dalla strana richiesta che Ashley aveva fatto a Holly, sino ad arrivare al punto in cui erano finiti per litigare, nuovamente, per la faccenda di Lindsay.
Justin, io non voglio mettermi contro di te, ma è normale che lei non abbia ancora superato quel tradimento da parte tua. Fidati di me se ti dico che occorre parecchio tempo per superarlo del tutto” gli disse lei con tono calmo e pacato, com’era solita fare.
Io non ho provato niente con Lindsay, lo capisci questo?” urlò, forse più a sé stesso che a lei.
Non sono io che devo capirlo Justin, ma lei ed in primo luogo tu
I-io non so che cosa fare. Non vuole parlarmi
Dalle tempo” gli consigliò lei increspando le labbra in un sorriso “Ora vieni, è pronta la cena
No, non ho fame
D’accordo, come vuoi”  e detto ciò lo lasciò nuovamente solo.
Prese in mano il suo telefono, accese lo schermo e notando solamente lo sfondo recante la foto di Holly, si ritrovò ancor più indeciso se insistere a contattarla oppure no.
Optò per la prima ipotesi, ma ogni qualvolta che cominciava a digitare le prime parole di una nuova frase, le cancellava trovandosi sempre al punto di partenza.
Gettò un’occhiata nell’angolo di quella stanza e fu in quel momento che gli venne un’idea.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Siccome avevo l'ispirazione per buona parte del capitolo, ho deciso di postarlo prima del dovuto :3
Anche perché da domani non ci sarò perciò dovrete stare senza di me (che gran fatica LOL) per altre due settimane.
A malincuore (?) ho notato che le recensioni sono notevolmente diminuite, poi mi sono resa conto che siamo ad agosto e che la maggior parte delle persone parte LOL
Okay, spero tornerete a ripopolarmi le recensioni perché mi siete mancate çç

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 38
*** Capitolo 38. ***


38.
 

 
Afferrò lo strumento, riposto accuratamente nella sua custodia ed in seguito si mise a cercare il suo piccolo diario tra i vari oggetti sparsi sulla sua scrivania.
Era consapevole che Holly avesse già letto quelle poche frasi, bozze di una canzone, che aveva scritto per lei, ma ciò non gli importava.
Accordò meglio che poté la sua chitarra ed iniziò così a strimpellarne alcune note e ad annotarne gli accordi accanto alle varie strofe.
Trascorse così quasi tutta la serata a suonare ed a scrivere nuove parole finché, esausto di provare solo piccoli pezzi, si decise a suonarla ed a cantarla tutta di fila. Ed il risultato gli piacque parecchio.
Un sorriso illuminò immediatamente il suo volto e ciò servì, almeno in parte, a fargli dimenticare quanto accaduto con Holly.
 
Il giorno seguente provò ripetutamente quella canzone, sino ad arrivare al punto che, sia le note che le strofe appuntate sul piccolo quadernetto, risultassero inutili.
Ormai l’aveva imparata a memoria e così si decise ad andare da lei, senza nemmeno rispondere a sua madre quando gli aveva domandato ‘dove vai con quella chitarra?’.
In pochi minuti raggiunse la casa della ragazza, attraversò il giardino e si posizionò nel bel mezzo di esso, proprio dove Holly, da un momento all’altro, avrebbe potuto sentirlo e vederlo.
Iniziò a far scorrere il plettro su quelle sei corde e poco dopo iniziò a cantare.
 

 

I won't let the night stand in my way
I know what I want, I know what I can
I'm only here to find you
All I need is you by my side
All I wanna do is lay down next you

Cause I all I need is one love
Baby give it to me
Cause I don't want nobody when I got your body
Baby, no, no nobody, has got what I need
Cause I don't want nobody when I got your body
Baby, no, no nobody has got what I need tonight

See I've made mistakes time after time, time, time
But no not today, won't leave till I find what I'm looking for
I'm only here to find you, you
All I need is you by my side
All I wanna do is dance under the moon

Your love is like a rollercoaster
The way that you take my breath away
It feels like I'm slowly falling deeper and deeper, deeper and deeper


Cause I all I need is one love
Baby give it to me
Cause I don't want nobody when I got your body
Baby, no, no nobody, has got what I need
Cause I don't want nobody when I got your body
Baby, no, no nobody has got what I need tonight

 



 

 
 

 
 

 
 

 
Come sperato, Holly si affacciò al balcone e rimase ad osservarlo in silenzio finché la canzone non fu terminata. Il biondo alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi e le sorrise, ma lei restò impassibile.
Non curandosi dell’espressione seria che sovrastava il volto di lei, Justin si affrettò  a dire: “So che l’avevi già letta, ma ho voluto fartela sentire ora che è completa.
Lui sorrise, lei no.
Justin, ricordi che cosa ti avevo detto ieri?” domandò lei, ignorando completamente le sue parole.
Lui piegò la testa di lato, provando a ricostruire quanto discusso il giorno prima, ma tutto ciò che gli venne in mente fu quell’odiosa litigata che forse aveva già provato a scordare.
Non te lo ricordi più? Ti ho detto di andartene, ti ho detto che non voglio vederti!
Ma Holly…
Niente ma, vattene Justin” sbottò lei poco prima di sparire all’interno della sua stanza.
 
‘Non è servito a niente’ mormorò tra sé e sé. A malincuore ripose nella custodia la chitarra e se la caricò sulle spalle, diretto verso casa.
Justin rimase davvero deluso dalla reazione di Holly, non si aspettava di certo che corresse verso di lui abbracciandolo, ma nemmeno che ribadisse il fatto che non volesse più vederlo.
Ad ogni passo che compiva mille e più domande iniziarono ad affollargli la mente, tra cui una: era realmente finita?
Lui non voleva che accadesse tutto ciò, ma che altro avrebbe potuto fare? Non aveva mai visto tanta ostilità, tutta insieme per di più, da parte di Holly nei suoi confronti.
 
Il giorno seguente, a scuola, si fece coraggio e, durante la pausa tra una lezione e l’altra, si avvicinò a lei a passo deciso.
Holly era intenta a recuperare alcuni libri dal suo armadietto, perciò non si accorse che dietro lo sportello di esso si trovava Justin.
Ebbe un sussulto nell’incrociare quei suoi occhi color nocciola ed un brivido di rabbia le percorse tutta la schiena. Sbatté violentemente lo sportello di metallo e si allontanò ancor prima che lui potesse aprir bocca.
Immediatamente, Justin la raggiunse, afferrandola per un polso e costringendola così a voltarsi.
Che altro vuoi?” sbottò lei scocciata.
Solo una domanda” rispose lui, mantenendo fisso lo sguardo serio su di lei, “Voglio solo sapere se è finita oppure no
A Holly non servirono più di due secondi per pensarci e subito disse: “Sì, Justin, è finita.
Detto ciò si allontanò, liberando con un colpo secco il polso dalla sua presa, rientrando in classe con gli ormai umidi di lacrime, ma non lasciò che le sue gote s’inumidissero ancora. Ricacciò indietro quelle piccole gocce salate e strinse i pugni poggiati sul banco.
Il biondo era rimasto immobile nel bel mezzo del corridoio ormai vuoto, lo sguardo vitreo fisso davanti a sé.
Si sentiva vuoto, come se qualcuno gli avesse strappato l’anima e l’avesse ridotta in poltiglia.
Solo il rumore della campanella lo costrinse ad allontanarsi da lì.
Non riusciva ad accettarlo, questo era chiaro.

 




Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Okay, sono pessima: è passato più di un mese da quando ho aggiornato l'ultima volta e tutto questo non perché mi mancassero le idee (perché di cose ne accadranno, oh sì), ma perché ero in vacanza, poi le vacanze sono finite (trascorse non benissimo tra l'altro ^_^') ed io ero depressa.
Anyway, non ci saranno più ritardi, giuro.
Spero vi sia piaciuto perché la storia durerà e ancora e ancora (okay, non è infinita eh)

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
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Capitolo 39
*** Capitolo 39. ***


39.

 
No, non è assolutamente vero, è uno scherzo. Lei mentiva: non può avermi lasciato. Perché poi?
Perché mai dovrebbe troncare così brutalmente la nostra relazione, la nostra storia? Per Lindsay? No, io non ci credo. Mi rifiuto.
Justin non riusciva a credere a quelle parole, né tanto meno ai pensieri che correvano tormentati all’interno della sua mente.
Doveva rimediare, intendeva fare solamente questo.
Nessuno, a parte loro, sapeva cos’era realmente successo. Sua madre non lo sospettava e, conoscendo Holly, era sicuro che nemmeno Anne lo era venuto a sapere.
Era seduto sul letto di camera sua da ormai un’ora, ripensando costantemente a cosa mai avrebbe potuto fare per farla riavvicinare a lui.
Tutto d’un tratto Pattie irruppe nella sua stanza, con lo scopo di sistemare i vestiti del figlio appena stirati.
Mamma, questa sera Holly può dormire qui?” domandò lui, attirando immediatamente su di sé l’attenzione della madre.
S-sì, certo, non è un problema, ma io credevo che…
Justin la interruppe, dicendo: “grazie mamma.
 
Nel giro di dieci minuti si ritrovò sul viale che portava all’abitazione dell’amica, ad ogni passo che faceva si torturava nervosamente le mani e la mente. Temeva di incrociare lo sguardo di Holly così freddo, spento e probabilmente triste.
Scacciò dalla mente, ma sopratutto dal cuore, il pensiero di dover accettare che fosse realmente finita, per lui non era così. Era diventato fin troppo bravo a non dar peso a ciò che diceva la gente, anche quando come ora, significava negare l’evidenza.
Bussò insistentemente alla porta della villa e, nel giro di una manciata di secondi, la porta si aprì svelando la figura della madre della ragazza.
Ciao Anne, scusa il disturbo, ho solo bisogno di chiederti un favore
Ciao Justin, dimmi pure” rispose lei sorridendo.
È un problema se, per questa sera, Holly resta a dormire da me?
N-no, certo che no. Se vuoi puoi chiederglielo tu stesso, so che rimaneva a scuola questo pomeriggio, ma dovrebbe rientrare a momenti.
Il biondo scosse la testa, “Non è necessario. Ciao e grazie” e detto ciò si allontanò, lasciando la donna notevolmente stupita.
 
Quasi mezz’ora più tardi Holly varcò la soglia d’ingresso della sua abitazione, salutando in modo atono sua madre impegnata a sistemare la cucina.
Ah, Holly?” la chiamò la donna e la ragazza accorse immediatamente da lei.
Ho appoggiato sul tuo letto la borsa ed il pigiama per questa sera
La ragazza la guardò perplessa, volgendogli un’occhiata interrogativa, ma lei non la notò data la sua scarsa attenzione alla presenza della figlia.
Perché?” chiese leggermente stizzita, infine.
Come perché? Solitamente tu usi il pigiama per dormire, o sbaglio?
Intendevo perché mi hai preparato la borsa: vuoi cacciarmi di casa per caso?
La donna iniziò a ridere improvvisamente e poco dopo, notando l’espressione impassibile di Holly, tornò seria: “Poco fa è passato Justin a chiedermi se questa sera potevi restare da lui a dormire. Pensavo lo sapessi
Holly impallidì all’istante, nel profondo si sentiva avvampare di calore, ma in volto appariva più bianca di una nuvola.
Tesoro, stai bene?
No!” sbottò con rabbia lei “Io non lo sapevo e non vado da nessuna parte. Come accidenti gli viene in mente di piombare qui e chiedere a te il permesso di mandarmi da lui?
Anne la guardava con gli occhi sbarrati, scioccata da quella sua strana reazione. Si era forse persa qualcosa?
Decisamente sì, ma da Holly non lo avrebbe di certo saputo.
Una volta giunta in camera sua sbatté violentemente la porta alle sue spalle e si sedette sul candido tappeto posto davanti al letto. Un’improvvisa voglia di scacciare quel fastidioso nervosismo dal corpo la portò a piangere silenziosamente. Si asciugava ripetutamente le lacrime che continuavano costantemente a rigarle il viso, ma senza risultato: non cessavano. Si stupì di come i soliti singhiozzi questa volta non si fecero sentire, di come quel dolore al centro del petto era sparito, di come quelle lacrime bastarde non ne volevano sapere di fermarsi.
Trascorse così quel lunedì pomeriggio, tra i compiti svogliatamente finiti e le lacrime che bagnavano le pagine dei quaderni e dei libri.
Inventò la solita scusa per terminare, quanto prima le fu possibile, la cena con sua madre e si chiuse nuovamente tra le quattro mura della sua stanza.
Lanciò un’occhiata all’orologio, mancavano pochi secondi alle nove ed una smorfia di rabbia le si dipinse sul volto.
3, 2, 1…” si mise a contare, alzando gli occhi al cielo e, nell’istante in cui stette per pronunciare ‘zero’, il telefono di casa prese a squillare. Anne non tardò a rispondere e Holly si precipitò in corridoio per meglio assistere a quella conversazione.
Ciao Pattie” rispose titubante la donna, lanciando uno sguardo di rimprovero verso la figlia.
Holly scuoteva ripetutamente la testa, facendo segno alla madre di inventarsi una qualsiasi scusa da raccontare alla madre del ragazzo che, con sua grande sorpresa, parve crederle.
 
Justin, ho chiamato a casa di Holly, ma sua madre mi ha detto che non viene” pronunciò Pattie con una punta di delusione nella voce. Lui sospirò sonoramente, aveva fallito un’altra volta.
Non importa, grazie lo stesso” cercò di liquidarla lui.
Justin, che cosa succede?
Niente, va tutto bene” rispose il biondo volgendole un sorriso, naturalmente falso.
La donna non insistette ulteriormente e lo lasciò solo.
Pochi minuti più tardi il suo telefono prese a squillare e restò notevolmente stupito dal nome che lesse sullo schermo.
Holly?” mormorò lui, sempre più sorpreso di quella chiamata.
Sei impossibile!” sbottò lei irata.
Lui scostò momentaneamente l’apparecchio dal suo orecchio e lo guardò con aria interogativa.
Ti senti bene?
Sei un’idiota! Come accidenti ti salta in mente di chiedere a mia madre se posso venire a stare da te? Ancora non lo hai capito che è finita? Quanto tempo ti ci vuole per realizzare che io e te dobbiamo prendere strade diverse? Io non ti voglio, Justin, non voglio più stare con te!” e, dopo quella sfuriata, Holly gli chiuse il telefono in faccia, senza nemmeno ascoltare una sua probabile risposta.
Il biondo rimase interi secondi a fissare il vuoto avanti a sé, il telefono ancora appoggiato all’orecchio e un’improvvisa sensazione di vuoto che pian piano si ingrandiva dentro di lui.
Lasciò cadere il cellulare al suolo, non si preoccupò nemmeno di notare se si fosse rovinato o meno, non gli importava; le sue gambe si fecero più deboli e si ritrovò in ginocchio sul pavimento, al centro di quella stanza fin troppo vuota, esattamente come si sentiva lui in quel momento.
Rimase a fissare il muro bianco davanti a sé, reso più vivace solo da una foto incorniciata e appesa nel bel mezzo di esso: ritraeva lui e Holly, fu scattata qualche mese fa, quando tra loro c’era solo amicizia, quando ancora nessuno dei due si era mai preoccupato di sapere se c’era di più.
I raggi del sole rendevano le loro figure luminose e felici, quei sorrisi, padroni dei loro volti e capaci di catturare l’attenzione di chiunque facesse capolino in quella stanza, ed i loro sguardi, l’uno puntato in quello dell’altra, lo fecero trasalire.
Fu quello il momento in cui iniziò a realizzare il tutto, fu quello il momento in cui si sentì la terra mancare sotto ai piedi, fu quello il momento in cui credette di crollare.
Quei suoi occhi color nocciola si riempirono di lacrime, lacrime che iniziarono copiose a rigargli il volto nell’arco di pochi secondi, come se quella serata non fosse già stata rovinata abbastanza dalla sfuriata di quella ragazza che credeva sua.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Sono in ritardo, vero? Come sempre del resto LOL
Perdonatemi.
Non vorrei sembrare troppo noiosa con questa storia, spero davvero che non vi stia stancando
perché è una di quelle fan fiction in cui ci metto davvero tutta me stessa.
Ormai ci sono affezionata ed è per questo che sta durando più del normale.
Questo capitolo è sostanzialmente dedicato a Justin, beh si nota LOL
Ho letto che molte di voi stanno odiando Holly, la cosa si farà interessante, ve lo garantisco, soprattutto perché dal prossimo capitolo ci sarà una nuova entrata. 
Non vi dico se è maschio o femmina, per i miei gusti o già parlato troppo LOL
Vi ringrazio comunque per le recensioni, siete meravigliose.
Aspetto i vostri pareri ed intanto vi lascio il link di una nuova fan fiction che ho appena iniziato.
La trovate qui!

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choce
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Capitolo 40
*** Capitolo 40. ***


40.

 

Riassaggi i momenti scorrendo i messaggi,
ma solo quelli più dolci non li cancellerai.

Il tuo mondo sta andando a puttane oramai
Puoi reagire, ma forse non è ciò che vuoi.
Preferisci esser vittima, non guarirai, non mollare,
E' un consiglio o ti ridurrai fumo e cenere.

 
 
Sebbene Justin avrebbe preferito evitare di mettere piede a scuola, quel giorno, fu costretto ad andarci ugualmente e le occhiate che lui e Holly di rado si scambiavano erano terribilmente gelide.
Quella situazione di distacco durò diversi giorni, esattamente due settimane, in cui sia Holly che Justin impararono ad evitarsi, ma non del tutto ad ammettere che effettivamente si mancavano.
 
Justin si era quasi convinto ad abbandonare completamente le speranze: Holly non sarebbe tornata da lui, non come fidanzata almeno.
Gli sarebbe bastato restare anche solo un suo amico, proprio come prima, ma lei avrebbe accettato?
Quei pensieri gli affollarono la mente mentre era in corso la lezione di matematica, quella alla quale non aveva prestato la minima attenzione, poco importava, non era mai stato bravo in quella materia né mai lo sarebbe diventato.
Non appena la campanella suonò, si affrettò ad uscire dall’aula, sotto gli occhi leggermente perplessi della professoressa che però non lo richiamò nonostante la lezione non fosse del tutto terminata.
Nell’uscire frettolosamente da quell’edificio andò a sbattere contro una ragazza poco più bassa di lui. Le erano scivolati dalle mani i libri che reggeva contro al petto e gli occhiali da sola poggiati sul capo.
M-mi dispiace, io non ti avevo vista” si scusò lui, raccogliendole i libri da terra.
Non importa” le sorrise lei.
Justin incrociò il suo sguardo, era sicuro di non l’aveva mai vista prima d’ora, l’avrebbe di sicuro notata.
Dei lunghi capelli color biondo scuro le contornavano il viso e quei due occhi color del cielo sembravano quasi sorridergli.
Non sei di questa scuola, vero?” le chiese lui.
La ragazza scosse la testa, “La mia scuola si trova a due isolati da qui” rispose “Passo sempre da qui per tornare a casa.
S-se vuoi ti accompagno” balbettò lui, portandosi una mano dietro la testa, “comunque io sono Justin” aggiunse tendendole la mano e lei prontamente l’afferrò, presentandosi a sua volta: “Victoria.
Percorsero la strada che portava al parco, poco distante da casa di Justin, nessuno dei due aveva alcuna intenzione di passare l’ennesimo pomeriggio sui libri, perciò optarono per trascorrere qualche ora all’aria aperta.
Si sedettero nel bel mezzo del prato, lasciando la possibilità ai caldi raggi del sole di posarsi su di loro. Era una giornata piacevole e, per la prima volta da due settimane, Justin aveva ricominciato a sorridere.
Posso farti una domanda?”esordì lei, sviando ogni tipo di discorso e lui annuì.
Perché avevi tanta fretta di uscire da scuola? Sembrava quasi ch volessi scappare
Il biondo abbassò il capo e, dopo alcuni istanti di silenzio, rispose: “non ne potevo più di sentire la voce della professoressa di matematica e poi è un periodo un piuttosto negativo.
Se posso chiederlo, cos’è successo?
Justin tirò un lungo sospiro, nessuno gli aveva ancora chiesto cosa fosse successo con Holly, ma, dopo tutto, parlarne non gli avrebbe fatto male. Erano ormai giorni che rimuginava su quanto fosse successo, si era sfogato così poco in confronto a tutto quello che si teneva dentro ed ormai non ce la faceva più.
Due settimane fa la mia ragazza mi ha lasciato” rispose semplicemente lui.
Di colpo Victoria si rabbuiò, “M-mi dispiace, scusa non avrei dovuto chiedertelo
Non importa” la rassicurò lui, “forse è un bene che io ne parli con qualcuno” aggiunse poi a bassa voce.
Non ne hai parlato con nessuno? Nemmeno con un amico, un’amica…?
Lui scosse la testa e poi disse: “quella che un tempo era la mia ragazza, era anche la mia migliore amica e… è complicato da spiegare. Se ci ripenso ci capisco poco anche io, sta di fatto che lei non ne vuole più sapere di me. Ho sbagliato e non posso darle torto se ha voluto troncare tutto così.
La bionda piegò la testa di lato, guardandolo con aria confusa. “Ti va di parlarne?
Justin annuì ed iniziò a raccontarle per fino e per segno ogni cosa, le risultava così naturale parlarne con lei eppure non sapeva nulla di quella ragazza se non il suo nome.
Non si stupì di come lei strabuzzò gli occhi quando le raccontò di aver tradito la sua Holly, ma se non altro era riuscita a capire che era davvero dispiaciuto.
Io credo che potresti comunque provare a ritornare suo amico: ha avuto problemi con te quando eravate fidanzati, ma, da quel che ho capito, mai quando eravate amici
Sì, hai ragione, ci proverò.
Adesso?” lo stuzzicò lei, incrociando le braccia al petto ed alzandosi in piedi.
Come adesso?” chiese di rimando lui, stupito.
Victoria sbuffò per poi lasciarsi andare in una sonora risata, gli tese la mano e lo attirò a sé.
Hai aspettato anche fin troppo, vai da lei.
Ma…” obiettò lui e subito dopo venne interrotto da lei: “Vai! Domani se vuoi mi racconterai com’è andata
Justin arrestò di colpo i suoi passi, voltandosi verso di lei e domandandole: “Quindi domani ti andrebbe di uscire con me?
Victoria sembrò pensarci su e poi annuì convinta: “D’accordo, a domani!
Si scambiarono velocemente i numeri di telefono e si allontanarono l’uno dall’altra.
 
Justin camminava a passo deciso verso casa di Holly, non aveva idea di come sarebbe andata, ma le parole di quella ragazza gli avevano infuso parecchia sicurezza e non tentare sarebbe stato stupido.
Aveva quasi raggiunto l’abitazione dell’amica quando lei stessa gli si presentò davanti, squadrandolo con aria stupita.
Oh, ciao Holly” si affrettò a dire lui, non riuscendo però ad incrociare il suo sguardo.
Ciao” biascicò lei abbassando il capo, “Che cosa ci fai qui?
Volevo parlarti
Justin, mi sembra di avertelo già detto, io non…”, ma lui la bloccò, portando una mano davanti al suo viso.
Lo so, non voglio parlarti di quello che è successo tra di noi
E allora di cosa?” chiese scettica lei.
Oggi ho conosciuto una ragazza” rispose lui, abbassando il capo per poi riportare lo sguardo nuovamente su di lei.
Holly abbozzò un lievissimo sorriso forzato, cercando di mascherare il suo dispiacere, ma ormai non aveva più alcun senso esprimersi: l’aveva voluto lei.
Bene, sono felice per te… Sei venuto fin qui solo per dirmi questo?
In realtà no, c’è anche un’altra cosa” disse lui, abbassando il tono di voce e poi aggiunse: “So che la nostra storia ormai è finita e non posso darti torto sulla tua decisione, ma non voglio perderti anche come amica. Insomma, abbiamo passato tutta una vita ad essere amici, non voglio che la nostra amicizia finisca così. Che ne dici di provare a riaggiustare le cose e a farle tornare com’erano prima?
La ragazza ci pensò su, non poteva più negare a sé stessa che quel ragazzo le mancava tremendamente tanto e così annuì. “D’accordo, amici
Justin sorrise,  “Ottimo, ci vediamo domani a scuola” disse lui e la salutò, allontanandosi da lei.
Ciao” rispose lei, quasi più a sé stessa che a lui.
Lo guardò andar via, non del tutto entusiasta di quella conversazione, ma nemmeno delusa. Mentre si dirigeva in camera sua ripensò a come quel ragazzo, con così tanta semplicità, era riuscito a riconquistarla, forse non del tutto, ma era sulla buona strada.
Si sedette alla scrivania ed iniziò ad aprire alcuni libri di scuola, avrebbe trascorso il pomeriggio a studiare, così aveva deciso.
 
Senza che se ne accorgesse si era fatta già sera e, quando ormai credeva di aver preso il giusto ritmo ad imparare quelle quaranta pagine di biologia, venne interrotta da sua madre che, senza bussare, fece capolino all’interno della sua stanza.
Holly, potresti venire di là?
Mamma, sto studiando” si giustificò lei, abbozzando un lieve sorriso, per poi continuare a leggere ed a sottolineare alcune frasi di quella pagina.
Sua madre non ribatté e se ne andò, ma nel giro di pochi secondi venne interrotta ancora.
Posso sapere da quando avresti iniziato a perdere tempo sui libri?” la voce squillante di una ragazza la fece sobbalzare dalla sedia ed un enorme sorriso le si dipinse in volto.
Helen? Oh cielo, ma che ci fai tu qui?” esclamò Holly correndo ad abbracciare la cugina.
Helen viveva nel sud della Florida e rare erano le volte in cui le due ragazze si vedevano, ultimamente avevano smesso di frequentarsi a causa della distanza che le separava, ma in passato, quando la cugina viveva in quel quartiere di Atlanta, erano sempre e costantemente insieme.
Holly nutriva una specie di adorazione per lei, era una delle poche persone di cui si fidava ciecamente e la riteneva l’unica che sapesse darle sempre preziosi consigli.
Non mi fermerò molto, solo un paio di giorni. Se non ti dispiace abiterò la tua camera nel frattempo
Scherzi, vero? Mi fa davvero tanto piacere che tu sia qui!” disse Holly abbracciandola di nuovo.
La somiglianza tra le due era così evidente che spesso le persone le scambiavano per sorelle, ma, sfortunatamente, non era così.
Helen si sedette sul letto e subito Holly la raggiunse. Capì dall’occhiata che lanciò ad una foto incorniciata sul comodino che di lì a poco sarebbe cominciata una lunga serie di domande.
Che mi dici di Justin?” esordì la cugina prendendo tra le mani la foto “è da tanto che non lo vedo.
Holly si rabbuiò di colpo, sperava davvero di non parlarne, ma sarebbe stato inevitabile.
A dir la verità ce ne sarebbero parecchie di cose a dire al riguardo…
Bene, ho tutta la notte” ribatté l’altra mettendosi comoda ed aspettando il lungo racconto.
Holly sospirò rumorosamente ed iniziò a raccontarle per filo e per segno ogni cosa, non sarebbe riuscita a sviare l’argomento, se c’era una cosa che sua cugina non sopportava erano proprio le persone che negavano davanti all’evidenza e l’espressione di Holly era un chiaro segno che di cose che non andavano per il verso giusto ce n’erano parecchie.
Helen ascoltava attentamente ogni parola, non l’aveva interrotta nemmeno una volta, ma dentro di sé non aspettava altro che sparare a raffica ogni suo pensiero.
Dunque, ricapitoliamo: è sempre stato il tuo migliore amico, ma un bel giorno ti dice che gli piaci e vi mettete insieme. Arriva una sgualdrina di nome Lindsay a rovinare tutto e tu lo lasci il giorno prima che parte per Los Angeles. Non contenta di ciò, lo vai a trovare in California, vi mettete insieme di nuovo e dopo appena due settimane lo lasci. Dio mio, Holly, ma che cos’hai in testa?
Helen, ti prego, non…” sbuffò Holly.
Shh” la bloccò la cugina, “Non ha senso il tuo comportamento, soprattutto se poi accetti di restare comunque sua amica. Non puoi lasciare un ragazzo e poi far tornare ogni cosa com’era prima, non ci riuscirai mai.
Ma io voglio restare sua amica!
No, tu vuoi essere la sua ragazza, è diverso
Cosa? Ma che dici, non è vero!
Helen le lanciò un’occhiata fulminea ed incrociò le braccia al petto.
Non voglio essere la sua ragazza, l’ho lasciato, il che significa che non voglio più avere una storia con lui, è chiaro?
Cristallino” ribatté l’altra, sorridendo enigmatica, “Ma non ha senso. Perché lo hai lasciato una seconda volta?” aggiunse poi.
Mi sembra di avertelo detto: mi ha tradito, Helen!
Ti aveva tradito anche prima, perché gli hai dato un’altra possibilità allora?
Pensavo di potermi fidare…
Quante volte ti ha tradito?
Una…
Potevi anche evitare di rimetterti con lui o, perlomeno, se credevi che quella con Lindsay fosse stata solo una sbandata temporanea avresti potuto portare avanti la storia” spiegò con calma Helen e Holly stava andando in confusione, non si ricordava di quanto potesse essere contraddittoria la cugina.
I-io non mi fido più di lui” biascicò lei abbassando il capo, “ecco perché ho preferito che finisse tra di noi.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
C'è un motivo per spiegare la mia assenza: ero a corto d'ispirazione, ma ora l'ispirazione è tornata a casa mia (?) e non mi assenterò più per così tanto.
Come vedete abbiamo due new entry: la cugina e la nuova 'amica' di Justin.
Come vi sembrano? Così, a prima vista,che ne pensate? 
Bene, spero davvero che non abbiate dimenticato questa fan fiction, giuro che aggionerò presto se vedo che ci saranno un po' di recensioni (:

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
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Capitolo 41
*** Capitolo 41. ***


41.

 
Dopo quell’affermazione da parte di Holly, Helen non aveva più parlato e la cosa l’aveva stupita parecchio.
Perché non dici niente?” la rimbeccò Holly.
Cos’altro dovrei dire? Hai fatto tutto di testa tua, secondo me hai sbagliato ad adottare la tattica del tira e molla. Non siamo sulle montagne russe, Holly, è  un ragazzo, non un gioco.
Lo sapevo, devo dimenticarlo” ribatté lei alzandosi dal letto.
Ne sei davvero sicura?
La ragazza annuì decisa ed i suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.
Allora ti consiglierei di togliere quello” disse Helen indicando il tatuaggio che spuntava dal bordo dei jeans.
Istintivamente Holly si portò una mano sulla scritta, abbassando la maglietta ed afferrando poi lo zaino di scuola.
La nottata era trascorsa fin troppo velocemente, erano state tutta la notte a parlare e mancavano solamente  due ore prima dell’inizio delle lezioni.
Sei sicura di voler andare a scuola?” le domandò Helen e Holly subito annuì, iniziando ad infilare all’interno dello zaino alcuni libri.
La famosa ragazza di cui ti ha parlato frequenta la tua scuola?
Non lo so, perché?
Helen non rispose e scosse le spalle, avvicinandosi a lei: “Fossi in te ripenserei a quello che ti ho detto
Lo farò” biascicò Holly, ben poco convinta di quella sua risposta.
 
Era tentata di aspettare che Justin passasse davanti a casa sua per poi dirigersi a scuola, ma avrebbe dovuto iniziare a dimenticarlo per davvero. Amici sì, ma iniziava capire che non l’avrebbe mai più potuto vedere come il migliore amico di una volta, Helen aveva ragione.
Senza esitare un attimo di più riprese a camminare verso scuola, già attorniata da decine e decine di studenti.
Attraversò il corridoio sino ad arrivare al suo armadietto, lo aprì ed iniziò a cercare al suo interno alcuni libri, finché una ragazza bionda interruppe le sue azioni, picchiettando sullo sportello con le sue unghie laccate di rosa.
Ciao Ashley” mormorò Holly richiudendo con un colpo secco l’anta dell’armadietto.
Dov’è il tuo fidanzatino?” domandò l’altra, ignorando completamente ogni forma di saluto.
Intendi forse Justin? Non è più il mio ragazzo” rispose atona, nascondendo al meglio ogni possibile espressione di disappunto.
Ashley la guardò delusa, assumendo una delle espressioni più disgustate che riuscì a fare.
No? Allora non ho più bisogno di te.
Holly piegò la testa di lato, decisamente stupita da quella sua affermazione.
Non capisci?” domandò stizzita la bionda “Che senso ha mettere in atto il nostro piano per Nicholas se il tuo amico sfigato non è più il tuo ragazzo? Mi sei completamente inutile adesso!” sbottò poco prima di andarsene, lasciando Holly immobile nel bel mezzo del corridoio, con gli occhi che si stavano già velando di lacrime.
Justin, che aveva fatto il suo ingresso a scuola da qualche minuto, aveva assistito da lontano alla scena e non aveva atteso un solo istante di più prima di raggiungere la bionda platinata.
Hey” le aveva urlato alle spalle ed Ashley iniziò a guardarsi a destra e a sinistra. “Bionda, dico a te” ripeté lui incrociando le braccia al petto ed aspettando che lei si voltasse.
Oh, sei tu. Che cosa vuoi? Non vedi che ho da fare?” ribatté acida la ragazza mentre tentava di specchiarsi nelle sue stesse unghie.
Ti ho sentito mentre parlavi con Holly, non ti permetto di trattarla così
Altrimenti cosa fai?” ovviamente non ottenne risposta. “Gira al largo sfigato” aggiunse gesticolando con la mano, dopo di che se ne andò.
Il biondo scosse la testa in segno di disapprovazione, guardandosi poi attorno alla ricerca della sua amica, ma non la trovò.
Qualche secondo dopo ricevette una telefonata e, senza guardare sul display del telefono chi fosse, rispose.
Pronto?
Justin, sono Victoria” ribatté la ragazza dall’altro capo del telefono.
Oh, ciao Victoria, scusami, non avevo letto il nome sul display
Tranquillo, ti ho chiamato solo per chiederti a che ora ci troviamo oggi
Il biondo ci pensò su e, mantenendo lo sguardo fisso nel vuoto, rispose: “Troviamoci alle quattro davanti al parco
D’accordo, a dopo” rispose lei e riattaccò.
 
Holly, che poco prima si era infilata nel bagno delle ragazze, aveva udito sia la conversazione con Ashley, sia quella telefonica con la ragazza sconosciuta. Dai suoi occhi iniziarono a scendere piccole gocce salate e lentamente le sue gote divennero umide, ma le asciugò subito con il palmo della mano poco prima di riattraversare il corridoio e dirigersi in classe.
Quella mattina le tre ore di biologia, che avrebbe dovuto sopportare svolgendo il test per il quale aveva  studiato tutto il pomeriggio precedente, vennero rimandate alla prossima settimana a causa dell’assenza ingiustificata della professoressa.
L’ora di pranzo giunse in un baleno e, non appena la campanella segnò la fine delle lezioni, Holly si precipitò in mensa, fece la solita fila recuperando appena un panino ed una mela e si diresse al tavolo dove solitamente pranzava.
Dove pensi di andare?
Una voce alle sue spalle la fece sussultare.
Non è evidente? A mangiare
Ashley scosse la testa, sorridendo malignamente, “Errore, non qui. Il tuo posto è là fuori o, se preferisci, puoi mangiare in piedi insieme agli altri sfigati come te” ribatté poco prima di occupare quel tavolo con alcune delle sue amiche, pettinate e vestite esattamente come lei.
Holly sbuffò sonoramente, trascinando i piedi a passo lento verso il giardino, si sedette contro al muro dell’edificio e posò accanto a sé il vassoio, lanciò una fugace occhiata al cielo grigio di nuvole ed iniziò a mangiare.
Justin la raggiunse, senza farsi sentire, e si sedette accanto a lei.
Che cosa ci fai tu qui?” gli domandò Holly, guardandolo stranita.
Non è evidente?” le sorrise lui mostrandole il vassoio, “perché sei finita qui fuori?” aggiunse lui tornando serio.
Ashley ha deciso che non mi merito un tavolo e così sono qui” rispose lei scuotendo le spalle.
Devi smetterla di farti trattare così. Vi ho sentite stamattina...
Holly non rispose, si limitò a fissare il vuoto avanti a sé, sperando con tutta sé stessa che di lì a poco sarebbe cominciato a piovere, le risultava terribilmente difficile trattenere ancora le lacrime.
Se non altro ora non devo più aiutarla con il Nomade
Holly…
Che c’è? Così almeno ora sei felice… Ah, no, aspetta: non dovrebbe più interessarti. Io e te non stiamo più insieme, non avresti motivo di essere geloso.
Justin rabbrividì, sentire quelle parole per la seconda volta era come ricevere una pugnalata al centro del petto. Di tempo ne era passato, quello sì, ma lui non lo aveva ancora del tutto accettato.
Holly fece per alzarsi ed andarsene quando lui la trattenne per un polso.
Che altro vuoi?” sbottò lei, gli occhi velati di lacrime ed un irrefrenabile voglia di scappare e lasciare che quelle lacrime scivolassero sulla sua pelle una volta per tutte.
Justin si alzò a sua volta, posizionandosi di fronte a lei, fasciandole entrambi i polsi con le mani.
Lasciami andare, è meglio per entrambi se iniziamo a prendere strade diverse
Holly, ascoltami per Dio! Non puoi andare avanti così, da quando mi hai lasciato non hai più voluto parlarmi, ma si vede lontano un miglio che stai male. Sei così orgogliosa da non voler accettare l’aiuto di nessuno, ma guardati: ti fai trattare come una merda da Ashley che solo fino a due settimane fa implorava il tuo aiuto per riconquistare il suo stupido ragazzo. Non puoi andare avanti così, da sola non ce la farai mai.
Holly aveva già il volto rigato di lacrime. Più affondava lo sguardo negli occhi di lui più le lacrime scorrevano fuori dai suoi occhi come fiumi, sino a bagnarle l’incavo del collo. Justin sciolse la presa dai suoi polsi e lei si accasciò al suolo, tenendo le ginocchia strette al petto ed iniziando a singhiozzare sempre più forte.
Piangere non serve a niente, devi reagire” biascicò lui abbassandosi a sua volta.
Per un attimo Holly sembrò calmarsi e riportò lo sguardo annebbiato sulla figura di Justin.
Per te è più facile, vero? A quanto pare ti sei già consolato con un’altra. Non venire più a dirmi che sono io quella che sta male perché lo so perfettamente, non venire a dirmi che mi serve un aiuto perché lo accetterò da chiunque meno che da te!
Credi di essere l’unica? Tu non c’eri quando stavo male io. Non c’eri, cazzo! Io adesso sono qui, davanti a te, e tu cosa fai? Fai di tutto pur di allontanarmi. Non risolverai mai niente così, Holly!” sbottò tutto d’un fiato lui, il nervosismo provocato da quella conversazione stava facendo scoppiare entrambi, ma non voleva piangere, non lì, non in quel momento. “Ricordati solo una cosa, Holly, sono stato io l’unico coglione che ti abbia mai amato veramente” e detto ciò si allontanò, sotto lo sguardo sconcertato e triste di lei.
 
Holly non si mosse da lì, non riusciva in alcun modo ad arrestare quelle dannate lacrime ed a coronare l’atmosfera ci si era messo pure il cielo. Aveva iniziato a piovere, prima lentamente, poi sempre più insistentemente finché i suoi capelli ed i suoi vestiti divennero completamente fradici.
Così aveva saltato le lezioni pomeridiane ed era uscita quasi mezz’ora prima rispetto al resto della scuola, nessuno l’aveva vista infrangere le regole e, anche se diversamente fosse andata, non le sarebbe importato.
 
Raggiunse casa sua nel giro di venti minuti, il volto ancora rigato di lacrime e pioggia, se qualcuno l’avesse vista così l’avrebbe sicuramente riempita di domande e lei non voleva parlarne.
Come sperava, sua madre era fuori per lavoro e l’unica ad abitare quella casa, oltre a lei, era sua cugina Helen. Non appena la vide l’accolse tra le sue braccia, senza proferire parola, senza far altro che stringerla a sé ed aspettando pazientemente che si calmasse.
Trascorse quasi un’ora prima che le lacrime cessarono di bagnarle il viso, avrebbe giurato che quello fosse stato il pianto più lungo di tutta la sua vita e forse non si era ancora sfogata del tutto.
Hai voglia di raccontarmi che cos’è successo?” le domandò dolcemente Helen e Holly annuì, iniziando, tra un singhiozzo e l’altro, a raccontarle quella pessima giornata e quella straziante conversazione con Justin.
Helen rimase in silenzio, anche quando il racconto fu terminato, non proferì parola, nonostante di cose da dire ne avesse davvero tante. In altre circostante avrebbe riempito la cugina di consigli e rimproveri, proprio com’era solita fare, ma quel pomeriggio no.
Lasciò che Holly le raccontasse ogni minimo dettaglio, ogni emozione, anche la più tormentata che teneva racchiusa dentro di sé da troppo tempo, chiusa tra le mura di camera sua, anche quando a tarda sera vennero interrotte dal suono del campanello e da una visita decisamente inaspettata.



Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Here I am!
Questa volta sono riuscita ad aggiornare presto presto e mi fa davvero piacere vedere che le mie care lettrici sono rimaste a seguire questa storia :')
Dunque, dunque, qui c'è parecchia gente che odia Holly e, se il mio istinto non m'inganna, credo la odierete ancor di più dopo questa sua reazione, vero?
Sono malvagia, i know.
Okay, ora mi dileguo e spero mi lasciate anche qui i vostri commenti.
*chissà se arriviamo a dieci recensioni*

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
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Capitolo 42
*** Capitolo 42. ***


42.

 
Nessuna delle due ragazze andò ad aprire, ci pensò la madre di Holly e nel giro di pochi istanti quel qualcuno bussò alla porta della stanza.
Holly guardò spiazzata la cugina che immediatamente ricambiò la stessa espressione e, notevolmente stupita, si affrettò a domandare chi fosse.
Sono Justin” rispose lui dall’altra parte della porta.
No, no e no” mormorò Holly, scuotendo ripetutamente il capo ed allontanandosi il più possibile dall’ingresso di quella stanza.
Holly, stai calma!” la rimproverò la cugina avanzando verso la porta, l’aprì quel poco che bastava per permettere al suo corpo di uscire e la richiuse immediatamente dietro di sé.
Ciao Justin” le disse calma.
Helen? Come mai sei qui?
Oh, non è importante, tu piuttosto perché sei qui?” domandò lei incrociando le braccia al petto, immaginando già quali intenzioni avesse.
Vorrei parlare con Holly
Non sono sicura che lei voglia parlare con te, ma aspettami qui” e detto ciò riaprì quella porta, incrociando così lo sguardo della cugina, “Justin vuole parlare con te.
Holly scosse la testa, intimandole una risposta negativa e pregandola con tutta sé stessa di non farlo entrare.
Helen dovette obbedire alla sua volontà, annunciando a malincuore al biondo che non voleva saperne di uscire.
I- io davvero non la capisco, perché non vuole parlare con me?
Vieni con me” lo invitò lei, prendendolo per un braccio e trascinandoselo dietro, fuori dalla villa.
Si sedettero entrambi su una panchina non molto distante dal vialetto di quella abitazione e Helen riprese a parlare, in modo calmo, ma conciso.
Mi ha detto che oggi vi siete parlati, che cos’altro hai da dirle?
Voglio soltanto che ritorni da me, non chiedo altro. Non abbiamo avuto una conversazione tanto tranquilla oggi, diversamente da come speravo, ma mi manca. Mi manca terribilmente e non vuole capirlo. Non so più che cosa fare, credimi, ho fatto di tutto: dal rincorrerla dovunque andasse, al dedicarle canzoni, ma non vuole saperne di me” rispose lui tutto d’un fiato, torturandosi nervosamente le mani e scompigliandosi di un altro po’ i capelli color grano.
L’hai tradita, Justin” disse la ragazza, lasciando un vuoto alla fine di quella frase, pur sapendo che quelle parole gli avrebbero provocato un tremendo fastidio e lei stessa credeva che tutto ciò si potesse tranquillamente superare. Ma lei non era Holly, erano totalmente diverse.
È vero e ho sbagliato, ho fatto la cazzata più grande della mia vita. Le avrò detto centinaia di volte che non è stata colpa mia, che io non volevo farlo, che quella Lindsay mi ha incastrato, mi ha tenuto fermo sotto di lei con la forza e…
Io capisco tutto, capisco che non è stato altro che sesso, ma cose di questo tipo si fanno in due, Justin” lo interruppe lei, “perché non l’hai respinta?
Lui scosse le spalle, rassegnato.
I- io non lo so, ci ho provato, credimi, ma mi sentivo davvero impotente sotto al suo tocco. Ero paralizzato, ma non ho fatto altro che pensare a Holly, te lo giuro
Non è a me che devi giurarlo, ma a lei
Credi che non l’abbia fatto? Tutto quello che le ho raccontato non ha significato nulla per lei. La rivoglio” biascicò lui, tentando al massimo di impedire a quel magone di rifarsi vivo e di scoppiare a piangere davanti a lei, non voleva apparire debole, ma, dopo tutto, era ciò che si sentiva.
Helen fece per ribattere, non riuscendo a reprimere la sua irrefrenabile voglia di avere sempre l’ultima parola su tutto, quando lui riprese a parlare, zittendo ogni sua frase sul nascere.
Tu forse non capisci, forse non mi credi, ma io non ho mai provato con nessun’altra ragazza quello che ho provato con Holly. Nonostante sia stato davvero male, da quando mi ha lasciato due settimane fa, non riesco a smettere di amarla e di volerla. Voglio stringerla a me, voglio baciarla, voglio fare l’amore con lei, perché con nessun’altra mi sono sentito così… vivo come con lei
Helen annuì, si alzò e gli disse: “vai a dirglielo
Lui le lanciò un’occhiata torva, restando totalmente stupito da quella sua frase.
Dimentichi una cosa” ribatté lui, “non vuole né vedermi né tanto meno parlarmi
Lo farà. Fai il giro della casa ed entra dalla finestra, quando sono uscita era socchiusa. Basterà che ti arrampichi sul balcone e…
Lo so” la liquidò lui sorridendo, “sono anni che entro in camera sua passando da quella finestra.
Helen sorrise e si affrettò a rientrare in casa, sdraiandosi sul divano al centro del soggiorno e dedicandosi a guardare la televisione.
Justin, nel frattempo, aveva fatto il giro della casa ed era ormai prossimo ad arrampicarsi su quel balcone. Nel giro di pochi minuti si ritrovò d’innanzi a quella finestra, terribilmente indeciso sul da farsi. Tutto il coraggio che lo aveva accompagnato fin lì se n’era andato.
Fece un lungo respiro e spinse leggermente la finestra, scivolando carponi al suo interno e la vide lì, accovacciata sul letto intenta, molto probabilmente, a terminare gli ultimi compiti per il giorno successivo.
Il biondo continuò a gattonare furtivamente all’interno di quella stanza, sino ad arrivare al letto della ragazza, restando comunque nascosto dalla sua visuale.
Appoggiò entrambe le mani su di esso, a pochi centimetri dalle gambe incrociate di Holly e vi appoggiò sopra il mento.
Lei gli gettò una rapida occhiata, e riportò la sua attenzione sul quaderno, pochi istanti dopo sollevò nuovamente il capo fissando il muro avanti a sé e girò lentamente il capo verso il biondo accovacciato accanto a lei. Sussultò lievemente, allontanandosi il più possibile e volgendogli uno sguardo posto tra l’impaurito ed il sorpreso.
C- come sei entrato? E soprattutto perché?” sbottò lei ad alta voce, tanto che Helen riuscì ad udirla dall’altro lato della casa.
Dalla finestra” rispose lui sorridendo.
Vattene” gli ordinò lei, puntando un dito contro la finestra e balzando in piedi.
Lui scosse ripetutamente la testa e rimase in ginocchio davanti a lei.
Fammi indovinare: è stata un’idea di Helen, vero?
Lui non rispose, non fece cenni con il capo, niente. Rimase immobile a guardarla, dedicandole occhiate colme di tenerezza e dispiacere.
Sei diventato sordo? Voglio una risposta e voglio anche tu te ne vada” gridò lei.
Justin si alzò in piedi, si avvicinò a lei, che stranamente rimase immobile, le poggiò le mani sulle spalle e la spinse verso il basso facendola nuovamente sedere sul letto. Lui prese la sedia situata accanto alla scrivania e vi si sedette in modo che lo schienale si appoggiasse completamente al suo petto, incrociandovi le braccia sopra e mantenendo lo sguardo fisso negli occhi verdi di lei.
Tu vuoi che me ne vada, giusto?
Holly annuì, restando in silenzio ed aspettando pazientemente che lui continuasse il discorso.
Ora ascoltami e senti ciò che voglio io. Io ti rivoglio indietro, ti rivoglio mia perché è giusto che sia così. Perché, nonostante tutto, amarti è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata e tu questo lo sai. Voglio che torni a far parte di me perché io senza te mi sento perso. Voglio che torni per non andartene più e voglio che mi perdoni. Voglio che tu sappia, ancora una volta, che quanto è successo con Lindsay non era ciò che volevo io. Voglio che tu sappia che mentre è successo non ho fatto altro che pensare a te. Voglio fare l’amore con te, adesso” e, mentre pronunciava le ultime parole, si alzò di scatto da quella sedia e si fiondò di fronte a lei, allacciando, nel giro di pochi istanti, le sue labbra con quelle di lei. E Holly lo assecondò. Socchiuse di poco le labbra, permettendo così alla lingua di lui di iniziare a rincorrere la sua e si lasciò andare totalmente. Si sdraiò quasi completamente su quel letto, senza lasciare che quel bacio terminasse, senza nemmeno preoccuparsi di chiudere a chiave la porta di quella stanza, fregandosene completamente se qualcuno, di lì a poco, sarebbe potuto entrare ed interromperli.
Holly era confusa, terribilmente, eppure non riusciva a respingerlo, non riusciva ad avere la forza di interrompere quel bacio anche perché, forse, non era ciò che voleva.
 
Nel frattempo Helen, si alzò da quel divano e si diresse in camera della cugina, fece per abbassare la maniglia di quella porta, ma si bloccò. Non sapeva se Justin fosse ancora al suo interno, non sapeva se già se n’era andato e non sapeva nemmeno se fosse giusto entrare o no. Esitò qualche istante poi sentì un lieve rumore provenire dal suo interno e tese così l’orecchio per percepirne meglio il suono.
 
Cazzo, il cellulare!” sbottò Justin, dedicando un’occhiata colma di dispiacere allo schermo di quell’apparecchio ormai in frantumi.
Holly ridacchiò, portandosi una mano alla bocca, tentando invano di frenare quella risata, ma senza risultato. Lui la guardò di sottecchi, sbuffando sonoramente e nel giro di pochi secondi iniziò a farle il solletico e lei scoppiò nuovamente a ridere, ridere davvero.
 
Helen scosse la testa, sorridendo e tornò in soggiorno, dove prese un foglio ed una penna e vi scrisse sopra ‘non disturbare’, per poi attaccarlo con un pezzetto di scotch su quella porta bianca.
 
Justin, ti prego, basta” lo pregò Holly tra una risata e l’altra.
Perché? È così bello sentirti ridere” sorrise lui, dimenticando completamente il cellulare distrutto e concentrandosi solo ed esclusivamente sulla ragazza che aveva davanti.
Quei sorrisi sinceri non avevano alcuna intenzione di abbandonare i loro volti; così Justin si avvicinò a lei, lasciandole l’ennesimo bacio a fior di labbra, fece per staccarsi quando Holly lo tenne incollata al suo corpo, incrociando entrambe le braccia dietro al suo collo.
Pensavo dicessi sul serio prima” disse seria lei. Justin la guardò senza capire ed in tutta risposta lei gli sorrise maliziosamente e fu allora che lui capì.
Certo, ma tu non hai detto una parola…” si giustificò lui, fingendosi offeso.
Non sono mai stata molto brava con le parole, ma una cosa devo dirtela” disse lei mordendosi il labbro e mettendosi a sedere, “ho riflettuto davvero tanto su quello che mi hai detto oggi, specialmente sulle tue ultime parole, e ho capito che non devo lasciarti andare, il tuo posto è qui con me. Hai sbagliato con Lindsay, questo è vero, e probabilmente mi servirà tempo prima che lo superi del tutto, ma… quello che conta è che ora sei qui e che hai fatto di tutto pur di farti perdonare. E, questa volta, credo proprio che tu ci sia riuscito. Sbaglierò anche io tante volte ancora, sono sempre stata abbastanza impulsiva, proprio come te, ma troverò sempre il tempo di ripensare ai miei errori e di correggerli in tempo. Non sarà sempre così, ma questa sera voglio che tu non vada via, voglio che tu sappia che i tuoi sforzi non sono stati vani, voglio farti capire che ce l’hai fatta. Voglio farti capire che tutto ciò che hai fatto per farmi tornare tra le tue braccia è servito, che ne è valsa la pena. So che hai sofferto tanto quanto me, te lo si leggeva negli occhi e scusami se mi sono comportata da stronza, ma non ho mai smesso nemmeno per un secondo di amarti, Justin.
Justin rimase in silenzio, quasi imbambolato da quella strana situazione, arrivando ad udire le sue parole in maniera quasi ovattata.
Iniziava  vedere il tutto così sfocato, annebbiato e non si era nemmeno reso conto di avere gli occhi velati di lacrime.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Vengo in pace e chiedo perdono per la mia prolungata assenza çç
Ero a corto d'ispirazione a dir la verità e poi ero anche triste perciò addio alla mia voglia di scrivere.
Okay, sono triste anche adesso ma la voglia mi è tornata lol
Non vi farò aspettare tanto per il prossimo capitolo anche perché ho già iniziato il prossimo capitolo, perciò aggionerò nel giro di pochi giorni.
Nel prossimo capitolo succederà una cosuccia, ma evito di anticiparvi qualcosa, spero soltanto che non mi abbiate abbandonato çç
Grazie mille per le recensioni che mi avete lasciato, siete meravigliose ♥
Aspetto i vostri pareri (:

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
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Capitolo 43
*** Capitolo 43. ***


43.

 
Sei.. sei davvero sicura di quello che dici?” le domandò flebilmente lui, Holly annuì, restando sorpresa da quella domanda.
S- sì, perché me lo chiedi?
Perché non voglio che tu mi prenda in giro, non…
Justin” lo interruppe lei, avvicinandosi a lui e prendendogli il viso tra le mani, “lo so che ho sbagliato, non ho saputo prendere una decisione ferma in passato e ti chiedo scusa per averti fatto vivere quest’ultimo periodo come se stessi facendo un giro sulle montagne russe, ma sono sincera. Non ti prenderei mai in giro di proposito, Justin
Lui annuì debolmente, mordendosi il labbro, tentando di ricacciare indietro le lacrime.
Holly cercò d’incrociare il suo sguardo, ma lui abbassò prontamente il capo, negandole la possibilità di mostrarle il suo viso corrucciato.
Perché ti sei comportata così, Holly?” le chiese lui flebilmente.
Non riuscivo più a fidarmi di te
Credi che le cose siano cambiate adesso?” sbottò lui, sollevando di colpo il capo ed incrociando gli occhi di lei, “hai già riacquistato tutta la fiducia che avevi perso verso di me?” stava finalmente trovando il coraggio per sputarle in faccia tutto ciò che aveva subito mentre lei non c’era. “Non hai fatto altro che rinfacciarmi tutto quello che ho fatto, sebbene ti abbia detto centinaia di volte che non era mia intenzione, e ora è il mio turno
Justin, per favore, non rovinare tutto” mormorò lei avvicinandosi di poco a lui.
Non sono io che ho rovinato tutto, soprattutto dall’inizio. Tu… tu credi che io l’abbia dimenticato, ma,  sopportare l’idea che per te contavo meno di zero, era un colpo al cuore. Tu da me volevi soltanto amicizia, anche se ultimamente nemmeno quella, mentre io ho sempre voluto di più. Ho sempre cercato di farti capire che per me eri e sei il mondo, ho fatto tante di quelle cose per te, sono stato davvero male per te come mai con nessuna, ma la verità è che a te non è mai importato
Holly sbiancò totalmente all’udire quelle parole, iniziava a sentirsi così tremendamente in colpa per quanto era successo e Justin aveva pienamente ragione su tutto. Conosceva perfettamente il suo carattere, conosceva i suoi punti deboli e sapeva esattamente come prenderlo. Forse, in altre circostante, avrebbe risposto a tono a quelle sue frasi, ribadendo quali, secondo lei, erano i giusti principi, ma ora no. Portare avanti quell’eterna discussione sarebbe stato come gettare altra benzina sul fuoco ed era stanca di dover stare senza di lui. Era riuscita a capire solo con la sua lontananza quanto importante fosse quel ragazzo, si sentiva fin troppo legata a lui per lasciarlo andare di nuovo, ma avrebbe sbagliato ancora e questo non poteva evitarlo.
Ti sbagli, Justin” disse lei scuotendo la testa, “sei sempre stato tu il mio primo pensiero, eri tu la causa delle mie continue lacrime, ma non c’è bisogno che te lo dica. Voglio solo che tu ora mi ascolti e che ti ricorderai anche in futuro ciò che sto per dire.
Holly prese un respiro profondo, pronta a continuare il suo discorso e lui si sdraiò del tutto su quel letto, con l’attenzione rivolta tutta verso di lei. “Vai, ti ascolto” biascicò infine.
Te lo ricordi questo?” domandò lei, mostrandogli il tatuaggio e lui annuì.
Lei si sporse leggermente verso di lui ed abbassò di poco la maglia del biondo, trascinandola per il colletto verso il basso e facendo in modo che fosse pienamente visibile anche il suo tatuaggio.
C’è una ragione ben precisa per la quale ho deciso di farmi tatuare il tuo nome sulla pelle e, che tu ci creda o no, non ho dovuto pensarci nemmeno due volte perché sapevo che era ciò che volevo davvero. Sapevo anche che le cose tra noi non sarebbero state rose e fiori, ma l’ho considerata come una prova verso me stessa. Ogni volta che le cose prendevano una piega sbagliata guardavo il tuo nome inciso sulla mia pelle e sorridevo, sorridevo perché nonostante tutto sapevo che eri mio, che lo sei sempre stato. Evitarti per quelle due settimane è stata una delle cose più stupide e difficili che potessi fare, ma… ma tu non hai lasciato perdere tutto, hai continuato ad insistere e non pensare che la cosa mi abbia dato fastidio. Lo facevo credere, sì, ma l’ho apprezzato davvero tanto, rendendomene pienamente conto soltanto stasera. Ti amo, Justin, ti amo con tutto il cuore. Ti amo anche di più di quello che immagini e te lo sto dicendo nel modo più sincero che conosco. Non permetterò che tu te ne vada definitivamente da me, così come non ho permesso il fatto che tu ti trasferissi in California senza nemmeno provare a farti tornare da me. Non potrei mai stare davvero senza di te, non potrei ne vorrei. Vuoi riprovarci?
Justin rimase in silenzio, l’attirò a sé e nel giro di pochi secondi le loro labbra si unirono, mentre alcune lacrime iniziarono a bagnare le gote del biondo.
Mi sei mancata come l’aria” disse infine, “giuro che se mi lasci un’altra volta io…
Ti prometto che non accadrà” lo interruppe lei sorridendogli ed asciugandogli le lacrime con le dita.
 
Sebbene quelle parole gli avessero infuso una strana sicurezza, aveva paura.
 
Non ti fidavi di me. Dopo tutto quello che c’è stato tra di noi, tu non ti fidavi di me.
Ti prego, dimmi che è una bugia, che non lo pensi davvero.
 
No!” la fermò lui, togliendo velocemente le sue mani dal viso ed allontanandola da sé, “lo stai facendo di nuovo.
Cosa?” domandò lei, “cosa starei facendo di nuovo?
Datti tempo, Holly, prenditi tutto il tempo che vuoi e pensaci. Non agire d’impulso come a tuo solito perché sbaglieresti, come hai già sbagliato. Dimentica le mie parole di poco fa, voglio che tu ci pensi, voglio vederti tornare da me convinta della tua decisione e non solo perché ti faccio pena. Perché, davvero, non ho bisogno di far tenerezza a nessuno.
I- io ne sono davvero convinta, Justin, voglio ricominciare tutto d’accapo” biascicò lei, mantenendo fisso verso di lui uno sguardo colmo di paura e preoccupazione.
V- vuoi ricominciare tutto? Holly, io non faccio parte di un testo che scrivi a computer e che si può facilmente cancellare. Io non sono fatto così. Io voglio essere sicuro che ti manco davvero, voglio davvero essere sicuro che tu hai bisogno di me almeno quanto io ne ho di te. Non voglio dover correre dietro ad una ragazza che cambia idea ogni cinque secondi, voglio che sia tu a fare qualcosa per me.
Che cosa vuoi che faccia?
Justin rimase in silenzio, non sapeva esattamente cosa volesse da lei, ciò che voleva era difficile da vedere, ancor più complicato da sentire, voleva soltanto essere sicuro che tutto non terminasse ancor prima di cominciare.
Facciamo così” disse lui, “prendiamoci una pausa. Proviamo ad uscire con altre persone che non siano noi due. Proviamo a capire che cosa vogliamo davvero, soprattutto tu prova a capire che cosa vuoi davvero.
Holly lo guardava stranita, senza realmente capire ciò che stava dicendo.
Dimmi la verità, c’entra quella nuova ragazza che hai conosciuto, vero?
Lui annuì, senza vergognarsene, lo ammise.
Sì, c’entra, ma non nel modo che pensi tu. Non so nemmeno se per lei provo qualcosa, ma voglio solo capire cosa provo stando con qualcuno che non sei tu. E… e tu dovresti fare lo stesso. Non so con chi, ma sono sicuro che c’è qualcuno a scuola che non ti è indifferente. Voglio che tu ci esca, voglio davvero essere sicuro che hai bisogno di me.
Questo significherebbe usare le persone…” ribatté lei, incrociando le braccia al petto.
Tu con me lo hai fatto tante volte e credo che…
Prego? No, Justin, fermati, io non ti ho mai usato! Per cosa poi?
Lo hai fatto, Holly, tutto questo tira e molla tu non lo consideri avermi usato? Per favore, non iniziare una discussione che non sta né in cielo né in terra. Provaci, d’accordo? Così come ci proverò io. V- voglio solo che tu mi dica chi è… quando lo saprai
Holly si alzò in piedi ed annuì convinta, quel discorso l’aveva leggermente spaventata, ma, se ciò di cui lui aveva bisogno era una sicurezza in più, gliel’avrebbe data, perderlo sarebbe stato persino peggiore.
D’accordo, ci sto, ma sappi che l’idea di condividerti con qualcun’altra non mi alletta, proprio per niente.
Fa parte della prova” disse serio lui.



Spazio Autrice
{Leggimi u.u}
Eccomi qua :3
Dire che siete meravigliose è dire davvero poco, ho letto tutte le vostre recensioni e ne sono rimasta stupita *w*
Cioè, nonostante avessi impiegato quasi un mese prima di aggiornare, siete ancora qui, grazie mille davvero.
Bene, visto che non mi piacciono le storie monotone, qui ci sarà una svolta da come avrete notato leggendo le parole di Justin.
Non so esattamente quando farò finire la storia, ho ancora un po' di idee per adesso e pensare che prima di scrivere il capitolo avevo in mente di terminarla a breve. Beh, non sarà così (:
Aspetto i vostri pareri ♥

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
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Capitolo 44
*** Capitolo 44. ***


44.

 
Una prova?” chiese di rimando Helen e Holly annuì rassegnata, senza dire nulla.
Questa è nuova e tu cos’avresti in mente di fare? Ma soprattutto con chi?
Non ne ho idea” rispose la castana sbuffando, “mi sembra fin troppo assurdo anche solo pensare che potrei mai innamorarmi di qualcun altro, ma dopo tutto ha ragione…
Ha ragione?” sbottò la cugina, impallidendo all’istante e scattando in piedi. “Tu, Holly Evans, stai dando ragione a qualcuno? Da quando? Che accidenti ti ha fatto quel ragazzo per farti ragionare in questo modo?
Non è solo qualcosa che lui ha fatto a me, ma ciò che io ho fatto a lui. Lo hai detto anche tu che ho giocato fin troppo con i suoi sentimenti. Me lo merito e, fidati, troverò qualcuno che possa farmi superare questa prova e dar motivo a Justin che lo amo ancora.
 
In realtà Holly non aveva la più pallida idea di come iniziare quella prova. Quale ragazzo si sarebbe interessato a lei? Non lo sapeva.
Quella mattina si diresse a scuola, completamente sola, era totalmente insensato aspettare che Justin si facesse vivo e che percorresse la strada con lei, d’ora in poi avrebbe dovuto comportarsi come se lui non esistesse o non avrebbe retto ulteriormente la sua mancanza.
Fece appena in tempo a raggiungere il suo armadietto ed a prendere alcuni libri ed Ashley l’affiancò, facendole cadere quanto reggeva in mano.
Quali problemi hai?” sbottò Holly appoggiando entrambe le mani sui fianchi.
Sicuramente meno di te e, comunque, evita di rivolgerti a me con quel tono. Non hai diritto di parlare con me
Oh, questa è nuova” sbuffò Holly, abbassandosi a raccogliere i suoi libri.
Rassegnati, sfigata, vali meno di zero.
Sebbene quella frase l’avesse sentita almeno una ventina di volte, e pronunciata in vari modi diversi, quella volta la fece riflettere più del dovuto. Era così che si sentiva in quel momento, esattamente come aveva detto Ashley, meno di zero. Sentì gli occhi pizzicare e di lì a poco alcune lacrime le avrebbero solcato il viso, ma avrebbe dovuto evitarlo. Era fin troppo stanca di spendere le sue energie a piangere e per una come Ashley non ne valeva la pena.
Restò inginocchiata al suolo, impiegando più tempo del dovuto a raccogliere i due libri ed a sistemare le decine di fogli che il suo quaderno aveva appena perso.
Una lacrima le rigò il viso quando, tra quei fogli, intravide la scrittura di Justin.
 
So che ti da fastidio quando ti scrivo sui quaderni di scuola, ma lo faccio ugualmente, anche perché so che i compiti non li avresti fatti comunque.
Ti voglio bene Holly e te ne vorrò per sempre.
 
Justin, il TUO migliore amico.”
 
Non sapeva esattamente quanto tempo fa gliel’avesse scritta, non sapeva nemmeno di avere quel foglio tra quel quaderno maledettamente disordinato. Lo afferrò prontamente e lo strinse al petto, mentre altre lacrime proseguirono ad inumidirle il viso. Era sicura che nessuno l’avrebbe vista in quello stato, il corridoio si stava svuotando ed una come lei era fin troppo insignificante per poter essere notata.
Hey, va tutto bene?
Una voce totalmente sconosciuta la fece sussultare e si voltò velocemente verso chi aveva appena parlato.
Un ragazzo dai capelli castani, e dal viso apparentemente dolce, si era appena inginocchiato accanto a lei e la stava aiutando a raccogliere quei fogli.
Holly annuì lievemente. “S- sì, grazie” mormorò riponendo i fogli dentro a quel quaderno.
Perché ti fai trattare così da quella ragazza?
Perché?” domandò lei leggermente stupita, “se sei di questa scuola è strano che tu non sappia chi è Ashley e come tratta solitamente le persone.
Fortunatamente per me non la conosco” ribatté lui sorridendo ed allungandogli la mano per aiutarla a rialzarsi.
Comunque io sono Chaz” disse tendendole la mano, Holly l’afferrò e rispose: “non ho mai sentito un nome del genere, ti chiami davvero Chaz?
Lui scosse la testa, “in realtà il mio nome è Charles, ma non mi piace molto, perciò tutti mi chiamano Chaz. Tu come ti chiami?
Victoria Olivia, ma, ti prego, chiamami Holly. Rispondo solo quando mi chiamano così” ridacchiò lei.
Bene” rise di rimando lui, “abbiamo qualcosa in comune.
Nel frattempo la porta d’ingresso di quell’edificio si chiuse, provocando un tonfo sordo, seguito da un altro suono poco definito. Holly non se ne curò, continuò piuttosto a parlare con quel ragazzo e, senza che nemmeno se ne accorgesse, un altro ragazzo, in groppa al suo skateboard, l’affiancò.
Oh, ciao Holly
La ragazza si voltò di scattò, inquadrando a pieno la figura del biondo.
J- Justin? Non dovresti andare in giro per i corridoi con quel coso” sbottò lei indicando lo skateboard.
Ero in ritardo” rispose scuotendo le spalle e, avvicinandosi al suo orecchio, bisbigliò: “vedo che hai fatto presto a trovare un altro ragazzo.
Holly in tutta risposta gli lanciò un’occhiata fulminea e Justin si allontanò, senza più voltarsi a guardarla.
Chi.. chi era?” domandò Chaz.
Una volta era il mio migliore amico, poi è diventato il mio ragazzo e ora… Ora, sinceramente, non lo so.
Lui annuì e, senza pensarci più di due volte, le chiese: “che cos’è successo tra di voi?
Holly si morse il labbro, oltre a sua cugina, non aveva mai raccontato di quanto successo con Justin a nessuno.
Oh, se non vuoi parlarne non importa, scusa se ho toccato un tasto dolente
Lei scosse il capo. “Va tutto bene adesso.
Ne sei sicura?” insistette lui, guardandola dritto negli occhi, cercando disperatamente una risposta sincera, ma lei, come immaginava, scosse il capo.
È una lunga storia
Ho tempo” le sorrise lui, “se vuoi pranziamo insieme e me ne parli.
Holly annuì convinta, parlarne non le avrebbe fatto che bene, ed era davvero stanca di doversi tenere tutto dentro. Non aveva idea di cosa sarebbe successo con Chaz, non le importava, non in quel momento. Tutto ciò di cui aveva bisogno era qualcuno con qui parlare e, forse, l’aveva trovato.
D’accordo, a dopo” lo salutò lei e, a malincuore, si rintanò nell’aula dove avrebbe dovuto seguire la lezione di algebra.
 
Quasi mezz’ora più tardi da quando aveva messo piede in quell’aula, il suo cellulare prese a vibrare, annunciandole un nuovo messaggio da parte di Justin.
 
«A quando il primo appuntamento? :)»
 
Holly sbuffò sonoramente e si affrettò a rispondergli.
 
«Che cosa ti fa pensare che ci uscirò?»
 
Dopo neanche un minuto il cellulare della ragazza vibrò di nuovo.
 
«Spero che me lo dirai, sai quali sono gli accordi, vero?»
 
«Non è necessario che tu me lo dica e, comunque, la stessa cosa vale per te.»
 
Justin, che ora stava evitando di seguire la sua lezione di biologia, si stava quasi divertendo a punzecchiare la sua amica. Dopo quelle due settimane, quello fu il primo giorno che si sentì quasi libero di scherzare con lei anche se, inconsciamente, quel ragazzo già lo irritava.
Bieber!” lo richiamò la professoressa di biologia facendolo sobbalzare, “dopo che mi avrai consegnato il tuo cellulare dato che, come ben sai, non è possibile utilizzarlo all’interno della scuola, ti comunico che ti aspetta un’ora in aula punizioni, adesso.
Mi sembra un po’ eccessivo spedirmi in punizione solo perché stavo usando il cellulare” sbottò lui con tono contradditorio, ancora stupito di come lei avesse potuto notare la sua disattenzione alla lezione.
Oh, ma non è solo per il cellulare, magari così imparerai a camminare per i corridoi, come tutte le persone normali, e ad usare lo skateboard solo all’aperto.
Justin sbuffò sonoramente e, lasciando il cellulare sulla cattedra, afferrò il piccolo foglio che la donna gli stava porgendo. Si diresse poi fuori da quell’aula e percorse a passo lento il lungo corridoio, sbuffando ad ogni passo che compiva.
 
Nel frattempo Holly giocherellava con il suo cellulare, aspettando forse troppo impazientemente che Justin le rispondesse, ma così non fu e quella lezione stava diventando notevolmente noiosa ora che non aveva null’altro con cui distrarsi.
Posso uscire per cinque minuti?” disse lei, alzando la mano, ed interrompendo così il discorso della professoressa che, senza nemmeno guardarla in viso, fece un veloce cenno d’assenso con la mano.
Uscì a grandi falcate da quell’aula e, non avendo la minima idea di dove trascorrere quel breve tempo di libertà, optò per raggiungere il bagno femminile e darsi una leggera rinfrescata al viso. Non fece in tempo a raggiungerlo che un rumore di passi proveniente alle sue spalle la fece immobilizzare all’istante e così, curiosa di vedere chi come lei stava saltando la lezione, si voltò all’instante ed incrociò a pieno lo sguardo di Justin.
Rimase qualche secondo a fissarlo con aria attonita e, quando fu abbastanza vicino a lei, disse: “come mai da queste parti?
Lui, sbuffando sonoramente, le mostro il foglio che la professoressa gli aveva dato.
In punizione?” ridacchiò lei.
Sì e la colpa è tua” scherzò il biondo.
Holly incrociò le braccia al petto, regalandogli uno sguardo di sufficienza, “ne sei davvero sicuro?
Stavo inviando messaggi a te con il cellulare, perciò è colpa tua e poi qualcuno mi ha visto girare per i corridoi con lo skateboard, ma non è colpa mia se ero in ritardo!
Lei scosse la testa divertita e aggiunse: “te l’avranno detto mille volte di non venire a scuola con lo skateboard, ma tu non li ascolti.
Poco importa, ma, parlando di cose più serie, che cosa voleva da te il ragazzo di stamattina?
Mi ha soltanto aiutato a raccogliere i libri che Ashley mi ha fatto cadere…
Mmm… ottima scusa” commentò lui, facendo comparire all’istante sul suo volto un sorriso enigmatico, “lo rivedrai?
Sì, all’ora di pranzo.
Oh, il vostro primo appuntamento, che carini” continuò lui, lanciandole frecciatine, facendola innervosire ed imbarazzare sempre di più.
Non è un appuntamento, pranziamo solo insieme, non mi sembra una cosa così strana e poi non è detto che io gli piaccia. Puoi smettere di preoccuparti per ora.
Io invece credo proprio che tu gli piaccia, ma tu me lo diresti in caso succedesse qualcosa, vero?
Holly annuì energicamente, mantenendo fisso lo sguardo negli occhi di lui.
Lo farò, di questo non ti devi preoccupare. Tu piuttosto? A quando la prossima uscita con… con… come hai detto che si chiama?
Victoria, ha il tuo stesso primo nome!” rispose lui a denti stretti.
Oh, che sciocca, me n’ero dimenticata” sorrise beffardamente lei, “allora, quando la rivedrai?
Molto probabilmente questa sera.
Ed ecco che quel sorriso scomparì immediatamente dal viso di Holly. “Ma oggi è mercoledì…
Sì e con questo?” ribatté lui senza capire.
Stavamo sempre insieme il mercoledì sera prima che…
Prima che succedesse quello che già sai. Siamo amici, sì, ma le cose, come ben sai, sono cambiate. Tu sei cambiata, io sono cambiato, le cose non sono come prima.
Certo, lo capisco” disse lei delusa, volgendo lo sguardo al suolo.
Non puoi pretendere che tutto si sistemi nel giro di poche ore, Holly, ci vuole tempo.
Hai ragione, dopo tutto non può che farci bene frequentare altre persone, come hai detto tu.
Holly pronunciò quelle poche parole a fatica e, man mano che il tempo passava, si rendeva sempre più conto di quanto avesse sbagliato a comportarsi come se lui non esistesse. Se ne stava pentendo amaramente, ma, almeno per questa volta, avrebbe dovuto soddisfare la richiesta di Justin e lasciare che le varie cose svolgessero il loro lento corso, anche se ciò avrebbe significato restargli lontana ed accettare che la nuova ragazza prendesse il suo posto.
Rabbrividì a quel pensiero, auto convincendosi che sarebbe durato poco, che lui capisse quanto ci tenesse a lei.

Ora devo andare, ci si vede” e detto ciò Justin si allontanò, mentre lei osservava la sua figura farsi sempre più piccola in fondo al corridoio.




Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Saltiamo la parte in cui mi scuso per l'enorme ritardo, ma ho impiegato più tempo del previsto a scrivere l'ultima parte.
Se qualcuno pensava che le cose tra Justin e Holly si sarebbero risolte presto, mi dispiace dovervi deludere dicendo che non sarà così.
Nel prossimo capitolo, che questa volta posterò entro la fine della settimana (sperando che voi continuate a seguirmi la storia 8D), scoprirete una piccola cosuccia riguardante Chaz e non solo... Ci sarà un altro avvenimento abbastanza importante. Okay, non vi anticipo altro, spero solo di avere attirato almeno un po' la vostra curiosità.
Grazie mille per le recensioni, siete meravigliose. Aspetto i vostri pareri anche per questo, vorrei sapere che cosa ne pensate di Chaz :3

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
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Capitolo 45
*** Capitolo 45. ***


45.

 
 
Holly lo guardò andar via, sospirando sonoramente ed infilandosi poi nel bagno delle ragazze. Fece scorrere lentamente l’acqua e se ne gettò qualche schizzo sul viso, sollevando poi il capo e ritrovandosi la sua immagine riflessa nello specchio. Gli occhi erano arrossati ed umidi, era più che certa che quelle non fossero gocce d’acqua.
Si asciugò le gote alla bene e meglio e tornò in classe, senza cessare per un solo istante di ripensare alla conversazione avuta con Justin poco prima.
Quasi tre ore più tardi la campanella segnò la fine delle lezioni di quella mattinata e Holly, senza nemmeno dar la possibilità alla professoressa di finire la spiegazione, si fiondò fuori dall’aula e si diresse in mensa, dove di lì a poco avrebbe incontrato Chaz.
Come pensava era lì, seduto ad un tavolo ad aspettarla e Holly gli sorrise mentre si avvicinava a lui con passo lento.
Non prendi nulla da mangiare?” le domandò lui e la ragazza scosse la testa. “No, non ho fame.
Sicura che vada tutto bene?
Se devo essere sincera no, non va tutto bene, ma non credo che questo sia il posto più adatto per parlarne… persino i tavoli hanno le orecchie.” Detto ciò lo afferrò per un braccio e se lo trascinò dietro, sino ad arrivare in giardino.
Ti avverto, è una storia lunga” biascicò Holly, “perciò credo sia meglio tu mi chieda quel che vuoi sapere. Ti chiedo solo una cosa: lasciamo i commenti alla fine. Ho sentito fin troppi pareri diversi finora” spiegò schietta.
D’accordo” rispose lui, “perché vi siete lasciati?
Holly sospirò sonoramente per poi rispondere, in tutta tranquillità, un semplice: “mi ha tradito ed io non mi fidavo più di lui.
E perché Ashley ti ha preso di mira?
Avrei dovuto aiutarla a fidanzarsi con il suo ex, ma Justin non era d’accordo e così lei ha pensato bene di rendermi il tutto ancora più difficile. È parecchio stronza quella ragazza, non ti consiglio di girarle attorno.
Non c’è bisogno che tu me lo dica, so com’è fatta…” disse lui a bassa voce e volgendo lo sguardo altrove.
Lei gli volse un’occhiata interrogativa ed immediatamente si affrettò a chiedergli: “Che vuoi dire?
Voglio dire che so perfettamente com’è, di lei so quasi tutto. Circa un anno fa era la mia ragazza.
Holly spalancò la bocca, guardandolo con aria attonita e, del tutto incredula, continuò a parlare. “Stamattina mi hai detto che non la conoscevi!
Infatti” rispose calmo lui, “da quando ha cambiato atteggiamento, e ti posso assicurare che prima non era così, è come se non la conoscessi più. L’ho totalmente cancellata dalla mia vita, così come lei ha fatto con me.
All’udire quelle parole Holly restava sempre più spaesata e desiderosa di saperne di più, anche se, conoscendo fin troppo bene quella ragazza, avrebbe potuto facilmente immaginare ogni cosa.
E, se posso chiederlo, perché vi siete lasciati?
Perché il capitano della squadra di football era ed è molto meglio di me. Non so se conosci un certo Nicholas…
Oh” sospirò lei, “lo conosco eccome, ho perso un anno della mia vita a sbavargli dietro, ovviamente, fu del tutto inutile e non corrisposto.
Nessuno dei due si preoccupò di portare avanti quella conversazione, era evidente che per Chaz parlare di Ashley rappresentava un tasto dolente e per Holly, sebbene avesse accantonato da tempo quanto pensava riguardo al suo Nomade, rappresentava l’inizio di tutto con Justin.
La colpa non è stata solo sua” biascicò Holly, sviando totalmente quel discorso e Chaz voltò immediatamente il suo sguardo interrogativo verso di lei, senza proferire parola.
La verità è che non sono mai stata abbastanza brava a capire gli altri, fatico ancora a capire come sono fatta io, ma una cosa l’ho capita.
Ovvero?
Ho sbagliato io.
È lui che ti ha tradito, no?” domandò retorico lui, faticando a seguire il filo di quella discussione.
Sì, ma io credo di aver sbagliato reazione. Avrei dovuto evitare di agire in modo impulsivo.
Se lo hai lasciato è perché ti sentivi in dovere di farlo, è stata una scelta tua e non credo che qualcuno ti abbia condizionato a prendere questa decisione.
No questo no” spiegò lei stropicciandosi nervosamente la maglietta, “ma avrei dovuto evitare di cambiare idea su di lui così frequentemente. L’ho lasciato poco prima che partisse per la California e, a quel tempo, credevo che non sarebbe più ritornato, così me ne sono pentita amaramente e ho fatto di tutto pur di convincerlo a tornare. Quando è tornato l’ho lasciato poco dopo e per due settimane non ci siamo nemmeno parlati. È stato un incubo, non solo per me, ma per lui… anzi, soprattutto per lui.
Chaz annuì interessato, iniziava a capirci qualcosa, ma del resto, come Helen e Justin, non comprendeva al massimo il suo comportamento.
Se sei pentita di averlo lasciato perché non torni da lui?
Perché questa volta è lui a non volere me” rispose schietta lei.
 
«Il suo ragionamento non faceva una piega, aveva raccontato così poco di sé eppure mi sembrava di conoscerla da sempre. Avevo capito sin da subito che quella ragazza aveva sofferto davvero tanto per quel Justin, eppure appariva forte, fin troppo.» penso Chaz, tra sé e sé.
 
 
***
 
Qualche ora più tardi, quando la campanella segnò la fine effettiva delle lezioni pomeridiane, tutti gli studenti si fiondarono fuori da scuola. Justin uscì prima di Holly e lei, distante appena qualche metro dietro di lui, vide la scena in cui il biondo salutò, in modo fin troppo felice, quella ragazza di nome Victoria.
Un brivido le percorse la schiena ed immediatamente serrò gli occhi per evitare di guardarli ancora.
 
Va tutto bene?” domandò Victoria a Justin, volgendogli un ampio sorriso.
Lui, prima di rispondere, si guardò attorno, cercando di incrociare lo sguardo di un qualcuno che però ora risultava fuori dalla sua visuale. “S- sì, va tutto bene” balbettò infine.
La ragazza, in fondo, sapeva che mentiva, ma temeva di conoscerne il motivo e perciò rimase in silenzio.
Si allontanarono dalla scuola del biondo quasi senza proferire parola, diretti verso il parco dove si erano recati la prima volta che si conobbero.
Justin aveva la mente completamente avvolta dal pensiero di Holly e dalla conversazione che avevano avuto qualche ora prima. Non riusciva a superare del tutto quella situazione, ma non sarebbe nemmeno riuscito a distruggere quel che lentamente stava costruendo con Victoria per cercare di dimenticarla, e questo lo fece giungere ad una sola conclusione: si stava lentamente innamorando di quella ragazza.
Di tanto in tanto si soffermava qualche secondo a guardarla mentre a testa bassa gli camminava accanto, scrutava al massimo i suoi lineamenti e se ne innamorava.
Raggiunsero quel parco, ancora una volta in silenzio, e, quasi senza rendersene conto, Justin la prese per mano. Victoria rimase stupita da quel gesto, arrossì lievemente e per cercare di scacciare l’imbarazzo si morse il labbro inferiore, volgendo lo sguardo altrove.
Quella strana atmosfera che li avvolgeva iniziava ad addolcirsi sempre di più.
Justin stava lottando sempre più per cercare di svuotare la sua mente, allontanava alla bene e meglio tutto ciò che riguardava Holly, sentendosi comunque in colpa per quanto stava facendo.
No!” disse dando voce ai suoi pensieri e Victoria posò immediatamente lo sguardo su di lui.
Il biondo scosse la testa e le sorrise per rassicurarla.
Sei sicuro che vada tutto bene? Non hai detto una parola per tutto il tragitto” si azzardò a chiedergli.
Va tutto bene, ho solo avuto una conversazione con… con Holly questa mattina, ma va tutto bene ora” mentì lui, corrucciandosi di colpo e sedendosi sull’erba.
Justin” disse lei posizionandosi in ginocchio di fronte a lui, “credo che sia meglio che tu torni da lei. Non so cosa vi siate detti, ma lo si nota anche da lontano che stai male per lei.
Mentre pronunciava quelle parole, gli occhi di lei iniziarono a pizzicare, non avrebbe voluto perdere quel ragazzo già da subito, non ora che si stava lentamente affezionando a lui, ma Victoria non era mai stata in grado di sopportar la vista di una persona che soffriva proprio davanti ai suoi occhi.
Secondo me dovresti provare a… a chiarire una volta per tutte. Se a lei tieni ancora devi lottare, vedrai che-
No” la interruppe lui, “non voglio tornare da lei. Siamo amici ora, va bene così, deve andare bene così. Non ho intenzione di lasciar perdere te. Tu mi piaci, Victoria, voglio stare con te adesso e mi dispiace di dover continuamente nominare Holly, immagino che ti dia fastidio, ma…
La ragazza lo bloccò posando l’indice sopra le sue labbra.
Non devi scusarti” lo rassicurò lei sorridendo, “io lo capisco, davvero. Anche io voglio stare con te, mi piaci e penso che tu sia un ragazzo davvero dolce, ma non sentirti in colpa se mi parlerai di lei. Anche per me è difficile dimenticare il passato…
Forse Justin non avrebbe sopportato di vedere Holly tra le braccia di un altro, avrebbe impiegato diverso tempo per accettare la loro definitiva separazione, ma in quel momento, ciò che aveva davanti, sfumò tutti i pensieri rivolti a lei. Così eliminò totalmente la distanza che lo separava dal viso di Victoria ed appoggiò le labbra sulle sue.
Per la prima volta, dopo diverso tempo, giurò di sentire quelle che tutti chiamano farfalle nello stomaco e le sorrise, totalmente soddisfatto da ciò che aveva appena fatto.
 
Nel momento in cui le labbra di quei ragazzi si allontanarono le une da quelle dell’altra, Holly si maledisse di aver scelto quel pomeriggio per attraversare il parco.
Un tuffo al cuore la fece rimanere immobile per diversi secondi, chiunque l’avesse vista avrebbe potuto credere che quella ragazza fosse finta, o fatta di pietra.
Non si sentiva in grado di muovere un solo muscolo, lo sguardo totalmente fisso verso quei due ed un’espressione posta tra il deluso e lo stupito dipinta in volto.
Iniziò a sentire gli occhi pizzicare e riempirsi lentamente di lacrime, ma le trattenne. Scoppiare a piangere in quel luogo le sembrò del tutto inappropriato, così si allontanò da lì iniziando una corsa affannosa verso casa. Non poté evitare che quelle gocce salate le percorressero ripetutamente le gote, non tentò nemmeno di asciugarle, le lasciò correre libere, stringendo più forte che poté i pugni, e continuando a correre.
Entrò in casa sbattendo dietro di sé la porta d’ingresso e dirigendosi in camera, chiudendosi a chiave tra quelle quattro mura ed ignorando totalmente la voce di sua cugina Helen che la chiamava.
Si gettò sul letto ed iniziò a piangere con il volto affondato nel cuscino.
Dio, quanto sono stata stupida!” gridò a sé stessa e continuò a ripeterlo mentre di tanto in tanto alzava lo sguardo verso l’alto. Gli occhi completamente arrossati ed una strana forza che le dava ancora la possibilità di piangere ininterrottamente.
I singhiozzi non si affievolirono tanto presto, nonostante Helen continuasse a pregarla di aprire la porta, Holly rimaneva distesa su quel letto, lasciando che le coperte fossero l’unica cosa che potesse frenare quelle sue lacrime amare.




Spazio Autrice
{Leggimi u.u}

Ditemi che non avete dimenticato me e questa storia, o altrimenti piango çç LOL
Sono consapevole di impiegarci fin troppo tempo ad aggiornare, ma capitemi, questa storia va avanti da 45 capitoli ed io sono combattuta sul fatto se devo continuare ad aggiornare oppure no. 
Magari vi ha pure stufato (il che sarebbe comprensibile lol)
Anyway, immagino che nessuno si sarebbe aspettato che uno come Chaz avesse potuto essere fidanzato con una stronza come Ashley, eppure è successo e non sarà la sola cosa che succederà più avanti...
Spero che continuerete a seguirmi, anche se vedo le recensioni diminuire sempre più.


Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 46
*** Capitolo 46. ***


46.

 
 
Stavo ripensando al passato, stavo ripensando a quando lui era con me ed ecco il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata. Avevo quasi paura che mi scoppiasse nel petto, ma quello era solo l’inizio di un’altra lunga serie di singhiozzi e lacrime amare. Helen non cessava un solo istante di chiamare il mio nome, ma non volevo vedere nessuno. Quelle quattro mura iniziavano ad opprimermi, ma incontrare lo sguardo di chi mi scrutava con compassione sarebbe stato peggio e notevolmente imbarazzante.
La colpa era mia.
Lo avevo respinto sin troppe volte, come potevo pretendere che mi avrebbe aspettato? Dopo tutto sono una tra tante, di speciale ho ben poco. Sono i numerosi difetti che mi caratterizzano e lui questo lo ha sempre saputo, mi è sempre stato vicino finché non ha incontrato qualcuno migliore di me.
Più mi asciugavo le lacrime, più queste continuavano ad inumidirmi le gote, era frustrante. Mi sentivo vuota, triste e senza speranza.
 
Holly, se non apri la porta entro cinque secondi la sfondo!” gridò Helen e Holly fu costretta ad aprire. Non voleva farsi vedere in quello stato, ma non sarebbe potuta rimanere chiusa lì dentro ancora per molto, così aprì la porta, incrociando lo sguardo torvo della cugina.
Che cos’è successo?” le domandò, ma Holly non rispose, la superò, dicendole appena: “Io esco.
Il cielo iniziava ad incupirsi, il pomeriggio sarebbe giunto al termine di lì a poco, ma non le dispiaceva tutto ciò. Alzò il capo verso il cielo, soffermandosi a guardare le nuvole paffute passare sopra la sua testa.
Continuò a camminare senza avere una meta precisa, passando inconsciamente davanti alla casa di Justin, le dedicò un’occhiata veloce e riprese il suo tragitto.
Camminava a testa bassa, concentrandosi ad osservare solamente le sue scarpe che apparivano e scomparivano in alternanza.
Non prestò attenzione a ciò che c’era avanti a lei, non intravide nemmeno la figura di chi, come lei, camminava a testa bassa in quel pomeriggio cupo.
Andò a sbattere contro quella persona e, senza nemmeno alzare lo sguardo, biascicò: “sc- scusa, non ti avevo visto.
Riprese a camminare quando venne prontamente afferrata per un braccio.
Holly, che ti è successo?
La ragazza si voltò, incrociando lo sguardo preoccupato di Chaz.
Oh, ciao Chaz” disse lei in un sussurro, passandosi ancora una volta le mani sulle gote umide, ed abbozzando un lieve, forse falso, sorriso.
Hai pianto, non è vero?” le domandò e lei annuì.
Cos’è successo?
Holly, prima di rispondere, volse uno sguardo dietro di sé, aveva da poco superato la casa di Justin e non aveva intenzione di rimanere lì un secondo di più.
Lo prese per mano ed iniziò a camminare a passo svelto avanti a sé.
Lui non disse niente, la seguiva, standole dietro quasi a fatica finché, quasi mezz’ora più tardi, si fermò. Si trovavano d’innanzi ad un albero il cui tronco era cavo, per lui un luogo totalmente nuovo, per lei fin troppo intriso di ricordi.
Si sedette quasi dentro di esso e lui la imitò.
Restarono immobili ed in silenzio per interi secondi finché altre lacrime iniziarono a rigarle le gote, si maledisse mentalmente per non essere riuscita a ricacciarle indietro. Detestava farsi vedere in quello stato, soprattutto davanti a chi la conosceva ancora troppo poco.
Vuoi spiegarmi che ti è successo?” le chiese lui con tono dolce, voltandosi del tutto verso di lei.
Holly mantenne lo sguardo fisso avanti a sé, le lacrime scendevano silenziose sino ad arrivare a bagnarle il collo. Non voleva piangere di nuovo. Si morse il labbro inferiore per impedire a quei singhiozzi di farsi vivi ed iniziò lentamente a parlare.
Li ho visti. Erano insieme prima, proprio là” disse indicando un punto impreciso avanti a sé, costringendo il ragazzo a guardare.
Lui l’ha baciata.
Chaz rimase in silenzio, indeciso se stringerla a sé oppure no, ma represse quella voglia e lasciò continuare.
Sai” continuò iniziando a singhiozzare, “sembravano davvero felici insieme. Sembrava quasi che si conoscessero da sempre, che fossero perfetti per stare insieme. Quasi come se io non fossi nemmeno entrata a far parte della sua vita, come se mi avesse già dimenticato.
Le parole le morirono lentamente in gola ed affondò il volto tra le sue stesse braccia, riprendendo a piangere ininterrottamente come poco prima.
Lui non disse niente; non sapeva quali parole usare, non sapeva nemmeno se aprir bocca fosse la cosa migliore, così si limitò ad avvicinarsi di poco a lei e a stringerla forte contro il suo petto.
Io non credo che ti abbia già dimenticato” si azzardò a dire lui.
E allora perché se n’è andato da me?” mugugnò tra un singhiozzo e l’altro, ma sapeva la risposta, la conosceva fin troppo bene.
Restarono in silenzio un altro po’ finché quell’interminabile pianto non cessò e lei riprese a guardarlo dritto negli occhi.
Scusami, ti ho bagnato la maglietta” biascicò asciugandosi le lacrime e sperando che quel poco di trucco se ne fosse andato già da un pezzo.
Non ti preoccupare” la rassicurò lui accarezzandola una guancia.
Devo solo dimenticarlo” disse più a sé stessa che a lui e si alzò in piedi, seguita a ruota da Chaz.
Ci vuole tempo” disse lui sorridendo, “si sta facendo tardi, forse è meglio che andiamo.
Holly annuì e si fece avvolgere dal braccio di quel ragazzo, mentre insieme lasciarono quel parco. Camminarono lentamente, parlando di tanto in tanto e fu in quel momento che Holly riuscì a mettere da parte la figura di Justin. Trascorrere un po’ di tempo con Chaz le aveva fatto bene e gliene fu grata.
 
 
Nel frattempo qualcuno suonò il campanello a casa di Holly e Helen, di malavoglia, andò ad aprire, trovandosi davanti la figura di Justin.
Assottigliò lo sguardo a due piccole fessure e ringhiò: “che sei venuto a fare?
Il biondo indietreggiò di poco, lanciandole un’occhiata interrogativa.
Cercavo Holly” rispose atono.
Beh, si dia il caso che non c’è. È uscita” lo rimbeccò lei con fare sempre più arrogante.
In quell’istante, proprio mentre lui stava per aprir bocca, Holly e Chaz giunsero alle sue spalle e l’espressione della ragazza tornò nuovamente seria.
Ci vediamo domani” intimò a Chaz poco prima che lui se ne andasse, lanciò un’occhiata a Helen, che ritornò immediatamente dentro casa, e rimase sola con Justin.
Volevi vedermi?” gli domandò Holly, cercando di rimanere impassibile.
Lui lievemente annuì, sempre più confuso da quello strano atteggiamento.
Vorrei parlarti
Dimmi” ribatté schietta lei.
Non qui fuori, vorrei che venissi da me questa sera, ho bisogno di parlare con te senza nessun altro intorno.
Holly rimase leggermente spiazzata da quelle sue parole, ma era notevolmente curiosa di sapere cos’aveva di tanto importante da dirle.
D’accordo, ci vediamo dopo” e detto ciò rientrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle e rimanendo appoggiata per qualche secondo alla porta.
Che cosa voleva?” le domandò Helen.
Lei scosse la testa e si diresse in camera sua, volse uno sguardo all’orologio che segnava ancora le sei del pomeriggio, e si sedette sul letto. Mille e più pensieri iniziarono ad attraversarle la mente e, sebbene fosse stato impossibile, iniziò a considerare l’idea di un possibile pentimento da parte di Justin per aver baciato quella ragazza.
Scosse velocemente il capo scacciando per poco la follia che gli attanagliava la mente.
Cercò di occupare quelle poche ore studiando e, stranamente a quanto pensava, ci riuscì finché, poco più tardi, le arrivò un messaggio.
«Ti aspetto per le nove. Justin»
Saltò la cena, mangiare era l’ultimo dei suoi pensieri, e, quando finalmente l’orologio segnò l’orario desiderato, si fiondò fuori casa.
Camminò a passo veloce, un po’ per la paura che aveva di quelle strade deserte, un po’ perché la curiosità la stava divorando dentro.
Bussò un paio di volte e quasi subito lui le aprì la porta, dedicandole uno sguardo piuttosto vuoto, non un saluto e nessun altro tipo di cenno.
Entrò e lo seguì sino in camera sua e si sedettero quasi in contemporanea sul letto.
Di cosa volevi parlarmi?” domandò lei incrociando le gambe e dedicandogli uno sguardo fintamente disinteressato.
Volevo solo sapere come vanno le cose con il tuo nuovo amico
Mi hai fatto venire fin qui solamente per chiedermi questo?
Lui scosse la testa, quasi divertito.
No, certo che no, volevo solo assicurarmi che tu stessi bene davvero.
Holly lo guardò torva, iniziava a capire sempre meno.
‘Oh, sì, sto bene, non mi vedi?’ penso tra sé e sé mentre una smorfia di disgusto le si dipinse in viso.
Voglio una risposta sincera, Holly.
I-io non ti capisco, Justin, oggi non mi sembrava che…” ma si bloccò subito dopo, non aveva alcuna intenzione di rivelargli quanto aveva visto quel pomeriggio al parco.
che fossimo d’accordo.” Si corresse subito dopo, “tu hai detto che questa sottospecie di prova ci aiuterà, non è vero?
Il biondo si rabbuiò all’istante.
Il punto è che non so più se si tratta solo di una prova…
Lei rimase in silenzio, aveva quasi paura ad incrociare il suo sguardo, ma aveva bisogno di fare chiarezza nella sua mente.
Quindi ti sei innamorato di lei, è così?
Lui annuì timidamente.
Holly sentì immediatamente una stretta al centro del petto, ma volente o nolente avrebbe dovuto accettarlo.
Oh, va- va bene” disse a fatica mentre cercava di abbozzare un sorriso.
Justin la guardò con aria interrogativa. “Sei sicura di stare bene?
Certo” mentì nuovamente lei, “dopo tutto penso che capiterà la stessa cosa anche a me. Mi trovo bene con Chaz. Avevi ragione tu, non ci fa male frequentare altre persone.
‘Quanto cazzo sono bugiarda?’ si ripeté dentro di sé, ma continuò a sorridere e a dire quelle cose con una tale scioltezza che persino lei si stupì di cos’era capace di fare pur di non farlo soffrire.
Voglio che tu sappia che non ti ho fatto venire qui solo per sputarti in faccia tutto ciò. Volevo solo essere sincero con te e spero che tu con me faccia la stessa cosa se… se per caso dovesse nascere qualcosa tra te e… come hai detto che si chiama?
Chaz” rispose frettolosa lei.
Sì, lui.
Ho solo una domanda, Justin” disse a bassa voce Holly.
‘Non provi davvero più niente per me?’, ma represse all’istante la voglia di chiederglielo.
Lui incrociò immediatamente il suo sguardo e lei riprese a parlare.
State… state insieme?
Lui scosse la testa. “No, credo sia un po’ presto.
‘Oh, certo, però non è troppo presto per baciarla, vero?’
Bene” concluse lei, “se non abbiamo più altro da dirci, ti saluto.
D’accordo, ci si vede” rispose atono lui.
E dopo quella breve e strana conversazione, Holly lasciò quella casa, rimanendo ancor più confusa e scossa di prima.




Spazio Autrice
{Leggimi u.u}


Aiuto, cioè, 18 recensioni?! Assurdo, quanto potete essere meravigliose? Non me le aspettavo di certo.
Okay che la maggior parte erano minacce per come ho fatto finire il capitolo precedente, ma le apprezzo sempre  comunque :3
Bene, questo è un capitolo un po' intermedio, infatti succede ben poco, solo qualche considerazione in più da parte di Holly :3
Vi anticipo solo che nel prossimo succederà qualcosa tra i nostri quattro amici.
Il prossimo sarà un pochettino più lungo, credo.
Anyway, sono davvero taaanto felice per tutte le recensioni che mi avete lasciato, felice di vedere che non mi avete ancora abbandonato :')

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 47
*** Capitolo 47. ***


47.

 
 
I giorni che seguirono furono notevolmente anomali sia per Holly che per Justin: lei cercava in tutti i modi di evitarlo e lui di certo non si preoccupò minimamente di avvicinarsi a lei, ma nel cuore di entrambi c’era qualcosa che non andava.
Trascorse quasi una settimana e i due non si erano rivolti più la parola da quella sera. A stento i loro sguardi s’incrociavano, ma erano vuoti e non lasciavano trapelare alcuna emozione.
Holly cercava di uscire di casa il meno possibile, meno vedeva Justin meglio stava.
Forse era passato troppo poco tempo prima di iniziare ad accantonare l’idea che Justin fosse solo un lontano ricordo, ma la presenza di Chaz la stava aiutando parecchio.
 
Non sapeva esattamente cosa ci fosse tra lei e Chaz, sostanzialmente si era instaurata una buona amicizia, ma era più che sicura che ci fosse qualcosa di più profondo sotto. A confermare ogni suo dubbio fu proprio lui che, durante quegli ultimi minuti di scuola, l’aveva raggiunta davanti al suo armadietto.
Hey ciao” biascicò lui abbassando immediatamente il capo.
Ciao” rispose lei, voltandosi immediatamente verso di lui e sorridendogli.
C’è una cosa che ti vorrei chiedere.
Holly annuì facendogli segno di continuare, ma non poté fare a meno di notare l’imbarazzo che aleggiava attorno a lui.
Magari… stavo pensando che… forse
Chaz” lo richiamò lei ridacchiando, “coraggio, che cosa vuoi chiedermi?
Domani sera s- sei libera?” le domandò lui, incrociando per poco il suo sguardo.
Sì, certo” sorrise lei, “perché?
Volevo chiederti se ti andrebbe di uscire con me… sai, vorrei parlarti di una cosa, perciò… magari… potresti venire a cena con me
Se fosse stato possibile, Holly sorrise ancora di più ed accettò. “” rispose infine, “mi farebbe piacere.
Oh bene” disse lui, “facciamo per… per le…
Per le sette?” lo precedette lei e lui annuì, lasciandole un lieve bacio sulla guancia, poco prima di uscire da quell’edificio.
 
Holly lo guardò allontanarsi lungo il corridoio, totalmente immersa nei suoi pensieri, quando una voce alle sue spalle la fece lievemente sussultare.
Wow” mormorò Justin affiancandola, costringendola a voltarsi verso di lui.
O- ora ti metti ad origliare le conversazioni altrui?” gli domandò contrariata.
Non stavo origliando, non stavate parlando in un luogo appartato, ma nel bel mezzo del corridoio principale della scuola. Chiunque avrebbe potuto sentirvi” rispose lui con un sorriso beffardo.
Holly rimase in silenzio, abbassando di colpo lo sguardo.
E così avete un appuntamento...
Già” ribatté ovvia lei, annuendo e raccogliendo da terra lo zaino contenente i libri.
Aspettavo solo che tu me lo dicessi.
Holly gli lanciò un’occhiata di sufficienza, incrociando poi le braccia al petto. “Lo avrei fatto, ma non mi hai quasi dato il tempo di finire la conversazione. Quanto a te? Come procedono le cose con… Victoria?” gli chiese, storcendo il naso nel pronunciare il nome di quella ragazza.
Bene, davvero bene.
Ne sono felice” mentì lei, sorridendogli e, poco prima di abbandonare definitivamente quel corridoio, lo salutò con un cenno del capo.
Camminò a passo veloce lungo il tragitto che la separava da casa, il capo perennemente abbassato e mille e più pensieri che le affollavano la mente.
Justin camminava dietro di lei, restando a debita distanza, ma senza evitare di mantenere posato lo sguardo su di lei.
 
Il suo comportamento era strano, strano come tutto ciò che ci circondava.
Mentiva, io sapevo perfettamente che non era sincera ogni qualvolta che sorrideva, così come mentivo io.
Non avrei mai ammesso nemmeno a me stesso che, ogni volta che me la trovavo davanti, la figura di Victoria scompariva totalmente dalla mia mente. Ma non volevo che lei rappresentasse solo un pretesto per dimenticare Holly, dopotutto stavo iniziando a volerle bene davvero e non avevo alcuna intenzione di farla soffrire.
Il punto, però, era che soffrivo io. Ogni volta che i nostri sguardi s’incrociavano il mio cuore iniziava a battere all’impazzata, agivo in modo totalmente diverso a quanto in realtà avessi voluto, ma non credevo che la colpa fosse mia.
Come lei aveva avuto paura a fidarsi nuovamente di me, io temevo che ciò che provasse verso di me fosse solo passeggero e non definitivo e totalmente incondizionato come quello che avevo provato io.
Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere, sentivo il cuore spezzarsi in due: una parte palpitava per lei e l’altra, forse in modo ancora troppo debole, per Victoria.
 
Justin scosse la testa, come per cancellare quei pensieri contradditori. Non avrebbe mai immaginato che Holly potesse avere un potere così dannatamente forte su di lui, eppure lo aveva.
 
 
Il giorno seguente arrivò in un lampo, essendo sabato, Holly non aveva la preoccupazione di svegliarsi di buon’ora per recarsi a scuola, così occupò la maggior parte della mattinata dormendo ed il pomeriggio sembrò trascorrere in un lampo.
Aveva raccontato a Helen ogni cosa riguardo a Chaz, così spesero buona parte del tempo, prima dell’orario prestabilito per l’appuntamento, a provare decine e decine di vestiti.
Questo no!” sbottò Holly, lanciando sul letto un abito blu, e ne afferrò un altro.
Nemmeno questo” commentò poi, facendo volare anche quello.
Accidenti, Holly, deciditi! Non manca poi molto, sai?
Holly gettò un’occhiata all’orologio, segnava le sei e mezza ed era ancora in alto mare.
Mettiti questo e non parliamone più!” la rimbeccò Helen, sbattendole in faccia un vestito nero.
Gli dedicò una veloce occhiata e fece un cenno d’assenso poco prima di provarselo.
Le fasciava delicatamente il seno, per poi ricadere morbido sulle cosce, terminando appena prima di raggiungere il ginocchio.
Questo potrebbe andare” mormorò Holly sistemandolo un altro po’.
Fantastico” esclamò sollevata la cugina, “ora mettiti queste” aggiunse porgendole un paio di decolté “lasciati truccare, poi sarai perfetta.
Holly ubbidì, rimanendo immobile seduta sul letto, mentre Helen le ravvivava il colore sulle gote ed applicava un ombretto chiaro sulle palpebre. Infine, disegnò un leggero filo di matita attorno agli occhi e si scostò, lasciandole la possibilità di andare.
Sei perfetta, vai!” la spinse Helen.
Hey, aspetta. E i capelli?” sbottò Holly afferrando qualche ciocca con entrambe le mani e portandosela davanti agli occhi.
L’altra sbuffò sonoramente e poi disse: “Sai, vero, che in molti pagherebbero per avere dei capelli come i tuoi? Dio, guardali: dei boccoli così perfetti non mi verrebbero nemmeno se passassi una giornata intera dal parrucchiere.
D’accordo, mi hai convinta” e, detto ciò, si fiondò fuori dalla villetta, intravedendo già in lontananza la figura di Chaz.
Sei… sei davvero bellissima, Holly” le disse lui, balbettando, non appena le fu davanti.
Holly arrossì visibilmente, sussurrando un appena percettibile ‘grazie’.
A-andiamo?” domandò Chaz e lei annuì.
Le tese la mano che lei, esitando, afferrò. Ebbe un lieve sussulto quando le loro dita s’intrecciarono e rimase in silenzio mentre gli camminava accanto.
Ora era lei a sentirsi lievemente imbarazzata, così credeva Chaz, ma quel suo silenzio, in realtà, era dovuto ad un pensiero fisso che le aleggiava nella mente.
 
Camminarono per poco e, sebbene Holly non avesse idea di dove la stesse portando, non si azzardò a chiedere nulla. Nel giro di pochi minuti si ritrovarono davanti ad un piccolo ristorante, lo conosceva bene, ma non vi aveva mai messo piede.
Era carino e sembrava piuttosto tranquillo, l’arredamento era semplice e fortunatamente era ancora privo di gente.
Forse è un po’ presto” commentò lui poco prima di entrare.
Non importa, vorrà dire che avremo più tempo per parlare. Su, dai, entra” ribatté lei quasi spingendolo dentro il locale, poco prima di lasciarsi andare in una lieve risata.
Sei strana, sai?
Credo di saperlo bene ormai” ribatté lei continuando a ridere, finché entrambi non si sedettero ad un tavolo e scelsero cosa ordinare al cameriere.
Forse sono un po’ precipitosa, ma sono abbastanza curiosa di sapere di cosa volevi parlarmi” disse lei sistemandosi sulle gambe il tovagliolo di stoffa.
In realtà” rispose lui, bevendo un piccolo sorso d’acqua, “vorrei parlarti di un paio di cose. Una di queste sarà sicuramente evidente, ma prima c’è un’altra cosa che vorrei sapere.
Lei annuì, aspettando pazientemente che continuasse, mentre, nel frattempo, un cameriere poggiò sul tavolo le loro ordinazioni.
So che ne hai passate tante con Justin, ma mi premeva davvero sapere se... se stai bene adesso. Ti vedo strana certe volte.
Sto bene, davvero” disse lei, quasi sussurrando, “è solo che mi sta risultando parecchio difficile accantonare tutto quello che c’è stato tra di noi. Non saprei nemmeno definire che cos’è lui per me. Sono passata dall’essere la sua migliore amica, alla sua ragazza... e ora, sinceramente, non so che cosa ci lega. È una situazione piuttosto strana. Lui è strano, soprattutto quelle poche volte che parliamo. Non so se finge o se è sincero. Sembra quasi che gli dia fastidio quando gli parlo di te e...
Aspetta” la interruppe lui, “gli hai parlato di me?
Beh, sì, insomma, lui mi parla spesso della sua nuova amica, se posso chiamarla così. Come ti ho già detto, fatico ancora a capire cosa ci lega, ma per me resterà comunque un amico, l’unico che ho a dir la verità, ed è per questo che gli ho parlato di te.
Lui annuì, forse avendo già perso il filo di quel discorso.
N- non voglio che tu mi fraintenda, ma credo di essere riuscita a mettere da parte quello che provavo per lui, non voglio dire che ho dimenticato tutto, ma che quando sono con te sto bene. Lui non è presente quando sono con te, perciò non credo che la mia felicità sia condizionata da lui, lo capisci questo?
Chaz annuì ancora e posò la sua mano sopra quella di Holly, ed ecco che un leggero brivido le percorse la schiena.
D’accordo proverò a crederti” sorrise lui, “e comunque non hai ancora mangiato niente.
Scusa, non ho molta fame, ma proverò a fare uno sforzo.
Holly iniziò lentamente a mangiare, mandando giù a fatica ogni boccone, mentre lui continuò a parlare.
Comunque, se posso dire la mia, io non credo che tu possa riuscire a dimenticarlo del tutto.
Lei si bloccò, rimanendo per qualche secondo a fissare il vuoto avanti a sé.
Da quello che mi hai raccontato, si capisce che ciò che vi legava era forte.
I- io sono sicura che prima o poi passerà” ribatté lei abbozzando un sorriso, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime. Cercò di ricacciarle indietro, non le sembrava il momento più adatto per piangere.
Forse è meglio se ti riaccompagno a casa” si azzardò a dirle.
Holly scosse ripetutamente la testa. “No” rispose, “non voglio andare a casa, o, almeno, non voglio starci da sola. Perché non entri questa volta?
Oh” si stupì lui, “d’accordo.
 
 
Dai vieni” lo invitò lei, spalancando la porta d’ingresso e precedendolo. Contrariamente a quanto pensava, né sua madre, né Helen furono in casa, ma poco le importava.
Si diressero in camera sua e, dopo essersi liberata i piedi da quelle scarpe opprimenti, si voltò verso di lui, dicendo: “comunque grazie”.
Lui le sorrise e l’abbracciò, stringendola a sé più forte che poté.
Sbaglio o c’era un’altra cosa che volevi dirmi?” disse lei incrociando il suo sguardo.
S- sì, solo che non so da che parte iniziare” rispose mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
Prima che tu me lo dica, c’è una cosa che vorrei dirti io. Sappi che sono davvero felice di averti incontrato quella mattina ed è soprattutto grazie a te che sto superando la rottura con Justin. Sei davvero dolce, Chaz.
Anche tu lo sei, Holly” sussurrò, avvicinandosi lentamente al volto di lei, “e sei anche bellissima.
Holly sorrise e non esitò un solo secondo di più prima di annullare del tutto la distanza che li separava, fece combaciare le loro labbra ed intrecciò le braccia dietro al suo collo, dimenticandosi per un momento tutto ciò che la circondava.




Spazio Autrice
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Sono in ritardo, lo so perfettamente, avrei dovuto aggiornare giovedì. Perdonatemi.
Si sono baciati yeeee *cori da stadio che nessuno noterà* lol

Aiuto, io vi amo, 23 recensioni! Cioè, è il massimo che io abbia mai ricevuto ad un capitolo, capitemi se sono super euforica. 
Siete meravigliose, grazie davvero ♥
Cercherò di aggiornare entro pochi giorni, promesso :3

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 48
*** Capitolo 48. ***


48.

 

Holly, tu mi piaci davvero” le sussurrò Chaz circondandole la vita con le braccia.
A- anche tu mi piaci” balbettò lei, abbassando subito dopo lo sguardo. Appoggiò il capo al suo petto e si fece stringere da quel ragazzo. Sentiva il cuore di lui battere all’impazzata, ma si domandava come mai il suo non stesse facendo lo stesso.
Poco dopo si sedettero entrambi sul letto di lei, sdraiandosi poi l’uno accanto all’altra ed iniziarono a parlare.
Chaz si stava lentamente sciogliendo, non appariva più così timido come poco prima. Le sorrideva in continuazione e le parlava come se si conoscessero da tempo, fantasticando su cosa mai avrebbero potuto fare insieme.
Holly lo ascoltava, ricambiava quei sorrisi, ma si sentiva strana.
Aveva la mente totalmente assorta nei suoi pensieri, sentiva la voce di lui in maniera ovattata e non riusciva a percepire la maggior parte delle parole.
Holly?” la chiamò lui, “mi stai ascoltando?
Lei si rabbuiò di colpo, dedicandogli un’occhiata colma di rammarico.
Scusa, ho perso il filo del discorso, dicevi?
Non importa” rispose Chaz abbozzando un sorriso. “Sei sicura che vada tutto bene?
Certo” gli sorrise lei e, accoccolandosi al suo petto, venne stretta tra le braccia di lui.
Chaz rimase leggermente perplesso, non le credeva.
Stavi pensando a Justin, non è così?
N- no, c- certo che no.
Holly lo guardò negli occhi e gli sorrise, ancora, per poi stampargli un altro bacio sulle labbra.
Quel bacio non fu l’unico, le loro labbra continuarono a sfiorarsi così come stavano per fare le loro lingue.
Lei avvolse le braccia attorno al collo di lui e si lasciò abbracciare a sua volta, stretta al suo petto, sperando di liberare del tutto la mente.
 
Nessuno dei due sapeva esattamente quanto tempo fosse passato, non si udiva nemmeno più un rumore al di fuori di quella stanza e c’era qualcosa che ancora la turbava.
Alcuni dei suoi ricordi più felici, ma che in quel momento risultavano essere estremamente dolorosi, le si ripresentarono nella mente.
Senza che ne se ne accorgesse, i suoi occhi si riempirono di lacrime e Chaz, che ancora la stringeva forte a sé mentre le lasciava alcuni baci, non tardò a notarlo.
Holly gli voltò le spalle, alzandosi immediatamente da quel letto e dirigendosi verso la finestra che dava sul balcone.
Quelle lacrime non tardarono a compiere il suo corso ed a rigarle le guance.
Che succede?” le domandò lui in un sussurro.
Lei prese un respiro profondo e, tentando a fatica di reprimere i singhiozzi, rispose: “C’è… c’è che mi manca. Scusami Chaz, ma non riesco a togliermelo dalla testa.
Fece per rientrare, evitando così ancora una volta il suo sguardo, quando lui la trattenne per un braccio.
Ti... ti posso accompagnare da lui se vuoi.
Holly incrociò il suo sguardo e disse: “Lo faresti davvero?
Chaz annuì e nel giro di pochi minuti si ritrovarono a ripercorrere quella via deserta.
Grazie davvero” mormorò lei, abbracciandolo, per poi salutarlo e fare il giro di quella villa.
Si sarebbe arrampicata sul balcone e sarebbe entrata dalla finestra, proprio come aveva sempre fatto.
Non esitò nemmeno per un istante, raccolse tutte le sue forze e si arrampicò, notando che la finestra era ancora socchiusa.
Scivolò lentamente all’interno della stanza, restando carponi e chiamando l’amico a bassa voce.
Justin? Justin, ci sei?” continuò, addentrandosi sempre più.
J- Justin?” ripeté, dopodiché si bloccò, scioccata da ciò che le si presentò davanti.
Il biondo non era solo in quella stanza, come non era solo su quel letto.
Oh mio Dio” sbottò Holly, “i-io non sapevo che lei fosse qui. Sc- scusatemi” continuò uscendo frettolosamente dalla stanza.
Justin la guardò con gli occhi spalancati e Victoria, che fino a poco prima era avvinghiata al corpo di lui, diventò immediatamente rossa in viso.
Holly aspetta!” sbottò lui.
Forse è meglio che io vada” disse Victoria alzandosi da quel letto e ricomponendosi alla bene e meglio.
Sì, credo sia meglio.
E detto ciò, la ragazza lasciò la stanza mentre lui, con solo i pantaloni indosso, si fiondò  sul balcone.
Holly era accovacciata su sé stessa e le lacrime avevano ripreso a scendere.
Justin, scusami io non sapevo che lei fosse qui, non sarei venuta se…
Lascia stare” la interruppe, “che cos’è successo?” le domandò, facendola rialzare e trascinandola all’interno di quella stanza.
Si sedettero entrambi sul letto, lui cercava di incrociare il suo sguardo, ma lei puntualmente lo teneva abbassato mentre cercava di asciugarsi le lacrime.
Ero con Chaz poco fa…” iniziò a parlare Holly e, ancora una volta, la interruppe.
Chaz? Ti ha fatto qualcosa di male? Che cosa ti ha fatto?” chiese tutto d’un fiato, agitandosi sempre più.
Lei scosse la testa. “Non mi ha fatto niente, non è lui il problema.
 
“Il problema sei tu!
Tu e quel maledetto giorno che hai smesso di essermi amico per confessarmi ciò che provavi per me.
Il problema sei tu e sono io. Il problema siamo noi. Noi che insieme siamo un disastro, ma che separati non sappiamo vivere. “
 
E allora qual è il problema?
Tu” rispose semplicemente lei.
Cosa?” sbottò lui, “che altro avrei fatto?
Il mio problema sei tu. Il pensiero di te che non riesce ad uscirmi dalla mente, tu che non riesci ad essere dimenticato, perché ogni volta sono consapevole che il tuo nome è inciso sulla mia pelle, tu che non vuoi uscirmi dal cuore perché non so che cazzo mi hai fatto. Il problema sei tu e sono io. Il problema siamo noi, Justin.
Lui rimase stupito da quelle parole, ma si aspettava, o forse sperava, che lei non lo avesse del tutto dimenticato.
Oh, quindi, tu ora speri che venendo qui davanti a me, con le lacrime agli occhi per di più, le cose possano tornare come prima? Quante volte ho provato io a cercare di aggiustare la nostra storia?
Se fosse stato possibile, gli occhi di lei si riempirono ancora di più di lacrime.
Rispondimi, Holly, quante? E tu? Tu cos’hai fatto per venirmi in contro?
Niente” rispose lei con un filo di voce.
Esatto. Io non voglio ritornare a stare male per te ancora. Non so come vanno le cose tra te e Chaz, ma io con Victoria sto bene. Spero davvero che tu mi possa capire, perché io ho sempre capito quel che pensavi tu.
La vuoi sapere una cosa, Justin?” disse lei, abbozzando un enigmatico sorriso e lui annuì.
Non mi arrenderò, continuerò a  provarci anche se, puntualmente, mi rifiuterai. Ci proverò perché m’importa davvero e so che per te è lo stesso. Prima o poi so che riaffiorerà anche nella tua mente il ricordo di noi e, quando accadrà, voglio che tu me lo dica, proprio come ho fatto io questa sera.
Come volevasi dimostrare, ho fallito la prova, ho perso. Non basta un altro ragazzo per dimenticarti, per scordare il mio primo vero amore. Anche se tu non vorrai tornare da me, sono sicura che il tuo ricordo resterà vivo nella mia memoria, proprio com’è inciso nel mio cuore. E tutto questo perché tu sei stato il primo e, che tu lo voglia o no, lo sarai sempre.
Pronunciò quelle parole tutte d’un fiato e, senza nemmeno aspettare una risposta, uscì da quella stanza così com’era entrata, lasciando Justin più perplesso di prima.
Il cuore di entrambi non aveva ancora cessato quella corsa fin troppo accelerata, lei era a conoscenza del motivo e lui, semplicemente, lo ignorava.




Spazio Autrice
{Leggimi u.u}
Temevo di non riuscire a postare nemmeno stasera, ma mi sono armata di taaanta buona volontà ed eccomi qua.
Bene, so che vi aspettavate un ritorno di fiamma da parte di Holly e Justin, ma, ahimé, non è andata esattamente così ewe
In compenso, c'è rimasto male pure Chaz D:
Siete sempre più meravigliose e risponderò al più presto alle vostre meravigliose recensioni *w*

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 49
*** Capitolo 49. ***


vi consiglio di leggere mentre ascoltate questa canzone.

49.

 


Justin non sapeva con esattezza quanto tempo fosse passato da quando Holly aveva scavalcato quel balcone, ma non molto, di questo ne era sicuro. S’infilo velocemente la maglietta e si fiondò fuori dalla villa, correndo a perdifiato per quel vialetto a malapena illuminato e non aveva nemmeno idea su quale direzione prendere. Si voltò prima a destra, poi a sinistra e vide la figura di Holly che a passo lento si allontanava da casa sua, senza pensarci due volte, la raggiunse con una breve corsa in pochi secondi.
Nell’udire quei passi frettolosi, la ragazza si voltò leggermente spaventata, dedicandogli uno sguardo torvo.
Fece per aprire bocca quando lui pose una mano davanti al suo viso e le intimò di tacere.
Non dire niente, so quello che pensi, ma la verità è che tu non sai ciò che penso io” le disse lui e Holly restava sempre più perplessa.
Non ti seguo” mormorò lei, “so come stanno le cose, cos’altro c’è da dire?
Justin non rispose subito, abbassò lo sguardo ed abbozzò un sorriso mentre scuoteva ripetutamente il capo.
Lei lo guardò sempre più perplessa, rabbrividendo leggermente per l’aria fresca che colpiva entrambi.
Ora lascia che dica io una cosa a te” iniziò il biondo, “ho sempre avuto un debole per te, ho sempre pensato che fossi la ragazza più bella del mondo, sono sempre stato convinto che fossi la migliore amica che potessi avere… e- e la vuoi sapere un’altra cosa? Io queste cose le penso ancora, tranne il fatto che tu per me possa essere solo un’amica. Ecco perché andavo a fuoco quando ti vedevo con quel Chaz, ecco perché ho fatto in modo che Victoria entrasse nella mia vita: per provare a dimenticarti. Non ci sono riuscito, evidentemente, e non credo ci riuscirò mai se tu verrai da me, per di più in lacrime, dicendo che non ti arrenderai mai. Come faccio a farti uscire dal cuore se il mio cuore sei sempre stata tu? Come faccio a dirti che quella prova io l’ho persa prima di te?
Holly lo guardava con gli occhi spalancati, ancor più confusa di prima e non del tutto consapevole di aver udito per davvero quelle parole.
Avrebbe voluto ribattere, dire qualsiasi cosa, darsi un leggero pizzicotto sul braccio giusto per rendersi conto di non essere entrata nel mondo dei sogni prima di essersi realmente addormentata, ma, a riportarla con i piedi per terra,il gesto fu un altro.
Justin si era avvicinato notevolmente a lei, aveva annullato la distanza che li separava nel giro di pochissimi secondi, tanto che Holly si ritrovò il viso di lui, o due centimetri dal suo.
il biondo l’attirò ancora di più a sé, avvolgendo entrambe le braccia attorno alla sua vita e decidendosi, una volta per tutte, a far combaciare le loro labbra.
Holly avrebbe giurato di non sentire più così tanto freddo ora, i brividi non erano più causati dall’aria che le schiaffeggiava le braccia scoperte.
Chiuse anch’essa gli occhi, lasciando il mondo intero esterno a quel momento ed avvolse a sua volta le braccia attorno al collo di lui.
Lei dischiuse leggermente le labbra, permettendo così che quel bacio s’intensificasse ulteriormente e si lasciò stringere ancora più forte dalle sue braccia.
 
Quanto tempo era passato? Quand’è stata l’ultima volta che ti ho avuto tutto per me? Non me lo ricordo nemmeno più, sinceramente, non ricordo più niente.
Sento i brividi percorrermi la schiena, sento quella strana sensazione nello stomaco, mi sento così strana, eppure mi sento felice.
So per certo che né io né te stiamo facendo la cosa giusta, ma cosa importa? Chi sono gli altri?
Chi è Victoria e chi è Chaz?
Ha importanza?
Ci stiamo comportando allo stesso modo, io sto, in un certo senso tradendo lui, e tu stai tradendo lei. Stiamo sbagliando e lo stiamo facendo insieme. Io sono qui per te, lo sai?
 
Quel bacio terminò dopo molti, forse troppi, istanti e Holly e Justin si persero l’uno negli occhi dell’altra, senza dire una sola parola.
L’unico suono che ruppe il silenzio che li avvolgeva, fu il rombo di un tuono spezzato nel bel mezzo del cielo, seguito da una miriade di gocce d’acqua che di lì a poco s’intensificarono, bagnandoli completamente.
Ci mancava solo la pioggia” ridacchiò lei, poco prima di lasciarsi stringere da lui.
A me piace la pioggia” ribatté lui, “è più romantico, non credi?
Sarà sicuramente molto romantico quando domattina ci sveglieremo con la febbre” continuò a ridere lei, poi di colpo tornò seria.
Come… come farai con Victoria?
Oh, sinceramente non lo so” rispose atono lui, “troverò il modo di dirle la verità.
Capirà?
Sa quello che c’è stato tra me e te, che voglia o meno lo deve capire. Invece tu? Come farai con Chaz?
Holly sembrò pensarci su e poi disse: “la stessa cosa che farai tu, capirà, credo.
 
Dopo tutto, quella prova l’abbiamo persa entrambi, che senso avrebbe continuare a fingere? Non riesco ad accantonare tutto quello che provavo per te, mentirei a me stesso se ti lasciassi andare.
Mi dispiace per Victoria, non voglio farla soffrire, ma tu sei più importante. Io senza te non sono felice, senza di te io… io non sarei io. Non siamo attori, questo non è un film in cui la storia d’amore termina nel momento in cui appaiono i titoli di coda, questi siamo io e te e questa è la nostra storia. Non deve finire se io e te non lo vogliamo. L’amore non si comanda, arriva quando meno te lo aspetti e per me sei arrivata tu.
Dura da troppo tempo,è troppo forte, nessuno può spezzarlo, nemmeno le bugie che ci siamo detti io e te. Sono qui per te,nonostante tutto, ricordi?
 
C’è una cosa che vorrei dirti, Holly” disse lui a bassa voce e lei lo incitò con lo sguardo a continuare.
Ti amo.
Lo so” ribatté lei e Justin la guardò stupito.
Lo so perché ti amo anche io e so anche che non amerai nessun’altra tanto quanto ami me, per cui mi fido. Mi fido delle tue parole e mi fido di te.




Spazio Autrice
{Leggimi u.u}
Ebbene, sono riuscita ad aggiornare e vi chiedo scusa per il ritardo e per il capitolo notevolmente corto.
Questo è una sottospecie di capitolo di transizione, infatti è più corto ed è dedicato solo e soltanto a quel momento tanto magico (?)
Non ve lo aspettavate, vero? Bene, mi fa piacere 8D
Ora mi dileguo, sono in ritardo per andare dalla mia migliore amica che oggi compie gli anni e quindi, diciamo, che dedico il capitolo a lei (:
Grazie mille per tutte le recensioni, a brevissimo risponderò a tutte ^^

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
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Capitolo 50
*** Capitolo 50. ***


50.

 
Credo... credo si sia fatto tardi” mormorò Holly a malincuore, allontanandosi lievemente dal biondo, incrociando così quei suoi occhi color miele.
Ti riaccompagno a casa” rispose lui prendendola per mano ed iniziando a correre sotto la pioggia sempre più incessante. Si fermarono poco dopo quando raggiunsero il piccolo portico della villetta di Holly.
Domattina proverò a parlare con Victoria e le spiegherò tutto” le disse lui, poggiando entrambe le mani sui suoi fianchi e attirandola a sé.
Lei annuì lievemente, dicendo: “io farò la stessa cosa con Chaz”. Avvolse poi le braccia attorno al suo collo e gli stampò un bacio a fior di labbra, un bacio che lui non tardò ad intensificare.
Si salutarono poco dopo e Holly entrò in casa con un enorme sorriso stampato sul volto e lo sguardo completamente assente; si soffermò qualche istante con la schiena poggiata alla porta d’ingresso e Helen la raggiunse nel giro di pochi secondi, guardandola con aria stranita.
Com’è andata?” le domandò incrociando le braccia al petto ed aspettando pazientemente di venire considerata.
Nel complesso bene” rispose semplicemente Holly, senza mai far scomparire quel sorriso dal volto e dirigendosi nella sua stanza.
Nel complesso?” la istigò l’altra seguendola, “cos’è successo?
La ragazza si sedette sul letto, calciando via dai piedi le scarpe e facendo segno a Helen di raggiungerla, incrociò le gambe ed iniziò a raccontarle quanto era successo durante quella strana serata.
Quindi avresti lasciato Chaz a bocca asciutta, giusto?” la interruppe Helen.
Sì e direi che non è stato il solo a non ottenere ciò che voleva, mi dispiace davvero tanto per lui, mi sento in colpa, ma lui lo sa. Sa perfettamente cosa provo per Justin, sa quanto conta per me, non avrei potuto continuare a fingere che fosse tutto finito. Justin dovrà spiegare la stessa cosa a Victoria, non so nemmeno se questa sarà la volta buona che, sia io che lui, accantoneremo il passato. Non ho idea di come andranno le cose, so solo che mi era mancato così tanto e averlo mio, anche solo per quei pochi minuti, è stato come possedere il mondo. Non voglio sprecare questa possibilità, ho già fatto abbastanza errori in così poco tempo.
Helen era rimasta ad ascoltarla senza proferire una sola parola, tutto ciò la mandava in confusione e temeva che, prima o poi, le cose sarebbe peggiorate, ma avrebbe forse potuto impedirlo? Conoscendo Holly, no di certo.
D’accordo, allora buona fortuna per quando ne parlerai a Chaz” la istigò lei.
Perché devi rendere tutto così tragico, capirà
L’importante è che tu ne sia convinta” e, con quelle ultime parole, la conversazione terminò.
 
Il giorno seguente, quando ormai il sole era alto nel cielo, Holly si svegliò, saltando giù dal letto ed iniziando a correre ripetutamente dal bagno alla camera, cercando di occupare il minor tempo possibile per vestirti. Non ebbe nemmeno il tempo di consumare la sua colazione e si maledisse per non essersi svegliata prima.
Qualche minuto prima aveva inviato un messaggio a Chaz, quasi pregandolo di uscire e di raggiungerla allo Starbuck’s più vicino, lui acconsentì e nel giro di una mezzora si fece trovare al luogo prestabilito.
Un ‘ciao’ a malapena biascicato, fu tutto ciò che Holly riuscì a dire non appena fu davanti a Chaz, a stento riusciva ad incrociare il suo sguardo e, man mano che ripensava a quanto avrebbe dovuto dirgli, si faceva largo un’enorme paura dentro di lei.
Restarono fuori da quel locale per interi minuti, lui la guardava sperando dicesse qualcosa e lei, invece, manteneva lo sguardo abbassato.
Entriamo?” disse ad un certo punto lei e Chaz annuì, seguendola a ruota dentro il locale.
Presero posto ad un tavolo abbastanza nascosto, fecero le loro ordinazioni e, senza aspettare un istante di più, Holly iniziò a parlare.
Ricordi quando ieri sera ti ho parlato di Justin?
Lui annuì, quasi impercettibilmente, biascicando a fatica un ‘’.
Non so da dove cominciare, ma quello che sento per lui è ancora troppo forte. Ieri sera abbiamo parlato, e non solo, so che ciò che pensa di me, è lo stesso che io penso di lui. Non voglio prenderti in giro, non voglio illuderti per poi deluderti. Scusami se… se ti ho fatto pensare il contrario, non ti ho mentito, il problema è che non l’ho mai dimenticato.
Chaz stette in silenzio, annuendo di tanto in tanto e ripensando a quanto avrebbe potuto dire, ma, in realtà, sapeva che non avrebbe trovato le parole.
Si limitò a sorseggiare la sua cioccolata calda e Holly lo guardava, quasi a volerlo incitare a dire qualcosa, qualunque cosa.
Non… non hai nulla da dire?” insistette lei, avvolgendo con entrambe le mani il suo bicchiere ed aspettando che si raffreddasse un altro po’.
In realtà non c’è molto altro di cui parlare, se a te sta bene così, è giusto che tu vada da lui. Ti ringrazio per avermelo fatto sapere, ma, proprio come hai detto tu, non è facile dimenticare qualcuno. Non credo che la cosa finirà qui” e detto ciò si alzò, lasciando Holly senza parole e totalmente stupita.
Lo guardò uscire da quel locale, senza nemmeno trovare la forza di fermarlo o di richiamare la sua attenzione, era totalmente bloccata.
Senza perdere altro tempo, estrasse dalla tasca il suo cellulare ed iniziò a digitare alcune lettere.
Gliene ho parlato,ma non l’ha presa molto bene.’
Inviò quel messaggio a Justin e, mentre aspettava una risposta, finì di bere la sua cioccolata calda.
Non mi sei d’aiuto se mi dici così, io sto andando da lei adesso: augurami buona fortuna!’
Sebbene quella situazione non fosse una delle migliori, Holly sorrise e si sentiva notevolmente più felice.
Sapeva di aver deluso Chaz e la cosa le dispiaceva, ma aver riacquistato piena fiducia nei confronti di Justin valeva molto più di ogni altra cosa.
Prima o poi lui avrebbe capito e le cose si sarebbero sistemate. Forse.
 
Nel frattempo Justin si stava dirigendo verso casa di Victoria, senza avere la più pallida idea di quello che avrebbe potuto dirle.
Gli dispiaceva infinitamente di dover troncare ciò che era da poco nato tra loro, ma Holly era più importante, così pensava lui.
Una volta raggiunta l’abitazione di quella ragazza, dovette aspettare diversi minuti prima di poterla vedere, poi, finalmente, la vide.
Ciao Justin” disse lei atona, sforzandosi comunque di abbozzare un sorriso.
Victoria era brava a non darlo a vedere, ma la comparsa di Holly in quella camera, la sera prima, l’aveva notevolmente infastidita e gli risultava ancora difficile ingoiare quel groppo.
Ciao” ricambiò lui mantenendo lo sguardo perennemente abbassato.
Come… come mai mi hai chiesto di uscire con così tanta insistenza? È successo forse qualcosa?” gli domandò lei, posizionandosi davanti a lui a braccia conserte, e Justin annuì.
Dovrei parlarti, ma non so da quale parte iniziare, è successo tutto così in fretta e…
Aspetta” lo interruppe lei, “c’entra qualcosa Holly ed il fatto che ieri sera ci abbia visto... sul letto di camera tua?
Sì… e no” rispose lui alzando il capo ed incrociando così gli occhi di lei, lei che lo guardava torva, senza aver ancora afferrato il punto.
Credo che dovremo finirla qui, Victoria.
Victoria spalancò gli occhi, restando notevolmente incredula e sperando con tutta sé stessa di averle solo immaginate quelle parole.
Perché?” sbottò lei.
Perché la ragazza che amo non sei tu” rispose semplicemente lui, “non voglio che tu ci rimanga male, ma non posso stare con te se provo ancora qualcosa di grande per Holly.
Victoria rimase in silenzio per qualche secondo, distogliendo lo sguardo dagli occhi di Justin ed immergendolo nel vuoto avanti a sé.
Va… va bene, dopo tutto immaginavo che non potesse sparire così dalla tua vita.
Mi dispiace” biascicò lui.
Non fa niente” lo rassicurò lei, abbozzando un sorriso, “è stato meglio così.
Detto ciò, Victoria rientrò in casa, senza aggiungere altro e lasciando Justin leggermente deluso dalla sua reazione.
È andata, anche se non come speravo.
Inviò il messaggio recante quelle poche parole a Holly e nel giro di pochi secondi ricevette una risposta.
L’ha presa male? Comunque ti aspetto da me.’
Justin non se lo fece ripetere due volte e si fiondò così a casa di Holly.
Una volta entrato, venne fulminato dallo sguardo di Helen, che ancora non era riuscita ad accettare la
 notizia di un loro probabile ritorno insieme.
Credo che tua cugina mi odi” disse Justin non appena fu in camera di Holly.
No, non credo ce l’abbia con te.
Se lo dici tu… Allora, come l’ha presa Chaz? Tanto male?
Holly scosse le spalle e disse: “ha solo detto che non finirà qui, ma non so esattamente cosa intendesse.
Nemmeno Justin ne era a conoscenza, ma forse qualcosa lo sospettava.




Spazio Autrice
{Leggimi u.u}
Ridendo e scherzando (?) siamo arrivati al cinquantesimo capitolo e alla vigilia di Natale.
Sia Victoria che Chaz l'hanno presa un po' male, comprensibile no?
Vedrete presto che cosa succederà :)
Per ora mi dileguo e vi auguro un buonissimo Natale, ringraziandovi sempre tanto per le recensioni, siete dolcissime, giuro.
Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 51
*** Capitolo 51. ***


51.

 
Holly e Justin non restarono insieme per molto quel pomeriggio, non appena la ragazza varcò la soglia di quella stanza, il biondo si concesse interi minuti, forse ore, a pensare e ripensare cosa mai sarebbe successo una volta ritornati a scuola, quando avrebbero dovuto attraversare i corridoi sotto agli occhi di Chaz e a quando, prima o poi, avrebbe rivisto Victoria.
Justin non conosceva quel ragazzo, di lui sapeva meno di niente e ciò non spiegava come potesse renderlo tanto nervoso, cos’avrebbe potuto fare? Mettersi in mezzo tra di loro? E, se l’avesse fatto, come avrebbe agito?
 
Il giorno seguente Holly si svegliò di buon’ora senza faticare troppo rispetto alle altre mattine, si vestì velocemente e, con largo anticipo, si soffermò nel giardino della sua villetta ad aspettare Justin.
Non appena il biondo le si presentò davanti, le cinse la vita con entrambe le braccia e le lasciò un bacio a fior di labbra. Holly sorrise e si sentiva felice, sicura di sé e sicura di quel che stava nascendo nuovamente tra lei e Justin. Si sentiva come se niente e nessuno avrebbe più potuto dividerli.
Mentre camminava affianco al biondo, stringeva forte la sua mano e, senza che lui lo notasse, sbirciava furtivamente i suoi lineamenti e quell’espressione serena che gli riempiva il volto.
Holly avrebbe desiderato che quel tragitto non terminasse mai, ma il vociare dei ragazzi, che svogliatamente attendevano il suono della campanella, le fece intendere che la sua richiesta non era stata accolta.
Si diressero all’interno dell’edificio, intenti a raggiungere i loro armadietti quando un piccolo manifesto colorato di un giallo sbiadito fece arrestare di colpo Justin.
Che cos’è?” domandò Holly fissando con aria curiosa il suo ragazzo.
Pare che sabato prossimo ci sarà il ballo di primavera” rispose semplicemente lui, intento a leggere le poche righe di quel foglio.
Un altro ballo?!” commentò quasi disgustata lei, ricordando quanto  successo nell’ultimo ballo scolastico alla quale aveva partecipato.
Potremmo farci un salto, che dici?
Vuoi davvero andarci, Justin?
Lui annuì convinto e disse: “Non sarà un ballo in maschera, o almeno qui non c’è scritto niente di tutto ciò.
Non lo so… Probabilmente ci sarà anche Chaz e…” protestò lei, Justin la interruppe immediatamente.
E con questo? Non avrai mica paura di lui, vero?
Holly non rispose, abbassò il capo e scosse le spalle.
Justin sospirò sonoramente e si posizionò di fronte a lei, poggiando entrambe le mani sulle sue spalle.
Holly, ascoltami, è assurdo che tu abbia paura di lui. Che cosa vuoi che faccia? Che si metta in mezzo e che tenti di dividerci?
Pronunciò quelle parole con una tale sicurezza da mascherare totalmente ciò che realmente sentiva.
Holly scosse il capo ed abbozzò un sorriso, non aveva alcuna intenzione di rovinare quel momento, non ora.
Ripresero ad attraversare il corridoio, mano nella mano, quando qualcosa, o meglio qualcuno, catturò l’attenzione della ragazza.
Ciao Holly” disse Chaz con nonchalance, posizionandosi davanti a lei e ricevendo così un’occhiata fulminea da Justin.
C- ciao Chaz” rispose lei balbettando ed ingoiando rumorosamente quel poco di saliva che aveva in bocca.
Justin” disse poi rivolto al biondo che si limitò ad un piccolo cenno del capo.
Holly, posso parlarti?
Holly s’irrigidì all’istante ed in seguito annuì, lanciando poi una fugace occhiata al biondo.
Indietreggiò di poco, seguita da Chaz, ed arrestò i suoi passi solo quando la sua schiena si scontrò con il dorso di quella lunga fila di armadietti che costeggiava il muro del corridoio.
Che… che cosa volevi dirmi?” domandò, sempre più insicura.
Non mi piace questa situazione, Holly” rispose semplicemente lui e lei non ribatté, si limitò a guardarlo con aria stupita.
Sono a conoscenza di tutto quello che è successo tra te e Justin, sei stata tu a raccontarmelo, e la cosa che non riesco a capire è come tu possa tornare da lui così, come se niente fosse…
Chaz, sai benissimo cosa provo per Justin. Mi dispiace per quello che c’è stato tra me e te, ma…
Ti dispiace?” sbottò lui, alzando notevolmente il tono di voce, così da attirare su di sé lo sguardo del biondo che era rimasto qualche metro lontano da loro.
Come sarebbe a dire che ti dispiace? I- io credevo che fossi felice… Insomma, mi hai baciato!
Non mi riferisco a questo” lo contestò lei, “mi dispiace per come siano andate le cose, quando ero con te, quella sera, ero davvero convinta che le cose con Justin non sarebbero più tornate come prima. Come potevo sapere che lui provasse ancora qualcosa per me? C’era quella ragazza, mi aveva detto così tante cose che non potevo credere che prima o poi sarebbe tornato da me. C’è… c’è una cosa che non ti ho detto, Chaz.
Ovvero?
Holly prese un respiro profondo e, affondando completamente lo sguardo nel suo, disse: “dentro di me mi ero fatta una promessa: avrei fatto di tutto pur di riaverlo. Non volevo farti soffrire, era l’ultima cosa che speravo accadesse e mi dispiace. Non lo meriti, sei.. sei un ragazzo dolcissimo, dico davvero, ma io amo Justin. Lo capisci questo?
Certo, avrei dovuto aspettarmelo. Evidentemente non sei troppo diversa da lei” disse ora lui, indicando Ashley che da poco aveva fatto il suo ingresso a scuola e che ora stava zampettando sui suoi tacchi vertiginosi nel bel mezzo del corridoio.
Non sono come lei, Chaz!
No, davvero? Non siete poi tanto diverse. Lei ha come hobby quello di giocare con i sentimenti delle persone e ferirle, tu, invece, ti diverti ad illuderle e poi deluderle. Dov’è la differenza?” sbottò, sempre più irato ed alzando il tono di voce sino a far riecheggiare quelle parole in tutto il corridoio.
Hey, adesso basta!” s’intromise Justin, affiancando Holly.
Tu stanne fuori” sbottò l’altro, “è una faccenda che riguarda solo me e lei” continuò, afferrando il polso di Holly e stringendolo saldamente.
Justin non aveva alcuna intenzione di restare estraneo a quella discussione; abbassò lo sguardo, inquadrando a pieno la mano di lui che stringeva il polso di lei. Un brivido di rabbia gli percorse la schiena, chiuse gli occhi per un brevissimo istante e spinse violentemente indietro quel ragazzo, facendolo cadere.
Senza dire una parola, Chaz si rialzò velocemente, fiondandosi verso il biondo e caricando un pugno che finì direttamente sulla sua gota destra, costringendolo così a voltare di colpo il capo.
Justin reagì immediatamente a quell’attacco, colpendolo, con una gomitata, nel centro dello stomaco. Chaz si piegò in due ed in seguito s’inginocchiò dolorante, avvolgendosi con entrambe le braccia la parte colpita.
Holly tentò di mettersi in mezzo tra di loro, provando a dividerli, ma Justin l’allontanò all’istante, proprio poco prima che Chaz si rialzasse.
Il moro tentò di colpirlo ancora una volta in viso, ma Justin evitò il colpo, bloccandogli il braccio ed abbassandoglielo del tutto.
Non si era accorto però che, con il braccio libero, stava per avvolgere completamente il suo collo, bloccandogli così la schiena contro il suo petto.
Justin era immobilizzato, Chaz teneva saldamente ferme entrambe le braccia e, con un rapido colpo del ginocchio, lo colpì al centro della schiena, facendolo scivolare al suolo.
Adesso basta!” gridò Holly, mettendosi in mezzo e separandoli, “siete ridicoli!
Holly stanne fuori” sbottò Justin alzandosi da terra ed allontanandola con una mano.
No! Il motivo per cui state litigando sono  io e adesso è arrivata l’ora di finirla. Chaz, per favore, vattene.
Chaz dedicò ad Holly un’occhiata colma di delusione, e forse di scuse, per aver reagito in quel modo.
Lo sguardo di Holly era fermo e severo, puntato su quello del moro che, a malincuore, fu costretto ad agire così come gli era stato ordinato.
Stai bene?” domandò Holly a Justin. Lui annuì lievemente e, quando finalmente i loro sguardi s’incrociarono, si ritrovò il palmo della mano di Holly stampato sulla sua  gota sinistra.
Ma che fai?” sbottò lui sgranando gli occhi e massaggiandosi la parte colpita.
Sei un idiota!” lo rimproverò lei, “avresti benissimo potuto evitare una lite del genere.
Oh certo, perché mai avrei dovuto reagire mentre quello ti metteva le mani addosso?
Sei in torto, Justin. Non avresti dovuto iniziare tu e lo sai.
Il biondo sbuffò sonoramente ed abbassò lo sguardo, puntandolo al suolo. “Sei arrabbiata con me?” mormorò con un filo di voce.
Holly lo squadrò da capo a piedi e, incrociando le braccia al petto, sorrise rassegnata.
No, non sono arrabbiata con te” rispose poi.
Justin sorrise a sua volta e disse: “D’accordo, andiamo in classe, dai.
Ti sei accorto di avere buona parte del viso piena di sangue?” domandò lei retorica.
Lui sgranò gli occhi e, quando fece per portarsi una mano all’altezza delle labbra, Holly lo fermò. “Fermo, vieni con me.
Senza dargli il tempo di ribattere, Holly afferrò il polso del biondo e se lo trascinò dietro, correndo lungo quel corridoio e raggiungendo poi l’uscita.
Che intenzioni hai? Noi dovremmo restare a scuola!” la rimbeccò lui, arrestando i suoi passi.
Ci andremo domani. Abbiamo perso anche fin troppo tempo ultimamente, non ho intenzione di avere dei rimpianti.
Justin sembrò assecondarla anche se non aveva ancora ben compreso il motivo di tanta fretta.
Ripercorsero a passo veloce la strada che portava a casa di Holly e vi entrarono, sbattendo quasi con violenza la porta d’ingresso alle loro spalle.
Aspettami in camera mia” disse lei, correndo verso il bagno e, rovistando tra le varie mensole, recuperò cotone e disinfettante.
Justin fece come gli era stato ordinato, aspettandola pazientemente seduto sul letto.
Nel giro di pochi secondi, Holly tornò da lui e, imbevendo di disinfettante il cotone, iniziò a tamponargli con delicatezza il labbro.
Il biondo ebbe un sussultò e sul suo viso si dipinse una smorfia di dolore. “Fa male” borbottò poi.
Credo abbiano fatto più male i pugni che hai preso.
Lui restò immobile, sopportando al meglio il dolore causato dal bruciore di quel disinfettante. Poco prima che Holly terminasse di pulire il sangue dalla sua pelle, Justin afferrò il suo braccio allontanandolo dal suo viso, mentre con l’altra mano, poggiata sul viso di lei, l’attirò dolcemente a sé, assaporando a più non posso le sue labbra rosee.
Holly lasciò cadere a terra sia la boccetta, fortunatamente chiusa, di disinfettate ed il cotone, lasciandosi trascinare da lui sul letto.
In men che non si dica si ritrovò completamente sdraiata sopra di lui, avvolta dalle sue braccia, mentre quel bacio sembrava non avere fine.
A- aspetta” disse lui, “non voglio che qualcuno ci veda così.
Non c’è nessuno in casa” sorrise compiaciuta lei, “Helen e mia madre saranno fuori città sino a questa sera. Non credo tu debba preoccuparti di questo.
Justin sorrise a sua volta, trasformando quel suo sguardo preoccupato in uno decisamente più malizioso e sicuro. “Quindi, mi avresti trascinato qui, con la scusa che non c’è nessuno al di fuori di noi, perché sapevi come sarebbe andata a finire?
Devo essere sincera? Sì. Certo, avrei preferito che tu e Chaz non vi foste azzuffati, ma le cose sarebbero comunque andate in questo modo anche se fossimo rimasti a scuola. Ti avrei trascinato qui in ogni caso.
Devo ammetterlo, Holly, mi hai stupito.
Holly sorrise nuovamente e si tuffò sulle labbra del biondo, dando vita ad una nuova serie di baci rubati e mancati da tempo.
Erano così presi l’uno dall’altra che quasi non si accorsero che il cellulare di Justin stava insistentemente vibrando; fece appena in tempo a rispondere e, quando riattaccò, la sua espressione era tutt’altro che felice.
Credo ci abbiano beccato” mormorò lui e Holly lo guardò senza capire.
Ci hanno visti uscire da scuola” spiegò.
Ma è impossibile!” sbottò Holly, “il corridoio era deserto.
Sbagli, non c’eravamo solo noi due.
Non crederai mica che Chaz abbia fatto la spia?!
Hai qualche altra spiegazione?
Holly sembrò pensarci su, era pur certa che Justin avesse ragione e, dopo ciò che era successo quasi un’ora prima, avrebbe dovuto aspettarsi di tutto da quel ragazzo.
Ci penseremo più tardi” disse tranquilla lei, quasi come se la cosa non la spaventasse più di tanto, “ho una scusa più che plausibile da raccontare. Fossi in te non mi preoccuperei.
Devo fidarmi?” domandò lui scettico, “potrei passare dei guai se i miei venissero a sapere che ho marinato ancora la scuola.
Lei lo guardò con aria di sufficienza e ciò fece sorridere maliziosamente il biondo.
D’accordo, ci penseremo dopo… Dov’eravamo rimasti?




Spazio Autrice
{Leggimi u.u}

Vero che mi perdonate l'enorme ritardo? E' da prima di Natale che non aggiorno, ma non vorrei che pensaste che ho abbandonato questa storia, non potrei mai farlo :3
Vi sarete sicuramente accorte che ho interrotto il capitolo sul più bello (?) e tutto questo perché nel prossimo ci sarà un po' d'azione eheh
Justin è stato un po' aggressivo, insomma, se le sono dati di santa ragione, mi mancava questo tipo d'azione. LOL
Okay, mi dileguo ringraziandovi infinitamente tanto per le recensioni, siete meravigliose ♥
Aspetto i vostri pareri :)

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
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Capitolo 52
*** Capitolo 52. ***


Vi consiglio di leggere ascoltando questa canzone


52.

 
Holly sorrise a Justin in maniera compiaciuta, con un veloce gesto si tolse la felpa, gettandola sulla sedia posta accanto alla scrivania, e facendosi poi avvolgere dalle braccia del biondo. In men che non si dica, si ritrovò completamente sdraiata sopra di lui, lui che aveva iniziato a lasciarle una scia di baci lungo il collo ed il suo respiro risultava man mano più affannoso. Holly si sollevò di poco, prendendo il viso di Justin tra le mani ed affondando a pieno lo sguardo nei suoi occhi color nocciola.
Il suo sguardo era serio, ma lasciava trapelare l’emozione di sentirsi quasi incantata a poter ammirare quanto aveva davanti.
Che c’è?” mormorò lui sorpreso.
Holly scosse il capo e sorrise. “Niente, ti stavo solo guardando.
Ti piace ciò che vedi?” le domandò Justin con fare malizioso.
Sì, molto” rispose semplicemente lei.
 
Justin l’attirò nuovamente a sé, quasi sprofondando tra quelle morbide coperte. Si sfilò velocemente la maglietta, lasciando che Holly l’adagiasse accanto al letto e, senza esitare un solo secondo di più, la sfilò anche a lei, lasciandole scoperta gran parte del busto. Appoggiò entrambe le mani sui suoi seni coperti dal reggiseno, avvolgendoli quasi completamente e massaggiandoli delicatamente mentre lei si era seduta a cavallo del suo ventre e, senza opporsi, lo lasciava fare. Prese l’iniziativa di slacciargli i pantaloni, abbassandoglieli quel poco che bastò a far intravedere la stoffa nera dei suoi boxer. Fece scorrere in modo quasi impercettibile le mani sul petto di lui, partendo dal basso sino a raggiungere l’incavo del collo ed approfittandone così per attirarlo a sé e far combaciare ancora una volta le loro labbra.
Justin colse l’occasione per far scivolare i jeans lungo le gambe di lei, senza nemmeno doverli slacciare, ed ecco che Holly se ne liberò totalmente, gettandoli al suolo, in una parte non definita di quella stanza.
Le mani di Justin ora premevano sui suoi fianchi e Holly si sentì piacevolmente costretta a far combaciare le loro intimità coperte solamente dalla stoffa della biancheria intima.
Ora che i loro volti erano così vicini, i loro respiri s’intrecciavano quasi a ritmo l’uno con quello dell’altra, il profumo di lui era in grado di inebriarla fino in fondo all’anima e non avrebbe potuto desiderare cosa migliore di condividere quel momento con il ragazzo che tanto amava.
Di ostacoli ne aveva superati tanti e, ora che si sentiva felice e completa, avrebbe voluto fermare il tempo, rendere quel momento eterno.
Così come Holly aveva fatto poco prima, Justin si liberò del tutto da quei pantaloni, spingendoli in fondo al letto, dove nemmeno i piedi di lei arrivavano a sfiorare.
Lei si sdraiò accanto a lui, volgendogli tutta l’attenzione possibile, studiando a pieno ogni suo movimento: il modo in cui la guardava, il modo in cui la sua mano ora si trovava appoggiata sopra al suo fianco, tentando di attirarla il più possibile a sé ed il modo, forse unico, in cui si sentiva amata da lui.
Dentro di sé provava decine di emozioni, tutte differenti, un miscuglio così complicato e difficile da preparare, ma che ora la stava facendo sentire diversa, piacevolmente diversa.
 
Provava felicità, in maniera quasi esagerata, così tanta e tutta insieme, tanto che avrebbe potuto, senza problemi, cancellare il passato che l’aveva fatta soffrire per settimane.
Provava amore, in maniera esageratamente forte, così tanto amore che lui, anche solo con uno sguardo, riusciva a percepire.
Provava sicurezza, così tanta che la paura di poterlo perdere era svanita, dissolta come fumo al vento.
Sentiva i brividi percorrerle tutta la schiena, e non di certo perché ora si trovava senza maglietta, ma perché incrociare gli occhi di Justin le provocava questo piacevole effetto.
Sentiva le farfalle nello stomaco, come se stesse provando quella sensazione per la prima volta e, forse, in parte era così.
Sentiva la sua mente leggera e priva di qualsiasi pensiero negativo. In quella stanza, racchiuso tra quelle quattro mura non esisteva niente che non riguardasse loro due. Le pareti recavano ancora vecchie foto di loro due insieme, quei loro sorrisi erano la prova vivente che l’uno rappresentasse la felicità dell’altra e viceversa. Avevano sbagliato e l’avevano fatto insieme. Avevano commesso gli stessi errori, un po’ per ripicca, un po’ per stupidità, ma si erano perdonati a vicenda. Avrebbero forse potuto continuare la propria vita prendendo strade diverse?
 
Holly” la chiamò lui, “credi che riusciremo ad andare avanti senza perderci come abbiamo fatto ultimamente?
Holly sembrò pensarci su e, mordendosi il labbro, rispose: “io credo che, se entrambi siamo davvero sicuri di ciò che vogliamo, gli ostacoli si supereranno. Justin, io penso che tra me e te nasceranno ancora litigi ed incomprensioni, ma sono sicura che possiamo sorvolare su certe sciocchezze andare avanti più forti di prima. Io non ho mai smesso di amarti veramente, nonostante tutto, e non ho paura di ciò che avverrà. Mi sento più sicura con te al mio fianco, mi sento diversa, ma in modo positivo.
Sono felice che tu pensi questo, di ostacoli ne abbiamo già superati tanti e siamo ancora qui. Io credo in noi e ti amo, Holly” ribatté Justin, poco prima di attirarla a sé e baciarla.
In quel bacio mise tutta la passione possibile, ci mise amore: si sentì vivo ed era una sensazione che riusciva a provare solo quando le labbra che sfiorava erano le sue.
Sebbene l’orologio non fosse arrivato a segnare neppure le undici del mattino, in quella stanza scarseggiava la luminosità, senza nemmeno farlo di proposito, le persiane erano state socchiuse qualche ora prima e l’atmosfera che si era creata era quasi magica.
Holly manteneva lo sguardo puntato su di lui ogni qualvolta che si concedevano una pausa da quella lunga serie di baci. Gli occhi di lui lasciavano trapelare uno strano luccichio, una quasi impercettibile maliziosità che la fece sorridere compiaciuta.
Ormai sapeva di averlo in pugno, di poter controllare, anche solo con il pensiero, ogni suo gesto, ogni sua volontà. Fece scorrere il suo esile indice dal collo lungo tutto il petto, libero da ogni ostacolo sino a quando incontrò l’elastico dei suoi boxer. Sfiorò delicatamente la stoffa, incontrando di proposito anche la sua pelle e ciò lo fece visibilmente rabbrividire.
Si prese la libertà di prolungare notevolmente la sua attesa, mordendosi di tanto in tanto il labbro inferiore ed intervallando piccoli baci sulle labbra di lui.
Lui non perse occasione di sfiorarla, di accarezzarle quasi ogni centimetro di pelle scoperta, per poi far finire accidentalmente la mano sulla sua schiena, arrivando a doverla scontrare con l’allacciatura del reggiseno, prendendosi la libertà di slacciarlo e di liberare, una volta per tutte, i suoi seni.
 
Glieli baciò, uno dopo l’altro, attirandola maggiormente a sé, fino a quando la distanza che li separava non scomparve del tutto. Holly portò la mano sul suo viso, facendola scivolare poi sul collo e costringendolo così ad avvicinare quelle labbra rosee alle sue. Lo tenne stretto a sé, facendo in modo che si concentrasse solo ed esclusivamente su quel bacio mentre lei, compiendo un gesto velocemente fulmineo, gli abbassò i boxer, liberando completamente la sua erezione.
Il biondo ebbe un sussulto e si affrettò ad imitare la sua azione, lasciandola così priva di ogni veste, lasciando che la sua pelle candida fosse l’unico abito che le fosse permesso di indossare.
La guardò ancora una volta negli occhi, quei due profondi laghi verdi in cui avrebbe potuto riversare tutte le sue emozioni, consapevole che da lì non sarebbero mai trasbordate.
La fece sdraiare completamente sul letto, facendole aderire perfettamente la schiena al materasso ed approfittando così di prendere in mano le redini della situazione.
Si sdraiò completamente sopra di lei, permettendo così alle loro intimità di sfiorarsi e lasciando che i loro respiri affannosi s’incrociassero, lasciando che quei lievi suoni fossero l’unico rumore che le loro orecchie potessero percepire.
Passò ripetutamente la mano lungo il suo fianco sinistro, sentendo sotto al suo tocco la morbidezza della sua pelle ed inspirando a pieno quel suo profumo inebriante di vaniglia.
Entrò in lei, senza chiederle uno straccio di permesso, senza sentire la paura di agire in maniera sbagliata perché, ormai, sapeva che quello non era più considerato un errore.
Nello stesso istante in cui avvenne la loro unione, Holly ebbe un lieve sussulto, appena percettibile, ma che Justin sentì in modo cristallino, inarcò la schiena verso l’alto, avvertendo quella piacevole sensazione di vuoto appena colmato ed appagato. Ed il tutto grazie a lui.
Mantenne lo sguardo intrecciato con quello di lei, sentendo le farfalle nello stomaco ad ogni spinta, sentendo fremere il ventre sotto ad ogni suo movimento.
Il suo cuore, quell’organo involontario incontrollabile ed impotente, batteva all’impazzata, scontrandosi quasi contro la gabbia toracica, quasi come se stesse compiendo quel gesto per la prima volta.
Avrebbe giurato a sé stesso che ciò che aveva davanti era quanto di più perfetto avesse mai visto. Nessuna, né Lindsay, né Victoria, poteva avvicinarsi, anche solo lontanamente, a ciò che era Holly.
Le spinte aumentarono notevolmente, rendendolo quasi dipendente da quell’unione, rendendolo totalmente incantato da ciò, tanto che se qualcuno, al di fuori di quella stanza, lo avesse chiamato, sarebbe rimasto senza ricevere alcuna risposta.
Oh Dio, Justin” ansimò lei, arrivando persino ad affondare le unghie nelle braccia del biondo che, velocemente, represse il suono della sua voce baciandola con foga.
Il simbolo del loro amore, tramutato in quei gesti proibiti, stava per giungere al culmine. Entrambi stavano per esplodere e ciò avvenne quando, esalando l’ultimo soffio spezzato accompagnato dall’ennesima spinta, Justin raggiunse l’apice del piacere, appoggiandosi poi completamente sul petto di lei e rimanendo immobile mentre, pian piano, il suo respiro tornava ad essere regolare.
Holly prese un respiro profondo, allacciando entrambe le braccia attorno al collo del biondo, che aveva ancora il viso affondato nel suo petto, e in modo quasi impercettibile, gli sussurrò: “Justin, lo sai che ti amo?
Justin sollevò di poco il viso, quanto bastava per incrociare il suo sguardo e notare quelle due iridi verdi completamente affogate in un velo di lacrime.
C- certo” balbettò lui,  “ma perché piangi?
Non sto piangendo” sorrise lei, lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra, per poi passarsi il palmo della mano sopra agli occhi. “Sono solo tanto felice, tutto qui.
Sicura che vada tutto bene? Non mi nascondi niente” insistette lui e lei annuì convinta.
Non c’è niente che non vada, fidati di me. Ora, forse, ci conviene andare a scuola. Non ho intenzione di venire sospesa per un’assenza ingiustificata” disse energica, mettendosi a sedere e lui si spostò velocemente da lei.
Si vestirono in fretta e furia ed uscirono a grandi falcate da quella villa, diretti a scuola.
Le loro mani erano unite, le loro dita perfettamente intrecciate e lo sguardo severo puntato davanti a loro.
Fecero il loro ingresso a scuola e, approfittando dell’intervallo appena cominciato, si diressero in segreteria, decisi a spiegare la situazione a chi di competenza quando, appoggiato al muro, nel bel mezzo del corridoio, incontrarono la figura di Chaz.
Holly lo fulminò con lo sguardo, Justin passò oltre ed ecco che le loro mani si divisero. La ragazza si posizionò di fronte a Chaz, le braccia incrociate al petto ed uno sguardo fulmineo che avrebbe potuto facilmente lacerarlo.
Oh, qual buon vento” le disse Chaz, mantenendo lo sguardo incentrato sullo schermo del suo cellulare.
Temevi forse che non ci saremmo più fatti vivi?” lo punzecchiò lei.
Da quanto ho visto questa mattina non avrei potuto aspettarmi di rivederti.
Non credo che possa ancora interessarti rivedermi, ma non avresti dovuto scomodarti ad avvisare la preside della nostra assenza.
Si vede che hai la coscienza sporca” ridacchiò lui, riponendo in tasca il cellulare e puntando lo sguardo negli occhi di lei.
Non serve tu dica altro, sono in grado di giustificare da sola il motivo della mia fuga da scuola e, fossi in te, inizierei a preoccuparmi. Stammi bene!” e detto ciò gli voltò le spalle, raggiungendo a passo veloce Justin e proseguendo così il loro cammino verso la segreteria.
Sebbene Holly fosse pienamente convinta che la sua giustificazione avrebbe retto l’accusa infangata da parte di Chaz, era consapevole che non sarebbe stato così facile tenere testa alla preside.



Spazio Autrice
{Leggimi u.u}
Sono abbastanza puntuale e poi, insomma, non avrei potuto farvi aspettare troppo, poi vi dimenticate di me. LOL
Sappiate che ho impiegato quasi due giorni per scrivere questo capitolo, specialmente quella scena lì, diciamo che mi è pseudo-piaciuta com'è venuta, ma sarete voi a dover giudicare.
Mi scuso per gli eventuali errori, di sicuro ce ne saranno e vedrò di correggerli al più presto.
Detto ciò, ci vediamo nel prossimo capitolo, così vedrete un po' se la preside si berrà la giustificazione di Holly oppure no.
Vi lascio il link di una mia nuova os, spero vi piaccia :)
QUI.
Aspetto i vostri pareri (:

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
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Capitolo 53
*** Capitolo 53. ***


53.

 
Justin faticava a tenere il passo della sua ragazza, riuscì a raggiungerla solo quando, dopo un paio di colpi alla porta chiusa dell’ufficio della preside, fu costretta a fermarsi.
Avanti” pronunciò una voce femminile dall’interno.
Holly abbassò la maniglia, afferrando il biondo per il polso e trascinandoselo dietro.
Oh, giusto voi due” disse nuovamente la donna.
Salve” disse Holly con tono deciso, mentre Justin rimase in silenzio.
La donna fece cenno ai due ragazzi di sedersi di fronte a lei e così fecero.
Sentiamo, che scusa avete?” domandò rivolgendosi prima a Justin poi a Holly.
Più che una scusa, io la chiamerei corretta giustificazione” ribatté Holly, senza nemmeno aspettare un possibile intervento da parte di uno dei due.
Come spero lei sappia, era nostra intenzione dirigerci in classe, ma bel mezzo del corridoio abbiamo incontrato-
Somers?” la interruppe la preside, congiungendo entrambe le mani sotto al mento e volgendole un’espressione enigmatica, sperando di intimorirla, ma così non fu.
Holly era decisa più che mai a mettere in cattiva luce quel ragazzo ed a scagionare il suo Justin.
Esattamente. Inizialmente doveva essere una normalissima conversazione, ma poi, da come si può vedere sul suo viso” disse indicando i lividi ben visibili sul volto del biondo, “si è conclusa con una specie di rissa. Ecco perché siamo usciti da scuola, Justin non poteva di certo rimanere con la faccia piena di sangue, non so se mi spiego.
Oh, ti sei spiegata benissimo, Olivia, ma, come ben sai, la scuola è fornita di un’infermeria, non era necessario assentarsi per così tanto tempo.
Saranno trascorse al massimo due ore!” intervenne Justin, beccandosi un’occhiata fulminea da Holly.
Bieber” disse la donna, “non credo tu sia nella posizione di poterti giustificare da solo, soprattutto se non è la prima volta che eviti di rispettare le regole.
Non mi sembra sia tanto grave” insistette lui ed ecco che Holly sbuffò sonoramente, sperando di zittirlo una volta per tutte.
Detto da uno che, nonostante i molteplici rimproveri, si ostina a percorrere i corridoi a tutta velocità su uno skateboard non è molto convincente, non credi?
Justin abbassò il capo rassegnato, sentiva crescere dentro di sé una tale rabbia che, se solo ne avesse avuto la possibilità, avrebbe riempito di pugni la faccia di Chaz Somers e questa volta non avrebbe permesso a Holly di fermarlo.
Evans” disse la donna rivolgendosi a Holly, “sinceramente non mi sarei mai aspettata un tale comportamento da te, ma mi sembrerebbe assurdo darti una punizione che comprometta il tuo, per il momento, buon andamento scolastico. Quanto a te, Bieber, verrai sospeso.
Cosa?” sbottò il biondo sconcertato.
Per una settimana” aggiunse la preside e Justin impallidì all’udire di quelle parole, “esattamente come ho già detto al tuo caro amico Chaz, non varcherai la soglia di questa scuola per una settimana, chissà se così riuscirai a rifletterci su. Fossi in te utilizzerei il tempo per mettermi in pari con le materie che, momentaneamente, hai sotto la sufficienza… ovvero tutte. Ora potete andare” e, senza dover aggiungere altro, Holly e Justin si alzarono sconfitti da quelle sedie, abbandonando frettolosamente l’ufficio della preside.
Dio, è assurdo!” sbottò Holly delusa.
Assurdo? Io non credo che assurdo sia il termine adatto. Credo che, a tutta questa dannata stronzata, ci si addica di più la mia immagine di me rinchiuso in camera a vita!
Tu esageri” borbottò la ragazza.
Oh, la mia non è esagerazione, fidati. Aspetta di sapere che cosa dirà mio padre quando lo verrà a sapere. È già tanto se non mi ammazza.
Holly scosse la testa e, sospirando, disse: “fossi in te aspetterei a dirglielo, potrebbe risolversi entro  pochi giorni. Io non credo che-
Non si risolverà, fidati di me. La preside mi odia, hai visto? Tu te la sei cavata con quattro parole di predica, io con una sospensione e pochissime probabilità di superare l’anno. Credi davvero che sia risolvibile?
Il finto sarcasmo di Justin stava facendo irritare Holly sempre più, ma aveva ragione ed iniziava a sentirsi pesantemente in colpa.
Quando hai intenzione di dirglielo?” domandò lei.
Questa sera, quando altrimenti?
Holly scosse le spalle e aggiunse: “d’accordo, nel caso in cui non la prendesse troppo male, vieni da me dopo cena. Ho appena ricevuto un messaggio da mia cugina e pare che torneranno tardi, perciò avremo tempo per parlare.
Okay, se resisto fino all’ora di cena” commentò lui in un sussurro.
Coraggio, non andrà poi così male” tentò di rassicurarlo lei e, poco prima di entrare nell’aula in cui si sarebbe tenuta la sua lezione di storia, gli lasciò un leggero bacio a fior di labbra.
Justin annuì, ben poco convinto ed uscì da scuola.
Mentre percorreva i vari isolati che lo separavano da casa sua, pensava e ripensava a come poter dare ai suoi genitori, ma in particolare a suo padre, la notizia della sospensione.
Ho fatto a botte con un ragazzo e mi hanno sospeso’ disse tra sé e sé, scuotendo poi il capo.
‘Uno stronzo ci stava provando con Holly e così mi sono mezzo in mezzo, riempiendolo di pugni, e mi hanno sospeso. Sì, certo, convincente, davvero.’
 
Entrò in casa e, come sperava, non c’era nessuno, così si chiuse in camera, buttandosi a peso morto sul letto ed avvertendo ancora qualche fitta di dolore al labbro inferiore che Chaz aveva colpito.
Maledetto bastardo’ mormorò con aria schifata mentre passava la punta della lingua sulla ferita.
Trascorse un’ora e ne trascorse un’altra ancora prima di sentire le voci dei suoi genitori riempire la casa.
Sospirò sonoramente, convinto che nessuna scusa avrebbe retto abbastanza da giustificare la sua sospensione e la cosa che più lo spaventava era la reazione di suo padre.
Senza nemmeno bussare sua madre entrò nella sua stanza, soffermandosi qualche istante a fissare il figlio disteso sul letto con un’espressione distrutta, accorgendosi solo dopo del taglio sul labbro.
Che accidenti ti è successo?” domandò preoccupata sedendosi accanto a lui e passando una mano tra i suoi capelli.
È una lunga storia” mormorò lui, “chiudi la porta” aggiunse poi e sua madre fece come le era stato chiesto.
Mi hanno sospeso per una settimana” disse lui portando entrambe le mani sul viso, lasciando una lieve fessura tra un dito e l’altro, giusto per vedere la reazione della madre.
Che cosa?” sbottò lei sconcertata, scattando in piedi ed allargando le braccia.
Ho fatto a botte con un ragazzo” spiegò lui, ma ciò non fece altro che sconcertare Pattie ancora di più.
Che accidenti ti salta in mente?” sbottò la donna, alzando maggiormente il tono di voce.
Non urlare!” disse lui a bassa voce, “Quel... quello stronzo ci stava provando con Holly, di nuovo, che dovevo fare?
Evitare di picchiarlo sarebbe stato sufficiente, Justin. Come hai intenzione di dirlo a tuo padre?
Il biondo scosse la testa. “Non lo so, qualche idea?
Nessuna, ti auguro buona fortuna. È in salotto” concluse Pattie aprendo la porta della stanza e facendogli segno di uscire.
Grazie tante” ironizzò lui varcando la soglia della sua stanza, ma si bloccò subito dopo, facendo dietro-front.
No, non ce la faccio.
Dovrai affrontarlo prima o poi. Se glielo dico io sarà peggio” sussurrò la donna incrociando le braccia al petto.
Dammi almeno un supporto morale!
D’accordo, ne parleremo a cena” e detto ciò lo lasciò nuovamente solo.
Una volta che Pattie si fu chiusa la porta alle spalle, Justin prese il suo cellulare ed iniziò a comporre un messaggio da inviare a Holly.
«Non ho ancora avuto il coraggio di dirlo a mio padre, mia madre non l’ha presa tanto bene come speravo. Nel caso in cui non mi farò vivo, sappi che la finestra di camera mia resterà socchiusa.»
Premette invio ed aspettò pazientemente che quel cellulare recasse un nuovo messaggio e così fu dopo quasi un minuto.
«Buona fortuna allora, ci vediamo dopo!»
Justin sospirò nuovamente e percepì il suo cuore battere più velocemente quando gettò un’occhiata all’orologio del suo telefono.
Segnava quasi le otto di sera, senza che nemmeno se ne accorgesse erano trascorse diverse ore da quando sua madre aveva appreso la notizia e, calcolando il fatto che non aveva ancora trovato un modo per dirlo a suo padre, la sua agitazione cresceva sempre di più.
Justin, la cena è pronta” gridò sua madre dalla cucina.
Forse vorrai dire che è giunta la mia ora!’ disse tra sé e sé e, dopo aver nascosto il cellulare sotto al cuscino, si recò nella sala da pranzo, sedendosi accanto a suo padre, stranamente sereno, ancora per poco.
Sua madre li raggiunse poco dopo con la cena e lanciò un’occhiata al figlio, intimandogli di iniziare a parlare.
C’è... c’è una cosa che dovrei dirvi” disse ed ecco che attirò su di sé l’attenzione di entrambi suoi genitori.
Oggi è scoppiata una sottospecie di rissa a scuola e... casualmente ci sono finito dentro anche io.
Una rissa?” domandò suo padre e Justin annuì. “Sì, una rissa tra me e un altro ragazzo.
Pattie rimaneva in silenzio, cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno dei due.
E perciò mi hanno sospeso” mormorò a bassa voce, “per una settimana.
Scusa, forse non ho sentito bene l’ultima frase” disse Jeremy alzando di poco il tono di voce.
Mi hanno sospeso per una settimana!” sbottò Justin spazientito, ma si pentì subito dopo di aver risposto a quel modo.
Logico, tu riprendi da pochi giorni la scuola qui ad Atlanta e la prima cosa che ti capita è essere sospeso.
Sono cose che capitano” disse il biondo stringendosi nelle spalle.
Quella frase, pronunciata con tale disinteresse, fece irritare l’uomo seduto accanto a lui ancora di più e, nel giro di pochi secondi, si alzò in piedi, mostrando una delle sue espressioni più irate.
Sono cose che capitano?” gridò verso il figlio e mollandogli uno schiaffo sul viso, costringendolo così a voltare il capo da un lato.
Ti avverto, Justin, se entro la fine dell’anno, e ti consiglio di muoverti visto che manca poco più di un mese, non avrai la sufficienza in tutte le materie, io ti rispedisco in California e questa volta ritornerai ad Atlanta quando lo decido io. Non m’interessa se c’è di mezzo la tua amica, non m’interessa quello che penserai o ciò che dirà tua madre. Fino a che lo decido io tu resterai chiuso in camera tua e uscirai solo per andare a scuola, sono stato abbastanza chiaro?” sbraitò l’uomo puntando il dito contro il figlio.
Cristallino” commentò Justin, alzandosi dalla sedia e dirigendosi in camera sua.
Pattie, che fino ad allora non aveva pronunciato una sola parola, guardò il marito con gli occhi sbarrati.
Non è stata colpa sua” mormorò lei.
Tu stai zitta!” la rimproverò lui, “smettila di difenderlo sempre.
E tu smettila di inveirgli sempre contro! Non fai che peggiorare la situazione.
Quella conversazione continuò  per molto altro tempo ancora ed era stato un miracolo se Jeremy non avesse alzato le mani anche su di lei.
 
Sebbene la porta fosse chiusa e il tono di voce di entrambi non fosse poi così elevato, Justin aveva sentito tutta la conversazione e ciò non fece altro che incrementare l’odio che nutriva verso il padre. Malediva sempre più il giorno in cui era rientrato a far parte delle loro vite, così perfette senza di lui che ora stava lentamente rovinando tutto. Odiava quell’uomo, lo odiava per averlo costretto ad allontanarsi da Holly anche se per poco, lo odiava per tutto ciò che aveva fatto a sua madre e lo odiava per essere stato assente per così tanto tempo provocando dentro di lui un vuoto incolmabile. Passò una mano sopra alla guancia che poco prima aveva ricevuto quello schiaffo, bruciava ancora ed ecco che la rabbia dentro di lui cresceva maggiormente.
 
L’orologio segnava quasi le nove passate, il sole era tramontato da un pezzo e tutto ciò che illuminava la stanza era la fioca luce del tramonto rossastro. Diede un’occhiata al display del cellulare e notando che non recava messaggi, lo ripose sotto al cuscino.
Nel giro di pochi secondi udì dei passi che man mano si avvicinavano alla porta chiusa della sua stanza e, dato che stupidamente si era scordato di chiuderla a chiave, per suo padre fu un gioco da ragazzi entrarvi.
Dammi il cellulare” gli ordinò lui.
Cosa? No!” ribatté il biondo.
Ti ho detto di darmi il cellulare!” insistette il padre avvicinandosi a lui. Sebbene Justin non avesse voluto darlo a vedere, aveva una tremenda paura di lui e così, senza troppe cerimonie, estrasse il telefono da sotto il cuscino e glielo porse. Soddisfatto di ciò che aveva appena recuperato, il padre si chiuse la porta alle spalle e, questa volta, Justin si assicurò di chiuderla a chiave.
Si ributtò sul letto, volgendo lo sguardo verso la finestra, aspettando che Holly varcasse quella soglia mantenendo la sua promessa.




Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}

Giuro che non era mia intenzione far passare così tanto tempo, ma, avendo in corso già tre storie, mi viene difficile rispettare i tempi.
Spero davvero che non vi siate stufate di me o di questa storia, giuro che ho già iniziato il capitolo successivo e penso proprio che entro martedì lo posterò. Mi perdonate così? :3
Ecco, Justin è stato sospeso insieme a Chaz, l'unica ad essersi salvata è Holly, ma le cose, da quanto penso abbiate capito, si complicheranno ulteriormente. 
Justin rischia di essere spedito in California, ce la faranno i nostri eroi a salvarlo? (voce da telecronista fallito lol)
Lo scopriremo presto (questa volta vi assicuro che non vi abbandono per due settimane)

Ringrazio tantissimo chi mi ha lasciato una recensione e chi tiene tra i preferiti la storia, siete la dolcezza, davvero.

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 54
*** Capitolo 54. ***


54.

 
Quasi un quarto d’ora più tardi, quando con le cuffie nelle orecchie Justin era prossimo ad addormentarsi, Holly si arrampicò sul balcone della camera del biondo e fece il suo ingresso tra quelle quattro mura.
Gattonò all’interno della stanza, stando attenta a non fare il minimo rumore e, quando fu d’innanzi al letto, sfiorò il braccio di Justin facendolo svegliare di soprassalto.
P- pensavo non venissi più” mugugnò lui stropicciandosi gli occhi e togliendosi le cuffie dalle orecchie, rimanendo comunque felicemente sorpreso dopo averla vista.
Scusa per il ritardo, ma tuo padre sembrava non volersi muovere dalla finestra del tuo soggiorno! Non potevo rischiare.
Il biondo annuì, non del tutto sicuro di aver seguito il discorso della sua ragazza e si mise a sedere sul letto, venendo affiancato da lei subito dopo.
Allora? Com’è andata?” domandò lei incrociando le gambe e volgendogli tutta la sua attenzione.
Esattamente come immaginavo: male” rispose lui stringendosi nelle spalle, “se non recupero tutte le materie entro la fine dell’anno mi rispedisce in California.
Holly sgranò gli occhi e scosse ripetutamente la testa. “No!” sbottò ed in tutta risposta Justin le fece segnò di abbassare il tono di voce.
Scusa” mormorò lei sottovoce, “non esiste che tu ritorni in California, non di nuovo!
Non decido io.
Allora vorrà dire che ti aiuterò io” esclamò notevolmente entusiasta la ragazza, non curandosi del fatto che quanto aveva appena detto non fece smuovere per niente Justin.
Ah, sì? E come? Tu sei al primo anno, io al terzo, mi spieghi come potresti aiutarmi?” sbottò lui, spazientito.
Hai intenzione di arrenderti senza lottare? Cos’hai da perdere?
Te, se me ne vado.
Holly sospirò sonoramente, sdraiandosi poi completamente e poggiando la testa sopra una gamba di Justin. “Allora lascia che ti aiuti, non sei un caso perso. Puoi farcela e io ti aiuterò, anche a costo di farti studiare giorno e notte.
Non esageriamo” la contestò lui ed ecco che, in tutta risposta, ricevette un leggero pugno nel fianco sinistro.
Okay, d’accordo. Qualche idea?
Tanto per cominciare dammi l’iPod e il cellulare.
Lui la guardò perplesso, porgendole poi l’oggetto e dicendo: “al cellulare ci ha già pensato mio padre, ma a che ti serve l’iPod?
È a te che non serve” ribatté lei, alzando distrattamente il tono di voce.
Abbassa la voce!” la rimproverò lui, “se mio padre dovesse venire a sapere che sei qui è la volta buona che mi uccide.
 
Holly si rabbuiò di colpo, rimettendosi a sedere. “Forse è meglio che io me ne vada, non voglio metterti ancor di più nei guai.
No, Holly, ti prego resta qui. Ho bisogno di te adesso e non m’importa se mio padre lo verrà a sapere. Credo di aver già rischiato abbastanza e, se necessario, rischierò ancora di più. Ha giurato di volermi rispedire in California se non passo l’anno, credo fosse davvero serio, e non posso permettere che ciò accada.
Se continui a rischiare così rischierai di farti male sul serio, Justin.
Non m’importa, non voglio pensare a cosa accadrà dopo. Voglio restare con te il più possibile, voglio recuperare il tempo perso.
Sebbene quelle parole le scaldassero il cuore, non riusciva a dargli ascolto, non riusciva a comprendere il senso logico di quello strano discorso.
Tutto ciò che realmente voleva era riuscire ad avere la certezza che Justin non sarebbe partito, che avrebbe superato l’anno scolastico senza problemi, ma sarebbe stata un’ardua impresa.
Chaz dovrebbe ringraziare il cielo che non posso uscire da qui, o gli avrei messo le mani addosso un’altra volta” disse lui a bassa voce, sperando, da una parte, che lei non l’avesse sentito a pieno.
Tu non metti le mani addosso proprio a nessuno” lo rimbeccò lei, “se rischi di non superare l’anno la colpa è tua che non ti sei mai preoccupato di aprire un libro di scuola!
Sì, ma non difendere lui” borbottò il biondo fingendosi imbronciato.
Dovrei difendere te? Oh, andiamo, Justin, non ne hai combinata una giusta! Tra Lindsay, Victoria e-
Non mettere in mezzo Victoria, ti prego” la interruppe ancora una volta lui, scattando in piedi e lei fece lo stesso, poggiando entrambe le mani sui fianchi e sorreggendo a pieno lo sguardo di Justin.
Lasciala fuori da questa storia” continuò lui, sbuffando sonoramente e sperando con tutto sé stesso di chiudere il discorso all’istante, “dimentica il passato, ho un problema ben più grave da risolvere.
D’accordo, farò finta di non averla nemmeno nominata, farò finta che lei non esista” mormorò Holly risiedendosi sul letto.
Esatto, perché, effettivamente, lei non esiste più per me. Dimenticala, io l’ho fatto, puoi riuscirci anche tu.
Dici davvero?” gli domandò lei puntando lo sguardo negli occhi color nocciola di lui, quello sguardo che ora lasciava trapelare tristezza e sperava con tutto il cuore che quella ragazza fosse uscita definitivamente dalla sua mente.
” rispose semplicemente lui.
Probabilmente Holly avrebbe continuato a porgli domande su domande, giusto per essere realmente sicura che a Justin importasse solamente di lei. Sapeva che dubitare di lui era stupido e totalmente infondato, ma spesso la paura di perderlo le giocava brutti scherzi. A distoglierla da quegli strani pensieri fu lo sguardo perso di Justin, era più che convinta che non la stesse più ascoltando.
Provò a richiamare la sua attenzione schioccando due dita ripetutamente, ma non le rispose, rimaneva immobile con la schiena appoggiata al muro dietro di sé.
J- Justin, va tutto bene?” le domandò lei affiancandolo.
Lui annuì lievemente mentre sentì le gambe indebolirsi all’istante. Si accasciò al suolo, mantenendo quello sguardo spento puntato verso il vuoto avanti a sé.
Holly lo scosse per un braccio, cercando di attirare la sua attenzione, ma nulla, Justin non rispondeva a nessun richiamo da parte sua.
Non.. non vedo più niente” sibilò lui con un filo di voce.
Come sarebbe a dire che non vedi più niente? Che ti succede?” insistette lei inginocchiandosi davanti a lui e prendendogli il volto tra le mani.
Dio mio, ma tu scotti” disse afferrandogli entrambe le mani e provando ad attirarlo a sé. Faticò parecchio, dovette fare tutto da sola, lui sembrava totalmente assente, privo di forze e decisamente troppo debole per potersi alzare da terra.
Ci vollero interi minuti prima che Holly potesse riuscire a farlo sdraiare sul letto e, quando finalmente ci riuscì, lo affiancò, iniziando ad accarezzargli dolcemente i capelli e percependo sotto al suo tocco quando scottasse la sua fronte.
Forse sarà il caso che chiami tua madre” disse lei sotto voce, facendo per alzarsi, ma la mano di lui, intrecciata con quella di lei, la fermarono. “Resta qui” sussurrò a fatica.
Justin, tu stai male, devi prendere qualcosa”, ma tutto ciò che Holly ricevette fu un leggero cenno negativo del capo.
Se… se vai di là mio padre ti vedrà, non voglio che mi picchi di nuovo. Rimani qui, ti prego” insistette lui, la voce tremolante gli impedì di pronunciare tutta la frase senza interruzioni e ciò non fece altro che far preoccupare Holly sempre di più. Justin si rannicchiò vicino a lei, affondando il viso tra le sue braccia e lasciando che lei lo stringesse forte a sé.
Fammi indovinare: non hai mangiato nulla, non è vero?” domandò lei e lui scosse lievemente il capo.
Justin, non puoi andare avanti così.
Volevo andarmene da lui” ribatté lui in sua difesa.
Ma hai rischiato già una volta, sei finito in ospedale per questo motivo, non te lo ricordi più?
A quella sottospecie di rimproverò Holly non ottenne risposta, l’unico suono che sentì fu il respiro, ormai regolare, di Justin che, molto probabilmente, era caduto in un sonno profondo.
Solo qualche istante più tardi udì un rumore di passi avvicinarsi alla stanza nella quale vi erano loro due e, se il suo istinto non la ingannava, chiunque stesse camminando di lì a poco sarebbe entrato e l’avrebbe vista.





Spazio Autrice
{Leggimi u.u}
In teoria sono in ritardo perché avevo promesso di aggiornare martedì, ma sono stata 'maluccio' e perciò ho cercato di non far passare più di una settimana aggiornado oggi.
Chissà chi sta per entrare in quella stanza, se è il padre siamo fottuti, o almeno Justin lo è. LOL
Sarei davvero cattiva se vi facessi aspettare tanto, perciò sarà mia premura (oh, come scrivo forbito) aggiornare presto.
Un'ultima cosa, poi vi lascio, se tutto va bene e a meno che non mi venga un lampo di genio, questa storia non supererà i 60 capitoli. Quindi ne mancano giusto sei o poco meno, devo vedere come verranno i capitoli :)
Aspetto i vostri pareri e grazie mille a chi non mi ha abbandonato :')

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
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Capitolo 55
*** Capitolo 55. ***


55.



 

 
Justin, pensavo avessi fame, così ti ho…” ma Pattie non concluse quella frase e per poco non fece cadere il piatto che reggeva tra le mani.
Lo appoggiò velocemente sulla scrivania e chiuse la porta; nel frattempo Holly scattò in piedi, guardandola con gli occhi sbarrati, svegliando a sua volta Justin.
Holly, che ci fai qui?”chiese a bassa voce la donna.
I- io-” fece per rispondere, quando Justin l’anticipò.
L’ho chiamata io” biascicò lui a bassa voce, reggendosi a fatica sulle braccia e puntando gli occhi socchiusi sulla madre.
Justin, lo sai che se tuo padre entra qui dentro, e ti vede insieme a lei, se la prenderà nuovamente con te?
Pattie era davvero preoccupata, detestava quella situazione, detestava dover vedere Justin trattato in quella maniera da suo padre, detestava l’aver subito tutta quella cattiveria, detestava tutto ciò e aveva paura.
Lo so, ma non m’importa.
Evidentemente non sai quel che dici” biascicò lei scuotendo la testa.
Holly spostava ripetutamente lo sguardo da Pattie a Justin, senza riuscire a trovare le parole da dire, senza riuscire a trovare una soluzione.
Justin si passò una mano sul viso e fu solo allora che Pattie si accorse di quanto pallido fosse.
Che succede?” domandò avvicinandosi al biondo e posando una mano sulla sua fronte, per poi ritrarla subito dopo e riprendendo a guardarlo con aria preoccupata.
Capisci perché vorrei che Holly rimanesse qui?” mormorò Justin in un sussurro e Pattie annuì, sospirando sonoramente per poi riavvicinarsi alla porta.
Ti prometto che non durerà ancora per molto questa situazione” e detto ciò li lasciò nuovamente soli.
Holly lanciò un’occhiata interrogativa a Justin e lui, in tutta risposta, sollevò di poco le spalle, rimettendosi a dormire.
 
Passò la mezzanotte, Justin dormiva profondamente, stringendo il cuscino tra le braccia com’era solito fare quando Holly non era accanto a lui, esattamente come in quel momento che lei era seduta sul balcone, totalmente immersa tra mille e più pensieri.
Quella sera faceva freddo, forse più freddo di quando lei e Justin si erano messi a correre sotto alla pioggia, forse più di quando avrebbe potuto sopportare.
Eppure non aveva alcuna intenzione di muoversi da lì, sarebbe rimasta in quella posizione il più a lungo possibile, come se avesse voluto compensare il vuoto che avrebbe preso vita dentro di lei una volta che Justin se ne sarebbe andato. Perché lo avrebbe fatto e non aveva alcuna intenzione di illudersi credendo il contrario, le probabilità che superasse l’anno senza insufficienze erano basse e lui non sembrava troppo motivato a darsi da fare.
Holly si alzò in piedi, appoggiandosi alla ringhiera del balcone e puntando lo sguardo avanti a sé, ogni oggetto era avvolto dall’ombra, le fonti di luce erano scarse e tutto era avvolto dal sonno, compreso il suo stato d’animo che non si decideva a prendere una posizione.
Non sapeva, effettivamente, se lasciarsi andare, sfogarsi e poi, eventualmente, pensare ad una soluzione più efficace, o concentrarsi su una possibile vittoria da parte di entrambi.
Era confusa, triste, malinconica e vuota.
Confusa perché non riusciva a decidere quale direzione prendere, si trovava davanti ad un bivio: una strada l’avrebbe portata a rassegnarsi sin da subito, già preparata al fatto che, presto o tardi, Justin avrebbe lasciato Atlanta e chissà quanto tempo sarebbe passato prima d’incontrarsi di nuovo; mentre, invece, l’altra strada le suggeriva di dimenticare tutto e farsi forza, quel poco di coraggio che le sarebbe stato sufficiente almeno per tentare.
Triste perché era a conoscenza di tutto ciò che Justin stava passando e aveva passato. Triste perché un pesante groppo sostava sul suo cuore, impedendole di trovare un lato positivo a tutto.
La malinconia più fastidiosa aleggiava attorno a sé, avrebbe potuto posare lo sguardo su ogni cosa eppure, ogni singolo oggetto, le sarebbe stato utile come schermo per riprodurre le decine di ricordi che il suo cuore teneva segretamente nascosti al suo interno.
E vuota perché oltre a quelle piccole sensazioni non provava altro, non aveva altro.
Sopra la sua testa galleggiava un enorme punto interrogativo, un peso non indifferente da reggere, forse ancor più opprimente di quel masso di tristezza che le schiacciava il cuore.
Sarebbe scoppiata, presto o tardi sarebbe crollata, ma come poteva cadere proprio adesso? Chi, se non lei, doveva essere forte?
 
 
La mattina seguente, poco prima che il sole facesse capolino nella stanza di Justin, Holly ritornò a casa, decisa più che mai a non buttare tutto all’aria.
Durante quelle poche ore non aveva chiuso occhio, troppi erano i pensieri su cui concentrarsi e di certo non si sarebbero dissolti come polvere al vento.
Prima o poi Pattie avrebbe capito quanto fosse sbagliato restare ancora insieme a quell’uomo, da quando aveva rimesso piede nelle loro vite le cose erano solo peggiorate. Era raro vedere un sorriso sul viso di Justin, e sebbene Holly tutt’ora si sentisse in parte in colpa, non poteva permettere che tutto ciò continuasse.
Posso sapere dove accidenti sei stata?” sbottò la madre di Holly non appena lei si presentò in cucina.
Da Justin…” rispose la ragazza in un sussurro.
Avresti anche potuto dirmelo o-
Devi aiutarmi” la interruppe immediatamente Holly, puntando il suo sguardo preoccupato negli occhi della madre che, a sua volta, si rabbuiò.
So che tu odi intrometterti in certe cose, ma so anche che sai essere molto persuasiva quando vuoi e che forse-
Vieni dritta al punto.
Voglio che tu vada da Pattie e che le parli, voglio che tu le faccia capire quanto sia sbagliato continuare a vivere con Jeremy. Ti prego, non posso sopportare il fatto che Justin se ne vada di nuovo” sputò fuori tutte quelle parole con una velocità fulminea, rischiando di arrivare alla fine senza nemmeno avere fiato in gola. Gli occhi iniziarono a pizzicarle, ma non aveva alcuna intenzione di mostrarsi debole, o peggio, di esserlo davvero.
E che cosa vuoi che le dica, Holly? Credi che mi darà retta? Gliene avevo già parlato in passato, non credo abbia molto senso.
Almeno provaci.
La donna sospirò sonoramente, quella richiesta l’aveva spiazzata, era d’accordo sul fatto che fosse improponibile andare avanti a vivere così, ma che cosa poteva fare lei? Nella loro vita era praticamente un’estranea e Pattie era solo un’amica.
D’accordo ci proverò, nonostante penso che la tua richiesta sia totalmente assurda, ma farò del mio meglio. Quando devo andare da lei?
Anche adesso, quando sono uscita da casa di Justin, la macchina di Jeremy non c’era.
La donna annuì, per poi aggiungere: “ora faresti meglio a prepararti, hai scuola oggi.
Senza ribattere, Holly corse in camera sua e si affrettò a ricomporre lo zaino ed a prepararsi. Nel giro di una buona mezz’ora fu pronta e, dopo aver salutato la madre, lasciò la sua abitazione.
 
Justin, che ci fai qui?” sbottò Holly, raggiungendo il biondo che da poco aveva lasciato il vialetto della sua villa.
Prontamente lui si girò, sorridendole e trattenendola qualche secondo tra le sue braccia.
Non avevo intenzione di rimanere chiuso in casa e poi sto molto meglio” rispose.
Sei sicuro?” domandò lei scettica e lui annuì convinto.
Se rimango a casa, poi come faccio a recuperare tutte le materie?
E tutta questa voglia di studiare dove l’hai trovata?” lo rimbeccò lei, sollevando un sopracciglio e trattenendo a stento una risata.
Lui non rispose, l’attirò a sé e la baciò, escludendo per un attimo tutto ciò che li circondava. Si sentiva particolarmente di buon umore quella mattina, ma forse non sarebbe durato a lungo.
 
 
Mentre Holly e Justin erano a scuola, Anne si recò da Pattie, sempre meno convinta di ciò che stava per fare. La richiesta di sua figlia era stata forse un po’ troppo azzardata e si sentiva tremendamente inappropriata, ma ormai si trovava davanti a quella porta e se non altro ci avrebbe provato.
Oh, ciao Anne” esclamò Pattie con tono sorpreso.
Anne si limitò a sorridere, per poi dire: “ci sarebbe una cosa di cui dobbiamo parlare.
Il sorriso dal volto di Pattie scomparve all’istante e, facendola entrare, si chiuse quella porta alle spalle.
 
 
Come mai sei così silenziosa?” domandò Justin a Holly non appena ebbero finito di pranzare.
Oh nulla, mi stavo solo domandando se mia madre avesse avuto fortuna oppure no” rispose, ancora avvolta dai suoi pensieri e il biondo la guardò torvo.
Fortuna riguardo a cosa?
Holly sbarrò gli occhi e socchiuse leggermente la bocca, accorgendosi solo in quel momento di aver parlato troppo.
Holly” la richiamò lui e lei, in tutta risposta, mostrò un ampio sorriso.
Niente” disse continuando a sorridere, ma lui rimase serio, guardandola attentamente ed aspettando che quella risposta arrivasse.
Holly sospirò sonoramente, ritornando seria a sua volta ed iniziando a spiegargli tutto.
Ho semplicemente detto a mia madre di provare a parlare con la tua e provare a farle capire che tutto questo è sbagliato. Lo so, non avrei dovuto immischiarmi, ma penso che debba aprire gli occhi e visto che non lo fai tu per lei, ci ho pensato io.
Credi davvero che servirà?” domandò lui retorico.
Non lo so, lo spero.
Il biondo scosse la testa e disse: “Beh, te lo dico io: non servirà a nulla, la conosco meglio di te. Dubito possa cambiare idea solo grazie a delle semplici parole, soprattutto quando i fatti non l’hanno smossa minimamente.
Grazie per essere sempre così positivo” ironizzò lei.
Sono realista.
Realista o no, non stai facendo nulla per cambiare la situazione.” Holly iniziava ad alterarsi, detestava sapere che difficilmente le cose sarebbero migliorate e, soprattutto, vedere che lui non si sforzava nemmeno minimamente di cambiarle.
Non ricominciare” sbuffò Justin alzandosi dal tavolo e guardandola rassegnato, “sai che non è vero. Posso farcela, tu stessa hai detto che mi aiuterai, perciò mantieni la promessa invece di inveirmi contro.
D’accordo, ma non accetto lamentele di nessun tipo e quando dico di nessun tipo, intendo che non dovrai mostrare nemmeno il minimo segno di stanchezza o mancanza di voglia quando a mezzanotte sarai ancora sui libri a studiare!
Justin ridacchiò a quelle sue parole, ma lei era seria, fermamente convinta che non avrebbe gettato tutte le sue speranze al vento.
Non mi dirai che sei seria” la guardò torvo lui.
Stai perdendo troppo tempo e domani hai il compito di biologia, perciò muoviti, abbiamo del lavoro da fare.
Veramente io pensavo di fermarmi a scuola e giocare a basket con gli altri.
Segui il mio consiglio: pensa quando avrai davanti il test e una marea di domande a cui rispondere, per il resto, dimentica il verbo pensare.
Rassegnato, Justin abbandonò la mensa, seguito a ruota da Holly, diretto a casa.
Quel che più sperava di vedere Holly, era il viso sorridente di sua madre varcare la soglia di quella casa ed esclamare ‘ci sono riuscita!’, ma andò diversamente.






Spazio Autrice
{Leggimi u.u}
Non faccio schifo, di più. Sono passati due o tre mesi dall'ultima volta che ho aggiornato e sinceramente avevo anche pensato di non aggiornarla più, ma poi l'ho fatto perché diverse persone mi hanno scritto, chiedendomi di portarla a termine ed io non me la sono sentita di lasciarla morire senza una fine.
Ecco perché sono ritornata, ecco perché provo a promettervi di non lasciar più passare così tanto tempo, ormai non manca nemmeno tanto alla fine, non posso mica lasciarla così.
Sappiate che vi ringrazio infinitamente tanto per avermi lasciato quelle recensioni e per avermi chiesto di continuare, lo apprezzo tantissimo. ♥

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 56
*** Capitolo 56. ***


 

56.

 
 
Holly non fece in tempo a raggiungere la porta d’ingresso della casa di Justin, vide sua madre camminare a passo lento lungo il vialetto con il capo abbassato, accorgendosi della figlia solo quando questa iniziò a parlare.
Ti prego, dimmi che non hai fallito e che Pattie lascerà Jeremy” disse Holly tutto d’un fiato, serrando gli occhi ed incrociando le dita di entrambe le mani.
La donna prese un respiro profondo e, posando lo sguardo su di lei, rispose: “non è andata esattamente come io e te speravamo.
Justin, che fino a quel momento era rimasto totalmente assente a quella conversazione, le affiancò, percependo all’istante l’aria triste che tirava.
Che ti ha detto?” insistette Holly.
È un discorso complicato, Holly” cercò di liquidarla velocemente la madre e, nel frattempo, Justin si fiondò dentro casa, lasciando distrattamente la porta d’ingresso aperta.
Quindi dovrei dedurre che le cose non cambieranno” sbottò il biondo, facendo cadere a terra lo zaino che fino a poco prima reggeva sulle spalle.
Posso sapere che cos’avete tutti oggi?” ribatté Pattie, voltandosi verso il figlio.
Rispondi alla mia domanda.
No, Justin, non cambieranno e, se riuscirai a superare l’anno, non ci trasferiremo in California, ma, come sai, non dipende da me. Hai sentito tuo padre, no?
È così difficile troncare tutto con lui?” Justin non aveva alcuna intenzione di chiudere quella discussione e non lo avrebbe fatto fino a che essa non avrebbe portato ad una conclusione concreta.
Si lo è! Ne ho già parlato prima con Anne, per favore non insistere anche tu.
Perciò mi dovrò rassegnare all’idea che non rimarrò a lungo qui ad Atlanta? Buono a sapersi” sbottò lui, per poi dirigersi a grandi falcare in camera sua e sbattere violentemente la porta dietro di sé.
Holly, che era rimasta sulla soglia della porta d’ingresso per tutto il tempo, si sentiva totalmente fuori luogo e non considerava più una buona idea raggiungere il suo ragazzo dentro quella casa.
Pattie si accorse di lei e le sorrise, dedicandole uno sguardo colmo di compassione, per poi dirle: “se vuoi vai da lui.
Holly non se lo fece ripetere due volte ed irruppe nella stanza del biondo, trovandolo sdraiato sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto.
Vorrà dire che dovremo per forza concentrarci sul piano A” disse lei, appoggiando lo zaino accanto al muro e dirigendosi verso la scrivania del biondo, dov’erano malamente accatastati tutti i suoi libri.
E cioè? Farmi studiare fino alla morte?” ribatté lui con uno strano tono sarcastico.
Hai capito bene. Se non sbaglio” mormorò la ragazza tra sé e sé, mentre sfogliava il libro di biologia,”dovrebbero essere quaranta pagine circa.
Quaranta pagine da studiare entro domani?!” Justin sobbalzò dal letto, guardandola sconcertato.
La ragazza annuì, ignorando del tutto l’espressione che Justin le stava volgendo.
Coraggio, cominciamo da qui.
Senza perdere altro tempo, si sedette ed iniziò a scrivere piccole frasi, alternate da alcuni schemi altrettanto ridotti.
Che stai facendo?” le domandò Justin affiancandola, sempre più confuso di quanto stesse trascrivendo su quel vecchio quaderno.
Sto scrivendo le cose più importanti, così ti sarà più facile impararle.
Oh, andiamo, Holly, non voglio che faccia tu tutto il lavoro. Mi sento in colpa.
Holly sospirò, per poi soffermarsi qualche istante a guardarlo. “L’unica ragione per cui dovrai sentirti in colpa è se non passerai il test di domani.
Justin parve non voler sentire ragioni, l’afferrò per il polso, costringendola a lasciare sulla scrivania quel libro ancora intonso, segno che non era nemmeno mai stato aperto prima di allora.
Holly scattò in piedi, dedicandogli un’occhiata torva e chiedendogli implicitamente spiegazioni, ma lui si limitò a sorriderle ed era buffo come riuscisse a farlo solo con lei.
Justin posò entrambe le mani sui suoi fianchi, l’attirò a sé ed appoggiò delicatamente le labbra sulle sue; Holly l’assecondò per poco, poi si allontanò lievemente e riprese a guardarlo con aria interrogativa. “Per quanto io preferisca pensare solo a te, non credo sia possibile. Devi studiare, Justin” pronunciò a malincuore lei, mordendosi il labbro inferiore e non curandosi di come quel gesto stesse lentamente iniziando a far impazzire il biondo.
Holly era tentata di sedersi nuovamente a quella scrivania, ma venne trascinata prontamente sul letto e Justin si sdraiò quasi completamente sopra di lei, volgendole sempre quel sorriso beffardo.
Le spostò una ciocca di capelli che al momento le ricadeva sul viso, facendo scorrere la mano sino al collo e la baciò di nuovo, serrando gli occhi ed oscurando tutto ciò che lo circondava.
Nonostante i buoni propositi, la ragazza questa volta non lo allontanò, tuffò in quel bacio quanta più passione le riuscì di trasmettere e forse andò un po’ oltre, perché non si accorse che Justin le stava già sollevando la maglietta.
Justin, n-no” mormorò lei di malavoglia.
Shh” soffiò lui sulle sue labbra, “non parlare” e Holly obbedì.
 
Non potei obiettare, dovetti lasciarlo fare, ascoltare ancora una volta il suono della voce e, sì, lo avrei fatto per ore.
Più di tutto, in quel momento, avrei desiderato non pensare al peggio, essere convinta che tutto sarebbe andato per il verso giusto, ma qualcosa mi diceva che non sarebbe stato così.
Lo guardai negli occhi, erano più belli che mai, all’interno di essi aleggiava quel luccichio che raramente avevo visto ed era lo stesso che probabilmente avevo io.
Sentivo le sue mani poggiate sui miei fianchi ed erano fredde, tanto che rabbrividii, ma fu piacevole. Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai ancora una volta, inspirando a pieno il suo profumo. Dio, quanto l’amavo.
 
Justin fece per sfilarle la maglietta quando udì la voce di suo padre provenire dal salotto. Scattò immediatamente in piedi, sempre più confuso sul da farsi.
Devo andare, vero?” domandò lei mettendosi a sedere.
Non penso rimanga qui tutta la sera, però se entra qui e ti vede…
Chiudi a chiave” ribatté lei a bassa voce e così fece lui.
Rimase accanto alla porta, con l’orecchio appoggiato su di essa e non si scostò fino a che il suono di quella voce non si spense del tutto.
Aspettami qui” le disse poco prima di uscire dalla stanza. Camminò a passo lento sino alla cucina, evitando più che poté di farsi vedere.
Puoi metterti il cuore in pace, è uscito.
Pattie lo fece sobbalzare, raggiungendolo alle sue spalle. Justin tirò un sospiro di sollievo e ritornò in camera, dove trovò Holly nuovamente impegnata a leggere quel libro.
Mi allontano per cinque secondi e tu sei ritornata a fare quei dannati schemi?!” sbuffò lui richiudendosi la porta alle spalle.
Poche chiacchiere e comincia a studiare questi” strappò una pagina da quel quaderno e gliela porse.
Justin rigirò quel foglio tra le mani, assumendo un’espressione quasi schifata al solo pensiero di doversi dedicare a quella materia, ma non obiettò.
Più passava il tempo più i pensieri dei due prendevano strade diverse: Holly iniziava a convincersi che ce l’avrebbe fatta, lui invece no.
 
Più leggo queste cose, più mi dimentico quelle che ho letto dieci minuti fa. Iniziò a vedere sempre meno possibilità di superare quel fottuto test” sbottò lui lasciandosi andare a peso morto sul letto.
Holly gli dedicò un’occhiata comprensiva e lo raggiunse, sedendosi accanto a lui.
Vedrai che domattina ricorderai tutto” provò a rassicurarlo lei, finendo per lasciargli un bacio sulla fronte.
Il biondo abbozzò un sorriso e Holly disse: “devo andare adesso, ci vediamo domattina e, mi raccomando, studia!
” ribatté lui svogliato e, una volta che rimase solo, riprese in mano tutti i fogli sparpagliati sul letto e li mise in ordine, facendoli scorrere e rileggendoli di volta in volta.
Non seppe con esattezza che ore furono quando si addormentò con la faccia in mezzo ai fogli, ma non trascorse molto tempo prima che il sole facesse nuovamente capolino in quella stanza.
Si svegliò di soprassalto, provocando un leggero rumore muovendosi sopra i fogli, alcuni di essi erano ridotti in uno stato pietoso, stropicciati e strappati al centro, altri, quelli che poco prima giacevano sotto al suo viso, leggermente umidi.
Cazzo” imprecò sotto voce, cercando di riordinarli alla bene e meglio. Gettò un’occhiata all’orologio sulla parete, era in ritardo e, cosa peggiore, non ricordava niente.
Si cambiò i vestiti nel giro di pochi minuti, poi schizzò fuori dalla stanza con il libro sotto braccio e i fogli in mano, si mise lo zaino, lasciato all’ingresso, in spalla ed uscì di casa senza nemmeno salutare sua madre.
Justin, ma che ti è successo? Siamo in un ritardo assurdo!” lo rimproverò Holly, prendendo in mano i fogli stropicciati che reggeva il biondo.
Lo so, mi sono addormentato tardi e-
E lo hai fatto sopra gli appunti” lo anticipò lei, poco prima di cominciare a correre verso scuola.
 
 
Non ce la farò mai, non mi ricordo niente” sbottò lui, passandosi una mano tra i capelli e rileggendo quel che ne restava di quelle scritte.
Ce la farai” disse con tono sicuro lei, posando entrambe le mani sulle sue spalle e scuotendolo leggermente, “ora vai.
Justin obbedì ed entrò in aula, la professoressa White era già seduta dietro la cattedra e non evitò di lanciargli un’occhiata di disappunto.
Aspettavamo giusto te” disse poi, facendogli segno di sedersi al suo banco.
Subito dopo,la donna distribuì a tutti quattro fogli, i quali recavano almeno dieci domande ognuno; non appena Justin ebbe i suoi davanti, impallidì, diventando sempre più nervoso ad ogni quesito che leggeva.
Aveva solamente un’ora di tempo e l’unico che sembrava non aver ancora iniziato a scrivere era lui.
Si guardò attorno, ma il compagno più vicino distava almeno tre passi da lui e riuscire a vedere quanto avesse scritto era impossibile.
Maledisse suo padre per avergli ritirato il telefono, maledisse sé stesso per essersi ridotto all’ultimo momento a studiare e maledisse quell’odiosissimo test che era sicuro di non passare.
Il tempo passava e l’unico segno a penna, presente sul foglio, citava il suo nome.
Strinse la mano sinistra in un pugno e cambiò foglio, trovando fortunatamente un paio di domande delle quali conosceva la risposta. Si mise a scrivere il più velocemente possibile, cercando di far mente locale di quanto aveva studiato, ma più rileggeva quelle blande risposte, più si accorgeva che non ce l’avrebbe fatta.
Venti minuti. Venti minuti e la campanella avrebbe segnato la fine di quell’ora straziante e quella fu l’unica volta, in tutta la sua vita, che desiderò che a scuola il tempo si fermasse.
Cambiò nuovamente foglio, trovando una sola domanda alla quale dare una risposta. Il quarto foglio, invece, era forse quello più semplice. Era necessario sbarrare la risposta corretta e, sebbene non fosse troppo sicuro di ciò che segnava, le probabilità di sbagliare erano nettamente ridotte rispetto alle domande aperte.
La campanella suonò e la professoressa non attese un solo istante di più prima di iniziare a ritirare tutti i fogli.
Fortunatamente partì dal fondo e Justin ebbe qualche altro futile secondo per cercare di completare il compito.
Basta così” mormorò la donna, sottraendogli il foglio ed allontanandosi da lui.
Avrete i risultati entro le tre di oggi pomeriggio, saranno esposti in bacheca, accanto all’ingresso della segreteria” detto ciò uscì dall’aula, così come fecero tutti gli altri studenti,meno lui.
 
Holly lo raggiunse, irrompendo nell’aula e scontrandosi con alcuni ragazzi che nello stesso momento la stavano lasciando.
Prima di aprir bocca, scrutò la sua espressione e porgli qualsiasi domanda sarebbe stato inutile.
Non dirmi che è andato così male” biascicò sedendosi sul suo banco.
Contando il fatto che le domande erano quaranta, ed io avrò risposto si e no a quindici, direi sì, è andato male.
Ma Justin” fece per continuare lei, ma lui la interruppe. “Non dire niente, okay? Oggi alle tre saprò quanto ho preso. Per ora non lo voglio sapere.
 
 
Il resto delle ore mancanti trascorse più lentamente che mai, l’ansia lo stava nettamente mangiando vivo ed il ticchettio del suo orologio da polso non lo aiutava per niente.
Era più che sicuro di aver fallito, era più che sicuro che lui ad Atlanta non ci sarebbe più rimasto e questo non poteva evitarlo.
L’ultima campanella suonò e con velocità fulminea si presentò davanti alla bacheca. Il suo cognome era uno dei primi, poggiò l’indice sopra di esso e lo fece scorrere verso destra, sino ad arrivare al voto effettivo.
‘F’. L’equivalente di un’insufficienza difficilmente recuperabile, un’insufficienza che, a quel punto dell’anno, avrebbe compromesso tutto.





Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Perché sono qui?
Bella domanda, iniziavo a dubitare anche io del mio ritorno...
Okay, la risposta è semplice: ho letto quello che mi hanno scritto oggi su ask, ho riletto ancora una volta le recensioni che mi avete lasciato, in particolare quella di 'weretogether' e ho realizzato (forse un po' tardi) che sono abbastanza un'idiota a far passare così tanto tempo. Non è giusto per voi che continuate a seguirla dover aspettare così tanto. 
La verità è che forse ho paura di finirla, come ben sapete non mancano molti capitoli alla fine e per me questa è una storia davvero importante, sebbene non sia la fanfiction del secolo. La porto avanti da due anni e penso di non essermi mai affezionata a nessuna protagonista come a Holly (visto che molte parti di lei sono prese dal mio modo di essere.)
Spero di non dover far passare ancora così tanto tempo, non voglio nemmeno che chi la segue già smetta di farlo, perciò proverò a mettermi d'impegno e ad aggiornare velocemente.
Grazie davvero per continuare a seguirla, per me significa il mondo.

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice on twitter and instagram. se avete domande, questo è il mio ask.

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Capitolo 57
*** Capitolo 57. ***


57.

 
Justin aveva lo sguardo fisso su quel tabellone da ormai diversi minuti,Holly lo aveva affiancato e lui non se n’era nemmeno accorto. Abbassò il capo quando, con la coda dell’occhio, la vide fissare il voto insufficiente, non le rivolse la parola e si diresse verso l’uscita.
Justin, aspetta” lo fermò lei, ma in tutta risposta lui le lanciò un’occhiata vuota, che le fece implicitamente intendere di lasciarlo stare.
Lo guardò andar via sino a che non scomparì dalla sua visuale, non voleva abbattersi, ma era rimasta delusa almeno quanto lui da quel voto. Che cosa sarebbe successo ora?
 
A passo lento raggiunse casa sua ed accese il computer, aprì la chat e trovò Justin in linea. La cosa la stupì parecchio, fino a prova contraria avrebbe dovuto trascorrere il pomeriggio a studiare e non davanti ad un computer.
 
Holly ha appena effettuato l’accesso.
 
Holly  Justin, non dovresti studiare?
 
SwaggedMan   già, teoricamente sì, ma vedo che non ha portato risultati positivi
 
Hollyhai studiato solamente un giorno, come puoi pretendere di ottenere buoni voti in questo modo?
 
SwaggedMan   non otterrei buoni voti in ogni caso.
 
Holly        cosa fai, ti arrendi?
 
SwaggedMan   ho forse un’altra scelta?
 
Holly    Sì che ce l’hai! Ti prego, Justin, non buttare tutto all’aria
 
SwaggedMan    e quando mai, mi è sempre andato tutto così bene nella vita.
 
 
Holly non rispose subito, rilesse più volte quell’ultima frase e, quando fece per ribattere, Justin si scollegò.
 
Il contatto SwaggedMan si è scollegato.
 
 
La ragazza rimase diversi istanti a fissare la chat aperta, sentendosi totalmente indecisa se provare delusione o quant’altro. Scosse il capo e fece per alzarsi dalla sedia quando la porta di camera sua si aprì, mostrandole la figura di sua cugina Helen.
Oh, sei qui. Non ti avevo vista entrare” mormorò la ragazza, appoggiandosi allo stipite della porta.
Sì, ehm, ecco io sono venuta direttamente in camera” rispose Holly, abbassando il capo e dando le spalle alla cugina.
Va tutto bene?” le domandò l’altra, chiudendosi alle spalle la porta e rimanendo a fissarla mentre rivolgeva la sua attenzione al vuoto avanti a sé.
Holly si morse il labbro inferiore e sapeva che, continuando ad esitare a rispondere, avrebbe fatto intuire facilmente la risposta.
Si voltò lentamente verso che Helen e le disse: “Ha  preso F al compito di biologia.
Probabilmente era un compito difficile” s’azzardò a commentare l’altra.
Holly scosse il capo, fingendo un sorriso che di felice aveva ben poco. “Non era poi così complicato, ce l’avrebbe fatta se solo non si fosse ridotto a studiare all’ultimo minuto.
Oh, andiamo Holly, non crederai davvero che gli importi della scuola” disse in modo quasi divertito Helen, sedendosi sul letto e seguendo i movimenti della cugina.
Quella frase, però, non sembrò così divertente per Holly. Si rese conto di essere diventata davvero suscettibile in quel momento e sapeva anche perché.
Forse non gli è mai importato della scuola, ma sono sicura che gli importa di me quindi, a rigor di logica, dovrebbe impegnarsi per riuscire a superare l’anno e non lasciare definitivamente Atlanta” sbottò Holly, cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza ed era una cosa che faceva solo quando era nervosa.
Non vorrei risultare tragica, però non mi pare stia facendo i salti mortali per migliorare.
Holly fece per rispondere a quell’affermazione, ma si ritrovò a boccheggiare solamente, senza riuscire a ribattere. Rifletté parecchio sulle parole che aveva appena detto Helen e si sentì costretta a credere che fossero vere.
Si appoggiò all’armadio e rimase in silenzio, mentre la cugina la guardò con aria di sufficienza.
Non avrai intenzione di andare da lui per aiutarlo, vero?” esordì Helen, gettando un’occhiata all’anta dell’armadio, che Holly aveva aperto poco prima per cercare qualcosa da mettersi.
Magari ha bisogno di una mano” mormorò lei, mantenendo lo sguardo abbassato.
Holly, se fosse davvero in difficoltà non rimarrebbe connesso al computer, non ti pare?
Helen gli fece notare che, qualche istante dopo dal momento in cui aveva smesso di posare lo sguardo sul computer, Justin era ritornato in linea e la cosa la fece alterare all’istante.
Fossi in te penserei agli affari miei, ma, chiaramente, fai come vuoi.
Helen lasciò la stanza e Holly rimase interi secondi a fissare il vuoto. Più ripensava alle parole dette da sua cugina, più le trovava vere ed era proprio questo che la fece rimanere perplessa.
 
 
Quel pomeriggio, come i due giorni che seguirono, Holly non ebbe notizie di Justin, le capitava anche piuttosto raramente di incrociarlo per i corridoi della scuola e, quindi, difficilmente riusciva ad avere un dialogo con lui.
Gli sembrava così distaccato, così assente e a stento lo riconosceva. 
Le sembrò quasi di rivivere quel periodo passato, quando l’uno non sopportava la vista dell’altra e viceversa.
 
Trascorse anche un’altra settimana, altri sette giorni in cui Holly si limitava a salutarlo se lo incontrava a scuola, ma nulla più. Aveva quasi paura a presentarsi da lui, soprattutto perché sperava con tutta sé stessa che ci stesse mettendo l’anima per superare l’anno. Ma era davvero così?
Quel venerdì pomeriggio, quando le lezioni giunsero al termine e quando, finalmente, sarebbero usciti alcuni dei risultati dei vari test finali, avrebbe scoperto la verità.
La cosa la spaventava e non poco, ma voleva comunque sapere e così aspettò che la piccola folla, che si era formata davanti alla bacheca, si diradasse.
Non vide Justin tra quelle persone, ma, forse, fu meglio così.
Non impiegò molto tempo per trovare i voti di Justin e così fece scorrere il dito da sinistra verso destra, incrociando con lo sguardo le materie e i voti. Non erano presenti tutte le materie, solo una parte, il resto dei voti sarebbe stato esposto esattamente una settimana dopo.
 

  Algebra Biologia Storia Inglese Chimica
Justin Bieber D- F C- C C+
 
Un disastro.
Quei voti erano un completo disastro e, ancor prima che potessi finire di realizzare il tutto, sentii gli occhi pizzicare. Ciò che avevo più temuto sarebbe capitato, me lo sentivo.
Mi guardai alle spalle, non c’era più nessuno ormai, chissà quanto tempo ero rimasta a fissare quell’elenco di voti. Mi ritrovai a fissare il vuoto, incapace di compiere un solo movimento che non fosse respirare, tutto ciò che era successo durante quei mesi mi si ripresentò davanti agli occhi sottoforma di diapositiva e la cosa peggiore era che non riuscivo a farla andar via.
Sentii dei passi, ma non me ne preoccupai. Feci per lasciare l’edificio quando udii quei passi farsi sempre più vicini ed istintivamente mi voltai, ritrovandomi davanti la figura di Justin.
Dal mio sguardo deluso capii che aveva intuito che tipo di voti ci fossero scritti su quel tabellone. Non ebbi la forza di parlare, o altro, rimasi immobile e lui, avvicinandosi al tabellone, fece come se non esistessi.
Rimase qualche istante con lo sguardo puntato su quel grande foglio, poi indietreggiò e lasciò l’edificio.
Se ne andò senza rivolgermi la parola, senza quasi guardarmi in faccia.
Sentii le gambe cedere e non seppi esattamente dove tirai fuori la forza di rimanere in piedi, avvertii un senso di vuoto impossessarsi di me ed il cuore cominciò ad accelerare notevolmente il suo battito.
Stavo avendo paura ed era una cosa che detestavo.
Non sapevo mai come interpretare quei suoi sbalzi d’umore, ogni sua reazione sembrava così nuova per me, anche se lo conoscevo da troppo tempo e credevo di aver imparato ogni cosa di lui.
Senza che me ne accorgessi il mio sguardo aveva seguito i suoi movimenti e stava per lasciare definitivamente il piazzale della scuola; non seppi per quale ragione cominciai a correre, sperando di raggiungerlo.
Voleva stare per conto suo ed era evidente, ma perché non riuscivo ad accettarlo?
La paura di vederlo andar via cominciava ad uccidermi ed io non potevo sopportarlo, non ancora.

 
Justin, aspetta” lo chiamò lei e di malavoglia il biondo si voltò, dedicandole uno sguardo spento.
Coraggio, dillo” sbottò lui, allargando di poco le braccia.
Holly lo guardò senza riuscire a dire nulla, gli occhi iniziarono a velarsi di lacrime e la sua figura diveniva via via più sfocata.
Coraggio, Holly, voglio sentirmelo dire prima da te. Dillo che sono una delusione, ormai credo che non sentirò più nient’altro per i prossimi due mesi.
La ragazza abbassò il capo e non poté evitare di lasciare che due lacrime le rigassero le gote.
Perché?” mormorò in un sussurro, “perché hai lasciato che finisse così? Era così difficile?
Lo era per me e non voglio sentirti dire che di te non me ne frega niente, perché questa è un’altra storia. È andata così, forse perché doveva andare così. È inutile che continuiamo a prenderci in giro. Prima tu e la tua avversione verso il fatto che io potessi provare qualcosa per te, poi Lindsay e Victoria e ora questo. Mi dispiace, Holly, ma dovrò andar via. Il destino non ci vuole insieme ed io non sono abbastanza forte da affrontarlo.
Holly lo guardò con aria scioccata, totalmente incredula e sperava con tutta sé stessa di aver solamente sognato di udire quelle parole. Doveva essere lei quella arrabbiata, non lui.
Non sei abbastanza forte?” domandò lei, “dopo tutto quello che abbiamo passato mi vieni a dire che non sei abbastanza forte? Justin, non esiste!” sbottò poi e le lacrime, ormai, le scorrevano rapide sulle gote.
Non riesco a crederci che tu ti sia arreso così, ma la verità è che non ci hai mai nemmeno provato. Non era così difficile, avresti potuto farcela se non ti fossi ridotto all’ultimo minuto a studiare tutto. Potevi farcela.
Avrei potuto farcela se le cose fossero andate diversamente, ma così non è stato. Guarda in faccia alla realtà: non appena mio padre verrà a sapere che sono stato bocciato, non ci penserà più di due secondi a voler partire. Sarebbe tutto più difficile, Holly, e credimi, dispiace più a me che a te.
Mi stai dicendo che a me dovrebbe importare di meno?” chiese lei di rimando, senza preoccuparsi di mantenere adeguato il tono di voce. “Vuoi far finire tutto così? Senza nemmeno provare ad importi?
Conosci mio padre, ho un’altra scelta?
Holly fece per ribattere, ma le parole le morirono in gola. Tutto ciò che riuscì a fare fu guardare Justin con gli occhi colmi di lacrime mentre, dopo averla guardata per qualche secondo, le voltò le spalle e riprese a camminare.
 
Sapevo che non si era spostata di un solo centimetro, mi stava guardando e sentivo i suoi occhi addosso. Mi ero ripromesso di rimanere in silenzio, di non inveirle contro e, soprattutto, di non farla finita. Ma la verità è che non sarei riuscito a reggere, non ancora, non una relazione a distanza come la nostra. Sarebbe stato troppo difficile ed io avevo sbagliato di nuovo.
Qualche giorno prima avevo ricevuto un messaggio da Victoria ed ero uscito con lei, così come il giorno dopo e quello dopo ancora.
Non era successo niente tra di noi, non sarei riuscito a fare un torto a Holly di nuovo.
Lei non lo sapeva e non so se avrò il coraggio di dirglielo, ma tutto ciò che so è che non posso andare avanti così.
E’ inevitabile che io e lei prendiamo strade diverse, non vorrei andarmene, ne sono costretto.
Sapevo che stava piangendo, ma se solo mi fossi trattenuto, sarei finito con l’abbracciarla e non sarei più riuscito a staccarmi da lei.
Dovevo imparare a sopportare la sua assenza o mi avrebbe ucciso dentro.






Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Ehm, ciao.
Ho visto che l'ultimo capitolo postato è di fine maggio, ergo, sono passati praticamente due mesi, due mesi esatti domani dall'ultimo aggiornamento.
Giuro che mi dispiace, ma mi prende parecchio male a sapere che manca così poco alla fine della storia, ecco perché, inconsciamente, la sto tirando per le lunghe.
L'unica cosa che non mi fa perdere d'animo, è che so che ci sono ancora persone che la seguono (o almeno spero) e che aspettano il seguito (spero anche questo. lol)
Come vedete, non riesco a finire un capitolo senza che non ci sia qualche nota triste, però ormai sapete che piega ha preso questa storia.
Spero di non dilungarmi ancora per tanto, grazie a chi mi ha recensito e a chi lo farà.

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah and instagram.             Se avete domande, ask me.

 

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Capitolo 58
*** Capitolo 58. ***


Vi consiglio di ascoltare questa canzone mentre leggete.

58.

 
Si era allontanato da dieci minuti ed io non avevo ancora distolto lo sguardo dal vuoto avanti a me. Iniziava a far male e Dio solo sa come sarei stata una volta che ci avrebbero separato oltre mille chilometri.
 
Le lacrime non avevano ancora cessato di rigarle le gote, il centro del petto le doleva terribilmente e persino respirare stava diventando un’ardua impresa. Detestava sentirsi così, impotente e totalmente inappropriata a quella situazione.
Perché a me? sussurrò tra sé e sé un paio di volte ed ecco che altre lacrime sgorgarono copiose dai suoi occhi.
Rimanere lì sarebbe stato inutile, in più si sarebbe sentita maggiormente a disagio se qualcuno fosse passato di lì in quel momento. Detestava mostrarsi debole in pubblico, eppure non poteva evitarlo.
Iniziò a camminare verso casa, cercando di mantenere un passo costante, ma si ritrovò ben presto a correre quando, nonostante si passasse ripetutamente la mano sulle gote, non riusciva a calmare quel pianto.
Spalancò la porta d’ingresso e Helen si girò prontamente a fissarla quando la udì sbattere di colpo.
Senza proferire parola corse in camera sua e si chiuse la porta alle spalle, appoggiando la schiena sul dorso di essa e lasciandosi scivolare al suolo. Non si preoccupò nemmeno di privarsi dello zaino, attirò le ginocchia al petto ed affondò il viso tra le braccia incrociate su di esse. Singhiozzava sonoramente e la cugina non poté evitare di provare ad entrare in quella stanza.
Holly?” la chiamò, ma non ricevette risposta. “Holly, cos’è successo?
Vattene” gridò lei tra le lacrime, “non mi va di parlarne.
Ci volle ben poco per Helen per capire che si trattava ancora una volta di Justin e ciò la fece infuriare maggiormente. Non aveva mai visto di buon occhio quel ragazzo ed ora le sarebbe risultato difficile cambiare opinione.
Sebbene avesse tentato diverse volte di entrare in quella camera, dovette arrendersi. Holly era irremovibile e ritrovarsi a piangere per tutto quel tempo la stava sfinendo definitivamente.
 
 
Justin non era messo molto meglio di lei. Continuava a ripensare a quanto era riuscito a dire e si sentì tremendamente in colpa per tutto ciò, ma sapeva di non avere altra scelta.
Era sdraiato sul letto da ormai diversi minuti e fissava il vuoto con un’espressione indecifrabile dipinta in volto. Tutto d’un tratto sentì bussare alla porta della sua camera e scattò in piedi. “Avanti” disse e la figura di Victoria gli comparì davanti.
Oh, ciao Victoria” mormorò lui, cercando di non dare a vedere la delusione.
Com’è andata?” le domandò lei, immaginando già la risposta.
Male” rispose lui, “quando mio padre domani ritornerà a casa,  verrà a sapere che sono stato rimandato in quasi tutte le materie e ciao ciao Atlanta. Sono stato costretto a lasciare Holly, ma questo già lo sapevi.
Mi dispiace” mormorò lei, sedendosi sul letto e lui fece lo stesso. “L’ha presa male, vero?
Justin annuì e realizzare tutto ciò lo fece sentire peggio. Si era allontanato da lei, lasciandola sola ed era più che certo che avrebbe distrutto una delle cose più preziose che possedeva.
Non avevi altra scelta, non devi fartene una colpa.
La colpa è mia, invece. Non oso nemmeno immaginare come la prenderà non appena saprà che ho passato questi ultimi giorni con te. Non voglio farle del male ancora.
Era inevitabile, lo sai anche tu. Che cosa sarebbe successo se foste rimasti insieme nonostante la distanza? Non avresti retto, lo hai detto tu stesso l’altro giorno. Perché devi farti del male?
Il biondo scosse la testa, come a non voler ascoltare quelle parole, ma ormai gli erano entrate dentro e nascondere la verità sarebbe stato inutile.
Prova solo ad immaginare come reagirà quando saprà che passerai l’estate in California. Sarebbe il minimo se si limitasse a non parlarmi più.
Se non lo venisse a sapere non ci resterebbe poi così male.
Justin scattò in piedi, guardandola con un’espressione leggermente scioccata. “Non posso nasconderglielo, si fida di me. Che razza di stronzo sarei se le nascondessi una cosa simile? È già difficile sopportare tutto questo, non voglio perdere anche la sua amicizia.
Victoria fece per ribattere, quando il telefono del biondo squillò e lui si precipitò a rispondere. Lesse il nome di Holly sul display e, titubante, rispose alla chiamata, senza però parlare, non ne ebbe il tempo.
Dimmi solo perché mormorò lei dall’altro capo del telefono, con la voce ancora spezzata dal pianto. Justin chiuse gli occhi, cercando di reprimere quel groppo che gli si era formato in gola.
Mi dispiace Holly, ti giuro che non pensavo di fallire.
Io non ce la faccio ad affrontare di nuovo tutto questo, perché non lo capisci?
Non è facile nemmeno per me, cosa credi? Però c’è una cosa che dovrei dirti. In questi ultimi giorni sono uscito con Victoria, non èsuccesso niente tra di noi, ti posso giurare questo, abbiamo solo parlato e sono arrivato alla conclusione che la distanza complicherebbe tutto. Perdonami, Holly, ti prego.
Holly rimase in silenzio dopo aver udito quelle parole, si sentì come se una lama le avesse appena trafitto il petto. L’ennesimo colpo, l’ennesima delusione, ancora una volta Victoria.
Dimmi che scherzisussurrò lei, singhiozzando sonoramente, “non puoi averlo fatto davvero.
Non è successo niente tra di noi, abbiamo solo parlato e-” ma non fece in tempo a terminare la frase, Holly chiuse la chiamata, lasciando morire la loro conversazione.
Senza pensarci su, Justin infilo il telefono in tasca corse fuori dalla stanza.
Ma dove vai?” urlò Victoria, ma non ottenne alcuna risposta, anche se non le fu facile intendere dove si stesse recando.
 
Corse a perdifiato per il viale che portava a casa di Holly e suonò insistentemente il campanello, fino a quando la figura di Helen non si presentò davanti ai suoi occhi.
Dov’è Holly?” sbottò lui, annaspando ancora per la corsa.
Non ti interessa, anzi, tornatene a casa, le faresti solo un favore” ribatté lei, incrociando le braccia al petto.
Cosa?” sbottò nuovamente lui, “non esiste, io devo vederla!
Cercò di entrare, ma la ragazza rimase immobile sull’uscio, impedendogli l’accesso.
Scordatelo! Sono stanca di vederla star male a causa tua. Lasciala in pace, hai già fatto abbastanza, Justin. Vattene!
Il biondo non si arrese e spinse lievemente a lato Helen, entrando in casa di prepotenza e dirigendosi poi verso la camera di Holly.
Sei sordo per caso? Non vuole vederti, esci da questa casa!” gridò ancora una volta Helen , ma lui la ignorò e provò ad abbassare la maniglia della porta, senza risultato. Era chiusa a chiave.
Holly, apri la porta!” gridò lui, sbattendo un paio di volte i pugni sul dorso della porta.
No, Holly, non farlo!” urlò a sua volta Helen.
Smettila d’intrometterti in faccende che non ti riguardano” l’ammonì Justin.
Holly, apri questa cazzo di porta!
Ma nulla, Holly rimase immobile e non proferì parola.
Helen pensò che Justin si fosse arreso, perché lo vide fare dietrofront ed uscire dalla villa; tirò un sospiro di sollievo e chiuse a chiave la porta d’ingresso.
Contrariamente a quanto quella ragazza pensava, Justin era uscito solo per fare il giro della casa ed arrampicarsi sul balcone della camera di Holly, per poi entrare dalla finestra e ritrovarsi a pochi metri da lei.
Perché sei qui?” mormorò Holly stupita, alzandosi in piedi ed indietreggiando di qualche passo.
Perché mi dispiace” rispose lui, “non voglio rimanere senza far niente se so che stai male.
Justin provò ad avvicinarsi a lei, ma Holly indietreggiò di nuovo, sino a quando non si ritrovò con la schiena contro al muro.
Ormai il danno è fatto. Sei uscito di nuovo con lei!” sbottò ed ecco che altre lacrime contribuirono a rigarle maggiormente le gote. Il suo viso era totalmente umido e passarsi la mano sopra di esso, cercando di asciugarlo, era inutile. “I- io pensavo che ci stessi almeno provando, invece te ne sei fregato. Ti sei fatto bellamente bocciare, senza nemmeno provare a studiare perché, ovviamente, dovevi uscire con lei. Ma con che coraggio ritorni da me?
Justin abbassò il capo e non poté evitare che sentirsi ancor peggio per ciò che le aveva fatto. Aveva già sbagliato troppe volte e chi ne soffriva maggiormente era sempre Holly. Ripensò a tutti i momenti passati insieme, a tutti quei litigi che, fortunatamente, si erano sempre risolti, ma ora? Lui sarebbe partito e chi si sarebbe preso cura di lei?
Chaz?
Il solo pensiero lo fece irritare ancor di più.
Non capisco perché? Pensavo ci tenessi a me, ma non hai fatto niente per rimanere, hai solo peggiorato la situazione e ora te ne andrai e questa volta chissà quando tornerai.
Perché non lo capisci, Holly?” domandò retoricamente lui, mantenendo un tono di voce notevolmente basso, “spiegami come avremmo fatto a resistere a tutta quella distanza? Credi che mio padre mi permetterà di venire da ogniqualvolta io lo voglia? Non lo capisci che trasferirmi in Califonia è una punizione? Non me ne vado per volontà mia. Ero davvero sicuro che ce l’avrei fatta, ma mi sbagliavo e ho fallito i test. Domani mio padre lo verrà a sapere e sarà questione di pochi giorni, dopodiché lascerò Atlanta e Dio solo sa quando ritornerò. Non voglio andarmene con la consapevolezza che una parte di me rimarrà qui, anche se sarà inevitabile. Io ti amo, Holly, e lo sai, ma così non ce la faccio.
Più Justin parlava, più gli occhi della ragazza si riempivano di lacrime e non ebbe nemmeno la forza di ribattere.
Dio mio, ma sei ancora qui?” sbottò Helen, che aveva appena fatto il giro della casa ed ora si trovava proprio sotto al balcone di Holly.
Justin sbuffò sonoramente e chiuse la finestra, tirandone poi le tende e lasciando che gran parte della luce rimanesse fuori.
 
Non ci sarà nessuno per me una volta che tu te ne andrai” Holly riuscì a dire solo questo.
Il biondo si avvicinò del tutto a lei, l’afferrò per un braccio e l’attirò a sé, stringendola forte tra le sue braccia. Questa volta, Holly non oppose resistenza, rimase immobile, con il viso appoggiato al petto del ragazzo mentre altre lacrime continuavano a bagnarle le gote. “Non sarai sola” mormorò lui, “ce la farai. Sei più forte di quanto credi.
La ragazza scosse ripetutamente il capo. “No, non è vero” sbottò lei, tirando un leggero pugno sul petto del biondo, “non andrà meglio. Smettila di ripeterlo perché so che non è vero.” Tirò ancora alcuni pugni sul suo petto e Justin le bloccò la mano, intrecciandone le dita con le sue.
Non rendere tutto più difficile, ti prego” mormorò lui, per poi lasciarle un bacio sulla fronte. Provò a sollevarle il capo con la mano, ma Holly fece di tutto per non guardarlo negli occhi. Scosse ancora una volta il capo e riprese a singhiozzare. Quel pianto sembrava non avere fine.
Justin la trascinò sul letto, senza mai sciogliere quell’abbraccio, e si sdraiarono su di esso.
Ti prego, smettila di piangere, mi uccide vederti così.” Senza che se ne accorgesse, una lacrima rigò anche il volto di Justin e, non appena percepì quella piccola goccia salata, la strinse ancora più forte.
Non voglio che tu vada via, resta con me” sussurrò in un fil di voce lei.
Lo farei se potessi.
Rimasero in silenzio, stretti l’uno all’altra e ora anche Holly si era decisa ad avvolgere un braccio attorno alla vita del biondo, lo aveva fatto con esitazione, ma lo aveva fatto.
Justin rimase stupito da quel gesto, però ne fu felice e, ora che si ritrovò a fissare il vuoto avanti a sé, non riuscì ad immaginare come sarebbe stato allontanarsi da lei.
Holly” la chiamò lui e lei alzò di poco il capo, “anche se dovrò andar via, tu sarai sempre un po’ mia e potrebbe darmi fastidio se so che qualcuno ci proverà con te.
Se resti non dovrà succedere” lo zittì immediatamente lei, incrociando a pieno i suoi occhi.
Sai che non posso restare, non ho scelta.
Si può sempre scegliere” disse lei, abbozzando un sorriso, che però svanì subito.
Fanculo” mormorò lui, sciogliendo l’abbraccio e posizionandosi sopra di lei. La fissò dritto negli occhi per interi secondi, secondi in cui Holly non poté evitare di guardarlo con aria interrogativa.
Si avvicinò lentamente a lei, diminuendo man mano la distanza che separava i loro volti, e posò le labbra su quelle di lei.
Holly spalancò gli occhi, ma non compì alcun movimento, se non quello di dischiudere di poco le labbra e lasciare che la lingua di lui s’incontrasse con la sua.
 
Mi sentivo impotente ora che lui era sopra di me, dopo ciò che mi aveva detto non riuscii a realizzare nulla. Mi sentivo avvolta da una bolla, il cui interno era quasi piacevole, ma ero consapevole del fatto che, una volta che si fosse rotta, l’esterno mi avrebbe fatto male.
Chiusi gli occhi, permettendo ad una lacrima di fuoriuscire dal mio occhio sinistro. Non avvertivo più alcun dolore, mi sentivo in un’altra dimensione. Era assurdo come un suo bacio potesse farmi tanto, assurdo come potesse farmi sentire viva.
Ma non glielo avrei detto. Avrei dovuto iniziare a ragionare come lui, lasciando tutto alle spalle e permettendo al destino di svolgere il suo compito.
Lui doveva andar via, lui sarebbe stato lontano da me per troppo tempo, forse per sempre. Lui non sarebbe stato più mio e tutto ciò mi distruggeva.
Spostai di lato il capo, interrompendo brutalmente quel bacio e sentivo addosso il suo sguardo contrariato.
Involontariamente sorrisi,ma non era uno di quei sorrisi felici, tutt’altro, celava ciò che avevo dentro e, in quel momento, era uno schifo.
La bolla si era spezzata ed il contatto con l’esterno mi aveva provocato questo: altre lacrime incombenti sul mio viso.
Vattene, Justin. Vattene prima che tutto possa peggiorare. Vattene prima che non sarò più in grado di lasciarti andare.
Vattene, sei stato tu a volerlo.
 
Credo  sia arrivato il momento che tu vada” mormorò Holly,poggiando una mano sul petto del biondo e scostandolo di poco, giusto per darle lo spazio di alzarsi.
Sì, hai ragione. Ti chiamo domani” disse lui, ormai prossimo ad uscire dalla stanza.
Non credo sia necessario, hai già detto abbastanza per oggi.
Justin sospirò sonoramente e la guardò per qualche istante, sperando di cancellare ogni cosa negativa, ma ciò non avvenne.
Verrai almeno a salutarmi quando partirò?” le domandò e provò una gran paura nel pronunciare quelle poche parole.
Forse” rispose lei con tono fermo, dandogli le spalle, “ora vai.






Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Coraggio, ditelo che non ve lo aspettavate di vedere un aggiornamento dopo due giorni.
Non so come mai, ma ho avuto proprio voglia di scrivere e oggi, nel giro di un paio d'ore,l'ho buttato giù di getto.
E' un po' triste in alcune parti, me ne rendo conto e mi rendo anche conto che altri due capitoli non penso bastino per concluderla. Quindi dubito arriveremo a cifra tonda con il 60°, quando finirà ve lo dirò, ma non saprei dare una stima. Ci sarebbero altre cose da raccontare e probabilmente mi sto dilungando troppo, probabilmente non ve ne fregherà niente, ma non riesco a porre una fine a questa storia. SIcuramente finità, quello è sicuro, ma non so quando, so solo come.
Sapete, per me questa storia significa tanto, ormai fa parte di me, sono quasi due anni che la porto avanti, l'avevo iniziata per caso, senza pensare che l'avrei continuata per quasi sessanta capitoli, però è successo. Ormai quella Holly sono io. Persino alcune persone mi chiamano così ed è una cosa che adoro perché è come se fossi lei, in un certo senso.

Credo di essermi dilungata un po' troppo, quindi concludo qui lo spazio autrice.
Grazie alle meravigliose persone che mi hanno recensito, in particolare Simona che nell'arco di ventiquattrore (anzi meno) si è letta 57 capitoli. 
Grazie a chiunque abbia voglia di leggerla, a me fa sempre tanto piacere.


Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice
on twittah and instagram               se avete domande, ask me

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Capitolo 59
*** Capitolo 59. ***


59.
 

Così com’era entrato,  Justin se ne andò, uscendo sul balcone e calandosi poi dalla ringhiera di esso. Helen, fortunatamente, non si trovava più in giardino, Justin non avrebbe retto l’ennesima discussione con quella ragazza, ultimamente la riteneva inopportuna e non aveva fatto altro che imporre a Holly pensieri che sarebbero dovuti rimanere al di fuori della sua mente.
Non riusciva a compiere più di due passi senza voltarsi e guardare la casa della ragazza, per pochi metri camminò persino all’indietro ed avvertì una morsa stringere al centro del suo petto. Portò una mano su di esso e strinse parte della stoffa della maglietta tra le dita.
Sentì gli occhi pizzicare, ma non divennero lucidi; iniziò a correre verso casa prima che la vista gli si annebbiasse.
Sbatté violentemente la porta d’ingresso, lasciando sua madre basita da quella scena, stava per dirigersi in salotto, ma si era bloccata nell’istante in cui il figlio aveva varcato la soglia di casa.
Non la guardò nemmeno, camminò a passo deciso verso la sua stanza e vi si chiuse dentro, guardandosi attorno e notando come fosse ancora così spoglia. Erano notevolmente diminuiti gli oggetti che la occupavano.
 
Più scrutava ogni centimetro di quella stanza, più avvertiva un senso di vuoto impadronirsi di lui. Quando aveva messo nuovamente piede ad Atlanta, era certo che non se ne sarebbe più andato, ma a confermare il contrario furono alcuni scatoloni vuoti accanto al letto. Nell’armadio vi erano ancora alcuni suoi vestiti e non notò subito la valigia posta accanto ad esso.
Preso dalla rabbia, l’aprì sbattendola al suolo e, senza nemmeno preoccuparsi di sfruttare al meglio lo spazio, gettò i vestiti alla rinfusa dentro di essa. Sapeva che non si sarebbe potuto permettere il lusso di dimenticare qualcosa, suo padre non gli avrebbe mai permesso di ritornare a riprenderlo, nemmeno se questo qualcosa fosse stato Holly.
Holly era tutto ciò che avrebbe voluto tenere con sé, ma di lei gli rimaneva soltanto una vecchia foto ormai.
Era lì, posata sul comodino e si accorse di aver perso troppo tempo a fissarla solo quando non riuscì più a vederla così nitidamente. I suoi occhi color nocciola erano completamente offuscati dalle lacrime, così lasciò cadere l’ultima maglietta nella valigia e, lentamente, si avvicinò alla foto.
Allungò la mano, ma la ritrasse subito dopo, quasi come se avesse avuto paura di avere un contatto con lei. La cornice bianca che l’avvolgeva era sbeccata e sorrise al ricordo di come s’era formata quella piccola imperfezione.
 
Quattro anni prima…
 
Guarda che cos’hai fatto!” sbottò arrabbiata la bambina, reggendo tra le mani alcuni petali di rosa, mentre altri erano sparsi sul marciapiede, assieme al resto del fiore e al vaso in vetro che lo conteneva.
Era soltanto un fiore e per di più è anche appassito, ce ne sono tanti altri nel tuo giardino” ribatté il biondino, ma Holly non ne voleva sapere di cogliere altri fiori. Lei voleva quel fiore.
Questo era speciale” mormorò abbassando la testa, mentre il suo tono di voce andava via via diminuendo a causa dei singhiozzi.
Cos’aveva di tanto speciale?” domandò Justin senza capire.
Non te lo ricordi più?!” Holly sembrava completamente scossa da quella domanda. Per lei quella rosa rossa era importante e lui ne aveva rimosso il motivo.
Il biondo scosse la testa, prendendo tra le mani il suo skateboard e sollevando le spalle.
Me lo avevi regalato il giorno del mio compleanno…” rispose lei, asciugandosi alcune lacrime che ora le stavano bagnando il viso.
Se era così importante avresti dovuto tenerlo in casa. E poi il tuo compleanno è stato un mese fa, te ne porterò un altro. Non fare la bambina!” la rimproverò lui, ma lei non voleva sentire ragioni.
Era speciale!” ripeté convinta e, in un batter d’occhio, strappò lo skateboard dalle mani di Justin, sbattendolo violentemente a terra.
Ora sai come ci si sente!” gridò ancora tra le lacrime.
Sul volto del biondo comparve un’espressione di stupore, mista ad una leggera ira. Holly non avrebbe mai immaginato di poter riuscire a compiere un gesto simile e, prima ancora di vedere la reazione di Justin, corse a perdifiato verso casa, sparendo poi al suo interno.
Quello skateboard aveva pochi giorni di vita e, sbattendolo al suolo, si era sbeccato, rovinando una parte del disegno che lo ricopriva. Rosso di rabbia, Justin entrò in casa, rifugiandosi in camera sua prima ancora che sua madre potesse vederlo, vide la foto poggiata sul comodino e la sbatté sul pavimento, provocando una sbeccatura abbastanza evidente sulla cornice.
 
 
Era successo così tanti anni fa che ancora si stupì di come potesse ricordarselo proprio in quel momento. Era così convinto che la loro amicizia potesse terminare in quell’istante, ma fortunatamente non era successo.
Sorrise al solo ricordo di quella scena, Holly si era arrabbiata così tanto per quel fiore e tutto perché era stato lui a regalarglielo e lo considerava speciale.
Era da diversi istanti che Justin sentiva gli occhi pizzicare e ora alcune lacrime gli stavano rigando il viso. Se le asciugò immediatamente, ma altre fluirono fuori dai suoi occhi, rendendo quel gesto inutile.
Prese tra le mani quella fotografia e la studiò attentamente. Erano trascorsi solo quattro anni, ma entrambi erano cambiati, specialmente lui. In quella foto i suoi lineamenti erano più dolci e meno marcati, ma il suo sorriso era rimasto lo stesso ed era vero. Lei, invece, bambina di appena dieci anni, aveva mantenuto gli stessi caratteri di adesso, solo un po’ meno accentuati. Un grande sorriso le fasciava il volto e dai suoi occhi verdi sprizzava gioia ed allegria. Sebbene la foto inquadrasse soltanto il viso ed una piccola parte del busto, era facile immaginare che fossero abbracciati, stretti l’uno tra le braccia dell’altra. I loro visi erano vicini, guancia a guancia, illuminati da un sole splendente di un pomeriggio estivo.
Il biondo strinse maggiormente la presa sulla cornice e la gettò con violenza al suolo, facendo andare in frantumi il vetro sovrastante la foto. Cocci di vetro erano sparsi sul pavimento e la cornice si era divisa a metà, lasciando libera la fotografia.
Udendo quel rumore, Pattie accorse con velocità nella stanza del biondo, fece per domandare cosa fosse successo, ma rimase in silenzio, intuendo da sé la risposta.
Perché l’hai fatto?” gli chiese poi, appoggiandosi rassegnata allo stipite della porta.
Lui, lentamente, sollevò il capo ed incrociò lo sguardo della donna, senza preoccuparsi del fatto che dai suoi occhi trapelassero soltanto emozioni tristi.
Perché era speciale” rispose lui, come se fosse stata la spiegazione più semplice.
Proprio per questo non capisco perché tu l’abbia gettata a terra” commentò lei, rimanendo parecchio perplessa dalla risposta del figlio.
Tempo fa ho rotto una cosa molto importante per Holly e lei, per ripicca, aveva tentato di rompermi lo skateboard, senza però riuscirci. Vedi, quello skateboard era davvero importante per me e tu lo sapevi bene, ti ricordi per quanto tempo ti ho pregato di regalarmelo?
La donna annuì e lo lasciò continuare.
Con il tempo ho capito che l’unica cosa importante che avevo era lei e questa foto che ci ritrae insieme. Non avrò più lei con me, le ho spezzato il cuore e lei lo ha fatto con me. Se avessi mantenuto intatta questa fotografia mi sarei portato dietro il suo ricordo e mi avrebbe fatto male. Non voglio più tenere sul comodino la nostra foto se lei non sarà con me. Papà ha ottenuto ciò che voleva e, anche se ho lottato tanto, non potrò evitare di andarmene da qui. Non voglio portarmi nulla di quello che ho, tanto non servirebbe.
Pattie scosse il capo e compì qualche parso verso il biondo, stando attenta a non calpestare quei frammenti di vetro.
Sbagli a pensarla così” gli disse, sospirando e passando una mano tra i suoi capelli biondi. “Hai distrutto la cornice che conteneva quella foto, ma non la foto stessa. Tu e Holly vi siete fatti del male a vicenda, ma non siete mai riusciti a spezzare ciò che vi lega. Avete soltanto abbattuto la parte più debole che ricopriva il vostro cuore, proprio come quella cornice che ricopriva la foto. Anche se dovessi stracciare a metà quella foto rimarranno comunque i frammenti e basterebbe davvero così poco per riformare il puzzle. Non voglio renderti le cose difficili, Justin, ma non potrai mai cancellare il suo ricordo. Holly è stata il tuo primo vero amore ed il primo amore, come tale, non si scorda mai.
Credimi, mi dispiace doverti far affrontare tutto questo, perché non lo meriti, ma non abbiamo scelta. Non commettere l’errore di cancellarla dalla tua vita, non ci riusciresti nemmeno se lo volessi e te ne pentiresti.
 
 
Quella notte Justin non chiuse occhio, rimase sdraiato sul letto a fissare il soffitto e ripensando a quanto gli aveva detto qualche ora prima sua madre. Detestava ammettere che aveva ragione, ma cos’altro poteva fare?
Nell’arco di tre ore avrebbe lasciato definitivamente quella casa e nulla gli avrebbe permesso di ritornarci. Uscì sul balcone, il cielo era ancora scuro, ma di lì a poco si sarebbe schiarito, rivelando l’alba del mattino. Tastò con la mano l’esterno della tasca e realizzò di avere ancora con sé un pacchetto di sigarette, lo estrasse e lo aprì: vi erano soltanto due sigarette, una delle quali leggermente rovinata. Afferrò quella rovinata e l’accese, stringendola tra le labbra. Inspirò a pieni polmoni quanto più fumo gli fu possibile e gli ritornò alla mente l’espressione dipinta sul viso di Holly quando lo aveva visto fumare per la prima volta. Lei non era mai stata d’accordo con tutto questo, ma ora non aveva importanza. La storia con Holly era un capitolo chiuso e, anche se non sarebbe mai riuscito a dimenticarla, non avrebbe potuto continuare a vivere come se niente fosse mutato.
Non appena raggiunse la metà di quella sigaretta, la gettò oltre la ringhiera e rimase a fissare quel piccolo spiraglio di luce tra i fili d’erba, finché qualche istante dopo non si spense.
Guardò l’orologio, segnava le quattro del mattino e nell’aria si udiva soltanto il suono del vento, ma nemmeno quello riusciva a coprire il rumore dei suoi pensieri. Non faceva altro che immaginarsi la figura di Holly, domandandosi se stesse dormendo o se, magari, stesse pensando a lui. Ma, più di tutto, si domandava se la mattina seguente si sarebbe presentata in aeroporto per salutarlo definitivamente.
Più ci pensava, più si sentì combattuto tra l’idea di non volerla vedere e la voglia di abbracciarla un’ultima volta.
Se davvero era intenzionato a dimenticarla, sarebbe stato meglio non vederla più.
 
Quasi tre ore più tardi, la voce di suo padre lo distrasse dai suoi pensieri, costringendolo a lasciare immediatamente la stanza. Afferrò la valigia e se la trascinò dietro, facendola passare volutamente su quel che ne rimaneva della fotografia, la guardò un’ultima volta e si chiuse la porta della stanza alle spalle.
Sua madre aveva lo sguardo fisso sul figlio e non poté fare a meno di sentirsi completamente dispiaciuta per tutto ciò, suo padre era indifferente, ma Justin se lo aspettava.
Raggiunsero l’aeroporto e, mentre tutti e tre erano in fila per il check-in, Justin continuava a voltarsi verso l’entrata.
Vedrai che verrà” gli sussurrò sua madre ad un orecchio. “Non credo, sai?” mormorò lui, avanzando qualche passo verso la sala d’attesa. Prese posto il più lontano possibile da suo padre, dando le spalle all’entrata dell’edificio.
 
 
Sei davvero sicura di voler andare?” domandò Helen a Holly, la quale non aveva ancora distolto lo sguardo dal finestrino accanto a sé. “Te l’ho già detto due volte: sì, sono sicura di voler andare. Potresti accelerare invece di fare domande?
Helen non si permise di proferire una sola altra parola e fece ciò che la cugina le aveva chiesto.
Nell’arco di pochi minuti raggiunsero finalmente l’aeroporto e Holly scese dall’auto, ma rimase come pietrificata a fissare l’entrata.
Ti aspetterò qui” le disse Helen, come ad incitarla a proseguire.
Sì, non ci metterò molto.” Finalmente Holly si decise ad entrare e si guardò attorno, cercando di evitare lo scontro con altre persone mentre avanzava a passo deciso.
Di Justin non c’era traccia, guardò l’orario e realizzò che non era arrivata in ritardo, ma non riuscì a spiegarsi per quale strana ragione non ci fosse.
Avanzò ancora un po’, ma oltre il metal detector non poteva proseguire. Si sporse oltre quelle macchine ed inquadrò la sala d’attesa, dove riconobbe il suo ciuffo color del grano.
Hai perso qualcosa?” le domandò un uomo della sicurezza.
La ragazza scosse il capo e rispose: “non ho perso niente, vorrei solo salutare una persona.
Se non hai nessun aereo da prendere, non posso farti passare.
La prego, è importante” insistette Holly, congiungendo inconsciamente le mani avanti a sé.
L’uomo scosse il capo. “Mi spiace, ma non puoi andare oltre.
Holly si sentì totalmente delusa, come se arrivare fin lì fosse stato del tutto inutile. Pochi metri la separavano da Justin, ma non poteva sconfiggere quella breve distanza.
Rimase a fissarlo per interi secondi, consapevole che, essendo girato di spalle, non l’avrebbe notata.
Justin!
Iniziò a chiamarlo diverse volte, ma lui non si voltò, il vociferare delle altre persone copriva la sua voce. Gridò ancora più forte e l’uomo della sicurezza le si avvicinò spazientito.
Non hai intenzione di demordere, eh?
Lei lo guardò per un attimo con le lacrime agli occhi e non rispose.
L’uomo sospirò sonoramente e le porse un cartellino. “Mostralo se per caso dovessero farti domande, ma non impiegarci troppo tempo. L’aereo decollerà nell’arco di una mezzora.
Gli occhi di lei s’illuminarono di colpo, mostrandogli gratitudine. “D’accordo, grazie!” esclamò, lasciando che un grande sorriso si facesse spazio sul suo volto.
Oltrepassò i divisori ed iniziò a correre a perdifiato verso il biondo, le sue gote erano rigate pesantemente dalle lacrime, sotto agli occhi vi erano dei leggeri aloni scuri, segno che aveva passato la notte in bianco, ma poco le importava. Le risultava difficile vedere nitidamente ora, ma continuò a correre fino a che il biondo non si accorse del rumore dei suoi passi. Si voltò verso di lei e, quando la riconobbe, ne rimase completamente stupito.
Credevo che non volessi venire” le disse alzandosi in piedi e mantenendo una certa distanza da lei.
Lo so e inizialmente non sarei dovuta venire, ma è anche vero che non potevo lasciarti andare via senza salutarti.
Il biondo annuì quasi impercettibilmente, senza lasciar trapelare la minima emozione, rimase impassibile e ciò fece rimanere Holly parecchio delusa.
Beh? Non dici niente?” insistette lei, avvicinandosi di poco a lui e, nello stesso istante, Justin indietreggiò.
Che cosa dovrei dire? O meglio, che cosa dovrei fare? Mi pare di aver capito che tutto è finito, sei stata molto chiara ieri.
Justin, non ti sto chiedendo di far tornare tutto come prima, ormai non si può più fare niente, ti sto soltanto chiedendo di salutarmi ed abbracciarmi per un ultima volta!
Justin rimase in silenzio, abbassò lo sguardo, per poi rivolgerlo oltre le grandi finestre che davano sulla pista di decollo ed atterraggio.
Holly lo fissava, aspettando impazientemente che lui annullasse quella poca distanza che li separava per poi abbracciarla.
Che cosa succederà quando io chiederò a te un abbraccio e tu sarai troppo lontana per potermelo dare?” le domandò lui, riportando lo sguardo su di lei.
I- io non lo  so. Perché mi fai questa domanda? Credi davvero di essere l’unico che sentirà la mancanza di tutto questo?
Tutto questo?” ripeté lui senza capire o, meglio, facendo finta di non capire. “Tutto questo, come lo definisci tu, c’era tanto tempo fa.
Non ti sopporto quando riesumi il passato solo per creare l’ennesima discussione. Non c’è tempo per litigare, lo capisci? Non voglio passare questi ultimi minuti a litigare con te. In tutti questi mesi non abbiamo fatto altro che discutere, facendoci male a vicenda e-
Spezzandoci il cuore…” la interruppe lui.
Holly chiuse gli occhi per un momento, sentendo crescere dentro di sé quella che credette fosse rabbia, ma che in realtà era solo tristezza.
Vaffanculo, Justin” sbottò, poco prima di avvicinarsi del tutto a lui e gettargli le braccia attorno al collo. Affondò il viso nell’incavo del suo collo ed avvertì immediatamente la stretta delle braccia di lui attorno alla sua schiena.
Pochi istanti dopo, Justin fece concludere quell’abbraccio e, guardandola negli occhi, le disse: “bene, hai ottenuto ciò che volevi. Io ora devo andare.
Mi stai dicendo che mi hai abbracciato solo perché te l’ho chiesto e non perché lo volevi?
Holly gli stava dedicando un’occhiata torva, ma non voleva farsi vedere debole, né tanto meno delusa.
Ho fatto quello che mi hai chiesto, perché devi farne una polemica?
Da qualcuno avrò preso” lo stuzzicò lei, indietreggiando di qualche passo ed incrociando le braccia al petto.
Bene, addio Holly” le disse lui, poco prima di allontanarsi definitivamente da lei.
Non appena lui si voltò, la ragazza lo richiamò di nuovo.
Aspetta” disse.
D’accordo, ma fai in fretta” tagliò corto lui e, sebbene fosse abbastanza bravo da volersi fingere scocciato, Holly riuscì a leggere nei suoi occhi che mentiva.
Se potessi fare qualcosa, una sola cosa, prima di andar via, cosa faresti?
Il biondo rimase parecchio perplesso sentendo quella domanda, ma non ebbe nemmeno bisogno di tempo per rispondere, perché sapeva già che cosa desiderava più di tutto.
Se potessi non andrei via, tutto qui. Tu, invece?
Holly sorrise a quell’affermazione e disse: “se io potessi fare qualcosa, ti bacerei un’ultima volta.
Fallo, se ne hai il coraggio” la sfidò lui, mascherando a pieno il suo stupore. Non si aspettava quella risposta, non dopo ciò che si erano detti la sera prima, non dopo ciò che era successo.
“Vattene” gli aveva detto la sera prima, ora lo stava per fare e lei aveva intenzione di baciarlo di nuovo, rischiando di scatenare un subbuglio nella sua testa.
Holly non se lo fece ripetere due volte, compì un paio di passi, annullando la distanza che li separava e posò le labbra su quelle di lui. Il bacio fu semplice e casto e durò soltanto alcuni attimi.
Ora puoi andare” le disse lei controvoglia.
Se la signorina Evans ha deciso così…” la prese in giro lui, “posso solo sapere il perché di questo gesto?
Holly sembrò pensarci su e sorrise: “Perché così sarò certa che non ti dimenticherai di me e non ci starò male solo io, ma anche tu. Ciao Justin.
Ciao Holly” la salutò lui con un sorriso, poco prima di imbarcarsi sul velivolo. 



 

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Avete tutto il diritto di prendermi a pugni, ho tardato veramente troppo.
Non so cosa mi sta succedendo, non l'ho capito nemmeno io, ma sono intenzionata a dedicarmi a questa storia fino a che non sarà terminata.
Ne ho altre in corso e ho commesso l'errore di cominciarne troppe tutte insieme,il che mi confonde parecchio. Questa volta voglio dedicarmi su questa, così non vi farò aspettare troppo, sperando con tutto il cuore che ritorni ad essere tra le popolari. Ci tengo veramente tantissimo, prego che i preferiti e le recensioni aumentino :')
Non vi abbandonerò, questa volta ve lo prometto.
Ci terrei tanto a vedere che ci siete e che non avete abbandonato questa storia ♥

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 60
*** Capitolo 60. ***


Vi consiglio di ascoltare questa canzone mentre leggete.


60.
 
Lo sguardo di Holly era fisso sulla figura del biondo, ma lui non si voltò più per guardarla, percorse il suo cammino impettito, a passo deciso fino a che, ormai certo che lei non potesse più vederlo, rallentò.
I suoi genitori lo precedettero e fu allora che si voltò, inquadrando appena l’inizio del corridoio che l’avrebbe portato all’interno dell’aereo.
Decine di persone lo superarono e, rendendosi conto di aver già perso troppo tempo, si decise a salire finalmente sull’aereo. Era uno degli ultimi passeggeri ed il velivolo non era nemmeno troppo affollato, c’erano diversi posti vuoti e Justin, in cuor suo, avrebbe tanto preferito che anche il suo posto rimanesse libero. Sua madre aveva già presto posto a sedere, suo padre ancora no, ma non lo calcolò minimamente dato che, ora, la sua attenzione era incentrata sulla figura di una ragazza, a lui per niente sconosciuta.
Si avvicinò di poco e la ragazza spostò lo sguardo su di lui, sorridendogli.
Victoria, che- che cosa ci fai tu qui?” domandò lui, notevolmente sorpreso di vederla lì.
Te l’avevo detto che sarei partita per la California” rispose lei, continuando a sorridere, “nemmeno io immaginavo di trovarti qui.
Il biondo rimase interdetto per alcuni secondi, spostò lo sguardo verso quello che sarebbe dovuto divenire il suo posto, accanto a sua madre, e lo ignorò, sedendosi poi accanto a Victoria. Smise di parlare fino a che la voce della ragazza non arrivò alle sue orecchie.
Prima ti ho visto con Holly” disse lei, “deduco che le cose tra voi si siano sistemate, giusto?
Sbagliato!” la contraddisse Justin, “se ti riferisci al bacio, non ha significato assolutamente nulla.
Oh, evidentemente ho frainteso allora
Sì, assolutamente sì. Le cose tra noi non potranno tornare come prima, dato che ad Atlanta non ci metterò più piede. Pazienza, è andata così.” Justin appariva così rassegnato, arrabbiato, deluso e triste, ma cercava in tutti i modi di voler sembrare indifferente a quella situazione, quasi come se dentro di lui non ci fosse quell’uragano di emozioni negative e Victoria l’aveva notato, chiunque se n’era accorto ormai.
Non dovresti arrenderti, ma non dirò altro. Visto che hai sempre fatto di testa tua, credo sia inutile spendere altre parole.” Ora sembrava lei quella arrabbiata, ma aveva discusso diverse volte con lui per la stessa ragione e oramai aveva compreso che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.
 
Il volo durò circa tre ore e, per tutto il tempo, Justin non proferì parola. Di tanto in tanto, Victoria gli poneva qualche domanda, ma lui si limitava a rispondere a monosillabi o, la maggior parte delle volte, con un cenno del capo.
Anche io sarò a Los Angeles durante questi tre mesi estivi, potremmo vederci, se vuoi” le disse lei, assumendo un’aria speranzosa, nell’istante in cui scesero dall’aereo.
Sì, potremmo vederci” rispose atono lui e, dopo averla salutata, salì insieme ai suoi genitori sul primo taxi che gli capitò a tiro.
Il tragitto era breve, nell’arco di una mezzora avrebbero raggiunto la loro abitazione e, più quell’auto si mangiava chilometri, più lui avvertì un senso di malinconia impossessarsi di sé.
Tutto ciò che fece non appena entrò in casa, sempre se mai sarebbe riuscito a considerarla tale, fu chiudersi nella sua stanza e, fortunatamente, nessun altro vi mise piede. Era esattamente come l’aveva lasciata ed era molto più piccola rispetto a quella che aveva ad Atlanta, ma non sarebbe stato questo il problema.
Il problema era che, questa volta, Holly non avrebbe potuto sgattaiolare di nascosto dalla finestra e trascorrere con lui la notte, lui non avrebbe potuto fare lo stesso e tutto ciò perché tremila chilometri erano troppi da affrontare.
 
Mi sentivo totalmente inappropriato a quella città, a quella casa, a quella nuova vita.
Ero così arrabbiato da aver messo da parte ciò che realmente contava, non mi ero goduto a pieno gli ultimi istanti con lei e non avevo mentito quando avevo detto a Victoria che quel bacio non aveva significato nulla.
Ero ancora così convinto che Holly l’avesse fatto per ripicca, solo perché sapeva che nel profondo del cuore non avrei mai potuto dimenticarla per davvero. Iniziavo a detestarla e non solo per tutti i litigi inutili che avevamo avuto, ma per tutto.
Detestavo il modo in cui aveva preso tutto così alla leggera, senza capire a pieno ciò che provavo. La detestavo per quel nostro primo bacio, perché in fondo non era ciò che davvero voleva e me lo aveva fatto capire senza troppi giri di parole. La detestavo perché mi aveva sempre perdonato ed io non me lo meritavo.
Detestavo mio padre per essere entrato nella mia vita quando non ce n’era bisogno, lo detestavo per aver fatto soffrire mia madre e lo odiavo per avermi portato via da Holly.
Detestavo me stesso per quello che ero arrivato a pensare, per essermi fatto scappare le possibilità di ottenere quel che volevo, smettendo di lottare e perdendo tutto nell’arco di così poco tempo.
 
Nell’arco di appena dieci minuti si ritrovò con il volto bagnato dalle lacrime, seduto a terra e con la schiena premuta contro il dorso della porta. Sollevò la mano e girò la chiave nella serratura, giusto per sentirsi un po’ più solo. I suoi singhiozzi erano appena percettibili e solo chi avesse poggiato l’orecchio alla porta avrebbe potuto udirli.
Soffermò la sua attenzione sul letto e rivide così nitida l’immagine di lui e Holly mentre facevano l’amore.
Una scarica di rabbia s’impossessò di lui e, alzandosi, sbatté violentemente un pugno contro la porta, poi un altro ancora finché non si allontanò da essa, gettandosi a peso morto sul letto ed affondando il viso nel cuscino.
Pattie, che in quel momento era intenta a sistemare alcuni oggetti nel soggiorno, si scambiò un’occhiata interrogativa con il marito, il quale si limitò a scuotere il capo e a dire:“gli passerà.
La donna gli lanciò un’occhiata fulminea, sebbene ora fosse di spalle e non potesse vederla.
No, non gli passerà, Jeremy” sbottò “dubito fortemente che riuscirà ad abituarsi a vivere qui. Non avresti dovuto portarlo via da Atlanta. La sua vita, come la mia, era in quella città, in quella casa ed io non riesco a vedere mio figlio in quello stato!” Sottolineo volutamente l’articolo possessivo, sprigionando in quelle parole tutta la frustrazione che provava, tanto che le si velarono gli occhi di lacrime.
Io lo avevo avvertito: non saremmo partiti se fosse stato promosso, ma così non è stato. Mi sembrava di esser stato abbastanza chiaro e sai che faccio sempre ciò che dico.
Già, forse adesso…” mormorò lei, alludendo ad avvenimenti passati che lui colse al volo.
Non importa” sperò di concludere lui, “non ho alcuna intenzione di tornare indietro. Los Angeles è una bella città, non ha motivo di volersene andare.
Un motivo ce l’ha e si chiama Holly, ma tu ovviamente non lo sai, perché non ti sei mai realmente interessato a lui.
Era notevolmente visibile che Jeremy stesse esaurendo la pazienza e quella discussione non aveva fatto altro che scatenare in lui altra rabbia. Non era mai stato un tipo calmo e ragionevole, non per molto almeno, agiva spesso d’istinto, un po’ come Justin, ma non era mai stato in grado di essere amabile come lui.
Adesso smettila! Sai che non è vero, se sono tornato è perché m’interessa, non solo di lui, ma anche di te e non costringermi a continuare questa conversazione, perché non mi farai cambiare idea.
Pattie era dell’idea che Jeremy avesse mantenuto la calma per troppo tempo e, sebbene non fosse affatto d’accordo con lui, non ebbe alcuna intenzione di ribattere.
Si diresse verso la camera di Justin e, quando fece per abbassare la maniglia, bussò incessantemente per farsi aprire.
Vattene” mormorò il biondo a voce bassa, resa ancor meno impercettibile dato il fatto che il suo viso fosse ancora affondato nel cuscino.
Justin, fammi entrare per favore” insistette lei, ma lui non si mosse, nemmeno quando sua madre insistette ancora e ancora.
Pattie non aveva alcuna intenzione di arrendersi, così recuperò la chiave inserita nella serratura della porta del bagno e ritornò davanti alla stanza di Justin.
Infilò la chiave nella serratura e fece cadere dentro alla stanza l’altra chiave, fu così in grado di aprire la porta, per poi richiudersela immediatamente alle spalle.
Justin si era accorto di non essere più solo, ma rimase in quella posizione, sperando invano che sua madre si allontanasse.
Non ignorarmi, ti prego” mormorò sua madre, sedendosi accanto a lui  ed accarezzandogli leggermente i capelli.
Il biondo strinse maggiormente i pugni sotto al cuscino, ma non ribatté.
Credimi, nemmeno io voglio rimanere qui, soprattutto se sono costretta a vederti in questo stato. Mi dispiace veramente tanto, Justin. Mi rendo sempre più conto di aver commesso uno sbaglio dopo l’altro e l’unico che ne sta pagando le conseguenze sei tu e non è giusto.
Non vorrai mica dirmi che a te sta bene?!” sbottò lui, sollevando di poco il capo, ma senza mai voltarsi verso di lei.
I- io non lo so più, onestamente. Credevo di fare la cosa giusta, ma ho capito che voi due non potrete mai andare d’accordo, soprattutto se è stato capace di farti un torto così grande. Non posso prometterti che ritorneremo presto ad Atlanta, ma posso provare a convincerlo per far venire Holly qui, qualche giorno. So che non è ciò che volevi, ma-
No!” sbottò lui, alzandosi di scatto e voltandosi verso di lei. “Non c’è ciò che voglio, non voglio vederla. Non voglio che venga qui e non voglio che rimanga.
Pattie lo guardò con aria confusa, non capiva il perché le stesse dicendo tutte quelle cose, dopotutto era convinta che Justin provasse ad evitare Holly solo per cercare di sembrare più forte, ma non lo era davvero.
Perché?” gli domandò, sperando con tutta sé stessa di ricevere una risposta adeguata.
Perché il nostro posto non è qui. Non ti sei resa conto che da quando papà è entrato nella nostra vita ha stravolto tutto? Giorno dopo giorno sto diventando sempre più come lui, finendo con l’ignorare ciò che davvero m’importa. Ho evitato di studiare, non lo consideravo importante fino a che non ho realizzato il fatto che mi avrebbe portato via da casa mia. Ho continuato a far del male a Holly nonostante le volessi un bene dell’anima, proprio come papà ha fatto con te. Lo vedi? Sono uguale a lui!
La donna scosse il capo. “No, ti sbagli, sei totalmente diverso e non devi darti la colpa di tutto questo, Justin” le disse, poggiando entrambe le mani sulle spalle del ragazzo, “devi toglierti dalla testa il fatto che sia colpa tua.
Quindi mi stai dicendo che non è colpa mia il fatto che io abbia tradito Holly, non è vero?” urlò lui e, nello stesso istante, gli occhi di Pattie si velarono nuovamente di lacrime, era come se stesse rivivendo ciò che le era successo in passato ed avvertì una stretta al centro del petto.
Diede le spalle a Justin, ritagliandosi alcuni istanti di tempo per pensare, ma riuscì soltanto a rivivere le scene degli anni passati, realizzando il fatto che tutto quel dolore lo aveva provato davvero e nulla glielo avrebbe cancellato dalla mente.
Scusami, non volevo farti ripensare certe cose” mormorò lui, abbracciandola da dietro. “Ultimamente sono arrivato a pensare solo a cose brutte, che mai avrei immaginato di voler pensare. Non credo che tutto questo ci abbia fatto bene, so di essere cambiato in peggio e ormai se ne sono accorti tutti, persino Victoria che mi conosce da così poco tempo. Non so più che cosa fare.
Troveremo una soluzione, te lo prometto.
Justin annuì, ma Pattie continuò a parlare. “Però voglio che tu prometta una cosa me.
E cioè?
Promettimi che cercherai di aggiustare le cose con Holly, so che ti vuole bene e che sei importante. Prima di partire, ho parlato a lungo con sua madre e mi ha fatto capire che ciò che vi lega è troppo forte. So che tiene a te, nonostante ciò che è successo, so che i sentimenti che prova per te non sono cambiati. Datti un’altra possibilità, Justin, prova ad aggiustare ciò che rischia di spezzarsi per sempre.
La vedo molto difficile” ribatté lui deluso.
Accetta la mia proposta, falla venire qui per qualche giorno. Ora che ci sono le vacanze estive sarà tutto più semplice. Parlerò io con tuo padre e proverò a convincerlo, ma devi esserne sicuro.
D’accordo” mormorò il biondo, scendendo dal letto e posizionandosi di fronte a lei, “ma non sono troppo sicuro che accetterà.



 
Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Ci credete che avevo il capitolo pronto da domenica e non ho avuto il tempo per postarlo? 
Sono stata pessima, però volevo essere ben sicura di quel che stavo scrivendo, sebbene sapessi che molte di voi mi odieranno per aver fatto partire Justin, ma oramai era inevitabile.
Chissà se Justin rivedrà Holly presto... oppure no?
Vi lascio nel dubbio, che è una delle cose che mi riesce meglio. lol
Vi ringrazio infinitamente tanto per avermi dimostrato di non aver abbandonato questa storia, siete meravigliose, dico sul serio ♥


Oh, giusto, volevo cogliere l'occasione per fare gli auguri ad una mia carissima amica che segue questa storia (e tutte le altre che ho in corso. lol)
è hemademebelieve, passate a leggere le sue storie! :)

E vi consiglio anche di leggere questa storia, si chiama Carscrossed è stupenda!


Alla prossima!
Much Love,
Giulia 

@Belieber4choice 
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Capitolo 61
*** Capitolo 61. ***


61.
 
 
No” disse semplicemente Jeremy, senza nemmeno guardare in faccia sua moglie.
Che cosa ti costa?” sbottò ad alta voce lei, “sarà solo per qualche giorno, non puoi fargli vivere un’estate come se stesse trascorrendo la sua pena in prigione.
La mia risposta è no: Holly non verrà qui. Non mi sembra tanto difficile da capire. Ho preso una decisione ancor prima di partire e tu lo sai bene, non pormi domande che non fanno altro che farmi incazzare.
Non mi sta bene tutto questo!” urlò lei, senza preoccuparsi del fatto che il suo atteggiamento avrebbe soltanto peggiorato la situazione.
Non ti sta bene?” chiese retorico lui, abbozzando un falso sorriso, “mi dispiace, ma lo sapevi che sarebbe andata così.
Mi stai dicendo che non ho scelta?” gli domandò lei, incrociando le braccia al petto ed ignorando totalmente la paura che nutriva verso di lui.
Oh, certo che hai una scelta: che razza di persona sarei se non ti dessi la possibilità di scegliere? Un’altra possibilità l’avrai: torna ad Atlanta, fallo quando vuoi. Porta Justin con te, potrai rimanerci per sempre, ma le cose tra noi si concludono qui.
Pattie lo guardò con aria interrogativa, ma aveva perfettamente capito dove voleva arrivare.
Sei ancora qui?” insistette lui, ma la donna rimase immobile a fissarlo.
Mi stai dicendo che, se varco quella porta, tutto finirà?
Esattamente, tu sparirai dalla mia vita ed io sparirò dalla tua. È questo quello che vuoi, Pattie?
Vuoi mandare a puttane un matrimonio per la seconda volta, solo perché tuo figlio sta avendo una stupida delusione d’amore?
Pattie era così certa che Justin potesse aver sentito ogni singola parola, in quanto nessuno dei due si era realmente preoccupato di mantenere un tono di voce adeguato. Sapere che suo padre pensava certe cose di lui non sarebbe stato di grande aiuto ed ora capiva perché fosse così contrario all’idea di rivederlo presente nella sua vita.
Quasi come se avesse percepito i suoi pensieri, Justin spalancò la porta della sua stanza e soffermò la sua attenzione su entrambi, inquadrandoli a pieno, senza però sapere su quale concentrarsi per primo.
Sia Pattie che Jeremy si voltarono a guardarlo, rimanendo attoniti, senza sapere più che cosa dire, ma, soprattutto, smettendo all’istante di discutere.
Sebbene Justin detestasse suo padre con tutto sé stesso, non poteva sopportare l’idea di veder nuovamente soffrire sua madre. I suoi genitori non avevano mai avuto un rapporto semplice e lui si rendeva sempre più conto di essere stata la causa preponderante per una loro imminente rottura. Ed era una cosa che voleva evitare.
Non voglio ritornare ad Atlanta” disse con voce ferma, guardando prima sua madre, poi suo padre. “Resteremo qui ed andrà bene così.
Pattie scosse ripetutamente il capo, come ad intimargli di rimangiarsi ogni parola e far finta che quella conversazione non fosse mai avvenuta.
Lo vedi? Ti preoccupavi troppo, non vuole andarsene da qui” tagliò corto Jeremy e, dirigendosi verso la porta d’ingresso, disse: “ci vediamo più tardi.
Justin dedicò tutta la sua attenzione a sua madre ora, la quale lo guardava con gli occhi colmi di lacrime. Corse verso di lui, abbracciandolo e stringendo sin da subito la presa attorno al suo corpo. “Non devi dire certe cose se non le pensi davvero” gli disse.
È quello che lui vuole sentirsi dire, è la cosa giusta da fare. Non voglio rovinare le cose tra di voi, perché ho provato cosa significa ed è brutto.
Pattie si staccò momentaneamente da lui ed intrecciò lo sguardo con quello di lui. “Non resteremo un solo giorno di più in questa città e non pensare di esserne responsabile, perché io non riesco più a reggere tutto questo. Lo noti anche tu che non facciamo altro che discutere. Mentre tu eri ad Atlanta senza di noi, trascorrevamo ogni giorno a litigare ed io non lo voglio un rapporto così, così come non voglio continuare a vivere questa vita. Ho impiegato del tempo, forse troppo, ma ho preso una decisione. Torniamo ad Atlanta, solo noi due e ce la caveremo, così come abbiamo sempre fatto.
Persino gli occhi di Justin tornarono ad essere lucidi e più guardava gli occhi celesti di sua madre, più sentiva crescere dentro di sé una strana felicità. Forse era ancora troppo presto per credere che i loro progetti si sarebbero avverati, ma ora era certo di non essere il solo a volere un ritorno alle origini.
 
Raccogli le tue cose” gli disse Pattie, mentre si sedeva al tavolo ed iniziò a scrivere velocemente su un foglio di carta bianco.
Justin la guardò per qualche istante, notando come la penna scorresse velocemente su quel pezzo di carta e senza capire che cosa mai avesse potuto scrivere di così importante. Scosse il capo e ritornò in camera sua, aprì la valigia, ancora quasi perfettamente intatta, e ci infilò dentro quei pochi oggetti che aveva poggiato sulla scrivania.
Sbuffò sonoramente, passandosi una mano tra i capelli e cercando di riordinare le idee, ma l’unica domanda che gli venne spontanea fu: quante volte ho fatto avanti e indietro da Atlanta a Los Angeles? Ne valeva davvero la pena?
Era rimasto in quella città solo per qualche ora ed era da quando ci aveva messo piede che si sentiva fuori posto. Se sua madre non fosse stata abbastanza forte da porre finalmente fine a tutto ciò, non era certo di poter reggere. Mentire a sé stesso, forse più che mentire agli altri, non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione.
Chiuse la valigia a la trascinò sino al soggiorno.
Andiamocene, sono rimasto qui anche fin troppo.
Sua madre si voltò a guardarlo, aveva appena terminato di scrivere l’ultima riga e ora fissava suo figlio con quel foglio tra le mani.
Annuì debolmente e piegò in quattro quel pezzo di carta, poggiandolo poi sul tavolo della cucina.
La sua valigia era ancora intatta, si era preoccupata di sistemare solo alcuni oggetti nel soggiorno, per il resto, non le mancava nulla.
Sei sicura di volerla finire qui con lui?” le domandò Justin, riferendosi a suo padre.
In tutta risposta, Pattie annuì energicamente. “Avrei dovuto farlo da tempo.



 
Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Ho cercato di non far passare troppo tempo e questo capitolo non è un granché, ma ho in mente un capitolo successivo più corposo, perciò oggi vi lascio questo piccolo capitolo di passaggio.
Mi duole ammettere che restano soltanto altri due capitoli prima della fine. Quindi si concluderà con il capitolo 63 o con l'epilogo, devo ancora decidere.
Alla fine Justin s'è deciso e ritorna insieme a sua padre ad Atlanta, secondo voi come la prenderà Holly ritrovandoselo davanti?
Non dico altro e lascio a voi i commenti ♥
Vi ringrazio sempre tanto per le recensioni e per i preferiti che continuano ad aumentare :)



Alla prossima!
Much Love,
Giulia 

@Belieber4choice 
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Capitolo 62
*** Capitolo 62. ***


62.
 
La velocità con cui chiusero definitivamente la porta di quell’appartamento californiano, per poi scendere le scale e ritrovarsi sul viale principale, con l’intenzione di chiamare un taxi che li avrebbe portati all’aeroporto, era stata fulminea.
Justin non proferì parola fino a che non si ritrovarono a dover aspettare, nella sala d’attesa, il primo aereo disponibile per Atlanta. Erano trascorse appena due ore da quando avevano finalmente lasciato alle spalle quella vita che avevano mai sentito realmente loro.
Quando finalmente mancò appena un’ora alla partenza, Justin rivolse a sua madre una domanda che la fece riflettere, e non poco.
Sei davvero sicura di ciò che hai appena fatto?
Pattie rivolse lo sguardo verso il suolo e congiunse le mani, appoggiandole sulle gambe.
Se finisco col pensarci troppo, probabilmente ti risponderei di no.
Avresti dovuto pensarci meglio, allora” ribatté Justin, scivolando di poco lungo la sedia sulla quale era seduto, sbuffando sonoramente.
Per quale motivo? Sarei finita con il pentirmene totalmente. Hai visto anche tu come la situazione stava degenerando. E, oltre che portare benefici a te, ne porterà anche a me.
Justin si strinse nelle spalle, ma non disse niente.
Non devi preoccupartene, d’accordo? È una scelta che ho voluto prendere io, so per certo quali sono le conseguenze e, per il momento, non ne vedo di negative. Staremo bene.
Questo è poco, ma sicuro” mormorò lui, facendole intendere che, anche se non volutamente, aveva sbagliato sin dall’inizio.
Per favore, non continuare darmi la colpa per quel che è successo durante questi mesi, so che avrei dovuto ascoltarti sin dall’inizio, ma non l’ho fatto.
Capita di sbagliare, no?
Non ha importanza ora” gli sorrise lei, “tutto tornerà come prima, te lo prometto.
Vedremo” ribatté lui, ben poco convinto di quanto sua madre avesse appena detto.
Le cose con Holly si sistemeranno, dai solo tempo al tempo. Vi volete bene entrambi e, anche se vi impegnaste per starvi lontani, non ci riuscireste.
Justin sorrise sommessamente, perché in fondo sapeva che sua madre aveva ragione.
 
Posso sapere che cosa stavi scrivendo su quel foglio poco fa?” le domandò Justin, dopo diversi istanti di silenzio.
Pattie fece per rispondere quando, fortunatamente, la voce metallica dell’altoparlante annunciò l’arrivo del loro volo, costringendoli così ad alzarsi e dirigersi verso l’uscita d’imbarco.
Riuscì ad evitare di rispondere a quella domanda fino a che non presero posto sul velivolo.
 
Nel frattempo, Jeremy rincasò e, notando fin troppo silenzio, iniziò a chiamare il nome di sua moglie e, in seguito, quello di suo figlio. Nessuno gli rispose, così si avvicinò al tavolo della cucina, intento ad appoggiarvi sopra il cellulare, ma si bloccò, notando un pezzo di carta piegato in quattro.
Lo aprì velocemente e fece scorrere lo sguardo su quelle poche righe.
 
“Caro Jeremy,
come tu stesso mi hai detto poco fa, ho voluto prendere una decisione.
Al tuo ritorno non troverai né me, né Justin e, questa volta, non sarà solo per un breve periodo. Ci ho pensato fin troppo a lungo e sono arrivata alla conclusione che, se il nostro matrimonio è finito male la prima volta, sicuramente non avrà un buon proseguimento nemmeno adesso.
Avrei preferito dirti queste cose a voce, ma non potevo sopportare l’idea di rimanere in questa città ancora per molto. Perciò ti saluto così, non cercarmi, non ritornare ad Atlanta, non provare a metterti in contatto con Justin, sai già come la pensa su di te.
Non sono mai stata d’accordo sul tuo modo di fare troppo impulsivo e non voglio che Justin impari questo da te.
Ritornare alla nostra vecchia vita ci farà bene, così come penso farà bene a te riprendere le tue abitudini.
Staremo bene e, nonostante tutto, spero che starai bene anche tu.
 
Pattie.
 
Rilesse quelle poche righe più volte, poi accartocciò il foglio, gettandolo al suolo, oltre il tavolo. Sbatté violentemente un pugno sul tavolo, facendo comparire sul suo viso un’espressione tutt’altro che pacata.
Se n’era andata e di lei, oramai, non gli rimaneva nulla.
Ma, dopo tutto, l’aveva voluto lui, Pattie non sarebbe mai più ritornata.
 
Te lo dirò più avanti” rispose semplicemente Pattie, “l’ho soltanto congedato in poche parole, sperando davvero che non si faccia più vedere.
Però un po’ ti dispiace, non è così?” le domandò Justin, spostandosi in avanti, giusto per cercare d’incrociare il suo sguardo.
La donna scosse le spalle. “Non ha più importanza, davvero.
Non le credette, non fino in fondo almeno, ma oramai non avrebbe avuto più senso tornare indietro. Lasciarsi alle spalle quella storia tormentata avrebbe fatto solo bene ad entrambi.
 
Atterrarono ad Atlanta a tarda sera e, per quanto Justin avesse voluto presentarsi a casa di Holly, si recarono immediatamente nella loro vecchia casa, cercando di sistemare al meglio, e per quanto gli fu possibile, ogni oggetto.
Abbiamo fatto abbastanza per oggi” esordì Pattie, togliendo dalle mani del biondo alcuni oggetti appartenenti al soggiorno.
Justin annuì e si chiuse in bagno, intento a farsi una doccia.  Ruotò la manopola sul getto freddo e lasciando che centinaia di gocce ghiacciate lo avvolgessero completamente, convinto che ciò non avrebbe fatto altro che schiarirgli le idee e, fortunatamente, così fu. Si diresse poi in camera sua, occupata soltanto dall’armadio vuoto, dalla scrivania, dal comodino e dal letto, ma il tutto era spoglio e stentava a ricordarsi di come fosse quella stanza quand’era perfettamente arredata.
Fece per avvicinarsi al letto, quando si accorse di alcuni frammenti di vetro che ricoprivano il pavimento. Gli ritornò alla mente il momento in cui distrusse quella cornice e si pentì enormemente di averlo fatto.
A terra giaceva ancora la loro foto, la raccolse e l’appoggiò sul cuscino. Era ormai prossimo a sdraiarsi del tutto sul letto, quando lo sguardo gli cadde in un angolo ben poco illuminato della stanza. Si avvicinò ed afferrò la custodia nella quale era contenuta la sua chitarra.
La prese tra le mani e rovistò nella sua valigia, alla ricerca del suo quaderno, sulla quale aveva annotato alcuni pezzi di una canzone.
Non vi era una data, né tanto meno un titolo, però si ricordava di quando aveva scritto quelle note e quelle parole e non gli fu difficile ripetere il tutto. Aggiunse soltanto un piccolo pezzo alla fine, per il resto, andava bene così ed era pronta.
 
Probabilmente aveva suonato per un’ora, o forse di più, perché quando udì la voce di sua madre, che gli intimava di far silenzio, era già notte inoltrata.
Appoggiò la chitarra al muro e si lasciò cadere a peso morto sul letto, precipitando sin da subito in un sonno profondo.
 
 
Il giorno seguente, quando Justin si svegliò, il sole era già alto nel cielo e, considerando l’orario segnato sul suo cellulare, era anche fin troppo tardi per preoccuparsi del pranzo. Così, dopo essersi vestito afferrò la chitarra, salutò velocemente sua madre e si fiondò fuori dalla villa, diretto a casa di Holly.
Impiegò a malapena cinque minuti per raggiungere la sua destinazione, troppo poco tempo se considerava il fatto che non si sentiva assolutamente pronto.
La voglia di rivederla era tanta, forse troppa, e ciò non faceva altro che renderlo ancor più nervoso.
Holly non sapeva nulla del suo ritorno, lui non si era nemmeno preoccupato di mandarle un messaggio o di chiamarla. Era successo tutto così in fretta, che a malapena aveva trovato il tempo per dormire.
Prese un respiro profondo e si decise a bussare sul dorso di quella porta bianca. L’aria era calda, tipica dell’inizio dell’estate, eppure avvertiva diversi brividi percorrergli la schiena.
Trascorsero diversi secondi, tanto che gli sembrò di aver aspettato più di dieci minuti quando Holly aprì la porta.
Sbarrò gli occhi e dischiuse di poco le labbra. L’espressione che le si dipinse in volto era pressoché indecifrabile: era un misto di stupore e felicità, ma, stranamente, non riuscì a pronunciare una singola parola, sembrando quasi indifferente al tutto.
Nemmeno Justin avrebbe saputo che cosa dire, ma quel silenzio stava diventando fastidioso e non era esattamente così che si era immaginato il loro incontro.
Non credevo che saresti più tornato” mormorò lei flebilmente. La sua espressione non era mutata, eppure dentro di sé avvertiva un miscuglio indefinito di emozioni.
 “Sono qui adesso, non hai davvero nulla da dirmi?” le domandò Justin, lasciando cadere delicatamente al suolo la custodia contente la sua chitarra.
Holly si strinse nelle spalle, incrociando le braccia al petto e volgendo poi il suo sguardo  al suolo. Non si aspettava di vederlo tornare, non dopo tutte quelle fughe, sebbene non per volontà sua. Credeva davvero che, questa volta, se ne fosse andato definitivamente.
Non saprei davvero che cosa dirti, Justin. Quando te ne sei andato, mi hai dato l’impressione che di me non t’importasse più niente. Mi è sembrato che ti fossi sentito costretto a baciarmi, soltanto perché te l’ho chiesto, quasi come se ti avessi fatto pena, e realizzare il tutto fa male, sai?
Justin rimase in silenzio, fissandola fino a che lo sguardo di Holly s’intrecciò con il suo.
Se ti promettessi di riprovarci, tu non mi crederesti, vero?” le domandò, ma conosceva già la sua risposta.
Devo davvero risponderti? Quante promesse ci siamo fatti, Justin, quante?” Holly sospirò sonoramente, sentendosi quasi rassegnata e non più tanto sicura di voler portare avanti quella conversazione.
Perché ti sei portato la chitarra?
Justin sorrise, come se non aspettasse nessun’altra domanda.
Perché volevo farti sentire una canzone.
Il biondo annuì ed afferrò nuovamente la custodia, aprendola e tirandone fuori lo strumento.
Aspetta, non qui” mormorò la ragazza guardandosi attorno, “entra” gli disse poi e così fecero.
In casa non c’era nessuno, né sua madre, né sua cugina Helen, il che era un bene, dato che tra lei e Justin non correva buon sangue.
Holly gli fece strada sino in camera sua e Justin la seguì, standole a pochi passi di distanza.
Non appena il biondo vi entrò, si guardò attorno, ma il suo sguardo si posò, quasi come se fosse stato attirato magneticamente, su di una foto ingrandita, appesa sul muro sopra al letto.
Questa non c’era l’ultima volta che sono venuto” mormorò, continuando a fissare l’immagine che lo ritraeva assieme ad Holly. Non si ricordava nemmeno di quella foto, però era recente.
Riconobbe il giardino sul retro della villa di Holly, le rose rosse sullo sfondo c’erano ancora. I due si stavano guardando negli occhi e sul volto di entrambi vi era dipinto un sorriso sincero, reso ancor più bello dalla luminosità del sole di quel giorno.
Me l’ha fatta vedere Helen l’altro giorno, nemmeno io sapevo della sua esistenza. L’ha scattata mia madre qualche settimana fa.
Justin annuì, ma non si decise a distogliere lo sguardo da quella foto.
Per caso ti stai chiedendo perché ho voluto appenderla?” la domanda di Holly lo strappò via dai suoi pensieri, riportandolo alla realtà, e lui, semplicemente, annuì.
Perché nonostante tutto non ti volevo dimenticare e poi questa foto è bellissima, per lo meno non stavamo discutendo” spiegò, abbassando lo sguardo e sedendosi compostamente sul letto.
Justin avvertì una morsa allo stomaco e si pentì all’istante di quel che era arrivato a pensare solo poche ore prima. Dimenticarla non era realmente ciò che voleva, però era come se si sentisse costretto a doverlo fare.
Fece per avvicinarsi al letto, quando Holly parlò.
Allora, che canzone dovevi farmi sentire?
Aveva tagliato corto e lo aveva fatto perché era fin troppo stanca di portare avanti discussione che, inevitabilmente, si sarebbero tramutate in litigi.
Senza perdere ulteriore tempo, Justin si sedette sulla sedia accanto alla scrivania e posizionò la chitarra sulla gamba sinistra, reggendola meglio con la mano destra ed iniziando a far scorrere il plettro sulle corde ben tirate.
 
Vi consiglio di ascoltare questa canzone da questo punto in poi.
 
 
Well, you only need the light when its burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
And you let her go
 
Nell’istante in cui Holly sentì la sua voce riempire la stanza, avvertì un brivido percorrerle la schiena. Si soffermò ad ascoltare con attenzione le parole, sebbene si stesse totalmente perdendo a fissare i suoi movimenti. Il suo viso serio, lo sguardo puntato sullo strumento che stava suonando, il fatto che, di tanto in tanto, s’inumidisse le labbra con la lingua, in un movimento talmente veloce che dovette prestare particolare attenzione per coglierlo. In quei pochi secondi aveva imparato ogni cosa di lui, di nuovo, e le era tremendamente mancato.
 
Staring at the bottom of your glass
Hoping one day you’ll make a dream last
But dreams come slow and they go so fast
You see her when you close your eyes
Maybe one day you’ll understand why
Everything you touch surely dies
 
“Sperando che, un giorno, tu renderai questo sogno realtà.”
Holly ripeté mentalmente più volte quella piccola frase ed istintivamente sorrise. Justin aveva commesso tanti errori, come lei del resto, aveva fallito e non aveva fatto nulla per evitarlo, però era ritornato. Quel caldo pomeriggio estivo lo stavano trascorrendo insieme e, stando a ciò che le aveva raccontato poco prima, non sarebbe stato di certo l’unico. Sentendo le parole di quella canzone si era resa conto di quanto potesse essere forte e, molto probabilmente, indistruttibile il legame che li teneva uniti.
 
But you only need the light when its burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
 
Non ti accorgi di ciò che hai finché non lo perdi.
Entrambi lo avevano provato sulla propria pelle e Dio solo sapeva quanto difficile fosse stato. Holly e Justin avevano vissuto fin troppo intensamente quell’ultimo periodo. Erano cambiate così tante cose, loro stessi erano cambiati, ma, quel che nessuno dei due sapeva, ciò che era sempre rimasto tale era quel sentimento che l’uno provava per l’altra e viceversa: l’amore.
Dallo scollo della maglietta di Justin s’intravedeva l’inizio del tatuaggio che aveva fatto incidere sulla sua pelle qualche mese prima. Spuntava appena l’inizio della lettera ‘H’ e Holly stessa sorrise nel vederlo. Portò la mano sul suo fianco destro, dove aveva inciso a sua volta il nome del biondo che aveva davanti. Nonostante tutto ciò che era successo non se n’era pentita affatto e, se mai lo avesse fatto, avrebbe fatto di tutto per convincersi che fosse stata una delle cose più giuste che avesse mai fatto.
 
Staring at the ceiling in the dark
Same old empty feeling in your heart
Cos love comes slow and it goes so fast
Well, you see her when you fall asleep
But never to touch and never to keep
Cos you loved her too much and you dived too deep
 
Entrambi abbiamo sempre evitato di rischiare troppo, ci siamo sempre arenati alla prima difficoltà ed è come se qualcuno, da lassù, ci avesse messo alla prova. Certe volte sei stato tu a voler mollare tutto, altre volte io. La distanza non ci ha di certo aiutato, ma siamo sempre stati troppo abituati a restarci accanto e, quando le cose sono cambiate, tutto è svanito, o così ci sembrava.
 
Well, you only need the light when its burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
 
Ti renderai conto di amarla solo quando la lascerai andare.
 
And you let her go
 
E la lascerai andare.
 
And you let her go
 
E la lascerai andare.
 
Well, you let her go.
 
 
Justin si alzò, posando la chitarra accanto al muro ed ancor prima di poter sollevare lo sguardo, e scoprire di conseguenza che cosa ne pensasse Holly, si ritrovò le sue braccia strette attorno al collo, mentre il viso era completamente premuto contro il suo petto.
Istintivamente, avvolse le braccia attorno alla schiena di lei, stringendola ancor più forte a sé, fino a quando Holly non si decise a far incrociare i loro sguardi.
Mi lascerai andare ancora?” gli domandò, riprendendo le parole della canzone. I suoi occhi verdi erano velati di lacrime, il viso era arrossato, i capelli erano leggermente scombinati e Justin pensava comunque che fosse bellissima.
Scosse lievemente il capo, avvicinandosi di un altro poco al suo viso. “So che non basterebbe dire che mi dispiace, però, davvero Holly, non ti lascerò più andare. Non sarei più me stesso senza di te.
E se tuo padre dovesse costringerti ancora a ritornare in California, che cosa farai?” gli domandò lei, allontanandosi di qualche centimetro da lui, ma senza mai sciogliere definitivamente quell’abbraccio.
Non accadrà. Abbiamo chiuso con lui, definitivamente.
Sul volto di Holly comparve un’espressione del tutto interrogativa e Justin non perse tempo a raccontarle quanto era successo nelle ultime ore.
Sebbene se ne sia accorta tardi, mamma ha finalmente capito che quell’uomo non faceva per lei. È tutto finito adesso” concluse lui, sorridendole ed indietreggiando sino a sedersi sul letto.
Istintivamente, Holly si sedette sulle sue gambe, allacciando entrambe le braccia attorno al suo collo.
I loro sguardi erano perfettamente intrecciati ed i loro sorrisi erano talmente simili e sinceri, che sembrava quasi che le loro anime si fossero fuse per formarne una sola.
Ti prometto che-” Justin fece per parlare, ma Holly lo interruppe sin da subito.
Non farmi più promesse, Justin.” Il biondo la guardò torvo, ma la lasciò comunque continuare.
Non ti rendi conto che non abbiamo fatto altro che vivere di promesse spezzate? Non voglio che tu mi dica ancora ‘ti prometto’ , voglio solo vivere istante dopo istante quello che il destino ci riserverà. Ora come ora vedo solo te al mio fianco e, cosa più importante, mi vedo davvero felice. Voglio stare con te, voglio vedere come andrà, nonostante io non sia pienamente convinta che niente potrà più rovinare le cose tra noi.
Anche io voglio stare con te, Holly” disse lui, stringendola saldamente con le braccia attorno alla sua vita.
Ti amo e starò con te. Dove vuoi che vada?” ridacchiò lui, ma sapeva che, quelle parole, avevano sempre nascosto tutt’altro che ironia.
Non lo so, te ne sei andato così tante volte e…
Non accadrà più. Rimarrò qui finché non ti stancherai di me.
E se non mi dovessi stancare mai di te?” gli domandò retorica lei, inclinando di poco il capo e rimanendo comunque seria.
Vorrà dire che non me ne andrò mai.
Holly sorrise, ritrovandosi le labbra del biondo poggiate sulle sue. La strinse ancora più forte a sé, lasciando che quel bacio s’approfondisse ancora di più. Justin fece scorrere la lingua sul labbro inferiore di Holly, permettendo così alle loro lingue di sfiorarsi e rincorrersi.
Le dita di lei erano completamente immerse nei capelli color del grano di lui e di tanto in tanto né tirava le punte, facendosi prendere totalmente da quel bacio, questa volta nato perché entrambi lo volevano.
Holly fece concludere dolcemente quel bacio, per poi sussurrargli a fior di labbra poche semplici parole.
Ti prego, non andartene più.


 
Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Okay, ho dovuto prendere un respiro profondo prima di postare il capitolo che precedere l'epilogo, ovvero la fine di tutto.
E' parecchio strano essere arrivati quasi alla fine, insomma, inizialmente pensavo di farla durare al massimo venti capitoli e invece questo è il sessantadueesimo. 
Ho scelto 'let her go' come canzone in sottofondo perché, secondo me, è adatta a Holly e Justin. Insomma, hanno passato tanto di quel tempo a rincorrersi e hanno capito di ciò che non avevano più solo quando l'avevano perso.
Nella giornata di domani posterò l'epilogo e quella sarà la fine effettiva di Another Cinderella Story.
(inizio ad odiare la parola 'fine', ma non poteva durare in eterno questa storia, no?)

Ci rivediamo domani con l'epilogo :)
Aspetto i vostri pareri con impazienza, ci tengo moltissimo. ♥

Alla prossima!
Much Love,
Giulia 

@Belieber4choice 
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Capitolo 63
*** Epilogo. ***



Epilogo.



vi consiglio di ascoltare questa canzone mentre leggete.
 


Holly ha appena effettuato l’accesso.
SwaggedMan ha appena effettuato l’accesso.
 
SwaggedMan  ha appena cambiato il suo nickname in Nomad306
 
Holly:   Justin, non sei divertente.
 
Nomad306: Hai ragione, sarebbe stato più divertente se tu avessi tenuto il tuo vecchio nickname.
 
Nomad306  ha appena cambiato il suo nickname in SwaggedMan
 
Holly:  Oh, sì, così avremmo rivissuto d’accapo ogni cosa?
 
SwaggerMan: Beh, magari non ogni cosa. Però, se devo essere sincero, non saremmo dove siamo ora se non avessimo vissuto tutto questo insieme.
 
Holly: Già, non saremmo dove siamo ora.
 


Chiudi quel computer, Justin” mormorò Holly, voltandosi verso Justin, comodamente sdraiato sul suo letto.
La risata del biondo riempì immediatamente la stanza ed appoggiò accanto a sé il computer portatile. Holly abbandonò la sedia sulla quale era seduta, afferrò la chitarra appoggiata al muro accanto alla porta e si sedette sul letto accanto a Justin.
But it’s so hard to say goodbye canticchiò lei, dopo aver fatto passare le dita sopra le corde dello strumento.
Ah, Holly, non ti si può sentire” rise di gusto lui, prendendosi gioco di lei e facendola ridere.
Sei tremendo, non mi hai mai insegnato a suonare o cantare e ora pretendi che sappia fare almeno una delle due cose? Non sono brava in questo.
La ragazza si finse offesa e posò al suolo lo strumento, mentre Justin aveva già allargato entrambe le braccia, pronto ad accoglierla nel bel mezzo di esse.
Le lasciò un bacio sui capelli e la strinse ancora più forte a sé, tanto che Holly inspirò a pieni polmoni il suo profumo.
La ragazza si guardò attorno ed attirò entrambe le gambe al petto, sciogliendo momentaneamente quell’abbraccio.
Justin, sei ritornato da quasi due mesi e non hai ancora avuto il tempo d’incorniciare questa foto?” domandò lei, prendendo tra le mani una loro foto, appoggiata sul comodino.
In tutta risposta, Justin si strinse nelle spalle. “Non credo che la incornicerò, porta male.
Holly gli dedicò un’occhiata di sufficienza, senza realmente capire cosa intendesse.
Non te l’avevo detto, ma, prima di partire per la California, ho rotto di proposito la cornice nella quale stava” spiegò lui e la ragazza si rabbuiò di colpo.
Ero parecchio arrabbiato, per tutto. Me ne sono pentito subito dopo, ma ho lasciato che quella foto giacesse sul pavimento fino al mio ritorno, ovvero due giorni dopo. Dico che, secondo me, porta più fortuna così. Da quando l’ho volutamente liberata da quella cornice, ogni cosa ha iniziato a prendere il verso giusto: io sono ritornato qui ad Atlanta, tu sei di nuovo con me e, onestamente, non vedo ostacoli davanti a noi.
Holly annuì energicamente, convincendosi di quelle parole e constatando che fossero del tutto vere.
 
 
Non so con esattezza quanto tempo sia passato, molti mesi, questo è sicuro. Avevo iniziato un anno scolastico in cui ogni mio movimento, ogni pensiero ed ogni mia parola era rivolta ad un ragazzo che mai e poi mai mi avrebbe considerata. Avevo trascorso giornate su giornate a riempire la testa di Justin di parole e discorsi potenzialmente insensati, lasciando che lui sopportasse quel mio lato opprimente e che mi desse consigli. Consigli che la maggior parte delle volte nemmeno seguivo.
Era il mio migliore amico, era l’unico amico sincero che avessi mai avuto e, tra tutte le persone che mi erano state affianco, lui era quello alla quale mi ero affezionata di più.
Ero partita col detestare, o forse semplicemente ignorare, l’idea di noi insieme, se non come amici. Per lui era totalmente diverso. Non sapevo come e, soprattutto, non sapevo per quale assurda ragione si fosse innamorato di me, ma era successo ed io non avevo fatto altro che ignorarlo. Ero troppo occupata a riversare ogni mio pensiero su un ragazzo che nemmeno sapeva della mia esistenza.
Ma alla fine, in quella trappola chiamata amore, ci son caduta anche io. L’ho visto allontanarsi da me così tante volte, che alla fine avevo perso il conto, temevo di aver perso lui.
Con il passare del tempo, affrontando tutti gli ostacoli che il destino aveva sovrapposto tra me e lui, avevo finalmente cambiato la mia mentalità ed ero più che sicura di averlo amato. Lo amavo tutt’ora e lo avrei sempre fatto,nonostante tutto.
Ogni volta che il mio sguardo s’intrecciava con il suo mi soffermavo a scrutare a pieno i suoi occhi, di un dolcissimo color nocciola.
 

 
Sei anni dopo…
 

“In quegli occhi così profondi, molto più di tutte le parole che tu abbia mai avuto il coraggio di esternare, ci ho visto il grigio dei cieli più tristi, in quelle giornate in cui il sole non si voleva nemmeno far vedere. Era rimasto oscurato dietro alle nubi più buie.
Immergendomi in quei tuoi occhi ho sentito il tuo cuore sgretolarsi, così come giurai di averti visto crollare davanti a me. Sei stato talmente debole in certe situazioni, così come lo sono stata io, e mi pento di tutte quelle volte in cui non ho saputo perdonarti, perché non è sempre stata colpa tua. A sbagliare, molte volte, siamo stati in due.
Ma la nostra storia è andata avanti lo stesso, tra alti e bassi, tra tutte le difficoltà. Siamo ancora insieme.
Ho temuto di vederti andar via per sempre ed ogni volta, puntualmente, vedevo la fine farsi sempre più vicina.
Ho sempre voluto che tu sapessi che non avrei mai voluto stare senza di te, ora sai che cosa provo per te, che cosa sei per me. Sei l’amore. Ho sbagliato tante di quelle volte, ho preso le decisioni sbagliate al momento sbagliato, ma sono sempre ritornata da te. Esattamente come hai fatto tu.”
 
Holly, quanto ti manca? Stanno aspettando soltanto te!
Una voce, proveniente dal corridoio adiacente la sua stanza, distolse bruscamente Holly dai suoi pensieri. Si era totalmente persa a guardar fuori dalla finestra, notando come decine di persone fossero intente a sistemare al meglio quel giardino che conosceva fin troppo bene.
Ancora cinque minuti!” rispose lei, posizionandosi nuovamente davanti allo specchio e tentando di sistemare una ciocca di capelli, scappata dallo chignon che aveva accuratamente pettinato sulla propria testa.
Sentì la porta aprirsi e si nascose più che poté dietro lo specchio.
Tranquilla, Holly, sono io” mormorò a bassa voce sua madre, facendo capolino all’interno della stanza e volgendole un ampio sorriso.
Sei bellissima” le disse poi, avvicinandosi e sistemandole la spallina del lungo vestito bianco che indossava.
E sono in ritardo” sbuffò sonoramente Holly, ancora alle prese con quella ciocca ribelle.
Lascia fare a me.” La donna le si avvicinò e nell’arco di una manciata di secondi le sistemò alla perfezione la pettinatura.
Justin è già arrivato?
Sì, sono arrivati tutti, Holly. Manchi soltanto tu.
La ragazza ridacchiò. “Non sarebbe un vero matrimonio se la sposa arrivasse in ritardo, non ti pare?
Sì, ma non vorremmo rimandare a stasera la cerimonia, perciò, ora vai.
Attraversò il corridoio che conduceva alla sala, scontrandosi quasi con sua cugina Helen.
Oh, ce l’hai fatta finalmente!” sbottò lei, fingendosi spazientita, ma non lo era davvero.
Ho avuto qualche problema con i capelli. Come sto?
Sei stupenda, Holly, davvero. Ora però vai, iniziano a chiedere che fine hai fatto.
Sono davvero così in ritardo? Si ritrovò a pensare, ma aveva totalmente perso la cognizione del tempo.
Helen la spinse delicatamente verso la porta d’ingresso e, quando ebbe una totale visione di ciò che aveva davanti, ebbe un sussulto. Decine e decine di file di sedie erano state posizionate in maniera ordinata, in modo da lasciare nel mezzo lo spazio che l’avrebbe condotta all’altare, dove Justin già l’aspettava.
Prese un respiro profondo e, nell’istante in cui mosse alcuni passi, qualcuno seduto tra le ultime file si voltò a guardarla. Quel gesto fu quasi meccanico per tutti i presenti, persino per Justin che, non appena la vide, dischiuse di poco le labbra, rimanendo totalmente incantato.
Holly abbozzò un leggero sorriso ed appariva tranquilla, ma, se solo fosse stato possibile leggerle la mente, non sarebbe stato difficile comprendere che fosse più agitata che mai. Il cuore le batteva all’impazzata ed ad ogni passo che compiva avvertiva un miscuglio di emozioni farsi spazio dentro sé.
Tutti gli sguardi erano puntati su di lei, persino Ashley, che non l’aveva mai vista di buon occhio, si ritrovò ad essere totalmente invidiosa di lei. Holly la guardò di sfuggita e si domandò per quale assurda ragione l’avesse invitata, dopo tutto, non erano mai state amiche.
Non ci badò affatto, continuò a camminare lentamente, mentre la marcia nuziale, che conosceva fin troppo bene, riempiva l’aria. Man mano che diminuivano i metri che la separavano da Justin, si ritrovò a sorridere apertamente insieme a lui. Le tese la mano e lei non esitò ad afferrarla, stringendola saldamente sin da subito e facendo intrecciare le loro dita.
Sei bellissima” le disse lui in un sussurro, poco prima che la cerimonia iniziasse.
 
Trascorse quasi un’ora, ma per entrambi sembrò l’avvenimento più lungo della loro vita. Le loro mani rimasero unite tutto il tempo, ad eccezione per il momento in cui si scambiarono gli anelli.
Io vi dichiaro marito e moglie” pronunciò il prete, chiudendo con un semplice gesto il libro che reggeva tra le mani.
Holly e Justin intrecciarono i loro sguardi, dedicandosi un altro sincero sorriso, poco prima di annullare del tutto la distanza che li separava e concludere il tutto con un bacio.
Ti amerò per sempre. Almeno questo, posso promettertelo?” le domandò lui, prendendo entrambe le mani della ragazza tra le sue.
Holly annuì, mantenendo vivo quel sorriso sul suo viso.
Non credo sia possibile spezzare questa promessa” ridacchiò lievemente lei. “Ti amo anche io, davvero tanto, e lo farò per sempre.
Una lacrima le rigò il viso, ma prontamente l’asciugò con il dorso della mano.
Spero solo che continuerai a sopportarmi come hai fatto negli ultimi sei anni.
Solo se tu farai lo stesso con me” mormorò lui, avvicinando nuovamente il viso a quello di lei e dando vita ad un altro bacio.
Sono pronta a tutto” ribatté lei, alzando gli occhi al cielo, per poi finire a ridere subito dopo.
 “Sei davvero pronta ad iniziare questa vita con me?” A quella domanda, Holly tornò seria.
In quei pochi secondi, sembrava che tutto attorno a loro si fosse dissolto. Lei si era persa totalmente a guardarlo dritto negli occhi, così come lui non aveva avuto alcuna intenzione di sciogliere quell’intreccio di sguardi, mentre aspettava pazientemente una risposta.
Mi basta stare con te, non chiedo altro.
 
 
Non erano soli, nemmeno quando erano fisicamente lontani, e non lo sarebbero mai stati.
A Holly bastava chiudere gli occhi per immaginarsi ogni dettaglio, persino per sentire il suo profumo, qualora lui non fosse stato lì con lei.
Alcune persone sostenevano che non ce l’avrebbero mai fatta, che nonostante tutto sarebbe stato inutile lottare: né Holly, né Justin avevano mai prestato realmente attenzione a quelle parole.
 
Potrai decidere di abbassare la musica, qualora fosse troppo alta, potrai zittire qualcuno, qualora diventasse insopportabile udire la sua voce, ma non potrai mai spegnere l’amore che rende vivo il tuo cuore.
 
Per Holly e per Justin non era mai stato realmente facile vivere quell’amore corrisposto, ma mai del tutto approvato da entrambi. Era stato difficile convivere con due caratteri così complicati, seppur simili.
Era stato difficile, ma ne era valsa la pena.





Fine.









Spazio Autrice:
{Leggimi per l'ultima volta}

Come promesso, oggi ho postato l'epilogo, concludendo definitivamente questa storia dopo quasi due anni.
Mi farà un effetto strano vederla completa, insomma, era una di quelle storie che mai e poi mai avrei voluto concludere.
L'ho sempre sentita parte di me e credo che mi mancherà da morire, così come mi mancherà leggere che cosa ne pensate. 
Ho sempre avuto solo commenti positivi riguardo a questa storia e vi ringrazio con tutto il cuore. Grazie per le recensioni, per i tweets, per le domande su ask in cui mi avete scritto che cosa ne pensate. Vi ringrazio davvero di cuore.
So che molte di voi hanno cominciato a leggere questa storia nonostante fosse già oltre la metà ed apprezzo veramente tanto chi ha avuto voglia di leggersi tutti questi capitoli.
Così come apprezzo infinitamente tanto chi ha pazientemente aspettato, sin dall'inizio, ogni mio aggiornamento (anche quando impiegavo mesi prima di farmi viva.) 
Vi ringrazio una ad una. 
Ringrazio il fatto che tempo fa questa storia era stata tra le popolari, mi avete resa felicissima, giuro.

Dati i precedenti, è quasi strano vedere un lieto fine. Insomma, questi due ne hanno passate di cotte e di crude e credo che non avrei retto se fosse finita male. Mi sarebbe dispiaciuto, ecco, e avevo in mente il finale da molto tempo.
Non ho mai postato  una foto di Holly, quindi, voi come la immaginate?
Sono davvero curiosa di saperlo e di sapere che cosa ne pensate del capitolo e della storia in generale.

Grazie ancora, siete meravigliose. ♥

Spero davvero che continuiate a seguirmi, sul mio profilo ho ancora un paio di storie in corso, se vi va di leggerle, le trovate qui e qui.


Alla prossima (storia)!
Much Love,
Giulia 

@Belieber4choice 
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