Jessica's dream

di Alice_Kingsley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** 2.2 Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** 3.3 Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4.4 Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** 5.5 Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** 6.6 Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** 1.1 Capitolo 1 ***


POV Johnny
Dopo una giornata negativa al lavoro, decisi di fare un giro per Los Angeles e vidi che in un pub c’era un via vai, e questo mi incuriosiva.
C’erano dei tecnici che portavano avanti e indietro chitarre, microfoni, amplificatori, probabilmente si sarebbe esibito qualcuno stasera, mi incuriosiva sapere chi era, e soprattutto sentire il sound della band. All’incirca dopo una decina di minuti, mentre stavo entrando, la band eseguì il check sound per l’esibizione serale, vidi una ragazza sopra al palco che stava provando con la sua band.
Lei era bellissima, aveva i capelli lunghi biondi, occhi blu come l’oceano e grigi come il manto dei lupi che vivono nello Yosemite, era magra e vestiva sul classico. I nostri sguardi si incrociarono, sentì il cuore che batteva all’impazzata e avevo le farfalle nello stomaco.
Dai Johnny non puoi innamorarti di lei, sei sposato con Vanessa, hai cinquant’anni non perdere la testa per un’adolescente.
Andai al bancone a prendere un po’ di rhum, ne avevo terribilmente bisogno, visto che avevo avuto una giornata negativa; era scoppiato l’ennesimo litigio con la mia band i ‘The Kids’.
“Non ci siamo ragazzi” disse un chitarrista.
“Perché dici così, Nate?” fece la ragazza.
“Perché i pezzi che hai scelto fanno schifo” disse ancora.
“Ma amore, non è vero. Stasera dovremo fare un tributo agli artisti che erano molto in voga negli anni Ottanta” gli disse al fidanzato.
“Stasera faremo schifo”
“Ma perché?! Stiamo provando ancora. Qual è il problema?”
“Il problema sei tu Jessica!”
“Io? E potrei sapere il motivo?” disse lei rimanendoci male.
“Non stai a tempo mentre canti, è come che non ti importasse tanto delle canzoni”
“Ah e io canterei così?! Senti Nate, io sto dando il meglio di me stessa, ci sto mettendo l’anima e non te accorgi. Veramente ho il ragazzo migliore del mondo” disse lei urlando.
“Senti Nate, non agitarti tanto, siamo facendo molto bene, vai a fare un giro e quando ti sarai calmato, torneremo a riprovare” disse un altro membro della band.
“No, Flynn, aspetta. Nate, va al diavolo, tu sei fuori adesso!! E vedi di non farti vedere stasera ok?!” sbraitò furiosa.

POV Jessica

Certo che giornata migliore non potevo avere.
Nate aveva detto che io non sapevo cantare in poche parole, non l’avrebbe passata liscia, oltre ad avermi insultata pubblicamente, si credeva anche più bravo di me. No. Basta. Adesso se ne va lui. Mi sono veramente stancata di essere umiliata così, era ora di porre fine a tutto ciò.
Già le ultime settimane era un tira e molla, non si poteva andare avanti.
Una relazione bisogna fondarla prima di tutto sulla fiducia, e non era il nostro caso.
Dovevo rilassarmi, quindi andai al bancone a prendere qualcosa da bere e stavo pensando che mi serviva assolutamente un altro chitarrista, dovevo mandare via Nate, non lo sopportavo più e non solo io, anche gli altri.
Inoltre dovevamo anche cambiare il nome alla band ‘Sun Terror’ faceva davvero schifo.
Mentre stavo bevendo, un uomo di circa mezz’età mi disse:
“Ciao, scusa l’intrusione. Non ho potuto fare a meno di sentire, c’è qualche problema con la tua band?” mi chiese sorridendo.
Sentii una scossa lungo la schiena e stavo tremando. Poteva essere un colpo di fulmine, mi stavo perdendo nei suoi bellissimi e stupendi occhi marroni.
A dir la verità ho sempre adorato Johnny, è un attore incredibile, si impegna davvero molto nel suo lavoro.
“Aspetta, ma tu sei Johnny Depp, io ti ammiro, sei un modello, veramente, ti adoro, sei unico. Aspetta che maleducata non mi sono neanche presentata, piacere Jessica” gli dissi mentre stavo arrossendo.
Johnny, aveva uno stile un po’ rockettaro, mi incuriosiva, e molto anche.
Era muscoloso, aveva i capelli castani sfumati con un po’ di biondo, lunghi fino alla nuca e portava un paio di occhiali, sul marrone, gli stavano veramente bene, anzi da dio.
Sembrava fosse venuto fuori dal set di ‘Secret Window’.
“Grazie. È sempre un piacere incontrare una fan. Posso aiutarvi?”
“Sì, certo, tanto ormai Nate non verrà più. Gli ho detto di andarsene. Quello non lo sopporto più, è bravo solo ad insultare le persone.”
“Eh eh ti capisco, anche io oggi ho avuto da ridire con la mia band”
“Come vi chiamate?” chiesi
“The Kids, voi?”
“Sun Terror, e fa alquanto schifo, è stata un’ idea di Nate”
“Allora, sarò dei vostri stasera. Vedrai che andremo bene.”

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Capitolo 2
*** 2.2 Capitolo 2 ***


POV Johnny
Erano circa le nove di sera, e mancava davvero poco al nostro debutto. Si sentiva la tensione nell’aria.
Chiunque sarebbe teso quando ci si esibisce per la prima volta.
Mi ricordo ancora quando mi c’era il debutto dei ‘The Kids’, avevo così tanta paura di non farcela, di non piacere al pubblico.
Probabilmente questo era quello che provava la band di Jessica.
Avevamo provato tutto il pomeriggio fino a mezz’ora fa. Ce la cavevamo bene. Secondo me Nate si sbagliava di grosso.
Jessica era veramente brava, ci metteva anima e corpo a cantare, quando lo faceva faceva venire i brividi.
Ad un certo punto vidi Jessica furiosa, camminava avanti e indietro dietro le seconde quinte.
Magari era solo agitata per l’esibizione.
“C’è qualcosa che non va?” le chiesi.
“Sì, Johnny. Quel coglione mi ha scritto, mi ha detto che gli dispiace e che verrà a vederci” disse lei furiosa.
“Mi dispiace Jessica”
“Anche a me. Ho una gran voglia spaccargli il naso!”
“Posso capire la tua rabbia, ma non è così che si risolvono le cose. Adesso noi andremo fuori e gli facciamo vedere chi sei. Sì ricorderanno del tuo nome” mi disse incoraggiandomi a non pensare a Nate.
Era il nostro momento. Ci posizionammo sul palco e Jessica cantò la prima canzone, ‘Go your own way’ che era riferita sicuramente a Nate.
Infatti la canzone parlava della fine di una relazione fra due ragazzi, e sembrava che la canzone fosse scritta apposta.
Quando cantava si sentiva la rabbia, il dolore e la delusione che provava nei confronti di Nate.
Verso la fine del pezzo stava eseguendo con l’altro chitarrista un assolo e Jessica appoggiò la sua schiena dietro la mia e imitava un chitarrista con la chitarra. Era stra scatenata, quel pezzo la faceva gasare.

POV Jessica

Il concerto proseguì bene, finchè dovetti fare un duetto. Visto che non c’era Nate, avrei dovuto chiedere a Johnny se poteva farlo.
Cantammo una canzone che parla di un ragazzo che è innamorato di una ragazza, loro sono destinati a stare assieme, ma non possono stare assieme perché lui è insieme ad un’altra.
Facemmo il bis di diverse canzoni. Avevamo fatto una bella figura.
Alla faccia di Nate che diceva che avremmo fatto schifo.
Adesso rimpiangerà avermi insultata.
C’eravamo seduti al tavolo, tutti e sei al tavolo, io ero l’ultima come al solito e Johnny mi aveva ordinato un piatto di pasta al sugo.
Arrivai,mi sedetti vicino a lui, visto che era l’unico posto libero, fra una chiacchiera e quel altra, arrivarono le tre di mattina, non me ne sarei mai andata, mi stavo divertendo troppo in compagnia di Johnny.
“Piccola, posso parlarti?” fece Nate venendo al nostro tavolo.
“Tu a me piccola non lo dici Nate, visto il modo in cui mi hai insultato.” gli dissi arrabbiata
“Ma cosa c’è che ti ho fatto?”
“E lo chiedi pure?! Mi hai gravemente insultata dicendo che io non so andare a tempo, non so cantare e che non so metterci l’anima.”
“Mi dispiace averti detto una cosa simile. Possiamo metterci una pietra sopra?”
“No, Nate, ti ho dato tante occasioni in passato.
Una volta posso sopportare, tutti commettiamo errori.
La seconda, la terza la quarta no.
Mi dispiace, ma sta volta no. Non ti perdono.
Sono sempre stata troppo buona con te, e tu ne hai approfittato. Non sono una stupida Nate. Ricordalo.
Poi il nostro rapporto Nate una volta si, eravamo affiatati, ci davamo fiducia, ma ultimamente era sempre un tira e molla.
Io preferirei finirla qui.
Sei stato un buon ragazzo, ma così non possiamo andare avanti. Mi dispiace.”
Forse era anche colpa mia, se avessimo continuato a frequentarci ci saremo rovinati e basta.

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Capitolo 3
*** 3.3 Capitolo 3 ***


POV Johnny
“Mi dispiace molto per te Jessica” gli disse consolandola.
“Johnny, grazie per il tuo supporto” mi disse.
L’abbracciai, non se lo meritava povera.
Nate si era comportato come uno stronzo.
In quel momento Jessica sembrava avesse bisogno di aiuto, protezione come un amico poteva darle.
Lei stava piangendo, mi aveva bagnato la camicia e la stava stringendo dentro i suoi piccoli pugni.
“Non ti preoccupare Jessica, ci sono qua io. Andrà tutto bene” le dissi mentre le accarezzavo i suoi lunghi capelli biondi.
“Grazie Johnny. Non saprei cosa fare senza di te. Sei unico” mi disse guardandomi con gli occhi ancora pieni di lacrime.
Per lei provavo una forte attrazione, non volevo esserle amico. Volevo qualcosa di più.
Volevo stare insieme a lei.
Purtroppo c’era il problema che io ero sposato con Vanessa e non credo l’avrebbe presa bene se le avessi detto che non l’amavo più perché mi sono innamorato di un’adolescente.
Mi avrebbe sbranato come minimo.
Ma perché non si può stare insieme a due persone contemporaneamente? Non è giusto.
Se facessi così però farei la parte dell’egoista e basta.
“Jessica, vuoi che ti accompagni a casa?” le chiesi.
“Sì, Johnny, ti prego” mi disse.
La portai a casa in macchina.
Volevo chiederle il suo numero, ma non era giusto.
Aveva appena lasciato il suo ragazzo, si sarà sentita distrutta. Il suo cuore sarà stato in mille pezzi. Jessica aveva bisogno di una persona che la salvasse da queste brutte situazioni.
“Johnny ti sembrerà un cosa stupida, ma volevo chiederti se potrei avere il tuo numero.
Non ho molti amici, così se ho bisogno di parlarti, so a chi farlo”
“Sì, tranquilla Jessica. Puoi contare su di me” le dissi abbracciandola, mentre lei stava per entrare in casa.

POV Jessica
Non ce la facevo a dormire, così pensai di chiamare Johnny, sperando che non stesse dormendo.
-Pronto?-rispose lui assonnato.
-Ciao Johnny, sono Jessica, ti ho svegliato?-
-No, no tranquilla. Cosa c’è?-
-Johnny, non riesco a dormire. Appena chiudo gli occhi vedo lui.-
-Lo hai amato tanto no?-
-Sì e mi ha delusa. Ho sprecato tre anni della mia vita.-
-Jessica, non devi dire così. Domani se vuoi facciamo qualcosa assieme, giusto per distrarti-
-Cosa proponi?-
-Potrei aiutarti a fare qualcosa tipo i compiti. A proposito non ti ho ancora chiesto vai a scuola? E quanti anni hai?- mi chiese pieno di vita.
-Io ho 17 anni e vado al L.A. Performing Art High School e studio canto, danza, teatro e cinema.-
-Davvero? Però dovresti essere brava- mi disse ridendo.
-Grazie Johnny. Solo tu mi fai ridere così- gli dissi dolcemente.
-Stavo pensando…domani potremo fare esercizi per teatro, visto che sono un professionista comprendi?- mi disse imitando Jack Sparrow.
-Direi che è un’ottima idea, a che ora ci troviamo?-
-Allora, io avrei un bungalow fra le colline di Los Angeles, ti do l’indirizzo 90663 Wood Street Hollywood, facciamo per le tre e mezza?-
-Sì, perfetto così vengo subito dopo scuola.- gli dissi raggiante.
-Bene, ci vediamo gioia, fai sogni d’oro. E se hai voglia di parlarmi chiamami, non mi disturbi sai?-
-Grazie Johnny, sei davvero carino. Grazie di esistere-
-E di cosa?-
-Notte Johnny.-
-Notte gioia, dormi bene-

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Capitolo 4
*** 4.4 Capitolo 4 ***


POV Johnny
Erano circa le quattro meno un quarto e Jessica non era ancora arrivata, stavo incominciando a preoccuparmi.
Il cuore mi stava battendo davvero forte, mi sentivo come un ragazzino che è agitato al suo primo appuntamento.
Bussarono alla porta. Doveva essere lei. Aprii e la trovai con le lacrime agli occhi di nuovo. Ma cosa le sarà successo?
“Jessica, entra pure” le disse aiutandole a portare dentro i libri.
“Grazie” disse lei con la voce roca.
“Cosa è successo?” le chiesi preoccupato.
“Mi ha scritto Nate, ancora dicendo che mi vuole. Ogni volta che ricevo un sms ho tanta paura che sia lui” mi disse piangendo.
“Non ti devi preoccupare. Ci sono qua io.”
“Sono così fortunata ad averti vicino Johnny.”
“Certo che lo sei. Vuoi fare una passeggiata nel bosco?”
“Sì almeno mi distraggo.”
“Bene, allora andiamo. Vuoi che porto la chitarra così cantiamo un po’?” le dissi aprendole la porta di casa.
“Sì, certo. Ho trovato il spartito di una canzone e vorrei cantarla, se non ti dispiace” mi disse raggiante.
Era bello vederla sorridere. Era veramente bella quando sorrideva.

POV Jessica
Camminammo per qualche kilometro finché trovammo un tronco abbastanza grande e si sedette prima Johnny poi io.
“Fammi vedere lo spartito gioia.”
“Adoro quando mi chiami così Johnny” gli dissi sorridendo. Il mio cuore batteva a mille.
“Made in the U.S.A. – Demi Lovato” disse aggrottando le ciglia.
“È stupenda questa canzone. Comunque ho portato tutte le sue canzoni che mi piacciono.”
“Sì, proviamo dai” mi disse sorridendomi.
Mi misi a cantare mentre lui suonava, non mi sono mai sentita meglio. Passammo tutto il pomeriggio a cantare.
“Sei davvero brava sai gioia?”
“Davvero?” gli dissi con gli occhi che luccicavano.
“Adesso devo farti sentire una cosa” mi disse prendendo uno spartito dalla sua borsa.
Incominciò a suonare il pezzo, la canzone era Stop loving you dei Toto.
Parlava di un ragazzo che era follemente innamorato di lei e che le dichiara il suo amore.
Io mi stavo commuovendo. Non era possibile che uno come Johnny mi stesse cantando una canzone del genere.
“Ti è piaciuta?” mi disse quando finì di suonare.
“Johnny, è stupenda questa canzone. Non me lo aspettavo, davvero.”
“Gioia, te l’ho dedicata apposta perché io trovo che tu sia una ragazza dolcissima. Sei fantastica e sono così fortunato ad averti al mio fianco” mi disse mentre posava la chitarra.
“Johnny, sei incredibile” gli dissi abbracciandolo.
Lui mi alzò il mio viso con l’indice della mano destra e poco a poco si avvicinò.
“No, Johnny, non possiamo. Vorrei tanto, ma non possiamo. Non voglio fare un torto a Vanessa.”
“Shh” mi disse appoggiando due dita sopra alle mie labbra “non dire così, e di Vanessa non me ne frega niente. Non la amo più”.
Lui incominciò a baciarmi con passione. Io non ci stavo capendo più niente.
Mi ero concentrata solo su Johnny. Tutto il resto lo vedevo offuscato. Era come se fossi entrata in un'altra dimensione. Non me ne sarei mai andata da lui.
Mi completava.
Tutto ad un tratto suonò il telefono, era mia madre.
Mi chiese dov’ero e dovevo tornare a casa.
“Johnny vorrei restare all’infinito qui con te, ma devo tornare a casa.” gli dissi dispiaciuta.
“Gioia, ci vediamo domani se ti va. Anzi potremmo trovarci qui per decidere il nuovo nome della band no?”
“Sì, Johnny, mi piace l’idea.”
“Ti chiamo per l’ora, tu pensa a trovare gli altri. Intanto vedo di rompere con Vanessa, non la sopporto più” mi disse tristemente.
“Senti Johnny, non preoccuparti. Ce la faremo. Questo brutto periodo passerà” gli dissi dandogli un bacio sulle sue labbra.

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Capitolo 5
*** 5.5 Capitolo 5 ***


POV Johnny
-Ciao gioia sono Johnny, pensavo di trovarci alle sette di sera da me, ti va?
-Mmm…si va bene, avviso anche gli altri-
-Perfetto, così potremo cenare tutti e sei assieme-
-La trovo un’ottima idea perfetto allora ci sentiamo, ciao gioia- le dissi chiudendo la chiamata mandandole un bacio.
“Cos’è sta storia?”
“Cosa intendi?” Vanessa aveva ascoltato tutta la conversazione, mi aveva sgammato
“Chi era al telefono?”
“No, niente riunione di lavoro. Faccio parte di un’altra band e stasera andiamo nel’altra casa per discutere delle faccende” odiavo veramente dire le bugie.
“Ah, si riunione di lavoro? E come la mettiamo ciao gioia” disse fuori di sé.
“No, Vane senti non è come pensi”
“Johnny, tante, troppe volte mi sono fidata di te, e sai una cosa, non dovevo farlo!!”
“Ma perché dici così?”
“Dì la verità, la ami?”
“Chi?”
“La stronzetta con cui eri al telefono”
“Uno non è una stronzetta, due sei solo invidiosa”
“Ah io invidiosa?!” disse facendo la finta tonta “sì, sono invidiosa di lei, perché tu le dai tante attenzioni e a me no!!”
“Senti io ti do le stesse attenzioni”
“A chi la dai a bere Johnny?! Ah a chi?!” sbraitò furiosa.
“Qual è il problema?”
“Qual è il problema?!?! Scommetto che tu te la sei già fatta!!”
“No, non è vero, l’ho solo consolata, ne aveva bisogno povera”
“Io ti odio, ma perché mi fai questo?!?”
“Senti Vanessa, ci prendiamo una pausa, per riflettere”
“Ah, così vai da lei, mi par giusto!!”
“Tranquilla, non vado da lei, non scaldarti tanto”
“Sparisci subito dalla mia vista”


POV Jessica
Andai su al bungalow dove abitava Johnny con i ragazzi e bussammo alla porta e vidi Johnny con una vestaglia e i capelli tutti scompigliati e con le occhiaie.
“Oddio, Johnny, cosa ti è successo?”
“Niente, gioia” mi disse incominciando a piangere.
“Johnny non può essere niente” gli dissi abbracciandolo, ero seriamente preoccupata.
“Lascia stare” disse tirando su con il naso.
“Johnny, ti prego, ti puoi fidare di me, ce la faremo” gli dissi prendendo il suo viso fra le mani, gli tolsi gli occhiali e gli asciugai gli occhi con un fazzoletto “Johnny, mi fa male vederti” lui si era avvicinato tanto al mio viso e io gli diedi un bacio, come per consolarlo.
“Come farei se non ci fossi tu?” mi disse lui abbozzando un sorriso.
“Non saprei” gli dissi sorridendogli e abbracciandolo.
“Jessica, sei la cosa più bella che mi potesse capitare” mi disse baciandomi.
“Allora ceniamo?” mi chiese.
“Sì, certo. Vado a preparare qualcosa” dissi sorridendo.
Non feci neanche in tempo a finire la frase che vidi Flynn che stava già mangiando delle patatine.
“Ma, Flynn, fai con calma, tranquillo eh” disse Johnny.
“Scusa, non volevo” disse scusandosi mille volte.
“No no dai tranquillo, stavo scherzando” disse Johnny ridendo. La sua risata mi riportava in vita.
“Sai ci ero cascato, non a caso sei un attore”
“Ehehe già”
Stavo preparando la pizza, la stavo impastando finchè ad un certo punto sentii delle mani che mi sfiorarono i fianchi e mi diede un bacio sul collo. Solo una persona poteva farlo.
Era Johnny. Il mio cuore aveva fatto una capriola. “Gioia, sai fare pure la pizza?”
“Ehe certo, non te l’ho detto? Sono di origini italiane” gli dissi ridendo.
“Ah ecco adesso l’ho notato.”
“Hey, gente a tavola, è pronto!” dissi richiamando i ragazzi.
Mangiammo la pizza che avevo fatto era davvero buona.
“Volevo cogliere l’occasione per dare il benvenuto officiale a Johnny” dissi mentre ero in piedi, sopra la sedia con un bicchiere di Prosecco in mano.
“Oh grazie gioia” mi disse baciandomi.
“Ma… per caso siete insieme?” chiese Ed ridendo.
“Ti sei accorto solo adesso?” dissero Flynn e Matt in coro.
“Ragazzi, cambiamo il nome della band visto che ci siamo no?” disse Ed.
“Sì, perché quello che ha messo Nate faceva cagare, io propongo ‘The Taste of Sound’” dissi.
“Solo da te potevo aspettarmelo, sempre il cibo in mezzo eh?” disse Flynn.
“Eh vabbè dai” gli dissi ridendo “inoltre vorrei anche aggiungere qualche canzone otaku”
“Otachè?” disse Josh.
“La musica otaku è la musica giapponese, è davvero bella, cosa ne pensate voi?” chiesi sorridendo a trentadue denti.
“Per me può andare” disse Johnny.
“Per me anche” fecero in coro Ed, Flynn e Josh.
“Bene, allora resta l’ultimo punto, dove faremo le prove?”
“Beh, venite qui no?” propose Johnny.
“Sì, mi piace” dissi.
“Allora, quando proveremo?” chiese Flynn.
“Facciamo domani pomeriggio?” disse Ed.
“Domani ho danza classica” dissi.
“Allora dopo domani” disse Josh.
“Perfetto allora facciamo alle tre qui” disse Johnny.
“Non vedo l’ora” dissi.
“A chi lo dici gioia” mi disse Johnny baciandomi dopo avermi accompagnata alla porta.

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Capitolo 6
*** 6.6 Capitolo 6 ***


POV Jessica
Mi alzai presto e incominciai una nuova giornata.
Feci colazione, doccia e mi per andare a scuola. Oggi sarebbe stata una bella giornata, avevo danza classica e moderna, non potevo desiderare di meglio.
Salutai le mie amiche e mi diressi in camerino, misi su i collant bianchi e i leggins dello stesso colore; il body rosa confetto, il tutù e per finire le punte dopo essermi fatta lo chignon.
Entrai in sala e incominciai la lezione.
Io cercavo di dare del mio meglio, ma non andò molo a genio alla mia insegnante.
Lei ce l’aveva sempre avuta con me, il perché non lo so.
“Dove hai preso quelle punte?” mi fece ad un tratto
“Le ho comprate, che dice lei?”
“Il colore non è quello che dicevo io”
“Capisco le avessi prese giallo evidenziatore, ma sono rosa confetto.”
“A me non va bene. Guarda le tue compagne hanno le punte rosa antico”
“Ma, è esattamente lo stesso colore” protestai
“No, non capisci la differenza fra questi due colori, sono diversi”
“Se intende per la marca, che una è meglio dell’altra, le dico ha ragione, ma sono della Gaynor Mainden, la stessa che chiedeva lei.”
“Vuoi continuare?”
“Ma io sto dicendo la verità” 'sì perché io sono stupida e non capisco la differenza fra due punte dello stesso colore e della stessa marca.'
“Continuiamo la lezione che è meglio” disse guardandomi storto.
Io avevo la coscienza perfettamente pulita, avevo detto la verità e non me ne ero pentita affatto.
Durante la lezione l’insegnante ci fece fare una coreografia che dovremmo aver portato all’audizione per entrare a far parte dell’operà di Parigi.
Era il mio sogno.
Stavamo facendo una pirouette, era difficile da fare con le punte, e lei pretendeva che sapessimo farla, così come per magia.
Io cercai di fare il mio meglio, ma niente, non le andava bene alla mia insegnante.
Ero scivolata.
“Vai fuori da questa sala” mi disse sgridandomi ancora
“Perché?”
“Sei caduta!”
“E allora? Io non sono l’unica che è caduta facendo la pirouette” cercai di difendermi.
“Nella nostra scuola, cerchiamo la perfezione, se non te ne sei accorta”
“Prima di uscire, io vorrei dire una cosa.
È vero che lei è un insegnante e mi deve riprendere se non faccio bene.
È vero anche che ho fatto degli enormi progressi rispetto a quando sono entrata quindi, due anni fa.
Ma si ricordi che la perfezione la puoi cercarla, ma non la potrai mai avere, quando si balla bene o male si sbaglia qualche passo.
E un’ultima cosa, siamo umani e sbagliamo, se lo ricordi” le dissi facendole un inchino in modo da prendere in giro un po’ le sue tecniche ferree.
“Ma come osi? Sei impertinente!”
“Sarò anche impertinente, ma dico cosa penso e le cose stanno così”
“Esci, da questa stanza, e non disturbarti per domani, puoi fare a meno di venire a lezione.”
“Va bene, arrivederci, non si preoccupi, l’audizione la passerò lo stesso, e le farò vedere che lei si sbaglia.
Ossequi signora Fitzwilliam” dissi andandomene, rifacendo l’inchino prendendola in giro.
Presi la mia roba dal camerino e me ne andai a casa.
Salii su per le scale di fretta e andai in camera e mi distesi sul letto.
Incominciai a piangere chiedendomi dove avevo sbagliato. Essere stata insultata in quel modo non era stato bello anzi, avevo risposto male e ne andavo fiera, essere giudicata sempre, farmi sentire diversa non era bello anzi.
Ad un certo punto il mio cellulare si mise a lampeggiare e comparve il suo nome.
Era Johnny

POV Johnny
-Ciao Jessica
-Ciao Johnny- mi disse in lacrime
-Cosa è successo?-le chiesipreoccupato
-No, niente, la mia insegnante mi ha sbattuto fuori da lezione, solo perché ho detto la verità su come stanno le cose, e poi si è lamentata su come ballo e sulle mie punte, non è giusto, riprendeva sempre me, anche le mie compagne cadevano quando ballavano, ma non le riprendeva mai, che ingiustizia. E poi ha detto che non capisco la differenza di due paia di punte che hanno lo stesso colore e la stessa marca- disse singhiozzando
-Stai scherzando?- le chiesi stupito
-No, sono seria, sulla danza. La danza è la mia vita, non posso rinunciare- disse piangendo ancora.
-Forse è ora che tu faccia qualcos’altro non credi?-
-Cosa?-
-Beh canti bene, vedrai che avremo successo-
-Dici davvero?-
-Certo, mai stato più serio di così piccola.-
-Se non ci fossi tu Johnny, non so cosa farei senza di te-
-Tu adesso sei libera?-
-Sì, sono a casa perché?-
-Ti vengo a trovare, posso?-
-Certo Johnny-
-Arrivo fra mezz’ora-
-Perfetto-
Staccai il telefono ero seriamente preoccupato per lei, prima di andare da lei, sarei andato in un bar a prendere alcune croissant così almeno le tiravo su un po’ il morale.
Bussai alla porta con il vassoio di croissants dietro la schiena, trovai la madre di Jessica.
Era un donna molto calorosa, era molto gentile con me.
Quando entrai notai che la casa aveva il tipico stile francese, un po’ romantico, era davvero bella, rispetto all’arredamento delle case americane.
“Salve potrei sapere dov’è Jessica?”
“È di sopra, in camera sua, è tutta oggi che è strana” disse sua madre preoccupata.
“Ah grazie” salii le scale ricoperte con la moquette e bussai la porta.
Vidi Jessica appoggiata al muro che piangeva mentre teneva strette le sue punte.
“Ehi, cos’hai?”
“Mi ha sbattuto fuori Johnny, non potrò più mettere piede in quella scuola” mi disse mentre la stavo abbracciando.
“Dai tranquilla, ci sono qua io non preoccuparti, ce la faremo, ti aiuterò a passare questo momento” le disse guardandola dolcemente.
“Oh Johnny sei davvero dolce” mi disse baciandomi mentre veniva protetta dalla mie braccia.
Ci scambiammo il nostro vero primo bacio, era davvero passionale, le sue labbra sapevano di fragola, ed erano carnose, il paradiso.
Il cuore mi batteva a mille. Mi sembrava di essere un ragazzino innamorato alle prese del primo bacio.
“Jessica, ti devo dire una cosa importante, io…”
“Tu?”
“Ti amo” le dissi ribaciandola
“Oh Johnny anche io ti amo e non poco” mi disse baciandomi spassionatamente, mettendoci tutto sé stesso.


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