Segreti dal passato

di SabrinaPennacchio
(/viewuser.php?uid=53290)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo di Yuri ***
Capitolo 2: *** Una giornata al Cafè Mew Mew ***
Capitolo 3: *** Nuovo membro nella squadra Mew Mew ***
Capitolo 4: *** Vampiri ***
Capitolo 5: *** Gli orecchini ***
Capitolo 6: *** Veleno ***
Capitolo 7: *** Infondo, ti avevo promesso che sarei tornato ***
Capitolo 8: *** Il tuo ritorno ***
Capitolo 9: *** Quel che credi di essere ***
Capitolo 10: *** Confronti ***



Capitolo 1
*** L'arrivo di Yuri ***


Questa fan fic è nata dalle menti malate di MikuChan (Fan di Mark) e Alessandra91 (Fan di Ryan).
Questa storia può essere considerata un continuo o un universo parallelo dell'opera originale, dai XD Eliminatevi dalla testa Mew Mew A La Mode. Quella serie ci fa schifo, quindi per noi non esiste(?)
Speriamo vi piaccia ^^

Buona lettura e grazie a tutti.








1° - L'arrivo di Yuri -









Il sole stava tramontando sulla città di Tokyo, illuminando gli alti palazzi e le verdi stradine, di un dolce color arancio.
Una ragazza dai capelli rossicci e l’aria preoccupata, stava correndo tra i vicoli della grande Città, in direzione della stazione principale.
Ormai mancavano pochi metri, era stremata ma doveva arrivare in tempo, quindi raccolse le sue ultime energie e dopo un po', arrivò a destinazione.
Guardò l’orologio da polso e si sedette sui gradini della stazione in attesa: le 18:00 in punto.
Era arrivata appena in tempo, pochi minuti e la persona che stava aspettando sarebbe stata lì.
Per ammazzare il tempo, estrasse il cellulare dalla tasca del jeans ed iniziò a leggere i messaggi salvati, con un sorriso.
Masaya, pensò mentre gli occhi scorrevano sul display: era sempre il solito romanticone.
Per un attimo sembrò che la luce del sole fosse svanita e le nuvole avessero ricoperto il cielo. Alzò lo sguardo e si ritrovò dinanzi l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento: un ragazzo alto, biondo e dallo sguardo di ghiaccio, la guardava stupito. «Che ci fai qui?» le chiese, inarcando un sopracciglio mentre infilava le mani nelle tasche del pantalone nero.
«Ryo?!» la rossa inarcò un sopracciglio «Potrei farti la stessa domanda» forse sembrava che nel suo tono di voce ci fosse un pò d'irritazione, ma era sempre così, quando si trattava di lui. Quel ragazzo era capace di metterle i nervi anche solo respirando, per il suo modo di fare.
«Ichigo, Ichigo» la canzonò con un sorrisino divertito, lui «sempre di malumore?!» si sedette accanto a lei, e con quella faccia che la giovane Momomiya riteneva "da prendere a schiaffi", continuò: «Che c’è: Masaya ti ha dato buca?»
Ichigo strinse i pugni con un sorrisino appena nervoso: doveva calmarsi o avrebbe fatto il suo gioco se si fosse innervosita (come al solito). Quindi chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e gli sorrise con aria più serena «Sto aspettando Yuri» fece, voltandosi verso di lui
Shirogane continuò a punzecchiarla «Yuri eh?! E il tuo principe azzurro non è geloso?»
La gatta stava per rispondere, ma al suo posto ci pensò qualcun altro dietro di loro «Perché mai Masaya-san dovrebbe essere geloso?!»
Questi si voltarono, notando una ragazza dai lunghi capelli castano scuro e gli occhi dello stesso colore, con indosso un jeans nero, una maglia bianca dei Rolling Stones e delle Convers ai piedi. Ella li osservava appena stupefatta, mentre stringeva una valigia viola con rotelle, dal manico.
«Yuri! Da quanto sei arrivata?» chiese la rossa stupefatta, alzandosi dalle scale e ripulendosi, poi, il jeans.
«Il tempo necessario da capire che questo biondino ha qualche gelosia per te, o con te, o quel che è» rispose la bruna, ridacchiando appena, mentre allungava un braccio per stringere una spalla della Momomiya e avvicinarsi poi al suo volto per darle un bacio.
«E lei chi sarebbe?» Ryo inarcò un sopracciglio, portando le braccia al petto con fare alquato infastidito: da quanto in qua qualcuno si prendeva simili confidenze senza conoscerlo?!
«Lei è mia cugina Yuri» Ichigo si voltò verso di lui, una volta salutata la ragazza a sua volta e allungò un sorrisino di chi ha appena vinto una stupida gara su chi fa innervosire prima chi «che c’è, Ryo: deluso?! Credevi che avessi un’amante, eh?! Beh, mi dispiace deluderti»
«Aaah! Adesso torna tutto!» esclamò la bruna alle loro spalle, schioccando le dita «Quindi lui sarebbe quel rompiscatole che insisteva per conquistarti, ma che alla fine non ci è riuscito, di cui mi hai parlato!» Yuri sorrise divertita dalle sue stesse parole «Ma tu guaarda!».
Il biondo fissò la rossa con fare torvo «E così io sarei…»
«Non le ho detto questo!» lo interruppe lei, scuotendo le mani, con voce appena alta. Si voltò subito verso la cugina, fulminandola con lo sguardo «Vero, Yuri
questa fece spallucce «Hai ragione. Ma l’ho intuito da sola, mica sono scema»
la Mew rosa alzò gli occhi al cielo, portando una mano alla fronte. D'accordo, avrebbe dovuto ricordare il carattere alquanto fastidioso di sua cugina.
Ryou si alzò di scatto, innervosito «D'accordo. Vi lascio alla vostra riunione di famiglia!» esclamò, dando le spalle per poi allontanarsi di qualche passo.
«Ma dai! Te la sei presa?» Yuri rise, portando una mano alle labbra per enfatizzare il gesto del suo quasi urlargli dietro «Stavo scherzando - beh non proprio... ma se ti fa contento…»
Il biondo si fermò di scatto e si voltò verso di loro con uno strano sorriso «Ichigo» disse «domani doppio turno al Cafè. E sii puntuale.»
La rossa sgranò appena gli occhi: il giorno dopo aveva preso mezza giornata di lavoro per stare con Masaya! «Ma… Ryo!»
«Niente ma. A domani» dettò ciò, il ricco erede della famiglia Shirogane si allontanò con aria abbastanza soddisfatta.
Momomiya si voltò verso la cugina con uno sguardo dalla serie “Se lo sguardo potesse uccidere” «Yuuuriii»
quest’ultima con uno sguardo innocente le rispose allungando un sorrisino quasi implorando perdono con esso «Domani ti aiuto…» sembrò più una domanda che un’affermazione.
Ichigo la guardò senza dire una parola: la risposta era quindi ovvia.
«Suvvia! Non fare quello sguardo» la bruna scese le scale della stazione, iniziando poi ad incamminarsi come per fuggire da una possibile sfuriata «Andiamo a casa?»
La rossa scosse il capo. Quella ragazza era il colmo... ma non si poteva non volerle bene. Sorrise e la raggiunse.
«Ah! Un’altra cosa…» iniziò la cugina, d'un tratto, guardando dinnanzi a sé. La gatta mugugnò in segno di assenso, incitandola così a continuare «non mi avevi detto che quel Shirogane fosse così: figo!»
L'altra si arrestò per un secondo, allibita e la bruna inarcò un sopracciglio, fermandosi a sua volta per poi guardarla «Che c’è?! Quel che è giusto, è giusto»
Oh mio Dio! Pensò Ichigo, sospirando. Lei no!

Con i mezzi pubblici riuscirono ad arrivare a casa Momomiya in una mezz'ora quasi.
Ichigo aprì la porta d'ingresso e quando annunciò il loro rientro a casa, un bambino dai capelli neri e gli occhi coloro nocciola, le andò incontro con un sorriso allargato su quel visino di soli cinque anni.
«Onee-Chan!» esclamò, allargando le braccine
«Sasuke!» la rossa sorrise, chinandosi per poi prenderlo in braccio. Alla fine suo padre si era lasciato convincere da sua madre a fare un altro figlio, per compensare la mancanza di attenzioni che ormai non poteva più riservare alla primogenita cresciuta «Certo che stai diventando sempre più pesante, tu» rise.
«Nee! Sono cresciuto di un altro centimetro» esordì lui, con le gote arrossate dall’eccitazione
«Ma che bravo!» esclamò la rossa, coccolandolo amorevolmente «Bello il mio onii-chan»
Sasuke si voltò poi verso Yuri e sorridendo, allungò le braccia per essere preso da lei «Yuri!»
«Ma ciao, amore!» fece quest'ultima, accogliendolo fra le braccia come richiesto.
«Lo sai che stamattina mi sono svegliato presto…» iniziò a spiegare il piccolo Momomiya «E sono uscito cinque miniminuti fuori e in giardino ho visto un seeeeeeerpente enooormee!»
Yuri sbiancò in volto, deglutendo a fatica a quelle parole «Ichigo?!» guardò la cugina mentre si toglievano le scarpe per dirigersi in cucina «In giardino ci sono se- serpenti?»
«Certo che no!» Sakura, la madre di Ichigo e Sasuke, uscì dalla cucina e li raggiunse con un risolino divertito «Il mio piccolo Sasuke ha una fervida immaginazione» sorrise, prendendo il bambino fra le braccia, scoccandogli poi, un bacio
«Ma non è vero, mamma!» cercò di ribattere il piccolo «Io l’ho visto ti dico»
«Si, amore, certo» la donna dai corti capelli rossastri si avvicinò a Yuri e l’abbracciò con un braccio mentre con l'altro stringeva il bambino «vai pure nella camera degli ospiti e mettiti comoda, tesoro. A lui ci penso io»
la bruna sorrise, annuendo «Va bene, zia. Grazie»
Yuri ed Ichigo stavano per salire al piano superiore, quando la madre di quest'ultima disse alla figlia: «In cucina c’è una persona per te, cara» ammiccò e la ragazza sorrise, sapendo già di chi si trattasse
«Va pure, cuginetta» ammiccò la bruna, con un pizzico di malizia «metto a posto le mie cose e poi vi raggiungo»
Ichigo scoppiò a ridere ed annuì, dirigendosi poi in cucina, mentre l'altra si avviava alla sua camera.
Sul divano, seduto ad aspette la giovane gatta, c’era un ragazzo moro, con gli occhi marroni e sui diciotto anni. Quest’ultimo appena la vide entrare le rivolse un dolce sorriso
«Masaya!» Ichigo corse nell'immediato ad abbracciarlo. Chiuse gli occhi, quando lui la strinse a sé a sua volta, assaporando quel profumo che tanto le era mancato «Masaya...»
«Scusa se in questi giorni non sono venuto» le rispose lui, baciandole il capo mentre continuava a stringerla «ma con gli esami della maturità …»
«Ti capisco» lo rincuorò lei, scuotendo il capo per poi alzarlo appena per incontrare lo sguardo di lui «Anche per me è lo stesso. Ma l’importante è che ora tu sia qui… con me»
Aoyama sorrise ancora, si chinò per baciarla ma Sasuke si intromise fra loro, entrando in cucina in quello stesso istante «Onii-Chan!» esclamò, correndogli incontro «Io sono geloso della mia Nee-Chan!»
Ichigo scoppiò a ridere, portando una mano alle labbra intenerita dal suo piccolo fratellino minore.
Il moro si chinò appena e prese tra le braccia il piccolo «La tua Nee-Chan rimarrà sempre tua, io non te la tolgo mica, tranquillo»
Sasuke gli sorrise e lo strinse soddisfatto «Allora va bene. Ti voglio tanto bene, Onii-Chan!»
Masaya scoppiò a ridere, stringendolo di più
«Certo che sai sempre come prenderli i bambini» gli disse la rossa, sedendosi sul divano. Già si immaginava la sua vita da novella sposa con Aoyama. Non riuciva ancora a credere che dopo tutto quel che era accaduto, adesso potessero ritrovarsi tranquillamente a parlare e a vivere una vita serena come sempre aveva sognato di condividere con lui.
«Beh, gli ho solo detto la verità» egli si sedette accanto a lei, con Sasuke ancora tra le braccia. «A proposito. Tua madre aveva detto che eri andata alla stazione a prendere tua cugina»
ella annuì «Si: Yuri» sospirò «una vera combinaguai. Ha la lingua biforcuta quella ragazza»
Proprio in quel momento, come se fosse stata nascosta ad ascoltare tutto da dietro la porta, la diretta interessata li raggiunse, intromettendosi nel discorso «Ciaaaao Masaya!» corse a stringergli la mano con enfasi «Mia cugina mi ha fatto una testa così: Masaya questo; Masaya quello; Masaya così, colì; come è bello il mio Masaya...»
il moro scoppiò a ridere e si voltò verso la rossa, che aveva il viso infuocato dall'imbarazzo. Per l'appunto! Pensò. «Yuri…» la rimproverò a denti stretti «smettila!»
«Ma è vero!» esclamò quest’ultima, facendo spallucce «Tu vuoi mettermi sempre a tacere. Anche con Shirogane volevi che stessi zitta, poco fa.»
«Ryo?!» Masaya si schiarì la voce, voltandosi verso la sua ragazza «Quand’è che avete visto… Shirogane?»
«Aaah!» Yuri si sedette in mezzo ai due innamorati, cacciando dalle labbra un suono di consapevolezza «Quindi anche tu sapevi che Ryo aveva un certo “interesse”, per Ichigo, giusto?»
Aoyama non rispose, solo: si limitò a sospirare. Meglio non mettere in mezzo quell’argomento.
«Oook» la bruna cugina si alzò improvvisamente e prese tra le braccia il piccolo Sasuke «Sasukino bello: perché non andiamo a vedere i cartoni animati?»
«Ma a quest’ora non fanno i cartoni animati» le fece notare il bambino con aria sicura.
Yuri mantenne il sorrisino «Non dire sciocchezze tesoro: certo che ci sono»
«Ma…» a quell'ulteriore protesta, la ragazza lo fulminò con lo sguardo «Andiamo Sasuke!»
Il bambino allora deglutì e le strinse la mano, seguendola anche se a malavoglia «Ok...» la sua voce fu flebile ma Yuri lo sentì ugualmente
«Beeene…» si voltò verso Ichigo e Masaya «noi andiamo, allora. Vi lasciamo soli. E intendo soli, visto che zia Sakura è al piano superiore…» la rossa la fulminò con lo sguardo e lei si sbrigò a sparite «Ciao!»
Rimasti ormai soli, i due innamorati rimasero in un’imbarazzante silenzio per qualche secondo «Ehm… Masaya?!» lo chiamò la rossa, ancora col volto arrossato «Ryo, in verità…»
il moro l’abbracciò improvvisamente «Non m’interessa di Ryo Shirogane.» le sussurrò, socchiudendo gli occhi mentre annusava l'odore di fragola che emanavano i capelli lunghi fin sopra le spalle, della ragazza che amava «Tu sei qui con me e non m’importa di nient’altro»
Nel frattempo, dalla stanza di fronte si sentì la voce di un Sasuke deluso e scocciato «Visto, Yuri, che i cartoni non c’erano?!»
Masaya ed Ichigo batterono appena le palpebre, nuovamente interrotti, per poi scoppiare a ridere divertiti
«Questa è mia cugina» gli disse la rossa, continuando a ridere «e come hai notato, non è per niente facile da gestire»
«Penso, infatti, che ti darà molto da fare» le rispose il moro, baciandola a fior di labbra.
L’arrivo di Yuri aveva movimentato un po' la giornata, ma non sarebbe stato l’unico cambiamento che avrebbe portato
«Ma che carini» questa, nuovamente, era sulla porta e li guardava con fare alquanto malizioso «tanto love love»
Aoyama tornò a ridacchiare mentre sul capo di Momomiya una vena pulsante preannunciava un urlo ormai esasperato «Yuuuriiii!»



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una giornata al Cafè Mew Mew ***


2° - Una giornata al Cafè Mew Mew -






Il sole stava sorgendo su Tokyo, illuminando la città col suo chiarore.
Le strade iniziavano a popolarsi di persone che si preparavano per andare a lavoro, altri che si alzavano per studiare a prima mattina per gli esami da tenere da lì a qualche settimana, mentre molti altri dormivano ancora nei loro letti, tranquilli a godersi il riposo delle vacanze estive appena iniziate.

Ichigo Momomiya stava dormendo tranquillamente, spaparanzata sul letto dalle lenzuola rosa fragola, con un lungo sorriso stampato sul volto. Stava sognando il suo amato Masaya e di certo non avrebbe voluto essere svegliata per niente al mondo. Peccato per lei, però, che proprio sul più bello, una voce la chiamò dolcemente «Ichigo» ma era così bassa che quasi le sembrò di sentirla nel sogno stesso. La ragazza, di conseguenza, non aveva la minima intenzione di svegliarsi, quindi la voce si fece più insistente «Ichigo!»
A quell’ urlo la rossa si svegliò di colpo, col cuore che prese a battere velocemente per il sussulto improvviso.
Assottigliò lo sguardo, quando quella maledetta figura si ritrovò a poco dal suo volto «Yuri! Ma che diamine?!» ancora intontita, la fissò con attenzione, inarcando poi, un sopracciglio.
All’inizio credeva che fosse tutto un incubo, ma invece no: sua cugina era lì davanti a lei, già vestita e pettinata «Yuri…» sospirò, lasciandosi ricadere sul letto con un tonfo, dopo essersi messa seduta per lo spavento «Come mai già vestita? Che ore sono?»
«Le nove» sorrise la bruna, sedendosi sul letto della cugina rossastra.
Ichigo mugugnò «Ah. Ok. Le nove…» chiuse gli occhi, aggrovigliandosi su se stessa ma un attimo dopo scattò in piedi, sgranando gli occhi e urlando «Le nove?! Perché diavolo non me lo hai detto prima?!»
La bruna inarcò un sopracciglio «Adesso sarebbe colpa mia?!»
«E' sempre colpa tua!» esclamò la rossa, prendendo di fretta e furia i vestiti dall'armadio «Hai diciassette anni ma ti comporti come se ne avessi dieci!» detto ciò, corse in bagno per lavarsi, riuscendo miracolosamente ad uscirne solo dopo pochi minuti. «Forza, Yuri!» urlò alla cugina, da fuori la porta della sua camera, mentre correva al piano inferiore senza nemmeno aspettarla o accorgersi del piccolo Sasuke che stava uscendo con Sakura «Onee-!» ma la sorella cose via come un razzo, seguita a ruota dalla cugina qualche istante dopo, la quale salutò i due frettolosamente con un buongiorno.
Il piccolo si voltò verso la madre «Mammina» fece «ma quella era la mia Onee-Chan... o un tornado?»
la donna scoppiò a ridere, stringendogli la manina con la sua «Ma no! Quella era la tua sorellona» esclamò «solo che anche oggi ha fatto tardi a lavoro».

Il Cafè Mew Mew era aperto da solo mezz'ora ed era già pieno come tutte le mattine. Tutti, come al solito, aspettavano Ichigo infuriati più che mai. Possibile che non riuscisse mai ad arrivare puntuale?!
A passi lenti, la rossa poggiò la mano sul pomello della porta del Cafè, immaginandosi già cosa l’ aspettasse. Indugiò se aprire o meno quella porta, ma prima di farlo respirò a fondo e chiuse gli occhi.
«Cuginetta, cosi arriverai in ritardo… ancora di più!» la bruna aprì la porta per lei.
«Dove diavolo eri finita!?» tuonò Ryo correndo da loro con aria alquanto infastidita «E lei cosa ci fa qui?» chiese ancora più irritato, accorgendosi della presenza di Yuri. Si voltò nuovamente verso una Ichigo che aveva appena riaperto gli occhi, trafiggendola con lo sguardo.
«Ehi, perché è arrabbiato il bambolotto?» domandò Yuri alla cugina, dando le spalle al biondo «Dovrebbe ringraziarmi per averti fatto arrivare con solo mezz'ora di ritardo» concluse.
In quel momento a loro si avvicinò una ragazza minuta, con i capelli neri e un’ espressione furiosa. «A causa tua...» s’interruppe, forse per non dire parole inopportune «Io la mattina devo bere il mio thé, per ristabilire tutta la mia giornata. Sai, è troppo stressante, per me, lavorare ventiquattr’ ore al giorno. Io sono abituata alle più grandi comodità!»
Ichigo stava per reclamare, quando la cugina s’intromise come da sua abitudine «Tu sei Mint Aizawa, vero?! Quella di cui Ichigo mi ha parlato tanto»
Mint stava per far un sorrisetto compiaciuto, ma dovette ricredersi subito dopo «quella che nel corpo ha il 90% di thé»
la mora si infuriò, allungando un sorrisino infastidito «E tu chi saresti, di grazia?»
«Sono Yuri Akai.» sorrise questa «La cugina di Ichigo. Sono qui in vacanza»
«Ecco. In effetti notavo una certa somiglianza» ridacchiò Aizawa, portando una mano alle labbra con fare altezzoso.
A calmare le acque, intervenne una ragazza con gli occhiali e dai lunghi capelli verdi legati in due trecce basse. «Mint, non fare cosi. Piuttosto pensiamo a servire i clienti.»
Yuri sorrise ancora una volta, dando l'ennesima sentenza «Tu, invece, devi essere Retasu Midorikawa…l’ imbranata!»
la ragazza in questione arrossì di colpo a quelle parole.
Ryo si voltò verso Ichigo, che nel frattempo avrebbe voluto sprofondare, a braccia conserte «Scommetto che non le hai detto proprio cosi: vero?» disse, quasi in tono ironico «E che l’ abbia intuito tutto da sola»
Momomiya sorrise debolmente «Infatti»
improvvisamente un' enorme pallone da circo comparve davanti alle ragazze, spaventandole a morte. Al di sopra: una ragazzina con i capelli biondi che faceva roteare dei piatti su dei bastoncini. Incuriosita dalla folla alla porta che si era distratta dal servire i clienti, aveva deciso di andare a dare un' occhiata. «Ichigo-Onee-Chan! Ciao!» esclamò euforica «Allora eri tu che facevi casi-!» quando si voltò verso Yuri, appena accortasi di lei «Ho sentito che sei la cugina di Ichy! Non pensavo avesse dei parenti apparentemente così simpatici»
la ragazza in questione, indicò Fon con un gridolino «E tu devi essere Purin!» esclamò «La pazza!»
«Esatto!» eclamò la biondina con una risatina euforica.
Ichigo, Mint, Retasu e Ryo le guardarono stupefatti: quelle due erano davvero simili...
«Non vorrei rovinare la “festa”…» disse una voce alle loro spalle, appartenente ad una ragazza con l’ aria aggraziata, che dava tutta l’ impressione di essere una modella, la quale si avvicinò a questi ultimi. «ma qui ci sono delle clienti che aspettano»
Yuri divenne improvvisamente seria nel ritrovarsela davanti, e con tono adulto si rivolse a lei «Tu devi essere Zakuro Fujiwara: quella che non mostra un' emozione»
Ichigo percepì un’aria strana: dopotutto Zakuro in passato era stato un lupo, e in quel momento avrebbe sbranato Yuri volentieri - rendendo felici i presenti, a dire il vero -. «Ragazzi… ehm: solo per oggi…» iniziò a dire, con esitazione «Yuri lavorerà con noi»
«Cosaaa!?»
Ma la rossa non diede peso alle urla dei presenti (l’ unica che aveva mostrato euforia in quel esclamazione era Purin), perché corse negli spogliatoi tenendo ben stretta la mano della cugina.

Stavano percorrendo il corridoio, quando passando davanti alla cucina, furono bloccate da un uomo dai lunghi capelli castani, il quale a passo lento e con un sorriso stampato sul volto, si avvicinò alla Momomiya «Ichigo» esordì «il piccolo Mash è pronto» estrasse dalla tasca dei pantaloni un piccolo pelouche a forma di gattino. Quest’ ultimo iniziò a volare, urlando il nome della padrona. «Keiichiro-san» soltanto alla quasi supplica della ragazza, quest’ ultimo si accorse che non erano soli. Riprese immediatamente il pelouche tra le mani, tappandogli la bocca. Ormai, però, era troppo tardi: Yuri si era accorta di lui.
«Che carino!» esclamò prendendolo dalle mani del bruno. Iniziò a strapazzare l’ animaletto, toccandogli la coda e le orecchie. Il piccolo Mash a quelle torture urlò.
«Wow, parla!» allungò un sorrisino, avvicinando il volto al pupazzetto «Di: ciao, Yuri»
Akasaka la guardò perplesso, dopodiché si rivolse alla rossa. «Ichigo..?!»
«Ehm... lei è mia cugina: Yuri.» si affrettò a rispondere la rossa, alla domanda incompleta dell'uomo «Oggi ci darà una mano al Cafè.» disse, infine, come se volesse scusarsi dai casini che avrebbe sicuramente combinato Yuri in futuro. «Lascia stare il robottino: è delicato…» prese Mash dalle mani della bruna che a quelle parole illuminò ancor più lo sguardo.
«Wow: un robottino? Che figata! A che serve?»
Ichigo sospirò, esasperata e la prese nuovamente per mano «Andiamo» trascinò così, via, sua cugina, sotto lo sguardo divertito di Keiichiro.
Intanto Mash si era tramutato in un ciondolo, attaccatosi al cellulare di Momomiya, forse per nascondersi da una nuova minaccia chiamata Yuri Akai.

«Yuri» Ichigo aprì un armadietto dello spogliatoio - il suo era rosa - e porse un vestitino rosa e nero a quest’ ultima «Fammi un favore: la prossima volta cerca di evitare di raccontare ciò che ti dico ai miei amici. Sopratutto alterando le cose col tuo solito modo di pensare»
«Perché?» Yuri inarcò le sopracciglia, iniziando a cambiarsi «Carino questo vestitino: come mai ne avete uno in più?»
«Ryo ne ha sempre uno in più. Dice che non si può mai sapere» le rispose la rossa, iniziando a spogliarsi a sua volta «Non si può mai sapere, cosa?! Non lo capirò mai.» sospirò «Comunque non cambiare discorso e non fare domande: fa ciò che ti ho detto e basta»
«Va bene» sospirò Akai, quasi scocciata «Come vuoi tu»

Erano pronte. Proprio mentre stavano per andare dagli altri, però, si sentì una scossa tremenda che fece smuovere tutto, facendo quasi cadere le due cugine.
«Un terremoto» Yuri quasi urlò, reggendosi al muro, spaventata
«No» sussurrò Ichigo. Indurì lo sguardo, stringendo i denti mentre si manteneva al muro anch'ella. Lo sguardo era piuttosto preoccupato: aveva un brutto presentimento «Questo non è un semplice terremoto…»









Oo Angolino Dell'Autrice oO





Ecco finito un altro capitolo, speriamo che vi piaccia^^
Grazie a tutte quelle che hanno commentato in precedenza e a chi legge soltanto:



kittymew: Grazie mille, siamo contente che la Fan Fiction ti piaccia, speriamo di non averti deluso con questo nuovo capitolo ^^ grazie anche x averla messa nei preferiti. Continua a seguirci, alla prossima! Kiss

eyes_on_fire: Grazie mille x averla messa nei preferiti ^^ siamo contente che la FanFiction ti piaccia,speriamo che questo capitolo non ti abbia deluso.
Si, Yuri è una rompi eheh, chissà forse abbiamo avuto le stesse idee XD Comunque si, io sono una Fan di Mark waaaa anche tu? Che bello finalmente (Ale mi guarda storto XD Dai Ale non ce l'abbiamo con Ryan, solo che Mark è meglio eheh) Grazie ancora. Continua a seguirci, Alla prossima. Besooooooos!

Heart: Grazie mille ^^ speriamo che questo capitolo ti sia piaciuto. Kiss. Continua a seguirci. Alla prossimaaaaaaa!!!!!!!!!



Grazie a tutte speriamo di non avervi deluse ^^ alla prossima, continuate a seguirci.

Kisu


MikuChan e Alessandra

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nuovo membro nella squadra Mew Mew ***


3° - Nuovo membro nella squadra Mew Mew -








Tutt’ intorno tremava e le due ragazze dovettero mantenersi salde al muro per non cadere a terra. Dalla sala dove erano i clienti, si sentivano alcune urla di panico.
Ichigo con uno scatto felino arrivò sino alla porta dello spogliatoio: l’aprì e si voltò verso la cugina spaventata «Rimani qui, Yuri!» esordì
«E perché tu vai via?» Akai tremava come una foglia: era sempre stata spaventata dai terremoti, erano una di quelle cose che non si potevano controllare «Maledetta: vuoi salvarti e lasciarmi morire?» disse per sdrammatizzare «Io non ti ho mai causato fastidi» a quell’ultima parola Momomiya la guardò con un sorrisino: problemi e fastidi glieli aveva causati eccome, ma non sarebbe mai arrivata a farla morire... o almeno cercava di auto-convincersi che non l’avrebbe mai fatto. Rise e scosse il capo «Non dire sciocchezze» la rimproverò, reggendole il gioco «Vado solo a vedere che succede e a calmare i clienti con le altre»
«Si, si, come no!» continuò la cugina. In quel modo forse non avrebbe pensato alla paura di morire. In Giappone c'erano ben troppi terremoti che portavano catastrofi «Dicono tutti così, prima di lasciarti morire. Cosa vuoi fare con Ryo? Te ne approfitti perché Masaya non saprà mai niente vero? Tanto moriremo tutti!»
Ichigo, seppur sapendo che questa scherzasse, in quel momento si che l’avrebbe lasciata morire volentieri: ma non poteva perdersi in chiacchiere.
Uscì velocemente, lasciando la porta alle sue spalle aperta
«Non mi rispondi?! Ho ragione io?!» le urlò, intento, Yuri, in lontananza. «Ichigooooo!!!»
La tentazione di tornare indietro e strangolarla assalì la gatta, ma in quel momento doveva pensare a cose serie. Corse per i corridoi alla ricerca dei suoi amici e per chiedere a Ryo delle spiegazioni.
Mentre percorreva il corridoio, vide la sala principale vuota: a quanto pareva, Shirogane già aveva provveduto a sgomberare il Cafè Mew Mew.
Sospirò sollevata e corse all’estremità del corridoio, sino a trovarsi delle scale che conducevano ad un sotterraneo: sicuramente i suoi amici erano nel laboratorio.

Yuri era ancora ferma nel camerino e si stava innervosendo alquanto. Le scosse continuavano e lei di certo non voleva rimanere sola «Se Ichigo crede sul serio che rimarrò qui a morire, si sbaglia di grosso» trovò il coraggio di staccarsi dall’armadietto, anche se le gambe le tremavano più delle scosse stesse, e si diresse alla porta.
Arrivata alla sala principale, si meravigliò di non trovare nessuno «Maledetti: l’avevo detto che volevano lasciarmi morire»
improvvisamente sentì una vocina familiare «Pericolo, pericolo!»
Yuri sgranò gli occhi, alzando gli occhi al cielo per guardarsi intorno «Il robottino di Ichigo?!»
Mash si stava dirigendo al laboratorio e Akai, avvistatolo, lo seguì incuriosita. Qualcosa non quadrava!
Scese le scale sino a ritrovarsi in un tetro corridoio.
Mash scomparve dietro una porta luminosa e la bruna capì che lì dentro stava accadendo qualcosa. Si appoggiò ad essa in ascolto, e da dietro sentì delle voci conosciute: erano sua cugina e i suoi amici.
«Dobbiamo affrettarci» diceva quella che doveva essere la voce di Ryo, ma di certo Yuri non capiva il motivo della sua agitazione «Il pericolo è imminente»
«Uffa. Dovrò tornare a rompermi le unghie» quella era sicuramente Mina, si disse Akai, ridendo
«Dovrò dirlo a Masaya. Si preoccuperà sicuramente» quella voce preoccupata, anche se non l’aveva mai sentita così, era quella di sua cugina.
Un rumore improvviso fece tremare la stanza e la luce divenne sempre più accecante: doveva assolutamente capirci qualcosa.
Spalancò la porta d'istinto «Cosa sta su-!» ma un improvviso raggio di luce la invase.
Non capì molto, sentì solo Shirogane urlare.

Riaprì gli occhi, intontita. Davanti a sé: i volti preoccupati - beh non proprio tutti -, di cinque ragazze che lei conosceva, nonostante fossero mezze animali.
«Le Mew Mew?!» urlò, mettendosi seduta dal pavimento sulla quale a quanto pare era svenuta.
La gatta dai capelli e il vestito rosa, sorrise.
«Vuoi un autografo?» le chiese la ragazza lorichetto con fare da star.
Yuri socchiuse appena le palpebre «Naa! Quella blu, non ricordo il nome, non mi piace! A me piace Mew Ichigo» ci pensò su «Che, ora che ci penso... ha il nome di mia cugina... forse sarà per quello.» non ne capì il motivo, ma le Mew neofocena, scimmia e lupo, stavano mantenendo la lorichetto
«Io la uccido!» esclamò questa, voltandosi verso Mew Ichigo «Ichigo! Questo è davvero troppo! Tua cugina io la uccido!»
La bruna deglutì. Ichigo... cugina?! «Cuginetta?! Sei tu?»
Mew Ichigo sogghignò con fare ovvio «Si, Yuri…» si bloccò un’istante e poi continuò «Voglio dire: Mew Yuri»
Akai non capì cosa intendesse dire «What?»
«Guardati, ragazzina»
la bruna seguì il consiglio di Mew Mint e si guardò addosso.
Un momento! C’era qualcosa di strano: corse ad uno specchio lì vicino e in esso si rifletteva una ragazza dai capelli neri e gli occhi viola, vestita di nero e… mezza farfalla!
Una cosa però la incuriosì molto: aveva un tatuaggio troppo cool sul braccio destro, a forma di farfalla.
Solo quando si accorse di averlo lei si rese conto che la ragazza nello specchio era proprio sé stessa.
Si voltò verso Ryo, furiosa «Ok, sono strafiga e molto cool» iniziò «Ma: Che diavolo mi hai fatto?!» lo prese per il colletto della maglia nera ed egli sbuffò
«Sei stata tu a gettarti nel fascio trasformatore»
«E io che potevo saperne?» ribattè la nuova Mew Mew. Shirogane le parlò sopra «Questo dovrebbe insegnarti a farti gli affari tuoi, una buona volta!»
Mew Yuri lo lasciò andare, abbassando il capo
«Ryo…» Keiichiro si avvicinò a lui, mettendogli una mano sulla spalla «Forse hai esagerato. E non è il momento di pensare a simili dettagli»
«Yuri» Mew Retasu le mise una mano sulla spalla con un dolce sorriso «Ryo ha modi brutali di dire le cose, ma lo dice solo per te»
«E poi pensa che ora combatterai i cattivi» s' intomise Mew Pudding «è divertente!»
Mew Yuri alzò la testa «Davvero posso aiutarvi?» si rivolse a Ryo, il quale rispose con indifferenza «Dato che ci sei»
«Yuri..» la ragazza si voltò e vide Mew Ichigo, la quale le sorrise a pieno volto «Benvenuta in squadra»
La cugina, allora, abbracciò la gatta per poi rivolgere di nuovo la sua attenzione sul biondo «Posso sapere qual è il mio potere?»
«Ti usciranno le parole di bocca durante la battaglia» le rispose quest’ultimo «Ora piuttosto pensiamo a localizzare i nemici»
«Ci penso io» Akasaka prese Mash e lo collegò ad un computer
«Ma allora il piccoletto è la vostra spia!» esordì Mew Yuri, ridendo: quasi quasi non sembrava male qualla situazione
«No!» esclamò Mew Zakuro «Serve solo a localizzare i nemici: ci è molto utile»
la Mew farfalla si voltò verso di lei con gli occhi che le brillavano di ironia «Parli?!» i presenti la guardarono con aria esterrefatta «Che c’è?! Questa non parla mai, a mia saputa»
Mew Mint sbuffò «Se volete ucciderla e farlo sembrare un’incidente, vi aiuto volentieri»
«Mi ucciderai con un balletto, uccellino?» Mew Yuri le cacciò la linguaccia
«Io ti uccido!!!» e ancora una volta le altre Mew Mew dovettero trattenere Mew Mint.

Dopo pochi minuti, Keiichiro localizzò i nemici «Sono al parco Inohara!» esclamò, scollegando Mash dal computer.
Mew Ichigo sbiancò «Che c’è?» le chiese Mew Retasu con preoccupazione
«Lì c’è Masaya: oggi doveva fare una ricerca»
«Ma che peccato» anche se era un sussurro, le parole di Ryo arrivarono alle orecchie feline della Mew gatta
«Che intendi dire?» gli chiese a denti stretti «Anche se non lo sopporti, non ti permetto di parlare così!»
Mew Yuri sospirò, battendo una pacca sulla spalla di Shirogane «Questo si che è amore, Ryo-Chan» fece spallucce «Rasseganti, sù!»
Ryo strinse i pugni e mentre stava per ribattere, Mew Ichigo parlò «Andiamo, ragazze» si avvicinò alla porta, senza voltarsi indietro «Meglio muoversi» corse poi via, seguita a ruota dalle altre Mew Mew.
«Non stai esagerando, Ryo?» l'uomo dai capelli castani e il codino, sospirò «Così ti farai solo odiare da lei»
«Forse è meglio così» sospirò a sua volta, quest’ultimo «Se mi fosse amica sarebbe peggio»

Arrivate al parco Inohara, le ragazze Mew Mew trovarono un vero macello: alberi distrutti e desolazione tutt’intorno, facevano da cornice a quel posto solitamente verde e tranquillo
«Io vado a cercare Masaya!» esclamò Mew Ichigo, correndo via senza dare tempo alle altre di reclamare
«Dove vai?» Mew Yuri cercò di fermarla e correrle dietro, ma Mew Zakuro la trattenne
«Tua cugina è fatta così»
«Non cambierà mai» esordì Mew Mint con un sorrisino che per la prima volta fece capire a Yuri il motivo per il quale, anche se così diverse, quelle cinque fossero amiche da tanti anni «Lei e quel Masaya-Kun»
«Se l’è sempre cavata bene» s’intromise Mew Retasu, sorridendole «dalle fiducia. Noi abbiamo piena fiducia in Mew Ichigo»
«Ragazze» Mew Pudding le interruppe, tendendo le orecchie in ascolto «Sento qualcuno»
la squadra Mew allora, si mise in guardia, guardandosi intorno in attesa di qualche attacco a sorpresa: le scosse di terremoto sembravano essersi placate da un po'.
Improvvisamente, però, un rovo gigante cercò di colpirle
«Chi va là?» urlò Mew Mint, prendendo il suo arco. Sentì un fruscio davanti a sé e colpì «Ribbon Mint Echo!»
un ghigno spaventoso riecheggiò tutt’intorno e una nube nera avvolse il cielo, e da essa ne uscì un ragazzo: la sua pelle era candida come la neve, incorniciata da capelli biondo oro e occhi marroni: indosso aveva degli abiti bianchi in stile ‘800 e in mano una rosa bianca «E così ecco le famigerate Mew Mew» disse con un ghigno «Piacere di conoscervi. Io sono Angel: e sono il vampiro che vi distruggerà»

Mew Ichigo stava correndo in cerca di Masaya, quando un rovo la colpì, gettandola a terra «Ma che..?!» alzò gli occhi al cielo e vide uno strano individuo: la pelle candida come la neve; i capelli e gli occhi nero corvino e un abito blu in stile ‘800. In mano una rosa rossa
«La famosa leader delle Mew Mew, presumo» esclamò con un ghigno.
La gatta assottigliò lo sguardo «E tu chi sei?»
Il ragazzo allungò un sorriso «Io sono Damon: e sono il vampiro che ti toglierà dai piedi una volta per tutte!»









Oo Angolino dell'Autrice oO







Allora gente? Che ne pensate? Speriamo che anche questo capitolo piaccia ^^ scusate se nn ringraziamo uno per uno ma dobbiamo scappare.
Grazie mille a chi ci segue, recensendo o leggendo soltanto, e a chi mette la nostra storia fra le preferite o le seguite.

Un bacio enorme <3


MikuChan & Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Vampiri ***


4° - Vampiri -






Mew Yuri, Mew Mint, Mew Retasu, Mew Pudding e Mew Zakuro stavano lottando contro Angel con un netto svantaggio.
«Ribbon Zakuro Pure!» la Mew lupo stava per attaccarlo con la sua frusta ma il vampiro all’ultimo minuto scomparve, facendo andare l’attacco a vuoto e ricomparendo, poi, alle spalle di Mew Yuri
«Ti vedo molto inesperta: sei nuova per caso? Non ho mai sentito parlare di te»
la Mew Mew si voltò verso di lui e sorrise «Si» poi si rattristò appena «Si vede, vero?»
Il biondo alzò le spalle «Beh, sei un po’…»
«Scarsa?» Mew Yuri aveva quasi le lacrime agli occhi. Anche al nemico, adesso, sembrava scarsa! Ma che diamine! «Infatti non riesco nemmeno a richiamare la mia arma»
Angel ammiccò «Dai, almeno sei carina»
la Mew farfalla socchiuse a malapena le palpebre «è un complimento?»
quello che si riteneva un vampiro, le sorrise «Certo»
«Ah! Bene, allora: grazie» la ragazza si voltò verso Mew Mint «Vedi com’è gentile? Lui si che capisce le donne! Dobbiamo per forza ucciderlo?»
Mew Pudding si avvicinò alle altre compagne impietrite «Ma quei due stanno flirtando?» inarcò un sopracciglio: forse quella ragazza era davvero stupida come sembrava
«Ma no!» ma le parole di Mew Zakuro non erano affatto convincenti
«Guardateli!» Mew Retasu li indicò: quei due, al momento, tutto sembravano tranne che nemici.
«Io non riesco nemmeno a richiamare la mia arma» continuò Mew Yuri rivolta ad Angel
«Ah! Ecco perché non ti muovevi!» le disse lui, mettendosi una mano nei capelli «Ma hai provato a sentire nel profondo?»
«Profondo di cosa?» la ragazza inarcò un sopracciglio.
Angel sorrise «Chiudi gli occhi e vedi cosa senti»
Mew Yuri seguì il suggerimento e strane parole le uscirono dalla bocca «Yuri Ramrod!» un lungo bastone nero con ai margini ali di farfalla, comparve nelle mani della Mew Mew, sotto lo sguardo stupefatto delle altre «Ma…» erano tutte senza parole, di certo non si aspettavano che il nemico potesse aiutarla!
«Che carino!» esultò la Mew farfalla con un' esultazione di gioia
«Grazie per il complimento!» Angel le fece un sorrisetto sghembo, ovviamente ironico.
«Veramente…» la farfalla si schiarì la voce. Voleva dirgli che era diretto al bastone ma preferì reggergli il gioco «Grazie! Senza di te non ci sarei riuscita!»
«Insomma!»
tutti si voltarono scioccati verso Mew Zakuro che per la prima volta aveva mostrato di saper perdere le staffe «M- Mew Zakuro…»
«Hai urlato?» Mew Yuri rimase a bocca aperta «Forte!»
«Insomma: voi!» la Mew lupo si schiarì la voce e si rivolse ad Angel «Vuoi una guerra o la pace? Noi qui non stiamo giocando!»
Il vampiro sogghignò e si allontanò da Mew Yuri con un sorrisino «Ovviamente la guerra. Ma mi stavo divertendo un pò. Cosa c'è di male?!» preparò una sfera di energia nera e la gettò sul nuovo membro della squadra.
La ragazza, indifesa, sentì delle parole uscirle dalla bocca «Ribbon Air!» un turbine di vento cambiò la traiettoria della sfera… sulle altre Mew Mew «Oddio!» la ragazza si portò le mani alla bocca «O-ops...»
«Pudding Ring Inferno!» Mew Pudding fortunatamente bloccò l’attacco col suo budino gigante
«Stupida farfalla!» Mew Mint corse da lei con l’evidente intenzione di strangolarla «Stavi per farci morire tutte! Ma io ti estinguo!»
«Ma non l’ho fatto apposta!» Mew Yuri scappò da Mew Retasu, riparandosi dietro la sua schiena «Diglielo tu, Mew Retasu!»
la Mew neofocena sorrise «Ma si, Mew Mint, lasciala stare. Poverina, è il suo primo giorno, infondo»
«Dopotutto ricordiamoci dei guai che combinò Mew Retasu, le prime volte» le ricordò la Mew scimmia, ridendo «L’avete detto tu e Mew Ichigo che lei voleva uccidervi»
la Mew lorichetto davanti all’evidenza, lasciò in pace Mew Yuri «Solo stavolta» le disse a denti stretti, puntandola «Ma non finisce qui. Il prossimo errore e ti tarpo le ali!»
le cinque Mew Mew finalmente si riunirono ed insieme si rivolsero ad Angel. Era ora di fare sul serio. «Ok, dopo i preamboli diremmo che sia ora di combattere»
il biondo scoppiò a ridere «Era ora. Siete divertenti, voi umani. Ma come forza mi sembrate piuttosto… come dire..?!»
«Scarse?!»
Il vampiro le sorrise alle parole della farfalla «Esattamente»
Mew Mint si voltò verso Mew Yuri con sguardo assassino
«Pardon» si scusò quest’ultima, sorridendo debolmente.
«Eppure credevo che l’arrivo di una nuova Mew Mew nella squadra ci avrebbe reso le cose difficili» il ragazzo sospirò, facendo spallucce «In due sulla terra per niente»
«Ci?» Mew Mint preparò il suo attacco verso Angel «Che vuoi dire?»
«Beh, che mio fratello si sta occupando della vostra leader»
a quelle parole tutte rimasero a bocca aperta
«Mew Ichigo?!» Mew Yuri si infuriò e preparò il suo attacco «Maledetto!»
questi sorrise «Finalmente si fa sul serio…»

Mew Ichigo rimase paralizzata davanti a quello strano individuo, indietreggiando verso un grande abete «Chi sei?»
«Mi sembra di avertelo detto, no?» l'uomo presentatolesi come Damon, si avvicinò a lei con un ghigno «Sono il tuo peggiore incubo»
«Strawberry Bell!» la Mew gatta prese la sua arma e si preparò all’attacco «Ribbon...» ma colui che si definiva un vampiro, glielo impedì, gettandole addosso una sfera di energia oscura che la spinse all’abete.
Non riusciva più a muoversi! Come mai mi sento così debole per un solo attacco?!
«Beh, perché la mia sfera di energia indebolisce chi viene colpito» le rispose l'uomo, con un ghigno «e rende me più forte»
la Mew gatto deglutì: come faceva a conoscere i suoi pensieri?!
«Leggo nella mente» le rispose nuovamente lui «Facile no?! Altro che quegli stupidi alieni da quattro soldi. Non sono neanche riusciti a proteggere Deep Blue-Sama per dargli tempo di assorbire interamente quello stupido DNA umano.»
A quelle parole, la ragazza sbiancò.
Masaya! Maledizione... devo escogitare qualcosa!
«è tutto inutile, Mew Ichigo» le parlò sopra, lui.
«Smettila di leggermi nella mente!» gli urlò la gatta, stringendo i pugni «Sai che significa Privacy?!»
E perché dovrei smetterla?
La voce di Damon era nella sua testa, ed era come se ogni parola equivalesse ad una pugnalata
«Smettila!!!» la ragazza cadde a terra, mantenendosi il capo dolorante «Basta!»
Egli sogghignò, avvicinandosi pericolosamente a lei.

«Ribbon Air!» Mew Yuri gettava attacchi ad occhi chiusi e mai una volta che avesse preso Angel. Quasi sempre aveva quasi preso le sue compagne, le quali scansavano gli attacchi a stento
«Fatemela uccidere!» Mew Retasu trattenne per l'ennesima volta una, giustamente, furiosa, Mew Mint «Calmati, Mew Mint»
«Per voi è la fine!» l'uomo gettò una nuova sfera di energia oscura sulle Mew Mew
«Ribbon Air!» ma fortunatamente Mew Yuri, stavolta, riuscì a tirargliela dietro, colpendolo alla spalla
«Maledizione!» Angel cadde a terra, mantenendosi la spalla sanguinante
«Scusa!» Mew Yuri quasi era mortificata per aver ferito per la prima volta in vita sua, qualcuno «Non…» ma si bloccò per un’ istante e lo osservò attentamente «Aspetta: i vampiri perdono sangue?!»
il biondo sogghignò «Non finisce qui!» detto ciò, svanì nel nulla.
«C’è l’ho fatta!» esultò la farfalla, abbracciando Mew Pudding.
«Brava Yuri! Ed io che credevo di essere l’unica pazza» esultò quest’ultima
«Infatti!»
«Non vorrei interrompere questa scena toccante» le interruppe la lorichetto, avvicinandosi a loro
«Dovremmo correre da Mew Ichigo» ricordò Mew Zakuro con ansia nella voce
«Era corsa da Masaya-San, quindi non dev’essere molto lontana» s’intromise Mew Retasu con ancor più evidente preoccupazione per la loro leader e migliore amica.
Mew Yuri si scansò da Mew Pudding «Giusto!» come aveva solo potuto minimamente dimenticare per un attimo, sua cugina?! «Muoviamoci!»
Le cinque Mew Mew corsero alla ricerca della loro amica.

Damon era chino su Mew Ichigo. La leader delle Mew Mew non era in grado di muoversi e lui sembrava proprio pronto a morderla.
Sogghignò mentre le toglieva il collare dell’abito Mew.
No... Pensò lei, non riuscendo neanche a parlare.
«Tranquilla, non sentirai niente…» le sussurrò, mentre poggiava dolcemente le labbra sul suo collo. Dischiuse le labbra e infilzò i canini nella sua carne.
L’urlo della ragazza riecheggiò nel parco.
Voleva staccarsi da quel mostro ma era tutto inutile e lei era troppo debole.
Ormai era la fine. Damon stava succhiando il suo sangue e niente e nessuno l’avrebbe fermato
Masaya... come vorrei che fossi qui…
il vampiro trasalì appena, mentre le tenebre assalivano la Mew gatta.

Ichigo riaprì gli occhi lentamente e il primo volto che vide fu quello del suo amato Masaya Aoyama.
«M- Masaya?!» riuscì a farfugliare con un fil di voce
«Non sforzarti» le disse lui, mettendole dolcemente un dito sulle labbra «Va tutto bene, piccola mia»
«Damon…» Momomiya si guardò intorno e si rese conto di essere in camera di Ryo.
Era al Café Mew Mew, quindi...
«Le ragazze ti hanno trovata priva di sensi e che perdevi sangue» Aoyama strinse i pugni e i denti, voltando appena lo sguardo altrove «Non ho potuto fare niente» se solo avesse potuto trasformarsi nuovamente in Ao no Kishi
«No!» la ragazza si voltò verso di lui come se avesse capito i suoi pensieri, ma sentì una fitta al collo. D'istinto lo toccò, notando che questi era fasciato. Ma al momento non era importante «Non è colpa tua, Masaya» gli occhi le divennero appena lucidi, mentre prendeva le sue mani «se tu ti trasformassi nuovamente in Ao no Kishi, chi ci assicura che non torni anche Deep Blue?! Io non voglio perderti ancora...»
«Ichigo...» il moro le accarezzò dolcemente il volto «non accadrà... te lo prometto...»
«Ehm… non vorrei interrompere questa scena così romantica ma: io sono qui!»
Ichigo guardò in direzione della porta, notando Ryo appoggiato ad essa.
Divenne così rossa dall’imbarazzo che le spuntarono le orecchie e la coda da gatto «E tu che vuoi?!» sbraitò. Ormai non era più abituata a quell'improvvisa trasformazione in gatto anche senza diventare Mew Ichigo
«Ti ricordo che sei in camera mia» Shirogane indicò il comodino posto vicino al letto.
Momomiya notò la foto che ritraeva la famiglia Shirogane e subito ripensò al passato di Ryo «Scusami» stranamente però, notò una stranezza nella foto «Tua madre… era in attesa?»
Ryo voltò le spalle «Non sono affari che ti riguardano» stava per uscire dalla stanza ma urtò Yuri che stava per entrare e vedere come stesse sua cugina «E guarda dove vai!» esclamò, stranamente furioso.
«Ehi!» Yuri guardò nella stanza e notò Masaya accanto ad Ichigo «Ma allora è una fissa la tua: li interrompi sempre?!» disse, incrociando le braccia al petto «Lei è col suo ama- ehi lasciami!»
il biondo la prese per il braccio e la trascinò fuori dalla stanza «Proprio con te volevo parlare!» disse con aria seria «Mi hanno detto cosa hai fatto col nemico…»
la bruna sbuffò «Almeno lui è stato gentile con me!»
Shirogane ghignò «Solo un non umano poteva esserlo»
«Sei cattivo!» Yuri cercò inutilmente di liberarsi dalla presa del ragazzo che la stava trascinando al piano inferiore «Ehi! Lasciamiii!!!»
Ichigo scoppiò a ridere, mentre le voci diventavano sempre più lontane «Quei due andranno d'accordo» si voltò verso Masaya ma notò che stranamente osservava con attenzione la foto che ritraeva Ryo e la sua famiglia «Masaya?!»
il ragazzo sembrò tornare alla realtà solo in quel momento «Eh?»
la rossa inarcò un sopracciglio «Stai bene?»
Masaya scosse il capo «No, niente…» sorrise. Eppure mi sembrava che...
si avvicinò a lei con un sorrisetto sghembo «Dov’eravamo rimasti?» Ichigo sorrise, arrossendo appena e lui continuò «Ah si: ti stavo per baciare»
la ragazza gli gettò le braccia al collo e lo attirò dolcemente a se.












Oo Angolino dell'Autrice oO



E rieccoci quiiiiiiiiiiiiiii! ^^
Allora, gente? Che ve ne pare? Grazie a tutti quelli che ci seguono, commentando o leggendo soltanto.
MikuChan - Sabrina - si sente estremamente soddisfatta QvQ ho inventato una nuova mew mew e una nuova arma compresa d'attacco fhrfhnbjbgkesbgk <3
Un grande bacio a tutti <3


MikuChan e Alessandra

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Gli orecchini ***



5° - Gli orecchini -





«Vorrei che li tenessi tu» Masaya porse un cofanetto di stoffa blu ad Ichigo «è tutto ciò che ho della mia vera madre»
Erano seduti nel retro del Cafè Mew Mew, come avevano abitudine fare ormai da anni.
La ragazza aprì il cofanetto e dentro vi ci trovò un paio di orecchini di Swarovski a forma di cuore «Porteranno fortuna, vedrai» continuò lui, sorridendo dolcemente «al momento sembra che non possa fare altro, senza alcun potere per contrastare il nemico»
«Masaya...» ella era stupita per quell’improvviso regalo, ma ne era estremamente felice. Il suo amato una volta le aveva raccontato che i suoi veri genitori lo avevano abbandonato in un orfanotrofio con un solo dono in loro ricordo - il quale, ovviamente, era andato con lui anche dopo essere stato adottato dalla famiglia Aoyama -, ma lei non aveva mai saputo cosa esso fosse, né tantomeno era a conoscenza del motivo per il quale questi avessero abbandonato il loro bambino. Chissà se Masaya se lo chiedeva oppure no. Aveva avuto una vita così difficile: prima era stato abbandonato, poi adottato ed infine aveva scoperto di essere l'anima reincarnata di un mostro «Io…»
«Ichyyyyyy!!!» la voce in lontananza di Yuri, però, interruppe la magia di quel momento. Ma chi gliel'aveva mandata quella piaga?!
Momomiya trattenne il nervosismo e bofonchiò: «Io la ucciderò un giorno»
Aoyama scoppiò a ridere, scuotendo il capo «è un tipino... particolare» fece, cercando di non essere offensivo. Anche ad un tipo pacifista come lui, quella ragazza era capace di far saltare i nervi «ormai mi ci sto abituando, dai»
«Non mentire con me, amore. Non devi trattenerti» rise lei e lui la seguì a ruota. Si alzarono insieme dalla panchina sulla quale erano seduti e la rossa si schiarì la voce «Senti, Masaya…» iniziò, arrossendo appena.
Lo guardò nel profondo dei suoi occhi, sempre così dolci e che stranamente le ricordavano sempre di più lui, dal giorno che lo aveva incontrato non riusciva a non pensarci.
Scosse il capo ed inclinò leggermente la testa a sinistra «Che ne dici di venire a cena da me, stasera?»
«Stasera?!» ripetè lui, pensieroso.
«Sempre che per te non sia un problema, ovvio» ella arrossì ancora.
«No, per me non ci sono problemi» il moro le sfiorò il viso e sorrise ancora. In effetti un giorno di studio poteva anche saltarlo «Sai che starei con te il più possibile, piccola» scoppiò a ridere e continuò «è vero che tuo padre ormai è abituato alla mia presenza, ma…»
«Saremo soli!» esclamò lei d’un fiato, il volto ancor più in fiamme.
Masaya sorrise maliziosamente «Beh, allora questo cambia le cose…» avvicinò il suo volto a quello di lei per baciarla… ma nuovamente Yuri urlò
«Ichigo! Quel rompiballe di Ryo ha detto che devi rientrare! Tra poco apriamo!»
i due innamorati sospirarono rassegnati all’idea di non poter stare tranquilli quella mattina. La cugina della rossa, continuò:
«Devo venire io?!»
Ichigo strinse i pugni, furiosa «Devo andare» stava per voltarsi ed andarsene ma Masaya l’afferrò per il braccio, attirandola a sé e catturando le sue labbra rosse come le fragole in un bacio passionale.
Sorrise «Si. Ci vediamo stasera»

Ichigo Momomiya rientrò al Cafè. Avrebbe voluto uccidere Yuri ma in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare.
L'afferrò, appena avuta a tiro, e la trascinò nel camerino con lei
«Ma io sono già pronta!» le disse Akai con fare stupito «Che c'è?!»
«Lo so!» la rossa prese la sua divisa dall’armadietto rosa ed iniziò a cambiarsi «Senti…» si schiarì la voce con fare imbarazzato «Ma stasera… c’è qualcuno a casa?»
«Perché questa domanda?» le chiese Yuri a sopracciglia inarcate, incrociando le braccia al petto per poi fare uno sguardo malizioso «Oh. Non mi dirai che tu e Masaya...»
«Ma che ti salta in mente?!» urlò la gatta, facendo uscire coda ed orecchie per l'imbarazzo eccessivo
«Se, se!» Akai sventolò una mano e scoppiò a ridere alla reazione della cugina: aveva forse fatto bingo?! «Comunque, no. Non c’è nessuno a casa: io stasera esco e gli zii portano Sasuke al parco giochi e poi a mangiare a quella schifezza del Mc»
«Bene!» esclamò la rossa, stranamente entusiasta. Si accorse della sua euforia evidente e tornò seria «Voglio dire: perché nemmeno io ci sarò e…»
«Si, si, ok, ho capito» Yuri si portò una mano alla bocca, trattenendo una risata
«Smettila!»

Momomiya terminò di prepararsi ed aprì il cofanetto di stoffa blu con dentro gli orecchini che le aveva regalato Masaya quella mattina e iniziò ad indossarli
«Che belli!» Yuri corse a guardarli, attendendo che Ichigo terminasse di prepararsi per il lavoro «Allora ciò che avevo sempre intuito è vero»
«Cosa?» le chiese la cugina stupita da quelle parole, concludendo finalmente di indossare la divisa
«Te li ha regalati Masaya, no?!» fece Akai con fare ovvio
«Si! E allora?» inarcò un sopracciglio l'altra.
la farfalla fece spallucce «Come ho sempre sospettato: Masaya è pieno di soldi! Non potrebbe mai fare un regalo simile altrimenti»
Ichigo si portò una mano alla fronte, esasperata. Non ce la faceva davvero più. E lei che si aspettava un'estate tranquilla.

Il locale era già pieno zeppo di clienti e Ryo, quando vide presentarsi le due cugine sul posto di lavoro, si avvicinò ad una in particolare «Finalmente ti sei degnata di venire» portò le braccia al petto «A causa di quell' Aoyama sei sempre in ritardo»
«Dato che la cosa non mi riguarda: io vado a lavorare» Yuri se la svignò, lasciando soli Shirogane e sua cugina
«Per una volta tanto! Masaya è super impegnato ultimamente» sbuffò la rossa, voltando lo sguardo altrove
«Non sono affari miei. Il signorino può essere impegnato quanto gli pare, ma tu nei giorni di lavoro devi essere qui e puntuale!»
«Ma quante storie improvvise fai!» Ichigo stava per raggiungere un tavolo con dei clienti ma nel voltarsi, i suoi capelli si portarono indietro, mostrano gli orecchini
«E quelli?» Ryo l’afferrò con uno sguardo meravigliato: come faceva lei ad averli?! «Come, cioè… quegli orecchini…»
«Me li ha regalati Masaya!» la rossa si liberò dalla presa del biondo, infastidita ancora di più «Ora scusa, ma devo lavorare»
Shirogane la guardò allontanarsi sempre più meravigliato. Quegli orecchini erano un esemplare unico, fatto appositamente per una sola donna. Perché, allora, ce li aveva Ichigo?! Si chiedeva. E come faceva Masaya ad averli, prima di lei?!
Forse si stava impressionando ma doveva saperne di più!

Con le sue doti da genio, quel pomeriggio, Ryo era entrato in casa Momomiya, grazie alle chiavi che aveva sottratto di nascosto a Yuri, quella mattina al Cafè Mew Mew.
Si diresse in camera di Ichigo, iniziando a frugare tra le varie cose della stanza.
Era convinto che, dopo il lavoro, Momomiya fosse rientrata a casa e avesse riposto i preziosi orecchini da qualche parte, perché tenerli per tutta la giornata poteva rovinarli, essendo così delicati.
O almeno sperava che lei fosse così intelligente da avere abbastanza cura di un simile oggetto, dopotutto anche la donna che li aveva indossati in precedenza ne aveva una simile cura e non li portava mai per una giornata intera.
Sorrise: ma infondo le due erano troppo differenti, però perché non tentare ugualmente di trovarli?!
Era in cerca dell’oggetto misterioso, quando ad un certo punto sentì la porta alle sue spalle aprirsi
«Cosa-diavolo-stai-facendo-qui?!?» urlò, sibilando, una Yuri sulla porta «Pervertito! Frugavi nei cassetti di una ragazza!»
«Ma- ma… non è come pensi..!» cercò di spiegare il biondo, cercando di cambiare discorso «Comunque: potrei farti la stessa domanda» ovviamente no, ma doveva trovare una scusa.
Akai socchiuse appena le palpebre, incrociando le braccia al petto «Per ora abito anch’io in questa casa, quindi la mia presenza è giustificata»
Shirogane deglutì «Ma tu non dovevi uscire?»
«E tu che ne sai?» la ragazza iniziò a massaggiarsi il mento, sospettosa «Ho perso le mie chiavi, oppure qualcuno me le ha sottratte di nascosto, per poi ritrovarsi in questa casa…» ne dedusse con un improvviso intelletto «Tu ne sai qualcosa, Ryo
questi deglutì a fatica «Io?!» voleva aggiungere qualcosa, ma una voce proveniente dall’ingresso li interruppe
«Vieni, entra pure Masaya. Non c’è nessuno»
Yuri si accorse che in quel momento Ryo si irrigidì, evidentemente preoccupato per ciò che sarebbe accaduto se Ichigo lo avesse trovato lì… o peggio ancora, per ciò che sarebbe accaduto tra i due innamorati.
Se erano venuti a casa, sapendo che sarebbero stati soli… un motivo c’era.
Le voci si stavano avvicinando, cosa fare?! Ormai era troppo tardi per uscire da quella stanza. La bruna prese in mano la situazione e trascinò il biondo con sé nell'armadio a muro.
La porta della stanza si aprì e vi entrarono dei Masaya ed Ichigo ridenti.
Il moro si sedette sul letto, mentre la rossa si aggirò per la stanza, intenta a togliersi i vari gioielli, tra cui gli orecchini che cercava Ryo Shirogane.
Maledetta, ce li aveva lei… pensò il biondo, sospirando leggermente.
Lui e Yuri, dall’armadio, assistevano alla scena tra le fessure della porta. Akai si dispose alle spalle dell’armadio e siccome lo spazio era poco, era costretta a restare contro il petto del biondo.
Erano entrambi imbarazzati e cercavano di non guardarsi.
Non si sentiva più nessuna conversazione tra Momomiya e Aoyama, solo improvvisi sospiri e qualcuno che ansimava.
La Mew farfalla si alzò sulle punte per sussurrare all’orecchio di Ryo «Beh, dev’essere molto traumatico, per te, sentire la persona che ami… beh, farsi le coccole con il suo ragazzo» nonostante stesse alle spalle dell’armadio, chiuse gli occhi «Non voglio vedereee»
«Lo dici a me?!?!» Shirogane sussurrò, piuttosto alterato. Ma chi diavolo me l'ha fatto fare, dico io!? Yuri sospirò e lui continuò «Ci sarà un modo per distarsi o scappare da questa situazione»
«Siamo in un armadio, in una stanza dove…» la bruna si bloccò un’istante «Ok, sappiamo cosa sta accadendo. Tu come pensi di distrarti?! Idiota!»
«Semplice…» lui si avvicinò a lei e senza un perché, la baciò.
Akai, stupita, si appoggiò sulla maniglia dell’armadio, col risultato di aprirla e di cadere quasi a terra, ma per evitare ciò, si aggrappò alla camicia di Ryo strappandogliela, il quale cadde poi su di lei in posizione equivoca.
Lo spettacolo che avevano davanti era proprio quello che avevano immaginato: Masaya era a torso nudo e col respiro leggermente affannato e Ichigo, invece, era sopra di lui, anch’essa senza maglietta e con le labbra rosse come le fragole e il respiro ansante.
All’inizio la sua espressione fu sorpresa: cosa ci facevano sua cugina e Ryo, tra l’altro mezzo nudo, nel suo armadio?! Poi si infuriò: come avevano osato spiarli ed interromperli, così?!
Si coprì il petto con la maglia, presa da terra, alzandosi dal corpo del moro.
Masaya sospirò, sedendosi sul letto. D'accordo: quello era davvero troppo!
Yuri coprì gli occhi azzurri del biondo «Non guardarla! Abbi rispetto per il suo ragazzo!»
«E perchè dovrei?!» alla risposta di Ryo, Masaya afferrò un cuscino dal letto con l’evidente intenzione di buttarglielo in faccia, tanto per non essere violento.
Ichigo però, lo bloccò. Aprì bocca, ma la cugina la bloccò «Prima di urlare il mio nome…» gettò Shirogane a terra «Fammi spiegare! Abbiamo interrotto qualcosa?! Si?! Ok! Allora noi andiamo!» prese la mano del ragazzo, alzandolo frettolosamente da terra e trascinandolo fuori dalla stanza con sé.
In quel momento, Momomoya urlò: «Yuriiiiiii!!!»

Akai, affannata per la corsa spaventata, condusse il ragazzo in camera sua.
Ryo si sistemò la camicia bianca, per poi dare un’occhiata veloce alla ragazza «Se volevi sesso da me, non c’era bisogno di strapparmi la camicia di dosso» sorrise malizioso e la bruna soffocò un’esclamazione furente
«Ma- ma… se mi hai baciata!» lo puntò con un dito accusatorio.
«Dovevo distrarmi!» si limitò a risponderle lui, noncurante e facendo spallucce.
Yuri lo fulminò con lo sguardo per poi mutare il suo volto in espressione neutra «Hai ragione: dovevi distrarti!» iniziò «L’amore della tua vita, di cui sei ossessionato, era in camera con un altro ragazzo e di certo non avevano intenzione di giocare a carte. Devi andare avanti Ryo Shirogane! Ci sono tanti pesci nel mare! Ad esempio, se non vuoi mettere muso fuori dal tuo territorio, ci sono: Zakuro, simile a te; Retasu, solo lei potrebbe sopportare uno rompi come te; non dico Pudding perché è una mocciosa e nemmeno Mint che è troppo cretina e snob. Anzi, no. Aspetta! Forse insieme, voi due, siete perfetti!» continuò a parlare a mitraglietta, arrabbiata per quella risposta da uomo superficiale. Lei odiava i tipi così! «Comunque, chiunque in questa città, tranne Ichigo che non sarà mai tua! Lei ama Masaya Aoyama, hai presente?! Alto, moro, carino e gentile.
Ecco! Lui! Quindi fine, the end, caput…» avrebbe continuato all’infinito con le sue parole ma il biondo la bloccò, attirandola a se con forza per poi baciarla nuovamente.
Quando si staccarono, erano entrambi senza parole e Ryo aveva uno strano sorrisino stampato sul volto. Yuri lo fissò palesemente turbata ma doveva fare di tutto per non darlo a vedere.
«Questo è… è… un altro modo per distrarti?!»
lui sogghignò «No. Questo era un modo per farti zittire»
«Inventatene un’altra, perché se quello è baciare…» portò le braccia al petto, cercando di calmare quello strano batticuore nel petto e quei nervi ben palesi «io sono bionda naturale»
«Che cosa?!» egli rise divertito dalle parole della ragazza «Io non saprei baciare?!» il sorriso si allungò «Vuoi forse dirmi che potresti insegnarmi tu?!»
la farfalla sospirò «Si. Ti faccio vedere io come si bacia…» lo afferrò per il colletto della camicia e lo attirò a sé, baciandolo appassionatamente.











Oo Angolino dell'Autrice oO








Ed eccoci qui con un altro cap ^_^ che ve ne pare? Eheh è un po' malizioso come capitolo ma oggi le nostre menti erano malate. Immaginateci; eravamo in camera mia a vedere i miei adesivi delle Mew Mew e Ale ha urlato “Che idea che ho ihihih” ed io “Maliziosa ihihih grande!”
Ahahahahah.
Comunque, ringraziamo tutti quelli che continuano a seguirci, commentando o leggendo solamente.
Grazie di cuore.
Ora mettiamo subito il cap 6 XD contenti?

MikuChan & Ale


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Veleno ***


6° - Veleno -






Il sole era alto in cielo e il vento le scompigliava i capelli.
Si sentiva stranamente debole.
Era china sul prato del retro del Cafè Mew Mew: era il suo giorno libero, ma quel dì, quel posto era l’unico luogo dove voleva stare: dove si incontrava sempre con Masaya.
Lui però non c’era, non era libero.
Era impegnato con lo studio e quella mattina avrebbe fatto visita all’Università più prestigiosa di Tokyo, quella che gli avrebbe permesso di realizzare il sogno.
Sospirò.
Lei per fortuna non aveva difficoltà nello studio. Se pensava agli anni precedenti, le veniva da ridere. Con Aoyama come maestro, il suo apprendimento scolastico era migliorato.
Non sapeva ancora se avrebbe frequentato un’Università. Ma forse no.
Istintivamente ripensò all’ultima volta che era stata in compagnia di Masaya e il rossore le coprì le gote.
Maledetta Yuri!
Sul prato c’erano delle margherite e per distrarsi ne prese una, iniziando a spogliarla «M’ama, non m’ama…» sorrise: non era certo un fiore a doverglielo dire. Lei e il suo amato ne avevano passate così tante insieme, che ormai non c'era neanche più bisogno di chiedersi se si amassero o meno.
Si toccò la fronte: iniziava a farle male la testa.
«Non mi dire che ti servono questi giochetti per accertarti del’amore del ragazzo che ami»
Alzò di poco lo sguardo. Dapprima notò degli stivali in pelle nera, alzò ancora di più lo sguardo e si paralizzò nel vedere la persona che aveva davanti agli occhi «Damon?!»
Questi le sorrise «Ricordi il mio nome, allora…»
Ichigo voltò lo sguardo, indifferente, o almeno cercava di esserlo «Che vuoi?» prese un’altra margherita, spogliando anche quella, pronta a trasformarsi «Combattere?!»
«Niente di ciò che credi, almeno adesso» egli si chinò su di lei, sfiorandole il collo con le dita. La ragazza trasalì: era gelido. «Ti ho lasciato un ricordino» ricalcò la cicatrice procurata dal suo morso, sogghignando appena «Beh, però il mio scopo era un altro»
«Non toccarmi!» la rossa lo scansò. Stava per alzarsi ma ebbe un mancamento d Damon le afferrò il braccio destro, attirandola a sé.
Il capo schiacciato nel suo petto.
Il cuore iniziò a batterle forte: era rossa in volto e non riusciva a muoversi.
Cosa le accadeva?! Quella sensazione le era così familiare.
Chiuse gli occhi.
Com’era strano non ascoltare il battito del cuore di un vampiro. Sentì due dita gelide sotto il mento. Lui le accarezzò il viso, sorridendole.
Aveva un sorriso bellissimo, uno sguardo magnetico e profondo, strano come glielo ricordasse.
Oh mio Dio... si sentiva come in trance.
Il vampiro mostrò i canini, avvicinandosi al volto di lei, la quale voleva scansarsi pian piano che le si avvicinava, ma allo stesso tempo non ci riusciva. Era come se fosse manovrata e non poteva opporre resistenza. La sua volontà non contava ed ebbe conferma che egli stesse usando l’ipnosi su di lei.
Le sue labbra erano in procinto di toccare quelle di lei ma una voce fece tornare Ichigo in sé.
«Ichigo!» Ryo corse verso di lei, affannato per la corsa «Lasciala stare!»
Damon sogghignò, rivolgendosi a lei «Ci rivedremo» detto ciò scomparve, lasciando libera la rossa
«Ichigo!» il biondo si avvicinò a lei, prendendola per le spalle e voltandola verso di lui «Ichigo! Stai bene?»
la ragazza aveva uno sguardo assente ma riuscì a riconoscerlo «Ryo..?!» non riuscì a dire altro che perse i sensi tra le braccia del ragazzo.
Si sentiva male, veramente troppo male.
«Ichigo!!!»

Shirogane portò la ragazza all’interno del Cafè Mew Mew, richiudendosi la porta dell'entrata di servizio, alle spalle
«Ryo, ho aggiornato il database di Mash e…» Keiichiro, vedendolo con Momomiya tra le braccia priva di sensi, lasciò cadere il robottino dalle mani «Cos'è accaduto?» urlò, raggiungendolo.
Mash volò da loro, preoccupato per la sua padrona.
«Il nuovo nemico, il vampiro moro l’ha aggredita e…» il biondo strinse i pugni «Keiichiro... non si sveglia...»

Il bruno, dopo vari controlli che non portarono a nulla, convinse Ryo che la cosa migliore da fare, o almeno l'ultima che rimaneva loro, era portare la ragazza all’ospedale.
Per qualsiasi cosa, avrebbero trovato una scusa o una soluzione.
Arrivati lì, come Akasaka sospettava, il medico di turno ricoverò con urgenza la Mew gatta.

Ryo e Keiichiro attendevano in sala d’attesa, senza avere informazioni ormai da troppi quarti d'ora. Il bruno si allontanò per avvisare le amiche della ragazza mentre Shirogane attendeva impaziente con la testa sulle gambe «Maledizione! Maledizione!» imprecava tra sé e sé, stringendo gli occhi fino a farne due fessure «Se fossi arrivato prima» portò una mano nei capelli.
Ichigo... non voglio perderti...

Qualche minuto dopo - tempo di un paio di chiamate - Akasaka tornò da lui «Ho avvisato le ragazze. Ci penserà Yuri a dare la notizia agli zii» il biondo annuì soltanto e l'amico di sempre, continuò «Volevo avvisare anche Masaya… ma non ho il suo numero»
Ryo sogghignò, alzando lo sguardo su di lui con fare ovvio «Certo non ce l’ho io»

Il medico uscì dalla stanza dov’era stata ricoverata la Momomiya: il volto serio e la mascella contratta.
«Dottore!» il biondo si alzò di scatto dalla sedia, avvicinandosi ad egli con il bruno dal lungo codino «Come sta?»
Questi lo sguardò serio in volto «Lei è un famigliare?» chiese com'era da regolamento.
Ryo guardò prima Keiichiro e poi il medico, prima di rispondere con espressione ancor più seria dell'uomo col camice bianco «Sono il suo ragazzo»
Akasaka lo guardò con fare torvo ma poi sorrise: infondo, non c'era altro da fare per avere informazioni, nonostante l'avessero portata loro in ospedale.
«Allora venga con me» il dottore si allontanò, facendogli cenno di seguirlo.

Shirogane si accomodò nello studio dell'uomo che aveva visitato Ichigo, quando vi furono arrivati.
Questi gli si sedette di fronte, su una grande sedia girevole «Voglio essere franco con lei» iniziò, poggiando i gomiti sulla scrivania e portando le mani alla bocca in un pugno «La signorina Momomiya… è in coma»
Il biondo trasalì, sbiancando di terrore come solo due volte gli era capitato: quando i suoi erano morti in quell'incendio, e quando Ichigo era morta la prima volta nella battaglia contro Deep Blue «Coma?!»
«Abbiamo riscontrato un’infezione nel sangue della ragazza. Una specie di veleno estraneo che non riusciamo ad identificare. Non abbiamo mai riscontrato una simile infenzione nel sangue, ma di certo posso affermarle che non è una cosa normale» continuò «In tutta la storia della medicina non abbiamo mai trovato un problema simile, come le ho detto...» sospirò «Ma ciò che ci preoccupa ulteriormente… è che sembra che il veleno sia penetrato dalla strana ferita che la signorina ha sul collo. Sembra rimarginata, ma mi chiedo come si sia procurata quel taglio.»

«Keiichiro-San!»
Zakuro, Mint, Retasu, Pudding e Yuri lo raggiunsero in sala d’attesa, arrivate finalmente in ospedale
«Come sta?» chiese Yuri preoccupata
Akasaka scosse il capo «Ryo è dentro a parlare col medico»
«Com’è successo?» Retasu aveva gli occhi lucidi, mentre si portava una mano alla bocca.
«Ryo dice che è stato un nemico» spiegò il bruno «Un ragazzo moro, uno dei vampiri che avete combattuto»
«Damon?!« Mint sgranò gli occhi stupefatta. Come avevano potuto non percepire che Ichigo stesse nei guai?!
«Ma che voleva da lei?» Zakuro rispose alla domanda di Pudding «Ucciderla: ovvio»
«Avete avvisato i suoi genitori?» Keiichiro cambiò discorso.
Akai scosse il capo, sospirando «Meglio di no. O almeno, non ancora»
«Yuri, non è una cosa su cui scherzare» la rimproverò Fujiwara, scuotendo il capo «Non sappiamo cosa le abbia fatto Damon. Ma è giusto che o suoi genitori sappiano almeno che lei sta male»
«Forse ha ragione, Zakuro» Akasaka appoggiò la bruna «Meglio risolvere le cose da soli: come spiegheremmo un qualcosa di anomalo, se ci fosse, ai coniugi Momomoya?!»
«E come spiegheremo la sua assenza?» fece notare Mint, portando le braccia al petto con un sospiro
«Diremo che siamo fuori città per una gita tra amici» propose Retasu, sorridendo debolmente «Infondo è già accaduto»
«Infatti già sanno della villa al mare di Ryo, dove abbiamo passato dei giorni anni fa» ricordò Pudding, annuendo «Allora è deciso. Yuri li avvisi tu?»
questa annuì, quando la verde fece una domanda ovvia «Ma, Masaya-kun?!» si guardò intorno, stupita di non vederlo
«Non abbiamo il suo numero» sospirò Keiichiro, sedendosi nuovamente
«Però lui dovrebbe sentire che Ichigo sta male!» Pudding si sedette anch'ella su una delle sedie della sala d’attesa
«Non ha più poteri, Pudding» Midorikawa le mise una mano sulla spalla, sedendosi accanto a lei.
Akai aveva gli occhi improvvisamente lucidi «Già! Ichy mi ha raccontato un pò di cose, in questi giorni...»

Shirogane li raggiunse molti minuti dopo, finalmente, colpendo il muro con un pugno furioso per poi spiegare tutto alle ragazze e a Keiichiro.
Strawberry era in coma e tutto a causa di un veleno infettatole da un morso di Damon, da ciò che aveva capito. Ovviamente col medico aveva trovato una scusa per quella ferita.
Doveva affrettarsi a trovare una cura o, da come aveva parlato anche il dottore, per lei sarebbe stata la fine.

Il dottore che aveva in cura Momomiya, vietò le visite - almeno per quella giornata - e costrinse i ragazzi ad andare via.
Akasaka continuava ad osservare Ryo perplesso: di certo non aveva agito in quel modo solo per accertarsi delle condizioni di salute di Ichigo. Lui sapeva bene cosa provasse il suo migliore amico per la ragazza dai capelli rossi, nonostante non lo avesse mai ammesso apertamente a nessuno.
Intanto Yuri continuava a pensare solo ad una cosa: doveva avvisare Masaya… a tutti i costi.












Oo Angolino dell'Autrice oO









Come avrete capito, oggi avevamo molta voglia di aggiornare eheh XD sto capitolo è più serio ma speriamo piaccia lo stesso.
Le cose si fanno più pericolose ihihih.
Aggiorneremo il prossimo cap il prima possibile.
Grazie ancora a tutti quelli che commentano o leggono solamente:


ECA90: Ehhe tesoro il mistero si infittisce di più XD grazie x continuare a seguirci, Kiss. By Sabry E Ale

eyes_on_fire: Grazie tesoroooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Kiss alla prossima. By Sabry E Ale

Fuuma: Amoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee che bello averti qui *_* Beh si, essendo una fan accanita del nostro amatissimo Mark nn posso farlo scemo come fanno tutti no? XD Grz sn contenta che la ff ti piaccia, spero di trovarti anche nei prossimi cap. Un bacioneeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!! Alla prossima! By Sabry


Grazie anke a chi ha messo la FanFiction nei preferiti e nei seguiti, grazie mille!


MikuChan & Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Infondo, ti avevo promesso che sarei tornato ***


7° - Infondo, ti avevo promesso che sarei tornato -











«Ichigo!»
Un Masaya affannato corse per i corridoi del silenzioso ospedale, nonostante sapesse bene che fosse vietato procurare anche un minimo fastidio in quel luogo che doveva essere un posto di riposo e pace per i malati che vi si trovavano per essere curati o per vivere i loro ultimi istanti di vita – chi per qualche malattia che il destino crudele gli aveva riservato, chi per una vecchiaia ormai arrivata ad un’età avanzata -. Lui, però, in quel momento se ne infischiava di ogni sorta possibile di regolamento: finalmente Yuri Akai era riuscita a contattarlo – dopo aver inventato una scusa con gli zii per spiegare la scomparsa della figlia da casa per qualche giorno (dicendo che anche lei vi si trovava insieme a Momomiya quando in realtà avrebbe alloggiato per un po’ al Cafè Mew Mew) -. Fortunatamente Sakura, quando lei gli aveva chiesto il numero di Aoyama, non aveva fatto strane domande.
Quindi ora eccolo lì, il moro che, ansante, raggiunse la sala d’attesa ormai vuota. Il medico aveva vietato le visite e di conseguenza gli altri si erano mossi per trovare una cura per la leader della squadra Mew.
Si guardò intorno, egli, cercando qualcuno che potesse dargli qualche informazione. Quando vide un uomo in camice bianco uscire da una camera, si affrettò ad avvicinarsi a lui «Mi scusi, può aiutarmi? Sono qui per la signorina Momomiya Ichigo. È stata portata d’urgenza qualche ora fa»
La figura dai capelli brizzolati e l’aria piuttosto stremata, inarcò un sopracciglio «la paziente adesso non può ricevere visite» da come si chiuse la porta alle spalle, il moro capì che quella doveva essere la camera dove la sua amata vi si trovava.
«Sono il suo ragazzo. La prego. Ho bisogno di vederla solo per un attimo» continuò lui con risolutezza «sono stato avvisato solo poco fa di cosa le è accaduto»
Il dottore parve ancor più perplesso «Ho parlato poco fa col compagno della signorina Momomiya, giovanotto» quella frase fece inarcare un sopracciglio all’altro e l’uomo continuò «il signor Shirogane ha forse mentito, mi sta dicendo?!»
Ryo! Certo. Come non aveva potuto non pensarci prima?!
Sospirò. Ma infondo quello doveva essere l’unico modo per conoscere le condizioni di Ichigo, e fare il geloso in quel momento non era proprio il caso. Scosse il capo «Una faccenda alquanto… complicata» fu l’unica cosa che gli venne in mente per non combinare qualche guaio: di certo poteva essere almeno avvisato di quella farsa.
Colui che teneva in cura la ragazza, scosse il capo «Voi giovani di oggi siete davvero complicati» guardò l’orario su un orologio da polso e fece cenno a Masaya di andare «solo pochi minuti.»
il ragazzo dai capelli mori allungò un sorriso e, inchinandosi con un grazie, si avviò alla camera mentre il medico si allontanava per finire il suo turno di lavoro.

Sebbene sapesse quali fossero le condizioni di Ichigo in quel momento, Aoyama aprì ugualmente la porta con silenzio e accortezza. Un dolore come un pugnale trafitto nel petto, gli colpì il cuore nel vederla sdraiata su quel letto d’ospedale, priva di sensi e legata ad una macchina che controllava la sua salute (o la durata della sua vita). Si richiuse l’uscio alle spalle e strinse denti e pugni mentre faceva qualche passo per avvicinarsi a lei.
Si sedette sul letto e le prese una mano, portandosela poi alle labbra con gli occhi appena lucidi e stretti in due fessure «Ichigo…» mugugnò, baciandole le dita.
Si sentiva terribilmente impotente dinnanzi a quella maledetta scena che gli dava un senso di deja vou: lei era già stata fra le sue braccia senza vita, ed ora, seppur sembrasse una principessa addormentata, poteva morire davvero… e lui non poteva fare niente. «Maledizione!» imprecò, abbassando appena lo sguardo mentre continuava a stringerle la mano «Se potessi tornare nuovamente a trasformarmi in Ao No Kishi… potrei almeno provare a fare qualcosa con i miei poteri… ma sembra che l’ultimo frammento di Mew Aqua sia sparito dal mio corpo quando ti ho riportata indietro la prima volta…» le labbra tremarono appena per qualche lacrima fuggiasca «Ichigo…» alzò lo sguardo e la sua espressione si indurì mentre prese una decisione: Shirogane dovrà trovare un modo per farmi tornare Ao No Kishi.
Non importava a quale pericolo potesse andare in contro, non importava se con il ritorno dei suoi poteri anche Deep Blue potesse tornare: quel che contava in quel momento, era trovare un modo per salvare la sua amata Momomiya.

«Keiichiro: hai trovato nulla?!» Ryo sospirò, porgendo una tazza di caffè al suo migliore amico. Erano ore, ormai, che erano rintanati nel laboratorio per cercare di studiare le cellule che avevano estratto dal corpo di Ichigo prima di portarla in ospedale, ma non erano in grado di trovare nulla che potesse lottare contro quell’infezione che quello stupido essere che si definiva un vampiro, le aveva iniettato nelle vene. A quanto pareva, quella volta, i nemici erano ancor più determinati ad uccidere gli umani e le Mew Mew.
Mew Ichigo aveva detto che quel Damon aveva parlato di Deep Blue e quindi avevano dedotto che anche questi dovessero essere dei suoi seguaci, seppur non capissero cosa ci facessero esseri tanto surreali, a contatto con degli alieni. Che fossero nuovi tipi di chimere perfezionate da quelli che volevano la terra, ancora, nonostante il loro pianeta secondario fosse rinato a miglior vita con la Mew Aqua restante?! Proprio non riusciva a venire a capo di quell’enigma.
«Nulla» sospirò Akasaka, prendendo la tazza di caffè per poi sorseggiarne un po’ «è qualcosa che non riesce ad essere annientato con nulla, neanche col DNA degli animali in vita d’estinzione che abbiamo utilizzato per creare le Mew Mew.» si morse le labbra, posando la tazza sulla scrivania, tornando a digitare qualcosa al computer «e a quanto pare le cellule velenose riescono a divorare velocemente i globuli rossi e bianchi. Di questo passo, Ichigo non avrà più di quarantotto ore di vita»
«… che cosa?!» il biondo quasi indietreggiò a quella notizia, facendo cadere di mano la sua tazza col caffè, la quale si frantumò al contatto col pavimento «Vuoi dire che non abbiamo neanche quaranta ore per trovare un antidoto?!»
Il bruno dai capelli legati in un lungo codino, scosse il capo «Ce ne serviranno anche di meno, se vogliamo che l’antidoto faccia effetto e non sia somministrato quando sia anche troppo tardi nonostante fossimo in tempo»

«Tornate a trovarci. E scusateci per l’inconveniente» Retasu si inchinò alle ennesime clienti alle quali dicevano di ripresentarsi un altro giorno perché quel pomeriggio il locale era chiuso per imprevisti nonostante non fosse un dì festivo.
«… voi credete che Ichigo-Nee-Chan morirà?» disse, d’un tratto, Pudding, fermando il movimento della scopa sul pavimento che stava pulendo. Lo sguardo le si fece serio mentre le labbra tremarono appena per gli occhi divenuti lucidi «La perderemo sul serio, questa volta?!»
«Pudding…» Zakuro posò lo straccio con il quale stava pulendo i tavoli, lasciandolo su uno di essi, per avvicinarsi alla ragazzina di ormai quindici anni e metterle una mano sulla spalla.
«Ichigo non morirà!» la voce di Mint fu quasi un urlo strozzato. Lasciò cadere in terra la scopa, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni. Parlò poi, a voce più calma e flebile «Quella stupida non morirà. È troppo testarda per morire!»
«Mint…» Fujiwara allungò un sorrisino ed annuì «si. Sarà così»
«Io non sapevo nulla di mia cugina, a quanto pare.» a parlare fu Yuri, la quale, appoggiata al muro della sala dove si accomodavano i clienti, aveva lo sguardo serio e quasi adulto, come non l’avevano mai vista in quei giorni che l’avevano conosciuta e quasi detestata per quel carattere
idiota che vi si ritrovava. «Proprio ora che sto per conoscerla meglio, che posso esserle vicino come
volevo da anni…» un flebile sorriso le si allungò sul volto rigato improvvisamente da qualche lacrima «lei non se ne andrà. O almeno non prima di avermi urlato nuovamente dietro» e ridacchiò con un singhiozzo, portandosi le mani sul volto.
«Yuri…» Fon si avvicinò a lei con un sorrisino, accarezzandole le mani che le coprivano il viso «vedrai che Ichigo-Nee-Chan ti urlerà presto dietro… di nuovo…»
Le altre Mew Mew sorrisero, annuendo. Ce la farai anche questa volta… Ichigo…

Aoyama sospirò, alzandosi dal letto quando si rese conto che fosse ora di andare, prima di esser cacciato via da qualche infermiere. E doveva anche affrettarsi a parlare con Shirogane.
Allungò un sorriso accennato, prima di chinarsi sulla giovane dai capelli rossastri e baciarle dolcemente le labbra «Tornerò con la cura, piccola mia…» sussurrò, accarezzandole quel viso sulla quale non sembrava esservi segno di dolore. Questo lo preoccupò ancora di più «te lo giuro.»
Diede le spalle e fece qualche passo, quando una luce invase la stanza e uno strano vento lo colpì, scaraventandolo alla porta.
Una figura ben conosciuta da Masaya, seppur con lineamenti più adulti, sorrise, mentre si chinava su Momomiya e la prendeva fra le braccia. Si voltò verso di lui con un sorrisino soddisfatto, svanendo com’era comparso nell’attimo in cui il moro si stava gettando su di egli per fermarlo.
Aoyama sgranò appena gli occhi «… non può essere…»

Le porte del Cafè Mew Mew si spalancarono con ferocia e le cinque ragazze vi si trovarono dinnanzi un Masaya Aoyama ansante e con sguardo serio e preoccupato.
«Masaya…» Aizawa sgranò gli occhi, colta da un improvviso panico
«… Ichigo..?!» Midorikawa portò le mani alle labbra.
Egli scosse il capo, ansante «Lui è tornato!»

Il ragazzo di vent’anni sorrise, appoggiando Ichigo su una barella in quella stanza vuota e con pochi macchinari, mentre i capelli verdi appena più lunghi e legati sempre con due codine basse che gli incorniciavano il viso, si mossero per l’energia sprigionata dalla donna al sol contatto con quell’oggetto alieno.
«Sembra che tu abbia un certo sesto senso per tornare nei momenti opportuni, se così lo vogliamo definire.» suo fratello maggiore di venticinque anni ridacchiò, mentre inseriva in una siringa un liquido violaceo e quasi fluorescente che porse al fratellino minore di quindici anni. Questi rise a sua volta «E devi sempre fare entrate in scena da bullo» fece, porgendo la siringa al ragazzo che accarezzava il volto ormai adulto della sua bella gattina.
Questi allungò un sogghigno «Non sono tipo che cambia atteggiamenti in periodi di pace, dovreste saperlo.» senza alcuna esitazione iniettò il liquido nelle vene della Momomiya, facendole un’iniezione al braccio sinistro.
Come se un fuoco la pervadesse dentro, Ichigo mugugnò dolorante, prima di non sentire assolutamente nulla. Con lentezza riaprì nuovamente gli occhi marroni e le ci volle un po’ prima che la vista si ristabilisse, focalizzandole dinnanzi un volto che lei ben conosceva.
Sgranò gli occhi e gettò un lieve urlo mentre si rimetteva seduta, perfettamente in salute dopo quelle ore di dolore che le sembravano infinite e in cui era riuscita a sentire la preoccupazione e le parole delle persone a lei care ma senza poter aprire gli occhi o parlare con loro. Si aspettava di ritrovarsi dinnanzi Masaya o qualche suo amico… ma mai di certo, lui.
Questi mantenne il sorriso, per niente sorpreso dalla sua reazione così dannatamente prevedibile nonostante fossero passati tanti anni dal loro ultimo incontro «Infondo» iniziò a parlarle «ti avevo promesso che sarei tornato»
La rossa mantenne l’espressione stupita e mosse appena le labbra per parlare con voce lievemente ovattata per la gola stranamente secca «… Kisshu…»



















Oo Angolino dell'Autrice oO









Pensavate che fossi morta, eh?

Eh beh, come darvi torto, dopo 4 anni di assenza.
ç_ç vi chiedo umilmente perdono!
In questo periodo sono successe davvero tante cose e una di queste è la seguente: una lite mi ha allontanato da Alessandra91, la ragazza fan di Ryan con la quale scrivevo questa storia, quindi da oggi sarò solo io (la vostra MikuChan - Sabrina fan di Mark) a scrivere la fanfiction :) avevo voglia di aggiornarla nonostante fosse passato del tempo. Spero che nel frattempo non vi siate dimenticati di me e che continuiate a seguire la mia storiella, leggendola soltanto o recensendola anche (mi fa tanto piacere conoscere il vostro parere e anche le vostre critiche, ovviamente.)
Che dire, non vi farò aspettare più così tanto e anche se da sola, cercherò di fare un buon lavoro :) e aggiornerò anche tutte le altre mie storie arretrate xD giuro! Sta settimana mi metto con impegno <3
Che altro dire?! Ah, si! Ho modificato un pò i capitoli precedenti (niente di che, qualche errore ortografico e qualche frasuccia aggiustata, in più come vedere ora sto usando i nomi dei pg i giapponese :)) se volete rileggere, mi fa piacere, altrimenti andate avanti tranquillamente ;) non vi perdete cose da dover rileggere o leggere per forza <3
Se vi va, aspetto una vostra recensione <3
Un bacio enorme.

Vostra MikuChan

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il tuo ritorno ***


8 - Il tuo ritorno -



«Lui è tornato!» 
A quelle parole le quattro componenti della squadra Mew inarcarono un sopracciglio. L’unico lui che gli venivano in mente era Deep Blue… ma se Masaya Aoyama era dinnanzi a loro, l’alieno non poteva essere miracolosamente tornato in vita.
«Lui chi?» inarcò un sopracciglio Zakuro Fujiwara, avvicinandosi al moro. Scosse il capo «Veramente non comprendo di chi tu stia parlando»
Aoyama annuì, capendo che in effetti non era possibile per loro comprenderlo in quel modo. 
Yuri si grattò una tempia «Quindi di chi stiamo parlando?»
Il moro indurì lo sguardo al pensiero di ciò che era accaduto solo pochi attimi prima: era riuscito a fargliela sotto il naso come mai era riuscito negli anni precedenti, solo perché non si aspettava una sua ricomparsa «Ikisatashi.» 
Pudding, che in quel momento giocava ancora con qualche piatto nell’attesa di poter fare qualcosa di sensato, lasciò cadere questi in terra, i quali si ruppero al contatto col pavimento lucido che rivestiva il locale color confetto.
«Kisshu?!» fece quasi in un urlo strozzato. Se lui era tornato… allora era possibile che fosse ritornato anche Taruto! Un sorriso involontario le rigò il volto e la ragazzina bionda poté notare che quella notizia aveva suscitato – oltre ad una lieve preoccupazione – una speranza e un piacevole stupore anche in Retasu. 
Difatti, la verde, portò per un attimo il pensiero a Pai, ma subito dopo decise di scacciare quei pensieri superflui «E cosa c’entra Ichigo?» chiese d’istinto al ragazzo della loro leader.
«L’ha portata via dall’ospedale» rispose soltanto lui, scuotendo il capo «ho cercato di fermarlo ma mi sono accorto della sua presenza solo quando ormai era tardi. Stavo andando via quando è comparso»
Mint inarcò un sopracciglio portando una mano alle labbra, pensosa «Ma perché..?! Eppure sembrava che si fosse instaurata una “pace” fra noi»
«Non dimentichiamo che quell’alieno ha una specie d’ amore ossessivo per Ichigo.» a parlare alle loro spalle fu Ryo, il quale aveva sentito tutto nel rientrare dal laboratorio con Keiichiro: anche quel problema non ci voleva, adesso!
Le sue parole fecero scattare un senso d’inquietudine nel gruppo. Aveva ragione… e prenderla ora che era vulnerabile non era affatto non da lui.
Akasaka sospirò, stringendosi nelle spalle «Al momento possiamo solo sperare che lui si prenda una minima cura di lei»
«Keiichiro! Ma cosa stai dicendo?!» Masaya gesticolò, avvicinandosi ai due amici scienziati «Ichigo potrebbe morire da un momento all’altro»
«È proprio per questo, Aoyama!» lo sguardo del moro si voltò sul biondo che adesso gli rivolgeva la parola: non c’era buon sangue fra loro ma cercavano di collaborare quando era necessario «Abbiamo meno di quarant’ore per trovare un antidoto per Ichigo.»
«… quaranta?» Yuri deglutì con un brivido lungo la schiena. Aveva evitato di intromettersi nella discussione dato che sembrava essere stata esclusa. Poi lei conosceva più o meno le cose per i racconti di sua cugina, ma non poteva dire quindi di comprendere bene tutto quel che stava accadendo e che sembrava coinvolgere tutti così tanto per il passato che pareva tornare a galla «Abbiamo così poco tempo?»
Shirogane portò la sua attenzione sulla bruna «Il veleno divora i globuli presenti nel corpo umano con una velocità straordinaria. Quindi non ci spetta che sbrigarci»
«Io ho un’alternativa.» tornò a parlare Masaya con gli occhi marroni che brillarono di determinazione. I presenti gli regalarono la loro attenzione mentre questi continuava «Devo riuscire a ritrasformarmi in Ao no Kishi».

«Kisshu...» 
Il corpo di Ichigo vacillò appena, ancora debole per quello che il veleno era finora riuscito a sottrarle con la sua potenza, ma l’alieno poteva dire con certezza che era fuori pericolo e in un paio di giorni sarebbe tornata in forma come prima. Allungò un sorrisino protendendo le braccia per sorreggerla e rimetterla sdraiata su quella fredda barella della dimensione dove si nascondevano con la loro astronave «Come vedi» iniziò, avvicinando il viso a lei pericolosamente «io mantengo sempre le mie promesse, bambolina»
La Momomiya arrossì appena a quella vicinanza. Di certo non poteva dire che si aspettasse di rivederlo dopo ben cinque anni dal loro saluto. Se così lo si voleva definire.
Non sapeva neanche dire se quella fosse una gradita sorpresa o meno, ma fatto stava che ancora una volta quell’alieno pervertito e ossessionato da lei, le aveva salvato la vita. Questo glielo doveva. E gli era sempre stata grata dalla prima volta in cui aveva dato la vita per lei.
Ma non voleva di certo dire che gli avrebbe permesso di rubarle ancora un bacio con quella vicinanza ben poco che equivoca ma che dava ben a che vedere le sue intenzioni.
Alzò le mani sino a mettergliele sulle labbra ed indurì lo sguardo «Posso ringraziarti per avermi salvato la vita, ancora una volta, Kisshu… ma scordati di mettermi le mani addosso»
il fratello più giovane, ancora in stanza con il maggiore, ridacchiò alla reazione della giovane donna «A quanto pare sei tornato inutilmente, Kisshu!» 
il ragazzo dai capelli verdi si voltò con un sorrisino per niente raccomandabile «Potrei rispedirti a casa, Taruto.»
questi aprì appena la bocca per reclamare ma preferì tacere e sbuffare.
Solo in quel momento la gatta si accorse della presenza degli altri due e, in imbarazzo, fece un lieve cenno di saluto e il suo pensiero ricadde alle sue compagne – due in particolare – che sarebbero state sicuramente non poco contente di rivederli.
Ora che ci pensava, però: era nel loro nascondiglio. Sola con Kisshu nel luogo dove sempre avrebbe voluto portarla. Niente le dava la certezza che sarebbe riuscita a tornare tranquillamente e senza problemi a casa dai suoi cari e dal suo amato Masaya.
«Non perdere tempo inutile, Kisshu» gli fece Pai quasi con tono di rimprovero, ignorando completamente la ragazza alla quale invece Taruto aveva fatto un cenno con la mano «non siamo di nuovo qui per giocare. Dovresti saperlo»
«Si, si» il fratello non si degnò di dargli uno sguardo, continuando a contemplare la figura che aveva dinnanzi e che tanto in quegli anni gli era mancata come l’aria che respirava. Fece segno di sparire ai due dietro di sé, con la mano allungata verso di loro alle quali dava le spalle.
L’uomo dai capelli viola alzò lo sguardo al cielo per poi mettere una mano sulla schiena di Taruto e spingerlo fuori dalla stanza. La porta dall’apertura automatica si chiuse dietro di loro appena uscirono.
«Dove eravamo rimasti?» continuò Kisshu rivolto ad Ichigo con aria maliziosa, chinandosi ancora su di lei per farla aderire completamente di schiena alla barella «Mh?» le labbra ormai libere dalle mani della rossa, tornarono ad avvicinarsi a lei la quale tornò subito a rialzarle verso di lui che non ebbe problemi ad afferrargliele con una mano e portarle le braccia sulla testa «Non dovresti sforzarti, micetta» fece quasi con aria dispiaciuta «sei ancora debole. Vedi di fare la brava se vuoi riacquistare presto le forze»
Momomiya mugugnò appena, chiudendo gli occhi nell’istante in cui sentì una lieve fitta di dolore dovuta a quella debolezza che le ricopriva il corpo, facendole sentire ogni movimento come doloroso «Che diavolo fai!?!» gemette quasi forzatamente, voltando il capo di lato per ritrovarsi in quel modo con un bacio sulla guancia sinistra: possibile che quel tipo non fosse cambiato affatto(?!) «E lasciami!»
Ikisatashi ridacchiò, soffermandosi, invece, su quella guancia calda e soffice come quel corpo del quale aveva sentito quasi astinenza «Oh, Ichigo, Ichigo…» la canzonò «come puoi pretendere che non mi goda appieno la morbidezza del tuo corpo, tanto desiderato e bramato, ora che possiamo rivederci?!» la mano che si reggeva alla fredda barella si spostò ad accarezzare il collo della ragazza la quale sussultò appena per quel freddo che la pelle di Kisshu emanava ogni volta. Eh no. Non era cambiato affatto. Doveva ammettere che una parte di lei era sempre stata affascinata e lusingata da quell’amore morboso che lui provava per la sua figura, ma i suoi sentimenti non li avrebbe mai ricambiati: fossero passati anche cent’anni!
«… Kisshu…» quasi lo implorò di lasciarla stare. Fosse stata più piena di forze o avesse avuto con sé il ciondolo che Ryo le aveva sottratto prima di portarla in ospedale, beh, avrebbe potuto fare come al solito qualcosa per contrastarlo, ma in quelle circostanze non aveva nessun modo per salvarsi dalla situazione che si era inimmaginabilmente creata.
L’alieno la ignorò completamente come era solito fare anche prima, afferrandole il volto per costringerla poi a voltarsi verso di lui sino a ritrovarsi faccia a faccia con la punta dei nasi che si sfioravano appena.
Egli dischiuse appena le labbra per poi avvicinarle a quelle di lei sino a sfiorarle con le proprie. Quando queste furono unite in un bacio, Kisshu sentì quasi un brivido infuocato percorrergli la schiena. Maledizione, quanto gli era mancata quella bocca!
Al contrario di ciò che si sarebbe aspettata una Ichigo che intanto cercava di scansare il volto per liberarsi da quel bacio, questi si accentuò e la lingua dell’alieno le dischiuse le labbra sino ad accarezzare quella della donna con foga quasi violenta.
«Ahi!» si scansò quando ella gliela morse con rabbia, sentendo così il sapore metallico del sangue sul proprio palato. Se credeva che se ne sarebbe stata buona e lo avrebbe lasciato fare, si sbagliava di grosso!
Kisshu scoppiò a ridere a quella reazione del tutto prevedibile e decise di lasciarla andare. Svolazzò, incrociando le gambe come se fosse stato seduto in terra. Si resse quasi alle proprie caviglie con le mani e con sorriso a pieno volto le rivolse la parola «Sei veramente cocciuta e scontrosa come al solito, gattina. Non sei affatto cambiata.»
La rossa si mise seduta lentamente per non sentire un ennesimo mancamento e gli rivolse la sua attenzione con una smorfia «Saranno cambiate le circostanze, ma non sono cambiati i miei sentimenti»
Ikisatashi portò gli occhi al cielo con uno sbuffo «Ho tutto il tempo di farti cambiare idea, stavolta. Non dovrò andarmene per forza anche quando il mio compito sarà finito.»
Un brivido percorse la schiena della gatta «Compito?» si chiese se non stesse per iniziare una nuova guerra anche con loro «La Mew Aqua non vi è servita?»
Lui inarcò un sopracciglio «Certo. O non sarei stato cinque anni senza tornare qui – ora si mette che ho da fare, ma è lo stesso - » rispose con fare ovvio, avvicinandosi appena a lei per essere nuovamente a pochi centimetri dal suo volto «Che dolce: ti preoccupi per me?»
Ichigo tirò appena indietro il volto «Mi preoccupo per il mio pianeta»
Un’ennesima smorfia fece comparsa sul volto del bel giovane «Antipatica.» rise però, inclinando appena il volto di lato «Allora vediamo» continuò con voce quasi canzonatoria «Vuoi sapere prima la brutta notizia o la bruttissima notizia?»














Oo Angolino dell'Autrice oO





Hello, minna! <3
Allora, ho mantenuto o no la promessa del non farvi aspettare di nuovo tanto per un aggiornamento?! <3 eheh, spero di riuscire ad essere sempre così veloce :)
Che dire: leggere le recensioni di nuovi e vecchi fan mi ha commosso. Non mi aspettavo né di ritrovare i vecchi lettori né di averne addirittura dei nuovi ç_ç e tra l'altro siete stati dolcissimi nell'appoggiarmi <3 Spero di non deludervi e che i miei capitoli vi piacciano ogni volta :)
Pian piano inizieranno i casini, potete scommetterci! Spero continuiate a seguirmi e non vi scocciate di me <3
Grazie a tutti voi che commentate, leggete soltanto o mettete la mia storia nelle seguite, preferite o da ricordare <3
Siete voi la mia forza per andare avanti <3
Ci vediamo nel capitolo 9 <3
Un bacio e un forte abbraccio a tutti voi <3

MikuChan

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Quel che credi di essere ***


9° - Quel che credi di essere -



Un’ennesima smorfia fece comparsa sul volto del bel giovane «Antipatica.» rise però, inclinando appena il volto di lato «Allora vediamo» continuò con voce quasi canzonatoria «Vuoi sapere prima la brutta notizia o la bruttissima notizia?»
Ichigo inarcò un sopracciglio alle parole del giovane alieno, mettendosi composta per quanto comoda potesse mai stare su quella lastra di metallo freddo.
Da quel che poteva captare il suo cervello, in quelle parole tutto urlava che una convalescenza dovuta alla debolezza del suo corpo quasi tornato dagli inferi, non era una buona cosa.
«Cosa diavolo succede stavolta?» fece quasi con voce tremante. Come se quella sottospecie di vampiri, chimere evolute o quel che fossero, non bastassero!
Kisshu allungò un sorriso pieno di sé e i canini leggermente più lunghi e appuntiti spiccarono da quella dentatura perfetta «Qualcosa è scappato dal nostro controllo cinque anni fa.» incrociò le gambe, fluttuando nell’aria mentre si reggeva quasi per abitudine i piedi.
Alzò l’indice della mano destra chinando appena il capo di lato: quanta forza ci voleva per costringersi a non saltarle addosso.
«La brutta notizia è che quelli che state affrontando non sono esattamente ciò che la vostra debole mente umana ha voluto credere»
Momomiya inarcò ancora una volta un sopracciglio e assottigliò leggermente gli occhi per spingerlo a continuare, mostrando chiaramente il suo non comprendere cosa volesse significare quella frase.
Ikisatashi quindi continuò: «intendo dire: la prima cosa che avete pensato – o avete creduto in base alle parole di quei perfetti sconosciuti che vi ritrovare come nuovi nemici -, è stata: “sono dei vampiri”» con la voce imitò un suono di risposta sbagliata in un quiz televisivo che una volta aveva visto nel mondo degli umani quando condivideva una casa con i suoi fratelli «beh, sappi che non è così semplice. Possiamo definirli chimere evolute ma non è questo ciò che deve preoccuparci.» approfittando dell’assortimento di Ichigo nell’ascoltare e cercare di comprendere le sue parole, si chinò velocemente su di lei per leccarle le labbra.
Lei lo ripagò con uno schiaffo mancando il bersaglio. Lui rise e capì dall’espressione della ragazza che avrebbe atteso che continuasse senza perdere tempo in altri discorsi fuori argomento.
L’alieno alzò il secondo dito «Ed è qui che arriviamo alla bruttissima notizia»
la gatta non seppe spiegarsi perché, ma un brivido gelido le percorse la schiena.

«Io ho un’alternativa.» tornò a parlare Masaya con gli occhi marroni che brillarono di determinazione. I presenti gli regalarono la loro attenzione mentre questi continuava «Devo riuscire a ritrasformarmi in Ao no Kishi»
Nello sguardo di Shirogane si accese una punta di rabbia. Camminò a passo lento e deciso fino a ritrovarsi con la camicia di Aoyama stretta a pugno nella mano destra «Sei forse ammattito?!» quasi urlò e per la prima volta Yuri dovette ammettere che le faceva quasi paura: non lo aveva mai visto così, ma era sicura che se una simile parte di lui riusciva ad uscire allo scoperto o a possederlo era solo perché quel sentimento che provava per sua cugina era più forte di quanto immaginasse. Quel pensiero inevitabilmente le procurò una fitta al cuore e una mano istintivamente si allungò a stringersi la divisa da cameriera a quell’altezza.
L’espressione del moro, però, non mutò, per niente spaventato da quello che da anni poteva definirsi il suo principale rivale in amore «Credi che non sappia che – nonostante Deep Blue sia morto – io rischi di tornare ad essere un mostro?!» con tono calmò parlò, liberandosi dalla stretta del ragazzo americano «Non possiamo sapere cosa potrebbe accadere alterando il mio essere con la scienza, ma sono pronto a rischiare per salvare Ichigo.»
Con i nervi ancora a fior di pelle, il biondo si costrinse a stare calmo: la mascella contratta e un fil di voce gli uscì dalle labbra «Non posso assolutamente permetterlo.»
«Ryo ha ragione, Aoyama-Kun» a parlare fu Retasu col suo solito tono di voce calmo e gentile. Allungò un sorrisino comprensivo mentre si avvicinava ai due e, con imbarazzo, metteva una mano sul braccio di uno e l’altra su quello dell’altro «potrebbe essere pericoloso e di certo Ichigo-Chan non lo vorrebbe. Non trovi?!»
«In più questo non è di certo il momento giusto per discutere fra noi» Zakuro, che per quegli ultimi attimi si era appoggiata al muro con le braccia conserte e gli occhi chiusi ad ascoltare la conversazione, li riaprì e con espressione gelida disse la sua: «Da quel che dice Keiichiro: piuttosto dovremmo sbrigarci a trovare una soluzione per salvare la vita di Ichigo quando tornerà» allungò un sorriso comprensivo «perché tornerà. Questo è certo.»
Mint sorrise alle parole della sua adorata Fujiwara «Infondo – che sia bene o male – sappiamo tutti quanto Kisshu sia innamorato di Ichigo. E nonostante abbia tentato di farle del male tante volte, in preda alla pazzia, se n’è uscita solo con qualche lieve molestia sessuale» ridacchiò per cercare di sdrammatizzare la situazione e Akai inarcò un sopracciglio «E questo dovrebbe rassicurarci?!»
«Credimi: si. E anche tanto» Pudding rise a sua volta, dando dei lievi colpi amichevoli sul braccio disteso di Yuri.
«Quindi cosa hai intenzione di fare, Aoyama?» Akasaka lo guardò col suo solito sorriso dolce e gentile e gli animi dei due ragazzi alterati fra loro si placarono appena.
«La mia idea non cambia…» ribadì il moro con fermezza «ma posso aspettare almeno altre ventiquattrore» portò la sua attenzione a Ryo di fronte a sé «dopodiché troverò un modo per tornare Ao no Kishi. Con o senza il vostro aiuto.»

Ichigo portò le mani alla bocca, scioccata da quella notizia «Ma come può essere..?! Eppure non sarebbe dovuto accadere…»
Kisshu sospirò: era immaginabile la sua reazione, soprattutto se una brutta notizia riguardava quel bamboccio.
«Noi crediamo che, quando hai provato a salvargli la vita, un frammento di Mew Aqua abbia scaturito il processo di rinascita anche dell’anima posseditrice» in quel momento Pai e Taruto tornarono nella stanza e il maggiore dei tre fratelli le diede quella lieve spiegazione.
«Questa è fuggita dal corpo che lo ha rigettato – se così possiamo definirla – e ha trovato un modo per rigenerarsi con un corpo proprio. Ci sono voluti cinque anni per accorgercene, ma almeno possiamo dire che non è ancora troppo tardi» il minore dei Ikisatashi sospirò «o almeno speriamo»
Momomiya si voltò velocemente sino a mettere i piedi dondolanti al lato della barella ma quando fece per appoggiarli in terra un lieve mancamento la fece vacillare e Kisshu fu pronto a sorreggerla.
«Cosa diavolo credi di fare?!» fece con voce dura «Ti ci vorranno minimo un paio di giorni per riprenderti quanto basta dal limbo nel quale sei quasi morta!»
«Devi riportarmi indietro, Kisshu!» lei parlò con voce alta reggendosi al petto di lui, stropicciandogli la camicia fra le dita «Devo avvisare gli altri… devo fare qualcosa!»
«Bambolina…» l’espressione dell’alieno fu quasi sorpresa da tale determinazione che sempre aveva apprezzato e che non era più abituato a vedere data la loro lunga lontananza «non puoi fare nulla in questo stato…»
«Ma è colpa mia! Riportami a casa!»
«Devi restare qui per guarire!» il ragazzo dai capelli verdi ricambiò il tono di voce alterato che lei gli aveva appena rivolto «Non ti permetto di tornare indietro!»
«Tu volevi solo un pretesto per portarmi via!» sussultò nel pronunciare quelle parole nel momento in cui i suoi occhi si scontrarono con un gelido sole giallo che erano gli occhi dell’altro: era arrabbiato. Era furioso. Era spaventoso come lo era spesso stato con lei.
Lui strinse i denti con rabbia e la strattonò appena «Possibile che tu mi renda sempre così dannatamente furibondo?!»
«Basta così.» Pai mise una mano sulla spalla del fratello con sguardo glaciale «Non è questo il momento di perdere le staffe, idiota.»
«Se vuole tornare a casa, possiamo accompagnarla noi.» propose Taruto «E stavolta collaborare come non abbiamo mai fatto. Potrebbe essere una buona idea.» e dentro di sé il piccolo alieno sapeva bene che quella proposta nascondeva anche un secondo fine: rivedere la sua adorata Pudding.
Ikisatashi sospirò e annuì, calmandosi ma senza lasciare la presa sulla rossa «E sia.» l’idea di tenerla lì con lui con la forza, ora che ne aveva avuto la possibilità, doveva ammettere che gli era passata per l’anticamera del cervello più di una volta, ma al momento avrebbe dovuto mettere in secondo piano quella malsana idea che sarebbe servita solo a farlo odiare nuovamente – se non di più – da lei.

Nel mentre i presenti al Café Mew Mew erano impegnati a trovare qualcosa che potesse creare un antidoto, la loro attenzione e le loro parole furono interrotte da un bagliore di luce che riportò dinnanzi ai loro occhi una Ichigo accompagnata da quei tre alieni che avevano in precedenza combattuto, temuto e – alcune – anche amato.
Un turbinio di emozioni riecheggiò nell’aria e nelle parole mentre Momomiya, con gli occhi lucidi, correva fra le braccia della persona amata.









Oo Angolino dell'Autrice oO


Salve salvino salvetto {(??) l'influenza del gioco dei Simpsons lol} eccomi ad aggiornare. Non velocemente come ho promesso di fare ma stavolta la colpa è di cause maggiori: il PC. Mi è morto XD e ora con tanta fatica sono riuscita ad usare il mattone che è quello di mia madre per aggiornare approfittando delle tante idee. Che dire: spero di avere un nuovo pc entro fine settimana per regalarvi presto un seguito tutto impresso nella mia mente. Già è tanto che questo qui ora non si spenga mentre scrivo, facendomi venire un infarto xD
Sperando che il capitolo vi sia piaciuto, ringrazio tutti voi che continuate a seguirmi - commentando o leggendo soltanto -
Ci vediamo nel capitolo 10 (Spero nel breve tempo possibile.)
Un bacio e tante fusa a tutti voi, Nyan <3

MikuChan

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Confronti ***


10° - Confronti


Masaya strinse Ichigo fra le braccia quando questa finalmente fu di nuovo con lui. E sana e salva.
Alzò lo sguardo verso Kisshu in un misto fra gratitudine e astio. Infondo anche se l'aveva riportata da loro sana e salva, l'aveva sempre rapita.
Ma Mint aveva ragione a dire che lui non le avrebbe mai fatto del male né l'avrebbe presa contro la sua volontà. Non più.
Forse ora si potevano ritenere alleati ma non c'era mai da esserne veramente sicuri. Lui, più di tutti, sapeva cosa voleva dire nascondere l'oscurità nel cuore col terrore che potesse tornare e distruggere ogni cosa cara.
«Ti ringrazio per averla ricondotta qui.» disse infine con voce quasi piatta.
Ikisatashi gli regalò una dorata occhiata gelida mentre allungava un sorrisino malizioso. Quel bamboccio non gli era mai stato simpatico e non solo per la relazione con Ichigo della quale possedeva anche l'amore, ma anche per il solo fatto di aver dovuto combattere e morire contro di lui quando era posseduto da Deep Blue.
«Ho avuto la mia giusta ricompensa» si leccò le labbra facendo ben intendere cosa volesse dire e a quel gesto le orecchie e la coda da gatto che comparvero alla Momomiya confermarono il tutto.
«Kisshu!» non ebbe modo di dire altro che il suo corpo venne scansato da quello di Masaya per essere stretto dalle esili braccia di sua cugina Yuri che, nonostante sembrasse sempre imperturbabile, si lasciò andare ad un pianto liberatorio «Avevo così tanta paura che tu fossi morta!»
la Mew gatta sorrise per poi stringerla a sua volta «Yuri...»

Negli attimi che seguirono, i fratelli di Kisshu e due ragazze in particolare della squadra Mew non sprecarono parole oltre ai soli sguardi.
Akasaka aveva chiesto informazioni sulla medicina avanzata che Pai aveva usato per curare Ichigo, il quale per ringraziamento della Mew Aqua ricevuta si offrì – prima di sistemare la faccenda per la quale erano tornati e poi far rientro sul loro pianeta – di insegnargli come fare.
«Quale faccenda?» Ryo inarcò un sopracciglio interrompendo la conversazione mentre erano tutti accomodati ad un tavolo con varie sedie messe in tondo.
La rossa annuì appena – infondo si erano messi a parlare di sciocchezze quando c'erano cose più importanti di cui avvisarli - «Kisshu mi ha parlato di una cosa sconvolgente...» il suo sguardo cadde automaticamente su Masaya mentre una mano si allungava a stringergli una delle sue.
«Siamo qui per Deep Blue» alle parole di Kisshu non solo lui ma anche gli altri con sorpresa si voltarono a guardare Aoyama che sussultò impercettibilmente per poi guardare gli altri spaesato 
«... ma è stato ucciso...» disse. Come poteva tornare, si chiedeva, se lui non aveva nemmeno alterato il suo organismo per riportare in vita almeno Ao no Kishi «oppure no?» quell'idea lo fece rabbrividire. Era come se i suoi incubi e le sue ricorrenti paure si facessero strada tutte insieme crollandogli addosso. 
Non era codardo, non aveva paura di affrontare di nuovo quel mostro... ma non poteva sopportare di fare di nuovo del male ad Ichigo.
Avrebbe corso rischi solo per salvarla, non inutilmente.
Shirogane sbatté le mani sul tavolino guardando l'alieno dai capelli verdi «Non lo riavrete mica risvegliato!?»
«Non avremmo mai fatto una cosa tanto stupida!» la voce dura del maggiore dei fratelli Ikisatashi spinse Ichigo ad intervenire per calmare le acque.
«Non dipende da loro! Dipende da Damon e Angel.»
il biondo inarcò un sopracciglio e si voltò a guardarla «Quelle sottospecie di vampiri o checchesiano?»
«Esattamente» rispose Taruto, stavolta «possiamo definirle chimere avanzate»
«Sappiamo con certezza che un frammento dell'anima di Deep Blue non sia sparito del tutto grazie alla Mew Aqua usata per salvare Aoyama.» continuò Pai «Quest'anima ha dato vita a quelle due chimere che voi esseri umani avete definito vampiri – e in parte potrebbe essere azzeccata come teoria -, le quali si nutrono di sangue ed energia umana per uno scopo ben più crudele di quello di far del male alle persone»
«... oh mio Dio...» Midorikawa fu la prima ad esprimere ciò che tutti aveano già compreso e Zakuro concluse il tutto «vogliono rigenerarlo.»
«In questo caso non avrebbe più le limitazioni dovute al contrasto con l'anima di Aoyama» Keiichiro portò una mano alle labbra con fare pensoso «E quanto sangue ed energia vitale servirà per farlo tornare in vita?»
Kisshu scosse il capo mentre accavallava le gambe e faceva spallucce «Questo non lo sappiamo. Ci siamo accorti di tutto ciò dopo analisi purtroppo dai risultati un po' tardi. La cosa certa è che prima agiamo, prima evitiamo ad entrambe le nostre specie di soccombere per mano di quel pazzo»
«Lo abbiamo già sconfitto una volta. Possiamo farlo ancora!» Pudding si alzò dalla sedia facendola cadere dietro di sé per lo scatto repentino «Sicuramente!»
«L'ultima volta io ce l'ho fatta solo per il sacrificio di Masaya e il vostro aiuto...» Momomiya strinse di più la mano del ragazzo che amava e gettò un sospiro frustrato. Kisshu voltò lo sguardo altrove infastidito.
Solo in quel momento Yuri alzò la mano per parlare dopo aver ascoltato tutto in silenzio «Ehm. Scusate.» fece «Io ci sto capendo poco e niente e ricordando quel poco che mi avete raccontato mi sembra che questo tizio sia abbastanza pericoloso, allora perché non sbrigarci invece di star fermi qui immobili?» ai tre alieni lei era stata presentata come la cugina di Ichigo e nuovo membro Mew ma a tutti non ispirava particolare fiducia.
Non che l'avessero avuta nell'immediato con gli altri, in effetti.
«Genio. Ci serve un piano, non trovi?» Mint alzò gli occhi al cielo infastidita e frustrata dalla ragazza e la situazione. Di certo un tipo del genere non era di alcun aiuto e seppur lei ed Ichigo litigassero spesso, la lorichetto sapeva bene quanto male ora dovevano stare lei e Masaya. Quella storia toccava loro due più di chiunque in quella sala. «Sei estranea alla cosa, quindi non comportarti come se sapessi cosa fare.»
«Mint...» Retasu fece quasi per rimproverarla per quelle parole ma Yuri si alzò e stringendo i pugni decise d'ignorarla lasciando la stanza.
Infondo aveva ragione: lei cosa diavolo ci faceva lì(?!)
«Yuri!» Momomiya si alzò scusandosi per poi guardare male Mint e correre dietro a sua cugina.
«Non avresti dovuto comportarti così con lei» continuò Retasu con un sospiro, poggiando una mano su quella della compagna seduta in mezzo a lei e Zakuro
«Yuri è nuova a tutto questo. Voleva solo dare una mano» le parole della Fujiwara la colpirono come al solito più di chiunque altro e un leggero rossore le colpì le guance.
«Ho solo detto quello che penso» ma non voleva dire che non si sentisse in colpa.

Dopo un accordo su come rimanere in contatto in caso di pericolo, Ryo e Keiichiro scesero nel sotterraneo per controllare i computer mentre Zakuro si trattenne a parlare con Mint del suo comportamento, cercando di convincerla a scusarsi.
Retasu si accomodò su una panchina del parco Inohara vicino al Café. Il leggero venticello autunnale le scompigliava i capelli di smeraldo e si costrinse a togliere gli occhiali e pulirli sulla divisa per un po' di polvere che l'aveva colpita.
Di certo non si aspettava quella situazione ed era preoccupata per la sua amica Ichigo, per tutte le persone a lei care e per il mondo intero. Midorikawa era la più sensibile del gruppo ma non poteva negare che quella morsa allo stomaco che sentiva non era dettata solo da quegli avvenimenti che preannunciavano un imminente pericolo.
Il ritorno dei tre alieni, e in particolare di Pai, aveva scaturito in lei quei vecchi sentimenti sopiti che infondo non erano mai scomparsi, per il maggiore degli Ikisatashi.
Ma lui sarebbe comunque tornato nuovamente sul suo pianeta, quindi che senso avrebbe avuto illudersi ancora di un qualcosa che nuovamente non poteva nascere anche se non più nemici(?!)
«Non hai freddo qua fuori?» la sua voce la fece sussultare con le gote che improvvisamente divennero di un rosso acceso. Quando si diceva parlare del diavolo.
Sorrise e alzò lo sguardo per notare Pai che – con le mani nelle tasche dei pantaloni neri – si avvicinava a lei a passo lento e un sorriso serio appena accennato.
Non era mai stato tipo da mostrare il minimo sentimento ma lei sapeva quanto potesse essere una persona dolce e amabile. Lo aveva sempre saputo.
«Stavo difatti per entrare» gli rispose cercando di nascondere l'imbarazzo voltando il viso dal lato opposto al giovane.
Lui ridacchiò intenerito: quella fanciulla umana era sempre stata l'unica che gli aveva trasmesso qualcosa di puro. Una purezza che non avrebbe mai pensato di trovare in una creatura inferiore alla sua specie.
Una fanciulla, una vergine che era entrata nel suo cuore senza neanche rendersene conto. Forse era stata la sua dolcezza, la sua gentilezza e il suo preoccuparsi per lui che avevano scaturito un certo sentimento che sperava sparisse e non riapparisse nel rivederla – come invece era stato.
Si era preoccupato di nascondere il suo aspetto alieno mutando le orecchie in umane e gli abiti in qualcosa di più consono e approfittando di ciò si tolse la giacca nera per poggiarla sulle spalle di lei.
Le si sedette accanto e alzò gli occhi al cielo colorato adesso di sfumature rosse, gialle ed arancioni: il crepuscolo era davvero meraviglioso sulla terra.
«Questa vicinanza è strana» disse e la Mew verde si voltò a guardarlo arrossendo nuovamente nell'osservare i suoi lineamenti maturi di profilo.
Ridacchiò d'imbarazzo «Lo credo anche io... p-però mi piace...» l'alieno abbassò lo sguardo su di lei e Retasu non riuscì a distogliere gli occhi verdi da quelli profondi di Pai.
«Piace anche a me.» si lasciò scappare l'altro nell'allungare un braccio sino a cingerle le spalle ed attirarla sul suo petto.
Il cuore della neofocena partì a battere forte mentre un largo sorriso si faceva spazio sul dolce volto e gli occhi si chiusero. Quasi fece cadere gli occhiali dalle mani quando lui si chinò a catturarle le labbra con un sussurrato «Sono tornato»

«Taru-Taru!» Pudding si arrampicò su un albero della seconda uscita sul retro del Café Mew Mew. Taruto era fuggito fuori senza dire una parola e si era rifugiato lì sopra senza neanche darle un saluto decente.
Lei gli aveva regalato delle caramelle! Lo aveva addirittura baciato al loro ultimo incontro!
Lui le aveva promesso di tornare e la Fon lo aspettava con ansia e ora che faceva quello sciocco imbecille(?!): la ignorava!
«Sappi che se ti prendo non farai una bella fine!» non che si aspettasse che una promessa e un bacino di due bambini di dieci anni avessero ancora importanza per lui dopo cinque lunghi anni passati, ma lei non si vergognava di dire che si, ci aveva sperato fino alla fine che l'alieno tornasse e non aveva avuto una benché minima relazione anche sciocca, con nessuno!
Il minore degli Ikisatashi arrossì mentre si allontanava in volo dal ramo per non essere preso dalla Mew scimmia.
Aveva tanto desiderato vederla in quegli anni ma ora che si trovavano faccia a faccia non aveva il coraggio di parlarle.
Era diverso da quando erano bambini. Erano entrambi cresciuti adesso e non sapeva come comportarsi con una ragazza senza fare il moccioso come faceva con Ichigo chiamandola vecchiaccia.
E di certo non voleva mostrarle il suo imbarazzo.
«Dooove vai?!» afferrò un lembo dei pantaloni del ragazzo e lo trascinò giù. Lui perse l'equilibrio e finì di schiena in terra sull'erba con la biondina sopra di sé.
Improvvisamente sentì qualcosa di bagnato cadergli sulle guance e aprì gli occhi che aveva chiuso per il dolore notando gli occhioni marroni della ragazza colmi di lacrime «P-Puddi-»
«Stupido!» gli urlò lei subito dopo colpendogli il petto con dei pugni poco forti «Se non volevi vedermi almeno dimmelo in faccia! Almeno dimmi cosa pensi senza scappare!» singhiozzò continuando a colpirlo «Io speravo davvero tanto di rivederti. In tutti questi anni non ho desiderato altro e tu invece fai lo stupido! Ti odio!»
«P-Pudding...» Taruto allungò una mano pallida fino a sfiorarle il viso. Cercò di asciugarle le lacrime «mi... spia-» uno schiaffo gli colpì il volto e lui sbottò «Ma dico: sei impazzita?! Smettila brutta cretina!»
«Gnnnn!!!» lei chiuse gli occhi e si portò le mani ad essi, cercando di nascondersi «Stupido!»
il volto del bruno si colorì appena di rosso mentre un sospiro gli usciva dalle labbra e cercò di mettersi seduto senza farla cadere.
Quando ci riuscì le cinse il corpo con le braccia sino a stringerla forte e nascondere il volto arrossato dalla sua visuale «Non devi pensarlo, scema...» farfugliò «a-anche io non vedevo l'ora di vederti...»
Fon mugugnò e annuì ripetutamente, contenta ma non riuscendo a dire altro, troppo arrabbiata, felice ed imbarazzata per mostrare ora un attimo di cedimento. «Razza di scemo...»
lui allungò un ulteriore sorriso, continuando a stringerla.
«Mi sei mancata tanto»

«Yuri» Ichigo sorrise e strinse la cugina fra le braccia.
L'aveva trovata nel retro a piangere come una bambina. Quel giorno era la prima volta che vedeva la Akai imperturbabile, stupida e con la lingua troppo lunga e sincera, mostrare delle sensazioni di dolore.
Lei era il classico tipo che dall'esterno poteva sembrare che non soffrisse mai.
«Mint è una stupida. Ha la lingua pungente e spesso tratta male anche me. Ma non lo pensava davvero, credimi. Era solo nervosa»
«Ma ha ragione» mugugnò la castana stringendola a sua volta felice di vederla di nuovo sana e salva. Sembrava quasi che tutto quell'incubo di qualche ora prima non fosse mai accaduto. «io non so niente di quel che avete passato e non posso intromettermi come se sapessi ogni cosa.»
«Ehi» Momomiya si scansò da lei per appoggiarle le mani sulle spalle e costringerla a guardarla «tu sei una di noi adesso. Quindi si. La cosa ti interessa tanto da poterti intromettere»
«Ichigo!» la voce di Zakuro interruppe le loro parole. Le due si voltarono verso la porta esterna che conduceva al Café dove la ragazza dai capelli viola e la Ayuzawa erano appena uscite.
La più bassina arrossì e fece qualche passo incerto verso Yuri «Senti... mi dispiace, ok?» farfugliò e senza riuscire a dire altro si limitò ad allungare le braccia e abbracciarla.
Infondo lei non era affatto brava in quelle cose.

«Sai benissimo che io non mi fido di te, Aoyama» 
Kisshu mosse qualche passo nella sala ormai vuota dell'interno del Café Mew Mew dove venivano ricevute le clienti. Lui e Masaya erano rimasti soli per fatti di certo non voluti.
Il moro sospirò portando le braccia al petto, accavallando le gambe ancora seduto mentre dava un'occhiata veloce all'orologio da polso: era ora di vedere se Ichigo era pronta. Voleva chiederle come intendeva comportarsi coi suoi genitori che ormai sapevano fossero tutti fuori città. 
«La cosa è reciproca» rispose ad Ikisatashi nell'alzarsi.
L'alieno si voltò verso di lui e allungò un sorrisino quasi di sfida «Spero tu sappia che la tua relazione con la gattina non è al sicuro solo perché ora siamo in pace»
«Non ho mai avuto la presunzione di pensare che tu fossi qui senza quell'intento» Aoyama ricambiò il sorriso che accompagnò poi da uno sguardo che mutò la sua espressione «ma non vuol dire che tu ottenga ciò che vuoi»
«Staremo a vedere.» fece spallucce l'altro. 
«Staremo a vedere. Ora se vuoi scusarmi» il ragazzo umano fece per allontanarsi verso il corridoio che portava alle uscite secondarie ma si bloccò ad ulteriori parole di Ikisatashi 
«Se farai soffrire di nuovo Ichigo permettendo a Deep Blue di usarti ancora: sappi che stavolta non mi fermerai dall'ucciderti.»
Masaya si voltò a guardarlo a sua volta dandogli ancora le spalle «Non serva che io ti ricordi di essermi già ucciso per lo stesso motivo.» detto ciò scomparve dietro il corridoio lasciando solo l'alieno coi suoi pensieri.



- Angolino dell'Autrice -





Salve salvino gente <3 Dio, come sono soddisfatta di questo capitolo!
Mi piace veramente da morire. Mi piace aver dato spazio a confronti fra i vari pg e non solo alla spiegazione di cosa sta imminentemente per accadere. Ve lo sareste aspettati? <3
Beh spero che questo capitolo piaccia a voi tanto quanto piace a me e vi ringrazio infinitamente per continuare a seguirmi - recensendo o leggendo soltanto - <3
Ci vediamo nel capitolo 11 <3
Un bacio e tante fusa <3

MikuChan


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=334297