A New Threat

di Ser Barbs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo__Risveglio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1_L'avvertimento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2_La ricerca ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3__Chi sei? ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4__Chi Siamo ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5__Riflessioni e Sogni ricorrenti ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6__Lasciateci Andare ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7_Ricordi sotto le stelle-Parte 1 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8__Ricordi sotto le stelle-Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo__Risveglio ***


Prologo__Risveglio
Aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno: mi trovavo in non so quale sperduta foresta, completamente sola, seduta per terra e con la schiena appoggiata ad un tronco.
Nonostante fosse buio pesto, riuscivo a distinguere i contorni e i colori come se la luce della luna piena fosse quella del Sole di mezzogiorno.
Cercai di ricordare come o perchè fossi finita lì ma era come se la mia mente fosse completamente vuota, come se la mia vita stesse iniziando in quel momento.
Non ricordavo nemmeno il mio nome.
Mi toccai la fronte con le mani e notai qualcosa: su entrambe le braccia avevo dei segni. All’inizio pensai che fosse un’illusione, ma poi guardai meglio e vidi una lunga e sinuosa coda che mi avvolgeva il braccio. Seguendola con la punta delle dita, arrivai alla spalla: la testa della creatura –un drago- era dettagliatamente disegnata di profilo; vidi poi che un’ala finiva sulla schiena, l’altra sul petto. La fissai per un po', dopo però mi alzai e cominciai a camminare senza una meta precisa.
Mi resi conto che, anche se quella era una fredda notte autunnale e io indossavo solo una canotta e un paio di pantaloni lunghi e aderenti, il freddo non mi disturbava.
Non ricordo per quanto tempo gironzolai ma ad un certo punto vidi uno specchio d’acqua: mi avvicinai e mi spruzzai il viso con l’acqua quando lo sguardo cadde sul riflesso. Mi riconobbi in esso, il viso era quello di sempre, le guance e il naso erano un pò arrossati per il freddo, gli occhi verde scuro, i capelli raccolti... ma la cosa strana erano le orecchie a punta, come quelle degli elfi delle fiabe.
Confusa più che mai, fissai con espressione vuota ciò che c’era davanti a me mentre le lacrime mi rigavano le guance.  Mentre singhiozzavo senza controllo sentii qualcosa di strano, come se qualcuno cercasse di parlarmi, di rassicurarmi. Mi guardai intorno, cercando di capire da dove provenisse quella voce.
Non temere.
“Chi ha parlato?” gridai. 
Stai tranquilla, non temere.
Continuavo a girare su me stessa, cercando di non abbassare la guardia. Poi mi fermai e fissaii la Luna piena come ipnotizzata dalla sua flebile luce.
Benvenuta piccola. “Chi mi sta parlando?” sussurrai. Hai ragione,non mi sono ancora presentato, disse la voce con una risatina. Io sono L’Uomo nella Luna e, mia cara, ti ho scelta per diventare uno spirito immortale, capace di controllare le forme di vita accanto a te, gli elementi e sarai in grado di mutare il tuo aspetto e di diventare simile agli animali e di assumerne le caratteristiche. Mentre ascoltavo ciò che mi diceva, annuivo distrattamente. Poi indicai i tatuaggi e chiesi: “E questi qui? Cosa significano?” Quei tatuaggi, spiegò, sono simbolo dei tuoi poteri. Si interruppe, poi disse : Dimenticavo che... devi conoscere qualcuno.
Mi girai e vidi un movimento non molto lontano da me: era una specie di cane che mi trotterellava incontro trascinando una cassa di legno scuro. Era davvero strano: il muso era lungo, gli occhi erano di un azzurro chiarissimo e il capo era sormontato da due orecchie lunghissime e dietro quello destro erano fissate in qualche modo due piume bianche dalla punta nera. La coda assomigliava a quella di un topo e terminava con un pennacchio color ruggine, lo stesso colore del petto, del ciuffo lungo che gli sormintava gli occhi, quelli ai lati della mandibola e di quello che gli cresceva come un pizzetto sotto il muso. Si avvicinò a me e io mi accovacciai e allungai una mano per accarezzarlo sulla testa.
Cominciai a ridacchiare vedendo come scodinzolava. “Ciao piccolino” mormorai “chissà come qual è il tuo nome...” Lui mi guardò e quasi caddi quando mi disse “Orelious. E tu, come ti chiami?” Rimasi scioccata a fissarlo e L’Uomo nella Luna disse Lui, Orelious, ti accompagnerà per il resto della tua vita. Come hai potuto notare, non è una creatura normale, ma è un mutaforma, capace anche lui di trasformarsi in ogni tipo di creatura vivente sia reale che immaginaria. Mentre Manny parlava, Orelious mi osservava attentamente con i suoi occhi azzurri. Ora, avvicinati a quella cassa. Aggirai Orelious, che mi seguiva con lo sguardo, e mi avvicinai a quella cassa scura. Curiosa, la aprii e rimasi sbigottita: all’interno infatti trovai una cintura fatta di cuoio, due spade nei rispettivi foderi, una nera e l’altra argentata. Le tolsi dai foderi e vidi delle scritte sulle lame di entrambe; quella nera diceva: Io sono Santrasa, l’incubo di tutti i miei nemici, e quella argentata: Halaka, portatrice di luce. Feci ruotare le due lame, scioccata, rendendomi conto che, anche se ero sicura di non aver mai toccato nessun tipo di arma, ero piuttosto brava ad usarle. Le rimisi nei foderi e usai dei legacci per attaccarle alla cintura. Nella cassa c’erano anche un lungo bastone di legno che terminava con una lama che sembrava fatta di cristallo verde, a forma di foglia e un grande arco di legno lavorato e una faretra con delle frecce con la coda nera.
Quelle ultime due armi le fissai ad una stiscia di cuoio che mi circondava il busto. Chiusi la cassa e mi girai verso la Luna, fissandola con un’espressione interrogativa. “E adesso che si fa?” pensai. Quasi immediatamente Manny mi rispose Ora, piccola, sei libera di andare. Sorrisi, guardai Orelious, e insieme ci incamminammo verso i confini della foresta.
Benvenuta... Serytia.
 


Angoletto dell'autrice!  
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction in assoluto e spero che anche se l'abbia scritta alle 11 di sera vi piaccia.  ^.^
Una piccola dedica: Grazie Nanni!  <3 per avermi sostenuta (dicendo che il testo non era da bruciare ;) ) e per avermi spinto a continuare. Se solo ripenso alla rincorsa in classe...  ;)
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1_L'avvertimento ***


Capitolo 1_L’avvertimento
Polo Nord
Nord camminava pel la sua fabbrica controllando attentamente il lavoro degli Yeti, anche se mancavano ancora 3 mesi a Natale.
Aveva appena pensato di rifugiarsi nel suo “ufficio” e terminare una scultura di ghiaccio, quando la sua attenzione fu catturata da degli elfi che gli tiravano i bordi dei pantaloni.
“Cosa volete ora?” chiese, leggermente irritato. I piccoli elfi cominciarono a  indicargli il globo, spostando lo sguardo impaurito dal viso del loro capo all’enorme struttura. Per accontentarli, andò verso la grande sfera luminosa, notando nulla di insolito.
“Visto, piccole teste a punta? Non c’è nulla di cui...” iniziò, ma le parole vennero meno quando vide qualcosa, qualcosa di scuro, nascondersi dalla sua vista. Sguainò le scimitarre e si avvicinò a quel punto, ma rimase deluso quando non vi trovò nulla. Poco dopo avvertì in movimento alle sue spalle e si voltò di scatto.
Impallidì quando vide quattro cumuli di sabbia nera agli angoli del globo che si fusero tra loro fino a formare due mani artigliate. Queste si richiusero velocemente sull’enorme sfera, frantumandosi al contatto con essa e spegnendo allo stesso tempo tutte le luci, che tornarono però a brillare qualche secondo dopo.
Nord rimase sbalordito: non credeva  a ciò che aveva visto. Si riscosse subito dopo: era il capo dei Guardiani dell’Infanzia e come tale doveva agire. Camminò a grandi passi verso il pannello di controllo, sbraitando ordini agli Yeti che si erano nascosti ovunque, e attivò l’Aurora Boreale. Aveva bisogno di confrontarsi con i suoi compagni Guardiani.
I primi ad arrivare furono Jack Frost, spirito dell’inverno e Guardiano del Divertimento e Calmoniglio, Guardiano della Speranza, mentre discutevano animatamente su chi avesse raggiunto prima il Polo Nord. Salutarono Nord  lanciandosi continuamente occhiate di sfida. Curiosi, chiesero il motivo del ritrovo, ma il Guardiano li zittì con un gesto della mano.
Sandy li raggiunse poco dopo: li salutò allegramente, si posizionò accanto al camino e cominciò a sonnecchiare. L’ultima arrivata fu Dentolina e come prima cosa volò verso Jack, mirando ai suoi denti, per poi  cominciare a dire alle sue fatine dove andare per raccogliere i denti caduti. Dopo qualche minuto  il silenziò calò sulla sala.
 Nord si schiarì la voce, attirando l’attenzione dei compagni, e cominciò: “Miei amici Guardiani...purtroppo la notizia che sto per darvi non è una delle migliori. I bambini sono nuovamente in pericolo. Pitch, l’Uomo Nero, è tornato.”
Gli altri spalancarono gli occhi sentendo il nome del Re degli Incubi.
Calmoniglio, appoggiato ad una parete, disse pensieroso:”Cosa è successo qui? Sembra che gli Yeti siano impazziti” disse, mentre giocherellava con il suo boomerang. Nord gli disse cosa era accaduto prima del loro arrivo e quando finì vide i suoi compagni fissare Sandy e ripensare a quando  combatterono l’ultima volta contro l’Uomo Nero.
 Dentolina mormorò: “Non credo che... sarà facile sconfiggerlo. Non ci avrebbe sfidati apertamente se non si fosse sentito più forte... rispetto all’ultima volta.” La fata guardò in basso, scuotendo la testa.
Lo sconforto e la paura cominciarono ad attanagliare i Guardiani in una morsa sempre più stretta. Poi notarono che la Luna aveva cominciato a splendere sempre più forte. E’ arrivato il momento, pensò Manny.
 Un raggio di luce investì il pavimento e da quel punto fuoriuscì un piedistallo con un grosso diamante incastonato al di sopra di esso. “Cosa sta succedendo?” chiese Jack, poggiandosi con noncuranza al suo bastone. “Manny” spiegò Nord “Sta scegliendo un nuovo Guardiano; forse  anche lui pensa che abbiamo bisogno di aiuto per sconfiggere Pitch.”
“Ti prego, fa che non sia la Marmotta, non la Marmotta...” sussurrava il Coniglietto di Pasqua. Sandy e Dentolina sembravano i più eccitati e impazienti, Nord guardava rapito il piedistallo e Jack lo fissava con un’espressione neutra.
Infine la luce trasmessa dalla gemma cambiò: un ologramma verde mostrava l’immagine di una ragazza con due tatuaggi a spirale sulle braccia, armata di due spade, un arco e un bastone e una specie di cane in piedi davanti a lei e con la coda che le circondava una gamba, intenti a scrutare ciò che c’era davanti a loro.
La sorpresa dei cinque si trasformò in perplessità: chi diamine era quella ragazza...e da dove saltava fuori? Nord si riscosse per primo: dovevano trovare soluzioni, e in fretta.
“Non sappiamo chi sia” disse “per questo dobbiamo agire con cautela. Jack, Sandy, voglio che partiate subito alla sua ricerca. Appena la trovate, addormentatela e disarmatela, poi portatela al Polo.” ”Non possiamo permetterci di correre rischi. ”
 
Angoletto dell’autrice
Ciao ragazzi! So ce ne ho messo di tempo per scrivere questo capitolo ma cercherò di essere più puntuale nel pubblicare i prossimi. La scuola mi distrugge. -.-‘
Ringrazio di cuore tutti quelli che recensicono, leggono o leggiucchiano ;D
Dedicuccia: Grazie Nanni (di nuovo): ormai dovrai leggere tutti i futuri capitoli e commentarli in anteprima (Visto che ti piace, credo non sarà un problema ;) <3 <3 )  ♬♪♩♫♬♪♩♫♬♪♩ Pace! ♬♪♩♫♬♪♩♫♬♪♩

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Capitolo 3
*** Capitolo 2_La ricerca ***


Capitolo 2_La ricerca
Jack POV
Ci eravamo messi alla ricerca di quei due da alcune ore ma non li avevamo ancora trovati. Per fare più in fretta , io e Sandy usavamo ogni tanto uno dei portali magici di Nord.
“Ehi Sandy” dissi, “sei veramente sicuro di non averli mai visti? Voglio dire, se ogni notte i tuoi sogni viaggiano in tutto il mondo, è possibile che non abbia mai notato nulla... di diverso? ”
Lui mi rispose  scrollando le spalle e scuotendo la testa.
Lo guardai di sottecchi, poi ripresi ad osservare la foresta che c’era sotto di noi.
L’autunno si stava lentamente facendo strada, dipingendo le foglie degli alberi di tanti colori: dal verde al giallognolo, dall’arancione al rosso e il sole, che aveva appena cominciato a tramontare li accentuava ancora di più, trasformando il bosco in un mare sconfinato fatto di foglie e tronchi.
Poco  dopo sentii delle voci venire dall’alto. Con un cenno, Sandy mi disse di seguirlo.
Li avevamo trovati.

Serytia POV
“Avanti lumacone!”
“Ehi! Lumacone a chi?!?”
“Proprio a te! Avanti, muovi quelle ali e seguirmi!”
Lo vidi dietro di me, roteare gli occhi, aprire il becco e stridere la sua gioia, per poi sorpassarmi. Ridendo, lo seguii a ruota: quella era una giornata perfetta per volare e in quel momento eravamo al di sopra delle nuvole, e lo spettacolo era a dir poco fantastico: sembrava che stessimo volando su enormi cumuli di cotone e il sole morente li dava mille sfumature.
Lo raggiunsi per poi richiudere a scatto le ali e cadere in picchiata. Il vento mi sferzava il viso mentre tagliavo l’aria a velocità impressionante, con le spade che tintinnavano nei foderi.
Aprii un occhio per vedere Orelious di fronte a me e a testa in giù, con gli angoli del becco piegati in una parvenza di sorriso. Richiusi l’occhio, inspirando a fondo.
Spiegai le ali, arrestando la caduta di colpo, giusto un attimo prima di cadere sulle cime degli alberi.
Sbattei le ali un paio di volte e iniziai a planare.  Atterrammo entrambi sullo stesso ramo; mi sedetti e appoggiai la testa al tronco, cercando di riprendere fiato e osservando il sole lanciare gli ultimi raggi di luce sulla foresta.
Orelious ruppe il silenzio, dicendo: “Perché quando voliamo non vuoi mai trasformarti completamente?”
Mi voltai a guardarlo: quando volava abbandonava momentaneamente la forma di canide per assumere quella di un imponente grifone.
“Non saprei cosa dire... credo che per me sia più comodo se mi faccio crescere solo le ali, almeno quando voliamo per divertirci.” risposi, muovendo leggermente le mie ali, facendole poi sparire. Volendo, avrei potuto anche fluttuare, ma dopo averci provato un paio di volte, smisi di farlo: non riuscivo a controllarmi e ogni tentativo finiva sempre con un rovinoso atterraggio.
Non disse più nulla, ma si trasformò in un cobra, strisciò verso di me e si attorcigliò intorno al mio collo, la testa girata verso il tramonto.
Gli unici rumori che sentivamo erano le foglie smosse dal vento, lo scricchiolio del legno e i versi degli animali che s’apprestavano a tornare nelle loro tane.
Mi accorsi che Orelious si era allontanato: era ritornato canide e annusava l’aria, alla ricerca di una traccia.
“Che c’è che non va?” chiesi.
“Non so... ho sentito qualcosa, ma continua a sfuggirmi... ” mi guardò negli occhi, poi disse: “Non muoverti da qui, torno subito.”
“Aspetta!” gridai, ma era già balzato via.
Gemetti: non mi andava di rimanere appollaiata lì per un ora, così scesi anch’io da lì e comincia a camminare, cercando di capire cosa avesse potuto turbarlo.
Mi appoggiai ad un albero, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente l’aria intrisa dell’odore della terra e del muschio.
Ma quando li riaprii, vidi qualcosa di strano. Stava piovendo... sabbia? Sulla mia faccia?
Provai a camminare, ma le gambe tremavano. Feci qualche passo e caddi all’indietro. Due mani mi bloccarono, impedendomi di cadere. Cercai di capire di chi fossero ma la mia vista si annebbiò e, un attimo dopo, svenni.

Jack POV
Dopo essermi accertato che si fosse addormentata, poggiai quella strana ragazza per terra.
Sandy cominciò subito a slacciare la cintura dove erano legate la spade e quella dove erano legati bastone, arco e faretra. Rimasi a fissare le armi, rapito, con la certezza che nessuno di noi sapesse combattere con un arsenale del genere.
Sandy mi tirò la manica e indicò più volte me e la ragazza, per farmi capire che l’avrei potata io. Poi creò una nuvola di sabbia  per trasportare le armi.
Mi ero  appena avvicinato a lei quando sentimmo un ringhio assordante alle nostre spalle.
Ci voltammo e vedemmo una specie di cane-lupo-volpe-qualcosa che continuava a spostare lo sguardo tra me e Sandy con le zanne snudate. Quando notò la ragazza che giaceva alle mie spalle si interruppe, con le lunghe orecchie al’indietro e un’espressione sgomenta, come se fosse stato un umano e non un... un semplice animale.
Si riscosse subito dopo e prese a latrare e ringhiare ancora più forte di prima.
Cominciò a correre: era a pochi passi da noi quando Sandy gli lanciò una sfera di sabbia sul muso, facendolo addormentare sul colpo.
Lo pungolai con il bastone, giusto per assicurarmi che fosse tranquillo, poi vidi Sandy che mi guardava con un sopracciglio alzato.
“Che c’è?” dissi, “Anche tu hai visto cosa ha fatto prima, no? ”
Alzò gli occhi al cielo e alcune immagini comparvero sulla sua testa, però non capì nulla e mi limitai a prendere la ragazza in braccio e poggiarle quel... coso... sul grembo. Nord aveva ordinato di portare anche lui.
Cominciammo a volare, dirigendoci verso il Polo e Sandy fluttuava davanti a me, guidando la nuvola che illuminava la zona intorno.
Spostai lo sguardo su quei due e notai che la ragazza stringeva forte a sé quella specie di cane. Rimasi a guardarli, mentre uno strano senso di  inquietudine mi invase e il palazzo di Nord apparve in lontananza sul canyon.
“Chissà che ci aspetta ora...” sussurrai.
 

Angoletto dell’autrice
Sssssaaalllvveeeeee!!! Avrei voluto pubblicarlo ieri, ma sono stata bloccata dal mal di testa...
Ringrazio di nuovo coloro che leggono o leggiucchiano :D
Un saluto a tutti, spero che anche questo capitolo vi piaccia!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3__Chi sei? ***


Capitolo 3__Chi sei?
“Ma quanto ci mettono?” borbottò Nord, camminando avanti e dietro davanti al globo.
Era preoccupato per Jack e Sandy: da parecchie ore erano andati alla ricerca dei due spiriti e non avevano ancora dato nessun segno.
Mentre Nord bofonchiava, Calmoniglio, appoggiato ad una parete, rifletteva e il fuoco del camino gettava strane ombre sul suo viso, facendolo sembrare più concentrato del solito.
Dentolina svolazzava qua e là parlando alle fatine e gettando ogni tanto lo sguardo fuori dalla finestra sperando di vederli tornare.
Ma dei Guardiani non c’era traccia.
Il silenzio della sala fu sostituito dalle esclamazioni di sollievo dei Guardiani quando un portale magico si aprì davanti a loro.
Il primo a comparire fu Sandy, seguiti dalla nuvoletta con le armi e infine da Jack, che poggiò delicatamente i due spiriti sul pavimento al centro della stanza.
“Raccontatemi cosa è successo.” disse subito Nord.
Sandy cominciò a spiegare usando delle immagini, ma Jack lo interruppe ridendo: “Forse è meglio che glielo spieghi io, piccoletto.”  Lo spirito del sonno incrociò le braccia e un po’ di sabbia gli uscì dalle orecchie.
“...stavo per prenderla quando quel... coso ci ha attaccati; Sandy l’ha reso inoffensivo e poi... siamo ripartiti.”
Tutti ascoltavano attentamente e quando Jack finì Dentolina disse:
“Cosa dovremmo fare ora?”
“Dobbiamo spiegarle la situazione e riferirle ciò che ci ha annunciato Manny.” rispose Nord.
“E se rifiutasse?” ipotizzò Calmoniglio.
“Sai che nessuno può sottrarsi alla volontà dell’Uomo nella Luna.” replicò il capo con fermezza.
“Non possiamo comunque obbligarla a...” la Fata si interruppe quando sentì dei rumori provenienti da dietro di lei.

Serytia POV
“Nuotavo in un lago circondato da alberi spogli; non vedevo Orelious da nessuna parte e decisi di immergermi. Cercai di farmi crescere le branchie per rimanere più tempo sott’acqua ma non ci riuscii. Persi il controllo e la paura mi invase: cominciai a dirigermi verso la superficie  ma qualcosa mi afferrò le gambe e iniziò a trascinarmi verso il fondo. Mi agitai, ma non servì a nulla. L’unica cosa che riuscii a distinguere in quell’oscurità furono due occhi gialli e un sorriso maligno...”
Aprii gli occhi di scatto: potevo ancora sentire le sensazioni che avevo provato nel sogno invadermi la testa.
Guardai in basso e vidi Orelious addormentato accanto a me, la sua coda intorno ad una gamba, testa e zampe anteriori sul mio petto  e la mia mano sulla sua schiena.
Diedi un’occhiata intorno e capii di essere stesa sul pavimento di una sala enorme, con tanto di camino, colonne decorate riccamente e un enorme globo illuminato da migliaia di lucine dorate.
Sentivo delle voci provenire da qualche parte davanti a me ma non capivo di chi fossero: sollevai il busto facendo cadere Orelious che si svegliò all’impatto, mi guardò irritato e disse: “Perché cavolo l’hai fatto?!?”
 “Zitto!” gli tappai il muso , ma era troppo tardi: cinque paia di occhi avevano cominciato a fissarci.
Dal gruppo si staccò quella che sembrava una fata: a vederla era molto bella e mi ricordava i colibrì che osservavo quando passavamo dall’America.
Mi allungò una piccola mano per aiutarmi ad alzarmi: la squadrai un altro po’, incerta, poi accettai l’aiuto.
Mi sorrise incoraggiante mentre mi faceva avvicinare agli altri.
Noi sapevamo chi erano, ma da come si comportavano loro capimmo che non avevano la più pallida idea di chi fossimo noi.
Quello al centro era Nord, il capo dei Guardiani; accanto a lui c’erano Calmoniglio, il coniglietto di Pasqua e protettore della speranza e Sandman, protettore dei sogni e il più anziano di tutti loro. Al mio fianco svolazzava Dentolina, la Fata dei denti e Guardiana dei ricordi, e l’ultimo rimasto era Jack Frost, Guardiano del divertimento e portatore dell’inverno.
Nord sorrise allegramente e disse: “Benvenuta ragazza! Spero che i miei due compagni ti abbiano trattato bene!” e indicò Jack e Sandman.
“Già, essere addormentati e portati qui al Polo Nord come sacchi di patate ci capita tutti i giorni” dissi sarcastica.
Orelious aveva condiviso con me i suoi ricordi e la situazione mi sembrava più chiara.
“Oh, bene, perché...” lo interruppi: “Perché siamo qui? Dove sono le mie armi? Cosa Sta Succedendo?!?” potevo anche estorcergli le informazioni telepaticamente se si fosse rifiutato.
Lui sembrò stupito dal mio comportamento me subito recuperò il sorriso e disse: “Come sai, è l’Uomo nella Luna che sceglie chi è degno di diventare Guardiano dell’infanzia; non molto tempo fa Pitch ci ha mandato un avvertimento... sai chi è Pitch, vero?”
“L’Uomo Nero? Certo, sappiamo chi è” risposi piano, guardando in basso, “I suoi incubi ci hanno attaccati un paio di volte.”
Dentolina sussultò. “Davvero?” chiese stupita.
Annuii; “La prima volta lui era con loro, e... ci propose di aiutarlo a sconfiggervi e ad iniziare una nuova Era Oscura. Quando rifiutammo, diede loro l’ordine di attaccarci; dopo un po’ se ne andò, anche se i suoi incubi continuarono ad combatterci. La seconda volta... ” fissai Sandman “...la seconda volta ci impedirono di aiutarvi quando tu fosti... ucciso.”
Questo lo fece sussultare leggermente e delle immagini di sabbia dorata gli comparvero sulla testa, e indicavano stupore e smarrimento.
Gli altri lo guardarono con espressione vacua ma io mi inginocchiai davanti a lui, allungai le mani e gli risposi nello stesso modo, usando però immagini di energia bianche con sfumature verde chiaro.
Lui sorrise raggiante, felice perché riuscivo a capirlo e fluttuò intorno a noi creando piccoli fuochi d’artificio.
Sorrisi anch’io e mi rialzai trovandomi faccia a faccia con Jack che arrossì lievemente quando i suoi occhi incontrarono i miei.
Feci finta di nulla e mi voltai verso Nord, che continuò a parlare ad un mio cenno.
“Come dicevo, Pitch ci ha avvisati di un imminente attacco: quando lui minaccia noi,” e indicò il gruppo, “minaccia anche loro” e indicò il globo.
Mi girai per osservare meglio quella strana struttura. “I bambini, uh?” borbottai.
“Eh quand’è che entriamo in gioco?” domandai.
Il suo sorriso si fece ancora più ampio quando disse: “Non lo hai ancora capito? Manny ti ha scelta per unirti a noi, ragazza! Benvenuta tra i Guardiani!”
Spalancai gli occhi; “Aspetta, cos-” mi interruppi vedendo giganti pelosi e piccoli elfi entrare nella sala ed ammassarsi attorno a noi, curiosi di scoprire chi fosse il “nuovo arrivato”.
Orelious, accanto a me, era sotto shock: aveva le orecchie all’indietro, apriva spasmodicamente la bocca e nella sua mente c’era una massa confusa di parole, ricordi, sensazioni, emozioni.
Due giganti diedero a Nord un grande libro che il Capo aprì con rispetto.
Dentolina e Sandy mi sorridevano raggianti, Calmoniglio alzò gli occhi al cielo con aria irritata e Jack, appogiato al bastone, mi osservava e sembrava dicesse “ti ci abituerai, so come ci si sente”.
Una strana sensazione cominciò a invadermi: diedi un colpettino ad Orelious, che capì al volo.
Cominciò ad emettere un cupo brontolio che presto si trasformò in un ruggito assordante quando si trasformò completamente: aveva assunto la forma di una creatura nera, ricoperta di squame,  più grande di un cavallo, di corporatura robusta, zampe forti ed agili, coda corta e testa di forma triangolare.
Notai con piacere che il trambusto di prima era finito e che i Guardiani ci osservavano con un certo timore.
Li guardai uno ad uno con aria di sfida; “Non conoscete neanche i nostri nomi e pretendete che ci uniamo a voi?” Mi girai verso la Luna: “Un piccolo avviso sarebbe stato d’aiuto, Manny...” mormorai.
“Cosa vi fa pensare che siamo come voi?”
Calmoniglio si avvicinò a noi, anche se era evidente che Orelious lo spaventava. “Ora ne ho piene le tasche di questa faccenda, ragazza. Manny ti ha scelta e NON puoi tirarti indietro: questo dovrebbe essere sufficiente.”
Lo fissai con aria truce: non mi andava di discutere con una palla di pelo troppo cresciuta.
Dentolina intervenne: “Non ti è mai capitato di... fare qualcosa... qualsiasi cosa... per i bambini?”, chiese nervosamente. In effetti...
“Certe volte allontanavo gli incubi dai bambini, quando li vedevo... o, quando qualcuno cominciava a non credere più in voi, gli facevo rivivere alcuni ricordi felici che vi riguardavano...” fissai Jack e sorrisi; “oppure, d’inverno, evito che si facciano male scivolando sul ghiaccio che lasci dappertutto.”
“Allora eri tu che lo scioglievi continuamente!”
“Già.”
Nord mi guardò sorridente, “Vedi ragazza, ciò che dici conferma la scelta di Manny. Ma, anche se per ora non vuoi unirti a noi, vorrai almeno aiutarci?”
Ci pensammo su: non sarebbe stato poi così male; dopotutto, non avevamo nulla da perdere.
“Accettiamo, ma-” non feci in tempo a finire che mi ritrovai stretta tra le braccia di Nord.
Quando mi liberò vidi Orelious, ritornato canide, che aveva sul muso una strana smorfia ed emetteva un buffo verso a singhiozzo,quello che per lui era una risata.
Il Capo dei Guardiani mi poggiò una mano sulla spalla: “Vieni con me, ragazza. Devo mostrarti una cosa.”
Annuii e tesi un braccio, dove Orelious si appollaiò come falco, e lo seguii.
“Comunque...” dissi, guardando dietro di me “il mio nome è Serytia...”
“...e il mio, Orelious.”
 
Angolo Autrice
Salve lettori! *si nasconde* Scusate per il fortissimo ritardo! Non sono proprio riuscita a scrivere i giorni prima le vacanze, la colpa è dei compiti ^.^’ Anywayssss... ringrazio di cuore chi legge la mia fanfiction :D Questo è il links dove troverete un'immagine di Serytia e Orelious P.S Questo è l'unico umano decente che sono riuscita a disegnare, e non esagero -.-' --> http://neraja.deviantart.com/art/Serytia-and-Orelious-421907015
mmmm... che manca? Ah, sì... Buon Natale EFP! :3

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Capitolo 5
*** Capitolo 4__Chi Siamo ***


Capitolo 4__Chi Siamo
Nord si voltò verso di noi, stupito dal fatto che Orelious parlasse e subito congedò i Guardiani, che si dileguarono dopo qualche secondo.
“Seguitemi” disse, riprendendo a camminare.
Camminammo fino ad arrivare ad una parte molto affollata del palazzo: la fabbrica.
Non avevamo mai visto nulla di simile neanche tra le costruzioni degli umani: centinaia di Yeti costruivano giocattoli di ogni forma, colore e misura mentre gli elfi cercavano di dare il loro contributo presentando i loro simili addobbati come alberi di Natale.
Camminavamo lentamente, fermandoci ogni tanto per osservare meglio il loro lavoro; Nord ci incitava a seguirlo, aprendoci la strada tra tutto quell’allegro caos.
Orelious si avvicinò trotterellando a Nord: “E’ sempre tutto così... disordinato?” chiese.
Il Capo gli sorrise: “Certo: costruire giocattoli per tutti bambini che credono non è cosa semplice, per questo non smettiamo mai di lavorare.”
Dopo poco, ci trovammo davanti ad una massiccia porta di legno. Nord l’aprì e ci fece degno di entrare con un cenno incoraggiante.
Avanzammo di qualche passo, ritrovandoci al centro di una stanza circondata da scaffali e piena di cubi di ghiaccio integri o mezzi scolpiti sparsi un po’ dappertutto.
Rimasi ad osservare, colpita, mentre Orelious si trasformò in un colibrì e cominciò a volare freneticamente intorno alla stanza.
Nord ci guardò soddisfatto: “Funziona sempre” mormorò.
Camminò verso una libreria, afferrò qualcosa e si sedette davanti alla sua scrivania, invitando anche me a fare lo stesso.
Orelious spiccò un balzo, trasformandosi a mezz’aria in un gatto selvatico, e atterrò silenziosamente sul ripiano levigato, la coda lunga e arruffata che si muoveva lentamente per bilanciare il peso.
“Allora...” iniziò titubante Nord, “...tu sai qual è il tuo centro Serytia?”
Sbattei gli occhi un paio di volte, confusa:”Emh... il mio cosa?”
“Come immaginavo” disse, abbandonandosi sullo schienale.
“Guarda qui-Tu mi vedi così, giusto?” Mi mostrò quello che aveva tra le mani, una matriosca che lo raffigurava. “Molto grande, che incute timore?” ridacchiò leggermente.
“Prova a conoscermi un po’ meglio, và avanti.” Me la porse gentilmente.
La afferrai e la aprii con cautela: all’interno c’era un altro piccolo Nord.
“Sei anche... allegro?” dissi piano.
“Ah, ma non solo!” esclamò; “Sono anche misterioso, e impavido, e premuroso. Ed il mio centro...”
Mise l’ultima matriosca nella mia mano; “C’è un bambino con... grandi occhi?” mormorò Orelious incerto.
“Esatto!” disse trionfante, poggiandogli una mano sulla schiena.
Trasalimmo: nessuno, a parte me, aveva mai osato toccarlo. Neanche LUI...
Non di nuovo, pensai con gli occhi lucidi.
Mi riscossi appena in tempo, Nord non mi aveva visto.
“Occhi grandi, molto GRANDI, perché pieni di meraviglia! E’ questo il mio centro. Da quando Uomo nella Luna mi ha scelto il mio compito è stato proteggere meraviglia che è in bambini.”
“Ora” mi fissò dolcemente “hai idea di quale può essere tuo?”
Fissai negli occhi Orelious per qualche minuto, poi scrollai le spalle.
“Allora raccontatemi vostra storia-vostri poteri, vostra nascita, cosa avete fatto in vostra vita.”
Cominciai a parlare:”Siamo nati entrambi in una foresta, privi dei ricordi di una vita passata” Nord mi fissava con dolcezza e pazienza; “La nostra nascita è stata l’unica occasione in cui Manny ci ha parlato: ci rivelò i nostri nomi e ci disse quali fossero i nostri poteri.”
“Ovvero?”
“Orelious può trasformarsi in qualsiasi creatura, reale e immaginaria; io posso fare lo stesso e... posso controllare tutti gli elementi a mio piacimento.”
“In che senso... tutti gli elementi?” chiese perplesso.
“Sono in grado di controllare il fuoco, il fulmine, la terra, l’acqua, il vento... anche il metallo e il veleno, se mi va.” Pensai un po’; “Siamo anche telepati-questa abilità la uso spesso per comunicare con gli animali.”
Gli raccontai del nostro incontro con Pitch, dei viaggi che avevamo fatto intorno al mondo, degli esperimenti con i nostri poteri, di quando avevamo allontanato gli incubi di Pitch dai bambini...
“Ma... bambini possono vedervi?” chiese Nord.
“No.” risposi semplicemente.
“E... non vi dà fastidio? Non cercate di fare qualcos’altro per essere visti?”
“A dire il vero, non ci importa molto.” disse Orelious.
Se Nord era stupito non lo diede a vedere.
“Devo dire che... siete soggetti molto particolari: ottimi combattenti, molto potenti e per questo controllati, coraggiosi, amate viaggiare... non saprei da dove cominciare per vostro centro.” Sorrise lievemente.
“Per oggi può bastare; elfi vi guideranno in vostra camera: lì troverete tue armi.” Gli sorrisi riconoscente.
Stavo per aprire la porta quando chiese: “Ultima cosa: da quanto tempo vivete come spiriti?”
Mi voltai per rispondere: “Sedici anni.” Nord annuii. “Potete andare ora.”
Appena varcammo la soglia ci investì un vento gelido: il mio pensiero corse per un attimo a Jack, ma mi riscossi quando un paio di elfi cominciarono a tirarmi i bordi dei pantaloni.

Jack POV
Non appena la porta dello studio si chiuse, volai velocemente fino lì e accostai l’orecchio: sapevo che Nord non ci avrebbe riferito neanche la metà di quello che gli avrebbe detto Serytia.
Le stava parlando del centro che tutti i Guardiani dovevano avere: fin qui niente di nuovo, anche se con lei stava usando un tono più dolce.
Ascoltai curioso tutta la loro storia, notando che mentre parlava dei viaggi recenti la voce le traballava leggermente, come se volesse... piangere.
Rimasi senza parole quando dissero che non li importava essere visti dai bambini, ma ormai dovevo andarmene.
Mi bloccai quando Nord le chiese da quanto tempo vivessero.
La sentì dire:“Sedici anni.”
Volai verso l’alto velocemente, non mi importava di lasciare una scia di ghiaccio dietro di me.
Con gli occhi lucidi guardai la Luna: Perché a lei non importa?
Perché lei sedici anni e io... trecento?
 
Angolo Autrice
Guys I’m back! Wow, quasi un mese... O.O Scusate tanto, ma la scuola in questo periodo è molto pesante...
Spero che vi piaccia e che... magari... lasciate una piccola recensioncina... di qualsiasi tipo, ne sarei felice ^.^
P.S. Nanni, mi merito il Crucio. Sono pronta u.u

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Capitolo 6
*** Capitolo 5__Riflessioni e Sogni ricorrenti ***


Capitolo 5__Riflessioni e Sogni ricorrenti
Gli elfi ci condussero verso il piano più alto del palazzo: il corridoio seguiva una linea semicircolare, una parte offriva una vista fantastica del globo e della fabbrica, dall’altra parte c’erano circa una decina di porte e alcune erano contrassegnate da dei simboli.
Sulla prima c’erano le scritte “Buono” e “Cattivo”, sull’altra un paio di uova colorate, poi il contorno di una fatina color acquamarina e magenta, sulla quarta spire dorate partivano dall’angolo in alto a sinistra e si diradavano fino alla maniglia e un fiocco di neve spiccava candido in contrasto con il legno scuro della quinta.
Gli elfi fecero segno di fermarci: uno Yeti ci superò e si avvicinò alla sesta porta, fissandoci una riproduzione identica ai miei tatuaggi, per poi aprirla.
Li ringraziai sorridendo, entrai e la chiusi velocemente.
La stanza era molto grande: sul pavimento c’era un morbido tappeto verde, nel camino alla mia destra c’erano alcuni pezzi di legno pronti per essere accesi, dal soffitto pendeva un immenso candelabro d’argento, a sinistra c’era un semplice tavolino con una brocca ed una bacinella, uno specchio e uno sgabello. Sul morbido letto erano poggiate con ordine tutte le armi: il fodero di Halaka rifletteva il bagliore della Luna che entrava dalla finestra, che dava una vista mozzafiato del canyon e della foresta vicina.
Ero frastornata, e mentre lo sguardo si spostava ovunque cercavo di pensare: nella nostra vita la nostra casa erano sempre state le  sconfinate foreste, illuminate dal Sole, Luna e miriadi di stelle, dove rincorrevamo il corso di fiumi e ruscelli, dove gli animali vivevano indisturbati e ci accettavano come membri dei loro branchi.
Anche Orelious la pensava allo stesso modo, lo sentivo. Si avvicinò al camino e si voltò verso di me.
“Potresti...?” accennò al camino con la testa.
Agitai il polso e il fuoco cominciò a scoppiettare allegramente.
“Grazie.” Si stese davanti al fuoco con la testa tra le zampe e le orecchie all’indietro.
Mi sedetti accanto a lui; il suo sguardo si posava sulle fiamme danzanti senza prestarci molta attenzione.
“Che.. pensi della situazione?” Chiesi dopo un po’.
“Penso che il caro Manny l’abbia fatta proprio grossa stavolta!” ringhiò furiosamente. Si trasformò in una tigre e cominciò a ripercorrere la stanza a lunghi passi.
Questo mi sorprese: dei due, lui era il più controllato. Invece in quel momento nella sua testa dominavano rabbia, frustrazione e disagio.
“Non voglio essere un pupazzo nelle loro mani” ;il muso era basso mentre camminava, “tutto questo non fa per noi, lo sai benissimo.”
“Prima cosa: loro non decidono nulla, eseguono solo i suoi ordini; secondo: lamentarsi non serve a niente.” gli dissi severamente. “Troviamo Pitch, lo sconfiggiamo e il gioco è fatto, ce ne andiamo.”
Mi guardò negli occhi; “Non vuoi unirti a loro?”
“Tu cosa credi?” mi voltai verso il fuoco, le ginocchia strette al petto. “Non ci penso nemmeno. Non mi importa quello che diranno o faranno, dovesse venire Manny al Polo, non accetterò mai.”
“Il nostro posto è altrove, con i nostri fratelli.”
Si trasformò e si sedette accanto a me; feci assumere alle fiamme forme diverse: un branco di lupi che correva, una cascata, un serpente acciambellato, qualche fiore, una stella...
Mi alzai e con uno schiocco delle dita lo spensi. spostai le armi dal letto al muro accanto al camino.
Mi coprii con il piumone; “Tu non vieni?”
Con uno sbuffo si alzò, mi raggiunse e saltò sul letto Coprii anche lui e lo abbracciai come fanno i bambini con il loro orsacchiotto preferito.
“’Notte Ser-Ser.”
“Buonanotte, cucciolotto.”
Lo sentì ridacchiare e subito dopo si addormentò.
Io cercavo di non chiudere gli occhi. Ero stanca, ma avevo paura di rivederlo. Di rivivere tutto quello che era successo. Non potevo farcela da sola.
Guardai di sfuggita la finestra: la Luna splendeva come non mai.
Mi dispiace Manny, pensai, non possiamo farlo. Lo sai.
Subito dopo, le mie palpebre si chiusero: prima di sognare, sentii una voce.
Questo lo vedremo.
- - - - - - - - - - - - - - - - - -
“Scappate! Scappate! Ce la farò, ma dovete andarvene!” gridò qualcuno.
“Non possiamo lasciarti qui!” Mi riconobbi, tremavo e le lacrime mi inondavano il viso.
“NO! Ascoltami!” Il ragazzo mi prese per un braccio. “Dovete andarvene, capito? Siete in pericolo. Non potete rimanere qui un minuto di più.”
“Vieni con noi. Per favore. Non lasciarci soli.” Poggiai la mia mano sulla sua e lo guardai negli occhi, che brillavano di un rosso intenso.
Si avvicinò, mi prese la testa fra le mani e mi baciò la fronte.
“Mi dispiace.” sussurrò.
Tutto si fece confuso: Orelious si era trasformato in umano e mi trascinava via, dove lo avevo lasciato vedevo ogni tanto lampi di luce accecante, acuti nitriti si diffondevano in tutta l’area circostante.
Un urlo di dolore.
La risata di Pitch.
Orelious cercava di farmi correre: più volte sfuggii dalla sua stretta, ma riusciva sempre a riprendermi.
“Serytia, NO! CORRI, CORRI, AVANTI! SERYTIA! Serytia... Serytia... Serytia...”
- - - - - - - - - - - - -
“Emh... Serytia?” Jack bussò con più forza. “Serytia, svegliati!”
“Che... che scè?” risposi stancamente.
“Svegliati, aspettiamo solo te!”
“Va bene, va bene, arriviamo... ” Mi stiracchiai, poi scossi Orelious.
“Ehi... svegliati.” Mugolò leggermente.
“Avanti pigrone, apri gli occhi!”
Per tutta risposta rotolò giù dal letto, cadendo pesantemente sulla schiena. “’ngiorno...” farfugliò.
“Buongiorno anche a te.” Cercai di riordinare il letto senza successo e andai verso il tavolino.
Mi riscossi appena l’acqua ghiacciata mi toccò il viso: lo asciugai e tentai di riordinare i capelli con le mani. Cercavo di non pensare al sogno.
“L’hai visto di nuovo, vero?” chiese Orelious.
Mi irrigidii, poi sospirai rassegnata: “Non posso nasconderti nulla, eh?”
“Lo prendo per un sì.” Mi guardò negli occhi; “Vuoi.. parlarne?”
“No.”
Scosse la testa; “Come preferisci... raggiungiamo gli altri, dai.”
 
Fantasticoso Angolo Autrice (O.o?)
Ok, non so perché ma sono stranamentissimamente euforica yeaaaaaaahhh anche se domani ho due interrogazioni dovrei ripetere non mi importa mi sveglio alle sei ora ho fame mangio ^.^
Anyways, ho diviso un capitolo in due e questa è la prima parte ehm... di “passaggio”...
Jack sta sempre in mezzo (fan, non uccidete una vostra sorella),  Orelious è un tenero peluchoso coccolo (ok sto fangirlizzando troppo), e Ser-Ser ci ha mostrato una parte del suo passato (che la rende estremamente depressa)—ok allontanatemi dalla tastiera, sto delirando :3
Ringrazio chi leggiucchia, legge e recensisce (il prologo ha superato 310 visite! Grazie! :D)
Un saluto speciale <3
-Ser-Ser

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Capitolo 7
*** Capitolo 6__Lasciateci Andare ***


Capitolo 6__Lasciateci Andare
Aprii la porta, trovandomi davanti Jack appoggiato alla ringhiera e che giocherellava con il bastone.
Mi sorrise: “Buongiorno.”
“Emh... ciao.” Arrossii un po’ e sperai che non se ne fosse accorto.
Cos’è successo alla mia vecchia e insensibile guerriera? Mi disse Orelious ironico.
Ah, chiudi il becco!
“Avanti, seguitemi.”
Arrivammo davanti ad una porta non lontana dalla sala del globo; Jack ci superò sorridendo ed entrò trascinandomi per un braccio.
Nella stanza c’erano Nord, Calmoniglio e Sandy seduti attorno ad una tavola imbandita.
L’Omino del Sonno mi sorrise felice e si avvicinò a noi, prendendomi per mano e indicandomi la sedia vuota accanto a lui.
Mi sedetti e Orelious, trasformatosi in un topo, salì sul tavolo fissandoli con i piccoli occhi scuri.
“Dov’è Dentolina?” Chiese.
Nord impallidì leggermente; “Emh... Dentolina... ci raggiunge... più tardi. Ora è piuttosto impegnata.”
Alzai un sopracciglio. Una scusa migliore no, eh?
Gli altri chiacchieravano mentre io presi qualche frutto e iniziai a mangiare lentamente. Se chiudevo gli occhi potevo immaginare di essere a casa, ad osservare il sole morente sul ramo più alto della vecchia quercia...
“Tutto bene, ragazza?” La voce di Calmoniglio mi riportò alla realtà.
“Sì, stavo solo... pensando. Non preoccupatevi.”
Tutti presero a fissarmi: per fortuna la porta si spalancò ed entrò Dentolina, seguita da una decina di fatine.
“Ciao a tutti!” disse sorridendo. Il suo sguardo si posò su di noi per qualche secondo.
“Nord, possiamo parlare? In privato.”
“Certamente.”
Rimanemmo soli: gli altri ripresero a parlare come se nulla fosse.
Dovremmo chiedere a Nord di uscire per un po’. Voglio sgranchirmi le ali.
Già... anzi, qui ci sono molte montagne: potremmo esercitarci con la picchiata...
... presa ad artiglio e decollo, concluse lui.
Oppure potremmo fare una corsa sugli alberi: qua vicino c’è una foresta.
Stavamo ancora parlando quando qualcuno mi toccò la spalla: Sandy mi stava indicando la porta.
Uscimmo sentendoci gli occhi di tutti addosso, anche quando uno yeti bianco ci guidò verso lo studio di Nord.
Bussai: il Capo in persona aprì la porta, mi spinse dentro con una strana fretta, poi si guardò intorno e chiuse la porta.
“Siediti” mi ordinò, il viso più bianco del solito.
Dentolina, accanto alla scrivania, mi sorrise anche se per molto poco. Le fatine che l’accompagnavano non c’erano più.
L’atmosfera si fece pesante. I due Guardiani non davano segno di volerci parlare.
Orelious dopo qualche minuto si trasformò e sbottò: “Allora, che cosa succede?”
Nord guardò negli occhi il leone nero davanti a lui, poi sospirò.
“Dentolina vi spiegherà tutto.”
La fata del dentino indugiava: sembrava non sapesse da dove iniziare.
Infine disse:”Credo che Nord vi abbia spiegato la questione del Centro, vero?”. Annuì a se stessa.; “E forse sapete che prima di essere scelti dall’Uomo nella Luna, tutti noi avevamo una vita... normale... eravamo esseri umani.
“Nel mio palazzo io e le mie fatine custodiamo i dentini che contengono i ricordi dei bambini sparsi in tutto il mondo: sono stati proprio i suoi ricordi che hanno permesso a Jack di scoprire quale fosse il suo Centro.
“Proprio per questo ieri Nord mi ha chiesto di cercare i tuoi dentini e mostrarti i tuoi ricordi, ma...” Si interruppe.
“Ma cosa?” Capii che qualcosa non andava, e iniziai a spaventarmi.
“Ecco... i tuoi ricordi... non c’erano.”
Quelle parole sussurrate paurosamente ci investirono con violenza. Mi aggrappai così forte alla sedia che le nocche diventarono bianche.
Orelious aveva un’aria impassibile, ma aveva sfoderato gli artigli e chiuso la mente: non riuscivo a sentire quello che provava.
“E che cosa vuol dire?” mormorai. I Guardiani guardavano verso il basso.
“CHE COSA VUOL DIRE?!?” Urlai, scattando in piedi e avvicinandomi alla scrivania.
Dentolina mi guardò terrorizzata e indietreggiò; “I-io non... io non lo so...”
Accecata dalla rabbia, spalancai la porta e corsi in camera, presi le armi con me e andai verso il globo, seguita a ruota da Orelious.
Perché avevi chiuso la mente? gli chiesi fredda.
Le mie emozioni erano molto forti. Avresti scatenato un uragano nello studio.
Ci dirigemmo a passo veloce verso l’uscita del palazzo quando un buco spuntò dal pavimento: Calmoniglio ne uscì poco dopo.
“Dove pensate di andare?”, chiese con aria ostile, i boomerang nelle zampe.
Orelious si era ritrasformato nell’ibrido nero del giorno prima e le creste attorno alla testa vibravano minacciose.
“Questo non ti riguarda, Aster. Ora spostati.”
Subito fummo raggiunti dagli altri che ci circondarono: notai che erano in posizione d’attacco, pronti a scattare-solo Jack sembrava il più preoccupato e il bastone penzolava insicuro da una mano.
“Serytia...” Mi voltai di scatto verso Dentolina. “So che... per te è uno shock e... difficile da accettare, ma... cerca di calmarti. Troveremo una soluzione.” Sorrise debolmente, ma i suoi occhi riflettevano la paura che provava nei nostri confronti in quel momento.
Sguainai lentamente le spade e puntai Halaka nella sua direzione, la rabbia mi investì di nuovo.
“Tu. Non. Sai. Nulla.” dissi piano. “Non sai chi siamo, non sai cosa abbiamo vissuto, visto in questi anni!” Mi ritrovai a gridare. “Non avete idea di chi avete a che fare.
“Ora, se non volete che sfogandomi distrugga il palazzo, spostatevi e lasciateci uscire.”
“Non puoi andare là fuori, ragazza: Pitch potrebbe approfittarne.” disse Nord.
“Non avete nessuna autorità su di noi, se non ve lo ricordate.” risposi ironica. “Siamo più forti di quanto sembri. Non vi conviene sottovalutarci, Guardiani.”
Abbassai le spade e mi incamminai verso la porta.
Avevo appena superato Calmoniglio quando sentì uno spostamento d’aria e un gemito soffocato.
Mi voltai per capire cosa fosse successo: Orelious si era trasformato in quello che sembrava un lupo mannaro, ma le braccia erano lunghe e sottili,dai gomiti partivano un paio di sporgenze allungate e al posto delle dita c’erano tre robusti artigli neri. Il pelo era di un grigio-azzurrino ed era più folto all’attaccatura del collo e al basso ventre.
Aveva afferrato una zampa del Guardiano e gliela stava torcendo; sul pavimento c’era il suo boomerang.
Dentolina volò un po’ più avanti ma Orelious la fulminò con lo sguardo, facendola indietreggiare impaurita.
“In tutti questi anni non hai imparato che è scorretto attaccare alle spalle, Aster?” disse con voce calma.
Il Pooka lo fissava ostile; “Ragazza, dì al tuo coso di lasciarmi andare.”
Rizzai le orecchie: Orelious...
Lui non mi ascoltò, rafforzò la presa e gli ringhiò in pieno muso, i Guardiani erano pietrificati.
Io non sono il suo coso, disse a tutti telepaticamente, sono suo amico, sono come un fratello per lei, il suo compagno di vita. Non molto diverso da te, Pooka.
Con quello lo lasciò andare, si voltò e mi raggiunse.
Calmoniglio recuperò il boomerang e si lanciò all’attacco quando avevamo ormai raggiunto la porta: con la coda dell’occhio notai che anche gli altri correvano nella nostra direzione.
Non ne potei più: aprii la mente e quando toccai le loro li attaccai: si bloccarono e caddero per terra con la testa fra le mani.
Continuai, intensificando la presenza di quella lama nella loro mente man mano che il tempo passava.
Quando li lasciai andare, mi resi conto di quello che avevo fatto.
“I-io non... v-volevo... i-io...” balbettai confusa.
Quando toccai di novo le loro menti cercarono di difendersi; I-io non volevo farvi del male... mi dispiace.
Guardandoli, iniziai a piangere: lacrime di tristezza, incomprensione e rabbia repressa mi sferzavano il viso mentre volavo via dal palazzo di Nord con Orelious, mentre l’innocente domanda di Jack mi rimbombava in testa: Cosa ti abbiamo fatto, Ser-Ser?
 
Assonnato Angolo... Autrice...
Ho battuto il mio record personale di pubblicazione... evviva. *cerca di non addormentarsi sulla tastiera.*
Un paio di cosucce prima di addormentarmi: come sempre, spero che il capitolo vi piaccia, un ringraziamento a chi legge, leggiucchia e recensisce... e per favore, ditemi che ne pensate dell’immagine. Il disegno l’ho fatto io ^.^ (So proud of myself :3 ) (Altra parentesi: quindi ditemi se vi piace, se vi fa schifo o se mi devo buttare giù dal balcone. O.O)
A Nanni: Zolletta, grazie per il sostegno; senza di te il capitolo rimarrebbe in angoli remoti della mia mente, schiacciato dal latino&Co. e la presenza di altri svaghi. Per non dimenticarci dei libri di HP e HG. E della ninna. u.u
A BlackWolf97:Grazie mille per avermi spiegato come impostare l’immagine: senza di te mi sarei senz’altro persa. Grazie Grazie Grazie.
Che Sandy sia sempre con voi, ragazzi.
Ser-Ser va a dormire.
Ciao :3 <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 7_Ricordi sotto le stelle-Parte 1 ***


Capitolo 7__Ricordi sotto le stelle-Parte 1

Jack POV
Se ne era andata. Serytia era scappata. E Orelious con lei.
Quando aveva toccato la mia mente con la sua ero stato travolto dalla sua rabbia e frustrazione, provate verso di sé e noi.
Aveva sussurrato qualche parola di scusa, timorosa della nostra reazione, spalancato un paio di ali brune e spiccato il volo con un Orelious-aquila accanto a lei.
Ci rialzammo doloranti dopo qualche minuto: Sandy cadde un paio di volte nel tentativo e Dentolina si appoggiò alla spalla di Nord.
Calmoniglio guardava il pavimento con espressione indecifrabile, un po’ lontano da noi.
Camminai furioso verso di lui: “Perché gli hai attaccati, eh?” Levai un pugno ma Sandy mi bloccò in tempo.
Lui mi guardò truce ma non disse niente.
“Ti dà fastidio essere messo nel sacco da dei ragazzini?”
“Sta zitto Frost!” sbottò, uova alle zampe.
“No! Grazie a te gli unici che potevano aiutarci a sconfiggere quel bastardo di Pitch se ne sono andati e forse non li rivedremo tanto presto! Sei un totale idiota!”
Mi liberai da Sandy con uno strattone; “Vado a cercarli.” ringhiai.
“Jack, aspet-” Le parole di Dentolina furono sostituite dal soffiare furioso del vento del nord.
Perché lo sto facendo? la conosco appena... Poteva sembrare sicura e determinata, ma la sua mente mi aveva mostrato l’esatto contrario. Era successo qualcosa non molto tempo prima che l’aveva completamente sconvolta.
Fissai l’orizzonte e con un potente scatto mi lanciai verso esso.
La aiuterò... a tornare quella di prima.

POV Neutro
Erano passate alcune ore da quando lo Spirito dell’Inverno era uscito a cercare Serytia e Orelious; gli altri lo aspettavano ansiosi nella Sala del Globo.
L’enorme porta si spalancò e Jack li raggiunse lentamente con aria delusa; “Ho cercato dappertutto: montagne, mari, città, foreste, valli, tundre, ghiacciai... si sono... volatilizzati. Non so che altro fare.”
Rivolsero tutti lo sguardo verso la Luna, che non sembrava voler dare nemmeno un piccolo indizio su dove fossero i due spiriti.
Le orecchie del Pooka cominciarono a muoversi a scatti: aveva sentito un rumore simile...al raschiare di un oggetto appuntito sul vetro.
“Che accidenti è quella roba?!?” Esclamò, mentre per poco non cadeva all’indietro.
Gli altri raggiunsero con lo sguardo il punto che aveva indicato e notarono qualcosa di bianco che li fissava da una delle finestre vicino al soffitto.
Jack la raggiunse volando e la aprì: un uccello entrò e si gettò in picchiata verso il pavimento; atterrò con grazia e fece un gesto simile ad un inchino.
I Guardiani guardavano straniti quell’imponente uccello grande quasi quanto Jack, con un becco rapace nero in contrasto con il candore del soffice piumaggio e le piume caudali divise in tre lunghi fasci, in modo da assomigliare ad uno strascico.
Orelious? Pensò Jack. No, non è possibile, non si sarebbe mai “inchinato” a noi. E poi il suo colore di base è nero...
“Iliàn. E’ un piacere rivederti.” Disse Nord con un sorriso che celava di poco la sua preoccupazione, rompendo il silenzio.
“Anche io ne sono felice Nord, anche se avrei preferito farlo in situazioni migliori.”
Evviva, un altro animale parlante. Dovrò farci l’abitudine.
“Che notizie mi porti?”
“Un messaggio da parte di Arvur, Nicholas.” Iliàn slacciò con il becco i fili che tenevano legati un sacchetto azzurro chiaro alla sua zampa e glielo porse.
“E’ importante, quindi è meglio che lo ascoltiate subito.” disse seria. “Non posso trattenermi oltre. Buona fortuna.” Detto ciò si alzò in volo dirigendosi verso la finestra che si chiuse da sola quando lasciò il palazzo.
Tutti si avvicinarono curiosi al Capo per osservare meglio il contenuto del sacchetto: era uno zaffiro con sfumature fucsia, a forma di falce.
Questo iniziò a illuminarsi e a fluttuare al centro del gruppo, infiammandosi subito dopo, emanando una tenera luce azzurrina.
Sembrava che il fuoco fatuo li stesse osservando intensamente. “I miei più sentiti saluti, Guardiani.” Le Leggende sussultarono: a parlare era stata una voce femminile.
“Con questo messaggio volevo riferirvi due cose: la prima, è che Serytia e Orelious sono qui con noi e fortunatamente non hanno subito nessun attacco durante il viaggio. Torneranno al Polo tra alcuni giorni.
“Secondo, mi hanno riferito TUTTO quello che è successo.” Il fuoco fatuo avvampò improvvisamente. “Aster! Un Guardiano, rivolgersi in quel modo a due giovani spiriti! Non sei un cucciolo alle prime armi! Sai benissimo come controllarti, mentre loro no! Sono come due bombe ad orologeria, pronte a scoppiare in ogni momento, specialmente con quello che Pitch ci fatto! Siamo tutti estremamente delusi dal tuo comportamento.”
Mentre “parlava” il fuoco avanzava pericolosamente verso Calmoniglio, che indietreggiava leggermente impaurito.
“Spero che questo vi sia di ammonimento, e di incontrarvi presto.” concluse con voce fredda.
La fiamma si dissolse, emanando un po’ di fumo.
Il Pooka scosse la testa per riprendersi dallo shock: quando realizzò ciò che era successo la sua espressione diventò furiosa, sbatté violentemente una zampa per terra e sparì nel buco, lasciando sul pavimento delle petunie.
 
Qualche giorno dopo

Jack POV
Non sapevo perché, ma quel giorno ero particolarmente inquieto. Ero tornato da Nord dopo essere stato un po’ sulle Alpi a osservare degli scalatori-lanciandogli contro qualche palla di neve, perché no?- e a riflettere.
Chissà chi è Arvur... e a chi si riferiva con quel “noi”?
Creai una palla di neve e la rigirai tra le mani mentre camminavo verso il globo.
E poi, Nord non sembrava confuso, neanche quando si era trovato davanti quella specie di aquila bianca parlante. Devono conoscersi da parecchio, dato che l’ha chiamato Nicholas. Scossi la testa. Okay, siamo spiriti, Guardiani e cose del genere, ma-
“Jack! Ragazzo mio!” Guardai Nord camminare verso di me sorridendo.
Sospirai; Il Capo sa, ma non parla, sapessi perché.
Posò una mano sulla mia spalla: “Potresti aiutare Yeti, laggiù? Qualche problema nell’incartare...”
“Certo.” Un po’ di lavoro manuale mi avrebbe distratto.
---
Era passata... qualche ora, forse? incartando e infiocchettando un pacchetto dopo l’altro quando il portone si aprì di botto. Allungai il collo per vedere Serytia e Orelious entrare nel palazzo.
Lanciai con malagrazia il pacchetto che avevo in mano colpendo in pieno uno Yeti, e mi avvicinai sorridendo come un bambino. Quando però notai Nord, mi nascosi velocemente dietro una colonna, preso alla sprovvista.
Sbirciai oltre la colonna: Orelious aveva le orecchie basse, Ser-Ser parlava piano, le braccia dietro la schiena: sembrava una bambina che aspettava la punizione da parte dei genitori, anche se vedere che la bambina in questione era armata fino ai denti faceva uno strano effetto.
Nord la ascoltò con un’espressione serena per poi afferrarla  per le spalle e farla scomparire per qualche secondo in un forte abbraccio.
Scambiarono ancora qualche parola per poi dirigersi verso le camere.
Prima di aprire la porta si girò verso il mio nascondiglio e sorrise debolmente, con gli occhi stranamente lucidi. Io girai la testa, iniziando ad arrossire.
Prima di camminare via gettai uno sguardo verso la Luna e sorrisi, stranamente felice.  Sì... le parlerò stanotte.
---
Era molto tardi, chissà se era ancora sveglia.
Volai verso le stanze guardando in basso; il palazzo era strano di notte: l’unica fonte di luce era il globo, nessun rumore assordante, qualche Yeti che camminava verso le cucine in cerca di latte e biscotti...
Mi avvicinai alla sua porta e bussai timidamente.
“Ehm... Ser-Ser?” sussurrai.
“Serytia, ci sei? Voglio solo parlare.”
Silenzio.
“Ti prego, apri la porta!”
Non feci in tempo a riprendere fiato che sentii la voce di Orelious rimbombare nella mia testa.
Cosa vuoi a quest’ora, Jack?  Chiese con voce stanca, e un po’ irritata.
“Err... come... voglio dire, come fai a...?” balbettai, preso alla sprovvista.
Lo sentii sbuffare. Stai facendo troppo rumore. Pensa a quello che vuoi dirmi, basterà.
Okay, ma tu... come-
Siamo telepati. Eri per caso distratto mentre Ser-Ser lo raccontava a Nord?
Sobbalzai. Oh cavolo. Come lo sai?
Ho un udito molto acuto. E avevo la mente aperta.
Non sei arrabbiato?
Un altro sbuffo. Ascoltami Frost. Un’altra domanda del genere e ritorno a dormire.
Scusa, scusa. Ecco... i-io... iniziai imbarazzato.
Vuoi parlare con Serytia.
Amico, inizi a spaventarmi.
Emise un risolino. Mi sto divertendo a farlo, sai? Serytia è sul tetto. In qualche modo prese il completo controllo della mia testa, facendomi voltare e osservare un punto preciso dove una finestra era aperta. Non credo che sarà difficile trovarla.
Sorrisi. Grazie Orelious.
Ma lui era già andato via.
---
 
Sbirciai fuori: era davanti a me e mi dava le spalle.
Iniziai a camminare lentamente cercando di non far rumore, senza molto successo.
“Come mai sei qui, Jack?”
Sobbalzai al suono della sua voce, ma mi avvicinai ancora di più.
“I-io... volevo solo parlare con te. Tutto qui.”
“Vieni pure.”
Mi sedetti accanto a lei a gambe incrociate. “Perché sei venuta quassù?”
“Per osservare le stelle. Tu conosci i loro nomi?”
Scrollai le spalle. “A dire il vero, no. E neanche le costellazioni. Ci ho provato in questi anni, ma i nomi che gli umani le hanno dato mi confondono.”
Annuì. “Guarda.” Allungò un braccio e indicò un punto. “Quelli sono il Grande Carro e il Piccolo Carro.”
“Sembrano la Grande e Piccola Padella.”
Scosse la testa, sorridendo. E’ l’identica cosa che pensai quando me lo insegnò. Pensò.
“Quella è Sirius, la più luminosa del cielo. Quelle sono Elthanin e Thuban, formano la testa del Drago; quella è Betelgeuse, mentre quella è Riegel. Sembrano l’uno l’opposto dell’altra per via del colore.”
Io annuivo, spostando ogni tanto lo sguardo su di lei, di nascosto: aveva l’aria serena, felice forse di avere qualcun’altro a parte Orelious con cui parlare liberamente.
“...poi lì c’è Bellatrix, e più su la Cintura di Orione.”
Smise di parlare all’improvviso, lasciando spazio a un silenzio un po’ imbarazzante.
“Ascolta... io... volevo scusarmi con te.” dissi dopo qualche minuto.
Lei si girò di scatto: “E per che cosa?”
 Mi strinsi nelle spalle; “Non lo so: la strana accoglienza, tutto che va di fretta, quello che il Canguro vi ha detto, cose del genere.”
Lei sorrise debolmente: “Non devi scusarti di nulla. Sono io che mi considero una stupida per come ho reagito... comunque, credo che un giorno o l’altro io e Calmoniglio dobbiamo fare una lunga chiacchierata.”
“Anche io ho fatto quasi le stesse cose l’anno scorso.” dissi disinvolto.
Alzò un sopracciglio, divertita; “Davvero?”
“Certamente. Sono o non sono il fantastico Jack Frost, dopotutto? ”
Rise, i capelli le cadevano sul viso, nascondendone la maggior parte.
“Volevo chiederti” ripresi dopo un po’, il tono leggero; “dove siete stati questi giorni? E chi ci ha mandato quel messaggio?”
Lei si irrigidì, e io iniziai a pentirmi di averle fatto quelle domande. Poi iniziò a fissarmi e io mi sentii stranamente indifeso sotto il suo sguardo indagatore.
“Sì...” mormorò; “credo di potermi fidare.” Si girò completamente verso di me.
“Jack, quello che sto per dirti è estremamente importante e NON devi riferirlo agli altri se non in casi di estrema necessità, anche se da quello che ho capito Nord sa già tutto.”
Annuii; “Certo.”
“Bene.
Jack, sai quanti spiriti esistono? A cosa sono collegati?”
Strana domanda.
“Beh, siamo tutti collegati a un elemento naturale –prendi me, ad esempio: io sono il Portatore dell’Inverno- oppure ad una storia, o una leggenda –per esempio Jack O’ Lantern-.”
“Tutto qui? Quanti altri ne esistono?”
“Per quello che so, sono un gruppo abbastanza ridotto, per garantire una specie di... equilibrio, almeno credo. Se ce ne fossero tanti penso che entrerebbero in conflitto tra loro, ecco perché veniamo creati in determinati momenti.”
“Prendiamo te come esempio: Jack Frost, Guardiano del Divertimento, Portatore dell’Inverno, conosciuto in tutto il mondo, circolano molte storie sul tuo conto. Ma su di noi?”
Aggrottai la fronte, infastidito. “Tu e Orelious siete spiriti molto recenti. Sappi che le leggende sul nostro conto non nascono di punto in bianco. Io ho dovuto aspettare trecento anni prima che qualcuno potesse vedermi. E da quello che ho capito, voi due non fate molto per esporvi ai bambini, cosa che per un futuro Guardiano dovrebbe essere necessario, e-”
Alzò una mano. “Non intendevo questo.”
“E allora-”
“Rifletti Jack!” I suoi occhi diventarono più luminosi. “Così come tu controlli il ghiaccio, non hai mai pensato che ci fosse un... che ne so? spirito dell’acqua? dell’aria? del fulmine?”
Mi stava confondendo. “Okay, dove vuoi arrivare?”
“Jack, non siamo soli. A parte noi, là fuori, ci sono altri Spiriti estremamente potenti. I Guardiani Elementali.”
 
Angolino dell’autrice 
Hey hey hey! Come va?
Finalmeeenteeee ho finito questo faticoso capitolo pieno di dialoghi di fronte ai quali ho avuto un sacco di “blocchi di ispirazione” (spero di conseguenza che non vi faccia schifo quello che  la mia mente ha tirato fuori ^_^’)
Appena tornata dalla fantastica Gita in Sicilia <3 (durante la quale non ho dormito PER NIENTE), mi sento gasatissima :D per qualche motivo a me sconosciuto... (ノ⊙_⊙)ノ┻━┻
Un paio di cosucce; primo: perchè quando si chiude il buco spuntano delle petunie? Perchè sono i fiori che rappresentano la rabbia;
secondo: non so se l’avete notato, ma Iliàn è un nome che ho “preso in prestito” dal vocabolario elfico del Ciclo dell’Eredità di Christopher Paolini (Che io AMO) e che ho leggermente modificato per far intendere quale fosse la pronuncia (dal mio punto di vista) P.S.: Vi avviso che userò altri nomi presi da Eragon nel/nei prossimo/i capitolo/i, modificati e “integri”.
Okay, i soliti convenevoli: spero con tutto il mio cuore Tassorosso che  anche questo capitulo u.u vi piaccia, e che recensiate. Anche per dirmi esplicitamente di bruciare il quaderno degli appunti sul fornello del gas O.o
Vaaaa bene. Ancora grazie, e detto questo... vado a spaccarmi di Tartarughe Ninja (Alle undici di sera? Sì, perchè... io possooooo):D :) :3
A presto!
Serytia :3

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Capitolo 9
*** Capitolo 8__Ricordi sotto le stelle-Parte 2 ***


Capitolo 8__Ricordi sotto le stelle-Parte 2

“Jack, non siamo soli. A parte noi, là fuori, ci sono altri Spiriti estremamente potenti. I Guardiani Elementali.”
Era seduta davanti a me, a gambe incrociate, aspettando una mia qualsiasi reazione.
Altri... Guardiani. Guardiani Elementali.  Mi toccai la fronte, confuso. La conosco da poco più di tre giorni e ho già visto e sentito di tutto.
“Aspetta un momento...” mormorai, “Io non ne ho mai visto o incontrato uno in questi anni, e non ho mai sentito gli umani parlarne.”
Rifletté un po’; “E’ molto raro per noi incontrarli, per ragioni che non mi hanno mai spiegato.” Sorrise leggermente; “Mi ricordo che ho dovuto seguirne uno di nascosto per circa tre mesi prima di parlargli.
” Per quanto riguarda gli umani, ti sbagli. Esistono ancora delle tribù nomadi in alcune parti del mondo che credono nell’esistenza di spiriti collegati alla natura. E’ interessante il fatto che li abbiano distinti riconoscendo solo tracce della loro aura...” disse con aria sognante.
Annuii distrattamente, poi sobbalzai: “Ma... io controllo il ghiaccio... questo significa che sono uno di loro?” chiesi titubante.
“No. Come Guardiana del ghiaccio c’è Blauen.” Fece una smorfia.
“Non ti piace?”
“No, non è per quello. Anzi, io e lei abbiamo un legame molto forte ma è da parecchio tempo che non si presenta al Santuario. E Rackein me ne dà tutta la colpa.” mormorò arrabbiata, e notai i canini snudati e un paio di orecchie appuntite abbassate.
Rimasi a guardarla incantato per qualche secondo; “E-e chi è-è R-rackein?” riuscii a balbettare alla fine.
“Guardiana del veleno. Mi detesta, e io contraccambio con enorme piacere.”
“Quanti sono?”
“Poco più di una dozzina, contando anche me e Orelious.”
“Posso chiederti come li hai incontrati?”
Lei annuì: “Io e Orelious vivevamo da circa un anno quando, seguendo Gladius di nascosto, giungemmo al Santuario. Nessuno a parte loro può accedervi, per questo rimasero imbambolati a guardarci per cinque minuti quando ci videro gironzolare in lungo e in largo.
Dopo però ci circondarono, convinti che fossimo una minaccia, e ci attaccarono. Riuscimmo a tenergli testa per poco, e ne furono sorpresi. Notarono il nostro potenziale, si assicurarono che non avessimo cattive intenzioni, e dopo un mese ci accettarono nel gruppo per iniziare un rigido allenamento.”
“Allenamento per cosa?” chiesi curioso.
“Durante il mio primo anno di vita i miei poteri erano molto instabili. Se sollevavo una mano troppo bruscamente potevo lanciare un fulmine, quando correvo lasciavo pozze d’acqua alle mie spalle, se mentre dormivo toccavo per terra venivo circondata da piccoli spuntoni di roccia. Ho reso l’idea?”
“Certo.” Non sapevo se ammirarla o temerla per quello che poteva fare.
Lei sorrise rassicurante; “Non devi preoccuparti, ora ne ho il pieno controllo.
 Devi solo starmi alla larga quando sono arrabbiata. Avete visto tutti cosa succede quando non sono in me.” Concluse seria.
“Come dicevo, iniziarono ad allenarmi seguendo uno... schema preciso: un anno, un elemento, un Guardiano; solo durante il primo anno Arvur mi ha addestrata all’uso delle armi e del combattimento corpo a corpo.”
“E’ stata lei a mandarci quel messaggio, vero?”
“Sì. Lei è il comandate degli Elementali perché è la più anziana, e riesce a controllare due elementi.”
“Ma tu puoi controllarli tutti: questo non ti rende automaticamente il loro Capo?”
“Sandman è il più antico e il più potente tra tutti voi? Eppure lui non è il vostro Capo.” rispose serenamente. “Inoltre,  non accetterei mai di comandare sugli Elementali. E’ una responsabilità troppo grande.”
Continuò a raccontare, e ogni tanto la interrompevo curioso, per farle qualche domanda.
“Dai dodici ai tredici anni Isdar mi ha addestrata al controllo del fuoco, elemento sfuggente, estremamente potente e pericoloso, per questo andavamo sempre nei deserti durante le sessioni d’allenamento. E’ stata davvero dura, ma sono soddisfatta dei risultati.” alzò la mano destra all’altezza del viso, e poco dopo prese fuoco.
Io sussultai sorpreso, e feci per toccarlo ma lei mi bloccò. “Non ti conviene farlo: non è fatuo, ti bruceresti.”
La agitò e il fuoco si spense, poi si incupì.
“L’ultimo è stato Gladius. Guardiano dell’energia e Protettore del cielo.”
Iniziò a tremare e capii che qualcosa non andava.
“Ser-Ser? Cosa c’è?” Continuava a guardare in basso, quindi le sollevai delicatamente i viso, scoprendo che piangeva.
“Ho trascorso due anni con lui, impegnandomi nell’addestramento, viaggiando per il mondo, e-e...” Fece un respiro profondo. “Gli volevo bene. Fu lui a proporre ad Arvur di accettarmi come Guardiana. Era come un fratello maggiore, in tutto e per tutto. Quando partiva per le sue missioni era come se... una parte di me si allontanasse. Quando tornava lo costringevo a passare giornate intere solo con noi. ” Sorrise, ma solo per poco. “Poi quel maledetto bastardo... me lo ha portato via.”
Strinse i pugni, e io vidi che erano attraversati da piccole scariche elettriche.
Oh, al diavolo! La afferrai per le spalle e la strinsi in un abbraccio. “Non devi continuare, se non vuoi...” mormorai.
Lei si allontanò dopo qualche minuto, stringendomi delicatamente una mano come per assicurarsi che fossi reale. “I-io... scusami, non volevo che mi vedessi in queste condizioni. Fa ancora male a pensarci, certe volte sogno cosa è successo...
“Non so perché l’abbia fatto. Perché abbia colpito lui e non noi. Forse per vendetta. Forse per indebolirmi. O forse per semplice divertimento. Poteva solo... stordirlo, ferirlo e inseguirci...”
Le strinsi la mano, frustrato: non avevo idea di cosa fosse successo e non sapevo come aiutarla in quel momento.
Due orecchie a punta si rizzarono tra i capelli; alzò il viso e mi guardò negli occhi con espressione dura, indecifrabile. “Allora ti aiuterò a capire.”
“Cos-“
Tutto diventò buio.
Che sta succedendo? pensai allarmato.
La sua risposta rimbombò intorno a me; Ti mostrerò cosa accadde, così capirai.
Subito dopo fui travolto da quelli che evidentemente erano i suoi ricordi.
In uno si allenava duramente con quella che doveva essere Arvur: una donna con i lunghi capelli castani striati di bianco raccolti ai lati, limpidi occhi fucsia e una figura che emanava una forte aura di potere e autorevolezza; Serytia non riusciva a colpirla e ringhiava per la frustrazione.
In un altro nuotava sott’acqua accanto ad una ragazzina tredicenne-Arget probabilmente- che cercava di allontanarla creando deboli correnti.
Evocazione di colonne di roccia con Zuruc.
Manipolazione delle ombre con Saorni.
Un forte litigio con Rackein.
Una finta zuffa con Rajastr, che finisce con un capitombolo.
Nadine che borbotta qualcosa simile a un “più attenta” mentre le fascia la spalla destra.
Infine eccolo. Gladius. Accidenti, mi assomiglia parecchio.
“...e quella è Unukalhai, la testa del Serpente.” diceva a Serytia, seduta a gambe incrociate accanto a lui.
“Bene, credo che per stanotte abbiamo finito.”
Si sedette anche lui, poi strinse il pugno destro: quando riaprì la mano una sfera di luce bianca si sollevò sulle loro teste, illuminando la zona circostante emettendo un debole ronzio.
“Glad, sto cercando di pensare, e il ronzio non aiuta. Spegni quel coso.” disse Orelious, appollaiato su un albero vicino in forma di gufo reale.
Il Guardiano assunse un’espressione divertita: “Siamo nervosetti stasera?”
Per tutta risposta Orelious lanciò un forte stridio nella sua direzione, per poi volare via.
“Ser-Ser, digli qualcosa!”, disse lui con fare scherzoso.
Lei abbassò le orecchie; “E’ mai possibile che un Elementale cinque centenario si comporti come un ragazzino? Certe volte mi chiedo se non sia Kveykva il maggiore tra voi due.”
Lui aggrottò la fronte e la abbracciò da seduto, sbilanciandola.
“Vuoi dirmi che succede?” mormorò dolcemente.
Lei si irrigidì, poi sospirò: “Abbiamo... litigato con Rackein.”
“Cosa è successo stavolta?” disse rassegnato.
“Ci detesta, ecco che succede!” gridò arrabbiata, alzandosi.
“Deve sempre, non lo so... Voi non sarete mai Elementali, se siete ancora qui dovete ringraziare Arvur, non vi meritate tutti gli sforzi che facciamo per voi...” ; cominciò a singhiozzare; “ Lei... lei non... non è NESSUNO per giudicarci! Cosa le abbiamo fatto?”
Gladius si alzò e la strinse a sé, cullandola dolcemente. “Ho riflettuto su quello che mi ha detto in tutti questi anni, e mi spaventa. I-io non sono un Elementale, perché mi ha creata l’Uomo nella Luna. Non sono una Guardiana dell’Infanzia, perché non sento di avere un legame speciale con i bambini, e le uniche volte in cui ho allontanato quegli Incubi è stato per puro caso. Non appartengo a niente e... a-a nessuno.” Affondò ancora di più il viso nel suo incavo del collo.
“Kakhana'ō āmi manē kari āmarā dūrē yētē habē nā.”*
A quelle strane parole il Guardiano impallidì e la afferrò per le spalle, guardandola con un’espressione dura ma al contempo dolce e insicura.
“Guardami.”
Lei alzò il viso, tremando per la violenza delle emozioni che era costretta a reprimere.
“Ēmanaki ēṭā āmāra manē haẏa nā**. Sei la persona che ho più cara tra tutti noi. E... non voglio perderti.” Le mormorò, poggiando la fronte sulla sua.
Lei arrossì violentemente e rizzò le orecchie, sorpresa.
“N-non sapevo parlassi il bengalese anche tu.” mormorò dopo un po’ con un sorriso sbilenco.
Lui si strinse nelle spalle; “Beh, in cinquecento anni...”
Le diede una pacca sulla spalla; “Purtroppo Rackein è così, tende sempre a vedere il peggio di ogni situazione.” Andò verso una roccia poco distante e raccolse una pesante cintura di cuoio dove erano agganciati due pugnali con lama seghettata, e la indossò.
“Non preoccupatevi, dopo qualche secolo ci farete l’abitudine. ” disse sorridendo.
“Si è fatto tardi, dobbiamo andare.”
Subito dopo Orelious piombò tra di loro, rotolando un paio di volte prima di trasformarsi in una tigre e artigliare il terreno per fermarsi.
“Dobbiamo... dobbiamo andarcene! ORA!” Ruggì, ansimando per la fatica.
“Troppo tardi.” Pitch camminò verso di loro con al suo fianco un centinaio di Incubi Purosangue.
“Pitch.” Disse Gladius calmo, estraendo lentamente i pugnali; “A cosa dobbiamo questa visita?”
“Oh, non c’è bisogno di ricorrere alle maniere forti, Gladius. Almeno, non adesso.” concluse sorridendo maliziosamente.
“Ho solo un... conto in sospeso... con loro due.” Spiegò, indicando Serytia e Orelious in posizione d’attacco di fronte a lui.
Entrambi fecero per avanzare ma Gladius li bloccò. Sono troppi, non ce la possiamo fare.
Provare non costa nulla. Rispose testarda, mostrando con un ghigno i canini allungati.
Siamo circondati. Pensò mentre gli occhi scarlatti scrutavano le eventuali vie d’uscita. Non ce la faremmo mai. Lo spazio è troppo ristretto per un eventuale contrattacco, vie di fuga completamente bloccate... Il Guardiano si concentrò. Non può essere... pensò sgomento.
“Noto con piacere che te ne sei accorto.” Disse Pitch avanzando verso di loro.
Cosa succede Glad?
“Oh, ho solo bloccato ogni via di comunicazione, così da potervi parlare senza spiacevoli interruzioni.” Rispose con non curanza l’Uomo Nero.
“Sono passati quattordici anni dall’ultima volta che ci siamo visti, vero giovani spiriti? E quattordici anni fa vi ho posto una domanda, anche se la vostra risposta non è stata quella che speravo. Adesso, vi do la possibilità di ripensarci.” Sorrise, convinto di averli in pugno; “Cosa ne dite? Unitevi a me... e ogni segreto sul controllo degli elementi vi sarà svelato. Unitevi a me, e i bambini crederanno finalmente in voi. Unitevi a me, e scoprite a cosa siete destinati.”
Serytia e Orelious si guardarono negli occhi, indecisi.
Sai che lo dice solo per convincerci a passare dalla sua parte. Non dobbiamo credergli. Non dobbiamo diventare come lui. Se accetteremo, tutto quello che abbiamo imparato in questi anni verrà buttato via.
Credi che non lo sappia? rispose lei, spazientita.
Scopriremo tutto quando sarà il momento. Ma non succederà se passeremo dalla sua parte.
Fecero entrambi un passo lontano da lui. “E in quattordici anni i nostri pensieri non sono cambiati.” Disse Serytia con tono di sfida.
L’Uomo Nero scosse la testa, sorridendo; “In questo caso, allora...”  Centinaia di Incubi li circondarono.
Restatemi vicino.
Uno di loro si lanciò all’attacco, ma sbatté violentemente contro una cupola di energia creata dall’Elementale.
Pitch aggrottò leggermente la fronte, e più Incubi alla volta cominciarono ad attaccare la cupola con ritmo irregolare.
Gladius era in piedi, le braccia rivolte verso l’alto, gli occhi chiusi, l’espressione concentrata.
I due giovani spiriti osservavano, senza sapere cosa fare, l’orda di Incubi che si abbatteva sullo scudo.
Che possiamo fare? Chiese Orelious poggiando entrambe le zampe anteriori sulla superficie della cupola. Siamo in un vicolo cieco...
 In quel momento una crepa si formò sulla parte superiore della cupola e Gladius aprì gli occhi, sorpreso.
Di questo passo li cattureranno, e non possiamo permettercelo...
L’Elementale abbassò le braccia e si voltò verso di loro, guardandoli con un’espressione rassegnata.
“La cupola non resisterà ancora per molto;” mormorò; “aprirò un varco per qualche secondo, così riuscirete a scappare.”
“Cosa intendi con riuscirete?”  Chiese Serytia, sospettosa.
“Gladius, tu verrai con noi, vero?
Il Guardiano strinse i pugni per qualche secondo e guardò in basso, indeciso su cosa risponderle.
“Gladius.”
L’Elementale sospirò; “Il varco permetterà solo a voi di passare al di fuori della cupola. Io cercherò di raggiungervi non appena possibile.”
“Ma gli Incubi ci correranno dietro non appena-”
“No. Creerò una barriera che impedirà loro di inoltrarsi nella foresta.”
“Non devi sacrificarti per noi. Trasformati e andiamo via.” Propose Serytia, ormai in preda al panico.
“Questi cosi sanno volare; ci raggiungerebbero e allora tu ti trasformerai per aiutarmi anche se in quella forma sei estremamente instabile.” spiegò lui di getto.
“Devi venire con noi!” Gridò Orelious, frustrato.
Gladius lo guardò truce, e alzò una mano; “Fuggite. ADESSO.”
“Scappate! Scappate! Ce la farò, ma dovete andarvene!” gridò quando vide che non avevano intenzione di scappare.
“Non possiamo lasciarti qui!” Urlò Serytia di rimando, con le lacrime che scendevano copiose sulle guance.
“NO! Ascoltami!” Gladius l’afferrò per un braccio. “Dovete andarvene, capito? Siete in pericolo. Non potete rimanere qui un minuto di più.”
“Vieni con noi. Per favore. Non lasciarci soli.” Serytia posò la sua mano su quella dell’Elementale e lo guardò negli occhi, che brillavano di un rosso intenso.
Gladius si avvicinò a lei, le prese dolcemente la testa fra le mani e le baciò la fronte.
“Mi dispiace.” sussurrò.
Orelious, trasformatosi in un ragazzo, la trascinò al di fuori della cupola tenendola per un braccio.
Corsero verso i confini del bosco, sobbalzando ad ogni esplosione causata dai potenti attacchi dell’Elementale.
Poco dopo, un grido di dolore squarciò l’aria, seguito dalla risata di Pitch.
I due Spiriti rallentarono la loro corsa: Orelious nascose il viso in entrambe le mani, respirando profondamente nel tentativo di placare i pochi singhiozzi.
Serytia, lo sguardo rivolto al cielo, ruggì, mentre le lacrime scendevano sulle guance dalle palpebre chiuse - un verso feroce, assordante, che racchiudeva il dolore della perdita di un fratello, la rabbia per essere stata incapace di proteggerlo, e la promessa di vendetta verso chi aveva osato attaccare lei e chi le era vicino.
“Andiamo ad avvertire il Consiglio.” Le disse Orelious, la voce indebolita dai singhiozzi repressi.
“V-voglio tornare indietro.” rispose lei.
“Non possiamo. Avanti, andiamo.” La incitò lui, cominciando a correre.
Serytia si ribellò alcune volte prima di rassegnarsi e seguirlo...
Aprii gli occhi, afferrai il bastone e scattai in piedi vedendo Serytia seduta a gambe incrociate davanti a me, con gli occhi chiusi.
“Ora capisci” mormorò “perché ho reagito in quel modo. Sia io che Orelious non ci siamo del tutto ripresi dalla perdita, ed entrambi vogliamo vendicarci di Pitch. Non sono proprio queste le motivazioni che spingono dei Guardiani ad agire, o sbaglio?” concluse, guardandomi negli occhi.
Non seppi che rispondere, e rimasi in silenzio.
“Ritornammo al Santuario” continuò con voce atona, “raccontammo tutto ad Arvur, in privato. Poi lei lo disse agli altri. Organizzammo una celebrazione funebre pari a quelle degli Antichi...” sospirò stancamente; “Qualche giorno dopo Kveykva scatenò una potente tempesta di fulmini per sfogarsi, compromettendo l’equilibrio naturale delle cose... fummo costretti a tramortirlo per fermarlo... e Blauen sparì dalla circolazione subito dopo. Da allora viviamo girovagando per il mondo, tornando al Santuario in casi di emergenza. ”
Si alzò in piedi, si avvicinò a me e mi abbracciò stretto.
“Grazie... per avermi ascoltata.” Mormorò nella mia spalla, arrossendo leggermente.
Ricambiai l’abbraccio, stringendola piano.
Ci dirigemmo verso la finestra aperta per ritornare nelle camere; “Magari...” dissi, attirando la sua attenzione; “le Leggende sarebbero felici di accogliere un nuovo membro in famiglia.”
Sussultò e abbassò lo sguardo, indecisa su che rispondere; poi mi guardò sorridendo debolmente.
“Provare non costa nulla.”
 
Angolo Autrice
Aspettate un attimo! *si mette la benda sugli occhi* Ora potete sparare!
Mi dispiace tantissimo per il mostruoso ritardo, causato da: 1-Scuola (Che è finalmente finita  ^___^) 2-Pigrizia della sottoscritta  3-Settimana trascorsa lontana da casa.
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia! :D Per il ruggito potete vedere qui ---> https://www.youtube.com/watch?v=rPSx_cSPw_0   e qui ----> https://www.youtube.com/watch?v=HG02ynmu7IY
Ringrazio vivamente chi recensisce, chi mette le storie tra preferite/ricordate/seguite o chi legge soltanto :D
Alla prossima!
Serytia
*Certe volte penso che dovremmo andarcene.
**Non pensarci neanche.

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